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DIZIONARIO

DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO Al NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCIESIASTICI , AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA , ALLE CITTA PATRIARCALI
, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI CONCILII ,

AI RITI, ALLE CEREMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI , CARDINALIZIE E


PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CUE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MORONI ROMANO


SECONDO AIUTANTE DI CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

VOL. XLV.

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCXLVII.
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DIZIONARIO
DI EKUDIZIONE

STORICO -ECCLESIASTICA

n
MET MET
IVjETZ {Meten). Città con resi- d* agricoltura e industria, scuole gra-
denza vescovile e forte di Francia tuite di diverse cose, società medi-
nella Lorena, capoluogo del dipar- ca, d' arti e mestieri con conser-
tiraento della Mosella, di circonda- vatorio, cassa di risparmio e di
rio e di tre cantoni^ distante 3o prestiti^ ed altri stabilimenti. Giun-
leghe da Strasburgo, e 6i da Pa- gendo a Metz dal lato ovest, la Mo-
rigi, in un bacino magnifìco, al sella due rami che co-
è divisa in
confluente della Mosella e della municano insieme mediante due ca-
Scilla. Capoluogo della terza divi- nali che formano l' isola Sauley, e
sione militare, e della XXJI conser- scorrendo separatamente attraverso
vazione forestale, è sede d' una cor- il nord vi formano l' isola Cham-
te reale dalla quale dipendono i bière. Il ramo occidentale è il più
dipartimenti della Mosella e delle considerabile, quello dell' est si di-
Ardenne; di prima i-
tribunali di vide in due correnti, che formano
stanza e di commercio. Avvi una la piccola isola ov' è il palazzo della
chiesa concistoriale riformala, ed prefettura e il teatro. La gelile che
una sinagoga concistoriale, le dire- viene dal sud è appena pervenuta
zioni dei demani e delle contribu- alle fortificazioni che si divide in
zioni dirette ed indirette, una con- due rami, uno de' quali circonda la
servazione delle ipoteche; camera, piazza all'est, e l'altro percorre
borsa, direzione del genio; scuole l' interno di Metz, onde riunirsi
reggiraentarie e d'artiglieria, di pi- tosto al primo ; verso i trinciera-
rotecnica militare; accademia, col- menti di Guisa innalzati nel i552
legio reale ; società delle lettere dal duca di tal nome, la Seille si
scienze ed arti, d' incoraggimento congiuDge al braccio orientale della
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Mosella. Le diverse correnti di que- gran spesa sotto Luigi XVI, e do-
ste due riviere sono attraversate da ve risiedono i tribunali; il palazzo
venti ponti. Metz è una piazza di pubblico, quello della prefettura,
guerra di prima classe assai impor- il collegio reale, l* ospedale milita-
tante, sia per la difensiva che per re, gli arsenali e le caserme di di-
l'offensiva; alle sue antiche forti- verse armi, il mercato coperto e
ficazioni furono sostituite opere im- nuovamente fabbricalo le chiese ,

mense, sotto gli ordini de' mare- della Madonna, di s. Vincenzo e di


scialli Vauban e Belle-Ile. Si cita- s. Simeone, il tempio riformato, la
no fra le sue opere principali, il casa di carità e di lavoro, la bi-
forte della Double-Couronne e quel- blioteca della città, ed il teatro la
lo di Belle-Croix: Carlo V voleva cui facciata è adorna di portici di
da principio tentare la presa di ordine toscano. Vi sono altie quat-
Metz. L'antica cittadella, situala tro biblioteche ; quella della città
sulla riva destra della Mosella al- contiene piìi di 3-2,000 volumi, le
l' ovest, era vastissima ed assai for- altre sono quelle del vescovato, del-
te; fu in parte smantellata nella ri- l' artiglieria e genio, e dell' ordine
voluzione, e le sue fosse si conver- degli avvocati. Metz ha pure gabi-
tirono in un bel giardino pubbli- netto di storia naturale e giardino
co ed in estese piantagioni. Al sud botanico, e ne' dintorni il vivaio
della città evvi il Paté, fortificazio- dipartimentale. Questa piazza rin-
ne avanzata che occupa il sito del- chiude grandi stabilimenti militari;
la naumachia che romani aveano i la polveriera è una delle piii belle
stabilito a Metz. Si entra nella cit- del regno; il grande arsenale di co-
tà per nove porte, fornite di ponti struzione, la fonderia reale di can-
levatoi, Metz è eretta in parte so- noni, la fucina di artiglieria, ec.
pra un poggio, che va a termina- Neil' isola di Chambière si trovano
re all' estremità dell' angolo che il bel poligono dell' artiglieria, il

formano i corsi della Mosella e del- campo di manovra della guarnigio-


la Seille, di cui la piazza di s. Cro- ne, una nitriera artifiziale e il por-
ce segna la sommità. L'interno è to della città. Vi fioriscono molte
generalmente bello e di un vivo manifatture, ed il commercio è im-
aspetto; le strade sono larghe, di- portante. Questa città è patria di
ritte e bene lastricate; la piazza molti uomini illustri, fra gli altri
Quartier Coislin è bellissima, e la del maresciallo Fabert, di David,
spianata della cittadella offre uu Carlo e Giuseppe Ancillon, Carlo
passeggio amenissimo altre piazzo ; Fieux, cav. di Mouhy, Beauregard
sono adorne di arcale, che danno predicatoj'e, Ferry ministro prote-
un'idea dell'antica Metz. Un gran stante, Buchoz medico e naturali-
numero di edifìzi pubblici sono sta, Giacomo le Ouchat scrittore,
degni di osservazione ; tali sono la Pilaslre Desrosiers lo sfortunato
cattedrale, monumento gotico in- primo areonauta Sebastiano Le- ,

cominciato nel 1064, di cui si am- dere ingegnere, geografo e incisore,


mira l' arditezza e la sorprendente i generali Gustine e Lasalle, Lacra-
leggerezza, e eh' è sormontato da telle il vecchio ec. Gli ebrei so-
una torre traforata alta SyS piedi; novi numerosi. Presso il villaggio
U palazzo del governo cretto con di Jouy-aux-Arclies vi si vedono
MET MET 7
ancora 17 archi d'acquedotto ro- do l'autorità col proprio vescovo,
mano, che conduceva Je acque del ma sotto la protezione dell'impero,
villaggio di Gorze, distante da Metz e fu allora che divenne assai flo-
tre leghe, ad una naumachia esi- rida pel commercio coli' Ale-
suo
stente verso la estremità sud di magna. Nel i444 i' l'e Carlo VII
questa piazza. Nel territorio si tro- l'assediò, per Renato duca di Lo-
vano sorgenti salse. rena, ma conservò la sua prima
Questa antichissima città che pri- libertà sino al i552, in cui fu
ma della rivoluzione era capo-
il presa dal contestabile di Montmo-
luogo del paese Messio nella Lore- rency generale di Enrico II, il qua-
na, fu fondata dai gaulesi in un'e- le vi fece erigere una cittadella e
poca Nel IV secolo in-
assai rimota. fu riconosciuto come il ristaurato-
cominciò a prendere il nome del po- re e il difensore della germanica
polo de Medioniairicì, assai possen- libertà. Nell'ottobre dell' istesso an-
te nella Gallia Belgica, divenendo no fu Metz assediata con 100,000
la sua capitale, nome che fu adot- uomini da Carlo V, che dopo 65
talo sino agli scrittori del IX seco- giorni d' inutili sforzi fu costretto
lo. Ciò non pertanto dal principio alla duca di Guisa che
ritirata dal
del V
il nome del popolo de Mc' n' era governatore. Però i vescovi
diomalrici e quello della città si di Metz continuarono ad ammet
cangiarono nell'altro di Meltis o tere la sovranità degl* imperatori
Metae, la cui origine è sconosciuta. ricevevano da loro le investiture
Allorché se ne impadronirono ro- i rendendo loro fede ed omaggio
mani era già importantissima, dan- ciò sussistette sino al i633, in cu
dole Tacito il titolo di Socio-civi- Luigi XIII dichiarossi signore so
tas; essi vi scopersero hei monu- vrano de' tre vescovati di Metz,
menti. Fu chiamata pure Divodu- Toul e VerduHj^ lo che fu anche
rum Mediomairìconim, Civitas Me- confermato pel trattato di W^estfa-
diomatricoriim. Fu una delle pri- lia 1648, e precisamente per
nel
me città della Gallia, che depo- l'articolo 44' Dall'epoca della oc-
nendo la sua antica barbarie, si sia cupazione fatta da Enrico li , Metz
incivilita sul gusto de' romani, di- perdette i diritti di città libera, e
stinguendosi per varie opere vera- diminuirono suo commercio e
il

mente magnifiche. Fu interamente la popolazione ; quel re vi eresse


rovinata nel ^5i dagli unni, allor- un parlamento pei vescovati di Metz,
ché sotto il comando d'Attila en- Toul e Verdun, godendo il vesco-
trarono nelle Gallie, Divenne po- vo di Metz il titolo di principe
scia la capitale
del regno fianco dell'impero. Metz fu ancora l'an-
di Ostrasiao Aulrasia, spesso anco tica sede de' re di Lorena.
chiamato regno di Metz, e che pre- La sede vescovile fu eretta nel
se verso l'anno 855 il nome di Lo- HI secolo nella provincia di Tre-
rena [Fedi). Nel 928 Enrico l'Uc- veri, della cui metropoli fu falla
cellatore, imperatore d'Alemagna, sufFraganea, ma poscia lo divenne
se ne impadronì, e rimase ai suc- di Besangon e lo è tuttora. Dice
cessori di questo monarca sino al Commanville, che il vescovo di Metz
secolo XI, in cui pervenne a go- prelese al titolo di arcivescovo o
vernarsi colle proprie leggi, dividcn- di prototrono. Il primo vescovo di
8 MET MET
Metz fu s. Clemente romano disce- ziando nel 62q per ritirarsi nel rao»
polo di s. Pietro, secondo la tra- nastero di Remiremond, morì nel vi
dizione della chiesa, speditovi da 641, donde le sue reliquie furono
Roma, e l' anno gS.
morì verso portate a Metz nell' abbazia del suo
Giuseppe Cajot nelle Antichità di nome, dal successore s. Quirico o
Metz, prova che s. Clemente non Goerico, il quale costruì la basilica
ha potuto essere mandato da Roma di s. Pietro. A questi il Chenu dà
da s. Pietro, e che si recò nelle per successole Dodo, poi Glodulfo,
Gallie verso la metà del III secolo. o sia s. Clodoaldo figlio di s. Ar-
I ss. Celestio o Celestino e Felice nolfo, che il Butler dice eletto ad
che ve l'aveano seguito da Roma, onta di sua ripugnanza vescovo di
occuparono successivamente la sede. Metz, ove morì nel 696, e parte di
II quarto vescovo s. Paziente gre- sue reliquie furono poste nella chie-
co fondò fuori le mura della città sa del suo nome : il suo fratello
la chiesa di s. Giovanni Evangeli- Ansegisio sposò Regga figlia di Pi-
sta ; nel iigS si scoprirono le sue pino da Landen, da cui nacque Pi-
reliquie nella chiesa di s. Arnolfo. pino padre di Carlo Martello cep-
Gli successe s. Vittore, che fece o- po de' Ciu-Iovingi di Francia. Nel
norevolissima comparsa nel concilio 742 divenne vescovo s. Crodegan-
di Colonia del 346 ; indi fiori s. go nipote di Pipino che lo spedì
Simeone onorato nell'abbazia di Se- ambasciatore al P&pa Stefano III
pones, ove furono portate le sue invitandolo in Francia, e poi ad
veliquie nel 770; e poi Sambacio Astolfo re de' longobardi : nel 755
che fu come il predecessore sepol- cangiò il capitolo della cattedrale in
to nella chiesa di s. Clemente, ove una comunità regolare, e morì nel
pure venne deposto il successore s. 766. Drogone figlio naturale deU
Rufo, cioè nelle catacombe di Metz. l'imperatore Carlo Magno, fu prii
Dopo di lui e nei primi del V se- ma monaco a Luxeuil, diventò po-
colo divenne vescovo s. Adelfo, indi scia arcicappellano, ed ottenne il pa-
s. Firmino greco, Legonzio, s. Au- lio col titolo di arcivescovo, nella
tore che fu testimonio nel 45i del- qual qualità presiedette a molti
la presa della città fatta dagli unni. concilii : il Papa Sergia li lo stabi-
Degli altri Metz notere-
vescovi di lì vicario apostolico in tutte le Pro-
mo Aigulfo, nato da una figlia del vincie di là dalle Alpi; fu abbate
re Clodoveo, che ampliò le rendite commendatario di Saint-Tron pres-
della mensa cui il Chenu, Ardi.
, so Liegi, e morì uelT 855. S. Ben-
et episc. Galliae, dà per successo- none primo canonico di Strasbur-
ci un s. Arnolfo o Arnoaldo ni- go, poi eremita sul monte d' Ercel
pote del re Dagoberto, e Papulo presso Zurigo, ottenne il vescovato
che eresse presso le mura la chie- dall'imperatore Enrico, ma nel 928
sa di s. Siniòriaiio; quindi regi^tra alcuni malevoli lo sorpresero a
8. Arnolfo o Arnoldo discendente Metz, gli cavarono gli occhi ed aU
de' primi re di Francia, che sposò tre parti, e lo misero fuori di sta-»

Doda.da cui ebbe s. Clodolfo o Clo- to di esercitare le sue funzioni. U


doaldo, che fu esso pure vescovo di concilio di Duinsburg punì gli au-
Metz; eletto dal popolo nel 6i4> la tori del delitto, e Rennone rinunt
QiogU^ si fece monaca, mei liaun» ztato il vescoviito otlenne in com«
MET MET 9
penso un'abbazia per vivere. Teo- pe Jauffiet della diocesi d' Aix.
dorico consobrino dell' imperatore 1823 Giacomo Francesco de Bos-
Ottone I, nel 984 dall' Italia tra- sen o Bessgn della diocesi di Beily.
sferì nella chiesa di s. Vincenzo Per sua morte Gregorio XVI nel
martire molli corpi di santi, e fon- concistoro de' 27 gennaio i843 di-
dò la chiesa cattedrale sotto l' in- chiarò l'odierno vescovo monsignor
vocazione di s. Stefano. S. Teogero Paolo Giorgio Maria Dupont Des-
figlio del conte di Metz, nel 1100 loges di Rennes, canonico della cat-
si fece cluuiacense. Il cardinal Ste- tedrale di sua patria, vicario gene-
fano del II 20 era nipote di Calli- rale d' Orleans.
sto II. Giacomo figlio del duca di La cattedrale, una delle più bel-
Lorena, discendente di s. Arnolfo, le chiese della Francia, è sacra a
sontuosamente edificò V abbazia e il Dio sotto r invocazione di s. Stefa-
monastero, accrebbe le rendite della no protomartire. Il capitolo si com-
mensa, e 1260. Per mor-
morì nel pone di nove canonici, compreso il
te del vescovo Reginaldo de' duchi teologo, il penitenziere e il mae-
di Bar, il capitolo elesse due, onde stro del canto, di altrettanti cano-
Giovanni XXII sostituì in vece En- nici onorari, oltre i pueri de cfioro;
rico. Il vescovo Ademario dichiaiò intervenendo nelle solennità gli
esente dalla giurisdizione vescovile alunni del grande e del piccolo se-
l'abbazia di s. Arnolfo posta fuori minario. Anticamente il capitolo a-
le mura, ciò che confermò il car- vea dodici dignità e ventililo ca-
ilinal Guglielmo legalo. Nei i384 nonici. Nella cattedrale vi è pure
fu nominato vescovo Pietro di Lii- la parròcchia, alcpianto distante dal-
xembttrgo [P^edi) che l' antipapa la quale evvi l'episcojiio, amplissi-
Clemente VII creò anticardinale, mo e decente edifizio. Inoltre nella
beatificato nel 1527. Corrado Bayer città vi sono sei chiese parrocchiali
del i4i(ì eresse i conventi de' do- col battislerio, due conventi di re-
menicani e carmelitani. Il cardinal ligiosi, e cinque monasteri di reli-
Giovanni Lorena del i53o; il
di giose, diverse confraternite. Ire ospe-
cardinal Roberto di Lenoncourt, dali, grande e piccolo seminario, ed
morto nel i533; il cardinal Carlo il monte di pietà. La diocesi è va-
di Lorena, morto nel i574; il car- sta, comprendendo tutta la provin-

dinal Carlo di Lorena, morto nel cia di Mosella. JVella città eianvi
1607; il cardinal Anna d' Escart Ire chiese collegiale, di cui la prin-
de Ginry, morto nel 161 2, cui suc- cipale era quella del ss. Salvo lore.
cesse Enrico o Gastone Foix, figlio I benedettini della congregazione
naturale di Enrico IV. Quanto ai di s. Vannes vi avevano quattro
cardinali, si possono vedere le loro abbazie, cioè s. Arnoldo, s. Vin-
biografie. Gli ultimi vescovi furono cenzo, s. Sinforìano, ec. Allorché s.

preconizzati ne' seguenti anni , se- Leone IX fu a Metz consacrò la


condo le Notizie di Roma. i'j33 chiesa di s. Arnoldo. Nel 970 Teo-
Claudio de Saint-Simon di Parigi, dorico vescovo di Metz, ottenne dal
traslato da Noyon. 1761 cardinal Papa Giovanni XIII, di poter l'ab-
Lodovico Giuseppe de Lavai Mont- bate di s. Vincenzo usare della dal-
morency, traslato da Condom. 1806 matica e de' sandali. Anche le mo-
Gaspare Giovanni Andrea Giusep- nache benedettine avevano tre an-
IO MET MEU
tiche abbazie, s. Pietro, s. Maria sette orazioni sull'imperatore Lo-
e s. Glossinola. Eravi un'ottava ab- dovico I, cui era stato interdetto
bazia, quella di Ponlifroy, trasferi- r ingresso in chiesa, indi gli misero
ta in città nel iSya, la quale era la corona in capo, ed Ebbone di

dell'ordine de'cisterciensi, e regola- Reims che aveva contribuito alla


re. Tra
le comunità religiose di deposizione del principe, sulla tri-

Metz, domenicani insegnavano la


i buna ad alta voce pubblicò che
teologia. Nella diocesi, che prima r imperatore era stato ingiustamen»
era più ampia, si contavano altre te deposto. Arduino t. II.

dodici abbazie, con moltissimi sta- Il sesto concilio nell' SSg a' 28
bilimenti religiosi. Clemente IX con- maggio, per riconciliare Carlo il
cesse a Luigi XIV re di Fran- Calvo e Lotario suo nipote, eoa
cia e suoi successori, di poter no- Luigi il Germanico, il quale fu as-
minare le chiese, monasteri ed al- solto dalla scomunica con divei'se
tri benefizi della diocesi di Metz. condizioni non accettate. Labbé
Avanti la rivoluzione il vescovo go- t. Vili.
deva 1 20,000 lire annue di rendita, Il settimo nell' 863 o concilia-

e pagava 6000 fiorini per le bolle. bolo e perciò non riconosciuto, a-


Al presente i fi-ulti della mensa vendo approvato il matrimonio di
sono tassati ne' libri della camera Lotario con Valdrude sua concubi-
apostolica in fiorini 870. na, perchè i legati non eseguirono
la volontà del Papa. Ivi.

Concini di Metz. L' ottavo neirSGg, in cui fu de-


ferita la corona di Francia a Carlo

Il primo fix tenuto nel 55o, e il Calvo, a pregiudizio di Luigi II


fuvvi consacrato Cantino vescovo fratello di Lotario. Regia t. XXII ;

di Alvernia. Regia t. XI ; Labbé Labbé t. Vili.


t. V; Arduino t. II. Il nono neir888, tenuto da Rat-

secondo nel Sgo in ottobre


Il bodo arcivescovo di Treveri nella
contro Egidio arcivescovo di Reims, chiesa di s. Arnoldo, per ristabilir

convinto di lesa maestà e deposto: la pietà e la disciplina, e fu proi-


Crodielda e Basina monache ribel- bito ai signori di prender parte al-
late contro r abbadessa, vi furono le decime delle chiese di giuspa-
ricevute alla comunione. Ivi; Ar- trouato. Regia t. XXIV; Labbé
duino t. III. t. IX; Arduino t. VI.
Il 7^3 contro gì' ince-
terzo nel Il decimo nel 1240, contro l'im-

stuosi, efurono statuiti i regola- peratore Federico II. Lenglet.


menti pei pedaggi de' ponti. Regia Il decimoprimo nel 1 252, presie-

t. XVU; Labbé t. Vi; Arduino duto da Giovanni cardinal legato.


t. III. Mansi, Sappi, t. 11, p. 479-
quarto neir834> in cui fu as-
Il MEVN, Magcfunwn. Città di Fran-
tolto Lodovico I il Pio, scomuni- cia, dipartimento di Loiret, capo-
cato da Ebbone arcivescovo di luogo di cantone, in situazione a-
Reims. Regia t. XXI ; Labbé t. VII. mena sulla riva destra della Loira.
11 quinto neir 835. I vescovi a- Assai ben fabbricata, rimarcabile pei
vendo celebrato la messa in s. Ste- suoi prodotti, seguì sempre la sor-

fano, sette arcivescovi recitarono te di Orleans, fu molte volle pre-


MEZ MEZ II

sa e ripresa tlagl' inglesi e dagli spettore delle scuole , che in pari


ugonotti : il suo castello fu ristau- tempo dichiarò sufiraganeo di War-
rato sotto Luigi il Grosso. Nel- mia nella Prussia orientale.
1*89 1 vi fu tenuto un concilio, nel MEZZA LUNA, o Luna crescen-
quale venne determinato che l'ab- lE. Ordine equestre. Si dice isti-
bate di s. Pietro di Sens sarebbe tuito nel 1269 da s. Luigi IX re
eletto dai sufiVagi liberi de'raonaci. di Francia, anco col titolo del Na-
Labbé t. IX; Arduino t. VI. viglio, o della Doppia mezza luna,

MEVENNO (s.), abbate. La sua di cui diede il collare ai suoi tre


leggenda gli dà comunemente il figli, fratello e nipote, ed a molti si-

nome di Conardo- MeK'enno. Usci gnori francesi, per animarli ad accom-


da nobile e ricca famiglia della pagnarlo nel suo secondo viaggio per
provincia di Gwent nel Soult-Wa- liberare cristiani, e vuoisi che ter-
i

les, e passò a predicare il vangelo minasse colla morte dell' istitutore,


nell'Armorico con grande edificazio- ma i critici lo credono chimerico.
ne e buon successo Fondò un . Quelli che pretendono che abbia
monastero sulle sponde del Meu, esistito, dicono che il collare era in-

di cui fu fatto abbate verso il treccialo di conchigliemarine d'ar-


55o, e stabilì in esso una mirabile gento, e di doppie mezze lune di
osservanza. Altro monastero fondò oro, con un naviglio pendente bian-
presso Angers , che popolò de'suoi co in campo rosso, e colla punta
discepoli, e che visitava sovente screziata di bianco e verde. Piut-
per mantenervi il fervore. Morì tosto sembra questo essere stato
verso r anno 617, e non pochi r ordine degli Argonauti ( Fedi ),
miracoli resero celebre la sua tom- istituito da Carlo IH Durazzo re
ba. La sua festa è notata come di Napoli, che il p. Boiianni a p.
solenne nei calendari della maggior 71 del suo Catalogo attribuì a
parte delle diocesi di Bretagna, Carlo I d'Angiò re di Sicilia, e lo
sotto il giorno 2 1 giugno. dice estinto sotto Pio II; parlando
MEZO, Amyzon. Sede vescovile di quello della Nave o Naviglio di
della provincia di Caria, esarcato s. Nicola vescovo di Mira, eh' è
d'Asia, sotto la metropoli di Slau- appunto quello degli Argonauti, a
ropoli, eretta nel V secolo, nell'A- p. 86, e scrivendo ch'ebbe termine
sia minore, tra Magnesia ed Ala- dopo morte di quel principe,
la
banda, distante trenta miglia da ovvero nel i448> perchè lo sop-
Mileto, presso il mare Egeo. Al presse Renato d'Angiò cacciato dal
presente Mezo , Ainyzoneìi , è un Irono di Napoli da Alfonso V d'A-
titolo vescovile in parlìbus sotto ragona. In tale anno bensì Renato
l'arcivescovopure in parlibus di 11 in Angers istituì o ripristinò
Stauropoli,che conferisce il Papa. l'ordine dei cavalieri della Mezza
Per morte di Michele a Santander, luna, sotto la protezione di s. Mau-
Gregorio XVI nel concistoro dei rizio martire, consistendo la deco-
i3 giugno 1844 i^e insignì monsi- razione in una mezza luna d'oixi
gnor Francesco Grossmann di Rob- coir epigrafe Loz (lode) nel cre-
wen, diocesi di Warmia, canonico scere, in lettere di color celeste,
capitolare di questa cattedrale, e per significare che si acquista lode
vicario generale, già parroco e i- nel crescere in virtù e in gloria.
la MEZ MEZ
Da questa mezza luna, che per rota Scarampo ovvero dell'Arena,
tre catenelle pendeva da collana o padovano di basso e oscuro lignag-
catena d'oro a tre giri, si conosce- gio, secondo alcuni, che altri dico-
va il valore e la generosità dei no di Treviso; pel suo valore ed
cavalieri, perocché vi si attacca- egregie doti e gloriose azioni si re-
vano tante verghette d'oro trava- se chiarissimo mondo, ed assai
al

gliate a maniera di cilindro, oppure utile alla Chiesa. Studiò in Padova


tanti puntali da stringa d'oro, quan- la medicina e le scienze naturali,
te volte si erano trovati in batta- né trascurò le buone lettere, le qua-
glia e in assedi di città, dal nu- li poscia nella sua vita formarono
mero de' quali si giudicava del il suo amore, sebbene quasi sem-
valore e gloriose azioni da essi pre distratto da aflFari gravissimi
fatte. I cavalieri portavano il man- ed occupato. Portatosi in Roma,
tello di velluto cremisi rosso, e il dove a'quei tempi soprattutto era-
maresciallo di velluto bianco con no in pregio le armi e gli uomini
fodera e la sottana dello stesso di valore, a motivo degli usurpato-

drappo, una
e sul braccio destro vi e piccoli tiranni, che di frequen-

mezza luna d'oro pendente da una te infestavano lo stato ecclesiastico,


catena pur d' oro, come si- vede tutto si diede alla professione della
nella figura prodotta dal p. Bo- milizia, quantunque l'Ammirato Io
nanni. Si compose l'ordine di cin- voglia medico di Eugenio IV e
quanta compreso il capo
cavalieri, suo cameriere segreto. Dopo molte
col titolo di senatore o presidente. illustri imprese, sotto il comando
]I re Renato mai assunse tal tito- del cardinal Vitelleschi, in cui die-
lo, ma solo quello di mantenitore. de prove di marziale fortezza e
Slabin pure che niuno fosse am- di coraggio superiore a quelle di
messo nell'ordine se non era prin- altri capitani, venne sostituito in
cipCj duca, marchese, conte, viscon- di lui luogo nel governo delle trup-
te, o almeno non fosse nobile per pe pontificie. La prima impresa,
quattro generazioni, e ch'essi fosse- che come capo dell' esercito gli ac-
ro esenti da eccezioni vili. L'assem- quistò eccellente reputazione e no-
blea dell'ordine, che appellavasi an- me assai celebre, fu quella di ac-
co V Ordine di Anjou , si teneva correre in aiuto de' fiorentini con-
nella chiesa di s. Maurizio di An- federati col Pontefice, e dare
di
gers. Gli statuti prescrivevano diverse una sconfitta totale al famoso Ni-
pratiche religiose e regolamenti. La colò Piccinino capitano della Lom-
seconda persona dell'ordine era il bardia, per cui vendicò dalla tiran-
cappellano o limosiniere, che dove- nide di Francesco Sforza la Marca
va essere arcivescovo o vescovo, es- d'Ancona, e ricuperò altre parti del-
sendone primari ufficiali il cancel-
i lo slato dellaChiesa da molti usur-
liere, il maestro delle suppliche, patori e nemici oppresso. Grato il
il tesoriere, il registratore, ed il Pontefice a Lodovico, che già dal
re d'armi, alcuni de' quali porta- vescovato di Tran avea trasferito
vano differenti mantelli , come di- all' arcivescovato di Firenze, col pa-
stinto era qiidlo del senatore. triarcato di Aquileia nel 14^9, cui
MEZZA ROTA SC ARAMPO Lo- il Sigonio aggiunge il vescovato di
dovico, Cardinale. Lodovico Mezza- Bologna, sebbene quel comune non
MEZ MEZ i3

volle mai riconoscerlo e riceverlo del suo titolo, e con gran spesa ne
per vescovo, a' 22 giugno o nel costruì de'nuovi. Ebbe alcune gravi
primo luglio 144^* '^ *^''^^ cardina- differenze col caidinal Barbo, poi
le prete di s. Lorenzo in Dam;iso Paolo li, nipote di Eugenio IV,
e camerlengo, sebbene altri dicono perchè vedeva
con gelosia la so-
vicecancelliere. II medesimo Euge- verchia potenza che esercitava sotto
nio IV Io incaricò della legazione lo zio e a di lui preferenza. Giun-
a Filippo Maria duca di Milano, al to a notizia Lodovico che il
di

doge di Venezia, ed alla repubbli- cardinal Barbo bramava il vescova-


ca fiorentina. Dopo la memorala to di Padova, egli con pretesto di
vittoria Eugenio IV non fece cosa condursi ai bagni, volò in quella
di momento senza consultarlo pri- città e quindi a Venezia per attra-
ma, e per la singolare destrezza e versarne indarno l' edètto, mentre
prudenza ond' era fornito, gli affi- r emulo presso lo zio Io poneva
dò la direzione di lutti gli affari s'i in discredito. Il Papa Nicolò V lo
ecclesiastici che politici del suo pon- trasferì al vescovato Albano, e di
tificato, per cui sembrava eh' egli gii diede la pingue abbazia di Chia-
solo lo amministrasse sotto il nome ravalle. Non potè il caidinale sfug-
del Papa. JNicolò V nel i^5^ gli gir la taccia degli storici contempo-
conferì l'abbazia di Monte Cassino, ranei, per avere pel primo tra i
di cui fu ilprimo comuiendatario, porporati mantenuto in copia cani
e che poi unì alla mensa de' mo- e cavalli, numerosa famiglia e pre-
naci, ciò che approvò con sua bol- ziose suppellettili, imbandita men-
la Calisto III. Questi lo spedì colle sa lauta e sontuosa, come altresì
truppe della Chiesa contro i turchi, di essere stato dedito a'conviti ed al
e capo della piccola flotta che per- giuoco, in cui è fama che in una
ciò pose mare. Riportò quindi
in sola notte perdesse con Alfonso re
diverse vittorie, poiché con piccolo di Napoli ottomila ducati, perdita
corpo di soldatesca diede agi' infe- che niun pregiudizio gli dovette re-
deli solenne sconfitta presso Bel- care come il più ricco di quante
grado, ove ne lasciò morti seimi- persone e famiglie private fossero
la sul campo, colla perdita di ses- per tutta 1' Italia. Intervenne a
santa pezzi di cannone, bagaglio e quattro conclavi, e per quello di
stendardo militare. Lo stesso fece Paolo II concepì tal rammarico per
presso Rodi, dove con poche navi la sua esaltazione, che passati po-
fugò e disperse una numerosa flot- chi mesi morì di affanno nel ì^65,
ta de' turchi, e tolse loro dalle ma- d'anni 64. Fu sepolto nella chie-
ni tre isole dell'Arcipelago. Resti- sa titolare di s. Lorenzo, dove il

tuitosi a Roma, fu accolto dai ro- canonico della medesima Antonio


mani con gioia e plauso universa- Tocco ne ruppe la tomba, spoglian-
le, e con sommo onore dal Papa dolo per avidità delle sacre vesti
e dal sacro collegio. Avendo consi- e dell' anello cardinalizio, per cui
derato che la piazza di Campo dei il sepolcro restò negletto per qua-
fiori stavasi negletta, e ridotta pa- ranta anni, finché la liberalità di
scolo e ricettacolo di cavalli, la fe- Enrico Ilunis arcivescovo di Taran-
ce lastricare di pietre. Adornò di- to, segretario del sagro collegio e
versi edilìzi contigui alla basìlica tesoriere, per dare al defunto un
i4 MEZ MEZ
contrassegno di stima ed affetto, a tori di rota, e dal medesimo fu
proprie spese gli fece costruire un promosso nel iSyS a vescovo di
magnifico avello, lavorato sul gu- Rieti. Sebbene assente, nell' istesso
sto antico, che poi fu trasferito nel- anno a' 18 o 28 settembre Urba-
la sagrestia de' canonici, con ele- no VI lo creò cardinale prete del
gante iscrizione. Il cardinale lasciò titolo di s. Marcello, e per singola-
tulli i suoi beni mobili, che monta- re distinzione gli trasmise a Bolo-
vano a enorme somma, a Nicolò e gna il cappello cardinalizio, il qua-
Luigi Scarampi suoi famigliari o le fu da lui ricevuto con gran pom-
nipoti come li chiama il Novaes, i pa e solennità nella chiesa di s.
quali presero la fuga. Ma Paolo Domenico, da Giovanni di Lignano
li che gli avea accordato la facoltà insigne giureconsulto. Dotato essen-
di fare testamento, tuttavolla li le- do di coraggio superiore all'ordi-
ce arrestare a Castelnuovo, cari- nario, di sommo spirito e singolare
chi d'oro e di argento. Li fece ri- destrezza nel maneggio degli affari,
tenere sotto onesta custodia finche fu inviato a Napoli dal Pontefice
non furono tutti insieme raccolti e insieme coi cardinali di s. Ciriaco
adunati i beni del cardinale, e da- e di Venezia, al re Carlo III Du-
ti ad essi circa scudi duemila, ed razzo, che coli' aiuto di Urbano VI
alla famiglia settemila, oltre il sa- occupato avea regno di Napoli,
il

lario di due mesi, il Papa fece il acciocché presso quel principe si


rimanente distribuire ai poveri, alle maneggiassero tutti d'accordo con
chiese, e parte l'impiegò nella guer- calore ed efficacia perchè si ese-
ra d' Ungheria.
Gaspare Veronese guisse quel tanto che il re aveva
storico contemporaneo narra, che il promesso in corrispondenza dell'aiu-
cardinale quando fece testamento to prestatogli, cioè di cedere ildu-
non avea più 1' uso libero della ra- cato di Capua e di Amalfi a Fran-
gione, e che il Pontefice giudicò cesco Butilli nipote di Urbano VI.
non convenevole che tante
essere Giunti i cardinali a Napoli, si avvi-
ricchezze, che derivavano dalla Chie- dero subito che il re faceva il sor-
sa, dovessero passare in mano di do alle istanze de' rappresentanti,
persone che non vi aveano alcun non essendo disposto a compiacere il
diritto. Ne' beni immobili poi, e Papa. Ciò non pertanto il cardina-
nelle terre e possessioni che si va- le di s. Ciriaco appoggiò con forza
lutarono cinquemila rubbi di ter- le richieste del Papa, il veneto si

reno, istituì eredi un un


fratello e regolò con ambiguità, bilanciando
nipote, i quali in brevissimo tempo le ragioni delle parti, il solo cardi-
dissiparono il ricco e pingue patri- nal Reatino, così detto dal suo ve-
monio, fino a ridursi alla men- scovato, trovando indebite le preten-
dicità. sioni di Urbano VI, non seppe ri-

MEZZAVACCA Bartolomeo, Car- solversi a cooperare che acquistas-


dinale. Bartolomeo Mezzavacca, di se nominate signorie un giovi-
le
illustre famiglia bolognese, compiti nastro perduto nella mollezza e
ì suoi studi nella scienza legale. nel lusso, che contribuiva non po-
Tenne in essa laureato nel 1 369. co al discredilo del pontificato, on«
Passato indi a Roma, ottenne da de piuttosto sostenne le ragioni del
Gregorio XI un posto tra gli udì- re. Ritornati i cardinali a Roma
MEZ MIC iS
senza aver nulla conchiuso, Urbano Viterbo. Narra il Gonlelorio che
VI ne fremè di sdegno, e preso in alcuni cardinali adunati nel castel-
grave sospetto il cardinale di Rieti, lo di Luzzara, alla morte di Urbano
montò in ira col re Carlo III, con- VI, in disprezzo del suo carattere
tro del quale determinò di portarsi violento, trattarono di eleggere in
armata mano per indurlo colla forza successore il cardinale benché de-
a mantenergli le promesse, e inti- posto. Mori dopo tante vicende tran-
mò ai cardinali di doverlo seguire. quillamente in Romanci iSgG, ed
Negando però questi unanime
di ebbe sepoltura nella basilica di s.
consenso di obbedire, intentò un ri- Maria Maggiore, dove in antica
goroso processo, per cui sarebbero tomba insieme col suo nome si
stali in seguilo riguardati come ri- vedono scolpite le insegne di sua
belli e contumaci se dentro un da- famiglia.
to termine non si univano con lui, MEZZODÌ', o/"f/i/ie equestre. Que-
minacciandoli inoltre di privarli st'ordine cavalleresco della croce del
della porpora cardinalizia. Siccome mezzodì nel Brasile, venne istituito
però il cardinal di Rieti era più di nel dicembre 1 826 da Pietro I
ogni altro sospetto al Papa come imperatore del Brasile, per premia-
fautore del contegno di Carlo III, re que' sudditi che lo avevano eoa
e fomentatore della disobbedienza zelo e valore assistito nel sottomet-
degli altri cardinali, lo privò con tere le Provincie ribelli del Brasile,
tutte le formalità della dignità car- dopo le turbolenze scoppiate a Fer-
dinalizia, ed ai cardinali di s. Ci- nambuco, e gli avevano appianato
riaco e di Venezia assegnò il ter- la via al trono, venendo proclama-
mine di quattro giorni a produrre to imperatore del Brasile nel 1822.
le loro difese; se non che interposti La decorazione consiste in una cro-
parecchi ragguardevoli personaggi in ce d' oro che si appende nella par-
questa causa, furono ambedue ri- te sinistra del petto.
messi in grazia del Papa. Solo del MIC ARA Lodovico, Cardinale.
cardinal Mezza vacca non volle sen- Lodovico Micara nacque in Fra-
tire ragione alcuna di difesa. Spa- scati a' 12 ottobre 1775, dotato di
ventato esso dalla severità del Pon- pronto e felice ingegno, ben pre-
tefice, prima d'incappargli nelle ma- sto volle professare vita religiosa
ni, si involò con segreta fuga, e reca- tra i cappuccini, in cui meritò per
tosi in Avignone dall' antipapa Cle- diversi gradi essere eletto ministro
mente VII aderì allo scisma, e tramò generale del suo ordine, quando già
congiura contro Urbano VI, alla Pio VII per la sua dottrina ed e-
quale presero parte cinque cardina- loquenza avealo promosso a predi-
li che furono puniti coli' estremo catore apostolico. Divenuto Ponte-
giudizio in Genova. Bonifacio IX, fice suo amico Leone XII
l'antico
successore di Urbano VI, nel primo [Vedi), gli affidò varie incumben-
anno del suo pontificato lo restituì ze, indi a'20 dicembre 1824 '^
insieme con altri alla primiera di- creò e riservò in petto cardinale
gnità col titolo di s. Martino ai prete, pubblicandolo a'i3 marzo
Monti, perchè il suo antico tito- 1826 con quell'onorevole elogio che
lo eia stato conferito altri, e de- ad riportammo nel voi. XXVII, pag.
coroUo delle legazioni di Genova e i5o e i5i del Dizionario, parlan-
i6 MIC MIC
do ancora di sua famiglia, confe- cini, in cui celebrò la solenne mes-
rendogli per titolo la chiesa de' ss. sa il cardinal Vannicelli, ed ivi fu
Quattro. Lo abilitò per un tempo sepolto secondo la sua disposizione.
ad esercitare il supremo magistero Nei Diari di Roma n. 46 e 47? ^
del suo ordine, ed a continuare l'uf- nelle Notizie del giorno num. 28,
fizio di predicatore apostolico. In- si leggono gli onori funebri che gli

di Io annoverò alle congregazioni resero la città di Velletri, la città


dell'indice, delia disciplina regola- e seminario di Frascati, con ora-
re, dell'esame de' vescovi in sacra zioni necrologiche celebranti le sue
teologia, degli affari ecclesiastici, e qualità, scienza e meriti. Amorevo-
poi lo fu pure a quella de' vescovi le colla famiglia in gran parte la
e regolari, dichiarandolo presidente beneficò con pensioni vitalizie, de-
della deputazione permanente dei stinando la principal porzione di

Conservatori di Roma [Vedi). Gre- sua cospicua eredità in favore del


gorio XVI nel 1837 lo nominò conservatorio di Frascati e di altri
vescovo di sua patria, alla quale pii istituti, ciò che meglio descri-
facendo l'ordinaria dimora, con ze- veranno i suoi biografi, quando gli

lo pastorale esercitò quelle benefi- eredi fiduciari ne avranno pubbli-


cenze che accennammo nel citato cate le disposizioni. Di aspetto gra-
voi. XXVn, p. 218. Divenuto nel ve, con bella barba, egli vestì al

1843 sotto- decano del sacro colle- modo detto nel voi. XXVI, p. iS^.
gio, preferì restare nella chiesa di MICHELE (s.), ordine equestre
Frascati, in vece di passare a quel- di Portogallo. V. Aia di s. Miche-
le di Porto, s. Ruffina e Civitavec- le, che si estinse sotto il re Sancio
chia, ed il medesimo Papa gli con- I figlio del fondatore, e ne tratta
ferì la prefettura de' sacri riti. pure il p. Bonanni nel Catalogo
Quando nel i844 successe al de- degli ordini p. 80, riportandone la

canato del sacro collegio, Gregorio figura.


XVI lo trasferì ai vescovati d'O- MICHELE (s.), ordine equestre
stia e Velletri e alla legazione di di Napoli. Fedi Armellino, ordi-
Velletri, colle prerogative e protet- ne non più esistente, di cui parla!
torie inerenti alla sua ragguarde- ancora il p. Bonanni nel Catalogo
volissima qualifica ; essendo stato degli ordini p. 84, riproducendo-
protettore anco di Frascati, del con- ne la figura.
servatorio pio e della confraternita MICHELE (s.), ordine equestre
di s. Andrea de'pescivendoli. Inter- di Francia. Pretendono alcuni scrit-
venne ai conclavi in cui furono tori che Carlo VII re di Francia

eletti Pio Vili, Gregorio XVI e avendo abolito l'ordine della Stella
Pio IX. Visse parcamente o nel [Fedi) istituito da Giovanni li, per
seminario di Frascati o nel conven- disprezzo impose il collare di tal
to de' cappuccini di Roma, solo ordine al Bargello^ ed ordinando
breve tenjpo passò in Velletri. Fi- che suoi Birri portassero delle
i

nalmente dopo lunga e penosa in- stelle sulle casacche, avesse intenzio-
fermità, morì in Roma a*24 "^ag- ne d'istituire un altro oidine sotto
gio 1847, nell'almo 72 di sua età. r invocazione di s. Michele arcan-
1 funerali si celebrarono nella chie- gelo, antico protettore del regno di-
sa della 6S. Concezione de' cappuc> Francia, lo che a cagione di sua
MIC MIC 17
morte non potè mandare ad effet- cavalieri non
potevano guerreggia-
to, e che Lodovico XI suo figlio re senza farne consapevole il con-

per effettuare le sue brame istituis- siglio, ed i francesi non potevano

se l'ordine in memoria dell'insi- servire principi stranieri e far lun-


gne vittoria riportata dai francesi ghi viaggi permesso del re.
senza
contro gl'inglesi sul ponte d'Or- Per eresia, tradimento o viltà ca- i

leans ove è tradizione che s. Mi- valieri venivano privati dell'ordine,


chele si fece vedere in aria a favo- e quando a questo erano ammessi
re de' francesi. Certo è che Lodo- doveano che aveano,
lasciar quelli

vico XI Io fondò nel primo d'ago- tranne ricevuti dai Papi, impera-
i

sto i4^9 ^^^ castello d' Amboise, tori, re e duchi. Nell'ammissione


composto di soli Ireiitasei cavalieri pagavano al tesoro dell'ordine ^o
gentiluomini, e che il re ne sarebbe scudi d'oro, o l'equivalente per ,

il capo; ne creò subito quindici, e gli ornamenti della chiesa del Mon-
gli altri si riserbò nominarli nel pri- te s. Michele in Normandia, desti-

mo capitolo, ma il numero mai nata da Lodovico XI per celebrar-


Io completò. Diede ai cavalieri per vi i divini uffizi e ricevervi i be-
decorazione un com-collare d' oro nefizi e le fondazioni in favore
posto di conchiglie intrecciate da dell'ordine ; ma poi dichiarò che
doppio legame, poste sopra una le cerimonie e le feste dell' ordi-

catena d' oro da cui pendeva vma ne si celebrassero nella cappella di


medaglia rappresentante il santo ar- s. Michele situata nella corte del
cangelo in atto di cacciare il de- palazzo in Parigi ; tuttavolta non
monio, o atterrare un dragone. Que- pare che le assemblee e le fe-

sto collaie cavalierii dovevano ste si facessero in tali luoghi. Alla


portarlo dovunque ogni giorno, tran- morte d' un cavaliere ognuno do-
ne quando erano coU'esercito, por- veva fargli celebrare venti messe.
tando allora la semplice medaglia Nella vigilia della festa di s. Mi-
pendente da una catena d' oro, o chele i cavalieri doveano col ve
da un cordone di seta nera, e que- portarsi alla chiesa vestiti con man-
sta mai potevano lasciare; la divi- to di damasco bianco lungo, bor-
sa o motto poi era: Immensi (re- dato d'oro, ornato di conchiglie e
mor Oceani, secondo la pia creden- nodi d' amore fatti di ricamo, e fo-
za, che il santo arcangelo con tem- derato di ermellino, e colla testa
peste disperdesse i nemici della coperta di cappuccio cremisi. Nel
Francia tutte le volte che si ap[iros- di seguente alla messa presentava-
simavano nell' Oceano al monte di no i cavalieri all'offertorio una mo-
s. ove fu fondata un' ab-
Michele, neta d' oro, indi pranzavano col re.
bazia in suo onore, e per la sua Assistevano al vespero in mantelli
apparizione ivi accaduta ad Aut- neri con cappucci simili, violetto
berto o Otberto vescovo d' Avran- essendo quello del Intervenivano re.

ches verso l' anno 706, per cui in ancora al mattutino de' defunti per
Francia se ne celebra la festa ai l'anniversario, e nel giorno seguente
16 ottobre. 11 gran collare dovea alla messa offrivano un cero d'una
pesare duecento scudi d'oro, ma libbra col proprio stemma. Nel dì
senza gioie, dovendosi in morte re- appresso assistevano alla messa can-
stituire al tesoriere dell'ordine. I tata in onore della Beata Vergine.
i8 MIC MIC
Nel 1496 Alessandro VI, ad istan- di Michele di molto decaduto e
s.

za di Callo Vili, figlio di Lodovico comune, a cagione delie persone


XI, confermò questo ordine. ch'erano decorate, non essendovi
In principio ufìfìzialt dell'ordine che pochissimi nobili , onde in
erano il cancelliere, il registratore, Francia si diceva per proverbio:
il tesoriere e 1* araldo, che porta- le collier de s. Michel à toutes bé-

vano vesti lunghe di ciambellotto tes, o l'ordre des bctes de sommej

bianco foderate di panno celeste ordinò dunque Enrico IH, che


con cappucci di scarlatto, ed il chiunque venisse decorato della
cancelliere era semplice ecclesiasti- croce dello Spirito Santo, dovesse
co ; ma Francesco I variò il col- ancora prendere quella di s. Mi-
lare, sostituendo ai doppi nodi un chele nel d'i precedente al conferi-
cordoncino in memoria di sua ma- mento della prima, laonde le armi
dre Anna di Bretagna, istilulri- degl' insigniti venivano ornate dei
ce dell'ordine della Cordeliera [Ve- due collari, ed essi chiamati cava-
di). Enrico II nel j548 ordinò nel lieri degli ordini del re. Tutlavol-
capitolo di Lione che i cavalieri ta introdotti nell'ordine nuovi abu-
portassero mantello di tela d' ar- si,ed avvilito dai particolari che
gento ricamato di tre mezze lune lo avevano ricevuto senza dar pro-
intrecciate di trofei, seminati di vedi nobiltà e de' servigi prestati,
lingue e fiamme di fuoco, col cap. queste esigette nel 1661 Luigi
puccio di veluto cremisi pure ri- XIV quando operò la riforma com-
camato; che il cancelliere portasse pleta dell'ordine; quindi nel i665
mantello di velluto bianco e cap- fece un nuovo
regolamento, pre-
puccio di velluto cremisi ; che il scrisse r osservanza degli statuti

preposto ed il maestro di cerimo- compresi in sessantacinque capitoli,


nie, il tesoriere, il registratore e e ridusse a cento il numero dei
r araldo avessero un mantello di cavalieri da lui scelli, oltre quelli
raso bianco ed il cappuccio di ra- dello Spirito Sauto, e che tra essi
so cremisi , e che portassero una fossero compresi sei ecclesiastici co-
catena d'oro con conchiglia simile stituiti in dignità, e sei uffiziali del-
pendente ; e che lutti i cavalieri le compagnie reali, e ninno potesse
presenti assistessero col re per la essere decorato dell' ordine di s.

solennità dell'ordine nella cattedrale Michele se non fosse cattolico, ben


di Lione ai primi vesperi della fe- costumalo nobile per due genera-
,

sta di s. Michele, e nel seguente zioni, con altri requisiti ; che ogni

giorno alla gran messa e secondi anno tutti i cavalieri si riuniranno


vesperi ; altri dicono che Enrico capitolarmente nella sala de' fran-
II volle che i divini uffizi si cele- cescani di Parigi, per- esaminare i
brassero nella santa cappella di regolamenti necessari al manteni-
Vincenues, Avendo Francesco II mento dell'ordine, presiedendo l'as-
e Carlo IX per diverse circostanze semblea un cavaliere deputato dal
aumentato grandemente il numero re e che la cnjce dell'aulica forma
;

de'cavalieri, nel iSyS il re Enri- e figura fosse |)ei' u)età più piccola
co III fondò l'ordine dello Spirilo di quella dello Spiiilo Santo, u ri-

Santo [Fedi)y principalmente per serva della culuiiibu che sta nel
ridurre a nuovo splendore questo mezzo di questo, iuvece dovendovi
MIC MIC '9
essere r immagìue in ismaUo di >. e senza ammettere petizione, uomi-
Michele, pendente da nastro nero; ni di un merito distinto, non fa-
tutti poi doveano portar la spada, cendo differenza di nascita, di con-
tranne i mentovati sei ecclesiastici dizione o di religione e nessun ,

ed uHkiali, e le scarpe l)ianclie, co- membro può essere eletto senza il be-
me si può vedere a p. 8i del p. neplacito del re. Gli statuti prescris-
Bonanni, che ne riporta la figura sero che vi debbono esseie dieciot^
nel Catalogo degli ordini equestri. to gran croci, otto ufliziali, trenta-
Le regole dell' ordine le registrò sei cavalieri, e dodici cavalieri o-
ancora il Sansovinn, e l'ultima edi- norari, tanto ecclesiastici quanto
rione degli slalnti fu stampata a Pa- laici. Pio VII col breve, Quoniani
riginel 1725. Luigi XVIII desti- iuler niilitares cquestres ordines, dei
nò quest'ordine per decorare i pri- 5 febbraio 1802, Bull, Boni. Conti-
mari scienziati ed artisti, e quelli nualio t. XI, p. 284, dichiarò ad
che si fossero distinti con nuove onore di questo ordu>e, che quegli
invenzioni ed intraprese utili allo ecclesiastici che ne fossero insigniti
slato, avendolo ristabilito con ordi- godessero 1' abito prelatizio e lutti
iiiM«a de' 16 novembre i8i6j ma i privilegi de' prelati domestici. Il

dopo la rivoluzione del i83o non regnante Luigi Carlo Angusto, con
fu più conferito. foglio governativo de' i4 settembre
MICHELE (s.), ordine equestre 1846, pubblicò il regio decreto col
di Baviera. L'istituì a'29 settembre quale stabilì, che quest'ordine del
1693 Giuseppe Clemente elettore merito di s. Michele si compones-
di come duca di Baviera,
Colonia, se di membri dell' ordine naziona-
nella sua residenza di Monaco; in- le, di trentasei gran croci, di ses-
di venne solennemente confermato santa commendatori e di trecento-
dal re di Baviera Massimiliano Giu- venti cavalieri. La dignità di gran
seppe, nella revisione degli oi'dini maestro, coli' approvazione del re,
reali, agli 11 settembre 1808. II viene conferita ad un principe del
suo primiero scopo è il sostenere sangue, ed ultimainenle lo era il

la religione cattolica, e difendere duca Guglielmo di Baviera duca di


l'onore divino, cui si aggiunse il due Ponti Bii^kenfeld. Sullo scudo
dovere di soccorrere i difensori di s. Michele, nella faccia della de-
della patria, ton decreto de'6 ago- corazione vi è l'epigrafe: Quis ut
sto 18 IO nella nuova conferma e ri- Deus? Sulle quattro parti della cro-
forma degli statuti dell'ordine, chia- ce vi sono le iniziali P. F. F. P.
mandolo Ordine del merito di s. che significano /7/e/rtJ, fidelitaSy far-
Michele. In principio l'ordine si iitudo, perseverantia. Nel rovescio
compose di tre classi, cioè di gran vi è la leggenda ; Dominus potens
croci che formano il capitolo, de- in praelio.
gli uftlziali e de' cavalieri , a cui MICHELE e GIORGIO (ss.)
più tardi fu aggiunta la quarta DELLE ISOLE JoNiE, Ordine equestre.
classe de' cavalieri onorari : per es- Pel trattato de' 2 3 maggio i8i4
sere ammesso ad una delle lie pri- fu ceduta l' isola di Malta e sue
me classi bisogna daie prove di dipendenze all' Inghilterra , e per
nobiltà. Il gran maestro nomina ca- quello del 5 novembre 181 5 po-
valieri onorari di suo proprio moto ste le isole Jouie sotto la protezio-

I
20 MIC MIC
ne del sovrano della gran Breta- MICHELE ARCAiTGEto (s.). La
gna, il re Giorgio III eresse l'or- Chiesa onora s. Michele come ar-
dine di san Michele e di san cangelo, od il primo e principale
Giorgio a'27 aprile 1818, pubbli- degli angeli, come il capo dell'ar-
candosi gli statuti a' 12 agosto, indi mata il suo
celeste nome significa:
;

riformati da Giorgio IV li5 aprile chi è simile a Dio ? Qitis ut Deus ?


1826, e poscia dal i"e Guglielmo Daniele parla di s. Michele nei ca-
IV il 17 ottobre i832. 11 re del- pitoli X e XII egli seppe nelle sue
:

la gran Bretagna è sovrano del- visioni, che 1' angelo custode della
l'ordine; un principe del sangue Persia erasi fortemente adoperato
reale n'è il gran maestro, ed at- in favore di questo paese, e che
tualmente è il duca di Cambridge Michele, al quale era affidata la
Adolfo Federico; in caso di assen- guardia degli ebrei, avea rimosso
za viene rappresentato dal lord pri- tutti gli ostacoli che si franietteva-
mo commissario dello stalo libe- no al loro ritorno dalla cattività.

ro e indipendente della repubblica Gabriele disse a Daniele, ch'egli


delle isole Ionie. L' ordine si com- avea fatto per ciò grandi sforzi in
pone di tre classi, cioè di gran Persia veotnn giorni, e che
per
croci, di commendatori e di cava- Michele essendo venuto in suo soc-
lieri. Il numero de' gran croci è corso, tutte le dillicoltà erano state
stabilito di non compre-
quindici, superate. Parlando Daniele della
so il gran maestro, quello de'com- crudele persecuzione di Antioco, si

inendatori di venti, quello de' ca- esprime cosi: « Allora si leverà


valieri di venticinque. Ciascuna di Michele, questo gran principe, ch'è
queste tre classi piglia posto subilo il protettore dei (igli del tuo popo-
dietro nome medesimo
quella del lo " ; il che significa che questo
dell'ordine del Bagno [Vedi); da ciò arcangelo verrebbe in soccorso dei
e dal limitato numero de'cavalieri di Maccabei e degli altri difensori de-
ogni classe, deriva che l'ordine di gli israeliti. che sia stalo
Credesi
s. Michele e di s. Giorgio sia di- Michele quell'angelo che condusse
stintissimo. La placca della gran gli ebrei nel loro viaggio nel de-
croce che forma l'.insegna de'cava- serto, e di cui dicesi nel cap. XIII
lieri, è composta di sette raggi di dell' Esodo : « Manderò il mio an-
argento, separati da piccole liste di gelo, il quale vada innanzi a te ".

oro, e per di sopra vede impressa


si L' apostolo s. Giuda riferisce la con-
in rosso la croce di s. Giorgio lo : tesa che Michele ebbe col demo-
scudo posto su tal croce ha 1' effi- nio per la sepoltura del corpo di
gie dell'arcangelo s. Michele, colla Mosè, e raccomanda la pietà, l'u-
epigrafe : /ìiispiciuni mclioris nevi. miltà e la modestia coli' esempio di
I commendatori oltre la decorazio- questo arcangelo, che lasciando i
ne portano una placca d'argento, rimproveri e le maledizioni , con-
e nella decorazione evvi l'immagine tentossi di dire suo avversario
al :

di s. Giorgio sullo scudo, colla leg- »» Il Signore ti soggioghi ". S. Gio-


genda suddetta. La festa solenne del- vanni nell'Apocalisse, cap. XII, ci

l' ordine suole celebrarsi con ma* fa la descrizione di un altro com-


gnifjca pompa il 2 3 aprile, giorno battimento tra Michele ed il de-
ia cui cade la festività di s. Giorgio. monio, a motivo della Chiesa figu-
MIC MIC 2r
rata dalla donna ch'era fuggita chiese di oriente. La seconda è
nel Dio le aveva pre-
deserto, dove quella sul Monte Gargano, di cui
parato un ritiro. Fu da questo pas- parlammo all'articolo Apparizioive
so che venne conchiuso, che l' ar- DI SAN Michele
arcangelo La .

cangelo s. Michele era il tutelare terza è quella che il santo ar-


ed il difensore della Chiesa cristia- cangelo fece ad Autberto od Ot-
na. La festa di s. Michele si cele- berto vescovo d'Avranches, su di
bra ai 29 di settembre dal quinto uno scoglio chiamato la tomba od
secolo in poi. Essa era certamente il periglio del mare, nel golfo tra
stabilita nella Puglia nel ^()3, e se la Normandia e la Bretagna, dove

ne riporta l' istituzione nell'occiden- tiovasi l'abbazia di s. Michele: que-


te alla dedicazione della celebre sta apparizione accadde verso l'an-
chiesa di s. Michele Monte sul no 706, e la festa fu sempre di
(largano, oggi Monte sant'Angelo poi celebrata in Francia ai 16 di
nel regno di Napoli ; per ciò è ottobre, f^. MANpnEDOMA.
detta la. Dedicazione di s. Mi- MICHELE DE'SANTI (beato).
chele nei martirologi di s. Giro- Nacque in Catalogna, nella città di
lamo, di Beda, ec. Benché s. Mi- \ich, a' 29 seltembie i^gr, di
chele sia non)inalo solo nel titolo Enrico Augemit e di Margherita
di questa festa, apparisce però dal- di Monserrada, ambedue ragguar-
le orazioni della Chiesa esserne og- devoli per casato e per probità.
getto tutti i santi angeli. Celebra- Essi si presero grandissima cura
vasi nello stesso gioino in occiden- dell'educazione del loro figliuolo,
te la dedicazione di molte altre il quale fino dai più verdi anni
chiese intitolate del santo arcange- mostrò molta inclinazione alla pie-
lo, principalmente di quella ch'era tà. Perduti i genitori, uno de'suoi

sulla mole Adriana. Il culto di s. zii incaricossi della tutela di lui, e


Michele e degli angeli non fu me- lo allogò presso un mercante. Il

no celebre in oriente posciachè Co- suo primitivo spirito di fervore e


stantino ebbe abbracciato il cristia- di mortificazione non venne meno
nesimo. Sappiamo da Sozomeno che fra le* occupazioni del commercio,

questo imperatore fece fabbricare alle quali accudendo eziandio con


in onore del santo arcangelo una somma esattezza, si meritò l'ammi-
chiesa che si chiamò Michaelion razione del suo padrone e di quan-
e nella quale Dio operò dei miraco- ti il conobbero. Sentendosi chiama-
li : era questa forse quattro miglia to ad un genere di vita più per-
lungi da Costantino[ioli. Nella stes- fetto, partecipò al padrone la sua
sa città eranvi f|ualtro chiese dedi- risoluzione di entrare nello stato
cate a s. Michele, e crebbe il nu- religioso ; si recò a Barcellona, e
mero di esse (Ino a quindici, tutte andò a presentarsi al superiore di
di fondazione imperiale. un convento di trinitari, nel quale
La Chiesa cristiana celebra inol- fu ricevuto. Dopo tre anni di pro-
tre tre apparizioni di s. Michele. ve, fece professione a Saragozza, il

La prima è quella di Colossi nella 3o settembre 1607, in un'altra


Frigia, della quale non si sa di- casa dell'ordine. Nel 16 19 passò
stintamente tempo, la cui festa è
il ad Alcalà, e vi pronunziò di. nuo-
fissata a' 6 di settembre in tutte le vo i suoi voti. I superiori Io man-
il MIC MIC
darono a cominciare gli (tudi al- motto della partenza del nostro
l' università di Baez a Salamanca : cardinale dalla corte dell'impera-
terminò il corso di teologia, e fu tore in occasione del nuovo Papa.
ordinato sacerdote. Da quel momen- D' ordine Gregorio II, il car-
di 8.

to egli si occupò interamente in dinal legata depose Giovanni pseu-


tutte quelle opere che potevano do patriarca costantinopolitano, e
procurare la gloria di Dio e la di universale sentimento del clero
salute delle anime. 11 suo merito e popolo collocò sopra quella sede
e le sue virtìi indussero i suoi fra- Germano santissimo arcivescovo di
telli ad eleggerlo due volte supe- Cizico, soggetto insignemente zelan-
riore del convento di Valladolid, te della purità della cattolica fede.
casa a cui egli rese assai grandi Restituitosi a Roma dopo tante e
servigi. Iddio lo innalzò ad un al- sì egregie azioni, vide il termine
to grado di contemplazione, gli de' suoi giorni verso l'anno 720.
diede lo spirito ed il
di profezia MICHELI Giovanni, Cardinale.
potere di far dei miracoli. In capo Giovanni Micheli nobile veneziano,
ad alcuni anni di fatiche a van- uomo di gran talento e pari dot-
taggio della religione, terminò la trina, nipote per canto materno di
sua santa carriera nel iGaS, tren- Paolo II, fu da questi a* 2 novem- i

tesimo quarto di sua vita. Il Papa bre 1468 creato cardinale diacono
Pio VI lo beatificò nel
1779. di s. Lucia in Scplisolio, quindi nel
MICHELE, Michele
Cardinale. 1471 fatto vescovo di Verona, a
cardinale prete fu incaricato da Co- cui nel i485 Innocenzo Vili ag-
stantino Papa del 708 di trasferir- giunse la chiesa di Padova, dove
si in Costantinopoli, col carattere di mostrossi padre de' poveri e mece-
apocrisario all'imperatore Anastasio, nate de' letterali. Tuttavolta scrive
per congratularsi nel pontificio no- il Marcelli contemporaneo canonico
me di sua assunzione al trono im- di Padova, che il cardinale rinun-
periale, come ancora per confermar- ziò subito alla chiesa di Padova, e
lo nella fede ortodossa, e per ri- mai ne prese il possesso, quantun-
conciliare colla Chiesa molti vescovi que r Ughelli ed il Ciacconio affer-
penitenti,ch'erano miseramente ca- mino averla tenuta tre anni. Men-
duti. Fu di tal facondia ed erudi- tre governava quella di Verona,
zione fornito, che colla forza degli Sisto IV restituì alla cattedrale la
argomenti e colia perspicacia e vi- che godu-
dignità dell'arcidiacono,
vacità dell'ingegno convinceva co- to avea fino tempi i più re- dai
loro che avevano opinioni contrarie moti, e l'imperatore Federico HI,
ed opposte alla caltolicn fede. Gre- essendo di ritorno da Germania,
gorio Il immediato successore di passando per Verona prese alloggio
Costantino lo confermò nella antica nell'episcopio. Innocenzo Vili lo
carica, quantunque il Baronio sia decorò del titolo di patriarca di
d'opinione che un altro cardinale Costantinopoli, quindi Io incaricò
dello stesso nome,- rliverso dal no- della legazione dell' esercito ponti-
stro, fosse da quel Pontefice spedi- ficio contro Ferdinando re di Na-
lo a Costantinopoli. Si crede però polij ed egli con ammirabile pru-
che sia Io stesso, tanto più che gli denza e destrezza si maneggiò co-

aatichì scrittori non fanno alcun sì bene, che stabilì uell' Italia la

J
MIC MIC »3
pace tanto desiderala. Siccome però tasei anni, a'ig giugno i356. La
era assai ricco e dovizioso, pei ma- santa Sede approvò il suo culto nel

neggi di Cesare Borgia che accu- 1737, e ne fissò la festa al di del-

sollo ad Alessandro VI di falsi de- lasua morte.


litti, fu posto in Castel s. Angelo, MlCONE(Mconen). Città vesco-
e vi perde miseramente la vita a vile, capoluogo dell'isola del suo no-
mezzo di nn potente veleno, ap- me nell'Arcipelago, nel dipartimen-
prestatogli da un domestico, che to greco delle Cicladi settentriona-
ne pagò la pena sotto Giulio II. li, sulla costa occidentale, a 60 le-

Morì il cardinale nel i5o3, in età di ghe da Tripolitza, con porlo buo-
5'/ anni, e 35 di cardinalato, essendo nissimo, e più di 4000 abitanti.
vescovo di Porto, chiesa che avea L'isola di Micone o Miconi, My-
ottenuta da Alessandro VI nell'ago- conos, è forma triangolare, che
di
sto 1492. Rimase sepolto in Ro- al nord ha l'altro porto di Panor-

ma nella chiesa di s. Marcello, mo ; gli abitanti cogli idrioti sono


presso al lato destro della porta, in riputali i pili abili marini dell'Ar-
un magnifico e antico sepolcro, sul- cipelago. Il prelato di Tine [Fedi)
r urna del quale vedesi la statua si anche vescovo di Mico-
qualifica
del cardinale vestito in abiti ponti- ne, ove all'occorrenza manda un sa-
e nella sua base si legge o-
ficali, cerdote, e vi rimane una chiesa
norevole iscrizione. Lasciò per te- con pochissimi cattolici, almeno in-
stamento la somma di quattordici- digeni.
mila scudi per la fabbrica della MICROLOGO. Operetta assai
cattedrale di Verona, a cui inoltre stimata sui riti e sulle cerimonie
donò tutta la sua ricca suppelletti- della Chiesa, che si attribuisce a
le da dividersi colla chiesa di Pa- Giovanni scrittoi'e francese, o piut-
dova. Tutti convengono nell'elogio tosto italiano, del secolo XII, inti-

di personaggio di gran dottrina, tolata: De ecclesiaslicis ohservalìo-


protettore uomini eruditi e
degli nibus, che il Berlendi, Delle oblazio-
letterati, epadre dei poveri. ni all' altare, edizione seconda, chia-
MICHELINA (beata). Nata a ma libro ripieno di santa e vera eru-
Pesaro d' illustre famiglia, fu ma- dizione, e che merita in materia di
ritata in età di dodici anni ad un riti di essere ad ogni altro piepo.sto;
signore della casa dei Malatesta. A ma dice non potersi certamente as-
vent'anni perdette lo sposo, e po- serire chi ne sia stato l'autore: ne
co dopo l'unico figlio. Questa dop- tratta a p. io3 e seg. riportando pu-
pia perdita, che vivamente la com- re le diverse opinioni, e parlando del
mosse, la distaccò affatto dal mon- Micrologo, libro di musica compo-
do, e la decise ad entrare nel terzo sto da Guido d'Arezzo monaco pom-
ordine di s. Francesco. La sua pie- posiano (su di che F. Musica), e
tà parve follia a' suoi genitori, i del Micrologo della vita di Carlo
quali la fecero rinchiudere in una Magno, Enrico Warthon, nel suo
torre; ma rimasta in libertà, se ne supplemento all'Usserio sulle scrit-
giovò per darsi alla pratica delle ture, a pag. 35g cita un libro mss.
opere di misericordia, e per fare col nome d'ivone di Chartres, in-
un viaggio alla Terrasanta. IMori titolato : Degli uffizi ecclesiàstici,
nella sua patria, in età di ciuquau- e dice, che questo libro è lo stesso
24 MIC MID
che il stampato tante
Micrologo Micrologo ad Anversa nel i565,
volte, e di cui finora veiamenle ed annientò la sua edizione di /\.o
non se ne conosce bene l'autore; capitoli. Indi nel i56B Melchiorre
ma mentre negli stampati è desso Hittorp inserì il Micrologo nella
composto di soli 62 capitoli; nel sua Raccolta degli scrini liturgici .

rass. di Warthon in vece se ne Venne altresì pubblicato posteriore


contano 71. Gli otto primi, che mente nella Biblioteca de padri, e
mancano nelle nostre edizioni, trat- trovasi nel t. XVIII di nuella di
tano del mattutino e delle laudi, Lione. Si possono due
<listinguere
delle ore di prima, terza, sesta, no- parti del Micrologo: prima ri- la

na, del vespero e della compieta, guarda la celebrazione della messa


11 nono capitolo è sull'introito del- secondo il rito romano; la seconda
la messa: è con questo capitolo che tratta delle diverse altre pratiche
comincia il Micrologo stampato ; in della Chiesa sotto il pontificato di
testa dell'opera del mss. di War- s. Gregorio VII. Vi sono riferite

thon leggesi il nome d'Ivone ve- dettagliatamente le parti dell'udizio


scovo di Chartres, locchè esclude delle quattro tempora e delle quat-
qualunque equivoco. Sì può ag- tro seguenti Trovansi
domeniche.
giungere sull'asserzione di Warthon pure diverse osservazioni sulla dis-
che la scrittura del mss. corrispon- posizione degli ufìizi dell' avvento ,
de al tempo nel quale viveva Ivo- sulla notte di Natale, sull' ulhzio
ne, cioè alla fine del secolo XI od della festa di s. Stefano e degli
al principio del Xll. L'autore qual- Innocenti, sull'uffizio della domeni-
sìasi del Micrologo, si occupa della ca e dell'ottava della Natività, sul-
spiegazione delle cerimonie della la festa dell'Epifania, e sulle do-
chiesa romana, e si dà ad onore meniche che seguono.
di averne imparate molte dalla hoc- MIDA (s.). f^. Ita (s.).

ca stessa del dotto Papa Grego-s. MIDAIUM, Medaeuin, Medaiuin.


rio VII, eletto nel 1078, morto nel Sede vescovile della Frigia Saluta-
io85. La prima edizione del Mi- re, nell'esarcato d'Asia, sotto la

crologo è dovuta a Giacomo Le metropoli di Sinnada, eretta nel V


Fevre d'Etaples che lo fece stam- secolo. Ne furono vescovi Epifanio
pare a Parigi nel i5io, col nome che fu al concilio di Calcedonia;
di Bernone abbate di Richenou o Giovanni che intervenne a quello
Augiense. Ivi nel 1527 fu ristam- di Costantinopoli sotto Menna; Co-
pato insieme al trattato Eckio
d' stantino che fu al V concilio ge-
sul sagrifizio delia messa. Giovanni nerale; Teodoro sottoscrisse ai ca-
Cochlee ne fece una terza edizione noni in IVulloj Giorgio fu al VII
a Magonza nel suo Specchio del- concilio generale; e Metodio a qiiel-
l'antica divozione verso la. messaj lo di Fozio, nel pontificato di Gio-
raa pubblicò i soli primi' 22 capito- vanni Vili. Oriens chrìst. tom. I,

li del Micrologo che riguardano p. 84 1.


particolarmente la celebrazione del- MIDDELBURGO , Middclbitr-
la messa ; su quella di Cochlee fu- gnni o Mediohurguni. Città vesco-
rono fatte l'edizioni di Venezia nel vile de' Paesi Bassi, capoluogo del-
iSay e diRoma nel 1590. Pame- la provincia di Zelanda, di circon-
lio fece nuovamente stampare il dario e di cantone, a 28 leghe da
,

MID MIE 25
Aiusterdam, in mezzo all'isola di nelmezzo di Walcheren. In ori-
Waiclicien, che si trova alle boc- gine era un piccolo villaggio, che
che dello Schelda sopra un largo i signori di iJorsselle ingrandirono
canale, e comunica col mare del poscia, e fecero cingere di mura
nord; canale scavato nel r8i6 e nel iiSa. Dopo un assedio di 22
1817 in sostituzione dell'antico por- mesi la città fu presa agli spagnuuii
to delia città interamente colmo. nel i574, da Gugliehno i princi-
E residenza del governatore della j>e d'Orange, capo de' confederati,
provincia e di altre autorità. Que- e riunita alle Provincie-Unite, di
sta forma quasi semicirco-
città, di cui fece parte sino al 16 inaggio
liuc,grande e bella ; le sue for-
è 1795, in cui ceduta alla Francia
tificazioni fiuono in parte distrutte, fu incorporata nel territorio fhm-
n)a conservò de'ripari con bastioni, cese a' 2 ottobre. Compresa pri»
cinti da una fossa larga e pro- jiia nel dipartimento della Schel-
fonda. Il palazzo pubblico situato da, divenne poscia il capoluogo del
nella gran piazza è osservabile per dipartimento delle Bocche delia
la sua gotica architettura, e sopra Schelda. GÌ' inglesi la presero nel
vi sta un'alta torre; la facciata è 1809 nella loro spedizione contro
adorna di venticinque statue degli r isola di Walcheren, ma furono
antichi conti e contesse di Zelanda. costretti evacuarla nel medesimo
La piazza Rotonda è circondata di anno.
viali d'alberi, e di bei fabbricati La sede vescovile, ad istanza di
detti dell'abbazia, e cos\ pure del- Filippo li re di Spagna, fu istitui-
l'edilizio deiramiiiiragliato; sì os- ta da Paolo IV a' 12 maggio loSg
serva inoltre la chiesa di s. Pietro, culla bolla Super universa, dichia-
antica cattedrale, che contiene mol- randola suliraganea della metropoli
li bei mausolei, gii edilizi della d' Utrecht. Stabilì la diocesi nel ter-
compagnia delle Indie e del com- ritorio di 56 niii^lia di lunghezza
mercio, gli arsenali, i fabbricati del e 33 di larghezza, ed al vescovo
pubblico peso, il Molen-
quartiere gli assegnò tremila
d'oro ducati
Water ed i pubblici passeggi. Vi annui dalle decime, e millecinque-
sono diversi stabilimenti scientifici cento ducati da detto re , cui die
come la società zelandese per tutti il nominare a questa
diritto di
i rami di letteratura, arti e scienze, chiesa. Ne
primo vescovo Nico-
fu
che ha biblioteca, museo di storia la Castro o de Castel, ma i suoi
naturale, collezione di medaglie e di successori non risiedettero mai a
oggetti rari. Un tempo il suo com- Middelburg, perchè la città e tut-
mercio era assai considerabile; no- ta la Zelanda avea abbracciato le
mina otto membri agli stati di Ze- nuove fatali opinioni religiose della
landa, e tra gli altri fu patria del pretesa riforma, onde il vescovato
{)octaAdriano Beverland, e del teo- durò soli tredici anni. Al presente
logo Melchiorre Leydeker. I din- Middelburg è un decanato della
torni sono paludosi e pregiudizievo- missione d'Olanda, con otto stazio'
li, e l'uragano del iS-ìj cagionò ni, altrettanti pastori e più di 2000
terribili guasti alla città. cattolici con una chiesa.
Middelburg (piazza di mezzo) MIESGIllERTO. Sede vescovile
prese il nome dalla sua situazione armena sotto il cattolico di Sis, di
26 MIO MIQ
cui furono Tescovi Precursoi-e che alle «acre funzioni che vi celebrò,
fu al concilio di Sis, e Wierse cui e l'accompagnò in diversi luoghi
scrisse il Papa Innocenzo XI. Oriens che Pio VI onorò di sua presen-
christ. t. I, p. i436. za, incedendo nella carrozza ponti-

MIOAZZl Cristoforo, Cardina- ficia ; e nella messa pontificale che

le. Ciislofoio de Migazzi de Valle a celebrò nella metropolitana nel gior-


Sullelturin, nacque da nobile fami- no di Pasqua, il cardinale fece da
glia in Trento a' 20 ollobrc 17 i4' vescovo assistente al trono ed all'al-
Educato nelle scienze, secondo la tare. Nella partenza di Pio VI si

sua distinta condizione, ben presto trovò nell'abbazia di Molk, ove gli
mostrò desiderio di abbracciare lo celebrò la messa ed augurò pro-
stato ecclesiastico, e ne effettuò po- spero viaggio. Per l'elezione di Pio
scia la vocazione. Benedetto XIV VII non potè il cardinal recarsi al
lo dichiarò arcivescovo di Cartagi- conclave di Venezia, e finalmente
ne in parllbus, quindi colla riten- giunto alla età grave d'anni ottan-
zione del titolo arcivescovile, nel totto e mezzo circa, mori in Vienna
concistoro de' 20 settembre lySG a'i4 aprile i8o3, venendo esposto
lo traslatò al vescovato di Vacci» nella sua metropolitana decorosa-
in Ungheria, e nell'anno seguente mente, ed ivi restò sepolto, avendo
ali ma""io lo trasferì alla chiesa goduto quarantadue anni la dignità
arcivescovile di Vienna d'Austria. cardinalizia. Fu compianta la sua
Clemente XI lì nel concistoro de'2 3 perdita per le virtù ed eccellenti
iioven)bre 1761 lo creò cardinale doti che lo fregiavano , pel zelo
dell'ordine de' preti, rimettendogli pastorale , e pei benefizi da lui

la monsi-
berretta cardinalizia per fatti all' arcidiocesi.
gnor Mantica di Udine, cameriere MIGLIORATI Cosimo, Cardi-
segreto e segretario d' ambasciata nale. V. Innocenzo Vili Papa.
dello stesso Papa, poi cardinale. MIGLIORATI Giovanni, Cardi-
Jntervenne successivamente ai con- nale, Giovanni Migliorati di Sul-
clavi di Clemente XIV e Pio VI, mona, eccellente dottore nel dirit-
ed ebbe per titolo la chiesa de' ss. to canonico, Bonifacio IX lo sur-
Quattro Coronati, divenendo poscia rogò al di lui zio cardinal Cosimo
primo cardinale dell'ordine de'preti. nell'arcivescovato di Ravenna l'an-
Venne annoverato alle congrega- no i4oo, ove introdusse carme-
i

7/ioni de'vescovi e regolari, di pro- litani, a'quali concesse tempio di


il

paganda fide, de' riti , delle indul- s. Giovanni Battista. L'Agnello non
genze e sacre reliquie, non clie Solo diminuisce la sua dottrina, ma
fatto protettore dell'ordine de' mo- aggiunge che giammai risiedè nella
naci di s. Paolo primo eremita. sua chiesa, e non fu gran fatto
Allorché Pio VI nel 1781 si recò economo de' beni ecclesiastici. Di-
n Vienna dall'imperatore Giuseppe venuto lo zio Papa Innocenzo VII,
11, il cardinale si recò ud ineon- a' 12 giugno i4o5 lo creò cardi-
Irarlo e ad ossequiarlo nel castel- nale prete di s. Croce in Gerusa-
lo di Sluppach, e nella sua per- lemme, coir amministrazione per-
inanen/.a in Vienna ricevcile testi- petua della sua chiesa. Intervenne
monianze di particolare slima e be- ol concilio di Pisa ed ai conclavi
nevolenza dai Poulelìce. Assislclle eh' ebbero luogo ai suo tempo, ino-
MIG MIL 27
rendo in Bologna nel i4'o> o fu venne trascelto governo della al

sepolto nella chiesa di s. Petronio Marca,, e nei i5/\.i da Paolo HI


con semplice iscrizione. alla vicelegazione di Bologna, dove

MIGLIORATI Cosimo, Cardina- essendo legato il cardinal Bonifacio


le.Cosimo Migliorati romano, deno- Ferreri, ricevè tal Pontefice che
minato Orsini a cagione della ma- ritornava da Lucca dopo il collo-
dre ch'era di questa illustre fami- quio avuto in quella città con Car-
glia,o come pretendono altri na- lo V, che nel i54o 1* avea nomi-
poletano c|ual discendente d' Inno- nato al vescovato di Lucerà. Con
cenzo VII. Professò nell'ordine di tal carattere intervenne al concilio
s. Benedetto, e fu abbate di Farfa, di Trento, e fu uno de' vescovi che
quindi da Sisto IV fu nel i479 si distinse per la sua dottrina, in
promosso ad arcivescovo di Trani, premio della quale e degli altri
ed a 5 maggio i48o a cardinale suoi meriti Giulio HI a' 20 dicem-
prete del titolo di s. Sisto. Ma do- bre i55i lo creò cardinale prete
^po venti mesi di cardinalato colpi- del titolo di s. Silvestro in Capite.
to da fulminante apoplesia, termi- Indi lo fece prefetto della segnatu-
nò il corso de' suoi giorni in Brac- ra di giustizia, e con felice successo
ciano nel i48i j e trasportalo al delegato a Siena per quietare i tu-
monastero di Farfa fu ivi sepolto multi destatisi in quella città, che
in un mausoleo di marmo. trovavasi in gran pericolo per aver
MIGNANELLI Fabio, Cardinale. cacciato il presidio spagnuolo di
Fabio Mignanelli patrizio sanese, sog- Carlo V. Due anni dopo la sua pro-
getto assai inoltrato nelle buone let- mozione allaporpora fu dal vesco-
tere e nelle scienze, laureato nell'una vato di Lucerà trasferito da Giu-
e l'altra legge nell' università della lio III a quello di Grosseto. Ven-
patria, nella quale lesse pubblica- ne oltre a ciò deputalo, ma senza
mente per alcuni anni, avendo successo, insieme col cardinale de
fatto molti progressi in quella fa- la Baume, a comporre una molesta
colla. Trasferitosi a Roma, sposò e spinosa controversia sui confini, e
Antonina sorella del cardinal Ca- su certi castelli occupati e molli
podiferro, che ad esimia bellezza e danni fatti nella Campagna romana
pari pudicizia univa la cognizione dalle truppe di Pietro di Toledo
delle lingue greca e latina, quale viceré di Napoli sotto Paolo IV .

dopo averlo fatto lieto di un figlio, Mori in Roma nel iSSy in ripu-
per mezzo di cui propagossi poi tazione di gran cardinale, d'anni 61,
in Roma la prosapia Mignanelli ,
dopo aver col suo suffragio contri-
essendo rapita morte gli die-
dalla buito alle elezioni di Marcello H
de agio d'applicare l'animo alle e Paolo IV, e fu sepolto nella chie-
cose di chiesa. Ottenuto un luogo sa di s. Maria della Pace senza al-
tra gli avvocati concistoriali, colla cuna funebre memoria. Scrisse un
mediazione del cardinal Capodi fer- libro sul peccato originale e la giu-
ro fu destinato nunzio al senato stificazione, che dedicò ai padri con-
veneto, e poi alla corte diVienna gregati nel concilio di Trento.
a Carlo V, dove condusse ad ot- M LAWO GiANiODovico, Cardina-
1

timo fine le incumbenze delle qua- le. Gianlodovico Milano da Valen-


li era stato incaricato. In appresso za nella Spagna, quantunque gio-
,

•28 MIL MIL


vane di eia, ma di gran senno for- di Pavia, questa città comunica
nito e d'ultima indole, lo zio Ca- col Po, e quindi col mare Adriatico.
listo IH lo fece vescovo di Segovia, E residenza del viceré, d'uu coman-
ed a' 20 febbraio 14^6 lo creò do militare e di un governatore;
cardinale prete, pubblicandolo a' j8 di nn magistrato camerale, di una
settembre, e conferendogli per tito- corte d'appello, di un tribunale ci-
lo la chiesa de' ss. Quattro. Dipoi vilcj di uno criminale ed uno di

lo nominò vescovo di Lerida, lega- commercio, di una congregazione


to di Bologna e coramissiirio apo- centrale, e di un istituto imperia-
stolico per sedare le controversie le e reale di scienze, lettere ed ar-
ch'eransi eccitale nel principato di ti, di un' accademia di belle ar-
Catalogna e nella contea di Bar- ti, ec. Questa celebratissima città

cellona, tra il comune di quelle ha la forma di un poligono irre-

Provincie e Giovanni re d'Arago- golare. E cinta di mura con ba-


na. Dopo essere intervenuto ai con- stioni, tranne lo spazio dai Por-
clavi di Paolo II, es-
Pio II e tello alla porta Tenaglia , dpve
sendo slato assente da quelli di Si- non avvi che un semplice muro
sto IV, Innocenzo Vili ed Ales- di ciiconvallazione ;
queste fortifi-

sandro VI, morì nella Sj)agna in cazioni sono però deboli troppo per
età decrepita nel i5o8, dopo 52 servire di difesa. Un tale circuito
anni di cardinalato, e fu sepolto in che rinchiude gli anticlii sobborghi
Lerida nella chiesa di s. Anna dei ha dodici porte, cioè sei principali
domenicani^ a norma di sua testa- e sei minori. Fra le prime si di-
mentaria disposizione. stinguono r Argentea della ora O-
MìLk^O {Mecliolanen). Città con rientale e Renza per corruzione
residenza arcivescovile, antichissima che dicesi anticamente dedicata al
d' Italia, nobilissima e magnifica ca- sole; incominciata nel 1784 e co-
])itale del regno Lombardo- Feiieto strutta in due spartili edilizi sui
(f^edi), capoluogo del governo del disegni dei Piermarini_, non ebbe
suo nome, di provincia e di quat- alloia compimento: demulilisi que-
tro distretti che rinchiudono no- sti due fabbricali, venueio eretti
vanlotto comuni ; a 5o leghe da sul sito slesso due grandiosi corpi

Venezia, altra capitale di detto re- ad uso di barriera, secondo il di-


gno i4o da Vienna, i io da Ro-
, segno dei Vantini; la Romana co-
ma , e 160 du Parigi. Longitudine strutta nei 1098 per condecorare
est 6', 5ì', 16"; latitudine nord il ricevimento di Margherita d'Au-
45", 8', -ì" È posta in una pianura
.
stria, destinata sposa a l'ilippo HI
fertile e ridente, circondata a qual- monarca di Spagna e duca di Mi-
che distanza da amene, ubertose e lano, tutta in pietra e con Ijei la-
deliziose collinette, e dolcemente in- vori; la Ticinese, detta anche di
clinata dal nord ai sud, sulla riva Marengo, di recente costruzione, e
sinistra dell' Olona. Mediante tre d'architettura del marciiese Cagno-
canali navigabili, il Naviglio grande, la, decorata da un muestoso arco
che viene dal Ticino, il canale Mar- isolato di magnifica costruzione. Le
tesana, che deriva dall' Adda e che altre porte maggiori sono la Ver-
circonda la maggior parte della cit- cellina, disegno del Canonica, dei
tà propriamente delta, e quello i8o5; la Couiasiua, iabbricula in
MIL MIL 29
pietra arenaria, e compita nel 1826 bellissime e tneritano il pome di
a spese de' negozianti ; e la Nuòva, palazzi, essendo fra questi osservabi-
eretta nel 1812, sui disegni del le quello vastissimo e di giandiosa

professore Zanoia, tutta ptuedi pie- architettura della famiglia Serbello-


tra arenaria, e di elegante ordine ni, la cui facciata è imponente, ma-
corintio. Sono
minori quelle
le sei gnifico l'atrio interno, ed elegante
della Tosa o Tonsa, Vigentina, Lo- il cortile adorno di portici, distin-
dovica, Poilello del castello, 1' Arco guendosi nel mezzo della facciata un
della piazza d'armi, Tenaglia. Dal bellissimo pezzo architettonico con co-
secolo XI sino al fine del passato lonne isolate, che forma una mae-
la città dividevasi in sei porte, stosa loggia, decorata d' un grande
oltre le minori dette Pusterle, con bassorilievo di stucco rappresentan-
stemma proprio, quali vedonsi an- te alcuni avvenimenti storici di Mi-
cora nello stendardo di s, Ambro- lano del teuìpo di Federico I. Fra
gio. Alle dette porte si possono ag- gli altri pubblici edifìzi, monumen-
giungere due altii accessi per le ti principali, rami diversi di am-
barche del canale Caviglio, le cui ministrazione, e stabilimenti civili ,

acque , derivale dall' Adda e dal militari e giudiziari sparisi per la

lago di Como, entrano in città pres- città, si distingue il palazzo della


so la porta JVuova, il qual canale corte rifabbricato nel passato se-
coli' altro Naviglio delle acque pro- colo, sugli avanzi dell'antico palazzo
venienti dal Ticino e dal Lago Mag- ducale, con facciata di ordine joni-
giore, oltre il beneficio dell' irriga- co moderno, disegno di Piermari-
zione neir adiacente pianura, e quel- ni, con vasto cortile, magnifico sca-
lo della navigazione felicemente con- lone, adorno ne* suoi ricchi e co-
tinuata fino all' Adriatico, da dove modi appartamenti di belle pittu-
giungono le merci fino alla riva, re, distinguendosi soprattutto il gran

formano particolarmente il comodo scalone di ordine corintio, detto


e la ricchezza della città per la fa- delle cariatidi. Il palazzo arcive-
cilissima comunicazione colla stessa scovile, dono dei duchi Visconti,
de' paesi e luoghi vicini ai canali alla bramantesca, ed or- ristorato
medesimi, massime pel trasporto dei nato dall'arcivescovo Guido Anto-
prodotti e materiali d'ogni genere, nio Arcimboldi, sul finire del XV
come di massi di marmo e grani- secolo nel i494> diviso in due se-
to, di cui tante belle colonne e nu- parati cortili, il più magnifico dei
merosissime adornano questa città. quali d'ordine di s. Carlo venne
Essa è fabbricala in generale con costrutto dal Pellegrini, di cui è
poca regolarità ; le strade sono be- pure la facciata del palazzo, del
ne lastricate, alcune larghe, tutte quale per altro non fu eseguita che
con canali coperti e sotterranei che la sola porta maestosa, ed il suo
ricevono le pioggie, senza l' incon- compimento lo ebbe dal ricordato
veniente de' stillicidii, e s'immet- Piermarini : la bella galleria fu do-
tono ne' canali sotterranei maggio- nata dall'arcivescovo Monti, con a-
ri destinati allo spurgo della città bitazione de' canonici maggiori, i
e comodo degli abitanti. Le case, beneficiati minori abitando nell' o-

generalmente ben fabbricate, hanno spizio parallelo all' arcivescovato


da tre a cinque piani; molte sono stesso, il quale sta annesso al duo-
3o MIL MIL
tao. 11 palazzo del governo, il cui numento dell' antichità, sia per la
interno consiste in un ampio qua- purezza dello stile, sia per la in»-
drato arcato con colonne, e due ponente grandiosità che vi domi-
belle ed ornate scale, che mettono na ; vi si entra per due cortili cir-
a vari comodissimi appartamenti, i condati da portici con colonnati di
quali servono di residenza al gover- granito roseo, che vengono riuniti
natore, e a diversi uffizi apparte- da uno de'suoi tre grandi vestiboli,
nenti al governo, con gran facciata servendo gli altri, uno d'ingresso,
adorna di una loggia grandiosa. ed il terzo di comunicazione ed ac-
11 palazzo della contabilità, edifi- cesso ad una gran sala : le ampie
zio di Fabio Magnone, altra volta abitazioni tanto del piano terreno,
collegio Elvetico, e di cui s. Carlo fu quanto del superiore servono ora
il primo a concepire V idea per la per gli uffizi della direzione gene-
educazione de' seminaristi svizzeri, rale della contabilità, ivi collocata :

e per opporsi alla propagazione del- la repubblica Cisalpina vi aveva po-


l' eresia sotto la direzione degli u- sto il corpo legislativo de'giuniori,
miliati. Ne fu benemerito Gregorio e il regno d'Italia il ministero del-
XIII, che gli die nuova vita e lo la guerra,' poi il senato. Gli elve-
affidò per la istruzione scientifica tici nel giugno 1797 cessarono di
ai gesuiti in Brera nel iSyg, quin- godere posti nel collegio, e i beni
i

di dopo averlo sovvenuto col suo furono dati all' ospedale maggiore
asse privato, nel i584 gli assegnò in compenso de' soldati infermi che
i frutti della commenda della Ma- avea mantenuti. Pei reclami degli
donna del Prusseno : oltre s, Carlo svizzeri, l'imperatore d' Austria ri-

che gli assegnò benefizi, il suo cu- slcibili ^4 posti per alcuni elvetici
gino cardinal Altemps vi um la sua nel i84t coir annuo assegno di
commenda di Mirasele, acciocché 1000 lire, onde studiare in Milano
vi avessero posto 24 chierici della per sei anni la fisolofia e teologia.
diocesi di Costanza. Gli alunni ve- La direzione generale delle pub-
stivano di saia rossa. Vi erano am- bliche costruzioni, acque e strade
messi i giovani grigioni , svizzeri, è in piazza s. Marta, colla stampe-
vallesi, e specialmente di Friburgo ria reale : prima era nel palazzo
e Soletta, i cui cantoni nominava- detto la canonica. La stamperia
no quattro posti; sei posti vi avea reale, già ducale, onorifico ed assai
il vescovo di Coirà. Vi si studiava vantaggioso stabilimento, con nu-
teologia dommatica e scolastica, sa- mero considerabile di torchi, cioè
cra scrittura, santi padri, non che trentasei, ove sonovi impiegali più
le controversie per acquistare ca- di cento trenta operai, oltre alle
pacità di confutare gii errori di persone addette agli uffizi di am-
Lutero, Zuiniglio e Calvino. Soppres- ministrazione, con fonderia di scelti
so il da Giusc'[)pe 11, fu
collegio caratteri, litografia, calcografia, car-
destinato ad uso di residenza del tiera, ec. L'introduzione della tipo-
governo di allora: 1' edifizio fu fat- grafia in Milano è generalmente
to dal magnifico cardinal Federico assegnata ul1469, su di che dà
Borromeo. La sua architettura è importante documento il Marini,
bellissima, e non teme questa fab- Archiatri t. II, p. 209 e seg., ret-
brica il confronto di qualunque mo* tifìcaudo il Sassi che dottameute
MIL MIL 3*
Sdisse dell'origine e de* progressi tute in Milano; che parimenti in
dell'arie d'imprimere i libri in tempi de' re goti continuasse ivi
Milano, in cui ora sonovi più di la prerogativa sembra
della zecca,
4o lipogiafìe. La zecca è un gran- molto Veramente Federi-
credibile.
dioso monetario
slabilitnenlo e- , co I distrutta Milano non soppres-
se la zecca, ma da s. Mattia alla
^
relto 1778, considerato come
nel
uno de' migliori esistenti, tanto per Moneta dove stava, la stabilì in '•

la quantità delle macchine che un vicino villaggio, dove si coniò


servono alla fabbricazione delle mo- moneta imperiale, imitata per tut-
nete, quanto per l'ottimo sistema ta Italia, e che fra milanesi ebbei

inlrodollo, e per la scelta degli ar- corso nominale fino al 1778. L'i-
tefici ed operatori di ogni genere, stituto geografico-militare, grandio-
ammirandosi in esso tutti i conge- so ed utilissimo stabilimento eretto
gni necessari alla fusione e parti- e dalla sovrana munificenza protet-
zione dei metalli : il suo gabinetto to, in cui vedesi una ricca colle-
numismatico fu trasferito a Brera zione di mappe, carte geografiche,
nel 1817. La zecca di Milano ri- stromenti relativi, e scelta bibliote-
sale ai tempi dei romani, essendo ca. 11 monte del regno Lombardo-
conosciute le due monete d' oro di Veneto, edifizio d'ordine jonico,
Luitprando e Desiderio re de' lon- disegno di Piermarini, eretto sui
gobardi, ivi battute. Stabilita l'im- caseggiati dell' antica famiglia Mar-
munilà, Lotario diede privilegio di liani, ed aperto il 5 settembre i753,
batter moneta all' arcivescovo, come col nome di Monte s. Teresa, indi
conte della città, e con l'impronta riaperto nel i8o4 sotto quello del-
dell' imperatore ; costituitasi la cit- l'amministrazione de' fondi del de-
tà a repubblica, rivendicò tal diritto bito pubblico, nel luglio i8o5 de-
regio, battendosi monete colla cro- nominato Monte Napoleone, dal
ce patria e l'eflìgie di s. Ambro- 18 «4 al 1821 provvisoriamente
gio: Azone Visconti pelprimo ne chiamato Monte dello stato, e che
impresse in pi-oprio nome. Osserva nel gennaio 1821 assunse la deno-
il Muratori, diss. XXVII, che fino minazione presente di Monte del
da antichissimi tempi cominciò que- regno Lombardo- Veneto stanno in :

sta nobilissima città a goder il pre- questo locale riiuiiti vari uflìci ,

gio della zecca e del batter mone- ([uelli cioè della prefettura dei mon-
ta, a fronte della vicinanza di Pa- te, e della commissione liquidatri-
via poiché tanta sempre fu la di-
; ce del debito Di questo
pubblico.
gnità e lo splendore di questa me- monte, chiamato volgarmente Mon-
tropoli dell' Iiisubria, che non me- te di Milano, meglio ne parlammo

no i re longobardi, che gì' impera- ai voi. XVII, p. 45 e seg., e XL,


tori franchi e tedeschi, a riserva di p. i59 e 162 del Dizionario.
Federico I, vollero sempre in essa La direzione generale del censo
conservato qucH' onore, perchè ivi risiede in una porzione dell' antico
sovente i re ed imperatori posero edificio del collegio de' gesuiti, a-
la loro sede, e vi piesero talvolta datta perciò ai vari suoi ullici, per

la Corona ferrea (
l'ali) ; anzi an- cui vennero disposte nel piano su-
che sotto gl'imperatori cristiani nel periore vastissime gallerie, con co-
secolo IV, si trovano monete bat- lonne isolate, e con grandi sale per
32 M I L MIL
la formazione e riunione delle map- pongono fornirono tutte le comodi-
pe, per gì' ingegneri geogiafì, ed tà necessarie agli uffici di tutti
altre ad uso di archivio. Sul cele- questi tribunali. Il casino della no-
bre censimento milanese, tanto en- bile società, nella contrada di s.

comiato ed ammirato, diremo che Giuseppe, occupa un vasto fabhri-


sotto Carlo V nel r543 fu ordi- cato, che le serve di adunanza sino
nato un estimo generale e reale dal dicembre 18 15, e il cui dise-
di tutto lo stato milanese, compito gno è in origine del Bramante, ma
nel i584, e posto in esecuzione nel che il cav. Cagnola abbellìnell' in-
1599. Carlo VI nel 17 18 istituì terno con elegante e ricca decora-
una giunta al censimento nuovo, zione. Numerose sono le sale, ma
per compilare un nuovo e diligen- la più grandiosa è quella che serve
te estimo generale e il valore di alle grandi accademie ed alla dan-
<;iascun fondo; quindi Maria Tere- za, tutte però adorne di buone mo-
sa 1749 ne ordinò la
nel revisione derne pitture. Fondata questa so-
e compimento, operazione eh' ebbe cietà nel 1799, fu ripristinata nel
fine nel 175^7 ed esecuzione nel 181 5: in questo luogo sorgeva il

1760. Aggregato al IMilanese il du- palazzo de' Torriani. Il magnifico


cato di Mantova, ne fu ordinato palazzo innalzato da Leonardo Spi-
il censimento. Venute allo stato, nola nel 1591, e che poscia passò
dopo la rivoluzione, le provincia alia famiglia Cusani, fu di recente
di Beigamo, Brescia, Crema e la acquistalo dalla società detta del
Valtellina, indi altre formanti il Giaidino. Il suo cortile è decoroso,
regno italico, poi il Lombardo-Ve- e le parti che compongono questo
neto, fu voluto estendere a tutte edificiosono ricche, bene intese e
il censimento, che con lode si sta grandiose; migliori artisti ebbero
i

ora perfezionando. L' uffizio del da- parte agli ornati delle sale, di recen-
zio grande, e quelli delie finanze e te accomodate, vedendosi unito al
tesoreria occupano il uìaesloso impo- fabbricato un giardino ridotto an-
nente palazzo altre volte di Tomma- ch' esso a vaga forma, con passeggi,
so Marini, con facciata composta grotte, cascated'acqua ec. Il casi-
di tre ordini d'architettura, ed il no e società del Giardino origi-
cui interno, formato da portici con nato nel 1793, nel 1818 acquistò
colonne, fa risaltare una perfetta il palazzo di architettura Palladia-
armonia coli' esteriore, per la ric- na. Vi sono altri casini, come del-
chezza e profusione degli ornali. l' Unione, del Commercio, ec.
Diverse e grandiose sale nel piano Passando dalla strada detta Isara
terreno ornate di buone pittiu-e, e Marina, che da porta Orientale
servono per la cassa del tesoro e mette a porta Nuova, presentasi
delle finanze; il superiore essendo uno de' più ricchi e magnifici pa-
destinato, come lo fu, per alloggio lazzi architettonici moderni, in tut-
de' principi. Il palazzo altre volte te le sue parli decorosamente ador-
Clerici è la residenza de' tribunali no, innalzato nel 1790 dal conte
civilidi prima istanza, di appello, Lodovico di Belgioioso. L' interno
di commercio, e della pretura ur- e l'esterno annunziano la grandio-
bana o tribunale di conciliazione. sità di chi lo fece costruire, non
I vari appartamenti che lo coni- meno che il buon gusto del suo
MIL MIL 33
al'chitelto Leopoldo Polack vienne- piazza cosi nominata, ed il gran
se. Esso è adorno di statue, basso- corpo di guardia nella piazza dei
rilievi e pitture a fresco. Merita Mercanti. Le piazze in generale so-
pure particolare osservazione il bel- no piuttosto piccole, tranne però
lissimo giardino annesso sul dise- la vasta piazza d'armi, chiusa da
gno dello stesso architetto, il quale un muro di cinta, che separa la
dacché fu dato in proprietà al prin- città dalle campagne, e ,che serve
cipe viceré , fu considerabilmente di passeggio amenissimo. Sul lato
ingrandito colla unione dell' orlo sud-est di questa piazza ed al con-
die apparteneva alla cosi detta Ca- fine delle antiche mura, Galeazzo II

nonica. Dei quattordici archivi sono signore di Milano fece erigere nel
i più importanti quelli notarile, del- i358 un castello che prese la de-
lo stato, diplomatico, di giustizia, nominazione di Giove, dall'antica
della guerra, capitolare di s, Am- porta Giovia soppressa ed incorpo-
brogio : quello della curia arcive- rata nella fortilicazione del castel-
scovile pati poco
grave incendio lo medesimo, il quale dopo la sua
prima di s, Carlo. Fra le caserme morte fu demolito dai cittadini nel
merita particolare menzione quella 1378. Il suo successore e figlio Gio-
magiiinca di s. Francesco, sulla vanni Galeazzo Io fece ricostruire
piazza dì s. Ambrogio, eretta nel nello stesso luogo, più forte^
assai

luogo del convento de' francescani, con alte muraglie e di profonde


anticamente basilica Naboriana, ed fosse munito, e questo durò sino_
una delle più grandiose e bene in- alla morte di Filippo Maria ultimo
tese che in questo genere di edifizi de' Visconti, cioè sino al i447' Am-
veder si possa; ne fu architetto mutinatasi la città col pensiero di
r ingegnere militare Rossi, del cui reggersi in repubblica, fu di nuovo
disegno è pure 1' altra caserma del dal popolo rovinato e demolito;
Castello nella piazza del Foro, e che IVel 1430 impadronitosi della città

fa parte del fabbricato interno, stato Francesco Sforza marito di Bianca


riservato dall'antica fortezza prima Visconti, fu da esso col consenso
della sua demolizione nel 1801 ; ha de' cittadini per la terza volta ri-
una porla maestosa, d'ordine dorico, fabbricato con maggiore ampiezza
costruita in granito rosso. La caser- e solidità, avendo sostenuto in va-
ma di cavalleria di s. Simpliciano ri tempi lunghi assedi. Finalmente

occupa il monastero
soppresso di nel 1801, come si disse, vennero
tal nome, e presenta una ricca e atterrate tutte le esteriori fortifica-
regolare facciata, grandiosi e co- zioni, e nel loro luogo formosti
modi ed ampie scuderie. Al-
cortili una vastissima piazza detta del Ca-
tre grandiose e comode caserme si stello o del ForOj e vi si sostitui-

sono stabilite, e trovansi distribuite rono al luogo delle antiche mura,


nella città dopo la soppressione dei de' ben ordinati viali pei pubblici
monasteri, e sono la caserma di passeggi, ombreggiali da piante «-
cavalleria e fanteria in s. Vittore sotiche.
grande, quella dell' Incoronala nel All' estremità della piazza d'Armi
borgo di porta Comasina, l'altra nel i838 terminò l'arco di trion-
si

di s. Angelo nella piazza di tal fo ordinato nel i8o4) ma ioco-


nome, quella di s. Euslorgio nella minciato nel 1807 a capo della
voi. XLV. 3
34 MIL ]\1IL
strada del Sempione, di cui dovea machia, avendovi il comodo di riem*
portare il nome, tutto noanno di pirlo coir acqua che scorre all'in-
Crevola, ed elevato dalle fondamen- torno. Nel giorno 17 giugno 1807
ta sul grandioso e ben immagina- vi si diede primo spettacolo di
il

to disegno del cav. march. Cagno- corse, e nel


successivo dicembre
Ja, in occasione delle nozze del prin- una regata, presente Napoleone j

cipe Eugenio viceré: dovea fregiar- indi si fecero ascensioni areosta-


lo una statua della Vittoria, in ri- liche, fuochi d'artifizio, ed altri
cordo della battaglia di Jena, e i spettacoli. Ad
un'estremità del mag-
fasti Napoleonici. Le vicende politi- gior diametro stanno le carceri,
che fecero rimaner sospesi lavori, i compite nel i 827, fiancheggiate da
ma ricominciati per munificenza di torri; all'altra parte una porta
Francesco I, ordinò che condotta trionfale dorica di granilo, bellis-
fosse a compimento un'opera sì sima. Nell'asse minore la porta Li-
bella, accettandone la dedica, col- bitinaria fa fronte al Pulvinare, sul
r inauguramento di Arco della Pa- quale sorge uno de' più insigni por-
ce. Dodici grandiosi bassorilievi fi- liei moderni con otto colonne co-
gurano le imprese che la pace tor- rintie di granito rosso pulito. Sen-
narono, oltre sei busti. Il grande za parlare di altre piazze, ci limi-
sopraornato di bronzo figura la teremo a citar quella de' Mercanti,
in cocchio da sei ca-
Pace, tratta posta nel centro della città, fian-
mentre quattro fame da cia-
valli, cheggiata da alcuni fabbricati di
scuno degli angoli ne annunziano antica origine, ed altri di bella ar-
l'arrivo. 1 quattro colossi sdraiati chitettura, ch'ebbe prima il nome
in alto rappresentano il Po, il Ti- di piazza di Tribunali, a cagione dei

cino, il Tagliamento e l'Adige. Al tribunali che ivi esistevano, ora


nord dell' atterrato castello si co- trasportali al palazzo Clerici, e po-
strusse sotto il governo italiano scia quello di piazza de'Mercanti, per-

il così detto anfiteatro od arena, chè quivi questi si adunano, quasi


disegno lodatissimo del Canonica, ad una specie di borsa, essendo sta-
lino de' più insigni cdifizi, fatto per la per tale oggetto formata una sala

accrescere il decoro e lo splendore nel fabbricato con portici. In questa


della città di Milano, che mancava piazza hanno le loro residenze vari
ancora d' un monumento di questo pubblici dicasteri ed uffici , cioè
genere. Questo ampio e sontuoso r archivio pubblico notarile, e la
recinto nel genere antico, ad imita- commissione centrale di beneficen-
zione del circolo di Caracalla, è di za, la cassa di risparmio., la con-
forma elittica lungo braccia 4<^o>
,
gregazione centrale, 1' ufficio delle
e largo 200, e vedcsi cinto da un ipoteche, la camera di commercio,
muro altissimo in pietra, e circon- la scuola elementare maggiore nor-
dato sino ad una certa elevazione male, la direzione generale de' gin-
da comode gradinate al disopra nasi, e r ispettorato delle scuole e-
delle quali evvi una piattaforma di Icmentari normali, la delegazione
sufficiente larghezza, che offre un del primo circondario di polizia,
passeggio ombreggiato ; può conte- ed il gran corpo di guardia mi-
nere quasi 4^,000 spettatori, e ser- litare.

iredì circo, d' ippodromo e di nau« Per l'esercizio del culto caltoli-
MIL MIL 35
co numerosissime in Milano sono le gotico Tra i primi
oltramontano.
chiese. Fra più celebri e rinoma-
i che diressero la fabbrica, si trova-
ti edifìzi dell'Italia, vanta Milano no Simone da Oisenigo, Guarniero
la sua cattedrale metropolitana o da Sirtori, Marco Bonino, Matteo
duomo, dopo quella di Roma, il da Campione. Incominciando da ta-
costante oggetto di uni versai me- le epoca, si vuole avervi operato
raviglia per la mole gigantesca e i83 architetti. La forma interna è
singolarità del disegno di gotica co- quella di una croce latina diretta
struzione ardila e bizzarra , sor- dall' est air ovest, e divisa in cin-
prendente per magnificenza e ric- que navate, delle quali quella di
chezza, osservabile per la leggerez- mezzo è al doppio più larga delle
za delle masse piramidali, per la altre; S2 grossi piloni di marmo
moltitudine delle statue, sculture e quasi ottagoni, dell' altezza di brac-
bassirilievi , che in ogni parte l'a- cia 4'> dividono queste navate e sos-
dornano entro che fuori, per cui
s'i tengono le volte gotiche, e quattro
non dubitarono alcuni di chiamar- altri più grossi sostengono la cupo-

la r ottava meraviglia del mondo. la del centro della chiesa per la :

Questo tempio tutto coslrutto in cupola Galeazzo Maria Sforza chia-


marmo bianco, estratto dal monte mò tre architetti di Strasburgo, ma
Gandolia, dicesi occupi il luogo di solo verso il i49o 'a fece voltare
un famoso tempio di Minerva esso ; Lodovico il Moro . La maggio-
ebbe principio l'anno i386 il i5 re lunghezza del duomo è metri
di marzo, ma non piacendo a Gian 148,109: sul pavimento di s. Pie-
Galeazzo Visconti questa sua pri- tro di Roma è. fatta di palmi 6o5,
ma costruzione, non parendogli il cioè metri i35, 16; s. Pietro è 187;
tempio corrispondente alla magni- s. Maria del Fiore di Firenze è
ficenza di quella che destinava ca- 1 55,72. Larghezza, compreso lo
pitale d'Italia, fece disegnarne uno sfondo delle braccia, metri 87,80;
che non avesse il pari nello stile larghezza totale delle cinque navi,
d' allora, desse una
ed ordinò gli si metri 57,67. Altezza della maggio-
nuova e forma nel
piìi grandiosa re nave, dal pavimento al colmo del-
iSSy. Fu il tempio compito nel- la volla,metri 46,80; della cupola
la facciata per ordine di Napo- fino all'impostatura della lanterna,
leone, che vi si fece coronare re metri 64,25 ; da questa imposta-
d' Italia : a tal fine si vendè il tura al belvedere, metri 27,37;
patrimonio della fabbrica, che pro- della cuspide piena, metri i2,5o;
dusse un milione e mezzo ; e dei statua e piedistallo, metri ^,i6.
promessi cinque milioni dal fon- Dal pavimento, compreso la grande
do di religione, Napoleone ne diede guglia di siile moresco, e la statua
due soli. Vuoisi che Gian Galeaz- in rame dorato della Beata Vergi-
zo ordinasse V erezione del tempio ne Assunta, la elevazione totale di
in conseguenza di un volo fatto al- questo superbo cdifìzio, ascende a
la Beata Vergine, perchè gli inter- metri 108,28. Alla sinistra entran-
cedesse figli maschi. S' ignora chi do vedesi il bel battistero a foggia
ne fu il primo architetto, si nomi- di tabernacolo isolato, formato da
na un Gamodia tedesco, ma non una grande urna di porfido, prò-
è certo, sebbene lo siile ricordi il veuiente, senza dubbio, da qualche
36 MIL MIL
antico bagno ronfiano, che servì di guari, conservasi il santo Chiodo,
deposito alle sacre spoglie di s. postovi il i46r. bell'architrave di
Dionigi vescovo di Milano, con altri legno nell'arcone del coro, vi è il

santi martiri, e che da s. Carlo fu Crocefisso di s. Corbella, secondo


destinato a conservar l'acqua bat- l'uso particolare del rito ambrosiano,
tesimale per immergervi la testa avendone riportata la ragione nel voi.
dei bambini, secondo il rito am- XVIll, p. 272 del Dizionario,
brosiano quivi professato ; le colonne mentre nel voi. XI li, p. 98 e 99
che lo circondano sono di marmo parlammo della mentovata reliquia.
antico detto macchia-vecchia, ed i Questa metropolitana, come capo-
capitelli di bronzo mirabilmente la- rito, serve di esempio alle altre chie-
vorali. Gli altari, le cappelle sono se dell' arcidiocesi, e la forma del-
in marmo a colori diversi, e ve- l' altare, del tabernacolo, degli os-
desi il tutto adorno di bassirilievi tensori!, degl'incensieri, de' busti,
in ogni genere, pitture pregiale e la- sono il tipo di quei che il rito ri-

Vi si dislin-
vori finissimi e ricercati. chiede. È degna soprattutto di mi-
gue la statua in marmo bianco di nuta osservazione la sotterranea
Martino V, il quale consacrò l'alta- cappella, ove riposa il corpo di s.

re maggiore ; quella pregiatissima Carlo Borromeo, di forma ottango-


di s- Bartolomeo, opera di Mar- lare, con la volta coperta di bassi-
co Agrati, che rappresentò il san- rilievi , trofei ed ornamenti assai

to scorticato, e portante la sua rilevali di lastra d'argento, i quali


pelle sul dorso; il magnifico mo- ricordano gli avvenimenti più ri-

numento sepolcrale di Gio. Giaco- marcabili della vita del santo, ed


mo de Medici, zio di s. Carlo e otto cariatidi negli angoli, pure di
fratello di Pio IV; quello
mar- in grossa lastra d' argento, ra|)presen-
mo nero del cardinal Marino Ca- tanti le sue virtù: i lavori d'ar-
racciolo governatore di Milano; il gento sono doni dell' arcivescovo
deposito di Ottone Visconti detto Lilla, del duca Borromeo, e del
il Magno, e di Giovanni, zio e ni- cardinal Quirini. Nel 1817 si can-
pote, arcivescovi e signori di Mila- giò e rinnovossi 1' aspetto di questo
no, cui sovrasta la statua sedente luogo con nuovo disegno dell'ar-
di Pio IV; il mausoleo con tre chitetto Peslagalli, che lo rese più

busti rappresentanti gli arcivescovi elegante e magnifico. Sull' altare

Giovanni, Guido e Gio. Francesco posa il sarcofago che contiene le

Arcimboldi, oltre tanti altri monu- spoglie mortali del santo arcivesco-
menti sepolcrali, lapidi, ec. Il coro vo in abito pontificale, arricchito

fu disegnato dal Pellegrini, e gli di gioie. Il sarcofago è composto di


stalli di noce furono bellissimamen- una cassa pesante 4o^o oncie di
te intagliati su disegni de' migliori argento, con rarissimi cristalli di
maggiore
cinquecentisti. Nell'altare monte legati in argento, dono di

sotto un tempietto di bronzo sta Filippo IV re di Spagna, i cui


un magnifico tabeinacolo pur di slemmi vi si vedono apposti in oro

bronzo doralo, coi dodici apostoli massiccio. Una grande finestra oriz-
attorno, e il Salvatore in alto, e zontale, praticala nel pavimento della
molli rilievi, dono di Pio IV. Nel- chiesa, illumina il sotterraneo, e dà
i' abside, ridipinta e dorata non ha luogo ai fedeli di poter assistere ai
MIL MIL 37
divini uffici ch'entro vi si celebrano. slronomi dell'osservatorio di Brera
Tutte le pitture che adornano que- nel 1786, ed ha il gnomone all'al-
sto tempio sono de'priini maestri di tezza di 73 piedi.

Italia. 1 vetri dipinti rappresentan- Alle pomposissirae funzioni pon-


ti diversi fatti storici, aggiungono tificali servono moltissimi sacri ar-
maggior lustro alla sua maestà, ma redi e paramenti che si conserva-
lo rendono un poco oscuro; il Bren- no Due tesori pos-
nella sagrestia.

ta, e più il Bertini, benemerito sedeva questo duomo di Milano :

dell' arte, rinnovarono le finestre quello della metropolitana e quel-


cadute per una salva di cannoni lo de' doni falli a s. Carlo, che
all'epoca repubblicana. 11 suo pa- nel dì della sua festa esponevan-
vimento di marmo a colori diversi, si parte nel sotterraneo, parte sul
fatto a compartimenti con disegno balaustro superiore. Gran parte an-
^B arlifizìoso, fu compito nel i835. dò alla zecca al tempo della re-
^^ La straordinaria quantità di statue pubblica ; il rimanente è unito nel-
interne ed esterne che adornano la sagrestia meridionale. Fra le

questo sacro edifizio, si fanno a- ricchezze di questo tesoro, capo di


scendere a più di 2800, e dicesi arte del cesello è una Pace d' 010
giungeranno a 34oo circa quando donata da Pio IV, con due colon-
d'ogni grandezza saranno collocate ne di lapislazzuli, croce a tredici
per compimento degli ornali e del- diamanti, e vari cammei, probabil-
la chiesa. Neil' esterno la profusio- mente lavoro del Caradosso. In
ne delle colonne, delle statue, de- mezzo rilievo si rappresenta Cristo
gl' intagli, delle medaglie, de' bassi- deposto in grembo alia Madre con
rilievi, dei lavori pregiati d' ogni quattro altre figure, e di sotto la
sorla, gareggiano colla magnificen- balena che rigetta Giona, in alto il

za, polendosi dire francamente, che Padre Eterno e angeli. Un evangeli-


quanto la scultura e 1' architettura slario antico su pergamena, ricchis-
ha di più bello, tutto fu posto in simo d'oro e gemme, con Crocefisso
opera all' adornamento della faccia- d' oro da un lato, e altre figure, do-
ta di questo tempio, che ha cinque nato dall' arcivescovo Ariberlo da
porle, delle quali è singolarmente Canlù. Due statue aigenlo dei
d'
pregevole la maggiore Le statue
. ss. Ambrogio e Carlo dono la ,

in marmo bianco, poste sopra tutto prima della città, seconda degli
la
l'edifìzio e che sembrano staccate orefici. Croce d' oro per le proces-
come tante punte, formano il più sioni capitolari, pesante oncie 370,
imponente colpo d' occhio. Le gu- con veutuna gemma. Il magnifico
glie terminate ed abbellite di sta- paliolto pesante 5ooo oncie d' ar-
tue e gotici arabeschi , superano gento, regalo di monsignor Taver-
finora il numero di 80, oltre alle na canonico, fatto nel i835, per
24 minori, dovendo essere in tulle non rammentare altro. Una degna
i35 ad opera compita. Verso la piazza anteriore manca al duomo,
faccialaè degna di osservazione dietro al quale era anticamente un
una grandiosa meridiana, che ai- campo santo. Molti descrissero que-
traversa per intero il tempio: fu sta insigne cattedrale, che si posso-
con diligenza e somma accuratezza no leggere nella bibliografia mila-
eseguita sotto la direzione degli a< nese t. I , p. 386 , Milana e il
38 MIL MIL
suo territorio, fra' quali Gaetano di antichi dipinti. L'interno è co-
Franchetti che ne pubblicò la Sto- strutto in tre navale di gotica ar-
ria e descrizione nel 182 r. lu chitettura , con magnifiche cappel-
detta bibliografia sono pure gli au- le e pitture pregiate. Anticamente
tori che fecero la storia e illustra- nel coro della basilica di s. Am-
rono la maggior parie delle chiese brogio si tenevano i concilii provin-
di questa città. ciali. La chiesa di s. Maria della
Fra le altre numerose chiese Passione, innalzata nel i58o in for-
di Milano meritano particolar men- ma di croce latina, con torreggian-
zione quella di s. Maria presso te cupola, tanto nell'interno, quan-
s. Celso, una delle più ragguar- to neir esterno riccamente abbelli-
devoli per la sua architettura, e ta. E divisa in tre navi, con al-
delle più ricche pei capi d' opera trettante porte, e contiene otto cap-
dell'arte che l'adornano, la quale pelle per parte; è forse più di ogni
ebbe principio nel i49'> P^^' o^'" altra adorna di pitture. La chiesa
dine di Gian Galeazzo Maria Sfor- di s. Stefano maggiore, altre volte
za, nipote di Lodovico il Moro, sul collegiata ed ora parrocchiale , la

disegno del Bramante ; quella di s. cui fondazione viene altribuita a s.

Lorenzo, che dev' essere antichissi- Marliniano vescovo, e prima chia-


ma. Distrutta dal fuoco nel 1071 mata s. Zaccaria. Nel secolo X [
l'antica chiesa. Tenne rifabbricala devastata dalle fiamme, fu quindi
in più piccola forma, e questa pu- rifatta, non però colla maestà del-

re rovinala dal tempo, s. Carlo la precedente, e venne denominata

ordinò si rifabbricasse quella ora s. Stefano al Broglio ed alla Ruo-


esistente, col disegno di Martino ta, La chiesa attuale fu coslrulla
Bassi ; è d' ordine dorico, ricca di al tempo dell'arcivescovo Visconti,
sculture, di dipinti pregiati, e di successore di s. Carlo, e perfeziona-
monumenti sepolcrali , fra i quali ta nel 1596; r interno è diviso in
si distingue quello antico di Galla tre navi, con sei arcate per parie,
Placidia, figlia di Teodosio il gran- con cappelle corrispondenti, ed un
de, e del di lei marito Ataulfo : è coro maestoso, il tutto adorno di
pure osservabile 1' antichissiaio mo- pitture e di statue. La chiesa di
saico,che dicesi mostri Cristo di- s. Paolo, superstite del vasto mo-
sputante coi dottori. La chiesa di nastero delle agostiniane dette an-
s. Ambrogio, una delle più auliche geliche, con bella facciata ricca di
e rispettabili basiliche della cillà, ornamenti ; è di una sola nave di
edificala nel 887 da s. Ambrogio, ordine corintio, saviamente architet-
che vi celebrò i divini udlzi e vol- tata e di bei dipinti adorna. La
le in essa essere sepolto vicino ai chiesa di s. Nazzaro grande, basilica
corpi de' gloriosi martiri Gervasio edificata nel 882 circa ad onore dei
e Proiasio, in onore de'quali l'avea ss. Apostoli, e quindi della Nazza-
fabbricala. Era in origine divisa in riana pel capo di s. Nazzaro in es-
due chiese, un mino
separale da sa trasportato da s. Ambrogio. F'or-
con tre porte, ma vennero riunite ma vestibolo a questa chiesa il

nel i5o7 , e si formò una chiesa grandioso sepolcrale edifizio con


sola, decorala da un atrio o cor- cappella deilicala alla Beata V'eigi-

tile rettangolo, con portici udorui ne Assunta, costrutto nel i. il 8 al-


MIL MIL 39
la bramantesca dal maresciallo Gio. le più antiche di Milano, è risguar-
Giacomo Trivulzio, dello il Magno, data come uno de' primi cristiani

che vivo volle prepararsi il soggior- edifizi, di cui viene da alcuni re-
no della morte. La facciala di putato fondatore lo stesso s. Eu-
questo vestibolo è di figura qua- slorgio nel IV secolo, assumendone
drata, ma non ridotta al termine, il nome dopo di essere slata dedi-
ornata di pilastri , con tre porle cata ai ss. Re Magi. Ne'primi tem-
che danno accesso all' interno, di pi era ben lontana dalla città, ma
figura oltagona, semplice, e conve- soggetta quindi edalle incursioni
niente al carattere dell' edifizio, sla- al devastamento de' barbari, fu m
to piti volte ristaurato e rimoder- varie epoche riedificata; nel secolo
nato, con statue e pitture. La chie- XIII rimodernata ed ingrandita, e
sa di s. Alessandro in Zebedia, co- finalmente ridotta con maggiore re-
strutta come attualmente si trova golarità e decoro, come si trova al
nel 1602, con la forma d'una cro- presente, con tre porte corrispon-
ce greca, con magnifica cupola, spa- denti alle tre navate dell'interno,
zioso coro, e comodo presbiterio ;
adorno di belle cappelle, statue,
menzionata questa chiesa sino dal monumenti e pitture. La chiesa di
secolo XI f, col titolo di parrocchia- s. Maurizio delta il monastero mag-
le, fu data nel XVI ai barnabiti, i giore, posta secondo alcuni ov'era
quali soppressi nel fine del secolo il tempio di Giove; l'interno è di
passato, vennero di nuovo ristabili- una sola nave con buoni freschi:
ti nel 1825 nel possesso di essa dedicala prima alla Beala Vergine,
coli' una parte dell' au-
assegno di nel secolo XII lo fu a s. Maurizio.
lico collegio. È
adorna di buone Il monastero serve al presento di
pitture, ed il suo altare maggiore ricovero a varie religiose di diver-
vedesi ornato di pietre duie stima- si soppressi monasteri. La chiesa di
bilissime. La chiesa di s. Maria s. Vittore al Corpo, basilica di an-
presso s. Satiro^ innalzata sugli a- tica fondazione, che dal nome di
vanzi di un profano tempio, dal Porzio, figlio di Filippo Oldani suo
duca Lodovico Sforza il Moro, sul fondatore nel 1
1 4, prese la deno-
disegno del Bramante, formata di minazione di Porziana, ma essendo-
tre navi, adorna di bronzi dorati, vi stalo trasportato nel 3o3 il cor-
sculture, dipinti a fresco, statue, ec: po del martire s. Vittore, fu da
è composta di due chiese unite, quel tempo chiamata col nome pre-
cioè di s. Maria falla dal Moro, e sente. Da essa s. Ambrogio ricu-
eli s. Satiro eretta dall' arcivescovo sò l' ingresso all' imperatore Teo-
Ansperto nell' 869. La chiesa di s. dosio I reduce dalla strage di Tes-
Sebastiano eretta per voto della salonica. UtKziavano da antico un
città in occasione della peste del capitolo e i monaci cisfercicnsi, il

1570, con disegno del Pellegrini, primo dura tuttora cogli onori del-
che riuscì una delle più belle di la nobiltà imperiale. Dicesi che nel
Milano, con tre porle ihe danno monastero de' cislerciensi fosse se-
ingresso all'interno, il quale corri- polto Bernardo re d'Italia figlio di
spondo alla bellezza esterna per la Pipino. Divenula 1' antica chiesa
sua semplicità ed elegatiza. La chie- cadente dal tempo, venne riparata
sa di s. Euslorgio, annoverata tra nel 990 dall'arcivescovo Arnolfo,
io MIL MIL
ed in essa furono stabiliti i bene* struzione, ed una
delle quattro che
dettini, che \i «tetterò alcuni seco- anticamente esistevano fuori della
Ji, indi passò in abbazia, e final- città, e che si vuole fondala da s.

roente nel iSoj fu data agli oli- Ambrogio sotto il titolo della Bea-
Tetani, i quali eressero l'odierna ta Vergine. Seppellito essendovi nel
bellissima chiesa nel iS^i sul di- 4oo s. Simpliciano, prese il nome
segno di Galeazzo Alessi perugino: di questo santo :
1' interno della
l'interno è fatto a croce latina, in chiesa è costrutto in tre navi in
tre navi separate da piloni, con forma di croce latina con cupola,
archi , con belle cappelle e con e va adorno buone pitture. La
di
pitture di merito. La chiesa di s. chiesa di s. Maria Incoronata è
Maria delle Grazie, di gotica archi- formata da due chiese unite fra
tettura, fabbricata nel luogo ove loro, con eguale e semplice fac-
esistevano i quartieri delle milizie ciata, essendo di eguale forma il lo-
del duca Francesco I Sforza, che ro interno con due presbiterii, da
donò nel i463 il fondo ai dome- poco tempo restaurato ed abbellito.
xiicani per fabbricarvi la chiesa ed J-.a prima fu eretta ad onore della

il convento, unendovi somme gran- Beata Vergine Incoronata nel i^5i


diose. Lodovico il Moro nel i49^ dal duca Francesco Sforza Visconti,
prese ad ingrandire questa chiesa e la seconda nove anni dopo, da
in forma di croce latina sui disegni Bianca Maria di lui moglie, che
del Bramante, ma per le di lui dedicolla a s. Nicola di Tolentino:
vicende restò l' opera imperfetta, essa va adorna di depositi e di
però ripiena di fini lavori di cotto, monumenti. La chiesa di s. Angelo
stemmi, medaglie ed emblemi. La che serviva altre volte coli' annesso
facciata è semplice di gotica archi- grandioso convento ai minori os-
tettura, come lo è l'interno, fatto servanti, è di costruzione imponen-
a tre navi con grandiosa cupola, te,con facciata di due ordini e l'in-
ampio coro e cappelle semicircola- terno di una sola nave che si al-
ri ne' lati, disegno del Bramante, larga nel presbiterio: benché sog-
come la magnifica sagrestia
ed il getta a diverse vicende, pure si
contiguo chiostro. Degne sono di conservarono molti freschi preziosi
ammirazione le belle opere a (ver e varie pitture degne di ammira-
SCO e le pitture- pregiate che a- ?ione. La chiesa di s. Fedele è
dornnno la chiesa e le cappelle, bellissima architettura del Pellegri-
esistendo ancora 1' avanzo
della di- ni, non avendo però la facciata
pintura del famoso Cenacolo di compita : i gesuiti n'entrarono al
Leonardo da Vinci nel refettorio possesso nel iSGq, ma soppressi
del vasto convento, che contiene di- nel 1773 vi subentrarono i cano-
verbi grandiosi cortili, ed ora ad uso nici della cappella ducale di s. Ma-
del militare: (|uivi s. Pio V vista- ria della Scala, cessati i quali, con-
bili la inquisizione. Il palazzo pontifì- tinuò ad essere nel numero delle
cio di Roma possiede due arazzi rap- parrocchie, conservando il titolo di
presentanti il detto Cenacolo, e ne cappella ducale. Di questo insigne
facemmo parola nel voi. IX, p. 5o edìfizio due sono gli ordini archi-
del Dizionario. La chiesa di s. tettonici della sua bella facciata, ed
Simpliciano, basìlica di gotica co- elegaotissiniQ ^ sorpvendeale l'ini
MIL MIL 41
terno, composto del solo ordine co- principi diedero per opera pia tal

rintio, con colonne pregiate e con un loro palazzo ed alcune case e


magnifica cupola, spirandovi tutto giardini vicini, ed essendosi a que-
grandiosità e bellezza. sta aggregati i vari ospedali sparsi
Fra i numerosi stabilimenti di per la città e diocesi, e riunite
beneficenza, ospedali , orfanotrofi ed eziandio le rendite dei medesimi,
altri luoghi pii , vanta Milano l'o- fu perciò detto maggiore. La sua
spedale maggiore, quello militare, fondazione segna l'epoca 12 aprile
la Senaura od ospedale pei pazzi, i45'6. Antonio Filarete, detto l'A-
r ospedale dei benfratelli per gli verulino, fu l' architetto di questa
uominij e quello delle sorelle della fabbrica di gotica architettura , la
carità per le donne, l'orfanotrofio quale forma un perfetto quadrato
civile maschile, e quello delle don- con portici inferiori e superiori.
ne, il luogo pio degli esposti e Possiede nove cortili, uno de'qua-^
delle puerpere, luogo pio Trivul-
il li, il più vasto, trovasi perfeltainen-
i\, il pio istituto delle monache, il te nel mezzo. La distribuzione del-
collegio delle nobili vedove; due le crociere presenta la fi'gura d'u-
pie case d'industria, sia per gli uo- na croce greca : nel 1 797 fu dato
mini che per le donne privi di compimento alla fabbrica coll'ere-
giornaliero lavoro : numero che
il zione di un fianco mancante. Di
vi si accoglie è di circa 2800 al fronte al magnifico ingresso della
giorno ; il monte di pietà, la cas- porta maggiore sta la chiesa di buo-
sa di risparmio, la compagnia d'as- na forma. Non avvi parte relativa
sicurazione contro i danni, ed il ai bisogni dello stabilimento, che
lazzaretto. Aggiungasi l'ammini- non sia disposta con ordine e ra-
strazione centrale di beneficenza, ra intelligenza. A questo grandioso
chiamata congregazione di carità, ospedale sono uniti i seguenti sla-
nella quale vennero concentrali tren- bilimenti luogo pio di s. Corona,
: il

ta e più luoghi pii elemosinieri, e che somministra il comodo de'me-


che annualmente distribuisce la som- dici, chirurghi e medicinali a tulli

ma di circa 800,000 lire milanesi. i poveri infermi della cillà; quello


Il eh. a p. CIX delle
Cattaneo detto la Senaura, posto fuori di por-
sue Notizie, dice che l'ospedale di ta Tosa, ed a poca distanza, vasto
Milano ricetta nel corso d'un anno fabbricato destinato al ricovero ed
24,000 infermi . Meritando però alla cura de'pazzarelli. Questo loca-
alcuni degli accennali stabilimenti le, altra volta de' gesuiti, è capace
una qualche breve indicazione, a- per un numero di 4^0 posli, fra
vrà il primo luogo l'ospedale mag- i quali ve ne
sono de'gratuiti ed
giore nella contrada del suo nome, altri a carico delle famiglie o dei

maestosa ed imponente fabbrica comuni. Provvidi e filosofici rego-


posta fra le due basiliche di s. Ste- lamenti dirigono questo istituto, e
fano e di s. Nazzaro grande. De- nulla viene trascurato onde addol-
vesi questo edifizio alla generosità cire, per quanto è possibile, la sor-
di Francesco Sforza duca di Milano, te di quegli sgraziati.
non che della di lui moglie Bianca Altri stabilimenti sanitari con pen-
Maria, ed alla contribuzione volon- sione trovansi eretti in questa città
tavia del popolo milanese. ( dellj sotto provvide discipline, da abilj
,

4i MIL MIL
professori assistili. Il benefico islitiUo Maria Gaetana Agnesi, la quale
degli esposti puerpere sta
e delle dopo aver brillato fra i matemati-
nel soppresso monastero di s. Cate- ci, venne a nascondere volontaria
rina della P».ota, ed in esso sono an- in questo luogo la sua letteraria
nualmente mantenuti più di 4<300 rinomanza, prestandosi all' assisten-
individui de'duesessi. Neirospedale za ed al soccorso delle persone in
erasi da prima destinato nn luogo esso ricovrate. La benemerita isti-
per la tumulazione de' cadaveri tuzione sotto ii titolo di s. Gio-
ma ritrovatosi col tempo troppo vanni di Dio ebbe luogo fino dal
angusto ed incomodo, si pensò a i588, ed è opera veramente de-
farne uno più vasto e più lontano gna e caritatevole. Con V acquisto
dall'abitato , e scelto il luogo op- di una porzione del luogo, da pri-
portuno, si eresse nel 1698 una ma abitato dagli umiliati, si eres-
chiesa a chiamata s.
croce greca , se r ottimo stabilimento col titolo

Michele de' nuovi sepolcri, la qua- di ospedale de' religiosi benefratelli,


le oggi non forma che il corpo di a sollievo de' poveri ed onesti cit-

mezzo della fabbrica attuale. In se- tadini infermi, i quali dà questi pie-
gtiito ingrandita, formossi un ma- tosi religiosi laureati in medicina,
gnifico portico all'intorno della chie- chirurgia e farmacia, vengono assi-
sa, nel quale si pose un continua- sliti e provveduti colla maggior
to numero di sepolcri, più alti da cura in lutto ciò che può ad essi
terra, affine di preservarli dall'ac- abbisognare sino alla loro perfetta
qua sorgente, e fu chiamato Fop- guarigione. Col mezzo di ricche
pone il porticato fu perfezionato
: dotazioni, e disegno di Pietro Gi-
nel lySi ; ma ora il luogo diven- nel iSaS s'ingrandì con
lardoni,
terà magazzino della strada ferra- nuova e grandiosa fabbrica que-
ta, ed invece i morti si seppellisco- st' ospedale, il di cui esterno prese
no ne' cimiteri di s. Gregorio, al una foima più regolare ed ele-
Genlilino, di porla Romana, ec. gante. In origine lu fondato pei
ed il comunale nel i838
consiglio convalescenti dell'ospedale u)aggiO'
decretò un ampio camposanto. L'ot- re, secondo l' intendimento di s.

timo stabilimento di beneficenza Carlo; ma nel 1 842 il sacerdote


ch'ebbe principio nel 177 1, e di Luigi Sormanni fece costruire a
cui fu fondatore il principe Antonio proprie spese una sala per comodo
Tolomeo Trivulzi, che destinò il de' convalescenti dell' ospedale dei
proprio palazzo a ricevere le per- benefratelli. La chiesa eretta nel
sone d' ambo i sessi superiori all'e- iSgS è dedicata a s. Maria Ara-
tà di 60 anni, incapaci a gua- celi. 11 pio ha acquistato il
luogo
dagnarsi il villo, pia opera a cui locale Maria di Loreto per
di s.

con benefica liberale oiano con- erigervi un nuovo ospedale, col ca-
corse anche 1' imperatrice Maria pitale perciò lasciato dalla marche-
Teiesa, fu chiamato luogo pio Tri- sa Luigia Visconti Castelli, e coi
vulzi, il quale ampliato poscia da sopravanzi sempre crescenti dell'os-
altre pie largizioni, è ora capa- pedale dei benefratelli stesso, do-
ce per 5oo persone, che vi tro- vendo servire per gli ecclesiastici
vano ogni sorta di soccorso. Qui- regolari e secolari infermi, per le

vi muri nell'anno 1799 la celebre persone civili decadute, e forse per


MIL 43
allre ancora. Nel i836 la contessa prendente edifizio eretto nel 1488
Lama Visconti Ciceri a proprie da Lodovico il Moro, in occasione
spese fece alzare dalle fondamenta della pestilenza del 146 f> avendo
r ospedale delle fate-bene-sorelle , contribuito alla generosa impresa il

con disegno di Giulio Aiiiisetti ; ii cardinal Ascanio Sforza suo fratel-


vasto ed ordinato edifizio fu aperto lo. Questa fabbrica allora non com-
nel 1840, ed aliìdato alle suore dei- pita, fu ridotta nel i5o6 allo sta-
la carità. Sulla piazza di s. Ambro- lo presente, al tempo di Luigi XI [
gio, nel soppresso vasto monastero re di Francia, in quell' epoca signo-
de'cisterciensi, fu stabilito l'ospeda- re di Milano, ma coi fondi lasciati
le militare. La fabbrica è del Bra- dal conte Galeotto Bevilacqua al-

mante, la quale consiste in due l'ospedale grande, di cui è tuttora


grandiosi cortili, con portici che li proprietà. L'edifizio pressoché qua-
circondano, divisi da un lungo cor- drato, ha il portico arcuato e con-
ridoio. Non avvi niente di più ma- tinuo, sostenuto da colonne, termi-
gnifico di questi cortili, dorico l'uno, nato da sole tre parti, gira all'in-
jonico l'altro, con colonne. L' inter- torno, e dava accesso a 296 ca-
no dell' antico refettorio presenta mere, giudiziosamente provvedute
grandiosità e magnificenza. Nel vasto de' necessari comodi e ventilazione;
monastero soppresso de' benedettini, il profondo canale di acqua viva
fu trasportato l'antico orfanotrofio che scorre all'intorno, serviva al-
civico maschile, luogo assegnatogli la nettezza ed impediva qualunque
da Giuseppe II a benefizio dello comunicazione coli' interno. Questo
stabilimento, colle rendite de'mo- lazzaretto fu di grande soccorso nel-
naci, i quali concentrò nel mona- le quattro epoche memorabili in
stero di s. Simpliciano, aggiun- cui la peste fece stragi in Milano,
gendovi anche 1' entrate della sop- e 1629: oggi é ri-
soprattutto nel
pressa inquisizione e quelle dell'al- dotto ad abitazioni private. Milano
bergo de' pellegrini. I due grandiosi ha la gloria che nel 1828 fondò
cortili di questo vasto edifizio si la cassa di risparmio, il primo be-
credono opere del Bramante. Fin nefico stabilimerito di questo gene-
dal secolo XVI pensandosi a sop- re che si fondasse in Italia.
primere la mendicità, s. Carlo sta- Le scienze e le arti, coltivate
biPi nel iSyS un ospedale de'men- splendidamente con zelo in questa
dicanti. Fatto arcivescovo di Mila- città, contano molti stabilimenti ,
no cardinal Federico Borromeo,
il accademie, biblioteche, licei, ginna-
fece costruire la solida e semplice si, collegi, scuole, ec, annoveran-
fabbrica per applicarla al ricovero dovisi il palazzo delle scienze ed arti
degli orfani di ambo i sessi , la in Brera, l'istituto di scienze, let-
quale venne poscia destinata a be- tere ed arti, r accademia delle bel-
nefìcio delle sole femmine. Accre- le arti, la pinacoteca, la biblioteca,
sciuto il numero di queste, ne fu il gabinetto numismatico, l'osserva-
collocata porzione nell'antico mo- torio, la scuola d' incisione ed al-
nastero delle cappuccine, indi riu- tre scuole di belle arti, la biblio-
nite allorché fu ingrandito 1' orfa- teca Ambrosiana, il gabinetto dei
notrofio. Appena fuori di porta bronzi dorati, il conservatorio di
Oriente è situalo il lazzaretto, sor- musica, il seminario, il collegio
44 MIL MIL
Longone, il collegio Calchi-Taeggi, limenti, si è la unione delle nume-
il collegio militare, l' istituto dei rose sale che compongono la pina-
sordi e muti, il collegio della Gua- coteca, nel qual prezioso deposito
stalla, il collegio di s, Filippo, il si riunirono tutti i quadri più in-
collesio della Visitazione detto di signi delle diverse chiese e mona-
s. Sofia, il liceo e ginnasio di s. steri soppressi, e vi si aggiunsero
Alessandro, il ginnasio comunale anche molti quadri di gran valore,
di s. Marta, la scuola elementare comprati dalla munificenza del go-
maggiore normale, la scuola ele- verno italiano, sotto cui ebbe vita
mentare femminile, la scuola vete- questo raro deposito, adorno delle
rinaria, ec. ec. Non riuscirà discaro opere di Raffaello, Guido Reni, Al-
almeno un qualche cenno di alcu- bano, Domenichiuo, Palma, Gior-
ni di questi scientifici stabilimenti. gione, Gentile Bellini, Mantegna,
11 più rimarcabile, tanto sotto il Francia, Cima, Tiziano, Paolo Ve-
rapporto dell'architettura, che sot- ronese, Carpaccio, ec. Oltre a' qua-
to quello della sua destinazione, è dri si trovano qui pure riuniti
senza dubbio il palazzo delle scien- bassirilievi, modelli di busti e sta-
Ee ed arti in Brera, uno de' più tue, disegni d' invenzione, e lavo-
grandiosi e imponenti di Milano, ri premiati d' incisione, gessi tol-

con bella facciala, e con interno ti dai migliori originali, busti, vasi,
magnifico, sede sempre delle pub- candelabri, ec. La biblioteca rico-
bliche scuole, e sotto il governo nosce suo principio dalla muni-
il

dell' imperatrice Maria Teresa e ficenza di Maria Teresa. Nel lySS


de' (li lei successori arricchito di la congregazione dello sfato fatto
diversirami di scienze, essendo pre- avea l'acquisto della celebre libre-
sentemente il complesso ed il cen- ria l^ertusati, che unita alle altre
tro ed elevati isti-
de' più celebri due di Brera e di s. Fedele, ven-
tuti di pubblica istruzione. Vi s'in- ne collocata in questo palazzo delle
segna grammatica, rettorica, logica, scienze ed arti, in ampie e mae-
matematica, fisica, diritto, istoria, stose sale nel 1770. La benefica
botanica, chimica, anatomia, econo- sovrana fece l' acquisto di gran
mia politica, diplomazia, architet- porzione della preziosa libreria del
tura, scultura, disegno, pittura ed famoso Alberto Haller, quindi i di
incisione. Sono stabiliti in questo lei successori gareggiarono nell' ar-
palazzo l'istituto di scienze, l' ac" ricchirla di novelli tesori con iscel-
cademia di belle arti, la pinacote- te opere della biblioteca di Fir-
ca, la biblioteca ricca di rare edi- mian ed altre ancora. La soppres-
zioni e mss., il gabinetto numisma» sione de' corpi religiosi aggiunse
tico, r osservatorio astronomico, la pure nuova e numerosa suppellet-
scuola d' incisione, e quelle di di- tile d'ogni specie di libri, oltre ai

seguo, pittura, architettura, scultur doni ed ai legati numerosi; che


ra, ornato, prospettiva, anatomia, se questa biblioteca non abbonda
gessi, ed altri oggetti di belle arti. di mss. e codici, come altre d' Ita-
Avvi piu'e un ginnasio imperiale lia, primeggia però nelle opere del-
con tutte le sue scuole, ed unito le scienze esatte, e per tutte quelle
vi si trova un orto botanico. Uno più dispendiose e classiche, relative
de' più grandiosi e pregevoli slabi- ai viaggi ed alia storia naturale. \[
MIL MIL 45
prezioso stabilimento del gabinetto Fra i liberali istituti di cui può
numismatico ebbe principio nel Tantarsi Milano, evvi la biblioteca
i8o3 nella zecca, colla raccolta dei Ambrosiana, nel luogo delle antiche
conii e coi pezzi sottratti alla fu- scuole pubbliche, ftibbricafa e do-
sione e meritevoli di conservazio- tata di fondi dal cardinal Federico
ne. Fu costituito il gabinetto reale Borromeo cugino di s. Carlo, ed
delle medaglie con decielo 6 mag- aperta ad uso pubblico nel 1609;
gio 1808, ed arriccbito da quel pe- vi raccolse dall' occidente e dal-
riodo con molti altri musei. Com- l' oriente tal copia di libri, tale
prende questa collezione la classe rarità e numero che su- di mss.,
antica e la moderna colle rispet- bito in maraviglioso modo se ne
tive loro diramazioni, ed è corre- sparse la fama nelle più rimote
data di ricca e scelta analoga bi- contrade. Al cullo delle scienze e
blioteca. Questo gabinetto fu tra- delle lettere il cardinale aggiunse
sferito per sovrano decreto 7,3 gen- lo studio delle lingue persica, ebrai-
naio 1817 nel palazzo delle scien- ca, caldea, arabica, siriaca, armena,
ze ed arti, ed aperto al comodo e costituì un collegio di dottori ,

del pubblico. L'osservatorio astro- cui altro aggiunse che appellò tri-

nomico fu innalzato dai gesuiti nel lingue, per l' italiano, latino e gre-
1 766, sul disegno del
celebre p. co; ed un terzo degli alunni, onde
Boscovich. Questo stabilimento vi- ne' linguaggi esotici fossero eruditi
desi da quel tempo , e molto gl'ingegni più eletti de' seminari;
più in seguito, arricchito dei più ora è superstite il collegio de* dot-
preziosi esteri islromenti. In vici- tori. In questo grandioso edifizio,
nanza trovasi la scuola d' incisione, architettato da Fabio Mangone, poi
istituita dalla munificenza austria- ingrandito coli* area della chiesa
ca sotto Leopoldo II, e formata della Rosa, con facciata di ordine
d'una lunga sala bene illuminata dorico, in molte stanze vedesi di-
ed ottimaoiente disposta, adorna sposto un magnifico deposito gene*
d' un numero considerabile di stam- rale delle produzioni delle arti e
pe di classici autori. Brera ebbe scienze d' ogni paese, vari oggetti
origine dagli umiliati, ordine reli- di storia naturale, pezzi di antichi-
gioso del milanese, il quale ivi fab- tà e di scultura, pitture, modelli,
bricò il convento nel luogo rega- gessi, busti, lavori
statue, mecca-
lato da Algiso del Guercio, chia- nici, ec.Contiene più di i4o,ooo
mato praedium e volgarmente bre- volumi, e più di i5,ooo mss. pre-
da o brera, onde conservò l' anti- ziosi, contandovisi le Antichità giu-
co nome. Abolito l'ordine, s. Car- daiche di Giuseppe Ebreo, tradot-
lo destinò il locale e gran par- te in latino da Ruffino, sopra un
te de' beni ai gesuiti, i quali nel papiro egiziano del V secolo ; un
1572 vi aprirono collegio pubbli- Virgilio del Petrarca, con note
co, e coi denari del sauto, di Tom- scritte di sua mano, e con minia-
maso Crivelli e del municipio, fe- ture; il prezioso volume di Leo-
cero un maestoso edificio, eh' è nardo da Vinci, detto il codice At-
quello di cui .si è parlato, venendo lantico, restituito nel 1816 dalla
nel 18 IO disfatta la chiesa antica Francia dei tredici volumi che di
per dare spazio all' accademia. sua mano nel 1796 *i presero tra
L

46 M 1 MIL
le altre cose gii agenti della sua sotto opporlunissime discipline e
accademia nazionale, onde gli altri r insegnamento di celebri maestri e
dodici sono restati nella biblioteca professori, s' istruiscono nell' arte del
dell' istituto di Francia ; la cronaca canto, del suono ed
anche della
dei Papi, di Martino Polono; un composizione musicale: vi sono 1^
Dante su pergametìa del seco- XV piazze gratuite, 16 j)er i maschi
lo; il Decamerone stanipato nel e 8 per le donne, oltre ai posti di
1471 da Valdarfer ; il Virgilio pensione. Molti allievi si sono già
membranaceo stampalo a Venezia distinti sui pubblici teatri per sin-
nel 1470; una considerevole serie golare ed intelligente Or
capacità
della corrispondenza epistolare di secuzione della musica vocale ed
s. Carlo e del cardinal Federico; istrumentale. Il seminario maggio-
alcune cose di Galileo, ed altre ra- re o teologico, secondo il disposto
rità. E noto che dai paliinsesli di dal concilio di Trento, s. Carlo si
questa biblioteca si trassero le let- affrettò di aprirlo nel i564, che
tere di Frontone, e vari frammen- poi collocò nelle case presso il pon-
ti di Cicerone, che furono stampa- te di porta Renza, e lo dotò con
li dal dotto cardinal Mai, come alcune possessioni degli umiliali, e
anche l'Omero miniato, la versione con decime sui beni ecclesiastici ;

gotica della Bibbia di Ulfila, inter- Io diressero i gesuiti, poi gli oblati.
pretala e illustrata dal conte Ot- Per bene alloggiare gli alunni, s.
tavio Castiglioni, ed altre novità. Carlo nel iSyo cominciò la magni-
IVeir ultima sala della biblioteca si fica fabbrica, sul disegno di Giu-
ammirano varie produzioni assai seppe Meda, ampio quadrato eoa
pregevoli del pennello e della ma- portico a colonne binate di granito,
tita, distinguendosi il cartone raris- e riuscì uno de' pezzi più insigni
simo originale della scuola di Ale- dell' archilellura moderna in Mila-
ne dipinta nel Vaticano da Raffael- no. Da
questo seminario arcivesco-
lo, alcuni quadri di primi autori, vile dipendevano quel della cano-
e vari disegni a penna di celebri nica, quello sopra Arona fondalo
artisti e maestri. Il reggimento dal cardinal Federico, quel di Ce-
amministrativo della biblioteca Am- lana posto sul territorio veneto ,

brosiana è affidato ad una congre- quel di Monza e quel di Poleggio.


gazione di conservatori, tra i quali Non bastando il seminario mag-
senza elezione e in vita è un ec- giore al crescente numero de' chie-
clesiastico della famiglia Borromeo, rici, il governo restituì a tal uso
e mancando questo, il setolare an- la canonica. Questa fu istituita nel
ziano della medesima. Vedasi l' o- loSy fuori di porta Nuova al tem-
puscolo : La biblioteca ydmbrosia- po de' concubinari, acciocché ì pre-
na, epistola, del ci», ab. Luigi Po- ti migliori vivessero in comune,
lidori, Milano i83i. secondo i canoni. Vi si posero poi
La grandiosa canonica de' cano- gli umiliati, aboliti i quali, s. Car-
nici regolari lateranensi, unita alla lo ne fece un altro seminario di
chiesa della Passione, fu dal gover- 60 chierici sotto gli oblati ; il go-
no italico nel 1808 convertita in verno del 1798 r avea dichiarala
un conservatorio di musica, dove proprietà dello slato. Dopo la sop-
giovani dell'uno e dell'altro sesso, pressione del monastero e chiesa
MIL M1L 47
de' cislerciensi dedicata a s. Luca, la moglie di Barnabò, con belle

ì venne questo locale convertito in


un bellissimo ed utile stabilimento
per gli orfani militari, e fu aperto
decorazioni
te il

Urbano VI
marito nel
; indi dopo

l'erigesse in
la

i384 ottenne che


sua mor-

collegiata
nel 1802 sotto il nome di colle- con padronato, ma avverte il Ma-
gio militare di s. Luca. Il gene- rini, Archiatri, t. I, p. io4j che
rale Theuliè, in allora ministro tali grazie Regina aveva oUenute
della guerra, concepì il disegno di nel 1 383 dall' antipapa Clemente
questo benefico
stabilimento, e ne Vlf, con di più una ricca indul-
divenne più attivo e zelante pro-
il genza a chi visitava la chiesa. Il
tettore sino alla fine della sua vita. teatro della Canobbiana, così chia-
In esso stanno riuniti 3oo allievi, la mato dall'antica scuola di dialetti-
maggior parte figli de' bravi morti ca e morale filosofia, chequi vicino
sul campo onore o che furono
dell' esisteva, fondata da Paolo Canobio, fu
altrimenti benemeriti della patria. eseguito sul disegno del medesimo
La utilissima istituzione de' sordo- Piermarini, ma in più piccola forma :

muti, dalla munificenza governativa la facciata è bella e regolare, e l'in-


sostenuta, fu ultimamente traspor- terno comodo e ben decorato, poi-
tata da porta
Tosa ne! borgo di ché questo e quello della Scala
s. Calocero, e stabilita pel mante- hanno il vanto di aver veduto re-
nimento di trenta maschi ed al- staurarsi la pittura decorativa. Per
trettante femmine, nell' antico pa- mezzo di due archi comunica col-
lazzo Sforza-Pallavicino, espressa- r imperiale reale corte, e fu aperto
mente a tale uso riaccomodato. 1779. Sulla già soppressa
nell'estate
JN'el collegio di s. Filippo si dà alle chiesa di Salvatore fu eretto il
s.

fanciulle una compiuta, religiosa e piccolo ma elegante teatro Re, che


nobile educazione, potendo gareggia- prese il nome da Carlo Re suo posses-
re coi più distinti e rinomati delle sore, che lo fece costruire ultimamen-
principali città: fu istituito nel i8i i te con disegno del cav. Canonica, e
a spese dello stato. Per non dire di ridipinto nel i836. Ivi il buon ar-
altri collegi di femmine, nominere- ciprete Datco aveva nel 787 fon-
mo quello della Guastalla, di cui dato la chiesa di s. Salvatore, e il .

parlammo all'articolo Guastalline. primo spedale di trovatelli o bam-


Milano possiede sette teatri, li bini abbandonati che al mondo si
grande, detto della Scala, perchè conosca. Per essere nel centro della
eretto sull'area dell'antica chiesa città è assai frequentato il teatro
di s. Maria della Scala, è uno dei Carcano, così detto dal suo pro-
più grandi e magnifici dell'Euro- prietario Giuseppe, fu eretto nel
pa, con architettura del Piermari- 1 8o5 con disegno del cav. Cano-
ni, aperto ai pubblici spettacoli nel nica, ove anticamente esisteva la
1779, e recenleme?ite rimodernato chiesa e monastero di s. Lazzaro.
e dipinto, con due ampie sale e E assai elegante ed armonico, ma
molli comodi luoghi; riesce de' più poco frequentato per la sua lonta-
sonori, mercè la curva della volta, nanza dal centro della città, il teatro
liscia e poca centinatura. La
di di Lentasio, di semplicissima forma,
chiesa di s. Maria della Scala era così detto per essere slato costruito
stata edificala da Regina della Sca- nel i8o5 nel silo della soppressa
48 IVÌIL MIL
chiesa monastero del Lentasio
e della lana e quella delia seta fu*
eretti da un arcidiacono di quel ronvj introdotte nel ii48 dagli
cognome. Ove esistevano la chie- umiliali, quali alimentavano ses-
sa ed il monastero de' ss. Co- santamila operai pel lanifìcio, e
sma e Damiano sorge un elegan- quarantamila per le seterie. Rag-
tissimo teatro di' declamazione, e- guardevoli sono le fabbriche di
relto da una società che assunse il stoffe di seta in ogni generCj e con
nome di Filo-Drammatici. Per l'ad- oro ed argento; lavori in tali ed
dietro due erano i teatri delle ma- altri metalli ; istromenti di mate*
rionette, ma ora rimane quello solo malica, fisica, chirurgia, armi, ec. ;

detto del Fiando , dal nome del concie ed altre fabbriche; slampe-
proprietario, comunemente chiama- rie, librerie, litografìe; manifattu-
to Girolamo dal protagonista mon- re di fiori e frutta finti : alcune
ferrino. Da poco in qua se ne delle tante fabbriche sono premia*
pose uno corrispondente al ponte te e privilegiate. Oltre le chiese, i

de' Fabbri. palazzi ed i pubblici stabilimenti,


Fra le altre cose degne d'esse- si trovano in Milano anche presso

re vedute in Milano, si osservano le i privali cittadini non poche galle-


sedici colonne in marmo bianco rie, biblioteche e musei contenenti

d'ordine corintio, composte di quat- molti oggetti d' arte meritevoli di


tro che stanno lungo il cor-
pezzi, osservazione. Come la copiosa rac-
so di porta Ticinese, e che forma- colta di quadri della casa Castel-
no il monumento più grandioso barco, cominciata con quella de'con-
delle antichità Cre-di questa città. ti Simonetta, poi cresciuta conti-
desi una parte preziosaterme delle nuamente dagli attuali sontuosi
Erculee, fabbricate da Massimiliano possessori, ove in 22 locali sono di-
Erculeo. Le opere che trattano del- stribuitipiù di mille dipinti d' o-
le antichità di Milano sono nota- gni scuola, incominciando dall' età
te nella citata bibliografìa milane- di Cimabue sino ai viventi. La gal-
se. Il corso di porta Orientale ,
leria Borromeo ha oltre 4oo qua-
fiancheggiato di vari palazzi , il dri delle migliori scuole; le altre
pili gradito e frequentato tralte- più rimarchevoli sono le gallerie
uimento della popolazione. I pub- Lillo, Melzi, Archinto, Scotti-Galle*
blici giardini deliziosissimi , con rati , ec. Celebre è la biblioteca e
luoghi per .spettacoli popolari. 11 museo Trivulzio; fra le biblioteche
principio della strada del Sempio- private la Lilla è la più copiosa,
rie, opera delle più dispendiose e contando 3o,ooo volumi; le rac-
didicili che siasi intrapresa sotto il colte Verrij Taverna, Mulazzani,
cessato governo italiano. Le strade Beccaria l' armeria
;
Uboldo, com-
Monza, e quella Lombar-
ferrate di posta di mille e più pezzi d',armi
do-Veneta che conduce a Venezia. di difesa e da oflesa di epoche di-
Milano contiene in genere di fab- verse, riunita e messa in bell'or-
briche e manifatture lutto ciò che dine dal cav. Ambrogio Uboldo j

serve al bisogno, al comodo e al assai importante è la serie degli scu-

piacere della vita. Le arti mecca- di e degli elmi, la cui erudita de-
niche sono quivi lodevolmente col- scrizione fu nel 1839 e 1841 pub-
tivale al paro delle liberali ; 1' arie blicala dallo slesso colto possessore.
MIL MIL 49
11 museo del cav. Pelagio Pelagi, conti > la città ne fece acquisto
consistente in raonumenli antichi di nel iSrg. La congregazione muni-
nazioni e di epoche diverse; il cipale è composta d' un podestà, e
gabinetto mineralogico fondato in sei assessori, oltre il consiglio com-
sua casa dal conte Vitaliano Borro- posto di sessanta nobili, e principa-
meo, ec. ec. li negozianti. A spese della città è
Nel 12 15 per cura del podestà mantenuto un coipo di zappatori
Brunasio Porca novarese furono pompieri, istituito nel 181 1. llcarat-
compilati gli statuti di Milano, testi- teie morale de' milanesi li mostra
monianza di mero e misto impe- inclinati alla beneficenza, alla tran-

ro; magistrato supremo era allora quillità d'animo, ai comodi della


il podestà, risiedendo la sovranità vita, ai divertimenti, senza pregiu-
nel consiglio generale. Questi sta- dizio dell' industria, delle arti e
tuti civili perderono ogni vigore manifatture, e de' buoni studi, che
coir unità imposta dal codice Napo- distintamente vi si coltivano. La
leone, che aboPi ogni legislazione dovizia e bontà de' cittadini, e l<i

spontanea. Franchigia nazionale fu ricchezza degli stabilimenti pubblici


il senato, istituito da Luigi XII. provvedono generalmente alla classe
La congregazione di stato antica indigente. Il dialetto milanese di
terminò col 1796. Ab antico la fondo, grammatica e costruzione i-

città per stemma porta in bianco taliano, ritiene alcuni modi, paro-
la croce rossa, con ornalo di pal- le e pronunzie de' suoi diversi do-
me e ulivi, simbolo di pace e di minatori, e moltissimo dei trova-
guerra. L* arma viscontea, che fu dori o poeti provenziali che canta-
quella dello stato^ ed ora è dive- rono le armi, gli amori, le cortesie.
nuta propria del regno, è la biscia L' attuale popolazione della cit-

d'azzurro in campo d'argento, con tà di Milano e de' Corpi santi


fanciullo rosso nascente dalle sue ( villaggi presso diverse porte ) è di
fauci : di sua origine parlammo nel circa 200,000 anime; anticamente
Tol.XXIX, p. 59 del Dizionario. però era assai maggiore, e nel se-
Lo stemma ecclesiastico della città colo XV
contava quasi 3oo,ooo
e diocesi di Milano si compone abitanti ; ma le guerre e le pesti-
delle immagini di s. Ambrogio in lenze ad un tempo ne diminuiro-
mezzo ai ss. Gervasio e Protasio, no non solo la grandezza e l'opu-
coir epigrafe Tales ambio dejen-
: lenza, ma anche la popolazione.
sores. Il palazzo della città, nomi- Nello spazio infatti di 666 anni,
nato Broletto, stava in piazza dei cioè dal 964 al i63o, la città ven-
Mercanti, ove ancora sorge la tur- ne afflìtta da contagiose pestilenze
re della campana del comune, che per quattordici volte, fra le quali
ogni sera suona la rintoccata ; ia la più crudele fu ne' tre anni che
prima fu dov' è la corte. La torre precedettero al i363, che secondo
fu eretta nel 1272 da
Napoleone riferisce Pietro Azario vi perirono
della Toire, e fu abbellita dal pode- 75,000 persone; fatale fu quella
stà Bossi. Quello dove ora siede la ancora del 1461 che die origine
municipalità, vastissimo corpo aper- al lazzaretto; quella del 1576 in cui
to in due ampi cortili a portico, rifulse il prodigioso zelo di s. Carlo
fabbricato da Filippo Maria Vis- Borromeo; e nell'ultima del i63o
voi. xi\. 4
, 1

5o MIL MIL
morirono 20,000 persone. Circa Poeti, DoUino, Bellincioni, Biffi, Vis-
25o sono gl'israeliti ed altrettanti conti, Raineri, Maggi, Alessandro
gli acattolici. Tn Milano l' aria vi è Verri, Parini, Monti. Medici, Piro-
salubre, né frizzante, né rilasciata, vano, Varese, Sacco, Rasori. Mili-
massime dopo che furono tolte le tari, i Torriani, i Visconti, i Tri-
risaie dalle sue vicinanze. A p. 877 vulzi, Serbelloni, Medici. Scienziati
della bibliografia milanese, dell' o- e scrittori diversi,, Maino, Piatti,
pera citata, sono riportale le storie Paciolo, Maioragio, Alciato, Carda-
di persone illustri o nobili fami- no, Benzoni, Busca, Cicerano, Ot-
glie milanesi. Molli santi e sante tavio Ferrano, Gregorio Leti scrit-
milanesi accrebbero i fasti della tore maligno. Cavalieri, Ceva, Bec-
Chiesa, su di che si possono vedere caria, Frisi, Lecchi, Pini, Regi, O-
Bosca, Martyrologinm ecclesiae Me- riani, Sacchi, Carpani, Marchesi,
diolanensisy i6g5. Sormani, La Carli, Gioia,Romagnosi, Custodi ;
gloria de sand milanesi, 1 761, Fio- e tra le donne la celebre Agnesi
rirono altresì gran numero di mi- che ottenne vma cattedra di ma-
lanesi nelle armi e per valorose tematica nell'università
di Bolo-

imprese, nella lelleralura e nelle gna, e la famosa Manzoni che s'il-


belle arti, di cui discorrono le o- lustrò nella poesia. Nelle arti e nel-

pere bibliografiche notate a p. 384 le scienze tuttora fiorisce un eletto

e 385. Tra gli altri nomineremo^ numero di chiari ingegni. Milano


il poeta Ialino Cecilio Stazio, lo diede alla Chiesa universale, oltre

storico Valerio Massimo, Salvio Giu- uu grandissimo numero di vescovi,


liano compilatore dell' Editto perpetuo cinque sommi Pontefici, cioè Ales-

e prefetto di Roma, gl'imperatori ro- sandro Il Baggio o Badagio, Ur-


mani Elvio Pertinace e Giuliano Di- bano III Crivelli, Celestino IV Ca-
dio, ed oltre nominati di sopra ed
i
stiglioni. Pio IV Medici, e Grego-

altri che ricorderemo, fra gì' innu- rio XIV Sfrondati oriundo di Cre-
merabili illustri milanesi registre- mona; ed al sacro collegio i se-

remo i seguenti. Nella storia, Co- guenti cardinalij ad ognuno de'qua-


rio, Calco, Ripamonti, Giulini, Oslo, li premetteremo l'epoca dell' esalta-

Puricelli, Verri, Allegranza, Fuma- zione, e tulli còme i Papi hanno


galli, Bianconi. Nell'architettura, le loro biografie.
Giambattista e Sanlo Corbelli, So- 1061
s. Anselmo Buggio o Ba-
lerò, Agrippa, Giacomo della Por- dagio. 1088 Conte. II 38 Tom-
ta, Tibaldo, Bassi. Nella pittura maso. II 44 s- Guarino Foscari.
parecchi usciti dalla scuola del Vin- 1 55 A rdizzone Rivoltella. ii65 s.
ci, Lomazzo, Crespi, Campi, Pro- Caldino Valvassi-Sala. 1 lyS Uber-
caccini, Bossi, Appiani. Nella scul- to Crivelli, poi Urbano III. 1182
tura, Marco Agrato, Girolamo e Albino. 198 Uberto Tcrzago, U-
I

Guglielmo della Porta, Buonvicino, berto Pirovano. 1227 Goffredo Ca-


stiglioni, poi Celestino IV. 1^44
Rusconi, Albertolli. Altri artisti,
Caradosso, Saracchi, Cristiano Sanlo Goffredo Castiglioni. 1281 Glusa-
Agostino, Guzzi, Domenico dc'Cam- nio Casati, 1288 Pietro Pcregrossi.
mei, Giovanni delle Corniole, Ja- 1375 Simone Brussani. i4i Bran- «

copo da Trezzo, Birago, Rossi, Del- da Castiglioni. 14^9 Gerardo Lan-


finoue, Paladini, Pigino, PcUizoue. driani de' Capitani. i456 Giovanni
MIL MIL 5i
Casliglioni. 1473 Giovanni Arcim- Antonio Eugenio Visconti. 1776
boldi. i483 Gianiacopo Scalfenali. Giovanni Archinlo, Angelo Maria
1484 Ascanio Maria Sforza. i493 Burini. 1789 Ignazio Busca. 1794
Giannantonio Sangiorgi. 5oo Anto-
1 Antonio Bugnani. 1801 Gian Fi-
nio Trivulzio. i5i7 Scaramuccia lippo Gallerati Scolti, Lorenzo Lil-
Trivulzio, Agostino Trivulzio. i535 la. 1802 Carlo Crivelli. 1804
Jacopo Simonetta. 154^ Giovan- Carlo Opizzoni.
ni Moroni. i544 Francesco Sfon- Fuori delle mura di Milano
drati . 1^49 Giannangelo Medi- crescono i boi-ghi e nominatamen-
ci, poi Pio IV. 1557 Antonio Tri- te quello degli Ortolani e quello
vulzio. i56o Giannantonio Ser- di s. Goliardo. Importantissimi so-
belloni, s. Carlo Borromeo. i56i no i contorni del contado di Mi-
Lodovico Simonella. i565 Carlo lano, ma solo accenneremo alcuni
"Visconti, Francesco Abondio Casti- de' principali. Un miglio circa da
glioni, Alessandro Crivelli, France- Milano \i è la strada che riesce
sco Alciato, Francesco Crasso. ìS'jS due miglia all' abbazia di Chiara'
Renato Birago. i583 Nicolò Sfon- valle [J^edi). II monastero andò in
drati, poi Gregorio XIV. i587 Fe- parte distrutto, avendovi cessato i

derico Borromeo. i588 Agostino cisterciensi nel 1797; la chiesa è


Cusani. 1^90 Pietro Emilio Sfon- delle più notabili della diocesi. Fu
drato. iSiQi Flaminio Piatti o Pla- edificala sulle rovine d' una più.

to. iSgS Alfonso Visconti. i6o4 vecchia verso il fine del secolo XllI,
Ferdinando Taverna. 1621 Giulio ed è di quello stile che dicesi go-
Roma. 1629 Teodoro Trivulzio. tico, divisa in tre navi, attraversata
i633 Cesare Monti. i652 Luigi in cima da un lungo braccio che
Alessandro Omodei. 1 654 Giberto gli dà figura di croce La na- .

Borromeo, i657 Camillo Melzi. ve maggiore è tutta dipinta dai


i6(36 Alfonso Lilla. 1667 Vitalia- fiamminghi, e finisce nel coro con
no Visconti. 1670 Federico Bor- sedili di noce diligentemente inta-
romeo. 1681 Federico Visconti. gliali. L' altare maggiore ha pre-
i6go Ferdinando d' Adda, Luigi gevole dipinto, de' quali nelle cap-
Omodei. iGgS Jacopo Antonio Mo- pelle ed altrove ve ne sono altri.
rigia, Federico Caccia, Celestino Vi è la cupola con campanile con
Sfondrali. 1699 Giuseppe Archinlo. bei lavori: quivi ebbero sepolcri i

1712 Agostino Cusani. 1713 Be- Torriani, gli Archinli ed altri. Nella
nedetto Erba Odescalchi. 1715 strada Pavese, un miglio lunge il

Bernardino Scotti. 1717 Giberto famoso castello di Binasco, sorge la


Borromeo. i73g Gaetano Stampa, Certosa ( Fedi ) della di Pavia,
Marcellino Corio. 1 743 Gioacchino uno de' più sontuosi edifizi d' Eu-
Besozzi, Giuseppe Pozzobonelli. 1 747 ropa. Bice il Marini, Archiatri t.

Gio. Battista Mesmer. 1753 Fabri- I, p. io5, che Gian Galeazzo Vis-
zio Serbelloni,*Gio. Francesco Stop- conti , disgustato di Urbano VI
pani, Carlo Francesco Burini. 1756 perchè non potè avere il titolo di
Alberico Archinlo. 17^9 Ignazio re, seguì le parti dell' antipapa
Crivelli, Antonio Maria Erba Ode- Clemente VII, quando con affetta-
scalchi, Giuseppe Maria Castelli. la ed apparente religiosità gli fece
1766 Vitaliano Borromeo. 1771 cader nel pensiero di Tuler edifica-
Si MIL MIL
re la magnifica Certosa di Pavia, no due cappelle sontuosamente or-
con un tempio di quaranta altari nate in angolo vedesi il mausoleo
:

per ofFerirvisi giornalmente altret- del fondatore, ricchissimo di scol-


tanti e più sacrifizi, la qual cosa ture. Il magnifico monumento dì
fu subito dall'antipapa approvata Gian Galeazzo , isolato , è uno
con bolla degli i r luglio i 394, die de' più grandiosi per la mole e
riporta nel t. II, p. 53, avvertendo per merito d' arte. A molte finestre
che r ignorò lo stesso p. Tromby. sono bellissimi vetri colorati ; ed
Però la prima pietra vuoisi gettata agli altari laterali dei bracci della
da Gian Galeazzo agli 8 settembre croce,sono quattro stupendi can-
1396. Il Visconti verso il 1399 vi delabri di bronzo. La cupola è tut-
chiamò i certosini che compirono ta dipinta a buon fresco. Ricca ba*
splendidamente V edilìzio vi stet- , laustrata sta innanzi all'altare mag-
tero fino al 1782, e vi furono re- giore, il quale è tutto commesso a
integrati nel 1843. Del tempio al- gemme, e fregiato di vaghissime
cuni reputano architetto Enrico scolture. Sono degni pur di consi-
Gamodia, altri Marco da Campio- derazione la vecchia e nuova sacre-
ne lo stile non gotico tedesco, ma
: stia, il lavatoio e il refettorio de'mo*
piuttosto di quello che allora do- naci gran chiostro coi ventiquat-
; il

minava, ha queir eleganza che sul tro con orticelli per


casini isolati,
principio del secolo XV appariva le abitazioni de'religiosi, ispira vene-

in tutte le arti del disegno. Ha tre razione e raccoglimento. La Certosa


navi e forma di croce latina; la forma come il Vaticano una piccola
facciata di stile bramantesco fu co- città.Benché soggiacque a molte
minciata nel 147^ ^^^ disegni di dilapidazioni, questo monumento è
Ambrogio da Possano, adorna di ancor grande. Prima di questa ce-
gran numero di scolture ed orna- lebre Certosa, nella strada del Sem-
ti più squisiti del secolo XV. La
i pione altra n'era stata fondata nel
porta che mette al tempio è ope- i349 da Giovanni Visconti arcive-
ra d' Agostino Busti, ricca di su- scovo e signore di Milano , finita

perbi fregi e storie a bassorilievo, nel i353, quando il Petrarca di-


fra le quali primeggiano la fonda- morava presso il Visconti ; più vol-
tione fatta dal Visconti, e il tras- te si restaurarono la chiesa e il

porto delle di lui spoglie mortali monastero questa chiamasi la Cer-


:

nel tempio, la cui interna veduta tosa di Garegnano.


è veramente maestosa. La volta è Il Lago maggiore o Verha'
dipinta ad oro ed oltremare con no, sulle sue riviere , sui mon-
stelle d'oro; i piloni rivestiti di ti e nelle valli circostanti offre
marmo, fregiali di statue; le quat- i più svariati prospetti , e vi si

tordici cappelle nelle navi ornate di vedono i begli orrori selvaggi del-
preziosi marmi, di tavole, di affre- le Alpi, e le bellezze pittoresche
schi, di bassorilievi, di paliotti di dell'Italia: sponda orientale ap-
la
squisito lavoro. Un cancello magni» partiene al regno Lombardo-Ve-
fico introduce alla crociera del co- neto, da Sesto a Pino; l'occiden-
vo, che precede il santuario gli ;
tale agli stati sardi sino a Bris-
stalli ne sono intagliati con artifi- sago; e fra Brissago e Pino ambe-
cio finissimo. Nella crociera spicca- due le sponde al cantone svizzero
MIL MIL 53
del Ticino. Questo lago, nno ilei a cui conduce un'agevole via sparsa
più ampi d'Italia, è nutrito spe- di alcune cappelle. Fu innalzato
cialoienfe dalla Toce e dal Ticino; nel 1697 a spese degli abitanti
ha acque trasparenti che contengo- de' contorni e della famiglia Bor-
no varie specie di pesci e delle romeo. La statua ha 28 metri d'al-
alcune delle quali grandissime,
tratte, tezza, e 20 il piedestallo di granito:
In ampio seno si presentano sulla testa, piedi e mani sono di bron-

riva orientale Aligera, Arona sul- zo fuso, il resto di grosse lastre di


r occidentale, che si fanno una
l' rame, mentre le barre che queste
all'altra prospetto, gloriose ambe- sostengono fanno scala per salir si-
due del nome de' Borromei e ver- ; no al capo. 11 disegno è del Cera-
so la metà delia riva occidentale no, l'opera di Siro Zanella pavese
evvi la baia delia Toce, ove si tro- e di Bernardo Falconi higanese;
vano le famose /.yo/e Borromee. Art- mirabili le proporzioni. Valicata a
gtra ha favolosa origine, chiamossi sinistra del Lago maggiore la pun-
anticamente Stazzona, vi fu stazio- ta di Belgirate, si è in quel seno
ne militare, poi emporio di fiorentis- del lago in cui sorgono le dccan-
simo commercio. I conti di Ange- tate Borromee, che
isole vedonsi
ra o Angleria ebbero origine, se- emergere come un mazzo di fiori,
condo la tradizione, dai re longo- Prima presentasi alla vista l'isola di
bardi, ed a loro si attribuisce la s. Giovanni, segue l'isola Madre che
costruzione della rocca. L' arcive- sorge in mezzo del seno, poi l' iso-
scovo Ottone Visconti, toltala ai la Bella, già Isabella dal nome di
Torriani, la fece rifabbricare ed or- una d' Adda moglie di un Borro-
nare di pitture allegoriche alla bat- meo, che in parte nasconde la Su'
taglia da lui vinta a Desio. Dopo penare. L' isola di s. Giovanni del-
Ottone, i Visconti e gli Sforza pre- ta Isolino, e la Superiore che di-
serò il titolo di conti d'Angera, an- cesi anco de Pescatori, fanno bei
zi usarono conferirlo ai propri pri- contrasto colla sfoggiata magnifi-
mogenili. Filippo Maria Visconti nel cenza delle isole Bella e Aladre, e
1439 die in feudo questa signoria questa resa più vaga dalla natura
ai Borromei, che tennero molla cu- fa bel contrasto con quella, in cui-
ra della rocca, ed il cardinal Fe- r arte raccolse tutti i suoi ornamen-
derico, rivendicatala dal fìsco, la in- ti, ingegni e graziose bizzarrie. Fu
grandì e vi aggiunse nuovi edifizi. il conte Vitaliano Borromeo che
11 giardino contiguo ha romane e- nel 1637 trasformò tale scoglio in
pigrafi. Feudo de' Borromei fu pu- un luogo di ricercate delizie, con
re Arona, nella cui rocca atterrata dieci giardini posti a scalinata, con
nel 1800, nacque s. Carlo; accre- ridente selva d'aranci, di folto bo-
sciuta a' dì nostri dal trafilco, eb- sco d'allori, di torri, d'archi, di
be titolo di città. La maggior sua statue, e d' un grandioso palazzo
chiesa è di corretto stile. Il nuovo ove sono profuse tutte le squisitez-
teatro, le pubbliche scuole, le bel- ze, i cui formano un
sotterranei
le case e le pulite vie, la rendono appartamento a musaico da stupo-
pregevole. Lustro maggiore le viene re. Inoltre nell' isola Bella è una
dal famigerato colos>o di s. Carlo, galleria con pregiate tavole; ed in
che sorge sopra un prossimo colle, quella Madre sonovi cinque giav-
54 MIL MIL
dini, ed ampio bosco d' allori, d'a- da, ». Maurizio, s. Gerardo. Gran-
beti e cipressi. dioso è il seminario, con due por-
Faremo per ultimo parola di tici di 88 colonne di granito ; ele-
Monza , oltre quelle dette altro- gante il teatro, bello il ponte sul
ve, come all'articolo Corona fer- Lambro, ampio il collegio de' bar-
rea, ove dicemmo di essa e del nabiti, ragguardevole il palazzo mu-
tesoro della basilica di san Gio- nicipale, importante l' archivio. I

vanni Battista, edificata dalla regi- dintorni offrono una serie di ame-
na Teodolinda, la quale in essa ri- ne ville, oltre la villa reale, delizia
pose i doni di s. Gregorio I, ac- degna di principi e rinomata in
cennati air articolo Longobardi. tutta Europa; il parco reale è uno
Monza romani fu chiamata
sotto i comprendendo
de' più vasti d'Italia,
Moguntia, perchè Augusto ne fece ri,ooo pertiche di terreno. 11 pa-
un luogo di ritiro pei soldati che lazzo venne eretto nel 1777 dal-
aveano combattuto aMagonza; poi l'arciduca Ferdinando con disegno
fu detta Modoelia, e Teodorico re di Piermarini, ove l' Appiani di-
de' goti vi eresse un palazzo. Sotto pinse la favola di Psiche.
I longobardi divenne la favorita re- Milano, Mediolanwn, già capita-
sidenza d'alcuni loro re; e Federi- le di tutta la Gallia Cisalpina
co I v'ebbe un palazzo. Soggiacque a [f^edl), e più. volte residenza degli
varie vicende, secondo che fu con- imperatori occidentali e de' re di
traria o favorevole da a' milanesi : Italia, non che capitale dell' Insu-
Carlo V
venne data in feudo ad bria, nome antico di quella porzio-
Antonio di Leyva governatore di ne della Lombardia [T^edi) fra l'Ad-
Milano, indi fu da Antonio venduta da e il Ticino, i cui popoli chia-
per 3o,ooo ducati ai conti Durini, maronsi insubri, i quali secondo
ed ora ha titolo di città ; e per Tito Livio erano celti o gauli è ;

industria, popolazione, e vanto di vero però che sotto il nome d' in-
antiche e recenti memorie primeg- subri si comprendevano pure mol-
gia fra tutte le terre del contado ti popoli, i primi de' quali erano
milanese. La basilica fu ingrandita venuti dal nord ; sembra che il lo-

nel secolo XIV coi disegni di Mat- ro nome primitivo fossero ombri,
teo da Campione. La facciata di significante nella loro lingua valo-
stile gotico, di marmi bianchi e l'osi.Vaghe ed incerte sono le o-
neri, con bassorilievi, statue e a- pinioni del nome Milano, come sul-
rabeschi, ha sulla porta maggiore la origine de' primi abitatori del
la statua in rame dorato del Pre- suolo milanese. Risalgono alcuni al-
cursore. L'alto campanile è gran- le origini etrnsche, e supponendo
diosa fabbrica del Pellegrini, che Olenio 0(1 Olano Galeno, lucurao-
disegnò pure 1' elegante batlisterio. ne etrusco, venuto nell' Insnbria,
Il tempio ha tre navi, ed è adorno altro capo introducono di quella
.di assai pregevoli dipinti: l'altare nazione detto Medo, e da que'due
maggiore disegnato dall' Appiani, è nomi riimiti, deducono quello di
ricco di paliollo d' argento dorato, Milano o Mediolano, come accenna
con bassiriliovi ,
gemme e snaalti. r Alciali. Altri la credono così det-
Delle altre chiese di Monza, le più ta quasi in medio aniniiim, perchè

ipler^ssanti sono s. Maria in Islra- posta tra i c|M6 fi unii Ticino ed


MIL MIL SS
Adda; ricorrono altri ad origini gali che istituite do-
dagli etruschi,
verrebbe quel-
celtiche, dalle quali dici città chiamarono Etruria nuo-

la denominazione ad indicare una va, abbiano questi ultimi ad essere


città posta in mezzo alle terre ed considerati come i principali abi-
alle pianure, ecome ora direbbesi latori del milanese, sembra essere

mediterranea. Sembra priva di fon- quasi una certezza che Milano, si-
damento la supposizione del ritro- tuata nell' Insubria, sia stata fooda-

vamento di una troia col tergo la- ta od almeno ingrandita nell'anno


nulo solo per metà, all' epoca in Sgo piima di Gesù Cristo, da Bel-
cui Beiloveso determinossi alla fab- loveso capitano dei gallo-insubri
bricazione o piuttosto alla riediQ- nell' Italia (redi) superiore, e ni-
cazione di Milano ; si abbracciò tut- potè di Ambigato principe de' cel-
lavia quella tradizione, confermata ti. Beiloveso con una banda di bi-
dai versi di Ciaudiano e di Sido- turigi, edui, arverni, gessati e am-
nio Apollinare perchè riguardan-
,
barri,dopo aver cacciato dal pae-
dosi Milano a qualche epoca come se gli etruschi, colla pacecom|M le
una seconda Roma, vi si trovò u- opere di essi. Ogni borgata ebbe
na certa conformità con Roma me- un capo gallo; con rozza e robusta
desima, ponendosi la troia quasi al religione veneravano le forze della
confronto colla lupa allattatrice di natura, imponendo i druidi leggi
Romolo e Remo. Se però è vero e superstizioni ai Quanto
popoli.
che i galli giunti in Italia, cogli in- fossero fieri lo provò Roma, che
subri si collegarono più facilmente, salvata dai valorosi difensori della
perchè trovarono il nome unadi patria, costituì un tesoro apposta
città corrispondente a quella di un da non toccare se non quando i

loro boigo o villaggio, sotto il no« galli minacciassero,


me di Milain, presso Autun, con- Da prima Milano non fu che un
viene supporre il nome di Milano borgo, ma ben presto divenne il
più antico della venuta de' galli, luogo principale de' galliinsubri-ci-
Alla tedesca lingua di quei popoli, salpini ; il perchè conoscendo Ro-
May-lnnd, o paese di maggio, e ma non potersi tenere sicura fin-
propriamente in gallico 3Ied-lan, che non dominasse la Gallia Cisal-
fertile paese, e Mcl-lan, in mezzo pina, com'essa intitolò 1' Insubria,
alle pianure, onde altri Medioln- perciò Lucio Furio e Caio Flami-
niim si riscontrano in Francia. Om- nio consoli romani varcarono il Ho
mettendo le opinioni che alcuni coli' esercito ; ma sconfitti si rifu-
storici e filologi ci lasciarono sui giarono tra' cenomani, dalla Gai-
primi abitatori del suolo milanese, lia venuti sul bresciano e sul ve-
e non disputando se tal preminenza ronese, i quali disertando la cau-
si debba accordare, secondo Stra- sa nazionale, s' allearono ai ro-
bone, ai primi discendenti di Noè, mani, che senza tregua molestava-
o agli orobii, secondo altri, oppu- no 1' Insubria. Allora i galli ten-
re agl'insubri, la cui principale re- tando l'estremo caso, nel 123 fu-
sidenza dicesi essere stata nel luo- rono vinti da Marco Claudio Mar-
go chiamato Hnudii Campi o Ca- cello e Gneo Cornelio, e Virido-
stel Seprio, e passando stil diilibio maro ultimo re de' galli-cisalpini
se quei due popoli vinti e soggio- restò ucciso sul campo, indi Mila-
.^6 MIL MIL
no soccombette ai vincitori, e Mar- essere tutto mirabile, abbondanza
co vi entrò trionfante. Dopo che d' ogni cosa, belle case, doppio mu-
Mario a Vercelli sbaragliò una nuo- ro, circo, teatro, templi, palazzo,
va irruzione di cimbri, dal conso- zecca, terme, marmorei portici, fe-
le Publio Cornelio Scipione Nasica, condi ingegni, costumi all' antica,
l'anno 191, seguita la ritirata di per cui quasi non avea di che in-
Annibale (il quale da Milano ave- vidiare Roma. Frattanto non solo
va ricevuto opportuni soccorsi), la l'evangelo erasi propagato in Mi-'
Hallia Cisalpina fu ridotta a pro- lano e nella regione, ma fioriva
vincia, e Milano fu onorata del ti- nel sangue de' suoi martiri, e Co-
tolo di primaria città dell' Insubriaj stantino imperatore nel 3i3, dopo
soggetta però a leggi e magistrati aver dato in Milano sua sorella in
romani; e sotto il consolato di isposa a Licinio imperatore, vi pub-
Pompeo fu onorala del nome di blicò la legge ove tollerava qua-
seconda Roma, come la più ricca lunque religione, primo passo a
e maestosa delle altre città della render dominante la vera, legitti-
provincia. Tra gli altri l'ebbe in mando l'esercizio del culto cristia-
governo Cicerone, e poi Bruto cui no. Inoltre dividendo Costantino
i milanesi eressero una statua. Giu- l'Italia in due parti, stabilì Milano
lio Cesare già nell' anno 4^ avan- capitale della settentrionale, e la
ti la nostra era, avea concessa la residenza di un vicario distinto cbe
cittadinanza romana alla Gallia governava sette provincie: la Ligu-
Cisalpina, e ftlilano venne ascritta ria nella quale era compreso il mi-
alla tribù Onfentina, perciò teneva lanese, l'Emilia, la Flaminia, ii
comizi propri, e raccolti i voti li Piceno annonario, la Venezia col-
mandava suggellati a Roma, per r Istria, le Alpi Cozie, e le due
valere come fossero dati di presen- Rczie.Continuando Milano ad au-
za. impero
Neil' la Gallia restò
, mentare in ricchezza e magnificen-
sottor immediata tutela del senato za, giunse al suo più alto grado
romano, e solo a' tempi di Adria- di splendore, a segno che gli stes-
no vi fu spedito un prefetto, pro- si imperatori vi fissarono la loro
teggendo il popolo i difensori della ordinaria residenza nel secolo IV e
città, specie di tribuni. Ad abbat- e nel principio del V.
tere dominio di Roma,
il germa- i Parteggiando l'imperatore Co-
ni minacciarono le sue provinole e stanzo per gli ariani nemici di s.

J' Italia, onde sembrò agl'impera- Atanasio, e trovandosi in Milano,


tori necessario risiedere più vicino ivi nel 355 fece con violenza con-
alle Alpi. Prima vi stavano a tem- durre il Papa s. Liberio, ma non
po, poi quando la difesa rese ne- gli riuscì abbandonar la di-
fargli
cessario dividere l'impero, Massi- fesa di s. Atan.'tsio, onde 1' esiliò in
miano Erculeo vi si fermò sta- Tracia. Nel 365 gì' imperatori Va-
bilmente, cìnse di mura la città, e lentiniano I e Valente, essendosi
l'abbellì nell'anno 2^5 della no- tra loro diviso l'impero, il primo
stra era, poscia abdicò all'impe- si tenne la parte occidentale, e non
ro nel•
3o5. Il poeta e console in Roma ma in Milano fermò la

Ausonio quindi celebrò in versi le sua sede. L' itnperatore Valenti-


sontuosità di Milano, dicendo ivi niano II incaricò s. Ambrogio di
MIL MIL 57
tlissuadere 1' imperatore Massimo sotto dominio di essi, che incomin-
il

dall' invadere 1' Italia, e di doman- ciarono quel regno che lasciò il no-
dargli il cadavere .dell'ucciso im- me al paese, scegliendo per sede Pa-
peratore Graziano; e morendo gli via. Il re Alboino impose a Mila-

lasciò raccomandati i suoi figliuoli. no per duca uno de'capi dell' eser-
Il santo in più incontri con sacer- cito, che sparli fra' suoi fidi le

dotale franchezza parlò all'impera- terre, e gli abitanti ridusse a con*


tore Teodosio I mentre era in Mi- dizione di servi : il duca pose sua
lano, e gli vietò la comunione e corte a Cordusio, curia diicis, epo-
r ingresso alla basilica Porziana do- ca fatale e terribile, in cui restò
po l'eccidio di Tessalonica. Avendo Milano oppressa e negletta. Il Pa-
Teodosio I spartito in due tutto pa Adriano I, avendo invocato il
r impero, Costantinopoli fu metro- soccoi-so di Carlo Magno, questi
poli dell' orientale , dell' occiden- coir imprigionamento del re Desi-
tale Milano , da cui dipendeva- derio, nel 773 o poco dopo die
no l'Italia, l'Africa, la Gallia ,
termine al regno longobardico, e
Spagna, la Bretagna, il Norico,
la principio a quello nuovo d' Italia.
la Pannonia, la Dalmazia e mezza I longobardi aveano tenuto il cle-

Illiria. Ma venendo presa e sac- ro in assoluta soggezione, e Carlo


cheggiata Milano nel 4^2 da Atti- Magno per consolidare il suo pò-!

Io re degli unni, cessò di essere tere lo léce intervenire alle assem-


residenza degl' imperatori, come blee, considerandolo come gli altri
cessò allora di essere metropoli del- possidenti. In tal modo crebbe l'au-
l' Insubria. JVel 4?^ cadde in po- torilà episcopale, e l'arcivescovo
tere deglicomandati da O-
eruli di Milano divenne il personaggio
doacre, che si proclamò re d'Ita- più ragguardevole di Lombardia, e
lia, dando termine all'impero d'oc- contrappeso all'armata potenza dei
cidente. Nel 493 Teodorico re dei conti, ciò che il popolo vide vo-
goti se ne fece padrone, ma la lentieri.

maggior depressione della città ed In processo di tempo, sotto i de-


il più grande suo avvilimento fu boli successori di Carlo Magno,
nel 539, quando soggiogata da U- l'arcivescovo di Milano cogli altri
raia nipote e generale di Vitige, vescovi più volle elessero il re in
trovossi spogliata de' suoi abitanti, Lombardia. Il magnanimo arcive-
i quali, escluse le donne date ai scovo Ansperlo da Biassono, ricinse
borgognoni, furono tutti crudel- la città di forti mura, verso 18 79,
mente Tanto fece Uraia
trucidati. la ristorò dalle passale rovine, l'ab-
considerando Milano ribelle e par- bellì con edifizi, e singolarmente
teggiare per gl'imperatori greci che coH'atrio di s. Ambrogio. I vesco-
pretendevano l'Italia. In fatti, -ve- vi fatti potenti, conferirono la coro-
nuti Belisario e Narsete generali na d' Italia non più a stranieri^
di Giustiniano I, la città divenne ma ad italiani, nelI'SSS per cui
suddita degl'imperatori d'oriente, e Berengario duca del Friuli fu co-
inoh'i de' fuggili ripalriarono. Men- ronato dall'arcivescovo Anselmo.
tre Narsete cominciava a ricingerla Gli disputarono quella dignità i re
di mura, venuto in Italia nel 568 di Geimania; poi Lamberto duca
Alboino coi longobardi, Milano passò di Spoleto, eletto da una fazione
58 MIL MIL
contraria all'nrci vescovo di Milano, di s. Ambrogio. Ottone I per repri-
assediò anche e prese Milano nel- mere i suddetti signori feudatari irre-
r8g6. Qui cominciarono le gare quieti, per farsi amici i comuni rico-

fra vari re, duranli le quali l'ar- nobbe i privilegi che già eransi pro-

civescovo e il popolo crebbero di cacciati. Quando Landolfo arcivesco-


importanza perchè gli emuli cer-
,
vo ottenne l' intera giurisdizione di
carono amicarseli con doni e pri- conte di Milano, e nominava i

vilegi. Intanto sopraggiunsero gli magistrati, i nobili si opposero, ma


unni a devastare le campagne, e falliti nell'impresa accettarono feu-
Milano si accrebbe colla distruzio- di da esso. Divenuto arcivescovo
ne di Pavia ordinala nel 924 da Eriberto da Cantù, pretese ch'essi
Berengario condottiere degli unga- fossero suoi vassalli, e vintili nel
li o unni nel 945 vi si tenne la
: io36 invitò Corrado II re di Ger-
prima dieta per l'elezione del re mania a venire per la corona di

d' Italia, Passata nel 962 la coro- ferro, e Io trattò splendidamente e


na imperiale ai tedeschi, fu l'Italia lo fornì di truppe per soggiogare
unita alle sorti di Germania (P'c i pavesi Ingelosito l' imperatore
.

di), non perchè gl'imperatori pro- della potenza clericale, imprigionò


priamente la padroneggiassero, ma ne Eriberto che fuggito rientrò \a Mi-
aveano l'alto dominio, governando- lano per difendersi, e per mante-
si i principati, le repubbliche e si- nere l'ordinanza militare inventò il

gnorie a proprio piacere, solo ob- carroccio, sul quale pose lo sten-
bligati all'omaggio di sovranità e dardo Ambrogio, come si
di s.

al servigio militare. Gli elettori del- disse Carrozze ed al-


all'articolo
l'impero sceglievano il re di Ger- trove. L'arcivescovo nel loSy trion-
mania, che ad Aquisgrana prende- fò dell'imperatore e de'noljili, che
va la corona d'argento; poi sceso dovettero sottomettersi, talché tro-
in Italia, i signori e vescovi lo ri- vandosi sotto la giurisdizione mede-
conoscevano, indi consecrato re d'I- sima i liberi cittadini e i vassalli, re-
talia a Milano o a Monza colla stò costituito il libero comune. Osser-
corona di ferro dall'arcivescovo di va il Muratori che i milanesi furono
Milano, passando a Roma vi rice- de'primi a mettersi in libertà, cac-
vea dal Papa la corona d'oro e il ciando i ministri cesarei ed eleggen-
titolo d'imperatore: i lombardi gli done de'propri, prendendo qualche
pagavano il viaggio, e l'imperatore forma di repubblica. Le guerre in-
«e n' andava e spesso non ricom- testine prodotte dai simoniaci e
pariva più , e i signori tornavano a nicolaiti diei'ono 1' ultima mano
fare ogni loro voglia come indi- all'emancipazione della plebe mila-
pendenti ; cose tutte trattate a'ioro nese; già avea cacciato di città col
articoli, conje Coronazione, Impero, loro capo Lanzone, Eriberto nel
ed altri relativi. Francesco Vedasi io4'2. Verso questo tempo si ripor-
Antolini: Dei re d'Italia inaugU' ta la primaria origine de' famosi
rati o no con la corona ferrea , avvenuta quando
Uniilinli (P^edi),
Milano i838. l'imperatore Enrico III occupata
Valperto de Medici ai'ci vescovo di Milano mandò in Germania pres-
Milano, invilo Ottone I a venire in soché tutti i cavalieri che vi tro-
Jtqlia, eie incoronò re nella basilica vò, i quali vestironsi di bianco, ed
MIL MIL 59
ollcnnero ripalriare , onde liunili tore, ed Innocenzo II mandò loro
dal ven. Meda furono apjMovati per legalo s. Bernardo, il quale ri-
dalla santa Sède nel Il Pa- ri 17. cevuto con sorami onori li riconci-
pa Alessandro II pertossi a Milano e liò colla Chiesa, essendo stali sedot-

nel 1067 vi canonizzò s. Arialdo dia- tida Anselmo vescovo intruso. Vo-
cono, martirizzato nel precedente lendo Federico I Barbarossa rimet-
anno a' 28 giugno dai nicolaiti e tere l'impero in vigoria, dopo che
simoniaci concubinari ; questi nel i predecessori aveano domato feu- i

1076 martirizzarono pure s. Er- datari coll'alzar i comuni, a questi


lembaldo nobile milanese, che Ur- volle por freno colle armi. Prese
bano li reduce da Francia cano- le parti mol-
de'Iodigiani, e devastò
nizzò in Milano nel 1096, Nel logS te terre massime Tor-
de'milanesi,
Milano si sottrasse interamente nel tona togliendo a Milano
, dazi i

politico da ogni dipendenza dall'im- e la giurisdizione, dopo essersi im-


pero, regnando Enrico IV, che es- padronito della città con lungo
sendo in guerra col Papa non po- blocco nel 11 58. I miTanesi alla
tè usar della forza. Alla crociata sua partenza cacciarono nell' anno
promulgata da Urbano II si asso- seguente il presidio, indi ripresi i

ciarono molti milanesi, t. "«'quali i loro diritti, portarono la guerra


Selvatici, Ro, i Roci, e Ottone
i contro quanti avevano secondato
Visconti che conquistò in oriente l'imperatore, e riedificarono Torto-
lo scudo della serpe, che divenne na. Tornato Federico I con più
la gloriosa insegna dello stalo. Pre- robuste armi, con centomila uomi-
cedette crociati T arcivescovo An-
i ni, cui associaronsi le milizie di più di
selmo da Boisio con un braccio di trenta città italiane, spaventate dal
s. Ambrogio, e vi morì di ferite. crescente potere di Milano, la cit-

Quelli che tornarono con Angil- tà come ben forte si pose in dife-
berto Pusterla e Senatore Settata sa, ma la fame e le malattie la
fondarono il pio luogo delle quat- costrinsero a cercar patti. Federico
tro Marie, ed altri la chiesa di s. 1 in Roncaglia li accettò, esigendo
Sepolcro. d' imporre i magistrati, ciò che i
Governandosi i milanesi coi loro milanesi ricusando, l' imperatore li
consoli, la prosperità infuse smania pose al bando dell' impero fece ,

di dominar sui vicini, e comin- mutilare chi poteva prendere, e po-


ciarono guerre fraterne. Tutte le se l'assedio a Milano nel 1162,
città vicine Tremavano alla sola Inesorabile non volle accordar con-
minaccia de' milanesi di fare uscire dizioni, la prese nel marzo, ordinò
dalle porte il terribile carroccio ; agli abitanti che tulli uscissero e-
quindi Milano al70ssi punto
al di siìli nelle vicine terre, abbandonan-
essere considerata la prima città di dola al furore degli altri italiani,
Italia.Lodi venne ridotta in cene- che vi sfogarono la loro invidiosa
re nel II 11; Como nel 1127 di- rabbia. Federico I guastò, ma non
roccato dopo dieci anni d'attacchi ;
distrusse le mura coronate di fre-
indi Pavia e Cremona furono mi- quenti torri , e non vi sparse il

nacciale coU'esercilo. Intanto i mi- sale come dice la leggenda: i mi-


lanesi seguirono le parti di Cor- lanesi soffrirono cinque anni di du-
Vado HI contro liOtario II imperf^- vo esilio prima di ripalriave.
L

fio M 1 M I L
Non andò guari che considerali da Italia. Nel 186
creò in Milano
1 si

Federico I gl'itiìiiani come gente con- im magistrato col nojne di podestà,


qiiistata, giurarono essi difendersi venendo a ciò eletto Uberto Vis-
e riedificar Milano, che nell'aprile contipiacentino; questa magistra-
I 167 vide i suoi emuli concorrere tura però andò soggetta a varie
al suo risorgimento e fortificazioni, vicende secondo le dominanti fa-
ciò che non potè impedire l'impe- zioni. Risorta più bella e vigorosa
ratore. Papa Alessandro III benedì di prima, Milano si vide poscia
questa concordia di italiane volontà, involta nelle civili discordie, per le
e vari principi contribuirono con- famose e deplorabili fazioni dei
denaro ; allie città si uni-
forti e Guelfi e Ghibellini [f^edi).
rono alla famosa lega lombarda Eccoci prossimi a parlare de'pri»
che formossi contro Federico I sino nii dominatori di Milano, i Torre o
al numero di ventitre ; cioè Milano, Torriani, ed i Visconti. La farai-
Creoìona, Lodi, Bergamo, Ferrara, glia Torriani o della Torre credesi

JJrescia, Mantova, Verona, Vicenza, francese d'origine, e la stessa che


Padova, Treviso, Venezia, Bolo- quella della Torre di Auvergne.
gua, Ravenna, Bobbio, Rimini, Mo- Due di questi signori, venuti io
dona, Reggio, Parma, Piacenza, Tor- Italia nel secolo XII, fermatisi in
tona, Vercelli, Novara. L'imperato- Como per le nozze di due signorQ
re sbuffante pose i lombardi al eredi di Valsassina, ottennero que-
b'jndo dell'impero, ed i milanesi sfo dominio, per cui i discendenti
ed altri italiani per interrompere le si dissero conti di Valsassina, passa-
coinunicazioni fra Pavia e il Mon- l'ono a Milano, e fattisi protettori
ferrato, di parte imperiale, fabbri- del popolo contro la nobiltà, vi
carono la città d'Alessandria della acquistarono onoj'i, poteri e ric-

J'aglia (Fe^j). Indi nel 1


1
76 pres- chezze. La famiglia Visconti viene
*o Legnano a'29 maggio riporta- dagli antichi signori d' Anghiera.
rono gloriosa vittoria su
Federico Alcuni però la fanno derivare da
J, che si salvò confondendosi coi Berengario II re d' Italia , altri

cadaveri, venendo sconfìtto lutto il dalla famiglia imperiale Angela


suo esercito: la coorte milanese di Flavia. Furono chiamati Visconti
soli900 uomini, delta della morte, per essere .«tati lungo tempo luo-
faceiido prodigi di valore , decise gotenenti nel governo politico del-
A mediazione di Ales-
dclla vittoria. l'arcivescovo di Milano, il quale
Sandro Hi nel 1177 si combinò hiogotenenle dicevasi Vicecoines .

dall'imperatore una tregua colle Questa famiglia si fece capo della


città lombarde, e preferendo di aver- nobiltà di Milano contro Tor- i

ie amiche, \n Costanza {l^edi)^\m'h riani con cui ebbe lunghe risse,


la pace ai rappresentanti della lega finché rimastane vittoriosa ottenne
liMnbarda, assicurando loro il dirit- la signoria della patria. Nel 1199
to di eleggere i propri magistrati, tra la repubblica di Milano ed
e darsi leggi e governi municipali, il popolo di Lodi si sottoscrisse
.M)tto una determinata protezione pace onorevole e lega, crescendo
dell' iuq)ero germanico. Allora Fe- Milano in edifizi , manifatture e
derico 1 divenne alleato de'milane- per studi, ne'quali divennero celebri
per sostenere i suoi diritti in Qberlo dell'Orto legista, e Giovuiv
MIL MIL 6t
ni medico. Milano ebbe per lo più Federico II dalla guerra contro i

I nemiche Pavia e Cremona amiche


Piacenza, Crema, Novara, Vercelli,
; milanesi.
1240 o
Pagano della Torre nel
1242 era slato nominato
Verona, Bologna, Faenza e Tre- per gratitudine dal popolo suo
viso mulabili Como, Lodi e Ber-
; prolettore contro la nobiltà , do-
gamo. Non avendo milanesi buon i po il quale venne il nipote pro-
sangue cogl'imperiHli , da cui era clamato anziano della credenza ,

stala dislrulta la città , nelle lolle carica equivalente alla dignità tri-

di Enrico Vie Federico II, figlio e bunizia de' romani Pagano per :

nipote del loro antico nemico, se- l'amore conciliatosi del popolo mi-
guirono i loro avversari e parteggia- lanese, e per la sua moderazione
rono per Ottone IV che incoronaro- e rare doti fondò la grandezza di
no re d'Italia, ond' essere soccorsi sua famiglia. L'arcivescovo cedendo
nella conquista delle città lombar- i diritti di conte, si riserbò di bat-
de. Sostenendo Innocenzo III Fede- tere moneta, riscuotere un pedag-
derico II, scomunicò i milanesi se- gio alle porte ed altro, raggua
guaci di Ottone IV, perchè dive- gliandosi la loro entrata ad ottanta-
nuto ribelle alla Chiesa, al modo mila fìorini d'oro.
detto alla biografìa di quel Papa. Tre intanto impedivano
consigli
In seguito i milanesi furono -vinti solidità ordinamenti civili, cioè
di
dai cremonesi, prendendo parte per quello della credenza di s. Ambro-
Enrico contro l'imperatore suo pa- gio, quello della credenza de'consoli,
dre. Federico II tolse loro diverse e quello chiamalo la motta: i di-
città, che poi ricuperarono, e Gre- ritti della sovranità stavano nel con-

gorio IX spedì legati a Milano per siglio generale, la nobiltà favoriva


con quelT imperatore
riconciliarla per lo più i ghibellini aderenti al-
nel 1236, favoiendo milanesi. i l'imperatore, che per segno aveano
Tuttavolta volendolo affrontare re- il colore rosso, mentre bianco era il

starono i milanesi sconfìtti a Cor- contrario de'guelfì segnaci del Papa, a-


tenova nel 1287, proteggendo e vendo per loro la plebe, che al suono
scortando la loro ritirata Pagano della martinella del duomo combat-
della Torre o Torriani signore tendo sotto lo stendardo di s. Ambro-
della Valsassina : il carroccio tolto gio prevaleva. Altri interni guai per
loro da Federico II, da questi
fu Milano furono l'eresie de' catari e
mandato a Roma nel Campidoglio. patarini che aveano più denomina-
Impazienti di ricuperare la gloria zioni: s. Pietro da Verona pel suo
militare, i milanesi ripresero ardire, zelo restò da loro martirizzato. Re-
poterono costringerlo alla ritirata duce da Lione, ove avea deposto
nel i23g, combattendolo compiuta- Federico li, nel i25i Innocenzo
mente: nella battaglia si distinse la IV giunse a Milano ricevuto per-
coorte detta degV in coronatij però nel ciò con grande onore, e vi dimorò
1 241 soffi irono altra rotta da Federi- due mesi, portandosi poscia a Brescia.
co dopo aver rinnovata contro di
li, Avendo i milanesi nominato il sud-
lui la lega lombarda a Mosio sul detto Pagano protettore del popolo
mantovano. Inutilmente il cardinal ambrosiano, specie di sovranità de-
Conti, poi Alessandro IV, erasi por- mocratica dispiacendo ai nobili
,

talo in Lombardia per rimuovere questo re popolare, e mal riuscendo


62 MIL MIL
coU'opporvi i chiamò a
Visconti, Nel voi. XXXII,
triarca di Aquileia.
signore il tiranno Ezzelino III da p. 272 275 del Dizionario nar-
e
Romano, che però il popolo capi- rammo come Gregorio X Visconti
tanato da Martino della Torre ni- di Piacenza nel 1273 si recò in
pote di Pagano, prendendo la cro- Milano agli 8 ottobre nel mona-
ce bandita contro di lui da Ales- stero di s. Ambrogio, e lasciò la
sandro IV, l'incontrò ed uccise. città ai 12 di detto mese nell'in-
Nel 1253 insorte essendo altre terdetto perchè era ostinata in ri-
dissensioni fra il popolo ed i no- fiutare Ottone; non che quanto vi
bili, Manfredi Lancia marchese d'In- fece nel ritorno, sottoponendo alla
cisa fu creato signore di Milano scomunica la fazione de' Torriani,
per tre anni, essendo dopo nomina- che avevano tentata l'uccisione di
to per anni cinque il marchese O- Ottone ed occupate le sue rendite
berto Pallavicino che prese il titolo ecclesiastiche. Dipoi l'esule Ottone
di capitano generale. Nel 1257 raccolte forze, coi vassalli della se-
Martino della Torre anziano del de episcopale, coi nobili e coi ghi-
popolo scacciò dalla città i nobili bellini sorpresea Desio i Torriani
coir arcivescovo Leone e Perego a'2 1 o 27 gennaio 1277, li scon-
loro capo, divenendo primo signo- fisse, e mandò a morir di fame e

re de'milanesi; ma nel seguente an- di rabbia nel castel Baradello Na-


no si conchiuse la pace della di s. poleone che i comaschi avevano
Ambrogio, tra i nobili ed il popolo, chiuso in una gabbia di ferro ;

nella quale si bilanciarono i dirit- terminando di vivere in prigione


ti de'primi con quelli del secondo. anche altri suoi parenti. Entrato
Morto Martino della Torre gli suc- Ottone trionfante in città, fu gri-
cesse nel 1263 Filippo suo fratel- dato arcivescovo e signore tempo-
lo col nome di podestà e signore rale, incominciando da lui la for-
perpetuo, ma dominanti dis-
attesi i tuna di sua casa ; poscia nominò
ordini, venne per cinque anni no- signore Guglielmo Lungaspada mar-
minato signore di Milano Carlo di chese di Monferrato , colla lusin-
Angiò. Napo o Napoleone della ga di sedare colla autorità sua
Torre, figlio del famoso Pagano, i partiti dominanti in città. Nel
più tardi alla morte di Filippo 1282 poi marchese, e
scacciò il

l'anno 1 265 gli successe nel titolo vi governò solo, facendo nominare
e nel potere ; e Rodolfo I re dei nel 1287 capo del popolo Matteo
romani lo nominò suo vicario im- Visconti suo nipote, e l'anno dopo
periale, per cui fece rivivere i di- podestà di Milano con ampi pole-
ritti già spenli degl'imperatori. Do- v'ì, essendo stato nominato anche
vendosi eleggere 1' arcivescovo di vicario imperiale dall' imperatore
Milano, come meglio diremo par- Rodolfo, avendo 1' investitura
ed
lando degli arcivescovi, popolari i della città da Adolfo nel
e stato
portarono Raimondo zio di Marti- 1294, confermatagli da Alberto I.
no suddetto de'Torrianij e nobili i Morto Ottone nel 1295, impau-
Ottone Visconti : il Papa Urbano rite le città lombarde del crescente
IV favorendo questo, sotlopose la dominio di Matteo I dello Magno
città air inlerdelto che non lo vo- che gli era successo nella signoiia,
leva: Raimondo divenne poi pa- stabiluono in Pavia una lega contro
M LI M I L Gì
di esso, ma egli scoperta una con- Nel iSiS Azzone suo figlio fu
giura ordita a suo danno la distrus- proclamato signore e nominato vi-
se; tuttavolta nel i3o2 fu costretto cario imperiale; ristorò la grandez-
alla fuga per opera de' Torriani za di sua famiglia, fece cingere
ricondotti in città dalla loro fazione. la città di nuove mura, la miglio-
Guido Torre nipote di Na-
della rò, nobilitò con pitture di Giotto
poleone divenne perciò signore del- e di altri il palazzo di corte, alzò
la patria, mediante gli aiuti dei la torre di s. Gottar<lo col primo
guelfi, del patriarca d'Aquileia Rai- orologio che suonasse in Milano, e
mondo suo zio, e di Alberto Scot- fu primo de' Visconti che si di-
il

to signore di Piacenza, che con ne- chiarò apertamente sovrano, e che


ra gratitudine indi gli tolse. Lo fece porre sulle monete il suo no-
Scotto però la ricuperò. Divenuto me ed effìgie. Gli turbò la qinete
Cassone o Gastone suo parente a mano armata Lcdrisio suo cu-
arcivescovo di Milano, per gelosia gino. Alla di lui morte nel iBSg
Guido nel iSog lo rinchiuse coi il concilio generale gli die succes-
tre fratelli nella torre d' Anghieri, sore lo zio Luchino, che dilatò il

rompendo così l'unione di sua fa- dominio, introdusse l'ordine in Mi-


miglia, e facendosi nemici i suoi lano e la pubblica sicurezza, culla
partigiani. Venuto in Italia l'impe- monarchia assoluta nel i34i) do-
ratore Enrico Yll per prender la po essere stalo nominato col fia-
corona in Milano e sistemarvi la tello arcivescovo Giovanni 11, vica-

pace, nel i3io vi ricondusse Mat- rio di Milano e delle città sogget-
teo I, lo riconciliò coi milanesi, te da Benedetto XII, coli' annuo
ritornandolo in possesso del sovra- tributa di diecimila fiorini d' oro.
no potere col titolo di vicario del- Avvelenato Luchino da sua moglie
l'impero. I Torriani vennero con Isabella del Fiesco, nel i349 prese
Guido all'improvviso assaliti, e per le redini del governo l' arcivescovo
sempre cacciali dalle truppe tede- Giovanni 11 suo fratello, che comprò
sche coU'opera e maneggio de'Vis- Bologna e Genova, proteggendo le
conti: Guido si ricovrò in Cremona, arti e le scienze, e colmando di o-
dove morì nel i3i2, e la sua fami- nori e doni i cultori di esse e il

glia non potè più ricuperare la signo- Petrarca da lui chiamato a Milano;
ria di Milano. Un ramo de'Torriani avendo ricusata l' ollerta signoria
ritiratisi nel Friuli vi fiorirono col ti- che gli fece di Roma una fazione,
tolo di conti di Valsassina. Matteo I disgustata dal vedere i Papi slabi-
assoggettò Alessandria, Tortona, Pia- liti in Avignone dal i3o5. Per la

cenza, Pavia,Bergamo, Lodi, Como, invasione di Bologna, Clemente VI


Cremona, Vercelli, Novara; ma sco- nel i35o lo scomunicò, e interdisse
municato per eretico, si ritirò a mo- Milano, per non essere Giovanni li

rire tra 1 canonici di Crescenzago. comparso in giudizio; indi il Papa gli

Nel 1822 gli successe nella signoria spedì un legato ordinando restituir
Galeazzo I suo figlio, che fu per Bologna, e che deponesse o l'arcive-
perdere ogni cosa per le sue im- scovato o il dominio temporale; ma
prudenze e lascivie ; si alleò con Giovanni 11 vestito pontilìcalmente,
Lodovico il Bavaro, sconfisse i cro- nel duomo alla presenza del popo-
ciati, e spiegò tirannico dominio. lo, moslrossi col pastorale in una

64 M 1 L MIL
mano e la spada nell'altra, dicendo della Chiesa e degli ecclesiastici.

al legalo: P uno coW al-


diftudero Venne finalmente abbattuto dall'»;

tra. Ciò saputosi dal Papa, citò sercito che gli mosse contro, co
il Visconti a recarsi in Avignone, mandato da Amedeo VI conte d'
e l'arcivescovo promise di compa- Savoia. A Galeazzo II successe il

rire. Narra il Corio, seguito da al- figlio Gian Galeazzo nel iSyB, it

tri e da altri ligettato , che vi quale cacciò lo zio Bernabò nel


mandò innanzi il suo segretario ad castello di Trezzo a morir di cre-
apparecchiar le cose necessarie per pacuore o di veleno nel i385: fu
dodicimila cavalli e seimila pedoni; padre di trenta figli legittimi o
ciò che saputosi da Clemente VI, naturali che sparsero in Italia, in
chiamò il segretario, e rimandollo a Germania e in oriente la stirpe
Milano con dire al suo signore che de' Visconti; e maritando
sue fi- le,

sospendesse il viaggio. JN'el iSSa glie coi duchi d'Austria, di Bavie-


l'arcivescovo fu assolto, e data Bo- ra, di Wurtemberg, coi principi d'In-
logna in vicariato per dodici anni ghilterra, di Cipro e di Gonzaga, le

coll'annuo censo di dodicimila fio- loro doti gli costarono più di due
rini, e subito centomila, come rife- milioni di fiorini d'oro. 1 milanesi
risce Fantoni nella Storia d'A-
il se ne rallegrarono di veder estinto
vignone; aggiungendo il Novaes che Bernabò e giurarono obbedire al
,

il Papa rinnovò in lui l'investitura nuovo signore, che tenendo ventu-


di Milano. na città soggette, allestì il diadema
Morto nel i354 Giovanni II, per coronarsi re d'Italia, i cui signo-
Matteo II, Bernabò e Galeazzo li ri però mandarono fallito il disegno.
suoi nipoti spartirono lo stato, serban- Gian Galeazzo spedì in Boemia suo
do Milano eGenova indivise, parteg- ambasciatore Pietro. Filargo, poi car-
giando per gl'imperatori. Matteo li dinale e Papa Alessandro V, per
morì nel i356, ed i fratelli si distin- ottenere dall' imperatore Venceslao
sero per crudeltà, e Urbano V nel le insegne e titolo di duca di Mi-
I 363 condannò Bernabò usurpatore lano, e lo conseguì nel i SgS anco
di diverse terre della Chiesa, quale pei successori, dicesi collo sborso
eretico ed empio , comprendendo di centomila scudi, dominando altre
nella sentenza i di lui discendenti: trentacinque città. Gian- Maria che
più inlimò la crociata con indul- gli successe nel i4o2, non profittò
genze a chiunque contro di lui della paterna grandezza, che per
pigliasse l'armi. Ritornato nel i 364 mostrarsi tiranno, feroce e insen-
Bernabò al suo dovere, non andò sato : si abbandonò ai capitani di
guari a malmenar di nuovo lo ventura condottieri di truppe mer-
slato della Chiesa, il perchè Urba- cenarie e senza sentimenti di ono-
no V ricorse all'inqjeiatore Carlo re, onde occuparono alla Chiesa an-
IV, acciò si recasse in Italia a raf- che Bologna. J\on paghi del sac-
frenarlo, concedendo indulgenza a cheggio, allettavano anche dominio,
chi l'avesse seguito. Divenuto Papa e Facino Cane uno di essi erasi
Gregorio XI dichiarò guerra a , impadronito di molte città lom-
Bernabò, e gli formò altro proces- barde, anzi del governo di Milano
.so ; lo citò a presentarsi alla san- stesso, tanto che, allorquando Gian
ta 5ede, dichiarandolo persecutore Maria nel i^\i fu trucidato ia
MIL MIL 65
%. Goliardo, al fratello Filippo Ma- Filippo Maria Visconti, ultimo
lia non reslava che Pavia. Ma Fi- di sua stirpe, morì d' apoplessia ai
lippo, accorto e sposando spietato, i5 luglio 144? > senza prole legit-
Beatrice da Tenda, rimasta vedova tima, e lasciando erede de'suoi sta-
di Facino, n' ebbe in dote i vtisti ti Alfonso V re d' Aragona e di
possedimenti di questo, poi la lece Napoli suo strettissimo amico. Ma
accusare per adultera e morire. i milanesi che avevano elevato i
C-inoscendo che la forza era lutto, Visconti al comando, si credettero
e la forza stava in mano de'men- tornati liberi , o«de costituirono
tovati duci , s' appoggiò al conte Vaiirca repubblica ambrosiana. Pe-
Carniiignola prode condottiero, e a rò pretendevano pure a questo paese
Francesco Sforza più foilunato di l'imperatore Federico IH come feu-
lui, figlio del celebre Muzio Alten- do, e Carlo duca d'Orleans come
dolo di Colignola, della qual (àrai- discendente per linea materna dai
gliaparlammo nel voi. XXII, p. Visconti , per Valentina sorella de-
299 e 3oo del Dizionario ed al- gli ultimi due duchi; aspirando al-
trove. IS'el concilio di Costanza eb- tresì al dominio del ducato Luigi
be fine il lungo scisma, e l'eletto duca di Savoia nipote di Filippo,
Martino V recandosi nel i4i8 in la repubblica di Venezia, e princi-
Italia, da Pavia si diresse a Milano, palmente si pretese da Fiancesco
dove giunse a' 12 ottobre, splendida- Sforza come marito di Bianca, e
mente trattalo dal duca Filippo ; siccome adottato per figlio dal de-
a'16 ottobre inaugurò l'ara massi- funto, e sostenne le sue ragioni con
ma del duomo, ed ai 17 parti per forte esercito. Per la pace d'Ita-
Brescia. 11 successore Eugenio IV lia s'interpose coi pretendenti Ni-
fu grandemente tribolato dal duca colò V, e nell'anno i448 nominò
di Milano con insidie e lunghe legalo il Giovanni Mori-
cardinal
guerre che a' loro luoghi descri- nense. Francesco alfumò
Intanto
vemmo : inoltre Filippo parteggiò Milano, e ridotti all'estremo i mi-
pel conciliabolo di Basilea, ed ago- lanesi, mandarono a Vimercato a
gnò il dominio di Roma : il conci- fare a lui la dedizione , ed ecco
liabolo elesse antipapa col nome la dinastia Sforza sottentrata alla
di V, Amedeo YlII duca
Felice signoria di Milano. Egli era fi-

di Savoia, vedovo di Maria figlia glio del celebre Muzio Altendolo


del duca Filippo. Pel duca guerreg- di Colignola in Romagna ,
prode
giarono nello slato pontificio Ni- guerriero che prese il cognome
colò Piccinino e Francesco Sforza, Sforza per la violenza onde tutto
impadronendosi della Marca ed al- voleva a suo modo. Avendo servito
tri luoghi. Solo ne! 144^ Eugenio sotto gli stendardi della Chiesa, Gio-
IV si pacificò con Filippo, il quale vanni XXIII lo nominò conte di Co-
diede la sua figlia naturale Bianca tignola e gonfaloniere della romana
in isposa allo Sforza. La corle fe- Chiesa. Il duca Francesco generoso
ce sfarzi di lusso , s' imparentò coi risparmiò i danni e l'onta della
reali di Francia e di Germania, sconfitta, frenò la licenza militare,
fiorirono le manifatture, si miglio- abbellì con edifizi Milano, e favorì
rò l'agricoltura, la ricchezza e l'o j letterali che corrisposero col ma-
pulenza si accrebbe in Milano. gnificarlo. Federico 111 portandosi
VOL. XLV. S
66 M I L MIL
R Roiiia nel ì^52 a coronarsi im- da Costantinopoli, in Milano furon«
peratore, -vi prese pure da Nicolò d'eccitamento agli studi. Il duca Lo-
V ìò corona longobardica, invece di dovico il Moro con 600,000 zec-
jiceverla a Milano, per non essere chini di rendita polca dirsi felice,

coslrello a riconoscere duca lo Sforza, se la giustizia non gli a- di Dio


3Vel i4^4 Nicolò V
ottenne pace vesse preparato il castigo. Divenuto
all'Italia, con trattato conchiusò in nel 1498 re di Francia Lodovico
Lodi, tra i fiorentini, il duca di XII, come nipote di Valentina Vis-
Milano,- i veneziani , e poi vi fece conti, preteseil ducato di Milano,
accedere Alfonso V. Le quindici si collegò coi veneziani e con A-
città alla iiìorle di Francesco, nel lessandro VI, e nel i499 costrinse
1466 passarono al degenere figlio alla fuga il Moro, il quale avea
Galeazzo Maria , clie rifiutando i tentato di muovere contro
Ba- il re
materni consigli, disgustò i signo- jazello imperatore de'turchi. Egli
II

ri, che nel i47^ '' assassinarono avea pur deposto l'allro nipote Fran-
nella chiesa di s. Stefano (la sua cesco Sforza nato nel 1490, che
figlia naturale Caterina , maritata poi morì nel i5i2. Lodovico XII
a Piiario, e di cui parlammo ad compensò il Papa con dar a suo
Imola e Forlì sue signorie., fu figlio Cesare Borgia il ducato di
nva di Cosimo I granduca di To- Valenlinois. Entrali i francesi a'6
scana). In quel frangente Bianca ollobre i499 '" Milano, Gian Gia-
seppe conservare il dominio al fan- como Trivulzio posto dal le a go-
ciullo Gian Galeazzo Sforza, e nel- vernatore di Milano, scontentò i
l'anno seguente Sisto IV spedi in ciltadini, i quali richiamarono il

Milano legalo il cardinale de' ss. ]Moro, riporlalovi da gcnli tedesche


Nereo ed Achilleo, acciò non ac- nel 1 5oo, Poco dopo abbandonato
cadessero innovazioni. La vedova diigli svi/zeri da lui iissoldati, a' o 1

del defunto, Bona di Savoia, prese aprile i francesi per tradimento lo


il governo dello sialo ,
pel figlio fecero piigioniero sotto Novara, e
minorenne del figlio. Bianca fu al- lo condussero in Francia, ove morì
lontanata, e Lodovico Sforza dello iniseramenle a Loches nel i5o8.
il Moro per aver introdolli
(forse Quanto, al cardinal Ascanio Maria
nel suo giardino di Vigevano, e poi Sforza, fratello del duca , inimica-
a Milano, i gelsi) zio del fanciullo tosi con Alessandro VI, fu contem-
Tisurpò la reggenza , quindi eccitò poraneamente fallo prigione in Ri-
Carlo Vili re di Francia alla con- valta dai veneti, preso a tradimen-
quista del regno dì Napoli, a scen- to da Corrado Laudi e venuto ,

dere in Italia. Allora accelerò la nelle mani del re di Francia, per


morte del giovane duca nel i494. tre anni lo tenne chiuso nella tor-
Lodovico gli succedette e nel ì^c)5 re di Bonrges, solo rilasciato nel
assunse il ducato di Milano, inve- i5o3 pel conclave di Pio III ;
quin-
stitone con diploma da Massimilia- di Giulio li vietò il suo ritorno,
no I re de'romani. Adornò Milano come avea promesso. I francesi ri-

con edifizi , favori Bramante da preso Milano, il re ne ottenne l'in-


Urbino, e il gran Leonardo da vestitura nel i5o5 da Massimiliano
Vinci dalla cui scuola uscirono ini- I con diploma.
tuortali pittori, Molti greci fuggili Qual padre connine, Giulio II si
MIL M I L 67
riliiò dalla lega di Cambray. I esso stampati in Parigi, Nell'ar-
francesi ne restarono tanto rammari- chivio Valicano è la rarissima
cati mossero guerra,
che non solo gli edizione, che fu fatta in quel tem-
ma sedussero alcuni cardinali na- po in pergamena, a spese dell'ab-
zionali e spagnuoli. Questi osarono bate Subasiense Zaccaria Ferre-
convocare un conciliabolo a Pisa rio, protonotario di questo sedi-
per deporre il Papa, indi passaro- cente concilio ,
poi vescovo di Se-
no a tenere il detestabile congres- baste e dì Guardia, uomo dot-
so in Milano, ove il clero stiman- tissimo e di gran credito nella cor-
do contaminala la città chiuse loro te romana.
le porle de'templi, per cui trasfe- in Lombardia il do-
Stabilitosi
rii'onsi '
a Lione. 11 Rinaldi dice minio francese, durò fino al i5i2,
all'anno i5ii, n. 4'> ^^^^ ta'^ ri- in cui dalle armi della quadrupli-
soluzione gli scismatici la presero ce lega, promossa da Giulio 11, fu
a' 1 2 novembre, e giunsero in Mi- rimesso nel ducato di Milano Mas-
lano a'7 dicembre; ed al n. 5o similiano Sforza figlio del defunto
racconta che Giulio li scomunicò Moro, ricevendone l'investitura da
i senatori di Milano ed i mae- Massimiliano I ed francesi colla
; i

strati delle città di Lombardia per giornata di Novara furono rincal-


secondare i voleri del re di Fran- zati olire le Alpi. Tuttavia il duca
cia nel riscuotere inique imposte, Massimiliano Sforza non potendo
comprendendo in tal sentenza Tri- reggere al peso delle enormi som-
•vulzio. 11 Ripamonti nella Storia me, che gli conveniva pagare ai
della chiesa di Milano lib. 4, , 1 collegati che lo sostenevano in tro-
scrive, che il cardinal Carvajal, ca- no, e più alle possenti armate con-
po de' cardinali sediziosi, fu quivi dotte nel i5j5 dal nuovo re di
eletto antipapa col nome di Mar- Francia Francesco I, fu obbligato
tino; ma o vi è equivoco ndla io tale anno a cedergli dominio,
il

notizia, o tale elezione restò af- e mori poi nell'anno i53o. Na-
fatto occulta fra loro senza pa- te alcune gelosie di stato tra il

lesarsi al pubblico, non essendovi re e Leone X,


mossero questi a
alcuno scrittore contemporaneo che collegarsi contro di lui coU'impera-
ne parli, né facendosi menzione al- tore Carlo V, il quale cominciò ad
cuna di ciò nella palinodia di affacciare pretensioni sul milanese,
detto cardinale in tempo di Leo- accresciute poi pel suo matrimonio
ne X
nel concilio Lateranense V con Renata di Francia. Le truppa
{Vedi) da Giulio 11 opposto a di Francesco I furono sconfitte in
questo conciliabolo. Gli altri car- Lombardia dall' esercito papale e
dinali furono Brissonet Borgia, , cesareo comandato dal cardinal le*
Brie, Sanseverino, con altri riferiti gato Giulio de Medici, poi Clemen-
dall' annalista Spendano con altre te VII, il quale entrò trionfante iix

notizie all'anno i5ii, n. 11 e 16, Milano a' 19 novembre i52i, cac-


anno i5i3, n. io. 11 Marini, Ar- ciandone i francesi. In mezzo alle
chialri t, I, p. 24^ > "^tò che la turbolenze di que' tempi vide Mi-
piima sessione del conciliabolo fu lano, ma per poco tempo ancora,
tenuta in Milano a' 4 gennaio un principe della famiglia Sforza
i5i2, come si legge negli atti di reggerne il ducato : fu questi Fraa-
68 MIL M IL
Cesco IF fratello di Massimiliano, non di miglior fortuna, con suo testa-
meno di lui infelice ed agitato ora mento chiamò alla successione del
dagli amici svizzeri ed altri, ora ducato di Milano Carlo V, preve-
dai nemici, ora rimesso, ora scac- dendo che diversamente sarebbe
ciato dalla sua dominazione, di buon stato sempre la preda del più po-
cuore e perspicace ingegno, ma tente che lo avesse invaso^ e for-
senza forza di rimediare all'agonia se per tal motivo non lasciollo ad

del paese. Nel i522 Francesco II alcuno di sua famiglia, come scrive
si trovò in Genova allorché vi giun- il Ratti, Della famiglia Sforza. Lo
se Adriano VI, il quale si mostrò scudo de' duchi Sforza era azzurro
assai inquieto pel sacco dato alla con una pantera avente un fiore
città. Dopo la battaglia della Bi- d'oro nelle branche. Da Muzio At-
cocca i francesi si ritirarono dal- lendolo detto Grande, e
Sforza il

l'Italia, ma
passate di nuovo le da Antonia Saliinbeni, nacque Bosio
Alpi, nel iSaS tornarono ad asse- Sforza sli[)ile de'conti di s. Fiora, che
diare Milano; costretti ad abban- tuttora fiorisce nel duca d. Loren-
donarlo, furono battuti dai colle- zo, erede delle fortune e preroga-
gati ad Abbiategrasso. Nell'anno tive de' Conti, Perelti, Savelli ec.
•i52 4> '" cui la peste fece stragi in (/^e/5?;) signore di Gemano ec. [Vedi).
Milano, Francesco Francia I re di Carlo V, come erede del defunto
ritornato in Italia con un'armata, duca e delle ragioni di Alfonso V,
riconquistò Milano, ma perduta la divenne duca di iNIilaiio nel i535,
battaglia di Pavia, nel parco della nei cui sterminati possessi, come
Certosa venne fatto prigioniero e goccia d'acqua nell'oceano, questo
trasportalo a Madrid, e Francesco ducato perdette ogni importanza.
II ricuperò Milano nel iSzS. Cadu- Vi pose per governatore d. Anto-
to questi in sospetto degli spagnuo- nio di Leyva, principe d'Ascoli spa-
li, e bloccato nel castello di Mila- gnuolo, che restandovi poco tempo,
no, ne cede loro il possesso nel fu succeduto dal cardinal Marino
seguente anno. Carlo V, mediante Caracciolo napoletano, e da quella
grossa contribuzione, investi Fran- serie di governatori che si legge
cesco II ducato di
ne' diritti del nel t. I, pag.87 di Milano e suo
Milano, avendone ceduta ogni ra- territorio. Girolamo Morone illustre
gione su di esso il re Francesco I milanese e conte di Lecco, scaltro
a Carlo V pel trattato diCambray politico, cercò scampare dalla rovi-
nel 1529. Colla morte di France- na gli Sforza e la patria, poi con-
sco II, ultimo duca nazionale, senza giungere l'Italia in una lega che
figli, né della prima moglie figlia ne salvasse l'indipendenza, ma essa
di Cristiano II re di Danimarca, era perita. Carlo V con bolla d'oro
né della seconda sorella di Carlo V, del i'ì'49> stabilì l'ordine di suc-
fìn'i il dominio di sua famiglia nel cessione di questo ducato nei di-
declinar di ottobre i535, la quale scendenti di suo figlio Filippo II
avea dato a Milano i summento- re di Spagna, al quale come feu-
vati duchi, l'imperatrice Bianca Ma- do dell'impero l'uvea infeudalo il
ria alla Germania, Ippolita regina 5 luglio 1546, onde restò lo stato
di Napoli, e Dona regina di Polo- unito alla Spagna, con malconten-
nia. Francesco II, principe degno to de'railanesi^ che chiamano de*
MIL MIL 6g
pioréibìle la sua dominazione, per- la lunga e fatale guerra di successio-
chè il goveinatoi'e civile e militare ne. In essa la Francia pel duca d'Aii-
ili sempre in lotta col senato della giò Filippo V, e gli austriaci tede-
città, e noti sono gli arbitrii, j ca- schi per l'arciduca Carlo disputa-
pricci, le prepotenze ed avidità di ronsi il paese. Primieramente i fran-
molti. 1 Papi investendo re di i cesi pel testamento di Carlo II nel
iSpagna delle due Sicilie, v'inseri- 1700 occuparono Milano, ma nel
vano il permesso di ritenere anche 1706 il principe Eugenio di Sa-
la signoria del milanese. JNel 1
559 voia avendo battuto colle armate
i milanesi si rallegrarono nel vede- imperiali i francesi sotto Torino,
re sulla cattedra di s. Pietro il conquistò imperatore Giuseppe
all'

concittadino Pio iV, che si mostrò I il ducato di Milano, che unito a


benefico colla patria, cui conces- quello di Mantova formò il pos-
se il privilegio che il collegio dei sesso conosciuto sotto il nome di
giurec o dottori nobili fornirebbe a Lombardia austriaca, di cui dichia-
Home un uditore di rota ed un rossi Milano la capitale. Dopo mol-
avvocato concistoriale, presentan- te guerre e lunga desolazione, col-
do una terna al Papa, il quale la pace d'Utrecht fu riconosciuta
uno ne sceglieva, come riportano l'Austria signora del milanese, es-

il Bernini, Del tribunale della ro- sendo, duca di Milano


il primo
ta pag. 53, ed il Cartari, Sylla- l'imperatore Giuseppe I, indi Carlo
bum Cons. p. i54 e iSj;
adv. s. VI suo fratello, venendo tal pos-
e l'arcivescovo a Milano. Giuseppe sesso confermalo dal trattato di
Jl volle proscrivere quest'ultimo Rastadt de' 6 marzo 1714» la^'^"
privilegio eleggendo fuori l'arcive- cato a' 7 settembre da quello di
scovo nella persona di Filippo Vis- Baden Poscia per la successio-
.

conti, lo che avendo penetrato il ne di Polonia, per nuove guerre,


collegio già lo avea ascritto tra i agli II dicembre 1783 entrarono
dottori. Per lo stesso principio, du- in Milano i gallo-sardi, e Luigi
rante fu nominato
la repubblica XV re di Francia ne divenne du-
arcivescovo Caprara di Bologna,
il ca. Conchiusa dopo tre anni la
mentre a Bologna si mandò l'Opiz- pace, fu il ducato restituito a Car-
zoni di Milano. La carità splendi- lo VI, che lo ricuperò nel 1736
da e operosa del santo arcivescovo colla pace di Vienna, tranne l'alto
e cardinale Carlo Borromeo, e quel- milanese cioè il Monferrato, l'Ales-
la del magnifico suo cugino succes- sandrino, la Lomellina, la Valsesia,
sore e imitatore cardinal Federico Novara e Tortona che aumentaro-
Borromeo, furono i soli conforti no i domini! del re di Sardegna,
che nella dominazione ebbero i stesi poi nel i743 sino al Ticino.
milanesi nel tristo loro stato, che Morto 1741 Carlo VI, gli era
nel
Je stragi delle pestilenze resero an- succeduta la figlia Maria Teresa, la
cor più terribile. quale accedè all' ultima cessione per
Successivamente furono duchi di conservare il resto. Per altra guer-
Milano i re di Spagna austriaci, Fi- ra gallo-ispani occuparono Mila-
i

lippo IH nel 1598, Filippo IV nel no nel 1745 a' 16 dicembre, ma


162 1, e Carlo II nel i665, per la mentre l'infante di Spagna d. Fi'
morte del quale nel 1700 ebbe luogo lippo ivi pensava a feste, gli so-
6

fò MIL MIL
praggiunsero nel 1746 le truppe gitto è creatoprima console, alla te-
onde a stento fuggì; fi-
austriache, sta della sua armata vinse aMaren-
nalmente trattato d' Aquisgrana
il go, ricuperò la Lombardia, a'i giu-
nel 1748 consolidò questo dominio gno rientrò in Milano, che venne
alla casa d'Austria, e apri lungo proclamata di nuovo capitale della
periodo di pace. Maria Teresa mo- risorta repubblica Cisalpina, la qua-
derò la potenza de'governatori, die le nel congresso di Lione del 1802,
nuovo sistema alle magistrature, e allapresenza di Bonaparle divenu-
nel 1780 gli successe il figlio Giù- to primo console, prese il nome di
seppe II già correggente. Questi af- repubblica italiana, di che parlasi
frettò le riforme, limitò il potere a Italia, insieme al concordato fat-
clericale, abolì seminari e molti to con essa da Pio VII, ed all'e-
corpi religiosi, e nel 1784 a' i4 rezione dell' Italia in regno con Mi-
febbraio conchiuse un
concordato lano per capitale e capoluogo del
con Pio VI, perchè ai duchi di dipartimento d'Olona. In più luo-
Milano appartenesse la nomina dei ghi dicemmo come Bonaparte di-
Tescovi e benefizi nella Lombardia venuto imperatore de' francesi, nel
austriaca: questo principe filosofo i8o5 s'incoronò nel duomo re di
soppresse pure il senato di Milano, Italia a' 26 mnggio, scegliendo a
rappresentanza nazionale, e riformò viceré Eugenio Beauharnuis suo fi-
li sistema giudiziario, istituendo li glio adottivo, il quale vi stabilì la
polizia, 11 fratello Leopoldo II che sua residenza. Il regno d' Italia si
gli successe nel 1790 cassò molte aumentò nel 1808, e formossi di
innovazioni, e restituì alla città i ventiquattro dipartimenti. Proce-
privilegi, per lo che gli eresse un dendo nel i8i4 l'impero francese
busto e coniò una medaglia. Nel e la fortuna di Napoleone al suo
1792 montò sul trono imperiale termine, questo costretto ad abdi-
Francesco II, che poi dopo la ri- care le corone di Francia ed Ita-
nunzia d'imperatore romano prese lia, cede al principe Eugenio la
il nome di Francesco I. sua rappresentanza, che invece par-
Per la rivoluzione di Francia, i ti per Monaco (benché il senato
francesi condotti da Bonaparte, vin- del regno italico voleva doinandar-
ta la battaglia di Lodi, entrarono lo alle potenze per re), mentre una
in Milano proclamando la libertà rivoluzione trucidò Piina ministro
a' 2 1 inaggio 1 796. Da Milano co- delle finanze. A' 28 aprile gli au-
me da centro democra-si diffuse la striaci entrarono in Milano, che
zia, e nell'anno stesso si proclamò nel 181 5, all'erezione del regno
ia repubblica Cisalpina, di che si Lombardo- Veneto, per decreto del-
disse a Italia, dichiarandosene Mi- l'imperatore d'Austria Francesco I,
lano capitale. Però nel 1799 dopo divenne la sede d'uno de' due go-
la battaglia di Verona, francesi i verni in cui trovasi diviso il regno,
furono costretti a ritirarsi, e con ed a' 3 1 dicembre l'imperatore vi
essi le truppe cisalpine, entrando fece il suo solenne ingresso, nomi-
in Milano a' 26 aprile gli austriaci nando per viceré nel 1818 il fra-

tinitainente ai russi: quest'epoca fu tello arciduca Banieri. Nel i835


chiamata restaurazione austriaca, gli successe il figlio regnante impo-
fitì 1800 Bonaparte reduce dall' E- latore Ferdinando I, il quale a'
,

MIL MIL 71
settembre i838 venne coronato re Vindiciae de adv. s. Barnabae,
nel duomo di Milano, con quella doversi da questo cominciare la se-
«plendida pompa che descrivemmo rie de' vescovi di Milano. Gli suc-
iir articolo Coronazione de' re ; se- cessero nel 6 1 s. Caio romano
guila dal magnifico banchetto nar- nel 97 s. i38 s.
Castriziano, nel
rato air articolo Convito. In occa- Calimero , nel 193 s. Mona, nel
•ione che gli scienziati italiani ten- 282 s. Materno, nel 3o3 s. Miro-
nero in Milano nel i844 '^ 'oro cle o Mirocleto, al cui tempo fu data
sesta riunione, la città di Milano la pace alla Chiesa e fu nominato
offri loro r opera intitolata Mi- : primo arcivescovo di JMilano. Ven-
lano e il suo ttrritoriof in due ma- nero in seguilo nel 3i5 s. Eu-
gnifici tomi ricchi di belle incisio- storgio I greco, la cui elezione de-
ni. Ne furono collaboratori dotti i scrisse didiisamenle il Puccinelli nel
e chiarissimi Bartolomeo Catena, Zodiaco della chiesa milanese, ese-
Giuseppe Sacchi, Giovanni Stram- guita in Milano mentre appunto
bio, Giacomo Ambrosoli, Giuseppe n' era governatore, e conje in se-
Balsamo Crivelli, Ambrogio Cam- guilo venisse approvata dall' impe-
piglio , Albino Parca , Pompeo ratore. Nel33 s. Prolaso Algisi,1

Litta-Biumi, Carlo Zardelti, Gio- nel 35 s. Dionigi Marliani


1 il ,

vanni Labus, Luigi Tatti, Achille quale dopo aver governata la chie-
Mauri, e Cesare Coutil, cui inoltre sa milanese circa quattro anni, fu
fu incaricato della redazione gene- mandato in esilio dalla fazione a-
rale dell' opera che riuscì impor- riana, dove terminò i suoi giorni
tantissima. Nel toni. I, pag. 49 forse nel365. In questo frattempo
si parla degli storici di Milano, ed accadde l'intrusione di Ausenzio,
a pag. 369 e seg. si riporta la vescovo ariano, il quale fallo ve-
bibliografia milanese. Nel medesimo scovo da Gregorio, falso vescovo
anno fu pubblicato in Milano No^ : di Alessandria, fu chiamato espres-
tizie naluraii e civili sulla Lom- samente dall'imperatore Costanzo
bardia , opera pregevolissima dei da Cappadocia in Milano, dove non
dott. Carlo Cattaneo e di altri va- era conosciuto, e venne introdotto
lenti collaboratori. in questa chiesa a mano armata.
vangelo fu predicato ai mila-
11 Ad Ausenzio od a meglio dire a
nesi, secondo la divulgatissima tra- s. Dionigi, nel 374 succedette s.
dizione, dall'apostolo s. Barnaba, Ambrogio prefetto della Liguria,
perciò venerato per fondatore nel- per la cui santità, dottrina e apo-
l'anno 52 della chiesa di Milano, e stoliche fatiche, talmente fu illustra-
primo suo vescovo, luttavolta l'im- ta la chiesa di Milano, che da es-
pugnarono critici di chiara fama. La- so prese il nome di Ambrosiana ;

;Sciando nel grado di probabilità l'opi- onde i fedeli non meno che i ve-
nione che s. Barnaba sia stato in scovi fin d' allora così la chiama-
Milano e vi abbia lasciato nell'unno rono. F. s. Ambrogio ad JVemus,
53 per primo vescovo s. Anatalone ordine religioso, e Ambrogio, mo-
greco, o il santo qui lo mandasse da nache.
altrove, o qui personalmente lo co- Di questo gran santo parlam-
stituisse vescovo, sembra dopo le mo alla sua biografia e in molti
•prove addotte dal Sossi nelle sue luoghi, e biografie hanuo que' san-
7? MIL MIL
ti vescovi riportali dal Butler. Qui rato dalle innovazioni clandestina-
solo noteremo, che questo santo mente introdotte. Allorché s. Carlo
dottore della chiesa latina intro- pubblicò il rituale, e il cardinal
dusse nella sua chiesa il canto nel- Federico Borromeo il messale nel
1' unfjziatura, 'secondo V uso della 1609, ed altri dipoi, dichiararono
chiesa orientale, ordinò le vigilie, sempre di voler mantenere e con-
compose inni, prefiizi, preci, forme servare incorrotto il rito ambrosia-
liturgiche alquanto conformi alle no e sue liturgie. Oltreché parlia-
greche, mentre è noto che le di- mo delle cose principali del rito
verse costumanze nella Chiesa non ambrosiano ai rispettivi articoli, si

offendono in verun modo la di ilei può vedere Ambrosiano bito, Li-


unità, quando la fede è la mede- TURGiA, massime al § della litur-
sima. 11 rito ambrosiano ornalo, gia ambrosiana, e IIito, Scrissero
abbellito ed accresciuto splendida- di esso Andreucci, Hier. Eccl. De
:

mente con utili addizioni da s. ritti ambrosiano. Casola, Rationala


Ambrogio, per cui ne prese il no- caeremoniarum , i499' Manuale
me, non fu istituito da lui, ma de- ambrosinnuni, 1490. Muratori, An-
riva dai primordi della sua chiesa tiq. meda aevi. diss. LVll. Mabil-
e della nascente cristianità, la qua- lon, Mas. ital. t. I , observ. de ri-
le avea forme religiose semplicissi- tu ambrosiano. Piusca, Rito am-
me, poi aumentate e rese più. mae- brosiano, grandezze della chiesa
stose dai molti vescovi, massime milanese, 1641. Perego, La regola
greci, per santità e zelo cospicui del canto fermo ambrosiano^ 1622.
che precedettero s. Ambrogio. Que- Sellala, Misteri e sensi mistici del-
sti pertanto gli diede maggior de- la messa, Tortona 1672. Sorma-
coro ed incremento. Il rito della ni. De religionis ac litnrgiae
erta
chiesa ambrosiana fu praticato an- medìolanensis. Missale ambrosia-
cora fuori della diocesi di Milano, num, 1548. Breviariuni ambrosia-
e in chiese anche lontane. Il Du- num, 1549. Psalterium ambrosia-
rando e il Pagi afl'ermano, che ai num, i556, Sacramentarium ani-
tempi di Carlo Magno 1' uffizio brosianum. Rituale sacramcnloriint
ambrosiano più che il gregoriano ad usuni mediolanensis ecclcsine a
p romano si osservava. Ancora nel s. Carolo institutum. Caeremoniale
secolo XVI la chiesa di Capua u- anibrosianum , '619. Offtciatura
sava il medesimo uffizio e gli stes- della settimana santa illustrata da
si riti della chiesa di Milano; l'u- cenni istorico-lilurgici, 1821. Par-
sò pure quella di Bologna. Fino lando il Bernini, Istor. delle eresie^
ab antico il rito ambrosiano si è del decreto universale fatto da s.
conservato nella sua integrità, tran- Leone IX sopra la continenza dei
ne l'aumento di fcsle, ed alcune chierici, aggiunge che lo rinnovò
accidentali modificazioni, portale dal- nel sinodo di Pavia, giacché molti
l'indole de' tempi e dai nuovi ac- ecclesiastici della Lombardia erano
crescimenti : tali introdotte modifi- allora simoniaci ed incontinenti, e
cazioni richiesero allrettanle parti- millantavano, non ambro- debere
colari riforme. Così pure talora si sianam romanis legibus
ecclesiani
ripristinò la pratica di qualche rito subjacere. E ciò ebbe principio dal-
abbandonato^ ovvero venne depu- l'antica divisione dell'Italia in dua
MIL MIL 73
diocesi, Urbicaria soggetta al Papa, vere l'ordinazione in Koma, re-
ed Italica al vescovo di Milano stando il diritto all'arcivescovo di
{Fedi lì voi. XXXV, p. 176, .77, Milano di chiamare ai suoi sino-
178 e 179 del Dizionario), e per di il vescovo di Pavia, incomin-
l'istessa ragione molti sinodi si dis- ciando da ciò la loro immuni-
sero di RotDa, altri d' Italia, dai tà, dopo la metà del secolo IX.
quali piovennero diversi riti, che A s. Onorato successero, nel 578
tuttavia la chiesa di Milano ritiene Lorenzo nel SgS Costanzo de
II,

differenti dalla romana, alla di cui Cittadiniper la cui consecrazione


sede s. Ambrogio medesimo si mo- s. Gregorio I diede il consenso, non

strò obbedientissimo, ma altrettanto potendosi ciò fare senza l'annuen-


tenacissimo in conservarli ; e per- za del Papa, come a tale anno
ciò egli si oppose a chi voleva in- scrive il 35 e 36. Nel
Rinaldi, n."
trodurre nella sua chiesa le ceri- 601 Diodato, nel 63o Asterio se-
monie romane circa il battesimo. polto, in Genova come tre suoi i

Successori di s. Ambrogio furo- jiredecessori, nel 64 Forte, nel r

no, nel 397 s. Simpliciano Soresini, 649 s. Giovanni Bono che ritornò
nel 400 Venerio Oldrati, nel
s. alla antica sede Milano verso il

4o8 s. Marolo, nel 4^3 s. Marli- 6ìo, dove moi'ì nel 655 o 6tìo.
niano Osio, nel 4^^ s. Glicerio Fioriiono quindi, nel 660 s. Antoni-
Landriani, nel 438 s. Lazzaro Bec- no Fontana, nel 661 s. Mauricillo,
cardi, nel ^- Eusebio Pagani,
449 nel 667 s. Anipelio, nel 6'j'2 s. Man-
nel 462 Gerunzio Bescapè nel
s. , suèto Savelli, nel 681 s. Benedetto
465 s. Benigno Bossi, nel 4?^ s. Crespi, nel 725 Teodoro lì, nel
Senatore Seltala, nel 4?^ *• "Teo- 74o s.Natale, nel 74' Arifiedo, nel
doro de Medici, nel 490 s. Loren- 742 Slabile, nel 745 Leto Mar-
zo Litla, nel 5i2 s. Eustorgio II cellino, nel 759 Tommaso Grassi,
greco, nel 5i8 s. Magno de Trin- che dicono il primo che
alcuni
cheri, nel 53o s. Dazio Agliati, il pi'opriamente trovasi intitolalo ar-
quale con alcuni privali si recò da civescovo. Nel 784 Pietro Olilrado
Belisario generale greco, per con- o Oldrati di Milano, segretario del
certarsi sul modo d' agevolar la Papa Adriano I; andò in Francia
cacciata de' goti e altri
barbari, on- con s. Leone III ed ottenne dal-
de Uraia sterminò Milano. Indi fu- l'imperatore Carlo Magno, nel qua-
rono vescovi, nel 552. Vitale de le tal Papa avea rinnovato 1' im-
Cittadini, nel 556 Frontone scis. pero d'occidente, molli privilegi per
matico, nel 566 s. Ausano Crivel- la chiesa milanese combattè l'aria- :

li, nel 568 s. Onorato Casliglioni. nesimo con tanto zelo che l'impera-
All'epoca dell'imminente venula dei tore soleva chiamarlo il martello ile-
longobardi in Milano, s. Onorato gli ariani, e morì neir8oi o neir8o3.

che n' era arcivescovo rìlirossi a Gli successero Odelperto, nell'SiS


Genova colla maggior parte del s. Anselmo i)eir8i8 s. Buo-
Biglia,
clero, dove dimoiarono fino a s. no Casliglioni, neir 822 Angilberto
Giovanni Bono, nel quale interval- I, neir834 Angilberto II Puslerla
lo di tempo si dice che i vescovi che ottenne dall' imperatore Lodo-
di Pavia si tolsero alla podestà del vico I Pio la conferma di tutti i
pielropolitano milanese, con vice- privilegi accordati alla chiesa di
1

74 MIL MIL
Milano da Carlo Magno, e mori della chiesa loro, i ijuali, come pu-
neirSGo. Fu allora eletto Todone, re il patriarca d' Aquileia, preten-
neir868 Ansperto Gonfalonieri, nel- devano ne' sinodi il luogo più ono-
1*882 Anselmo II Capra, nell'SgS revole. Perciò Clemente II, al mo-
Landolfo Grassi, nell' 899 Andrea do dello nel volume XV, pag.
da Carcano, nel 906 Aicone 01- 1 70 del Dizionario , ordinò che
drati, nel 918 Gariberto di Be- 1' arcivescovo di Ravenna ne' conci-
6ana, nel 92 r Lamperlo, nel 98 lii abbia il lato dritto del Papa, e
liduino francese, nel 986 Arderico se quello l' occuperà l'imperatore, il

Colla. Morto questo arcivescovo nel- sinistro, come si legge ancora nel
l'ollobre 948, gli fu per consenso di Rinaldi. Sotto l' arcivescovo Guido-
Berengario marchese d' Ivrea, già ne ebbero principio le opposizioni
fallo arbitro dell'Italia, sostituito Ma- de' ss. Arialdo ed Erembaldo che
nasse, prima arcivescovo di Arles, poi fecero alla simonia ed alla incon-
di Verona e di Mantova, gran fauto- tinenza che avevano preso piede
re di tal principe; alcuni del clero nella chiesa milanese, perchè ab
e del popolo aderenti alla corte lo antico i preti pigliavano moglie,
accettarono, ma la maggior parte pretendendo esserne abilitati da una
del clero e del popolo di JMilano, concessione di s. Ambrogio; ma al-
die voleva giusta l'antico costume la disciplina ecclesiastica allora tro-
un prelato milanese, elesse il prete va vasi conveniente l' esigere il Ce-
Adelmano Menelozio, quindi nac- libato [Fedi), massime per evitare
que scisma nella chiesa milanese, che divenissero ereditari benefizi i

che durò cinque terminòanni, e e le cure, e che gradi ecclesiastici i

coir elezione di Valperto de Medi- non si dassero per nascita, com'e-


ci nel 9'ji3, avendo due competi- i ra avvenuto de' civili e militari,
tori o di buona voglia o per for- ma solo per merito. Accusalo Gui-
za ceduto r arcivescovato. Valperto done che avesse parte a siifatli dis-

assistette al concilio di Ravenna ordini, principalmente della simo-


nel 967 e mori nel 969. Nel 970 nia, dopo varie vicende, a preve-
ArnoKb, nel 974 Golofredo, nel nire il pericolo di essere deposto,
979 Landolfo da Carcano, nel 998 prese il partito di rinunziare spon-
«Arnolfo da Arsago. taneamente all' arcivescovato, ri-
Eletto nel ioi5 o nel 1018 E- mandando r anello e il bastone
l'ibertoda Canili, assistette nel me- pastorale all'imperatore Enrico III,
desimo anno al concilio di Roma il quale secondo l'abuso delle In-
sollo Benedetto Vili, e mori nel vestiture ecclesiastiche [Fedi) sul
io4'>, venendo sotto di lui istituito fatto gli sostituì Golofredo da Ca-
4' ordine degli umiliali. Suo succes- stiglione, ordinario suddiacono della
sore fu s. Guidone o Vidone da chiesa milanese e segretario dello
Velale, a lempo del quale il Papa stesso Guidone; ma il popolo non
Clemente li celebrando nel 1047 volle riceverlo, ed Erembiddo cbe
un concilio contro i simoniaci i sostenuto dal Pontefice romano già
quali agitavano la Chiesa, insorse si occupava a procurare una ca-
grave controversia fra gli arcive- nonica elezione di arcivescovo, vi
scovi di Milano e di Ravenna ri- si oppose di modo e armata ma-
guardo alla dignità e premincn/>a no, che per molli anni lo costriu-
MIL MIL 7S
te andare errando ne' luoghi forti e che escludere volevasi onnina-
dell'arcivescovato, senza lasciargli mente ; ma il partito contrario che
mai requie. Secondo i cataloghi seguace di cesare stava per l* inve-
de* vescovi milanesi dammo il tito- stitura, e voleva ricevere l'arcive-

lo di santo a Guidone; ma il Ber- scovo dal principe, mosse tal sedi-


nini citalo lo chiama Guido, lo zione, che il cardinal legato e lo
dipinge con cattivi colori, lo dice stesso Attone, a stento salvarono la
sostenitore de' nicolaiti e siuìoniaci, vita ; e quesl' ulticno prese 1' espe-
tanto infesti alla diocesi che pochis- diente di ascendere il pulpito nella
simi erano quelli ordinuti senza vicina chiesa maggiore, e rinunzia-
prezzo. Pretese con altri vescovi re nello stesso giorno all' arcivesco-
che il Papa dovesse essere lomhar- vato; e così per alcun tempo si

do acciò compassionasse la loro vuole che A Itone e Gotofredo re-


fragilità, e henchè fosse eletto tale stassero quali privati nelle case lo-
il milanese Alessandro II, l'arcive- ro. Poco però dimorarono tran-
vi

scovo continuò a perseguitare chi quilli ; Gotofredo protetto da En-


si opponeva alla simonia ed alla rico IV ottenne di essere consa-
incontinenza. Àltrellanlo narra il crato dai suliruganei presso Nova-
Rinaldi all'anno 1066, n. 16 e ra in principio del 1073, e conti-
seg., e 1067, n. i, dice che
nel nuò a tentar tutto per uiettersi in
Alessandro II per rimediare a tan- possesso della sua sede ; ed Attone
ti dislurhi, sped\ inutilmente a Mi- sostenuto da
Gregorio VII, si
s.

lano per legali i cardinali Mainar- portò a Roma, ove il Papa radu-
do vescovo, e Giovanni prete. Inol- nato un concilio nel gennaio 1074,
tre Alessandro li confermò heni i condannò Golofrcdo col suo clero,
e le giurisdizioni dell' arcivescovo di e dichiarò nulla la rinunzia di At-
Milano, e furono tanti che ne mo- tone, come estorta per violenza.
strano la possanza, dipendendo da Con tutto ciò Attone né fu rice-
lui moltissime chiese, monasteri, vuto in Milano, né consacrato in
pievi in commenda poste in altre arcivescovo, anzi avendo s. Grego-
diocesi , ed alcune con giiuisdizio- rio VII in un secondo sinodo te-
ne e giuspatronato , fra le quali nuto in Roma verso la fine del
Monza e il suo distretto, il castel- febbraio 1075, fra le altre cose
lo d'Angera, quel di Brescia ec. ec. dichiarato, che non fosse più lecito
Morì intanto Guidone nell' agosto ai sovrani il dare le investiture dei

107 1, ed allora KremhaUlo cun vescovati e delle abbazie, né ai no-


maggior premura trattò dell'elezio- bili daie simiglianli investiture agli
ne di un nuovo arcivescovo. Col- ecclesiastici scelti ad ufllziare le

l'intervento in fatti, ed alla pre- chiese di loro giuspalronalo, si riac-


senza del cardinal Bernardo legato cese di modo la civile discordia in
di Alessandro II, radunati gli ec- Milano, che venuti alle mani aper-
clesiastici e i laici, gli abbati e i tamente quei che stavano a favore
monaci, ed anche non pochi del delle investiture col partito contrario,
clero forense e del popolo, nel Erembaldo stesso vi fu ucciso colle
1072 fu eletto Attone, non cu- ermi alla mano. Dopo un tal fatto
randosi dell'abusiva investitura che i milanesi, senza tener alcun conto
dava r imperatore al nuovo eletto, De di Gotofredo, uè di Attone, ri*
1

76 M I L MIL
volsero il pensiero all' eiezione di flotta di Genova per Costantinopo-
un nuovo arcivescovo . Nominati li,dove morì nel settembre iioi.
pertanlo quattro soggetti, spedirono Grossolano già vicario generale ,
ad Enrico IV un'ambasceria per lascialo dall'arcivescovo Anselmo IV
chiedergli un vescovo, a nome del quando partì , fu nominato suc-
clero e del popolo ; giacché non cessore nel principio di settem-
ostante i decreti e le scomuniche bre 1102; ma poco dopo provò
pontificie, ricevere volevano il nuo- le opposizioni del prete Liprando
vo arcivescovo dall' imperatore, il di s. Paolo, che lo accusò di simo-
quale nominò Tedaldo. Ciò non nia, e sostenne la sua accusa col
approvò Gregorio VII, e nel con-
s. giudizio del fuoco, secondo il costu-
cilio romano del 1079 lo scomuui' me di que'tempi. Ritiratosi a Ro-
co e depose, anco per non essersi ma, nel concilio del iio5 fu di-
portato a Roma. Riconciliatisi poi chiarato innocente e restituito alla
i milanesi col Papa, il partito di sede. Ma tal non tenen-
sentenza
Tedaldo fu abbandonato, ed egli dosi per buona in Milano, il par-
obbligato ritirarsi ne' forti dell'ar- tito di Liprando impedì a Grosso-
civescovato, onde morì in quello di lano il possesso della chiesa e dei
Arona nel io85. Alessandromensa, benché tentasse
li, s. beni della
Pier Damiani, e s. Gregorio VII 'riuscirvi colla forza. Nell'anno i i 1
ridussero la metropoli milanese in partì per Gerusalemme, ed allo-
maggior soggezione al Papa, aboli- ra in Milano riveduta la sua cau-
rono le tasse simoniache che gli sa fu giudicato non doversi tene-
arcivescovi esigevano per le ordina- re per arcivescovo. Indi nel gen-
zioni, e li costrinsero a giurare som- naio Il 12 gli fu sostituito Gior-
missione alla santa Sede. Inoltre dano da Clivio, ciò che approvò
s. Gregorio VII ridusse il clero Pasquale II. Gli successe nel 120 i

milanese al celibato, ed il voto po- Olrico o Oldrico, giù vicedomino


polare venerò sugli altari quelli della chiesa milanese, e per sua
eh' eransi opposti alla simonia ed morte nel 1126 fu nominato An-
al concubinato. selmo V Pusterla, che fu scomuni-
Nel 1086 fu arcivescovo An- cato e deposto da Onorio II per
selmo III da Ro, il quale tenne aver coronato in Monza Corrado
l'arcivescovato fino a'4 dicembre HI. Insorto nel i 3o l'antipapa 1

logS: due giorni dopo vi fu sosti- Anacleto II contro Innocenzo II


tuito Arnolfo III di porla Orientale. successore di Onorio II, Ansel-
Ambedue questi arcivescovi ebbero mo tenacemente aderì allo scis-
l'investitura dal principe; ed Ar- ma, né vi si distaccò neppure
nolfo III fu l'ultimo degli arcive- quando per opera di s. Bernardo
scovi di Milano che vi si sottopo- i milanesi abbandonato l'antipapa
se. Nel 1097 succedette Anselmo obbedirono a Innocenzo II. Pertan-
IV da Bovisio, prevosto dalla chie- to nel concilio provinciale del 1 1 33
sa di Lorenzo: andò nella Siria
s. Anselmo fu deposto e scaccialo
con un'armata di crociati per la dal popolo e dal clero , ciò che
conquista di Terra Santa ; ritornò approvò il Papa nel concilio di
alla sua chiesa sul finire del 1098, Pisa, Ricusò Bernardo d'esseres.

• parli di nuovo nel 11 pò colla arcivescovo, ed in vece Robaldo vo-


MIL MIL 77
«covo d'Alba restato dopo il conci- cenzo III nel novembre 1 2 3 eles- 1

lio a Milano ad esercitar le funzio- se arcivescovo Enrico Settala, no-


ni episcopali, fu eletto nel ii35 bile e virtuoso cittadino dì Mila-
e governò sino al termine del i ì^5. no, che governò con grandissimo
Nel 1146 divenne arcivescovo O- zelo anche in mezzo alle civili tur-
Lerto da Pirovano, che per {scan- bolenze insorte a quel tempo. A-
sare le persecuzioni di Federico I, vea creduto assicurar la pace a
sì rifugiò presso Alessandro ili con Milano colla elezione di quattro
j s. GalJino Valvassi Sala arcidiacono podestà a ninno de'partiti conten-
di sua patria Milano ; questi nel denti sospetti, presso i quali fosse
1.166 fu creato cardinale e arci- il comando del governo dì Milano,
vescovo, non che legato di Lom- tornato poco tempo prima ad es-
bardia. Noteremo , che tutti gli sere repubblicano, in conseguenza
arcivescovi cardinali, hanno bio- della pace dì Costanza. Ma la cosa
grafìa nel Dizionario. Contribuì alla andò ben altrimenti, giacche deli-
edificazione d* Alessandria , e pieno beratosi l'arcivescovo a partire per
di mentre predicava nella sua
zelo la crociata di Gerusalemlne, Ar-
chiesa contro i manichei o catari, dinghetto Marcellino mosse il po-
mor'i nel 1176. Gli successe Algiso polo a tal sedizione contro i nobdi,
da Pirovano, e dopo di lui Uber- che cacciò fuori della città cogli
li

to Crivelli cardinale nel 11 85, che agenti dello stesso arcivescovo , il


a' 25 novembre fu eletto Papa col quale non tardò recarsi a Milano;
nome di Urbano IH [Fedi). Se- ma il ripararvi non fu cosi faci-
guitò a ritenere la sua chiesa, e le, perchè la discordia durò civile
morì a' 19 ottobre 11 87. Allora fino al 12 25, né venne composta
•venne sostituito Milano da Carda- che coir interposizione dì Grego-
no, ebbe per successori
eh' nel ,
rio IX.
1195 Oberto U da Terzago car- Mori Enrico nel 1280, e gli fu
dinale; nel II 96 Filippo da Lam- sostituito Guglielmo di Rizolio, che
pugnano (al quale Innocenzo 111 nel governò sino al 1241. Ma fatto
1198 concesse di promovere agli arcivescovo Leone da Perego, si
ordini sacri quelli che avessero ri- riaccese più che mai la discordia
cevuto qualche ordine dal Papa : civile, e si ripigliarono le armi si

tutti li ha ricevuti dal regnante dalla parte del popolo, che da


Pio IX nel dicembre 84tì il suo 1 quella de'nobili. Fu in questa oc-
cameriere segreto partecipante e casione che Pagano
Torre o della
segretario d' ambasciata, come lo Toniani, già dalla Valsassina ve-
fu di Gregorio XVI, monsignor nuto ad abitare in Milano, sì di-
Edoardo Borromeo nobile milanese, chiarò difensore del primo. Fra i
con quelle singolari e distìnte par- nobili figuravano i Visconti, già
ticolarità che celebrò nel nume- molto distinti; nel 252 però le 1

ro 8 del Diario di Roma del 847, 1 dissensioni tra popolo ed


il nobili ì

con bellissimo articolo, il nobilissi- giunsero al punto, che questi ulti-


mo e degno concittadino conte Ce- mi coH'arcivescovo e cogli ordina-
sare dì Castelbarco); nel 1206 il ri della metropolitana furono cac-
cardinal Uberto Pirovano; nel 121 i ciati dalla città ed occupali loro i

il cardinal Gherardo Sessio. Inno- benefizi. Parve in seguito che le


.7« M L
1 MIL
cose pigliassero accomodarnenlo, ma gosto 1 295, dopo
aver governalo
nel 17.57 tornò ad infierire la la cittàgran prudenza e mi-
con
Leo-
civile discordia, e l'arcivescovo rabile saggezza. Gli successe a' 21
ne co'suoi aderenli dovette ritirarsi ottobre Ruffino da Frisselo, il qua-
a Legnano: ivi trattossi ancora del- le non visse che pochi mesi, cioè
la pace, e si arrivò a segnare un fino al 1296 ; onde
21 luglio
compromesso di tutte le differenze Bonifacio Vili nominò arcivescovo
nel Papa Alessandro IV, di cui Francesco da Parma, che morto
l'arcivescovo non vide il risultalo, nel I 3 I 8, il capitolo elesse Cassone
perchè nell'ottobre dello slesso an- o Gastone Torriani canonico ordi-
no morì. Kel ii5S l'esito del nario della metropolitana e decano
comproniesso fu la suddetta pace della chiesa d'Aquileia. Di lui in-
di Ambrogio, abbracciala dalle
s. gelositosi Guido della Torre signo-
due Le nuove discordie e
fazioni. re di IMdano, suo parente, l'impri-
turbolenze furono tali che non si gionò incorrendo nella scomunica.
potè tentare prima del 19.60: i Uscito dal carcere, nel i 3 coronò i i

voti andarono divisi in modo, che Enrico VII qual re di Lombardia.


alcuni volevano arcivescovo Rai- Avendo poi Giovanni XXII tra-
mondo Torre nipote di Mar-
della sferito Cassone nel i3i7 al pa-
lino e arciprete di Monza, ed altri triarcato d'Aquileia, il capitolo pro-
Francesco Sellala, ordinario della cedette all'elezione di Giovanni II
metropolitana. Erano già scorsi qua- Visconti, terzogenito di Matteo I
si cinque anni senza che concorde- signore della città, continuando in
mente fosse stala vdliniala la prov- questo modo nel ricuperato diritto
vista al vacante arcivescovato, quan- eli elezione; di che non facendo
do il Pontefice Urbano IV per alcun caso Giovanni XXII, e sicco-
mezzo del cardinal Ottaviano U- me avea a sé riservata l'elezione
baldini suo legato , a finire i con- dell'arcivescovo di Milano, nel tras-
trasti nominò arcivescovo Ottone latare il Cassone avea nominato
Visconti già suo nobile famigliare, a succederlo fr. Aicardo da Inti-
a'22 luglio 1262. JVegarono i mi- mìano minore conventuale. Questa
lanesi di accettarlo per arcivescovo, elezione incontrò l' opposizione di
e tante furono le opposizioni dei dello Matteo I, che se non sosten-
partiti,che né lo stesso Urbano ne la nomina del capitolo, non la-

IV, né Clen)ente IV, né Gregorio sciò che Aicaido si recasse a Mila-


X riuscirono a superarle anche col no. Quindi la di.scordia tra il Pa-
mezzo delle censure, venendo fatto pa e il Visconti diventò assai ris-
Baimondo patriarca d' Aquileia . sentita, durante la quale Giovanni
Allora Ottone, già unito al partito XXII emanò nell'agosto 1822 il

de' nobili , deliberò ottenere colla breve di generale riserva di tutte


forza e colle armi ; ciò che non le chiese patriarcali, arcivescovili e
avea potuto conseguire con mezzi vescovili, del patriarcato d'Aquileia
più blandi: vincitore infatti dei e delle provincie di Milano , di
Torriani con celebre battaglia, en- Ravenna, ec. Matteo I era morto
trò in Milano nel seguente giorno, nel giugno mentre tratlavasi la

e n' ebbe il dominio spirituale riconciliazione, che solo ebbe luo-


e temporale. Morì Ottone li 8 a- go nel 1329 sotto la signoria di
m Azzotie.
MIL
Allora Giovanni li abban- pa, non ottenne
MIL
di sua
rocaisi alla
79

donato il partito dell'antipapa Ni- chiesa che li 8 ottobre 1376. Mor-


colò V, che era stato eletto da Lodo- to nel settembre i4o'> ^ dopo
vico ilEavaro, fu da Giovanni XXII quasi un anno Bonifacio IX trasla-
fatto vescovo di iNovara, e siccome tò da Novara fr. Pietro Filargio
fr. Aicardo non avea mai ottenu- che nel i4o5 Innocenzo VII citò
to di recarsi a Milano, gli die l'am- cardinale, e ritenendo l'arcivesco-
ministrazione i332
della sede nel vato nel concilio di Pisa a' 26 giu-
con l'annua pensione di i5oo fio- gno 1409 venne eletto Papa Ales-
rini. Poscia Benedetto XII riconci- sandro V, il quale nel 14^9 stesso
liati interamente colla Chiesa i Vis- nominò arcivescovo fr. Francesco
conti, fu concesso a fr. Aicardo re- da Creppa minore osservante, già
carsi a IMilano, ove fece il suo in- suo vicario generale. Però Grego-
gresso a'4 luglio i33c), e niori ai rio XII allora vivente, tenendo per
12 agosto. Allora il capitolo metro- illegittimo il concilio di Pisa, men-
politano per la seconda volta eles- tre l'antipapa Benedetto Xlll prose-
se Giovanni li Visconti, ma Be- guiva nello scisma, non fece alcun
nedetto XII non ne fece alcun ca- caso della nomina di Francesco, e
so, né si ridusse mai a confermarne nominò alla vacante chiesa nel
la nomina, e Giovanni 11 seguitò a 1409 Giovanni 111 Visconti figlio
diportarsi come non fosse stalo di Vercellino. Intanto Francesco o
nominato , e la cosa durò fino al fosse che cessasse di vivere o per
1342 in cui Clemente VI, senza al- la potenza del competitore Giovan-
cuna considerazione alla precedente ni 111, rinunziò a'23 febbraio /\.i 1, ì

nomina, di sua autorità a'6 agosto ed ebbe in Bartolomeo


successore
lo dichiarò arcivescovo di IMilano. Capra, già vescovo di Cremona-
Con questa elezione fatta dal Pa- Questi morì in Basilea a' 3o set-
pa si cominciò senza inlen'uzione tembre 1433, mentre colà interve-
la serie degli arcivescovi nominati niva al concilio, e dopo quasi due
dal Ponlefice, fino a quella di Fi- anni di sede vacante, fu da Euge-
lippo Visconti del 1784 esclusiva- nio IV nominato arcivescovo Fran-
mente, come accennan>mo di sopra. cesco Picoolpasso de'Latnbertini di
Nel 354 mori Giovanni 11, e
1 Bologna, già vescovo di Pavia , e
gli successero Roberto Visconti, nel morì nel giugno i443j onde Eu-
i36i Guglielmo il Pusterla, nel genio IV a' 24 agosto gli sostituì
ì'i'jì a' 18 luglio Simone Brussani Enrico Rampini lortonese, che nel
o Borsa no, fatto da Gregorio XI 1446 creò cardinale. Per sua mor-
che lo di!<pensò dall' obbligo della te nel i45o gli successe Giovanni
residenza, e vennero nominati due III Visconti, il quale avea depo-
vicari generali, indi nel i'ij5 lo sto nel concilio di Costanza la di-
creò cardinale; nella quale occasio- gnità avuta da Gregorio XII, con-
ne avendo rinunziata la sede, gli ducendo così vita privala, nomina-
venne sostituito a'26 maggio 1376 to da Nicolò V per interposizione
Antonio de' marchesi di Saluzzo, di Francesco Sforza, già divenuto
già vescovo di Savona, il quale per signore di Milano. Morto nel i453,
le differenze che Bernabò Viscon- Nicolò V gli surrogò Nicola Ami-
ti signore di Milano avea col Fa- dano cremonese, già vescovo di Pia-
8o M L I MIL
cenza, che cessò di vivere pochi delle sue preclare virtù; Io Tole*
mesi dopo, avendo rinuiiziuto
ed va consecrare il cardinal de Medi-
Timoteo Maffei, gU succedelte i'v, ci che fu poi Leone XI, ma Cle-
Gabriele Sforza fiatelio del duca mente Vili volle far lui là fun-
Francesco, dotto agostiniano, prelato zione nella chiesa di s. Maria de-
distinto per virtù, e governò santa- gli Angeli, titolare del cardmale:
mente sino i4^7- I"d' fu arci-
al questo pio, zelante e dotto pasto-
vescovo Carlo Nardini da Forlì; re moiì settembre i63i. Gli
nel
nel 1461 Stefano Nardini forlivese successero, nel i632 Cesare IMonli,
di lui nipote e nel i473 cardi- creato Ciudinale nel i633; nel
nale; nel i4^4 '1 cardinale Gio- i652 Alfonso Litta , fatto cardina-
vanni Arcimboldi,e per sua rinunzia le nel 1666; nel 1681 Federico
nel 14B8 Guido Antonio Arcim- Il Visconti, cinque mesi dopo, il
boldi; nel i497 Ottaviano Arcim- primo selteml)re, creato cardinale;
boldi. Nello stesso anno Alessandro nel i6()3 Federico IH Caccia, e-
VI fece arcivescovo il ferrarese levato al cardinalato nel 1695 ;

cardinal Ippolito 1 d'Este in otto- nel 1699 Giuseppe Archinto, e


bre, che con indulto di Leone X passati sei mesi, a' i4 novem-
Io rinunziò al nipote Ippolito II bre fu insignito della dignità cardi-
d'Este ferrarese, creato cardinale nalizia.
nel i538, il quale pure con patto Clemente XI nel 17 12 nominò
di ne fece rinunzia nel
regresso arcivescovo di Milano Benedetto
i55o a Gio. Angelo Arcimboldo, luba Odescalchi, e nel 1718 car-
cui succedette nel i555 Filippo dinale; per sua rinunzia Clemente
Archinto, già governatore di lio- XII 1737 gli surrogò Gaetano
nel
tna e vescovo di Borgo s. Sepol- Sliimpa, nel 1739 crealo cardinale;
cro, morto nel i558. Quindi Pio Benedetto XIV nel 743 eles- 1

IV, creato cardinale il nipote s. se a' i5 luglio arcivescovo Giu-


Carlo Borromeo a'3 i gennaio i56o, seppe Pozzobonelli, lo consacrò nel-
nel febbraio Io fece arcivescovo la chiesa de'ss. Ambrogio e Cario, ed
della comune patria, e fu uno a'9 settembre lo creò cardinale: egli
de' pili illustri, più benemeriti e governò sino alla morte avvenuta
più grandi prelati della Chiesa, il nel 1783. Questo fu l'ultimo ar-
perchè oltre sua biografìa, in
alla civescovo nominalo dai sommi Pon-
molti celebriamo la sua
articoli tefici, poiché r imperatore Giusep-

santità, incomparabile zelo e magna- pe II con editto de' 9 maggio 1782


nime azioni. Non solo abbiamo di ordinò che non si ammettessero
lui medaglie divozionali e monu- per r avvenire nella Lombardia
mentali; ma lo Scilla, Delle mo- austriaca le provviste e le colla-
nete pontificie ^, 371, riporta quel- zioni di qualsivoglia benefizio ec*
le da s. Carlo come le-
coniate clesiastico, fino a quel tempo fatte
galo. Nell'anno i584 a' 27 no- dalla santa Sede in vigore delle
vembre gli successe Gaspare Vis- riserve di cancelleria, di qualunque
conti, e morì nel iSgS; laonde sorla fossero ; e che le chiese cat-
Clemente Vili gli sostituì il car- tedrali, come Milano, Mantova, ed
dinal Federico I Borromeo, degno i quattro vescovati dello stato di
cugino di s. Cario, ed imitutoie Milano, dipendevano d' allora ia
MIL MIL 81
poi dalla regia nomina e presen- la prudenza e con esemplare telo,
tazione sovrana, ciò che fu poi re- quando invitalo ad intervenire alla
golalo col concordato con Pio VI. generale dieta in Lione, composta
Quindi vacala la sede, la nomina dai rappresentanti i singoli corpi
del nuovo arcivescovo fu differita de' cisalpini, per una riforma della
ad alcuni mesi, nel corso de' quali repubblica, portossi a dove
tal città,

portatosi Giuseppe II a Roma, col colpito di apoplessia improv-


cessò
Papa conciliò la provvista della visamente di vivere a' 3o dicembre
chiesa di Milano; e recatosi in se- i8or. Il capitolo nominò vicario
guito in Roma anche il nomina- capitolare quello del defunto, e
to Filippo Visconti di Massino dio- Bonaparte qual presidente della
cesi di Novara, fu questi a' i5 giu- nuova repubblica italiana, nominò
gno 1784 preconizzato in conci- all'arcivescovato il cardinal Giam-
storo arcivescovo di Milano da Pio battista Caprara bolognese, legato
VI, previo il consueto esame co- a Intere di Pio VII a Parigi, che
rani Pontifice. Nel 27 dello stesso il Papa preconizzò nel concistoro
mese fu consacrato nella chiesa dei de' 24 maggio 1802. Perla coro-
ss. Ambrogio e Carlo, condecoralo nazione seguita in Milano di Na-
indi col pallio. Governando il Vis- poleone a' 26 maggio i8o5, il car-
conti la chiesa milanese, i francesi dinale sì recò alla sua sede; indi
a nome della repubblica s'impa- ritornò a Parigi, onde il regime
dronirono della Lombardia, indi dell' arcidiocesi fu dato a monsi-
proclamarono la repubblica Cisal- gnor Bianchi in qualità di vicario^
pina. Fra le innumerabili leggi e mori il cardinale a' 2 giugno
pubblicate a regolamento del nuo- 18 IO in Parigi: di lui oltre alla
vo stato, vi fu quella de' i5 set- biografia, a cagione di sua rappre-
tembre 1798, che disponeva in ge- sentanza, ne trattammo in più luo-
nerale de' vescovati, indipendente- ghi. vacante fu nominato
In sede
mente del tutto dalla podestà e dai vicario monsignor Carlo Sozzi. Bal-
canoni della Chiesa. Lungo sarebbe zato finalmente Napoleone dal tro-
qui ridire gli oltraggi die la reli- no, l'imperatore Francesco I prov-
gione ricevette in un ai suoi mini- vide alla vedovanza di questa chie-
stri dai repubblicani; si giunse a sa, nominando monsignor Carlo
trattare la soppressione d'ogni cor- Gaetano conte di Gaisruk) nato ai
porazione di ecclesiastici anco se- 7 agosto 1769, in Clangenfurt dio-
colari, come capitoli, ec. ,
poiché Gurck, già da Pio VII fatto
cesi di

r intera abolizione d' ogni ordine a'20 luglio 1801 vescovo in parti-
regolare già tenevasi per eseguita : bus di Dervas, e sufTraganeo e vica-
s' impedirono le processioni, si scio- rio generale del vescovo di Passavia.
glievano i voti religiosi e si pro- 11 Papa lo preconizzò arcivescovo
teggevano gli apostati; si permise nel concistoro de' iG marzo 1818,
che il Papa scherno della ple-
fosse ed a'26 luglio si recò à Milano ac-
be, così i cardinali, in un pubblico colto con giubilo universale. Leone
ballo datosi sul teatro; si esigette XII a' 27 settembre 1824 'o creò
il giuramento, dichiarato illecito cardinale prete, e per la sua mor-
dalla santa Sede. Governava intan- l' eletto Pia
te portatosi al conclave,
to 1' arcivescovo Visconti con tutta Vili nel concistoro de' 18 maj^giof
VOI,. XIV.
4 ,

8a M IL MIL
iSag gì' impose il cappello cardi- descritta nella serie cronologica di
nalizio, e in quello de' 2 1 detto tutti gli arcivescovi, cominciando
gli conferì per titolo la chiesa di da s. Barnaba fino a Filippo Vis-
s. Marco, annoverandolo alle con- conti, i83o. Ivi si ricorda il pri-
gregazioni della concistoriale, ve- vilegio che ha 1' arcivescovo di Mi-
scovi e regolari, residenza de' ve- lano d'incoronare i re d'Italia,
scovi e immunità. Ritornò in Ro- quale soltanto cede al Papa. Pala-
ma per r elezione di Gregoi'io XVI dini, Della elezione degli arcivesco-

e di Pio IX, ma il secondo lo tro- vi di Milano, 1834. Ripamonti,


vò già eletto. Restituitosi in Mila- Historiarwn ecclesiae mediolanen-
no morì d'anni 77 a' 19 novem- sis, 161 7.

bre 1846; personaggio di rare L' arcivescovo di Milano ebbe


qualità, zelante pastore^ lasciò di molti vescovi suffragane!, tre dei
sé onorata memoria e perenne de- quali divennero essi slessi metro-
siderio. Fu eletto vicario generale politani, cioè Genova , Torino e
capitolare l'arcidiacono della me- Vercelli, altri si separarono, altri
tropolitana monsignor Giuseppe tornarono ad incorporarsi. Al pre-
Rusca, che annunziò la perdita del- sente sono otto i vescovi sulfra-
l'arcivescovo con quell'elogio che ganei di Milano Pavia, Brescia :

si legge nel numero 97 del Diario Mantova, Bergamo, Cremona, Co-


di Roma, mentre nel numero 102 mo, Lodi e Crema, la quale ulti-
è riportata la descrizione de' solen- ma appartenente già alla metropoli
ni funerali, in cui pronunziò digni- di Bologna, ed a questa milanese la
toso elogio monsignor Rignarai ca- sottopose Gregorio XVI nel i835.
nonico della metropolitana, indi Fedi Eustachio da s. Uboldo, Dis-
il cardinale fu sepolto innanzi la sertatio de metropoli mediolanensi,
cappella di s. Agata quasi in mez- 1 699. Giambattista Castiglioni, Del
zo augusto tempio metropolita-
all' jns metropolitico della chiesa di
no. Della pubblicata sua necrolo- Milano. Gio. Rinaldo Carli, Del di-
gia fa cenno il voi. IV, pag. 285 ritto ecclesiastico metropolitico d' 1-
degli Annali delle scienze religiose, talia e particolarmente di Milano
serie seconda. Nel concistoro de' 1
e d' Aquileia, 1786. Muratori, Z>t;
giugno 1847 l'*'o ^^ trasferì a que- antiquo jure metropolitae medio-
sta sede monsignor Bartolomeo dei lanens'is in episcopuni ticinensem.
conti Romilli di Bergamo, fatto n^l Negli Ànecdot. t. I, p. 221. La
1846 da Gregorio XVI vescovo di cattedrale è dedicata a Dio ed alla

Cremona. Per gli arcivescovi di Mila- Natività di Maria Vergine. Il capi-

no si possono consultare. Ughelli, tolo fu sommamente distinto con o-


Italia sacra t. IV, p. i e seg. Sor- nori, titoli e privilegi prelatizi; Cle-
mani, V
origine apostolica della mente XI gli concesse l' uso della
chiesa milanese e del rito della mitra di cui va ornato il
,
capo
stessa t 17^4- Basilicapetri , Suc' anche nell' annua processione del
cessores s. Barnahae apostoli in ec- Corpus Domini fuori del tempio,
clesia mediolanensi y 1628. Sassi, solo tenendosi discoperti quelli che
Archiepiscoponini mediolanensium : adempiono i sacri uHici sotto il

series hislorica-cronologica, i'j55. baldacchino, a dilTerenza dell' arci-


Villa, Fasti dellfi cJUeta milanese vescovo che fuori del tempio pi'occ*
L

MIL M 1 83
de mitrato. Anlicamenfe ebbe i suoi oltre al celebrante le ostie ed il

cardinali ( titolo di cui andarono vino; ma anche la rimembranza


insigniti i canonici delle più cospi- della limosina pecuniaria sostituita
cue città d'Italia, ed il Minatori ne alla primitiva obblazione si conser-
riporta un documento del io3cx), vò in qualche modo nella chiesa
divisi in preti., diaconi e suddia- metropolitana, poiché ancora nelle
coni, venendo anche appellali or- domeniche e solennità del Signore
dinarii sanctae mediolanaisis cecie- si pratica dal clero un'oOferta in
siae, e costituivano il collegio dei denaro. Il tempo delle sospese fun-
primari canonici. Il capitolo metro- zioni del capitolodurò sino al i5
politano, ritiene tuttora le distin- agosto i8o5, epoca in cui il car-
zioni de'tre ordini presbiterale, dia- duial Caprara ottenne la restituzio-
conale e suddiaccnale. Il clero che ne de' due capitoli, quale ora sta,
risiedeva quotidianamente nella me- cioè: selle dignità (quattro dice
tropolitana, prima dell'abolizione l'ultima proposizione concistoriale),
del 179B, era composto come se- l'arciprete, l'arcidiacono, il primice-
gue: cinque dignità, cioè l'arci- l'io, il prevo.sto, il teologo, il pe-
prete, r arcidiacono, il primicerio, nitenziere ed il dottore prebenda-
il prevosto di nomina Visconti, ed to ; otto canonici ordinari sacer-
il decano ; tre personali, cioè il teo- doti , otto canonici ordinari dia-
logo, il penitenziere rnaggiore ed il coni, tre canonici ordinari suddia-
dottore prebendato; dieci canonici coni, un maestro delle cerimonie,
ordinari sacerdoti; dieci canonici un maestro del coro, quattro no-
ordinari di prebenda suddiaconale, tari , otto lettori, sei mazzeconi-
altri dicono dieci diaconi e cinque ci compresi due cappellani del- i

suddiaconi ; questo chiamavasi capi- la famigHa Vimercati. Nel 1810 vi


tolo maggiore, il seguente noraina- fu aggiunto il vice-maestro delle
vasi il capitolo minoreun maestro
: cerimonie, e nel 1821 altro cano-
delle sacre cerimonie; due sotto- nicato sacerdotale ordinario sotto il

maestri; un maestro del coro; quat- titolo di s. Tommaso, eretto da d.


tro notari detti ordinarioli ; cin- Costanzo Gallarati Scolti, mentre
que lettori maggiori, e dieci letto- nell'anno i836 se ne aggiunse altro
ri minori ; dicci mazzeconici o ma- diaconale della famiglia Vittadini.
ceconici, magistri scholanmi , com- Il parroco è monsignor arciprete,
presi i due cappellani di nomina prima dignità del capitolo, cinque
Vimercati; quattro penitenzieri, oltre coadiutori, sei penitenzieri compre-
il già nominalo canonico ordinario; so il maggiore, due sacristi , un vi-

un sacrista della sacrestia maggiore, ce-sacrista, un sacrista dello scuro-


un altro della minore ; un sotto- Io, o sotterranea cappella di s.

sacrista minore ; ventiqiialtro can- Carlo, selle ostiari, nove chierici


tori per la musica, dodici ostiari, per le messe, dieci cantori com-
nove chierici per le messe; final- preso il maestro di cappella, due
mente dieci vecchioni e dieci vec- organisti, dieci vecchioni, dieci vec-
chione, formanti la così detta scuo- chione, e due portieri.
la di s. Ambrogio, e due portieri. Milano era abbondantissima di co-
La scuola di s. Ambrogio nelle munità religiose, e ancora al tempo
messe solenni della metropolitana della rivoluzione ne contava 82 di
84 MIL MIL
religiosi e 12 di reIigio«e. Al presente Concila di Milano.
in Milano di religiosi vi sono bc- i

nefratelli ed i barnabiti; in Mon- Il primo fu


344 '" tenuto nel
za i barnabiti; nel cantone Ticino favore della dignità del Verbo pei
i cappuccini. Religiose in Milano, cattolici gli eusebiani però non vi
:

sono le salesiane, agostiniane, le vollero condannare 1' empia opinio-


fatcbene-sorelle, e le figlie della ne di Ario. Reg. e Labbé t. II.
carità; al sacro Varese Monte di Il secondo concilio nel 346: l'im-
le agostiniane; a Claro nel cantone peratore Costanzo essendo in Mila-
Ticino le benedettine. La diocesi è no vi fece venire s. Atanasio. I ve-
ripartita in sei regioni; le parroc- scovi cattolici ricusarono sottoscri-
chie in Milano e nei corpi santi vere il nuovo formolario mandato
sono 36, comprese le sette stazio- dagli orientali, e dichiararono che
nali, la cattedrale cioè, s. Stefano bastava quello di Nicea. Gli ultimi
maggiore, s. Nazaro grande, s. Lo- non poterono otteneie la condaima
renzo, Ambrogio, s. Vittore al
s. degli ariani. Sozomeno lib. III.
corpo e s. Simpliciano. Fu Grego- 11 terzo nel 347> numeroso per-
rio XIII che ad istanza di s. Carlo chè radunato da questa provincia
concesse alle prime sette chiese di e da quella d' Italia, contro Ur-
Milano le indulgenze e prerogative sacio e Valente vescovi ariani, i

delle sette principali chiese di Ro- quali si ritrattarono e riconciliaro-


ma. Il Villa scrisse; Le sette chie- no, almeno in apparenza, colla Chie-

se di Milano ossia basiliche sta- sa, abbracciando la fede Nicena, che


zionali, 1627. Le parrocchie della dopo tre anni ritrattarono. Fozio
diocesi sono 725, di cui 678 in di Sirmio vi fu deposto, lieg. t. MI;
Lombardia, e 52 negli stati esteri, Labbé t. II; Arduino t. I.

che colle suddette 36 formano 761 11 quarto nel 355, chiamato la-

parrocchie in tutto, o 766 come trocinio e falso conciliabolo . Vi


si legge nella citala proposizione. Agli intervennero moltissimi vescovi tan-
articoli Abciconfraternita di s. Am- to d'oriente che d'occidente, e ven-
brogio e di s. Cablo de' milanesi, e nero esiliati quelli che per non tra-
Chiesa de'ss. Ambrogio e Carlo del- dir la fede e abbracciar l' eresia
ia NAZIONE LOMBARDA AL CoRSO SÌ ,
ariana non vollero sottoscrivere la
potrà vedere quanto riguarda quel condanna di s. Atanasio. Alla do-
sodalizio e il sonluoso tempio uno ,
manda de' legati del Papa s. Li-
de' più belli di Roma. J3ella cap- berio, che si condannasse Ario, Co-
pella papale per la festa di s. Car- stanzo imperatore sostenne che la
lo, in cui il Pontefice si reca col dottrina d' Ario era cattolica, con
treno nobile, e prima in cavalcata, queir assolutismo proprio del suo
e. della importante sua origine, se carattere, a fronte della commozio-
ne tratta nel voi. IX, p. 92 del ne del popolo. Temendosi che si
Dizionario. Ogni arcivescovo è tas- sollevasse, la terza sezione fu cele-
sato in fiorini325o, ascendendo le brata in palazzo, ove Costanzo e-

rendite a circa i4)000 scudi. Am- siliò que' vescovi che non fecero la

pia è i'arcidiocesi. sua volontà, cioè condannare s.


di
Atanasio e comunicare cogli euse-
biani, fra'quuli s. Dionigi vescovo
MIL MIL 85
di Milano; gli altri vescovi per L' undecimo nell' 879 o 880
sorpresa e violenza sottoscrissero, per scomunicarvi Aliene per le sue
e molli se ne pentirono e furono invasioni sacrileghe, che disprez-
puniti . Labbé t. JI. zando la censura il concilio l'ac-
Il quinto nel 38o in favore di cusò al sommo Pontefice. Ivi.

una vergine calunniala, chiamala Il duodecimo nel 1009, presie-


Indica. Baluzio; Arduino t. I. duto da Arnoldo arcivescovo di
11 sesto nel 3go, fu tenuto se- Milano, che vi depose Olderico,
condo la più comune opinione a che Enrico V avea posto nella se-
motivo d' Itacio e di alcuni altri de d' Asti cacciandone il vesco-
vescovi che aveano procuralo pres- vo. Ivi.
so l'imperatore Massimo la morte Il decimoterzo nel 1098 per la
de' prisciilanisti, la qual cosa aveali riforma del clero, di alcuni vescovi
resi odiosissimi. Giovinìano monaco intrusi, e de' monaci. Ivi.

milanese, nuovo eresiarca, vi fu Il decimoquarlo nel 11 17. Pagi


condannato co' suoi fautori , che a tale anno.
sostenevano errori contro la vergi- Il decimoquinlo ove nel 11 35,
nità della Madonna, riprovati già fu collocalo sulla Milano sede di
da s. Siricio Papa. Reg. t. Ili ; Robaldo, che con s. Bernardo a-
Labbé t. II. veva restituito all' obbedienza d' In-
H settimo nel ^5i, convocalo da nocenzo II milanesi. Mansi t. II.
i

s. Eusebio vescovo della città, ad 11 decimosesto nel 1287, tenuto


istanza di s. Leone I, di cui sotto- a' 12 settembre dall' arcivescovo
scrisse la con altri venti ve-
lettera della città Ottone, assistito da mol-
scovi, diretta a Flaviano di Costan- ti vescovi e dai deputali di tutti
tinopoli, sull'incarnazione del Ver- i capitoli della provincia. Vi si or-
bo. I pontificii legati narrarono il dinò l'osservanza delle costituzioni
brigandaggio d' Efeso, e quanto si pontificie e delle leggi di Federico
gemeva in oriente, e portarono al II contro gli eretici ; e si aggiun-
Papa una lettera del concilio piena sero sei articoli di disciplina eccle-
di slima e riverenza. Reg. t. VII ;
siastica, vietandosi agli ecclesiastici

Labbé t. Ili; Arduino t. I. di entrare ne' monasteri di donzelle,


L'ottavo nel 679 o 680 contro ed ai religiosi e religiose di assi-
i monotelili, e vi si riconobbero stere al sotterramento de' defunti.
le due volontà e le due operazio- Reg. t. XXVllI; Labbé t. XI ;

ni in Gesù Cristo Reg. t. XVI ; . Arduino t. VII. Nel i3ii sotto


Labbé t. VI; Arduino t. III. r arcivescovo Cassone fu tenuto un
Il nono neir 842. Ramperto ve- concilio sulla disciplina ecclesiastica,
scovo di Brescia vi fece approvare ma forse in Bergamo.
l'immunità del monastero da lui Ildecimosettimo nel novembre
fondalo de' ss. Faustino e Giovila. 1291^ dall'arcivescovo Ottone e
Mansi, Sitppl. t. T. suoi suffraganei, per la liberazione
Il decimo 860 per volerenell' della Palestina, perduta interamen-
di Papa s. Nicolò I, presieduto da te colla battaglia d' Acri de' i8
Tadone arcivescovo di Milano, e maggio ; vi si fecero venlinove ca-
"tenne scomunicata V adultera En- noni relativi alle crociate. Ivi.
gpltrude moglie di Bosone. Ivi. Il decituottavo è il primo con-
86 MIL MIL
cilio provinciale di quelli celebri ec. VI si trovarono undici vescovi,
che tenne l'arcivescovo s, Carlo e l'arcivescovo coli' autorità di vi-
Borromeo, che per l'importanza sitatore generale apostolico. Ivi.
de' suoi canoni, in piìi luoghi ri- ventesimosecondo, provinciale
Il

portiamo. Lo tenne coi suffragane! V, fu tenuto nel 1579 ^^ *• Carlo,


in settembre i565, e \i fu rice- che ne fece l'apertura, con tutti
vuto il concilio di Trento, e ven- gli stati della provincia come nei
"'
nero fatte molle costituzioni divise precedenti. Vi si fecero regolamcn-
in tre parti; la prima riguarda la ti appartenenti alla fede, all' am-
fede cattolica, la seconda i sacra- ministrazione de' sacramenti; alla
menti tanto in generale quanto in carità, alla cura, rimedi e precau-
particolare, la terza l' amministra- zioni in tempo di peite; al sacra-
zione de' luoghi pii, spedali, mona- mento dell'ordine, ec. Ivi.
steri di ec. Fra i
monaci, ebrei, Il ventesimoterzo , provinciale
vescovi vi fu Guido Fer-
il cardinal VI, fu tenuto da s. Carlo nel i583
rcri. S. Carlo quantunque assai gio- con nove vescovi, facendone l' a-
vane, vi presiedette, e si fece am- pertura con discorso in cui esortò
mirare pel suo zelo ed eloquenza. i colleghi a menar vita apostolica.
Ne diresse tutti i decreti, ed inco- '

Si fecero 3i capitoli sulla discipli-


raggi i vescovi più vecchi ad os- na ecclesiastica. Ivi.
servarli. Reg. t. XXXV ; . Lahbé 11 ventesiraoquarto ,
provinciale
t. XV ; Arduino t. X Ada; cede- VII, fu tenuto nel 1612 dal car-
siae Mediolanensìs, i5gg. dinal Federico Borromeo arcive-
decimonono, provinciale II, nel-
Il scovo. Synodus VII prov.
l' aprile iSGg, tenuto da s. Carlo MILASA. FediMtzKS'io.
coi vescovi di sua provincia. Con- MILBURGA (s.). Ebbe per pa-
tiene tre parti riguardanti la ^ede dre Merwaldo, secondo figliuolo di
cattolica, r amminisli'azione de'sa- Penda re de' meroiani. Entrò nella
gramenti, e le altre obl)ligazioni religione monastica, e fu eletta ba-
pastorali; il sacrificio della messa, dessa di Wenlocli nella contea di
1' uffizio divino, il culto della chie- Shrop. Il suo esempio e le sue sol-
sa e gli ecclesiastici beni ed i ; i lecitudini resero questo luogo un
diritti della ed i luoghi
chiesa, santuario di tutte le virtù. Ella
pii, ec. L'arcivescovo l'apri con nou era distinta dalle altre sorelle
un discorso degno di lui. ivi. che per un sommo dispregio di sé
Il ventesimo concilio, provinciale medesima ; ma quanto essa cercava
III, fu tenuto da s. Carlo nel i5'jZ di umiliarsi, altrellanto Iddio la
in aprile, pel ristabilimento della glorificava agli occhi altrui. Passò
disciplina ecclesiastica, la santifica- della presente vita in sulla fine del
zione delle feste, lo stabilimento settimo secolo. Nel iioi si scopri-
delle scuole della dottrina cristia- rono le sue reliquie sotto le rovi-
na, ec. Ivi. ne dell'antica abbazia di Wenloch,
ventesimoprimo , provinciale
Il venendo ivi edificato un monastero
IV, fu tenuto da s. Carlo nel mag- dicluniacensi. ti'iG maggiodello stes-
gio 1576, sulla fede e altri pun- so anno se ne fece il trahlato, e
ti dì dottrina, sui sacramenti, sui furono operati molli n)iraeoli, giu-
vescovi e altri uiinistri della chiesa, sta Guglielmo di Malincsbury e

1
MIL MIL 87
Hai'psfield. Questa santa è onorala che la B;de siavi stata predicata da
il giorno 23 di febbraio, che si s. Paolo apostolo; fu prima chia-
crede essere slato quello delia sua mata Lelegeisy Piiyasa, Anactorìa,
morte. ed ora Palatsha. Ne furono vesco-
MILDREDA (s.). Sorella di s. vi s. Cesario che soffrì il martirio

Milburga, del sangue reale di Mer- con s. Tirso e co' suoi compagni
cia, fu educata nell' abl)azia di sotto l'imperatore Decio nel III se-
Chelles in Francia, ove volò a Dio colo ; Eusebio, Ambracio, Giacinto,
la sua virginità. Tornata in Inghil- Giorgio, Epifanio, ec. Oriens chrisl.
terra, venne eletta badessa del mo- t. I, p. 917.
nastero di Minstrey, nella piccola MILETO {Mìlilen). Città con
isola Thanet. Settanta vergini
di residenza vescovile nel regno delle
si recarono tosto a lei per essere due Sicilie, nella provincia della
governate. Ella riguardavasi come Calabria Ulteriore seconda, capo-
l'ultima di tutte, e le guidava col luogo di cantone, distante una lega
proprio esempio alla perfezione del e mezza da Monteleone, antica cit-
loro stato. Annoverò Ira le sue re- tà de'bruzi, Milelum. È. bene fab-
ligiose s. Ermengida , sua zia, il bricata su alto monte, e tra i suoi
culto della quale era celebre un migliori edifizi si noverano l' epi-
tempo in Inghilterra. Morì sul fi- scopio e la cattedrale. Ruggiero I
nire del settimo secolo, e le sue i-e di Sicilia vi nacque nel 1097 ,
reliquie furono trasportate nelio33 e suo padre il conte Ruggiero nor-
al monastero di s. Agostino a Can- manno, che 1' avea conquistata, vi
torbery. Guglielmo di Malmesbury fu sepolto nel i loi. Fu molto dan-
riferisce che erano custodite eoa neggiata a' 5 febbraio 1783 dallo
molta venerazione, e che si fecero stessoterremoto che cagionò tanti
assai miracoli per la loro virtù. La danni a Messina e alla Calabria.
sua festa è segnata a* 20 febbraio. Dopo che Dario rovinò la celebre
MILETO. Sede vescovile della città di Mileto [Vedi] d' Asia, i mi-
provincia di Caria, nella diocesi leti si recarono fondare questa
d' Asia, una delle più antiche citta città, presso il porto dell'antica
dell' Asia minore, e capitale della città di Meda ma ciica otto miglia
Jonia, eretta nel V secolo sotto la distante. conte Ruggiero nor-
Il

metropoli di Stauropoli, poi arci- manno fondò il cospicuo mona-


vi
vescovato nel IX. Fu patria di Ta- stero della ss. Trinità e s. Michele
lele uno de' sette sapienti della Gre- arcangelo di monaci greci basilia-
cia, e della famosa Aspasia moglie ni, ed «resse il superbo edificio del-
di Pericle. Fu ornata di superbi la cattedrale della Beata Vergine
edilìzi e di templi, celebre pel suo e di s. Nicola, che dicesi consa-
commercio, per le arti e le scien- crata da Calisto II, cui unì le due
ze che vi fiorirono : il gran nume- cattedrali di Tauriana e di Bivona
ro delle colonie inviate altrove da o Vibona quasi dai saraceni alter-
questa città molto contribuì a ren- rate. In ambedue i templi Ruggie-
derla illustre. Assai soffri per par- •
ro vi trasportò le colonne di quel-
te de' re di Lidia, ed i greci la lo di Proserpina. Allorché Grego-
conquistarono al loro arrivo in A- rio XIII fondò in Roma il colle-
sia. Dagli atli apostolici sembra gio greco, vi UDÌ nel 1 58 1 la detta
88 MIL MIL
«elebre abbazìa della ss. Trinità e postolica, ed onorando di sua pre-
di Michele
s. arcangelo, che Ur- senza la città consacrò la chiesa
bano II avea posto sotto la pro- della ss. Trinità coli' assistenza del
tezione della chiesa romana. In pro- vescovo. Rinaldo gli successe e ri?
gresso di tempo le fastidiose liti portò nel [i39 da Innocenzo II
che turbavano la tranquillità del la conferma de' privilegi della sua
vescovo e del collegio intorno alla chiesa. Quindi nomineremo i ve-
giurisdizione che ambedue preten- scovi più distinti , o meritevoli
devano di esercitare sopra l' abba- di menzione. Anselmo ottenne da
zia, indusse Clemente XI ad unirla Alessandro III conferma alle im-
pila meqsa vescovile, col peso di munità godute dalla sua chiesa, e
dovergli corrispondere l'annua pen- intervenne al concilio di Laterano
sione di scudi 2400, con bolla del III. Pietro del 1200 famigliare di
primo agosto 17 17: di questa abba- Innocenzo III. Per morte di Do-
zia Natale Maria Cimaglia ne pub- menico una parte del capitolo e-
blicò l'erudita istoria in Napoli nel lesse Arnoldo monaco, l'altra fra
1762. La detta pensione costituì la Deodato di Capua domenicano, il
yera dqta del collegio greco fino al quale nel 1282 fu confermato da
1766. Allora per le controversie Martino IV. Saba eletto nel 1286
paté fra la santa Sede e la corte dal capitolo, venne approvalo da
di Napoli, il vescovo cessò di pa- Onorio IV. Nel 1298 Andrea ab-
garla, e supplì a tal mancanza bate cistcrciense di s. Stefano di
Clemente XIII assegnando al col-
,
Bosco, dotto e insigne per virtù,
legio scudi i5oo annui sulla da- prescelto da Bonifacio VIII a pre-
taria apostolica, ed un tal sussidio ferenza di Manfredo Cifono di Mi-
gli fu conferm£(tq da Pip VI nel leto, ambedue eletti dai canonici.
?776. Tuttavolta alla di morte
Andrea,
La sede vescovile fu eretta da Clemente V nel i3ii
gli sostituì

«. Gregorio VII nel 1073; vi unì Manfredo suddetto canonico decano.


quelle di Taiiriana e Fibona {P^e- In questa dignità e nella sede gli
^i)t 1086, suffraganee di
verso il successe il concittadino Goffredo
Jleggio, come lo divenne Mileto, F'azaro, eletto da Giovanni XXII
poi dichiarata immediatamente sog- pel 1328; zelante della disciplina,
getta alla primo ve-
santa Sede. Il fece alla cattedrale elegante porla
scovo fu Arnolfo consecvato da s. e la campana maggiore. Nel 1396
Ciregovio VII nel 1073, ed ottenne l'antipapa Benedetto XllI conferì
dal suddetto Ruggiero conte di Si- la sede ad Enrico, ma Bonifacio
filia molti beni e diversi privilegi, JX nel 1398 nominò Andrea d'A-
fnorepdo 1077. Gli successe
nel lagni napoletano, indi nel i4o2
Hiosforo, indi Gaufrido del i094> Corrado Caracciolo, creato cardinale
pel 099 Eberardo che da Pasqua-
1 da Innocenzo VII. Per aver segui-
le II fu confermato in vescovo di to Alessandro V, Gregorio XII lo
Mileto, Tauriana e Vibona, e nei depose. Giovanni XXIII nel i4m
privilegi concessi da Ruggiero. Gau- elesse Astorgiq Agnensi,e lo era al

frido del II 19 fu da Calisto II concilio di Costanza in cui fu crea-


dichiarato colla sede di Mileto ìm> to Martino V ; poi fu fallo cardinale

piediatamente soggetto alla Sede a- ^a Nicolò V. Antonio Sorbilli di

I
.

MIL M I L 89
Mileto o Monteleone, Eugenio IV renne surrogato fr. Maurizio Cen-
nel 1435 lo elesse, che istituì il tini di Ascoli nipote del cardinale,
seminario nel i44o- Cesare Cae- traslato da Massa Lubrense, versa-
tani abbate cistcrciense del i464; tissimo nelle lettere; interamente
cui successe Narciso catalano dot- perfezionò il seminario, ornò 1'
al-

tissimo. Sisto IV nel i48o nominò tare maggiore della cattedrale, e-


il nipote Giacomo della Rovere, che resse di nuovo in altro luogo quel-
eresse nella cattedrale il nuovo sa- lo di s. Nicola, visitò la diocesi e
crario. Nel i5o4 traslato a Sarno, celebrò il sinodo. Nel 1640 fu suc-
divenne vescovo Francesco Alidosio, cessoda Gregorio Ponziani nobile
che creato cardinale abdicò nel romano, dotto filippino, che Ur-
i5o5. Giulio II gli sostituì il pro- bano Vili avea spedito in Inghil-
prio nipote Francesco della Rovere terra per affari ecclesiastici, ove
di Savona, che trasferito a Came- per le sue virtù e prudenza si re-
rino nel i5o8, nominò Andrea se celebre. L' Ughelli e suoi conti-
Valle creato cardinale da Leone nuatori terminano la serie de' ve-
X. Fece l'organo nella cattedrale, scovi di Mileto,sacra t. I,
Italia
incominciò il palazzo vescovile, e si p. 942, con Diego Maurelli di Co-
dimise con regresso nel iSaS. Gli senza del 1662, Ottavio Paravi-
successe Quinzio de Rustici roma- vicini milanese del 168 r, e Dome-
no, che compì 1' episcopio e collo- nico Antonio de Bernardinis nobile
cò nella cattedrale la statua mar- di Lecce, Iraslato nel 1696 da Ca-
morea dì s. Nicola; indi nel i566 stellanela. Le annuali Notizie di
fu fatto amministratore il cardinal Roma registrano i seguenti. lyaS
Innico iSyS il suo
Avalos, e nel Ercole d' Aragona de' duchi d'A-
sicario Maria de Alessandri
Gio. lessano, arcivescovo di Pirgi. 1734
d' Urbino. Nel i585 gli successe Marcello Filomarino napoletano
M. Antonio Tufo napoletano, che 1756 Giuseppe Maria Caraffa tea-
più altari edificò nella cattedrale, tino di Nola, traslato da Trivento.
ove fece trono e donò suppel-
il Dopo lunga sede vacante nel 1792
lettili, celebrò il sinodo e perfezio- Enrico Capece Minutolo filippino
nò il seminario. Nel 1608 Gio. napoletano. Leone XII nel 1824
Battista Leni, poi cardinale; gli suc- preconizzò vescovo fr. Vincenzo
pesse fr. Felice Centini indi cardi- Maria Armentano domenicano, di
nale: visitò la diocesi, riformò il Normanno diocesi di Cassano. Per
clero, celebrò il sinodo, e regalò sua morte il regnante Pio IX nel
preziosi ornamenti alla cattedrale. concistoro de' 12 aprile 1847 gli

Di lui e degli altri cardinali ve- die in successore 1' odierno vescovo
scovi possono vedere le biogra-
si monsignor Filippo Mincione di Ca-
fie. suo vicario gli fu sostituito
Il pua, e canonico di quella metro-
nel 161 3, cioè Virgilio Capponi politana.
nobile ascolano con immensa fa-: La cattedrale è dedicata a Dio
tica governò, fu acerrimo difen- sotto r invocazione di s. Nico-
sore dell'immunità e delie calun- la di Bari, vescovo; moderno e
nie appostegli, onde furono puniti bellissimo edificio con fonte bat-
gl'impostori, e restò onorevole me- tesimale, avendo il terremoto ro-
poo^ia di sue virtù. Nel i63i gli vinata l'antica; tra le reliquie che v^
,

9Ò M I L MIL
si .venerano, nomineremo il corpo secolo IV
tempi di PetiHano dì
a'

tji s. Fortunato martire. Il capitolo Cirta donatista- Severo scrisse a s.


si compone di cinque dignità, la pri- Agostino nel 4o9- Olialo II del
ma delle quali è V arcidincono, la 420. Benenalo esiliato dal re Un-
quinta eh' è l'arciprete ha la cura nerico nel 4^4- l^eslitulo interven-
delle anime; di tredici canonici, ne nel 553 al concilio di Costan-
comprese le prebende del teologo tinopoli. Dopo il quale non si co-
e del penitenziere, di mansionari o noscono altri vescovi, sino a Gio-
otto beneficiati cappellani corali, e vanni del i4oo; Gerlato del i^iZ;
di altri preti e chierici. L' episco- Emrnanuele del 1672 ; Giacinto de
pio, mediocre edifizio, è alquanto Faldanna del 1675; Gio. Ignazio
distante dalla cattedrale, oltre la Blauhouschius del 1679; e Caio
quale in città vi è altra chiesa par- Aslerio Toppio del 1728. Morcelli,
rocchiale. Vi è pure una confrater- Africa christ. t. I, p. 228. Al pre-
ìiita, diversi luoghi pii, l'ospedale sente Milevi, Milevitan, è un titolo
ed il seminario. La diocesi è am- vescovile in partihus- che conferisce
pia e contenente i3o luoghi. Ogni il Papa, sotto r arcivescovato in
nuovo vescovo è tassato ne' libri partibus di Cartagine. Pio VII nel
della camera apostolica in fiorini 1801 lo die ad Angelo Cesarini
393, in proporzione delle rendite consecralo a' 3 ottobre nella cat-
della mensa, che ascendono a circa tedrale di Frascati dal suo gran
5ooo ducati. protettore il cardinale duca di
MiLETOPOLI. Fedi Melito- York: di questo prelato parlammo
roLi. nel voi. XXVn, p. i55 del Di-
MILEVO,Milevum, Milevis. Se- zionario ed altrove. Gregorio XVI
de vescovile d'Africa nella Numidia, a' i4 febbraio 1840 fece vescovo
sotto la metropoli di Cirta, la cui di Milevi monsignor Guglielmo Ber-
città fu celebre pei due concilii che nardo Collier della congregazione
vi si tennero , ed è situata nel- anglo-benedettina, e vicario aposto-
la parte orientale della Mauri lia- lico dell' isola Maurizio in Africa.
na Cesariense, presso la foce del
fiume Ampsaga Oggidì chiama- . Concila di Milevi.
si Mela o Meelah. Ne furono ve-
scovi Polliano che intervenne al Il primo fu celebrato nel 4o^>
concilio di Cartagine nel a55; Ol- sotto il Papa s. Innocenzo I e gli
iato I, santo che scrisse verso il imperatori Arcadio ed Onorio. Fu
870 i suoi libri sullo scisma dei questo un concilio generale di tut-
Donatisti [Fedi) contro Parmenia- te le Provincie d'Africa. Vi pre-
no, uno de' più celebri vescovi di siedette Aurelio di Cartagine, e ven-
tal setta. S. Agostino chiamò s. nero confermati i concilii d'Ippona
Oliato, vescovo di venerabile me- e di Cartagine, e fatti cinque ca-
moria e dice di lui come di
, noni di disciplina, ordinandosi che
fi.Ambrogio, che potrebbe essere i nuovi vescovi cederebbero agli
una prova della verità della Chiesa anziani, secondo le regole antiche.
cattolica, quando essa venisse ap- Reg. t. IV; Labbé t. II ; Ardui-
poggiala sulla virili de' suoi mini- no t. I.

stri. Onorio viveva nel dechnar del 11 secondo venne tenuto nel 4 16,
MIL MIL 91
sotlo il Papa e imperatori suddetti, nobilitava persone e cose ; non ba-
coir intervento di sessantuno vesco- stava però seguir la milizia per
vi della provincia di Nuinidia, i meritarsi il titolo di milite, ma
quali «crisseio a s. Innocenzo I per per conseguirlo occorrevano guer-
cbiedergli la condanna di Pelagio, reschi fatti ed eroico valore pro-
di Celestio e loro partigiani, per vato in battaglia. Perciò il fiore
r eresia che toglieva di mezzo la della nobile gioventù correva al
necessità delT orazione pegli adulti combattere, e di virtù gareggiava
e del battesimo pei fanciulli. Fu- e di coraggio nelle comuni impre-
rono fatti otto canoni contro i pe* se, fìdanzosa e anelante di averne
Ingiani, e ventisette sulla disciplina, in premio la cavalleria. Era l' uni-
quali trovansi sotto il nome di Mi- nica e apprezzata ricompensa ai
levo nelle collezioni ordinarie. Ma marziali travagli, e finché non sa-
tranne il XXllI, che non leggesi livano al grado di cavalieri, i gio-
altrove, tutti sono o del
gli altri vani chiamavansi nell'esercito ar-
primo concilio di Milevi, o di quel- migeri, scutiferi e scutarii portanti
lo di Cartagine del 4i8> o di qual- lo scudo de' cavalieri nelle giostre
che altro concilio. 1 più celebri e tornei. Mentre sfavasi aspettando
vescovi che vi assisterono, sono : alcuna battaglia o perigliosa mi-
Silvano di Zomma primate della schia, o dopo riportatane vittoria, si
provincia, s. Alipio, s. Agostino, conferiva- a' nobili scudieri la ca-
Severo di Milevi, e Fortunato di valleria. I militi o cavalieri furono
Cirta, che furono lodati nello zelo creati anche in occasione di ma-
e vigilanza pastorale dalla risposta gnifica Corte [Vedi) bandita, o al-
di Innocenzo I, il quale condan-
s. l'arrivo di sovrani o principi rag-
nò nominati eretici, in data 27
i guardevoli, o in altro solenne av-
gennaio 4'7> dopo aver consulta- venimento del sovrano o del pò*
to suir argomento il concilio ro- polo. L' istituzione de' militi, chia-
mano. Reg. t. XIV; Labbé t. II ; mati poi cavalieri, ascende ai secoli
Arduino t, I. barbari, quando le orde de* goti,
MILFOUD. Città e porto della longobardi, franchi, germani, occu-
parte sud del paese di Galles, con- pata 1' Italia, introdussero quest'or-
tea d'Inghilterra, fondaVj nel 1790, dine. Anticamente gl'italiani disse-
che riceve le acque del Clelby e del ro militi que' soldati che guerreg-
Douledge. È così ben difesa che giavano a cavallo, mentre i fanti
potrebbe contenere con sicurezza si dicevano pedites e da taluno mi-
r intera marina inglese. O in que- liies. Ma il nome di milite prese
sto luogo o in Milfort d'Irlanda, poi a indicare que' nobili eh' erano
nel II 52 fu tenuto un concilio, con ispeciali cerimonie decorati del
e ne paria il Pagi a tale anno. cingolo militare, di cui facemmo
MILITE, Milcs. Titolo antica- parola a Fascia, essendo primario
mente assai onorato, benché si di- ornamento de' militi il cingolo e la
cesse anche milite il soldato o mi- spada, dicendosi propriamente cin-
litare ch'esercita l'arte della Mi- golo militare la spada cinta ai
lizia [J^tdi). Valeva prima ([uanlo fianchi de' ricevuti all'onore delia
gentiluomo e Cavaliere [P^edi), pev- mdi^ia, diverso però di quello dei
chè allora la milizia più che altro romani , che V usavano del puri
92 MIL MIL
cavalieri e pedoni. Anche gli adul- La parola milizia, miliiia, signi-
ti e gli stessi principi furono bra- fica propriamente l'arte della guer-
mosissimi dell' onore della cavalle* ra; militare , militaris, o soldato,
ria; l'ebbero i podestà o altri miles, quegli ch^esercita l'arte della
ministri ed i giurisperiti , e si milizia, che vi appartiene o fa pro-
crearono militi talvolta avanti la fessione d'arme, da soldare, assol-
porta dell' episcopio : vi furono in- dato, condotto al soldo, mercede
olti'e milites lUeraii ed i milìles conduclus. Truppa, per turma e
clerici. Questo onore
concedeva si squadra di soldati, agrnen, acieSy
con molte solennità e apparato di turma. Milizia dicesi anche per eser-
armi, cavalli, mense, ec. II principe cito di gente armata, e per ordine
o cavaliere conferente 1' onore per- di grado cavalleresco, come dicia-
cuoteva il collo o la spalla dell'in- mo discorrendo degli ordini mili-
ginocchiato novello, colla spada tari ed equestri. Milite [F^edi) si
presa dalle sue mani, pronuncian- disse anticamente il soldato. L'arte
do le parole Esto probiis niiles.
: della guerra è il complesso delle
Alcuni hanno creduto che in Mi- cognizioni necessarie per condurre
lano vi fosse un ordine militare una moltitudine di uomini armati,
sotto l'invocazione di s. Ambrogio, organizzarla, muoverla, farla com-
o de' militi di s. Ambrogio, o mi- battere, invigilando alla sua con-
liti dell' arcivescovo e arcivescovato servazione. Il genio della guerra
di Milano, come furono Amizone consiste nel talento di adattare
ed Erembaldo, distinti personaggi. opportunamente gli eserciti, e di
Ai rispettivi articoli si parla degli antivedere le migliori combinazioni
ordini militari cavallereschi. 3Iiles con sangue freddo e prontezza, fra
s. Petri fu grado dato dai Papi a mezzo ai pericoli e alle crisi. Le ar-
quei che innalzavano alla digni- ti militari consistono nella cognizio-
tà regia, come leggesi nell' ordine ne de'melodi scieutifìci e meccani-
romano XIV presso Mabillon, Mu' ci, che dirigono i particolari ^del-
sei ital. p. 4o8. Nel 1080 s. l' azione e l'uso dei mezzi: così la
Gregorio VII nell' investire Guiscar- strategia, la lattica, l'artiglieria, la
do lo assunse iti specialem b. Petri fortificazione, l'organizzazione, l'am-
militem. Cosi fu praticato da Cle- minislrazione delle armate, sono ar-
mente V quando unse e coronò in ti militari, che devono essere fami-
Avignone Roberto re di Sicilia. gliari a un generale, ma in tutto
MILIZIA. Ordini equestri sotto vi deve concorrere l'esperienza. In
il titolo di Concezione della mili- fine, il mestiere delle armi, è la
zia cristiana [Fecli);A\ Gesìi Cri- vita consacrata ai travagli militari;
sto milizia {Fedi); di Gesti Cristo, e questa espressione si applica par-
s. Domenico e s. Pietro martire ticolarmente a coloro che vi si e-
milizia (Fedi); di Gesti in Alenia- sercitano.
gna (^Fedi) che volevasi istituire Allorché si divisero i dominìi
sotto Paolo V. Dicesi milizia per del mondo e nacquero i governi
grado cavalleresco, laonde gli ordini legittimi, fu necessaria la mili-
militari ed equestri hanno articoli. zia per arrestare l' invasione, e sta-
f^edi Cavalieue, Milite. bilire una difesa per tranquillità
MILIZIA O TrU^Ì-A PONIIFICIA. del popolo. Vei'so l' anno aoooj
MIL MIL 93
cioè quando il mondo cominciava la iscrizione ne' i-egistri ; la seconda
a riprodursi dopo il diluvio, Abra- facevasi all' età stabilita per com-
mo alla testa di 3i8 soldati radu- battere. Pene severissime erano mi-
nati in fletta, accorse in difesa dei nacciate a coloro, che artificiosa-
suoi ricchi armenti e delle sue ter- mente si sottraessero alla iscrizione,
re, e disfece l'armata combinata di e punito si sarebbe colla morte
Codorlaomor e de"* tre re suoi al- chiunque avesse rifiutato obbedire
leati, che avevano fiatto una lega alla seconda requisizione. Non po-
per usurpare le proprietà di A bra- tevano esimere alcuno dal servizio
mo. In tutte le guerre giuste, i so- personale se non che la sordità, le
vrani hanno lo stesso diritto di malattie incurabili, e i gravi difet-
Abramo, ed i soldati hanno lo ti di conformazione. Nella repub-
stesso merito de' prodi difensori di blica d'Atene i giovani all'età di
Abramo. La milizia dunque nel 18 anni erano già esercitati nel-
l'apporto strettamente sociale e non r armeggiare ; all' età di 20 anni
personale, è una professione utile essi facevansi inscrivere sui registri
alla ed originata dal dirit-
società, della partenza ; e rimanevano sot-
to della natura, anziché dal diritto to le insegne fino all' età di 4^
delle genti, poiché sostiene la le- anni. Più lardi e nel VII secolo
gittima dilèsa, come provano i piìj Callìnico d'Eliopoli insegnò a' gre-
accreditati giuspubbiicisti : Grozio, ci la preparazione di sostanze in-
De jure belli etpacis, lib. I, cap. Ij cendiarie, che bruciavano ancora
Domat, Da droit public 1. I; Ar- ncir acqua ; questa composizione
niseo, De jure majest. I. I. È un prese il nome di fuoco greco, e
punto non più controverso, che la r uso che ne fecero i greci assicu-
necessità della milizia nasce dal di- rò loro immense vittorie in mare.
ritto di natura non già dal diritto J^edi Montiflori, De pugna na^ui-
delle genti. Gli antichi popoli era- li cominent., Genuae j582; Schef-
no tutti guerrieri, pure si dice che feri, De mililia navali velerum, Ub-
la prima nazione che facesse la saliae i G54- E. Sue, Storia della
guerra fu l'egizia contro gli afri- marina militare antica di tutti i
cani, con)battendo in quel conflitto popoli, Livorno i843. Gli spartani
con fruste, che poi furono dette solo gloria vansi della professione di
falanghe, secondo Plinio. Presso gli soldato, per cui non erano né agri-
ebrei i maschi giunti all'età di 21 coltori, né artieri, giacché era bandi-
anni, riguardavansi come disponibi- la fra di essi qualunque arte, che so-
li per la guerra: non accorda vasi lo facevansi in esse esercitare il ses-
esenzione che ai malati e ai de- so debole e gli schiavi. Gli africa-
boli ; si narra che prima di Salo- ni, eccettuati i soli cartaginesi, qua-
mone non vi era il costume nelle si tutti gli asiatici, gli sciti noma-
guerre di servirsi della cavalleria. di o sia erranti dell'Europa, si- i

JNella Persia parimenti alcuno non cambri e teutoni, lutti erano sol-
i

era esente dal servizio personale. I dati, e combattevano in massa.


greci tutti erano soldati, e sottopo- Presso romani, durante la re-
i

sti a due requisizioni; la prinia fa- pubblica, e al cominciare della mo-


ccvasi allorché giunti erano all'età narchia, non esistevano se non che
di i4 anni, e questa serviva per due classi del popolo, » guerrieri
94 MIL MIL
ed i colliTatori delle terre. Dopo lis hìstorìarum, Moguntiae 1 5^7,9.
r assedio fatto a Terracina dal con- Ammiano Marcellino indicò la ma-
sole Servio Hala in poi, fu inlro- niera con cui gli antichi lanciavano i

dotto pagare i soldati,


r uso di fuochi da guerra, però ad e- facili

giacché prima era la paga il bol- stinguersi pel troppo rapido moto,
lino o preda che a ciascuno riu- nell'opera Delle guerre de romani
:

sciva di fare. Servio Tullio stabiPi tradotte da Alessandro Braccio, Ve-


due diverse età per la milizia. JVel- nezia i584- Presso i brutleri ed altri
Ja prima compresi erano tutti i cit- popoli della Geruìania l'esercizio del
tadini dai 17 fino ai 47 anni- cavalcare e dell'armeggiare a caval-
Dalia prima età traevansi i soldati lo era il passatempo e la ricreazio-
che adoperavano nelle guerre ;
si ne de' fanciulli. pure i catti
Così
gì' individui delia seconda tenuti fino dall' età più tenera erano i-
erano di riserva per la guardia struiti ed addestrati negli esercizi
della città. L'esercizio però di qua- della fanteria, e presso gli svevi ìt

lunque funzione non dispensava servizio della guerra si faceva al-


dall' obbligo di portare le armi, e ternativamente durante un anno da
da questo alcuno non andava esen- un certo numero di famiglie, al
te se non giunto all'età di 55 an- quale altro ne sottentrava. I posse-
ni. La coscrizione costituiva il pri« dimenti degli assenti impiegati nel-
mo privilegio, primo diritto del cit-
il la milizia, erano amministrati o la-
tadino. I liberti non erano ammessi vorati da coloro che rimanevano
nelle legioni se non in caso di grave nelle loro case. Presso i franchi, e
pericolo imminente; non si ricevevano .sotto i re della prima dinastia, la
generalmente nelle legioni se non nazione intera costituiva la milizia.
coloro che dicevansi cittadini a buon Sotto Carlo Magno e i suoi succes-
diritto, oplimojure cìves. La milizia sori alcuna classe d' uomini non
romana era divisa in tre classi la ; era esente dal militare servigio. Fi-
prima nominata sacramentum, com- no a Clotario I galli non erano i

prendeva tutti i cittadini indistin- ammessi nelle armate francesi, non


tamente ; la seconda chiamata con- ricevendosi in queste se non che
juralio, componevasi di coloro che franchi, borgognoni ed alemanni.
risposto avevano al grido di guer- Filippo I Augusto creò il primo in
ra del generale incaricato di co- Francia una milizia stabile, e da
mandare 1' esercito, dopo che il esso assoldata; e Carlo VII istituì
senato avea dichiaralo la guerra ; le milizie dette franchi arcieri ; cia-
la terza dicevasi evocaiio, e non scun distretto era obbligato .som-
formavasi se non che nel caso di ministrare uno di que' militi, e a
imminente Vedi La mi-
pericolo. mantenerlo in caso di guerra. La
lizia romana di Polibio, di Ti' prima leva regolare dicesi fatta sot-
io Livio f e di Dionif^i d Alicar- to Luigi XIV : soppressa nel 179 e

nasso dichiarala da Francesco Pa- la milizia, successe l'arruolamento


trizi, Ferrara i583. Lipsie, Z>e mi- volontario, e fu istituita la guardia
litia romana , Anluerpiae i^gS. nazionale, ma la legge del '793
Savilio, De militia romana, Hei- mise in requisizione tutti i giovani
delbergae 160 1. Appiano Alessan- dai 18 sino ai 4^ ^nni che fosse-
drino, De civilibus romano rum bel- ro celibi o vedovi ; la cosciìzionc
,

MIL M I L 9.5

finalinenle fu istituita nel 1798, pi recenti s'introdusse il metodo


con sottoporvi tutti i francesi dai delle coscrizioni. Il Miu-atori tratta
20 a' 2.5 anni, la quale legge in nella disserl. XXVI
Della milizia :

un all'altra delle milizie comunali, dei secoli rozzi in Italia, parlando


fu adottata da varie potenzestraniere. ancora delle fortificazioni delle città
I In Italia variai'ono straordina- e castella di que'iempi, in cui si

riamente le disposizioni riguardo al- ebbe ed


l'uso di cingerle di buone
le milizie, massime col variare dei alte mura, formate di marmo o
tempi e de' governi. La maggior di mattoni cotti. Dice egli, che
parte de'sovrani che sursero dopo quando barbari vennero a sotto-
i

la caduta dell' impero romano, a- mettere le contrade italiane nel


evano milizie assoldate : queste secolo V, portarono seco costumi i

formavansi d' ordinario col mezzo della propria milizia, ed ivi la di-
di volontari arruolamenti. Gli e- latarono. Cacciali i goti sotto Giu-
serciti che scesero in di-
stranieri stiniano I, tornò per alcuni anni
Terse epoche nell'Italia , variarono a rimettersi la eccellente discipli-
pure le forme e i regolamenti del- na militare romana in Italia; ma
le milizie; da questi pigliossi l'i- essendo succeduti in questo domi-
dea dai principi italiani di assol- nio i longobardi, franchi e tedeschi,
dare stranieri, e quindi comparve- l'arte militare prese le lezioni dal-
ro le diverse compagnie sotto la l'uso di quelle nazioni. Era non
guida de' così detti condottieri, i poco scaduto in Italia il buon re-
quali perun dato tempo, e con un golamento della milizia sotto gli
dato numero di soldati si obbliga- ultimi imperatori romani; con tut-
vano al servigio di questo o di quel tociò i barbari ci trovarono tanti
principe, e sovente passavano dal- vestigi delle vecchie ordinanze, tan-
l'uno all'altro. Il eh. Ercole Ricot- to de'romani che de'greci dominan-
ti nel 1844 pubblicò in Torino: ti ncir esarcato Ravenna, che di
Storia delle compagnie di ventura poterono imparare molto nella pro-
in Italia. Le città italiane tuttavia fessione militare. Però anch' essi
nelle loro lotte ebbero milizie dette ebbero spade, sciable, fìonde, dardi,
civiche o urbane, e in quel disa- mazze, lancie, archi e saette^ scu-
stroso periodo tutti i cittadini era- di, elmi, corazze, stivali, e il resto
no soldati, come avveniva tra i dell'armatura che anticamente si
galli e tra i germani. Ristabilita usò. Adoperavano ancora tende e
la pace tra le città, e terminate padiglioni, e quasi tutti gl'istru-
quelle aspre contese, ancora si vi- menti da espugnare città e fortez-
dero in molti stati corpi di milizie ze, già adoperali dai greci e ro-
urbane, che in Francia dette sa- mani. Conservarono le nazioni set-
rebbonsi nazionali, e di queste mi- tentrionali dominanti in Italia le
lizie della città approfittarono so- loro antiche ordinanze nella mili-
vente gli stranieri che vennero a zia. ]\on si udivano già ne' loro e-
guerreggiare in Italia, i tedeschi, i sercili i nomi di legioni, turme
francesi, gli spagnuoli, ec. Finalmen- manipoli, coorli e simili; pure non
te ciascuno de'molti sovrani in cui mancava ordine nelle truppe , e
l'Italia andò divisa, ebbe un eser- v'erano uffiziali primari e subal-
cito assoldato, e solamente iu tem- terni : anch'essi avevano un gene-
96 M I L MIL
rale comandante, e sotto di lui di Carlo, e sotto i di lui nipoti; e
vari duci con subordinazione dei nel secolo X continuavano ad esse-
minori a' maggiori, o col vessillo re forzati a militare vescovi e chie-
stendardo, poi bandiera, da bando, rici in Di questo abbomine-
Italia.
insegna ; ed una volta bande si vole costume se ne trovano esem-
cliiamarono le brigate de' soldati. pi anche dopo il mille. Finalmen-
Nei primi del secolo XI i mila- te, quanto alla milizia de' secoli
nesi inventaronofamoso carroc- il rozzi in Italia^ se taluno mancato
cio pel mantenimento dell'ordinan- avesse di portarsi all'armata, ad u-
za militare, e ne parlammo agli na grave pena pecuniaria veniva
articoli Carrozze , Campana , Mi- condannato, e Lodovico II caricò
lano, ed altrove. Essendo anche pili forti le penali. Ogni persona
nei bassi tempi la milizia mestie- doveva alimentarsi del suo, e po-
re d'onore, erano esclusi i ser-
n' teva mandare un sostituto alla
vi, e solo ammesse le persone li- guerra.
bere. Erano ancora esenti dalla Il sommo Pontefice, qual sovra-
milizia secolare coloro che entra- no temporale degli stati della chie-
ti nella milizia ecclesiastica per ser- sa romana, non altrimenti che qua-
vire Dio , non era di dovere lunque altro a
principe, è tenuto
che si mischiassero nel sanguinoso conservarlo , a ed a
difenderlo ,

mestiere delle guerre : dice il Sar- premunirlo dalle violenze che mi-
nelli,che il primo esempio di ve- nacciassero insulto od invasione .

scovi armati nelle guerre si vide , Ed è perciò ch'egli mantiene mi-


nel 570 nella guerra de'Iongobardi lizie, arruola soldati, e munisce di

contro i borgognoni Tultavolta . guardie que' luoghi che ne han-


pel genio de' principi ambiziosi e no bisogno. Molti Papi che ve-
conquistatori, che vorrebbero ognu- neriamo sugli altari, ed altri per
no fosse soldato e che tutti cor- prudenza, equità e virtù insigni,
ressero ad esporre per essi le loro non dubitarono di prendere corag-
vite, perciò ne' vecchi secoli s'intro- giosamente le armi a tutela, o per
dusse e durava ai tempi di Carlo ricuperare i loro stati ; mossero
Magno V abuso di obbligare anche guerra giustamente a'nemici , si di-
i chierici e fino i vescovi a com- fesero valorosamente, e seppero col
parire colle armi in occasione di mezzo delle armi sostenere i diritti
guerra ,
pretendendo ciò, perchè del loro dominio temporale , il
godevano beni regali, ed erano più antico che esista j come pure
sottoposti al peso de'vassalli, nep- lécero alleanze, s' ibterposero per
pur godendo esenzione gli abbati, le paci, e restarono neutrali fra
donde poi vennero istituiti i loro principi guerreggianti. I rapporti di
Difensori (Fedi). Carlo Magno e- alleanza, di neutralità, di guerra o
sentò lutti i preti dall'obbligo di di pace, sono nati col mondo, poi-
concorrere alle armate j immensi ché sono riferiti nel principio della
essendo gli scandali ed i mali che Genesi. All'articolo Famiglia Pon-
risultavano al clero da questa trop- tificia,parlando dell'origine di essa,
po indecente usanza. Tuttavia ad dicemmo che dopo la pace data da
onta della mentovata disposizione Costantino alla Chiesa, cominciando
durava sotto Lodovico I Pio figlio a risplendere la maestà pontificia,
MIL MIL 97
queirimperalore ne diede luminose dati e uffiziali che accompagnavano
dimoslrazioni ai santi Pontefici Mel- il Papa nelle funzioni pubbliche, per
clùade e Silvestro I, ed a questi rimuovere la calca del popolo ; prae-
assegnò una squadra di venticinque fedi navales, di cui si disse a Ma-
nomini armati per di lui custodia, rina ed in altri luoghi ; e i duchi
servien/cs arinorum, poi detti Maz- de' militi, ed i magislri viililiun.
zieri del Papa [ledi), ancora esi- Per la ricupera e difesa degli stati
stenti. Volendo l'imperatore Giusti- della Chiesa contro i longobardi e i
niano li incarcerare s. Sergio I, i ro- greci, Papi s. Gregorio III, s. Zac-
i

niani cacciarono da Roma le guar- caria, Stefano HI ed Adriano I pru-


die per ciò spedite, e questa fu la dentemente si collegarono coi re
prima volta che gl'italiani presero franchi. Sotto Adriano I del 772
le armi in difesa de' Papi. Altret- incominciarono propriamente i Pon-
tanto fecero in favore del succes- tefici in Roma il pieno esercizio
.sore Giovanni VI del 701, contro dell' amministrazione e sovranità nel-
r esarca, esponendosi piuttosto a le cose civili. Fedi Sovranità' dei

soffrire i maggiori pericoli per la Pontefici.


salvezza de' Pontefìcij che lasciarli Osserva il Galletti nel Prìniicero
indifesi nelle mani de'greci. Da que- p. 18, che tempi già
in questi
sto tempo pertanto cominciò a nella chiesa romana eranvi prima- i

mancare la ed
forza degli esarchi, li laici, com' erano duchi e con- i

a crescere quella de'romani Ponte- soli, i quali avevano i titoli di e-


fici, pei quali la truppa si dichia- minentissimi, i maestri de' militi, e
rava, senza che perciò Papi si i sopra lutti il superista, eh' era il

abusassero di questo favore milita- primo tra' magnati secolari. Il li-

rèj che anzi si opposero alla ven- bro pontificale di s. Leone IV fa


detta de' soldati. Verso il 780 Ro- menzione di Graziano erainentissi-
ma e il suo ducato sottoponen- mo maestro de' militi, e del roma-
dosi volontariamente a s. Gregorio no palagio egregio superista e con-
II, sotto di lui ebbe origine il do- sigliere, e poco più sotto lo chia-
niinio temporale delia santa Sede; ma Gratianus Romanae Urbis su-
e volendolo occupare Lui|prando peristae. Dal ceto di questi primati
re de'iongobardi, il Papa l'incontrò, si assumevano governatori delle i

ammansi e rese ossequioso. Aven- città, i duchi de' militi, ed erano


do certo Tiberio sollevati alcuni anch'essi non meno del Primicero e
nel ducato romano, s. Gregorio li degli altri chierici uffiziali adoperati
spedi milizie contro i ribelli. Sic- ne' più scabrosi affari e nelle più
come delle cose mi-
riguardanti le difficili legazioni. Aggiunge il Gal-
lizie pontificie e questo argomento, che dopo ancora che il Papa
letti,

se ne tratta in vari luoghi del per spontanea dedizione de' romani


Dizionario, così senza tutti citarli, divenne signore temporale di Ro-
linoteremo col carattere corsivo, po- ma e suo ducato, siccome non può
tendosi ad essi vedere un maggior negarsi clie il suo dominio fosse
dettaglio, limitandoci in questo ad pei primi tempi aristocratico, di
accennar solo gli avvenimenti. Ne- maniera che restava ne' magnati
gli antichi ordini romani si par- una parte dell' amministrazione del
ia dei Dragonari, Maggiorenti, sol- governo, cos'i i suddetti primari mi-
VOL. XLV. 7
98 MIL MIL
nislri, uffiziali, chierici e laici si cacciare dallo slato della Chiosa i

mantennero nulorevoli, ed in gra- superstiti longobardi ed i greci .

do di molla potenza, come nei pri- Gref;orio IV fortificò Ostia per di-
mi secoli intervennero eziandio nel- fenderla dai saraceni. Questi furo-
r Elezione de Pontefici; Io ohe spe- no poi combattuti ilai napoletani
cialmente si conosce quando si po- in mare per s. Leone IV, il quale
ne mente all' interregno dell'impe- partendo egli stesso per Ostia con
ro, dai 924 ili cui mori Berenga- un esercito, vinse i saraceni, e si
rio, fino al 962 allorché Ottone I servi de' prigionieri alla fabbrica
fu coronato dal Pontefice Giovanni della Città Leonina in difesa della
XI r, poiché nello spazio di quei basilica vaticana. Qui noteremo che
38 anni, per la resistenza de' sud- nella chiesa greca, come nella lati-
dettimagnati romani, non potero- na, vi furono anticamente de'mini-
no mai Papi innalzare all' impe-
i slri incaricati a mantenere 1' ordi-
ro alcuno de' re d' Italia, quali cer- ne e la sicurezza nelle assemblee
tamente in quel frattempo non cristiane, ed il rispetto dovuto ai
mancarono mai e si successero T uno sacri templi ed ai misteri che vi
all'altro. Nell'VIlI secolo i suddet- si celebrano, e ne Iralliamo a' luo-

ti pontificii ministri, erano anche ghi loro. Non era in allora per-
detti servilia, come li chiamò A- messo ai militari di presentarsi ar-
driano I, parlando de' più cospicui mati per assistere ai divini ufGzi
personaggi intervenuti al sinodo da o per qualsiasi altro titolo. Questa
luì tenuto in s. Pietro, cioè il bi- costumanza tollerala in oggi nella
bliotecario, il sacellario, il notaro, chiesa venne introdotta do-
latina,
il Duca, ed altri. Nel ritorno che po il IX secolo. Air articolo Cap-
fece s. Leone ITI in Roma, dalla pelle Pontificie ed altrove si dice
•visita fatta a Carlo Magno, fu ri- che chi riceve la comunione dal
cevuto come in trionfo, e venne in Papa non deve cingere la spati, i,
certo modo adombrata la pompa così se gli somministra l'acqua al-
usata poi dai Papi nel Possesso, ove la Lavanda delle mani; in diversi
intervengono come nelle altre fun- luoghi si parlò delle armi che in
zioni le milizie pontificie; tra quel- segno di duolo si tengono a rove-
li che incontrarono s. Leone III si scio, come nel triduo della settima-
nomina multaque milida. Neil' 800 na santa, e ne' funerali novendiali
s. Leone IH
rinnovò l' Impero di de* Pa|)i, P'eggasi, Barlhius ad Sta-
occidente in Carlo Magno, con far- lium, 1. IH, p. 428, De signis oh-
ne la Coronazione m s. Pietro alla versis, et conversis ad huniwn cu-
presenza dei magnati e delle mi- spidibus. Beuwitz, Arnia et insi-
lizie. Carlo Magno lascialo il titolo gnii vertendi iisus. De Blasi, Co-
di Patrizio romano, pel quale era stume di deporre le armi prima di
tenuto difendere la Chiesa , Roma entrare in chiesa. Quanto ai no-
e dominii pontificii, prese quello
i vendiali, riporta il conlempornneo
d'imperatore cogli slessi e maggiori diarista che in quelli di
Cecconi,
obblighi, della quale avvocazia de- Innocenzo XIII, intorno al tuinuK)
^V Imperatori oiiclie a quelP artico- assistevano in piedi i cavalleggicri,
lo «e ne parla. Inoltre s. Leone vestili di casacche rosse con forra-
III si collegò colla Francia per is* iuolo nero, e con candele in ui;i-
MIL MIL 99
ho accese di cera gialla, ed i maz- della Chiesa. I tedeschi comandali
zieri slavano colle mazze calate. da Werner o Guarnieri svevo, pe-
Nel 916 Giovanni X co\ soccor- rirono a fìl di spada per affrontare
iso de' principi sconfisse interamente il nemico più numeroso, quando le

i saraceni, annidati da ^o anni niilizie erano in rotta: essi


pontificie
liei castello di Garigliano, alla fron- erano stati condotti da Germania
te dell'armala, e vi si portò egual- in Roma dal Papa, il quale avea
tnente sì da Papa che da generale, fama di valente guerriero; gli altri
come affermano Lenglel, Priiicìpxi comandanti dell' esercito pontificio
della storia t. VII, par. I, e Bor- furono Rodolfo principe di Bene-
gia, Storia del dominio della s. Sede vento, e il duca Argiro. Fu s. Leo-
nelle Sicilie , p. 64, n. XXXV. ne IX biasimato per aver poco
Giovanni XII prese al suo soldo prima stabilito nel concilio di Reims:
)e truppe ausiliari del duca di Spo- ne qiiis ctericonini arma militaria
leto, e Unitele alle sue, armato di pestarci aul mundanae mìlitiae de-
lorica e di elmo, guidolle in per- servirei. 11 Pontefice però avea di-
sona contro il principe di Capua, chiarato santa la guerra contro i

il quale lo disfece complelatnenle. normanni, perchè non si potesse


Giovanni XF detto XVI era peri tacciare di mundanae militiae. Di-
to delle cose militari e di guerra, fende s. Leone IX il Borgia, Me-
e vi cotnpose Benedetto
de' libri. morie stor. t. Il, p. i5, citando il

VlIIy nel 1016


radunato copioso Bellarmino , cap. II, De potest.
esercito riportò completa vittoria sui sutn. Pontif. in reh. temporalib. ad-
saraceni; e devastando i greci la versus Barclajum ; ed il libro di
Puglia obbligolli a ritirarsi a mezzo Giovanni di Cartagena, Propugna-
di Rodolfo principe di Normandia. cnlum calholicuni de j lire hello ro-
Autore propriamente della milizia mani Ponlifìcis adversus ecclesiae
papale, si fa Gregorio VI del io44) fura violantes, Romae 1609. Egli
secondo il p. Cristiano Lupo, Con- dice, che non disconviene ai Papi,
dì, t. Ili, p. 365j altri aggiungendo come principi temporali, il maneg-
che pel primo organizzò la truppa gio delie armi materiali, al pari
pontificia nel Suo slato, dandole ch'è permesso ai principi secolari,
ordine e divisa, perchè l' Italia e nello slesso modo che con lode
era piena di ladri, e i laici inva- l'adoperarono in difesa della patria
devano le possessioni di s. Pie- i fortissimi Maccabei , ch'erano in-
tro, non potendo soccorrerlo l'im- sieme sommi sacerdoti e principi,
peratore. Occupando i norman- e Mosè pure sapientissimo pontefice
lii i patrimoni della Chiesa, s. Leo- e principe, contro gli amorrei per-
ne IX nel I o53 armò milizie turbatori del Suo popolo; né fu già
proprie, e condusse egli stesso con- s. Leone IX, come alcuni scrissero,
tro loro l'esercito , e benché vinto il primo ad usare le armi, facendo
e prigioniero, diede la legge ai vin- il Borgia il novero di que'Papi, che

citori ,
quando con Unfredo loro prima e dopo di lui l' imbrandiro-
capo corsero a baciargli i piedi, e no. In proposilo riporta il seguen-
chiedergli perdono e assoluzione del- te scritto di s. Bernardo a Euge-
le colpe : tutto concesse il Papa nio IH, De considerai, cap. 3, lib.

in un al paese occupato in feudo 4. •' Quid tu deauo usurpare già-


1 oo Mi L MIL
diuai tentas, queni semel jussus mìsmo. Ma
l'abbondanza di pelle-
es ponere in vaginam ? quem ta- grini armati, che senza disciplina
men, qui tuuuj non salis
negai, e senza comando ingrossava una
iiiihi videtur attendere verbum banda immensa di truppe, ritaidò
Domini dicentes sic: Converte gla- i più grandi successi che potevano
dium tuum in vaginam. Tuus er- attendersi, perchè molte violenze
go, et ipse tuo forsitan nutu, etsi inaspirono i paesi di transito, e di-
non tua raanu evaginandus. Alio- menticandosi il dignitoso scopo di
quin si nullo modo ad te perline- tali spedizioni, da alcuni storici non
ret, et id dicenlibus aposlolis: Ec- si dettagliarono che le colpe dei
ce gladii duo Ilio, non respondisset paiticolari.Ciò non ostante si è
Dominus, salis est, sed nimis est. convenuto, che tali imprese molto
Uterque ergo ecclesiae, et spiritua- giovarono, e per arrestare il tor-
lis scilicet gladius, et materialis: rente de' mussulmani, e per lo sles-
sed is quidem prò ecclesia; ille ve- so progresso delle lettere e civiliz-
ro et ab ecclesia exercendus est, zazione, oltre i vantaggi che recò
eie. ". Veggasi inoltre il Gretsero, neir arte della guerra. Ai citati ar-
Exaniìn. mysler. Pless. cap. QQ ; ticoli vedrà di quanto zelo
si fu-

ed il Viltorelli nelle aggiunte al rono infiammati Papi, per la i li-

Ciacconio, Fit. Pouf. t. HI, col. berazione de' luoghi santificali dal
821, 822, ove lungamente accenna Redentore, e chi voleva porsi alla
un gran numero di rinomali Pon- testa delle Crociate. Calisto II nel
tefici, che o fecero o persuadettero 1121 condusse l'esercito de' nor-
ad altri di far la guerra in difesa manni all' assedio di Sutri ove eia-
de'loro stali. Veggasi pure Enrico si 1' Antipapa
rifugiato Gregorio
Luigi Chastaigner de la Rochepi- Vili. L'assedio fu comandato dal
zay nella Apologie cantre ceux qui valoroso cardinale Giovanni di Cre-
diseìit, qu'il nest pas perinis aux ma, con un valido corpo di trup-
ecclésiasliqiies d'avoir recours aux pe romane: arrestato 1' antipapa fu
armes en cas de nécessité, 6 1 5.
1 presentato a Calisto II sopra uu
Nella biografia di s. Gregorio cammello colla faccia rivolta indietro.
VII ampiamente si dice come qual Nelle Antichità longobardiche mila-
collegalo della gran contessa Matil- nesi , la dissert. XIX tratta sopra

de, fu da questa difeso dalle armi alcune indecenti e ridicole manie-


di Enrico IV e di altri; e chi al- re usale una volta coi vincitori dai

tro adoperò eserciti allo stesso fine. vinti, i cui esempi in molti Itìoghi
Urbano II nel logS promulgò nel producemmo. Onorio //essendo in

concilio di Clermont la prima Cro- Benevento i\e\ 1127, Ruggiero nor-


ciala contro mussulmani e sara-
i manno conte di Sicilia circondò la
ceni, con diversi premi spirituali città di soldatesche; ma il Ponte-
ed esenzioni ai Croccsignati, per fice lo scomunicò in un a chi lo

fare la sacra guerra a qua' barba- aiutasse, domandò nel i 28i soccor-
ri, e liberare da loro i luoghi san- so neir assemblea di Capua, e l'eb-
ti di Palestina nel discorso il Pa-
: be copioso. Per accalorare la spe- I
pa fece conoscere lo stalo lagrime- dizione, Onorio II concesse indul-
vole deli' Europa, vicina ad essere genza plenaria delle pene canoni-
tutta inondata dalle orde dell' isla* che ( cosa in qua' tempi assai rara,
j

M L I MIL IDI
perchè erano ancora in vigore i airinlerdetto, e Arnaldo fti brucia-
canoni penitenziali) a chiunque pen- to dal prefetto. Adriano IV inoltre
tito, confessalo e comunicato mo- scomunicò Guglielmo I re di Sici-
guerra, e la metà di
risse in quella lia, per le ostilità commesse nel
dette pene condonò a chi confessa- regno di Napoli, indi gli dichiarò
lo e pentito non vi fosse rimasto la guerra per quella mossa agli sta-

morto. Presto si mosse l'armala de- ti romani dal re; e siccome questi
gli alleali, e con prospero successo r incominciò con devastare con- i

Jienevenlo fu liberata dalle gravi torni di Benevento, a difesa di es-


nn'naoce de* potenti normanni. Que- sa il Papa si recò con naolte sol-
sti travagliando i popoli di Puglia, datesche, e vi fu riconosciuto supre-
Onorio li si recò a Troia, ove mol- mo signore dai baroni della mede-
ti bamni si colltgarono con lui. Al- sima. Il re bloccò la città, e Adria-
lora Ruggiero si sjccampò in vista no IV per impedire i funesti succes-
dell' esercito pontifìcio, il quale di- si della guerra, si pacificò, e gli
minuito dalla diserzione de' soldati concesse l' investitura delle due Si-
per la penuria de' viveri e di pa- cilie.

ghe, mosse il Papa a concedere al Alessandro III ebbe un ponti-


conte l'investitura della Puglia. In- ficalo pieno di travagli, perchè Fe-
nocenzo II nel 1 32 si unì con Lo- I derico I sostenne colle armi gli an-
tiirio II, per scacciar col diluì eserci- tipapi che insorsero contro di lui,
to da Roma l'antipapa Anacleto II che però fu difeso da diversi popoli.
condannò nel concilio Laleranense Sotto Celestino III i romani di-
II Arnaldo da Brescia, che sostene- strussero il Tusculo: abbiamo nar-
va non potersi salvare i chierici che ralo le guerre che precederono tal
possedessero fendi o benefizi slabili, catastrofe all' articolo Frascati. Il

i qualiappartenevano a' laici.


solo «uccessore Innocenzo IH rivendi-
Essendosi impadronito della Puglia cando alla Chiesa molti suoi domi-
Ruggiero duca di Sicilia, il Papa nii, e per sua difesa, sostenne quel-
si armò e gli mosse guerra, ma
. le guerre, che con diftusione ripor-
con insidie fu imprigionalo coi car- tammo alla sua biografia. Grego-
dinali, da Guglielmo suo figlio. rio IX fu in gravi dissensioni con
Trattalo onorevolmente dal duca, Federico II, il quale movendogli
lo riconobbe per re, e Io investì contro il duca di Spoleto, il Papa
delle due Sicilie col Gonjalone. Ri- a un esercito co-
reprimerlo spedì
bellatisi i romani arnaldisti a Lu- n)andalo dal caidinal Giovanni Co-
cio II, questicon un esercito mar- lonna, e Giovanni di Brienne re di
ciò sul Campidoglio per reprimerli, Gerusalemme colla qualifica di ca-
ma ferito da un sasso morì. Euge- pitano generale delle milizie papali,
nio nel IH
i49, aiutato dalle I i quali ricuperarono le occupate ter-
tiuppe del re Ruggiero, trionfò de- re. La guerra
terminò nel 1280
gli arnaldisti ron)anij sempre rivo- col conchiuso con
trattato di pace
luzionari per ristabilire il Senato e Federico II in s. Germano. Milone
il Prefelto di Roma, non contenti vescovo di Beauvaìs con buon corpo
più del patrizio. Sollevati nuova- di truppe si portò a soccorrere il

mente romani da Arnaldo, nel


i Pontefice; indi pullularono le guer-
1 1
54 Adriano IV sottopose Roma . re Ira i romani e Viterbo, ed i
103 MIL MIL
beneventani a difesa di Gregorio ciare il tiranno Manfredi dalle due
IX 6Ì armarono contro l' imperato- Sicilie, feudi della Chiesa, e poi di
re invasore delle terre ecclesiasticlie, essi l'investì. Gregorio X emanando
ma a cagione de Ghibellini soccom- leggi pel Conclave, ne dichiarò custo-
bettero.Continuarono le vertenze de il Maresciallo, ai quali articoli si

di Federico II con Innocenzo IV^ parla quando armaronsi truppe pev


pel quale il cardinal Capocci voma,- difesa del conclave, ciò che dioesi
no combattè in Sicilia vestilo pon- ancora a Goverpiatore, parlandosi
tificalmente, e cinto di spada e di quello del conclave, e quali sol-
corazza, con che ispirando corag- dati in sede vacante comandava il

gio alle milizie pontificie disfece le niaresciallo, e quali ora dipendono


cesaree. Innocenzo IV bandi
Indi da Ini. Martino IV sostenne pa-
la crociata V imperatore.
contro recchie guerre per ricuperare e di-
Quando Manfredi, bastardo di Fe- fendere i dominii della Chiesa con
derico II, volle occupare il regno truppe ausiliarie francesi, come si
di Napoli, in questa città si portò disse a Forlì ed altrove. Quanto
Innocenzo IV con un esercito, ca- a Bonifacio Vili, si può yedere il
pitanato due cardinali Fiesclii
dai suo articolo e quelli relativi.
suoi Guglielmo ed Alberto
nipoti, Nel secolo XIV si celebra l'inven-
conte di Lavagna e Generale, di zione della polvere da cannone in
s. Chiesa. Morto il Papa in Napo- Europa. Pare che da remotissimi
li, i cardinali intimoriti per la vit- tempi già la conoscessero cinesi. i

toria riportata da Manfredi sulle Altri la attribuiscono al reSalomonCj


truppe pontificie, elessero pronta- e dopo
il IX secolo ne parlò Marco

mente Jlessandro IV ^ che colle greco nell'opera intitolata: Liber


anni de^ crociati rintuzzò quelle di ignium^ insieme ai Fuochi d' artifi-
Ezzelino III, e pacificò i veneti cui zio. Altri al medico arabo Mesue,
genovesi, secondo il pietoso e pa- fiorilo in piincipio di detto secolo.
terno costume de' Papi, pel quale Molto si è scritto sull'invenzione
spedirono apocrisari, legati e nunzi della polveie e sulla sua anlichilù.
in tutte le parti, interponendosi efll- Quanto all'Europa se ne fa inven-
cacemenfe con tutti i principi e le tore il tedesco francescano lìcttol
nazioni, come ai loro luoghi notia- do Schwartz, altrimenti nominato
mo con che impedirono guerre,
; Costantino Angliksen, che la ritro-
spargimenti di sangue e infiniti mali. vò in Colonia, occupandosi in o-
Nel 1261 Urbano IV coli' armata perazioni chimiche nel i3?.o ovvero
de' crociati disfece le truppe tedesche nel r36i. Osservano alcuni, che nel
di Manfredi : di queste crociate con- secolo precedente eravi stata qualche
tro i perturbatori della pace e liber- ricerca che poteva condmue a tale sco-

tà ecclesiastica, gli eretici, scismatici, perta, descritta dall' inglese monaco


e nemici della santa Sede, ne ri- Ruggiero Bacone in un libro pul)-
portiamo le notizie al voi. XVHf, blicato a Oxford nel 1216, De nul-
p. 3oi e .seg. del Dizionario. Ur- lilate magiao. Pare che l'uso della

bano IV fabbricò la rocca di Mon- polvere in Europa avesse principio


lefiasconey che altri Papi fortificarono verso il I 338, non per uccidere gli uo-
^d abbellirono. Clemente /^chiamò mini, ma per attaccare le fortezze.
^a Francia Carlo I d' Angiò per cac- Non si deve tacere che nel i3i^
MIL MIL io3
li Giauata, assediando Caza,
re di uumenti t. V, p. XXII, e ti fab-
diede fuoco ad una macchina che bricavano in Santarcangelo; furono
produsse terribile esplosione ; e nel suoi generali Ridolfo Varani ed il
1342, all'assedio di Algesiras, Al- nipote Gomez Albornoz, pei* non
fonso XI adoperò armi da fuoeo dire di altri), laonde delle sue guer-
e micidiali. Qualunque sia 1' autore resche gesta se ne parla in molti
di questa grande scoperta, certo è luoghi. Eresse o riedificò diversi
eh' essa portò uu notevole cangia- forti nello stato ecclesiastico, come
mento e una intera rivoluzione Del- in ForPi e Spoleto ; e delle terre
l' arte militare; invenzione che for- ricuperate ne presentò le chiavi in
ma epoca negli annali del mondo. più carri a Urbano V. A questi suc-
Ora si vorrebbe sostituire alla polve- cesse Gregorio A/, che dichiarò la
re, il cotone esplosivo fulminante, guerra a Bernabò Visconti signore
o colon-polvere, ma ad onta di di Milano, perchè molestava le
molti fautori non pare che prevale- terre della Chiesa, inviando a com-
re, perchè sinora nella preparazio- batterlo un esercito sotto il coman-
ne e nelle sue conseguenze è sog- do del duca di Savoia, dicendolo
getto a troppi inconvenienti e pe- alcuni il primo Papa avignonese
ricoli, ed è necessaria uu'aulorizza- che propriamente da quella città
zione speciale, per cui molli gover- armò milizie pontificie, e le spedì
ni ne proibirono preparazione e
la con Galeotto Malatesla ge-
in Italia,
lo smercio. Sull'origine dell'arti- nerale della Chiesa, e per legato il
glieria, il Cancellieri nelle Dìsseri. cardinal Pietro d'Estain, il quale
epist. p. 252 e seg. ripoj-la una bi- prese a soldo Giovanni Aucuto in-
blioteca di scrittoriche ne trattar glese capo d'una compagnia. Anche
rono, come di altre anni da fuo- il predecessore Urbano V con Car-
co, e della polvere da alcuni chia- lo IV avevano preso ai loro sti-
mata diabolica, da ^\\.y\ creduta u- pendi Luigi Gonzaga signore di
tile. Mantova, contro i Visconti slessi.
Stabilita nel i3o5 da Clemente Inoltre Gregorio XI scomunicò i

V la residenza pontificia in Fran- fiorentini, e mandò a combatterli


cia e in Avignone^ molti prepoten- il cardinal di Ginevra, poi an-
ti proliltarono dell'assenza de'Pon- tipapa Clemente FU, e nel l'ò'j'j
teflci da Roma, per usurpare le restituì in Roma la residenza pa-
terre della Chiesa e promuovere ri- pale, ricevuto dai romani e loro
bellioni, come si può vedere a' luo- Banderesi colle insegne, e tripu-
ghi loro, ed a Giovanni XXil, Be- dianti. Il cardinal di Ginevra, di
nedetto XII, Clemente VI, ed In- carattere crudele, con seimila bre-
nocenzo VI. Questi nel i353 spe- toni e guasconi a cavallo, e quat-
dì in Italia il celebre cardinal tromila pedoni o fanti, ricuperò
Egidio Albornoz per legato e ca- vari luoghi, come Cesena, ma inau-
po supremo dell' esercito pontifi- dite furono le barbarie della sol-
cio collettizio che armò, e col qua- datesca. Poscia il Papa fece Rodol-
le ricuperò tutto il tolto alla Chie- fo Varano capitano della Chiesa,
sa (a suo tempo e nel i358 l'e- e morendo nel 1378 lasciò l'Italia
sercito pontificio faceva uso delle in aspra guerra.
bombarde, secondo il Fautuzzi, Mo- Urbano FI che gli successe vide
io4 MIL MIL
insorgere il funesto e lungo seismo, clesiastiche, deposto quindi nel con-
che soslenulo dall' antipapa Cle- cilio di Coitanza. Nel voi. XXIV,
mente VII e successori, fu cagione p. gS del Dizionario si narrò co-
<li mollissime guerre e d' indescri- me formalmente Giovanni XXIII
vibili mali. Nel iSyg l'antipapa in Bologna fece capitano generale
spedì contro Urbano VI un e- Uguccione Contrario, già genera-
sercito, che jierò fu sconfitto pres- le maresciallo della Chiesa: fu pu-
so Marino dalle milizie pontificie, re suo generale Gio. Francesco
ed allora fu che il Castel s. An- Gonzaga. Coli' elezione di Marti-
gelo occupato dai francesi, questi no V riebbe pace la Chiesa e 1' I-

lo consegnarono ai romani questa : talia, terminando le funestissime


vittoria il Pontefice la celebrò con guerre. D' ordine di Martino V
processione a piedi scalzi. Più tar- furono fatte in Roma diverse bom-
Aì, e nel iSSy, vedendosi Urbano barde, delle quali fino all'invasione
VI senza esercito e denaro, invilo francese se ne conservavano in Ca-
tutti i vescovi ad esorlare popo- i stel s. Angelo e nelle altre fortez-
li premio delle
col indulgenze a ze dello stato. Laonde sino dai
prendere le armi per la bandita priraordii del secolo XV esisteva
crociata, somministrare denari
e un principio del corpo degli arti-
per far guerra ai scismatici nemi- glieri pontificii e addetti al maneg-
ci della Chiesa, intanto che i sol- gio delle bombarde, le quali ser-
dati pontificii fecero a pezzi Angelo vivano per le batterie della mura.
prefetto di Roma, come fautore del- Questa potente arma, già nel seco-
l' antipapa . Bonifacio IK che gli lo piecedente la dicemmo esercita-
successe fortificò il palazzo aposto- ta primi dalle milizie papali, e
pei
lico, il Campidoglio e il Castel s. più anni avanti del i38o, in cui
Angelo, e si fece rispettare più dei per la prima volta, scrissero alcuni,
predecessori. Aiutò Ladislao re di eransi vedutebombarde nella guer-
Napoli con quattromila cavalli e ra di Chioggia Ira i genovesi ed
seimila fanti ditruppa papale, con i veneti che ne fecero uso, conser-
che prese Capua ed Aversa. Sotto vandosi in Genova un loro canno-
Bonifacio IX fu capitano delle armi ne di cuoio preso in tale occasione.
pontificie il conte di Carrara. Dipoi A Bartolomeo Coleoni bergama-
Uonifacio IX pubblicò la crociata sco si dà il vanto di avere pel pri-
contro Onoralo Cactani conte di mo fatto uso dell' artiglieria di
Fondi, scismatico, che tentava arre- campagna, nella sanguinosa batta-
stare il Papa, se le guardie di Cam- glia data nel bolognese alla Moli-
pidoglio non l'avessero respinto nella li 25 luglio 1467, in favore
coi Colonna. Quindi Innocenzo FU de' veneti, contro i fiorentini co-
dovette reprimere diverse sommos- mandati da Federico II Monte-
di
se de' ghibellini contro i Guelfi, e feltro. Qui noteremo che le armi
le sue guardie rintuzzarono i ribel- da (ùoco portatili furono inventate
li a Ponleinollc. Lo scisma incru- circa la metà del secolo XV, ed
delì, quando contro Gregorio XII erano assai differenti dalle attuali,
i'u eletto Alessandro V, al quale cliiaroandosi in principio cannoni
successe Giovanni XXIII, adatto da mano, e consistevano semplice-
più alle cose militai], che alle ec- mente in un tubo di ferro foralo
MIL MIL to5
«la un focone senza cassa e balle- le, alla cui doven partire da
testa

ria. Acciocché non rinculassero vi Aiìconay facendo perciò lega con


si aggiunse un uncino d'appoggiar- diversi sovrani. Inoltre Pio li sos-
si sopra un' asta di legno o di tenne le guerre contra Malate- i

metallo, onde presero nome d' ar- sta ed i Manfredi, signori di Hi-
chibugi, e divennero comuni ai sol- minì e di Faenza. Tra i cardina-
dati a piedi, pivi leggieii essendo li che creò vi fu Francesco Gon-
quelli de' cavalieri. Poi s'introdus- zaga, sempre occupalo nelle armi
sero gli archibugi a miccia, e di- ed esercizi militari. Paolo II del
minuiti nel peso chiamaronsi mo- i46/f fu benemerito della pace di
schetti, indi s'inventarono quelli Italia, che solennemente pubblicò
(letti a ruota. I granatieri presero nella Chiesa di s. Marcoj spedi
tal nome perchè destijiali a trar le le milizie pontificie contro i Mala-
granate nel secolo XYl in cui s'in- testa, e fabbricò varie Fortezze dan-
ventarono, prima essendo chiamati in done il comando a prelati e a
Francia figli perduti, perchè servendo degni ecclesiastici. Ad istanza del
all' antiguardo e alla sicurezza dei re di Fiancia fu costretto creare
fianchi delle colonne, come ove più cardinale Balve, il quale dedito a-
grave era il pericolo, erano i piìi gli allari della guerra, fu veduto
esposti : considerati il nerbo del- in rocchetto e mozzetla porsi alla
l' esercito, ciano meglio pagati, ve- testa delle truppe. Allorché Paolo
stili ed. armali degli altri soldati. li creò cavaliere di s. Pietro, Ber-
JN'el secolo XVI ebbe luogo l'in- so duca di Ferrara, gli calzò i
venzione delle pistole in Pistoia, sproni Napoleone Orsini generale
onde ne presero il nome, come vo- di s. Chiesa.
gliono molti. Sotto Luigi XIV si Sisto IV sostenne la guerra con-
introdussero i fucili armati di baio- tro il re di Napoli e il duca di
nette : V invenzione si atlribuisce a Ferrava, e presso Velletri le sue
Scarmelte, ma esse fecero in guer- milizie riportarono celebre vittoria,
ra perdere l'uso della spada. Ora in memoria della quale edificò la
può dirsi che la guerra si fac- Chiesa di s. Maria della Pace. In-
cia più colla geometria, che colla di si collegò contro i veneziani, no-
polvere, perchè la testa vale assai minando vicario dell' esercito pon-
più delle braccia. tificio Alfonso figlio di detto re.
Eugenio I F sostennediverse guer- Sotto Sisto IV fu generale delle
re contro i suoi nemici ed usurpatori milizie papali Virginio Orsini. 11
de'dominii della Chiesa, ed ebbe a bisogno di denaro per fare questa
celebri generali i cardinali l^itelkschi ed altre guerre, lo costrinsero ad
e Mezzarota. Eugenio IV aiutò, il alcune azioni che produssero censu-
re di Ungheria contro turchi, invian- i re; e fu al dire del Bonanni il pri-
do per legato il cardinal Giuliano Ce- mo che prese gli Svizzeri per guar-
salini che restò morto sul campo. dia del Papa. Nel i484 gh successe
Calisto III ha la gloria di aver Innocenzo FUI: terminò la guer-
pel primo nel i455 formalo la ra coi veneti, coi quali si alleò in
ponlilìcia Marina, per reprimere le un ai genovesi, per resistere a quel-
conquiste de' turchi, contro i quali la mossagli dal re di Napoli e da-
Pio II promulgò la crociata nava- gli Orsini, dichiarando generale del-
io6 MIL MIL
la Chiesa Roberto Sanseverino. T>nn- trattò perfettamente le sue nume-
jdì la crociala contro i twrchi in rose truppe, e pose i successori in
favore de'polacclii, ed altra ne pro- isfato di figurare nel mondo come
inulgò a difesa del cristianesimo. possenti sovrani ; e dicesi che pre-
Sotto lnno<:enzo Vili, o avanti di se il nome d' Alessandro per l'am-
lui, principiò ad avere origine la mirazione sua verso il conquistatore
guardia del corpo Cavalleggieri . macedone. Alla sua morte. Cesare
Elevato al pontificalo Alessandro colle sue numerose truppe voleva
f"^ I, già prodegenerale dell'eserci- comandar nel Conclave j ma il po-
to ecclesiastico, egli si uni in al- polo difese i cardinali, i quali fìe-

leanza cojitro Carlo Vili re di cero armare quattromila soldati ;

Francia, e marchese di il/<i«-


col l'eletto Pio III dovette salvare in
/oi'rt dichiaralo «apo dell'esercito: Castel s. Angelo Cesare, che poco
il Papa pubblicò la lega in s. Mar- prima era stato lo spavento d' Ita-
co dopo la messa al snono delle lia. Come lo zio, Pio III avea in-

campane di Campidoglio e delle tendimento di riunir poderose for-


phiese di l\oma. Dipoi Alessandro ze, e marciare contro il formidabile
Vi, vedendosi in Boma Carlo Vili nemico del nome cristiano.
con forte esercito, si col legò col re Il di lui successore nel i5o3 fu
di Francia per la conquista del Giulio II, che assunse tal nome for-
milanese, e fra i cardinali che creo se per intlicar la grandezza de'suoi
vi fu Ippolito cVEstf.
che nel mestie- pensieri e la virtù militare,, con cui
re delle armi pareggiò migliori i procurò d' imitare Giulio Cesare.
capitani di (juel tempo. Pandi la iNel fermo intendimento di ricupe-
crociala contro turclji, alleando.si
i rare alla Chiesa le (.erre occupate
a tale edetto con molti principi, e dagli stranieri o dai tiranni, riprese
promettendo recarvisi in persona. quelle che riteneva Borgia, che dal-
Dichiarò il famoso Cesare Borgia le galere pontificie fece condm-re
suo figlio, f'essiilifero e generale in Ispagiia, e nel i5o6 partì da
della Chiesa; e comandante dell' e- Kouia coir esercito, impossessandosi
jiiMcito cristiano contro j turchi il di IJologna e Perugia, e facendo
caidinal d' Aubusson gran maoslro gonfaloniere e capitano generale il

dell' ordine Gerosolitnitano . Indi marchese Mantova. Renitente la


di
Cesare fece la guerra ai Colonnesi, repubblica veneta a restituire Faen-
ai Sin'dli ed agli Orsini; ed in più za, Rimini ed altri luoghi, con-
incontri il Papa adempì con mi- chiuse il famigerato trattato d' al-
rabile destrezza l' uffizio di capita- leanza di Cainhray. conilo di essa;
|io generale, meptre Cesare colle la quale per le gravi perdile fatte nel-
milizie pontificie s' impadronì dello la guerra implorò e ottenne perdono
principali città e luoghi dello stq- dal Papa. Allora gli mossero guer-
to, imprigionandone o sagrificando- ra i anco per scjstenere il
francesi,
rie i signori, come si dice in mol- iduca Ferrara, p Giulio li per.
di
li articoli. 11 Papa fece edificare il meglio allcudervi passò a Bologna,
forte di Civita Castellana, sulle ivi unendo le proprie milizie alle
rovine della rocca anticy, poi com- spnguuole, dipoi si portò in Raven-
pilo da Giulio II e Leone X. War- na, e la sua armata fu rotta dal ne-
ffifjo gì' istorici che Alessandro VI mico, mentre col soccorso degli spa-
1

MTL MIL 107


gnuoli evilò cader prigioniero due gravi imparziali scrittori. Nell'anno
volle: dolente ancora per la caduta in cui fu eletto Giulio II, ebbe
«di Bologna si lasciò crescere la bar- luogo quel celebre Duello tra fran-
ba. Tultavolta lungi dall' abbatter- cesi ed italiani, i quali vinsero con

si, e dimenticando i pericoli corsi, decoro e gloria ancora delle mili-


alla testa delle proprie milizie as- zie pontifìcie, 9ui alcuno di essi ap-
sediò la Mirandola della famiglia parteneva.
Pico, nel più rigido inverno, fissan- Leone X nella seconda guerra
flo il quartiere vicino alle batterie. del suo predecessore era stalo spe-
Difendevano la piazza Galeotto li dilo legalo e governatore di Roma-
figlio di Luigi e della vedova di gna, onde trovossi alla lesta dell' e-
questi figlia del maresciallo Tri- che comandava, sba-
sercilo pontificio
vulzio, il quale Luigi l' avea tolta memorala battaglia di
raglialo nella
al fratello Gio. Francesco III pro- Ravenna. Appena creato Papa per-
letto dal Papa. L'artiglieria ponti- donò ribelli Colonnesi, ma veden-
i

ficia si coprì di gloria, ed il Papa do che francesi tentavano invadere


i

da generale vincitore entrò per la di nuovo il ducato di Milano, deli-

breccia pella piazza a' 20 o 12 berò impedirlo, e si valse perciò del


gennaio i5ii, mettendo in posses- soccorso degli svizzeri : i francesi
so della Mirandola Gio. Francesco perduta la battaglia di Novara, nel
III. Proseguendo la guerra, strinse giugno i5i3 ripatriarono. I veneti
lega coir imperatore , coi re di rimisero le loro conlese all'arbitrio
Spagna e d' Inghilterra, e con del Papa, ed i fiancesi si pacificarono
quegli altri principi descritti alla e furono assolti dalle scomuniche di
sua biografia, patto che si chiamò Giulio li. Ad impedir la divisione d'I-

sacra unione. Stando Giulio II in talia fra la Francia e casa d'Austria,


Ravenna, nel marzo 1 5 1 creò car-
1 Leone X si adoprò energicamente;
dinale lo svizzero Matteo Schiner però volendo ingrandire la sua fa-

p Lango per aver procuralo al njiglia , convenne che Luigi XH


Papa un soccorso di truppe svizze- facesse un nuovo tentativo sul mi-
re, avea spedi- «lanese; ma per morte del re, ben-
pel quale Giulio II
to nunzio nella Svizzera de Grassi, ché il Papa inclinasse alla pace, si
il quale in Berna conchiuse la ìevi\ trovò obbligato collegarsi col duca
^i tremila fanti. Sebbene agli i i di Milano, gli svizzeri, l'impero e
aprile i5i2 perdette la memorabi- la Spagna. Francesco I vinse, ed
le battaglia Ravenna, ove l'ar-
di allora Leone X ritirandosi dalla le-
tiglieria pontificia die prove di cre- ga, alleossi con lui; Più tardi te-
scente perfezione, e il qardinal le- inendo il suo ingrandimento gli
gato Medici indi Leone X corse pe- mosse contro l'imperatore, e ordi-
ricolo di restar prigioniero, pure nò a Marc' Antonio Colonna di u-
Giulio II riempì 1' Italia e tutta nir le milizie papali alle imperiali ;

Europa del terrore del suo nome, indi col impa-


proprio esercito s'

vedendo a' suoi piedi i più potenti dronì del ducato d' Urbino che die
nemici. Questi fu un Papa dato da al nipote, don guerra che es^iurì il
Dio secondo i bisogni de' tempi, il tesoro pontificio. Nel i52o Leone X
perchè le sue 'azioni furono lodale riprese Fermo e Perugia, e rivolse
^al copcilip di Latcrano ip' e da le sue armi contro il duca di Fer<
. o8 m L I M I L
«ara, indi si uni a Carlo V per i523 nella chiesa di s. Maria Mag-
cacciare i francesi da Milano, e giore, e tra le solennità della mes-
procurare nuovi stati a' suoi paren- sa fu promulgata la confederazione,
ti Medici, dicljiarando capitano ge- dicendo 1' Oriiz famigliare di Adria-
nerale della Chiesa, Federico II no VI e autore della Descrizione
marchese di Mantova. Le galere del viaggio, che siffatta lega per re-
pontifìcie unironsi alla flotta impe- primere chi osasse invadere l'Italia
riale, e le milizie del Papa e di si potè fare dal Papa a tutta ra-
Carlo V espulsero i francesi da Mi- gione di diritto, mentre quando il
lano, ove entrò il cugino cardinal Pontefice vede che a nulla giova-
de Medici, poi Clemente VII, vit- no le armi spirituali, può senza
torioso e qiial legato dell' esercito dubbio muovere le armi temporali
col cardinal Lango, ricuperandosi an- per difendere sé stesso e gli altri

cora Parma e
Piacenza. Avendo Pio cristiani, come rilevasi dal capo
II attiibuite alla guerra contro il DilcctOy de sent. excom. in sexto.
turco le rendite dell' allume di De Lagna, annotatore delTOrtiz, là
Tolfa, Leone X ne affidò l'ammi- in proposito queste osservazioni. » Il

nistrazione all' ordine de'cavalieri o Burmanno, giustissimo difensore del-


soldati di s. Pietro da lui istituito. le cose di Adriano VI, quando
Servì a Leone X il suo parente Gio- giunge a questo passo, si sforza di
vanni de Medici, detto delle ban- mettere in campo molta erudizione
de nere, da quelle compagnie di ecclesiastica, colla quale mostra che
ventura che a lui obbedivano, a ai chierici si proibisce 1' uso delle
vantaggio della Chiesa e per espel- armi temporali. Ma tutta quella
lere d'Italia gli stranieri. erudizione non viene a conto. Se
Eletto Adriano FI
successore il Papa è legittimamente i-e tempo-
mentre era nella Spagna, ne partì rale, dunque aver deve la sua mi-
con ima numerosa armata navale e lizia disciplinata, e le sue fortifi-
quattromila soldati giunto a Ge- ; cazioni ben guarnite, e conscguen-
nova, pel sacco sofferto da questa temente far uso a tempi discreti ed
città,rimproverò Prospero Colonna •
opportuni di queste difese delio
e Federico II marchese di Manto- stalo. negare poi al Papa la ca-
Il

va capitani dell' esercito pontifìcio pacità di avere legiio tem[)i)rale, è


ed iuqjeriale nella conquista di Mi- lo che voler gettare a terra
stesso
lano. Colla truppa spagnuola che tutti i di natura e di le-
principii
r avea seguito, cacciò da Rimini gislazione, che rendono legittimi e
Malatesta. Vedendo minacciala l'I- slabili lutti i rei-ni
u della terra. Ma
talia dai francesi, si unì in lega coloro i quali cercano di abbattere
con Carlo V e i principati di tut- il dominio temporale del Papa,
ta Italia, in un ai feudatari dello prendono il coltello per la punta".
stalo ecclesiastico, tutti prometten- All'articolo Costaxtinopoli, nel ri-
do un contingente di cavalli e fanti portare tutti i soccorsi dati in de-
secondo le proprie forze. Perchè la nari, truppe e altri modi dai Papi
lega riuscisse vantaggiosa alla re- per impedir l'ingrandimento della
pubblica cristiana, Adriano VI ac- potenza ottomana, laccmujo menzione
compagnato dai cardinali, prelati e; come Adriano VI promise soccorso
altri nobili, si portò a' 5 agosto al re di Ungheria contro i turchi.
MIL MIL 109
Questo non potendo effettuare per- altri vi compresero Enrico Vili re
cliè le precedenti guerre aveaiio e- d'Inghilterra, col titolo di protetto-
sausto il tesoro pontificio, e l' am- re; ma egli solo strinse particolare
basciatore ungherese Ralbo credendo alleanza con
Francesco l, eh' era
QÌò provenir da lentezza, non con- uno della lega. Ciò offese Carlo V,
tento che fosse slato spedito il cardi- che subito pubblicò la guerra al
nal de Vio con (niarautan)ila ducati, Pontefice. I Colonnesi uniti al ne-
ebbe l'audacia di dire al Pontefice: mico presero parte ai disastri, fecero
Beatissimo Padre, Fabio Massimo scorrerie nellaCampagna, ed occupa-
con indugi salvo un tempo la re- rono Ceprano e Banco allora Cle- :

pubblica romana quasi perduta; vo- mente VII a' 24 gennaio ì5i& pub-
stra Santità all' opposto, con indu- blicò una bolla, esortando baroni i

gi le dà l'ultimo tracollo. Già ai e feudatari del regno di Napoli a


tempi Adriano VI esisteva l' ar-
di prendere le armi e difendere gli
ma chiamata Birri, che ai
politica stati della Chiesa che assolvette d.il
nostri giorni Pio VII soppresse nel Giuramento di fedeltà, contro i (Co-
i8i6. lonna, e fu stampata subito da F.
Clemente VII ebiie un pontifi- Minitio Calvo tipografo apostolico,
cato iiifciicissirao e burrascoso, per ed nflissa ne'soliti luoghi. La bolla l'u

Je catastrofi lacrimevoli che lo se- vuota di clletto, e poco dopo ven-


gnalarono. Primieramente nel iSaS ne da Moncada generale di Cailo
nella chiesa di s. Giovanni in La- V, e dai Colonnesi sorpresa la Cu-
terano pubblicò la lega fatta con- tà Leonina, saccheggialo il Vatica-
tro il turco, e verso il iSaG isti- no, onde Clemente VII salvò la
tuì Luoghi de' monti, per suppli-
i vita in Castel s. Angelo al modo
re all'armamento ausiliare delle ivi narrato. Dopo breve tregua
milizie da lui destinate al soccorso patteggiata con Launoy generale su-
di Carlo V contro i turchi (poscia premo degli imperiali, Carlo di Bor-
i Papi se ne servirono
successori bone coli' esercito imperiale compo-
per generosamente le na-
aiutare sto di cattivi spagnuuli e di fanati-
zioni cattoliche, con gravissimo dan- ci tedeschi Luterani, non che di
no del tesoro pontificio, che perciò venturieri, ladroni, sicari, e del su-
enormemente s'indebitò). Indi ve- cidume delle plebi italiane, e di
dendo accrescersi smisuratamente la circa quattromila ebrei, non volle
potenza di Carlo V in Italia do- aver riguardo alla tregua. Ad onta
po la disfatta de' francesi, per di- delle pioggie e delle nevi, traver>()
fèndere la regione, agli i i giugno i monti di Arezzo, e giunto nelie
iSaG fece lega in Cognac con di- vicinanze della capitale del mondo
Tersi principi, e per esservi il Pa- fìnse di chiedere per
il passaggio
pa alla testa fu chiamata Santa andare a ed essendogli ne-
JNapoli,
lega, e per le funeste conseguenze gato, infervorò le sue truppe colla
si disse poi Lega funesta a sua promessa di ricco bollino, ed ai 5
Santità, poiché tranne gli svizzeri maggio i527, profittando d' una
ed i fiorentini, gli altri mancarono densa nebbia, assediò Roma. La cit-

agli accordi, e danno gravitò su


il tà fu presa il giorno seguente, do-
Roma, la Can)pagna e la Toscana. po aver fatto qualche resistenza i

In questa lega il Guicciardini con capitani pontifìcii Orazio Baglioni,


L ..

no M 1 MIL
Valerio Orsini, Giampaolo da Ce- nella peste, Moncada poco soprav-
l'e figlio di Renzo, Giaujbatlista Sa- visse, e r Orauges fu ucciso all'as-
velli, e Ranuccio Farnese. Il nemi- sedio di Firenze. Quindi i terraz-
co enliò per porla s. Pancrazio e zani de' feudi e tenimenli di casa
per porla Settimiana ad ore 22. -Di- Colonna si recarono a Roma, rapi-
feseper quanto potè la Cillà Leo- narono quanto era avanzato al la-
nina Camillo Orsini, ma essendo droneccio militare, cioè immensa!
Ucciso il BorbonCj gli successe nel quantità di utensili, e di ferrameu-
comando il principe d'Oranges. L'e- li, altro non più essendovi. Immen-
sercito nel dì seguente guadagnò se poifurono le taglie d' ingenti
il rione Monti, e corse Roma quan- somme, che i soldati posero senza
to si estende dal monte Giaiiicolo distinzione alle cose ed alle perso-
al Laterauo ; la prima strage fu di ne, che tassavano di grosse contri-
700 soldati, e la guaidia svizzera buzioni a titolo di riscatto, operan-
fu n)essa in pezzi , seguendo per do in da masnadieri. Di tali
tutto
due mesi il più crudele saccheggio taglie diversi ineditidocumenti pub-
con commettersi le più inaudite blicò il Saggiatore, giornale romanoj
barbarie, nulla rispettandosi, nep- n. 1 I, anno primo.
pure le chiese, le reliquie de' santi, 1 confederati intanto non si presero

molti religiosi uccisi, altri vilipesi pensiel'O di Clemente VII, solo ve- i

enormemente^ contaminali i sepol- neti ordinarono al duca di Urbino di


cri degli slessi Pontefici per trame le lutto arrischiare per liberarlo ; ed il

cose preziose, e violandosi le fem- i'e di Francia troppo laidi spedì aRo-
mine e persino le sacre vergini ma Lautrec con un esercito. All'arti-
Scampò alla generale carrìiflcina colo Germania sonovi relative noli-
Clemente \llcon chiudersi in Castel zie, così negli altri analoghi luoghi
s. AngdOy ove ne'sette mesi che vi si riportiamo le altre, come della parten-
tenne assediatOj potè resistere alle za del barbaro esercito imperiale, av-
immense forze nemiche ed ai repli- venuta il 17 febbraio i528, men-
cati attacchi, mediante la bravura tre Clemente VII Stava rifugiato in
dell artiglieria pontificia. La più Orvieto, accompagnatovi da Luigi
tremenda pane e carne,
carestia di Gonzaga detto Rodomonte, cugino
e la più fiera pestilenza aumenta- del marchese di Mantova, poi ge-
rono le calamilù dall'alma città, che nerale delle truppe pontificie. Però
vide alemanni e spaglinoli conten- nello slesso giorno. Amico d' Ar-
dersi con micidiali discordie e uc- soli con alcuni patrizi ed alquan-
cisioni, rubamenti e le prede.
i ti cor.'si ch'erano agli stipendi del
"Venne osservato che tra soldati i popolo romano, infrenabili e sempre
periti di peste, maggiore fu il nu- avidi di bollino, entrarono in Ro-
mero di quelli che ne'più fieri mo- ma, guastando la ripa del Tevere,
di avevano derubalo monasteri i uccidendo spagnuoli e tedeschi
Nota il Ferlone, Dc'viaggi clt l'api d'ambo i sessi, negli spedali e nelle
p. 2{)4) ehe due anni dopo niuno chiese, e predando i loro beni, ben-
de'soldali che saccheggiarono Room ché fossero artisti pacifici stabiliti

era più vivo, e le rapile ricchezze in Roma, derubando anche qual-


e
passarono in altre mani. E indubi- che monastero. In egual tempo i

tato che Lauuoy o Laniioy morì Colonna malmenavano la Canipu-


L

M 1 r>ì ! L 1,1
gna romana, uiassìine le terre dei i5j3 Giulio III pel passaggio de-
signori (li voti al Papa, come gli gl' imperiali che recavansi a Siena,
Altieri ed i Leni, per cui Cleuieu- guarnì i confini del proprio stalo
te VII scomunicò i pi edatori e con 8000 uomini di milizie ponti-
gli obbligò alia restituzione. Clemen- ficie. Il successore Marcello II, di
te VII e i cardinali che stettero rigide virtù, voleva licenziare la
rinchiusi con lui in Castel s. An- guardia svizzera, persuaso che il

gelo, per duolo eransi lasciali cre- vicario di Cristo non ha bisogno
scere la barba: che Carlo V prese per sua difesa delle armi di qual-
il lutto, e die dimostrazioni di do- sivoglia milizia, solendo diie che
lore per la prigionia delPapa e parecchi principi cristiani più col
sventure di Rouìa, lo dicemmo al- segno della croce che con gli eser-
trove. E ^ero che ciò quasi da tut- citi furono in molti incontri dilesi
ti gli scrittori fu preso per lina i- contro i più polenti nemici ; e sli-

pocrisia, ma se piace quanto riflet- mar meglio che il Papa restasse


te il Verri, Storia di Milano t. Il, ucciso dagli empi, che dare esem-
cap. XXV, p. 25 1, sembra che non pio di vergognosa paura, odi maestà
Iòsse in suo potere liberare il Pa- poco neceasariu. Al principio del
pa, essendo l'armata composta di pontificalo di Paolo //^ si deve
gregari stranieri, i quali non rico- l'origine della nobile guardia delle
noscevano che i generali dai quali Lanate spezzale. Sotto di lui ebbe
erano pagali, essendo l' araìatij col- luogo la làmo.<>a guerra contro Fi-
lettizia, e radunala jjer tempo ed lippo li, di cui ji.iriossi in molti
oggetto determinato. Finalmente in articoli,come Fecsinone, Caraffa,
Bologna nel i53o segui la pace Geutazzano, e Cave ove si fece la
tia il Papa e I imperatore, ove fe- pace : il re di Francia spedì dieci-
ce la di lui solenne Coronazione. mila uomini in soccorso del Pon-
Tra i cardinali creati da Clemente tefice, che prese al soldo gli sviz-
VII, nomineremo Ippolito de Ale- zeri j e l'artiglieria pontificia tan-
dici, che lungi dal vestire da car- to nell'invasibne che fece della Cam-
dinale, tranne le indispensabili cir- pagna il, duca d'Alba, che nella op-
costanze, compariva con divisa da pugnazione d'Ostia del i556, ed al-
generale, armato di spada ; o Odet- tre fazioni che occorsero, mostrò
to de Coligny, che preferendo l'ap- vieppiù la sua importanza e perizia.
plicazione delle armi e la milizia, Gli successe nel 155^ Pio If^, il

alla dignità ecclesiastica, fu poi de* quale era slato spedito da Paolo
posto dalla porpora. III commissario dell'esercito pon-
Paolo IH, per impedir la guer- tificio neir Ungheria e Polonia
ra tra Carlo V e Francesco i, si contro il turco e luterani, essen- i

•portò a JVizza; indi a Lucca ac- do generali delle milizie Alessandro


compagnalo da i5o soldati a ca- Vitelli e Giambattista Savelli; indi
•vallo, e da 200 a piedi di sue mi- essendo cardiiiale, Giulio HI lo

lizie, e poi a Brusseto nella dioce- mandò soprintendente delle mili-


si di Donnino. Paolo HI
Borgo s. zie della Chiesa inviate contro Ot-
fece guerraColonna, ed istituì
ai tavio Farnese duca di Parma. Pio
i cavalieri o soldati di s. Paolo j IV soccorse Fdippo 11 e Massimi-
in Perugia fabbricò la fortezza. Nel liano 11 contro il turco, e Carlo
112 ]\I 1 L MIL
IX contro gli ugonotti, per cui la rina papale Marc' Antonio Colon-
camera apostolica contrasse debiti na, al quale s. Pio V decretò gli
per un milione di scudi. Fu gene- onori del trionfo, al modo che de-
rale della cavalleria pontificia, Do- scrivemmo a Ingressi solemviin Ro-
menico Massimo giuniore, ch'erasi ma, ove facemmo cenno delle pom-
segnalalo nell'assedio d'Ostia e nel- pe trionfali degli antichi romani,
la battagliadi Palianoj mori da e di que' solenni ingressi in cui in-
prode nel combattimento navale di tervennero le milizie della Chiesa,
Lepanto, comandando una galera incominciando dal tempo di Adria-
Avendo sposato il suo
pontifìcia. no I. Quanto alla soldatesca della
nipote Annibale Altemps prefet- cittàche accompagnò in ordinanza
to delle armi pontificie, con Or- con abiti pomposi il Colonna, essa
tensia Borromeo, a' 5 marzo del- era divisa in tre squadroni, il pri-
l'anno 1.565 nel cortile di Belve- mo d'archibugieri in i36 file, e
dere ebbe luogo uno splendido e dieci per fila; il secondo era di
magnifico torneo, cui furono pre- picche di i5o file, il terzo d'archi-
senti alle finestre il cardinal s. Car- bugi o moschetti di 3 file que- i i :

lo Borromeo con aliri ventidue car- stisquadroni erano fraraezzati da


dinali, e seimila cavalieri, come si alcune file di alabarde, ed altre di
legge nella Narrazione del inaraK'i- spadoni a due mani, ed altre di
glioso torneo rappresentato dall' ec- paggi con spada e rotelle per or-
cellcnliss. sig. conte Annibale Al- namento degli squadroni. Avanti di
temps generale governatore di s. questi andavano come per capi due
Chiesa, nel nuovo teatro di Belve- sergenti maggiori a cavallo, Dome-
dere, lì orna i565. nico Jacovacci e Cencio di Toffia,
Nel i566s. Pio amando \o Stoc- con bastoni in mano, armali di cor-
co e Berrettone benedetti, insegne soli- saletto con calze di velluto, berret-
te donarsi ai capitani benemeriti del- tino ed una banda rossa e gialla,
la religione, al duca d'Alba per la con tre alabardieri a piedi colle
"vittoria riportata nelle Fiandre con- bande de' medesimi coloii. Seguiva-
tro gli eretici ribelli di Filjppo li. no poi per ordine le squadre degli
Per sicurezza Avignone e contado
ò.' archibugieri precedute da due tam-
Venaissino il Papa somministrò gros- burini vestiti di rosso, con calzoni
se somme, milizie pontificie e mu- di velluto nero, ornati da passa-
nizioni da gueria. Per sostenere poi mano d'oro, con stivaletti incerati,
in Francia la cattolica religione con colletti e maniche di maglia,
dalle guerre degli ugonotti, mandò berrette con piume bellissime. L'al-
a Cario \\ centocinquantamila trametà di queste squadre aveva
scudi, e 4^oo cavalli con 5ooo un sergente maggiore, cioè Fran-
fanti, di cui fece generale Sforza cesco Spannocchi, vestito come gli

conte di s. Fiora, le quali milizie altri, con file di alabardieri vestiti

contribuirono alla segnalata vittoria di velluto variamente, con paggi,


di Moncontorno. D' immensa glo- cinque per schiera, con celate, pen-
ria riuscì a s. Pio V la triplice doni e scudi, e sopra morioni i

alleanza concniusa contro Selim II, ayevano i soldati le banderuole


per la battaglia navale vinta a Le- torchine. Eravi dopo questa la
panto, esscudo gcneiale della Ma- squadra delle picche, avanti di cui
MIL MIL ii3
procedeva il sergente magj+iore ultimo Gennari nel 1847
Natale
Gian Pietro Muti con 54 P'^gg" in pubblicò in Roma Della santa tri-
:

più file, e vestili a livrea


sparsi plice alleanza del santo Pontefice
ornatissima, con morioni, scudo e Pio V
contro Selim 11^ battaglia
pennacchio. Dopo questi erano 12 di Lepanto e trionfo di Marc An-
vestiti alla turcliesca. Aveva questa tonio Colonna, racconto storico con
squadra ventisette insegne tramez- note, giunta e brevi cenni sull' in-

7.ate nelle sue compagnie tutte di civilimento ottomano.


seta di vari colori. Vi erano quat- Wel pontificato di Gregorio XIII
tro capitani con calzoni di velluto urbana del ma-
l'antichissima milizia
ed archibuselti, superbamente ve- gistrato romano, ed anche la guar-
stiti, seguiti da sette file di spa- dia pontificia detta Capotori, suc-
doni a due mani, e cinque file ceduta alle sette coorti urbane isti-

di alabardieri, dopo i quali ince- tuite da Cesare per l' interna tran*
deva il corpo della squadra di qiiillità della città, venne meglio rior-

picche, tutti ben vestiti con corsa- ganizzata. Questo Papa fornì grandi
letlo, berrette di velluto con piume, aiuti a Enrico III re di Francia
calze bianche di tela d' argento contro gli ugonotti ; si collegò con
con trine d'oro; altri in luogo di Filippo II per liberare Maria Stuar-
berrette avevano capo morioni in da; e colle sue milizie represse i

con pennacchi, e calzoni d'ormesino fuorusciti dello stato pontificio, ciò


cangiante; altri avevano in capo cap- che con miglior successo fece poi
pelli all' ungaresca, calzoni di raso Sisto V^ il quale istituì una con-
paonazzo con trine d'argento. Succe- gregazione cardinalizia sopra gli

deva la squadra de* moschetti, in- armamenti della marina e 'a mi-
nanzi alla quale andavano venti lizia papale. Veggasi il Cohellio,
file di alabarde con paggio e ca- Notìtia, Congregatio XVIII. De
pitano vestiti superbamente; poi classe paranda, et servanda ad
seguivano le file de'moschetti. De- status ecclesiastici defensionem. Con-
\esi rimarcare, che tanto nella guer- gregatio XXI. De confinibus status
ra delle Fiandre, che per mare ecclesiastici conservandis. Ed ancora
sulle galere pontificie, le artiglierie in cap. de Militibus s. Petrij s. Pau-
di s. Pio V si fecero molto onore, li;Piis; Lauretanis; et de Lilio, quali
i

e molti uflìziali e soldati delle altre tutti hanno articoli. Gregorio Xlf^
milizie dierono riprove di sommo spedì in Francia seimila svizzeri,
valore e perizia militare, come in duemila fanti e mille cavalli di
altri incontri. Il Papa ricevette il milizie pontificie comandate da Er-
Colonna alla presenza di molti car- cole suo nipote in aiuto della lega,
dinali e gran personaggi, e l'omag- con molte somme di denaro, de-
gio degli schiavi legati, i quali il Pa- viente Vili per impossessarsi del
pa fece condurre parte al luogo ducato di Ferrara ricaduto alla
preparato, e parte in Castel s. An- santa Sede, pose in piedi numeroso
gelo. Oltre le medaglie coniate in esercito; indi fece dividere le arti-
onore di s. Pio V, Clemente X glierie con Cesare d' Esle duca di
nel celebrarne la beatificazione fe- Modena, da Mario Farnese generale
ce battere la piastra ove si vede delle artiglierie pontificie. Questo
espressa la vittoria di Lepanto. Da Pontefice geloso dell' onore delle
voi. XLV.

itìerv&wwant 4ov^6^,

9>iprS/P/mnXJiisb. rte^ i
ii4 MIL MIL
armi della Chiesaj ravvisando come ce delle milizie, delle fortcz7o, e
le milizie nazionali sole, e le buone principalmente di quei che miineg-
istituzioni sono quelle che manten- giano le artiglierie e de' bombar-
gono gli sfati indipendenti, e ve- dieri.

dendo il grave danno che ne ve- Saverio Marini , Memorie di s.

niva di dovere talvolta assoldare Barbara, Fuligno 1788, parlan-


al di fuori istrutti artiglieri, volle do dell'origine della particolare di-
subito provvedere con saggio con- vozione de' militari verso la santa,
siglio ad una scuola speciale per osserva che deve ripetersi verso la
i medesimi formando , così per o- metà del secolo XIV, o dall' inven-
gni piazza dello stato de' bombar- zione della polvere da fuoco, o dac-
dieri leali, i quali si componevano ché questa cominciò ad essere in
dei capi delle arti e mestieri, come uso fra le milizie, acciò per sua
di armaiuoli, di polveristi, di car- mediazione stasse lontano qualun-
radori e di ferrari. qui notere- E que fulmine dal sito dove la pol-
mo, che nel i55o in Roma era vere custodivasi, anzi tutte le pol-
slata eretta la confraternita de' Ter- veriere presero il nome di s. Bar-
rari, spadari, archibugieri e lancia- bara ; e ciò per quel fulmine, col
ri in s. Eligio presso l'ospedale del- quale nel punto del di lei martirio
la Consolazione. Questa scuola con fu incenerito Dioscoro empio suo pa-
forma nobile e nuova si apri in dre ed uccisore, avendo confessalo la

Roma in Castel s. Angelo nel i5^^ santa intrepidamente la fede cristia-


( come narrammo a quel!' articolo na. Aggiunge, che potrebbe forse
insieme ai privilegi concessi dai il principio di tal protezione alle
successori inclusivamente a Grego- milizie derivare ancora dal secolo
rio XVI, annua benedizione
e dell' XI, cioè quando le città d' Italia
che i Papi davano al presidio mi- e le famiglie priticipali ebbero bi-

litare col treno de' cannoni e mor- sogno di alzare Torri unite alle
tari), cioè'j5 anni prima che la proprie case, o di ridurle a foggia
Francia ne avesse una simile^ poi- di torri. Avendo la santa abitato
ché non vi fu aperta che nel 1679, in una torre, rinchiusavi dal crudel
prima a Douai, quindi trasferita a padre, e rappresenlandosi in tutte
Metz, e poscia a Strasburgo. Non le sue immagini
con questo sim-
si deve tacere che di tali scuole bolo, nel vedersi obbligate le fami-
di bombardieri già altre ne esiste- glie più cospicue ad abitare nelle

Tano tra i toscani ed i veneziani, torri ed ivi guardarsi dalle aggres-


ma è pregio principale ed esclusi- sioni de' nemici, può ben crederai
vo dello stato ecclesiastico lo aver che fin d'allora e queste e mi- i

costituito il corpo di artiglieria in litari cominciassero ad


implorare
corpo di arte. Provvide inoltre Cle- il patrocinio di s. Barbara.
menle Vili che ne fosse riunita La esecuzione poi delle provvisioni
l' ufl^icialilà in una confraternita, e ordini di Clemente Vili sull'arti-
con regole, statuti e privilegi par- glieria della romana Chiesa, si deve
ticolari, ed altare nella vicina Chie- al capo de' bombardieri Castellano
sa di s. Maria in Tiaxponlina, solfo e prelislto eziandio di Castel 9. An-
l'invocazione d(dla gloriosa s. Bar- gelo, Aldohrandini (altre
Pietro
bara vergine e n»nrtire, protettri- notizie riporUuniuo altrove di que-
MIL I\ITL ii5
sto personaggio, come nel voi. Vili. Forse la guardia delle Co-
XXVII, p. ì^'j de! Dizionario), razze a cavallo, ebbe origine sotto
e al consiglio ed aiuto di Amerigo Paolo V, o almeno sotto Innocen-
Capponi. Con tanto zelo e impe- zo X: estinte nel 1798, non si ri-

gno si prestò r Aldobrandini, che pristinarono. 11Papa aiutò con mi-


divenuto cardinale si fece dichiara- lizie e forti somme, T imperatore
re protettore del corpo degli arti- Ferdinando II contro il Palatino
glieri e della loro confraternita, che voleva togliergli la Boemia, e
che il Piazza descrisse ancora nel per la vittoria riportata, Paolo V
cap. XXVI, tralt. IX <\e\V Eusevo- ordinò ringraziamenti al Dio degli
logio romano. Ivi dice che la com- eserciti. Tra i cardinali creati da
pagnia di castello si compose diun questo Papa, vi furono Lodovico
capitano e di altri uffiziali, oltre i di Lorena, che poco usava 1' abito
bombardieri; che tra le grazie con- cardinalizio, preferendo la divisa
cesse al sodalizio fuvvi quella del- militare, colla quale accompagnò
la liberazione di due prigioni nelle nella guerra del Poitou Luigi XIII,
due feste de' loro protettori s. Mi- e si battè più volte al duello ; Lui-
chele arcangelo e s. Barbara, ce- gi Nogaret de la Vallette, fatto dal
lebrando la maggior
seconda con re Francia luogotenente delle
di
solennità ; che nobilmente ornò e armate, biasimato qual soldato li-
dotò la cappella in s. Maria in cenzioso e prelato guerriero; e Gui-
Traspontina, la prima a mano de- do Benlìvoglio, che descrisse le guer*
stra, col quadro della santa dipin- re di Fiandra. Gregorio man- XV
to dal cav. d' Arpino, mentre le dò truppe e denaro a Ferdinando
pitture della volta e le storie del II contro il ribelle Palatino; soc-
suo martirio sono di Cesare Ros- corse il re di Polonia nella guer-
setti, eseguite sui cartoni di detto ra contro i turchi; prese in depo-
artista;che vi faceva celebrare quo- sito la contrastata Valtellina per
tidianamente la messa, suffragi ai mezzo del fratello d. Orazio Ludo-
defunti, dotando le zitelle figlie di visi, che comandava 5oo cavalli e
militari, ed esercitava altre opere i5oo fanti di milizie pontificie.
pie. Quindi nel 1602 si pubblicò: Urbano Vili fece generale del-
Compendio delle istruzioni de' bom- la Chiesa, prima il suo fratello Car-
bardieri, di Manilio Orlandi. Per lo Barberini, poi il nipote Taddeo:
queir incidente che indicammo a morto il primo nel i63o, in Ara-
BiRni, nel i6o3 Clemente Vili celi gli furono celebrati solenni fu-
prese al suo soldo seicento soldati nerali, quali leggonsi nel p. Casi-
corsi di nazione, e duecento archi- miro, Memorie della chiesa d' A-
bugieri a cavallo, incaricandoli ve- raceli p. 4^7 o 4o8. V'interven-
gliare alla custodia del palazzo a- nero cardinali e cantò
ì la messa
postolico e di altri luoghi di Roma. il vescovo di Ferentino, coli' assi-

Paolo V imped"ì ai veneziani di stenza del magistrato romano. Sul


arrolare soldati nello stato pontifì- letto funebre fu posta una corona
cio, nella guerra coll'arciduca d'Au- d'oro: Giulio Cenci pronunziò l'o-
striaper l'insolenze degli ussocchi ; razione funebre. De' funerali de'Ge-
ed a lui si deve la fortezza di Fer- nerali di s. Chiesa, parlammo a
rara, incominciala da Clemente quell'articolo. Urbano Vili sostenne
ii6 MIL MIL
molle guerre coi Farnese, ed allri io dai duca di Mode-
veneti, dal
principi collegati: airarticolo GErrERA- na e dalla Toscana, solo nel 1644
LE DI s. Chiesa parlammo de'suoi ge- si conchiuse la pace dai cardinali
nerali, come di quelli di altri Papi, Bonghi e Bichi, dopo che lo stato

colle notizie di tal cospicua digni- s'indebitò, i sudditi vennero gra-


tà, ed altre riguardanti le milizie vati con tributi per sostener le

pontificie. Conchiuse la pace nel guerre, onde il Papa ed Barbe- i

1627 per le controversie della Val- rini suoi nipoti patirono amare cri-
tellina, che sottrattasi ai grigioni, la tiche. Gli avvenimenti bellicosi che
Spagna voleva unire al milanese; ebbero luogo per l'occupazione del
ed al comandante le truppe del ducato di Castro, la guerra soste-
Papa furono consegnate le fortezze nuta nel 1643 contro Francesco I
della provincia per demolirsi. Però duca di Modena, ch'ebbe luogo al
insorse la guerra per la successio- tempo stesso ai confini del sanese
ne al ducato di Mantova, onde la e del perugino con Ferdinando II
quiete d' Italia fu nuovamente tur- granduca di Toscana, aggiunsero
bata. Nel 1687 per le scissure tra nuove glorie alle milizie della Chie-
il cardinal Medici e il contestabi- sa, massime all'artiglieria pontifi-
le Colonna, Urbano Vili assoldò cia, che al pari dell'arte militare
3oo soldati corsi, perchè di notte prendendo ogni di forma migliore,
spalleggiassero le ronde de' birri. cominciava a fir sentire la sua
A mediazione del Papa nel 1639 terribile influenza sulla sorte delle
si ottenne una sospensione di armi battaglie. Di qui che Urbano
fu
nella guerra insorta per morte del Vili determinossi ad ingrandirne
duca di Savoia. Nel i64i marcia- il corpo, a dargli nuove attribu-
rono contro il Farnese 6000 fanti zioni, a propagarne l' istruzione. In
e 5oo cavalli con buona artiglieria, fatti divenuto Taddeo Barberini
essendone comandante il marchese nipote del Papa e generale del-
Luigi Mattei che s' impadronì della la Chiesa, capo de' bombardieri, li

rocca di Monta Ito e di Castro j di 9 novembre i636 fu aperta una


pili Urbano Vili aumentò il suo nuova scuola nella fortezza di Fer-
esercito e fortificò i confini del fer- rara, dal marchese di Bagno, on-
rarese e del bolognese : nelle di- de aver gì' istruttori alle compa-
Terse fortificazioni fatte da questo gnie de^ bombardieri eh' erano stan-
Papa, si distinse il domenicano ziate in Romagna. Dopo il com-
Vincenzo Macularli, che poi creò battimento di Nonantola, in cui fu-
cardinale, peritissimo nell' architet- rono da lodarsi, benché perdenti,
tura militare. In questa si rese sommo le milizie pontificie, per la virtù
il bolognese Francesco Marchi, cui il di pochi oppostisi contro le nume-
eh. Rambelli dà preferenza sopra rose degli Estensi guidate da quel
Vauban. Alla splendidezza del duca fulmine di guerra Montecuccoli, non
Melzi d'EriI si deve la magnifica brillò certamente più l' arliglieria
edizione di Francesco Marchi Ar- : per fazioni di terra che ne manca-
chitettura militare illustrata da Lui- rono ; ma nel seguente pontificato
gi Marini, Roma pel de Romania s' illustrò in quelle di mare, aven-
18 IO. Prolungandosi più viva (a do Urbano Vili fatto (òndere ot-
guerra, essendo il Farnese soslenu- tanta pezzi dì formidabile arliglie-
MIL MIL 117
ria bronzo della
col chiesa di s. le eravi il bisognevole per armare
Minia ad Marlyres. In Roma fece 18,000 soldati, come afferma il

costruire diverse forti ficazioiii, per Venuti, che la chiama una delle
lo stato rinnovò diverse fortezze, e più fornite d' Italia. Poco dopo lo
tra Modena Bologna nel 1628
e Chattard nella Nuova descrizione
rifabbricò Forte Urbano, per cui fu del Vaticano t. II, p. 382, t. Ili,
coniata una medaglia colla sua pian- p. 364, '® descrisse, onde ne dare-
ta e s. Urbano vescovo. Nel seco- mo un cenno. L' armeria vaticana
lo Xni l'avevano elevalo mode- i ha prima corsia lunga 666 pal-
la

nesi, chiamandolo Castel-Leone, ma mi, la seconda a due navi è lunga


dislrutlo dai bolognesi ne fabbri- 261, la selleria è 108, non oltre-
carono un altro poco dopo, il qua- passando le altre due i 60 palmi.
le venne appunto ridotto con più Nell'armeria evvi una lapide di mar-
mo ed iscrizione di Urbano Vili,
I architettura militare, per mezzo di
Gio. BattistaMola da
Urbano Vili, onde ne
Como, da
prese il no-
e sono
glioni, il
dipinti
furore,
in
il
quattro
flagello di
meda-
Dio,
me. Pio VI lo fece risarcire, onde la guerra, e la desolazione; ed ia
nel 1779 ^" coniata una medaglia altrettanti vani le quatti'O prin/^i-
per memoria; ma ora è ridotto a pali fortezze dello stato pontifìcio,
ergastolo militare, per deposito dei cioè Castel s. Angelo, Civitavec-
veterani e per quartiere de' soldati. chia, Ferrara, e Forte Urbano. A
Per le notizie di questo forte si destra della porta d' ingresso vi è
può vedere Gaetano Gior-
il eh. r effigie della fortezza. Nella prima
dani nell'importante opuscolo: Gui- corsia vi sono due armature d' uo-
da per V accademia di belle arti mo di ferro dritte in piedi, delle
in Bologna p. 73. quali quella a destra dicesi aver
JNarra il Martinelli, Roma ricer- servito a Cailo di Borbone ucciso
cala, p. 72, che presso la Chiesa presso s. Spirito nell' atto di sca-
de' ss. Bonifazioed Alessio eravi lar le mura di Roma nel 1527,
r Armilusiio dove si riponevano e mediante il colpo d' una palla di
conservavano le ai mi de' romani; fucile che si vede inipresso in uu
ma Sisto V incominciò nel palazzo cosciale (lo che sembra corrispondere
vaticano presso la biblioteca l'ar- a quanto dicemmo col Torrigio ed
meria poulificiti, quale proseguita Xlll, p. 255 del Dizio-
altri nel voi.

da Paolo V, nel iGaS venne com- nario, ed incontrò compatimento nel


pita da Urbano Vili, fornendola eh. Gaetano Giordani, per quanto
di gran copia d'armi e di milita- rilevò nella nota 4^3 del suo prezioso
ri strumenti, per armare più di ed eruditissimo libro, Della venuta
quattromila M)idati, con gran nu- ili Bologna di Clemente VII e Car-
mero di supeibe artiglierie, e per lo V); e l'altra evvi tradizione
memoria fu coniata medaglia, ove che fosse quella che usava Giulio
si vede il prospetto dell' armeria II. Vi sono anche altre armature
Dontificia al ^ alicano, e nel rove- simmetricamente disposte, come el-
scio 1' immagine di Urbano YIII. mi, armature con partigiane e lancie
Quest' armeria fu yurnentata da al- a guisa di trofei. £ quindi sciable,
tri Papi, massime da Clemente XI archibugi ,
pistole, carabine, squa-
e Benedetto XIV, a leu)po del qua- droni, ed altre armi per fanteria
ii8 MIL MIL
e cavalleria, sono con ordine tll- nel di seguente \erso due ore di
sjjoste nelle lastelliere delle scanzie. notte, il senatore, i conservatori
E quindi allri elmi, corazze, schie- ed i caporioni di Roma, con moltis-
ne, bracciali, cosciali, spingardi, ba- simi giovani nobili romani, falla
jonelte, bandiere, ed allre armi ed una iucamisciata {^incamiciata, si-

insegno militari. Clemente XI e Be- gnifica scelta di soldati per sorpren-


nedetto XIV avendo concoiso al- dere o uscire addosso al nemico
l' incremento dell' armeria, vi fuiO' di notte all' improvviso, con cami-

no posti i loro slemmi. Il secondo ciache si mettevano sopra l'arme


fece lavorare armi in paesi stranie- per riconoscersi fra di loro ), anda»
ri ed in Roma, venendo la selle- rono al palazzo pontificio con bel-
ria formata di staffe, stivali, selle, lissimo ordine a cavallo, con lor-
briglie, palroncine, ed altro occor- de accese in mano, e nella piazza
rente alla cavalleria. Vi è il luogo Vaticana fecero come una giostra,
ove quotidianamente lavorano gli ar- con diversi intrecciamenti, aggiran-
maroli, e pel custode dell'armeria, do in mano quelle fiaccole : altret-
come per conservare gli scarti del- tanto eseguirono nel corlile del pa»
le arnu' rotte, e quelle che debbonsi lazzo vaticano con molta soddisfa-
risarcire. Al presente l'armeria trova- zione del Papa, che dalla camera
si alquanto diversa dallo stato del se- diede loro la benedizione.
colo passato, ma ottimo n' è lo sla- Nel principio del pontificato di
to, e fornitissima di armi : Grego- Innocenzo X fu ristampata la Re-
rio XVI l'onorò di sua presenza. lazione della Corte di Roma di
Il nipote di Urbano VIII, cardinal Lunadoro, coli' autorità del quale
Antonio Barberini ,
generalissimo dicemmo dello stato delle milizie
delle milizie pontificie (sotto il quale pontificie d' allora all' articolo Ge-
militò da generale Achille òìEslani- nerale DI s. Chiesa, dei diversi ge-
pes, già generalissimo di Francia nel- nerali e dello stato maggiore, uf-
la guerra d'Italia, quindi creato car- fiziali e soldati eh' erano 80,000,
dinale), nel 1624 in piazza Navona con 3,5oo cavalli, senza paga, ma
fece celebrare uno splendido Toriieoj solo con privilegi ed esenzioni, ol-
dei quali spettacoli se ne parlò anco tre i corsi al soldo del Papa. Il
a Giuocui, come si ha dal Novaes, medesimo autore a p. 2 1 e 26 ri-
Di altra magnifica festa data in tal porta quanto segue. « Vi è ancora
piazza dal cardinale nel 1642 a in palazzo il generale delle guar-
Cristina regina di Svezia, con car- da sua Santità per
die, dichiarato
ro trionfale, carosello (o garosello, breve con duecento scudi al mese
sorta di festeggiamento a cavallo, di provvisione, il quale tiene uà
ludus trojanus ) e combattimento luogotenente, che tra denari e par-
notturno. Il carosello fatto nello te di palazzo ha scudi ottanta il
piazze di Campidoglio, ed in quella mese pagati dalla camera aposloli-
di s. Pietro, ove lo vide Giulio III ca, ed ancor esso è nominalo con
per la sua esaltazione, lo descrissi breve pontificio. Nella detta guar-
nel voi. X, p. 92 del Dizionario. dia sono d'ordinario due compa-
Un altro quasi simile spettacolo a- gnie di cavalleggeri, di cinquanta
\eva avuto luogo per festeggiar l'e- per compagnia; nominando pure
lezione di Alcssaodro VI. Poiché il Papa capitani e gli alfieri per
i
MIL MIL 119
breve. Una compagnia di trecento mini nello stalo -ecclesiastico, per
svizzeri, con capitano e uffiziali del- essere più fedelmente servilo. Co-
)ii stessa nazione. Dodici lancie spez- stretto ad intraprender la guerra
zate, che sono tutti ca[)ilani rifor- contro il Farnese, per l'uccisione
mati, con scudi quindici mensili. del vescovo di Castro, fece dalle
Tutti i capitani, alfieri e ulliziali milizie assaltare e demolir quella
de' cavalleggieri e de' soldati, tanto città. Furono commissari dell' eser-
a piedi che a cavallo, sono pagali cito i due camera Luigi
chierici di
all'usanza di guerra, oltre le man- Alessandro Oniodei, e Giangirolamo
eie e regalie che di continuo han- Lotnelli'no, poi cardinali il primo :

no dal palazzo ove sta


apostolico, fu anche provveditore generale del-
di guardia continua cinquanta sviz- le fortezze dello stalo, e generale
zeri ripartiti in due guardie, dodi- delle truppe. Da antichissimo tem-
ci cavalleggieri e quattro lancie po presiedono alle milizie pontifi-
spezzale. Clemente Vili per opera cieun prelato Chierico di camera,
di Mario Farnese generale delle ar- ed uno di essi sostiene lo stocco
mi di Ferrara, fece in quella for- e berrettone benedetti nella notte
tezza un' ai-meria, ripiena d' ogni e giorno di Natale, Alessandro FU
sorted'armi da guerra per arma- incontrò una grave vertenza con
re 2o,ooo fanti ed un' armeria
, Luigi XIV, per l'affronto fallo in
in Bologna per armarne 10,000. Roma all' ambasciatore Crequi dai
^'cl pontificato di Paolo V lo stes- soldati corsi, i quali perciò per
so Mario introdusse in Tivoli mae- l'avvenire furono dichiarali inabili
stranza perfettissima per fare ogni ad appartenere alle milizie pontifi-
Sorta d'arme da guerra, e di quel- cie : tutto si narrò a Francia, Avi-
le armi ne formò un' armeria in gnone, ed altri relativi articoli. Cle-
Castel s. Angelo |)er armare 12,000 mente IX diede molli soccorsi alla
fanti, ed un' altra armeria per ar- repubblica di Venezia, per la conti-
marne 5,000 nel palazzo valicano; nuazione della guerra di Candia,
e due ainieiie simili in Ancona e servendo egregiamente 1' artiglieria
in liavcMina; più fece fare 80 pezzi delle galere; e per la sua media-
d' artiglieria. Da questo si può ve- zione si pacificò la Spagna colla
dere, come il Pa[)a sia gagliardo Francia : del funerale che fece ce-
di forze, che ha armi per armare lebrare al generale delle milizie
centomila uomini, e anco lutti vas- pontificie, facemmo parola nel voi.
salli bellicosi, che in guerra fanno XXVIU, p. 57 del Dizionario. Cle-
riuscita mirabile ". mente X tolse la metà della tassa
Innocenzo X
nel i645i aiutò ve- i imposta alle milizie per detta guer-
neziani contro i turchi nella guerra ra, riformò le corazze, facendone
di Candia, e l'artiglieria delle galere capitani marchesi Santacroce e
i

pontificie si mostrò peritissima; ma Cavalieri, quindi diminuì il nume-


ordinò il disarmamento delle truppe ro delle soldatesche, le cui spese
assoldate dal predecessore Urbano ascendevano a centomila scudi. In-
Vili, Nel 1646 soccorse il viceré di nocenzo XI concorse alla liberazio-
Napoli per la rivoluzione di Massa- ne di Vienna, assediata dai turchi,
niello, con trenlamila doppie d'oro e per memoria isliuù X Arciconfra-
e con permettergli far leva d' uo- ternila del ss. Nome di Maria e
120 MIL MIL
la festa di esso. Nel 1689 gli suc- chine, tenendo in mano un lungo
cesseAlessandro Vili, il quale archibugio attaccatoad una cinta
premuroso del decoro di Roma ,
di pelle, che pendeva dalla spal-
gli

quando il governatore gli domandò la sinistra, avendo attraversata al


se a sgravio del tesoro doveansi di- petto altra cinta parimenti di pel-
minuir le milizie, rispose. « Le com- le, dalla quale pendeva la scarsella
pagnie de' soldati ( ed erano allora di munizione, ed una baionetta a
piti di 4000) servono d'onore al cortella d' un palmo e mezzo con
principe e di difesa alla città , al- lungo manico di legno da porre in
la quale non sono di peso . Sa- cima degli archibugi, avendo al-
rebbe meglio di scemare il nume- r arcione le lerzetle, e le spade al
ro de'birri di cui Roma è piena, e fianco. Tutti avevano cappelli uni-
in tal guisa questa tornerebbe in formi, ornati con galloncini d' ar-
sé stessa ". Alessandro Vili quindi gento, e alla banda destra nell' al-
emanò varie provvidenze sugli sti- tura della falda un fiocco nero ,

))endi e privilegi delle milizie, con- corvatta e borsa della parrucca di


cedendone anche a quelle urbane. tela sangalla nera. Si portarono a
.Innocenzo XII tra i provvedi- scortar la strada sino alla piazza
menti che prese sulle milizie, sop- della fontana prima di salire il

presse i generali della Chiesa e del- Campidoglio. Al passaggio di Cle-


la marina, e concesse privilegi agli mente XI i piffari e gli altri stro-
alabardieri di monsignor Governa- menti fecero un armonioso concer-
tore di Roma, ed ai patentati di to, e dipoi seguitarono la compa-
Castel s. Angelo. Il corpo de' dra- gnia delle Laterano ".
corazze al
goni pontifìcii sembra che a que- Per la ujorte di Carlo li ebbe
sto tempo già esistesse, poiché nel principio la lunga guerra della suc-
possesso preso nel 1701 da Cle- cessione di Spagna, che in tanti
mente XI, si legge nella descrizio- articoli descrissi, e Clemente XI
ne del Valesio. »» A ore 18 e mez- qual padre comune protestò al-
za partirono le due compagnie di l' impero ed alla Francia di essere
dragoni, nuovamente fatte, per la neutrale. Tuttavia gli imperiali oc-
piazza di s. Pietro. La prima co- cuparono Coniacchio, ed altri luo-
mandata dal marchese Spada, e ghi di Ferrara, con pretesti, ed
l'altra dal marchese della Penna. inutili furono le lettere pontificie
Precedevano a ciascuna di queste i piene di robuste ragioni e pater-
«ervilori del capitano a cavallo con ni avvertimenti, dirette a Leopoldo
cavalli a mano, e il paggio di va- I, quasi sempre chiudendo le orec-
ligia. Seguiva il capitano con spada chie la forza alla ragione, dicendo
in mano e terzetta all'arcione, e Clemente XI tra le altre.» Che i

poi una fila di dragoni, dopo i qua* Pontefici romani non debbono mai
li erano tre a cavallo con piffari e pigliare le armi, ne entrare in lega
e due lan)burini con tam-
ciufoli, contro i principi cattolici, per qua-
buro sull'arcione della sella. Segui- lunque loro comodo o vantaggioso
Ta il resto de' dragoni con il loro interesse; ma solamente quando vi
tenente, cosi la seconda compagnia. siano astretti da una precisa e in-
Erano i dragoni con giubbe di pan- dispensabile necessità, o titolo di di-
no di color rossÌDo e mostre tor> fendere il dominio temporale, e
MIL MIL 121
sopra tutto la religione se stasse in lizie a cinquemila tra cavalli e
pericolo". Nel 1702 fu pubblicala fanti, com'erano prima della guer-
sulla neulralilà arojata, l'opera in- ra. Di ciò se ne offese la Spagna,
teressante: Doveri dei principi neu- perchè Clemente XI colla cautela
Irali verso i guerreggiand e di quel- usata già da Clemente V, avea ri-
li verso li sudditi. Per la stessa conosciuto in Carlo VI il titolo di
neutralità, fino dal principio del re di Spagna, senza approvarne la
pontificalo.Clemente XI con rigo- dignità e pregiudicare chi l'esercita-
re vielò di far leve d' uomini per va,anco ad esempio della Francia
soldati nel suo stato, promettendo che a un tempo riconosceva Giaco-
cinquanta scudi di premio e la li- mo III cattolico pretendente, e Gu-
berazione d'un esiliato a chiunque glielmo HI eretico, e regnante in
denunciasse un reo d' ingaggiainen- Inghilterra. Intanto nel 1716 Cie-
li. Vedendosi quindi necessitalo a mente XI Bologna una
istituì in
mantenere sovrani diritti della
i scuola d' arte militare, usando del
santa Sede in lui depositati, Cle- genio del general Marsigli che ge-
mente XI divisò respingere colle nerosamente e con traspoito sin-
armi gl'imperiali; e per non ag- golare la provvide d'ogni specie di
gravare sudditi levò da Castel s.
i modelli d' opere forlilizie e di ar-
Angelo mezzo milione di scudi dei mature che raccolse in un gabì-
cinque che vi avea riposti Sisto V, netto militare, di cui facemmo pa-
ussegnando per reintegrazione le rola all' articolo Accademie. Nel ce-
retidile dell'abbazia di Chiaravalle lebre istituto dell' accademia di bel-
d'Ancona Quindi si arrolarono
. le arti di lìologna, cui mi van-
20,000 soldati, e n' ebbe il coman- to appartenere, pregiatissima è l'o-
do il conte Luigi Ferdinando Mar- ploleca, o raccolta d' arme antiche
fcilio Marsigli bolognese, che spedì da ofiesa e difesa, con altri arne-
contro le truppe dell'imperatore, si attinenti all'architettura militare,
di cui era stato generale; ma le fondata dal lodato Marsili nel 1709
azioni in principio si fecero con in sua casa, e poi donata all' illu-

poco vigore; a Ficarolo l'altro gè- stre istituto, decoro dello stato pon-
nerale pontifìcio Paolucci fu costret- tificio, poscia aumentata col museo
to unirsi ai francesi, poiché vole- Cospiano, ed eruditamente descritta
vasi piuttosto intimorire il Papa dal eh. Giordani nelT encomiato
per guadagnarlo. Dipoi gì' imperia- opuscolo, Guida. Inoltre in Bolo-
li agirono al modo detto a Ferra- gna il conte Ulisse Gozzadini, che
BA, e fu allora che il Papa man- illustròegregiamente la vita del
dò colà per generale il piemontese famoso capitano Kamazzotto de' Ra-
Anlon Domenico Balbiani, e pensò mazzotti, possiede raccolta di rag-
ritirarsi in Castel Angelo, o re-
s. guardevole armeria. In Italia sono
carsi per sicurezza in Avignone, tra le altre celebri le armerie di
Ma r imperatore vedendo l' ener- Milano e di Torino, e delle prin-
giche parti che ne presero diversi cipalianche di altre nazioni, ne
sovrani, venne alla pace al mo- facciamo cenno ai loro articoli. Cle-
do detto a Germania; fra le con- mente XI nel 1716 soccorrendo!
dizioni fnvvi quella che Clemente veneti che guerreggiavano coi turchi
XI avrebbe ridotto tulle le sue uii- por 1' assedio di Coifù, con galere
L ,

Ì12 M 1 MIL
e artiglieria pontificia, per facili- serva, col suo aiutante maggiore.
targli le rechile, con editto de' 12 Per morte di Benedetto XIII, tro-
ottobre dicliiarò che banditi dei
: i vandosi commissario generale delle
dominii della santa Sede che non armi Giacomo Sardini di Lucca
fossero rei di lesa maestà, parrici- chierico di camera, il sacro collegio
dio o Grassazione, i quali si arro- nel confermare i ministri lo rimos-
Jassero in questa guerra dando il se dalla carica, ed in vece vi so-
Joro nome al nunzio di Venezia, stituì r altro chierico di camera
terminata la campagna, restassero Francesco Ricci romano, che l'elet-
interamente liberi di ripatriare. Ri- to Clemente XII confermò, poi nel
porta il diarista Cecconi, che Cle- 1741 fatto governatore di Roma.
mente XI a' 29 settembre 1720 Nel 1780 pel possesso di Clemente
diede la solita benedizione alla mi- XII, la fanteria seguì la cavalcata
lizia e bon)bardieri di Castel s. come sotto Benedetto XIII, mentre
Angelo, nel coitile del palazzo Qui- talvolta v'interveniva una sola com-
rinale.11 p. Rfenochio nelle Stuore pagnia . Nel 1736, senza notizia
l. Il, cent. Vi, cap. ^5, tratta: Del di Clemente XII, alcuni spagnuoli
costume della Chiesa di benedire le segretamente ingaggiavano per la
arali de' soldati e le bandiere. Ve- guerra di Napoli il basso popolo
di Bandiera, ove parlasi anco della anche con inganno. I trasteverini,
benedizione de' soldati, che antica- i borghigiani ed i monticiani si

mente chiamavasi consecrazione. 1^. ribellarono contro gli arrolatori


Pontifìc. Romanum, de henedictio- liberarono gì' ingaggiati, e minac-
ne noi'i mililisj armoriimj ensis ; et ciarono gravemente il palazzo del-
traditio ne vexilli bellici. l' ambasciatore di Spagna, che il
Innocenzo XIII pose a disposi- Papa fece difendere da i5o fucilieri
zione di Giacomo IH una cospicua e da quattro pezzi di cannone, non
somma per ricuperare il regno. essendo riuscito di frenare il tu-
Nel possesso di Benedetto XIII, do- multo alle corazze, agli svizzeri ed
po le corazze, chiudevano la caval- ai birri. Anche nel possesso di Be-
cata otto compagnie di fanteria coi nedetto XIF otto compagnie di
loro capitani, insegne ed officiali, fanteria col concerto di vari stru-
che poi si squadronarono nella piaz- menti da fiato, seguirono la caval-
za laterauense per la solenne bene- cata, compagnie essendo squa-
quali
dizione, suonando trombe, timpani dronate per ove passava, andavano a
e tamburi, e sparando moitalelti poco a poco riunendosi. Subito Be-
e cannoni. Dell'intervento delle mi- nedetto XIV riformò il soldo degli
lizie pontificie alle funzioni che si uffizi militari, e soppresse 5oo sol-

i;elebrano dal Papa, dal sacro col- dati, Muratori negli An'
dicendo il

legio e da altri, se ne parla a nali, che lo stipendio delle truppe


Cappelle Pontificie ed altri articoli, del Papa era allora sì ^pingue, dio
ove notammo che all'elevazione, le il semplice soldato potea dirsi pa-
sole guardie nobile e svizzera si gato quasi a proporzione degli ufìi-
levano il cappello; nelle solenni ziali negli eserciti di Francia e di
funzioni precedono Papa il tenen-
il Germania.
te generale, comandante in capo le I cambiamenti il Papa li operò
truppe di iiuea ed ausiliari di ri- nelle milizie eoa molo-proprio dei
MIL MIL ia3
28 dicembre 1740. con cui fctabi- dell'interno. Tutti i nominali corpi
lì la forza militare dello stalo: vari non erano organizzati con molta re-
corpi la compo-
componevano, e la golarità, enon avevano le medesi-
sero sino al 1792- Dipendevano me discipline. Il soldo stes.so e le
questi da diversi comandi rappre- competenze di vestiario erano assai

sentali dai prelati Maggiordomo, diverse, e fuori quasi d'una giusta


commissario delle armi, Tesoriere proporzione. I corpi dipendenti da
generale, e segietario della Congre- monsignor commissario delle armi
gazione di consulta. Il primo co- godevano in fatti un soldo mag-
mandava i corpi di truppa addetti giore degli allrij e questi formava-
al servigio particolare della sacra no la massima forza della truppa,
persona del Papa e de' palazzi a- allorché fu stabilito un presidio in
postoiici, cioè cavalleggieri e sviz- Bologna, a spese però di quella
zeri. secondo avea il comando
Il provincia. Sotto la dipendenza di
del così detto reggimento delle detto prelato un officiale generale
guardie, che formava parte delle presiedeva alla disciplina della trup-
guarnigioni di Roma, de' presidi! pa in Homa, e nelle provincie altri

delle piazze forti, cioè Civitavecchia, ofilciali superiori col titolo di go-
Ancona (per cui recandovisi i Papi vernatori delle armi esercitavano lo
si trovarono a riceverli, come notam- stesso incarico. Il comando delle
mo ai loro articoli ), Ferrara, For- fortezze e delle truppe che le
te Urbano, Comacchio, Perugia, guarnivano, era affidalo ai vice-ca-
Ascoli, s. Leo, Anzo, ed altre; del- stellani, i quali corrispondevano con
le compagnie di cavalleggieri che monsignor tesoriere, il battaglione
facevano servigio presso i cardinali de' corsi riconosceva per suo supe-
legati, de' corazzieri a cavallo e dei riore un colonnello dipendente dai
vistosissimo numero delle milizie segretario di consulta, il numero
provinciali e civiche sparse sino nei degli enunciati corpi di truppa fu
più piccoli luoghi dello stato. 11 dui memorato moto-proprio di Be-
terzo presiedeva alle guarnigioni nedetto XIV stabilito in 8273 uo-
delle fortezze di Castel s. Angelo, mini, non compresa però la guar«
Civitavecchia, Ancona (onde trova- dia svizzera e le compagnie de'ca-
ronsi a ricevere que' Pouleflci che valleggieri in Roma e nelle lega-
vi si porlaiono) ed allre di minore zioni. La spesa mensile ammontava
entità, composte di fanteria e bom- a i5,77i, corrispondenti ad
scudi
bardieri per servigio delle artiglie- annui 189,262^ non però
scudi
rie, non che della truppa destinata compresi i soldi e foraggi de'cavaU
al servigio della la quale
finanza, li dei corazzieri. Lo stesso Cene-
olla sislemazione delle Dogane pon- detto XIV, costituzioni 44»
colle
tificieebbe a cambiarsi nel 1786 Quantum, 27 febbraio 1742; e
de'
coll'atluale corpo delle guardie di 1 i5, Romanae Curiae praestan-
finanza. Il quarto infine, ossia mon- iiam, XII kal. jan. i744> ^"o Bull.
signor segretario di consulta, coman- t. i, p. 53 e 209, stabiPi che non

dava il così detto batt.iglione dei tulle le cause de' soldati, come per
corsi, diramato parte nella domi- 1' innanzi, ma quelle riguardanti le
nante, parte in alcuni posti e città sole militari incombenze venissero
di conliai, e parte in taluni luoghi decìse soltanto dal commissario,
,

124 MIL MIL


cìie le coiitioversie spettanti ad al- battaglione, con colonnello, capitani
tri triijunali si deoidessero dai coiu- e subalterni iifiìziali, sotto la giuris-
petenti Riguardo poi alle
giudici. dizione, come i posti che custodiva-
cause capitali, quantunque il preia- no, del segretario di consulla, come si

to commissario aveva diritto di è detto. Inoltre Benedetto XIV, a


condannare ancora a morte i sol- pievenire i pericoli che potevano
dati rei di gravi delitti, usava de- nascere da un incendio della poi-
gradarli dall'ordine militare, indi veriera pontificia, ch'esisteva nel
rimetterli al giudizio del tribunale foro romano presso la chiesa di s.

del governo. 11 Villetti nella Pra- Bonaventura, ordinò al tesoriere


lica dtlla curia romana, t. II, cap. Banchieri, come presidente delle ri-

27, notò, che il commissario delle pe, marina e Castel s. Angelo, che
armi non ebbe giurisdizione con- presso la porta di s. Paolo e la
tenziosa nel civile, perchè toltagli piramide di Caio Cestio, erigesse
da Benedetto XIV ; in criminale, un apposito edifizio per custodire
per mezzo dell' uditore criminale, la polvere e per lavorarla, e veu-
fu abilitato ad esercitarla sopra i ne compito nel 1732, come rileva-
soldati di fanteria e cavalleria tan- si dall' isciizione postavi, polveriera
lodi Roma che dello stato. A nor- eh' è custodita dagli artiglieri.

ma della riforma di Benedetto CUintnle Xlll prendendo pos-


XIV, si legge nel Lunadoro ri- sesso nel 1758, do[)0 le corazze
stampato nel 1774» *• "> ^^^ seguiva tutta la fanteria; indi nel
commissario delle armi, che Roma 17^9 proibì che in sede vacante in
venne guardala da un reggimento ninna città si fìicessero armamenti
diviso in nove compagnie di solda- di milizie. Dichiarò conuuissario ge-
li detti rossi, tra le quali compa- nerale delle armi il nipote chierico
gnie una era di granatieri; con- di camera Gio. Ballista Rezzonico
servando al principale uffiziale il «1 quale fu premuroso di raccoglie-
titolo di tenente generale, con co- le e formare l'aichivio n)ililare che
lonnello, maggiore, capitani, tenenti mancava, e lo collocò nel quartiere
ed alfieri. La soprintendenza delle sulla piazza del monte di pietà. Al
truppe fu affidala al chierico di presente l'archivio è presso la pre-
camera commissario delle armi, con sidenza delle armi, e l' abitazione
ampia giurisdizione sui quartieri e di monsignor presidente, ov'è pure
fortezze; da lui nominandosi alle il quartiere de' dragoni, sulla piaz-
cariche secondo la volontà del Pa- ?» della Pilolla, forse cosi della
pa, ed emanandosi gli ordini pel per quanto notai nel voi. XXXI,
regolamento delle truppe. Allora p. i85 del Dizionario. JNcI 1762
eravi il prelato chierico di camera Clemente XIII a' 26 maggio pub-
prefello di Castel s. Angelo, che blicò un moto-proprio, riguardan-
presiedeva alla guarnigione di essa, le il privilegio del foro, pel presi-
colla slessa autorità che il com- dio di Castel s. Angelo, cl>e il Vil-
missario esercitava sulle milizie a letti riporta a p. 84, 'oco citalo; e
lui soggette. Le porte della città ne parlammo all'articolo Marina,
finalmente, e di altri luoghi piìi perchè il tesoriere generale non era
circospetti, venivano custo(lili dai allora commissario del mare, e lo

ioldali cor»i, formanti numeroso divenne iollo i'iu VI. Tale carica

I
i
era
mera,
affidata
col
MIL
nd un chierico di
tilolo di commissario
ca-
ge-
i
MIL
loro conti di soldo in ogni mese,
e rimetterli agli incaricati camerali
125

nerale del mare e colla soprinlen- che ne facevano liquidazione. I pre-


denza di Castel s. Angelo, per cui lati che comandavano diversi cor- i

a lui erano soggetti i bombardieri pi servivansi per il disimpegno de-


e soldati di Castello, ed avea giu- gli afiari degli individui del loro
risdizione sulle torri e fortezze ma- proprio oflicio, e soltanto monsi-
rittime, come sulle galere e navi gnor commissario generale delle ar-
ponlificie.Essendo morto nel 1764 mi aveva una segreteria espressa-
il conte Lodovico Manfioni Fichi mente istituita per disbrigare le in-
tenente generale delle truppe pon- combenze correlative. Nelle cavalca-
tificie, il suo cadavere fu vestito te pei possessi di Clemente XIV e
nobilmente colla Spada impugna- Pio VI, e per quelle delle quattro
ta, e il Bastone da un lato. Nella cappelle annuali, le chiudevano tut-
pompa funebre seguì il feretro due ta la fanteria del battaglione dei
pezzi di cannone, sino alla chiesa di soldati rossi. Quanto alla nominala
s. Maria del Popolo, sulla cui piaz- truppa di finanza è , da sapersi
za furono fatte salve di moschelte- che allorché monsignor Ruffo teso-
ria e cannoni, come si legge nel riere generale, con suo editto 3o
numero 7257 del Diario di Roma. aprile 1786 impose la gabella alle
INell'anno precedente allorché Cle- Dogane de'confini dello stato pon-
mente Xlll si portò a Castel Gan- tifìcio, stabilì contemporaneamente
dolfo, la bandiera del quartiere presso le dogane stesse dei picchet-
reale fu secondo il solito portata ti di forza armata sotto la deno-
all'abitazione del Manfroni, per cu- minazione di guardie doganali, col-
stodirla sino al ritorno del Ponte- r incarico di sorvegliare il confine,
fice, ed accompagnala dal battaglio- afllnchè le merci che s'introducevano
ne de' fanti alemanni. Tanto Cle- o si esportavano fossero recate alle
mente XIII, che Clemente XIV, o- dogane ed assoggettale a dazio. 11

ra con ordini del cardinal segreta- numero di tale forza nel primo suo
rio di stato, ora con particolari impianto ascese a circa 3oo teste.
moto- propri, fecero delle variazioni Aumentate però le dogane ed e-
nella forza militare, variazioni che slese le gabelle, si aumentarono pu-
portarono sempre auniento nel nu- re le guardie, in modo che all'epo-
mero che andò gradatamente cre- ca dell' invasione francese erano
scendo sino al 1790, in cui la giunte al numero di 600, compreso
spesa ammontò a scudi 4^3, 802, il maggiore, il capitano, il tenente,
oltre altri scudi 2430*30 erogati nel il sotto- tenente, e l'aiutante resi-
mantenimento della truppa addetta denti in Roma sotto la esclusiva
al servigio della finanza. L'ammi- dipendenza del tesoriere.
nistrazione della truppa nell'epoca Il numero 1954 del Diario di
di cui si parla, era presso la com- Roma 1793, descrive il funere del
putisteria camerale, dalla quale sor- conte Enea Caprara bolognese, co-
tivano i mandati pel pagamento dei mandante generale delle truppe
soldi in corrispondenza del bisogno, ponlificie, in s. Lorenzo e Dama-
e i corpi non aveano allora altra so ; ed essendo cavaliere di s. Ste-
incombenza che quella di stabilire fano, dopo le consuete assoluzioni
.

i:i6 MIL MIL


i cavalieri dell' ordine gli celebra- Floll con Basville, come più fana-
rono funerali particolari. Nell'anno tici,ne restarono vittime, ed il se-
precedente temendo Pio VI un'ag- condo fu ucciso. Laonde Pio VI,
gressione ostile dalla Francia rivo- perchè vacato il commissariato del-
luzionata, specialmente dalla parte le armi per la promozione alla por-

del Mediterraneo, si pensò a garan- pora di de Pretis, lo conferì al


tire le spiagge e ad accrescere con- detto conte Gaddi, acciò in tempi
siderabilmente la forza militare del- cosi calamitosi restasse affidato a
lo stato con 6000 uomini di trup- un capo di professione militare;
pa regolata , e circa 65,ooo di quindi vedendo che si mirava a
volontari. Tutti i feudatari dierono detronizzarlo, Pio VI dovette porsi
un contingente truppe con arti- di in grado di difendersi, aumentò le
glierie che avevano ne'loro castelli; truppe e ne die il comando al ge-
molti cardinali,- prelati e altri man- neral Colli, a questo fine mandato-
darono alla zecca le loro argente- gli dalla corte di Vienna. Ne' pri-
rie, e convertite in cospicua mone- mi del 796 furono dai francesi
1

ta r offrirono al Papa. Questi chia- invase le provincie di Bologna e


mò al comando della milizia il lo- Ferrara, ed il Papa fu obbligalo a
dato generale, che organizzò i cor- gravi sacrifizi. Intanto in Roma si

pi in reggimenti e battaglioni, e- organizzò la guardia nazionale o


guagliandone i soldi e dando loro Civica, che tuttora fiorisce, e si fe-

una militare attitudine. Tutti i pre- cero reclute, contribuendo il conte-


sidii delle piazze e delle fortezze stabile un reggimento di
Colonna
furono pertanto posti sopra un pie- fanteria vestito ed armato, diviso in
de regolare, e furono assegnati a quattro compagnie, due delle qua-
cadaun corpo gli officiali superiori, li composte di granatieri, con do-
che doveano comandarli. Estese il dici cannoni il marchese poi duca ;

generale le sue cure al regolamen- Giovanni Torlonia imo squadrone


to amministrativo, e sebbene non o compagnia di cavalleria compo-
ne compilasse in isciitto il metodo, sto di 80 teste, offiendo ancora di
pure comunicando ai corpi le for- preslai'si gratuitamente col suo ban-
mole, colie quali dovevano dare i co ; il marchese Camillo Massimo
rispettivi conti, stabiliun sistema una compagnia di 5Q uomini ar-
uniforme e semplice che fu esegui- mati e tre cannoni ; il principe
to in appresso perchè riconosciuto Giustiniani ed il principe Barberi-
utile. Il successore tenente genera- ni, ognuno 37 uomini con armi e
le Gaddi die compimento all'intro- cavallo; il principe Chigi 26 uomi-
dotta sistemazione. Cessati alquanto ni armati coi cavalli, de' quali 56
i timori, furono allora riformati ne fornì duca Sforza- Cesarini il
il ;

vari corpi eretti per la custodia conte Carradori 20 cacciatori a pie- i

delle spiaggie, e fu coi medesimi di armati; il banchiere Acquaroni


guarnita di truppa la legazione di somministrò vesti e armi per trenta
Romagna, che ne mancava, per fanti; conti Giraud armi, cavalli e
i

mezzo del comandante Gaiidini 3o uomini, per non dire di altri, oltre
Crescendo in Roma gli emissari dei quelli che si tassarono in mensili
repubblicani francesi per sconvol- contribuzioni, come i fratelli l'ischi

gere la pubblica tranquillità, La che olfrirono scudi 3o mensili du-


MTL MTL 157
l'ante l' avmainenlo, le loro perso- ce che con umilianti condizioni si

ne come volontari a cavallo, ed al- fece a Tolentino il 23 febbraio


tri sei volontari parimenti a cavallo. 1797 con Bonaparte, onde il confi-
I romani invitati dal cardinal ne dello stato si testrinse a Pesato.
Busca segretario di stato, corrispo- Tra gli alili sacrifizi, Pio VI fu
sero generosamente ad una illimita- obbligato rinunziare a qualunque
ta contribuzione pel nuovo arma- coalizione contro la Francia, a ne-

mento che produsse 323,000 scudi e gare l'ingresso ne' suoi Porli a' va-
1 3 1,000
annui. Pio Vi formò una scelli nemici de' francesi, a ricevere
congregazione militare, composta del guarnigione in Ancona, licenziar le

segretario di stato come presidente, truppe, contribuire 1600 cavalli,

del celebre monsignor Consalvi per ec. Allora Pio VI col metallo dei
assessore, benché non chierico di cannoni fece coniar moneta, di cui
camera, del general Gaddi, del con- penuriavasi, ed a risparmio di spe-
testabile Colonna, del colonnello Col- se riformò la milizia, congedando
li, e de' marchesi Massimo, Patrizi, i volontari di cavalleria e gli uf-

ed Ercolani poi cardinale, con as- fìziali stranieri, riducendo a quattro


soluta plenipotenza. Risoluto il Pa- soli reggimenti la truppa regolare.
pa di respinger la forza colla forza, Inoltre diminuì il numero degli uf<

ordinò ai sudditi il suono della fjziali e la paga, licenziando quasi


campana a martello, levarsi in mas- tutta la civica, operazioni eh' ese-
sa, e colle armi combattere il ne- guì il general Colli. Questi il pri-

mico a difesa della religione e del- mo maggio pubblicò i nuovi rego-


la patria. Quindi a' 22 gennaio lamenti, in vigore de' quali il co-

1797 conferì il comando generale mando di tutte le truppe di li-

di tutte le sue truppe al baron nea, delle milizie urbane e della


Colli tenente maresciallo al servigio marina fu affidato alla congregazio-
dell'imperatore. Avanzandosi sopra ne militare. La forra totale venne
Faenza i francesi , a' 2 febbraio stabilita a 994? uomini, de' quali
1797 ebbe luogo l'infelice balta- sei individui per lo sialo maggiore

glia del Senio, in cui fiu'ono sba- generale, 8935 cioè di fanteria,
ragliate le milizie papali. Molti sol- 520 di cavalleria, 482 d'artiglieria
dati dierono prove di valore, mas- e 4 <^''^' genio, e ne fu calcolato
sime la batteria destinata alla dife- l'importo in annui scudi 636,332,
sa del ponte, comandata dal prode compreso il soldo degl' impiegati
capitano Carlo Lopez, che poi fu nei tre dipartimenti economici, cioè
colonnello del corpo d'artiglieria, il segreteria, commissariato e udito-
quale trovavasi ben riordinalo in rato, continuandosi 1' amministra-
compagnie. comandante in capo
Il zione de' fondi dalla computisteria
generale non potè impedire
Colli camerale, finché la nuova invasione

che il potente nemico continuasse nemica consumandosi nei primi del


ie conquiste sino a ^lacerata, come i7g8,cagiovò il discioglimento di tut-
non potè impedir la profanazione ta la truppa pontifìcia. Per la morie

di Lordo. Fermatosi a Foligno fe- dell'imprudente generale Diq)hau|t,


ce sapere a Pio VI che trovavasi perito nel conflilto coi dragoni pon-
in una posizione vantaggiosa colla tificii e coi rossi, la Francia oc-
truppa; ma il Papa preferì la pa- cupò il resto dello stato, Roma,
128 MIL MIL
e Castel s. Angelo, perchè Pio VI funzione del solenne possesso, pom-
ad evitare inutile spargimento di pa che fu preceduta e seguita dai
sangue, avea ordinato alle milizie dragoni a cavallo vestiti al modo
di non opporre resistenza. Procla- detto nel voi. XVII, p. ii3 del
mata la repubblica romana, Pio Dizionario. Il Cancellieri ne' suoi
VI fu portato via prigioniero a'20 Possessi a p. 4^° descrive l'ordi-
febbraio, e morì in Valenza di nanza delle milizie, e com'erano
Francia nel 1799. L'interessante vestite ed armate. Quindi la forza
dettaglio di tanti avvenimenti si militare fu adattata alla diminu-
possono leggere nei biografi del zione delle Provincie, ed alla ri-

gran Pio VI, massime nella Rela- strettezza in cui dopo r invasione
zione de' suoi patimenti e avversità suddetta si trovava il pubblico e-
di raonsig. Pietro Baldassarri, voi. rario. Gli aumenti e decrementi
I e n. della forza successero rapidarnente
Eletto Pio VII nel 1800 in in proporzione delle circostanze po-
Venezia, gli fu restituita quella par- litiche e de' pesi a' quali dovea sog-
te di stato non ceduta nella pace giacere il governo. Non si può quin-
di Tolentino, e pottossi in Roma di riportare lo stato della forza,
ai 3 luglio, e pubblicò , la bolla sempre variato dal 1801 al 1808,
Post diiUunias, tertio kal. novem- in cui avvenne la seconda invasio-
bris, in cui dichiarò che i militari ne francese. In questo lasso di tem-
non goderanno alcun privilegio di po il colonnello Angelo Colli ( fi-
foro privativo nelle cause civili ,
glio di Francesco di Paola che nel
come ne li avea privali Benedetto 1793 era tenente colonnello delle

XIV, dovranno solo godere


e che truppe pontificie, indi nel 1801
il privilegio di non poter andar fatto generale di brigata, morto
soggetti ad alcuna esecuzione, sen- nel 1802), comandante dell'arti-
za che V exequalur sia sottoscritto glieria ed eziandio del Castel s.
dal loro legittimo superiore, exe- Angelo, fu quegli che resse la scuo-
qualur non necessario se l'esecuzio- la speciale d'artiglieria, e ne dettò

ne si facesse sopra stabili. Dichia- le lezioni, piene di tutto lo scibile


rò pure che per la forza di teria del tempo. Avendo Napoleone di-

e di mare si continuasse il sistema visato d' impadronirsi dell' intero


d'una congregazione militare, di- stato pontificio, tormentò Pio VII
pendente dal cardinal Segretario di con continue esigenze e passaggi
italo, secondo l'ordinamento di Pio di truppe francesi, che doveansi
VI, e t;he l'obbligo allora prescritto mantenere, indi gli propose una le-
di render conto a monsignor teso- ga offensiva e difensiva con gli al-
riere della erogazione degli assegna- tri principi italiani per la difesa

menti ad essa da lui pagati, deb- della penisola, ed essendosi il Papa


ba intendersi per la piena camera rifiutato, come di altre cose inam-
nel suo debito tempo. Disciolte le missibili. Napoleone ordinò al ge-

corazze, le lancie spezzate ed ca- i nerale Miollis l'occupazione di Ro-


•valleggieri. Pio VII nel 1801 isti- ma, sotto altri simulati pretesti,
tuì la Guardia nobile poniificiaf ch'ebbe luogo a' 2 febbraio 1808,
cui consegnò poi lo stendardo da impossessandosi di Castel s. Angelo,
sé benedetto, ed intervenne nella e ponendo otto pezzi d'artiglieria
4

MIL MIL 1
29
innan/.i al portone del Quirinale. venne chiamalo da Chaleaubrinnd
11 barone di Fries fu dichiaralo codice infernale, perchè egli dice,
dal generale Herbin tenente co- che senza calcolare la guardia na-
lonnello delle truppe di guarnigio- zionale, mediante la coscrizione ,

ne in Roma, tanto di fanterìa e ne'Iuoghi a lui soggetti levò un


cavalleria, che di «artiglieria, dicen- milione e trecentotrentatremila uo-
dosi nell'ordine del giorno, che le mini al mese. Caduto il governo
milizie pontificie non riceverebbero pontificio e assoggettato fino al 1 8 1

in avvenire alcun ordine né dai pre- alla dominazione di Francia, i mi-


ti, né dalle donne, con altre parole litari e sudditi pontificii che dovet-
insultanti. Il governo militare france- tero servire in diverse strepitose
se, dopo aver incorporato nelle sue campagne, dierono prove di valore
le truppe del Papa, imprigionò ed e perizia militare, e merilaronsi al-
esiliò il colonnello comandante cav. ti encomi. Gli artiglieri pontificii
Giuseppe conte Bracci per essersi che ne seguirono le parli, ressero
serbato fedele al suo principe, ricu- a meraviglia la fama e riputazione
sando la dignità di generale offer- de'loro maggiori, e sopra tutti il

tagli; ed il conte Filippo Resta che suddetto Angelo Colli, che colmo
sino dal 1791 serviva nelle mili- di onori morì di stenti e di fati-

zie con distinzione, rifiutò dai fran- che alla fine del 1812 nella famo-
cesi il grado di colonnello, onde sa ritirata di Russia, presso la Vi-
fu segno alla persecuzione, per non stola, dove si trovava comandante
dire di altri onorati uffiziali e sol- di tutta la riserva dell'artiglieria
dati che patirono prigionie e ves- italiana. Questo valoroso fu il so-
sazioni. Nel voi. XXXI II, p. i'24 lo ufTiziale che in quella spedizio-
del Dizionario, dicemmo che es- ne ricondusse intero tutto l'immeri-
sendo la coccarda pontifìcia gialla so parco affidatogli, senza neppure
e rossa, ed avendola adottata gli perdere un pezzo ed un carro,
invasori. Pio VII formò la coccar- mentre gli altri si trovarono assai
da dei colori bianco e giallo, che danneggiali e grandemente dimi-
tuttora usano i corpi militari della nuiti.
santa Sede. La parola coccarda o Caduto il gigante di guerra Na-
cocarda è di origine francese, i poleone, e ritornato nel i8i4 il

soldati della qual nazione, portan- sospirato Pio VII alla sua Sede,
do sul cappello piume di gallo, che monsignor Sanseverino poi cardi-
in francese dicesi coq, quindi tal nale, commissario provvisorio delle
cappello cominciòper chiamarsi armi, ristabilì la guardia civica.
quelle piume coquarde. o cocarde; Quindi fu riorganizzata dalle cogni-
e quando alle piume fu surrogato zioni e zelo del tenente generale Brac-
il nastro, e al nastro ciò ch'è pro- ci,dal conte Resta e da altri la trup-
priamente ai dì nostri la cocarda o pa pontificia in quel miglior mo-
coccarda, si continuò ad usare lo do che poterono permettere le an-
Finalmente a' 6 luglio
slesso nojne. gustie del tesoro, la mancnnZa dei
1809 Pio VII fu strappato da Ro- mezzi d'armamento, e di tutt'allro
ma come prigioniero ; la città co- necessario per tanti oggetti che esi-
me le altre dello sfato soggiacque geva il nuovo impianto della trup-
alla coscrizione, per quel codice che pa. Il conte Bracci, dopo aver sof-
VCL. XLV. 9
i3o MIL MIL
ferlo prigionia e privazioni, era sta- stalo, rappresentato da monsignor
to uno cle'primi a baciare i piedi governatore. A completare il corpo
a Pio VII ai passaggio del Pana- de'carabinieri concorsero le truppe
ro, allorché gloriosamente restitui- già denominate dipartimentali, che
vasi a Roma, e perciò nominato si trovavano nelle legazioni e nelle

generale di brigata, quindi tenente Marche, ed uno «quadrone di gen-


generale. Una compagnia di Poni- darmi, ch'era iu queste ultime
pieri destinata alla estinzione degli provinciej truppe che nella resti-
incendi, fu conservala sotto il co- tuzione delle medesime erano pas-
mando di un tenente colonnello s^'te al soldo del governo pontili-

direttore. Avendo il governo fran- ciò. Oltre


la truppa di linea divi-
cese sciolto il corpo delle guardie sa corpo del genio, in corpo di
in
doganali, il pontificio subito lo ri- artiglieria, nel reggimento dragoni,

pristino nel i8i4> indi venne rior- nella fanteria composta di tre reg-
dinato ed accresciuto sino a looo gimenti, con quattro colonnelli e
circa dal tesoriere monsignor Er- tenente generale comandante in ca-
colani. Restituite nel i8i5 le le- po- Erasi nella stessa epoca notabil-
gazioni e parte della Marca, venne «lente aumentata la truppa di fìnan-
ampliata la forza militare, poi ap- za, divisa in sei corpi a
piedi e a
provata coi regolamenti ammini- cavallo, dipendenti dal prelato teso-
strativi pubblicati nel fine del 1817. »''ere generale, ed istituita, come
11 conte Resta con un battaglione dicemmo di sopra, per garantire i

partì per le legazioni, da dove e- diritti daziali e reprimere i con-


vacuarono 8000 austriaci, laonde Irabbandi. Ciò avvenne nel tesorie-
bisognò che agisse con molta pru- iato di monsignor Guerrieri l'an-
clenza ed avvedutezza. Era già stato "o '817, quale portò il nume-
il

creato nel 1816 il primo reggi- i"o delle guardie doganali a i3oo,
mento de'carabinieri, il di cui re? emanò un regolamento di discipli-
golamento de' 32 ottobre si legge >'» e di servigio, e dando a tal
a p. 263 del voi. VII della Rac- linppa un nuovo impianto, la di-
colla delle leggi e disposizioni di '^ise in ispezioni e vice-ispezioni
pubblica amministrazione nello sta' doganali, ossia in compagnie e te-
to pontifìcio j e nel 1817 fu for- nenze, alla direzione delle quali no-
mato il secondo reggimento. Que- niinò de'capitani, tenenti e soltote-
sto corpo con rigorosa disciplina nenti, cioè venne ripartitamenle sta-
militare assunse il servigio della bilita la residenza in quelle prin-
polizia (della quale si parla a Go- cipali città dello stato riconosciute
\ERNATORE DI Roma), in luogo dei più adattate a formar centro del
soppressi birri, con cui si migliorò servigio doganale. Stabili ancora
il sistema esecutivo della giustizia monsignor Guerrieri alcuni legni
e di polizia, oggetti tanto nccessa- in mare nei porti d'Ancona e Ci-
ri, tendenti a formare la tranquil- vilavecchia, col nome di guarda-
lità delle provincie e de'popoii. I coste e scorridore doganali, de«ti-
carabinieri divisi a piedi ed a ca- nandole a percorrere e guardare
vallo ebbero due colonnelli, e nei dal contrabbando i due litorali
totale leste 2280, e vennero as- pontificii, ponendo su di essi circa
soggettali al cardinal segretario di 80 maviuari sotto la direzione di
MIL MIL i3i
esperii uffiziali pure alcune
: fornì ministrazione del corpo de' cara-
brigate di cavalleria per sorveglia- binieri, non che l'offizio delle ras-
re la parte interna de'medesimi li- segne, e formato il battaglione dei
torali. veterani che prima era costruito
Le circostanze di Marittima e da due compagnie dette di deposi-
Campagna infestate dalle conven- to, affidandosi al medesimo l'am-

ticole de'raal viventi (quanto fece il ministrazione delle prigioni ed er-


governo per estirparli, lo dissi a gastoli militari in quella circostan-
aveano fatto nascere
Fbosiivoive), za istituiti. Il dipartimento di ma-
un corpo armato, detto talvolta dei rina dopo l'invasione del 1808 re-
bersaglieri, talvolta de'centurioni o stò inattivo. Il reggimento dra-
cacciatori. La truppa provinciale goni ebbe 38 uffiziali compresi i
sostituita fino dal i8o4 alle antiche tre capo-squadroni
, uno de' quali
milizie urbane, era stata nuova- comandante reggimento, e 554
il

mente organizzata sulle basi del dragoni Richiamati gli antichi


.

piano del 5 dicembre i8o3, san- bombardieri e i reduci artiglieri,


zionato con moto-proprio di Pio si formò un corpo di 36 uffizia-
VII, *d era stata anche estesa nel- li col capo battaglione, e 960 can-
le Provincie di seconda ricupera ; nonieri, il totale della forza di li-

laonde si compose di diecinove reg- nea ascese a 9207 teste, con l'an-
gimenti comandati da altrettanti nua spesa di scudi 684,966, non
colonnelli; ebbero tre reggimenti comprese le eventuali, e quelle pel
le Provincie di Marca e Romagna, carabinieri di scudi 326,85o; quin-
due Bologna, Ferrara, Lazio e Sa- di l'annuale importo della spesa
bina, Marittima e Campagna, Um- per lo stato militare fu di scudi
bria ed Urbino; uno solo n'ebbe la 1,011,817. Nel 1818 compresi la
provincia del Patrimonio. Esisteva marina, la truppa provinciale, i
pure in Roma il corpo riorganizzato pompieri di Roma, gli artiglieri ur-
di truppa civica che vi preslava servi- bani di Bologna, il corpo di finan-
gio, con suo brigadiere generale co- za, i bersaglieri o centurioni, le
mandante e due colonnelli. Final- guardaciurme ed i fazionieri di
mente era al soldo del governo una Ferrara, le spese in tutto somma-
compagnia di cannonieri e pompieri rono a scudi 1,3 13,714. A quel-
urbani, composta di cittadini di Bo- l'epoca la congregazione militare
logna, e addetti alla guardia d'o- era composta del cardinal segreta-
nore di quel cardinal legato, non rio di stato presidente, del prelato
che al servigio di quattro pezzi di assessore non chierico di camera;
artiglieria da campagna appartenen- e per deputati, del contestabile Co-
ti alla stessa città, e al riparo de- lonna, del tenente generale, di cin-
gli incendi; e si erano formate in que brigadieri generali, di due te-
Civitavecchia ed Ancona due com- nenti colonnelli, uno segretario ge-
pagnie di guardaciurme per la nerale, l'altro commissario in capo
custodia de' condannati alle galere, di guerra, dell'avvocato uditore ge-
sotto la dipendenza monsignor
di nerale, del fiscale della truppa pro-
tesoriere. Fu egualmente organiz- vinciale, del capitano aiutante del*
zato il ministero, indi eretti c\iie l'eccelsa congregazione, la cui se-
uffici di commissarialo per l' am* greteria era alla Pilotta.
,

i32 MIL MIL


Nel 1821 per le rivoluzioni di venne portala la Irtippa al nume-
Napoli e Piemonte, nello stato vi ro di circa i6oo teste, coli' obbligo
f(i grave effervescenza, massime nel di sorvegliare e difendere dal con-
le lega/ioni, onde le milizie ponti- trabbaiido tutte le memorate am-
ficie prestarono utili servigi, e mol- niinistrazioni. E qui noteremo, die
li loro capi si distinsero per zelo a detto numero circa
di 600 te- 1

ed energia, e le truppe austriache ste di forza si mantenne e tuttora


traversarono lo stato pontificio per si mantiene il corpo delia truppa
recarsi a Napoli, così allorché ne doganale, quale al presente si com-
partii'ono. Sembrando poscia che pone d'un ufficiale superiore ispet-
l'annua spesa eccedesse le forze del tore in capo, di dieci capitani, di
tesoro pontificio, si pensò sul prin- altrettanti tenenti, di quindici sot-
cipiodel 1822 sotto Pio VII, ad totenenti, di cinquantacinque ser-
una nuova organizzazione e rifor- genti, di centosessanta caporali, di
ma della truppa pontifìcia. Infatti centonovanta vice-capoiali, di 10^7
nel marzo si pubblicò il piano, il comuni, di trenta uomini di caval-
qiiale lasciando intatte le altre leria, compreso un maresciallo e i

armi, si limitò a formare ed or- brigadieri, di settaiitadue individui


ganizzare la truppa di linea e suo di marina compresi gli ufficiali. Sono
ministero. Fu stabilita quindi la i detti individui divisi in nove com-
fòrza della fanteria, cavalleria e ar- pagnie e tre tenenze isolate dipeii-
tiglieria in 9,000 uomini, non com- denti da monsignor tesoriere gè-
presi i figli di truppa, e furono ac- nerale, e dal direttore generale dei-
cresciuti i soldi e competenze per le dogane in rappresentanz:a del
alcuni gradi, e diminuiti per altri, capo del corpo, il quale come di-
. Fu eziandio ridotto il personale cemmo è l' ispettore in capo di
del ministero economico, furono questa forza armata,
aboliti molti comandi di piazze, e L'importo del mantenimento di
quei che li coprivano
furono tras- tutte le milizie pontificie ascese nel
feriti come aiutanti maggiori nelle 1828 ad annui ducati i,242,25q.
truppe provinciali. Seguì a questo Elevato in quell'anno al pontifica-
l'altro piano per la detta truppa to Leone XII, conosciuto il biso-
provinciale, con cui nominati aiu- i gno di migliorare l'amministrazio-
tanti furono passati al soldo di ri- ne economica dello stato, ed (in-
forma, e gli antichi reggimenti e cora dellatruppa e di ogni cor-
squadroni furono ridotti in batta- pò nel settembre
militare, 1824
glioni j cora' erasi praticato nella nominò una commissione composta
truppa di linea; tuttavolta la trup- del prelato Nicola Maria Nicolai
pa provinciale restò coli' antico si- chierico di camera, del marchese
.stema del i8o3. Nel 1823 essen- Carlo Giberti Mattoli, e del cav.
do tesoriere il prelato Crislaldi Angelo Galli computista (poi gene-
furono incorporate alle truppe do- rale della camera), la quale egre-
ganali le così dette guardie, che giamente corrispose allo zelo sovra-
si ritenevano dall'amministrazione no, col presentargli la Memoria
de' dazi di consumo e delle priva- preliminare alla discussione sul
tive nelle città delle legazioni e piano di riforma della truppa
delle Marche, e con questo mezzo pontificia, e metodo di amministra'
MIL MIL i33
zione, eoa relazione e sommario, e tenuto anche per tre anni la pre-
con notizie sulle variazioni delle sidenza delle armi, e nel 1828 co-
truppe papali da Benedetto XIV a me logoro dalle fatiche domandò ed
quel tempo importante libro di
: ottenne onorato ritiro col grado di
cui qui ci giovammo compendiosa- capitano generale, a condizione pe-
mente. Allora era assessore delle rò di riassumere il servigio ad ogni
armi Domenico de Simone chieii- cenno sovrano. Dipoi nel luglio i83o
co di camera, fatto da Pio VII Pio Vili ordinò che il dettaglio
(poscia cardinale), ma da Leone della contabilità militare si resti-

XII promosso a prefetto dell'an- tuisse alla presidenza delle armi


nona senza rimpiazzare 1' assessora- per la truppa di linea, con poi esi-

to. In conseguenza il Papa sop. bire alla computisteria della came-


presse la congregazione militare isti- ra la contabilità; e confermando il
tuita nel 1797, che aveva avuto consiglio, vi aggiunse il cav. Ga-
l'esercizio della contabilità militare lassi generale di brigata pensiona-
sino 1828,
al con moto-proprio to, ed il conte Filippo Resta com-
de' 17 marzo, e restituì la contabili- mendatore colonnello divisionario,
tà alla computisteria della camera. il quale fu dallo stesso Papa no-
Alla congregazione sostituì la presi- minato generale di brigata coman-
denza delle armi, cui conferì tutte le dante tutte le truppe pontificie,
facoltà della congregazione, tranne giubilando il tenente generale Brac-
la detta amministrazione , riunen- ci. Inoltre nel i83o il colonnello
dole nel prelato presidente delle del reggimento de'dragoni d. Pom-
armi, the dichiarò dover essere un peo de' principi Gabrielli pubblicò
chierico di camera, nominando pel due utili libri, oltre il regolamento
primo monsignor Giuseppe Ugoli- che avea loro dato nel 1817. Istru-
ni, quale destinò tre consiglieri
al zione cristiana ad uso degU indi-
con voto consultivo, ma ad libi- vidui del reggimento de' dragoni
tum del prelato il convocarli, e che pontificii. Ristretto dell' istruzione
il generale comandante dovesse coa- teorica sopra l'esercizio e le via-
diuvare monsignor presidente nelle novre della truppa a cavallo, ec.
sue operazioni. Istituì pure il con- Ottimo libro è pure quello pub-
siglio economico militare, avanti il blicato in Venezia dal cav. Giusep-
quale si portassero gli adari am- pe Battaggia, intitolato: Doveri del
ministrativi che non erano in fa- soldato.
coltà decidersi dal presidente pei' Mentre una gran parte dello stato
la truppa di linea, dal governato- pontificio si rivoluzionava, a'2 feb-
re pei carabinieri, e dal tesoriere braio i83i divenne Papa Grego-
per la truppa di finanza. Tali pre- rio XVI, il quale per richiamare
lati composero il detto consiglio all'obbedienzale provincie insorte
presieduto dal cardinal segretario dovette notabilmente aumentare le
di stato, col computista della came- milizie pontificie, ed assoldarne delle
ya per consulente, e col segretario straniere. Il generale Resta, oltre
della presidenza per segretario. Nel quanto fece in Roma, si portò al
pontificalo di Leone XII, oltre il Corese per impedire ai ribelli l'a-
eomando delle truppe pontificie, il vanzarsi; quindi il governo ricupe-
tpueote generale Bracci ayea sos- rò immeusi capitaU iu armi, cau-
7 2

i34 MIL MIL


nonij munizioni e cavalli, disaiinan- Intanto sul finire del i83i in Fer-
do i carabinieri defezionali. Nel rara il general Zamboni organizzò
Tol. VII, p. 61 della citata Rac- ì cacciatori a cavallo. Nel regola-
colta vi è la notificazione de' 1 mento emanalo nel i832 sui de-
giugno 183 I suU'aiTuolauiento yo- litti e sulle pene, su queste i mi-
lontaiio per le truppe di linea, litari vennero dichiarali suggelli
onde questa accrescere di 8000 uo- alle leggi comuni . Nel gennaio
mini per la tranquillità generale i832 le milizie pontificie, sotto il

de'sudditi; ed a p. 75 le dispo- commissario apostolico cardinal Al-


provvisorie del primo
sizioni set- bani, si avanzarono a Cesena ed a
tembre sull'organizzazione ed atti- Forti, ove nacquero le note zutfe,
vazione della truppa ausiliare di in cui le milizie e l'artiglieria si

riserva, istituita in varie provincie fecero onore, ma furono richiamati


dello stalo, sotto il generale co- i tedeschi, ritirandosi a Pesaro le
raalidante le truppe di linea, di- truppe del Papa. Intanto a' 23
pendentemente dalla presidenza del- febbraio Ancona fu occupata dai
le armi, con onori e privilegi ri- francesi, che vi posero guarnigione.
portali a p. 80. Indi a p. 86 vi Nel 1832 stesso gli svizzeri assoldati
è il dispaccio sulla concentrazione dal governo pontificio, passarono
nella presidenza delle armi di va- nelle legazioni. Nel voi, VII della
rie amministrazioni militari che si Raccolta si riporta a p. iio il re-
trovavano divise, tranne la civica, golamento provvisorio organico del
la truppa di finanza, le guardie di corpo de' carabinieri pontificii, e-
polizia ed i guardaci urme. A pag. manato li 8 gennaio i833, com-
90 le disposizioni intorno ai rap- posto di 2486 teste. A p. i38 ii

porti di contabilità fra la presiden- regolamento per la formazione di


za delle armi e la computisteria un corpo di volontari paulificii nel-
della camera; ed a p. 92 il rego- le quattro legazioni, del primo giu-
lamento d' interna disciplina del gno 1833, con privilegi e ricom-
consiglio delle armi. Le truppe au- pense. A p. i52 l'organizzazione
striache intervenute pel ristabilimrn- del corpo politico militare de' ber-
10 dell'ordine pubblico, eransi riti- saglieri pontificii, con regolamento
rate sino dal luglio dalle legazioni. de' 1 dicembre i833, a piedi ed
11 conte Domenico Bentivoglio te- a cavallo, per Roma e provincie
nente colonnello de* carabinieri, do- di Benevento, Prosinone, Vellelri,
po la difesa di Rieti fu dichiaralo Rieti, Spoleto, Ascoli , Fermo e
colonnello e comandante le truppe Camerino. Nella divisione della se-
per rimpiazzai-e gli austriaci, ed en- greteiia di stato la presidenza del
trò in Kimini con 160 granatieri consiglio ecottomico militare fu at-
e dragoni a' 10 luglio; circa 5ooo tribuita al cardinal segretario per
soldati in tutti poi si riunirono in gli affari di stalo interni. Nel voi.
tal città sotto ilsuo comando, cui IX i55
della Raccolta sonovi, a p.
nel dicembre venne surrogato il la 8 gennaio i834
circolare degli
tenente colonnello-Barbieri, ora co- del cardinal commissario delle quat»
mandante della piazza di Roma, e tro legazioni, in difesa <iel corpo
più tardi il Bentivoglio fu nomina- de' volontari pontificii; a p. i56 il

tu cumuuduulc di Cattici s. Angelo. rcgolumculo relativo ai lucri, prò-


MIL MIL i35
pine ed emolumenti speltanli alle decisione delle cause criminali con-
piazze e guarnigioni militari; a p. tro i bersaglieri pontificii, quali si
169 i miglioramenti prescritti tan- leggono a p. 49 ^^^ ^ol. XIII
to quanto nel
neir organizzazione, della Raccolta delle leggi. La scuo-
esliario ed equipaggiamento delle la de' bombardieri, per le vicende
truppe di linea, de' 29 dicembre de' tempi rimasta alquanto negletta

1834, con quanto riguarda l'am- a malgrado le cure dei colonnelli


missione de' cadetti ne' corpi di es- Lopez e Porti, si riaprì con più
se, e loro riparto nelle compagnie, felici auspicii sotto Gregorio XVI
venendo la metà delle promoxioni nel 1 836 in Castel s. Angelo, colla
all'officialilà riservata ni cadetti, vigilante direzione dell'attuale co-
l'altra ai sotto-ofliciali. Con tale or- mandante del corpo coram. Carlo
dine del giorno lo stato militare Sleuart, il quale fu sollecito di rior-
in attività di servigio venne com- dinare regolamento con superio-
il

preso: i.° Ministero della presiden- re approvazione ; quindi la scuola


za delle armi, g3 individui. 2." Sla- risorse con lustro maggiore, come
to maggiore generale, cinque. 3.° dimostrano i premi e gl'incoraggi-
Stato maggiore di piazza, trentadue. menti che si meritò, onde si han-
4-'* Genio, ventuno. 5." Artiglieria, no scelti officiali e cadetti da ser-
982 individui con 168 cavalli. 6." vire in ogni bisogno, come sono
Fanteria indigena : veterani e in- periti in ogni ramo riguardante l'ar-

validi 553; battaglioni attivi 6552. te e persino le opere murarie e


7." Cavalleria indigena: reggimento fortilizie. Nei numeri 70 e 73 del
dragoni 734, con 571 cavalli; cac- Diario di Roma 1837 si legge la
ciatori a cavallo 263, con 202 ca- morte del conte Giuseppe liraqpi
valli. 8.° IMarina, 29 individui. Più di Fano capitano generale in ritiro
una compagnia di artiglieria, e due delle truppe pontifìcie, e la biogra-
reggimenti di fanteria estera, se- fia assai onorevole per l' illustre e

condo le rispettive capitolazioni ;


benemerito defunto, che pieno di
l'artiglieria con i47 individui ed 88 attaccamento per la santa Sede, pel
cavalli,! reggimenti di ^iS/^ teste in suo servigio istituì col proprio una
tutto. Più r arma politica composta prelatura, essendo stato modello di
di un reggimento di 2774 carabi- lède al sovrano, d'integrità e re-
nieri con 4i' cavalli; un corpo ligione. Il generale Piesta nel i838
di bersaglieri 923 con 84 cavalli. divenne tenente generale coman-
La presidenza delle armi fino dante le truppe di linea, ausiliarie
dal primo settembre avea pubbli- e di riserva, indi marchese di So-
cato ordine del giorno sulle di- girano. Nel febbraio i838 Grego-
scipline relative al servigio interno rio XVI creò cardinale Ugolini, e
de' corpi. JNel i836 pel minaccian- nominò presidente delle«rmi Gre-
te cholera furono istituiti i cordoni gorio Fabrizi, che morendo poco
sanitari anche marittimi, ed ema- dopo gli sostituì monsignor Giaco-
nate pene contro gì' infraltori di mo A madori Piccolomini. Del pre-
essi. 1 volontari pontilioii furono di- lato Fabrizi, come de' funerali ce-
visi in quattro brigale, sotto la di- lebrati coir assistenza de' chierici di
pendenza di ciascun legato; e fu- camera e del tribunale camerale,
rono pubblicate le norme per la come pure colla presenza di tutto
i36 MIL MIL
lo slato maggiore della truppa pon- c(dla, mentre a p. 275 vi è l'i-:

tifìcia, se ne parla con lode nel stru/.ioiie della presidenza delle ar-
nuuieio 4? tl<^' Diario di Roma. mi suir amministrazione de' militari
Frattanto sul Unire del i838 i condannati alla detenzione. Nel me-
francesi evacuarono la fortezza di desimo anno il cav. Angelo Calde-
Ancona, e gli austriaci partirono rari tenente colonnello de' cara-
dalle legazioni. A' i5 giugno i84o binieri pubblicò r utile Manuale
venne emanato il regolamento pel dei soUo-ufJiciali e carabinieri al
corpo sanitario militare, come ripor- servigio della santa Sede per V i-

tasi a p. 162, voi. XVIII della saluto politico- militare. Nel i844«*'
Raccoltaj ivi a p. 184 si legge il 16 aprile si emanarono favorevoli
regolamento pei cappellani militari, disposizioni sulle giubilazioni della
ed a p. 202 la concessione all'am- truppa di linea; a'3o aprile le at-
nùnistrazione cointeressata delle pol- tribuzioni del tenente generale e
veri, di poter fabbricarne altre due comandanti; a' i4 giugno il re-
qualità ; a p. 2 38 poi si riporta golamento sulle peicezioni straordi-
la convenzione fra il governo e l'or- narie delle piazze e delle trup-
dine gerosolimitano per lo stabili- pe pel disimpegno de' vari servigi ;
mento dell' ospedale militare che ed a'i6 dicembre il regolamento
ad esso affidò il Papa, lutto aven- organico amministrativo per la trup-
do narrato nel voi. XXIX, p. 289 pa pontifìcia indigena permanen-
del Dizionario, Ma nell' ottobre te, riportato nel volume XXIF, pag.
1844 l'ospedale militare fu resti- 181 della Raccolta. 11 totale del-
tuito all'antico locale dell'arcispe- le teste indigene fu di 93 1 3, dei
dale di s. Spirito in Sassia, come cavalli 870; più 3366 carabinieri
si dirà meglio parlando di questo e bersaglieri, con 5 11 cavalli, non
Ospedale. Intanto successivamente comprese le truppe di riserva e
fu aumentalo il numero de' mem- quelle estere. Le prime nel 1842
bri componenti il consiglio militare erano 4628, le seconde 4o95, i

presso la presidenza delle armi, co- volontari pontifìcii 4^35; la spesa


me d' un sostituto commissario di di tutta la truppa nel i843 ascese
camera vice-fiscale delle armi, del a scudi 1,878,217. Noteremo che
direttore della sanità militare con- il comandante di piazza di Roma
sigliere per le materie sanitarie, riceveva la spada degli ullìciali de-
dell' ispettore centrale, ec. A' 7 a- funti, come praticasi in diversi sta-
goslo 1 84 1 la presidenza delle ar- ti; ma in quello della Seiìe aposto-
mi pubblicò r ordine sui cadetti, lica, nel pontificato di Gregorio
i quali dovrebbero avere scudi die- XVI tale uso fu tolto. Il Papa
ci di rendita mensile; ed a' 9 ago- Gregorio XVI nel luglio i844 C'"eò
sto r ordme riguardante i matri- cardinale il presidente delle armi
moni de'militari e rispettive doti. Giacomo Amadori Piccolomini, e
Mancava un codice penale milita- gli monsignor La-
sostituì l'odierno

re, ed anco a questo provvide Grego- vinio de Medici Spada^ che in pari
rio XV! col regolamento di giusti- tempo fece chierico di camera. Fi-
zia criminale e disciplina militare nalmente ncir agosto 1846 il re-
del primo aprile i84'2, che si leg- gnante Pontefice l'io IX riunendo
ge nel voi. XX, p. 77 della /irte- le due segreterie di slato sotto il
MIL MIL 137
cardinale segretario di stato, questi generale e degli uditori divisiona-
è divenuto presidente del consiglio ni, del capo dell' ufliìcio di verifi-

economico militare. cazione e del primo verificatore;


Ecco le provvitlenze prese dal le nomine del direttore dell'arme-
Papa che regna nel 1847 <^'" '''^'' ria, del direttore generale, dell' i-

versi corpi della milizia pontifìcia. spettore e sotto- ispettore della sa-
Prima noteremo die nella proces- nità militare, dei generali, e di tut-
sione del Corpus Domini, per la ti gli altri ufìlziali superiori fino
Prima volta guardie nobili usa-
le al maggiore inclusivamente; e le
rono gli elmi in vece dei cappelli destinazioni de' comandanti de' corpi
a punte, di elegante lavoro e ric- e de' forti. A' 5 luglio il cardinal
chi per ornamenti. A' 6 aprile fu Gizzi segretario di stato pubblicij
una commissione per le ri-
istituita la notificazione con cui il santo
forme militari, comporta del prelato Padre decretò di ricostruire e am-
presidente delle armi, dei principi pliare la guardia civica di Roma,
Rospigliosi, Barberini e Gabrielli, del con norme fondamentali, nominan-
colonnello Armandi, e di Lovatti do il Papa comandante generale
in qualità di segretario. Col molo- d. Giulio Rospigliosi principe di
proprio, Come e nostro principale Zagarolo, che ne avea esercitato il

desiderio, de' 12 giugno, sulla isti- grado sotto Pio VII, al modo detto
tuzione del consiglio de' ministri ,
a Civica: già questa guardia si è
si leggono le seguenti disposizio- resa grandemente benemerita. A'3o
ni. 1 monsignori governatore di luglio 1847 il cardinal Ferretti se-
Roma, tesoriere generale, e presi- gretario di stato, emanò il regola-
dente delle armi fanno parte dei mento per la guardia civica nello
sette ministri che lo compongono. stato pontifìcio. Nella segreteria di
La direzione, la custodia e l'am- stato, nella prima sezione alla po-
ministrazione dell' armeria pontifì- nenza militare, fu destinato minu-
cia dal tesoriere passano alla pre- tante Liberato Bruto lenente co-
sidenza delle armi. INIonsignor pre- lonnello nella truppa di linea. Dui
sidente delle armi continuerà ad febbraio j«S46dal eh. cav. Francesco
esercitare le sue attuali attribuzio- Gherardi Dragomanni si pubblica
ni unitamente al consiglio militare, in Firenze un applaudito Giornale
osservando il regolamento organico niililare italiano j ed il num. 89
del 16 dicembre i844- Monsignor riporta una erudita bibliografia mi-
governatore proporrà le nomine litare moderna, in
italiana, antica e
de' comandanti ed ufliciali superio- Roma anno il eh. cav.
nel corrente
ri delle armi politiche e dei vigili Luigi Bavari romano, colonnello delle
o pompieri, e dei capitani dell'uno milizie pontifìcie ha pubblicato: L'uo-
e dell'altro corpo. Monsignor teso- mo di stato, meditazioni- filosofiche-
riere proporrà le nomine degli of- politiche. Tra le utilissime conside-
ficiali superiori e dei capitani del- razioni fatte non di
dall' autore,
le guardie di finanza. Monsignor minor importanza sono quelle da
presidente delle armi proporrà le lui saggiamente ed eruditamente in-

nomine de' membri del consiglio, stiluite sulla milizia, avendovi trat-
del segretario generale, de^^li ispet- tato nella parte militare il della-
tori e sotto- ispettori, dell' uditore gliQ di que' principi!, che solo pos-
i38 MIL MIL
sono rendere un inililare perfetto, ne fosse il vero autore, e lo avesse
ed una truppa utile allo stato, cioè posto sotto il nome di s. Giovanni
nella meditaz. X: Sulla milizia, per accreditare il suo errore. Cre-
fortezze e piazze forti. devano gli altri che i santi nel re-
MILLENARII. Nel secondo e gno de* mille anni goderebbero di
terzo secolo della Chiesa, si chiama' una felicità piuttosto spirituale, che
rono così quelli i quali credevano corporale, ed escludevano le volut-
che Gesù Cristo alia fine del mon- tà de' sensi. Però bisogna ancora
do verrebbe sulla terra, e vi fon- osservare, che la maggior parte noa
derebbe un regno
temporale pel tenevano questa opinione come un
corso di mille anni, nel quale i fe- domma di fede. Vi furono ezian-
deli goderebbero una felicità tempo- dio un'altra specie di millenarii, i

rale aspettando l' ultimo giudizio, quali sostennero che di mille in


ed una ancor più perfetta felicità mille anni cassassero in favor dei
in cielo i greci li hanno chiamati
: dannali le pene dell* inferno ; anco
Chiliasti, teroìine sinonimo a mil- questo capriccio era fondato sopra
lenarii. Questa falsa opinione era una falsa interpretazione dell' Apo-
fondata sul cap. 20 dell'Apocalisse, calisse.

dove dicesi che martiri regneran-


i MILLES (s.), vescovo di Susa.
no con Gesù Cristo per mille an- Nato nella provincia dei razichiti
ni ; è facile però conoscere che que- o razichei, fu allevato alla corte di
sta specie di profezia, oscurissima in Persia, ed occupò un posto rag-
sé stessa, non dev' essere presa let- guardevole ueir armata ; ma dopo
teralmente. Credesi che Papia ve- avere abbraccialo il cristianesimo si

scovo di Gerapoli e discepolo di s. ritirò ad Ilam o Elam presso Su-


Giovanni evangelista, ne sia stato sa, ove converl'i molli infedeli. Pre-
l'autore, altri provano che in ori- si gli ordini sacri, non andò mol-
gine viene dagli ebrei. Fu seguita to che fu eletto vescovo di Susa.
da alcuni padri e scrittori eccle- Egli spiegò instancabile zelo per la
siastici, come s. Giustino, s. Ireneo, distruzione del vizio e dell' idolatria,
Vittorino, Lattanzio, Tertulliano, ed ebbe -perciò molto a solhire;
Sulpizio Severo, Q. Giulio Ilarione, laonde prese la risoluzione di ab-
Commodiano, ed altri meno noti. bandonare la città, e si mise in
È necessario di osservare che vi viaggio per recarsi a Gerusalemme
furono de* raillenarii di due spe- e ad Alessandria. Essendo in Egit-
cie. Gli uni, come Cerinto e i di to visitò s. Ammonio discepolo di
lui discepoli, insegnavano che nel s. Antonio, e nel ritorno alla pa-
regno di Gesù Cristo sulla terra, i tria visitò s. Giacomo di Nisibi,
giusti godrebbero di una felicità cor- donde passò nella Siria. In un si-

porale, la quale principalmente con- nodo che si teneva a Seleucia per


sisterebbe nei piaceri dej senso : i riformare gli abusi ch'eransi intro-
padri non abbracciarono mai que- dotti nella disciplina, e per ascol-
sta sciocca opinione, anzi la riguar- tare i lagni che parecchi vescovi
darono come un eriore. Perciò du- movevano contro Papas, che colla
bitarono molto se dovessero met- sua superba ed arrogante condotta
tere l'Apocalisse nel numero de'li- avea cagionato uno scisma, s. Mil-
bri caaouici, lenieudo che Ccriutu le! parlò a costui con molta forza,
MIL MIL i39
e gli predisse che sarebbe punito, lini nobile romano, fino dalla pue-
come avvenne, giacché fu tosto as- rizia fu di aspetto grave e mode-
salito da una paraUsia. S. Milles, sto,che sino d'allora presagiva ben
ritiratosi a Mescne sull'Eufrate, an- fondate speranze di un' ottima es-
dò ad abitare con un romito. Il pettazione della vita e de' costumi
signore di cjuesto luogo, t:h'cra in- suoij i quali riuscirono conformi
fermo da dieci anni, riebbe la sa- alla opinione concepita di quia-
lui;

nità per le preghiere del santo, e di non deve recare tanta meravi-
questo miracolo fu segnilo dalla glia, se in età di seti' anni fu da
conversione di molli infedeli. Ritor- Giovanni XXIII fatto canonico del-
nato nella provincia dei razichei, la basilica lateranense. La nuova
battezzò un gran numero d' idola- dignità eccitò in lui maggior im-
tri ; ma in forza dei sanguinosi e- pegno per applicarsi allo studio, ia
ditli di Sapore contro la religione cui superò gli eguali e quelli che
cristiana, egli fu preso nel 34 1. erano più di lui. Conosciutasi da
Ambrosimo prete e Sina diacono, Martino V la prontezza e felicità
suoi discepoli, furono pure compa- del suo ingegno, volle che di pro-
gni della sua sorte. Condotti tutti posito si dedicasse alle leggi cano-
tre a Maheldagar carichi di catene, niche, nelle quali riportò nell' ar-
soffrirono una crudele flagellazione, chiginnasio romano l'onore della
costantemente ricusando di sagrili, laurea. A però il Papa
tale eflelto
care al sole come si voleva sforzar- gli assegnò una pensione sufllciente

li. Finalmente Ormisda Gufrisio go- per mantenersi negli studi, quasi pre-
vernatore della provincia, fattosi ve- sago dell'oltima riuscita che avreb-
nire Milles davanti, minacciolio di be falla, e dell' aiuto che col tem-
ammazzarlo se non gli mostrava la po doveva rendere alla chiesa ro-
verità della sua religione. 11 santo mana. Eugenio IV lo ammise nel
gli rispose modestamente, con ma novero degli abbreviatori, nel qua-
fermezza barbaro governatore,
; e il le uffizio ebbe sempre a cuore di
interrompendo il suo discorso, tras- sollevare e favorire la povera gen-
se il pugnale e glielo immerse nel te, da cui neppure riceveva 1'
in-
fianco, mentre JN arsele suo fratello tero delle propine che gli spettava-
feri il santo dall' altro lato. Am- no, condonandone sempre una por-
brosimo e Sina furono condotti al si guadagnò l'amore
zionCj per cui
sommo di due colline poste rim- del Avendo determinalo
pubblico.
pctto l' una all'altra, e quivi lapi- però Eugenio IV di cambiare af-
dati dai soldati. 1 corpi de' tre mar- iàlto il capitolo lateranense , con
tiri furono portati nel castello di togliere i canonici secolari e resti-
Malcan. Sono essi nominati nel tuirvi i regolari, e facendo premu-
martirologio roniano con molli al- ra al aveva mandato
Mìllini, che
tri martiri persiani ai l'i di apri- oratore a Firenze, perchè rinun-
le ; ma i menologi greci ne famio ziasse, non potè indurvelo, né con
menzione ai io di novembre, gior- minacce, né con promesse. Sdegna-
no in cui forse i cristiani li sep- to il Papa contro di lui, deputò
pellirono. tre ragguardevoli soggetti, due dei
MILLINI o xMELLlNI Giambat- quali divennero poi Papa Nicolò V,
tista, Cardinale. Giambattista Mil- e Paolo II, e l'altro cardinale, cioè
-

i4o MII. MIL


Amico Angifilo vescovo dell'Aquila, Achilleo, con incredibile soddisfai
per fare severa inquisizione sopra zione e piacere di tutta Roma. In
i costumi e la couclolta del Mil- occasione della violenta morte di
lini, i quali dopo le più accurate Galeazzo duca di Milano, ad istan-
diligenze pronuziaronlo concorde- za della madre che ne
duchessa
mente d' integra vita. Morto Euge- supplicò Papa, fu spedito il car-
il

nio IV, il successore Nicolò V^ vol- dinale ad onta della grave sua età
le onninauiente mutare il capitolo e nel cuore dell' inverno in Lom-
lateranense, onde chiamato a se il bardia, col carattere di legalo per
Millini, gì' intimòche ad ogni pat- sedare, come fece, colla sua autori-
to dovesse rinunziare, ed egli a ma- tà e prudenza, in compagnia di

lincuore finalmente cedette. Tutta Lodovico duca di Mantova, i tu-


\olta il Papa gradi la rinunzia, e multi e le discordie nate nella cit-

sul momento lo dichiarò vicario di tà, che eseguì anche in Genova,


lo

S. Pietro , e soprintendente alle o- liducendo la popolazione di vota al


blazioni e limosine che si oiìiivano suo doge, contro di cui erasi ri-
alla basilica vaticana, alla quale il bellala. Finalmente pieno di meri-
Milliui comparti insigni benelìzi, co- ti e di gloria, e da tutti amato,
me avea fatto colla lateranense, co- cessò di vivere in Monte Mario
me narra Jacopo Lauro nel suo li- presso Roma nel 1478 d'anni 78,
bro Defainilia Milliiia, Piomae 1 636. ed ebbe sepoltura nella basilica di
Inoltre Nicolò V gli offri i vescovati s. Pietro, donde dopo tre mesi fu
di Sulri e di Anagni, ma ambedue trasferito nella chiesa Maria
di s.

inodestamente ricusò. Assegnato da del Popolo, e venne collocato nella


Calisto III per compagno del car- sua cappella gentilizia, al cui manco
dinal Alano Gelivo, a Carlo Vili lato vedesi un' urna antica, colla
re di Francia, a fine di comporre i statua del cardinale vestita in abi-
tumulti di quella monarchia, si gua- ti pontificali e giacente, mentre nel-
dagnò talmente 1^ grazia del re, la sua base evvi un magni-
inciso
cl)e lo destinò suo ministro in Ro- fico elogio. 11 Platina ne scrisse la
ma presso la santa Sede. Sotto Pio vita accuratamente.
11 fu surrogato a Rhode nella ca- MILLINI GiANGAftziA, Cardina-
rica di collettore delle lettere apo- le. Giangarzia Millini patrizio ro-
stoliche Germania, in cui riuscì
in mano, ma
nato in Firenze dove suo
cos'i giusto ed integerrimo, che a padre viveva esule, visse sotto la
nulla valsero le promesse e doni. i disciplina del cardinal Castagna suo
I^aolo li per la sua specchiata con- zio per canto di madre, il quale
dotta e giustizia Io nominò suo u- poi divenne Papa Urbano VII, ma
ditore e datario, nel quale impiego regnò pochissimo. Sino dalla sua
non ebbe difficoltà affrontare all'oc- gioventù diede di sé ottime speran-
correnza lo slesso Pontefice, e que- ze, e nel pontificpto di Sisto V fu
gli, invece di olfcudersene, nel i468 ammesso nel collegio degli avvoca-
gli conferì la chiesa di Urbino col- ti Gre-
concistoriali, dai quali sotto
la ritensione delle cariche. Sisto IV gorio XIV avanzalo fra gli u-
fu
conf'e^'iiiandolo nello stesso impiego, ditori di rota. Clemente Vili l'eb-
a' i8 o IO dicembre 1476, lo creò be seco nel viaggio a Ferrara, e lo
ordinale prel« de' ss. Neieo ed assegnò per compagno al cardiue^l
MIL MIL
I Gactanl legalo a lalere in Polonia
per islabilire la pace tra quel re
fizi

cata tra
alla chiesa
le altre
d' Imola, e
cose la chiesa
141
riedifi-

di
e la casa ci' Austria quindi volle ;
s. Maria Maddalena alle convertite,
che si unisse al cardinal Pietro AI- che minacciava rovina, e ricuperati
dobrandini legato in Francia per a quella pia c*ìsa alcuni fondi dati
benedire le nozze tra Enrico IV e in che ntlesa la qualità
enfiteusi,
Caterina de Medici. Paolo V co- de' tempi erano andati in oblivione,
noscitore de' suoi talenti, integrità ed arricchita la cattedrale di sacre
e destrezza, lo incaricò della nun- suppellettili e di statue di argento,
ziatura a Filippo Ili re di Spagna, ne fece nel 161
spontanea rinun-
i

e dopo un anno circa, nell* età di zia nelle mani di Paolo V, peichè

34 anni, agli 11 settembre i6ofi le sue cariche non gli permetteva-

lo creò cardinale piete del titolo no farvi residenza. Il Papa lo ten-


de' ss. Quattro. Essendo questa chie- ne sempre luogo d' intimo con-
in
sa deformata dallo squallore del- sigliere e partecipe delle cure più
l' antichità, l'abbellì ed ornò di gravi del pontificato, non intrapren-
nuova tribuna, e nel ristorarla eblx; dendo cosa alcuna senza prima sen-
la consolazione di riti'ovarvi nel tirne il di lui parere, cose tulle
1624 le reliquie de'ss. Quattro Co- che lo tenevano grandemente oc-
ronati, e parte del capo di s. Seba- cupato. Nel 1629 Urbano Vili Io
stiano martire, collocate nella con- trasferì dal titolo di s. Lorenzo in
fessione dal Papa s. Leone IV. Due Lucina, in cui era passato, al ve-
altri anni si trattenne il cardinale scovato di Frascati, e trovossi pre-
W^^ alla corte di Madrid quale legato, sente ai conclavi di Gregorio XV
Wt. e tornalo nel 1607 in Roma, l'u ed Urbano Vili, ne' quali ebbe mol-
promosso a vescovo d' Imola, indi ta parte, e fu vicino ad essere e-
occupato nella legazione di Germa- lelto Papa. Con tutto l' impegno si
nia, per riconciliare insieme l'im- adoperò col cardinal Rartolnuieo
peratore Ridolfo con Mattia re di Cesi presso Paolo V, aHlnchè il ma-
Ungheria, lo che ottenne con e- gnifico leuìpio di Maria in Cam- s.

strema soddisfazione dell' imperato- pitelli, ne' cui fondamenti gitlò il


re e del Papa, il quale nel suo cardinale nel 1619 la prima pietra,
ritorno lo ricolmò in pubblico con- fosse dato alla congrci^azione dei
cistoro di somme lodi. Compiuta chierici regolari della Madre di Dio,
questa legazione, lo stesso Paolo V come seguì. Nell'anno santo 1625
lo destinò suo vicario in Roma, aprì e chiuse la porta santa della
nella qual carica perseverò ne' pon- basilica Liberiana, e morì nel 1629
tificati Gregorio
di XV ed Urbano d' anni Sy non compiti. Rimase
Vili. Nel 16 II Paolo V inoltre lo sepolto nella chiesa di s. Maria del
fece arciprete della basilica Liberia- Popolo, dove al lato destro della
na, a cui il cardinale donò preziose sua cappella gentilizia, da lui con
suppellettili e sacri arredi, e di più ecclesiastica magnificenza ornala, fu
lo ascrisse alle congregazioni del s. eretto alla sua memoria un son-
olfizio, de' riti ed altre, colla pro- tuoso mausoleo, col di lui busto
lettoria de' carmelitani, de' minislri in candido niaroio e assai al natu-
degl' infermi e de' benefratelli. Do- rale, con magnifico epitaffio. La
po aver comparliti segnalali bene- vita di questo cardinale fu descrit-
i42 MIL MIL
ta da Decio Memmolo suo segreta- stesso bene afletto al re, come di
rio, e stampata in Roma nel i644- fatti lo diede a divedere quel mo-
Al cardinale avea predetta l'ora narca, nel rammarico che provò
della morte s. Giuseppe Calasanzio, allorquando fu costretto a lasciar
assicurandolo che non avrebbe man- partire dalla sua corte il prelato
cato di assisterlo nel suo passaggio. decorato della porpora. La magni-
Fu uomo di mente quadra e su- ficenza, la generosità e la splendi-
blime, e grandeggiò per profonda dezza usata da lui nella nunziatura,
scienza e molteplice erudizione, per fu sorprendente ed incredibile, es- .

una felice spericnza in tutte le co- sendo giunto non solo a diminuire
se, per grandiosa avvedutezza nel notabilmente le rendile della sua
maneggio degli e per una alFari, doviziosa famiglia, ma a gravarsi
assidua vigilanza nella cospicua ca- eziandio d' immensi debili, per sup-
rica di vicario di Roma. Si dice plire alle esorbitanti spese da lui
die ambisse il pontifìcnto, e nel fatte nella Spttgna. A questa straor-
conclave per Urbano Vili ebbe in dinaria ed eccessiva generosità, sep-
suo favore ventidue cardinali, con pe accoppiare una fortezza d' ani-
alia testa il cardinale Scipione Bor- mo increddiile, non solo per difesa
ghese. Molti scrittori contempora- dell'immunità ecclesiastica, insulta-
nei dedicarono al cardinale le o- ta talvolta dai regi ministri, ma
pere loro. altresì per l' onore di sua rappre-
MILLI NI Savo, Cardinale. Savo sentanza, che nelle differenze incon-
Millini nacque in Roma da antica trale col presidente di Casliglia,
ed illustre famiglia. Esercitati cop che gli fece dai soldati arrestare la
lode i minori impieghi nella corte propria carrozza, uscì da ogni con-
romana ne' pontificali di Alessandro trasto con somma riputazione, me-
VII e Clemente IX, si avanzò sot- diante pubblica e notoria soddis-
to Clemente X a quello di segre* fazione datagli dalla corte. Laonde
tario della congregazione del buon con plauso universale Innocenzo XI
governo, di prima era stato
cui il primo settembre 1681 lo creò
ponente, indi fu mandato nunzio caidinale prete di s. Maria del Po-
in Ispagna. In quel tempo tale nun- polo, ed insieme vescovo di Orvie-
ziatura era piena di rischi e peri- to, dove profuse co' poveri più di
coli, a cagione di Luigi XIV, che ciò che ritirò dalle rendite della
inorgoglitodalle vittorie, andava chiesa, alla quale fece immensi spi-
macchinando nuove conquiste sulla rituali e temporali benefìzi. Per
monarchia e sul Papa, come quello r inclemenza del clima contrario al
che pretendeva estendere i diritti suo tempernmeiilo, nel i6g4 In-
della regalia oltre i termini pre- nocenzo XII lo trasferì al vescx)va-
scritti e fìssati dal generale conci- to di Sutri e Nepi, dove lutto si
lio di Lione. Innocenzo XI ne avea diede a promovere la pietà, il cul-
avanzato querele alla corte de' prin- to divino e la disciplina del clero.
cipi e singolarmente a quella del Dimesso il primo titolo passò a
re di Spagna. Convenne quindi al quello di s. Pietro in Vincoli, ove
prelato usare la più raffinata pru- restaurò e con gran magnificenza
denza ad oggetto non disgustare
di ampliò il palazzo de' cardinali tito-

il Pontefice, e rendersi nel tempo lari contiguo a quella basilica. Fu


MIL MIL 143
I nel numero
Alessandro Vili,
de' cardinali elettori di
Innocenzo XII e
del Popolo nella
ove innanzi l' altare si
gentilizia,
propria cappella

Clemente XI, e mori nel lyoi vede una lapide splendidamente a-


d'anni 57. Venne sepolto in s. Ma- dorna e fregiata di magnifico elo-
ria del Popolo, in cui al manco lato gio. Benedetto XIV in occasione
di sua cappella gentilizia, vivente di sua guarigione fece dispensare

I erasi apparecchiato la tomba, cioè


nn
bianco
magnifico
marmo
avello
con elegante epitaf-
espresso in
a'
detta
poveri ventimila scudi della sud-

MILLO
eredità.
GiAMAcopo, Cardinale.
fio da lui stesso composto. Gianiacopo Millo de' marchesi di
MILLIIVI Mario, Cardinale. Ma- Tubine e di Altare, nato in Ca-
rio Millini nacque inRoma dalla nobi- sale di Monferrato, portatosi a Ro-
lissima famiglia di talnome, feconda ma attese con ardore a perfezio-
d'uomini illustri. Educato sotto la narsi nello studio della teologia.
disciplina del cardinal Savo suo zio, Contratta fortunatamente amicizia
si diede alla vita ecclesiastica ; ed col prelato Lambertini, poi cardi-
in età di 4^ anni entrato nella nale e vescovo d' Ancona, fu da lui
carriera prelatizia, ebbe la sorte di condotto in quella città per vicario
essere ammesso nel 1725 da Be- generale, e collo stesso carico lo
nedetto XIII tra gii uditori di rota, portò seco in Bologna, quando Cle-
in cui divenuto decano, e nel 1784 mente XII gli die quell'arcivesco-
sotto Clemente XII reggente della vato. Divenuto Lambertini Bene-
penitenzieria, ad istanza della re- detto XIV, subito chiamò in Roma
gina Maria Teresa d'Austria, presso Millo, lo fece sub uditore, e nel
i la quale era stato posto in aspetto
assai vantaggioso dal cardinale Pas-
1743 datario, quindi a'26 novem-
bre 1753 lo creò cardinale prete
siona, allora nunzio di Vienna, del titolo di s. Grisogono, e pre-
Benedetto XIV a' io aprile 1747 fetto della cona;re2:azione del con-
lo creò cardinale prete di s. Prisca, cilio, valendosi di lui in affari ri-
e lo ascrisse alle congregazioni dei levantissimi, pel gran favore che
riti, della consulta, de' vescovi e gli concesse. Morì improvvisamente
regolari, e del concilio; quindi po- in Roma nel 1757 d'aiuii 63, ed
co dopo fu destinato dalla stessa ebbe sepoltura nella chiesa titola-
regina suo
ambasciatore in Roma re, nella quale al manco lato della
presso il Papa, il quale gli conferì porla maggiore si vede erettogli
la prefettura della congregazione un nobile ed elegante monumento,
del concilio. Il cardinale molto si colla sua immagine scolpita in for-
adoperò col Pontefice, affinchè la ma di medaglia in bianco marmo,
celebre causa del patriarcato d' A- e sostenuta da una statua pur di
quileia conducesse ad esito felice,
si marmo, che sovrasta 1' urna sepol-
come in fatti avvenne. Alla fine crale, con onorevole epitaflio po-
dopo aver lasciati parecchi insigni stogli dal nipote marchese Carlo
monumenti di sua pietà e religione, Francesco Millo.
e istituiti suoi eredi i poveri, che MILO. Fedi MEtos.
sempre avea amati, cangiò in Roma MILONE, Cardinale. Milone, ve-
il tempo coir eternità nel 1756 di nuto alla luce nelle Gallie, Urbano
anni 7^, e fu sepolto in s. Maria li nel lOQQ lo creò cardinale ve-
I
U MIL
scovo di Palestrina, indi Pasquale pagitn o discorso in favore della
Jl nel I to3 lo spedì in Francia libertà della stampa per qualunque
legato apostolico, ove si adoperò sorta di libri. 3. Teniire, libro de-
con relo per l'estirpazione della testabile sul diritto generale de'po-
simonia, intervenendo al concilio poli. 4- Sulla vera leligione contro
di Reiins. Trovossi presente all' ele- la propagazione del papismo. 5.
zione di Pasquale li, ed assistè alla Della prelatura vescovile. 6. Del-
sua consacrazione. Alcuni vogliono l'origine del governo ecclesiastico,
che morisse verso il i io5. contio rUsserio. 7. Difesa dei ri-
MILOPOTAMO. V. Mellipo- mostranti contro Hall. 8. Apologia
TAMO. contro i rimostranti. 9. Trattato
MILTA. Sede vescovile di Cilicia, della podestà civile nelle materie
il cui- vescovo era suffraganeo della ecclesiastiche . io. Considerazioni
metiopoli di Seleucia, nella provin- per allontanar dalla chiesa i mer-
cia d'Isaurla. Il Terzi, Siria sacra, cenari. II, Note sopra il discorso
dice che Moisè vescovo di Milta, di Grisfith, sul timore di Dio e
sottoscrisse l'epistola sinodica delia rispetto al re. 12. Mezzo facile

provincia all'imperatore Leone. Mil- per formare una repubblica libera.


ta, Milieu, al presente è un titolo 1 3. Jrlis logicae. i4- Poemata
vescovile in pnrlibus sotto Selucia, anglica et Ialina. i5. Epistolaruni
e gli ultimi a portarlo furono Giu- familiariun . 16. Lilterae senatus
seppe Calvo, e monsignor Casimiro anglicani, Cromwelli, reliquoruwque
Dmochwski di Knzmicz diocesi di pcrduellium nomine, ac jussu r.on-
Minsk, attuale suffraganeo in Cur- scriplae. 17. Il Paradiso perduto,
landia di Vilna e preposito di , tradotto da Rolli. Queste ultime due
quella cattedrale, fatto da Gregorio opere sono nell'indice de'libri proibi-
XVI nel concistoro de' 17 dicem- ti. 18. Carattere del parlamento e
bre I 840. dell'assemblea de' teologi. Tra le

MILTON Giovanni. Uno de'piìi poesie di Milton, fu assai esaltato il

gran geni e de'più tersi scrittori Paradiso perduto ,


poema epico
che r Inghilterra abbia prodotto, sulla tentazione di Eva e sulla
nacque a Londra li g dicembre caduta dell' uomo, in versi inglesi
1608. In Cambridge nell'età di 17 non rimalo, per la sublimità delle
anni già scriveva componimenti poe- grandi immagini, de'peusieri arditi
tici in inglese ed in latino, d'una e spaventevoli, della poesia forte
bellezza al di sopra della sua eia. ed energica, dell' invenzione, della
Nella gioventù fu puritano, nella forza, dell'armonia e della cadenza.
virilità si pose tra gl'indipendenti Questo poema ebbe moltissime edi-
e gli anabattisti; ma vecchio, co- zioni in Inghilterra, e fu tradotto
come stanco d'ogni sorta di sette, in più lingue. Milton stampò nel
si staccò da qualunque conìuuione, 1
67 un secondo poema
1 sulla ten-
e non frequentò più alcuna as- tazione di Gesù Cristo, e la ripa-
seiid)lea, morendo a' i5 novembre razione dell'uomo che intitolò : //
1674 d'anni 66. Scrisse molte o- paradiso riconquislato. Avendolo e-
pere : r. Sulla riforma della ciiie- gli posto al disopra del primo ,
sa anglicana, e sul governo del- die luogo allo scherzo che trovasi ,

la chiesa in Inghilterra, 2. Arco- bensì Milton nel paradiso per*


MIL MIL 145
duto, non nel riconquistato. Nel ouisconsin, winnebago, menomo-
i i

1788 lìiich pubblicò a Londra la ni, chipeonays ed i foxi


i bian- : i

completa raccolta (Ielle opere di chi fanno con esse un gran com-
Milton, colla sua vita, ciò che fe- mercio di pelliccerie. Sembra che
cero poi altri con giunte. la sede vescovile di Milwanchia sia

MILVIDA (s.). Sorella di s. nel distretto di Huron, che ha il


Milburga e di s. Mildreda del , Forte Brown, accantonamento mi-
sangue reale di Mercia; abbando- litate; s. Maria, ragguardevole roc-
nò anch'essa il secolo per ritirarsi ca costruita sulla sponda occidenta-
nel monastero d' Estrey, fabbricato le dello stretto di egual nome; e
da Egberto re di Kent, nelle vici- la l^rateria del cane, grosso borgo
nanze di Cantorbei'y ; e dopo aver posto alla sinistra del Mississipì, mu-
dato l'esempio delle più eroiche nito di fortificazioni. Gli abitanti del
virtù, mori verso la fine del setti- paese di Wisconsin furono menomati
mo secolo. Menard pone la festa dalle guerre coi conllnanti irochesi,
di questa santa vergine, che chiama ed loro avanzi dalla vita cacciatrice
i

Ahlgiut , ai 16 di febbraio ; ma passarono all'agricola, ahbracr.iando


Wilson dice, che si legge il suo no- il cristianesimo. Col nome d'iroche-
me ai 1 7 di gennaio in un antico si si designa la confederazione delle
martirologio inglese manoscritto, sei nazioni, nella quale compreu-
MILWANCHlA ( Milwanchien). deansi i mokaAvki, gli oncidas, gli
Città con residenza vescovile nel ter- onondogas, cayugas ed i lusca- i

ritorio di Wiskonsin o Ouisconsin roras: ospitali, indipendenti e guer-


negli Stali Uniti di America, isti- rieri, mal si piegarono a vita mol-
tuita dal Papa Gregorio XVI, suffra- le; e gli europei se ne valsero a
ganea della metropoli di Baltimora, vicenda nelle guerre, come fra lo-

e ne fece primo vescovo l'odierno ro seminarono inimicizie per an-


monsig. Giovanni Martino Kenny, ai Alla biografia di Leone
nientarle.
ao novembre i843. JVel territorio XII dicemmo del capo-irochese che
di Wisconsin già aveaerelta l'altra si portò a Roma, e de'doni e di-
sede vescovile di Detroit [Pedi). stinzioni che ricevette dal Papa .

Questo territorio di Ouisconsin è Quindi Gregorio XVI nel primo


conosciuto ancora sotto il nome di anno del suo ponti fic. ito ricevette
Nord-ovest o Norlh-west, così appel- riveréntissime lettere de' capi con-
lato dalla sua posizione nella parte vertiti delle tribù degli irochesi, de-
settentrionale degli Stati Uniti, nella gl' ipsilingi e degli algoncbini, nel
regione mediterranea ed interna del- i832 Diario di Roma coi nu-
il

l'unione. Il paese generalmente


è meri 12, 1 5, e nel supplemento del
piano, però varie colline dividono numero 1 i delle Notizie del gior-
il bacino del Mississip"i da quello no sono riportate tali lettere, e la
dei gran laghi. Fra le numerose bella versione che ne fece in versi
sue riviere una è quella di Wis- il eh. prof Barola, colla descrizio-
ckonsin o Ouisconsin, in generale ne de' doni inviati dai detti capi
larga e poco profonda, e si getta al Papa, che li ripose nella biblio-
nel Mississipì. Le rive sono abitate teca vaticana. Neil' erigere questa
dalla tribù dello stesso nome. Le sede vescovile, Gregorio XVI attri-

principali tribù indiane sono gli buì alia sua giurisdizione spirituale
voL. xiy. 10
i46 MIN MIN
il territorio di Wiskonsin, e negli cipe dell' impero, e signore d' un
Stati Uniti si chiamano teniloiii piccolo dominio di quattro o cin-
que' vasti tratti di paese che anco- cpie primo vescovo fu s.
leghe. Il

ra non hanno così grande popola- Eremberto che morì nel- sassone,
zione da poter essere eretti in sla- r8o5. Nel 1469 il duca di Brun-
ti propriamente delti. Il terrilorio SAvick con alcuni conti suoi alleati
di Wiskonsin, secondo ha il censo, intraprese invano 1' assedio di Min-
una popolazione di 3i,ooo circa den, ma nel i^ig il vescovo di
abitanti. La sua estensione non è Hildesheim se ne
impadronì. Nel
stata ancora determinata, e la cit* i529 la introduzione del luteranis-
tà di Milwanchia o Milwanckie sta mo vi cagionò molti torbidi; ti
sul lago di Michigan nella contea di capitolo si rililò dalla città che
Milwanckie, ed è fra gradi di la- i perciò fu posta al bando dell' im-
titudine settentrionale ^i e 43, e di pero nel i538, e costretta ad ar-
longitudine io e ii all'ovest di rendersi a Carlo V nel i547. Nel
Washington. Non ha sinora capitolo, la guerra de'trenl'anni Tilly prese
e s' ignora a chi è dedicata la chie- la nel
città 1626, e nel i634 se
sa cattedrale, poche essendo le noti- ne impadronì Giorgio duca di Lu-
zie che si hanno di parli così ri- r.ebiwgo. Gli svedesi la presero nel
inote e di siffatte nascenti chiese. i636, la soslennero contro il ca-
MINCIO Giovanni, Cardinale, r. pitolo, ene rimasero padroni sino
Benedetto X, antipapa. al 7 settembre i65o, in cui in
MINDEN, Minda. Città vescovi- forza ddla pace di Munster nel
le degli stati prussiani, provincia di 1648 la cedettero a Federico Gu-
Westfalia , capoluogo di reggenza glielmo elettore di Braiideburgo ,

e di cii'colo, sulla riva sinistra del onde indennizzarlo, unitamente ad


Weser al confluente del Pasta u, alili paesi, della porzione della l'o-
20 leghe da Munster. È una delle merania ceduta alla Svezia. Il ve-
più antiche di Germania, posta in scovato che ne formava il princi-
vantaggiosissima situazione, e fab- pato fu allora secolarizzato, essen-
bricata in parte sopra alture, ed done vescovo IJeinardo di Malin-
in parte in una pianura, ed è cin- krol. La serie de' vescovi di Miu-
ta di fortificazioni, aumentate e li- den si legge nel Chronico Miiidt-n^i,
parate nel i8i4- Il ponte che at- Francofurti 1607. Conservarono i

traversa il Weser è in pietra, d'e- cattolici il libero esercizio della loro


legante forma. Racchiude tre chie- religione, e vi possedono Ira le al-
se cattoliche, due luterane, ed una tre chiese la calledrale; i canoni-
calvinista; un ginnasio, due orla- cati però sono divisi fra i catlolici
Dotrof] ,
quattro ospedali e molte ed i protestanti. La città nel 1679
fabbriche, principalmente di birra. fu attaccata dai francesi, che più
Ne' dintorni avvi la Porla fVeslfa- tardi nel 1757 la presero, lolla
lica, montagne at-
passaggio nelle loro nel 1 758 dagli annoveresi ; i

traversato dal Weser. Questa città francesi vi rientrarono nel 1 7 Ty,


col paese all' intorno, fu eretta iu ma la evacuarono nell'istesso anno,
vescovato da s. Leone III, e dola- dopo la perdila d' una battaglia
lo da Carlo Magno, suffraganeo di nelle sue vicinanze. Fu dai france-
Colonia. Il vescovo divenne prin- si presa di uuovo nel 1806, <pnu-
MIN MIN i47
di riunita al regno di Weslfalia principato della nobilissima fami-
1810 al-
pel trattato di Tilsit, nel glia Pignatlelìl, feconda di uomini
l'impero francese e nel diparti- illustri, Vaticano il glo-
che die al
mento dell' Ems superiore, e resti- rioso Innocenzo XII, ed al sacro

tuita alla Prussia nel 1814. collegio molli cardinali,. Questa


MINDO, Mynda, Myndus. Sede piccola città di Puglia è situata so-
vescovile della provincia di Caria, pra un ameno colle, eh' è una ra-
nella diocesi d'Asia, sotto la mefio- mificazione del monte Grosso. Tra
poli di Slauropoli, eretta nel V se- i suoi uomini celebri, nomineremo
colo: fu chiamala sinché Jniyndus il cardinal Francesco Antonio Fini.
e Mcntesche. Questa città dell* A- La cattedrale dedicata all'Assun-
sia minore era situata all' estremi- rione di Maria, è la sola parrocchia
là d'un istmo un poco al nord di della città, e la diocesi consiste in
Alicarnasso tra i golfi Ceramico un borgo, ed in pochi villaggi che
e Jassio. Si conoscono quattro ve- formano un' altra parrocchia. Com-
scovi Archelao che assistè e sot-
: manville dice che la sede vescovile
toscrisse il primo concilio d' Efeso; fu ereUa nel 1069 sotto la naetro-
Alpio od Alfio, che trovossi al con- poli di Baii; e l' Ughelli, Italia
cilio di Calcedonia Giovanni 1 che : sacra t. V'II, p. 746, principia ap-
fu al VI concilio, e Giovanni II punto in tale anno la serie de' ve-
intervenuto al VII. Orlens chrìst. scovi con Bisanzio, che l' annotato-
t. I, p. 917. Al presente Mindo, re Lucenzio dice piuttosto di La-
Alynclen, è un titolo vescovile in vello; laonde Innacìo del 1071 è
pnrtihus sotto Slauropoli, e Leone il vero primo vescovo, ed assistette
XII Io conferì a monsignor Gio. alla consacrazione della chiesa di
Battista Sartori-Canova, fratello u- Monte Cassino da Alessandro
fatta
terino e inseparabile amico del cuo- li. Gli successero: Trasmondo; Leo-

je del gian Canova di Possagno, pardo del 1197; Riccardo, cui scris-
sommo scultore, di cui raccolse gli se Innocenzo 111; Pietro Cidonilia,
tdiimi respiri, ed eseguì la vo- trasferito a Bari nel I256; Bivia-
lonth, massime nel compimento del no del 1276, e fr.Antonio di Gae-
sontuoso tempio innalzato in pa- ta domenicano, penitenziere di Bo-
tria. nobile monumento quasi emù- uifacio VIII. Ora faremo menzione
lo del Partenone e del Pantheon, de' più benemeriti vescovi di Miner-
che dal pielato fu consecrato, indi vino, e di qualche altro. Dall' ulti-
con Esposizione illustrato dal eh. nio memorato, sino a Leonardo e-
Missirini. Ora il regnante impera- letto nel \^i&, l'Ughelli non ne
tore d'Austria l'ha onoralo della registra veruno: Roberto de Noe
croce di seconda classe della coro- di Puglia, dotto, santo ed eccelleo-
na di per aver contribuito
ferro, te predicatore domenicano, nel i497
;il pubblico bene nella provincia di fu traslato ad Acerra. Fr. Antonio
Treviso in tempi di carestia, con Sassolini toscano, generale de' con-
grandiosi lavori e sovvenzioni. ventuali, insigne teologo, Clemente
MINERVINO o MINERBINO, VII nel iS^S lo fece vescovo.
Mincìviiim. Città vescovile del re- Gio. Vincenzo Micheli di Lavello,
giio delle due Sicilie, nella provili- fatto i545, morì decano de've-
nel
tia di Bari, capoluogo di cantone, scovi e centenario nel iSqG. Al-
.i48 MIN MIN
tobello Carissimi di Anglona del gistralo nel ir 43, al quale succes-
1617. Fr. Gio. Michele de Rossi se nel 1179 I^'ccardo che fu al
nolano , procura lore generale dei concilio di Lalerano III. Nomine-
GBi-melilani, del i633: gli successe remo i principali successori. Fr.
fr, Girolaiuo Zambeccari domenica- Giovanni di Alessandria agostiniano
no bolognese. Francesco Maria Vi- del i348. Fr. Melillo Sabanico di
gnola di Venosa del i663. Nicola Andria agostiniano, fatto nel i3qo
Pignaltelli napoletano eletto nel , da Bonifacio IX. Giovanni Doiidei
1719. Con questi termina la serie monaco celestino del i435, inter-
1' Ughelli, a tempo del quale il ca- venne al concilio generale di Fi-
pitolo si componeva delle dignità renze, sotto il quale si rinvenne
di arcidiacono, arciprete, primicero, nella cattedrale corpo di s. Ric-
il

cantore, e dieci canonici. Nella cit- cardo vescovo e patrono della cit-
tà vi erano due conventi di reli- tà. Fr. Antonello de' minori fu tras-

giosi ed un monastero di mona- lato da Gallipoli nel i4'^2, e con-


che, due confraternite e 1' ospedale. temporaneamente vescovo di Andria
La mensa consisteva in annui scudi e Monte Peloso, come lo furono :

seicento, con quaranta fiorini di fr. Antonio Giovannotlo di An-


di
tassa ad ogni nuovo vescovo. Ecco dria, che nel »i463 restaurò la cat-
i vescovi registrati nelle annuali tedrale; Roggero di Atella; I\Iarli-
Notizie di Roma. 1 734 Fabio Troy- no Soto Major spagnuolo morto ,

li di Montalbano diocesi di Tri- nel i477> ^^^^ collocò nella catte-


carico. 1751 Stefano Gennaro Spa- drale diversi corpi di santi, bene-
ni di Carinola. 1776 Pietro Silvio merito della cattedrale di Monte
di Gennaro della diocesi di Capua. Peloso. Gli successe Angelo Fiori
Dopo lunga sede vacante, nel 1792 nobile di Andria, eccellente in dot-
Pietro Mancini di Capitanata. Do- trina, pietà e virtù, che splendi-
po altra notabile sede vacante, Pio damente ornò la cattedrale, edi-
VII colla lettera De uliliori do- ficò la cappella di s. Riccardo, e
minicae, V tal. julii 1818, sop- ristorò l'episcopio. Alessandro VI
presse il vescovato di Minervino e nel 149^ gli sostituì Girolan)o Por-
l'incorporò a quello di Andiia ( la cari nobile romano. Per demeriti
quale nel secolo XV
per un tem- Leone X ne spogliò in concistoro
po fu unita a Monte Peloso^ Fedi), Andrea Pastore d' Andria, surro-
il novero dei cui vescovi qui ri- gandogli nel i5i6 il concittadino
porteremo, per supplire a quell' ar- Simone de Nor, indi nel i5i7 fa-
ticolo. cendone amministratore il cardinal
Il primo vescovo fu s. Riccardo Nicola Fieschi, Questi la rassegnò
ordinato da s. Gelasio I Papa del subito al nipote Gio. Francesco
492, ed ascritto nel martirologio Fieschi, che governò lungamente
da Urbano Vili. Dopo di lui sino la chiesa, si recò al concilio di
al 781, dice 1' Ughelli nell'Italia Trento, e morì nel i565. Gli suc-
tacra t. VII, p. 919, che solo fiorì cesse Luca Fieschi, e nel i582
Cristoforo che intervenne al II con- Luca Antonio Resta Montagna- di
cilio Niceno ; ma il Coleti avverte na diocesi d' Otranto, Iraslato da
ch'era vescovo d' Andros nel mare Nicotera. Nel i6o4 Antonio Fran-
Egeo. Altro vescovo N. viene re- chi napoletano, chiaro per prudcu-
MIN MIN '49
za e letteratura. Alessandro Stroz- licamonaco celestino di Barletta.
zi patrizio fiorentino, di esimie vir- 1791 Salvatore Maria Lombardi di
tù, nominalo nel 1626, cui succes- Maddaloni, sotto del quale Miner-
se fr. Felice Franceschini generale vino fu unito ad Andria. 1822
de' conventuali. Alessandro Egizi di Giambattista Bolognese di Chicli,
Minervino del iGSy, benemerito pa- traslato da Termoli. Per sua mor-
store, e del culto divino della cat- te Gregorio XVI nel concistoro
1;
ledrale, amante de'poveri, e si u- de' 2 luglio 1882 preconizzò l'o-
fi niile che si contentò di un solo fa- dierno vescovo monsignor Giusep-
migliare. Pietro Vecchia veneto ab- pe Cosenza di Napoli, canonico di
bate cassinese, versato in ogni let- quella metropolitana. La mensa del
teiatura, uno de' primi oratori di vescovo ascende a circa 44^9 ^i'"
Italia, trasferito a Melfi dopo il catì.

1690. Indi fu vescovo l'integerri- MINGRELIA. Provincia della


mo Francesco Antonio Tri veri, con- Russia asiatica, confinante al nord
ventuale di Biella. Nel 1697 An- col Caucaso che la divide colla Cir-
drea Ariano napoletano pio e dotto, cassia e colla Imerezia, in gene-
che santificò il clero, riformò co- i rale paese assai nionluoso, e in cui
stumi del popolo, fu generoso coi le ramificazioni del Caucaso vi si

poveri, difése l' immunità ecclesia- prolungano quasi ovunq.ue Zaiika :

stica, abbellì con pitture ed altro è la più considerabile città della


la cattedrale, eresse il seminario, Mingrelia, presso Iskuriah, che oc-
e dai fondamenti fabbricò nuova- cupa il luogo dell'antica città di
mente l'episcopio. Nel 1706 degna- Dioscuria. Produce eccellenti frutti,
mente gli successe Nicola Adinolfi abbondante selvaggiume, e sonovi
napoletano, che ingrandì il seminario, buonissimi pascoli. Il commercio
Ibndò il monastero della Concezio- pili considerabile è quello degli schia-
ne, consacrò la collegiata dell'An- vi, e specialmente delle donne de-
nunziata, fu padre de' poveri cui stinate a popolare gli harem de'tur-
dispensò le sue sostanze e persino chi e persiani. Gli abitanti sono
le proprie vesti. Neil' Ughelli per in generale belli e ben fatti, mas-
ultimo si registra Gio. Paolo Torti sime le femmine, che portano abiti
dell' Ospedaletlo provincia di Be- come le persiane, ma scostumati
nevento, benedettino e abbate di ed allevati nel ladroneccio ed al-
Monte Vergine del 1718: benefi- l' ubbriachezza : il furto è ritenuto
cò la cattedrale, decorò con dipin- destrezza che non disonora, e chi
ti l'episcopio, fu limosiniero, am- n' è convinto viene punito con leg-
pliò il njonaslero delle cassinesi, e giera ammenda. Credono essere un'o-
fece altre belle opere. Le annuali pera di carità l' uccidere i neona-
Notizie di Roma contengono i se- ti, non avendo il modo di mante-
guenti vescovi d'Andria. 1726 fr. nerli, e gli ammalati senza speran-
Cherubino Tommaso Nobilione, do- za di guarigione. La popolazione
menicano di Sorrento, traslato da si divide in tre classi; quella dei
Avellino. 1743 Domenico Anelli dchinandi o principi, de' sshour
d' And ria, trasferito da A cerno. o nobili, e de rnonialì o borghesi,
1757 Francesco Ferrante di Reg- cioè il popolo minuto. Nei gran
gio di Calabria. 1778 Saverio Pa- pranzi si fauao arrostire bovi, por-
,

1 5o MIN MIN
ci e montoni interi. In occasione stianesimo, vuoisi avvenuta nel V
di duolo si ed
stracciano i vestili secolo, e comune con quella della
i capelli, e si battono il ventre con Giorgia. Alcuni pretendono che que-
urla spaventevoli: questo barbaro co- sti popoli debbano la fede cristiana
stume dura quaranta giorni, dopo i ad un cerio Cirillo, che gli schia-
quali, sepolto il morto si fa un fe- voni chiamano Chiusi, e che vivea
stino. Tutti sono obbligali andare neir 806. Forse la religione si era
o
alla guerra, ma senza ordine uè estinta in queste regioni nello spa-
disciplina, quindi il principe può zio di tempo che scorse dal V al-

radunare facilmente un'armata nu- l' Vili secolo, e Cirillo ve la rav-


merosa. Questa contrada che corri- vivò. I mingreli mostrano in riva
sponde in tutto o in parte alla al mare presso il fiume Corax una
Colchide degli antichi, fece parto gran chiesa, ove asseriscono aver
dell' antica Iberia o regno di Gior- predicato s. Andrea; ma questo e
gia [J^edi), ed ora è governata da un fatto insussistente. Il primate o
un principe che porta il nome di principale vescovo della Mingrelia
dadiaiiy cioè a dire capo della giu- vi si reca una volta in sua vita
stizia : era anticamente vassallo dei per consecrarvi l' olio santo ed il

sovrani di Rarthli; ma verso la fi- crisma. Anticamente i mingreli ri-

ne dei secolo que-XVI, egli scosse conoscevano il patriarca d' Antio-


sto giogo. Nel i8o3
dadian Gior- il chia; furono poscia sottoposti a quel-
gio si dichiarò vassallo della Rus- lo di Costantinopoli. Hanno però due
sia, che gli assicurò, come a' suoi primati nazionali chiamati il Cat-
discendenti, il tranquillo possesso di tolico, uno per la Mingrelia, l'al-
ciò che riteneva. Non ha una fissa tro per la Gioigia. Dei suoi dodi-
residenza, ma da un luogo al-
va ci vescovati, sei ne restarono, gli
l' altro, sempre accompagnato dalla altrivenendo ridotti in abbazie.
corte. può dire in generale es-
Si Commanville, ffist. de toiis les ar-
sere questo un paese assai povero, chev. et é\>tsch. a p. 3 14 e seg. par-
abbandonato all' ignoranza ed al la degli arcivescovi e vescovi della
dispotismo. La religione dominante Mingrelia , dell' Imerezia ed altri

ha molta analogia con quella dei paesi in essa compresi, come delle
greci, ma è mista ad una quantità uotizie ecclesiastiche de' medesimi,
di superstizioni, che si può riguar- alcune delle quali riportammo al
dare come una vera idolatria. Es- citato articolo Giorgia. Ecco poi
sendo il popolo corrotto, la reli- il novero delle sedi vescovili di
gione consiste in pratiche esteriori, Mingrelia. S. Giorgio, chiesa pa-
spesso abusive. Essi hanno quattro triarcale di Pijuvila distante una
quaresime, e per speciale patrono lega dal mar Nero, e diecida Rusc
s. Giorgio, che lo è pure dei gior- capitale del paese : divenne metro-
giani, essendo a lui dedicata la poli nel V secolo, e patriarcale
principale cattedrale. La popolazio- colla dignità di cattolico nel XVI;
ne si compone di (u(niglie giorgìa- Dandars, Mu(|uis, Dedias, Ciais, Sca-
^e, armene, tartare ed ebree. La lingicas con chiesa dedicala alla
Miugrelia è divisa io tee diocesi Trasfigurazione, e con sepolcri pei
governala ciascuna da un vescovo. principi di Miugrelia; Scandidi nel-
Lu couvcvsiuue dc'mipgreli al cri- i'iiucrczia, con chiesa sotto l' invoca-
M 1 N MIN i5i
zione de' ss. Marlirij Cotalis capi- to idolatrico; il non battezzare si-

tale dell' Iraerezia; Usiuguel capi- no ai sette anni circa e col vino
Iole del Guriel, altro paese della i nobili, credendo bastante a con-
Mingrelia; ed Avogasie nel paese seguir la salute eterna la fede dei
de' circassi e di Abcas. Le chiese genitori ; il lasciare i rigori del di-
poi vescovili antiche, e poscia sop- giuno e a' monaci ,
dell' astinenza

presse, sono : Chiaggi abbazia, S\- i quali vivevanoimmersi più di


pui'ias luogo de' teatini missionari loro in scelleraggini, bastando tra
latini, Copis abbazia, Obnggi già essi lo squallido volto per renderli
f hiogo di sepoltura de' principi, Se- venerabili.
bastopoli rovinata dalle acque, ed L'imerezia o Imerizia o Ime-
Anaiguie, forse l'antica Eraclea, ret è un antico piccolo regno del-
sulle rive del mar Nero. Si dice l' Asia nella MingreliSj ora provin-
che i vescovi e il clero, come la cia tlella Russia asiatica, confinante
nazione, sono lussuriosi, e che i col Caucaso che la divide colla Cir-
preti possono ammogliarsi, ed anco cassia e colla Giorgia, delta anco-

^^ passare a seconde nozze: i monaci ra Iberia o Gurgistan. E intera-


B[ basiliani, chiamati berres, vestono mente compresa nel bacino del
come i monaci greci, e tengono lo Rioni , il quale è il corso d' acqua
stesso metodo di vita; visono an- più considerabile della Mingrelia,
che delle religiose di tale ordi- ed è fiume Fasi degli antichi,
il

ne, senza voti e clausura, e libe- così detto per l' abbondanza de'fa-
• re di abbandonar lo stato mona- giani che vi sono all'intorno. Que-

stico. E facile a concepirsi, che po- sta contrada cinta da montagne co-
poli i quali lianno aggiunto ai pre- perte di neve, possiede ricche mi-
giudizi ed air antipatia de' greci niere e sorgenti minerali. La ve-
gli errori i più grossolani in fatto getazione è favorita dal clima, con
di religione, non sono molto dispo- pascoli superbi e suolo fertilissimo,
sti ad ascoltare missionari latini. malgrado la inerzia degli abitanti,
Il Terzi, Siria sacra p. 3i2 e seg., con quantità di capre e selvaggiu-
traila della nazione colchica, e dei me. Il commercio è nelle mani
popoli sarmati e circassi , ossia de' greci, armeni ed ebrei, essen-
della Mingrelia, ove la favola narrò done il vaaio principale l' infame
che Giasone vi giunse cogli argo- traffico delle donne comprate per
nauti e prese d vello d'oro me- gli harem, e diffonde nel paese rag-
diante le Medea. Racconta
arti di guardevoli somme : tuttavolta esso
che i sarmati e circassi sono sog- diminuì dopo che il paese fu riu-
getti al patriarca de'colchi o min- nito alla Russia. Gli abitanti sono
greli, e che penetrandovi dome- i di razza giorglana ed assai belli, e
nicani vi fecero un bene immenso, professano la religione greca: i gior-
essendo i principali loro errori e giani, i circassi e gì' imerezi sono il

superstizioni, il negare il purgato- popolo più bello della terra, e di ri-


torio, le orazioni de' santi, i sacra- marchevoli forme eleganti. Rotais o
menti della penitenza, dell' estrema Kutais, capoluogo, si può considera-
unzione e del matrimonio ; l' ab- re come la sola città. Nel secolo
borrire l'immagine de' santi, a'qua- XIV r Injerezia faceva parte della
li invece i mingreli rendono cul- Giorgia, per cui a quell' articolo
i52 MIN MIN
parlammo delle sue notìzie ecclesia- gidì dell'immenso impe-
adiacenze
stiche; al principio del secolo XV ro russo. Il nome
di Caucaso è
il re Alessandro 1 divise gli stati tra antico quanto la storia, ed è abita-
i suoi tre Hgli, e diede al maggio- to da molti popoli: giorgiani, gli i

re r Imerezia, eh* ebbe allora so- osseti, ed alcune tribù turche vi


vrani indipendenti, col titolo di si stabilirono; quanto agl'indigeni,

Meppe o re, o re dei re. Questi r origine si perde nella notte dei
comandarono per molto tempo agli tempi. La provincia della Russia
abcas, ai mingreli, ed ai popoli di europea chiamata Caucaso, forma-
Guriel paese della Colchide, dopo va per r innanzi un governo, lito-
ch'ebbero tuttiil giogo de-
scosso Io abolito nel 1822, e prende il
gl' imperatori di Costantinopoli , e nome dalla catena del Caucaso,
poi di quelli di Trebisonda, col dalla quale però è separata me-
qual paese confina il Guriel ; ma diante una fertile pianura. Questa
nel secolo XVI essendosi ribellati, provincia si divide in due porzioni
la Porta ottomana sotto pretesto distinte: i." la linea del Caucaso o la

di proteggerli, li rese tributari l'u- parte militare, che si compone di

no dopo l'altro. Nel 1774 '' >*e fortezze , ridotti e stazioni de' co-
d' Imerezia fu esentalo dal tributo sacchi, e dipende dal generale in
di dare ogni anno ^o fanciulli e capo comandante il corpo d'arma-
40 Pel trattato de' 24 lu-
donzelle. ta slabilito nella Giorgia; 2.° la prò- 1
glio 1783 si mise sotto la prote- vinoia Caucaso propriamente
del 1
zione della Russia, e nel 1804 Sa- della, che forma la parte civile di
lomone li si assoggettò volontaria- questo governo, e da cui dipendo-
mente a quella potenza, ricevendo no sobborghi delle fortezze, ed i
i

i suoi successori annua pensione. Il villaggi appartenenti allo slato ed alla


Guriel nel 18 12 fu ceduto dai nobiltà. Molte fortezze di questa
turchi alla Russia, e il capo di es- provincia furono costruite 200 an-
sa porta il titolo di luogotenente ni prima che si vedesse un solo
generale russo con pensione: Be- villaggio russo. Stavropol è il capo-
tom o Batum è la maggiore città luogo della provincia, che si divi-
della regione. Dovendo poi parlare de in quattro circoli, nella maggior
dello stato delle missioni cattoliche parie popolali di cosacchi, giorgia-
della Mingrelia, Imerezia e Cauca- ni, armeni, Caucasi, tartari e boe-
so, daremo anche di questo ultimo mi. Le orde de'nogaesi, turcoraani, |
^
un brevissimo cenno. kalmucchi vivono come nomadi ,

Il Caucaso è una massa di mon- e coprono le steppe delle loro in-


tagne, che occupa V istmo fra il numerevoli mandre. Sopportando
mar Nero ed il mar Caspio dalla molti a malincuore la soggezione
foce del Kuban, appartenenti all'A- al dominio russo, l' imperatore è
sia. Si contano più di ventiquattro sovente obbligato a reprimere le

nazioni di lingua e costumi diver- loro irruzioni e ribellioni, ed an-


si, abitando alle sue radici molti che al presente n' è viva la guer-
popoli similmente di costumi e di ra. Caterina II fece edificare una
lingua did'erenti, bellissime essendo catena di fortezze dal mar Nero
le donne. Tutti i paesi rinchiusi fino qI mar Caspio, nello spazio di
nel sistema del Caucaso sono og- circa 3oo leghe, per tenere a freno
MIN MIN i53
rfiiidacia delle popolazioni. La Cir- dersi, un tempo indusse la con-
ciusia poi <ì una tontrada i;lie coni gregazione di propaganda, alla qua-
prende ginn parte de' paesi posli le sono soggette le dette missioni,
(in i detli mari, ed lia per limite a permettere le confessioni per in-
i fiumi Ruban e Terck, e le mon- terpreti, Nella Mingreìia entrarono
tagne del Caucaso. Sono divisi i i chierici regolari teatini, della mis-
circassi in varie tribù indipendenti, sione di Gioigia, fondata li 4 mag-
ciascuna delle quali ha mi princi- gio 1626, e vi predicarono con
pe o Ciipo, e vivono scnipre in fruito la fede, e siccome incontra-
guerra fra loro. La principale città rono il favore del principe^ ebbero
è Anapa, con buon porto, su di da questo in dono la chiesa, l'abi-
una baia del mar JN'ero : i russi tazione, e de' servi per loro bi- i

se ne irapadiunirono nel 1791. L'at- sogni. Le cose progredirono felice-


tuale governo de' circassi è feuda- mente sino al 1660, in cui i tea-
le ; la loro soggezione alla lUissia tini per mancanza di soggetti si ri-

è meramente nominale, colla quale tirarono dalla missione, donando più


sono di [requeiile in guerra. Gl'in- tardi ai cappuccini quanto aveano
dizi del cristianesimo sono tra i colà acquistato, ed era perciò di-
circassi più manifissti, e vi è an- venuto loro proprietà. Questi nuo-
zi conservata un'anticliissìma chie- vi operai non meno che primi i

sa di rito greco ; lutlavolta S(<no avendo spiegato gran zelo nella col-
involti in diversi errori, non cre- tura di questi popoli, fu accresciuto
dendo esservi né paradiso, né in- il numero de'missionari fino a ven-
ferno. Essendo ancora i teatini nel- ti, ai quali la propaganda dava
la missione di Mingreìia, il princi- annui scudi trecento, oltre sessanta
pe de'circassi vi penetiò colla sua di viatico. JVt^l 1688 il principe di
armala, arse la chiesa e casa dei Giorgia col figlio ricevettero il bat-
teatini, e la libieria numeiosa di tcsin)o, essendo vescovo del paese
duemila onde il p. llasponi
libri, monsignor Eutimio, scrivendone il

fiigg"! nelle montagne del Caucaso, principe ad Innocenzo XI. Nel 1692
e vi fu bene accollo. Ecco le noli- i cappuccini dopo la guerra dei
zie sulle missioni cattoliche nella persiani assai sollrirono. Nel 1701
Giorgia (oltre a ciò che si disse a dello principe tornò a farsi mao-
quell'articolo,), Mingreìia, Iraerezia mettano, restando de'principi delia
e Caucaso. stirpe de're diberia il soloBavinobat-
La massa del popolo giorgiano tez7ato nel 1692, tutti gli altri ab-
segue la religione greca scismatica, bandonando il cattoìicismo. La Gior-
con patriarca de' nionaci e preti, gia formava parte della diocesi d'I-
ignoranti , ipocriti ed immorali : spahan, ed a nome del vescovo vi
hanno molte chiese e la bella cat- esercitava piena giurisdizione il pre-
tedrale di Sion ; vi sono numerosi fetto prò tempore della missione; in
anco gli armeni scismatici. I catto- seguilo fece parte del vicarialo pa-
lici di questi luoghi, che forse non triarcale di Coslanlinopoli, dove i

giungono a i5,ooo, altri e pochi cappuccini hanno ospizio. Essi non


sono di rito latino, altri di rito ar- poco soffrirono dai principi giorgia-
lueno. La lingua giorgiana presen- ni, e dai russi che s' impadroniro-
tando grandi difficoltà per appreu- no del convento e della chiesa, ma
I ^4 w I N MIN
poi conhilinii'ono nll' etlificay.ione di lia, ed ospizio. La chiesa di Tiflis
nllro convento con chiesa. Lo mis- costò scudi ySoo, somministrati da
sione si può Ialina ed
considei'fiie Alessandro T, ed altrettanti dalla
{innenn, nuova ed antica.
<livisa in pietà de' fedeli. Il campanile colori-
La nuova si stabili nelle due pro- lo ad liso russo ha tre campane.
vincie di Leres e Sciaragnli, dove Il concistoro di Vilna sempre tentò
si rifugiarono alcune fao)iglie ar- di ridurre in suo potere la missio-
mene evase dal dominio ottomano; ne. In Rutais capoluogo dell'Ime-
r antica si trovava slal)ilita nella rezia vi è chiesa dedicata alla Ma-
(iiorgia, jVlingielia, Imere/.ia, Guria, donna, con I 3o cattolici forse di ri-
Abascia, Akaizike, ne'qiiali luoghi to armeno; e de' suoi sette ospizi,
si trovavano 26 chiese parrocchiali tre ne rimasero. La missione ha
armene ma povere, come povero è beni stabili e'i mobili, oltre i sussi-
)! clero armeno. Quello latino vive di delia propaganda. L'Abascia di-
con (pialche comodità e possiede pendeva dalla parrocchia di Ku-
de' tondi acquistati dai cappuccini, tais. Akaizike è una ciltà capoluo-
coir esercizio della medicina, alla go di provincia di tal nome, con
quale sono autorizzati qualora sieno circa 7000 armeni cattolici, con due
periti nell'arte e l'esercitino gralni- chiese latina ed armena, ospizio, ed
tamente. Ciò che poi ritiae dalle altre chiese cattoliche ne' dintorni.
spontanee otter te, serve alla sussisten- Vi sono monaci mechitaristi e sei
za de' missionari, e in beneficio della preti armeni. In Chamogi nel Chi-
missione. L' opera dei missionari in rovano esisteva una missione assi-
questi luoghi consiste nell' assistere stita dai con casa e bella
gesuiti,
i cattolici, battezzare qualche infe- chiesa perita nel ijSS. I popoli
dele, e procurare la conversione de- leschini ed ossi mostrano buona
gli armeni, poiché d' altronde le disposizione ad abbracciare la fede.
leggi proibiscono ai paesani cambiar Quattordici luoghi dipendono d' Akai-
la religione greco-scismatica domi- una provincia, ed in
zike. Sciaragali è
nante. Alessandropoii si fabbricò una chie-
Tiflis è il capoluogo della Gior- sa per le rifugiate famiglie cattoli-
gia, residenza del prefello della mis- che, dipendono .sei luoghi.
e ne
sione e del governatore generale ,
Ozerghetti nella Guria ha la sua
con selle missionari, e bell'ospi- chiesa e molte famiglie cattoliche,
zio de' cappuccini, con scuola, ci- avendola edificata Costantino Orlo-
liiiterio, sodalizio ed ospedale. Aveu- schi polacco cattolico. Gambria nel-
ilo il governo tentato l' espulsione r Ambascia ha de' cattolici poveri,
de'missionari latini, questi ftuono difesi e vi si fabbricò una chiesa. Nel
dal console francese barone de la Caucaso ebbero nel secolo decorso
Chapelle, ma ultimamente i cappuc- ospizio i cappuccini di Mosca, Fu
cini lo furono, sebbene i missiona- tentato più volle riaprire la mis-
ri di Gori, Kutais e Tiflis aveano sione dalla parte della Giorgia, ma
dall'imperatore di Ru.ssia annui scu- sempre con inltilice successo. L' ul-

di centovenli. Goii è una piccola tima volta vi si portarono tre mis-


città, con fortezza russa con qua- sionari «Iella congregazione di s.

ranta famiglie cattoliche, con chie- Gio. IJattista, con monsignor Leo-
«0 dedicata a Gesù, Giuseppe e Ma- ni vescovo armeno. Furono creda-
MIN MIN ì55
li meicauli, e come tali accolli con al luogo del tribunale, gli ha eret-
ufTiciose ripiove di ospitaiilà; uia ta una statua marmorea rappresen-
scopertosi ch'erano venuti per mo- tante la sua effigie, scolpila dal eh.
livi di religione, si cambiò la slima Pam paloni. Tra le chiese principa-
in disprezzo, e furono di luogo in li nomineremo le seguenti. La cat-

luogo perseguitati, e non senza dif- tedrale di s. Maria e s. Genesio,


ficoltà salvarono la vita in Giorgia. ridotta nel 1488 nella forma e
Anche ai giorni nostri tentò il pre- luogo cui si trova, dipoi nel
in

fiotto inviarvi qualche missionario, 177.5 adornata di statue e stucchi.


almeno per assistere i soldati po- La chiesa e convento di s. France-
lacchi, ne scrisse al governatore, ne sco de' conventuali, é un colosso che
ebbe alcuna risposta, perchè il gover- s'innalza sulle balze d'un colle tu-
no non vuole che la propagazione faceo, sostenuto da immensi fonda-
della credenza greca dominante, non menti e da muraglie^ la più gran-
acconsentendo alla predicazione del- diosa delle vecchie fabbriche della
la cattolica. Alle falde del Caucaso città. L'origine risale al 121 t, ri-

nella città di Nuka si liova una fatta nel 1276, poscia nel 343 nel 1

colonia di piemontesi che vi fab- modo che si vede, terminando un


bricarono una chiesa. benefattore sanminialese chiesa e
MINIATO (s.). {S. Miniati). Cit- convento 1480. Si rimarca il
nel
tà con residenza vescovile del gran- sepolcro di Baldo de' Frescobaldi
ducato di Toscana nella provin- ,
di Firenze, tumulatovi nel iSSg, e
cia di Firenze, capoluogo di co- tra le sue tavole dipinte, dicesi la

munità e di giurisdizione. E si- migliore quella di Corrado. È in-


tuata sul dorso angusto d' una valsada gian lempo l'opinione, che
lunga collina, che la percorre per ivi la chiesuola di
esistesse s. Mi-

un buon mezzo miglio j biforcan- niato in loco Quarto, dalla quale


do air ingresso ed all'egresso fra le ebbe nome in seguito il paese, ora
fiumane dell'Elsa e dell' Evola, le città omonima v. Miniato, Sanini-
quali hanno foce in Arno, due mi- tìialo e Saniminiato nel Val d'Ar-
glia a settentrione dalla città. I no inferiore. Ma pare che illuo-"
colli sanminiatesi sono ameni e go in un miglio e mezzo
discorso,
fertili, ben vestiti di oliveti, di vi- distante dall' antica pieve e borgo
gneti e di fruiti squisiti, in clima di s. Genesio, dovette esseie ben di-
dolce e sano, tranne qualche neb- verso dall'antico loco Quarto di s.
bia in alcun tempo dell' anno. Fra Minialo. Tutlavolta la tradizione
le strade carreggiabili che l' attra- inserita negli statuti del comune, ri-

versano avvi la regia postale Li- formali nei 1359, dice che la festa
vornese. Vi risiedono il commissa- di s. Miniato martire, difensore e
rio regio ed un tribunale di pri- patrono della terra del cui nome
ma istanza eretto nel i838, oltre s'insignì, si celebrasse a'aS ottobre
un vicario regio ed altri uffizi. Ri- nel detto luogo de frati minori. La
conoscenti i sanminiatesi al regnan- chiesa e convento de' ss. Giacomo
te granduca Leopoldo II per l'isti- e Lucia fuori di porta, de'domeni-
tuzione di tal tribunale collegiale, cani ga volti, già esistente nel seco-
e della residenza del commissario, lo XII, nel qual tempo esisteva pu-
sulla piazza di s. Bastiaqu, davanti re 1'
ultva chiesa de' ss. Giacomo e
.'•)6 MIN M I N
Filippo a Pancoli, i cui l;eni furo- me alla piazza maggiore, sotto il

no incorporati nel i49' ^1 capito- poggio della rocca, avendo di (ion-


lo (iella collegiaU» poi cattedrale, ie l'episcopio. La prima fondazio-
ó'i Innocenzo Vili, il (piale nel ne rimonta verso la metà del se-
1487 eresse di nuovo tal collegiala colo XVII, sotto il vescovo Pichi ;

o collegio di canonici con preben- aumentalo dal vescovo Poggi nel


de. Questa chiesa dicesi (bori di principio del XVI 11, e nel corren-
porla, perchè la porta vecchia del- te dall'odierno oltimo vescovo, che
ie mura castellane è molto innan- nel 1841 fece innalzare dai fon-
'/i di arrivare alla porta di Ser Ro- damenti, e nel 1842 fregiò il lo-
dolfo, che scende a Cigoli e alla cale d'una ricca biblioteca. Fiori-
badia di s. Gonda. Ap|)artenente al sce il seminario, essendovi attual-
capitolo, nel i336 fu ceduta ai do- mente dieci cattedre, e circa 70
menicani, ed è ricca, segnatamente fra seminaristi e collesriali. Il con-
nella sagrestia, di buone pitture an- servaloiio di s. Chiara fu fondato
tiche, bellissima essendo la tavola per le francescane per
nel i379
del Pozzi milanese, situata nell' al- lasfilo di Paolo Porli^iani
o
da San-
tare della crociera a corna ci'aii- miniato, chiamato il monastero di
l^elii. Di mano maestra è il sepol- 6. Paolo, e nel 1785 fu ridotto a
cro in marmo del medico Giovan- conservatorio con con villo di edu-
ni di Chellino iSanminiali, morto cande, ed istruzione giornaliera di
nel i64t. L'oratorio del ss. Cro- donzelle. monastero di s. Mar-
Il

cefisso è un edifizio a croce greca tino, presso la porla Faognana, ora


con cupola dirimpetto al palazzo distrutta, è un grandioso fabbrica-
comunitativo, riedificato nel 1718, to posseduto nel secolo XI dai mo-
essendo 1' antico del secolo fat- XV naci di s. Ponziano di Lucca, indi
to per riporvi il ss. Crocefisso che edificato il monastero nel 346 vi 1

avea accompagnali sanminiatesi i furono trasferite le monache di s.


nelle solenni peregrinazioni peniten- Agostino di Aloritappio fuori di
ti de' battuti. La chiesa di s. Ste- porta Poggighisi, ma meglio vuoi-
fano sulla costa, antica parrocchia si che le monache vi passassero nel
già esislente nel secolo XII, fu di- i524, quindi dal vescovo Corsi nel
dichiarata prioria nel 1752, nel 1672 ottennero vivere secondo l'i-
tempo che n'era rettore un cano- stituto di s. Domenico; e dopo il
nico Bonaparte. La chiesa di s. Ca- 18 17 serve di ospizio a religiose
terina già degli agostiniani, die no- che professano la slessa regola. Il

me alla distrutta porta poi appel- convento de'cappuccini fuori di San-


lala Poggighisi , avendola edificata miniato si erge sopra una collina
gli agostiniani nel secolo XIV, indi limgi mezzo miglio da Sanminiato,
soppressi nel declinar del XVI li, nel 1609 edi(ìcalo nel terreno che
(piando il fabbricato fu cangiato fu donalo dalla pietà del sanmi-
mdi' ospedale. La chiesa dell' An- niatese Gioacchino Ansaldi. Il gran-
nimziata, parrocchiale, fu per ([ual- duca Leopoldo I nella piazza di s.

che tempo uITiziala dagli agostinia- Caterina, in bel fabbricalo riunì i

ni i522.
sino dal vari spedalelli della città e del
Bella e ben situala è la fabbri- snlnnbio, oltre qm^llo contiguo dei
ca del seminario, che ha dato uo- geltatelii alliliulu allo spedale della
,

M I ìN MIN iS'j

Scala di Siena. Nella chiesa del lato) perchè oriondo di Sanmi-


siipprcsso rnoiiaslero della ss. Ti-i- nialo fu l'egregio mio amatissimo
nilà, nel 1818 fu stabilita la com- avo materno Gio. Antonio Bence-
pagnia della Misericordia, e nel lo- rini, nato in Roma, ma figlio di
cale le pubbliche scuole del liceo. Giuseppe di civile e possidente fa-
L accademia degli Eiittlcti, a cui miglia di Sanminialo, che per ave-
nii pregio e vanto appartenere, eb- re esercitato la chirurgia ne feci
be un tenue principio nel secolo onorala menzione in fine dell'arti-
XVI da alcuni giovani studiosi col colo Medico; e qui per affettuosa
titolo di Jfjìdati, che si afiìdarono memoria degno avo che tanto
del
di fatto alla protezione del gran- teneramente mi amò, dirò che fu
duca Cosimo li, il quale si degnò di beila persona, di statura alla e
accettarne la prolezione col titolo dignitosa, di tratto nobile ed elo-
di presidente, ma dopo la sua mor- quente, lepido, collo, leale, religio-
te il letterario istituto si estinse. so, caritatevole sino cogli ebrei, di
Invano fu tentato di richiamarlo animo generoso.
in vita sotto Francesco invano II, Sanminialo, nobile ed illusile cit-
provarono di ottenere qualche suc- tà, fu feconda d'ingegni celebri in
cesso sul declinare del passato seco- tulli i tempi ed in tulle le seiie.
lo alcuni studiosi sanminialesi. So- Senza parlare de'grandi uomini che
lamente nel 3o dicembre 1822, diede alla Chiesa, fra' quali fioriro-
dando incremento ad un letterario no cardinali, arcivescovi, vescovi e
privato esercizio che in Sannnniato prelati; nelle scienze naluiali no-
tenevano alcuni giovani ddigenti, si tissimo è il merito di Michele Mer-
riuscì d'istituire e di aprire con cati, che dichiarai al citato articolo
solennità l'accademia di scienze e Medico; Giovanni Pieroni discepo-
lettere, per la retta istruzione del- lo di Galileo, matematico e archi-
la gioventù, che prese il nome di tetto nìilitare alla corte di Piaga,
Euteleli, e che d'allora in poi con- Altro Giovanni fu archilttlo di Ca-
servasi operosa ed onorevole, anco slruccio, ed autore della Ione Cac-
per essere presieduta dal sanminia- ciaguerra di Ponlremoli. Lodovico
tese cav. Pietro Bagnoli. Questa Cardi originario Fra di Cigoli. i

nuova fondazione si deve all'illustre medici maggior grido sono a


di
benemerito concil ladino e vescovo rammentarsi Ranieri Bonaparle ,
della propria patria il rispettabile Pietro Mercati Cosimo Tellucci,

monsignor Torello Pierazzi, ed a Giovanni Sauminiati Furono va- .

cagione di onore qui rinnovo la lenti in diritto, Ansaldo Ansaldi,


mia indelebile e indicibile gratitu- Michele Boninconlri, JN'icolò Bona-
dine per avermi spontaneamente parte. Nelle scienze divine e mora-
proposto socio corrispondente, e in li primeggiarono Pietro Comeslore,
nome del corpo scientifico trasmes- supposto de'Mangiadori; fr. Marco
so con distinti modi il corrispon- Porligiani ; Tommaso Ansaldi. Ja-
dente diploma accademico. L'inat- copo Bonaparle gentiluomo sanmi-
tesa aggregazione all'accademia san- nialese è autore del Ragguaglio di
minialese mi riuscì infinitamente tulio l'occorso ogni giorno nel sac-
gradila, principalmente (come nel co di Roma del i52'j, in cui si

ringraziarlo notificai al lodato pre- trovò presente. Dicesi che dislese


i58 MIN MIN
questa storia presso gli Orsini in tico stipite di cotanto celebre ra-
Roma, e l'editore di Colonia lyTG mo sanminiatese. Napoleone fu uo-
trasse l'autografo dall'arcliivio pri- mo straordinario, che tiuni l'inge-
vato della Ronaparte di
famiglia gno di Cesare e la fortuna di Ales-
Sanminiato. Lavoro veiidico, impar- sandro: avea ventisei anni quando
ziale, veramente importante e pre- fu nominato generale in capo del-
gevole, e non andò esente dall'essere l'armata d'Italia. Il Gararopi nei
attribuito ad altri , cosa che spesso Saggi sulle monete poni. pag. 52
tentano fare gì' invidiosi delle altrui deW appendice, parla d'un Nicolò
produzioni^ ma con poco successo di Buonaparte da Sanminiato de-
perchè la verità prevale. Distinti let- ricus Lucanae dioec, cììt: Pio II nel
teratifurono Lorenzo Bonincontri, setten)bre i4^8 destinò tesoriere
Ugolino Grifoni primo cavaliere e del ducalo di Spoleto, di Perugia
maestro dell'Altopascio, senza dire e di Todi; indi nel 1460 registra-
di vari di casa Pioffia, né del già tore delle lettere apostoliche, nel
encomiato Bagnoli. Celebre guerrie- qual tempo era eziandio chierico
ro fu il barone de Mangiadori se- del sacro collegio. Paolo II nel
niore che Dino Compagni ram-
, 1466 lo fece Nor-
governatore di
mentò con lode nella vittoria ri- cia e delle montagne di detto du-
portata in Campaldino, come fran- cato, chierico di camera nel 1 4^8,
co ed esperto cavaliere, e che pe- ed arciprete de' ss. Celso e Giulia-
rorò l'esercito prima di attaccare no di Roma. Fuvvi anche un Ja-
la battaglia, sebbene la fama di lui copo Buonaparte chierico della dio-
restò offuscata dal contegno rivo- cesi di Lucca, che nel 14*^9 otten-
luzionario ch'egli da vecchio nel ne il posto di nolaro della camera
i3o8 tenne nella sua patria. Fra apostolica.
le famiglie illustri meritano specia- Intorno a questa famiglia Bona-
le ricordo quelle de' Mangiadori, parte si sparsero diverse genealogie
de'Borroniei e de'Bonaparte, oltre secondo le differenti passioni e par-
che nacque in Sanminiato a' 2 3 lu- titi, per cui si fece anche origijia-
glio i4oi Francesco Sforza, il pri- ria d' Ascoli della Marca, dicendosi
jTio duca di Milano di sua fami- ivi essere stata insigne e patrizia
glia, onore della milizia italiana, ne' secoliXllI e XIV, donde pas-
dicendo il Suiionelta che dopo Giu- sò in Toscana, ed un ramo in Cor-
lio Cesare non ebbe l' Italia altro sica {^Fedi), come si legge nelle
generale da mettergli al paragone. Meni, ascolane mss. del Pastori ;

1 Borromei di Milano, come di- e nella Meni. dipi, della primitiva


cemmo a quell'articolo, provengono angine ascolana dell' ani. e noi.
da Sanminiato, ove si estinse il ra- fani. Bonaparte di De Angelis, in-
mo ch'aravi rimasto nel 1672. E- edita da De Miuicis, Mon.
e citala
gualmente da Sanminiato si staccò Permani Pare certo che il
p. So.
un ramo di quella prosapia che casato Bonaparte o Buonaparte sia
diede al mondo l' unico ]Na[)olcone oriundo da Treviso, conosciutovi
Bonaparte, fulmine di guerra, il fino dai tempi di Carlo Magno,
quale negli ultimi del secolo XVI II giusta le notizie che si trovano nel-
visitò in Sanminiato il canonico d. la Storia della nobiltà europea
Filippo Bouapailc^ ultimo dcll'uu- del Wcncslrier, che scrisse mollo iu-
MIN MIN 1
59
«anzi alla rivoluzione francese. Se- che presso di lui conservavansi au-
condo quello storico, col riscontro tentici documenti. Queste parole
di cronache fiorentine, il primo ra- bastarono per asserire, che Bo- i

mo staccatosi dal ramo di Treviso naparte di Toscana provenissero


si allogò in Firenze ne* primi del da quelli d' Ascoli. Nelle Notizie di
I200, riuscendo famoso Corrado Mari e Ita Ricci dell' Ademollo, ve ne
Bonaparte che colla sua fanuglia sono intorno ai Bonaparte, massi-
non volle mai rinunziare nella re- me Toscana e di Corsica. Fi-
di

pubblica al suo grado gentilizio; nalmente nelle Notizie ist. di Ca-


fatto avvenuto molto prima che nino, di cui parlammo all'articolo
si parlasse de' Bonaparte di Bolo- Farnese, del eh. com. Visconti (e
gna e di Ascoli. Questi si condus- pubblicate dal principe di tal ca-
sero in tali città, e vi salirono in stellania Carlo Bonaparte, che riu-
fama, probabilmente verso la metà nisce pel di lui matrimonio con la

del secolo Xlll. In Ascoli sì fat- principessa Zenaide, primogenita ed


to casato risplendelte principalmen- unica superstite dell'ex re di Spa-
te per opera del valoroso Giovan- gna Giuseppe suddetto, i due rami
niBonaparte, stato podestà del co- primogeniti della fauiiglia), vi è ri-
mune a Firenze nel i334, per quel portata l'ascendenza per linea retta
che apparisce nel l. XVll, p. 109 mascolina del principe di Canino e
(Iella Raccolta del p. Idclfonso di Musignano. Essa incouiiucìa con Gio-
s. Luigi.Caduta la repubblica di vanni Bonaparte da Treviso, còn-
Firenze, Bonaparte furono da' Me-
i sole e rettore di (|uella città, il

dici confinati aSanminialo. Un Lui- quale nel 11 83 aneli) in Piacenza


gi di questo cognome, odiando la a giurar la pace stabilita con l'iui-

dominazione Medicea, portò il suo peiatore Federico 1 nel trattato di


domicilio a Sarzana {^Fedi), e quin- Costanza. Figliuolo e nipote di Gio-
di andò a stabilirlo in Aiaccio, cit- vanni probabihnenle lu Bonaparte
tà principale di ebbe
Corsica, ove che si stabilì in Sarzana, da dove
stabilimento la famiglia Bonaparte. Gabiiele suo discendente, prima
Ciò viene provato ancora dall' istan- del i567 si stabilì in Aiaccio, il

za fatta nel 1789, da Giuseppe cui figlio Girolamo era nel 1


594
Bonaparte fralel maggiore di Na- patrizio fiorentino. Si a^^giunge dal
poleone Bonaparte, al granduca di Visconti che la discenilc-nza di Gio-
Toscana Leopoldo I, al fine di es- vanni in Treviso, rauiu perciò di-
sere ammesso, come antico patri- verso da quel di Sarzana, vantò a
zio fiorentino, nell'ordine militare tutto il secolo XiV molli personag-
di s. Stefano. Nel 1796 avi-ndo gi illustri in toga ed in armi, co-
Napoleone riconosciuto ed abbrac- me un Giovanni podestà di Fi-
ciato qual suo parente, il memora- jenze nel i334> che altri attribui-
lo canonico Bonaparte, con cui si scono ad Ascoli, un Oderico capi-
«stinse il casato in Sanminiato, que- tano de' fiorentini nel i 3/^5 ; e che
sti maritando in Ascoli la sua ni- r altro probabile ramo di s. Minia-
pote Jakson col nobile Carlo Lenti, to al Tedesco, disceso da un altro
disse eh' era
assai contento che i figlio Bonaparte di s. Nicolò di
di
suoi tornassero in Ascoli dove ab Fu'tnze, non andò privo di uouu-
aulico aveauQ parentado illuslrej di ni illustri. Questo Bonaparte di >.
i6o MIN MIN
Nicolò lo dice forse lo slesso di Bo- che nel 999 era già popolato, cir-
napaile da Sarzana pure rammen- condato e munito intorno di fossi.

tato. Bonnparle di s. Nicolò di Fi- Vuoisi che la distinzione del luogo


renze nel 1 260 è registralo nel Quarto sia forse la distanza di cir-
gran consiglio di quella città, detto ca quattro miglia della chiesa di
per antonomasia ghibellino, perciò s. Miniato a Quarto da quella an-
bandito co' figli dal partito guelfo tichissima di s. Genesio. Figli di
nel 1269. Un de' figli di lui, per Odalberto furono Ugo e Tebaldo.
nome Ildebrando, fu consigliere nel Indi si nominano i Lambardi di s.

1256 del comune di Siena, donde Miniato, appartenenti ai nobili di


si trasferì a s. Miniato al Tedesco. Corvaja, tra' quali Fraolmo fiorilo
La città di s. Miniato, in origine verso la metà del secoloX, da cui
castello, si crede da alcuni fondala nacquero altro Fraolmo e Ranie-
dall'imperatore Ollone I, nel secolo ri; mentre nel 991 si trovano fra
X, mentre altri l'attribuiscono al- i signori del castel di s. Minialo
rVIll ed a Desiderio ultimo re dei nel piviere di s. Genesio, i nobili
longobardi ; né mancarono scrittori Ugo e Fraolmo Ugo. Tali
figli di
i quali dal nome di Pancoli dalo furono in falli i Lambardi o no-
ad una sua contrada e ad una bili di s. Minialo rammentati nel-
chiesa ora disfatta, e supposta an- la bolla di Celestino 111, diretta nel
ticamente tempio pagano dedicalo 1194 a Gregorio preposto della
a Pane, fecero risalire i suoi pri- pieve di s. Genesio, cui confermò
mordi all'età romana. Il fatto me- ira le molte cliiese del suo piviere
no soggetto a controversia è che quella di s. Maria nel caslel di s.

forse la vera origine di questa cit- Miniato, rilevandosi inoltre che il

tà trovasi registrata in un documen- castello fino dal secolo XII era cir-

to dell' archivio arcivescovile di condato di mura. Attesa la sua di-


Lucca de' 16 gennaio 788, nel qua- sianza dalla pieve, nel 1286 con bolla
le si legge la fondazione d' una fu concesso alla chiesa di s. Maria
chiesa falla verso l'anno 700 sotto in s. Minialo il batlislerio, con facol-
il titolo di s. Miniato in loco Quar- tà di poter seppellire i ujorti della
to, dentro i confini del piviere di parrocchia. Ciò avveniva dodici an-
s. Genesio. il Muratori che pubbli- ni piima che i sanminiatesi nel
cò tale istromento, rilevò che in 1248 portassero 1' ultimo eccidio
quel tempo la chiesa di s. Miniato al borgo s. Genesio quasi loro ma-
era im semplice oratorio soUopo- dre patria, sembrando che verso
sto fino dalla sua erezione alla tale epoca tulli gli onori della pie-
chiesa plebana di s. Genesio, si- ve matrice si trasferissero nella
tuala presso la confluenza dell' Elsa chiesa di Miniato
s. Maria in s.

in Arno e forse quattro miglia di- insieme all'antico litolare di s. Ge-


.slante dal luogo Quarto. Mezzo se- nesio. Di questo santo tratlainmo
colo dopo, nel luogo ove fu questa all'articolo Macerata, parlando di
chiesa di s. Miniato a Quarto si ri- Sangenesio grande terra di (juella

corda un castello di proprietà d'O- provincia. Nel 12^7 apparisce se-

dalborlo nobile lucchese, il quale nel guita r unione della pieve di s. Ge-
938 ricevè ad enfiteusi la chiesa di nesio alla chiesa di s. Maria. Il

s. Mintulo situata uel suo castello, luogo del Caslel vecchio di s. Mi-
MIN MIN 1 6 r

niato, dov' è la rocca, la cattedra- gli altri luoghi s. Miniato e s. Ge-


le e l'episcopio die il ad uno
titolo nesio. In questo frattempo, e nel
de' terrieri della terra. Le ventidue I lyi, il Castel di s. Miniato, fu as-

parrocchie superstiti dell'antico pie- salito, preso e malmenato dai luc-


vanato di s. Genesio sono state con- chesi in guerra coi pisani, nel di-

template suburbane, e dipendenti stretto de' quali era allora il ca-


immediatamente dalla cattedrale, il stello. E siccome i fiorentini dove-
di prima
cui capitolo considera per vano difendere i pisani e loro ter-
dignità quella del suo pievano pre- ritorii, i sanminiatesi ricorsero al

posto. comune Firenze per essere aiu-


di
Narra il sanminiatese storico Lo- tati a cacciare i lucchesi dalla pa-
renzo Bonincontri, che non solo tria. Il primo giudice della corte
Ottone 1 fondò il castello di s. imperiale residente in «. Mmiato ,

Miniato, ma istituì in esso la re- fu certamente Giovanni, istituitovi


sidenza d' un giudice degli appelli verso il 121 1 dall'imperatore Ot-
di nazione tedesca, per cui il pae- tone IV, e pronunziò sentenza in
se si distihse con l' epiteto di s. una causa sul castello di Monte
Miniato al Tedesco. Tuttavolta l'o- Bicchieri, nella chiesa di s. Maria.
rigine del castello rimonta come Tale imperatore erasi portato in s.
si disse ad epoca più vetusta, e Miniato nell'ottobre 1209, e nel
l'istituzione e sede de' giudici im- febbraio era slato nel borgo s. Ge-
periali in esso ebbe luogo assai più nesio. Nel i33o si assoggettò allji
tardi. Ricordano Malespini nel i3 i i giurisdizione sanminiatese ilcomu-
rammenta con Buberto o Rimber- ne di Castel Falfij e nel i^Si il
lo tedesco vicario dell' imperatore conte Ranieri Piccolino, antico ca-
Enrico V, che risiedeva in Sanmi- stellano di s. MiniatOj ven(|è al co-
niato del Tedesco, appunto perchè mune rappresentato dal podestà del
i dell'imperatore vi stavano
vicari luogo, la sua porzione del castello
dentro, e facevano guerra alle cit- e curia di Tonda. Indi nel i23i
tà e alle castella di Toscana che per istromento del notaro impe-
non obbedivano all' impero. Che se riale si fece la dedizione del ca-
trovasi a' 20 gennaio t 178 nel pa- stello e uomini di Camporena al
lazzo imperiale di s. Miniato 1' im- comune stesso, seguita da quella
peratore Federico I,e vi ritornò con di Vignale.Frattanto sanminiate- i

numerosa corte nel luglio ii85j si con la protezione dell' imperato-


e neir anno seguente in agosto il re Federico II, di cui essi uniti ai
di lui figlio Enrico VI ; non è per pisani sostennero le ragioni in To-
questo che fin d' allora risiedesse- scana, crebbero ogni giorno più in
ro in
s. Miniato vicari imperiali. i potere ed in onoranza; sia perchè
iqo vi fu stabilito il mare-
Nel I nel luglio del raiS Federico li
scalco Arrigo Testa legato imperia- recossi a s. Miniato con numeroso
le in Toscana, il quale in una casa corteggio di principi e di vescovi;
nel borgo di s. Genesio ricevè a sia perchè dal di lui padre Enrico
mutuo dal vescovo di Volterra per VI era stala designata corte irapc;*

Servigio dell' impero mille marche riale, nella quale alcuni popoli del-
d' argento, lasciandogli fino alla re- la Toscana dovevano recare i tri-

stituzione, a titolo di regalia, fra buti annuali ; sia perchè si altribui-


voL. xty. I i
i62 MIN MIN
sce a Federico li 1' edificazione del- ghibellini sanminiatesi sofferti per
la rocca di s. Miniato, la quale po- conservar la fede al trono di Man-
co dopo servì per prigione di stato; fredi. Nel 1272 Carlo d' Angiò re
sia finalmente perchè dai documen- di Sicilia, come vicario della santa
ti sincroni risulta che lo stesso Fe- Sede in Toscana, prescrisse il modo
derico primo a stabilire un
li fu il per eleggere il podestà, e nel 1278
vicario imperiale con residenza fis- destinò per tale Diego Cancellieri
sa in s. Miniato. di Pistoia. Dipoi a richiesta dei
Uno di questi TÌcari imperiali ghibellini l'imperatore Ridolfo di
tedeschi che presero il titolo di Ausbourgh nel 1281 inviò in To-
castellani di s. Miniato, fu Gerar- scana i suoi vicari generali, i quali
do d' Arnestein, il quale a nome stabilirono la loro residenza in San-
di Kainaldo duca di Spoleto, e vi- miniato, dove solevano ricevere dai
cario in Toscana, nel giugno 1228 sindaci de' diversi paesi il giura-
bandì e condannò montepulcianesi i mento di fedeltà coi diritti dovuti
a mille marche d' argento per non alla corona imperiale, ordinaria-
aver obbedito a' suoi ordini onde mente nella rocca. Dopo però la

riformare la Toscana ; ed in una giornata fatale della Meloria, che


carta del 1282, Gerardo viene qua- costò tanta perdila ai pisani, i qua-
lificato legalo dell'imperatore in li fino al 1284 erano siali l'ap-
Italia. Non si può dire se questo poggio più solido del vicario im-
vicario fu propriamente quello che periale nella Toscana, questi dovè
die il soprannome di Tedesco a accomodarsi coi fiorentini e con
Sanminiato, né se chi cuopri 1' uf- gli altri paesi della lega guelfa, e
ficio di castellano di Sanminiato fos- tornarsene in Germania, La stessa
se sempre vicario generale in To- cosa accadde nel 1286 a Prinzi-
scana come pure se il nome di
,
valle Fieschi de' conti di Lavagna,
s. Miniato Tedesco, Minialum Tea- e ott'anni dopo a Gianni di Celo-
tonis ,
provenisse al luogo per a- na, venuti tutti in Toscana per
ver ne' bassi tempi tenuto costan- riacquistare le ragioni dell' impero,
temente il partito degli imperatori i quali per altro dovettero ripartir-
germanici, poiché il Lami ne AJo- ne con poco onore, dopo un accor-
nuni. eccl. Fior, spiegò tal que- do fl\tto coi popoli della lega
stione in modo da non riandiuvi guelfa, senza che questi ultimi vi-
sopra. Manfredi naturale di Fede- cari imperiali tenessero più residen-
lico II, qual re di Sicilia nel 1260 za fissa in Sanminiato. In tal frat-
inviò da Foggia un privilegio che tempo, e nel 1291, sindaci del i

accordava al comune di Sanminia- comune di Sanminiato fecero lega


to e segnatamente ai ghibellini di coi fiorentini, lucchesi ed altri del-
esso, oltre le franchigie del pedag- la lega guelfa toscana, per obbli-
gio delle merci che passavano dal garsi a non permettere più alcuna
distretto sanminiatese, lutti beni i rappresaglia. Nel 1294 furono ter-

de' banditi e ribelli di fazione guel- minale le vertenze a cagione dei

fa, dichiarati di proprietà della co- confini col comune di Fucecchio,


rona d'Italia, purché compresi nel nel qual tempo Sanminiato era go-
distretto della stessa comunità, e vernata pel militare e giuridico da
ciò ia rìcompeusa de' danni dai un podestà e da un capitano del
MIN MIN i63
popolo, mcfìitre per reconomico la legati de'fiorentini. Cacciato Uguc-
reggevano dodici buoni uomini con cione da Pisa e da Lucca, la parte
altrettanti consiglieri. Poscia furono guelfa dominante in Sanminiato ri-
eziandio stabiliti i confini col conta- cuperò il castello di Cigoli custodi-
do fiorentino ed i circostanti comuni, to dai ghibellini. Alla pace del i3iG
e si fecero convenzioni per impe- i pisani restituirono ai sanminiatesi
dire rappresaglie nel territorio. Nel dieci torri o castelli che riteneva-
iSof ser Giovanni di Lelmo da no i fuorusciti, indi Sanminiato si
Comugnori sciisse un diario degli confederò col duca di Calabria vi-
avvenimenti più notabili di Sanmi- cario di Firenze del suo padre Ro-
niato, pubblicato dal Baluzio nel berto re di Napoli. Mentre l'anti-
t. I delle sue Mifscellanee, e dal papa Nicolò V
con Lodovico il Ba-
Lami nelle sue Delle, eriid. varo erano in Pisa, il capitano del
I sanminiatesi nel i3o7 coi fio- re Roberto si acquartierò colle gen-
rentini, sanesi ed altri guelfi presero ti sue e con quelle di Firenze in
il Castel di Gargonza e le ville dei Sanminiato, predando poi sul con-
dintorni, agli aretini e fuoruscili tado pisano. Per la conchiusa con-
bianchi. Verso il iSog i Ciccioni, cordia, i pisani promisero non ac-
i Mangiadori ed_ altri nobili com- cordar piìi rappresaglie a danno
batterono contro il popolo, caccia- de'sanminiatesi, i quali stabilirono al-
rono i signori XII del palazzo, ed trettanto a favore de'pisani, a mezzo
il capitano del popolo da Sanmi- de'Ioro XII governatori. Le masnade
niato, bruciando libri cogli statuti i di Mastino della Scala ebbero la
del comune, perchè erasi stabilito peggio quando fecero scorrerie nel
che i nobili fossero tenuti dar cau- territorio. Nel 1 347 * Malpigli e i

zione di mille fiorini di non offen- Mangiadori tentarono sommossa a


dere alcun popolare. I capi delia difesa de' masnadieri da loro assol-
rivolta, riformata la terra, la die- dati, per cui i sanminiatesi per cin-
rono in piena balia a Retto dei que anni si posero in balia e guar-
Gaglianelli di Lucca fatto podestà. dia del comune di Firenze, il qua-
Continuò il servaggio di Sanminiato, le tra le altre cose ordinò che i
finché non suscitossi discordia tra popolari e grandi di Sanminiato
i Malpigli ed i Mangiadori, per si riguardassero come fiorentini e
gli omicidii e devastazioni eh* eb- viceversa, e fortificò la rocca.
bero luogo dalle azioni. La signo- Giunto nel i355 l'imperatore
ria di Firenze nel i3i2 mandò Carlo IV a Pisa, Sanminiato gl'in-
gente a guardare Sanminiato da vio messi per riconoscerlo in signo-
quelle dell'imperatore Enrico VII re, e nel baciargli i piedi, per di-
calato in Italia ed a Pisa; solo stinzione li levò da terra e ricevet-
Camporena fu presa dai pisani, e te ad osculuin pacis^ e ciò per la
Morioro si ribellò. Divenuto Uguc- aifczione che l' impero per antico
ciofie signore di Pisa, diversi ca- avea al castello dove soleva esservi
stelli si alienarono dall'obbedienza la residenza degl'imperatori e dei
de'sanminiatesi per aderire ai pi- loro vicari, per trovarsi in mezzo
sani. Nella battaglia di Montecatini alle grandi e buone città di Tosca-
molli nobili sanminiatesi restarono na. Sanminiato accolse nel i356
vittime nella sconfitta, siccome col- due volte come suo signore, Carlo
i64 MIN MIN
IV. Nel i365 nella gran baltagìia gli e Mangiadori che avcano servi-
presso Cascina, dove co' fiorentini lo la repubblica furono fatti cava-
militavano sanminiatesi, tra questi lieri e cittadini fiorentini. Questi
Piero Ciccioni pel suo valore fu però esentarono dai dazi i sanmi-
armato cavaliere. Sollevato il pò niatesi, dichiarandoli cittadini fio-
polo nel 1867 cacciò gli uffiziali rentini, tranne qualche eccezione
fiorentini, indi tornò a sottoporvisi pei ghibellini, e continuando a custo-
con patto di eleggere il podestà e dire la torre del palazzo pubblico,
capitano fra i cittadini fiorentini quella di Palla Leoni, ed il cam-
guelfi. L'accordo ebbe corta dura- panile della pieve. Nel iSgG andò
ta, ed i sanminiatesi, forse fomenta- a vuoto
il tentativo di Benedetto
ti dal cardinal Monfort vicario di de'Mangiadori per dar la patria a
Carlo IV in Toscana, e attizzati da tradnnento al signor di Pisa Jacopo
tre cittadini di grandi autorità, Lo- Appiani. Più tardi nel f4^5t essen-
dovico Ciccioni, Jacopo Mangiadori dosi scoperto il trattato de' ghibel-
e Filippo di Lazzaro de' Borromei, lini per dare Sanminiato all' impe-
continuarono nella ribellione ; laon- ratore Sigismondo, costò la vita ai
de fiorentini posero l' assedio a
i complici. Firenze corrispose alla fe-
Sanminiato coi fuorusciti che tene- deltà de'sanminiatesi, con assolverli
vano Cigoli e Monte Bicchieri ; a dalle prestanze fatte, con patto di
fronte Bernabò Vis-
de' soccorsi di restaurare le mura, fossi e torri.
conti signore di Milano coman- , Nel i526 colla bolla Romanus
dati da Giovanni Auguto, e dei Pontifix, Clemente VII concesse
ghibellini, lo presero a' 9 gennaio al preposto della chiesa collegiata
iSyo. Come ribelli furono decapi- molti nuovi privilegi, conformi qua-
tati Borromei, Lodovico e Biagio
il si a quelli di un abbate mitrato.
Ciccioni, venendo il loro patrimonio Tre anni dopo essendo caduta Fi-
incamerato. Tra figli del Borro- i renze in potere delle armi di Car-
mei fuggiti a Milano dopo il tra- lo V e di Clemente VII, il suo
gico fine del loro padre, Mar-
fnvvi governo, compreso quello di San-
gherita, che poi si maritò a Giovanni miniato, fu ridotto a monarchic(x,
Vitaliani di Padova, dal qual matri* sottoponendo fiorentini e sanminiate-
monio nacque Jacopo Borromei, già si al duca Alessandro de Medici ni-
Vitaliani, stipite dell'illustre famiglia pote di quel Pontefice, al quale
milanese che diede tra gli altri il successero i granduchi delle due di-
cardinal s. Carlo alle chiese roma- nastie, dai quali i sanminiatesi, mo-
na ed ambrosiana. Nell'ultimo gior- strandosi costantemente fedeli, fu-
no di detto anno per trattato con- rono generosamente ricompensati.
chiuso tra i comuni di s. Miniato La chiesa maggiore di s. Minia-
e Firenze, si convenne che in av- lo era già prepositura plebana nel-
venire si chiamasse Fiorentino e la diocesi di Lucca, traslocata dalla

non più al Tedesco, e che i notari antica del sottostante borgo di s.


prendessero 1' indizione ed anno Genesio, quando la repubbika fio-
conforme usava Fu-enze, che corri- rentina sino dal 140^, tlue anni
spondeva ad un anno più tardi dello dopo aver conquistato Pisa ed il
stile pisano fino allora usato dai suo territorio, concepì il disegno di
«anminialesi. Ed alcuni de' Malpt- erigerla in cattedrale, e fare di San-
MIN MIN i65

miniato la sede di un nuovo ve- di circa 20 miglia dal fiume Elsa


scovo con assegnargli una gran par- sino oltre la Cascina.
te del paese dipendente allora nel Il primo vescovo fu Francesco No-
politico dalla signoria di Firenze, ria nobile fiorentino, canonico della

I e neir ecclesiastico
Lucca. A
1409, per mezzo del suo amba-
tale effetto
dal vescovo di
nell' agosto
cattedrale
Gregorio
chiarato nel
di Firenze, designato da
XV, e per morte
1624 da Urbano Vili,
di esso di-

sciatore Giovanni Ristori, fece pre- il quale colla bolla AposloUcae ser-
sentare istanza ad Alessandro V. La vitutis, nel 1626 concesse ai canonici
stessa idea aveva allora quel go- il privilegio della mozzetta paonaz-
verno per innalzare la collegiata di za e del rocchetto. Mori nel i63i
Prato in cattedrale, ma tal disegno Francesco compianto per le sue
non ebbe luogo. Si efiettuò bensì virtù, e gli successe nel 1682 Ales-
nel 1622 per le premure della sandro Strozzi nobile fiorentino,
granduchessa Maria Maddalena di traslato da Adria, che si distinse
Austria restala vedova di Cosimo per pastorale vigilanza, integrità e
11, e libera governatrice de'vicaria- giustizia, celebrando il sinodo dio-
ti di Colle e di Sanminiato, ad i- cesano nelprimo dicembre i638.
stanza della quale il Papa Grego- Nel 1648 vi fu trasferito Angelo
rio XV a' 17 dicembre, mediante Pichi di Borgo s. Sepolcro arcive-
la bolla Pro excellentì, eresse la scovo d'Amalfi, esimio e di pre-
chiesa di s. Miniato in cattedrale, clare doti ornato. Indi net 1 654 ai
e la terra in nobile città con resi- 19 ottobre fu eletto vescovo Pietro
denza del vescovo proprio, dichia- Frescobaldi nobile fiorentino, cano-
randola suffraganea della metropo- nico della metropolitana di Firen-
li di Firenze. Nella medesima sono ze, priore diLorenzo, fornito di
s,

noverati popoli, pievi, monasteri


i molta erudizione, e rispettabile per
e spedali che furono staccati tutti probità; ma mori in Firenze a' 12
dalla diocesi lucchese.Delle 118 dicembre lasciando desiderio di sé.
parrocchie ivi rammentate, 27 era- Nel i656Gio. Battista Barducci no-
no filiali dell'antica prepositura di bile fiorentino degnamente gli suc-
8. Miniato, 22 suffraganee della col- cesse come di perspicace ingegno e
legiata di s. Maria a Monte, ed al- chiaro in letteratura, e fu lodatìssi»
tre 6q tra chiese parrocchiali e mo vescovo, morendo ai bagni di
conventi. Nelle 118 parrocchie si s. Cassiano. Nel 1662 gli venne
compresero le collegiate di Fucec- sostituito Mauro de Corsi nobile
chio, di s. Croce, di Castelfranco, fiorentinoabbate camaldolese, lo-
e di s. Maria aMonte, oltre 19 dalo per dottrina, religione ed al-
pievi, parte delle quali comprese nel tre virtù; celebrò il sinodo a' 17
distretto fiorentino, alcune nel ter- luglio 1667, rifece ed ampliò la
ritorio sanminiatese, e parte nel sacrestia della cattedrale; riparò ed
pontado pisano, in una superfìcie ornò la collegiata di s. Maria a
che si estendeva e tuttora si con- Monte, essendone arcipreti i vesco-»
serva per circa 49 miglia da Val vi prò tempore, e morì nonagenario
di INievole alla base meridionale nel 1680, dopo aver aumentato la
delle colline superiori pisane in mensa di rendite, risarcita l' aula
Val di Torà, ed ia una larghezza dell'episcopioj e stabiliti al capitola
i66 MIN MIN
tre annui anniversari. Giacomo An- Assunta, e sotto l'invocazione di s.
tonio Morigia barnabita milanese, Genesio. 11 capitolo si compone
nel 1681 divenne vescovo; compì della prima dignità del preposto ,

la memorata sacrestia, e traslato del decano, di undici canonici com-


nel febbraio i683 all'arcivescovato prese le prebende del teologo e
di Firenze, fu creato cardinale. In del penitenziere, di dieci cappella-
suo luogo nel 1682 fu dichiarato ni e di altri preti e chierici ad-
\escovo Michele Carlo Cortigiani detti al divino servigio. Nella catte-
nobile fiorentino, preposto della col- drale avvi il battisteiio, e vi eser-
legiata d' Empoli ; celebrò tre si- cita lacura delle anime il prepo-
nodi, eresse in parte il seminario, sto, coadiuvato da un cappellano
trasferì in luogo più ampio la cap- curato prossimo alla cattedrale è
:

pella dell' episcopio, donò alla cat- l'episcopio, buon edifizio, già pa-
tedrale il legno delia s. Croce, fu lazzo de' signori XII. Attualmente
chiamato padre de' poveri, e con ì popoli della diocesi di s. Miniato
dolore si \ide dai sanminialesi nel sono riuniti in 98 cure ripartile in
1703 traslocato In suo
a Pistoia. caposesti, comprese 22 chiese di-
luogo successeFrancesco Maria pendenti dalla cattedrale. Fra le

Poggi fiorentino, maestro generale quali 1 1 cure costituiscono il ca-


de' servi di Maria, professore di posesto di s. Maria a Monte ; 18
teologia neir università di Pisa, en- il caposeslo di Fucecchio; i3 il ca-
comiato per pietà e dottrina; cele- posesto di Montopoli ; 1 4 il capo-
brò il sinodo a' 18 giugno 1707,6 sesto di Lari; 12 il caposeslo di
morì 1719. L' Ughelli, Italia
nel Palaia; e 8 parrocchie nell'altro
sacra t. 269, con lui termi-
Ili, p. caposeslo di Poiisacco. Questa dio-
na la serie de' vescovi di s. Minia- cesi all'epoca della sua erezione
to, quale proseguiremo colle an- comprendeva cinque conventi den-
nuali Notizie di Roma. 1719 An- tro la città, e non meno di sei nel
drea Luigi Cattaneo di Pescia. 1785 distretto ; cinque monasteri di don-
Giuseppe Suares della Conca fio- ne in città, ed altrettanti sparsi
rentino. 1755 Domenico Poltri di per la diocesi.Al presente tutta la
Bibbiena diocesi d'Arezzo, traslalo diocesi sanminiatese nou conta più
da Borgo s. Sepolcro. 1779 Bruno- di selle conventi e monasteri, e due
ne Fazzi di Calci diocesi di Pisa. conservatorii; cioè in città e nel
1806 Pietro Fazzi della diocesi di suburbio convento de' frali con-
il

Pisa. Per sua morte il Papa Gre- ventuali, quelli de' domenicani e
gorio XVI nel concistoro de' 23 de' cappuccini , ed il conservato-
giugno 1834 preconizzò l'attuale rio di santa Chiara. Nel distret-
monsignor Torello Pierazzi di s. to due conventi di frati minori os-
Miniato slesso, dottore in sacra teo- servanti a Fucecchio e a s. Roma-
logia ed in ambe le leggi, già pro- no; un monastero di fiancescane
fessore di teologìa dommatica nel a Fucecchio, uno di agostiniane a
seminario, vicario generale del pre- 8. Croce, ed il secondo conservato-

decessore, e in sede vacante vicario rio in s. Maria a Montopoli. Ogni


capitolare. nuovo vescovo è tassalo ne' libri
La cattedrale, bell'edifìcio, è de- della cameru apostolica in fiorini

dicala alla Bculu Ver^tue Muriu 2'i'ij usccndcudu lu rendile della


MIN MIN 167
mensa a circa mille scudi. Per al- dussero Francesco in Asisi, a Lo-
tre notizie su questa cillà e dio- reto, a Roma ed in altri santuari
cesi si può leggere il benemerito per divozione. Ritornati a Paola,
Repelli, nel suo Diz. slor. della il santo giovine si ritirò mezzo mi-
Toscana, all'articolo Sanminiato. glio distante, in luogo soU tarlo, pos-
MINIME o PAOLOTTE, mo- sessione de' genitori, che gli permi-
nache. /-^. Minimi. sero menarvi vita spirituale e san-
MINIMI o PAOLOTTI, ordine tificante. Sembrando a Francesco
religioso. Fu istituito da s. Fraii- luogo esposto a visite, si andò a
Cesco di Paola [Vedi), nato da nascondere nell' incavatura d' uno
Giacomo Marlorilli e Vienna di scoglio, senza bisogno di direzione,
Tuscado, in Paola nella Calabria perchè istruito da lume sopranna-
Citeriore, nel regno delle due Sici- turale. La cella scavata nello sco-
lie. Biigiila Vienna si
sorella di glio era il suo letto; l'erbe e le
maritò ad Antonio, cui due figli i radici che riceveva per carità gli

essendo andati in Francia, uno cioè servivano per cibo, e portava sul-
Pietro, vestì l'abito de' minimi, e la carne aspro cilicio. La fama di
l'altro per nome Antonio sposò sua santità sparsasi per la Calabria,
Giacoinelta Molundrini, da'quali di- molti volendo imitarlo si fecero suoi
scesero molti personaggi illustri, che seguaci e discepoli, mentre il santo
avendo esercitate in quel regno le avea 19 anni. Nel i435 uscì dalla
cariche cospicue di presidenti, di solitudine, e co'compagni tornò nel-
consiglieri di stalo, di maestri di la possessione de' suoi, ed ivi gettò
suppliche, ed altre simili, si gloria- le fondamenta del suo benemerito
rono più di essere pronipoti di istilulo.Vi fabbiicarono celle eoa
questo gran santo, che delle cari- cappella in cui cantavano insieme
che islesse. Francesco fino all' età le divine lodi, e perch'essa fu for-
di i3 anni ebbe a maestri i geni- se dedicata a s. Francesco d' Asisi,
tori, i quali ne secondarono l'in- venne loro dato il nome di eremi-
clinazione alla pietà, alla solitudine ti di s. Francesco. Passali quasi
e air astinenza, e non faticarono dieci anni, i cittadini di Paterno
mollo per incainminarlo nella via gli esibirono un luogo per fabbri-
del cielo, e renderlo gradilo a Dio, carvi un convento, ed egli ve lo
a cui per voto fatto si credevano stabilì nel i444> ^ ^^ •' secondo
tenuti ili restituirlo, massime quan- dell' ordine. Crescendo il numero
do rinnovarono il voto per la sua de' religiosi e le limosine, con li-
conservazione, allorché fu liberato cenza dell' arcivescovo di Cosenza
da imminente cecità. Quindi lo con- Pirro nel 14^2 fabbricò Francesco
segnarono ai frati minori del con- altro convento in Paola. ]Mentre lo
vento della citlà di s. Marco, ove stava edificando gli apparve s. Fran-
vestì per volo 1' abito di que' reli- cesco d' Asisi, e gli ordinò farlo
giosi, che portò per un anno, ia più grande, manifestandogli l' in-
cui proibì a sé slesso l'uso de'pan- grandimento dell' ordine , che di
ni di lino e delle carni, e tenne giorno iu giorno aumentava colla
vita sì austera ed esemplare, che erezione di nuovi conventi che il

destò meraviglia ne' religiosi che lo santo tutti visitava, animando i re-
lestituirouo ai geaitoii, i quali cou* ligiosi all' osservanza dillo regole
i68 MIN MIN
che loro avea dato a voce, confer- dargli scusa ed
essere benedetto,
mandole coli' esempio, e cogli stu- ma l'umilissimo Francesco doman-
pendi miracoli che da per tutto dò a lui tal grazia, per cui pieno
Dio operava a sua intercessione. di stupore partì. Giunto il prelato
Diffondendosi sempre più il buon a Roma ne informò il Papa ed i
odore di sue virtù per la Sicilia, cardinali, e ciò facilitò le grazie che
le città dell' isola desiderarono a- dalla santa Sede furono con 1' ap-
Terlo, particolarmente Milazzo, acciò provazione accordate all' ordine. In-
vi fondasse un convento. Determi- fatti Sisto IV nel i473 avendo e-
natosi Francesco di andarvi, cercò saminati i privilegi Fran-
concessi a
4a alcuni mannari l' imbarco, ma cesco ed al suo ordine dall'arci-
negandoglielo per la sua povertà, vescovo di Cosenza e dal vescovo
il santo stese sull'onde il proprio di s. Marco, nell'anno seguente li con-

mantello, con due


e salitovi sopra fermò colla bolla Sedes apostolica,
compagni, passò felicemente il Fa- dei 2 3 maggio, Bull. Roni. t. Ili,
ro di IVlessina, ed approdò con par. III,p. i36, col titolo di eremiti
sorprendente ammirazione di chi lo di s. Francesco d' Asisi, e crean-
vide alle spiaggie di Sicilia. Avendo- do r istitutore generale dell' ordine,
vi dimorato quasi quattro anni, nel esentò questo dalla giurisdizione de-
1468 tornò in Calabria, dove solle- gli ordinari. Si andò quindi mira-
vò i poveri da un' estrema care- bilmente dilatando anche per la,
stia e fondò nuovi conventi. In- venerazione verso Francesco, accla-
tanto i prodigi che Dio operava qiato da tutti per taumaturgo e
per suo mezzo, mossero il Pontefi- depositario delle grazie, desideran-
ce Paolo II a mandare in Calabriej do ognuno di avere presso di sé i

uno de' suoi prelati domestici a fi- suoi (igli, avendo luogo di frequen-
ne di esserne meglio informato dal- te nuove fondazioni. Turbando il de-
l' arcivescovo di Cosenza, il quale monio la pace de'religiosi, gli suscitò
consigliò il prelato a recarsi in Pao- contro Ferdinando I re di Napoli, il
la ed abboccarsi col santo. Questi quale da Paterno voleva far a det-
appena lo vide volle baciargli la ta città condurre pii^ioniero sau
mano perchè da trenlatre anni sa- Francesco, a fronte de'chunori del
cerdote, con meraviglia del prelato popolo. Il capitano dì ciò incaricato
che tanto era, il quale però lo tacciò restandoiie intimorito , e più dallc^
d'indiscreta rigidezza e singolarità rassegnazione del santo in seguirlo,
pericolosa, per l'uso continuo che tornò a Napoli e persuase il re a
faceva co' discepoli de' cibi quaresi- lasciarlo alla divozione dei calabresi.
mali. Lo ascoltò tranquillamente il Lo strepito de' suoi gran mir^^-
santo, e dopo aver detto che tali coli giunse all' di Luigi
orecchio
cibi erangli stati ordinati dal cielo, XI re di Francia gravemente in-
prese de' carboni accesi, e maneg- fermo, ma solo potè averlo per du«
giandoli seguitò a dire che assisti- brevi con cui Sisto IV l'obbligò
to da quella virtù divina che ope- a recarsi da lui. Obbedì Francesco
rava in lui tante meraviglie, non al capo della Chiesa, e a'^ febbraio
dubitava sostenere i rigori della più i48'2 partì in compagnia del mae-
aspra penitenza. Spaventato il pre- stro del palazzo reale, che all' uo-
ialOj gli si giitò a'piedi per doman- po erasi portato ia Calabria. 11 sai\:
MIN MIN .69
lo fu ricevuto in Napoli dal re e solazione di vedere diffuso l'ordine
dal popolo come un legalo aposto- nella Spagna, ove Ferdinando V
lico o un sovrano, ed in Roma i e Isabella dierono il nome di frati

cardinali andarono a visitarlo in tre- della vittoria al convento di Mala-


no. Il Papa l'onorò come fosse un ga, perch'essa era stata liberata
principe, lo fece sedere in una sedia dai mori per le orazioni e predi-
eguale alla sua, e nelle tre udienze lo zione del santo; come pure di ve-
trattenne sempre da tre in quattro derlo confermato da Innocenzo Vili
ore. Voleva Sisto IV elevarlo a di- estimatore di Francesco. Questi ve-
gnità ecclesiastiche, ma il santo le dendo r ordine moltiplicarsi, com-
ricusò con quella profonda umiltà, pose nel 1493 la sua prima rego-
con cui die il titolo di minimi ai la, che ad istanza del re di Fran-
suoi frati, né volle essere mai pro- cia fu approvata da Alessandro VI
mosso al sacerdozio o altro ordine, colla bolla Aferitis religiosae vilae,
contento della condizione di sem- ai 26 febbraio, Bull. Rom. t. Ili,
plice laico. Parlò al Pontefice del par. Ili, p. 227. Quel Papa cam-
quarto volo di vita quaresimale biò il nome di eremili di s. Fran-
che pensava stabilire nell'ordine, e cesco d' Asisi , o di romiti peni-
•vedendo che difficoltava conceder- tenti, con cui fino allora erano
lo, presa la mano del nipote car- stali chiamati questi religiosi, in
dinal Giuliano della Rovere pre- quello di frati minimi, come volle
sente, disse che questi però l'avreb- il fondatore. Neil' anno stesso fu
be accordato, predicendogli così il dato principio dalla regina Anna al
pontificato, ciò che ripetè poi in convento di Nigeon presso Parigi,
Francia. Con solennità e distinzione che fu detto de buoni uomini, hons
fece Luigi XI ricevere il santo, che hommes, pel titolo di buon uomo
lo persuase che avendo Dio prefìs- che alcuni motteggiatori della corte
so il numero de'nostri giorni, biso- sotto Luigi XI diedero al santo ;

gnava ciecamente sottomettersi a oppure perchè minimi furono i

lui, morendo rassegnato nelle sue dapprima stabiliti nel bosco di Vin-
mani, li figlio del defunto,
Carlo cennes, in un monastero dell'ordine
Vili, più ancora del padre onorò di Grammont, che chiamavasi dei
s. Francesco, lo consultò anche per buoni uomini. Alessandro VI con-
affari di stalo, gli fabbricò i con- fermò altresì nel 1 493 tutte le
venti di Plessls e d'Amboise, i re- grazie accordate ai mìnimi dai suoi
ligiosi del quale mantenne colle sue predecessori, e loro comunicò tulli
rendite. Trovandosi poi il re nel i privilegi de' mendicanti. Nel i497

ì^^5 in Roma, somministrò mez- i ad istanza dell' imperator Massimi-


zi per rendere sontuoso il convento liano I , mandò
Francesco alcu-
s.

che il santo fondava pe' religiosi ni de' suoi alunni


in Germania, i
francesi, venendo poscia fabbricata quali subito vi fondarono tre con-
la magnifica Chiesa della ss. IM- venti, e vi si stabilirono in manie-
nità al monte Pincio (^P^edi), la ra che presto ne furono edificati
quale in un al convento pussede- altri. In Francia il nuovo re Luigi

l'ono i religiosi fino ai disgraziati Xil trattenne il santo, e lo facol*


avvenimenti che chiusero il secolo lizzò a fondare ovunque conventi
passalo. Il sanlQ ebbe pure la con- esenti da imposi:;ion,i.
1 70 MIN MIN
^^el i5oi perfezionò s. France- tri. Morì nel venerdì santo a' 3
sco la sua prima regola, con ri- aprile iSoy. Furono i mira- tanti
durre a dieci i tredici capitoli ciie coli che Dio operò per glorificare
la componevano, e con islabilirvi il suo servo, che Leone cui il X
il perpetuo \oto della vita e cibi santo in gioventù aveagli profetiz-
c|uaresinialì; nell'anno seguente la zato il pontificato, con breve ri-
fece approvarti da Alessandro VI, portato da'Bollandisti, jécta ss. a-
insieme con un' altra regola pel pril. t. I, p. i65, lo dichiarò bea-
terz' ordine dell'uno e dell'altro lo e concesse a tutto l'ordine l'uf-
sesso di cui parleremo. Nel i5o6 fizio de'confessori, prendendo i suoi
avendo il santo fondatore data un' religiosi dal nome e dalla patria del
altra mano a queste due regole, ed fondatore anche quello di PaoloUi,
avendo composta la terza per le mentre a di lui onore il re di Na-
monache, di cui pur tratteremo, poli e Filippoaveano dichiara-
li

furono tutte e tre in detto anno to città Paola. Quindi Leone X


approvate, massime il quarto voto, nel primo maggio i5iq, essendo la
da Giulio II, giù cardinale della domenica in Albis, colla bolla Ex-
Rovere, colla bolla Diuluni ad sa- celsus, data in tal giorno, loco ci-

crum ordinem Alini niorurn, quinto tato p. ^'/5, solennemente lo cano-


kal. augusti, Bull. Rorn. t. Ili, par. nizzò; ed a' 25 marzo i52i colla
Ili, p. 273, ove pure si riporta la bolla Licei p. 5oo, accordò all'or-
bolla Fir Iute cospicuo s sacri ordi' dine de' minimi o paolotti 1' ufiizio
nis, emanala nello slesso giorno con oliava, da trasferirsi nel lunedì
sulla conferma e concessione dei in Alhis, quando la festa del santo
privilegi, avendone aggiunti altri cadesse nella settimana di Pasqua.
nuovi ; ricolmò di grazie i religiosi, Sisto V nel i585 ordinò colla bol-
ed a richiesta dell' istitutore gli die la In codi, t. p. i4f»
IV, par. IV,
in protettore il cardinal Bernardino che detto uilizio fosse celebrato cou
Carvajal. Lo slesso Giulio II ap- rito doppio per tutta la Chiesa.
provò ancora un Corretlorio, in cui Clemente Xll col breve Adjutor^
s. Francesco accenna le penitenze t. XIV, p. 33o, del primo ottobre
da imporsi a chi manca nell'osser- 1738, concesse l'iudulgenza plenaria
vanza della legge di Dio, della Chie- a tulli quelli che in onore del san-
sa e della regola ; e perchè alcuni to facessero i tredici venerdì, che
non volevano che questi religiosi s. Francesco di Paola ancor viven-
godessero de' privilegi loro accorda- te raccomandava a' fedeli, quando
li,compose il santo anche un cere- da Dio volevano impetrar qualche
moniale per la recita del divino grazia, confit^ssandosi e comunican-
ufiizio, e per le funzioni ecclesiasti- dosi in ciascuno di detti venerdì, e
che, e si preparò alla morte rin- recitando tredici Pater ed Ave in
chiudendosi nella cella del conven- memoria di Gesù Cristo e degli
to di Plessis, ove attese solitario apostoli, con altri esercizi di pietà.
ad accrescere il tesoro de' suoi me- Indi a' 18 marzo 1739, col breve
riti. Raccomandò a' religiosi l'amor IVuper, p. 36o, confermò l'elezione
di Dio, la carità scambievole, l'os- che del santo fece il regno delle
servanza della regola e vita quare- due Sicilie per protettore. Nella ba-
simale che li distingueva dagli ai» silica vaticana fu collocata la sua
MIN MIN 171
stàtua (li marmo scolpita da Gio. Pizzullo sacerdote calabrese avea
Laltibla Maini, incoulro a quella di pei minimi edificalo il convento.
bronzo di s. Pietro. Clemente XI colla bolla de'iG mar-
Nel primo gennaio i5o8 ì reli- zo 1716, Bull. Maga. t. YIII, p.
giosi celebrarono il capitolo gene- 45^7, concesse al generale e pro-
rale inRoma, convocato dal p. Ber- curatore generale dell'ordine il po-

nardino Cropulato, eletto dal santo sto nelle Cappelle pontificie [Vedi),
prima di morire per vicario gene- ed al secondo di sermoneggiare nel-
rale fino al primo capitolo, e vi la seconda festa di Pascjua e nella
fu fatto generale il p. Francesco terza di Natale, al modo detto nel
Binet francese, il quale allora era voi. IX, p, 34 e 119 del Dizio-
correttore del convento della ss. Tri- nario. Benedetto XIII nel 1729
nità de'Monti. Fu ordinato in que- diede ai minimi della provincia ro-
sto capitolo, che quelli i quali non mana la chiesa di s. Salvatore del-
avessero osservato il voto della vita la Corte. Avendo s, Francesco di
quaresimale, fossero privi di voce Paola permesso ai frati nella pri-
attiva e passiva nelle elezioni dei ma regola il canto ne' divini ulli-

superiori. Il Papa s. Pio V colla zi, ma tolto questo nella secomUi,


bolla Apostolìcae Scdis, de' 9 no- gli permise quello solo che somi-
vembre 1567, Bull. Boni. t. IV, gliava al compitare senza note al-
par. II, p. 4^3, dichiarò ordine cune, e da questa dissonanza ne
mendicante questo de'minitni, col veniva noia a'i'edeli solili udire il

godimento di tutti i privilegi dei canto gregoriano. Il perchè Bene-


mendicanti, comprendendovi le mo- detto XIV, ad istanza di alcuni re-
nache. E perchè non
rado ac- di ligiosi dell'ordine, colla bolla Bo-
cadeva, che i minimi passavano tra i inaiius, de' 22 gennaio ijS:^, Bull.
cappuccini, s. Pio V lo proibì es- Bened. t. IV, p. 181, ordinò ai
pressamente colla bolla Sedis Ano- frati e monache paolotte, che nel
stolicae,già emanala a' 6 ottobre coro e nelle altre funzioni usasse-
detto anno, loco citato p. 399. Si- ro del solo canto Es- gregoriano.
sto V nel i585 donò ai minmii sendo protettore dell'ordine il car-
la chiesa e convento di s. Andrea dinal Carlo Rezzonico nipote di
delle Fratte che poi descriveremo. Clemente Xlll, questi a'2 i marzo
In principio i generali dell'ordine 1763, col breve Bontanwn Pouii-
governavano solamente tre anni, fìcent, presso il Bull. Bom. Conti-
ma nel i6o5 con autorizzazione pon- nualio, t. II, 34^, concesse ad
p.
tifìcia il loro governo fu prolunga- un religioso del medesin)o un posto
to fin a sei, ed il primo che per perpetuo tra i consultori della con-
tal tempo esercitasse l' ulllzio fu il gregazione de'riti. Pio VI colla co-
p. Stefano Dugier, eletto nel XXX stituzione Curn in ecclesia, de' 22
capitolo generale celebrato in Ge- agosto 1786, beatificò a' io set-
nova. Camillo Painphilj nipote di teujbre il ven. Gaspare de Bono
Innocenzo X e sua moglie d. O- spagnuolo, Valenza nel
nato in
limpia Aldobrandini principessa di 1 53o da Giovanni de Bonox e
Rossano, riedificarono
nobilmente Isabella Manzon , fattosi religioso
la chiesa di s. Francesco di Paola nel i56o, morto u'i4 luglio del
a' Monti, presso la quale Giovanni 1604 d'auui 74- Diversi religiosi
172 MIN MIN
ne pubblicarono la vita. Lo stesso re un mantello della lunghezza del<
Pio Vi colla costituzione Benedi- l'abito. Sino dal secolo passato tan-
cius Domitius, de' ii settembre to sacerdoti che i laici vestono di
i

1786, a' 17 detto beatificò il veo. saia nera, portano le maniche della
Nicolò di Longobardi, ove nacque tonaca larghe quasi come quelle
nel 1649 <i^Fulvio Saggio e Au- della cocolla monastica, e fanno uso
relia Pizzini, fattosi oblato de' uii- del cappello ecclesiastico. 1 sacer-
niuii nel 1669, morto in Roma doti recitano l'uffizio divino secon-
a' 12 febbraio 1709 d'anui 60. La do il rito romano, ma senza canto,
sua vita di monsig. Giuseppe Maria ed i frati laici dicono trenta Paler
Perimezzi de'minimi vescovo d'Op- ed Ave
pel mattutino_, dieci per le
pido (poi arcivescovo di Bosra, e laudi,ed altrettanti pel vespero,
segretario dell'esame de' vescovi, se- aggiungendo alle ultime Ave il
pollo in s. Francesco di Paola ) fu Gloria Patri. Recitano altri die-
lista rapata dal p. Liborio Maria ci Pater ed Ave per l' uffizio dei
Tedeschi poslulatore della causa. morti, col Requiem in fine dell'ul-
L'abito de'miuimi, secondo la loro tima di queste. Gli oblati ne dicono
regola, essere deve di panno vile pel mattutino venti, per le altre
lionato, tessuto con lana natural- ore cinque, come ancora per l'uf-
mente scura, e della stessa manie- fìzio de'morti,terminando sempre
ra debbono avere il cappuccio, con o col Gloria o col Requiem. Altre
scapolare ad esso attaccato, il qua- molte cose prescrisse il fondatore
le avanti e dietro scende fino alla nella regola a'suoi frati , come la
metà delle coscie circa, e nell'e- fiequenle orazione, il silenzio in
stremità è tondo, lutto legato con ogni teuìpo nella chiesa, nel chio-
cordone di lana dello stesso co- stro, nel dormitorio, nel refettorio
lore annodato in cinque luoghi ,
mentre si mangia, ed in tutti i luo-
ed a loro beneplacito possono ser- ghi dall'ora di compieta fino a pri-
virsi del mantello, simile nella ma- ma del di seguente. Nell'osservan-
teria e colore alla tonaca ed allo za della vita quaresimale proibì
scapolare. Portavano a loro elezio- non solo mangiar carne, ma anco»
ne i zoccoli o i sandali di corda, ra ova, ogni sorta di latticini, e
di giunchi o di altre erbe, ma dai tuttociò che dalla carne deriva, an-
primi del secolo XVII incedono co fuor di convento, tranne i casi
calzati per dispensa, costretti a ciò d'infermità grave. A tale effetto vi
dalla continua vita quaresimale, che sono ne' conventi due infermerie,
sembrava incompalibile colla nudi- la claustrale ove simangia di ma-
tà de'piedi, come asserisce il padre gro, e l'esteriore ove si mangia di
Baldassare d'Avila generale dell'or- grasso. Oltre i giorni prescritti dal-
dine, nel suo libro intitolato: Ma- la Chiesa, ed i laici di-
i chierici
nipnlns inininiorum. Gli oblati ed giunano dal lunedi di quinquage-
i laici devono portare la tona- sima sino a Pasqua, e dalla festa
va, la quale scende fino alla me- d'Ognissanti sino a Natale , e ir^

tà delle gambe, dello scapolare la tutti i mercoledì e venerdì dell'an-


parte .^ola anteriore col cappuccio, no, eccettuato il Natale. Gli oblati
nel loro cordone hanno da esservi digiunano ogni venerdì, e dalla fe-

quattro nodi soli, ^ possono porta- sta di s. Caleriua sino a Nata-


MIN MIN .173

le. Ogni anno i minimi eleggono Della famiglia Sforza t. IT, p. 291,
nei giorno della dedicazione di san chiama considerabile, con giardino,
Michele i superiori locali col titolo e descrive come un museo quando
di correttori, ne possono esercitare era proprietà di Gio. Giorgio. Il

r uffizio pili d'un anno, facendosi Pizzullo donò il palazzo ai minimi


la elezione dai religiosi de'rispetli- della sua nazione calabresi, nel qua-
vi conventi. Questo ordine illustre, le stabilirono il collegio degli studi,
diffuso quasi in tulle le provincia fabbricandovi una chiesa al loro
del mondo cattolico, che dal suo santo, secondo la mente del testato-
istitutore ebbe per divisa il molto re, tutti i cui beni ereditarono,
Carità, sino alle ultime vicende ponendo per gratitudine nel 1646
formavasi delle assistenze e nazio- a destra dell' altare maggiore quel-
ni di Francia, Spagna ed Italia. Es- la iscrizione che riporta il Marti-
so ha dato alla Chiesa diversi san- nelli a
44 6> p. Roma ex elhnira
ti e uomini rispettabili per pietà, sacra. Siccome i minimi aveano la

dottrina e dignità ecclesiastiche^ ve- chiesa de' ss. Sergio e Bacco ai Mon-
scovili ed arcivescovili. Del fonda- ti, ora de' monaci basiliiini ruteni,
tore e dell'ordine scrissero Ippo- nel nuova chiesa
trasferirsi nella
lito Marracci, Benedetto Gonone, ottennero da Gregorio XV, oltre
Francesco Lanov nelle croniche di r approvazione del collegio, che vi
esso, gì' istorici degli ordini religio- riducesse il j'us parrocchiale che go-
si, oltre Luigi Doni d'Atlichy, Sia- devano nell'altra, e durò parrocchia
ria generale degli ordini de' mini- sino al 1824 in cui la soppresse Leone
vii. Il p. Bonanni riporta la figu- XII. Il Piazza neW Euscvologio ro-
ra di un religioso minimo , nel mano tratt. XI, cap. VI, discorre
Catal. degli ordini rei. p. 8oj ed del legato Pizzulli a s. Francesco di

il Capparroni la riprodusse nella Paola, onde collocare ogni anno


sua Raccolta. generale ed il pro-Il due donne cadute in peccato nel
curatore generale risiedono in Ro- monastero delle convertite, con cen-
ma. Al presente è generale il re- to scudi per cadauna. Parla anco-
verendiss, p. Gaspare Montenero ra del collegio che doveva essere
consultore de' riti, e. procuratore di 3o studenti religiosi, co' maestri
generale il reverendiss. p. Paolo ed altri, e dell' entrate pel loro
Piazzoli. minimi hanno in Ro-
I mantenimento e per 1' ulfizìatura
ma attualmente le quattro seguen- della chiesa, mediante l'eredità del-
ti chiese. l'encomiato benefattore. Nel tratt.
Chiesa di s. Francesco di Paola, XIII, cap. XXII, dice il Piazza, che
nel rione I Monti. Abbiamo dal cospicua ne divenne la libreria pei
diarista Valesio, che Giovanni Piz- libri legali e copiosi mss. regalali
lullo di Regina diocesi di Bisigna- dal calabrese d. Carlo Selvago di
no, canonico di s. Lorenzo in Da- Terranuova, pubblico lettore in leg-
maso, a"* 2 1 febbraio 1623 comprò ge neir università romana ; poi Pie-
suir Esquilino e alle Carine dal tro Moretti romano vi aggiunse tut-

duca Gio. Giorgio Cesarini (meglio ti i suoi libri di medicina e di al-


si dica dal suo figlio Giuliano 11) tre materie e scienze, per cui di-
per scudi i2,5oo" un palazzo pres- venne utile, rinomata e di orna-
so s. Pietro in Vincoli, che il Ratti, mento al convento. Ridolfino Ve-
2

174 MIN ivi I N


nuli, Roma moderna p. p?, rife- lafe di s. Michele, Stefano Peru-
risce che il convento venne restau- gini dipinse l'arcangelo, e Giaco-
ralo, e la cliiesa nobilmente riedi- mo Triga i laterali. La cappella
ficata summentovata Aldo-
dalla seguente ha la Concezione ed altre
brandiniPampliilj romana, con ar- pitture di Stefano Pozzi, il quale
chitettura di Gio. Pietro Morandi: dipinse pure la volta ed laterali
i

la facciala però fu compila più dell' ultima che ha il quadro di s.


tardi, come diremo. Nel secolo pas- Giuseppe di Avellino: nella prece-
sato, verso il 1760, per opera del dente cappella il b. Nicola è del
p. Francesco Zavaroni da IVIonlallo palermitano Manno. La bella sa-
generale dell'ordine, fu rifatto ma- crestia e la camera del capìtolo
gnilicamente il convento, accrescen- furono architettate da Filippo Brec-
dovi il fabbricato rivolto a setten- cioli nella sacrestia lo sfondo del-
:

trione col disegno di Luigi I3e- la volta è stupenda opera di Sas-


rettoni allievo del Sassi, non che soferrato. Delle lui^elte, nelle quali
rimodernata la chiesa, decorandola è dipinta la vita del santo, quat-
della elegante facciala esterna, co- tro sono a olio di Agostino Masuc-
me afferma il Vasi nell' Itinerario. ci, e tre di Filippo Luzi; vi dipin-
L'altare maggiore è architetlin*a se pure Pietro Argenvilliers. Nella
di Gio. Antonio de' Rossi vi è un : cappellina contigna, il Cristo morto
grandioso panno fatto di stucco, è di Francesco Cozza, i laterali e
tinto di color di broìizo, che di qua la volta sono del Pozzi. La festa
e di là con belle cascate, sostenute del santo litolare vi si celebra a'
da vari angeli della stessa materia, aprile, ed ogni qualtr' anni il se-
forma come tin gran padiglione. nato romano fa alla chiesa l'obla-
Nel primo altare a destra la s. An- zione del calice d'aigento.
na è di Filippo Luzi, e la volla a Chiesa di s. Andrea delle Frat-
fresco di Onofrio Avellino napole- te, nel rione IH Colonna, con par-
tano. Nel secondo il quadro è co- rocchia. Dicesi delle fratte dal no-
pia d' uno che sta nel coro, e rap- me della contrada, perchè al dire
presenta s. Francesco di Paola i : del Panciroli, Tesori nascosti, anti-
laterali e la volla sono di Giti- camente era fuori della città, o
seppe Chiari, il quale espresse in perchè fino al secolo XV fu coper-
uno il sanlo che risuscita i mura- ta di orli cinti di fratte o siepi ,

tori caduti dalla fabbrica, e neir al- e però collina degli orlicelli si chia-
tro il santo che fa gli occhi, il na- mò il vicino Monte Pincio a pie
so e la bocca ad un bambino che del quale sorge. Il Panciroli chia-
n'era nato privo. Il quadro di s. ma assai aulica la chiesa, e nei
Francesco di Sales nella terza cap- 1600 era già parrocchia con com-
pella, ed laterali, sono di Anto-
i pagnia del ss. Sagramenlo ; aggiun-
nio Grecolini. Il deposilo sulla por- ge che ricevutala i minimi nel
ticella di Lazzaro Pallavicini fu e- i585 da Sisto V, ottennero licenza
retlo da Benedetto XIV, per avere di edificarvi il contiguo convento.
con singolare umiltà ricusato il car- Il Venuti narra che la chiesa era

<1iualato, con architettura del car- stata prima posseduta dalla nazio-
dinal Fuga, e col busto scolpito dal ne scozzese, con ospedale incontro
CorsÌDi. Dall' altra banda uell' al- rifatto da Gregorio XIII, ora ora-
MIN MIN 175
Iorio della confraternita parrorclila- ciata, la tribuna, la cupola ed il

le, la quale nel 1618 acquistò il bizzarro campanile che oscilla visi-

sito dagli scozzesi. Dopo la pretesa bilmente al suono delle campane, e


riforma avendola abbandonata gli che descrive il Cancellieri a p. 17G
scozzesi, dal i5'j4- '" po* l' uffizio delle sue Campnne, ove produce
lina confraternita sino a Sisto V un brano del Diario del Valena, dal
memorato, sebbene era divenuto quale apparisce che Gregorio XIII
patronato della romana famiglia die la chiesa ai minimi calabresi
del Bufalo de'marcbesi di Fighine, eh' erano convento del Pincio
al
la cui arme si vede in rilievo sulla coi francesi. Il campanile restò im-
porta maggiore. Inoltre il Venuti perfetto, quanto all' intonacatura, e
riferisceche Leone XI, eletto nel nemmeno le altre opere del Borro-
i6o5, avea ordinato la riedificazio- mino ebbero termine. L' interno è
ne della chiesa dai fondamenti, ma d' una sola nave a croce latina, ed
visse 27 giorni. Nella iscrizione pe- il pavimento di scelti marmi lo fe-
rò che si legge nella chiesa si dice ce fare il duca d. Giovanni Tor-
che nel 1612 il marchese Ottavio lonia. La tribuna, la cupola e le
del Bufalo Cancellieri intraprese di lunette furono dipinte a fresco da
riedificarla così magnifica come ossi Pasquale Marini, e fu la sua pri-
SI vede ; I iscrizione viene riportata ma opera. L'altare maggiore ha
a p. Sj dal Martinelli, il quale o- un quadro a fresco rappresentante
pina che la chiesa si chiamasse il martirio dell' apostolo s. Andrea,
Inter hortof, de Ursix in Pincìs, et dipinto da Lazzaro Baldi quello :

de fratlis in Fico nemoremì^ es- n sinistra è di Gio. Battista Le-


sendovi stalo trasportato il jus par- nardi ; quello a destra lo colorì in
rncchiale di san Giovanni della 24 giorni Francesco Trevisani. Nel-
ficoccia del collegio de' maroniti. la prima cappella a sinistra le pit-

La fdbbrica restò in varie parti ture a fresco si attribuiscono ad


imperfetta, e specialmente nel cam- Avanzino Nuoci. La cappella seguen-
panile che non fu mai intonacato, te degli Accoramboni è ornata ric-
e nella parte superiore della ftjc- camente di marmo nero, e contie-
ciata,che finalmente nel 1826 ven- ne due medaglioni co' ritratti di
ne compita con semplice architet- prelati di quella famiglia ; essa è
tura sotto la direzione dell'archi- consacrata al Crocefisso. Nella ter-
tetto Pasquale Belli , coi denari la- za cappella Lodovico Gimignani di-
sciali dal celebre cardinal Consalvi pinse il quadro rappresentante s.

a tal uopo.
Venuti scrive che
II Michele. Dice il Venuti che la cap-
Ottavio morì poco dopo che s'in- pella era dedicata a s. Oliva, e che
cominciò r opera, lasciando fondi i religiosi sostituirono alla sua im-
per proseguirla. Architetto di tale magine quelle dell' Immacolata Con-
riedificazione si vuole Gaspare Guer- cezione, di s. fllithel arcangelo, e
ra da Modena, altri dicono il filip- di s. Caterina da Siena. In questo
pino p. Gio. Battista Guerra, che altare apparve la ss. Vergine a' 20
presiedè a quella di sua congrega- gennaio 1842, e quale la rappre-
zione. Dopo la sua morte il com- senta il maestoso quadro erettovi, ad
pimento fu affidato al Borromiuo, Alfonso Maria Ratisbonne, ricchissi-
il quale fece la cappella della ero» mo ebreo di Strasburgo, il quale gi-
I
7^ MIN MIN
rnndo per la chiesa vide lutto ad un cogl' istromenti della passione del-
trailo sparire 1' edifìzio, ed una luce l' altare maggiore e della crociata
abbagliante che tutto il circondava; sono del Bernini, che scolpiti pel
fu Irasporlato, come,
senza saper ponte s. Angelo, Clemente IX onde
innanzi l'altare di s. Michele, da non esporli all' intemperie, li mise
dove appunto usciva la luce, ed al- a disposizione del nipote cardinal
zando gli occhi vide sull'altare me- Jacopo Rospigliosi, il quale come
desimo, bella e raggiante Maria Im- proleltore de' minimi li fece collo-
macolata della Medaglia benedetta care nel detto luogo. Il Fran-
s.

i^Vedi) (la quale portava al collo, cesco di Sales e la b, Giovanna


postagli per convertirlo dal barone di Valois nella cappella seguente è
Bussierre ), che colla mano gli fece di Francesco Romolo; l'altare è
segno d'inginocchiarsi, come obbe- ornato con due colonne di porta
diente esegui. Fu quindi sollevato santa. Il quadro dell'altare che se-
piangente, e di repente abbracciò gue, rappresentante s. Carlo e s.

il cristianesimo. A' 3o di detto me- Francesca romana, in un ai late-

se ricevette il battesimo, la cresi- rali, è del Cozza. Finalmente la

ma e la comunione dal vicario cappella del battislerio la dipinse


cardinal Patrizi nella chiesa di Ge- il Gimignani, tranne i laterali di
sù, indi vesti l'abito de'gesuili in Bellavia siciliano e di Domenico
Francia. Non può abbastanza espri- Jacovacci. Vi sono in questa chie-
mersi la fervida divozione della po- sa i deposili di vari personaggi ed
polazione di Roma
oltremon- e di artisti, fra' quali sono notabili: il

li, verso la ricordata immagine, e- deposito del cardinal Carlo Calca-


guale a quella comparsa a Ratis- gnini, scolpito dal Bracci ; quello
bonne; la cappella è divenuta un del cardinal Pier Luigi Carafìi, e-

santuario assiduamente frequentato retto con disegno del Posi ; quelli


dalla veneiazione de' fedeli, che con- della duchessa d' Avello, e del cav.
tinuamente ricevono innumerabili Queirolo; quello di Nicolò Simone
e segnalatissime grazie dalla dispen- de' duchi di Baviera, morto nel
satrice gran Madre di Dio. Il qua- 1734; quello del nipote del re di
dro della cappella seguente, di Ma- Marocco [Vedi). Sonovi pure me-
ria Vergine ed alcuni santi, fu co- morie sepolcrali dell' archeologo

lorito da Giuseppe Cades. La quin- Giorgio Zoega, del filologo Girola-


ta cappella ha un quadro di s. mo Amati, del matematico Gioac-
Giuseppe del Cozza. Segue la cap- chino Pessuti, Gimigna-
de' pittori
pella della crociata, dedicala a s. ni, Oreste Kiprenskoi russo, de la
Anna, non ancora compita e archi- Roche francese, della celebre pit-
tettata dal Vauvitelli : il quadro è trice Rauffmann, e
Angelica dello
dì Giuseppe Botlani che vi efligiò scultore Schadow. Nella bella e ni-
la santa, essendo del Maini la sta- tida opera con eleganti incisioni :

tua sotto r altare, altri dicono del Monumenti sepolcrali eretti in Ho-
Pacelli, e rappjesentante il transito ma agli uomini celebri per scienze,
di essa. La cappella incontro è de- lettere ed arti, visitali da Oreste
dicata a S.Francesco di PaoIa_, ric- Baggi, disegnati dal cav. architetto F^
ca di marmi e bronzi, architettata M. Tosi lenente d' artiglieria, Roma
da Filippo Barigioni; i due angeli 184G, tipografia Monuldi ; nel voi.
MIN MIN 177
in che tali chiaiissimi signori gen- della Luce. Ne' primi del r^So pas-
tilmente si compiacquero dedicarmi sando un cieco pel vicolo delle Mo-
sono riportali e descritti egregia- le vicino alla chiesa, entrò nel pian
inente i monumenti delta Kau(I- terreno di casa rovinosa, ove caden-
mann, di Pessuli, Amati, Zoega, do sassi e cementi , rivolgendosi
Gmelin, ec. Nella sagrestia la volta verso la parete prodigiosamente riac-
fu dipinta da Giacomo Triga, ed quistò la luce in vedere su di essa
il. Crocefisso sull'altare dal Gimi- r immagine di Maria col Bambino
gnani. Nel chiostro dell' annesso con- cinta di straordinario splendore.
vento vi sono pitture a fresco in Per un movimento naturale escla-
cui sono espressi i fatti della vita mò luce, luce, invitando pieno di
di s. Francesco di Paola : alcune giubilo quelli del vicinato ad am-
lunette sono del Cozza, una di mirare il portento e la grazia ri-
B'iancesco Gherardi, le altre di di- cevuta, laonde grandissima e uni-
versi artisti : parecchi hanno sof- versale fu la sorpresa, e rapidamen-
ferto. te ne fu piena Roma. Subito ac-
Chiesa di s. Salvatore in Corte corsero ciechi, storpi ed infermi,
o .V. Maria della Luce, nel rione e furono prontamente esauditi dal-
XI 11 Trastevere, con parrocchia. la discoperta immagine, che alla
Della sua denominazione ed altre meglio si ornò per la pubblica ve-
notizie, come
del suo storico retto- nerazione. I minimi bramosi di tras-
re della medesima, ne parlammo portarla in questa chiesa, ne se-
al suo articolo, e nel voi. XXT, p. garono il muro con licenza del
35 del Dizionario ; altre qui ne cardinal vicario, ed agli 8 agosto
aggiungeremo. Che ivi fosse stata solennemente la collocarono vicino
corte o curia, o tribunale o car- alla porta maggiore in apposito al-
cere, si può vedere anche il Nardini tare, ove la pietà de' romani accor-

p. 472, Roma antica, ed Marti- il se a tributarle omaggio e copiose


nelli, Roma ex ethnica sacra p. oblazioni, colle quali si potè rifab-
298: il Venuti p. 1024 dice che bricar la chiesa minacciante rovina^
tal curia fu chiamata il tribunale di per cui si spesero più di i5,ooo
Aurelio, e che forse prese come al- scudi. Indi la miracolosa immagine
tre il nome dalla famiglia de Ciir- chiamata della Luce da quanto
tìbus, rappresentando le antiche si è detto, fu trasferita con nobili
pitture dell'altare maggiore la mor- fregi nella tribuna dietro l'altare
te di san Pimmenio o Pigmenio principale, ov' è in gran venerazio-
suo primo parroco, e maestro di ne, e si scuopre ogni gabbato e in
Giuliano l'apostata, descritta dal tutte le feste, con di vote pratiche
Mauro; aggiunge che ivi si vene- e concorso di popolo.
rano corpi de' ss. Pimmenio, Pol-
i Chiesa di s. Giovanni a porta
lione e Melice martiri, e le reli- Latina {Vedi).
quie di s. Bonosa fondatrice del-
l'antichissima chiesa del III secolo. Del secondo e terz'ordine
Pietro Bombelli nella Raccolta del- de' minimi.
l' imm. coron. dal cap. di s. Pietro,
t. IV, p. i4i, descrive r invenzio- Minime o Paololte monache. Su-
ne e manifestazione della Madonna periormente si riferì che s. France-
VOt. XLV. 12
178 MIN MIN
SCO di Paola non solo compose la IV, allorché si recò in Francia. Le
regola pei religiosi, ma ancora per religiose di detto monastero chi prin-
le monache, e per le persone dei ci pio furono soggette ai correttore
due sessi che avessero voluto ab- del convento d' Andujar, ma poi
bracciare l'istituto de' minimi, onde s. Francesco le sottopose all'obbe-
iene ad essere egli fondatore di dienza del provinciale di Spagna,
tre ordini. La regola però delle onde in appresso si moltiplicarono
monache, le quali compongono il con molti monasteri non solo iu
secondo ordine, fu 1' ultima delle quel regno, ove se ne contarono un-
tre composte dal santo, avendo dici, ma in Francia nel 1621, ed
scritto prima quella delle persone in Italia. La regola delle monache
d'ambo i sessi o terziari perchè è poco diversa da quella de' reli-
costituiscono il terz* ordine. Avendo giosi, né differisce se non nelle co-
s. Francesco mandalo nella Spagna se necessarie alla diversità del sesso.
il p. Germano Lionet con alcuni Hanno esse per conseguenza anche
altri de' suoi frati per istabilirvi il voto di perpetua vita quaresimale,
l'ordine de' minimi, d. Pieti-o di le medesime osservanze de' digiuni,
Lucerna Olii non contento di a- silenzio, orazione e altre cose che
Ter fondato un convento di questi si osservano dai miniuii. Vi ha dif-
nella città di Andujar, con Ma- ferenza tra i correttori e le cor-
ria Alfonsa sua moglie diede anco- rettrici, perchè i primi si eleggono
ra la sua propria casa per conver- ogni anno, le seconde ogni tre. Nel
tirla in un monastero di religiose rione Monti alla Suburra presso il

del medesimo ordine, e due sue ni- bel convento de' minimi, nel lySo
poti Maria e Francesca, nate dalla fu fondato un monastero di pao-
figlia Elena, furono le prime a \e- lotte da suor Maria Diomira, e con
«tirvi r abito nel 1 495^, dato loro architettura di Francesco Fiori la
dallo stesso p. Germano, sottopo- contigua chiesa de' ss. Gioacchino
nendosi al governo del p. Giovan- e Francesco di Paola, come si ha
Ili del Bosco la chiesa di questo
: dall' Itinerario del Vasi. In questa
primo monastero fu dedicala a s. chiesa nel 1780 fu .sepolto nella
Elena. Non avevano in quel tempo cappella del Crocefisso da lui fon-
legola particolare, perchè s. Fran- data, monsignor Vittorio Giovardi
Cesco per le monache la compose di Veroli, decano de' votanti di se-
nei i5o6 in cui Giulio II l'ap- gnatura, e deputalo vigilantissimo
provò con quelle del primo e terzo delle religiose. Luigi Doni,
Il p.

ordine, colla bolla Inter caeteros. che fu poi vescovo di Rielz, nella
Nel i5o5 il santo in segno di af- storia generale di questo suo ordi-

fezione verso tali vergini, ch'era- ne descrive le vite di alcune mo-


no allora otto, mandò a ciascuna nache minime spngnuole e italiane,
una corona, dono che soleva fare morte in concello di santità, alle
agli amici e benefattori dell' ordi- quali si debbono aggiungere altre

ne. Queste corone sono stale la francesi, tra le quali suor Gabriel-
sorgente di moltissimi prodigi, per la Touquart di Gesù Maria, che
la benedizione compartiva
che gli dal terz' ordine passò ul secondo,
il santo, per facoltà concessa di he fondando di questo un monastero
uedir corone « candele da Sisto uella città di Abbc\ille, di cui ella
MIN MIN 179
fu fatta corretlrice, e dopo avervi vano alla di lui direzione, servisse-

dimorato molti anni negli esercizi ro loro di regola e di statuti, fin-

di pietà e mortificazione continua, ché nel i5or compose pel terz'or-


morì santamente nel iSSg: il mo- dine la regola che approvò Ales-
nastero di Soissons fu il secondo sandro VI nel i5o2, e confermò
monastero eretto in Francia, ed en- Giulio II nel i5o6, insieme a quel-
trambi furono approvati da Gre- le del primo e secondo, forman-
gorio XV
nell'anno 1623. L'abito done tutto un corpo. Questa rego-
delle religiose minime è simile a la contiene sette capitoli: primie-
quello de' religiosi dell'ordine, e ramente prescrive ai fratelli e so-
sul velo bianco ne portano altro ne- relle, terziari e terziarie, l'osser-
ro. Il p. I3onanni nel Catalogo vanza de' comandamenti di Dio e
delle vergini consacrate a Dio, ne della Chiesa. I chierici devono re-
riporta la figura a p. 5'j, ripro- citar r uffizio divino, e gli altri dire

dotta nella Raccolta dal Cappar- pel mattutino sette Pater ed Ave;
roni, e dice che nelle croniche del altrettanti per le laudi, cinque pel
p. Lanovio, e nel cap. II ilella vi- vespero, tre per la compieta e per
ta del fondatore, d'Isidoro toscano ognuna delle altre ore canoniche,
pag. 4o4> *' parla delle monache con aggiungere in fine ogni volta
paololte. Abbiamo: Costituzioni del- il Gloria Patri, ed ogni giorno tre
le rev. monaclie di s. Francesco altri Pater ed yéve, e dopo 1' ulti-

di Paola della città di Roma. ma il Requiem pei defunti. I ter-


Terz' ordine. Pel tempo in cui ziari e le terziarie debbonsi confes-
san Francesco l'istituì questo do- sare da' sacerdoti loro assegnati dal
vrebbe chiamarsi secondo, poiché correttore generale dell' ordine, e
il santo molto prima di portarsi comunicarsi nel giovedì santo, Pen-
in Francia stabilì in Calabria un tecoste , Assunta e Natale. Sono
modo di vivere per le persone obbligati ascoltare la messa con di-
dell'uno e l'altro sesso, viventi nel vozione, pagar le decime dovute ai
secolo. Rilevasi dai processi di sua curati, astenersi da impieghi inde-
canonizzazione, aver il santo in Ca- centi, non ed
intervenire a festini
labria distribuito a diversi secolari altre vanità. E loro vietato mangiar
il cordoncino eh' è la divisa del carne dalla festa di s. Lucia sino a
terz'ordine. Daimedesimi pure ap- Natale, ne* tre giorni precedenti
parisce che andando il fondatore alle comunioni prescritte, e in tutti
in Francia e passando per Altiglia i mercoledì, potendo i confessori
vi lasciò una comunità di terziarie dispensare, come dal digiuno, in-
in numero di dieciselte, le quali altre opere pie. Sono in libertà di
avevano per correttrice certa Per- osservar la vita quaresimale, devono
na, e per direttore il sacerdote Ser- però vestire d'un colore quasi simi-
ra parimenti terziario. Non è però le a quello de' minimi, cingendosi
cerio che il santo formasse per quc' di un cordone con due soli nodi,
sti in Italia alcuna regola, ma non che ricevono dal correttore, nelle
può negarsi che gli esempi della cui mani, se vogliono perseverar nel-
sua santissima vita, e le esortazio- r ordine, debbono poi far la pro-
ni che da lui e da* suoi religiosi fessione, purché abbiano compiti
si facevano a quelli che si afllda- quindici anni d'età. I superiori
i8o MIN MIN
maggiori de' minimi, ne'luoglii ore domenicano Boccasini, poi Papa
esiste il terz' ordine, deputano un Benedetto XI, confermar la
per
correttore ed una correttrice, prin- tregua fissata per due anni da Car-
pal cura de' quali è il conservare lo II, tra il re di Francia e Gui-
in perfetta amicizia gli ascritti, che do conte delle Fiandre. Questa
si devono amare quali fratelli e commissione 1' adempì con tanta
sorelle, visitandoli nelle infermità soddisfazione del Papa, che a' i5
e consolandoli nelle afflizioni. In dicembre r3o2 lo creò cardinale
Toledo furono istituite terziarie vescovo di Porto confermandolo
,

claustrali viventi monastero con


in nel governo dell'ordine, col titolo
voti solenni, che terminarono per di vicario generale, fino al nuovo
estrema povertà, ed alcune fioriro- capitolo, ed inoltre lo dichiarò pro-
no per santità di vita. Ora il terzo tettore dell'ordine medesimo, e le-
ordine de' minimi comprende solo gato in Francia. Trovossi presente
secolari de' due sessi, che in alcuni ai conclavi di Benedetto XI e Cle-
paesi vestono come i religiosi e le mente V, e nel concilio di Vienna
monache. Tra di essi molti furono con argomenti tolti dalla teologia,
illustri per nobiltà e pietà, come difese con eguale impegno e suc-
la b. Grazia da Valenza, s. Fran- cesso la memoria di Bonifacio Vili.
cesco diSales, ed altri servi di Dio, Morì nel i3i2 in Avignone, ove
come s. Giovanni di Dio, s, Vin- Clemente V avea trasferito la resi-
cenzo de Paoli, e la b. Giovanna denza pontificia, ed ebbe sepoltura
di Valois, fondatori di altri ordini; nella chiesa del suo ordine. Per
inoltre furono terziari Luigi XI, mezzo di Giotto, famoso pittore, fe-
Carlo Vili e Luigi XII re di ce esprimere al vivo i principali
Francia. tratti della vita di s. Francesco nel
MINIO GioviNNi, Cardinale. convento d'Asisi in trentadue pit-
Giovanni Minio da Morrovalle, nel- ture. La vita del cardinale fu scrit»
la diocesi di Fermo, professò nel- ta da Isidoro uomo celebre.
l'ordine francescano, dove divenuto MINISTRI DEGL' INFERMI, o
celebre dottore di teologia, fu tra- Crociferi, chierici regolari, ordine
scelto da Nicolò IV a lettore del religioso. Ne fu fondatore s. Ca-
palazzo apostolico, e poi dai suoi millo de Lellis [Vedi), nato 25 a'

frati nel capitolo tenutosi in Ana- maggio i55o in Bucchianico dio-


gni nel 1296, a cui volle trovarsi cesi di Chicli, da famiglia illustre.

presente Bonifacio VlIIj venne a Sua madre avea 60 anni quando


voti concordi eletto generale del lo partorì, e prima di darlo alla
suo ordine, cui studiossi di richia- luce sognò avere in seno un
di
mare all' antica disciplina. Nel tem- fanciullo con una croce in petto,
po del suo generalato s. Lodovico cui si univano altri fanciulli ornati
vescovo di Tolosa, primogenito di del medesimo segno. Il padre co-
Carlo II re di Napolij professò nel- me militare poca cura si prese di
le di lui mani la regola di s. Fran- sua educazione, onde imparò ap-
cesco nel convento di Araceli di pena a leggere e scrivere, ma ben-
Roma nella vigilia di Natale 1296. sìsi die al giuoco. D'anni 18 si
Per ordine di Bonifacio Vili si arrotò nelle milizie venete col ge-
trasferì a Gant in compagnia del nitore, il quale essendo morto pres-
MIN MIN i8i

$0 Loreto, rimasto Camillo solo vanti, i quali lo rifiutarono a ca-


perchè aveva eziandio perduta la gione della piaga che gli restò fin-
madre, non potè condursi a Ve- ché visse. Allora designò d' istitui-
nezia, anche per essersi impiagale re una congregazione di persone
le gambe. Curandosi in Fermo secolari, pel servigio degli amma-
concepì abborrimento pel mondo, lati massime nell' ultima
poveri,
e vocazione di vestir 1' abito fran- agonia, avendone osservato il gra-
cescano. A tale elFello si recò in ve bisogno nell'ospedale stesso; laon-

Aquila, ove lo zio era guardiano de nel iSS? si unirono a lui Ber-
del convento di s. Bernardino, ma nardino Norcino della Matrice, Cur-
non volle riceverlo. Allora Camillo zio Lodi aquilano, Francesco Pro-
risolvette portarsi in Roma, e cu- feta di Randazzo, Lodovico Aldo-
rarsi neir ospedale di s. Giacomo, belli e Benigno. Si adunavano o-
ove fu ammesso come inserviente gni giorno in un piccolo oratorio
alla cura degi' infermi, indi però da loro eretto nell' ospedale, ove
licenziato pel suo naturale focoso recitavano preci e facevano medi-
e dedito al giuoco. Tornò pertanto tazioni. £ inesprimibile come Ca-
ad ascriversi nel iSSg alle milizie millo, avente a confessore e con-
venete, ma per la guerra termina- sigliere san Filippo Neri , s'inol-
ta co' turchi, presto venne licenzia- trasse nella via della perfezione, e
to. Ridotto in miseria, trovò rifu- con quanta fortezza d'animo, su-
gio dai cappuccini di Manfredonia, blime carità, amore e pazienza as-
che r impiegarono alla costruzione sistesse agi' infermi in tutti i loro
d' una fabbrica, Frattanto Dio a- bisogni anco spirituali, e con quan-
vendolo illuminato, nei giorno della to fervore si esercitasse nelle virtù.
Purificazione fu accettato per fra- 11 demonio invidioso di tanto bene,
te laico; ma scorso poco tempo lo mosse superiori dell' ospedale a
i

lasciarono in libertà per la riaper- ordinare che l'oratorio fosse disfat-


tura d' una piaga. Tornò in Roma to; però Dio consolò il suo servo,
all' ospedale di s. Giacomo per la esortandolo a perseverar nell'im-
cura, e si rese di edificazione a tut- presa, ed assicurandolo di assistenza.
ti pel cambiamento di vita. Gua- Animato dal divino patrocinio, sta-
rito che fu, volle far ritorno in bili di formar la sua congregazio-
Manli'edonia tra' cappuccini , ove ne fuori dell' ospedale, e per con-
poco restò rinnovandosi suo male.
il siglio di un amico
determinò ad si

Risoluto di darsi tutto a Dio, e ordinarsi sacerdote, per meglio gio-


consacrarsi interamente al servigio vare agli ammalati, ed aver più se-
degl'infermi nell'ospedale di s. Gia- guaci che l'aiutassero, poiché il
como, si recò nuovamente nella ca- suo fine principale era quello di
pitale del cristianesimo. Gli am- assistere negli estremi della vita i

ministratori dello stabilimento gli moribondi, e di aiutarli a rendere


aftidarono 1' uffizio di economo, che piamente V anima a Dio.
esercitò con fedeltà e diligenza. Il Persuaso Camillo eh' eragli ne-
suo spirito essendo agitato pel voto cessaria la lingua latina, non si
fatto di entrare nell' ordine di s. vergognò d' anni trentadue di an-
Francesco, provò d' essere ammes- dare ad impararla dai gesuiti nel
io tra' cappuccini e minori osser- collegio romano, in mezzo ai fan-
}82 MIN MIN
ciuUi. In poco tempo piofiltò tan- giugno un breve in cui si permise
to nello studio, che avendole pia al fondatore ed a* suoi religiosi di
persona assegnato una pensione di portare sui loro abili una croce di
36 scudi , fu ordinalo sacerdote. color tanè, per distinguersi dagli
Poco dopo i superiori dell' ospe- altri chierici regolari. Non aveva-
dale gli conferirono l' ufìlziatuia no essi allora né chiesa né orato-
della chiesa di santa Maria dei Mi rio, e perciò erano costretti ogni
lacoli al Popolo, ove il santo cre- giorno ad uscire, per andare a ce-
dendo poter liberamente dar prin- lebrare o ascoltare la messa nella
cipio alla sua congregazione, rinun- chiesa de' gesuiti, ove eletto ave-
cio all'impiego di economo; nel vano anche il loro confessore. Ab-
settembre i584 prese possesso di tal bandonala la casa alle Botteghe o-
chiesa, e ordinò a' suoi compagni sciu'e, ottennero con alcune condi-
vestire abiti ecclesiastici
con assenso zioni dall' arciconfraternilà del Gon-
di Gregorio XIII. Poco restò in falone la chiesa di s. Maria Mad-
questo luogo, perchè essendosi ma- dalena con alcune case contigue,
ialo r abbandonò co' compagni e che poi fecero rifabbricare magni- j
prese casa alle Botteghe oscure, ficamente al modo che si dirà. Si I
continuando l'assistenza degl' infcr- aumentò quindi il loro numero, e
oai. Crescendo mirabilmente la sua s. Camillo passò a fondare una ca-
congregazione, che dicevasi del p. sa in Napoli, conducendo seco doili-
Camillo, delerrniuò che si chiamas- ci compagni. Il cardinal Gio. Evan-
se degli assistenti o ministri degli gelista Pallolta gliene esibì un'altra
infermi. Sisto V per l' utile grande da farsi in Bologna; ma il santo
che derivava dal nuovo istituto, non potè accettare, perchè molli
r approvò colla costituzione Ex o- de' suoi discepoli per mancanza di
maibiis, a' i8 marzo i586j Bull. patrimonio, non si potevano ordi-
Hom. t. IV, par. IV, p. 191, e nar sacerdoti. Si pensò a ciò rime-
permise agli alunni di essa di vive- diare con otleneie da Sisto V di
re in comunità, di fare i voti sem- erigere la congregazione in ordine
plici di povertà, castità e obbedien- regolare, e ne parlarono al Papa
za, ed il quarto di assistere mo- i i due cardinali Laureo e Pallolta,
ribondi, eziandio in tem[)o di peste. il quale ne die incombenza alla
Diede loro altresì licenza di eleg- congregazione de' riti. Per suarnor-
gere un de' loro sacerdoti per su- te Gregorio XIV col breve Jlliiis,
periore, il quale non potesse esei- del 21 seltembre iSyi, Bull. Boni.
cilar 1 udìzio che per tre anni, e l. V, par. I, p. 3o6, approvò la
di questuare per la città. Agii 8 loro maniera di vivere stabilita dal
aprile fu eletlo in superiore s. Cu- fondatore, il quale ordinava che la
luillo, il quale subito prese un com- povertà de' suoi fosse come quella
|>(igno e andò per lioma a chieder degli ordmi mendicanti. Prescrisse
r elemosina, ma non Uovo che un che si eleggesse un prcfcLlo generale
pane ed alcune frulla. Il Ciudinale il cui uliìzuj fosse perpetuo, con
Vincenzo Laureo vescuvo di Mun- quattro consultori pure perpetui,
dovi e pruteltore della congrega- cioè durante la vita del prelello
rjone, la cui conferma avea ottenu- generale; che subito eletto il geue-
U 4» i^i^tu V, oUcuue pure a' j:6 rule faeessero uclle sue waui i vo-
,

MIN MIN i83


(i solenni di povertà, castità, ob- dali, furono compilati nuovi lego-
hedienza, e di assistete i nioribou- lamenti, approvati du Cleiueute Vili
di; che il numero de' fratelli laici nel iGoo, culla bulla Superna dì-
t'osse maggiore di quello de' sacer- spositione^ de' 29 dicembre, Bull.
doti; che dimorando giorno e notte Roin. t. V, par. II, p. 3^5 ; nella
negli spedali a cura degli inferrai quale bolla furono riformate molte
non prendessero altra ricompensa ordinazioni che si trovano nel sum-
che quella sponlaneaujenle olferla mentovato breve di Gregorio XIV,
dai superiori degli spedali; e che si fra le qual^ fu tolta la perpetuità
destinasse una ciisa pel noviziato, al generale e consultori. Tuttavol-
Kello slesso breve Gregorio XIV la i religiosi lasciarono in seguito
li esentò dalla giurisdizione de' ve- questo impiego, ed in altro capito-
fecovi, sottoponendoli immediala- lo gv^nerale, adunato in Roma nel-
inenle alla santa S^òe, eli dichia- l'ottobre 8. Camillo rinuu-
1607,
lò partecipi de' privilegi de' bene- zio la carica di superiore, che fu
dettini, mendicanti, gesuiti, cano- conferita al p. Biagio Opperti, pri-
nici e chierici regolari. ma col titolo di vicario generale, e
Innocenzo IX deputò Paolo Ài- poi in un altro capitolo tenuto nel
beri arcivescovo d' Epidauro, a ri- 1608 con quello di generale. Sciol-
cevere la prufessione dui fondatore, io il fondatore da ogni imbarazzo
il quale ricevè poi quella de' suoi si diede tutto all' orazione, agli e-
religiosi agli 8 dicembre iSgi.Do- sercizi di carità, ed alla penitenza
pò tal solenne professione si accese e mortiricazione, dalle quali oppres-
maggiornienle la carità del sanlo so, e ricevendo il s. Viatico dal
verso gì' mese di
infc'imi, e nel cardinal Ginnasi protettore dell'or-
marlo 1592 ottenne nuova confer- dine, volò al paradiso in Roma ai
ma dell'ordine da Clemente Nili, i4 luglio i6i4> d'anni 64, un me-
die agli antichi aggiunse nuovi pri- se e venti giorni, e fu onorevol-
vìlegi. Nel medesimo anno utoren- mente sepolto nella sua chiesa di
do il cardinal Laureo, assistilo da s. Maddalena, dove illustrato da
t>. Camillo, lasciò l'eredità ai ministri Dio con moltissimi miracoli è ia
ilcgl' inCcrmi. Quindi il sauto passò gran venerazione il suo corpo. E-
u Napoli ed a Loreto, e tornato in gli avea fondato case dell' ordine
Ruma coi beni della conseguita e- anche a Bologna, Genova, Firenze,
redità soddisfece i debili contratti Ferrara, Messina, Mantova ed altri
jjcr la fabbrica della casa, e poscia luoghi, come in Ungheria. A Na-
i>i applicò a dilatar l'ordine, che poli, in Nola, in Roma ed altrove,
introdusse ancora in Milano con fu spettacolo di carità uell' assiste-
assumersi la cura dell' ospedale. Ra- re gli appestati, come lo furono i
dunò dipoi il capitolo generale in suoi figli allora e dopo, pieni del
Roma, dove furono eletti quattro suo eroico spirito. Non solo il sauto
consultori, col carico di stendere le prendeva viva cura dell'anima, ma
costituzioni, per servire di regola a anco corpo degl' intermi, ve-
del
tutta la congregazione, e nel 1099 gliando che si seppellissero quando
vi convocò il secondo, in cui es- indubitatamente erano divenuti es-
sendo stato ammesso il di lui prò- daveri, ordinando a' suoi religiosi
yello di assistere i malati negli spe- di continuare le oruiiou» pegli 4»go-
,

i84 MIN MIN


nìzzauli alcuntempo dopo che sena* de Lellis scritta in italiano un anno
bravano aver mandato l'ultimo re* dopo la sua morte dal discepolo p.
spiro, per precauzione, e non per- Santi Ciccatelli, e stampata in Vi-
mettessero che loro si coprisse to- terbo nel i6i5, fu ristampata in
sto il volto per impedire la respi- Napoli nei 1627, e con giunte in
razione, finché non si avesse indu- Roma nel 1746 : tradotta in lati-
bitata certezza della morte. Bene- no dal gesuita Pietro Halloix fu
detto XIH a' 24 luglio 1728 ne pubblicata Anversa nel i632.
in
approvò le virtù in grado eroico, Nel 1726 il p. Pantaleone Dolera
e Benedetto XIV
dopo averne ap- stampò in Roma quella da lui com-
provato i miracoli a' 26 settembre pilala. Da ultimo, e nel 1887, fu
1741, e permesso a'5 marzo ij^'ì esaminata e confrontala coi pro-
colla costituzione De congregalio- cessi della canonizzazione la stessa
nis, presso il Bull. Magn. t. XVI, vita scritta dai padri Ciccatelli e
p. 74> che il suo corpo fosse tra- Dolera, e così correità fu stampata
sferito in luogo più decente di det- in Roma dal tipografo Marini.
ta chiesa, agli 8 aprile colla bolla Dopo la morte del fondatore l'ordi-
In virtutibas, loco citato, solenne- ne prosegui a dilatarsi, e passò anche
nenie lo beatificò, canonizzandolo nella Spagna, ed in altri paesi. Nel
colla bolla Misericordiae, de' 28 1687 Urbano Vili col breve Ex-
giugno 1746 Bull. Bentd. XIF
, poni nobis, a tenore delle costitu-
\, li, p. 75, a' 29 detto ; indi con zioni della congregazione, ordinò che
decreto 8 gennaio 1752 ne con- i capitoli generali si tenessero ogni
cesse l'uffizio e messa con rito dop- sei annij ed essendo insorta la que-
pio negli stati sardi, e con decreto dei stione tra' sacerdoti ed i frati , i

29 maggio a quelli ereditari di ca- quali erano prima impiegati anche


sa d' Austria. Clemente XIII aven- nelle cariche della religione, preten-
do a' 25 novembre 1758 concesso dendo questi secondi la precedenza
che in Roma18 luglio si cele-
a' sopra de' chierici, Alessandro VII
brasse la festa con detti uffizio e con breve del 1662 decise a favo-
messa con rito semidoppio, a' i5 re di questi ultimi contro laici, i

dicembre 1762 ordinò che in tut- ed accordò ai religiosi molle indul-


ta la Chiesa cattolica si flicesse lo genze a beneficio degli infermi. Qui
stesso uffizio colle lezioni del secon- noleremo che Innocenzo XI a' 3i
do e terzo notturno , orazione e agosto 1684 stabih col breve Ex-
messa tutto proprio, già da Bene- poni nobis, che i fratelli laici non
detto XIV approvati a' 12 marzo potessero più occupare la carica di
1753 con rito semidoppio, che Cle- consultori; e che Innocenzo XII ai
mente XIII con decreto de' 16 20 agosto 1697 col breve Sollici-
settembre 1767 elevò a doppio mi- Uulo pasioralis, tolse ai medesimi
nore. Con simile decreto' permise fratelli laici la voce attiva e passi-
a' ministri degl' infermi, ad istanza va. Inoltre Alessandro VII concesse
del re di Sardegna, che nell' assi- ai ministri degli infermi la chiesa
stere a' moribondi potessero recitare di s. Maria in Trivio, che descri-
nelle litanie il nome dei loro fon- vemmo nel voi. XI, p. 2o5 del
datore s. Camillo dopo quello di Dizionario, quanto all'origine; laon-
s. Fraucesco. La vita di s. Camillo de qui faremo parola di altre cose
MIN MIN i85
che la riguardano. I religiosi nel partendo dall' aitar maggiore, ha
cunvenliiio annesso vi posero il no- due belle colonnine di verde anti-
viziato, indi servì di residenza del co, in mezzo a cui è il quadro col
procuratore generale. Avendola re- battesimo di Cristo d' uno scolaro
staurata nel 1573 i religiosi anti- del Palma, di cui sono pijre le sto-
chi proprietari, i ministri degl' in- rielte a fresco colorite ne'Iati e per

fermi fecero molto


altrettanto, e di sopra all'arco. Sull'ultimo alta-
l'abbellirono. La chiesa ha una sola re s. Maria Maddalena è del peru-
nave con quattro cappelle senza gino Scaramuccia. Nel mezzo della
sfondo, ed il cappellone maggiore chiesa vi è la memoria sepolcrale
nell' estremità superiore. 11 pavi- del cardinal Luigi Cornaro. Nella
mento è di puliti marmi, le pareti sacrestia da un lato si vede la Pie-
sono ricche di stucchi messi a oro, tà ad olio, e nella volta altra si-

e la volta co' suoi peducci è tut'a mile a fresco, dipinte dal p. Bar-
dipinta colle storie della Eeata Ver- tolomeo Morelli genovese de' mini-
gine, condotte dal reatino Antonio stri degl' infermi. Nella volta di vi-
Gherardi, lodate pel colorito. Il cina stanza Gherardi dipinse
il il

primo altare a destra ha un qua- miracolo operato da s. Camillo al


dro di s. Francesco Caracciolo, po- romano Crescenzi, e sulla porla
stovi di recente, e prima v' era un della sacrestia il Cristo morto è del
Crocefisso con Maria, s. Giovanni e Palma. Qui noteremo, che nella
s. Maria Maddalena, di Gio. France- navata pi'incipale della basilica Va-
sco Bolognese, di cui sono i quadretti ticana, tra le statue de'santi fonda-
laterali ad olio colle storie di Ma- tori, i ministri degl'infermi vi col-

ria Vergine il Crocefisso


: fu tra- locarono quella di s. Camillo, scol-
sferito r altare maggiore a
presso pita da Pietro Pacilli.
dritta. secondo altare prima avea
Il Clemente XI nel 17 14 diede la
un s. Pontefice decapitato da un ma- chiesa di s. Giovanni in Mica Au-
nigoldo, pittura del p. Cosimo cap- rea in Trastevere ai religiosi, per-
puccino, ed ora sta presso l'altare chè fosse loro più agevole nella re-
grande a sinistra, ed in suo luogo gione assistere moribondi. Cle- i

fu sostituito il s. Camillo de Lellis mente XIII col breve, /Id aiigen-


del siciliano Gaspare Serenar! : dai dani, de'4 marzo 1760, Bull. Roni.
lati dell'arco sono cinque piccoli Conlinualio, 2g4> concesse t. I, p.
affreschi colle storie della Passione indulgenza da applicarsi
plenaria,
del padre Cosimo. L'aitar maggio- anche ai defunti, a quelli che con-
re ebbe già una gloria d' angeli fessali e comunicali venerassero il
adoranti il ss. Sagramenlo, dipinta ss. Sacramento esposto nelle chiese

dal Palma che colorì pure due i de' ministri degl' infermi in ogni
quadri laterali. In seguito 1"
altare festa di precello, nelle quali m Ro-
fii rinnovato con architettura del ma espone nelle due chiese del-
si

nominato Gherardi, con marmi pre- l'ordine. Pio VI nel 1781 per ri-
gevoli e rari , tanto nella mensa chiesta della regina Maria I, mandò
che nella balaustra ; ed in esso ve- in Portogallo dodici religiosi per pro-
nerasi un'antica immagine di Ma- pagarvi il beuemerilo istituto, cioè
ria Vergine col Bambino in piedi. nou nel Portogallo, ove già esisteva,
11 primo altare dall' opposto lato, ma nelle Indie soggette a quella
1 86 MIN MIN
corona. Ospedale dì
Neil' x. Gio- cappello ecclesiastico, ed alla croce
vanni in Laterano [Fedi) per l'assi- di tanè sostituirono la rossa, che
stenza spirituale delle malate, in portano sopra la sottana e il mantel-
luogo de' confessoii e cappellani lo nella parte destra. Ai quattro voti
pieti secolari, con autnii/.za/.ione di solenni ne aggiungono quattro sem-
Gregorio XVI nel i836 vi furono plici, non variar cosa alcuna
di
t;()|locati i ministri degi' infei'mi, nella maniera che osservano in
cioè sei padri e due laici. Uno dei servire gì' infermi, se ciò non fòs^e
primi è priore, altro è sotto priore. per un bene maggiore e con auto-
«•(I oltre r occuparsi delle cose spi- rità apostolica; di non procurare
rituali, soprintendono alla discipli- cosa alcuna dagli spedali, né d'ac-
na degli uon)ini che servono l'isti- cettare mai per qualunque ragione
llilo; gli altri cpiattro padri com r amministi'azione temporale degli
|)iono i doveri del sacro ministero, spedali; di non procurare alcuna di-
fS'iendo uno di essi giorno e notte gnità né direttamente, né indiret-
.sempre di guardia per qualunque tamente, né neir ordine, né ftiori

bisogno. Con beneplacito di detto dell' ordine, e di non accettarla se

Papa nel pi'incipio del iBSg mi- i sia loro conferita, senza la dispensa
nistri degli inflermi permutarono la pontificia; e di avvisare i superiori
chiesa di s. Maria in Trivio e an- se alcuno di essi procura di aver-
nesso conventino con chiesa e , ne. Fanno due anni di noviziato, e
convento de' ss, Vincenzo ed Ana- non sono obbligati in coro a reci-

stasio a Trevi, che


descrìveremo, tar r ufllzio divino, ma bensì a fa«
coi Chierici regolari minori ( Fé- re ogni giorno un' ora di medita-
tp), chiesa e convento che subito zione, e a fare la disciplina, ed una
listorarono ed abbellirono, e l'ulTi- astinenza in tutti i venerdì. Nel ca-
%.i»nn con splendidezza e decoro. pitolo generale eleggono il prefetto
)l l^apa regnante nel luglio 1847 generale ed i quattro consultori
col breve Inler plurima, nell' arci- assistenti, ch'eleggono i provinciali,
ppedrde di s. Spirito in Sassia, ai i prefetti, i visitatori e gli altri nf-
canonici regolari sostituì i ministri fi/.iali. Hanno questi religiosi delle
flegi' infermi, per la cura e assi- case di professione, di noviziato,
iitenza dei malati, e pel governo ed anche infermerie. Queste due
della unita pariocchia, concedendo ultime case possono possedere ; an-
»ll archivista e segretario qne' pri- ticamente non le prime, alle quali
\ilegi già goduti dai canonici dallo era permesso soltanto di avere una
stesso Pontefice confeniporanea- casa di campagna, acciocché i reli-
niente soppressi. Indi agli 8 ago- giosi possano sollevarsi alquanto
sto sedici indi-idui religiosi presero dal ministero laborioso ch'esercita-
possesso del grandioso slabiliuiento no con tanta edificazione ed utili-
con quelle solennitii «lesciille nel tà pubblica; ma Clemente XIII col-
nuui. 64 del Diario di Roma. la bolla Inter plurima, de'24 ag**'
L'abito de' ministri degl' infer- sto 17641 concesse che anco le ca-
mi, chierici regolari, delti ancora se professe potessero possedere. Vi
del ben morire, al che diulano ca- .sono Ira di loro, .sacerdoti, fidati

ritalevolnienle chi lo brama, è ne- laici o conversi, ed oblati, de'qiiali


ro simile a quello degli nllii, con i primi due sono legati con voli
-

MIN MIN 187


solenni, e gli oblali fanno solamen- infermi sono sempre mostrati de-
si

te J voli semplici, e sono impiegali gni figli di s. Camillo, e molte cen-


negli uffizi della casa. tinaia ne furono vittime. Quanto

In questa congregazione fiorirono ai religiosi illustri per sapere, seb-


diversi servi di Dio, e parecchi per- bene il loro istituto li obbliga ve-
sonaggi per dottrina e per o-
illustri gliar le notti, e consumar i giorni
pere spirituali che pubblicarono. Fio- al letto de' moribondi, pure abbia-
rirono in santità di vita, princi- mo diverse opere pregevoli di alcuni.
palmente il fratello Bernardino Nor- Il p. Gio. Battista Novali pubblicò
cino priujo compagno di san Ca - varie opere, tra le qualinomineremo
inillo , morto nell'anno i583. Il quelle intitolate : Eucharistici amo-
fratello Giovanni Baudinch irlande- res ; e De eminentia Deiparae V.
se, confessore della fede in Londra, M. Il p. Nicolò du Mortier professo-
morto in Pioraa nel 1612. Il p. re dell'università di Lovanio, Etymo-
Francesco Corradi messinese, del logiae sacrae graecolatinae, opera
quale .sono registrati alcuni miraco- importante e rara. Il p, Feliciano
li, morto in Napoli nel 1G18. Il p. Bussi, Storia di Viterbo , lasciando
Pier Francesco Pelliccioni , chiaro manoscritte altre opere esistenti nel-
per la sua innocenza e carità, mor- la biblioteca della Maddulena. 11 pre-
to in Genova servendo gli appesta- fello generale risiede nella casa
ti nel Giovanni Cocca-
1625. Il p. di s. IMaria Maddalena, ed il pro-
relli zelante uiissionario nell' Olan- curatore generale in quella de' ss.

da ; mori servendo gli appestati in Vincenzo ed Anastasio a Trevi. Al


Manleva, nel i63o. Il p. Giuseppe presente è prefetto generale il re-
Romaguerra^ ucciso in odio del mi- verendiss. p. Luigi Togni, e procu-
nistero aMadrid mentre assisteva ratore generale il reverendiss. p. Ma-
un moribondo, nel 1640, Il p. Gio. rio Lipari. Scrisseio di questo or-
Ballista C^ontronibus, uomo di eroi- dine il p. Ippolito Malacci, il p.
ca chiamato
carità, al suo tempo Santi Ciccatelli de'minislri degl' in-
in Roma il padre de' poverelli, fermi , i padri gesuiti Pietro Hal-
morto nel i65i. Il p. Andrea Si- loix e Gio. Biitlisla Rossi, gli scrit-
cli, acceso di fervido zelo per la tori degli ordini legolari , ed il p.
conversione degl'infedeli, fece il gi- Bonanni nel suo Catalogo di essi
ro del Messico, del Perù, del Bra- ne riporta anco la figura a p. 64.
sile, e di allre parti di America Abbiamo, CoUeclio constilulioinini
per cionverlirli e propagar la divo- apostolicarum ad religionem cleri-
zione della Beata Vergine. Il p, corttni regulariiun perlinentiuin mi-
\incenzo Dui unii celebre per la ntslrantiuin in/irrnis, ^otìtae 1770.
sua innocenza, penitenza e carità, In B-oma hanno le tre seguenti
morto in Palermo nel 1718. Il p. chiese.
Martino d' Andrez Perez .spagnuo- Chiesa di s. Maria Maddalena,
lo, ed allri riportati nelle Memorie nel rione III Colonna. Il nuovo
storiche del p. Domenico Regi del- contiguo convento entro cui è la
lo sles.so ordine. Va notato, che in stanza abitata dal santo fondatore
tutte le pestilenze che hanno af- de'minislri degl'infermi, mutata in
fililo l'Italia da Sisto V inclusiva una divota cappella, fu eielto nei
iMeule al chulera, » miuisln degli puQlilicuto d' luuoccu^o XI, cou
iS8 MIN MIN
disegno di Carlo Bazzaccheii. La Venula in proprietà di una dama
vemie nella riedificazione in-
cliiesa penitente del p. Simonio
Cesare
cominciala dall' aichiletto Gio. An- de' ministri degl' infermi, con pena
fonio de Rossi, e rimase compila a questi la cede per collocarla nel-
nel pontificalo d' Innocenzo XII, la chiesa alla pubblica venerazione,
da Carlo Quadrio ; poi Giuseppe e n' ebbe in premio la guarigione
Sardi eresse la facciata esterna, con del male che l'affliggeva, e cosi
troppi ornali, essendo le due statue ebbe quella immagine il titolo del-
superiori di Giuseppe Canarie, e le la Salute, Compartendo subito l'im-
laterali Paolo Cam-
alla porlaj di magine segnalati benefizi, cardi- i

pana. L' interno della chiesa ha nali Borgia e Sandoval ne fecero di-
iorma di croce latina con sei cap- pinger copie che spedirono in !•
pelle, comprese le due della crocie- spagna, ed il capitolo vaticano la
ra, ed il cappellone maggiore è or- coronò nel i66y, come narra il
nato sontuosamente con buoni mar- Bonibelli t. Ili, p. 83 della Rac-
mi, con opere di stucco e ricche colta delle immagini coronate : la
dorature; il pavimento è formalo cappella è patronato della nobile fa-
di politissime pietre ; le pitture del- miglia Simonetti. Seguita poi la
la volta e le altre dal cornicione magnifica cappella della ciocera, de-
ni su sono lavori di Michelangelo dicata a s. Camillo, il cui corpo ri-
Cerruli; gli angoli e la cupola ven- posa sotto l'altare: il disegno della
nero colorili da Stelano Parocel, e cappella è di Francesco Nicoletti
la predica di Gesù alle turbe Del- palermitano, il quadro col santo è
l' abside della tribuna è di Aure- opera di Placido Costanzi, la volta
liano Milani bolognese. Sopra la fu colorita a fresco dal cav. Seba-
porla è un nobilissimo coro per stiano Conca, e due suoi allievi di-
l'organo, tutto fornito di bizzarri in- pinsero i laterali, cioè Gaspare Se-
tiigli doratiorgano è uno dei
: l' renar! i ss. Camillo e Filippo,
migliori di Roma,
e venne eseguito quello di contro Giovanni Pannoz-
dal tedesco Giovanni Corrado, ri- za. Nella contigna cappelletta pros-
putatissimo artista. L'antico qua- sima alla porlicella di fianco, si
dro della prima cappella a drit- venera un prodigioso Crocefisso, quel-
ta, entrando in chiesa, era lavo- lo medesimo che nell' ospedale di

ro di Gmseppe Ghezzi ora la cap- : s. Giacomo staccò le braccia dalla


pella essendo patronato del cav. croce, e parlò a s. Catnillo ani-
Agostino Rem-l^icci, il quadro gran- mandolo a proseguire nell' opera
de rappresentante s. Francesco di incominciata di l'ondare la sua con-
l^aola in estasi, lo fece dipingere giegazione: ed ivi è pure una Mad-
dal cav. Tommaso de Vivo. Quel- dalena di legno miracolosa. Ridol-
lo minore della seconda cappella fu fino Venuti nella Roma moderna
eseguito non da Leone Ghezzi, ma p. 335, dice che vi fu istituita la

comunemente viene attribuito al b. compagnia del ss. Crocefisso, che


Angelico da Fiesole. Rappresenta la nel venerdì e feste vi esercitava al-
Beata Vergine col Bambino in atto cune divozioni. quadro dell' al- Il

di benedire, copia di quella che si tare principale con s. Maria Mad-


venera nella chiesa di s. Maria del dalena penilenf»^ è di Gherardi da
Popolo, e vi soleva orare s. Pio V. Rieti ; bassorilievi laterali in mar-
i
MIN MIN 189
mo sono scollure del Bracci ; gli ne in cielo in questa chiesa ove la
ornati di marmo dell'altare e del congregazione fu traspoitata La .

cappellone furono eseguiti coi di- volta della sacrestia la dipinse a


segni del Nicoletli. L' altra magni- fresco il nominato Pesce. Dicemmo
fica cappella della crocerà, già della nel voi. XXVI, p. 2 34 l'el dizio-
famiglia Torri, ora della Ossoli, fu nario, come Gregorio XVI trasferì
cominciata con architettura di Mat- in questa chiesa la parrocchia di s.

tia de Rossi e compita dal Bizzac- Luigi de'francesi. Nella chiesa si cele-
cheri : è ben ornata con marmi fi- brano ancoia le feste di s. Camillo ai
ni e dorature, con quadro di s. i5 luglio, e di s. Maria Maddalena
JN'icolò di Bari del Baciccio ossia la penitente a'22 dello stesso niese,
Gio. Battista Gaulli genovese ; i per la quale il senato romano ogni
due laterali sono pitture del bolo- biennio fa l' oblazione del calice di
gnese Ventura Lnniberti. La cap- argento e di quattro torcie di ce-
pella appresso ha per quadro s. Lo- ra ; la medesima oblazione si fi»
renzo Giustiniani, del napoletano per la festa di s. Camillo, per con-
Luca Giordani, detto Luca fa prie- cessione di Gregorio XVI nel i838.
sto,e si crede coloiito in una not- Quella del santo eroe di carità
te : il monsignor Far-
deposito di sempre si celebra con solenne pom-
setti lo scolpi il Mazzoli. L'ultima pa e concorso di popolo. Pio VII
cappella sacra all'Assunta, con qua- con breve de' 26 gennaio 1816 ac-
dro di Girolamo Pesce, fu oinata cordò a tutti fedeli d'ambo i ses- i

dal Nicoletti a spese della congre- si che visitassero in questa chiesa


gazione delle dame romane ivi e- il ss. Sagramento chiuso nel cibo-
retta, le quali si dedicano all' assi- rio, specialmente nelle ore pomeri-
stenza delle povere inferme negli spe- diane e nella sera, le stesse indui-'
dali della città; le statue di mar- genze che si acquistano visitando
mo e di stucco nelle nicchie lungo la ss. Eucaristia esposta in forma
la navata, rappicsentanli parecchi di quaranl'ore.
santi, sono di Paolo Morelli ed al- Chiesa di s. Giovanni in Mica
tri scultori: quelle sopra i confessio- Aurea della della Malva in Traste-
nali rappresentano le virtù che deb- vere. Ne parlammo nel voi. XXVI,
bono accompagnare la confessione. p. 167 e i94j "t^l d"'6 t^lic Leone
11 Piazza ntW Etisevologio romano XII nel 1824 riunì la sua parroc-
tralt, X, cap. V, parla di detta con- chia alla chiesa di s. Dorotea, per-
gregazione dell'Assunta, dell'edifi- chè la chiesa nel declinar del seco-
cante loro istituto e pie opere che lo passalo minacciando rovina (u
fanno, sotto la direzione della dama demolila dai religiosi con facolià
prolettrice. La congregazione fu i- di riedificarla nel periodo di cento
stituita i6i4 nella chiesa dei
nel anni. E siccome citammo la descri-

ss. Simone e Giuda a Monte Gior- zione che ne fece il Venuti, eccola.
dano, con regole approvate a' 28 Era la chiesa spartita in tre picco-
maggio 1629 da Urbano Vili che le navi, la cui ultima restaurazione
l'arricchì d'indulgenze. Si compone l'operò Antonio Ronchi (Giacinto
di 63 dame in onore degli anni che Brandi dicono altri), avendola ab-
vuoisi abbia vissuto la ss. Vergine, bellita con pitture Alessandro Va-
per cui festeggiano la sua Assunzio- selli per ordine di d. Urbano Da-
rgo MIN MIN
miano romnno ex generale de'Ge- pilastri, con cupola semiisferlca. Ha
sunti [Vedi), con l'annessa abita- cinque altari, due collocati nell'avan-
zione, la quale con la chiesa n questi tempio, due sulle braccia o traversa
la concesseClemente XI allorché della croce, il quinto o maggiore
Tolle sopprimere il suo ordine. E- neir abside. L' edifizio in costruzio-
lanvi nell'altare maggiore il quadro ne prosegue con lode ed ha con-
colla Beata Vergine, ed ss. Giovan-i tigua la casa religiosa.
ni Battista e Giovanni evangelista, Fincenzo ed Ana-
Chiesa de' ss.
disegno del Brandi che vi fece i stasioa Trevi con parrocchia nel
due angeli, eseguendo il resto il rione II Trevi, posta da un lato
discepolo Vaselli, il quale colla di- delia piazza in cui è la sontuosa
rezione del maestro dipinse ancora Fontana di Trevi [Fedi). Non si
a sotto in su la volta della chiesa. conosce l'origine, ma era già par-
Il quadro di s. Girolamo e b. Gio- rocchia quando da Gregorio XIII
vanni Colombini nell'altare a de- e Sisto V fu eretto palazzo Qui-
il

stra, era di Giambattista Passeri, rinale per residenza de' Papi mas-
poi da altro rappresen-
sostituito sime nell'estate, e perciò il palaz-
tante s. Camillo de Lellis, pittura zo e tutta la famiglia pontifìcia re-
di Gaetano Lapi da Cagli. Nel se- stò compresa nella sua giurisdizione
guente altare veueravasi un'anti- parrocchiale, per cui fino a Leone
chissima immagine della Madonna, XII vi si celebrarono i funerali di
di maniera gieca. A sinistra della moltissimi palatini, molli de' quali
porticella eravi un bassorilievo in vi furono pure tumulati, come ri-
creta rappresentante Gesù avanti marcammo a'Siccome
loro luoghi.
Pilato, e questi lavandosi le mani: Sisto V a' 27 agosto \5go fu il
siccome derivava da un cimiterio, primo Papa che mori nel vicino
si leggeva 1' epigrafe: Ex sacris a- palazzo Quirinale, perciò fu egli
renariis. Nel i845 il p. Luigi To- ancora il primo di cui Precordi i

gni pel secondo sessenio prefetto [Fedi) entro un vaso ben sigillato
generale de' ministri degl'infermi, vi furono trasferiti, come si fece
per via di pie oblazioni incominciò co' suoi succes.sori morti in dello
nella primavera la riedificazione palazzo, de' quali resta la memoria
della chiesa che gli stava tanto a perenne in due iscrizioni marmoree
cuore, con disegno di Giacomo Mo- che leggonsi scolpite lateralmente
«aldi architetto romano, a croce nella tribuna o cappella maggiore.
greca con una specie di avantem- La prima è del seguente tenore.
pio iu due colonne e riscontri di

D. O. M. SIXTVS V P. M.
POIfTIFICnS AEDIBVS IN QVIRINAtl AMPLIATIS
ET IN IISDEM PRIMVS SVPRE.VIA MORTALI» VITAE
EXPLETA PERIODO
AD HANC APOST. PALAT. PAROCH. ECCLESIAM
VT EANDKM EXIMIIS AVGERETVR HONORIBVS
ET SVIS PRAECOnniIS FORTIGNE DELATA
BOMANORVM l'ONTIFICVM MONVMENTA RELIQVIT
DE XXYII AVGVSTI MUXC
tM La seconda
allreltarite
pontifìcii
I

quanti sono
N
iscrizione ne contiene

deposti nella cappella sot-


i precordi
MIN
Clemente XIV, Pio VII, Leone XI f.
Pio Vili e Gregorio XVI. La me-
morata cappella sotterranea per con-
191

terranea. La prima dice così: Pras- tenerli, la fece edificare Benedetto

cordia Leoni s XI P. M. ohilt in XIV, per cui dalla parte dell' epi-
Quirinali dit XXV II Jpr. MDCK stola della tribuna si legge: Bene'
L' ultima ecco come si esprime: dictus XIF P. M. suninioruni Pon-
Grcgorius XJI P. M. ohiit in Fa- U'fìcuni praecordia huniili et oh-
ticano die I Junii MDCCCXLFI. sciiro loco sita construclis novis
Mancano nella detta cappella i pie- locida/nenlis in honestiorern tunm-
cordi di Urbano Yll, Grej^orio luni inferri j'nssit anno MDCCLF l.
!X1V, Innocenzo IX, Clemente Vili, Del modo come si portano i pre-
Urbano Vili, e Benedetto XI 11 che cordi pontificii a questa chiesa , e
morirono nel palazzo Vaticano, e come li riceve il parroco di essa
perciò i precordi furono deposti assistito dai religiosi della casa, e
nelle sacre grotte della contigua loro tumulazione, ne tenemmo pa-
basilica. iXou vi sono quelli d' In- rola nel voi. Vili, p. 186 del Di~
nocenzo XI, perchè e^i.stenli sotto zionario. Nelle spese falle per lu

la sua immagine in busto nella eap- morte di Pio Vili, leggo che furo-
pella dellaBeata Vergine del Suf- no dati al parroco di questa chie-
fragio di parleremo, né quelli
cui sa per suo emolumento scudi ven-
di Pio VI morto in l'aUnza (/>- lidue e bai. 5o più scudi seltan-
;

di) di Francia e colà depositali do- lacinque metà del prezzo degli stem-
pò essere stali trasportali in Uoma. mi pontificii alìissi nelle mura e-
- jN'el voi. XXVI li, p. 42 del Dizio- slerne delle basiliche patriarcali.
nario die Leone XII nel sot-
dissi Questa chiesa per essere stata
trarre il Quirinale dalla
palazzo parrocchia del celebre cardinal Maz-
parrocchia de' ss, Vincenzo ed Ana- zarini Giulio, questi nel i65o magni-
stasio, per averla istituita nel pa- ficamente la restaurò ed ingrandt
lazzo stesso, però ordinò (ciò che nell'interno, e fabbricò la lacciaia di
ommisi avvertire all' articolo Cada- travertini con Martina
disegno di
vere, e nel voi. Vili, p. 181 del Longhi il giovane, che per la quan-
Dizionario) che sebbene il Papa tità e aggruppamenti delle colonnu

morisse al Valicano, oltre del Qui- chiamasi dal Pascoli, l. ll,p. ^117, //

rinale, i precordi si depositassero iu canneto di Marlin Lungo. Fu puic


detta chiesa, alle cui pareti esterio- detta questa chiesa il Tempio dclLi
ri si attaccano le morii e slemmi faina, per le due fame con trombo
de' defunti Pontefici, del quale uso che SODO nella facciata, in mezzo alle
ne ancora a p. 55. Laonde
parlai quali, scrivono alcuni, vi è il busto
in ss.Vincenzo ed Anastasio vi so- della famosa Ortensia Mancini- Maz-
no precordi di Sisto V, Leone
i zarini nipote del cardinale, il quale
XI, Paolo V, Gregorio XV, Inno- gli die per dote venti o trenta milio-
cenzo X, Alessandro VII, Clemente ni di lire, come descrissero alcuni; nui
IX, Clemente X, Innocenzo XI, A- quel busto io noi vidi, solo un'erma
le^sandru Vili, Innocenzo XH, Cle- di donna sotto l'arme del cardinale,
mente XI, Innocenzo XII 1, Clemente assai distante dalle fame. Narrano
XII, DcucdelloXlVt CleiHeuleXlll, Venuti nella Honiu moderna p. 1 86,
i9'2 MIN MIN
e Martinelli, Roma ex ethnica sa- Rosa, o meglio di Francesco Pa-
cra p. 3i8 e 36i
che incontro la , scucci romano al dire di altri. La
chiesa di s. Silvestro a Monlecaval- prima cappella a sinistra presso ta-
lo o Quirinale vi fu la chiesa di le altare ha la divotissima imma-
s. Salvatore de Corneliis (che il gine della Madonna del Suffragio o
Marangoni , Ist. ss. Sanctonini ,
delle Grazie dipinta in mtu-o a fre-
chiama pure de Milìzia), come sco. Contribuì al particolare suo
posto nell'antico Fico Cor-
de' cullo la pietà del cardinal Bene-
neli, col convento di s. Girolamo, detto Odescalchi, che divenuto In-
da Pio IV concessa ai Girolamini nocenzo XI, in contrassegno di ve-
eremiti di Fiesole [Fedi), ma de- nerazione ne dichiarò l' altare pri-
molita la convento sot-
chiesa e il vilegiato pei definiti 1677, enel
to Paolo V per ampliare il palaz- dispose che le sue interiora fossero
zo del suo nipote cardinal Borghe- ivi deposte in vece di collocarsi sot-
sij ora Rospigliosi, il Papa nel 1612 to il con quelle degli
presbiterio,
in compenso gli die la chiesa dei altri Papi. Questa imtnagine è col
santi Vincenzo ed Anastasio colla Bambino; e tra i prodigi che ope-
contigua casa. Venendo poi nel rò, strepitoso fu quello di Angelo
1668 soppressi i girolimini da Cle- vSpadasanta sargente suo divoto, il

rnente IX, questi colle sue abita- quale avanti la chiesa essendoglisi
zioni r accordò ai chierici r;;golari scaricata la pistola che teneva al

minori nel 1669, che però sborsa- fianco, non soffrì lesione alcuna, per
rono per la casa tredicimila scudi, cui il capitolo vaticano, ad istanza
indi riedificarono dai fondamenti de' chierici minori, le impose la co-

l'annessa casa nel secolo passato, e rona d'oro a' i3 marzo 1679, co-
resero più maestosa la tribuna, con- me riporta il Rombelli nel t. IH,
correndovi generosamente Clemente p. /\.5 della Raccolta delle immagini
XII 1. Finalmente questi religiosi la ce- coronate. La seguente cappella con-
derono ai ministri degl' infermi, nel tiene ora il Transito di s. Giuseppe,
modo detto di sopra, i quali risto- di Giuseppe Tommasi pesarese, pri-
rarono tempio specialmente nelle
il ma essendovi 1' Annunziata del ri-

cappelle. Entrando in chiesa, il qua- cordato Rosa. L' ultima cappella


dro della cappella a destra fu di- aveva Antonio di Padova di tal
s.

pinto da Pietro de' Pietri, che vi pittore,ed è patronato della fami-


espresse il Crocefisso. Il s. Tomma- glia de Gregorio ; di recente il
so d' A{[uino nella seconda cappel- marchese Emmanuele l'ha abbellita,
la è del Procaccini, essendovi pri- decorata e dedicata al sacro Cuo-
ma un s. Girolamo della scuola di re di Gesìi, il quale fece colorire a
Santi di Titi: è patronato della fa- olio dal Zannetti. Le scollure di
miglia Cioja. Nella terza cappella stucco per la chiesa sono di Gio-
il s. Gio. Battista eh' eravi prima vanni Ledus. La festa de' santi ti-

fu lavoro di Francesco Rosa : ora tolari vi si celebra a' 22 gennaio,


si vede ornata di stucchi e pitture, ed per la quale ogni quadriennio il

è dedicata a s. Camillo de Lcllis, senato romano fa 1' oblazione del


col ciborio pel ss. Sagramento. Il calice d' argento e di quattro tor-

quadro dell' altare maggiore coi ss. cia di cera, e la rinnova per quel-
Vincenzo e Anastasio è dello stesso la di s. Francesco Caracciolo fon-
MIN MIN T93
datore òe cliieiici minori. Al pre- scallo ; e ministro nelle case dei

sente vi si celebra suienminente gesuiti è il secondo superiore. Al


anche la festa di s. Camillo de Lel- nascere della pretesa riforma i pre-
lis, e nel 1846 si festeggiò il pri- dicanti presero il titolo di ministri

mo centenario di sua canoi»i/.za- del evangelo e delia parola


santo
rione, con quella pompa descritta nel di Dio Calvino die il nome di
:

numero 61 del Diario di Roma. ministri ai pastori della sua chiesa;


MixMSTRO, lUinister, Jdinini- il nome solo di ministri è loro ri-
sfer, Apparito!'. Colui che cuinistia, masto, e siccome essi senza confron-
che ha il maneggio e \\ governo to rendono assai minori servigi dei
delle cose : significa ancora servito- sacerdoti cattolici, è naturale che
re. S. Paolo chiamò gli apostoli sieno rispettati meno di essi.

ministri di Gesù Cristo, e dispen- Ili latino ministro di stato si dice


satori dei misteri di Dio. Allorché a ncgoliis publicix; dell' mleriio, ino-

un ecclesiastico si dice ministro del- deralor ìiiunerum publicorani ; del-

la Chiesa, egli si riconosce servitore le relazioni estere, a relationibus


della società de* fedeli, e se non rerum exterarum; della marina,
prestasse loro alcun servigio man- rei maritimae: praeesse^ della guer-
cherebbe essenzialmente al dovere ra, praeposilus rei btilicae; di finan-
del suo stato. La viziosa condotta za, magisler publicanorumj pleni-
di alcuni non deve scemare il no- potenziario, /fga^M* cum liberis man-
stro rispetto per le verità del vange- dadi ,' plenipotenziario presso la

lo; poiché non valgono le ragioni santa Sede, oralor in Urbe ciiin

dell'indegnità dello strumento di cui liberis inandatis. il regnante Pio


si Dio a far conoscere la sua
serve IX nel 1847 a' 12 giugno con mo-
volontà: tà d'uopo dunque^ rispelta- to-proprio istituì il consiglio dei mi-
re i ministri della religione, qualun- nistri, composto dei cardinali segre-
que sia la loro vita. Con lo spiri- tario di stato presidente, camerlengo^
lo elevato a Dio debbono esercitare e prefetto delle actpie e strade, tì

le loro funzioni debbono unire la


; dei prelati uditore della camera, go-
virtù al sapere, e proporsi Gesù vernatore di Roma, tesoriere gene-
Cristo a loro modello. Sui ministri rale, e presidente <lelle armi, dei
della Chiesa i concilii fecero diversi quali ministri si parla ai loro arti-
canoni, come quelli d'Arles del coli. In virtù del lodato moto- pro-
3 4> can. 2
I Toledo del 674,I
; di prio d' ora in poi le nomine dei
can. fi; di JNicea del 787, can. io; Consoli pontificii [f^edi) , ministri
e di Magonza dell' 81 3, can. 14 ; pontificii ne' principali porti e-
per non dire di altri, parlandosi ai steri , saranno proposte, al Pa-
rispellivi articoli di cpuinlo riguarda pa, e spedite dalla segreteria di
i sacri ministri ed il loro santo mi- slato. Dei diversi ministri dellal
nistero, d'ogni grado e dignità ; co- santa Sede, ne ragioniamo a' loro
me de' ministri de' sacramenti, cioè luoghi, come Nunzio apostolico ^
quelli che lo sono o hanno il po- ec. All'articolo Inviato riportam-
tere di amministrarli. Prendono il mo il novero degl'inviati straor-
titolo di ministri generali, i supe- dinari e ministri plenipotenziari
riori generali de' minori osservanti, che ora sono in Roma. Inoltre il

de' conventuali, de' trinitari del ri- re d' Ànnover vi tiene ud ministro
VOL. XLV. i3
194 MIN MIN
residente, il duca di Lucca un mi- chiesa elegantemente parala di nere
nistro plenipotenziario, il re delle gramaglie, erasi intorno costruita una
due Sicilie un ministro plenipo- bancata parimenti a lutto guarnita,
tenziario, il granduca di Toscana un nel cui centro posava il feretro,
ministro residente, ec. Veggansi gli coperto dal cappello, dalla spada,
articoliAmbasciata, Diplomazia, Im- e dalle diverse decorazioni del mi-
munità', Legato e gli altri relati vi. Nel nistro, e circondato degli stemmi
voi. XXVIII, p. 65 e 7 I del Diziona- gentilizi di sua nobile famiglia.^ Dal
rio parlammo delle pompe funebri Cfìv. Noyer incaricato d'affari e
degli ambasciatori e ministri di- consigliere di legazione del real go-
plomatici che muoiono in Roma. verno del Belgio, furono ricevuti
L'ultimo ministro plenipotenzia- i membridel corpo diplomatico,
rio morto in Roma fu quello del re che vennero collocali in una tribu-
dei belgi, barone Vanden-Steen de na appositamente innalzata presso
Jehay, ed ecco quanto pubblicò il nu- il coro. Erano altresì occupati vari
mero 4o del Diario di
846. Roma 1 posti attorno al feretro da distinti
»> Dopo che il corpo ne' giorni i5 soggetti appartenenti alla nazione
e i6 maggio rimase esposto col belgica, non che da vari ecclesia-
massimo decoro alla pubblica vista stici, ed impiegati aderenti
artisti,

nelle sale ornate a lutto del palaz- alla medesima legazione, fra i quali
zo occupato dalla regia legazione, il console del Belgio in Roma. La
ove diversi altari a tal uopo eretti messa fu solennemente cantata da
servirono in ciascuna mattina alla monsig. Scerra vescovo d' Orope ,
celebrazione di molte messe, nella canonico priore della chiesa, il cui
sera del 16 venne eseguito il so- capitolo e clero vi prestò assisten-
lenne trasporto delle mortali spo- za". Il cadavere fu trasportato a
glie del defunto alla chiesa parroc- Brusselles, ed in questa circostanza
chiale di s. Maria in Via Lata. Un i canonici della chiesa pretendevano
distaccamento di granatieri prece- che il loro parroco 1' accompagnas-
deva il funebre convoglio, e nume- se fino al luogo della sepoltura.
roso stuolo di staffieri e domestici I parenti del defunto dichiararo-
della illustre famiglia del defunto no non essere a ciò tenuti, perchè
con ceri accesi circondava la car- l'analoga legge è particolare della
l'ozza ornala a bruno, entro cui città di Roma, ed i ministri esteri
giaceva il cadavere. Il convoglio era non sono obbligati alle leggi par-
seguito da copioso numero di altre ziali portando a loro di-
de' luoghi,
carrozze dopo quelle della prefata fesa Guide dìplo-
l'autorità della
famiglia; fra le quali prima d'ogni maligne f Paris 1837, di Carlo de
altra appariva quella del cardinal Martens. Invece il capitolo addusse
Lambruschini segretario di stato; la contraria di Pinheiro-Ferreira
e ad essa venivano appresso le mol- commentatore tale opera, ed il
di
te altre dell' eccellentissimo corpo quale è d'opinione favorevole alla
diplomatico, non che quella del- chiesa parrocchiale esponente. Per
l'ordine di Malfa co' rispettivi gen- queste diversità d' opinioni la se-
tiluomini. Un picchetto di grana- greteria di stato ordinò che intanto
tieri chiudeva la funebrepompa. il cadavere liberamente si traspor-
La mattina del 17 nel mezzo della tasse al suo sepolcro patrio, soltan-
MIN MTN 195
to coli' accompagno d' nn prete fa- stlcl d'argilla. L'isola si divide ia
migliare al ministro clefuntOj e così quattro terrilorii. Maone capoluogo,
la rjuestionp restò indecisa, Alayor, Ciudadela o Jamna, e Mer-
MINORCA o MINORICA {MI- cadal, oltre Ferrerias. Rinchiude
noricen). Sede vescovile il cui ve- circa 4^5,000 abitanti, laboriosi e
scovo risiede nella città di Jamna destri nella fionda, religiosi, di dol-
e di Macone. L' isola Minorca, In- ci costumi e bravi marinari: sono
sula minor, Balearis minor, è la se- dediti alla poesia, ond' ebbero i lo-
conda delle isole Balenri, nel Me- ro trovadori. Quest' isola fu posse-
diterraneo, e perciò chiamata la duta dai fenicii, cui la tolsero ver-
Minore onde distinguerla da JMa- so r anno ^52 prima di nostra era
jorca{Fedi), detta Maggiore. Sta la i cartaginesi, che vi fondarono le
air est della Spagna, da cui dipen- città di Maone , e Jamna o Ja-
de, nella Provincia di Palma, e al- mnon. I romani condotti da Metello
l' est-nord-est da Majorca, dalla la presero ai cartaginesi colle altre
quale è sepai-ata da un canale di isole Baleari, e perciò fu quello
otto leghe di larghezza. E assai e- chiamato caduta
Balearico. Alla
levata, tranne verso il sud, avendo dell'impero romano fu invasa da-
la còsta assai dentellata, principal- gli alani, dagli svevi e dai vandali

mente verso il nord. Vi sono di- nel 4^' ^' nostra era. I mori o
versi capiche molto si prolungano saraceni conquistarono verso il
la

nel mare, essendo i principali Dar- 697, e Carlo Magno la tolse ad


tuch, presso a cui evvi il porto di essi sul principio del IX secolo, ma
Ciudadela, ed il capo Minorica; il poco dopo tornarono a occuparla.
capo Caballaria, vicino al porto di Giacomo I re d' Aragona si rese
Fornella, il capo Maone, oltre la tributarie tutte le isole Baleari, e
punta d' Algaret in faccia alla pic- nel 1287 Alfonso III suo nipote
cola isola Ayre. Minorca è sparsa ne compì la conquista e le riunì
di colline piccole, e nel centro s'in- alla Seguirono poscia la
corona.
nalza la montagna di monte Toro. sorte della monarchia spagnuola, di
La temperatura è men buona delle cui fecero parte. Nel 1708, duran-
altre Baleari, essendo esposta a vio- te la guerra della successione, gli
lenti venti ed a grandi pioggie. inglesi comandati da lord Stanhope
Nel iSar i navigli di Barcellona se ne impadronirono per la casa
vi portarono la febbre gialla che vi d' Austria, ma fu loro ceduta per
fece delle grandi stragi. L'agricol- l'articolo XI del trattalo d' Utrecht,
tura vi è vini sono di
negletta; i fortificandolaessi e facendola il ba-
buona molte fruita ; i
qualità, con luardo del loro commercio nel Me-
pascoli sono abbondanti, come con- diterraneo. Le truppe francesi ca-
siderabili sono le bestie lanute, ed pitanale dal maresciallo di Riche-
il miele è eccellente. La costa è lieu la tolsero agli inglesi nel 1756,
abbondantissima di pesce, e buo- a' quali fu restituita nel 1763, per
nissime le conchiglie. Abbonda di la pace di Versailles. Gli spagnuoli
conigli, pernici ed altri volatili ; di colduca di Crillon se ne impadro-
miniere, di cave di marmo e di nirono nel 1782, dopo l' assedio
pietra calcare.Si fabbricano tele, memorabile di Maone, ed il suo
stupendo formaggio, utensili dome- possesso fu confermato alla Spagna
i9<5 MIN Mire
pegli articoli preliminari della pace Janina o lanino o ClUadellai
del 1783, avendola posseduta tran- in isp.ignuolo Ciudadela è cit- ,

quillamente sino al 1796, allorché tà forte, già antica metropoli del-


fu di nuovo occupata dagl' inglesi, l' di Minorca, con buon por-
isola
che l' abbandonarono mediante la to fondo ad angusta baia, di-
in
pace d' Amiens. feso da roccia. Ha hequentissima
Maone o Porlo Maone, Portus comunicazione per ragione di traf-
Magonis, città forte così chiamala fico collii costa nord-est di Majo-
dal suo fondatore Magone cartagi- rica. Unagrotta natura-
curiosa
nese fratello di Annibale, munita le, detta Perdla, resta nel-
Ca\.'a
di capacissimo e sicuro porto, in le vicinanze. Jamna è capoluogo
cui le grandi
possono anco-
flotte del secondo distretto. La religio-
rarvisi. Ai naturali ripari che la ne cristiana fu introdotta in Mi-
guarentiscono, si aggiunge la como- norca nell' istcsso tempo che nell'i-
dità di alcune contigue isolelte, una sola di Majorca. S. Severo era suo
delle quali serve di lazzaretto, che vescovo nel 4 8, e scrisse una let-
'

è uno de' più belli d'Europa, tera circolare intorno alla conver-
un'altra per lunghe e brevi quaran- sione de' giudei dell'isola, ed una
tene, una terza racchiude 1'
arsena- relazione de' miracoli operali dalie
le e i cantieri, nella quarta eres- reliquie di s. Stefano, che Orosio
sero gl'inglesi 171 i un cele-
nel avea quivi lasciate. Flore?, nella sua
bralissimo ospitale di marina, e nel- Espag. sagrada, dice che nel 476
la quinta reti e nasse curano e Macario era vescovo di Minorca,
asciugano i pescatori. Il forte di s. dal che ne viene per conseguenza,
Filippo , che una volta difendeva che oltre s. Severo ebbe Minorca
il suo celebre e comodo porto, u- altri vescovi. Commanville dice che
no de' più Mediterraneo,
belli del era suffraganea dell'arcivescovo di
fu demolito, e presentemente lo è Valenza. Pare che coli' invasione
da tre batterie. Un attivissimo com- saracena la sede vescovile sia stata
mercio rende Macone assai brillan- soppressa, e riimita a IMajorca quan-
te, essendo il deposito della più do il re Alfonso 111 la conquistò. Gia-
gran parte delle merci majorchine. como Il le d'Aragona nel i3oo
E residenza di un governatore mi- vi fondò una parrocchia, al cui
litare, delle principali autorità del- prevosto o parroco fu concesso gli
l' isola, e de' consoli e agenti com- abiti corali de' canonici d-i Majorca.
marciali delle primarie potenze eu- Sul monte Toro fu fondalo un con-
ropee, godendovisi aria pura e sa- vento; nella chiesa vi è una mi-
lubre. Le case sono fabbricate in racolosa immagine di Maria, nella
pietra; sono rimarcabili il palazzo cappella detta della Coveta, di gran
del governatore, quello della città, venerazione pei naviganti e isolani.
e la cattedrale o chiesa principale Tal convento per bolla di Nicolò
di stile gotico senza ornamenti e- IV nel 1291 fu dato ai' merceda-
stcrni ed interni; la piazza d' armi ri, che ritirandosi poi in Catalogna,
con caserme, ed il passeggio pub- gli scabini o consoli dell' isola se
blico. Il molo è opera della natura, ne impadronirono colle sue perti-
ed il faro o torre de* segnali è so- nenze, e quindi fondarono sette cap-
pra una collina. pellanie con un priorato. Nel 5^7, 1
MIN MIN 197
con breve di Clemente Vili cap- i nonici comprese le prebende del teo-
pellani cedettero chiesa e convento logo e del penitenziere, di trenta-
agli agostiniani, i quali ne furono due beneficiati uno de' quali arci-
messi in possesso nel i5g5 dal vi- prete, di quattro prepositi, e di al-
Minor-
cario generale dell' isola di tri sacerdoti e chierici per 1' uffi-

ca. 1713 Clemente XI scrisse


Nel zialura. Nella cattedrale vi è la cu-
premurosamente a Filippo V re di ra d'anime, e l'episcopio n' è al-
Spagna, ed a Luigi XiV re di quanto distante. Nella città di Ja-
Francia, a vantaggio della religio- mna oltre la cattedrale avvi altra
ne cattolica e giurisdizione episco- parrocchia, sei conventi di religiosi,
pale dell' isola di Minorca, nel tem- due monasteri di monache, ed al-
po che la dominavano gl'inglesi. trettante confraternite, tre ospedali,
La sede vescovile fu ripristinata seminario e monte di pietà. La dio-
ad istanza di Carlo IV re di Spa- cesi è ampia. Ogni nuovo vescovo
gna, da Pio VI colla bolla IncJ- è tassato ne' libri della camera a-
fabilis Dei, de' 23
'795, luglio postolica in fiorini 5oo, essendo le
Bull. Rom. Continuatio t. IX, p. rendite della mensa 60,000 reali,

542, dismembrandola da Majorca, ma gravati di pensioni.


ed erigendola in Jamna sotto la MÌNORI FRATI. FeJ/ France-
metropoli di Valenza, concedendone scano ordine. Si dividono in mino-
\i\ nomina ai re di Spagna prò tem- ri osservanti, minori osservanti ri-
pore. Quindi qtiesta erezione fu formati, minori riformati , minori
confermata da Pio VII colla bolla conventuali, minori cappuccini, ec.
Àlias, Ae'j maggio 1801, dichia- MINORI, Minora seu Rhegina
randola sufTiaganea dell'arcivesco- Minor. Città vescovile del regno
vo di Tarragona, secondo 1' ultima delle due Sicilie, nella provincia
proposizione concistoriale. Per pri- del Principato Citeriore , distretto
mo vescovo dichiarò Pietro Anto- di Salerno, presso il golfo di tal
nio Suano di Villar del Rio diocesi nome, chiamata con vocabolo greco
di Calahorra, nel concistoro dei 20 Regina Minore. Fa buon traffico di
dicembre 1802, al quale nel i8i5 seta e frutta, le quali sono celebri;
die per successore Giacomo Creux y conta più di 2,200 abitanti, ed è
Marti Mataro diocesi di Barcello-
di situata inamenissima valle. La cat-
na. Nel 1824 Leone XII preconizzò tedrale è sotto r invocazione di s.
vescovo Antonio Ceruelo Sanz di Trifomena vergine e martire, patro-
Villa di Corcas diocesi di Palencia; na della città, ove si venera il suo
per sua morte Gregorio XVI nel corpo, riportando la storia di sua
concistoro de' 3o settembre i83i traslazione l' Ughelli, Jlalia sacra
dichiarò vescovo fr. Antonio Diaz t. VII, p. 281. Nella cattedrale fu-
Merino domenicano di Cuenca, mae- rono stabilite cinque dignità, l'ar-
stro in sacra teologia. La sede è cidiacono, il cantore, il primicero,
vacante da alcuni anni. La catte- r arciprete e il decano, oltre quin-
drale in Jamna è dedicata alla Pu- dici canonici. L' episcopio fu edifi-
rificazione di Maria Vergine, con cato vicino alla cattedrale, oltre la
fonte battesimale. II capitolo si com- quale vi sono altre tre chiese par-
pone di due dignità, prima delle rocchiali. La sede vescovile fu e-
<j[uali è r arcidiacono, di dieci ca* retta nel X secolo, e con l' autori-
1,

igS MIN MIW


là di Giovanni XV detto XVI, fu glia ad Amalfi; Alessan-
trasferito
consacrato da Leone arcivescovo di dro Salanti amalfitano, dottore insi-
Amalfi, della qual metropoli fu di- gne del 1497; Ambrogio Romano
chiarata sulTraganea, per primo ve- del 1 509, perito nelle leggi, e di vita
scovo Sergio, il da
quale ottenne integerrima; fr. Ambrogio Politi
Giovanni duca Amalfi molti be-
di sanese, domenicano dottissimo che
ni per la sua chiesa. Orso che gli con onore intervenne al concilio di
successe, ebbe da Giovanni e Ser- Trento, traslato all' arcivescovato
gio duchi d' Amalfi la conferma di di Conza ; Antonio Simoni di Mon-
tutte le donazioni eh' erano state te Sanso vino, parente di Giulio HI
fatte alla chiesa di s. Trifomena. che lo fece vescovo nel i552. Nel
jNel io6g fiori il vescovo Giacquin- iSSj Donato Lorenzi ascolano giu-
to, sotto del quale a detta chiesa reconsulto; nel i563 Alessandro
lasciò la sua eredità Sìkelgaita mo- Molo di Como, fatto da Pio IV, di
glie del duca Roberto. Gli suc- cui era stato uditore; nel i565
cesse Mauro degno di eterna me-
I, quel Papa gli diede per successore
moria, a cui nel «ogi Ruggero Giovanni Amati cittadino di Cori,
confermò e ampliò le donazioni già suo cappellano, ceremoniere e
ìndi trasferito ad Amalfi. Leone fu canonico della basilica, lateranense;
•vescovo nel 1 1 o3, Stefano nel 1 1 1
2j rinunziò il vescovato nel 1567, e
Costantino nel 1127 che riunì i morendo decano di sua basilica, fu
preti e chierici della diocesi a vi- tumulato in essa lasciando un an-
gere con una regola, e nel i 1 6 niversario per l'anima sua che tut-
Mauro li Scannapeco, tutti intito- tora si celebra ; il di lui concitta-
landosi vescovi lieginnensi : nomi- dino monsignor Picchioni canoni-
neremo i più rispettabili successori. co della medesima , ne fece da
Lorenzo, che fiorì dopo il preceden- ultimo restaurare il monumento
te, fu il primo ad intitolarsi vescovo Tommaso Zerula bene-
sepolcrale.
di Minori, gran difensore delle ra- ventano , fatto nel 1597 da Cle-
gioni di sua chiesa; gli successe Gio- mente Vili, scrittore di varie o-
vanni Cavelli del 1 2 7 ; Gerbino 1
pere, come della Praxim episco-
fu eletto nel 1247; Pietro nel 1266, palali, ac pnenitentiariae, de anno
che zelante riformò il clero; An- jubilaei; padre de' poveri, vigilante
drea Capuani nobile amalfitano pastore, ornò la cattedrale con sa-
del 1281; Andrea de Alanco a- cre suppellettili. Nel i6o4 fr. Gior-
xualfitano del i3o5, che si meritò gio Lazari domenicano
trevigiano,
il titolo di venerabile; Bartolomeo e insigne predicatore; nel i6i5fr.
de' conti Orso amalfitano del 1842; Tommaso Brandolìni napoletano,
fr. Giacomo Sergio illustre domeni- domenicano sapiente e di lodata
cano del 1348; Romano del i364 vita, eloquentissimo predicatore: dai
ottenne un privilegìodalla regina Gio- fondamenti riedificò l' episcopio, e
vanna Paolo Sorrentini del 1890
]; fu largo di sacri doni colla catte-
traslato ad Amalfi; fr. Antonio de drale, benemerito vescovo. Nel i636
Pannochicschi sanese, domenicano Loreto de Franchis d'Abruzzo,
di santa vita, ed autore d'opere. molto dotto; nel 1639 Patrizio
Nel 1476 Palamede de Cunclo a- Donati romano, chiaro per belle
niulfiuoo; Audiea della slessa lumi- doli, duuù ullu callcdrulc multe rc«
MIN MIN 199
liquìe, eresse 1' archivio ove collocò Leone , nell' 848 Pietro II , in-
i monumenti di sua chiesa, e fu di Bono, morto nel-
poi Sergio
assai lodato. Nel 1649 Leonardo r872; Orso dell* 897 ; Giaquino
Leri nobile di Vercelli, nato in Ro- del 925; Costantino del 9495 e
ma, di perspicace ingegno, vicario Mastolo del 960. Avendo Giovan-
generale de' carmelitani ; nel 1670 ni XV detto XVI eretto nel 987
Antonio Botti nobile genovese, dot- in metropolitana la chiesa di Amal-
tissimo soniasco ; Domenico Menna fi, ne fu primo arcivescovo Leone
napoletano del i683, che divotissi- amalfitano di egregie qualità, abbate
ino dì s. Trifomena ne ampliò il benedettino, ricevendo il pallio nel
culto, e fece memorie
scriverne le patriarchio Lateranense. Nel io3o
daGio. Ballista d' Afflitto. Nel 1692 Lorenzo Geltabotte, prudente e
Innocenzo XII nominò Gennaro molto dotto; nel 1048 Pietro AI-
Crispini napoletano, stato rettore feri, chiaro per virtù e scienza ; nel
del seminario, mentr' era egli arci- 1070 Giovanni, che recandosi ia
vescovo di Napoli, d' instancabile Palestina ivi gli amalfitani eressero
zelo, benemerito assai di quella cit- in Gerusalemme due ospedali pei
tà, provvido pastore, indi nel 1694 due sessi. Nel 1082 Sergio nobi-
traslalo a Squillace. L' ultimo re- lissimo; nel iio3 Mauro de Mon-
gistrato neir Italia sacra fu Raf- te vescovo Reginnensis seu MinO'
faele Tossi o Tosti di Molo di rensìsj nel ii3i Giovanni della
Gaeta del 1718 o 17 19: gli suc- Porta salernitano, pseudo-arcivesco-
cessero Silvestro Stana di Tropea, vo perchè consacrato dall'antipapa
fatto nel 1722, e Andrea Torre dei Anacleto II; nel 1142 Giovanni II
pii operai amalfitano, eletto nel beneventano buono e dotto; nel 1 166
1762, che fu l'ultimo vescovo. Do- Giovanni III palermitano; nel 1168
po lunga sede vacante, nel 18 18 Robaldo canonico di Palermo, pe-
Pio VII, colla lettera De utiliori, ritissimo nelle lingue; nel 1174
unì la sede vescovile e diocesi di Dionisio da Teramo ; nel 1 202 Mat-
Minori, a quella arcivescovile di teo di Capua nobile amalfitano, in-
Amalfi [Fedi), la quale ora non signe per pietà e dottrina, sotto
ha alcun suffraganeo. Anzi per sup- di cui nel 1208 ebbe luogo la tras-
plire alla brevità del suo articolo lazione del corpo di s. Andrea;
qui riporteremo i più distinti suoi nel I2i5 Giovanni di Capua a-
arcivescovi,mentre all' articolo Ca- malfitano, eh' ebbe ad ospite s.
PUA Pietro, cardinale, dicemmo che Francesco d' Asisi nel i254 Bar- ;

tra le reliquie che donò alla sua tolomeo Pignattelli napoletano di


patria, vi fu gran parte del corpo somma prudenza e probità , ma
di s, Andrea apostolo [Vedi) che subito gli successe l'ottimo Gualtiero;
si venera nella metropolitana, u- nel 1266 Filippo Angustarici no-
scendo dalle ossa prodigioso liquore bile e arcidiacono d' Amalfi, eresse
dettomanna. il magnifico campanile e la graa
Il primo vescovo di Amalfi fu campana; nel 1295 Andrea Ala-
Primemio o Pigmeniodel 596, che neo nobile amalfitano, sommamente
morì nel 620, dopo il quale non pio, generoso colla chiesa e co' po-
si trovano altri fino a Pietro I del- veri ; nel i33o fr. Landolfo Carac-
l' 839, e gli successero uell' 84» ciolo napoletano de' fruii minori^
aoo MIN MIN
pieno di vii'lù, aumentò gli orna- sacrista pontificio, dotto e virtuoso;
menti alla cattedrale, e fu autore nel i544 •' cardinal
Francesco
di varie opere; nel i35i Pietro Sfondrati padre a Gregorio XIV ;
di Capua amallitano, arcidiacono e nel i^^j commendatore il cardi-
cappellano di Clemente VI; nel nal Tiberio Crispi. i56i fu Nel
1362 Marino del Giudice, poi car- fatto arcivescovo Massimo de Mi\-
dinale nel 875 Giovanni Acqua-
; 1 xiini nobile rontano, che rinunzian-
viva napoletano, cui l'antipapa (cle- do nel i564, il cardinal Crispi rieb-
mente VII die il falso successore be la chiesa; nel i565 Marc' An-
Beltramo; nel 1879 Sergio Griso- tonio Bozzuti napoletano molto eru-
ni, figlio di Sirleoni di llavello, che dito, insigne pastore; nel iSyo
ampliò il palazzo arcivescovile nel ; il degno Carlo Montili di Casale;
1895 Paolo di Sorrento vescovo nel 1596 Giulio Rossini macera-
di Minori; nel i4oi Bertiando de tese, chiaro giureconsulto, celebrò
Alaneo amalfitano, insigne per mol- due sinodi e ornò la cattedrale ;

le doti; nel i4io Roberto Broncia nel i685 Matteo Graniti salerni-
amalfitano, canonico, zelante pastore tano, sa[)iente e mirabile per doti
celebrò il sinodo ed aumentò le ren- egregie , superò i predecessori iu
dite della cattedrale; nel i449 ^'"' magnificenze colla cattedrale, isti-
Antonio de Carleno napoletano, chia- tuì il seminario, rifabbricò e ab-
rissimo domenicano; nel 1460 Ni- bellì l'episcopio. Nel i638 Angelo
cola Miraballi napoletano di esimia Pichi di Borgo s. Sepolcro, celebrò
probità e liberalità, restaurò l' e- il sinodo, consacrò ed ornò la me-
piscopioed abbellì la cattedrale; nel tropolitana, compì il seminario, e
ì^'jS Giovanni Niccolini fiorentino fu traslato a s. Miniato. Nel 1649
che santamente governò; nel 1488 Stefano Quaranta teatino napoleta-
fr. Gio. Battista del Giudice dot- no , sommo nelle lettere, affabile,
tissimo domenicano; nel i4^4 ^' ^' virtuoso, in più modi fu beneme-
lualfitano Andrea de Cuiicto vesco- rito della cattedrale e del capitolo.
vo di Minori, che molte beneficen- Nel 1679 Gaetano Miraballi teati-
ze elargì alla chiesa cattedrale; nel no napoletano di egregie qualità.
i5o4 Tommaso liegalano napoleta- L' Ughelli, Ilalia sacra t. VII , p.
no eloquente e virtuoso; nel i5io 1 83, riporta la serie de'pastori di
a'9 dicembre Giulio 11 fece per- Amalfi, che si termina con Michele
petuo commendatario il cardinal Bologna teatino de' duchi di Pcilini<,
Giovanni de Medici, che nel i5i3 diocesi di Nola, nel 1701 traslalo
divenne Leone X. Questi die la da Isernia . 1 seguenti si leggo-
chiesa in commenda al cardinal Ro- no nelle annuali Notizie di Ro-
berto Britto, e nel i5i4 f«ce ar- ma. 1781 Pietro Agostino Scorza
civescovo Antonio Balestrati sanese, della diocesi di s. Severo, traslato
dottissimo cislerciense, che nel i5i6 da Teramo; 1748 Nicola Ciolfi di
rassegnò lu dignità al cardinal Lo* Napoli, traslato da Sora. 1758 An-
retizo Pucci, che fece il simile, onde tonio Puoti della diocesi di s. Aga-
Leone X nel iSiy sostituì Guolamo ta; 1804 e dopo lunga sede va-
Fianca Incoronati romano, canonico cante, Silvestro Micco minore osser-
vaticano; nel i54i fi'. Alfonso Oli- vante di Napoli, traslato da Scala
,Ta il' Ac^Mapeudeule, agosliuiuuo e e Ravvilo : sotto di lui Minori fu
MIN MIN 20 1
unilo ad Amalti. Per suamorie cesi agli 8 luglio 1812. 11 distret-
Gregorio XVI nel concisloio de'So to trovasi nella parte occidentale
selleuibre i83i preconizzò 1' odier- del governo ; vi sono gran foreste,
no vescovo MarianomoMsigtiur e si alleva molto bestiame di bella
Bianco napoletano, Inislalandolo da razza.
Nicotera e Tropea. Le rendite del- La sede vescovile fu eretta da
l' arcivescovo ascendono ad annui Pio VI. Abolite dai russi quelle di
ducali 3i)Oo. Smolensko e di Livonia, Caterina
Mli\SCKO o MINSK ( Min- 11 ottenne da quel Papa l'erezione
icea). Ciltìi con residenza vescovile di Mohilow in arcivescovato latino,
de' rili ialino e greco -ruteno di ed essendo stata distrutta da essa
Liluaiìia, nella Rusiiia europea, ca- la sede latina di Kiovia, il suo (i-
poluogo di governo e di distiello, glio dando pace alla Chie-
Paolo 1

a 80 leghe da Pietroburgo, e 1 5o sa non ardi ristabilirla ;


cattolica
da Mosca, sullo Svislolch. Vi risie- ma quasi in compenso, col consenso
dono ancora un arcivescovo greco di Pio VI, fondò il vescovato di Minsk
scismatico, che ha molte chiese, il in Lituania rutena, mediante il dele-
governatore e le principali autorità gato apostolico arcivescovo Lorenzo
del governo di Minsk, tonnato da Lilla. La bolla di erezione data dalla
una parte dell' antica Polonia^ con* certosa di Firenze a' 17 novembre
fjuante con quelli di Vileb^k, Mo- 1 798, Mttxiinis iindique pressi, si

hilow, Tchernigow, Kiovia, Voli- legge nel voi. XIII, p. 289 e seg.
iiia,Grodiio e Vilna. Questo go- degli Annali dtlle scienze religiose,
verno formato nel 1793 corrispon- in un a quelle di Pio VII intorno
de all' antica woiwodia lituana di agli all'ari religiosi in Russia e sedi
Minsk, ed a qualche porzione di quel- vescovili. Dell'istituzione del vesco-
le di Vilna, Polo/keNovogrodek. La vato di Minsk, ne trattano ancora il

città di Minsk è irregolarmente fab- Baldassarri, Relazione de' patimenti


bricata, ha due castelli, molte chie- di Pio fi, t. Ili, p. j66; ed il
se greche, greche-unile e catloiiche, eh. p. Theiner, P icende della Chie-
un' abbazia di monaci greci-uniti ,
sa p. 5oo e seg. 11 vescovato fu
una sinagoga, un ginna>io, molle dichiaralo sulFraganeo di Mohilow
jàbbriche di |)anni e cappelli, e va- (f^edi), e si formò del governo di
rie concie. Conia più di 3o()o abi- Minsk, separandolo dalla diocesi di
tanti, molti de' quali sono ebrei. Si Vilna, con annuo assegnamento di
ignora l' epoca della Ibndaziune di seimila rubli. La calledrale si eres-
questa città; i principi russi Izias- se in onore di Dio, del ss. Nomo
lav, Sviatoslav e Vsevelod, iigli del di Maria, e de' ss. Pietro e Paolo;
grande Jaroslav, la presero nel per episcopio venne assegnato il
1066, trucidarono la po[)olaziune convento de' domenicani il semi- :

mascolina, e condussero schiavi le nario aveva dodici seminaristi. Il

donne e i fanciulli. Sotto il go- numero de' regolari ascendeva a


"verno polacco Minsk fu il capo- 423, ed erano i benedettini, i ben-t
luogo di un palatinato e di un fratelli, i cappuccini, i carmelitani,
distrello, ed ebbe uu collegio di i cistcrciensi, i domenicani, i fran-
gesuiti. 1 russi la tolsero alia Polo- cescani, i missionari, gli scolopi, i ca-
nia uel ^656, e fu presa dai fvau- nonici regolari latcraueusi, i triuitaf
aoj MIN MIN
ri, e quei del lerz'ordioe. Cinquan- spedali. Il p. Theiner, Vicende della
ta erano i conventi della diocesi ; Chiesa, all'erma che i fedeli ascendono
i monasteri delle monache undici, a 23 1 ,869, ma i divorzi sono frequen-
cioè benedettine del tera' ardine, ci- tissimi, pel danno recato dall'arcive-
sterciensi, domenicane e serve di scovo di Mohilow Stanislao Siestrzen-
Maria, essendo le religiose 77. I servi cewicz. La diocesi è ampia, e con-
addetti ai villaggi del clero secolare lenente molti luoghi, con 91 par-
erano 7220 ; i suoi capitali, rubli rocchie, 48 succursali, e 174 cap-
4i,io4; le sue annue rendite, rubli pelle. Ogni nuovo vescovo è tassa-
17,000. I servi addetti ai villaggi to ne' libri della camera apostolica
del clero regolare d' ambo i sessi, in fiorini 33, essendo le rendite
erano 8866 ; i suoi capitali, rubli 700 nuinmoru/n aureonun illius

193,120; le sue annue rendite, ru- vionetae, come leggesi neh' ultima
bli 61, 544* ^1 pi"' ino vescovo di proposizione concistoriale.
Minsk di rito latino fu Giacomo MISTURINO, Mintuma. Città
Dederko, da Pio VI li i5 no-
fatto vescovile e colonia del Lazio nuo-
vembre 1 798, già canonico maggio- vo nella Campania, oggi provincia
re della chiesa di Vilna, non che di Terra di Lavoro nel regno del-
preposito infulato dell' insigne col- le due Sicilie, sulla via Appia al
legiata della chiesa Oliceuse. Per di sopra dell'imboccatura del fiume
sua morie, Gregorio XVI nel con- Liri o Garigliano. Tito Livio ne
cistoro de' 28 febbraio i83i, no- parla come d' una città antichissi-
minò r odierno vescovo monsignor ma. I romani se ne iuìpadronirono
Matteo Lipski dell' arcidiocesi di per tradimento l'anno di Iloma
Mohilow, traslatandolo da Aurielo- 439, e vi mandarono una colonia,
poli in partibus. 11 suflìaganeo va- ed altre a tempo di Cesare. E ce-
ca, ed a' 26 settembre 18 14 P'o lebre couje luogo della cattura, ese-
VII avea fatto suffraganeo e vesco- guita nella palude, di Caio Mario :

vo di Camaco in partibus Gio. ora non è che un ammasso di ro-


Battista Masclet di Dovia. Avvi vine, di acquedotti, de' templi di
pure un vescovo di rito greco-uni- Giove e di Marica e d' aniìteatri,
to, e le Notizie annuali di Roma che mostrano però quanto sia essa
registrano dal 18 18 e tuttora mon- stata considerabile e splendida, già
signor Giuseppe Holownia dell' or- ricoprendo ambedue le rive del fiu-
dine di s. Basilio. me cui un tempo die il suo nome.
La cattedrale di gotica struttura Dalle sue rovine ebbe origine Trael-
è sotto r invocazione della Beata to [Vedi). La fetle vi fu predicata
Vergine Maria. 11 capitolo si com- ne' tempi apostolici, e nel V seco-
pone di sei dignità, cioè il prepo- colo già la sua chiesa era vescovi-
6lo, ch'è la prima, l'arcidiacono, il le. L' Ughelli, Italia sacra t. X, p.
decano, lo scolastico, il custode, ed iSg, riporta la serie de' seguen-
il cantore ; di sei canonici e di al- ti suoi vescovi sullraganei della me-
tri preti e chierici addetti al servi- tropoli di Capua. Cecilio Ilustico
gio divino. Nella cattedrale vi è il assistettenel 499 "' concilio roma-
Baerò fonte^ e la cura d' anime si no adunato da Papa s. Simmaco.
esercitada un parroco. Vi sono S' ignorano i nomi de' successori ;
pure cinque coufralei-mle e tre u* certo è che s. Gregorio I, per ve-
MIN MIN 2o3
der la cillà desolata dai barbari, gorio VII, per seguire l'antipapa
unì la chiesa a Fonnia [Fedi). Di- Clemente IH.
siiulta poi questa dai saraceni nel- MINUTOLO Eneico, Cardinale.
r 84^9 J' vescovo Coslanliuo riti- Enrico Minutolo patrìzio napoleta-
rossi a Gaeta, quindi la sede fu no, uomo dotto del pari che co-
trasferita a Traetto, laonde i prela- stumato, nel i382 da Urbano VI
ti che occuparono in seguilo quel- fu promosso al vescovato di Biton-
la sede presero il titolo di vescovi to, donde nel 1389 lo trasferì al-
di M inturno
o di Traetto. Talaro l' arcivescovato di Trani, ed in ap-
vescovo Mlnturnenseni fu al concilio presso passò a quello di Napoli,
romano dell' 853. Giorgio vescovo chiese impartì immensi
alle quali
Trajeclanuni intervenne nelTSBi benefizi, fabbricando tra le altre co-
al sinodo romano, contro Giovan- se in Napoli il palazzo per 1' abi-
ni arcivescovo di Ravenna. Andrea tazione degli arcivescovi contiguo
s. Trajeclanae ecclesiae episcopuni alla metropolitana, in cui fondò
è nominato nel 954 in un documen- cappelle, altari e benefizi, pe' quali
to di Ottone I imperatore; dopo lasciò rendite considerabili, e vi fe-

il quale non trovansi più notizie di ce la porla maggiore di marmo,


vescovi, venendo riunita la diocesi prodigiosa per grandezza, per le co-
a quella di Gaeta. Muilurno si re- lonne di porfido, per le scolture e
se anco celebre pel concilio in cui statue con cui l' ornò, tra le quali
si decise, che il Papa non potreb- venne egli rappresentato genuflesso
be essere giudicato da chicchessia. avanti la Madonna, con iscrizione
MINUTO Giovanni, Cardinale. in versi barbari. Bonifacio IX ai
Giovanni Minuto prete cardinale di 18 dicembre 1389 lo creò cardi-
s. Maria in Trastevere, fiorì sotto nale prete di s. Anastasia, ed arci-
Alessandro li del 1061, che insie- prete della basilica Liberiana, fa-
me col cardinal Mainardo lo desti- cendolo Gregorio cameilengo XII
nò in legalo alla città di Milano, di s. Chiesa. Illustrò il suo nome
per sterminare da essa il vizio del- per mezzo delle legazioni che sos-
la simonia e dell' incontinenza, non tenne con prudenza e valore in
che l'eresia de' nicolaiti, che vi ca- Bologna, Ferrara, Forlì e Raven-
gionava guasti orribdi. Ivi giunto na, dove pubblicò alcune leggi o
stabilì alcune leggi adattate a con- costituzioni molto ulili e condu-
tenere nel proprio dovere i mini- centi alla quiete ed al buon go-
stri di quella chiesa. Nel 1070 pas- verno di quei popoli. In compagnia
sò col cardinal Pietro romano, e di Gregorio XI l si condusse in Sie-
con Heiinenfredo vescovo Sedunen- na, dove si trattenne per lo spazio
se alla legazione d'Inghilterra, ove di cinque mesi col Papa; ma nel
nel sinodo di Vincesler depose Stri- gennaio del i4o9) essendo già ve-
gando arcivescovo di Cantorbery, scovo di Frascati, lo abbandonò
Agelmaro vescovo di Eistat, ed al- per passare al con'cilio di Pisa, do-
cuni abbati dai loro monasteri, nei ve fu uno degli elettori di Alessan-
quali erano stati intrusi con aperta dro V, a cui sembrò conveniente,
\iolenza, e come convinti rei di di- che rinunziato il titolo di vescovo
verse colpe. Alcuni scrissero che di Frascati che si possedeva da
il cuidiualc si ribellasse a s. Gre- Gherardi auti-cardiuale di Beuedel-
2o4 MIR MIR
to XIII pseudo-pontefice, passasse a Xanto, Bobu o Sofìanopoli, Marliana,
(juello dì Sabina allora vacante, e Coma, Fello o Phello, Antifello,
così togliere ogni fomento di sci- Phaselis, Rodiopoli, Acamiso o A-
sma. Era pure intervenuto ai con- calisando, Acanda, Palara, Comba,
clavi d* Innocenzo VII e Gregorio Carbura, Nasa o Nisa o Nissa, Ca-
XII, e si trovò ancora a quello di iinda, Aprilla, Oricanda o Aricna-
Giovanni XXIII. Pieno di gloria da, Arnia, Sidima, Onurda o Ono-
morì nel i4i2 in Bologna. Tra- mida, Candano o Cardamo, Pallio-
sferito il cadavere in Napoli, fu col- ta o Giustinopoli, Eudocia, Mele-
locato in sontuoso mausoleo, eretto sa, Lebisso e Pacando. Ne fu pri-
nella metropolitana dentro la cappel- mo vescovo s. Nicandro martire,
la di sua famiglia, ma senza iscrizione. ordinato da s. Tito discepolo di s.

MIRA, I\]yra, Myrrha. Sede ar- Paolo. Nicola L Nicola II, cioè s.

civescovile metropoli della Licia, Nicolò celebre vescovo di Mira, na-


nell'esarcato d'Asia, già città con- tivo di Patara^ abbate d' un mo-
siderabile, ora villaggio della Tur- nastero presso Mira, le cui ossa si

chia asiatica dell' Anatolia nel san- venerano a Bari, al quale articolo
giacato di Meìs, chiamato anche dicemmo come vi furono traspor-
Strumeta, fabbricato sulle rovine tale dalla Licia. Taziano che in-
dell' antica e celebre città, la quale tervenne al primo concilio di Co-
conje tante altre soggiacque al do- stantinopoli. Sereniano che fu al
minio de' saraceni nel secolo XI, concilio generale d' Efeso. R.omano
quindi decadde dalla sua importan- intervenne al secondo Efesino. Pie-
za. £ situata sopra una collina tro fu al concilio Calcedonese. Fi-
suir Andraki, con buon porto, che lippo sottoscrisse il V sinodo. Po-
si getta in vicinanza nel Mediterra- lidecto fu al VI. Teodoro I. Nicola
neo, Di tale città ne fanno menzio- 111 si recò al VII sinodo. Nicela e-
ne Straboqe , Plinio e Tolomeo. retico dell' 825. Teodosio fu al
L'apostolo s. Paolo essendosi con- concilio in cui si ripristinò Fozio,
dotto a Roma per mare, approdò Leone visse Michele Cerula-
sotto
in Mira, secondo la versione siriaca rio.Teodoro 1 143. N. delII del
degli Ani apostolici, ma in Listri li5i. Cristoforo del 1166. Eusta-
secondo la volgala latina. Tuttavol- zio traslato a Tessalonica a tempo

ta si ritiene aver s. Paolo fatto co- di Manuele Gomneno. Matteo XIX


noscere nella Licia Gesù Cristo col- vescovo o arcivescovo. Oriens christ.
le sue predicazioni. La città fu da t. p. 965. Mira fu ancora sede
I,

principio la sede d'un semplice ve- d' un arcivescovo greco fu 1' ulti- :

scovato sulIVagaiieo d'Iconio, in- mo monsignor Massimo Mazium, da


di nel secolo IV venne eretta in Gregorio XVI il primo febbra-
metropoli della novella Licia sotto io del i836 traslato al patriarcato
r imperatore Teodosio li, ed esar- d'Antiochia de' greci MelcInLi [Fedi).
cato di Licia nel secolo Xlll. F'u- Mira, Myren, al presente è un
rono sue sudiaganee le seguenti titolo arcivescovile in parlibus, il

trentasette sedi vescovili. Telmisso, quale ha sotto di sé i titoli vesco-


Limira, Araxa, Podalea, Tatta, Ze- vili pure in parlibus di Limira^
nouopoli, Olimpo, Otla o TIos, Co- PatBrea, Sidima, TIoa o TIos, Tel-
ridalo, Canna o Cunnus, Acraso, messo, Antifello e Rodiopoli. Gre*
M R I M R !
20')

goiio XVI nominò gli ultimi due alle leggi della natura, co' quali la

arcivescovi, cioè Nicola Ferrarelli divina onnipotenza volle e vuole


canonico Liberiano e segretario del- manifestare e autenticare la verità
ia congregazione della visita, nel annunziata ai popoli dai profeti
detto concistoro del primo febbraio e dai santi tra lo splendore di que-
)836, traslato da Marronea; e per ste irrefragnbili prove. Il nome di
sua morte monsignor Pietro Anto- miiacolo significa, i." in im senso
rio Garibaldi genovese, già inter- iiffatlo generale una cosa ammira-
nunzio di Parigi, canonico vaticano, bile, singolare, straordinaria, che
cliierico di camera, protonotario a- colpisce^ che sorprende, che reca
poslolico, fatto nel concistoro dei stupore, sia eh' essa sorpassi le for-
22 gennaio i844> consecralo in s. ze delle creatine visil)ili, sia che
Pietro dal cardinal Lambruscliini, non le sorpassi. Siguilica 2.° in
odierno nunzio apostolico di Napo- un senso più concreto una cosa
li per nomina del lodato Pontefice. straordinaria che sorpassa le for-
Mira, sebbene titolo in partihiis, a- ze delle creature visibili, ma non
\ea la dote di dieciotto Luoghi di delle invisibili , come gli angeli
Monte (^P^edi) e 99 centesimi , i buoni o cattivi . Significa 3. in

frutti de' quali ascendevano a scudi un senso proprio e rigoroso una


56 e bai. 91, in favore degli ar- cosa o un elìetfo sensibile che sor-
civescovi prò tempore. Ma Benedetto passa le forze di tutte le creatu-
XIV, dopo la morte dell'arcivesco- re , tanto che invisibili ,
visìbili

vo Nicolai, nel 174^ trasferì la sud- e che non può provenire che da
detta dote annua alla cbiesa arci- Dio operando secondo le leggi su-
vescovile di Tarso, indi alla palri.ir- periori a quelle della meccanica del
cale di Costantinopoli. Tale istitu- mondo, giacché Dio ha stabilito
zione della dote rimonta al 1682, delle leggi che
ordinarie e generali
per decreto Innocenzo XI fatto
d' regolano movimenti,
tuttiquali i i

nel concistoro de' 2 maggio, per formano questo bel meccanismo del
cui furono depositati scudi duemi- mondo, cui fu dato il nome di na-
la pei suddetti luoghi di monte. E- tura, e delle altre straordinarie e
siste un mss. con questo titolo : particolari secondo le quali produ-

Elucuhratio parva super qnosdam ce che soipassano 1' ordine e


effe' ti

libros Sinenses ab archiepiscopo My- le forze di tutta la natura; e nul-

rensi de Nicolais. r altro fuori di ciò eh' è prodotto


MIRACOLO, Mìraculum, por- in conseguenza di queste ultime
tenlum, oslentuni, prodigium. Cosa leggi, è un vero miracolo, secondo
soprannaturale, opera eil effetto che la dottrina di s. Tommaso, I part.
non si può fare se non da Dio, e quest. I IO, art. 4> "^ corp., la qua-
per sua virtù ad intercessione della le esige per un vero miracolo che
Beata Vergine, dei santi, e di quei egli sorpassi l'ordine e le forze di
servi suoi che vuole glorificare con tutta la natura creata si visibile,

tratti di sua onnipotenza ; può ser- che invisibile. Si può dire nondi-
virsi di altri come istromenli per meno, secondo la dottrina dello
confermare una verità speculativa stesso santo dottore, che le meravi-
o pratica. I miracoli sono quegli glie operate dagli angeli buoni o
avvenimenti memorandi superiori cattivi sono miracoli in un senso
aoG MIR MIR
meno per rapporto a noi,
stretto, e talvolta impiegarli nelle sue opera-
ihiperciocchè esse sorpassano le for- zioni. Lo stesso avviene de' santi,
ze della natura a noi note. Ma por- sia prima che dopo la morte. Quan-
che una cosa miracolosa può essere to ai demonii le cose straordinarie
o contro la natura, o disopra o , eh' essi operano non sono che illu-
oltre, da ciò nasce la diversità dei sioni ; oppure ciò eh' esse conten-
miracoli, che la maggior parte dei gono di vero non oltrepassa il loro
teologi seguendo s. Tommaso li am- potere naturale, il che fa s'i ch'es-
mettono di tre sorta ; cioè miraco- se non sono, per conseguenza, veri
li contro la natura , al disopra miracoli. Come il demonio fu vin-
della natura, e oltre la natura. Un to dalla morte del Salvatore, la sua
miracolo è contro la natura quan- possanza è al presente legata, e lo
do questa conserva una disposizione sarà sino alla venuta dell' Anticri-
contraria agli efTetti che Dio pro- sto. Non pertanto Iddio non gli

duce, come alloichè il mare si di- ha tolto al tutto il natio suo po-
vise per lasciar passare gì' israeliti; tere, del quale lo lascia usare per
quando il sole fermossi al coman- tentare gli uomini e indurli al ma-
do di Giosuè, e retrocedette alle le. Alcuna volta eziandio lo spirito
preghiere d'Isaia per provare al re delle tenebre, colla permissione del
Ezechiele ch'egli sarebbe guarito. cielo, contraffa le meraviglie, che il

In tutti questi casi la natura con- braccio solo dell' Altissimo opera ;

servava una disposizione contraria e procura di sedurre i mortali con


agli effetti che Dio produceva in fantasime ingannatrici. Ma in que-
essa. Un miracolo è al disopra ste occasioni egli si smaschera sem-
della natura quando la natura non pre da qualche canto, per cui è
può produrlo in alcim modo; tale agevole travedere l' impostura, e
è per esempio la risurrezione d'un distinguerla dall' opera di Dio, il

morto. Un miracolo è oltre la na- quale ispira l'umiltà a chi egli si co-
tura quando la natu''a potrel)be munica in modo straordinario, men-
assolutamente produrlo, ma non tre il demonio ai suoi slromenti
nelle circostanze e nel modo con insinua la superbia. Il fine primo
cui Dio lo produce. Una persona e generale de' miracoli è la gloria
è pericolosamente malata. Dio la di Dio. I fini secondari che lutti

risana all'istante, e senza alcun ri- si riferiscono a quel primo, sono o


medio, la natura avrebbe potuto la conferma della dottrina che ri-

guarirla col tempo e coi rimedi : guarda sia la fede, sia costumi, i

questo miracolo è olire la na- o r attestnzione della santità di


tura. qualcuno, od benefizi accordati
i

Dio solo è la causa eflìciente dei agli uomini tanto spiriluali, che
miracoli, perchè egli solo può in- temporali, o la vendetta divina.
terrompere o rovesciare il corso 1 veri ed falsi n)iracoli dill'erisco-
i

della natura da lui stabilito, e gli no dal lato del principio, del fine,

angeli non ne possono essere che dell'efllcacia, della durata, delia uti-
le cause morali, ottenendoli colle lo- lità, della maniera e della natura.
ro preghiere, o le cause istrumen- Essi dilferiscono dal lato del prin-
tali, concorrendovi come istrumenti cipio. I veri miracoli hanno Dio
per le mani di Dio, il quale vuole per autore, ed i falsi non lo hanno;
MIR MIR "iof
dal Iato del fine, i veri miracoli si cristiana ; il principale mlrncolo per
fanno per rassodare la fede, rifor- ciò provare è la risurrezione di
mare i costumi, attestare la santità Cristo. I prodigi furono quelli che
di qualcuno, ed i falsi per corrom- uniti alla dottrina predicata dal
pere la fede o i costumi ; dal lato Salvatore ne provarono la verità
dell'efficacia e della durata, i veri e ne attestarono la sapienza ; laon-
sono reali e permanenti, i falsi pas- de i piodigi fiu'ono e sono ancora
seggieri ed illusorii; dal lato dell'uti- una delle più forti prove di nostra
lità , i veri recano profitto agli religione.Al tempo della primitiva
uomini, mentre sono ad essi
i filisi Chiesa furono più necessaii mira- i

nocivi ; dal maniera, i


Iato della coli, di quello che sia a' tempi no-
veri si operano ordinariamente per stri, perchè gli apostoli ed suc- i

intercessione de' santi , i falsi per cessori loro aveano a trattare coi
gì incantesimi, le profanazioni e le greci e romani, gente colta e dot-
superstizioni ; dal Iato della sostan- ta , i quali se non avessero visti
za , i veri sono o contro, o al di- miracoli fatti in conferma del van-
sopra, o almeno oltre la natura ; i gelo, non si sarebbei-o mai dispo-
falsinon eccedono le forze naturali sti a crederlo ed accettarlo ; ed ai
dell'agente che li produce. Per e- tempi di Giuliano I' Dio
apostata.
vitare la frode e 1' illusione nei illustrò la sua Chiesa con molli e
miracoli, il concilio di Trento ses». strepitosi miracoli. Dei miracoli che
0:5, de invoc. vener. et reliq. sa ri et. si facevano ne' sacri templi, si so-
et sacr. imng.^ ha saggiamente stabi- levano formare ne' primi secoli dei
lito, che non ne sarebbero ammessi libretti, i quali leggevano in
si

de'nuovi, a meno che essi non fos- chiesa. I filosofi platonici al nascere
rero riconosciuti ed approvati dal del cristianesimo ricorsero al potere
vescovo aiutato dal consiglio di al- della magia, ma non impresero a
cuni pii e dotti teologi. Intorno a far miracoli in pubblico, benché
che è d'uopo osservare, che il po- questo fosse l'unico modo per far-
tere di approvare nuovi miracoli li credere. Gli storici che riferi-
attribuito agli ordinari dal concilio, rono tali pretesi prodigi, loro uni-
non riguarda che i santi già cano- co scopo fu di screditare maligna-
nizzati o beatificati, e non le per- mente i miracoli che provavano la
sone eminenti in virtù, ma non divinità della religione cristiana, al
per anco canonizzate o beatificale ; quale scopo adoperarono ìì impo-
giacché se gli ordinari avessero il stiu-a e le illusioni della maqia.
diritto di pubblicare e di proporre ^fc/< Benedetto XIV, De serv. Dei
ai popoli i miracoli che si altri» beat. t. Il e IV e Spagni, De.
;

buiscono all'intercessione di questa miraculix, Fiomae 1777.


sorta di persone, essi avrebbero altre- Del tanto decantalo magnetismo
sì il diritto d'indurre il popolo fi animale si giovano in ispecial mo-
render loro un culto religioso, eh' è do razionalisti, ad ispiegare le stu-
i

ima conseguenza della santità at- pende miracolose gesta de' profe-
testata dai miracoli, il che non ap. ti, degli apostoli, di Cristo , e di
partiene che alla Sede apostolica. quanti si ebbero fama di tauma-
Coi miracoli si provò dai nostri turghi cristiani ,
per togliere cosi
maggiori la verità della religione di mezzo quel motivo di credibili-
5o8 MIR MIR
tà potentemenle fondato sui mira- dor de'costumi. Se dunque i feno-
coli di nostra siinta religione. In meni detti l<fs-crìses non sono ef-
oggi i proièti sono dai sedicenti fi- fetto del magnetismo animale, se
losofi riputati come primi magne- i il sonnambulismo artificiale è una
tÌ7zalori dell'antichità; segreto che impostura, se le guarigioni opera-
essi dicono pur conosciuto da Ge- te da Cristo eccedevano il potere
sù Cristo e dagli apostoli. Il famo- umano, se non riuscì a Mesmer di
so Mesnier riducendo a sistema il produrre prodigi di Cristo, do-
i

magnetismo animale, sotto altre for- vià necessariamente coiichiudersi


me rinnovò le imposture e i va- col dolio monsignor d. Vincenzo
neggiamenti degli antichi per illu- Tizzani odierno vescovo di Terni,
dere la mollitutline, come fecero i che il magnetismo animale è una
maghi dell'Egitto. Se il magnetismo nuova veste data ai delirii degli
anin)ale fosse slata la vera cagione antichi, e che i miracoli di Cristo
di tante stupende e miracolose ge- non possono in alcun modo spie-
sta di Gesù Cristo quante ci nar- garsi col mesmerismo. Veggasi il

rano i libri sacri, converrebbe neces- Discorso istorico-critico sul magne'


sariamente concludere che le gua- tismo animale, pubblicato dal loda-
rigioni da lui operate attribuir si to prelato in Roma nel 1842 con
dovessero a umana potenza e non molto plauso.
a virtù superiore alle forze della MIRAMIONE. Congregazione di
natura. Ma ciò non potrà gifimniai donne, le quali senza far voti si
dimostrarsi dai seguaci di Mesmcr: dedicavano ad istruire le donzelle
anzi, esaminati i principii e le dot- de! loro sesso, ed alla cura delie
trine più solide dell' arte salutare, inferme. Furono fondate a Parigi
si vede ad evidenza, che le opere nel i665 sotto il nome di comuni-
di Ciisto eccedono di gran lunga tà di s. Genoveffa, da Maria Bon-
quelle risorse che in pari circostan- neau dama di Miramion, acciò le
ze potrebbe dare la natura abban- sue religiose istruissero le donzelle
donata a sé stessa, o la scienza ippo- per formarne delle maestre per la
cratica. Il nostro divin Maestro non campagna, e per assistere le donne
poteva nella sua santità operare povere spiritualmente e corporal-
le istantanee £;uari"ioni con mezzi mente, massime le inferme e ferite,
contrari alla buona morale, siccome niedicarle e salassarle. La fonda-
fa il preleso magnetismo animale, trice piamente morì nel 1696.
dal cui esercizio derivano infiniti xMlRANDA {Mirandcn). Città ve-
danni alla società. In fatti si legga scovile di Portogallo nella provincia
il rapporto compilato dal celebie di Trasos-Montes, capoluogo di
Bailly, in nome della commissione Comarca , 12 da Bragan-
leghe
dell'accademia reale delle scienze e za, e 92 da Lisbona, posta su di
della facoltà di medicina in Parigi, una rupe al confluente e sulla riva
e vedrà con quanta ragione deb-
si destra Duero o Douro, per cui
del
bansi attribuire fenomeni mesme- i si chiama Miranda de Douro per
riani a lult'altro che al magnetis- distinguerla da altre dello stesso

mo animale, e chiamar V uso di nome. Ha vecchie fortificazioni, in


questo un ritrovamento nemico al parte rovinose, due ospedali, e
bea essere delia società e al can- qualche stabilimento scientifico
MIR MIR 209
primeggiano tra gli edlfizi 1* antica menicano di Lisbona, preconizzato
cattedrale ed il seminario. Teneva da detto Papa nel 1758 ; Emma-
il quarto posto nelle assemblee del- nuele de Vasconcellos Pereyra del-
la corte, e conta circa 5ooo abitan- ladiocesi di Lamego, dichiarato nel
ti. Questa città sembra aver porta- 1770 da Clemente XIV; Michele
to un tempo il nome di Contìum Antonio Barreto de Menesez della
o Contia. Distrutta dai barbari, fu diocesi di Braga, nel 1778 traslato
di nuovo riedificata nel ii36 da da Braganza da Clemente XIV, e
Alfonso I. Gli spagnuoli l'assedia- fu r ultimo vescovo di Miranda. Ad
rono nel 1762, e in tale incontro istanza della regina Maria I, il Pa-
saltando in aria un magazzino di pa Pio VI colla bolla Romanus
polvere furono danneggiate in par- Pontìfex, de' 27 settembre 1770,
te le mura. In un paese alpestre Bull. Roni. Contìnuatio y t. VI, p.
e montuoso, la comarca, situata 253, soppresse la sede vescovile di
nella parte orientale delia provincia, Miranda e la trasferì in Braganza
contiene più di 82,000 abitanti. La [Fedi)y pur sulìragaoea di Braga,
sua posizione è di grande impor- eretta in vescovato da Clemen-
tanza, essendo da essa agevole l'en- te XIV una delle città più an-
,

trata nel regno di Leone, e perchè tiche del regno cui duchi di-
, i

posta tra due fiumi il Douro e la vennero re di Portogallo, casa che


Fresne. tuttora regna. La cattedrale di Mi-
La sede vescovile ad istanza di randa divenne collegiata insigne,
Giovanni 111 re di Portogallo fu con undici canonici, ritenendo il
istituita da Paolo HI nel i54^, il titolo vescovile, e concedendo Pio
quale eresse in cattedrale la chiesa VI ai canonici 1' uso della mozzet-
parrocchiale dedicata a Maria Ver- ta. Ecco la serie de' vescovi di
gine, fondando il vescovato colle co- Braganza e Miranda. De Menesez
piose rendile del monastero de' be- mentovato, fatto primo vescovo di
nedettini di Castro d'Avelans, colla Biaganza da Clemente XIV a' 6
rendita di diecimila scudi, e 3i4 agosto 1770. Bernardmo Pinto Ri-
parrocchie in 22 leghe di lunghez- beiro Seixas della diocesi di Braga,
za, dichiarando la sede suITraganea preconizzato vescovo di Braganza
della metropoli di Braga, da cui da Clemente XIV a* 12 luglio 1778,
aveva dismembrato i luoghi per indi primo vescovo di Braganza
formar la diocesi. Ne furono vesco- e Miranda. Antonio Lodovico de
vi Torribio Lopez elemosiniere del- Veiga-Cabral da Camera, della dio-
la regina Caterina, e Giorgio de cesi di Braga, eletto nel 1798 da
Messiot trasferito a Coirabra ; e per Pio VI. Giuseppe Maria di s. Anna
gli ultimi nomineremo, Diego Mar- Noronha, dell' ordine di s. Paolo
ques de Mouratto di Lisbona, fatto primo eremila, di Lisbona, dichiara-
vescovo nel 1740 da Benedetto XIV, to da Leone XII nel 1824. Per
il quale gli die nel 1750 in coa- sua morte il re d. Michele I nomi-
diutore con futura successione Gio, nò r odierno monsignor Giuseppe
dalla Croce di Lisbona, già vescovo Antonio da Silva Rebello, della con-
di s. Sebastiano del Rio Gennaro, gregazione della missione, nato in
e di fatto successe nel 1753 ; fr. s. Caterina nel patriarcato di Li-
Alessio de Miranda Uenriquez do- sbona, da Gregorio XVI preconizza-
VOI,. XLV. i4
2IO MIR MIR
lo vescovo di Brajj;anza e Miranda in Basilea nel 1573 e 1607, insieme
nel concistoro de' 2 luglio i832. colla sua vita scritta da Gianfraa-
La rendila episcopale è di scudi cesco Pico suo nipote, e coll'apolo-
25oo. gia di sua condaima. Francesco Pi-
MIRANDOLA, Mìrandula. Città co della Mirandola feudatario dello
cospicua del ducato e distretto di stato di Modena, si rese indipen-
Modena , capoluogo di cantone. dente nella Mirandola, di cui gli
Assai antica, un tempo fu ben for- antenati suoi possedevano il castel-
tificata e difesa da un castello^ ma lo da parecchie generazioni in poi :

le sue fortificazioni sono ora pres- divenuto nel i3i2 podestà di Mo-
soché rovinate. Vi sono diverse bel- dena, come lo era stato nel 11 18,
lissime chiese, ed è rimarchevole la Manfredi Pico, si fece capo de'ghi-
principale; ampie e regolari so- bellini, e vendè Modena a Passeri-
no le vie, dovendosi la sua ma- no Bonacossi signore di Mantova.
gnificenza ai Pico ; conta più di Le fortificazioni di Mirandola es-
3ooo Era anticamente la
abitanti. sendo stale assai ragguardevoli, atti-
capitale un ducato del suo no-
d' rarono sovente le armi straniere. Pas-
me, dipendente dall'impero, e tut- serino Bonacossi signore di Manto-
tora ne porta il titolo di duca va, per riprendersi il denaro paga-
quello di Modena suo sovrano. La to per Modena, dopo aver morto
signoreggiò la celebre famiglia Pi- Francesco Pico onorato del titolo
co, dalla quale uscì Giovanni chia- di vicario imperiale, e due suoi
malo la ll'nice degl'ingegni del suo figli, le distrusse nel i33o. Nicolò,
secolo , siccome famoso pel suo altro figlio di Francesco, scampato
straordinario sapere, cognizione del- alla strage, potè vendicarsi quando
le lingue, e amore alle scienze, che i Gonzaga cacciarono i Bonacossi.
celebrammo nel volume XXXVIII, Francesco HI della Mirandola fu
p. i-zg del Dizionario ed altrove. creato nel i4'4 conte di Concor-
Avendo Innocenzo Vili condannato dia dall' imperatore Sigismondo .

la sua opera. De omni re scibili, Quindi la Mirandola nelle rivolu-


Giovanni spiegò qual fosse il suo zioni e vicende guerresche di Lom-
retto sentimenlo, per cui l'approvò bardia soggiacque ad assedi e vi-
Alessandro VI con bolla de'i3 giu- cende. Ma il più famoso assedio fu
gno 1493. D'allora in poi Giovanni quello con che la strinse il Papa
avendo corrello lo spirito ardente Giulio II in difesa di Giovanni Fran-
che trasportava il suo prodigio- cesco III Pico, per espellerne i fran-
so talento alle novità, si applicò cesi, e Galeotto II ch'erasene im-
allo studio de' libri santi, e tre an- padronito. Agli articoli Giulio II,

ni prima di sua morte rinunziando e Milizia pontificia, dicemmo co-


al principato, si lilirò in una casa me quel gran Pontefice alla testa
di campagna, ove datosi agli eser- dell* esercito, tra le fulminanti ar-
cizi di pietà e penitenza , in essi tiglierie,con tre cardinali, trionfan-
morì 33 in Firenze nel
d' anni te entrò nel i5ir per l'aperta
i494» terminando suoi giorni i breccia nella piazza. Nel i532 Ga-
coir abito de' domenicani da lui leotto II tornò ad occupar la Mi-
sempre amali. Le sue opere furo- randola, uccidendo lo zio Giovanni
no pubblicale più compiutamente Francesco III col cugino Alberto:
1,

Min MIR III


indi si sottomise alla protezione fu fatto cavallerizzo maggiore da
della Francia, e poi nel i548 cede Filippo V. Gli spagnuoli assediaro-
lii Mirandola ad Enrico li median- ro la Mirandola nel 1785 , ed il

te un compenso, laonde divenne re di Sardegna la prese nel 1742,


piazza d'arme de' francesi. Tulta- ma duca di Mode-
fu restituita al
\olta nel i55i la casa d'Austria na nel conseguenza del
i74'^> i'i

la fece restituire a Luigi Pico fi- trattato d' Aquisgrana.


glio di Galeoflolf. Morto nel i574> MIRANDOLA Lodovico Pico ,
il di lui figliuolo Federico assunse Cardinale. Lodovico Pico de' duchi
i titoli di principe della IMirandola della Mirandola, dopo essersi tro-
e marchese di Concordia. Dipoi il valo, a cagione dell'assedio posto
suo fratello Alessandro I Pico fu dai francesi alla sua patria, nelle
imperatore Mattia nel i6ig, o
dall' più critiche e dolorose circostanze,
meglio dall'imperatore Ferdinando se ne fuggii
prima a Bologna, e poi
II, proclamalo duca di Mirandola e a Roma, donde portatosi a Vienna
principe di Concordia, borgo del ottenne dalla liberalità dell' impe-
ducato di Modena con più di 9.5oo ratore un sufficiente mantenimen-
abitanti, che assediandola poi i fran- to. Restituitosi a Roma fu tosto da
cesi nel 1704, s'incendiò il palaz- Clemente XI nel 70 t annoverato 1

zo di delizie de* duchi della Miran- nel numero de' prelati, e subito
dola; Suo nipote Alessandro 11 re- ammesso tra i chierici di camera,
gnò dal i63i al 1691 ; essendosi e dopo due anni promosso a mae-
portalo in Roma nell'anno santo stro di camera, indi a maggiordo-
i65o, alloggiò nel noviziato de'ge- mo col titolo e grado di patriarca
suiti.Di tre anni gli successe il ni- di Coslanlioopoli. In questi impie-
pote Francesco Maria, che nella ghi avendo ricevuto la sua virtù
guerra della successione di Spagna maggior risalto dallo splendore dei
prese le parti dei Borboni. Quindi suoi natali, Clemente XI a' 18 mag-
nel 1701 Mirandola fu occupata dai gio 17 12 lo creò cardinale prete
tedeschi, ed in vicinanza i francesi di s. Silvestro in Capite. Lo ascris-
e gli spagnuoli uniti furono scon- se alle principali congregazioni di
fini dagl'imperiali nel 1708. I pri- Roma, tra le quali nomineremo
mi la presero nel 170^, ma l'eva- quelle del s. offizio, del concilio e
cuarono nel 1707. Per decreto del di propaganda, e nel 17 17 lo di-
consiglio aulico di Vienna, Fran- chiarò vescovo di Senigallia, chiesa
cesco Maria perde suoi stati, men-i che per delicatezza di coscienza ri-
tre Clemente XI creò cardinale nunziò passati sei anni, con infini-
Lodovico Pico de' duchi di Miran- to dolore de' buoni, avendo lasciati
dola. Come feudo dell' impero esempi preclari di tutte le virtù,
Giuseppe I o Carlo VI nel 171 massime di specchiata innocenza
\enderono gli stali per 200,000 do- de' costumi. Essendo vescovo pro-
bloni, o 600,000 scudi come altri mosse con instancabile zelo la gran-
dicono, al duca di Modena Rinaldo ri' opera della dottrina cristiana, ed
d'Este, che u' ebbe l'investitura eresse due conservatori!, uno per le
a' 12 marzo, riliiandosi la nobilis- donzelle o orfane pericolanti, l'al-
sima famiglia Pico in Francia, aU tro per le femmine convertite, che
tri scrivono in Spagna ove il duca con generosa pietà e beneficenza
ais MIR MIR
manteneva del proprio^ studiando no Q Guido di Levis uno de' loro
sempre tutte le maniere possibili capi, donazione che confermarono
onde promovere la salute delie a- i re di Fi'ancia, ed a questa fami-
nime e la gloria di Dio. Tornato glia ne rimase il possesso sino al
a Roma fu fatto arciprete della ba- tempo della rivoluzione. Giovan-
silica Liberiana, e prefetto della ni XXII nel i3i7 eresse la sua
congregazione delle indulgenze, e parrocchia in cattedrale , suffra-
dimesso il primo titolo passò suc- ganea di Tolosa, dichiarando primo
cessivamente 174° al
nell' agosto vescovo Raimondo d' Alhon nel
vescovato di Porto. Mori in Iloma i3i8, già abbate di s. Saturnino di
nel 1 743 placidamente, dopo una Tolosa, che mori nel iZiS. 11 Pa-
lodevole vita d' anni 64, essendosi pa gli die in successore il proprio
trovato presente ai conclavi d' In- nipote Jacopo del Forno, traslatan-
nocenzo Xlir, di Benedetto XII f, dolo nel i326 da Pamiers, ìndi
di Clemente XII e Benedetto XIV, nel i32 7 lo creò cardinale, e nel
ed ebbe onorevole sepoltura nella 1334 occupò la sua sede col nome
nuova chiesa del Nome di Maria di Benedello XII [P'edi), veneran-
a Colonna Traiana, di cui era sta- dolo la Chiesa per beato. Quanto
to insigne benefattore, dove innan- a' suoi successori fino u Luigi di
zi all'altare maggiore fu posta una JVogaret, nominato nel 1629, veda-
lapide ben ornala collo stemma si la Gallia christ. t. II. Gli ulti-
gentilizio suo nome. Il cuo-
ed il mi vescovi poi furono Giambat-
re poi, giusta la sua testamentaria tista Campflour di Clairmont, fatto

disposizione, venne collocato nella vescovo nel 1737 ; e Francesco Tri-


chiesa di s. Prassede, in cui dal stano de Cambon di Tolosa, eletto
cardinal Quirini gli fu eretta una nel 1768. Dopo lunga sede vacan-
elegante inscrizione. te. Pio VII soppresse il vescovato
MIREPOIX, Mirapicum. Città col concordato del 1801. Il suo ca-
vescovile Francia nella contea
di pitolo consisteva in quattro dignità,
di Foix, nell'alta Linguadoca, di- con dodici canonici; eranvi tre mo-
partimento dell' Arriege, circonda- nasteri, e la diocesi conteneva 60
rio di Pamiers, capoluogo di can- parrocchie.
tone, sulla riva sinistra del Lers, MIRICIA, Myricium. Sede vesco-
in amena situazione, distante i5o vile della Galazia seconda, nell' e-
leghe da Parigi. Ha un ospedale, sarcato di Ponto, sotto la metro-
la cattedrale dì s. Maurizio, e qual- poli di Pessinunte, eretta nel IX
che altro rimarcabile edifizio. Gli secolo. Si vuole chiamata ancora
abitanti si occupano del taglio di Tliermas s. /égapii %>el Àgapeli. Ne
una pietra nera e lucida detta furono vescovi Elpidio 1 intervenu-
jayet, di ferro scavato ne' dintorni, to al concilio di Calcedonia; Elpi-
e di carbone fossile. Anticamente dio II che sottoscrisse ai cationi in
fu la capitale del picculo paese del Trullo ; e Michele che trovossi al
suo nome, indi eretta in marche- concilio pel ristabilimento di Fozio.
sato nel XVI secolo. Fortificata ed Oriens christ. t. 1, p. 497-
occupata nel XIII dagli albigesi, i MIRINA o MIRINO, flfyrina. Se-
crociati la presero sotto il coman- de vescovile della prima provìncia
do del conte di Foix, e la diero- d' Asia nell'esarcato del suo nome.
MIR MIS ai3
sotto la n)etropoli d' Efeso, eretta dale, e deputato coadiutore con
nel secolo V. Situata presso il ma- successione al vescovo di Panama.
re nell'Eolia, ebbe un porto, secon- MISANI Ugo, Cardinale. Ugo
do Strabone e Pomponio Mela ,
Misani bolognese , nelle tempora
indi andò in rovina. Ne furono ve- dell'avvento 1
144> ^^^ ^^ Lucio II
scovi Doroteo che sottoscrisse al creato cardinale prete del titolo

concilio d' Efeso ; Proterio che fu di s. Lorenzo in Lucina, Si mo-


al concilio di Calcedonia; Giovan- strò padre de' poveri e avvocato
ni che sottoscrisse ai canoni in de' pupilli e delle vedove trovossi ;

Tiullo; e Cosimo che trovossi al all'elezione di Eugenio III, e nel


VII concilio generale. Orieiis cliiisl. ponlificato di Anastasio IV terminò
t. I,. p. 7o5. Al presente Mirina o i suoi giorni.
Mirino, Myrinen, è un titolo ve- MISENO, Misenwn. Città vesco-
scovile ili parlibua, sotto 1' arcive- vile distrutta, antichissima nella
scovato litolare d'Efeso. JNel 1825 Campania, regno delle due Si-
nel
Leone Xll lo conferì a monsignor cilie, provincia di Napoli presso
Giovanni Ryan, divenuto nel i83i Pozzuoli, situala sopra il promon-
vescovo di Limerich; e Gregorio torio Miseno. Cuma, Baia, Miseno
XVI il primo febbraio i836 a un giorno famosi, ora sono una de-
monsignor Pietro India palermita- serta penisola frastaglialada laghi,
no, cantore della cappella di Pa- onde il golfo di Napoli vien diviso
lermo con cura d' anime, e della da quel di Gaeta. Al sud di Bauli
medesinìa vicario generale. o Bacola incomincia colla ridente
MIRIOFIDI oMIR10FlTI,;j/y- pianura de' campi Elisi il territorio
riophilus. Sqì\& vescovile di Tracia Misenate, si estendono sino
i quali
della provìncia d'Europa, sotto la al piccolo lago,chiamato Stigia pa-
metropoli d'Eraclea, eretta nel se- lude, di cui Agrippa rese il cana-
colo XYI, secondo Commanville; le alto a ricevere le maggiori
ma il p. Le Quien, Oriens christ. navi, formando col lago il Mare-
t. II, p. II 52, dice che ne fu ve- morlo, il famoso porto Misenate
scovo uno di cui ignorasi il nome, diviso in tre bacini. Qui stanziarono
che trovossi al concilio tenuto sotto le flotte romane
dipartimento
del
il patriarca Geremia. Situala la cit- dal Mediterraneo sotto gì* impera-

tà in Romania sul mare di Mar- tori, montate per lo più da cento-


mora, dice Cedreno che fu distrut- mila armali; mentre il porto à'A-
ta dal terremoto nei 5&S. MiriofìdI, riminurn serviva a quelle dell' A-
Myriophylan , è un titolo vescovile driatico. Si riconosce quindi nella
in parlibus^ sotto 1' arcivescovato ti- grotta Traconaria o Draconara una
tolare d'Eraclea, che nel secolo vastissima sotterranea conserva di
passalo ebbe da Benedetto XIV, acqua potabile per 1' uso degli eser-
Giovanni Nicola à' Honlheini [J^edi) citi
; come pure si ha ragione del
ossia il famoso Febronio. Dopo il nome di Miliscola dato alla spiag-
quale Gregorio XVI lo conferì ai gia occidentale, che unisce il Mon-
24 aprile i845 a monsignor Gian- te di Precida al promontorio Mi-
francesco Manfredo di Cariogena seno, cioè Militwn schola , perchè
d'America, canonico penitenziere di ivi si addestravano le numerose mi-

quella cattedrale, esaminatore siao- lizie. Si controverte la posiziona


2i4 MIS MIS
Miseno e la e-
dell'antica città di seno fu un
fondo del patrimonio
stensione del promontorio del suo napoletano, appartenente alla chie-
nome, e presso al circo Misenate sa romana tra i doni olFerli da
:

credono taluni di riconoscere Mi- Costantino a s. Silvestro 1 per la


seno, ove sono gli avanzi di un basilica de' ss. Marcellino e Pietro
teatro. La città fu in gran parie di Roma, si noverano promonto-
i

distrutta nelT 836 quando fu presa ri o isole di Miseno e Monte Ar-


e saccheggiata dai longobardi, ca- gentario.
pitanati da Sicardo duca di Bene- MISERERE MEI DEUS. Salmo
vento; egual disastro avvenne 54 5o, misterioso e penitente del re
anni dopo, finche fu interamente Davidde, con cui pianse i suoi pec-
spianala da' saraceni di Cuma. L'o- cali, e implorò la divina misericor-
dierno villaggio vuoisi che fosse un dia ; laonde sì celebre e comuio-
sobborgo della cillà prossimo al venle salmo, pieno d' unzione e di
porto. Qui si riunirono sotto gli fervore, fu chiamalo pmhnus inist-
Angioini i superstiti delle popola- ricordiae. Conliene la sostanza di
zioni di Cuma, Baia e Miseno, che un cuore contrito ed umilialo, che
durante il governo vice-reale si conosce, che confessa, che detesla
sbandarono, restando deserte con- il suo fallo, e ne implora il per-
trade si Resta vicina la
deliziose. dono. E uno de' più belli e di voli
villa di ove morì Tibe-
Lucullo, dell' uffizio divino, ed uno de' sette
rio; altra villa di Lucullo era ap- salmi penitenziali Daviddici. I( sa-
partenuta a Mario. L'estremo Ca- crifizio di lode più grato al Signo-
po Miseno, ove fu eretto un fa- re è quello diun cuore umiliato
ro, è guardato da una torre. La compose per
e contrito. Davitlde lo
sede vescovile fu eretta nel V se- piangere amaramente le sue colpe,
colo in onore di s. Sosio martire chiedendo pietà, per cui dalle co-
e patrono. L' Ughelli, Italia sacra piose lagrime di penitenza, V anima
t, I, p. i4f, riporta i seguenti ve- del santo re rimase lavata in modo,
.scovi. Concordie che assistette ai che divenne bianca più che la ne-
concilii di Roma del 5oi,5o2 e ve; ed in virtù de' meriti del pre-
5o4 sotto Papa s. Simmaco. Pere- zioso sangue di Gesù Cristo ricu-
grino collega di s. Ennodio nel 5i8 pera sì bel candore, e per mezzo
nella legazione apostolica ai greci. di dolore e sincere lagrime il pe-
Costanzo rammentato in un docu- nitente cristiano. Del famoso Mise-
mento del Pontefice Pelagio L Be- rere che si canta inimilabiirnenle
nenato del Sga che s. Gregorio I dai cantori pontificii nella cap|)eila
deputò a visitar la chiesa di Cuma, papale, che rapisce l'animo di chi
morto nel 599. N. ... gli successe. l'ascolta, musica singolarissima e
Massimo intervenne nel 649 al con- sorprendente che ispira contrizione
cilio di Laterano. Agnello fu al e divozione, ne parlauuno nel voi.
concilio romano di s. Agatone nel Vili, p. 28G, 287, 3o4 e 3i5
680. Verso il secolo X la sede di JMi- del Dizionario. I Miserere in musi-
seno si unì a quella di Napoli di ca che cantano nella cappella pon-
si

cui era sud'raganea. Abbiamo uiiu tificia Gregorio Allegri e Tom-


di
memoria di monsignor Capecchi tro muso Bai, il primo fiorito nel se-
iulitulatu : // porlo di Miseno. Mi- colo XVII, il secondo nel XVlll,
,

MIS MIS ai5


nel 1 809 furono stampati in Lipsia si propone Chiesa santa. Il canto
dal Kunel, cogl' Improperi, e Sta- di questo salmo desta nell' animo
hai Mater del Palesliina. Nel 1821 degli ascoltanti tenerezza e compun-
in detta cappella per la prima vol- zione, risveglia ora gli alTetti dei
ta cantò altro Miserere del ce-
si dolore e di gemito nella morte
lebre d. Giuseppe Baiai, sommo del Nazareno, ora i moti della dol-
neir arte della musica, poi fallo da ce speranza e del gaudio divoto
Gregorio XVI suo cameriere d'o- jjer la compiuta redenzione. E ben
nore. Indefesso ne' gravi suoi studi, si è ravvisato r effetto mirabile del-
egli intraprese con industriosa e la commovente armonia nel reli-
lunga fatica a comporlo in dieci gioso raccoglimento e contempla-
sole voci. Arduo era il cimento a tiva attitudine di tutti i ceti, che
fionte de' sublimi lavori dei lodali assisterono alla celebrazione di sì

Allegri e Bai su questo medesimo venerandi misteri Questo è il .

Il Baini colla
8ain:io. sua modestia più bello e non dubbio elogio del
cominciò dal mettere a prova coi compositore". Celebre è altresì il
cantori suoi compagni i meditati Miserere posto in musica dal mar-"
concerti; e questi rapili dalla pa- obese Raffaele Muti, da lui vestito
tetica melodia, che dipinge, ragio- di sublimi melodie e di nobilissimi
na e commove, si riunirono intor- svariati sensi, sul volgarizzamento
no il benemerito collega, e lo sti- del Giustiniani, che con tanto plau-
marono ben degno di sostenere il so fece eseguire nel 1846 in Koma
confronto co' parti degli antichi sua patria nella vasta sala dell' o-
maestri. Assistiti i cantori da quel- spizio apostolico, a beneficio dei
l'arte privilegiata, che si conservò virtuosi di musica bisognosi , da
da tanti secoli, come per tradizione, cento e trenta voci di distinti di-
nella scuola palatina, fecero coH'au- lettanti e professori d'ambo i sessi,
tore a gara dal lato dell'esecuzio- affidandone la parte istrumentale a
ne, ed ecco come si espresse chi lo quaranta. Su salmo
quest' eccellente
gustò, nel num. 35 del Diario di molli scrissero, Savona-
fra' quali,
Roma dì dello anno. « Una essen- rola, Esposizione del salmo Mise-
ziale osservazione non dee trascu- rere, Bologna i499' Cesare Cal-
rarsi.I Miserere di Allegri e Bai derari. Concetti spirituali sul Mise-
sono limitali all' artifizio di tre soli rere con varie lezioni, Napoli i585.
versetti, che replicalo, si adatta poi Sanie Rivetelli, Lezioni sopra il Mi-
ai susseguenti; ma per quanto il serere, Roma 1607. Versione del
salmo tutto s'aggiri sullo stesso ge- Miserere de' piti celebri autori, Bo-
nere di sentimento, pure questi so- logna 1775. P. Bernardino, Sposi'
no mirabilmente tratteggiali dal zione del salmo Miserere, Roma
profeta regale, che in cento gui- 1758. Mirabile è pure il canto del-
se ricerca e penetra il cuore de' fe- la sequenza o prosa Dies irae, per
deli. 11 maestro Baini all'incontro le messe de' defunti al suo arti- :

ha seguito in ciascun versetto, con colo dicemmo chi lo attribuisce al


particolare fatica e fedeltà, le di- minorila p. Tommaso da Celano,
stinte e variate espressioni del vate ma ciò è molto incerto, imperoc-
ispirato, e così l'insigne lavoro cor- ché questo canto non si è veduto
lispoude pienamente allo scopo che comparire se non al principio del
ai6 MIS MIS
i5oo, come dice mons. Alfieri, fiw/. cardinale di s. Eustachio, per la giu-
del canto della musica eccl. risdizione di certe cappelle, e morì
MISERICORDIA. Religiose della in pace sotto Alessandro III nel
Madonna delia Misericordia, fonda- mese di settembre.
te in Aix nel iGSy dal p. Ivano MISSIONARI . Ecclesiastici se-
dell' oratorio, e da Maria Maddale- colari o regolari si dedicano che
na della Trinità, fu un istituto mol- alle Missioni pontificie, od alle Mis-
to dolce. Recitavano il piccolo uf- sioni straniere
[Fedi), e che sono
fìzio della Beata Vergine, ed oltre mandati dal Ptìpa o dalla Congre-
i tre voti ordinari ne facevano un gazione di propaganda fiele [Fedi)
quarto per ricevere senza dote le o dai diversi istituti delle Missioni
donzelle di qualità. Urbano Vili straniere, ed anche dai vescovi nei
le approvò nel 1642, e Innocenzo regni e paesi stranieri , sia pel
X le confermò nel 1648 colla regola mantenimento della fede, sia per i-

di s. Agostino. Ebbero case a Pa- struire e coltivare i cattolici, sia per


rigi, Arles, Avignone ed a Salon. condurre sulla retta via gli eretici
MISINO o MISINOPOLI. Misi- e gli scismatici, con riunirli alla
no chiamata anco Drusìpara, se- Chiesa, siaper convertire gì' infe-
de vescovile di Tracia sotto Era- delied i pagani, derivando la loro
clea, ebbe i seguenti vescovi latini. denominazione dalla ricevuta mis-
Francesco morto nel iBgy. Nicola sione. La commissione data da Ge-
Tzyraernan domenicano del iSgy. sù Cristo ai suoi Apostoli [Fedi)
Pietro morto verso il i477' Gio- d' istruire e battezzare tutte le na-
vanni Tidela domenicano gli suc- zioni, si estende a tutti i secoli,
cesse. Luigi di Sighen francescano perciò lo zelo apostolico non cessò
del i5o2. Oriens chrìst. t. Ili, p. mai nella Chiesa cattolica, e vi du-
971. Commanville dice che Misi- rerà finché saranno sulla terra
vi
napoli fu sede vescovile di Rodope infedeli e miscredenti da converti-
nell'esarcato di Tracia, eretta nel re, poiché Gesù Cristo promise di
IX secolo sotto la metropoli di Tra- essere co' suoi inviati sino alla con-
janopoli. sumazione de' secoli. Nei tempi an-
MISNIA. Fedi Meissen. co meno illuminati, lo zelo per la
MI SO Pietro, Cardinale. Pietro conversione degl' infedeli produsse
di Miso da Adriano IV nel marzo fortunali elfetti, e si suscitò di nuo-
Il 58 (il creato cardinale diacono vo al risorgimento delle lettere, di
di s. Eustachio, indi da Alessan- cui sono pur benemeriti i missio-
dro IH venne dichiarato dell' ordi- nari. Lo furono e lo sono, delle
ne de' preti, col tilolo di s. Loren- arti più necessarie, dell'agricoltura,
zo in Damaso, per la cui elezione e di altro clie lungo sarebbe ri-
molto si adoperò, opponendosi allo cordare. Quanto non deve ad es-
scisma insorto per l'antipapa Vit- si la geografia e le scienze natu-
tore V. Insieme al cardinal Giulio rali, e lo studio de' costumi delle

vescovo di Palestrina si condusse in più rimote nazioni I Renelle in certo


Ungheria per ridurre quei popoli modo i missionari hanno avuto prin-
alla divozione e obbedienza del le- cipio colla Chiesa pel comando memo-
gittimo Pontefice. Questo cardinale ralo del suodivin fondatore, propria-
ebbe alcune diiTerenze con Ugo mente parlando fu s. Gregorio I, che
MIS MIS 217
sul finire del VI secolo mandò mis- diocesi, emandarvi de' missio-
di
sionari nell'Inghilterra per conver- nari. Abbiamo dal padre Giaco-
tire i sassoni e gli altri barba- mo Tiran gesuita Missionarius^ :

ri che erano impadroniti di quel


si sive vir aposlolicus in suis excur-
paese, ove la luce del vangelo già sionibus spirituali bus in iirbihus et
vi era stata portata. Benché in I- oppidis, ad Dei gloriani et salutem

lalia come in altre regioni sia do- aniniaruni susceptis, Lione e Pa-
minante la religione cattolica, pure rigi 1692. Sono innumerabili i

a cagione di alcuni luoghi di culto missionari che veneriamo sugli al-


misto, o de' porti di mare, la con- tari per la loro santità e immense
gregazione di Propaganda [l^edi) fatiche e benemerenze, così il glo-
si rivolge a' vescovi di detti luoghi rioso stuolo di martiri che sparse-
o porti ove hanno dotnicilio eretici ro il sangue e soifrirono atroci
e scismatici, per mandarvi missio- tormenti, quali missionari bandito-
nari per illuminarli, o pel mante- ri dell' evangelo e delle verità cat-
nimento della fede in quelli che la Egualmente non si possono
toliche.
professano, e dagli slessi prelati si numerare gì' illustri 'missionari, che
informa delle qualità dei soggetti coi loro sudori, pietà e scienza si

che fanno istanza per divenir mis- procacciarono benedizioni e 1* e-


le
sionari apostolici, e partire per le terna riconoscenza di popoli e na-
missioni, commettendo medesimi
a' zioni , molti de' quali meritamente
\escovi talvolta l'esame de' misMo- furono esaltati alle principali digni-
nari. La sacra congregazione inol- tà ecclesiastiche. Uno de' caratteri
tre mantiene agenti nelle principa- di cui da principio fu dal suo
lino
li città e porti di mare d' ogni divino fondatore adornata la Chiesa,
parte, col ministero de' quali invia si è quello di mandare i suoi se-
e riceve i dispacci ; è avvisata de- guaci a predicare nel mondo la fe-
gli arrivi e partenze de' missiona- de, e Dio comprovò con splendidi
ri e degli alunni del Collegio Ur- e replicati prodigi la verità di que-
bano [f^edi), seminario apostolico sta divina missione. Vi sono anco-
di tutte le nazioni, i cui individui ra missionari eterodossi, ma grande
esercitano il sLiblime ministero del- è la dilfcrenza che passa con quelli
l' apostolato cioè di missionario; cattolici, sia dai principii da cui
fa la spedizione degli arredi sacri partono, dai mezzi di cui si servono
e de'sussidii pel viaggio o mante- e dagli che ambetlue ne rac-
edetti
nimento, e si tiene in comunica- colgono, in siccome
tanti luoghi
zione con tutto il mondo. Cliia- notammo, ed eziandio provò nell'ac-
mansi eziandio missionari quegli cailemia di religione cattolica in
ecclesiastici, i quali o re-
secolari Roma il p. Luigi de Sanctis de' mi-
golarifanno la Missione [Fedi), od nistri degl' infermi, nella dotta dis-
appartengono alle congiegazioni e sertazione : // miss'o/iario cattolico
pii istituti che hanno per line prin- f l eterodosso, di cui riporteremo
cipale le missioni urbane , subur- un sunto prendendolo dagli Annali
bane e di altrove. delle scienze religiose, voi. V, p. 278.
Il vescovo ha diritto di ordi- Moltissime sono le testimonianze
nare delle missioni nelle pairoc- di protestanti, i quali viaggiando
chie o nelle altre chiese della sua in qualità di missionari attendono
2 1 8 M I S MIS
a rnccoj^lieie piante e alla negozia- l'assistenza degli ammorbati. Gli
zione o a tuU' altro, cosicché in stessi selvaggi, nell' udire il missio-
essi la qualità della loro missione nario cattolico, ed il missionaria
diviene accessoria e non principale. protestante ammogliato, sono pie-
Essi ricevono la missione dalle pa- ni di venerazione pel primo, e dis-
tenti della civile autorità, mentre prezzano il secondo. Circa mezzi i

il missionario cattolico la riceve de' missionari e loro diversità, il

dalla legittima autorità ecclesiastica, missionario protestante ha protezio-


la quale l'ebbe da Gesù Cristo, ne illimitata dell' autorità civile (e-
che disse per tutto il mondo si an- slesa anco alle loro mogli!) asse-
nunzi il suo evarigelo ; né osano i gnamenti annuali vistosissimi (su
protestanti opporre contrasto alla pa- di che tra gli altri si potrebbe con-
rola di Cristo, e concedendo essi sultarequanto dissi a Inghilterra,
(juesta divina missione essere nella ed Irlanda), collette spésse volte
Chiesa, è forza eh' eziandio conce- forzate; il cattolico invece, fidato
dano, che con non interrotta suc- in Colui che spedi in lutto il mon-
cessione di pastori si conserva. Quan- do dodici poveri e nudi pescatori,
to ai principii domniatici che i mis- va sprovvisto affatto di denaro e
sionari si propongono nelle predi- di protezione nelle parli le più re-
che e confiM'eiize, essi sono diversi: condite della terra. L' eterodosso
il protestante omette (in d' insegna- non vi penetra se non è benigna-
re punti principalissimi di credibi- mente accolto, o per lo meno as-
lità, còme fra gli altri avvenne al sicurato dalia civile podestà che
re Rikoviko, che convertito alla fe- sarà per garantirlo il cattolico :

de Sandwichiane nell'O-
nell'isole tenta ogni mezzo per introdur-
ceania, mori da non uìolti anni a visi , ed è lieto se ricever vi pos-
Londra, dopo cinque che vi dimora- sa anco la stessa morte. A
fiu
va, e non gli era sialo insegnato essere ciò deve aggiungere gli altri
si

l'incesto proibito dal vangelo: all'in- mezzi d' industria che non sono
cunlro il cattolico nulla tralascia di scarsi ( mentre ai missionari catto-
quanto alla fede appartiene. Per lici è proibita la mercatura , al
mezzo di missionari protestanti tante modo detto a Mercante ), ed il
volle sonosi eccitate guerre civili numero esorbitante di 1 5,333,3 33
con molto spargimento di sangue; Bibbie [P^edi) dispensate in pochi
per mezzo del missionario cattolico anni dalla società biblica, della qua-
sonosi sedate intestine guerre e di- le parlammo in altri luoghi rela-
scordie le più accanite: quello nei tivi, e le scuole gratuite aperte in
pericoli si ritira, questo tutto si gian numero nell' America, e il
occupa bene de' suoi
nel fratelli. denaro che spendesi per comprare
Cos\ in Dublino, quando ivi il mor- uditori alle prediche, mezzi per al-
bo asiatico del cholera infuriava, tro non benedetti dal padrone del-
r arcivescovo protestante Watly la messe, e che però poco o niuu

proibì ai suoi sacerdoti di reoaie frutto producono. Intorno alla dif-


aiuto agi' inlcrmi, e l' arcivescovo ferenza poi degli effelli che le mis-
cattolico monsignor Murray, con u- sioni de' cattolici ed eterodossi pro-
iiu analoga pastorale, sotto pena di ducono, quelle de' protestanti, co»
«uspeosioue ordinò a' buoi ministri uu Si graude appaiato di mezzi,
9

MIS MIS a 1

ridiiconsi per lo più a fallaci o lu- protestanti nella Cina , lo dichiara


singhiere speiaiize. Numerano le un articolo inserito ne' succitati An-
conversioni dal numero de' piote- nali voi. VI, p. 12 3.
slanti che sono presenti alle loro Il eh. d. Domenico Zanelli, nel
prediche, dall'incredibile numero nutneio 83 del Diario di Roma
delle bibbie che donano, mezzo da 1841, in lode de' missionari catto-
essi creduto infallibile, ma che pur lici pubblicò un bellissimo articolo

troppo non produce l' effetto, pe- in cui dice. « Non è mai venuto
rocché ordinariamente si fa altro meno lo spirilo de' banditori del
uso delle bibbie diffuse con tanta vangelo: anche l'età nostia vede
premura. Il missionario cattolico ministri del' santuario, che senz' ar-
novera le conversioni dai battesimi, uii, senz'oro e protezione, con un
ne rende in ogni anno conto au- biislonoello in mano, un Crocefisso
tentico ai superiori, dimostra un in pedo e la speranza in Dio_, la-

notabile aumento di fedeli, rende sciano la patria terra; e non ispa-


testimonianza dell'eroica condotta ventati dal caldo, dal freddo, dalla
de' convertiti ; quindi i soli catto- fame e dalla sete, solcano mari, at-
lici rinnovano gli esempi de' primi traversano deserli e pianure, var-
cristiani. Un principe tartaro della cano monti, e ciò per portar la
famiglia imperiale della Cina, ca- luce della fede nelle regioni che
duto in disgrazia dell' imperatore dormono nell'idolatria, 'o nella se-
per essere cattolico, sostenne nel parazione giacciono dalla vera Chie-
1834 con eroica fermezza l'esilio sa di Cristo. È per amore della
e la miseria, e domandò in grazia lede che montano sul cammello e
al vescovo di poter servire il mis- sul droajedario coli' arabo, che nel
sionario, per avere il bene di assi- deserto errano coi cafri, che si fàu-
stere ogni giorno alla messa. I pro- no selvaggi nella Gujana, che si

testanti finalmente, mentre lodano cibano di olio di balena coi groen-


tanto la libertà, non la vogliono landesi,che di lutti ne assumono il
ad altri concedere. Si può consul- costume; é per amore della fede
tare il libro monsignor
del dotto e della umanità, che in quelle con-
Wiseman : La
dtUt missio-
slerililà trade i missionari della religione
ni intraprese dai protestanti per cristiana diventano il n^edico per
convertire i popoli infedeli, provata l'infermo, il conforto del misero,
coi rapporti dei medesimi prote- il sollievo del tapino, il maestro
stanti, Uoma i83i. Questa impor- della nazione, il patrocinatore del-
tante operetta meritò d' essere tra- lo schiavo, il benefattore di tutti.
dotta in tedesco, e nel i835 pub- E nessuno si lascia imporre dalle
blicata in Augusta, poiché contiene difficoltà; si vince la superstizione,
documenti, i quali mostrano che l'ostinatezza, la barbarie, l'amor
tutte le fatiche e tutti i non pic- fervido alla falsa loro religione : la
coli sagrifizi di denaro impiegato croce trionfa di tutto, e il bandi-
dai protestanti nell' acquistar pro- tore della croce sofhe col sorriso
seliti alla loro setta tra gl'infedeli, sulle labbra le minacce, le per-
non partoriscono i corrispondenti cosse, i morte si ri-
tormenti, la :

fruiti. In quale compassionevole corda allora più che mai delle pa-
condizione si trovano le missioni role di Cristo, che ai banditori del
220 MIS MIS
vangelo predisse i mali che avreb- ai relativi articoli, parlando delle
bero sofferto. Persecuzioni furono missioni di Europa, Africa, Asia,
mosse in ogni tempo e tremende : America e Oceania; cosi quelli degli
per resistere ad esse non vi vole- alunni de' diversi collegi istituti per
vano che i fìgliuori d' una religio- le missioni di Roma, e in diverse
ne santa e divina. A fronte di tan- parti del mondo, e dei religiosi di
te persecuzioni mosse contro la tanti benemeriti ordini. Al presente
Chiesa e i sostenitori di essa, il sono principalmente missionari apo-
cristianesimo sempre trionfò ; all'e- stolici gli alunni del collegio Urbano,
tà nostra vediamo che va allargan- gesuiti, i filippini massime inCeylan,
do di assai i suoi confini la Chiesa i lazzaristi o signori della missione;
cattolica, non ostante le persecu- i sacerdoti delle missioni straniere
zioni che sono mosse ad essa da sì di Parigi che d' Irlanda ; i sul-
chi si trova dalla Chiesa separato. piziani, i redentorisli, i passionisti ,

Per cui dovunque si volge lo sguar- gli oblati di Maria in Torino, gli

do si hanno esempi consolantissimi eudisti, la società de' ss. Cuori pie-


e di eretici e che vinti
d' idolatri, pus, i maristi, quella della Carità
dalla grandezza del '*vero, corrono o rosminiani ; i niechitaristi, dome-
a ricovrarsi all' ombra del caltoli- nicani , agostiniani e carmelitani
cismo, in clie trovano quella pace scalzi ; i francescani minori osser-
che invano sperato hanno altrove. vanti, riformati, conventuali e cap-
E nei paesi lontani e barbari che puccini ; oltre gli ordini che hanno
ai missionari veggono associate
si per iscopo la redenzione degli schiavi,
pie e sante donne, che dominate i chierici regolari ed i monaci di va-
dallo spirito di Dio, elleno pure si rie congregazioni, come benedettini,
sono interamente sacrificate al bene silvestrini, ec. ec. Tutto si può vedere
della religione. E queste misericor- agli analoghi luoghi. Dei missiona-
diose, quantunque per natura de- ri che riportarono la palma del
licate, veggonsi affidare la loro vi- martirio, se ne parla agli articoli
ta air Oceano, cimentarsi a lunghi che li riguardano, ed anche a Mar-
e disastrosi viaggi, dormire su nu- tiri (ss.). 11 gran vantaggio che pos-
do terreno, tutto solfrire per coo- sono ritrarre gli uomini apostulici
perare opera loro al trionfo
coli' destinati nelle missioni alla conver-
della Chiesa. Rese forti dalla mano sione delle barbare nazioni, da una
invisibile di Dio che le dirige, nei cognizione anche limitata della me-
paesi dai missionari frequentati, es- dicina, mosse lodevolmente il fra-
se aprono scuola pel credente e il tei Pietro Antonacci della compa-
non credente, e così gettano le fon- gnia di Gesù, infermiere e farnia-
damenta di un edificio, che non si cista nel collegio Urbano di pro-
facilmente crollerà. Donne s\ pie, paganda fide^ a pubblicare in Ro-
sì timorate noi vediamo, o dirò me- ma nel I S45 un prezioso libro da
glio sappiamo che si trovano e là lui compilato, e riveduto da otto
dove regna il mussulmano e il be- professori di medicina e chirurgia ,

duino, e là ancora dove abita il anzi approvato ed encomiato, por-


moro e l' indiano ". tante per titolo: Manuale pratico
I prodigiosi immensi vantaggi re- di medicina, chirurgia e farmacia
cati dui missionari si possono leggere per comodo delle missioni straniere.
,

i
MIS MIS 22r
Dipoi il zelante e intelligente reli- dicare l'evangelo ed amministrare i

gioso pubblicò una Norma di ri- sacramenti, non che per adempie-
piegOy in cui s' insegna il modo di re tutte le altre funzioni ecclesiasti-
curare senza l'aiuto delle medicine che. Gesù Cristo diede la missione
propriamente delle, con materie ai suoi apostoli, dicendogli: Andate
domesticbe reperibili da per lutto, e predicate l'evangelo a tutto l'uni-
e perciò utile in tutti qua' luoghi verso come mandò me il Padre
:

ove non vi sieno spezierie. E final- anche io mando voi. La missione


mente cogli stessi tipi del collegio data da Gesù Cristo ai suoi apo-
Urbano nel 1847 ha dato alla lu- stoli passò al Papa ed a' vescovi,
ce : Raccolta delle più ovvie, ed u- che sono i loro successori, ed il di-
tili operazioni fisico- chimiche ed ritto di conferirla risiede unicamen-
industriali per comodo delle mis- te nelle loro persone. Essi la con-
sioni straniere. E comprovato dal- feriscono come l'hanno ricevuta essi
l'esperienza nulla esservi di piìi medesimi, per un'ordinazione suc-
allo a maggiormente alienare i po- cessiva, imponendo le mani, ordi-
poli rozzi e selvaggi che voglionsi nando pastori, e mandandoli a
i

convertire alla fede, quanto il mo- predicare, ad amministrare sacra- i

strarsi premurosi del loro bene si menti, e ad adempiere a tutti i


fisico come morale. SuU' esercizio doveri attaccati al loro ministero.
della medicina e chirurgia ne' mis- Gli eretici non hanno questa mis-
sionari, si possono vedere Medici- sione divina, perchè non hanno es-
na e JMedico. Clemente XII col si alcuna commissione dai pastori
breve Ciini siciiiy de' 5 gennaio legittimi, e perchè non avendo essi
1735, Bull, de prop. fide y t. II, il dono de' veri miracoli, prove ne-
p. io4, facoltizzò i missionari cap- cessarie della vocazione straordina-
puccini all'esercizio della medicina ria, non sono mandati da Dio im-
e Vedi 11 missionario
chirurgia . mediatamente né dalla sua Chiesa.
apostolico sermoni utili per le
o Sono lupi coperti di pelli di agnelli.
missioni, Parigi 1682. P. Brullan- Fedi Missioni e Missioni stra- ,

gham Domenicano, Opusculum de niere. Missione è pure una serie


missionibus et missionariis tractaius, di prediche, di catechismi, di con-
Metz 1747- Bellarmino cardinale, ferenze , di preghiere e di altri
Dichiarazione della dottrina cri- esercizi spirituali, che fanno molti
stiana, per uso degli alunni e mis- sacerdoti o religiosi nelle città e
sionari della s. congregazione di nei villaggi per 1' istruzione de'po-
propaganda fide, Roma 1842, poli, per ordine de' vescovi e col
MISSIONE. Il mandare che si consentimento de' parrochi locali .

fa de'saceidoti del clero regolare e p^edi Catechismo, Prediche. Mis-


secolare a predicare la fede di Cri- sioni dicesi pure degli stabilimenti o
sto,o ad istruire i cristiani, laon- degli esercizi di sacerdoti zelanti,
de da missione essi fuiono chiamati i quali vanno a predicare 1' evan-
Missionari (J^edi), esercitanti il su- gelo agi' infedeli, ai pagani, o le
blime ministero dell'apostolato. Mis- verità cattoliche agli eretici ed agli
sione significa ancora il potere che scismatici per riunirli alla Chiesa,
si dà dal sommo Pontefice e dal ve- l'arlando il Sarnelli, Lttt. eccl. t.

scovo a'miuistri della Chiesa di pie- VI, lett. XLII : de notabili effetti
5.1CS MIS MIS
delle sante missioni, le chinma lu- grave e frequente male di quelle
strazioni, e ne consiglia l'uso almeno confessioni che potessero per l'ad-
ogni cinque anni; essendo il principal dietro aver fatte invalidamente .

fruito delle missioni le buone con- Dice s. Teresa, che la maggior par-
fessioni ; due essendo i motivi del- te de' cristiani si danna per con-
le missioni, la santificazione del cle- fessioni mal fatte.
ro, e quella del popolo. Dice inol- Molte congregazioni s'istituirono
tre, che la missione porta più uti- per le missioni, di cui si tratta ai
le ad una città, clie dieci corsi loro articoli, come tra le altre qui
quaresimali ; e che sebbene il frut- noteremo quelle della Missione, dei
to delle missioni non duri lunga- Pii operai, del ss. Sagramento, e
mente, luttavolla sempre ne resta- degli Odonisti ,
quella della Carità
no non pochi vantaggi, essendo cer- fondata dal sacerdote conte Rosmi-
to che chi ha cura d'anime non ni, ed altre. In Roma furono isti-

può dargli aiuto spirituale miglio- tuite, come altrove, molte pie ope-
re. Quanto poi la missione giovi re per le missioni, sì urbane, che
alla santificazione del popolo, 1' in- suburbicarie, e per altrove, diverse
segnò Clemente XI a' i6 marzo delle quali tuttora sussistono, laon-
1702 con circolare a* vescovi, cui de ne daremo qui appresso un bre-
insinuò valersi dell' aiuto delle mis- vissimo cenno. Prima però notere-
sioni per le seguenti ragioni. i.° mo, che i Papi per gli /4nni san-
Per potere con questo mezzo pia ti. Giubilei straordinari [Vedi), e
liheraniente e più utilmente ripren- per altre circostanze e calamità, or-
dere gli abusi j imperocché i mis- dinarono missioni straordinarie per
sionari comprovano colle loro pre- Roma, e v'intervennero essi slessi
diche al popolo le buone verità a udirle, come tra gli altri fecero
dagli altri insegnate, le accreditano, Benedetto XIV e Leone XII esse :

avvalorano, e danno maggior peso. ebbero luogo nelle principali piaz-


•2° Per supplire in ciò alla penuria ze e chiese della città. La più an-
che si trova bene spesso nelle città tica istituzione delle missioni, che
medesime della parola di Dio, che regolarmente poi si fece per le

da molti non viene predicata colla chiese di Roma, e che con singoiar
dovuta semplicità e chiarezza. 3." vantaggio si continua per turno in
yi vendo mostrato l' esperienza, an- tutti i giorni festivi ne' vari rioni,
che ultimamente in Roma, che quan- è la Missione Urbana dai gesuiti
do si spiegano familiarmente e in istituita nel 1610, al modo detto
forma adattata al frutto per le a- nel voi. XIV, p. 192 del Diziona-
nime le cose di Dio, il popolo le rio, meglio stabilita dal p. Caravi-
sente con gusto, concorre colla fre- ta, con predicare nelle feste per
qnenza, e ne riporta grande utile, le piazze : di questa tratta ancora
con emendazione dei costumi ed e- il p. Menimi gesuita, Notizie isto-
dijlcazione universale. ^.^ Perche sic- riche dell'oratorio della ss. Comu-
no specialmente bene istruiti e pazien- nione generale. Dei ristretti che so-
temente aiutati ad uiui buona con- no in detto oratorio, quello degli
fesslone generale, ad effetto di ap- Apostoli composto di
è artisti, i

plicare in tal guisa l' ojiportuiu) e quali si prestano in suo servizio e


necessario rimedio al pur troppo della missione. La Missìotie dì s.
MIS MIS 7i3
Maria del Soccorso, pei poveri del- so da un sacerdote fratello per pre-
la Campagna di Roma, fu istituita pararli alla comunione, e quindi
dal sacerdote Ottavio Sacco (depu- confessati, il sacerdote scelto fra i

tato poi da Innocenzo X giudice dei poveri celebra la messa e comuni-


poveri senza appello, da cui derivò ca i poveri medesimi. Terminata
il giudice delle mercedi di cui parle- questa sacra azione vengono tratta-
remo a Senato, dicendo de! tribunale ti a lauta mensa, serviti dai fra-
del senatore), nobile di Reggio di telli ragguardevoli, e dopo la reci-
Calabi ia nel i638, nella chiesa par- ta di varie preci sono congedati, ri-
rocchiale di s. Tommaso in Parione, manendo ad essi l'abito indossato
ebbe per oggetto sino dalla origine nella funzione. Dovendo l'arcicon-
di propagare l'onore di Dio, la sa- fraternità soccorrere poveri anche
i

lute e il soccorso de'bisognosi, s'im- infermi nelle campagne, con farli


piegò sempre all' istruzione de' po- trasportare ai pubblici ospedali,
veri contadini, sowenimenlo e as- tiene sempre apparecchiate delle ba-
sistenza dcgl' infermi, ed alle sante relle e uomini per trasportarle coi
missioni sì che in campagna.
in città conladini malati, assistendoli poi
Questa pia unione per opera del negli ospedali i confrali a ciò de-
cardinal Antonio Barberini, fu dal stinati. Ma essendo l'oggetto pri-
suo fratello Urbano Vili ap[)rovata mario del sodalìzio la salute spiri-
il primo luglio di detto anno, col tuale di che ne hanno più
quelli
titolo di arciconfraternita_, per pro- bisogno, la procura per mezzo delle
tettole il nipote del Papa, e per missioni a sue spese in Roma e suo
presidente il governatore di Roma distretto, con V opera di zelanti e
prò tempore : ne discorre il Piazza, dotti confrati scelli fra il clero seco-
Opere pie, Irati. Y, cap.33. Si unì lare. Perciò nelle festività di Pasqua,
poi nel 1789 il sodalizio a quello di Pentecoste, di Natale, il sodali-
tli s. Giuliano (di cui feci parola zio spedisce sacerdoti per le missioni,
ai voi. II, p. 3o2, e XIX, p. 5g coir approvazione del cardinal vi-
del Dizionario) eretto e conferma- cario, nei luoghi suburbani per lo
to da Clemente VII nel i524> nel- spazio di olio o dieci giorni, non
la chiesa del suo nome a Monte lasciando di dar altre mi.ssioni fra
Giordano. Mantenendo sempre an- r anno ai conladini ed altre per-
co dopo l'unione questa arciconfra- sone idiote, che oziose si trovano
ternita lo spirito del suo istituto, per le piazze di Roma.
sotto il titolo di s. Maria del Soc- Dal citato p. Memmi abbiamo,
corso e s. Giuliano, eseguisce oltre che nel 171 i ebbe origine dal p.
1' opere di pietà comuni a tutti i Giacomo Filippo Merlini di Visso
sodalizi, ancora le seguenti. Nel gesuita le missioni pei rnietilori, fal-
giorno della fest^ della ss. Conce- ciatori e altri contadini, con usci-
zione invita alla sua chiesa dodici re alcuni gesuiti verso le ore 19
poveri, ed un sacerdote egualmente dal collegio romano a predicare
povero, e questi veste interamente nelle piazze più frequentate di Ro-
di panno bianco con mostre turchine; ma, sotto la scorta del Crocefisso,
indi vengono loro dal prelato primi- Dal medesimo ebbero pure inco-
cerio e dai guardiani lavati i piedi. minciamenlo le missioni ai velturi'
Ascoltano poi un fervoroso discor- ni suir imbrunir della sera nella
224 wis MIS
contrada dell'Orso ed altrove, da so la basìlica Liberiana, ove i soli
dove li trasportavano in chiesa alla sacerdoti secolari possono esservi
missione notturna. Il p. Merlini in- annoverali. Ivi sono mantenuti di
trodusse quelle sacre canzoni che vitto e vestito. Quando fanno le
si cantano dai dodici fratelli nu- missioni nelle diocesi dello stato
merari del ristretto degli Angeli e non solo non sogliono ri-
pontificio,
degli Apostoli, congregazioni delTo- cevere emolumenti, ma anzi distri-
rutorio del p. Caravita, che porta- buiscono limosine ed altri soccorsi,
no e accompagnano la Croce della come vesti e letti. In diversi tem-
missione. 11 eh. e religioso letterato pi dell anno questi missionari dan-
cav. Francesco Fabi Montani nelle in- no esercizi spirituali, frequentano
teressanti Brevi notizie di Leopoldo gli ospedali ed i confessionali, e si

Boiirlit', fratello esemplare dell'ora- esercitano in altre opere spirituali.


torio della ss, Comuniotie generale, Con breve di Leone XII in detta
parla della società fondata in Ro- casa furono trasferite due opere pie,
ma dal gesuita Gio. Maria Ratti, e cioè quella degli oratorii notturni
intitolata : La sacra alleanza degli istituiti dal cardinal Antonelli , e
amanti di Gesù. Crocefìsso, cui Gre- quella per gli esercizi spirituali dei
gorio XVI concesse indulgenze ple- giovanetti per la prima comunione,
narie. Essa è divisa in tre ordini, già fondala nel Collegio Romano
il primo de' quali dicesi de' militi^ \Fedi) dal cardinal Vitaliano Borro-
che per cosi dire ne costituiscono meo.
il nerbo, e con missioni, con pre- Finalmente faremo menzione del-
diche ed altro adoperansi alla pro- la congregazione de' missionari del
pagazione della fede. La Missione preziosissimo Sangue, La compa-
di Nostra Signora delle Grazie det- gnia o confraternita istituita sotto
ta Imperiali, conta per fondatore il tale titolo, eretta nel pontificato di
marchese d. Francesco Imperiali- Gregorio XIII e confermata da
Lercari genovese, che preso il sa- Sisto V, si uni poi a quella del
cerdozio nel 1731, si consacrò al Gonfalone, ed i sacerdoti fratelli
bene delle anime specialmente col- avevano per istituto l' esercizio del-
r esercizio delle missioni, unendosi le missioni, il quale in seguito ter-
dopo il 1760 a diversi sacerdoti minò per mancanza di soggetti.
massime genovesi, che manteneva Sotto Pio VII, al modo detto a
a sue spese. In morte costituì l'o- CuiESA. DI s. NicotA IN CARCERE, Ven-
pera pia da lui fondata sua erede ne istituita l'arciconfralernita del
universale, colla clausola che se la preziosissimo Sangue, di cui furono
congregazione venisse a mancare, primari fondatori Albertini poi ve-
fossero sostituiti nell'eredità il con- scovo di Terracina, Bonanni poi
vitto de' signori della missione di vescovo di Norcia, e Gaspare del
iiarzana pur da lui fondato, i si- Bufalo romano, canonico di s. Mar-
gnori missionari di Fassuolo in Ge- co ed eccellente predicatore. Que-
nova, e le madri pie di s. Pier di sti veramente è venerato per l'i-
Arena, come riferisce il Semeria stitutore o propagatore più bene-
p.3i6 della Sior. cccl. di Genova. merito della congregazione, e ne
La congregazione Imperiali esiste vide sorgere tredici case, compresa
nel palazzo di sua proprietà, pres- quella di Giano fondata nel i8i5,
MIS MIS 12S
e la principale di s. l'aolo in Al- ficio sogliono sovente chiamare i

bano. I sacerdoti asciitli alia con- gesuiti a dare le missioni, per le


gregazione possono vivere libera- quali si prestano ancora i passioni-
luente in seno delie loro famiglie, si! ed altri religiosi, p^edi Eserci-
presentandosi a fare le missioni nei zi SPIRITUALI.
luoghi stabiliti quando sono chia- MISSIONE. Congregazione dei
mati; possono anclie unirsi nelle case sacerdoti missionari di s. Vincenzo
erette a questo fine, senza legarsi con de Paoli, delti lazzaristi o signo-
voti, e restando liberi di ritirarsi. ri della missione. Ne Cu il fondatore
INel tempo però che un sacerdote en- s. Vincenzo de Paoli {^Vedi), nato
tra nella casa di missione, quando vi a'24 aprile iSyS nella terra di Pony
sia ammesso dal direttore generale, presso Acqs, città vescovile in Fran-
previo il congresso della casa pri- cia, nelle pianure
Bordeaux. I di
maria, deve vestire in abito talare suoi Giovanni di
genitori furono
con (ascia dì fianchi, e Crocefisso Paolo e Bcrtranda de Moras i ,

ai petto, non prendere emolumenti, quali avendo una casa ed alcuni


osservare i regolamenti della con- piccoli poderi, li coltivavano colle
gregazione e le opere di pietà pre- pioprie mani, in che impiegarono
scritte dall'istituto, facendo wen- i figli in un a Vincenzo, il quale
zione delle principali il Coslanzi, però dal padre fu destinato prin-
V Osservatore di Roma t. I, ove cipalmente a custodire gli armenti;
pure si parla delle altre missioni ma per la vivacità del suo spirilo
romane summentovate. Il can. del venne applicato agli studi qual peti-
Culaio santamente morì a' 28 di- siopario nel convento de' francesca-
cembre iSSy in Roma, e ne'fune- ni d' Acqs. Fece egli tali progressi
lali fatti in s. Galla il can. d. A- nella lingua latina, che dopo quat-
drìano Giampedi, ora degno vesco- tro anni Commel avvocalo d' Acqs
\'0 d'Alatri, ne pronunziò l'orazione e giudice di Pouy lo condusse in
funebre. Altra ne fu recitata da sua casa, acciò facesse scuola ai fi-

uno de' suoi missionari nell'esequie gli, e nel tempo slesso proseguisse il

in s. Paolo
Albano, ove fu tra- d' corso degli studi senza aggravio del
sferito il cadavere. Nel numero 5 genitore. Mentre egli viveva in que-
del Diario di Roma 838 si leg- 1 sta casa, sentendosi da Dio chiama-
ge la biografia di sì benemerito e to alla carriera ecclesiastica, vi die-
piissimo ecclesiastico, ove si lodano de primi passi col ricevere
i la ton-
le molte sue virtù, e si celebra i- sura ed quatlro ordini
i mitior't
stitulore de' ristretti delle sorelle a' 19 settembre 1596, avendo il san-
della carità, delle figlie di Maria ,
to venti anni. Quindi lasciala la
degli esercizi spirituali pegli eccle- famiglia dell'avvocato, se ne ))assò
siastici e secolari nelle case della a Tolosa per istudiarvi la teologia,
missione, convitti pei chierici, istru- poscia a Saragozza per proseguirne
zioni pei fanciulli per la prima co- il corso. Tornalo in Francia vi pre-
munione, di confraternite e oratorii se il suddiaconato e il diaconato
notturni, propagatore della divo- nel 1598, e nel 1600 il sacerdo-
zione di s. Francesco Saverio, che zio. Poco dopo gli fu conferita la

si era scelto in piotettore e mo- cura di Tilh nella diocesi d' Acqs,
dello. 1 vescovi dello stalo ponti- da lui indi ceduta a un corapelilo-
VOL. xtv. i5
126 MIS MIS
re che gliene contrastava il posses- la casa dei figli del conte Em-
so, onde proseguì per sette anni lo manuele Gondy generale delle ga-
studio della teologia, ed essendo lere di Francia, e prese la direzio-
stato fatto baccelliere neir universi- ne della coscienza moglie di sua
tà di Tolosa, gli fu permesso d'in- Margherita contessa Ver- di Joigny.
segnarvi pubblicamente. JNel i6o5 so il 1616 essendo andato con tal
passò a per esigere un
Marsiglia signora in Folleville o Gannes in
credilo appartenente a patrimonio Picardia diocesi d' Amiens, predi-
che aveagli lasciato persona pia, e cò a' 2 5 gennaio del seguente an-
nel ritorno che fece per mare cad- no nella chiesa, con tanto profitto
de prigioniere di corsari turchi, che degli uditori, che per udire le con-
lo condussero in Barberia ed in fessioni de' molti convertiti, chiamò
Algeri , e lo venderono schiavo ad in aiuto i gesuiti d' Amiens. Que-
un pescatore, il quale lo vendè sta prima missione fu sempre ri-
poi ad un medico, quindi da que- guardata dal santo come origine
sto passò a un rinnegato. Di tal del suo istituto, ed essendo stnto
occasione Dio si servi per dare a poi solito egli ringraziarne in tal
questo infelice la salute delKanima, giorno ogni anno il Signore, venne
per mezzo delle esortazioni di Vin- l' uso nella sua congregazione di
cenzo, ed al santo la libertà. Pen- celebrare con particolare divozione
tito il rinnegato di sua apostasia, se la festa della conversione di s. Pao-
ne fuggì con Vincenzo su piccolo lo, che appunto cadde a' 7.5 gen-
schifo, e varcato il Mediterraneo, naio. Avendo la contessa di Joigiiy
non senza prodigio giunsero salvi conosciuto da questo primo saggio
a' 2S giugno 1607 ad Aiguesmor- la necessità delle missioni, massime
tes. Da qui andarono ad Avignone, pel popolo di campagna, concepì
dominio della santa Sede, ove il sin d'allora il disegno di assegna-
rinnegato fece la sua abiura, e do- re un fondo per qualche comunità,
vendo quel prelato vice-legato pon- la quale avesse voluto incaricarsi
tificio passare a Roma, seco con- di farle ogni cinque anni in tutte
dusse ambedue. Vincenzo visitali le sue terre. Non trovando chi pren-
con molta divozione i luoghi santi der volesse tale assunto, dispose nel
dell'alma città^ dovette ritornare testamento 16,000 lire per fondar
in Francia per una gravissima com- questa missione nel luogo e nella
missione alUdatagli per quella cor- maniera che Vincenzo avesse giu-
te. Quivi avendo stretto amici- dicato a proposito.
zia con ilcelebre p. Berulle, poi Per la brama di darsi tutto al
cardinale e fondatore della con- diviu servizio ed all'istruzione dei
gregazione dell'oratorio di Gesù, prossimi, e sottrarsi dall'auge d'una
u di lui insinuazione dovette assu- casa principesca ove vivea tanto
mere la cura di Clichi, che il santo stimato, il santo nel luglio 1617
antepose all'abbazia di s. Leonardo partì da Parigi, e col consiglio del
di Chame, ed alla carica di limosi- p. Berulle passò curato nella par-
Tiiere della regina Margherita; indi rocchia di Chatillonles-Dombes ,

a non molto per nuova insinuazione nella contea di Biesse. Quivi egli
dello stesso p, IJerulle suo direttore indusse cin<jue u sei ecclesiastici
spirituale, passò in qualità di aio nel- ad unirsi insieme, ed a formare
M I S M I S 277
una specie di comunità per meglio bcrgo il collegio de' buoni figliuoli

impiegarsi in procurare la gloria a sé soggetto, e fatta la proposta


«.li Dio e la salule dei prossimi ; a Vincenzo, 1' accettò con alcune
colle sue stupende istruzioni e ri- condizioni il primo marzo i6?.4-
forme al popolo convcrt"i molti e- Fu risoluto di dar principio alla
relici, ed a sollievo de' poveri in- fondazione della casa colla nuova
formi v' istituì la compagnia delle fàbbrica^ per cui i due pii coniugi
sorelle della carità, clic fu la pri- diedero al santo 4<5)^oo '''"^ ^
ma delle sue istituzioni sotto di l'autorità di eleggere quel numero
questo nome. Ma anche qui potè di ecclesiastici per abitarvi, che po-
poco fermarsi, perchè il p. Berulle tevano essere mantenuti colle ren-
che tutto poteva sul suo cuore lo dite della fondazione. Vollero altre-
richiamò a Parigi a seguitar la di- sì che Vincenzo fosse il direttore di
rezione spirituale della conlessa, che questa nuova casa, finché viveva, con
dopo averlo accolto come un an- patto però di non abbandonare la
gelo, si fece promettere di assister- cura e assistenza spirituale di loro
la sino alla morte, come adempì. famiglia. Fatta questa divota fon-
In questo modo dispose Dio che dazione la contessa morì, e s. Vin-
avesse principio la benemerita con- cenzo essendo andato a recare la
gregazione della missione, poiché trista nuova al marito in Proven-
né per parte sua, né per parte ra, ebbe da questi il permesso di
della contessa poteva ne' suoi im- ritirarsi nel collegio de'buoni figliuo-
pegni dimenticare V opera delle li, dove diede 1* ultima mano allo
missioni della campagna. Premu- stabilimento della sua congregazio-
rosi di riuscirvi e cercando operai ne, di cui fu eletto superiore gene-
perchè vi si consacrassero, e non rale, che fu appi-ovata dall'arcive-
trovando comunità alcuna che aves- scovo di Parigi a'24 aprile 1626,
se voluto addossarsi tale impegno, e nel i632 da Urbano Vili a' 12
non senza divina ispirazione la piis- gennaio, che gli diede il titolo del-
sima dama, ferma in tal proposito la missione, e permise al fondato-
che una compagnia di persone pie re di stenderne la regola pel buon
andassero di tanto in tanto a far le ordine ed esatta disciplina. Mentre
missioni nelle sue terre, si determinò si attendeva la bolla di tal Papa,
cooperare allo stabiliniento di una i preti missionari in Parigi entra-
congregazione particolare , i cui roiìo nella prioria di s. Lazzaro nel
membri uniti insieme in comuni- sobborgo di s. Dionigi, che appar-
tà, si impiegassero in un ministero teneva alia congregazione de' Cano-
sì santo. Sapeva ella che molti vir- nici di s. Vittore [Vedi), i quali
tuosi ecclesiastici si univano sovente la cederono colle condizioni espresse
a Vincenzo nel fare le missioni, e nel concordato fatto tra loro a' 7
perciò coir intelligenza del marito, gennaio i632. In vigore di questo
che ne approvò il disegno, e del l'arcivescovo di Parigi unì la prio-
cardinal di Gondy primo arcivesco- ria di s. Lazzaro alla congregazio-
vo di Parigi, fratello del conte di ne della missione, come fosse un
Joigny, quivi stabilì (ondar la casa l)enefizio di sua collazione. Ciò con-
pei detti ecclesiastici. Intanto il sta dalle sue lettere de' 3 1 dicem-
conte di Joigny destinò per loro al- bre i633, ed Urbano Vili confer-
228 MIS MIS
mò unione con bolla del
questa mani, come narra il Piazza, Euitevo-
marzo i635. Fu principalmente a logia romano tralt. V, cap. XXI K,
cagione della denominazione di tal della casa pia de' sacerdoti della
casa, che sacerdoti della missione
i missione a Monte Citorio, ove il

Tennero chiamali padri di s. Laz- santo subito mandò altri sacerdoti,


zaro o Lazzarisli. Veramente il ti- che sparsero per tutto il buon o-
tolo dipadri essi non l'usano, on- dore delle loro virtù e si resero
de sono generalmente chiamati si- benemeriti.
gnori delia missione e col titolo di Frattanto s. Vincenzo per rendere
don. Questa casa per la sua am- più stabile e ferma la sua congre-
piezza, pel numero de' suoi missio- gazione, neli658 die l'ultima ma-
nari e per la residenza che vi sta- no alle sue regole e costituzioni,
bili il generale, divenne capo della ed avendo radunata la comunità ili
congregazione, che vivente ancora s.Lazzaro, in libretto stampato le
il fondatore si stabili in molli luo- consegnò a tutti i congregati, esor-
ghi della Francia , nell' Italia e tandoli ad osservarle esattamenle.
nella Polonia, per opera principal- Né solamente si limitò lo zelo in-
mente del santo, allorché n' era ge- stancabile di questo uomo apostoli-
nerale. In Ptoma fondossi prima
la co procurare V incremento di
in
casa della missione nel i64o dal sua congregazione, ma per quaran-
sacerdote Luigi Bretone, il quale ta anni diresse le salesiane religio-
essendo stato quivi mandato dal se della Visitazione, a ciò destinalo
$anto per alcuni negozi, questi gli da Francesco di Sales ; si alFati-
s.

avea pure ingiunto che quando ne co per r erezione di varie confra-


avesse tempo 1' impiegasse in i- ternite e pie congregazioni perchè
struìre e catechizzare i poveri agri- s'impiegassero per sovvenire po- i

coltori e pastori della campagna veri tanto ne' bisogni corporali che
romana, come pratico nella lingua spirituali , come sono le figlie o
italiana. Esegui Luigi quanto era- .sorelle della Carità (^Fedi), eret-
gli stato imposto, e uell' avvento di te quasi in ciascuna parrocchia di
detto anno con licenza del cardinal moltissimi luoghi , ed in parec-
Laute vescovo di Porto, impiegò chi ospedali ; le compagnie tlelle

un mese in disporre con prediche dame della carità destinate a ser-


e dottrina cristiana, i popoli della vire gì' inCermi ne' grandi spedali
diocesi a santificar le feste di Na- di Parigi e nelle parrocchie ; gli

tale. Piacque a Dio benedire tal- esercizi .spirituali di quelli che si

mente dette missioni, che giuntane debbono ordinare; i riuri spirituali;


la notizia ad Urbano Vili, permi- le conferenze ecclesiastiche intro-
se che in Roma si erigesse per la dotte in molti seminari ; e final-
congregazione una casa j laonde nel mente una quantità di ospedali ed
1642 presso il Monte Ci torio (di istituti benefici, destinati a ricevere
cuiparlammo nel voi. XIX, p. ^2 e o i fanciulli esposti, o i vecchi po-
43 del Dizionario) madama Maria veri, o i pellegrini infermi, o gt'ui-
de Vignard duchessa d' Aiguillon validi, o i o
pazzi, carcerali e-
i

e nipote del cardinal Richelicn, piis- ziandio malati, ed altri bisognosi.


sima 'virtuosa, edificò la casa e In somma non vi fu genere di [)er-
la chiesa con gran piacere de' ro- sone poste in necessilù, che dulia
MIS MIS 229
sua carila e relo non ricevesse niu- bolla Superna, presso il Bull. Rom.
to eprovvedimento. Il perchè il t. XIV, p. 1 54 ; indi a' 7 dicem-
generale della congregazione del];i bre ordinò a tutta la Chiesa l'uf-

iitissione diresse in Francia un gran fizio e messa con rito semidoppio,


numero di missionari, servì la cap- e rg luglio per celebrarne la fe-
il

pella reale di Versailles, sommini- sta. parlamento di Parigi proibì


Il

strò i curali alle città di Versail- la ritenzione della bolla Superna,


les e Fontainebleau ove il re ave- col pretesto che fosse contraria al-
va i principali palazzi, e governò la libertà della chiesa gallicana, per-
nello spirituale la casa di s. Ciro chè in essa si loda il santo di aver
e l'ospedale degli invalidi. Dopo la indotto 85 vescovi francesi a chie-
morte del re Luigi XIII, a cui s. dere al Papa la condanna delle
\ incenzo prestò gli estremi ufilzi di cinque proposizioni di Giansenio, ri-
cristiana carità, a tanti gravissitni tirandosi di Verger
dall'amicizia
alhu'i aggiunse la qualifica di reg- abbate di Cyran quando Io co-
s.

gente consigliere reale nelle materie nobbe eretico. Ma Clemente XII


ecclesiastiche e beneficiarie , eh' e- a' i5 febbraio 1738 condannò il
sercitò solo per anni dieci, senza decreto del parlamento, che il car-
inai perdere di vista la propria san- dinal Fleury procurò fosse rivoca-
tificazione, colla pratica di tulle le lo. Benedetto XIV con decreto dei
viriù. Oppresso alla fine dalle fati- 28 marzo 1745 concesse 1' uHIzio
che e dall'austerità della vita, pie- e messa del santo con rito doppio
no di meriti e di anni morì in di prima classe in tutti gli slati sor-
Parigi nella casa di s. Lazzaro (che di, e con altro de' 12 maggio 1753
»! tempo della rivoluzione fu tolta l'elevò dal rito semidoppio al dop-
ili lazzaristi o signori della missio- pio n)inore nella Chiesa iiniversale.
ne, e convertitaluogo di de- in Il Novaes, Storia de' Pont. t. XIII,
tenzione), a'27 settembre i66o, di p. 220 ; ed il Cancellieri, 3Ient. dì
«^4 anni, e fu sepolto dopo solen- s. Medico p, 62, riportano una
uissime esequie nella chiesa della biblioteca di autori che scrissero la
stessa casa. Grandissimo fu il nu- vita di s. Vincenzo ile Paoli, e la
niero del popolo che concorse a difesa in non che
diverse lingue,
venerarlo, e Dio allora e poi ne del suo spirito e fondazioni delle
confermò la santità con molti mi- congregazioni della missione e figlie
laonde Clemente XI fece in-
racoli,, della carità, e gli atti di sua bea-
trodurre la causa di sua canoniz- tificazione e canonizzazione. Nella
zazione nel 1709. Benedetto XI lì basilica vaticana, la statua del san-
lo beatificò colla bolla Jiistus, a'i3 to scolpita da Pietro Bracci, fu e-
agosto 1729, Bull. Rom. t. XII, p, retta tra quelle de' fondatori nella

397, assegnando il 2 agosto per 1 nave maggiore.


celebrarne T annua festa con uflizio All'articolo Esercìzi spirituali ( F'e-

e messa di rito doppio maggiore di), non solo dicemmo di quelli


in molti luoghi della Francia, e che si danno nelle case della mis*
nelle congregazioni della missione sione e in altre di diversi religio-
e della carità. Quindi Clemente si , ma parlammo pure dì quelli
Xll a' 16 giugno 1737 solenue- prescritti nel 1662 da Alessandro
(uente lo paQouizv:,ò mediante I9 VII e dai suoi successori, agli oi'>
3

23o MIS MIS


dinaudi pel sacerdozio, sotlu pena il re assoggettarli al patriarca, la
di sospensione ; e del grande utile fondazione restò sospesa, finché vo-
di questi esercizi ne tratta il Piazza lendo celebrare la canonizzazione
citato.Alessandro VII confermò la di s. Vincenzo, accordò che avesse
congregazione, Clemente IX le ac- luogo solo soggetta al superiore
cordò molte grazie e privilegi, ap- generale ; laonde accorsi dalla Ca-
provate da Clemente X. Propagan- talogna, Francia ed Italia diversi
dosi successivamente la congrega- missionari, si aprì la casa di Lis-
zione, stabilì una casa in Africa ,
bona, che il re dotò di abbondanti
per assistere i poveri schiavi di rendite. Essendo costume da gran
Barberia ; e nel 1697 Innocenzo tempo, secondo I' istituzione di s.

XII mandò alcuni sacerdoti della Vincenzo, che ogni martedì non
missione nella Cina. Questo Papa festivo nelle ore pomeridiane si te-

benefico colla congregazione, in det- nessero dai missionari nella casa di


to anno le concesse il monastero, Monte Citorio spirituali conferenze
l'abbazia, e la Chiesa de ss. Gio- con r intervento di molti ecclesia-
vanni e Paolo (P^edi), già de' gè- stici ; Clemente XI, per vieppiù
suati e domenicani irlandesi. Inol- allettarli a così utile e lodevole e-
tre Innocenzo XII assegnò a questa sercizio, concesse loro l'indulgenza
congregazione quanto riporta il Ve- di cento anni per ogni martedì,
nuti, Roma moderna, p. SSg. Que- colla bolla Cam sicul, de'27 otto-
sti narra che la duchessa d'Aiguil- bre 171 3, Bull. X, par. Rom. l.

lon o Aquillon aveva assegnata al- I, p. 35o ; e plenaria a quelli che

la cosa la rendita di scudi duemi- confessati e comunicati visitassero


la ; che il cardinal Nicolò Guidi r interna chiesa della ss. Trinità nel
di Bagno comprò nel iGSg il pa- martedì santo. Il Piazza nel!' Ea-
lazzo contiguo alla prima casa per sevologio tratt. X, cap. XVI H :

quindicimila scudi, il quale fu ad della conferenza spirituale degli


essa incorporato, quindi considera- ecclesiastici alla Missione a Mon-
bilraeute ampliata bene- da altri te Citorio, discorre di questa isti-

fattori, come dai cardinali Stefano tuzione per degnamente esercitare


Durazzo, Ludovisi e Giovanni Bo- il ministero sacerdotale, che defi-
na ; dai marchesi Brignole e Du- nisce per divota accademia di spi-
razzo, Annibale Saletti e Giuseppe rito per la riforma interiore del
Palamolla. Desiderando il Papa clero, e di singoiar giovamento a
Clemente X! che l' istituto bene si chi la frequenta.
introducesse e stabilisse in Porto- Dicemmo alla biografìa del car-
gallo, quando vi si recò Giuseppe dinal Lanfredini Amadori come
Gomez da Costa superiore de' ss. questi contribuì in gran parte alla
Gio. e Paolo, con intendimento di spesa delia riedificazione di detta
fondarvi una casa, Io raccomandò chiesa, e come
morte istituì e-in
all'arcivescovo di Braga, e nel 1
7 1 rede la congregazione, volendo esse-
al re Giovanni V, Io che produsse re tumulalo nel medesimo tempio.
buon elTelto. Il re peruuse la fon- Benedetto XIV colla costituzione
dazione di una casa in Lisbona nel Quo magis, de' 18 dicembre I74'2>
silo detto Relbafolles, ove si reca- Bull. Bened. XI F, t. I, p. 228,
rono quattro sacerdoti } ma volendo dichiarò che i voti semplici de' si-
MIS MIS 23 I

gnofi della Diissiuiie non potcsse- drea al Quirinale, che per quaran-
l'o dispensarsi che dal Papa o dal t' anni aveano posseduto. JNel 1837
superiore generale della congrega- nella chiesa della ss. Trinità solen-
zione, neir alto solamente che par- nemente si celebrò la festa cente-
tono da essa con detti
i soggetti naria della canonizzazione di s. Vin-
voti obbligali. Clemente XIV aven- cenzo de Paoli, per la quale cele»
do nei 1773 dato ai Passionisli brò messa all'altare maggiore il

{^Vcdi) il monastero e chiesa de' ss. Papa Gregorio XVI, ricevuto dal
Gio. e Paolo ; in vece concesse al- superiore generale d. Giambattista
la congregazione il noviziato ossia Nozò, il quale scelse questa occa-
Ja casa e chiesa di s. Andrea dei sione per recarsi da Parigi a visi-
Gesuiti {^r^edi), che desa'iveramo a tale le case d'Italia. Il Papa accolse
quell'articolo, ai quali Pio VII poscia benignamente al bacio del
tutto restituì. La rivoluzione di piede tutta la religiosa famiglia. Le
Francia del 17^9, come ogni altro divote e magnifiche pompe ch'eb-
istituto, cosi disperse questo della bero luogo per tal centenario, si
missione, onde morto in Roma il leggono nel numero Go del Diario
suo superiore generale d. Ceylà nel di Roma. Nel pontificato di Gre-
i8oo, non le fu ritornato un suc- gorio XVI, nella casa di Monte Ci-
cessore che sotto Leone XII A . torio venne ripristinata 1' accade-
quell'epoca potè risorgere dalle sue mia liturgica fondata da Benedetto
rovine, e facilmente ripristinarsi, XIV, della quale è direttore im
massime in Italia, dove a Roma missionario, pubblicando colle stam-
con una specie di prodigio ed uni- pe le sue utili e dotte dissertazio-
co esempio rimasero sempre uniti ni : ne parlammo al voi. XXXIX,
i missionari nella casa di Monte Ci- p. 5'/ e 58 del Dizionario.
lorio, la quale era divenuta re- Il fine principale di quelli che si

sidenza di un vicario generale, e ascrivono a questa congregazione, è


come centro di tutta la congre' di procurare la propria santificazione,
gazione, meno la Francia che a- quella de'poveri contadini e popo-
vea un altro vicario. Che nei pri- lazioni delle campagne e castelli, per
mi del coirente secolo, gli alunni mezzo delle missioni, e l' avanza-
del Urbano [Fedi) di pro-
Collegio mento spirituale delle persone ec-
paganda Jìde^ dopo essere stati in clesiastiche, nella coltura delle scien-
custodia del p. Paccanari, furono ze e della pietà; ma in città ove
ammessi nella casa della missione sono sedi vescovili non predicano
a Monte Citorio, lo dissi nel voi. né amministrano sagramenti, meno
XIV, p. 2 25 del Dizionario. La i casi di qualche notabile necessità.
chiesa e la casa di s. Silvestro al Fanno essi un' ora di orazione
Quirinale, già {Fedi\ de' Teatini mentale la mattina , tre volte il
poi de' sacerdoti della fede di Ge- giorno r esame della coscienza, al-
sù istituiti dal Paccanari Pio , cune conferenze spirituali ogni set-
VII la diede ai missionari, facen- timana, il ritiro di otto giofni
done couìprare la casa dalia ca- ogni anno, ed osservano senqjre il
mera apostolica pagamento di
, col silenzio, tranne il tempo della ri-
<luattromila scudi, ciò in com-e creazione. Si occupano alcuni di
[)cuso della casa e chiesa di s. Au- essi per selle o olio mesi dell'an
a^?. MIS M 1 S
no nelle coutìiiiie missioni delia Signori della missione. Esercitano
cam]);igiia, come ci' oidinaiio suole tutti i ministeri dell' istituto, che
avvenite nella casa di Monle Cito- riguardano i prossimi, coli' appro-
rio, e procurano di fondare ove vazione e licenza degli ordinari dei
possano confraternite della carila luoghi, e nelle missioni non fanno co-
a' sollievo de' poveri. Attendono in sa alcuna senza il consenso de'parro-
molli luoghi tinche alla direzione chi. Sono governati da un superiore
de* seminari; dovunque sono danno generale residente nella nuova casa di
gli esercizi a quelli che si prepa- Parigi, ch'è perpetuo, essendo ora il

rano per le ordinazioni, o che aven- lev.nio f\ (ìio. Battista Etienne, e


do già ricevuti gli ordini si ritira- procuratore generale residente in
no per qualche tempo notabile ;
Roma nella casa della Missione il

e si applicano alla pratica delle rev.mo d. Simone Ugo. Vestono qua-


virtù e delle funzioni proprie del- si come i preti secolari, laonde po-
la loro vocazione, essendo i missio- co da essi si distinguono, forse dal-
nari assai diligenti nell'esercizio del- la forma del collare, e prima da
le sacre cerimonie e che per-
riti, un ciuiretto di barba che portava-
ciò ne istruiscono le persone eccle- no sul mento, riportandone la figura
siastiche. Nel tempo in cui danno il p. Bonanni nel Calai, degli ord.
gli esercizi agli ordinandi, oltre al- religiosi p. 43.
le molte pratiche di pietà, nel- La congregazione della missione
le quali i missionari procurano di si è largamente diffusa. JNegli ulti-
occuparli, fanno loro ogni giorno mi del secolo passato i missionari
un discorso morale, ed un altro so- avevano più di ottanta case, divise
pra le materie più importanti del in nove provincie, come di Sciam-
loro stato. Tengono per questo fi- pagna, di Poitou, d' Aquitania, di
ne col clero adulto anche le me- Lione. d'Italia, di Polonia, ec. Al
nìorate conferenze settimanali colle presente la congregazione, oltre la
persone ecclesiastiche in varie delle nuova casa di Parigi ed altre in
loro case, che sono sempre aperte Francia, ben venti e più case ha
tanto agli ecclesiastici che ai secola- in Italia, molte in Polonia, altre in
ri, i quali vi si vogliano ritirare a Ispagna ed in Portogallo. Anche
farvi per alcuni giorni gli esercizi fuori d' Europa conta stabilimen-
spirituali sotto la loro direzione. ti , cioè Levante, a
diversi nel
Benché quelli eh' entrano in que- Smirne, Santorino, Naxia Saio- ,

sta congregazione, dopo due anni nicchi, con Costantinopoli. In A-


di noviziato facciano quattro voti sia ha le missioni di Peckino ,
semplici, di povertà, di castità, di Nanckino, Tche-kiung-kiang-si, e
obbedienza e di perseveranza o per- Mongolia, tutte nella Cma. Più le
petuità, da'quali, come si è detto, missioni di Damasco, d' Aleppo, di
non possono essere dispensali che Antura, di Tripoli, di Siria e di .

dal Papa o dal superiore generale Persia. In Africa, Abissinia, Sen-


ntll'atlo della dimissione, giusta i nar, Alessandria ed Algeri. In Ame-
decreti di VII e Bene-
Alessandro rica le missioni del Texas, case nel
detto XIV, appartengono nondime- Brasile, un noviziato negli Stati Uni-
no al corpo del clero secolare, e ti, due collegi, sei seminari vescf)-

Iprp ti de^uno perciò il nome di \ili, ed Qltu altre case e t csidenze.


MIS MIS a33
Da pochi anni l' istituto si è inlm- re di varie opere, tra le quali ri-
dotto anche in Irlanda, e vi ope- scosse somma approvazione la sua
ra un gran bene. Qggi ai degni snoi istruzione ai novelli confessori, ri-

alunni è altresì aflldata la difficile stampata più volle, ma solo nell'ul-


prefettura ócW Etiopia (Fedi), al tima fatta in Roma col suo nome.
(piale articolo parlammo della de- Ebbe la congregazione fino dai
putazione di etiopi a Gregorio primi tempi molli arcivescovi e ve-
XVI, accompagnata dal prefello d. scovi ; tra i defunti nomineremo
(Giuseppe de Jacobis. Di questa alcuni degli ultimi. Fenaia patriar-
congregazione trattarono gli sto- ca di Costantinopoli, e vicegerente
rici degli ordini religiosi, e nell'an- di Roma, morto a Parigi deporta-
no i8i5 fu stampato il libro : to nel 18 12 Giuseppe Scarabelli
;

De privdegiis et indulgentiis con- vescovo di Sarzana ; Giuseppe de


gregationis Missionis. Questa con- Fulgure arcivescovo di Sorrento ;

gregazione non venera sugli altari Pietro Balducci vescovo di Fabria-


che il solo fondatore, tuttavia es- no e Matelica ; e Giuseppe Rosati
sendosi da Gregorio XVI recente- di Sora, che dopo aver sostenuta
Dienle introdotta presso la congre- l'opera della religione negli Slati-
gazione de'riti la causa di cinquan- Uniti d' America, governò la vasta
ta martiri delia Cina e Tonkino, diocesi della Nuova Orleans, fatto
si è aperto l'adito alla canonizza- vescovo in partihus , e poscia dopo
zione di due di questo numero la divisione ,
quella di s. Louis ;

ciie appartengono al medesimo i- fu l'anima de' sinodi diocesani e


stituto . Il primo è il sacerdote provinciali di quelle parti, incari-
Francesco Clet, martirizzato nel cato d' una singoiar missione apo-
1820, e l'altro Gabriele Perboy- stolica di Gregorio XVI alla re-
re, giovane che sosten-
sacerdote pubblica di Haiti, laonde come ve-
ne il martirio agli i i settembre scovo di s. Louis [Fedi), a quell'ar-
1840 (Gregorio XVI ne appese il ticolo parlammo delle sue singo-
ritratto dipinto a olio, che ricevet- lari qualità, coll'autorità de' Diari
te da Parigi, nelle pareti della ca- del non del i845, come
1843, e
mera ove esalò lo spirito a Dio), per errore di stampa ivi si leg-
così avrebbe pure potuto promo- ge. Tra viventi, vescovi di Con-
i i

vtrsi ne' tempi trascorsi la causa di cordia e Conversano, fatti da Leo-


molti altri, che per la santità della ne XII ; quelli di Oria , Ugen-
loro vita, o per la generosità del- to , Tricarico e Nardo , fatti da
la loro morte sostenuta fra i tor- Gregorio XVI , fra* quali spicca
menti per la fede di Gesù Cristo, quello di Ugento monsignor Bruni
ne furono reputati degni. Essa die- per varie sue opere date alle stam-
de anche molti uomini illustri per pe. Oltre questi Ja congregazione
santità di vita, dignità ecclesiasti- della missione ha avuto vari ve-
che e dottrina non che scrittori, scovi nella Cina, e di presente più
(Ji opere teologiche e morali, tra i vicariati apostolici istituiti da Gre-
quali si distinse tra i francesi Pie- gorio XVI sono nelle roani de' ve-
tro Collet rinomato continuatore scovi di questo istituto. Inoltre essi
della teologia di Tornely, e tra gli hanno due vicari apostolici in Mon-
italiani Francesco Giortjanini ^i^lo- golia ed iu Ilonan, cioè i iiion&i>
234 M I S MIS
gnori Giuseppe Marziale Monly ve- dro con s. Francesco di Sales e s.
scovo di Fessula, e Gio. Enrico Bal- Giovanna Fremiot di Chantal, ope-
vescovo di Zoara, ambedue no-
tliis ra di Yien. Quello della seconda
minati da Gregorio XVF; monsig. cappella rappresenta la sacra Fami-
Gio. Maria Odin da Gregorio XVI glia dipinta dal Roltari. L'altare
fàlto nel i84i vescovo di Claudiopo- della terza ha un dipinto di Sal-
li e vicario apostolico del Texas in vatore Monosil io, esprimente Con-
la
America e monsignor Pietro Paolo
; versione di s. Paolo. Il quadro del-
Trucchi già superiore delia casa di l'altaremaggiore è pittura del cav.
Roma, fatto vescovo d' Anagni dal Sebastiano Conca, il quale vi figu-
regnante Pio IX a* 25 settembre rò la ss. Trinità ed altre imma-
1 846. La congregazione di s. Vin- gini: due quadri laterali, e l'al-
i

cenzo de Paoli ha dato alla Chiesa tro della sacristia furono eseguili
innumerabiii operai apostolici, che da Aureliano Milani. Il nominato
tra gli eretici ed infedeli versarono Monosilio colori l'Assunta nell'al-
sudori e sangue. Ne diede l'esem- tare della prima cappella a sinistra,
pio lo stesso fondatore, di cui esi- presso il memorato principale; co-
stono le lettere scritte dalle coste me il Milani è autore del s. Vin-
dell' Africa settentrionale e dall' i- cenzo de Paoli nell'altare della se-
sola di Madagascar. La congre- guente cappella; in quello poi del-
gazione della missione, in Roma ha la tei'za Pietro Perotli elligiò s.

le line seguenti chiese, con case Filippo Neri. Va però avvertito


contigue. che l'altare di s. Vincenzo, per l'im-
Ciiitsa della ss. Trinità della pegno del lodato prelato Trucchi
Mìssioìit:, a Monte Citorio, nel rio- fino da quando era superiore, e di
ne III Colonna, presso la curia In- generosi ragguardevoli divoti, in pò-
uocenziana. Disopra dicemmo del- chi mesi fu nobilmente abbellito e
la sua origine nel secolo XVII, e fatto ricco ed adorno di marmi ,

del suo ingrandimento XVIII, nel bronzi , dorature e pitture nella


laonde qui aggiungeremo che la cappella, giusta il disegno dell'ar-
chiesa fu eretta nel recinto della chitetto lienedelti ,
gli ornati ia
casa di Monte Citorio fino dal gesso e metallo del Martinoli, i

primo ingresso de' missionari, in lavori in iscagliola dell' Urtis, e gli


conformità delle disposizioni del- affreschidel professore Agneni. Se
la fondatrice duchessa d'Aiguillon ;
ne legge l'interessante descrizione
ma ({uesta chiesa nel corso degli nel Diario di Roma 1847, num.
anni domandò una sostituzione, sic- 5S, e che a' 18 luglio fu consagra-
come piccola e disadorna; fu quin- to dal vescovo promotore di sì
di edificata la nuova chiesa per le magnifica ed elegante opera, poco
ragguardevoli elargizioni del cardi- dopo recandosi a celebrarvi la mes-
nal Lanliedini. Il disegno della rie- sa della dedicazione il Pontefice
dificazione è del sacerdote della Pio IX, come sull'altare maggiore
Torre, già supcriore della casa an- avca fatto Benedetto XI Vj e poi
nessa, nel cui interno trovasi, ed è ascoltò quella di un suo cappel-
la chiesa di graziosa forma. JNella lano segreto. Questo silo dovea
prima cappella a mano destra, en- essere compreso nel foro di An-
truudu iu chiesa, si osserva il qua- louiuo Pio, giacché ucl giurdiuj
MIS MIS i2%
di quesla casa della Missione, nel e le regole da praticarsi. Ecco co-

1705 fu trovata sotto terra la Co- me il sacerdote eh. don Domenico


lonna d'Antonino stesso, ed il suo Zanelli (questi nel 1842 pubblicò
magnifico piedistallo di questo : in Roma, Fila del missionario Già.
parleremo a Palazzo Vaticano , Gabriele Perboyre martirizzalo nel-
dicendo del giardino ove esiste^ re- la Cina ) la descrive nel numei-o
staurato da Gregorio XVF, e della 12 del Diario
i843. di Roma
colonna ne se fece parola nel voi. " Costituita da persone quasi tutte
XIV, p. 3i3 del Dizionario. Nel- indipendenti per la loro fortuna,
la prima domenica dopo la Pente- diretta da uomini stimabili e per
coste, nella chiesa vi si celebra la le loro virtù e per la loro sociale
festa titolare della ss. Trinità. Quel- posizione, approvata e protetta da
la di Vincenzo de Paoli ai ig
s. Gregorio XVI, la società di s. Vin-
luglio, con cappella cardinalizia, che cenzo volge le sue cure a soccor-
descrivemmo nel voi. IX, p. 143 rere il poverello, a visitare l'in-

del Dizionarioj ed in ogni qua- fermo e il prigioniero, ad ammae-


driennio il senato romano vi fa strare il fanciullo, a consolare il

l'oblazione del calice d' argento e sofferente negli ospedali, a ricovera-


quattro torcie di cera : talvolta vi- re l'orfanello. E siccome l' uomo
sitarono in tal giorno la chiesa i non vive di solo pane, così la ca-
Pontefici, come fece Gregorio XVI, ritatevole società a lato delle sof-
al mododelto, pel centenario del- ferenze visibili de'corpi, contempla
la canonizzazione, nella quale occa- ancora le piaghe invisibili e non
sione pel solenne triduo fu permes- meno pericolose dell'anima; alla li-

so l'accesso donne,
in chiesa alle mosina ha congiunto un altro bene,
essendo ad esse vietato quale inter- che non puossi dire abbastanza am-
na nella casa religiosa. Da ultimo mirabile, ed ha voluto che i suoi
vi fu pure il regnante Pio IX nel membri andassero a sedersi sotto
1846, ascoltandovi la messa cele- l'umile tetto delle povere famiglie,
brata da un suo cappellano segre- e là conversassero con esse, rac-
to, indi ammettendo nell'oratorio contassero i benefizi della religio-
interno benignamente al bacio del ne, conservassero la fede in chi la
piede tutti gl'individui della reli- possiede, la rianimassero ne'deboli,
giosa comunità. e la risuscitassero dove fos.se estin-
In questa chiesa da alcuni an- ta. Con ciò si ottengono ravvedi-
ni gli aggregati alla pia opera di menti, veggonsi santificati illeciti

s. Vincenzo de Paoli sono soliti matrimoni, richiamate al pudore


nel giorno della ad interve-
festa traviate giovani, preparati alla fe-
, nirvi e farvi la santa comunione. lice morte ostinali e ciechi colpe-
La società di s. Vincenzo de Pao- voli. Ma poiché per esercitare sì

li istituita a'nustri giorni, e nell'an- belle opere di carità spirituale e


no i833 in Parigi
per soccorrere temporale sono nece.s.sari mezzi pe-
gì' indigenti, propagata mirabilmen- cuniari, la società pertanto stabili-
te in Francia, si stabilì in Roma va che i suoi membri avessero a
nel 1842, ove il cardinal Patrizi contribuire con elemosine periodi-
vicario con editto dell'aprile 1842 che e proporzionate alla loro for-
rie approvò ed encomiò lo scopo tuna; quindi a misura che vanno
736 MIS MIS
f» moltiplicarsi i membri, «ia atti- il Venuti, Roma moderna p. 149,
vi, sia conti ibiienti, la società rad- che J teatini coll'aiuto di persone
doppia i suoi mezzi con che prov- pie accrebbero e resero comoda
vedere ai bisogni del poverello. E la loro abitazione (ove Paolo IV
questa operosa unione nelle sue set- tenne più concistori , al dire di
luuanali coufereir/.e rende conto del Boinbelli t. I, p. 73 delle Imma-
suo operalo, e al cadere dell' anno gìni coronale), e rinnovarono ia

dà un pubblico rendiconto. Il clie chiesa con buone cappelle, marmi,


111 cominciato a fare anche la so- pitture e soihtto dorato a' tempi di
cietà romana; e ciò fu, sono po- Gregorio XIll. 1 teatini vi stabili-
chi giorni, nella chiesa di s. Clau- roi»o il buona libre-
noviziato, con
.iio de' borgognoni (ivi fu istituita ria ed ameno giardino, da dove si

nel i83tJ, e ne parlammo, come an- gode la veduta di tutta la città.


cora di quella di Francia, nel volu- Allorché sotto Alessandro VII la

me XKVI, p. 229 e 23o del Di- peste afflisse Roma, Adriano Velli
z'oiKtrio) alla presenza del cardinal maestro di camera dell'ambasciato-
vicario e di altri cospicui perso- re di Spagna tramò una congiura,
naggi, nella qual circostanza fece di ilar fuoco a tutti i fenili , sac-
li suo rendiconto anche la società, cheggiare la città, ed imprigionare
o dirò meglio la conferenza fran- il Papa e Cristina regina di Svezia
cese, nata a benefizio degli stranieri per aver essa licenziato le guardie

Ira noi dimoranti, qualche mese spagnuole. Alessandro VII di ciò


prima della romana ". spaventato, voleva rinchiudersi con
Chiesa di s. SiL'estro al Quiri- cancellij e niettere tutti i cardina-
nale, nel rione li Trevi, presso li in questa casa di s. Silvestro,
i'antico P^ico de' Co rudi y ed il luo- ove furono scoperte molte armi da
go ove il famoso letterato greco fuoco. Nel 1800 la chiesa e la ca-
Ciiovanni Lascaris apri un collegio sa passò in dominio de' sacerdoti
di gioventù per istruirla nelle scien- dell' istituto tlella fede di Gesù,
ze e nelle lettere greche, ciò che fondati da d. Nicolò Paccanari
ricordammo ne' voi. XIV, p. 170, [fedi), i quali vi fecero molti riat-
e XXXVllI, p. 45 del Dizionario. tamenti, mercè i generosi aiuti del-
\h\\ Martinelli, Roma ex elhiiicu la piissima loro benefattrice l'arci-
sacra p. 3o4,
che la chiesa ii iia duchessa Marianna d'Austria, che vi

era parrocchiale in cura di pochi riunì i ragazzi dell'ospizio di Ta-


veligiosi domenicani, e noi aggiun- ta Giovanni per la loro educazione.

geremo di j'us patronato con la Inseguito Pio VII nel luglio i8i4
ciis.i annessa della famiglia Sforza- diede la chiesa e la casa ai signori
Cesarini, per cui il cardinale Gui- della missione, che ivi tengono il

do Ascanio Sforza de'conti di s. Fio- noviziato, restituendo ai gesuiti la

ra a'i3 novembre i555 la cede chiesa e casa di s. Andrea fino allora


a Paolo IV in favore de' teatini, abitata dai medesimi signori della
de'(|uali il Papa era confondato- missione, rientrandovi i gesuiti iu
re, ed il 18 ne presero possesso possesso ne'primi di agosto. Essendosi
i religiosi , laonde i diritti par- celebrali nel vicino palazzo Quiri-
rocchiali furono trasferiti nella vi» nale i conclavi per le elezioni di

(:ÌMa chitJiU Uè' i>s. A^)usluli. ^'«1^4 J^eoue Xll, i'iu YIU, GregovJQ
MIS MIS 237
XVI e Pio IX, il sacro collegio si L'immagine si chiama della Galena,
è adunato nel salone presso la sa- peichè, come riferisce il citato Bons-
crestia della chiesa (il quuie salone belli. Ira i miracoli da essa falli, vi

serve alla comunità di refettorio, e fu quello di una persona uscita di


vi si ammira il celebre qiindro del- senno, e dai suoi domestici messa
la moltiplicazione de' pani dipinto in catene, la quale ricnper«> pel suo
sul muro dal celebre p. Beiti tea- patrocinio la sanità, e consagrò ad
tino), nella quale passando ne par- essa la catena con cui era stata av-
tono i cardinali processionalmente vinta. Essa è djpinta con stile gre-
per fare il solenne ingresso in con- co, e forse proveniente dall'epo-
clave, al modo descritto nel voi, ca in cui gì' iconoclasti perseguita-
XV, p. 299 del Dizionario ; men- rono le sacre immagini. I teatini
tre a p. 266 si dice, che il clero la trovarono in sacrestia, indi la

romano, cioè il secolare rappresen- collocarono in aliare separalo, ove


talo dai parrochi, e gli ordini reli- il capitolo valicano la coronò ai

giosi mendicanti , recandosi ogni 3i gennaio i65o. JNell'allare, della


giorno processionalmente dalla ba- crocerà vedesi il quadro coi ss.
silica de' ss. Apostoli al conclave, Gaetano e Andrea Avellino, colorilo
tera]ina poi la processione e le pre- da Antonio Ricci detto Barbalunga,
ci nella stessa chiesa di s. Silvestro. nia gli ornamenti della parete con
A questa si monta per una scala arme, figiue ed nitri capricci a.
a due branchi, e si passa nell'inter- chiaro-scuro sono del p. Zuccolino
no, eh' è di una sola nave a cro- teatino. Dai lati dellallare maggio-
ce Ialina, per unica porta. Le pit- re furono già i\\\t quadri, in uno
ture della prima cap{>ella a mano de' quali era eHìgiaio s. Pietro e
destra, dedicale a s. Silvestro I Papa, nell'altro s. Paolo, coloriti ambe-
Io rappresentano nel quadro in allo due da frale Bartolomeo da Savi-
di battezzare Costantino, e sono di gnano ossia s. Marco, domenicano,
Avanzino JVucci; la cappella contigua dello della Porta, al quale man-
aveva sull'altare un quadretto di cato il tempo- di perltzionarli, la-

Giacomo Palma veneto, ed ora ha sciò il s. Pietro non finito nello


un quadro di autore recente, che studio di Baffaello, acciò lo c<in)-
rappresenta Francesco Saverio
i ss. pisse, come si crede Incesse. Questi
e Francesco Borgia, con due laterali quadri ora sono ncll'appartamenlo
della stessa mano; gli aiTreschi espri- pontifìcio del Quirinale. La volta
menti parecchi fatli «Iella vita di Ma- innanzi l'altare maggiore, dove nel
ria, come anche le figure grandi per mezzo è imo sfondato con alcni;i
di fuori, sono lavori del detto Avan- putlini sopra certe mensole, fu ese-
rino. Il quadro della terza cappella, guita da Giovanni Alberti da 5oi-
il quale serve d'ornamento ad una go s. Sepolcro. Sono anche sue al-
divota immagine di Maria Vergine cune figure, e fuori dell'arco due
della Catena col Bambino, è di Gia- armi; le altre però che stanno nel-
cinto Gemignani che vi espresse s. la volta con quegli angeli che ten-
Pio V eoi suo nipote cardinal Bo- gono le armi Inori dell'arco, furo-
nelli dello l'Alessandrino, ed alcuni no eseguite da Cherubino Alberti,
angeli : il rinmnente della cappella La volla poi dalla parte del coro
,

dipinto a fresco, è opera del Ktbbia. fu condotta con ornamenli e pio-


2 38 MIS MIS
spelli ve del p. Ziiccolino, e le fi- e Cristo, quale stando in braccio
il

gure vennero dipinte a fresco da a Maria sposa la santa, ma que-


Giovanni Agellio da Sorrento. Nel st'operanon più esiste. Le due sto-
fondo del coro era vi una Madon- rie della Maddalena ne'Iaterali fu-
na col Bambino assai bella, che di- rono colorite da Polidoro e Matu-
cevasi di Andrea del Sarto ; di rino da Caravaggio con bellissimi
presente vi è un quadro grande paesi; la volta con tre storie della
con ligure al naturale, rappresen- vita di
s. Stefano fu dipinta dal
tante s. Vincenzo de Paoli, colle cav. d'Arpino pel cardinal Jacopo
opere da lui istituite, dipinto nel Sannesio ivi sepolto, con più il
i832 da Giovanni Baccarini di detto santo eseguilo a fresco per
Lentinara la disputa di Gesù fra
: di fuori nella facciata. L'ultima
i dottori da un lato, è pittura del cappella venne dipinta per intero
p. Biagio Betti pistoiese, copiata da da Gio. Battista da Novara. La
Leonardo da Vinci; dall' altro la pittura grande sopra la porla col-
Madonna e s. Gaetano sono di Laz- la storia de'serpenti, è opera del
zaro Baldi. La cappella di crocerà p. Caselli teatino, fuorché gli an-
da man sinistra, dopo l'altare gran- geli coloriti dal p. Filippo Maria
de, fabbricata dai Bandini con archi- Galletti pur teatino : le altre pit-
Onorio Lunghi, ha un
tettura di ture tra le finestre sono di Stefano
quadro grande condotto sulle la- Pozzi. In questa chiesa sono prin-
vagne, rappresentante l'Assunzio- cipalmente degni di osservazione
ne di Maria coi dodici apostoli ed due depositi. uno riposano le
In
angeli, il lutto colorito di azzurri ceneri del celebre cardinal Guido
oltremarini da Scipione Pulzone da Benti voglio, che mentre per senti-
Gaeta. I quattro tondi ne' peducci mento comune si voleva Papa, u-
della cupola di questa cappella, rap- scilo dal conclave cessò di vivere,
presentanti Davidde, Giuditta, Ester e l'eslò quivi per lungo tempo sen-
e Salomone, sono del Domenichino, za memoria. L' altro è il famoso
intagliali più volle in rame. Le sta- giureconsulto Prospero Farinaccio
tue in basso, due sono dell'Algardi, romano, autore d'opere criminali,
cioè la Maddalena ed il s. Giovan- che difese Beatrice Cenci, indi fat-
ni evangelista; le altre di diversi to da Paolo V procuratore fiscale,
scuhori. Il busto del cardinal Bandi- per cui dal di lui stemma è so-
ni collocalo sul suo deposito è di vrastato il monumento. Nella chie-
Giuliano Finelli . La Natività di sa è pure sepolto il medico Giu-
Cristo dipinta nella seguente cappel- seppe Ghislieri, fondatore in Roma
la da Marcello Venusti, e le pitture di quelle opere pie di cui parlammo
nella volta, e (juelle dai lati colla a Collegio Guislieri, ove dicem-
strage degl'Innocenti, e coll'angelo mo delle zitelle che dove-
dolale
che apparisce Giuseppe, e di
a s. vano suo anniversario
assistere al
faccia l'Annunziata a fresco, sono in numero di quaranta, con an-
opere di Rad'aellino da Reggio. Ma- nui scudi tre durante la vita di
riottu Albciiinelli fiorenlino lavorò ciascuna. Tralasciate l'esequie pei'
la cappella che viene dopo: nella 4o anni, secondo Diario di Ro-
il

aulica tavpla dell' altare dipinse s. ma (queste esequie non erano sta-
Domenico con s. Caterina da Siena, te omesse, ma facevansi nella chic-
MIS MIS 9 3<)

sa di s.Andrea della Valle de'lca- il numero yS del Diario di [io-


tini, donde con vicendevole con- nia 1840. Con essa dimostrò che
senso di lali religiosi e presidi del la vera civiltà derivò dalla luce del
collegio furono ristabilite nella cap- vangelo, the divulgato specialmente
pella di questa chiesa ov'è sepol- dai Papi e dai missionari e uomi-
to il Ghislieri), nel 1840 furono ni apostolici spediti da loio in tut-
ripristinate dal duca d. Scipione te le portò fra le genti
direzioni,
Borghese Salviali, qual prolettore insieme con la vera religione il
del collegio, che v' intervenne coi miglioramento delle leggi e de'co-
deputali, alunni e conviltori del stumi. Colla storia e colle teslimo-
medesimo, in un alle vedove bene- nianze de'novatori, detrattori delle
ficate dal defunto. 11 miracolo del- glorie pontificie, additòquanto nel
la moltiplicazione de'pani e de'pe- tempo delle incursioni barbariche
sci del p. Belli, da lui eseguito del settentrione ben meritarono del-
con vasta dipintura nel refettorio l' ìncivilinienlo i successori di san
de'leatini suoi correligiosi, nel 1847 Pietro, col giungere per via delle
fu egregiamenle risarcito dal ro- missiuni a .spogliare persino i bar-
mano pittore Pio Anesi. bari delle loro feroci costumanze, e
MISSIONI PONTIFICIE. I som- ridurre a poco a poco l'Europa tut-
mi Pontefici rivestiti dell'augusto ta alla moderazione e al vivere
carattere di vicari di Gesù Cristo, gentile. Dipinse veridicamente le

incominciando dal principe degli premurose industrie de' Papi nel


apostoli e primo Papa s. Pietro, proclamare e promovere le Cro-
sempre con ardente zelo inviarono ciate [Fedi) per arrestare il tor-
per ogni dove uomini apostolici con rente delle orde saracene che mi-
Missione [Fedi), ordine e potere nacciavano di estrema rovina la

di predicare e propagare V Evangelo nascente civiltà europea, enumeran-


( Fedi), amministrare i Sacramenti do i vantaggi che ne trasse la re-
[Vedi), e adempiere il ministero ligione, il commercio e le arti,

di tulle le funzioni ecclesiastiche, llaccontò lo scuoprinienlo dell' A-


giusta il coniando del divino fon- merica, e provò che l'attuale col-
datore della Chiesa; laonde dalla tura di cui godono quegli abitan-
missione data a sifTalli banditori ti, è tutta opera de'missionari in-
dell'eterne verità, ne derivò loro il viativi dai Pontefici: parlò ancora
nome di Missionari ( Fedi), i quali delia cardinalizia congregazione di
dilatarono per tutte le parti della propaganda Jide fondata dai Papi,
terra il Cristianesimo ( Pedi), e il e ne mostrò la grandezza, l'impor-
nome adorabile di Gesù. Quanto tanza, l'utilità, e descrisse la bene-
i romani Pontefici con l'opera delle fica attività degli operai evangelici,
missioni abbiano contribuito e con- che muniti di missione apostolica,
tribuiscano all'incivilimento del mon- discorrono l'Africa, l'Asia, le indie
do, fu l'argomento di dotta e im- e l'Oceanica con mirabile coraggio;
portante dissertazione, che nell'ac- e mentre infondono nelle menti e
«ademia di religione cattolica les- ne' cuori parole di eterna vita, in-
se in Pioma il p. m. Giuseppe segnano ai selvaggi le arti utili, né
Palma carmelitano calzato, poi ve- credono di avvilirsi col distendere
scovo di Avellino, e di cui parlò all'aratro, alla scure, alla squadra
24o MIS MIS
e all'ago quella mano istessa, con rispetto. Ai piedi del mirabile tcc-
cui dispensano le celesti benedizio- chio fiorisce una congregazione di
ni.Analogo all'argoraento ci sem- uomini cosmopolitici, che chiamasi
bra eziandio opportuno quanto di- la Propaganda (a questo articolo
ce del santissimo e maraviglioso parleremo meglio delle pie opere
isliluto pontificio della propagazio- sulla propagazione della fede), di cui
re della fede per tutte le parti non v' ha alcun esempio antico, né
del mondo, il eh. Gioberti nel Pri- moderno, e che destò la nieravi-
mato degV italiani t. I, pag. 43» glia e r invidia del più illustre
edizione di Benevento i844;
P''""
conquistatore che sia vissuto da
"vando ancora con questo il prima- molti secoli ; ma Io scopo di essa
to italiano, allorché fece il con- è di conquistar gli spiriti al vero,
fronto delle glorie di s. Francesco e alla virtù i cuori, abilitandoli
Saverio, onore della compagnia di coir innocenza a godere in terra
Gesù, colle conquiste di Napoleo- una felicità virtuosa, e a fruire in
ne, nel seguente modo. cielo i gaudi della vera patria. Men-
« Volete, italiani, gustare anche tre ipotentati d'Europa
superbi
al dì d'oggi una di quelle glorie pu- consumano le loro cure, e spendo-
re ed intemerate, che non turbano no sovente un tesoro di sudori e
i possessore, e non sono
sonni del di sangue infinito per provvedere
detestate, ne maledette da nessuno? a volgari interessi o soddisfare alla
Una di quelle glorie che rinfran- loro gretta ambizione acquistando
cando gli spiriti degli scorati, e ri- al dominio una nuova striscia
loio
destando in essi la ragionevole fi- di propaganda abbraccia
terra, la
ducia delle proprie forze, possono colle vaste e animose sue speranze
sollevarli al riacquisto de'beni smar- tutto il genere umano, e stende i

riti, e insegnar loro il modo di ri- suoi benefici influssi sino ai termi-
cuperarli ? Volgetevi alla religione, ni più lontani del mondo. Ella
la quale ve ne porgerà i mezzi. spedisce a tal effetto i suoi miti
Siede presso il Campidoglio un uo- conquistatori, non ad uccidere, ma
mo canuto e venerando che ha , a ed u mansuefare, e
convertire
sudditi spontanei ed ossequenti in se occorre, a morir perdonando; e
tutte le parti del mondo abitato. questi uomini poveri ed umili,
Questo sublime vecchio regna colla aventi per insegna una croce e per
sola autorità della parola sugli a- sole armi la fede e la persuasione
iiimi liberi de' suoi soggetti, e sen- congiunte ad un'eroica carità e ad
za aver cannoni ed eserciti, impe- uno spirito illimitato di sagrillzio,

ra salvando e benedicendo. La leg- operano spesso quei prodigi che


ge ch'egli insegna e promulga, legge sono interdetti al valore de'capita-
di pace di amore, di giustizia, di iii e degli eserciti. Chi potrebbe
fratellanza, fu per confessione di descrivere le meraviglie dell'apo-
tulli hi prima fonte di quella ci- stolato? Chi potrebbe dipingere a-
viltà eh' è sparsa in Europa, e per dequatamente ciò che v' ha di bel-
cui r Europa sovrasta di prosperi- lo e di grande in una missione

tà e di potenza a tutte le altre cattolica,che fra i trovali cristiani


parti del globo, benché loro sotto- é forse più stupendo, poiché con
il

btia di gran lunga per ogni altro mezzi debolissimi iu apparenza prò-
1

MIS MIS 9.4

duce gli più grandiosi e du-


effetti nazioni , sedi vescovili si esistenti

revoli ? Qual è l'istituto che sia che non più esistenti, con che ho
più degno della considerazione del la religiosa consolazione di avere
filosofo, dell'amore e dell' ammi- riempito vm significante vuoto, con
ia/ione di chi anela a dilFondere quella faticosa e penosa brevità
la civiltà, e ha un animo benevolo che esige un vasto Dizionario, non
pei* la famiglia universale de' suoi solo all'episcopologio cattolico, an-
fratelli V La storia coetanea e" in- co delle regioni degli eterodossi o
segna a che riescano le spedizioni d'infedeli, ma ad una quasi geografia
conquistatrici e trafficanti, per dif- cattolica romana sino ai nostri memo-
fondere l'incivilimento e felicitare rabili tempi feracissimi di avveni-
le nazioni barbariche ed infedeli, menti politico-religiosi; ed eziandio
quando la cupidigia politica e mer- di avere supplito a quanto in gran-
cantile non è raffrenata dal sacer- de nel secolo passato erasi proposto
dozio. Le missioni cattoliche conver- voler compilare il celebre cardinale
tirono e addomesticarono la Spa- Garampi, come dissi altrove , cioè
gna, la Francia, 1' Inghilterra, la dell' 0/'/>;y chrislianus, ossia Episco-
Scandinavia, la Germania, l'Unghe- pologio universale , i cui materiali
ria, Eoemia, la Polonia, e vi
la radunati da quel dottissimo si con-
seminarono quella gentilezza, che servano in innumerevoli schede nel-
ora fruttifica e si spande sul resto l'archivio segreto della Sede aposto-*
del globo che basta per rispon-
; il lica; sebbene dal 1792, in cui mo-
dere a coloro che le giudicano inu- ri l'illustre porporato, ad oggidì^
tili, o mettono i conquistatori e lutti sanno come le nozioni storico-
i missionari nella medesima schie- geografiche siensi immensamente au-
ra. Ma a che giovano le imprese mentate, e la diffusione del van-
guerresche e mercantili, non aiu- gelo meravigliosamente per tante
tate temperate dalla religione ?
e successive benemerite missioni sia
Dicnnlo misere schiatte dell'Au-
le penetrata in tante e nuove regio-
stralia , della Polinesia ( ne par- ni, onde s'istituirono un grandissimo
liamo a Oceania), dell'Africa me- numero di sedi vescovili, di vica-
ridionale e delle due Americhe, riati apostolici , e di prefetture di
che miseramente si estinguono sot- pontificie missioni, e principalmen-
to il giogo dispettoso, o la fllantio- te da Gregorio XVI. Quanto alle
pia impotente ed improvvida dei missioni j a tale articolo dice il

nuovi occupalori. Chi può dubita- Bergier, che da un secolo si fece


re, che i miracoli delle antiche in Roma lo Slato presente della
missioni non si rinnoverebbero , chiesa romana in tulle le parli del
quando si rimettesse in piedi, e mondo, cioè una relazione partico-
largamente e sapientemente si or- larizzata delle missioni stabilite nei
dinasse questo mezzo potente di diversi paesi dell'universo, scritta
civiltà, e il concorso dei principi per comando d'Innocenzo XI (deve
e dei popoli non mancasse allo ze- direClemente XI, la posseggo e ,
"
lo della Chiesa? ne nel volume XV!, pag.
parlai
Della propagazione dell'evangelo 259 del Dizionario ed altrove) ed ;

ne parliamo agli articoli riguardan- aggiunge essere tale libro assai ra-
ti parti del globo, stali, regni, ro e curioso. Laonde per non ri*

YOt. XLv. 16
24« MÌS MIS
pelere quanto vado narrando agli uomini apostolici stabilirono la fe-
indicati innumerevoli luoghi, qui mi de cristiana sulle rovine dell' i-
limiterò riunire alcune generiche e- dolatria, e la civiltà nel seno del-
rudizioni sulle missioni , mentre la barbarie. Quindi goti, unni, bor-
delle benemerite istituzioni dei se- gognoni, franchi, longobardi ed altre
minari delle Missioni straniere di nazioni, emendarono le loro legqi
Parigi e d'Irlanda, ne tratterò a'due sullo spirito del vangelo, Videsi allo-
seguenti articoli. ra accadere quel prodigioso cambia-
L'apostolico zelo de'sommi Ponte- mento, ch'eccitò l'ammirazione e lo
fici checon amore di veri padri e stupore degli storici, poiché coll'effì-

pastori hanno avuto sempre a cuore di cacia della divina parola degl' in-
eseguire il divino comando nella pre- viati Papi, in pochi anni riu-
dai
dicazione del vangelo, come di ricon- scirono a persuadere l'umilia all'or-
durre all'ovile di Cristo le pecorelle goglio, la castità alla lascivia, la

smarrite, non lasciò diligenza alcuna misericordia alla ferocia, la libera-


per riunirle alla Chiesa, mercè del lità alla rapina, ia pazienza all'al-

divino Spirito che loro regge e terigia, il perdono delle offese al

governa. Appena s. Pietro si recò risentimento, il rispetto e l'amore

in Roma a predicarvi, la fede ed a alle inimicizie ; a far proscrivere


fondarvi la cattedra apostolica, inco- la poligamia, l'adulterio, il suicidio,
minciando r opera delle missioni, le uccisioni, gli spettacoli crudeli e
che i suoi successori non hanno i sacrifizi umani. Furono così feli-

giammai intermessa, inviò i suoi ci e prodigiosi i successi delle mis-


compagni e discepoli per tutta sioni, che gli stessi nemici di esse non
Pltalia per farvi conoscere Gesù han potuto non riconoscere e con-
Cristo; quindi colla vera religione fessare la benefica influenza de* mis-

si riformarono le leggi conformi a sionari sul vero inciviliinento. Il so-

quelle del vangelo , ed all'ombra lo cristianesimo contribuì a tanti

della salutifera croce germogliò la sorprendenti cauibiauienti, ed i Pon-


pianta preziosa della vera civiltà, tefici colle loro missioni seppero
formandosi la società cristiana nel produrli completamente , venendo
centro del paganesimo, e sostenen- per ciò addolcili e migliorali i co-
dosi mezzo alle barbarie.
poscia in stumi degli uomini, dando le vere
Tralasciando dunque di dire in detta- idee del diritto pubblico e privalo
glio, come successivamente i Pontefi- d'Europa, fondamento di una so-
ci spedirono nei primi secoli per ogni cietà veramente incivilita. Immensi

parte missioni nella Francia o Gal- poi furono i vantaggi prodotti


lia, nella Germania, Spagna, Inghil- dalle crociate, con che si arresta-
terra, Irlanda, Scoziaj in Carinlia, rono i formidabili progressi de'sa-
ai fiamminghi, schiavoni, sassoni, raceni, ed un chiaro scrittore le
svedesi, moravi, boemi, bulgari, da- chiamò missioni corporali. JNè om-
nesi, polacchi, russi, ungheri ed al- misero i Papi ad un tempo di

tri; non che in Asia e Africd e risvegliar il cristianesimo ne'popoli


più tardi in America, e negli ulti- soggiogati dai seguaci di Maomet-
mi tempi nell'Oceania, poiché se to, anche per mezzo del clero re-
ne tiatta ai loro luoghi ; solo golare e de 'monaci.
rimarcheremo che dovunque gli JNci primi anni del secolo XIII
MIS MIS 243
fondandosi nuovi ordini religiosi, Per non dire di tutti. Paolo III
questi somminisliarono innumerahili spedì i gesuiti nel Giappone e
missionari che con eroismo e petto nelle Indie orientali, quali poi pe- i

sacerdotale incontrarono stenti e netrarono anche nella Cina, ove


tnnrtirio per divulgare l'evangelo, dicesi erano stati prevenuti in qual-
massime i domenicani ed i fiance- che parte dai domenicani. Il Papa
scani, i pritni speditida Gregorio s. Pio V emanò diversi decreti ri-
IX nell'Asia, i secondi da Onorio guardanti la facoltà e giurisdizione
HI mandali nella Grecia', Siria
già de'missionari, e la cura delle ani-
ed Egitto, quindi da Innocenzo IV me. Gregorio XIII, assai benemeri-
in Tartaria. Sotto questo Papa eb- to delle missioni, ebbe la gloria di
be origine quella sacra lega de'do- vedere a'suoi piedi gli ambasciatori
menicani e francescani, chiamata la di tre principi giapponesi, in me-
società de'pellegrini di Cristo, di moria di che fu coniata una me-
cui parlammo nel voi. XXVI, p. daglia coir epigrafe : Ab regibus
96 del Dizionario, la quale scorre- japonior. prima ad Rom. Pont,
va per l'oriente e pel settentrione legnlio et obedienlia . Clemente
a portar la luce della verità ai Vili prese parti colar cura del-
gentili e idolatii, agli eretici ed agli la promulgazione del vangelo , ia
scismatici, rinnovata poi ne'ponti- che si dislinse ancora Paolo V.
cati Giovanni XXII, Gregorio
di Il successore Gregorio XV ebbe il
XI, Urbano VI, e Bonifacio IX; vanto immortale d'istituire nel iG-za
ed agli articoli degli ordini e con- la Congregazione di propaganda
gregazioni religiose si dice delle fide [Fedi), assoggettando ad essa
missioni loro affidale tlai Papi, co- tulli i collegi già istituiti, o che
me di quelle che hanno per subli- si fondassero in seguito collo sco-
me fine la redenzione degli schiavi. po delle sante missioni per tutto
Inoltre Giovanni XXIl concesse ai il mondo. Questo grandioso stabi-
francescani la giurisdizione episco- limento fu continuato, accresciuto
pale nei luoghi ove non si trova- ed arricchito di privilegi e fondi
no vescovi cattolici ; e inviò mis- cospicui da
Papi , cardinali,
altri
sionari a predicar l'evangelo tra ed altre pie persone ; essendo la
gl'infedeli che gran danno aveano congregazione incaricata di provve-
recato nell'oriente al cristianesimo. dere ai diversi bisogni delle mis-
Leone X e Adriano VI inviarono sioni, ai mezzi di farle riuscire be-
missionari in America, ed instituen- ne e dilatarle. Quale e quanto
dosi indi i teatini ed altri chierici sia immensamente vasta la giu-
regolari, anche ad essi furono asse- risdizione di propaganda in tutto il

gnate missioni. Nel nuovo mondo mondo, cioè ne' paesi degl'idolatri,
Ira i primi banditori del vangelo degl'infedeli, degli eterodossi o di
vediamo i mercedari, i francescani, culto misto, si può vederlo nel voi.
anche cappuccini, i carmelitani ed XVI, p. 24B e seg., ove produ-
altri molti religiosi, come i dome- cemmo il catalogo òtvi<^ariaÌL ape-
bìcbdì, con immenso frutto di conr stolici e prefetture apostoliche che
versioni e d'incivilimento, derivato ne dipendono in Africa, America,
dallo zelo dei Papi che mandarono Asia, Europa ed Oceania, cui suc-
missionari anche in altre regioni. cede il novero de' patriarcati, arci-
244 M I s MIS
\escovali e vescovati a propaganda militiate in ter gentes. Si vede il

soggelli e successivamente aiiaien- Pontefice assiso in trono che dà la


tali . 11 novero pure aumentalo croce ai missionari di propaganda;
dei FicariaU e Prefetture [ledi), ed indica la sua munificenza per
si leggerà meglio a tali articoli, nei la vistosa somma da lui donata
quali indiclieremo ove sono riportale alla congregazione , onde mandar
le notizie di quelli che non hanno missionari ne'paesi orientali. Anche
speciali articoli. Urhano Vili fon- Clemente XI fu zelante delle mis-
dò il celebratissitno Collegio Urba- sioni: abbiamo due medaglie che
no [Fedi], da cui uscirono eccel- ciò celebrano. La prima del iyo2 J
lenti missionari di tutte le nazioni, è col motto: Fade et praedicaj si 1
e tuttora fiorisce grandeoiente: que- vede il Pontefice che spedisce al-
sto collegio apostolico è destinato la Cina il p. Tournon poi cardinale.
a mantenere ed istruire un rag- La seconda ha la leggenda: Fenti
guardevole numero di giovani di et mare obedinnt ei. Vi è effigia to
J
diverse nazioni, per renderli capaci il Salvatore cogli apostoli nella na- ^
di alFaticarc nelle missioni del lo- ve : il Venuti la riferisce alla
ro paese principalmente. Quel Pa- spedizione nella Cina di Mezzabar-
pa proibì mercatura a' missionari.
la ba patriarca d'Alessandria, il quale
Tanto veramente apostolica i-
alla fu comunicalo dal Papa coi mis-
stituzione di propaganda, quanto a sionari suoi compagni prima di
quella del grandioso suo collegio partire per la Cina. Il BcMgier,
Urbano con alunni d'ogni lingua, Diz. encicL, all'articolo Missioni, in
i Pa|)i in ogni tempo prodigaro- cui egregiamente confuta i calun-
no benefizi larghissimi, per cui i niatori de'missionari, citando il Fa-
due stabilimenti formeranno sempre brizio e la sua opera, Salutnris lux
l'onore e la gloria del loro apo- evangelii loti orbi exoriens, naira
stolato. che Clemente XI nel 1707 coman-
Clemente X col breve Credi- dò ai superiori de'princijìali ordini
tae de 6 aprile 167 3, Bidl.
lìobis, religiosi di destinare un certo nu-
de prop. tom, I, pag. 178, proibì mero de' loro alunni per rentlersi
ai missionari di qualunque ordine capaci al bisogno di affaticare nel-
imprimere libri trattanti materie le missioni nelle diverse parli del
riguardanti le missioni, senza l'ap- mondo, come ancora dicemmo nel
provazione , della congregazione di voi. XXVI, 127 del Dizionario.
p.
propaganda. Innocenzo XI pre- Agli articoli di ordini parliamo
tali

scrisse il modo come i missionari de'collegi istituiti nei medesimi per


debbano fìire la lelazione dello sta- le pontificie missioni. Nei primi an-
lo delle missioni e de' luoghi, che ni del pontificato di Clemente XI
riportasi a p. 233 loco citato. A ebbe origine il collegio delio Spi-
suo onore fu coniata una medaglia rito O Missioni straniere,
Santo,
che lo rappresenta in trono col seminario di Parigi delle colonie
motto : Fenile et videle opera Do- {Fedi).
mini, nell'atto che un gesuita gli Clemente XII fu benefico colle
presenta tre ambasciatori del Tou- missioni, col breve Nuper, del i 73.T,
chino. Altra medaglia fu battuta per confermò il decreto emanato da
luuocenzo XII, colle parole: Àu- propaganda sulla tumulazione dei
MIS MIS 245
cadaveri de'missionari morii nelle Cappellari con indescrivibile utilità
parli degriufedeli ; col ijreve Coele- delie missioni, che fungendo tale

sliiini, del 1737, concesse indulgen- rilevantissima carica , meritò poi il

ze in arliculo mordi ai missionn- triregno col nome di Gri-goiio XVI.


ri cappuccini francesi ; col breve Nel 1826 Leone XII fondò vesco- i

Cum sicut, del 1737, ne accordò vati di Kingston nel Canada e di

altre a chi ne avesse vigilati gli o- s. Louis nel Missouri ; quindi nel
ratorii, e col breve Cani siciil, di 1827 istituì il vicariato apostolico
detto anno, ne accordò allre ai del terzo distretto della Scozia. Nel
medesimi religiosi anco irlandesi, i 1828 fu fondata la sociel;i Leopoldina
(|uali brevi sono riportali nel t. onde procurare colla orazione e col-
li del citalo Bull. Delle missioni l'elemosine un' attività più efiìcace
Jfu zelantissimo Benedetto XI\ } ed delle missioni cattoliche in America, e
il snccessoi'e Clemente XI 11 coi bre- Leone XII ne'primi del 1829 l'ap-
vi Incxliausluin del 1762, e De- provò, concedendo n^olte indulgen-
rei Romanos del 1763, nel t. IV ze ai membri della fondazione, con
del Bull, de prop.
76, p. 62 e breve che spedì a Vienna alla di-
prescrisse un nuovo regolamento ai rezione centrale. Nel pontificato di
missionari nel compartire al popo- Pio Vili si promulgò nella gran
lo l'apostolica benedizione mollo ; Bretagna 1' emancipazione de'catto-
fece per le missioni e propagazio- lici , e nell'impero ottomano quella
ne della fede. Altrettanto si dica di degli armeni, istituendo l'arcivesco-
Pio VI, il quale approvò la messa vato primaziale di Costanliiujpoli
da celebrarsi da tutti i missionari, per tal nazione nel i83o; avendp
al modo detto nel voi. XVI, p. nel precedente anno fondato i ve-
247 del Dizionario, eslesa poi da scovati di Mobile e Charlottelowu
Gregorio XV I. Grandi progressi fe- nella giurisdizione di propaganda.
cero le missioni sotto Pio VII, il Elevalo alla cattedra di s. Pietro
quale istitm il vicariato apostolico nel i83i Gregorio XVI, subito col
dell'isola dell'America settentriona- suo ardente zelo e profonda pie-
le nel i8rt), e le sedi vescovili di tà volle dare un novello impul-
Boston, di Filadellìa, di Nuova York, so alle missioni cattoliche, ed il

di Bardstown, di Cincinnati, di frutto amplissimo che ne raccolse


CliarIstowD e dì Piichmond , ele- superò quello di qualunque altro
vando ad arcivescovile quella di suo pili illustre predecessoie, come
Baltimore, tulle negli Stali Uniti di in parte può vedere a Gregorio
si

America, e sotto la giurisdizione XVI, ove notai che sino al mag-


di propaganda. iXel ponlilicato di gio 184?, epoca in cui ne rividi lo
Pio vii, e nel 1822, in Lione stampone (giacche nell'altro anno
^P'ecli) ebbe origine la tanto be- che regnò istituì altre sedi vesco-
nemerita opera pia della propaga- vili ed altri vicariali apostolici), a-

zione della fede, fondatrice di tante veva fatti centonovanlacinque ve-


ubertose missioni, nata per suppli- scovi con decreti di propaganda,
re ai molteplici bisogni del semina- istituiti trentasei vicariali apostoli-
rio delle missioni straniere di Pa- ci, e fondale quindici sedi vesco-
rigi.Leone XII fece prefetto di vili,compresa una arcivescovile,
propaganda il cardinal d. Mauro mediante decreti di dettai cougrt;«
246 MIS MIS
gazione. Ed nominai tanto le
ivi al consiglio di essa, che sarebbe di

sedi che i mentre de'vi-


vicariati, suo gradimento che un' opera de-
cariati apostolici istituiti nel mede- stinata alla propagazione del van-
simo anno e non compresi nel no- gelo fosse generale per tutte le mis-
minato novero, ne parlai a Indie sioni, promettendo d'introdurla a
Orientali, e ad Oceania i vicaria- Roma e nello stato pontifìcio, co-
ti apostolici aumentati al nume- me con premura ese-
particolare
ro di sette. Nel primo anno del guì. approvò
Quindi ne privile- i

suo pontificato i capi convertiti gi e le indulgenze, ed in onore


delle tribù Algonchina, Nipsilingia le fece coniare una medaglia mo-
ed Irochese gli mandarono atl'et- numentale. La sede vescovile isti-
tuosissime lettere e doni singolari, tuita nel i838 da Gregorio XVI
di che facemmo parola all' articolo in Algeri, sulle spiaggie dell'Africa ,

MiLWANCHiA, altra sede vescovile da ad istanza del re de'francesi, fece


Gregorio XVI fondata, e non com- concepire le pib belle speranze, per
presa tra le memorate. Il suo no- rivedere la religione trionfare in
me suonò benedetto e venerato in quella parte del globo, già nobi-
tutte le parti del mondo e persi- litata da tanti martiri, zelanti cri-
no tra i selvaggi dell'Oceania, il stiani, e da tante cattedre vesco-
capo de'quali nelle isole Gambier vili su cui sederono santissimi uo-
venuto alla fede, assunse il di lui mini. Vide pure Gregorio XVI
nome e gl'invio donativi. I missio- sempre nuovi e gloriosi trionfi in
nari di quelle selvagge regioni, Inghilterra, e rivolgersi questa a
colla morale pura e colle dottrine gran passi verso l'unico ovile del-
consolatrici del catlolicismo fecero l'unico pastore; vide quivi innu-
sparire la barbarie, com'era già merabili conversioni eziandio di
sparila dall'Europa innanzi ai pri- ministri e di uomini dottissimi tra
mi banditori del vangelo. Non di- gii anglicani ; e negli Stati Uniti di
menticarono i ministri apostolici i America cresceie a dismisura i

bisogni della vita presente, inse- cattolici, e tenersi nella sede di


gnando ai popoli selvaggi le arti Baltimore utilissimi nazionali con-
utili, ed aprirono essi stessi il sol- cilii, accresciuti successivamente dal-
co, vi gittarono il frumento, e so- l'intervento di nuovi prelati. Nulla
stituito il pane ad alimenti orri- pretermise Gregorio XVI a van-
bili, ne fecero dei selvaggi agri- taggio delle missioni per cattivar-
coltori e buoni cristiani ; tali es- si l'animo de'dominatori, non solo
sendo i vantaggi delle pontificie di Europa, ma anco di lontanis-
missioni. Nel i836 il Pontefice af- simi luoghi e popoli, e tutto im-
fidò la direzione del collegio Ur- maginar seppe il vasto e veramen-
bano ai benemeriti gesuiti, sotto te apostolico suo animo, perchè o
de'quali egregiamente procede con si mantenesse od aumentasse o si
aumento di alunni. portasse ne'redenti l'inelfabile luce
La pia opera della propagazio- del santo evangelo. Cosi pel suo
ne della fede di Lione, protetta dai Spirito antiveggente e coliciliatore

Papi e benedetta, lo fu pure da divenne non solo il padre e l'ami-

Gregorio XVI, il quale nel i83G co de'sovrani europei , ma ispi-

cou lettera di propaganda csleruò rò rispcllo uuchc in quelli ucultu-


MIS MIS 247
lieie infedeli, e ne trasse profitto ad esternare desideri! che nutri-
i

per l'incremento della religione di va di stringere particolari amiche-


cui era capo, ed a protezione del- voli relazioni tra il governo Gito-
le missioni cattoliche. Gregorio XVI mano e la santa Sede, con discor-
allorchè ricevè gli spontanei omaggi so che pubblicò il Diario di Ho-
de'due ambasciatori ottomani, viva- fna e in diverse lingue ripeterono
mente raccomandò loro cattolici i le Questo stupendo
gazzette estere.
dimoranti nel vasto impero della e meraviglioso avvenimento, degno
sublime Porta, e le missioni ed i de'fasli del memorabile pontificalo
missionari in esso esistenti. Vera- di Gregorio XVI, nel i838 il ci-
inente il primo inviato turco che tato Diario accennò coi numeri
si presentò ad un Papa, fu Camis- 4^, 4^, 79, 80, oltre il numero
bucreh, da altri chiamalo Cassa- 24 àeWe Notizie del giorno^ ripor-
liegh, il come dissi nel voi.
quale landò altresì il discorso pronunziato
XXXV, 176 del Dizionario ed
p. da Reschid pascià,
altrove, nel 1492 era stato spedito Nel i84i Gregorio XVI accolse
ad Innocenzo Vili da Bajazette II in Roma i deputati etiopi di tre
a donargli la sacra Lancia [Vedi) regni cristiani dell'Abissinia, venuti
perchè gelosamente custodisse il anch'essi a rendergli omaggio. Quan-
fratelloZizimo ^ che aspirando al to poi in tale anno caldamente
trono avea potenti fautori. Ma la raccomandò al viceré d'Egitto Me-
prima volta che un imperatore ot- hemet-Alì, di proleggere le nazioni
tornano ordinò un'apposita spedi- cattoliche che vivono sotto i suoi
zione solo per ossequiare il som- dominii, ampiamente lo riportammo
nio Pontefice, è certamente quella nel voi. XXI, p. 108 fino a 122 del
in cui l'illuminato sultano Mah- Z?/z?o«<3r/o, in un ai reciproci magni-
moud II, padre del regnante, inviò fìci donativi, e circostanze confor-
a Gregorio XVI, che formando tanti alla propagazione della fede. Ai
epoca nella storia ecclesiastica, noi 3i agosto 1842 il cardinal Giacomo
registrammo nel voi. XVlll, p. 87, Filippo Fransoni prefetto generale
88 e 89 del Dizionario, in uu di propaganda, promulgò il decreto
alle dimostrazioni praticate dal Pa- della sacra congregazione, Ad foveii-
pa coi due ambasciatori ottomani, dani anùnorum concordiam, quo
Volendo dunque Mahmoud II da- nonnulla prohantur prò aliquibus
re a Gregorio XVI una solenne missionibus rcgularium ordinuni ,
e luminosa prova dell' universale sii'e societalutn presbylerionmi sae-

ammirazione eh' erasi procacciata culariuni curae credilis. Già in que-


colle sue magnanime
azioni, ordinò sto tempo i fratelli della carità i-
a Reschid pascià suo ambasciatore stituili gran Bretagna , si
nella
alla gran Bretagna, di condursi e- spandevano per l'Inghilterra e Sco-
spressamenle in Roma per esprime- zia come missionari, facendo gran
re nel sovrano nome la sua stima frutto per i tanti che abiuravano
e riconoscenza anche per la bene- i loro errori, rientrando nel grem-
vola accoglienza usata ad Ahmed- bo della Chiesa cattolica; essi ave-
Felhi pascià (che poi sposò una vano pure aperto scuole pei gar-
figlia dello slesso sultano), amba- zoncelli e fanciulle, e pel gran con-
sciatore al re de'fiaucesi, non che corso vengono dai protestanti prefe-
248 MTS MIS
l'ite alle proprie. In dello anno cielo di novelli martiri, molti dei
1842 gli Oblali di Pinerolo [Fe- quali appartenevano all'inclito or-
di) ebbero la missione e il vica- dine de' predicatori. Nella speranza
riato di Ava e Pegù nell' Indie di ricevere i processi per potere
orientali. Come Gregorio XVI nel- un giorno decretare loro giusta il

l'anno 1844 condannò le socie- rito r onore degli altari , il Papa


tà bibliche, lo dicemmo al suo invitò tutti a pregare caldamente
brevissimo articolo biografico, il cui Dio, acciocché quel nuovo sangue
gravissimo danno può argomentar- dilFiiso in sì popolose regioni va-
si, cioè che dalla loro istituzione lesse ad inafljarle di novelli cri-

i8o4fino al i83o,
in Inghilterra nel stiani. Dio esaudì i voli del sua
si vantano i protestanti averne di- vicaiio, poiché riuscì quindi all'o-
spensati dodici milioni di esem- perosità dell'ambasciatore La.grenée,
plari, e questi tradotti in ceB)to- nello statuire scambievoli rapporti
quarantotto idiomi La costante , tra regno
il di Francia e l'impe-
cura e vigilanza di Gregorio XVI ro della Cina , secondando le pre-
per l'aumento della religione in o- mure de'missionari cattolici e dei mo-
gni parte del globo, acciocché rice- narchi d'Eiuopa, di ottenere final-
vesse ogni giorno maggiori acqui- mente dall'imperatore regnante Tao-
sti, lo animò ad insinuare e per- kuang, pel potente mezzo dell'in-
suadere ai banditori evangelici di viato imperiale Rying, quanto nep-
formarsi presso di tutti i popoli un pure ne' più fiorenti tempi delle
Indigeno clero (f^edi), a incoraggi- missioni primitive aveano goduto
re religiosi istituti di sacerdoti spe- i missionari, cioè il tanto bramalo
cialmente indirizzati a quel santo editto imperiale sull'immunità di
fine, ed eziandio ad approvarne dei coloro che professano la religione
nuovi, come diciamo a' loro artico- cattolica o la divulgano, de' 20
li; mentie al termine di quello di febbraio 1846, e pubblicato il 18
RioviA, facemmo meuz'ione di quel marzo, riportandosi nel niunero
grave e memorando duplice ab- 78 del Diario di Rojna 1846 ,

boccamento, onde si comnmsse Eu- e nel voi. Ili, p. 207 degli An-
ropa tutta, che il gran Pontefice ebbe nali delle scienze religiose, seconda
col potentissimo imperatore delle serie; in forza del quale, fuiono
Russie in vantaggio della religione. restituiti ai cristiani cinesi i loro
Nell'articolo Indie orientali, par- templi, tranne quelli convertiti in
lando dei vicariati apostolici di Ton- pagode o in case pei cittadini. L'e-
lino e Cochinchina , si fece pa- ditto in lingua cinese fu consegnalo
rola di quanto Gregorio XVI de- all'abbate Callery dragomanno del-

plorò le persecuzioni che in essi a- l'ambasciata, che recatolo in Fran,-


vevano solFerto i cristiani ed i eia lo depose nell'archivio del mi-
missionari, alcuni de'quali non per- nistero degli affari esteri. Immen-
donandosi all'età quasi decrepita, né sa ne fu la gioia di Gregorio XVI
al carattere sacerdotale, né alla di- qiumdo ne apprese la notizia dal

gnità vescovile, racchiusi in gabbie cardinal Fransoni, e se ne congratu-


di ferro avevano in mezzo agli stra- lò coire de'francesi, e certamente ne
pazzi, alla farne, alle battiture, ai avrebbe parlato in concistoro, s?

tormenti data la vita, popolando il gli Iòsse bastatala vitaj egli peròeb*
MIS MIS 249
he la non descrivibile religiosa con- Dopo avere i Papi coli' opera
solazione, con eterna gloria del suo delle missioni pontificie tanto l'Eu-
nome, che nel suo pontilìcato vide ropa protetto e contribuito all' in-
maravigliosamente prosperare le mis- civilimento di essa e di tutto il

sioni pontificie e crescere nc'Iuoghi globo conosciuto, del pari colla


ove già erano, e giunsero eziandio stessa opera influirono assai alla
a penetiar là dove la fede o non civiltà dei due nuovi emisferi. Dei
erasi giiuriMiai predicata, o col vol- privilegi, grazie e giurisdizioni con-
ger de'secoli se n' er9 smarrita e cesse dai ed
Pontefici alle missioni
cancellala per fino la memoria. ai con bolle
missionari brevi e ,

Poco tempo prima di moiire com- decreti, si possono leggere nelle


piise al zelante p. Massimiliano collezioni contenute nel Bidlarìiim
Ryilo gesuita e rettore del colle- Poni. sac. cong. de propag. Jìde,
gio Urbano , la nuova ed ardua che coi tipi del menzionato colle-
missione ne' paesi centrali dell'A- gio se ne incominciò nel 1889 la
frica per evangelizziue popoli sco- pubblicazione, e dopo il quinto to-
nosciuti, al che si accinse col nolo mo stampato nel i84'> l'anno ve-
apostolico coraggio ; làcendo ve- duto la luce due allri tomi di Ap-
scovo di Cassia e vicario aposto- pendice- In <Ju' opera scritta da uà
lico di Qallas in Africa, vicariato al- ecclesiastico anglicano e citata dal
lora da lui eretto, "niousignor Gu- voi. XVII, j>. 4^*' de' memorati
glielmo Massaia da l'iovà piemon Annali, che ne riporta un brano,
tese. E nel niaggio i i>4G dopo Bt si legge una ingenua confessione iiir

ver istituito il vicariato apostolico torno alla sterilità delle missioni


dell'Africa centrale, nominò vicario protestanti, le quali, per quantun-
apostolico e Maurica-vescovo di que grandi sieno le fatiche, le in-
Stro in parlihns monsignor An- dustrie e le ricchezze che vi si a-
netto Casolani di Malia. JN'el suo dopeiano, pure alcun frutto non
testamento olografo, il cui mira- pollano. E qual altra prova più
bile principio non potrebbe es- di questa evidente, che il Signore
sere uè piU commovente nò piii , non è co' ministri della chiesa an-
degno di un Papa, lasciò alla con- glicana, e che il celeste Agricoltore
grega/ione di propaganda scudi die- non benedice le fatiche di questi
^iseltemila da impiegarsi a bene- lavoratori da lui non
chiamati a
fizio delle missioni; più al collegio coltivai* la sua vigna? In confronto
prbano la sua libreria (tranne della veneranda istituzione delle
quei libri disposti a favore di missioni pontilicie con quella delle
quella di s. Gregorio, dell' univer- missioni acattoliche, queste svanisco-
sità romana, e della congregazione no qual lieve meteora errante sce-
di s. Cecilia), preziosa siccoQie com- vra di natio vigore, che non le vie-

posta nella maggior parte di ope- ne né può venire dal cielo. Dalla
re moderne, e stampale in diversi cattedra apostolica pertanto, come
idiomi e parli del niondo, degna centro comune delle particolari mis-
per le materie che trattano, e di sioni di tutto r orbe, si debbe l'u-

§omma importanza pel collegio Ur- bertosa e oguor viva energia subli-
bano in cui fu collocata, ed al (juale me di queste. Anche a Missionabi
"vivente avea fatto analoghi doni. parlammo della sterilità delle mis-
25o MIS MIS
sioni eterodosse, della gran diversi- abbiamo del dottore Patrizio Wit-
tà che j)assa tra il missionario [)ro- mann, La gloria ddla Chiesa nel-
tfstaiite ed il missionario cattolico, le sue missioni dall'epoca dello
e facemmo il novero degli attuali scisma nella fede, ossia una storia
missionari apostolici. Agli articoli re- wiii'crsale delle cattoliche missioni
lativi a questo argomento, a quelli negli ultimi tre secoli, traduzione
delle differenti missioni, citiamo le dall' originale tedesco del sacerdote
opere parziali e generali che furo- Giuseppe Marzorati, Milano 1842-
no pubblicate sulle missioni ponti- 1843. Dopo la Ilaria delle missioni
ficie, formando le missioni una par- del p. Hazart gesuita, questa è la
te integrante ed essenziale delia più in)portante e completa compi-
storia della Chiesa e dell' Orbis lazione da spaventare l'intelletlo piìi
chrisdanus , laonde qui solo ci ardimentoso, e l'uomo più laborioso
limiteremo a citare . Gio, Filip- ed instancabile. Se ne fa l'elogio nel
po Marini, Delle missioni de padri voi. XX degli Annali delle scienze
della compagnia di Gesìt nel Giap' religiose, ove a p. 36 e 201 si ri-
pone, Roma i663. Alessandro de porta la bellissima analisi che di
Bhodes, Relazione de'felici successi tale opera ne ha fatta monsignor
della s. fede predicala dai pp. della Michele Loschiavo. Abbiamo inol-
compagnia di Gesù nel regno del tre r interessante e dotta opera del
Tondino, Roma i65o. Relalions des barone Henrion: Storia universa-
ììiissions des évesques francois aux le delle missioni cattoliche del se-
royaumes de Siam, Paris 1674. Rc' colo XTII sino ai tempi nostri^ To-
lation desmissionset des voyages des rino 184X
évesques vicaires aposloliques, Pa- MISSIONI STRANIERE, semi-
ris i686, Nel novero de' segretari nario o congregazione di Parigi.
della congregazione di propaganda, Società di sacerdoti stabilita nella
dicemmo come il Fortiguerri fece capilale della Francia, di sacerdoti
un'opera intorno alle missioni, man- e vescovi che fanno professione di
cante però di quelle d' Europa, che predicare evangelo ne' paesi stra-
1'

pur voleva scrivere. Muratori, Ilari- nieri, tanto in oriente che in occi-
stianesimo felice nelle missioni del dente, dove ha molti stabilimenti e
Paraguai, Venezia 17.43, e Torino fiorisce. 11 p. Bernardo di s. Tere-
1824- -D- ^' Rovenio arcivescovo di sa carmelitano scalzo e vescovo di
Filippi e vicario apostolico, Tra- Babilonia, avendo predicato la fe-
ctalus de missionihits ad propagati' de con grandissimo successo in
dani /idem, et conversioneni itifide' molle contrade dell'Asia, risolvette
Unni et herefiroruni inslituendis, di fondare a Parigi una casa nella
Metz 1747- Monila ad missiona- quale si dovessero istruire de' mis-
rios s. congregaiionis de propagan- sionari per lo stesso oggetto, e cod-
da fide, Komae 1840. Nel 1843 sacrà tuttociò che possedeva allo
un rispettabile vescovo pubblicò in stabilimento che poi divenne tanto
Roma: Notizia statistica delle tnis' benemerito della Chiesa. Egli nel
sioni cattoliche in tutto il mondo, i663 a' 16 marzo donò alcune ca-
coir intendimento di pubblicarla se di sua ragione in Parigi a de
ogni anno, ma il libretto è rarissi- Marangis e de Garabal consiglieri di
liiu perchè fu ritirato. Finaliueute stalO; per stabilirvi un seminario per
MIS MIS 25 1
le missioni straniere, affinchè qne- sima associazione della propagazione
iijli ecclesiastici che ne aveano voca- della fede di Lione, la quale deve
zione potessero esservi istruiti nelle nel principio la sua origine allo
materie necessarie alle missioni da stabilimento delle missioni del cle-
farsi ne' paesi scisniatici ed infede- ro secolare. Altro potentissimo au-
li, e paiticolarmente nella Persia; siliare dalla divina provvidenza ac-

laonde gli alunni si mandavano poi cordato alle missioni straniere, è la


ad Ispahan, dove si perfezionavano istituzione Leopoldina di Vienna,
nello studio delle lingue e nella della quale come di quella di Lio-
conoscenza de' costumi del paese, ne se ne parla anche a Propagali'
poiché il fondatore avea in quella da [Fedi). Il superiore del semina-

capitale della Persia una casa che rio delle missioni straniere si eleg-
diede alla nuova società per stabi- ge tra i suoi alunni, quindi ne dà
lirvi un seminario. La donazione parte alla Congregazione di propa-
in discorso non eccedette il valore ganda fide [Vedi). In quanto agli
di trentamila lire francesi, e ripor- alunni che partono da questo se-
tò Ja patente reale, colla quale minario, riportano essi le patenti
Luigi XIV confermò la donazione. del nunzio pontificio residente in
Questo stabilimento fu confermato Parigi, al quale suole spedirle la
dal cardinal Flavio Chigi nipote e detta sacra congregazione. Nell'alto
legalo a Intere di Alessandro VII, che sono consegnate al superiore
a' i3 agosto 1664. La loro chiesa del seminario, questi dà il nome del
di Parigi fu cominciata nel i683, candidato, e il luogo dove viene
ed i fondamenti ne furono gettati spedito. Questo istituto forn"i uomi-
in nome di Luigi XIV. La duches- ni apostulici alle missioni della Ci-
sa d' Aiguillon e molte altre dame na, Tonkino, ec. Da esso uscirono
illustri per nascila e pietà, contri- mai sempre un numero valoroso di
buirono molto ai progressi degli missionari, tV'^tHtts444 prelati, prefet-
alunni delie missioni straniere e ti, vicari apostolici e vescovi, ed al-
suo stabilimento. Il cuore del fon- la Chiesa de' martiri gloriosi. Meri-
datore vescovo di Babilonia, quello tano distinta inenzione monsignor
dell'abbate d' Argenson, e quello di de Lavai Muntniorency primo vi-
madama di Bouillon si depositaro- cario apostolico del Canada, non
no in detta chiesa. Questo semina- che i primi vicari apostolici vesco-
rio nelle epoche francesi di repub' vi di Eliopoli, Berito e Metellopo-
blica e d' impero subì la disgrazia li, che portarono nella Cina a
si

di soppressione coinune ai luoghi tempo di Alessandro VII. Oggi al


pii, ma le missioni tuttavia e gli seminario delle missioni straniere
operai apostolici non cessarono per- sono affidati parecchi vicariati apo-
ciò di esercitarsi, non però senza slolici, di cui faremo qui appresso
dillicoltà. Alle reiterate istanze di il novero. Tutti i vescovi missiona-
Pio VII fu riaperto lo stabilimento ri questo istituto sono alunni del
di
circa il 1820, ed ha continuato a seminario, e (ormano una vera socie-
rendere importantissimi servigi alla tà, ma senza voti.
Chiesa. I direttori d'allora del se- In una istruzione mandala ulti-
minario ebbero la principal parte mamenle dalla congregazione di pro-
alla fondazione della pia ed utilis- paganda a tutti gli arcivescovi, ve-
25?. MIS MIS
ed altri supe-
scovi, vicari apostolici, te non potè effettuare il divisamen-i
riori di missioni, leggiamo quanto to, ciò che però riuscì al successo»
segue. » 1 più gravi documenti, e re Alessandro VIJ. 11 suo primo
specialmente l'esempio degli apo« progetto era di mandar nelle mis-
stoli, ed il testimonio della Chiesa sioni cinesi un patriarca, due o tre
primitiva manileslamente provaijo arcivescovi e dodici vescovi, ma
che i due principali e quasi neces- potè mandarvi soli tre vicari apo-
sari mez7.i per procacciare e man- stolici Cui carattere vescovile, e fu-
tenere la religione cattolica, sono la rono, il primo Francesco Pallìi ca-
missione de' vescovi a' quali è stalo nonico di s. Martino di Tours, e-
detto : Spiriius Sanctus posuit vos lello vicario apostolico del Tonkitjo,
regere ecclesiatn Dei, e 1'accurata col titolo di vescovo d' Eliopoli in
formazione del clero indigeno ". partihus ; secondo
Pietro de la
il

Questa istruzione fatta in seguito IMothe Lambert, già consigliere al


di una decisione espressa della con- parlamento di Ilouen, eletto vica-
gregazione di propaganda sulla , rio apostolico della Cocincina, ver
massima trattata nel sinodo di Pon- scovo di Derito in partihus j il ter-
dichery (del quale si disse a Indie zo Ignazio Cololendi francese, come
orientali), fu approvata da Grego- i due altri, parroco d'Aix in Pro»
rio XVI novembre i845.
li 23 venza, eletto vicario apostolico del-
Queste appunto furono le massima la Cina e Tarlarla, vescovo di Me-
sulle quali si fondarono i sommi tellopoli in partibus. 1 brevi analo-
Pontefici nello stabilimento dellq ghi furono spediti neli658 e GSg, i

missioni straniere. Nei tre secoli 11 primo tle' tre vescovi partì nel
passati diverse cause, specialmente i66q, quindi dopo tre anni fu fon-
la rivalità della Spagna e del Por- dato il seminario delle missioni
togallo per il comn)ercio e la so- straniere. Tali furono l'origine e i

vraniUi dell'Indie orientali, aveva- principii della congregazione delle


no opposti grandissimi ostacoli nel- missioni straniere, la quale ha sem-
le missioni, allo stabilimento de've- pre avuto la gloria di propagare
scovi, e come conseguenza inevita- e mantenere la fede fra popoli sen-
bile, alla formazione ùeW Indigeno za numero, ad onta delle pili fiere
clero [I edi). Colpito dai pericoli persecuzioni, come pure il vanto
di una tal situazione, e per le mis- ed il merito di aver formato il cle-i

sioni del Giappone, Urbano Vili ro indigeno nell'islesse contrade, e


procurò di tutto per tiovarvi un finalmente di aver sostenuto eoa
rimedio, e per segno delle sue sol- fermezza e costanza l' online ge-
lecituilini a'28 novembre i63o e- rarchico, e l'obbedienza dovuta al-
manò il decreto sulla formazione la santa Sede. 11 seminario stabili-
del clero indigeno e la nomina di to in ebbe egualmente una
Parigi,
alcuni vescovi vicari apostolici indi- grandissima importanza nella Chie-f
pendenti dal patronato s'i della sa, poiché fu la prima e sinora
3pngna che del Portogallo. Dopo quasi la sola scuola stabilita pel
di lui ne prese impegno Imiocen- clero secolare dt^stinato alle missio-
zo X, e voleva mandar nella Cina ni tra gl'infedeli. Quindi sembra
e regni nuovo alcuni
adiacenti di che il Signore voglia farne aumen-
vescovi, quando sorpreso dalla mov- tare r importanza ,
per le buuQ»
MIS MIS 2 53
flizioni che gli concede a' noslii slissime regioni. Seminari d'indige-
tempi. no clero si trovano in tutte le

Come abbiamo già accennato, Io missioni già stabilite da qualche


stato florido in cui si trova più che tempo. II Tonkino essendo slato
mai la società delle missioni stra- amministrato sul metodo de' primi
niere, acciesce sempre il vivo desi- vicari apostolici, si distingue per-
derio già concepito di veder simili ciò da tutte le altre missioni per
senìinari stabilirsi nelle diverse par- il numero e la regolarità del cle-
ti del mondo cattolico, ma special- ro indigeno. Nelle due parti del
niente in Italia, e particolarmente regno, cioè nel Tonkino occidentale
in Roma, dove se ne prova biso- e nell'orientale afljdato alle cure dei
gno • Alla società delle missioni domenicani spagnuoli, più di venti
straniere sono aflìdati quattordici preti nazionali hanno solferto il

vicariati apostolici, fra' quali quello martirio con grandissimo coraggio


di Pondichery, dato alla cura di nell'ultima persecuzione. Come si

tre vescovi di giurisdizione indipen- può verificare al citalo articolo In-


dente una didl' altra,e sono .se- i die ORIENTALI, il vicariato apostoli-
guenti. Pondichery colle divisio-
I. co Pondichery si è
di distinto in
ni di Mysore e del Coimbattour. questi ultimi tempi per le premu-
2. La Malasia. 3. Siam. 4- La Co- re prese dai vescovi e missionari
cincina inferiore. La Cocincina
5. in favore del clero indiijeno. Non
superiore. 6. li Tonkino occiden- sono due anni che fu filta la divi-
tale superiore. 7. II Tonkino occi- sione del vicariato in tre giuri.sdi-

dentale inferiore. Thibet in- 8. 11 zioni, e già da un anno a questa


feriore. 9, Il Su-Tchuen. io. 11 parte sì sono stabiliti due missio-
Kouei-Tcheou. 11. 11 Yun-nan, 12. nari nel JVIysore e nel Coimballour,
Il Leao-Tong . i3. Il Giiippone mentre quello di Pondichery fiice-
con le isole Lieou-Kieou. ì/\. La va nuovi progressi. Questo fallo
Corea. P". Ciwa, Indie orientali, prova vantaggi che ricevono le
i

Giappone. Tutti i vicariati aposto- piissioni dalla molliplicazione dei


lici sono governali da vescovi in vescovi. Il fallo veramente prodi-
partibus, fra' quali diversi hanno il gioso dell' ingresso recente del ve-
loro coadiutore pure insignito del scovo e de' missionari nella Corea,
carattere vescovile. Per compire il mediante il coraggio e l'inteiligen-
bene dell'organizzazione di questa te sagacità di un giovane sacerdote
missione, non manca più altro che coreano, aumenta egualmente il nu-
lo stabilimento di provincie eccle- mero delle prove che dimostrano
siastiche con sedi episcopali di re- più che ad evidenza la necessità
sidenza. Le tante savie e gloriose del clero indigeno in tutte le mis-
determinazioni prese da Gregorio sioni del mondo. Per rimediare al-

XVI in altre parti, danno speran- le difficoltà sulla formazione di co*


za di veder realizzare lo stesso be- sì iniportante clero nelle missioni
ne al tempo o[)portuno, anche per perseguitale, seminario delle mis-
il

le missioni indiane e cinesi, di cui sioni straniere ha sempre fatto gran


fu tanto eminentemente benemeri- sacrifizi per mantenere un collegio
to, anco pel gran numero di vica- generale in qualche regione libera
riali apostolici istituiti in quelle va- delle missioni. Stabilito lino dai
254 1^1 1 ''i MIS
primo tempo questo collegio in Siam, ospedali ed alle missioni , e non
dopo varie vicende si trova oggi andarono deluse le speranze di sua
situato nell'isola di Pulo-Pinang', fondazione. Tutti gli stabilimenti
all'iraboccatura dello sfretto di Ma- che la Francia [Fedi) ha in Asia,
lacca, e vi si trovano in questo jéfrica ed America (Fedi), videro
momento circa duecento alunni gli alunni di questo collegio porta-
per lo più cocincinesi o cinesi. Al- re o mantenere fra loro la reli-

tia gloria appartiene egualmente gione cattolica. Soppresso all'epoca


alle missioni straniere di Parigi, repubblicana, fu ripristinato nel
cioè che la maggior parte de' mis- 1 8 9,
1 eie sue regole ebbero la

sionari martiri, de' quali la causa pontificia approvazione nel 1824


di beatificazione è stata introdotta da Leone XII. Caduto nel iBSo
da Gregorio XVF , sono alunni nelle mani del demanio, fu ricupe-
delle medesime, come alunni di es- rato mediante una somma data
se sono vescovi o coadiutori vica-
i dal regnante Luigi Filippo asceso
ri apostolici. Da ultimo il redatto- allora sul trono de'francesi. Le sue
re degli Annali della propagazione rendite provengono da un sussidio
della fede, nel compie renda, dice- del governo di diecimila franchi,
va che le missioni straniere da di- dalle oblazioni del clero e dalla
versi anni si trovano ai posti i piti pietà de' fedeli. Avanti l'ultima ri-

micidiali della grande armata cri- voluzione godeva anche la pensio-


stiana. F. Missionari e Missione. ne di cinquemila franchi, che co-
Lettre des messieiirs des misaions minciò a somministrargli Luigi
élrangères au Pape sur les idola- XVIII. Si sogliono mandare dalla
tries et sur Ics snperstitlons chinoi- Congregazione di propaganda fide
ses. Scelta di lettere edificanti scrit- (Fedì), per mezzo del nunzio apo-
te dalle missioni straniere, con ra- stolico di Parigi, le patenti in bian-
mi Milano iBoiS. J. F. O.
coloriti, co per gli alunni, che il superiore
Luquet, Lettres à monseigneur Vévè- del collegio destina alle missioni
qne de Langres sur la congregntion delle colonie, i cui prefetti tra le
des missions c.lrangcres, Paris 1842. facoltà che hanno possono erigere
Questo alunno delle medesime Gre- la Fia Crucis. S'\ trovano oggi af-
gorio XVI lo fece vescovo di Ese- fidate ai medesimi alunni, non pe-
bon in pnrlihus,e coadiutore al vica- rò insigniti del carattere vescovile,
Pondichery, indi
riato apostolico di le prefetture apostoliche dell' isola
nel 1845, nel giorno di s. Tom- di Borbone, di Madagascar, del Se-
maso apostolo delle Indie, pubblicò negal, della Cajenna, della Guada-
in Roma colle stampe Synode de : lupa, della Marlinicca, di s. Pietro
Pondichery et instruction de la s. e Miquelon, delle quali passeremo
C. de la Propagande sur la for- a darne un brevissimo' cenno. Del
mation du clergé. indigene. prefetto apostolico delle colonie
MISSIONI STRANIERE, semi- francesi neir/«<^//e orientali ne par-
nario di Parigi delle colonie. Questo lammo nel voi. XXXIV, p. ciSG
collegio è sotto l'invocazione dello del Dizionario. Noteremo che del-
Spinto Santo, e fu fondato nel le missioni straniere è pure bene-
1703 con fine di formarvi degli merita la congregazione di s. Sul-

ecclesiastici capaci di servire agli pizio {Fedi), fondata in Parigi, che


M I S MIS 255
in America e a Montreal si rese Madagascar, prefettura apostoli-
somniamenle utile. Inoltre nel i8i5 ca. Isola dell'Oceano indiano equi-
l'abbate Legris-Duval fondò \e Mis- noziale in Africa, una delle più
siona de Frauce. grandi del globo, divisa dall'Africa
Isola di Borbone^ prefettura a- dal canale di Mozambico, e vasta
postolica. Isola dell'Oceano indiano quasi quanto tutta la Francia. Nel
equinoziale in Africa. La missione tempo che i portoghesi possedevano
di qnest' isola fu aperta nel i 7 i 2, alcuni punti dell'isola, vi furono spe-
ed aflìdata ai lazzaristi coli' assen- diti de'gesuiti. Dopo che Richelieu
so del re di Francia a cui appar- nel 1610 vi fondò una colonia fran-
tiene. Il superiore del seminario cese, vi s' introdussero i domenica-
dello Spirito Santo di Parigi, a cui ni, e più tardi s. Vincenzo de Pao-
la congregazione di propaganda li s'impegnò sommamente della
manda le patenti di prefiello e vi- conversione di quest'isolani, e di con-
ce-prefetto, provvede di missionari certo colla congregazione di propa-
quest' isola. Dipende dalla prefettu- ganda vi spedì molti soggetti e vi
ra di Borbone la piccola isola di istituì una prefettura. La missione
s. Maria vicina a Madagascar, di ebbe breve vita dopo la morte del
cui i pochi abitanti di essa conser- santo, e più volte restaurata si eslin-
vano l'indole ed i costumi. I po- se. L'isola fu talvolta sotto la giu-
poli di questi luoghi sono d' inge- risdizione del vicario apostolico di
gno perspicace , e gustano quelle s. Maurizio e del Capo di Buona
dolcezze di religione, di cui non Speranza, talvolta al prefetto del-
sentono ordinariamente né traspor- l' isola di Borbone. Nel collegio Ur-
to uè piacere le genti dell'Africa bano vi fu un ahmno dell' isola.
continentale, ma il libertinaggio fa- I pioteslanti» inglesi vi si introdus-
talmente li distrae. S. Dionigio, ca- sero e fanno ostacolo ai missionari
pitale dell'isola, è residenza de! pre- cattolici.Gregorio XVI v' istituì la
fetto apostolico, il quale a^ presen- prefiilturache si funge dall'abbate
te è l'abbate Poncelet, e l'abbate Dalmond. I madascaresi o mada-
Dalmond vice-prefèllo fu trasferito gassi sentono con vivo interesse par-
a Madagascar. In s. Dionigi fu sta- lare di religione, e corrono in fol-
bilita nel 1832 una società di da- la ad ascoltarne la disciplina ed i
me della carila in sollievo de'pove- misteri : quei dell' interno sono più
ri. Loro ufficio è di visitare i ina- docili ed ospitali. Il figlio del ca-
lali, assistere gì' indigenti, vestire po delle tribù degli ovahs, chiama-
ed educare le giovinette. In tutta to Kadama, per le sue belle do-
l'isola si trovano tre stabilimenti ti prese superiorità quasi su tutta
delle soi'elle di s. GiuseppCj ed uno r isola, e fondò un impero possen-
de' fratelli delle scuole cristiane. La te, ma fatalmente fu obbligato al
popolazione dell' isola, tra liberi e libertinaggio dal genitore, che lo
schiavi, negri e di colore, ascende credeva incapace di legnare senza
a 100,000; quella cattolica, senza passioni tra un popolo dissoluto.
contarvi gli schiavi che ascendono a Questo re fu influenzalo dagl'ingle-
60,000, èdi 27,000. Vi sono dodici si, procurò di civilizzare il suo po-
chiese parrocchiali, oltre le piccole polo, e lece fondare in Tananariva
cappelle, e si parla la lingua francese. una scuola da un protestante da :
-

256 MIS MIS


questo slahilimenlo derivarono cir- lo Santo, al quale la congregazione
ca cento scuole sparse pel regno ; di propaganda ha mandata tal voi-
egli non si opponeva alla difl'usìone ta la patente in bianco pel prefetto
del cristianesimo , e mostrò dis- apostolico, raccomandando che la
prezzo per la idolatria. Nel i835 scelta cadesse in ecclesiastico de-
si volea erigervi un vicariato apo- gno. Nella rivoluzione francese la
stolico; ma essendo morto fino dal religione soffri assai. In s. Luigi vi è
1828 il principe Radama, la regi- una chiesa, altraiu Corea. Avvi una
na Ranavalona sua vedova, che ne scuola pei figli delle primarie fa-
occupò il trono, suscitò fiera per- miglie.
secuzione ai cristiani, la quale ces- Cajenna, prefettura apostolica ,
sata vi furono spediti tre gesuiti isola nella Cujana francese nell' A-
e tre alunni del collegio delle co- merica. La sola religione cattolica
lonie. I francesi hanno in questa vi si professa ; gli adulti parlano
isola un piccolo stabilimento sot- il francese, e il linguaggio naturale
to il nome di Forte Delfino, e vi la gioventù, perchè l'educazione è
mantengono una piccola guarnigione, aflìdata alle donne negre. N' è pre-
ma pare che aspirino alla conqui- fello l'abbate Cuillier. Vi è una
sta dell' isola. La sua popolazione, scuola pei fanciulli, diretta dai fra-
in gian parte selvaggia, secondo il telli della dottrina cristiana ; altra
rapporto de'francesi del luogo, è di per le fanciulle, sotto la direzione
4,000,000: Facourt però la ristiin- delle sorelle di s. Giuseppe. Nell'o-
gè a 1,600,000. Gli abitanti ama- spedale gli infermi sono assistiti dal-
no con passione il loro paese, e se le sorelle di s. Paolo Chatres: vi
debbono assenta isene recano seco erano le sorelle della carità. La po-
loro un poco della teifa dove nac- polazione, compresi i negri, è di
quero, e sovente riguardandola con 1 6,000, con tre chiese parrocchiali.
affettuosa melanconia, soggiacciono Guadalnpn, prefettura apostolica,
alla nostalgia, cui pure sono sogget- isola delle Antille in America, e
ti gli svizzeri. comprende le isole di s. Bartolomeo,
Senegal, piefettura apostolica del- di Maria Galante, della Desiderata,
l'Africache comprende Corea. Se* di s.Martino e dei Santi. Il pre-
negai è un fiume dell'Africa occi- fetto apostolico ch'è l'ab. F. Lacoin-
dentale, che si scarica nell' Oceano be riceve 12,000 fianchi dal tesoro
Atlantico. Vicino alle sue foci for- reale, e 2000 ne ^riceve ciascun
ma l'isola di s. Luigi, eh' è pure la missionario. Essendo nato il dubbio
capitale Corea è un' altra isola
: se l'isola di s. Bartolomeo, donata aU
presso della Senegambia. Que-
i lidi la Svezia nel 1 788, appartenesse piìi
ste ed altre isoielle, e qualche par- alla giurisdizione di questo prefetto,
te del continente spettano alla Fran- Leone XI 1 gliene conferì nel 1824
cia, e costituiscono la prefelUu'a facoltà speciale, e ad esso .si accor-
apostolica, ch'esercita l'ab. May- dò pure l'uso degli abiti prelatizi.
nard. Questa missione a richiesta Questa isola era affidata ai padri
del re di Francia fu fondata nel domenicani e cap[)uccini, ed ora vi
1765 dai recolletti, da'cjuali passò sono più di trenta preti. Vi sono
a'preli secolari, ed ora dipende dal (lue ospedali sotto la direzione del-
superiore del seminario dello Spiri le sorelle ospitaliere di s. Mauril-
MIS MIS 13 7
«io Chatres, ed una casa di odii- foresi ieri attirativi dal commercio:
cazione per la gioventù di Bassa in Forlereale contano i3,ooo
si

Terra, la quale è capitale di Gua- abitanti, ed in s. Pietro 3o,oóo. In


daliipa. La popolazione dell'isola è tutta l'isola sonovi circa trentadne
di 120,000 forse tutti cattolici; chiese; in Fortereale una chiesa
quella di s. Bartolomeo di 8000. parrocchiale e due cappelle; in s.
Ivi parlasi lingua francese, coni* Pietro chiese delle orsoline, e di
prendendo la prefettura ventisei par- s,Giuseppe di Clency: parlasi lin-
rocchie con chiese. gua francese.
Mnrtinicca, prefettura apostolica «5". Pietro e Miquelon, prefettu-
delle isole Anlille in America. For- ra apostolica, isole del golfo di s.

tereale capitale dell' isola è resi- Lorenzo nell'Atlantico settentrionale,


denza del prefetto apostolico, che presso la costa meridionale di Ter-
da ultimo era l'ab. Pietro Paolo rannova in America, di cui è prefet-
Castelli , ed ora è vice-prefetto to r ab. Ollivier, e vice-prefetlo
l'ab. Jacquier, con più di trentun l'ab. Lainet, con pochi missionari,
preti provenienti dal seminario del- ed una popolazione originaria del-
le colonie, che ha la cura di provve- le coste di Francia di più di 1200,

dere i missionari di questa prefet- i quali occupansi quasi unicamente


tura. Un giorno eranvi i domeni- alla pesca, laonde stabilimenti di pe-
cani, carmelitani e gesuiti, a' quali sca sono Pietro e Mique-
le isole di s.

successero i erano cappuccini. Vi lon, massime del merluzzo. Lo sta-


tre comunità religiose per le don- bilimento di s. Pietro e Miquelon
ne, ma il furore delle rivoluzioni è il solo punto sedentario che in
.

tutto distrusse, tranne le orsoline : oggi abbia la Francia in quelle ac-


i beni ecclesiastici esistono in po- que; il solo rifugio che offrir si

tere del governo francese. Al pre- possa in caso di bisogno alla pesca
fetto sono accordali gli abiti pre- errante. Acquistò la Francia il pos-
latizi, e si tollera l'uso del baldac- sesso di tali isole nel 1763, che
chino. La fede ivi si conserva nella perduto riacquistarono i francesi nel
sua purità, ecclissata però dal mal l8i5. Gli abitanti di Miquelon vi-
costume. Avvi un convitto di don- vono dispersi lungo le coste ed
zelle sotto la protezione del gover- hanno buoni pascoli. Avvi pure
no, diretto dalle sorelle di
s. Giu- Miquelon piccola o Langladè, con
seppe di Clency; un ospizio per gli belle praterie e qualche terra alta
orfani a carico del governo; due alla coltivazione. Le due Miquelon
ospizi di carila, ma senza fondi; formano con s. Pietro una colonia
quattro ospedali pei militari e per francese, sotto un comandante am-
la marina. In più chiese sono e- ministratore.
rette confraternite del ss. Rosario, MISSIONI STRANIERE, ^f //ai-
dello scapulare, e de' ss. Cuori. Vi zzano d' Irlanda. JN'e' tempi antichi
sono le monache adoratrici perpe- è certo che lo studio e le scienze
tue e le orsoline. Vi fu da ultimo sacre fiorivano nella rimota Irlan-
istallata l'opera pia della propa- da {Vedi). Nel V!, VII e Vili se-
gazione di Lione. La popolazione colo vi furono stabilite molle scuo-
tutta cattolica ascende a 140,000, le e monasteri che acquistarono gran
comprese Je truppe francesi, ed i celebrità per tutta l' Europa. Non
VOL XLV J7
258 MIS MIS
pochi scolari dalla Francia e dalla to fecero sì che non si stabilisse al-
Germania "vi si portavano, e il veti. cun collegio in Irlanda destinalo
Beda ci racconta che gli anglosas- esclusivamente alle missioni este-
soni vi concorrevano in gran nu- re sino agli ultimi anni. Il pri-
mero, e vi erano ricevuti con o- mo che formò l'idea di un tale
spitalilà e maolenuti gratuitamente. stabilimento fu il pio sacerdote d.
Le scuole più celebri erano quelle Giovanni Foley, il quale circa die-
di s, Lismore, Bangor e Mayo. Da ci anni sono aprì un seminario per

queste scuole uscirono innumerabili le missioni nella città o borgo di

missionai'i eh' ebbero la gloria di Youghall nella diocesi di Cloyne e


convertire gran parte de' paesi set- Ross. Questo seminario fu ben-
tentrionali dell'Europa. S. Willibro- tosto pieno di giovani studiosi, e
do uscito dall'Irlanda converti la il sacerdote Faley, fu incoraggi-
Frisia, 8. Riliano la Baviera, s. Vir- lo dal cardinal prefetto
di propa-
gilio la Carintia, s. Colombo le parti ganda e da
Gregorio XVI di ,

settentrionali della Scozia, s. Edano proseguire con zelo 1' intrapresa


la Norlumbria; mentre s. Caidoco, carriera; ma essendo egli collo da
s. Furseo, Fiacrio Gallo, Colomba- immatura morte nel i844. piima
no ed altri illustrarono il Belgio, la di aver potuto maturare i suoi
Francia, la Svizzera, e persino le piani ed una stabilità alla sua ope-
belle contrade d'Italia. Queste fati- ra, si chiuse il seminario, e gli
che missionarie degli irlandesi con- studenti si ritirarono in altri col-
tinuarono a produrre ottimi frutti legi.Nel 1843 morì nella diocesi
in diversi paesi per più secoli; ma di Kildare il parroco di Ciane
venuta l'infelice riforma, furono di- Kearney, il quale lasciò una som-
strutte tutte le cure religiose in ma vistosa di diecimila lire sterli-
Irlanda, disperso il clero, banditi i ne vescovo di quella diocesi, da
al

monaci, saccheggiate le chiese, e erogarsi nell'educazione degli studen-


cos^i distrutta ogni speranza di con- ti per le missioni estere. Quel pio e

tribuire alla propagazione della re- zelante vescovo monsignor Haly


ligione di Gesù Cristo. Nel presen- colle rendite derivate da quella
te secolo essendosi rallentate al- somma mantiene molti giovani ec-
quanto le leggi penali, subito co- clesiastici nel suo seminario di Car-
minciarono a fiorire di nuovo le lovia, i quali vi si mandano da di-

lettere in Irlanda, e vi furono sta- versi vescovi o vicari apostolici nei


biliti collegi, che hanno dato ec- paesi esteri. Nel 1840 un pio sa-
cellenti operai che coltivano la vi- cerdote della diocesi di Meatli, don
gna del Signore in ogni parte del Giovanni Hand, avendo ottenuta
mondo. Ne siano testimonio i mol- l'approvazione dalla congregazione
ti vescovi e sacerdoti che l'Irlanda di propaganda e da Gregorio XVI,
ha somministrato dentro gli ultimi fondò un collegio missionario det-
\enl'anni all' America settentrio- to di Allhallovv^s o di tutti santi, i

nale, all'Australia nell' Oceania, al- nella vicinanza di Dublino. Iland Il

le Indie orientali ed occidenta- cadde ben tosto vittima del suo ze-
li, e all'Africa medesima. Le cir- lo nel promovere questa opera, es-
costanze de'tempi e la difllcollà di .sendo morto nel i84> di febbre.
trovare i mezzi di sosteutaiueu- Il seminario però continua a fiori-
,

MIS MTS 55:9

re ecl è protetto ed incoraggUo dai la conoscenzH e che ha qualche


,

Tescovi e dal popolo d'Irlanda. Vi volta comunicato a'suoi profeti ed


si mantengono circa settanta alun- ai suoi devoti. 3." Si prende più

ni, con mezzi ottenuti principal- particolarmente per le verità che


mente dalie limosine de'fedeli. Vi la religione cristiana propone di cre-
sono in detto collegio eccellenti dere, come la Tiinità, l' Incarna-
professori di tutte le scienze, e vi zione, i sacramenti e soprattutto
regna un oltimo spirito cosicché , quello dell'Eucaristia, eh' è il. più
sì può sperare che gli alunni che sacro ed grande di tutti i
il piìi

vi si allevano rinnoveranno gli nostri sacramenti. La Chiesa ha sta-


esempi dell'antica Irlanda, e cal- bilito delle feste particolari per o-
cheranno le vestigia di quei santi norare i misteri della religione, che
uomini, che si fecero gli apostoli avea gran cura di nascondere agli
e benefattori di tante parti del- infedeli, a cagione della loro pro-
l'Europa. fondità che li rendono impenetra-
M I ST A GOG A I , Mystagogia . bili allo spirito umano che non è
Spiegazione de' misteri agli iniziati. rischiarato dai lumi della fede, e
Con questo vocabolo distinguono per quelle altre ragioni che notam-
altres'i i greci il santo sagrifizio del- mo ad AECATfo, a Liturgia ed al-
la messa, perchè come scrive il Goar, trove. E un diritto esclusivo della
sublima la mente a comprendere i potestà ecclesiastica il dirigere l'e-
reconditi secreti di Dio, cuopre le sercizio del culto esterno : s. Paolo
azioni e le passioni di Cristo sotto scrivendo ai corinti sulla celebra-
i simulacri e le cerimonie, e Cri- zione de'sanli misteri, dopo aver fat-

sto stesso sotto le specie del pane te diverse prescrizioni , disse: ^lle
e del vino, ed in pari tempo gui- altra cose poi, venuto eh' io sìa fra
da a conoscerlo in modo arcano, voi, darò ordine. I pagani avevano
ed insieme, col ricevere ora mani- altresì i loro misteri, intorno ai

festamente il cibo celeste ne dà un quali conservavano un inviolabile


pegno nascosto di ottenere la vita secreto; ma erano misteri d'iniqui-
eterna. tà, eh' essi nascondevano perchè pa-
MISTERO, Mysterhim. Segreto lesandoli avrebbero resa la loro re-
sacro, arcaniim, cerimonia religiosa. ligione spregevole, ridicola e odio-
Il termine di mistero deriva dal- sa. Di essi gli scrii tori antichi eb-
l'ebraico salar, nascondere, quindi bero scrupolo di parlare, non cos\
rnystar,una cosa nascosta, secieta; i più moderni i primi tralascia-
:

oppure dal greco rnyo, io chiudo, vano a bello studio di palesarli


sloma, bocca j come chi dicesse
la ed il propalare i misteri ai profani
cosa sulla quale deve chiudersi la e non iniziati era dai gentili più
bocca. Quindi il nome di mistero si superstiziosi riputato grandissimo
prende: i." Per tutte le cose na- sacrilegio.
scoste, scerete, difficili od impossi- MISTI A, Mistltia. Sede vesco-^

bili a con^prendersi, sieno naturali vile della provincia di Licaonia,


o soprannaturali. a.° Si pi'ende più. neir esarcalo d' Asia eretta nel V
particolarmente pei secreti di un or- secolo sotto la metropoli d' Iconio,
dine superiore e soprannaturale, co- e nel IX divenne arcivescovato o-
me quelli di cui Dio si è riservato norario. Ne furono vescovi Dario
26o MIT MIT
che intervenne al primo concilio riporta testimonianze, che i brac-
di Costantinopoli ; Ermazio pel qua- mani sacerdoti indiani usarono mi-
le Onesiforo d' Iconio sottoscrisse tra ornata di gioie, cosi il primo
il concilio di Calcedonia ; Longino sacerdote della dea Siria, ed som-
il

appose la sua firma ai canoni in mo pontefice de' gentili adoperava


Trullo j Basilio che fu all' Vili con- mitra d' oro. E siccome tal sorta
cilio generale, ed a quello di Fo- di ornamento fu espresso coi nomi
zio, dopo la molte di s. Ignazio ,
mitra, cidaris , tiara, infula phri-
e si sottoscrisse arcivescovo. 'O/'te/w gitint, corona sacerdotalis, cùpida,
christ. t. I, p, 1088. e in altri modi, quindi nasce non

MISTIA, Mystia, Città vescovile piccola difficoltà in riconoscere la


d'Italia ne'Bruzi o Magna Grecia, forma usata dagli antichi e dalle
antica ma rovinata, sulla costei o- diverse persone che la portavano.
rientale fra il promontorio Cocin- 'Aveva pure la mitra il sommo sa-
tum, e la città di Coecìnum, un cerdote degli ebrei, che portava in
poco al mezzodì del golfo di Squil- capo quando celebrava le sacre fun-
lace. L' Ughelli nell' Italia sacra zioni nel tabernacolo, dilferente di
t. X, p. 143, la registra tra le se- molto da quella usata dai sacerdo-
di vescovili, e dice ch'ebbe Seve- ti inferiori, come coperta di colore
rino per suo vescovo, fatto da s. giacinto, e circondata di una coro-
Gregorio I Papa del 590. na d'oro distinta in tre ordini, i
MI XILENE. Vedi Metelino. quali lasciavano spazio per la La-
MITRA, Milhra, Infida. Orna- mina d' oro [Vedi) che legnvasi .sul-
mento ed insegna ecclesiastica del la fronte con nastro di colore gia-
capo, che portano il Papa, i car- cinto, conforme al comando di Dio;
dinali, i vescovi, gli abbati regolari mentre si controverte la forma di
o mitrati, ed altri prelati segno tale lamina o lastra d' oro, che di-
:

di onore, di maestà e di giurisdizio- cesi aver avuto quella di Corona

ne. È un berretto rotondo, pun- [Vedi) di un mezzo circolo che da un


tato e spaccato nella sua sommità, orecchio all'altro occupava la fron-
con due bendoni od infole che cado- te del saceidote, e larga circa due di-

no sulle spalle; e fu chiamata anche ta, venendo chiamata corona, e coro-


pileo cornuto, perchè finisce in due na dimidiata, e creduta da alcuni
punte. Il Thiers, nell' Istoria delle divisa quasi in tre ordini. Il Sarnelli,
parrucche, dice che le mitre sono Leti. eccl. t. I, lett. Ili, pattando
quasi di tutti i tempi, nazioni, re- della mitra, dice che quella de'sa-
ligioni, e le portarono s"i gli uomi- cerdoti era un berrettino aguzzo,
ni come le donne, benché non fos- che non copriva tutta la testa, ma
sero tutte della stessa figura. Il p. poco più della metà, a giiisa d'u-
Bonanni, Cerare, eccl. cap. Sg, del- na bènda di lino avvoltolata in gi-
la mitra, la descrive: divisa in due ro e cucita, nascondendo le cuci-
parti piane, le quali allargandosi ture ultra tela che calava sulla fron-
cingono il capo, e nella parte emi- te. Della mitra del sommo sacer-
nente terminano in punta acuta, dote il Bonanni ne tratta al cap. 9;
corrispondendo a quella mitra de- ed al cap. 16 riporta due figure
gli antichi sacerdoti idolatri, che di esso con due diverse mitre, e
però r usavano più bassa; quindi cerca la cngiouc perchè Dio volle
MIT MIT 261
che i sacerdoti dell' antica legge te- 412, riferisce che le donne usa-
nessero capo coperto ne' sagrifi-
il rono per ornamento del capo una
zi per segno di riverenza, e per specie di mitra detta anche tiara,
accrescere decoro e maestà al sa- come il pileo gli uomini, formata
cerdozio. Essendo la legge mosaica d' una fascia larga che si girava
costituita come legge di timore e più volte intorno alla testa, e quan-
soggezione, era conveniente che i do era più corta chiamavasi forse
sacerdoti la professassero con por- semimitra, dicendosi le strette Mi-
tare in capo il peso delia mitra trelle o Mitelle, e 1' usarono le bac->

prescritta da' Dio; al contrario nel- canti. Anch' egli afferma che lesa-
la legge nuova o cristiana usano i ere vergini africane l' usavano, a
sacerdoti il capo scoperto, perchè tempo almeno di s. Ottato, poiché
questa è legge di perfetta libertà, avanti Tertulliano si fa menzione
come governata non da legge di di mitre, come abito delle matro-
servitù, ma da legge di amore. Nel ne e donne attempate, descriven-
rito siriaco però nelle sacre funzio- dole in modo
che lasciavano sco-
ni tengono ministri il capo coper-
i perta cima della testa. E per-
la

to; altrettanto fanno diversi orien- chè ordinariamente erano fatte di


tali anche scismatici. Su questo pun-' ricamo, e ancora adornale di gioie,
to si può vedere Berrettino, Mes- le portavano per lo più piccole e
sa e gli articoli relativi, ed il ci- corte come un Diadema ( Vedi) le-
tato Thìers. Questi asserisce che i gate con alcune vitle dette perciò
vescovi orientali celebrano col capo anademaia e redimicula, onde molti
coperto, tranne l'alessandrino, o autori non più distinsero la mitra
per le ragioni che diremo, o per dal diadema. Si vuole che le donne
seguire la tradizione o la regola siriache ed arabe portino ancora
di s. Paolo che insegna di orare in oggi una mitra d' argento chia-
colla testa scoperta. mata arkiè, fatta a foggia di pane
Il nome di mitra è comunissimo di zucchero, cui vedesi attaccato
presso gli scrittori antichi, tanto sa- un velo nero ricco di perle e pie-
cri,che profani. Per mitra intendesi tre preziose.
una specie di acconciatura, la quale Per tradizione apostolica i vé-
cangiò di iìgura secondo tempi, che i scovi portano la mitra nelle sacre
fu talvolta comune ad ambo i sessi, funzioni, poiché gli apostoli s. Gia-
e talora particolare alle sole donne, como primo vescovo di Gerusalem-
parlando Isia delie loro mitre; gli me, e s. Giovanni vescovo d' Efeso
jouli, ed i siri usarono un
gli egizi portavano la lamina d' oro in testa,
ornamento pel capo equivalente al- ornamento misterioso equivalente
la mitra, e nell'Africa nei IV se- alla mitra, cosi i primi vescovi co-
colo era contrassegno di vergine me dicemmo a Lamina: che se tale
dedicata a Dio, come oggi il veloj lamina non si p.uò dire rigorosa-
secondo il Macri, Not. de vocab., mente mitra, non avendone la for-

che dice essere stata di lana tinta ma eh' ora si vede, era bensì segno
ili porpora detta Milrella e Mitcl- della dignità che gli apostoli ave-
la : nella Spagna si narra che l'u- vano nelle chiese da essi governate,
sassero le monache nel secolo Vili. ornamento della dignità episcopale,
11 Buonarroti, De medaglioni p. e simbolo del sacerdozio regale.
,

a6-i M T
l MIT
Vogliono alcuni che s. Clemente Ammiano Marcellino; Corona glo-
1 Papa del gS, tra le insegne che riae da Eusebio (anzi anticamente
attribuì a' vescovi, abbia compresa la si dava ai vescovi il titolo di Co-
mitra; opina però il ii Thiers che ro/za, come scrissero s. Girolamo a
primo vescovo latino a usare la s. Agostino, e Sidonio al vesco-
mitra fu il Pontefice s. Silvestro I, vo Eufronio); Pyteum, Galea et
sebbene poi dica che le mitre non Tyara da Isidoro; Infula da ti-
si conobbero avanti il looo. 11 Ma- gone di s. Vittore; Cidaris da
cri e il Bonanni affermano vene- Alenino; Phrygium da JN'iceforoj
rarsi in Roma nella chiesa di s. Lorum da Balsamone, sebbene il
Martino a' Monti la mitra di s. Barouio dice che gli ultimi nomi
Silvestro I eletto nel3i4>'a quale significano il pallio e non la mitra:
è tonda, acuta in cima, alta circa ma la donazione falla da Costan-
im palmo, di drappo tessuto di tino a s. Silvestro I parla della mi-
seta e oro colore azzurro o verde ; tra, dicendo: Phrygium vero candi-
in essa vedesi effigiata la Beata Ver- do nitore splendiduni resurrectio-
gine tenente nella destra un ramo neni dominicarn designans ejns san-
d' ulivo, e sedente col Bambino, in ctissìnio vertici manibus nostris im-
mezzo a due angeli in dalmatiche, posuinius. L' istesso Balsamone, ra-
oltre altri quattro simili disposti gionando della preziosa mitra do-
lateralmente, con sette stelle e fre- nata a s. Cirillo patriarca Alessan-
gio intorno, leggendosi sotto i pie- drino dal Pontefice san Celestino
di della Madonna : Ave Regina 1 del 4^3, dice: Celestinus phry-
Coeli. Questa mitra fu riprodotta gium Cyrillo episcopo Alexandri-
anche dal Rocca nel fine del t. I no dedit ; anche Innocenzo HI chia-
delle opere di s. Gregorio I, come mò la mitra Auriphrygium. Ap-
prova che già usavasi in Roma. presso il Surio si riferisce l' inven-
Veggasi lo stesso Rocca De mitrae ; zione del corpo di Birino vescovo
s. Silvestri I Papae,
de efus- et di Dorchester, il quale morì nel
dern ac s. Martini I, et Honorii 1 65o, e si narra che fu trovato
sandalìs sive calceis, nel suo The- cuni infula rubra, et panno serico
saurus t. II, p, 378, ove ne riporta cuni cruce e metallo confecta ; ac-
il rame. I medesimi scrittori asseri- cennandosi la mitra nella parola
scono conservarsi in Valenza di Spa- infula, la quale come asserisce Ma-
gna la mitra di s. Agostino (in vece cri, infula mitravi siguificat, e cita
ilRinaldi dice che il suo corpo colla Tritemio, dicendo: Hoc anno neni-
mitra fu trasportato in Sardegna pe 1244 Papa Innocentius IV
in un al bacolo pastorale), di seta concessit decano majoris ecclesiae
bianca e forma acuta, con fascia usimi mitracy seu injulae in prae-
di seta azzurra e d'oro, che la cin- cipuis festìvitatibus. Più chiaro ar-
ge nel mezzo ed il Bonanni ag-
; gomento dell' uso antico della mi-
giunge che prima di tal tempo, tia proceduto dagli apostoli e man-
cioè a qtiello di Costantino, la mi- tenuto dai vescovi di Gerusalemme,
tra vescovile fu detta Apex da s. si ha dalla lettera di Teodosio pa-
Agostino; Serlum cum genimis da triarca, scritta a s. Ignazio patriar-
Ennodio parlando della mitra di ca di Costantinopoli, riferita nel
s. Ambrogio; Corona sacerdotali da concilio Vili dell' 879 con queste
,

MIT MIT 263


parole. Podereoi, et siiperhumera- scovo d'Utrecht, riferita nelle Cro-
le cum mitra et pontificalem or- nache di Fiandra lib. X, cap. i o,
naiurii s. Jacobi fratris Domini, et ove si legge: Episcopaleni mitrani
primi archiepiscoporitm, quo ante- libi tuisque successoribus deferen-
cessores mei patriarchae circuma' dani concedimus. Argomenti evi-
mieti seniptr in sancta sanctorum denti, che non tutti i vescovi po-
ingrediehaiilur sacerdolio fungentes, tevano usare la mitra, altrimenti
et sanctiim calciare, cjuo et ipse in- sarebbero state superflue tali con-
dutus sii/n, eadem gerens, tuo de- cessioni. Ciò si conferma col rac-
siderabili, et honorandi capiti, ex conto di s. Bernardo nella vita di
amore et dileclionis copia transmi- s. Malachia arcivescovo d' Armagh,
si. Tullociò può servire di confu- che riferisce con quanta dimostra-
tazione ad alcuni scriHori, i quali zione di alletto fu accolto dal Pon-
tacciarono i vescovi cattolici quali tefice Innocenzo II, il quale ado-
introduttori della mitra, che chia- perando la mitra come parte del-
mano ornamento da essi inventato l' abito ecclesiastico, V usava nelle
iu tempi nienlontani. Contro di udienze, onde in quella che diede
essi egregiamente scrisse Andrea al santo vescovo, tollens mitrani de
Saussay nella sua Panoplia episco- capite suo imposuil capiti e/us. Da
palis, seu de sacro episcoporum or- ciò sembra non esserne stato prima
nala, Lutetiae 1646: lib. I, De ornato, se pure non volle il Papa
mitrae episcopalis antiquitate. dare al santo vescovo un solenne
Alcuni sostengono 1' origine del- segno di particolare stima, reputan-
la mitra non essere più antica del dolo forse degno della dignità pon-
secolo X, non trovandosene vesti- tificia, o perchè dovea rappresen-
gio nei sagra men lari dei Papi s. tarla quale legato della santa Sede
Gelasio I e s. Gregorio I, e nep- in Irlanda a cui avea nominato.
l'

pure negli antichi ordini romani Conferma il p. Marlene la sua o-


né nelle antiche liturgie, né in pinione, che i vescovi anticamente
quegli autori ecclesiastici che scris- usarono la mitra per concessione
sero iulorno ai riti fino a tal se- pontificia, con dichiarare aver os-
colo. Invece il p. Marlene, De an- servato i sigilli de' vescovi fioriti
tiq. eccl. ritib., lib. I, cap. IV, nel secolo XII, i quali non tutti si
opina che la mitra come ornamen- vedono ornati di mitra, benché le

to episcopale fu sempre usata dal- loro figure fossero in abiti pontifi-


la Chiesa, ma che anticamente i ve- cali, ciò che servì di argomento
scovi non potevano portarla, se pri- negativo di quegli scrittori che sos-
ma non avevano ottenuto un pri- tengono l'introduzione della mitra
vilegio particolare dai sommi Pon- circa il secolo X, avendo essi os-
tefici. Infatti il p. Mabillon nel se- servato nelle pitture antiche i Pa-
colo W ,praefal. in acla ss., lo pro- pi ed i vescovi vestiti pontifical-
va dal privilegio di s. Leone IV mente capo scoperto e senza
col
dell' 847 concesso ad Anscorio ve- mitra. Diversi esempi di siffatte im-
scovo d'Amburgo, col quale accor- niagini riferisce il p. Bonanni ma ;

dò r uso della mitra a lui e suc- il citato Saussay rigetta e stima


cessori ; e colla lettera di Alessan- deboli questi argomenti contrari
dro 111 del 11 59, a Godwaldo ve- all'uso della mitra, dicendo che nei
264 MIT MIT
rituali antichi molte cose si tra- significare gloria, potestà e segno
lasciaronOj benché si sa di certo che di principato. La mitra si usa in
fiii'ono in uso per tradizioni ordi- segno di potestà, ed è bicorne, per-
nale e praticate dagli apostoli ; è chè indica onore e la scienza del-
poi nolo che i pittori ed allri ar- l' uno e r altro testamento che de-

tisti rappresentarono i Papi e i vono risplendere nel capo de' pa-


vescovi a capriccio, ed i capricci stori ecclesiastici, al dire del Ma-
degli artisti giammai fecero autori- cri ovvero come insegnò s. Tom-
;

tà nellaChiesa e nella critica. Quin- maso, le due parti della mitra so-
di prudentemente avverti il card. no insieme unite e separate per fi-
Bona, Rer. liturgie. § i^, cap. 24 ''t>- «
gurare due testamenti, come spie-
i

1, che si possono conciliare le due gò sopra il cap. i3 dell'Apocalisse.


diverse opinioni sulla mitra adope- Altre spiegazioni le addusse Inno-
rata oggi nella Chiesa, se usata a- cenzo III, cap. 60, dichiarando la

vanti il X secolo, con dire essersi mitra significare la magnificenza


usata, se non da tutti i vescovi, al- di Cristo. Altre ne riportò 1' Ales,
meno da molti, cosa equivalente De off. miss^ § 4> secondo il Bo-
lilla mitra in segno della dignità nanni ; mentre il Pascalio, De co-
episcopale, e di esserne stato intro- ronis, stima che una parte signifi-
dotto 1' uso dai ss. apostoli Giaco- chi la santità del vescovo, 1' altra
mo e Giovanni. Suli' antichità del- la sua dottrina; Pietro Gregorio
l'uso della mitra, essendo varie le \i crede espresso l'amore verso Dio
sentenze degli eruditi, si possono ed il prossimo; ed il Piazza, Iride
inoltre consultare: Gori, De mitra- sacra p. 270, dichiara, che l'al-

to capite Jesu Chris ti, cap. X, .vyw- tezza della mitra misticamente e-
bolarum (
poiché un rozzo artefice sprime, che il vescovo deve cosi
de' bassi tempi rappresentò Cristo sopravanzare nella scienza i sudditi;
crocefisso colla mitra), voi. Ili, p. e che quanto alla mitra di lastra
191; Marangoni, Chronologi a pon- d' oro , simbolo dell' oro è la no-
tifìcia p. SyjBingham, Origin. eccl. biltà, di dominio, di costanza, <li

Iib. li, cap. IX; Y^nWoXXe, Ritiis ec- fede, di sincerila, di sapienza e di
cles. p. 87; Giovanni Vis-
Laudari, conforto, qualità proprie del pasto-
»;onfi, De missa apparata, e. 3 ; r re delle anime, ed esemplare d' o-
e Marlene De mitrn pontificali
, gni virtù. DiOicile però è conosce-
apad christianos, t. I, p. 347j De re i molivi per cui fu introdotto
antiq. questo ornamento del capo, certa-
Diversi sono i mistici significati mente per accrescimento di decoro
che i liturgici danno alla mitra. e maestà, inerendo quanto Dio
a
Durando, De divin.off. lib. 3, cap. prescrisse ai sacerdoti del tempio
3, osserva che gli eretici derisero con insegne ecpiivalenli . Quanto
la mitra con)e cosa indecente, anco alla materia di cui formasi la mitra,
perchè tern)ina in due punte che non fu sempre uniforme, ed il si-
chiamano corna, cornila. Che l'i- gnificato non è presso tulli lo stes-
dea del corno non era ignominiosa so, come notò Onpfrio Panvinio,
presso gli antichi, lo dicemmo al- che scrisse essersi usata nei secoli
l' articolo Corona. Il corno di cui avanti di lino o di seta bianca, e
si parla uella sacra Scrittura^ suole poscia di tela d'oro e ornata d
MIT MIT 265
gioie, come dice al verbo Mitra, brine, lingnlae, bendae, e pendali),
nel traltato delle voci ecclesiastiche. sono nell'estremità decorate del se-
L' Oldoiiio però nelle addizioni al gno della croce, e talvolta di stem-
Ciacconio, <;on la mitra descrivere mi gentilizi o altri ornati. Final-
di s. che Eugenio IV
Silvestro 1, mente il cardinal Torrecremata, in
fece portare a Roma da Avignone, cap. Discipl. disi. 4^ , dice che le

la dice qual fu di sopra descritta ; due parti della mitra benché dis-

ma Ada caerem. p.
dal Gallico, giunte sono unite, figura della fede
io5, apprende che tal mitra
si cattolica, e disgiunte per la varie-
fu quella chiamata Corona e /fe- tà de' liti e cerimonie, la cogni-
f^'io, e che con essa vi fu coronato zione delle quali si ricerca diti ve-
il successore di Eugenio IV nel scovo, e per ciò pone in ca- gli si

i447 Nicolò V, Avverte il Bonan- po sede del sapere. Secondo la di-


ni che il Vittorelli errò nel dire sciplina presente, la mitra ha tre di-
che la mitra di s. Silvestro I fosse verse forme di ornamenti e di stoife
ornata di tre corone. Che da qual- per i quali distinguesi in preziosa
che Papa si usasse la mitra di for- detta anche gioiellata, o con gemme;
ma non acuta, apparisce nell'im- in aurifrigiata, delta ancora di la-
magine di Gelasio II, del 1 1 i8, e- ma, lastra, tela o tocca d' oro; ed
sposta in pittura da Costantino in semplice. La mitra preziosa è
Caetani nella sua vita, riprodotta intessuta di lama d'argento e di
dal Macri, Hierolexicon, verbo Mi- oro a ricamo con guarnizione di
tra, e dal Bonanni a p. 25o.
p. gioie e di pietre preziose. La mitra
Pendono dalla mitra due fascie o aurifrigiata può o essere guarnita
code non senza mistero, eh' essen- di piccole o di seta bianca
perle,
do di colore rosso, simboleggiano vergata d' oro, ovvero di lama d'o-
la prontezza che devono avere ve- i ro semplice senza ricami e senza
scovi nel difendere la fede col san- perle. La mitra semplice può es-
gue; e siccome cadono sulle spalle, sere, o di damasco bianco, oppure
significano il peso che devono sos- di tela bianca di lino, colle frange
tenere nella predicazione del van- di seta rossa nell' estremità del-
gelo, qual simbolo dello spirito dei l' infule o Tutto ciò si de-
ville.
prelati, i quali devono portar sulle duce dal Ceremoniale de' vescovi.
s[)alle quanto insegnano colia boc- Ma altre notizie sulle mitre an-
ca, secondo Innocenzo 111 queste : tiche, su quelle moderne e loro
fascie anticamente erano nere, e uso, sì de' Papi, cardinali, vescovi,
pendevano avanti il petto. I latini abbati ed altri, le andiamo qui ap-
chiamarono ville, lemuisci o fascie presso a riportare; mentre de' tem-
( ne parlammo a Diadema ed a pi e funzioni in cui da tutti si

Fascia), dette anche infule, le due usano, meglio se ne discorre ai


estremità che pendevano da quelle tanti relativi articoli.
corone o da quelle fascie che ser- 3Jitre del Papa. Mitra turbina-
vivano a cingere i capelli e le ta, regno, corona, tiara, fu antica-
tempia, di cui il Pascalio citalo mente chiamata quella mitra pon-
trattò nel lib. IV, cap. 22. Le fa- tificia di forma conica, che avente
scie, bende, liste o code delle o- prima una corona poi ve ne fu ,

dicrne luilre (altrove delle fluì- agj^iunla una seconda, indi una
a66 MIT MIT
terza, per cui prese il nome di contemplativae vitae discursum. Mi-
Triregno [f^edi). La distinzione di tra vero cum aurifrisio in titulo
questa dalle altre mitre, e la spie- sine circulo, utitur cum sedet in
gazione perchè il Papa ora usi il unde coronaoi
concistorio, et judicat,
triregno ed ora la mitra, la fece regalem repraesentat. Alba utitur
Innocenzo III colle parole: Roma- dìebus dominicis, et aliis non fe-
nus Ponlifex in sigiium Ii/iperii stivis ab adventu Domini usque
iUitiir Regno, et in signiun Ponti- ad vigiliam Nativitatis Domini in
fìcii utilur Mitra; sed Mitra seni- vesperis, praelerquam in terlia do-
ptr nlilur, et uhiqne ; Regno vero minica de adventu, quae dicitur
nec ubiquCy nec seniper. E parlan- dominica de Gaudete, eie in
do altrove di sé medesimo, come festo Innocentium, mitra simplici".
si ha dal Burio, Not. Rom. Font. Neir ordine XIV poi: de uso mi-
p. 579: Ecclesia in signuni lem- trae, ecco quanto si dice « Mitra :

poraUwn dedit mihi Coronavi ; in aurifrigiala ndn utitur ecclesia ro-


signnni spiritualiuni contulit niilii mana ab adventu Domini usque
Muram : Milram prò sacerdolio, ad festum Domini, ex-
Nativitatis
Coronani prò regno : illius me cepto quod dominus Papa utilui*

constilnens Ficariuni ,
qui hahet in dominica de Gaudetej nec a se-
in vestimento et femore scriptnm ptuagesinm usque ad feriam quin-
»> Regnum, et Dominus Domi-
Pvex tam majoris hebdomadae, excepto
nantium " Tre mitre diverse da
. quod dominus Papa utitur in do-
antichissimo tempo usarono Pa- i minica quarta quadragesimae, qua
pi nelle sacre funzioni e solennità, cantatur, Laetare Jerusalentj nec
come raccogliesi dal cerimoniale in omnibus vigiliis , de quibus
romano pubblicato per ordine di jejunium celebratur ,nec in o-
Gregorio X del 127 1, presso il muibus qualuor temporibus, nec
Mabillon, Mas. Ital. t. II, ordine in rogationibus, nec in letaoiis, nec
rom. XIII, p. 232, e dall'ordine in olliciis defunctorum " Erano
.

romano XIV, pag. 822, compo- dunque queste tre mitre, una bian-
sto dal cardinal Giacomo Gaelnni ca tutta detta anche mitra
liscia,

Stefaneschi ne' primi del secolo alba et de ganitllo (panno


plana
XIV. Nel primo di questi si legge: fatto d'accia e bambagia) absqiie
« Primo notandum est, quod domi- aurifrigiis, et perlis, o al piti un
nus Papa Ires mitras diversas ha- qualche piccolo fregio d'oro, e ser-
Jjet, quibus diversis temporibus u- viva nella quaresima e nell'avven-
titur, scilicet unam albam totam, to; l'altra ricamata in oro, ma sen-
imam cum aurifrisio in titulo sine za cerchio nella parte inferiore, e
circulo, et mitram aurifrisiatam in la terza pure ricamata con cer-
circulo et in titulo. Mitra auri- chio d'oro chiamata perciò eoa
,

frisiata in circulo et in titulo u- diversi nomi, indi divenuta trire-


titur in oITiciis dìebus festivis, et gno. Il citato Piazza p. 272 ripor-
idiis, exceptis a septuagesima uscjue ta i tempi in cui il Papa deve as-
ad Pascha, et ab adventu usque ad sumere la mitra preziosa di tela o
iS'alalem , et quando cantal prò lastra d'oro e d' argento pro[)or-
dcfunctis. Et est illa ratio, quia zionata ai tempi di lutto, penitenza
curuuam rc^^raeseutat, et aclivue, et e diiìiuno. La mitra di lama d'uro
MIT MIT 267
fu detta concistoriale, usandosi dal sificando aurifrifiata, eh' essendo
1'

l'ontefìce in concistoro, e Io atte- quale la descrivemmo, nel Bonan-


sta il Patrizi nel suo Cei emonia- ni si vede con cinque gemme 01 iz-

le. Se ne fa pure menzione nell'or- zonlali nel mezzo, ed una gemma


dine romano XIV, ed era cum contornala da altre piccole in mez-
auiijiisio in titulo sine circulo. II zo al circolo corrispondente alla
p. JBonanni 64, della mitra
cap. fronte. Aggiunge che la mitra tro-
pontifìcia, dopo aver detto delle tre vala sul cadavere di Bonifacio Vili
mitre usale dai Tapi, aggiunge che era admodum parva , ex tela
altri riferirono essere le mitre a- hombacina. Riferisce il Macri nel
doperale dal Pontefice di più sor- Hierolexico, che nella pittura antica
ta, e furono numerate dal vescovo del portico di s. Cecilia in Traste-
Saussay, ove disse essere una della vere si vedeva la mitra di s. Pa-
titillai is f ili qua est lilulus sic di- squale I Papa dell' 8 17, simile a
ctus quasi index quidam, et est quella suddescrilta di s. Silvestro 1,

lamina aurea, quae in giro mitrae la quale essendo slata ristorata, il


orifìcium ambit. In secondo luogo pittore di suo arhitrio la fece nella
disse esserne una priva di tal giro, forma simile alle moderne, errore
ornata però di gemme e nella copialo nel disegno di Tempesta.
legatura circondata d'oro, e adope- 11 Garampi erudilamenle parlò del-
rata nelle minore so-
funzioni di le mille pontifìcie, e del loro uso
lennità. Oltre questa si adoprò u- nelle diverse funzioni, nel Sigillo
lìa mitra semplicissima di damasco della Garfagnana p. 79 e seg.; co-
Lianco , ornata però d'alcuni fiori si il citato Marangoni, ed il Giorgi,
d'oro, cioè nella quaresima e nel- Lifurgiae Rom. Pont. t. I, p. 2 3o.
l'offizio de'defuiiti. Questa variazione Abbiamo da Cencio Camerario ,
però si restringe a tre sole mitre nel Rituale, che il Papa quando
comunemente usale dal Papa, cioè arrivava alla porla delle chiese,
la semplice di lama d'argento con deponeva il regno o tiara, e piglia-
galloncino simile intorno, e frangia va la mitra come ornamento sa-
a granoni pur d'argento nell'estre- cro. Osserva il p. Bonanni, che nei
mità delle due fascie o code ; la secoli passali, pei Ponlefìci l'uso
aurijrigìala o di lastra, tela o toc- della mitra fu più frequente di
ca d'oro con galloncino simile in- quello attuale, perchè si legge nel
torno , e frangia a granoni pur rituale romano pubblicalo da Gre-
d'oro nell'eslremilà delle dette code; gorio X, che il Papa dopo avere •

la terza si dice preziosa, ed è or- preso il possesso della basilica la-


iiula di perle e di gioie con rica- terauense soleva pranzare in pub-
mi d'oro, i quali decorano
anche blico coi cardinali in mitra; car-
le due che terminano con
fascie, diiiales vero omnes habebiint siiper-
frangie e granoni d' oro. Di tutte pelliceuni cuni camisiis et niantel-
queste tre mitre ne hanno l'uso lo, et mitra alba simplici in capite,
anche vescovi, con quelle avver-
i et coinedent omnes praelati simililer
tenze che faremo parlando di loro. cani mitra. Finito il pranzo, car-
11p. Bonanni a p. 264 riporta dinales et alii prelati redeunt ad
la forma delle tre mitre pontifìcie, hospitia sua cum mitris equilantesy
che tuttora si conserva, solo diver- et parati sicul steierunt in comme-
a68 MIT MIS
stione. Si usava anche la mitra Pev titolo della mitra, eh' è diver-
dai Papa, dai cardinali, dai vescovi so dal circolo, secondo l'ordine ro-
e da altri nelle solenni cavalcate, mano, il Garampi intende quella lista

e ciò si praticò sino ed inclusive o fregio dritto, che taglia la faccia


al possesso di Leone X nel 1 5 3. 1 della mitra perpendicolarmente dal-
Si usava anticamente dai Pontefici la punta all' orificio, come vedesi
la mitra anche in alcune udienze in varie antiche pitture, dal qual
private , come si legge in Baronio fregio la mitra prese la denomina-
all'anno i i33, n. 35. Dei tempi, zione ossia il titolo di aurifrisiaia,
.luoghi e cerimonie in cui il Papa seppure in principio non si disse
e gli altri usavano la mitra, si par- titolo per corruzione di pronuncia
la ove si descrivono le funzioni an- il tiitulo, o sia punta della mitra
tiche. Solo qui diremo che la mi- onde cominciava il fresio. Il cer-
tia preziosa il Papa attualmente chio poi è l' orlo inferiore, o sia
nou l'adopera mai ma tale uso ; l'apertura della mitra, che solevasi
non rimonta a grande antichità ;
ornare con oro o altri lavori. Me-
anzi anche di presente nelle circo- glio si cotnprende la forma e la
stanze delia canonizzazione si deve preziosità delle mitre pontificie dal-
procurare dai postidatori la mitra le descrizioni estratte dagli inven-
preziosa, che serve al Pontefice per tarli pontificii pubblicati dal Gal-
la funzione stessa della canonizza- letti, Del vestarario p. 58 e seg.;
zione. Nelle canonizzazioni celebra- non che delle suppellettili di Boni-
te da Benedetto XIV usò mitra facio Vili, Clemente V, Innocen-
preziosa, la quale in altre funzioni zo VI e Gregorio XI, riprodotte
1(1 piu'e adoperata da Pio VI. Dice dal Garampi, a pag. 85 e seg. E
il Garampi che l'antica vita d' A- da notarsi l' enorme peso di tali

driano 11 dell' 867 lo rappresenta mitre, di otto, dieci e più libbre,


cuin apostolicis infidis niissas ce- che diflicilmente si comprende co-
lebrantentj e sebbene talvolta nei me si potessero portare anco rare
tempi posteriori siasi usata infida volte sul capo, come il loro valo-
per pianeta, non è però che secon- re computato fino a 9500 fiorini
do il linguaggio de' più antichi e d' oro, corrispondenti a circa 20,000
accurati scrittori, come dei dotti scudi. Decoravano tali mitre anche
continuatori del glossario del Du cammei e pietre intagliate con fi-
Cange, che non vada preso per il gure gentilesche; campanelle, cioè
puiilificale ornamento del capo, non anelli o altri ornamenti di gemute
potendo negarsi che lino dal se- o di altro lavoro attaccati alle mi-
colo XI non si facesse frequente tre e pendenti da esse, quasi goc-
e ordinario uso dèlia mitra da' Pa- ciole o perette penzoloni; orna-
pi ; avendo osservato lo stesso Ga- menti di gioie in forma di croce;
rampi, De nummo Bened. IH, p. e smalti di cui sì faceva grande uso.
123, che la figura di Giovanni XV Furonvi inoltre mitre di tele diaspro^
fu rappresentata cuin mitra coni di cui ve n'erano di ogni colore, lòrse
instar insurgente j e nelle monete drappo di seta trasparente o luci-
di Sergio IV del 1009 si vede la da, o anche ondata, e probabilmen-
sua figura, o quella di s. Pietro te così delta come quasi somiglian-
cuu uiilru ucuiuiiiata in capo. te ullu bellezza e lucidezza delia
,

MIT M T I 2(Ì9

pietra diaspro; e mitre ornate di scriverle. Pio VI dunque nel 1780


oro filato o battuto in sottili la- fece fare una mitra col fondo <li

minette; con perle vere e buone tocca d'oro, con ornati filettali di
a distinzione delle o fìnte,
false oro, con perle orientali e scara-
fra le quali ve n'erano d'occhi mazze, tutte infilate con filo d'ar-
di pesce, ciim lapidi bus vùrtis, et gento, e con molte pietre orientali
grossis perlis ociiloruni piscium. preziose, cioè zaflìri, balasci, sme-
Eugenio IV nel 14^9 fece fare raldi, rubini, giacinti, granate, to-

I in Firenze da Lorenzo Gliiberti una


mitra preziosa, la quale pesava lil:f
pazi, grisolite e amalisle.
parte anteriore aveva una raggiera
La sna

bre quindici, delle quali cinque e mez- di pietie preziose, con una perla
za erano perle, che unitamente ad grandissima in mezzo foruìanle lo
altre gioie in essa legate, erano sti- Spirilo Santo. Nella posteriore si

male 3o,ooo ducati d'oro, come vedeva il vento allusivo allo stem-
scrive il Vasari nella vita di tale ma pontificio, inciso in grosso to-
artista. Questa od altra mitra Eu- pazio con sbrudb di brillanlini, e
genio IV impegnò ai fiorentini per con un fiore di brasca di smeral-
4o,ooo scudi, che diede a' greci di. Le code erano ornate nella sles-
che intervennero al concilio di Fi- sa guisa, e colla targa da piedi
renze, come alFerma il Rinaldi al- tutta d' oro, guarnita di perlette e
l' anno i438, i439> "•
n. 20, e di brillanlini, e dello stemma smal-
IO. Si può vedere anche
il Can- tato di Pio VI. La seconda sua
cellieri, Cappelle p, 275. Più tardi mitra fu formata nel 1781, ed or-
altri Pontefici fecero ricchissime mi- nata nella medesima maniera ,
tre, e sino al declinare del passato ma con diverso disegno di pietre e
secolo esistevano quattro mitre pre- di perle della stessa qualità, sopra
ziose di gran valore, che andiamo fondo di tocca d' argento, e con le

a descrivere, cioè due fatte da s. code d'altro disegno, ma cogli stes-


Pio V, e Paolo V il quale v' im- si ornamenti. Nel davanti di tal
piegò yo,ooo scudi, cóme scrive il mitra risaltava un grossissimo to-
Bzovio presso, il Ciaccoiìio t. V, p. pazio triangolare con occhio inciso
344' ® tlue da Pio VI. Le prime che formava la Triade con raggie-
si custodivano in Castel s. Angelo, ra. Neil' altra parte eravi un me-
e siestraevano ne'giorni preceden- daglione con cappio di perle con
ti ai pontificali e del Corpus Do' rubino in mezzo, formato da una
mìni, con formalità ed assistenza del ciambella di cristallo di monte, che
gioielliere pontificio, e con rogito serviva di cornice allo stemma pa-
notarile, indi accompagnale dallo pale con simbolo. La ciambella era
stesso gioielliere nel portarsi nelle composta di ventisette lettere, e di
processioni di tali funzioni, e quan- tre stelle di brillanlini, coll'epigra-
do posate sulla mensa dell'altare fe': Velut phoenix in aclernum vi-
papale, da lui guardate in un ai vet. In mezzo al medaglione era si-

triregni; le altre due mitre si cu- tuata sopra rogo smallato la feni-
stodivano nella sagrestia pontificia, ce formata da perla grossa assai ;

ove ora si conservano le presenti il sole colla raggiera composta di


ed essendo queste ultime di poco vari sbruffi di brillanlini, e il ven-
valore non crediamo opportuno de- to soffiante sopra un fiore di
270 MIT MIT
brasca fondo di
di smeraldi, con stro e guarnite con perle orienta-
pietra torcliina, erano incisi sopra li di diverse grossezze, con fondo
due topazi. Quindi nel 1791 Pio di tocca d'argento, e di tocca d'o-
VJ fece disfare la mitra preziosa ro qtiello delle crociate; intorno al-
di Pio V e rimodernare con va-
s. la mitra e crociate, delle perle o-
go disegno sul gusto di Raffaello, rientali grosse e mezzane in forma
con sue crociate, ornalo con filet- di gailoncino. Erano situati nell'or-
tature d'oro intagliate di lustro, nato e crociate da ambo le parti
guarnito con perle orientali e sca- 434 diamanti mezzani e mezza-
ramazze infilate, con fondo delle nelli, fra'quali uno grosso; 23 zaf-
crociate di perle minute, e intorno firi orientali mezzani grandi, fra
alla mitra e crociate delle perle i quali uno grosso, 2 bianchi mez-
orientali grosse e mezzane in for- zani, e moltissimi zaflìretti piccoli
ma di gailoncino. Erano situali oiientali; 345 rubini orientali mez-
nell'ornato e crociate d'ambo le zani grandi, 5i5 mezzani e mezza-
pai'ti i4 zaffiri orientali grossi e nelli, e moltissimi piccoli ; 3 sme-
mezzani, 8 piccoli, 2 zaffiri bian- raldi grossi, 6 a goccia gogoli mez-
chi orientali mezzani grandi, e 8 zani grandi , 1 58 mezzani glossi,
mezzanelli, 17 rubini orientali mez- 263 smeraldi mezzani e mezzanel-
zani grandi, 24 mezzani, ig8 mez- li, e moltissimi piccoli ; 16 gia-
zanelli, 58o piccoli. Tavola di zaf- cinti grisopazi grandi, 2 topazi gran-
firiorientali grandi, 9 smeraldi, 6 di ed uno bianco, 8 a goccia mez-
mezzani grandi, 35 mezzani e 34o zani, e 8 balasci del Brasile a goc-
mezzanelli e minuti, 2 plasme di cia mezzani ; un' acqua marina o-
smeraldo, 6 diamanti mezzani, ac- rientale di smistirata grandezza, 38
quemarine ed una grande, 3 baia- perle orientali grosse a pendere a
sci del Brasile, 4 ametiste stra- garbo di peretta, e 1281 perle o-
grandi, 2 grandi e 16 mezzane gros- rientalitonde grosse e mezzane, e
se, 2 giisolite grandi e 16 tuezza- moltissime minute e mezzanelle , e
nelle,4 topazi grandi e 12 a goc- 225 rose d'Olanda poste nelle let-
cia, 60 granatine e 212 rose d'O- tere. Le infule erano ornate e fi-
landa poste nelle lettere. Le infule lettate d' oro, guarnite di perle e
erano ornate e filettate d'oro e guar- di pietre con perle orientali mez-
nite di perle e pietre, con perle zane, che formavano gailoncino in-
orientali mezzane in forma di gai- torno alle medesime, con fondo
loncino, con fondo di perle minute, di tocca d'oro. IVel fine dell' infu-
e nel fine 1' arma tutta d' oro a le eravi l'arma tutta d'oro a bas-
bassorilievo collo stemma di Pio sorilievo collo stemma di Pio VI
VI smaltato a colori, e intorno una smaltato a colori, e all'intorno del-
fascia sn)altata bianca
con lettere lo stemma una fascia smaltata bian-
di rose d' Olanda
che dicevano : ca con lettere di rose d'Oland'a che
Pius V
ftcit, Piiis VI auxit. Nel dicevano Paulus feck, Pio VI
: V
1792 fu per ordine di Pio VI dis- auxit. Tutte queste quattro mitre
fatta la mitra preziosissima di Pao- preziose, triregni, furono fatte
coi
lo Ve rimodernata sullo stile di sciogliere da Pio VI per darne il
Raffaello con sue crociate e ornato prezzo a conto di quanto nel 797 i

di filettature d'oro intagliate di lu- fu da lui convenuto co'francesi nel-


MIT MIT 171
la pace di Tolentino. Delle mede- sono portatori dello mitre al modo
sima mitre ne fa la descrizione il detto ai loro articoli, e del diver-
Cancellieri ne' Pontificali a p. 191 so loro incedere nelle processioni
e seg.; quella delle due prinae la in cui ha luogo il triregno prezio-
riprodussero il JVovaes, Disseti, t. so, in cui i cappellani comuni Io
II, 78; ed il Baldassarri, Relaz.
p. portano in un alle mitre preziose
de patimenti di Pio VI, t. II, p. sopra sostegni di legno foderati di
346 e seg. damasco o velluto rosso (nel pos-
Le mitre papali che oggidì usa sesso di Leone X, che come si dis-
il Pontefice, come abbiamo detto se fu l'ultimo in cui ebbero luogo
sono tre: la semplice di tela o gan- le mitre di damasco bianco ne'car-
zo d'argento, quella di tela o gan- dinali, e di tela bianca ne' vescovi
zo d' oro, e la preziosa ornata di ed abbati, tutti così cavalcando in
gemme. Il cadavere del Papa si es- paramenti Papa col re-
sacri, ed il

pone e seppellisce colla mitra di gno in capo, due cubiculnri porta-


tela o lama
d'argento mentovata vano in mano ed a cavallo due
in capo: però
il cadavere di Gio- mitre preziose pontificie e due tri-
vanni XXII morto nel l334, fu 'fg"'); mentre la mitra e il trire-
trovato con mitra piccola di seta gno usuale sono portali avanti la
bianca, tessuta con fiorami delle croce da due cappellani segreti, in-
stoffe di damasco, piena di disegni di posti nelle cappelle ordinarie
con figurine e di gigli simili a quei sulla mensa dell'altare dalla parte
dell'antico stemma di Francia; i dell' evangelo, ed anche in quella
suoi o pendenti, pure di
lemoisci dell'epistola ne' pontificali: va pe-
seta bianca, avevano 1' estremità rò avvertito, che quando il Papa
di seta rossa. Questa mitra fu re- usa la mitra semplice di lama di
galata a Pio VI, il quale ne fece aigento, non si pone sull'altare ve-
dono al museo sacro della biblio- run'altra mitra. Parlando della pro-
teca vaticana. Descrivendo le fun- cessione del Corpus Domini rimar-
zioni pontificie all' articolo Cappei,- cai quali Papi portarono il ss. Sa-
lE PONTIFICIE, ed in altri, come gramento coperti di mitra. Vegga-
CoNcisTORo, notai quanto riguarda si il Mabillon, Mus. Ital. t. Il, p.
le diverse mitre del Papa, i di- 263, de mitra imponenda Papati
versi usi, quando la prende e de- per diaconum cardinaleni ; p. 3 io
pone; chi gliela mette, eh 'è il car- de officio cappellani qui debet ,

dinal primo diaconoj chi gliela le- servire de mitra ; dicesi poi a p.
va, ch'è ilsecondo cardinale diaco- 197 che qualunque volta il Pa-
no, o chi per loro ne fa le veci, pa celebrava le stazioni o le so-
come il diacono e suddiaconi pre- lite sue coronazioni fra l'anno, era
quando
lati questi lo assistono nel- officio de 3fappulari {^Vedi) e cu-
le particolari benedizioni del ss. biculari il custodire la mitra pon-
Sagramenlo o altre ; che il decano tificia. Il Biu-cardo nella descrizione
della rota n' è nelle funzioni il cu- del possesso d'Innocenzo Vili, ri-
slode e portatore quando Pon- il ferisce decano della rota in-
che il

tefice la depone, o in sua mancan- cedeva a cavallo in superpeWcio


za il più antico uditore di rota; tohaleam ad colliim habens prò
che i cappellani segreti e comuni mitra. Nei diari di Clemente XI si
27 2 MIT MIT
legge che il decano della rota in con gran divozione e concorso di
rocchetto, colta e fascia lo serviva popolo, la portò processionalmente
alla iTiitia nella benedizione degli dal Valicano alla basilica Latera-
/4gnus Dei. Nota il Cancellieri nel- nense, secondo Platina. Altri dico-
la Lf Itera al d. Korejf^ p, 189, no che in vece la processione la
che quando Clemente Xlll consa- feceroda s. Marco al Latera no i

crò due cardinali vescovi a Castel cardinali per la di lui guarigione.


Gandolfo, per sostenere la mitra lo Ad Eugenio IV cadde la mitra sul
assistè monsignor Paracciani sotto- cardinal Parentucelli, che gli suc-
decano della rota, vestito di cotta cesse col nome di Nicolò V. La
e rocchetto, e colla fascia pendente madre di Pio II, la notte innanzi
dai collo. Questa ultima ora non si che lo partorì si sognò di dare al-
adopera, soi-reggendo gli uditori di la luce un figlio con mitra in le-
rota la mitra pontificia colle mani sta (ciò che prese per cattivo au-
nude. Alla La\.'anda delle mani gurio, solendosi allora porre una
[f^edl) del Papa, i cardinali i ve. mitra di carta ai chierici degra-
scovi e gli abbati si levano la mi- dati) ; ed avendo seti' anni altri ,

tra. Presso il mentovato Mabillon, fanciulli lo crearono Papa con mi-


nell'ordine del cardinal Stefaneschi, tra di malva, e bacianilogli il pie-
si legge che a diUerenza del Papa, de. Gregorio XIII nel ricevere
i cardinali, vescovi ed alili pre-
i all' obbedienza il cardinal Facchi-
lati, stando in curia, ovvero innan- netti, gli cadde sul di lui capo
zi Papa, non portavano che mi-
al la mitra : poi divenne Innocenzo
tre semplici, che doveano essere XI. Essendo caduta in concistoro
State bianche come la pontilicia. la mitra dalla testa di Alessandro
Attualmente, come vedremo, car- i Vili fu preso per tristo augurio,
dinali e vescovi alla presenza del e morì dopo quattro mesi. Inno-
Papa, come gli abbati usano mitre cenzo XII per la canonizzazione di
semplici bianche, e se funzionano s. Pio V, nella traslazione del di
e celebrano, le preziose soltanto al- lui cadavere al luogo ove si vene-

le lavande, e nell' ingresso e re- ra, fece sostiture alle vecchie nuo-
gresso. Ora
riporteremo alcime e- ve vesti, e furono date al Papa la
rudizioni sulle mitre de' Papi. mitra e la croce dal generale dei
Prima morire s. Gregorio VII
di domenicani. Benedetto XIII consagrò
mandò mitra pontificale a
la sua un gran numero di vescovi, e soleva
s. Anselmo vescovo di Lucca, per loro regalare una mitra di lama d'o-
mezzo Dio operò molti
della cpiale medaglie
ro. Nelle pitture, sculture e
miracoli Baronio dice all'anno
: il si sono rappresentati Papi in mi- i

io85, in segno di potestà di legare tra. P^. Gemma, e Colori ecclesia-


e sciogliere, che avendola ricevuta stici.

da Dio, gliela compartiva. Urbano Milre de' cardinali. Il Garampi


VI partendo da tal città si ruppe a p. 73 stima che • Cardinali {^Ve-
U freno del suo cavallo, e gli cad- di) godino r uso della mitra sino
de la mitra dal capo, e fu preso da Leone IX, Papa del 1049,
s.

per infausto presagio. Eugenio IV esprimendosi così nel concederla


fatta trasportare da Avignone in per privilegio agli arcivescovi di
Uoma la mitra di s. Silvestro I, Treveri: Romana mitra caput ve-
MIT MIT Ì75
sìrum insignimus, qua et vos et sue- re, facendo mutare in colore rosso
cessores vestri in ecclesiasticis qf- il paonazzo da loro usato sino a
ficiismore romano semper utamini, quel tempo. Osserva il Garampi,
sempergite vos esse romanae sedis che nella pittura esistente nella ba-
discipulos reniiniscatnini . Più es- silica di s, Lorenzo fuori le mura,
pressamente poi lo dimostra il fat- sopra il sepolcro di Guglielmo Fie-
to di que' quaranta Mansionari schi, nipote di detto Papa e diaco-
[Vedi) della basilica Vaticana, i no cardinale, morto I256, se nel
quali al tempo di s. Gregorio VII ne vede l'immagine con mitra a-
usurpavansi le oblazioni di delta perta in capo, e alquanto bassa.
basilica, mentienles oraloribits, et Nel codice della vita di s. Giorgio
praecipue midliUuìini rustìcanae martire, donato dal cardinal Stefa-
lomhardorum, asserenles se cardi- neschi diacono di s. Giorgio in Ve-
nales presbyteros esse, i quali erant labro, scritto sul principio del pon-
cives romani uxorati seii con-
, tificato di Giovanni XXll del i3i6j
cithinarii, barba rasa et mitrali. vedesi il medesin)o cardinale ivi di-
]Nè fu già questo un distintivo per pinto inginocchioni, vestilo di dal-
i soli preti cardinali, ma fu anche matica, con mitra bianca a due
comune ai diaconi. Celestino III punte, posata in terra, tutta bian-
circa il 1192 creando cardinale s. ca, ma intorno all'orlo fregiata di
Alberto che fu vescovo di Liegi, una bordatura d'oro, e dalla cima
constituìt eiim summus Pontifex della mitra scende direttamente nel-
S. R. E. cardinalent, et imposita la lista, che
fronte un'altra simile
mitra capiti ejus, inler cardinales va ad unirsi bordatura suddet-
alla
siimmus eitm fecit considere. Et ta. Né meraviglia deve recare che
proximo sabbaio (juatuor tempo- ai diaconi cardinali si dasse per o-
rum Penlecostes, ordinai eum dia- norifico ornamenta la mitra, quan-
conum j et eo jubenle, magno o- do la chiesa romana nelle sue fun-
vinium favore^ in solemniis ejus mis- zioni ne permetteva e concedeva
sae legit evangelnim Albertus, dia- r uso anche agli abbati privilegiali.
conus cardinalis creatus ; come si Per le litanie di s. Marco universi
esprime Egidio monaco d' Orval mitrati percepivano, separatamente
nella di lui vita cap. 61, presso dal rimanente del clero, 4^ soldi
Chapeaville, Gesta Pont. Lcod. t. II, dalla confessione di s. Pietro, fra i

p. 145. Più sicuramente poi d'una quali mitrati erano compresi car-
tal prerogativa danno testimonianza dinali, vescovi ed abbati anzi agii ;

due sigilli di cardinali diaconi del abbati mitrati faoevansi le stesse di-
it2i4 e 1290 colla mitra in capo, stinzioni che ai cardinali, perchè ap-
osservati dal p. Mabillon, Praef. in punto a somiglianza di questa in-

satc. 184. Il p. Bonanni


IT' , n. segna cardinalizia venivano essi de-
p. 24^ scrive che la mitra benché corati della mitra, come nelle di-
sia propria e distintivo della di- stribuzioni de' presbiteri di N'alale
gnità episcopale, si usa però anco e Pasqua. Il Gre-
cerimoniale di
dai cardinali, benché non sieno ve- gorio X, e l'ordine romano XIV
scovi, e ciòper privilegio loro con- summenlovati, descrivono il modo
ceduto nel primo concilio di Lione con cui distribuivasi dal Papa il
da Innocenzo IV, in un alla porpo- presbiterio nel giorno di sua coro-
VOL. XLV. 18
274 MIT MIT
nazione, nel giovedì santo e nel spressione che si legge in un codi-
Natale : ipse Papa sedei in sede, ce valicano di tal secolo, ril'erilo
et quilihet cardinalis et praelalus va- dal p. Gallico, /Ida caerem. p.
dit corani eo, ttjlexis genibus exiiet 252, cioè che i cardinali portant
sibìniel cardinalis sive praelatus mi- mitras semptices de fustanio albo.
tram, et tenet aperlam ante Papam, Paolo 11 fu primo, come narra
il

et ipse projicit Ulani peciiniam, il Rinaldi all'anno i464> che ai


quani dal ei in uno scypho argen- cardinali per distinzione degli altri
teo camerarius ; et ille, qui veci- prelati concesse invece delle berret-
pit pecnniam in mitra, osculalur te, e mentre portano i paramenti
gemi domini Papae. Dopo la di- sacri, la mitra di seta a lavoro di
stribuzione del presbiterio seguiva damasco bianco, all'estremità delle
il convito solenne; il Papa era in cui code pende la frangia di seta
mitra, cosi i cardinali mitra alba rossa. Tanto affern)a il Cannesio
sintplicis in capite, e con essa in nella vila di Paolo li , il Ciacco-
cavalcala si restituivano alle loro nio, il Ammannali dello
cardinal
case, laonde molto più essi 1' avran- Papiense lib. i, n. 4o de' suoi
no usala in chiesa e nelle sacre Commentari j ed il Pialo, De car-
funzioni. 1 cardinali diaconi con mi- dinalis dignità te cap. ìli, § 11. Con
tra in testa volgarizzavano al popo- questa n)ilra in capo in Roma si

lo i monitorii e le scomuniche ; e espongono e seppelliscono i cada-


concliiude il Garampi che antica- veri di cardinali vescovi, preti e
mente ne' cardinali 1' uso della mi- diaconi ; ignoro se allrellanlo pra-
tra era più comune e frequente di ticasi fuori di Pioma coi cardinali
quello prescritto dai posteriori ce- vescovi di giurisdizione, ma rego-
rimoniali. larmente dovranno esporsi e tumu-
Quanto all'uso dì porsi dal Pa- larsi i loro cadaveri con milra di

pa il presbiterio nell'apertura del- damasco bianco. Tultavolla pochi


la mitra ai cardinali, dura tuttora anni dopo la concessione di Pao-
nella distribuzione delle due meda- lo II, i cadaveri de' cardinali ^\

glie d'argento che loro fa nella seppellivano con mitre preziose,


funzione del possesso. Inoltre nella poiché al termine dell' articolo Ca-
distribuzione degli Agnus Dei be- davere dicen)nio conje furono i li-
nedetti, il Papa li pone dentro la bate quelle di Mezzarola morto
mitra ai cardinali^ ai patriarchi, nel i465 , e di Eslouteville mor-
agli arcivescovi, ai vescovi ed agli to nel i483, ambedue vescovi su-
abbati mitrati, ed ai penitenzieri burbicari. 1 cardinali vescovi di
nella berretta. Quanto alla forma diocesi con giurisdizione hanno l'uso
delle mitre de' cardinali, antica e delle mitre di damasco bianco, di
presente, è quale di sopra la de- lama d' oro, e preziose con gioie.
scrivemmo, altiettanto dicasi delle I cardinali preti hanno l' uso del-
mitre vescovili ed abbaziali. Circa le mitre di damasco bianco e pie-
la materia, nel secolo XV Vespa- ziosecon gemme. 1 cardinali dia-
siano Fiorentino .scrive nella Aita coni hanno Tu^o delle mitre di da-
del cardinal Cesarini, che i cardinali masco bianco. Nelle Cappt-lle pontifì-
andavano colla mitra di band/mi- cie [Fedi), ei\ aìlitt funzioni cui inter-
na bianca, il che corrisponde all'è viene o Celebra il Papa, tulli t
MIT MIT 275
cardinali adoperano mili'e di dama» sulle punte della mitra; altrettanto
SCO bianco , allorché assumono i fanno col berrettino nero i cap-
paramenti sacri di qualunque co- pellani de' vescovi e degli abbati mi-
lore. I cardinali vescovi suburbi- trati che fungono l'uffizio di cau-
cari, ed i cardinali preti che can- datari.
tano la messa nelle cappelle e Mitre de* vescovi. Dicemmo su-
funzioni memorafe, nell' ingresso e periormente che la mitra distintivo
regresso, recandosi dopo il Gloria proprio de' vescovi nelle sacre fun-
dall'altare al Faldistorio , e nella zioni sebbene di tradizione a-
,

Lavanda mani, e Incensazio-


delle postolica, r uso non fu comune nei
ne [Tedi) usano la mitra preziosa; primi secoli a tutti i vescovi, ma
nel resto delle azioni adoperano la solo di quelli cui la concessero i

mitra damascena bianca. Nelle mes- Papi, e ne producemmo gli esem-


se feriali e pei defunti, come nel pi insieme ai mistici significati a-
•venerdì santo, i cardinali celebran- naioghi alla dignità episcopale, ri-

tiadoperano soltanto mitra di da- marcando che nel secolo XII la


masco bianco ma suU' uso delle : mitra non l'adoperavano tutti i
mitre de' cardinali nelle Cappelle vescovi. Adoperandosi la mitra dal
pontificie o altre funzioni, sono a Papa anticamente anche nelle u-
\edersi tali articoli e gli altri che dienzCj osserva il Thiers, che i ve-
le descrivono. Solo qui avvertire- scovi le portavano ancora nelle loro
mo, che i cardinali pieli, ancorché case,ed anche quando mangiavano,
non insigniti di carattere vescovile, né cavavano in porsi a letto,
se le
possono usare mitra di lama d'oro come si rileva da quanto scrisse
quando è prescritto dal rito, altret- di sé nella sua vita Guglielmo di
tanto dicasi de' cardinali suburbi- Maire vescovo d'Angers del 1291,
cari e vescovi cardinali con giuris- il quale usava la cuffia, ciiciifa,

dizione, anco in Pioma. I cardina- sotto la mitra, le quali poi furono


li diaconi nelle loro diaconie non vietate, e mai usate all' altare dai
\estendo mai i paramenti sacri, greci, come pretendeva che le a-
non hanno l'uso della mitra d'oro doperassero l'autore del libro dei
o preziosa, solo avendo l'uso della divini uffizi attribuito ad Alenino.
mitra di damasco bianco, in luogo Tre sono le mitre che usano i ve-
della berretta, quando indossano la scovij cioè patriarchi , arcivescovi
dalmatica de' colori correnti, o pia- e vescovi, ed ecco come le descri-
neta ripiegata paonazza nelle fun- ve il Caerenioniale episcoporicrn lib.

zioni papali. Sostenitori della mi- I, cap. XVII. » Mitrae usus anti-
tra de' cardinali sono i Caudata- quissimus est, et ejus triples est
ri [Fedi), e la sorreggono con species ; una, quae pretiosa dicitur,
velo bianco in forma di larga sto- quia gemmis, et lapidibus pretiosis,
la, che sopra la cotta gli pende veì lauiinis aureis, vel aigenteis
dal collo, detto bimba o vippa, contexta esse solet; altera aiiri-

che fermasi sul petto con nastro di phrygiata sine gemmis, et sine la-
fettuccia di seta bianca, avente l'e- minis aureis, vel argenteis scd vel ;

stremità guarnita di frangia d'oro. aliquibus parvis marguritis compo-


Quando al cardinale si leva il ber- sita, vel ex serico albo auro inter-
leltiuo rosso, il caudatario lo pone raisto, vel ex tela aurea simplici
,

276 MIT MIT


sine l«mini8, et margaritis; terlia, papali insegne in Cypri et Anne-
quae simplex Tocatur, sine auro, niae regnis, principatu Àntiochiae
ex sìmplici serico damasceno, vel parlibus Syriae, et insulis seu pro-
alio, aut etiam ex lineo, et tela vinciis adjacenlibuSy el in omni par'
alba confecta, rubeis laciniis, seu te orientali, dove esercitava l' uffi-
frangiis, et vittis pendentibiis ". zio di legato apostolico, come scri-
Quindi si dice dei tempi in cui si ve il Mabillon, Praef. in IV saec.
usa ognuna, lo che corrisponde a n. 182. Quando Federico II fece
quanto pratica il Papa nelle diverse conte il vescovo di Montefellro
funzioni, tranne poche diversità, fra [Fedi) eh' era signore temporale
le quali, che il Pontefice invece di varie castella, gli pose una co-
della damascena usa la mitra sem- rona nella sua mitra e ne ornò lo
plice di lama d'argento, e che a- stemma: altrettanto fecero i vesco-
doperà il triregno chiamalo mitra vi eh' ebbero dominio temporale,
papale, siccome unicamente propria almeno nell'arma, e tuttora si ve-
del supremo Gerarca vescovo dei dono gli stemmi di quei che furono
vescovi. 11 perchè Paolo II la proi- conti o signori ornati di corone.
bì agli arcivescovi di Benevento, Anche il Piscara nella sua opera
che uè' giorni solenni usavano mi- delle Sacre cerimonie lib. cap. 4> I,

tra di tal forma avendo ricono- , sess. V, parla delle tre mitre usa-
sciuto essere ciò un' usurpazione; te dai vescovi, una preziosa tessor
laonde proibì sotto gravi pene a ta di seta e oro, ornata di perle
Nicolò Piccolomini arcivescovo di e di gemme j altra parimenti tes-
Benevento e successori di portare suta di seta e oro chiamata auri-
triregnalein mitram, come diflusa- frigiata; la terza di damasco bian-
mente descrive il Borgia, Mem. isl. co detta semplice. Notò il Garam-
di Benevento t. I, p. 828 e seg. pi, che vescovi ed altri prelati,
i

E perchè il cardinal Giacomo Sa- stando in curia o innanzi al Papa,


velli arcivescovo di Benevento sotto nel secolo XIV non portavano che
s. Pio V, usò più volte il Camau- mitre semplici, cioè bianche, come
ro {P^edì) o sia la mitra triregnale scrisse nell'ordine XIV il cardinal
o regnale, non ostante che igno- Stefaneschi. Quelle di damasco in
rasse il Paolo II, ad o-
divieto di Roma adoperandosi solo dai car-
gni modo con molo-proprio del dinali, i vescovi quando nelle fun-
1569 fu da s. Pio V a buona zioni dovrebbero assumerla pren-
cautela assoluto dalle pene incorse. dono quella di tela, quantun(|ue
Il Borgia dichiara ignorare a p. la mitra di damasco non si oppor-
3i5 chi conferisse agli arcivescovi rebbe, nò alla giurisdizione, né al
beneventani il privilegio del regno cerimoniale. Nelle Cappelle, ponti-
o tiara, detto camauro dagli anti- ficie i vescovi usano mitre di tela
chi scrittori, usato solo dal Papa, bianca, ed alla estremità delle co-
e fu distintivo non ad altri con- de o infule evvi frangia di seta
ceduto fuori del patriarca di Ge- rossa ; a tale articolo si dice quuii'
rusalemme legalo della santa Sede, do r assntnono col piviale, e c;he la
a cui il Pontefice Alessandro IV, debbono lencie da loroquando se
propter honorem locoruni domini- la levano ilal capo, come pure che
corum, permise di fare uso delle si porta la mitra anco dai vescovi
MIT MIT 277
non consagrati, che ti ammettono ma Ialina : quella del tescovo si-

ne' loro luoghi in cappella^ ancor- ro è in figura di berrettone ton-


ché cardinali suburbicari ; se cele- do di seta con croce in cima; ma
brano la messa la sorregge col sud- quando fu in Roma l'odierno pa-
descritto velo il loro caudatario. triarca de' siri lo vidi con mitra
Però nelle Cappelle cardinalizie, bianca ricamata d'oro con gemme,
i vescovi usano le mitre preziosa terminando punta anteriore col-
la

ed aurifrigiata, purché non sia la croce, la quale è pure nella mi-

messa feriale o pei defunti. I ca- tra del vescovo armeno. Il Thiers
daveri si espongono e seppelliscono avveile col Goar che i vescovi gre-
con milra bianca semplice, al mo- ci talvolta od alcuni usano la mi-
do descritto nel citato Caeremoniale tra, e che anco il patriarca scisma-
lih. II, cap. XXXVIII: in Roma tico di Costantinopoli 1' avea adot-
i cadaveri de' vescovi si espongono tata ; che il patriarca alessandrino
e tumulano con mitra di tela bian- celebra colla testa coperta, e si le-
ca ; fuori di B.oraa è in arbitrio va la mitra in tempo del sacrifi-
dell'erede fargliela porre di dama- zio, ponendo in dubbio il privile-
sco o di tela, con cui dovrebbe gio d' usare la mitra conferitogli
seppellirsi. La milra, oltre il cap- da s. Celestino I; e dicendo cre-
pello prelatizio, serve di ornamen- dere taluno, celebrare i latini col-
to talvolta agli slemmi e sigilli la mitra ad esempio del sommo
de' vescovi. Dice il Macri che ve- i sacerdote degli ebrei, e nel repu-
scovi greci non usano milra, tran- tarla figura della corona di spine,
ne il patriarca d' Alessandria, per o del sudario posto nel capo a Cri-
quella data da s. Celestino I a s. sto. Il Borgia a p. 821 delle Meni.
Cirillo, di sopra rammentala, qual riporta le ragioni perchè i vescovi
suo legato al concilio d'Efeso, don- greci non usano milra, citando il

de i vescovi greci presero l' uso Bona, Rer. liturg. lib. J, cap. 24,
della tiara che descrivemmo nel n. i4- Oltre i citati autori sulla
voi. XXXII, p. i47 del Diziona- mitra, il Dinovart scrisse: Remar-
rio, avendo parlato a' loro luoghi ques sur la tiare du grand prclre,
delle mitre usate dai vescovi orien- sur les habits à la jnda'ìque, et
liili in un agli abili sacri ; degli abi- sur la milre des éveques : erreurs
li con cui intervengono alle cappelle des peintres à ce sujet, t. \lìì du
pontificie, oltre il luogo citato, lo Joitr. eccl. mai p. 217. Fedì Yz-
si disse nel voi. Vili, p. 232. Ag- scovo.
giunge il Macii, che i vescovi ru- 3Iitre degli abbati. Oltre quanto
teni portano milre rotonde con va- dicemmo aW aviicolo Abbate (Fedi),
ri lavori, forse come quelle de' gre- sulle loro insegne con-
ponlifìcali,
ci, ed i vescovi moscoviti, pur di cessione della mitra, lagnanze che
questo rito, l'usano della medesima perciò ne fecero i vescovi, e distin-
forma, ma di color nero; solamen- zione quindi che ordinò Clemente
te il vescovo Novogradiense la por- IV, che gli abbati esenti portasse-
la bianca, della t'orma ordinaria ro milre ricamate d'oro senza gem-
de' latini. Bonanni osserva che
11 p. me, e bianche senza ornamenti non i

la milra sì vescovi maro-


usa dai esenti, e di quelli che le usarono
niti e dai vescovi armeni della tbr- gioiellale, si possono vedere gli
278 MIT MIT
articoli delle altre insegne vesco- matica e sandali all' abbate di s,

vili loro concesse , come Croce Vincenzo di Metz. Tuttavolla il Ma-


PETTORALE, BaCOIO, GuANTF, SANDA- cri, Not. de' vocab. , verbo Ahbasy
LI, Dalmatica, Anello, Mozzetta, dice che Silvestro II pel primo
Mantelletta, ec, non che Monaci concesse la mitra all'abbate di s.

e Canonici regolari, Archimandri- Savino di Piacenza nel 1000; e


ta DI Messina (che ne' pontificali che gli abbati che hanno i' uso
come altri adopera mitra con gem- del bacolo e della mitra possono
me) e Commendatore di s. Spirito. riconciliar le chiese profanate, con
Quali abhati intervenivano e in- acqua benedetta dal vescovo. Al-
tervengono con diverse insegne pon- l' abbate di s. Pietro di Modena
tificiili, e mitra di tela bianca con concesse la mitra Urbano III nel
code aventi nell' estremità frangie 1186. All'abbate di Coibeia che
di seta rossa, alla Cappella pon- avea ottenuto l' uso di portar la
tificia, a queir articolo e ai rela- mitra e 1' anello temporaneamente,
tivi si dichiarò. Oltre il cappello' questo concesse in perpetuo Inno-
prelatizio, colle mitre abbaziali si cenzo III, in premio della sua di-
ornano le armi e i sigilli degli vozione all' imperatore Ottone IV,
abbati mitrati, degli ordini, congre- oltre la conferma de' privilegi con-
gazioni ed abbazie s\ monastiche che cessi all' abbazia. Tutti gli abbati

di canonici regolari, ed anco quel- che solennemente si benedicono e


le di abbati mitrati del clero seco- tutti gli altri che per concessione
lare e loro abbazie, essendo la mi- della Sede apostolica hanno 1' uso
tra negli abbati non prerogativa, de' pontificali, adoperano la mitra:
ma privilegio pontificio, come de- oltre le bolle citate all' articolo Ab-
terminò Clemente IV nel 1266, c?e bate, si vegga il decreto di Alessan-

pii\'il. 61, confermato da Bonifacio dro VII del 1659, riportato in fine
Vili nel sesto delle decretali ; pre- del Caereni. episc.ycnha usum ponti-
scrivendo lo stesso Clemente IV ficalium praelatis episcopo inferio-
che ne'concìlii e sinodi gli abbati ribus concessorum. Nel medesimo
usassero mitre semplicemente rica- libro si ove siedono nello
parla
mate, onde distinguerli dai vescovi funzioni vescovili, nbhates dioecesa-
che in tali occasioni le portavano ni benedicti habentes usum niilrae
preziose. La più antica concessione et bacali con quale ordine incen-
;

delta mitra agli abbati latini, è satij e come intervengono ai sino-


quella fatta da Alessandro li del di diocesani, cuiii plu\>ìalibus et
1061 agli abbati di s. Agostino di niitris siniplicibus. All' articolo Cap-
Cantorbery in Inghilterra {f^edi), e pelle pontificie parlammo di quan-
della ss. Trinità della Cava; quin- to riguarda gli abbati mitrati es- :

di venne accordata da Urbano II si intervenivano alle cavalcate dei


del 1088 agli abbati di Cluny o Clu- possessi, finché ebbero luogo, in a-
gny, e di Monte Cassino, al quale biti sacri, vestiti di piviale e mitra
s. Leone IX del 1049 ^^^^ t^on- di tela bianca; anzi nella relazione
cesso o confermato le altre insegtie del possesso di Leone X si leggo
pontificali de' sandali, guanti e dal- che i vescovi eletti, e gli abbati
matica nelle principali feste ; già non consacrati o benedetti, con di-
Oiovuuni XIII avea accordato dal- spensa v' ìutcrventiero in mitra di
MIT Ai IT 279
tela e piviale bianco. Giegoiio ri di Uratislavia, cioè al dire del
XVI concesse agli abbati generali Tbiers, di Praga, accordata ad i-

de monaci antoniani armeni 1' uso stanza del duca Uratislao al prevo-
della mitra, pastorale, croce e a- sto,decano, prete che celebra, dia-
nello. Tutti gli abbati ora hanno cono e suddiacono ministranti, con-
l'uso de' pontificali, perciò in essi fermando il privilegio s. Gregorio
ed altre funzioni usano mitre gioiel- VII: il medesimo p. Bonanni ed il
late, di tela d'oro, di tela d'ar- Macri affermano che Alessandro III
gento, e secondo le funzioni di da- concedè l'uso della mitra al primi-
masco bianco, e di tela bianca nel- cerio della basilica di s. Marco di
le messe da morto. I cadaveri de- Venezia. Onorio IH nel 12 17 l'ac-
gli abbati regolari si espongono cordò al decano, arcidiacono, canto-
con abiti abbaziali, e si seppelli- re e tesoriere della chiesa di Tole-
scono con cocolla; la mitra di tela do, quando l'arcivescovo celebrava
bianca si pone sul loro catafalco. solennemente col pallio. Clemente
Milre accordate a dignilà, ca- IV ordinò, che quegli ecclesiastici
nonici e secolari. Avverte il Macri secolari che godevano l' uso della
che tutti canonici ìquali hanno i mitra, a distinzione de' vescovi e
per privilegio l'uso della mitra, nel degli abbati, ne'concilii e sinodi la
distribuire le candele, ceneri e pal- pollassero affatto semplice e senza
me, ancorché portino in queste fun- ornamenti. Clemente V nel i3i2
zioni la mitra, devono stare in pie- accordò la mitra al cappellano mag-
di, a differenza del vescovo, come giore del re di Norvegia. Riporta
decretò congregazione de'vesco«'i
la il Bzovio all'anno 1878, che fu con-
a' i8 febbraio i65o. Dei canonici, cessa la mitra al prevosto e deca-
dignilà, ed altriche godono l* uso no della cattedrale di Praga; ma
della mitra, ne parliamo a' luoghi deve essere 1' indulto accordato da
loro ;
qui riporteremo alcune con- Alessandro lì. Clemente VII ad i-
cessioni di tal privilegio, e di que- stanza di Francesco I re di Fran-
ste ancora nella maggior parte se cia concesse la mitra al tesoriere
ne tratta ai rispettivi articoli. Il della regia cappella di Paiigi. 11

Piipa Leone IX del 1049 die il


s. Moulinet narra che il priore dei
singoiar privilegio della mitra sem- canonici regolari di Roncevaux iu
plice ai canonici di Bamberga nel- Navarra, ebbe l' uso della nìitra e
le feste di iVatale, Pascjua, Pente- degli ornamenti pontilìcali in chie-
coste, giovedì e sabbaio santo, co- sa. Che canonici di Messina han-
i

me si legge nel Surio a'i4 luglio, no r uso della mitra ab immemo-


nella vita di s. Enrico imperatole; rabile, r attesta Giulio 111 in una
come pine l'accordò al diacono e bolla del primo febbraio i553, ci-
suddiacono del capitolo di Besan- tata dal Macri, il quale aggiunge
oon, ministrando al vescovo. jrVles- che egual privilegio fu accordato
sandro II accordò ai canonici della nel ìS'ji al generale de'girolamini
cattedrale di Lucca l'uso della mi- d'Italia, e in diversi tempi al priore
tra di tela bianca, che l'usano nel- della chiesa conventuale di s. Gio-
le processioni e funzioni solenni. Lo vanni in Malta, in un al bacolo e
stesso Papa, secondo il p. Bonanni, altri paramenti pontificali; alle di-
la concesse pure ai canonici regola- snilà della cattedrale di Manfredo-
28o MIT MIT
nia, ed a quella di s. Michele di sente TesooTo alla funzione. Il No-
il

Monte Gargano ; ai canonici di vaes scrive che Pio VII accordò le


Lione che adoperano mitre secondo sacre mitre ai canonici delle catte-
il colore de' para menti; al p. guar- drali di Annecy, di Brioude (ma il

diano del s. Sepolcro in Gerusa- Thiers dice che godevano già il

lemme nelle sacre funzioni che ce- privilegio, cioè i canonici di s. Giu-
lebra in tal santuario; ai canonici liano), di Viterbo e di Siena. Nel-
della cattedrale di Napoli di tela la collezione de' decreti de' riti si

di bisso, per indulto di Clemente leggono diverse notizie sull' uso del-
XI. Altre concessioni sono mento- le mitre riguardanti i canonici, i

vate dal p. Bonanni, come del dia- dignitari ed i vescovi. Secondo le

cono e suddiacono di alcune chie- regole generali, cioè i decreti di


se di Lione, di canonici di s. Ilario Alessandro VII e BenedettoXIV,
di Poitiers, di Puy, di s. Pietro di e la costituzione di Pio VII, Dc'
Macon. La mitra venne accordata cet Romanos Pontifìces , de' 4 lu-
nel 160 al preposto
r della colle- glio 1823, hanno l'uso della sola
giata di Prato nel 1618 a quello
; mitra semplice di tela bianca gli

'del monastero Choriesconuiense ; abbati mitrati secolari : se si rego-


nel 1621 al visitatore o correttore lano diversamente dipenderà dai
del magnifico ospedale di Napoli, vari privilegiparticolarmente con-
secondo il Macri, Clemente XI ac- cessi.

cordò la mitra ai canonici di Be- padre Bonanni a pag. 178


Il

nevento e della patriarcale di Lisbo- della Gerarchia eccl. riferisce, che


na, come quella che godevano i car hanno stimato alcuni, che ai sacer-
nonici di Milano e di Pisa. Bene- doti sia stato assegnato ì' Amino
detto XIII con bolla Ad aposiolicae [Fedi), in luogo della mitra pro-
dign'Ualis del 1724 concesse 1' uso pria de' vescovi, com' era usata dai
delle mitre ad instar abballini, alle sacerdoti inferiori della legge mo-
dignità ed ai canonici della metro- saica, la quale opinione favorisce
politana di Uibino, cui solennemen- Y uso introdotto da molli anni in
te benedl ed impose l'arcivescovo Francia, ove s' incominciò a usare
con particolari orazioni, prescriven- l'anjitto con ornamenti di seta e
do il Papa i tempi per usarsi, con oro, formando quasi un Cappuccio
facoltà di ornare i loro stemmi col- (F'edi) ricamato all'incirca come quel-
r insegna della mitra . Il tutto di- lo de' sacerdoti e vescovi armeni. Il

stesamente si legge nell'opuscolo: Garampi opina aver goduto in ì\o-


Relazione di quanto è occorso nel- ma r uso della mitra anticamente
la solenne funzione della benedi- anche il primicero de' cantori, ed
zione e prima imposizione delle mi- osserva che nel XI portava secolo
tre fotta all' illustrissimo capitolo la mitra anche il prefetto di Ro-
lìietropolitano {l'Urbino, lyaS. Be- ma, mentre la Corona imperiale
riedello XIV nel concedere ai ca- i^Vedi) prese la forma di mitra cle-
nonici della cattedrale di Bari l'u- ricalecon sopra il diadema dell'itn-
so de' pontificali, gli accordò pure pero; e che Benzone vescovo d'Al-
quello della mitra bianca, e poi ba scrisse che Enrico IV recatosi
Gregorio XVI gli concesse l'uso di in Roma per la sua coronazione, si
quella di lama d'oro, non però pre- presentò cuni nivea mitra, cui su->
.

MIT MIT 281


perimponit circulum
patrìcialem barbaramente acciecarono alcuni
Nel 1068 Cralislao duca e poi chierici,li posero sopra giumenti, con

primo re di Boemia, avendo pro- mitra di carta in capo e faccia indie-


messo ogni favore alla santa Sede, tro, e fecero loro giurare che in ta-
domandò ed ottenne da Alessandro le atteggiamento si sarebbero pre-
Il il singolarissimo privilegio dell'uso sentati al Papa. Per le gemme ru-
della mitra, non mai dai laici si- bate nel 1438 dal canonico Nico-
no allora ottenuto, e ne fa testi- la alle teste de' ss. Pietro e Pao-
monianza s. Gregorio VII che glie- lo, egli fu messo a cavallo di un
lo confei'mò coli' ep. 38, lib, I. asino con mitra di carta in capo
Questo esempio fu seguito da In- dipinta con diavoli, indi appeso y|-

nocenzo II, secondo il Thiers, o r olmo della piazza Laleranense.


meglio da Lucio II che concesse a Ai tempi Alessandro VI furono
di
Ruggiero I re di Sicilia la mitra, l'a- puniti sei impostori
con frusta e
nello, il bacolo o virgani, i sandali mitra di carta in capo, per aver
e la dalmatica, affermandolo lo sto- fatto fare bagni d' olio a diversi
rico Summonte t. II, p. 20, perchè infetti di mal venereo, allora intro-
usato nella coronazione di quei re; dotto in Italia.

ed Innocenzo III a Pietro II re di MITRIO (s.), martire. Sembra


Aragona da lui coronato in s. Pie- che soffrisse il martirio sotto Dio-
tro, come si ha dai Kinaldi all'an- cleziano ad Aix Provenza, e si in
no 1204. aggiiuige eh' eglimolte passò per
Il du Gange e il Carpenlier torture, tutte assai crudeli, ma che
parlarono ancora della Mitra pa- non furono capaci di smuovere la
pyracea. Questa mitra cartacea si sua costanza, anzi le sopportò con
poneva per ischerno in testa ai allegrezza. Egli è patrono principa-
chierici degradati , ed ai rei di le di Aix, dove è onorato ai i3 di
delitti, come ladri, cornuti, falsa- novembre. Il suo nome sta nei
ri, ec. che con essa si esponeva- martirologi in questo giorno. S.
no dalla giustizia ai dileggiamenti Gregorio di Tours fa onorevole
del popolo e alle percosse, e ne menzione di s. Mitrio, e dice che
parla il Mazzucchelli, Scrilt. d' Ita- Dio glorificò la sua tomba con
lia t. Ili, p. 147. Nella pratica molti miracoli. Egli ci rimette alla
criminale negli ultimi tempi in uso storia della di lui vita, la quale
a Roma, ai cornuti volontari e però non è giunta sino a noi, e
contenti si dà la pena, ducatur mi- non abbiamo nessuna notizia vera-
tralus per Urbeni ; e negli antichi mente autentica di questo santo.
statuti di Roma, ai contravventori RllTTARELLI Giovanni Bene-
degli ordini de' giudici, eravi pre- detto. Nacque nel 1708 in Venezia,
scritta la pena di stare a cavallo da onesta famiglia originaria di Bellu-
del leone marmoreo, posto nelle no. Dopo aver appresa la filosofia
scale del Campidoglio, con mitra dai gesuiti, per la sua naturale incli-
di carta in capo, e la faccia unta nazione alla vita ritirata e divota
di miele, per tutto il tempo che abbracciò monastico ca-
l'istituto
durava il mercato, che allora si fa- maldolese, indi compì gli studi a
ceva presso il Campidoglio. Ribel- Firenze e R.oma. Ivi contrasse a-
la lisi i romani a Lucio 111 del 1 18 i, micizia col prelato Rezzonico poi
,

282 MIT MIT


Clemente XIII, e con Alberico Ar- niare una medaglia, come altra
t;l)into indi cardinale e segretario n'era stata fatta al celebre abba-
ili slato. Nel lyS** fu destinato a te genei-ale Pietro Delfino e al p.
le""ere
no filosofm e teolos'ia
o nel suo Guido Grandi camaldolesi. Reca-
monastero di s. Michele di Murano tosi in Roma col p. Costadoni, fu
tli Venezia, ove introdusse la buona onorato dai più distinti personaggi,
critica, e colla domestica conversa- massime e teneramente da Clemen-
zione del p. Calogerà suo
celebre te XIII, al quale avea mostralo de-
correligioso cominciò a formarsi
, siderio di sua esaltazione, per l'amo-
una libreria composta di ld)ii di re e stima che nutriva per lui, per
ogni scienza e migliori. Divenuto i cui lo distinse con molte alfeltuo-
confessore delle monache di s. Ca- se dimostrazioni, e l'avrebbe fallo
risio di Treviso, scrisse la storia cardinale e vescovo di Faenza. A.
ili (|iiel monastero, colla vita di s. questa città fece ritorno Mit- il p.
i*a risto camaldolese, che pubblicò, tarelli, senza coltivare tale propen-
Poiialosi nel 174? •» Faenza qual sione, e si pose ad illustrare Faen-
cancelliere tli. sua congregazione, in- za con opera che poi pubblicò.
cominciò coir aiuto del dottissimo Terminato il quinquennio di sua
consocio padre Costadoni la gran- dignità, si restituì a Murano, ove
diosa compilazione degli annali ca- proseguì i suoi studi, e ad edifica-
maldolesi. Ritornati ambedue a Mu- re colla sua soda pietà, morendo
rano incominciarono 1' opera nel piamente assistito dal p. Costadoni
1754^ e felicemente fu com[)ita nel nel 1777, d'anni quasi 70. La di lui

1773. Il p. Millarelli ne fu l'esten- memoria fu onorata eolle comuni


sore, e il p. Costadoni lo assistè lagrime, con orazione funebre e
col trovargli le notizie, con por- con decorosa iscrizione, celebran-
le in ordine, con formare le ap- dosi il cumulo delle sue splendide
pendici e col comporne gl'indici, virtù e profondissima vasta erudi-
ti furono essi anche correttori del- zione, tra cui rifulsero la dolcezza,
le stampe. Inianto il p. Mittarelli la prudenza e l'umiltà. Le sue o-
essendosi acquistata un' alta ripu- pere sono preziose per la storia ec-
tazione, più volle fu richiesto di clesiastica ,
per l'antichità e per
jjarere nelle didlcollà storiche dei la diplomazia, tra le quali nomine-
bassi tempi, quali sviluppava pron- remo, i." Memorie di s. Parisia
tamente. Eletto nel ij56 abbate e del monastero de ss. Cristina a
nella provincia di Venezia, nel 1760 Parisia di Treviso, Venezia 1 74^.
lo divenne del suo monastero di s, 2." Memorie del monastero della,
JMichele, e molte delle allocuzioni ss. Trinità in Faenza, ivi 17 49*
da lui pronunziate ne' pontificali , 3.° Annales camaldulenses ordinis
meritarono la stampa per opera s. Benedicti ab, anno 907 ad an-
del suo ammii'aloie Domenico Gritti nmn ijG^, {^nihus plura intersecati'
jiatrizio veneto. JNel l'J^^ con tur, tiini caeleras italico- monasticas
plauso d'Italia fu fatto abbate ge- res, timi historiani ecclesiasticani
nerale di tutto l'ordine, il quale remqne diplomnticani illii.ttrantia d.
grato alla pubblicazione degli an- Jolutnne Denedicto Mittarelli, et d.
nali a pi'oprie spese impressi con ./Anselmo Costadoni presbyteris et
tanto utile e decoro, gli fece co- ììionachis congregalione canialdu-
MNI MOB 283
lensi aucloribus , Veneliis '773, maestoso fiume dello sfesso non)e,
voi. 9 in loglio. Tesoro d'immen- il quale si perde nella baia di Mo-
sa monastica, ti antichi
eiudi/.ione bile nel golfo messicano, e sidia ri-
inediti monumenti, e d'innuniera- va destra di tal bfiia, con più di
bili importantissime notizie, appor- 10,000 abitanti. È difesa dal forte
tatrici di nuovi lumi alla sacra di- Carlotta, le strade sono larghe e drit-
sciplina, alla corografìa d'Italia ed te, le case quasi tutte in legno ve-
alla facoltà diplomatica, ed apre il donsi ben fabbricale : ha diversi
corso all'emeuda e supplemento delle edifìzi e sei cantieri di costruzione.
immortali opere di Biironio, Mabil- I principali articoli di esportazione
Muratori, de'Bollandi-
lon, Uglielli, sono, arredi, pelliccerie, bestiami e
sti e di altri. 4-° -^^^ scriptores ve- grani. Due battelli a vapore vanno
runi ilalicaium ci. Muratori oc- a s. Slephens ed alla Nuova Or-
cessioìies hisloricne favt-iiimae, Ve- leans. L' ingresso del porto è dillì-

iietiis1771. 5." De. litleralura fa- cile pei navigli che pescano più di
vtutinoi uni, sii'e de ifiiis doclis et otto piedi d'acqua. Al declinai*
scriploribus urbis Favcndae. Ap- del secolo passato l'Ahibama era
peiidix ad accessìones hisloricas ancora un deserto; la grande onda
favenlinas, V^enetiis 177^. 6.° Ei- della trasmigrazione dogli schiavi
bliodu'ca codìcuin manuscHplorum insorti a s. Domingo, si spinse agli
s. HJlcliaelis f^enedarnm prope Mu- stadi medi ed ai settentrionali, per
riaiium, una cuin Appendice libro- cui la faccia del mezzogiorno re-
rum impressoruin saeculi XF, opus stò quasi in variala e srpiallida per
postumuin, Venetiis 1779. '' P- ^°' qualche anno ancora, Pensacola, cit-
stadoni ne pubblicò la vita nel voi. tà della Florida orientale, e Mobi-
33 della Nuova raccolta d'opuscoli le erano egualmente deserte ; la
scientifici, coi l'elenco di tulle le sue Florida venne dalla Spagna ceduta
opere^ Venezia 1779. alla lega, e le famiglie spagnuole
MNIZO, Mnesuin seu Miswn. abbandonarono il paese con quasi
Sede vescovile della prima Galazia, tutti i loro sacerdoti. Questa città
nell'esarcato di Ponto, sotto la me- è ora uno de' priuìi slabilimenti
tropoli d'Ancira, eretta nel IX se- sul golfo del Messico. Gli Stati U-
colo. Ne furono \escovi Leucadio nili ne presero possesso nel 18 13,
che trovossi al concilio di Calcedo- epoca in che non cqnsisleva appe-
nia; Aruaazio die sottoscrisse alla na che in un centinaio di case, ma
lettera del concilio della prima Ga- ricevette poi un rapido accrescimen-
lazia dell'imperatore Leone, sull'as- to. Le autorilà spagnuole al dipar-
sassinio di s. Protero; Andrea fu al tirsi dalle Provincie americane, tras-
VI concilio generale, e sottosciisse sero seco la maggior parte de' co-
i decreti in Trullo j Leone e Giu- loni e del clero, in modo che al-
liano. Oriens chrisl. t. I, p. /\.8i. l'istituzione del vescovato la città
MOBILE [MobUieu). Città con si trovò spogliala delle cose più ne-
residenza vescovile negli Stali Uniti cessarie, e si dovette in sulle pii-
d'America seltcutrionale, nello stato nie far servire di chiesa una mise-
d'Aliibuma, capoluogo della contea ra capanna di legno. Pensacola sul
del suo nome, lungi 45 leghe dalla golfo del Messico era egualmente
^'uova Orleans, alia foce di uu abbandonata, e s. Agosliuo sull'Ai-
-

7H.; MO 13 MOB
lanlico, città della Florida occiden- s. Paolo; in Montgommery, piccola
tale che possedeva una bella chie- città Sulla riviera dell'Alabama, per
sa, si vide saccheggiata da qne'me- la cui erezione concorsero anco i

desimi eh* erauo slati eletti a cu- protestanti, quella di s. Pietro; in


slodiila. Nel iSiS fu da Leone West Florida, cioè in Pensacela, quel-
XII fatto vescovo in pardbus di la di s. Michele ; in East Florida,
Olena monsignor Michele Poitier cioè in s. Augustine, quella di] s. A-
«li Monlbrison arcidiocesi di Lione, gostino ; più vi sono altre 27 sta-
erigendo in diocesi particolare 1' e- zioni. I pii stabilimenti sono il col-
slesissiine regioni d' Alabama e di legio di Spring-hill presso Mobile,
Florida, in cui appena trovavansi al quale accorrono ogni anno piìi
tre preti, e noaiinando per vicario di cento individui studiosi, e nel
;>postolico tal prelato con lettere cui recinto sussiste eziandio un se-
apostoliche del 26 agosto iSaS. minario con Scuoladodici alunni.
Pio Vili col breve Inter multi- pei ragazzi di Mobile aperta nel
plices, de' i5 maggio 1829, Bull, i833. Scuola pei giovani in s. A-
(le prop. t. V, p. 46, istituì la se- gostino nella Florida. Monastero
de vescovile di Mobile, dichiaran- della Visitazione e scuola per le
dola sulFiagaiiea di Baltimore. La donzelle in Sommerville. Scuola per
diocesivenne foruaata dello stato di le donzelle in s. Agostino. Scuola
Alabama, che conta 809,206 abi- per le ragazze in Mobile. Orfano-
tanti, e del territorio delle Flori- trofio in Mobile. Il vescovo affidò
de orientale ed occidentale che ne la direzione del collesrio
o e del se-
hinno 34,725, e contemporanea njinario diocesano mentovati ai pp.
tnente il Papa traslatò a questa della Misericordia che chiamò dal-
chiesa il lodato prelato, e lo fece la Francia ; ed ac(juistato un pez-
primo vescovo di Mobile, clie tut- zo di terra in Mobile, vi eresse uu
tora eon zelo e generosità governa, monastero suore della carità o
alle
inteso al ben essere di sua chiesa. misericordia, come avea fatto a s.
Vedendosi però deserto e privo di Agostino per piantarvene uno del-
ogni mezzo, recossi in Europa, im- la Visitazione. La religione vi fa
plorò aiuto, e r el>be principalmen- sempre progressi, ed il clero della
te dalla congregazione di propagan» diocesi ascendeva a circa i5 preti;
(la fide, che inciuque rate gli sora- concorrono pel mantenimento de-
tninistrò ventimila scudi , e dalla gli ecclesiastici le pie oblazioni dei
pia società Leopoldina di Vienna; fedeli. I pochi indiani che viveva-
quindi iuipiegiuidolo santamente e no in questa diocesi, a poco a po-
t'on economico accorgimento potè co si ritirarono al di là del Missis-
«•rigere chiese ed utili stabilimenti. sipì.

Nell'Alabama vi sono sette chiese. MOBILI FESTE. Chiamansi fé-


In Mobile la chiesa cattedrale fu ste mobili quelle che non si cele-
fdìbricata e dedicata alla ss. Con- brano nello stesso giorno tutti gli

cezione dal vescovo, essendosi bru- anni, cioè domeniche di settua<


le

ciata l'anteviore nel 1827. In Spring- gesima, quinquagesima, le Ceneri,


Iiill vi è la chiesa di s. Giuseppe; Pasqua, l'Ascensione, la Paritecosle,
in Sommerville quella della Visita- la Trinità e il Corpu.f Domini.
'imiXQ ; in Aloiint- Veruon quella di Questo dipende dalla festa di Pa-
MOC MOD 2ti5
sqiia fissata dalla Chiesa alla dome- sentalo ad altro concilio dal prete
nica dopo il plenilunio di marzo, Giorgio; Teognosto sedeva nel i02<S;
cioè dopo il plenilunio che segue Leone assistè al concilio del patriar-
l'equinozio della primavera, ossia ca Luca Crisobergo, ed a quello
il 2 1 marzo. Pedi Pasqua, Calen- della condanna di Soterich Panleu-
dario, Festa. geno eletto patriarca d' Antiochia ;

MOCCA (s), alliimenti detto Luca fu a quello del 167 sotli» i

Cronano. Fioriva ai len)pi di s. lo stesso Crisobergo; N....; Pachyui;


Congallo, e fondò il monastero di N ordinato da JMetroCane pa-
Balla nella Connacia, divenuto poi triarca di Costantinopoli dopo il

una Mori in età di cinquan-


città. concilio di Firenze. Oiicns chrisl.
tasei anni e Colgano ne'suoi atti
; t. I, p. 4o8.
de'sanli d'Irlanda mette la sua morte MODAJNO (s.), abbate. Si con-
ai 3o di marzo del GSy. 11 Butler sacrò a Dio nel monastero di Dry-
lo riporta il i.° di gennaio. burgh presso Maiiros, uno dei piìi

MOCESA Mocyssus, Jnslinia-


, conosciuti della Scozia, l'anno 52"?..

nopolis. Sede vescovile della Cap- Mortificando la sua carne co'lu


padocia, nell' esarcato di Ponto, e- pratica delle più grandi austerità,
letta in metropoli nel VI secolo, intertenevasi sei o sette ore del
ed in esarcato della terza Cappado- di nell'eserci/io della preghiera e
cia nel Xlll, con
Nazianzo arcive- della contemplazione, aHlne di giun-
scovato cui erano soggetti quattro gere alla perfezione evangelica. Ad
sudraganej. Essendovi in una rasa onta della sua profonda umiltà, i

campagna presso Cesarea il forte religiosi del monastero lo elessero


Mooeso in islato rovinoso, Giusti- a loro abbate. Fu zelante pel con-
niano I lo fece atterrare, ed innal- servamento della disciplina; ma il
zato un muro sul colle assai er- suo zelo fu mai sempre moderato
to, in quel recinto fece fabbricare dalla <lolcez7.a e dalla carila. Pre-
chiese, ospedali, bagni
ed altri e- dicò la itati a Steiling, nel vicina-
difizi. Lo stesso imperatore avendo to di Forili , e singolarmente a
formato una terza provincia di Falkirk. Di quando in quando e-

Cappadocia, dividendo la seconda, gli interrompeva le sue tàtiche a-


destinò Mocesa per metropoli di postoliche per ritirarsi sulle monta-
questa terza Cappadocia che chia- gne di Dunbarton , ove passava da
mò dal suo nome Giuslinianopoli. trenta a quaranta giorni nell'eser-
Tu Ita volta, perchè il concilio di cizio della contemplazione. Mori
Calcedonia aveva regolate le prò- nel luogo del suo ritiro, nel setti-
vincie ecclesiastiche per modo che mo secolo, sebbene alquanti autori
non potessero essere cambiate da portino opinione che morisse pi fi
"verun' altra disposizione del prin- tardi. Le sue reliquie ne'tempi pas-
cipe, Mocesa ancor non godeva i sati erano a Rosneith, in una chie-
diritti metropolitani all' epoca del sa del suo nome. E anche primo
VI concilio generale. Ne furono ve- protettore della gran chiesa di Ster-
scovi, Pietro che nel 536 assistè al ed è onorato in singoiar mo-
liiig,

concilio di Costantinopoli; Teodosio do a Dunbarton ed a Falkirk. La


che fu al detto c(jncilio generale; Teo- sua festa si celebra giorno
il
4
pi.iiijilo ivi al \ Il ; N.... venne rappre- febbraio.
a86 MOD MOD
MODENA {Mutinen). Città con famigerato è Antonio Allegri pit-
residenza vescovile, illustre e nobile tore, più conosciuto sotto il nome
d'itiiiifi, capitale e sede del duca di Correggio. I suoi signori, bene-
del ducato del suo nome, come di meriti per aver cooperato in cac-
tulli i domitiìi Estensi, situata nel- ciare d'Italia i saraceni e domina-
Ja destra riva della Secchia e sul- tori in Parma (da essi uscì l'An-
la sinistra del Panaro, in una fer- tipapa Clemente [Fedi), da IH
tile ed amena pianura, non tanto conti divennero principi e feuda-
umida come per lo passato. È di- tari dell'impero. Derivando la ce-
stante i5 miglia da Reggio, 20 da lebre famiglia da Gilberto o Gui-
Bologna, 35 da Mantova, e 60 da bei lo, figlio di un antico conte di
Firenze. La posizione geo-
di lei Aubsburg, Federico III riconobbe
grafica è longitudine 8' 36, latitu- essere del ceppo medesimo, e nel
dine 44" 38'. Il ducato diModena i^^i gli cognome d'Austria:
die il

si forma da quello di Modena pro- del suo antico facemmo parola a


priamente detto, da quelli di Reg- Fascia. Decaduto per gravi colpe
gio e Mirandola {^f^cdi), dai prin- dal feudo d. Siro ultimo signore
cipati di Correggio, di Carpi {^Ve- di Correggio, in occasione della
di) e di Novellara, da patte della guerra diMantova e per aver ,

signoria di Garjagiiana , e dalla falsalo moneta fu dall' imperato-


,

fAlili già na {^Vtdi) Estense. Confina re nel i633 spogliato di tulli i

col distretto di Guastalla, col re- suoi diritti, a condizione di poter-


gno Lombardo-Veneto, da cui è in li ricuperare coll'esborso di 280,000
parte diviso dal Po, cogli stati del- Vi supplì
fiorini d'oro. la Spagna
la Chiesa (cioè colle legazioni di ed ebbe Correggio nel iG35 in
Bologna e Ferrara ) che tocca so- deposito, finché indusse l'imperato-
pra due parti del corso del Pana- re a concederlo al duca di Mode-
ro, col granducato di Toscana, e col na Francesco I, coll'obbligo di rim-
ducato di Massa- Carrara [Fedi), borsare di quella somma il regio
il quale appartiene eziandio al du- erario, e di dare a d. Maurizio
ca di Modena, dopo che fu aggie- figlio di d. Siro la facoltà di re-
gato al di lui ducato a' i4 "o- dimere il feudo con l'esborso della
vetubre 1829 per morte della du- somma medesima ma non aven- ;

chessa Maria Beatrice d'Este, arci- do questi potuto mai farlo, venne
duchessa di gloriosa rimembranza. ad un accordo col detto France-
Quanto a Correggio non
e Novellara, sco I (che secondo alcuni pagò
avendo ailicoli, ci limiteremo qui a 20,000 scudi alla Spagna ) al ,

darne una semplice indicazione. quale cedette ogni sua ragione sul
Correggio, Corrcggium, Corrigia, principato nel 1649, estinguendosi
principale avente la città del suo la linea maschile nei 171 i in

nome per capoluogo, ov'è il palaz- Mantova. Novellara, con città ca-
zo degli antichi signori della celebre pilale del ebbe già il
principato ,

famiglia de' Correg^eschi, con duo- titolo di lungamente


contea, e fu
mo decoro^io nobilitalo da privilegi posseduto qual principato d'un ra-
pontificii, come di Gregorio IV, mo cadetto della famiglia Gonzaga
Innocenzo II, e s. Pio V, patria de'duchi di Mantoi'a (Fedi), indi
d'uomini illustri^ fra' quali il più uuilo al ducato di Modena nel 1737.
MOD MOD 287
Il ducalo di Modena ossia il e note le acque termali della Pie-
Modenese, dopo aver appailenu- ve Fosciana in Garfagnana, e quel-
to a^li cliuschi, ai galli boi, alla le minerali di arandola e di Mo-
repubblica romana, agi' imperatori reali presso Modena. Le salse o
romani e greci , ai longobardi, ai vulcani freddi si trovano in un.i
suoi propri conti; dopo esseisi go- zona di colline parallelamente alla
vernalo in forma di repubblica in linea che divide il colle dal piano,
conseguenza della pace di Costan- ed in vicinanza ai filoni copiosi
za, ed essersi eletto a signori gli di gesso e di selenite. Abbonda di
Estensi marchesi Ferrara [Fe-
di produzioni e di manifatture, con-
di), fu eretto in ducato nel 14^2 tando piti di 5i 1,000 abitanti
didl'iniperatore Federico 111. Occu- compreso il ducato di Massa Car-
pato il ducalo di Modena nel 1
796 rara che ha il suo vescovo com«
dai francesi, foimò successixaiuenle r hanno Modena, Reggio di Mode-
parte delle repubbliche Cisalpina, na e Carpi. 11 ducato si divide nel-
Cisalpina-ltaliana, e finalmente del le quattro provincie di Modena,
regno d'Italia. Sotto di questo le Reggio, Gaifagnana e Lunigiana
provinole di Modena e di Reggio Estense: quella di Modena è sud-
formarono il dij)artimento del l'a- divisa in venti cornimi. Il ducalo
iiaro e del Croslolo, e la Carla- è ora posseduto da una linea del-
gnana fece parte del principato di la casa d'Ausilia, cil il sovrano è

Lucca. Alla cessazione del regno assoluto e prende titoli di arci- i

italico, nel 181 4 il ducato di Mo- duca di Austria, principe reale ih


dena venne restituito alla casa re- Ungheria e di Roemia, duca di
gnante. Modena, di Reggio, ili Mirandobi,
La parte meridionale del du- di Massa e Carrara. Il ducato è go-
calo di Modena è attraversata vernato da quattro ministeri , cioè
dall'Apennino s<'ttenlrionale , o degli all'ari esteri , di pubblica e-
Alpe Apuana, eh "estende raniìfjca- conomia ed istruzione, di finanza ,,

zioni su quasi tulio il ducato, in- e del buon governo incaricalo ilei-
nalzandosi al sud il monte Cimo- l'alla polizia, olire il consiglio di
ue Tranne
. la Lunigiana e la stato, e il dipartimento di grazia
Garfagnana situate sul versatolo e giustizia Modena, Reggio, Mas-
:

meridionale degli Apennini, ed ir- sa-Carrara e Garlagnana hanno


,

rigate dal Serchio tributario del governatori. Evvi un tribunale tli


MediUnaneo , il ducalo appailiene giustizia in Modena e in Reggio,
al buc.iwj del Po, e gli manda le tribunali che fanno reciprocamente
sue mediante la Enza, il
accfue le veci di tribunale d' appello. Ji>

Croslolo, Secchia o Gabello, ed


la Modena e Reggio vi sono pure
il Panaro o Scoltenna; si osserva- uhici di conciliazione, e »iel duca-
no nella parte settentrionale i ca- to più giurisdicenze, lanlo per gli

nali di Carpi e di Modena. Que- affari che pei eliminili.


civili ,

llo ducalo è in generale fertile e L'amministrazione de'coinuni è af-


ben coltivalo , e quantunque la fidata ai podestà ed ai sindaci. 11

quarta parie del territorio sia ducato di Massa -Carrara reggesi


bassa e piana ,
pure il clima vi tuttavia colla slessa forma di go-
è sano e temperato. Sono usale verno con cui reg^c vaisi sullo la
288 MOD MOD
defunta lodata duchessa. Il suo 28,000 abitanti. Le sue strade so-
degno figlio, l'immortale Francesco no selciate di ciottoli, ed a mag-
IV, d'accordo col Papa Gregorio gior comodità della gente ha mar-
XVI, rettificò le leggi in opposi- ciapiedi proporzionali alla larghez-
KÌone dell' immunità della Chiesa, za delle vie, non che portici, alcuni
foro vescovile massime criminale, de'quali spaziosi e vaghi, come
e sopra altri punti di disciplina, sarel)bero quello del collegio prin-
al modo che con edificazione in- cipalmente, e gli altri del palazzo
dicammo nel voi. XXXIV, p. 38 comunale sulla piazza, e dell'anti-
del Dizionario. In Roma sua al- co seminario annesso alla catte-
tezza reale il duca di Modena life- drale. Il ducale con mae-
palazzo
ne un itica ricalo d'afTari presso la stoso frontespizio, sul disegno del-
santa Se(\e. La forza armata è l' architetto Bartolomeo Avanzini
composta di un corpo di dragoni, romano, è tra i più belli di Eu-
del corpo del genio e di artiglie- ropa^ e mollo vi fece lavorare con
ria, di quello dei pionnieri, del splendidi ornamenti il duca Fran-
battaglione dilinea diviso in due cesco IV ,
per cui è sontuoso e
compagnie di granatieri e sei di fu- sorprendente, con deliziosi giardini
cilieri d'una compagnia di vete-
, e grandiose scuderie. Stanno nel
rani, del corpo de'caccialori del Fri- palazzo medesimo una stupenda
gnano diviso in quattro compagnie, galleria di quadri nel grande ap-

e del battaglione urbano diviso in partamento, eh' è una meravigliosa


sei. Si aggiunga una compagnia scuola per gli arlistì che vogliono
di deposito, guardie campestri e profittarne ; la ricchissima e pre-
urbane volontarie. ziosa biblioteca Estense, fornita do-
Modena, Mulina , cos'i chiamata viziosamente di più di 100,000
dal Muratori, dal Tassoni Modana, volumi stampati, e di oltre 3, 000
e dall'Amenta Modona, è residen- manoscritti o per
pregevolissimi
za del sovrano e dei tribunali su- l'antichità , magnifiche
o per le

premi. In passato prima dell'addi- miniature di cui vanno adorni, o


zione erculea di Ercole II o accre- per le classiche opere che conten-
scimento della vecchia città, e del- gono ; biblioteca la quale vanta
la fondazione della cittadella, aveva fra i suoi prefetti uomini celebra-
un'antica cinta con torri, e la roc- tissimi, cioè il famoso geografo Ja-
ca o castello era nel luogo ove ora copo Cantelli ; il p. ab. Bacchini ;
esiste il ducale palazzo. Tali forti- il sommo Lodovico Muratori di
ficazioni furono demolite, non le Vignola nel Modenese, che vi pre-
moderne, esistendo quasi lutti i ba- siedette per 5o anni ; il celebre p.
stioni, e della cittadella non essen- Zaccaria gesuita ; il p. Granelli ge-
done slato demolilo che uno, ra- suita, teologo e oratore assai di-

sali i parapetti , colmale le fosse, stinto, ed il tanto benemerito del-


distrutte le opere esterne di terra. le lettere italiane ab. Girolamo Ti-
Piccola parte delle fabbriche della raboschi, per 24 anni
che n'ebbe
cittadella sono ad uso di ergastolo, la direzione.museo numismati-
Il

le altre quartieri .di soldati, padi- co aggiunto alla medesima biblio-


glioni d' ulllziali e di armeria. La teca contiene oltre 26,000 meda-
popolazione di Modena è di circa glie antiche, fra cui è preziosissima
MOD MOD 189
la serie delle medaglie greche. Il pitolare è ridondante di pergamene
rinomatissimo archivio segreto du- e carte antiche della più grande
cale è uno de'piìi rispettabili che importanza comprovanti i suoi
,

si conoscano in Italia, e che som- molti privilegi, i quali rimontano


ministrò al gran Muratori molle all'epoca di Carlo Magno. Annessa
peregrine notizie per illustrare i co- alla cattedrale è la torre maggio-
stumi de' bassi secoli, non che la ré, una delle più belle dell'Italia,

vetusta potenza e grandezza del- verisimilmente eretta all'epoca suin-


la prosapia Estense. L'osservatorio dicata, almeno la parte quadra-
astronomico è fornito de' più op- ta fino alla quinta iinpalcalura o
portuni e strumenti di
migliori cornice ,
poiché il restante fusto
Amici, Keinchebac, Fraunhofer. Il quadrato ottagono piramidale e
palazzo della comunità decoralo di gli ornamenti che l'abbelliscono so-

magnifica sala, è pure rimarchevo- no del secolo XIV e dei tempi ,

le anco per le pitture a fresco, e in cui Modena soggiacque a Pas-


per quanto operarono Guido
vi serino Bonacossi. Il Cancellieri a
Mazzoni e Antonio Begarelli ce- p. 1 5o delle sue Campane, osser-
lebri plastici modenesi. va che non si sa in qual tempo
Modena conta più di 25 chiese, e fu innalzata sì vasta e magnifica
fra queste otto parrocchiali più degne torre, giacché non può prestarsi
di menzione, oltre la cattedrale, cioè fede al Vedriani che fosse eretta
quella di s. Doraenicoj reale parroc- fin dai tempi di Desiderio re dei
chia della corte di s. Vincenzo, di
, longobardi : essa però certamente e-
8. FrancescOj del Carmine, di s. A- sisteva nel 1224, almeno nella
gostino o Maria Pomposa, della
s. sua parte inferiore e quadrata, nar-
Beata Vergine del Voto, di s. Bar- randosi dal Muratori negli Annali
tolomeo, di s. Carlo e s. Pietro, di Modena, t. XI Rer. Ital. p.
in alcuna delie quali, e particolar- 58, e nella Cronaca di Gio. da
mente in questa ultima, si vedono Bazzano, ivi, t. XVj p. 569, che la
pitture e statue assai buone, per torre di s. Geminiano fu occupata
non dire di altri pregi. La fab- da uno de'partiti in cui Modena
brica del duomo o cattedrale, ove era divisa, e che però ne nacquero
si venera il corpo di s. Geminiano gran tumulti fra' cittadini. E alta
vescovo e protettore della città, e- braccia i64e oncie 8 modenesi; vol-
sleriormente incrostata di marmi, è garmente viene detta la Ghirlandinay
magnifica massime per riferirsi al ed in essa conservasi la famosa sec-
finire del secolo XI ed al princi- chia di legno , trofeo delle guerre fra
pio del XII, in cui fu innalzata, i Petroni ed Geminiani, cioè deii

ed è a considerarsi l'architettura bolognesi e modenesi , della quale


di essa, la .quale non presenta tut- con tanta amenità cantò festevol-
te quelle bizzarrie, che fecero poi mente il rapimento Alessandro Tas-
distinguere il gusto detto gotico ; soni modenese, celebre poeta, ma!
anzi se ne Scosta in un carattere prin- piccante e satirico. La principale
cipale, quello di avere tutti gli ar- sua fama deve al poema eroi-
la
chi di forma semicircolare, e non comico della Secchia rapita^ com-
a .sesto acuto, tranne quelli della posto da giovine in sei mesi. Ri-
tolta delle tre navi. L'archivio ca- corda due epoche del secolo Xlli
voi, xit. »9
290 MOD MOD
e XIV, ed una di quelle ostilità vogliono che 1' accademia
alcuni
tanto frequenti allora fra le città fosse fondata da Giovanni Grilicnzo-
italiane, e quando i modenesi ar- ni dotto modenese; ma si legge nel-
rivati fino a Bologna s'impadioni- la sua biografìa, che l'accademia è
rono di una secchia di legno, e a lui anteriore, ed esisteva già
delia catena di cui era appesa al quando Porto insegnava a Modena,
pozzo, e qual segno di trionfo la poiché n'era membro; piuttosto es-
sospesero nella Torre. sere fondatore di altra accademia
Nel cosi detto albergo Arti, ove ove si discutevano classici lavori
risiede l' intendenza generale delle con calma letteraria, indi turbata
opere pie, evvi la casa di ricovero neir epoca della riforma da contese
con magnifici luoghi, il monte dei di religione : Grillenzoni mori nel
pegni, ec. ; e nei loggiati del suo i'ti5i, lasciando gli Statuti di me-
primo maestoso corridore fu ulti- dicina approvati da
Ercole II, ed
niamente collocato il museo lapi- un Trattato delle famiglie di JSlO'
dario delle antiche iscrizioni roma- dena, opera che andò perduta. Ag-
ne e dei grandi sarcofagi che già giunge il chiaro storico, che l'ac-
erano nel clauslro del duomo, non cademia ebbe la sua crisi nel \5Zj
che di quelle dei bassi e più infe- a'tenipi di Lutero e di Calvino, cui i

riori tempi. Di contro all'albergo errori pareano volessero infestar l'ac-


Arti si vede 1' ospedale degl' infer- cademia ; e che nel iSSg fu aper-
mi, civile e militare, a cui sono ta in Modena accademiaun' altra
annessi il teatro anatomico e la ca- dal conte Sartorio ed il Ser torio,
sa degli esposti. Ha Modena una conte Ferrante Tassone, che pel du-
università divisa in licei convitti, ca Alfonso II reggeva la ciltà, fu
legale , medico
matematico, il e eletto in protettore . Alfonso HI
qual ultimo è annesso al real cor- tenne un' accadeuìia che scicnlilica,
po de* pionnieri ; una florida acca- finì con lui. Verso
ebbe il 1680
demia di belle arti, e più altri principio l'accademia de' Dissonan-
scientifici stabilimenti. Aggiungere- ti, terminata nel l'^Qi. JNel ly^i
mo, che tra le primarie accademie venne fondata quella medica dei
d' Italia merita di essere per ogni Congcttnranti; indi nel tySS vi fu
rispetto celebrata la reale accade- aperta altra accademia di belle let-
mia di scienze, lettere ed arti, la tere per la nascita di un principe
quale distinguesi tra le altre pegli ereditario della casa Estense,
e si
utili concorsi che apre
annualmen- celebrò nella chiesa de' gesuiti. Nel
te, e pei premi che conferisce ad 1796 accolse Modena la società i-

incoraggimento de' talenti, e ad in- taliana delle scienze, che governo il

cremento delle buone discipline: con Estense protesse con magni licenza,
programma del i845 la soviana ma il marchese Rangone avea già
munificenza di Francesco IV isti- nel proprio palazzo stabilito un'ac-
tuì sei premi Il d'onore.
conte cademia di scienze con annuo pi-e-
Mastai Ferretti, Recaci, d' Europa^ mio. Maria Teresa fondò l'accade-
p. 64, rifijrisce che l'accademia di mia di pittura, scultura e archi-
Modena fu eretta sul gusto di quel- lettura, cioè la scuola reale delle
la di Bologna, e fu celebre per la belle arti. 11 celebre arciprete della
dottrina di Azione giureconsulto: cattedrale d. Giuseppe Baraldi ai
MOD MOD 291
tempi nostri volendo rlifendere la qui noteremo che nel collegio di
conciilcat« religione e la schernita s. Bartolomeo de' gesuiti, depose le
Tirtù, stabilì nella propria casa una insegne vescovili e cardinalizie il

adunanza di parecchi a lui conformi venerando cardinale Carlo Odescal-


d'indole e di studi, ed incomincia- chi {^Vedi), per vestir l'abito della
rono nel 1822 coi tipi reali degli compagnia di Gesù, e in esso poi
eredi Soliani a pubblicare le Me- santamente mori, tumulandosi il
morie di religioiir, di inorate e di cadavere nella chiesa contigua. Vi
leKeralura in Modena, (;he nel i83i sono due accademie filarmoniche, e
giunsero a tomi XX. Indi dopo la due principali teatri, quello della
morte del benemerito prelalo Baral- corte ed ilcomunale. Modena è
di, medesimi dotti collaboratori nel
i patria di moltissimi uomini illustri
i832 incominciarono la pubblica- che fiorirono in santità di vita, in
zione della Continuazione delle me- dignità ecclesiastiche, nelle scienze,
desime 3Iemorie, che felicemente si nelle arti e nelle armi, essendo
prosegue ; colle/ione infinilaraenle sempre stati munifici e benemeriti
utile e preziosa per quanto riguar- mecenate dei dotti e degli artisti i
da la religione e la letteratura, la magnanimi principi Estensi, come
<lifesa dell' altare e del trono, e dichiarammo all' articolo Ferrara.
mollo interessante la storia eccle- Oltre quelli che nominiamo in que-
siastica, anco per le notizie biogra- sto articolo, qui solo ricorderemo
fiche e bibliografiche che contie- fra i tanti: Nicolò dell'abbate pitto-
ne. sono le aiìtorevoli te-
Molte re, Gio. Maria Barbieri, Lodovico
stimonianze di grandi vantaggi re- Castel vetro, Gabriele Falloppio a-
cati da questa società rispettabile «atomico, Francesco Maria Molza
alla religione, alla morale e alla poeta , Tarquinia Molza, Geminia-
letteratura, per lo che zelanti au- i no JMonlanari astronomo, Raimon-
tori furono incoraggiti ed encomia- do Principe Montecuccoli, Bartolo-
ti da Pio VII, Leone XII, Pio meo Schedoni pittore, Carlo Sigo-
Vili, e da Gregorio XVI che fece nio storico, Ugone Rangoni, Gio.
il liaraldi prelato domestico e prò- Francesco Forni; Nicola, Gherardo,
tonotario apostolico. Abbiamo dal Annibale e Guido Rangoni celebri
eh. Giuseppe Riva, Discorso intorno militari; il giureconsulto Nicola Mat-
la l'ita e le opere di nionsig. Ba- tarelli, famoso poeta Fulvio Te-
il

raldi ec. Modena 1882 per G. sti, il prelato Giuseppe Baraldi, ed

Vincenzi e compagno. altri molti, avendo anche in que-

In Modena vi è il collegio dei sti ultimi tempi dato dei primi ma-

nobili, sotto la direzione de' preti gistrati e dei militari di nome al


secolari,da cui uscirono allievi che cessato regno d' Italia. Abbiamo da
onorarono le lettere, le scienze, la Lodovico Vedriani : Memorie di
politica e le armi. Ha pure vari molti santi martiri, confessori e bea-
altri stabilimenti di beneficenza, di ti modenesi, Modena i663 con
istruzione, di cui parleremo poi, e molte figure. Vite ed elogi de' car-
fra gli altri l'educandato di s. Pao- dinali modenesi cavati da molti au-
lo per cento donzelle di bassa con- tori,Modena 1662 pel Soliani. Giro-
dizione, quello de' bernardini e fi- lamo Tiraboschi, Notizie de'pittori,
lippini, delle sordemute, ec. Solo scultori, incisori ed architetti viodene-
-

29^ MOD MOD


si, con un'appendice de'professori di dalla strada Emilia, e da quella di
musica, Modena 1786. Del medesimo comunicazione colla Toscana. Que-
ivi nel 1824 Ju pubblicato: Dizio- sta ultima eraulatrice delle opere
nario topografìco-storico degli sta- romane, e dal celebre Alfieri deno-
ti Estensi. Ecco i nomi de' dieciot- minata veramente poetica, fu aper-
to cardinali modenesi, le cui noti- ta da Francesco III, e percorre si-
zie si possono vedere agli articoli no al confine toscano per circa 60
delle rispettive biografie, qui po- miglia, passando per le grosse ter-
nendo ad ognuno la data in cui re di Formigine, Pavullo, Fiumal-
furono creati cardinali. 1061 Paolo bo, Pievelago. Nel grazioso villaggio
Boschetti. 1088 Pandolfo Rangone. di Buonporto, situato nel punto o-
iSyS Tommaso Frignano. i5oo ve il canale naviglio modenese, che
Giambattista Ferreri. i5ìj Ercole prendendo corso in Modena presso
Rangoni. i536 Jacopo Sadoleto . i fondamenti dell' antico castello,
1542 Tommaso Badia. iS/^i Gre- sbocca nel Panaro, riuscendo van-
gorio Cortese. i55i Pietro Berta taggioso al commercio della capita-
no. i55i Sebastiano Pighini. iSgS le, per la comunicazione che pel
Alessandro 1641 Rinaldo
d' Este. Po gli deriva dall' Adriatico, vi si

d'Este. 1686 altro Rinaldo d'Este. rimarca l'artifizioso sostegno innal-


1743 Fortunato Tamburini. 1753 zatovi a tutela della navigazione.
Giuseppe Livizzani. 1785 Carlo La città antichissima di Modena
Livizzani. 1787 Filippo Carandini. si trova primieramente ricordata
1823 Antonio Frosini. dagli antichi scrittori nell' anno di
Ogni lunedì si tiene in Mo- Roma 536, essendo consoli P. Cor-
dena un fioritissimo mercato di nelio Scipione e T. Sempronio Lon-
bestiame grosso e minuto, ec, ; si go, ed era fin d'allora una città
fa anche particolare commercio di forte e cinta di mura. 11 Modene-
ottimi vini , eccellenti acquavite ,
se viene dai geografi chiamato,
superbo aceto distillato , e tra i tratto dell' Etruria transpennina,
salati sono famosi i zani-
di maiali quindi della Gallia Togata, priuia
poni di Modena
j si fanno va- che soggiacesse alla romana domina-
ri tessuti, cappelli di paglia, ed zione. Modena è probabile sia stata
altro. Dagli statuti modenesi del- fondata dagli etruschi 184 anni a-
l'anno i3o6 si rileva, che facevasi vanli la nascita di Gesù Cristo; an-
una gran fiera con copioso concor- zi Tito Livio dice espressamente
so de' paesani confinanti, tre giorni che campi intorno a Modena, pri-
i

prima e tre dopo la festa di s. ma che fosse dedotta colonia roma-


Geminiano. Nel declinar del 1846, na (il che accadde nel 5j i di Ro-
nella città si attivò l'illuminazione ma), erano dei galli boi, e da prin-
notturna a gas. Ottime sono le sue cipio furono degli etruschi. Nel
acque bevibili e celebrate e da
, 567 di detta era M. Emilio Lepi-
molti scrittori ricordate le fontane dio condusse da Piacenza fino ad
modenesi. Il naturalista può tro- Arimino o Rimino la via che da
vare buon pascolo, osservando at- lui venne detta Emilia. Fu dopo
tentamente agro, i monti e le
1 la sconfitta data da Manlio ai gal-
acque medicate del circonvicino li boi, che venuta Modena in pote-

paese . Modena viene intersecala te de'rooiani, fu dichiarata colonia


MOD MOD 293
illustre. Cinque anni dopo eli' era gione de'vantaggi incredibili che ne
idiv(,iiula colonia romana, la città seguirono, piacque altamente 1' ol-
fu occupata dai liguri, ma ben to- traggio di essere assediati. Dopo la

sto loro ritolta dal proconsole Ti- metà del IV secolo serbava Mode-
Jiei'io Claudio. Indi si rese famosa na poco della antica sua grandezza,
principalmente per l'assedio che vi e nell' invasione del tiranno Mas-
sostenne Bruto dopo 1' uccisione di simo nell'anno 887 ne seguì l'e-
Giulio Cesare, contro il triumviro strema rovina quale la descrive
,

Marc' Antonio. A questi tempi la s. Ambrogio 89 a Fau-


nell' epist.

colonia modenese fu appellata Urbs stino, chiamò con Reggio,


che la

felicissima, da Cicerone chiamata Brescello, Bologna ed altri luoghi,


alla presenza del senato e popolo seminitarum urbium cadavcra. In-
romano firmissima et spUndicìissi- di peggiorò la condizione di Mode-
ma .... Jìilissima et fortissima ... na per r irruzione de' barbari che
et florentissima, e per la sua ric- successivamente occuparono l'Italia,
chezza da Pomponio Mela assomi- e parlando di s. Geminiauo diremo
gliata a Patavio et Bononiae. Dopo quanto riguarda gli unni di Attila
la liberazione dell'assedio di Mode- che calò in Italia nel 4^^. I goti
na vollaronsi le cose, e Bruto tra- di Alarico inferociti per la rotta di
dito dal senato e dai suoi, fu pre- Pollenza, nel recarsi a Roma de-
so ed ucciso, e Marc'Antonio, con- vastarono Modenese, specialmen-
il

giuntosi a Lepido e pacificato con te Modena e Reggio. Verso il Sgo


Ottaviano Augusto, tornò nelle con- r imperatore Maurizio la tolse ai
trade modenesi quando si tenne il longobardi collegato coi franchi ,

celebre congresso del triumvirato in entrandovi i greci combattendo.


Tut-
un' isola del Beno, presso Bologna, tavolta Modena non potè risorgere a
ed a lui toccò tutta la Gallia di cagione delle lunghe guerre tra i
qua e di là dalle Alpi, tranne la longobardi ed i greci padroni del-
IVarbonese, e perciò Modena istessa l' Esarcato. Era questa città da
rimase sotto il suo impero. Inimi- quella parte il confine del regno
catisi Marc' Antonio e Ottavianp, longobardico, e però sottoposto alle
questi riportò vittoria sopra di lui continue incursioni e molestie dei
a Modena, divenendo poscia assolu- nemici. Allora i fiumi e torrenti
to signore dell' impero romano. Co- senia freno alcuno scorrevano per
sì colla guerra modenese dell'anno le campagne, con giungere ad al-
di Roma 711 ebbe fine la repub- zare il terreno sopra l'antico suolo
blica romana e principio l'impero, di Modena parecchie braccia. Nel-
che presto successe al triumvirato. l'entrante del secolo VII Agilulfo
Divenne Modena celebre per la l'e Modena,
de' longobardi ricuperò
fabbrica di vasi di terra cotta, e e il confine de' suoi stati tornò ad
simili manifatture, per cui Plinio essere fra Modena e Bologna, nou
ne vantò la vaghezza. Neil' anno comprendendosi Modena nell'Esar-
3i2 di nostra era fu la città op- cato come taluni scrissero.
pugnata da Costantino Magno; il Luitprando re de' longobardi fon-
danno però recatole non fu grande, dò all'occidente e quattro miglia
e per fede di Nazario si narra, che lunge da Modena, sulla via Emilia,
3 questo ed altri luoghi, per ca- Città Nuova, appellata uelle vecchie
294 MOD MOD
carte Claudia, per cui, o per la de- mori agli 8 luglio nel castello di
solazione in cui trovavasi Modena, s. Cesario presso Modena il l*iipa
la maggior parie del popolo passò Adriano 111, e fu sepolto nel mo-
ad abitare in essa Città Nuova a : nastero di Nonantola. Modena ebbe
tempo del Muratori ne durava il poscia i suoi conti, quali nel seco-
nome e la chiesa parrocchiale, il lo IX reggevano le città, le provin-
resto essendo Questa ai
sotterra. cie e le castella con autorità non
tempi di Carlo Magno, benché fos- già ereditaria ma personale, per de-
se in fiore, non era esente da pa- cidere le questioni e condurre le

ludi, come si ha da vari monu- milizie. Essi ebbero molle questio-


menti; ma a poco a poco l'indu- ni coi vescovi ch'esercitavano il do-
stria degli uomini aumentò gli edi- minio temporale, e su .Modena, co-
fizi della città, come rendè abita- me il vescovo Guido. Nell'invasio-
bili e coltivabili quelle campagne. ne degli ungari nel secolo X, sof-
In Città Nuova vi risiedeva il ga- fri molto la città per le loro rapi-

staldo regio, uffizio eguale a quello ne. Nel io38 il vescovo Varino
de' conti o governatori, ed era mu- Ingonio ne divenne conte per l'au-
rata con castello o fortezza nelle torità dell' imperatore Corrado II.
sue vicinanze, venendo anco detto Il vescovo Eriberto verso il io56
Città Geminiana e Flexiana. L'area con permesso di Enrico III inco-
attuale dunque di Modena non è minciò la riedificazione di Modena.
già quella dell'antica città, che in Nel 1078 la gran contessa Matilde
più alto sorgeva nella via Emilia, [Vedi) donò alla santa Sede gran
che essendo perita in tante incur- parte del suo amplissimo patrimo-
sioni e calamitose vicende, come nio di cui era signora, e s. Grego»
narrano altri, sul finir del seco- rio VII lo ricevè qual feudo della
lo Vili mossi i principali possi- Chiesa. Molte di queste terre erano
denti delle terre modenesi , adu- situate nel Modenese e nel Reggia-
natisi nella chiesa di s. Gemi- no, olire tutta la Gaifagnana di cui

niauo sulla via Claudia, per le in- la contessa era sovrana come dei
sinuazioni di A niellano de' Magno- mentovati territorii, quale erede dei
ni divisarono di far jisorgere sul conti di Canossa signori di Reggio.
basso piano la patria, ne disegna- Per questo patrimonio nacquero poi
rono il recinto, e 1' impresa si' di- gravi deferenze, perchè gl'impera-
visero ; onde in bieve si vide cin- tori se ne vollero inq):idronire, e
ta di mura e di convenienti edili- talvolta l'ebbero anco in investitu-
zi, in modo che i popoli circostan- ra dui Pa[»i, lo che si racconta a
ti concorsero ad acciescere il nu- Germania ed altri relativi articoli.
mero degli abitanti. Questo stalo 11 Modenese soggiacque alle deva-
di Modena deve riferirsi a tempo stazioni di IV, perchè Ma-
Eiu'ico
posteriore, poiché dallo scrittore (Id- tilde difendevaGregorio VII, uui s.

ia vita di s. Geminiano
si lia che ne assediò in vano le fortezze, la
nel secolo X
suo aspetto era tut-
il Canossa del Reggiano il Papa ri-
tavia lagrimevole sembra però in- : cevette a'suoi piedi 1' inqieratore
dubitalo, che il vescovo Lcodoindo per interposizione di Matilde, a"!

verso V Sj i intraprese a cinger modo detto a s. Gregoiuo VII ;

Modena di nuove mura. TS'cU' ^5j ed ivi pur si lece meu/^iunc de^li
,

MOD MOD 395


altri luoghi del Modenese in cui si promettendosi reciproci aiuti. Era
recò spesso s. Gregorio VII, massi- preceduta la discordia sino dal 1 13[
me a Carpineto castello del Pieggia- per occasione de' nonantolani pro-
no. A Sorbara nel Modenese nel tetti dai bolognesi . Anticamente
1084 le truppe della confessa ri- passò quasi sempre una strettissima
portarono una significanle vittoria alleanza tra i modenesi e parme-
sugl'imperiali. Nel 1102 a Pasqua- giani, e questa rinnovata piìi volte;
le II la contessa rinnovò la dona- imperocché intervenendo sovente li-
zione suo pnlrimoiiio. Quindi
del ti e guerre fra Modena e Reggio ,
Pasquale II da Benevento nel i 106 i modenesi contenevano i reggiani
passò a Modena, dopo cli'erasi fatta la in dovere col braccio de'parmegia-
traslazione del corpo di s. Geminia- i)i. All'incontro fu per lo più lega
no dall'antica alia nuova basilica, e società fia i bolognesi e reggia-
ed agli 8 ottobre vi consagrò l'al- ni, per tener a freno gì' interposti
tare principale dedicato a tal santo (uodenesi.
vescovo, concedendo indulgenza, pre- Facendo parte Modena della lega
sente moltissimo popolo, e princi- lombarda, dopo un' ostinata guerra
palmente la contessa Matilde con di quìndici anni contro l'impera-
tutta la sua il iii5,
corte. Dopo tore Federico I, le città italiane si
in cui mori
gran contessa signo-
la videro stabilite in libertà e in repub-
ra di Modena, di Reggio e della bliche nella famosa pace di Costanza
Gajfagnana, non trovasi più men- nel 83, alla quale modenesi man-
I I i

zione di verun conte di Modena, e fu darono ambasciatori pure nell'atto :

questo il tempo in cui le città italia- della lega rinnovalo tra parmegia- i

ne cominciarono a rendersi indipen- ni e modenesi nel i 188, si dice sal-


denti dall'impero, e ad emanciparsi va la fedeltà all'imperatore e ad En-
dai legati imperiali che per lungo rico VI suo figlio, non che alla
tempo vi aveano esercitato autorità, società lombarda, e vi concorsero
come nel Modenese che adottò li- anche reggiani, per timore de* no-
i

bero reggimento. Secondo il Cecco- minati principi. Nel 1201 il popo-


ni, Rito di consacrar le chiese, Lu- lo di Modena si confederò con quel-
cio III a'22 luglio 1184 consagrò lo di Mantova, poscia assediò il

la cattedrale di Modena, essendo castello di Piubbiera ; ma in favore


compilo r edilìzio della basilica ; in de' reggiani s' interposero per la pa-
essa si adunarono il vescovo Ardi- ce gli ambasciatori de' parmegiani
zone, i consoli, i rettori, i cittadini e cremonesi nel 1202, essendo po-
di Modena, confederati per la co- destà di Modena Manfredi de Pizo
mune libertà, e fatta l' ostensione o Pichi o l*ico. I bolognesi arman-
del corpo santo del pationo, a lui dosi sovente per accrescere il loro
solennemente dedicarono il tempio, distretto colle spoglie de' vicini
concedendo indulgenza il Papa, che mentre nel i2o3 le milizie mode-
indi passò a Verona. Per rivalità nesi aiutavano i cremonesi, i bo-
municipali, fomentate da potenti fa- lognesi ne invasero il territorio col
miglie, scoppiarono guerre tra i carroccio, infestarono Bazzano, e in-
modenesi e bolognesi, che poi a cendiarono il castello di s. Cesario,
sicurezza del loro commercio si pa- spettanti a Modena. Innocenzo IH
cillcarorio nel 1166 e nel 1177, nel 1 2 1 3 fece intimare ai padova-
,

296 MOD MOD


ni di non molestare Aldobrandino che vi spedi il suo figlio Enzo re
marchese d' Esle, da lui investito di Sardegna, il quale rimase pri-
della Marca d' Ancona in tal con-; gioniero de' bolognesi a Fossalto
giuntura anche la città di Modena nel 1247} e mor\ in carcere,
spedì il suo podestà con forte stuo- Pare che non prima del 124'^ ^^ ''^'
io d'armati in aiuto della casa di pubblica di Modena battesse moneta,
Este. Avendo Innocenzo III ricu- leggendosi negli antichi annali di
perato molte terre della contessa essa a detto anno, primo coeplurn
Matilde, ne investì Salinguerra di Jiiit cadere numnios iti civitate Ma-
Ferrara, fra le quali ve n' erano linae. Però il Muratori pubblicò
nelle diocesi di Modena e Pieggio. il diploma di Federico II, spedito
Il successore Onorio III nel 12 17 nel 1226 in Borgo s. Donnino,
volle smembrare i castelli di Carpi dove alla città si vedono confer-
e Monte Baranzone, che concesse mali tutti i privilegi , e fra le
a'modenesi, lo che confermò con altre grazie si dice: Ex abundati-
annuo censo Gregorio IX. Nel 12 18 tiori quoque grada celsitadinis nO'
erasi rinnovata tra Modena e Man- slrae coiicedimus praedictae Civita-
tova la lega, e nel i225 altra ne tis communi , ut licilum sit eis

fecero i modenesi con Pistoia, per inonetam sub charactere nominis


la sicurezza delle strade e de' mer- nostri prò voluntaLe et commodo
canti delle due città. Bollivano nel suo cudere facere, et habtre^ ma'
1219 delle differenze fra comuni i gnam, vel parmm, quae ubique
Modena e Ferrara, perchè i fer-
di. terraruni imperii nostri expendatur
raresi tenevano serrate le strade et currat, et ei deheant nomeii pra

né permettevano il passo agli nomi- sua imponere voluntate, etc. Di


ni e merci de'modenesi pel loro questo Federico II, piuttosto che
distretto. Fecero ricorso modene- i del I, si trova poscia ripetuto il

si a Federico II, il quale ordinò ai nome nelle antiche monete di Me-


ferraresi ed a Salinguerra che li dena. 11 Mutina ne riporta questi
dominava, di non impedire passi i esempli di monete da lui vedute:
sotto pena di duemila marche di di argento nel museo Chiappin,!
argento; seguita però la concordia, che ha nel contorno Fe^/cr/cus e nel
Federico lì la confermò nel 1226 rovescio de Mutina. Altra del mu-
con diploma in Borgo s. Donnino, seo Bertacchini, con Fredericus e
Verso questo tempo negli Aigoni nel contorno Imperator, nel rove-
e nei Grasolfi ebbe pur Modena le scio moneta de Mutina. La terz^i
funeste fazioni de' Guelfi e Ghi- ha nel diritto /Izo Marchio, e nel-
bellini {Fedi). Al Papa Gregorio IX la sommità l'aquila, arma della .se-

nei 1236 si presentarono in Vi- renissima casa d' Este: il rovescio


terbo i modenesi amba.sciatori, fa- è simile al precedente. Questo è
cendo istanza perchè denunziasse Azzo Vili o X marchese d' Este,
scomunicati i bolognesi ipso j.ure, che nel 1293 succedette ad Obiz-
perchè erano venuti all'armi a zo li suo padre nel dominio di
danno del popolo contro la tregua Ferrara, Modena, Reggio, Rovigo.,
fatta, non sapendo trovar miglior Comacchio, ec. La quarta ha l'ef-

ripiego. Nelle guerre con Bologna figie di s. Geminiano, colle Ietterò

fu aitatala Modena da Fcdevico II, s. G^minia Mutinae Epis. Nel ro-


MOD MOD 297
vescio uno scudo colla croce^ arme tarono a Ferrara, presentarono le

della città, e nel contorno Respub- chiavi a Obizzo II, e si sottomise-


blica Miitinae . La quinta d'ar- ro alla sua perpetua signoria. Il

gento coir effigie e nome di esso marchese spedi a Modena il conte


santo, ha nel rovescio la croce col- Anello o Cicinello suo cognato per
r epigrafe Comunilalis Aiutine. vicario a prenderne possesso, e poi
Nel 1233 dal domenicano p. vi si recò con copioso corteggio ai
Bartolomeo da Vicenza fu fondato 23 gennaio 1289, venendo procla-
r ordine de' frati cavalieri della mato colla maggior solennità in un
Beata Vergine Maria Gloriosa, det- a' suoi discendenti perpetuo signo-
ti Gaudenti [P^edi), per prendere le re; e maritando ad Alda Rangoni
armi contro i perturbatori della il secondogenito Aldobrandino, da
pubblica quiete guelfi e ghibellini, questo matrimonio fu poi propaga-
e ne furono primi cavalieri e con- ta la discendenza degli Estensi. O-
fondatori bolognesi, reggiani, man- bizzo li restituì ai modenesi la pa-

tovani modenesi: l'ordine ebbe


e ce, con richiamar anco fuorusciti. i

commende anche in Modena. Frat- Dell'eccelsa famiglia d'Esle, sua an-


tanto nel calore de' parliti degli Ai- tica origine, stemma, nobiltà, ma-
goni e dei Grasoin, IModena e sua gnanime gi'sta, splendidezza, cele-
repubblica, divisa tra i nobili e la brità e potenza ne parlammo a
,

plebe, fu dominata dai propri cit- diversi articoli massime a Ferrara,


tadini, fra'quali meritarono distin- avendo parziali articoli lutti i car-
ta fama più individui delle fami- dinali di questa famiglia. Ivi pure
glie Boschetti , Guidoni, Rangoni , finché la signoreggiò ne descrivem-
Savignonij Grassoni. 11 perchè i mo in compendio la successiva stot
modenesi vedendosi sacrificali agli ria e vicende, non che le paci, le
adii civili, alle passioni ed ambi- alleanze, le guerre, gli avvenimenti
zione de' prepotenti, fecero partito ordinariamente comuni al Mode-
i più saggi di sottomettersi all' au- nese, al Reggiano ed altri domi-
torità moderata di un solo, sce- nii Estensi, laonde qui appresso ac-
gliendo un principe che ricondu- ceimeremo le cose di maggior im-
cesse la pace, sedasse le intestine portanza, potendosi il resto vedere
discordie, e comandasse a lutti. O- a tale aiticelo, siccome collegalo
bizzo -Il marchese d' Este, signore colla storia di Modena, Reggio
di Ferrara e di quegli altri luoghi Carpi, Garfagnana e Lunigiana.
nominati a quell'articolo, fu eletto A'i5 gennaio 1290 anche Reggio
dai modenesi per loro signore, di proclamò suo sovrano perpetuo O-
cui grande suonava la fama di guer- bizzo II, che colla sua ftimiglia se-
riero e potente, ed aveva nel 1282 guiva il partito guelfo, come fe-
colle sue armi e con quelle dei cero i sebbene alcuni
discendenti,
parmigiani e cremonesi difeso la divennero ghibellini con loro danno.
città quando bolognesi volevano
i Mori Obizzo II nel 1293, e gli
occuparla col carroccio . Pertanto successe Azzo Vili o X, ricono-
a'i5 dicembre 1288 il vescovo di sciuto per signore da Ferrara, Mo-
Modena fr. Filippo Boschetti, Lan- dena e Reggio lultavolta al suo;

franco Rangone, Guido Guidoni e fratello Aldobrandino 11 riuscì di


tari deputati del comune, si por- dominare in Modena ed altri luo-

,
298 MOD MOD
ghi sino i3a6. Nel i3o6 perle
al varo. Avendo questi dichiarato vi*
mene tie'bolognesi, de' Coneggcschi cario dell' impero in Italia Giovan-

e di altri potenti, Modena si ribellò ni re di Boemia, figlio dell' impe-


ad Azzo X, ingelositi per aver egli ratore Enrico VII, questo principe
sposato la figlia di Carlo II re di s'impadronì di Modena nel i33i.
Napoli ; allrettanto fece Reggio. Nell'anno precedente, a cagione del-
Nel i3o8 divenne erede di Azzo la vacanza dell' impero, Giovanni
X il nipote Folco, sotto la tutela XXI 1 concesse agli Estensi il vica-
del genitore Fresco naturale del riato di Fumale, benché dipendente
defunlo. Con l'aiuto del Papa riu- da Modena feudo imperiale, aven-
scì a Francesco, altro fratello di do assolto gli Estensi dille censure
Azzo X, di far espellere Fresco da incorse prima di ritirarsi dal segui-
Ferrara, subentrando a domi-egli re il Bavaro. Sotto Nicolò I e O-
narla sotto i ministri di Clemente bizzolll nel i336 gli fu restituita

Y, il quale nel i3i2 scomunicò i Modena a' 1 7 aprile, quando cioè


modenesi con l' interdetto alla città i guelfi e ghibellitii dimenticate le

per aver uccìso il nipote e ruba- antiche opposero al


inimicizie si

to il tesoro della cliiesa, al modo re Giovanni di Boemia, come frut-


nariato nel voi, XXIX, i3 del
p, to della stretta alleanza degli Esten-
Dizionario. Dice 1' Uglielli, che nel si coi fiorentini e loinl)ardi : cedet-
i3i2 Enrico VII imperatore occupò te loro la città Manfredo Pio che
Modena, e ne dicbiurò vicaro impe- n' era vicario pel re, e suo fratel-
riale Francesco conte della Miran- lo Guido.
dola, altri dicono che fu podestà Benedetto XII nella vacanza del-
di Modena. Nel i3i3 a Francesco l'impero coslituì vicario di Mo-
d' Este figli Azzo
successero XI i dena e Ferrara Obizzo 111, con in-
e Bertoldo perderono Mode-
; ma vestitura e tributo di diecimila
na, poiché nell'anno i3i9 l'occupò fiorini, laonde vuoisi che gli Esten-
Manfredi Pio primo signore di Car- si, come i più antichi vicari della
pi, e ne fu dichiarato vicario im- Chiesa, posero nel loro stemma le

periale: per un tempo la dominò chiavi col triregno pontificio ; al-

pure Passerino Bonacossi signore tri dicono che tali insegne furono
di Mantova. Lodovico il Bavaro inquartate pel gonfalonitrato di s.

nel i323 fece lega cogli Estensi, Chiesa dato al duca Borso da Pao-
e nel i324 concesse ad essi l'investi- lo II, il cui successore Sisto IV
tura de' loro stati. Nel i325 mo- i die facoltà d' inserire nell' arme
denesi assistili dalle soldatesche di le chiavi apostoliche, sopra delle
Passeiino, di Azzo Visconti, e dei quali fu poi aggiunto il triregno.
marchesi d'Este, diedero una gran Nell'investitura che di Ferrara die
rotta al numeroso esercito de' bo- Clemente VI a Nicolò I e Obizzo
lognesi a Zappolino, e passarono 111, comu-
volle la mallevadoria de'
culi' armala vittoriosa sino alle ni diModena, Comacchio e Adria.
porle di Bologna: nel tSi'j mo- i Morto Nicolò I nel i344 gli suc-
denesi cacciarono da Modena mi- i cesse il fratello Obizzo IH, il qua-
nistri di Passerino, chiamando a le comprò Parma dai Correggi,
loro difesa il legato pontificio, e dominando ancora Rinaldo HI al-
l>05cia le arcui di Lodovico il Ba» Ifo fialello. Per le premure di O-
,

MOD MOD 299


l)izzo HI il cardinal Guido de colmalo di onori dal Pontefice Bo-
Coulogne legato di Clemente VI, nel nifacio IX. Alla sua morte nel
nel i35o assolvette Modena dal- iSgS nominò erede Nicolò III il-
l' interdetto, fulminato da Clemen- legittimo figlio, ma il Papa avea
te V r uccisione del parente
per sanalo tal difetto. Azzo, altro E-
con avergli tolto duecentomila fio- stense, procurò di contrastargli la

rini d'oro; delitto di pochi e non signoria, e nel i4o5 stette per ce-
del comune, onde furono restituiti der Modena al cardinal Cossa le-

gli ufiizi divini alla città con in- gato.


credibile consolazione del popolo e Nel 1409 Nicolò III conqui-
applauso al marcliese. Nel iS'Ta stò Parma e Reggio ; questo ri-

terminò di vivere Obiz/.o III, il cui tenne, e cede Parma nel 1420 al
primogenito Aldobrandino 111 fu duca di Milano, perchè avea fatto
proclamato signore di I^'errara, e assassinare a' 27 maggio in Rul>-
riconosciuto per tale dai modenesi, bicra il suo generale Ottobuono
difendendo energicamente nel 354 s Terzi che vi dominava. Tolse pu-
la città dagli eserciti dell'arcive- re Borgo Donnino a Pallavicino,
s.

scovo Visconti signore di Milano ma nel 420 transigette col duca


1

che voleva soggiogarla. Poscia il di Milano al modo detto. L'impe-


marchese nel i355 da Carlo IV ratore Sigismondo nel i433 in Fer-
re de' romani e figlio di Giovarmi rara rinnovò a Nicolò 111 le inve-
re di Boemia ebbe la rinnovazione stiture imperiali, come del Mode-
de' privilegi imperiali e delle inve- nese, Reggiano, e di gran parte di
stiture, compiesa quella di Mode- terre e castelli diGarfagnana, Eu-
na feudo dell' impero con titolo di genio IV nel 1439 trasportandola
vicariato. In detto anno mori Ri- celebrazione del concilio generale
naldo ili, e nel i36i Aldobrandi- da Ferrara a Firenze, preceduto dal-
no ili, cui successe il figlio Ni- la ss. Eucarista, che si portava in
colò 11. Prima sua cura fu d' im- una scatola, nel gennaio vi si recò
petrare da Carlo IV imperatore sotto la scorta di Nicolò III: a' 17

le investiture di Rovigo e di Mo- pranzò a Modena, e per P^inale, va-


dena per sé e pei suoi fratelli Ugo ga città munita di fortificazioni sul
ed Alberto, non che pel nipote O- Panaro, e per le montagne del Fri-
bizzo. Temendo Nicolò li che i mi- gnano giunse a Firenze. Il Frigna-
lanesi invadessero lo stato di Mo- no regione montuosa e fertilissima
dena, si collegò col Papa Urbano che si estende nel lato sud-est del
V, ed altri principi, ospitando nja- ducato con capoluogo omonimo
gnificamenle in Modena i cardinali prese il nome dai liguri frignati cho
che accompagnarono Ur- a Roma lo abitavano, e che Caio Flaminio
bano V da Avignone.
proveniente discacciò nel VI secolo di Roma
I Visconti daimeggiarono il Mode- dulie opposte meridionali pianure,
nese, e nella battaglia di R^eggio, e fra questi luoghi raccolse. Si a-
de' 2 giugno iSya, i collegati furo- perse attraverso i monti la strada
no dispersi. Nicolò 11 dopo aver di comunicazione fra la Lombardia
ampliato i dominii Estensi con altri e la Toscana, avendo il Cimone
luoghi, mori nel i3B8, succedendogli che sorpassa tutte le altre monta-
il iialello Alberto, il quale fu ri- gne, come la più alla degli A-
8oo MOD MOD
pennini; e dicesi che di qua si apris- duca di Reggio e conte di Rovigo.
se Annibale il passaggio nell' Etru- Porso con amplissime facoltà fece
ria, dopo la battaglia di Trebbia, governatori di Modena Ercole, e
Ne fu capitale Sestola con antichis- di Reggio Sigismondo suoi fratelli
sima rocca, essendo le terre più legittimi ; ed Ercole si rese immor-
considerabili, Panano
bagnato dal tale nel 1469 pei' aver scoperto la

Leo influente dello Scoltenna, Fiu- congiura de' signori di Carpi con-
inalbo, Pieve, Pelago e Pavullo. tro Borso, Questi nel i^'ji recan-
Ebbe un tempo quasi altrettanti si- dosi in Roma,
da Paolo II di- fu
gnori quanti erano castelli, e ne i chiarato duca di Ferrara da vica-
furono i più potenti i Montecucco- rio che ne era. Poco dopo mori,
li, MontegaruUi,
i Gualandelli. i ed Ercole I gli successe, che poi si
Alla fine del secolo XII ed al prin- collegò contro Sisto IV per la mas-
cipio del XIII alcuni di loro e pa- sima dell'equilibrio di dominazio-
recchie comunità di Frignano si ne già in uso; i suoi stati però
collegarono con Modena, essendosi soffrirono tutti gli orrori della guer-
in progresso tale alleanza cangiata ra, principalmente per parte dei
in assoluto dominio. Allorché la veneti collegati del Papa, e quelli
casa d' Este acquistò la signoria di che meno ne soffrirono furono i
Modena, si estese anche sul Frigna- dominii modenesi, salvandosi i figli
, no; avendone però questa provin- del duca in Modena. Alla discesa
cia molte volte scosso il giogo, fi- di Carlo Vili re di Francia in Ita-
nalmente si sottomise per sempre lia, Ercole I seppe mantenersi neu-

al marchese Nicolò III. trale, e continuò la sua amicizia


Mentre Nicolò III esercitava il cqI dopo
successore Luigi XII, indi
vicariato in Milano, pel duca Fi- il
1499 divenne signore della me-
lippo Maria che lo amava, e l' a- tà di Carpi. Mori nel i5o5 Er-
vrebbe (orse ereditato, peri di ve- cole e ne ereditò gli stati Alfon-
I,

leno nel i44'> e gli SMccesse Leo- so primogenito e marito della


I

nello, cui giuramento


prestarono celebre Lucrezia Borgia. Si unì coi
quei di Modena mez-e di Reggio a francesi e Giulio II alla lega di
zo del fratello Boiso ch'ebbe in Cambrai contro la repubblica di
successore nel i45o: il loro regno Venezia ; pacificata questa col Papa,
segnò un' epoca avventurosa pei Alfonso 1 restò collegato co' france-
modenesi, che parteciparono alla si, molestando i veneti a fronte del
prosperità commerciale ed alla let- divieto di Giulio II. Quindi colle
teraria coltura di questi ottimi prin- censure ecclesiastiche e colle mili-
cipi ne' loro stati con tanto ardo- zie pontificie fu punito il duca di :

re diffusa. Borso profuse le sue be- Urbino nipote del Papa col suo
neficenze su Modena e Reggio, e legato occuparono Modena nel 5 o, 1 1

ricevette splendidamente ne' suoi mentre francesi s' inoltrarono nel


i

stati l'imperatore Federico III, il Modenese, e l'imperator Massimi-


quale riconosciuti Modena e Reg- liano I ricevette in deposito Modena
gio per ((ìudi dell'impero, nel i4'>2 per le ragioni dell' impero. Lo sles-
eresse Modena in ducato e ne creò so Papa alla testa delle sue mili-
primo duca Rorso, con titolo di zie si recò negli stati di Alfonso I,
prìncipe del sacro romano impero, prese Rubbiera borgo del Reggiano
,

MOD MOD 3ot


Talidamente fortificato, ora prigio- minò vice-legato contro i francesi
ne di stato, e siccome nel secolo che volevano occupare lo stato di
XIV era della santa Sede, Giulio Modena Antonio Pucci. Adriano
II lo ritolse agli Estensi, i quali VI assolvette gli Estensi dagl'in-
poi lo ricuperarono dopo la morte terdetti ; e Alfonso I pei-meltendo
di Adriano VI. Abbiamo
dall^ an- a Carlo V il passaggio delle sue
nalista Rinaldi che
Gerainiano s. truppe ne' propri dominii , ebbe la
liberò Modena dallo sterminio che assicurazione di riavere Modena e
volevano farne francesi. AH' odio
i Reggio, collo sborso di centocin-
che Alberto Pio signore di Carpi quantamila scudi d' oro. Dopo la
nutriva contro gli Estensi, si attri- morte di Adriano VI il duca nel
buisce lo sdegno contro di essi di i52 3 ricuperò Reggio, ma gliene
Giulio II; però in seguito Carpi fu domandata la restituzione dal-
fu tolto alla famiglia Pio. Inoltre l'elettoClemente VII. Nella lega
Giulio II con formidabile assedio del Papa contro l' imperatore, nel
espugnò Mirandola nel i5) r ,
la lOsS ambedue procurarono gua-
e la restituì a Gio. Francesco III dagnare Alfonso 1, e Clemente VII
Pico signore della medesima, cac- gli offri il comando di sue miiÌ7ie
ciandone francesi, che non tarda-
i e la restituzione di Modena ; il du-
rono a ricuperarla in un a Carpi. ca vi aderì, poi passò a Carlo V
Indi Giulio li celebrò il concilio ge- che gli rinnovò le investiture in un
nerale Lateranense V, in cui furono a quella di Carpi, altro feudo dell'im-
lasciate al Papa le città di Mode- pero, colla fortezza di Novi, borgo del
na e Reggio, senza pregiudizio dei ducato di Modena e capoluogo di
diritti dell' impero. Frattanto i fran- cantone, ricevendo da Alfonso I
cesi colle artiglierie d' Alfonso I as- sessanlamila scudi. D'allora in poi
sediarono Ravenna; nella battaglia Carpi sempre nella casa di
restò
il duca si diportò valorosamente^ Este, che già ne possedeva la me-
ed il cardinal legato delle milizie tà in questo tempo
: era generale
papali de Medici, poi Leone X, delle milìzie pontificie il conte Gui-
prodigiosamente scampò la vita col- do Rangone modenese, e tenne die-
la fuga in Modena, ospitato ma- tro all'esercito di Borbone quando
gnificamente in casa Rangone. si condusse alla capitale del cri-
Esaltato nel i5i3 al pontifica- stianesimo. Pel memorabile saccheg-
to Leone X con giubilo del duca, gio di Roma, operato dagl'impe-
a questi promise restituire Reg- riali di detto esercito nel iSay,
gio ch'era nelle forze della Cbiesa, il duca profittò della trista condi-
previa la di lui rinunzia alle sa- zione di Clemente VII e s'irapadio-
line di Comacchio; ma Alfonso I nì di Modena e di Finale a'5 giu-
vide con dolore venduta Modena gno. Per guadagnare duca alla
il

per trenta o quarantamila ducali lega contro Carlo V, si promi-


gli

d'oro, da Massimiliano I al Papa, se la rinunzia del Papa ad ogni


mentre lo stesso imperatore gliene pretesa su Modena, Reggio, e sul
avea confermata l'investitura. Leone Castello di Novi o Castel Nuovo
X promise anco a Francesco I re oltre altri vantaggi ; ma Clemente
di Francia restituire Modena e VII fuggito da Roma non volle
Reggio, ma non l'efieltuò, anzi no- ciò ratificare, e si pacificò in vece
3oi MOD MOD
con Carlo V : nel tratlalo che per- done il governo che ne avea Pio
ciò ebbe luogo in Barcellona, l'im- Enea di Carpi. Carlo V ritornamlo
peratore si obbligò eli rimettere il a Modena ebbe altro sontuoso e
Papa in possesso di Modena, Reg- magnilico ricevimento da Alfonso
gio e Rnbbiera , salve le ragio- I. Frattanto prima che terminasse
ni dell'impero, e di aiutarlo per la tregua il Pontefice morì, seguen-
levar Ferrara all'Estense. Portan- dolo poco dopo nel sepolcro anco
dosi nel ìSiCf Carlo V in Bologna il duca, cui nel trono successe il

per abboccaisi con Clemente VII, il primogenito Ercole li, il primo


duca splendidamente lo fece trattare novembre i534-
in Reggio ed in Modena, ed ottenne Portandosi in Roma Carlo V
la sua mediazione col Papa. Si da Paolo IH, trattò ancora degli
convenne pertanto in un compro- affari Estensi, senza alcuna conclu-

messo del giudizio di Carlo V sul- sione, solo ciò avendo luogo nel
le vicendevoli pretese , e Modena i53q, previo compensi; laonde quan-
gli fu data in deposilo, e collo do nel 1543 il l'apa si portò a
sborso di centomila ducati d'oro Busseto, passò per Modena e per
Alfonso r conseguì l'investitura di Reggio trattato a spese del duca,
Carpi. Fatto in Modena il pro- dal quale si recò a Ferrara son-
cesso delle ragioni d'ambo le paiti, tuosamente ricevuto e festeggiato;
Carlo V l'eljbe in Gand, altri di- e nel ritorno da Busseto, Paolo
cono in mostrò favo-
Colonia, e si III fu pure servito regiamente iiegli

revole nella decisione al duca, me- stati ducali. Nel i548 Ercole II
diante il dover invocar perdoni; e ampliò il circuito di Modena, la
pagare una somma, onde il Papa quale avendo (jualtro borghi cor-
non volle accetinria. Il duca munì rispondenti alle sue porte principa-
delle sue terribili artiglierie Car- li, popolati con chiese, monasteri e
pi Reggio e Modena, la quale
, palazzi , muniti di mura e fosse,

dall' imperatore gli fu consegnata in caso d'assedio potevano grande-


nel i53i. Sebbene passassero tra mente nuocere alla città. Con in-
il duca e il Papa dimostrazioni dulto pontifìcio pei luoghi sacri,
amichevoli , il secondo comprese il duca demolì i boi^ghi, onde gli

nella bolla in Coena Domini Al- abitanti passarono a Modena, e di-


fonso I quale iisurpalore di Mo- verse famiglie a Bologna. In com-
dena e Reggio alla santa S&àe. Nel penso ingrandì la città con nuovo
dicembre Carlo V fu accolto in circondario, e molti edilìzi, chiese
Modena dal duca con ogni distin- e monasteri. Ercole 11 seguì sem-
zione e splendore, nel secondo con- pre le parti di Carlo V sino alla
gresso clie andava a tenere in Bolo- famosa sua abdicazione; poi si die-
gna con Clemente VII, che con- de ai francesi contro la Spagna,
cesse a di lui istanza il salvacon- ma fu presto obbligato ad una
dotto per recorsi a Bologna; ivi pace umiliante il 22 aprile i558,
gli accordò per interposizione del- terminando suoi giorni nel iSSp.
i

l' in)peralore una tregua, riceven- Alfonso II principe ereditario gli

do egli in deposito Modena , e successe . Sotto di lui insorsero


"*i diede per governatore d. Pie- guerre coi lucchesi pei confini del-
tro Zappata di Cardenas, lascian- la Garfagnana, che nel 1579 ^^^^
,

MOD MOD 3o3


Gregorio XIII. Vedendosi Alfonso tino d. Filippo di Sigismondo di
II senza prole, cominciò seiiamente Esie aspirante alla successione. In-
a pensare sulla scelta dei successo- tanto d. Cesare sposò le sorelle al
re, essendo ristrette le investiture principe di Venosa ed a Federico
ponliiflcie pel ducato di Ferrara Pico piincipe di Mirandola , ed
ai soli suoi discendenti legiltinii e Alfonso lì lo ammise ai segreti di
naturali . Rimanevano due linee gabinetto ; indi riportò da Ridol-
Estensi, quella cioè di Sigismondo fo 11 il diploma imperiale degli
di Nicolò III, che fu della dei 8 agosto 159'f, per 1' investiture
inarcliesi di s. Martino in Rio, e di Modena, Reggio, Carpi, Este
quella di Alfonso nato da Alfonso e Rovigo per persona da nomi-
I, ch'ebbe pure Alfonsino altro fi- narsi , collo sborso di trecentomi-
glio,ambedue naturali di quel duca la scudi ; quindi nel testamento
e della bellissima Laura Euslochia. che il duca fece a' 17 luglio i^gS
Di questa seconda linea Alfonso nominò successore ed eiede d. Ce-
ebbe dal padre Montecchio castel- sare d' Este suo cugino marchese
lo del Reggiano, capoluogo di can- di Alonfecchio. Nel t^gj Alfonso
tone ,
presso la riva destra della li pubblicò formalmente l'erede, e
Lenza; ed Alfonsino Castel Nuovo morì a'27 ottobre. Cesare fu ricono-
fra Reggio e Brescello, detto Ca- sciuto duca di Ferrara dal popolo,
stel Novo di sotto, cantone di Bre- ed inviò il fratello d. Alessandro a
scello sul canale del suo nome. prendere in suo nome possesso
Questi due figli si dicono legitti- di Modena e Reggio, Il Papa
mati al modo espresso a Ferrara, Clemente Vili, veilendo ricadu-
e dal Muratori nelle jénticìutà to alla santa Sede il ducato di
Estensi, lo che venendo impugnato Ferrara, non volle riconoscere Ce-
per ia successione del Ferrarese sare per duca, e gl'intimo paitir-
ne fu conseguenza lunga e stre- ne; furono inutili le negoziazioni,
pitosa prò e cantra.
scritturazione onde d. Cesare al modo descritto
Alfonso marchese di Montecchio a Ferrara, dopo l'accordo conchi li-
venne in fama per valore militare, so col Papa Q'28 gennaio i5f)8,
e nel 1.587 lasi'iò due figli d. Ce- partì co' suoi per Modena ,
ove
sare e d. Alessandro , nati dalla mandò l'archivio, la biblioteca,
consorte d. Giulia delia Rovere, il museo, la metà delle artiglierie,
figlia del duca d' Urbino; Alfonso ed i mobili di sua pertinenza. Re-
]I designò per erede de'suoi sta- candosi Clemente Vili nell'istesso
ti il cugino d. Cesare, che sposan- anno a prendere possesso del duca-
do Virginia de Medici sorella del to di Ferrara in Rimini furono
,

granduca di Toscana, n' ebbe sei ad ossequiarlo Cesare duca di Mo-


figli, e fecepremuie alla santa Sede dena col fratello d. Alessandro, e
perchè l'altro cugino d. Alessandro li tenne alla sua tavola ; dipoi a'3
fosse creato cardinale. Per quanto Al- marzo 'Sgq Clemente Vili creò
fonso li facesse onde i Papi ricono- cardinale d. Alessandro, e poscia
scessero d. Cesare successore suo an- governatoi-e di Tivoli, al quale ar-
che nel ducato di Ferrara, non potè ticolo parleremo della magnifica
conseguirlo, contrariato dai potenti Filla (VEste tuttora proprietà dei
protettori del marchese di s. Mar- duchi di Modena. Il cardinale A-
3o4 MOD MOD
lessandro divenne poi vescovo di di Savoia, Tavea perduta nel 162G.
Reggio, e per Ini furono introdotti Questo principe, di temperamento
i teatini in Modena. violento e collerico, faceva temere
Marco Pio signore di Sassuolo, ai sudditi un governo duro e ti-
per le sue fellonie contro la casa rannico ; ma tal indole fu cangiata
d'Esle, fu ucciso in Modena; in- alla morte moglie che ama-
della
sorla lite per Sassuolo l'ebbe il du- va con passione, e dopo sei mesi
ca Cesare, con Formigine e So- di regno cede il ducato di Mode-
llerà, collo sborso di duecento quin- na e Reggio a'24 luglio 1629 a
dicimila scudi ; indi applicò l'ani- Francesco 1 suo primogenito, prov-
mo alle cose di Modena , Reggio vide d' appannaggio gli altri quat-»
e Carpi. Indire il duca Cesare ri- tro figli, e un convento
si ritirò in
cevetle da Ridolfo li la rinnova- del Tirolo, col nome dì fra Gio.
zione delle investiture di Modena, Ballista da Modena. Ivi col suo
Reggio ed altri luoghi che vicono- amore per la contemplazione e per
sceva dall'impero, ma i lucchesi gli la penitenza fece stupire tultij mo-

dispntarono Garfagnana, laonde


la rendo santamente nel i644' Quan-
dovette sostenere due guerre nel do giunse l'ultimo istante, si mo-
1602 e nel 161 3, che furono ter- strò tranquillo, pieno di gioia, u-
minate per arbitrio delia corte di millà e rassegnazione, ed infiam-
Spagna, ristabilendo gli antichi con- mato di un desiderio sì ardente di
fini. Urbano Vili nel 1628 ad i- riunirsi Dio, e di avvampante
a
stanza del duca concesse a tutti i carità, che le stesse persone mon-
suoi dominii l'uffìzio di s. Contar- dane lo invidiarono, e riguardaro-
do Pellegrino d' Este, morto nel no per un nulla il sagrillzio da
1249 : le lezioni proprie di que- lui fatto. Il duca Francesco I ab-
sto uffizio conjposte dal can. Pietro braccio nel principio del suo re-
Maiia Campi piacentino, le avea gno monarchia spa-
gl'interessi della
approvate nel 1609 la congrega- gnuola, e quantunque avesse spo-
zione de'riti, a relazione del cardi- sato nel i63i Maria Farnese so-
nai Bellarmino. Immensi vantaggi rella di Odoardo duca di Parma
derivarono a Modena colla stabile e Piacenza, fece nel i635 la guer-
residenza de' loro principi, che ne ra ad esso per compiacere il re di
accrebbero il lustro con ingrandir- Spagna. Questi per compenso cede
la, con edifizi e stabilimenti. Le al duca di Modena il principato
arti e le scienze fiorirono, la pò- di Correggio nel i636. JXel 1639
polazione si aumentò, e lo splen- trovandosi Francesco I armato per
dorè della magnifica corte Estense la guerra che ardeva tra il cogna-
cagionò ai modenesi infiniti beni to e Urbano Vili, gli venne de-
ed onori. Cesare mori agli 11 siderio di* conquistar Ferrara; ma
dicembre 1628, lodato per dol- il legato pontificio ne deluse le

cezza e clemenza , e per l'amore mire di un colpo di mano , e il

dalla pace che lo rese caro a^suoi duca alTacciò con scritture altre
sudditi, ma mancante di risolutez- pretensioni. Il Papa domandò il

xa e vigore negli alFari. Alfonso passaggio di sue milizie per occu-


III primogenito gli successe, che pare Parma e Piacenza, onde far-

aveoik) nel 1G08 sposato Isabella gli conoscere che non solo poleval
MOD MOD 3o5
difendere FeiTara, ma anche aggre- sare nel i655 a suo figlio Alfon-
dire, ed ebbero luogo alcune inva- so IV la contessa Laura Marti-
sioni del territorio modenese, per- nozzi di Fano, nipote del celebre
chè il duca con denaro e truppe cardinal Mazzarini, onnipotente nel-
spalleggiava il Farnese. Inoltre Ur- la corte di Francia, e si dichiarò
bano Vili fortificò i confini e pre- apertamente nella guerra tra quel-
se altre provvidenze, sebbene nel la potenza e casa d'Austria allea-
dicembre i64i creò cardinale Ri- to della prima e della casa di Sa-
naldo d'Està il fratello, ad istanza voia, Creato generalissimo degli e-
dell'imperatore; fu vescovo di Reg- serciti francesi in Italia, prese Va-
gio, e morendo nel 1672 fu sepol- lenza agli spagnuoli neli656, e
to nella chiesa de'cappuccini. Nel Mortara nel i658. Devastò il du-
1644 f*^ conchiusa la pace tra cato di Mantova ed il Milanese,
Urbano Vili e il duca Odoardo e sah in riputazione di buon capi-
Farnese in Venezia, sottoscrivendo- tano; in pari tempo si fece ama-
la pel duca di Modena il marche- re da' suoi sudditi, e sviluppò per
se Tassoni, laonde i forti eretti l'amministrazione come per la guer-
dai papalini, dai veneti e dal du- ra talenti che per lungo tempo
ca di Modena ne'confini, si dovet- erano rimasti occulti. Mori a' i4
tero distruggere, tranne Forte Urba- ottobre i658 in conseguenza del-
no dal Papa ristabilito, e posto la malattia contratta all'assedio di
tra Bologna e Modena, di cui fa- Mortara, d'anni 48, lasciando tre
cemmo cenno a Milizia Pontificia. figli, il cui primogenito Alfonso IV

In seguito Francesco I cessò di gli successe.


tenere le parti della casa d'Austria Ereditò il duca anche il coraan»
per farsi partigiano della Francia, do degli eserciti francesi in Italia,
per cui quando il fratello cardinal ma quando il cardinal Mazzarini
Rinaldo richiese a Ferdinando III previde vicina la pace tra la Fran-
la protezione dell'impero presso la cia e la Spagna, consigliò segreta-
santa Sede, n'ebbe ripulsa, ed ot- mente Alfonso IV di trattarla pel
tenne in vece quella di Francia, primo. Il duca obbedì e sottoscris-
come dicemmo nel voi. XXXVI, se a' 4 niarzo 659 una pace par-
1

p. i5 del Dizionario, ove ripor- ticolare colla Spagna, che fu con-


tammo la gravissima vertenza tra fermata dal trattato de' Pirenei del
il cardinale e 1' ambasciatore di 7 novembre, nella quale s' innesta-
Spagna, troncata da Innocenzo X. rono le pretese del duca sulle val-
Malgrado alle avversità cui sog- li di Comacchio [Fedi), indi nel
giacque Francesco I nel 1649 per i66o accadde in Roma grave tram-
mostrarsi contrario alle due case busto, in cui vi fu compromesso il
d'Austria, restò fedele ai francesi cardinal Rinaldo ed i nipoti di
sino al termine di sua vita, pas- Alessandro VII, cioè de'birri e corsi
sando nel 1654 a terze nozze con contro r ambasciatore di Francia
d. Lucrezia figlia di d. Taddeo [Fedi), Il fratello del duca, Almeri-
Barberini pronipote d'Urbano Vili, co d'Este, cui il cardinal Mazzari-
cui Innocenzo X fece magnifici ni destinava sua nipote la famosa
doni, insieme alla iosa d'oro be- Ortensia Mancini, e l' eredità delle
nedetta. Il duca quindi fece spo- immense sue ricchezze, fu rapito a
VOL. XLV. 20
3o6 MOD MOD
Paio da una malaltia nel 1660, r erezione del non meno sontuoso
meolre faceva la guerra a' tuiclii. tempio di s. Francesco di Sales, o-
Alfonso IV non gli sopravvisse due ve fu solita raccogliersi in lervoro-
anni, e morì a' 16 luglio i66a di se orazioni per implorar pace al-
anni 28 di gotta, lasciando due fi- l'anima del marito, e prosperità al
gli, Francesco 11 che gli successe, figliuolo. Essendo in Modena fieris-

e Maria Beatrice poi sposa di Gia- sirae discordie tra la nobiltà e il

como li re d' highilterx'a. La so- popoloj la duchessa ripurgò la città


rella del defunto ,
principessa E- e lo stato d'ogni feccia d'uomini;
leonora, chiarita delle vanità del infrenò pure la prepotenza de'feu-
mondo, nel 1674 si fece monaca datari che straziavano vassalli, per i

in Modena nel monastero delle car- cui tra che giustamente gli
le lodi
melitane scalze, poco prima fabbri- furono tributate, venne tacciata di
cato dall'insigne pietà di d. Matil- indole troppo fiera e inesorabile in
de Bcnlivoglio; prese il nome di chi avesse osato oIFendere la mae-
suor Mai'ia Francesca, e poi nel stà del governo, ola suprema au-
1689 fondò in Reggio un monastero torità, di cui fu gelosa custode.
dell'ordine suo, morendo in Modena Francesco II non volendo più ri-

nel I 722 in odore che


tale di santità conoscere la reggenza della madre,
ne fu formato processo. Francesco questa si ritirò in Roma per viver-
II rimase sino al 1676 sotto la tu- vi ritirata e quieta 19 luglio a'

tela e reggenza di sua madre Lau- 1687. Tra le opere di pietà ivi e-
ra Martinozzi, il cui governo saggio sercitate nomineremo la scuola fon-
e mite la fece prediligere dai suoi data da lei per le fanciulle nel mo-
popoli. Dimostrò un animo più che nastero delle Orsoline coU'approva-
virile, assunse ministri capaci e lea- zione d' Innocenzo XI, e tutt' ora
li, e informò alla religione e alla esistente : questo Papa la chiamò
bontà de' costumi il figlio. Questa in un breve, idea delle cristiane
principessa fu sul punto di rompe- eroine, e il predecessore Clemente
re guerra alla duchessa reggente di X, specchio delle principesse dii'ote.
Mantova per assicurare i suoi di- Il duca Francesco II visitò in Roma
ritti sopra alcune isole del Po, tra i la madre prima della di lei morte, e

due stati, ma solo ebbero luogo al- poscia onorò con titolo di duca e be-
cune energiche dimostrazioni. Nella neficò Martinozzi suoi parenti, ed
i

pace di Pisa del 1664 si fecero di- altrettanto fecero la suddetta regi-
versi duca e Alessan-
accordi tra il na d'Inghilterra e Giacomo III ;

dro VII su Comacchio, riportali al- ed eslinlasi l'illustre famiglia in

l' articolo Ferrara, Ira'quali la ca- Fano nel 1756, successe per testa-

mera apostolica cede in Roma un mento la nobilissima de' conti di


jialazzo al duca, e assunse il mon- Montevecchio di s. Croce, sì nei ti-
te Estense formato a carico de'du- toli che nei beni, in un al bellissi-

cliidi Modena. La duchessa edifi- mo palazzo Martinozzi in Fano. Il


cò basiliche, palazzi, baluardi. Tra duca Francesco li di temperamen-
le istituzioni religiose la più cele- to debole e malaticcio, che gì' im-
bre si fu il monastero della Visita- pediva applicarsi agli affari, uscito
zione da lei fondato alle Salesiane che fu di tutela dalla madre affidò
uel 1670, e dotalo largamente, e la sua autorità pressoché intera a
MOD MOD 307
suo fratello naturale d. Cesare, il Bologna per attendere l'esito d'una
quale per tenerlo meglio nella guerra alla quale non prendeva
sua dipendenza, Io trattenne lungo parte. Nel 1708 Clemente XI, neu-
tempo dall' ammogliarsi alla line : trale a tal guerra, s'interpose a fa-
Francesco li nel 1692 sposò Mar- vore del duca Rinaldo con Luigi
gherita Farnese figlia di Ranuccio XIV re di Francia, e con Filippo
Il duca di Parma, e mori senza V re di Spagna, con qualche suc-
prole a' 6 settembre 1694. cesso, benché poi ebbe motivi di
Per l'estinzione del ramo primo- lagnarsi di Rinaldo. Nel 1704 il

genito della tlimiglia Estense, fu cliia- duca si portò in Roma sotto il no-
iiiato al trono ducale di Modena il me di conte di Sassuolo, distinta
cardinal Rinaldo d' Esle dell'ordine terra del ducato motlenese, ceduta
de'diaconi, zio del defunto, che col- da Ercole I alla famiglia Pio in
r autorità del Cardelia chiamammo compenso d'una parte della contea
alla sua biografia fratello di Fran- di Carpi, mentre il castello da
cesco IIj e con quella del Novaes, Francesco I era slato ridotto a mae-
nipote dell'altro cardinale di tal stoso palazzo con giardini. (iVel 1784
nome, e cognato di Giacomo II re fu stampata la Sposizione delle
d' Inghilterra; ma piuttosto sembra- pitture in muro del ducale palazzo
ti hutello di Alfonso IV, e figlio di Sassuolo, villa de^principi Esten-
di Francesco I e di Lucrezia Barbe- si di Modena). Rinaldo fu allog-
rini, come lo afferma il Muratori, giato nel palazzo Barberini, e que-
ilquale dice che Innocenzo XI gli sta casa s' interpose col Papa per
inandò la berretta rossa in Mode- le dilfereoze da qualche tempo in-
na pel marchese Pietro Isimbardi. sorte tra loro. In seguito Clemen'
Il cardinale non essendo iniziato te XI ammise il duca piìi volte al-
negli ordini sacri, rinunziò la sacra la sua udienza, e questi parli da
porpora, sposando poscia Carlotta Roma soddisfallo.
Felicita di Rruiiswick figlia del du- JModena eh' era stata presa nel
ca d' Annover ; in tal modo i due 1 702 Spagna dai france-
pel re di
rami della casa d'Este, separati fi- si, questi dovettero abbandonarla
no dal 1070, furono riuniti per tal nel novembre 1706 per le forze
matrimonio. Avendo poi Amalia imperiali che \i ristabilirono il du-

Guglielmina sorella duchessa della ca, il quale acquistò poi il ducato


sposalo in Modena per procura di Mirandola. L' imperatore tentò
Giusc]ipe I re de'romani, Innocen- fargli restituire da Clemente XI la
zo XII spedi a Modena per le- contea di Comacchio, per le ragio-
gato il cardinal Jacopo Roncompa- ni delle investiture imperiali the
gni arcivescovo di Bologna, per pre- aveano gli Estensi, anzi il duca Ri-
sentarle la rosa d'oro benedetta naldo giudicò propizia 1' occasione
ed altri cospicui doni. Il duca Ri- per riacquistare ancora il ducato
naldo the celebrò lo sposalizio en- di Ferrara, e persuase il cognato
trò nell'alleanza della casa d'Au- Giuseppe I ad impadronirsi di Co-
stria durante la guerra della suc- macchio e suo contado, ciò che si
cessione di Spagna ; ma ben to- efFetluò a tenore de' racconti fatti
sto tutti j suoi stati -vennero in- altrove, massimamente a quell'arti-
vasi dai francesi, ed egli riparò a colo, ed a quello di Ferrara. Cle-
3o8 MOD MOD
mente XI Vide coslretlo a soste-
si Filippo, e ne avea avuto già due
«ere le ragioni della camera apo- figli e quattro figlie. Era a Vien-
stolica, colle armi e colia penna na quando mori il padre, ed avea
;

tutto accomodò con trattati, ma


si fatta una campagna contro i tur-
Comacchio restò in deposito agl'im- chi. Appena tornato in Modena si
periali, con poca soddisfazione del sforzò di ristabilire le finanze dello
duca di Modena. Non potendosi stato, rovinate dalle precedenti guer-
differire dagl'imperiali la restituzio- re, di cui la Lombardia era slata
ne di Comacchio e suo territorio il teatro, e fece nel 1741 sposare
alla santa Sede, per le rimostranze a suo figlio Ercole III Rinaldo,
fatte pure da Innocenzo XIII e Maria Teresa Cibo duchessa di Mas-
Benedetto XllI, a questo nel 1725 sa e Carrara, estendendo per tale
ne ordinò la restituzione Cario VI, parentela gli stali della casa d' E-
dichiarando però di non intendere ste fino almare Mediterraneo. Ma-
pregiudicare il duca di Modena, per ria Teresa era primogenita di Al-
le ragioni che potesse avervi. Una derano Cibo duca di IMassa e prin-
nuova guerra avendo ricondollo nel cipe di Carrara, e di Ricciarda Gon-
I734gli eserciti francesi in Italia per zaga Camillo III conte di
figlia -di

regolare la successione Fainese al Novellara e Bagnolo: una delle due


ducato di Parma e Piacenza, e rista- sue sorelle, Marianna Melilde Cibo
bilire il regno di Napoli, reputando- Malaspina, nel 164.8 sposò il prin-
si il duca favorevole all'imperatore, cipe Orazio Albani pronipote
d.
gli stati di Modena e Reggio furo- di Clemente XI.
no con loro danno di nuovo occu- La guerra che poco dopo si
pati dai francesi per capitolazione nel accese in Europa contro Maria
mesedi luglio, ed il duca colla sua fa- Teresa d'Austria ,
per la succes-
miglia tornò per diie anni al suo sione austriaca, espose lo stalo di
asilo di Bologna. Rientrato nella Modena a nuovi guasti ; la capi-
sua capitale maggio lySG, vi. tale fu occupata nel giugno 1747
nel
morì a'26 ottobre 1737 d'anni 82. dai savoiardi, ed il sovrano venne
È da notarsi tra le altre sue belle obbligato allontanarsene. Francesco
azioni la fondazione dell'ospizio dei MI accettò il comando degli eserci-
poveri d' ambo i sessi, eh' ebbe o- ti spagnuoli in Italia; fece con es-

rigine nel 1695, Essendo vacata la si valorosamente la guerra nello


contea di Novellara e Bagnolo, l'im- stato pontificio, nel regno di Napo-
peratore Carlo VI, in contempla- li, nel Milanese, nella Liguria, e
zione delle sue benemerenze, gliene nel Piemonte; ma frattanto suoi i

die l'investitura gratuitamente. Suo fi- stati vennero occupati dagli eserci-
glio Francesco III gli successe, la ti, o da quelli del re di Sardegna;

di cui nascita , tra le altre feste ,


e quando vi rientrò in virli^i del
era stata celebrata con un insigne trattato d'Aquisgrana nel 1748, li

carosello di armeggiamento a ca- trovò rovinati , impoveriti e spo-


vallo : delle sue tre figlie una so- polati pel lungo soggiorno de' ne-
la era stata maritata, ed era vedo- mici, e per le frequenti contribu-
Ta del defunto duca di Parma. zioni che imposero. Nel 1752 Fran-
Francesco IH avea sposato Carlotta cesco III conchiuse un tralliilo
Agiae figlia del duca d' Orleans coli' imperatrice Maria Teresa d'Au-

i
M OD MOD 309
stria come ducliessa di Mantova, in d' Innocenzo X, in cui si ordinò
cui si convenne che le isole del nel i652 la soppressione di alcuni
Po, dove questo fiume forma con- piccoli conventi, ma non gli fu ac-
fine fra i due stali, dovessero ap- cordala pel modo dell'inchiesta. Va-
partenere a quella delle due sovra- riala che fu, si accordò al duca la
nità, al continente della quale si coticessione, in vigore della quale
trovassero di tempo in tempo più nel ducato di Modena vennero sop-
\icine conseguenza delle varia-
in presse alcune case religiose, com-
zioni del corso del fiume verifica- : presa la celebre abbazia di Nonan-
tasi tale circostanza di ffitlo nel tola de'monaci cistcrciensi. France-
i847j le due isole di s. Simeone sco HI meritò alcuna gloria per
e Vialardi furono aggregale al ter- la prolezione che accordò ai lette-
ritorio di Mantova. Nel 1758 U rati, fra' quali Muratori e Tirabo-
duca 111 fallo governatore di Mila- schi sommi nell'italiana erudizione^
no, con Carlo conte di Firmian per lullavolta si taccia d'aver arresta-
ministro plenipotenziario. Tra i be- to la prosperità rinascente de'suoi
ni allodiali che gli Estensi possede- sfati per la gravezza delle contri-
vano nel Ferrarese, in primo luogo buzioni impose, e pel cattivo
che
figurava la Mesola, ma Francesco sistema di sue finanze. Morì d' an-
III la vendette a Francesco I im- ni 82 a' 23 febbraio 1780.
peratoi'e nel lySp, il quale v'in- Ercole IH Rinaldo suo figlio gli
nalzò coir imperatrice sua moglie successe in età avanzata, e dal suo
Maria Teresa magnifica chiesa, la matrimonio con la duchessa di Mas-
quale per la sua bellezza e archi- sa non avea avuto che la sola fi-
teltura è la meraviglia de'foraslie- glia Maria Beatrice, che a' «4 ot-
ri, compila poi e perfezionata da tobft 177 1 erasi sposala all'arci-
Pio Yl quando acquistò la Mesola: di duca Ferdinando d'Austria, eletto
tutto parlammo nel voi. XXIV, p. in quella occasione governatore e
44 i63 del Dizionario
e Nel . capitano generale de'ducali di Mi-
1768 il duca di Modena^ incomin- lano e di Mantova, dalla sua ma-
ciò a far segreti preparativi per ten- dre Maria Teresa di cui era terzo-
tar la ricupera di Ferrara, ma genito. Ercole HI ammassò tesori
Clemente XI li ne accrebbe i presi- considerabili, ma tal gusto d'accu-
dii, e col mezzo di della impera- mulare alienò l'animo de' sudditi,
trice fece cangiar pensiero a Fran- e forse li dispose a desiderare mia
cesco III. Con questi il Papa si rivoluzione, sebbene non mancasse
querelò colla lettera Jam dia filius, di erigere magnifici edifizi, utili o-
de' 24 sellembre, presso Guerra, il pere e benefici stabilimenti. I fran-
Epit. Bull. t. II , p. 397, perchè cesi profittarono del malcontento con
in un suoeditlo de'7 giugno avea in- macchinazioni, laonde il duca Ercole

famato il capo^della Chiesa per non III agli 8 maggio 1 796 comparve
avergli approvato alcuni dazi impo- in E'errara, avendo inviato il suo
sti agli ecclesiastici de'suoi stali, sop- tesoro pel Po a Venezia, ove si po-
primendo ancora alcuni conventi se in salvo, giacché i commissari
senza la pontificia facoltà'. Doman- francesi in Reggio ed in Modena
dò quindi duca tale licenza, col-
il aveano intimalo una contribuzione
r esempio della bolla Jnstaurandae a que'popoli. Frattanto il a5 ago-
3io MOD MOD
$to 1796 il popolo di Reggio ope- tino rosso, per divieto della mtini-
rò uiì primo movimento insiin-e- cipalità. Mentre il Pontefice dormi-
zionale, che il debole e mal ani- va, dagli urli svegliatosi, ne restò
mato non fu in istalo di
presidio tuibatissimo; ma alenili buoni mo-
reprimere, e si compose un reggi- denesi assicurarono subito che il
mento temporaneo con forma re- tumulto proveniva da cosa teatra-
pubblicana. Egual tentativo si cer- le. Monsignor d' Esle vescovo di
cò di operare in Modena, ma i sol- Reggio avea preparato il suo epi-
dati poterono sostenere il nome du- scopio per ricevervi il santo Padre;
cale ; questo avvenimento ravvivò ma temendosi in quella città catti-
le speranze di Ercole III, Ma il va accoglienza dai fanatici repubbli-
general Bonaparte non tardò a Irar cani, il Papa uscì di buon'ora da
partito dal turbamento, e dichia- Modena il primo di aprile alla vol-
rando di prendere sotto la sua pro- ta di Parn)a, con pioggia forte. Il
tezione e delle armi francesi gli a- vescovo di Reggio si fece trovare
bitanli degli stati Estensi, ne invase i nella cospicua sua pieve di Modelo-
dominii e la capitale, ove. si recò na, supplicando il Papa di onorare
personalmente a rovesciare il trono quella canonica e ristorarsi ;
1' in-
ducale, nel qual trambusto la bella vito fu accettato, l'accoglienza non
statua equestre dell' esule sovrano poteva essere più cordiale e rive-
fu dalla plebe abbattuta. Quindi rente, e Pio VI dopo due ore di
appresso i congressi-, di Modena dei grato riposo e rifocillamento, be-
16 ottobre, e de'27 dicembre 1796 nedetto il popolo, proseguì il viag-
di Reggio, si organizzò la repubbli- gio sempre piovendo. Nello stesso
ca Cispadana, della quale i paesi anno «799 1' esercito francese di
del Modenese fecero parte, inctnpo- Macdonald reduce da Napoli, sboccò
rati poscia alla Cisalpina. nella Lunigiana Toscana nella Val
Nel 1799 il deironizzalo Pio VI di Taro per battere corpi austria- i

venendo condotto prigione in Francia, ci di Hohenzollern e Klenau, e do-


avendo pernottato a Bologna il 3i po le scararauccie del io e i r mag-
marzo, procedette per Modena mal gio, avvenne nel giugno la san- 17.

ricevuto, al modo che narra il Bal- guinosa battaglia del Panaro, ove
dassarri, Relazione de palimend di il primo de' due generali tedeschi
Pio VI, t. II, p. 9.8 e seg., e dovette resi?) interamente sconfitto, e Itilto

smontare dopo mezzodì al gi'ande al- sarebbe stato per gli alleati perdu-
bergo presso la porla della città ve- to,se non avesse il secondo soste-
nendo da Bologna, cioè di peso fu nulo con rara intrepidezza la lotta
levato dalla carrozza, e portalo a perigliosa. Gli emigrati francesi, de-
braccia d'uomini nella sua stanza. Ivi nominati i cacciatori di'Bussy, circon-
il modenese cardinal Livizzani avea dali per ogni banda dai repubblicani,
fililo apparecchiare l'occorrenle pel in numero di cinquanta con disperato
Papa e famiglia ; e venne ad os- sforzo vollero aprirsi un varco, fe-

sequiare r infelice sovrano, facendo cero prodigi di valore, e giunsero a


altrettanto il vescovo di Modena ferire lo stesso generale Macdonald
Cortese che gli baciò la mano pian- colto alla sprovvista, ma soli sette di
gendo. 11 cardinale era vestito di quel numero giunsero vivi ai pri-
i:tirto da prete, senza calze e berret- mi posti austriaci delia Mirandola.
MOD MOD 3ii
Avendo gli austro russi occupalo parte delle repubbliche Cisalpina e
Modena e Reggio, cacciandone i Italiana, e formato il regno italico,

galli-cisalpini, dopo la battaglia di cogli stati formarono i


ducali si

MarengOj de' i4 giugno 1800, i due dipartimenti deL Panaro e del


francesi ricuperarono questi dominii. Crostolo. Ercole III morì nel 1799
Ercole III era stato spogliato dei in Trieste, prima di godere della
suoi stati pel trattato di Campo- sovranità di Brisgovia ; ne divenne
formio de' ij ottobre 1 797 ; nm però duca il genero Ferdinando ar-
per quello di Luneville degli 8 feb- ciduca d* Austria, zio dell' impera»
braio 1801, la Brisgovia e V Or- tor Francesco morto a'24 dicem-
I,

tenait furono promessi dall' Austria bre 1806. La vedova Maria Bea-
ni duca in compenso, secondo il trice d'Este, dopo la rovina di sua
precedente tratlalo. La Brisgovia famiglia si ritirò a Vienna, ove la

o Brisgnu è un antico territorio di figliaMaria Luisa Beatrice sposò il


Germania, nella parte meridionale detto imperatore suo cugino, e morì
della Svevia, fra la foresta Nera ed ai 7 aprile 1816. Altri figli di Fer-

il Reno, con Friburgo [Vedi) per dinando e Beatrice Vittoria furono:


capitale, e prima lo era Brisacco, Maria Teresa regina di Sardegna;
comprendendo Limburgo ove nac- r arciduchessa Maria Leopoldina
que il progenitore della casa d'Au- maritata all'elettore palatino; Fran-
stria Rodolfo d' Absburgo. Paese cesco IV poi duca di Modena; Fer-
fertileche con titolo di langraviato dinando arciduca feld- maresciallo di
appartenne ai primi duchi di Zali- Austria, proprietario del reggimen-
ringen, indi ai conti di Hochberg, to d' ussari n. 3. e del reggimento
e poi ai conti di Fiirstemberg. U- imperiale russo d'Isum, già gover-
go nel iSGy la vendè ad Alberto natore civile e militare di Galizia e
e Leopoldo duchi d'Austria, Cedu- Lodomiria; e Massimiliano arciduca
ta a Ercole 111, pel trattato di Pres- generale d' artiglieria d' Austria,
burgo de'26 dicembre i8o5 fu an- proprietario del reggimento d' in-
nessa al granducato di Baden, e sof- fanteria n. 4> e gran maestro dell'or-
frì varie divisioni. h'Ortenan, un tem- dine Teutonico nell'impero d'Austria.
po Mortenaii, fertile paese di Ger- Maritatosi Francesco IV nel 1812
mania nell'antico circolo di Svevia, a Maria Beatrice figlia di Vittorio
fra il Reno e la Selva Nera, l'UlF- Emanuele re di Sardegna, nacque-
gau e la Brisgovia. Separato in can- ro Maria Teresa ;
r arciduchessa
toni e baliaggi, era diviso fra l'im- Francesco V regnante duca di Mo-
peratore, i margravi di Baden, i dena, che nel 1842 si sposò alla
principi di Fiirstemberg ed i conti duchessa Aldegonda regnante, figlia
di Leyen. Dopo aver fatto parte dell'odierno re di Bavieia ; Ferdi-
alle indennizzazioni accordate al du- nando arciduca, maggiore generale
ca di Modena, fu poi compreso nel al servizio dell'Austria, brigadiere
ducato di Baden Ortenberg era : d'artiglieria, proprietario del reggi-
il capoluogo della parte posseduta mento d' infanteria n.° 26 ed an-
dall'imperatore, con castello poi ro- cora del battaglione de' cacciatori
vinato, ed Offenburg è la città ca- del Frignano; e l'arciduchessa Ma-
pitale del presente circolo Rintzig. ria Beatrice.
Intanto i dominii Estensi formarono Riprendendo la cronologica nar-
3 ,,

3ia MOD MOD


razione , Pio VII si re-
allorché Distmtta nei primi del 18 r4 la
cò nel i8o4 a Parigi, onorò di potenza di Napoleone, gli ecclesia-
sua presenza Modena a Pieve, : stici ed i sudditi degli stati romani,

Pelago o Pievelago fu ossequiato esiliati e deportali per la fedeltà


dal marchese Stampa di Sonci* al loro sovrano e alla Chiesa, si ac-
no prefetto del palazzo, a Panilo da cinsero a ritornare in Roma ed al-
monsignor Cortese vescovo. di Mo» tri dominii pontificii. Pel loro pas-
dena e dal conte Giuliano Marchi- saggio per Modena ivi si formò una
siodeputato del Panaro. A' 9 no- società, onde procurar loro allog-
vembre entrò in Modena, incontra- gio, mantenimento, elemosine per
to un miglio avanti dalle autorità, la messa, soccorsi di medici e chi-
da immenso popolo, al suono delle rurghi, e carrozze sino a Bologna.
campane, tra le salve dell'attiglieria Questa generosa pietà de'modenesi
e gli evviva, scortato da usseri mo- esercitata da essi con commovente
denesi. Nel duomo ricevè la bene- gara, la storia ha registrato con pa-
dizione col ss. Sagramento ; nell'e- role di edificazione e d' indelebile
piscopio desinò e poi ammise al gratitudine. Jl re di Napoli Murai
bacio del piede, partendo per Reg- occupò gli stati Estensi iu nome dei
gio alledue pomeridiane, recando- collegati colie truppe napoletane, al-
si a pernottare a Parma. Reduce le quali successero le austriache
da Parigi nel i8o5, Pio VII a' sotto governamenlo del conte
il

maggio da Reggio ritornò a Mode- Stubenberg pel duca Francesco IV.


na, incontrato lunge un miglio dal- 11 ducato di Massa-Carrara che Na-

la primaria nobiltà, dalle autorità, poleone aveva eretto nel 1806 in


avendo guarnito la truppa tutte le feudo fniperiale, coli' assegnarne la
strade sino all'episcopio ov'era pre- amministrazione governativa (per la
pai'ato r alloggio. Il Papa ricevè quale fu riunito a quella della Gar-
nella cattedrale dal vescovo Corte- fagnana tranne Barga) alla princi-
se la benedizione col ss. Sagramen- pessa di Lucca di lui sorella, ritor-
to, suo appartamento,
indi saPi al nò a casa d' Este, prendendone pos-
ossequiato dal popolo modenese in sesso per l' arciduchessa Maria Bea-
modo inesprimibile. Nelle due sere trice il conte Ccccopieri ne* primi
che vi restò la città fu illuminata di maggio 1 8 4
1 ; quindi l' arcidu-
magnifìcamenle. La mattina seguen- chessa sostenne nel congresso di
te celebrò messa alia cattedrale, be- Vienna i sua famiglia, ed
diritti di

nedl solennemente il popolo dalla acconsenll che il ducato di Modena


loggia dell' episcopio, indi ammise si dasse all' arciduca Francesco IV
al bacio del piede le dame. Dome* suo figlio. Laonde dopo l' abolizio-
nica 5 maggio dopo aver celebrata ne del regno italico, per atti di
e ascoltata la messa. Pio YII parti quel congresso a' 9 giugno 181 5 fu
da Modena verso 8 antimeridiane,
le restituito all'arciduchessa il ducato
corteggialo dalle autorità, ed accla- di Massa-Carrara, e coli' articolo 98
mato da tutti, pernottando a Loiano riconosciuto duca di Modena
in
nel casino Massa, dirigendosi nella Francesco IV, ed erede dell' altro
seguente mattina per Firenze. Tan- ducato che poi consegui quando
to si legge nei numeri 92 e 89 dei colla morte dell'arciduchessa si e-
Diari dì Roma del i8o4 e i8o5. stinse la celebre e nobilissima prò-
3

MOD Il OD 3i3
sapia Estense. Fu inoltre convenu- seguito dal duca Francesco IV e
to che quando i principi regnanti dalla duchessa sua moglie con tutta
di Lucca ricupereranno il duca- la corte. Que' pii ed amabili sovra-
to di Parma, quello di Lucca sa- ni, dopo essere rientrati nella chie-
rà incorporato alla Toscana, salvo sa colla processione, prevennero il

alcuni dislrelli che aggiungeran- si santo Padre nel ritorno al palazzo


no al ducato di Modena, al quale ducale, e trovatisi a'piedi delle sca-
da ultimo fu ceduto il territorio di le vollero essi stessi aprire lo spor-
Castiglione in Garfagnaua, circon- tello della carrozza, e accompagna-
dato dagli stati Estensi. re sua Santità all' appartamento
RestituendosiPio Vllnel i8i4alla ove dimorava. Nel breve soggiorno
sua sede, passò negli ultimi di marzo fatto in quella città diedero quei
per Modena, ed ornate le strade di principi al Papa tutti gli attestati
tappezzerie e di fiori, i modenesi ne di venerazione, di rispetto e di fi-

guidarono la carrozza alla catte- liale ajQfezione. Io ebbi in quella


drale ove fu cantato il Te Deurn. circostanza la sorte di abboccarmi
11 vescovo Cortese V ebbe ospi- col duca, e sentii dalla sua bocca
te nell' episcopio diversi giorni , savissimi discorsi sulla condotta po-
dal cui balcone il Papa spesso be- litica da tenersi in que'difficili tempi
nedì il popolo, e poscia seguitò da tutti i sovrani d'Italia, che mi
il, viaggio per Bologna, ove giun- fecero concepire alto concetto della
se a' 1 marzo. Il ritorno poi del sua augusta persona, e fin d' allo-
duca Francesco IV in Modena fu ra previdi che sarebbe egli stato
un vero trionfo, perchè i figliuo- quel gran principe, cui ora l'Italia

li riacquistarono il padre, ed uno applaude ed ammira nel ^governo


de' più illuminati, religiosi e bene- de' fortunati suoi dominii. Neil' ot-
fici i8i5Pio VII par-
sovrani. Nel tava della festa era il Papa a Fi-
li da Roma, quando il re Murai renze ". Pio VII a'27 maggio par-
domandava il passaggio delle sue tì da Modena, pernottò in Pistoia,
truppe, e si recò a Genova ed a e passò a Firenze.
Torino. Di ritorno da quest'ultima Francesco IV, principe polente
capitale, giunse a Modena a'24 mag- per accorgimento e per fortezza di
gio, alloggiato nel palazzo ducale animo, modello de' principi saggi
splendidamente, e nel di seguente e religiosi, padre benefico e vigi-
intervenne alla solenne processione lante de' suoi popoli, la storia ne
del Corpus Domini, incedendo con registrerà le gesta a caratteri in-
torcia, presso il Venerabile portato delebili siccome ministra imparzia-
dal vescovo Cortese, in mezzo ai le della verità. Questa per quanto
cardinali Litta e Pacca. Questo vogliasi oscurare per l' influenza
cardinale nella Relazione di tal viag- d'interessati pregiudizi, più presto
gio a p. 120 descrive così il sog- o più tardi trova immancabilmen-
giorno del Papa in Modena. » Nel- ta la via per giungere alla pubblica
la festa del Corpus Domini il Pa- luce, e si presenta ne' suoi veri co-
pa ch'era giunto a Modena il gior- lori all'estimazione dei giusti e dis-
no innanzij intervenne alla solenne appassionati, con iscorno e confu-
Corpus Domini, an-
[»rocessione del sione de'maligni detrattori. Lascian-
dando a piedi dietro il Venerabile, do dunque ad altre penne tal glo-
,

3i4 MOD MOD


via, solo per debito di profonda di «no prirato peculio, col qnale
gratitudine per essersi degnalo gra- mantenne molti convittori della clas-
ziosamente accettare la dedica di se media. Nel convitto però di Reg-
questo mio Dizionario con porlo gio si ammettono nobili degli stali
sotto i suoi validissimi auspicii, ciò Estensi e forastieri. A Massa Ducale
clie vanto a mio grand' onore e fu aperto altro collegio di gesuiti ;

confusione ; ed eziandio per indis- e nel collegio de' nobili di Modena


pensabile omaggio alle sue rare parecchi alunni furono mantenuti
virtù e sublimi qualità, accennerò dalla munificenza di Francesco IV.
brevemente le cose principali che Qui noteremo che negli stati Estensi
distinsero un principe, che più va- sonovi parecchi convitti per gli stu-
sto impero meritava onde felici- denti di legge, medicina e matemati-
tarne i fortunati sudditi, poiché fu ca, e seminari vescovili; che in Mo-
più padre che sovrano. Francesco dena evvi r accademia de' paggi pei
IV dopo le severe lezioni avute giovani nobili alti alpub- servigio
alla scuola delle avversità durante blico e del sovrano, ed una celebre
il dominio Napoleonico, al ristabi- scuola di matematica, i quali due
limento della pace generale assunse stabilimenti sono sotto la protezio-
il governo de' suoi stati. Dopo aver ne dell'arciduca Massimiliano, il
regolate tutte le materie concer- quale insieme col fratello arciduca
nenti il buon governo del suo po- Ferdinando, ha speso grandi somme
polo con saggie e provvide leggi o per molti pubblici stabilimenti degli
disposizioni, egli rivolse le sue pri- Modena, come di quelli del-
stali di

me cure al riprislinamento delle due principi, de-


l'Austria: questi
comunità religiose , e a ridonare gni germani di Francesco IV, in
al divin culto maggior parte
la diversi tempi resero grandi servigi
delle chiese convertite ad uso pro- alla Chiesa ed allo sialo. Nell'eccel-
fano, restaurandole a proprie spese. lente scuola di veterinaria di Mo-
Laonde ben presto ne' suoi domi- dena, con gabinetto o museo zoo-
tiii si videro monasteri e conventi logico, si vede lo scheletro del de-
d'ambo i Be-
sessi degli ordini di s. striero cavalcato diiU' arciduca Fer-
nedetto, di s. Ignazio, di S.Francesco dinando lodato, quando alla batta-
d'Asisi, di s. Domenico, di s. Fran- glia d' Dima, il prode principe col-
cesco di Sales, di s. Vincenzo de Pao- la spada alla mano ed alla testa
li, e di s. Alfonso de Liguori : (juindi di alcuni squadroni di cavalleria
i monasteri di monache si occuparo- austriaca^ si apri la strada attra-
no neir educazione delle giovinette, verso le iuimense forze di Bona-
essendo una delle principali solle- parle che avea del tutto circondale
citudini del duca la religiosa e le truppe tedesche.
morale educazione. A tale effetto Fra i pubblici stabilimenti che e-
riapri i collegi de' gesuiti a Mode- sistono negli stati Estensi, e che deb-
na e in Reggio, e due case di e- bono la loro istituzione a France-
ducazione dai medesimi dirette; e sco IV, ricorderemo i seguenti ap-
perchè a Modena non era capace partenenti alle classi di beneficen-
che di ottanta convittori, fece fab- za e carità. 11 bellissimo spedale
bricar dalle fondamenta il magni- delle suore di carità in Modena
fico collegio coavilto di s. Chiara che furono pure poste ia quello di
5

MOD MOD 3 1

Reggio aomenlalo d'una gran stila frumento ; aooo di maiz ; 8000


a spese del duca. La casa di edu- di riso; i a, 000 di castagne, e 1000
cazione di s. Paolo, ove sono edu- di fagiuoli; i quali magazzini fu-
cate e mantenute le zitelle povere rono comprati di privata moneta
e abbandonate. L' istituto delie sor- del duca per impedire nionopolii:
do mute, ove le alunne sono per- da essi ricevono sudditi senza i

fettamente istruite. Le pubbliche interesse, tutto grano che chie-


il

scuole di carità dirette dalle figlie dono , restituendolo dopo il rac-


di Gesù, per le fanciulle delle clas- colto. Protesse singolarmente l'a-
si più basse, venendo mantenute di gricoltura, e fece immense pianta-
vitto le più povere e abbandonate. gioni nelle montagne di sua pro-
L' orfanotrofio di s. Bernardino, i prietà, per supplire alla m.Micanza
cui fanciulli erano nella più parte di boschi e combustibili. Diminuì
educati a spese del duca nelle arti i dazi, e fu largo per tultociò che
meccaniche ed anco liberali , ed riguardò il decoro del cullo divi-
appartengono alla congregazione di no. La sua generosità Francesco
s. Filippo Neri, la quale esiste in IV non la restrinse ai suoi stati:
diversi luoghi de' dominii Estensi. tu munifico colla casa di novizia-
Mantenne Francesco IV poveri o- to de'gesuili di Verona ; nell'Un-
perai ne'Iavori pubblici, anzi la sua gheria , a Vienna, a Venezia, e
beneficenza si estese pure co'fora- principalmente nelle vicinanze del-
stieri, avendo periodicamente soc- la sua villeggiatura del Catiijo nel
corso portoghesi , spagnuoli , fran- rci^no Londiardo
Veneto, molte -

cesi, ec, emigrati da' loro paesi in famiglie riceverono o stabili pen-
conseguenza delle ultime rivoluzio- sioni o considerabili caiità dalla
,

ni che hanno afflitto l'Europa. A sua illimitata pietà. Il Catnjo o


suo conto fece costruire un Caio Caltaggio è un villaggio della pro-
boario, con magnifico e bel por- vincia di Padova, distretto di Bat-
lieo e vaste sale, pel bestiame taglia , ov'è il celebre
luogo di
cornuto condotto nel mercato set- delizia appartenente già alla famì-
timanale in Modena, di gran van- glia Obizzi, ed oggidì ai duchi di
taggio per l'agricoltura e commer- Modena, ridotto da Francesco IV
cio; altio simile foro boario edi- più ameno e sontuoso, degna vil-
ficò in Reggio. E qui non è a di- leggiatura di qualunque monarca.
re le periodiche limnsìne e mine- Le arti liberali e le scienze furo-
stre fatte distribuire a' poveri, e le no egualmente protette e incorag-
provvidenze prese a prevenire l'o- gile, anco con visitare i pubblici
ziosità; come le pensioni assegnate stabilimenti ove sono insegnale, e
a molte famiglie cadute in miseria, quando uno studente o un artista
distribuendo soccorsi eolle sue ma- di belle speranze e di buona con-
ni nelle pubbliche udienze de'gio- dotta gli era presentato, il prin-
ved"i domeniche. Dichiarò perpe-
e cipe da mecenate lo mandava, ter-
tuo il monte annonario, dove pel minati gli studi, a viaggiare nelle
ben essere de'sudditi sono conser- principali città d'Europa per me-
vati pei tempi di carestia, ne'de- glio perfezionarsi a sue spese. Nel
positi di diversi capoluoghi degli vói. XXIX, p. 288 del Dizionario
Stati Estensi più di 18,000 sacca di riportamiuo il decreto con cui il
3i6 MOD MOD
duca ammettendo l'oi'dlnc geroso- mente si celebrò il matrimonio
limitano ne'vsuoi stati fondò due dell'altra sorella del duca, l'arci-

comuieude, una nella provincia di duchessa Maria Beatrice, col real


Modena, l'altra in quella di Reg- infante di Spagna d. Giovanni di
gio. Borbone, fratello del conte di Mon-
Francesco IV , principe pieno temolin, a cui il padre l'infante
d'ingegno e di erudizione, dotato d. Carlos conte di Molino cedette
d'incomparabile fermezza di carat- i suoi corona di Spa-
diritti alla
tere, sempre disposto ad atti di gna il duca regnante festeggiò gli
:

magnanima e caritatevole bene- sponsali con eseguire un brillante


volenza, giusto, intrepido, patrono torneo con alcuni cavalieri , alla
della buona causa e della vera re- presenza del genitore dello sposo e
ligione, si rese altamente rispettato sua reale consorte.
pe' suoi meriti personali, come per La fede cristiana fu predicata a
le prerogative dello splendor de'na- Modena da s. Dionigi l'Areopagita
tali. Semplice e frugale godette e suoi discepoli, l'anno 93, o se-
nella sua veramente patriarcale fa- condo altri da s. Apollinare apo-
miglia un' invidiabile pace e con- stolo di tutta r Emilia, come ri-

cordia, e restò inconsolabile quan- porta r Ughelli , Italici sacra to-


do la ben degna archiduchessa sua mo II, pag. 78; quindi poco do-
consorte Maria Beatrice Vittoria mo- po fu eretta la sede vescovile suf-
rì a' i5 settembre i84o. Questa in- fraganea di Milano, indi, per volere
comparabile sovrana seppe ispirare di Valeriano, di Ravenna, da cui la
agli esemplari suoi figli i sentimenti sottrasse Gregorio Xlll per sotto-
della più pura e sincera pietà. porla nel 1.582 a Bologna sua pa-
Francesco IV terminò i suoi gior- tria, quando l'elevò a' io dicembre

ni in Modena a'2 gennaio 1846, r al grado di metropoli, di cui è


e fu pianto qual propugnacolo tuttora sutfraganea , ciò che con-
della quiete d'Italia. Gli successe il fermò Pio VII nel i8o3, nel con-
primogenito regnante duca France- cordato che conchiuse colle repub-
sco V, dotato di eccellenti qualità bliche italiane. Il primo vescovo
di cuore e di mente degno figlio , di Modena fu Cleto romano di
di SI glorioso sovrano, sotto i cui nascita , destinatovi da s. Dionigi
auspicii fin dal i845 venne isti- verso l'anno io3: consacrò e de-
tuita in Modena una società di dicò al principe degli apostoli s.

incoraggimento per gli artisti del- Pietro un antico tempio di Giove, e


lo stato anche domiciliati ali' e- mori dopo aver condotto una vita
stero. Dipoi a' 7 novembre 1846 santa e laboriosa. Ignoransi i nomi
l'arciduchessa Maria Teresa sorella de'suoi successori fino al SSg, nel
del duca, si congiunse in matri- quale anno governava la chiesa di
monio col serenissimo real conte Modena Dionigi prelato zelantissi-
di Chambord, ossia il principe En- mo per la gloria di Dio e per la

rico Carlo di Borbone duca di conversione del suo popolo, essen-


Bordeaux, in favore del quale ri- dovi ripullulata 1' idolatria sotto
nunziarono la corona di Francia l'impero di Costante fautore degli
Carlo X e il suo figlio Delfino, ariani. Antonio di lui successore
indi nel 1847 a'6 febbraio eguaU nel 358, ordinò diacono Geminia-
MOD MOD 3i7
Mo, che alcuni dicono na-scriltori ta, o per Una cecità di cui furono
to in Modena, e precisamente nel colpiti i nenaici, onde uscirono su-
castello di Cognento, siccome do- bito dalla città: questo fatto viene
tato della più ingenua umiltà e contrastato da quelli che asseri-
sublimi virtù, esercitato nelle ec- scono che nel 4^^ s, Geminiano
clesiastiche discipline j e carissimo era già divenuto cittadino del eie-
ai suoi concittadini. Jl novello dia- lo. La liberazione però di Modena

cono con zelo servi il vescovo nel- da tanto infortunio, se non fu nel
la predicazione e nel sacro ministe- tempo che Geminiano viveva, certo
ro dell'altare. Morto il buon servo è che fu per la sua intercessione s

di Dio, l'esimio Antonio, convoca- innanzi al trono di Dio, e lo af-


ronsi clero e popolo per eleggerne ferma l'annalisla Rinaldi. Per gra-
il successore, e tutti gli occhi e titudine i modenesi al loro santo
voti furono rivolli verso di Gemi- vescovo, rinnovano ogni anno la
niano, che se ne fuggì a nascon- festiva memoria di tal liberazione,
dersi ne'boschi di Cadiana; ma sco- chiamandola festa della vittoria di
perto da alcuni pastori, ne fu da- s. Geminiano. Intanto l'ariano Au-
to avviso a' modenesi, i quali vi senzio di Milano seminando suoi i

accorsero lieti, e lo ricondussero, errori per quasi tutta la Gallia


benché ripugnante, alla città, do- Cisalpina,energicamente adoperossi
ve fu ricevuto fra mille applausi. Geminiano, perchè l'eresia non con-
Assoggettossi al gran peso dell'e- laminasse i suoi fedeli, e col divi-
piscopato, venne confermato dal no aiuto vi riuscì. Pieno di meri-
sommo Pontefice, e consecrato dal- ti s. Geminiano volò in paradiso
l'arcivescovo di Ilavenna, Prima a'3i gennaio 887 circa, tenendo
cura di Geminiano fu quella di deposto nella cattedrale. Tutta la
purgare la città dai superstiti a- città fin d'allora l'invocò per suo
vanzi dell'idolatria, e con virtuosa protettore e principale patrono, a-
pazienza ne conseguì l'intento; vendo Dio onorato la tomba del
governò la sua chiesa con assidua santo con frequenti miracoli. Dal-
vigilanza ed esemplarità e fu il , la vecchia rovinosa basilica, furo-
padre de' poveri. Opinano diversi no poi da Dodone sup successore
storici , che verso questo tempo trasportate le venerabili sue ceneri
accadesse la funesta invasione di l'anno 11 06 nella nuova cattedra-
Attila re degli unni in Italia, e le li 3o aprile. Il vescovo di Mo-
che movendo quel re verso Mode- dena Silingardo lasciò una
scritta
na, gli andasse incontro il vescovo lunga leggenda di s. Geminiano,
Geminiano, ad implorar la salvez- riportan<k>ne altre notizie il Ve-
za del suo popolo ; e che all'aspra driani nella Storia di Modenaj il
risposta del barbaro Attila , retro- Tiraboschi nelle Memorie storiche
cedendo il vescovo, ordinasse che modenesìj l' Ughelli che lo dice di
si aprissero le porte della città, e Govella, Rascharinae gcntis alu-
che si lasciasse entrare col suo e- mnits; ed alili, come Bollandisti, i

sercito. Piamente credesi ancora, che ai 3i maggio riportano la


che passando il re per le contrade sua vita d'un anonimo dell' Vili
di Modena non vi facesse alcun secolo,
male, o per foltissima nebbia insor- Teodoro, allievo di s. Ambro'
3i8 MOD MOD
gio, succedelte a s. Geminiano, de- alla chiesa di Modena. Solto di lui
dico la chiesa cattedrale al «no s. Anseitno duca del Friuli presso
santo predecessore, e njorì nel 897, Fananuin pago di Persicelo,
nel
tenendo sepolto in detta basilica, che territorio contado e distretto
del
fu poi arriccliita di preziosi doni, di di Modena, edificò un monastero, vi
beni, di privilegi, immunità e giù- -si fece monaco e ne fu fatto abba-
risdi/ioni per munificenza de'Papi, te, e dopo due anni divenne la ce-
imperalori ed altri principi. Gè- lebre abbazia di Nonantola, cinque
miniano II fiori verso l'anno 4-^2, o sei miglia distante da Rlodena.
.laonde a suo tempo si attribuisce Geminiano HI divenne vescovo nel
1 aggressione di Aitila su Modena. 7^5, alle cui istanze confermaro-
]Nel 477 divenne vescovo Gregorio no privilegi e ne concessero alla
i

ordinalo da Giovanni arcivescovo chiesa modenese. Desiderio ultimo


di Ravenna , che morì santamente ve de' longobardi, e Carlo Magno,
nel 5oo. Bassiano o Cassiano gli H vescovo Gisio tivea nell'Soo, mo-
fu surrogato nel 5o 1 , ornato di rendo nell' 8 2
Adeodato dei-
1 circa.
profonda erudizione e di eminente l'S 4 ottenne da Lodovico I il Pio la
1

santità;si oppose fortemente con lalifica delle grazie che godeva la sua
altri vescovi dell'Emilia al re Teo- chiesa. Giona fiorì nell' 85o; Erni-
dorico, il quale ardì convocare un do neU'SGi, cui Lodovico II con-
concilio a Roma contro Papa s. fermò le precedenti donazioni e pri-
Siujmaco, al quale e ad altri in- vilegi; Leodoindo o Liudoino in-
tervenne Bassiano. Non si conosco- tervenne romano deir876,
al sinodo
no i vescovi che gli successero fino e l'imperatore Guido nell' 892 con
al 680, in cui occupava la sede diploma ratificò le dette concessio-
di Modena Pietro, il quale solto- ni. Anche Gamenulfo deir898 con-
scrisse al sinodo tenulo allora in seguì altrettanto da Lamberto e da
Boma dal Pontefice s. Agatone. Berengario 1, il quale spedì altro
Flavio Cuniberto re de'Iongobardi diploma nel 902 al vescovo Goffre-
gli concesse amplissimi privilegi nel do che fu testimonio delle devasla-
693. Giovanni fatto vescovo nel zioni cagionale a Modena e suo
743 ottenne da Ildebrando re dei territorio dagli ungari: Berengario 1

longobardi la chiesa di s. Pietro risarcì i danni falli dai barbari,


di Città Nuova ,
quarto ab uibe e per l' intercessione di Pietro ve-
Miuina lììilliario, scrive l'UgheHij scovo di Reggio concesse a Gofire-
nohile quondam oppiiliim, quo post do il pubblico mercato e piena giu-
excisani vctcrtm Mulinatn transfu- risdizione del castello da lui edifi-
gerant cives , come notammo su- calo presso Città Nuova nel lerri-
periormenle. Giovanni ottenne mol- torio di Alodena. Artlingo vescovo
li da Rachis re de' longo-
privilegi nel 94^ ricevè da Ugo e Lotario
bardi, e terminò le lunghe liti che re d' Italia in dono una corte nel
per la diocesi erano col vescovo di confine del contado piacentino. Nel
Bologna. 11 vescovo Lupicino nel 749, 94^ 3'''"' p'ivilegi ottenne il ve-
in considerazione de'sommi suoi me- scovo Guido Vi-con la corte di
viti, ebbe confermati da Astolfo re taliana colle saline, nel contado di
de' longobardi lutti i privilegi che Comacchio; e da Berengario 11 ed
i suoi predecessori aveano accordali Adalberto, ad istanza del marchese
MOD MOD 819
Oclelbeilo e del conte Manfredo, il gna, furono da Nonantola piesi i

territorio di Avereto o Rovereto, o corpi de' ss. Teopompo e Genesio,


Città Nuova; Ottone I gli confermò e portati per esse, ed il morbo ces-
altre possessioni, e vuoisi che eser- sò. Varino Ingone diventò vescovo
citasse eziandio su Modena il domi- nel 1023, confermò le donazioni
nio temporale. Gli successe Ildebran- del monastero di s. Pietro, e Cor-
do del 969, a cui detto imperatore rado II accordò amplissimo privi-
concedè un privilegio. Nel 978 fu legio alla chiesa di Modena, ne di*
tenuto un concilio in Modena presie- chiaro conte della città il vescovo,
duta dall'arcivescovo di Ravenna e ratificò quelliche godeva; altre
che vi ristabilì la pace tra Pietro donazioni fecero Bonifacio marche-
e Lamberto, personaggi distinti di se 4' Toscanaj e Ricciarda sua mo-
Germania. Reg. t. XXV ; Labbé t. glie. Viberto nel io38 venne de-

IX Arduino t. VI. Giovanni ar-


; stinato a questa sede: col consenso
cidiacono di Parma diventò vesco- de' canonici e di detto marchese
vo di Modena nel 998 fu ; prela- die in enfiteusi varie possessioni ai
to piissimo e generoso, particolar- monaci di s. Pietro. Eriberto di
mente verso gli ordini religiosi ;
Modena gli successe nel io54, il

fondò in Modena aimonaci bene- quale col permesso dell'imperatore


dt'ltini il celebre monastero di s. Enrico IH nel secondo anno del
Pietro, tuttora fiorente, cui assegnò suo vescovato incominciò a rifab-
col consenso del clero una gran bricare la città quasi distrutta: si

parte delle rendite del suo vesco- unì poi col di lui figlio Enrico
vato, riportandone i documenti l'U- IV contro s. Gregorio VII, e con-
ghelli a 106 e
p. 107. Il p. Lu- sacrò coi vescovi di Bologna e di
bin, ^bbatianim Ilaliae, liferisce Treviso l'antipapa Giberto o Gni-
a p. 24'>, the il vescovo Giovanni berto Correggia col nome di Cle-
nei 996 fondò presso la chiesa di mente 111, del quale molto parlam-
s. Pietro nel suburbio di Modena mo alla biogiafia di quel gran pon-
il monastero, il quale Federico I nel tefice e ne' luoghi analoghi. Morì
1159 prese sotto la sua prolezione; Eriberto nel 1094, ma s' ignora se
e che Urbano 111 nel i r86 conces- riconciliato colla Chiesa o scismati-
se all' abbate l'uso della mitra, dei co. IN' ci 1095 fu vescovo Benedetto,
sandali e guanti, quindi il mona- benefico col monastero di s. Pietro;
stero venne da Eugenio IV nel morto nel 1097, gli fu surrogato
1433 unito alla congregazione di s. Egidio che visse due anni. In sede
Giustina di Padova^ laonde passò vacante e nel 1099 per l' architet-
alla cassinese. to Lanfranco s' incominciò la riedi-
Varino già primicerio della cat- ficazione della cattedrale, la quale fu
tedrale di Modena fu eletto vescovo terminata sotto il vescovo Dodo o
nel ioo3 nel ioo5 confermò e
; Dodone, che vi trasferì dalla vecchia
aumentò i beni del monastero di s. il corpo di s. Geminiano alla pre-
Pietro, e nel 1016 vi aggiunse la senza della contessa Matilde signo-
corte di Savignano, che il re Pi- ra di Modena, la quale donò alla
pino avea donato a s. Geminiano. chiesa il Rocca s. Maria
castello di
P«r un contagio che faceva strage nel 1008 prò mercede, et reinedio
nella diocesi e in quella di Bolo- aniniae suaej ed il vcscoto eoo-
320 MOD MOD
cesse !a PLOCca in enfiteusi per cu- Martino, cui scrisse detto Papa, e
stodirla a Raniero Avvocali: perle Federico II concesse privilegi. Va-
preci di quest' ottimo vescovo, nel cata la sede, il capitolo parte eles-
1122 Papa Calisto II spedì una se Orlandino Gumbula, e parte
bolla riguardante i confini della Manfredo Pio: Onorio III riprovò
diocesi, prendendo sotto la sua pro- siffatte elezioni, e nel 1222 gli so-
tezione e di s. Pietro la chiesa di stituì il suo vice-cancelliere Gu-
Modena, per la sua pace e stabi- glielmo di Savoia o Piemonte da
lità, in un al vescovo e successori. lui consacrato. Il vescovo Gugliel-
Mori nel 1 135, e nell' anno seguen- mo ricusò ai canonici dare il' ca-
te Ribaldo ne occupò il luogo; ma vallo che avea cavalcato, tornando
nel II 46 Eugenio HI privò Mo- in città dopo la sua consagrazione,
dena della sede episcopale, perchè onde grave controversia, per-
vi fu
i cittadini in onta della pontificia chè ledeva la consuetudine come ;

autorità vessavano l'abbazia di No- pure ricusò imbandire nell'episco-


nantola. Pentiti i modenesi di tali pio ai canonici sette annui con-
i

colpe, il Papa li reintegrò del seg- viti, ma dagli eletti arbitri per la
gio vescovile. L' arcivescovo Mosè questione fu deciso in favore dei
di Ravenna confermò la chiesa di canonici. Onorio III concesse a Gu-
s, Agnese, che il predecessore avea glielmo facoltà d' assolvere gli sco-
dato a Dodone. Anastasio IV nel lari studenti di Modena, qici se le-

li 54 nominò vescovo il cardinal viter, et sine livore percusserint^


Ildebrando Grassi bolognese, che donde ricavasi esservi a quel tem-
pacificò co' suoi concittadini i mo- po già studio pubblico in Modena.
denesi ; siccome i cardinali hanno Federico II ratificò il privilegio
biografie nel Dizionario, così in da Enrico VI suo genitore accor-
esse parliamo delie notizie de' car- dato al vescovo di Modena, il qua-
dinali che furono vescovi di Mo- le ottenne dall'imperatore di rie-
dena. Nel ii57 era vescovo Enri- dificare il castello di Ponteduce
co, che ottenne da Federico I un nella diocesi di sua pertinenza, ed
privilegio per la sua chiesa e dal investì della Rocca di s. Maria i
Papa Alessandro conferma III la nobili di Balugola. Guglielmo ri-
de' suoi beni: morì nel iiyS e gli nunziò nel 1233, e chiaro per le-

successe Ugo; a questi nel 1778 gazioni apostoliche fu poi creato


altro Enrico, e nel 1
179 Ardizio cardinale.
o Ardigone che fu al concilio La- Nel J2 34 dal clero e popolo di
teranense III: sotto di lui Lucio Modena acclamato vescovo Al-
fu
Hi consacrò la cattedrale, e verso berto Boschetti domenicano, nobi-
il 1188 Modena venne ampliata le modenese, e confermato da Gre-

e circuita di mura. Nel iigS era gorio IX. Straziando la diocesi i

vescovo Egidio, che invesùvit caiio- guelfi ed i ghibellini protetti da


nicos de septem conviviis in uno- Federico lì, l'ottimo pastore fu co-
quoque anno , rpiscopus consuevit stretto uscir da Modena, e rifu-
praeslarc cuni omnibus aliis j'uri- giarsi in Bologna, ed il Papa punì
biin consuelis: Innocenzo III nel la città coir interdetto. Terminati
1202 lo trasferì a Ravenna, Indi i disordini e le civili discordie,

nel 1207 fu dicliiaralo vescovo Alberto ri patrio, dopo che Modena


MOD MOD 321
era stata assoluta dalle censure. pò la sede il modenese Bonadamo
Reduce Innocenzo IV dal concilio Boschetti canonico della cattedrale,
di Lione II, il vescovo gli die ma- con plauso comune per la sua pro-
gnifico ospizio; introdusse Alberto bità. Fu al concilio generale di Vien-
in Modena i suoi domenicani, i fran- na, e ripatriando a cagione de'ghi-
cescani e gli eremitani agostiniani. da Modena
bellini dovette ritirarsi
Fiori al suo tempo il b. Gerardo colpita dalle Clemente
censure di
Eangoni francescano ; pili templi V, e polvi morì nel i3i4- Nel se-
restaurò, stabili oblazioni a s. Ge- guente anno divenne vescovo Bo»
miniano, e compianto morì in o- nincontro di Floriano della diocesi,
dore di santità nel 1264. Gli suc- arciprete della cattedrale, insigne
cesse Matteo della nobile famiglia per dottrina ; introdusse i carmeli-
Pio, canonico della cattedrale, ch'e- tani e morì nel i3i8. Divisi i ca-
mulo delle sue virtù governò la nonici nel sostiturgli Matteo di
chiesa con sommo zelo e procurò Gorsano e Guido de Guisci, que-
estingueie il fuoco delle ostinate sto riconobbe Giovanni XXII ri- ;

dissensioni de' guelfi e ghibellini nomato giureconsulto, celebrò nel


di nuovo ravvivate. Fondò l' ospe- i320 il sinodo e vi statuì salutife-
dale di s. Pietra in Isola, e morì re leggi, aumentando il Papa la
santamente nel 1280. li capito- mensa vescovile con unirvi la par-
lo elesse a succederlo Ugolino Bo- rocchia di s. Pancrazio; traslato nel
schetti, altri Manfredo arciprete di 1337 Bo-
a Concordia, gli successe
Baiona diocesi di Modena; questi nifazio da Modena canonico di Vi-
rinunziò, V altro poco dopo morì. cenza. Nel 1 340 passò a Como, on-
Nicolò III commise il governo del- de venne surrogato fr. Alamanno
la chiesa al vescovo di Fermo, in- Donati nobile fiorentino, dottissimo
di Martino IV di sua autorità nel teologo, già vescovo di Soana, che
1281 nominò Ardizio Conti mila- morì nel f352. Aldobrandino figlio
nese, peritissimo, primicerio in pa- del marchese Rinaldo III d' Este,
tria, difensore della ecclesiastica li- da Adria fu traslocato a Modena :

bertà; morì in Milano nel 1286 costrusse in cattedrale la cuppella


lasciando la mitra preziosa e il ba- di s. Tarasio, ove Amedeo VI con-
colo alla sua Breve fu ilchiesa. te di Savoia offrì una lampada di
vescovato di Bartolomeo Boschetti argento alla Madonna della Colon-
nobile modenese. Nel 1287 diven- na con fondo pel lume. Al suo
ne vescovo fr. Filippo Boschetti tempo Filesio eresse sopra la por-
francescano, erudito nelle divine e ta maggiore la statua di s. Gemi-
umane lettere : sotto di lui Mode- niano, e al campanile fu aggiun-
na si die agli Estensi, e morì nel ta la quarta campana. Passato alla

1290. Giacomo da Ferrara, che il sede di Ferrara, nel i38o gli suc-
Marini chiama medico, fiorì nel cesse Guido de Baisio canonico del-
1290, e morì nel i3ii: combinò la cattedrale, uditore di rota e le-
la controversia col feudatario de gato dell'I nsubria, perito nelle leg-
Balugola super palafreno episcopi, gi. Morì nel i382, e fu nomina-
et super equo, et armis facientis to l'agostiniano fr. Dionisio Resta-
duellum j e confermò le istituzioni ni modenese, dotto, probo ed esem-
degli spedali della diocest Ne occu- plare d'ogni virtù, che cessò di viveie
VOI,. XLV. 21
Saa MOD MOD
nel i4oo. Successivamente vennero lessandro VI di cui era stato fa-
falli vescovi: Pietro Boiardo ferra- migliare ; per sua morte nel i5o2
rese, traslato alla patria ; nel i4oi il fratello Francesco occupò il suo
Nicola Boiardi proposito della cat- luogo, lodato per pietà e per quan-
tedrale di Ferrara, che fece utili to fece allorché la patria solTrì con-
costituzioni pel clero, morto nel tagio, fame e terremoto. Nel ì5oj
i4i4 5 Carlo Boiardi che interven- ebbe questa chiesa in commenda
ne al concilio di Firenze ; nel i436 coli' abbazia di Nonantola il cardi-

Scipione de Mainenti ferrarese, dot- nal Ippolito ù'Este I, sino al iSig


tissimo in erudizione, ch'eresse nuo- o i520 in cui mori ne fu sulFra- :

vamente nel capitolo la dignità di ganeo il modenese Tommaso For-


maestro delle scuole, morto nel no vescovo titolare. Leone grato X
i444 > Giacomo Antonio della Tor- Ran-
air ospitalità ricevuta in casa
re della diocesi di Modena, ma me- goni, nel iScy creò cardinale Er-
glio noi col Marini lo chiameremo cole Rangoni, e nel iSig vescovo
Gio. Antonio de Masolini vescovo della patria. Fatto nel iSay Pirro
di Reggio nel 1439, dottore in ar- Gonzaga vescovo di Modena, e
ti e in medicina, hic comitis priti- cardinale da Clemente VII, ebbe a
cipisque muiinensis tilulo condeco- suffraganeo F. Vincenzo Cevola ve-
ratits est; intervenne al congresso scovo di Gerapoli; indi nel 1529
di Mantova adunato da Pio II ; gli sostituì Giovanni dei conti Mo-
nel 146 3 passò a Parma, e nel roni milanese, in età giovanile; ma
1476 a Cremona. il cardinal Ippolito (VEsleU, al quale
Neil' anno i463 da Parma fu era stato promesso dal Papa questo
qui trasferito Delfino di Pergola, vescovato, ne prese possesso e occu-
che morto nel
i465, gli successe pò i beni ; finché lì Moroni paci-
Nicola Sandonnini lucchese, già se- ficamente l'occupò nel i532, po-
gretario di Paolo li e suo vicario scia creato cardinale da Paolo III
nell'abbazia di Monte Cassino; per pei suoi grandi meriti. Sollecito ed
cinque anni gliene impedii il possesso ottimo pastore, celebrò tre sinodi,
come lucchese il duca Borse ; ce- eresse il seminario, e monastero
il

lebrò il sinodo con ottime costitu- per le convertite, introducendo in


zionij e riedificò dai fondamenti Modena i gesuiti ed i cappuccini.
r episcopio. Sisto IV lo fece nunzio Occupato nelle principali legazioni,
in Francia, trasferito a Lucca nel due volte rinunziò con regresso la
i479- Venne sostituito Gio. Andrea sede; s. Carlo Borromeo lo volea
Bociaci di Reggio, ornalo di virtù Papa, ma morì
decano del sacro
e singoiar dottrina ; fu legato di collegio nel i58o. Fr. Egidio An-
Sisto IV in Sicilia e Savoia, e di drea de Foscarari nobile bolognese,
Ercole ad Innocenzo Vili ed A-
I domenicano e maestro del sacro
lessandro VI. Benemerito e pruden- palazzo, per cessione del cardinal
te pastore, al palazzo vescovile ag- Moroni nel i55o fu fatto vescovo:
giuse la parte aquilonare. Morto nel fondò il monte di pietà ed eresse
1497, venne eletto Gio. Battista un conservatorio di donzelle. Inter-
Ferrari di Modena, canonico della venne al concilio di Trento, e per
cattedrale, datario e reggente di la sua profonda dottrina fu detto
caocelleria, crealo caiUioale da A- arca di scieu^a, corresse il mc&sulc
M OD MOD 323
e breviario rotnano, e concorse al- noi proseguiremo colle annuali Nò-
la compilazione del catechismo ro- tizie di Roma, ij^'ò Ettore Molza
mano ; morì lotlatissirao per pru- modenese, de' marchesi di Fellina
denza e candore di costumi nel e conti di Mondra. 1745' Giuliano
i564. Fr. Sisto Visconti nobile di Sabbatini delle scuole pie, di Fana-
Como, domenicano assai dotto, per no abbazia di JXonanlola nullius,
nuova cessione del cardinal Moro- da Apollonia in parlihiis.
traslato
ni, nel 1 57 1 ebbe questa chiesa f/Sj Giuseppe Maria Fogliani del-
che prudentemente amministrò. Nel la diocesi di Reggio. 1786 Tibur-
i58i il duca Alfonso II lo spedi zio de' marchesi Cortese modenese,
in Ispagna, nel qual tempo presso che per circa otto lustri con som-
la parrocchia di s. Barnaba fu eret- mo zelo governò questa illustre
to il convento ai minimi di s. Fran- chiesa, con quelle splendide bene-
cesco di Paola, morendo nel i5go. merenze e virtù, che il eh. d. Gae-
Keir anno seguente gli successe il tano Monfagnani celebrò con Elo-
cardinal Giulio Cannili ferrarese : gio storico, Modena i836 per G.
restaurò la cattedrale demolendo il Vincenzi e compagno . Nei due
coro che deformava, e morì nel
la anni e più che monsignor d' E-
1592. Clemente Vili nel i5g3 vi ste vescovo di Reggio e abbate di
traslalò da Piipatransone Gaspare Nonantola dovette esentarsi dalle
Silingardo modenese, che poi spedì due diocesi, al prelato ne affidò la
nunzio ad Enrico IV pubblicò il
: cura, e quando l'abbazia fu unita
catalogo de' vescovi, e quanto ad in perpetuo Modena,
a' vescovi di
essi appartiene. Morto nel 1607, egli fu primo perpetuo abbate
il

Paolo V gli sostituì fr. Lazzaro Pel- commendatario di Nonantola. Pub-


lizzari di Borgo s. Donnino, dome- blicò colle slampe varie omelie, ap-
nicano, teologo del duca, traslato partenne all'accademia de Dissonan-
da Nusco, di souima pietà. Gli suc- ti, ed arricchì colla sua privata bi-
cessero, 1610 Pellegrino Ber-
nel blioteca il 1824 Giusep-
seminario.
tacchi modenese ; nel 1628 Ales- pe de* marchesi Sommariva di Lo-
sandro de' conti Rangoni modenese, di. i83o Adeodato Caleflì abbate
referendario e virtuoso nel 1640 ; benedettino, patrizio di Modena e
Opizo d' Este figlio di Alfonso III di Carpi ove nacque, dalla qual
duca di Modena nel 1640 Rober-
; chiesa fu traslato. Per sua morte
to Fontana modenese ; nel i655 Gregorio XVI, nel concistoro dei
Ettore Molza nobile modenese, ar- 12 febbraio i838, dichiarò l'odier-
ciprete della cattedrale; nel 1679 no vescovo monsignor Luigi Reg-
Carlo Molza modenese, ab-
nobile gianini di Modena, già rettore del
bate benedettino; nel 1691 Lodo- seminario, che provvidamente e con
vico Masdoni nobile modenese, na- lode governa.
to in Finale, governatore di Rieti; La cattedrale, di gotica struttu-
nel 1717 Stefano Fogliani nobile ra, Dio ed alla Beata
è dedicata a
modenese, nato nella diocesi di Vergine Assunta, sotto l' invocazio-
Reggio, canonico della cattedrale e ne di s. Geminiano, con fonte bat-
vicario generale di Modena, col tesimale. Il capitolo si compone di
quale neir Italia sacra si termina due dignità, prima essendo l' arci-
la serie de'vescovi di Modena, che prete, cui è aUìdata la cura delle
3^4 MOD MOD
anime, die si esercita da un cap- Santuccia Terrabotti
di Gubbio.
pellano curalo, coadiuvato da Ire S. Maria de Mutino o Mutinis, o
preti; di sedici canonici, comprese s. Angelo di Sasso. S. Maria de Mu-
le prebende del teologo e del peni- toro. Abbazia di Mirti to. Di quel-
tenziere ; di nove mansionari e di la celebralissima di Nonantola, il
altri preti e chierici addetti al ser- p. Lubin ne tratta a p. 2^9, e
vigio divino. L'episcopio è prossi- noi ne diamo il seguente breve
mo alla cattedrale. Wella città vi cenno.
sono altre sette chiese parrocchiali Nonantola. Terra murata del du-
col ballislerio, e la chiesa di s. cato di Modena, da cui è lontana
Maria Agostino è pure col-
in s. circa sei miglia, presso il territo-
legiata. sono cinque case reli-
Vi rio bolognese, capoluogo di cantone
giose, quattro monasteri di mona- sulla destra del Panaro, in vicinan-
jiache, tre conservatorii, un orfa- za della Muzza che
forma un'i- vi
notrofio, la pia casa delle figlie del- sola, che famosa
credesi fosse
la
la carità per gì' infermi, due ospe- detta del Triumvirato. Conia circa
dali, il monte di pietà, ed il semi- 1800 abitanti. La fondò s. Ansel-
nario cogli alunni. La diocesi si e- mo duca del Friuli, che abbrac-
fitende in i5o miglia, con
circa ciato lo stalo monastico, l' eresse
172 parrocchie. Ogni nuovo ve- sotto il titolo di s. Silvestro I Papa
scovo è tassato ne' libri della ca- e la regola di s. Benedetto, la cui
mera apostolica in fiorini i5o, es- chiesa consagrò Sergio arcivescovo
sendo le rendite della mensa circa di Ravenna in onore di Dio e de'ss.
3ooo scudi. Questo è lo stato se- Pietro e Paolo: questa fondazione nel
condo r ultima proposizione conci- 753 la stabili Astolfo re de'longobar-
storiale. Il p. Lubin citato, regi- di, cognato del santo, che ne diven-
strò a p. 244 f^ seg. le seguenti ne primo abbate di millecentosetle
abbazie o monasteri della diocesi monaci. Successivamente Papi, im-
di Modena. S. Maria della Miseri- peratori ed altri principi 1' arric-
cordia nel suburbio, di monache chirono di privilegi e di beni; fu
già esistenti nel 1479, in cui Ales- dichiarata l'abbazia immediatamen-
sandro VI i5oo pose
nel cistcr- i te soggetta alla santa Sede, e nul-
ciensi. S. Girolamo de' canonici re- liiis dioecesis. Venne chiamala au-
golari di s. Agostino, della congre- gusta e reale abbazia, ed antica-
gazione di s. Salvatore di Jlologna, mente dipendeva dai soli imperato-
esisteva nel i49^' SS. Trinità nel ri o re. Nel territorio di Modena
suburbio, priorato antico de' cano- e ne' circostanti luoghi vicini più
nici lateranensi i5i7, traslatodel castella divennero signorie dell'ab-
in città in s. Maria d' Asseribus bazia, sulle quali gli abbati eserci-
nel i53o, fatta abbazia nel i56G tarono dominio temporale e spiri-
da 8. Pio V. S. Andrea di Mode- tuale, il quale ultimo solo restò
na de* benedettini. S. Ruffino nel coir andare de' secoli. Molli furono
suburbio de'beuedellini. S. Maria di quindi i monasteri che gli abbati
Valle Verde delle monache del- di Nonantola fabbricarono in pa-
l' ordine di s. Benedetto, congrega- recchi luoghi con abbazie loro sog-
zione delle serve di Maria, mona- gette. Il castello anticamente fu
stero fondato nei 1268 dalla b. soggetto ai bolognesi. L* Uglielli
MOD MOD 3i5
confuta Leandro Alberti, che nella terreno, e per la propagazione del-
Descrizione cV Italia scrisse che vi le scienze. La preziosa collezione
fu sepolto Adriano I, mentre que- de' manoscritti antichi, e la sua
sti fu tumulato nella basilica vati- iicchissima biblioteca, sebbene sof-
cana. Scrisse il p. Giacobbe nella frirono grave guasto nell'invasione
sua Bibl. de Pont. p. 21 3, che ungarica, furono poi riordinate ed
il corpo di s. Silvestro I fu da Ser- accresciute di codici rarissimi^ ma
gio Il donato alla chiesa de' ss. alcuni abbati commendatari dila-
Silvestro e Martino ai Monti ; ma pidarono r archivio. Ugo re d' Ita-
bensì s. Paolo I lo collocò nella lia concesse l' abbazia a Manasse
Chiesa dì s. Silvestro in Capite suo figlio o parente di pessime qua-
[Vedi). Altri sostennero che il Pa- lità. L' ottenne pure da tale re il
pa Stefano II detto III donasse nel vescovo di Modena Guido del 94^1,
753 corpo di Silvestro I ad A-
il vinto dalla cupidigia di possederla,
stolfo de' longobardi
re ed a s. e gli fu confermata nel 963 da
Anselmo, e lo afferma il Muratori, Ottone I. Occupò poi l' abbazia
Dissert. t. Ili, diss. 58; e nell'o- Uberto vescovo di Parma. Giovan'
puscolo della fondazione del mo- ni XVI detto XVIII (Vedi), che
nastero di Wonantola, da lui inse- nel 997 divenne per la sua ipo-
rito nel t. I, par. II, Rer. Ital., se crisia antipapa, era stato abbate
ne legge la bolla di donazione. di Nonantola e vescovo di Piacen-
Forse qui intenderanno per cor-
s* za, conferitagli nel 982 da Ottone
po alcune ed in tal ma-
reliquie, lì. Dipoi Alessandro II ad istanza

niera si possono accordare le di- dell'abbate Landolfo concesse al-


verse opinioni. Per la singoiar pie- l'abbazia amplissimi privilegi. La
tà de* monaci, questo insigne mo- contessa Matilde signora di Nonan-
nastero divenne anche per la sua tola, fece copiosi e preziosi doni al
ricchezza uno de' primi d'Italia; monastero, pure vide gli abitanti
ma la gran copia de' beni fu ca- ribellarsi alsuo dominio; ed i beni
gione di sua rovina, e talvolta gli allodiali che possedeva nel Ferrare-
imperatori conferirono l'abbazia a se, con pontificio beneplacito li la-

degli illegìttimi abbati. Passando sciò air abbazia. Divenula Nonan-


in Francia Adriano III per abboc- tola signoria di casa d' Este, ed es-
carsi con Carlo il Grosso, morì a sendo venula iu potere de' bologne-
s. Cesario agli 8 luglio 885, e fu si, al marchese Nicolò III fu resti-
sepolto nel monastero di Nonan- tuita dopo il 141 !• Garone suo
tola, come riporta il Muratori, y4n' abbate, fratello e ambasciatore di
nali all' an. 885: veggansi i Bollan- Corso d'Este, si recò al congresso
8 luglio, § 3, p. (>47' Aven-
disti agli di Mantova, ed esibì a Pio li per
do Adelardo vescovo di Verona otte- la guerra contro il turco trecento-

nuto da Carlo il Calvo la ricca ab- mila fiorini d'oro. Nel i5i3 nel-
bazia, Giovanni Vili lo scomunicò r abbazia vi furono introdotti i ci-
ncir877. L'abbazia nell' 899 fu slerciensi, e ridotta in commenda,
da un incendio devastata, ed i suoi quale fu conferita a molti cardi-
monaci si resero assai benemeriti nali ed a molti della famiglia d'E-
per averla riedificala, come aveano ste. Allorché Clemente Vili ricu-
ridotto a coltivazione il palustre però il ducato di Ferrara, si con-
3a6 MOD MOD
venne cogli Estensi, che i beni pre- commendatario d'Este, nel 182-2
cariali dell' abbazia Nonantolana il il vescovo Cortese pel primo lu

Papa li cedesse alla città di Mode- vescovo di Modena, e insieme ab-


na, e a quei di Nonanlola, conforme bate di Nonantola, che perciò l'ab-
alla Bonifaciana, concesse il Ponte- bazia e diocesi rinacque a nuova
fice poterli appropriare come be- vita. I nonantolani ne furono lie-
ni liberi al cinque per cento. Per tissimi, ed accolsero con splendide
la guerra di Urbano Vili con- feste il vescovo, quando si recò a
tro il ducaParma, a' 19 luglio
di prendere possesso dell'abbazia e dio-
1643 il cardinal Antonio Barberi- cesi, della quale poi intraprese la
ni fece assediare Nonantola dalle visita. Richiamò monsignor Cortese
milizie pontificie; ed a fronte del alla sua aulica istituzione il semi-
valore del porporato, l'esei'cito du- nario di Nonantola, lo forni di scuo-
cale le sbaragliò. Ad istanza del le filosofiche e teologiche, e ricbia-
duca Modena Francesco 111, nel
di mò in vigore uno statuto del car-
1768 Clemente XI li soppresse que- dinal Alessandro Albani abbate com-
sta celeberrima abbazia. Dipoi per mendatario, pel quale tutti i chier
un accordo i8o3 tra Na-
fatto nel rici dell'abbazia di buone speranze,

poleone ed Papa Pio VII, alla


il almeno un anno prima di essere
morte del suo abbate commenda- promossi al suddiaconato, debbono
tario Francesco Maria d'Este ve- entrare alunni nel seminario della
scovo di Reggio, dovea rimanere propria diocesi, come praticasi in
l'abbazia in perpetuo abolita. A ta- molte chiese singolarmente di Fran-
le pericolo soccorse provvidamente cia. Girolamo Tiraboschi ci diede:
il duca Francesco IV, il quale ot- Storia dell'augusta badia di s. Sil-
tenne dallo stesso Pontefice nel vestro di Nonantola, aggiuntovi il
1821 la revoca di tal soppressio- codice diplomatico della medesima
ne, e che fosse in perpetuo sogget- illustrato con note, Modena 1784-
ta ai vescovi di Modena^ colla co- Se ne legge un estratto nel Gior-
stituzione Componendis ecclesìasù' nale ecclesiastico di Roma, tom. II,

cis rehus^ de' 2 3 gennaio. Morto il pag. 2o5.

FINE DEL VOLUME QUADRIGESIMOQUINTO.


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