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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
Al PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINAll
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA , ALLE CITTA PATRIARCALI
ARCIVESCOVILI E
,

VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,


AI CONCILII,

AI RITI, ALLE CEREMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E


PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, KOIf
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MOROiM ROMANO


SECONDO AIUTANTE DI CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

VOL. XLVII.

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCXLVII.
^
^s.^ ^
, 3

DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA

M
MOS MOS
M.[OSCA AoAprro, Cardinale. A- caricato di recare la berretta car-
gapito Mosca ebbe la sua origine dinalizia ai cardinaliBadoari e Cri-
da nobili genitori in Pesaro. IS'el stiano di Sassonia, nella quale oc-
1692 fu collocalo nel collegio Tolo- casione non solo volle vedere le città
mei di Siena, ove potè comodamente più importanti della Germania, ma
applicare all' acquisto delle scienze. scorse eziandio gran parte della Po-
In quel tempo ottenne il posto di lonia. Giunto a Vienna trattò al-

correttore delle contraddette in Ro- cuni gravi aflfari in nome pontifì-


ma, cui era annessa la prelatura cio. ISel 1707 ritornato in Roma
dalla quale per benignità pontificia fu fatto canonico valicano, nel 1 7 1

fu allora dispensato, ^e\ 1697 in Ticelegato di Romagna colla pre-


Urbino fu onorato colle insegne di sidenza delle acque delle tre lega-
dottore in arabe le leggi , e reca- zioni, dove essendosi egregiamente
tosi in Roma bene istruito, diedesi diportato fino al 17 17, fu fatto go-
col più vivo impegno allo studio, vernatore di Loreto e di Jesi. Be-
frequentando le più rinomate acca- nedetto XIII nel 1726 lo avanzò a
demie sotto la disciplina di mon- presidente della camera^ e poco do-
signor Albani suo cugino, poi Cle- po a chierico della medesima. Cle-
mente XI. Questi nei 1702 lo as- mente XII in premio di sue fati-
segnò per compagno all'arcivescovo che, e per gratitudine a Clemente
d'Aviguone Lorenzo Fieschi, che XI da cui avea ricevuto la porpo-
col carattere di .nunzio straordina- ra, il primo ottobre 1732 lo creò
rio siportava aUa corte di Parigi. cardinale diacono di s. Giorgio ia
Restituitosi nell'anno seguente in Velabro, colle congregazioni di pro-
Eoma, nel 1706 fu dal Papa in- paganda , del buon governo, della
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consulta ed altre. Nel 1784 inoltre dente, come una delle più grandi
lo dichiarò legato di Ferrara , le- città d' Europa. Un miscuglio im-
gazione che lodevolmente governò menso di costruzioni appartenenti
sei anni , in tempi assai diflicili e ad ogni genere di architettura del
scabrosi, tanto per la carestia che medio evo e moderna, e nel centro
pel passaggio delle truppe. Ivi ac- una piramide di cupole dorate, una
colse splendidamente nel lySS Ma- quantità di campanili sormontati
ria Amalia figlia del duca di Sas- da croci e da torri in forma di
sonia e re di Polonia, la quale con- minareti e di gotico stile, richiama-
ducevasi a Napoli per isposarsi col no alla memoria ad un tempo i

re Carlo di Borbone. Dopo essere monumenti dell'Asia e quelli del-


intervenuto al conclave di Bene- l' Europa ; il campanile d' Ivan
detto XIV, questi gli prorogò ad Velikoi attiguo alla chiesa catte-
altro triennio la legazione, ma egli drale di Taumaturgo, po-
s. Nicola
desideroso di menare vita quieta e sto nel centro del Kremlino, domi-
privata , ricusò con pari modestia na tutta la città. Mosca è natural-
e costanza l'esibitogli favore. Dili- mente divisa in quattro parti; ." i

gentissimo nell'eseguire i propri do- Il Gorod, città, nel centro, compo-


veri, dolce e affabile con qualsivo- sto del Kremlino e del Ivi lai' gorod,
glia condizione di persone , inter- città cinese j il Kremlino comunica
venne pure al conclave di Clemen- col restante della città per cinque
te XIII, e mori in Roma nel 1760 porle : il Kitaigorod fondato nel
in età di ottantadue anni, e fu se- i534 dalla madre del czar Ivan
polto nella chiesa de* cappuccini pres- IV, è cinto muro con sei
da un
so r aliare maggiore , sotto lapide porte, che termina da un lato al
magnificamente adorna, con onore- Kremlino, e dall' altro alla Mo-
vole elogio. skva ; è in questa parte della città
MOSCA, MOSKVA. Città ve- che si trova il bazar, diviso in gal-
scovile della Prussia Europèa, capo- lerie coperte. 2." 11 Beloi- gorod ,

luogo di governo e di distretto, se- città bianca, intorno alla parte pre-
de di un metropolita sulla Mo- cedente ; portava anticamente il no-

skva che la divide in due parti ine- me di Tzar-gorod, ed era cinto da un


guali, un quinto soltanto essendo muro di pietra biancastra, da cui
sulla riva destra o meridionale. E pare che abbia preso il suo nuovo
situata verso il centro della Russia nome, e a cui furono sostituiti dei
Europea, a i35 leghe da Pietro- baluardi ; delle nove porte da cui
burgo, e 385 da Costantinopoli: lon- era interrotto, più non rimane che
gitudine 35°, 12, 45 '
; latitudine la porta Rossa. 3." Zemlenoi-gorod,
55°, 45', 45' . Ha forma di un
la e prese il suo nome da un bastio-
trapezzo , di circa nove leghe e ne che lo cingeva. 4-° La zona com-
mezza di perimetro, situata su ter- presa Zemlenoi gorod ed ii
fra il

reno sparso di colline, e questa in- bastione in terra che Ibrnia il li-
eguaglianza fa godere entro Mo- mite dellii città, la quale si divide
sca stessa di molti bellissimi punti amministrativamente in venti cir-
di vista. Lo spettacolo ^che offre da condari che vengono distribuiti in
lunge (juesta pittoresca e antica re- novanta parti. Il clima di Mosca è
kidcuza de Czar [P^etU), i sorprcu- mollo sano per la libera circolu-
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zlone deiraria, a cagione delle stra- del Kremlino sono il palazzo del :

de larghe e della poca altezza del- czar o del Belvedere, costrutto nel
le case, benché sorprenda la gi*aQ- 14B7 sotto il regno d'Ivan 111;
dìosità de'costosi edifizi, essendo i il palazzo imperiale più vasto e
materiali rari ne'dintorrii.Le più imponente del precedente, costrutto
grandi sono quelle di Lu-
piazze sotto il regno di Elisabetta, e che
bianka e del mercato degli uccel- fu innalzato d'uu piano nel 1817;
li. 11 Kremlino, o fortezza o citta- il palazzo detto Angoloso, così chia-
della che in origine componeva mato perchè r ornamento ne è a
tutta Mosca, é un poligono regolare faccette; non consiste che in una
cinto da un muro elevato e mer- sola sala a volta, riccamente tap-
lato, fiancheggiato da una torre ad pezzata, intorno a cui stanno so-
ogni suo angolo; può essere consi- spesi vari scudi i-appresentanli le
derato come un monumento istori- armi de' diversi governi della Rus-
co, e rinchiude il tesoro imperiale, sia : sovrano riceve le au-
quivi il

specie di museo nazionale conser- torità dopo la sua incoronazione ;


vato nel nuovo arsenale, e dove il palazzo dello dei minuti piaceri,
stanno riuniti tutti gli oggetti pre- eretto sotto il czar Alessio Miche-
ziosi tanto pel loro valore che per loAvilz, che vi faceva dare concerti
le memorie isteriche che vi si ap- e rappresentazioni. Il senato è un
plicano ; tali sono fra gli altri la grande edifizio costruito sotto il

corona inviata dall'imperatore gre- regno di Caterina I, avente nel


co Alessio Comneno, e che servi centro una cupola di grande di-
nel I i6 all'incoronazione del gran
I mensione sormontata da un cubo.
principe Vladimiro II Monomaco ; L'arsenale incomincialo nel 1702,
altre corone destinate a contestare molto sofferse nell' esplosione del
la conquista de' regni di Casan, di i8i2 ; in faccia sono posti in linea
Astracan, di Siberia, di Giorgia e per terra cannoni che i francesi
i

di Polonia ; la corona di Caterina ed i loro alleati furono forzati di


I ornata di 2536 diamanti, di un abbandonare all'epoca della loro ri-

enorme rubino, e di altre pietre tirata. Il palazzo del patriarca, anti-


preziose ; molli scettri e troni, uno camente chiamalo palazzo della Cro-
de' quali d'argento massiccio; una ce, fondato nel 166 5 dal patriarca
gran quantità di vasi d' oro e di Jfikon, contiene un banco del cosi
argento, che testificano il lusso spie- detto santo sinodo, stabilito nel 1721;
gato dagli antichi czar. Il Kremli- il tesoro degli antichi metropoliti
no contiene piu-e la sala delle ar- e dei patriarchi, in cui si osserva-
mature, ove si trova una completa no ornamenti sacerdotali di u-
gli

collezione delle armi di tutti i po- na grande ricchezza, ed una bi-


poli dell' Europa e dell'Asia ; lo blioteca interamente composta di
scudo imperiale che si portava alla manoscritti greci e slavi, alcuni dei
coronazione degl'imperatori, e ch'e- quali sono di remotissima antichità.
sisteva nei II25; la spada e lo Nel KitaV-gorod, in faccia alla
stendardo imperiali; la barella su porla di Spaskoi, evvi Lobnoè-
il

cui Carlo XI 1 re di Svezia si fe- Mesto, che si crede la tribuna da


ce portare sul campo di battaglia i cui czar arringavano il popolo ;

di Pollava. Gli altri monutoeuti si rimarca non lunge da qneslo


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luogo la tomba di Mateveev, l'ami- volte vi erano seppelliti i czar. La
co il più fedele del czar Alessio. cattedrale Blagovecht-chenskoi,
di
La tono di Sukharev, situata all'u- dell'Annunziata, fondata nel 1397
scita del Zemlenoi-gorod, è d'una dal granduca Basilio II, fu rifab-
architettura pesante e triste, ma bricata sotto di lui nel 1409, e com-
produce un efletto imponente per pita nel i5o7 dall'architetto Alevi-
la sua situazione sopra una delle so: essa sta sul luogo il più ele-
parti più alte della città ; fu fon- vato del Rremlin, ed è sormonta-
data nel 1692 per ordine dei czar la da nove cupole dorate: le pitture
Ivan V e Pietro II onde perpetua- a fresco, eseguite nel i5o8, sono
re lamemoria della fedeltà del co- del massimo interesse, per la luce
mandante Sukharev, al tempo della che possono dare sull'istoria dell'ar-
rivolta degli strelizzi, eccitata dalla te pittorica a Bisanzio. In queste
czarina Sofia. Le chiese di Mosca chiese, le più antiche della Russia,
sono di mista architettura ; il va- il campanile è d'ordinario divisa
30 è dello stile bizantino, le cupo- dal vaso principale, e qualche vol-
le sono simili a quelle di oriente, ta talmente isolalo che quasi non
e gli ornamenti vedonsi di un ge- sembra farne parte; quello d'ivaa
nere modificato secondo il gusto Veiikoì" è pure isolato dalla cattedra-
del secolo al quale appartengono le dell'Assunta; è questo un monu-
gli architetti tedeschi o italiani mento che perpetua la memoria di
che costrussero questi edifìzi ; pa- uq' orribile carestia, che si fece
recchie sono soi'montate da croci sentire in Russia al principio del
piantate sopra mezze lune il ri- : secolo XVII : esso è ottagono, e
gore del clima non permette loro dell'altezza di circa 260 piedi; in
una grande dimensione, e per lo vicinanza la più grossa cam-
si vede
stessomotivo molte hanno due pia- pana che giammai stata fusa,
sia
ni, uno de' quali può essere anche quale col Cancellieri descrivemmo
riscaldato. La cattedrale d'Ouspeu- nel voi. VII, p. io3 del Diziona-
skoi, dell'Ascensione, fu costrutta rio j qltri la chiamano Ivan il gran-
dal 1475 al i479 ^^ Alberto A- de, e la dicono colata nel i654,
ristotile da Bologna ; questo edifi- indi rotta nel 1701 in un grande
zio offre più rassomiglianza alle co- incendio, poi rifusa nel 1735, ed
struzioni de' sassoni e de' norman- il suo peso portato a circa quat-:
ni, che a quelle degl' italiani : è trocentomila libbre.
uno de'più belli di Mosca, di mol- I conventi di Mosca devono quasi
ta eleganza e leggerezza ; vi si tutti la loro erezione alla pietà dei
conserva l'immagine della Vergine czar ; essi sono assai ricchi e con-
di Vladimiro, che dicesi dipinta da tengono ciascuno molte chiese ;
s. Luca ; la cassa che la rinchiude spesso alcuni ospizi e cimiteri ne
vale più di un milione ; le tombe dipendono; quello di Novo-Spasko'i
de' patriarchi sono poste intorno a è particolarmente osservabile per la

questa chiesa, nella quale come estensione e ricchezza de' suoi edi-
principale di Mosca si consacrano, fìzi. Vi sono moltissimi stabilimen-
si coronano, si congiungono in ma- ti di pubblica istruzione e di be-
trimonio gì' imperatori. La catte- neficenza ; il primo è l'iAoiversità

drale dedicata a s. Michele, altre imperiale, beli' edifìzio che coutieuc


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inolli musei per le scienze fisiche grande è il paferzo del senato. Le
e naturali^ ed una bella biblioteca prigioni sono due, la temporaria e
di più 33jOOO volumi ; fu fon-
di la gran prigione con ospedale. La so-
data nel 1755 dall' imperatrice cietà biblica fu stabilita nel 181 3; il

Elisabetta possiede una stamperia


;
collegio degli affari stranieri ha gli
e la proprietà della gazzetta di Mo- archivi i più. antichi dell'impero,
sca, e molte dotte società ne di- che sono d'un grande interesse sto-
pendono. Vi sono ginnasi, accade- rico, i-cui documenti salgono sino
mie, istituti, scuole, case di educa- al XIII secolo. Vi è un concistoro
zione e degli esposti, ospizi in gran o concilio ecclesiastico composto di
numero, stabilimenti militari, ospe- archimandriti de' conventi della cit-

dali, caserme, tulli degni dell'anti- tà, e la censura delle opere relati-
ca capitale e residenza de' czar : ve alla religione. La gran sala per
distinguesi il museo anatomica com- l'esercizio della truppa, ch'è la più
posto di circa 5o,ooo figurazioni. vasta che esista, avendo 5oo piedi
il teatro è un edifizio imponente; inglesi di lunghezza, 168 di lar-
vi sono case di riunione per diver- ghezza, e circa 5o di elevazione,
se nazioni, parecchie passeggiate senza che alcun pilastro ne sosten-
pubbliche secondo le stagioni, ma- ga la immensa volta. Questa città
gnifici giardini . Nel XIV secolo fu quasi interamente rifabbricata
Mosca era una città assai commer- dopo memorabile incendio del
il

ciante,che serviva di emporio per 181 3 venne perciò non solamen-


;

l'Europa e per l'Asia, e dai tempi te abbellita, ma anche ingrandita


più remoti i mercanti formavano d'assai, restaurandosi pure il Krein-
una classe privilegiata. 11 commer- lin, e viene considerata come la se-
cio fu florido ne'secoli XV e XVI, conda capitale dell'impero.
e Mosca serviva principalmente di Mosca, secondo alcuni, trae il suo
fondaco commercio della Po-
pel nome da Moskva, riviera sulla quale
lonia. Possiede numerose fabbriche, essa è situata ; questo ultimo no-
e la banca imperiale stabilita nel me è sarmala, e significa sinuoso:
1819 offre grandi vantaggi. Kell'e- quanto all' origine del nome della
stale la popolazione ascende a cir- città meglio ne parleremo verso il

ca 230,000 abitanti, quali si |au- fine. La fondazione di questa città sa-


mentano nell' inverno di quasi le al II 4? circa; il suo territorio
i5o,ooo. L'amministrazione di Mo- apparteneva allora ad un certo Rut-
sca è diretta dalgovernatore gene- chko, tissiatchko'i o comandante di
rale e militare, ch'è presidente delle mille uomini ; la sua arroganza
società scientifiche, e de' comitali e verso il gran principe louri-Vladi-
consigli del suo governo. 11 servizio mirovitch Dolgoruki lo fece met-
della polizia veglia attentamente, tere a morte, e louri ordinò di
quello degl' incendi è mirabile, do- circondare d' una palizzata illuogo
Diìnando ciascun circondario un'al- ov'è presentemente il Rremliu, e
ta torre. Mosca è pur sede d' una di farne un borgo,quale si da- al
reggenza o consiglio d'amministrazio- rebbe il nome della riviera sulla
ne del governo, di diversi tribunali, quale si trovava. !Non fu nei pri-
e del (»." 7.° e 8." dipartimento del mi tempi che una piazza d' armi
senato, con corte suprema di appello; u riunioni militari, ove i princìpi
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ed waivodi radunavano le trup-
i gli ordini di Olgerd ; Dmitri si

pe dei principati di Vladimir, Nov- rinchiuse nel Kremlino, e resistette


gorod, Tchernigov e Riazan ; la agi' inimici, che 1' avvicinamento
sua posizione centrale dovette fin dell' ad allontanarsi.
inverno forzò
d'allora farne un mercato, ove gli Riportò poco dopo una gran vitto-
abitanti di molti principali vicini ria sui mogoli, e dopo aver vedu-
venivano a vendere e cambiare i to Mosca ancora una volta distrut-
loro prodotti. Mosca non cominciò ta da una nuova invasione di bar-
a prendere un' importanza come bari, che avvenne durante la sua
città, se non quando fu governata lontananza, mori nel 1889, aven-
da principi assai forti onde estin- do rassodalo la sua corona e re-
guere le guerre intestine che il si- sala ereditaria. Dmitri si chiama
stema degli appannaggi suscitava anco Demetrio III.
nella Russia. Mosca divise per lun- Dal 1462 al i52 5 sotto Ivan
go tempo il destino del principato III, Mosca prese un grande accre-
di Vladimiro da cui dipendeva, e scimento, e divenne la eguale di
quando il crudele Batu-Kan sac- Novgorod, per la sua bellezza ed
cheggiò la Russia nel 1288, essa importanza della sua posizione. Una
fu pur saccheggiata ed abbruciata, armata di tauri, tartari, nogaesi e
come le altre città cadute iu pote- cosacchi del Dnieper venne verso
re di questo barbaro. Se non che il i5i5 a stringere Mosca, la qua-
Terso il 1248, la storia nomina le non dovette la sua salvezza, che
un principe di Mosca, ed è Miche- ai ricchi presenti ch'essa diede per
le soprannominato il Bravo, fratel- la sua liberazione. Nel iSiS gli
lo di Alessandro Newsky. Nel I2q3 ambasciatori di Carlo V e del Pa-
Mosca fu di nuovo saccheggiata, ed pa Clemente VII inviali a Mosca,
i suoi abitanti tradotti in ischiavi- fecero concludere una tregua fra la
tU dalle truppe del Kan Nagai. Russia e la Lituania. Nel i547 un
Dal i3oo al 1828 molli principi violento incendio accadde a Mosca,
si disputarono il possesso di Mosca; essendo saltala in aria un'alta tor-
a questa ultima epoca Giovanni re, che serviva di magazzino a pol-
Danilovitcb ne fece la sua attuale vere. Otto giorni dopo, un secon-
residenza, la cinse di mura di quer- do incendio distrusse tutte le stra-
ele, eresse molte chiese, e ricostruì de al di là del laouza; infine pas-
il Rremlin ; da tal epoca fu sem- sati due mesi, il fuoco prese all'Ar-
pre considerata come la capitale del bale, dall'altra parte della Neglin-
gran principato. Sotto il regno di na, ed incendiò ilRremlin, il Ri-
Dmitri soprannomato Donsl 01, Mo- tai-gorod ed il gran sobborgo ; il
sca fu nel i366 spopolata per la palazzo del czar, il tesoro, gli ar-
peste ; qualche tempo dopo ini in- chivi divennero preda delle fiamme,
cendio distrusse tutti i quartieri ; e perirono in tale incontro 1700
allora Dmitri sostituì alle mura di persone, senza conlare i flniciulli :

legno quelle di pietra, che forma- lo czar fece toslo riparare il Rrem-
rono una fortificazione sufficiente ad lin.Iviin IV stabilì a Mosca la sua
arrestare le invasioni dei mogoli. prima stamperia in lingua slava, e
Mosca fu a questa epoca circonda- vi formò una niilizia regolare sollo

ta da un'armata di lituani sotto il nome di strelizzi. Sollo il regno


MOS MOS II
di Poris Godounow fu costrutto il molti punti dell' impero. Mosca,
muro in pietra che forma un lei'zo quasi interamente distrutta nel i8i2
circuito della città. Una orribile per r incendio accesovi dai suoi
carestia devastò la Russia nei 1602; propri abitanti, al tempo della ce-
sicontarono nelle strade di Mosca lebre campagna che condusse i

sino a 127,000 cadaveri, fatto che fiancesi sotto il comando di Na-


può dare un'idea della popolazione poleone nelle sue mui'a , seguita
della capitale a quell'epoca. 1 po- da disastri sì orribili, e narrati a
lacchi s'impadronirono di Mosca Francia, Mosca di cui più non ri-
dopo morte di Boris nel i6o5;
la maneva che il Kremlino ed il cir-
Rosma Minine, borghese di Nijnii- condario della Miasnitzkaìs, è più
Novgorod, ed il principe Pajarsky bella e florida oggidì che pel pas-
riunirono un'armata, batterono i sato. Cinque anni bastarono per
polacchi in molti scontri, e prin- ricostruirlainteramente ed anche
cipalmente sotto le mura di Mo- per aumentarla.
sca, la cui guarnigione estenuata da Alcuni autori derivano la razza
18 mesi di fame fu obbligata a ca- e il nome di moscoviti da Mosocii
pitolare. Michele Feodorovitch rese figlio di Japet, che coi suoi tre
a Mosca il suo antico splendore e fratelli Magog, Tubai, Corner e i

la ingrandì maggiormente ; suo fi- loro figli popolò i regni del setten-
glio Alessio Mfkhailovitcb, che gli trione. Si riguardano questi primi
successe nel i645, fece costruire il discendenti da Noè come i patriarchi
solo ponte in pietra che possiede ;
de' cappadoci, de'tartari, degli sci-
vi stabilì la zecca, otc il primo ti, de' sarraati ed altri. Sembra al-
rublo d'argento fu conialo nel i654. meno assai probabile che i moschi,
Suo figlio Fedor li, montato sul de' qualiparlano Strabone e Pom-
tiono nel 1676, fondò a Mosca una ponio Mela, e che abitavano i pae-
scuola per gli ecclesiastici, ed ab- si tra la Colchide e l'Armenia,
bellì la città dibegli edifizi. Nel presso monti appellati Moschici
i

1703 Pietro il Grande fece eriiie- scendessero da Mosoch. Gli sciti, a


re a Mosca la prima stamperia ia quanto ne dicono alcuni dotti scrit-
lingua russa; nel 7 19 divise l'impe-
i tori, abbandonarono le costiere del
ro in governi, e Mosca che dal 1703, Ponto Bussino e del mar Caspio ;
epoca della fondazione di PietrO' indi tirando verso tramontana, pe-
burgo {^P^edi)y aveva cessato di esse- netrarono neir Asia e nell' Europa.
re la principale residenza dei so- 1 cinuneri venuti da Gomer, ab-
vrani e corte imperiale, divenne il bandonarono anch'essi il loro pri-
capoluogo del governo del suo no- mo soggiorno, e vennero a stabilir-
me. Questa città, per ia sua cen- si verso il Dosforo e le paludi
trale posizione, sarà sempre ia vera Meolidi. moschi dietro l'esempio
I

e naturale capitale della Russia di questi popoli, passarono in Eu-


[Pedi); essa è abitata da una ric- ropa, e si arrestarono sulle fron-
ca e numerosa nobiltà; signori che i tiere degli sciti e de'sarmati. mo- I

passano una porzione dell'anno alla scoviti traggono il loro nome dalla
cunipagna, preferiscono il suo sog- città di Mosca, ma il nome di que-
giorno a quello di Pietroburgo, a ca- sta città non viene già dal fiume
(jiouc della lontananza di questa da Moskva o Moscow anticamente
i9 MOS MOS
phiamato Smorodina , ma sibbene zio. Sotto il suo patriarcato un'ai»-
ida un monastero appellato flioskoiy mata di russi assediò Costantinopo-
che vuol dire soggiorno di tioinini, li regnando Michele HI costretti ;

come scrive il Bayer in Orig. Rus- a levar l' assedio, ottennero di me-
sicae. Il nome di moscoviti non fu nar seco nella loro ritirata de'pre-
dato alla tribù de'russi che lo por- ti greci che li ammaestrarono nella

ta, se non se alia fine del XIII se- religione cristiana. Il Baronio ri-
colo, per ia seguente occasione. Do- porta questa missione all' 853, ed
poché Gedimidio granduca di Li- il Pagi air 86 r. Altri pongono la
tuania ebbe vinto nel iSig Da- conversione de'russi sotto l' impera-
niello duca russo di Kiow, l'arci- tore Basilio il Macedone, e sotto il

vescovo Pietro trasferì la sua sede patriarca s. Ignazio, dopo 1'


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a Mosca ; a lui tenne dietro subi- circa. Meglio dell'origine della con-
to dopo Giovanni figlio di Daniel- versione de' russi se ne tratta a
lo, e vi slabiTi la sede di sua po- Kiovu (con notizie ecclesiastiche di
tenza, che prima era a Wladimiria: Mosca), stata capitale del regno,
allora i russi presero il nome di e cosi delleprime chiese fondate
moscoviti, che sempre hanno portato in Riovia ed altrove come vi è :

in appresso, e l'arcivescovo continuò detto che il metropolita Massimo


a prendere il titolo di metropolita- nel 1299 trasferì la sede da Kio-
no di tutt^ la Russia. Da questo via a Wladimiria, e il metropolita
viene che il nome di moscoviti non Pietro del i3o8 la traslocò a Mo-
si trova che in Calcondila e negli sca, che divenne arcivescovato ono-
altri scrittori greci che fiorirono rario, e nel iSSg, come diremo,
verso quel tempo. Sappiamo da fu eretta in patriarcato, colle se-

Calcondila e da altri storici, che i guenti sedi sufTraganee, secondo


russi de' quali si tratta, furono tri- Commanville Novogorod, Rostow,
:

butari del re tartaro di Agora in Casan, Mosca,


Sarsko'f residente a
Asia dal ii25 al i5o6 ; ma aven- Vologda, Resan, Susdal, Tuver,
done scosso il giogo, essi soggioga- Tobolsc, Astracan, Plescou, Archan-
rono i russi di Novogorod e di gel, Smolensco, Colom, Viatka, e

parecchi altri dell' Europa,


paesi poi anche il metropolita scismatico
stendendo il loro dominio fin quasi di Riovia.
all' estremità dell' Asia nella gran I metropoliti di Mosca erano no-

Tarlarla. 11 nome di Czar [Vedi) minati dai gran principi e dal cle-
è schiavone, e significa re : il pri- ro, ma istallati e consecrati dal
mo che lo prese fu il duca Ivan patriarca di Costantinopoli. Da ar-
111 al cominciare del secolo XVI, civescovi di Mosca divenuti metro-
dopo la conquista del regno di politi di tutta la Russia e di tutte
Casan. Il primo sovrano della Rus- le contrade e vescovati settentrio-
sia che si conosce, è Rurico del nali, cioè de' russi scismatici, per
0OO. 1 moscoviti furono dapprima autorità di Geremia patriarca di
cattolici, e molti anni dopo la loro Costantinopoli, fu riconosciuto il

conversione accadde nel io53 lo patriarca di Mosca come tale da


scisma dei greci per Michele Ceru- tutti i patriarchi orientali. Dipoi
lario, non avendo avuto le stesse Mosca, come
può vedere in si

ppusegueuze quello anteriore di Fo- RioviAj a questa venne riunita, ed


5

MOS xMOS i3

Iti narrammo come fu maltrattato Moscovia avesse abbraccialo lo sci-


il legato ed arcivescovo di Kiovia sma. Rammenteremo i principali^
cardinal Isidoro, nel pubblicar l'u- cioè: i ss. Romano e Davidde pa-
nione conchiusa nel concilio di Fi- troni di Moscovia martiri; s. Ele-
renze. Divisa nuovamente Mosca na o Olga regina, onorata agli i 1
da Kiovia nel i447 ^^ eletto me- luglio; s. Vladimiro figlio di Swa-
tropolitano Giona. Nel iSSp por- toslao duca de' russi, che ricevette
tatosi in Mosca il patriarca di Co- il battesimo nel 990, onorato a' 1

stantinopoli Geremia, dichiarò il luglio; s. Antonio tìato in Russia,


metropolitano Giobbe patriarca di fondatore vicino a Kiovia del rino-
tutta la Russia indipendente da mato monastero delle Cripte, resi-

Costantinopoli , ma ciò produsse, denza dell'archimandrita de'monaci


pel malcontento, l'unione sotto Pa- russi, onorato a' 10 luglio; s. Ata-

pa Clemente Vili. Il patriarca oc- nasio monaco delle Cripte, onora-


cupava il secondo posto nell'impe- to a' 2 dicembre ; s. Sergio fonda-
ro, ed i erano assai
suoi poteri tore del ricco e numeroso mona-
estesi; non neppure far
si poteva stero della ss. Trinità, sei miglia
la guerra senza il suo consiglio o lunge da ove è in gian
Mosca,
la sua benedizione. Durante i i i venerazione suo corpo, onoralo
il

anni, dal i^Sg al 1700, vi furono a'aS settembre. Questi santi e mol-
undici patriarchi . L' imperatore ti altri, che viveano prima dello
Pietro il Grande avendo abolito scisma, sono nominati nel calenda-
questa dignità, ch'era stata vacan- rio moscovita, insieme co'piìi cele-
te diecinove anni, nel 17 19 elesse bri santi della chiesa di oriente e
un arcivescovo di Mosca, la quale di occidente ; ma i moscoviti met-
dichiarò esarcato^ e poscia eresse tono con essi alcuni scismatici, iu
nel 1721 il sedicente santo sino- un a quel Fozio arcivescovo di Kio-
do, dipendente da quello di Pietro- via, il quale non ebbe altro meri-
burgo, per quanto concerne il culto to che di mantenere ostinatamente
ed i regolamenti ecclesiastici, sotto lo scisma. Notabile è poi la rive-

la presidenza del metropolita di renza dei moscoviti per le sacre


Mosca: di questo santo sinodo ne immagini. Nel \\'Ò0) fu tenuto un
parlammo anco nel voi. XXXII, concilio in Moscovia o conciliabolo,
p. i55 e seg. del Dizionario. Ven- in cui fu imprigionato il suddetto
ne da quel principe stabilito, per cai'dinal Isidoro arcivescovo di Kio-
governare la chiesa di Moscovia e via e legalo di Eugenio IV, come
per ricevere le appellazioni, com- narra il Rinaldi a tale anno.
ponendolo di undici vescovi e di Secondo le recenti notizie ec-
molli altri ecclesiastici ; poiché era clesiastiche Mosca, riportiamo
di
stato determinato all'abolizione del- i seguenti cenni. Era prefettura
la dignità patriarcale, dall' avere apostolica delle missioni della con-
per esperienza conosciuto che pa- i gregaziot>e di propaganda fide, e
triarchi aveano esercitato la princi- comprendeva oltre l'impero i re-
pale influenza sullo stato. I mosco- gni di Casan ed Astracan. I catto-
viti onorano diversi santi del loro lici di Mosca ascendevano a più
paese, i quali fiorirono e furono decine di migliaia. Due chiese cat-
posti nel calendario prima che la toliche, una della nazione tedesca
i4 MOS MOS
dedicata ai ss. Pietro e Paolo al- tropolila scismatico ha in Mosca
quanto angusta, ed un oratorio aper- selle cattedrali, ventidue conventi,
to dai francesi ivi domiciliati. Vi trentasei ospizi , e quasi trecento
.si parlano le lingue russa, tedesca, chiese: molte chiese e molti con-
francese, tartara, armena, persiana venti erano ricchi. Vi hanno pub-
ed altre. Luoghi della missione: Sa- bliche chiese i luterani, i calvini-
ratov, Casan, Astracan, Chizioe, Ni- sti, gli scismatici armeni, gli angli-
schma neH'Ukrania; il paese dei cani, ed una moschea.
kalmucchi e la Tarlarla da remo- MOSCO, Cardinale. Mosco dia-
lo tempo sono privi di cattolici. cono cardinale della regione secon-
Nella Siberia furono mandati i cat- da, viveva nel pontificato di s. Zac-
tolici fatti prigionieri nella campa- caria del 74i, ed è sepolto nella
gna di Mosca, e molti polacchi se- chiesa di s. Cecilia dalla parte sini-
colari ed ecclesiastici per le vicen- stra dell' ingresso con epitaffio ri-
,

de politiche. Quanto al clero, era- portato dal Laderchi ne' suoi Atti
vi un preposto avente il titolo di di s. Cecilia, t. I, p. 192.
canonico di Mohilow [Vedi). I mis- MOSCOVIA. r. RussueMoscA.
sionari cappuccini solevano essere MOSCHEA, Mesqueta. Tempio
otto, riparliti in tre stazioni. Dal dei turchi. Numerosi sono gli edi-
lyoS fino 1715 vi furono i
al fizi destinati al culto divino ne' paesi
gesuiti. Pietro il Grande nel chia- ove domina il Maomettismo. Fra
mare in Mosca i cappuccini, ne questa moltitudine ve ne sono al-
volle escluso ogni altro ordine rego- cuni che sifanno distinguere tanto
lare: vi possedevano il convento con per eleganza che per solidità. In
orlo. Aveva il prefetto della mis- generale i maomettani, meschini nel-
sione la facoltà di conferire la cre- le altre loro , sono ma-
fabbriche
sima concessagli da Benedetto XIV.
, gnifici negli che innalzano in
edifìzi

Pare che il primo cattolico, tranne onore di Dio e che destinano pel
i nunzi e gli ambasciatori , che di lui servigio. Ne' primi secoli del-
mettesse piede in Mosca dopo lo sci- l'islamismo templi mussulmani por-
i

sma, fosse un mercante italiano ac- tavano denominazione generale


la

compagnato da un gesuita nel 1642. di Messdjid o Mesjed, che in ara-


A richiesta di Pietro il Grande si por- bo idioma significa edifizio consa-
tarono in Mosca molli generali stra- cralo alla preghiera: da queste pa-
nieri per istruire nell'arie della guer- role derivarono poi quelle di mes-
ra l'esercito mosco vi lieo. Tra questi ku ed anche di meschit, dalle quali
vi si condusse il conte di Gordon noi abbiamo fallo Moschea. 1 più
ch'era seguilo da tre gesuiti: do- cospicui di questi templi , i quali
mandò il conte all' imperatore un servono principalmente ne' giorni di
luogo per cimiterio de' cattolici, e congregazione, cioè ne' venerd'i,chia-
per fabbricare una chiesa. Condi- maronsi poi Djeami y messdjid o
scese il sovrano, e chiamò dodici semplicemente Djeami ^ che pro-
cappuccini per assistere la nascente priamente significa luogo di unio-
cattolica comunità, e ne fu fallo at- ne, luogo di congregazione, cioè la
to di donazione nel 1 7o5. I mis- moschea principale d' una città , e
sionari vivevano dell'elemosine of- ciò che fra noi chiamasi la chiesa
ferte dalla pietà dei fedeli. 11 me- cattedrale. CoU'audar del tempo cb-
, ,

MOS MOS i5
bcro uno speciale titolo le moschee cipali caratterizzano i templi mao-
di fondazione particolare , special- mettani, i."W Milliir ab, nicchia pra-
mente di principi e monarchi, con ticata nel muro sul fondo dell'edi-
particolari prerogative, di grande fizio, che indica la posizione geo-
estensione e con aite volle. La mag- grafica della Mecca. i° Il Mahhfil
gior parte sono adorne nell'interno Muezzin, ch'è la tribuna di coloro
di ricche colonne di granito di , che annunciano la preghiera al po-
marmi fini, di porfido e di verde polo, situata a sinistra del Mihhrab.
antico. Il pavimento è sempre co- 3.° Il Kursy o cattedra dei predi-
perto di ricchi tappeti o almeno di catori chiamati scheykh ; è elevata
fine stuoie, poiché vi si entra scalzi di due in tre gradini a destra del
ossia senza pianelle, le quali si la- Mihhrab. Nelle moschee principali
sciano ne' vestiboli o gallerie adia- vi è una seconda cattedra chiamala
centi in tutti i templi. Le decora- Mcksowrah o Minnhcr , destinata
zioni si riducono a piccole lampa- pel ministro al Khatib, il quale vi
de d'argento qua e là sparse e so- fa r ufficio solenne dei venerdì e
spese, e fra queste alcuni lustri o nelle due feste del beyram; tal cat-
candelabri d'argento o di cristallo tedra alta tra' quindici a' venticin-
lavorati con arte, dai cuirami pen- que gradini, è sempre collocata ad
dono diversi piattelli con uova di una certa distanza del IMihhrab, e
struzzo, noci di cocco, ed altri mi- sempre a sinistra. Le moschee prin-
nuti ornamenti, tulli guerniti di cipesche, cui intervengono talora i

preziosi metalli e smaltati de' piìi "Sovrani,sono decorale da una tri-


bei colori. Le pareli, alcune delle buna con gelosie dorale, a destra
quali sono intarsiale di finomar- del Mihhrab. Ne'lempli maometta-
mo, non hanno altro ornamento ni non vi sono né banchi, né sedie:
che alcuni versetti dell' Alcorano grandi e piccoli, ricchi e poveri, tulli
[Vedi), scrini in caratteri d'oro so- siedono sul tappeto o sopra le stuoie.
pra alcune tabelle di legno; iscri- La legge non ammette nelle assem-
zioni ove leggesi il nome di Dio blee di religione che uomini, o tut-
quello del profeta Maometto e dei to al piùdonne di avanzala età
quattro primi cali/li, come pure mentre per le giovani sono desti-
de' figli d'Ali nipoti di Maometto. nate tribune spaziose coperte di ge-
Non vi si vede alcuna immagine, losie : in queste tribune le donne
veruna figura e qualsiasi rappre- formano l'ultima fila della congre-
sentazione né in pittura, né in iscol- gazione. Sonovi cappelle chiamate
tura ; la legge su di ciò è rigoro- Messdjid. L'islamismo non prescri-
sissima. Nulla avvi poi di più sem- ve alcuna cerimonia per la consa-
plice, quanto l'ufficio pubblico tra crazione de' suoi templi : il primo
i mussulmani, sia riguardo alle ce- namaz o preghiere domenicali, che
rimonie, che agli ornamenti dei vi si fa in corpo d'assemblea, basta
ministri della religione: questinon per dedicarli al culto dell'Eterno,
hanno alcun abito sacerdotale; non e ciò si fa ordinariamente in gior-
ostante nulla avvi di più grande e no di venerdì, hi molti paesi si
più augusto, che questo cullo pra- accorda di salvare anche nelle i rei,
ticato nel silenzio e col più profon- cappelle , ed eziandio nei turbe o
do raccoglimento. Tre oggsiii prin- tumuli o sepolcri ove giacciono l«
i6 MOS MOS
ceneri qualche persona cospicua
di gè del suocero, verso la montagn.i
in virtù e santità. Alcuni imam , di Horeb, Signore gli apparve in
il

che presiedono alle cose ecclesiasti- un roveto ardeva senza con-


che
che, non permettono ai non mao- sumarsi, e gli ordinò di andare a
netlani l'entrata nelle moschee per liberare figli à'Israele [Vedi) dal-
i

tiu)ore di contamiuamento. Davanti l'Egitto, dandogli una verga colla


la porta principale vi è quasi sem- quale doveva operare miracoli.
egli

pre un vestibolo ed anche una piaz- Unitosi Mosè ad Aronne partì per
za o cortile con alberi posti nel l'Egitto, ove palesarono a Faraone
centro; ed all'intorno sono gallerie che il Dio degli ebrei gli ordinava
o porticati con pozzi o fontane, ove di lasciare andare il suo popolo per
gli uomini fanno le loro abluzioni tre giorni nel deserto, affinchè gli
prima di cominciar le preghiere, A offrisseun sacrifizio. Quel principe
fianco trovansi memorati sepolcri,
i indurito non glielo permise se non
biblioteche, alberghi pei viaggiatori, che dopo aver sofferto dieci piaghe
ospizi pei poveri, ospedali pegli am- o castighi, l'ultimo dei quali fu la
malati e pazzi, le scuole pubbliche morte di tutti i primogeniti degli
collegi, ed altre pie fondazioni. egiziani. Gli ebrei uscirono dall'E-
Delle principali moschee facciamo gitto e passarono il mare Rosso a
menzione ai loro luoghi , come di piedi asciutti, in virtù della verga
quelle convertite in chiese e vice- di Mosè, qiiando invece gli egizia-
versa . ni che gì' inseguivano vi rimasero
MOSE. Legislatore degli ebrei, sommersi. Allora Mosè innalzò al
nacque in Egitto l'anno del mondo Signore un cantico di rendimento
9.433, Gesù Cristo 1567,
prima di di grazie, e avanzossi verso il mon-
da Amram Jocabed della tribù
e te Sinai, dove gli ebrei dimorare*
di Levi. Ebbe Aronne a fratello e no un anno. Salito Mosè sulla ci-
Maria a sorella, nati prima di lui. ma monte, Dio gli consegnò il
del
1 genitori lo tennero dopo la na- Decalogo [P'edi), non che alcune
scita nascosto tre mesi , onde sot- leggi giudiciali che il popolo pro-
trarlo alla morte decretata dal ré mise osservare, al pari di tutti gli

d'Egitto a tutti i fanciulli maschi articoli dell'alleanza che Iddio volle


nati dagli ebrei, quindi in una na- stringere con lui in questa occasio-
vicella giunco lo diedero in ba-
di ne. Mosè salito di nuovo sul mon-
lia delle acque del Nilo. Trovatolo te con Giosuè suo servitore, rice-
dalla figlia di Faraone lo consegnò vette le tavole della legge che con-
a Jocabed perchè lo nutrisse, dopo tenevano il decalogo scritto dalle
avergli imposto il nome di Mosè ^
mani del Signore. In questo frat-
salvato dalle acque. La figlia di tempo il popolo adorò un vitello
Faraone l'adottò per figlio e lo fe- d'oro, e provocò con tal colpa la
ce istruire in tutte quelle scienze sdegno di Dio, che lo avrebbe an-
che fiorivano nell'Egilto. Per l'uc- nientato se Mosè gettandosi a^ suoi
cisione d'un egiziano che oltraggia- piedi non lo avesse placato. Dopo
va un ebreo, fuggì nel paese di Ma- aver dimorato quaranta giorni e
dian, dove sposò Sefora, una delle quaranta notti sul monte senza ci-

figlie di Jelhro sacerdote madiaui- barsi, il santo legislatore discese, e


la. Un giorno che pascolava il grcg- vedendo il vitello d'oro Io rovesciò
,

MOS MOS 17
a terra, e spezzò le tavole tli cui dell'arrivo della sposa, cbe Aronne
era portatore. Fatto poscia ridurre e Maria sparlarono di Mosè. Il Si-

in polvere il vitello d'oro, lo sparse gnore prese la sua difesa, come an-
nell'acqua clie die a bere agli ebrei, che nella sedizione di Core, Dalan
indi in punizione ne ftirono uccisi ed Abiron , che furono inghiottiti
venlilremila per suo ordine dai figli dalla terra. Arrivato il popolo a
di Levi. Mosè fece manifesto al popo- Cadesbarne, Mosè inviò dodici uo-
lo l'enormità del suo fallo , e safi mini scelti per esplorare la terra di
di nuovo sul monte Sinai, ove Dio Canaan, ed in conseguenza di quan-
gli mostrò la sua gloria e gli conse- to essi narrarono intorno alla forza
gnò di nuovo il suo decalogo e , delie città e dei giganti che aveano
dopo quaranta giorni e quaranta veduto, il popolo aramutinossi. Dio
notti Mosè montagna,
discese dalla lo avrebbe esterminato senza le pre-
seco recando le due tavole del Te- ghiere di Mosè, il quale però non
stamento, non sapendo che la sua potè impedire che tutti mormo- i

fijccia era tutta splendente dopo che ratori quali avevano oltrepassato
i

si era trattenuto a parlare col Si- i venti anni non fossero condannati
gnore. Si pose un velo sulla faccia, a morire nel deserlo. Il popolo a-
artìnchè gli altri potessero parlare vendo di nuovo mormorato a Ca-
con lui più liberamente, e fece fa- des , perchè gli mancava l'acqua,
re il tabernacolo, secondo che gli Mosè ed Aronne per comando di
era stato ordinato dal Signore. Pub- Dio la fecero scaturire da una rupe,
blicò in seguilo le leggi che sono ma avendo essi palesato qualche dif-
contenute ne' sette primi capitoli del fidenza e titubanza , il Signore con-
Levitico, consacrò Aronne e i suoi dannolli a morire nel deserto, sen-
figli, il Tabernacolo, al ser-
dedicò za avere la consolazione di entrare
vizio del quale furono stabiliti i_ le- nella terra promessa. ^e\ primo
viti, destinando il Signore Aronne giorno dell'undecimo mese del qua-
suo fratello in gran sacerdote, pri- rantesimo anno dopo la sortita dal-
mo pontefice dei giudei, profeta di rE"itto, Mosè trovandosi nelle cam-
Mosè, suo interprete e suo oraco- pagne di Moab, e sapendo che non
lo; prescrisse 1' ordine da tener- passerebbe il Giordano, perchè non
si dalle tribù negli accampamen- era molto lontana la sua ultima
ti, ed emanò molle ordinanze con- ora, tenne al popolo un lungo di-
cernenti la purità con cui dovevansi scorso, che è come la ricapitolazio-
trattare le cose sante , le immon- ne di tutto ciò che avea operato
dezze da evitarsi, e il modo di av- e di quanto era accaduto dopo la
vicinarsi al tabernacolo. sortita dall'Egitto. Egli rinnovò coi
Sul finire dell'anno che il popolo seniori d'Israele l'alleanza che avea
ebreo passò alle falde del monte stretto col Signore; consegnò ai sa-
Sinai, Mosè fu visitato dal suocero cerdoti ed ai seniori una copia del-
Jetluo che gli condusse la moglie la legge, ordinando loro di farne la
sua Sefora, unitamente ai suoi fi- lettura solenne nell'assemblea gene-
gli Gerson ed Eliezer, e gli consi- rale della nazione ogni sette anni ;

gliò di nominare de' giudici subal- compose un bellissimo cantico, cbe


terni per definire le cause di mi- è come una profezia di ciò che do-
nore importanza. Fu all'occasione vea succedere agi' israeliti ; diede a
voi. XLVII.
,

i8 MOS MOS
ciascuna Uibù una benedizione par- Abbiamo Francesco Cancellieri:
di
ticolare, e salito sul monte Neho Lettera sopra la sfatua di Mosc
al principio del dodicesimo mese, del Buonarroti con la biblioteca
il Signore gli mostrò la terra pro- mosaìca sia catalogo degli scrit-
messa, e gli disse Ecco il paese : tori intorno a (jnesto profeta, le-
che ho promesso ai vostri padri;
io gislatore e condollierc del popolo
tu lo vedrai, ma non vi entrerai. ebreo, Firenze iHxS, A p. 47 •"'-

E nello slesso tempo, dopo avergli porta gli autori che scrissero sopra
dato Giosuè a successore mori , il culto de' santi del vecchio Testa-
Mese secondo V ordine del Signo- mento; ed a p. 4"^ <^ seg. il cata-
re, in età di cento venti anni, nella logo di 121 scrittori che hanno
terra di Moab; fu seppellito in una Irallato delle diverse paiticolaritù
valle della medesima, dirim-
terra spettanti a Mosè, il quale da di-
petto a Phogor, ed è rimasto ignoto versi popoli fu adorato come un
a tutti il suo sepolcro. Abbiamo Dio, sotto il nome di Giove Ani-
dalla sacra Scrittura che non si , mone. Fedi Ebbei, Giudea, Geru-
levò mai più in Israele un profeta salemme.
simile a Mosè , col quale trattasse MOSÉ e MASSIMO (ss.), mar-
il Signore faccia a faccia ; né simile tiri. Preti delia chiesa romana sot-
a lui in que' prodigi e miracoli, i to il Fabiano, fu-
pontificato di s.

quali per missione datagli dal Si- rono presi per la fede con parec-
gnore, fece in Egitto; uè simile chi altri cristiani, e rimasero lun-
nella possanza e nelle opere mira- gamente in prigione. Rimessi in li-
colose, quale le fece Mosè in ficcia bertà, alcuni di essi, fra cui anclte
a lutto Israele. Gli ebrei Io pian- Massimo, si lasciarono sedurre dai
sero nella pianura di Moab per tren- discorsi ed artifizi di Novato, prin-
ta giorni continui , e resero poscia cipale autore dello scisma formato
un cullo religioso olla sua memo- dai novaziani contro s. Coi'neiio
ria il 2 3 del mese di tisri ed il
7 Papa. Mosè, che rimase fermo, fu
del mese di adar. I cristiani adem- arrestato di nuovo, e soffrì il mar-
piono a questo dovere il 4 *-^^ ^^^' tirio verso l'anno 25 1. Egli è men-
tembre. Mosè venne sempre consi- zionato nel marliiologio romano ai
derato come un precursore del Mes- 2 5 di novembre. I confessori ca»
sia,una figura perfettissima di Gesù dati nello scisma aprirono poscia
Cristo, un intercessore del popolo gli occhi, e riconobbero il loro fal-

presso Dio ed il suo particolare fa- lo. Credesi aver Massimo riportata
vorito; egli è altresì il più aulico la corona del martirio , ed esser
autore di cui ci resttno opere au- quello di cui parla il martirologio
tentiche. Egli lasciò il Pentateuco, romano a' 19 di novembre.
cioè i primi cinque libri dell'antico MOSINA. S^i\e vescovile della
Testamento. Quanto al sommo sa- Frigia Pacaziana, sotto Gerapoli, e-
cerdote Aronne, morì di cenloveu- sarcato d'Asia, bietta nel V secolo.
titre anni sul monte Ilor, e fu se- Ebbe per vescovi, Gcnnadio che
polto ivi in una caverna: i greci fu al concilio di Calcedonia ; Gio-
onorano Aronne, Mosè e i profeti vanni in quello di Trullo; Teofilat-
IvT prima domenica di quaresima , to al VII concilio generale; Euti-
e i latini il primo giorno di luglip. niio air Vili; Cosluuliuo a quello

M^
,

MOS MOS 19
ili Fozio. Oriens chrìst. tom. I
,
il loro nome da Mossul, non vi so-

p. 824. no fabbricate, ma
quivi vengono in-
MOSINOPOLI. Sede vescovile vece tintestampate , ed è col
e
della provincia di Rodopc, sotto la mezzo di questa città che le prime
metropoli di Traianopoli, eretta nel mussoline vennero dall'Indie in Eu-
IX secolo. Ne fu vescovo Paolo, ropa. Mossul è uno dei grandi mer-
che Irovossi al concilio tenuto in cati dell'orieule, è pure l'emporio
{àvorc di Fozio. Oiiens christ. l. I, delle noci di galla, gomma a dra-
p. 1 2o5. gante e cera del Kurdistan , e del
MOSTENI o MOSTENE. Se- cotone de' vicini paesi. Conta 60,000
de vescovile della provincia di Li- itbitanti, un quinto quasi cristiani,

dia, sotto la metropoli di Sardi , il resto kurdi, arabi e maometta-


nella diocesi d' Asia , eretta nel V ni. L'aria vi è sana, e i dintorni
secolo, chiamata ancora Hirtaco-
e hanno campagne fertili. Presso il

mia. Ne furono vescovi Giuliano , Tigri vi sono sorgenti minerali, ed


che trovossi al concilio di Costan- al sud della città una sorgente ter-
tinopoli, in cui Eutiche venne di- male, chiamata il bagno d'Aly. Se-
chiarato eretico, quindi assistette al condo molti autori, Mossul occupa
brigandaggio d'Efeso; ed Eulimio una parie del luogo di Ninive: non
che sottoscrisse l'ultimo concilio ge- vi si trovano altri avanzi di questa
nerale. Oriens christ. t. I, p. 885. città che un ammasso di rovine
MOSUL, MOSSUL, Lahhana, che la tradizione dice esser quelle
Durbela, Maitsilium. Città patriar- del mausoleo che Semiramide fece
cale di Caldea , sede arcivescovile innalzare alla memoria di Nino suo
della Turchia nell' Asia, capoluogo marito. Mossul molto solfri nelle
di pascialatico e di sangiacato, nel- guerre intestine, e fu saccheggiata
l'antica Mesopotamia, sopra una col- da Saladino, dai mogoli e da Ta-
lina sulla riva occidentale del fiu- mcrlano. Nadir-shah l'assediò inva-
me Tigri, a 80 leghe da Bagdad, no nel i74i> ed i cristiani si se-
residenza d' un pascià. Il Tigri si gnalarono nella sua difesa ; da quel-
attraversa sopra un ponte di bat- l'epoca essi godono molla stima tra
telli e sopra un ponte in pietra di i tuixhi, e sono meglio trattati che
sedici archi; e sopra un'isola del in alcun'allia città dell' impero. Gli
fiume avvi un castello fortificato. È scrittori persiani ne atlribuiscono la
circuita di mura mei'late, ma una fondazione al re Tahmuralh ; la sa-

gran parte non è abitata. Vi sono cra Scrittura la chiama MozeI ; si

venti moschee assai belle, massime pretende che nelle vicine colline
quella che contiene il sepolcro di siavi il sepolcro del profeta Giona.
AbulKasscn ritenuto per gran san- Giusta la più antica tradizione fu
to. Sonovi pure diverse chiese , e s. Taddeo o Adeo discepolo di Ge-
quelle de' nesloriani e giacobili so- sù Cristo, che predicò in Mosul la
no belle ; dieci caravanserai gran- fede. Era la quarta metropoli della
dissimi, scuola pubblica, molti ba- diocesi di Caldea, e per qualche tem-
zar, Ijagni e caffè assai eleganti. Si po fu unita alla sede di Arbela,
fabbricano buonissimi niarrocchini, metropoli d'Adial>ene: è sede ordi-
tele e tessuti di cotone che si stam- naria del patriarca giacobita , cat-
pano ; le mussoline, che prendono tolico di Elkoeb, che secondo Com-
,

20 MOS MOT
manvillc risiede nel monastero d'EI- in Mosul i siri vi hanno un arci-
cong, quattro leghe circa distante, vescovato, con quattro chiese e con-
ed evvi ancora un arcivescovo di fraternita del ss. Sagramento, co-
tal comunione. Il primo vescovo di mune ai greci e soriani: n'era da
Mosul fu Jesuial) I , allievo della ultimo arcivescovo monsignor Gre-
scuola di Nisibi, che ottenne la di- gorio Hisa convertito dall'eresia: gli
gnità di cattolico de* caldei nel 65 1, scismatici usurparono la casa epi-
essendo slato prima vescovo di Ni- scopale ed il cimiterio. I latini vi
nive e metropolitano di Mosul. Do- hanno una prefettura apostolica
po la sua morte, le chiese di Mo- con antica missione diretta dai do-
sul e di Arbela furono riunite e menicani secondo le ultime notizie
:

governate da Giorgio I, il quale n'era superiore il p. Antonio Merciai,


diventò altresì cattolico de' caldei : con due correligiosi ed un prete se-
quanto agli altri vescovi di Mosul colare.
fino a Basilio, perseguitato dai gia- MOTHE Gailardo, Cardinale.
cobiti pel suo attaccamento alla fe- Gailardo de Molhe, nato in Bour-
la
de cattolica, e morto nel 1720, de» nella Guascogna, nipote di Cle-
Teggasi V Oriens christ. t. II, p. i56o. mente V, questi dal vescovato di
All'articolo Caldea abbiamo detto Baga» lo trasferì a quello di To-
come per la sommissione alla san- losa, e poi all'altro di llieux nella
ta Sede ed a Giulio IH , del cat- Linguadoca, che però non accettò.
tolico Simone, che fermò la sua se- Fu pure arcidiacono di Oxford^
de in Dìarbekir, il patriarcato dei protonotario apostolico, e da Gio-
caldei che aveva sede in Babilonia^ vanni XXII a' 16 o 17 dicembre
e poi nelle vicinanze di Mosul, re- i3i6 fu creato cardinal diacono di
stò diviso in due parli, uno di cal- s. Lucia in Selci. Avendo Opiz-
dei cattolici sotto il patriarca di zone d'Esle vicario di Ferrara oc-
Diarbekir ,
1' altro dì caldei eretici cupato il castello di Argenta, sog-
sotto l'antico patriarca nestoriano getto alla giurisdizione dell' arcive-
residente ne' contorni di Mosul. Ivi scovo di Ravenna, l'arcivescovo
dicemmo ancora che Pio VI rico- Nicolò ne avanzò ricorso a Clemen-
nobbe Mar-Giovanni d'Hormez sol- te VI, acciò gli fosse restituito. Il

tanto arcivescovo di Mosul poi ,


Papa rimise al cardinale e ad al-
preconizzato patriarca di Babilonia tril'accomodamento dell' affare col-
nel i83o, essendo abrogato stato le opportune facoltà. Si trovò pre-
il patriarcato di Diarbekir, onde i sente ai conclavi di Benedetto XI f,
patriarchi cattolici cominciarono a Clemente VI e Innocenzo VI, a cui
fissare la loro sede in Mosul, ed al come primo tra cardinali diaconi i

d'Hormez fu conferita l'amministra- impose la pontificia tiara nella cat-


zione della sede arcivescovile di Mo- tedrale d'Avignone. Nel 1 345 cad-
sul. I 1826 a-
cattolici caldei nel de in gran sospetto a Filippo VI
scendevano a 120,000, enormemen- re di Francia, come se sparlato a-
te diminuiti per le guerre civili, vesse di lui né il sospetto era sen-
;

per le oppressioni e pel cholera : za fondamento, mentre un suo ni-


altri cattolici caldei sono dispersi in pote favoriva con calore il partito
Aleppo, in Damasco, in Gerusalem- inglese nell' Aquitania contro i

me, in Egitto, nelle Indie. Inoltre francesi. Clemente VI però prese


MOT MOT 21
le difese del cai'dioale, e lo giusli- to cardimdium concilio, nulloque
ficò presso il re con sua letlera, Ìietenle, promulgare se significent.
nella quale altamente lo encomiò [laec invidiosa gallis semper fuit,
per modestia, onestà, incorrotti co- quam uli libertatibus gallicanis con-
rtumi, maturità e prudenza Nel . trariam et adversam constanter
1 348 fu deputato insieme con due rejeccre Bulla Eugenii IV PP.
.

altri cardinali, per esaminare le ac< an. 1437 apud Fontaninum, An-
cuse de'delitti che s'imputavano alla tiquit. Hortae p. 466. Moiu pro-

regina Giovanna I. JMori in Avi- prio , non ad alìciijus super Jioc


jjnone nel 356 o
SSy, e trasferito
i 1 nobis ohlatae prtilionis instantiam,
il cadavere a Bazas, ebbe sepoltu- sed de nostra mera liberali tate, etc".
ra nella chiesa di s. Giovanni pres- Le lettere apostoliche furono cou
so il mausoleo eh' egli con gran particolari nomi distinte ne' regesti
spesa avea eretto a Clemente V. di Clemente V in poi, e quelle che
In un antico libro poi della chiesa rìsguardano leggi, costituzioni ed
di Narbona si legge in vece che altre materie ex motti proprio Pa-
il cardinale fu sepolto in quella pae, come scrisse il cardinal Petra
città nella chiesa di s. Giusto. in Coninient. constit. apost., si chia-
MOTO -PROPRIO o MOTU- marono curiali, perchè spedite per
PROPRIO, Motus Proprius. Riso- viani curiae j si appellarono comu-
luzione spontanea e di espressa vo- ni le bolle riguardanti provviste di
lontà sovrana, ordinamento, dispo- chiese, collazioni di benefizi, di-
sizione, regolamento, cedola, legge, spense matrimoniali, ed altri simili
statuto e concessione pontificia e- argomenti; indi Innocenzo VI ap-
raanala di piena autorità, scritta in pellò varie bolle camerali, e Gre-
italianood in latino, secondo ciò gorio XI altre denominò indulti e
che riguarda; cioè in italiano se il privilegi. Veggasi il cardinal De
moto-proprio riguarda una legge Luca, in Tlieatro verilatis et jusli-
o una disposizione ec; ed in lati- tiae, verbo Motus Proprius, che in
no se è Domina di benefizi eccle- italiano chiama Moto proprio.
siastici o altro : sempre è poi mu- moto-propri di leggi e concessio-
I

nito di autografa firma del Papa ni pontificie incominciano col nome


in idioma latino, come Gregorius del Papa concedente e ordinante, e
PP. XP'I. Il moto-proprio diver- la qualifica 3Iotu-pr»prio o MolO'
sifica dalle bolle e brevi apostolici, proprio; indi viene dichiaralo il

come Chìrografoy nel


il modo det- motivo o motivi che inducono il
to a queir articolo, ove si disse o- Pontefice ad emanarli, e lo scopo
riginati nella curia romana i moto- de' medesimi. Talvolta vi è la clau-
propri ed i chirografi, probabil- sola : >» udito per nostro consiglio
mente dopo il iSyy. ^e\ Glossario il parere de' venerabili (ovvero di
di Du Gange, ecco come si defini- alcuni) cardinali della S. R. C. di
sce. « Molo proprio. Hac formu- nostro moto -proprio, certa scienza,
la prinium usi sunt romani Pon- e con la pienezza delia suprema
tifices in statutis, quorum longe nostra podestà,ordiniamo e decre-
minor auctoritas et usus quam bul- tiamo quanto segue ". Quindi se-
larum ; exinde sensim in bullis in- gue la legge o la disposizione
serta quoque est, ut eas, incousuU o il regolamento aoiministralivo
22 MOT MOT
o giudiziario , e taUolta termi- corchè tali costituzioni apostoliche,
na chiamare e nominare ìi mi-
col ed altre ordinazioni fossero rive-
nistro »» da noi special- stite di clausole derogatorie, essen-
mente incaricato di vegliare in o- do precisa nostra intenzione e vo-
gni futuro tempo all' esatta esecu- lontà, che sempre ed iu tutto il
zione e adempimento di questa no- nostro stato debbano inviolabilmen-
stra sovrana volontà ". Ghiudesi il te ed in ogni tempo osservarsi le
moto- proprio con questa formola, disposizioni da noi presentemente
" Volendo e decretando che il pre- stabilite e prescritte, abolendo e di-
sente moto-proprio e tutto ciò che chiarando nulle, irrite e di ninna
in esso è stabilito, ordinato e pre- efficacia tutte che non si
le altre,
scritto debba sempre in tutte le conformino alle medesime; che mai
sue parti inviolabilmente osservarsi; per qualunque titolo^ ancorché di
che non possa a tutte e singole diritto quesito o di pregiudizio del
cose contenute nel medesimo mai terzo, possa impugnarsi, rivocarsi,
dirsi,né opporsi eccezione di orre- moderarsi o ridursi ad viain juris,
zione o surrezione, ne di alcun al- neppure per aperiùoneni oris". La
tro vizio e difetto della nostra vo- data poi e la sottoscrizione si fa
lontà, e che sia valido e fermo, ed per esempio così, m Dato dal nostro
abbia il suo pieno effetto ed ese- palazzo apostolico Vaticano li ven-
ciizione colla semplice nostra sotto- ticinque maggio mille ottocento qua-
scrizione, quantunque non sieno sta- rantasei. Gregorius PP. XVI.
te chiamale e sentile qualsiansi Il giorno, mese Papa
ed anno,
il

persone privilegiate e privilegiatis- lo scrive di suo pugno in italiano,


sime, che avessero o pretendessero mentre il suo nome lo fa in latino
avervi interesse, e che per com- come si disse.
prenderle vi fosse bisogno d" indi- Celebri sono i moto-propri di
vidualmente ed espressamente no- Pio VII, del 1816 sull'organiz-
minarle, non ostante la bolla di zazione dell'amministrazione pub-
Pio IV, De registrandis, la regola blica, 18 17
e dell'anno sul nuo-
della nostra cancelleria De jure vo codice di procedura civile, am-
quaestio non tallendo, e non ostan- bedue esibiti negli alti d' un segre-
te ancora tutte e qualsi vogliano co tario della camera apostolica. Pti-
stituzioni apostoliche nostre e dei nomato è pure il moto proprio del
nostri prcdecessQi'i, ordinazioni, bre- 1827 di Leone XII, sull'ammini-
vi, decreti, chirografi, bandi, editti, strazione pubblica,eguahnente esi-
leggi, statuti, riforme, stili e con- bito negli atti un segretario di
d'
suetudini, e qualunque altra cosa camera. Pio VII! modificò il moto-
che facesse o potesse fare in con- proprio di Leone XII sul regime
trario, alle quali cose tutte e sin- ipotecario, e Gregorio XVI pubbli-
gole, avendone qui il tenore per cò nuovamente quello di Pio VI
espresso e riferito di parola in pa- sugli enfiteuti e sugli illegittimi
rola, in quanto possano opporsi al- possessori delle terre Pontine. Gre-
la piena e totale esecuzione di ciò gorio XVI emanò diversi moto-
che si contiene nel presente moto- propri, fra' quali : nel i832 sui
proprio, ampiamente ed in ogni privilegi de' conclavisti e dapiferi,
più valida maniera deroghiamo; au- e sulla sistemazione ccouomica dei
,

MOT MOT i3
palazzi aposlolici ; nel i834 sul pidoglio esistenti presso lo scrittore
irgolainenlo legislativo e giudiziario del senato romano, non possa mai
per gli affavi civili; nel i838 re- darsi, nò opporsi, ec. » Il regnan-
lativo ol museo Capitolino aflldato te Pio IX, oltre queUi pei concla-
alla custodia del niasistralo roraa- visti e dapiferi, a' 12 giugno 184?
no; nel 1840 pel regolamento e ha emanato il moto proprio, Come e
amministrazione delle poste ponti- Nostro principale desiderio, sulla

ficie. Questi esempi servino di cen- istituzione del consiglio de' mini-
no sulla diversità de' moto- propri. stri, che si legge nel n. 48 del Dia-
OsservOj che la formola del raoto- rio di Roma. Altri rinomati suoi
pi'oprio Gregoriano legislativo e moto-propri sono quelli del primo
giudiziario è alquanto più ampia ottobre sulla organizzazione del con-
della surriferita modula, dicendosi siglioe senato di Roma; e de' i4
" non potere impugnarsi, rivocarsi, detto sulla consulta di stato. L'uso
moderarsi o ridursi ad viam fiiris, dei moto-propri è in vigore ancora
neppure per aperìlioncm orisj che presso alcuni sovrani secolari, come
così e non altrimenti debba in per- del granduca di Toscana e del duca
petuo giudicarsi, definirsi ed inter- di Lucca ec. ; ed il re di Prussia Fe-
pretarsi da qualunque siasi giudice, derico Guglielmo IV regnante creò
tribunale, congregazione, ancorché la dieta degli stati " di nostro mo-
di reverendissimi cardinali, rota, ca- to-proprio ed in virtù della no-
mera e qualunque altra autorità, stra piena reale possanza '.
.... ordinando in fine che questo I moto- propri o concessioni di
medesimo moto - proprio, allorché propria volontà il Pontefice gli e-

il nostro avvocato generale del ti- mana ancora per organo della Da-
sco ne avrà esibilo per pubblico taria /apostolica, per concessione
islromento l'originale da noi sot- di benefizi ed altro. A tale arti-
toscritto una delle cancellerie
in colo parlammo delle grazie conces-
della nostra camera apostolica, e ne se dal Papa per moto proprio, del-
sdiranno ailìssi gli esemplari ne' luo- la segnaliua delle suppliche di gra-
ghi soliti e consueti con la indica- zia, con firmarle colla formola Fiat
zione de' (itoli, sezioni e capitoli motti -proprio, nelle grazie concesse
ond' è composta ciascuna parte del senza essere state richieste, aggiun-
predetto regolamento, si ritenga tavi la lettera iniziale del nome
come legalmente promulgato, tale che avea avanti il pontificato; e
essendo la nostra volontà ". La che le suppliche delle nomine alle
Cormola poi del moto-proprio sul pensioni riservate molti-proprio, si

ìuuseo Capitolino è semplicissima, registrano nell' uffizio dell'officiale


scio dicendosi : » Ordiniamo la pie- de missis. A* 5 maggio 1847 >l i"6-
na ed osservanza di quanto
esatta gnau'e Pio IX con moto- proprio
si prescrive da noi nella presente ritenne a sé l' illustre abbazia md-
cedola di nostro moto- proprio, jìer litis di Subiaco, dichiarandosi or-
essere così mente e volontà nostra dinario delia medesima. I canoni-
precisa ed espressa. Volendo e decre- sti trattano di questa clausola o
tando che al presente nostro moto- rescritto, dimoto proprio e ceita
proprio, quale vogliamo che debba scienza.Veggasi il Riganti, CV/i-
regi^tiarsi ue'libii pubblici del Cam- menlaria in regitlas cancellariae a-
-

a4 MOT MOT
poslolicae, veibo Grada mola pro- Amurio o Ancauro del 1099, il
prio j ed il Rebuffe, nel suo trat- quale fu anche vescovo di Castel-
tato sul concordato tra Leone X laneta. Valcauso del 11 10 chiaro
e Francesco I, De forma mandati per religione e pia munificenza,
apostolici, verbo Motuproprio. Nel- per i donativi fatti a detto mona-
la nomina degli uditori di rota il stero.Riccardo del i i65. Giovanni
Papa emana il moto- proprio in la- fìor\ sotto Innocenzo HI, indi di
tino senza alcuna data, nel mezzo Matera. Ugo destinato da Martino
del quale fra la prima e la secon- IV Jiel 1282. Nicola fu Iraslato
da parte scrive di tutto suo pu- ad da Bonifacio Vili. Ra-
Alatri
gno: Fiat mota proprio, e poi in niero morì nel i356; gli successe
margine della seconda parte Fiat, : Teodoro. Antonio morto nel i4'9-
e ad ambedue le sottoscrizioni vi Indi Pietro fatto amministratore
aggiunge l' iniziale lettera del di d'Acerenza, e nel i44'^ trasferito a
lui nome battesimale, per quelle Gallipoli , mentre il vescovo di
ragioni dette al citato articolo Da- quella sede fr, Antonio de Noetero
taria. de'minori passò a Motula. Leonar-
MOTTA SILVA. Gìovanjti, Car- do fiori nel 1478. Fr. Angelo de
dinale, y. Silva de Motta Gio- Barbiani nobile, de'minori osser-
V \ NNi , Cardinale. vanti. Roberto Piscicelli napoletano
MOTULA o MOTOLA, Maleo- arcivescovo di Brindisi, ammini-
la. Città vescovile del regno delle stratore nel 1488. Girolamo Scu-
due Sicilie nella terra d' Otranto, delli di Motula, dopo che fran- i

distretto a due leghe da Castella- cesi devastarono la città si ritirò a


ueta, capoluogo di cantone, sulla Taranto, ove morì nel i5o2; il
destra riva del Chiataro, con cat- successore Vincenzo de Nicopoli
tedrale dedicata a s. Tommaso di passò a risiedere nel castello di
Canlorbery. Curio Dentato riportò Monte Gola. Pietro de Querci del
nei dintorni una vittoria contro i5i2. Guido de Guidoni di Petra,
Pirro, 274 anni avanti Gesù. Cri- morto nel i528. Vito Ferrati ab-
sto. Fu decorala del titolo di mar- bate. Fr. Angelo Pasquali dal ma
chesato. Jl capitolo si componeva tino domenicano del iSSy. Scipio-
di ed era la prima
cinf[ue dignità, ne Rebiha del i55i, indi cardinale
r arcidiacono, con nove canonici. e amministratore. Cesare Gesualdo
Essendo stata rifabbricata nel 102 3 del i56o. Giovanni Aloisi di Cam-
fu chiamata Muty^la, come dimi- pania traslato da Monte Peloso nel
nuita dal suo antico decoro. La 1569. Giacomo Micheli dotto e
sede vescovile fu eretta nel secolo degno, eletto nel iSyg. Silvestro
XI sotto la metropoli di Taranto. Tufo napoletano teatino del 1^99,
Non si conosce il nome del primo insigne per gravità di vita. Nel
suo vescovo, morto nel io4o. Li- i6oi Benedetto Rossi teatino, dot-
berio o Liberto fratello del duca to e virtuoso generale del suo or-
di Motula, fu suo successore. Indi dine, zelante pastore. Francesco Sa-
Giovanni, al cui tempo Riccardo luzzo nobile napoletano del 1621.
nobilissimo conte di Motula nel Fr. Serafino Rinaldi da Nocera no-
1081 donò alcuni beni al mona- bile domenicano del 1627, lodato
stero della ss. Trinità della Cava] per letteratura. Tommaso Arichout
MOU MOU 25
tentino del i63o, traslato a Ti'ani questo lato la città è assai pitto-
nel i635. Fr. Gio. lialtista Palesi resca. Vi sono tribunali di prima
nnpoletauo di grande estioiazione istanza e di commercio, ed altre
del i638. Tommaso d'Aquino na- autorità e direzioni, camera con-
poletano teatino del 1648. Giovan- sultiva delle manifatture, e società
ni Caraponeschi nel i654 traslato di economia rurale, delle scienze
da Teramo. Gennaro d' Andrea na- naturali e delle arti. La piazza Al-
poletano del i66[. Luigi della Qua- lier è la più grande e regolare, e
dra nobile d' Isernia del 1664. quasi tutte hanno fontane. Le case
Francesco della Marra nobile di s. in generale a mattoni dipinti, of-
Angelo de' Lombardi, crealo nel frono un bel colpo d'occhio di vi-
iCigS. Michele Maria Dentici no- sta ; e ve ne sono alcune bellissi-
bile napoletano del 1697, ornato me in pietra sui tre corsi o pas-
di eccellenti qualità. Pietro Paolo seggi situate quasi nel centro. Fra
M.istrilli di Mileto del lyoS, di i pubblici può cita-
monumenti si

sommo zelo e vigilanza. Biagio re il palazzo comunale^ nuovamen-


Antonio Copela di Campagna del te costrutto e adorno di colonne;
j 7 1 9. Con questi ueW Italia sacra il nuovo palazzo di giustizia ; la
t.?^IX, p. i5g, e t. X, p. 286, si casa di s. Cyr; il collegio reale
termina la serie de' vescovi che , stabilito neir antico convento della
proseguiamo colle annuali Notizie Visitazione, in cui osservasi la chie-
ili Pwma. 1728 fr. Antonio Bian- sa che contiene il bel mausoleo di
chi napoletano minore osservante. Enrico li duca di Montmorency e
1781 Giovanni Antonio Chiajese maresciallo di Francia, decapitato a
napoletano. 1734 Nicolò Paolo Pan- Tolosa sotto il ministero di Riche-
dolfelli di Barletta, 1766 Stefano lieu, fatto innalzare da sua moglie
Ortiz Cortes cassinese napoletano, principessa Orsini. Vi sono due
j792 Agostino Andriani napoletano. grandi ospedali, un piccolo teatro,
1798 Michele Palmieri di Mono- una biblioteca pubblica di 18,000
poli. Dopo lunga sede vacante, Pio volumi, un gabinetto di storia na-
VII nel i8i8 soppresse la sede e turale, ed uno di fisica nel colle-
la riunì a quella di Castellaneta gio. Ha pure una scuola di dise-
{fed,). gno, un museo di quadri ed inci-
MOULINS {Molìnen). Città con sioni, e bagni pubblici. Le rive del-
residenza vescovile di Francia, ca- l' Allier olirono ameni passeggi di
poluogo del dipartimento dell' Al- grande estensione, de'quali il corso
lier, di circondario e di cantone, di Bercy è il più bello. Ha uu
circa undici leghe da Nevers, deli- gran numero di fabbriche. E pa-
ziosamente situata in fertile pianu- tria di Luigi di Borbone duca di
ra, sopra una delle strade da Pa- Monlpensierj de'marescialli Villars
rigi a Lione, e sulla riva destra e Berwick, de'poeti Giovanni di
deli' Allier attraversato da un bel- Lingendes , Gilberto Goulmin e
lissimo ponte in pietra di tredici Giffet le Baume, di Nicola di Lor-
archi; al di là la vista si prolun- nie tnedico della regina Maria de
ga sopra un bell'argine fiancheg- Medici, e dello scrittore Regnaudin.
giato da due linee d'alberi, con Nei dintorni vi sono cave di mar-
btìile caserme u destra, per cui du mo di colori diversi,ed una sor-
-

26 M U MOU
gente riìiticiale chiamala Fontana do lo rendite a circa 1 5,ooo fran-
tli l'ardon. clii.

Mfìulins è appena citalo pri- MOUSSON, MOUSON o MOU-


ma del XllI secolo, die Robiu'- ZOiV, Mownum. Città di Francia,
lo figlio di s. Luigi IX vi fon- di[)artimenlo delle Arilcnue, nella
ilo uno spedale, ed è poco proba diocesi di Reims , capoluogo di
l)ileche questa città sia l' antica cantone, sulla riva destra della Mo-
Gergovia fondata dai boi, come sa, assai antica, la cui foresta è
svogliono alcuni. Devesuo ingran-
il considerabile. Fu posto militare dei
«liniento alla casa di Borbone che romani, e vi si vede ancora le ro-

possedeva il Borbonese, di cui fu vine d' un forte costrutto dalle le-


la capitale, come il suo nome al gioni romane, poi chiamato torre
gran numero di molìni ad accjua di Borgogna. Dalla conquista di
c;he vi si trovavano. Luigi II duca Clodoveo a Luigi XIV fu spesso
del Borbonese e conte di Forez, vi assediata, presa, ripresa, devastata
fece costruire nel j53o un bel ca- e ricostruita. Gli arcivescovi di
stelloche Francesco I fece compi- Beims la possedettero sovranamen-
je, ma del quale più non riaiane te per njolti secoli, finché Carlo V
the una torre quadrata ad uso di la tolse loro nel i52t. Aveva la
prigione, e qualche pezzo di fab- ricca abbazia de' benedettini di s.

bricato in cui alloggia la gendar- Vannes, fondala in tempi antichis-


meria. La sede vescovile fu istitui- simi, ma i benedettini vi entraro-
ta da Pio Vii sullraganea di Sens, no nel 97 Vi si tennero tre con -
I .

dichiarandone primo vescovo, nel cilii. 11 primo a' i3 gennaio 94^,

concistoro de'iG maggio iSiS, l'at- nella chiesa di s. Pietro situata nel
tuale monsignor Antonio de Pons sobborgo, in cui Roberto arcivesco-
di Bionie diocesi di Clermont, del- vo di Treveri co'sulfraganei e alcu-
la quale era stato vicario generale. ni vescovi della provincia di Rcims,
JVella proposizione concistoriale si giudicarono che Artaud dovesse
ilice la sede nuper eveclain a pri- conservare la sede di Reims, e che
ìiiatva illius ereclione vacati. ; e Ugo di Vermaudois ne venisse in-
quanto al capitolo, cai et autcìn ca- terdetto e prival(j della comunione
fjilulo iniposterum erigendo. La cat- ecclesiastica finché non si presen-
tedrale di gotica struttura è dedi- tasse al concilio, di che si ricusa-
cata alla Beata Vergine, con fonte va. Regia t. IX;
t. XV; Labbé
battesimale; cura delle anime è
la Arduino t. VI. Il secondo a'2 giu-
adidata al parroco. Circa l'episco- gno 995, da Leone abbate di s.
pio, dalla proposizione si dice, crii Bonifazio e legato di Giovanni XV,
achìgiianduin. In città vi sono tre coi soli arcivescovi di Treveri, e
chiese parrocchiali col fonte sacro, vescovi di Liegi e Munster, per
due ospizi pei poveri, e il semina- giudicarvi Gerberto poi Silvestro
rio. Ampia è la diocesi, formata li, per essere successo ad Arnaud
dal dipartimento dell'Allier, in 870 ch'ora prigione ad Orleans con dis-
leghe di territorio, e contenente piacere del Papa. Il legato gli vie-
2 3G luoghi. Ogni nuovo vescovo è tò messa finché si adunasse d
dir
tassato ne' libri della camera apo- concilio di Reims. Ivi. 11 terzo con-
slojica iu iiorini Syo, asccndcn- cilio fu tenuto nel «HG per lu 1
MOZ MOZ 27
scisma ili Ticveii tra 1' arcivescovo abbati regolari, e di quelli che I4
Folinaio e Rodolfo suo competito- godono per consueludine o pontifi-

re: Foliiiaro s'attirò lo sdegno di cia concessione, e principal parte


Federico I per aver scomunicato dell' abito de'medcsimi, laonde con
Pietro vescovo di Toulj e deposto essa ordinariamente sono rappre-
Enrico di Verdun, oltre la sospen- Veste corta, in-
sentati nei ritratti.
sione d' uffizio e benefizio contro teramente aperta nella parte ante-
molli ecclesiastici. Gregorio Vili riore, con bottoniera da una parte
the avea dato il titolo di legato a ed asole dall' altra in tutta la sua
l-'oimaro,l' esortò q contegno più lunghezza, onde abbottonarla sul
degno e moderalo. Pagi a dello petto : neir estremità superiore è
anno; Mansi, Suppl. l. II. unito un piccolo cappuccio, corri-
MOUTIERS o MONSTIERS. spondente alla parte posteriore. Si
P^. Tarantasia. porla sulle spalle e copre anche il
MOY o MAYO, Mageuvi. Cillà petto e porzione delle braccia ;

vescovile d' Irlanda nella contea di quella di alcuni secondo i tempi


Connaught, sulla riviera del suo varia nella materia e nel colore,
nome, ora villaggio. Nel VII seco- quanto forma generalmente è in
alla
lo vi fu eretta la sede vescovile, lutti eguale con lievi dilferenze. La
che nel XVI si un: a Tuam di niozzetta chiamossi anche Cappuc-
cui era suffraganea. cio [Vedi)y essendo quello piccolo
MURRAY o MOURAL, Mora- che vi è unito un avanzo del mollo
l'ia. Città vescovile della Scozia nel- più ampio che gli antichi solevano
la contea Murray, ora villaggio. porsi in testa ; incomincialo 1' uso
IN'eirXI secolo fu eretta in sede ve- del Berrettino [Vedi), e di altre
scovile con residenza a Elgin^ suf- coperture del capo, non facendosi
fraganea alla metropoli di s. An- più uso del cappuccio, questo si la-

drea, poi a quella di Edimburgo. sciò di forma ristretta. Il Pallavi-


MOZZARaBI, MUZARABI o cino nella Storia del conc. di Tren-
MOSTARABl. Cristiani di Spagna to iib. i5, cap. i3, n. 5, la chia-
che dopo la conquista di quel re- ma cappa breve o mozza, perciò
gno fatta dai mori, in principio delta volgarmente mezzetta, e sic-
deU'VlII secolo, conservarono l'e- come la Cappa [Vedi) si dice la-
sercizio della loro religione sotto tinamente pallium, così la mozzet-
la dominazione de' vincitori : que- la da Venanzio Fortunato venne
sto nome significa, misti cogli ara- chiamata palliolum. Il Sarnelli, Leti,
bi. V. Spagna e Mozzaracica li- cccl. l. II, leti. 27. Della mezzet-
turgia. Vedasi Guidoni, Storia dei ta, sua etimologia, e dell'uso della
man, Firenze 177 5. medesima, dice che questa sorte di
MOZZARABICA LITURGIA. 7^. vestimento fu ab antico usato dai
Liturgia di Spagna o Mozzarabica vescovi della primitiva Chiesa, e ne
nel voi. XXXIX, p. 64 e seg. del abbiamo la memoria fin dal tem-
Dizionario. po di s. Cipriano che mori nel
MOZZETT A , Moseta,Mozzellain, 3G1, che nel subire il martirio le-
Capuliunij Palliolum. Antichissima vusai prima l'abito dello birra la-
veste ecclesiastica, propria del Pa- icrno, cioè la mozzella che vuoisi
pj, de' cardinali, de* vescovi, dc-li cosi delta dal colore rosaceo. Si
28 MOZ MOZ
disse birro Incerno perchè adopera- cJietto {Vedi), o la vesle di lino,
vasi sopra la lacerna. Questa era co- ed i vescovi il birro piìi prezioso
me uu mantello di quelli usali dai di seta, con altre spiegazioni ripro-

ma senza
laici, il bavaro ; mentre dotte dal Macri e dal Sarneili.
la mezzetta era come al presente Il p. Bonanni, la Gerarchia eccl.
im sopramantello che copriva le considerata nelle vesti sacre e ci'
spalle e buona parte delle braccia, vili, cap. 88, del cappuccio e moz-
col cappuccio che copriva il ca- zetta usata dal romano Pontefice,
po, riportandone il Sarneili le te- ecco quanto Tale sorta di
scrive.
stimonianze. Il Macri nella Not. dei veste non fu usata anticamente dai
<^'oc.ab. ecci, verbo Birrus, riferisce Papi, i quali, come si legge negli
diti questa voce alcuni pensano si- antichi rituali, usavano oltre la to-
gnifichi solamente il colore rosso, naca bianca talare una sopravveste
laonde lacerna birriwt, significherà denominata Manto [f^edi). Riporta
la mozzetta di colore rosso; poiché altre nozioni sulla lacerna, detta
egli osserva, che la lacerna presso dai greci clamide, usata dalle don-
gli autori antichi era una veste ne ancora, col cappuccio^ e dichia-
corta che difendeva le spalle dalla ra le difììcoltà di conoscere e de-
pioggia e dal freddo, mentre altri scrivere l'abito antico comunemen-
colle autorità che riporta, vogliono te usato dal sommo Pontefice, men-
che la voce birruni assolutamente tre dalle istorie e rituali antichi si

significhi la mozzetta, veste propria denomina ora clamide, ora cappa,


del vescovo. L' uso di portare il alcune volte manto, altre volte veste
birro sopra la tonaca, era anco co- pontificia, ciò che dicemmo all' ar-
mune nella chiesa orientale, come ticolo Manto Pontificale, dimo-
si raccoglie da Palladio, il quale strandolo con varie testimonianze.
narra che s. Atanasio vescovo di Nelle immagini degli antichi Papi
Alessandria parti vestito della to- espressi inmusaico mentre viveva-
naca e del birro. Il Rinaldi all'an- no, si vedono vestiti con sola toga,
no 261, parlando della veste lacer- col pallio o manto o mantello di
no birro che s. Cipriano si pose forma antica, cioè talare, di colore
sotto i ginocchi piegata aspettando rosso per segno di dignità, onde vi
il colpo del carnefice, avverte che è fondamento di credere, essere stata
il birro non si dice solamente Z»//'- usata la porpora dal Pontefice per

ruìu, ma lacernuni birruni, ancor- distintivo dd suo ordine superiore


ché Sulpizio Severo distingua il a tutti gli altri, principalmente se
birro dalla lacerna clericale ; poi- si considerino i Papi vissuti dopo
ché dice il Fiinaldi, che la lacerna il secolo terzo, quando cominciò a
presso i gentili era una corta veste risplendere la maestà delle dignità
per riparare la pioggia, ed era fat- ecclesiastiche e lo splendore del
ta in modo, al dire di Pesto Pom- Pontefice romano. A ciò si aggiun-
peo, che copriva le spalle e le brac- ga, essere le antiche elllgie de' Pa-
cia, aggiungendo con Gelilo che la pi quasi tutte col pallio pendente
lacerna portava sopra la tonaca.
si dalle spalle, cioè con quella fascia
Adduce quindi la testimonianza di di lana proprio loro distintivo, e
.s. Agostino, che eziandio i chierici non ad altri conceduto senza par-
dell'Africa solevano portare d Hoc- ticolare privilegio. I memorati vo-
MOZ MOZ 29
cabofi di manto, cappa e piviale so- perchè fu stimato convenire al Pon-
gliono significare ne' rituali le vesti tefice il colore bianco e quello di
adoperate dai Pontefici nelle fun- porpora, per significare la di lui
zioni sacre e non comunemente, co- somma dignità, fu ritenuto 1' u<;o
me adoperasi la veste sottana, il del rocchetto e del cappuccio che
rocchetto e la mozzella, quale con ora si dice mozzetta con la quale
prove il p.Bonanni (stampò l'ope- si coprono leed ha unito
spalle,
ra nel 1720) afferma non molto un piccolo cappuccio in segno del-
antica per uso del Papa, e proba- l'antico, cuoprendosi il capo col ber-
bilmente incominciò in Francia do- rettino bianco, e col Camauro {Ve-
po che Clemente V nel i3o5 vi di), il quale deve essere eguale nel
stabili la residenza, citando un dia- colore e nella materia alla mozzet-
rio.Ecco poi come questo spiega la ta, mentre il berrettino è sempre
forma della veste introdotta in bianco di seta, e nell'inverno di
Francia per riparo del freddo. »» E- panno tranne nelle funzioni in
,

rat autem per ea tempora man- cui ha luogo mitra o triregno, che
tellum hoc Ponlificis simile omnino pure è di seta. A Camauro par-
cardinalium vesti, quam vulgo di- lammo de' suoi bordi di pelle di
cimus mantellectum, longum tamen arroellino, in quelli cioè di velluto
ad talos descendens et rubeum sem- e panno rosso, ed in quello di da-
per, et caputium, quod imponeba- masco bianco, in tutto eguali alla
tur mantelletlo sirailiter rubrum mozzetta, essendo il bordo d'armel-
tale erat, quod caput operiens, hu- lino attributo anche le
sovrano ;

raeixis, pectus, et bracchia simul in- Scarpe [Fedi) uniforma


il Papa le
tegre ambiebat, vestimenti genus nella materia e colore alla mozzet-
ad aeris injurias repellendas per- ta. Vedi Stola, Cappello, Sotta-
accommodatum, et ad fovendum a- na. Siccome le odierne mezzette
ptissimum, nani et in hyeme variis papali di velluto e di panno sono
pellibus fulciebatur. Hoc igitur in- filettate di pelli d' armellino, opine-
dumenti genere, mantello scilicet, rei che sieno tali pelli ini avanzo
et caputio inler proprios lares, et della mozzetta incominciata ad u-
extra etiam in nctionibus quibuscum- sarsi in Avignone, ove il clima es-
que, non tamen sacris usi sunt sendo umido e freddo, alle cappe
Ponlifices Max.
usque ad Leo-
fere si aggiunsero cappucci foderati di
^em X. " cioè sino al i5i3. pelli ; e che perciò forse l'intera
Che tale veste fosse usata dai Pa- mozzetta saia stata foderata di pel-
pi in Francia e in Avignone, si può li d' armellino, sortendo peli fuo- i

dedurre dai registri delle spese fat- ri da tutte le estremità e lembi.


te pei medesimi, nelle quali si fa Quindi ritornati Papi in Roma in i

menzione dello scarlatto bianco e temperatura più dolce e più asciut-


rosso, e delle pelli per foderare il ta, probabilmente avranno tolte le
mantello e cappuccio del medesimo fodere, e lasciarono ai lembi della
Pontefice, mantello ciim capiicio. mozzetta una specie d' orlatura di
INel citato diaiio si riferisce inoltre armellini, per memoria e ornamen-
che se la stagione era calda, si de- to, poiché la nobilita.
poneva tal mantellelto, e si soleva La veste cappuccio fu usata djii

usare il rocchetto e il cappuccio, e romani per difendersi dalla pioggia


3o MOZ MOZ
e dal freddo, che perciò era di camauro. Cosi incedevano i Papi
panno grosso o tessuto di peli, u- nelle cavalcate a cavallo o in let-

saridolo i senatori di materia piìi tiga, per le quattro annuali cap-


preziosa, onde servi d' ornamenlo : pelle dell' Annunziala, s. Filippo,
dall' uso di tal veste derivò la di- Natività e s. Carlo. 11 Giorgio, Gli
versità dc'cappucci e le controver- abitipaonazzi e neri p. 62, affer-
sie su di essi insorte fino dal 33o, ma che la veste interiore usata fa-
ricordate dal p, Bouanni, perchè a- miliarmente, fu sempre bianca, lad-
doperato anticamente anco dai chie- dove l'esteriore, cioè la mozzetta ,
rici. Cessò poi tale uso nella Chie- detta da Durando cappa rubca, fu
sa, solamente permesso ai vescovi, sempre rossa. Osserva che Pon- i

ai cardinali ed al Papa, con mol- tefici non hanno mai costumato di

le diversità, solo il Pontefice usan- intervenire alle sacre funzioni, ve-


do sempre la mozzetta sopra il stiti di abiti familiari; quindi cita le

rocchetto, in segno di giurisdizione, cose narrale dal Bonanni, che ilp.

come avvertì il Macri. Dopo Leone mantello e cappuccio, abiti non sa-
X terminando Papi di prenderei cri e ignoti agli antichi Pontefici,
possesso in mitra e paramenti sa- furono per la prima volta intro-
cri, vi si recarono in rocchetto, mez- dotti in Francia a cagione dell'in-
zetta e stola. Di Clemente VII si temperie dell' aria, per cui trala-

dice exivit per urheni in rocchet-


: sciarono di usare l' antico manto
to longo cimi cnpulio de velluto pontificio ; dicendo pure che del
(nel mese di aprile i525), et cap- cappuccio o mozzetta i Papi si
pello. Di Paolo III rocchetto lon- : servivano stando ritirali nelle pro-
go, et stola super capntiwn de vel- prie abitazioni, e di fuori ancora
luto cremesino equitavlt, nell* apri- in ogni funzione, ma non nelle sa-
le i535. Di s. Pio V nel gennaio cre e molto meno alle soleiuii, con
ì566: coepit faldarn, aniictum, al- gli abiti familiari ossia da camera.
ham, cingnlurn, mozzettani, et slolain Il Novaes, Dissert. t. II, p. 197,
cuni perlis. Di Sisto V nel maggio anch'egli suU' origine della mozzet-
i585 ; indutus falda alba serica, ta del Papa, conviene col p. Bo-
rocchetto mazzetta ex velluto ru-
y nanni..
heo. Di Gregorio XIV nel dicem- Ma quanto riguarda tutte le vol-
bre 590: rocchetto ac caputio pur-
1 te che il Pontefice assume la moz-
pureo holoserico, arniellinis pelli- zetta, quali funzioni celebra e assh-
bus circonfulto superindutus. D'In- ste, insieme colla stola e senza, am-
nocenzo IX a' 6 novembre i^igi : piamente se ne tratta a' loro luo-
subtana serica alba, et longlore sub ghi. Sempre la porla sul roccheUo,
rocchetto indutus, et desuper moz- colla fascia e la sottana, e talvolta
zetta holoscrica purpurea cuni sto- colla Falda (Vedi), ponemiovi sopra
la pendente. Finalmente si legge la Stola rossa, tranne quelle circo-
di Paolo V che prese possesso 'ai stanze che noteremo a quell'artico-
6 novembre 160 5: vestito con sot- lo. Allorché il Papa recasi a cele-
tana longa di tabi bianco, rocchet- brare ed assistere le sacre funzioni,
to sottilissimo, mazzetta e bereltino la mozzetta si depone sul Letto dei
di velluto cremesino, con le mo- paramenti (Fedi), e quando si por-
stre di pelle di arniellinOf cioè il ta in alcuna chiesa a dire privata-
MOZ MOZ 3 1

mente la messn, la fno7zolta si della Concezione in cui si usa la


sbottona e poi abbollona dal ning- mozzctla di velluto ; ed in tutta
giordomo, o dal maestro di came- la selluagesima, sessagesima, quin-
ra, o dai vescovi nssislenti, ritiran- quagesima e quaresima, tranne gli
dola r aiutante di camera che col- anniversari dell'elezione e corona-
la stola ripone sulla credenza, po- zione dtl Pontefice, quando questi
nendola sulle spalle del Papa dopo si reca in alcuna chiesa ov'è espo-
tcrnninata la messa e 1' ultima La- sto il ss. Sagramcnto, oltre altre cir-
vanda delle mani {Vedi). A Mae- costanze che rimarcai ai loro luo-
stro DEL SACRO OSPIZIO, dissi comc ghi, e per la festa dell'Annunziala in
anticamente soprapponeva sul roc- cui si assume la mozzctla di vellu-
chetto la mezzetta al Pontefice do- to. Si usa inoltre la mezzetta di
po la mensa. Cinque sono le mez- panno rosso nelle vigilie, quattro
zette pontifìcie, cioè: i.°Di raao tempora, nelle messe e funerali dei
rosso foderata di seta simile, che defunti e nelle funzioni in cui i

ordinariamente si porta quando nel- cardinali usano il paonazzo. Oltre


le cappe non vi è la fodera di pel- a ciò le mozze! te di saia o cam-
li d'ermellino, per solilo dal primo mellotto e di panno rosso d'un co-
vespero dell' Ascensione alla festa di lore vivo, che equivalgono al ve-
s. Caterina. 2." Di velhuo tosso stiario di lana, si adopciano nelle
con fodera di seta simile, con bor- processioni e divozioni di penitenza.
di larghi più d' un pollice, ossia fi- Nella mattina si assume nelle vr-
lettata di pelli d'armcllino d'ambo gilie della Purificazione, di tutti i

le parti in tutta la circonferenza santi apostoli, di s. Giovanni Cal-


ne'Iembi, compreso il cappuccio e lista, di s. Lorenzo martire, dell'As-
la linea dell'asole della bottoniera, simzione, d'Ognissanti, ne' vespeii e
che ordinariamente si assume per mattutino de'defunti e cappelle an-
la delta festa di s, Caterina sino niversarie di essi, anche se neil'ot-
al primo \espcro dell' Ascensione, tavario il Papa visitasse la chiesa
cioè quando nelle cappe vi è la fo- di Gregorio per suffragare
s. me- i

dera di pelli d'armcllino. Le moz- desimi, della Concezione, ma il gior-


zelte di raso e di velluto sono di no quella di velluto recandosi a da-
un rosso color di vino ; quella di re la benedizione a' ss. XII Apo-
velluto equivale alla seta, ed am- stoli, e della vigilia di Natale, sem-
bedue al vestiario di seta 3." . pre la sola mattina ; e lo ripetia-
Di cammellotto o saia rossa, fo- mo, si assumono le mozzelte di la-
derata di seta simile, la quale si na, ossia di saia e panno, nelle
adopera nei tempi in cui si usa la quattro tempora, mercoledì, venerdì
niozzetta di raso, nelle vigilie, quat- e sabbato d'ognuna, e nelle cappelle
tro tempora, messe e funerali dei anniversarie dell'ultimo Papa defun-
defunti, e nelle funzioni in cui i to, ed in quelle de'sovraiii cattolici
cardinali usano il paonazzo. 4-° defunti e dei cardinali defunti, nelle
Di panno rosso foderata di seta si- chiese ove si celebrano i funerali.
mile, fìleltata di armellino come Clemente XIII con mezzetta di vel-
quella di velluto, e si adopera luto visitòil ss. Sagramento espo-

quando questa non ha luogo, cioè sto in forma di quarnnt'oie in syn-


iU lutto TavvcDlo, tranne la festa ta Francesca Promana, poi a^sunla
32 MOZ MOZ
quella di panno, secondo ìi rito fe- rà ahi ti di seta o di lana nel
gli
riale, pnssò a -visitare la chiesa di s. corrente anno 1847. Nelle meda-
Gregorio per l'olUvario de'defiiati. glie e nelle monete i Papi sono
Dicemmo che il camauro e le scar- più frequentemente rappresent;iti
pe debbono essere sempre della ma- in mozzetta, talvolta con la stola
teria delia mozzetta, ma la sottana ornata dagli artisti talora a piacere,
può essere di lana in principio del così ne' ritratti scolpiti o dipinti.
tempo in cui si assume la mozzet- V. Colori Ecci.ESiASTicr.
ta di ed è sempre di seta
raso, Mazzetta de' cardinali. Questi han-
nell'estate ed autunno, benché la no quattro mozzette, di seta rossa o
mozzetta che si porta è di saia o porpora, di seta paonazza, di saia
lana. Si deve notare, che se le vi- paonazza, e di seta rosacea. La
gilie delle indicate feste cadono di forma è eguale a quella del Papa,
domenica o in altra festività, solen- mai però filettata d'armellini, solo
dosi esse fare nel giorno preceden- distintivo del [Pontefice, qual pri-
te, in esso adoperano
soltanto si maria dignità ecclesiastica. A Ber-
le mozzette di lana, di panno e di retta. cARDipr\Lizi.\, e meglio a
saia. La quinta mozzetta è di da- Cappello cardinalizio, dicemmo co-
maico bianco filettata di armellino, me la prima volta l'impone il Pa-
la quale il Papa assume nel sabba- pa al novello cardinale di seta pao-
to santo subito dopo la cappella al nazza, prima di mettergli la ber-
letto de' paramenti, quindi l' usa retta, ove si parla ancora della fun-
per tutto il tempo che corre sino zione che ha luogo fuori di Romii,
alla cappella del sabba to in albis, se il cardinale creato n'è assente.
nel qual tempo la stola è bianca ,
Nel voi.i63 àeX Dizionario
V, p.
deponendola sullo stesso letto avan- riportammo come Pio VII delegò
ti di essa, e dopo riprendendo quel- un prelato a portare in Roma la ber-
la di velluto rosso. Il Fanone [Fé- retta al cardinale Gardoqui (^Fedi),
di), ornamento che il Papa assu- impedito da infermità a riceverla
me quando celebra solennemente, è dalle sue mani. Altro simile caso
composto due mezzette cucile.
di avvenne sotto Gregorio XVI, al-
Allorché Papa viene eletto, subito
il lorché creò cardinale il celebre
si veste della mozzetta di velluto odi Francesco Capaccini, di che dare-
seta, secondo i tempi e quando è ; mo descrizione come seguì la fun-
mortosi espone il cadavere colla moz- zione, siccome riguardante eziandio la
zetta di lana, di panno o di saia, se- mozzetta cardinalizia. Il cardinal se-
condo i tempi, e con essa si fa il gretario di stato partecipò a' 17 a-
trasporto alla cappella Sistina del prile iS^5 a monsignor Domenico
Vaticano, se morì nel palazzo Qui- de'marchesi Bruti cameriere segie-
rinale. Sui <liversi cambiamenti del to soprannumerario, che il santo
vestiario del Papa, di seta e di la- Padre avendo deliberato di pro-
na, inclusivamente alla mozzetta, movere nel prossimo concistoro di
ogni anno
maestro prefetto dei
il lunedì 2 I corrente alla dignità car-
cerimonieri pontificii fa stampare l'o- dinalizia monsignor Capaccini udi-
puscolo che consegna agli aiutanti tore generale della camera, e stan-
di camera: Nota de' idiomi ne qua- te la sua indisposizione di salute

li il sommo Pontefice Pio IX use- essendosi degnato di dispensarlo a


.

MOZ MOZ 33
t-iceTere dalle sacre sue mani Ja fine incedeva la carrozza del dele-
berretta cardinalizia nelle ore po- gato con servitori a piedi. Per lu
nieridiane di tal giorno, avea dis- via dell' Omo giunse al palazzo di
posto inviargliela per mezzo d'un Monte Ci torio. Lo sportello del
delegalo apostolico , nominandolo frullone fu aperto dal
maestro di
perciò a tale onorevole incarico. camera del cardinale, che con tutti
Alle ore 22 di detto giorno nella i fatniliari e servi con torcia, ac-
solita sala del Vaticano Gregorio compagnarono monsignor delegato
XVI impose la berretta ai novelli nella loro sala. Ivi il maestro delle
cardinali Asquini e Zacchia, indi cerimonie fece conoscere al delega-
introdotto monsignor Bruti delega- to che il cardinal Capaccini non po-
to apostolico da un maestro di ce- teva venire ad incontrarlo per la
rimonie, prostratosi a' piedi di sua sua mal ferma salute. Nella came-
Santità, ebbe da questi la berretta ra del trono sedeva il cardinale, il

cardinalizia con l' incarico di por- quale voleva alzarsi, ma dai medi-
tarla al cardinal Capaccini. 11 de- ci fu impedito. Monsignor delegato
legato apostolico allora alzatosi si apostolico impose al cardinale la
pose al lato dei nominati cardina- mozzetla, consegnatagli all'uopo dal
li, ma un poco indietro, con la ber- maestro di cerimonie ; presentò poi
retta in mano, rimanendo finché il il berrettino rosso e la berretta si-
cardinal Asquini fece il solilo rin- mile, che da sé il cardinale si po-
graziamento, ed il Papa die l'ana- se in capo. Monsignor delegato con
loga risposta. Monsignor delegato bi'eve discorso, accennando i grandi
passò a trattenersi nell'appartamen- e segnalati servigi resi alla santa
to del prelato maestro di camera Sede da lui, pei quali il Papa si
per aspettare l'ora stabilita per ef- era mosso a sublimarlo a tanta al-
fettuare r onorevole missione. Eb- tezza di grado, lo compì con pre-
be il medesimo in questo tem- gare la Beata Vergine, salus infir-
po dal prefetto de'ceremonieri la rnoriim, onde il restituisse nella sa-
•verbale partecipazione che d' or- nità. Il cardinal Capaccini nella ri-
dine del Pontefice dovea poi tare sposta manifestò la somma ricono-
anche il berrettino cardinalizio ,
scenza verso Gregorio XVI, ed in-
in luogo della guardia nobile. Alle caricò monsignor delegato ad espri-
ore ventiquattro il delegato si recò mere i suoi sentimenti di divozio-
nellanlicamera pontificia, da dove ne e gratitudine. Intimato dal mae-
mosse per eseguire il ricevuto di- stro di cerimonie V exlra onmes^
stinto incarico. Precedeva un pala- monsignor delegato seduto si trat-
freniere pontificio, altro col berret- tenne alquanto col cardinale, da cui
tino e berretta cardinalizia in un ebbe in dono una scatola d' oro
gran piallo d' argento, il tutto cO' con entro due antiche monete por-
pei to con velo serico rosso due : toghesi di 20,000 reis ciascuna
palafrenieri erano ai lati con tor- Ciò fatto, il delegato apostolico tor-
cie accese. Seguiva il frullone di nò al Vaticano per deporre ai pie-
palazzo con un palafreniere allo di di sua Beatitudine il risultato
sportello. Ivi era monsignor dele- della missione, ove subito benigna-
gato, il cappellanosotto guardaro- mente accolto rese conto dell'adem-
ba, e il decano de' bussolanti. In pito incarico, ed espose £;li alleltuo-
VOL. ILVII. 3
34 MOZ MOZ
si sentimenti dell'aureo porporato. paonazzo, e dopo la cappella tali
Mi gode r animo aver qui par- di vesti prendono di colore
le rosso,
lato d' un personaggio che fu segno restantlo col paonazzo nel resto.
dell'universale ammirazione, del qua- Con l'abito di fcrraiuolone i car-
le mi vanto avere per ben vent'an- dinali vestono di soltana, fascia,
ni goduto il favore e la più cordia- mozzetta e fcrraiuolone, in vece del
le considerazione, e spero celebrar-" quale cardinali regolari che non
i

lo anche io con riconoscente bio- adoperano il colore rosso, usano il

grafìa. fcrraiuolone talare col quale ince-


Quanto alla niozzetta cardinali- dono giornalmente: cavano il tutti
zia, essa viene usata dai cardina- cappuccio dellaba- mozzetta sul
li sopia la Mantellctta (l^edi), ove varo di esso. Veggasi il Lonigo,
accennammo i casi in cui si por- Delle vesti purpuree. Ogni anno, in
ta senza di essa in segno di giuris- latino ed in italiano, il prefetto dei
dizione sopra il rocchetto, come maestri delle cerimonie dispensa ai
nelle loro chiese titolari o diacona- famigliari de' cardinali un libretto
li, nelle loro protettone, e luoghi in d'avvertenze: Elenco de' giorni nei
cui hanno giurisdizione, in propria quali nell'anno i 847 si terranno le

casa, in sede vacante, in conclave cappelle pontificie e cardinalizie,


anche sotto la Croccia (Fedi), ed ed indicazione del colore delle cap'
in tutti gli analoghi articoli rimar- pe che dovranno usare gli erninen-
cai quanto riguarda questa veste. tissinii signori cardinali nelle sud'
Inoltre a' loro luoghi, massime a dette cappelle. V. Lutto, Calze,
Cappelle pontificie, si disse quale Cabdinale, Funerali, Regolari.
specie e colore di mozzetta adope- Mozzetta de' vescovi. L'usano di
rano i cardinali, e quando la de- un solo colore, il paonazzo, tranne
pongono per assumere la cappa e quelli che per privilegio l'adopera-
i paramenti sacri, lasciandone la cu- no di altro colore, ciò che non
stodia, colla mozzetta e cappello, al manchiamo rilevare ove di essi si
cameriere. Quanto alla qualità ed parla. La materia è di seta, o di
al colore, i cardinali monaci e fra- lana cioè saia o cammellotto : la for-^

ti r usano sempre di lana, saia o ma è come quella dei cardinali e


panno, e del solo colore dell' abito del Papa, senza però i bordi di pelli
al cui ordine appartengono car- : i di armellino. V. Vescovi e gli ar-

dinali chierici regolari adoperano ticoli relativi. In Roma ed avanti


mozzette di saia e panno del co- il Papa soli i Patriarchi [Fedi)
lore corrente come tutti gli altri hanno l'uso della mozzetta, e gli
cardinali. A Mantelletta dichiarai arcivescovi e vescovi frali e monaci
ancora quali sono i cardinali reli- anco in pariihus, che l'adoperano
giosi, che portano mozzette nel co- sempre in luogo del cappuccio del-
lore differenti dal resto dell' abito: l'abito del loro ordine e come fini-
si può vedere Koccuetto che non mento d'abito, con quelle differenze
usano i cardinali frati e monaci, nel colore che registrammo a Man-
e quando debbono indossarlo è telletta, non usando però il roc-
senza maniche. Solo qui noteremo chetto: a detto articolo si disse pure,
che nel sabbaio santo vi si recano che i vescovi religiosi, come i cardi-
in mezzetta; uianlellclta ed altro nali, se frati monaci, l'usano del
, ,

MOZ MOZ 35
colore dell'abito, se canonici o chic- to coperto ; e che il dello ordina-
rici regolari sempre di
paonazza , rio incedesse in rocchetto scoperto
lana , vale a dire saia o panno colla mozzetta, come sogliono pra-
inentre gli altri vescovi usano se- ticare lutti i vescovi nelle lorochie-
condo i tempi raozzette di seta o se. Contro questa opinione alcuni
di lana. I nunzi hanno l'uso della riportano un decreto della congre-
inozzetta, benché sieno vescovi in gazione de' riti, ma in esso parlasi
partibnx. Avverte Bonanni che il p. della mozzetta col rocchetto scoper-
J'uso della mozzetta ne' monaci e lo: Mozzetta, sen roccìietlutn disco-
frati è tollerato, non essendovi me- pertiim non potest deferri ab epi-
luoria di tal concessione, poiché An- scopò praesente legato, Perusin, 2
gelo Rocca sagrista pontifìcio, dopo octob. 1601, Abbiamo l'esempio del
aver fatto molte ricerche in argo- cardinal Carlo Borromeo arcive-
s.

mento riferisce che in un antico


, scovo di Milano, il quale voleva
niss. della biblioteca Angelica Irò- che tutti i vescovi provinciali e suoi
vò che il vescovo nella sua diocesi sulTraganei portassero la mozzetta
può portare la mozzetta sopra la nel modo accennato, alla sua pre-
mantelletla, anche presente un le- senza, chiamando il Sarnelli la moz-
gato ed un cardinale, conferman- retta finimento dell'abito, ed il roc-
do ciò con quello che accadde nei chetto abito giurisdizionale, onde il

tempi di Giulio II e Pio 11 (forse Papa quando investe il vescovo e-


Pio IV), i qiiali ordinavano ai ve- letto, gì' impone il rocchetto. Nel
scovi che nelle loro diocesi portas- voi. XV, p. 241 del Dizionario
sero la mozzetta col rocchetto co- raccontammo come dopo il conci-
perto , cioè colla mantelletta , alla storo siegne l'imposizione del roc»
loro presenza, eziandio come si rac- chetto, ed in vece di questo ai ve-
conta ne'diari de' loro viaggi presso scovi frati e monaci il Pontefice
il p. Gattico, Ada caereni. Vedi pone loro sulla mantelletta la moz-
Caercm. episcop. lib. I, cap. I, e Ma- tetta, come fa ai patriarchi ancor-
cri in Ilierolexici, verbo Birru.t. che in pnrlihusj gli altri vescovi per
Nella Not. de voc. eccl. il iMacri riverenza del Pontefice non usano
alTerma potere i vescovi portare an- in Pvoma la mozzetta, benché in
che fuori della loro diocesi la moz- diocesi alcuni non usino la man-
zetta sopra la mantelletta, con li- lelletta, ma la sola mozzetta, come
cenza però dell'ordinario, il quale notai a Mantelletta. In Ispagna i

non la deve negare; in conferma vescovi portano mozzetta e raantel-


di che ripoita una lettera scritta letta, in Francia la sola mozzetta.
nel iSyc) dalla congregazione dei I padri del concilio di Trento non
vescovi al vescovo di Macerata, su volevano permettere ai vescovi spa-
cerla differenza insorta col prelato gnuoli l'uso della mozzetta, tranne
governatore vescovo d'Ascoli, il qua- i vescovi regolari che la portano
le voleva usare la mozzetta. In qiie- in qualunque luogo, non còme pre-
sta si dice, che Gregorio XIII de- rogati va di onore, ma quale insegna
cise, che il governatore portasse la di religione, come opina il Sarnelli,
mozzetta sulla mantelletta , senza che inoltre dice non costumarsi in
pregiudicare la giurisdizione del ve- Italia la mozzetta dai vescovi. Tut-
scovo di Macerala, cioè col rocchet- tavolta, dibaltutta dai padri la que-
,,

36 MOZ MSC
stione ,
pcimisero ai vescovi spa- di Bevagna, concesse la maulelletta
gnuoli la moxzetla , ed ai vescovi nera e la cappa, ed al prevosto e
italiani nella messa e nelle visite canonici di Taggia alla mozzetta
ai legati il rocchetto che prima solo aggiunse il cappuccio, oltre il roc-
usavano Trento nelle loro cap-
in chetto, la cappa la veste viola-
pelle, non scomparissero in
acciò cea. Nel t. XI , p. 4 1 1 e 45 1 si
confronto de* primi. Aggiunge il leggono i brevi dello stesso Papa
Sarnelli, che la santa Sede deter- di concessione della mozzetta sul
minò che il vescovo in propria giu- sacco ai confrati del sodalizio della
risdizione avanti ad un cardinale Concezione di Oneglia ; e della fa-
non legato, faccia atto di levarsi la coltà al direttore della confrater-
mezzetta, ma il cardinale non deve nita delle anime purganti della Val-
permetterlo ; vuole però il cerimo- letta, Melivetanne dioeccsis, di usa-
niale de' vescovi, che si levi innanzi re il rocchetto e la mozzetta pao-
al cardinale legalo. nazza. L'ordine equestre del Porco
Gli abbati regolari hanno l'uso spino in Francia, fu detto anche
della mozzetta, ed a Mantelletta della Mozzetta y
per usare i cava-
si disse se varia in alcuni nel co- lieri un cappuccio e raantelletta d'ar-
lore da questa, essendo di quello mellina.Diremo per ultimo che la
dell'abito proprio del loro ordine o mozzetta è quasi come l'antica Al-
congregazione. F^edi Abbati, Mopta- muzia {Vedi), dal cui vocabolo i

ci, CAJfONrci REGOLARI, Prima gli francesi fecero mozzetta , aumiice ,

abbati degli ordini monastici o dei e si usava già sotto i Merovingi, i

canonici regolari, ponevano la moz- quali ponevano la corona o altra


zetta sopra gli abiti corali: al presen- copertura del capo sopra la mozzet-
te ancora alcun esempio si è veduto ta, veste che in Francia si foderò
ne! recarsi qualcuno di loro all'udien- poi d'armellini a' tempi di Carlo
za del Papa. La forma della loro Magno, indi si formò tutta di pelle
mozzetta è eguale a quella de' ve- e die origine alle Berrette : dalla
scovi, ma sempre di lana o saia: comodità, passò l'almuzia a forma-
con essa gli abbati che vi hanno re un abbigliamento, portandosi or-
luogo intervengono alle cappelle dinariamente sul braccio sinistro. I
pontificie; del posto dell'abbate di professori delle università hanno l'u-

s. Paolo, e della cappa da lui usa- so della mozzetta di pelli di specie


ta, si fece menzione nel voi. XII, p. diverse, ed in alcuni luoghi ne par-
a 25 del Dizionario. Fedi Cappa. liamo.
A' loro luoghi e parlando delle cat- MSCISLAW^o MSTISLAUL, M-
tedrali, diciamo delle dignità eccle- steslavia.Città vescovile della Rus-
siastiche, de' canonici e beneficiati sia Europea, nel palatinalo di Li-
^che hanno per insegna la mozzet- tuania, governo a 18 leghe da Mo-
ta ,
per concessione pontificia ed : hilow, capoluogo di distretto, sulla
agli articoli Arciconfbaternita e riva destra del Vekhra, che in vi-
Confraternita, delle mezzette dei cinanza si getta nella Soia. Vi so-

confrati. Nel Bull. Rom. Coni. t.XII, no quattro chiese greche ed una
p. 12 e 29, sono riportati i brevi di unitari, due conventi cattolici

di Pio VII coi quali in luogo della uno greco, una sinagoga ed un col-
mozzetta, ai canonici e beneficiati legio già de' gesuiti. Fa un coni-
MUN 37
mwcio coniitlembile con Riga, Sem- oon residenza vescovile dell'Unghe-
bra Tei'osiinìle che questa città sia ria, capoluogo del comitato di Be-

stata fabbricata nel 1 1 80 da Ro- regh ,marca del suo nome, a 26


mano pi'incipe di Smolensko, che le leghe da Kaschau sulla sinistra ,

diede il nome di suo figlio. Era della Latorcza. E difesa da una for-
fortificata, e fu spesso assediata; oel tezza importante composta di tre
i5o7 fu bruciata e saccheggiata sopra una ripida roc-
castelli, situata

dalle truppe del granduca di Mo- cia che s'innalza in una vasta pia-
sca Basilio IV. Nel iSaS il prin- nura, e che ora serve di prigione
cipe Fedor Mslislawsky ne fece ces- di stato. Ha chiese greco- cattolica
sione alla Russia, insieme col suo e calvinista ; ha fabbriche, ed una
principato, ma ritornò ben presto delle più grandi nitriere degli stati
sotto dominio polacco. I russi e
il austriaci. Ne' dintorni si raccoglie
gli svedesi diedero diversi combat- una grandissima quantità di buon
timenti sotto le sue mura nel 1 708. vino, e vi numerose
si allevano
]n fine Caterina II la riunì alla Rus- mandrie di porci e cavaUi. Vi sono
sia nel 1772, ed ordinò che nel- pure miniere di ferro, ed una di
l'avvenire unirebbe ai titoli de-
si cristalli trasparenti, detti nel paese
gì' di Russia quello di
imperatori diamanti d' Ungheria. La fortezza
principe di Mstislaw. La sede ve- fu eretta nel i36o da Teodoro Ke-
scovile fu eretta nel secolo XIII di rialowitsch duca di Munkacs. Fu
rito greco, sotto la metropoli di Rio- questa la principale piazza di guer-
via : uno de' suoi vescovi, Silvestro ra di Enrico Tekely nel XVII secolo ;

Cossofa assistette al concilio tenuto la di lui moglie la difese valoro-


in Moldavia a tempo di Partenio samente per tre anni , ma fu for-
patriarca di Costantinopoli nel 1642. zata di cederla nel 1687 agi' mpe-
Oriens 1288. Dipoi
christ. t. I, p. riali,che la condussero prigioniera
fu unita a Polock i^Vedi), ed a Mo- a Vienna. Suo
figlio Ragotzy ne
hilow {Vedi), con altie sedi vesco- fece pure luogo di unione degl'in-
il

vili. sorgenti ungheresi nel 1708, e non


MUNDO o MONDO (s.), abbate. la rese che all'estinzione dell'insur-
Fiori nel decimo secolo, e si rese rezione nel 17x1.
celebre nella contea d'Argyle in La sede vescovile, di rito greco-
Iscozia, colla buona nominanza del- unito, fu eretta da Clemente XIV
le sue virtìl e colle sue predicazio- colla bolla Eximia regalium pria-
ni. Fu ivi incaricato del governo cipum, de' i3 ottobre 177 1, Bull,
di un monastero, ve ne fondò
e de prop, fide t. IV, p. i3G, ad istan-
parecchi altri che diedero molti ve- za della imperatrice regina Maria
ri modelli di perfezione. La poste- Teresa, e per mezzo della congre-
rità ha sempre riguardato come gazione di propaganda. Munkats ap-
oracoli le sue massime sopra la parteneva prima alla diocesi di A-
carità fraterna, la dolcezza, l'amor gria, ed era residenza di un vica-
del ritiro e la presenza di Dio. rio apostolico con titolo di vescovo
Passò di questa vita l'anno 962 in in partibiu, pei ruteni greci-uniti.
età assai matura, e se ne fa me- Clemente XIV si mosse a ciò in ri-
moria a'i5 aprile. flesso che nel 1759 vi erano i3oo
MUNKATS {I^Iuiikasiitn). Città luoghi di missioni, i5o,ooo catto-
,,

38 MUN MUN
liei,ed 829 paiTOccliie disperse ia sostituì l'odierno vescovo monsignor
tutto il vicariato, che allora com- Basilio Popovies di Komjalh dio-
prendeva per tale rito tutta l'Ua- cesi di Munkats, già canonico di
gheria. Per giurisdizione gli furono Eperies.
assegnati tulli i ruteni della diocesi La cattedrale , la residenza del
latina d'Agiia, e gli furono aggiu- vescovo, quella del capitolo e del
dicate tre parrocchie della diocesi seminario con alunni, fu con indul-
di Rosnania, con tredici parrocchie to apostolico trasferita in Unghwar,
di là dai monti Carpazii nella Po- a cagione dell'insalubrità e picco-
lonia.Vi erano e forse vi sono i lezza di Munkats. Unghwar è un
monaci basiliaui, Ira'quali, come por- borgo d' Ungheria , capoluogo del
ta il rito ruteno, sono stati scelti i comitato e della marca del suo nome,
vescovi della diocesi. Il Papa dispo- in clima benigno, sulla sponda de-
se che preti e monaci facessero le stra deirUugh, che gli diede il no-
veci del capitolo, che quando si me, in incantevole posizione sopra
stabilì si compose di sette canonici: alta montagna. Il governo vi ha
al primo con tilolo di decano o stabilito un emporio di sale, ma i
arciprete furono assegnali 1000 fio- principali mezzi degli abitanti sono
rini, al secondo o prevosto 900, al il bestiame ed i vigneti. Contiene
terzo o arcidiacono 800, agli altri due sobborghi, due chiese cattoli-
gradatamente. L' imperatrice dotò che ed una di greci- uniti pur cat-
la chiesa coli' abbazia di s. Pietro tolici, ed un ginnasio per essi. La

di Tapoicza posta nella diocesi d'A- cattedrale della città, di forma pic-
gria, in modo che la mensa vesco- cola, fu edificata da Maria Teresa ;
vile rendesse 5ooo fiorini. Il vesco- quella di Unghwar è sacra all'E-
vato jure metropolitico lo pose sot- saltazione della Croce, e vi si cele-
to la dipendenza dell'arcivescovo di brano i divini uffizi nella lingua il-

Strigonia, di cui è tuttora suffra- lirica della versione di s. Cirillo

ganeo, al quale commise la cura parlandosi nella diocesi le lingue


inquirendi quae ad fidei puritatem, rutena, vallaca ed ungara. Il capi-
nnimarumque spirituale bonum no- tolo si compone di selle canonici
visset perlinere, riguardo agli scisma- quattro de' quali sono i dignitari
tici greci, i quali sembra che negli arciprete, arcidiacono, primicerio e
ultimi tempi non ve ne fossero. Fu custode. Ivi per un sacerdote dele-
ingiunto al vescovo greco guardarsi gato dall'ordinario si esercita la cu-
dal recare alcun danno all'ordina- ra delle anime, e contiguo è l'epi-
rio latino d'Agria. Clemente XIV scopio: quello assai mediocre di Mun-
per primo vescovo a' 2 3 settembre kalz l'eresse Maria Teresa. Oltre
1771 dichiarò Giovanni Bradacs di la cattedrale nella città vi sono duo
Zips o Spiska, traslato da Rossis in chiese parrocchiali, l'una di rito la-
partibiisj indi agli 8 marzo 1773 tino, l'altra di rito greco, e l'ospe-
gli die in successore Andrea Cac- dale. I parrochi sono fissi e per-
sinski di Benyatiecz diocesi di Mun- petui , essendo ^63 le parrocchie
kats. Pio VII nel 1817 preconizzò dell'ampia e popolata diocesi, ab-
Alessio Potoy di Gran Varadino. bracciando più comitati, ognuno
Per sua morie Gregorio XVI nel de' quali ha la sua scuola. Nove
oUobre 1837
concistoro de' 2 gli aluuui della diocesi uveuuu luo^o
MUN MUN 39
nel collegio di s. Barbnra di Vien- monarchia , e col secondo quello
nu, ed altri in diversi seminari. E- particolare a ciascun paese, che non
ranvi, e forse esistono, cinque mo- riconosceva altro superiore che i

nasteri poveri dell'ordine di s. Ba- suoi magistrati; mentre le prefet-


silio. In Munkats era una casa vi- ture erano quelle città governate
cino all'episcopio , dove adunavansi da un prefetto mandato da Roma,
gli ordinandi per essere istruiti nella non potendo avere né proprie leg-
morale e nelle cerimonie prima di gi, né propri magistrati, chiaman-

ascendere agli ordini sacri. Ogni dosi convento il primo ordine dei
nuovo vescovo è tassato ne' libri cittadini, quando le colonie e i mu-
della camera apostolica in fiorini nicipii avevano i Decurioni ( Ve-
447 ascendendo le reudite a circa
> di , non che Gonfaloniere e Po-
6000 fiorini. desta'). Nella maggior parte dei mu-
MU-MCIPALITA'. V. Mu.vici- nicipii si vedeva una simiglianza
pio, Comunità', Go-\falo?(iere. della romana repubblica avevano :

iMUNlCIPIO, Municipium. No- in vece del senato , il collegio dei


me antico di quelle città che si decurioni; in vece de' consoli i de-
governavano colle proprie loro leg- cemviri, che portavano innanzi a
gi e godevano inoltre privilegi i sé i littori con piccoli bastoni ìa
della romana cittadinanza; in se- vece di fasci, benché alcune volte
guito si nominarono muuicipii tut- abbiano portato ancora questa in-
te le città ch'ebbero un corpo di segna consolare, dalla quale vuoisi
ufiicialio di Magistrali [Vedi) de- originata la Mazza [Vedi) che pre-
stinali a governarle, corpo che si cede moltissimi magistrati muni-
disse ancora magistratura civica cipali. Alcuni duumviri si vuole
e municipalità, ed i membri che lo dal Noris e dal Fabretti che si
con)pongono municipali. I munici- chiamassero pure consoli, lo che si
pi! romani se non erano ascritti a nega dal Velsero, Rer. Aug. v.
qualche tribù non aveano il dirit- 272, dal Reinesio, var. IH, 6, e
to del suffragio e della petizione, da altri. I municipii avevano an-
e negli antichi tempi non solo si cora i dittatori, i quadrumviri, il
confusero i metodi di governo, ma potere di far nuove leggi, di crea-
altres"i i nomi coi quali una dal- re i flamini, ec. Lo ripetiamo, nei
l'altra città distinguevasi, laonde municipii in piccolo si osservavano
un medesimo paese ora dice vasi le costumanze della repubblica ro-
colonia, ora prefettura ed ora mu- mana.
nicipio. Municipio era il titolo più Ad imitazione di Roma ebbe-
illustre che potesse avere una cit- ro i municipii tre ordini di cit-
tà; imperocché, laddove le colonie tadini, l'infimo de'quali fu il ple-
e le prefetture erano obbligate a beo, cui si apparteneva di fare le
vivere colle romane leggi, il mu- leggi e di creare i magistrati; l'or-
nicipio non obbediva se non alle dine equestre n'era il secondo, di
proprie: dacché nacque la famosa molta stima particolarmente nelle
divisione di gius comune e mu- guerre, di onorevoli cariche ve-
nicipale, significandosi col primo il nendo decorato; splendidissimo di-
romano, col quale governa vansi tut- cevasi il terzo, cioè de'decurioni,
ti i popoli soggetti alla romana nella scelta de' quali molta diligeu-
4o M UN MUN
z» adopera vasi. 1 decuiiotii teneva- liani. CaìÌi Plinio numera nella Re-
no nella città il medesimo luogo tica otto municipii, nella Spagna
che in Roma i senatori, e secondo citeriore tredici, due nella Sarde-
i'omponio furono così detti, perchè gna, ed uno nel Portogallo. Nell'I-
Ja decima parte di coloro che da talia furono tra gU altri celebri i

Roma si mandavano nelle colonie municipii di quei di Cere, de'Tu-


scrivevasi al pubblico consiglio . sculani, degli Aricini, de'Nomenta-
Questa etimologia non può adat- ni, de' Tri vernati, degli Anagustri,
tarsi ai decurioni municipali, se e di più altri riferiti dal Panvinio,
uon per analogia. Attesta Plinio De rep. rom. Ili, p. 354, ^ ^^^
giuniore, che per essere decurione Sigonio, De anliq. jur. ital, II, 9.
ai colonia o in municìpio biso- In proposito de' municipii può leg-
gnava avere di capitale centomila gersi il discorso di Filippo Rona-
scudi. Era nel ceto de'decurioni mici sulla facilità dell'antica Roma
che ogni anno si sceglievano, giu- nell'ammettere alla cittadinanza ; il

stal'ampiezza della città, due, tre Maifei, Ferona illust. t. I, lib. 5;


o quattro che dicevansi duumviri, il cardinal Noris, in Cenot. Pisan.;
triumviri, o quadrumviri, /uri cli- De Vita, t. I, Tìies. ani. Benev.
cundo: questi facevano l'uffizio dei diss. 4; Everardo Ottone, De colo-
consoli, o almeno de'pretori> e co- niar. et municip. ^ Heineccio, Sintag.
me reiteravasi appresso i romani ant. Rom, App. cap. 5, i quali
il consolato, cosi ne' municipii e autori possono vedersi ancora per
uelle colonie i duumviri. Dieci dei le colonie, per le prefetture e per
medesimi decurioni eleggevansi, col le città confederate.
nome di decem primi, che al dire Delle diverse specie di municipii
di Ermogeniano presiedevano all' e- tratta ancora il Riondo nella Ro'
sazione delle gabelle, ma con que- ma trionfante,3, come de'mu- lib.

sto carico, che se il fisco faceva nicipali che partecipavano del wi«-
qualche perdita per la morte del nere, cioè delle dignità e pesi
suo debitore, erano tenuti a rein- romani, facendo le distinzioni tra
tegrare il pubblico erario. Il rima- municipe e cittadino, alcuni mune-
nente de'magistrati romani, come re essendo personali, altri patri-
i censori, gli edili (de' quali par- moniali, avendo i romani da ogni
lammo a Maestri di strade), i parte ascritto alla cittadinanza ro-
questori e simiglianli, non man- mana i più valorosi e gagliardi uo-
carono nelle colonie e nei muni- mini del mondo, per aumento e
cipii, colla medesima autorità che sostenitnento del loro impero, mol-
esercitavano in Roma. Ad imita- te volte anteponendo la .virtù di
zione di essa, i municipii poneva- tanti ignobili ai nobili. Essendo i

no similmente nelle monete


loro municipii degli antichi romani le
la lupa coi gemelli, come può ve- città della più onorevole condizio-
dersi nel VailUint, De nwnistn. aen. ne. Cicerone, De legibus, disse che
inip. in municip. et colon. Que- un municipale cittadino poteva con-
sto distinto onore del municipio, siderarsi come se due patrie aves-

dopo che romani i estesero le lo- se, una di natura, l'altra di [M'ivi-

ro armi vittoriose oltre all'Italia, legio. I municipii godevano tutti i

Ri da essi dato auclie ai non ita- privilegi de' cittadini romani, e pò-
MUN MUN 41
levano ancora sostenere le cariche il proprio suffragio ne' pubblici co-
del municipio egualmente che in mizi, ed ottenere in Roma qualun-
Roma, come attestano Svetonio e Ci- que onorevole impiego. In pro-
cerone, il quale narra che T. An- gresso di tempo, rendendosi per
nio Milone era dittatore di Lanu- ogni parte l'autorità degl' impera-
vio,quando chiedeva il consolato tori romani
monarchica, vennero
romano. Questo punto lo toccammo del tutto a deprimere i diritti del-
anco all'articolo Citta', ove sono l'antica repubblica, ed in seguito
notizie riguardanti i municipi!; men- restarono totalmente annientati i
tre all'articolo Colonia notammo !a privilegi non solo delle colonie, ma
dilFerenza che passò tra essa e il anche de'municipii, laonde dipoi
municipio, e parlammo altresì del- ne restò appena la memoria, co-
le città federate de'romani, come me testifica Aulo Gellio , Noct.
del duplice diritto delle colonie del Actic. lib. 16, cap. i3, il quale
pari alnome, vale a dire di colo- definì le colonie, emanazioni e im-
nia romana o latina. II municipio, magini delle metropoli. Il Buonar-
il ripeto,governava colle proprie
si roti,ne' suoi Medaglioni parla dei
leggi, le colonie osservavano le ro- comuni delle città, della loro sti-

mane ed erano governate dai trium- ma e autorità; de' templi eretti da


viri. Repubbliche erano quelle po- loro agli dei ed agl'imperatori, degli
polazioni le quali nella forma del onori a questi resi, feste e giuochi
governo o de' magistrati ritennero celebrati, e delle medaglie coniate
mai sempre un simulacro spirante ai medesimi. All'articolo Comumta'
di libertà, tuttoché venerassero la e Comune si disse dell'origine del-
sovranità de'romani, libertà non dis- le municipalità italiane ne' bassi
simile preservarono le città fatte tempi e loro magistrature, ciò che
partecipi della cittadinanza di Ro- meglio si descrive in molti articoli,
ma, vivendo come i munìcipii colle più dell'origine degli statuti e leggi
leggi native. Da colonia solevano i delle comuni, de' quali pure se ne
romani elevare le città grado ài tratta parzialmente in assai luoghi;
municipale o per benemerenze, o ed appena una comune aveva com-
ad istanza de'cittadini, quasi eman- promulgate le
pilato lo statuto, e
cipandole cosi dalla giurisdizione leggi municipali, le facevano cono-
della dominante da cui ripetevano scere ai loro alleati con pubblici
l'origine, per cui in certo modo bandi. Su di questo argomento si

come nuove repubbliche vivevano possono consultare seguenti auto- i

con propri magistrati, leggi e con- ri. Guidi Panciroli, Nodlia utraque

suetudini : i romani nel dichiarare cligiìitalunij cani comnienlarium de


le colonie municipii, gli davano la magislratibus municipalis, Lugdu-
qualifica a quale delle tre classi di ni 1 608. Carpani , Lucubrationes
munìcipii, esse dovessero apparte- ili jus municipale. Innoceutio, De
nere. Preneste ora Palestrina, e Ti- successione Choppi-
municipali .

bur ora Tivoli, furono da colonie ni. De legibus municipalibus Ray- .

annoverate nella terza specie di nouard, Histoire dti droit municrpal


municipii ch'erano cittadini roma- eli Fraiice, Paris iSay. Carlo Mor-

ni, e in virtìi di tale privilegio po- bio, Storie de'municipii ilalumi ,

tevano i preuesliui a liburtiai dure illuslrate con documenli inedili ,


42 MUN MUN
Milano 1837. F. Ruperti, De co stabilita nel 1825, avendovisi ag-
loniis rornanornm, Roinae i838. giunta una facoltà di medicina. La
Thomae Filipponi sacri consistoiii origine di Munster si deve a Carlo
advocati, Dissertatio ad Icgein ad Magno, il quale per favorire la
siibennda XLVI codicis, de inimì- conversione alla religione cristiana
cipìis et deciirìonibus, Ub. io, tit. de' popoli idolatri del paese, stabilì
3i, Romae 1841. Pel corpo mu- alla fine dell' Vili secolo nel
luogo
nicipale di Roma, veggasi Senato chiamato Miniiiigerode o Mìinigat-
Romano; per quello de' luoghi sog- devordia un vescovato, ed in prin-
getti al dominio della santa Sede, cipio del seguente un monastero,
e de'piivilegi concessi dai Papi, i Mona^tcrìuin, da cui prese il nome
loro molti articoli. la città. Questa nel i5i34 cadde
MUNSTER {Monaslerien). Gitlìi nelle mani del detto Giovanni di
con residenza vescovile di Germa- Leida o Rocoldo o Bockels, il qua-
nia, negli stati prussiani, capoluogo le alla testa d' una truppa d' ana-

della provincia di Westfalia, della battisti, aumuiziossi come un in-


reggenza e dei due circoli del suo viato dal cielo per riformare il ge-
nome, q 90 leghe da Berlino o nere umano governò Munster pei*
:

27 da Colonia. Posta in una gran qualche tempo,, avendone cacciato


pianura ben coltivata sulT Alie, a il vescovo ed i magistrati, ma do-
qualche distanza dal suo confluen- po quattordici mesi d' assedio e di
te coir Ems, air origine del canale ostinata difesa, la città fu finalmen-
del suo nome. Avea bastioni ed te presa d'assalto nel i535. Fatti
un castello eretto dal vescovo Cri- prigionieri Giovanni e due de'suoi
stoforo di Galea, onde contenere fanatici compagni, nel seguente an-
gli abitanti, ma
sue fortificazio-
le no per ordine del vescovo furono
ni furono distrutte nel i7G>, ed i tutti tre fatti morire fra i più or-
bastioni convertiti in pubblici pas- ribili supplizi. Nel i538 fu tenuto
seggi. Le strade principali vedousi un concilio, detto di Magonza, di
il) qualche luogo ornate di portici, Osnabrueh e di Munster, contro gli
di bellissima apparenza. Tra le sue eretici, di cui parla Lorenzo Surio

chiese è osservabile la cattedrale in Cominciti. È celebre questa città


che contiene diversi monumenti, e per aversi quivi conchiuso il 24
di cui una cappella è degna di fis- o 28 ottobre 1648 quel famoso
sare l'attenzione; poscia la chiesa trattato che mise fine alla guerra
di Lamberto, sulla cui torre si
s. de' treni' anni, e chiamossi Congres-
vedono tre gabbie di ferro nelle so [f^cdl) e trattato di Munster ed
quali furono sospese le spoglie di Osnabruck [f^edi)^ dietro il quale
Giovanni di Leida e di due dei , segui la famigerata pace di Ip'est-
suoi principali settatori, il palazzo falla {Fedi).
vescovile è poco osservabile per la Sebbene il Papa Urbano VIH
sua architettura, ma ha bei giar- fosse il primo a fare in Colonia
dini, ove si tengono corsi di bota- nel i636 per mezzo del suo nun-
nica. Questa città ha molti ospeda- zio Ginetti le prime proposte di
li, tre ginnasi, la università com- pace, pur non potè riconoscere il
posta delle facoltà di teologia e filo- trattato di Westfalia il successore
sofia, fu soppressa nel 1819 e ri- luuoceuì^u X. L' inipurutoru e la
M (J N MUN 43
Spagna vi mandarono inviati,! qua- nascere de'medialori, e le diHìcoltà
li colla mediazione del Ponteiice innumcrabili che si opponevano alle
erano disposti a trattare colla Fran- proposizioni più semplici. La lun-
cia e colla Svezia; ma per motivo ghezza della negoziazione e tanta
di questa mediazione non interven- circospezione era necessaria, poiché
ne la Francia in quel congresso, la tratta vasi di svolgere un immenso
quale unì invece colla Svezia in
si caos d' interessi opposti e di conci-
Amburgo per trattati comuni di liarli, e intanto i principi ì quali
pace. Finalmente risolvette nel non aveauo che una medesima cau-
1641 anche l'imperatore ne' pre- sa, formavano dill'erenti pretensioni.

liminari trattati d* Amburgo, di 1 principi della lega cattolica in-


trattare colle dette potenze in Muu- sensibilmente si separarono dall' iui-
ster ed Osnabruck. A cagione del peratore, della debolezza del quale
grado che si disputavano Francia già si accorgevano, per cercare nei
e Svezia o i loro inviati, e per e- suoi nemici una più utile protezio-
vitare l'incontro degli inviati lute- ne, non potendo la casa d' Austria
rani ed altri protestanti col nun- ulteriormente continuare la guerra.
zio pontificio Chigi, si scelsero quel- Le Provincie unite dell'Olanda fu-
le due città proposte dalla Fran- rono staccate dall'alleanza francese
cia e distanti sei ore una dall' al- e a* 3o gennaio
pacificate 1648
tra, e si decise che le due adunan- colla Spagna, questa acconsentendo
ze non dovessero formare che un alle cessioni che da lei si esige-
solo congresso. L'apertura di questo vano per umiliar la Francia, la qua-
primo grande consiglio o congresso le fece tulli gli sforzi per diminuire
di pace europeo avvenne del di- il potere di casa d' Austiia nelTMUi-
cembre i644- 1" IMunster si trattò pero e nella Spagna slessa, ove re-
tutto per mezzo di mediatori, il gnavano i suoi principi: la Fran-
nmizio d'Innocenzo Xj e l'amba- cia e la Svezia si arricchirono del-
sciatore della repubblica di Vene- le sue spoglie, avendone
i loro mi-
zia; ad Osnabruck immediatamen- nistriabilmente superate le diflicol-
te fra le parti interessate. Doppio tà apposte dalle corti di Vienna e
per tanto riuscì il congresso, a me- di Madrid. Fu dunque sottoscritta
glio dire due furono veramente i la pace dell' impero colla Francia
congressi che dierono luogo alla e la Svezia li 28 ottobre 1648; e
memorata pace; quello di Munsler in conseguenza della convenzione
tenuto dai cattolici, e quello di O- di rs'oriuìberga de' 3o luglio i65o,
snubruck formato dai protestanti. Ottavio Piccoloroini d' Aragona e
In questi congressi le cose vennero Carlo Gustavo principe palatino,
da principio discusse con estrema generali delle armate imperiali e
Itiilezza, I plenipotenziari si anda- svezzesi, furono incaricati di farne
vano vicendevolmente esaminando fedelmente eseguire gli articoli^ i

e scandagliando ; ciascuno temeva quali furono posti a legge di di-


che il suo avversario non si pre- ritto pubblico europeo ne' trattati
valesse delle sue condiscendenze e che ne seguirono e che condussero
perfino della sua facilità in ascol- alla pace di Westfalia, contro la
tare le prime proposizioni quindi : quale protestò a Munsler il nunzio
r iuibarazzo che sempre tornava a Chigi, poi Alessandro VII, ai i4
44 MUN MUN
e 28 ottobre i648j protesta che fe«8Ìone d'Augusta e la pretesa rifor-
fu rinnovala da Innocenzo X, che mata non si fece però difficoltà
;

trovando la pace ingiuriosa allo al duca d' Holstein intorno ni feudi


stesso impero e perniciosa alla re- che possedeva quando abbracciò la
pubblica cristiana, colla bolla Zelo religione greca, poi imperatore di
domus Dei, de' 20 novembre 1648, Russia Pietro III, sembrando la
Bull. Rom. t. VI, par. Ili, p. 17 3, disposizione solamente
risguardare
la riprovò e condannò, chiamandola i sudditi. Di questi doppi congres-
perversa ed empia. Nel voi. XXIX, si di Munster ed Osnabruck, e del-

p. 166 e 167; e XL, p. 197 e la pace di Westfalia, scrissero più


198 del Dizionario, oltre quanto scrittori, fra' quali i seguenti. Cri-
ai loro luoghi diciamo particolar- stoforo Forstnero, Epistolae de ne-
mente, si riferirono i principali ar- godo pacìs Osnabntgensis, Mons-
ticoli della pace, come la libertà pelgarti i656. Filippo Andrea Bur-
di coscienza ed il libero esercizio goldensio. Discursus in instrumen-
della pretesa riforma protestante ,
tum pacis OsnabrugO'AIonaslerien-
ai principi della qual comunione si, 1669. Adamo Adami,
Freisfadii
furono concessi molti beni ecclesia- Relalio de pace Osna-
historica
stici anche delle molte sedi vesco- brugo-Monasteriensi Francofurti ,

vili abolite e che enumerammo; as- 1707. IsaccoVolmaro de Riden,


sicurati i diritti degli stati, principi Diarium actorum puhlicorum in-
ed elettori di Germania, e stabilito strumenti paci PVestphalicae ab
il governo di essa su basi più so- an. 1643 ad 1648, Francofurti
lide, con eguaglianza tra cattolici 17 IO. Tobia Pfannero, Hisloria pa-
e protestanti ; divisi gli uffizi pub- cis PVestphalicae, Gothae 1697.
blici tra gì' individui delle diverse Anonimo, Mémoires et négociaiions
comunioni, con alternativa nelle ca- secretesde la cour de France tou-
riche uniche,dovendo godere egua- chant la paix de Munster, Am-
glianza di privilegi civili cattolici sterdam 17 IO. Guglielmo Giacin-
ed acattolici, e nelle assemblee e die- to Bougeant gesuita francese, Sto-
te il numero
de'deputali dell'una e ria del trattalo di ^Vestfalia, ov-
dell'altra religione sarà eguale, così vero de' negoziali che si fecero a
i commissari straordinari nelle con- Munster e ad Osnabruck, per ri-
tese ; ne' dispareri, l' affare sarà ri- stabilire la pace fra tutte le po-
messo alla dieta generale dell' im- tenze d' Europa, composta princi-
pero : in generale si ripristinarono palmente sulle memorie della cor-
le cose germaniche, quanto alla re- te e de' plenipotenziari di Francia,
ligione, come si trovavano nel 1624- Parigi 1744"
Escluso il potere del Papa ne' luo- Dopo la vicenda di Giovanni di
ghi di confessione diversa dalla rp- Leida, voleva la città di Munster
mana, le prelature di essi si rice- essere considerata come città im-
veranno per investitura dall' impe- periale; ma Giovanni Gahlen suo
ratore; però ne' luoghi misti fu al vescovo, l'obbligò nel 1661 a ri-
Papa conservato il diritto circa ai conoscere l'autorità de'suoi prelati.
benefizi cattolici. Propriamente fu- Fu la cillà occupata dagli alleati
rono riconosciute nell'i ui pero tre re- nel 17 SG, e dai francesi nell'anno
ligioni, la cattolica, quella della con- seguente. Era stata ceduta alla
.

MUN MUN 45
Pruisia nel 1800; ma presa dai sidie degli eretici, ed a procurare
francesi nel 1806, fu da Napoleone che 1* elezione del vescovo proce-
compresa nel granducato di Berg desse con libertà, e secondo i pria-
nel 1809. Divenne nel 1810 nel- cipii della cattolica fede. Per man-
l' impero francese il capoluogo del tenere poi la pace nel capitolo, do-
dipartimento della Lippe, e poscia po da esso l'elezione, Clemente
fatta
fu restituita alla Prussia. XI adoperò con più lettere al no-
si

La sede vescovile dice Coraman- vello vescovo Francesco Arnaldo, e


ville che fu eretta nel 790 sotto al capitolo medesimo. Ad istanza del
la metropoli di Colonia, di cui è duca di Baviera, Clemente XI con-
tuttora suffraganea, il cui vescovo cesse nel 1719 pel di lui figlio
divenne principe dell'impero con Clemente Augusto l'indulto aposto-
ampio dominio ,
potendo armare lico di eliggibilità alle chiese vacan-
3o,ooo uomini. Altri sostengono ti di Munster e Paderbona, con
istituito il vescovato più tardi. Car- condizione che dovesse essei'e forni-
lo Magno nominò primo vescovo s. to di tutte quelle virtù che con-
Ludgero neir8o2, il quale morì vengono alla dignità episcopale .

neir 809, e la chiesa ne onora la Eletto Clemente Augusto alle due


memoria a' 16 marzo, venerando chiese quale amministratore, il Pa-
per apostolo della Westfalia s pa ne confermò l'elezione: fu pure
Suidberto, che alcuni credettero arcivescovo ed elettore di Colonia,
canonizzato da s. Leone III, falsa- ed amministratore eziandio di Hil-
mente ingannati da una lettera che deshein e di Osnabruck, poscia nel
si attribuisce a s. Ludgero. A que- 1727 consagrato nella chiesa della
sti successero, il di lui nipote s. Quercia di Viterbo da Benedetto
Gerfrido, morto neir839; s. Alfri- XIII. Continuarono gli arcivescovi
do cugino di questo ultimo morto suoi successori ad esserne ammini-
neir 849. In progresso di tempo stratori, e fu l'ultimo (ad onta del-
Munster fu unito in amministra- le opposizioni del capitolo e di alcu-
zione all'elettore arcivescovo di Co- ne corti, riportate dal Bercastel lib.
IcTÙa {f^edi), che s'intitolava ve- 98) Massimiliano d' Austria fratel-
scovo, riportando la serie de'vesco- lo di Giuseppe II, succeduto per
vi sino a Clemente Augusto del coadiutoria. Di lui suffragaueo fu
17 19 la Storia di Germania voi. Gaspare Massimiliano libero ba-
I, proseguita sino ad oggi dalle an- rone di Droste de Vischering di
nuali Notizie di Roma. Solo fa- Vorheim diocesi di Munster, fatto
remo menzione di Ferdinando di da Pio VI nell'anno 1795 vesco-
Furstemberg del 1682, vescovo di vo di Gerico in parlibiis. Morto
Paderbona e di Munster, che isti- nel 1801 Massimiliano, il capitolo
tuì la pia opera Ferdinandea per di Colonia procedette all'elezione
la propagazione della fede, di cui si dell'arciduca Antonio, esempio che
fa cenno ad Oshabbuch. Clemente venne imitato dal capitolo di Mun-
XI nel 1706 riprovò i brogli d'al- ster, che fece scelta del personag-
cuni, che per vie dolose si procu- gio stesso a suo principe vescovo,
ravano il vescovato di Munster, ciò che approvò l'imperatore Fran-
scrivendone al vescovo di Paderbo- cesco II a'i4 ottobre; ma la Prus-
na, che esortò ad opporsi alle in* sia ch'era divenuta signora di Muu-
/16 MUN MU i\

sler reclamò alla dieta contro la gioso difensore de'suoi diritti, e la


rloliberazioiic presa del capitolo di diocesi un vigile pastore. In vigo-
Munsler, trovando illei;ale reiezio- re dell'indulto apostolico il capito-
ne, perchè agognava al pieno pos- lo procedette all'elozione del succes-
sesso del principato come porzione sore nella persona di Giorgio Kel-
de' compensi promessi dai li-attati lermann della diocesi di Munster,
rarrati a Germania, cpiando vera- nato in Trechencorst, decano della
mente né il trattato di Rastadt, chiesa di s. Ludgero, canonico nu-
né quello di Lnneville sospendeva- merario della cattedrale, esamina-
no nel capitolo rpiesto diritto. Re- tore sinodale e pi-ofessore di teo-
stò pertanto il sufiraganeo Droste logia neir accademiaMunster. di
ad amministrare la diocesi, e con- Con decreto della congiegaziono
linuò ad essere sufflaganeo quando concistoriale ne confermò l'elezione
Pio VII a'28 agosto 1820 traslatò il regnante Pio IX, ma mentre
da Corheia al vescovato di Mun- era per preconizzarlo nel concisto-
ster Ferdinando de* baroni di Lu- ro de' 12 a[)rile 1847, essendosi
ning, nato in GIcAV^el diocesi di anche stampata la proposizione
Colonia. DipoiLeone XII a'19 di- concistoriale, giunse in Roma la

cembre dichiarò effettivo vescovo notizia di sua morte. Quindi il Pa-


di Miinster il Droste, cui assegnò pa nel concistoro del 4 ottobre,
per suffraganeo a'9 aprile 1827 il approvando l'elezione ftitta dal ca-
di lui fratello Clemente Augusto, pitolo con indulto apostolico, pre-
clic Gregorio XVI nel i836 tra- conizzò monsignor Giorgio Miiller
.sferì a Colonia, ove narrammo le d'Arlzheim, fatto nel i844 da
sue gesta, che lo resero esempio Gregorio XVI vescovo di Tauma-
di fortezza sacerdotale. In tale oc- co e suffraganeo di Treveri.
casione quel Pontefice nel concisto- La cattedrale ampia e di ottima
ro de'a novembre nominò vesco-
I struttura, sotto l'invocazione de' ss.

vo di Hebron in parLihnx monsi- Pietro Paolo , ed anche di s.


e
gnor Francesco Arnaldo Melchers Lamberto, ha il fonte sacro, e la
di Werne diocesi di Munster, suf- cura d'anime esercitata dal capito-
fraganeo del vescovo, come lo è lo. Questo si compone di due di-
ancora, canonico penitenziere della gnità, prima delle quali è il pre-
cattedrale . Monsignore Gaspare posto, di otto canonici numerari
INIassìmiliano di Droste ebbe la comprese le prebende di teologo e
consolazione di vedere per lui ce- penitenziere, di beneficiati vicari, e
lebralo in Munster ai 5 settembre di altri preti e chierici. L'episco-
1845 il giubileo vescovile o fèsta pio n' è alquanto distante. In citl:i

del cinquantesimo anniversario di sonovi altre sei chiese parrocchiali


sua episcopale consagrazione, con con batlisterio, orfanotrofio, confra-
.solenne processione notturna fatta ternite e seminario. La diocesi si

dai cittadini, e nella seguente mattina estende in ventotfo leghe di terri-


in cattedrale fu solennizzato il divino torio per lunghezza, ed in quindi-
Vifljzio coll'assistenza di dodici vescovi. ci per larghezza. Ogni nuovo ve-

Quindi carico d'anni e di meriti, scovo è tassato ne'libri della came-


morì a' 3 agosto 1 846 ,
perdendo ra apostolica in fiorini 666, e lo

così la Chiesa cattolica un coiog- rendile ascendono a 8000 talleri,


MUR MUR 47
corrispondenti a seimila scudi as- fosse il preferito dagli dei. Ciò
segnati dal governo prussiano. stabilito, i due fratelli ascesero due
MURA DI ROMA. Lasciando da diversi colli; Remo dall'Aventino
parte i dispareri fra gli antichi e osservò primo il volo di sei
pel
moderni scrittori sulla fondazione mentre Romolo dal Pala-
avvoltoi,
di Roma [fedi), e seguendo quel- tino ne vide dodici poco dopo.
li che r attribuiscono a Romolo e Non pertanto sembrò chiara la de-
Remo, questi fratelli menando vita cisione dell' augurio, giacché uno
semplice e pastorale, e perseguitan- pretendeva essere il prescelto per
do coraggiosamente ladroni degli i aver veduto il primo, l'altro per-
armenti che scorrevano le campa- chè vantava aver veduto maggior
gne presso il Tevere [Vedi), pote- numero di uccelli. Durava tuttavia
jono riporre sul trono d'Alba Lon- la disputa, fomentata dal partito
ga (di cui parlammo a Lazio) il che ogni fratello seguiva, quando
re Numitore loi"0 avo. Furono si venne alle mani: Romolo co'suoi
quindi riguardati come capi delle riportarono il vantaggio, e nella
borgate (donate loro dal ricono- EulFa Remo rimase ucciso, indi se«
scente avo) stanziate lungo il fiu- polto dal fratello in Remonia ; al-
me, in modo tale, ch'essendosi que- tri dicono che Remo restasse estin-
ste aumentate di molto, cresciuto to sulle mura della città sorgente
il numero degli abitanti, stabiliro- dal fratello per impeto, onde pu-
no edificare una città, che
essi di nire il disprezzo alfettato col qua-
cinta mura, dusse asilo ai loro
di le saltò le mura da lui erette ,

compagni, e ponesse in sicuro le o le fosse di Ad onorarne


recinto.
loro proprietà dalle incursioni dei almeno la memoria Romolo istituì
vicini prepotenti, e dalla rapacità in onore del morto le Remurie.
<lc'ladri. Sorse quindi discordia fra Libero Romolo da ogni com-
i due fratelli intorno alla scella petitore, diede mano alla fondazio-
del luogo ove meglio convenisse ne della o la progredì con
città,
edificare lanuova città. Poiché Ro- più energia, avendo perciò chiama-
molo aveva divisato di collocaila to dall'Etruria uomini iniziati del-
sul Monte Palatino [V. Mokti o le sacre cose, i quali insegnassero
Colli di Roma), mentre Remo vo- e dirigessero il rito nella formale
leva fosse edificata su d'una colli- e solenne designazione delle sue
na poco distante dal Tevere, alcu- mura. Eseguite le cerimonie, Ro-
ni dicono l'Aventino, il qual luogo molo attaccò ad un aratro guarni-
fu quindi dal di lui nome appel- to di vomere di bronzo, un bue o
lala Remuria o Rcinonia. Ad una toro ed una vacca, e con esso trac-
tal dispula univasi pur quella del ciò un solco, lasciando lo spazio
comando della futura città, poiché destinalo all' ingresso con alzare
ognuno de' fratelli credeva aver lo dalla terra il solco, che portavasi
stesso dirilto all'impero, per essere in avanti; spazio che si disse por-
nati gemelli. Fattosi Numitore ar- ta, perché ivi l'aratro veniva por-
bitro della lite, li consigliò a con- tato. V. Porte di Roma. Lo spa-
sultare il volo degli uccelli, secon- zio poi che restò, entro e fuoii at-
do ilcostume superstÌ2Ìoso d'alio- tiguo alle mura, si disse pomerio
la, onde conoscere quale dei due (quasi posi mitrum), consideraudose-
48 MUR MUR
ne poscia il terreno come sacro, dal marchese Luigi Biondi, presi-
onde impedire che niuno fabbri- dente della poutillcia accademia
casse entro quel recinto, e così le romana di archeologia, in occasio-
mura rimanessero libere alla dife- ne di celebrare l'anno 2 583 dalla
sa. La nuova città fu ben piccola, fondazione dell'ahna città, e pub-
poiché Romolo non circondò che blicato in Roma con questo titolo:
il solo monte Palatino, e cominciò // Natale di Roma, ec. Avendo
il suo solco al nord del colle, di- Romolo stabilito di formare de'ro-
rigendolo al sud, e progredendo mani e sabini una sola nazione,
lungo il lato occidentale del me- destinò monte Satur-
ai secondi il

desimo; lo circuì tutto, facendo ri- nio o Capitolino, una parie del
torno al punto d'onde erasi dipar- monte Quirinale e del Celio, non
tito per circa un miglio, ed in però incluse que' colli nel recinto
questo circuito fu innalzato il mu- della città, gli ebbero per sobborgo,
ro di recinto, lasciando aperte tre il primo sabini, il secondo i ro-
i

porte corrispondenti ai tre accessi mani : inoltre nel Celio pose a stan-
naturali del monte. La prima fra ziare gli etrusci venuti in suo soc-
le chiese di s. Teodoro e a. Ana- corso.
stasia, la seconda incontro la chie- Numa Pompilio secondo re di
sa di s. Gregorio, la terza prossi- Roma, per l'aumento degli abitan-
ma all'arco di Tito, chiamandosi ti vedendo mal sicura la parte di
Mugonia, Capena, Romana. La pri- città popolata fuori del Palatino,
ma forma della città fu quadrata. la circondò di mura, formando un
La maggior parte degli storici e cro- nuovo recinto. Rinchiuse in questo
nologi convengono che la fondazio- il monte Capitolino, che sebbene
ne dell'alma Roma avvenne l'anno abitato non avea. altre mura che
IH della VI olimpiade, corrispon- quelle della cittadella, e vi unì la
dente all'anno del mondo 3 2 52, parte più prossima al monte Qui-
dopo la caduta di Troia 435, ed rinale; aprì nuove porte, restando
avanti l'era nostra 750; laonde da inutili alcune del primitivo recin-
quell'epoca sino al presente anno to. Nell'anno 82 di R.oma gli suc-
1847, Roma conta 2597 anni di cesse il re Tulio Ostilio, che aven-
gloriosa esistenza. Tutti poi sono do vinto gli albaili li obbligò veni-
d'accordo che il giorno in cui Ro- re a Roma per accrescerne la po-
molo pose le fondamenta della cit- polazione, e aOìue di aumentare il

tà sia 21 oprile natale di Roma,


il recinto della città, cinse di mura
festa delle Palilie, giorno festeg- il Celio, e vi collocò il popolo de-
giato sempre, anco sotto gl'impe- bellato. A lui successe Anco Mar-
ratori cristianisommi Pon-
ed i zio, che superati i latini, e distrut-
tefici, come accennammo nei voi. te alcune loro città, li forzò ad
I, p. 4o e 4i, e XIV, p. 208 del abitare Roma, la cui popolazione
Dizionario, ove sì disse come ebbe essendo cresciuta a dismisura, in-
origine l'attuale festeggiamento del- grand» anch' egli la città. Collocò
l'accademia d'archeologia e di quel- sull'Aventino molti latini, ed altri
la del patriziato sabino. Al fine di ne situò nella valle Murcia, tra es-
quest'articolo daremo un sunto del so e il Palatino. Fortificò la città
ragionamento pronunziato nel i834 nella parte occidealale confiuautc
MUR MUR 49
coirEtmria, e fondò la rocca sul anche fuori del recinto; il solo re-
monte Gianicolo. Tarquinio Prisco cinto sacro si portava più in fuori,
quarto re di Roma, per T incre- a cingere il nuovo abitato. Né dì
mento della popolaiione, divisò cir- mura ebbe più necessità Roma sot-
condare la città di mura più soli- to l'impero, mentre ingrandita di
de, composte di pietre quadrate e tanto la sua possanza, e padrona
tagliate regolarmente; ma le guer- della più gran parte del mondo,
re appena gii permisero cominciar non ebbe più temere le nemiche
a
l'opera, che proseguì il successore aggressioni, e perciò per circa 800
Servio rendendo le mura
Tullio, anni sino all'impero di Aureliano,
anche più munite: aggiunse alla che incominciò l'anno 270 dell'era
vecchia città il rimanente del Qui- nostra, non si trova menzione di
rinale ed i colli Viminale ed E- nuove mura, ma soltanto dilatazio-
squìlino, é così Roma ebbe inclu- ne del pomerio, come fecero Siila
se nel suo recinto sette colline o e Giulio Cesare, con ingrandimen-
monti, non contando il Gianicolo, to e aggiunta di edifizi. Augusto
ch'essendo di là del fiume fu ri- primo imperatore romano, fiorito
guardato come una cittadella. Le 3o anni avanti l'era nostra, dilatò
nuove mura di Servio furono for- il pomerio e nobilitò R.oraa di ma-
mate di pietre quadrate o quadri- gnifici edifizi con solidità maggiore
lunghe, tagliate tutte con arte, ed degli afitichi e marmi fini. Am-
insieme unite senza cemento, si- pliarono pomerio Clau-
ancora il

tuale in gran parte sul ciglio dei dio e Nerone, ed il primo conces-
colli, guarnite di torri e fiancheg- se tal sacro recinto anche all'Aven-
giate nel piano da fossati profondi, tino. Per l'abbondanza della popo-
per cui presentavano una difesa lazione finalmente Traiano allargò
quasi insuperabile; mura che ferme il pomerio, ed abbelPi la città di
rimasero nella maggior potenza di splendidi monumenti, essendo allo-
Roma. Fu la materia una tufa ra il delle mura tredici
circuito
vulcanica detta litoide, di cui ab- miglia ed un quinto, al dire di Pli-
bonda il suolo di Pioma. Lungo nio. Abbiamo di Giuseppe Bian-
la sommità del Quirinale, Vimina- chini, Delle porle e mura di Ro-
le ed Esquilino, parte più esposta ma, ivi 1747- Crph. Behr, De
agli attacchi de'nemici per la faci- inuris Urbis Romae conjectura ,
lità dell'accesso, Servio Tullio in- Dantisci 1689. Bernardini, Descrizio-
nalzò famoso argine detto agge-
il ne de' rioni di 744> ^^
Roma, ivi 1

re Tulliano, ancora in parie visibile: Romanoruni imperatorum, et ss. Pon-

incominciava dal ponte Palatino, e tificum sollecitudo in conservandis


terminava all'arco di Gallieno pres- veleribus monunientis, Romae 1828.
so la chiesa di s. Vito, calcolando- Andrea Boricchi, Diss. de Romae
si allora il recinto delle mura del- Urbis primordio et ambila usque
la città a otto miglia. Le mura di Aureliani aevium, Hafnae 1686.
Servio ebbero anch'esse il porpe- Stefano Piale, Del circuito delle
rio, dilatazione del quale ebbe
la mura di Roma fatte da Aurelia-
luogo talvolta senza che si edificas- no, dissertazione, Roma 182 3, nel
sero nuove mura, poiché crescen- t. I, par. 2, p. 95 degli Alti de.l-

do la popolazione, prese abitazione Vaccad. rom. d'archeologia. Meglio


voi. XT,VU, 4
5o MUR MlTR
si può veflere ne' ciliari autori: A. Piale confuta il testo di Vopisco,
Nibby, Mura dì Roma e pian fa, che scrisse essere state ampliate le
Roma nel i838 descr'utaj e raar- mura da Aureliano con un giro
chese Giuseppe Mclchiorri, Guida di cinquanta miglia, ch'egli spiega
melodica di Roma, ivi 1840, secon- per piedi,probabilmente per aver
da edizione. Già il Nibby nel 1820 l'amanuense saltata tal parola,
aveva pubblicato in Roma Le : quale ommissione ammessa risulte-
mura di Roma disegnale da sir rebbe il numero di dieci miglia, e
FFilliam Geli , ìlluslrale con le- ne adduce le prove di fatto. La
sto e note. fretta con la quale furono edifica-
L' imperatore Aureliano consi- te queste mura, fece si, che per
derando essere la città ormai trop- risparmio di tempo e di materiali
po cresciuta , e la sua parte non venissero nella loro linea compresi
cinta di mura essere esposta alle molli monumenti, e quegli edifìzi
incursioni nemiche, il recinto in- che s'incontrarono. Vi furono per-
terno non abbastanza difeso , e ciò comprese le sostruzioni del col-
rovinato in parte, sobborghi sco- i le degli orti o sia del Pmcio, det-
perti a dismisura cresciuti, e so- to muro torto, gli alloggiamenti
prattutto la sicurezza degli edi- de'pretoriani, l'acquedotto Claudio,
fìzi nobilissimi esistenti nel campo l'anfiteatro castrense, il sepolcro pi-
di Marte, rimasto sempre sino da- ramidale di Caio Cesilo, e vari al-
gli antichi tempi fuori del recinto tri monumenti. Da che
ciò risulta
della città, lo indussero a provve- il giro delle mura di Aureliano fu
dere alla difesa di Roma, il cui lo stesso che il presente, meno il

dominio già veniva da ogni parte Vaticano, che non fu recinto, ed


minacciato dai popoli del setten- il Trastevere, del quale non ne
trione; e già sotto Gallieno, mor- venne rinchiusa che una parte .

to nel 268, la città fu minacciata Essendo stata la principal causa


dai barbari. A togliere dunque delle nuove mura, la precinzione
ogni timore di nemica sorpresa, co- del Campo Marzio, onde meglio
minciò Aureliano nel 271 ad am- custodirlo, ebbero queste origine
pliare il circuito, e circondare la alla sponda sinistra del fiume pres-
città con nuove mura, guarnite di so la porta Flaminia, dove comin-
torri, dopo aver consultato il sena- ciano in oggi. Il Pincio che sten-
to. Le mura furono costruite di de sua punta
la verso il fiume,
opera laterizia , come si scorge presentava allora un accesso assai
da molti avanzi che esistono anco- ristretto al suddetto campo: perciò
ra, ed il loro circuito fu poco mi- le mura di Aureliano lo cinsero
nore di quello del pomerio, cioè verso l'oriente, e quindi circondan-
di circa dodici miglia, altri esage- do i colli Quirinale, Viminale ed
randone r estensione: osserva il Esquilino, allungavansi intorno al
Nibby che prima di Aureliano, sot- Celio ed all'Aventino, ed allargan-
to Vespasiano e Tito, il circuito dosi per includere il monte Te-
di Roma era di otto miglia e due- staccio giungevano al fiume. Nel
cento passi, essendo errata la cifra Trastevere avevano il loro princi-
riportata ne' testi di Plinio, di tre- pio alla sponda destra, molto piìi
dici miglia e duecento piedi. 11 infuori della odierna porta Porte*
. ^

WUR MtJR 5i
se, e di là salendo il lato meri- Maggiore: da quanto si vede, il

dinnale del Gianicolo, con una li- recinto attuale di Roma fu fatto
nea semi-retta andavano a toccare in tempo timore
ed angustia,
di
la porta di s. Pancrazio, per quia- poiché furono o profanatichiusi
di discendere con un'altra simile sepolcri nel giro delle mura, segno
linea sino alla porta Setlituiana certo che il cangiamento di reli-
Non potè Aureliano condurre a ter- gione era di già quasi compito, es-
mine il descritto recinto; ma Pro- sendo noto con quanto e quale
bo proclamalo imperatore nel 276, rispetto i pagani riguardarono sif-
gli diede compicnento. fattimonumenti Osserva il Piale .

Costantino con l'edificazione di Co- che Arcadie ed Onorio restaura-


stantinopoli trasportandovi la sede rono le mura, le torri e le porte,
dell'impero romano nei 33o, e divi- e vi aggiunsero un piccolo tratto
dendo questo tra 'suoi fi^li in orienta- del Gianicolo.
le ed occidentale, die principio al de- I goti nel 4^9 per la prima
cadimento di Roma : la città venne volta saccheggiarono Roma, com-
spopolata, ludi troppo estesa per mettendo barbare devastazioni, sof-
potersi difendei'e, fu trascurata, e frendo le mura qualche guasto dal
le guerre tra gl'imperatori de'due canto di porla Salaria, rovina che
imperi ne fecero perdere il lustro. ben presto riparò Onorio nel 4' 2,
Tali discordie mossero barbari a i quando recatosi a Roma ne ordinò
profittarne, e vendicare in un sol il restauro. La città soffrì quindi
punto le tante sconfitte cui erano saccheggio e depredazione per quan-
slati soggetti. Divenuto nel SgS to fecero i vandali nel ^^5, i qua-
imperatore d' occidente Onorio, te- li recarono maggior desolazione al-
mendo questi per la città, onde l'infelice vennero trasportate
città:
prevenire le incursioni che già i a Cartagine le spoglie del tempio
barbari avevano fatte più volle in di Gerusalemme che conserva vansi
Italia, di risarcire alla me-
pensò nel palazzo imperiale del Palatino ;

glio le suemura, dandone la cura tuttavolta s. Leone I Magno ot-


a Flavio Macrobio Longiniano pre- tenne dal re de' vandali Genserico^
fetto della città. Il recinto di Au- che la città fosse immune dall'in-
reliano divenuto dopo la traslazio- cendio e dalla strage, e serabi-a
ne dell'impero inutile affatto, non probabile che le mura soffrissero
racchiudendo le mura che rovine, alcun guasto dal canto dell'ingres-
perchè da lui edificato in fretta e so dalla parte di Porto, ove sbar-
in furia e con ogni sorta di ma- carono i nemici. Ricimere genero
teriali , fu riparato , fortificato e dell'imperatole Antemio nel 47
munito di solide torri; le mu- prese e saccheggiò Roma, finche
ra vennero guarnite di merli, e le gli eruli nel 4? 6 operando simile
porle rifatte Terminata l' opera
. invasione, occupata Roma, dierono
neir anno ^01 e fattane la de- fine all'impero romano d'occidente.
dicazione, venne lasciato memoria Nel 493 segui la sua seconda occupa-
di questo ristauro in tante iscrizio- zione per opera di Teodorico re dei
ni poste sopra le porte, ed esisto- visigoti, il quale recandosi in Roma
no quelle delle porte Tiburtina e nel5oo fu solennemente accolto
Preneslioa, cioè di s. Lorenzo e da Papa s. Simmaco e dal popò-
52 MUR I\1UR
lo ; fece restaurare gli edifizi, il tamente fra le porte Nomenta-
palazzo imperiale, e le mura della na, Tiburtina, Ostiense, Prenestinn,
città che tanto avevano sofferto, al di s. Giovanni, Latina, Appia. Il

quale effetto assegnò duecento lib- Cancellieri dice che Belisario fini
bre d' oro annue da ricavarsi sul di rinchiudere nel circuito delle
dazio del vino, e su questo in se- mura il Cnmpo Marzio; aggiunge
guito ì Pontefici assegnarono le che il popolo penuriando sui col-

rendite pel medesimo restauro del- li l'acqua, si ridusse ne'iuoglii bas-


le mura. Dal dominio de' goti nel si intorno al Tevere, restringendo-
536 greco Belisario liberò Ro-
il si il circuito a quattordici miglia,
ma, occupandola per l' imperatore come riporta a p. 5'j AcAVAna di
d' oriente Giustiniano I. Prima sua Roma. Nel 549 tornò Totila all'as-
cura fu quella di risarcire le mu- sedio, che vi entrò come prima
ra in gran parte deboli o cadenti pei traditori isauri ; però invece
per tanti assedi: le cinse di fosse di devastare, rip^u'ò le mura e re-
profonde, e vi costruì de merli in staurò gli edifizi rovinatij riducen-
forma angolare con piccolo riporto do meglio, come avea incominciato
a mano sinistra, onde meglio prov- Teodorico, il Mausoleo d' Adriano
vedere alla sicurezza de' difensori, a fortezza, e vi unì con un recin-
ma il lavoro fu fatto con fretta. to una piccola parte della città.
Appena terminato alla meglio il Giustiniano I nel 552 spedì a Ro-
restauro delle mura, Belisario nel ma Narsele, che scalò le mura, 'e
537 fu lungamente assediato da cacciò goti dal Mausoleo e da
i

Vitige re de'goti, che per la vasti- Roma . Nel 554 a"ch' egli diede
tà del recinto formò sette campi, mano a ristorare le mura e i

battendo le mura specialmente fra Ponti di Roma [Vedi) sull' Anie-


le porte Flaminia e Salaria; ta- ne che i goti aveano distrutto. Sta-
gliò gli AcquedoUi [Vedi), ed ab- bilita la sede della greca domina-
bandonò l'assedio. Nel 545 l'asse- zione in Ravenna, restò Roma ab-
diò l'altro re goto Totila con mol- bandonata a provvedere alla pro-
ta regolarità, come valida fu la pria difesa contro le incursioni dei
resistenza: tradimento entrò
per longobardi, e solo i Papi colla lo-

in Roma nel 546, l'abbandonò al ro autorità e vigilanza, massime


saccheggio, e solo potè Belisario ri- s. Gregorio I nel 598, giunsero a
sparmiarne l'incendio. Ne tolse pe- preservare la città dalle loro inva-
rò le porte, buona parte di mura sioni e rovine. Intanto i Pontefici
e circa un terzo del recinto atter- cominciarono R.oma ad avere in

rò, e poscia tornò ad occuparla una specie di dominio, come lo


Belisario, che fu sua prima solle- avevano assoluto di molte terre,
citudine rialzar le mura distrutte, città e patrimoni al di
ftioii. Ves-

nello spazio di 25 giorni, facendo sati continuamente dalle finzioni

uso per materiali d'ogni sorta di guerresche, mosse bene spesso da


pietre, frammenti di marmo e ter- causa di religione, travagliati nel-
ra senza calce, e rinforzate con pa- la città dai partiti, sovente ricor-
li: gli avanzi di questo precipitoso sero ai governi piti vicini per po-
restauro o piuttosto trinc<^rameiito ter resistere al furore delle parti
si vedono ne' tratti di mura segna- che dominavano iu Roma , all^
,

MUR MUR 53
violenze de' ministri impeiiali ed muni della Toscana e della Cam-
esdrclii, e talvolta per salvar la pania al suo dominio soggette, il

città dalle incursioni de'barbari. A popolo di Roma e del ducato al-


questa scopo diedero essi mano l'opera, assegnando a ciascuno una
più volte a riparare le mura parte di mura da risarcire, toglien-
della città. Il Papa Sisinnio stabili do dal tesoro pontifìcio il denaro
di ristorare le mura, ed a questo occorrente, che si fa ascendere a
etfetto aveva preparato materiali i mille cento libbre d'oro. Al decli-
e fatta cuocere la calcina, quando nar dell' Vili secolo la città con-
lo colse la morte a'y febbraio 708. servava l'antico circuito di Aure-
Assunto nel 710 al pontificato liano e di Onorio: le sue mura
s. Gregorio II, mandò ad effetto il erano difese da 887 torri guarni-
divisamento, incominciandosi a la- te da 7079 merli; vi si contavano
vorare presso la porta Tiburtina iDgS finestre maggiori, 1576 mi-
ora s. Loreuzo, e fu compito il nori, 116 necessari o latrine, e vi
restauro nel 726: molto di più si entrava per quattordici porte e
avrebbe fatto, se i longobardi non cinque porticine o posterie. Termi-
gli occupavano la città di Cuma, nato il regno de'longobardi, Roma
ch'era della chiesa romana, e se si vide minacciala dai saraceni
non insorgevano le vertenze del- che a tempo di Sergio II non po-
l'imperatore Leone persecutore del- tendo occuparla come ben munita,
le sacre immagini, per cui ne re- dierono il guasto al suo circonda-
stò distolto. In tanta malvagità di rio, ed il sacco alle basiliche di s.
tempi i romaui ebbero a solo rifu- Pietro e di s. Paolo, ch'erano fuo-
gio Papi, che con paterna solle-
i ri delle mura, e scoperte d'ogni
citudine si occuparono della salvez- difesa. A togliere per l'avvenire un
za comune, difendendo gli oppres- tal pericolo, s. Leone IV pensò di
si, affrontando i prepotenti patrizi cingere di mura
Vaticano che il

e le sevizie de' ministri imperiali. conteneva la prima ed i propin-


Stanco il senato e popolo di Ro- qui borghij secondando l'idea di s.
ma suo ducato delloppressione
e Leone III, che avea cominciato a
continua de'greci, ne scossero il gettar le fondamenta di quel re-
giogo e spontaneamente riconobbe- cinto, che incominciato nell' 848
ro Gregorio II per sovrano, on-
s. da s. Leone IV, felicemente Io
de da lui incomincia il domino compì, e formando una nuova cit-
temporale de' Pontefici su Roma e tà separata dal resto di Roma, la
suo ducato. Nel 78 x gli successe chiamò Leonina [Fedì). Già
Città
s. Gregorio III che continuò il re- avea risarcito pure le mura, le
stauro delle mura, le pose in un va- torri e le porte della città, e fabbri-
lido stalo di difesa, e poterono sotto cato due torri presso la porta Por-
Stefano li detto HI affrontar l'as- tuense. Quanto alla basilica di s.

sedio che nel 755 vi pose Aistulfo Paolo, per metterla al coperto
re de' longobardi. Eletto Adriano dalle incursioni, neir872 Giovanni
I nel 772, e vedendo crollanti in Vili fabbricò una borgata o pic-
varie pirli le mura, e le torri ca- cola città che denominò Giovanni'
dute, rivolse le sue cure a ristorare poli (Fedi). NeirSgS l'imperatore
il reciulo della città: invitò le co- Arnolfo assediò Roma e la Città
54 MUR MUR
Leonina che prese d'assalto, ontlc quando nel iSyy vi tornò Grego-
il resto della città dovette capitolare. rio XI, la trovò in molte parli di-
Il recinto Leonino fu superato dal- roccata e rovinata nelle mura. Bo-
l'antipapa Onorio II, e più tardi nifacio IX restaurò e fortificò Ca-
Sotto s. Gregorio VII da Enrico stel s. Angelo [Vedi), le mura del
IV, che depredò borghi e deva-
i Campidoglio e quelle del palazzo
stò il recinto: accorso a difesa del pontificio Vaticano. Durante lo sci-
Papa il normanno
e feroce Rober- sma, e nel 1407 Giovanni di Giu-
to Guiscardo,entrando dal lato liano albanese, vassallo di Antonio
del Laterano pose a ferro e a fuo* Savelli, ruppe le mura dal canto
co quanto incontrò, e fu reputata di Testacelo ; lo stesso fecero i Co-
la più terribile devastazione che lounesi dal lato della porta Mag-
Roma soffri. giore e di s. Lorenzo. Indi occu-
Avendo per tante aggressioni sof- pala Roma da Ladislao re di Na-
ferto molto le mura della città, fu- poli, nel i4o8 ne riparò le mura,
rono quindi in quella parte eh' è e risarcì le mentovate rovine ; nel
fra il Laterano e porta Latina re- i4i 3 la riprese, entrandovi per una
staurate dal senato nel iiSy, poi- apertura fatta di notte presso s.
ché apparteneva al corpo munici- Croce in Gerusalemme, e costrinse
pale di Roma la cura del restauro alla fuga Giovanni XXIH. Dipoi
delle mura, essendo vene memoria Martino V curò il risarcimento
in una iscrizione nel muro interno delle mura, e nel 14^5 ristabilì i

di porta Metronia, tra la Latina Maestri delle strade [Vedi), eoa


e di s. Giovanni. Dieci anni dopo molte attribuzioni degli antichi e-
si tenne un consiglio dal corpo mu- dili, mentre è nolo che agli edili
nicipale o Senato romano [F'edì), curuli era neh' antica Roma attri-
in cui si trattò ancora del restauro buita la cura delle mura e orna-
delle mura, onde opporsi ai tuscu- mento della città. Nicolò V che
lani e tedeschi loro collegati, per morì nel i43»5 restaurò notabil-
cui nel II 67 Federico I s'impa- mente le mura principali di Ro-
dronì della Città Leonina. Nel fa- ma, voleva fortificarle e cominciò
moso accordo del i 188 tra Cle- una torre del giardino Valicano
mente III ed il senato e popolo (concesse indulgenza a chi presta-
romano, si convenne che il Papa va aiuto nel rifare le mura di
ogni anno contribuirebbe certa som- Medina Sidonia nella Spagna). Ca-
ma pel ristabilimento delle mura hsto III che gli successe restaurò
di Roma, permetterebbe la di-
e e fortificò in molti luoghi le mura
struzione di quelle del Tuscolo, della città, laonde fu coniata una
che verificandosi più tardi, ebbe medaglia coli' epigrafe : ne multo-
origine Frascati [Fedi). Nicolò IH KUM suBRUATUR SEcuRiTAS. Restaura-
aggiunse nuove fabbriche al palaz- zioni pur fecero Pio II e Paolo li,
zo Vaticano, e cinse il giardino di non che Alessandro VI. Quale in-
mura e torri. Stabilendo Clemen- carico sembra forse devoluto a par-
te V nel i3o5 la residenza pouli- ticolari magistrati, delti Curaloreni
fìcia in Francia, Roma nell'assenza moenium, come apparisce da una
di sette Papi restò desolata, e cad- iscrizione jiosta a Giulio II nel
de iu istato lagrimevule , onde i5i2, che si legge presso le mura
MUR MUR 55
del Castro pretorio, presso la por- giunse alla porta s. Spirito. Nuovi
ta IVomeiitana o Pia. Iscrizioni, me- restauri ebbero le mura da Grego-
morie stemmi de' Papi ìd gran
e rio XIII, Sisto V, e Gregorio XV,
numero vedono sulle mura, pei
si e nel 1628 da Urbano Vili sulla
restauri da loro fattivi, il tutto e- sponda sinistra del fiume. In tutti
numerato dal jN'ibby, Le mura di i recinti anteriori la via della Lun-
Roma. gara , con il colle Gianicolense
Fatale fu per Roma il iSij che le sovrasta, era stata sempre
pel sacco dato dall'esercito di Bor- esclusa dalla città, la quale ter-
bone, il quale vi restò ucciso pres- minava da un lato alla porta s.

so la porta di s. Spirito nello sca- Spirito^ dall'altro alla Settimiana:


lare le mura, sotto Clemente VII. Urbano Vili allorché bollivano le
11 successore Paolo III scorgendo vertenze duca di Parma per
col
deboli le mura della Città Leoni- Castro, nel 1642 fece cingere quel-
na, per cui era
nemici riuscito ai lo spazio di nuove mura, che sus-
più volte di superarle, risolvette di sistono sulla ripa destra del fiume,
cingere il Vaticano di nuove mu- coll'opera di ÌMarc'Antonio de Rossi.
ra, e ne affidò l'esecuzione ad An- Queste ben costruite e solide si di-
tonio da Sangallo suo architetto, il stendono dalla porta Cavalleggieii
quale disputando alla sua presenza sull'alto del Gianicolo , giungono
con Buonarroti intoi-no al merito a porta s. Pancrazio, e di là di-
dell'invenzione, fu lasciato
imper- scendono a porta Portese. Nel far
fetto il lavoro, restando incompleta questo nuovo recinto, abbandonate
anco la porta di s. Spirito bellis- : le mura Ouoriane, altresì fu lascia-
simo è il bastione del giardino Va- ta fuori ed atterrata quella parte
ticano, dalla parte di Belvedere. di mura del recinto di Aureliano,
Kon tralasciò il Papa di restaura- che giungeva molto più in fuori,
re tutte le mura della città, e col- sulla destra del fiume ; e le porte
r opera Sangallo innalzò
di il su- s. Spirito e Settimiana restaro-
peilDo bastione che mirasi fi-a la no inutili . Circondò eziandio il

porla Appia e l'Ostiense, e l'altro giardino del palazzo Quirinale eoa


del pari magnifico, che difende la alta e fortissima muraglia.
punta meridionale dell' Aventino, e Altri cangiamenti dopo Urbano
guarda la porla s. Paolo, stimati Vili non avvennero alle mura di Ro-
capolavori, in un'epoca che l'arte ma, tranne i parziali restauri eseguiti
del fortificare era ancora nell' infan- in varie epoche per ordine dei Papi, e
zia. Seguendo il disegno di Buo- per cuia del senato cui spetta la
narroti,. Pio IV nel i56r, a fine conservazione delle mura della cit-
di prevenire le incursioni de'turchi, tà : l'attuale recinto viene mante-
giltò agli 8 maggio la prima pia- nuto non per iscopo di difesa, ma
lla con Medaglie {Fedi) d'argen- soltanto per garanzia della percezio-
to e d'oro delle mura della Città ne po-
de'diizi e della sorveglianza
Leonina, lavoro condotto a termi- litica. Altri restauri delle mura li
ne da s. Pio V, il quale v' impie- fecero Innocenzo X, Alessandro
gò gli schiavi turchi (come avea VII,
fat- Clemente XI, e Benedetto
to s. Leone IV) fatti nella batta- XIV che intraprese un generale re-
glia navale di Lepanto, recinto che slauro sulla sponda sioistx'a del Te-
56 MUR MUR
vere ; a tale effetto Benedetto XIV no il sole entra nel celeste segno
con chirografo del primo oiarao del toro, si celebravano dagli anti-
1749 somministrò al senato romano chi romani le feste paliUe, di cui
diecimila scudi per la riparazione Ovidio nel IV de'Fasti parla del-
delle mura di Roma. Clemente XIII, l' origine, ed esclama con calore
Pio VI, Pio VII, Leone XII e- poetico Giunst il giorno dell'ori-
:

gualmente si occuparono nei re- gine di Roma. Oh Quirino, dtli


slauri delle mura. Molli ne operò tu slesso alle tue feste intervieni !

Gregorio XVI, massime e grandio- Fu poi questo giorno appellato col


si dalla parte del giardino Vatica- nome di Dies Romana^ e impera- l'

no, incominciati nel i83i, e pro- tore Adriano che a meglio


statuì
seguiti in tutto il pontificato, di festeggiarlo fossero pur dati giuo-
die si veggono memorie solo in chi nel circo, come si ha da una
quelle del giardino. Quindi le mu- sua medaglia, illustrata dal cav.
ra presentano una serie di co- Canina, con discorso accennato nel
struzioni diverse, e certa per le n. 35 del Diario di Roma iSSg.
memorie esistenti da servire di Ristabilì l'uso di solennizzare que-
scuola onde fissare caratteri che i to giorno l'antica accademia roma-
le distinguono. Il summentovato na d' archeologia, a cui il Tirabo-
liernardini che misurò le mura per schi dà il vanto di essere stata la
ordine di Benedetto XIV, riferisce prima che fiorisse in Europa, e che
che sulla riva sinistra del fiume, illustrasse e raccogliesse marmi o
compresi i risalti delle torri, le mu- Scritti o figurati, dando così co-
ra gu'ano miglia dieci ed un quar- minciamento al primo museo. Que-
to circa; sulla ripa destra, non sta Accademia, come si disse a
couj prese le fortificazioni di Castel quell'articolo, era già in fiore sul-
s. Angelo, miglia cinque e mezzo, la metà del secolo XV. Fondata
essendo il totale del circuito delle da Pomponio Leto, ebbe a compa-
mura di Roma, miglia quindici e gni Bartolomeo Platina, Filippo
tre quarti circa, compresi i risalti Buonaccorsi, conosciuto col nome
delle torri e de'bastioni, e le am- di Callimaco Esperiente, Marc' An-
jiliazioui di Pio IV e Urbano Vili tonio Sabellico, Fulvio, Andrea
nelle regioni Vaticana e Trastibe- Corrado Jacopo Vola-
Peutinger,
riua. 11 regnante Pio IX, col moto- terrano. Paolo Marsio, ed altri di
proprio del primo ottobre «847, bella fama. Erano in corrisponden-
aitlclò la miinuteuzione delle mura za di lettere coli' accademia il Pon-
e pomeiio alla mjigistratura
del tano, il Poliziano, Pietro Martire
del senato romano, come sua anti- d' Aiighiera, e altri molli dimo-
ca prerogativa. ranti fuori di Roma. Gli accade-
Il celebrare con solenne convito mici che risiedevano nell' alma cit-

i giorni natalizi, è antichissima co- tà si riunivano a festeggiarne il na-


stunianza, che si descrisse a Na- tale uno di loro leggeva un ra-
:

tale; al) antico solevano pure es- gionamento appropriato alla fonda-
sere festeggiati i giorni in cui zione di questa eterna città, e quin-
qualche celebre Cillà (f^edi) fosse banchettavano o sull'Esqui-
di tutti
stala edificata. Pel di natale dì o nel palazzo Capitolino. Tale
lio
I
Ruma n' 21 aprile, nel quale gior- uso ora già in vigore uci i483,
MUR MUR 57
come attesta il Volaterrano ne'suoi tate le celebrazioni di queste festi-

tliiiri, sì della festa, come del con- vità natalizie, le loro particolarità,
vito, con che ìd queli' anno il na- ed ove ebbero luogo ; non sempre
tale di Roma fu celebrato. Gli ac- il presidente pronunziò il discorso,
cademici si riunirono sul monte ma per lo più qualche accademico
Esquilino presso la casa di Pom- anche cardinale e prelato, e più
ponio ; Paolo Marsio declamò l' o- spesso il segretario perpetuo dell'ac-
lazione, e fuwi poi elegante ban- cademia d'archeologia. Talora fu
clietto, al quale intervennero non diflerita la celebrazione del natale
meno che sei vescovi, oltre a gran di Roma ad altro giorno, e diver-
numero di uomini chiari o per si anni si fece il discorso ed il
dottrina o per nobiltà. Alla metà convito nelle stanze del cardinal
del convito fu letto l'imperiale di- Giustiniani camerlengo, come pro-
ploma Federico III, emanato nel
di tettore dell'accademia. Alcuna vol-
i4»^2, con privilegi per l'accade- ta oltre il solito ragionamento si
mia. Dipoi pel i5o8 fu dall'acca- recitò allocuzione per altro argo-
demia con grande pompa celebrato mento, e poetici componimenti. iVel
il natale di Roma sul Campidoglio, 1842 il principe d. Marc' Antonio
e con pompa anche maggiore nel Borghese graziosamente imbandì il
j 020, nel quale anno si ebbe la convito nella sua villa Pinciana.
cura che la statua di Leone X, in- Nel 1844 s' ^ece nella villa iVlas-
nalzata per decreto del senato sul sani sulla via Flaminia. ÌVel 1843
Campidoglio, venisse solennemente si differì la festa a' 4 ™3gg'0, e si
dedicata lo stesso giorno, in che celebrò nella villa Albani, aperta
celebravasi le fieste natalizie di Ro- cortesemente dal conte Cario di
ma, con ragionamento di Pietro Castelbarco. Nel 1846 si destinò
Mellino poi stampato. A' giorni no- in vece il 26 aprile pel natalizio,
stri,e nel i834, rinnovò siffatta ed i soci d' ogni classe convennero
costumanza il sullodato presidente nella villa Massimo sugli orti di
dell'accademia Biondi sul colle A- Sallustio, ofterta loro dal duca d.
veatino, nel palazzo annesso al mo- Mario Massimo, il quale fece ese-
nastero di s. Alessio, cogli accade- guire musicali concerti. Nel 1847
mici ordinari e onorari , cardinali, il regnante Pontefice dopo aver
preiati, principi, letterati ed artisti traslocato la sede dell'accademia in
tiie conservano ed accrescono a Ro- Campidoglio con aumento di privi-
ma il glorioso e pacilìco impei*o che l' adunanza degli
legi, consentì
ch'ella ha sul bello e sul vero, con accademici pel natale di Roma
orazione eloquentissima in cui fu avesse luogo nel Casino di Pio IV
pure lodato il Pontefice Gregorio del giardino Vaticano, facendo ap-
X\ I, alla presenza di sua venera- prestarebenignamente il convito dal
ta efljgie, celebrato per 1'
amore e prelato maggiordomo, nel mudo
protezione che accordava alle lette- narrato nel n. 34 del Diario di
re, alle arti ed alle cose antiche ; Roma, ove si legge un sunto del-
indi ebbe luogo il nobile banchet- l' eloquente discorso pronunzialo
to, come riporta il n. 32 del Dia- dal cardinal Lodovico Altieri, iic-

rio di Roma 1884. comodato alla fausta circuslan/a,


j^ei Diari di Roma sono ripor- celebrante il monte Valicano, Ro-
58 MUR MUR
ma, Pio IX, non che Gregorio mi fautori, ed eziandio a Gregorio
XVI, e di questo ultimo rain- XI che da Avignone restituì la re-
inentando le sue generose cure sidenza pontificia in Roma. Final-
spese in accrescimento e decoro mente, argomento ai ragionamenti
dell'archeologia e delle arti, ne si fu l'encomiare la delizia e l'op-
addusse per testimonianza lo sles- portunilà del luogo, massime se
so casino ove trovavasi, fatto re- classico per antiche memorie ; e la
staurare ed ornare da lui. A fé- illustrazione di monumen-
qualche
steggiar la memoria d'un giorno to relativo al natale di Roma,
tanto memorabile nelle sorti del Siccome di sopra accennammo che
mondo e della Chiesa, i concetti desso celebrasi pur anco dall' acca-
furono sempre analoghi ne'ragiona- demia istituita i825 nel
perciò nel
nienti che perciò si declamarono : palazzo Sabino, per commendare il
ne riporteremo alcuni, tolti dagli natalizio di Roma, le cui prime ma-
stessi Diari come le osservazio-
^
dri furonosabine, e a cui savie
ni qui riferite. Delle sorti roma- leggi furono date dal gran filosofo
ne, e come la città de* sette colli, e secondo re di Roma Numa Pom-
che dovea essere poi centro e ca- pilio sabinese, cosi qui aggiungere-

pò della religione cattolica, venne mo qualche notizia, meglio parlan-


a ciò innnlzfita e privilegiata sulle done i Diari di Roma allorché si
altre tutte, quasi sul primo suo na- festeggia questo natalizio giorno,
scere. Di nessuna città si può e si coli' intervento della guardia sviz-
deve più giustamente celebrare il zera, del patriziato romano e sa-
natale, quanto di Roma due volte bino, e di ragguardevoli personag-
regina, cioè per la forza delle armi gi. L'accademia ha luogo di notte
e per quella della morale ; dal de- con decorosa illuminazione, ordina-
cadimento della prima nacque l'im- riamente per due sere nella pri- :

perio della seconda. Delle principa- ma colla lettura di analoga prosa e


li azioni virtuose che in ogni
tem- poetici componimenti alternati da sin-
po fuabbondevole copia in Roma, fonie ; talvolta nella seconda con pro-
precipuamente nel reggimento dei sa, poesie e concerti musicali, e in
Papi, e delle loro gloriose opere in qualche anno in vece con cantata
prò de' romani monumenti ; fra accompagnata da musicali strumen-
qiielle molte di Gregorio XVI, piìx ti, egualmente relativa alla solenni-

volte furono celebrati i musei E- tà. Argomenti delle prose furono,


trusco. Egizio e Lateranense da lui oltre delle lodi di Romolo e Re-
fondati e chiamati col suo nome, mo del Fea , che le stampò: la

Talvolta si favellò de' classici studi grandezza di Roma, ultima delle


e delle romane glorie derivate dal- quattro monarchie universali, de-
la benemerita accademia d'archeo- vesi ripetere non tanto dalle armi,
logia, come pure si encomiò la me- quanto dalla religione; de' vantaggi
moria di alcuni di coloro, che per che Roma trasse dall'unione cogli
egregi fatti si resero in insigne mo- antichi sabini, e quelli tanto più
do benemeriti di Roma; esprimen- grandi ond'è debitrice alla residea-
dosi ancora
lodi e gratitudine ai za e governo de'Papi, per cui Ro-
cultori buoni studi, ed a quei
de' ma ha meritato il nome di città
Pontefici che ne furono specialissi- eterna e madre delle belle ani.
MUR MUR ^9
Quanto di collina, di gentilezza e Magliabecchi, Mabillon e Montfau-
di sapienza ricevessero i romani con benedettini , Papebrochio ge-
dalia loro unione coi sabini. Come suita, Malfei e Gori. Le accademie
la provvidenza divina destinò mi- e le società letterarie si disputaro-
rabilmente Roma ad essere pel no l'onore di averlo per loro mem-
mondo il luogo delle solennità, del- bro. Morì a' 2 3 gennaio 1700 d'an-
la tranquillità, della pace e del ri- ni setlantasette, e fu sepolto in s.

poso. Paragone della costanza de- Maria Pomposa con molta solenni-
gli anticbi eroi del gentilesimo, tà, ed allorché tal basilica venne
colla costanza e col numero vera- rifabbricata, le sue ceneri vennero
mente prodigioso de' martiri, onde trasferite in s. Agostino. In mezzo

Pioma cristiana fu più illustre della alle distinzioni lusinghiere non potè

pagana. Questo ultimo discorso è evitare critiche ingiuriose e ingiuste


del p. Gio. Battista Pianciani ge- accuse. Si sparse ancora voce che
suita dottissimo, e col titolo: Della Benedetto XIV avesse scoperto nel-
gloria a Roma acquistata (lassanti le sue opere proposizioni contrarie
ìiiartiri,$\ legge nel voi. Vili, p. 287 alla verità. INIuralori gli scrisse con
degli Annali delle scienze religiose. gran rispetto, esponendogli le sue
MURATORI Lodovico A?.'tonio. inquietudini; ed il Papa lo rincorò,
Celebre e laborioso scrittore pel dichiarando che nelle sue opere solo
gran numero delle opere con cui erano riprensibili certi passi con-
arricchì la repubblica delle lettere. cernenti la giurisdizione temporale ,

Nacque 1672 da parenti onesti


nel materie che non appartengono né
a Vignola nel Modenese studiò ia
. ; al domma né alla disciplina. Egli è
Modena e raeritossi il titolo di dot- autore di sessantaquattro opere, e-
tore nelle diverse scienze di cui fece numerate e particolarizzate nella
oggetto de' suoi studi. Avendo ab- Bibl. Modenese di Tiraboschi le :

bracciato lo stato ecclesiastico , ap- principali sono: Anecdota ex Airi'


plicossi particolarmente alla teolo- brosianae hihlioth. codicihus mine
gia morale, ed in seguito all'anti- primurn eriita^ notis et dissert. i7-
quaria. Avendo appena ventidue an- lustrata, Milano 1697. Della per-
ni, il conte CarloBorromeo gli con- ffUa poesia italiana, Modena 1 706.
fidò in Milano la cura del collegio Anecdota graeca, ex mss. codicibxia
Ambrosiano e della biblioteca. Ri- eriita, latine donala, notis et disqui-
naldo d' Este duca di Modena lo silionibus aliata, Padova 1709. De
richiamò presso di sé per bibliote- ingenioriini moderatione in religio-
cario e custode degli archivi del suo nis negotio (sotto il nome di Lamin-
ducato , ed in questo duplice im- doPritanio), Parigi 1714- Delle an^
piego, e col solo benefizio della pre- tichilà estensi ed italiane, Modena
vostura di s. Maria Pomposa, che iji'J. Rerum italicaruni scriplores
ottenne nel 1716, visse il restante praecipui ab anno 5oo ad i5oOj
de' suoi giorni. Da tutte le parti Milano 1723: preziosa raccolta,
ricorrevano i dotti ai suoi lumi, e ricca d'erudizione, frutto della sua
si facevano un pregio di legare con pazienza instancabile. Delleforze del'
lui un letterario commercio episto- V intendimento umano,\enez\a l'jZ^,
lare : tali furono tra gli altri i car- Antiquitates italicae medii aevi, si-
dinali Noris e Quirini, Ciampi e ve dissert. de morihus italici popuU^
,,

6o MUK MUR
ab inclinatìone romani imperii us- castighi, anche riguardandole come
q uè ad annulli i5oo, Milano lySB. sovvertitrici della pubblica quiete.
Malgrado gli errori cui vi notaro- Sino dal secolo XII XIII, e dal
no parecchi dotti, tale raccolta di gli muratori o segatori
architetti,
vecchie carte, diplomi e cronache, di pietre erano riuniti in società
fa molto onore alla pazienza ed e- con statuti e capi, e stabilivansi nei
« udizione dei Muratori. Dissertazio- luoghi in cui dovevansi costruire
ni sopra le antichità italiane, Mi- edifizi religiosi. Erwino di Stein-
lano 1751. Novus thesaurus vete- bach, celebre architetto della cat-
rani inscriptionum in praecipuis ea- 1275
tedrale di Strasburgo, verso il

runidem collectionihus hactenus prue- fu il primo che raccolse in una


termissaruni, Mdano lySg. Amplis- grande associazione le compagnie
sima raccolta di tal genere. De su- di operai impiegati io quell' opera
perstitione vitanda adversus votuni mirabile; egli vi aggregò de' ma-
sanguinariwn prò ininiaculata Dei- stri italiani ed inglesi, ed a questa
parae Conceplione, Milano 1740- unione diede il nome di loggia. Sin
Il cristianesimo felice nelle missio- d'allora la loggia di Strasburgo eb-
ni del Paraguai , Venezia 1743. be sulle altre aggregazioni di Ger-
Annali d'Italia dall'era volgare si- mania, eh' eranle afllliate, una su-
no all'anno i749> Milano i744" premazia che perdette soltanto do-
1 749> Liturgia romana vetus tria po la riunione di Strasburgo alla
sacramentaria complectens, Venezia Francia verso il 1682. Tutti gli
1748. Della pubblica felicità og- alliliati chiamavansi confratelli , i
getto de' buoni principi, Lucca 1 749» quali non si qualificarono solamen-
Diversi scritti sulle dispute tra la te colla denominazione di murato-
santa Sede e la corte di Modena ri, allora più onorata d'oggidì, ma

su Cornacchia. Ne scrisse la vita il con nome di franco -muratori, per


nipote Gio. Francesco Soli Mura- maggiormente onorarsi. Alle loro
lori, Venezia 1756. dottrine architettoniche frammi-
MURATORI o Liberi Muratori, schiarono idee religiose e morali
Francs Macons^ Frammassoni, Mas- dommi stravaganti, simbolicamente
soni, Illuminati. Settari famosi me- insegnati agli iniziali, e proposizio-
glio stabiliti ne' primi del secolo ni lolle alla Bibbia, alla filosofia
XVIII, ai quali si unirono altre antica, a Platone, ad Aristotile, alla
come
sette, i Giacobini [Fedi), al- Chiesa primitiva, ai gnostici, ed ai

tre ne derivarono, come i Carbo- misteri egiziani e greci. E cosi il ve-


nari [Fedi) ed altre sette o socie- leno cominciò a circolare frammez-
tà segrete conosciute per le loro zo gli alimenti piìi salutari. Allora
erronee dottrine, massime scellera- persone estranee alle arti , ed al
te e sfrenatezze, e per il loro odio maneggio della cazzuola o mestola
e congiure contro l'altare ed il tro- e della squadra, stromenti necessa-
no , la religione monarchia ;
e la ri alla costruzione degli edifizi, mo-
velando le loro prave mire con fal- strarono il desiderio di attillarsi a
so zelo filantropico di sognata feli- qi^elie congreghe , cui si era già
cità de' [)opuli ; per cui i Pontefici dato il nome d'ordine, ed i con-
condannarono silfalle selle, ed i so- fratelli soddisfatti di vedersi cu:i"i

vrani le repressero colle armi e coi ricercati, vuloulieri si prcsluiuuo a


, ,

MUR MUR 6 r

queste aggregazioni. Già nel secolo dante di elementi profani, restava


XV l'architetto Dotzinger, il quale ancora , almeno apparentemente
riparò il coro della cattedrale di nell'obbedienza dovuta alla Chiesa.
Strasburgo, profittò del suo ascen- Veggasi il Martinetti, Collezione
dente per unire in una sola massa classica, t. ìli, p. 210 ove
e seg.,
tutte le corporazioni qua e là sparse tratta de' settari moderni, loro ope-
di artigiani ed amatori. Questa vasta re arcane, loro origine, loro gradi
associazione wassonica venne for- e notizie, loro analogia con gli an-
mata nel 1452 e consolidata in
, tichi.
uu' assemblea generale de' maestri Questo genere di franco- masso-
delle logge tenuta in Ratisbona, ove neria così stabilito, per molto tem-
si determinarono pure i regolamen- po operò nelle tenebre , ed ebbe
ti per l'accettazione de' novizi, e soltanto una specie di vita miste-
quelli che risguardano compagnii riosa in alcuni angoli della Ger-
ed i maestri, e sicomposero se- i mania e dell' Inghilterra, cioè a di-
gni segreti per mezzo de' quali i re là ove dovevano particolarmente
membri potevano riconoscersi tra propagarsi gli errori de' protestan-
loro. Alcuni appoggiali ad una tra- ti. La istituzione fu solo mlrodot-
dizione diversa da quella che attri- ta e solidamente stabilita in Fran-
buisce la fondazione delle prime cia in tempi a'nostri non molto
logge agli architetti dell'Alsazia, lontani : comunemente il funesto av-
hanno preteso di stabilire che i di- venimento si porta ai primi del se-
versi oidini della massoneria altro colo X\ III. Alcuni inglesi, fra'quali
non erano che contraffazioni del- lord Dervent-Wafers, ed il cava-
l'ordine de' Templari^ stabiliti pii- liere Meskeline, verso 1725, do- il

mieramenle ne' paesi in cui alcuni po gli ultimi respiri della reggenza
cavalieri si rifugiarono dopo la lo- del duca d'Orleans, inaugurarono in
ro dispersione ne' primi del secolo Parigi la prima loggia. Il lord fon-
XIV. Checché ne sia i franco-mu- datore essendo stato decapitato in
ratori de' nostri dì vantansi di ri- Inghilterra, lord Harnovester nel
salireben olire il secolo XIII: pre- 1736 venne eletto gran maestro
tendono essi di riconoscere per loro delle logge parigine, allora quattro.
fondatore e maestro Hiram costrut- Indi convocò un'assemblea per l'e-

tore in Gerusalemme del tempio lezione del successore, ma Luigi XV


di Salomone, ed è alla riedifica- fece sapere che se la scelta cadeva
zione di quella sua gran mole sopra un francese, l'avrebbe fatto
ch'essi credonsi votati. Questa ira- mettere nella Bastiglia; tuttavolta
postura procurò all' ordine molti il duca d'/\nlin fu creato a' 24 giu-
partigiani, poiché alcuni pretesi sa- gno 1738 gran maestro inamovi-
pienti e sovvertitori introdottisi nel- bile, e non venne imprigionato. In-
la società innocente d'artigiani, in- tanto i liberi muratori, o francs
tesero dare alla società un'origine macons, che con giuramento pro-
che si perde nel buio de' secoli, e mettevano non palesarne gli ascrit-
persino derivare dai fabbricatori ti e gli arcani segreti, si propaga-
della torre di Babele, sopprimendo rono anche in Italia, venendo beu
i nomi de' procreatori primi del- accolti in Napoli. Sebbene questi
rislituzione, la f^uale benché ridon- settari proteslavauo essere loro leg»
62 MUR MUR
gè non parlare nelle
inviolabile, di assembrarsi in logge, ed ai pro-
assemblee o logge, né di religione, prietari, ed agli ostieri specialmente
né di governo, e che non vi am- di riceverli, sotto pena di 3ooo li-

mettevano le donne sovrani e , i re d'ammenda. Allora sotto il velo


molto più i vescovi grandemente della massoneria si nascosero le sce-
temevano che nel segreto impene- ne pili scandalose: novelle logge
trabile delle loro adunanze non vennero aperte, nelle quali si rice-
fosse nascosta qualche pericolosa verono cavalieri e cavalieresse; di
congiura, e forse pregiudizievole al- tal natura erano gli ordini degli
la pubblica tranquillità ed ai buo- afrodi li j della feritila, ed altri che
ni costumi ; il perchè la società fu portavano denominazioni infami. Gli
proscritta dalla Francia e dall' O- abitanti delle provincie, dietro l'e-

landa nel 1727, e nel 1738 dalla sempio di Parigi, presero gusto essi

Fiandra e dalla vSvezia. Stimò dun- pure per le società misteriose , ed


que Clemente XII obbligo del suo istituirono logge indipendenti. Gl'in-
ministero di proibire e condannare glesi, partigiani del pretendente, fa-
sotto pena di scomunica la setta vorirono la propagazione delle log-
de' liberi muratori o franco-mura- ge; e Carlo Edoardo concesse in
tori, o altrimenti appellati, in un alle Arras una patente di capitolo pri-
loro società e riunioni, che di gior- mordiale, sotto il nome di Scozia
no in giorno divenivano più con- giacobita. Dalla pontificia condan-
siderabili, colla bolla In erninentì^ na di Clemente XII seguì, che non
de* 28 aprile 1738, Bull. Roin. t. credendosi i settari più obbligati
XIV, p. 236, la quale fu rinnova- al giuramento , i membri di
folle

ta a' i4 gennaio 1739 nello stato queste assemblee ruppero il segre-


ecclesiastico con pena di morte e to, e divulgarono con pubblici li-
confisca di beni condannando la
, bri il rituale della loro infame li-
setta anche la Polonia. Laonde l'e- turgia, onde principi ebbero più
i

lezione d'Anlin seguì a fronte del- lumi per perseguitarne seguaci, e i

la minaccia del re e della bolla per mettere argine ai funesti dan-


pontificia, quindi nel 1740 proscris- ni che andavano cagionando. Laon-
sero i settari la Spagna ed il Por- de nel 1747 'ti Amsterdam si pub-
togallo, e nel 1741 il governo di blicò L'ordre des francs-macons
:

Malta. La nascente istituzione in trahif et le secret des mopses reve-


Parigi ancorasi aumentò, e nel té. Les jrancs-macons ecrascs, sui'

1742 eranvi ventidue logge; men- tedu livre intilulé, l'ordre des francs-
tre nel 1743 un principe del san- macons traili, traduit du latin.
gue reale, il conte di Clermont, Frattanto alcuni frammassoni, ben-
successe ad Antin. In tale anno ché nel 174^ proscritti pure dagli
però l'estinse in Vienna Maria Te- svizzeri del consiglio di Berna, an-
resa, la quale ad insinuazione del davano spargendo che le censure
nunzio Paolucci avea potuto sor- fulminate da Clemente XII non a-
prendere una compagnia di settari vevano pi 11 vigore, per non essere
adunati nelle loro logge scerete. Il state confermate dal successore Be-
tribunale di Parigi Chàtelet, nel nedetto XIV, come se per la morte
1744 e nel 174^ rinnovò le proi- de'Papi cessasse colla loro vita anco
bizioai fatte a' franco-muratori Ut il vigore delle bolle emanale. Quiu-
,

MUR MUR 63
di Benedetto XIV credette conve- da Adamo Weishaupt, professore di
niente di togliere ai settari questo diritto canonico ad Ingolsladt nella
abbominevole cavillo colla costituzio- Baviera, col nome di Spartaco, per
ne Proi'ìdas, de' i8 maggio i75f, insegnare ai suoi proseliti che do-
Bull. Bened. XIV, t. Ili, p. 373. vevano scuotere il giogo della schia-
Con essa confermò la bolla di Cle- vilìi, non riconoscere più autorità
mente XII, riportandola interamen- alcuna, e fare la guerra a' sovrani.
te, e di nuovo condannò per sei E noto che Spartaco era stato uno
capi la setta de' liberi muratori , schiavo fazioso che ribellò gli schia-
anco come proibita sotto pene se- vi ai romani , e si fece capo di
vere dalle leggi delle podestà lai- quella lunga guerra intitolata ser-
che la bolla con analoghe nozioni,
: vile. Fra i primi compagni di A-
la riporta ancora il Bercastel, Slo- damo fu Zuvach da cui si forma-
ria del cristianesimo, voi. XXXII, rono le logge illuminate di Mona-
ediz. dell'Antonelli. Questa bolla sin- co, donde
propagarono per tutta
si

golarmente risvegliò lo zelo di molli la Baviera, e quindi per la Ger-


predicatori di Napoli, ove pubblica- mania, dove Hingge barone anno*
mente dicevasi esistere molte logge, verese secondò con successo le mi-
ivi più che altrove erano sospetti i re del fondatore, al quale in breve
loro congressi , contro i quali de- tempo si unirono molti personaggi
clamava il popolo. Ad eliminare i tedeschi, avendo Adamo l'accortez-
disordini , il re Carlo di Borbone za di occultare a molti il giura-
pubblicò a' IO luglio un rigoroso e- mento che gli facea prestare in de-
ditto contro la setta, e deputò un testazione de' sovrani, dissimulando
giudice particolare di ciascun ordine i suoi progetti contro la religione
di persone per castigare gli arro- e il suo odio pegli mas- ecclesiastici,
lati a tali perniciose società, rigore sime regolari, di cui frammassoni i

che poi si mitigò quando si vide- sempre ftuono nemici irreconcilia-


ro denunziati per massoni i loro bili. Questa setta degli illuminati
stessi nemici. Nel 1756 Ja gran secondo Mirabeau, il più gran cam-
loggia di Parigi si tolse alla di- pione della rivoluzione francese, fu
pendenza della gran loggia d'In- la più perniciosa che si possa im-

ghilterra, ed arrogossi la suprema- maginare avendo per principio


,

zia su tutte le logge del regno. distruggere tutte le relazioni uma-


Tuttavolta l'anarchia continuò, scop- ne; quelle tra genitori e figli, tra
piarono violenti discussioni, il duca mariti e mogli, tra amici ed ami-
di Chartres ottenne la dignità di ci ; poiché avea in mira di occupar

gran maestro ed a suo sostituto, tutte le prime cariche e dominar


venne prescelto il duca di Mont- tutti i governi, affascinando le men-

morency-Luxembourgjma nel 1773 ti de' sovrani e de' ministri ;


pro-
nuovi dissapori insorsero, e sotto il curava togliere dal mondo con bar-
titolo di grande oriente costituissi bare occulte maniere chi potevano
una loggia nemica , la quale alle temere o supponevano contrari. Le
altre si congiunse solo nel 1779, iniziazioni ed i segreti loro arcani
cioè la riforma de' liberi muratori, erano orrendi e bagnati di sangue
ossia la setta degli Illuminati. umano, e più occulti de' muratori ;

Questa società fu fondala nel 1766 pretendevano richiamar l'anime dei


,-

64 MUR MUR
morii, essere al fatto delle cose pl?i ne da uno de' suoi giudici, con pro-
sconosciute, di conoscere il futuro, cesso pubblicato colle stampe fu con-
ed aver comunicazione cogli esseri dannato a morte, pena che il Papa
invisibili. Ma nel 1785 il governo commutò col carcere perpetuo nel-
bavarese, dopo di avere fatto arre- la fortezza di Montefellro [f^ecl)
stare e punire molti illuminati, or- ove morì impenitente. Pio VI 1-

dinò lo scioglimento immediato del- struito dalle deposizioni di Caglio-


la società come contraria al bene stro,mandò a tutte le corti una
dello stato. Weishaupt fu destitui- memoria onde stare guardinghi dai
to dalla sua carica e ritirossi pres- secreti maneggi de' nemici della
so Ernesto duca di Gotha. Chiesa e della monarchia, poiché
Fra i personaggi che si distin- i muratori andavansi mescolando
sero nell'ordine della franco mas-
- colla gran procella rivoluzionaria pei-
soneria, abbiamo inoltre la duches- rovesciare i governi. Nel Suppleni.
sa di Buglione che portò il titolo del giorri, eccl. di Roma 1791, si

di gran maestra; ed il famoso im- tratta degli illuminati, che l'autore


postore avventuriere e sacrilego chiama specie di manichei e di
conte di Sangermnno, Giuseppe Bal- frammassoni. Nell'anno precedente
samo siciliano denominato conte Ca- fu stampato, Riflessioui intorno al-
gliostro, uno de' capi degli illumi- la setta de' liberi muratori; e nel
nati, e istitutore delle logge egizia- 1792 in Parigi, Le voile leve patir
ne, che tra le altre assurdità spac- les curienx, oti le secret de la re-

ciava essere più di duemila anni à laide de la frana


volution resele
che viveva. Uscito dalle carceri del- maconnerie. Oavrage revu par l'au-
la Bastiglia di Parigi e dovendo , teur de la conjuration, cantre la
abbandonare la Francia, determi- religion calholique, et les souveraìas.
nò tornare in Roma dov'erasi am- Più nel 1793 in Italia, / secreti
mogliato a Lorenza o Seraflna Fe- del massanisnio svelati al pubblico
liciani senza considerare che non
, per lume e cautela de' caUolici.
era luogo propizio per lui e pei Mogas, / libeti muratori schiaccia-
deliri delle logge massoniche degli ti, origine, dottrina e avanzamento
illuminati. In fatti , il prelato go- della setta filosafica ora dominan-
vernatore Rinuccini, venuto in co- te, Asisi 1793. Nel Sappi, delgiorn.
gnizione delle massime perniciose eccl. 1
794 si parla de'frammassotii
che spargeva, e delle sue combric- di Venezia e d'altrove, loro carat-
cole e club occulti che teneva, ai tere, collegati coi giansenisti, e de-

27 dicembre 1789 lo fece condur- scritti da Tamburini; ed in quello


re nelle carceri di Castel s. Angelo, del 1797, delle logge de' liberi mu-
e la moglie trasportata nel mona- ratori in cui tutto si preparò per
stero di s. Apollonia. Dipoi si scuo- la rivoluzione; indubitato scopo del-
pri aver concertato una cospirazio- le logge e circoli ; dissensioni ulti-

ne contro Pio VI , vantandosi di me fra i muratori e gì' illuminali


avere nella sola Europa venti mi- di Germania, e come arrivassero a
lioni di seguaci, per distruggere la trovar protezione ne' grandi e fino
Chiesa romana. Ad onta che Ca- ne' sovrani , essendo i giansenisti
gliostro colle sorprendenti sue men- perfettamente concordi coi filosofi

zogue giunse ad ottenere prole^iu* miscredenti o siano Uberi muratori.


MUR MUR 65
Vedasi ii Bolgeni Problema se ì
: i838 è riportata la circolare degli
gianseniiii siano giacobini, R.oma arcivescovi e vescovi del Belgio, per

«794- rammentare ai fedeli delle loro dio-


In appresso ia massoneria mani- cesi, che la Chiesa condanna le as-

festò ancora ia sua azione, ma co- sociazioni massoniche, giusta le de-


prendosi sotto il nome di teofilan- cisioni pontificie, ed essa esclude
tropi e di triiiosofi: sotto questa dalla partecipazione ai sagramenti
denominazione specialmente si di- coloro che vi si fanno ricevere, per-
stinse nel seno degli eserciti francesi chè alcuni credevano potere senza
durante il consolato e l'impero ; fu offendere la coscienza, farsi riceve-
dessa certamente che fece salvo Mo- re nelle associazioni de' liberi mu-
reau dalle accuse del primo con- ratori, e frequentarne le congreghe.
sole. In conseguenza di questo dis- MURCIA , Marcia , Versilia.
appunto sofferto dal governo di Città vescovile di Spagna, capitale
IN'apoleone, la polizia ricevette l'or- del regno del suo nome, e capo-
duie di autorizzare l'apertura pub- luogo di provincia, a 5o leghe da
blica delle logge, ma d'investirle di Granata e yS da Madrid, in una
spie. Ritornato Pio VII a Roma pianura fertile, sulla riva sinistra
nel i8i4, con editto del 1 5 agosto della Segura, che si attraversa so-
proibì severamente nello slato pon- pra un ponte in pieli-a, onde por-
tificio le sette de' liberi muratori o tarsi nel sobborgo. Un tempo cir-

carbonari, fulminando pene non me- condata di mura, ora quantunque


no sulla coscienza, che sulle perso- aperta da ogni lato, conserva sei
ne macchiate di quelle colpe. In porte, essendo in generale non be-
Francia la massoneria raccolse nel ne fabbricata, con case vecchie for-
suo grembo tutti malcontenti du- i nite di scolture bizzarre: ha molte
itinte la restauitizione ella seppe : piazze, e quella di los Toros è
scegliere con maggiore avvedutezza grande, quadrata e cinta di casti
i suoi asili ed i suoi servì, e negli regolari. Vi sono quattro pubblici
uUìmi anni di Carlo X mostrossi iu passeggi, essendo veramente ameni
atto minacciosa. Pio VII condannò quelli del giardino botanico e del
i Carbonari, ramo della franco- Malecon. Rinchiude diverse chiese
massoneria; quindi Leone XII a'i3 parrocchiali , monasteri , conventi,
marzo 1820 emanò una bolla con- collegi, ospedale, orfanotrofio, l'o-
tro i franco miu'alori ed i carbo- spizio della misericordia, o casa di
nari , rinnovando le condanne dei detenzione , stabilimenti scientifici
suoi predecessori : la bolla con ana- e d'istruzione, e due biblioteche
loghe importanti notizie è riporta- pubbliche. Gli edifizi più osserva-
ta dal eh. cav. Artaud, Istoria di bili sono la cattedrale^ che contie-
Leone XII, t. 11, cap. 29, il quale ne il magnifico mausoleo di Alfon-
dice, che la massoneria superstite so X re di Castiglia, con ammira-
dalle rivoluzioni, nel i83o fu ri- bile campanile, la cui scala è tanto
dotta ad un piano di miserabili e comoda che si può salire sino alla
ridicole forme di accettazione, e in cima in carrozza ; il palazzo vesco-
quaLlie maniera può dirsi annien- vile ; le chiese di s. Ofalla, di s.

tata, almeno sotto tal nome. Però Giovanni di Dio, e di s. Pietro ; i

nel numero 8 del LUarìo di Roma conventi di s. Frai^cesco e di ii

VOL. UVli. 5
66 MUR MUR
Domenico; il palazzo comunalcj l'e- condizione che conserverebbe la co-
(lifìzio in cui si fila e torce la se* rona e la metà delle rendite du-
la, i granai o magazzini di biade, rante la sua vita ; onde Alfonso oc-

e r edifizio del peso pvdiblico. È cupò subito la rocca di Murcia; ma


patria di Sebainseddin direttore Hudielem nel 1 264 si collegò col
del collegio di tempo Gi-anata al re di Granata, per rompere questo
de' mori Diego Saa vedrà -y-B'a-
; di trattalo. Alfonso X successore di
jardo autore di molte opere politi- Ferdinando 111, coli' aiuto di Giaco-
cbe, di Cascales, e di .Salvatore Ja- mo I re d'Aragona,, pervenne a ren-
cinto Polo de Medina letterali ; di dersi padrone di questo regno, il

Lorenzo Vila e INicola di Vilacia quale coi crociati formali per or-
pittori, di Munino conte di Flori- dine del Papa Clemente IV, asse-
da Bianca famoso ministro, e di al- diò e prese Murcia : allora Alfonso
tri, I dintorni vedonsi ben coltiva- X fortificò Murcia e la popolò di
ti, irrigali, e coperti d' una foresta catalani, aragonesi e francesi. 11 re-
di gelsi. gno di Murcia in progresso appar-
Il paese di Miircia, abitato dai tenne in gran parte dal 1 3o2 al
contestani, è il primo delia Spagna i3o4 per conquista a Giacomo li

che occuparono cartaginesi, che i re Aragona, indi reslò sempre


d'
\i fondarono Cartagena (f^edi), unito alla corona di Casliglia, e poi
indi passò in potere de'romani, ai a quella di Spagna. Nelle guerre
quali lo tolsero goti , mentre la i delia successione la città si dichia-
porzione marittima restò sotto i rò per Filippo V, ed i suoi abi-
greci sino al 624» epoca in cui fu tanti sotto il comando del loro ve-
congiunta al restante che possede- scovo Luigi di Bolluga resislellero
vano i goti. Sotto di questi per la alle forze dell' arciduca. Murcia e
prima volta si parlò della città di tutto il paese il 21 marzo 1829
Murcia, e si pretende che allora soffrirono un violento terremoto,
portasse il nome di Creola, Abde- che gravemente danneggiò la catte- m
lazia generale moro nel 714 con- drale, l'episcopio, molli conventi e *
quistò il paese e la città, onde fu case, ed il ponte.
sottomessa a'calilfi di Damasco, in- La sede vescovile di Cartagena
di a quelli di Bagdad. I califli del fu trasferita a Murcia nel 1291,
legno di Cordova se ne impadro- suffraganea della metropoli di To-
nirono nel 756, ma da quei re ledo: prima di tal tempo nella
mori Murcia passò at dominio dei sede di Cartagena principalmen-
re di Granata nel 1 i44> P^'ò ''- te erano fioriti i santi Basilio, Epe-
tornò sotto il governo di Cordova neto, Ippolito , ec. Risiedendo il

nel 122 1. Il regno di Cordova es- vescovo parte in Cartagena e par-


sendo stalo smembrato nel i236, te in Murcia , s* intitola vesco-
il paese di Murcia formò un regno vo di Cartiigena e di Murcia. Ne
particolare di mori, e la città ne furono ultimi vescovi , come si

divenne la capitale. Non potendo il ha dalle annuali Notizie di Roma :


sovrano arabo Iludielem resistere 1739 Tommaso Giuseppe Moiiles,
a quello di Granata Alamare, lo traslato Ja-Oviedo. i 742 Gio. Malico
consegnò nel 1240 a Ferdinando chierico minoie di Tarragona. 1733
HI re di Leone e di Castiglia, a Diego de Roxas y Goulreras di
MUR MUR 67
Valladolid, traslato da Calahorra. settembre i4f^9> come dicemmo al

1773 Emanuele Rnliin de Zelis voi. Ili, p. 229 del Dizionario: ma


della diocesi di Santander, trasferi- dopo il celebre concilio di Costan-
to da Valladolid. 1783 Emanuele za abbandonandolo, riconobbe in
Filippo y RIirallas di Siguenza. Firenze, o meglio in Ginevra, il

1789 Vittoriano Lopez Gonzalo Papa Martino V, il quale con di-


della diocesi di Siguenza, traslato ploma del 1418 o 19 marzo i4'9
da Tortosa. 1806 Giuseppe Xinie- lo riconobbe e creò cardinale pre-
nes della diocesi di Avihi. 1821 te di s. Lorenzo in Damaso. Mo-
Antonio Posada R.ubin de Celis di rì in Roma dopo dieci nove mesi,
Oviedo, già vescovo di Lngo. Per nel 1420.
sua dimissione Leone XII nominò I\IURO {Murati). Città con re-
nel 1825 Giuseppe Antonio de Az- sidenza vescovile nel regno delle
peitia Saez di santa Maria, della due Sicilie, provincia di Basilicata,
diocesi di Calahorra, traslato da sulla falda meridionale del monte
Liigo. Sono diversi anni che la se- del suo nome, presso le sorgenti
de è vacanle. La cattedrale, di ma- del che influisce nel Sele,
Bianco,
gnifica struttura, è sacra alla Bea- i5 leghe da
Melfi, capoluogo di
ta V'ergine della Pace, con battista- cantone. Si pretende che occupi il
rio e parroco, avente l' episcopio sito di Numistro, ove accadde una
un poco distante. Il capitolo si battaglia fra INIarcelIo ed Annibale.
compone di dieci dignità, prima Quivi nel 1882 fu soffocata tra
delle quali è il decano, di quindi- due materassi, per ordine di suo fi-

ci canonici, compresi il penitenziere glio adottivo, cioè di Carlo Ili, la


ed il teologo, di dodici porzionari famosa Giovanna I regina di Napo-
delti intieri, e di che
altrettanti li e Sicilia. La città fu signoreg-
godono la metà di loro prebenda, giata dalla nobilis-iima famiglia Or-
oltre altri preti e chierici. lu città sini de' duchi di Gravina.
vi è un'altra chiesa parrocchiale La sede vescovile fu eretta nel
con fonte sacro, diversi conventi di secolo XI, sotto la metropoli di
religiosi e monasteri di monache, Gonza, di cui tuttora è suffraga-
alcune confraternite, seminario con nea. Ne fu primo vescovo Eusta-
alunni, ospedale e monte di pietà. chio del 1059, che intervenne alla
La diocesi è ampia, con ii3 par- cnnsecra/ione di s. Angelo presso
rocchie munite del baltislerio. Ogni Melfi, falla da Nicolò 11; indi Cau-
nuovo vescovo è tassalo in fiorini dino del 1102; Roberto del i i6g;
460, corrispondenti a 5o,ooo du- Monteguidoni del 121 3; Giovanni
cali circa di lendite, gravati di al- del 1 2
7 , cui Carlo I confermò
1

cune pensioni. alla chiesa i privilegi ; Palermo del


MURILLO GiANMAnTiNo, Cardi- J273; Nicola del i322; Matteo del
vaie (iianmartino.IVIurillo spagniio- i332 ; Nicola del 1 343_, trasferito
lo, e secondo alcuni monaco cistcr- a Caserta; Enrico Mari del i345,
ciense, o al dire di alni abbate già canonico; Guglielmo arciprete
della celebre abbazia di Monle A- del 1349; Giacomo del i356, tras-
ragone de' canonici regolari di s. lato Potenza ; Domenico del
a
Agostino, fu creato anticardinale 1364. Antonio fatto vescovo da
dall'antipapa Benedetto XIII nel Gregorio XI segui le parti dell'an-
68 MUR MUR
lipapa Clemente VII, dopo la vio- mera. Nel 1^72 Giulio Ricci fer-
lenta morte di Giovanua I, si ritirò mano, Iraslato a Gravina; nel iSyS
in Polsino terra della diocesi^ ed il Daniele; nel iSyy Vincenzo Pe-
falso Pontefice privò Muro della se- trolini camerinese; nel 1606 Tomeo
de vescovile, in odio di Carlo III, Confetti di Gemini, nel i63o il
s.

seguace di Urbano VI, e con bolla nipote e coadiutore Clemente, tras-


la trasfeiì a
riportata dall' Ughelli, lato ad Acerno; nel i643 Gio.
Polsino, onde Antonio si disse ve- Carlo Coppola di Gallipoli erudito,
scovo di durò questa il-
Polsino : insignito della laurea poetica, con
legale traslazione finché visse An- cui assai scrisse. Nel i652 Inno-
tonio, che pare morto nel 1 38y. cenzo X vi elesse Ascanio Ugolini
Bonifacio IX nominò vescovo Gu- romano, fratello di Stefano munifi-
glielmo, trasferito a Capaccio da co e benemerito della pia casa de-
Innocenzo VII, il quale da questa -gli orfani in Roma.
Nel 1660
'
chiesa traslatò a Muro nel i^o5 Francesco Maria Annonì nobile mi-
Giovanni Bonifacio Pannella napo- lanese teatino, encomiato per le
letano. Indi furono vescovi, nel sue qualità, zelante pastore, ampliò
i4i8 Guiduccio de Porla nobile l'episcopio. Nel 1674 Alfonso Pa-
salernitano, chiaro per virtù e scien- celli della primaria famiglia di Bai-
za legale; nel i^i3, trasferito da vani diocesi di Muro, fornito di
Alessano, Giovanni Sanfelice nobile molteplice erudizione, aumentò il

napoletano; nel i443 Barnaba Mo- capitolo di due canonici, rifece ed


lina nel
; 1461, traslato da Con- abbellì l'episcopio, istituì una con-
versano e da Urbino, Andrea de gregazione di sacerdoti per assiste-
Veroli, ma per non essere state da re i moribondi, in Santofele fondò
Pio II spedite le lettere apostoliche, un conservatorio di donzelle diret-
Paolo II lo fece vescovo di Came- to dalle salesiane, e fece altre cose
rino, sostituendogli invece a Muro lodate. Andrea Sarnelli palermita-
Meolo Mascabruni nobile beneven- no nel 1703. Giovanni Innocenzo
tano, già ottimo vescovo di Telese. Carusi della diocesi di Bari, enco-
Gli successero Severo Anlotielli, Si- miato; Angelo Acerno di Tricarico
mone, Guidato, Nicola Antonio Pe- nel 1718 col quale nell' Italia
,

sci beneventano nel 1 5o8, Camillo sacra dell' Ughelli, t. VI, p. 844,
de Pesci suo parente nel «5i7, Ce- si termina la serie de' vescovi di
sare Angelo Carpani napoletano nel Muro, che compiremo colle annua-
i52i, Matteo Grifoni fiorentino li iVb^/z/e di Roma. 1724 Domeni-
vallombrosano nel i528, traslato a co Antonio Manfredi della diocesi
Trivento da Paolo Ili nel i54o, il di Matera. 1738 Melchiore Delfico
quale die la chiesa in amministra- di Teramo. i744 ^'^^ Mojo della
zione al cardinal Asganio Parisanij diocesi di Napoli. 1767 Carlo Ga-
indi nel i54i dichiarò vescovo gliardi di Bella diocesi di Muro.
Silverio Petrucci napoletano. Pio J778 Luca Nicolò de Luca della
IV elesse nel 1 56o Flavio Orsini diocesi di Bojano. 1792 Giuseppe
romano de' duchi di Gravina, poi Maria Benevento minore conven-
cardinale, e nel i562 Filesio Citta- tuale della diocesi di Tricarico.
dini nobile di Terni, chiaro per I
797 Giovanni Filippo Ferroni di
letteratura, luogotenente della ca- Bella diocesi di Muro. 1827 Filip-
MUS MUS 69
pò Martuscelli di Muro. Per sua ti co' quali adornavansi e compo-
morte Gregorio XVI nei concistoro nevansi le figure di opere musaiche
de 1 luglio i832 preconizzò l'o- di diversi colori, e delle misture di
dierno vescovo monsignor Tomma- bel musaico ; cos'i pure di glandu-
so Antonio Gigli de' minori con- le di volle e di pareti lavorate a
entuali, di Grottole diocesi di A- musaico, di pavimenti di musaico;
cerenza, professore di teologia. poiché i musaici grandemente si
La cattedrale, buon edificio, è sa- usarono dagli antichi nelle fabbri-
cra alia Beata Vergine Assunta, La che più magnifiche, ne'sepolcri, nei
per capitolo cinque dignità, l'arci- portici, nelle terme, ne'lempli, nel-
diacono, l'arciprete, il cantore, il le chiese, ed in altri monumenti.
tesoriere, il primicerio, dodici ca- Chiamasi inoltre musaico una spe-
nonici comprese le prebende di cie di pittura fatta con piccoli
teologo e penitenziere, dieci por- frammenti, e più sovente piccoli
zionari, otto nionlisli, ed altri pre- cubi di vetro, di pietra, di legno,
ti e chierici. Nella cattedrale vi è di smalto o d'altra materia di di-
il fonte battesimale, sostenendosi la versi colori, fissati per mezzo di
cura d'anime dall'arciprete, e con- un mastice sopra una superficie.
tiguo è l'episcopio. In città vi so- Tali sono le definizioni che danno
no due altre chiese parrocchiali del musaico o mosaico i Diziona'
senza baltisterio,due conventi di ri della, lingua italiana, e (Ielle
religiosi, un monastero di monache, origini, chiamandosi lavoratori del i

una confraternita, ed il seminario musaico, musaicisti e mosaicisti. Al-


con alunni. La diocesi contiene un tra specie di musaico si compose di
territorio lungo circa trenta miglia quadrilateri tessellati di una mi-
e otto largo. Ogni nuovo vescovo stura di vetro fuso, e mescolato
è tassalo ne' libri della camera a- con piombo e stagno, e di alcune
postolica in fiorini 66, e le rendi- altre materie, uniti con diligenza e
te ascendono a 24^0 ducati, grava- buon disegno , esprimenti coie co-
li d'un'anlica pensione di 800 ducali. me fossero dipinte a pennello. Pe-
MUSAICO o MOSAICO, Mw di PrrruRA. vocabolo italiano di
Il

sh'iitn. Sorta di pittura, la più du- musaico, credesi formato dal greco
revole che si trovi ; essendo che, musahìon^ nome sovente adoperato
dove quella fatta di colori col tem- nel basso impero per indicare quel-
po'si consuma, questa diviene sempre la specie di opere, o dalle parole
più bella. Lavorasi con alcuni pezzi parimenti greche moiison o nioiisi'

di vetro, e con pielruzze o pezzuo- con, che significano una cosa pulita,
li di smallo di colori diversi; e pei elegante, beo lavorata, o finalmen-
campi e altri luoghi, dove va l'oro, te dal latino musivuni o miisaeum,
usasi di dorare i medesimi vetri a il che è più probabile, vocaboli che
fuoco. Si commettono sopra stucco in oi'igine derivano da quello gre-
forte, composto di misture diverse, co di musa. Quindi vari scrittori
le quali col tempo
lo fanno indu- appellarono musiva le pitture in
che l'opera per cosi dire non
rire, musaico, perchè forse i luoghi e
ha mai fine. Parlano i nostri pih gli edifizi consecrati alle muse, e
antichi scrittori delle storie di mu- delti perciò musei, erano principal-
saico, di musaico con vetri dipia- mente arricchiti di quegli ornamenti.
70 MUS !SI TJ S
L' alle sublime del musaico in de' più grandiosi e pregevoli musai-
grande forma una delle glorie ar- ci dell'antichità tolse agl'insulti
tistiche di Uoma, e la meraviglia del tempo ed alle devastazioni dalle
del mondo : lo studio del musaico terme Antonìnianeo Antoniane, e no-
in ismalti tagliati è aflidato e cu- bilmente restaurato lo collocò nel
stodito al celebre stabilimento della museo Lateranense da lui fondato.
reverenda fabbrica di s. Pietro, ed Nella Dìsscrt. sul bacio dt piedi,
al prelato canonico, economo e se- del p. Pouyard, oltre molte erndi-
gretario di essa viene specialmen- zioni sui musaici sacri e su quelli
te commessa la presiilenza del me- inediti, propone il progetto di for-
desimo , essendo direttore uno dei mare le copie di tutti quelli che
più valenti pittori che fioriscono esistono dentro e fuori di Roma,
nell'alma città, maestra e principal e di riiuiirle nel museo sacro Va-
sede delle belle arti. Ivi è pure ticano a comune utilità. In Italia
giunto alla massima perfezione il diconsi musaici e più sovente la-
musaico in piccolo, industrioso e strichi alla veneziana, quelli forma-
pazientissimo lavoro che trae la li con pietre di vari colori, pavi-
sua origine in Roma stessa, dopo nienlunt Inpidihns stratiini ; gli ar-
la metà del secolo passato, e mi- cheologi francesi dicono corrispon-
rabilmente si lavora in molti sludi dere all'opus incerluni degli anti-
particolari . All' articolo Furiktti chi. Avvi il musaico rustico, per
parlammo della sua opera : De ornamento delle fontane ne' giardi-
muxivis ; ed a quelli analoghi non ni, formandosi figure, animali ed
manchiamo di far menzione dei altro. Le fontane, le grolle si ab-
principali musaicisti e musaici, con belliscono col musaico di rilievo,
notizie relative. A quelli delle Chie- con pietre e conchiglie di varie
se DIRoma e di altri monumenti sorte, pezzetti di scogli, coralli e ma-
parlammo de'musaici fatti eseguire dreperle. Da piìi di due secoli ven-
a loro splendido ornamento in tutti ne stabilita in Firenze l'arte de'mu-
i tempi, massime ne'primi secoli saici in pietra dura, colla
quale si
della Chiesa e in gran numero dai sono prodotte opere nobilissime, ed
Papi e da altri : musaici eccellen- anche quadri rappresentanti diver-
ti e mirabili per l'arte, e di som- si oggetti coi loro naturali colori
ma importanza anco per la storia, indistruttibili. In alcuni il campo o
pei costumi, pei sacri studi, massi- il fondo è fatto con lamitietle di
mamente onde in mol-
archeologici, alberese o di pietra dendritica; iu
tissimi luoghi li prendiamo a testi- altri s' inseriscono gemme e pietre
monianza delle epoche e delle co- preziose ; in altri i fiori e i frut-
se. Inoltre romani Pontefici fu-
i ti veggoiisi fatti di rilievo. Il cav.
rono altresì benemeriti della con- Camillo Spreti nel 1804 pubblicò
servazione, rinnovazione e restau- in Ravenna : Compendio isterico
razione in Roma e in altre parti, dell arte di comporre, i musaici.
dei musaici antichi, in che per ul- Da questo trarremo uu breve cenno.
timo si distinsero Leone XII e Il nome di musaico o musajco
Gregorio XVI, il quale ristorò pu- trovasi attribuito anche ad un cer-
re il Triclinio Lconiano e la fac- to plasma di terra cotta, che mes-
ciala del duomo di Orvieto, ed uno sa iu polvere, rimpastata e induri-
-

,
MUS MUS 7t
tri al fuoco, si riduce*a in segmen- nomi le differenti maniere di lavo-
ti più o meno grandi, co'quali poi rare i musaici. Difficile è lo slabi
coloriti con varie tinte di encasto lire l'origine e dove principiò l'ar-
(materia adusta per dipingere a fuo- te del musaico. Se ne attribuisce
co) anticamente si copriva il suolo, e r invenzione agli antichi etruschi,
spesso ancora le pareti delle nobili tra' quali tanto fiorirono le arti, ai

abitazioni. Ma per musaico propria- greci, ai persiani, dicendosi nel li-

mente si è sempre intesa non me- l3ro che Assuero fece fare
d' E'^ter
no dai gieci che dai latini una incro- pel convito un pavimento incrosta-
Ktatura di marmi di color vario ri- to di vari marmi , così ben lavo-
dotto in pezzi, o di qualche altra ralo e con diversi pezzi tanto be-
materia che somigliasse e imitasse ne collegati che imitava la pittura.
il marmo. Di un tal composto gli I greci possono bens\ aver miglio-
antichi nobilitarono il pavimento rata e perfezionata la musivaria,
degli edifizi sacri ; e dilatandosi il ma gli ed persiani proba-
assiri i

lusso ornarono poi ancora quelli bilmente ne furono gì' inventori. I


delle camere, delle sale ed atrit greci coltivarono l' arte , e lavo-
de' gran signori. Rozza questa arte rarono musaici più d'ogni altra
ne'suoi principi!, di mano in mano nazione, e con gran finezza, singo-
che venne perfezionandosi, secondo larmente variegati e vermicolaii,
la maggioreo minore grandezza di cui abbiamo le prove in tante
de' pezzi che nel lavoro impiega-
; chiese sino dal IV secolo . La
vagsi, e secondo la finezza de'raar- maggior parte degli autori pertan-
mi, o la lor figura, i suoi lavori to dà il merito dell'invenzione del
acquistarono vari nomi; onde si musaico ai persiani, dai quali pas-
trovano chiamati ora col nome ge- sò l'arte ai confinanti assiri, da
nei ico di litoslralì, or dai latini con questi ai greci, e finalmente ai ro-
quello di sectili, di tessellati, di mani, come pure opina il Ciampi-
^•ariegati, di vermicolaii; e dai gre- ni, Veter. monuni, p. I, e. io. E
ci liihoslrata, asarota, psiphologita. incerto propriamente il tempo ia
Tante denominazioni si possono ri- cui il suo uso ed arte,
musaico,
durre a due sole, cioè ai litosirati dalla Grecia sia passato in Italia.
semplici, eh' è quanto dire sectili q Sembra potersi arguire che s' in-
grossolani, e ai tessellati o variega- troducesse nel Lazio principalmen-
ti, e vertnicolnti. Intendendosi pei te dopo che Lucio Mummio s'im-
primi semplicemente un composto padroni di Corinto, metropoli del-
di varie lastre di marmo piccole l'Acaia, il cui opulente lusso venne
o grandi, senza che d' ordinario a poco a poco imitato da Roma.
siavi eifigiata figura alcuna parti- Plinio narra che il primo meravi-
colare ; pei secondi un composto di glioso musaico comparso in Roma, fu
particelle di marmo di color vario o un lastricato di marmi fini, scul-
della suddetta materia in forma cubi- piuratuni, forse perchè di marmi la-
ca, con cui sono espresse le piante, vorati a scalpello, posto nel tem-
le figure d'uomini o di animali, o di pio di Giove Capitolino probabil-
quanto eflìgiar si voglia. Salma- mente da L. Siila, o da L. Ca-
sio. IJaldi, Bulingero e Filandro si tullo dopo la terza guerra punica;
allalicarono a conciliare ai diversi indi si videro musaici nel tempio
7» MUS MUS
di Marte e di altre divinila de'ro- Paciaudi ed altri nelle loro opere.
mani, come di Ercole. La musiva- Se ne scuoprirono oltre in Roma e
ria allora bambina tra i romani, sa- dintorni, anche in Tivoli, nelle pro-
lì poi al più alto grado di bellez- vincie pontificie, nell'Istria, nell'Il-
za, ed i patrizi ed i consoli non lirico, in Francia, in Inghilterra,
si contentarono decorarne le pareti in Germania ed altrove, sui quali
e il parterre de' teatri e de'templi, il tempo ha esercitato più o meno
ma ne ricoprirono eziandio i pavi- la sua forza distruggitrice.
menti e le loggie delle loro priva- L'arte musivaria, nata nell' Asia,
te case, le terme, e perfino i viali allevata e cresciuta in Grecia, fu
de'giardini e de' parchi delle lo- ne' primi secoli dell' impero e nei
ro ville. In appresso furono ese- seguenti condotta al suo maggior
guiti tessellati e variegati di mi- splendore in Italia, alla cui scuola
glior gusto, tra* quali uno de' piìi imparaiono le altre nazioni di Eu-
rinomati è quello fatto costruir da ropa. De' musaici fecero uso an-
Siila nel famoso tempio della For- co i primitivi cristiani, specialmen-
tuna in Palestrina, che appartiene te dopo che Costantino ne' primor-
alla classe de'tessellati e vermico- di del IV secolo abbracciò la fede
lati. Questo musaico fu illush'ato e restituì la pace alla Chiesa, e fio-
da molli, e di recente dal Fea, rirono i musaici anche dopo l' ir-
dal Nibby e dal Cecconi, ed è u- ruzione de' barbari in Italia. Aven-
no de' più magnifici dell'antichità; do concesso Costantino piena liber-
altri essendo quello delle terme An- tà ai cristiani di edificar le chiese
toniniane, di cui riparleremo, e quel- e convertire al vero Dio i templi
lo disoUeirato in Pompei, che of- delle deità pagane, egli stesso ne
fre la vista d' una mischia guerre- eresse alcune e adornò con belle
sca, che illustrarono Nicolini, Qua- opere di musaico, come nella ba-
ranta, Baizini, Vescovali e de Ilo- silica di Gerusalemme e in quella
tnanis. In Roma pochi portici ri- di Costantinopoli ; mentre nella Va-
masero non lastricati di marmo, ticana per testimonianza dell' Alfa-
poche sale che non avessero il for- l'ani r insigne edifizio si vide nel
nice e i muri non che il pavimen- suo principio ornato
a di figure
to d'un bel musaico. Questo lus- musaico per opera dello stesso im-
so si aumentò a segno, che Giulio peratore, e meglio il Ciampini ciò
Cesare rese portatili pavimenti, i descrive, affermando che dal pavi-
volendo aver seco nelle spedizioni mento alla sommità, venne tutta
guerresche i materiali per lastri- ornata di elegantissimi musaici.
car di musaico il terreno e cam- i Veggasi il Marangoni, Delle cose,
pi dove piantava gli alloggiamenti, gentilesche e profane trcisportnle cui
come asserisce Svetonio. JNel secolo uso e adornamciKo delle chiese ;

di Augusto segnatamente fiorirono ed ai loro luoghi diciamo quali


j più industriosi artefici a raffinare chiese hanno musaici profani ap-
il musaico, e se n' ebbero opere partenenti ai (empii antichi, e fra
squisite, conducendosi i tessellati e i moltissimi obblighi che le belle
•vermicolati alla maggior perfezione, arti hanno al cristianesimo, si deve
illustrati gli avanzi de'superstili da pure riconoscere la conservazione,
Clori, Ciampini, Bellori, Furictti, dell'arte musiva. Oltre a Costan-
MUS MUS 73
TWOPOLi in pili luoghi celebrammo raton, di re e di altri principi,
la basilica di s. Sofia, eretta in quel- prima e dopo tali epoche, donde
la metropoli da Giue tiniano I, come rilevasi che la musivaria fu in uso
il più antico temj)io cristiano tut- e proseguì a fiorire nelle memora-
tora in piedi in quella gran città. te età sino a noi. xAbbiamo opere
Esso fu splendidamente decoralo tessellate e verm'co'ale anche dei

con rari marmi, superbi musaici, tempo de' longobardi ; e s. Leone


affreschi ed altri ornamenti. Con- III del 795 oltre i moltissimi mu-
vertito nel i4^3 in moschea, i mu- saici e pitture con che ornò lo

saici e le pilture furono coperti chiese di Roma, vi fece più fine-


con intonaco di gesso. Nel 184" '^ stre di vetri colorati di più specie,
regnante sultano AbduI - Medjid- formandosi così in certo modo un'al-
Khan, ordinando all'architetto MeU tra specie. di musaico: delle piU
chiade Fossati romano un pieno ri- celebri di tali finestre se ne fu
stauro del magnifico edilìzio, i prezio- menzione in parecchi articoli, f^edi
si musaici eie importanti pitture ri- Vetri. Tanto in Pioma che in va-
ceverono anch' essi nuova vita , es- rie città d'Italia ne'secoli \'I11 ,

sendo non meno ragguardevoli per iX e X si lavorarono musaici di


l' arte che per la storia. qualche pregio : il Furietti nel lib,
Dopo la venula degli ostrogoti \I parla de' musa'ci in gran nu-
in Italia, si ricominciò l'uso inter- mero lavorati in Roma e nell' Ita-
rotto de' musaici vermicolati, cioè lia, dai b;issi tempi a Eenedelto
f'iirmati di quella pa^ta di vetro XIV. Ke trovò in tutte l'età dopo
t'uso e colorato di varie tinte, pro- il mille e li descrive con esattezza.
babilmente per la scarse/za de' mar- Lo stabilimento della residenza
nìi fini, che per le guerre difficil- pontificia in Francia nel 1 3o5 fu fata-
mente poleano venire dall' isole di le per l'Ilalia anche alle arti ed
Grecia, o perchè 1' uso de' marmi alla musivaria, la quale riprese vi-
portasse maggior dispendio; in fat- gore dopo che fu da Gregorio Xt
ti i più eleganti musaici, che d' al- riportata in Roma nel 1377, pei
lora in poi si fecero in Italia, co- iTilauri e ornamenti delle chiese
munemente furono eseguiti di tal che successivamente si operarono.
materia. Stabilendo Teodorico re Martino V nobilitò il pavimento
de' goti la sua sede in Piavenna, a- della basilica Lateranense, opere
dornò le pareti della chiesa de'suoi vervìiculato; iXicolò V fece lo stessa
ariani di sontuosi musaici di minuti nella Vaticana; e Sisto IV nella
cubi di vetro a vari colori, e con cappella Sistina, cu/iis absidrin wr-
musaico vermicolato abbelb quella miciilatìs imaginibus decoravi fedi.
piu-e di s. ÌMaria in Cosmedin di Il Ciampini nella citata opeia Ve-
tal città, musaici che altri attribui- teriim moniime?iloruni, raccohe quan-
scono all' arcivescovo Agnello. In to fu scritto e veduto sino ai suoi
lìoma il goto Recimere fregiò di tempi intorno alla musivaria. Cle-
musaici la chiesa di Agaia alla mente XI 3o settendjre
s. a' 1704
Suburra. Ciampini e Furietti ri- con editto, piesso il Bull. HJagu.
portano una lunga serie di musai- t. Vili, p. 2G3, ordinò che le pit-
ci esistenti in diversi luoghi, per ture e musaici che si trovavano ne-
opera de' Papi, di vescovi, d' impe- gli scavi, dovessero restarci iiitcliè
74 MUS MUS
ne avesse dato licenza per estrarli za serba de' suoi colori, la slessa
il conimissario depnJato. Neil' arti- freschezza, ed anche perchè si con-
colo Museo Geeooriano Latkra- fà a qjiella decorosa dignità qual
NEMSE, parlando di quel celebre mu- ti conviene alla casa di Dio, come
saico Antoniniano leniamo pio-
, praticarono i nostri maggiori nelle
posilo dell' illusi razione che ne fece antiche sacre basiliche, adornate di
il dotto gesuita p. Secchi. In essa musaici segnatamente nelle absidi
la materia ond' è composto, la clas- e negli archi delti trionfali di esse.
se de* musaici antichi a cui appar- I primi musaici della nuova basi-
tiene,ed altro fu con diligenza e- lica Vaticana sono quelli che a-
saminato e definito. Ouitidi da lui dornano le lunette della cupola
non poca luce fu sparsa su le de- della cappella Gregoriana, cosi det-
nomina/ioni greche e latine dei ta per compita Gregorio
averla
tìiusaici Ira loro confrontate ; sulle XIII, i furono eseguiti verso
quali
tre classi in che dehhono distri- il 1576 da Marcello Provinciali o
buirsi per ragione (.Iella materia, e Provenzale, presso gli originali del
sulle tre altre di lessaLUnin, selli- Muoiano, lodati assai dal contem-
le e verr/iicoLiluin opus, giustamen- poraneo Raffaele Borghini nel lib.
te riferite alla composizione piut- 4 del Riposo, in cui si tratta del-
tosto che ai pezzi componenti, dis- la pittura e della scultura de' più
sipando cos'i la confusione che re- illustri professori antichi e moder-
gna sopra questi tre generi di mu- ni, anzi li dice composti dallo stes-
saico anche ne' più recenti trattati so Miiziano, cui attribuisce di più
d' archeologia ; finalmente sul dop- r invenzione di nuovo stucco un
j)io stile della pittura a musaico da comporre più facilmente e me-
per eccellenza detto vermiculiini glio il musaico. Quindi nel i585
(lai mostrando che il musai-
latini, divenuto Papa Sisto V, sotto di
co Antoniniano con le sue gigan- lui la Congregazione della rev. Fab-

tesche dimensioni e' insegna qual si brica di s. Pietro [J^e.di), volendo


fosse la vera megalographìa di Yi- promovere il lavoro de' musaici,
truvio. Da queste osservazioni ap- prese a sostenere vari abili musai-
parisce che solo in Roma si può cisti, incominciando dal Provinciali,
conoscere il processo di questa ar- e proseguendo il suo patrocinio a
te nobilissima, dove conservatasi lavori di simil genere, utilissimi al-
senza veruna interruzione, ad or- l' ulteriore abbellimento della ba-
namento delle basiliche cristiane, silica, istituì lo stabilimento per lo
crebbe e fiorisce piir ispecial prov- studio del musaico della rev. fab-
videnza de' romani Pontefici. brica di s. Pietro, reso per la sua
La necessità di provvedere alla eccellenza e per le grandi e nu-
-durata delie pitture per ornamento merose opere eseguite, unico nel
<le!Ia Chiesa di s. Pietro in [fati- mondo, anche per la ricca muni-
cano [Tedi), fece che a tal effetto zione di smalti di proprietà della
si prescegliesse il musaico, come stessa fabbrica di circa diecisette-
quello che nulla risentendo le in- mila tinte, che giornalmente ser-
giurie del tempo, giammai non vono agli abili professori per e-
>)t;eina punto della sua prima va- seguire i loro lavori di musaico,
ghezza, ma sempre la medesima for- tratti da' migliori e più classici
MUS MUS 75
originali modernij taiilo
antichi e il figlio cav. Pietro Paolo. A qual
per uso della basilica, che del prin- finezza sotto la direzione di lui. ar-
cipato, a disposizione de' Papi, che rivasse musaico, il lo mostrano i

sogliono donarli a^ sovrani e perso- quadri composti da sì eccellente ar-


naggi di gran distinzione, come no- tista, fra'cpiali nomineremo la co-
tammo in vari luoghi. Tutte le munione Girolamo e la s. Pe-
di s.

delle tinte sono di stualti , il cui tronilla, veramente meravigliosi ed


valore si ascendere a scudi cen-
fa esistenti nella basilica. Ma un altro
touiila, secondo la Descrizione (Idia vantaggio ebbe sotto tanto maestro
basilica del 1828, p. 202. Siguiro- farle uuisiva, perchè gli artisti nel
no nel pontificato di Clemente Vili luogo ove lavoravano, sebbene lo si
i lavori della sontuosa cupola va- dicesse studio , sotto la direzione
ticana,che sui cartoni del cav. d'Ar- di sommi tnusaicisti, tuttavolta pro-
pino condusse il lodato Provinciali priamente non si poteva chiamar-
aiutato dai suoi scolari; i quali com- lo studio, né direttori erano i

piuti, varie altre sue opere aggiun- stali formalmente investiti del gra-

sero ornamento alla basilica. do. Allorquando eranvi opere da


Grave disgrazia fu per sì valente ar- eseguirsi, sceglievansi adatte perso-
tista, che a' suoi giorni in Pioma non ne, e stabilivasi il prezzo del la-

si conosd^sse l'arte di comporre gli voro, e quando erano compiute le

smalti da servire a qualsivoglia tin- riconosceva il direttore che all'uo-


ta, e che dalle fabbriche veneziane, po si destinava, senza che uè quesli,
allora di tanta rinomanza,
ancor né quelli accpiistassero diritti colla
non se ne avessero da mentir l'o- rev. fabbrica, che poteva per altri
pera del peimello : esso non avreb- lavori adoperar altre persone. Pel
be adoperato la coM detta cotla- primo il cav. Cristofari nel 1727
nella, e le sue opere con più gra- fu diehiuiato soprintendente del
dazione di tinte e meno lucentez- musaico, con provvigione di procu-
za, meglio imiterebbero la pittura. rare il dello lavorio, ed a lui si af-
INè più fortunato fu Gio. Battista fidò ogni opera; onde a suo tempo
Calandra che verso il 1620 il suc- venne veramente stabilita la scuola
cesse. Questi sebbene dopo ornale vaticana del musaico, incarico ch'e-
di DUisaico due delle minori cupo- sercitato poi da altri valenti pro-
le, cioè quella della Madoiuiu della fessori, si mantenne l' insegnamento
Colonna, e l'altra di s. Michele, tradizionale, e l'arte progredì nel-
primo ottenesse la gloria di aver la perfezione. Verso la metà del
trasportato in musaico un quadro secolo decorso, Alessio Mattioli d'A-
da porsi sopra uno degli altari, cioè scoli per le sue ricerche giunse a
d s. Michele del cav. d'Arpino; rinvenire il modo di comporre suìal-
pur tuttavia per la mala (jualità ti, che non avessero difetti di ({nei i

di quegli slessi smalli veneti, dovette di \enezia di più con calcine me-
;

desistere da quel lavoro, e non reg- talliche altro ne compose di mag-


gendo poi al confronto degli altri, gior pregio che denominò scorzctLt,
In tolto, e indi donato alla catle- e ritrovò il porporino, che in bre-
drale di Macerala {Pedi). Al Ca- ve per la graziosa vivezza della sua
landra fu sostituito Fabio Cristolìi- tinta si rese noto a tutti. Il Cassio,
ri da Palcslrina, ed a lui successe Del corso delle iicfpw, t. II, p. 347,
, ,

76 MUS MUS
narra che nel i'j5o fu agli orli di della corona imperiale, e reputan-
JNapoIi sotto villa Medici ad ammi- dosi il locale soggetto molla u- a
rare la nuova invenzione dell'in- niidità, nel 18 io fu trasportato al
gegnoso Mattioli , indurando gli vicino palazzo dell'inquisizione, in
. smalli in fornaci e fornelli. cui comodamente si dispose il la-
Ordinata così la scuola vatica- vorio e l'immensa collezione degli
na, e forniti i necessari smalli, ap- smalli. continuarono i lavori per
Si
pena il musaico differì dalla pillu- la basilica e specialmente quadri i

ra; ed il G bezzi e gli altri che della Deposizione del Caravaggio


successero al cav. Crislofari più fa- ed il s. Tommaso del Gamuccini;
cilmente proseguirono a trasportare cominciossi lavorare in ismalti fi-

in musaico i quadri per gli altari lati, fra le quali opere fu riprodot-
della basilica, ed altri molti fregi le to il famoso scudo d' Achille de-
aggiunsero, fino ad adoperarlo per scritto da Omero, sopra cartoni del
diappi ricamali a modo di paliolti sotto ispettore Michele Kech , ser-
sì vagamente e con tanto artificio bati tuttora nello studio valicano,
da illudere i più acuii e diligenti unitamente all'incisione in rame;
osservatori. Ddatossi eziandio in al- quale accuratissimo lavoro, di for-
tre opere, come nei quadri del san- ma circolare, basato su tripode di
Lo studio
tuario di Loreto [F'edi). metallo doralo, a guisa dì dt/eiiner,
vaticano non ebbe ferma sede, co- ad imitazione di ([uello di Pom-
me notai nel voi. Xli, p. 277 del pei, immaginato un tempo per IMa-
Dizionario. Vuoisi che dapprima il poleone, fu presentato per volere di
lavorio si facesse nell'oltangolo che Leone XII al re di Francia Carlo
prende il nome dalla vicina cappel- X, in circostanza della sua solenne
la di s. Gregorio I, ove sono i mo- coronazione, e ne parlammo pure
delli di Sangallo, Buonarroti e Za- nel voi. XXXVIII,
p. 69 del Di-
baglia ; indi in diversi locali ora zionario (mentre a p. 58 ricordai i
magazzini della rev. fabbrica; po- restauri fatti da lui ai musaici delle
scia nelle stanze terrene del casino chiese, come della basilica Lateranen-
del cardinal arciprete, ove era lo se e suo batlisterio). Indi nello stabili-
studio nel 1767, come si ha dallo mento si aumentarono gli artisti, si ac-
Cliattard, Nuova dcscriz. citi f-^a- crebbero le provvigioni, e venne sta-
tirano, t. IH, p. 37,4 e 345. Allor- bilita annua rendila. Questa mancò

ché Pio VI fece eseguire in mu- quando nel 1814 Pio VII fu re-
saico i paliotti per la basilica ed i stituito a Homa e Io studio alla
quadri per Loreto, fu trasferito lo rev. fabbrica. Il Papa, degli undici
studio nel sito detto la fonderia rausaicisti che trovò ^ quattro ne
per essere ivi slata fusa dal Cer- destinò al restauro de' mosaici della
nino la cattedra di metallo ch'e- basilica ed a carico della fabbrica,
siste nella tribuna principale della e selle lifece pagare dalla camera
basilica, come afferma il Cancellie- apostolica per impiegarli sotto la
ri nella Sagrestia vaticana p. Sg, giurisdizione del cardinal camerlen-
che riporta l'iscrizione eretta nel go al restauro de' musaici delle an-
i78'2 a memoria del provvedimen- tiche basiliche, nell' accomodare i

to. Occupata Roma dai francesi nel pavimenti delti d'opci'a bizantina
1809, lo studio fu fatto di diritto ed iu far uiusaici pel principato e
MUS AIUS 77
pcgli amatori di essi, a conio di cipe diPiombino Boncompagno Lu-
delta camera. Intanto il locale del- dovisi al Papa e da questi allo ,

la fonderia era stato assegnato per studio; con animo riconoscente ivi
la fabbricazione delle arcui delle eresse il suo busto marmoreo scol-
milizie, e il palazzo dell'inquisizio- pito da Pietro Galli, con analoga
ne si dovette restituire alla stessa. A 1- iscrizione, celebrante il sommo be-
lora la rev. fabbrica acquistato in nefìzio di Gregorio XVI, in mezzo
Borgo il palazzo Giraud, vi situò cioè ai busti ed iscrizioni degli al-
lo studio, ma
poco dopo alienan- tri benefattori dello stabilimento
dolo, Leone XII nel 1825 gli as- Pio VI e Leone XII, avendoli ri-
segnò ampio e stabile locale nel mossi dai luoghi ov'erano stati po-
palazzo vaticano, ov'era l'antica ar- sti ; finalmente lo stesso monsignor

meria, coH'accesso dal cortile di s. presidente, alla porta della lunga


Damaso: l'iscrizione marmorea che galleria dove in ben ordinate scan-
fuvvi perciò collocata, si legge nel- zie si custodiscono gli smalti, e dove

la citata descrizione. lavorano i musaicisti , fece soprap-


Gregorio XVI avendo nomina- porre lo stemma di Gregorio XVI
to segretario ed economo della re- in musaico. Così restaurato ed a-
ver. fàbbrica di s. Pietro monsignor dornalo lo studio, nell'anniversario
Lorenzo Lucidi, divenuto questi di sua esaltazione il Papa l'onorò
perciò anche presidente dello stu- di sua presenza, incontrato anche
dio del mosaico, pel suo sosteni- dal cardinal Mattei prefetto della
mento ed incremento , pieno di ze- rev. fabbrica di s. Pietro ed arci-
lo ed amore per le arti belle, ottenne prete della basilica : visitò tutte le
dal magnanimo Pontefice, grandio- parti del vasto edifizio, ne ammirò
so protettore delle medesime, an- i lavori, confortò con amorevoli pa-
nua certa somma di denaro, au- role commendatore direttore e
il

mentando per concorso due musai- i bravi artisti non che l' archi- ,

cisti, come si legge nel numero 3 tetto del medesimo cav. Giuseppe
del Diario di Roma i845; essen- Marini, il quale gli olfri in acqua-

do direttore dello studio il com- rello colorito la veduta prospettica


mendatore Filippo Agricola ispetto- dello studio de'musaici, riprodotta in
re delle pitture pubbliche di Ro- incisione di fronte alla sesta distri-
ma, il quale sta dipingendo per la buzione deU'y^lbum di Roma anno
basilica la caduta di Simon mago XII, unitamente ai disegni degli ac-
per trasportarsi in musaico, come cennati tre pavimenti antichi di
dissi nel citato luogo del Diziona- musaico in bianco e nero. Quindi
rio. Non contempo-
solo il prelato il Pontefice, pieno di soddisfazione,
raneamente pubblicò stampe colle con giusti elogi encomiò l'impegno
un provvido organico Regolamento e indefessa cura del prelato presi-
per lo studio del musaico della rev. dente, venendo da tutti benedetto
fabbrica di s. Pietroj ma nobilitò qual ristoratore di sì importante
le vaste stanze dello studio stesso; scuola, che essendo ormai cadente
fece collocare nel pavimento della sparse di novella luce colle saggie
da principale tre antichi musaici disposizionied efficaci aiuti con che
miloliigici formati di pietre natu- assicurò per sempre la sua gloria.
rali bianche e nere, donati dal priu- Tutto ampiamente si narra nel
78 MUS MUS
bollo ed erudito articolo che sciis- maginato di filare que' medesimi
se il can. Felice Gianiielli henefl/.ia- smalti con cui si esegui Tano i qua-
to delln basilica, inserito nel suddetto dri nella basilica di s. Pietro, e
11. 6 óeWy^lbiini, ove si legge l'iscri- de' (piali ricchissima provvisione ne
y.ione eretta al benigno l'onlefice. I lasciò nello studio di essa il sullo-
iinmeri 67 e 70 del Diano di Ro- dato chimico Mattioli. Tale inven-
ma 1846 descrivono la visila fatta zione sembra doversi attribuire al
«Ilo stabilimento dal Pio regnante musaicisla Giacomo Rafìaelli, sebbe-
IX, le opere e da lui lo-
gli artisti ne coirà pur voce che ne avessero
dati, Cocchi, Castellini, Antonio A- già dato indizio i inusaicisti Valle,
gnalti, Volponi e Gliibbel, dichia- Volpi, Latini, Laurenti e Cesare
lando a monsignor Lucidi la sua Aguatti è però eerto che il Raf-
;

protezione ad un'arte quanto bella faelli nel 1775 in Roma faceva


altrettanto utile: L'arie che i di- mostra del suo studio di musaici
piiìù emula e serba. Questo Papa tutti eseguiti con smalti filati, ciò
\oile quindi confermare tal patro- che diede all'artista un strado
o tale
cinio con due visite allo studio di superiorità che contribuì a farlo
inedesimo, per dimostrare la pre- chiamare in Milano per fondarvi
dilezione nutre che
verso que- una scuola. Fra le molte opere colà
st' arte meravigliosa ed unica in da esso eseguile si conia il bel qua-
Pioma, e da ultimo principalmente dro che trasmette alla posterità il

con pubblica monumentale testimo- celeberrimo alfresco della Cena di


jiia«7.a, coll'onorevole breve, Qmiin Nostro Signore Leonardo da Vin-
di
arte.i ojHiinae, de' i4 maggio 1847, ci, che onorò molto l'autore mu-
di
spedito al zelante presidente dello saicisla, poi trasportato a Vienna.
slesso opificio monsignor Lorenzo Dal ritrovato di questi smalti fi In ti

Lucidi, preposìlo ciiralionis opernni ha principio musaico in piccolo


il

Falicanoruin, per la confezione in o in miniatura mentre così con- ,

musaico dei ritratti della serie dei verrebbe nominarsi, che ha aperto
sommi Pontefici ,
già esistenti in la via ad un nuovo genere di com-
pittura nella basilica Ostiense , e mercio per Pioma, tanto in spedi-
distrutti nel fatale incendio cui sog- zioni che hanno luogo all'estero,
giacque nel 18^3, quali saianno per quanto in acquisti che ne fanno gli
accrescere lo splendore e l'ornato stranieri nella stessa città, oltre le

della nave principale di essa, in cor- commissioni che lasciano. Quantun-


rispondenza degli antichi musaici ri- que il nuovo musaico andava len-
pristinati nell'abside, e nei due lati tamente progredendo, pure ben pre-
dell'arco celebre di Placidia. Il bre- sto si vide tenuto in sommo pre-
ve per cura del lodato monsignor gio , figurando sulle tabacchiere
Lucidi è stato inciso in gran mar- dei signori e nei gioielli delle da-
mo, e collocato nel primo salone me ; e già dal suo nascere fino al
del vastissimo stabilimento, sopra I 1810 contava una ventina eli arti-
busto di detto Pontefice, scolpito sti, i più distinti de'quali erano An-
anch'esso dal sullodalo Galli. tonio de Angeli, Borghese, Monte-
11 musaico in piccolo è \\n in- fiori, Tiirrini, Giacinto Cola, Aii-
dustrioso e pazientissimo lavoro, che gelclli, ('Iciuente Giuli, De Polcl-
ripete la sua origine dall'avere iiu- ti, ed Antonio Agualti che si può dii e
,,

MLS
il maestro dei lavoratori attuali. Nello anellini i più grandi monumenti di
studio di questo valente artista ebbe Roma antica e di Pioma cristiana.
luogo un miglioraaieuto agli smal- Potendo dunque eseguire sì picco-
ti degno di osservazione, tan-
filati lissimi lavori mediante i mezzi supe-
to perchè aumentava le forme geo- riori che abbiamo agli antichi, per-
metriche di questi, quantoperchè col- chè l'arte slessa non potrà esserlo?
l'unire pia colori e più mezze tinte Per la ragione che gli antichi han-
nello stesso filato, facilitò l'esecu- no trattato questa arte secondaria
zione de' fiori , degli alberi , delle come fosse realmente di prim'ordi-
architetture, e specialmente degli a- ne, e così quelli che si occuparono
niniali a pelo, imitandone il movi- dal risorgimento delle arti in poi
mento, e conservando nel solo pez- alcuni de' quali furono chiamati pit-
zo che lo forma il suo chiaroscuro, tori in musaico, come un fr. Mi-
i Itenuto dall'impasto suddetto di piìi no da Turrita, un Gaddo Gaddi
tinte in un
Giuseppe Mat-
sol filato. un Muziani, i Cristofari ; e ciò per-
tia solto la direzione del cav. Mi- chè espertissimi nell'arte del dise-
chelangelo Barberi ridusse a nuova gno, conoscitori della pittura, infon-
perfezione questo secondo ritrovato, devano questo loro sapere nelle pro-
e ciò si ottenne mediante una lam- duzioni che rappresentavano a pic-
]>ada consimile a quella della quale cole pietruzze che ben danno a co-
fanno uso gli orefici per saldare, noscere essere state poste da mano
jiiùgrande però, e capace ad es- maestra. Sarebbe ora a desiderarsi
serne alimentata la forza da un man- per il bene di questo musaico e per
tice di fabbro, come si narra nel l'utilità del commercio che ne dà a
numero 4^ *^^^ Diario di Roma Roma , che i nuovi iniziati scorges-
1837. ^'* smalli cos'i impastati sono sero la vera utilità di fare studi pro-
denominati tinte di solilo, e sono fondi nel disegno, nella chimica,
più brillanti e più nelìe di quelle nella pittura compresane la parte fi-
che si filano alla fornace. losofica, onde poter eseguire delle
Mediante simili ritrovati risulta opere di propria composizione , co-
una superiorità di mezzi per ese- me appunto egregiamente si fa ai
guire i musaici, che furono certa- nostri giorni nello studio del cav.
mente sconosciuti dagli antichi, per Barberi, venuto in tanta celebrità,
cuisi dovrebbe supporre che tale massime in Francia , Inghilterra e
arte sia giunta ora alla sua perfe- Russia, e di cui tanto parlarono eoa
zione, e prova ne sia la tazza del- alte lodi i giornali francesi, il Dia-
la delle palombe illustrata da l^li- rio di Roma, {'Album, e diverse o-
iiio,e più particolarmente dal su- pere letterarie; e l'insigne artistica
nientovato cardinal Furielti, dicen- congregazione de' virtuosi al Pan-
do con enfasi che in un pollice theon ad esso lo aggregò come pit-
quadrato di quel musaico, ora esi- tore in musaico. Da tale studio u*
stente in Campidoglio, vi si conta- scirono, il trionfo d'amore; venti-
uo i63 pielruzze, mentre oggi si quattro ore in Roma, illustrato e-
eseguisce la lazza intiera con i quat- ruditamenle con opuscolo dal cav.
tro piccioni in meno del detto pol- Gaspare Servi; Roma cionologica ;
lice quadrato; e di più ancora , ed in piccolo |)er gioielli di «lame
multe dame portano in piccolissimi alcuni episodi della Diviua Cuiu-
j

8o MUS MUS
inedia di Dante, della Gerusalem- oc: dei principali non manchiamo
me liberata di Tasso, dei Promessi farne menzione ai rispettivi artico-
sposi di Manzoni; non che soggelli li, facendo altrettanto per gli altri

sclierzevoli, come la biondina in di Roma e piìi pregevoli. In Ate-


gondoletta , la tarantella , il dolce ne la collina denominata Museo,
far niente. Lavori in musaico in ove dotti d'ogni specie riunivan-
i

piccolo d'ugni sorta e grandezze, si adunanze, for-se prese tal no-


in
sono pure in llonia usciti dagli stu- me da un tempio sacro alle Mu-
di di Domenico Moglia e cav. Lui- se, o perchè vi si credette sepolto
gi suo , di Gioacchino Bar-
figlio il poeta Museo. Ad esempio del
beri, di Giuseppe Dies, Camillo Pog- museo di Atene dicesi eretto un
gioli, Giustiniano Buonafede, Fran- edilizio in Alessandria d'Egitto d'or-
cesco Depolelti, Carlo Salandri, Co- dine fle'Tolomei, ornato di portici
stantino llinaldi, Antonio B.ocche- e gallerie pel passeggio, di grandi
giani, Silvestro Petrueci, Pietro Ga- aule per la conversazione de'dotti,
bri!ii. Agostino Fiancescangeli, Be- e di una sala ove mangiavano
nedetto Boschetti, che due volte co- quelli che vi albergavano. In quel
piò l'encomiato trionfo d'amore, ed museo i re d'Egitto, e poi gl'im-
Enrico Vitali che imitò la lodata peratoriromani a spese pubbliche
composizione di Boma cronologica, mantennero decorosamente un nu-
per non ilire di altri. mero di dotti per lo studio delle
MUSBADA. Sede vescovile della scienze donde usciro-
e belle arti,
provincia d'Isauria, sotto la aietro- no uomini celebri. L' imperatore
poli di Seleucia, eretta nel IV se- Claudio nella medesima città fondò
colo, chiamata anche Nushada.
e un nuovo museo, dopo la distru-
IVe furono vescovi Sisinnio che as- zione del priu-'o; ordinò che vi si
sistette e sottoscrisse il VII con- les'essero le antichità dell' Etruria
cilio generale, e Germano che fu e quelle de'cartaginesi, ch'egli stes-
al concilio di Fozio. Oriens christ. so aveva scritte o fatte scrivere ia
t. II, p. 1034. greco; il museo fu quindi visita-
MUSEI DI ROMA, Capitolino to ed ampliato di dotti da Adria-
Vaticano Pio - Clcnientino - Chiara - no ; ma in una sommossa sotto
monti; Gregoriano Etrusco s Grego- Aureliano l'edifizio venne distrut-
riano Egizioj; Gregoriano Lateraneii- to. Il Gronovio e Neocoro scrisse"
se. Il vocabolo Museo, significa galle- ro due ampie dissertazioni sopra i
ria, raccolta di cose insigni per eccel- musei, e specialmente su quello
lenza o per rarità, Museunij così il d'Alessandria, che trovansi nel Te*
Dizionario della lin"na italiana. soro delle antichità del Gronovio
e
ootto I
lo stesso nome si comprendo- stesso. In seguilo il nome di mu-
no qiie'luoghi ove radunano mo- si seo fu dato ai luoghi ove si riuni'
numenti, tanto antichi, quanto mo- scono monumenti, raccolte e colle-
derni; le collezioni di oggetti di zionid'ogni specie, con somma i-
storia naturale, di minerali, di ani- struzioue degli studiosi^ e vantaggio
mali, di vegetabili secchi o prepa- delle scienze e delle arti. Del mu-
rati, di corpi marini, ec. ; e sonovi seo eretto in Roma da Pomponio
pure musei di macchine, di .mo- Leto nel declinar del secolo XV,
delli, di strumenli d'ogni genere, parlammo nel voi. 1, p. 4° <^*''^
MUS MUS 81
Dizionario. Quanto ai cinque mu- berrimo e nobilissimo luogo che
sei di Roma sunnominati, non per- Io contiene, chiamato da alcuni il

mette la natura compendiosa di più insigne e cospicuo del mondo,


questo Dizionario il farne la descri- già sede de'numi e rocca di tutte le
zione, siccome copiosissimi tesori di nazioni, ora sovrastato dal glorioso
cose insigni clic li rendono celebri vessillo della croce, parlammo a Cam-
in tutto il mondo, essendovi persi- pidoglio (ove citammo due opere
no diverse dotte e vaste opere sopra che lo descrivono); in un ai suoi son-
ciascuno de' molti preziosi oggetti tuosi edifìzi, e notizie riguardanti
che contengono; laonde ci limitere- il museo. Ad Innocenzo X si deve
mo a dare cronologicamente secondo r origine della fabbrica dei magni-
l'epoca della fondazione di ognuno, fico palazzo del museo compito ,

qualche generica e semplice indica- dal cav. Rainaldi, celebrato con me-
zione, oltre quanto diciamo in di- daglia in cui è l'epigrafe: Aedijicat
versi articoli, in cui parlasi ancora et custodii. La collezione de'monu-
ove furono ritrovati parecchi degli menti antichi del Campidoglio trae
ocselti ne' medesimi esistenti, am- la sua prima origine da Sisto IV,
piamente avendoli descritti le ope- il quale nei «74' ordinò che al
re che citeremo, e brevemente le magistrato romano venissero date
descrizioni di Roma, e per ultimi a custodire tutte le antiche statue
i K\hhy Roma nel i838;
chiarissimi , di bronzo eh' erano al Patriarchio
e march. Melchiorri, Guida di Ro- Lateranense (Fedi), cioè la Lupa,
Vìa, seconda edizione del 1 840. il Marc' Aurelio equestre, l'Ercole
In essi si apprenderà l'alto pregio vincitore, il Camillo, il Giovinetto
di tanti preziosi monumenti, degni Stadiodromo, e la Legge regia. Sem-
dello stupore e ammirazione degli pre si ebbe nel Campidoglio una
amatori delle bellezze dell'arte 'e raccolta di monumenti antichi di
della rarità degli oggetti; così pure stile ottimo, di conservazione per-
l'erudizione antiquaria importantis- fetta; monumenti die provennero
sima, onde mi asterrò di rilevarne il da largizioni de' Papi, da donativi
merito, e di riportarne le tante i- di privati, e da acquisti fatti dal
scrizioni musei di Ro-
lapidarie. I senato. Così il museo Capitolino
ma riempiono di sì gran fama tut- è il più antico di Roma, e forse
to il colto mondo, che non vi é ancora di tutti, poiché quello del
forestiere che non visiti la metro- cardinal Giordano Orsini andò di-
poli del cristianesimo, il quale non sperso dopo la sua morte avvenu-
procuri con ansietà di vederli, e ta neli65, ed altrettanto accad-
I

di formarsene una qualche idea più de medaglie ed altre


a quello di
o meno completa secoudochè i antichità raccolte da Paolo li, che
suoi studi e il suo gusto ve lo dis- finì di vivere nel i^Ji. Sì au-
pongono; per tacere di tanti altri mentò il museo Capitolino pel do-
che trasportati dal genio per l'eru- no fatto nel i566 da s. Pio V
dizione e per le arti, vi si condu- al senato romano di tutte le sta-
cono da remoti paesi appositamen- tue ch'erano in Vaticano, nel così
te a solo oggetto di esaminarli ed detto teatro di Belvedere: per ri-
ammirarli da viciuo. conoscenza il magistrato decretò
Museo Capitolino . Del cele- quanto luti' ora osserva, descritta
VOt. XLTII. fi
.

82 MUS MUS
nel voi. XII, p, 146 del Diziona- ne tentò la restaurazione. Pio VII
rio. Nel pontificato d'Innocenzo X ricuperò questi ed altri moni)men-
proseguì ad acciTScersi, e la rac- ti dalla Francia, e dopo d' aver
colta de' monumenti spaisiqua e ampliato ed arricchito il museo
là pei palazzi del senato, come de- e la galleria de' quadri, aggiunto
corazione delle sale, prese la for- due stanze, una delta delle lapidi
ma museo. A Clemente XII
di e r altra delle urne, con saggio
poi si deve la sua principale am- provvedimento e colla direzione
pliazione per l' accpiisto fatto ( il del valente architetto cav. RalFae-
Novaes dice colla spesa di sessan- le Slern formò una protomoteca
tamila scudi), dal cardinal Alessan- nel palazzo de'conservatori summen-
dro Albani di una preziosa colle- tovato, per porvi i busti e gli er-
zione di statue, busti, ermi, bassi- mi degli illustri italiani che si di-
rilievi, sarcofaglii ed iscrizioni, che stinsero (una gran parte trasporta-
con singoiar magnificenza vi fece ti dal Pantheon, o Chiesa di s. Ma-
collocare: laonde nel 1734 fu co- ria ad 3Iarlyres [Fedi) e si di-

niata la medaglia in cui si legge: stingueranno in grado sublime


Malliplicasti magui/lcenliani vele- nelle arti, scienze, belle lettere,
ribus signis in Capilolio erectis musica ed anni; laonde vi fu col-
Benedetto XIV l'aumentò di mol- locata di essi una copiosa colle-
to ed aggiunse nel palazzo di contro zione, che comincia dal secolo XIII,
sul Tarpeo la galleria, innalzando- nel quale le scienze e le arti in-
la daifondamenti e riempiendola cominciarono a risorgere in Italia,
di quadri eccellenti, oltre le scuo- fino all'epoca presente. Parlando a
le del disegno, come dissi altro- Campidoglio <li questa protomote-
ve, per apprendervi i delineamenti ca, dissi come Leone XII concesse
della natura: abbiamo due meda- ^^V Accademia d' Arcad'a (Fedi),
glie che ciò ricordano. La prima cui mi vanto appartenere sin dal
colla iscrizione : Virliid trophaea i836, che vi celebrasse le solenni
nova non degener. addam: Ad- adunanze: quel Papa aumentò co-
dilo in Capilolio sapienliae pa- sì pregi di questo museo.
i

bulo 174^'. La seconda colla leg- Finalmente Gregorio XVI, aven-


genda : Ainpliorì Bonar. Arliiun do a cuore non meno degli altri

incremento : Capilolio pìcturis de- Pontefici la conservazione de' mo-


coralo. Il museo fu pure arric- numenti, beneficò il museo con
chito da Clemente XIII, anco con farvi fabbricare una nuova came-
quanto acquistò da Furielli (Fedi); ra per racchiudere alcune statue
in memoria fu coniata medaglia, che si credettero togliere alla pub-
colle parole : Cura Pn'ncipis an- blica vista, le quali con permesso
elo Museo Capilolino: Celeberrirnis del presidente o del direttore lui-
Adrianae villae ornamenlis. Bene- tavolta possono essere visibili. Inol-
meiito ne fu eziandio Pio VI, sot- tre Gregorio XVI col moto-pro-
to del quale repubblicani fran- i prio, Hanno
sempre^ òe' iS settem-
cesi, tra le altre cose, portarono a bre i838, presso la Raccolta del-
Parigi i busti di Giunio Bruto in le leggi, voi. XVI, p. 365, concesse

bronzo fondatore della repubblica, nuovamente al senato romano la


e di Marco Bruto in marmo che cura, custodia e amministrazione
MUS MUS 83
del museo, richiamando in vigore da Filippo Gaaccarini, se ne fece
quello di Clemente XII. Siccome la solenne inaugurazione e dedi-
prima ne avea l'amministrazione cazione, al modo riportato dal n.
il prelato maggiordomo, a i[neslo 43 del Diario di Roma i83g.
conferì l'alta sorveglianza sul mu- Nel formare Gregorio XVI in Va-
seo, da esercitarsi a nome de'Pon- ticano il museo Egizio- Gregoriano
tefici. Di più il Papa a testimo- vi volle trasportati tutti i monu-
nianza del suo alTelto verso i con- menti ch'erano nel museo
egizii

servatori di Roma e priore de'ca- Capitolino, che indicheremo parlan-


porioni, gli accordò il privilegio di do del museo Egizio, sia di antico
nominare il presidente antiquario, lavoro, sia di stile d'imitazione, ed
nella persona di un cavaliere ro- invece supplì col concedere a que-
mnno erudito, e alle vacanze gli sto museo altri monumenti, com-
inservienti ed addetti al museo, partendo il Papa facoltà di sceglier-
assegnando i fondi per sostenere li museo Vaticano, al lodato
nel
Je spese relative; quindi la capito- presidentemarchese INIelchiorri, il
lina camera elesse a presidente an- quale come dotto archeologo scel-
tiquario perpetuo il marchese Giu- se quelli che più potevano conve-
seppe Melchiorri, restando presiden- nire al museo Capitolino, sia per
te onorario il commissario delle an- l'arte, siaper l'erudizione, sia per
tichità commendatore Pietro Erco- analogia con quelli già esistenti.
le Visconti che lo era prima, co- Quindi ne pubblicò la serie nella
me notai nel voi. XV, 87 del
p. sua Lettera intorno allo stato attua-
Dizionario. Nel numero 87 del le del museo Capitolino^ inserita
Diario di Roma di detto anno si nel Saggiatore ,
giornale romano
legge quanto grata riuscì a Roma dei chiari Gennarelli e Mazio, an-
e sua magistratura la grazia pon- no I, p. 225 e seg., p. 259 e seg.
tifieia; come formalmente fece la Tale stalo si può leggere ancora
legale consegna del museo il Fo- nella imperlante e diligente: In-
riere maggiore {Vedi), con la let- dicazione delle sculture e pitture
tura del u)oto- proprio, udito con che esistono nel museo Capitolino
commozione ed esultanza di giubi- e palazzo di residenza dell' eccell.
lo dal magistrato; come seguì la magistrato romano, nuovamente
tradizione delle chiavi ai conserva- compilata da Alessandro Tofanel-
tori , i quali le passarono al pre- li direttore del museo, protomoteca

sidente ; che i romani splendida- e gallerie capitoline, Roma i843.


uienlc la sera illuminarono per 11 medesimo con lodevole intendi-
gioia i palazzi e le loro abitazioni, mento, ivi nel 1846 ne ha pub-
iiicetidosi altrettanto ne' palazzi di blicato altra esatta edizione^ dive-
Campidoglio; e che la romana ma- nuta necessaria dopo i progressivi
gistratura per esternare la memo- accrescimenti e le indicate traslo-
ria di sì segnalato beneficio, decre- cazioni de' monumenti egizii e so-
tò una medaglia monumentale al- stituzione di altri, che cagionarono
l'immortale Gregorio XVI, che ven- notabili variazioni. Inoltre si pos-
ne coniata, e nel cortile delmu- sono leggere le seguenti opere.
seo marmorea iscrizione col suo Francesco Valesio, Dissertazione
busto, il quale scolpito in marmo sopra ire statue del Campidoglio,
84 MUS MUS
nel t. I (Ielle Dissert. dell' accad. Segue la stanza delle urne, ov'era-
di Cortona. Jo. Bapt. Brascbi, De no monumenti egizii. Nella se-
i

trìbiis statai.'! in romàno Capilolio, conda camera vi sono moltissime


Ronfine 1724- ^'O- Battista Gaddi, iscrizioni con grande urna di mar.
Roma nobilitata nelle sue fabbri- mo. Tra le scolture della terza ca-
che, Roma 1736. Francesco Euge^ mera, v'è la grande urna creduta
Ilio Guasco, Musaci Capitolini an- di Alessandro Severo. La scala è
tiquae inscriptioncs, Romae 1775. ricoperta de' frammenti dell'antica
JNe parlano V Effemeridi di Roma pianta di Roma. 11 gabinetto dei
1776 e 1779. Gio. Gaetano Bot- bronzi contiene monti-
pregevoli
tali, Del museo Capitolino, Roma menti, con superbo vaso e busti :

1741-1750. Ne scrissero ancora il evvi il mirabile musaico delle co-


Locatelli, il Foggini, il Queici, il lombe, la statua di Camillo, la
Re ed altri. Essendo afiìdata la Diana triforme, la tavola Iliaca;
cura, soprintendenza e 'protezione indi segue il gabinetto riservalo,
della pontificia galleria dei quadri edificato dai fondamenti da Gre-
al Campidoglio al cardinal camer- gorio XVI per le statue cbe si
lengo, nel voi. XVIII, p. 2o5 della credettero togliere alla pubblica
Raccolta delle leggi, vi è il rego- vista. La galleria ha busti, sarco-
lamento per essa emanato dal car- faghi, vasi, statue, ed un gran va-
dinal Giustiniani a' 16 settembre so di marmo. Dicesi sala degl'im-
1840. legnante Pio IX col mo-
11 peratori pei ritratti situati in vari
to-proprio del primo ottobre 1847, ordini; si vede statua di Agrip-
la

confermò alla magistratura del se- pina moglie di Germanico, basso-


nato romano e nuovo municipio, rilievi, con busti di vari marmi.
la custodia del museo di scolture Indi la sala degli uomini illustri ha
e monumenti della pinacoteca e la rarissima collezione de' loro ri-
protomoteca cbe si trovano ne' tre tratti, con bassorilievi e fregi. Il

palazzi di Campidoglio. centro del salone è occupato da


La corte cbe dà ingresso al cinque ragguardevoli monumenti,
museo Capitolino conlenente le coi Centauri detti del Furietti, sta-
scollure anticbe, è decorata da una tue e ritratti. Dicesi sala del Fau-
fontana eretta da Clemente XII, il no da quello che n'è il principa-
cui busto marmoreo fu sostituito le oggetto, e vi sono ancora due
alla statua colossale di metallo, gran sarcofaghi di singoiar trava-
eh' esisteva nel salone superiore, glio, are, marmi, la tavola di bron-
come istitutore del museo; si ve- zo o legge regia colla quale il se-
de pure il menzionato busto di nato rivesti dell'autorità imperiale
Gregorio XVI, e tra' monumenti Vespasiano. Nella sala del Gladia-
primeggia la statua colossale del- tore, uno de'migliori dell'antichiln,
l'Oceano detto Marforio percbè gia- vi è pure la statua d'Iside, l'Aii

ceva nel foro di Marte, noto per linoo, la superba Giunone Capito
le pasquinate cbe vi si aflìggevano. lina, statue, colonne e busti, fra

L'atrio contiene statue, bassorilie- i quali quello di Marco Bruto. Nel


vi ed iscrizioni , colle sfatue di palazzo de' conservatori , ora del
Marte e di Ercole, la prima co- nuovo municipio, si entra pel ve-
lossale, la seconda scmicolossalc. stibolo principalmente decoralo dal
MUS MUS 85
la rara statua di Giulio Cesare, la prima sala sonovi : s. Lucia di
e nel cortile ci in fondo il
vede Benvenuto Garofalo, ritratto di
portico edificato da Clemente XI, Guido dipinto da lui, la sacra Fa-
colla Roma trionfante in mezzo a miglia d' Agostino Caracci, il mar-
due re barbari prigionieri la cor- : tirio di s. Sebastiano del Domeni-
te quadrata ha diversi frammenti chino, la Carità di Annibale Carac-
colossali. Le scale e il cortile pen- ci, la Presentazione di Gesù al

sile hanno pure marmi; nella se- tempio Bartolomeo da s.


di fr.

conda branca è il bassorilievo di Marco, la Sibilla Persica del Guer-

Mezio Curzio che s' impaluda, e cino, la Maddalena del Tintoretto,


l'iscrizione del carroccio de'milane- la sacra Famiglia del Garofalo: di

si da Federico li donato ai ro- questa il direttore egregio Tofanel-


mani. Al seguente ripiano sonovi li encomiato, fece mirabile copia
avanzi dell'arco di Portogallo det- che per la precisione dell'esecuzio-
to di Tripoli, ed un monumento ne e tono delle tinte contrasta l'in-
riguardante i Fedeli di Campido- denlicità coll'originale, onde reputò
glio [f^edi). Entrando nell'apparta- meritevole offrirla a Gregorio f, XV
mento de' conservatori, già indica- che dopo averla assai gradila me
to a Campidoglio, si vedono pittu- ne fece onorevole donativo, e ne
re a fresco, marmi e bronzi pre- sono felice possessore. Vi sono an-
giatissimi, essendovi egualmente pit- cora la Sibilla Cumana del Dome-
ture e statue nella camera della nichino, l'Erminia di Lanfranco,
cappella, la quale è ornata di bei la Maddalena di Guido, il trionfo
dipinti : il Bambino
Vergine colla di Flora uno de'capi d'opera di Pous-
a fresco è di Pinturicchio il qua- ; sin, Gio. Battista del Guer-
il s.

dro dell'altare fu colorito da Avan- cino, la Maddalena dell' Albano, il


zino Nucci, che vi rappresentò la trionfo di Bacco di Pietro da Cor-
Madonna col Bambino, ed i ss. tona, Archimede di Polidoro da
Pietro e Paolo; del Romanelli so- Caravaggio, Romolo e Remo al-
no i quadri de' ss. Eustachio, Ce- lattati dalla lupa di Rubens, s.

cilia, Alessio e b. Lodovica Alber- Sebastiano di Gio. Bellini, la di-


toni tutti romani ; di Michelangelo sputa di s. Caterina del Vasiiri, la
da Caravaggio i quattro Evange- Madonna del Francia. Nella secon-
listi; le altre pitture appartengono da sala ricorderemo solo la disce-
alla scuola dei Caracci. Sortendo sa dello Spirito Santo di Paolo
dall' appartamento de' conservatori Veronese, l'adorazione de' Magi di
si trovano le stanze de'loro fasti Garofalo, due paesi di Claudio, la
moderni o cataloghi de'couservato- Coronazione di spine del Tinto-
ri stessi. retto, s. Gio. Evangelista di Cara-
La galleria formata di due gran- vaggio, r Exce homo del Barocci,
di sale, rinchiude una bella colle- Gesù cou l'adultera del Tiziano,
zione di quadri, raccolta da Bene- Dario Alessandro di
disfatto da
detto XIV nell'anno 1749, il busto Pietro da Cortona, Giuditta di Giu-
del quale si presenta pel prinio, lio romano, s. Petronilla del Guer-
indi quello di Pio VII pei cambia- cino, la cui copia è in musaico
Dienti e restanti fatti. Noteremo nella basilica VaticaiHi; il battesi-
soltanto i più classici quadri. Nel- mo di Gesù del Tiziano, la Zin-
86 MUS WUS
gara di Michelangelo da Caravag- ma camere erano otto ridotte a
le
gio, Maria Vergine di Pietro pe- sette quando Leone Xll ri unì due
rugino, s. Sebaflliano di Lodovico sale [)er mezzo d'un arco sostenu-
Caracci, la Cleopatra di Guercino, to da due colonne di cipollino,
Diana del cav. d'Arpiuo, Gesù che d'ordine dorico greco, afUtichè que-
caccia i \ienditori dal tempio del sto locale fosse più decoroso e
Bassano, Sebastiano di Gui-
il s. adattato per l'uso dell'Arcadia. Nel-
do, di cui posseggo una bella copia la prima sala in una gran lastra
di Belisario Sillaui egregio giovane di n)armo è scolpito il decreto del-
di lusinghiere speranze; due quadri l' erezione della protomoteca, che
lappresentauti quattro ritratti di viene destinata in appresso a per-
Vandych, la s. caduta
Paolo di petuare la memoria de' soli grandi
dello Scarsellino, Barbara di la s. italiani, devono ser-
e le leggi che
Annibale Caracci o del Domenichi- vir di norma aHaminissione de'ri-
iio, il ratto d'Europa di Paolo Ve- tralti, esclusi quelli de'vi venti, ed
ronese, Maria Vergine e s. Anna alla loro custodia che dipende dal
parimenti di Paolo Veronese, Vi senato: alle quali leggi Gregorio
era ancora un gabinetto riservato XVI aggiunse quella, che non vi
di quadri rap[)resentanli soggetti si potesse porre alcuna immagine,
poco decenti, fra' quali primeggia- se non fossero decorsi quarant' an-
vano la bella pittura della Vanità ni didla morie di colui del quale
di Tiziano, la Bersabea e le tre si voleva illustrare la ricordanza;
Grazie di Palma il giovine, con legge savissima che togliendo ogni
altri quadri osceni donati da Gre- personale gara od esagerato af-
gorio XVI all'accademia di s. Lu- fetto, lascia al vero merito il pre-
ca per custodirsi con maggiore l'i- mio , di cui il solo tempo è
servatezza; mentre 1' Arianna e imparziale giudice. Le leggi tra-
Bacco di Guido, con altri quadri dotte in italiano le riporta il To-
li fece trasportare alla galleria La- fatielli a pag. 98 e 99 delle edi-
teranense. Benemerito ispettore del- zioni: i nomi de'ritralti che distin-
la galleria è il commendatore Fi- gueremo in carattere corsivOjServino
lippo Agricola. per indicare che furono fitti a spese
La protomoteca Capitolina con- del marchese Canova celebre scullore
tiene come dicemmo ritratti in i e principe perpetuo dell' accademia
marmo degli uomini illustri, dopo il di s. Luca, mentre gli altri li no-
trasferimento di quelli ch'erano al minerò, e di quelli che non potei
l'antheon ove (come praticasi a conoscere vi supplirò col dichiarar-
Firenze nella •
chiesa di s. Croce) ne gli scultori. In quesla ed al-

s'incominciarono a collocare dal tre sale si riunirono i litralti degli


1 520, cioè dalla morte del sommo stranièri ch'erano al Pantheon, ma
Balfaello da Urbino, e si compone che si contano come italiani, aven-
di sette sale terrene, situate nel do passata la maggior parte della
detto palazzo de' conservatori : le loro vita sotto il fecondo cielo d'I-
descrissero con diverso ordine il talia. Nella prima sala adunque vi
Wdjby, il TofhiicUi ed il Melchior- sono i busti: i. Giuseppe Suée pitto-
fi ; quanto all'ordine seguiremo il re francese. 1. Nicolò Poussin pittore
Tofaiielii come il più esalto. Pri- francese, collocatovi dal cav. d'A-

I
MUS MUS 87
giticourt. 3. Baffaele Meiigs pitto- ne XIT, scolpilo da Antonio d'Esle
re Lteiìio, collocatovi dal niaith. con lapide onoraria, il tutto per
Azera. 4- Giovanni Winckelmann riconoscenza degli arcadi cui avea
archeologo di Biandtbuigo^ a spe- concesso il locale per uso delle lo-
se del consigliere ReilTenslein. 5. ro solenni adunanze. i\. Tiziano
Angelica Raiiffman pittrice di Coi- Vecellio pittore veneziano, scolpito
rà, per cura de'suoi eredi. Voglia- da Alessandro d'Este. i5. Dante
mo notare ad onore di Roma, che Alighieri poeta autore
fiorentino,
ivi già da più secoli si conserva- dellaDivina Commedia. 16. Miche-
vano le immagini de'personaggi il- langelo Bnonarroli pittore, sculto-
lustri, ne'nuisei, nelle gallerie, nei re e architetto fiorentino. 17. Lo-
palazzi, ne' tempJi e ne'claustri, con dovico Ariosto da Reggio di Mo-
pregiate raccolte di esse. Nella «fcon- dena e ferrarese poeta, scolpilo
.

da sala principia la collezione degli da Carlo Finelli a spese di Cano-


uomini illustri italiani, che si di- va, al dire di Nibby. 18. Benve-
stinsero nella musica e nelle armi nuto Cellini fiorentino, scultore,
nei secoli XVIl al XIX. 6. Gio. intagliatore e orafo , scolpito da
Pier Luigi
da Palestrina principe Vincenzo Gaiassi. ig. Raffaele San-
della musica ecclesiastica, collocato zio da Urbino pittore e architetto,
a spese di Federico Guglielmo IV a spese di Carlo Maratta. 20. An-
re di Prussia, per cura del comm. tonio Canova di Possagno ristora-
Spontini, scolpito da WollF. 7. An- tore della scoltura, gran fautore del-
tonio Maria Gaspare Sacchioi na- le belle arti, che pel primo concepì
poletano, maestro di musica, per il pensiere di onorare gl'illustri ita-
cura di Antonio Berto Desfebues liani con erme e busti, moltissi-
Danneiy. 8. Arcangelo Gorelli di mi facendone scolpire a sue spe-
Fusiguano in Romagna, maestro di se, come si è detto: Pio VII lo
musica e professore di violino, a fece marchese d'Ischia, lo aggregò
spese del cardinal Pietro Oltoboni. alla nobiltà romana, ed in morte
9, Domenico Cimarosa napoletano, gli ordinò solenni funerali che su-
maestro di musica, a spese del car- perarono quelli fatti a Radaello :

dinal Consalvi. IO. Benedetto Mar- quest'erma fu scolpita dal cav. Cin-
cello patrizio veneto, maestro di cinnato Baruzzi, copiando quella
musica, scolpito da Domenico Ma- che Canova fece di sé stesso. 21.
nera Canova come si legge sull'er- Andrea Palladio architetto vicen-
ma slessa: negli altri pure da lui tino. 22. Torquato Tasso di Sor-
scolpiti non si vede però il cogno- rento poeta epico. 28. Antonio Al-
me Canova, forse inibitogli dal legri da Coreggio pittore, scolpito
marchese Canova a scanso di equi- da Filippo Albacini. 24. Vittoria
voci, ma solo Donjenico Manera Colonna romana, nata in Marino,
di Asolo. II. Giovanni Paisiello marchesa di Pescara, letterata e
di
Taranto, maestro di musica, a spe- poetessa, scolpito da Pietro Galli :

.se della sorella Maria. 12. Nicolò l'erezione del busto fu fatta ad i-
Zingarelli, maestro di musica napo- slanza del principe d. Alessandro Tor-
letano, posto da Domenico Scattel- lonia e principessa d. Tere-
della
li. Tci-za sala, belle arti, oratori, sa Colonna sua consorte, per cui
poeti, scientifici e Jellerali. i3. Leo- il magistrato romano richiese il
88 MUS MUS
voto ddl' accademia d'Arcadia, co- bo genovese, scuopritore del nuo-
ma area praticato pei busti iimal- vo mondo. Sy. Lodovico Antonio
iati ai Bartoli ed al Cesari. Il eh, Muratori da Vignola letterato, ,

cav. FrancescoMontani nel Fabi eretto da Canova, come affermano


1
845 col n. 4o del Diario di Ro- Nibby ed il marchese Melchiorri.
ma, e col n. 22 deli' Jlbum, cele- 38. Pietro Vannucci di Città della
brò l'inaugurazione solenne che Pieve detto il Perugino, pittore,
1 Arcadia fece di tale erma, con scolpito da Raimondo Trentanove.
discorso del comm. Visconti, e par- Quarta sala, belle arti, secoli XIII,
lò della gran medaglia fatta conia- XIV, XV e XVI. 39. Pio VII
re a Vittoria dal nominato princi- fondatore della protomoteca, scol-
pe, e della nobile edizione con cui pito da Canova, con lapide ono-
questi fece riprodurre le rime del- raria. 4o- Filippo Brunelleschi ar-
donna, al modo detto nel
l'illustre chitetto fiorentino, primo l'istorato-
voi. XLIII, p. 48 del Dizionario. re dell' architettura dopo gli anti-
25. Francesco de Marchi bologne- chi greci e romani, scolpito d'Ales-
se, architetlo militare, scolpito da sandro d' Este. 4i- Paolo Caliari
Leandro Ciglioschi, d'ordine di Ca- Veronese pittore ^-ì. Leonardo .

nova seconda Nibby. 26. France- da Finci pittore fiorentino. ^Z.


sco Petrarca aretino, poeta e re- Bramante Lazzari d'Urbino archi-
stauratore della letteratura italiana. tetto, inventore del buttare le vol-

27. Tommaso di s. Giovanni det- te di getto e lo stucco che aveva-


to Massaccio, pittore fiorentino.
il no avuto gli antichi. 44- Giulio
28. Girolamo
Tiraboschi gesuita Pippi Romano pittore e architet-
bergamasco, letterato. 29. Beato to. 4'^- Michele Sanmichiell vero-

Gio. Angelico da Fiesole pittore nese, architetto massime nell'archi-


domenicano. 3o. Donato Bardi del- tettura militare. 46. Flaminio Vac-
tp Donatello, scultore fiorentino, ca scultore romano e antiquario,
scolpilo da Giovanni Ceccarini. 3i. eretto da'suoi ammiratori. 47- Pie-
Gio. Battista Morgagni anatomico rino Buonaccorsi detto del Faga,
forlivese, a spese Domenico Man-
di pittore fiorentino, a spese de' con-
zoni forlivese. 32. Andrea Manie- giunti. 48- Taddeo Zuccari pitto-
gna, pittore mantovano, inventore re di Angelo in Vado, per cura
s.

degli scorci aldi sotto in su. 33. Giot- di suo fratello Federico. 49- ^^i-
to di Bandone, pittore , scultore e toloraeo Baronino architetto, a spe-
architetlo fiorentino, chiamato disce- se de' suoi fratelli. 5o. Nicolò da
polo della natura. 34- Aldo Pio Ma- Pisa, scultore e architetto, il pri-
nuzio romano, originario di Bassa- mo che nella scoltura seguì gli

no di Scrmoneta, letterato e stam- antichi greci, lasciando il goffo e


patore, a spese del cav. Filippo de il gotico. 5r. Andiea Orcagna. pit-
Romanis, e fu il primo ritratto tore, scultore e architetto fiorenti-
collocato in questa protomoteca nel no, che pel primo nell'archilettura
1821 colle debite formalità. 35. levò l'uso dell'arco acuto detto go-
Galileo Galilei, inatemalico, astro- tico, e vi sosti Luì il rotondo, scolpito
nomo e filosofo fiorentino, a spe- dal cav. Massimiliano Laboureur. 52.
se del Canova, secondo il march. Lorenzo Ghiberti fiorentino, scultore
Melchior ri. 36, Cristoforo Coloni- e pittore, scolpiloda Carlo Finel-
,

MUS MUS 89
)i. 53. Fr. Bartolomeo da s. Mar- pografu, a spese di Margherita dal-
co domenicano, pittore fiorenlino. l'Aglio sua vedova. 75. Gio. Gior-
54- Luca Signorelli da Cortona gio Trissiuo poeta vicentino, per
pittore. 55. Andrea Fannucchi cura de'conti Trissino. 76. Fitlorio
detto del Sarto, pittore fiorentino. Alfieri d' Asti poeta tragico. 77.
56. Benvenuto Tisi detto Garofa- Carlo Goldoni veneziano, ristora-
lo, pittore ferrarese. 57. Domenico tore della commedia italiana.
78.
Corradi de Bigordi detto il Glu'r- Annibale Caro di Civilanova poeta,
landaio, pittore fiorentino. 58. Gio- a spese della duchessa Elisabetta
vanni Nanni da Udine pittore. 59. Dewonskire. 79. Daniele Bartoli
Marc' Antonio Raimondi bolognese ferrarese gesuita, scrittore, scolpito
incisore. 60. Polidoro Caldara da da Giuseppe Barba. 80. Gio. Bat-
Caravaggio, pittore. 61. Sebastiano tista Beccaria delle scuole pie di
Luciani dello frate del piombo, pit- Mondovi, scrittore e fisico, scolpi-
tore veneziano. Quinta sala, belle to da Giuseppe Bogliani. 81. Ales-
arti,secoli XVI, XVII, XVllI e sandro Verri scrittore milanese, a
XIX. 62. Annibale Caracci pittore spese del nipote Gabriele e della
bolognese, a spese di Carlo Marat- cognata Vincenza Melzi. 82. An-
ta. 63. Marco Benefial pittore ro- tonio Cesari di Verona filippiao,
mano, per cura de'suoi estimatori. uno de' primi restauratori dell'elo-
64. Camillo Rusconi scultore mila- quenza italiana^ scolpito dal cav.
nese, scolpito, a spese del discepolo Giuseppe de Fabris autore di al*
Giuseppe Rusconi. 65. Pietro Brac- tre erme di questa protomoteca,
ci scultore romano, per cura del come del Trissino e del monu-
figlio Virginio. 66. Giovanni Pi- mento di Canova. 83. Angelo Giu-
kler romano, intagliatore in pietre seppe di Saluzzo conte di Menusi-
dure, a spese delia figlia Teresa glio, fondatore dell'accademia reale
Monti. 67. Gaetano Rapini bolo- di scienze in Torino, autore d'ope-
gnese, ingegnere idraulico, per cura re, primo discoprilore della forza
del figlio Francesco. 68. Domenico a vapore, scolpilo dal Bogliani.
Zampieri, detto il Domenichino, Settima sala dedicata alle armi, e
pittore bolognese. 69. Pietro Be- vi è un monumento onorario eret-
reltini da Cortona pittore, a spe- to a Canova da Leone XII, inven-
se del cav. Domenico Venuti. 70. tato e scolpito dal cav. de Fabris,
Gio. Battista Piranesi da Maiano, Si vede in questo monumento la
architetto e incisore. 71. Raffaele stalua di Canova mezza nuda, in
Slern romano, architetto de'palazzi grandezza naturale , coricato nei
apostolici, musei e gallerie ponti- tempo che si riposa dal suo lavo-
ficie, scolpito da Alessandro d'Este. ro, un'erma di Pal-
consistente in
Sesia sala, oratori, poeti, scientifi- lade. Questa statua posa sopra un
ci e letterati de'secoli XV al XIX gran basamento nel quale sono
inclusive. 72. Pietro Metastasio rappresentate in basso rilievo tre
poeta drammatico romano, a spese arti, la Pittura, la Scoltura e l'Ar-
del cardinal Pùrainaldi. 73. Ridol- chitettura, coi loro particolari at-
fino Venuti cortonese archeologo tributi. Termina gruppo col ge-
il

a spese del nipote Domenico. 74- nio ch'è assiso vicino ad esse, te-
^io. Battista Bodoui di Saluuo li- nendo nelle maui uua hra culle
90 MUS MUS
corde rotte. Lo scultore volle cos*i da coloro che le possedevano, e di

esprimere, dopo la morte di


che intraprendere degli scavi ne' luoghi
CanoTa le tre arti hanno perduto o[)p()rluni per trovarne delle altre.
la loro armonia. 84 Emtnaimele Il Visconti con amore e prontezza
Filiberto duca di Savoia celebre si occupò dell'una e dell'altra com-
capitano, scolpito da Luigi Cauda. missione con tanta felicità, che iu
Museo Faticano. Dell' augusto breve furono messi insieme moltis-
luogo che lo contiene, famoso in simi oggetti cospicui. Ciò fatto, con-
tutto il mondo per memorie eccle- veniva trovare un luogo nel Vali-
siastiche parleremo a Fa-
e civili, cano ove collocare que' preziosi
ticano i^Fedi), ed a Palazzo apo' monumenti, avuti per compera, o
slolico Faticano (^Fedi), emporio a gran fortuna trovati scavando. 11

di magnificenze antiche e moderne, Braschi propose all'uopo il [ìiccolo


residenza principale de'sommiPon* appartamento d'Innocenzo Vili, di
lefici, glorioso per un complesso di cui parlammo nel voi. IX, p. i55
idti pregi, sontuosa sede delle ar- del Diztonarioj e fu a ciò indotto
ti e scienze. Parlando del museo perchè prossimo a dello apparta-
Capitolino abbiamo detto come s. mento trovavasi il cortile chiama-
Pio V vi fece trasportare tnolte to delle staine, ove da qualche tem-
delle statue ch'erano nel palazzo po SI custodivano il Laocoonle,
Vaticano : prima del pontificato di l'Apollo e il pieteso Antinoo. Cle-
Clemente XIV i pochi lavori clas- mente XIV approvò il progetto,
sici di antica scollura ch'eranvi re- j)er cui M diede mano a mut.\r
stati stavano collocati sparsamente l'appartamento d'Innocenzo Vili
nelle stanze e nel cortiletto detto in una gran galleria divisa in pa-
di Belvedere. Quel Papa appena recchie arcate, con pavimento di fi-
nel 17(59 ascese sulla cattedra di ni marmi arabescati, circondando
s. Pietro, entrò in peusiere di rac- di portici il nominato cortile, ac-
cogliere dovunque le opere di an- ciocché quella acquistasse un aspet-
tica scultura, comperandole da chi to di maggior imponenza ed am-
le possedeva, a fine di collocarle as- piezza. Compiuto il lavoro, il mu-
sieuìe all'altre nelCampidoglio. E- seo venne aperto, e gli si diede il

ra allora tesoriere Angelo Bj-asclii, nome di Cltnientino per grata me-


che inlerrogato tlal Papa intorno moria al Pontefice fondatore. So-
al suo divisamento, non solo il pre- pra la porla anteriore fuvvi collo-
lato lo incoraggi a metterlo ad ef- cata corrispondente iscrizione e l'an-
fetto, ma gli propose ancora di far no 1772. Fu anche coniata la me-
erigere un nuovo museo , in luo- daglia in cui la figura della Libe-
go di collocare le acquietate opere ralità pontificia addita il museo
in Campidoglio. A Clemente XIV dementino : vi sono i candelabri
piacque oltremodo il consiglio, e Barberini, e vari altri antichi mo-
quindi si diedero solleciti ordini numenti acquistati da Clemente
per r adunamenlo degli oggetti, e XIV, e l'epigrafe Liheralìtate sua:
monsignor Braschi diede il carico Novuni Falicani decus. Nel 1773
al dottissimo Gio. Battista Viscon- il Braschi fu creato cardinale, tal-
ti, commissario delle antichità, di ché per poco dovette egli distrarre
acquistare opere di aulica scuUura le sue cure dalle cose del nuovo
MUS MUS 91
museo, ohe per altro progredirono magnifica scala alla celeberrima Bi-
in bene, mercè del buoQ volere di blioteca Faticarla [Fedi) ; ed an-
Clemeute XIV e della diligenza e che perciò il museo venne appella-
6ludio del nuovo tesoriere Gugiiei- lo PioCletnentino : concorsero a
! DiO Pallotta. Morto il Papa nel secondare l'animo grande di Pio
I settembre J774> s'' successe nel VI, il lodato Visconti, lo scultore
febbraio 1775 il Braschi col nome Sibilla, ed altri artisti ed antiqua-
di Pio VI. Egli allora potendo più ri. In detta biblioteca aumentò il

lìberamente seguir gi' impulsi delia museo sacro, e la rara collezione


sua magiianioiità e genio per le delle medaglie , cammei, gemme
I

! arti belle, si volse con amor som- ed altre rarissime pietre incise. In-
mo al prosperamento del museo, oltre volle Pio VI che non \i

che oltre all'aver contribuito alla mancassero opere in fatto di .pittu-


!ia origine, ebbe il vanto di au- ra insigni, ed a tal uopo fece ri-
iiieutarue immensamente gli edifi- durre a pinacoteca il locale della
2Ì e gli ornamenti, onile si rese de- loggia scoperta, che serviva di co-
-
gno della perenne riconoscenza dei municazione dalla gallei ia delle car-
posteri, ed accrebbe lustro a Pio- te geografiche al museo, per la con-
it'a e al Vaticano. Questa meravi- tigua de'candelabri sopra la biblio-
yliùsa collezione dei tesori antichi teca Vaticana, e fattala ricoprire
dell'arte, supera quanto ne rifeii- con volta a botte, ne commise
->e la fama e che ne imm.igina la l'ornamento a chiaro-scuro ai va-
iitasia, corrispondendo 1' armonia lenti artisti Bernardino JN'occhi, Do-
iK Uampiezza e nubiità de'Iocali, ai menico del Frate, ed Antonio Ma-
capolavori e monumenti prezio»i che rini ; i due primi vi dipinsero al-
[
contiene. legoricamente le virtuose azioni del
Pio VI alacremente fece prose- Pontefice, espresse in soggetti sto-
guire gli scavi, del risultato dc'qiiali rici de'liatli luminosi de'più degni
[)ailammo in diversi luoghi, come imperatori romani ; il terzo vi di-
il Faleria del Piceno, e spenden- pinse gli arabeschi e gli ornati.
do forti SOR) me di denaro per la Ma i principali de' molti celebri
compera di altri oggetti a quaiuu- dipinti che vi racchiuse, nelle fa-
(pie prezzo e con discernimento, a- tali vicende degli ultimi anni del
vendo intrapreso scavi anco [lartico- passalo secolo, furono trasportati al
lari, molli de'quali furono lèraci di di là delle Alpi ; riordinato poi lo
scelli monumenti importanti per stato politico d'Europa, furono re-
l'aite, per le scienze e per l'erudi- stituiti tali dipinti a Roma, e col-
zione. Siccome però il locale ov'e- locali in varie altre parti del Va-
ra stato eretto il museo non cor- ticano. Questa gallerìa ora è il lo-
risjujMtleva alle vjiste sue mire, co- cale ove sono gli arazzi.
si egli con architettura di IMiche- 11 generoso Pontefice ad onta delle

langelo Simonctti volle che s'innal- altre sue dispendiosissime intraprese,


zasse un grandioso edifizio, esteso finché potè non tralasciò lo splendido
lino alla biblioteca, due son-
cioè incremento del muieo, CQn acquista-
tuosi bracci, i quali andando a ter- re statue, bassorilievi, vasi, urne,
minare in un nobile atrio di for- busti, iscrizioni, pitture, senìpre as-
ma rotonda, si potesse passare per sistito da Gio. Ballista Visconti,
92 MUS MUS
morto il quale nel 1784, Pio VI turbarono il fìne del suo pontifi*
gli sostituì il primogenito celebre cato, che gli costarono esilio e ti-
Ennio Quirino, direttore del mu- ta, avendo anche ingrandito il mu-
seo Capitolino ed autore della clas- seo Kirckeriano del Collegio roma-
sica opera: // museo PioClctni'U' no {f^edi)^ come fu benemerito di
tino, Roma 178?., 1
7«S4, 17^*^) quelli dell'Ospedale di s. Spirito
1790, 1792, 1790, poiché in cia- in Sassia (^Fedi), i quali sono l'a-

scuno di detti anni fu pidjblicato natomico e quello di storia natu-


un tomo, sebbene il frontespizio rale. Nel 179^ in conseguenza del-
del primo porti il nome di suo padre la rivoluzione francese, fu d\iopo
Gio. Battista, benché quasi intera- a Pio VI rivolgere le sue cure a
mente scritto da Ennio, come at- munirsi di difesa, dalla progettata
testa il Cancellieri nelle Dissert. invasione dell'Italia, quando per gli

sopra i Discoboli, ove parla delle scavi eseguiti nell'antico Gahio[Fedi)


opere d'ambedue. Anche nelle mi- poteva far nuovi acquisti di belle
nori edizioni che ne furono fatte antichità. Effettuando i repubblica-
il titolo è: Gio. Battista Visconti ,
ni francesi l'invasione, obbligarono
// musco Pio • Clcinenlino illustra- nel 1796 il Papa per l'armistizio
to e con rami. Posseggo
descritto di Bologna ad umilianti e dure
l'edizione di Milano 1818-1822 condizioni, fra le quali di conse-
in sette tomi, che con l'iconografìa gnare cento pezzi di pittura e scol-
romana e greca di Ennio, ricevet- tura, i più belli, famosi e rari del-
ti in onorevole donativo dal suo l'antichità greca e romana. Tutta-
degno nipote commendatore Pietro volta non volendo il direttorio di
Ercole Visconti attuale commissa- Parigi ratificare l'armistizio, la con-
rio delle antichitÌA, autore di ope* segna degli oggetti non ebbe luo-
re applaudile, profondo archeologo go ; ma nel 797 pel trattato di
1

romano. Abbiamo la raccolta di pace di Tolentino, oltre la cessio-


tutte le più belle statue del mu- ne di gran parte de' suoi domini!.
seo Vaticano acquistate dal 1800 Pio VI soggiacque alla sommini-
lino al presente, illustrate dal eh. strazione de' quadri, statue e codi-
Wibby, opera che serve di conti- ci fissata nell'accordo di Bologna.
nuazione a quella preziosa di En- Non pertanto nel 1798 coli' occu-
nioQuiriiio Visconti. Nel 1787, di- pazione di Roma avendo i france-
ce il Novaes, si apri all'ammira- si compita quella dell^ intero stato
zione del pubblico la nuova ma- pontificio, strapparono dalla sua
gnilìca fabbrica del museo Pio-Clc- sede il glorioso Pio VI che morì
mentino, coi monumenti dell' arte in Francia. Appena i francesi pose-
in elegantesimmetria disposti. Con- ro piede in Roma, siigillarono le

tinuò Pio VI l'incremento splen- porte de' musei e gallerie , tutto


dido del museo, e l' accurato re- confiscando a favore della repub-
stauro dei marmi antichi che ne blica francese.
abbisognavano, accrescendo altresì Pio VII dopo aver anch' egli
la galleria .Vaticana delle [)i!ture : sofferto gravissimi mali, fra'quali la
l'avrebbe ulteriormente arricchito, prigionìa in terre straniere, tornato
e molto di più avrebbe operato al suo seggio in Roma nel 18 14)
senza le desolantissime viceu<le che si applicò tosto del museo, che da
MUS MUS 93
jiii Tenne ampliato di mollo con Caslelreagh ministro plenipotenzia-
architetture di Rafiaele Stern, dan- rio inglese. Alla fine fu concesso
dosi a questo il titolo di Museo anche all'incaricato pontificio quel-
Chiaramonli : i luonumenti furono la facoltà che alle altre nazioni era
collocati sotto la direzione di An- stata giustamente concessa, poiché i

tonio Canova. L' anteriore disegno monumenti d'arte loro tolti, in Pa-
era dell'architetto Palazzi, cui fu rigi rimembravano al re le calami-

preferito nel iSry quello delio tà sofferte dalla sua illustre casa.
;

I
Stern, come più vasto, e per sua Per altro Canova non abusò del-

I
morte 1' edifizio fu condotto a per- l'ottenuto successo ; fece bensì dal
fezione da Pasquale Belli architetto museo e dagli altri pubblici edifi-
de'musei e gallerie pontificie. Prima lì asportare opere egregie di scol-
le

però il Papa si adoperò energicamen- tura e pittura, ma insieme sapen-


te pel ricuperamento de' monumenti do quali fossero le benigne inten-
delie l)elle arti, e de'capolavori di zioni di Pio VII, troppo alieno dal
cui i francesi aveano spogliato i voler contristare l'animo di Luigi
musei di Pioma, affidandone l'inca- XVin, rilasciò a Parigi vari capi
rico ad Antonio Canova, pel suo d'arte che adornavano il real pa-
genio artistico riverito da tutta Eu- lazzo, od erano pubblicamente es-
ropa, il quale nell'agosto i8i4si posti nelle chiese, temperando con
condusse perciò a Parigi, col fra- questo dono prudente l'amarezza
tello monsignor Giambat-
uterino della Francia nella perdita di tanti
tista ora vescovo di Ulindo ^Fedi). insigni monumenti, a'quali giustamen-
Canova negoziò la restituzione col te applicava sì gran prezzo. Kè deve
duca di Richelieu ministro di Lui- tacersi che il governo inglese poi-
gi X\I1I, che gli negò il diritto di ché vide dal consenso de' sovrani
reclamare, perchè i monumenti era- alleati fermata la restituzione dei
no stati alla Francia ceduti in vi- monumenti delle belle arti anche
gore del trattato di Tolentino. Al- pel Pontefice, aggiunse un atto d'in-
lora il grand'uomo scrisse energi- aspettata beneficenza, volendo che
che note nelle quali dimostrò : il trasporto a Roma si facesse a
»> the non si chiedeva di donare, ma spese del suo tesoro, assegnando al
di restituire, e che se vivea pure Canova centomila franchi, e quando
ne'petti senso di moralità e di giu- questi andò a Londra, affine di
stizia, sarebbe creduto solo un alto ringraziare per tanto benefizio, il

(li dovere questa restituzione . . . principe reggente assegnò la som-


11 santo Padre non reclamare que- ma di altri centomila franchi, per-
ste cose solamente pei romani, ma chè i monumenti fossero degna-
pel vantaggio di tutte le nazioni mente collocati nel museo romano.
incivilite d'Europa. Le nobili arti L' Italia e Roma provò la più vi-
non possono assolutamente prospe- va gioia pel ritorno di tanti pre-
rare the in mezzo ad una popola- ziosi modelli, pe'quali le pareva di
zione pacifica, moderata, contenuta, essere rinata all'antica sua gloria.
e sotto un cielo puro, e un clima Grandissimi encomi s'ebbe il Ca-
dolce e benigno ". Per far valere nova, e Pio VII lo fece ascrivete
qtiesteed altie ragioni ritrovò Ca- nel libro d' oro di Campidoglio, lo
Hota il possente appoggio di lord dichiarò marchese d'Ischia, e gli
94 MUS MUS
nssegnò nnnui scudi tremila, olio corridore Bramante.
di Il museo
Canova impiegò per incoraggile i Pio-Clemenlino illustrato da Gio.
giovani artisti ; ed in tal guisa la Battista e daEnnio Quuino Vis-
ricuperazione de'inonumenli romani conti,ebbe la continuazione sotto
fu incitamento di tante generose a- Pio VII da Filippo Aurelio Vis-
zioni. Della ricupera degli archivi, conti commissario delle antichità,
codici, arazzi ed ahri oggetti, tenni figlio del primo e fratello del se-
proposilo nel voi. 11, p.287, 288; V, condo, e da Giuseppe Antonio Guat-
p. 111', IX, p. 5r ; XXXllI, p. tani, i quali illustrarono il museo
2 33 del Dizionario : a Medaglie Chiaramontij pubblicandone il pi'i-

roKTiFiciE parlai delle collezioni di mo vc)lume, col metodo e sesto


medaglie, monete e gemme involate degli antecedenti. Gregoiio XVI
dai francesi e perdute. Il gruppo conoscendo la molta utilità che
famoso del Laocoonte essendo tor- sarebbe derivata alle scienze ed al-
nato in Roma con altri monumen- le arti mercè
proseguimento di il

ti, .si vede inciso in una medaglia sì bella impiesa, dopo avere richia-
coniata coli' epigrafe Rlomimento- : malo all'antico splendore il grande
min veteium restitutori, ncll' anno stabilimento della calcografia came-
XV III del pontificato di Pio VII. rale, coir intendimento di giovare
Nell'anno XXI lì si coniò quella alla classe degli artisti, fece dise-
pel nuovo braccio del museo eret- gnare e incidere una scelta quan-
to da Pio VII, colla legg'enda: No' tità di monumenti inediti del mu-
vnrn Muxeuni Piani A . D . seo Chiaramonti, onde forniti di
lìIDCCCXXIT. erudite illustrazioni del celebre ar-
I! museo Chiaramonti incomincia cheologo Antonio INibby, nel 1887
dal cancello posto nel mezzo del fece pubblicare il secondo volume
gran corridore detto di Bramante, per del Museo Chiaramonti, che riuscì
essere lavoro di cpiel sommo architet- di quel pregio che si legge nel n.
to, edificato sotto Giulio li. JNel me- 40 del Diario di Rema r837.
<lesimo Pio VII, come meglio dire- Quindi nel i843 venne pubblicalo
mo, molte e grandi Ope-
fece collocare il terzo volume sotto medesimi i

re di antica scoltura, con accresci- auspicii di Gregorio XVI, con che


mento di lustro al museo Vaticano, possono dirsi pubblicati i principa-
ed utilità degli artisti, degli archeolo- li monumenti del museo Chiara-
gi e di tutti gli amatori del hello; né monti, ai quali furono aggiunti i

poteva certamente idearsi un ingran- monumenti Amaranziani che fanno


dimento più superbo di questo, per anche parte del museo Vaticano :

dar nobile e conveniente accesso- eccone il titolo: Museo Chiaramon-


rio al museo
PioCleoientino, il ti agfiiitnto al Pio-Clemenlino, con
quale maestà delle sale vede
alla la drchiarazione. di Antonio Nib-
precedeie questo grandioso en)p()rio hy^ ed monumenti Amaranziani ^S
i

di bellissimi marmi scolpiti. Pio descritti da Luigi Biondi, tomo m


VII avea in mente questa magni- terzo. Ne descrive pregi il n. i

fica opera fino dal 1806, e venen- 29 delle Notizie del giorno i843.
do interrotto dalle sopravvenute I delti moniuncnti Amaranziani fu-

pubbliche calamità, l'elfctluò poscin rono così delti dall' averli la dii

dopo aver decoralo il detto vasto chessa del Chiablese o Chablais

4
MUS MUS 95
Marianna di Savoia rinvenuti nel dri entrano fra le cose sagre e
5U0 lenimento, ora del principe Co- sante, irremovibili dalle chiese an-
lino Conti, di Toruarancia o Tor- che dai patroni di esse o delle
iiia rancia fuori di porla s. Seba- cappelle cui appartenevano. Pre-
stiano, di cui tratta il Psibby, Ana- valse il giudizio del rinomato avv.
lisi de' dinlorni di Roma l. in, p. Bartolucci, che i nostri gito dri e-
2 36 : i monumenti dunque Aaia- rano stati donali e restituiù per-
ranziani rappresentanti principal- sonalmente a sua Santità, la qua-
mente soggetti bacchici, furono co- le era padrona di disporne a suo

si detti da Aìnaranlhus cognome piacere, essendo siali perduti per


antico del luogo, già villa insigne, la cessione fattane nel 1797 col
edificata a' tempi di Comodo tòrse franato di Tolentino. Laonde i qua-
da ]Numisia Procula, donde derivò dri furono disposti con ogni dili-
il nome moderno di Marancio o genza dal valentissimo pittore ba-
Karaacio. Morta la duchessa nel rone Vincenzo Camuccini. Da prin-
1823, monumenti li lasciò al go-
i cipio si diede ad essi degno luogo nel-
verno pontillcio, il quale li collocò le sale nobilissime dell' appartamen-

in una camera appartata del mu- to Borgia costruito da Alessandro


seo Vaticano. VI, dipinte dal Pinturicchio, che
Pio VII acquistò il museo sacro terminò i suoi lavori sotto Leone
dell' avv. Agostino Mariotti, ed in X, col nome del quale chiamasi la
parie l'unì alla biblioteca Vatica- sala principale, perchè la fece de-
na : adornando la casa del Ma- corare di pitture di Giovanni dii
riotti gli oggelti di tal pregevo- Udine e Pieiino del Vaga, sotto
lissimo museo, egli ne fece di suo la direzione di Raffaello: ne daremo

pugno rinvenlario, ed ivi descrisse un cenno. La prima di Leone X,


pme tutti i rari cimelii che tro- già chiamata de* Pontefici pei loro
vansi ora aggiunti al museo di iJe- fatti che ivi erano espressi, ora non
nedello XIV nella stessa biblioteca. rimanendo di pitture che la volta.
Kel 180*2 il Papa a me'zo del ce- Vi sono figurati sette pianeti sim-
i

kbie avv. Fea, comcuiiiSario delle boleggiati nelle sette divinità che
anlichilà, levò i quadri restati nel- loro dan nome. Ogni nume è mon-
la galleria formala da Pio VI, co- tato sopra un carro tirato da ani-
me . luogo troppo esposto al caldo mali che loro consacrò la mitologia.
e al freddo, ed i superstiti fece di- Vi sono ancora eflìgrati i dodici segni
stribuire negli appartamenti ponti- della fascia zodiacale, e le altre prin-
ficii. La attuale collezione o galle- cipali costellazioni: il lutto è orna-
ria de' quadri del Vaticano, opere to da va^hi stucchi. Nel mezzo del-
tutte in>igni dell'antica scuola, fu la sala è una bella tazza di pao-
incominciala da Pio VII, che rac- iia7zetto di 16 piedi di circonferen-
colse in IMI sol coipo tutti i capo- za. Fra le antiche sculture sono de-
hivori ricuperati dalla Francia, la gni di osservazione i superbi gran
maggior parte appartenenti alle bassorilievi di ornato che vedonsi
chiese di Roma, pel consiglio di di- alle pareli, provenienti dagli edifici
versi artisti, inutilmente opponen- del foro Traiano: essi sono d'uno
dosi l'avv. Fea quanto ai quadri stile e d'intaglio il più bello; singola-
delle chiese, coi riflessi che i (jua- re è ancora un catumiuelto del se*
96 MUS MUS
colo XV, con gran finezza intaglia- la ca«a. Ai lati del dipinto sono al-
to in marmo palorabino. Nella se- tri intonachi antichi trovali presso
conda stanza dipinse la volta il la via Nomenlana e Tormarancio.
Pinturicchio, che vi rappresentò in Eziandio la quarta stanza dipinse
alto i profeti, e nelle lunette 1'
A- il Pinturicchio, che nella volta ef-
scensione, la Risurrezione, dove ha figiò a fresco le virtìi, le scienze
introdotto Alessandro che assi- VI e le arti : prima eravi il carro di
ste al miracolo, l'adorazione de'Ma- bronzo ch'è nel museo Etrusco coi
gi, l'Annunziazione di Maria Ver- sarcofaghi, e la bella collezione del-
gine, e la discesa dello Spirito San- le terre colle lasciala al museo con
to. JVel centro della sala è il famo- altri oggetti dal celebre d'Agincourl.
so pineale Giustiniani rappresen- In queste stanze Borgia, dopoché ,

tante un baccanale : all'intorno so- ne furono rimossi i quadri, resta-


,no varie statue, e il gran bassori- rono a decorarle molte antichità
lievo Giustiniani, con la ninfa Leu- pregevoli di marmo, tranne alcune
cotea e Bacco . Anche la terza trasferite nel museo, e Gregorio XVI
stanza fu dipinta dal Pinturicchio, unì le stanze alla biblioteca, di cui
che vi rappresentò il martirio di s. fu tanto benemerito (massime del
Sebastiano, la visitazione di s. Eli- museo sacro, in un a quello delle
saljetta, Antonio abbate che vi-
s. sacre immagini che legano gli a-
sita s. Paolo primo eremila, santa nelli della storia pittorica, come lo

Caterina che disputa avanti Mas- fu di quelli dell' Universilà roma-


similiano, s. Barbara che fugge le na [Vedi), e di altri, come notia-
insidie paterne, s. Giuliano di Ni- mo a'ioro luoghi), donde le derivò
comedia, e l'immagine della Beata un doppio ingresso e maggior decoro,
Vergine col Bambino. In questi su- Nel 1820 in Roma fu pubblicato :

perbi dipinti vegsonsi rappresen- / più celebri quadri delle diverse


tate per decorazione vaghe pro- scuole italiane, riuniti nell'appar-
spettive, fra le quali risaltano alcu- tamento Borgia del faticano, di-
ni rilievi di stucco dorali, invenzio- segnati ed inciai a contorno da
ne di detto pittore. Nel centro del- Giuseppe Crajfonara pittore e brc'
la sala vi è un tripode di marmo, vemenle descritti da G. A. Gual-
e fra le antiche pitture primeggia tani. Abbiamo pure: / pianeti nel-
quella famosa delle Nozze Aido- la sala Borgia, incisi dal Bonato.
brandirle. Questo raro intonaco fu Delle cantate sacre che ivi si fa-

scoperto presso l'arco di Gallieno cevano la notte di Natale, parlam-


nelle rovine di antica casa nel 1616, mo nel voi. IX, p. 104 del Di-
e fu acquistalo dal cardinal Cinzio zionario. Le sale Borgia come tro-
Aldobrandini, da cui trasse il no- va vansi prima che Gregorio XVI
me prima degli scavi di Pompei
: le incorporasse alla biblioteca, furo-
ebbe il primato tra le pitture anti- no descritte da Tommaso e Pietro
che. Bappresenta una scena nuzia- Massi: Indicazione antiquaria del-
le, o le nozze di Peleo e Tetide, le sale Borgia, ec. Roma i83o.
ovvero quelle di Stella e Viola- Rimossi delti quadri dalle stanze
tilja, o quelle di Manlio e Giulia, Borgia per mancanza di opportu-
altri dicono essere una rappresen- no lume ed altri pregiudizi, furono
tanza fìuniliarc de' proprietari del- trasferiti in alcune stanze annesse
MUS MUS 97
dir' ultimo loggiato del cortile di V in cui Gregorio XVI fece dipin-
s. Da muso, luogo incomodo e pe- gere quattro stupendi quadri dal
ricoloso, e dove li trovò Gregorio cav. Paoletti, i cui belli bozzetti
XVf. Aveva Leone XII stabilito per testamentaria disposizione si

situarli nella galleria presso la stanza degnò lasciarmi, parlai nel voi. IX,
delle carte topografiche,ove Pio VI p. i56 del Dizionario. Nel n. 102
avea collocato la sua pinacoteca, ed del Diario di Roma di detto anno
a taluopo fece ingrandire le fine- .si rimarcano i pregi derivati da
stre che guardano il giardino pou- tale ordinamento, pel nesso cui u-
Ijficio, ornandone gl'ingressi con ni scono le loggia e stanze di Raf-
ricche e rare colonne di verde an- faele alla pinacoteca, questa alla
tico, e dividendo il luogo in tre galleria degli arazzi, la quale intro-
spazi, fregiando le divisioni con duce e si congiunge ai musei. Se
I quattro colonne di bellissimo por- ne fa i dovuti encomi al Pontefice
fido; ma continuando il lavoro Pio ed a quelli che ne secondarono
Vili, sull'architrave dell'ingresso le magnanime viste, cioè monsignor

;
vi fu messo il suo nome, con let- Fieschi maggiordomo, barone Ca-
''

lere di uielallo dorato. muccini che dispose i quadri e gli


Divenuto nel i83i Papa Gregorio arazzi, e cav. Salvi per l'ordina-
XVI fece terminare il nobile pavimen- mento de'luoglìi per quanto riguar-
to di marmo, e curò la collocazione da le architetture. Inoltre Gregorio
della pinacoteca; però a cagione del XVI aggiunse al museo Vaticano
soverchio calore nell'estate e del lustro e splendore grande coi ,

freddo nell'inverno molto solfrendo due magnifici e preziosissimi musei


i dipinti, Gregorio XVI fece ridurre Gregoriano-Etrusco e Gx'eguriano-
ad uso di essa le quattro ampie stan- Egizio, de' quali parleremo in ap-
I
ze d' s. Pio V, già ornate con buone presso. Essendo i musei e gallerie
pitture (!e quali prima erano chiu- pontificie del Vaticano sotto la giu-
se ), due a volta e due con sof- risdizione del maggiordomo, mon-
fitti, stemmi e con quelli
coi suoi signor Patrizi ora cardinale, per
di Gregorio XIV, e sono splendidi ordine di Gregorio XVI nel i833
per le pitture che li decorano di emanò quel regolamento che si leg-
vivacissimi colori, per le dorature ge nel voi. IV, p. 45 della Rac-
ed altri ornamenti. Il Papa fatte colla delle leggi. Al presente dei
inoltre ingrandire le finestre con musei e gallerie Vaticano è
del
bella luce, ridusse il locale a pina- direttore generale conunendatore
il

coteca, rimoveudoue gli arazzi, che Giuseppe de Fabris, ed ispettore


invece ordinò, con migliore e felice della galleria il commendatore Fi-
tlfelto , che si collocassero parte lippo Agricola. Di Pietro Massi colto
nella galleria che precede quella custode de'musei Vaticani abbiamo
(lullc carte to[JOgrafiche, e tutti gli le seguenti diligenti opere, in più
altri nella galleria che segue la se- edizioni. Museo Pio-Clemenlino ni
conda ove avea quadri da tolto i Praticano, ^oma iS/{^. Museo Chia-
ini collocali, opere ch'ebbero com- ramonti, indicazione antiquaria ,

pimento nel 836, ed il suo stem-


1
Pioma 1840. iViiovo braccio del
ma vcdesi nelle due sale principali. museo Vaticano, Roma i844- Del-
Della coritigua cappella di s. Pio le altre erudite descrizioni del me-
voi XLVII
7
98 MUS MUS
desimo, ne parleremo in appresso della Pigna. Sono di maggior ri-

a' loro luoghi; ora passiamo a dire marco la testa di Cicerone, quella
ciò che contiene il museo Vati- colossale d'Antonino, quella di un
cano. Fauno, un piccolo Ulisse; le statue
Incomincieremo dal far cenno del della vestale Taccia e di Tiberio; i

museo Chiaramonti, perchè precede busti d'Augusto giovane, e del padre


il memorato ingresso di quello Pio- di Traiano ; i sarcofaghi colla fa-
Clementino, sebbene il vero ingresso vola d' Alceste e con alcuni fan-
di questo resta incontro alia porta ciulli che si trastullano colle noci.

della biblioteca indi faremo paro-; Questo braccio nuovo incominciato


la di esso, poi degli ara/zi, e per nel 1817, si compì nel 1822. Po-
ultimo della galleria o pinacoteca, co lunge a destra dopo il cancello
e delle camere di RalTaele, solo in- si entra nella magnifica galleria,
dicando le cose principali per la che nel centro si dilata con due ali
protesta che abbiamo fatto in prin- che formano una croce greca, la
cipio di quest'articolo. L'ingresso quale a sinistra di chi entra ter-
del museo Vaticano dalla parte mina in emiciclo, e a destra in un
delle lògge di Rallaele, incomincia vestibolo che comunica col giardino
colla gran galleria di Belvedere, ed della Pigna, il quale fu nobilitalo
ha le pareti laterali tutte coperte da Gregorio XVI, come diremo a
di antiche epigrafi : da un Iato fu- Paiazz;o Vaticano, con superbo ve-
rono disposte quelle spettanti ai stibolo esterno formato da olio bel-
cristiani, dall'altro quelle che ap- lissime colonne, e vi si ascende pcf
partengono ai gentili. Questa im- una scala, la con
quale è decorata
mensa collezione, distribuita in clas- gruppi Fauni, Nereidi ed alui
di
si Gaetano Marini, è
dal celebre soggetti. Nell'emiciclo sono due ra-
la più che possa darsi, e si
ricca rissime colonne di granito nero,
può chiamare un codice prezioso incontro a due di giallo antico. Il

di erudizione antica d'ogni genere. pavimento magnifico è di niHiuii


In questa galleria trovasi a sinistra colorati e musaici antichi , con
la porla principale che mette alla volta ornata, e ventotto nicchie ;

biblioteca Vaticana ; indi vi è il nel mezzo si vede un gran vaso di


cancello di ferro che mette al va- basa Ite sopra base di granito rosso.
sto corridoio ove incomincia pro- La porla, come quella che corri-
priamente il museo Chiaramonti, sponde alla biblioteca , ha co-

in cui adunati come in un


sono lonne di granilo bigio. Nelle nic-
vasto arsenale, in grandissima co- chie arcuate sono le statue d' una
pia, ogni sorta di monumenti, grup- Cariatide, di Commodo, di Sileno,
pi, teste, bassorilievi, ornati, urne, d'Esculapio, d'Antinoo, di Nerva,
cippi, iscrizioni, statue. E diviso in di Giulia Pia, di Tito, di un Fau-
trenta riparti menti o riquadri di no, d'un' Amazone, di Canefora, di
semplici pilastri, ognuno de' quali Diana, d'un Filosofo, della Fortu-
ha per di sopra una lunetta colo- na, d'una Dama, di Giulia, di De-
rita a fresco, esprimenti le gesta mostene bellissima, d'un' Amazone,
più cospicue di Pio VII, operate a di Giunone, d'Antonia, d'Antinoo,
prò delle arti belle ; in fine a della Fortuna, di Diana, d'un Fi-
dritta si apre l'adito al giardino losofo, di Venere, di Giulia, di Pai-
MUS MUS 99
Inde de' Giustiniani o famosa Mi- pretende studiassero Michelangelo e
nerva INTetlia, di Claudio, d'un Fan- PialTaele : 6Ì congettura che rappre"
no, di Lucio Vero, di un Discobo- senti Ercole deificato, e forse for*
lo, di Doraiziano, e di Tiberio. Fra mante gruppo colla sua sposa Ebe»
le nicchie sonovi 82 bei torsi o ne fu sublime scultore Apollonio fi-
rocchi di colonne, sostenenti tutti glio di Nestore ateniese. Nella pa-
rarissimi busti, nella maggior par- rete sono collocali molti de' pritt-
ie provenienti dalla galleria Piu- cipali monumenti appartenenti alla
ed in alto sopra mensole
spoli; vi famiglia de' Scipioni, trovati nelle
è una superba serie di busti e loro tombe presso l'antica via Ap-
teste, la maggior parte di eccellen- pia nel 1780, nella vigna tuttora
te lavoro. Tra superbi busti che
i del mio religioso ed onestissimo
posano sui delti rocchi di colonne zio Giuseppe Sassi (e in tempo dei
faremo menzione di quello di Giu- proprietari sacerdoti suoi zii), ferace
none regina, raro monumento di di altri monumenti
preziosi scoperti
assai bello stile greco, che offer- dalcomm. Campana. Segue il gabi-
to da monsignor Francesco Pen- netto del Meleagro, così detto dalla
tini a Gregorio XVI, questo Io famosa statua ; indi il vestibolo ro-
fece ivi collocare. Era già sul mon- tondo decorato d'una bella tazza
te Aventino nel tempio edificato di marmo e di un antico anemo-
da Camillo, dopo aver tolta la scopio coi nomi de' venti ; poscia il

statua a Veio e trasportala a Ro- cortile ottagono già chiamato l'an-


ma con gran cerimonia, perchè e- tiquario delle statue, perchè Giulio
ravi tenuta in gran venerazione. li vi aveva collocate le più belle: è
Nell'emiciclo campeggia il gran co- sostenuto da sedici colonne di granito,
losso del Nilo con attorno sedici con porta decorata da due gran ma-
putti; di dietro sul pavimejnto è un stini marmorei e vaga fontana ia
,

bel musaico con Diana. Neil' alto mezzo. Tanto sotto il portico, quan-
su mensola è il busto di Pio A' li to ne' quattro gabinetti conservansi
scolpito da Canova. Nelle nicchie i capi d'opera dell'antica scoltura:
al di sotto sono cinque statuette ; sotto il portico si vedono superbi
negli angoli quattro belle masche- sarcofaghi, urne, bagnarole e sta-
re antiche. tue. 11 gabinetto del Mercurio con-
In fondo al corridoio del museo tiene questa singolarissima statua ;

Chlaramonti si ascende al museo quello del Perseo ha tre statue del


Pio dementino, che qui ha termi- sommo Canova, essendovi in mezzo
ne, ma per fare l'indicato giro dol- Perseo capo di Medusa, e di
col
l'edifizio, noi principieremo da questo contro i due pugilatori Creuganle
opposto ad accennarlo. Pel pri-
lato e Damosseno in atto di azzuflarsi :

mo si presenta
il vestibolo quadrato, il gabinetto dell'Apollo ha la sta-
con volta dipinta da Daniello da tua reputata la prima e più insi-
Volterra. Nel centro è il famoso gne delle superstiti dell'antichità,
frammento rinvenuto secondo alcu- trovata a Porto d'Anzo verso la
ni nelle terme di Caracalhi, e al di- fine del secolo XVI ; indi restau-
re di Ennio Quirino Visconti pres- rata da Buonarroti fu quivi collo-
so il teatro dr Pompeo, detto il cata, onde prese il nome di Apol-
Torso di Belvedere, sul quale si lo di Belvedere. Nel quarto gai>i-
loo MOS ML'S
netto vi supeibo gruppo del
è il fuoi-i mura. Avanti ad essa è un
le
Laocoonle rinvenuto nel i5o6 pres- globo con fascia zodiacale , e dal-
so le terme di Tito a' tempi di l'altro lato della sala trovanti altri
Giulio II; fin d'allora formò la me- busti e leste, oltre quello di por-
raviglia di Roma e del palazzo va- fido di Filippo giuniore; una con-
da Agesandro, Po-
ticano, scolpito crezione alabastrina rappresentante
lidoro Atenodoro. Nel nninero
e una corazza, ed una superba co-
1 2 del Diario di Roma 1 84 si 1 lonna scanalata di nero antico con
narra come il duca d' Areiidjeig testa bacchica di rosso antico. La
pretende di possedere in Brusselles galleria delle statue formala da Pio
la vera testa del famosissimo Lao- VI nel locale ove era il palazzelto
coonte, dichiarandosi favola che mos- d'Innocenzo VIH, ha in fondo la
se alle risa, essendo la testa del superba statua di Arianna giacen-
Laocoonte tutta d'un pezzo col ri- te, già creduta Cleopatra avente ,

manente del corpo. Nei detti quat- due maravigliosi candelabri ai lati,

tro gabinetti le nicchie delle pareti già de' Barberini. Merita di essere
sono decorate da pregiatissimi bas- ricordalo il bassorilievo di Arian-
sorilievi.Passando per una loggia, na abbandonata da Teseo, situato
ove sono scolture di qualche pregio, accanto a detta celebre statua, rin-
si giunge al gabinetto delle Masche- venuto e illustralo con dissertazio-
re, ricco d'otto colonne d'alabastro ne dal comm. de Fabris: Relaziona
e loro pilastri, con volta dipinta intorno ad un bassorilievo
antico
da Domenico de Angelis. Nelle nic- rappresentante Arianna abbandona -

chie si vedono pregevoli statue, co- ta da Teseo. Sono degne di parli-


me la Venere, un Fauno di rosso colar menzione le statue di Mercu-
antico. Minerva, Ganimede ed al- rio, Lucio Vero, di Clodio Al-
di
tre. Vi è pure una tazza ed una bino, d'Amore, d'un Eroe, di Pa-
sedia ad uso di bagno, di rosso an- ride, di Pallade, d'un' Incognita, di
tico. Nel pavimento sono quattro Caligola, di Apollo Saurottono, d'una
quadri di fino musaico, tre de'quali Amazone, di Giunone, d'un Fau-
hanno effigiate alcune maschere che no. Nel fine della sala sono ledue
danno nome al luogo, ed il quarto belle statue sedenti di Monandro
un paesaggio con pastori e capre. e Possidippo, già creduti Mario e
La sala o doppio gabinetto de'bu- Siila: altre statue sono Nerone in
sti racchiude un gran numero di abito d'Apollo, Settimio Severo,
busti e teste insigni: i piij rino- Bacco giacente. Venere, Perseo esi-
mati sono di Domizia, di Galba, stente già nella camera della biga;
di Lisimaco, d'Arianna, di Valeria- un bel giuppo d'Esculapio ed Igia,
no, di Eliogabalo, di Pertinace, di ed altre: presso la finestra è il va-
Marco Agrippa, di Caracalla , di so d'al'abastro cotognino, in cui si

Serapide in basalte, di Antinoo, crede fossero le ceneri di Li villa so-


oltre la singolarissima testa con el- rella di Tiberio.
mo di Menelao o meglio Aiace Oi- La sala degli animali è divisa
leo: in fondo trovasi
famosa sta- la da un vestibolo ornato da quattro
tua di Giove, una delle più belle colonne e pilastri di granito, con il
del museo, detto di Verospi, rinve- pavimento di musaici antichi è :

nuto presso la chiesa di s. Agnese cosi chiamala perchè Pio VI col-


I\I us MUS loi
locò 1 simulacri degli antichi ani- del Louvre a Parigi. Fra una nic-
mali, e quelli moderni lavorati in chia e l'altra sopra mezze colonne
marmi colorati egregiamente dallo di poi-fido sono collocati busti co-
icultore Franzoni, tutti disposti sim- lossali. Vi sono pure le statue d'Er-
metricamente, ed alcuni preziosi an- cole detto Commodiano , collocalo
co per la materia. Vi sono pure il in Valicano da Giulio W, Augusto,
i:;ruppo del Tritone colla IN'ereide; Cerere, Antonino, Nerva sedente.
Ercole con Cerbero ; Tiberio (statua Giunone Lanuvina (così detta per
che ritrovata senza testa, venne re- quanto scrissi nel voi. XXIX, p. 38
staurata ponendovisi in istucco copia e Sg del Dizionario) e Bacco. Fra
della bellissima testa del Pompeo i che adornano l' in-
busti, quelli
ch'esiste nel museo Chiaramonli); gresso rappresentano la Commedia
Ercole che uccide Gerione; il leo- e la Tragedia, altri dicono Baccan-
ne che uccide il cavallo; due gru[> ti seguono i busti di Giove, Fau-
:

pi con fatiche d'Ercole; la bella stina seniore, Adriano, Antinoo,


statua equestre di Comraodo; il Oceano, Serapide, Claudio, Plotina,
Centauro vinto dall'Amorino. La sa- Giulia Pia e Pertinace. La detta
la delle muse è magnifica, di for- porta è propriamente la gran porla
ma ettagona, con sedici colonne di del museo Pio eseguita magnifi-
,

marmo lunense, avendone dipinto camente con disegno di Giuseppe


la volta e peducci il cav. Seba-
i Camporese l'architrave ne contie-
;

stiano Conca il pavimento è ador-


: ne l'iscrizione ed è come la cor-
no di antichi musaici rappresen- nice di granito rosso egizio, de! qua-
tanti attori teatrali e la testa di le sono altresì le due alte basi ro-
IMedusa.La bella collezione delle tonde laterali che reggono i dire
nove muse con Apollo si rinvenne grand' idoli egizii, quali si trova- i

' a Tivoli nella villa Cassio, tranne rono a Tivoli sul frontone sono
:

Urania tolta da Velletri , ed è in- due bei vasi pur di granito con
tramezzata dagli ermi de' savi della bassorilievo in cui i gladiatori com-
Grecia. La superba sala rotonda battono Precede la porta la
fiere.

con dieci grandi pilastri di marmo scala d'ingresso che si ascende dalla
lunense e bei capitelli, e cupola, memorata porta rimpelto alia bi-
nicchie e flneslre, ha nel mezzo la blioteca: l'adito è guardato da due
meravigliosa tazza di porfido, di enormi Sfingi di granito brecciato.
cui parlai nel voi. XIY , p. 290 Principali monumenti della sala, det-
del Dizionario. musaico sottopo-
Il ta dalla sua forma a croce greca,
sto ha nel centro la testa di Medusa, sono le due grandi urne di porfi-
e negli scompartimenti vari com- do scolpite a bassorilievi ( delle
battimenti di Centauri e Lapiti e quali parlo a Chiesa di s. Agnese
di Nereidi con mostri marini, rin- jnori le mura, e Chiesa de' ss. Mar-
venuto nelle terme d'Otricoli ; men- Cellino e Pietro a Tor Pignattara)^
tre a Scrofano fu trovato il mu- e sostenute da quattro piedi mar-
saico a bianco e nero che le gira morei, terminanti nelle estremità,
iillorno, con Tritoni e mostri ma- due con teste di leoni e due con
rini. Nelle nicchie eranvi statue co- teste di tigri, di bel lavoro moder-
lossali, tra le quali la Melpomene no. Altro singoiar monumento è il

e l'Augusto sono restate nel museo superbo musaico collocalo in mezzo


I02 MUS MUS
del patimento, trovato nell'antico Si compie il museo colla galleria
Tiisculo, rappresentante in pietre de' vasi e candelabri detta delle mi^
dure Palhule-.gli altri musaici intor- scellanee ,
pure eretta da Pio VI
no ed ornati si rinvennero a Fale- con disegno lodato del Simonetti.
ria, ed"a Roma vecchia l'antico Pago E divisa in sei scompartimenti se
*%»,. Leinonio. Sonovi ancora statue, bu- parati da archi sorretti da colonne
sti, bassorilievi ed iscrizioni: e due di marmo bigio e di alabastro di
Sfingi di granito rosso. La detta Civitavecchia. Vi soiv) candelabri
bellissima scala con venti colonne di marmo, e alcuni d'ottimo lavo-
di granito bigio e di granito ros- ro j la collezione di vasiformata
so, otto di breccia corallina e due da Pio VI, oltre la minore aggiun-
di porfido nero, che possono dirsi tavida Canova ; essi sono intagliali
forse uniche al mondo, con raris- in pietre antiche egiziane, africane
simo vaso ovale con manichi dóp- e orientali di allissinio pregio, e due
pi che si erge in mezzo alle due di serpentina verde in cui vedesi
colonne, e d'un bello e raro grani- mescolata la miniera di granata.
to plasma, conduce per due rampe Tra le statuette sparse per la gal-
eziandio al piano superiore, ove pro- leria sono notabili il Fauno di ba-
segue il museo e donde si passa salte e quello di marmo , Diana
alle gallerie degli arazzi, quadri, ed Lucifera ed Elesina, la Spartana,
alle camere di RalFuele. la Cerere, e la bella fonte soste-
Per la prima si presenta la ca- nuta dai Sileni. Nella terza divi-
mera della biga (
per quella che vi sione sono i monumenti Amaran-
è mentovata nel voi. , p. 89XH zìani lasciati al museo dalla duches-
del Dizionario), ricchissima di mar- sa di Chablais, in cui si distinguo-
ini, di cui fu architetto il Campo- no due statue di Bacco e d'una
le

rese. La biga è tirata da due ca- Baccante, ed un musaico con comme-


vallipure di marmo, uno fatto dal stibili. Finalmente sonovi nella gal-

Fianzoni, l'altro da lui restaurato: leria molti sarcofaghi di buono stile,

nelle nicchie intorno


sono le sta- fra' quali l'uccisione di Clitennestra,
tue di Bacco indiano o Sardana- la morte di Protesilao e Laodamia,
palo, d'un Sacerdote, d'un Guerrie- Arianna e Bacco, il supplizio delle
ro, di Apollonio o Sesto di Che- Miobi, Diana e Endimione, il ratto
ronea; ed ai loro lati sono quelli delle Leucippidi , sono i migliori.
di Bacco d'eccellente lavoro, di Al- Eccoci alle gallerie degli arazzi, si-
cibiade, Apollo, Discobolo, altro Di- tuali nelle suddette gallerie, che
scobolo trovalo a Tivoli, Auriga cir- sono divise da quella delle carte
cense: eravi eziandio l'Apollo Sau- topografiche, una presso la galleria

roctono o Sauroltono, che Gregorio dei candelabri, l'altra minore e con-


XVI fece trasportare alia galleria del- tigua alla cappella di s. Pio V, sul-

le statue, e in sua vece vi sostituì la la cui porla è un arazzo con l'ar-


Diana cacciatrice ch'era in quella. me di Pio VII, lavoro delle mani-
Alla bella statuina di J^erseo, tras- fatture dell'ospizio apostolico.
ferita nella galleria delle statue, fu Questi arazzi detti di Raffaele
surrogata una statua muliebre cre- perchè eseguiti sopra i di lui car-
duta una Musa. Sotto alle nicchie toni con somma accuratezza, in mo-
sivedono quattro piccoli sarcofaghi. do che sembrano lavorali col piii
MUS io3
diligente e felice [jeniiello, antica- ne di s. Stefano, *s. Pietro e Gio-
mente «ervirono ad addobbare quel- vanni che guariscono lo storpio, il
la parte della veccliia basilica va- terremoto di Filippi mentre s. Pao-
tiaana che demolì Paolo V, e il por- lo con Sila eravi prigione, la con-
lieo nelle funzioni della beatificazio- versione di s. Paolo, le virtù ed
ne. Formavano uno de'più ricchi ar- emblemi allusivi a Leone X, la
redi della cappella Sistina, ed ecco strage degl'Innocenti in altra gran-
perchè ne sono differenti le dimen- dezza, s. Paolo che converte Decio
sioni, dovendone occupare i diversi o Sergio e colpisce di cecità il ma-
spazi. Questi celebri e stupendi a- go Elima, di cui rimane la parte
razzi essendo stati venduti nel 1798 superiore. Gli arazzi detti della
agii aveano cominciato a
ebrei, già nuova scuola rappresentano la na-
bruciarli per trarne l'oro che ador- scita di Gesù con mirabile effetto
na i lumi e fiegi degli abiti ne- di luce, l'adorazione de' Magi gran-
gli arazzi stessi ,
quando riuscì a de per la composizione, la stra-
impedirne la loro fatale distruzione ge degl' Innocenti, la discesa dello
al cardinal Braschi nipote di Pio Spirito Santo, la Presentazione al
^ e li fece ricuperare tuttavolta
I, : tempio di Gesù, la cena del Signo-
poi furono trasportati ìd Francia, re coi due discepoli in Emmaus,
donde ritornarono a premura di la Risurrezione del Redentore, l'A-
Pio VII. Gli arazzi sono ventidue, scensione in cielo del medesimo,
e dividonsi volgarmente in vecchia ^'elia galleria minore degli arazzi,
-cuoia ed in nuova delle loro vi- : e contigua alla suddetta cappella di
rende ed erudizieni tenemmo prò s. Pio V. Gregorio XVI vi aggiun-
posito nel voi. IX, p. do e 5i del se tre altri arazzi di minor dimen-
Dizionario. Sono detti della vecchia sione de' descritti, ma di assai mag-
scuola quelli più logori e meno gior finezza di tessuto. Uno rap-
conservati, composti di figure più presentante il Calvario 5 l'altro il

piccole ed attorno un gran fregio, lliposo in Egitto, il terzo lo Spasi-


e su quello in basso si vedono a mo di Sicilia, famigerata composi-
chiaroscuro vari fatti allusivi alla zione di Raffaele, già appartenente
vita di s. Paolo, e di Leone X al museo Mariotli, e stimato dodi-
{P'edi); quelli poi detti della secon- cimila scudi, onde Gregorio XVI
da maniera di esecuzione meno ac- per molti anni lo tenne nella ca-
curata e diligente, sono di figure mera in cui dava udienza al Va-
maggiori del vero, di stile più lar- ticano, togliendolo dall'altare della
go e di colorito più vivace. Gli a- cappella Paolina, ove l'avea collo-
vazzi detti della vecchia scuola rap- cato Leone XII, e sostituendogli
presentano i ss. Paolo e Barnaba Pattuale dipinto. I primi due arazzi
in Listri, la predica di s. Paolo si credono eseguiti sugli originali
nell'Areopago creduto il più bello, di Uberto Van-Eick morto nel 426. 1

la pesca ujiracolosa nel lago di Ge- Lo Spasimo di Raffaele poi fu trat-


iiesaret, s. Pietro che condanna A- to dalla sua tavola originale che
nania e Sallira, la strage degl' In- slava in Palermo, con contorno del-
nocenti, Gesù che dà le chiavi a lo stesso, sul gusto degli uccelli di
s. Pietro, la Maddalena a' piedi Giovanni da Udine, lavoro che non
del Sal?9lore risorto, la lapidazio- ha l'originale. 11 lavoro della lana
io4 MUS MUS
sopra un piano ti' oro è così ben voi. Xn, p. 234 del Dizionano.
fatto che sembra che le figure sia- Sull'unità del soggetto di tal qua-
no di basso rilievo, ed escano fuori dro storico e simbolico, abbiamo ,

dilli' arazzo, superando i contorni olire quanto ne scrisse Quatremè-


«Ielle figure in esattezza quelli de- re de Quincy, Hisl. de Raphael, lui
gli altri arazzi della galleria Va- Ragionamento del cardinal Placido
ticana: prima avea una cornice do- Zurla , il quale dimostrò che la

rata di bel disegno antico, forse del- parte superiore significa la dichia-
lo sfesso Raffaele, ma ve ne fu so- razione che Iddio Padre fece della
stituita altra stretta più convenien- divinità e missione del suo Figliuo-
te al risalto maggiore di sì prezio- lo, e r inferiore la podestà di Cri-
so lavoro. Il disegno Raffaele Io sto sugli spiriti infernali. Quanto
fece pel suo amicissimo e patrono poi alle due figure esistenti da un
cardinal Divizi (^P^edi) da Bibbie- lato della parte superioie , e rap-
na, il quale gli avea destinato la presentanti i ss. Lorenzo e Giuliano,
sua nipote in isposa , onde nell'a- sembra che il sommo artista le po-
lazzo si vedono le sue armi. Raf- nesse per secondare la divozione del
faele efìigiò questo cardinale nella cardinal Giulio de Medici poi Cle-
sconfìtta de' saraceni ad Ostia, pres- mente VII che gli ordinò il qua-
so il Papa con berretta, e in mor- dro, cioè con eiligiarvi il santo del
te gli lasciò la propria casa (di cui nome del genitore Giuliano de Me-
faccio cenno a Ospizio DE'coNVERTEjr- dici, e quello di Lorenzo de Medi-
Di). Quanto
al quadro, vero capo- ci il Magnifico, suo zio. Questa in-

lavoro, da Palermo passò in Ispa- comparabile pittura meritò l'onore,


gna. Abbiamo: la Fila dtl sommo quanttmque non terminata di es- ,

Pontefice Leone X, fregi in arazzi sere portata per le pubbliche stra-


invisi da Sante Barloli. Questi in- de di Roma presso la sua funerea
ciseancora: Altri fregi in arazzi bara , e poscia fu esposta insieme
con alcuni fatti dell'istoria sacra. col cadavere nella Chiesa di s. Ma-
Gli arazzi parzialmente furono in- ria ad lìJartyres [Vedi). Nel veder-
cisi anco da altri artisti. Nel 1846 si il corpo morto dell'autore del-
Pietro Massi pubblicò in Roma : l'opera, e quella viva, faceva strug-
Galleria degli arazzi al Vaticano. gere di dolore i riguardanti. L'Ener-
La o pinacoteca, nobilis-
galleria gumeno, il di lui padre e la di lui

sima collezione de' quadri e capo- sorella nella parte inferiore del qua-
lavori della pittura, ha due ingressi, dro, furono terminati da Giulio Ro-
per le camere di Raffaele il prin- mano, il primo ed il più valente 1

cipale, e per la cappella di s. Pio V de' suoi scolari. La giovine ivi iso-

e galleria degli arazzi: 1* indichere- lata si vuole che sia il ritratto della
mo brevemente. La Trasfigurazione notissima Fornarina amante di Raf-
del Signore in tavola dipinto da , faele, le sembianze della quale ritras-
Raffaele Sanzio da Urbino, suo ca- se pressoché in tuttele sue opere.

po d'opera, l'ultimo suo lavoro, il La Madonna di Foligno dipinto ia


primo quadro del mondo, uno dei tavola da RalRiele , ed in Parigi
precipui ornamenti del Vaticano: fu trasportato in tela da Denon : col-
pagato a lui seicento sessantacinque locato nell' altare maggiore della
ducati d' oro , e ne pariamolo nel chiesa di s. Maria d' Araceli ove
MUS MUS io5
fu sepolto il comrniltente, la ili lui del 1). Gregorio I del
Angelico. S.

nipote Anna Io trasportò a Foli- Sacchi. La Coronazione di Maria e


gno; ne feci parola nel voi. XXV, santi di Bernardino Pinturicchio, già

p. Ilo del Dizionario. L'Assunzio- della chiesa di Fratta presso Pe-


ne e coronazione di Maria Vergi- rugia. La Maddalena bel lavoro del
ne disegnato da RaiFaele per la chie- Guercino, di cui è pure il s. Tom-
sa di Monte Luce di Perugia, co- maso apostolo. L' Annunziata cele-
lorilo da' suoi scolari, cioè in basso bre lavoro del Barocci, da lui an-
da Francesco Penni detto il Fat- che inciso, già di Loreto ne feci :

tole, inda Giulio Romano. La


alto cenno nel voi. XXXIX, p. 2,54 ^
Coronazione di Maria Vergine di 279 del Dizionario. La divinità di
RaiFaele o del suo maestro Pietro Gesù assiso sull'iride, acquistato dai
Perugino. La. Comunione di s. Gi- nobili Marescalchi di Bologna da
rolamo, capo d' opera di Domeni- Leone XI 1, e reputasi di Antonio
co Zampieri detto Domenichino, con- Allegri da Correggio, altri la cre-
siderato nella scuola romana il se- dono copia di Lodovico Caracci :

condo quadro dopo la Trasfigura- per la prima sentenza si dichiarò


zione: ne trattai nel voi. XXXI, la pontifìcia accademia di s. Luca.
p. 112 del Dizionario. S. Romual- Paesaggio di Potter acquistato da
do, uno de' capolavori d'Andrea Sac- Leone XII. Sisto IV che prepone
elli ne tenni proposito nel voi. VI,
: il Platina alla biblioteca vaticana ,

]). 293 del Dizionario. S. Erasmo fresco di Meloz/o da Forh, traspor-


di Nicolò Poussin. Maria Vergine, tato in tela sotto Leone XII dalie
ed i ss. Tommaso e Girolamo di pareti dell'antica biblioteca vatica-
Guido Reni. La crocefissione di s. na, ora floreria grande: su questa
Pietro del medesimo, opera insigne, pittura abbiamo del marchese Giu-
di cui diedi un cenno nel voi. XI li, seppe Melchiorri: Notizie intorno al-
p. 61 del Dizionario. SS. Processo la vita ed alle opere in Roma di
e Marliniano colorito magistralmen- Jilelozzo ec, Roma i835. La Ri-
te da Pietro Valentin. La Deposi- surrezione di Pietro Perugino, di
zione di Nostro Signore , detta la cui è pure Maria Vergine e santi,
Pietà, sublime quadro di Michelan- uno de' suoi lavori. I Mi-
migliori
gelo da Caravaggio, del quale par- steri di Presepe detto
Raffaele. Il

lai nel voi. XXIV, p. 290 del Di- della Spineta, di Perugino, Raffae-
zionario. S. Sebastiano, Maria V^er- le e Pinturicchio. Il Cristo morto
gine ed altri santi di Tiziano, ac- e la sua Madre piangente , super-
quistato in Venezia da Clemente bo quadro di Carlo Crivelli, ivi

XIV. 11 Riposo in Egitto di Fede- trasferito dalla galleria Capitoli-


rico Barocci, trasferito da Gregorio na , Gregorio XVI.
d'ordine di
XVI dal palazzo di Castel Gandol- La Madonna Cintura di Ce-
della
f'o: del medesimo è la s. Micheli- sare da Sesto, acquisto di dello Pa-
na già in Pesaro. I ss. Benedetto , pa. 11 Doge di Tiziano. I prodigi
Placido e Flavia sua sorella, di Pie- di s. Giacinto domenicano, di Be-
tro Perugino. S. Gio. Battista del nozzo Gozzoli , altro de' più belli
Guercino, già della galleria di Cam- acquisti di Gregorio XVI. Sacra
pidoglio, quivi fatto trasportare da famiglia del Garofalo, già della gal-
Gregorio XVL S. Nicolò di Bari leria Capitolina. S. Elena di Paolo
io6 MUS MUS
Veronese, già de'Sticchelti, inJi del- effigialo l'incendio di Borgo (Fedi),
la della galleria. La Pietà, una delle estinto da s. Leone IV, di mirabi-
migliori opere di Andrea Manie- le composizione, piena d'espressio-
gna. Le virlìi teologali di Raitàele. ne, colla facciata delTautica basili-
Devesi notare che la Trasfigurazio- ca Vaticana il gruppo del giovane
:

ne, s. Girolamo, ss. Processo e Mar- che porta il vecchio padre, credesi
finiano, s. Gregorio e la Deposizio- colorito da Giulio Romano. Sulla
ne furono musaico per
eseguili in parete destra è il combattimento
]a Cliiexa di s. Pietro in Faticano ,e vittoria navale riportala sui sa-

{^Fedi). Pietro Massi nel i843 pub- raceni da s. Leone IF [Fedi), il

blicò in Iloma, Galleria de' quadri quale ha le sembianze di Leone X.


al Faticano. Molti de' suddetti qua- A rimpetto è rappresentata la co-
dri fuiono incisi da valenti artisti, ronazione di Carlo Magno fatta da
come le stanze di Raffaele di cui s. Leone IH (Fedi), che dicesi co-
ondiamo a far menzione, alcune del- lorita da altra lyiano: la piccola
le quali per ordine di Gregorio porta mette alla cappellelta d' Ur-
XVl, come la battaglia di Costan- bano VIH , che descrissi nel voi.

tino, il pili grande in dimensione. IX, p, i58 del Dizionario. Sopra


Le quattro sale di tal nome fanno la finestra è il giuramento di s.
parte dell' a[)partainenlo fatto edi- Leone III sulle accuse appostegli :

ficareda Nicolò V, e Sisto IV ne anche questo quadro dicesi colorito


aveva fatti dipingere quattro dai da altri, e nelle effigie del Papa e
più rinomati pittori dell'epoca sua, di Carlo Magno si riconoscono quel-
«llorchè chiamato a Roma Raffaele, le di Leone X e Francesco I. [
Giulio II oidinò che quelle pitture quattro quadri Leone li pagò 1200 X
venissero cancellate, e ch'esso a fre- scudi d'oro per cadauno a Raffae-
sco dovesse dipingere di nuovo : i le. Qui è la volta del Perugino;
pittori che vi aveano già dipinto nel zoccolo quattordici cariatidi a
(Brano Pietro della Francesca, Bra- chiaroscuro reggono la cornice (spe-
inantino, il p. Bartolomeo della donne
cie di statue di così chia-
Gatta, Luca Signorelli, il Sodoma mate per quanto spiega il Maran-
ed altri. La prima pittura che vi goni, Delle cose gentilesche p. Sy).
fece Raffaele, fu la disputa del Sa- Nei vani sono figurali i principali
graaiento, la quale piacque tanto sovrani sostenitori della Chiesa o che
al Papa che ordinò la cancellazio- ne aumentarono il dominio, cioè
ne delle altre, solo restando intat- Ferdinando V, manca Pi[)iuo il cui
ta una volta dipinta da Pietro Pe- luogo è occupato dal cammino, Lo-
rugino, lasciata per venerazione a tario, Goffredo di Buglione, Astol-
quel suo maestro , e nella camera fo o meglio Etelvolfo re di Breta-
della segnatura gli ornatj del So- gna, Carlo Magno e Costantino il
doma. Grande; queste figure avendo sof-
Passando dalla pinacoteca alla fertonel sacco di Borbone, Carlo
stanze di Raffaele, si trova per pii- IMaralta le restaurò d'ordine di Cle-
jna la camera dell'incendio di Bor- mente XI ; e le teste guaste da
go, la terza graiid'opera di Raffaele quella infame soldatesca, non bene
eseguita nel i5i7 d'ordine di Leo- le restaurò frale Sebastiano del
pe X, così delta perchè iu fondo è Piombo. La cainera della segiiaiU'
,

lì US MUS IO?
ra « chiamata per quella clie
così d'architettura) o cariatidi a chiaro-
»i teneva ivi avanti al Papa. Que- scuro, ed i finti bassorilievi color
sta fu la prima delle stanze dipin- d'oro allusivi alle stesse scienze, so-
te nel i5o8 da Raffaele, e dai sog- no Polidoro da Caravaggio sui
di

getti espressivi fu delta anche ca- disegni di Ralìaele. La camera di


viera delle scienze; poiché quivi Eliodoro è così detta pel quadro
ritrasse nella volta la Teologia , la principale in cui quel prefetto di
Filosofìa, la Giurisprudenza, ognuna Siria fu cacciato dal tempio che
delle quali nella vicina facciata ha voleva spogliare. Raffaele con liber-
un gran dipinto analogo nella pa- tà pittorica vi ha introdotto quale
rete. Nella Teologia ha espresso in spettatore Giulio II in sedia por-
alio la Trinità, ed in basso il Sa- talo dai palafrenieri. Questo di-
gramento o disputa del Sagramen- pinto è del i5i2; il primo grup-
lo. jN'ella parete incontro Raffaele po si vuole di Raffaele, quello del-
colorì la Filosofìa o scuola d'Atene le donne e il resto , d' altra mano.
con sublimità d'idee. Nella terza Nella parete incontro vi espresse
parete è rappresentata la Giurispru- s. Leone J [Vedi) che incontra At-
dt^nza figurata sopra la iìuestra dai tilapresso Mantova, elìlgiandovi Leo-
principali caratteri di tal scienza ne X. Nel fondo della camera è i|
, prudenza , forza e temperanza ai : miracolo del Corporale di Bobetia
I
Iati della finestra sono le divisioni [fedi), e con altro anacronismo vi
; de'due diritti civile e canonico, il fece presente Giulio II. Il quarto
i primo rappresentato da Giustinia- dipinto sulla finestra, ch'essendo ivi

no I con Trebouiaiio il secondo , Tunica, l'artista con luce artefatta


da Gregorio IX che porge ad uu illuminò il soggetto rappresentato,
avvocalo concistoriale il codice delle cioè s. Pietro liberato dalla carcere
,
decretali ; nella figura del Papa è dall'Angelo, con sorprendente effet-
rilralto Giulio II, e ne' cardinali to. Fece questa opera Raffaele nel
assistenti sono quelli di Leone X i5i4 avanti che Gherardo detto
e Paolo III. La quarta parete in- delle Notti venisse in R.oma. Nella
contro porta effigiata la Poesia, os- volta sì vede la promessa da Dio
sia il monte Parnaso con Apollo, fatta ad Àbramo , il sacrifizio di
le muse, ed i più famosi poeti gre- questo, la scala di Giacobbe, il ro-
ci, latini ed italiani. Nel i5ii Raf- veto di Mosè il zoccolo è scom-
:

fliele compì il dipinto, forse diret- partito con diecisette figure in for-
to dall'Aretino nel componimento. ma di cariatidi , con emblemi al-
Sotto questo quadro sono due bas- lusivi alle virtù di Giulio II; i pic-
sorilievi a chiaroscuro, con la sco- coli quadri imitanti il bronzo do-
perta de' librisibillini e loro bru- rato, e analoghi alle stagioni, sono
ciamenlo. Nella volta Raffaele di- di Polidoro ritoccali da jMaratta.
pinse ne'quallro tondi, a finto mu- La camera di Costantino è così
saico, le quattro mentovale scienze, denominata per l'effigiale gesta di
il resto è del Sodoma o di Cal- queir imperatore, ultima dipinta da
dassare Peruzzi. Il zoccolo sostenu- Raffaele che non potè compiere:
to da telamoni ( o atlanti , figure ne avea fatto i cartoni, e prepara-
applicate come le cariatidi al soste- to la parete maggiore per dipin-
gno di cornicioui o altri membri gerla a olio, ma colpito dalla qaor-
I o8 MUS MUS
te solo ci lasciò a olio le figure sn\ pavimento un Ìdolo infranto,
Jclla Giustizia e Mansneludiiie ai per indicare la distruzione del pa-
iati del gran quadro. Questo rap- ganesimo e la libertà del culto cat-
presenta la battaglia data da Cn- tolico por opera di Costantino. A
stanlino a Massenzio al ponte Mil- Gregorio XIII si deve l'alzamento
vio, e fu eseguilo come tutti gii della volta. Nel vano tra le due fi-

ni tri a fresco, e sui cartoni di Raf- nestre è un gran cammino con sti-

faele da Giulio Rouiano; per la piti e architrave di marmo scorni-


composizione e moltiplicità delle fi- ciati, fregio e iscrizione di Giulio II.
gure, è considerato come uno dei Essendo le pitture delle camere di
primi quadri di storia. Segue nella Raffaele ingombre e velate dalla
[)arefe sinistra l'allocuzione di Co- polvere, Gregorio XVI le fece ri-

stantino all'esercito, e la compaisa pulire sotto il magistero del baro-


della Croce, colorite dallo stesso ne Camuccini e la direzione del
Giulio. Incontro vi è il battesimo commendatore Agricola, il (|uale ci
dell'imperatore datogli da s. Sil- diede : Osservazioni arùstiche sui
vestro I, lavoro di Fiancesco Pen- famon (lipind di Raffaele nelle ca-
ni detto il F'attore, eseguito noi mere valicane, Roma i83q. Nel n."
15^4 d'ordine di Clemente VÌI, il Sa delle Notizie del giorno ii33f)
di cui ritratto si vede noi suddet- si tiene di ciò proposito, rimarcan-
to santo Pontefice. Nell'altra parete dosi che le stupende pitture non
Rairaellino del Colle colorì la do- erano stale ripulite che nel 1702
nazione fatta da Costantino a detto per ordine di Clemente XI da Carlo
Papa e alla Chiesa. Otto grandi fi- Maiatta; e che le dette pitture non
gure di Papi , nel mezzo delle vir- sono veramente del tulio a fresco,
tù, adornano gli angoli della sala, come credevasi, ma che hanno qua e
pitture eseguite sui cartoni di Raf- là molli ritocchi a tempera, cosi del-
faele da Giulio Romano. Nel ba- la mano di Raffaele, come di quella
samento fra le molte cariatidi sono de'suoi grandissimi scolari, che pure
scompartitnenti con pitture imitanti vi lavorarono; lo che è soprattutto vi-
il bronzo, in cui Polidoro e Pie- sibilissimo neir Apollo del monte
rino del Vaga espressero altri fatti Parnaso, nella cui figura l'Urbina- _
di Costantino. La volta e le lunette te con tratti appunto colorali a il

furono posteriormente colorile sotto tempeia operò di rendere più tras- *

Gregorio Xlll e Sisto V, da Tom- parenti le ombre. Le porte di que-


maso Lauretti siciliano, che vi rap- ste stanze furono intagliate in le-
presentò con figure storiche e sim- gno con singolare maestria da Gio-
boliche cose alludenti alle glorie dei vanni Barile, e Luigi Xlll ne foce
nominati due Pontefici; migliore è copiare disegni da Poussin, onde
i

la mezzo dello scolare


pittiua di farle al palazzo del Louvre: gli spor-
Antonio Scalvati, propriamente nel telli delle finestre furono intagliati ^

Colmo della volta stessa che altri , sotto Paolo III. I pavimenti sono ^
attribuiscono al Lauretti aiutato dal di Luca della Robbia, e vi cam-
discepolo, in cui vede la prospet- si peggiano gli emblemi di Leone X,
tiva di un tempio con un Croce- descritti nel voi. XXXVIII, p. 45 del
fisso nel contro, per mostrare il Dizionario. Sulle camere «li RafEio-
f nonio della religione, vedendosi le si possono leggere lo Chattard, il
MUS M L" S 1
03
T;ija, massime Pietro Paolo Mon-
e ornati restarono. Ifel primo piano
tagnani , lUus Irazioni storiche- pil- è il museo Egizio, nel secondo l'E-
tcriche, con incisione a contorni del- trusco: l' edifizio è sovrastato da
le pitture nelle stanze vaticane di- una loggia coperta soflillala, riqua-
pinte da Raffaele Sanzio da Ur- drata nelle leste, con quattro co-
bino, accresciute di sopra venti sog- lonne per parte di marmo greco,
getti inedili, Roma i83o. Del me- bigio, paonazzetto e giallo antico,
desìiiio: Illustrazione storico-pitto- con balaustrata nel mezzo interrot-
rica con incisione a contorni dei ta, ed armette di Pio IV. Nella
dipinti della gran sala detta di Co- facciata tra un pilastro e l'altro di
stantino presso le stanze di Raffael- travertino vi è una finestra. La
lo Sanzio da Urbino nel fatica- nicchia che resta nel mezzo ha la
no, accresciuta da dieciotto soggetti sua porta con stipiti di travertino
Roma 1834. Pietro Massi,
inediti, scorniciati, ed introduce nell'antico
Sale e loggie di Raffaele al Fati- oppartamento pontificio di ritiro di
cano, Roma 1847. Tor o sia di Belvedere,
de' Venti
Museo Gregoriano- Etrusco. L'a- contiguo all'altro palazzetto che spor-
dito è dalla grande scala, die ge più in fuori della campagna,
dà magnifico ingresso al mu- edificato da Innocenzo Vili. Que-
seo Pio-Clementino, descritta di so- sti inoltre, al modo detto parlando

pra. Il locale che lo contiene chia- della cappella di Pio IV e Bene-


masi il palazzelto di Belvedere o sia detto XIII, nel voi. IX, p. i56 del
di Tor de' Venti, già con apparta- Dizionario, incominciò la fabbrica
mento di pontifìcio ritiro e cor- del palazzetto di Tor de'Venti, che
rispondente al giardino segreto sotto Pio IV fu interamente com-
della Pigna, secondo le descrizio- pita come rilevasi dall'iscrizione esi-
ni del Taia e dello Chaltard ,
stente nel liegio del gran nicchio-
chiamandolo il Venuti casino di ne, e da altre memorie. Quel Pa-
Belvedere, e comunemente dicesi il pa effettuò il termine dell' edifizio,
uran nicchione di Belvedere, poiché restaurò ed abbelPi l' antico, per-
jiiaudo Bramaule Lazzari per or- chè voleva alloggiare nel Valicano
dine di Giulio li formò la gran Cosimo I duca di Firenze con Leo-
corte di Belvedere, sull'alto essa nora sua consorte, come si ha dal
campeggiava, finché fu la corte di- Taia. ?iarra il medesimo Chatlartl
midiata coli" eiezione dell' edifizio detlagliatamenle gli ornati ch'era-
della biblioteca e museo Chiara- no ueirappartamento pontificio, ov'è
monti, chiamandosi quello spazio al presente il museo Etrusco; cioè
fra questi fabbricati e la gran nic- il s. Girolamo di stucco del Ber-
chia e palazzetto di Belvedere, nini, che servì di modello per la
giardino della Pigna: collo Chal- statua di marmo della cappella di
tard, Descriz. del Faticano t. IH, xMessandro in Siena; un or-
VII
p. i52 e seg. , daremo un cenno nato di marmo
con Croce già eret-
del palazzelto , che pel genio di ta dagli armeni, con iscrizione ora
Gregorio XVI è divenuto sede dei nella biblioteca Vaticana; ive grandi
suoi musei Etrusco ed Egizio: no- statue di stucco del Guidi, rappre-
teremo che gli oggetti che ivi esi- sentanti il battesimo di Gcsìi Cri-
slevauo uou vi sono più, e pochi sto; quella della Purità di Teodcne;
no MUS MUS
venti statue in piedi in forma di no due armi con imprese di Pio
Termini , reggenti la cornice del IV, e diverse figure di chiaroscuro
soffitto con cassettoni della prima giallo, oltre quelle «edenti sul ba-
vastissima camera, nel cui mezzo samento o cornice architravata, fe-

aravi Io stemma di Pio IV, essendo- stoni di fiori e putti: ne' quattro
vi tra le statue sedici riquadri con simbolici quadri fu rappresentato
pitture a fresco, esistenti colle Vir- Atlante, il Genio che regge il glo-
tù a guisa di Termini, di Nicolò bo, il convito di Sanile fatto a Sa-
Circignani dalle Pomarancie , indi- muele, quello del re Tieste che fe-

canti le azioni più rimarchevoli di ce presentare al padre le carni del


Mosè descritte dallo Chattard, il figlio in cibo. Sopra altre porte fu-
quale afferma che lulte furono di- rono collocati antichi e belli mu-
pinte parte dal Barocci e parte da saici, trovati nell'orto di s. Sabina

Federico e Taddeo Zuccari, e l'ul- all'Aventino. La galleriola semicir-


tima cominciata da Federico Ba- colare, a seconda del giro interno
rocci fu poi compita da Carlo Ron- del nicchione, con volta a botte, e
calli, il quale ripuPi tutte le pitture sette finestre rispondenti al giardi-
d'ordine di Benedetto XIII, dicen- no della Pigna, colle statue della
do in altro luogo lo Chattard, che Fede dell'Ottoni, e d'un Angelo
Roncalli fece per intero uno di di stucco del Bernini, con ornati
detti quadri, olire quello che ter- e riquadro di musaico, ed altro con
minò. Benedetto XIII, che soleva abi- danza indiana, il busto di marmo
tare questo appartamento, fece re- di Clemente XI, ^'Otteschi, foglia-
staurare tutti gli stucchi della me- mi e stucchi: di questo erano le
desima sala, ora decorata nel cen- statue dell' Innocenza di Michele,
tro del soffitto dell'arme di Grego- della Religione di Teodone. Affre-
rio XVI, ed è la camera de'bron- schi figuravano con stro- Angeli
zi, con finestre corrispondenti al raenti musicali, di Melozzo da For-
cortile degli archivi. Nella seconda lì, tolti dalla tribuna de' ss. Apo-
sala le pitture furono eseguite da stoli per volere di Clemente XI.
Nicolò dalle Pomarancie e da San- I.a nona stanza egualmente con
te Titi. Nella cappella eravi l'alta- ornati, con le statue di s. Pietro
re di marmo consagrato da Bene- ed Angeli di stucco del Ferrata; più
detto XI li, con diversi ornati, co- altro Angelo sostenente la croce,
me ve n'erano nelle altre stanze. ed i modelli di quelli che il Ber-
Sopra alcune porte furono inca- nini pose all'altare del Sagramen-
strati alcuni fogliami ed uccelli di to della basilica Vaticana; un Che-
musaico. Nella quinta stanza si di- rubino di marmo, la sedia gestato-
pinsero la Giustizia, la Fortezza, la ria di s. Pio V, e il modello della
Temperanza e la Prudenza, l'ar- cattedra di s. Pietro : nel mezzo
me di Clemente XI, vasi di fiori della sala era ancora il mirabile
e putti. Questi ultimi ornati si ri- modello di detta basilica del Bra-
peterono ancora nella settima stan- mante, ed eseguito nell' edifizio da
za, con allusioni allo stemma di Sangallo, ristorato da Clemente XI.
detto Papa restauratore del luogo: 11 soffitto di questa sala è eguale
sotto il soffitto riquadrato in un ne' fregi e simmetria olla prima ;

gran fregio dipi alo a fresco era- tuttavia il fregio si compartì ia


MUS lii
olio gran qiiaclii divisi da Carintidi nal Zelada, die vi fece costruire
di stucco, con pilastri e capifelli una specola o meridiana, e lo ab-
sorreggenti la cornice de! ko/ÌÌUo: bein con pitture riguardanti i prin-
negli etto quadri sono i freschi di cipali da Pio VI.
edifizi eretti
storie del Testamento vecchio. La Da qualche anno il governo pon-
decima stanza di forma bislunga, tificio a mezzo della commissione
con alcova dipinta con ornati, ed generale consultiva delle antichità
ovato di chiaroscuro in cui Cle- e belle arti del camerlengo to, si

mente XI congeda missionari del- i andava occupando in raccogliere i

la Cina, per non dire di altri ab- monumenti etruschi di maggior


bellimenti, che si fecero pure nel- conto , de' quali gran quantità si

le due seguenti stanze, e con imprese rinvennero negli ultimi tempi, pra-
di Clemente XI, ov'era la libreria pon- ticando degli scavi nel terreno del-
! tificia particolare di chi l'abitava. l' antica Efruria, che trovasi entro
Nella decimaterza ed ultima stanza i confini de'doininii pontifìcii : a'io-
tranvi dipinti decorativi, non enu- ro luoghi di molli ne facciamo
merando la cappella e la gallerio- menzione. Intento seuq)re Grego-
la. I sonilti in tela delle stanze rio XVI a favorire e promovcre
furono dipinti a chiaroscuro, con gli studi dell' antichità e delle ar-
disegni e architetture di Nicola Mi- ti belle, come maggior splendo-
il

chelti e di Antonio Gregorini, ed re di Pioma, vedendo i molli im-


! i putii coi fiorami li colorì Giulio portanti oggetti etruschi conservar-
'
Solimene ed altri sotlo la sua di- si nell'oscurità, e conoscendo che
rezione. Benedetto Xlll nella mag- il loro pregio e importanza meri-
gior parte delle stanze avea fatto tava bene che fossero collocali in
appendere bellissime stampe inte- luogo ove potessero a un tempo
larate con cornici nere, poiché era custodirsi ed ammirarsi, acciocché
^lito per STia villeggiatura farvi gli amatori e cultori delle italiche
ordinaria dimora. Altra assai det- antichità potessero ivi recarsi a
tagliata descrizione di questo pa- considerare de' monumenti non co-
lazzetto o ritiro di Belvedere, si muni ed altri rari e preziosi, con

(j
può leggere nella Descriz. del Va- nobile e magnanimo divisamento
ticano del Taia p. 344 ^ seg., il stabilì situarli decorosamente in
quale dice che essendo in rovina, Vaticano, nel appartamento
dello
con la soprintendenza del cardi- pontificio di Belvedere, illustre per
nal Pancialici, lo fece restaurare memorie. A tale effetto incaricò la
Clemente XI, laonde nell' esterno mentovata commissione cìie col
della gran nicchia o tribuna fu cardinal GaUeHl camei-lengo, e con
eretta l'arme in marmo di quel Pa- monsignor Adriano Fieschi mag-
pa. Servino questi cenni per quegli giordomo si recassero ad ispezio-
ornati che sono restali dopo tanti nare il locale. La deputazione ciò
mutamenti, e la riduzione a mu- fece i5 novembre iB36, e lo
a'
seo del locale; avendo detto nel trovò opportunissimo, con alcune
voi. y , p. 22g del Dizionario, che riduzioni ed ampliazioni che rasse-
essendo l'appartamento assegnato gnò al Pontefice. Fu allora che
al cardinal bibliotecario, dopo il questi alacremente si occupò della
1780 si recò ad abitarlo il cardi- pronta esecuzione del suo pensiero,
112 ai us MUS
entrando in tutti dettagli, e di i re del museo., decorati ambedue aii'

persona assistendo giornalmente al- cora dell'ordine dello speron d'oio;


la riduzione del locale ed ordina- commend. Thorwaldsen,cav.\nlonio
mento delle statue, arredi di bron- d'Este direttore del museo, e com-
zo, ornamenti d' oro, e vasellami mend. Giuseppe de Fabris allora
e stoviglie di argilla degli antichi di lui coadiutore, il quale ebbe
etruschi, afBdandone la parte ar- particolare e benemerita parte ncl-
chi.tettonica al cav. GaaiJare Salvi l* operazione. L'apertura del mu-
architetto de' palazzi apostolici, e seo, l'indicazione delle cose princi-
specialmente incaricando dell'ordi- pali, e le beneficenze pontificie si

namento degli oggetti personaggi i leggono nel n. ii del Diario di


che nomineremo, sotto la direzio- Roma iBSy; l'importanza poi ed
ne del lodato maggiordomo ora i pregi de'vasi fittili dipinti di fi-

cardinale e legato d' Urbino e gure, sono riportati nel n. 17. L:i
Pesaro , il quale pose in opera detta statua di bronzo ritrovata in
tutto il suo zelo e coltura perchè Todi nel i835, e rapprescntantt^
il nuovo museo riuscisse degno del un milite o guerriero, formando
sovrano volere e della pubblica uno de' principali monumenti del
espeltazione; onde surse prontamen- museo, siccome ha in un penda-
te con singolare celerità, e potè glio della corazza incisa una iscri-
aprirsi a'a febbraio iSSy, anniver- zione etrusca, incessantemente i

sario dell' esaltazione di Gregorio dotti occuparono per indicarne


si

XVI, col nome di Museo Grego- il significato, questo viene riporta-


riano FArusco, con universale plau- to ne'luoghi che andiamo a citare.
so Grato il Ponte-
e soddisfazione. Lettera del cornai. Visconti del io
fice aveano con-
a tutti quelli che gennaio 1887, n. 3 del Diario di
tribuito alla formazione del mu- Roma. M
l'i febbraio il p. Giam-
seo, non solo alcuni ne gratificò pietro Secchi gesuita incominciò a
con somme che consegnò in un a leggere nell'accademia di archeologia
quelle delle spese occorse al prela- romana, la Memoria o Divinazione
to mnggioidomo, ma donò a tutti sopra l'eroe rappresentato nella sta-
la bellissima gran medaglia appo- tua tudertina del museo Gregoriano,
sitamente incisa per conservare la e sopra l'iscrizione etrusca recente-
memoria avvenimento
del fausto mente scoperta in una fimbria del-
da Pietro Girometti, con Roma se- la sua lorica: se ne legge il sun-
dente, un Genio che indica la ce- to nei n. 19, 23 e ^4 del Diario.
lebre statua di Todi, ed i vasi col- Nella stessa accademia Secondiano
la leggenda JVovuin Acd. Vadcan.
: Campanari lesse a' 16 marzo la
Denis MDCCCXXXFII.e nel ro- dissertazione intorno la iscrizione

vescio l* eiligie del Papa entro co- etrusca statua tudertina del
della
rona di quercia e di olivo. Ebbe- museo Gregoriano: se ne fa cen-
ro medaglie il barone Vincenzo no nel n. 27 del Diario. U cav.
Camuccini, il cav. Salvi, il com- Salvatore Betti a' 28 marzo scrisse
mendatore Pietro Ercole Visconti, quella Lettera^ che riprodussero il
tutti eziandio decorati dell' ordine n. 26 del Diario 1837, e il n. 4^
di s. Gregorio; il cav. Luigi Grill e (\e\V Album del i838, col disegno
cav. Giuseppe d'Este sotto direlto- della statua tudertina. l\' G aprile
ÌMUS MUS ii3

1837 d. Miclielangelo Lanci reci- anche con miglioramento di sua


tò nell'arclieologia una Dichiarazio- disposizione, come rilevò il n. io
ne delle Ictlcrc etnische segnate sul- del Diario di Roma i838, in cui
la statua todina del museo Grego- si dice, che quanto di più prege-
riano: il n. 32 del Diario ne par- vole è tornato in luce nella ne*

lò. A' IO aprile coi tipi di Perugia cropoli di Vulci in tre anni di fe-

fu pubblicato l'opuscolo: Lettera lici ricerche, quanto di più raro si

del prof. Gio. Battista Vermiglioli è scoperto in altre escavazioni,


sulla iscrizione della statua milita- tutto vede raccolto nel museo,
si

re bronzo collocata nel nuovo


in divenuto unico complesso di ori,
museo Etrusco istituito da Grego- di bronzi, di opere di scoltura, di
rio XVI. Il commend. Visconti plastica^ di pittura e di fittili fi-

nel Diario ne fece pa-


n. 4^ 'lei gurati, donde recasi una luce ina-
rola^ dichiarando che il eh. auto- spettata alla storia, all'archeologia,
re opina rappresentare la statua alle arti, aprendo altresì il campo
INIarte, speciale e tutelare nume eir imitazione, ed al alle ricerche

de'tudertini. vero. Frattanto comra. Visconti il

Per la festa àe'sS. Pielro e Pao- neir Album di detto anno, coi n.
lo 1837 la consueta medaglia che 3 e i3 pubblicò la descrizione
si conia dai Pontefici ebbe per erudita del museo Gregoriano-Etru-
soggetto ì' applaudita raccolta dei sco coi rami della stanza de'bron-
monumenti d'Etruria entro il nuo- ei e della galleria , che meritò
vo museo Gregoriano, incisa dal stamparsi a parte nel iSSg con
valente cav. Giuseppe Girometti, tali disegni, e quello della statua
in cui figurò il Tebro colla lupa di Todi, in opuscolo che citeremo
te i gemelli, ed il mausoleo di Por- parlando del museo Egizio. In essa
fsenna , con l' iscrizione : Museum dichiarasi che la parte principale
yGregorianum ex Mon. Etruscis. de^monumenli etruschi proviene in
l'MDCCCXXXFJI. La medaglia fu ispecie dalla necropoli di Vulci, la
allustrata con articolo pubblicato quale si allarga nella tenuta di Cam-
lei 5i del Diario. Il n. 3?, ri-
n. po Scala e nelle vicinanze ; da
porta il dono fatto a Gregorio XVI quella di Tarquinii, di Agilla, di
dal celebre cav. Micali di sette pic- Cere, e dalle escavazioni fatte in
coli antichi bronzi etruschi : anche Toscanella, Bomarzo, Poggio, Sam-
altri offrirono al Papa oggetti per mavilla, Orle e luoghi propinqui.
aumento del museo fra' quali
, i Loda l'elegante macchina inventata
cardinali De Gregorio e Grimaldi. dal cav. Salvi, per la quale le taz-
Gregorio XVI continuò pel mede- le etrusche possono volgersi in ogni
simo a fare acquisti ed a prose- modo, e vedersi in ogni parte co-
guire gli scavi pel suo incremento : sì esterna come interna, senza toc-
quelli con successo eseguiti nel carle. Nel secondo articolo il cav.
1837, sono descritti colla tomba Visconti rileva gli accrescimenti
e cogli oggetti d'oro ed altro rin- del museo e mutamenti avvenuti
venuti nella necropoli di Vulci, nel nella primitiva disposizione delle
n. 33 del Diario. Nel breve pe- cose, tributando encomi i dovuti
riodo d' un anno l' ingrandimento al comm. de Fabris, che divenuto
del museo Etrusco fu significante, diretlore effettivo de'musei, con gu-
voi, XLVII. d
ii4 ' MUS MUS
sto, precisione ed amore corrispose le Avanti d'indicare le
edizione.
indefesso alla nuova sistemazione cose principali del museo, non riu-
e miglioria voluta da Gregorio XV f. scirà discaro il riportare il titolo di al-
Questi a mostrare a lui, al cav. cune delle opere che illustrarono i

Salvi, al comm. ed al
Visconti, vasi etruschi, di cui racchiude scel-
cav. Grifi la sua sovrana compia- ta e copiosa collezione. Monumen-
cenza pel loro operato , con bi- ti elrutchì o di rlrusco nome, di-
glietti maggiordomato conferì
del segnati, incisi, illustrali e pubbli-
ad ognuno una piccola medaglia cali dal cav. Francesco Inghira-
d* oro di benemerenza, da potersi mi. Lanzi, De'vasi antichi dipinti^
usare come decorazione, appesa a volgarmente chiamati etruschi. Fa-
nastro nero coi lembi tinti di buc- broni. Storia degli antichi vasi fit-

chero, acciò ne'colori etruschi ser- tili aretini, Arezzo 1840. Muscuni
bassero perenne ricordanza del fa- Etrusque de Lucien Bonaparte
vore. Questa decorazione è in for- prince de Canin, fouilles de iSnS
ma di croce con quattro raggi, tra à 1829, vases pdnles avec inserì-
l'uno e l'altro de'qiiali è ima stel- ptions, Viterbe 1829. Carlo Fea,
la. La medaglia è sormontata dal De' vasi fittili da quat-
dipinti che
triregno e chiavi. JNel diritto vi è tro anni si trovano nello stalo ec-
r elllgie di Gregorio XVI con in clesiastico, Roma i832. Secondiano
giro: A. MDCCCXXXFIIL Nel Campanari, Antichi vasi dipinti
rovescio un genio alalo porta una della collezione Feoli descritti, Ro-
cartellina coll'epigrafe : Benemeren- ma 1837. Questa bellissima colle-
ti, e nell'iulorno Oh DIus. Etr. Il zione greco-etrusca, il commend.ito-
comm. Visconti, deplorando nel- re Agostino Feoli la rinvenne nel-
la morte
l'accademia d'archeologia la sua tenuta di Campomorto vi-

dell'accademico Vincenzo Campa- cino a Vulcia. Musei Elrusci quod


nari, rammentò che pel primo nel Gregorius XVI Pont. Max. in

1824 scrisse dell'utilità e facilità aedibus Vaticanis constiluit mo-


di formare in Roma un etrusco ni'ìienta, linearis picturae exemplis
museo, cosa poi con tanta muni- expressa, et in utilitaleni studioso-
ficenza adempita da Gregorio XVf, rum anilquilatum et bonarwn ar-
e come giovasse al grande scopo tiuni pnblicì juris facta , Romae
con le celebii escavazioni della ne- in aeddius Vaticanis 184^, tom.
cropoli di Vulci, città cui disco- II, fol. cum plurimis tabulis: ma-
perse e salutò coir antico nome. gnifica e nobile edizione. Tazze
Appena fondato il museo, il eh. p. dipinte del reale museo di Berli-
Gio. Battista Rosani delie scuole no, provenienti dalle escavazioni
pie (poi fatto vescovo d'Eritrea da ctrusche, Roma 1842. Vasi dipin-
Gregorio XVI , di cui pronun- ti per lo più di provenienza etni-
ziò r elogio funebre per scelta del sca, ora ripubblicati sulla edizione
sacro collegio), lo celebrò con bel- di Berlino, Roma
1842. Nel 1847
lissimo Carmen pubblicato colle in Roma Canina ha
il eh. cav.
stampe, che tradotto egregiamente pubblicato l'importantissima opera
dal eh. cav. Gaspare Servi, nel 1840 con tavole incise, rappresentanti
lo riprodusse in Venezia il cav. Anto- monumenti falisci , veienli , ceri-

nelli coi celebri suoi tipi e nobi- ti, ec. inlilolata: L' antica Etruria

I
MUS MUS Ili
vìnriuima compresa nella dizione vi di funebri cerimonie e sacrifi-
pontifìcia. Essa illustra erudita- cio umano: fu scavato presso Cor-
mente tulli i luoghi della regione neto. Qui sono pure diverse ur-
in cui si fecero le grandi scoperte nette cinerarie di terra diseccata
die frullarono immensa copia di e non rinvenute nel pasco-
colta,

pregiate opere antiche, che resero lare di Castel Gandolfo, sotto stra-
più ricchi i musei delle principali ti di lava* antica traboccata dal la-
ciltà d' Europa, e ne costituirono go Albano quando era vulcano.
de'nuovi, come que«lo Gregoriano. Segue la sc'conda camera con rac-
Inoltre riferisce le principali noti- colta di terre colte elrusche, miste ad
zie de'falivci, veienli, ceriti, tarqui- alcune romane: essa chiamasi di
iiiensi, Tolcentani e volsiniensi. Meixurio dalla statua posta nel cen-
All'ultimo ripiano della nobilissi- tro, opera mollo pregevole ti-ovata
ma scala del museo Pio, presso la negli scavi di Tivoli. Ivi è pure

«amerà della biga, è l'ingresso del un'urna con bassorilievo della mor-
Museo Etrusco- Gregoriano, come ted' Adone. Nella seguente camera,
kijgesi suir architrave della porla che ora fa parte della galleria,
in lellere di metallo dorate. Noterò hanno principio i vasi dipinti, cia-
lievemente gli oggetti principali scuno de'quali è singolarissimo per
che contiene, poiché conae museo l'erudizione e fattura, una delle
])iù dovizioso d'ogni altro gli oggetti tante prove della remota antichità
ascendono a migliaia, descrivendo- cui risale l' italiana colìura. Qui
lidollamente la lodata nobilissima sono disposti in ordine i vasi con
opera. Nel primo vestibolo si ve- figure nere in campo giallo, dello
dono tre figure giacenti, lavori in stile più antico, o almeno l'imita-
terra cotta, cioè di donna e di no assai bene; mii-abile è il pre-
due uomini; piti fivxe belle teste zioso e rarissimo vaso con Bacco,
cavalline scolpile in nenfro o pie- posto su rocchio di squisito alaba-
tra cenerognola indigena dell'Etru- stro orientale. La pittura risalta su
lia, e somigliante al peperino, che fondo bianco che per intero colo -
erano ai lati d'una porta sepolcra- risce l'intero corpo del vaso; il di-
le di Vulci. Il piccolo anilito che pinto non è lineare come quello
segue contiene non poche urnetle delle stoviglie di simile specie, nel-
d'alabastro di Volterra, e gran nu- le quali le figure sono seinpliceiuen-
mero di teste lavorate in creta, of- te contornate: esso è eseguilo con
ferte per voto ad un tempio di fi-anchi e sicuri colpi di pennello,
Cere, che ne rimandò iu luce co- e le carni, le vesti e gli accessorii
piosamente ( del classico sepolcro rimangono distinti da' loro propri
etrusco rinvenuto in Cere da d. colori,come un' opera a fresco ;

Alessandro Regolini, e della famo- oggetto che può dirsi unico, e la


sa grolla slalattitica in Maremma, bontà delle figure serve a render-
palla l'eruditissimo ai ticolo del lo anche più prezioso, come è il
cav. Belli, Notizie del giorno
i844« primo per merito tra i rinvenuti
n. camera appresso, ove il
20). "La nella necropoli di Vulci. Esprime
cardinal Zelada formò la meridia- Mercurio che reca a Sileno il bam-
'a, ha il gran sarcofago scolpito binello Bacco, con tre ninfe o sta-
'.
nenfro, cou singolari bassorilie- gioni che cantano la nascita di
ji6 MUS MUS
quel figlio di Giovo. Si perviene de' «ucH fornimenti ; una cista o
quindi alla camera di Apollo, cosi toletta di forma elitlica con atleti-
detta a cau^a d'un vaso singolaris- ci combattimenti forse delle nma^
simo a meraviglia conservato, su zoni, fatta a bassorilievo per nie»-
d'un rocchio di cipollino, forse il piìi 7,0 del conio cilindrico, prezioso og-
Lello de' disolterrati negli scavi etru- getto donato a Gregorio XVI dal-
schi: era di Feoli e fa tnostra del l'accademia di 8. Luca. Lungo le
sublime cui pervenne l'arte di di* pareti della sala , e sulle tavole
pingere le stoviglie. Si vede Apol- di marmo che attorno ad esse ri-

lo sedente sul tripode cantando al corrono, sono specchi scritti e graf*


suono della lira. Più in dietro si fìti rappresentanti storie favolose
vede un gran vaso col piede di e paleografiche, utili per l' etru-
antichissimo stile etrusco, poiché sco linguaggio. Nel num. 87 del
gl'intendenti dicono^ che nell'arte Diario di Roma i838 vi è sunto
italica si distinguono tre maniere della dissertazione di Secondiano
o varietà di stile; la prima italia* Campanari : Degli specchi etruschi,
Ila antichissima, e le altre due pò» e p articolar mente di uno di que-
steriori alla venuta de'greci maestri sti rappresentante il risorgimento
in Italia, condottivi da Demarato di Adone, consentalo nel museo
di Corinto, avo di Tarquinio Prisco. Gregoriano. Entro due armadi so-
La sala de'bronzi è vastissima e no raccolti arnesi minuti in gran
contiene una raccolta di oggetti ra- numero, frammenti, ornati, vasi e
rissimi. Qui osservasi la famosa cose simili. Sparsi all'intorno del-
statua del guerriero rinvenuto a l'ampia sala si trovano vasi di
Todi, monumento prezioso per l'ar- maggior grandezza, utensili diversi
cheologia e per le arti , e si pub ed armi di piìi sorti, fra cui l'el-
dire non abbia pari, offrendoci il mo donato dal cardinal De Grego-
tipo dell'arte statuaria nazionale. rio al Papa, il quale forse servì a
Si vedono ancora focolari di forme rappresentazioni sceniche, ed è fre-
differenti, cogli che ad es- utensili giato di corona d' edera e dell'in-
si spettano; alquanti arnesi o can- segna di Sicilia. Pregevolissima è
delabri di foggie, grandezze e usi la raccolta de' lavori in oro che
diversi ; un tripode e una casset- sta nel mezzo alla sala, custodita
ta, opere stupende trovate in Vul- eotre uno stipo o armadio rotondo:
ci ; armi da guerra offensive e sonovi ornamenti donneschi ele-
difensive scoperte in Bomarzo ; gli gantissimi per invenzione e forma;
ornati pregevolissimi degli scompar- insegne di dignità, premi di vitto-
timenti della volta d'un nobile se- rie, doni di combattimenti atlelici,

polcro, disotterrati a Monte Qua- cioè corone civiche , trionfali, di


gliere presso Corneto ; un fram- edera, di mirto falere scolpite di
;

mento di figura maggiore del na- bassorilievo in buon numero e ben


turale, trovata in Chiusi ; un brac- conservate; anelli, collane, bulle
cio colossale della statua di Traia- ed altri oggetti. Tutti questi ricchi
no, ripescato dal fondo della dar- oggetti, tanto smaltati, che cesella-
sena di Civitavecchia, d'eccellente la- ti, mostrano la perizia di que' vec-
voro ; un carro etrusco, mirabile chi artefici e le cognizioni scienti-
e raro per lo stile ed integrità fiche che in Italia si avevano fin
MUS MUS 117
da quei reinoti&stiui Da!ki tempi. fattoda Giove Arcade espresso in
saia citì'bfoazi, passando per un an- un vaso etrusco dtl museo Grego-
dito ornato di etnische iscrizioni, riano, esercitazione storico- mito logi-
si giunge ad una camera amplissi- ca, del marchese Giuseppe Mel-
nia, ove all' intorno sono collocate chiorri, in cui encomiando giusta-
le copie delle pitture elrusche che mente la munificenza di Gregorio
trova nsi ue'sepolcri di Tarquinii e XVI, ecco come si esprime »» cui
di Vulci ; monumenti importanti non par sia ben caduto quel gior-
alla storia delle arti nazionali, e no, in cui non abbia alcuna cosa
veggonsi danze, spettacoli, lotte e operato a benefìcio degli studi e
banchetti con cui si onoravano i delle arti ".
funerali d* illustri defunti, eseguite La galleria del museo Etrusco
da Camillo Ruspi. Anche iu que- è vasta, e contiene le tazze che
sta camera «' incontrano sculture prima del lor singolare aumento
in nenfro con iscrizioni etrusche e eransi coriocate in altra camera :

vasi molto belli di figulina e di sono collocale su zoccolo di legno


marmo. Presso a quell'andito, ove col memorato meccanismo. Queste
sono le urnelte di alabastro vol- tazze hanno il pregio di un lavo-
terrano, si osserva l'imitazione di ro squisito e pieno d' eleganza e
un sepolcreto etrusco. Si offre an- leggiadria ; molle di esse contengo-
co allo sguardo un sepolcro, la cui no il nome dell'artefice, e in mol-
porta è custodita da due antichi te leggono de' motti arguti e
si

leoni sculti in nenfro, presi da una concisi, esprimenti auguri di letizia,


tomba di Vulci nell'interao, che : di felicità^ inviti ni bere, al ralle-
sembra eseguito a taglio cieco, con' grarsi, al viver giocondo. Fra tut-
forme appunto sono siffatti sepol- te mentano speciale attenzione
cri, stanno disposti i letti funebri, quelle della serie delle argonauti-
le suppellellili, i quanto
vasi, e che, uscite, meno poche, dalle anti-
suol trovarsi in quelle dimore dei chissime necropoli Agìllana e Ge-
morti. rite: il favoloso avvenimento degli
L' emiciclo o galleriola contiene argonauti, iu queste tazze riceve
i più belli e interessanti vasi del maggior lume. Iu una di esse veg-
museo : sopra tutti sono ragguar- gonsi gli eroi principali di quell'im-
devoli per la rarità dei soggetti e presa in atto di vestire le armi,
del lavoro quello di Minerva ed disponendosi a partire ; i loro fan-
Ercole; quello d'Achille col nome; ti di guerra vanno intanto traen-
quello del ratto di Egina ; la ga- do dalle custodie gli scudi, su cui
ra di Tamiri con le muse, ed al- scorgonsi diverse imprese, o di un
tri molti. Due grandi vasi della leone, o di un toro, o d' un tro-
Magna Grecia, collocati nelle nic- no, o di una fronde. Dopo la taz-
chie laterali, servono mirabilmente za colla partenza degli eroi per
al confronto dello stile greco con la spedizione , ve ne sono al-
1' etrusco, e mostrano la superiori- tre che funestarono cogli avveni*
tà di quest'ultimo. Del vaso del menti le reggic di Esone e di Pe-
ratto di Egina nel i838 fu pub- lia. Il pianto di Lemno, la ven-
blicalo in lioma i Inlqmo al ra^ detta di Medea sono rappresenta-
pimento di Egiiia figlia d' A9o\ìo te iu Diodo divergo da quello si
n8 MUS MUS
legge ne' tragici e negli epici si gre- Gregoriano, il <juale occupa la par-
ciche latini in una delle tazze si
: te inferiore del palazzotto di Bel-
vede Giasone quasi ingliiollito dal vedere corrispondente e sotto al
dragone custode del vello d'oro, e li- museo Etrusco, ove prima eranvi
berato da Minerva, ignorato da noi alcuni archivi. Pio VII fece una
per DSonumeuti artistici. Le altre piccola raccolta di monumenti egi-
tazze raccolte in questa nobilissima ziani pel museo Valicano, acqui-
e sorprendente galleria non cedono stati da Andrea Guidi, e portati
alle argonautiche, né in bellezza, né dal basso e alto Egitto, de' quali
in pregio d'espressione; esse pre- tratta il celebre Carlo Fea nell'ar-
sentano fatti eroici, o 1' imprese ticolo del Diario di Roma, ia set-
d'Ercole, o i misteri di Bacco; al- tembre 1819, e riprodolto suo nel
tre poi sono spettanti all'antica teo- libro : Varietà di notizie antiqua'
gonia, alle favole omeriche, alle co- rie. Egli inoltre dichiara, che dopo
se della palestra, ai conviti, e ad il risorgimento delle arti, non si

altri usi della vita, e queste ancora trova memoria che dall'Egitto sie-

porgono argomento a utili ricerche. no venuti in Roma de' monumenti


In un armadio sono raccolti de' va- grandi. Nei mu'^ei romani e nella
si di minor mole, ma di egual pre- villa Albani si sono conservate al-
gio, quale fatto a foggia di un ca- cune sculture egizie di maggiore
po forma di una
d'ariete, altri in o minor merito ; a pie della cor-
testa asinina con viso di
; quale donata di Campidoglio, e alla fon-
etiope, quale con una faccia di Si- tana Felice alle Terme si hanno
leno. Nell'armadio stesso si osserva- quattro leoni in basalte, i due ul-
wo delle coppe di squisito lavoro, timi con geroglifici ( trasportati poi
balsamari e anfore di nuova fog- come diremo in questo museo da
gia di figuline dipinte. Come nel Gregorio XVI ), oggetti tutti tro-
vestibolo evvi una marmorea iscri- vati nelle rovine delle fabbriche an-
zione che giustamente celebra il mu- tiche. Adriano fece fare delle co-
nifico fondatore di questo museo, pie in granito rosso, ed altre copie
cos'i nel fondo della galleria mon- in nero o bigio antico di molte
signor Fieschi benemerito del me- statue per la sua villa sotto Tivoli,
desimo, in conveniente maestà fece che dagli antiquari si dicono di
collocare il busto in marmo di stile d imitazione. Dopo che Win-
Gregorio XVI, egregio lavoro del kelmann classificò i monumenti e-
comm. de Fabris direttore anche gizii, nella Storia dtlle arti, li pose
dello stesso museo, venerala effigie alla testa di tutti gli altri, e ne
che in principio venne situata nel rilevò il pregio sommo per la sto-
bel mezzo deireraioiiclo. ria delle arti e degli egizii tanto
Museo Gregoriano- Egìzio. Usci- celebri nelle cose sacre e prof.ine,
ti dal musco Etrusco, e scendendo tutte le nazioni hanno fatto a ga'
la nubile scala, giunti al basso .si ra per mandare a raccogliere mo-
.scorge nel vano della finestra una numenti d'ogni genere, ma Roma
pregevole stalu? colossale giacente: V. Egit-
n' è ricca pegli obelischi.
rappresenta il fiume Tigri, e Buonar- to e Odemschi. Gregorio XVI a-
roti ne rifece la testa. Dirimpetto si matore caidi^simu delle cose nnti-
upre i' ingresso al musco Ejjizio» die, vcime nella lodevole delibera-
MUS MUS irg
jione di opi'ire nel suo diletto Va- le quattro arti più nobili di cui si

licanoun altro nuovo museo di vale la vita umana per resercizio


monumenli egiziani a maggior , delle facoltà intellettive, e per uni-
splendore dell'augusto luogo, van- re il diletto alla necessità ; e sono
taggio e lustro di Roma , e ad u- la scrittura, la pittura, la scoltura
tilità de'dotti e degli artisti, e con e rarchitetiura.
siugoKire sollecitudine ne ragg'unse Disposto dal n. Ungarelli il ric-

il nobilissimo scopo ; poiché conce- co apparato de'monumenti dell' E-


pito il itublime divi-:amenlo negli gii^o, con utile univei"sale e soddis-
ultimi mesi del i838, veiao il ter- fazione del Pontefice, il quale se-
mine del maggiordomalo del car- condo il vivo e costante trasporlo
dinal Fie-chi benemerito dei pri- ch'ebbe per le belle arti, quasi o-
mordi deinuovo museo, po'è a- gni giorno recava«i a vedere il mi-
prirsi il Mvseo Giegoriano Egizio rabile progre-^so del suo museo, col-
ni febbraio iSSg, aoniver^ario di mandolo di elogi, in un al comm.
si!a elevazione al pontificato. A tal Giuseppe de FaLris che qual di-
uopo l'accolse rjuanti monumenti rettore del museo, col suo genio,
erano già ne! \alicano e in altri cognizioni e ardente impegno di
luoghi di Ptoma, unendoti quelli servire il benigno piiucipe, alacre-
venutigli dalTEgitto, e potè forma- mente concorse alla formazione dei
re una preziosa raccolta da poter nuovo emporio artistico. Il p. Un-

compeleie in eccellenza con quan- garelli coU'ind'cato metodo e con-


te altreve ne siano di simil gene- cetto descrisse dottamente il mu-
re. Essa poi singolarissima riesce, seo egizio, e la ben intesa distribu-
perchè contiene riuniti anche quei zione de'suoi monumenli con quan-
monumenti che diconsi di stile d'i- to pubblicò neW Album de' i6 feb-
mitazione, cioè egizio romani, di braio e 2 1 settembre iBSg, ciò
cui tutti gli altri musei natural- che nel medesimo anno in Roma
mente patiscono difetto, i quali riprodusse la tipografia delle belle
nella maggior parte vennero presi arti eoa l'opuscolo: Descrizione dei
dal museo Capitolino, al quale in nuovi musei Gregoriani Elruòco ed
vece compensò con altri oggetti di Egizio aggiunti al Praticano, corre-
arte di sommo merito, tolti ai mu- data (T incisioni in rame, come avea
sei Vaticani senza toccare quelli il- fatto\' Album, cioè colle vedute del
lustrati dal dottissimoEnnio Qui- magnifico ingresso ossia vestibolo e
rino Visconti. La fama onde si ce- prima sala de' monumenti, e colla
lebravano gli studi profondi nelle gran sala delle opere d'imitazione.
cose Citizie del celebre p. Luigi M. Incomincia il chiaro scrittore il suo
Uugareili barnabita, mosse Grego- libi-o, con rimarcare che un tem-
rio XVI, che lo ammirava, di chia- po le memorie antiche egizie solo
marlo a partecipare della riunione servirono a pascolo di curiosità per
e disposizione delle antichità egi- non conoscersene la reale importan*
tiane. Il p. Ungarelli nel colloca- za, mentre oggidì sono obbietto di
mento e classificazione onde ordi- profondi e regolati studi, il perchè
nare i vari oggetti, ebbe in animo ora si conoscono i monumenti del
di offrire al pubblico degli studio- famoso popolo, e cosa rappresenti-
si una distinta storia primitiva del- no le statue, i bassorilievi, le stelc,
120 MUS MUS
le simboliclve pitture, l'enimmalichc ooncep\ oon felicità, e con altret-
iscrizioni, i preziosi cimelii, o se ne tanta presterza eseguillo il comm.
trae utile amrnaesliamento, pel lu- Giuseppe do Fabris scultore e eli-

me che sparsero nella scienza quei rettore generale de' musei e galle-
benemeriti eruditi cui dedicarono rie pontificie al Vaticano, assistilo
le loro investigazioni. I primi ad dal marchese Girolamo Sacchetti fo-
estimar l'importanza d'uno studio riere maggiore, e da Filippo Mar-
ricco delle più belle cognizioni sto- linucci sotto-foriere. Sotto la sua
ed artistiche furono
riche, letterarie direzione furono allestite quattro
diversi sovrani d'Europa, onde for- magnifiche sale, oltre la galleria
maronsi collezioni più o meno co- ad emiciclo e cinque camere ; del-
piose di tale specie, per le quali la decorazione delle quali in istile
raccolte si fecero molte scoperte. egiziano convenienlissimo alla loro
»j E Roma, quella Roma in cui a destinazione, noi non facciamo qui
canto al trono augusto della reli- rame
parola, giacché l'incisione in'
gione ebbero seggio in ogni tempo che ne rappresenta una parte, me-
ed il sapere e le belle arti, non glio che il nostro dire, commenda
doveva forse offrire al mondo let- il valore del de Fabris ". Termina
terario di che approfittare nella il p. Ungarelli la sua bella ed erudita
novella scienza ? Si bene l'intese descrizione del museo Egizio, così;
Tanimo grande di Gregorio XVI, » Ricondottosi da ultimo l'osservato-
il quale riputando la causa della re nel mezzo della grande sala delle
religione, anziché estranea all'egi- opere d'imitazione, ed alzando gli oc-
ziana archeologia, degna piuttosto chi alla parete tra le due porle
che questa alla sovrana verità no» laterali, gli viene veduto il marmo-
velia tributaria ed alleata insieme reo busto di Chi, protettore essen-
si collegasse, ordinò che fatta giu- do d'ogni sapere, promove con in-
diziosa scelta fra i monumenti egi- comparabile zelo la nuova scienza
zii che possiede Roma, buona copia a lui debitrice della sua vita in
di essi \enisse collocala nel Vali- Roma dico il busto del sommo
:

cano. Ne a ciò si stette contento, Pontefice Gregorio XVI felicemen-


che di altri qui recali, non ha te regnante, opera eseguita dal
molti anni, dalla valle Niliaca, con comm. de Fabris. Massimamente
sovrana generosità ordinò l'acquisto, che non è senza convenevolezza la
affine di arricchire il più eh' era sua collocazione sopra il simulacro
possibile la meditata collezione. Il del Nilo, che sollevando dall'onde il
collocamento e la distribuzione pe- capo, ed appoggiatosi sul fianco si-
rò di tanti e tra loro vari ogget- nistro, pare che accenni »,][' aUa
ti, richiedevasi tale da assecondare cagione del chiaro lume che un
le mii'e e lo scopo illuminato del giorno da Roma spargerà l'egitto-
sommo Pontefice. Penetrò comple- logia a sempre nuovo lustro della
tamente le sovrane intenzioni mon- scienza fidissima ancella e compa-
signor Francesco Saverio Massimo gna indivisibile della cattolica veri-
(ora cardinale), il quale dati gli tà ".D'ordine del prelato Massi-
ordini opportuni per l' esecuzione mo, benemerito del museo Egizio
dtll'opera, rimaneva di trovare un ( come dell'Etrusco per le sue in-
acconcio partito all'uopo; e questo lelli^'euti cure e sollecitudini cu4
MIS
fece eseguire la splendala etlizkiiK! ine e^uteo da un lato, e dall'altro
die l'illuiiUa), nello slesso anno fu il morto stesso in atto di supplica-
coniata una gran medaglia del dia- re al nume perchè io ammetti al-

nielio di quella incisa pel uaueo le celesti regioni : nell'alterno egli


Etrusco, e colla ste^sii pontifìcia si vede a queste pervenuto, e la
effigie, e nel rovescio l'imponente madre esser con lui. Entrasi quin-
ingresso del vestibolo e sala dei di nella sala de' monumenti, e nel
nioojinienti del museo Egizio, felice mezzo si osserva l'insigne statua co-
lavoro di Pietro Giromelti autore lossale in granito nero brecciato,

dell' altra, coli' iscrizione : Museuin rappresentante la regina Twea, ma-


Girgonanum ex mon. Arg^ytiis^ dre di Ramses 111 ossia del gran
MDCCCXXXIX. Gregorio XVI Sesostri : questa statua era nell' a-

finché visse fu sempre intento col trio del museo Capitolino, e di fian-
più nobile impegno all'incremento co le sta scolpila l'effigie di Con-
tie'suoi musei Etrusco ed Egizio, cheres sua figlia, e sorella di quel
onde arricchirli di nuovi monumen- re. Qui sono ancora la statuetta di
ti,e nel declinar del maggio 1846 Menephtat I marito di Twea, se-
avendo ricevuto dall'Egitto il mo- duto in trono ; il gran frammento
dello della piramide di pietra cal- del trono di Ramses HI due ; i

carea di Cheops, di cui parlammo bellissimi leoni di granito nero breo


nel voi. XXXI X, p. i44 del Di- ciato o bigio , che il p. Ungarelli
zionario (e le Notizie del giorno chiama capo d' opera dell' arte ,

1846, n. 33, ne tiene proposito), il fatti scolpire e indicati dal re A-


quale supera quello esistente nella chori o Neclanebo I, che apparten-
biblioteca reale di Parigi nella ma- ne alla XXIX dinastia, ultima dei
teria, mentre quello è di legno, e Faraoni, capo di essa e vincitore
questo in pietra calcarea tolta dal- de' persiani a Pelusio: furono ritro-
la piramide stessa di cui rappre- vati 1443 presso il Pantheon,
nel
senta la forma, e della quale un poscia posti a ornamento della fonte
giorno ne ha formato parte, subito Felice, e ne parlammo nel voi. XXV,
lo fece collocare nel museo Egizio, p. 167 del Dizionario; mentre il p.
di cui andiamo a far breve cenno. Ungarelli l'illustrò con quella dis-

Passando per una nobile cancel- sertazione accennata dal n. Sg del


lala si pone il piede in un vesti- Diario di Roma t84o. Si possono
bolo, dove trovansi parecchie urne inoltre osservare il torso deilo stes-
e sarcofaghi di basalte^ attorno ai so Nectanebo I, donato al Papa dal
quali gira una fascia geroglifica; in comune di ^'epi (per cui se ne
uno di essi si legge il nome d'uno possono leggere le notizie nelle A/e-
scriba sacro e sacerdote della dea uiorie dì Nepi, del p. Ranghiasci, a
Paschet, chiamato Psammetico. Qui p. 70 e seg.), e l'altro torso lavo-
sono ancora delle mirabili casse rato in alabastro di Gournah, che
mortuarie dipinte a geroglifici; fra rappresentava un ministro della ca-
queste è notevole quella che già sa reale. Degni di esser veduti so-
servi di custodia alla mummia di no ancora, fra gli altri colossi, quel-
Gìotmut madre di Chons gero- lo a destra esprimente la dea Neiht,
grammate di Ammune in Tebe. Al- ossia la Minerva de' greci, il quale
l' iotoruo di essa vcde^ un fune- è scol^iilo in granito sieniticu, e giù
122 MUS MUS
stava nel museo Capitolino, e gli ni, e per la sua stupenda bellezza
alili ilue lavorati in egual pietra, gli artisti lo chiamarono
Apollo 1'

rappresentanti Tolomeo Filadelfo e egizio, e capo d'opera dell'arte an-


Aisiiioe sua moglie, già esistenti tica : Adriano avea costretto a for-
nel cortile tiel painzzo de' conserva- za gli abitanti dell'Egitto ad ado-
tori Campidoglio. AH u<ciie del-
al rarlo come un Dio, e presentò sot-
la sala de' moiiunienli si perviene to queste forme Antinoo. Fra gli
nella v cina sala, in cui fra molto altri monumenti di questa sala è
numero di monumenti egizii di pri- un'erma di nero antico^ esprimen-
mo ord'ne, se ne incontrano di te Iside e Api ; un sacerdote egi-
quelli di gian momento per le scrit- ziano, di egual marmo ; un'Iside
ture geroglifiche appostevi. Volgen- di simil pietra, avente nella mano
do da man destra si giunge nella diritta il tau; un'altra Iside s'mile
sala, delta delle opere d'imitazione, con in mano un fior di loto ; un
ornula per intero alla foggia egi- altro sacerdote egi/Jo pur di nero
ziana, della quale ragionando il p. antico, il quale ha la barba e tie-

Ungarelli , loda la sagace ed av- ne uno scettro ; il bel colosso in


veduta disposizione, cui le collocò maru)o bigio, che rappresenta il

il comm. de Fabris. Qui sono quei fiume JXilo giacente.


monumenti chiamati egizio-romani, Tornando indietro si entra nel-
perchè lavorati in Roma ai tempi la galleria delle mummie o grande
degl' imperatori, ad imitazione delle emiciclo, corrispondente a quello
scoUure d' Egitto. Questa raccolta del museo Etrusco superiore. Ivi
può slimarsi unica nel suo genere, sono collocati i colossi scelti in gra-
e tale da non poter competere con nito nero, parte ritti in piedi, par-
essa quelle de'musei di Berlino, del te seduti, i quali furono tolli da
Britannico, del Louvre, di Torino Carnak in Egitto e recati in Ro-
e di qualunque altro museo di Eu- ma sono leontocefali, e rap-
; essi

ropa che sia in pregio perchè con- presentano la dea Weilh. Un nu-
tenga monumenti egiziani. La det- mero considerevole di queste sta-
ta collezione comprende tutti quei tue fiancheggiavano la grande stra-
monumenti in marmi colorati, che da che conduceva al tempio della
estrani furono dalle rovine della dea , facendo le veci degli alberi,
villa Adriana in Tivoli, e in ispe- e nel mirarle sembra che impon-
eie da quelle del Canopo, i quali gano un certo rispetto ; questi co-
vennero raccolti da Benedetto XIV lossi haimo tutti il nome di Ame-

e donati al museo Capitolino : bel- nofi 111 re della dinastia XVllf,


lissime e pregiatissime scidiure ,
ed il Memnone de'greci. Nel mezzo
perchè all' imitazione dello stile all'emiciclo sono due mummie col-
egizio de'Faraoni, accoppiano quel- le loro casse : quella che sta nella
la morbidezza e quel finito che nicchia, ed è la più antica del mu-
tanto distinse la scuola greca iu seo, ha con nuovo esempio, scritto
Boma, prova essendo il bellissimo per di sopra il nome del defunto,
colosso in marmo bianco statuario il quale fu sacerdote diAmmoura,
collocato in fondo della sala. Rap- re della reale dinastia meujorala,
presenta Antinoo favorito di Adria- poiché leggesi in caratteri d'oro il

no, vestilo alla foggia degli egizia- nome di Amcnoftop capo di quella,
MUS MUS 123
impresso in un cartello sospeso ad scriba Imotph, e nell' interno di
un nastro^ scendente dal collo al quello di Manelo. Del teizo genere
petto. Dall' emiciclo si passa alle a semplice contorno sono i geroglifi-
stanze de'papiri, all^aver^ando però ci che stanno in qualche stele, negli

due camere ove conservansi degli scarabei, amuleii, figurine, vasi fu-
oggetti di piccola mole, cioè smal- nebri, ec. Della quarta specie, cioè
ti, pietre, bronzi e legni, fra 'quali si lineari, sono le scritte nelle casse
distingue rinomato scarabeo in
il delle mummie, e per lu maggior
diaspro duiìssimo, con iscrizione di parie quelle de'papiri con geratici.
undici linee, avente la data dell'an- La qainta classe è quella de'gero-
no XI del regno di Amenofl 111, glifìci dipinti, i di cui esempi si

e di Taia sua moglie, giorno se- veggono nelle stele di Ram<es X,


condo della neomenia del mese in quella del real figlio di Takel-
Athir, olia corrisponde al 1690 lothis, ed altri di altre stele. Da
prima di nostra era. Quanto ai pa- tali scritture risulta gran van-
piri essi sono trentndue, scritti nei taggio per la cronologia e per la
caratteri geroglifico, geratico e de- storia. In que-to museo si ha me-
motico, più o meno lunghi : uno moria di re, regine e principi rea-
di carattere geroglifico è lungo più li, in numero di veol'otto circa ;
di palmi ventuno, lutti collocati cioè di Renoubka della dinastia
per modo che si possono godere e XVI, fiorito in epoca vicina a quel-
leggere, ed agevolare la collazione la di Abramo, il cui nome è scrit-
di quelle varie foggie di scrittura ; to nel cartellino azzurro della colla-
ricca miniera di cognizioni storiche, na preziosa che sia nel'a camera
larga materia alle discussioni sopra de'scarabei, proveniente da un se-
i primordi della scrittura come ar- polcro di Gournah ; di Araenoph
te, scienza e strumento al progres- I che si legge nella bella cassa di
so dell'orientale filologia. La mag- mummie entro la sala delle urne,
gior parte di essi sono funebri, e la cui epoca ascende a quasi 1823
con la scena degli Amenti, ossia anni avanti l'era volgare; di A-
col giudizio delle anime, secondo mensè e Amenenhè, regina la pri-
la teogonia egizia : tanto di questi, ma della XVllI dinastia, marito di
quanto de'demoticì, ossia scritti ia lei il secondo, ij5o anni avanti
caratteri popolari antichi o de'lem- detta era; di Thulmès IV, re quinto
pi de'Lagidi, diede importanti no- dellanominata dinastia che glorio-
tizie col catalogo il dotto cardinal sameofe successe alla madre Amen-
Mai. In fatto di scrittura questo se (la quale per mancanza di suc-
Miiiseo somministra esempi di tut- cessione maschile avea governato
te le varie forme de' caratteri ge- r Egitto, poiché Amenoph I ebbe
roglifici, perocché, puri e con tut- solo la rappresentanza di re in no-
to il dovuto finimento, si vedono me della moglie), ia stela delia
nelle iscrizioni de' due leoni descrit- quale e un'ara di libazioni portano
ti del re IN'eclanebo I, e nel dorso il nome di lui che regnò in Egit-
del sacerdote Psaminetico ; altri a to dal 1740 al '727 prima di
profilo puro scorgonsi nel fram- Cristo; di Amenoph HI, ottavo re
mento del trono di Ramses III, e della stessa dinastia, che visse 1690
nel coperchio del sarcofago dello anni prima di delta era, come risul-
i?4 *^^'^ MUS
Ifj dal mentovalo »<^Tia!>eo e dai di Tolomeo Filadellò clve regnava
colossi de' Icunlo. celali; di Meiieph- 2H4 avanti il Salvatore j di mm
tuli I padre del gran Sesostri, la cui moglie Arsi noe j di Tolomeo Fila-
stntuitia è nella sala delle ligure, patore, il cui nome è nel papiro
il quale regnò dal i6o4 i»l '^lyg demolieo, colla data III anno del suo
innanzi la corrente era ; di Tweu regno, corrispondente a a 19 anni
e Conclieics, come si ritrae dal co- avanti detta era ; di sua sorella e
losso ran)iuentato nella sala de'leo- moglie Arsinoe ; e di Tolomeo E-
ni, la prinja uìoglie del precedente vergele e sua moglie Berenice, ge-
e madre di Sesostri ; di Ilamses nitori de'precedenti.

1(1 o Sesostri che regnò dal i565 Nell'ultima camera conservansi


al i499 pii'na tli Cristo, leggen- parecchi n)onumenti egizii di vario
dosene il nome nel frammento genere, fra i quali delle stele, non
della statua che dicemmo essere poche pietre incise con caratteri
nella sala dei leojii, e nel colosso calici, ossia in arabo antico. Dentro
di Twea ; di Siphtah marito della la gran sala delta de' leoni, scor-
regina Taosra, della dinastia XVI li, gonsi nel fregio, tanto dentro che
che prestò alla moglie, vera regnan- fuori, alquante iscrizioni in gero-
te, la propria rappresentanza ; di glifici, composte dal p. Ungarelli
Ramses V, secondo ic della XIX, secondo l'indole e lo stile del lii»-
che visse nel secolo XV avanti il Re- gnaggio egiziano, allusive al fonda-
dentore, e di lui parla un papiro datore Gregorio XVI, e ne ripor-
geratico ; di Ramses X
capo della teremo la letterale traduzione. Da
dinastia XX, appartenente al secolo una parte e l'altra dell'architrave sos-
XIll innanzi la detta era, il cui tenuto dalle colonne di maniera egi-
nome si rileva in piccola stela di zia, di fronte a chi entra, leggesi: /fe-
pietra arenaria dipinta Osor- ; di nile, vedete il tesoro delle staine dcW E-
chon figlio di Takellothis che re- gitlo.Entro la sala, nella faccia di
gnò nella dinastia de'Bubasti, otto prospetto, cominciando a destra di
secoli prima di Cristo, essendo di- chi guarda: Sua Santità il sommo
pìnto in stela di legno in atto di Sacerdote, il grande signore benefi-
sacrificare: di Psammetico I, quar- centissiino Gregorio XFl, Fra la

to re della dinastia XXVI, che re- finestra più propinqua oi leoni, e


gnò nel 609 e 609 innanzi Tera fra quella di mezzo: Sovrano pa-
nostra, il cui nome è in parecchi dre de' popoli. Segue poi il senso
monumenti del museo provenienti tra le due estreme finestre : Cri-
da Sais; di Apries o Ramesto del- stiani in liUte le parti del mondo.
la stessa dinastia, 588 anni prima Presso l'architrave interno, a de-
di Cristo, come ha da statuetta
si stra di chi guarda; Ha illustrato
naofora ; di Amasis successore del colle sue munificenze Roma. A si-

precedente^ nella statuina medesi- nistra: Ha congregate le immagi-


ma ; di Psamnjacherites succeduto ni grandi, buone dell'Egitto anti-
ad Amasis } di Candjise re persia- co. Nella lunghezza della parete, di
no oppressore dell'EgiltOj 5^5 an- Contro alle finestre: Ha fatto esegui-
ni avanti Cristo j di Dario di lui re questo museo, anno di Dio Sal-
successore ; di lNectanel)o I, tre se- vatore del mondo MDCCCXXX/X,
coh e mezzo avanti i' attuale era ;
la quarta luna delle acque, giorno
M i: s il L S 1 23
fi, e (tìlLi festa deW assunzione colla lingua ebraicay, che pcrh non
tiri suo tacro principato anno TX. si potrà mai bastevolmente com-
Filialmente noteremo, che il p. mendare Gregorio XVI, per avere
L-ngarelli parlando fleii'archilettura arricchitoil Vaticano di sì inesti-
fa rilevare i pregi d'un capitello di mabile tesoro^ da cui ne trarrà e-
pietra arenaria proveniente da Te- ziandio gran profitto la religione.
be con vestigi di color giallo, se- Tra gli altri scritti del p. Unga-
condo la costumanza di Egitto di relli argomento, faremo
su questo
dipinger le pietre non atte a rice- menzione della Dissertazione suWi-
ver pulimento, che si vede nella scrizione geroglifica sopra un sar-
galleria delle mummie. Quanto al- cofago Praticano- Egizio, spettante al
le arti meccaniche, rimarca la ma- profeta Son-tho, di cui si tratta ne-
nifuttura de'papiri, i tessuti di coto- gli Annali delle scienze religiose,
ne nelle fasciedelle mummie, non che voi. XV, p, 271; e della purifica-
l'arte di conservare le spoglie del- zione del giovine re Mende, figu-
l'umana mortalità ; i sandali vari rata in un frammento di piatto-ri-
per foime, mirabili nella conserva- lievo del museo Gregoriano-Egizio,
rione ; i lavori in bronzo e in le- articolo riportalo dal n. i cìeWAIlnim
gno di sicomero rappresentanti fi- 1843 e della dissertazione sopra
;

gure di divinità, o di corpi imbal- una statuetta egizia lavorata in pie-


samati ; gli astucci contenenti ani- tra, e scritta tutta all'intorno, del-
mali ridotti in mummie e custodie lo slesso museo, di cui parla il n.
di rotoli scritti ; i vasellini di va- 3o delle Notizie del giorno di quel-
rie materie contenenti il collirio 1' anno. 11 eh. d. Carlo Vercellone
per dipingere il contorno degli oc- barnabita nel n. 16 deW Album
chi, odbalsami o profumi. Con-
i del 1847 ^^ pubblicato la disser-
cliiude che il ncco apparalo de'mo- tazione dell'esimio p. Ungarelli con
numenti dell'Egitto del museo, fa la quale illustrò il Naoforo o sta-

testimonianza della sapienza egi- tua di pietra verdastra che si am-


ziana , e che in grazia del fonda- mira nel suddetto museo, di gran-
tore del museo, oltre il profitto dissima importanza e quale ultimo
che ne ricevono le belle arti, il lavoro di sì gran cgillologo. D'or-
teologo vi ravvisa i vestigi delle dine di Gregorio XVI erasi inco-
prime tradizioni, la leggenda della minciala la descrizione del museo
sacra filologia vi attinge luce per Egizio, ma restò sospesa per la

la miglior intelligenza de' testi bi- morte del p. Ungarelli avvenuta


blici, nuovo lume riverbera sopra nell'agosto j845. Quanto da Ini
una moltitudine di forinole e di andavasi- facendo, è indicato dal
idiotismi ebraici mercè consonan-la comm. Visconti nella sua biografìa
za di assai frasi scritturali co'modi p. 376 AeW'Alhuni anno XI 11.
dell'antica lingua egiziana conserva- Museo Gregoriano-Lateranfnse .

ta nelle leggende geroglifiche (sul Presso la basilica Laleranense fu già


quale punto ci avea dato nel voi. il celebre Patriarchio {^Fedi), anti-
Ili, p. 37 degli Annali delle scien- ca residenza de'Papi, i quali tras-
ze rtligioxe, un'importante analisi ferendola poi al Vaticano, l'edifizio
della dissertazione di Ro«ignol, so- cadde in rovina, per cui Sisto V
pra alcuni se^i geroglifici npicgaii lo demolì, e invece eresse il ma-
laG MUS MUS
gnifìcoPalazzo Lateranense {Fedi), corrispose alla sovrana fiducia con
formandolo di tre piani con ampie perizia ed operosità, ne ricevette
sale. Per le vicende de' tempi e testimonianza di lode e di piena
pei diversi usi cui fu destinato il soddisfazione, come si legge nei
palazzo, anch'esso soggiacque a nota- Diari di Roma. In breve tempo la
bile decadimento. A cpiesto nel i835 gallerìa e il museo divennero degni
riparò Gregorio X\ con grandio- I del Lalerano [Vedi) e dell'alma
si restauri ed abbeljimenli, quindi città, ond' ebbe nome di Museo
in venerazione del luogo, onde pre- Grfgoriano Laleranensp, e come
servarlo da nuovi disastri, concepì tale potè far bella mostra della
il sublinje ed applaudito divisamen- copia de' monumenti cui fu arric-
to di formarvi un museo con gal- chito 1843, e meglio nel se-
nel
leria, facendovi tesoro di splendidi guente anno pel suo meraviglioso
monumenti, incominciando a collo- accrescimento, con gioia di tutti i

carvi vari oggetti pregevoli o per cultori delle aiti e delle scienze, e
l'antichità o per l'arte, ed anco la sua rinomanza prontamente spar-
diversi capolavori , secondato dallo se la fama e il nome già per al-
zelo del cardinal Antonio Tosti pro- tri simili fasti glorioso ; anzi quel
tesoriere generale, anch' esso ama- concorso artistico Gregoriano delia
tore delle arti belle e dell'aumen- insigne congregazione o /éccade-
to del lustro di Roma. Pel mu- Vìia dei virtuosi del Pantheon [Fe-
seo fu destinalo il vasto piano a di), mi pregio far par-
della quale
terreno ; per galleria di pitture ed te, tempo divenne per-
verso quel
altro, il bellissimo piano nobile : il petuo, con fondo assegnatogli da
primo ha il principale ingresso incon- Gregorio XVI di suo privato pe-
che conduce alla gran
tro la scala log- culio a vantaggio de' giovani arti-
gia conispondente alla maggior fac- sti. Il museo si aprì per la prima
ciala della contigua basilica; il se- volta al pubblico a' 16 maggio
condo dalla decorosa scala del palaz- 1844 f'^sla dell'Ascensione. Quindi
zo. Il Papa ci prese tanto amore, il eh. Federico Torre ce ne diede
che d'allora in poi vi destinò tulli una descrizione nell' Album, ai n.
i monumenti che potè acquistare o 3o e 35 del i8445 e nel n. del i

disporre, e finché visse costante- 1845 nel quale anno nella New
,

mente ne curò l'incremento e vi- guide of Rome, se ne diede un'in-


sitò, massime nel febbiaio o tem- dicazione a p. 142 avendone già ;

po di carnevale, e nell' ottobre, dato un piccolo cenno nel 1840 e


e per ultimo a' 1 6 febbraio 1 846. 1841 dotti aicheologi prof Nib-
i

Avendo esperimenlato ne'suoi mu- by e march. Melchiorri, il primo


sei Etrusco ed Egizio, quanta ca- nella sua Roma, il secondo nella
pacità, attitudine e cognizioni ar- sua Guida melodica, prognostican-
tistichedimostrò il commendafor do il lustro e importanza cui do-
Giuseppe de Fabris, direttore ge- vea salire, essendo allora nascente.
nerale de'musei e gallerie pontifi- In fatti per le magnanime sollecitu-
cie, nel collocamento e distribuzio- dini di Gregorio XVI essendo dive-
ne decorosa degli oggetti, eguale nutoqnale locelebramrao, nel i84>
incai'ico gli affidò pel nuovo musco didla tipografia delle Belle arti fu pub-
Lateranense, e siccome felicemente blicato l' opuscolo : // museo G/f -
MUS RI US 127
gorìano Lateranense, esercizio acca- ben tosto nel tempio augusto per
demico di belle letlcre tenuto dai la prima sede della cattolica reli-
signori convittori del collegio Na- gione, nell'annesso museo per la pri-
zareno. In esso con prosa ne die ma sede delle arti belle. Ed avvegna-
elegante indicazione d. Augusto che in questo non trovi la ricca messe
de'conli Verzaglia, principe dell'ac- e quasi immensa, di che abbonda il

endemia degl' Incolli, del seguente museo Vaticano ; ciò nondimeno


tenore e l)ei concelti; parlando del- tali e gli si parano
tanti oggetti
l'accademia (atta in onore del mu- allo sguardo, che per qualsivoglia
seo, il n. ^4 tiel Diario di Roma, altra città, la quale Roma non fos-
come dei poetici componimenti che se, basterebbero a formare una ra-
cclfbraroiio i principali monumen- ra ed unica raccolla di meraviglie,
ti raccolti nel medesimo. Tralasciando parecchi lavori in ges-
>» II museo, che stabilito entro il so, che sono copia di marmi fan)o-
ponlificio palazzo Lateranense reca si scolpiti dalla mano di Fidia, qui
lustro ed ornamento a stanze che si veggono statue di classica e squi-
dapprima si stavano presso che ab- sita bellezza, sono quelle di
quali
bandonate, poste di fianco alla più Antinoo, di Sofocle, di Marte, di
autorevole basilica del mondo, inge- Esculapio, di Catone, di Druso, di
nera nella mente e nel cuore imma- Germanico, di Agrippina, di Clau-
gini e sentimenti non dissimili da dio, dello schiavo, di Diana Efesi»
quelli che risveglia la vista del mu- na; e molte altre del pari bellissi-
seo Vaticano, grandeggiail quale me già si stanno apparecchiate ad
presso alla basilica più grande e su- acciescerne il numero. Qui si am-
blime. Vogliam dire che la postura mirano molti bassorilievi rappre-
d'ambidne sembia darne avviso che sentanti azioni isloriche o raitolo-
Boma cristiana, mentre adora il ve- giche, come, a cagiou d' esempio, i

ro Dio e gli erge templi magnifi- ludi degli atleti e le forze d'Erco-
ci, serba pur anco le opere dei le ; alcuni de' quali di perfezione
gentilesimo, perchè condotte da ec- inarrivabile.Qui animali di vario
celienti scalpelli e pennelli ed ar- genere, che sembrano prodotti di
chipenzoli ; quinci per mostrare natura anziché fatture dell'arte. De-
che non teme il confronto delle fo- ve opere recate all'ultimo fìnimen-
Ic ed assurdità che rappresentano, to ; dove lavori, che sebbene per
colle verità della pura e sublime cagioni spesso ignote siano rimasti
religione di Cristo; quindi perle- incompiuti, mostrano tuttavolta gran
ner -viva ne' cuori e negl' intelletti maestria nell'arte, ed in certa gui-
la luce di quel bello che tanto ri- sa ne segnano i passi. Ùa una par-
splende in siffatte opere, sebbene te ornati vaghissimi e svariatissimi,
dilluso a dar forme meravigliose che somministrano all' architetto
ad esseri il più delle volte defor- preziosi esemplari : dall'altra parte
ini non solo e viziosi, ma sognali torsi ed altri fiammenli in marmo
e nulli. Queste sono le idee che ed in porfido, dai quali, come dal-
ora facilmente si offrono al pensie- l'ugna il leone, si argomenta Tee-
re di chiunque per la via Appia celicnza delle intere statue, e lo
naelle il piede nell'interna città. scultore ricava grandi ammar^slra-
Egli, al primo entrarvi, la ravvisa uieuti. Quiuci pulite e leggiadre
lah MIjS WLS
rolofine di pie aiosa nvìteda, ed al- se inaspeltalamenle mori Gregorio
ile ancor io7.7.e rinvenute sepolte XVI. Laonde la pubblicazione del-
nel medesimo luogo ove si depone- la medaglia non ebbe piti luogo,
vano dalle navi che in sul Tevere ed il conio fu riposto nella zecca
le trasportavano : quindi una ca- pontificia, attendendo che mano be-
mera dedicala ui monumenti cri- nefica lo ponga in luce a gloria di
stiani, dove si distinguono prcci- tanto Pontefice splendidissimo pro-
j)uauienle vari sarcofaghi, a cui din- teggitore delle arti e della scienze,
torno liassorilievi propri de' primi in cui non fu certamente secondo
secoli della Chiesa, ed utilissimi al ad alcuno de'suoi più illusili pre-
cristiano archeologo . Finalmente decessori. Soltanto il defunto Papa
nelle stanze superiori si ammira eblie due medaglie, che però donò,
l'amplissimo e celebre musaico An- né lamuienlo n chi, onde quello o
toniniano, figurante la scuola de- quelli che le possiede può chia-
gli alieti. Tutte queste cose si of- marsi ben fortunato, niun altro a-
frono a pascolare la vista, il gusto vendone, neppure l' autore. Deve
e l'intelletto di chiunque «'inoltra notarsi che Gregorio XVI commi-
"
nel museo Lateranense. se la descrizione e illustrazione di
Divenuto il museo Gregoriano La* questo museo ni dotto gesuita p.
tcranense degno della metropoli del Giampi(;lro Secchi, il quale la sta
cristianesimo, in memoria di sua ion* eseguendo.
dazione, e ad onore del benemcrilo Trovandosi il Lalerano alle fal-

munifico istitutore Gregorio XYI, de del monte Celio, coli' eriger-

emulatore di Clemente XIV , Pio vi Gregorio XVI il museo e la

VI e Pio VII, si celebrò colla co* galleria, in certo modo affratellò


Illazione d'una stupenda medaglia, in bella armonia d'arti i due e-
egregiamente incisa da Giuseppe stremi colli di Roma, poiché nel
Cerhara. Nel dritto di essa è l'ef- monte Vaticano ai musei Pio-Cle-
figie del Papa in piviale, con in mcntino Chiaramonti aggiunse
e
giro l'epigrafe : GregoriuS XVJ r Etrusco e r l^gizio. Del museo
•Pont. Max. A, XVI. Il rovescio Lateranense ricorderemo le cose prin-
rappresenta con mirabile prospetti'' cipali, essendo intento il p. Secchi lo-
va- e sfondo , la camera e volta datoa farne la descrizione. Entrando
coU'Antinoo, ed altre cinque came- per la porla di prospetto alla scala
re.- In fine di quelle a destra pri- della gran loggia, sul cui architrave
meggia il Sofocle, mentre dal lato si legge. Museo Gregoriano Latera-
sinistro in lontananza vedesi la sta- nense. prima sala sono le
Nella
tua di Marte. Le pareti delia ca- forme od i calchi di quelle statue
jnera di Antinoo e quelle laterali, che ornavano il frontone del tem-
sono decorate di busti, e bassori- pio di Apollo nella greca isola di
lievi. JVeir esergo si legge : Museo Egina il re di Baviera dopo aver
:

in acci. Lat. institiito vionnmen- fallo restaurare gli originali che


tis inlalis. An. MDCCCXLVI. sono in Monaco, ne fece dono a
La medaglia si doveva pubblicare Pio VII che li collocò nel museo
e dispensare per la festa de'ss. Pie- Vaticano. Nella seconda stanza è
tro e Paolo, la quale cade a' •29 la bellissima statua dell' Antinoo,
giugno, quando il primo di tal ujc- quasi colossale, la quale bastercb-
MUS MUS 129
be essa sola a dar norae e pregio vede parte dei musaico superbo dei
ad un museo. La sua perfezione è gladiatori, rinvenuto negli absidi
celeberrima^ e per le forme e per della palestra delle terme di Ca-
ralteggiamenlo e per la molle pie- racalla ; un cervo di marmo bigio,
gatura delle vesti, e viene rappre- elegante e leggiadro, rinvenuto in
sentato qual dio della famìglia Bac- una vigna de'signori delia missio-
chica, per averlo deificalo Adriano ne; una beila vacca; frammenti im-
di cui era favorito. Questo monu- portanti de'magazzini vaticani; urne,
mento forse fu sculto per Preneste, tre delle quali trovate nella vigna
giacché fu trovato alla fine dello dei cav. Lozzano ( il cav. Grifi le
scorso secolo in Palestrina, restau- illustrò); vasi cinerari, cornici di pi-
rato dai Pieruntoni, e venduto a lastri e di leggiadri ornati, cande-
Pio VI che lo collocò nell'apparta- labri, statue mutilate, busti e te-
. mento nobile dei suo palazzo Bra- ste. Nella camera delle antichità cri-
sebi,donde fu trasportato a questo sliane, ampia e piena di molti og-
museo per acquisto fattone dail 'o- getti degni d' osservazione, sonovi
dierno duca da Gregorio
Braschi urne, bassorilievi, il divino Agnello,
XVI, per circa dodici mila scudi. l' effìgie della Beala Vergine, e di
Kelle due seguenti stanze si vedo- quelle d'angeli e santi, col mosai-
no i calchi de' famosi marmi di co rappresentante il Salvatore in
Partenone esistenti in Londra, e do- mezzo a s. Paolo ed a s. Pietro
nali dal re d' lughilteira Giorgio con tre chiavi . Nelle successive
IV a Pio VII che li pose in Va- stanze veggousi le statue di Druso,
ticano il Partenone,
: tempio sacro d' Agrippina , di Germanico e di
a Minerva, l'eresse in Alene Peri- Claudio, trovate in un pozzo di Ceri
cle, con sculture di Fidia e de'suoi ora Cerveleri: il piedistallo della sta-
scolari, indi ne' primi del corrente tua di Claudio è ornato con basso-
secolo trasportate in detta città da rilievi figuranti le dodici città coa-
lord Elgin. Rappresentano su vari federate a tempo di quel cesare,
bassorilievi in gesso la battaglia dei ed un frammento di esso porta i

centauri e dei lapiti : nulla di più nomi de' velulonenses, de' vulcenta-
animato e tumultuante delle scene ni e de'tarqùinienses. Tra i basso-
che ritraggono questo strano com- rilievi, massime delle urne, nomi-
battimento, che riempiono la vista neremo i seguenti. Le lotte e le
di meraviglia, ed ii cuore di mille vittorie de' pugilatori. Il supplizio
sensi diversi , avvegnaché serva di di Niobe, in cui si vedono uccisi
utile insegnamento a guardarsi dal- alla sua presenza e del consorte i

l' eccesso dell'amore e della ebrie- sette ed altiettante


figli figlie dai
tà . Una statua assai pregevole è dardi d'Apollo e Diana. La morte
quella di Marte, con elmo, clami- di Egisto e di Clitenuestra, con le
de e brando. Poco lunge dal nume furie che agitano Oreste, squisitissi-
apportatore di rovine e di morte, mo per lavoro d'arte. Aurelia Pri-
sorge il dio benefico della medici- sca che conserva le ceneri del vec-
na, statua di Esculapio, con vol-
la chio padre; M. Manilio Egletlo
e
to placido e benigno, maestoso por- che fa comune la tomba con sua
tamento, attortigliandosi a* suo ba- moglie. La caccia del cinghiale Ca-
stone ii serpe. Nelle altre stanze si Iidonio di classico stile. L'arte fru-
VOt. XVtH.
9
i3o MUS MUS
iiientaria, di oUimo gusto, con is- condannato all'ostracismo! Alene
Tariate scene delle operazioni tutte spesso usò dell' ingratitudine verso
del frumento. La ventlemtnia, e gli uomini grandi che la serviro-
varie orgia di baccanti ,
pregevoli no e illustrarono; fitalinente quel-
per finezza d'arte. la città e que'citladini ebbero in tutte

Nella sala dell'angolo de' due lati le epoche altrove di troppi indegni
del famoso Sofocle, do-
palazzo è il imitatori. Tra gessi dobbiamo pur i

no die An-
fece la noljile famiglia f.u" menzione du'dne colossi del Qui-
totielli a Gregorio XVI, nel i83g rinale, poiché avendo Gregorio XVI
in Terracina, e rinvenuto a s. Fe- permesso al governo prussiano di
lice. E un lavoro d'ogni parte ec- ricavarne le forme , una copia di
cellente e squisito. Le caratteristi- queste l'umiliò al Pontefice. Gra-
che forme del volto , le maestose zioso bassorilievo è il gallo morto
movenze del corpo, la nobiltà del e il gallo vincitore, intorno un'ur-
panneggiamento o pallio quasi a- na cineraria. Altro squisito basso-
movibile , tutto vi è singolare. Mi- rilievo rappresenta ma-
parecchie
rando questo prodigio dell' arte, schere. Tra i monumenti che sono
si vede chiaro che lo scolpai uno nell'ultima camera faremo menzio-
de' più magistrali scarpelli della ne de' seguenti. Lo schiavo, re <li
Grecia, che si gloria della memoria Dacia e prigioniero, statua non fi-
di s'i grand'uouio, sommo poeta Ira- nita dai punti d'arte odi richia-
gi«o , valoroso guerriero, sapiente mo, pei quali gli antichi scultori
magistrato, amatore della patria, al pari de' moderni conducevano il

scevro da bassa invidia e poten- ,


loro lavoro , ed assai interessante
tissimo d'ingegno. Il marmo spira per l'arte scultoria, di che vi è nel-
vita, forza e grandezza, nell'atto lo stesso luogo altro pregevole esem-
che attende il premio della rappre- pio coi detti punti, ambedue però
sentata tragedia in una delle feste rari: lo schiavo spira abbattimen-
Panatenaiche, che consisteva in una to e dolore^ e fu trovalo nel rifon-
misura d'olio ed in una corona d'o- dere una casa in via de' Coronari,
livo I Fu restauralo dal valente cav. forse opera de' tempi di Traiano,
Tenerani, e Gregorio XVI forman- illustralo con dissertazione dal comm.
done le sue giuste compiacenze, on- Visconti , e pel suo pregio i pro-
de risultasse la superiorità del su- prietari gesuiti lo donarono a Gre-
blime merito della statua, volle por- gorio XVI che quivi Io collocò. Due
vi a confronto e paragone il gesso colonne di pavonazzetto vaghissimo,
di quella celebre d' Aristide , uno non ancor pulimentale e grezze,
de' principali ornamenti del museo trovate aMarmorata nel i843, e
Borbonico di Napoli , lasciando in ramoienlate dal Corsi, p. 297, Delle
vece per questo copia in gesso del- pietre antiche, ediz. terza. Nel n.^aS
l'inimitabile Sofocle. Anche Aristi- del Diario di Roma i843 si narra
de fu illustre greco, cittadino d'A- come sulla ripa sinistra del Teve-
tene, e per eccellenza cognominato re, nel luogo appellato Marmorala,
il giusto : pure, annoiati alcuni con- si trovarono le due colonne : che
cittadini di sentirlo sempre e da sotto l'imoscapo evvi scolpita una
tutti lodare e sorpassar gli altri in iscrizione, che in una colonna è di
riputazione, vittima dell'invidia, fu più linee, e da cui rilevasi che loà-
,

MUS MUS i3i


sero spedile in Roma da Tullio Sa- no i preziosi monumenti d'arte da
turnino, essendo consoli L. Elio Ce- lui regalati ai musei, preferendo
sare per la seconda volta , e Celio virtuosamente i luoghi pubblici al-
Dalbino, lo che intervenne 1' anno le sue domestiche collezioni, massi-
1 38 di nostra era, forse apparte- me di oggetti di un pregio distin-
nenti all'imperatore Adriano: e che to. II s. Stefano, cartone di GiuUo
tale marmo gli antichi chiamarono Romano, il cui originale è in Ge-
frigio, docimenio e sinnadico. nova, già della galleria Capitolina.
Nel piano nobile del palazzo La- La copia dell' Assunzione del Guerci-
teranense o piano superiore è la no eseguita dal Bruni, data dall'im-
i;alleria formatavi eziandio da Gre- peratore di Russia al governo pon-
aovio XVI, con la direzione del tificio, per avergli permesso l'acqui-
comm. Filippo Agricola ispettore sto dell'originale, che da Bologna
delle pitture pubbliche di Roma. I fu trasportato in Russia. La tavo-
quadri che ne adornano le pareti la con architettura gotica italiana
sono seguenti. 11 grandioso qua-
i proveniente da Montelpare delega-
dro rappresentante la flagellazione zione di Fermo, che contiene una
di 5. Andiea apostolo, diligentemen- quantità d' importanti pitture pel
te copiato dal bravissimo cav. Gio. vivo colorito ed espressione, dipin-
Silvagnì, dal mirabile fresco del Do- ta dal celebre Nicola Alunno di
menichino ch'è nella seconda chie- Foligno , e restaurata dal comm.
sina di s. Gregorio al Celio. Lo Agricola. La copia della Deposizio-
esegui d' ordine di Gregorio XVI ne dalla croce, di Daniele da Vol-
onde conservare la memoria di que- terra, il cui originale a fresco sta
sto capo d'opera, guasto dal tem- nella chiesa della ss. Trinità dei
po e danneggiato dai ristauri di Monti, operata a semplice disegno
Maratta, laonde mi compiaccio di dal celebre baron Camuccini. I due
possedere una bellissima e diligente arazzi di s. Pietro e di s. Paolo
copia, eseguita avanti che l'origi- egregiamente eseguiti dai tappez-
nale perdesse molte sue parli . zieri dell'ospizio apostolico, e copiati
L'Annunziata del cavaliere d' Arpi- dai quadri di fra Bartolomeo di s.

no Diversi
. quadri che slavano Marco esistenti nel palazzo Quiri •

nella sala delta del Centauro in naie. Il Giorgio IV re


ritratto di
Vaticano, dipinti da Carlo Marat- d'Inghilterra, dipinto da Lawrence.
ta per diversi musaici della basi- Graziosi musaici da triclinio, ritraen-
lica di s. Pietro, e due grandissi- ti con molta vei'ità fruita, ossa, gu-
me copie del Pozzi , cioè la Trasfi- sci , ed altri residui della mensa
gurazione di Raffaele, e lo storpio trovato presso porta s. Sebastiano
liberato da s. Pietro, anch'essi ser- nella vigna Lupi, e restaurato con
viti pei musaici di detta basilica. molta cura sotto Gregorio XVI.
L'Incoronazione della Midonna di Finalmente nell' ultima ampia sa-
Filippo Lippi. 11 s. Gio. Battista la il sorprendente musaico mera-
che battezza Gesù Cristo, di Cesa- viglioso per grandezza di dimen-
re da Sesto, donato dal capitolo la- sioni ed eccellenza di lavoro, che
teranense a Gregorio XVI, che in porta il nome di Antoniniano, per-
vece di tenerselo per sé lo collocò chè rinvenuto nelle terme dell'im-
iu questa galleria : innumerabili sO' peratore Autonino Caracalla dal
l32 MUS MUS
conte Girolamo Egidio Velo di Vi- sala, e riempie un rettangolo il cui
cenza. Su di che va letto l'opuscolo lato maggiore è del metro di 7?
dell'avv. Fea : Oaseqaiosissimo rap- palmi romani, ed il minore di 4i
porto alla Santità di N. S. sopra 6 mezzo. campo è bianco in tes-
Il

gli oggetti di antichità rinvenuti nel- selletti palombino, interrotto da


di
le terme Antoniane, e sopra Vaho- un meandro o greca di color fiam-
lizione o rìpristinninento degli an- ma verde-giallo tessuto di quattro
tichi diritti fiscali, Roma 1826. verghe intrecciate a modo di ca-
Contiene due questioni: la 1/ di pelli, che partisce la gran figura ia

diritto e di fatto, sulla pretensione 63 35 de' quali sono


quadrilateri,
del di Velo, di appropriarsi alcuni quadrati, rimanenti, di questi più
i

pavimenti di musaico da lui sco- grandi meglio del doppio , rettan-


perti nel 1824 nelle dette terme; goli, commessi tutti a sette colon-
2/ di camerale sopra le ter-
diritto ne. Una gentil cornicetta a dentelli
me d'Antonino Caracalla, ove Vin- neri ricorre intorno a ciascuna di-
cenzo Troiani, possessore d'una vi- visione , simile a quella che com-
gna, pretende appropriarsi 53 pezzi prende tutto il musaico racchiuso
di colonne di granito rosso, sco- altresì da due listellini parimenti
perte da lui nello scavare la vigna neri. Per meglio godere il musai-

sul principio del 1826. Leone XII co fu praticata una scala onde os-
ne incaricò dell* esame una con- servarlo dall'alto in un angolo. Tut-
gregazione. I pavimenti di lìiusaìco te queste cose, insieme col genere e
•vierano stati lasciati nelle terme coi pregi del lavoro a musaico on-
da Paolo III e suo cardinal nipote, de fu composto questo vasto pavi-
quando vi scavarono, spogliando l'è- mento, ed i restauri tutti di fresco
difizio soltanto delle sculture ed nelle parti logore, e cento altre re-
altre migliori cose mobili, che for- condite e preziose notizie relative a
marono il museo Farnesiano, in tale argomento, le diverse nomen-
gran parte ora in Napoli. Il mu- clature e processi dell'arte nel com-
saico Antoniniano rappresenta una porre i musaici, sono state ampia»
scuola di atleti, così pregiate e fre- mente messe in luce dall'illustre let-
quentate dagli antichi romani. Vi terato ed archeologo p. Giampietro
siscorgono i giovani che appren- Secchi gesuita colla dissertazione:
dono i vari ludi del pugilato, del Il musaico Antoniniano rappresen-
Pancrazio, del pentalto, della lot- tante la scuola degli atleti, trasfe-
ta, della corsa, del salto, del di- rito per ordine di Gregorio XFl
sco, dei dardi, della palla ; i mae- dalle terme di Caracalla al palaz-
stri intenti ad istruirli ed esercitarli; zo Lateranenscj ora delineato, de-
le corone e le palme destinate in scritto e illustratoper cura del car-
premio ai più prodi ; l'erme di ce- dinal Tosti, Roma
i843. In fondo
lebri atleti collocatevi per destare al salone è convenientemente collo-
emulazione ne' giovani alunni il dio ; cato, oltre analoga iscrizione, il bu-
Ermete, uno de' protettori delle pa- sto marmoreo di Gregorio XV^I
lestre. Questo è il più grande mu- scolpito magistralmente da Adamo
saico che si conosca, ma una metà Tadolini, cui spontaneo rivolgi un

appena è il tolto dalle terme, e giato senso d' animo riconoscente ,

ricomposta a pavimento per questa dopo esserti beato nelle meraviglie


MUS MUS i33
delle eia trascorse, dal Ponlefice con Egli è incontrastabile che i'inven.
tutta cura raccolte in questa sede zione del canto ed anche della mu-
novella delle arti belle. sica istiomentale debbasi riferi-

MUSFOJOLI o MONSTUC- re a'secoli più remoti , e tra le

JOULS Raimondo, Cardinale. Rai- arti liberali la musica è quella che


mondo Musfojoli o Monstucjouls o nella sua origine più si confonde
Muscucroli, nacque da nobili e illustri colle favole della mitologia. Il suo-
geuitori presso s. Romano di Tar- no ha nell'universo tanta antichità,
no nella diocesi di Rhodez. Profes- quanta ne ha il moto; la melodia
sata la regola di s. Benedetto nel quanta gli augelli; il canto quan-
monastero del deserto nella diocesi ta gli uomini la musica quanta
;

di Lodeve, fu abbate del monaste- la società. Quella naturale ed iu-


ro di s. Fiora uell' Alvernia, indi vincibile inclinazione che hanno
venne da Giovanni XXII promos- gli uomini ai variati movimenti
so nel i3i8 al vescovato di s. del corpo, all'imitazione, all'armo-
Flour, e quindi trasferito nel iSig nia, al ritmo che ben ancora con-
a quello di Papoul, o di Troyes
s. servano in ogni loro azione, e che
secondo il Ciacconio. Siccome uo- fece nascere la danza, quella me-
mo profondamente dotto, e peritis- desima die Forigine alla musica
simo della disciplina ecclesiastica, ancora. Queste due arti perciò pos-
esaminata la dottrina di Pier Gio- sono chiamarsi gemelle, e tale fu
vanni Olivi, pronunziò essere inliet- sempre la loro concordia, che l'una
ta di eresia. A lui parimenti e a non potè giammai dall'altra anda-
Jacopo Fournier vescovo di Pamiers, l'e disgiunta. Laonde Quintiliano
poi Renedetto XH, fu commessa la con una sola definizione ambedue
famosa causa di Bernardo Deliziosi le comprende, dicendo che la mu-
minorita. Giovanni XXIl in premio sica è un regolato movimento del-
de'suoi meriti a' 18 settembre 1827 la voce e del corpo. Dopo che l'uo-
lo creò cardinale prete di s. Euse- mo nei primordi dell' età sua eb-
bio, e dopo di essere intervenuto be trovato i mezzi di soddisfare ai
al conclave di Benedetto XII, fìn\ suoi bisogni, non andò guari die
di vivere nel i335 o i336 o non si applicasse alle arti piacevo-
i337, ed ebbe sepoltura sotto il li, fra cui la musica tiene il primo
portico della chiesa di s. Gugliel- luogo, pel doppio fine che pre-si

mo del deserto suddetto. pone, e di alleviare il cuore uma-


MUSICA. SACRA . La musi- no dalle giornaliere occupazioni, on-
ca è la scienza delle proporzio- de non di rado sentesi angustialo,
ni della voce € de'suoni ; l'arte di e principalmente di tributare al
esprimere aggradevolmente i sen- Creatore le dovute azioni di grazie
timenli mercè la melodia e l'ar- nel modo il più maestoso, come sci i-

mouia. L' armonia consiste nella ve il chiaro Ferrigni,


espressione di più suoni in un lem- Adamo cantò le divine lodi, e
pò stesso; la melodia consiste iu Giubal figlio di Lamech, nelle sa-
più suoni espressi l'uno dopo l'ai- ere carte dicesi inventore della
tro. Altri qualificarono il vocabolo musica. I figli di Noè recarono
musica, la grata modulazione delle quest'arte piacevole in tulle le cou-
voci e degli istrumeuti da suono. Irade iu cui si stabilirono, e sue-
i34 MUS MUS
cessivamente fu sparsa per tutte le autori potranno riscontrarsi nelle
nazioni. La musica ed i musicali opere di Marco Meibomio: Aiiti-
isliumenti erano ia grande uso ai quae musicae auctorcs Éeptem grae-
tempi di Labano
Mesopota- nella ce , et latine resùluil , ac tiolis

nuti, poiché voleva accompagnare explicavit, Amstelodami 16S1. In


il genero Giacobbe col lieto stre- quest'opera sono tutti gli antichi
pilo de' tamburi e colla gioconda scrittori della musica, massime gre-
armonia delle arpe. Nell'egizio obe- ci. Le nazioni più barbare e più
lisco del Sole vedasi la figura d'un rozze ebbero ed hanno tulle qual-
musicale istromento; e figure egi- che idea del canto; cantano persi-
ziane che suonano istroraenti si no selvaggi, e presso tulli
i po- i

vedono nel musaico di Palestrina poli conosciuti una specie di poe-


e in due pitture dell' Ercolano. Pla- mi che si cantavano servirono in

tone e' informa che la musica de- origine a conservare la tradizione


gli egiziani ed loro cantici con-
i storica dei grandi avvenimenti .

tinuato avevano senza mai cam- Goguet nell'ultimo suo libro delle
biare per lo spazie di tremila an- leggi e sul governo, dice che i
ni: le accompagnavano il
donne primi legislatori misero in musica
dio Api lungo il Nilo, fi'a armo- le loro leggi, acciò si tenessero più
niosi concenti. Dall'Egitto Pittagora facilmente a memoria. I re di Da-
lecò in Grecia la ragione musica- nimarca pubblicarono talvolta le

le con la teoria del suono, e pa- loro leggi in versi, ed in versi ri-

recchi ne formarono una assai vo- mati. Riuscì spesso agli eretici di
luminosa biblioteca; e divenne fra i insegnare e perpetuare i loro er-
gieci in altissimo pregio inremo- rori con cantilene musicali; su di
tissimotempo; e leggiamo in Ome- che Ernesto Cipriani scrisse la Dis-
ro che la musica formava il più sert.de propagalione haeresum per
soave inlertenimento degli eroi. Ri- cantilenas, Londra 17 18. Alcuni
scrittori sono d'avviso che la mu-
guardando i greci la musica come
sica sia innata nell'uomo, e che
dono immediato degli dei, e tanto
tanto ad esso sia necessaria quan-
antica come la razza umana, per
questo andavano attribuendone va- to la lingua; inutile dunque sareb-
be ricercare o l' immaginare
gamente l'invenzione a Mercurio, il

un inventore della musica. La na-


ad Apollo, e anche a Giove essi :

coltivarono la tnusica con ardore, tura ne sparse il seme da per tut-


ina i tanto vantati effetti che ad to, ed alcuno estese questa massi-
essa attribuirono sono considerati ma anche alle sue parti diverse, e
dai moderni dotti una vera favola, quindi anche all' invenzione degli
dopo di avere studiato le opere teo- strumenti.

retiche di Aristosseno, Euclide, Ni- La musica fu impiegata per di-

comaco, Alipio , Gaudenzio, Bac- lettare come per animare


,
al-

la guerra, festeggiare gli avveni-


chio seniore , Aristide Quintiliano, .

Marziano Cappella, ed altri, non menti, onde fu chiamata celeste

compagna delle pubbliche leste, e


che frammenti della loro musica
i

ad onorare funerali con cantoii


a noi pervenuti, e dopo di aver i

e suonatori. greci divisero la mu-


considerato i pochi ed imperfetti I

sica iu istrumeutale e vocale; pu-


strumenti che possedevano. I citati
.

MUS MUS i35


scia furono introdotti molli gaieri della musica sacra, citeremo prima
di mu!ik-a, cioè la musica da ballo, alcuni scrittori di essa. Franchino
da camera, da cliiesa o sacra, ciie Gaffurio di Lodi sacerdote e capo
accresce lo splendore al culto divi- de' cantori della metropolitana di
no, la musica figurata, la militare, Milano, Theoricuni opus harmoni-
]a nazionale, la teatrale. Tra gli cae disciplinae, Napoli 1480. Pra-
antichi strumenti si nominano il tica muùcae, Milano 1496' Angc-
flauto, la siringa, l'arpa, la lira, la licuni ac divinuni opus musicae
cetra. Veggasi il p. Filippo Donan- materna lingua scriptum, Milano
ni gesuita : De tribits gcnciibiis in- i5o8. De armonia musicomm in-
striimenlontni miisicae vetenim or- strnmenloruni opus, Milano i5i8.
ganicac dissertalio, 740. Romae 1 Di tali dotte opere abbiamo più
Descrizione dcgl' islromenli armoni- edizioni. Pel Gaffurio nel i483
ci, d'ogni genere, correda ed accre- Lodovico Sforza aprì pubblica scuo-
sciuta da Giacinto Ceruti con i4o la, acciò v'insegnasse la musica.
rami, Roma
1776. Ferrarlo, In- Antonio Eximeno, Dell^ origine e
Jluenza del suono del canto e , delle regole della musica, Roma
della declamandone, Milano 1815. 1774. L' Effemeridi letterarie di tale
Quadri, Lezioni d'armonia, Roma anno ne parlano come del libro
itì35. Saggio storico della musica, intitolato Esemplare
: sia saggio
Italia 1826. Angelini Buontempi, fondamentale pratico del contrap-
J storia della musica teorico- prati- punto sopra il canto fermo, di fr.
ca, Parigi 169^. Pietro Lichten- Gian)battista Martini conventuale,
thal, Dizionario bibliografico dtlla autore della Storia della musica,
musica, Milano i836. Trattenimen- nella quale ad ognuno dei tre to-
ti sullo stato musica greca della mi riporta un indice di autori di
verso la metà del secolo IF avan- opere intorno alla musica. A que-
ti Cera volgare, Am.sterdam 1777. sto rispose l'Eximeno col Dubbio
Muratori, Dissert. XXIV, ove di- sopra il saggio fondamentale di
mostra che fu sempre in uso la contrappunto, con tre articoli inseri-
musica in Italia, e mai perì. Ram- ti neW Effemeridi
ì'J'j5. Quelle del
belli, Pelle invenzioni e scoperte 1776 fanno una breve analisi del-
italiane , lett. L e LI su Guido l'opera del dotto benedettino p. ab-
aretino e gli strumenti musicali, bate Martino Gerbert, De canta
incominciando dall' Organo e dalle et musica sacra a prima ecclesia
Campane (^Fedi). Domenico Vac- usque ad praesens tempus. Sélva
Della musica in Italia, Ba-
colini. Negra t774> typis Sanblasianis
gnacavallo i844- Ottaviano Petruc- Questa è un' opera ove si conten-
ci da Fossombrone inventò nel gono moltissime notizie intorno ak-
i5o3 in Venezia i tipi delle note la musica sacra, ed è forse la rac-
musicali, e stampò nel medesimo colta più copiosa che siasi fatta
anno alcune messe di Pietro de la finora de' monumenti ecclesiastici
Rue in Roma. Fedi Te.\tro, e gli riguardanti il canto ecclesiastico .

articoli a questo importan-


relativi Peccato che con una
sia scritta
tissimo aigoinento, di cui ragionia- frase latina un poco dura, che non
mo in tanti luoghi. vi sia troppo ordine nella materia,
Passando a parlare brevemente e che manchi di critica. Il mede-
i36 MUS MUS
Simo abbate nel 1 784 pegli slessi
p. causa della musica ecclesiastica pres-
tipi pubblicò un'altra opera assai so Marcello li del ìfi!)5, ch'era in
interessante la storia della musica procinto di bandirla dai sacri templi,
in tre volumi, nella quale vi si ri- come ancor io scrissi nel voi. Vili,
trovano moltissimi trattati di scrit- p. 16, 39, 145, e XLH, p. 245
tori del medio evo. Disgraziata- del Dizionario, e qui mi correggo
mente anche questa opera contie- con l'autorità di monsignor Allieri,
ne molte inesattezze, e per ciò che per quanto dottamente scrisse nel-
riguarda le opere di Guido d'A- la vita del Palestriua, che trovasi
rezzo, speriamo che presto il dotto stampata nella sua opera: Raccol'
cav. Fetis ce ne darà, come ha ta di musica ecclesiastica in cui
promesso, una nuova edizione assai contengonsi i capolavori de'piii ce-
corretta. Questa ultima opera del lebri compositori italiani, e nel proe-
p. Gerbert ha per titolo: Scripto- mio dell'altra : Ristabili mento del
res ecclesiastici de musica sacra canto e della musica ecclesiastica.
potissimnm, ex variis Italiae, Gal- Egli avverte che al tempo del
line et Gcrmaniae codicibus via- Palestrina non si usava in chiesa
nuscriptis collerti. Can. Andrea Fer- la musica strumentale, e quel som-
rigni Pisene della metropolitana di mo solo compose una messa per
Napoli, autore del Supplimeiilo del ordine di s. Carlo Borromeo, se-
dizionario sacro - liturgico del be- condo i decreti del Tridentino, co-
nemerito d. Diclich, di cui parlam- me poidiremo; e siccome tal mes-
mo a Liturgia, ci diede da ultimo: sa piacque al Palestrina nominarla
Covipendio storico sulla musica ec- col titolo Papae Marcelli, indusse
clesiastica. Dissertazione sull'origi- gli scrittori al confessato errore. Di-
ne e progressi della musica sacra chiaro ingenuamente che pel buon
ed ecclesiastica. Ivi parla dell'ori- senso e logica naturale che Dio
gine di essa , suoi progressi e vi- mi ha dato, sentii ripugnanza in
cende nei tempi dell'antico Testa- ripetere il detto da tanti gravi
mento; degli islrumenti musicali scrittori, pel riflesso che Marcello
certi, e di quelli incerti; e dello Il appena 22 giorni nel pon-
visse -,

slato e vicende della musica eccle- tificato. Questa messa, una delle
siastica ne' tempi del nuovo Testa- tre composte dal Palestrina, fu per
mento, col novero di molti scrit- la prima volta cantata nella cap-
tori sulla musica, e relative notizie pella Sistina a' 19 giugno i565.
bibliografiche. Termina col ragio- Delia dissertazione del eh. Ferrigni
nare di coloro che coltivarono la si legge un erudito articolo del
pratica della musica sacra, ram- eh. ab. Arcangeli, negli Annali del-
mentando il celebre Giovanni Pier le scienze religiose, voi. XI 11, p.
Luigi da Palestriua, che fu salu- 340. Ecco come il lituigico Ferri-
tato col nome di principe della gni mostra quanto bene la musica
musica, come fu scolpito nel suo sacra ed ecclesiastica si accoppi»
sepolcro in s. Pietro; ma anch'egli co' riti, dicendo. « Se l'ecclesiasli-
ripetè l'eirore di gravissimi scjit- ca liturgia è augusta e sublime
tori, fra'quali Benedetto XIV nel- pei riti e cerimonie che l'accom-
l'enciclica per l'atmo santo^ cioè pagnano, negar non possiamo che
che il Palestrina avesse perorato lu assaipiti pomposa e toccante rie-
MUS MUS i37
sce quando alla sacra musica si canto ecclesiastico, come lo fu Vit-
accoppia, e da quella ornata ne tore III, «e deve credersi a Leone
viene. JNiuno in fatti ignora aver Ostiense, come narra nella Crona-
la musica sull'animo umano mira- ca; Bonifacio IX dotto nel canto e
bii dominio e potere, onde se im- nella musica; Eugenio IV per la
piegata viene nei diversi atti dei scuola de' chierici istituita in Fi-
pubblico culto che dagli uomini renze; Nicolò V per Ja scuola di
rendesi al Creatore, trasporta e ra- musica che apri in Bologna; Leone
pisce a SI nobile oggetto i loro X che avea passione per la musi-
cuori. Sì noi il vediamo tutto gior- ca; Gregorio XIII per l'erezione
no, che nella celebrazione dei di- canonica della celebre congregazio-
vini misteri essa appunto ispira i ne ed accademia romana di s. Ce-
sentimenti i più commoventi, desta cilia j di cui parleremo, e quegli
gli affetti i più teneri, e profonda- altri Pontefici rammentati nella dis-
mente scolpisce nell'animo le più sei'tazione : Degl'islriimenti musicali,
soavi impressioni; dai quali effetti delle loro qualità, dell'uso ed abuso
compreso e penetrato il nostro de^medesimi, e quanto fecero i Pa-
spirito, distaccandosi dalle terrene pi ed i conciliì per bandire qualun-
cose, al consorzio della Divinità s'in- que genere di canto e suono pro-
nalza e sublima. Quindi tanto nel- fano abusivamente introdotto nella
1 antico quanto nel nuovo Testa- chiesa, della quale si legge un ar-
mento fu in grandissimo uso la ticolo ne' citali Annali, voi. XVII,
musica per le sacre funzioni; e noi p. 4^3. Apprendiamo dal Piinaldi
ravvisiamo nel primo un Davidde all'anno 6o, n. 25, che il sinodo
ed un Salomone farla sfoggiare nel d' Antiochia vietò alle donne can-
tempio (questo non essendo edili- tar nelle chiese insieme agli uomi-
calo sotto Davidde, egli concorse al- ni; ed Innocenzo XI vietò alle mo-
l'indicato scopo perchè compose i nache ogni sorta di musica nelle
sahni, e gli adattò alla musica col- loro chiese, ed ai maestri di loro
r accompagnamento di vari stru- insegnarla. Bensì molte monache
menti, quali composizioni furono cantano ai divini uffizi nelle pro-
eseguite poi nel teuipio di Geru- prie pubbliche chiese, in coro e
salemme) in una maniera non più coir accompagnamento dell'organo,
udita in altra nazione; e nel se- e ne trattai a Monaca; ed agli arti-
condo un Pipino ed un Carlo Ma- coli Adoratrici, e Adorazione parlai
gno, e più ancora (e prima di es- di quegli istituti di religiose, che can-
si) tanti sommi Pontefici istruiti tano ogni giorno le divine lodi al ss.

nel canto ecclesiastico, come un s. Sagramento. Narrai altrove quanto


Gelasio I, un s. Gregorio 1 il Gran- scrisse Clemente XI suU'obbligo di
de, un s. YitalianOj ed un s. Leo- assistere esemplarmente al coro gli
ne 11, vollero dirigere i loro studi ecclesiastici, e di cantare dovero-
e formare le loro più serie occu- samente, non con sonnolenza. A.
pazioni nella riforma e nella pro- Chiesa, § VII, si disse come Be-
pagazione del cauto della chiesa ". nedetto XIVj riformò la musica
Ai quali Pontefici vogliamo aggiun- nelle chiese, di che furono pur ze-
gere, Silvestro li abilissimo nella lanti Leone XII, e di recente Gre-
musica; s. Leone IX. dotto nel gorio XVI, il quale nel 1842 con
i38 MUS MUS
editto de' i6 agosto del cardinal ri di Roma 72, i835; n. i4,
n.
}^itrÌ7,i vicario, emanò saggie prov- i836; n. 4i, i83g; n. 64, i843;
videnze contro l'abuso miovainenfe n. 49> 184^; n. a5, 1847; e le
invalso nelle chiese, di molti in- Notizie di Roma n. 20, i844- I^'"
couvenienli, come di certi canti e porteremo un' indicazione de' titoli
suoni con motivi teatrali riprove- d'ognuna, che non riuscirà inutile
•voli, e contro 1' eccessivo tragore massime agli ecclesiastici. Saggio
d'istrumenti, dovendo la musica sa- storico del canto gregoriano. Ac-
cra alimentare il raccoglimento e compagnamento coW organo de' toni
Ja pietà deTedeli, non dislrarli; onde ecclesiastici ; varie armonie a ffuat'
senza licenza, nelle chiese non si per- irò voci sta medesimi, e sul Te
mettono che le Mìusiche a cappella, Deiim; formazione dt'falsi bordo-
dovendosi in esse sempre conser- ni. Trattato dell' armonia di Catti
"vare la gravità, ed evitare il pro- tradotto . Ristabilimento del canto
fano disdicevole alla casa di Dio. e drlla musica ecclesiastica, Roma
Il Sarnelli tratta nelle sue Lellere 1843. Si trova pure interamente
ecclesiastiche della musica quale es- nel suddetto voi. XVI degli An-
ser debba nella chiesa; de'musicali nali. Siccome di essa profitterò per
strumenti, biasimati nelle chiese, co- un cenno sulla storia
brevissin)o
me e quando nelle medesime in- della musica sacra, e per supplire
trodotti; musica biasimata è la
la a quanto con pena dovrò Irasan-
teatrale, moderazione è commen-
la dare, qui dirò alcune parole del suo
dabile; della riforma della musica contenuto. Fu scritta quest'opera as-
ecclesiastica, di quello che spetta sai interessante, in occasione di mol-
alle persone de'musici, al luogo o tissimi reclami contro gli abusi in-
sia coro, alla slessa musica, agli sorti in varie chiese d'Italia e di
strumenti, e delle note musicali, il Francia (del ristabilimento della li-

lodato Diclich nel Dizionario sa- turgia romana in diverse diocesi


cro-liturgico ci diede un beli' ar- di Francia, ne tenni proposito a
ticolo sulla musica e suo abuso Liturgia, scienza strettamente colle-
nelle chiese. gata colla musica ecclesiastica), per
Benemerito assai della musica servire di risposta alla questione
sacra é il dotto monsignor Pietro sul canto detto dai francesi faux
Allleri romano, avendo dal i835 bourdon, adoperato in Parigi ne'fu-
al 1844 pubblicato cinquanta ope- nerali del reale duca d' Orleans,
re, ed alcune con replicate edizio- ed alla polemica agitata a quest'og-
ni, come si legge dal catalogo del- getto, Come
ai dileggiamenti pub-
ie medesime stampato, avendone Ijlicati Didron contro
da riti di i

fatto alto elogio e reso ragione Roma. L' opera è divisa in due
diversi giornali stranieri e romani, parti. Nella prima si parla del cau-
oltre la gazzetta musicale di Mila- to Gregoriano, ed è suddivisa ìd
no, particolarmente i memorali An- nove paragrafi, ne'quali trattasi del-
nali nei voi. ili, p. 187; X, p, la sua istituzione e convenienza
3 16;XVI, p. 37, 96, i6i, 2 ti, quando venga bene eseguito, dei
321,337, 4^^; XVII, p. 4^4j dovere degli ecclesiastici di studiar-
XV III, p. i36, 460, e voi. Il del- lo, del retto modo di eseguirlo,
la seconda serie, p. 288; i Dia^ del prefeUo dui coro e suo oHìcio,
MUS MUS i39
clcll'orgaiio e quando possa usarsi, no. Messa hre\>e a tre voci con or-
dell'organista e suo oflicio, de'mez- gano per uso degli ecclesiastici in
zi da prendersi onde por termine coro. Missae novem, nec non qua-
agii abusi introdotti nella introdu- tnor antiphonae quae ìiabentur in
I
zioue dei CiUito Gregoriano e nel fine Iwraruni canonicariwi in can-
suono dell'organo, defilisi bordoni, ta concordi figurato exaratae. Se-
delie qualità di musica da eseguir- quenltae tribus vocibus et organo
si unitamente a tal canto ne'gior- absque verboruni repetitione in iisuni
Ili più solenni. La pai te seconda si catìiedraliuni et collegialiuni eccle-
ai'ijiia sulla musica armonica. Es- siaruin. Inno Iste confessor, a quat-
'
sa è pur divisa in sette paragrafi tro, coU'ullimo verso a otto voci di-

I
che contengono, il quadro dell'odier- vise in due cori. Inno Deus tuo-
na musica, i danni spirituali pro- rum militum, ne'vesperi d'un solo
venienti dalla musica profana in- marliit; Sancloruni mentis inclyta
trodotta ne'sacri templi, se la mu- gaudia, ne vesperi dì pili martiri,
sica stromentale possa convenire al- modulali a tre voci per uso degli
ia chiesa, come debba costruirsi la ecclesiastici in coro. Inno Decora
musica ecclesiastica, del luogo ove lux, nella festa de' ss. Pietro e Pao-
dejjbe eseguirsi la musica, e de'can- messo a quattro vo-
lo ai vesperi,
lori, provvedimenti onde por fine ci, due tenori e basso, con
allo,
alle mconvenienze delia musica ec- accompagnamento d'organo. Inno
clesiastica, parere sulla mugica stru- Crudeiis Ilerodrs, ai vesperi det-
mentale fuori della chiesa nelle fesle t Epifania, modulalo a tre voci, due
di alcuni santi. Le altre opere del- tenori e basso, con organo. Inno
l' infaticabile e laborioso scrittole Stabat Mater, modulalo a quattro
sono le seguenti. Brei'i nolizie sto- voci con organo. La Via della Cro-
Vìcìie ed acca-
sulla coìigrrgazione ce, modulata atre e a' quattro vo-
th'ì/uade maeslri e professori di ci con organo. Inni, Ave Maris
musica di Rotna scilo rinvocaziO' Stella, P'exilla Regis prodeunl.
ne di s. Cecilia, lioma i845- Se Tantum ergo, modulali a qiialtm
ne trova l'analisi nell'appendice del- voci per uso de'seminari. Litanie
\' Album n. 36, i845. Notizie bio- lauretane modulale a quattro voci
grafiche di Nicolo Joinmclli di A^'er- ed organo senza risposta del po-
sa sommo compositore di musica, polo. Litanie lauretane modulate a
Queste sono opere istruttive, ec-
le tre voci,due tenori e basso, con ac-
co le composizioni musicali. La compagnamento di organo. Litanie
messa degli Angeli, posta a Ire vo- lauretane modulale a tre e a quattro
ci con accompagnamento d'organo. voci con accompagnamento d' orga-
Non sic manducaverunl: monello a no. Le opere di canto Gregoriano so-
due tenori e basso con organo ob- no: Cantus Gregorianus in Purifi-
bligalo. Venite ad me omnes : mot- cationis B. M. P'irginis et Pai-
tetto a tenore solo con cori ed or- tnaruni processionibus colleclus et
gano obbligalo, da cantarsi in lem- cmendatus. Canlus Gregorianus Pas-
pò della s. Comunione. Miseremi- sionis D. N. J. C. restilutus et in
ni mei: moltetlo a quattro voci al- lucem Cantus Gregorianus in
editus.
la Palestrina. Panis angeUcus: exequiìs, officio et missa //dclntm
ìnotictlo a (j/ualtiv voci con orga- dtfunctonun ex oplimis ex empia-
i4o MUS MUS
rihus eollectus. Le raccolte di mu- tro vocicon organo e senza di
sica sacra di compositori della scuo- lanacconi per uso de' collegi. An-
la lomana consistono. Raccolta di tichissime litanie popolari della li.
musica sacra in cui conteiigonsi i V. per uso dé'collf'gi. Se il cor sì
capilavori de più celebri compo- puro e candido, in onore di s. Lui-
silo ri italiani dal secolo Xf^J fino gi a due voci con coro, di Carto-
ai nostri tempi, consistente in mes- ni, pubblicate con organo. Al tuo

se, sequenze, qfferlorii, mottetti, sal- pie Maria diletta, del Mariolti, ri-

mi, inni, responsorii, ec. Sono ti- dotta a tre voci con accompagna-
«ora usciti sette grossi volumi in mento. Se mai giungo dopo morte,
foglio, che contengono le opere di Cartoni, con accompagnamento.
pili eccellenti in maggior parte ine- Psalmus Misere re, di Casciolini,
dite del Palestrina, e la sua vita, corretto per i'ofllzio delle tenebre.
corredate d'interessanti notizie in- Salve regina, del Bonfichi, con ac-
torno alle medesime e alla storia compagnamento. Libera me Domi-
dell'arte musicale. I sette volumi ne, a quattro voci con istrumentl di
contengono la prima parte, ora si Cimarosa. Dopo il catalogo mon-
propone stampare la continuazione signor Alfieri pubblicherà in quat-
dell' opera in altri otto eguali vo- tro volumi il nuovo Graduale se-
:

lumi, che conterranno le più belle cunduni rituni s. ecclesiae romanae


composizioni in istile osservato sen- ad cantwn Gregorianuni concili-
za organo e con organo; in istile nalum, eie; Antiphonarium, etc. del
del tutto organico ed istrumentale, quale si è letto l'annunzio nel
dal fine del secolo XVI (ino ai no- Diario di Roma, non che molte
stri giorni. Nel t. CIX del Giorna- altre sue composizioni inedite a tre,

le arcadico un importante
si legge a quattro ed otto voci.
articolo del marchese Giovanni A Canto ecclesiastico parlai
Lonrghi intitolato: Le opere di Pier delle diverse sue specie ed origine,
Luigi da Palestrina pubblicate con cioè di quello degli ebrei, e di
moderni caratteri da monsignor quello ecclesiastico de' primi tempi
Alfieri, ec. Excerpta ex celebrio- della Chiesa, e sue divisioni, massi-
ribus de musica viris Palestrina, me dell'Ambrosiano e del Grego-
Vittoria, Allegri, in usuni cathedra- riano o romano, o canto fermo;
Unni, ec. in dominica Palinarurn, del cantorato e scuole de' cantori
et maj'ori hcbdoinada. La cantica istituite in Roma
da s. Gregorio I, in-
di Salomone, modulata a cincfue di della sua propagazione in Francia
i'oei da Palestrina. Raccolta di ed altrove; delle note che dicousi
mottetti a quattro voci di Palestri- inventate da Guido d'Arezzo, e di
na, Vittoria, Anerio.Inno o ritmo quel canto che escluse poi dalla
Stabat Maler, mottetto Fratres ego chiesa Giovanni XXII (la cui de-
cnini accepi, a otto voci distribui- cretale emanata nel i322 in Avi-
te indue cori, di Palestrina; inno gnone, Docta sanctoriun patrum, è
Pange lingua in canto Gregoriano, riportata ancora dal Ferrigni). Che
che si eseguiscono nella cappella sempre disapprovarono i Pontefici,
Sistina. Fragmenta hyiimoruin di i santi padri ed i concili la musi- i

Palestrina, di Felice Anerio e di ca profana quando la videro intro-


Gio. Maria jNauiui. Litanie a quat- dotta nella chiesa, iaclusivameate
,

MUS MUS i4r


al concilio di Trento; parlai pure la Cam re.tinendi de' 3 1 settembre
del canto de'religiosi, e di altre di- 1762 di Clemente XIII sul regi-
versità di canti e suoi pregi. A me e governo del collegio, è nel
Cantobe accennai quanto riguarda t. Il, p. 3o6 del Bull. Roni. Coni.)
la dignità de'maestri del coro nel- successero nella giurisdizione i mag-
le cattedrali, con le diverse deno- giordomi. Del prezioso archivio del
minazioni e prerogative. A Can- collegio, di altre notizie e funerali
tori dissi di quelli di Salomone e de' cantori, de' quali funerali par-
de' primitivi cristiani, della scuola lai ancora nel volume XXVIII, p.
di s. Gregorio I, della loro condi- Q'ò del Dizionario, dicendo di quel-
zione chiericale, e de' luoghi del li (incui il p. Ercole Grossi ge-
canto. A
Gantobi poivtificii scrissi suita pronunciò con molto affetto
con qualche diffusione del celeber- e robusta eloquenza l'orazione fu-
rimo e antichissimo collegio tut- nebre ) del rinomato direttore e
tora esistente in Roma in servigio camerlengo Baini, fatto da Grego-
della cappella pontificia, e di tutto rio XVI suo cameriere d'onore; né
ciò che lo riguarda, come di sua tralasciai di accennare alcune straor-
origine da s. Gregorio I che volle dinarie composizioni musicali fatte
il canto stabilito sulle teorie di dai maestri, sino e inclusivamente a
Boezio Anicio Manlio Torquato Se- quelle dello stesso monsignor Giu-
verino, che avea appreso in Atene seppe Baini. iVe fecero l'elogio e
dai greci, celebre anche pel suo parlarono delle sue notizie ed ope-
trattato sulla musica giunto sino a re: il cappellano cantore d. Gio-
noi, e dei miglioramenti ricevuti vanni Belli, con lettera e iscrizio-
da quel Papa, che ancora si osser- ne stampata nel 1842; Alessandro
vano. Dissi pure delle scuole di M. Carcano, con cenni biografici
questi cantori, dei loro dignitari pubblicati nel n. 7 i del Diario di
dei loro uffizi, e di quei Papi che Roma i844; d. Luigi Portelli, con
successivamente impiegarono il lo- l'elogio riportato nei succitati An-
ro zelo anche in utilità del canto nali voi. XX, p. ii4; ed il cav.
ecclesiastico e del collegio de' loro Andrea Belli, con articolo inserito
cantori, con le notizie di Guido. nel n. 1 1 delle Notizie del giorno
Delle variazioni succedute dopo il 1846. In tutti i quattro accennati
ritorno de' Papi da Avignone in articoli si parla ancora di quanto
lloma, pei cantori francesi e bel- riguarda l'origine e progresso del-
gi che seguirono Gregorio XI, e la musica sacra, di che pur si trat-
nuovamente degli uffizi esercitati ta a tutti i moltissimi articoli che
dai cantori, loro pregi e molti gli sono relativi ; e pei cantori pon-
privilegi; e degli antichi cantori tificii si può vedere Cappelle Pon-
impiegati in servigio della santa tificie, Cardinalizie e Prelatizie,
S(jtle. Indi de'maestri della cappel- ove feci pur menzione della loro
la pontificia, cardinali protettori antica uffi/iatura nella cappella del
del collegio, e cantori insigni per palazzo apostolico, (piotidiana feria-
dignitìi, santità, dottrina e scienza le e comune, cioè delia prima cap-
musicale, facendo cenno delle loro pella del mondo il cui canto e
opere principali, con quanto li ri- musica ha formalo sempre le me-
guarda; e che ai protettori (la boi- raviglie di tutti.
,

i4?- ai US MUS
Per fjiinnto nbl)ìnnìn qui ricorda- considerazione dell'ampiezza di Dio,
to e per la brevità che ci ò im- dei prodigi da lui operati, e de'be-
posta dalla natura di questo Dizìo- uomini liberalmente com-
nefr/.i agli
nario, ci limiteremo ad eitrarre qua parliti. Dal che apparisce, che la
e là qualche erudizione dalla bella musica conviene propriamente alle
opera del sullodato monsignor Al- cose religiose, essendo esse le uni-
Ristabilimento del canto e del-
fieri, che che risvegliar debbano nell'ani-
ta musica ecclesiastica. Tra le este- ma veraci sensi di amore verso Dio,
riori azioni che dobbiamo nel ren- e che facciano concepire una su-
dere a Dio il dovuto cullo, si com- blime idea della divina maestà, a
prendono le divine lodi, perchè nel- cui render devesi onore ed omag-
le diverse melodie ed armonie ven- gio come principio e termine d'ogni
gono meglio tocchi e scossi gli ani- cosa, e come nostro creatore e lar-
mi nostri, onde sempre si è usata ghissimo benefattore. La malizia poi
la musica nelle lodi del Signore, dell' uoanio si è servita di questo
a/linchè animi de'deboli e de-
gli mezzo, in eccitare alla pietà eccel-
gì' infermi restino vieppiù eccitati lentissimo, per risvegliare e muove-
ed infiammati alla divozione. Difat- re le ree passioni nelle case, nelle
to Mosè e gì' israeliti usarono il adunanze e ne' teatri unitamente
canto nel solenne ringraziamento alla danza, ad indecenti azioni, ed
che fecero a Dio dopo il prodigio- a racconti amorosi ; anzi in questo
so passaggio del mar Rosso. Maria secolo che vantasi di lumi, di fi\o-
sorella di tal duce colle altre don- sofiae d'incivilimento, da alcuni si
ne ripetè il di lui cantico al suono giunge all'eccesso degradante di ren-
de'timpani e alla danza. Davidde ac- dere onori quasi idolatrici a quel-
compagnò l'arca col canto e col suo- li che primeggiano nella musica e
no di molti strumenti, indi ordinò nella danza. Su questo punto si può
ai ch'erano al servizio del Si-
levili leggere l' aureo libro stampalo in
gnore, che ne celebrassero le lodi Roma nel 1768: Trattalo de' giuo-
rol suono e col canto, nell'esercizio chi e de divertimenti permessi o
de'ministeri dell'aliare, ed il loro nu- proibiti ai cristiani, cap. XIX,
mero giunse sino a quattromila della musica e del canto.
poi divisi in ventiquattro ordini; La musica degli ebrei stabilita
laonde fu Davidde il primo che in- per l'onore dell'Altissimo, fu eser-
trodusse regolarmente la musica citata da Cristo stesso e dagli apo-
nelle sacre funzioni, facendo risuo- stoli, e da essi vennero esortati i
nare il santuario delle lodi del Si- primi cristiani ad usarla nelle sa-
gnore. La modulazione delle voci, cre funzioni, per essere eccitati più
con cui gli inni e i salmi erano facilmente alla divozione ed alla pie-
cantali nel santuario degli ebrei, e tà: il Redentore nell'ultima cena
ilsuono degl'istrumenli che accom- dopo l'istituzione dell'Eucaristia can-
pagnavano le voci, davano alle sa- tò un inno di ringraziamento; e s.
rre parole una maggior forza, on- Paolo esorlò i fedeli al canto dei
d'esse facessero più viva impressio- salmi, degl' inni e de' cantici spiri-
ne negli uditori, e venissero meglio tuali nelle loroadunanze, avverten-
espressi gl'interni sentimenti di un doli di accompagnarlo non colle sole
animo trasportato fuori di sé alla labbra, ma cou l'interno del cuore,
MUS MCS 143
e l'kisegnò coli' esempia Tiitloclò renderlo armonico, ond'è che dai
meglio agli articoli di tali compo- pontificato di 8. Vitaliano del 6?^
nimenti. Gli eretici samosalensi, al- in poi, udirono le melodie del
si

bigesi, valdesi, pietrobnsiani, Avide- canto Gregoriano armonizzate alla


fìsti, calvinisti ed altri, che spaccia- mente dai cantori , e siccome tal
rono per inutile e superstizioso Tu- modo di armonizzare dicevasi in
so del canto, furono ampiamente latino organare, e Taccordo orga-
confutali; ma la Chiesa esortata a num, questi nomi indussero molti
praticarlo da Cristo e dagli apostoli, storici di musica n credere che ai
non ha tralasciato giammai il can- tempi di s. Vitaliano fosse in uso
to nelle sacre funzioni, fin dal prin- nella chiesa l'istrumento di canne,
cipio del cristianesimo, edinnume- che oggi chiamiamo organo. Tal
revoli ne sono le testimonianze che modo di organare sembra che du-
r^poitiamo in molti luoghi. Aven- rasse fino al secolo X, usandosi punti
(lo Costantino donata la pace alla per significar le note, il che prova
Chiesa, il canto non più nelle ca- la derivazione del termine contrap-
lacombe, ma fecesi udire in pub- puntare, e 1' invenzione de' punti
l)Iico dai fedeli e con maggior le- non doversi attribuire a Guido A-
tizia Si in oriente che in occidente, retino, ma essere più antica. Egli
In processo di tempo, avendo per- però verso il io32 facilitò la Ict-
duto in parecchi luoghi la primie- tura del canto Gregoriano, riunii al-
ra semplicità, e riuscendo di distur- cune regole sull'armonia, introdus-
ho ai dìvoti, non trascurarono i se un'altramaniera d'organare, la
santi vescovi ed i zelanti scrittori quale prontamente si diffuse da per
d' inveire con tutta facondia contro tutto cioè facilitando moltissimo
,

l'abuso; e verso il fine del VI se* l'apprendimento del canto con meto-
colo s. Gregorio I, assai geloso del di, indi siformarono scuole regolari
culto divino, si applicò alla rifor- per dove. 11 miglioramento
ogni
ma del canto ecclesiastico^ il quale dell'armonia di Guido luttavolta è
poi si diffuse per tutto l'occidente dubbio: per la gran fama acqui-
in brevissimo tempo, e specialmen- statasi gli si attribuirono tutte le
te in Inghilterra ed in Francia: que- scoperte delle quali s'ignora l'an-
sto è quel canto che piacque sera- tore , mentre molte cose ascritte
pre e sempre piacerà ai dotti e a Guido erano già cognite avanti
alle persone divote. Allorché ne' se- di lui. Monsignor Alfieri nel voi.
coli mescolò alle me-
posteriori si VII delle Opere del Paleslrina, al-
lodie gregoriane l'armonia, inco- la dissertazione dal risorgimento del-
minciarono gli abusi, contro i quali la musica fino all'epoca di tale au-
si scagliarono padri, concilii e scrit- tore, dopo le opere
di aver letto
tori fino ai nostri giorni, senza es- di Guido, che prima non avea po-
serne risultato verun felice effetto, tulo avere confessa ingenuamente
,

In ogni età, quantunque barbara, essere caduto fatalmente io alcuni


più o meno furono in uso presso errori nel suo Saggio storico. Es-
il popolo gli strumenti che accom- so adunejne prova, che il santo mo-
pagnassero il canto; quindi intro- naco Guido non fu affatto l'inven-
dottosi in chiesa il canto melodico, tore dell'esacordo ut, re, mi, fa, soly
si propnrò coll'andar del tempo di la, ma che anzi richiama a vita le
,

i44 Mus MUS


scala gregoriana a, b, e, d, e,
f, g, nuove note e di adornamenti, «di se-
che fìssa pei- la lettiira della mu- mibrevi cioè e di minime, di ochet-
sica due linee , una rossa per la ti, discanti, tripli, rodelli, condotti,
chiave di basso , e un' altra gialla mottetti volgari, ec; vuole che si tol-

per la chiave di tenore, sopra le gano solamente che


permettendo
quali seguitò a servirsi delle note qualche volta , e specialmente nei
di uso
chiamate scandlcus sali- , giorni solenni, alle messe e ai divini
cuSjCC. ch'erano circa quaranta, in- uffizi si usino alcune consonanze di

trodottesi sulla metà del secolo Vili; ottava, di quinta, di quarta e si-
e che finalmente si servi per di- mili sopra il canto ecclesiastico sem-

notare Vorganuni ossia la rozza ar- plice, inmaniera tale che si con-
monia di que'tempi, consistente in servi illibata r integrità del detto
quarte, quinte e ottave di seguilo, canto.
delle lettere Gregoriane, grandi per Un siffatto ordine pontificio pro-
le voci gravi, minuscole per le voci dusse buon effetto, e s'incomincia-
medie, e queste raddoppiate per le rono quindi ad udire le prette ar-
voci acute. A maggior schiarimen- monie permesse, sugli Introiti, Gra-
to d'una materia si importante si duali, Olìertorii, Antifone, Inni e
può consultare la citata dissertazio- Responsorii. Cotal modo però sem-
ne. Sul finire del secolo XI Fran- plice e rozzo, era sopportato di ma-
cone Colonia procedette più in-
di la voglia da quelli ai quali aveva
nanzi nello svolgimento dell' armo- solleticato gli orecchi la musica mi-
nia, insegnò d'introdurvi le conso- surata, la quale non ostante che
nanze, di non far ascender e discen- fosse bandita dalla chiesa, fuori di
dere le voci in uno stesso tempo questa veniva per tutto usala. Ed
e stabilì le figure musicali in lunga, è perciò che azzardarono di porta-
breve e semihrtve, nonché i tempi, re a misura il Kyrie, Gloria, Cre-
i modi, le legature ed i riposi del- do, Sanctus, Benediclus, Agnus, e
le voci, gittando le fondamenta del- di eseguire non più alla mente,
la musica figurata, la quale in ap- ma in iscritto la composizione. I

presso venne migliorata dagl' italia- fiamminghi avevano immagi-


che
ni segnatamente. Quindi in pochis- nate tali composizioni, vennero in
simo spazio di tempo in Italia, In- Italia a farle gustare; ed essendo
ghilterra, Francia e Belgio, fu con- piaciute, restarono eglino al servi-
dotto a misura canto Gregoria-
il gio delle cappelle. In tal guisa nac-
no, e si rese armonioso, venne ab- que la musica armonica, Ja quale
bellito, e vi mescolò talvolta e-
si fece ogni giorno progresso. Coll'a-
ziandio gì' istrumenli;' artifizi che vanzarsi per altro non si ebbe al-

produssero enormi stravaganze, che cun riguardo alle sacre parole, che
pervenute in seguito all'eccesso, mos- furono offuscate con artifici! inter-
sero Giovanni XXII ad emanare il minabili da tutti i compositori, sen-
celebre decreto, in cui dopo aver za che gli uditori potessero inten-
mostrato che lo scopo del canto sa- dere il senso; ed il peggio si fu
cro si è di accendere la divozione che le composizioni erano per lo
ne' fedeli, rimprovera la nuova ma- più lavorate su profani soggetti; e
niera introdotta di misurare il can- pure il Josquin, come il più me-
to fermo , e d' averlo riempito di lodico della scuola fiamminga, fu
MUS MUS 15
'4
chiamato iu Europa princeps musi- altri. Monsignor Alfieri riporta le
cortiin, indi l'invenzione dell'arte notizie inforno al risorgimento del-
della stampa riuscì utile anche al- la musica fino al Palestrina, anche
la musica. Nel concilio di Tretito nella sua Raccolta di musica voi.
si pose riparo alle stravaganze mu- VII, p. 373 e seg.
sicali, e si pensò alla convenienza In appresso, ad imitazione della
j
dei tempio santo di Dio, laonde Pio musica teatrale, si formò lo stile

IV nello stabilire la congregazione concertalo , ed entrarono in chie-


di otto cardinali per l'esecuzione e sa gì' istrumenti da corda e da
i interpretazione del concilio, donde fiato. Dair introduzione degli sti-

ne prese il nome, ne destinò indi li organico concertato e strumen-


i una parte per la riforma della mu- tale, la musica sacra passò di nuovo
sica sacra , capi de' quali erano i agli abusi, che richiamarono l' at-
cardinali Vitellozzi e s. Carlo Bor- tenzione de'Papi, fra' quali Alessan-
romeo che alcuni chiamano prefet- dro VII che inibilli colla costitu-
to. Essi procurarono che nella cap- zione Pìae sollecitudìnis, dell' anno
pella pontificia fosse eseguita una 1657, sull'osservanza della quale
musica non solo senza intrecci ar- laconniresfazionedella visita nel i665
monici, oscenità e stravaganze, ma promulgò un editto che produsse
devota, e di stile talmente chiaio buon etfetlo, ma per pochi anni.
che si udissero bene le parole del- Indi fiorirono gli allievi de' conser-
la sacra liturgia, adìnchè servisse di valorii musicali di Napoli e molti
esempio non solo a tutte le chiese maestri di Roma. Tultavolta l'abu-
di Roma e d'Italia, ma ancora a so invase quasi tutta l'Italia, onde
tutte quelle del mondo cattolico. nel secolo passato col Muratori de-
Fu dato l'incarico al celebre Gio. clamarono contro di esso più scritto-
Pier Luigi da Palestrina già can- ri, e Benedetto XIV con enciclica ai
tore pontificio, il quale costru\ quel- vescovi dello stato papale, in cui ri-
la messa a sei voci che in più , prova l'abuso della musica teatrale
luoghi citammo, chiamala da lui introdottasi nella Chiesa, raccoman-
col nome Papae Marcelli, che fu dò il canto Gregoriano, e die otti-
da tutti approvata, e per la quale mi avvertimenti sul genere di mu-
fu salva la causa della musica sa- sica da usarsi. Numerosi e gravi
cra, che voleasi dai padri in sul scrittori da quell'epoca fino a noi
principio bandire dalla chiesa: il hanno gridato contro gli abusi del-
Palestrina incoraggito con essere la musica sacra; ma i disordini so-
(fìtto dal Papa compositore perpe- no troppo invecchiati, e senza una
tuo della sua cappella, benché lai- forza energica de' superiori è dirti-
co^ progredì innanzi, e fece moltis- cile sbarbicarli , colle piìi evidenti
sime composizioni degne della casa ragioni e persuasioni. Interessante e
di orazione; ed i compositori scossi opportuno è l'articolo che riporta
dall'applauso generale e dall'amo- il un -giornale
eh. Alfieri, tratto da
re del guadagno, cambiato stile, ne di Parigi e intitolato Danni ai :

seguirono le orme , e comparvero quali si espone la religione a cagio-


le bellissime composizioni di Vitto- ne di certa musica usala nelle chic'
ria, de' due i\anini, de' due Anerii, se di Francia. Si è giunti ad ese-
di Caccini, di Allegri e di molli guire al teatro lo Slabat Malev del
VOL. XL\1I. IO
,,

i46 MUS UUS


cav. Rossini) ed in chiesa al tem- parlare moasignor Alfieri de' mezzi
po della messa il pot-pourri della da prendersi onde por termine agli
Lucia di Lammennoorì per non abusi introdotti nell' esecuzione del

dire altro. Contro gli abusi intro- canto Gregoriano e nel suono del-
dotti nelle chiese nel canto e nella l'organo, dice del canto fratto mi-
musica, lo ripetiamo, in ogni età surato che in Roma si usa nel se-
declamarono Papi e tutti i buo-
i minario romano e nel monastero
ni, a cui sta a cuore l' onore e la de' camaldolesi di s. Gregorio nei
decenza del santuario. Preziose so- giorni solenni , oltre 1' eseguire ve-
no altresì le nozioni che lo zelo e ramente bene il canto Gregoriano;
la scienza del lodato autore ci dà come del canto fratto e qualche ,

sulla istituzione e convenienza del pezzo sodo e grave a due o tic


canto Gregoriano, quando è bene voci ohe si eseguisce da' sacerdoti
eseguito da questo
: egli esclude quel- della missione. Ragionando della
lo che ora appellasi monastico, poi- musica armonica e del quadro del-
ché riconosce per Gregoriano quel- l'odierna musica, incomincia coll'o-
lo che trovasi stampalo nel Gra- rigine dell'antico luogo proprio dei
duale ed Antifonario romano, nel cantori o coro, innanzi al presbite-
direttorio di coro del Guidetti ed , rio o presso l'altare maggiore; e
in altri simili libri e codici , men- quello che in^ appresso si fabbiicò
tre il monastico odierno non basa in alto fu nominato cantoria, pri-
sopra alcun buon fondamento , al- ma ne' lati del presbiterio, poi in
lontanandosi dalle regole comuni fondo, o sopra l'ingresso della chie-
delle modulazioni; essendo il Gre- sa, ove anche venne collocato l'or-

goriano puro , il monastico


vero gano, luogo chiamato ordinariamen-
antico. Né meno importante è quan- te orchestra, ch'era presso gli anti-

to riporta sul dovere degli eccle- chi un luogo vicino al teatro, ove
siastici, di studiare il canto Grego- stava il magistrato a vedere le rap-
riano, dicendo col ven. Beda , che presentazioni, mentre ora è una spe-
chi canta quel che non conosce cie di steccato, nella parte anterio-
viene definito una bestia poiché ,
re del teatro, destinato pei suonato-
non solo è necessario conoscere le ri. Quivi si eseguisce la musica sen-
varie melodie di cui è composto ,
za verun riparo, onde il popolo vol-
e che si apprendono collo studio gendo le spalle all'altare maggiore,
ma ancora molte altre cose che lo è intento a osservare quelli che can-
accompagnano. tano. Molli sono i danni spirituali

Circa l'organo, il cui suono da provenienti dalia musica leggiera,


alcuni secoli si unisce al canto lasciva e profana, introdotta ne' sa-
de' salmi , cantici , inni e mes- cri templi. Q'anto alla musica stru-
se, osserva il eh. autore che non mentale se possa convenire alla chie-
si ha quasi da alcuno cautela ve- sa, s. Tommaso opina affermativa»

runa nel suonarlo, nulla curando mente, perchè gl'istrumenti muovo-


di sapere quando questo strumen- no l'animo al diletto piìl che ad

to possa usarsi; e la Chiesa, che ha altra cosa, ma vi fa alcune di!>tin-

ordinato esattamente i riti, non ha zioni. Il cardinal s. Carlo ammise


trascurato di parlare anche di que- l'organo, ed escluse gli altri stru-

sto, prescrivendone le discipliae. Nel menti, secondo il prescritto dal ce-


MUS MUS 147
rimontale romano. Benedetto XIV l'Essere supremo ; onde un tal ge-
fece esaminare la questione ilegl'i- nere di canto riprenda universal-
jlrnnienti, ed alla fiue concliiuse di mente il suo posto nella sacra li-
aoimelterne alcuni solameule , cioè turgia, eliminandone quella musica
tioloni, Tioloncelli, fagotti, -viole e profana e teatrale die in più luo-
yiolini, riufono maggiore di
per ghi si è introdotta a deturpare la
quelli che cantano j e bandi i tim- santità del tempio e le più augu-
pani, i corni da caccia, le trombe, ste funzioni. Vediamo i popoli nati
gli oboe, i flauti, i flautini^ i sal- nella più rozza barbarie correre
teri moderni, i mandolini e simili alle chiese de' missionari per gu-
strumenti, che non servono che per starvi la dolcezza del canto sacro,
rendere la musica teatrale. Questi che lasciandoli meravigliali e com-
ultimi strumenti dilettano all'orec- punti, per effetto di grazia divina,
chio, ma non eccitano alla pietà, facilmente li dispone ad abbraccia-
uè conciliano pentimento de'pec-
al re il cristianesimo.
cati, che
il ricercasi nella musica Dopo che il Palestrina , d'or-
sacra. Fatalmente di poi ai concessi dine della congregazione del con-
strumenti a poco a poco ne altri se cilio, riportò pel primo nelle sa-

introdussero divenendo
in chiesa , cre composizioni musicali il ve-
cosi la musica quasi sempre teatra- ro stile ecclesiastico , il quale non
le, con dolore de' buoni, onde molli solo riscosse applausi nella ponti-
vescoxi anco di recente bandirono fìcia cappella, ove tuttora si osser-
dalle loro diocesi qualunque sorta va la semplice esecuzione, ma fu
di musica strumentale. Le musiche eziandio da altri maestri nelle chie-
strumentali che si fanno di notte se di Roma adottalo. Aflinchè poi,
presso le chiese per la festa di al- come di tutte le cose addiviene,
cun santo, invece di trarre il po- non avesse col tempo a risentir
polo alla sua divozione , pei pezzi nuovo danno la musica ecclesiasti-
che si eseguiscono profani, lo scopo ca, nel pontificato successivo di s.

riesce del tutto opposto. La musi- Pio V , avendo il Palestrina nel


ca sacra poi dev'essere coerente al 1570 fondato in Ptoma una scuo-
senso ecclesiastico, che non ammet- la insieme con Giovanni Maria Na-
te confusione nelle parole, che sia nini, affine d'istruire bene i giova-
grave in modo da escludere quanto ni negli elementi dell' armonia e
possa sapere di profano, ed atta a della composizione, e divenuti i fi-

commuovere la pietà de' fedeli ,


larmonici di quel tempo ammirato-
e che nella composizione siavi ri e seguaci dello stile del Palestri-
y unità , e costruita nel modo na, dall'unione di tutti i composi-
ordinato dalla Chiesa. Si compiac- tori e cantori di Roma si formò
cia Iddio d' ispirare negli animi una congregazione sotto il titolo
specialmente de'suoi ministri l'amo- di s. Cecilia. Gli atti di questa san-
re ed il gusto pel canto della chie- ta ci dicono, secondo l'interpreta-
sa, il quale è stato in tanta Tene* zione di alcuni, che nel cantare le
razione per tutti i secoli della me- lodi al Signore, accordava la mu-
desima, e ch'è atto a destare i sen- sica istromenlale alla vocale, e per
timenti e gli affetti i più conve- questo i musici l'hanno scelta a
uìenli ad onorare la maestà del- loro protettrice. A.v ferie monsignor
.

i48 MUS MUS


Alfieri che piuttosto di credere s. dia, che non piccolo giovamento
Cecilia perita nella musica, si debba recarono anche alla drammatica.
ritenere l'attributo, al suono degli Quindi s. Filippo Neri immaginò
strumenti usato nelle sue nozze, e quegli oratorii sacri, nel modo che
al pregare ch'ella faceva nel cuor vengono anche attualmente praticati
suo a Dio, onde gli conservasse la in Roma, e de' quali poi daremo
sua verginità , come avvenne colla un cenno.
corona del martirio. Dello scopo Contribuendo l'accademia o con-
della congregazione, del luogo ove gregazione al miglioramento del-
.

venne stabilita e risiede, come di la musica , aggregò tra i suoi


altre notizie,ne parlammo nei voi. membri maestri e professori ita-

I, p. 55, e XI, p. 3o6 del Diziona- liani e stranieri , fi-a' quali molli
rio, godendomi l'animo di apparte- d'una celebrità europea, anche del
nervi qual socio onorario, nella classe gentil sesso, non che per soci d'ono-
dei filologi, fino dal i843. Grego- re gli amatori della musica, in cui
rio XIII nel i583 o i584 appro- novera Papi, sovrani, e personaggi
vò la congregazione, l'eresse cano- illustri per dignità, per nascita e
nicamente, e gli concesse privilegi, per sapere , come si può legge-
credesi ad istanza del Palestrina. re nell'opuscolo Catalogo dei mae- :

Tutti i filarmonici di Ptoma do- stri compositori , de professori di

vettero assoggettarsi agli esami della musica j e de' sodi d'onore della ,

novella confraternita o congregazio- congregazione e accademia di s. Ce-


ne, e la sola cappella pontificia es- cilia di Roma, residente nel colle-
sendo composta di cantori ecclesia- gio di s. Carlo a Catinari, Roma
stici, i quali regolavansi con par- 1845. In quello della precedente
ticolari leggi di loro, ne rimase e- edizione, vi sono pure i brevi cenni
sente. I congregati conoscendo che storici sulla congregazione stessa
già in Napoli eransi eretti due con- Per le benemerenze, lustro e cele-
servatorii di musica, uno nel i537 brità che si meritò la congregazio-
col titolo di s. xMaria di Loreto, da ne, romani Pontefici eh' ebbero
i

Giovanni di Tapia prete spagnuo- mai sempre a cuore il progresso e


lo ; r altro nel 1576 col titolo di l'incremento delle arti belle, accor-
s. Onofrio a Capuana nell'ospedale darono maggiormente la loro pro-
dell'Annunziala, cui poi si uni quel- tezione a questa accademia e con-
lo della Pietà de' Turchini fonda- gregazione, con ricolmarla de' più
to nel 1607 ; pensarono di stabi- ampli privilegi. Urbano Vili colla
lire in Roma un collegio di mu- bolla Pietatis , de' 20 novembre
sica sulle forme di quello di Na- 1624, approvò l'erezione e gli sta-
poli, ma disgraziatamente andò fal- tuti, con facoltà di approvare li- i

lito il progetto. Indi la congrega- bri di musica da stamparsi e le ,

zione si pose ancora sotto la pro- scuole di musica da aprirsi in Ro-


tezione della Visitazione di Maria ma, ma poi derogò alla concessio-
Vergine e di s. Gregorio I. In tal ne colla bolla Humanarum rerum,
maniera nel secolo XVI rifiorì l'ar- del 9 dicembre 1626^ bensì gli ac-
te soave della musica, e videsi Ro- cordò moltissime indulgenze. Inno-
ma feconda di sublimi ingegni che cenzo XI con breve de' 18 maggio
diirusero i veri principi! di melo- 1684 confermò gli statuti, con privi.
MUS MUS 149
tegio di aggregare alla congrega- relative che nel decennio sono sta-
zione que' personaggi stranieri , i te depositate neWarchivio della con-

quali fossero in fama di cultori del- gregazione ed accademia di s. Ce-


l'arie e della scienza musicale, ^eì- cilia di Roma. Contemporaneamen-
V Etisevologio romano pubblicato dal te fu stampato l'altro opuscolo:
Piazza nel 1698, nel Irati. XI, cap. Memoria de' principali benefattori
XI, parlasi della nobile università della congregazione ed accademia
e congregazione de' musici a s, Car- di s. Cecilia di Roma; ivi si ap-
lo de'Catinari, con diverse erudi- prende, che grato l'istituto alle be-

7Ìoni sulla musica. Clemente XI col neficenze di Gregorio XVI , oltre


!)reve /ed pasloralis, del 9 seltem- averne ordinato il ritratto per col-
l)re 1716, ampliò e confermò pri- i locarlo tra i benefattori, in s. Car-
vilegi, e volle che la stretta priva- lo gli celebrò solenni funerali.
tiva delle musiche ecclesiastiche ri- Suole la congregazione con mu-
siedesse in questa congregazione, sica funebre rendere annualmente
l'enedetto XIV volendo far cosa i dovuti suffragi ai confratelli de-
grata all'insigne accademia filarmo- funti. ISeWe JVotizie del giorno i847,
nica di Bologna sua patria, le con- n. 10 e 17, si diceche la congre-
cesse i privilegi di quella di s. Ce- gazione umiliando con deputazione
cilia di Roma. Pio VI parimenti ne i suoi omaggi al regnante Pio IX,
lonfermò gli statuti col breve Su- questi si degnò dichiarare la sua
jìcrni disposilione consìlii, del 1 6 set- soddisfazione, come 1' istituto da
teo)bre i7t)4>^"^^- I^om. Contiima- qualche tempo si occupi della for-
t!0, t. X, p. 225. Leone XH ri- mazione di un liceo musicale di
chiamò al primiero splendore la cui manca Roma, onde provvedere
congregazione, il cui andamento e- ai reali progressi della scienza mu-
)Hsi rallentato per le vicende poli- sicale, e all'educazione civile e re-
tiche. Pio Vili col breve Boniini ligiosa de'giovani che si applicasse-
{si confìltri Domino, del 24 agosto ro alla nobile arte : approvando il

i83o, migliorò l'andamento del Pontefice l'idea dell'accademia sulla


corpo , con togliere da lui quegli dotazione del liceo, promise la sua
abusi che vi si erano introdotti benefica protezione, e di conceder-
tlurante le accennate vicende. Tra gli gratuitamente apposito locale.
i cardinali suoi protettori, Borghe- ISell'accademia di archeologia, il

se divenne Paolo V. Inoltre furo- commendatore Giampietro Campa-


no benemeriti della congregazione, na, che fece parte della suddetta de-
Gregorio XV
per ampia approva- putazione, lesse uu importante di-
zione, Clemente XI V per l'aumen- scorso sulla insigne scoperta da lui
to di esercizio nelle musiche eccle- fatta d'un sepolcro, pel tesoro la-
siastiche, e Gregorio XVI volendo pidario che contiene ; poiché una
liinostrare il suo attaccamento ver- iscrizione di esso singolarissima, di
io l'istituto, con testamento ologra- un sonatore di cimbali, dà notizia
:o gli lasciò le opere di musica che della esistenza di un collegio di mu-
•jo.ssedeva nella sua libreria, il cui sica in Roma fino dai tempi della
liovero si pub-
legge nell'opuscolo repubblica, insignito di privilegi dal
blicato nel 184^» P- '6= Catalogo senato, e riconosciuto dalle leggi di
delle opere di musica o ad essa Augusto, la cui principale proroga-
1^0 MUS MUS
ti va era quella appunto eh' è pnv unita alta congregazione e accade-
comune al romano istituto di s. mia di ». Cecilia di Roma, il pri-
Cecilia, di assistere colla musica vo- micerio benemerito di questa mon-
cale e istrumentale le cerimonie del signor Giuseppe Zacchia poi cardi-
cullo religioso. Il collegio era ap- nale, dopo avervi aderito, ordinò
pellalo de' sinfoniaci : Collegium che ad imitazione di altre società
'^ympìioniacorum, del quale si fa musicali vi si ammettessero pure le
menzione in talune antiche lapidi, aggregazioni di altre accademie e
di tibicini e fidicini ; e parlando istituti cattolici. Fu sotto tal ze-
de' rapporti tra la musica antica lante superiore che la congregazio-
e moderna, augurò a Roma l' isti- ne aggiunse il nome e la qualifica
tuzione d'un liceo musicale, il cui di accademia, poiché col consenso
bel cielo è confacente allo sviluppo del cardinal protettore e servendo-
di quest'arte incantevole. Noteremo si delle pontificie facoltà altre vol-
che anni addietro in Roma fu i- le accordate, annoverò al corpo
stJtuila l'accademia p.lar ritonica, il persone distinte de' due sessi, col
cui principale scopo è quello di e- titolo di sodi dell' accademia di s.
sercilarsi nobilmente tanto nella Cecilia, ascrivendovi molti perso-
musica vocale quanto nella stru- naìjffi che coltivano la scienza e
mentale, onde furonvi ascritti i l'arte musicale, e quegli altri ezian-
primi e piìi chiari professori di dio nobilissimi ch'eransi mostrati
musica sì romani che stranieri, di benemeriti della medesima o dell'i-
ambo i sessi. È diretta da un pre- stituto, le cui erudite Notizie sto •
sidente e da un consigjio. Diverse riche, come già notammo, ci diede
volte all'anno l'accademia dà pub- il monsignor Alfieri, maestro
eh.
blici saggi di musica strumentale compositore di musica sacra della
e vocale, eseguendo esaltamente i slessa congregazione e accademia .

migliori spartiti de'più accreditati Il Papa regnante nell'agosto 1847


autori.Fu in Bologna che nel i6i5 ha accordalo il titolo di pontificia
per opera del p. Antonio Banchie- a questa congregazione e accade-
ri ebbe nascimento la prima acca- mia. Ora passiamo a dire degli o-
demia di musica detta òe floridi, ratorii e drammi sacri che si e-

cui nel 1622 successero i filomusi, seguiscono in Roma da' Filippini


poi nel i63i i illaschesi, chiaman- {^Vedi), con musica istrumentale e
dosi in fine filarmonici nel 1666, vocale, premettendo un cenno sul-
mentre in Francia solo nel 1669 l'origine de'dram mi sacri e del no-
venne eretta la reale accademia di me oratorio.
musica in Parigi, congiuntevi le L'Arteaga ed il Signorelli sono
scuole di canto e di declamazione. di opinione, che fin dalla metà del
La società filarmonica di Verona giù secolo XV cominciasse la musica
fioriva nel secolo XV. Le scuole mu- polifona a farsi sentire con piacere,

Bologna, Venezia, Lombar-


sicali di ed allora avessero origine drammi i

dia, Firenze e Napoli produssero ,


sacri, e fin da quel tempo si nota
elevati ingegni, i quali furono allievi che ne fossero cantati nel palazzo
degli allievi della scuola romana. apostolico. Nel principio del seguen-
Nel introdusse, al dire di
1844 la società filarmonica di te secolo s'

s. Cecilia di Venezia essendo stata essi, le cantate sacre eseguile dai


MCS MUS i5i
{X)nlificii cantori con tutti gl'islru- disfatto, e l'invenzione si dilatò da
inenti nel medesimo palazzo, avan- per tutto prontamente. Le laudi
ti il inallulino della notte di ^"a- spirituali fatte comporre da s. Fi-
tale, vietate da Gregorio XIII, in- lippo a sole voci, divise in due par-
di rislabiiile, poi loppresse al modo ti, una delle quali precedeva il

dtlto nel voi. IX, p. io5 del Di- sermone, l' altra lo seguiva, e per-
zionano. Con questo nome di can- ciò senza connessione, cominciaro-
tata è stato sempre conosciuto il no a rifiutarsi dai mal divoti, ab-
dramma sacro cantato nel pontifi- bandonando l'oratorio; onde i fi-
cio palazzo, del quale per altro, fi- lippini richiamo della gioventù,
a
no a tutto i) secolo XVI, i recita- si ai nuovi
adattarono metodi, e
tivi si declamavano, e si cantavano nlla musica mista di canto e suo-
i soli cori; indi al principio del no, procurando il p. Orazio Griffi
XVII si posero in musica i recita- sacerdote di s. Girolamo della ca-
tivi, i quali al finir del medesimo rila (Fedi), già cantore pontificio,
«ecolo divennero parlanti ; dalla sostituirvi componimenti
i di qual-
qual epoca debbonsi ripetere i duet- che storia o avvenimento della ^sa-
ti,i terzetti, i quartetti, ec; le arie cra Scrittura con musiche del cele-
però soltanto alla metà di tal se- bre Francesco Anerio, che fece
colo furono introdotte. Non dovet- stampare nel 16 19 col titolo: Tea-
te s. Filippo Neri introdurre nel tro spirituale. Ciò adottò ancora
suo oratorio le profane composi- r oratorio di s. Maria in Vallicel-
zioni teatrali, anzi per allontanare la ; ma il cambiamento riuscì insi-
dai profani divertimenti i suoi, e gnificante, la poesia fredda e di
insieme dilettarli, trovò delle can- pessimo stile ; mentre in vece la
toni, inni e laudi
ne spirituali , musica salì alle stelle e l'oratorio
coDJpose egli sfesso, e fece compor- si popolò di nuovo di divoti e di
re molte divote d'ottimo stile, in- curiosi ; laonde i filippini dovette-
culcando in ogni strofa massime ro persuadersi, che ad ottenere il
fondamentali di religione, ovvero fine di s. Filippo, d' allontanare i

eccitando a sacri affetti, e serven- giovani dai passatempi mondaui,


dosi de' pili bravi maestri, come pel meglio bisognava seguire i
Animuccia, Palestrina ed altri; non cambiamenti che faceva la musica
con musica madrigale, ma divota, rappresentativa. Alla fine del se-
dilettevole e chiai-a, secondo le colo XVII il teatro profano pre-
maniere che insinuava il santo, il valse a quello spirituale deil'Ane-
quale fece stampare si fatti compo- rio, e bisognò adattarsi al gusto
nimenti nel i588 e 1591. Fin dominante, in cui fecero musiche
qui il canto era disgiunto dal suo- drammatiche Vitali, Marazzoli, fr.
no: se cantavasi non si suonava, ma Cessi cantori pontificii, ed i giova-
i suonatori i-eplicavano cogli stru- ni frequentanti cominciarono a chia-
itaenti cantato, o facevano picco-
il
marli oraiorii , in significato di
li nfornelli o sinfonie. Nel decli- drammi in musica,
sacri ed il vo-
nar del secolo XVI e principio cabolo divenne comune^ ancorché
del XVII, cominciò adottarsi sot- cantati altrove, tanto riguardo alla
to la musica vocale il basso can- sola poesia, quanto alia sola mu-
tante il pubblico ne rimase sod- sica. Quindi nel
;
1700 il Posteria
, ^

i52 MUZ MUZ


cbìaniò oratorio la cantata spiri- ne provveduto in patria d' un be-
tuale del Natale pel palazzo apo- neficio, e dal duca di Parma fatto
l'Adami nel 171 1 scrisse
stolico, e prefetto del collegio de' nobili. Pio
che Marazzoli avea composto degli VI lo nominò teologo della peni-
oratorii, cioè de'drammi sacri, voca- tenzieria, ove dovette restare benché
bolo che adottarono eziandio Apo- volesse ritornare alla compagnia nel
stoloZeno e Metastasio , dichia- suo ristabilimento. Nel i8og fu dai
rando Rousseau nel iy5o che gli hancesi condotto a Parigi, e vi

oratorii in Italia erano comunis- morì nel 181 3, lasciando di sé


simi. gloriosa riputazione di dotto e la-
MUSSULMANI. V. Maomettismo. borioso autore, esemplare ecclesia-
MUTI Tiberio, Cardinale. Tibe- stico, zelante per l' istruzione della
lio Muti patrizio romano de' du- gioventù, e pieno delle più belle
chi di Vallemuzia, affine di Paolo virtù. I numerosi suoi scritti sono
Vj questi suòcessivamente lo fece principalmente i seguenti. Istruzio-
canonico vaticano, suo cameriere ne pratica sulla divozione al cuo-
segreto e coppiere, nel i6x i ve- re di Gesìi, Ferrara 1788. // /«e-
scovo di Viterbo, ed a'a dicembre se di Maria, ristampato più vob
i6i5 lo creò cardinale prete del te.L'anno di Maria, idem. // car-
titolo di s. Prisca,Giunto alla sua nevale santificalo, idem. Vanità del
chiesa, che mai abbandonò, visitò lusso degli abili moderni, 1794- H
con gran frutto la diocesi, e vi celebrò tesoro nascosto nel cuore di Maria,
diverse volte il sinodo diocesano, co- 1806. Dissertazione riguardante il
me pure vi consacrò la cattedrale cuore di Gesù, Roma 1806. No-
la chiesa dei monastero detto delle vena per le feste de' cuori di Gesù
duchesse , e quella de' cappuccini; e Maria, 1806. Osservazioni sulle
indi ristorò i palazzi vescovili di ricchezze del clero, Ferrara 1776.
Viterbo e di Toscanella. La sin- Due opinioni di Bonnet sulla ri-
golare sua amabilità e modestia im- surrezione e sui miracoli, confutate
pareggiabile, congiunta colle altre ivi1781. Emilio disingannato, Siena.
cristiane virtù, gli conciliarono tal- 1782. Del buon uso della logica
mente r affetto del suo popolo, che in materia di religione, Foligno
la sua morte accaduta in Viterbo 1787, ristampata più volte, insie-
nel i636, nell'età di 72 anni, ec- me ad altre sue opere , e conte-
citò in tutti tenerissime lagrime. nente molti diversi opuscoli, come
Le sue ossa furono collocate in Del dominio temporale del Papa.
quella cattedrale in ben adorno Motivo formale specifico e princi-
avello, con onorevole elogio. Egli pale della carità perfetta, Foligno
fu il ritratto di tutte le viriti, ve- 1791. Lettera amichevole a Boi-
ro ecclesiastico, vescovo zelante, eb- geni. Risposta ad alcune osservazio-
be rettissime intenzioni e non or- ni, X792. Obblighi de' pastori in
dinaria dottrina. tempo di persecuzione, 1791. Esa-
MUZZARELLI Alfonso. Nacque me critico delle principali feste di
a Ferrara nel 1749 dalla nobile Maria. Raccolta di avvenimenti
famiglia de' conti di questo nome, singolari e di documenti sulla vi-
ed entrò nella compagnia di Gesù ta di Francesco di Girolamo gè-
nel 1768, la quale soppressa, ven- suiUii Roi»9 1896, Dissertazioni
MUZ MUZ i53
scelte, i\\ 1807. Della autorità del rinnovati i funerali in Ferrara, ed
sommo Pontefice ne' concila genera- allora fu stampata una raccolta ma-
li, Gand i8i5. Osservazioni sulle gnifica di poesie, preceduta dall'elo-
tlezioni capitolari. 11 Baraldi e mol- gio funebre composto dal suo de-
ti altri chiari letterati ci dierono gno concittadino, il celebre p. Fi-
le notizie di questo grande uomo, netti gesuita.
cui vennero con solenne pompa
i54 NAB NAI

N
N.IaAMANIA. Sede vescovile di NABORE («.), martire. Sofferse
Babilonia, nella diocesi di Caldea, il martirio in Milano, insieme a s.

<:h' ebbe per vescovi N. del 554, Felice, verso l'anno 3o4, sotto
Mar-Aba, Elia, Ezechiele, e gli al- Massimiano Erculeo. I corpi di
tri registrati dal p. Le Quien, O- questidue martiri, eh' erano stati
riens christ. t. II, p. 1234. sepolti fuor delle mura della città,
NABILAP^' Elia, Cardinale. Elia vi furono in appresso riportati', e
IVabilan o Nabinalli, nato nella deposti in un luogo dove fu fab-
«liocesi di Perigord di nobile stirpe, bricata una chiesa sulla loro tom-
professò nell'ordine de'minori, dove ba, che vi traeva il concorso dei
liivenulo maestro nelle teologiche fedeli. Da parecchi anni le reliquie
facoltà, fu fallo arcivescovo di Ni- de' santi martiri furono trasferite
cosia, i34i patriarca di Ge-
e nel nella chiesa di s. Ambrogio. La
rusalemme, e dopo due mesi a'ao memoria di essi si celebra a'ia di
tlicembre Clemente VI Io creò car- luglio.
dinale prete di s. Vitale, ritenendo NABORE (s.), martire. F. Basi-
con ispeciale indulto 1' amministra- IIDE (s.),

zione di JXicosia, a cui furono ag- NACOLIA. Sede vescovile della


giunti altri benefizi ecclesiastici. Eb- Frigia Salutare, sotto la metropoli
be facoltà dal Pontefice di dispen- di Sinnada, eretta nel V secolo.
sare Ugo Lusignano figlio del re
di Ke furono che as-
vescovi Basilio
di Cipro, onde sposare Ecchina sistette al concilio di Calcedonia;
Jìglia del conte di Monfort, sua Alessandro che fu al VII generale;
stretta parente. Intervenne al capi- Costantino ardente iconoclasta; A-
tolo generale tenuto in Marsiglia cliilla; ed N. del 1066. Orìens christ.
«lai francescani nel
343, ed ai con- i t. I, p. 837.
clavi d'Innocenzo VI e Urbano V; NAGRAN. Sede vescovile dell'A-
ma ne dubita pel secondo il Car- rabia Felice, nella diocesi de'caldei,
della. Morì in Avignone nel iSGy; ebbe per vescovo Silas nestoriano.
il padre di Salamanca vorrebbe nel Orìens christ. t. II, p. i2 35.
i363 ed il Baluzio forse meglio
, NAISSA o NISSA. Città vesco-
informato dice nel i35o ; il vile della provincia di Dardania,
p.
Wadingo Io confuse col cardinal sotto la metropoli di Sardica, eret-
I-lia di s. Eredio. La mortale sua ta nel IV secolo, nella Turchia
si)ogIia trovò riposo nella chiesa Europea, già considerabile, ed ora
de suoi frati. Scrisse alcune opere cinta di mura e difesa da due ca-
teologiche e scritturali, un commen- stelli ; dicesi patria di Costantino
to suir Apocalisse, ed altre. il Grande, ed è sede di un vescovo
NABLUS. F. Nai'oli di Pale- greco. 1 primi furono Gaudenzio
stina. che intervenne al concilio di Sar-
NAL NAM i5?
tlicaiMarciano eh' ebbe lettera dal dio di preiervare dalla peste del-
Papa t. Innocenzo I; Eustazio par- l'eresia, come molto adoperossi per
tigiano di Nejlorio; Dalmazio; e impedire al re di convocare un
Pioietlo che solloicrisse il decreto concilio nazionale in Francia, nel
del Pontefice Vigilio. Oriens christ. tempo in cui celebravasi quello di
X. I, p. 3.4. Trento. A questo volendo Pio IV
KALDI BABOU Fuiberto, Car- aumentare il numero de'Iegati, sta-

dinale. Filiberto Naidi Babou dei bilì spedirvi il cardinale, che al dir
signori della Bourdaisière, francese, del Pallavicini era a portata di a-
ina originario di Brisighella nella gevolare le difficoltà che potevano
Piornagoa, giovane di straordinario nascere tra il Papa e il re di Fran-
talento, diedesi con ardore allo cia, epoteva regolare l'augusta as-
studio, e divenne in breve assai e- semblea colle sue molte cognizioni.
rudilo e peritissimo nelle lingue Morì in Roma nel iSro d'anni
greca e latina. Presi i gradi nell'u- 57, e fu sepolto nella chiesa di s.

niversità di promosso
Parigi, fu Luigi de' francesi, con elegante i-

nel i533 all' età di 20 anni da scrizione.


Clemente VII alla chiesa d'Angou- KAMUR [Namurcen). Città con
léme, e poi dopo la morte del car- residenza vescovile nel Belgio, già
dinale di Lenoncourt nel i563, sot- capitale della contea del suo nome,
to Pio IV, trasferito a quella di ora capoluogo di provincia, di cir-

Auxerre, dove raoslrò uno zelo re- condario due cantoni, a 4^


e di
ligioso e fermo. Eletto consigliere leghe da Amsterdam ed 11 da
e maestro de'memoriali nella corte Rrusselles, posta fra due montagne
di II, che lo nominò deca-
Enrico al confluente della Mosa e del-
no di Martino di Tours, e pel
s. la Sambra, sulla riva sinistra del-
ino ingegno lo inviò ambasciatore l' una e dell' altra attraversata ,

in Roma a Paolo IV, dove seppe ciascuna da un ponte. Vi sono


così bene maneggiare suoi inte- i tribunali di prima istanza e di
ressi e quelli del suo signore, che commercio, ed altre autorità civi-
meritossi la stima del Pontefice, li e militari , con camera e bor-
non meno che del propizio sovrano. sa di commercio. È bene fortifica-

Perseverò in questo grado con ta, con buone opere esteriori nei
Francesco II, e con Carlo IX, il due lati di detti fiumi; ed è pure
quale rimase per siffatto modo ap- ben fabbricata in pietra di color
pagato de'suoi servigi, che doman- bleu, venata in rosso e nero, il cui
dò ed ottenne da Pio IV che a'a6 aspetto non è spiacevole. Gli edi-
febbraio i56i lo creasse cardinale fizi pubblici i più osservabili sono
prete di 8. Sisto. Nel vescovato di la cattedrale di moderna architet-
Angoulénie mostrò gran inlrepidez- tura , la cui facciata è imponen-
73 e costanza ne' travagli e peri- te per la sua maestosa elevazione
coli che dovette incontrare per par- e le sue belle colonne, e la chiesa
te dei fautori degli eretici e di adorna di ornati in mar»
de'gesuiti
questi slessi, eh' essendo assai po- mo. Vi sono molte altre chiese e
tenti in quella città, vi fecero un cinque parrocchiali con battisterio,
guasto orribile, e infettarono quel tre ospedali compreso il militare,
gregge, ch'egli a tutta possa si stu- due monasteri di religiosi e quat-
« 5(ì NAM NA M
tio di monache, una confraternita, Per la pace
Utrecht fu ceduta
d'

un gran setniiiario con circa 127 all'Austria nel 7 3, ma nel 17 16


i i

alunni che studiano teologia, due ne fu confidata la guardia agli o-


altri minori con circa 3oo giovani landesi pel trattato di iiarrieres. Ri-
che studiano le belle lettere ; il presa da Luigi XV nel 1 746, fu
monte di pietà, un teatro, un a- restituita all'Austria nel 1748 pel
teneo con biblioteca , un gabinetto trattato di Giuseppe
Aquisgrana.
di fisica e laboratorio chimico, una II nel 1784 ne lece demolire le
società d' incoraggimento per l'i- fortificazioni, che furono poscia ri-

struzione elementare, ed un deposi- costruite. I francesi se ne impa-


lo di mendicità, con diverse fabbri- dronirono nel 1792, ma fu ad es-
che manifatturiere. Le cave de'din- si tolta dagli austriaci l'aiuio se-

torni di marmo di Namur, di pie- guente. Ripresa dai francesi nel


tre calcari, le miniere di ferro, ra- 1794) ne fecero il capoluogo del
me ec. impiegano un gran numero dipartimento di Sambra e Mosa,
di braccia, e danno viva attività al che sussistette sino al 181 4- Fn
commercio. E patria di alcuni uo- nel 181 5 il teatro di un ostinato
mini illustri, come de'jMttori Giam- combattimento fra prussiani ed i

battista Juppia e Giovanni Ni- i francesi comandati dal generale


colai. Grouchy. Fu spesso afflitta dalla
Namur è antichissima d'origine, peste ne' secoli XV e XVI, e spe-
e in principio fu una fortezza de- cialmente nel r455 in cui perdette
gli Aduadci, e forse quella che Giulio 25,000 abitanti, e negli anni i552
Cesare indica col nome di Oppiduin e i554. Pi"ovò pure funeste inon-
Adualicoruni. Nel VII secolo fu co- dazioni, in particolare negli anni
nosciuta sotto il nome di Naviiiu- ii47, 1175 e i4'o. Nel 28 feb-
cu/n castruni, (ì piìi tardi prese i no- braio 1828 vi si sentirono forti

mi di Nainoa e di Nainurcuin. I con- scosse di terremoto.


ti Alberto I e Alberto li la in- La sede vescovile, ad istanza di
;^randirono successivamente, e Gu- Filippo II, fu eretta da Paolo IV
glielmo li nel i^iS la portò alla uel iS'jg, sulTraganea della metro-
sua attuale estensione. L'antico ca- poli di Cambray, poi divenne di

stello fortificato occupavaj sopra Malines di cui è tuttora. L'estensione

una roccia scoscesa, nell'angolo for - della diocesi si stabilì per /\o mi-
mato dal confluente delle due ri- glia di lunghezza, e 3o di larghez-
viere, una situazione assai conside- za, con tremila ducati d'oro per
rabile sotto gli antichi conti, ma mensa vescovile dalle decime, e
Iti in progresso che il nome di millecinquecento dal re, cui il Pa-
castello si estese a tutti i forti si- pa die la nomina del vescovo. Ne
tuati sulle vicine montagne. Namur fu il primo Antonio Havet dell'Ar-
fu presa da Luigi XIV dopo un tois, domenicano e confessore di
/ lungo assedio nel 1692, e ripresa Maria d'Austria regina d' Unghe-
nel iG()5 da Guglielmo III re d'In- ria e governatrice de' Paesi Bassi,
ghilterra, dopo tre assalti in un e poi di Margherita duchessa di
giorno. Gli olandesi sotto il co- Parma che lo fece nominar vesco-
mando del maresciallo Anwerker- vo nel i562. Il suo zelo per la

ijue la bombardarono uel i7o4- salute delle anime lo interessò a


NAM KAN i>
procurare con ogni sforzo die la le quali è il decano, di nove ca-
novella diocesi venisse regolata se- nonici titolari, compiese le dignità,
condo lo spirito del concilio di due de' quali furono deputati dal
Trento, cui aveva assistito: celebrò precedente vescovo agli offizi di
ilsinodo diocesano nel luglio 1670, teologo e penitenziere. Vi sono in-
in cui fece uaolti statuti riguardan- oltre due vicari del coro, ed altri
ti i canonici, e morì nel 1578. preti e chierici per 1' uffiziatura.
Fra i successori noteremo special- Un canonico scelto dal vescovo ha
mente Tommaso Giovanni Fran- la cura d'anime. La diocesi è am-
cesco di Schiclant di Zicergh no- pia, ed ogni nuovo Tescovo è tas-
minato nel 1727, e fu uno de'più sato ne' libri della camera aposto-
illuminati e zelanti prelati del suo lica in fiorini 370, ascendendo la
secolo : fece fabbricare presso la mensa a circai3,ooo franchi.
cattedrale il palazzo vescovile, ed KAKCY {Nanceyen). Città con
il seminario con sue architetture ; residenza vescovile di Francia, capo-
lasciò tutti i suoi beni al seminario, e luogo del dipartimento della Meur-
morì nel 1740- Fu di lui succes- ihe, di circondario e di tre can-
sore Paolo Goffredo di Liegi conte toni, a 66 leghe da Parigi, 26 da
di Berlo e di Fromdonaire al , Strasburgo, e 1 o da Metz, presso
quale si deve la nuova magnifica la riva sinistra della Meurihe che
cattedrale incominciata nel 1753. vi diviene navigabile. E sede d'una
Gallia chrìst. t. Ili, p. 544- T»'- corte da cui dipendono il
reale,
porteremo i successori registrati detto dipartimento e quelli della
dalle annuali Notizie di Rema. Mosa e de'Vosgi, de' tribunali di
1772 Ferdinando Maria Lobko- prima istanza e commercio, e di
witz di \ ieuna d'Austria. 1780 altre magistrature. Questa città, una
Alberto Lodovico de Lichtervelde di delle più belle della Francia, è si-

Gand. i8o4 Carlo Francesco Giu- tuata in lina pianura fertile, ai


seppe Pisany de la Gaude d' Aix. piedi di colline coperte di boschet-
iH-ìS Kicola Alessio Ondernard ti e di vigneti, e dividcsi in città
della diocesi di s. Diez. Gregorio nuova al sud, e città vecchia al
X\ I nel 1833 fece vescovo Gio- nord, quale è assai inferiore alla
la

vanni Arnaldo Earrelt della dio- prima, ma va successivamente ab-


cesi di Liegi, e per sua morte, nel bellendosi. La città nuova al con-
concistoro del primo febbraio i836, trario eretta nel i6o3 è in vero
r odierno monsignor Nicola Giu- magnifica, con un complesso di co-
seppe Debesselle di Cbarneaux dio- se da non cedere ad altra d'Euro-
cesi di Liegi, vicario generale di pa. Delle antiche fortificazioni ri-

quel vescovo, canonico arcidiacono mane solo la cittadella; conserva


di quella cattedrale, e già rellcre pure bellissime porte a guisa di
del seminario. La cattedrale ha il archi di trionfo. E osservabile la
sacro fonte, ed è sotto l'invocazione piazza reale, ì cui edifìzi regolari
di s. Albano martire, e tra le re- sono bellissimi ; il palazzo comu-
liquie the possiede, vi è parte del nale, uno de'più belli della Fran-
legno della ss. Croce e della co- cia, occupa una delle facciate ; le

rona di spine. 11 capitolo com-


si due laterali, fogliale nel mezzo da
pone di quattro dignità, prima del- due immense strade che terminano
i58 NAiN NAN
in linea retta a due porte della con circa duecento alunni ; case
città, formauo quattro pudigliuui di carità, case di «occorso per la

quadrati, che vengono occupati dal Meurthe ed i Vosgi, casa di cor-


palazzo della prefettura, da quello rezione, biblioteca pubblica di cir-
della dogana, dal teatro, e da edi- ca a3,ooo volumi, e delle altre
fizi particolari; questa piazza chiu- all'episcopio, alla corte reale e al
sa ai quattro angoli da belle ba- collegio; un ricchissimo museo, un
laustrate, è ornata di superbe fon- gabinetto di storia naturale, una
tane, ed aveva a un tempo la sta- scuola di disegno, una secondaria
tua in bronzo di Luigi XV. Si di- di medicina, una forestale, un bel-
stingue pure la piazza detta del- lissimo giardino botanico ove si
l'Alleanza, con regolari fabbricati fanno corsi di studio, e contenen-
e colla beila fontana di piombo in te pili di 4ooo piante indigene
forma piramidale, che allegorica- ed esotiche, una società reale di
mente rappresenta le alleanze del- scienze ed arti fondata nel ijSi,
le case di Borbone e d' Austria. una società centrale d'agricoltura,
È anche osservabile 1' altra piazza una società biblica, una scuola pro-
di Grève, e gli ameni passeggi dei testante, ed una società detta de-
corso Borbone e della Pepiniera. gli amici e del lavoro, onde for-
Gli ediHzi pubblici che meritano po- mare dei giovani israeliti indigeni
scia maggior attenzione sono: la cat- all' esercizio delle arti e mestieri.
tedrale ampia e splendida con bat- Vi sono parecchie fabbriche ma-
tisterio la chiesa, detta prima la
; nifatturiere, e vivo n'è il commer-
cappella de'Borgognoni, poscia del- cio. È patria di Francesco da
la Vittoria, a cagione di quella da Bassompierre maresciallo di Fran-
Renato II riportata sopra Carlo il cia, di Giacomo Callot pittore e
Temerario duca di Borgogna, e fi- incisore Claudio Gelé detto il
, di
nalmente nominata la Beata Ver- Loreno pittore, di Michele Clodion,
gine del Buon soccorso, riedificata di Renard e Adam scultori, di
nel 1738, e che contiene i super- Carlo Frangois inventore della in-
bi mausolei in marmo bianco del cisione in disegno, di Giovanni
re di Polonia Stanislao e di Ca- e Stefano Racle, Hardi e suo fi-

terina Opalinska sua moglie, capo glio e Croch monete e incisori di


d'opera di Girardon ; il palazzo medaglie, di Luigi Maimbourg, del
del governo, la borsa, il vecchio p. Calmet, di s. Lambert, di ma-
castello de' principi di Lorena, i dama di Grafiìgny, di Palissot, del
bei quartieri d'infanteria e caval- maresciallo Serrurier, del conte
leria, l'università, il collegio reale, Drouot tenente generale dell' arti-
ilseminario e la rotonda dell'antico glieria di Napoleone e il suo brac-
convento dei francescani, nella cui cio dritto, la cui statua il re Lui-
chiesa vcdevansi i sepolcri degli an- gi Filippo ha fatto collocare nel
tichi duchi di Lorena. Vi sono museo di Versailles, e di altri uo-
diverse chiese, tre parrocchiali e mini celebri. Nei dintorni vi è la
tre succursali, tutte col fonte sacro; .sorgente minerale chiamala Fon-
otto monasteri e case di religiose, tana di s. Teobaldo, in gran ripu-
più confraternite. Il monte di pie- tazione.
tà, cinque ospedali, e seminario Nancy, aulica capitale del du-
NAN 1%
cato di Lorena, non era conosciu* l'alleanza della fede e delie cogni-
ta prima del 160010 XII. Deve la gnizioni, eminentemente utile per
sua origine ad un castello appar- la Chiesa e per la società civile: se
tenente ad un signore chiamato ne leggono le notizie e l'elogio nei
Dragon. Nel i 53 1 Matteo I duca voi. X, p. 340 degli Annali citile
di Lorena acquistò il castello per scienze relig'o^e.
far-vi la sua residenza. Tebaldo La sede vescovile fu ejTtta nel
conte di Sciampagna, e poscia re 1777 da Pio VI, che la dichìaio
di IVavarra, investì Matteo II du- primaziale della Lorena, suiFraga-
ca di Lorena, di Nancy e delle nea di Besancon, di cui lo è anco-
sue dipendenze. Fu questa città ra. La diocesi si costituisce in ter-
fortificata da Raul , abbruciata ritorio lungo 35 leghe, largo ao,
nell'anno laiS dal conte Bar di contenente dodici città e diversi luo-
e dalla contessa di Sciampagna, ghi, cioè il dipaitimento della Meur-
presa nel 147^ da Carlo il Teme- ihe. Nelle annuali Notizie di Ro'
rario ultimo duca Borgogna, e di ma è la serie de' vescovi. primo Il

ripresa l'anno dopo nell'ottobre da Pio VI lo nominò a'i5 dicembre


B enato duca di Lorena dopo la 1777 nella persona di Lodovico
battaglia di Morat. Carlo l'assediò Apollinare de la Tour Dupin Mon-
di nuovo nel i477> "'^ ^* tauban, della diocesi di Parigi. Gli
P^*"*
dette la battaglia e la vita sotto successero, nel 1783 Francesco de
le sue mura il 5 gennaio. Fu e- Foutanges di Clermonl ; nel 1787
stremamente fortificata nel 1587 Anna Lodovico Enrico de la Fare
durante le guerre civili di Fran- [Fedi), poi cardinale ; nel 1802
cia. Luigi XllI e il cardinal Ri- Antonio Eustachio Osmond di Pa-
chelieu la presero nel i633j e rigi nel
; i8a4 Carlo Giuseppe
Luigi XIV nel 1661, il quale ne Maria Augusto de Forbin Jausoii
fece distruggere le fortificazioni, ad di Parigi, pronipote del cardinale
eccezione della cittadella. Fu cedu- di quel cognome^ e fu il piim<i
ta alla Francia pel trattato di vescovo di Nancy e di Toul [Fedi)^
Vienna del 1736, a condizione di il cui vescovato venne unito a Nan-
non possederla die dopo la moile cy. Nel n. 46 òeWe Notizie del giorno
di Stanislao re di Polonia e duca i844; ^^^ deplorarsi la di lui mor-
di Lorena, avvenuta nel 1769. Il te, seguita nel luglio in MarsigH;t,
regno di questo benefico principe si fanno giusti encomi al suo zelo
fu marcato a Nancy con una quan- pastorale, beneficenze e pietà ; co-
tità di stabilimenti utili e di nb< me pure dell'erezione di un aliare
bellimenti magnifici; ad esso si de- di preziosi marmi con bassorilievo
ve principalmente la pubblica bi- de'ss. Pietro e Paolo nel carcere
b!ioteca_, la società delle scienze e Mamerlino di Roma, santificalo da
belle lettere, il collegio di medici- quegli apostoli, della lapide mar-
na, molte fondazioni pie e benefi- morea che nel 1842 i^i a pie del-
che, e tra le altre la chiesa del la scala posero per gratitudine i

Buon soccorso, alcuni ospedali, ed conflati di Giuseppe, e de'soleu-


s.

una gran parte de' begli edifizi di ni funerali che gli celebrarono: di
questa città. Verso il i838 ») è tal carcere ed arciconfralernita par-
stata fondala la società cattolica per lammo ne' voi. II, p. 3o4,e IX, p.
i6o NAN NAN
i5i e a58 del Dizionario. Grego- sato da diversi ponti. Ora la città
rio XVI, che assai lo stimava^ gli è alquanto decaduta; avea palazzo
concesse nel iBSg per coadiutore imperiale, osservatorio, bei templi,
l'odierno vescovo monsignor Alessio de'sepolcri degl'imperatori, ed altri

Basilio Menjaud di Chusclan dioce- monumenti superbi, il tutto distrut-


si di Nimes, di cui parlammo a to nel 16^'ì, epoca della prima in-
Toppe, già vicario generale delle vasione de' tartari, e de'quali non
due diocesi. La cattedrale è sacra restano più che le rovine e la me-
alia Beata Vergine, e possiede tra moria. I palazzi attuali de' manda-
le reliquie il corpo di s. Silvestro rini tartari e cinesi , sono come
martire, ed ha poco distante l'epi- quelli delle altre città, e ad ecce-
scopio. Il capitolo si compone di zione di qualche tempio, della fa-

venti canonici, otto capitolari, gli mosa torre di porcellana, e delle


altri onorari, uno de' quali ha la dieci porte, non si trova alcun edi-
cura d'anime. Ogni nuovo vescovo fizio pubblico degno della celebrità
è tassato ne'Iibri della camera apo- di questa città, il più bel tempio
stolica in fiorini 870. è quello Tsing haitseu, o il tran-
NANRIN {IVa?iklnen). Città con quillo collegio di M:u'e; esso rin-
residenza vescovile nella Cina, ca- chiude in una gran sala i ritraiti

poluogo della provincia di Riang- di vari filosofi cinesi e di santi il

sou e del dipartimento di Riang- cui lavoro è prezioso. Evvi presso


ning, a 200 leghe da Pekino, e i5o di questo tempio un bagno pubblico
da Canton, presso la destra riva di vapori, che si chiama il bngno
della Yang-tseu-Riang, a 60 leghe di acqua odorifica. La torre delta
dalla sua imboccatura nel mare, di porcellana, che fa parte di altro
chiamato dai cinesi mare orientale. tempio, è ottagona, con nove piani,
Secondo i cinesi, questa città era e circa 208 piedi di altezza; è ador-
un tempo la più. bella e la pii^i na di gallerie e di campanelle, che
florida del mondo, e parlano anco- il menomo vento fa suonare , e
ra con esagerazione della sua gran- vedesi sulla sua cima una palla che
dezza; ma il p. Grossier assicura dicesi d'oro, appoggiata ad una
che lemura non hanno che
sue verga di ferro, e cinta da molti
cinque leghe e un quarto di giro; anelli ;
qiiesta torre è coperta di
un o
terzo del circuito è deserto, bianchi mattoni, ai quali la vanità
ripieno di giardini e di campi, ed cinese o l'esagerazione europea die
il restante vedesi però ben popola- il nome di porcellana. La data del-
to, e vi regna un gran movimen- la sua fondazione corrisponde al-
to. Il suo nome Nan-Ring, signifi- l'anno i4ir di Gesù Cristo, e di-
ca corte del mezzodì ; ha la città cesi che s' impiegarono nove anni
una forma irregolare, perchè le nella sua costruzione, la quale costò
colline che rinchiude non permise- immense somme. Nankin è pure
ro di eseguire un piano regolare; anco la città più dotta dell'impero,
le mura sono alte ^o piedi, con e quella che dà il maggior nume-
17 di grossezza, e con dieci belle ro di dottori; le sue botteghe di
porte.Vi si osservano quattro stra- librai sono benissimo tornite, e la

de principali, una delle quali cir- stampa de'suoi libri è piti bella e ì

conda uno stretto canale, atlraver- sopra una carta" migliore di qnell i ]
NAN NAN i6f
Valcun'allra cillà. Le sue fabbri- stolici, smembrò una parte, della
che di selene, come satini uniti ed a diocesi di Nankino, la cui nomina
fiori, sono in grande riputazione, es- fu concessa al re di Portogallo. Nel
sendo anche rinomale per la fabbri- t. I, p. 218 e 238 del Bull, de
cazione de' tessuti di cotone giallo, prop. fide, sono riportati ilbreve
che portano il suo nome. Il buon Super Cathedram, de' 4 gennaio
inchiostro di cui si fa un' sì grande 1674, con cui Clemente deputò X
smercio in questa città, è fabbrica- fr. Pietro Gregorio Lopez vescovo
to nei dipartimento di Weitcheii. Uasilitanen, in vicario apostolico di
11 commercio è quivi attivissimo; iVankin, con T amministrazione di
era esso un tempo favorito da buon Pekino, Xansi, Xantung, Honan^
porto, nel quale i grossi navigli Xensi e Corea; ed il breve su- E
potevano rimontare, ma presente- hliniissediSj de' i5 ottobre 1696,
mente, sia che vi sieno ali imboc- col quale Innocenzo XII dismembrò
catura del fiume de'banchi insor- dalle diocesi di Nankino e Pekino
montabili, sia che abbiasi proibito le Provincie cinesi ch'erano sotto la
di far uso di questo raezso di co- loro giurisdizione, di cui ne com-
municazione esteriore per toglierne mise l'amministrazione ai vicari apo-
ogni conoscenza ai navigatoi-i stra- stolici. Nel t. Ili, p. 74 dello stes-
nieri, le barche cinesi istesse non so Bull, si legge il breve JVuper
Io rimontano più. Ciò non pertan- Nos, de'3 dicembre 174^, in virtù
to questa città comunica pel fiu- del quale Benedetto XIV dichiarò
me con una gran parte dell'impe^ vescovo di Nankino fr. Francesco
va, e pel canale imperiale con Pe- di s. Rosa di Viterbo minore os-
ino. I Mandsciuri vi hanno una servante, di Crato diocesi di Lisbo-
numerosa guarnigione, ed occupano na, £ni successero, come si ha dal-
un quartiere diviso dagli altri da le annuali Notizie di Roma : nel
una muraglia. La città è circonda- 1732 Goffredo Lanibekowen di
ta da un sobborgo, e si calcola la \ ienna, e per coadiutore Natanael
popolazione a 800,000 abitanti. Burger bavaro, vescovo di Delcona
Prima che nel 1645 Mandsciuri i in parlibui
; nel 1789 Eusebio
ì la devastassero, era città imperiale Luciano Carvaiho a Sylva della
I F capitale della Cina [Fedi) me- missione, di Paparia ; ne! i8o4
' ridionale: dacché la sede del go- Gaetano Pereira della missione, di
verno fu trasferita a Pekino {Ve- Ladeira nel priorato di Crato. Va-
di) i cinesi più non la dinotano cala la sede nel i838, provvisoria-
che dal dipartimento di cui è capo- mente Gregorio XVI sottrasse Nan-
luogo. kin dalia giurisdizione metropoliti-
Agli articoli Goa e Iwdie orie.v- ca di Goa, e nella celebre sua i-

Mij narrammo come Alessandro stituzione de'vicariati apostolici con-


> 111 istituì nel 1689 la sede ve fen a' 20 agosto 1840 l'ammini-
L^ovile di Nankino, che prima con strazione della chiesa di Nankin a
tutta la Cina era nella giurisdizio- monsignor Lodovico Besi veronese,
ne di Macao ( Vedi ) , facendola vescovo di Canopo in pnrtibus e
iirraganea di Goa per que'motivi vicario apostolico di Xan lung, cui
^ i t-numcrati, e come Innocenzo a'2 marzo i844 f''^ '^ coadiutore
^^, nell'istituzione de'vicariati apo- monsignor Luigi da Caslellaezo dei
VOl XlVH i I
i62 KAN NAN
minori osservanti, vescovo di Zeno- che censo in Macao e delle case,
poli in partihus. che eroga a beneficio della missio-
Gregorio XVI ebbe la gloria ne. Abbondano l'elemosine per le
di sapere anno i84f> pi'i-
nell' messe e pei funerali. I malati si
ma di morire, che Dio avea e- portavano in chiesa onde ammini-
saudito i suoi fervidi voti ,
per strar loro i sagramenti. Ne* luoghi
l'editto emanato dall'imperatore ci- in cui non eranvi oratorii o cap-
nese sulla libertà del culto cristia- pelle, si alzava l'altare in casa del
no, donde milioni di fedeli ne de- più ricco cattolico.
riveranno: di questo meraviglioso NANTES {Nanneten). Città con
avvenimento de' fasti ecclesiastici residenza vescovile di Francia, ca-
del corrente secolo, ne tenemmo poluogo del dipartimento delia Loi-
pi'oposito a Missioni pontificie. La ra inferiore , di circondario e di
•vasta diocesi di IVankin formasi sei cantoni, da Bordeaux 62 leghe,
delle Provincie di Rian-nan ed Ho- 77 da Parigi, e 12 dall'Atlantico,
nan colle isole adiacenti, ascenden- sulla destra e in molte isole delia
do i cattolici a circa 60,000. La Loira, che vi riceve a sinistra la
popolazione però della prima prò- Sevre-Nautese, e a destra l'Erdre,
-vincia si fa ascendere a 38 milio- che attraversa la parte principale
ni circa, e la seconda a 23 milio- della città. E sede de' tribunali di
ni circa. In Nankin una piccola prima istanza e commercio, di ma-
cappella serve ed è di' cattedrale, gistrature civiche e militari, d'uu
dedicala alla Beata Vergine prima : concistoro luterano, di una camera
delle persecuzioni moltissime erano e borsa di commercio, banca, e zec-
le cappelle e le belle chiese. 11 ca- ca lettera T. Questa città, una del-
pitolo non fu mai eretto, e spetta- le pili grandi, belle e ricche piaz-
va farlo alla corte di Lisbona. Vi ze marittime della Francia, secon-
sono sacerdoti cinesi, gesuiti, lazza- da della provincia di Bretagna, è
visti e altri missionari. Il seminario in una situazione amena e salu-
di Giuseppe di Macao è comu-
s. bre. Ha forma quasi rotonda, e la

ne anche a questa diocesi: un pic- maggior parie de'suoi antichi ba-


colo seminario è in Sum-kiamfu. stioni fu smantellala, in modo che
Nella diocesi sono diverse scuole. la città si trova unita ai suoi quat-
Nella città di Gam-hai esiste chie- tro principali sobborghi, che sono
sa e chiostro all' europea, eh' era considerabili, e l'incremento è pro-
forse de' gesuiti. Prima del lodato gressivo. I diversi quartieri comu-
editto imperiale, non solo il culto nicano fra loro mediante ponti, la
cattolico eravi proibito, ma secon- maggior parte bellissimi, massime
do il codice di procedura cinese, quelli che vanno a terminar all'i-
doveansi obbligare i cristiani a cal- sola Feydeau, Nantes in generale
pestare la croce : tultavolta in è ben fabbricata e distribuita, e
qualche angolo della diocesi, con lastricata, rimarcabile per la rego-
denaro potevasi far tacere l'oppres- larità delle sue venti piazze pub-
sione religiosa, e godevasi libertà. bliche, molte delle quali, come la

Ultimamente eranvi circa 200 re- piazza reale e la Graslin, vedoiisi


ligiose, e i missionari erano ben ornate di bellissimi edilizi. 11 quar-
provveduti. La chiesa possiede qual- tiere de la Fosse primeggia anche
NAN NAN i63
per godersi la vista delfa Loira; di storia naturale, giardino botani-
ivi è il porto e il vasto ospedale cOj osservatorio astronomico, ed un
di sanità. Gli edifizi più osservabi- museo il quale deve la sua origine
li sono: la prefettura, antico pa- al concittadino Francesco Cacault.
lazzo della corte de'conti ; il pa- Questi rifugiatosi per un duello a
lazzo comunale con tre facciate, Roma, con bagaglio che conteneva
adorne di pilastri corinti; la borsa, nel suo fazzoletto, divenne poi ivi
la cui principai facciata è decorata ambasciatore del primo console Bo-
d'un bel peristilio, colle statue dei naparte. Ne'viaggi d'Italia si svilup-
quattro uomini di mare,
celebri pò in lui il genio per le arti belle,
Duquesne, Giovanni Bart, Dugay- onde formò una preziosa collezione
Trouin, e Giacomo Cassarl; il tea- di oggetti di antichità, di marmi
tro con porticato, la zecca, la cat- e di pitture che imbarcò su due
tedrale, gotico e ampio monumen- bastimenti ; uno giunse in Francia,
to, di cui ammirasi la facciata co- r altro fu catturato dagl' inglesi.

strutta nel 1434» ^ '^ *^"fi to*"" Dopo la sua morte la collezione su-
sopra una delle quali evvi un bel- perstite venne acquistata dalla cit-

vedere, da dove si scopre una gran tà, che nel i83o vi eresse il pre-
estensione; il mercato, la casa d'ar- sente museo, che racchiude circa
resto del Boufifay, e la colonna di- 9000 oggetti d'arte, molti quadri,
partimentale alla 70 piedi. Ora si ma poche sculture. Attiva è l'indu-
va ad innalzare la statua colossale stria per le sue molte fabbriche, e
in bronzo del generale Cambron- importante è il commercio con di-
ne. Tutte le strade lungo l'acqua versi porli d'Africa, Asia ed Eu-
sono bellissime, con ameni passeggi, ropa; la pesca vi è lucrosa, ed il
in uno essendovi la statua di Lui- fiume facilita le industrie. Nantes,
gi XIV su colonna. Al termine di oltre i nominati, è patria di Anna
quella di s. Pietro è il vecchio ca- di Bretagna regina di Francia, di
stello de'duchi di Bretagna. Nantes Germano Boffrand architetto, dì
possiede noire chiese, sei delle qua- Pietro Biré e Nicola Travers isto-
li col battisterio, oltre due succur- rici e archeologi, di Renato le Paus
sali; quattro monasteri di religiose, poeta, di Maiturino Veissière de la
diversi sodalizi, monte di pietà, tre Croze dotto benedettino, di Pietro
r, ospedali, due seminari , uno grande, Bouguer matematico, di Fouché
• l'altro piccolo, con circa 260 alun- duca d' Otranto, e di altri celebii
ni; ospizio pegli esposti, deposito personaggi, essendo gli abitanti ri-
di mendicanti, casse di risparmi e nomati per franchezza, destrezza e
di previdenza, collegio reale; scuo- lealtà. I dintorni sono fertili.
le di disegno, di navigazione, di La fondazione di Nantes è rav-
equitazione; biblioteca pubblica con volta nelle tenebre dell' antichità,
tirca 3o,ooo volumi, oltre quella facendone menzione Cesare, Strabe-
dell' episcopio, il quale è contiguo ne, Plinio, Tolomeo, e s. Gregorio
aila cattedrale; società accademica di Tours. Prima della conquista
della Loira inferiore, di emulazio- delle Gallie fatta dai romani, era
ne, di assicurazione marittima, di questa città la capitale dei Namne'
carità materna, e biblica protestan- tio Nannetiy detta perciò Namne-
te. Avvi ancora gabinetto di fisica, tum Condovicum, ed assai possente
I G4 NAN NAN
onde prestar soccorso alle nniiioni suo commercio, e per le onibilj
che osavano resistere a quel popolo esecuzioni infame
ordinatevi dall'
re. Nel 44 '^ sostenne un assedio lun- Carrier e nbbo-
da' suoi complici
ghissimo contro gli unni; ed i nor- minevoli. Assediata anteriormente il
manni la presero e saccheggiarono 29 giugno 1793 da un esercito di
diverse volte, e neir843 la distrus- 80,000 vandeisti, il palriollisriio
sero quasi per intero e ne uccisero de'suoi cittadini supplì all'inferiori-
la maggior parte degli abitanti. Go- tà del numero, ed aiutati soltanto
dofreddo conte di Rennes la prese da alcuni battaglioni e squadroni
nel 992, ed i sovrani della Breta- di truppa di linea^ si diflesero con
gna divisero poscia la loro residen- intrepidezza, ripulsarono gli assalti,

«a fra questa città e Piennes. (Ili ed obbligarono alla ritirata l'eserci-


inglesi l'assediarono invano nel i34'2 to realista. Presso Nantes rifiorisce
e nel i38o, epoca in cui fu libera- la celebre trappa di Melleray, ove

ta da Oliviero Clisson. Le truppe i monaci di s. Benedetto col mas-


di Carlo Vili l'assediarono senza simo silenzio si occupano a tutti i

fortuna nel 1487; Anna di Rreta* lavori dell'agricoltura e del giardi-


gna vi sposò Luigi XII nel i499> naggio, non che a diverse arti niec-
e la città fu riunita alla Francia caniche. Questa abbazia cistcrciense
nel i533, dopo la morie di quella venne f[5 per cura
fondata nel 1 ì

principessa.Quivi trovandosi Enri- di abbate di Poutron nel-


F'olco
co IV, nel 1598 nel mese di apri- r Angioino, con permesso di Mai-
le "vi sottoscrisse il famoso Editto don signore del luogo.
di Nantes a favoi*e de' puotestanti La sede vescovile fu eretta ver-
o eretici, massime calvinisti e u- so il IH secolo, suffraganea dell'ar-
gonotti, la cuiri vocazione fatta nel civescovo di Tours, di cui è anco-
i685 da Luigi XIV, ebbe delle ra. Ne fu primo vescovo s. Chiaro,
conseguenze funeste alla Francia. cui succedettero Ennio, s. Emilia-
Ne parlammo ai luoghi relativi, e no o Similino, Evemero , s. Felice
nel voi. XXVII;
26, 49> ^^ ^ p. uno de'più celebri suoi vescovi nel
52 del Dizionario; ed il cardinal 65 r. e fdibricò la cattedrale, aven-
Valerio a' tempi di Clemente Vili do per snccessoj'i quelli riportali
pubblicò: De paterna charilate Cle- dalla GalUa christ. l. Il , par. 2;
mentis Vili ergo aiuplissimum e da Chenu, Ardi, et epis. Galliae,
Galliae regniim. L'editto lo riporta p. i4o e seg. Solo nomineremo
l'annalista Spendano all'annoi 599, s. Pascario; s. Gumhardo dell' 843,
ed il Bercastel parla della sua pub- martirizzato mentre celebrava la

blicazione e rivocazione nella Sto- m^ssa nella cattedrale; Acardo del-


ria del cristianesimo t. XXIII, p. r844) cui Adriano II concesse l'uso
128 e seg. ; e t. XXVI,
19^ e p. del pallio; Daniele che nel I238
seg., ediz. veneta dell'Antonelli. Du- approvò gli statuti della chiesa; Gio-
rante il suo soggiorno a Nantes Lui- vanni de Maleslroict, di cui parlam-
gi XIV fece arrestare il soprinten- mo nel voi. IV, p. 166 del Dizio-
dente delle finanze Fouquel ed il nario, fatto cardinale dall' antipapa
suo amico Pelisson. Questa città Felice V: gli successe il nipote Gu-
molto sofferse durante la guerra glielmo; Roberto Britto {J^edi), o
della rivoluzione per la perdita del Giube, creato cardinale nel i5o'>
NAN NAP
i65
da Giulio II; Antonio Creqni [f^e- terzo si adunò nel
Il ii^S o
di) da Pio IV eletto cardinale. Le H27 sotto il conte Conone , da
aiinuuli yotizie di Roma registia- lldeberto arcivescovo di Tours e dai
no i seguenti vescovi, 1746 Pietro vescovi di Bretagna. Si abolì il co-
Manderà de la Murancliere, della stume che attribuiva al signore i
diocesi Lugon. «770 Gio. Ago-
di mobili dopo la morte d' uno dei
stino de de Sara di Cler-
Frelat coniugi, e quello che attribuiva al
monl, li-aslato da Treguier. 1783 principe gli avanzi de' naufragi. £
Carlo Eutropio de la Laurancie, figli incestuosi furono diseredati, e
della diocesi di Saintes. 1802 Gio. i figli non potranno
de' sacerdoti
Battista Diivoisin morto nel 181 3. essere ordinati non che religio-
se
1817 Lodovico Giulio Francesco si. Labbe' l. X; Arduino l. VI.
d'Andigné d'Angers. 1823 Giusep- Il quarto il primo luglio 1264
pe Michele Micolon de Guerinet sotto il vescovo Giacomo II, pre-
di Afnbert. Nel concistoro del pri- sieduto dall'arcivescovo di Tours
mo febbraio i836 Gregorio XVI Pilanues, e furonvi fatti canoui sui
gii die per coadiutore con futura benefizi, la caccia, i pedaggi, rela-
successione monsignor Gio. Fran- tivamente agli ecclesias.tici. Labbé
cesco de Hercè, di Mayenne dioce- t. XF.
si di Le Mans, che fece vescovo di 11 i43t nel vescova-
quinto nel
Ijutra in parlibus, già parroco di to di Giovanni II Malestroict, e si
Lavai: divenne effettivo vescovo ai decretarono diversi canoni sulla di-
i3 maggio i838, e tuttora gover- sciplina ecclesiastica. Lobineau, Sto-
na questa chiesa. La cattedrale è ria di^ Bretagna, t. I. Travers, Sto-
sotto il titolo dell' apostolo s. Pie- ria compendiata de' vescovi di Nan-
tro, cori capitolo di otto canonici tes, t VII.

e ventiquattro onorari, oltre altri NAPHAR. Sede vescovile della


preti e chierici. La diocesi è vasta, diocesi de' caldei, unita colle chie-
e comprende la Loira inferiore. se di iVilo Naamania e Badaja.
,

Ogni nuovo vescovo è tassato nei Ne furono vescovi, Maraname del


libri della camera apostolica ia fio- 990, Maraname del 1067, Maris e
rini 370. Sergio. Oriens christ. l. Il, p. I 179-
NAPOLEONE (s.), martire. Sof-
Concila di Nantes. ferse per la fede circa la fine del-
l'ultima persecuzione Idi Dioclezia-
primo fu tenuto nel 655 o
11 no e Massimiano, cioè verso l'anno
poco dopo, non pare io altre epo- 3o5. Fra i molti confessori che du-
che, sollo il vescovo Salapo, e pre- rante quella atroce persecuzione
sieduto da s. Nivardo di Reiuis. Si sostennero in Alessandria di Egitto
promulgarono venti canoni relativi con incredibile coraggio i pia fieri
alla messa, alla sepoltura, alle ordi- supplizi, i martirologi e gli antichi
nazioni, alle decime, agli adulterii e scrittorifanno onorevole menzione
ibruicazioui. Labbé t. IX ; Arduino di Napoleone [Neopolo o Neopoli)
t. VI. e di Saturnino. Questi due, forse più
11 secondo nel i lao relativamen- illustriper la loro nascita o pel
te all'abbazia di Marmoutier. Ma- grado che tenevano in Alessandria,
JjiUou, Alinai. Dencd. t. VII. di tanti aitri i cui uumi uou suuu
, ,

i66 NAP NAP


fino a noi pervenuti, si resero an- cllio generale di Costantinopoli l, e
cora più celebri per la loro fermez- Chilone per cui quello di Bostra sot-
za e perseveranza. Dopo essere stati toscrisse al concilio di Calcedonia.
crudelmente tormentati, furono al- Oriens christ. t. II, p. 866.
l'ultimo gittali semivivi in una pri- NAPOLI. Sede vescovile di Ca-
gione, iu cui essendo loro mancate ria, sotto la metropoli di Afrodisia-
le forze spirarono. Essi vengono o- de, eretta nel V secolo. Ebbe per
norati il giorno i5 di agosto. vescovi Andrea che fu al VII con-
NAPOLI. Sede vescovile d'An- cilio generale, Doroteo, Costantino
tiochia neir isola di Cipro, chiama- e Cirico. Oriens christ. t. I, p. 909.
ta ancora Nemesi^ JYeniosia, NemO' NAPOLI DI Barberia. Sede ve-
nìciiim, Lemisso, Limisso. Dopo la scovile della Cartaginese proconso-
distruzione di AmaUinta, detta la lare nell'Africa occidentale. Aug. lib.
vecchia Lemisso, la sua sede ve- 7, conlra Donai. Questa città del
scovile eretta nel secolo suffia- V regno di Tunisi fu rovinata dai
ganea di Nicosia, succeduta a Sa- successori di Maometto , allorché
lamina, fu nel secolo XIII trasfe- distrussero Cartagine e le altre cit-

rita a Napoli, ovvero fondata que- tà della provincia. Restata deserta,


sta in tal secolo, nel seguente fu fu popolata da povera gente che
unita ad Amatunta. Questa città l'abbandonò alla venula di Carlo
appellandosi pure Lemisso vecchio, V. Nelle sue rovine presso Nabal
Napoli venne detto Lemisso nuoi'O. sonovi moltissime iscrizioni.
Ne furono vescovi Tichico I; Ti- NAPOLI DI Malvasia o Monem-
chico II ; Leonzio scrittore della vi- BAsiA. Città vescovile della Grecia
ta di s. Giovanni l'Elemosiniere in Morea , a 38 leghe da Atene
e di quella di s. Simeone il Sem- sopra una piccola isola dell' Arci-

plice; scrisse altresì iu favore delie pelago, chiamata anticamente Mi-


sacre immagini, e contro gli ebrei. noa, e che si trova unita al conti-
Clemente di Lescara assistette al con- nente mediante un ponte al piede
cilio di Nicosia nel i34o. Oriens d'una rocca, sulla cui sommità s'in-
chrisl. t. II, p. i6o2; nel t. Ili, p. nalza una fortezza. Il suo porto
1223 poi, sono notati anche alcu- poco sicuro pure è assai frequen-
ni vescovi latini parlandosi di Ni- tato, e da esso si esporta sopra tut-
cosia. Commanvilie, Hist. des ar- to eccellente vino di Malvasia, rac-
chev., riferisce che ivi il vescovo la- colto ne' dintorni. In vicinanza si

lino fu stabilito nel i256, allorché vedono le rovine di Epidaiirus Li-


quello greco s'intitolò d' Amatunta; mera, chiamata Vecchia Malvasia,
ma dopo che cessarono i vescovi fra le quali sono osservabili gli a-
latini, i greci ripresero il titolo di vanzi d'un tempio d'Esculapio. Con-
Napoli, risiedendo al borgo di Le- quistata Malvasia ai greci dai cro-
scara. Gerardo arcivescovo di Nico- ciati, Baldovino conte di Fiandra
sia tenne un concilio provinciale
vi nel i2o4 ne die l'investitura al ba-
nel 129B. Labbé t. II. F. Nemesi. rone francese Guglielmo il quale ,

Napoli. Sede vescovile di Ara- dovè presto cederne i diritti a Mi-


bia, sotto la metropoli di Bostra chele Paleologo che se ne iinpadrorù.
eretta nel V secolo. Ebbe per ve- I veneziani investiti da Guglielmo
scovi Severo che intervenne al con- di tutti i suoi diritti, li fecero va*
NAP NAP 167
Jere colla forza delle armi ,
pren- vi risiede un vescovo greco, e per
dendo Malvasia che rimase iu loro le missioni cattoliche è nella giu-
polare sino al iSSy, in cui si vi- risdizione del vicario apostolico del-
dero obbligati abbandonarla a So- la Grecia.
limano li mediante trattato. Nel N.VPOLI, Nablus, Naplus, Napolu-
i653 Foscolo generale veneto at- ZA, Napoliza, Naploua. Città vesco-
taccò il forte di Malvasia, Io prese vile della Turchia asiatica nella Pa-
e demoPi. Assediata poi dal Moro- lestina, pascialatico a i4 di Siria ,

sini due volte, con blocco la prese leghe da Gerusalemme, capoluogo


nel 1690, ma ricadde in potere di sangiacato, sul declivio orientale
de' turchi nel 17 5. 1 del monte Garizim in una valle
,

La sede vescovile dipendente dal- ed incantevole, difesa


stretta, fertile
l'esarcato di Macedonia nel patriar- da un castello. Ha sei moschee,
cato di Costantinopoli, sotto il no- chiesa greca, molte sinagoghe e un
me di Monembasia fu eretta nel- tempio pei samaritani. Fa commer-
rVIII secolo, enei XIII divenne ar- cio assai attivo con Damasco e i
civescovato ed esarcato del Pelo- porti del Mediterraneo, con terri-
ponneso o JMorea , coi seguenti suf- torio assai bello. Tra molti suoi
i

fraganei: Napoli di Romania, Mai- pozzi uno credesi di Giacobbe, pres-


na, Elos, Rheontis e Andrusa. Il so il quale il Redentore convertì
primo vescovo fu Pietro, che si tro- la samaritana. Ne' fianchi della mon-
vò al VII concilio generale, e gli tagna sono i sepolcri di Giuseppe
successero Giovanni, Paolo, Nicola, e di Giosuè che gli ebrei visitano
iu favore del quale l'imperatore con venerazione. Questa città che
Andronico innalzò la città di Mo- corrisponde all'antica iS/t'c/ie//! o HJa-
nembasia alla dignità dì metropo- hariha dell'antico Testamento, e che
li; Isidoro condannato come parti- divenne la capitale del regno di
giano di Gregorio Palaraa; Teodo- Samaria, dopo la rovina di questa
ro che intervenne al concilio di Fi- fatta de Salmanassar, fu chiamala
renze; Arsene eletto vescovo dai ve- Flavia Caesarea dall' imperatore
neziani, e deposto poco dopo verso Flavio Domiziano, e quindi NeapO'
il i5oo, ec. Oriens chrisl. tom. II, lis, da cui le derivò il suo nome
pag. 216. Nel tom. pag. 890,
Ili, attuale Saladino se ne impadronì,
si parla dei vescovi latini Siber- , nel i2o5, e sotto l'imperatore Ze-
to di Bospardia carmelitano, mor- none in questa città i samaritani
to nel settembre i35g, e Andrea si elessero un re, il quale fu ucci-
che fu al concilio Laterauense V so co' suoi Nel 1799 uà
fautori.
nel i5i4. Gregorio XIII soccorse corpo de* suoi abitanti fu estermi-
e die una pensione all'arcivescovo nato a Jaffa per ordine di Bona-
di Malvasia, esiliato per avere ani- parte, per aver ripreso le armi do-
mato i popoli della Morea a se- po essere stato fatto prigioniero e
guire i cristiani stendardi della le- rimandato sulla parola.
ga contro 1 turchi. La serie com- La sede vescovile nel patriarcato
pleta de' vescovi di Monembasia , di Gerusalemme fu eretta nel se-
con molte notizie che la riguarda- colo V, indi nel XII divenne arci-
no, è nel Codìces mss. libi, regii vescovato onorario, cui fu unita la
Tour. Ailienaei, Toriuo 1749- Ova. sede di Samaria o di Sebaste, ed
i68 NAP NAP
è la metropoli della setta de'sanm- procci guernili di bocche a fuoco,
rilani, i quali frequentavano sul delle quali molte di grosiìo calibro.
monte Garizim il tempio fabbiiea- La sua principal forza consiste ni;l-

tovi e rivale di quello di Gerusa- la cittadella situata sulla monlngna,


lemme, nella qual montagna i mo- che si ebbe cura di rendere inespu-
derni samaritani adorano ancora gnabile. Ha tre sobborghi e case
Jehovah o Dio. Il primo vescovo di ben fabbricate. Presso l'ingresso
Napoli o Naplousa fu Germano che del porto evvi il forte Palamede
sottoscrisse ai concilii d'Ancira e di antichissimo. Favolosa è la sua o-
Cesarea ed a quello di
nel 3 1 4, rigine; certo è che Napoli fu il

Nicea nel successero Te-


335; gli porto della celebre Argo. Nel 122^^
rebinto del 47^1 Procopio del 5 8, 1 fu presa dai veneziani uniti ai h-au-
Ammona del Sag, Giovanni del cesi, indi tolta e rovinata dal re
536, ec. Oriens christ. t. lU, p. Giovanizza. Nel i383 i veneti l'ac-

647. Nel 1120 vi fu tenuto un quistarono dalla vedova di Pietro


concilio da Guaramondo patriarca Cornaro, e vi sostennero gli sforzi di
di Gerusalemme e dal re Baldovino, Maometto li che iuutihnenle l'as-
con dieci prelati ed altrettanti si- sediò nel 1460. Solimano fu pure
gnori. Vi si esortò il popolo alla costretto levarne l'assedio nel i537,
riforma de* costumi e vi si fecero ma dopo due anni i veneti l' abr
venticinque canoni. Reg. t. XXVIf; bandonarono. Morosini nel 1686
Labbé t. X; Arduino t. VI ; Siria se ne impadronì, indi tornò in po-
sacra. tere de'turchi nel 17 i5 che truci-
NAPOLI. Sede vescovile di Pi- darono la popolazione. A' nostri
sidia sotto la metropoli d'Antiochia, giorni fu occupata e fortificata dai
ei-etta nel V secolo, e nel IX di- greci insorti e dal colonnello Fabvier,
venue arcivescovato onorario. Ne né potè ricuperarla Ibralnmpasciùj
furono vescovi Esichio che assistet- e presso le gole il general Nicela
te al concilio di Nicea, Bassona sorprese una divisione egiziana .

che fu a quello di Calcedonia, Do- Questa città fu per qualche tempo


roteo 1 che assistette al VII gene- la sede dell' attuale governo greca
rale, Leonzio che trovossi Vili all' La sede vescovile dell' lUiria o-
ed a quello di Fozio, e Doroteo II. rientalcj suffraganea JMonemba-
di
Oriens christ. t, 1, p. 1047. sia, ebbe a vescovo Andrea, cha
NAPOLI DI Romania o nau- fu al concilio pel ristabilimento di
PLiA. con porto di
Città vescovile Fozio : nel secolo XVII divenne
mare Morea, capo-
della Grecia in arcivescovato onorario, coi diritti
luogo del dipartimento dell' Argo- metropolitici in esso riuniti d'Argo
lide, a 9 leghe da Corinto e 2 da e Corinto. Oriens dir. t. IH, p. i85.
Argo, sopra una lingua di terra, La popolazione cattolica si compone
quasi nel fondo del golfo di Napo- di europei, vi fu benedetta da ultimo
li, che vi forma un porto eccellen- una chiesa, e alcuni cattolici sono pu-
te per circa 600" navigli. Si esten- re in Argo. In altri tempi vi ebbero
de dalla base d'una montagna sco- ospizi i cappuccini, i domenicani,
scesa alle rive del mare^ e fu cinta i carmelitani, i riformati, e cappel-
negli antichi tempi di buoni trincera- le i consoli cattolici. La missio-
luenli, che sono come tutti gli ap- ne dipende dal vicario apostolico
,

NAP NAP i6g


di Grecia. Ivi risiede il vescovo masi il monte di Somma, sulla cut
greco. vetta è il cratere la cui bocca
A A POLI {Neapolitan). Città con manda fuoco, bitume, fumo, cene-
residenza arcivescovile, celebre ca- re e torrenti di lava. Sebbene in-
pitale del regno delle due Sicilie feriore al siculoMongibello ed agli
e dei regno di Mapoli in Italia, ardenti picchi di Asia e di Ame-
una delle più nobili e deliziose di rica, oscura tutti i suoi rivali per

quella illustre regione. Capoluogo la celebrità delle sue eruzioni, per


di provincia e di distretto, distan- la popolosità de' feraci dintorni, e
te da Pioma 4^^ 'cS^*^> 7** ^^ ^^** per la luce sparsa sulla più curio-
lermo, nel fondo del golfo del suo sa parte della storia naturale. Iso-
nome; longitudine i i^SS', latitudine lato dalla catena degli Apennioi
40" 5i". E ordinaria splendida resi- non ha vicino che le prominenze
denza del re, del nunzio apostolico di Somma e di Ottaiano, le quali si

della santa Sede, del corpo diplo- credono essere state un tempo alla
matico, e di una corte supren)a di sua vetta congiunte. Nella guerra
giustizia, di unagran corte civile di Spartaco si difesero su questo
d'appello, da cui dipendono le Pro- monte i di lui prodi, né si aveva
vincie di Napoli, Terra di Lavoro, allora contezza di eruzioni, sebbe-
Principato Citeriore, Principato Ul- ne fusse nota la natura del suolo
teriore, Saunio, Capitanata e Ba- vulcanico : fin da quel tempo cele-
silicata ; di una gran corte crimi- bravansi i vini vesuviani, oggi det-
nale per la provincia di Napoli, di ti lacrima cristi. L'antichità ci por-
un tribunale civile e di uno di ge scarsissime notìzie intorno a
commercio. Napoli è in ispecialilk questa montagna; Diodoro, Strabo-
osserviibile per la sua veramente ne e Plinio sono i primi che
ne
magnifica situazione : vi si estende scrissero più precisamente. Cìnquan-
la vista sopra tutto il golfo e le tuua sono le eruzioni del Vesuvio
isole vicine.Niente di piìi beilo e che la storia conta ai'rivando sino
di piii superbo di questa città, al- a quella del i834- H primo segna*
lorché si arriva per mare, poiché le che -il Vesuvio diede di sua e-

essa in parte s'innalza a guisa di sìstenza fu il terremoto che scosse


anfiteatro, sul pendio di una mon- la terra nell'anno 63 di nostra era.
tagna, all' una
estremità di baia Spaventati gli abitanti rifuggirono
larga e profonda, che forma l'isola ai lontani villaggi, perchè quelli
di Caprij e parte intorno alla situati in vicinanza inabissarono.
spiaggia, che presso a poco ha la Tornò a inferocire sotto Tito, l'an-
forma dì una luna crescente. Que- no 79, secondo la narrazione di
sto cratere è abbellito all' est dagli Plinio il giovane, ma lo zio Plinio
ameni villaggi di Portici, Torre il vecchio, per esserne raccontatore
del Greco e dell' Annunziata, da di veduta, di spettatore vi rima-
magnifiche case di diporto, e da se spettacolo, e fu allora che le
colline coperte di vigneti e bo- intere città di Stabia, Ercolano e
schetti deliziosi e ridenti. Il Vesu- Pouìpei furono seppellite. L'eruzio-
vio sorgendo rim petto a Napoli, ne del 5oo fu grande l'altia del ;

accresce ancor più la bellezza e 672 mise in trepidazione persino i


varietà della prospettiva, e chia- cittadini di Cuslauliuopuii. Quella
J70 NAP NAP
del 993, oltre ai disastri che nrrc- ruzionl accaddero nel i83 1-33-34
cò a parecchie città ti' Itahft, ne con innumerevoli danni, e distrug-
sollri anche Roma. La selLima av- gendo più di 400 jugeri di bea
vcniie nel io 36 i fianchi del :
coltivato terreno, con seppellire
rnonle si aprirono, e ne usci un 100 case. Il Vesuvio è veramente
torrente di materia liquida ciie una bocca d'inferno: della lava
corse sino al mare. La tredicesima petrifìcata si fa uso per i lastricati
eruzione scoppiala nel iG3i fu delle vie, e per diversi pregiati la-
una tremende; iNapoii e
delle piti vori e corone. Arrivando in Na-
Je circonvicine città crederono vicina poli per la parte di Roma, sor-
la loro distruzione, e con successo ri- prende la vista una quantità di
corsero al consueto elìicace patrocinio begli edifizi, e l'aspetto incantevole
di s. Gennaro: grandi scuotimenti di del golfo.
terra lo precedettero, si prosciuga- La città propriamente detta ,
rono i pozzi, e dopo una colonna compresi i borghi estesissimi, ha
immensa di fumo denso e nero, suc- più di sei leghe di giro, e sebbe-
cessero vivissimi lampi e globi di ne sia considerata piazza di guer-
fuoco lanciati a grandissime distan- ra di prima classe, non ha né
ze, e finì con tremenda esplosione; porte nò bastioni, non essendo pro-
la montagna apertasi dal lato di priamente difésa che da tre forti :

s. Giovanni a Tettuccio, un torrente Castel Nuovo fabbricato nel 1270


di lava in sette rivoli bruciò giar- da Carlo I d'Angiò, ed aumentato
duii, vigneti e città, distruggendo da Alfonso I e Ferdinando I d'A-
portici e Resina, con circa ) 0,000 ragona presso il porto, in cui si
vittime. La ventesima seconda e- vedono gli appartamenti abitati dai
j-uzione successe nel 1787 si rin-" ; re Angioni ; Castel dell' Ovo, cosi
novo nel 1751 con terribili rim- detto dalla sua forma, eretto da
bombi, devastando la lava quanto Guglielmo 111, situato sul mare, so-
incontrò per via, come liquida e pra una roccia ; ed il castello s.
rovente. Quella del 1754 durò sei Elmo o Ermo, innalzato da Carlo
anni, e nel 1760 si aprirono nel II sopia una collina all'ovest della

piede della montagna dodici boc- città, che pare piuttosto destinato a

che, arrivando la lava per 5oo te- dominarla che a difenderla, ridot-
se al mare, rendendo 1' atmosfera to da Carlo V e Filippo V ia
mortifera. Breve e violenta fu l'è- una regolare cittadella, e le opere
ruzione del 1 767, piovendo cenere sotterranee sono a prova di bomba:
in Napoli stesso. Fortissima fu la ivi prima era l'antica rocca di Bei-
eruzione del 1779 ; giammai con- forte, e da una cappella costruita-
vulsioni di natura piti orribili si vi nel medio evo in onore di s.
videro seguite da meno funesti ef- Erasmo, si disse poi con vocabolo
fetti. Quella del 1794 fu così or- corrotto 8. Ermo o Elmo. Il re-
renda che cagionò generale trepi- cinto della città ne fu a più ri-
dazione, e produsse il fenomeno prese ampliato, specialmente sotto
che a Pienza piovvero pietre vulca- Callo V imperatore; chema dopo
niche. Nel iBio si aprirono otto i detti borghi ne fan parte, non vi
bocche in una volta, che divenne- sono più che poche vestigia delle
ro altrettanti crateri ; le ultime e- antiche mura e porte. 1 sei pria-
NAP NAP 171
cipnli ingi'essi sono conlrasspgnnli hmgo passeggio dei giardini di Vil-
diille barriere slal>ilitevi dalle nia- la re;de decorati di un gran nu-
gislialuie poliliche di finanza. E mero di pregiate statue in marmo,
divisa la città in dodici (|uarlieri. e fra le altre vede vasi il famoso
L'arsenale che sta al basso del pa- gruppo dello il Toro di Farnese:
lazzo reale, sulla riva del mare, è a quest' articolo ne parlammo in
grandissimo e bastionalo. Le stra- un alle altre statue da Roma tras-
de di iSapoii generalmente strette, portale a Napoli, come pure del
sono però regolari , lastricate di sontuoso palazzo Farnese residenza
lava, e la maggior parte illumina- del ministro regio, della Farnesina
te di notte a gaz: 1' illumina- e degli orli Farnesianì, tutte pro-
zione notturnaincominciò sotto prietà del re, ed a Caprarola di-
il reggente del buon governo cava- cemmo di quel superbo palazzo
liere Medici, sul declinare dello scor- eziandio a lui appartenente. Questa
so secolo. La strada di Toledo è parte della città è frequentatissima
una delle più belle di Europa, con verso sera, principalmente da bril-
fabbricati bellissimi : e cosi chia- lanli ; abbasso alla stra-
equipaggi
mala dal \icerè di Toledo , che da Lucia evvi una sorgente
di s.

ne fece il taglio nel i54o per cu- solforosa, e poco più lunge altra
la Manlio. Tra le
dell'architetto ferruginosa. Benché sia larga la
molte piazze, quella del magnifico baia, il porlo propriamente dello,
palazzo reale e della chiesa di s. in fórma di quadralo, è piccolo ed
Francesco di Paola, quella delta aOatto artificiale, ed è formalo da
Largo del Castello, e quella del una ghiaiata che parte dall'angolo
Mercato, sono le più rimarchevoli, nordest del Castel-Nuovo, e va ri-
la quale ultima dicesi pure il Foro piegandosi al nord-est a tenninare
maggiore, d'infelice rinomanza per con un fanale difeso da piccoli
esservi slati decapitati Corradino e forti. Esso è racchiuso fra il Molo
il compagno Federico, tumulali poi grande ed il Molo piccolo : l' an-
nella chiesa del Carmine, edificala tico €1*8 appiè della collegiata di
dalla madre del Tra le
primo. s. Giovanni Maggiore. Il gran Mo-
Ukolle piazze merita ancora men- lo fu incomincialo da Carlo 11 ;

zione Foro-Carolino o Mercatello


il nell'interno del piccolo è stala edi-
con emiciclo del Vanvitelli, e balau- ilcata la nuova gran dogana di mare.
stra con ventisette statue; molte sono I o abitazioni de'nobili so-
palazzi
decorate di fontane e piramidi ; no assai numerosi molti sono Tasti :

Merliano da jNola fece la fontana e rinchiudono appartamenti, in ge-


della piazza lungo la spiaggia di s. nerale assai caiichi d' ornamenti.
Lucia. Le strade che costeggiano una 11 palazzo del re, che da uu lato

parte del golfo, ornale di belle a- è posto sul mare, e dall'altro sulla
bitazioni, meritano menzione, parti- gran piazza che prende da esso il
colarmente quelle di s. Lucia e nome, fu incomincialo dal viceré
della spiaggia di Chiaia, che dal conte diLemos spagnuolo nel 1600,
palazzo vanno quasi sino alla grot- con architetture di Domenico Fon-
ta di Posilippo, godendovisi le piìi tana, con facciala sulla piazza, lun-
amene e pilloresche viste . La ga quasi 100 lese e tre piani di
spiaggia di Chiaia oifre il bello e altezza, decorato con tre linee di
172 NAP NAP
nilaslri dorici, jonici e corinti, ter- l'ordinaria estiva residenza del re.
minalo dal viceré conte di Bena- Rinchiudeva oltre gli a[)|)artameu-
vente. Neir interno, eh' è immenso ti meglio decorati, la famosa gal-
i

e ricco di sculture, pitture e tap- leria o museo Farnese, che da Par-


pezzerie, aminiransi oltre ai magni- ma fu trasportata a Napoli da
fici appartamenti, la sorprendente Carlo 111, ricchissima di quadri ,

sua scala, fatta dal viceré conte statue auliche, medaglie, libri, ec,
d' Ognatle, cbe or riceve piii splen- che ora trovansi a pubblico van-
dide dopo l'incendio
decorazioni, taggio riuniti nel real palazzo detto
del i834, in modo veramente mi- degli studi. Neil' interno della col-
rabile e sorprendente, ed grandiosi i lina di Capo di Monte vi sono
e deliziosi suoi giardini. La regia le vaste catacombe o sotterranei
cappella fu ultinianienle con pietre scavamenti vicino alla chiesa di s.

dure ed isplendi<lcz7,a decorata : Severo. L'entrala principale trovasi


insigne è la real biblioteca privata nella vicina chiesa e casa di s.

pei" opere utili e pregevoli in ogni Gennaro de' poveri, e corrispondo-


ramo scientifico, e specialmente per no a tal chiesa: hanno esse due
la doviziosa collezione delle stampe miglia di lunghezza, estendendosi
unliche e moderne. Grato l'impe- dalla chiesa della Sanità (juasi lino
ratore Nicolò I delle Russie del a Capo Chino, e sono composte
di

uiagnilico trattamcito ricevuto dai di tre gallerie le une sopra le al-


pur regnante Ferdinando 11 in Na- tre e scavate in una terra areno-
poli e in altri luoghi, e per quelli sa o pozzolana indurita. La via
prodigali all'imperatrice sua con- principale ha d'ordinario 18 piedi
sorte nella lunga dimora che vi di larghezza e circa i4 di altezza:

fece, nel 1846 mandò in dono al essa comunica con altre piccole vie
re i due bronzo model-
cavalli- di scavate nel monte senza alcuna dire-
lati barone Cloot
dal fusi in , zione. Vi sono sale, camere, gallerie,
Pietr()l)iu-go, che ricordano quelli piccole piazze e persino de' vicoli
del Quirinale di Roma, e die deco- senza uscita. Entrando nella prima
ravano il ponte di AnitchkolF si- galleiia si trova un grande vacuo
tuato in una delle principali strade a lòggia di chiesa con bigoncia [>er
di Pietroburgo. Il re delle due Si- le istruzioni, ed ai lati varie nic-
cilie per distinzione li fece collo- chie, nelle quali disponevansi le

care su piedistalli innanzi alla sua urne cinerarie. Progredendo iu


reggia, da lui splendidamente ri- quella via trovansi di tratto in
*
staurata, e propriamente al nuovo tratto scale per ascendere o di-

ingresso del real giardino. Sopra scendere in una delle tre anzidette
un'alta collina, all' estremitèi nord gallerie.Quasi nel mezzo della gal-
della città, nel sobborgo di Capo leria del secondo piano vi è un' al-
di Monte, evvi un altro palazzo tra vasta sala o diremo cappella,
reale di cattiva architettura, ma nella (|uale vuoisi che si tenessero
adorno di bei giardini e boschetti, le ordinazioni; essa è divisa in tre
e posto in una situazione meravi- navate. Furono (juesti immensi
gliosa, da dove la vista si estende sotterranei scavati in tempi remo-
sulla città e sulla rada. Incomin- tissimi: credesi che servissero iu
cialo da Carlo Ili di liurbonc, è principio dell' impero romauo pei"
NAP i-"^

1,1 sepoltma delle persone misera- se, e le famose .statue di Roma di


gli e degli stranieri che morivano detta famiglia, la biblioteca e l'im-
in Napoli ; poscia i primi cristiani menso numero de' monumenti sca-
vi celebrarono i misteri di nostra vati da Ercolano, Pompei, Stabia, ec.
santa religione, celandovisi nelle L' edifizio nel declinar del secolo
persecuzioni de' gentili. XVI fu incominciato dal viceré du-
Gli altri edifìzi di Napoli puh- ca d'Ossuoa, e poscia il conte di Le-
]>lici osservabili sono : il palazzo nios vi stabilì l'università poi tras-
de' ministeri , magnifiqo e ampio ,
Gesù- vecchio. Il
ferita ne! collegio di
incominciato nel 1819 e compito re Ferdinando vi formò il celeber-
I

nel 1825, onde vi furono riuniti i rimo museo Borbonico di sua par-
numerosi pubblici dicasteri ammi- ticolare e privata proprietà , e coi
nistrativi; ha sette grandi porte, suoi fondi allodiali accresciuto, do-
essendo la principale decorata di viziosamente ricco dei memorali
grandioso atrio; ivi è pure la bor- preziosi oggetti, distribuiti decoro-
sa colla statua di Flavio Gioia ; il samente, con collezione di quadri
palazzo de' duchi di Maddaloni ove di tutte le più classiche scuole, rac-
è la suprema corte di giustizia ; colta di vasi etruschi numerosa, e-
non avendo palazzo comunale la ruditamente descritto dal eh. Erasuìo
suprema magistratura municipale Pistoiesi: Real museo Borbonico de-
di Napoli o Corpo di città, si ra- scritto ed illustrato, Roma iB38
duna nell'antico monastero di Mon- con rami. Nel medesimo edifizio vi
te Oliveto, ove tiene pure le sedute risiede la società reale composta del-
il tribunale di commercio ; il gran- la celebre accademia Ercolanese, e
dioso palazzo de' tribunali o di di quella delle scienze e belle arti.
giustizia, prima detto la vicaria, che Le chiese ascendono a più di due-
lu già detto Castel Capuano e fu cento, comprese quelle de' conventi
la residenza degli antichi re di Na- e religiosi d'ambo i sessi, che sono
poli sino a Ferdinando I, e dove numerosi, e le molte parrocchiali
nei sotterranei vi sono le prigioni, munite di battisteri, e sono rimar-
delle quali ve ne sono eziandio cabili pei loro ornamenti. Nel cen-
presso la chiesa di s. Agnello, e le tro della vecchia Napoli trovasi la
migliori nel soppresso convento di metropolitana o duomo ossia la cat-
s. Maria Apparente, secondo la tedrale, ampio edifizio gotico bellis-
varietà de' delinquenti. 1 certosi- simo, ma caricato di troppi ornati,
ni di Martino, edilìzio che più
s. e sostenuto da cento colonne di gra-
rassomiglia a un palazzo che ad nito, che appartennero ad un an-
un monastero, e- che situato un tico tempio di Apollo, sulle rovine
poco al disotto del castello di s. del quale e di quello di Nettuno
Elmo, gode di una bella prospet- si pretende che tia stata fabbricala

tiva: la chiesa rivestita di marmo questa chiesa, che incominciata nel


e decorata di sculture e pitture, 1280 o 1283 dal re Carlo I d'An-
può dirsi una delle più belle della giò, proseguita sotto il suo figlio
città; l'ospedale del reclusorio, Carlo li nel isqq, fu compila nel
monumento vastissimo e molto i3i6; distrutta in parte dal ter.
bello palazzo degli studi, ove fu
; il
remoto nel i4j6, fu tosto riedifi-
trasportala tutta la galleria Farne- cata dalla pietà de'napolelani vei-so
174 NAP NAP
il loro concittadino e pntrono s. ne in Napoli venerata. Vi si am-
Gennaro, conservato sempre il go- mira un' Asstmta del Perugino, e
tico disegno del Pisano, e verso il tra le tombe illustri nomineremo
declinar del passato secolo ne fii quelle Mazzocchi e del Pisci-
del
rinnovato il frontespizio. E ricca celli, Dalla nave destra del duomo

per monumenti ed ornali, ed ha tre si passa alla sontuosa cappella che


navi sostcniile da pilaslri, che rico- dicesi del Tesoro, ch'è la più bel-
])rono le antiche colonne. Vi sono la parte di esso, cioè la cappel-
di[)inti Giordano, e il pennèllo
del la di s. Gennaro (^P^edi), di forma
del Po7ZÌ ha sfoggiato sulla volta rotonda, ornata di quarantadue co-
della tribuna. Due grandi candela- lonne di broccatello, e cinta di nic-
}>ri di bel diaspro ornano l'ara raas- chie ove stanno le statue in bron-
.sima, innalzata nìagnificamente a zo di diecinove santi, e dove gli

Dieta del passato secolo dal Posi. accumulati ornamenti non lasciano
.Sono osservabili le cappelle de Ga- all'occhio alcun riposo; è attribui-
leota, de'Caraccioli, de'Tocco, del- ta al Bramante, e le pitture della
la Capua, e sopra tutte
famiglia di cupola sono di Lanfranco. Pel con-
quella antichissima de'Minntoli. Dal tagio del iSaG i napoletani fecero
vescovo Stefano I si disse Stefania. voto d'innalzar questa cappella, che
Un ragguardevole vaso di basalte in forma di croce greca 80 anni
egizio su piedistallo di porfido, ser- dopo ebbe elfctto col disegno del
ve di fonte battesimale. Fra i no- teatino p. Grimaldi, con frontespi-
bili mausolei si distinguono quelli zio del Fansaga decorato delle co-
di Carlo 1 Clemen-
e della regina lossali statue de'ss. Pietro e Paolo
za sua moglie, di Andrea re d'Un- in marmo. Di lutto porfido è l'al-

gheria, di Papa Innocenzo IV; dei tare del santo, e sono classici i

cardinali Sersale, Ionico Caraccio- quadri di Massimo, del Domenichi-


lo ed altri, di Fabio Galeota e di no e di Ribera. La preziosità e
Enrico Minutolo, oltre il cenota- copia degli ornati ed arredi sacri
fìo d'Innocenzo XII. Sotto alla sa- la fece chiamare il Tesoro. Dietro il

grestia sonovi i sepolcri destinati maggior altare, in apposite nicchie


agli arcivescovi, di recente costru- colle porte d'argento, conservasi il

zione. La sotterranea confessione capo di s. Gennaro e la celebre am-


costruita di marmo dal cardinal polla contenente il di lui sangue, che
Oliviero Carafa, la cui stàtua ge- si liquefa e bolle miracolosamente
nuflessa è vicino urna che rac-
all' quando si mette incontro al ca[>o
chiude il corpo s. Gennaro,
di è del medesimo martire, con gran
sostenuta da colonne di cipollino, religiosa gioia del divotissimo po-
con bei bassorilievi , e si attribui- polo, la prima domenica di mag'
sce al Buonarroti. Dalla sinistra na- gio in cui celebrasi la traslazione
ve del medesimo duomo si entra del sangue, e nel 19 settembre nel
neir antica basilica di s. ResiUufa, proprio di della festa, e negli ot-
dove si osservano pregiati musaici del lavari successivi; ma alla presenza
secolo VII, fra'quali in ornata cap- del cardinal Vincenzo Grhnani [P'e-
pella è la Madonna del Princi[>io, di) sì congelò subilo. J^edi Puti-
effigiala dal Tauro, e così detta gnauo, De sanguine redivivo d. Jn-
per essere stata la prima imuuigi- nuariì, iNeapoli 1728; e la disserta-
,

NAP NAP 175


zione di cui parla il voi. IV degli nerano le sacre spoglie di s. Gae-
Annali delle scienze religiose p. tano Tiene ; degne sono di osser-
i4i: Sopra una celebre controver- vazione ventiquattro colonne di gra-
sia dihaUiita in Inghilterra nel i83i nito che abbelliscono il chiostro
e i832 intorno alla liquefazione già dell'antico tempio. La chiesa di
del sangue di s. Gennaro vescovo s. Filippo Neri, di bella architettu-
e martire, dissertazione storico- cri- ra e facciata, ricca di pitture; l'al-
tica dell'abbate [oia vescovo d'Aver- tra del Parto della Beata Vergine,
sa) Antonino de Luca compilatore fondata e dotata pei serviti dal poe-
degli Annali delle scienze religiose ta Sannazzaro , in onore del divia
in Roma, Napoli i836. Tra le sto- parto che celebrò col suo immor-
rie del santo nomineremo quella tale poema (che recato in versi ita-
d'Ilarione di s. Pietro, scritta da liani dal cav. Filippo Scolari piacque
Nicolò Falcone, e del p. Girolamo a questi intitolarlo al ihìo figlio
di s. An.ia carmelitano scalzo. Si- Gregorio, di cui parlai nel voi. XXII,
sto V concesse a tutta la Chiesa p. 289 del Dizionario), e che con-
l'udìzio e messa di rito semplice, tiene il sepolcro del fondatore, or-
poi elevato a rito doppio, di Gen- s. nato di belle statue e di bassori-
naro e compagni martiri. Per la lievi ; quella di s. Chiara adorna di
controversia se s. Gennaro o s. Do- bei marmi, statue, scolture, dora-
menico fossero più principali pro-i ture e quadri, la quale chiesa fa
tettori della città, la congregazione eretta dal re Pioberto e dalla regi-
de' riti decise in favore del primo, na Sancia, e vi sono le tornile del
e lo confermò Alessandro VII. Nella primo, di Carlo duca di Calabria,
cattedrale sonovi molli altri antichi di Giovanna I, e di altre prin-
monumenti, e della sua edificazione cipesse Angioine: a destra prima di
e ristoramenti, come della trasla- arrivare alla sagrislia eziandio vi è
zione delle reliquie di s. Gennaro, la cappella de' sepolcri della re-
ne riparleremo, trattando della se- gnante famiglia, detta de' reali de-
rie de' vescovi e arcivescovi di Na- positi, ch'è la prima al lato sini-
poli. La statua di questo santo stro partendo dal maggior altare.
adorna la piazza laterale, ed in La chiesa del Gesù-nuovo apparte-
prossimità sono, dall'altro lato, l'epi- neva ai gesuiti, che la eressero in
scopio ed il seminario Urbano. forma di croce con tre navate, nel
Tra le altre chiese faremo menzione secolo XVI la prima cupola di-
:

delle seguenti. La chiesa de'ss.Apo- pinta dal Lanfranco si dovè abbat-


stoli, eretta sul luogo d'un tempio terla e sostituirvi una tazza con
di Minerva, e forse la piìx antica di graziosi stucchi ; il quadro della ss.
Napoli dopo s. Reslituta, eretta nel Trinità è del Guercino: dal «770
secolo V, e rifabbricata poscia con al 1804 vi furono i riformati fran-
molta magnificenza. La chiesa di s. cescani, che la chiamarono Trinità
Paolo dei teatini, eretta nel VI se- Maggiore, titolo della loro antica
colo, che occupa il sito d'un tempio chiesa. Ridonda di bei dipinti la
di Castore e Polluce , e il cui in- chiesa di monte Oliveto arricchita
terno tutto incrostato di marmi e da Alfonso II; eccellente è l'organo,
pitture è bellissimo: sotto una delle capolavoro del Caterinozzi da Su-
sue cappelle iu b«l sotterraneo si ve- biaco. Nella chiesa di s. Lorenzo
1-6 NAP NAP
edificata ria Carlo T de'conven Inali, vi i pregi delle due classiche ro-
vi sono i sepolcri di cinque piin- mane moli antica e moderna, il

cipi del ramo Durazzo. La chiesa Pantheon e la basilica Vaticana.


di s. Severino eretta sul finir del L'architetto volle imitare il Pan-
secolo XV Ila un'ardita cupola, la theon romano, o Chiesa di s. Ma-
prima forse che s'innalzò in Napoli. ria ad Marlyres, decorando il tira*

La chiesa di s. Pietro ad arnin pano del vestibolo colle statue del-


vnolsi la più antica della città e la Fode, di s. Ferdinando 111 re di

•vi si addita una cappella de' tempi Castiglia, e di s. Francesco di Paola.

apostolici, nella quale si crede che Ai fianchi del vestibolo stendonsi


il principe degli apostoli battezzas- due spaziosi portici in forma semi-
se Aspreno primo vescovo di Na-
s. circolare, fregiandone gli estremi
poli. La
chiesa di s. Giovanni a allegoriche statue di marmo, con
Carbonara edificata dal re Ladislao, quarantaquattro colonne. Ai lati di
in cui esso fu sepolto, e la sorella essi portici sorgono le due statue
Giovanna II gli eiesse magnifico mo- equestri dei Borboni Carlo TU e
numento. La chiesa di s. Giovanni Ferdinando 1, fuse in bronzo dal
Maggiore ebbe da Innocenzo XII cav. Righetti ; la prima è opera del
il titolo di collegiata, e vanta re» sommo Canova, della seconda, il solo
mota antichità, stimandosi che oc- cavallo potè eseguire, fìicendo la

cupi tempio di Partenope


il che , regia figura il cav. Scali. La su-
adornava un giorno Palepoli e , perba basilica è di figura cilindrica,

quindi l'altro d' Antinoo posterior- ricopertad'ampia cupola, che ora


niente smrogatovi da Adriano. La prende posto dopo la Vaticana e
chiesa flello Spirilo Santo, edificata quella di Firenze. L' interno è de-
nel i563, è ima delle più maesto- corato da trcntaqualtro colonne, e le

se. In quella di s. Maria del Car- due del magsrior


DO altare sono della
mine, nel 1847 '' principe eredi- rarissima breccia d'Egitto, il quale
tario di Daviera Massimiliano, ha altare fu abbellito con pregiate pie-
eretta una sfatua di marmo scol- tre e col tabernacolo della chiesa
pita in Roma, al parente di sua de' ss. Apostoli : otto statue colossali
casa Corradino ultimo degli Ho- dividono le sei cappelle. I quadri
Iienstaufen, ivi sepolto accanto al- degli altari, come le sculture, l'ese-

l'infelice compagno Federico di Ba- guirono i migliori artisti, ed il s.

den. In esecuzione del voto fatto Francesco di Paola dell'altare prin-


da Ferdinando I per la ricupera- cipale è opera meravigliosa del ba-
zione del regno di Napoli, quel prin- rone Camuccini. Il sotterraneo, la
cipe sulla piazza reale, essendosi già cui volta sostiene una colonna centra-
demolita in tempo dell occupazione le^ e in cui riposeranno le ceneri dei
militare la chiesa di s. Luigi di sovrani ora depositate in s. Chiara,
Palazzo col convento di s. France- nelle dimensioni equivale al tempia
sco di Paola, con architettura del supcrioie. Il convento de'minimi fu
cav. Pietro Bianchi, nel 18 17 in- eziandio rifabbricato a regie spese.
cominciò la magnifica erezione del- In Napoli si numerano Irentasette
la basilica di detto santo , che parrocchie e sette coadiutrici, più
compì nel i836, il re che regna: quattro parrocchie de' sobborghi e
siebbe 1' intendimento d' innestar- quattro coadiutrici: lo case religiose
.

NAP NAP 177


d'ambo i che nel 1786 som-
sessi, ammirazione e di studio per gli
mavano a duecento, oggi sono ri- archeologi, e forma gloriosa priva-
dotte a trent' otto conventi di reli- tiva dell' accademia Ercolanese, e
giosi ed a ventidue monasteri
, di immortalò nomi di Mazzocchi,
i

suore, oltre molti consei'vatorii. Bosini, Scotti, ec. ; il museo di


Fra i sette teatri della città, quel- pittura, quello di scultura, una col-
lo detto di s. Carlo , contiguo al lezione di bronzi di Ercolano e di
real palazzo, si considera come uno Pompei, ed in fine una doviziosa
de' più vasti e cospicui di Europa; collezione di vasi etruschi .Evvi
consumato da incendio nel 18 16, inoltre la società reale Borbonica
sorse dalle sue rovine sollecitamen- divisa in tre sezioni, cioè l'Ercola-
te e più bello, essendosi riaperto il nese di archeologia, delle scienze e
12 gennaio 1817. Gli altri teatri delle belle arti, e composta di 60
maggiori sono quelli del Fondo, membri; un'accademia della società
de' Fiorentini ed il teatro Nuovo Pontaniana che riunì l'accademia
L'università 1224 è
fondata nel Sebezia; una società d' agricoltura,
frequentata da un gran numero di manifatture ed arti; l'istituto d' in-
studenti; nel 1780 fu stabilita nel coraggiamento : un' accademia reale
collegio antico de'gesuiti, conta
e militare, e due scuole militari; un'ac-
54 cattedre con gabinetti e musei cademia reale di marina ; un liceo
di storia naturale e mineralogia ,
reale, un collegio reale di medici-
scelta e pregevole biblioteca già ap- na e chirurgia, ed altro di veteri-
partenente al march. Francesco Tac- naria; una casa reale detta de'Mi-
cone, ed archivio. Il palazzo delle belle racoli, per la educazione delle no-
arti o degli studi rinchiude, come si bili donzelle; un'altra casa reale
disse, oltre il real museo Borbonico detta di s. Marcellino, per la e-
di origine Farnesiana per gli anti- ducazione delle fanciulle, entrambe
chi monumenti, dovizioso pure di costituite sotto gli auspicii della
opere poscia aggiuntevi in ogni ra- regina Isabella. Una scuola e colle-
mo delle belle arti ^ proseguendo gio reale di musica, di cui facem-
l'incremento di frequente pei regi mo parola a Musica sacra, detta
scavi ; la reale biblioteca Borbonica Conservatorio, che diede e dà tut-
di 180 mila volumi, di quantità di to giorno all'Europa ed altrove i

mss. e fra gli altri uno di s. Tomma- più grandi maestri e professori, tan-
so, autografo, De codesti hierarchia, to nella musica vocale che nella
et de divinis nominibus , i Dialo- istrumentale: la biblioteca musicale
ghi autografi del Tasso, ed un pa- contiene le produzioni de' più fa-

piro del secolo V con quattro sot- migerati maestri, ed il gran Pai-
toscrizioni gotiche, ed una copiosis- siello vi depositò le proprie; que-
sima collezione di edizioni del se- sto collegio di musica è nel sop-
colo XV; il gabinetto de'rass. tro- presso monastero de' celestini detto
vati ad Ercolano, ossia real officina di s, Pietro a Majella, con cento
de' papiri, con le ingegnose macchi- alunni di piazza franca, e vi s'in-

ne per isvolgerli, il cui deposito, segna il contrappunto ed altre scien-


benché non accresciuto e limitato ze, eseguendosi in un teatro acca-
alla collezione ottenuta nella prima demico gli armonici esperimenti.
scoperta, è sempre il soggetto di Una scuola de' sordo-muli} due air

VOI. XLMI. 12
,

178 NAP NAP


Ire biblioteche pubbliche, deiruiii- chirurgico. Devesi pur nominare l'o-

versila e di 8. Angelo a Nido ; un spizio di t. Gennaro, e principal-


museo reale di zoologia ; un gabi- mente l'Albergo od ospizio o reale
netto di mineiologia ed uno di fì- reclusorio de'poveri.Questo ultimo
sica; un laboratorio di chimica stabilimento, grandiosa opera di
un giardino botanico, ed un osser- Carlo III, e il cui edifizio fu eret-
vatorio. Evvi il collegio teologico^ e to con architettura del cav. Fuga,
tre società per le sacre missioni. Del- cresciuto per lo zelo del domenicano
la congregazione della sacra Simi- p. Rocco, e di diversi ordini reli-
glia di Gesù Cristo fondata in Napoli, giosi e pie persone, ora fiorisce e
con collegio in cui si ricevono alun- provvede più di 63oo poveri, fra
ni cinesi , ai quali il clima è as- vecchi, giovani, fanciulli, sordo-mu-
sai confacente, dove sono rari
e ti,e infermi de'due sessi questa :

oggetti cinesi, parlammo


a Fami- opera continuata da Ferdinando I,
glia. Dell'accademia arcivescovile fu perfezionata dal regnante Fer-
inaugurata dal cardinal Giudice Ca- dinando 11, che dandovi un nuo-
racciolo [T^edi) nel 1889, per ec- vo e paterno reggimento, affidalo
citare nel clero lo studio della cat- ad eccellenti soggetti, vi ha intro-
tolica religione, a difenderla dagli dotte scuole e officine, per lettere,
errori più recenti, ed a mostrare arti e mestieri, che tengono ora '

quanto sia dessa conosciuta ed ama- quasi il primato. Era prima un or-
ta nella fedelissima Napoli, se ne fanotrofio, ed ha ora un ospedale
tratta nel voi. X, p. i 3f> dei cita- proprio sotto il titolo di s. Maria
ti Annali. Ivi si dice che questa di Loreto presso al Carmine, ed una
accademia ripristina quella che pel casa pei vecchi e convalescenti a
medesimo oggetto nel 1
74 i fu pro- s. Maria dell'Arco. Inoltre vi fiori-
mossa dal filippino p. Annibale scono bellissime scuole di scienze,
Marchese, e fondala dal cardinal lettere ed arti, officine, fàbbriche
Spinelli. e manifalttu'e.Vi sono due semi-
Gli stabilimenti di beneficenza nari, l'Urbano ed il diocesano al
e di carità in gran numero, so- cui uso nel 17 15 si destinò un
no in generale ben dotati e ben antico conservatorio musicale; di-
diretti, ed i più rinomati sono circa verse confralernile, e il monte di
Sessanta; si alloggiano, nudriscono e pietà che con
, discreto interesse
istruiscono nella maggior parte dei impresta piccole e grandi somme,
fanciulli indigenti; sette sono gli ed eretto nel 539. 1

ospizi e spedali per gli esposti, in- Napoli fu anche anticamente ce-
curabili, vecchi, infermi e poveri lebre per le scienze e belle lettere,
ammalati; i più considerabili sono avendola Cicerone e Seneca chia-
quelli dell'Annunziata, di Casa san- mala la madre degli studi. Virgi-
ta o degl'Incurabili, che onora l'an- lio, Seneca, Orazio, Tito Livio, Clau-
tica pietà de'napoletani, che risplen- diano, I>occaccio, Tasso, ed altri
de con migliorata direzione, ed è uomini insigni vi soggiornarono, e
il maggior ospedale di Napoli, cui qui scrissero parte delle loro ope-
è aggiunto il reale istituto di cli- re riputdtissime: il primo, vi ebbe
nica medica, cerusica, oftalmica, ec. anco il suo sepolcro sulla collina
ed ha annesso un collegio mcdtco^ di Posilippo. È patria questa città
NAP NAP ,79
dello sloiico Velleio Patercolo, del dinali, ad ognuno de'quall premet-
poeta Stazio, di Fontano, Capece, teremo l'epoca di loro esaltazione.
Rota; de'poeti Angelo di Costanzo, 1759 Gio. Costanzo Caracciolo, e
Saniiazzaro, Gio. Battista Marini, Nicolò Perelli. 1766 Filippo Maria
Tansillo, e Salvatore Rosa; dei pit- Pirelli. 1770 Pasquale Acquaviva
tori Luca Giordano e Solimene, e d'Aragona. 1778 Francesco Carafa
di molti altri ; degli architetti cav. Traetto. 1782 Giuseppe Capece Zur-
Bernini, Fuga e Vanvitelli; di Fer- lo. 1785 Nicolò Colonna di Sti-
i-ante Imperato e Fabio Colonna gliano, e Ferdinando Maria Spi-
naturalisti ; del fisico e matemati- nelli.1791 Fabrizio Ruffo. 1794
co Giambattista la Porla; dei fi- Francesco Maria Pignattelli. 1800
losofi e fisici Francesco Fontana Innico Caracciolo. i8oi Ferdinan-
e Alfonso Borelli; del letterato fa- do Maria Saluzzo, Giuseppe Fir-
mosissimo Mazzocchi; dell'insigne rao. Luigi Ruffo Scilla, e Marino
giureconsulto e celebre oratore per Carafa di Belvedere, il quale ri-

tutta Europa, Francesco d'Andrea; nunziò la porpora, ed oltre alla


di Giannone lo storico ; del cele- sua ne parlammo pure
biografia
bre antiquario Marlorelli; di Filan- nel voi.XLl, p. 274 del Diziona-
geri il legista; del medico Cotugno; rio. 1816 Stanislao Sanseverino,
dei celebri Vico, Genovesi, Gravi- Pietro Gravina, Emmanuele de Gre-
na; dei geni musicali Pergolesi, Sac- gorio, però di famiglia siciliana, e
chini, Farinelli, Faccini, Cimarosa, Nicola Riganti di Molfetta. 1822
Paisiello etanti altri; oltre ad un Domenico Pignattelli. 1823 Tom-
Ambrosi, un Alessandri, un France- maso Riario Sforza camerlengo di «.
sco Saverio d'Andrea, Galliani, Giu- Chiesa. I seguenti li creò Gregorio
seppe Pasquale Cirillo, INIattei, Cam- XVI, e come il precedente sono vi-

polongo, Palmieri, Pagano, Rosini, venti, tranne Giudice e Aclon. i83i


Scotti, Rossi, Ciampi, ed altri mol- Francesco Serra-Cassano arcivesco-
ti ancora, senza nominare gli uo- vo di Capua. 1882 Filippo Giudice
mini illustri di fama ancor viven- Caracciolo. 1889 Carlo Acton di fa-
te. Innumerabili sono poi quelli miglia inglese, e Ferdinando Maria
che fiorirono per santità di vita Pignattelli arcivescovo di Palermo.
e per dignità ecclesiastiche, com- 1844 Anton-Maria Cagiano d'Aze-
presavi r episcopale. Solo diremo vedo vescovo di Senigallia, della
che sulla cattedra apostolica sali- diocesi d' Aquino, e Domenico Ca-
rono Bonifacio V, Urbano VI, Bo- raffa Traetto arcivescovo di Bene-
nifacio IX, Giovanni XXIII, Pao- vento. 1846 Sisto Riario Sforza
lo IV, Innocenzo XII e Benedet- arcivescovo di Napoli.
to XIII però del regno di Napoli, La popolazione di Napoli è piìi

cioè di Gravina. Questi Papi coi di 340,000, non compresi i fore-


cardinali hanno biografie in questo stieri che in gran numero vi af-

Dizionario. 11 Cardella che ci die- fluiscono parte in tutto il


d' ogni
de quelle de' cardinali a tutto il corso dell'anno. Il linguaggio ver-
pontificato di Benedetto XIV, re- nacolo che vi si parla è un misto
gistra ottanta cardinali napoletani. d'italiano e spagnuolo, per la lun-
Da queir epoca alla presente furo- ga dominazione che vi esercitarono
no creati i seguenti ventolto car- gli spagDuoli; è usato da tutte le
i8o NAP NAP
classi della società, ma le piti edu- qual tempo fosse battuta, e rap-
cate ed istruite parlano bene l'ita- presenta l'effigie di san Gennaro,
liano e meglio ancora lo scrivono. avente nel rovescio la croce colia
Il clima è dolce, l'aria saluberri- epigrafe : Salutis Trophacum. Nella
ma; l'inverno vi è breve e poco seconda moneta che si conosca, ol-
sensibile. Gli alberghi sono in gran- tre la detta efligie e segno, si legge
dissimo numero. Le manifatture di Neapolis in lettere greche. Di al-
seta sono le più importanti di que- cune monete antiche di Napoli
sta deliziosa città. Vi sono consi- tratta il Vergara, ed il Muratori
derabili fabbriche di molte cose, nella dissert. XXVII, come pure
massime di essenze, confetture tra di quelle de' re di Puglia ossia Na-
le quali primeggiano gli eccellenti poli, Carlo llj Roberto, Giovanna
mostaccioli e la cocuzzata candita; I, Carlo Giovanna II,
III, Ladislao,
istrumenti musicali, e corde armo- Renato d'Angiò, Alfonso I, Ferdi-
niche, ec. La maggior parte del nando!, Alfonso li, Ferdinando II
commercio si fa da mercanti stra- e Carlo Vili. Su tale dissertazione
nieri, come francesi ed inglesi. Ha va letto il Zaccaria, Storia lelt. d' 1-
una banca detta delle due Sicilie, (alia, voi. VII, 267. Nel 1662
p.
in cui riunironsi i sette banchi che il nunzio pontificio Bernardino
erano in Napoli, sebbene il banco Rocci fece riedificare in Napoli il

di Corte in s. Giacomo, ed il ban- palazzo della nunziatura apostoli-


co dello Spirito Santo siensi ria- ca dai fondamenti, più vasto ed
perti. Nel 1601 fu fondato il mon- ornato dell'anteriore: l' iscrizione
te della Misericordia per opere ca- che vi fu apposta si riporta dal
ritatevoli d' ogni genere; ed evvi Renazzi Notizie de' maggiordomi
,

pure il monte de' poveri, istituito p. i38. In Napoli il nunzio ha


da alcuni avvocati nel secolo XVI soggetta alla sua ordinaria giuris-
per sovvenire di prestiti debitori i dizione la chiesa di s. Giacomo
imprigionati, che diffonde altresì degli spagnuoli edificata dal viceré
sulle prigioni la sua carità. L'edi- Pietro di Toledo, ov' è il suo mau-
fizio della zecca è celebre per aver soleo, Giovanni Mer-
capolavoro di
servito di abitazione al famoso Pie- liano: esso componesi di grandiosa
tro delle Vigne, ministro di Fede- urna cinta negli angoli da quattro
rico II imperatore, e dal re Rober- virtù, sormontata dalle statue di
to fu destinato all'attuale uso, aven- Toledo e della sua moglie oranti,
do ricevuto progressivi aumenti, con relativa epigrafe e bassorilie-
ed oggi vi è unito V ufficio delle vi esprimenti le varie azioni del
garanzie pei lavori preziosi, f^edi defunto, e singolarmente le varie
Denari, Moneta, Ducato. Non po- sconfitte del pirata algerino Bar-
tendo i re longobardi e i duchi barossa. Nella chiesa a tre navi
beneventani mai giungere a domi- sono buoni quadri, e vi si celebra-
nar Napoli, la città godè il pregio no i solenni funerali pei Pontefici
della zecca fino dagli antichi seco- defunti dai nunzi prò tempore.
li, e però trovansi denari battuti Quelli fatti per morte di Gregorio
ne' vecchi secoli dai duchi di essa, XVI dall' odierno nunzio monsignor
appellati anche Magislrì mililum. Antonio Garibaldi arcivescovo di
La prima moneta è incerto iu Mira, sono descritti nel Supplimcii-
-

NAP NAP i8t


to alle notizie del giorno 1846, la chiesa di s. Maria di Piedi
II. 29. Vi intervennero molti ar- grotta in cura de' canonici rego-
civescovi, vescovi e prelati, i capi lari lateranensi, celebre per l'im-
degli ordini religiosi, il corpo di- magine della Madonna che ivi si

plomatico, i ministri regi e le auto- venera. Fino dai primi secoli del
rità civili e militari. Cantò la messa ci'istianesimo ivi si ergeva una cap-
il pronunziò eloquente e-
nunzio, e pella sacra alla Vergine. Abbattu-
logio funebre monsignor de Luca ta più volte dai terremoti o da
vescovo d' Aversa, facendo le cinque inondazioni, più volte fu rialzata.
assoluzioni altrettanti arcivescovi. Sordamente costrutta nel i353,
Ragguardevole è il campo san- con oblazioni de' fedeli sollecitate
to disegnalo dal Fuga, fuori della dallo zelo di pii religiosi e di suor
^ecchia porta Capuana, che serve Maria di Durazzo, venne in pro-
ili sepoltura a' cadaveri degli ospe- cesso di tempo rinnovata, ampliata,
dali, e al di là del monte dì Lo- ed in oggi è quel ove
santuario
tiecco altro campo santo ultima- agli 8 di settembre solennemente
mente si volle eretto. I dintorni si celebra la Natività di Maria, con
di Napoli sono estremamente ferti- pompa e magnificenza, recandovisi
li, romantici ed interessanti per i i sovrani, la real corte, le truppe
dotti e gli antiquari. Oltre il Ve- e tutta Napoli. La solennità e il

suvio, che nelle sue eruzioni sem- lustro di questa cerimonia molto
bra minacciar 1' esistenza di questa si aumentò allorché Carlo III, con-
bella ciltù, Pozzuoli interessa pel solidale le sorti del reame con ri-
gran numero di antichità che con» portate vittorie, statuì a sciogliere
tiene e per tanti pregi di storia un suo voto, di accompagnar le

naturale ; la Solfatara, anticamente visite alla Vergine di tutta la mi-


Forum Vulcani; la curiosa Grotta litar pompa, ordmando che l' eser-
del cane, così detta perchè un ca- cito, spiegato in gran mostra, an-
ne che vi si corichi perde il moto nualmente vi concorresse. Ciò ha
in due minuti, e la vita se vi re- luogo nelle ore pomeridiane con
sta più a lungo ; i bagni di Nero- preci e benedizione.
ne; le acque minerali di Castella- Romt; la nazione napoleta-
In
mare ; la Grotta famosa e la stra- na, nel rione Regola in via Giu-
da tagliata a volto nel monte Po- lia nel luogo chiamato antica-
,

silippo, mirabile avanzo di lavoro mente Castnim senense , possie-


romano, la quale comunicava con de la chiesa dello Spirito Santo
Pozzuoli e Baia, ove esistevano le de'napoletani, con confraternita che
più sorprendenti ville, ed i tem- usa sacchi bianchi , e nobile orato-
pli più magnifici de' romani ; le rio in cui celebra gli esercizi di pie-
vestigia de' bagni di Lucullo e di tà cristiana. Il sodalizio venne isti-

un tempio della Fortuna ; il la- tuito nell'anno iSyi sotto l'in-


go di Agnano, già cratere un d' vocazione dello Spinto Santo, e
\ulcano, e le stufe di s. Germano; Gregorio XIII l'arricchì pel primo
il palazzo di Portici, e soprattutto di molte grazie e indulgenze. La
le celebri e sorprendenti rovine di confraternita ebbe questa chiesa al-
Eicolano e Pompei. A pie del lora sacra a s. Aurea vergine e
munte Posilippo evvi la picco- martire romana, il cui corpo tenera-
ìSi NAP NAP
si nella cattedrale d'0»lia di cui è ti- Il regno
Napoli, che occupa
di
tolare, e già appartenente alle mona- la mela meridionale della penisola
che domenicane, cli'eraosi dal conti- italiana, forma coli' isola di Sicilia,
guo monastero trasferite alla chiesa separata da questo paese da uno
e monastero di s. Sisto. La confra- stretto di due leghe, la monarchia
ternita riedificò nobilmente la chie- delle due Siciliej negli alti pub-
sa sotto l' invocazione dello Spirito blici della quale è disegnata soltu
Santo, con disegno del cav, Carlo il nome di parte continentale o
Fontanaj indi la facciata fu innal- dominii di qua dal Faro, mentre
zata con architettura di Cosimo da il regno di Sicilia viene chiamato
Fansaga bergamasco. Nel primo al- parie insulare o dominii di là dal
tare a destra si venera l'immagine Faro : alla* prima appartengono
di Maria Vergine, illustre per mi- alcune contigue isole, alla seconda
racoli Nel secondo Bonaventura
. le sue dipendenze. Sino dai nor-
Lambert dipinse un prodigio ope- manni il nome di Sicilia fu comu-
rato da s. 'Francesco di Paola, che ne ad ambedue i regni, e ve n' è
meritò incidersi dal Frey. Il qua- documento del 1 1 1 5, e secondo il

dro dell'altare maggiore è opera Mazzocchi lo era anche a tempo


lodata di Giuseppe Ghezzi, che vi de'greci. Nelle carte pontificie del
espresse lo Spirito Santo : i lavori primo anno d'Innocenzo III, i ig3,
della cupola e degli angoli sono di comincia a comparire la denomi-
Giuseppe Passeri. Il deposito del nazione di Sicilia dira ed ultra
celebre cardinal Giambattista
de Pharum. Il primo re che nelle mo-
Luca di Venosa, l'eseguì Domeni- nete segnò le due Sicilie coi nomi
co Guidi. Il martirio di s. Gennaro di dira ed ultra fu Alfonso d'Ara-
nell'altare dopo il maggiore a sini- gona nel i44'> denominazione ohe
stra è del famoso Luca Giordano, si cambiò poi nelle monete di Fer-
Nel seguente è s. Tommaso d' A- dinando V re di Spagna dopo il
quino di Domenico Maria Murato- i5o3, in quella di ulriusque Sici-
ri. Furono benefattori di questa line rex. Indi Giulio II ordinò con
phiesa, nel i583 monsignor Pietro legge che la Sicilia cilra non po-
Corso da Filogaso calabrese, e nel tevasi dall'investito ritenere coll'im-
16 1 I Violante Sanse verina La , pero, mentre Clemente IV nell'in-

corte di Napoli ha particolar cura vestirne Carlo I avea escluso di ri-


di questa chiesa, dove si solennizza tenere colla dignità imperiale tan-
la festa dello Spirito Santo, e quel- to il regno di qua che il regno
la di s. Gennaro a' 19 settembre, di là dal Faro. La minore di-
ed ora con pia e generosa isplen- stanza tra la terraferma e cana-
didezza per disposizione del regnan- le o Faro di Messina , è quasi
te Ferdinando II. Della chiesa e una lega, il quale si chiama Faro
del sodalizio trattano, il Piazza, Eu- dalla torre di tal nome posta al
sevologio romano tratt. Vili, cap. suo ingresso nel mare Mediterra-
IX; ed il Venuti, Roma moderna neo, confine essendo del regno na-
p. 552. Dell' accademia di Napoli poletano la provincia di Calabria
per le arti belle esistente in Roma, Ulteriore. Il regno di Napoli è
parlammo nel voi. I, p. 56 del compreso fra 87" 56 e 4^° ^4 *^'

Dizionario. latitudine, e fra io" 3o e 16" 9 di


i\ AP NAP i83
longitudine. Si accosta al nord agli Io, e belleire delle situazioni che
stati pontincii, il limite de'quali in- vi s'incontrano ad ogni passo, non
comincia alla foce del Tronto nel- che per illustri memorie islori-
l'Adrialico, sparte gli Apennini ver- che, suolo che Plinio chiamò cer-
so Accumoli e Civita Reale, ed il tame dell' umana compiacenza, ed
Velino presso Civita Ducale, ri- il Bossi, bersaglio dell' umana in-

monta per lo spazio di qualche le- vidia , è solo montuoso nella par-
ga il Salto, poi il Turano, discen- te del mezzo, ove gli Apennini
de col Liri sino alla sua congiun- si abbassano a gradi, e formano a-
zione col Sacco per formare il Ga- mene colline e belle vallale, al-
rigliano, e termina al mar Tirreno le succedono pianure delizio-
quali
, Terracina e il lago di Fondi. In se Le parti più montuose so*
.

[
tutte le altre direzioni questo re- no l'Abruzzo nel nord e la Cala-
;
gno è costeggiato dal mare ; al bria al sud. Le pianure più eslese
; nord-esl evvi l'Adriatico ; all' est sono quelle dell'antica Puglia, secca
il canale d' Otranto verso la Tur- e talvolta arida, e quella di Capua
chia Europea ; al sud-est ed al inaffiata e fertilissima. Il suolo è
sud il mar Jonio ; al sud ovest il generalmente calcare e argilloso, di
Faro o stretto di Messina, verso la natura vulcanica, massime pel Ve-
Sicilia ; ed all' ovest il mar Tirre- suvio, Astroni e Solfatara, essendo
no. Il regno poi delle due Sicilie di uu' estrema fecondità. La parte
costituendosi del continente di ter- meridionale del regno sembra co-
raferma e dell' isola di Sicilia, cioè vare un fuoco sotterraneo, soggetta
dagli Abruzzi giunge sino a Ter- a terremoti che distruggono intere
incina da una parte, e dall'altra città e rovinano le campagne, on-
.^ino al fiume Tronto dal Tirre- ; de venne ad essa il nome di Cam-
no e dall'Adriatico viene circo- pi phiegraei. In generale questa
scritto, e ad occidente fa limite al- parte d' Italia sembra aver prova-
lo stato pontificio. La lunghezza di to le rivoluzioni fisiche le più
questo paese è di i35 leghe, dalla straordinarie ; secondo la più co-
fo(iB del Tronto al capo Sparti ven- mune opinione ne sareb-
la Sicilia
to, e !a sua media larghezza di be stata divisa mediante una graa
4o '^d'^^} essendone a /^i5o cal- convulsione della natura. 11 regno
colata la superficie. L' A pennino olFre tre regioni distinte, rapporto
percorre l' interno di questa con- al clima, ma l'aria è ovunque sa-
trada, nel nord della quale pre- lubre, tranne i luoghi vicini a
senta la sua maggior sommità il qualche palude, o a quelli esalanti
Corno o gran Sasso d' Italia. Is'el vapori solforosi. Le produzioni di
mar Tirreno si scaricano i corsi questa terra di predilezióne sono va-
più considerabili del regno, il V^ol- riatissime, ed in generale di eccellen-
turno già Minlurno, e il Gariglia- te qualità. Le parti montuose sono
110 o Liri che sono navigabili, li coperte di boschi, coi migliori pascoli.
maggior lago è il Fucino presso Le coste abbondano di pesce. Le ric-
Marsi , il eui emissario fatto dal- chezze minerali non sono interamen-
l imperatore Claudio è sorprenden- te conosciute. Le manifatture po-
te. Questo paese sì rinomato per la trebbero faìe maggiori progressi, co-
dolcezza del dima, fertilità del suo- sì la navigazione e il coromercio.
i84 NAP BlAP
li regno di Napoli si divide in A pennino meridionale sostenevano
quìndici provincie, cioè Napoli ,
colle armi la loro indipendenza i
Terra di Lavoro, Principato Cite- fieri marsi, de'quali e senza qua* i

riore, Basilicata, Principato Ulterio- li non godè Roma l'onor del trion-
re, Capitanata, Terra di Bari, Ter- fo, e di loro non men prodi e
ra Otranto, Calabria Citeriore,
d' forse di eguale stirpe i marucini, i

Calabria Ulteriore seconda, Calabria vestini e i peligni. Gli etruschi fu-

Ulteriore prima, Molise, Abruzzo rono i primi ad invadere la Cam*


Citeriore, Abruzzo Ulteriore secondo, pania, e gli osci dovettero accoglie-
Abruzzo Ulteriore primo. I distret- re i vincitori, e con essi accomu-'
ti sono 52, i circondari 529, le nar le sostanze, ricevendone in con-^
comuni 1790 la popolazione sei ; traccambio un nome rispettato, un
milioni e duecentomila circa, tut- saggio governo, ed il prezioso do-
ti cattolici , facendosi ascendere i no delie lettere e delle arti, di cui
professanti la religione greca, dei r Etruria era il seggio. Quindi E-
quali parlammo a Grecia, a più truria-Campana si nominò la re-

di seltantamila. Il regno di Napoli gione, e dodici principali città alla


corrisponde agli antichi paesi di foggia dell'Etruria propria vi si vi-

Campania, Samnium, Apulia, Luca- dero in breve tratto fiorire. Sog-


nia, Messapia e Brutium le quat- ; getto di disputa fra gli scienziati for-
tro ultime contrade componevano mano l'ubicazione ed il nome delle

la Magna Grecia. Tutte le diverse cittàetrusco-campane, ma pur s' in-


genti che si riconoscono oggi di dicano Casilino sul Volturno, No-
osca derivazione, ebbero fama d'in- la, Calazia, Suessa, Celeno, Abella,
gegno, di coltura e di valore. La Venastro, Atella, Literno, Ercola-
Campania che pel beato vivere si no, Porapeia e Stabia. Cominciarono
disse Felice, vantò i suoi ausoni, dipoi le loro emigrazioni nel suolo
del quai nome glorioso a' tempi di italiano i greci, che in diversi tem-
Augusto vantavasi l'Italia intera, e gli pi stabilirono nella regione città e
opici egli auruncì. La Japigia o Ma- colonie illustri. La celebre Sabina
gna Grecia, detta anche Messapia, diffuse colonie negli estremi puHli
Peucetia e Salentina, corrisponden- della Japigia e della Calabria ; il

te secondo alcuni ad una porzione centro della loro regione si disse


della Puglia, e secondo altri alla Sannio e i popoli sanniti. Si divi-
Calabria, ebbe a primi abitatori i sero in pentri, caudini, irpini, ca-
dauni, i peucezi, i messapi, che raceni, frentani. Cresciuti in popo-
dagli osci trassero comune origine. lazione ed in potere fecero i san-
E non minor celebrità acquistaro- niti nuove emigrazioni, e da que-
no neir estrema Calabria i coni, i sti derivò la non men celebre na-
salentini, e quegli enotri che dal zione de'lucani, che occuparono la

re Italo al sociale consorzio avvez- Calabria, e che dierono col tempo


zali, tramandarono alla posterità il origine ai valorosissimi bruzzi.
nome di quel benefattore del gene- Napoli capitale di questo reame lo

re umano per tal modo, che l'Ita- è egualmente della monarchia delle
lia si disse la classica terra » Che due Sicilie, e la sede delle principali
Apennin parte, e '1 mar circonda autorità. Gli arcivescovati del regno
e r Alpe ", Fra le rocce poi del- di Napoli sono i seguenti. Nnpo-
NAP NAP i85
li, Sorrenlo, Capua, Salerno, A- questo regno millius dioecesis, sono
inalfi, Acerenza, Gonza, Manfredo- le abbazie della ss. Trinità della
nia, Bari, Brindisi, Otranto, Trani, Cava, di Monte Cassino, di Monte
Taranto, Cosenza, Rossano, s. Se- Vergine. Altre prelature sono, il prio-
verina, Reggio, Chieti, Lanciano e rato di s. Nicolò di Bari, sul quale
Benevento il cui dominio però ap- si può vedere 1' Ughelli, Italia sacra
partiene alla santa Sede. Le sedi t, VII, p. 58g; e la prelatura di
vescovili sono: Pozzuoli, Ischia, Ca- Altamura ora vacante, la cui am-
stellaraare, Aversa, Caserta, Calvi, ministrazione spirituale e tempora-
Teano, Gaeta, Nola, Sora, Aquino, le è affidata temporaneamente al
Scssa, TelesCj Alife, s. Agata dei vicino vescovo di Gravina e Mon-
goti, Acerra, Nocera de'Pagani, A- lepeloso, di cui feci parola al pri-

ceino, Policastro, Sarno, Capaccio, mo articolo. Altamura nella pro-


Matera, Potenza, Marsico, Venosa, vincia di Bari fu edificata per ri-
Melfi Rapolla
, Muro, Anglona,
, covero de' greci in un alla catte-
Tursi, Gravina, Monlepeloso, Tri- drale dall'imperatore Federico li:
carico, Campagna, Avellino, Nusco, fuwi già r università fondata dal-
ArianOj sani' Angelo de' Lombardi, l' arciprete Cusano con beneplacito
Bisaccia, Bisceglia, Lacedouia, Vie- di Carlo Borbone, poi compenetra-
sii. Troia, Ascoli, Cerignola, Bovino, ta col liceo di Bari ; conserva pe-
Lucerà, s. Severo,Ruvo, Bitonto, rò il seminario ed il ginnasio. Vi
Monopoli, Conversano Molletta, , sono ne' dintorni ubertosi scavi, on-
Giovenazzo, Terlizzi, Andria, Oslu- de si crede che vi sorgesse l' anti-
ni. Lecce, Ugento, Oria, Castella- ca Lupatìa. Fu Innocenzo Vili che
neta, Gallipoli, Nardo, s. Marco, innalzò 1' arciprete alla dignità qua-
Bisignano, Cassano, Cariati, Catan- si vescovile, con molte insigni pre-
zaro, Cotrone, Nicastro, Nicotera, rogative e privilegi. Siccome vi fiori
Tropea, Squillace, Mileto, Oppi do, il rito greco, si può leggere per le

Gerace, Bova, Boiano, Isernia, La- notizie il Rodotà, Dell' origine del
vino, Termoli, Trivento, Orlona, rito greco, lib. I, p. 368.

Aquila Marsi, Valva, Solmona,


, Clemente VII a'29 giugno 1029
Teracùo, Penne, Atri, Cava. Quin- concesse al re Carlo V imperatore, da
di le arcidiocesi sono venti, e le lui autorizzato a ritenere coli' im-
diocesi Dovantuna, le quali tutte pero il regno, il privilegio di no-
hanno articoli nel Dizionario, co- minare venticinque chiese del rea-
me ne hanno quelle antiche, estin- me, cioè sette arcivescovati e die-
te o soppresse, ove sono le princi- ciotto Ferdinando IV nel
vescovati.
pali notizie storiche di tutta la re- 1792 prelese nominare tutte le
gione: inoltre si può vedere quanto chiese vacanti, il che Pio VI ac-
dicemmo nel voi. XXXVI, p. 179 e cordò con benigno indulto, con ri"
82 del Dizionario, e 1' articolo La-
1 servarsi il terzo di pensione sopra
zio. Gli ordinari dello stato pontificio di quelle la cui rendita oltrepassas-
ch'esercitano giurisdizione in alcu- se i ducati tremila, com' erasi pra-
ni luoghi del regno di Napoli, so- ticato 1529. Ma su questo
nel
no l'arcivescovo di Spoleto, ed i punto veda Sicnu, non che i
si

vescovi di Ascoli, Rieti, Monlalto concordali ti-a Pio VI e Ferdinan-


e Ripatransone. Le prelature di do IV, e Ira Pio VII e Ferdi-
7 ^

i86 NAP NAP


iiando 1 nel voi. XVI, p. 89 e 53 Qui solo riporteremo alcuni storici
del Dizionario. Per le rendite e che trattarono delle famiglie nobi-
spogli delie mense vescovili, abba- li del regno di Napoli e di questo.
zie ed altri benefizi vacanti, esiste- Ammirato, Delle famiglie nobili
va in Napoli un' amministrazione napoletane, F'nenze i58o. Giuseppe
generale conosciuta sotto il nome di Campanile, Notizie di nobiltà, Na-
Monte frunienlario. L' articolo 1 poli 1672. Aldimari, Memorie isto-
del concordato di Pio VIIj mentre riche di diverse famiglie nobili na-
prescrisse clie tale amministrazione poletane, Napoli 1691. Eusebio Fi-
jiraanesse soppressa, sostituì partico- lopatro, Riflessioni morali e teolo-
lari anirainistrazioni nelle rispettive giche sopra V istoria civile del re-
diocesi , dette perciò diocesane. gno di Napoli, Colonia 1728. G.
Ciascuna di esse è composta del- A. Summonte, Historia della cit-

l'ordinario che n'è il presidente, e tà e regno di Napoli : l'antichità


di due canonici che vengono elet- di Pozzuolo e luoghi circonvicini
ti e rinnovali dal capitolo in ogni Napoli 1750. Auria, [storia crono-
triennio. Vi è pure un regio pro- logica de' signori viceré di Sicilia
curatore nominato dal re. In se- dal 1409 '•''ino al 1697, Palermo
guilo di tal concordalo, Pio VII 1697. Celano, Delle notizie del bel-
emanò la lettera apostolica De u- lo, dell'antico e del curioso della
tiliori doininicne vineae proruraùo- città di Napoli, ivi 1758. Raccol-
Tie ex coniniìsso nohis , V kalen- ta di tutti i pili rinomali scrittori
das julii 1818, nella quale per ra- della storia generale del regno di
gionevoli motivi non polendosi con- Ntpoli, principiando dal tempo
servare diverse chiese vescovili del che queste provincie hanno preso
regno di Napoli, stabilì la nuova forma di regno, Napoli '769 .

circoscrizione di diocesi, sopprimen- Francesco Antonio Soria, Memorie


do varie sedi episcopali, e riunen- storico-critiche degli storici napoleta-
done altre in qualità di concatle- ni, Napoli I 78 I . Eustachio d' Afflitto^
drali a quelle che rimasero conser- Memorie degli scrittori del regno
Velie, di che parliamo ai loro luo- di Napoli, ivi I 792. Alfano, Istorica
ghi, come delle posteriori pontificie descrizione del regno di Napoli di-
erezioni. Nelle investiture pontificie yiso in dodici provincie, Napoli
date monarchi delle due Sicilie
ai 179^ con carte geografiche. De
da' Papi è espresso, per li due re- Angelis, Storia del regno di Napo-
jgni dì qua e di là dal Faro, così li sotto la dinastia Borbonica, Na-
nelle proteste da essi emesse pel poli 18 17. Napoli e contorni di
tributo non soddisfallo ; argomen- Giuseppe Maria Galanti, Napoli
to di cui si tratta a Ghinea [Fe- 1829. Stanislao Aloe, Tesoro lapi-
di), e nel voi. IXj p. 81 del Di- dario napoletano, Napoli i835. Mas-
zionario. I principali avvenimenti simo Nugnes, Storia del regno di
del regno di Napoli ,
per le sue Napoli, dall'origine de' suoi primi
frequentissime e lunghissime riu- popoli sino al presente , Napoli
nioni con la Sicilia j sono colle- 1842. Nel n. 12 del Saggiatore
gali colla storia di quell'altro re- giornale romano del 1844 si an-
gno laonde a
, Sicilia parleremo nunzia l'importante e grande so-

anche di esso e de' suoi sovrfmi. cietà formatasi in Napoli, per la


^

NAP NAP i8i»

pubblicazione e per gli studi dei poi cangialo Meglio è


in Napoli.
documenti che riguardano la storia credibile, che avendo una prima
di Napoli e di Sicilia, dall' anno colonia cumana occupato Parteno-
56S al 1734^ determinazione che pe per la sua prosperità, ed essen*
fa grande onore alla civiltà napole- do quindi sopravvenuta una colo-
tana. nia atica a costruire l'altro recin-
Le origini di Napoli rimontano to, co' nomi di Palepoli e Napoli
ad epoche le più remole, onde tro- i due luoghi allora si distinguesse-
vansi avviluppate nella oscurità ro. In progresso le due citlà si

della favola, accordandosi però i riunirono, e prevalse il nome di


più nell'attribuirla ad alcuni greci, Napoli, Il beato vivere ed un fe-

mollo tempo innanzi alla fondazio- lice ozio, non senza lode di eccel-
ne di Roma, e ben presto venne lenza nelle arti pacifiche e negli
riguardata come una delle più ric- studi, fu da tempo immemorabile
che e floride città greche d'Italia: ciò che formò le principali prero-
greche erano le civili costumanze, gative della bella Napoli, che di-
le leggi e governo ricevuto dagli veime confederala di Roma. Si go-
alerviesi, coi magistrati arconti e vernò sempre in repubblica, ed i

demarchi; la città era divisa in cu- romani slessi che dovuntjue dilata-
rie, parlandosi il greco linguaggio. rono il loro dominio, considerarono
Euraelo re di Tessaglia, e Parle- Napoli come la sede del piacere, e
nope sua figliuola e sirena famo- lasciaronla liberaed alleata niun ,

sa ebbero in Napoli culto divino, altro peso avendo, che di sommi-


e vennero salutati autori della città nistrare all' occorrenza, e in tem-
che da Partenope stessa, Parlhenopr, po di guerra, navi, armi e denaro.
ebbe il primo nome. Secondo la Quindi mentre nelle guerre sanniti-
favola, allorché da le sirene vinte che, tarenline, annibaliche e degli
Ulisse si riluffarono nelle acque schiavi, innondarono la Campania
per trovarvi la morte, il corpo li- fiumi di sangue, vissero i napoleta-
vido di Partenope fu gittato dalle ni tranquilli, e spesso a ricrearsi
onde sul litorale della Campania, dalle fatiche del campo, ed a cor-
dove gli si eresse una tomba che roborare la sanità affievolita, vi
fu il nocciuolo della città dello concorrevano il vincitore ed il vin-
slesso nome. Ciò dimostra per lo to. E quando tutta l'Italia nella
meno l'antichità sua, e la coltura guerra sociale agognava alla citta-
simboleggiata nel titolo di Sirena dinanza di Roma, ricusò Napoli il
dato a Partenope, di cui fu lun- dono della legge Giulia estesa ai
gamente famoso il sepolcro. Voglio- Ialini ed ai soci, e quindi libera
no taluni, che i vicini cumani ge- alleata e confederata de' romani,
losi della grandezza di Partenope mantenne i greci modi, costumi,
la distruggessero, ed afflitti quindi religione e linguaggio, anche sotto
(la celeste punizione la riedificassero, i cesari, che quasi lutti per goder-
u ciò indotti dalle risposte d' un ne le delizie la visitarono, come
uiacolo, e che allora si dasse agli Augusto, Tiberio, Claudio, Nerone
avanzi della vecchia città il nome ed altri, allettati dall'amenità del
di PaUpoli, e si chiamasse la città sito, tratti dalla frequenza degli spet-
riedificata Neapoli o Città nuova tacoli, e invitati dalle deliziose con-
i88 NAP NAP
trade alla capitale vicine. Quin- mi e l'idioma de'greci, adottando
di frequentandola gl'imperatori e i romani e il Ialino. Diviso l'im-
grandi di Pioma, questi vi edifica- pero da Costantino in occidentale
rono magnifiche ville, e molti non ed orientale, al primo appartenne
isdegnarono di occuparvi cariche, e l'Italia ove due vicari esercitavano

di frequentarne altresì il napoleta- autorità delegata dal prefetto, uno


no ginnasio, finché Roma fu sede in Roma, l'altro in Milano: il pri-
dell'impero. In Napoli non vi fu mo vicario presiedeva a dieci pro-
propriamente colonia romana, per- vincie che venivano chiamale sub-
chè mai vi si mandarono coloni, urbicarie, e queste erano governate
bensì fu ammessa ai diritti delle dai consolari, correttori e presidi;
colonie romane e del Lazio, forse di queste facevano parte le cinque
sotto Domiziano, assunto all'impero Provincie formanti ora il regno del-
l'anno 8 1 di nostra era ; laonde si le due Sicilie, su di che può veder-
chiamava colonia lomana anche nel si il voi. XXXVI, p. iSa e i83
IV secolo, sebbene come città con- del Dizionario. Neil' invasione dei
federata de' romani, ebbe sempre barbari non potè Napoli restare
leggi, istituzioni e magistrati pro- immune dai tristi danni che patì
pri, i quali però li vollero dipen- tutta Italia. Odoacre re degli eru-
denti Augusto ed i suoi successori, li fu il primo ad assoggettarla in
salvo gli onori di colonia e muni- un air Italia e Sicilia, e balzando
cipio. dal trono Romolo Augustolo ulti-

Assunto all'impero Adriano, tut- mo imperatore d'occidente nel 4?^,


te le cose sotìrirono cangiamen- lo rilegò in uno de' castelli di Na-
to, e riformò quasi il diritto in poli, cioè nella fortezza Lucullana,

generale. Riducendo l'Italia a con- oggi Castel deirOvo. Avendola tol-


dizione di provincia, con le isole vi- ta agli eruli goti, con la Sicilia
i

cine la divise in diecisette, delle qua- e l'Italia, obbedì a Teodorico e ad


li cinque formaronsi dell' isola di Atalarico, finché nel 536 la con-
Sicilia, e quattro del continente, la quistò all'impero d'oriente Belisa-
Campania, il Sannio o Molise, la rio, ed ebbe poi da Costantinopoli
Puglia con la Calabria, e la Lu- i primi duchi Belisario Ja prese :

cania con l'Abruzzo. La Sicilia e di assolto, la saccheggiò, e vi fece


la Cam[)aniavennero governate uccidere gran parte de' suoi abi-
<lai consolari, il Sannio dal presi- tanti, senza distinzione di età o
de, la Puglia con la Calabria e la sesso ; ma dopo quattr' anni prese
Lucania con T Abruzzo dai corret- misure pel suo ristabilimento, per
tori; laonde sino da quel tempo cui si trovò in islato di sostenere
quasi scomparvero diritti de'mu- i un nuovo lungo assedio contro il
nicipii, delle colonie e delle città goto Totila nel 542, al quale pe-
confederate. Benefico con la città rò fu obbligata di arrendersi. Ri-
(li Napoli, Adriano la fece aumen- cuperala da Narsete, nel 544 inco-
tare verso l'anno i3o, e Costanti- minciò a soggiacere agli esarchi di
no nel 3o8 , divenendo sempre più Ravenna. Il ducato di Napoli com-
un luogo di delizia e di riposo pei prese sotto il primo esarca Lon-
pili ricchi abitanti di Roma. Così gino, che lo fondò nel 568, la so-
a poco a poco abbandonò i costu- la città coir aggiacenle territorio.
]\AP
Longino abrogò gli antichi iiiagi- Papi. La
città di Napoli dava no-
shati, e conferì il potere di go- me al patrimonio napoletano, ed
vernare ciascuna città a capitani in questa sebbene s. Gregorio I
che presiedevano scilo la sua di- disponesse liberamente le cose an-
pendenza al civile ed al niilita- che con deputarvi Costanzo tribu-
1 e . Colla greca donainazione in no de* soldati per governarla, egli
iNapoli si tornò a parlare in gre- ciò faceva a nome degl'imperatori
co,come si fece di alcune costu- d' oriente, imolto deferivano
quali
manze e magistrature A Duca . ai Papi, specialmente dopo la ca-
dicemmo come quello di Napoli lala de' longobardi in Italia, non
era eletto dal popolo dipendente solo nelle terre de' patrimoni, ma
per lo più dai greci augusti, di- in quelle altresì eh' erano rimaste
gnità che durò fino al mille. Si alla loro obbedienza. 1 maurini fu-
chiamarono tali duchi anche rei- rono d'avviso che s. Gregorio I
tori, magistri militi e consoli, anzi anche in Napoli avesse dominio;
talvolta si unirono in loro tut- certo è eh' egli ne' patrimoni ebbe
ti questi titoli. L'imperatore Mau- r esercizio delle regalie superiori,
rizio nel 582 aggiunse al ducato conforme portava il gius feudale ,

le isole d'Ischia, di INisita e di che ai tempi suoi si era già dai


Procida ; quindi la giurisdizione si longobardi introdotto nell' Italia, il

estese ad Amalfi, Sorrento, Stabia patrimonio napoletano fu diviso in


e Cuma, ed a poco a poco vi Napoletano e Campano.
comprese molte altre città campa- Alla morte di Gondoino essendo
ne, onde quei signori furono pro- accaduta la rivolta di Ravenna contro
miscuamente delti duchi di Cam- r esarca Lemigio, che ne rimase vit-
pania, ma la cronologia di questi tima nel 616, Giovanni da Gonza
duchi è assai oscui-a ed incerta. prese le redini del governo vacan-
Scolastico fu il primo duca di Napo- te di Napoli e si fece duca. Alti
li ed ebbe in successore Gudiscalco ;
erano i progetti di questo italiano
ma quando i longobardi duchi di per l'indipendenza del suo paese;
Spoleto e di Benevento nel 592 ma il nuovo esarca Eleuterio mal
aspiravano alla conquista di Napo- soffrendo che in mano di un po-
li, si ha da una lettera di s. Gre- tente cittadino rimanesse la cosa
gorio I che mancava a Napoli il pubblica, gli mosse guerra, e ser-
duca, e quel Pontefice sollecitò l'e- ratolo dentro Napoli, prese la cit-

sarca romano a presto nominarlo tà di assalfo e fecelo decapitare _,

per evitare 1' occupazione longobar- surrogandovi Teodoro I : lo segui-


da. Vi fu spedito destinato allo- rono diversi altri duci, poco co-
ra Maurenzio e poscia Gondoino. nosciuti. Sebbene il regno dei lon-
Dalle lettere dello stesso s. Grego* gobardi si estendesse all'Italia me-
] io I si ha che a quell'epoca la ridionale, Napoli serbò un'ombra
chiesa romana tra' patrimoni che di libertà sotto la protezione degli
possedeva e faceva amministrare da imperatori greci. Alle regalie supe-
un chierico difensore o rettore, e- riori si unì nel patrimonio napo-
lanvi quelli di Calabria, Puglia, letano Tallo dominio de' Papi, poi-
Sanniti e Campania, con città sog- thè Onorio 1 del 625 destinò Gau-
gette al dominio temporale dei dioso nolaro e Analolio maestra»
I go NAP NAP
de' soldati governo della città di
al vasi forma di repubblica dal
in
Napoli, non però per commissione suo duca, di tempo in tempo de-
impeiiale, e a comandare libera men- stinato o approvato dal greco im-
le in altri luoghi del suo distretto. peratore, dopo il ySo l'elesse dal
Grimoaldo duca di Benevento, do- corpo de'propri cittadini con indi-
po aver cacciato saraceni dal Mon-
i pendenza dai greci. Altri dicono
te Gargano, nel 65o pose l' asse- che ciò incominciasse piìi tardi,
dio a Napoli, e l'avrebbe malme- poiché il duca Esilarato nella guer-
nata se s. Gennaro non avesse mi- ra per gl'iconoclasti contro i ro-
racolosamente ributtato il traditore mani, come ligio aLeone nella
della patria napoletana, e fece na- persecuzione alle sacre immagini e
scere pace tra Benevento e Napoli. reliquie, non fu secondato dal po-
Verso il 710 n'era duca e maestro polo zelante della fede cattolica,
de' soldati Giovanni da Cuma, al onde perde col figlio la vita in
quale Romualdo II duca di Bene- prigione o a pezzi; e che anco il
vento coi suoi longobardi tolse il duca Pietro seguì i vessilli impe-
castello Cumano, che restituì poi riali e fu nemico a Roma; pertan-

per mediazione di s. Gregorio 11, to al 75 1 vuoisi compita l'eman-


come narrano alcuni storici. Ma cipazione del popolo napoletano
la cosa andò diversamente. II ca- dai greci, incominciando a creare
stello o città di Cuma, pertinenza i suoi consoli o duchi, senza alcu-
del patrimonio napoletano, essen- na dipendenza dall'oriente, tranne
done rettore Tendimo suddiacono, un'ombra di supremo dominio per
fu occupato dai longobardi di Be- l'antica soggezione.
nevento: s, Gregorio II avendo inu- A metà del secolo VIII l'esarca
tilmente procurato ricuperare Cuma Eutichio molestato nella propria
per via di esortazioni e scomuni- regione da Astolfo re de'longobar-
che, si rivolse alla forza, ed ebbe di, nel 752 si ritirò a Napoli e
il contento di tornarne in possesso, ritenne per sé il ducato, terminan-
coll'aiuto Gregorio duca di Na-
di do con lui gli esarchi di Ravenna ;

poli da lui a ciò esortato con pro- in tal modo la regione d'Italia fu
messa di premio, avendo sborsato soggetta in gran parte al regno
settanta libbre d'oro per le spese longobardo, tranne l'isola di Sici-

Ciò dimostra la par-


di tal ricupera. lia, i ducati di Napoli, di Gaeta
te che il Papa avea a que' giorni e di Amalfi, e non poche città ma-
nel governo di Napoli, cui appar- rittime della Puglia e de'Bruzii che
tenevano anche i patrimoni dell' i- rimasero fedeli ai greci, oltre il

sola di Capri, di Sorrento, Miseno ducalo romano soggetto sino da s.


e Gaeta, fedi Patrimoni della Gregorio II alla romana chiesa. Nel
CHIESA ROMANA. Nel pontificato di 764 fn nominato duca Stefano I,
s. Gregorio II per l'eresia degl'ico- di cui fu saggio e pio il reggimen-
noclasti e dell* imperatore Leone, to, sicché mancato alla chiesa na-
avendolo il Papa scomunicato, ed poletana il pastore, ed essendo egli
assolto gl'italiani dal giuramento e vedovo, fu invitato benché laico
dai tributi, romani col loro du-
i ad accettare il vescovato, e per le

cato si dierono a lui, e la città mani di Papa s. Paolo I o Stefa-


di Napoli che fino allora goverua- no 111 detto IV fu consagralo egli :
^'AP NAP igi
associò allora il suo figlio Cesario Teotisto console a sedare i torbidi,
nel governo, il quale ebbe dall'im- ma poco visse, e fu seguito da Teo-
peratore greco anche il titolo di doro II protospataiio, uomo di cat-
console, ma essendo preroorlo al tiva fama, che ne venne espulso,
padre, questi governò solo. Nel 778 Fu acclamato Stefano II il giovi-
Carlo Magno donò il ducato di ne, nipote del vescovo e duca Ste-
Benevento alla chiesa romana e ad fano, cui Sicone principe diBene-
Adriano I; il successore di questi vento nell'S^D mosse guerra in un
s. Leone III nell'Soo, ripristinando ai napoletani, li assediò e fece tri-

r impero d* occidente, ne dichiarò butari , trasportando corpo di s.


il

imperatore Carlo, onde i greci fu- Gennaro alla cattedrale benevenla-


rono costretti a riconoscerlo. Si di- na : quanto a Stefano II, mentre
vise l'Italia in modo, che quanto recavasi nella chiesa principale a
è da Siponto o Manfredonia a iVa- giurare i patti, fu assalito ed ucciso
poli verso oriente, insieme colla da alcuni congiurati e dalle genti
Sicilia, appartenesse al greco inipe- di Sicone. I cospiratori trassero dal
ro ; l'altra parte verso le Alpi si loro seno il duca Buono, il quale
attribuì a quello occidentale^ e per senza perdere un momento di tem-
terraine d'ambedue e confine fu pò, fece subito arrestare i suoi
lasciato il ducato di Benevento, complici, che in parte fece morire.
Vedi Itaiu , Impero. L'impera- altri esiliò. Questo sacrilego ed em-
tore greco governò la Puglia e la pio duca occupò molti luoghi ap-
Calabria a mezzo di ministri, chia- parteuenti alla santa Sede, alle qua-
mati catapani o governatori genera- li usurpazioni opponendosi il ve-
li, spediti da Costantinopoli. Dopo scovo 'Tiberio, a questi nell' 833
r 807 Griraoaldo IV principe di sostituì Giovanni. Morto Buono
Benevento assediò Napoli per aver nell'SS^, gli successe il figlio Leo-
dato asilo a Dauferio che avea ne, indi cacciato dal suo suocero
contro di lui congiurato, e venuto Andrea, dopo avergli dato in mo-
a battaglia col duca di Napoli, Gri- glie la figlia Eupraxia. Il francese
moaldo IV fece tanta strage de'na- Goutardo spedito dall' imperato» e
poletanì, che per circa sette giorni Lotario neir84o per obbligar Si-
I

il mare non restò purgato dal san- cardo principe di Benevento a ces-
gue degli uccisi. Nel pontificato di sare dal combattere napoletani, i

s. Pasquale I deir8i7, l'imperato- fu allettato dall'intruso duca Au-


re Lodovico I donò alla santa Se- drea per aver un appoggio alla
de la Sicilia. Verso il ygS morto usurpazione, col promettergli la
il vescovo e duca Stefano, ereditò mano di Eupraxia divenuta vedova
il ducato col titolo di console Teo- di Leone. I\Ia ritardandosi il matii-
iilatto marito di Eupraxia di lui fi- monio, egli di propria mano ucci-
glia. Indi fu duca Antimo 111, do- se Audiea nella chiesa di s. Lo-
po il quale non potendo i napole- renzo, e subito sposò Eupraxia e
tani porsi d' accordo nella scelta, si fece proclamare console e duca,
ricorsero al governatore di Sicilia, Dopo tre giorni però il popolo in-
dal quale dipendevano possedi- i dignato per l'atrocità dell'assassinio,
menti italici imperiali dopo la ces- e per la scelleratezza snaturata del-
sazione dell'esarcato. Questi inviò la dcQua, ambedue gli sposi truci-
192 NAP NAP
dò insieme ai vili satelliti, e ad nasio I dovette prendere il partito di
unanimità fu conferito a Sergio ì, apporre i sigilli al tesoro di sua
distinto cittadino di Napoli, il ti- chiesa e di ritirarsi nell' isola del
tolo di duca: ebbe il decreto di Salvatore, oggi Castel dell'Ovo. Ser-
sua nomina mentre recavasi da gio II gì' intimò allora di abdicare
Cuma a negoziare col principe di il vescovato, e pel suo rifiuto in-
Salerno Siconulfo. Il suo coraggio viò un' orda di saraceni e de' suoi
corrispondeva alla vantaggiosa sta- per imprigionarlo. Ma l'imperatore
tura, e ad una saggia condotta ac- Lodovico II avendo incaricato Ma-
coppiò nel governo la dottrina, rino duca d'Amalfi di porre il ve-
ond'era nelle greche e latine lette- scovo in salvo, esso vi riuscì mal-
re istruito. grado gli agguati de' nemici. Ne
Neil' 849 volendo i saraceni di bastò al perseguitalo pastore di ri-

Sicilia recarsi a saccheggiar la ba- coverarsi a Sorrento dal vescovo


silica Vaticana, coll'aiulo de'napo- Stefano suo fratello, che per timo-
letani Leone IV li sconQsse ad
s. re di veleno dovè prendere asilo in
Ostia con combattimento navale, ed Roma presso Adriano II, ed otten-
aiutato dai medesimi napoletani a ne da lui che fosse tolto a Napoli
difesa della basilica edificò la Città l'anatema in cui era incorsa ; pas-
Leonina: tutto narrammo insieme sò quindi a Veroli ove morì, tras-
all'orazione data ai napoletani, nei ferendosi il corpo a Monte Cassino.
voi. XIII, pag. 249, e XXXVIII, Il Papa Giovanni Vili percorrendo
pag. 24 <^lel Dizionario. II du- in persona i paesi campani per
ca Gregorio I imitò le paterne slaccare da'saraceni i principi cat-
•virtìi del genitore Sergio I, e seb- tolici che regnavano, col fine di
vi

bene qualche dissapore avesse con trarre al suo partito il duca Ser-
l'imperatore Lodovico II recatosi a gio II, consacrò in vescovo di Na-
prender i bagni a Pozzuoli, fu poli il suo fratello Atanasio II, ma
mantenuta la pace colla pia me- non riportò che vane promesse.
diazione di suo fratello s. Atanasio Fattosi però capo d'una fazione lo
I vescovo dì Napoli, al quale rac- stesso vescovo, venne il duca per
comandò morire il proprio fi-
nel suo ordine carcerato, e privo della
glio Sergio II che avea associato vista terminò in Roma miseramen-

nel ducato. Questi sul bel princi- te suoi giorni. Atanasio II fu ve-
i

pio segui i consigli dello zio, ma i- scovo e duca, e poco curante di sua
stigato dall' orgogliosa sua moglie e fama, non ebbe onta di stringer
da vili a scuotere la di-
adulatori lega coi saraceni, accordando ad es-
pendenza, fece imprigionare non so- si stanza presso Napoli , e divi-

lo il vescovo zio, ma anche gli al- dendo senza scrupolo il bottino


tri zii, Stefano vescovo di Sorren- che que' predatori traevano da Sa-
to e Cesario. E sebbene pei cla- lerno, da Benevento, da Capua e
mori del popolo e del clero s' in- dal ducato di Roma. Giovanni Vili
ducesse ben presto a liberarli, pure lo scomunicò e gli spedì in legato
non cessò dal perseguitare s. Ata- Marino, che gli successe nell' 882,
nasio !, facendolo guardare a vista qualora avesse revocalo 1' alleanza
nel suo palazzo, e strinse scandalo- contratta coi saraceni. Il medesimo
sa lega co' saraceni invasori. Ata- Papa donò a Pandenulfo conte di
NAP NAP ig3
Cnpua, Gaeta ch'era della Chiesa, coH'aiuto de' guerrieri normanni e
come lo erano Traetto e Fondi greci, Sergio III ricuperò i suoi
che die al suo figlio Giovanni. Re- dominii ne godè pacificamente
e
gnarono di poi con maggior calma sino al io4o. Fino dai principii
e saggezza duchi Gregorio li e
i del secolo XI erano comparsi in
Gregorio HI, associandosi il suo fi- Puglia alquanti robusti giovani del-
glio Marino, e Giovanni IV. la Normandia (^Fedi), reduci dal
Gl'imperatori come re d' Italia pellegrinaggio di Gerusalemme, per
esercitarono il diretto dominio so- venerarvi il celebre santuario di s.

pra le terre di Faro, ed qua dal Michele nel Monte Gargano; onde
Ottone I portatosi in Napoli nel Melo di Bari longobardo deliberan»
q63, vi ricevette l'omaggio cle'prin- do togliere a' greci le terre che
cipi che le signoreggiavano; mentre possedevano, prese in aiuto i nor-
il ducato napoletano che ne'vecchi manni, che dopo aver difeso Sa-
tempi avea riconosciuto per sovra- lerno dai saraceni, si resero quin-
no l'imperatore greco e poi il Pa- di formidabili ai greci e saraceni,
pa j costituitosi poscia in uno stato di che si pentirono i longobardi.
quasi indipendente, era divenuto Questi ricorsero a s, Leone IX, il
tributario del principato beneven- quale nel io52 cedendo all'impe-
tano fino da Sicone. Nel 1009 es- ratore Enrico III Bamberga, ebbe
sendo duca di Napoli Oligamo Stel- la ducato di
piena restituzione del
la, bisognosi i napoletani di vive- Benevento, comprendevasi
in cui
ri, ricorsero all'arcivescovo di Bene- questo di Napoli, nel qual ducato
•vento. L' imperatore
s. Enrico I era succeduto Giovanni V. Nel
verso IDI 4 confermò alla santa
il io53 s. Leone IX con le sue mi-
Sede i patrimonii e dominii bene- lizie si portò in Puglia, onde per-

ventano, napoletano e delle due suadere i capi normanni figli di


Calabrie superiore e inferiore, co- Tancredi d'Hauteville, di rilasciar-
me aveano fatto gl'imperatori Ot- gli quelle terre occupate; ma que-
tone I, Ottone II e Ottone III, sti attaccate e disfatte le soldate-
promettendo restituirgli la Sicilia, sche, ed imprigionato il Papa, esso
altro patrimonio della romana chie- gì' investì della Puglia , della Cala-
sa. Dipoi nel 1022 s. Enrico I bria, e delle altre terre della chie-
portandosi in Capua ricevette omag- sa romana e di quelle che avreb-
gio per le terre loro, dai principi bero conquistale anche in Sicilia,
di Benevento e Salerno e dal du- come feudo ereditario di s. Pietro;
ca e console di Napoli, senza pre- cosìebbe principio il dominio nor-
giudizio de' diritti confermali alla manno. Il primo conte di Puglia
Sede apostolica. Essendo duca di fu Guglielmo I Braccio di ferro
Napoli Sergio III, contro di lui nel del 1043, cui i fratelli successero,
1027 si armò il principe di Capua cioè nel 1046 Drogone, indi nel
• Pandolfo IV, sotto pretesto che a- io5i Umfredo, col quale s. Leone
vesse favorito il suo competitore, ed IX si pacificò. Benedetto voleva X
impadronitosi di Napoli lo balzò cacciar dall' Italia i normanni, ma
dal potere. Furono allora duchi Nicolò lì si pacificò con loro, e
per un tempo Pandolfo IV e Pan- nel loSg Roberto Guiscardo fra-
dolfo V suo figlio, ma dopo tre anni tello de' precedenti fu da lui iuve-
VOL. XLTH. i3
, 1

194 NAP NAP


stilo, previo giuramento di fedeltà aumento della possanza normanna.
e vassallaggio ed annuo censo a lui Finalmente il duca Sergio VI nel
e Papi successori, della Puglia, della I I 3 I si sottomise volontariamente
Calabria e della Sicilia, e lo nomi- a Ruggiero I, che gli lasciò il ti-

nò duca di Puglia, di Calabria e tolo ducale ed il governo di Na-


di Sicilia. Eguale infeudazione ed poli; ma il duca prese parte contro
investitura e cogli stessi patti, Nico- i trattati a diverse sedizioni e con-
lò li die all'altro normanno Ric- flitti a danno dei normanni, e perì
cardo cognato di Roberto, del prin- in una mischia nel 1187 o 11 38,
cipato di Capua. Nel 1080 s. Gre- altri dicono sotto i regi stendardi.
gorio VII confermò a Roberto Gui- Con Sergio VI i napoletani perde-
scardo, divenuto anche principe di rono il loro trentesimoterzo ed ultimo
Capua, le anteriori investiture, e vi duca, essendo durato il dominio du-
aggiunse quella del ducato di Be- cale quattrocento e otlant'anni, e nel
nevento. 1 89 ne conferirono la dignità a Rug-
A Roberto nel o85 successe i il fra- giero figlio del re. Taluni duchi tro-
tello Ruggiero, che avendo conquista- vansi anche posteriormente nominati
to la Sicilia con cacciarne i saraceni, in Napoli, ma più non ebbero sovra-
n'era divenuto conte, e per avere nità e furono semplici governatori lo-
sostenuto come il fratello i Papi cali amovibili del monarca siciliano;
Urbano II lo creò in un ai successori la città, il cui giro allora solo esten-
legato apostolico in Sicilia, ond'eb- devasi a 2868 passi, ritenne un' im-
be origine il famoso tribunale ec- magine semplice dell'antica repub-
clesiastico della Monarchia di Sici- blica, nei puri nomi di consoli e di
lia, che abolito da Clemente XI, fu altri uffiziali, quindi la storia di Na-

ripristinalo fatalmente da Benedet- poli e suo regno è confusa dopo


to XIII. Dopo la morie di Ruggie- questa epoca con quella della Si-
ro I gli successe nel i i 1 i il nipote cilia, cui per lo pili l'una e l'altro
Guglielmo II, eh' ebbe nel 1127 furono subordinati. Nel 1189 il Pa-
per successore Ruggiero li, figlio di pa Innocenzo II riconobbe dominii i

Ruggiero I e suo cugino, che riunì feudatari di Ruggiero I, aggiungen-


i suoi dominii a quelli paterni ; e dovi di più il titolo di re di Siciliii,

siccome ciò fece senza il consenso che incompetentemente portava. Gli


della santa Sede, nel 1127 il Pa- successe nel 54 Guglielmo I il i 1

pa Onorio li lo scomunicò, indi as- Malo, nato da lui e da Alléria, che


solse riconoscendolo feudatario della ricevendo da Adriano IV l' irjvesli-
chiesa romana. Avendo Ruggiero II tura, Napoli vi fu espressamente
sposalo Alberia sorella dell'antipapa compresa. Dopo di lui divennero le,

Anacleto II, fu da questi nel i (3o nel I 166 Guglielmo II il Buono,


dichiaralo re di Sicilia e di Pu- nel I 189 Tancredi conte di Lécce
glia col nome
Ruggiero 1, facen-
di figlio naturale di Ruggiero I, nel
dosi coronare a' aS dicembre. Que- j 194 Guglielmo III figlio del pre-
sto è il principio del reame napo- ccLJcnle, e pel matrimonio della nor-
letano. Al duca di Napoli Giovan- manna Costanza, figlia di Ruggiero
ni V , erano successi Sergio IV, 1 e di Beatrice di Rethel, con En-
Sergio V e Giovanni VI, che videro rico VI imperatore , le terre delle
scemarsi il potere nel progressivo due Sicilie dai normanni passarono
NAP NAP 195
nel 1189 iu parte e completamen' sa di s. Antonio. Nel ia54 il Papa
te più tardi, alla casa sveva degli aiutato dai guelfi, con un esercito
HohenstaufTen, dopo avere Enrico si portò a Napoli, perchè Manfredi
VI imprigionato e accecalo Gugliel- naturale di Federico II avea usui*-
mo HI. La vedova Costanza col suo pato gran parte del regno, come
figlio Federico li, poi imperatore, fatto amministratore dal padre, e
ne ricevettero l' investitura come col pretesto di tutore di Corradino,
feudi della santa Sede nel 198 da i il cui padre Corrado era morto nel
Innocenzo III, previo il giuramen- maggio a Lavello i mentre depu-
to d'omaggio e l'annuo censo. Fe- talo reggente era ilmarchese di
derico II agognando all'intero do- Hochberg. Alla biografia d' Inno-
minio d'Italia, fu sempre in discor- cenzo IV dicemmo che entrò in
dia coi Papi Onorio III , Gregorio Napoli nell'ottobre, seguendo ilFer-
IX e Innocenzo IV, qual fautore lone ma Matteo Spinelli ne' suoi
,

de' ghibellini. Giornali lasciò scritto, che Innocen-


Deposto l'imperatore Federico li zo IV nel giorno di s. Pietro l'an-
da Innocenzo IV, morendo nel i2.5o
'
no 1253 entrò in Napoli e ne pre-
f'

gli successe nelle ragioni il figlio Cor- se possesso per la santa Chiesa, es-
rado, padre di Corradino l' ultimo sendosi ricusati i napoletani obbe-
degli svevi HohenstaufTen. Avendo dire a chi non avea l' investitura e
Innocenzo IV per la deposizione di benedizione del Papa ; avverte il
Federico li dichiarata la devoluzio- Borgia, Difesa del dominio tempo-
ne alla santa Sede de' regni di Si- rale della Sede apostolica nelle due
cilia, riserbò nella sentenza il dirit- Sicilie, che Innocenzo IV nel i254
to provvedervi , scomunicando
di andò a Napoli, onde sbagliò la da-
Corrado, che nel ii5i avendo as- ta citata : egli riporta gli atti di
sediato e preso Napoli l'abbandonò dominio che esercitò il Papa nel
al saccheggio e demolì quelle mura reame, avendone dichiarato vicario
e torrioni che la cingevano, quali pontifìcio Manfìedi pel lemporal go-
aveano sgomentato lo stesso Anni- verno a Faro usque ad flumen SilenSy
bale cartaginese. Percorrendo il re oltre avergli confermato il principa-
a cavallo la città, vide sulla piazza to di Taranto ed averlo investito
della cattedrale, ove ora è l'obelisco, pure delle contee di Gravina e Tri-
un bel colossale cavallo di bronzo carico, onde ricevette da lui omag-
senza freno, emblema di Napoli fin gio. Avendo Corrado dato il guasto
da quando reggevasi a repubblica, a Napoli, Innocenzo IV ne rifece le
e per dimostrare ch'egli ne uvea mura, 1' abbellì ed ornò di molti
domato il popolo gli fece porre il privilegi, come si legge nella lapi-
freno. A questo cavallo il popolo de che riportammo nella sua bio-
superstizioso vi portava quelli infer- grafìa al di lui sepolcro, essendo ivi
mi per farli guarire, errore che tolse morto a' i3 dicembre, nel palazzo
r arcivescovo Matteo Filomarino arcivescovile da lui abitato. Dopo i

con fonderne il corpo e formarvi la funerali, nel palazzo arcivescovile


campana maggiore della cattedrale, fu tenuto un conclave, ove i car-
essendo ora la lesta nel museo Bor- dinali timorosi di Manfredi ripu-
bonico. D' allora in poi cavalli si i gnavano entrarvi , ma ve li co-
portarono a benedire avanti la diie- strinse il governatore , e gli assi-
1

196 NAP NAP


curò ilmarchese Bertoldo; ed elet- Impadronitosi del regno, impose
to a' 1 dicembre ia54 Alessan- nuove prestazioni e intollerabili tri-

dro IV, Tenne consagrato e corona- buti, destituì i magistrati, tolse gli
to nella cattedrale, ove fece molle uffici a quelli che H avevano, e li

funzioni, continuando per sé stesso concedè ai francesi ; per le quali


a reggere il regno delle Sicilie. Pro- cose fu rimproverato dal Papa, ed
curò arrestare progressi delle con-
i essendosene offesi i napoletani inci-
quiste di Manfredi alleato coi sara- tarono il giovane Corradino
a ri-
ceni di Lucerà, ma con poca fortuna, cuperare regno questi mosso da
il :

e passò in Roma nel i'ì55: se Man- giovanile ardore con Federico d'Au-
fredi avesse espulso i saraceni dal stria e coi ghibellini italiani, aiuta-
regno, ne avrebbe ricevuto
forse to da Federico ed Enrico di Ca-
investitura da Alessandro IV. Il stiglia, il primo con fomentare si- i

successore di questi, Urbano IV, pub- ciliani a rivolta, secondo senato-


il

blicò la crociata contro Manfredi, re di Roma con armati e denaro,


che sino dal 1^58 erasi dichiarato si fece alla volta di Napoli con nu-
re di Sicilia, fattosi coronare in Pa- meroso esercito, ma sorpreso e sba-
lermo, e fissata la residenza in Man- ragliato dai regi a' 25 agosto 1268
fredonia, ad onta che Alessandro presso Tagliacozzo, fu fatto prigio-
IV non avesse voluto riconoscere ne nella fuga, tradito da Giovanni
l'accordo intavolato col suo cardi- Frangipani, indi condannato dal con-
nal legato presso Foggia , di rice- siglio de' baroni, de' nobili e giu-
vere cioè lui e Corradino l'investi- dici al che gli
taglio della testa,
tura del regno, eccettuata la Terra fu mozzata in Napoli a' 24 o iG
di Lavoro, riserbata per la chiesa ottobre 1 268. Con esso perirono Fe-
romana, e di più l'avesse scomu- derico, i consiglieri Lanza e Ghe-
nicato. Quindi Urbano IV conven- rardesca, ventiquattro baroni cala-
ne dare l'investitura del reame a bresi , e quasi tutti i saraceni di
Carlo d'Angiò conte di Provenza, e Lucerà e molti ghibellini.
fratello di s. Lodovico IX re di Col decorrere degli anni i siciliani
Francia, ciò che effettuò nel ii65 mal soffrendo leangarie de'regi mini-
Clemente IV, della Sicilia ultra e stri angioini, fatta cospirazione nel
citraj eccetto la città di Beneven- dì dopo la Pasqua 1282 in Palermo
to, col feudo annuale di quaranta- capitale della Sicilia, trucidarono ad
mila scudi d'oro , e di una chinea ora di vespero lutti i francesi, cioc-
o cavallo bardato allora Carlo I : ché fu imitato da tutta l'isola, pro-
prese il titolo di re di Sicilia, duca clamando loro re Pietro IH re d'A-
di Puglia e principe di Capua, in- ragona marito di Costanza figlia di
cominciando con lui la dominazio- Manfredi ; in tal modo la Sicilia
ne degli Angioini. Carlo I col suo venne distaccata dal regno di Na-
esercito s' incamminò verso Napoli, poli, ed incominciarono a dominar-
e presso Benevento nella pianura vi gli aragonesi, restando agli an-
di Grandella, a' 26 febbraio 1266 gioini il solo regno di Napoli. Nel-
vinse compiutamente Manfredi che la guerra cogli aragonesi, Carlo lì
vi abbandonato dai baroni la
perì : figlio del re fu imprigionalo dalla
moglie ed il figlio Manfredino fu- flotta di Ruggiero di Loria; corse
rono chiusi in perpetua prigione. pericolo di morire còme Corradino,
NAP NAP 197
se Costanza non lo salvava, ond'eb- Luigi I Ungheria invase eoa
re d'
be asilo in Aragona. A Carlo I nel esercito il regno di Napoli nel i348,
1285 successe Carlo II, sotto il qua- che abbandonò per la peste, ondo
le fu eletto Papa da semplice prio- Dello stesso anno Giovanna I, ch'e-
re de' celestini da lui istituiti, IT rasi rifugiata nella sua contea di
Celestino V che fu consagrato e co- Provenza, potè ricuperarlo. Nel i35o
ronato all'Aquila; nel settembre ri- il re d' Ungheria volle riprentlere
solvette trasferirsi a Napoli e sta- ilreame, e per sentenza di Clemen-
bilir visi, città che Carlo I avea co- te VI l'abbandonò nuovamente. Al-
stituita capitale della monarchia e la morte di Luigi di Taranto, la
sovrana residenza. Vi entrò a' 10 regina sposò Giacomo IV già re dì
dicembre I2g4, e sospirando l'an- Majorca, e per sua morte nel iSyG
tico suo ritiro, vedendosi inetto al si maritò con Ottone di Brunswick.
governo della Chiesa, conoscendo il Seguendo la regina le parli di Cle-
malcontento de' cardinali, anche dis- mente VII antipapa eletto in Fon-
gustati di vedere stabilita la papa- di, lo accolse magnificamente in Na-

le residenza a Napoli anziché a Ro- poli, ma napoletani non volendo


i

ma, per cui Carlo li avea somma sapere di scisma^ costrinsero il falso
influenza sull'animo di s. Celestino Papa a partirne. Carlo di Durazzo,
\, questi a' i3 dicembre nel con- cugino e disegnato successore di
cistoro pubblico tenuto in Napoli Giovanna 1, in vece riconobbe il
in Castelnuovo ove abitava, e pre- Pontefice Urbano VI già canonico
cisamente nell'attuale sala d'armi, di rinnovando le sen-
Napoli, che
spontaneamente e con formalità ri- tenze contro i fautori di Clemente
nunziò il pontificato. 11 conclave fu VII, depose e scomunicò la regina,
tenuto in Castelnuovo, ove a' a4 e la privò del regno di Napoli, al
dicembre fu eletto Bonifacio Vili, quale chiamò nel i38o Carlo 111
che a' 2 gennaio i^gS partì da lìurazzo. Il perchè Giovanna I a-
Napoli con Carlo 11 e suo figlio dottò nel i38o Luigi I conte d'An-
Carlo Martello re d' Ungheria per giò ; ma quando Carlo 111 entrò in
Koma, ond' essere consagrato e co- Napoli a' i6 ottobre i38 f, s'impos-
ronato. Nel i3og divenne re di Na- sessò della regina ch'era in Castel-
poli Roberto il Saggio, capo della nuovo, indi la fece morire in Muro.
parte guelfa come 1' avo, amato dai Nate vertenze tra Carlo III Duraz-
Papi, e terrore de* ghibellini: a suo zo ed Urbano VI, nel i383 essen-
luogo, come degli altri celebri re dosi riconciliati, primo del seguen-
il

di Napoli, parlo assai di lui. Per te anno il Papa si portò in Napo-


sua morte gli successe nel i343 la li, altri dicono a'9 ottobre, dove il
sua nipote, figlia di Carlo duca di re lo custodì in Castelnuovo come
Calabria di lui figlio, regina Gio- ostaggio; indi lasciatolo in libertà,
vanna I, che fece uccidere nel 34^ i Urbano VI abitò l'episcopio, e ce-
il marito Andrea d' Ungheria in lebrando solenne messa alla presen-
A versa, il cui corpo fu poi traspor- ta del re e della regina, die al pri-
tato nella cattedrale di Napoli : la mo lo per combattere
stendardo
f regina nel 1 346 si sposò all'altro Luigi che l'antipapa avea coro-
I

1 cugino Luigi di Taranto. A vendi- nato in Avignone, onde la seconda


car la morie d'Andrea, il fratello casa d'Angiò sostenne molte guenc
19B NAP NAP
per aspirare regno di Napoli;
al to Renato d'Angiò fratello del de-,
ma mentre Luigi I avea tolto più funto Luigi in, il quale fece il suo*
Provincie all'emulo, mori. A'26 mag- trionfale ingresso in Napoli a' iS
gio i384 Urbano VI da Na- usci novembre i436. Con valorose azio-
poli, ritirandosi a Nocera, e solo a ni egli andava acquistando fima di

preghiere del re ritornò nel novem- prode, e con buone leggi consoli-
bre in Napoli. Non andò guari che dava ilsuo dominio nel l'egno, men-
si restituì a Nocera, ove fu assedia- tre ne occupò gran parte Alfonso
to dal re, che scomunicò coi fauto- V, che finalmente a' 28 gennaio
ri, e mise Napoli solto V interdetto. i44^ entrò trionfante in Napoli,
Per queste e per le anteriori e po- penetrandovi come Belisario per
steriori vertenze, talvolta il regno di l'acquedotto. R.enato potè riparare
Napoli, almeno in parte, riconobbe nel Castelnuovo, e poi salpare dal
la falsa obbedienza d' Avignone ,
lido di Napoli per porsi in sicu-
mentre la Sicilia a cagione dei re rezza a Marsiglia: COSIterminarono
d' Aragona vi soggiacque. di regnare in Napoli due rami i

Morto nel i386 Carlo III Du- discordi della razza Angioina; on-
razzo in Ungheria, gli successe il fi- de nel i44'^ Eugenio IV si trovò
glio Ladislao, il cui turbolento re- costretto riconoscere Alfonso V e
gno fu pieno d'avvenimenti gra- dargli in. feudo il regno, colle con-
vi, e in molti luoghi narrati, nei dizioni imposte a Carlo I, passan-
pontificati di Bonifacio IX, Inno- do così riuniti ne' re di Aragona
cenzo VII, Gregorio XII, e Gio- i regni di qua e di là dal Faro.
vanni XXIII, agognando al dominio Carlo Nardi, Dt^ titoli del re delle,

di Roma e d'Italia, e sostenendosi due Sicilie, Napoli ij^-? t


osserv.i
contro le pretensioni di Luigi II che Alfonso V fu il primo ad in-
d'Angiò, che per un tempo giun- titolarsi re delle due Sicilie, ossia
se ad esercitare in Napoli il su- di Sicilia citra et ultra Pìiarurn,
premo potere. Nel i4'4 morendo che stabilì la sua residenza in Na-
lasciò il regno alla sorella Giovan- poli. Tultavolta alla sua morte nel
na II, la quale imitò il fratello ii^5S la Sicilia passò nel dominio
nelle dissolutezze, e stabili succes- del fratello Giovanni I re d'Ara-
sore Alfonso V
Aragona e re d' gona, indi nel successore di questi
di Sicilia. In vece Martino V pre- Ferdinando V nel i479> mentre
se a difendere nel 142 1 Luigi III il regno di Napoli come conquista
d'Angiò, sostenuto pure dal celebre lo lasciò a Ferdinando I suo figlio
Sforza, che Giovanna II nel 14^4 naturale , nato da Margherita di
adottò per figliuolo, abrogando quel- Hyar, legittimato dal Papa e ri-
la simile adozione che avea fatta conosciuto da Pio lì. Questo re, per
dell'ingrato Alfonso V col titolo di l'odio universale che si procacciò, do-
duca di Calabria, anco per riunir- vette sostenere non poche guerre,
si in Luigi III le ragioni de' due massime con Giovanni d'Angiò figlio
rami Durazzo ed Angiò provenien- del re R.enato, che l'avrebbe spoglia-
ti da Carlo I. Nel pontificato di to del reame, se Pio lì e lo Sforza
Eugenio IV mori nel i435 la re- duca di Milano non l'avessero aiu-
gina, ^
egli colla maggior parte
del regno riconobbe il suo adotta-
tato; indi ebbe guerre e gravissi-
me vertenze eziandio cou Paolo II,
NAP «AP 199
con Sisto 1 Vj coi baroni del regno, nella Breve istoria del dominio tem-
con Innocenzo Vili, con Luigi XI porale della Sede apostolica nelle
e Carlo Vili re di Francin, eredi due Sicilie, osserva che Alessandro
de'dirilti della casa d'Angiò sul re- VI per giuste ragioni investì Fer-
gno di Napoli: Ferdinando l s'inti- dinando V della Calabria e della
tolò re di Sicilia, Gerusalemme [Ve- Puglia con titolo di duca, eccettua-
di), ec, e morendo nel i494> Car- to Benevento, e Luigi XII, di Na-
io Vili domandò ad Alessandro VI poli, Gaeta, Terra di Lavoro e
rinvestitura del reame, ma il Pana l'Abruzzo col titolo di re di Napo-
guadagnato dal
defunto figlio del li e di Gerusalemme, e che questa
Alfoaso 11, questi riconobbe. Cario fu la prima volta che dall' inclita
Vili con forte esercito nel declinar città Napoli incominciò a deno-
di
del gennaio 149^' s'impossessò in minarsi regno Napoletano e regno
persona di Napoli e di parte del di Napoli.
reame, scomunicando Alessandro VI Cosiffatto stabilimento non fu
que'napoletani che lo riconoscessero, di lunga durata, giacché Ferdinan-
per il re ne
cui parti a' 20 mag- do V presto pel valore di Gonsal-
gio. Vedendosi esecrato, rinunziò vo di Cordova discacciò i francesi
nello stesso anno Alfonso II, e gli dal resto del regno di Napoli, e
successe il figlio Ferdinando 11, che nel i5o5 fece presentarne il censo
ben presto ricuperò il regno, pei a Giulio lì come pacifico possesso-
soccorsi del re d' Aragona coman- re, anco della terra di qua dal Fa-
dati dal gran capitano Gonsalvo di ro; e perchè il re di Francia tras-
Cordova, ma finì di vivere nell'ot- curò adempiere il giuramento del-
tobre i49^ senza figli, montando l' investitura, il Papa riconobbe in
sul trono Federico I suo zio conte Ferdinando V il regno delle due
d'Alfamura e figlio di Ferdinando Sicilie riunito in uno solo, col consue-
I, con gioia di tutta la nazione per to censo e patti: Ferdinando V, e IH
la sua dolcezza e generosità, rice- come re di questi reami, s'intitolò
vendo l'investitura pontificia. Presto rex utriusque Siciliae, così i suc-
dovè lottare colle pretensioni di cessori suoi re di Spagna [Vedi),
Luigi XI 1 re di Francia, e gli aiu- e nel i5o6 si recò a visitare Na-
ti del cugino Ferdinando V le d'Ara- poli. 1 viceré di Napoli Moncada
gona e di Sicilia (nipote di Alfon- e Ferdinando Toledo duca d'Al-
di
so V e figlio di Giovanni I) si ri- ba furono assai molesti a Clemen-
:

volsero danno, pel trattato


a suo te VII e a Paolo IV nelle guerre
conchiuso coll'avversarìo, dividendo- che gravarono que' pontificati, es-
si tra loro il reame. Feilerico I im- sendo re delle due Sicilie e di Spa-
jiotente a difendersi, anziché sotto- gna Carlo V imperatore e Filippo
mettersi al prepotente cugino, pre- li suo figlio. Nel 1647 a'7 luglio,
ttiì recarsi in Francia nel i5o3, per r oppressione vicereale da cui
\\ ebbe una rendita di trentami- erano gravali i napoletani, il pe-
la ducati col ducato d'Angiò, e mo- scatore d'Amalfi Tommaso Aniello
rì nel i5o4> e non avendo i suoi detto Massaniello, fece insorgere in
figli discendenza, si eslinse la pro- Napoli tremenda rivoluzione, alla
genie de' re di Napoli del secondo testa di una moltitudine di popolani,
ramo d'Ai-a^ona. Il citalo Borgia, chi dice ascesa a più di cinquanta-
aoo NAP NAP
wild eJ altri a centomila, prenden- orribilmente desolò Napoli, e vi pe-
do a sassate i pubblici impiegati, rirono più di duecentomila abitan-
aprendo le carceri e incendiando ti ; nel resto del regno la strage
molte case di nobili, ed appena il fu in proporzione.
viceré Ponzio di Leone potè ri- Carlo II re di Spagna morendo
parare a Casteluuovo. Colla me- senza figli nel 1700, col di lui te-
diazione dell' arcivescovo cardinal stamento istituì erede del regno
Filomarino, Massaniello si fece esi- delledue Sicilie e del i-esto della
J-)ire l'originale de' privilegi ac- monarchia spagnuola Filippo Bor-
cordati a Napoli da Carlo , V bone duca d'Angiò, secondogenito
s'intitolò capo del popolo fedelis- del primogenito di Luigi XIV re
simo, ed ottenne la ripristinazio- di Francia, cui si oppose l'Austria
ne de' privilegi e la soppressione con fiera contesa
per le ragioni che
dell'imposte arbitrarie. Volendo de- avea monarchia, e si venne
sulla
porre l'autorità in faccia al popo- ad aperta guerra, sostenendo l'ar-
lo, questo r obbligò a continuare ciduca Carlo i diritti di parentela
il comando, ciò che lo trasse in i- più prossima. I pretendenti doman-
slato di ebbrezza che lo rese fero- darono a Clemente XI l' investitu-
ce e folle. Perì il i6 luglio pei ra, ma egli si dichiarò neutrale ;

colpi di quattro sicari, dicesi per ed i napoletani nel 1702 protesta-


ordine del viceré; la sua testa fu rono solennemente voler ob- non
esposta per le vie e il cadavere bedire se non che all'investito pon-
vilipeso, senza che la plebe si com- tificio, né riconoscere Filippo V se

movesse. Nel dì seguente si ravvi- non era investito del regno dalla
vò il popolare entusiasmo, che gli santa Sede ; tuttavolta entrò solen-
celebrò magnifici funerali, coli' as- nemente in Napoli a' 1 5 maggio,
sistenza d'ottantamila persone, per incontrato dal clero secolare e re-
cui il viceré gli fece rendere gli golare per ordine rigoroso dell'ar-
onori militari. La severità e le civescovo, e Clemente XI gli man-
vendette di Ponzio accrebbero i snal- dò legato a latere il cardinal Bar-
contenti, che scoppiarono in aper- berini. Questo re s'impadronì del-
ta ribellione corona di
contro la la Sicilia e di Napoli, ma questo

Spagna, e le truppe furono respin- secondo regno lo conquistò nell'an-


te. Massacrato il principe di Mas- no 1707 l'arciduca Carlo, solo
.sa generale de' sollevati per aver- restando al competitore l'altro.
li traditi , a' 22 ottobre insor- Nella pace del 1713 il reame di Na-
se Gennaro Annese capo della poli si lasciò all'arciduca divenu-
municipalità, che prese il titolo di to imperatore Carlo VI, e a Vitto-
capo della repubblica, indi richia- rio Amadeo duca di Savoia si die
mato il viceré conte d' Ognat- la Sicilia. Insorta nuova guerra tra
te_, questi restituì la calma, facen- Filippo V e Carlo VI, questi nel
do decapitar 1' Annese e molli al- 1720 ottenne ancora la Sicilia, e
tri,a fronte del pubblicato per- d'ambo i regni n'ebbe investitura
dono. Innocenzo X aiutò il go- da Innocenzo XIII nel 1722. In-
verno con trentamila doppie e col tanto nel 1734 Carlo di Borbone
permettergli far leva di milizie nel figlio in seconde nozze di Filippo
suo stato. Poscia nel i656 la peste V e di Elisabetta erede dei Far-
NAP NAP joi
nese, volendo «perinìentare i dirli- sperare l'agricoltura, il commercio
li palerni, occupò i regni di Na- e l' industria, gravò la popolazione
|)oli e Sicilia, ed enlrò in Napoli con moltiplicare tributi finanzieri.
i

ai IO maggio i734- Il trattalo Ciò non ostante il nome del re


di Vienna de'i8 novembre lySG Carlo vivrà sempre gloricso nelle
acconsenfi che ai napoletani e sici- due Sicilie, per avervi stabilito la
liani nella sua persona fosse rido- regnante dinastia Borbonica, e \)ev
nato sovrano residenziale, e Cle-
il quanto di bene vi operò da prin-
mente XII nel lySS gliene diede cipe magnanimo.
r investitura. Arse però indi a poco Nel 17^9 essendo morto senza
la guerra in Italia, e Carlo era per prole Ferdinando VI re di Spagna,
prendervi parte in favore del padre, a Carlo toccò succedergli col nome
quando l'ammiraglio inglese Martin di Carlo lII,ondea'6 ottobre for-
minacciò di bombardar Napoli, se il malmente rinunziò la monarchia
re nel termine d' una'ora non cangia- delle Sicilie al suo terzogenito Fer-
va consiglio, e fu foi7;a piegare. Ma dinando IV, che per aver otto
da quel punto egli pose le coste anni fu creata una reggenza con
liei più valido stato di difesa, e si Tanucci per presidente, indi nel
dichiarò poi in favore della causa 1760 ottenne da Clemente XIII la
spagnuola. Gli toccò la rotta data investitura de'dominii di qua e di
all' esercito ispano-napoletano agli là dal Faro. Nella sua minorità
1 I agosto 1744 sotto Vellelri da- fatalmente si fecero più acerbe le
gli austriaci capitanati dal princi- conlese colla santa Sede, e si giun-
pe Lobkowitz, e in cui il re corse se dopo la sopressione de' gesuiti, e
rischio d'essere sorpreso e fatto dopo la pubblicazione della bolla
prigioniero. Ma si riebbe dall'infor- in Coena Domìni, ad invadere i

lunio e battè l'inimico alla sua vol- possedimenti pontifìcii di Beneven-


ta. Il suo governo fu «aggio e mo- to e Pontecorvo, minacciare i du-
derato ; rese più splendida Napoli cati di Castro e Ronciglione già
con palazzi regi, pubblici edilìzi, feudi de' Farnesi, ed a fare altre
fonti, strade e teatri ; ma le ri- pregiudizievoli innovazioni politiche
forme che si rendevano indispensa- e religiose; e si giunse ancora nel
bili neir amministrazione e legisla- 1 788 a tralasciare formale presen-
la

zione, ad un paese oppresso per tazione della chinea con 1* annuo


due secoli dalle avanie de' satrapi, censo, per lo che Pio VI protestò
che governavano in nome del mo- solennemente, e tuttora si continua
narca lontano, non vennero del tut- n protestare dal Papa nella festa
to eseguite dal ministro Bernardo de' ss. Pietro e Paolo. AI ministro
Tanucci, al quale il re si era in- Tanucci successero il marchese del-
teramente confidato , con quella la Sambuca, e poi Giovanni Acton
prudenza e dottrina ch'erano da baronetto irlandese, nato in Besan-
aspettarsi dalla sua fama. Egli at- con, il quale concilialosi indegna-
taccò con troppa animosità la po- mente il favore del re e della regina
destà ecclesiastica ed i baronali Carolina d'Austria, ottenne il supre-
privilegi, trascurando poi la sicu- mo ministero. Scoppiata la rivoluzio-
) ezza dello stato e l' indipendenza ne di Francia, Ferdinando IV spedì
de' tribunali. In luogo di far prò- le sue truppe a combattere i repub-
-

201 WAP NAP


"blicaiii francesi cogli alleati austria- buzioni. Mentre si eseguivano i

ci e saixlegnoli alle porte d'Italia, patti, scoppiò in Napoli la terri-

le quali in molte fazioni si clistiu- bile rivolta de' lazzaroni , che tut-
seio, e specialmente nel protegge» to posero a fuoco e a sacco, get-
re la ritirata degli austriaci coman- tando neir anarchia la popolosa
dali da Beaulieu, dopo la battaglia metropoli. Stanchi finalmente di
di Fombio e di Codogno nel 1796, strage, elessero a condottiere il

col mezzo della cavalleria coman- principe Moliterni, il quale però


data dal colonnello Federici. Avvi- non potè impedire la continuazione
cinatisi però dopo un seguito di degli orrori, e dovè consentire che
bellicose vicende i repubblicani al le indisciplinate orde movessero a-

confine napoletano, nel 179B il pertamente contro i francesi. Tre


generale austriaco Mack assunse il giorni del più accanito combatti-
comando delle truppe, e penetrò a mento precedette l'ingresso de'fran-
misurarsi col general francese Cham- cesi in Napoli, bve i loro partigia-
pionnet negli stati romani, ma con ni aveano procurato la resa de'for-
infelice esito, benché si sostenne ti s. Elmo e dell' Ovo. Tuttavia
con gloria il conte Dumas co' na- il massacro ebbe luogo per tutto,

poletani da lui capitanali, che por- e solo si rallentò col mettere a


lo a salvamento. Intanto Cham- ruba il palazzo regio.
pionnet e Macdonald mossero al Proclamala la repubblica Parte-
conquisto del regno, né furono lo- nopea, si divise negU undici dipar-
ro ostacolo le famose gole d'Uri, timenti del Vesuvio, Pescara, Ga-
né le fortezze di Aquila, Pescara e rigliano, Volturno, Sangro, Ofanto,
Gaeta, che senza resistere aprirono Sele, Idro, Brendano, Grati e Sa-
le porte. A Capua concentrò Mack gra. Intanto che organizzavasi la
il grosso delle truppe, e mentre i controrivoluzione nelle Calabrie ,

francesi vedeano a tergo serrarsi Championnet fu richiamato in Fran-


loro i passi dalle genti sollevale, cia, lasciando a Macdonald il su-
accorrere da Napoli numerose schie- premo comando dell' esercito ; il

anda-
re in rinforzo de' combattenti, commissario Faipoult con taglie e-

re a vuoto un assalto dato impetuo- sorbitanti rese odioso il nome fran-


samente alla piazza, ebbero all'im- cese, e la guerra civile infierì per
provviso di colà salvezza, donde te- tutto il regno. Finalmente i fran-
mevano estremo danno. Dappoiché cesi dovettero avvicinarsi alle Alpi
non solo monarchi nel 3r di-
i e abbandonarlo con deboli guarni-
cembre 1798 ripararono in Sicilia gioni, laonde la repubblica restò
su nave inglese preparata dall'am- schiacciata dalle masse de'soUevati.;
miraglio Nelson, il quale bruciò sot- Napoli capitolò a' i3 luglio, ma^
to gli occhi del re la llolta napo- Nelson impedì che la convenzione^
letana, ma il principe Pignattelli si mantenesse, e vane furono in fa-|

fatto vicario del regno, e Mack vore dell' umanità le rimostranze^


spedirono al campo nemico il prin- del cardinal Fabrizio RuQb vicarioj
cipe di Miliano e il duca del Ges- del regno,' perchè prevalsero i san-
so, venendo ad accordi che produs- guinolenti consigli di Emma Ha-
sero la consegna di Capua ai fran- milton, la quale incitava alla strage
cesi, e l'esazione di enormi contri r iifglese . Quindi i supplizi e le
NAP NAP 2o3
proscnzioiù mielerono un numero nome di Giuseppe Napoleone I, e
considerabile di vittime, e il ritor- come tale a' 12 maggio prese in Na-

no dell' autorità regia fu precedu- poli possesso della reale dignità. Il

to da desolanti scene di sangue. I cardinal Fesch Pio Vl[


notificò a
rovesci de' francesi ricondussero in l'assunzione al trono napoletano del
Italia gli antichi ordini, le truppe nipole, senza domandar l'investitura,
di Ferdinando IV occuparono nel ed il Pontefice ricusò di riconoscer-
declinare del settembre 1799 ^°* lo, né le minacele di Napoleone lo
ina e lo slato ecclesiastico, per re- sbigottirono, che anzi nel concistoro
stituirlo a Pio VII, al modo detto degli 8 giugno col consenso de'car-
nei voi. X, p. 190, e XX, p. 18 dinali risolvette sostenere i diritti

lei Dizionario; quando a' i4 lu- che la «anta Sede senza interruzio-
-:lio 1800 la vittoria di Maren- ne area esercitali per sette secoli
go che tornò a farli preponderan- sulle due Sicilie, e lo dichiarò con
ti, produsse la pace continentale. due robuste note in difesa delle ragio-
Ferdinando I\' nel 1802 fu resti- ni della santa Sede medesima anche

tuito nel trono di iVapoli, e nel ne'casi di conquista e introduzione di

180 5 ottenne da Pio VII il rista- nuova dinastia. Le Calabrie si sotto-


bilimento de'gesuiti, per affidar loro misero, tranne moti popolari che pro-
i

r educazione della gioventù. Si ope- seguirono per lungo tempo, ed ulti-


ravano analoghe riforme negli stati me a cedere furono le fortezze di
napoletani, allorché improvvisamen- Civitella, Tronto, e Gaeta a'i8 lu-
te col prelesto d' inosservata neu- glio. Nel 1808 essendo passalo Giu-
lialità e di adesione agl'inglesi, seppe a regnar nella Spagna, fu la
j'erchè una flotta anglo- russa era corona di Napoli data da Nairoleo-
Mirala senza opposizione nel porto di ne suo cognato Gioacchino Mu-
al

Sapuli, a' IO dicembre i8o5 Tim- rai a'i5 luglio, il quale segnalò il
leralore Napoleone mosse nuova suo ingresso col conquisto di Capri
^uerra al re, lo dichiarò decaduto dal tenuto ancora dagl' inglesi. Le de-
liono, e mandò a ÌVapoli con forte vastazioni e le guerre civili conti-
esercito e con titolo di regio luo- nuarono nelle Calabrie per due an-
gotenente il suo maggior fratello ni, e vi volle per terminarle tutto
Giuseppe Bonaparte. A' 2 3 gennaio il terrore militare e le spade di
i8o6 la corte ritornò in Sicilia e MaS'^ena e Manhes. Nel 18093*6 lu-
in Palermo, lasciando in Napoli una glio, mentre Murat era in Germania,
reggenza, e nelle Calabrie coll'eser- scrisse qualcuno, che con violenta sca-
cito il principe ereditario. Precedu- lala del palazzo Quirinale, fece carpire

to da Massena vi entrò il re Giu- da Roma Pio VII e trasportare al-


seppe a' 5 febbraio, ed istallò al-
1 trove prigioniero. Certo è che l'or-
tra reggenza presieduta da Saliceli: dine lo die Napoleone a MioUis e
n«l dì seguente accompagnato dai questi a Radei : Ro-bensì, essendo
generali, Giuseppe andò a visitare s. ma con debole guarnigione, si fe-
Gennaro, e pose al collo della di ce venir da Napoli un battaglione
lui una d'oro,
slalua due collane, di reclute, sotto il comando del
r altra di pietre preziose. Poco do- general Pignattelli Corchiara, che
po con decreto del fi-alello venne $' impiegarono a difendere i ponli
proclamato re delle due Sicilie col del Tevere contro i trasteveiini.
2o4 NAP NAP
Che la cattura del Papa la prò* maresciallo di campo Minutolo s'im-
vòcasse Murai, lo afferma il eh. padronì di Firenze; e nella Marca
Kellomo, Cont. di Dercastel. t. Il, la fortezza d'Ancona conquassata da
j». 43 e 44» temendo la flolta an- un vivissiujo fuoco d'artiglieria, fi-

^lo-sicula che infestando le coste nalmente si arrese al generale na-


del regno 8Ì fece vedere a Civita- poletano Macdonald. Murai dal can-
vecchia, onde promuovere la libe- to suo, d' accordo colla divisione del
lazione di Pio VII, la cui ulterio- general austriaco Nugent partito da
re presenza in Roma poteva riu- Trieste con flottiglia austro-britan-
scirgli fatale. na, occupatore di Coraacchio e del-
Spenta in Russia la fortuna la Romagna, avanzatosi verso il Po
di Napoleone , il re Murat spie- pose in rotta i posti avanzati dei
gò una versatile politica e fece francesi il primo marzo , mentre
causa comune coli' Austria e co- Parma era presa dagli austro- napo-
gli alleati contro il cognato nel letani, in persona a'9 marzo piantò
181 3, sperando così di conservare gli alloggiamenti a Bologna. Intan-
i 6uoi dominii, mediante trattato to Napoleone vedendo invasa la me-
del 4 gennaio 18 14 colla corte di tà della Francia, perduta l'Italia, ai
Vienna, e fu incaricato di occupare 10 marzo con decreto restituì al
tutta r Italia meridionale sino alla Papa la 28.' divisione militare, cioè
riva destra del Po, compreso Roma i dipartimenti di Roma e del Tra-
e le Provincie pontificie, essendo Ro- simeno, e che Pio VII dimorante
ma sotto il comando del general prigioniero in Savona fosse posto in
Miollis con sì scarso presidio che libertà. Giunto questi a Bologna vi
non bastava a mantenere V ordine trovò Murat, che con adulazioni non
pubblico. Perciò gli ammutinati sfo- vergognandosi della cattura coman-
gavansi in private vendette, restan- data (come il citato Bellomo ri-

do compromessa la persona di Car- ferisce anche a p. 122) o forse


lo IV re di Spagna, figlio di procurata di sua sacra persona,
Carlo III, che in tal città avea sta- a' 4 aprile emanò un ampolloso
bilito la sua residenza. Secondo i proclama, col quale annunziò il
patti del trattato coli' Austria, un ritorno Papa in Roma e la
del
grosso corpo di truppe napoletane consegna che andava a fare degli
occupò Roma a'
19 gennaio, asse- stati romani ai ministri di Pio
diando il Castel s. angelo [Fedi) VII, ciò che effettuò a' io ed
e costringendo i francesia sgom- 11 maggio 18 14- A Ingressi IN Ro-
brare, che si ritirarono verso la ma dissi quali ministri napoletani vi
Toscana ed il Genovesato. A* 24 ricevettero Pio VII (tanto nel 1800
gennaio Murat fece il suo solenne che nel 181 4!). Agitavansi lesorti di
ingresso in Roma, andando ad al- Murai nel congresso di Vienna,
loggiare al palazzo Farnese. Quivi quando egli che per gli alleati am-
emanò diversi provedimenli per sol- ministrava le Marche, nel 3i mar-
lievo della popolazione, aftìdando al zo 1 815 fatto baldanzoso per l' e-

conte Zurlo niinistro dell' interno il vasione improvvisa Napoleone di


governo di Roma e dello stato ro- dall'isola dell'Elba ov'era statore-
mano. Continuando queste truppe legato, cangiò consiglio e pubblicò
il loro progresso, a'3i gennaio il da Riuiiai il proclama che iuritava
N AP NAP ao5
all'indipendenza tutti i popoli d'I- il titolo sul divorzio, die a' vescovi
minacciando l'occupazione del-
talia : una latitudine sulla disciplina dei
lo Pio VII si rifu-
stalo pontificio. matrimoni, fece quel concordalo
giò a Genova. Le truppe auslria- con Pio VII che accennammo, e
mossero conlio le napoletane, e stampato in cinque tomi indi ri-
Iche
la battaglia della Rancia presso Ma- fiorirono i seminari, ripristinò mol-
;

cerata del 4 "i^Sd'*^ ^^'^^ °S"' *P^" te case religiose d'ambo i sessi, in

rnnza di risorgimento a Murat, che un ai gesuiti; restituì al collegio


I

i si trovò abbandonato, e poscia vo- teologico i privilegi di Federico I

lendo sbarcare a Pizzo di Calabria, e Carlo III, rianimò il collegio, e


I

ì TÌ fu fucilato a' r3 ottobre. Il prin- fece altre magnanime azioni. Tut-


i cipe Luigi Napoleone Achille Mu- ta volta 6 luglio 1820 im moto
a'

ì rat suo figlio, cittadino degli Stati rivoluzionario ordito dai Carbona-
^
Uniti, è morto in America nella con- ri [t^edi) in Monleforte, e matu-
tea di Jefferson nella Florida, a' i 5 i-ato fra le milizie sul campo di
nprile1847- piacere di Sessa, sollevò tutto il

La convenzione di Calasanza 1 i- regno, e la costituzione che già e-

tornò il regno a Ferdinando IV rasi proclamata nella Spagna, fu


nel 181 5, in cui favore a'aa apri- anche dai napoletani adottala, ed
le era insorta ima controrivoluzio- astretto il re a ])restarvi in INapoli
ne, indi le istituzioni del passato r assenso . L' ordine e la tranquil-
governo furono abolite. II re rien- lità fu per nove mesi posta a soq-
trò in Napoli a* i
7 giugno, e volen- quadro; la Sicilia cercò di sepa-
dosi incominciare un'era novella, egli rare la sua causa da quella di Na-
con decreto de' ii novembre 1816 poli, e vi fu spargimento di sangue.
prese il nome di Ferdinando I e re Invitato Ferdinando I al congres-
del regno delle due Sicilie. Subito pub- so di Lubiana , 1' Austria spedì
blicò saggi provvedimenti, organiche un'armata nel regno, in faccia alla
leggi nel 1816, enei seguente anno quale disparvero le milizie costitu-

per r amministrazione dei dominii zionali; ritornò al sovrano la pie-


di là dal Faro. Die nuove discipline nezza del potere, e fu restituita

all' università, alla società Borboni- la calma e la pace. Per morte di

ca, alla Pontaniana, agi' istituti di Ferdinando I, dopo &Q anni di

incoraggimento di veterinaria, vac- regno, gli successe il primogenito


cinazione, de' ciechi, de'sordo-muli, Francesco I il 4 gennaio 1825,
all' accademia medico-chirurgica ,
che pianto pel breve suo governo,
alla biblioteca Borbonica, alla Bran- agli 8 novembre i83o montò sul
cacciana ; provvide ai bisogni del trono il regnante Ferdinando II
museo Ercolanese; arricchì di bel- in giovanile età, ma vecchio di sen-
le collezioni di zoologia, mineralo- no, maturo di esperienza, educato
gia ed ornitologia i musei di sto- alla pietà e alla religione con cui
1 ia naturale e mineralogico; au- pili volte ci edificò in Roma, ed
mentò r orto botanico, protesse le a cui sarò eternamente grato per
scienze naturali e i cultori de' buo- avermi con dispaccio del cav. Ni-
ni sludi, terminò V osservatorio, colò Sanlangelo ministro segretario
prolungò e abbellì i pubblici giar- di slato degli affari interni, ono-
dini. Nel codice cattolico cancellò rato di solo suo moto proprio e
2o6 NAP NAP
spontanea volontà, senza interposi- zione loro formalmente si stabili-
zione e provocazione né niÌR, nò di rono limiti e confini de'due sta-
i

alcuno, per cui mi riuscì di vera ti, ardua operazione che mai erasi
distinzione, di una gran medaglia potuto edelluare.
d'oro colla sua reale effigie; e nel La maggior gloria dell' inclita e
suo rovescio espressainente coniato nobilissima città di Napoli è di aver
si legge in rilevate lellerc; A Gae- ricevuta la fede cristiana dallo stes-
tano Moroni autore del Diziona- so principe degli apostoli e primo
rio (li erudizione sloricoccclcsia- sommo Pontefice s. Pietro, il qua-
slica 1 841.. Altro segnalato bene- le partito d'Antiochia per portarsi
fìzio del munifico sovrano, fu quel- in Roma a fondar la sua sede, pas-
lo con cui mi concesse la libera sò per Napoli, ove trovata Candida
introduzione di cinquanta esempla- inferma^ s'informò da essa della re-
ri di questo mio Dizionario nei ligione e costumi de'napoletani, la
suoi regni, franchi ed esenti da guari dal suo male, ed istruendola
qualunque dazio. ne'misteri della religione cristiana
Ajjpcna Ferdinando II assunse la battezzò. La pia donna chiese a
le ledini del governo, con pubbli- s. Pietro lo stesso benefizio a prò
co edillo si fece a dimostrar lo slato del suo parente Aspreno, anche in-
delle finanze, riordinò un'arn!ata fermo, al quale l'apostolo gliela im-
imponente di lena, aumentò la partì inviandogli il suo bastone, che
marina, die .alla giustizia singolare tuttora è nella cattedrale; e polla-
impulso con pubblici esempi di tosi Aspreno da s. Pietro fu da es-
punizione a' magistrati corrotti ; per so guarito, battezzalo, e consacrato
l'orrore allo spargimento del san- sacerdote e vescovo della città; e
gue commutò il più delle volte la ricevuto il prezioso deposito della
pena capitale in quella della de- fede, imitando il suo maestro che
tenzione ; ricondusse la politez- nell'anno 44 g'unse in Roma, i-

za nella capitale; nuove strade a- slruì il gregge a sé affida to, e verso


pri al commercio interno; forti- l'anno 79 passò nel cielo. Vuoisi
ficò le piazze di frontiera ; die al che ne fosse successore s. Palroba, uno
governo una forma durevole per de' seltantadue discepoli, forse stato
l'unità del comando e della civile anco vescovo di Pozzuoli. Indi fiori-
amministrazione ; rese di ragion rono s. Epitimito, s. Marone, s.
pubblica i cinque articoli addizio- Probo, s. Paolo I mirabile pastore,
nali al concordato del 18 18, onde s. Severino che alcuni dicono lo
consolidare sempre più il rispetto stesso che s. Marone; s. Agrippino
e la venerazione dovuti al sacer- napoletano del secondo secolo, il

dozio, e con la legge del 3o set- quale aumentò il cullo divino, con-
tembre 1839 pubblicò la conven- vertì molti gentili, e pei suoi mira-
zione concliiusa da luicon Gre- coli fu eletto patrono con s. Gen«
gorio XVI , che teneramente e riaro, ed il suo corpo fu poi tra-
scambievolmente si amarono e sti- sferito nell'antica cattedrale chiama-
marono, risguardante alcune disci- ta Stefania, e poi nell'attuale sotto
pline da osservarsi relalivafnente l'altare maggiore, coi coipi de' ss.

alla immunità personale degli ec- martiri Eutichele ed Acuto compa-


clesiastici ; e di reciproca soddisfa- gni di s, Geimaro. Indi s. Euslu-
rrAP NAP 307
sio, s. Eufebio noverato (ra'palroni tempo dal Iforico fu portato il cor-
(Iella ci Itti, che liberò dai saraceni, po di s. Severino abbate.
yelantissimo Tescovo in tempo che Nel 497 fu fatto vescovo s. Ste-
la città era piena d'idolatri; s. Mar- fano I, il quale edificò la chiesa
ciano, Zosima ch'ebbe la consoia- cattedrale pei latini in onore del
rione di -veder decretato da Costan- ss. Salvatore, e dal suo nome si
tino il libeio esercizio della religio- chiamò Stefania, unendola coll'epi-
ne, che prima celebravasi o in ca- scopio. Nel 5 14 *• Pomponio che
sa del vescovo o di altri pii cri- fabbricò la chiesa di s. Maria Mag-
stiani, laonde eresse in Napoli la g'iore, consagrata dal suo parente

prima chiesa pubblica di s. Resti- s. Giovanni 11 Papa nel S^'i, o


tuta : al suo tempo in Napoli fu meglio prima. 11 vescovo Giovanni
trasferito il corpo del concittadino II viveva nel 543, indi s. Reduce;
e gran protettore s. Gennaro ve- nel 563 Vincenzo, che fece il bat-
scovo di Benevento, dal luo£;o det« tisterio nella cattedrale: sotto di
to Marciano vicino a Pozzuoli, ove lui nel 574 i saraceni assalirono
nel 3o5 avea sostenuto glorioso mar- la città con grande strage de'cittadi-
tirio: Benevento disputa a Napoli ni, ma l'abbate s. Agnello inalbera-
di essergli patria. Al vescovo s. For- ta la croce, colle truppe napoleta-
tunato (il cui culto immemorabile ne costrinse barbari alla fuga,
i

confermò Gregorio XVI) nel 347 molti trucidandone l' arcangelo s. :

successe Calepodio legalo di Papa Michele che si vide in aria pugna-


s. Giulio I al concilio di Sardica ;
re pei napoletani, fu eletto protet-
nel 359 si trova s. Massimo mar- tore, ed eretta la chiesa di s. An-
tire, esiliato dagli ariani del conci- gelo. Circa il 590 fiorì il vescovo
liabolo di Filippopoli, i quali aven- Demetrio, che deposto nel seguen-
dogli sostituito certo Zosima, il te anno da s. Gregorio I, questi
santo Io scomunicò come intruso, mandò a governar la chiesa come
che Dio punì coll'impedirgli profe- vicario. Paolo vescovo di Nepi nel :

rir parola quando volle esercitar 592 venne nominato vescovo Flo-
le funzioni episcopali, onde rinun- renzio suddiacono di detto Papa,
ziò. Insigne per miracoli fu s. Se- ma per la sua profonda umiltà fuggi
vero, che eresse in città più chie- in R.oraa, per cui s. Gregorio 1
se e fuori di essa quella di Gen-s, scrisse a Scolastico giudice della
naro, -ove ne collocò il corpo, men- Campagna, che avesse eletti due o
tre Decio era supremo magistrato in tre ecclesiastici, ed in Roma in ve-
Napoli. 11 nipote s. Orsolo gli suc- ce scelse Fortunato nel 503, che
cesse, quindi s. Giovanni I, e verso intervenne poi al concilio Vaticano.
il 444 s. Nostriano eh' eresse il In sua morte, il clero e il popolo
bagno in Napoli con altri edifìil si divisero nella elezione del suc-
intorno, e preservò ilpopolo dalle cessorcj e s. Gregorio I solo ap-
eresie di Pelagio e Giuliano che provò Pascasio nel 60 1. Indi nel
infestavano la Campania; fiorirono 617 Giovanni 111 cominciò a reg-
poscia Timasio, Felice, s. Solerò gere la chiesa, il quale eresse il
del 4^5 ch'eresse la chiesa de' ss. consegnatane, o luogo donde il ve-
Apostoli; s. Vittore del %6, al cui scovo benediva gli abiuti, cioè quelli
8

o,o8 NAP NAP


che si baltczznvanoj tra i fonti mnj^- spiaciulo ai greci dominatori, che
giori fatti da s. Sotero ; nel 638 pretendevano la chiesa di Napoli
Cesario, nel 64 Grazioso, nel
1 648 soggetta a Costantinopoli, impedi-
Eusebio, nel 649 8- Leonzio, il rono che fosse ricevuto dai religio-
quale fece la croce d'oro con pie- sissimi napoletani, questi abborren-
tre preziose con una piccola por- do gli errori degli iconoclasti, co-
rione della vera Croce, che si ve- me qualunque altra eresia. Bra-
nera in caltedrale ; Adeodato nel mando i greci porre sulla sede un
654, Agnello fu creato vescovo nel vescovo loro come ve
dipendente,
672 e fabbricò la basilica dentro n'erano nella Calabria e ne'Bruzi,
la città in onore di s. Gennaro prudentemente napoletani si con-
i

con diaconia e rendite: nel conci- tentarono per due anni trattener
lio romano di s. Agatone si sotto-, Paolo II nella chiesa di s. Genna-
scrisse, humilis episcopus s. Nrapo- ro extra mocnia, per esercitar il
li tana e e cele si ne. provinci ae Campa- suo ministero, prestandogli piena
niae. Gli successe nel 694 '• Giu- obbedienza ; fìnahnente i grandi
liano, nel 718 s. Lorenzo, nel ySo della terminar la mestizia
città a
Sergio eletto dal duca Giovanni di tutti lontananza del de-
per la

per avere ricevuto la di lui bene- gno pastore, e come costantemente


dizione in partire per la spedizio- obbedienti alla romana sede, con
ne di Cnma, ch'ebbe il descritto gran pompa tutti si recarono a
felice successo: Sergio intimorito prenderlo, e l'accompagnarono all'e-
della baldanza del patriarca di Co- piscopio di Napoli. Avendo nel 764
stantinopoli Anastasio iconoclasta, e terribile peste ucciso la maggior
pel dominio che l'imperatore greco parte degli ecclesiastici, solo si tro-
nvea sopra molte città di questo vò idoneo il duca Stefano, il quale
regno, accettò dal patriarca la di- fu consagrato col nome di Stefano
gnità arcivescovile con ricevere il II dallo stesso s. Paolo I, e per es-
pallio. Di ciò fu corretto e ripreso sersi incendiata la cattedrale la ri-

dal Papa Gregorio III oppure


s. fece prontamente , come duca e
da s. Zaccaria che il successe nel vescovo, aiutato dal popolo: inol-
74 f> e lo dimise: Sergio impetrò tre l'arricchì di doni e di beni, edi-
perdono, rinunziò il titolo arcive- ficando pure tre monasteri alle sa-
scovile,e fu sempre obbediente e cre vergini. Gli successe nel 79'^
sottomesso alla Sede apostolica, co- Paolo III già vedovo, consagrato
me sempre Napoli è stata. Vegga- in Roma dal Pontefice, anch' egli
si il Rodotà, Del rito greco in Ita- benemerito della cattedrale. Nell'B 1

lia, t. I, p. 56 e 57, che dice ave- divenne vescovo Orso, sotto del qua-
re allora Napoli comprese e sog- le Sicone duca di Benevento, come
gette nel suo ducalo di ciui era si è detto, trasportò nella cattedra-
capitale, nove città. le di tal città a'23 ottobre 825 ii

Nel 750 governò la dhiesa 9. corpo di s. Gennaro con estremo


Cosmo, e nel 'jSi Calvo, cui suc- lutto e pianto de'napoletani. Il ca-
cesse 757 Paolo li eletto dal
nel po ed il sangue del santo restaro-
suio amico Papa ». Paolo I o al- no nella sua chiesa, donde poi si
meno consagt'alo, ciò ch'essendo di- trasferirono nella Stefania dal ve-
NAP NAP 2og
«covo s. Giovanni IV, quando vi con le chiese, coi poveri e pegli
recò i corpi de' santi predecessori schiavi liberali dai saraceni: l'in-
ivi tumulati, ovvero dal successore degno suo nipote duca Sergio II
i s. Atanasio I, il quale edificò una per le ammonizioni che gli faceva,
I cappella in onore di s. Gennaro, e lo cacciò in carcere cogli altri fra-
vi chiuse il capo e il sangue; e telli del vescovo.
Alle lagrime e
dopo edificata la nuova cattedrale minacce del popolo e del clero la-
da Carlo I, Carlo II e Roberto, tino e greco, il duca nipote liberò
si fece la nuova cappella di s. Gen- 10 zio ritenendo i fratelli; indi mos-
naro sopra la torre a destra, \iciao se quelle persecuzioni di sopra nar-
al frontespizio del medesimo tem- rate, ed il suo corpo da Monte
pio, ove si pose la sacra testa chiu- Cassino si trasportò in cattedrale.
sa capo del busto d' argento
nel Circa rSya fu vescovo Atanasio
fatto da Carlo II d'Angiò, ed an- 11 fratello del ducSj il quale de-
che le ampolle col venerando san- tronizzò per le sue iniquità, e di-
gue del santo martire, ed ancora venuto duca si unì coi saraceni
i primi santi protettori della città. per depredare , e fu bellicoso e
Ad Orso, non consecrato, fu sosti- sanguinario. Stefano suo fratel- III

tuito il beato Tiberio, consecrato lo gli successe, e nel 987 Atanasio


da s. Pasquale I Papa: fu segno IH: verso il 961 i saraceni di Si-
alle persecuzioni del duca Buono, ciliacon potente armata navale e-
che lo imprigionò, e per forza fe- rano per prendere Napoli, che fu
ce eleggere dal clero e popolo s. liberata dai ss. Gennaro e Agrippi-
Giovanni IV, il quale non volle ac- no, e poterono ricuperare il deru-
^ Gettare vivente il vescovo, e solo bato. Dopo la morte di Atanasio
col consenso di questi neir833 co- 111 si legge che nel 962 fiorì Ni-
minciò a governare, sempre rispet- ceta greco, primo arcivescovo di
tando il rilegato b. Tiberio di cui Napoli, tale dichiarato dal patriar-
si considerò vicario. iMorto esso nel- ca di Costantinopoli Polyeucto, se-
r838, s. Gregorio IV Papa rico- condo r Ughelli, Italia sacra t. Ili,
nobbe Giovanni IV: nell' 849 gli p. 34i),ed il Chioccarelli, De epi-
successe s. Atanasio I consecrato scop. Ntapolil.^ confutati dal Rodo-
dal Pontefice s. Leone IV^, ed ot- tà a p. i38 e seg , che dimostra
tenne dal duca Sergio I suo padre non esser mai tolta la chiesa di
che i beni della distrutta IMiseno Napoli dalla giurisdizione del Papa,
si unissero alia chiesa di Napoli, né occupata da verun vescovo gre-
impoverita per le frequenti inva- co, né alla medesima essere deri-
sioni de' barbari e longobardi. Nel- vato l'onore e il titolo d'ai'ci ve-
la chiesa del Salvatore o Stefania, scovo dall' autorità de' patriarchi
cioè cattedrale, che arriccln di do- greci. Napoli fu fregiata di tal pre-
ni, istituì il collegio de' sacerdoti rogativa da Giovanni XIII nel 966
ebdomadari o eddomadari per ce- al dire del Pagi, o nel 968 secon-
lebrar la messa, da altri chiamati po Baronio, ovvero nel ioo5 al ri-
benefiziati, mansionari o cappella- ferire del Mazzocchi, De calhedr.
ni, con fondi pel mantenimento, NeapoliL. Ne furono suffraganei, ol-
tuttora esistenti come 1' istituto. tre Miseiio unita a Napoli, Aversa,
hntnenso fu il bene eh' egli fece A Iella. Cuma, Pozzuoli, Acerra, No-
VCL. XLVU. j4
,

aro NAP NAP


la, Linlerno, Ischia. Al presente la re nella propria lingua, non che
metropolitana di Napoli ha per suf- in alcune delle principali solenni-
fraganee le tre sedi vescovili di tà , ammettendosi i sei parrochi
Ischia, Nola e Pozzuoli, oltre quel- in coro nella cattedrale, cantan-
la di Acerra unita a sani' A- ,
do le lezioni e il simbolo della fe-
gata de' Goti, la quale è sulTraga- de. Non conviene il Rodotà eoa
nea Benevento. Aggiunge il
di quelli che pretesero essere sta-
Rodotà che se gli artifizi de' greci to Napoli qualche greco creato
in

imperatori patriarchi non furo-


e vescovo, e che sotto l'autorità del
no valevoli ad interrompere il filo vescovo latino abbia esercitate le
della continuata giurisdizione me- funzioni del proprio ministero ed
tropolitica del sommo Pontefice so- abbia tenute le redini del governo,
pra la chiesa di Napoli, ne a di e delle chiese e del popolo greco:
vertire gli animi de'napolctani dal- rigetta la cronologia del Papebro-
la stretta dipendenza dalla chiesa chio e di quegli che altri scrittori

romana e dal rito latino, non è vollero stabilire in Napoli due se-
però che la metropoli napoletana di vescovili, latina e greca, mentre

non sia stata decorata di alcune la città e chiesa napoletana sempre

chiese particolari assistite da gieci e in ogni epoca solo dal vescovo


sacerdoti, e illustrate dal rito greco. latino fu governata.
Abbondò Napoli di greci e di gre- Riprendendo la narrazione sulla
che parrocchie, e d'un copioso nu- incominciata serie degli arcivescovi
mero di sacerdoti di rito greco, pei di Napoli, nel looo il Chioccarelli
rapporti ch'ebbe la città coi greci. pone IV. arcliiepiscopus neapolila'
Nel secolo XIII vi erano le sei nuSy che alcuni credono il suddet-
greche parrocchie di s. Giorgio ad to s. Marciano: in questo tempo
forum, di s. Gennaro ad diaco- l'immagine del Salvatore, non sen-
niam, de ss. Gio. e Paolo, di s. za prodigio, fu collocata nella chie-
Andrea ad nidum, di s. Maria Ro- sa di s. Marcellino. Nel ioo5 era
tonda, e di s. Maria in Còsmedin, arcivescovo Sergio I, nel io33
i cui parrochi si presentavano alla Giovanni I, nel io45 Vittore, nel
cattedrale ad uffiziare in alcuni 10^9 Sergio II, nel 1071 Giovan-
giorni dell' anno, e riconoscendola ni II che fu alla consecrazione di
per madre le prestavano obbedien- Monte Cassino, nel io8o A. L.
za, osservando il loro rito greco. forse Leone, LanduUo o Landò,
Inoltre crede che nella detta chiesa nel 1094 Pietro, nella quale epo-
di s. Gennaro vi fossero sacerdoti ca sono le sottoscrizioni del primi-
greci e Ialini nel memorato secolo, cerio e dell'arcidiacono della s. Chie-
destinati a governare i parrocchia- sa napoletana, di due diaconi e di
ni del loro rito ; e che l' introdu- tre suddiaconi ; nelle posteriori si

zione del rito greco in Napoli for- leggono quelle dell' arciprimicerio,

se derivò nel secolo IX, dopo lo sci- cimiliarca, arciprete, forse dignità
sma di Fozio , trasportatovi da sa- che ora non sono individuali ma
cerdoti secolari, non nel IV secolo risiedono nel capitolo, e tutti i capi-
come vollero alcuni. Indi nelle pro- tolari sono costituiti in dignità. Nel
cessioni de' latini si unirono per I I 1 6 divenne arcivescovo Gregorio
cantare inai e cantici^ e saliueggia- nel in8 Marino, che i napoletani
1

NAP NAP 21
spedirono nel i 1 36 all' imperalor eddomari, confermandolo Gregorio
Lotario II contro i normanni e IX. L'eletto Tommaso nel 1216
Ruggiero I, i! quale conquistata la noD prese possesso, e nel 1217 lo
città nel primo re, e vi
i i Sg fu il fu Pietro Sersale di Sorrento, dili-
entrò con gran pompa, passando a gentissimo pastore contro gli ereti-
dormire nell'episcopio nel i 5o la : i ci venuti d'oltramonle, onde furono
cattedrale fu arricchita di statue e introdotti i domenicani per predi-
di pitture de' migliori artefici. Elet- care contro gli errori, e furono sta-
to nel r 1 68 Pietro Blesense, non biliti nella chiesa s. Angelo da
di
accettò: nel 1170 Papa Alessandro loro dedicata a s. Domenico inol- :

III nominò Sergio III, sotto il quale tre l'arcivescovo eresse di marmi una
si legge la sottoscrizione de' cano- gran torre campanaria, e raccolse
nici col titolo di caidinali e il nome le memorie de'santi della chiesa na-
di capitoloesempi anteriori di ca-
: poletana Bernardino Caraccioli de
;

nonici di Napoli insigniti col titolo Rossi napoletano che gli successe,
di cardinali, il Muratori li riporta morì nel 1262. Clemente IV nel
nella dìsserl. LXI, dicendo che an- 1265 nominò s. Tommaso d'Aqui-
ticamente le chiese cardinali erano no, e per sua rinunzia lo divenne
per distinzione di quelle battesimali Delfina, e nel 269 Ayglerio di Bor-
i

e de'semplici oratorii cosi chiamate. gogna, cui Carlo I concesse molti


Sergio 111 usò il sigillo di piombo privilegi.
ne' diplomi, e col consenso del ca- Nel 1283 fu eletto arcivescovo
pitolo facollizzò gli ecclesiastici a Filippo Capece Minutolo, sotto il cui
testare i frutti de'loro benefizi per governo si principiò a diroccare l'an-
sei mesi dopo la loro morte , lo tica Stefania ossia cattedrale del Sal-
che poi confermò Alessandro IV con vatore, e si die principio all'odierna
bolla data in Napoli kal. junii X sotto il titolo Vergine
della Beata
1255. Anselmo diventò arcivescovo assunta in cielo, compita perla sua

nel I 19-2, per la sua dottrina e in- grandezza nel 1 3 6, concorrendovi 1

tegrità caro a Innocenzo III, che gli anche Carlo II, Roberto e il po-
commise molte e grandi cose per ,
polo: primo architetto ne fu Ma-
quanto operò nel regno come rac- succio o Marguccio, che scolpì il
contammo alla sua biografia : nella gran Crocefisso di legno, il quale
controversia col vescovo d' Aversa si venera vestito, con un pezzo della
che pretendeva essere esente, il Pa- s. Croce, ed una sacra Spina. Nel
pa dichiarò essere suffraganeo di Na- t3o3 gli successe il b. Giacomo da
poli ; dipoi Calisto HI fece esente Viterbo agostiniano di sommo sa-
Aversa. Essendo stata distrutta Cu- pere, autore di pregiate opere; al

ma, Anselmo volle che dal ve-


subito suo tempo Carlo II che lo amava,
scovo Leone si trasportassero in Na- fece lavorare l' attuale statua di s.

poli corpi di s. Massimo e di s. Giu-


i Gennaro d'oro e argento, e nella
liana, ed uni alla cattedrale di Na- testa si chiuse il venerabile capo.
poli la sede di Cuma coi suoi di- Gli successe nel i3o8 Uberto Mon-
ritti e possessioni; indi dispensò dal- tauro di Borgogna, per scelta di Cle-
le collette straordinarie il cimiliar- mente V, diligente e buon pastore,
ca ed i suoi colleghi chierici della dato da Roberto per assistente al
congregazione del ss. Salvatore o suo figlio Carlo duca di Calabria
,

2 12 N AP NAP
nell'amojinistrazione del regno, quan- nardo Bosqueto o Bos.pialo indi
do andò ad Avignone: sotto di lui cardinale ;368 Bernardo de
nel 1

ebbe compimento la cattedrale, ma Ruthena crealo da Urbano V, che


si pei-deiorio tutte le antiche memorie ricevette in Najìoli s. Brigida, fece
dell' anteriore.Matteo Filomarino il trono di biant^o marmo nella cat-
morì nel i323 prima della consecra- tedrale esistente, ed il coro di legno
zione, e Giovanni XXII gli sostituì di noce bene scolpilo. Seguendo l'an-
Bertoldo Orsini romano, caro al re tipapa Clemenle VII, fu deposto da
lloberto. A lui successe nel iSìG Urbano VI, che nel 1378 gli sur-
Annibaldo da Cecca/io^ creato car- rogò Lodovico Bozzato, che perciò
dinale da detto Papa nel iSay, e fu perseguitalo e posto in carcere
qui noteremo che le notizie degli da Giovanna I , onde Ruthena
il

arcivescovi cardinali si possono leg- ritornò in Napoli, e per quasi due


gere alle loro biografie, in un alle anni governò, benché i napoletani
cose principali che fecero con la lo- fossero avversi al funesto scisma;
ro chiesa e arcidiocesi. Per sua ri- alla deposizione sua Lodovico fu rein-
uunzia fu fatto Giovanni Orsini ro- tegrato, mentre l'antipapa nominò
mano di esimia dottrina ; riformò Tommaso Ammannato che mai ven-
il cleio, fece di consenso del capi- ne a Napoli. Nel i384 fu arcive-
tolo 64 costituzioni, e volle che si scovo Nicola Zanasio cremonese tras-

registrassero le consuetudini , ceri- lato da Benevento, cospicuo in vir-


monie e solennità, non che i beni, iti e religione. Intanto l'antipapa a
i privilegi e le fondazioni ; stabilì Tommaso die in successore Gugliel-
il numero de' canonici a 4o> e col mo Guindazzi, dopo del quale l'altro
capitolo convenne che la collazione antipapa Benedetto XIII elesse Nicola
de' canonicati spettasse all'arcivesco- Pagano patrizio napoletano nel iSgg.
vo insieme col capitolo ex more, ad Al legittimo Zanasio, Bonifacio IX
eccezione de' canonici prebendati sostituì Enrico Mimitolo poi cardi-
che ab iinmemorabili tempore spet- nale, che eresse il palazzo arcive-
tava all'arcivescovo. Clemente VI scovile e fece altre cose, come la
confermò la convenzione , e sotto magnifica porta grande della catte-
questo arcivescovo la pia regina San- drale.
cia eresse i monasteri di s. Maria Nel i4oi Bonifacio IX elesse ar-
Maddalena e di s. Maria Egiziaca, civescovo Giordano Orsini che po-
e li die in cura ai francescani: nel scia fu cardinale; nel i4o7 fiorì
voi. XXVI, p. 91 del Dizionario, e Giovanni IV, fatto da Gregorio XI 1,
a Gerusalemme, dicemmo delle bene- che indi nominò nel i4ii per vi-
merenze di Sancia e di Roberto per cario Nicola de Diano vescovo di
lo stabilimento de' francescani nel- Teano e patrizio napoletano, quin-
la custodia de' luoghi santi di Pa- di arcivescovo, il quale concesse pro-
lestina.Nel i349 P^' terremoto cad- pria sepoltura in mezzo al coro a-
de campanile e il frontespizio
il gii eddomadari, lodalo diligenlissi-
della cattedrale. Nel iBSq si trova mo pastore per quanto operò al :

arcivescovo Bertrando de Meysho- suo tempo nel i4i 5 Giovanni XXIII


nesio; nel 1 363 Pietro di Grazia ,
nominò Giacomo de Rossi di Par-
traslalo da Vienna, e pel suo trasfe- ma, ma non prese possesso, e morì
rimento ad Ambruu uel i365 Ber- iu Costanza. Dopo tre auai di sede
N \P NAP 2J3
vacante, nel i438 da Gonza fu qui- i5o5 di nuovo volle rinunziare al
vi trasferito Gaspare de Diano ben nipote Bernardino Carafa che morì
flccello ad Alfonso V. Nel i55i Ni- subito, ed allora tornò il cardinale
colò V elesse il canonico della catte- a governarla nel maggio, maa'Si
drale Rinaldo Capece Piscicello poi detto per la terza volta la rasse-
ordinale, che illustrò questa chiesa gnò Vincenzo Cara-
all'altro nipote
col suo zelo e virtù n^i terremoti :
fa, dipoi cardinale e legato a latere
ilei i456 in Napoli ed altre città pe- in Roma per Paolo HI, il quale a
rirono più di 3o, ooo persone, ro- di lui istanza nel i537 concesse ai
vinarono molti edifizi massime la canonici della cattedrale le cappe
cnltedrale onde i napoletani con
, di color violaceo, coi rocchetti co-
Ferdinando I e molti baroni si die- me i vaticani, portando essi prima
rono subito a rifarla nella stessa r almuzia.Già nel i53o da Cle-
forma, tranne il frontespizio restato. mente VII avea ottenuto per socio
Calisto HI vi nominò il cardinal il nipote Francesco Carafa che si

Jacopo Tebaldo, ma non ne prese chiamò eletto solo , e funzionò da


possesso, e la cede al seguente. O- vicario, e nel i54o pieno jure prin-
liviero Carafa canonico della cat- cipiò a reggere la chiesa. In sua
tedrale, nel i45i8 nominato da Pio morte Paolo 111 fece amministra-
li, caro a Ferdinando I che lo fece tore, indi arcivescovo, il giovinetto
presidente del consiglio, indi cardi- nipote Ranuccio Farnese poi car-
nale ; munifico colla cattedrale, edi- dinale, che eresse organo grande
l'

ficò ferma di chiesa l' ipogeo o


in e rinunziò nel i549. In vece sua
soccorpo magnificamente, sotto al Paolo III elesse Giampietro Carafa
presbiterio o coro dei canonici pres- indi cardinale; il possesso gli fu
so il maggior altare, ove si venera impedito da Carlo V, ma Giulio III
il corpo di s. Gennaro; fece dipin- volle assolutamente che lo prendesse
gere il quadro di detto altare da a' 2 luglio i55i, e nel i555 di-
Pietro Perugino inoltre riedificò ; ventò Paolo IV {Vedi): ritenne la
l'episcopio. Con regresso nel 14^4 chiesa di Napoli ed al suo vicario
rinunziò al fratello uterino Alessan- generale Scipione Rehiha, che poi
dro Carafa , nel cui arcivescovato creò cardinale, sostituì Giulio Pa-
ebbe luogo la celebre traslazione del vesio domenicano, vescovo di Vie-
corpo di s. Gennaro da Monte Ver- sli e uomo insigne, finche non l'a-
gine, ov'era stato trasferito da Be- vrebbe provveduta di persona ido-
nevento nel 56, come scrive il
I 1 nea secondo il suo cuore. Arricchì
Sarnelli, Mein. degli arciv. di Be- la cattedrale di molli vasi d'oro e
nevento, p. i8, ma egli afferma che d'argento, e molti parati sacri; si
in Napoli fu solennissimamente por- meritò per la sua dottrina i nomi
talo a' 17 gennaio i494) mentre di Cicerone cristiano e Crisostomo
CIÒ avvenne a' i3 gennaio i497 > latino. Quindi die in amministra-
e subito cessò la crudelissima peste zione la chiesa al pronipote cardi-
che affliggeva la città; indi l'arcive- nal Alfonso Cfltrrt/a d'anni diciassette,
scovo Alessandro pubblicò le messe d'ottime qualità, a' 9 aprile i557,
de' santi napoletani. Essendo questi considerando il Pavesio col carattere
uiorto nel i5o3, il cardinal Oliviero eziandio di nunzio e di visitatore,
riprese possesso della chiesa, che. nel non solo di tutta la diocesi, ma an-
2i4 NAP NAP
che delle cattedrali delle altre. 11 sua morte nel 161 3 Paolo V so-
cardinale nel i565 celebrò il sino- stituì il cardinal Decio Carafa, de-
do diocesano, e mori nello stesso signato già da Clemente Vili, e
anno: s. Pio V che lo amava, in cat- riuscì benemerito come dicemmo
tedrale gli eresse un nobilissimo se- alla sua biografia; nel 16 rg celebrò
polcro con onorevolissima iscrizione il sinodo, pubblicò il catalogo di al-
da lui composta. cuni santi napoletani, e ne ordinò
Pio IV nel £565 dichiarò arci- l'uffizio e messa, morendo nel 1 626.

vescovo Mario Carafa, adorno di A preghiera della città Urbano Vili


tutte le belle qualità ; riformò il nominò a successore Francesco Boii'
clero e le monache, e con l'auto- compagno patrizio napoletano, e ni-
rità di s. Pio V obbligò i canoni- pote di Gregorio XI li, poi cardi-
ci della cattedrale ad ufficiar nel nale: fu elemosiniero, celebrò piti

coro cogli ebdomadari ; celebrò nel sinodi, istituì nella cattedrale nuo-
1657 il sinodo, riducendo sotto di va penitenzieria di quattro barna-
lui Gregorio XIII canonici a 3oi biti, ma poscia il capitolo ripristinò
da 4o ch'erano, onde avessero tut- l'antica con autorità del successore;
ti la prebenda. Istituì il seminario formò le regole pel coro, e nel 1641
con annua rendita e buona por- occupò il suo luogo Ascanio Filo-
zione dell'episcopio, il quale ridus- marino in seguito cardinale, zelan-
se in buona forma e aumentò di te della celebrazione di sette sino-
edifìzì, facendo dipingere nella cap- di, e sotto di lui nel i65o in cat-

pella ch'eresse il quadro da Lan- tedrale si fondò la congregazione


franco, Gli successe nel 1576 il di s.Maria Regina apostoloruni
cardinal b. Paolo Barali teatino, e composta di missionari. Nel 1667
nel 1578 Annibale di Capua pa- gli successe il cardinal Innico Carac-

trizio napoletano, per elezione del ciolo che amò il clero e formò la
suo amico Gregorio XIII, encomia- congregazione preparatoria agli or-
to per le sue visite diocesane, che dini, introducendo pegli esercizi e
servono di norma tuttora: Sisto V le missioni i pp. della Missione ;
lo mandò nunzio in Polonia, dalla provvido pastore celebrò quattro
quale ritornato obbligò parrochi, i i sinodi e beneficò la cattedrale. Gli
confessori ed i chierici secolari alle successe nel 1686 il cardinal An-
conferenze morali nella chiesa di s. tonio PìgnatltlU, che in mezzo la
Restituta nella cattedrale. Nel 1596 cattedrale si fece il sepolcro, resta-
gli successe il cardinal Alfonso Ge- to vuoto; la fornì di ricchi parati,
sualdo decano del sacro che collegio, si mostrò zelantissimo massime nel
aumentò l'episcopio, e rifece e ab- forte terremoto del 1688, meri-
bellì la cona in cattedrale, alla qua- tando nel 1691 il pontificato col
le fece molti donativi; aumentò le nome A' Innocenzo XII [Vedi), so-
parrocchie, e rivendicò la giurisdi- stituendosi il cardinal Giacomo Can-
zione su Procida. Nel 160 5 Leone telmo, che imitandone le virtù, nel
XI nominò arcivescovo il cardinal 1694 tenne il sinodo provinciale, e
Ottavio Acquaviva, che beneficò la nel 1699 il diocesano; riconobbe
cattedrale Paolo V
ottenendo da Filippo V, morendo santamente nel
agii ebdomadari l'uso delle cappe 1702 assistito dall'arcivescovo di

in vece delle alrauzie di pelli: alla Benevento, poi Benedetto XIII.


- -

NAP NAP 2i5


Clemente XI elesse Francesco chiese con sommo impegno dalla
Pigna tulli che nel lyoS creò car-
y corte pel Filangieri, Pio VI disgu-
dinale, rimettendogli la berretta stato per le continue vessazioni che
pel proprio nipote Annibale Alba- riceveva dal ministro Tanucci, cre-
ni; nel 1734 ricevette Carlo di dette per fortissime ragioni dover
Borbone nel suo solenne ingresso prescindere dall' uso, e sospendere
in Napolij che fece a s. Gennaro la consuetudine, e ad onta di mil-
l'offerta d'un gioiello stimato GySo le istanze stette immobile nella ri-

ducati. Nel 1734 a' i5 dicembre soluzione presa. Bensì a' 16 dicem-
divenne arcivescoYo Giuseppe Spi- bre 1782 preconizzò arcivescovo
nelli, e nel 1735 cardinale a' 17 Giuseppe Capece Zurlo e
Maria
gennaio; nel i744 istituì il semi- creò cardinale, morto santamente
nario diocesano, e fece quelle belle nel 1801. Pio VII nel 1802 di-
azioni che riportiamo alla sua bio- chiarò arcivescovo Vincenzo Gio-
grafia; nel risarcimento della cat- vanni Monforle de'duchi di Lauri
tedrale, rimosse dall'altare maggio to, già vescovo di Tropea e di No-

le il quadro del Perugino, e vi la, morto dopo sedici giorni tu- :

sostituì la statua dell'Assunta scol- mulato nella sepoltura de' canonici


pita dal Bracci, mirandosi ora il in s. Bestituta, fu poi trasportato
dipinto sulla porta della congrega- nella cattedrale. Pio VII a'9 ago-
zione di s. Maria Aposlolonim ; fe- sto pei* la consueta nomina regia
ce l'appartamento che abitano gli fece successore il cardinal Luigi Ruf-
arcivescovi, e per sollievo di que- fo Scilla, di cui parleremo alla sua
sti gran palazzo e villa alla Tor-
il biografìa. Morto nel i832, Grego-
re del Greco. Rinunziò nel 1754, rio XVI i5 aprile i833 preco-
a'
e Benedetto XIV gli surrogò agli nizzò Giudice Caracciolo
Filippo
1 febbraio Antonino Strsale, no-
I de'principi di Cellamare e de'du-
minato da Fertlinando IV, che ai chi di Giovinarzo e di Gesso, che
21 aprile creò cardinale : aprì un a'29 ^ug'io creò cardinale, e lo ce-
terzo seminario pei chierici dioce- lebrammo per la rifazioue della va-
sani, fece nìolti doni alla cattedra- sta cattedrale con forme gotiche,
le, ne rifece due organi, e morìi sotto la direzione dell'architetto Raf-
nel 1775. A'29 gennaio 1776 Pio faele Cappelli. Passato a miglior
VI vi traslatò da Palermo Serafi- vita a'29 gennaio i844> '' mede-
no Filangieri patrizio napoletano e simo Gregorio XVI nel concistoro
cassinese, d'animo grande, dotto e re- de' 24 novembre 184^ vi traslatò
ligioso, imitò i predecessori in regala- d' A versa, ed 19 gennaio 1846 il

re la cattedrale di sacri arredi e para- creò cardinale, l'odierno arcivesco-


menti, edificò il piccolo apparlamen- vo Sisto Riario Sforza, nato in Na-
lo sopra la cappella dell'episcopio, e poli nel 18 [o, avendogli inviato
morì nel 1782. Osserva il Novaes colla notizia e berrettino cardina-
nelle File dt" Pontefici t. XIV, lizio il conte Annibale Moroni ro-
p.
2 2 5, che mentre da tre secoli gli mano, e per ablegato colla berret-
arcivescovi di Napoli godevano l'o- ta cardinalizia monsignor Tomma-
nore della porpora (di sopra ab- so di Somma suo parente di que- :

biamo detto che primo cardina-


il sto porporato cui da vicino per
le fiorì nel 1327), ma quando si circa nove auui ammirammo le
1x6 N,AP NAP
belle qualità della mente e deH'ani- poli 1643. Finalmente ce la die-
mo, ne facemmo onorata menzione de fino all'ultimo defunto arcive-
ne' voi. XXV,
p. 278, e li XXXV scovo, 1' erudito illustratore delle
{). 261 Dizionario. N'è vica-
del chiese e case religiose di Napoli, il

rio generale e snfìfraganeo monsi- benemerito d. Lorenzo Loreto sa-


gnor Raffaele Sirena napoletano, grestano maggiore ed ebdomadario
canonico della metropolitana, fatto della cattedrale, coli' importante li-
vescovo di Gariopoli in parlihus da bro da lui compilato e pubblica-
Gregorio XVI a' 2 ottobre iSSy. to nel 1839 in Napoli nella tipo-
La cattedrale come abbiamo det- grafia arcivescovile de' fratelli I3o-

to è sacra a Maria Vergine Assun- nis, intitolato: Memorie storielle dei

ta, fino dal secolo XIII, e dall'ar- vescovi ed arcivescovi della san-
civescovo Capece Minufolo, poicliè ta chiesa Napolitana da s. Aspre-
prima lo eia al ss. Salvatore, è no sino air arcivescovo cardinal Fi-
detta Stefania dal fondatore s. Ste- lippo Giudice Caracciolo. Veggasi
fano I vescovo: la cbiesa di s. Re- M. A. Genovesi Praxis arcliiepi- :

stituta con congregazione, compresa scopaUs curine Neapolilanae, Ro-


nell'antica Stefania ed unita all'o- mae i63o. 11 capitolo della catte-
dierna cattedrale, die motivo alla drale si compone di trenta cano-
questione se sia diversa da essa, o nici, distribuiti in quattro ordini,
quella edificata dal vescovo Zosi- cioè preti prebendati, fia' quali il

ma, la prima chiesa pubblica di penitenziere, il teologo e il cimiliar-


INapoIi, su di che scrisse il can. ca; preti semplici, diaconi e sud-
Alessio Simmaco Mazzocchi: Dis- diaconi; del collegio di ventidue
sertalio historica de cathedralis ec- ebdomadari , fra' quali il primo è
desine Neapolilanae semper iinicae maestro della scuola festiva, ed il se-
variis diverso tempore vicibus cum condo è maestro della scuola feria-
praevio anteloquio , et appendice le; di dieciotto beneficiali o colle-
opusculoruni, etc. Accessit perein- gio de'quarantisti, e di altri predi
ptoriuni edicluni ad elnendas ad- e chierici addetti all'ulfiziatura. La
versarli doctissimi criminniionef;, leal cappella del tesoro di s. Gen-
Neapoli lySi. Se ne legge l'estrat- naro è amministrata da una de-
to presso il Zaccaria t. VI, p. 549 putazione composta del presidente
e seg. nella Star. leti. d'Italia. Que- e di nove deputati, tutti signori
sti nel t. VII, p. S'ì'] discorre del- laici, col secretarlo e razionale, ed
la de sanclorwn Nea-
Disserlatio il cerimoniere e archi vario, del
politanae ecclesiae episcoporum ad- cappellano tesoriere, e di altri un-
tu, Neapoli lySS, dello stesso Maz- dici cappellani formanti il cleio.
zocchi. Quanto ai vescovi ed arci- La cura delle anime è affidata al
vescovi di Napoli, V Ughelli citato vicario curato perpetuo, che si

ce ne diede la serie sino al cardi- elegge per concorso, e si approva


nal Francesco Pignattelli. Il più dal vescovo. L'insigne collegiata di
completo poi tra gli altri scrittori s. Giovanni Maggiore, ha il capi-
di tal serie è Bartolomeo Chiocca- tolo composto di quattordici cano-
relli Anlistituni Neapolilanae ec-
: nici, compresi il primicerio ed il
clesiae cathedralis ab apostolicis vicario curato; di dodici ebdoma-
temporibus^ ad annuni 1 643, Nea- dari ordinari, e di quattro ebdo^
NAR NAR 2.7
niadaii straordinari. Ogni nuovo due altre chiese, tre ospedali, uno
arcivescovo è tassato ne' libri della de' quali militare, borsa, museo, tea-
camera apostolica in fiorini 2000, tro e bagni pubblici. Commercia ia
ascendendo le rendite a 352 super varie cose, come delle mele eccel-
novenmillia ducatorum illins mo- lenti. Il pubblico passeggio piantalo
netae, cunctis detractis oneribus. di alberi, è^ una specie di spiaggia
L' arcidiocesi si estende su circa sul canale. E patria dell' imperatore
quaranta miglia di territorio. Marco Aurelio, di Montano detto di
NARBONa, KARBONNE, ISar. Narbona, del benedettino Monlfau-
ho. Città arcivescovile di Francia, con, di Francesco Bosquet vescovo
dipartimento dell' Ande, capoluogo di ]Montpellier e di altri:
di circondario e di cantone, posta IN'arbona, la cui origine è ignota,
in mezzo ad una pianura fertile, fu una delle più remote città della
cinta di mura, e fiancheggiata da Calila, e la più antica delle colo-
bastioni e torri. Ha tribunali di nie romane della Gallia Transalpi-
prima istanza e di commercio, ma- na, fondatavi l'anno di Roma 636
gistrature, società d'agricoltura e di dall'oratore Licinio Crasso, che le

emulazione, scuola di idrografìa, e diede il soprannome di Decumano'


piccolo seminario. Anticamente si ve- rum colonia, perchè i soldati quivi
devano gli avanzi di molti fabbri- erano della decima legione.
stabiliti

cati, d'un campidoglio, d'un circo, Divenuta in poco tempo floridissi-


d'un anfiteatro, le quali rovine ser- ma, e metropoli della Gallia Nar-
virono alle fortificazioni della città, bonese, si abbellì di un gran nu-
il cui mantenimento fu negletto do- mero di moniunenti simili a quelli
po che r acquisto del Rossiglione di Roma, e divenne antemurale del-
prolungò le frontiere della Francia l'impero romano contro le vicine
da questo lato. Il canale della Ro- nazioni che non erano ancora state
lline la divide in due parti, il bor- assoggettate. Pomponio INIela, sotto
go e la città, che comunicano in- Claudio, chiama questa città la colo-
sieme col mezzo di tre ponti. Vi nia che superava tutte le altre. No-
sono fontane alimentate col mezzo minata anche Atncinorum colonia,
d' un acquedotto che conduce le ac- a cagione della riviera Atax od An-
(jiie di due sorgenti lontane. Gli de, su cui fu fabbricata, si chiama-
odifizi più osservabili sono l'arci- rono per conseguenza atacini i suoi
vescovato, specie di fortezza compo- abitanti. Crasso^ Giulio Cesare, Ti-
sta di molti edifizi, e cinta da molte berio ed altri, la popolarono ia
torri quadrate; le muraglie della tre diverse epoche, e le concessero
corte cariche d' iscrizioni , ed altri significanti privilegi , facendovi i

avanzi di romane antichità; la cat- proconsoli la loro ordinaria dimo-


tedrale dedicata ai ss. Giusto e Pa- ra. Dopo i primi cesari fu obbli-
store martiri fanciulli spagnuoli, di gala di cedere primo posto a
il

cui si ammira la navata , ed im Vienna sul Rqdaiio, a cui roma- i

mausoleo con sopra una bella statua ni aveano accordato grandi prero-
in maimo bianco, portante l'arma- gative; ma allorché sotto Costanti-
tura in uso nel XV secolo. Quivi no le cariche dell'impero e le pro-
vedevasi pure il sepolcro in marmo vince furono niolliplicate , iVarbo-
di Filippo l'Ardilo. Vi sono inoltre na lù riconosciuta definilivnmente
8

2 1 N A 11 NAR
per la raelropoli di tutto il paese Urbano II accordò all'arcivescovo
fra il Rodano e la Garouna, e que- di Narbona la primazia su quella
sta provincia fu chiamata la prima di Tarragona, e nello stesso tempo
Narbone.se. Nel 4^^ di nostra era lo assoggettò a quello di Toledo:
passò in potere de' visigoti di Spa- Pasquale la primazia
II gli concesse
gna sotto Teodorico II, e que'popoli sopra Aix, col titolo di primate della
Ja conservarono sino al 720, epo- Gallia Narbonese. Ebbe per sulfra-
ca in cui fu presa e saccheggiata ganei i vescovi di Carcassona, Elna,
dai saraceni. Pipino la tolse a que- Agde, s. Pons de Tomier, Lodeve,
sti ultimi nel ySg, e la riunì alla Montpellier, Nimes, Alais,Usez, Aleth,
corona di Francia per la prima Beziers. Il primo vescovo fu s. Pao-
volta. Presa di nuovo nell'SSg dai lo, di cui i martirologi fanno men-
normanni, fu per qualche tempo il zione a' 22 marzo, già proconsole
capoluogo del marchesato di Go- governatore di Cipro , convertito
zia. Nelle guerre contro gli albige- dall' apostolo s. Paolo, e mandato
si nel 121 3 i uarbonesi si ribella- nelle secondo la tradizione
Gallie,
rono contro il conte di Monfort, di questa chiesa, che però non è
che ne fece distruggere le raura^ generalmente ricevuta. Ne fu suc-
quali Filippo VI permise fossero cessore Stefano ordinato dallo stes-
rialzate nel 1 349- Nel precedente so s. Paolo, poco prima di sua mor-
e seguente anno la peste vi fece te. Indi fiorirono Ilario, cui scris-
perire 3o,ooo abitanti, e nel i4i3 sero i Papi s. Zosimo e s. Bonifa-
era talmente spopolata che si con- cio I; s. Rustico del ^ij Ermete, ,

iavano appena 70 fuochi. Nei tor- Caprario, Aquilino, ec. fino ad In-
bidi della lega si sottomise a En- nifredo, di cui Idalio vescovo di
rico IV nello slesso tempo che Car- Barcellona fece un bell'elogio. Do-
cassona. Il suo circuito, da prima po di lui trovasi una lacuna di 80
vastissimo, fu rinchiuso dai bastioni anni, cagionata probabilmente dal-
iittuali già innalzali da Francesco l'irruzione de' saraceni verso il 680.
1. Ebbe de' conti o visconti stabi- Ariberto ne occupava la sede verso
da Carlo Magno; il primo fu
liti il 768, e gli successe Daniele, che
Aymori, da cui discesero conti di i fu al concilio di R.oma nel 769 e ne
Tolosa, di Carcassona, di Foix, e riunìuno nella sua diocesi nel 791.
r ultimo Guglielmo III, ucciso sotto 887 Teodardo; dipoi nel 1259
Neil'
le mura di Ivry nel i^i\. Gasto- Guido de Gross cardinale e Papa
ne conte di Foix, avendo acquista- Clemente IP' nel 265, Giovanni 1

ta questa viscontea, uno de'suoi di- Roger 365, cardinale nel x375
del 1

scendenti, per contratto del giorno secondo Chenu, Archiep. et episc.


19 novembre i5o7, la cangiò eoa GalUae. Giorgio d' Amhoise del
Luigi Xll pel ducato di Nemours, 1498, cardinale. Guglielmo Brlsso-
ed in tal modo fu riunita alla co- nel cardinale, morto nel i5i4-
rona di Francia. Ippolito d' Esle del i5i6, cardina-
La sede arcivescovile fu eret- le. Giulio de Medici cardinale am-
ta ne' tempi della Chiesa, e
primi ministratore, poi Papa Clemente
divenne metropolitana nel III seco- FU: il quadro da lui ordinalo a
lo; e quella d'Arlcs prelese la pri- Buonarroti ed al veneto Sebastiano
mazia, ma fu esclusa nel 4'9> ^d Luciani detto del Piombo, disegna-
NAR NAR ai9
!o dal primo e colorito dal secon- vi due chiese collegiate, s. Paolo e
do ad emulazione della Trasfìgura- s. Sebastiano, otto case di religio-
7Ìone (di cui parlai a Museo Vatica- si e cinque di religiose. I padri del-
no) di Raffaello, e rappresentante la la dottrina vi aveano un collegio
I» • j- .
O '
risurrezione di Lazzaro, lo donò al- e I arcidiocesi conteneva 240 chie-
la chiesa di IVarbona, donde passò se, parte parrocchiali e parte sus-
nella galleria duca d'Orleans
del sidiarie.
e nel 1798 a Londra, pagato da
lord Angestiug 1 4,000 lire sterline, Condili di NarboiM.
quadro immenso lavoro^ e con-
d'
tenente circa 5o figure. Noteremo Il i." nel aSy o 260: Paolo ve-
che alcuni scrissero aver il cardi- scovo della città accusato d'incon-
nal de Medici destinato anche la tinenza, si giustificò prodigiosamen-
Trasfigurazione per la cattedrale, te. Labbé t. II; Arduino tom. II.,

ma i più critici lo negano, solo Il 2." nel 4^2 per false accuse di
dicono che voleva farne omasr^io adulterio. Baluzio, Condì. Gali.
a Fjancesco 1 re di Francia; in Narhon. Il 3." nel 589 presieduto
vece fu collocato in Roma nella dal metropolitano Migezio con otto
chiesa di s. Pietro Molitorio, ed ora vescovi, io cui si fecero 1 5 canoni
si ammira nel suddetto museo. Gio- su materie ecclesiastiche, e vi si
vanni di Lorena cardinale, morto decise di cantare il Gloria Patri nel
nel 1 55o. FrancescoGiojosa car- di fine d'ogni salmo e nella divisione
dinale, defunto i6i5. Quanto nel de'salmi maggiori: pene temporali /e
agli altri arcivescovi, fino a Rena- in molti canoni espresse provano che
lo di Beauvau marchese di Rivau, i giudici secolari assistevano ai cou-
nominato nel 1719, e morto nel cilii. Reg. t. XIII; Labbé t. V;
1789, vedasi la Gallia chrisl. tom. Arduino t. III. Il 4-° nel 788 con-
VL Ne furono successori, nel lyBg tro l'eresia di Felice d'Urgel; vuoi-
Lodovico de Berton de Crillon di si dubbio. Pagi a tale anno. Il 5.°
Cavaillon, Iraslato da Tolosa. 1732 nel 791 sullo stesso argomento.
Carlo de la Roche A ymon della dioce- Labbé t. VII. Il 6." nel 902 per
si di Limoges, grande elemosiniere l'abbazia di Quarante. Marlene,
di Francia, tiaslato da Tolosa. 1763 Thesaiir. t. IV. Il 7.° nel 906
Arturo R.iccardo de Dillon della dio- contro l'arcivescovo Arnoldo. Lab-
cesi di Parigi, trasferito da Tolosa, bé t. IX. L'B." nel 912 contro
che fu l'ultimo, poiché pel concor- tal prelato. Mariana lib. 8j cap. i5.
dato del 1801 Pio VII soppressela Il 9.° nel 940 pei confini di al-
sede e la riunì a Tolosa {^Vedi), il cui cune diocesi. Reg. t. XXV; Lab-
arcivescovo s' intitola arcivescovo bé t. IX; Arduino t. VI. Il io.»
di Toulouse e Narbonne. Arturo fu nel 947. Gali. dir. t. VI. L' n."
di quelli che non volle rinunziare, nel 990 contro gli usurpatori dei
e morì nell'emigrazione. 11 capito- beni di Chiesa. Reg. tom, XXV;
lo era composto di sei dignità, di Labbé t. IX; Arduino t. VI. Il 12.'
venti canonici, di quaranta semi- nel sullo argomento.
994 stesso
prebendati, e di akri beneficiati, in Il i3.° nel io3i in favore del-
lutti 1 20. L'arcivescovo era presiden- l'abbazia di s. Martino di Cani*
te degli stati di Linguadoca. Eran- gor. Marlene, Collect. tom. VII.
,

l'io NAR NAR


Il i4.° nel io3i. Gali, chrlxt. t. Vf. i374, presieduto da Pietro de la
Il iS." nel 1042 sui beni dell'ab- Jugie arcivescovo di Narbona, per
l)azia di s. Michele di Cuxa. Lab- la riunione d'un concilio provincia-

hé t. IX; Arduino t. VI. Il 16." nel le , le missioni , le scomuniche da


1042 riguardante la donazione fatta pubblicarsi, i diritti di sepoltura pei
alla chiesa di Carcassona , e vi fu parrochi, ec. Il ^0,° fu nel i43o,
determinato che niun prelato porli in cui i vescovi sufFraganei di
le armi. Maitene, Thes. t. IV. Il Narbona presentarono querela al
17.° nel io4^) in cui si rinnovò il vescovo di Castres presidente del
detto divieto. Il 18." nel io54, com- concilio, contro gli ufiìziali ecclesia-
posto di dieci vescovi, gran numero stici dell'arcivescovo di Nai'bona,
di abbati, chierici, nobili ed altri che usurpavano la loro giurisdizio-
laici, e perciò si decretarono anche ne. Martene, Thes. t. IV. Il 4'-'' nel
pene temporali e la tregua di Dio. 1 55 presieduto da Alessandro Zer-
1
,

Labbé t. IK; Arduino t. VI. Il binot protonotario apostolico e vi-

19.° nel io55. Gali christ. t. VI. cario generale del cardinal arcive-
11 20." nel 1090 in favore dell'ab- scovo, in cui si pubblicarono 66 ca-
bazia di Grasse, e contro la simo- noni. Contengono i principali, la pro-
nia. Labbé t. X; Arduino t. VI; fessione di fede, le qualità de' pro-
Daluzio, Il 21.° nel 1091. Gali, mossi agli ordini sacri, le dimisso-
christ. l. VI. Il 22.° nel i (25, ivi. rie, il portarsi dagli ecclesiastici la
11 23.° nel 1129, ivi. Il 24" nel corona grande
con l'abito lungo,
II 34 sopra i disastri della diocesi proibendosi loro giuochi, le dan- i

d'Elna. Labbé t. X; Arduino t. VI. ze, ec; gli altri riguardano i libri

Il 25." nel II 40. Gali, christ. t. VI. battesimali, la dottrina cristiana, i

Il 26.° nel 1207, ivi. Il 27." nel predicatori, i pubblici divertimenti


1212, ivi. Il 28." nel 1226, ivi. Il ne' giorni festivi. Labbé t. XV; Ar-
29.° nel 1227, presieduto dall'ar- duino t. X. 11 4^.° nel 1609, pre-
civescovo Pietro, sui beni degli ere- sieduto dall'arcivescovo di Narbona
liei scomunicati conte di Tolosa Luigi di Vervins, in cui furono pro-
conte di Foix, visconte di Beziers, mulgati diversi regolamenti sulla
ed i tolosani. Si stabilirono dai ve- dottrina e sui costumi. Arduino t.

scovi, inquisitori o testimoni sino- XII. 43." nel 1635. Gali, christ.
Il

dali per l'eresia. Agli ebrei fu as- t. VI. Il 44." nel 1671, ivi. Il 45.°
segnato un distintivo. Si provvide nel 1699, ivi. Il 46.° nel 1706, ivi.

contro gli spergiuri; agli ecclesiastici NAllCISSO (s.), vescovo di Ge-


fu proibita l'avvocatura. Arduino t. rusalemme. Nacque circa la fine del
VÙÌ; Diz. de^conc. Il 3o." nel i235 primo secolo, ed avea presso ottan-
contro gli albigesi, e sulle peniten- t'anni quando gli fu commesso il go-
ze da imporsi loro, assistendovi gli verno della chiesa diGerusalemme,
arcivescovi di Narbona , Arles ed di cui fu il trentesimo vescovo. Nel
Aix, ivi. Il 31." nel i244- Gali, 195 presiedette con Teofilo di Ce-
christ. t. VI. Il 32." nel i25r, ivi. sarea di Palestina ad un concilio
Il 33.° nel 1272, ivi. Il 34' nel lisguardante la celebrazione della
1274, ivi. Il 35.° nel 1277, '^'- "' Pasqua. Racconta Eusebio, che al
36." nel 1280, ivi. 11 37.° nel i3og, suo tempo si conservava ancora la

ivi, Il 38.^ nel 1328, ivi. Il 39." nel niemuriu di molti miracoli operati
NAR NAR 22 f

cIhI santo vescovo. La venerazione NARDINI


Stefano, Cardinale.Sle-
che i cristiani di Gerusalemme avea- fano Nardini da Forlì, ebbe la for-
no per esso, non potè guarentirlo tuna di sortire dalla natura per-
dalla malizia de'tristi. Tre scellera- spicace e straordinario talento. Nei
ti incorreggibili, cui il suo zelo era suoi anni giovanili, per desiderio di
importuno, gli apposero un atroce gloria, attese alla militare discipli-
delitto, del Eusebio non fa
quale na, e ne' piìi maturi cambiato pen-
nienzionej avvalorando la calunnia siere appigliossi alla clericale. Trasfe-
con giuramenti ed orribili irapreca- ritosi a Roma ottenne il canonica-
zioTii, che verificaronsi a loro dan- to di s. Pietro da Calisto III , che
no. Quantunque questa calunnia non inoltre lo destinò tesoriere della Mar-
avesse fatto veruna impressione, jVar- ca Anconitana, della Classa Traba-
cisso colse l'occasione per seguire il ria e del presidato di Farfa, e gli

desiderio che avea da lungo tempo assegnò il governo della Romagna


\ di ritirarsi nella solitudine. Siccome col titolo di rettore, al quale Pio
era impossibile scoprire luogo del
il li, di cui il Nardini era famigliare,
suo ritiro, gli fu dato per succes- quello vi aggiunse della INIarca. Fat-
sore Diodato, che visse poco tem- tolo quindi protonotario apostolico,
po, come pure Germauione e Gor- lo spedi nunzio in Germania per ri-

dio che gli sottentrarono successi- levantissimi affari, singolarmente per


vamente. Dopo la morte di quest'ul- sedarvi i tumulti delle guerre, e in
timo, riapparve JVarcisso, come se particolare quelle che già da gran
fosse uscito dalla tomba, e i fedeli tempo eransi accese tra i duchi

lo scongiurarono di riprendere il d'Austria e gli svizzeri; ed in pre-


governo della sua diocesi. Egli si mio di sua fedeltà nel 1461 gli
arrese alla loro domanda, ma sen- conferì l'arcivescovato di Milano, va-
tendosi poscia aggravato dalle in- calo per morte di Carlo Nardini suo
fermila della vecchiezza, fece s. .Ales- zio. Paolo II conosciuto il di lui

sandro suo coadiutore. Continuò pe- valore lo dichiarò nunzio a Ferdi-


rò a servir la sua greggia colle sue nando I re di Napoli, e poi gover-
orazioni, co'suoi esempi, e con fre- natore di Roma, nella qual carica

quenti esortazioni alla pace ed alla siguadagnò gli applausi del popolo
juiità. Si dice che egli aveva allo- romano; oltre a ciò sene prevalse
ra circa centosedici anni, ed igno- negli del governo della Chie-
affari

rasi l'epoca di sua nomi- morte. È sn, comporre le guerre civili


e per

nato nel martirologio romano a'29 che agitavano la Francia. Finalmen-


di ottobre. te Sisto IV a' 7 maggio i473 Io
NARDI Bemzio, Cardinale. Be- creò prete cardinale , e per titolo

nlzio o Bonizio Nardi o de Narni, gli conferì la chiesa di s. Adriano,


fornito di scienza e di straordinaria poi cambiata con quella di s. Ma-
probità di costumi, cittadino e ve- ria in Trastevere. Dopo la morte
scovo di Cremona, l'Arisio nella sua di Roberto Malatcsta signore di Ri-

Cremona leltt-rala, e l'Ughelli nell'i- mini, gli fu affidata la legazione di


inlia sacra lo dissero vescovo e car- quella ciltà, afhne di mantenerla
dinale di Nicolò IV, indi lo esclusero nell'obbedienza e divozione della Se-
da ambedue le dignità, che pure gli de apostolica , e (|uindi quella di

concede ilCiacconio. Morìnel 1297. Avignone. In Milano riformò i co-


Ili NAR NAR
sliinii del clero, ch'erano assai ri- episcopus . Congettura il Cardelta
lassali, ne arricclù la metropolita- che sia Corrado Witellespach che
na di preziose suppellettili, fabbri- fu vescovo di Sabina, il quale for-
cò il palazzo arcivescovile, e fuori se per incuria o abbreviatura del-
(li porta Tonsa fece costruire una l'amanuense, in luogo di Conradus
nobile e sontuosa villa, circondata abbia scritto Nardus.
da vaghi giardini, e da amene ver- NARDO' {Neritonen). Città con
dure abbellita, ornandola per sol- residenza vescovile del regno delle
lievo e ricreazione degli arcivesco- due Sicilie, nella provincia di Terra
vi. Applicossi con indefessa solleci- d'Otranto, distretto e capoluogo di
tudine a rimettere in uso le litanie cantone, a quattro leghe da Galli-
o rogazioni. Fondò in Roma un poli, posta su collina presso amena
collegio contiguo alla chiesa di s. pianura, e alla costa orientale di
Tommaso in Parione, che dal suo Taranto, già feudo con titolo di du-
nome fu chiamato Collegio Nardi- cato, di cui per lungo tempo fu
ni [Fedì), poi unito al collegio Um- investita la famiglia Acquaviva. Ha
Ijro, in cui si dovessero alimentare diversi templi ornati con eleganza,
ventisei giovani che applicassero agli e qualche edifizio pubblico degno
studi. Donò molti beni all' arcispe- di osservazione. La cattedrale è an-
dale di s. Giovanni in Laterano, e tica, con singolare e bellissimo bat-
fra questi il palazzo eh' erasi fab- tisterio. Vi sono tre conventi di re-
bricato per sua dimora, e che poi ligiosi ed un monastero di mona-
fu assegnato per abitazione de' go- che, un conservatorio, diverse con-
vernatori di Roma, al presente det- fraternite, ospedale, monte di pietà
to del governo vecchio. Nel i483 e seminario con alunni. Il territo-
edificò la sagrestia del suo titolo, a rio è delizioso e ferace, sparso di
cui compartì molti altri segnalati giardini bellissimi. Nardo fu molto
benefizi. Lo zelo della cattolica re- danneggiata dal terremoto del i743,
ligione, la sua dottrina, e le sue e si chiamò anticamente Nerito. Il
generose elemosine a' poveri lo re- Galateo ossia Antonio de Ferrariis
sero celebre, onde il cardinale Pa- di Galatona, ne fece latinamente la
piense nelle sue epistole lo chia- descrizione, che riporta nelle Lelt.
ma integerrimo ed eruditissimo. In- eccl. il Sarnelli, lett. IX, t. Vili, in
tervenne al conclave d'Innocenzo un ai fenomeni che apparivano nel-
Vili, quale compito, dopo due mesi le paludi e campi di Mandurio, Ga-
morì nel i484> 'tenendo sepolto leso e Cupertino, cioè fantasmi chia-
nella basilica di s. Pietro presso al- mati minate, perchè talora si cam-
la tomba di Carlotta regina di Ci- biavano in figure di città, castelli,

pro, con breve epitaffio, che si leg- torri, armenti, bovi di colori diversi
ge in quelle sacre grotte. ed altre cose ,
prodotte dai vapori
NARDO, Cardinale. Nella parte con illusioni. Il Rodotà, Del rito

II del Bollano de' canonici regolari greco in Italia t. I, p, 388 e seg.,

del ss. Salvatore si legge una bolla parla se la sua chiesa sia stata go-
di Lucio 111, spedita in Velletri nel vernata dai vescovi greci , essendo
1182 a favore della canonica di appartenuta al dominio degl'impe-
s. Maria del Reno, in cui si trova ratori greci; che la sede vescovile è
sottoscritto : Ego Nardus sahincnsis antichissima, la serie de' vescovi es-
NAR NAR 223
seiido stala inlerrolla quando i mo- dicti^occupando gli uni e gli altri
naci basiliani greci banditi da Co- separatamente le due parti del coro.
stantinopoli si ricovrai ono nel secolo Essendosi il rito greco dilatato nel-
j
Vili in Nardo, onde s. Paolo I or- la città e diocesi , e sostenuto da
dinò al clero e al popolo nel 761, sacerdoti nazionali, fu conservalo e
ij che sospesa l'elezione del vescovo, i difeso dai monaci benedettini, con-
I proventi della mensa vescovile fos- servando nella cattedrale le greche
i sero destinati al loro mantenimen- costumanze, destinandovi due arci-
to, tramutando in monastero l'epi- preti pei due riti, godendo il latino
scopio. la preminenza sul greco coi titoli
I monaci colla loro dottrina e di niagnus e maximus. La divina
virtù si procacciarono la stima di parola ancora era predicata nei due
tutti, eziandio de' normanni domi- idiomi, e celebrando l'abbate, i due
natori, che li ricolmarono di pri- cleri gli prestavano assistenza. Il ri-

vilegi e di rendite. Soppresso il ve- to della benedizione delle acque nel


scovato , il capitolo e il clero non giorno dell'Epifania celebravasi nella
soffrirono veruna alterazione, essen- cattedrale dall'arciprete greco di Ga-
do stata confidata la cura della dio- la tona detto Protopnpa, assistendovi
cesi ai vescovi di Brindisi, i quali anco il clero latino. Abbiamo dal
eleggevano l'arciprete greco per am- p. Sebastiano Paoli : De rilu eccle-
ministrare i sacramenti ai nazionali siae Nin'tinne exorcizandi aqtiam
del suo rito. A tali monaci Nardo in Epiphaniam, Neapoli 17 19. Alle
andò debitrice della greca lettera- benedizioni del fonte nel sabbato
tura e dell'accademia delle greche santo e vigilia della Pentecoste, fatte
discipline in cui fiorì, con gran con- dai latini, assistevano i greci, mira-
corso di studenti di altre parti. Ur- bile essendo l'armonia tra loro. Nel-
bano II nel logo ai basiliani greci lo scisma dell' antipapa Clemente
sostituì nella cattedrale di Nardo i VII, seguito da Giovanna Nardo I,

benedettini latini, e Pasquale II eres- fu obbligato onde il


riconoscerlo ,

i se il monastero in abbazia con l'ab- falso Pontefice per guadagnarsene l'a-


: baie, mentre greci avevano il prio-
i more la reintegrò della sede vesco-
re, cui assegnò il governo spirituale vile, e nel i388 dichiarò vescovo
della diocesi. Investito l'abbate di Matteo de Castellis che la governò
tanta autorità, si risentirono i vi- sino al i4oi. Ritornata Nardo al-
cini vescovi di Gallipoli e di Brin- l'obbedienza di Bonifacio IX, l'ele-
disi, perchè fu diminuita la loro zione del vescovo restò sospesa , e
giurisdizione, ma inutilmente per il questa vacanza die occasione a no-
silenzio che gl'impose la santa Se- tabili avvenimenti pregiudizievoli al
de. Sotto i benedettini si conservò rito greco. Quel Papa ad eliminare
il collegio de' canonici al servigio leconseguenze dello scisma, nel 1^01
della cattedrale; ma pei disordmi destinò Filippo arcivescovo d'Otran-
introdotti, Clemente IV nel 1167 to ad esercitarvi il pastorale mini-
deputò visitatore apostolico il car- stero, e richiamarvi la disciplina ec-
dinal Ridolfo Chevriers o Caprario, clesiastica; ma credendo deforme la
il quale obbligò i canonici a reci- celebrazione de' nominati greci riti

tare le ore canoniche coi benedet- nella cattedrale, od onta delle ri-
1
tiui, /'uxta riiiini ecclesiae s. Bene- mostranze di Antonio abbate bene-
,

224 Nar NAR


dettino, voleva soppiiinerli. I mo- con facciata. Nel i45ii ne fu suc-
naci coi canonici ricorsei'o alla Sede cessore Lodovico de Pennis napole-
apostolica, e Giovanni degli Epitimi tano, perito ne' sacri canoni ; islitu'i

cantore ed abbate della cattedrale, nella cattedrale la dignità di teso-


d'ordine di Giovanni XXlil descris- riere, ottenne da Ferdinando 1 la
se l'antico stato di questa chiesa ,
conferma de' privilegi di sua ciliegia,
qnale leggesi nell'Uglielli in un alla consagrò la cattedrale in onore del-
serie de' vescovi, halia sacra \. I, la Beata Vergine Assunta nel i479«

p. io35: iu questa relazione si ri- Indi nel i4"^4 ^^ ^^Wo vescovo Lo-
leva che le colonie greche della dio- dovico Giustini nobile di Città di
cesi erano sedici, e la maggiore Ga- Castello, caritatevole e vigilantissi-
latona, descritte pure dal citato Pio- mo pastore. Nel «49^ Linocenzo
dotti a 397 e seg.
p. Vili creò vescovo Gabriele Setari
Giovanni XXllI alle istanze di napoletano, cospicuo in dottrina, ze-
Ladislao re di Napoli, reintegrò la lante vendicatore dell'immunità; au-
città degli antichi onori e privilegi, mentò le rendile della mensa, risto-
reslitm l'elezione de' vescovi, e nel rò con magnificenza l'episcopio, indi
i4i3 dichiarò tale lo stesso Epifa- fu trasferito ad Avellino. Nel 1^07
ni.Quanto al rito greco, dipoi nel da questa chiesa vi fu invece traslalo
i568 fu confermato dal vescovo di da Giulio II, Antonio de Laris di
Strongoli Orsini, visitatore delle chie- Bari, nobile, lodato per virtù. Leone X
se napoletane di s. Pio V. Però il nel i5i7 fece perpetuo amministra-
\escovo Fabio Fornari tentò di a- tore il cardinal Luigi d' Ara^^ona,
bolirlo con dispiacere de' canonici il quale fece reggere la diocesi di
nelle funzioni della cattedrale , ma Nicola Melchiorri nobile di Recanati,
non gli riuscì per le valide rimo- domenicano egregio e chiaro per
stranze del capitolo. Il primo dun- erudizione, vescovo di Cirene. Mor-
que fu Giovanni Epifani patrizio di to nel i5i9 il cardinale, gli suc-
Nardo monaco benedettino, e fu vi- cesse il cardinal Marco Cornaroj
gilantissimo: Giovanni XXI II dichia- ed a questi Giacomo Antonio Acqua-
lò lui e sticcessori e la sede esente, viva figlio di Belisario duca di Nar-
essendolo tuttora, e immediatamente do, versato nelle lettere, benemeri-
soggetta alla santa Sede. Ampliò to pastore , restaurò la cattedrale
l'episcopio e fabbricò un nuovo mo- cui donò suppellettili. Dal i532 al
nastero ai benedettini presso la cat- i536 l'amministrò il cardinal Gio.
tedrale, attribuì a questa perpetua Domenico de Cupis, le cui notizie
prebenda e ne aumentò le rendite: come de' precedenti sono nelle loro
dopo dieci anni rinunziò la sede, e biografìe. Indi Gio. Battista Acqua-
si ritirò fra monaci. Martino V nel
i viva fratello del vescovo della stessa
14^5 gli sostituì fr. Giovanni Barella famiglia; pio, prudente, ingrandì
galatino, dottissimo francescano, il l'episcopio, abbellì la cattedrale, in-
quale nobilitò !a residenza de' ve- trodusse i carmelitani ed i cappuc-
scovi. Nel 1436 Stefano Pendinelli cini in Nardo, e mori nel 1569.
di Brindisi, traslato ad Otranto; ma Fr. Ambrogio Salvi della diocesi
il Polidori lo dice nobile di Nardo, d'Avellino domenicano, chiaro per
e difensore de' diritti della chiesa, religione e dottrina , illustrò la dio-
u vendo ornato la callcdralc anche cesi colle sue geita, emulando lo
NAR N.VR 225
telo di s. Carlo Borromeo; reslitui cittadino e parente Calanio Ciaja
le monache alla disciplina, ridusse nobile saoese nel 1 652 cospicuo
, in
i canonici da 5o a 20, celebrò il virtù ed erudizione, zelante vesco-
sinodo, decorò la cattedrale di tor- vo, morto nel i654; ed Alessandro
re campanaria, eresse nel suburbio VII nel i656 provvide la sua an-
il convento de' predicatori, ed au- tica chiesa con Girolamo de Chori
mentò gli altri conventi ; morì nel sanese, dotto difensore delle ragioni
1577. ecclesiastiche; istituì nella cattedrale
Gregorio XIII gli surrogò Cesa- il penitenziere e il teologo, asse-
re Bovio bolognese, dotto in giu- gnandone le rendite, ed ivi edificò
risprudenza , riformatore del clero la cappella di s. Girolamo; vigilan-
e benefattore della cattedrale ; adu- te pastore, nel 1 66g fu trasferito a
nò il sinodo ed edificò la chiesa di Soana. Clemente IX gli surrogò
?. Maria in Cryptella. Nel i583 Tommaso Brancacci napoletano, già
Fabio Fornari patrizio di Brindisi, vescovo d'Avellino, che celebrò il

nipote del precedente, aumentò le sinodo, e nel 1674 istituì il semi-


rendite de' canonici, il coro de' quali nario.Per sua morte nel 1678 di-
ridusse elegantissimo ; celebrò più venne vescovo Orazio Fortunato di
sinodi, riformò il clero, eresse in s. Arcangelo, già di s. Severo, ardente

Galatona la chiesa di s. Maria del- della gloria di Dio, modesto, sa-


le Grazie, ed un magnifico palazzo piente, misericordioso, adunò due
per sollievo de' vescovi, e morì nel sinodi. Nel 1707 Antonio Sanfelice
1607. Lelio Laudi di Sessa ne oc- nobile di Napoli, secondo le annuali
cupò la sede, eruditissimo nelle lin- Notizie di Roma, colle pro- quali
gue, onde da Gregorio XIV fu im- seguiremo la serie che con lui ter-
piegato nella correzione della Bibbia, minasi neir Italia sacra, ove dicesi
indi lo fu pure nella congregazione consecrato nel 17 io. Immenso fu
eh auxiliis come dotto teologo. Nel il bene che fece pel culto divino e
161 Luigi deFranchis nobile capua-
I per la disciplina ecclesiastica; nel-
no, chierico regolare teatino, traslato l'episcopio formò una pubblica bi-
da Vico; nel 161 7 gli successe il fra- blioteca, ampliò il collegio de'chie-
tello Girolamo, gran difensore del- rici, fondò il conservatorio di s. Ma-
l'immunità, che ampliò la sagrestia ria della Purità, splendidamente ri-

della cattedrale, ove edificò la cap- storò la cattedrale in cui fece di-
pella del ss. Crocefisso in gran ve- pingere i patroni della diocesi, e l'ar-

nerazione, celebrò sei sinodi, intro- ricchì di preziosi doni ; fu beneme-


dusse i minimi e gli agostiniani rito di molte altre chiese, nobilitò
scalzi. Traslato nel i634 a Capua, l'episcopio col prospetto e bella por-
Urbano Vili elesse Fabio Chigi nel ta, e vi fece dipingere i ritratti dei
gennaio i635 nunzio di Colonia, predecessori, formò la collezione dei
cousagrato a Malta al modo detto monumenti di sua chiesa, lodato
ne! voi. XLII, p. 85 del Dizionario: per molte virtù, zelo, e sostenitore
vigilantissimo pastore governò assen- dell'immunità. 1736 Francesco Ca-
te 18 anni, e meritò il cardinala- rafa di Napoli. 1754 Marco Petru-
to ed il pontificalo col nome di celli della diocesi di Ariano. 1792
Alessandro {Fedì). Nel i652 FU e dopo lunga sede vacante, Carmi-
Innocenzo X gli surrogò il di lui con- ne Fimiani della diocesi di Saler-
VOl. XLVU. j5
,-

226 NAR NAR


no. 1819 dopo lunga sede va-
e vo scoglio, e pittoresche sono le ve-
cante, Leopoldo Corigliaiii della dio- dute degli opposti monti coperti di
cesi di Trani. iSiS Salvatore Lel- verzura, e de' profondi precipizi che
tieri di Foggia, traslato da Castel fiancheggiano la strada , formanti
laneta. Persua morte Gregorio XVI gole alle dette montagne. Nel i844
nel concistoro de' 27 gennaio 1842 Gregorio XVI ridusse quel tratto
preconizzò l'odierno vescovo monsi- della strada corriera, che dalla piaz-
gnor Angelo Filipponi di Palermo, za del Lago conduce al ponte della
canonico di quella metropolitana, Laja, cotanto angusto pel passato,
vicario generale di Caltagirone. Il e malagevole per l'erta e fatico-
capitolo si compone di quattro di- sa salita, che formava lo scoraggi-
gnità, di cui la prima è l'arcidia- mento de' passeggieri ; perciò di-
cono, di venlun canonici comprese venuto spazioso, facile, agiato e
le prebende del teologo e peniten- al sommo ameno per la mera vi-
ziere, di dieciotto mansionari, e di gliosa prospettiva dell'ampia sottopo-
altri preti e chierici. La cura delle sta pianiu-a, irrigala dal fiume Nera
anime si amministra da un cano- e circondata da corona di altissimi
nico con titolo di arciprete. Ade- monti. Per gratitudine il municipio

rente alla cattedrale è 1'


episcopio, con solenne inaugurazione eresse
ottimo edifizio. La diocesi compren- una lapide marmorea fuori della
desi in venticinque miglia circa di porta Ternana, esprimente l'eterna
con sedici luoghi. Ogni
territorio, riconoscenza del popolo verso il
vescovo è lassato ne' libri della ca- Pontefice benefattore. Il Nera vi si

mera apostolica in fiorini 60, corris- traghetta per un ponte di mattoni


pondenti alle rendite di circa 25oo che congiunge le due rive, e vi si am-
ducati. mirano ancora grandi arconi del
i

JVARNI {Narnien). Città con re- ponte assai più sorprendente di pie-
sidenza vescovile dello stato ponti- tre quadre, costruitovi da Augusto
fìcio, nella delegazione apostolica di colle spoglie de' domati cimbri, il

Spoleto, a quattro leghe da Terni, quale univa le duene ren- colline, e

e da Roma più di otto poste, situa- deva agevole il sentiero per Todi
ta amenamente a guisa d'anfitea- ed Amelia. Questo ponte è celebra-
tro sul declivio di dirupato colle, to àaW Album nelle distrib. 52 del
superato il quale si passa dalla valle 1837, e 5i del 1841, con incisio-

del Nera a quella del Tevere, che ni, dicendosi f^urioso, magnifico, ed
sta alla sinistra della Nera. Da questo avente i fornici più alti di qualun-
fiume, che i latini chiamarono Nar, que altro ponte; chiamata opera
prese il moderno nome di Narni meravigliosa e stupenda , superbo
JSarnia, e forse l' antico Ncqidnum avanzo della romana grandezza. Se
dalla scoscesa rupe ove s'innalza. An- ne riporta l'iconografìa pel ristau-
ticamente da Narni, per Nera edla ro immaginato dall' ingegnere cav.
il Tevere si navigava a Roma con Giuseppe Riccardi, il quale osservò
barche o navi, al dire di Tacito. E che l'antica via Flaminia non sem-
munita da una vecchia rocca, che pre percorreva la stessa linea dì
serve ora di prigione, ma in catti- quella che ora va verso il Piceno,
vo stalo è ridotta. Rollo è il taglio ma che in vece passando sopra il
della via Flaminia praticato sul vi- ponte di Angusto toccava l' antica
NAR JVAP». 227
Corsoli, e raggiungeva l' odierna via suoi costumi meritò di essere detto
corriera verso Foligno, Presso Nar- da Plinio, minssimus senex. Diede
ni visono pure i ruderi d'un an- cinque senatori a Roma, cioè Bar-
fiteatro, e r acquedotto lungo i5 tolomeo da Narni nell'ottobre 1377,
miglia. già vicario e luogotente dei cele-
La città non offre cospicui edi- bre cardinal Albornoz legato d' I-
fizi, tranne quelli che nomineremo, talia, anche capitano generale
e fu
e forse migliore aspetto prestano del popolo romano ad guerram et
gli esterni sobborghi. La cattedrale paceni; Giovanni de Floribus nel
di antichissima struttura e belle i^i5; Cavalca di Giovanni Mas-
forme semigoliche, con battisterio, è sei senatore del i433; il conte
sacra a Dio sotto i' invocazione di Egidio Angelo Arca senatore nel
s. Giovenale martire, vescovo, apo- i5o7, e Lodovico Arca senatore nel
stolo e principale patrono di JNar- i5gi, che ristorò il palazzo senato-
ni, il cui corpo ivi si venera insie- rio verso l'arco di Settimio Severo.
Di
me con quello di s. Cassio, altro Narni furono pure Erasmo Marzi
vescovo della medesima, e con altre Gattamelata famoso capitano dei
,

insigni reliquie ha tre navate, con


: suoi tempi, che dopo servita la Chie-
sotterraneo nobilissimo decorato di sa passò al soldo de' veneziani, che
inarmi di varie specie. Vi sono al- per mezzo suo avendo acquistato
tre quattro chiese parrocchiali mu- Padova, avanti quella chiesa di s.
nite del sacro fonte, sette conventi Antonio gli fu eretta una statua
di religiosi, tre monasteri di mo- equestre di bronzo. Galeotto orato-
nache, un orfanotrofio, diverse con- re e filosofo. Massimo Arcano let-
fraternite, 1' ospedale della b. Lucia, terato. Michelangelo Arrono assai
ed un buon seminario eoa alunni; dotto. Pier Domenico Scotto. Fa-
il palazzo vescovile è un buon edi- bio Cardoli. Francesco Cardoli cele-
fjzio, di nobile slruttuia, ed è vi- bre per ingegno, letteratura e pro-
cino alla cattedrale. In Narni vi ri- digiosa memoria. Il gesuita p. Pie-
siede il governatore, ed ha un car- tro Caravita o Gravita, primario
dinale per protettore: sino a Pio fondatore in Roma dell'oratorio del
"VII, Narni fu distinta di governo suo nome. Diversi cardinali Cesi, per
prelatizio, essendone governatore un essere la famiglia patrizia di Narni.
prelato, e molti di essi furono crea- Berardo o Bernardo Eruli o Eroli
li cardinali, compita la loro carrie- cardinale. Giuseppe Sacripanti car-
ra. Lo stemma della città è un gri- dinale. Ebbe pure molti vescovi, fra
fone. Contiene sotto la sua ammi- i quali Bernardo Cardoli; diversi lo
nistrazione municipale gli appodiati E fra quelli che
furono della patria.
Ijorgaria,Montoro, s. Liberato, Stifo- veneriamo sugli altari nomineremo
iie, Taizzano e dipendono dal suo
; la b. Lucia di Narni domenicana,
governo le comuni di Guadamello, morta a'i5 novembre i544 'n Fer-
coir appodiato s. Vito, di Gualdo, rara nel monastero da lei fondato,
d'Itieli, di Calvi, di Otricoli, col- che nel matrimonio conservò illiba-
l'appodiato Poggio, e di Schifanoia. ta la verginità: Clemente XI ne
Narni è patria di molti uomini il- confermò il culto immemorabile,
lustri, come Marco Cocceio Nerva approvando le stimmate che avea
imperatore, che per la dolcezza dei ricevute meditando la passione del
,

228 NAR NAR


Redentore; culto che ampliarono soggezione tutta V Umbria di cui
Benedetto XI M e Benedetto XIV. fa parte. Parlarono di Narni, Li-
Ne scrissero la vita i domenicani vio, Strabone, Silio Mar- Italico,
Ponzio, Belli e Mariani, trattando ziale, Tacito, Tolomeo,
Plutarco,
delle stimmate il p. Raynaud
sue gl'itinerari antichi, Claudiano, Zo-
Trovalo il suo corpo, in-
gesuita. simo, Sozomeno, Procopio e l'epi-
corrotto nel 1710, una gamba l'eb- tomatore di Stefano, tra gli anti-
be la patria, che la conserva in chi; e fra moderni Cluverio, Sco-
i

sontuosa cappella, per opera <lel no- to, Guattani ed altri. Vuoisi che

minato cardinal Sacripanti che la città nell'anno 4^9, di-


fosse fatta
collocò in vaghissima urna di cri- venne colonia romana, e potè re-
stalli trasparenti. sistere alle forze di Annibale. Sog-
Narni trovasi dove l'antica Sa- giacque ai successivi avvenimenti
bina confina con l' Umbria, una e alle invasioni barbariche, onde
delle antiche italiche chiamala Ne- fu dominata dai goti e dai lon-
quinum. A 'tempi di Livio già avea gobardi : pretende il Ciampi che
cambialo il suo vetusto nome in fosse un ducato. Nel pontificato
quello di IVarnium, derivato come di s. Gregorio II, Narni facendo
dicemmo dal fiume presso cui è parte del ducato romano, si sotto-
posta che le scorre a' piedi; e gir pose dopo 726 al dominio tem-
il

abitanti suoi dicevansi nuhartes e porale de'Papi, quando tal ducato


non piti nequinales come antica- spontaneamente si die alla Chiesa
mente. Pare probabile che questo romana. Non andò guari che Luit-
cambiamento sia avvenuto verso l'an- prando re de' longobardi occupò
no di Roma 45i4> allorquando essen- Narni, ma divenuto Papa nel 741
do stata presa dai romani capita- s. Zaccaria, ne ottenne la restitu-
nati da Marco Fulvio Pelino con- zione con tulio il territorio. Sotto
sole, per tradimento di alcuni cit- Stefano II detto HI, Astolfo re
tadini, si rimase poi sempre nel- de'longobardi usurpò diversi domi-
l'obbedienza di Roma: tanto ricor- nii della santa Sede, per cui il

dano in detto anno le tavole dei Papa ricorrendo al re Pipino


fasti capitolini. Plinio riferisce che questi costrinse Astolfo a restitui-
il nome di Nequinum traeva ori- re il tolto, compreso Narni, che i

gine dalla Ialina parola nequizia, longobardi duchi di Spoleto ave-


onde esprimere l'eccessivo coraggio vano incorporato al ducato
loro
de' suoi abitanti, che preferirono (il Fatteschi dichiara nelle Meni.
sacrificarsi coi propri figli e mogli, che Narni città d' Umbria, mai fu
piuttosto che darsi in potere degli del ducato di Spoleto),e confermò
assedianti loro nemici con la città: ed ampliò il principato del roma-
i erano confederati dei
nequinesi no Pontefice. Da un documento
saraniti. È da
osservarsi che di del 958 pubblicato dal Galletti
somma importanza esser dovette nel Primicero, si ha che Narni col
pei romani questo possedimento, suo contorno formava un castal-
poiché iVarni per la situazione sua dato, ch'era govern^ito da un ca-
può riguardarsi come un punto staido, com'era quello della vicina
strategico del più alto interesse, Rieti e di altri luoghi d'Italia;
per essere a portata di tenere in carta che può molto servire a pò-
NAR NAR 229
Urne in qualche modo determina- l'obbedienza della santa Sede moi-
re i confini. ti ribelli, il Papa nel iSgS beni-
Avendo l'imperatore donato il goaraenle li accolse, e ordinò al
ducalo di Spoleto con altri luoghi vescovo di Narni Belianti, eh' era
a Corrado lo Stravagante, questi castellano della rocca e teneva in
conoscendo l'illegalità del suo pos- feudo la città , che li riconci-
sesso, come domiuii della Chiesa, liasse colla Chiesa , come altresì i

ortrì ad Innocenzo HI omaggio e perugi«ii ed altri popoli ; non


censo che il Papa ricusò, onde si andò guari che Narni fu presa
vide costretto restituire tutto, e nel i4o3 da Ladislao re di Napo-
giurò nella città di Narni in pre- li. Dipoi Alessandro V nel 1409
senza dell'ambasciatore pontificio, die Narni in vicariato a Bertoldo
del vescovo, dei baroni e del pò- Orsini, con altri luoghi nel primo
polo intera obbedienza al Pontefi- settembre; altri dicono che il vi-
ce, cui restituì le città forti. A cariato l'ebbe Paolo Orsini: nel
queste Innocenzo III confermò le 1419 da Mon-
circa l'occupò Braccio
loro preiogalive, e solo contro Ione, che poi la restituì a Martino V.
Narni e suoi abitanti il Papa fu Nel 1476 compresa Roma da pesti-
costretto mandare un corpo di sol- lenza, Sisto IV ne partì accompa-
datesche perchè s'erano irapadro- gnato da sei cardinali: a' 18 luglio
niti d'Otricoli a malgrado di tut- passò in Narni, ed a'2 1 agosto in
te le esortazioni, le minacce e la Acquasparla. Fatale fu per la cit-

scomunica. La guerra ebbe termi- là il i527, in cui l'armata di


ne con la restaurazione delle for- Ca. 'o V e de' veneziani essendose-
tificazioni, con un'imposta di due- ne ivupadronili, la saccheggiarono
cento lire mura, con mille
per le e rovinarono negli edifizi, onde da
lire d'ammenda, e con una nuova quel tempo non più risorse al pri-

prestazione di fede e di omaggio mitivo suo lustro: l'Alberti che vi

a Innocenzo III. Divenuto sospetto si recò nel i53o, narra nella Z?e-
il soggiorno di Corrado nel duca- scrizione dell' Italia, ch'era restata
to, gli fu ordinato tornare in Ger- priva di abitanti, e abbandonata
mania, quindi il Papa visitò il riac- insieme al palazzo de' priori dello
quistato ducato di Spoleto con del maeslrato, ed in istato deso-
ragguardevole corteggio. Nel «216 laute, poi alquanto ripopolala e
era podestà di Narni Pietro An- ristorata. Il Papa Clemente XI fu
romano, cogna-
nibaldi nobilissimo benemerito di Narni, anche per
to d'Innocenzo III. Nel 1242 il l'ediflzio delle ferriere da lui fab-
comune di Narni giurò fedeltà al bricato nelle vicinanze, per. le mi-
popolo romano, come i perugini, niere di ferro trovate nelle mon-
niediante islrumento. Narni con lagne di Narni. Allorquando nel
Terni, Asisi e altre città si die 1782 Pio VI si recò a Vienna,
agli Orsini iSyS. Bonifacio IX
nel onorò Narni di sua presenza nel-
a' 17 ottobre 1892 partì da Ro- l'andata e nel ritorno. Nella pri-
ma per Perugia, passando per Nar- ma notte del viaggio dormì ad
ni; e quando si restituì nel iSgS Otricoli, ossequiato dal vescovo di
in Roma a'i5 settembre, tornò a Narni, da quello di Rieti, e dal
fcrmarsi in Narni. Ritornando al. prelato Orfiui governatore della prò-
4

9.3o ?fAB. MAR


vincia di Sabina. Dopo ascoltata la de molte distinte persone, lodò il
messa a' a8 febbraio giunse alla colonnello Manassei per l'esalto ser-
cattedrale di Narni, ove adorò il vigio reso da delta truppa, e Ira
ss. Sagramenlo, col quale l'arci- i divoti e commoventi evviva del
prete die la benedizione, indi par- popolo narnese, si avviò per Otri-
tì pei" Terni tra le acclamazioni coli. Nel ritorno trionfante alla sua

de' narnesi, e gli omaggi del loro sede. Pio VII passò per Narni fe-
pastore, clero e magistrature , del steggiato a'23 maggio. Nel viaggio
vescovo d'Amelia e del suffraga- fatto da Gregorio XVI nel 1841

neo di Sabina. Pio VI agli i i al santuario di Loreto, il 3i ago-


giugno nelle ore pomeridiane arri- sto prima di Otricoli fu incontra-
vò a Karni, e prese alloggio nei to al confine della delegazione di

convento de' domenicani, ricevuto Spoleto dal delegato monsignor Pac-


dal loro generale, dal vescovo, dal cinelli e verso mezzodì giunse a

clero, e dalle magistrature e cava- Narni, ricevuto con venerazione e


lieri della città; nel seguente gior- giubilo dalla magistratura e dal
no ascoltò la messa nella cattedra- clero secolare e regolare, ed osse-
le,ove ricevè la benedizione col .ss. quiato dal marchese
gonfaloniere
Sagramenlo, e passato nel prossimo Francesco Eroli coli' omaggio di
palazzo vescovile, ammise al ba- venerazione e di sudditanza. Nu-
cio del piede il capitolo, i religio- meroso drappello di scelti giovani
si, le dame e la nobiltà, compar- trassero la carrozza col Papa alla
tendo da una ornata finestra la cattedrale, preceduta dal clero e
benedizione al popolo. Parlilo per contornata dai pubblici funzionavi.
Otricoli, vi osservò le cave di pre- Alla porla del tempio l'attendeva-
gevoli antichità, e proseguì il viag- no i monsignori Tamburrini vesco-
gio per Roma. vo di Narni, con quelli di Terni,
Nel 1800 Pio VII da Venezia di Rieti e di Civitacastellana, e
portandosi a Roma, il primo lu- l'accompagnarono al faldistorio, ove
glio arrivato in Narni alloggiò dal Gregorio XVf genuflesso adorò il
vescovo; reduce da Parigi a' 1
ss. Sagramenlo con ricca pompa
maggio i8o4, ve lo riprese, incon- esposto, e n'ebbe dipoi la benedi-
trato circa tre miglia di.slante dal zione. Passò quindi all'episcopio, e
vescovo e dal magistrato civico da una loggia nobilmente prepara-
che gli olFrì le chiavi. Nella piaz- ta beuedì il popolo affollato ed
za era un bellissimo arco trionfale acclamante. Ammise al bacio del
illuminato a cera, e nell' ingresso piede gli ecclesiastici, la magistra-
della città si trovò la truppa pro- tura, e varie altre persone; si di-
vinciale in armi, mentre la fortez- resse quindi al palazzo dell'ospitale
za fece replicate salve coll'artiglie- della b. Lucia, ricevuto dal visita-
ria. La superbamen-
cattedrale fu tore apostolico di esso cardinal Ri-
te parata ed ornata, ed il Papa vi varola. Le strade per dove pas-
ricevè la benedizione : il tempo sò il santo Padre, eransi poste a
piovoso impedì i fuochi di artifi- festa, con arazzi e drappi di seta;
zio. Nella seguente mattina Pio VII una piazza convertita in vago giar-
celebrò ed ascoltò la messa in cat- dino e sopra un arco trionfale
,

tedrale, ammise al bacio del pie- civetto all' ingresso di essa, mauife-
NÀR NAR a3i
sfò la gioia del popolo riscrizione li, la croce pettorale, il calice con
che il cav. Sahalucci riporta nella cui il santo, senza mai rifondere,
sua Narrazione del viaggio. I! car- comunicò tremila persone, e una
dinale trattò decorosamente a men- ampolla di liquore scaturito dal
sa il Papa e la corte, e giunta suo corpo. La sede vescovile di-
l'ora deila partenza, Gregorio XVI chiarata immediatamente sosgetla
OD
per dimostrare la sua bontà verso alla Sede apostolica lo , è tutto-
i narnesi, si recò a piedi in mezzo ra. successe Massimo, il qua-
Gli
nd essi sin Riori della città, ripe- le pose il corpo del predecesso-
tendo le sue benedizioni e le di- re in cattedrale con iscrizione , ,

mostrazioni di aggradimento a tut- e morì nel ^iQ. Nel 4^^ fiori


ti, e partendo per Terni. Kicono- Pancrazio I, che avendo avuto mo-
s.ente Narni ad un tanto Pontefi- glie, lasciò nel 455 due figli che
ce, per avere aumentato di quattro divennero vescovi dopo di lui il :

terre la diocesi, riparato e miglio- primo fu che morì nel


Ercole,
rato la strada corriera, onorata di 470; il secondo Pasquale II, che
sua presenza la città, dopo la sua terminò i suoi giorni nel 49^ :

morte nella cattedrale coti solenne questi tre vescovi sono insieme se-
pompa, iscrizioni, e altissimo deco- polti in cattedrale. Vitelliano o
rato catafalco gli celebrò i funera- Vitalino, che fu al concilio roma-
li; l'odierno ottimo vescovo cantò no del 499 o 5oo, e morì nel
la mes.<;a accompagnata da sceltissi- 533. S. Procolo governò saviamen-
ma orchestra , coli' intervento del te le chiese di Terni e di Narni,
clero secolare e regolare, della ma- e morì martire nel 545. Nel 537,
gisliatura, del governatore ed altre altri dicono nel 547 §'' successe
autorità anche militari. nella chiesa di Narni s. Cassio, che
La fede cristiana vi fu predica- ebbe in moglie s. Fausta, con la
la da s, Feliciano vescovo di Fo- quale aveva vissuto in istato di
ligno, e principalmente da s. Gio- virginità: Lucenti prima di s. Cas-
venale africano di Cartagine nel sio pone vescovi Siro e Valenti-
i

368 o 36g di , ciò incaricato dal no. Fu il Papa Vigilio che com-
Papa s. Danmso I, che lo dichiarò mendò la chiesa di Terni a s. Cas-

primo vescovo di Narni. Col suo sio, il quale Tolila re


sotto de'goti
ed esem-
zelo, predicazione, miracoli rovinò Narni e Terni, potendone
pio converti gl'idolatri e ne bat- il santo vescovo frenare il furore,
tezzò duemila, tramutando i loro poiché liberò dal demonio un suo
templi in chiese ; mori santamente milite col seguo della croce. Di lui
a'y agosto 876, e riposa il suo cor- scrisse con molta lode s. Gregorio
po nella cospicua confessione della 1, come elemosiniero, celebrante
cattedrale , eretta nel i5o8 dal ogni giorno la messa, e di voto di
vescovo Gusmano, essendo il cor- s. Pietro, per cui ogni anno reca-
po in urna di finissime pietre, eoa Tasi Roma alla sua
per la festa in
lapislazzuli e bronzi dorali: pre- tomba, prima anco del vescovato :
tende possederne il corpo anche l'apostolo per gradimento gli disse
Possano, ma forse di altro s. Gio- che lo avrebbe chiamato in para-
venale. Inoltre nella cattedrale si diso in tal giorno, onde a'29 giu-
conservano i suoi guanti poulifica- gno del 558 morì, festeggiandosi
a3a NAR NAR
in questo giorno ed a'4 luglio la rUghelli, né narnese come questi 1q
§ua memoria. In cattedrale si con- vuole, ma romano come lo dichia-
servano con gran venerazione i rano il Novaes e con altri Lucea-
guanti pontificali di s. Cassio ve- zio essendo bibliotecario della san-
:

scovo avvocato e protettore di


, ta Sede, donò alcuni beni al mo-
con un suo piccolo osso iu
INarni, nastero di Subiaco nel 962 ; nel
vaga urna di argento, oltre un al- 963 fu presente al conciliabolo con-
tro osso maggiore e due sacchetti tro Giovanni XII, e nel 965 ven-
di cenere suo corpo, donati
del ne elevato al pontificato col nome
dalla repubblica di Lucca, e tras- di Giovanni XIII (Vedi). Il ve-
portati nella cattedrale nel 1679 scovo Stefano nel ioi5 recossi al
da monsignor Avi già vescovo di sinodo romano di Eenedetto Vili.
Narni con solenne traslazione, poi Essendo vescovo Dodone del 1028,
collocati nel nuovo e nobile alta- r imperatore Enrico III prese sotto
re dell'antichissima cappella detta la sua protezione il preposto ed i
di Corpo santo
nel i68o. Fu suc- canonici de' ss. Giovenale e Cassio.
cessore Giovenale II vescovo di
s. Martino fiorì nel io5o, al cui tem-
Narni e di Terni nel 558, e san- po Papa Alessandro II nel 1069
tamente governò sino al 565, vo- spedì un privilegio alT arcidiacono
lando al cielo a'3 maggio, ma ai e canonici di Narni, confermando-
7 se ne fa la festa; questo è ne i beni. Ridolfo vescovo di Nar-
quel s. Giovenale di cui Possano ni e abbate di s. Cassiano viveva
dicesi possederne il corpo. Indi fio- nel 1092. Agostino figlio di Rinal-
ri il vescovo
Giovanni , al qua- do conte di Marsi sedeva nel i loi :

le scrisse ilPelagio I
Pontefice : il Papa Onorio II nel 11 29 prese
nel 565: era vescovo di Narni e sotto la protezione di s. Pietro il

Terni Proiettizio, che mori nel 595. priore e canonici di s. Giovenale,


Costanzo o Costantino in ambe- e loro beni; ed Innocenzo II nel
due le sedi gli successe; inter- 1 iSg confermò all' arcidiacono e
venne al concilio romano sotto s. canonici della stessa cattedrale i lo-
Gregorio I, e fini i suoi giorni ro beni. N. nel 1146 intervenne
nel 606; indi s. Anastasio vescovo alla consagrazione della chiesa di
d'ambo le chiese. Foligno ; Pietro del i 1 58 lombar-
Deusdedit vescovo di Narni in- do, insigne filosofo, dotto ed erudi-
tervenne al concilio di Papa s. A- to in tutte le scienze, traslato da
gatone nel 680 ; Vilaro sottoscrisse Adriano IV alla chiesa arcivescovi-
a quello che s. Gregorio II tenne nel le di Spalatro. Il Pontefice Alessan-
721 contro gì' matrimoni;
illeciti dro III nel 1 159 provvide all'ele-

Stefano fioiì nell'BiS; Martino vis- zione de' canonici idonei con utili

se dall' 871 311*879. Giovanni di riforme, e ne confermò gli analo-


Narni, defunta la moglie, divenne ghi statuti: al concilio generale che
vescovo della patria verso il 940 : tenne nel11 79 vi fu il vescovo
Giovanni XII lo spedì col cardinal Mazzio o Armato. N' era vescovo
Benedetto per impedire l'ingresso in nel 1180 Bonifacio. Papa Cele-
Roma all' imperatore Ottone I. Morì stino III nel 1195 stabilì il nume-

nel 960, e gli successe il figlio Gio- ro de'canonici a ventidue, e decre-


vanni, non Sergio come io chiama tò norme nella loro elezione; ed
NAR NAR aS3
Innocenzo III nel 1201 confermò lo e il comune, anziani e capitano
al capitolo la parrocchia della cat- della città, nel palazzo municipale,
tedrale. Onorio HI nel 12 16 con- per r ingrandimento della tribuna
fermò gli statuti del capitolo, e il della cattedrale, e l'edificazione del
numero dei ventiquattro canonici cimiterio. Giovanni XXII accordò
avendo questi eletto ve-
stabiliti: alla i323 alcune in-
cattedrale nel
scovo nel 1220 M. Giovanni, il dulgenze, e nel i324 divenne ve-
Papa lo confermò e consacrò. Gli scovo Amanzio, e per sua morte
successe Gregorio che intervenne al- nel i337 Lino, eletto da Benedetto
la cousagrazione della cattedrale di XII. Indi nel i343 fr. Agostino
Rieti uel 1223, ma non vi convìe- Tinaccia di s. Geminiano agosti- ,

ne Lucenzio. Lo stesso Onorio III niano dottissimo, come celebre


e
nel 1224 prese sotto la protezione predicatore il Papa nel 1356 lo de-
di s. Pietro il preposto e canoni- putò a promulgare la crociata con-
ci di s. Giovenale, confermando le tro gl'infedeli. Eletto nel 1367 f'"-

loro possessioni e peitiuenze, indi Guglielmo de' minori, Urbano V


col consenso del vescovo e capito- l'impiegò ad estirpare l'eresia dei
lo, nel 4226 ridusse i canonici a fraticelli.Luca Berlini sanese, fatto
sedici. Nel 1227 Papa Gregorio IX vescovo nel i37i Gregorio XI lo ,

confermò al capitolo i beni che pos- trasferì nel 1378 a Siena: ne fu


sedeva, e quelli che avrebbe acqui- successore Giacomo Tolomei nobile
stati ; nel 1233 o 1234 dichiarò sanese, nunzio d'Urbano \ l che l'in-
soggetto al vescovo di Narni il mo- viò in Toscana a predicar la cro-
nastero di s. Vittore d'Otricoli; e ciata contro l'antipapa Clemente
nel 12 36 mandò al vescovo e ca- VII, quindi nel 1387 lo trasferì a
pitolo due idonei sacerdoti, acciò li Grosseto. In sua vece venne eletto
ricevessero tra' canonici. IVel 242 1 Francesco de Cellanli sanese, fatto
era vescovo di iVarni Giacomo Man- da Urbano VI tesoriere generale,
sueti perugino cui successe tv. , castellano della rocca di JN'arni, che
Fiorenzo domenicano Innocenzo . Bonifacio IX gli die in feudo ;

IV spedì un diploma sulla ele- questo Papa nel iSgo confermò e


zione de' canonici, una dichia- ed ampliò le indulgenze alla cattedra-
razione emanò
262 Urbano nel 1 le. Fiorì nel 1407 fr. Giacomo pe-
IV; mentre Clemente IV nel 1267 rugino domenicano; nel i4o8 An-
volle che la collazione de' canoni- gelo eletto da Gregorio XII ; nel
cali e prebende della cattedrale ap- i4'4I^onadeo di Narni chierico di
partenga al Sedeva in
capitolo. camera; nel i4i8 Martino V vi
jNarni nel 1278 Orlando; nel 1289 trasferì da Jesi Giacomo Bontem-
iVicolò IV concesse indulgenze alla pi perugino, che intervenne al con-
talledrale in diverse feste. cilio di Fen'ara ; i455 Lelio
nel
Morto nel i3o3 il vescovo Or- canonico de' ss. Cosma e Damiano
lando, nel i3o8 Clemente V di- dì Roma Costanzo Eroli nipote del
;

chiarò amministratore Alberto ca- cardinale di tal nome, e narnese,


nonico di s. Pietro di Spoleto, indi nel 1471 trasferito da Paolo II a
nel i3i4 destinò vescovo Pietro, Todi; Sisto IV gli sostituì T altro
al tempo del quale nel i322 ebbe narnese Carlo Buccardi o Buccar-
luogo una concordia tra il capito- diui che lasciò erede la cattedrale,
334 NAR NAR
lodato per virth. Alessandro VI nel di Roma, e nel 1578 nominò ve-
1498 creò vescovo il suo famiglia- scovo Erolo Eroli nobile narnese,
re l'ielio de Guxman o Golmaz encomiato per sapere, probità, per
abbreviatore, che intervenne al con: felici governi da lui esercitati: nel
cilio Lateranense V, e morendo nel suo tempo Gregorio XIV confermò
i5i3 fu sepolto nella cappella da le due cappellanie istituite nella cap-
lui eretta nella cattedrale. Cardinal pella di s. Paolo in cattedrale, patro-
Francesco Sodcrini : di questo car- nato de'Cesi , e fondate dal cardi-
dinale e de'seguenti riportiamo le no- nal Paolo; Clemente Vili nel 1599
tizie alle loro biografìe. Leone X nel confermò al capitolo di liberare dal
i5i7 trasferì dal vescovato Licien- carcere un condannato alla pena
se Ugolino Martelli nobile fiorenti- capitale. Nel 160 1 divenne vescovo
no, profondo scienziato e scrittore Gio. Battista Toschi di Reggio, ni-
egregio, che mon nello stesso anno. pote del cardinale di tal cognome,
Carlo Soderini nobile fiorentino nel traslato a Tivoli. Nel i6o6 gli suc-
i52 3, con regresso del cardinal zio, cesse parente Giovanni Beroso o
il

che ne avea ripreso il governo, in- Bonetti di Reggio, morto nel i632.
di traslato in Francia. Nel 1 524 car- Lorenzo Azzolini fermano^ surroga-
dinal Paolo Cf;5i amministratore, che tOj cessò di vivere nello stesso an-
anno cede la sede al pa-
nello stesso no. Nel 1634 Paolo Buccerelli
rente Bartolomeo Cesi, morto nel d'Arquata, sotto di cui accadde il
1 537. Indi per sei mesi l'amministrò felice scoprimetito del corpo di s.
il cardinal Alessandro iS^òrzi^. Paolo Giovenale, e sua solenne traslazio-
111 nel i538 fece vescovo Giovan- ne ; e furono deputati due maestri
ni Rinaldi de' marchesi di Monto- di cerimonie con l'uso dell'abito
rio. Pietro Donato Cesi romano nel paonazzo. Alessandro VII neli656
i546j poi cardinale, sotto di lui nominò R.aimondo de'marchesi Ca-
Paolo IV nel i55'] confermò al stelli di Terni, fornito di belle vir-
capitolo 'e canonici il privilegio tìi e zelo: nel 1660 istituì il se-
di liberare nel giorno di s. Gio- minario, celebrò nel r665 il sino-
venale un condannato a morte do, e fondò la società di cento sa-
dalla curia del governatore della cerdoti per suffragare i defunti ,

città, e nel i566 s. Pio V con- approvata da Alessandro VII; fu


fermò la soppressione di alcune pre- pure istituita in cattedrale la pre-
bende da Giulio 111
fatta Pao- ,
benda del penitenziere, con la chie-
lo IV e Pio IV, e nominò vescovo sa, beni e convento di s. Maria del

Romolo Cesi romano, per cessione Piano, già de' minori osservanti, ed
del cardinale, e dopo dodici anni ebbe luogo una convenzione sulle
rinunziò. Nel iSyS canonici e i cento libbre di pesce che il Castel
preti di s. Giovenale e di s. Seve- di Moggio deve contribuire annual-
rino concessero alla compagnia del- mente, una parte al vescovo e due
la ss. Annunziata la chiesa di s. Se- al capitolo. L'arcidiacono e vicario
verino. generale di Narni, Ottavio Avi no-
Gregorio XIII nel 1577 dichia- bile camerinesc, nel 1670 con ac-
rò altare privilegiato pei defunti clamazioni fu fatto "vescovo : egre-
quello di s. Giovenale, con le in- giamente restaurò il palazzo vesco-
dulgenze dell'altare di s. Gregorio vile, aumentò le sacre suppellettili,
NAR NAR 23'
e donò alla cattedrale il corpo di Galligari di Foligno, già parroco
s. Valerio Lila martire niauritaiio. di 8. Giacomo in Augusta di Roma,
Giuseppe Felice Barlocci romano, esaminatore del clero romano, di-
referendario e abbreviatore, eletto fensore delle cause matrimoniali
nel 1682. Francesco Picharelli no- presso il vicariato, e canonico ono-
bile di Sarnano, consultore del s. i-ario in patria. Il capitolo si com-
ofiizio, uditore di rota di Macerata, pone di venti canonici, comprese le
gli successe nel 1690 e morì nel prebende del teologo e penitenziere,
1708. Francesco Saverio Guicciar- di un beneficiato e di altri preti e
di nobile di Como, canonico di s. chierici il parioco: della cattedrale
Maria in Trastevere, eletto nel è un canonico. Innocenzo XI nel
1709: il Bucciarelli a p. 179 ri- 1687 concesse ai canonici l'uso
porta la distinta relazione dell' in- del rocchetto e della cappa magna;
gresso solenne in Narni, ed a p. prima avendola cotta el'almuzia.
234 dà l'elenco numeroso d'in-
ci La diocesi si estende in più miglia
signi reliquie donate da lui alla di territorio e contiene 3i luoghi.
cattedrale e diverse della Beata Ogni nuovo vescovo è tassato ne'li-
Vergine e del Redentore, fra le bri della camera apo<;tolica in fiori-

quali del s. Legno ed una sacra ni 200, corrispondenti a circa scudi


Spina. In detto ingresso il vescovo 1600 di rendita, depurati dai pesi.
Guicciardi cavalcò una bianca chi- Vedasi Carlo Stefano Bucciarelli:
nen, prima in cappa e poi in pi- Cathedralis Narniensìs Ecclesiae.
viale; coli' intervento di sette or- ejusqiie capi tuli, et canonicoruin
dini regolari, del clero della città anlìquilas ,nohditas, indulta etprae-
e diocesi, compreso quello delle sei rogattvae, JN'arniae typis haeredum
collegiate ; seguivano a cavallo il Corbelletti 1720. Marchesi, £a gal-
prelato Barni governatore in veste leria dell' onore, in cui parlasi del-
lunga e cappello prelatizio, i priori le nobili famiglie Lambardi, Eroli
coir abito senatorio , i luogotenenti e Cardoli. Antonio d'Orvieto, Cro-
del governatore ed altri. Con que- nologia, del convento di s. Fran-
sto r Ughelli termina la serie dei cesco. Fontana, De romana pro-
vescovi, Italia sacra, t. I, p. 1007 vincia, del convento di s. Maria
e seg. : compiremo colle annua-
la Maggiore. Torsano, Orai, qiiae de
li ilo f/sf e di Roma. 1718 fr. Gioac- Unibriae. Blavio, Tkeatriuii civi-
chino Maria de Oldo di Crema, tatum.
i 725 Nicolò Tersaghi romano, tras- NARO o NARI
Gregorio, Car-
lalo Samaria e suflraganeo di
da dinale. Gregorio Naro o Nari dei
Ostia e Vellelri. 1761 Prospero marchesi di Mompeo, nacque da
Celestino Meloni bolognese. 1796 illustre e antica famiglia romana ;
Antonio David romano. 1818 An- ottenuta nella Yuiiversità di Parigi
tonio Maria Borghi di Loreto. nel 1605 la laurea dottorale, resti-
1834 Monsignor Gioacchino Tam- tuitosi alla patria, venne ammesso
burini d' Imola, fatto da Gregorio tra i chierici di camera da Paolo
XVI questo Papa avendolo tras-
: V di cui era aftìue. Urbano Vili
ferito a Cervia nel concistoro dei lo nominò alla presidenia dell' an-
32 luglio 1842, creò vescovo l'al- nona, dove avendo mostrato pru-
tuak aioiisignor Giuseppe Maria denza e valore lo promosse a udito-
236 NAR NAR
re della stessa camera , ed ai 19 i744> della cui antica famiglia fa-
povembre 1629 lo creò cardinale cemmo parola nei voi. XIII, pag.
prete del titolo de' ss. Quirico e 86, e XLII, p. 252 del Diziona-
Giulilta, e poco dopo lo fece ve- rio. Fino dall'età giovanile intra-
scovo di Rieti, e lo ascrisse alle prese la carriera ecclesiastica, per
congregazioni propaganda, con-
di cui Clemente XllI lo fece canoni-
sulta, vescovi e regolari ed altre , co di s. Pietro, e Io nominò suo
colla protettori» de' canonici rego- cameriere segreto, nel quale ufficio
lari laleranensi. Condottosi alla sua servì pure Clemente XIV e Pio
chiesa, poco le potè giovare, men- VI, il quale nel 177 5 lo dichiarò
tre dopo breve spazio di tempo vi prelato domestico e referendario di
lasciò la vita nel i634 d'anni cin- ambe le segnature. Quindi nel
quantalre, tra le lagrime dell'af- 1776 ebbe luogo fra i ponenti del
flittosuo popolo. Il cadavere tras- buon governo, e nel 1787 fra i

ferito in Roma, ebbe sepoltura nel- ponenti di consulta. Pio VII nel
la chiesa di s. Maria sopra Miner- 1800 lo annoverò fra i chierici di
va, dove al destro lato della sua camera, e fu pure presidente delle
coppella gentilizia di s. Gio. Batti- ripe e delle acque. Nel declinar del
sta fu costruito alla sua memoria 1807 lo nominò suo Maggiordo-
un magnifico avello, col di lui moy al quale articolo vi sono altre
)}usto espresso al vivo in can- sue notizie: finalmente nel conci-
dido marmo, fregiato di un nobile storo degli 8 marzo 1816 lo creò
epitaffio postovi dal marchese Ber- cardinale dell'ordine de'preti, e poi
nardino suo fratello. Ne' diversi im- gliassegnò per titolo la chiesa di s.

pieghi ch'esercitò, mostrò invaria- Clemente. Leone XII nel 1828 gli

bilmente uno spirito fermo e co- conferì l'arcipretura della basilica


stante, e un petto forte in serbare di Maria Maggiore, ch'egli avc'
s.

inlaltc le regole della più esatta va prima dell'assunzione al ponti-


giustizia. Risplendeva nella di lui ficato, e nell'anno santo 182? aprì
condotta una incomparabile beni- e chiuse la porta santa della me-
gnità verso ogni ordine di persone, desima con dignità di legato. Fu
dimodoché mai parti alcuno da lui prefetto della congregazione della
mesto o malcontento per non es- disciplina regolare, e membro di
sere stato accolto col debito onore, quelle della visita apostolica, de' ve-
o per essergli stata negata quella scovi e regolari, dell'immunità, dei
giustizia che gli era dovuta ; e par- riti, delle indulgenze, della fabbri-
ve certamente una specie di prodi- ca e di consulta. Ebbe le protet-
gio, che nell'esercizio singolarmente torie delle confraternite di s. Nico-
di uditore della camera, non si lò in carcere, de' ss. Celso e Giu-
destassero giammai contro di lui liano, e della ss. Concezione d'Al-
dicerie o querele; ciò avvenne per- bano; de' monasteri della Purifica-
chè fatto tutto a tutti , mostravasi zione e Margherita delle
s. batti-
con ognuno amorevole, giusto, af- stine, del ss. Rosario in s. Cle-
fabile e cortese, mente; delle arciconfraternite della
NARO Benedetto Cardinale. , Pietà de'carcerati, del ss. Crocefisso,
Benedetto Naro nacque in Roma del conservatorio di s. Caterina
^i\ nobilissimi genitori il 26 luglio dc'funari, e di Rieti. Intervenne a^
NAR NAS 287
conclavi per le elezioni di Leone lipresero, e fu ridotta in cenere
XII, Pio Vili e Gregorio XVI. nel 1659. Pietro il Grande inutil-
Visse circa 8g anni, e munito di mente 1700, e Carlo
l'assediò nel
tutti i conforti della" religione mo- XII lo sconfisse sotto le sue mu-
rì in Roma a' 6 ottobre i832. I ra; cinque anni dopo però la pre-
funerali si celebrarono in s. Mar- se. Distrutta nel 1773 da un incen-
cello, cantando la messa il cardi- dio, prontamente fu rifabbricata.
nal Odescalchi; quindi il cadave- La sede vescovile fu unita a quel-
re, giusta la sua testamentaria di- la di Pleskow { Vedi ) . Onens
sposizione, fu tumulato nel suo ti- chrìst. t. I, p. i3 18.
tolo, nella cappella dedicata alla NARSETE (s.), vescovo di Scia-
passione del Redentore ed a s. Ca- harcadat in Persia, e martire. Fu
terina, ove si ammirano le celebri preso con Giuseppe suo discepolo
pitture di Massaccio, dal cardinale nel quarto anno della grande per-
ristorate iSa^. Fra le virtù
nel secuzione fatta da Sapore II, il qua-
di cui adorno questo degno
era le tentò ogni via per indurli ad
porporato, una delle più singolari adorare il sole. Per la loro corag-
fu lo zelo particolare che nutriva giosa fermezza indispettito il mo-
pel decoro del divin culto, mo- narca, li condannò alla morte, e fu-
strandosi generoso e munitlco al- rono decapitali il decimo dì della
lorquando trattavasi di ristabilirlo luna di novembre l'anno 343. li

e promoverlo, come appunto fece Buller ne riporta la festa il giorno


nella chiesa titolare, da lui nobil- 3o di detto mese, facendo menzio-
mente restaurata ed arricchita d'ogni ne di parecchi altri cristiani che
sorta di sacri arredi e preziose sup- circa lo slesso tempo soffersero il

pellettili. Ne con minor munificen- martirio nella Persia.


za si diportò verso la sua arcipre- NASALLI Ignazio, Cardinale.
tura, e verso le altre chiese e luo- Ignazio nacque in Parma
Nasalli
ghi pii a cui presiedeva, onde la il 7 ottobre i75o, e dopo fatti i
memoria di lui vivrà sempre nel- sacri studi abbracciò lo stato ec-
la benedizione de'buoni. clesiastico, e si dispose a servire la
NAR VA o NERVA. Città vesco- santa Sede. Avendone Pio VII ap-
vile e forte della Russia Europea, prezzati i meriti, nel 18 16 lo a-
a 3o leghe da Pietroburgo, sulla scrisse tra' suoi prelati domestici e
Narova_, nel golfo di Finlandia. È referendari delle due segnature;
divisa in città nuova ;
vecchia e quindi lo scelse luogotenente civile
la prima fabbricata nel 12^3 da del tribunale del vicariato, ed uno
Valdemaro II re di Danimarca con de' prelati dell'immunità ecclesiasti-
buone fortificazioni ; la seconda ca. Nel concistoro de' 27 dicembre
protetta da un castello, e rinchiu- 18 19 Pio VII lo fece arcivescovo
de due chiese, una delle quali lu- di Ciro in partihus, e promosse a
terana, il palazzo comunale, la bor- nunzio apostolico presso la confe-
sa. La città nuova è in legno, la derazione Elvetica. Leone XII nel
vecchia in pietra. Un tempo fu 1826 l'incaricò d'una missione
anseatica, e molto soffrì negli asse- straordinaria presso la reale corte
di. Nel i558 fu presa dallo czar de' Paesi-Bassi, per cui intervenne
Ivan, indi gli svedesi nel i58i la ai congressi che il cardinal Cappel-
238 NAS NAS
lari come plenipotenziario pel con- paese fertile. Vi risiede in bel pa-
cordato ccuchiuso con Guglielmo f, lazzo la corte superiore di giustizia
tenne avanti di se coi celebri pre- del Tennesee occidentale. Assai re-
lati Mazio, Capaccini e Belli, poi golare, lamaggior parte delle sue
tutti cardinali. Lo stesso Leone XH, case sono belle e ben fabbricate in
in premio delle sue fatiche e belle pietra. Ha delle case di culto pei
doti, nel concistoro de'aS giugno presbiteriani, metodisti e battisti,
1827 lo creò cardinale dell'ordine un mercato coperto, due banche
de' preti, assegnandogli per titolo ed una pubblica biblioteca di più
la chiesa di s. Agnese fuori delle di 1200 volumi. Il collegio di
mura, e per congregazioni quelle Cumberland vi fu trasferito nel
de'vescovi e regolari, dell'indice, 1806, e chiamasi l'università di
dell'indulgenze e sacre reliquie, e Nashville : vi si contano molti
della lauretana. Intervemie ai con- altri stabilimenti d'istruzione e so-
clavi in cui furono eletli Pio Vili e cietà letterarie. Ha diverse fabbri-
Gregorio XVI. A' 2 dicembre i83i che e fa un buon commercio: i

passò al riposo de'giusti, d'anni 82, prodotti del territorio vi sono spe-
in lioma, munito di tutti i con- diti per acqua con molti battelli a
forti della Chiesa, e con una esem- vapore alla Nuova Orleans in pri-
plarità ed edificazione corrisponden- mavera ed autunno. Conta più di
te alle esimie virtù di cui era 6000 abitanti, ricchi in gran par-
adorno, e che avea esercitato in te, assai spedalieri e di buona so-
tutto il corso di sua vita. Nella cietà : i dintorni sono amenissimi
ebiesa di s. Marcello ebbe luogo i e coperti di belle tenute. Nell'ot- dB
funerali, in cui celebrò la messa tobre 1847 '^ città soggiacque a ^B
il cardinal Barberini, e nella sera fatale disastro, pel terribile scoppio
le sue spoglie mortali furono tras- di un magazzino di polvere incen-
portate, secondo la sua prescrizione, diato da un fulmine, e più di cen-
nella detta sua chiesa titolare, e to case furono abbattute intera-
dopo le consuete assoluzioni tumu- mente, restando sepolte sotto le ro-
lato. Gregorio XVI dichiarò il suo vine alcune persone. La contrada
nipote Francesco prelato dome- fu una di quelle che Carlo II re
stico. d'Inghilterra donò nel 1664 al
NASHVILLE {Nashvillen). Cit- conte di Clarendon ed altri suoi
tà con residenza vescovile dell' Ar- compagni, perchè vi fondassero sta-
menia settentrionale, degli Stati-Uni- bilimenti, ma i cherokees li caccia-
ti, nello stato di Tennessee, capitale rono colle armi. Giorgio HI nel
di esso e capoluogo della contea di 1750 concesse queste terre a di*
Davidson, a 2 io leghe da Washing- versi per istabilirvi colonie , onde
ton, presso la sinistra del Cum- cinquanta famiglie vi si trapianla-
berland che gli serve di porto, e vi rono nel I755, che presto furono
è navigabile durante nove mesi disperse. Passati dieci anni vi pe-
pei navigli di 3o a 4» tonnellate, netrarono altri , e delle famiglie
e ad un cerio tempo per quelli di caroliniane, e vi seppero sostener-
4oo tonnellate. E amenamente si- si. Nel 1796 Tennessee fu eretlo
tuata sopra una roccia elevata 200 in stato, ed ammesso a far parte
piedi sopra della riviera, ed iu un iulea;raule dell'unione, adottando
NAS NAT 239
lo statuto imitativo della coslitu- funesto scisma che lacerava la Chie-
zjone federale. sa. Morì nel 1890 in Heiligensld,
Gregorio XVI col breve Uiiìver- dove trasferito a Magonza ebbe nel-
sì Dominici, de'28 luglio 1887, a la. sua metropolitana onorevole se-

meizo della congregazione di prò- poltura.


paganda v' istituì la sede vescovile, NASSAU. V. Limburgo, Olanda.
ad istanza del sinodo di Baltimo- NATALA NO vescovo d'Aber-
(s,),

re, al cui arcivescovo la dicliiarb deen. Esperto nelle sacre e profa-


snffraganea, come si legge nel Bull, ne lettere, egli divideva il suo tem-
de prop. t. V, p. i63, derogando pò nell'orazione, e nel coltivare la
al breve Benedicttis Deus c\t\ 1884, teira, persuaso che questo genere
col quale ne avea attribuita la giù- di travaglio fosse adattato alla vita
risdizione al vescovo di Bards- contemplativa. Avendolo un pelle-
Toìvn, ed Nuo-
in parte a quello di grinaggio fatto a Roma dato a co-
va Orleans. Nominò per primo ve- noscere al Papa, fu da questi elet-
scovo a' 28 luglio 1887 l'odierno lo vescovo di Aberdeen. Egli ftmse
monsignor Riccardo Miles domeni- santamente il suo D>inistero: im-
cano. Nella città vi è una piccola mense limosine lo fecero a buon
chiesa sacra alla Madonna del Ro- dritto riguardare come il padre dei
sario, e se ne fabbricarono nelle poveri. Dietro l'esempio del grande
città di Memphis, Colombia, Franh- apostolo, menava una vita assai du-
lin, Gallatin, conlenendo la dio- ra, vivendo del lavoro delle sue
cesi un territorio di 4ojOOO mi- mani. La Scozia che il riguarda
glia quadrate. Ultimamente i cat- come suo apcstolo, fu mercè le fue
tolici superavano i 1000, in dieci cure preservata dal pelagianismo.
stazionisi preti ascendevano a die- Morì nell'anno 4^^, e fu sepolto
ci, oltre alcuni domenicani. nella chiesa di Tullicht Bothelim
NASSAU Adolfo , Cardinale, da lui fondala. Le sue reliquie, il-

Adolfo de' conti di Nassau, nato in lustri per molti miracoli, vi sono
Germania, fu eletto vescovo di Spi- state venerate fino all' introduzione
ra, che governò con gran
chiesa della pretesa riforma; e la sua fé-

zelo e prudenza per lo spazio di sta si celebra giorno 8 gennaio,


il

nove anni, e poi fu trasferito a NATALE, Natalizio, natalis dies.


quella di Magonza, dopo
morte la Significa propriamente il giorno
dell'arcivescovo Lodovico. Narrano della nascita, ma presso i pagani
i Sammartani, che quantunque ri- fu usato per indicare la festa che
chiesto di comun consenso per pa- celebravasi per V Anniversario (Ge-
store dai magonzesi, Urbano VI di) della nascita degl' imperatori,
non volle accordarglielo, del che ed in generale per ogni sorta di
egli olfeso, riconobbe per legittimo Feste. Ordinariamente si celebra
Pontefice l'antipapa Clemente VII, più l'anniversario della festa ono-
da cui ottenne il possesso della mastica, che il di della nascila. E
chiesa, nella quale in seguito fu pure dagli antichi cristiani si cele-
confermato da Urbano VI, che anzi brava qnal festa l'anniversario in
nel dicembre 1881 lo creò cardi- cui ciascuno avea ricevuto il Bai-
naie, dignità che fu da lui ricusa- tesimo [Vedi), rito autorizzalo dal-
la, principalmente a cagione del la Chiesa, come diretto a richiama-
2 4o NAT NAT
re alla memoria il più grnnde dei martirologi, dai diversi scrittori di
Jjenefi/.i divini, il 8agramento delia essi che credettero assegnare il ve-
redenzione; poiché se la Chiesa ce- ro giorno^ da errore de' copisti, o
lebra l'anniversario della consacra- dall'aver confuso piìx santi in uno.
zione del vescovo, e quello della f^edi Nome per le feste de' gior-
consagrazione materiale de'templij ni natalizi; e pel Natale di Roma
con quanto ancor di ragione non e suoi festeggiamenti , Mura di
conveniva celebrare l'anniversario Roma.
della rigenerazione de' fedeli alla Il celebrare con solenne convi-
grazia, che sono vivi templi dello to i giorni natalizi, fu costuman-
Spirito Santo? L' anniversario di za antichissima e universale. Era
quel sagramento, senza cui niun'al- questa costumanza in uso agli ebrei,
tra grazia sagramentale, né l'eter- ai persiani, e principalmente ai gre-
na salvezza si può conseguire? Ri- ci, ed ai romani che chiamavano
conobbero infatti opportunissima tali solennità e banchetti Natali'
l'osservanza di questo rito s. Car- tia. Né solo i figli ai genitori, e
lo Borromeo, e il cardinale Sanse- questi a quelli, e gli uni agli altri
verino, che tentarono richiamarla amici si congratulavano nel ritor-
nelle loro diocesi, come rilevasi nei nare del giorno della loro nascita,
loro rituali. Se è andato in disuso ma ciascuno eziandio soleva far fe-
il rito e la celebrazione della pa- sta a sé stesso, convitando le per-
squa Annotina i^Vedi), in cui ce- sone caramente dilette. I ro-
pili

lebravasi l'anniversario del battesi- mani costumavano imbandire in


mo, almeno per corrispondere al- luogo aperto ed ameno questi ban-
l' oggetto cui mirava, facciamo in chetti. Da Plauto si apprende la
particolare ciò che soleva farsi in formola con che i convitati saluta-
essa dagli antichi cristiani. Gli stessi vano colui del quale ricorreva il
cristiani (ecero uso di questo vocabo- natale: O tu nato oggi, o tu nato
lo natale nel medesimo senso, per oggi, io dico a te: o nato oggi,
significare che celebravasi la
cioè gli Dei ti salvino! Furono ezian-
festa d'un Santo o Martire (^e- dio i festevoli conviti posti in uso
di)j in un determinato giorno, seb- a celebrare i giorni natalizi degli
bene non fosse quello della sua na- uomini illustri, tanto mentre ancor
scita. Il termine natalis o natale, essi vivevano, come i cavalieri ro-
trattandosi de'santi, se il piìi delle mani erano usati di dar feste e
volte significò il giorno nel quale di far convito nel dì del natale di
morendo alla vita terrena rinacque- Augusto, e con)e Tibullo celebrava
ro alla felice e immortale, venne quello del trionfatore Messala; tan-
anche usato assai spesso per indi- to pure dopo la loro morte, come
care solennità, e così abbiamo na- Seneca narra di sé medesimo, che
tale della Cattedra di s. Pietro e .soleva celebrare i giorni natalizi di
simili; in questo medesimo signifi- coloro i quali in grande fama fos-

cato il natale di una chiesa si disse sero pervenuti, come Plinio raccon-
festa della Dedicazione (f^edi). Par- ta di Silio Italico che festeggiava la
lando il Zaccaria del natale de'mar- nascita di Virgilio, e come dà a cono*
tiri pel giorno di loro morte, spie- scere il Genethliacon che Stazio
ga la varietà cui lì annunziano i scrisse in onore del poeta Lucano.
NAT NAT 241
Giunone fu pur chiamata natale^ quC da Maria Vergine, e per quel-
perchè sopiastava a tutte le solen- la che lo fa nascere spiritualmente
Di questo argomento
nità natalizie. nelle nostre anime, per mezzo del-
tra gli antichi ne scrisse Censorino la fede e della carità punto che
:^

nel 238 con l'opera: De die nata- trattammo agli articoli Messa, Mat-
lì, che compose in occasione della tutino, e nel volume IX, pag.
nascita di Cerellio suo amico; e tra 100 e seg. del Dizionario. Que-
i moderni Gioseffo Laureuti : Sui sta festa è preceduta (ìsAV Avvento
giorni e conviti natalizi. Si posso- con Digiuno (Vedi) fino dalla pri- :

no vedere gli articoli Convito, mitiva Chiesa solevano i fedeh os-


Giuoco, Festa, Feria ove parlan- servare il giorno di Natale con tan-
dosi delle particolari, si dice delle ta solennità, che per maggior al-
repentine pei giorni onomastici. legrezza non osservavano 1' astinen-
NATALE Festa solennissima
. za delle carni, se la festività cade-
nella natività di Gesù Cristo, Chri- va in venerd'i. Ad Onorio III il

sii natalis dies, natalibus Domini vescovo di Praga domandò se fos-


sacer dies; Sol novus fu chiamata se lecito tal costume, ed il Papa
uuticamenle, e metropoli delle feste Io confermò nella risposta presso il

da Giovanni Grisostomo: di que-


s. Rinaldi all'anno 1216, cap. Exp li-
sta Festa {f'^edi), che celebrasi da cari, 3, tit. 4^ ^^ observat. J eju-
tutti i cristiani con diversi riti, ne nior. ,Sìx\ quale sono /da vedersi:
parliamo ne'molti analoghi articoli. Reiffeustuel t. Ili Jur. canon, univ.
Fedi Betlemme (del quale ragio- hb. 3; Grappin, Diss. Quand, et
nai pure a Gerusalemme ), Peesei'io, pourquoi s'est introduit Tusage de
Gloria in excelsis Deo. La nascita fair e gras le jour de Noè'lj cette
di Gesù Cristo die origine aWEra Jete arrivat-elle en vendredi, ou eii
Cristiana o Volgare ( Vedi ), ove samedi, presso il Dinouart nel suo
si tratta dell'epoca di essa, su di t. LIX del Journ. eccles. p. 166.
che si possono consultare tulle le Onorio III dunque dichiarò: che
notizie erudite raccolte dal Cancel- ricorrendo la Natività nel giorno
lieri nel libro : Notizie intorno al- di venerd^i, e molto più se cadrà
la novena, vigilia, notte e festa di in giorno di sabba lo, per l'eccellen-
Natale, con una biblioteca di au- za della festa sia lecito ad ogni
tori che trattano delle questioni cristiano mangiare di carne, quan-
spettanti alla nascita del Redento- do per volo o per regolare osser-
re, Roma 1788. Al Papa s. Te- vanza non sia astretto dal digiuno
lesforo del 142 si attribuisce il o all'astinenza delle carni ; non do-
rito di celebrare tre messe nel- vendosi per altro rimproverar quel-
la Natività del Signore , cioè una li che per divozione volessero iu
a mezza notte nell'ora in cui nac- tali Ab-
giorni astenersi dalla carne.
que, la seconda all'aurora in cui benchè poi non si sappia con pre-
fu adorato dai pastori ( Vedi Epi- cisione r epoca nella quale questa
fania ), la terza in quel!' ora del festa venne istituita nella Chiesa,
giorno avanti terza, per onorare la non si può ragionevolmente dubi-
triplice nascita del Salvatore, cioè tare che non sia più antica del
per quella pei la quale egli proce- concilio di Nicea tenuto nel 323,
de dal Padre, per quella in cui uac- sebbene non si celebrasse da per
VOI. ILMI 16
242 NAT NAT
tutto nello stesso giorno, per l'ac- nesi. Benedetto XIV, De ftstis Cini-
cennata disparità ò' opinioni circa sti, coriobora il parere che colloca
il giorno nel quale Gesù Cristo po- la nascita di Gesù a' 2 5 dicembre,
teva esser nato. Il Papa s. Giulio I massime coli' autorità de' ss. Gio.
del 336 fissò nel giorno z5 dicem- Grisobtomo Gregorio Nisseno e
,

bre la festività del Natale, come Agostino; e risponde con solidità


vuol provare il Pagi, in Breviar. alle obbiezioni di quelli che lo com-
Pont. Rom.: tuttavolta nell'amplis- battono egli
: non dubita che i

sima Collezione deconcilìi, t. II, p. greci non abbiano primitivamente


1255, si fa vedere che la celebra- celebrato questa festa lo stesso che
zione di questo giorno natalizio è i latini, e gli dà il primo posto
più recente. dopo la Pasqua e la Pentecoste.
Abbiamo da s. Clemente Ales- Nelle Dissert. del Zaccaria, la X
sandiino, che alcuni ritenevano na- del t. 11 è sopra la nascita di Ge-
to il Redentore a'24 o ^^ aprile sh Cristo. Quanto ai riti della ce-
o maggio: poco dopo di lui nella lebrazione delle messe, si può leg-
chiesa d'oriente s'incominciò a ce- gere Natale del eh. Di-
l'articolo
lebrare la festa di Natale col no- clich, littirg. Le antiche
Diz. sac,
me di Epifania a'6 gennaio, unita- Eulogie (Fedi) avevano luogo an-
mente a quella dell'adorazione dei co pel Natale, cioè i pani benedet-
Magi [Fedi), e della commemora- ti, esprimenti la reciproca unione
zione del battesimo di Gesù Cristo, de' cristiani, che
man- i vescovi si

uso principiato nel III o IV seco- davano reciprocamente, e donavano


lo. Quanto alla chiesa d' occidente, ai re, regine e principi. Un avan-
Cassiano c'insegna, che ne'primi del zo di quest'antica disciplina, sono
secolo V celebravansi i due miste- forse gli auguri! di buone feste, i
ri separatamente in due diversi doni e le mancie che hanno luo-
giorni, come pur dicemmo a Epi- go per Natale: argomenti che si
fania; in fatto la festa di Natale è possono vedere a Mancia e Lette-
notata per la chiesa romana in re EPISTOLARI. Dal miscuglio di fi-
particolare a''25 dicembre, nell'an- chi, mandorle e uva ammassati
tico calendario compilato verso la con pasta, ebbe origine quella fo-
metà del IV secolo. Quest'uso pas- caccia, che presso di noi si usala
sò dalla chiesa di Roma a quella occasione della vigilia di Natale e
d' oriente, e da s. Agostino si ap- sua festa, tanto conosciuta sotto il

prende che la chiesa africana si nome di pan giallo, di che parlai


conformò alla romana, per antica al termine dell' articolo Digiuno.
e immemorabile tradizione. Bonifa- Della novena di Natale se ne par-
cio Vili del 1294 colla costituzio- la a Novena.
ne Alma Mater, 1^ de sent. ex- NATCHEZ [Natcheten). Città
coni, in sesto, § in fcstiiùtalibns, di- con residenza vescovile del Missisi-
chiarò che la festa di Natale si po- pi nella America settentrionale degli
tesse celebrare colle porte aperte, Stati-Uniti, capoluogo della contea
ne'luoghi ove fosse l'interdetto. Sui d'Adams a 5o leghe da Nuova
riti coi quali la chiesa ambrosiana Orleans , sulla sinistra del Missi-
celebra il Natale, vedasi il Fuma- sipi.Con un aspetto pittoresco,
gallij Antichità longohardicO'inila' sopra un ameno colle , e eret-
, ,

NAT N.\T 7\i


ta lanlo regolarmente quanto pub 1798 ebbero la contrada gli anglo-
perraelterlo un terreno un poco americani, che nel 1817 formarono
ineguale. Quasi tutte le case sono lo stato di Missisipi col brano oc-

in pietre o in mattoni^ e molte cidentale della regione, e gli dicro-


vedonsi ornate di portici e colon- no uno statuto col sistema rappre-
ne. Alcuni pubblici edifixi, come il sentativo, e la divisione de' tre po-
palazzo comunale, la biblioteca, le ten.
due banche e tre chiese, sono fab- Gregorio XVI col breve Universi
bricati con gusto. Evvi un sobborgo Dominici gregis, de' 28 luglio 1837^
ai piede d'una collina argillosa, uno Bull, de prop. fide t. V, p. i6r,
scoscendimento della quale schiac- istituì la sede vescovile sufFraganea
ciò molte case nel iSaS. Natchez. dell'arcivescovo di Baltimore, ad
è considerata come porto ed il , istanza del sinodo tenuto in quella
congresso vi ordinò l'erezione d'un città , ed a mezzo della congrega-
faro. Yi si esporta principalmente zione di propaganda. Costituì la dio-
del bel cotone raccolto nel paese , cesi con lo stato del Missisipi e il

ed il commercio vi è fiorente. Con- consenso del vescovo di Nuova Or-


ta circa 4ooo abitanti , fra' quali leans cui apparteneva il territorio,

alcuni artigiani di origine tedesca derogando breve Benedictus Deus,


al

e qualche francese. Questa città pre- col quale glielo avea attribuito nel

se il nome dai natchez o natchezi, i834- Il Papa dichiarò per primo


una delle più possenti e ragguar- vescovo monsignor Tommaso Hey-
devoli popolazioni di queste contra- den a' 24 luglio 1837, quindi a-
de , ma che dopo la guerra fatta vendo questi rinunziato, gli die per
coi francesi, verso il lySo fu quasi successore l'odierno monsignor Gio.
interamente distrutta. 11 colle su cui Giuseppe Chance a' i5 dicembre
>'atchez è eretta si prolunga dal 1840. La conversione diPierceCon-
nord al sud in una estensione di 43 nelly, già ministro e curato episco-
leghe circa lungo il Missisipi. Que- paliano in Natchez alla fede catto-
sto paese un tempo sanissimo, e che lica, fece una
grande impressione
un rifugio agli abitanti di
offriva ne'protestanti della città, per quanto
Nuova Orleans, da ultimo fu deso- si legge nel n. 33 del Diario di
lato per due anni dalla febbre gial- Roma i836: questo convertito si

la. Natchez seguì destini dello statoi fece sacerdote, e la moglie religiosa
di Missisipi scoperto dal francese di s. Giuseppe , essendo divenula
Roberto de la Salle : entrò a far superiora di una casa di tal congre-
parte della Luigiana, ed francesi i gazione; i due figli furono collocati
nel 1716 vi piantarono una colo- in luoghi di educazione. Connelly
nia nel paese dei natchez. La Fran- ora è missionario in Inghilterra, in
cia cede agi' inglesi questi possedi- una chiesa fabbricata dal pio lord
menti nel 1763, ed allora il Mis- Shrewsbury, e fu trattato benigna-
sisipi fu limite della contrada fran- mente da Gregorio XVI che gli
cese e della inglese. Nel 1783 l'In- donò un bellissimo calice. I catto-
ghilterra cede alla Spagna le Flo- lici di Natchez fecero una sottoscri-

ride, e gli spagnuoli estesero sino zione per fabbricare la cattedrale


alla riva orientale del Missisipi la e forse ne avrà ritardato l'esecuzio-
loro occupazione. Finalmente nel ne il grave disastro dell' uragano
a44 NAT NAT
che soffrì. Altra chiesa cattolica era sunta, come di s. Simeone, cioè del-
perita per un casuale incendio. In la Purificazione, la litania ossia la
Wicksburg sono molti cattolici.
vi processione dalla chiesa di s. Adria-
NATIVITÀ'. Festa della nascita no uscisse per andare Maria a s.

di Maria Vergine, figlia dei ss. Gioac- Maggiore, che mostra la solen-
lo
chino ed Anna [P^edi) , che fu an- nità già introdotta. Nel 745 s. Bo-
nunziatrice al mondo delle sue al- nifacio di Magonza la segna tra le
legrezze e della sua vicina libera- feste sabbatizaride o sia di precetto.

zione, e perciò la Chiesa ne celebra Del secolo VIII è pure l'ordine ro-
la festa con lodi e rendimenti di mano, nel quale di essa si parla.
grazie. Ella è rimembranza noa solo Ne' capitolari di Carlo Magno e Lo-
di un mistero ma di un mistero
, dovico I non trovasi rammentata,
distinto da singolari privilegi: s. Pier benché si pretenda che allora si os-
Damiani nel sermone per questa servasse in Francia, nelle quali chiese
festività esorta tutti i fedeli nella e nelle germaniche non era in tutte
più patetica maniera a celebrarla introdotta. Sotto Carlo il Calvo nel-

di vota mente. Antica è tra' greci que- 1*87 1, W^altero vescovo d'Orleans
sta solennità; le orazioni di s. Gio. l'istituì in sua diocesi : in Inghil-
Damasceno, gl'inni di Giuseppe Io terra era conosciuta nel secolo X ,

provano, così i menologi ; l'impera- così a Londra. Nel secolo XI ne


tore Manuello Comneno verso la mostrano la celebrità i sermoni di
metà del secolo XII la noverò tra Fulberto Carnotese e del citato s.
le feste intere. Ancora tra' latini è Pier Damiani ; e nel seguente era
antica, ma posteriore ai tempi di san- sì comune , che Bernardo potè
s.

t'Agostino, il quale attesta non cele- scrivere ai canonici di Lione sed :

brarsi a suo tempo che le sole oati- et orluni Virginis didici nihilominus
Tità di Gesù Cristo e di s. Gio. Batti- in ecclesia, et ab ecclesia indubi-
sta. Ma già verso il secolo V sì trova tantcr haberi festivuni. In alcune
nel messale Gelasiano; e se vuoisi diocesi d'Inghilterra celebravasi con
essere questa una giunta fatta in ottava, e questa poi fu a tutta la

Francia, ciò avendo solo per fonda- Chiesa estesa da Innocenzo IV nel
mento l'essere il codice di quel mes- 1245, nel concilio generale di Lio-
sale ivi trascritto, almeno converrà ne I. Nella sua elezione, per la lun-
dire che nella chiesa di Francia alla ga sede vacante di venti mesi e di-
quale il ms. ab antico appartenne, ciassette giorni, cardinali avevano
i

solennizzavasi questa festa. I codici promesso con voto, di ordinare in


più antichi de'sagramentari e anti- tutta la Chiesa l'osservanza della
fonari Gregoriani ne hanno simil- festa della Natività di Maria con
mente la messa e l'uffizio. Negli sta- ottava, se potessero eleggere con-
tuti sinodali di Sannazio vescovo cordemente il Papa, superando gl'im-

di Reiins sul principio del secolo pedimenti frapposti da Federico II,


VII, tra le feste in cui vacava il fo- onde l'eletto Innocenzo IV ne fece
ro è registrata questa verso il 688. prontamente il decreto, presso il
Nel libro Pontificale di Anastasio si Labbé, Condì, t. XI, p. 636. Quin-
legge che il Papa s. Sergio I del di Gregorio XI e Urbano VI pre-

687 ordinò che nei giorni dell'An- scrissero, che col digiuno si preve-
nunziata, della Natività e dell' As- nisse questa solennità, precetto che
,, ,

NAT NAU 245


a poco a poco andò in moltissimi gramento, e nuova sagrestia ca-
la

l'ioghi in disuso, ed in Roma stes- pitolare. Moi"i in Alba a' 26 o 29


si non è più comandata, benché i giugno 1768, d'anni sessantotto non
romani per la tenera divozione ver- compiti, e fu sepolto nella cattedra-
so la Madre di Dio generalmente le, assai compianto.
l'osservino, solendosi dire:quando NAUCRATIS. Sede vescovile del
senti nominar Maria, non doman- Basso Egitto, nel patriarcato d'A-
dar qual vigilia sia. Tutte le chie- lessandria, presso le bocche del Ni-
se hanno per questa festa costan- lo, eretta nel IV secolo. Ne furono

femente assegnato il di 8 settem- vescovi Arpocrate che intervenne al


bre, tranne monaci epternacesi
i concilio di Nicea; Isaia che sotto-
<-lie la festeggiavano a'i6 agosto, e scrisse la lettera all'imperatore Leo-
l'abbazia d'Arona in medio mensis ne, e al decreto contro i simoniaci.
seplemhris. Nel voi. IX , p. 85 e Oriens chrisl. t. II, p. 52 3. Nau-
seg. del Dizionario abbiamo descrit- cralis fu patria del celebre gram-
to come la celebra il Papa. J^. Be- matico Ateneo.
nedetto XIV, De feslis B. M. Vir- NAUMBURGO , Naumburgiim ,

ginisj par. 2, e. i35; e Novena. NtohurQum. Città vescovile di Ger-


NATRONE, Cardinale. Natroue mania negli stali prussiani, nella pro-
fu creato cardinale prete da s. Gre- vincia di Sassonia, reggenza capo-
gorio VII del 1073, ma voltate le luogo di circondario, sulla destra
spalle al suo benefattore, si strinse della Saale. Si divide in tre parli :

al parlilo dell'antipapa Clemente III. la città propriamente detta , le Li-


NATTA EsRicuETTo ViRGijno bertà ed i sobborghi. La città è
Cardinale. Enrichello Virginio Nat- cinta di mura e rinchiude il pa-
ta nacque a' io gennaio 1701 nella lazzo reale, il bel palazzo comunale,
città di Casale in Monferrato, e ben una grandissima chiesa, 1' ospedale
presto si dedicò alla vita religiosa e l'orfanotrofio. La porzione chia-
nell'ordine de' predicatori, con pro- mala le Libertà, è divisa dalla città
speri successi. Per le sue virtù e da un muro e da fosse: contiene la
sapere meritò che Benedetto XiV cattedrale , beli' edifizio eretto nel
nel concistoro de' 22 luglio lySo 1027 onore della Beata Vergine
in
lo elevasse alla dignità vescovile di e de' ss. Pietro e Paolo , magaz- i

Alba Poropea nello stesso Monfer- zini delle artiglierie e molte chiese.
rato; aumentandosi le sue preclare Queste due parti sono ben fabbri-
doti ed il zelo pastorale, Clemen- cale, meno essendolo sobborghi i

te XIII nel concistoro de' 28 no- però con qualche ospedale. Si fan-
vembre 176» lo creò cardinale del- no diverse manifatture, massime
l'ordine de' preti, nominando able- scarpe. È incerto il tempo di sua
gato a recargli in Torino la ber- fondazione, e vuoisi fabbricata dal-
retta cardinalizia, il marchese Or- l'imperatore Enrico I; divenne im-
tensio Ceva, ma non essendosi mai periale e fu molto danneggiata dagli
recato in Roma non ebbe le altre incendi del 1714 e «716. La sede
insegne cardinalìzie, né titolo. Fu il vescovile di Zeitz, fondala nel 968
benefico colla diocesi, e nella cat- da Ottone, e suffraganea di Magde-
tedrale fece a sue spese abbellire burgo, fu poi trasferita a Naum-
e ricostruire la cappella del ss. Sa- burgo nel 1028, allri dicono verso
246 NAV NAV
il ii3o, indi il vescovo prese ran- vieppiù in saviezza e prudenza.
go fra i priueipi dell'impero. Il pii- Compiuta questa ambasceria, ot-
mo vescovo di Zeitz fu Ugo bene- tenne tra gli altri onorevolissimi
dettino, morto nel 979: gli succes- carichi che a lui furono addossati,
sero B'ederico nel 980, Ugo II nel il governo della città di Padova.
loor, lUevardo nel io38, ec. fino Nel 54'ij essendo nelTetà di 38
1

ad Ottone langravio di Turingia ,


anni si portò da Enrico li re di
,

che trasferì la sede a Naumliurgo, Francia, che si trovava allora in


fondò molti monasteri, e morì an- .
Torino, e poi ebbe la carica d'in-
negato in mare nel ii4^i l'ecan- viato alla corte di Costantinopoli,
dosi in Palestina. L'ultimo vescovo donde non ritrasse né oro, né ar-
cattolico fu Giulio Phfliig, nominato gento, quantunque ricco non fosse,
nel i54o imperator Carlo V,
dall' e portasse il peso della moglie e
che morì nel i564, cacciato dalla de' figli. Gli fu affidata eziandio
sua sede dall'elettore di Sassonia, l'ambasceria d'Inghilterra, che pe-
e fu uno de* più grandi avversari rò non ebbe elFetto per la morte
del luteranismo. Il vescovato venne di quel sovrano, a cui succede
secolarizzato in favore di tale elet- quella di Paolo IV all'imperatore
tore, che il capitolo luterano sce- Ferdinando I ed a Francesco II re
glieva per amministratore del me- di Francia. Venne quindi ammes-
desimo. Storia eccl. di Germania 1. 1 1. so nel collegio de' dieci, colla pre-
NAUPLIA. F. Napoli di Roma- sidenza dell'università di Padova,
KIA. e poi nel consiglio de* savi. Mor-
NAVAGERO Bernardo, Cardi- tagli la moglie, da cui riporlonne
ìiale. Bernardo Navagero, di una due figli, fuori d'ogni suo pensiero
delle più antiche Ve-
famiglie di Pio IV a' 16 febbraio i56i lo creò
nezia, di straordinaria eloquenza e cardinale diacono, e poi divenne
dottrina fornito, d' ingegno e di prete del titolo di s. Pancrazio, e
soavissimi costumi, dopo aver trat- nel i562 amministratore perpetuo
tato in sua gioventù, con gran ri- del vescovato di Verona. Neil' e-
putazione, in pieno senato parecchie sporre tanto ne'concistori come nel-
cause, che gli acquistarono il cre- le congregazioni il suo sentimeulo,
dito di eloquentissimo dicitorcj potè parlava con tal grazia e facondia,
con decoro sostenere nella sua repub- che per testimonianza autorevole
blica onorevoli cariche e splendide di s. Carlo Borromeo, rendevasi
ambascerie. Ascritto nell'ordine .0 oggetto di ammirazione, non me-
numero de' savi, in un a Marc' An- no ai cardinali che al Papa il ,

tonio Amulio poi cardinale, venne quale nel i563 lo destinò legato
destinato dalla repubblica a por- al concilio di Trento, in luogo del
tarsi in Dalmazia per recare alcun cardinal Altemps, considerandolo so-
sollievo a quella desolata provincia, e pra tutti come la più atta persona
poi fu spedito al cardinale Ercole che vi fosse a sedare le diiferenze
Gonzaga, in tempo in cui reggeva pel insorte in quel concilio, e ricondurre
nipote tuttora giovanetto il ducalo gli spiriti all'unione e alla concor-
di Mantova, e poi all'imperatore Car- dia; quale compito se ne ritornò
lo V, dal cui cospetto protestava in compagnia di molti vescovi alla
di non dipartirsi, senza crescere diletta sua chiesa, dove celebrò il
NAV NAV a47
sinodo a fine di pubblicare e pro- belle della Spagna, e divìdesi nei
tnoveic l'esecuzione de'decreti del cinque distretti d' Estella, Olita,
Tridentino, per mezzo de'qiiali mol- Pamplona , Sanguesa e Tudela ,

to si avanzò in quel clero l'ecclesia- avendo Pamplona per capitale. Se-


stica disciplina, e nel popolo la mo- condo alcuni autori, gli abitanti
rigeratezza de' costumi. Cose gran- antichi avrebbero dato
del paese
di avrebbe egli operato in quella il nome di Navarros, che significa
diocesi, se non avesse avuto la dis- in lingua basca, abitanti de paesi
grazia perdere affatto la vista,
di piani, ai popoli che stavano sulle
per lo che ottenne di avere a rive dell' Ebro, e che si sarebbero
coadiutore Agostino Valerio suo ni- rifuggiti nelle montagne all'avvici-
pote poi cardinale. Mori nel i56d narsi di qualche nemico. I vasconi
d'anni 5g, di morte repentina, ed ne primi abitatori, che
furono i

ebbe tomba nella sua cattedrale colle loro migrazioni si dillusero


innanzi al coro. Ne scrisse la vita nella francese Guascogna. Non si
lo stesso che fu
nipote, impressa conosce alcun governo in Navarra,
in Verona nel 1602. se non dopo i cartaginesi, i quali
NAVARPiA. Antico
regno che furono vinti dai romani, ed ai qua-
dividevasi in Alta e Bassa Navar- li i navarresi rimasero fedeli fino
ra. La Navarra alta o superiore, al principio del V secolo. Predicò
avente ancora titolo di regno, for- nella Navarra la fede nel 1 1 1 s.
ma una provincia della Spagna Onesto di JNimes, prete pieno di
{Vedi); confina colla Francia, da zelo, e ragguardevole pel suo sa-
cui è separata dalla catena de' Pi- pere ; fu maestro di s. Firmino di
renei, i quali ne attraversano la I\impIona, patrono principale del-
parte settentrionale, essendo le più la Navarra. Questa provincia si di-
alte sommità quelle d' Altoviscar, fese per lungo tempo contro goti i

d'Adi, di Alcorrunz e della Runa. padroni di Pamplona e di molti di-


Da per tutto l'aria trovasi salubre, stretti, ma in fine gli abitanti si as-
con suolo atto alla coltivazione, rac- soggettarono ad Inigo Arista con-
cogliendosi copiosa quantità di vi- te di Bigorre, che fu eletto da una
no e frutta. Vi sono diverse mi- assemblea di signori e nobili goti,
niere, sorgenti minerali, alcune pia- onde li conducesse contro i sara-
nure; comunica colle vicine prò- ceni, intanto che i francesi erano
vincie pel canale d'Aragona^ e con occupali nelle guerre civili, sotto i

alcune buone strade fatte verso la figli Lodovico 1. Da questi eb-


di
metà del secolo XVIII. Conta cir- be realmente principio il regno di
ca 280,000 abitanti, quali con- i Navarra, sul quale suoi discen- i

servano con energia i loro antichi denti regnarono sino dall' Vili se-
privilegi e indipendenza: il loro colo. A tale epoca tre re d'Aragona
linguaggio è un miscuglio di fran- congiunsero ai loro stati la mag-
cese, castigliano, catalano e basco. gior parte della Navarra, ed il re-
E governata da un capitano gene- stante fu occupalo dai mori mussul-
lale, e rinchiude due vescovati
i mani. Aznar divenne conte di Na-
di Pamplona e 2\idela (Vedi). Ev- varra ueir83r, e gli successero
vi un'accademia e quattro collegi. nell'83i Sancio, nell' 836 Gar-
Questa provincia è una delle più zia I , neir 858 Garzia Xime-
a4S NAV NAV
nes, che fu il primo re: gli altri successe al precedente, cede il re-
re sono i seguenti: nell'SSa Fortu- gno Navarra a Giovanna figlia
di
nio, nel goS Sancio I , nel 926 di Luigi X, eh' erasi maritata a
Gaizia II, nel 970 Sancio II, nel Luigi conte d' Evreux fratello di
994 Garzia HI, nel 1000 Sancio Filippo IV e perciò nipote di s.

HI il Grande, nel io35 Garzia IV, Luigi IX, onde Luigi divenne lo
nel io54 Sancio IV sino al 1076. stipite de'conti d'Evreux re di Na-
Indi Sancio V re d'Aragona, nel
1094 varra. Regnarono Giovanna II e
Pietro I re d'Aragona, nel iio4 Filippo d'Evreux suo figlio, dal
Alfonso I re d'Aragona, morto nel i328 sino al i343 questi, dal
1134. In questo tempo la Navar- iSaS sino al i349 la regina, suc-
ra si divise dall'Aragona, e ritor- ceduta da Carlo II il Malvagio.
nò ad essere un regno particolare Pel ducato di Borgogna Carlo II
e indipendente. Eccone re: nel i guerreggiò colla Francia, onde s'in-
TI34 Garzia V, nel 5o Sancio i 1 tromise per pacificarli nel i363 il
VI, nel 1 194 Sancio VII, nel i2 34 Papa Urbano V, il quale nel 1870
Tibaldo I, nel io53 Tibaldo II. si parfi da Roma per terminare
A di lui istanza il Papa Alessan- le discordie insorte tra Carlo II

dro IV concesse nel i^Sg ai re e il re d'Aragona. Nel i386 mon-


di Navarra, che fossero elevati so- tò sul trono Carlo III detto il

pra uno scudo all' assunzione al Nobile, cui nel 1425 successe Gio-
trono, e ricevessero I* unzione e vanni conte di Foix, figlio di Fer-
corona reale dal vescovo di Pam- dinando I re d' Aragona, marito,
plona, e se questi impedito, da al- successivamente delle due sue fi-

tro vescovo da loro eletto due : i glie, come dissi nel voi. XX, p.
diplomi del 6 e i3 febbraio si leg- 17.3 parlando del-
del Dizionario,
gono nel Rinaldi a detto anno, n. i4- le dispense concessegli da Martino ,

Nel 1270 divenne re Enrico I, nel V e Nicolò V: con Giovanni II


1274 Giovanna I regina e contes- regnò la seconda sua moglie Bian-
sa di Sciampagna, figlia unica ere- ca, che morì nel i44'- Morto
ditiera del precedente: sposò Fi- Giovanni II, nel i479 divenne re-
lippo IV il IBello nipote di s. Lui- gina Eleonora, e re P^'ancesco Fe-
gi IX, poi re di Francia; fondò bo di Foix sino al i483. Indi Ca-
nel 1285 in Parigi il celebre col- terina e Giovanni d'AIbret, la cui
legio Navarra, e morì in Vin-
di figlia Carolina sposò il famoso Ce-
cennes nel i3o4. sare Borgia ex cardinale, e figlio

Filippo IV fu re di Navarra si- di Alessandro VI : ai reali coniugi


no al i3o4, poiché alla morte del- tolse Navarra Ferdinando V
l'Alta
la moglie gli successe il loro figlio re di Spagna, e la riunì alla mo-
Luigi X il Rissoso o Contenzioso, narchia spagnuola. Nel i5i7 di-
poi re di Francia, che si fece co- venne Enrico re II d'AIbret che
ronare in Pamplona. Nel i3i6 sposò Margherita sorella di Fran-
per alcuni giorni gli successe il fi- cesco I re di Francia, da cui nac-
glio Giovanni I, indi il proprio que Giovanna IH d'AIbret erede
li'atello Filippo V re di Francia ; dellaBassa Navarra con titolo di
i322 Carlo I e V come re di
nel regno e del Bearn, coi paesi di
Francia, nel i3a8 Filippo V che Foix e d'Armagnac, oltre altre si-
NAV NAV a49
gnovie grandi. Ne! iS^S si sposò ì cattolici d'Armenia a tenere un
con Antonio di Borbone duca di concilio, per condannarsi gli errori
VendomCj discendente da s. Lui- attribuiti alla nazione. Oriens christ.
gi IX, e fu madre di Enrico III, t. 1437.
I, p.
poi IV re di Francia. Nel i555 Nave, ordine equestre. Vuoisi
Giovanna HI successe con suo ma- fondato nel 1269 da s. Luigi IX
rito Antonio nel regno, per roor- re di Francia, per memoria delle
te del genitore Enrico li. Ucciso armate navali spedite contro i tur-
Antonio nel i562 all'assedio di chi, per incoraggire i cavalieri a
Ptouenj Giovanna III regnò sola, combattere gl'infedeli, e per le
avendo come il marito abbracciato vittorie riportate; per cui l'insegna
apertamente il calvinismo, é ne si compone d' una collana d' oro
divenne il principale appoggio in formata di conchiglie e di mezze
Francia in esso
: educò il figlio lune rosse, insegna degli ottomani,
Enrico III, altro possente protettore onde i cavalieri furono anco detti
degli ugonotti , che fu marito a delle Lunette, da cui pendeva una
Margherita di Valois sorella di medaglia rappresentante una nave,
Carlo IX re di Francia. Alla mor- per additare il tragitto del mare:
te della regina, nel iSys successe le conchiglie rappresentavano la

Enrico III, le cui principali azioni guerra, e il porto d' Acque morte
riportammo all'articolo Francia, di ove succedeva l'imbarco. Altro or-
cui essendone divenuto re nel iSSg dine equestre della Nai'C fu nel
col nome Enrico IV, s'intitolò
di i38i istituito da Carlo III Duraz-
re di Francia e di Navarra (aven- zo re di Napoli, in occasione della
do abiurato gli errori al modo coronazione Margherita sua spo-
di
detto anche nel voi. XXII, p. 46 sa, con allusione alla nave degli
del Dizionario), la quale il suo Argonauti (della cui spedizione, come
figlio Luigi XIII nel 1620 riunì delle navi, parlammo a Maeina),
alla monarchia francese. Il Bearn, onde ispirare ai cavalieri quell'ardo-
illustre principato di Francia, rin- re e coraggio ch'ebbero gli eroi
chiude Navarra, eredità
la Bassa che portaronsi alla conquista del
di Enrico III, e forma il diparti- vello d'oro. Il re si dichiarò capo
mento de"" Bassi Pirenei, con le si- dell'ordine, e prese per protettore
gnorie di Labour e di Soule: no- s. Nicolò vescovo di Mira, al di
vera distretti di Pau, ove nacque
i cui onore fabbricò una chiesa pres-
Enrico III, Orthes, Oleron, Man- so il Molo. I cavalieri portavano
leon, e Baiona [Vedi), sede vesco- sul mantello ricamalo di gigli tur-
vile; lo fu pure Oleron, onde ne chini, una nave in mezzo all'onde,
parliamo al suo articolo. Alle bio- coi colori del re; e per un cor-
giafìe riportiamo quelle dei cardi- done argento e di seta bianca
in
nali Foix, Armagnac, Albret, e e rossa, ed appesa ad una collana
Borbone. di conchiglie pendavagli dal collo
NAVARZANA. Sede vescovile una nave d'oro, mentre altra si-

dell'Armenia maggiore sotto il pri- mile in ornava il


lamina d' oro
mo cattolico di tal nazione. Uno berrettone di velluto neio. Questo
de' suoi vescovi nel i34i scrisse a ordine che fu pur detto dèlia Lu-
Ìj*:uedetto XII affinchè persuadesse na crescente, terminò colla vita dol
a?o NA X NAX
re. Ne trallano, il p. Bonanni, Ca- do colle parole, ed allettando col-
lai, degli ordini eq. p. 85 e 86, e r esempio e splendido novero di
il Dizionario degli ordini militari. sue virtù, nel 1837 giunse a con-
NAVECHA. Sede vescovile d'Ar- vertire un monastero di monaci,
menia sotto il cattolico di Sis, il che lo elessero a capo. Stabilitisi
cui vescovo Gregorio, dotto e ze- in tal modo colà
domenicani, i

lante difensore della fede cattolica, tanto vi prosperarono, che giunse-


fiorì sotto gl'imperatori Basilio e ro ad avervi otto conventi che si
Costantino. Oriens christ. t. I, p. formarono in provincia; quindi fu
i44o. eretto un arcivescovato latino, la
NAVIGLIO, ordine equestre. V. cui diocesi oltre Naxivan abbrac-
Mezz.\ Lu^A. ciava otto villaggi provveduti di
NAXIVAN {Nexivan): Sede ve- chiese decenti, con circa 1800 cat-
scovile dell'Armenia maggiore, sot- tolici di rito armeno, e l'arcivesco-

to il dominio della Persia. La cit- vato divenne celebre a segno, che


tà di Naxivan o Nakhshivan, Na- tuttora sebbene da quasi un seco-
xuana, capoluogo sulla piccola ri- lo vacante, si registra nella cate-
viera del suo nome, affluente del- goria delle diocesi esistenti, nelle
l' Arasse, al piede del monte Ara- annuali Notizie di Roma. L'arcive-
lath, distante 3o leghe da Erivan. scovo era eletto dai priori degli otto
Fu assai florida sino ad Abbas I, conventi dom.enicani, e da otto
che trasportò gli abitanti nell'in- cattolici delle primarie famiglie ar-
terno della Persia ; altri dicono mene de'nominati villaggi; ma ia
che Amurat I la rovinò interamen- progresso di tempo, per spontanea
te, e che le sue case già ascenden- cessione degli elettori, i Papi de-
ti a 4O3O00, oggi sono appena stinarono gli arcivescovi di Naxivan.
1000, in mezzo ad un ammasso Gli scrittori domenicani dicono
di rovine, con famiglie armene sci- comuneroentej che la chiesa di
smatiche. Altri attribuiscono la ro- Naxivan ebbe per primo arcive-
vina della città alle guerre fra i scovo il p. Bartolomeo Le Petit
persiani e i russi ,
poiché i prin- del medesimo ordine, trasferitovi
cipi persiani ne'suoi dintorni sem- dalla sede di Maraga della stessa
pre stabilirono il campo, ed i rus- Armenia maggiore; ma il p. Le
si ne distrussero la fortezza. L'ar- Qiiien Oriens christ. t, IH,
nell'

civescovo risiedeva nel monastero p. i4o3, non vi conviene, perchè


d'Abrener o Abaraner, e soleva es- il teatino p. Galano che parla a
sere un domenicano. Commanvil- lungo del p. Bartolomeo in Conc.
le distingue due vescovati di Na- eccl. Arni, cum Roni. t. I, non so-
xivan uno arcivescovato onora-
, lo nulla dice di tal traslazione, ma
rio , l'altro suffiaganeo di s. Ste- designa come primo arcivescovo di
fano, sotto ilEzmia-
patriarca d' Naxivan Tommaso di Cihaux re-
zin. Nel Giovanni
pontificato di ligioso della congregazione unita ai
XXII il b. Bartolomeo da Bolo- domenicani, e consagrato da In-
gna domenicano per di lui coman- nocenzo VI nel i356: ne fu suc-
do si portò nell'Armenia per pro- cessore Giovanni domenicano nel
curare la conversione de'scismatici 1398 trasferito da Sultania, dopo
che abitavano la regione. Istruen- il quale fiorirono quegli arcivcsco-
KAX NAX a5i
vi che registra il detto p. Le Quien, Dia. Gli antichi chiamarono l' i-

sino a Domenico jNIaria Salvini do- sola Slrongula, allora abitata dai
nienicano del convento di s. Sabi- traci, che non avendo donne ne ru-
na, consagrato nel 1782. Nel Bull, barono in Tessaglia, ma per vendi-
de prop. fide^ Appendix t. I, p. carne i tessali l'affronto, vi portaro-
3o, si breve £"^^1 ex
riporta il no la guerra, s'impadronirono del-
debito, del i544> ^^ Paolo HI, col l' isola, e la chiamarono Dia. Sta-
quale approvò il modo descritto bilitivisi poi alcuni carii, le diedero
della elezione degli arcivescovi, i il nome del loro re jNaxos, ed ac-
quali dichiarò prelati domestici quistò celebrità, come particolar-
colle corrispondenti prerogative. Il mente sacra a Bacco. Divenne re-
p. MalTei,Annali di Gregorio XIII, pubblica florida e marittima, e come
narra che nel 1578 il Papa rice- le altre isole dell'Egeo fu allerna-

vè benignamente e ospitò in Roma tivamenle libera ed alleata agli a-


r arcivescovo JSicola domenicano, teuiesi, suddita de' persiani, e quin-

dal quale apprese che molti arme- di col restante della Grecia de' l'e-
ni della contrada seguivano i pre- mani. Dopo la battaglia di Filippi,
lati settari degli errori di Diosco- Marc'Antonio la die ai rodii, a'quali

ro: il Papa nel partire l'arcivesco- poi la tolse per la durezza del loro
vo lo munì di largo viatico, con governo. Soggetta in progresso agli
molli paramenti pontificali, e gì' in- imperatori romani e greci, così ri-
culcò la conversione degli scismati- mase sino alla presa di Costantino-
ci. La sede e la missione fiorì si- poli, fattadai veneziani nei laoy,
no al 1757, quando insorta la guer- che signoreggiandola, permisero agli
ra Ira la Persia e i turchi, fuggi isolani di armar
impadro- navigli, e
l'arcivescovo Salvini, fuggì il po- nirsi dell' isole Mar-
dell'Arcipelago.
polo cristiano, e si ritirarono in co Sanudo capitano rinomato della
Smirne, e da questi in gran parte veneta repubblica, occupò Naxos ed
discendono gli armeni di Smirne, altre isole, l'icevendo dall'imperato-
facendo parte di quella diocesi, ed re latino Enrico il titolo di duca

co ascendono a circa 1000. Pro-


022i di Naxia e dell' Arcipelago i suoi :

curarono avere un capo indipen- discendenti con tal qualifica vi re-


dente dall'arcivescovo Ialino, ma la gnarono sino a Nicola Carceiro no-
congregazione di propaganda non no duca di Naxia, che fu assassina-
vi convenne, per tenerli lontani di to d' ordine di Francesco Crispo,
ricadere nello scisma. che s'impadronì del ducato, e lo
NAXOS [Naxien). Città con re- trasmise alia sua posterità, sino a
sidenza arcivescovile dell'Arcipelago Jacopo Crispo XXI ed ultimo du-
neir isola nome, la più
dello stesso ca dell'Arcipelago, essendo stato spo-
grande, fertileed amena delle Ci- gliato di tal possesso dai turchi sot-
cladi, chiamata anche Naxia, Nas- to Selim li, per le mene de' greci»
so, JVassia, così la città: è divisa che preferirono il giogo ottomano
l'isola all'ovest dall'isola di Paro, al latino. Diventò la principale isola
mediante un canale, con l'interno del sangiacato del suo nome, e nel-
attraversato da una catena di mon- i'j^insurrezione greca fu unita al
tagne generalmente alte, delle qua- nuovo regno di Grecia. Famosa è
li la più elevala è il monte Giove la battaglia navale di Naxos vinta
}

95i NAX NAX


sui laceclemoni da Chabiìas gene- nel i!56 n'era arcivescovo Giovan-
rale ateniese. In questa isola per ni, ed i successori sino a Cirillo del
un tempo vi fu rilegato il Papa s. 171 1 sono registrati nell' Orìens
Martino I [Vedi). Gli abitanti sono christ. t. I, p. 987. La sede ve-
circa 1 0,000, ed ì cattolici più eli scovile latina divenne arcivescovile
3oo. nel secolo XIII, coi suffraganei di
La città di Naxos o Nasso , ca- Andros, Tine, Santorino, Milos, Si-
pitale dell'isola e residenza dell'ar- ra e Scio al presente lo sono i
:

civescovo latino e del vescovo gre- vescovi di Tine e Micone, di Sira,


co, è situata sulla costa nord-ovest, di Scio e di Santorino. ^eW Orìens
a 40 leghe da Atene. Sotto i ve- christ. t.1002, sono notati
Ili, p.

neti era cinta di mura, che i tur- i seguenti arcivescovi latini di Paro-
chi distrussero in gran parte, ed a- naxia Roberto di Nola, dolio e pio
:

vea un vasto castello, il cui circui- domenicano, Iraslato da Minervino


to è ancora fiancheggialo da toni nel i5o4; Paolo Zabarella agosti-
forlifìoale, ed ove abilano i cattoli- niano del i5i5, ec. , e per ultimo
ci nobili della città. Rinchiude mol- Antonio Maturi della diocesi di
te chiese e cappelle greche e lati- Trento, della stretta osservanza di
ne, conventi greci e cattolici. Si s. Francesco, traslato da Sira nel
vede ancora la porta del tempio di 1733. Nelle annuali Notizie di Ro-
Bacco, che vi aveva culto particola- ma si leggono successori arcive- i

le. Il porto è sicuro, ma non può ri- scovi di Naxos. 1750 fr. Pietro
cevere che piccoli navigli, e quivi Martire de Stefani domenicano di
si fa tutto il commercio dell' isola. Scio. 1773 Gio. Battista Crispi di
Dell'antica Naxos al nord del ca- Naxia, trasferito da Santorino. 1796
stello se ne vedono gli avanzi : Tu- Gottifredo de la Porte d' Amiens
cidide la dice fondata nella prima cappuccino, succeduto per coadiuto-
guerra messenica, da Theucle di Cal- ria . 1800 Vincenzo Goressi di
cidia. La sede vescovile greca nella Scio, poi traslato a Sardia col vi-

prima provincia delle Cicladi, esar^ cariato apostolico pei latini in Co-
cato d'Asia, fu eretta sotto la metro- staiilinopoli. 18 16 Andrea Veggel-
poli di Rodi nel secolo V, indi nel ti . Gregorio XVI nel 1837 a'ia
IX divenne arcivescovato onora- marzo fece coadiutore e arcivesco-
rio ne furono vescovi Boraco che
: vo d'Iconio in partibus monsignor
intervenne al concilio di Calcedo- Nicola Candoni di Corfù, che sue*
nia Paolo che fu a quello di Co-
;
cesse nel 1839. Quindi nominò am-
stantinopoli sotto il patriaica Men- ministratore apostolico monsignor
na, e Giorgio che trovossi al VI Blancis vescovo di Sira. Nel n.° 8
generale. A Naxia fu unita la sede del Diario di Roma si dice, che
di Paros, ch'ebbe per vescovi- Ala- monsignor Gio. Evangelista Datodi
uasio che fu al primo concilio d'E- ebbe il pallio da Gregorio XVI: fi-
feso ed a quello di Calcedonia nalmente questo Papa a' 2 agosto
Teodoro che fu al Co-
concilio di 1844 dichiarò arcivescovo l'attua-
.stantinopoli nel 536, e Stefano che le monsignor Domenico Castelli do-
.sottoscrisse i canoni in Trullo. La menicano di Scio.
due chiese con titolo arcivescovile, La cattedrale è dedicata alla Pti-
4iel ioS3. si chiamarono Paronaxia: rificaziane di Maria, non secondo al-»
JN AZ NAZ 2">i

tri alla sua Assunzione: il capitolo per seguirne la di lui dottrina. II na-
foruiasi di tredici canonici, compre- zarealo nell'antica legge distingueva
se quattro dignità ; due canonicati quelli che facevano professione di
sono di patronato, per gli altri vi una purezza con voto
particolare., e
è r alternativa tra la santa Sede e si astenevano da molte cose permes-

l'arcivescovo. Vi sono altre quattro se, e principalmente dal vino e da

chiese e venti cappelle rurali. Vi qualunque bevanda che potesse ub-


bauno chiese ed ospizio i cappuc- briacare, dal non radersi la barba
cini, i lazzaristi, gli osservanti, e le e lasciar crescere i cappelli, ed evi-
orsoline con monastero, che atten- tare di toccare i morti e di avvici-
dono all'educazione delle fanciulle. narsene. Tra gli ebrei eranvi due
Compresi seminaristi, il clero si
i specie di nazareato, uno perpetuo,
compone di circa 60 individui. Vi l'altro dideterminalo tempo; furo-
sono tre confraternite^ del Rosario, no perpetui nazareni s. Gio Battista,
del Sagramenlo, e del Crocefisso, Sansone e Samuele non che s. ,

zelante pel mantenimento del cat- Giacomo apostolo il Minore.


tolicismu neir isola, la quale som- ÌSAZARÈSCA. Sede vescovile la-
ministrò i beni perchè vi fondas- tina sotto la metropoli di Larissa,
sero uno stabilimento ai gesuiti : suc- nel patriarcato di Costantinopoli. Ne
ceduti a questi i lazzaristi , hanno furono vescovi, N. del 1 208 cui
l'obbligo di mantenere una scuola scrisse Innocenzo III, forse Guglielmo
di greco letterale. La mensa ha del- vescovo di Sidone, che l'ebbe in am-
le reudite, e viene tassata in 3oo ministrazione; N. eletto nel 12 13;
fiorinidi camera ; prima avea an- Francesco morto nel i3g3; Nicola
nui scudi 5o dalla congresazione di domenicano nominato nel 1 393 da
propaganda fide. Gli scismatici vi Bonifacio IX; Giovani Fanelli do-
hanno molle chiese e cinque con- menicano del i5o2. Oriens clirist.
IjK:
.venti. Naxia ha la gloria di chiu- t. Ili, p. 986.
^- dere nel suo seno la tomba dell'a- NAZARETH o NAZZARET ,

postolo delle crociale, Pietro d'A- Città arcivescovile della Turchia a-


niiens. L'arcivescovo è metropolita- siatica nella Siria, pascialatico di A-
no di tutto il mare Egeo. Le isole cri^da cui è distante sette leghe,
di Milo, Argentiera, Sifanlo e Zia e venti da Gerusalemme, presso il
sono pure di questa chiesa, ma sen- monte Tabor, ed al settentrione
za cattolici; le appartengono an- delia pianura d'Esdrelon, sul decli-
cora quelle di Paros e di Antipa- vio orientale di un basso monle,
ros. In Paros la popolazione è di circondata da alti e sterili dirupi

^^. 1000, con 40 cattolici ; vi è la chic- di quindici montagne. Appartenne


Hf sa dedicala a s. Giorgio, ed un al- alla tribù di Zàbulon, nella Galilea
tare in una chiesa occupala dagli inferiore, ed i suoi abitanti chi;ima-
scismatici. In Anliparos non vi è vansi nazarei o nazareni. Vi è una
né chiesa, né cattolici. moschea, e nel 1799 • francesi vi
NAZAREiNO. Nome che fu dato riportarono una vittoria sui turchi.
a Gesù Cristo ed ai suoi discepoli, E l'avventurosa patria dulia Beala
per aver passato la maggior parte Vergine Maria, luogo ove diven-
il

di sua vita in Nazareth; primi i ne madre di Dio. Sembra proba-


aisliaui fui'ooo chiamati nazareni, bile che i suoi genitori s. Gioac-
254 NAZ NAZ
chino e s. Anna ivi morissero, cos'i a poca distanza della sacra grotta
s. Giuseppe. Quanto alla Beata Ver- vedesi ancora a Nazareth una casa o
gine, dopo
il battesimo del suo di- chiesa costruita in pietre da taglio,
Gesù, abbandonò questo
letto figlio ben voltata, che credesi essere la si-
soggiorno e andò a dimorare in Ca- nagoga o scuola, nella quale Gesìi
farnao. Gesù Cristo vi passò la mag- Crislo essendo entrato un giorno
gior parie di sua vita, e fu sempre di sabbato, volle illuminare i suoi
considerata come la sua patria , la compatriotli ed istruirli spiegando
quale fu pure de'santi suoi parenti. loro particolarmente le profezie d'I-
Situata in posizione amena, fra il saia che Io risguardavano; ma essi

Mediterraneo e il lago di Tiberia- furono scandalezzati di tanta sag-


de, ora è un piccolo villaggio: un gezza, e si dicevano gli uni agli al-
piccolo rio trascorre in mezzo alle tri. » Non è egli quest' artigiano il

vìBj che sono anguste; la popola- figlio Giuseppe il falegname, il


di
zione è di circa 2000 abitanti, dei figlio di Maria, il fratello di Giacomo,
quali 600 sono cristiani, il di cui di Giosè, di Giuda e di Simone? tutte
parroco è un francescano. Niun e- le sue sorelle non son esse fra noi ?"

breo può abitare in Nazareth, ora det- Ed essi lo cacciarono in bando dalla
ta Nassera e Nasra. In questa città città, lo condussero sopra una sco-
ergevasi la modesta casa che la Bea- scesa rocca o monte detto del Pre-
ta Vergine aveva ereditata dal pa- cipìzio per precipitarlo; ma Gesù,
trimonio di s. Anna, casa scavata la cui ora non era ancor venuta,
nel masso, nella quale discendesi, passò miracolosamente in mezzo a
quasi come in una cantina, per un loro, discese dalla montagna e fug-
adito a sedici scalini; essa aveva gì dalla città per non ritornarvi
due membri, il primo era quel mai più. La grotta poco profonda,
corpo di casa che venne trasporta- e larga 5o6 piedi, che trovasi lun-
to dagli angeli a Loreto al quale , go la discesa del precipizio , e do-
articolo la descrivemmo, e parlam- ve credesi che il Salvatore ritirossi

mo con qualche dilfusione di Na- aspettando che la folla de' suoi ne-
zareth, sue vicende, della visita che mici si disperdesse, serviva di ora-
ne fece s. Luigi IX ed altri, e di torio ad un monastero che s. Elena
quanto la riguarda; il secondo mem- avea fatto erigere con una chiesa
bro di tal casa, è una grotta nella sul pendio della montagna. Riman-
rocca. 11 sito ove la santa Vergine gono ancora alcuni avanzi dei rovi-
orava quando fu annunziata dal- nati gradini che servivano a discen-
l'angelo Gabriele che dovea con- dervi ; un altare vi fu eretto per
cepire e partorire Gesù Cristo, è celebiarvi messa; finalmente ogni
la

contrassegnato da una colonna di dintorno vi è consagralo da cpinl-


granito che s. Elena vi fece erigere che pia rimembranza, come il mo-
quando convertì il luogo in magni- nastero attualmente diroccato di
fica chiesa, cioè sopra e all' intorno Nostra Signora del timore cos'i ,

della s. Casa. Vi sono tre altari, uno chiamato perchè fu eretto nel silo
dedicato a s. con-
Giuseppe, l'altro dove la s. Vergine temeva di veder
sagrato a s. Anna, il terzo a s. Ga- perir il suo figlio; la tai'ola del
briele, vi è chi ne aggiunge un Messia, detta ancora Mensa Chrisii,

quarto alla ss. Vergine. A goueute e grande pietra rotonda alla quale
NAZ NA.Z 2j5
credesi che Gesù Cristo qualche questa chiesa si può ogni gior-
volla co' SUO! discepoli siasi assiso no celebrare messe deli' Annnnzia-
a mensa anche dopo la risurrezioue ; zioue, lo dicemmo nel voi. XXI F,
e \a fontana degli apostoli, sorgen- p. 23 r del Dizionario. La chie-
te dalla quale credesi che attinges- sa di Nazareth è col santuario di Lo-
sero l'acqua ch'era loro necessaria. reto il tempio che nel mondo più
Di questi ed aitri luoghi parlammo di tutti ispira la più viva e la più
ancora nel voi. XXX, 59 del
p. tenera divozione verso Maria Ver-
Dizionario, ed a Guardiano dei s. gine ;
per ogni dove scorgasi la sua
Sepolcro. immagine ed iscrizioni in suo ono-
In mezzo all' odierna bellissima re. Osservavasi nel coro de' detti
chiesa di Nazareth, custodita dai mi- francescani un grandissimo quadro
nori osservanti con una gran proprie- rappresentante la Beata Vergine, di
tà, e di Poi ma elegfinlissima e pitto- mirabile elietlo, che ispira la più
resca, uno spazioso e superbo sca- tenera divozione, onde fu situato ia
lone in marmo conduce nella grotta altra parte della chiesa per appaga-
in cui realizzossi il grande mistero re la venerazione de' fedeli, senza
dell'incarnazione di Gesù Cristo. Per disturbare il culto divino e l' ufficia-

(lue strette scale che sono ai due Iati tura ; il contiguo convento de' mi-
si ascende all'aitate maggiore colloca- nori osservanti è bello, e vi ha una
to sulla roccia che forma la volta scuola. Esso fu edificato coll'odier-
della sottoposta grotta; dietro è il na chiesa dai francescani, in un al-
coro de'religiosi, di modo che quella la chiesa descritta, sul luogo del
chiesa è composta di tre piani: quel- tempio distrutto dagl'infedeli, il più
lo della grotta sotterra ,
quello del- bello dell'oriente, con ospizio pei
la chiesa a livello del suolo, e quello pellegrini come nai ra il preposto
,

dell'altare maggiore e del coro in Riccardi ne' suoi Santuari t. I, p.


alto;al disopra del coro avvi an- 170. Questo dotto ecclesiastico nella
cora un quarto piano in forma di Storia apologetica della s. Casa di

tribuna, sulla quale fu collocato un IVazzarel a Loreto, a p. 119, rac-


organo, e vi si sale per una scala conta che il p. Tommaso da Nova-
che ha l' ingresso dal coro. Tutti ra minore osservante, con altri com-
questi piani diversi sono contro la pagni fu a Nazareth nel 1620, ed
roccia. Trovasi nella grotta una ottenne dall' emiro Sacchereddin
stanza quadrata magnificamente or- principe di Sidone, cui spettava an-
nata, in mezzo della quale innalzasi che Nazareth, la concessione di fal>
un tabernacolo di un bel marmo bian- bricarvi sulle rovine del primo un
co su quattro piccole colonne, con nuovo convento alla custodia del
un altare a tergo. Una strettissima luogo santo. Questo religioso ci die-
scala incavata nel masso conduce de: Elucida tio Terrae Sanctae, Ve-
ad un' altra grotta che credesi esse- netiis 1623. Circa i3o passi lon-
re stata la cucina della \ ergine, a tano era la Giuseppe
casa ove s.

cagione d'una specie di cammino sposo della Vergine esercitò il me-


che vi si scorge in un angolo una ; stiere di falegname tuttora si chia- :

seconda scala altrettanto angusta ma col nome di bottega di s. Giu-


della prima ha comunicazione colla seppe. Fu già convertita in vasta
parte intcriore del convento. Che in chiesa, ma avendone i turchi di
.

256 NAZ NAZ


strutta una parte rimade ancora , la santa Sede, con il titolo vesco-
una cappella, dove ogni giorno ce- vile in partibus di Tiberiade da
lebrasi la messa. I dintorni di Na- esso dipendente. In Nazareth nel
zareth sono popolati di bestie sel- 1 160 fu tenuto un concilio, in cui
vaggie e lupi. gli orientali riconobbero
la prima-
Nazareth, benché per eccelleuza zia dellaSede apostolica di R.oma,
meritasse la maggiore venerazione essendo composto di quasi tutti i
de' fedeli, e dalla pietà de' principi vescovi della Siria, i quali inoltre
fosse ornata di sacre e sontuose scrissero una lettera piena di osse-
fabbriche , la sua chiesa era sog- quio e obbedienza ad Alessandro
getta alla metropoli di Cesarea, fin- III, rigettando le pretensioni del-
ché i latini essendosi impadroniti l'antipapa Vittore V. Siria sacraj
nella prima crociata della Palestina, Labbé t. X; Arduino t. VI.
Pasquale li nel iioo vi eresse la NAZARETH o NAZZARET
sede vescovile, trasferendovi quella Luogo del regno delle due Sicilie,
arcivescovile di Scltopoli [f^edi) ^
nella provincia della Terra di Bari
distrutta dai saraceni, indi fu ele- presso Barletta, già residenza deU
vata al grado nicUopolitico, sotto l'arcivescovo di Nazareth in Pale-
il patriarcato di Gerusalemme. Il stina. Verso il I 190 occupata Na-
Terzi sacra scrive che
nella Siria zareth {^Fedi) dai saraceni, l' arci-
gli furono attribuiti per suffraganei vesco si trasferì in Barletta {Vedi)
Sebaste o Samaria di rito latino, nella diocesi di Trani, proseguen-
e di Faraone o Monte Sinai di do a portare il titolo anteriore j

rito greco , assegnandogli rendite senza suffraganei e immediatamen-


Golh'edo re di Gerusalemme, e Ca- te soggetto alla santa Sede. La
stelBedar in riva al mare, sulla cattedrale fu dedicata a s. Maria
foce del torrente Belo. Il primo di Nazareth, che l'arcivescovo Ber-
arcivescovo di Nazareth fu Bernar- nardino riedificò con magnificenza
do, che ne occupava la sede nel dai fondamenti, e vi fu collocata la
1120, in cui intervenne al concilio reliquia della vera Croce. 11 capi-
di Napoli di Samaria; Guglielmo tolo si compose delle dignità del-
che gli successe, sottoscrisse la do- l' arcidiacono , dell' arciprete, del
nazione fatta al s. Sepolcro dal- primicerio, del tesoriere e del caa-
l' arcivescovo di Tiro nel 1129. tore, e di altri ecclesiastici. 11 re
Roberto del ii38, altro Roberto Ferdinando nel i4^9 concesse la
del II 55, Aitardo del 11 58, Lo- fiera per la festa dell' Annunziata,
tardo gli successe nel 1 158, già attribuendo all' arcivescovo e suoi
priore della cattedrale, lodato per giudici la cognizione delle cause,
mansuetudine; ma nel i iqo oc- per quanto vi fosse accaduto. 11

cupata Nazareth dai saraceni, la primo arcivescovo di cui faccia


sede arcivescovile restò titolare e menzione 1' Ughelli, che ne riporta
l'arcivescovo passò a risiedere in la serie ntW Italia sacra t. VII,
Barletta [Fedi), che parliamo di p. 769, è N. del 1265, al quale
nel seguente articolo. Oriens chrìst. Clemente IV concesse i singolari
t. Ili, 695. Al presente Naza-
p. privilegi confermati poi da Inno-
reth, Nazaren, è un titolo arcive- cenzo Vili e Clemente VII, del
scovile ili parUbus che conferisce pallio, della mozzella e priucipal-
,

NAZ NAZ 257


mente di farsi precedere dalla cro- a p. 790 e seg., ed il penultimo
ce per tulio il mondo, specialissi- Astorgio Agnensi poi cardinale. Fr.
ma prerogativa accordata per es- Giacomo ebbe diversi privilegi dai
sersi degnato il figlio di Dio pren- re di Napoli, e gli successero : nel
dere carne umana nella Nazareth 1491 Gio. Maria Federici patri-
di cui portava il titolo, privilegio zio napoletano; nel i5io Orlando
che rimarcò anche il Fivizzani, De della Rovere parente di Giulio II,
rilu crucis praeferendae p. &5. traslalo da Taranto; nel i5i3 fr.
Ed avendo su ciò protestalo V ar- Giorgio Benignini siracusano, fran-
civescovo di Trani, nel 1647 il cescano e insigne teologo, trasfe-
tribunale della riconobbe il
rota ritoda Cagli; nel i520 Leonar-
diritto dell' arcivescovo di Nazareth. do Buccuti di Barletta.
Altro arcivescovo fu N. del 1272, Gli successe nel iSaS per coa-
al quale Gregorio X die autorità diutoria Pietro de Albi ragusino
di esaminare le pretensioni sul re- indi Clemente VII fece ammini-
gno Gerusalemme, tra Ugo III
di stratori, prima
il cardinal Ercole
re di Cipro e Maria figlia del Rangoni, poi il cardinal Lorenzo
principe d' Antiochia. Indi Guido Campeggi, de' quali parlo alle bio-
francese, morto nel 298; gli suc- 1 grafie ; nel 1026 nominò arcive-
cesse Guglielmo milite gerosolimi- scovo Nazareth e vescovo di
di

tano; Pietro del 1Z1& ; fr. Pie- Canne Pietro Francesco Ferro, e
tro domenicano di egregie virtù, nel i528 Gio. Francesco di Po-
ftitto da Giovanni XXII nel i33o; lenza trasferito da Larino. Filippo
fr. Durando de Sermino carmelitano, Adimari nobile fiorentino nello
dottore insigne in teologia, nomi- stesso anno per morte del prece-
nato da Clemente VI nel i345; dente. Clemente VII lo fece arci-
Iliccardo de' minori del i348j fr. vescovo, ornato di molle virtù.
Guglielmo Balvaisi de' minori dei Paolo III nel i534 a' 3 novembre
1 366; fr. Giovanni Salomoni do- confermò la separazione di Canne
menicano del i368; Giovanni ro- da Nazareth, e l' unione nel vesco-
mano eletto nel iSgo da Bonifa- vato di Monte Verde {Vedi), falla
cio IX; fr. Gio. Paolo de' minori nel i53i Clemente VII col
da
del 1400; fr. Agostino Favorini consenso Adimari, colla con-
dell'

romano, generale degli agostiniani dizione, che se egli o Girolamo di


del i43i, esimio per scienza, per Caro di Barletta, vescovo di Mon-
costumi e per zelo episcopale. Nel te Verde e di Canne, fossero so-
1455 essendo arcivescovo fr. Gia- pravvissuti , riunirebbe il superstite
como Aurilia napoletano de' mino- in sé il possesso delle tre sedi di
ri, nobile e di eccellenti qualità, Nazareth, Canne e Monte Verde,
come pure vescovo di Canne {J^'edi), le quali resterebbero poscia unite
Calisto III um questo vescovato a a perpetuità, unione eziandio ap-
Nazareth in perpetuo: fr. Giacomo provata da Paolo III. Morto nel
era il XXIII vescovo di Canne, di cui i536 Adimari , Caro divenne ve-
il primo era stato N. nominato da scovo delle tre sedi e le governò
s. Pietro, il secondo s. Liberale, il sino al i552 in cui le rinunziò.
terzo s. Ruggiero^ indi Felice e Nel i553 successe Bernardino de
(juegli altri che l' Ughelli registra Figueora spagnuolo , che essendo
VOL XI MI 17
,

7.S8 NAZ NAZ


tlinita la cattedrale Nazarena, a canatijnel 1690 Giuseppe Rosa di
proprie spese e con limosine de'fe- Rocca; nel 1695 Domenico Folgo-
deli nel 1572 con autorità di s. Pio ri nobile napoletano,già governa-
V la riedificò dai fondamenti, e tra- tore di Rimini Sanseverino ; nel
e
sferì la cattedra nella chiesa abba- 1706 Giulio Piazza [Fedi) di For-
ziale di s. Bartolomeo presso Bar- lì traslato da Rodi, poi cardinale;
letta, in un al capitolo. Nello stes- nel 17 IO Girolamo Mattei nobile
so anno Bernardino fu Iraslato a romano, già di Nicomedia; nel
Brindisi, mentre da Caiazzo ven- 17 17 Salvatore Miroballo napole-
ne promosso a Nazareth, Canne e tano, canonico della patria metro-
Monte Verde, Fabio Mirto Fran- politana. 1 seguenti sono riportati
gipane nobile napoletano, nunzio in dalle annuali Notizie di Roma.
Francia. Nel iSSy Sisto nomi- V 1726 Nicolò Jorio di Napoli. 174^^
nò r antico suo amico France-
fr. Antonio Marnili di Barletta, l'j'ìi
sco vSpeia di Fermo conventuale, d. Giusto de Marco teatino di Ca-
e per esser morto nel medesimo samassella suo feudo, diocesi di
anno gli sostituì fr. Girolamo Bi- Otranto. 1769 d. Pasquale Maria
lacqua di Spello della stretta os- Mastrillo teatino di Nola. 1792 do-
servanza, che fece pavimento
il del- po lunga sede vacante, d. Giusep-
la cattedrale. Clemente Vili nel pe Mormile teatino di Napoli. Pio
i6o4 surrogò Maffeo Barberini,
gli VII nel 1818, colla lettera De
che Paolo nel V
1608 creò car- iitìliori, soppresse le tre sedi. Mon-
dinale e traslatò a Spoleto, poi Ur- te Verde 1' unì al vescovato di
bano VHI (^Vedi). Paolo V elesse sant'Angelo de' Lombardi, Naza-
in suo luogo Michelangelo Tonti reth e Canne, l'unì all'arcivesco-
{^Vedi), indi cardinale e nel 1609 vato di Trani. Ogni nuovo arcive-
trasferito a Cesena : fondò in Ro- scovo era tassato in fiorini 80,
ma ai religiosi delle scuole pie un ascendendo la mensa a scudi i4oo.
collegio che da questo arcivescova- NAZARIO (s.), martire. Figlio di
to chiamò Collegio Nazareno [Ve- s.Perpetua e di un pagano, il quale
di), tuttora fiorente. Gli successe occupava un posto distinto nell'impe-
Domenico Rivarola [Fedi), creato ro ; ma la madre sua, ch'era sta-
cardinale. Nel 1627 Urbano Vili ta ammaestrata nella fede da s. Pie-
preconizzò arcivescovo Antonio Lam- tro, o almeno da alcuno de'suoi pri-

bardi toscano, commissario della ca- mi discepoli, gli inspirò un arden-


mera apostolica, prelato degnissi- te desiderio di consacrarsi a Gesù
mo, che morto in Monte Verde Cristo. Nazario infatti divenne un
fu sepolto in cattedrale. Nel 1639 compito modello di tutte le virtù
Urbano Vili vi trasferì da Ragusi cristiane. Abbandonata Roma sua pa-
Antonio Severoli nobile faentino, tria, si recò a predicare la fede in
chiaro per virtù : ebbe in successo- molti luoghi. A Milano i pagani lo
ri, 1667 Francesco Antonio de
nel arrestarono con un giovane per no-
Luca di Melfi, già vescovo d' An- me Celso, che lo accompagnava per
glona lodatissimo; nel 1677 fr. Mar- assisterlo ne'suoi viaggi : l'uno e l'al-

ziale Pellegrini nobile di Cassano, tro furono condannati a perdere la


generale de' conventuali ; nel i685 testa, e subirono il martirio poco dopo

Filippo Condulmari nobile di Re- che Nerone ebbe mosso la prima per-
NAZ NAZ 2%
sedizione contro i cristiani, cioè ver- furono restituili dalla repubblica
so l'anno 68. Furono separatamente ligure che nel i^-ii ad istanza di
sepolti in un orto fuori della città; Geremia Pola vescovo di Capo d'I-
ma s. Ambrogio scoprì i loro cor- stria ; laonde furono riposti nel-
pi nel SgS, e ne collocò le reliquie l'anticoluogo, tranne un braccio
nella chiesa che recentemente avea di Nazario trattenuto dai geno-
s.

fabbricata in onore degli apostoli. vesi per divozione.


La cattedrale di Beziers è stata con- NAZARIO (s.), martire. F. Ba-
sacrata a questi due martiri, ed il samE (s,).

capitolo di Beaucaire nella diocesi N A ZI A NZO. Sede vescovile dell'A-


di Arles gli onora come suoi patro- sia nella Cappadocia seconda, esarca-
ni, celebrandosene la festa a'28 di to di Ponto, e patria del celebre s.

luglio. Gregorio il teologo detto Nazianze-


Avvi altro s. Nazario, di cui trat- no, il cui corpo venerasi nella ba-
ta Bollando, Ada ss. /unii t. Ili, silica Vaticana. La città di Nazian-
p. 884, ed Ughelli, Italia sacra, zo fu eretta in sede vescovile ar-
t. V, p. 38i, nella serie de' vescovi mena nel IV secolo, dipendente pri-
di Capo d'Istria j sede unita a ma da Cesarea metropoli di tutta
Trieste, al quale articolo riparlere- la Cappadocia , poi diventò suffra-
mo. S. Nazario confessore fu pri- ganea di Tiana metropoli della Cap-
mo vescovo di Capo d'Istria, cosi padocia seconda, dopo che l'impe-
detta perchè fu capo dell* Istria, ratore Valente ebbe diviso la Cap-
patrono principale della città e dio- padocia in due parti; ma la Cap-
cesi,ove la festa si celebra con padocia seconda essendo stata sud-
gran pompa a' 19 giugno; il cui divisa posteriormente in due pro-
corpo per divina rivelazione fu tro- vincie, la città di Nazianzo venne
vato nella cattedrale di s. Maria soggettata a Moceso o Mocisso o
Maggiore, con quelli degli altri Giuslinianopoli, e finalmente fu in-
prolettori della città s. Alessandro nalzata alla dignità metropolitana nel
e s. Elio di Costa Bona presso Ca- secolo IX. Ne furono vescovi Gre-
po d'Istria. Questo secondo essen- gorio ordinato verso il 3 29, morto
do diacono e discepolo di s. Er- nel 374, e gli successe il Aglio s.
magora, che nel primo secolo fu Gregorio II o Nazianzeno {^Fedi):
secondo vescovo d'Aquileia, fu da quanto agli altri vescovi e arcive-
lui mandato in questa sua patria scovi di Nazianzo, vedasi 1' Oriens
a predicare la fede, ed efficacemen- christ. t. I, p. 4' 2. Vi fu un'altra
te s'invoca contro i dolori di capo. sede vescovile di Nazianzo armena,
Una pia tradizione fa s. Nazario suffraganea di Tocat, nel patriarca-
nativo di Boste, villa del distretto to di Ezmiazin, secondo Comraan-
di Capo d'Istria, e mori verso la ville. Inoltre Nanamo, IVazianzen, è
mela del secolo VI. Il suo corpo titolo arcivescovile in partibus che
restò dimenticato sino al 601, nel conferisce la santa Sede, e per ul-
quale si rinvenne. Collocalo sotto timo ne furono fregiati i cardinali
l'altare maggiore, nel t38o allor- Fransoni e Brignole, e questo fatto
ché i genovesi saccheggiarono la da Pio VIII nel i83o in un a nun-
città, vi rubarono i corpi de' ss. zio di Firenze. Avendolo promosso
Nazai'io ed Alessandro; quali non i al cardinalato nel i834 Gregorio
5bo
tG NEB NE V,

XVf, medesimo Papa nel conci-


il assistè al concilio di Laleraiio , il

storo degli I I luglio i836 vi no- secondo Giovanni del 1283 note- :

minò l'antico suo degno amico An- remo particolarmente tra succes- i

tonio Maria Traversi, che consagrò, sori, fr. Raffaele Spinola genovese

indi trasferì a patriarca di Costan- de' minori del 33 1; Giuliano dot-


r

tinopoli nel 1839, e onorò in quei tissimo del i363; il cardinal Pie-
modi che narrammo nel voi. XVllf, Annib aldi [Ve-
tro Slefancschi degli

p. 106, e XXVIII, p. 59 del Dizio- di) , amministratore e morto nel

nario, nel celebrare sì illustre pre- i4'7; fi". Antonio de Cassia gene-
lato. Inoltre Gregorio XVI nel con- rale de' minori del i4'8; Oberto
cistoro de' 17 dicembre 1840, no- Pinelli nobile genovese del 146'),
minò arcivescovo di Nazianzo mon- lodato per virtù; Battista Saluz-
signor Gio. Battista de Alberti, già zo nobile genovese «lei 48 enco- 1 r ,

vescovo di Venti miglia. miato per prudenza; fr. Agosti-


NEBBIO o NEBIO, Nehium, Ne- no Giustiniani nobile genovese do-
biciini o Cesunum. Città vescovile menicano, assai dotto e versato nelle
e rovinata dell'isola di Corsica {^Ve- lingue del i5i4, autore di opere;
di), le cui rovine veggonsi sopra cardinal Girolamo Doria [Vedi), fat-
una punta di terreno che spingesi to commendatario nel i536; Adria-
nel golfo di s. Fiorenzo. La resi- no Vincenti romano del iSy'Z, ve-
denza de' vescovi nel secolo X fu scovo dotto; Guglielmo Rodano di
stabilita a s. Fiorenzo, città e porto Vernaccia del i573, profondo let-
sulla costa settentrionale dell'isola terato; Andrea Scribano genovese
a due leghe da Bastia , capoluogo del 1589, nella cui sede vacante
di cantone sul golfo del suo nome fu restaurata la cattedrale ; Giulia-
presso la foce dell'Aliso. È fortifi- no Castagnola di Spezia del 16 ir,
cata, e nel 1788 fu molto danneg- autore d'opere egregie, integerrimo,
giata dal fulmine. Occupata a vi- pubblicò ordinanze sinodali; Gio-
cenda dai francesi e genovesi, i corsi vanni Mascardi di Sarzana, consa-
nel riprenderla vi costruirono le for- grato nel 1621 dal cardinal Bar-
tificazioni nel 1745'. Gl'inglesi se ne berini poi Urbano VIII pubblicò ,

impadronirono nel 1798 dopo lun- opere e fu eccellente pastore; Fran-


ga resistenza, indi coli' isola passò cesco Mari genovese somasco del
in potere della Francia. La catte- ifì64, insigne predicatore; Nicola
drale di s. Fiorenzo aveva sette ca- Gaetano Aprosiodi Ventimiglia, dot-
nonici, comprese le dignità di ar- to teatino del 1718, rifabbricò de-
cidiacono e preposto^ il teologo e il corosamente r episcopio ed edificò
penitenziere ; eranvi i cappuccini, i una casa pei canonici presso la cat-
minori osservanti, i riformati ed al- tedrale. Con questo neW Italia sa-
cune confraternite; la diocesi conte- cra d'Ughelli, t. IV, p. IO IO, si
neva cinque pievi, e 12,000 ani- termina la serie de' vescovi di Neb-
me. La sede vescovile fu eretta nel bio, che compiremo colle annuali
VII secolo sotto le metropoli suc- Notizie di Roma. 1783 Gio. Bat-
cessivamente di Pisa e di Genova tistaCurio di Savona. 174» Ro-
[Fedi): la cattedrale edificata nel- mualdo Massei di Bastia. 1770 fr.
rSoo, fu dedicata all'Assunta. Il pii- Matteo Guasco di Bastia minore ,

mo vescovo fu Martino che nel 649 osservante. 1778 Francesco Citta-


.

NEC NEG 261


della della diocesi Sagena. 1776 di NEGRI
Simone, Cardinale. V.
Domenico de Santini di Bastia, che Pasqua Simone Carmlxati.
liil'ultimo vescovo, poiché la sede NEGRI. V. Mori, Schiavi, Ni-
venne unita ad Ajaccio. GRiziA, Etiopia.
NECROLOGIO Necrologium , NEGROMANZIA. V. Magia.
Discorso de' morti registro o li- , NEGRONI GiAjfFRANCEsco, Car-
1IO d'una chiesa o comunità reli- dinale. Gianfrancesco Negroni, nato
i^iosa, in cui veniva iscritta la data di senatoria famiglia in Genova, eoa
(Iella morte de' vescovi, degli abbati, esimie doli ebbe famigliari ricchez-
de' priori, de' benefattori , e di ai- ze, che gli aprirono largo campo
Ire persone illustri, Papi e sovrani, di arrivare ai più alti onori. Com-
r<)\ giorno della loro commemora- piuti i suoi sludi nell'università di
';one. Il necrologio successe ai dit- Perugia, dove ottenne le insegne di
tici, e fu chiamato anche calenda- dottore, giunto appena in Roma,
riunì, ohitorium ed obituarium, cioè tutto spirito e fuoco, che seppe pe-
il libro de obids ovvero de' morti. rò contenere denlra i limiti di un
Fu altresì dato il nome di necro- integerrimo costume
anche negli
logio al martirologio o catalogo dei anni più floridi, ottenne da Ales-
santi e beati, benché non sieno mar- sandro VII il governo delle città
tiri. F. Dittici, Martirologio, Mo- di Terni, di Fabriano, di Jesi, di
nastero, e gli altri articoli relativi, Spoleto e delle provincie di Roma-
NEELA o ELaNA. Sede vesco- gna, Umbria e Campagna , colla
vile della seconda Arabia, nel pa- commissione di procedere contro i

triarcato diGerusalemme, sotto la malviventi e i banditi, e di rego-


metropoli di Bostra. Gauto suo ve- lare e sollevare le comunità dello
scovo fu al concilio di Calcedonia. stato pontificio. Il riuscimento com-
Oriens christ. t. II, p. 867. mendabile di queste incombenze gli

NEELE o NESLE, Nigella. Cit- fecero meritare nel pontificato di


tà di Francia, dipartimento di Som- Clemente IX il chiericato di camera
ma nel Vermandese , capoluogo di colia presidenza dell' annona, da lui
cantone sull'lngon. Fu il più bello però comprato giusta l'uso di quei
o ricco marchesato di Francia, che tempi. Innocenzo XI lo fece teso-
diede il nome ad una celebre fa- riere, carica che amministrò con
miglia, la quale produsse grandi ogni particolare attenzione, e per
uomini, ed ebbe illustri alleanze. es>ere inclinato di sua natura alla
L'ultimo duca di Borgogna, Carlo parsimonia, seppe talmente far uso
l'Ardito, la prese d'assalto nel i472, di essa Dell'amministrare le rendite
e commise le maggiori crudeltà.
vi della camera apostolica, che ben
Nel 1200 a' 7 settembre vi si ten- presto questa si riebbe dalle an-
ne un concilio, in cui il re Filip- gustie nelle quali trovavasi. Quindi
po Augusto avendo ripresa seco In- detto Papa a'2 settembre 1686 lo
gelburga e giurato di trattarla da creò cardinale diacono di s. Cesa-
regina, il legato d'Innocenzo 111 (co- rio, e legato di Bologna, dove un
me meglio dissi alla sua biografia) soverchio zelo per la giustizia, lo
levò l'iiiterdetLo che avca duralo rtise odioso agli ottimati, e poco
otto mesi; iudi il re allontanò Agne- ben veduto dalla plebe. Nel 1GK7
se che morì a Poissy. Diz. de conc. fu fallo vescovo di Faenza, e vi
aG?. NEG NEG
celebrò il che con vantaf^-
sinodo, Fu annoveralo alle congregazioni
gio della diocesi pubblicò colle stam- del concilio, dui riti, della concistoria-
pe, Piiuscendogli molto gravoso Io le, dell'esame de' vescovi, della visita
incarico pastorale, desiderando di apostolica, e delle acque. Inoltre Cle-
liberarsene per vivere in pace il mente XIII nel 1765 lo fece pro-
rimanente de' suoi giorni, rassegnò uditore, e nel 1767 lo promosse a
quella chiesa nel 1697 ad Inno segretario de' brevi, carica ch'eser-
cenzo XII, e ritiratosi in Roma, il citò anche nel pontificato di Cle-
gennaio 17 13 terminò di vivere mente XIV, al di cui conclave in-
d'anni 82, ordinando di essere se- tervenne. In quello per l'elezione
polto dentro la chiesa del Gesti^ di Pio VI si trattò di crearlo Papa,
nella magnifica cappella di s. Fran- come assai favorito e desiderato
cesco Saverio da lui eretta. Inter- dalle possenti e influenti corti di
venne a tre conclavi, e lasciò sei- Francia e Spagna. Il nuovo Pon-
centomila scudi. tefice lo elesse pro-datario , uffizio

NEGRONI Andrea, Cardinale. che esercitò finché visse, lasciando


Andrea Negroni nobile romano, o- allora il segretariato dei brevi. Co-
riundo di Bergamo, nato in Roma me amplissimo cardinale, ebbe le

a' 2novembre 17 io, fece regolar- seguenti protettorie: degli ordini


mente gli studi con felice successo cistcrciensee congregazione di s.
per ingegno di cui l'avea dotato
l' Bernardo, e basiliano ; della chiesa
natura, e per la sua buona volontà. e nazione bergamasca; dell'ospizio
Bramoso di servire la santa Sede, apostolico; delle città di Fossom-
divenne prelato e si formò colla sua brone, Amelia, Terni e Orte, non
condotta rispettabile riputazione, on- che comprotettore d'Urbania; della
de Benedetto XIV lo fece abbre- collegiata Maenza, e
e capitolo di
Tiatore di parco maggiore, segre- del capitolo di Monte Gior-
Todi ; di
tario dell' ospizio apostolico e vo- gio, Sarnano, Massaccio, di Monte
tante di segnatura. Disimpegnando Castrini e Gannara ; de' monasteri
bene tali incarichi, mosse Clemente dell'Assunta di Viterbo, di s. Eli-
XIII, appena assunto al pontificato sabetta d'Amelia; delle confraterni-
nel 1758, a dichiararlo suo uditore. te di Montemilone e
del suffragio
In questa carica fece spiccare i suoi di s. Maggiore di Montec-
Maria
talenti e le belle qualità cui era chio; e de* collegi della mercatura
doviziosamente adorno, le quali fu- e cambio di Perugia. Morì in Ro-
rono premiate dal Papa nel conci- ma d'anni 79, assai compianto, a' 17
storo de' 18 luglio 1763, in cui lo gennaio 1789; fu esposto nella chie-
creò cardinale dell' ordine de' dia- sa di s. Agostino, ove celebraronsi
coni, conferendogli poi per diaco- i funerali, indi trasportato e sepolto
nia la chiesa di s. Maria in Acqui- nella chiesa de' ss. Bartolomeo e A-
ro, che permutò nel 1765 con quel- lessandro della nazione bergamasca,
la de' ss. Vito e Modesto; indi a- nella sepoltura di sua casa, a tenore
vendo i3 dicembre 1779 ottata
a' dellatestamentaria disposizione. La
a quella di s. Agata alla Suburra, sua memoria vivrà sempre onorata,
l'ottenne, e in morte gli lasciò una per le alte doti che lo fregiarono.

ricchissima pianeta violacea di drap- NEGROPONTE, Euripus, Chal-


po d'oro ricamato col suo stemma. ciSf Egribos. Città vescovile del-
-

NEG NEL 253


la Gieda, sulla cosla occitlenla- prode provveditore Erizzo. Dipoi il
le dell'isola uome, la qua-
del suo doge Francesco Morosini l'assediò
le è V anlìca Eubea, chiamata an- nel 1688, ma fu respinto. Nel 1687
che Egn'poSj la più grande delle in Venezia fu pubblicato: Memo-
isole dell'Arcipelago sulla costa del- rie islorico- geografiche della Morea
la Grecia, all'est della Livadia; riacquistata dalle armi venete del
trovasi unita al continente per un regno di Negroponte. Indi fu ca-
ponte gettato sullo stretto di Egri- poluogo del mentovato sangiacato.
pò, lungo 200 piedi. Numerosi so- Furonvi a Negroponte dei ve-
no i corsi di acqua che la bagna- scovi greci suffraga nei di Corinto,
no, ed altissime sono le montagne poscia di Atene, eretti nel V seco-
del centro: le valli e le pianure lo, uno de' quali nel XVII diven-
sono fertili e ben coltivate, essen- ne arcivescovato onorario dell'esar-
dovi il clima favorevolissimo alla cato di Macedonia. I latini pure vi
vegetazione. Ha molli comodi por- ebbero de' vescovi, dopo che s'im-
ti, e numerosi castelli: sotto il go- padronirono di Costantinopoli. Teo-
verno turco faceva parte del san- doro vescovo greco di Negroponte,
giacato del suo nome e del go- essendosi unito di comunione alla
verno del capitan pascià. Vuoisi chiesa romana, venne confermato
che un tempo facesse parte della nel vescovato dal legato della san-
Beozia, da cui fu divisa da un ter- ta Sede in principio del secolo XIII,
remoto e dall'impetuosilà dei fiot- onde fu noveralo tra quelli latini.
ti del mare che si fece un canale. N, ne occupava la sede nel laGS;
Eranvi molle popolale città, fra le N. nel 129^; Gualcherò del iSoy
quali furono celebri Caryslus, Cimi- morì nel i3i3. Allora Clemente
cis ed Erelria, ed un gran nume- V dichiarò commenda la chiesa di
ro di grossi borghi e villaggi. Do- Negroponte, ed ordinò che le reu-
po la presa di Costantinopoli fatta dite servissero di appannaggio ai

dai latini crociati, i francesi ed i patriarchi latini di Coslantinopoli,


veneti impadronirono di
s' Negro- finché di essa fossero padroni i

ponle, ed
secondi ne restarono
i greci scismatici. Quel Papa nel i3j4
assoluti padroni, che governarono a nominò amministratore Nicola pa-
mezzo d' un loro bailo nobile sino triarca lutino di Costantinopoli. An-
al 1469, in cui i turchi sotto Mao- gelo Gorrario veneto ne fu succes-
metto Il se ne impadronirono. Quan- sore, indi patriarca di Costanlino-
to alla città di Negroponte,
luogo puli, rilenendo Negroponte per com-
principale dell'isola, sede d'un ar- menda : nel i4o5 fu elevato al
civescovo greco, occupa coi sob- pontificato col nome di Gregorio
borghi vasta estensione, ed è dife- XII. Oriens christ. t. Ili, p. 846.
sa dalla cittadella Kislar-hissar, e Al pi esente Negroponte, Chalcyden,
da un fortificato. Vi sono
castello è uu lilolo arcivescovile in parli
<]uaUro moschee e molte chiese bus, con Carisio ed Erelria pure
greche. De'due porti il più sicuro in parlihus per suffraganei. La po-
è quello al sud-ovest. Questa città polazione cattolica consiste princi-
è l'antica Calcide, diversa da quel- palmente in una colonia francese,
la di quando
Siria; e
turchi i la gli sono scismatici o ebrei.
altri
presero segarono a mezzo e vivo il NELIA. Sede vescovile della TeS'
oM NExM NEM
saglia nel patriarcato di Costanti- colo di pastore, rinunziò il tesorie-
nopoli, di cui fu vescovo Pietro ra toche quel Pontefice gli offrì.
del i363. Orìens chrisl. t. Ili, p. Pio Vili ne premiò meriti nel i

II 35. concistoro de'27 luglio 1829, crean-


NEMBRI^'I PIRONI GONZAGA dolo cardinale dell'ordine de' preti,
Cesare, Cardinale. Cesare de'niar- indi conferendogli per titolo la
chesi Neinbi'ini Pironi Gonzaga, nac- chiesa di s. Anastasia, annoveran-
que in Ancona a' 27 novembre dolo alle congregazioni de' vescovi
r
768, da famiglia nobile originaria e regolarij dell'immunità, del buon
del Bergamasco, onorata per illu- governo e della lauretana ; con
stri memorie ed egregi personag- questa dignità intervenne al con-
gi, riportati nell' elogio del rev. clave per r elezione di Gregorio
Harili. Ricevette la sua educazione XVI, cui contribuì per la partico-
ne'collegi di Recanati, di Montalto in lare stima che essendone n' ebbe,
Bologna, e nell'accademia de'nobi- corrisposto. Ancona conserverà eter-
ii ecclesiastici in Roma, e die per na gratitudine a questo suo vesco-
tempo di sé liete speranze, come vo e concittadino, che ne emulò i
di particolare attitudine agli studi migliori: affabile, umile e sempli-
di diritto. Incontrò la benevolenza ce, buon
fu veramente esempio di
tli Pio VI, per cui quando il co- pastore.Promosse con mezzi fermi
mune d'Ancona, aderendo alle pre- e soavi ad un tempo la pietà e
mure ed elogi che ne avea fatti il buon costume; protesse e au-
quel Papa, decise spettargli la pre- mentò gli sludi ; riformò con sa-
latura Pironi, lo dichiarò prelato vissime disposizioni la educazione
domestico e ponente di consulta, del giovine clero; mantenne il de-
carriera che fu interi-otta dalle vi- coro sacerdotale, distinguendo ne-
cende fatali che resero infelicemente gli incarichi quelli che si distin-
memorabile il line del secolo XVII I. guevano per zelo e spirito eccle-
Indi fu nominatodaPio VII delegato siastico. Ristorò e compì alcune
d'Ascoli, poi di Prosinone; e quan- chiese, eresse novelle parrocchie, co-
do il Papa fu deportato, egli si ri- me quella di Borgo Pio, altre ne
tirò in patria a menare modesta soccorse col suo avere, ovunque
vita. Nel 18 14 ritornato Pio VII introdusse ordine e regolarità. Aven-
in trono, destinò il prelato alla do ristorato i fondi rustici della
delegazione di Perugia, e successi- mensa vescovile con cospicua som-
vamente gli conferì le cariche di ma di denaro, ne impiegò il red-
pro-legato di Forlì e Ravenna, e dito a pubblico vantaggio, ed a
delegato di Macerata. Dopo aver soccorso degli orfani e delle vedo-
ottenuta molta lode di moderazio- ve, che amava come la sua fami-
ne e rettitudine, divenne chierico glia, infatti le une e gli altri de*
di camera ,
prefetto degli archi- stinò suoi eredi nel testamento. Al-
vi e vicario della basilica Vatica- tra prova di sua virtìi la diede nel
naj ed anche in essi si disimpegno i836 quando il morbo cholera
onorevolmente. Leone XII fi'24 imperversò in Ancona e diocesi.
maggio 1824 lo elesse vescovo vSaputine appena i primi indizi da
d' Ancona sua patria, alla quale Umana, ove si trovava ai bagni,
crescendo il di lui amore pel vin- corse in Ancona, accese il corag-
,

NEM NEM a65


gio in tulli, specialmente nel clero, rale di s. Paolo primo eremita, e
colle paiole e coli' esempio , do- decano dell' insigne collegiata di
nando laignmenle a' poveri, ecci- Villaviciosa nullius dioecesis d'Evo-
tando la carità de' cittadini, e fa- ra stessa.
cendo a gara col delegato Asqnini NEMESI ANO (s.), martire, ve-
ora cardinale, nelle provvide cure scovo di Tubuiia nella Mauritiana
prese per frenare il tremendo fla- Cesariana. Viveva al tempo della
gello. Istituì e presiedè alla com- persecuzione che imperatore Va- l'

missione de'sussidi, soffrendo con leriano suscitò contro la Chiesa l'an-


eroica rassegnazione lunga e peno- no ij'j. Egli fu posto in carcere
sa malattia nella villeggiatura di con altri otto vescovi, unitamente
Uuiana^ e confortalo dalle conso- a molti preti e laici; e dopo esse-

lazioni della religione, passò al ri- re slati aspramente battuti con ver-
poso de'giusti il 5 dicembre 1837 ghe, furono condannati a travaglia-
d'anni 69, onorato dalle lagrime re nelle miniere. S. Cipriano scris-
degli anconitani, lasciando la libre- se ad essi dal luogo del suo esilio,

ria alla patria, e tutto il suo ave- esortandoli a perseverare generosa-


re ai poveri. Piecalo il cadavere in mente nella confessione della fede,
Ancona, nella cattedrale si esegui- ed con coraggio una
incontrare
rono i solenni funerali, ripetuti dal- morte preziosa agli occhi di Dio
1.1 sua famiglia, e in ambedue fu che vedeva i loro combattimenti. I
celebrato con orazioni funebri; pom- nomi degli altri otto vescovi sono :

pe che per gratitudine rinnovò il Felice, Lucio, un altro Felice ,


comune nel dì trigesiaio di sua Litteo, Pollano, VittorCj Jadero e
morte con isplendidezza. Le spoglie Dativo. Il martirologio romano ne
mortali riposano in detto tempio. fa menzione il giorno 10 settembre,
11 eh. primicerio d. Lorenzo Barili dicendo che consumarono gloriosa-
pronunziò 1' Elogio funebre del mente la loro confessione.
cardinal Cesare Nentbìini Pironi NEMESIO (s.), martire. Egizia-
Gonzaga vescovo d' Ancona, vesco- no di nascita, fu arrestato ad A-
vo e conte di Umana , Ancona lessandiia durante la persecuzione
j838; ed il eh. can. Francesco di Decio, nell'anno 200, come col-
Borioni nel i838 pubblicò in An- pevole di furto. Provata facilmen-
cona Elogio funebre del cardinal
: te la sua innocenza, fa accusato di
Cesare Nenibrini Pironi Gonzaga. esser cristiano, e tratto dinanzi al
NEMESI o INEMISI. Sede ve- prefetto di Egitto ; dove avendo
scovile dell'isola di Cipro, sotto la confessato generosamente la sua fe-
metropoli di Leucosia o Nicosia de, fu battuto e tormentato aspra-
lo che Napoli (P^edi) d'An-
stesso mente, quindi condannato ad esse-
tiochia. Nemesi, Nemesin, è un re bruciato coi più delinquenti
titolo vescovile in partibus che con- malfattori. Vi erano presso al tri-
Itjrisce la santa Sede, e per morte bunale del prefetto quattro soldati,
d' Isidoro Spanò da ultimo Leone Ammone, Zenone, 'Tolomeo, Inge-
XI i nel concistoro de' 2 1 marzo nuo, ed un altro per nome Teofilo,
1825, vi nominò il p. Emmanue- i quali, essendo cristiani, incorag-
le Sobrinho dell' Incarnazione di eiavano il santo confessore disteso
Evora , religioso e ministro j^eue- sopra 1 eculeo ; e denunciali per-
2^6 NEO NEO
ciò al prefetto, lì conJann?) ad a- no suffraganee le chiese di Ceraso,
vere mozzala Nemesio la testa. S. Rise, Palemonio, Gomana, Halye,
è nominato nel martirologio roma- Pitiusa , Sebastopoli, Coccu Eu- ,

no a'ig dicembre. nici. Ne fu primo vescovo il det-


NEMUS. V. s. Ambrogio, ordi- to s. Gregorio, eh' ebbe a succes-
ne religioso, estinto da Innocenzo sori, Musouio insigne per pietà, e
X colla bolla Qaoniam, del primo s. Basilio al cui tempo la città fu
aprile i645, Bull. Rom. t. VI, contaminata nella fede; indi fiori-
par. Ili, p. 28. In Roma possede- rono sino a Metodio del 1721 quel-
lono le chiese di s. Pietro in ì^in- li registrati nell' Oriens christ. t. I,

coli, s. Pancrazio, s. Clemente. p. 5oo ; ed a p. 14^7 si parla del


NENNIO (s.), abbate. Fiorì nel vescovo armeno Nierse, che trovos-
sesto secolo. Era della famiglia dei si al concilio di Sìs. Al presente
re d'Irlanda, ma rinunziò a tutti questa città chiamasi Niksara, ed
gli agi cbe avrebbe potuto godere è un titolo arcivescovile in parti-
nel mondo, per mettersi sulla stra- bus che conferisce la santa Sede,
da penosa della cróce. Perfeziona- coi titoli suffraganei di Alia e Pa-
tosi nella scienza dei santi, sotto lemoni o Vatiza. Nel 3i4 o3i5
Ja direzione dei più esperti maestri vi fu tenuto un concilio dai vesco-
della vila spirituale, si ritirò in una vi intervenuti a quello di Ancira
ìsoletta formata dal fiume Erne e presieduto da Vitale d' Antiochia.
neir Ultonia. La sua rinomanza Ce ne restano quindici canoni riguar-
trasse ben presto a lui molti di- danti punti di disciplina ecclesiasti-
scepoli, per cui fabbricò un mona- ca. Tra le altre cose il concilio re-
stero. Egli si è meritato di esser golò le olTerte del sagrifizio, prefe-
posto dopo la sua morte nel no- rendo i sacerdoti di città a qne' di
vero dei dodici apostoli dell' Irlan- campagna; proibì ai corepiscopi di
da; e la sua festa è segnata il i ordinar sacerdoti o diaconi, senza
7
gennaio. licenza de' vescovi ; i catecuuieni si

NEOBURGO. F. Naumburgo. divisero in due ordini ; venne sta-

NEOCESAREA. Sede arcivesco- bilita la degradazione ai sacerdoti


vile e metropoli del Ponto Pole- che si ammogliavano dopo l'ordi-
nioniaco, nell' esarcato del suo no- nazione, la scomunica alle donne
me, situata sul Lycus al nord di che sposavano due fratelli, la proi-

Comana, chiamata anco Adriano- bizione ai sacerdoti di assistere al-


poli. Viene da alcuni geografi com- le nozze de' bigami, perchè sebbe-
presa nella Cappadoeia, e fu cele- ne permesse le seconde nozze era-

bre per la sua popolazione e com- no tenute una debolezza. Reg. t.

mercio. Fu patria di s. Maurina VI; Labbc t. I, Arduino t. I.

madre di s. Basilio, e di s. Gre- NEOCESAREA. Sede vescovile


gorio Taumaturgo. Essendo sepolto di Bitinia, sotto la metropoli di Ni-

nella chiesa, fu soltanto questa pre- comedia, eretta nel IV secolo, e det-
servata, con chi eravi dentro, nel ta pure Arista. Ne fmono vescovi
terremoto del 343 che abbattè la Olimpio, che si trovò al primo
città. La sede fu istituita verso il concilio generale di Costantinopoli;
III secolo, nel IV divenne metro- Ciriaco; Giovanni che intervenne a
poli e nel XIII esarcato. Ne furo- quello in Trullo; Leone che recos-
-

ISEO NEO 167


si al VII generale, e Tarasio che timore che l'orgoglio non facesse
fu al concilio di Fozio. Oriens chrisl. cadere la loro mal ferma virtù; ed i
t, J, p. 628. padri per la disciplina delTarcano
ÌNEOCESAREA. Sede vescovile nascosero loro gelosamente i più
d'Antiochia, sotto la metropoli di reconditi misteri della religione:
o
Geiapoli, la cui città fu restaura- abbiamo
tuttavolta straordinari e-
ta e fortificata da Giustiniano I. sempi,come dell' ordinazione di s.
INe furono vescovi Paolo che assi- Ambrogio benché neofito. Vicever-
stè al concilio di Mcea, ed a quello sa il cardinal Cetivo si oppose al-

d'Antiochia nel 34' ; Melezio sco- l' esaltazione al pontificato del car-
municato per seguir Neslorio; Pa- dinal Besvirione, considerandolo neo-
trizioche fu al concilio di Calce- fito, e perciò ingiuriosa alla chiesa
donia; Giovanni che intervenne al latina.Ciò avvenne nel conclave
V concilio generale; eStiliano Map- per morte di Nicolò V, il quale
pa. Oriens chrisl. t. II p. 49"-,
essendo nata in Ispagna dissensio-
NEOFITO, NeophyiHs. Colui che ne tia i neofiti e gli altri cristiani,
da qualsiasi altra religione è passa- i quali sostenevano che i giudei e
to a professare la cattolica romana, maomettani convertiti non doveano
perchè il battesimo rapporto a chi animettersi alle dignità, il Papa se-
lo riceve è una nascita spirituale, guendo il decretato dall' apostolo,
che lo fa cristiano e figlio di Dio ; non esistere distinzione tra ebrei
vocabolo che deriva dal greco e si- e greci, ma di tutti i cristiani for-
gnifica novus in fide, nuovo na/Oj marsi un corpo mistico del quale
e perciò non prima , ma dopo il è capo il Salvatore del mondo, sta-
battesimo chiama neofilo
si per- ,
bifi che i neofiti recati da qualun-
chè convertito da una riprovala que setta alla fede cristiana, po-
religione, diede di recente il suo no- tessero avere le dignità ,
gli uf-
me alla cristiana milizia, come spie- fici e le altre cose; indi approvò
ga il Turrecremala. Furono detti con autorità apostolica gli editti
altresì neofiti i novelli battezzati, emanati su ciò e in favore de' neo-
come chi dicesse nuovamente pian- fiti da Enrico IV re di Castiglia
tati nel campo della Chiesa, ossia e Leone, e da Alfonso V e Gio-
no novelle piante, significando pure vanni Il re di Aragona. Veramen-
neofito, nella lingua greca, novella' te quando l'apostolo disse che il
mente piantato. Furono chiamati vescovo non dovea essere neofito, non
neofiti anche quelli ch'erano nuo- devesi intendere di persona nuova
vamente ricevuti nello stato eccle- nella fede, poiché nella primitiva
siastico, ed in un ordine religioso. Chiesa gli apostoli ed i vescovi e-
Dei neofiti e catecumeni e del ca- rano neofiti venuti di fresco al cri-

tecumenato, loro istruzione nelle stianesimo dall' ebraismo o dalla


dottrine della fede e de' costumi, gentilità, ma di una persona nuo-
riti e cerimonie, disciplina, vedi va nello stato ecclesiastico ;
perciò
gli articoli Catecumeno, Battesimo, si distinguono tre sorta di neofiti,
Arcano, IMessa, Liturgia, Cate- cioè nella fede, nello stato ecclesia-
chista, Chiesa e gli altri relativi, stico e nell'età, i quali debbono
L* apostolo s. Paolo proibì confe- essere esclusi dalla dignità episco-
rire gli ordini sacri ai neofiti^ per pale per la ragione del medesimo
cj68 NEO NEO
•apostolo: Ne in snpcrbiam elatus lennità del catecumenato cessasse
in juclicium incìdat diaboli. Ghia- in alcune chiese pritna, in altre poi,
mavansi anticamente i neofiti, illu- non mancarono giammai nella Cliie-

minalif perchè nel battezzarli pò- sa di Dio né mancheranno quelli


nevasi loro in mano, come tutto- che sovente si convertiranno alla
la si fa, un cereo acceso, poiché fede di Gesù Cristo. Nei rispettivi
egli è un nuovo lume aggiunto luoghi parlamtno delle tre o quat-
alla simbolo della lede e
Chiesa ;
tro specie di catecumeni o classi
della grazia che ricevono nel bat- in cui dividevasi il catecumenato,
tesimo; ed è per questa ragione che cioè ascoltanti, eletti o prostrati,

il battistero e fonte sacro si chia- competenti e penitenti, la quale ul-


ulò ancora illuminatore od illumi- tima era comune ai fedeli peniten-
nativo. ti' Negli scrutini! premessi al batte-

Ne' luoghi citati pur dicemmo, simo, che facevansi per l'ammissio-
clie catecumeni o neofiti o novelli
i
ne de' catecumeni, si esclusero i cri-

che nel sabbato santo ri-


battezzati, minosi, gli artefici degli idoli, i

cevevano il battesimo portavano ,


mimi, gli auguri, i gladiatori, gli

la veste bianca per otto giorni, e astronomi, flamini, e si ebbe dif-


i

la lasciavano nel sabbaio dopo Pa- fìcoltà di ammettervi i retori ed i


squa, chiamato in albis dcposilis, sofisti. Duplice fu l' istruzione, una
in memoria di che il Papa usa in particolare e conveniente a ciascu-
tal tempo mezzetta, camauro, scar- no, e l' altra generale e comune a
pe e stola bianca. La seguente do- tutti, secondo le leggi del catecu-
menica in Albis fu detta Pascha menato, in cui si pose tanta cura
Annolinuni, cioè anniversario della e diligenza per l' insegnamento dei
Pasqua, perchè anticamente neo- i nuovi proseliti del cristianesimo,
fìti novellamente battezzati nella ossia che venissero dal giudaismo,
Pasqua, solevano nel seguente an- o dall' idolatria del paganesimo, uf-
no recarsi in chiesa a celebrare fizio eh' era alBdato ai catechisti,

con solennità ed oblazioni l'anni- Gli scrutinii in alcuni luoghi si

versarlo del loro battesimo: eravi protrassero al secolo XI; tale è


assegnata messa particolare, chia- ancora il rito della chiesa ambre*
mata Missa in Pascha Annoti- siana, e quella di Vienna in Fran-
nuni. Agli articoli Confermazione eia tuttora conserva il solennissirao
e Comunione si disse di quella scrutinio detto : In aperitione au-
compartila ai neofili. Finché nelle riunì. Vedasi il Virgulti, L' ebreo
città cattoliche restarono gentilio catecumeno istruito, Roma 1728;
pagani da convertire, il catecume- e Toklot, De
arcani disciplina, Co-
nato conservando i suoi gradi e loiiiae i836. Oltre quanto dicem-
disciplina, othiva specialmente per roo sulla controversia di ripetersi
1.1 Pasqua e per la Pentecoste un il Battesimo ( argomento che trattò
popolo di neofiti adulti; ma nel pure il p. Cappellari poi Gregorio
decorso del secolo Vili, per la con- XVI nel Trionfo della santa Sede,
versione de' pagani ed adulti dive- capo 20 e 21) nel § V di tale
nulo men frequente il novero dei articolo, negli Annali delle scienze
catecumeni, diuìiuuì ancora quello religiose, seconda serie, uel voi. I,

de' neofiti. Sebbene pertanto la so- p. 44^, e voi. UI, p. 261, sulle la-
NEO
menfnn/e contro i cattolici di ri- il Papa
ripetere a' neofiti il Credo,
battezzare sub conditìone, si leggono Pater noster e V Ave Marta. Po-
il

due importanti articoli. Uno riguar- scia il santo Padre tenne loro bre-
da il ribattesimo de' convertiti an- ve e commovente discorso, ove ri-
glicani, r altro il ribattesimo dei cordò come la bontà di Dio vada
convertili protestanti alemanni. di continuo raccogliendo le disper-
Pei pagani, infedeli ed ebrei di qua- se spighe d'Israele, sicché essi puie
lunque nazione, vi è in Roma la pia dovevano riconoscere come il mi-
casa de' catecumeni o neofiti, che sericordioso Signore gli avesse chia-
li riceve, quando abbiano desiderio mati alla sua fede. Goder egli che
di professare il cristianesimo, e li per obbedire ar questa voce supre»
mantiene di tutto il bisognevole, am- ma avessero abbandonata la patri.i,

mettendovi pure gli stretti congiunti i parenti, i beni ; ma che Gesù Cri-
di tali convertendi, quando essi bra- sto richiedeva da loro ancora di
mano che vi sieno chiamati onde più : l'annegazione cioè di sé stessi;
ridurli alla vera credenza, tratte- e di questa annegazione volle far
Dendoli 4° giorni, passati i quali loro parola nel modo riportato nel
se rimangono ostinati sono lasciati n." 4^ <^6l Diario di Ronia; indi
in libertà. Tutti sono istruiti dal impartì l'apostolica benedizione. In-
rettore teologo, capace di convin- dossati quindi dal Papa gli abiti
cerli ed istruirli, e versato in più sagri, celebrò la messa e ammini-
lingue. Persuasi ed istruiti i neofiti strò l'Eucaristia ai nuovi battezzali,
d'ambo i sessi, in luoghi separati, indi ne ascoltò altra letta da uno
siprocede a conferir loro il battesi- de'suoi cappellani segreti. Il cardi-
mo, la confermazione, e l'Eucari- nale arciprete nel contiguo palazzo
stia se adulti, nel sabbato sacto e apprestò un rinfresco ai novelli cri-
nel sabbaio precedente la Penteco- stiani. Gli adulti battezzati nell'uscir
ste nella basilica Lateranense. An- dalla pia casa ricevono una conve-
che fra l'anno si ammettono i neo- niente limosina , se sono poveri ; i

fiti e le neofife al battesimo e agli fanciulli e le fanciulle si trattengo-


altri sagramenli con solenne pompa ^ no per educarli ; tanto afferma il

in altre chiese di Roma. Nel citato sacerdote Costanzi L" Osservatore


,

§ V dell'articolo Battesimo vari e- di Roma lib. VII, cap. 7. Ora an-


sempi riportammo di quello conferito diamo a parlare del collegio e pia ca-
ai neofiti dai Papi; ora aggiungere- sa de' neofili , del conservatorio delle
mo che il regnante Pio IX nel sab- neofite , e del monastero di queste.
bato di Pentecoste del 1847 ^o Il fondatore de' gesuiti sant'Igna-
amministrò a quattro neofiti ebrei, zio, propagare la maggior gin-
a
fra' quali una donna, nel batliste- ria Dio concepì l'idea di fon-
di
rio Costantiniano dell' arcibasilica dare in Roma una pia casa per la
Lateranense; in questa poi ritor- istruzione de' neofili o catecumeni,
nato processionalmente com'era par- e ne esibì il progetto a Paolo III,
tilo, dall'altare papale conferì ai me- il quale ne preordinò l'effettuazio-
desimi la cresima, .ammettendoli al ne colla bolla Cupienies, de'2 i mar-
bacio del piede, nel mentre che zo i.'>43, in cui accrebbe i privi-
presentavano la simbolica offerta legi de' neofiti, o-ssia ebrei e infedeli
della candela o cereo. Fece quindi o paguni convertili ;d cristianesimo.
270 NEO NEO
Indi con la bolla ////m5, de^iQ feb- dannificato sia ignoto, di ripetere
braio 1543, ampliò tali privilegi secondo i vari casi, doti, alimenti,
onde promuovere cuatrìtnoni del- i beni avventizi, legittima, viventi an-
le neofita coi cristiani originari, e cora genitori ebrei o infedeli. A
i

li comunicò ai loro mariti ed ai pa- riparo inoltre delle maliziose distra-


renti delle figlie in primo grado: in- zioni, i Pontefici ordinarono un in-

oltre con essa meglio stabili la grande ventario legale constante la realtà
opera, con fondare l'ospedale o pia del patrimonio de' genitori pervica-
casa pei catecumeni , e la confrater- ci nell'ebraismo, onde assicurare ai
nita o collegio de' sacerdoti, che ne neofiti la porzione di loro ragione.
dovea avere il governo sotto il titolo Furono i neofiti onorali della cit-

di s. Giuseppe de' catecumeni, nel- tadinanza del luogo ove si battez-


la chiesa di s. Giovanni in Merca- zano, ed il dileggio per l'antica loro
lello alla fontana sotto Campidoglio, condizione fu dichiarato competen-
ora s. Venanzio de*camerinesi , di te della congregazione della sacra
cui parlammo in vari luoghi, come inquisizione. All'articolo Ebrei ripor-
nel voi. XXXI li, p. 71 del Di- tan)mo gli antichissimi privilegi con-
zionario. Il Piazza, Opere pie p. cessi dai Papi, massime a quelli di

239, diceche il sodalizio fu eretto Roma, ch'entrano nella religione


in febbraio \5^o , e che restaurò cattolica , incominciando dai primi
la chiesa e fabbricò un luogo in secoli di essa, e Giovanni XXII
forma di catecumeni
collegio pei rinnovò le costituzioni sulla riten-
onde farli con
istruire e battezzare, zione de' beni in favore de' neofiti
locale contiguo anche per le donne. che prima possedevano ; quindi e-
I neofiti e le neofite trovarono qui- numerammo le particolari provvi-
vi istruzione e carità. La confra- denze emanale su qualunque specie
ternita era principalmente composta di neofiti , singolarmente da Giu-
da dodici zelanti sacerdoti, presiedu- lio III, s. Pio V, e Benedetto XIV,

ta da Giovanni de Sorano rettore il quale dispose leggi anco sui ma-


della chiesa stessa , il quale veglia- trimoni coniugi e figli ] non che
,

va a tutti i ministri, air ammini- trattammo sull'istruzione cattolica per


strazione, e ad ogni bisogno del- gli ebrei, con multe in favore della

l'uno e l'altro ospizio. A prolet- pia casa de'neofili a quelli che non
tore, ordinano e giudice di sì bel- V* intervengono, e come i Papi im-

la opera fu destinato un cardinale^ posero all' università israelitica di


designalo dai confrati, ed approva- Roma l'annua contribuzione di scu-
to dai Papi. Paolo III colla memo- di I 100 da pagarsi alla detta pia
rala costituzione CupienieSj colman- casa ; e dei privilegi pontificii dei
do i neofiti di privilegi, confermati neofiti inclusive alla nobiltà, gradi
ed ampliati dai successori, eliminò e benefizi ecclesiastici. Quanto ope-
molti ostacoli che talora trattene- rarono Paolo III e s. Pio in V
vano i chiamati da Dio a conver- vantaggio degli schiavi turchi con-
tirsi, sia per interesse, sia per u- vertili al cristianesimo, lo dicemmo
mani riguardi ; laonde per le con- nel voi. XVI li, p. 70 del Diziona-
cessioni apostoliche i neofiti d'am- rio. Vedasi l'Amydenio, De pietaic
bo i sessi godono il diritto di rite- romana cap. VHj De cathcciinie-
nere i beni male acquistati , se il norui/i Xcnodochiis.
7 ,

NEO NEO 271


L' accrescimento de' catecume- nei voi. 55, e XI, p. 287
I, p. 1

ni, e lo zelo instancabile del So- del Dizionario, sulle rovine di Mar-
rano e suoi cooperatori provoca- ,
te Ultore (o secondo altri sulle ro-

rono la munificenza pontificia e , vine del palazzo di Nerva ) eretto


la carità romana, onde in breve da Augusto per volo fatto nella
tempo il patrimonio delia pia casa battaglia di Filippi, nel recinto cioè

potè supplire al bisogno. Ai soccor- del Foro d'Augusto stesso, del quale
si quotidiani perpetui si aggiunse parlammo nel voi. XXVI, p. 11,
la memorata annua tassa imposta oggi detto l'Arco de' Pantani. Qui
agli ebrei per le costituzioni Pasto- si trasferirono le monache eie zitel-

ris, de'3i luglio i554di Giulio IH; le neofite, che molti anni formaro-
Diidiim , òe 13 marzo i556 di Paolo no una comunità nel protettorato
IV, confermate da Urbano Vili il 1 del cardinal Saraceni. Il monastero .

luglio i62q; per cui l'economico prese il nome della ss. Annunziala
della pia casa de'neofiti fu in gra- in s. Basilio, e con saggie costitu-
do di ricevere migliore e più ampia zioni pubblicate prima dal cardinal
organizzazione, nella diramazione di Veralli, poi dal cardinal Corradini
varie opere di carità. Bisognando nel 1738, proiettori e ordinari di
di fatto un asilo privativo alle neo- tutti i luoghi pii de'neofiti, si die-
fife ispirate da Dio a consacrarsi a de l'ordine conveniente al mona-
lui con voli, la pia principessa d. stero , del quale tratta il Piazza
Giulia Colonna avendo donato al- neW Eusei'ologio p. 821. Il Can-
l'arciconfraternifa della ss. Annun- cellieri 187 delle sue Campa-
a p.
ziata in piazza Mar-
un casamento ne e Campanile, parlando del sin-
gana adoperò perchè il fondo
, si goiar canipaiiile di questa chiesa
fosse ceduto alla confraternita di s. tratta monastero , del luogo e
del
Giovanni in Mercato, ed ivi fondò delle monache. Provveduto in tal

il primo monastero delle neofite modo alle neofite nubili, si rivolse


della ss. Annunziata dell'ordine dei la conveniente sollecitudine ai neo-
predicatori, colla regola di s. Ago- fiti impuberi o minorenni, quali i

stino, che Pio IV approvò a' 26 erano in grave pericolo, se dopo il


gennaio 156*2, come parte de' luo- battesimo, o senza genitori perchè
ghi pii de'' neofili. Essendo il luogo ostinati nell'errore, o perchè po-
troppo angusto, s. Pio V colla bolla veri, si abbandonavano in libertà
Sacrosanclae de'26 novembre 566, i e alle seduzioni di disonorare il cri-

soppresse la precelloria o priorato stianesimo abbracciato. Indi Grego-


di s. Basilio dell'ordine gerosolimi- rio XI II fondò e largamente dotò
tano , con chiesa di s. Basilio già nel 1576 con rendita perpetua di
de'monaci basiliani greci fuggiti dal- mille scudi d' oro sopra 1' abbazia
l' oriente per l' eresia degli iconocla- di Fonleva'.le nella diocesi di Gub-
sti, ed una delle venti abbazie pri- bio da lui donala al collegio ger-
vilegiate di Roma, e l'attribuì col tnanico ccn alcuni beni posti in
,

palazzo o monastero e adiacenze, Ardea e con altri proventi, il col-


al sodalizio di s. Giovanni in Mer- legio de'neofili, erigendolo colla co-
cato. Questo antico priorato o com- stituzione Fices ej'us del piimo set-

menda de* gerosolimitani trovasi in tembre i577, sotto la prolezione di


un alla chiesa, di cui si fece cenno tre cardinali, come si legge in No-
,

272 IVEO NEO


vaes, File de' Pontefici t. XIT , p. e di fondi. Nel detto anno i5<Sn,
i36 e seg. , col fine d'isfruim e per tre notti seguenti , si scosse la

educare i neofiti anche nelle scien- terra sottonominate case, clic


le

ze sacre, per divenire abili minislri sgomentò di maniera gli abitanti


del vangelo ne' loro paesi nativi, e sino a crederle infestate da spiriti
prima che fosse istituito il collegio maligni, mentre Laura tutrice dei
Urbano, questo de'neofiti spediva i pupilli Attavanti implorò il soccor-
suoi alunni per missionari nelle par- so di Maria il fienarolo Giampie-
,

li degl'infedeli. La prima sede di tro, menando la falce sulla massa


questo collegio fu nella casa ove del fieno verso la ptu'ete , sentì in
visse e morì s. Caterina da Siena, suono lugubre, guardale a quel che
levandosene le monache domenicane fate 2 non mi ferite ah perdonale ,

. che furono trasferite a Monte Ma- al mio Figlio se non a me ; quan-


gnanapoli, rimpetto alla chiesa di do contemporaneamente ad Anasta-
s. Chiara, allora proprietà della ca- sia cieca comparve Maria Vergine,

mera apostolica. dicendole che dentro al fienile eravi


Intanto a'26 aprile i liSo avven- una sua miracolosa immagine. Pro-
ne la prodigiosa manifestazione del- palandosi l'accaduto del fienarolo
la sacra immagine di Maria dei
s. e la visione di Anastasia, si adunò
Monti, coronata poi solennemente gran popolo la cieca riacquistò la
,

con corona d' oro a' 3 settembre vista al rinvenimento dell'itnmagine,

1682, onde il Borabelli ne riporta la quale si trovò dalla -detta falce

r efiìgie e l'istoria nel t. \, p. 3, sfregiata in una mano, ed il Bam-


della Raccolta delle immagini, A pie bino nel ])etto e nella mano. Fu
de' monti Viminale Quirinale ed ,
creduto allora dai circostanti essere
Esquilino un tempo sorgeva un mo- il fienile, o il refettorio o la chiesa
nastero di francescane Clarisse , le delle suddette Sparsa
francescane.
quali passarono a quello di s. Lo- la fama del prodigioso avvenimen-
renzo in Pane Perna. Quel luogo to, il rione Monti fu inondato di
diviso in quattro porzioni servi a. gente, specialmente infermi e biso-
vari usi, e fu posseduto con le con- gnosi, che ne riportarono innume-
tigue adiacenze dalla famiglia Atta- rabili onde l'immagine su-
grazie,
vanti fiorentina, trapiantata in Roma bito divenne celebre per tanti mi-
sotto Eugenio IV. Al muro di una di racoli. Gregorio XIII si recò a vi-
queste case destinate a ricetto di fieno sitarla, e voleva farne dono alle
eravi l'efligie della divina Madre col domenicane neofité ma il fervore ,

santo Bambino, affatto non curata e popolare non permettendolo, egli vi


negletta. La maniera strepitosa on- fece edificare con architetture di
de il Signore rivendicò con sovrab- Giacomo della Porta, la magnifica
bondanza di culto alla Madre, si ri- chiesa che ivi si ammira, concor-
cava dalle scritture antiche citate rendovi la pietà de'fedeli. La con-
nella Breve notizia della manifesta- sagrò il cardinal Sirleto protettore
zione ec, Roma 1842. Ma la prova della confraternita de'neofiti, dopo
piìi salda e più chiara del prodi- avervi gettato la prima pietra, e ne

gioso successo, è veder d' un tratto fu celebrata l'erezione nel i58?


in un sito abbietto ergersi nobile con medaglia colf efllgie del Papa,

chiesa, ricca d'ornamcnli, di arredi e nel rovescio la tacciata esterna


,

NEO NEO ^^73


dell'edificio con l'iscrizione: Ui Fa- riera ndl' altare maggiore: è tradi-
mula Tua Greg. Conservare Digne. zione che orandovi s. Giuseppe Ca-
L'interno è ornato benissimo con lasanzio vi ebbe celeste visione, che
buone pitture la volta fu dipinta : un giorno avrebbe fondato il suo
a fresco da Alessandro Casolani che ordine. Leone XII nel 1824 eresse
vi rappresentò l'Ascensione di Cri- in questa chiesa la parrocchia,
sto, Maria Vergine, gli apostoli e i Gregorio XIII donò la chiesa al-
quattro dottori della chiesa latina ; la confraternita de' catecumeni, co-
gli angeli nelle lunétte sono pure me pure le ricchezze adunate dalle
suoi lavori. Nella prima cappella a oblazioni de'fedeli. Mancava il luogo
sinistx'a dell'Annunziala, le pitture ai custodi che periodicamente con
sono di Durante Alberti, ma il por- diligenza servissero a questa chiesa,
tare della croce è di Baglioni. La quando divenuto protettore delle pie
seguente cappella della nascita di case de' neofiti il cardinal Antonio
Gesù, il quadro è di Muziano, la Barberini del titolo di s. Onofrio,
volta e i laterali del Nogari, i pro- fratello di Urbano
Vili, con l'aiuto
feti e la coronazione di Maria sono di questied architettura di Gaspa-
del Nebbia. Nella tribuna le tre sto- re de Vecchi annesso alla chiesa
,

rie della Vergine, gli evangelisti, fabbricò il grandioso edifizio per mi-
l'Annunziata e la Concezione sono gliore ospizio de' catecumeni e neo-
di Cristoforo figlio di Casolani ; la fiti, avendo perciò comprato le a-
coronazione della Madonna e la vi- diacenti case e giardini degli Atta-
sitazione di s. Elisabetta, le dipinse vanti, i quali già avevano donato
Baldassare da Bologna, mentre Gui- nell'erezione della chiesa l'avven-
dolti fece l' Assunta. La Pietà del turato fienile. Narra il citato Piazza
seguente altare è copia di quella neW Eusevologio p. 227, e nelle O-
della sacrestia vaticana del Viviano ; pere pie, p. 224, che ad istanza del
la flagellazione di Cristo è di Lat- fratello, Urbano Vili con privilegi e
tanzio bolognese; il portare della moto-proprio de' 1 3 agosto 1 634,
croce del Nogari, la Risurrezione ed trasferì al nuovo ampio locale, da
altre pitture per di fuori, sono di s. Giovanni in Mercatello, l'istituto
Lombardelli marchigiano. Final- di s. Giuseppe de' catecumeni, il col-

mente l'intera cappella di s. Carlo legio e confraternita de' neofiti, per-


fu colorita dal Mannozzi , il quale chè dagli alunni e sacerdoti fosse
vi rappresentò vari fatti della vita col maggior culto servita la chiesa^
del santo , e di fuori la vocazione nella quale trasferì la parrocchia
di s. Pietro e di s. Andrea ; le noz- tuttora esistente di s. Salvatore alla
ze di Cana sulla porta di fianco Suburra, la quale al dire del Pan-
l'eseguì il Guidetti. Il lavatoio della ciroli già esisteva ne' primi àe\ se-
sagrestia pei sacerdoti, è disegno di colo XIV, ed erale stata unita la
Onorio Longhi. In ogni biennio il parrocchia di s. Andrea. In tal mo-
senato romano fa a questa chiesa do la grande opera di Paolo III
l'oblazione del calice d'argento, con ottenne la sua perfezione , se non
letorciedi cera. Ai 26 aprile con so- che incominciata sotto il governo
lenne festa si celebra la meraviglio- e la direzione de' gesuiti, passò poi
sa manifestazione della Madonna sotto quella del sodalizio, deputati
la cui miracolosa immagine si ve- e cardinale protettore. Qui però uo^
VOI. iivn. 18
274 NEO NEO
teremo, che dipoi la casa grande TI marzo 1704, colla costituzione
de' catecumeni di piazza Margana Propagandae, ampliò privilegi dei i

divenne un tempo conservatorio neofiti, quali confermò col hic\eSal-


delle mendicanti, sotto la panoc- vatoHs de' 5 gennaio 1712^ in cui
chia de'chierici regolari della Ma- encomiando la congregazione àe Pii
dre Dio; quindi collegio o ospi-
di operài [Vedi), ad istanza del car-
zio d'orfani, da cui derivò quello dinal Astalli decano e protettore
celebre di s. Michele accanto alla : de' neofili, gli concesse la chiesa di
casa de'catecumeni in piazza Mar- s. Maria
Monti con tutte le sue
de'
gana vi abitò s. Ignazio prima che entrate, e con l' obbligo di tenere
facesse fabbricare la casa del Gesù. r amministrazione del collegio dei
Il medesimo Piazza riferisce, che il neofili e pia casa de'catecumeni,
pio luogo aveva un prelato per giu- ferma sempre la giurisdizione del
dice, siccome esente da ogni giuris- protettore. Verso questo tempo sem-
dizione, facendo istruii'e gli alunni bra che cessasse ogni cura della
del collegio in esso per gli studi mi- confraternita.
nori, e pei maggiori nel collegio ro- Benedetto XIV al modo detto nei
mano, conferendo ad essi il cardinal voi. I, p. 48, e XXXIX, p. 5^, nel
protettore la laurea coi privilegi del- 1742 istituì nella pia casa l'acca-
le università, godendo il collegio le e- demia di liturgia. Dicemmo altro-
senzionide'coilegi pontificii. Nel iGyS ve come quel Papa alle varie que-
mori cardinal Cesare Rasponi, e
il stioni che riguardano i neofiti, sul-
lasciò in parte erede l'ospizio, dei la offerta dei figli e mogli offerte
catecumeni, il quale luogo ebbe an- al battesimo, sul matrimonio, quan-
co altri benefattori. Il protettore do le mogli sieno oslinatamenle at-
della pia casa cardinal Odescalchi^ taccate all' ebraismo, quando i neo-

divenuto nel 1676 Innocenzo XI, fiti giudaizzano, provvide special-


continuò benignamente a protegger- mente colla bolla Apostolici, de' 3o
la, e vi aggiunse anche le catecù- settembre 1747- Clemente XIII col
mene e neofite, le quali per lo in- chirografo de'26 ottobre 1766, pres-
nanzi stanziavano in una casa in- so il Ball. Coni.
t. Ili, p. 268, co-
contro alla chiesa de'ss. Quirico e stituì monsignor vicegerente pro-
Giulitta, forse perchè coll'andar del tempore nuovamente giudice priva-
tempo il monastero dell'Annunziata tivo di tutte le cause dell'universi-
non ricevette più, come ora fa, che tà e nazione de'neofiti e catecumeni
le sole monache nella qual casa le
; di Roma; poiché Innocenzo XII nel
neofite erano alimentate e istruite, sopprimere i giudici particolari, con
libere di monacarsi o di maritarsi ; declaratoria aveva eccettuato i neo-
onde nella pia casa de' Monti ebbe fitiClemente XI con chirografo dei
;

principio il conservatorio delle neo- 21 gennaio 1705 aveva delegato ai


che col collegio, l' ospizio e il
fite, prelati vicegerenti tutte le cause ri-
monastero erano sottoposti ad una guardanti i neofiti e le neofite, con
medesima amministrazione. Quanto l'analoga giudicatura e giurisdizio-
agli alunni del collegio, ne parla ne ; e Rcnedetlo XIV con la rifor-
ancora e ce ne dà la figura il p. ma'de'tribunali avendo richiamata in
Bonanni, Catalogo degli ordini e vigore l'abolizione d'Innocenzo XII
de' collegi^ p. 4Q. Clemente XI agli de'giudici particolari compreso quel-
NEO NEÒ 275
lo de' neofiti, di poi lo eccettuò. In ta vicario di Roma e visitatore a-
pari tempo Clemente XIII confer- poslolico della casa de'neofiti, ripa-
mò catecumeni e neofiti lutti i
ai rò air urgenza, e dopo alcuni mesi
privilegi che godevano, é l'esenzio- ottenne, che col mezio di fortifica-
ne dalle tasse e contribuzioni, ap- zioni e restauri dalla parte setten-
provando eziandio il godimento dei trionale del monastero, la comuni-
privilegi inerenti alle università del- tà di Irentanove individue mai sor-
le arti e professioni , alle quali i tite dalla clausura avessero conve-
neofiti travagliano o si esercitano, niente abitazione. Quindi Gregorio
e quelli della chiesa e casa de'ca- XVI deputò visitatori apostolici dei
tecumeni e luoghi pii ad esse annes- luoghi pii de* catecumeni, i cardi-
si. Allorché Clemente XIII chiamò dinali Mattei, Fransoni e Mezzofau-
in Roma s. AlPjnso de Liguori per te, al qual ultimo affidò specialmen-
elevarlo al vescovato, ivi abitando, te la visita apostolica del monaste-
colla benedizione il santo converti ro della Annunziata.
ss.

in cefalo un pollastro che i pii o- Al presente staimo in separale


perai di venerdì davano all' ospite fabbriche alla Madonna de' Àlonti,
infermo. Sotto la direzione di tali tanto gli uomini quanto le donne
religiosi , il collegio camminò pro- che desiderano ricevere il battesimo.
speramente fino alle politiche vicen- Vi si mantengono quaranta giorni,
de del 1798; allora fu chiuso e scorso il qual tempo, se si battezzano
tuttora se ne desidera il ristabili- ricevono gli alimenti gratuiti, altri-
mento. Conservando la pia casa dei menti debbono soddisfarli. Gli uomi-
neofiti, a fronte de'cambiamenti di ni battezzati si congedano, ma le
governo, il suo patrimonio fiorente donne restano nell'istituto e formano
e capace di supplire ad ogni impe- il luogo dello conservatorio. Agli a-
gno dell'istituto, il 'ì.'] luglio i83g dulti poi d'ambo i sessich'escono
fu giorno di desolazione. Dalle fon- pochi giorni dopo il battesimo, si
damenta subbissò la parte meridio- dà loro per una volta un sussidio
nale con l'infermeria del monaste- pecuniario, detto limosina battesi-
ro in s. Basilio, e restaronvi sepol- male: i neofiti ricevono sino all'e-
te e schiacciate dallemacerie sette tà di ventun anno un sussidio
monache, altre malconcie, tutta la mensibile alimentario di scudi tre
comunità in profondo dolore e co- dalla cassa de' luoghi pii, ed affidali
sternazione, con commozione de'ro- a persone probe , s' impara loro
mani. Accorsero al disastro il car- qualche arte. Va notato, che le ca-
dinal Lambruschini, il duca Caeta- tecumene si tengono del tutto se-
ni, i principi Borghese e Aldobran- parate dalle neofite , anche alla
dini ed altri, i quali furono di edi- mensa : la priora che presiede e le
ficazione per quanto si legge nei maestre debbono essere cristiane di
num. 60 e 64 del Diario di Roma. II nascita. Le alunne eseguiscono gli
Papa Gregorio XVI con larghe e uffici domestici, e nella loro cappel-
ripetute beneficenze, e dopo alcnn la adempiono gli atti di religione.
tempo con una benigna visita sul Quando escono a diporto vestono
luogo, suppfi ai bisogni ed alleviò abito turchino con fazzoletto bian-
la fatale disgrazia. Un sollecito la- co in capo. Allorché si maritano
voro a cura del cardinal della Por- ricevono una dote di scudi i5o: se
,
,

!ì7o NEO KEO


loro piace entrano
di monacarsi , NEOPATRA o NEOPATRIA. F.
nel monastero della ss. Annunziata, Patrasso.
ove sonovi monache anco non neo- NEOSOLIO (Neosolìen). Città con
llte. Le rendite del conservatorio residenza vescovile in Ungheria, li-
sono unite a quelle del pio lungo bera e reale, chiamata ancora Neu-
de' catecumeni, però il pubblico te- ungherese Bestercze Banyrtj
sohly e in
soro gli somministra annui scudi capoluogo del comitato di Sohl
7200. Dei suddescrilti luoghi pii ne marca, a 32 leghe da Buda sul Gran
dà un cenno anche monsignor Mo- che vi riceve l'Hermanecz. Sede
nchini nel voi. II, p. 72, Degli isii- d'una soprintendenza della confes-
tuli di pubblica carila. sione augustana, che comprende la
NEONE (s.), martire. Fratello parte meridionale dell'Ungheria, di
di Claudio e di s. Asterio, fu in-
s. una direzione e d'un tribunale del-
sieme con essi denunziato come le miniere. Assai ben fabbricata
cristiano dalla matrigna, la quale evvi un vecchio castello forte, la
aveva per iscopo d' impadronirsi cattedrale d'ottima struttura, da
dei loro beni. Furono messi in ultimo ampliata, coperta di rame e
carcere finché ad Egea il
arrivò piena di ^preziosi ornamenti ; non
proconsole di nomato Li-
Cilicia, vi è il battisterio, fra le reliquie
sia, il quale gì' interrogò uno dopo possiede corpo di s. Vincenzo mar-
il

l'altro , facendo loro subire vari tire, avente poco distante l' episco-

crudeli tormenti, per indurli a sa- pio, ampio e decente edifizio. Ha


grificare.. Essi soffrirono con gioia pure la chiesa parrocchiale della
tutti quei supplizi, senza cessare di Beata Vergine Assunta, col fonte sa-

confessare coraggiosamente la loro cro, il parroco e cinque coopera-


fede ; laonde il proconsole ordinò tori ; il seminario, l'ospedale, ed un
che fossero crocefissi fuori della ginnasio luterano. Tra le fabbri-

cittàj e lasciati i loro corpi in pre- che è nominata quella della bir-
da agli uccelli. Ciò accadde ad E- ra. Il Andrea 1 fece erigere que-
re
gea, sotto il consolato di Diocle- sta città nel 1222, e la popolò d'u-

ziano e di Aristobolo, il io delle na colonia di sassoni, impiegati in


calende di settembre, cioè il 23 gran parte nelle miniere di lame
agosto, l'anno 285. Sono menzio- dei dintorni; quello nero contenen-
romano colle
nati nel martirologio te argento è il più stimato. Nei
ss.Donnina e Teonilla che con- contorni vi sono pure delle fucine.
temporaneamente riportarono la La città fu molto <Uuineggiata da
palma del martirio, e conservansi un incendio del lybS. All'intorno
intieri i loro atti, quali furono co- è cinta di vigneti e giardini.
piali giusta i registri proconso- In questa celebre città, ad istan-

lari. za dell'imperatrice regina Maria Te-


NEOPAGENSE. Sede vescovile resa, nel 1776 Pio VI eresse la
latina del secolo XIV, ch'ebbe a ve- sede vescovile suffraganea dell'arci-
scovi N. fiorito nel pontificato di vescovo di Strigonia. A* 16 settem-
Clemente VI nel i3^5; N. del iSSg; bre dichiarò primo vescovo Fran-
Donato di Benevento agostiniano ;
cesco Berthold! di Tyrnaw diocesi
Giovanni del 1394. Oriens christ, di Strigonia , cui successero : nel

t. HI, p. lou. 1800 Gabriele de Nilra Zerdahely

J
NEO NEP 177
di Ni tra, da Titopoli in
traslato nò quindi sua cella, ove
nella
partibusj nel 1818 Antonio Macay molte ragguardevoli persone comin-
di Rosnavia; nel iSaS Giuseppe ciarono a visitarlo per domandar-
de Bel.inski della diocesi di Nitra ; gli il soccorso delle sue orazioni e
per sua morte Gregorio XVI nel de'suoi consigli. Lo visitava pure
concistoro de' 20 gennaio 184^ pre- frequentemente il re Alfredo, il qua-
conizzò l'odierno vescovo monsignor le trasse senza dubbio da'suoi discor»
Giuseppe de Rudnyansky di Tyr- si motivi nuovi di amore per la
iiavia, già canonico della metropo- religione, e grandissima utilità pel
litana di Strigonia, e vicario gene- governo del regno. Neoto gli rac-
rale di quell'arcivescovo. Nella cat- comandava soprattutto di proteg-
tedrale dedicala a Dio sotto l' in- gere i buoni studi ; lo indusse a
vocazione di s. Francesco Saverio, ristaurare le scuole inglesi ch'era-
il capitolo si compone di sei ca- no in Roma, e ad istituirne del-
nonici, comprese prebende del le le altre ne' suoi stati : locchè il

teologo e del penitenziere, con cin- re fece con molta magnificenza.


<iue dignità, prima delle quali è il Gli storici d'Inghilterra si accorda-
preposto, con altri ecclesiastici. Am- no a dire, essere stato formato dal
pia è la diocesi, contenente più cit- santo anacoreta il disegno di una
tà e luoghi, con 109 parrocchie. scuola in cui s' insegnassero tutte
Ogni nuovo vescovo è tassato in le scienze e le arti belle ; e dicesi
llorini 760, essendo le rendite circa che Alfredo fondò giusta questo
1 9.000 fiorini ungheresi, equivalenti disegno 1' università di Oxford.
a circa scudi 9000. Sembra che il santo sia morto
NEOTO (s.), anacoreta in In- circa il tempo in cui fu fondata
ghilterra. Alcuni scrittoui lo fanno questa università, cioè verso 1*877.
parente del re Alfredo il Grande. La sua morte avvenne il 3i lu-
Nella sua giovinezza si rese mona- glio, giorno in cui" celebravasi la
co a Glasteiibury, e vi fece i suoi sua festa principale. Egli era ezian-
studi con grande applicazionee dio nominato nei calendari, sotto
successo, e vieppiù ragguardevole i giorni in cui eransi fatte le tras-
sì rese colle sue virtù. Il vescovo lazioni delle sue reliquie. Fa sep-
diocesano fu s'i commosso dalla pellito nella sua propria chiesa, nel
santità della sua vita, che senza paese di Cornovaglia, dove avea
avere riguardo alla sua età giova- fondato un piccolo monastero per
nile, r ordinò diàcono, e prete po- quelli de' suoi discepoli a cui avea
co tempo dopo ; ma egli chie- dato l'abito monastico. Sotto il re-
se la permissione di ritirarsi in gno di Edgaro le sue reliquie fu-
lina solitudine della provincia di rono trasportate ad Einulsbury nel-
Cornovaglia, che si chiamava Saint- la provincia di Huntington, don-
Guerir , da un santo bretone di de si trasferirono al monastero di
nome ma
I questo
nome di lui
,

si
e che poscia dal
chiamò Neotsloke.
Croyland;
te nella
furono dipoi riporta-
chiesa,prima
la quale
Colà macerò egli il suo corpo con prese allora il nome di s. Neoto.
rigorosi digiuni, e ricevette da Dio NEl^ERGIIELTUM. Sede vesco-
speciali (avori. Dopo sell'anni fece armena sotto il cattolico di Sis,
\ile
un pellegrinaggio a Roma, e ritor- ad uu concilio del quale interven»
17S NEP NEP
ne il vescovo Nunzio. On'ens chrisl. consagrata nel 1266 dal vescovo
t. I, p. i44o- Lorenzo. Circa il i5oo si ornò il

NEPHELIS. Sede vescovile d' I- campanile, e poco dopo il cardinal


sauria nella diocesi di Antiochia , Francesco Borgia, tutore del duca
sotto la metropoli di Seleucia, eretta Giovanni, fabbricò l'atrio a pie del-
nel V secolo. Ne fu vescovo Anto- la chiesa, essendo il portico, opera
nio, pel quale il suo metropolitano del 1647, innalzato did vescovo Van-
sottoscrisse al concilio di Calcedo- nini per costruire la nuova porta,
nia. Oriens clirist. t. Il, p. io23. in un a bellissimo pulpito di mar-
NE PI (Nepesin). Città con resi- mo, che andò perduto con molte
denza vescovile degli stati pontifìcii iscrizioni ed altri monumenti dopo
nella delegazione apostolica di Vi- l'incendio; mentre il vescovo Sil-
terbo, situata in deliziosa pianura, vestri eresse nel 1752 la quinta na-
che fertile ed abbondante per ogni vata. Questo tempio nel 1798 fu
intorno di salutifere acque pe' ba- preda delle fiamme e vi perì il bel
gni, si apre tra la catena del Cimi- fatto nel 1608 a spese del
soffitto,

no, nel punto dove questa è solcata nepesino Domenico Celletti e per ,

dal rio Pazzolo che discende da , più anni i canonici uffiziarono nella
Sutri e dal Falisco che in esso in- chiesa di s. Tolomeo de' domenica-
fluisce. Nell'incendio repubblicano ni. Dopo la fatale epoca repubbli-
del 1798 perirono piìi fabbriche, cana il duomo fu ripristinato, e l'e-

massime delle principali famiglie: piscopio contiguo fondamenti, dai


tuttora esistono convenienti palazzi, venendo riaperto nel i83i sotto il
tra' quali primeggia quello de' Gel- vescovo Basilici. Questa sontuosa ba-
si ereditato dai Capranica. 11 pa- silica è a cinque navate a volta, di

lazzo comunale minacciante rovina armoniosa architettura a stucco, con


per la sua antichità, ora si sta re- belle arcate nella nave di mezzo, le
staurando, selciandosi a quadrello quali comunicano colle laterali. Ma-
la sua regolare pubblica piazza, es- gnifico n'è il presbitèrio, elevato so-
sendo diverse strade larghe e spa- pra r antico sotterraneo tempio di
ziose, ma l'antico piano ora più bas- Giove, e sovrastato da gran cupola
so. Il duomo o cattedrale è sotto che posa sui quattro pilastri su cui
l'invocazione de' ss. Tolomeo e Ro- ergonsi le quattro arcate che danno
mano vescovi e patroni della città, adito al presbiterio formato a croce
ilcorpo del secondo e le ossa del greca, la quale prolungandosi alcun

primo, con altre reliquie, ivi si ve- poco all'altare maggiore verso la tri-
nerano, insieme al cranio del dot- buna, dà luogo al bel coro pe' ca-
tore s. Girolamo, la cui autenticità nonici e al trono episcopale rimpet-
sanzionò Gregorio XVI. La catte- to all'altare maggiore rivolto verso
drale, detta anco di s. Maria, fu edi- l'oriente. Dalla parte della nave me-
ficata verso il 400 sopra l' antico dia, sotto il medesimo altare, vi è
tempio di Giove, per trasferirvi dal- il corpo di s. Piomano, con sopra
le catacombe il corpo di s. Ptoma- un deposito marmoreo, scoltura mi-
no. Distrutta dai longobardi, fu ri- rabile del Bernino, che rappresentò
pristinata dal vescovo Pegatesco; di- il santo vestito in pontificale. Late-
poi nel 1180 venne di molto am- rali al coro visono due cappelle iu
pliata da Francone di Nepi indi , corsia con le due navate prossime
NEP NEP 279
n quella di orezzo, una dell'antica propria, verso la metà del secolo
e nobile casa Cerbelli, l' altra del passato; di s. Gi-atiliano, già esisten-
ss. Sagramento. Al suo Iato evvi il te nel i52o; di s. Biagio, eretta in
coro per l' inverno, fabbricato dal parrocchia nel i56o; di s. Croce,
vescovo Silvestri : nelle altre due già conosciuta nel i5o5, la cui col-
navate esistono sei altari, apparte- legiata con quattro canonici e ar-
nenti a gentilizie famiglie ed uni- ciprete si estinse poco dopo; di s.

versità , ornali di marmi. Le ossa Andrea, ora nella chiesa de' dome-
di s. Tolomeo sono collocate in ele- nicani, antichissima, poi demolita. Al-
gante urna d'argento fatta a spese tre chiese sono quelle degli agosti-
del coraime nel 184^, e portasi in niani, ov' è la Madonna della Cin-
processione per la città a' 2 3 ago- tura, fatta dipingere nel 1 53o ; di
sto, vigilia de' santi martiri. Vi si s. Silvestro con quadro di s. Lo-
conserva un antico e gran dittico renzo del cav. Troppa; di s. Roc-
rappresentante il Salvatore, dipinto co, proprietà del comune che l'eres-
dal celebre Giulio Romano, che por- se nel 1467 in occasione di peste,
tasi in processione qual gonfalone e vi fece dipingere i miracoli del
della città : ne' due sportelli Pendi- santo, pitture che sono tenute le più
nofe scolaro di Tiziano dipinse i ss. mirabili della città; di s. Tolomeo
Teodoro e Romano, l' angelo Ga- de' domenicani, grandiosa, con belle
briele e l'Annunziata, I detti santi cappelle, con buoni quadri e freschi,
protettori esistono pure in sagrestia, venerandosi sotto l' altare maggiore
coloriti in tavole della scuola del il corpo di s. Tolomeo e trentotto
Perugino. Inoltre nella cattedrate si compagni martiri, con bel deposito
rimarcano i quadri di s. Girolamo di marmo scolpilo dal Bernini, rap-
e della Concezione. Nella vaga piaz- presentante il santo vestito pontifi-
za zampilla una graziosa fonte, che calmente , indi nel 1625 la consa-
accresce ornamento alla facciata dei grò il vescovo de Paolis; di s. Ber-
duomo. nardo delle monache con due buoni
Le antiche chiese parrocchia- quadri ; di s. Gio. Decollato, cousa-
li ancora esistenti e soggette al grata nel i566, con bel quadro del
clero secolare, sono: di s. Vito, che santo; di s. Giorgio; di s. Tolomeo
vuoisi la più antica de' primi cri- alle sante grotte o catacombe, ove
stiani di Nepi, e forse edificata dai per tanti secali rimasero sepolte le

santi patroni, la cui parrocchia fu spoglie di Tolomeo e trentotto com-


s.

trasferita in cattedrale alla sua ere- pagni martiri dopo estrattone s. Ro-
zione, indi restaurata nel 1 5oo cir- mano, di che riparleremo, vedendosi
ca ; di s. Eleuterio, ingrandita da decorate le grotte con pitture del
Girolamo i5oo, an-
Gelsi verso il IV secolo; la .cappella di s. Godi-
tico patronato della famiglia che la ziano restaurata ultimamente.
dotò di rendile, con pitture di Tad- Le confraternite di Nepi, sono quel-
deo Zuccari, ed il quadro dell'An- 1 e del Gonfalone in s. Croce, di s. Gio.
nunziata dell'altare maggiore dicesì Decollato in tal chiesa, del ss. Sa-
del medesimo, o di Giuseppe Por- gramento in duomo, ove sono pure
ta detto Salviati : in questa chiesa le altre di s. Giuseppe e del Suf-
ottennero fare le loro funzioni gli fragio. Quattro sono le compagnie
agostiniani, dopo la demolizione della laicali, cioè della Madonna dell'I m-
a8o NEP NEP
magiiie in s. Bernardo , della Mfi- ti, si noverarono quelli: di s. Pietro
donna delle Grazie presso s. Biagio, degli agostiniani già conosciuti nel
della Madonna di Costantinopoli in 1 25o, i quali alla suddetta epoca
s. Gio. Decollato, e del Buon Consi- rifabbricarono dalle fondamenta la
glio in s. Tolomeo alle sacre grotte. chiesa, che di presente è una dell«
Evvi l'ospedale, eretto da remoto migliori della città, maestosa e d'or-
tempo dal Micinochi ; il monte di dine Corinto con cinque altari, ve-
pietà fondato dal vescovo Spinola nerandosi nel maggiore la Madon-
peri nell'incendio del 179S ; il mon- na della Consolazione j di s. Tolo-
te frumentario istituito nel 1728 meo fuori della città alle sante grot-
che amministra il comune. Delle te o catacombe (di cui è tradizione
università artistiche esistono quelle che comunicassero con quelle di Su-
degli agricoltori e negozianti suini, tri), presso le quali i primi cristiani
che hanno cappelle, la prima in eressero il memorato tempio, edifi-
duomo, la seconda in s. Biagio ; si cato dal popolo, in cui Pio li col-
esliusero le università dei lanari,, e locò minori francescani, ai quali
i

dei che fabbricavano vasel-


vasari successero domenicani, frati della
i i

lami neri con bolli etruschi


rossi e penitenza ed i cappuccini , ora cu-
e romani, anzi frammezzo ai cementi stodendo la chiesa un eremita; dei
della fortezza sonovi frammenti fl- domenicani, i quali dal precedente
guli ad uso di tazze e vasi di ter- trasferiti nel i544 ^" ^''^à a quello
ra a vernici finissime nere, rosse ed di Andrea, per la sua demolizio-
s.

a variati colori, del tutto simili al- ne passarono nel 1606 al nuovo di
le antiche etrusche, forse manifattu- s. Tolomeo, il di cui corpo insieme
re di Nepi stesso ai tempi etruschi. a quello de' trentotto compagni
Dei monasteri e conventi sono su- dalle sante grotte furono solennissi-
perstiti, il monastero delle monache mamente trasferiti nella contigua
benedettine di s. Bernardo, le quali chiesa, che incominciala nel i5/\i
già esistevano nel 1180; il mona- d'ordine di Paolo IH, fu terminata
stero di s. Anna de' domenicani, che sotto Paolo V ; ed il monastero dei
ne tornarono in possesso dopo essere monaci silvestrini, i quali vi resta-
stato abitato dai monaci silvestrini; rono sino all' invasione francese, a-
ilmonastero degli Angeli, eretto per vente chiesa maestosa con altare
le Clarisse di
s. Francesco nel 1627 , maggiore e sei cappelle.
dopo r invasione francese non fu Moltissimi uomini illustri fiorirono

riaperto, e siccome i missionari del in Nepi epoche ; registre-


in diverse

preziosissimo Sangue dopo averlo ot- remo i principali, oltre i nominati e


tenuto se ne assentarono, l'odierno quelli che poi rammenteremo, come
vescovo monsignor Francesco Spal- i vescovi della patria. Neil' anno 5i
letti nel 1842 vi eresse il seminario furono decapitati ventinove marti-
vescovile a vantaggio della città e ri nepesini, oltre s. Romano vesco-
diocesi JVepesina, e si apri nel no- vo e martire e il cittadino s. Mar-
vembre, al modo riportato nel n. colo martii'e; s. Savinilla matrona,
4o delle Notizie del giorno 184^, altri cinque martiri rinvenuti nel
sostenendosi dai domenicani le cat- 1675 nelle catacombe. Gellrude
tedre di teologia domraatica, mora- Calabresi fondò il monastero di s.
le e di filosofia. Quanto ai couveu- Bernardo, e mori in concetto di
NEP NEP 2Sr
santità . Salvatore Fantaron! arci- progressi dell' antichissima città dì
prete della cattedrale, di singoiar Nepi, già territorio Falisco e ca-
pietà. Il cardinal Angelo Gelsi pa- piUile della Pentapoli di Toscana,
trizio uepesino. Nell'archivio muni- con itn succinto ragguaglio in fine
cipale sono registrati seguenti car- di antiche città, delle quali
i si fa
dinali, ma il Cardella non ne fa cenno nel corso dell'opera, To-
menzione. Uranio prete del 4i8> di 1845. Di questa eruditissima,
Serario del 44^ ^^1 titolo di s. importante e critica opera prin-
Timoteo, Lincerio prete del 443> cipalmente con brevità ho profit-
Nilio prete del 4^^^ Ottavio prete tato nella compilazione di que-
del titolo di Onorio, e Ottone
s. sto articolo. Abbiamo ancwa di
vescovo e cardinal nepesino del Nicolò Nardini : La cattedra ve-
I 189, il quale fu confuso con quel- scovale di san Tolomeo in I\epi^
lo che intervenne alla coronazione la Pentapoli Nepesina, ed il vero
di Pasquale II, vescovo ma non sito degli antichi veienti, falisci e
cittadino di Nepi. Prelati: Lorenzo capena ti, discorso apologetico, Ro-
Gelsi referendaiio de'aiemoriali di ma 1677. Il p. ab. Luigi Rau-
Gregorio XI li, e protonotario, co- ghiasci, benemerito della BibliO'
me lo fu il fratello. Religiosi: p. grafia dello
stato pontificio, che
Fantauzi, defìnilore generale e pro- celebrammo a Gubbio^ lotla il li-
vinciale degli agostiniani, e p. Ni- bro del Nardini come pieno di eccle-
cola Paoletti provinciale agostinia- siastica erudizione, e per non essere
no. Giureconsulti, podestà e dotti : comune. Altre notizie su Nepi si
Osterino avvocato concistoriale, Por- possono leggere in Antonio degli
firio canonico e vicario generale. EfFelti, Memorie di s. Nonno so j
Cesare Floridi canonico e vicario ed in d. Paolo Rondi, Memorie stO'
generale del vescovo Ghisiieri poi riche ec. della città di Sutri. Al-
s. Pio Vj Girolamo e Domenico cuno confuse Nepi con IVemi co-
Salomon!, Pirro Floridi, Simone mune della diocesi d'Albano, che
Civiletti, Adriano Mazzapiotta, Vin- descrissi nel voi. XXIX, p. 82 e
cenzo Astolfi. Cavalieri: Antonio Be- seg. del Dizionario.
nincasa aurato di s. Paolo, Giu- La città è ben tagliata, circon-
lio Stradella di s. Stefano, Filippo data parte da mura, parte da ru-
Cerbelli di Galatrava. Capitani e pi, onde si rese molto forte ne'tem-
valorosi militari: tre fratelli Greca, pi bassi del medio evo. Alla de-
Romano Agnitelli, Ottavio Cerbel- stra della prima e antica porta
li, Giovanni Gelsi, Pisano Pisani, della città verso Roma si ammira-
Ciaglia, Sebastiano Caroselli, Do- no gli avanzi delle vetustissime
menico Fantauzi, Domenico Ga- mura della prima
maniera etru-
leottij Gio. Maria Savo, Lorenzo sca^ altri essendovene contiguamente
Mecarocci, Francesco Melata, Lui- air ultima porta romana presso il

gi Sansoni. De'suddetti, di altri e bel forte restaurato e accresciuto


delle principali famiglie tratta il dal cardinal Borgia poi Alessandro
eh. p. Giuseppe Raughiasci de'con- VI, indi circa il i54o meglio dai
ti Brancaleoni eugubino agostinia- duchi Farnesi, eh' ebhesi cura di
no: Memorie o siano relazioni i- conservarli nel centro delle nuo-
sloriche suW origine, nome, fasti e ve e aggiunte mura, che le fanno
9.82 NEP NEP
sostegno : il forte fu il più bel porre i corpi dei ss. Anastasio,
iiioniiniento della dovizia e poten- Nonnoso e compagni, indi trasfe-
za Farnesiana. Altro frammento riti nella chiesa di s. Antonio nel
di tiili mura sono all'angolo del borgo di detto castello. Nepi con-
primo vignale fuori la porta di fina con Stabbia, Calcata, Mazza-
strada Amerina. Diversi avanzi di no, Campagnano, Monte Rosi, An-
simili costruzioni si vedono ezian- guillara, Trevignano, Sutri, Ronci-
dio in alcuni luoghi della città, gliene. Fabbrica e Castel s. Elia.
poiché il fabbricato di Nepi è qua- II territorio non manca
di essere
si tutto del medio evo, come si fertile d'ogni
qualità di cereali, è
vede dalle finestre di forme goti- ricco di querele, ed abbonda d'ot-
che, da varie delle tante torri non timi pascoli e di erbaggi, ascen-
del tutto demolite, dimostranti la dendo gli abitanti della città a piìi
potenza e nobiltà de'nepesini. Ab- di duemila Gregorio XVI eoa
.

bondando la città e territorio disposizione de' io dicembre i843,


di acque salutifere e minerali, sus- riportata nel voi. XXII della Rac-
sistono ruderi delle antiche terme colta delle leggi a p. 34 1, istituì
e bagni con vicino tempio. Esiste un vice-governo nella comune di
l'elillica circonferenza del maesto- Nepi, facendovi rappresentare il

sissimo anfiteatro costruito proba- governatore di Givitacastellana da


bilmente a' tempi dell'impero ro- un vicegovernatore di nomina so-
mano, peperino a massi quadri-
di vrana, con giurisdizione sul comu-
lateri a foggia del Colosseo con ne e territorio, eoa supplente, vi-
reclusorii per le fiere. Di prospet- ce-cancelliere e cursori. Le armi
to air aniiteatro esiste ancora un o insegne di Nepi hanno analogia
ludere di antico mausoleo, e nelle col suo nome, consistendo in un
vicinanze avanzi
fabbriche de- di serpente che cinge un forte, espri-
liziose, per non dire degli avanzi mente r antica città, le torri del
di altri monumenti esistenti nel quale ricordano forse quelle super-
territorio;mentre a Museo Egìzio stiti alla distruzione longobarda. 11
abbiauio fatto menzione della sta- nome di Nepi, Nepe, Nepìia, Ne-
tua di basalte di un re egiziano, pela, vuoisi derivato dal serpente
collocatavi da Gregorio XVI, cui adorato dai gentili suoi abitanti, o
la donò il magistrato civico. Il per qualche fenomeno avvenuto
benemerito lodato storico p. Ran- nella ispezione degli auguri, o da
gliiasci, che tu4,to descrive ed illu- un serpente che improvvisamente
stra, a p. 279 e seg. ragiona del- scaturì sotterra.
l'antico e sontuosissimo tempio di Nepisi asserisce edificata 27
Diana, eretto da Nerone nella val- anni dopo la venuta di Saturno
le Sub-Pentonia presso Castel s, Elia in Italia, da Termo suo Larte o
{del quale e di altri luoghi già capo o reggitore, per opera degli
spettanti all'ospedale di s, Spirito aborigeni o pelasgi, poco appresso
parlai a Commendatore di s. Spi- a Sutri, 54B anni avanti Roma,
rito), indi monastero di s. Bene- con avervi raccolto i popoli che
detto con chiesa, eretto per tardine da molto tempo abitavano ne' dio-
del santo patriarca de'monaci d'oc- torni, che in origine adorarono i
cidente, ed ove Giulio II fece de- falsi numi senza idoli e senza tem-
,

NEP NEP 283


j)!i. Venuti i greci d'Argo e Mi- Iri, Fescennio ed Orle. Di-
Nepi,
cene, si stabilirono nell'Etruria sot- strutta P^alerio dai romani nel 5 12,
te il comando di Falerio argivo i vincitoii verso il Siy probabil-
ed Aleso figlio di Agamennone, mente dichiararono Nepi capitale
Il primo edificò Falerio capitale dei della Pentapoli, per la sua spon-
falisci, il secondo, come vuole il tanea federazione ai medesimi, e
Massa, fabbricò la sua Falisca, ed per la sua posizione vantaggiosa
a popolare questa città unironsi sembrando che tale si conservas-
anco i popoli convicini, formando se eziandio ai tempi del marti-
una sola nazione, dodici secoli pri- rio de' santi Tolomeo e Pion)a-
ma dell'era volgare, dopo l'eccidio no, e di Costantino, benché all'an-
di Troia: di Falerio e dei falisci, lieo Falerio si fosse surrogato il

per quanto il comporta compen-


il Fallari romano. Adorando i fali-

dioso sistema di questo mio Di' sci le deità degli etruschi, cioè
zionario, parlai a Civita Castella- Diana, Proserpina, Mercurio, Ve-
NA,Mo.\TE FiAscoNE ed altrove. In- nere, e segnatamente Vadimione
tanto i tirreni oriundi di Macedo- il Vertunno e Giano de' romani,
nia, divenuti potenti, debellati gli non che la dea Feronia o Giu-
umbri, invasero anche questa parte none al Monte Soratte, con Apol-
di Toscana, che si disse Tuscia lo, Dite, Pallade ed Orcaj Kepi
dalle loro turificazioni ai falsi dei, segui la religione di sua nazione,
il perchè i falisci furono conosciu- oltre il culto che rese al serpente,
ti sotto il nome di tirenni col re- lei augurio, a Giove
particolare di
sto di Toscana, poi detti dai latini Acaco ed a \esta, mentre de'tem-
etrusci e tusci. Divenuto Falerio pli di Giove erroneamente detto
assai cospicuo e popolato, ed una Giano, e di Diana, parlammo di
delle dodici popolazioni di Tosca- sopra. La primitiva lingua de' ne-
na, la regione coniprese anche Ne- pesini molto partecipò della greca,
pi, laquale perciò fu detta cìvitas e siccome falisci furono bene islrui-

Ihlruriae, ne seguì le leggi con ti nelle leggi e ne' costumi della


governo popolare, indi fu amplia- nazione etrusca.
ta. Dipoi confederatasi Nepi colla Dopo che i formidabili romani
repubblica romana dopo la caduta s'impadronirono di Velo, i nepesi-
di Veio, e divenuta colonia latina, ni benché potenti e valorosi non ,

venne mantenuta nelle leggi di che i sutrini, si allearono a Roma


Falerio e ne'suoi magistrati verso con mollo gradimento di questa,
l'anno 4oo di Roma, come meglio che reputava Nepi e Sutri quasi
si dirà. Da ciò il dotto p. Ran- forti bastioni contro gli etrusci.
ghiisci prende argomento di con- Mentre nel 371 romani mossero i

fiitare l' opinione che gli antichi guerra ai volsci, volendone profit-
falisci fossero trascimini, e di sos- lare gli etrusci piombarono sulle
tenere che la regione della Pen- due città, le quali subito spedirono
tapoli etrusca, o territorio che com- ambasciatori al senato romano. Que-
prendeva le cinque città che la co- sti commise a Camillo liberare gli iil-

blituiva, esistesse nel centro terri- leali, quale vinto il nemico a Sutri
il

toriale degli antichi falerii, com- passò a Nepi, che con sua sorpresa,
ponendosi di Falerio capitale, Su- per tradimeulo di alcuni, lusingata
, ,

a84 NEP NEP


dngli etruschi, ad essi erasi unita. ed i nepesini in corrispondenza gli
Saccheggiato il contado , Camillo fecero incidere iscrizioni e scolpire
passò a fll di spada l'esercito etru- statue, celebrando pubblici spetta-
sco ed i nepesini autori del tradi- coli. Salito al trono Costantino il

mento dopo ben presa la città, che Grande e data la pace alla Chiesa,
presto ottenne ampio perdono, e ne accordò il dominio alla santa
verso il 4^0 divenne colonia latina Sede, come asserisce il p. Ranghia-
per quella che vi fu dedotta. Di- sci, alla quale fu tolto nelle invasio-
venuta Nepi colonia, incominciò a ni devastatrici de* goti nel 476, e
sostenere delle cariche, e goderne i de' longobardi nel 568, il cui re
un alla cittadinanza ro-
distintivi, in Alboino rovinò la città, onde gli

mana, quando avendone la lepub- abitanti scampati alla strage si ri-

blica sperimentato la fedeltà, l'elevò fugiarono nelle caverne e foreste. Nel


al grado di municipio sui /uris 602 avvicinandosi a Nepi il feroce
ch'è quanto dire, mantenersi e go- AgiUdfo re de'longobardi, s. Grego-
vernarsi colle proprie leggi, col pri- rio I, non senza rischio, con un e-

vilegio del suliragio. Benché Nepi sercito si portò a presidiarla; poscia


si meritò di essere dichiarata capi- nel 596 mandò Leonzio a gover-
tale della Pentapoli , unitamente a narla. Scioltasi la lega de'pentapo-
Sutri si ricusò nel 54^ di sommi- liti sino da Costantino, allorché nel
nistrare ai romani contro Annibale 726 il Papa s. Gregorio II scomu-
le pattuite milizie, onde poi colle nicò l'imperatore d'oriente Leone,
altre colonie renitenti fu obbligata ed assolse i popoli dal giuramento,
contribuirne il doppio, restando dopo il ducato romano
si sottrasse dal suo

quest'epoca i nepesini fedelissimi ai dominio, e con Nepi che ne faceva


romani. In progresso di tempo di- parte, spontaneamente si diede alla
venne Nepi per vastità e potere chiesa romana giurando nel 727 ,

una città delle più cospicue de'fa- fedeltà al Pontefice, e promettendo


lerii, ricca di magnificenze e di mo- aiuto emergenze. Non andò
nelle
Dimienli , i cui avanzi indicammo guari che longobardi con prepo-
i

superiormente, ed ebbe la gloria di tenza usurparono molte terre della


ricevere tra le prime il benefìcio Chiesa, finché il re Luitprando nel
inestimabile della fede. Tuttavia l'i- 742 le restituì a Papa s. Zaccaria,
dolatria prevalendo, molti furono i indi divenne duca di Nepi Giovan-
martiri, si eresse una statua a Ti- ni Orsini, i cui fratelli Stefano II,

berio Claudio, che mutilata ancora detto 111, e s. Paolo I, si successero


esiste, e a Diana ed a Giove i
nel pontificato. Continuando i lon-
siinimentovati templi, come pure ad gobaidi ad usurpare i dominii della
Apollo, di cui se ne mira qualche Chiesa, ne risentirono i danni anco
rt'siduo nella tribuna di s. Croce i nepesini, i quali respirarono al-
eretta ai tempi di Carlo Magno, e quanto verso il 760, allorché il re
thvse gli appartenne quel sarcofago Desiderio li favorì investendo della
ia marmo esprimente la nascita di città col titolo di duca Tutone o

Gicjve, che donato a Denedetlo XiV Totone. Si vuole che questi la ri-
ora trovasi nel museo Vaticano. Ne- pristinasse, mentre da due secoli gia-

pi continuò ad essere tenuta in con- ceva distrutta, collo smantellare cir- i

io e considerazione dagl' imperatori, costanti castelli, ed obbligar le là-


,

NEP NEP 2S7


miglie emigrale da Nepi a riunirsi Sandro II dopo il fo6i coli' aiuto
nuovamente per edificarla e popo- de* medesimi normanni , espugnò
larla, laonde restaurato ii muuici- Nepi, Fallari, Sutri e Civita, che
pio, vennesi a formare con nuove aveano di fresco abbracciato il par-
leggi il necessario increraento. tito de'conti òeW Angui llara [Vedi),
Nel 767 morì s. Paolo I, e De- e dato soccorso ai viterbesi , onde
siderio persuase Tutone a far eleg- i nepesini ancoi-a furono segno di
gere in successore il di lui fratello forti devastazioni e gravissimi dan-
Costantino, e vi riuscì al modo det- ni. Poco dopo i nepesini profittan-
to parlando di quésto Antipapa X, do dello scisma dell'antipapa Ono-
(F'^edi), il quale fu largo coi nepe- rio II, seguirono il partito di que-
sini di estesi privilegi ed esenzioni, sti, e dell'imperatore Enrico IV suo
onde rassodare il potere del fratel- sostenitore. Ma i romani condotti
lo. Ucciso il falso Pontefice, insorse da Ildebrando, poi s. Gregorio VII,
Filippo Antipapa XI, che fu fatale e le genti della contessa Matilde nel
ai di lui fautori e parenti, e ne io63 assediarono Nepi, Sutri e To-
parlammo ancora nel voi. XIII, p. scanella, e nuovi disastri apporta-
73 del Dizionario, e meglio Lodo- rono ai nepesini. Malgrado tanti
vico Agnello, Storia degli antipapi guai ed i giuramenti fatti, i nepe-
t. I, p, 144^ seg. Intanto Tutone sini nel 1094 si dichiararono per
per coltivare le abbandonale cam- r imperatore persecutore della chie-
pagne, le concesse di nuovo in pro- sa ron)ana, e capitanati dal duca di
prietà ai cittadini. Morì nel 769, Spoleto si condussero in aiuto di
colla taccia di facinoroso e crudele Todi, contro altri pa-
i perugini ed
coi sudditi che angariò con rigorosi palini che sbaragliarono però ne ,

tributi ed altre dure esigenze. Inse- pagarono il fio per quanto gli fe-
guito pare che Nepi sia ritornata do- cero soffrire i romani. In quest'e-
viziosa e capo di vasto stato, racchiu- poca si nominano conti di Nepi, i

dendo nel suo territorio Castel Nuo- stipendiati dall' imperatore, che con
vo Pietra Pertusa , Leprignano
,
altri assediarono Monlefiascone. Re-
Nazzano e Morlupo, oltre l'essere presso il partito dell'antipapa Cle-
fregiata del titolo di ducato, che in mente III, e ritornato Urbano II

quei tempi appena trenta se ne con- in Roma, ripreso possesso di lutto


tavano in Italia. Per r irregolare e lo stalo marittimo, in Viterbo la

confusa restituzione delle terre fatta congregazione militare del Patrimo-


da Tutone, ebbero luogo pregiudi- nio concesse il dominio di Nepi e
zievoliconseguenze e pretesi diritti, Sutri ai signori Prefetti di Vico e«
che invase pure il municipio. 1 Pon- redilari delle loro consorti . Nel
tefici continuarono ad esercitare la iioi i nepesini aiutarono Pasquale
sovranità in Nepi, il cui risarcimen- li, contro Je incursioni del romano
to si perfezionò circa l'Sai per o- Stefano Corso. Nel 1 102 la signoria
pera del vescovo Pegatesco. Nel se- di Nepi godevasi dalla Contessa Ma-
colo XI di nuovo si alienò Nepi tilde, che nel donare alla Sede apo-
dalla signoria della chiesa romana, stolica gran parte del suo patrimo-
onde Nicolò II fece battere i norman- nio ve lo comprese. Insorto nell'e-
ni coi nepesini , che soggiacquero a lezione d'Innocenzo II l'anlipapa
molti danni; ed il successore Ales- Anacleto lì, a questi nel ii3i il
286 NEP NEP
popolo, truppe ed i consoli di
le confermò i privilegi di Nepi, ed il

Nopi giurarono fedeltà Giovan- : possesso de' Colonnesi in persona


ni conte d'Anguillara profittando d'Antonio: non andò guari che Iro-
dello scisma soggiogò Nepi e Sulri, vossi nuove turbolenze, quando
in
e gli recò moltissimi danni. Braccio da Montone invase gran
A' l'i. luglio II 55, Nepi fu ono- parte del Patrimonio, onde incorse
rala del passaggio di Adriano IV, nella scomunica fulminala da quel
die si recò ad incontrare Federico Papa, che poi 1' assolse a media-
1 ; indi trovandosi florida, nel i i6o zione de' fiorentini. Il" successore Eu-
si ricusò con Sutri di pagare il tri- genio IV nel 143 I commise al chie-
l)uto alla Chiesa, e si nn'i coi tuscu- rico di camera Uogellis di prender
lani contro romani che ruppero i possesso di tutti i castelli, della for-
compiutamente. Nel seguente se- tezza, di Nepi e di Soriano, per la
colo la città virilmente si difese restituzione fattane da Antonio Co-
da Federico li nel i244> c'^e da lonna. Nel 1435 per danni terri-
Civita Castellana vi si voleva trasfe- toriali i nepesini vennero in rottura
rire, a danno d'Innocenzo IV; tut- con Castel s. Elia, e per gli arbitrii

tavoUa r imperatore notandone la commessi, il Papa deputò governa-


fedeltà, la dichiarò con ispeciale pri- tore Nicolò Acciapacci vescovo di
"vilegio città collaterale al sacro ro- Tropea, e gli ammonì a ben trat-
mano impero. Dipoi nel 1266 Cle- tare il vescovo Francesco. Indi Eu-
mente IV la die in investitura a genio IV, contento della loro con-
Pietro de Vico, con Castel Sinihal- dotta, nel i44f confermò i privi-
di e Civita Castellana, ma verso il legi e statuti municipali, chiaman-
1276 Nepi si vide esposta alle fie- do il magistrato nohilihus viris. Nel-
rissime fììzioni de' Colonnesi e degli lo stesso tempo, onde liberare i ne-
Orsini, alla loro dominazione e con- pesini dalleseviziede'convicini baroni,
tribuzioni. Giacomo Orsini, che per Eugenio IV ordinò ad Orso Orsini
un tempo la signoreggiò, fu autore duca di Monte R.otondo, e a Dolce
de' suoi primi statuti. Passata sotto conte d'Anguillara, che si allontanas-
i Colonnesi, nel 1294 Bonifacio Vili sero dalla città ed evacuassero la for-

la ricuperò a patti, ed al cadere del tezza ; spedi a Nepi per cose d'im-
secolo tornò sotto il governo degli portanza Antonio perugino chierico
Orsini in persona di Napoleone ni- di camera, e la dichiarò immedia-
pote di Nicolò III. Nel i3o5 Cle- tamente soggetta alla santa Sede,
mente V
vendè Nepi al cardinal conoscendo pregiudizievole l' infeu-
Giovanni Colonna e ad Ascanio suo darla. Sconoscenti i nepesini a tante
fratello per cagione delle guerre ci- beneficenze, si sollevarono in un al
vili, ed i nepesini gliene dierono il conte Dolce sotto Nicolò V , onde
possesso colla consegna delle chiavi furono dichiarati ribelli e posti al-
civiche, cessione del forte e giura- l' interdetto ;
poscia col conte per-
mento di vassallaggio. La città nel donati a' 12 febbraio i4Ì9> e posli
t3i4 fu crudelmente saccheggiata sotto la tutela della Sede apostoli-
da Giovanni di Sciarra e rovinata, ca, mentre 26 Nicolò V assol-
a'

e nei primi del settembre iBgS fu vette pure Orso per le sevizie usa-
onorata dal passaggio di Bonifacio te contro Nepi e luoghi adiacenti,
IX. Nel 1428 Martino V con bolla tra'quali Montcrosi (ili cui, comedi
NEP NEP 287
s. Oreste e Soralle, parlammo nel si facessero coli' assistenza del pre-
voi. XII F, p. 65 e seg. del Dizio- side, e condonò alcune imposizioni
nario) incontrò l' ultimo suo fatai pel riattamento delle pubbliche stra-
destino, rifabbricandosi poi con es- de. Sisto IV si occupò in regolai-e
servisi domiciliale famiglie sutrine e l'amministrazione del comune, ed
nepesine, mentre nel 1690 il car- Innocenzo Vili confermò gli statuti,
dinal Paluzzo Altieri \i edificò il e per interposizione del governato-
palazzo abbaziale : sino a Calisto III re cardinal Borgia accordò dieci
fu del territorio nepesino. Anclie gioi-ni di fiera per la festa de' ss.

Nicolò V nel i45io proibì l' infeu- Tolomeo eRomano. Elevato il car-
dazione di Nepi, disponendo che fos- dinale al pontificato col nome dì
se sempre retta da un governatore, Alessandro VI, benignamente accolse
con facoltà di punire delitti com-
i la deputazione nepesina, ma tutto
messi nella città e territorio; con- intento ad arricchire i suoi, a' 10
fermò gli statuti e privilegi, l'esonerò gennaio i499 investì Lucrezia Bor--
per un anno dalle gabelle, e ordi- già sua figlia della signoria di Ne-
nò i restauri delle strade urbane. pi, facendole giurare fedeltà e ob-
Nel 1455 Calisto III approvò gli bedienza, e nello sfesso tempo l'esen-

statuti,con diritto di pascolo nel ter- tò da diverse gabelle e pesi, ed in


ritorio di Nepi e castelli; prese mi- altri modi si mostrò munifico in
sure perchè il conte d' Anguillara graziare i nepesini. Poscia incaricò
lasciasse d'infastidir gli abitanti, spe- la città di estirpare i corsi malvi-
dì suo commissario Bernardo Yal- venti nascosti nelle prossime selve;
cher per accomodare le vertenze in- e ad istanza di Lucrezia la esentò
sorte, indi governatore di
dichiarò di mandare a Rema in tempo di
Nepi il nipote cardinal Borgia poi carnovale, in siibstitii tiene Gallesi'
Alessandro VI, il quale risarcì il noruni nonnullos equiles, quani pe-
forte, vi edificò due torri interne ,
di tes. Al dolce governo di Lucrezia,
e porzione dell'annesso abitato. Ca- maritata duca di Ferrara
al suc- ,

listo III fu soccorso di grano dai cesse quellobarbaro del fratello Ce-
nepesini, ma proibì loro sommini- sare duca Valentino; indi il Papa
strar vettovaglie ai ribelli ed ai a' 17 settembre i5oi ne investì
caprolatti datisi ed Everso d' An- Giovanni Borgia nipote di Lucre-
guillara, il quale guadagnato il ca- zia, che fanciullo di tre anni fu tu-

stellano Francesco Torretta e preso telato dallo zio cardinal Francesco


il lo fece uccidere dai
forte, nepe- Borgia e da due altri cardinali. Mor-
sini che tentarono demolire tal pro- to a' 18 agosto i5o3 Alessandro VI,
pugnacolo; pure con diverse con- Cesare con 12,000 soldati in letti-

dizioni ottennero perdono da Pio II, ga si ricovrò nel forte di Nepi, co-
che richiamò al dovere magistrati i me dicemmo altrove. Noteremo che
municipali che dispoticamente eleg- si apprende dal Ratti, Della fami-
gevano pubblici ulTiziali, indipen-
i glila Sforza par. I, che Alessandro

dentemente dal preside della città VI in premio di aver concorso alla


e castellano Domenico Montucci ;
sua elezione, donò Nepi nel i40'2
il Papa fu corrisposto con vari alti al cardinal Ascanio Sforza con go-
di fedeltà e di soccorso. Paolo II verno vitalizio, del qtiale poi spo-
ordinò che i rendiconti del comune gliatolo, nel 1 5oo il primo ottobre
7«8 NEP NEP
approvò la donazione fetfnne da Lu- III. Demolite moltissime case nel
crezia a Roderico e Giovanni suoi centro della città, sulla piazza di
figli de' duchi di Disello, con molti s. Eleuterio incominciò edificare
altri castelli, innalzando JVepi al li- per residenza ducale maestoso un
tolo di ducato a favore del secondo, palazzo con disegno del Vignola,
Leone X nel i5i4 investì Nepi che restato imperfetto, venne in
ad Alfonsina Medici Orsini sua pa- porzione ultimato nel 1600 circa
lente, e sospese le gabelle pei re- dal municipio con istile barocco, e
stauri della città e dei sette ponti divenne palazzo comunale. Onde
niinaccianti rovina. Cessato il do- isolare la fortezza, Pier Luigi de-
minio di Alfonsina, il Papa nomi- moli nel i54o il convento di s.

nò governatore e castellano perpe- Tolomeo alle catacombe, nella qua-


tuo Bernardo Accolti oretino, uno le occasione ritrovandosi il corpo
de' primi improvvisatori e segreta- di tal santo e quello de' compagni
rio apostolico, ad onta dell'opposi- martiri con ferite fresche e vermi-
zione de' nepesini, onde furono se- glie, vi recò Paolo III ad am-
si

gno di sua vendetta atroce. Benché mirare gran portento, e fu allo-


cgli valorosamente liberasse la città l'a che ordinò la loro traslazione


dall'esercito che nel i5i'/ avea in città e l'edificazione della chie-
saccheggiato Roma, i nepesini ma- sa ove si venerano. Il duca dopo
no armata e con insulti lo caccia- aver cominciato a fortificare la cil-
rono dalla città. Clemente VII dis- tà, avutoli ducato di Parma e Pia-
approvò l'accaduto, li multò di cenza nel 1 545, Paolo III die il

duemila scudi d'oro e nominò governo di Nepi al cardinal Mar-


altro governatore: pacificando poi Cellino Crescenzi, e concesse al co-
i nepesini con Bernardo, riserbò la mune in perpetuo le gabelle pel
custodia del forte a Panfilio San- mantenimento delle strade e ponti,
tacroce, ma per nuovi dissapori il Tuttavolta il duca conservò un cer-
Papa fu costretto affidarne il co- to dominio su Nepi e continuò a
mando a Napoleone Orsini. Seb- coadiuvare al restauro delle mura
bene l'Accolti avesse comprato il e fabbrica di Tolomeo. Giulio
s.

dominio di Nepi, non potè lasciar- III nel i55r affidò il governo di
lo a' suoi figli. Sopì Napoleone le Nepi al suo parente Gio. Battista
contestazioni dei nepesini coi cam- del Monte santa Maria, indi Paolo
pagnanesi, e fu ucciso presso Alba- IV e Pio IV confermarono gli sta-
no i534- Paolo III nel iSSy
nel luti, e nel 1570 divenne governa-
investì suo figlio Pier Luigi Far-
il tore perpetuo il cardinal Alessan-
nese duca di Castro, di Nepi, la cui dro Farnese figlio di Pier Luigi,
bella fortezza fu da lui notabilmen- I mali umori tra sutrini e ne- i

te ampliata nel maschio, ove fece pesini scoppiarono nel iSyi in


fabbricare sontuosissima abitazione, Nepi al divertimento delia bufola-
con architetture del Vignola e di ta, ma la pace ricompose gli ani-
Sangallo: alla porta Trionfale ver- mi. Sul principio del secolo XV'II,
so Roma recinse il forte di mura per la floridezza della città, la san-
solidissime con baluardi e Irinciere, ta Sede compartì a' suoi rappre-
aggiungendo alla città l'altra por- sentanti il titolo di conservatori,
ta Romana con l'arme di Paolo onde prese le insegne senatorie col-
N,EP NEP 389
1' epigiafe S. P. Q. N. Nacque in- imperiali francesi avendo di nuovo
tanto vertenza tra il vescovo Mar- Chiesa, duran-
invasi gli stati della
titiis e il clero, ed altra fra il primo te il governo Nepi ebbe il
loro
e il Castel s. Elia che pretendeva maire. Ritornando nel 18 14 in
non riconoscerlo; mentre sotto il Roma a' 23 maggio Pio VII, per-
\escovo cardinal Spinola nelle san- nottò negli appartamenti del pa-
te grotte si rinvennero altri cinque lazzo Pisani, festeggiato dal clero
corpi di santi martiri. Nel 1724 e dai cittadini. Assistè alla bene-
ebbe principio il maestoso acque- dizione che da monsignor sagrisla
dotto onde recare le acque in cit- si die col ss. Sagramento nella
tà, e riuscì opera costosa e magni- chiesa de' domenicani, compartì dal-
fica per le sue arcate indi con ;
la loggia del palazzo Mauri la pa-
disegni del Bernini nel 1727 si e- pale benedizione all'affollato popo-
dificò il fonte, che figurando l'ar- lo, e nella mattina seguente prima
me civica scherzosamente esce l'ac- di continuare il viaggio visitò il
qua da due mascheroni di marmo. monastero degli Angeli, ammise al
Urlatisi i nepesini coi civitonici in bacio del piede le religiose, ripa-
occasione della bufolata, li pacifi- rando poi ai danni che V incendio
carono i governatori di Civita Ca- avea recato al monastero. Indi si
stellana e di JXepi nel 1732. riorganizzarono il governatore ed
Nel declinare del secolo i repub- i conservatori ; poscia si ristabilì
blicani francesi occupato lo stato il magistrato col gonfaloniere, ed
pontifìcio, nel 1798 dirigendosi a il giusdicente podestà soggetto a
combattere i napoletani, il gene- Sulri, oltre l'uditore legale dipen-
rale di questi si pose di concerto dente da Civita Castellana, finche
coi nepesini, che vedendo la van- Gregorio XVI, al modo detto, di-
guardia nemica, fidando nel soc- chiarò Nepi governo indipendente,
corso del generale, dal forte fecero a perorazione dell'attuale vescovo
alcune scariche di fucili, tanto ba- da lui creato. Nepi fu onorata nel
stò perchè la città a' 2 dicembre passaggio che vi fece tal Pontefice
fosse dai francesi saccheggiata, in- il 3o agosto 1841 nel recarsi al
cendiata in gran parte, e con ogni santuario di Loreto: vescovo Io- il

barbarie sfogarono il loro furore, dato monsignor Francesco Spallet-


depauperando le migliori famiglie, ti, la magistratura, il clero secola-
e riducendo alla mendicità le in- re e regolare, ed il popolo fecero
feriori: preda delle fiamme furono a gara per degnamente riceverlo,
eziandio 1' antichissima basilica e spargendo la via di fiori ed erbe
l'episcopio, poi rifabbricatij e cir- odorose, ornando le finestre con
ca trenta secolari ed ecclesiastici tappezzerie, ponendo analoga iscri-

perirono; laonde questa fu l'epoca zione in fronte al palazzo comu-


del deplorabile decadimento di Ne- nalcj e due bandiere col pontifi-
pi. Reduce nel i8o5 Pio VII da cio stemma poco lungi dalla rocca,
Parigi, a' 5 maggio incontrato dal
1 sopra due baloardi perciò eretti.

cardinal Consalvi, pranzò e pernot- Incontrato tra le piìi vive accla-


tò nel palazzo de'signori Pisani, di- mazioni dai nominati personaggi,
mostrandone la città con solenni Gregorio XVI lo fu pure dal car-
uianifeslazioni il suo tripudio. Gli dinal Piauelli e da monsignor Or-
VOt. XLVll. «9
290 NEP NEP
si, il primo vescovo, il secondo de- nente. Quindi lagnanze e collisioni
legato di Viterbo, e dai due capi- d' interessi fra' comunisti e possi-
toli delle cattedrali di Nepi e Su- denti, cause agitate ne' tribunali e
tri in cappa, tra il suono di ban- indefinite, e reclami al trono. A
da e delle campane, e lo sparo decidere le questioni Gregorio XVI
de'mortari. In vicinanza della por- nominò la suddetta congregazione,
ta il Papa smontò dalla carrozza, col prelato Nicola Milella per se-
ed a piedi fra gli evviva esultan- gretario. Passato questi governo
al

ti si recò alla basilica cattedrale delle delegazioni di Rieti e di Fer-


vagamente illuminata, e datasi dal mo, lo stesso Papa gli sostituì mon-
prelato sagrisla la benedizione col signor Stefano Bruti ponente di
Venerabile, il Pontefice passò al- consulla, che nel 184^ promosse a
l'episcopio, ove da una finestra ap- vice* legato di Velletri, donde il
positamente addobbata compartì al regnante Pio IX nel 1847 lo de-
numerosissimo e giubilante popolo stinò a prò commissario apostolico
l'apostolica benedizione; indi in una di Loreto, per cui riprese 1' oillcio

di quelle camere in trono ammise al di segretario monsignor Milella ,

bacio del piede la magistratura, il giacché la congregazione non é an-


capitolo ed altri, e si diresse alla cor disciolta.
volta di Civita Castellana. La sede vescovile fu istituita da
Gregorio XVI fu anche benemerito s. Pietro, come pure quale resi-

di Nepi per aver deputato nel 840 1 denza del vescovo della Penta poli
una congregazione di cardinali ad etrusca, e fino dai primi tempi la

referendum, per accomodare la ver- chiesa romana vi formò vasta dio-


tenza tra il municipio e i possi- cesi a lei immediatamente sogget-

denti, sul pascolo invernile dei ter- ta come lo è tuttora. Attesta il


reni larghi. Dall' abbandono delle Panvinio che i vescovi di Nepi
campagne venne il diritto ne' po- sino ad Urbano li goderono le
chi abitatori delle città e paesi di prerogative di essere considerati
condurre a pascolo ovunque il pro- come cardinali vescovi Suburbica-
prio bestiame ; così era ed è in ri [Fedi), mentre coll'estensione e
Nepi. Una parte dell' erbe invernili si giurisdizione diocesana introdiice-
vendevano all'asta per accorrere col vansi neir inferno di Roma sino
prezzo ai bisogni comunali, e dal alla chiesa di s. Bartolomeo all'Iso-

detto modo di vendere si dissero la; quindi i Pontefici restrinsero


bandite. Allorché nel 1801 la ca- la diocesi, siccome esiste al pre-
mera apostolica prese i beni delle sente. In Antiochia s. Pietro or-
comuni assumendone ì debiti, la me- dinò Tolomeo, che poc'anzi erasi
desima in Nepi s' impadronì della fatto cristiano, e nel partire ch'egli
rendita bandite, che poi con varie fece per Gerusalemme lo dichiarò
vicende fu riceduta alla comune suo vicegerente di quella capilale|«j
stessa col canone di scudi 5oo. In onde in alcune bolle è chiamato
progresso di tempo
che avvenne arcivescovo antiocheno. Ritornato s.

una congregazione di possidenti ven- Pietro in Antiochia, si pose in viag-


deva l'erbe ad un solo con priva- gio per Pioma con Tolomeo e com-
to contratto, e pagalo il detto ca- pagni. Stabilita in Roma la santa Se-
none, eglino si dividevano il rima- de da s. Pietro, si convertì dal gen-
NEP NEP rxgi

tilesìmo Romano nobile nepesi no, sti- dò visitatore della chiesa di Ifirpo-
mato filosofo, istruito e battezza- //', sostituendogli Giovanni. Nel 641
to da Tolomeo, di cui divenue di- sedeva Grazioso, nel 680 Teodoro,
scepolo. Indi s. Pietro nell'anno 46 nel 721 Giorgio o Gregorio, nel
destinò Tolomeo vescovo della Pea- 743 Giovanni, sepolto nel 770 nel-
tapoli diToscana, e Romano vesco- la chiesa di s. Sabba "in Roma.
vo di ÌNepi, ove ambedue doveano Neil' 82 1 fiorì Innocenzo Pega-
risiedere. Essi nella Pentapoli pre- tesoo romano nell' 826 ,
Grazio-
dicarono la fede, e col buon odore so, neir 853 Benedetto, nell' 868
delle loro sublimi virtù, ecoll' eserci- Stefano legato a Costantinopoli, nel
zio de'miracoli fecero innumerabili q^5 Sergio de''conli Tusculani, figlio
conversioni, massime de' nepesini. d' I e di Marozia, e fra-
Alberico
Transitando l'imperatore Claudio per tello Giovanni XI. Nel gfiS era
di

Kepi, a lui ricorsero molti sacerdoti vescovo Giovanni, nel 989 Giovan-
etruschi de' falsi numi, contro To- ni forse sepolto nella chiesa di s.

lomeo compagni quali dispregia-


e Sabina di Ron)a, nel ioi5 Cre-
tori degli dei, onde ordinò ad Aspasio scenzio, nel 1042 Crescente, nel
tribuno della capitale di Pentapo- ioq8 Alberto pseudo-cardinale del-
li, che li costringesse a sagrificare l'antipapa Clemente 111. Ottone nel
agl'idoli, altrimenti li" punisse severa- iioo fu presente alia coronazione
mente. Quindi Tolomeo e Romano di Pasquale II, nel i 126 Benedetto,
furono tormentati e fuori della città nel ii4o Rinaldo, nel i i5o Um-
subirono il martirio, ad onta dei berto francese cistcrciense di Ciiia-

portenti che operò il Signore a' 24 , ravalle eletto da Eugenio IH, illu-

agosto dell'anno 5i : la relazione stre in santità.

del loro martirio, il p. Ranghiasci Martino nel 1179 fu al concilio


la 261. Successe nel
riporta a p. di Laterano III ; Bernardo cistcr-
vescovato s. Milione , martirizzalo ciense nel I 186 consagrò un altare
a' tempi di Nerone, per la cui per- di s. Maria de' Fallari , 'altro, ne
secuzione e per le successive tro- consagrò nel 12 io in s. Cesario di
vasi una laguna di circa 36o anni Yignanello Gerardo. N. fu consagra-
sino a s. Eulalio, e forse in essa to da Onorio III nel 1218. Ales-
il Papa avrà governato la diocesi. sandro IV ricettando i due eletti
Nel voi. I, p. 182, nel riportare la dal capitolo, nel 1236 creò Ama-
biografia dell' antipapa Eulalio car- lo canonico aoagnino. Lorenzo del
dinale 4'S contro s.
del Bonifa- 1266 ebbe in successore nel 1278
cio!, dicemmo come questi nel 4'9 per volere di Nicolò III, fr. Tom-
lo fece vescovo di Kepi, ed è re- maso de'minori , in vece de' tre e-
gistrato col titolo di santo. Indi fu- letti dal capitolo, il quale pratican-
rono vescovi, Proiettizio intervenu- do altrettanto nel 285, Onorio IV i

to nel concilio romano del ^GS; s. creò Lituardo Cervata cornetano


Felice che fu a quelli del 499i ^f rettore del Patrimonio. Traslato a
e 5o2; sembra che lo fosse nel 535 Cagli, nel Angelo che pas-
1297 fr.

uno the risiedeva a Forinello nella sato a Rieti, nel i3o2 Bonifacio
diocesi, che accusato a s. Agapito l Vili gli sostituì fr. Paolo de'mino-
ne uscì trionfante. Paolo fu ai con- ri. Nel i3i7 Giovanni XXII no-
cilii di s. Gregorio I, che lo man minò fr. Giovanni de'minori, peni-
29?- NEP NER
lenziere e suo vicario in Roma ;
TO Millini cardinale; Camillo Simeo-
nel i323 fr. Gentile Bentivenga ni cardinale.
domenicano di Todi. Giacomo Can- Nella cattedrale vi è 1' unico bat-

cellieri, oggi del Bufalo, eletto dal tislerio , e la cura di anime , che
capitolo, venne confermato da Be- si esercita dal capitolo per un
nedetto XII, indi nel i358 Inno- parroco scelto per concorso ed ap-
cenzo VI vi trasferì dalla chiesa provato dal vescovo Il capito-
.

Vodiense Bonifazio de Cello patri- lo sino al 1617 da tempo imme-


zio orvietano; gli successe nel iSy^ morabile si compose di otto cano-
Pietro Scino suo concittadino. Lu- nici, che con altrettanti istituiti da
ca nel iSyS fu intruso dall'anti- benefattori, compreso quello sotto il
papa Clemente VII, poi legittimato titolo di cantoria, giunsero a sedici:
da Urbano VI. Nel iSgt Bonifa- ora sono però quattoidici colle pre-
cio IX ne fece commendatario Pie- bende del teologo e penitenziere, ol-
tro vescovo di Penna e Atri, indi tre la dignità dell'arciprete, due
nell'istesso anno era vescovo fr. Bo- beneficiati, ed altri preti e chieri-
nifacio Celti d' Orvieto ; gli succes- ci , secondo l' ultima proposizione
sero nel iSgS Sante, nel iSgG concistoriale. Il distintivo de'canoni-
Pietro arciprete della cattedrale, nel ci avendo nel 1784
era l'ahnuzia, ed
i4oo l'altro arciprete Giacomo Ono- Pio VI cappa magna,
concessa la

mali E'alvisi, e nel medesimo anno l'indossarono nella Pasqua l'j'^^.


Francesco arciprete della collegiata di Anticamente la prima dignità d'ar-
s. Croce diNepijnel i433 Pietro del- ciprete era il parroco , finché nel
l'Orto, che Eugenio IV trasferendo- 1778 fu smembrato, formandosi tin
lo a Monlefiascone a' 4 dicembre canonicato curato: ne' primi tempi
i436, nello stesso giorno unì la ogni parroco in duomo amministra-
diocesi di Nepi a quella di Sulri va il battesimo. Ora in Nepi sonovi
{^Vedi) , al quale articolo produr- quattro chiese parrocchiali, tre con-
remo il compimento della serie, venti di religiosi, ed un monastero
che r Ughelli nell' Italia sacra sino di monache.
al vescovo Vecchiarelli riporta nel NEPOTISMO. F. Parenti dei
t. I, p. I023, e X, p. 290. Solo Papi, le loro biografie, e gli arti-
qui nomineremo Luca Rossi de coli delle loro famiglie, per quelli
Tartaris nepesino vescovo di Sulri, che r hanno.
che fu delle due chiese;
il primo NEREO (s.), martire. V. AcmL-
i cardinaliGiacomo Simonetta, e lEO (s.). I corpi di questi santi fra-
Pomponio Cesi, il quale non essen- telli sivenerano in Roma nella Chie-
do riportato dal Cardella non ne sa de ss. Nereo ed Achilleo (Fedi),
facemmo biografia; fr. Michele Ghi- illustre titolo cardinalizio, ove ri-
slieri poi s. Pio Vj egli fu assai mo- parlammo di loro.
lestato da' due capitoli, per avere NERI. V. Bianchi , Ghibellini ,

voluto tenere un solo vicario ge- Guelfi.


nerale come si continuò fino al
, NERLI Francesco Cardinale. ,

lyot. Tiberio Crispo cardinale; Francesco Nerli, nato in Firenze di


Sebastiano de Paolis nepesino, che generosa nobiltà, ebbe per padre il
eresse il canonicato della penitenzie- senatore Federico, e per madre
ria ; cardinale Giulio Spinola; Sa- Gostanza de'Nobili. Attese allo studio
NER NER agS
(ielle leggi in Parma, PisSj Peru- severo nel Clemente
pontificato di
gia e Bologna, indi \eslito l'abito IX, che 3*29 novembre 1669 lo
<;lericale sia Roma, ove
trasferì creò cardinale prete, ricevendo poi
(la monsignor Buratti, celebre udi- da Clemente X
in titolo la chiesa di
tore di rota, fu nominato suo se- s. Bartolomeo all' Isola. Morì nel
gretario. Divenuto pieno di meriti, 1670 a' 6 novembre, d'anni yS, e
tome prudentissimo e uomo insi- dodici mesi di cardinalato. Fu se-
gnemente dotto ed erudito in ogni polto nella chiesa di s. Giovanni
genere di letteratura, sommo giu- de' Fiorentini di Roma, nella cap-
reconsulto, possedeva profondamen- pella de'ss. Cosma e Damiano, fon-
te l'etica, la fisica, la matematica data splendidamente dal fratello
e la teologia ; versato nella cogni- Pietro senatore fiorentino . Kella
noue de'padii, dei concilii, della sto- chiesa di s. Matteo in Merulana,
ria, dell'oratoria, della poesia e ora non più esistente, gli fu eretta
della filosofia ; dopo avere appreso una memoria sulla porta della sa-
la pratica della curia, ottenne la giestia,cioè il suo busto di mar-
carica di uditore generale del car- mo con iscrizione, dal cardinal ni-
dinale Ubaldini legato di Bologna pote che n'era il titolare, \arie o-
e suo gran fautore, e del cardinal pere di lui esistono a stampa, e
Carlo de Medici, col quale entrò in fra queste: Responsa a se data in
conclave per 1' elezione d' Innocen- Consisloriis nomine Ponlificium o-
ro X. Conosciutasi da questi la sua ratoribus plurimis ohedientiam Pa-
abilità, lo nominò referendario di pae praestantibus. Elogia in apolìteo-
segnatura, e gli die la soprinten- sim s. Thomae a Villanova.
denza de Luoghi de monti camera- INERLl Francesco, Cardinale .

li e baronali, col titolo di luogo- Francesco Nerli, nipote del prece-


tenente de'mouti. Il medesimo In- dente cardinale dello stesso nome
nocenzo X lopromosse a segreta- e cognome, nacque in Firenze da
rio delie lettere latine o de' brevi senatoria famiglia de' marchesi di
ai principi, come dice ilBuonami- Rassina, senatore Pietro e da
dal
ci, assegnandogli nel i65o il go- Costanza Magalotti parente di Ur-
verno della chiesa di Pistoia, colla bano Vili, il quale gli fece da pa-
facoltà di proseguire nel suo im- drino al sacro fonte. Di dodici an-
piego in Roma. Indi il Papa nel 1 652 ni vestì l'abito clericale e fu fatto
con estrema soddisfazione del gran- abbate commendatario di s. Lo-
duca Io trasferì all' arcivescovato di renzo in Arena. Studiò in Roma
Firenze, dove qual zelante pastore le scienze filosofiche sotto i dome-
celebrò quattro i656,sinodi nel nicani e i ed in Siena il
gesuiti,
i663, 1666 e 1669, ^"*'* '™' diritto civile e canonico, di cui pre-
pressi a Firenze. In tempo del suo se la laurea in Pisa. Nella repub-
arcivescovato ebbe alcuni disgusto- blica letteraria si acquistò ben pre-
si incontri colla casa del granduca sto molta estimazione nelle memo-
e specialmente col di lui fratello. rate scienze legali, filosofiche e sa-
Ritornato in Roma a tempo della cre. Dopo essere stato annoverato
peste nel i656 sotto Alessandro dallo zio fin dal i654 tra i cano-
Vii, fu da lui di nuovo assegnalo nici della nielropolilana di sua pa-
alla segreteria de'brevi, in cui per- trÌ9, recatosi a Roma fu amcnesso
-

SM NER NER
nel i658 da Alessandro VII in tarlo di stalo, in cui perseverò due
prelatura tra i referendari e Ira anni sino alla morte del Papa.
gli abhreviatori di parco maggio- Non potè però per lungo tempo
re, e poi destinato nel 1666 alla ritenere il governo della sua me-
vice-legazione di Bologna; iiuìi tropolitana, ove celebrò tre sinodi,
Clemente IX lo nominò votante di poiché o per motivi di salute, o
segnatura e ponente del buon go- come scrive il Cardella per la sua
lerno. Nel 1670 Clemente X lo severità , accortosi di essere poco
fece canonico di s. Pietro, gli con- ben veduto non meno dal popolo
ferì due abbazie, e successivamente che dal clero, credè bene di rinun-
lo promosse a vescovo di Adriano ziare nel i683 ad Innocenzo XI,
poli in partibus, ed a nunzio di essendone anco impegnato Cosimo
Polonia, e di Vienna per missione III. Fu poi trasferito da tal Pon-

straordinaria, onde unire in lega tefice nel i685 al vescovato di A-


Je potenze cattoliche contro i ttu- sisi, dove celebrò il sinodo nel pri-

chi, nel qual tempo vacato il prio- mo e quarto anno del suo governo,
rato di Ferrara dell'ordine di g. quale dopo quattr' anni dimise per
Stefano per l'estinzione dei Ma- ritornare in Roma, dove Innocenzo
galotti, ricadde in lui, onde ne ve- XI sino dal 68 gli avea confe-
1 1

stì l'abito in Vienna per le mani rita la protei toria de' camaldolesi
del nunzio ordinario Albrizzi, a ciò e maroniti, non che de' ruteni e
delegato dal granduca Cosimo III. di tutto l'ordine basiliano. Cle-
Mentre nel 1670 era in Vienna, mente XI si prevalse di lui nella
ebbe l'arcivescovato di Firenze, va- carica di segretario de' brevi ai

cato per morte dello zio che glie- principi.Cambiato il primo titolo
lo avea rinunziato, venendo dispen- con quello di s. Lorenzo in Luci-
sato dall'esame. Pii tornato in Roma na, fu ascritto alle congregazioni
fu impiegato nelle principali con- del s. officio, de' riti, del concilio,
gregazioni, quindi fu nominato al- di propaganda ed altre, e fatto
la nunziatura di Parigi. Nei men- dallo stesso Clemente XI arciprete
tovati luoghi ebbe largo cam- della basilica Vaticana in un a
po di far spiccare la sua destrezza prefetto della fabbrica di essa, a
ed i suoi talenti. Quindi passali sue spese fece stamparne il brevia-
trenta mesi, a'i3 giugno 1673 rio che ad ogni individuo di quel
dallo stesso Clemente X fu creato clero donò. Intervenne a quattro
cardinale prete, ricevendone la no- conclavi, fu onoralo nell'ultima sua JM
tizia in Tournay, avendo seguito infermità di visita da Clemenle XI, ^H
al campo nella guerra d' Olanda morì gloriosamente in Roma nel
Luigi XIV. Ricevè la berretta car- 1708 agli 8 aprile d'anni 72, e fu
dinalizia, per ordine del re, dalle sepolto nella chiesa di s. Ma Ileo
mani di Maria Teresa d'Austria in Merulana, alla quale ne'trentun
regina di Francia, in Tournay nel- anni che ne fu titolare, com-
la chiesa di Martino de'henedet-
s. partì immensi benefizi, avendola
tini. Restituitosi in R.oma, Clemenle tratta dallo squallore dell'antichità,
X gli conferì per titolo la chiesa vendicata dalle ingiurie del tempo,
di s. Matteo in Merulana, e lo e- e splendidamente ornata ed abbel-
levò alla rilevante carica di segre- lita, e dove vivendo erasi appa-
NES NES 2q5
rocT:hiala la tomba con un epitaf- co e ne bruciò i corpi, insieme
fio fla lui niedesiroo composto, con all'ossame de"li animali, acciocché
. ° . . 1-
prolissa iscrizione alla base del mo- 1 cristiani non potessero raccogliere
numento, conlenente la descrizione le loro reliquie. Fu pure arrestato
delle sue gesta. Una terza lapide coi tre fratelli un giovane appella-
fu posta nel vicino pavimento per to Nestore, che soffrì con essi la
dicbiaiare, eh' essendosidue anni prigionia e la frustatura, e mentre
prima di sua morte preparato il veniva tratto per le strade, alcuni
sepolcro in s. Lorenzo, cangiata pagani, tocchi da compassione per
volontà preferì la chiesa in Meru- lui, lo tolsero dalle mani di quelli
lana. Nelle sue molteplici occupa- che voleano dargli la morte ; ma

zioni coUìtò con successo le lettere egli morì dalle ferite tre giorni
e compose apphiuditissimi conimeri' dopo. Si celebra la memoria di
/^n sulla Genesi, e con elegante sti- questi quattro martiri il giorno 8
le continuò gli annali del Baronie, di settembre.
ma prevenuto dalla morte non po- NESTORE (s.), vescovo di Sida
tè condurre a fine tali opere. Fu nella Panfilia, e martire. Fu nel
facoltoso ed ollremodo liberale. In numero di che furono ar-
quelli
Roma acquistò un magnifico pa- restati per ordine di Epolio gover-
lazzo nella via delle quattro fonta- natore della Licia, della Panfilia e
ne, e per la Laleranense una bel- della Frigia, sotto l'impero di De-
lissima villa. Inoltre acquistò dai cio, e crudele persecutore de' cri-
Massimi la contea de' Baschi nel- stiani. II santo vescovo venne con-
r Umbria, che aggiunse al feudo dotto a Perge, ove confessando co-
marchionale di Rassina, che il pa- raggiosamente la fede, ebbe la glo-
dre suo avea acquistato dalla fa- ria di soffrire la stessa morte che
miglia Altieri. il suo divino maestro, verso 1 anno
KESTABLO martire. Fra-(s.), 230. Il p. le Quien ha confutato
tello de' ss. Eusebio e Ze-
martiri l'opinione di quelli che credettero
none, dimorava con essi a Gaza che s. Nestore fosse stato vescovo di
in Paleslina, sotto il regno di Giu- Perge o Pirgi, ovvero di ÌNIandis o
liano apostata. I pagani li cattu- Wadigis. I Bollandisli hanno dato
rarono nelle loro case, ov'eransi degli atti latini di s. Nestore ; ma si

nascosti, li trassero in prigione e vogliono correggere cogli atti greci


vergheggiarono crudelmente. Leva- del medesimo santo, che trovansi
tosi a rumore il popolaccio, corse niss. nella biblioteca del re a Pa-
alla prigione e ne strappò i tre rigi, i quali sono del X secolo. Que-
fratelli, trascinandoli per le con- sto santo è onorato il 27 di marzo.
trade ora col dosso or col mentre NESTORE (s.), martire. F. Ne-
disteso per terra, venendo presi a STADIO (s ).

bersaglio de' più inumani tormenti. NESTORIANI. Eretici che pre-


Quando i martiri, tulli pesti e co- sero loro nome
il da Nestorio pa-
perti di ferite, esalarono 1' ultimo triarca di Costantinopoli nel 4^8.
respiro, furono portali fuori della Questo eresiarca nato in Germani-
città, e capovolti nel luogo ove si eia di Siria, fu allevato nel mona-
solevano giltare le bestie morte ; stero di s. Eupreprio nel sobborgo
indi il popolo accese un gran fuo- d'Aatiocliia, e la sua virtù, dotlri-
agG NES NES
na ed eloquenza nel /\.2S gli meri- a disti'uggere i seguaci dell'ei'esiai'-
tarono detto patriarcato. Mostrò ca e lo scisma, però sostenuto da
molto zelo contro gli eretici, mas- alcuni vescovi orientali con qualche
sime ariani, novazioni e macedonia- successo. Zelanti contro quest'eresia
Di ; ma Anastasio prete d'Antiochia, furono i Papi s. Leone I, s. llaro
ch'egli avea condotto seco in Co- ed altri. I seguaci dell'eresiarca sos-
stantinopoli, avendo osato in una tennero molti errori , i principali
predica dire non doversi chiamare la de'quali sono sono due per-
: che vi
Beata Vergine Aladre di Dio, Ne- sone in Gesù Cristo; che il Verbo
storio invece di frenare qual teme- di Dio non si
figlio è fatto uomo
rario, r onorò pubblicamente con assumendo 1' umana natura dalla
elogi, e sostenne che siccome erano Beata Vergine, ma eh' egli è disce-
due nature in Gesti Cristo, così e- so suir uomo
da lei ; eh' essa
latto
ranvi pure due persone, la divina ha tempio di Dio, e non
partorito il

e l'umana, e per conseguenza due colui che abita nel tempio; e che
figli, l'uno Dio, l'altro uomo, dal perciò essa non è madre di Dio,
che ne proveniva non doversi Maria ma madre di Gesù Cristo secondo :

chiamar Madre di Dio, Theolochos, essi I' unione del Verbo colla natura
ma sohanto 31adre di Cristo, Christo- umana non è che una unione mo-
tochos. Aggiunse che Cristo era unito rale, un' unione di benevolenza, di
al Verbo non già d'unione iposta- dignità, di comunicazione, di poten-
tica, ma d' una unione d'abitazione za, un' unione d' inabitazioue come
del Verbo nell' umanità come in in un tempio. Da questi eretici ne
un tempio, e per società per co- ,
derivarono altri, come gli Eiuicliia-
municazione di potenza, di dignità, ni, Monotelili, ec.
60. Questi errori li combattè s. Ci- I nestoriani, che furono anche
rillo d' Alessandria con diverse o- chiamati caldei e cristiani orienta-
pere che indirizzò a Teodosio
, li, si sparsero nella Mesopotamia,
II, a Pulcheria e ad Eudossia so- nel regno degli assiri, e perfino nel-
rella dell'imperatore; e ne scrisse le Indie e nell'estremità dell'Asia,
a Papa s. Celestino I, che condan- come diciamo Molte ai loro articoli.
nò tali errori nel concilio di Roma volte si roma-
riunirono alla chiesa
del 43o, e li fece condannare nel na, come sotto Eugenio III, Gre-
43 1 dal generale concilio ò' Efeso gorio X, Eugenio IV, Giulio II,
(P'edi) ove , fu deposto Nestorio. Pio IV, ec, riunioni ch'ebbero bre-
L'imperatore l'esiliò in Oasis nel- ve durata non essendo sincere. V^.
l'Egitto, ch'essendo distrutta dai Blem- Caldei. Nel voi. XXXIX, p. Sa
raiani, Nestorio menò vita vagabon- del Dizionario, parlai della liturgia
da finche morì poco dopo, lascian- de' nestoriani.Abbiamo di Giusep-
do de' sermoni ed altri scritti. Già pe Luigi Assemani De catholicis :

Papa s. Vittore I avea scomunica- seii patriarchatus chaldeorum, et ne-


to i maestri di Nestorio eretici. Il stori anonun commentarius hi stori co-
Pontefice s. Celestino I ed i padri chronologicns , Roma e \'J'J'^- Di
melivetani posero in opera ogni dol- quest'opera ne parlano VEJfenieridi
cezza e carità per i-ichiamar Nesto- leu. di Roma 177 5, pag. i4'>-
rio a ravvedersi , ma inutilmente. Le principali sedi vescovili nesto-
Indi $. Sisto III con zelo si applicò riane hanno articoli, e molti tratta-
NEU NEU 597
no del neslorianismo, eresia de* ne- fondachi tra 1' Ungheria e V Italia.

storiani. Leopoldo VII detto il Glorioso du-


NESTREFIELD o NESTER- ca d'Austria, morto nel 1280, fece
FIELD. Luogo d"" Inghilterra, in cui fabbricar questa città contro l' in-
nel 703 fu tenuto un concilio con- vasione degli ungheri, che nel i44^
tro s. Vilfrido di York. V'interven- vi assediarono 1' imperatore Federi-
nero quasi tutti i vescovi d'Inghil- co 111. Matteo Corvino re d'Un-
terra, presieduti dall'arcivescovo di gheria la tenne bloccata per lungo
Cantorbery. Vi fu invitato il santo, tempo, e per fame l'obbligò arren-
con promessa, che non si attese, di dersi il i3 agosto 1487, ma nel
rendergli soddisfazione. I vescovi ed 1490 ritornò in potere degli aM-
abbati che aveano usurpato i beni striaci. Solimano imperatore de'tur-

dei suo monastero, li ritennero. Ma chi die sette volte in un giorno


s. Vilfrido recatosi in Roma a chie- l'assalto a questa città senza po-
der r ebbe da Giovanni
giustizia, tersene impadronire. Quando i tur-
VI 704, in un concilio in cui
nel chi assediaronoVienna Neustadt ri- ,

fu pienamente giustificato. Diz. de mase in mano degl'imperiali nel 683. 1

cono. Allorché nel 1782 Pio VI si poi lo


NETTUNO. V. Anzo. a Vienna, a' 22 marzo cinque miglia
NEUCROPIO. Sede vescovile di distanle da Neustadt, Giuseppe li,
Dardania, diocesi di Servia , ebbe benché incomodato da flussione d'oc-
ili vescovo Joasaph. Oritns chrisC. chi, col fratello arciduca Massimiliano
t. II, p. 326. si trovò improvvisamente ad aprirgli
NEUSTADT, Neostadium. Città lo sportello della carrozza, ed il Papa
vescovile dell'arciducato d'Austria sceso da essa, paternamente lo ab-
in Germania, paese al disotto del- bracciò, non permettendo altri atti,

l' Ens circondario


, inferiore del distinguendo l'arciduca con beni-
Wienerwald a dieci leghe da Vien- gnità : Pio VI ascese la carrozza
na, all'origine del canale Neustadt, dell' imperatore, e giunti a Neu-
sulla gran strada da Vietina nella stadt discesero all'accademia mili-
Sliria. Di forma quadrala, cinta da tare, ove tutta la gioventù era
doppie mura, bastioni e fosse, ben schierata in bella ordinanza. Presa
fibbricata con strade larghe e in una refezione, proseguirono il viag-
linea retta. Ha pure un castello gio per Vienna.
fortificato che rinchiude prigionie- i La sede vescovile l' eresse nel
ri di stato, e dove vedonsi ancora 1468 Paolo li, dichiarando catte-
le prigioni de'conti Scrini, marche- drale la collegiata di s. Pietro, suf-
se Frangipani, principe Ragotzi, ed frnganea di Salisburgo ,
poi di
altri signori ungheresi. Un bel parco Vienna : i cislerciensi vi ebbero
sia in vicinanza del castello. Nel- l'abbazia della Trinità, ed i gesuiti
r antico e vasto palazzo degli arci- un collegio. Il primo vescovo fu
duchi d'Austria fu fondata nel 1732 Pietro Engelbrecht dottore in dirit-
una scuola militare, che contiene to, morto i49i- Fra suoi
nel i

più di 4oo allievi; avvi anco scuo- successori sono nominarsi parti- a
la di equitazione ed un ginnasio. colarmente, Gregorio Angerer mor-
Ha diverse fabbriche, somministra to nel 548 Melchior Clesel o
1 ;

btllissiini marmi, ed è uno de'grau KksstUo dei 1 5go, indi trasferito a


598 NEV NEV
A' ienna, cardinale di Paolo V: quanto fcllura, le cnseime, l'arsenale, la
ai successori (Ino a Giovanni conte porla di Parigi, il Calvario, ed il

IVIanderscheit del 1722, veggasi la Parco o passeggio. Vi è un gran-


Storia eccl. d' Alemanna t. II. Gli de e un piccolo seminario, un mona-
ultimi sono: 1734 Gio.
vescovi stero di religiose, confraternite, di-
Francesco conte Kevenhuller; 1741 Tersi ospedali, comunale,
collegio
Ferdinando d'Halweil di Vienna; bel teatio, diverse scuole,accade-
ed Enrico Kerens di Mastricht^ tras- mia, commissione d'antichità, pub-
Inlo da Ruremonda nel 1775 da blica biblioteca di circa 7000 vo-
Pio VI. Questo Papa ad istanza di lumi, bella fonderia di cannoni,
Giuseppe II, colla bolla Inter più- diverse fabbriche ad uso della ma-
rimax, de'aq gennaio 1784, Bull. rina e per altre manifatture, con
Coni. t. VII, p. 24o> soppresse la estesocommercio. Il porto forma-
sede vescovile, l'unì a Vienna, ed to da un ricovero naturale 'all'im-
erigendo quella di s. Ippolito (redi), boccatura della Nièvre, è assai co-
vi trasferì il vescovo Kerens. modo, ed è l'emporio di legname,
NEVA. Sede vescovile d'Arabia, ferro e vino. E patria di Adamo
diocesi d'Antiochia, sotto la metro- Billaut falegname e poeta; di Chau-
poli di Bostra, eretta nel V secolo, mette prociu-atore di Parigi; di
ebbe in vescovi: Petronio scomuni- Guy Coquille storico, magistrato e
calo perchè contrario al concilio poeta; di Gabriele Vettore Riquet-
d' Efeso ; Jobio, pel quale il metro- ti conte di Mirabeau, ed altri. Fu
politano sottoscrisse il concilio di spesso desolata dalla peste, e provò
Calcedonia ; ed Isacco del 5^o. grandi guasti dagli straripamenti del-
Oricns christ. t. II, p. 863. la Loira, I dintorni sono fertili eda-
NEVERS (m^'ernen). Città con meni, e vi si trova molta terra da
residenza vescovile di Francia, ca- stoviglie, per cui nel principio del
poluogo del dipartimento della Niè- secolo XVI si eresse la prima fàb-
vre, di circondario e di cantone, a brica.
4^ leghe da Lione e 1 3 da Bour- Nevers o Nivers esisteva quan-
ges, sulla destra della Loira al con- do Giulio Cesare compì la conqui-
fluente della Nièvre, con tribunale sta delle Gallie, chiamandola nei
di prima istanza e di commercio, suoi commentari Noviodiiniini in
ed altre autoiità. Bellamente situa- Àeduin j egli la destinò una piaz-
ta, sta in forma d' anfiteatro sopra za d'armi ed un luogo di deposi-
una collina, si vedono avanzi delle to, considerandola qual punto im-

antiche mura e grosse torri, e del- perlante perchè dominava il pas-


le porle fortificate vi è solo quella sacrsfio deMa Loira alla foce della
del Croux. Grande èia piazza duca- Nièvre. Altri la dicono meno antica,
le, e tra gli edifìzi sono i princi- e la chiamano Nivernitm. Distac-
pali: la cattedrale, di struttura bi- cata dal reame di Borgogna, di-
zantina gotica, sotto l'invocazione venne la capitale del Nivernese.
de' ss. Ciriaco e Giuditta martiri, Poscia fu elevata al grado di città
col baltislerio, e con ampio episco- sotto Clodoveo, e fu eretta in con-
pio annesso, oltre due chiese par- tea sotto primi re di Francia.
i

rocchiali col fonie sacro; il vecchio Niil 763 vi si tenne un'assemblea


castello de'duchi di Nevers, la pre- d'ordine del re Pipino, nella quui

I
NEV NEW 299
le si punire l'infe-
deleiniinò di s. Fulcidio; nel SgS s. Ariglo; nel
deltà di Gaifero duca d'Aquitania ; 655 s. Diodalo, poscia fondatore
e Tassilone prestò giuramento di dell'abbazia del suo nome in Lore-
fedeltà al re pel ducato di Bavie- na. Nel 691 fiorì s. Iterio; s. Gi-
ra. Ugo il Grande conte di Parigi rolamo neir 843. Nel XIV secolo
la prese a Luigi d'Oltremare nel ebbe a vescovi i cardinali Pietro
95?. e l'abbruciò; verso la fine Berlrandi zio e nipote; nel XVI
della stirpe di Carlo Magno, il il cardinal Carlo di Borbone. La
conte Guglielmo divenne proprie- serie de* vescovi fino ad Eustachio
tario della contea di Nevers. Nel di Cherry del i635, si legge nella
1194 fu circondata di mura da Gallia christ. t. II, par, 2, p. 796.
Pietro di Courtenai, allora conte Le annuali Nolizie dì Roma ci

di Nevers, poi imperatore latino di danno seguenti. 1740 Guglielmo


i

Costantinopoli. Carlo VII nel 14^7 d'Augues di Gap. 1751 Gio. An-
l'eresse in ducato, ciò che confer- tonio Tinzeau di Besancon trasla-
mò Luigi XI a favore di Giovan- to da Belley. 1782 Pietro de Se-
ni dì Borgogna conte di Nevers guiran d' Aix. 1789 Lodovico Gi-
nel 14^4) ^ Luigi XII nel i5o5 rolamo de Suffren de Saint-Tropes
per Engelberto di Cleves, non che d'Aries, trasferito da Sisteron. Nel
Francesco I a favore di ÌNIaria 1801 pel concordato soppresse la
d' Albret conlessa di Nevers, o di sede Pio VII, poi la ripristinò nel
Francesco di Cleves XII conte di 1817, e dichiarò vescovo Gio. Ma-
tal nome. Che il ducato passò nei ria de Fontenay di Dunkerque,
Gonzaga di Mantova, Io dissi a indi nel 1828 Gio. Francesco Mil-
queir articolo. Molto soffri nel se- laux della diocesi di Rennes, cui
colo XV per l'invasione degli in- successe nel 1829 Carlo Dedobuet
glesi, indi per le guerre di reli- Dauzers della diocesi di s. Flour,
gione, e per le lunghe querele dei Gregorio XVI nel concistoro de'So
re di Francia coi duchi di Borgo- settembre i834 preconizzò monsi-
gna. Fu pure duca di ìVevers, Fi- gnor Paolo Naudo della diocesi di
lippo Giulio Mazzarini Mancini ro- Perpignano, e per averlo trasferito
mano, morto nel 1707. in Avignone, in quello de' 27 gen-
La sede vescovile fu eretta nel naio 1843 l'attuale monsignor Do-
IV secolo, metropoli di
sotto la menico Dufètre di Lione, già vi-
Sens, di cui è ancora suffraganea. cario generale di Tours. Il capito-
Il primo vescovo fu Tauriciano che lo si compone di nove canonici,
sottoscrisse al concilio d'Epaoua comprese le speciali prebende del
nel 517; nomina-
alcuni cataloghi teologo e del penitenziere dignita-
no prima Austremonio e
di lui s. ri, oltre i pueri de choro, e nelle
s. Evozio; facendosi il primo di- feste de'canonici onorari : un cano-
scepolo di S.Pietro, la sede avrebbe nico funge l'uffizio di parroco. La
avuto origine nel primo secolo, e co- diocesi comprende il dipartimento:
sì la pensa il Cbenu, cui dà per suc- in essa e nella città di Clamery
cessore s. Patrizio, e ad Evozio s. dimorò già il vescovo in partìbus
Eulalio, poi Tauriciano. Nel Syo di Betlemme [Fedi). Ogni nuovo
egli registra s. Acoladius, cui suc- vescovo è tassato in fioriui 370.
cesse s. Aredio o Agricola ; nel 5^\. NEWMARRET. Città d' lughiN
,

3oo NIC NIC


tei-ra a 20 leghe da Londra, lino- e rinunziarono ai vantaggi che po-
mata per le sue annue corse di teano sperare nel mondo , allorché
cavalli, da cui ritrae sommi van- videro pubblicarsi degli editti con-
taggi : si trova nelle contee di Suf- tro la religione cristiana. Arrestati
f'olk e Cambridge, e due volte fu come seguaci di Cristo, furono con-
distrutta dal fuoco. Nel 1161 vi dotti davanti a Massimo governa-
fu tenuto un concilio contro l'an- tore della provincia, il quale mostrò
tipapa Vittore V. Reg. t. XXVII; loro l'ordine dell'imperatore per cui
Labbc t. X; Arduino t. VI; Angl. doveano tutti sagrificare agli dei.
t. I. Dichiararono due confessori essere
i

NEWSRI s. Alessandro, ordine disposti a morire, ma non mai a


equestre. Alessandro InroslolF figlio tradire la loro fede. Rimessi in pri-
di larosIolF li gran principe di Ula- gione, furono di nuovo interrogati
dimiria e di Russia, cui successe venti giorni appre.sso; e trovatili il

nel 1245, per avere riportato sulla governatore costanti nel loro senti-
Ne va una strepitosa vittoria contro mentOj li condannò al taglio della
gli svedesi , danesi e teutonici, fu testa. Daria moglie di Nicandro
detto per soprannome Newski, e ch'era stata presente al primo in-
vuoisi che morisse monaco, ed è terrogatorio, avendo coraggiosamen-
nel calendario russo registrato per te confortato il marito a rimanere
santo. Per la venerazione che pro- fedele a Gesù Cristo, fu posta in
fessavano i russi alla sua menioria, prigione; ma siccome l'editto impe-
Pietro Grande, piesso Pietro-
I il riale non risguardava che l'esercito,

burgo, nel luogo ove successe tal fu rimessa in libertà, e rimase vi-
celelire battaglia, edificò in di lui cina al marito fino alla di lui mor-
onore un monastero magnifico, ed te. La moglie di Marciano all'op-
istituì col di lui nome quest' ordi- posto cercava col suo dolore, e mo-
ne cavalleresco, ma non ne confe- strandogli il figliuolino nato dal lo-
rì la decorazione. L'imperatrice Ca- ro matrimonio, di smuovere la co-
terina I sua figlia pel primo la stanza dell'invitto martire; ma egli
die nel lyaS al principe Menzi- trionfò della carne e del sangue, e
kolF. Al presente l'ordine è in al- insieme con Nicandro consumò il
tissimo splendore, e chi lo riceve sagrifìzio. Vwe da diverse circostan-
almeno deve aver grado di ge-
il ze de* loro .Iti, che abbiano soffer-
neral maggiore, ed ha una sola to sotto Diocleziano, verso Tanno
classe. La decorazione si forma 3o3, e probabilmente nella Mesia ,
d' una croce d'oro oltagona smal- provincia dell' Illiria. Tuttavia al-
lata in l'osso, nei cui angoli sono cuni moderni collocano il loro mar-
aquile d'oro, nel centro è l'iinma- tirio a Venafro, che ora è nel re-

giue del patrono colle iniziali S. gno di Napoli il martirologio ro-


:

A., e all'intorno l'epigrafe : Pflo la- mano uè fa menzione a' 17 di giu-


B IRE ET Questa croce si
PATRIA . gno.
porta appesa ad un nastro di seta NICARAGUA (de Nicaragua).
color di amaranto carico. Città con residenza vescovile delle
NICANDRO e MARCIANO (ss.), Indie occidentali nell' America set-

martiri. Militarono alcun tempo nel- tentrionale, della repubblica di Gua-


l'c^ercìtu romano, ma si ritirarono ti mala, uello sUto di Nicaragua,
MC NIC Sor
chiamata ancora Leon di Nuara' Però Benedetto XIV la sollopose
glia e villa de la purissima Con- all'arcivescovo di Guatimala, e lo
cepcion de Rivas, da quelli che ne è tuttora. Ne fu primo vescovo
fanno una ciltà secondaria ; rag- Diego Alvarez canonico dignitario
guardevole e capoluogo di dipar- di Palama, cui successero, fr. An-

timento, con popolosi sobborghi. tonio di Baldibieso domenicano ,


Però i geografi ecclesiastici chia- Gomez di Cordova, Ferdinando di
roano Nicaragua e Leon come si- Menavia girolamino, fr. Antonio
nonimi, ciltà capitale dello stato de Saì'as francescano , ec. Le an-
di Nicaragua, posta su di ampia nuali Notizie di Roma registra-

ed elevata pianura, presso l'estremi- no i seguenti. 17 38 Domenico An-


tà nord-ovest del lago di Managua, tonio de Zatarayn. i743 Isidoro
ed in vicinanza di attivo vulcano, Maria Bullon y Figueroa della dio-
da cui talora ebbe danno. Le vie cesi di Coria. 1749 Pietro Agosti-
e le piazze sono regolari e dispo- no Morel de Santacruz, di s. Gia-
ste con bell'ordine, con diversi sob- como de Cuba. 1753 Giuseppe
borghi, munita di antiche fortifica- Fiores de Ribera di Duiango. 1757
zioni. La magnifica chiesa cattedra- fr. Matteo de Navia Bolano ago-
le, sia per la regolare architettura, stiniano di Lima.1765 Gio. Carlo
sia per l'eleganza che per altri pre- de Vilches y Cabrerà di Guatima-
gi, è rimarcabile. Vi sono altre chie- la. 1775 Stefano Lorenzo de Tri-
se, con grandioso spedale de' fate stan di Jaen. 1785 Gio. Felice de
bene fratelli di s. Giovanni di Dio. Villegas della diocesi di Santander.
Il collegio Tridentino nel 1812 eb- 1794 Giovanni Ruiz Cabanas del-
be titolo di università, ed è fioren- la diocesiCalahorra. 1797 Giu-
di
te per numerose cattedre e pel co- seppe Antonio de la Huerta dio-
pioso uditorio. Il traffico vi è mol- cesi di Guatimala. i8o6 fr. Nico-
to esteso, e vi sono diverse fab- lò Garcia domenicano di Cartage-
briche. Fu edificata nel iSaS in na nel regno di Murcia, dopo il
una posizione alquanto diversa da quale restò la sede vacante. Ripor-
quella che occupa presentemente, teremo quanto si legge sullo stato
ed ove fu trasferita nel i532, quin- di questa chiesa nella sua propo-
di la città propriamente detta nel- sizione concistoriale, in cui va av-
r area non è molto considerabile. vertito ivi dirsi ch'egli succedette
Nel i585 soffrì dai filibustieri enor- a Gio. Giuseppe Perez del Notarlo
me saccheggio, che l'armata spa- defimto. La cattedrale è dedicata
gnuola di guarnigione non bastò a Maria Vergine Assunta, con baf-
ad impedire. Novera circa 38, 000 tislerio e due parrochi, avendo
abitanti, ed è distante i25 leghe prossimo l'antico palazzo episcopale.
da Guatimala. 11 capitolo si compone di tie di-

La sede vescovile di Leon, Le- gnità, di cui la maggiore è il de-


gio, di Nicaragua, o Nicaragua fu cano, di due canonici senza le pre-
eretta nel i534: Commanville di- bende del penitenziere e del teolo-
ce nel i53i e sufTraganea di Mes- go, di cappellani e di altri eccle-
sico; p. Mireo la registra suffra-
il siastici. Vi è un'altra chiesa par-
ganea di Lima, cos'i lo Stadel, Camp, rocchiale con fonie sacro, due con-
gtogr. eccks. stampalo nel 1712. venti di religiosi, confraternite e se-
,, è

3o2 NIC KIC


uiinario con alunuì. La diocesi si la è onorata lo stesso giorno, eh'
estende per i5o leghe spagnuole. r I I ottobre.
Ogni nuovo vescovo è tassato in NICASIO (s.), vescovo di Reims
fiorini 33, e le rendite sono circa e martire. Fioriva nel quinto seco-
1 5,000 ponderuni illias monetac. lo, al tempo che barbari, passati
i

NICASIO Viveva
(s.), martire. dalla Germania nella Gallìa, ne deva-
nel III o IV secolo, e sembra che starono una parte. Pieno dello spi-
appartenesse alla chiesa di Lione rito di Dio, nou cessava di esortare
donde uscirono tanti uomini apo- il suo popolo a calmare la divina
stolici che portarono la luce del van- giustizia coi digiuni , colle vigilie,

gelo nelle diverse parli delle Gal- colie elemosine, e sopiattutto col-
lie. L'antico mss. del martirologio r emendarsi; ed a ricevere almeno
d'Usuardoj che si custodisce a s. con sommessione il castigo col quale
Germano de' Prati a Parigi, e che Dio doveva ben presto punire le

si crede essere l'originale, non dà loro colpe, giacché egli prevedeva


che il titolo di prete a s. INicasio; quale disgrazia sovrastasse a quella
ma in altri mss. è detto vescovo città. Allorché i barbari la presero
e riguardato eziandio come primo e la saccheggiarono, il santo vesco-
Yescovo di R.ouen, tuttoché non sia vo non pensò più ad altro che a
pervenuto infaio a questa città , e procurare la salute delle anime al-
s. Mellono primo a por-
sia stato il le sue cure affidate ; e correva da
vi la sede episcopale. Accompagna- una in altra casa per esortare gli

to dal prete Quirino o Cerino e abitanti ad armarsi di coraggio. Vo-


dal diacono Scubicolo o Egobillo, lendo salvare la vita ad alcuni dei
andò lunghesso la Senna al disotto suoi figli spirituali, si espose egli

di Parigi. Credesi, giusta un'antica stesso al furore degl'infedeli, i quali


tradizione, che abbia predicato dap- dopo averlo ricolmato d'insulti e di
prima nei villaggi di Conflans , di oltraggi, gli mozzarono la testa. Fio-
Andresy, di Triel e di Vaux. Meu- renzo suo diacono, e Giocondo suo
lan, Mantes, ed il villaggio di Mon- lettore furono trattali nella stessa
ceaux si gloriano parimenti di es- maniera. Eutropia sua sorella, ver-
sere stati onorati di sua pre.senza. gine di grande virtù, era slata la-
Essendo Rocca-Guyon, sulla Sen-
alla sciata in vita; ma siccome non igno-
na, converfi una femmina di alto rava l'intenzione de' barbari, gridò
rango, chiamala Pienza, cui alcuni che volea più presto morire, che
martirologi fanno vergine. Non mol- perdere la fede e l'onore: quindi
to dopo s. Nicasio fu preso dai pa- fu anch'essa trucidata. S. Nicasio e
gani, e decapitato con Quirino e s. Euliopia furono seppelliti nel ci-
Scubicolo, sulle sponde del fiume miterio della chiesa di s. Agricola,
Eple nel Vessinese, nel luogo in cui e parecchi miracoli resero celebre
è il borgo di Ganny, a una mezza la loro tomba, nel cui luogo si edi-
lega dallo Rocca-Guyon. 1 tre mar- ficò poscia un'abbazia. Nell'HgS Ful-
tiri vi furono seppelliti in un'isola, co arcivescovo di Reims trasfer*i il

e fu edificata poscia una cappella corpo di s. Nicasio nella cattedrale,


sulla loro tomba. S. Pienza essen- la quale era stala dal santo martire
dosi ivi recala a far orazione, fu edificata in onore della B. Vergine.
presa e decapitata dagl' infedeli. El- Il suo capo si custodisce iicll'abbu-
NIC NIG So3
7ia di s. Vedasto di Arras. La festa genti salse con bagni. Alcuni au-
di s. Nicasio e suoi compagni mar- tori credono che questa città sia
tiri si celebra il i4 dicembre. l'antica Lisania. Il figlio ribelle di
NICASTRO {Neocaslren). Città Federico I re di Napoli, fu nel
con residenza vescovile nel regno declinar del secolo XV detenuto
delle due Sicilie, nella provincia per qualche tempo nel suo castello.
della Calabria Ulteriore seconda, La sede vescovile fu eretta nel
capoluogo di distretto e di canto- secolo XI suffraga nea dell' arcive-
ne, a quattro leghe da Catanzaro. scovo di Reggio, come lo è an-
E edificata su d'un'eminenza che cora : crede Commanville che nel-
domina vagamente il golfo di s. rVin o nel IX secolo vi si eriges-
Eufemia, e viene bagnata dal fiu- se sede vescovile di rito greco,
la

niicello di san Polito che influi- egualmente sotto Reggio. Primo ve-
sce neir Amato, in mezzo ad un scovo di Nicastro fu Enrico del 094» 1

paese coperto di oliveti e di albe- al cui tempo Amburga rifabbricò


ri fruttiferi. Cinta di mura, ha un l'antica cattedrale distrutta dai .sa-

castello, ben decorata,


cattedrale raceni : viveva nel ii23,egli suc-
molte chiese listabilite dopo l'ulti- cesse Guido che nel 1179 fu al
mo flagello del terremoto del i638, concilio di Lalerano III; indi fio-

che scosse anco il palazzo episco- rirono Boemondo del 1J95, Rug-
pale e portò la totale rovina al- giero del i202j Taddeo del 1222,
l'archivio, seppellendo con notabile Samuele del 1 254- Leonardo per
danno della storia ecclesiastica i le sue qualità eletto dal capitolo, fu
preziosi monumenti greci, de' quali confermato da Clemente IV rei
era notabilmente arricchito. Poiché 1266. S'intruse simoniacamente Pio-
è tradizione negli abitanti che le berto, cui Nicolò III nel 1279 sosti-
colonie greche di Maida, di Laco- tuìTancredi, scoi-iiunicato da Onorio
nia e di Tiriolo abbiano accolto IV per avere coronato Giacomo 11
in alcune loro chiese, e lungo tem- d'Aragona in re di Sicilia; indi
po ritenuto il rito greco : è incer- Bonifacio Vili nominò nel 1299
to se anche la cattedrale abbia an- Nicola abbate benedettino, cui suc-
ticamente professati riti orientali. i cessero: nel i320 fr. Pietro Scala
Quella antica fu riedificata in ono- de'miiiori, Ambrogio del i323, fr.
re di s. Pietro, da Amburga figlia Giovanni Presco francescano nel
del conte Dragone duca di Cala- i333, Nicola del i344> Manfredo,
bria, e dal vescovo, fuori della cit- indi Angelo, Giuliano del 1389
tà, iioo, e dotata dal conte
nel nunzio di Urbano VI al re di Sar-
Riccardo suo fratello, indi consa- degna, Giacomo del 1890, mentre
grafa nel 1128 sotto l'invocazione l'antipapa Clemente VII v'intruse
de'ss. Pietro e Paolo. Rovinata per Caroluccio. Nel 1894 Roberto Maaz
l'orribile teri emolo, il vescovo Per- canonico della cattedrale, nel iSgS
roui generosamente fabbricò l'odier- vi fu trasferito Giacomo vescovo di
na nella città. Regna molta opero- Telese, e da Marsi nel 1398 stes-
sità nella classe industriosa, e dan- so Gentile. Paolo mori nel t43i,
no le fabbriche molli tessuti di la- poscia nel i45i Giovanni Pagani
na e di seta al commercio. Ne'din- nobile napoletano,, dottore illustre,
torni vi sono varie salutifere sor- che fondò e dotò una cappella in
,

3o4 NIC NIC


cntledrale, e poco visse, per cui (ove (al quale articolo ne facemmo
nel medesimo anno Roberto occu- parola) di s. Spirito, fatto da Ur-
pò la sede. Indi Pietro di Senni- bano VIII nel
1624, esprimendosi
no nel 1489, Antonio Lucidi nel rUghelli, purpiireum addictuni pi-
1490 già di Nicotera, nel 149^ leunt in virideniei comnnUavìt ^ lo-
Bartolomeo de Luna fatto da Ales- dato per ottimo e di somma mo-
sandro VI prefetto di Castel s. An- derazione. In sua morte Urbano Vili
gelo, carica che conferì a Prance- nel 1629 elesse Alessandro Castra-
SCO Roccamura che gli successe nel cane nobile di Fano, luogotenente
i497- Nicola Capranica nobile ro- del cardinal vicario e referendario,
mano del i5o4 canonico vaticano, indi nunzio al duca di Savoia e
cardinal Andrea della traile am- collettore in Portogallo, morto ve-
ministratore nel i5i7, Antonio di scovo della patria. Per sua dimis-
Paola abbate cistcrciense nel i5r8, sione nel i632 Gio, Battista Cu-
cui successe il nipote Girolamo nel riali della diocesi di Gerace , e ne
i523. Nel i53o Gio. Pietro Ric- furono successori: nel 1 635 Dome-
ci archimandrita di Messina, nel- nico Piavenna romano; nel 1637
l'istesso anno Filippo, e nel i533 Marc'Antouio Mandosio romano, ce-
Nicola. Indi Paolo Gapizucchi ro- lebre avvocato e zelante pastore;
mano canonico di s. Pietro, di ec- nel 1639 Gio. Tommaso Perrone
cellenti doti, impiegato dai Ponte- nobile di Rossano, assai benemerito;
fici nella carica di vicario di Ro- nel 1680 Francesco Tansio patri-
ma ed in gelose legazioni, morto zio di Matera che compì la catte-
nel 1539. drale, ornò il coro ed il sacrario
Paolo HI a' 18 agosto nominò difese l' immunità e fu vigile ve-
Marcello Cervini nunzio pontificio che scovo. La serie de' vescovi nell'i/a-
non si fece consacrare , traslato a lia sacra dell'Ughelli,t. IX, p. 4oo,

Reggio nel i54o a* 27 settembre, termina con Nicola Cirillo napole-


poi Marcello II {Vedi). Divenne tano del 1692, Giovanni Carafa
amministratore il cardinal Giacomo teatino del 17 18, e Domenico An-
ifei'f ///, che con regresso si dimise geletti di Montepeloso del 17 19.
nel i554 a favore del parente Ma- Da questi s'incomincia la serie nelle
riano Savelli, il quale trasferito nel annuali Notizie di Roma, de' suc-
I 556 a Gubbio, il cardinale riprese cessori, cioè: 1731 Francesco Ma-
la sede. Pio IV nel i56o la con- ria Loyeri della diocesi di Squilla-
ferì a Gio. Antonio Facchinetti, che ce, traslato da Umbriatico. 1737
con lodo governò sino al i565, po- Achille Puglia Ca-
della diocesi di
scia Innocenzo IX {Fedi). Gli suc- paccio.1773 Francesco Paolo Man-
cesseFerdinando Spinelli napoleta- darani delia diocesi di Mileto. 1798
no, e nel i582 Alessandro Ravali, Carlo Pellegrini della diocesi di Tro-
nel i585 fr. Clemente Rontedozio pea. Pio VII nel 1818 soppresse
di Montefalco generale de' france- la sede vescovile di Marlorano {Ve-
scani, nel 1594 Pietro Francesco di)^ e l'unì in perpetuo a questa di
de'marchesi Montorio romano, chiaro 18 19 fece vescovo
Nicastro, indi nel
per virtù; per sua rinunzia nel 1621 Gabriele Papa della diocesi di Ca-
Ferdinando Confalona napoletano; va. Avendolo Leone XII trasferito

fr. BaldassareBolognetli Commenda- a Sorrento nel 1825, gli sostituì


j

NIC ^MC 3o5


l'odierno vescovo monsignor Nicola bile pace e tranquillità. Tolta mo-
Berlingeri di Cotrone, già decano di glie, ne riportò parecchi figliuoli ;

quella cattedrale, vicario capitolare ma morte nel i564>


rapitagli dalla
e generale, nonché vicario generale fu quindi promosso da Pio IV, per
di Policastro e di Mileto. Nella cat- le buone informazioni di s. Carlo

tedrale vi è il battisterio e la cura Borromeo, all'arcivescovato di Pisa,


I
d'anime esercitata dai cappellano in cui nel i565 celebrò il sinodo,
I
maggiore coadiuvato da tre altri ed in grazia di Cosimo I, il Papa
[
preti, avente l'episcopio alquanto di- nello stesso anno ai 12 marzo lo
stante. Il capitolo si compone di creò cardinale prete assente, e poi
I

I sette dignità, cioè decano, arcidia- ebbe in titolo la chiesa di s. Cali-


cono, cantore, tesoriere, cappellano sto. Molli cardinali, per l'alta stima
I

;
maggiore, penitenziere e teologo; di che ne facevano, aveano gran desi-
oltre sei sopran-
diecisette canonici, derio di sentirlo parlare in concistoro;
numerari, cappellani ed altri eccle- ma egli, così ammaestrato dalla ra-
siastici. Vi sono tre altre chiese par- ra sua modestia, ascoltava volen-
rocchiali in città con fonte sacro; tieri il parere degli altri sulle pro-
due conventi di religiosi, alcune con- poste questioni, e si taceva. Obbli-
fraternite, ospedale, monte di pietà gato però dal Pontefice a proferi-
e seminario. La diocesi si estende re la sua sentenza, lo faceva in mo-
per circa 60 miglia, e contiene die- do che superava l'altrui espettazio-
cinove luoghi. Ogni nuovo vescovo ne. Nel conclave per s. Pio V di-
è lassato in fiorini 100, ascenden- venne per la sua virtù in tal con-
do le rendite della mensa a circa cetto nel sacro collegio, che si trat-
3ooo ducati. tò seriamente di esaltarlo al ponti-
NICCOLINI Angelo, Cardinale. ficato, se l'essere troppo confidente
Angelo Niccoliui patrizio fiorentino, di Cosimo I non gli avesse nociuto.
acquistossi per tempo la fama di gran Morì nel 1567 in Siena d'anni 56
letterato, di eloquentissimo dicitore, o piuttosto in Pisa. Ilcadavere tra-
e di valente legale, nell'accademia di sferito in Firenze, rimase sepolto
Siena ove era stato laureato, o me- nella chiesa di s. Croce, in un ma-
glio in Pisa verso il iSaS, come gnifico avello, fregiato d'illustre elo-
afferma il p. Mattei. Cosimo I poi gio, postovi da Giovanni suo figlio.
granduca di Toscana lo fece sena- Ebbe concetlo di molto savio, e nei
tore e suo intimo consigliere, e tro- governi di stalo e nella politica as-
vatolo capacissimo nel maneggio dei sai avveduto; chiaro nella professio-
gravi negozi, lo mandò per amba- ne delle leggi, celebre oratore e
sciatore a Paolo III, e nel i538 a dotto giureconsulto. Per sua cagio-
Carlo V per trattare e conchiude- ne rifiorirono le buone lettere nel-
re importanti affari, e tra gli altri le università di Siena e di Pisa.
quello della dote di Margherita fi- NICCOLO'. F. Nicolo'.
glia del secondo, quali colla sua elo- NICEA, Nicaeaj Antigonìa. Cit-
quenza sortirono esito felicissimo. Al tà vescovile della Turchia asiatica
suo ritorno gli affidò il governo di neir Anatolia, sangiacato di Codjah-
Siena, città che colla sua saviezza eili, sulla riva orientale del suo no-
e prudenza, quantunque sconvolta me a venti leghe da Costantinopoli.
e agitata, ridusse ad una invidia- Ridotta al nulla dalla sua passata
VOI XLVII 20

-3k'
,

3o6 NIC NIC


grandezza, ora non è composta che nia le oon Nicomedia^
dissensioni
di circa 3oo case, la maggior parte Divenne famosa per le scuole di fì<«
»bìtate da ebrei, e disperse fra ro- losofia, e fu patria del filosofo lp«
ammassi di antichi monu- parco. Altra celebrità Nicea
vinosi
menti, in un vasto circuito di vec- slò pei due che vi
concilii generali
acqui»
I
chie muraglie con porte maestose, si tennero, massime pel primo, per
con un' infinità di giardini. Sì vede le orazioni che fecero i padri pel
ancora un acquidotto, moschee, con- suo bene, onde miracolosameute fu
vento di dervis, mercati e bagni preservata dagli assiri. Pel terremo-
pubblici- Qua e là si osservano al- to del 368 grandemente soffri, e fu
tari, statue, colonne, e iscrizioni in- abbattuta. Al tempo delle crociate
cassate nelle muraglie, e quasi tutti divenne capitale di un regno eretto
i suoi edifizi vedonsi fabbricati con da Teodoro Lascari sotto Iiviocen.'
avanzi d'antichità. Tra i monumenti zo III [f^edi), dopo che latini i

in rovina, si osserva un edifizio che s'impadronirono di Costantinopoli


si crede essere stato il palazzo dei di che parliamo pure nel vol.XVIlI,
Lascaris , ed è un masso enorme p. 34 e seg. del Dizionario, come
forte come una roccia. Possiede un de' successori. Ecco gl'imperatori gre-
ginnasio greco, e fabbriche di stoffe, ci di Nicea. 1206 Teodoro I La-
maioliche e stoviglie ; il suo com- scari. 1222 Giovanni Duca Vatace.
mercio è attivo. La città posta sul- 12 55 Teodoro II Lascari. I2 5g
la palude Ascania e sul piccolo fiu- Giovanni Lascari nel 1260 deposto,
me Famuli, ha origine favolosa, ma nel 1284 morto. 1260 Michele Pa-
Strabene la dice fondata da Anti- tologo, e nel 1261 anche di Co-
gono figlio di Filippo re di Mace- stantinopoli. Quando Teodoro I si
donia, che chiamolla Anlìgonia, a- recò in Nicea convocato un con-
,

vendole Lisimaco dato il nome di gresso di grandi e di vescovi, si fe-

Nicea in onore di sua moglie figlia ce eleggere imperatore, fondando un


d'Antipalro. Al tempo di Strabone nuovo impero nelle regioni dell'A-
era capitale della Bitinia,e prima sia minore alle rive del Meandro,
che Augusto avesse trasferito un tal e dove seguito come fu dal patriar-
titolo a Nicomedia: Plinio essendo ca di Costantinopoli, stanziò pure la
governatore della Bitinia v'impiegò sede della chiesa greca; onde Nicea
somme immense nell' innalzarvi il in tal secolo rivaleggiò con Costan-
teatro. Non potendo i niceni ado- tinopoli. Oltre i goti, saccheggiaro-

perar più il titolo di metropoli, ol- no Nicea i turchi, Baja',et e Tamer-


tre le gare che nacquero tra le due lano dopo essersene impadroniti
:
i

città, cominciarono a servirsi di quel- turchi, la chiamarono Isnik. La sua


lo di primi provinciae: altri dicono situazione è nel fondo d'un golfo
che quando Valente e Yalenliniano del mare di Mannara, all'ingresso

divisero la Bitinia in due provincie, dell'Ellesponto.


Nicea diventò metropoli della Biti- La sede vescovile nell'esarcato di
nia seconda, quanto al civile, e poi Ponto, sotto la metropoli di Nico-
anche della giurisdizione ecclesiasti- media, fu eretta nel 111 secolo, nel
ca, onde fu dato il titolo onorifico V divenne metropolitana senza suf-
di metropolitano al vescovo niceno, fragane!, quali gli furono assegnati
i

termi uando il concilio di Calcedo- verso la ila« del secolo VII dal VI
NIC NIC
cx)ncilio generale, cioè Linoe, Gor- dal Papa s. Silvestro I ad istanza
diucome, Numerica, Modrena o Me- dell'imperatore Costantino il Gran-
lina, Tauni e Massimiana. Diventò de, che volle assistervi quantunque
esarca di Bitinia nel secolo XIII. Il semplice catecumeno, per poter cosi
primo vescovo o Teo-
fu Teognio essere testimonio e mediatore della
gnide, che venne scacciato dalla sua pace della Chiesa, e sedare le tur-
sede, e mandato in esilio nelle Gal- bolenze eccitate dall'eresia di Ario,
Ile, per la sua opposizione al sim- sperando egli nella sua pietà ricon-
bolo del primo concilio niceno, ri- durre i cristiani all'unità della fede.
guardante la consustanzialità del Ver- Coo questo disegno volle che il con-
bo : sottoscritta poi la formola del cilio fosse Ecumenico {Vedi), facen-

concilio, fu richiamato e ripristina- do scrivere per ogni parte ai ve-


to , ma continuò a contrariare la scovi e abbati o superiori dei
fede cattolica, e maltrattare quelli monaci , lettere pressantissime per
che la sostenevano, e fra questi s. invitarli a recarsi prontamente a
Atanasio patriarca d'Alessandria, e Nicea : fece loro somministrare ge-
s.Paolo patriarca d'Antiochia. Gli nerosamente tutte le vetture pel
successe Eugenio ariano, che assistet- viaggio, e generalmente tuttociò che
te al concilio che i partigiani d'A- era necessario pel mantenimento
jio tennero in Antiochia nel 355. d'ognuno. Al tempo destinato si
Quanto agli altri vescovi e arcive- trovarono a Nicea trecento dieciot-
scovi greci di Nicea fino a Gerasi- to vescovi, senza contare un nume-
nio del 1721, vedasi VOriens christ. ro infinito di sacerdoti e diaconi.
t. I, p. 640; solo ricordei'emo il Il Pontefice non
potendo interve-
dottissimo cardinal Bessarione. Al nirci per la sua grave età, v'inviò
presente Nicea, Nicen, è un titolo per suoi legati i preti Vito e Vin-
arcivescovile in partibus senza suf- cenzo Baronio pretende che il ce-
:

fraganei che conferisce la santa Se- lebre Oslo vescovo di Cordova vi


de. "Clemente XIll nel 1759 vi con- tenesse il luogo del Papa, e vi pre-
sacrò arcivescovo il cardinal Anto- siedesse con tal carattere , per cui
nio Maria Erba Odescalchi, quando sottoscrisse prima de' legati. Vi as-
lo fece vicario di Roma. Pio VI nel sistette Alessandro vescovo d' A-
s.

1792 lo conferì a Maury, che poi lessandria con tutta l' autorità do-
creò cardinale. Pio VII nel 1818 vuta alla grandezza di sua sede e
vi nominò monsignor Francesco Ser- del suo merito, conducendovi per
Leone XII
ra de' principi Cassano; consigliere s. Atanasio allora diaco-
nel 1827 monsignor Luigi Amat no e giovane. I ss. Eustazio vesco-
de' marchesi di s. Filippo e Sorso; vo d' Antiochia e Macario di Ge-
'
e Gregorio XVI dopo averli creati rusalemme, furono come i capi e
cardinali, a' 24 gennaio 1842 ne in- padri del concilio. Dopo di loro i

signì monsignor Raffaele Fornari vescovi più celebri di tutta la cri-


romano, che nominò nunzio di Pa- stianitàcomponevano questa illustre
assemblea, e la resero come un'im-
Concila di Nicea. magine di quella degli apostoli ,

poiché rifulgevano molti per sapien-


Il primo, ch'è altresì il primo gè- za, sublimi virtù, santità, e confes-
tieralcj si teune nel 325, convocato sione della fede ond'erano stati mar-
3o8 NIC NIC
tirizzati nella persecuzione, I pro- altro pieno di gioia per vedersi in
cuiatori sacerdoti o diaconi de' pre- quell'augusta assemblea , esortando
lati assenti ,
presero rango fra i i padri a calmar le divisioni della
vescovi, cioè il luogo di quelli da Chiesa, dichiarando non aver volu-
cui erano deputati , regola che si to trovarsi nel concilio che come
conservò ne'concilii tenuti dipoi in un de' fedeli, e che lasciava ai ve-
oriente. Così nella chiesa di Ni- scovi tutta l'autorità di trattare le
cea, che i turchi cambiarono poi questioni di fede.
in moschea, radunò tuttociò che
si Nelle sessioni seguenti si trattò
le chiese d'Europa e d' Asia avea- dell' eresia , che turbava il riposo
no di più grande.
erano pu- Ma vi della Chiesa, e l'imperatore fu pre-
re venlidue cattivi vescovi che sos- sente alle dispute. L' empietà di
tenevano Ario e che nel tempo istes- Ario fu esaminata avanti di lui, che
so accortamente dissimulavano lo- i mostrossi attentissimo a ciò che di-
ro errori. concilio cominciò a' 19
Il cevano i vescovi, ascoltandoli con
giugno. Ne' primi giorni si discusse- molta dolcezza. Si conciliò l'ammi-
ro le materie per deciderle solen- razione di tutti i padri s. Atanasio,
nemente in presenza dell'imperato- colla vivacità del suo spirito, e col-
re. Si agitarono le questioni della la sua prodigiosa penetrazione in di-
fede, si fece comparire Ario nell'as- scoprire gli artifizi degli eretici. E-
semblea per assicurarsi de' suoi seu- gli resistette generosamente ad Eu-
timeoli. Egli non si vergognò di sebio di Cesarea di Palestina, a
sostenere che il Figliuolo di Dio Teognio di Nicea, ed a Maris di
era tratto dal niente, eh' egli non Calcedonia, principali protettori del-
era stato ab eterno, che per la sua l'arianesimo, meritando alti encomi
libertà era capace di virtù e di vi- da tutti i difensori della Chiesa cat-
zio, eh' egli era una creatura e tolica, per cui gli ariani ebbero
un'opera di Dio. A queste bestem- sempre per lui un odio irreconcilia-
mie tutti i vescovi si turarono le bile, poco mancando che per lui in

orecchie, e conchiusero ad una vo- questa assemblea, dove lo Spirilo


ce, che si anatematizzassero opinioni Santo avea raccolto il fior di tutta
sì empie, e colui che le sosteneva. la Chiesa, non si estinguesse del lut-

Intanto Costantino giunto a Nicea to l'arianesimo. In appresso il con-


il 3 luglio, i vescovi nel giorno do- cilio una confessione di fede
rigettò
po si raunarono in una sala del suo che Eusebio di Nicomedia protet-
palazzo eh' egli aveva fatto pre- tore d'Ario e seguace di sua eresia
parare pel concilio. Vi si portò ve- avea fatto presentare al concilio :

stito di porpora, senza guardie, solo questa professione non condannava


accompagnato da' suoi ministri che che le bestemmie più grossolane
erano cristiani; si mostrò riverente di Ario, senza toccare le altre. I

coi vescovi, temperando colla mo- padri dopo aver esaminato con mol-
destia degli sguardi Io splendore della ta attenzione ciò che doveasi decre-
maestà imperiale. Un vescovo il cui tare sopra questa nuova empietà, e ;

nome è ignoto, gì' indirizzò un di- aver consultato tutto quello che l'e-
scorso, nel quale rese grazie a Dio vangelo e gli apostoli uisegnarono
de'benefizionde avea ricolmato quel su tal proposito, stabilirono la vera
principe. Costantino vi rispose con dottrina della Chiesa. Dichiararono
NIC N C I 3o9
pertanto che Gesù Cristo era vero d' altra sostanza, ma solamente di
Figliuol di Dio , eguale al Padre quella del Padre. La definizione del
suo, virtù e immagine di lui, sus- concilio essendo stata portata a Co-
sistente in lui, e Tcro Dio siccome stantino, quel principe riconoscendo
lui. E per deludere tutte le sotti- che r unanime consenso di que' ve-
gliezze degli ariani, credette il con- scovi era un' opera del cielo, la ri-
cilio didover esprimere col termi- cevette con riverenza, dichiarando
ne consostanziale, ch'egli adottò eh' ei ioaanderebbe in esilio tutti
parlando del Figliuol di Dio, tut- quelli che non vi si sottomettessero.
tociò che le sante scritture ci dico- Gli ariani, per timor dell'esilio, a-
no parlando di Gesù Cristo, e que- natematizzarono i dommi condan-
sto per denotare 1' unità indivisibile nati, e sottoscrissero la fede della
della natura. Tutti i vescovi, da consustanzialità, però solamen- ma
diecisetle infuori, abbracciarono di te colla bocca, come si riconobbe
cuore e colla bocca questo termine in progresso. Ario fu esiliato d'or-
consostanziale, e di unanime con- dine di Costantino, e rilegato coi
senso ne fecero un decreto solenne. preti suoi fautori nell'llliria, d'on-
Si stese poi la celebre professione de non fu richiamato che dopo
di fede, conosciuta in appresso sot- cinque anni. Del rimanente il con-
to il nome di Simbolo di Nicea. cilio condannò altresì tutti gli altri
Dice precisamente s. Atanasio, che suoi scritti, e sopratt ulto la sua Ta-
Osio ne ridusse gli articoli, e ch'e- Tia, opera del pari empia ed infa-
gli slesso fu uno de' principali au- me, f^. Aeiì!*!.
tori. Fu scritta da Ermogene ve- Quanto agli altri atti del conci-
scovo di Cesarea di Cappadocia, e lio, oltre r aver aggiunto al Gloria
tutti i vescovi, toltone alcuni pochi Patri [Vedi), il SiciU erat in prin-
ariani, vi sottoscrissero, come pure i." a ciò che ri-
cipio etc, provvide
alla condanna de' dommi e delle guardava lo scisma de' Meleziani
espressioni di Ario. S. Basilio chia- [Vedi), conservando a IVIelezio il
ma questa professione di fede, il nome e carattere di vescovo di Li-
grande ed invincibile simbolo; ed copoli, proibendogliene le funzioni ,

un concilio di Roma sotto s. Da- e che gli ordinati da lui rimanes-


maso 1 lo chiama un muro opposto sero soggetti al patriarca Alessan-
a tutti gli sforzi del demonio. Il con- drino. 2."
Regolò che in tutta la
cilio per togliere un pretesto agli eu- Chiesa la Pasqua (Vedi) fosse ce-
sebiani, o seguaci dell' eresia ariana, lebrata la domenica dopo la deci-
così chiamati a motivo d'Eusebio di maquarta luna di marzo, e signi-
ìVicomedia che n'era capo, e dar ri- ficò esser questo un nuovo regola-
fiuto a tutti i che pre-
sensi cattivi mento di disciplina. 3."Quanto al-
tendevano di trovare nel termine le altre materie , il concilio vi
consostanziale, dichiarò che non al- provvide con venti canoni , e furo-
tro significava se non che il Fi-
, no per conservar l'antica di-
fatti
gliuolo di Dio non aveva nessuna sciplina che rilasciavasi, quali sono i

rassomiglianza colle creature, ma riconosciuti dalla Chiesa ; gii arabi


che in tutte le forme rassomiglia- ve ne aggiunsero altri sessanta che
vasi al solo Padre che Io avea ge- sono ammessi come legittimi da tut-
nerato ab eterno , e eh' egli non era te le sette d'oriente, e de'quali A-
r

3io KIC NIC


bramo Eoliellense inutilmente si benediaione avendoli poi di nuovo
;

sforzò di provare V autenticità. Fra adunati, fece loro un bellissimo di-


le altre cose esclude dagli ordini scorso per congedarli, e dir loro
sacri quelli che si fecero eunuchi : l'addio quando furono vicini a se-
\i si proibisce ordinar neofiti ; proi- pararsi. Del rimanente padri in- i

bisce agli ecclesiastici convivere con nalzarono con sommi encomi l'au-
donne, tranne la madre, le sorelle torità e la maestà di questo con-
e quelle che non possono dar so- cilio, confermato dai romani Ponte-
spetto; che un vescovo dev'essere fici : è considerato appendice di que-
ordinato da tutti i vescovi della sto il concilio di Sardica [Vedi). Il

provincia non meno di tre ; che gli Fabrizio nel voi. XI, Bibl. graec.
scomunicati non potranno essere da p. 357 e seg., novera gli scrittori
altri ricevuti alla comunione, e che che hanno trattato del concilio Ni-
si terranno in ogni provincia due ceno I. V. Concilio, e il Zaccaria,
sinodi air anno ; prescrive la degra- Dissert. latinae t. I, dissert. VI: De
dazione de'sacerdoti sacrificatori agli decretis ad romani au- Potilificlt
idoli o rei di altri delitti; divie- ctoritaleni speclanlibus a concilio Ni-
ta la traslazione de' vescovi e preti; ceno I edilis , dove fa vedere, che
10 spoglio agli ecclesiastici usurai ;
nulla vi è ne' canoni V e VI che
proibisce ai diaconi amministrar deroghi al supremo primato de'som-
l'Eucaristia; si comanda pregar Dio mi secondo che pretende-
Pontefici,
nella domenica in tutte le chiese; rebbero credere alcuni critici
far
vi si parla de'gradi diversi di pe- oltramontani. Vedasi ancora il Cac-
nitenza ; vi si proibisce di ribattez- cini, Storia del primo concilio Ni-
zare quelli che usavano la forma ceno, Lucca 1687. Synodus dioece-
del battesimo ricevuta dalla Chiesa; sana Nicaeensis a Dom^ Galvano
vi si dichiarò che i vescovi delle habita, Nicaeae iSSg.
tre gran città del mondo Roma, Il secondo concilio, ma partico-
Alessandria ed Antiochia, avevano lare, di Nicea, tenuto poco dopo il
giurisdizione sulle provincie vicine. generale da alcuni vescovi , dove
11 concilio partecipò le sue decisio- Eusebio di Nicomedia e Teognide
ni a tutte le chiese, con lettera si- di Nicea capi degli ariani, quantun-
nodale. Terminato che fu il conci- que avessero sottoscritto la consu-
lio a' 25 agosto, Costantino né rese stanzialità, vennero deposti e rile-
grazie Dio con festa solenne, e
a gati nelle Gallie. Dopo due anni di
fece un convito per tutti vescovi i esilio r imperatore li richiamò e ri-

del concilio : i principali li tenne stabilì nelle sedi , il che die luogo
seco a mensa, e gli altri a due ta- a molti conciliaboli tenuti dagli a-
vole lateralmente alla sua , riguar- riani contro s. Atanasio. Diz. dei
dando con venerazione quelli che conc.
portavano le marche della fede con- Il terzo concilio, generale VIF,
fessata in faccia ai tiranni, bacian- Niceno II, fatto celebrare da Papa
do le cicatrici di alcuni , e tra gli Adriano I, sotto l'imperatore Co-
altri Pafnuzio vescovo dell'al-
di s. stantino V figlio di Leone IV e
ta Tebaide, cui era stato cacciato d'Irene. Fu incominciato a Costanti-
un occhio, sperando trarne da que- nopoli nel 786, e trasferito a Ni-
sto santo contatto una particola cea nel 787, per l'eresia degli Ico-
NIC NIC 3ii
noclasti {^Vedi\ il rislabilimenlo stessa fede intorno alle immagini.
del cullo delle sacre iinmogini, e Nella quarta sessione del primo ot-
presieduto dai legati del Pontefi- tobre, si lessero i passi della Scrit-
ce. Oltre Tarasio patriarca di Co- tura, intorno ai cherubini che cuo-
stantinopoli, e i deputali di altri privano l'arca dell'alleanza e che
tre paliiarchi, v'intervtnncro i pre- ornavano l'interno del tempio; quel-
lati dipendenti dall'imperatore, cioè li sui miracoli delle immagini. Net-
di Grecia, Tracia, Natòlia, isole del- la quinta a' 4 ottobre il patriarca
l'Arcipelago, Sicilia e Italia, in lut- Tarasio fece vedere, che i novato-
ti Irecen loci n quanta o trecenloset- ri volendo abolir le immagini, imi-

tanlasetle vescovi. Il concilio si aprì tavano gli ebrei, i pagani, i mani-


a''? 4 settembre colla prima sessio- chei ed altri eretici, onde il conci-
ne, nella chiesa di santa Sofia, coi lio ordinò che si rimettessero ai
due legati pontifìcii, e i due com- loro luoghi, e si portassero in pro-
missari imperiali che .«ederono avan- cessione secondo il costume. Nella
ti al pulpito. Tarasio esortò i vé- sesta sessione a' 6 ottobre si lesse
scovi a rigettare ogni novilà circa ii la confutazione della definizione di
culto delle sarre Immagini e Reli- fede del falso concilio degl' icono-
quie i^Vedi) de' sanlij e conserva- clasti, nel 754 tenuto in Costan-
re le tradizioni della Chiesa che tinopoli [Vedi), rispondendo ve- i

non può errare. Basilio d'Ancira, scovi colla tradizione perpetua e


convertilo dall'errore, presentò la l'infallibilità della Chiesa. Nella VII
sua professione di fede, in cui pro- si lesse la definizione di fede sullr?

testò ogni sorta di venerazione al- sacre immagini, da noi riportata a


le santi immagini e reliquie, di- Iconoclasti e Immagi>'e, decreto
cendo anatema agl'iconoclasti; al- che sottoscrissero i legati e tutti
trettanto fecero altri sei vescovi, i vescovi. L'ottava e ultima sessio-
indi si lessero i canoni per riceve- ne di Costantinopoli, fu tenuta a'iS
re gli eretici convertiti. Nella se- ottobre, ove l'imperatrice a vea man-
conda sessione a' 26 settembre si dato i vescovi dt'l concilio. Essa vi
riceverono i nominati vescovi, e si assistette col figlio Costantino V ;

lessero le lettere di Adriano I e parlarono e furono acclamati dai


di Tarasio sulla tradizione e cre- vescovi : per loro commissione si
denza di tali culli: tutto il conci- lesse la definizione del concilio
lio applaudi ai loro sentimenti, in e i passi de* padri letti a Nicea, e
un agii abbati e monaci. Nella ter- sottoscrissero anch'essi alla defini-
za a' 28 settembre vi si licevè la zione di fede. Fu anatematizzato il

confessione di Giorgio di Neoce^a- citato concilio di Costantinopoli con-


rea; il concilio ne fu soddisfatto, e tro le immagini , e si gridò eter-
gli permise prendere il suo posto. na memoria ai difensori di esse i

Si lessero le lettere di Tarasio agli ss. Germano di Costantinopoli, Gio-


orientali, quella da lui scritta a vanni Damasceno e Gregorio di
nome de'vescovi d'orientCj e quella Cipro : quest'azione fu pubblica e
di Teodoro di Gerusalemme; le- i in presenza del popolo. I padri \\\

gati del Papa dichiararono che le questo concilioal simbolo della fe-
approvavano, e lodajono Dio che de aggiunsero le parole: qui et
gli orientali si accordassero utila Patre Filioque piocedit. Inoltre il
2

3 I 2 NIC NIC
concilio fece venti o ventidue canoni Io, si rivolse agli amici di Sapricio,
di disciplina, raccomandando l'os- acciocché si adoperassero per la lo-

servanza de' canoni apostolici, quelli ro riconciliazione ; ma questi ricusò


de'sei concilii generali, de'concilii par- di riconciliarsi. Niceforo fece più
ticolari, e de' padri; rinnovarono
si volte rinnovare le istanze; e veden-
quelli contro la simonia, e quelli che d'o che sempre riuscivano inutili,
prescrivono l'annua celebrazione dei andò egli stesso a prostrarsegli ai
concilii provinciali ; si prescrisse che piedi e domandargli perdono; tut-
l'ordinato vescovo sapesse il salte- tavia quell'uomo implacabile rimase
rio, premesso l'esame del metropo- sempre inflessibile. Frattanto destos-
litano sulla sua idoneità e studi. si la persecuzione T anno 260 per
I greci nel loro menologio a' 1 gli oi'dini di Valeriano e di Gal-
ottobre fanno festa per questo con- lieno. Sapricio venne arrestato, e
cilio Niceno II, come del VII ecu- condotto innanzi al governatore con-
menico. Tutlavolla esso •fìcr qual- fessò francamente la fede e sosten-
che tempo non fu ricevuto in Fran- ne con intrepidezza l'orribile tor-
cia, perchè non vi furono chiama- tura dello strettoio, dopo di che fu
ti i vescovi d'occideìite, e per al- condannato ad essere decapitato.
tre ragioni che formarono la ma- Mentre veniva tratto al supplizio,
teria de' libri chiamati Carolini. A Niceforo corse ad incontrarlo, e get-
questi rispose Adriano 1 in modo tatosi ai suoi piedi gli disse: » Mar-

che non si può ammirare abbastan- tire di Gesù Cristo, perdonami se


za la dolcezza colla quale egli ri- ti ho offeso ". Nulla rispondendogli
spose ad imo scritto tanto pieno Sapricio, andò Niceforo ad aspettarlo
di sofismi. Di questo punto ne ten- in un'altra via, e vedutolo approssi-
anco a Iconoclasti. Diz.
ni proposito marsi, gli si prostrò nuovamente di-
deconc; Reg. t.XIX; Labbé t. VIIj nanzi,implorando il bramato perdo-
Arduino t. IV. no; ma Sapricio non volle neppure
11 quarto nel 1222, o in Costan- guardarlo. Giunti al luogo del sup-
tinopoli, fu tenuto dai greci scismati- plizio, Niceforo tornò a pregarlo con

ci. Si ascoltarono gl'inviati de'vesco- maggiori istanze e con novello ar-


vi di Cipro della comunione greca, dore. Perseverando Sapricio nella
e venne loro prescritta la maniera sua ostinazione, ne fu tantosto pu-
di condursi coi vescovi latini. Man- nito nel più terribile modo, poiché
si, Siippl. t. II, p. 90 r. Dio lo privò della fede e della glo-
NICEFOIIO (s.), martire. Era ria del martirio. Quindi invece di
semplice laico ed amico particolare inginocchiarsi per ricevere il colpo
d'un prete di Antiochia nomato Sa- mortale, promise d'obbedire agli or-
pricio. L'amicizia tra essi era tan- dini degl'imperatori e di sagrifica-
to intima che sarebbe potuto cre-
si re agli dei. Niceforo senti il più
derli fratelli, e durò per molto tem- vivo dolore della sua apostasia, e
po ; ma non si sa per qual causa, procurò di farlo rientrare in sé stes-
divenuti gli animi loro discordi, so ; ma vedendolo perduto, disse ai
l'odio all'amistà succedette, e non carnefici: » Io sono cristiano, e
potendo piti sopportarsi l'un l'altro credo in quel Gesù Cristo che que-
si fuggivano reciprocamente. Alla ha testé rinnegato: ec-
sto infelice
iiue Nicefbro, conosciuto il suo fal- comi pronto a morire in sua vece ".
,

NIC NIC 3i3


Essendo ciò stato riferito al gover- di succedere a s. Tarasio patriarca
natorCj ordinò che fosse decapitato, di Costantinopoli, morto nell' 806.
ciocche -venne tosto eseguilo. Nice- Tosto che fu assiso sulla cattedra
foro ricevelle cosi in cielo la ricom- patriarcale, imprese la riforma dei
pensa della sua fede, carità ed u- costumi della diocesi, e ne venne a
miltà, riportando la corona del mar- capo colla forza del suo esempio e
tirio, di cui Sapricio erasi reso in- delle sue istruzioni. Leone l'An/iC'
degno per la caparbietà del suo no, governatore della Natòlia , es-
cuore. Sì i greci che i latini ne sendo stato proclamato imperatore
fanno memoria il di 9 febbraio. nell'81 3, immerse la Chiesa in nuo-
KICEFORO (s.), patriarca di Co- ve perturbazioni , e fece rivivere
stantinopoli. Era figlio di Teodoro r empietà degl' iconoclasti. 11 santo
segretario dell'imperatore Costanti- patriarca non si lasciò allettare dalle
no Copronirao, che dichiaratosi fau- promesse, né impaurire dalle mi-
tore des}' Iconoclasti (Fedi), sde- nacele -dell' imperatore, e coraggio-
gnato di trovare nel suo ministro samente difese il culto delle sante
un zelante difensore delle sante im- immagini. Prevedendo la procella
magini , se ne vendicò privandolo raddoppiò il fervore delle sue ora-
della carica e cacciandolo in ban- zioni, esortò i cattolici alla costan-
do, dopo avergli fatto soffrire di- za, raccolse intorno a sé alcuni san-
versi tormenti. Il giovane Niceforo, ti uomini e si preparò ad ogni
,

allevato sotto gli occhi del padre, avvenimento. L'imperatore Leone,


veniva crescendo in saviezza col radunati alcuni vescovi iconoclasti
crescere degli anni, e s' infervorava nel suo palazzo, vi chiamò Nicefo-
alla pratica delle virtù.Morto il ro co' suoi confratelli che tenevano
padre, Eudocia sua madre non ces- il suo partito. Il patriarca obbedì,
sò di coltivare con gran cura le e si recò al palazzo con molti ve-
buone qualità di Niceforo, mentre scovi cattolici , i quali giunti alla
i maestri gì' insegnavano le lettere. presenza dell'imperatore, lo scon-
]l suo spirito e i suoi meriti lo fe- giurarono di non volersi frammi-
cero ben presto conoscere alla corte, schiare nel governo della Chiesa, e
e Costantino ed Irene sua madie, di a quelli che Gesù Cri-
lasciarlo
che tenevano allora l'impero ed e- stone avea posto a pastori. Leone,
rano assai zelanti della sana dot- montato in sulle furie, cacciò da sé
trina, gli conferirono l' uffizio che i vescovi cattolici , e vietò loro di
suo padre aveva avuto sotto Co- mai più venirgli davanti, rimanen-
stantino Copronimo. Adempiendo e- do soprattutto crucciato contro Ni-
gli con non ordinaria capacità agli ceforo. 1 vescovi iconoclasti conti-
uftìzi del suo impiego, adoperavasi nuarono nella loro conventicola, e
eziandio a tutta forza alla difesa pronunziarono sentenza di deposi-
della fede ed a spegnere iuteiamen- zione contro Niceforo; quindi l'im-
te l'eresia degl'iconoclasti ;
quindi si peratore per mettere il colmo alle
fece ammirare al settimo concilio sue ingiustizie, mandò in bando il
generale, cui assistette come com- santo patriarca, il quale si dovette
missario dell'imperatore. Questo suo anche riputar felice di aveie sfug-
zelo, aggiunto alle sue grandi virtù gito gli agguati che segretamente
e sa[>ere, lo fecero giudicar degno erano stati tesi alla stia vita. Mi-
3i4 NIC i NIC
chele il Balbo , che succedette a NICETA (s.), martire. Nacque
Leone nell'Sio, favoreggiò anch'egli presso le Danubio, e fu
rive del
griconoclasti e perseguitò i cattoli- in sua gioventù convertito da Teo-
ci, di modo
che Niceforo fu lascia- filo vescovo degli sciti e de' goti.
to nel hiogo del suo esilio, ove mo- Nell'anno 870 Atanarico, che regna-
ri a' 2 giugno 828, nel monastero va sui goti di oriente^ imprese una
rii s. Teodoro, da lui fatto fabbri- violenta persecuzione contro i cri-
care neir isolella della Propontide. stiani de' suoi stati. Questo princi-
Egli aveva circa settant'anni, e ne pe barbaro fece mettere sopra di
nveva forse passati quattordici in un carro un idolo, e trascinarlo
bando. Il suo corpo fu portato a per tutti i luoghi ove sospettava
Costantinopoli nell 846 per ordine esservi cristiani; ed ordinò di met-
dell'imperatrice Teodora, e se ne tere a morte tutti quelli che ricu-
fece la cerimonia il i3 marzo, gior- sassero di adorarlo. Il supplizio che
no in cui il suo nome trovasi nel si usava contro i fedeli, era di bru-
martirologio romano. S. Niceforo ciarli nelle loro case o nelle chiese
ha lasciato molti scritti che gli pro- in cui si radunavano, e alcune vol-
cacciarono un posto onorevole fra te erano sgozzati appiè degli alta-
sono l.°Uu
gli autori ecclesiastici, e : ri. Niceta è assai celebre fra quel-
Sunto di storia, che comincia dal- liche sagrificarono in quell'occasio-
la morte dell' imperatore Maurizio, ne la vita in difesa della fede. E-
e finisce col regno d'Irene e di Co- gli riportò la corona del martirio
stantino suo figlio. 1.° Una CronO' col fuoco. Il suo corpo venne po-
logia dalla creazione del mondo fi- scia trasportato a Mopsuestia in
no a' suoi tempi. 3." La Sticotne- Cilicia ed; è onorato ai i5 di
tvia, cioè !a numerazione dei libri settembre.
sacri col numero dei vergetti che NICEZIO (s.), vescovo di Tre-
questi contengono, ec. 4-" ^'' ^f^' veri. Allevato in un monastero, fe-

tirrelici, o scritti contro gl'iconocla- ce grandi progressi nelle scienze e


sti. 5° La Disputa coli' imperatore nelle virtù^ e si acquistò tanta ri-

Leone l'Armeno, sull'argomento del- putazione, che il re Teodorico lo


le immagini. 6.° Una Lettera al onorò di una stima particolare, e
Papa Leone III, contenente la sua l'obbligò ad accettare il vescovato
professione di fede, che mandò su- di Treveri l'anno 52 7. Teodeberto
bito dopo essere stato posto sulla figliuolo e successore di questo prin-
sede di Costantinopoli : il sauto vi cipe, ebbe per Nicezio eguali sen-
esponeva chiaramente i principali timenti; ma Clotario tenne una I

misteri della fede, e la dottrina del- condotta diversa ,non potendo


e
la Chiesa sidla invocazione de' santi, soffrire lo zelo che mostrava il san-
e sopra il culto dovuto alle loro to vescovo pel ristabilimento della
immagini e reliquie. Fece inoltre disciplina, lo bandi ingiustamente.
diciassette canoni, inseriti nella col- Questo esilio non fu però lungo,
lezione de' concilii, e pubblicò an- dappoiché Sigeberto che succedette
che un'opera per provare che Eu- a Clotario I suo padre in una par-
sebio di Cesarea era ariano, e che te del regno, richiamò tosto Nice-
Epifanide favoriva l'errore de' ma- zio alla sua chiesa. I fruiti straor-
nichei. dinari che produssero le sue pie-
NIC 3i5r

^icazioni, la santità della sua vita, la sua umiltà e purezza, e pel suo
a cui il dono dei miracoli ag- amore alla preghiera. Ordinato pre-
giungeva nuovo splendore e la , te da Agricola vescovo di Scial-
s.

sua assiduità alia pratica di tut- lon sulla Saona, succedette a s. Sa-
te le buone opere, gli meritarono cerdote suo zio nella sede di Lio-
l'ammirazione e il rispetto univer- ne l'anno 55 1.
sua Governò la

sale. Assistette nel 535 al secondo chiesa con uno


zelo instancabile
concilio di Clermont, al quinto di fino alla morte, che avvenne il 3
Orleans nel 549, ed al secondo di aprile 5^3, essendo in età di cir-
Parigi nel 55 1. Quattro anni dopo ca sessant'anni. Molli miracoli at-
radunò egli stesso un concilio a testarono la sua santità. Le sue re-
Toul ma provò delle contraddi'
; liquie si custodiscono a Lione, nel-
zioni, le quali però non valsero a la parrocchia intitolata del suo no-
diminuire il suo zelo. L'abolizione me, il quale ricordasi nei martiro-
dei matrimoni incestuosi gli costò logi nel giorno della sua morte.
molte pene, che furono alia fine NICHINTA. Antipapa o preteso
coronate del più felice successo. Egli Papa degli eretici albigesi nel
167, i

difese altresì la dottrina della Chiesa il quale ordinò de'vescovi della sua
contro gli errori degli ariani e degli setta, e tenne in quell'anno stesso
eutichiani. Abbiamo ancora due let- un concilio : vedasi il p. Bouges
tere da lui scritte sopra questo sog- nella Storia di Carcassona, p. 54 1.
getto. La prima verso l'anno 56 1, a rS'^lClA o iVlCIO. Sede vescovile
Clodosinda principessa cattolica, fi- d' Egitto, nel patriarcato d'Alessan-
glia di Clotario I, la quale erasi ma- dria, eretta nel V
Era- secolo. Oltre
ritata con Alboino re de' longobardi elide scismatico ordinato da Mele-
che professava l'arianesimo. La se- zio, ne furono vescovi Dionigi, Teo-
conda all'imperatore Giustiniano! doro, Teoperupro, Plusamoione che
ch'era caduto nell'errore degl' in- sottoscris^e la lettera nel concilio
corrutticoli. S. Nicezio morì circa di Calcedonia, Pietro monotelita,
l'anno 56fi, ed è onorato il 5 di- Giovanni giacobita deposto dal pa-
cembre. Tutti i grandi uomini vis- triarcaSimone, il quale ordinò Men-
suti nello stesso tempo, rendono di na monaco. Oriens cAr. t. II, p. 5o3.
lui la più gloriosa testimonianza. NlCODEiVIO (s.), discepolo di
Si scopersero due opere di altre Gesù Cristo. Era della setta de'fa-
questo santo vescovo. La prima è risei, e slimato per un dottore in
un trattato della veglia nell'ora- Israele. Conchiudesi ch'egli fosse
zione; la seconda è intitolata: Del senatore di Gerusalemme, dall'aver
bene o deWiilililà della salmodia. il titolo di capo tra gli ebrei. Il
Trovansi nel t. Ili dello Spicile- Salvatore avendo cominciato a far-
gio di d. Luca d'Acherv. si conoscere coi suoi miracoli, ISM-
ÌNICEZIO o MSIERÒ (s.), ve- codemo non dubitò punto che non
scovo di Lione. Nacque in Borgo- fosse il Messia. La sua conversione
gna d'una famiglia assai ragguar- fu dapprima imperfetta, perocché
devole fra gli antichi galli. I suoi non rinunziò tutto ad un tratto ad
genitori lo fecero educare con gi-aa una certa confidenza che avea nei
cura nelle lettere e nella cristiana propri lumi. Egli non comprese,
pietà. Egli si rese ammirabile per malgrado gli oracoli de' profeti, il
3i6 NIC NIC
mistero della rigenerazione, clie gli sa, e praticare grandi austerità. Fu
spiegò il Salvatore per umiliarlo. mandato successivamente in diversi
Rimproverato della sua ignoranza, conventi, e ordinato sacerdote in
anziché adontarsene si confuse, e si quello di Cingoli. D'allora in poi
dispose con ciò ad ottenere la gra- il suo fervore si aumentò sempre
zia di entrare nella via della vera più. Le segrete comunicazioni della
virtù. Andava a quando a quando sua anima con Dio all'altare od al
a visitare Gesù prendeva aperta-
;
confessionale, gli facevano gustare
mente la sua difesa contro i fori- anticipatamente le delizie della bea-
sei; e rese con Giuseppe d'Arima- titudine celeste. Passò gli ultimi
tea gli estremi ufllzi al suo sacro trent'anni della sua vita a Tolen-
corpo, che imbalsamò con ricchi tino, ove le sue prediche produs-
profumi. Cacciato dalla sinagoga sero frutti meravigliosi. Egli predi-
per aver creduto in Gesù Cristo, cava quasi tutti i giorni, e dava
ritirossi suo zio Gamaliele
presso all'orazione e alla contemplazione
in campagna, dove morì. Nell'anno tutto il tempo che gli avanzava
4i5 si rinvenne miracolosamente il dalle funzioni del ministero. Fu
suo corpo con quelli di s. Stefano favorito di ed operò
molte visioni
e di s. Gamaliele (Fedi). La Chie- parecchi miracoli. Mori ai io set-
sa latina celebra a' 3 di agosto la tembre del i3o8, dopo essere sta-
festa di questa invenzione, to tribolato da una lunga e dolo-
NICOLA DA Tolentino (s.). Nac- l'osa malattia, e fu seppellito nella
que a s. Angelo in Fontano, nel- cappella ove soleva dire la messa.
la diocesi di Marca di
Fermo, nella Eugenio IV lo canonizzò nel 144^»
Ancona, da onesti genitori. Fino ed il giorno della sua morte è
dalia prima giovinezza mostrò una consagralo alla sua festività. Per la
grande inclinazione alla virtù, che sua festa si suole
il pa- benedire
praticò in una maniera superiore alla ne, e di altre che riguar-
notizie
sua età. Siccome egli accoppiava ad dano questo santo parleremo a To-
assai vivo ingegno, eccellente memo- LENTixNO, ov'è in somma venera-
ria e saviezza, fece rapidi progressi zione.
negli studi, per modo che cono- NICOLA ITI. Eretici così chia-
sciuto suo merito, fu provvisto
il mati da Nicola, uno de' sette pri-
di un canonicato nella chiesa del mi diaconi della chiesa di Gerusa-
Salvatore a Tolentino, prima anco- lemme. Si disputò per sapere se
ra di uscir dalle scuole pubbliche; questo Nicola diacono di Gerusa-
ma egli volle abbracciare l'istituto lemme e proselite d'Antiochia, cioè
degli eremiti di s. Agostino, e ne convertito dal paganesimo alla re-
prese l'abito nel convento di To- ligione giudaica e poscia alla cri-
lentino. Dopo il noviziato, che fe- stiana, sia stato il capo e l' autore
ce con istraordinario fervore, fece della setta de' nicolaiti, i quali pre-
i suoi voti, non avendo ancora di- tendevano che tutte le cose fra i
ciott'anni compiti. Tutte le virtù cristiani fossero comuni, eziandio
di un perfetto religioso erano in lui le femmine, e si abbandonavano
riunite. Il suo amore alle umilia- nelle loro assemblee alle più infa-
zioni e alla penitenza ,
gli faceva mi laidezze, come la maggior parte
cercare i piìi bassi uffizi della ca- de' primi eretici : difesi dai menan-
,

MG NIC 3 7 I

driani, scomunicati dal secondo Pa- pretesto ad alcuni per disprezzare


pa s. Lino. Il p. Travasa nella Sto- le regole del matrimonio, quindi
ria degli eresìarchi t. I, non accor- que' libertini ne formarono un'ere-
da che Nicola diacono sia slato ca- sia, cui diedero assai ingiustamente
po de'nicolaiti ed inventore della il nome di Nicola. Dicesi che 1' e-
loro eresia ; dello stesso sentimeuto resia di questi primi nicolaiti nou
sono: Cristoforo Federico Redero era nel doaima, ma solamente in
Nicolaiirn diaconum haereseos Ni- una condotta poco regolata.
colailaruni auctorein non fuisse, L' eresia de' nicolaiti si riprodus-
Lipsiae 1736. Gianguglielaio Giano, se ne' chierici nel secolo XI, per
Disserlalio de Nicolaitis ex liaere- l'incontinenza di alcuni ecclesiastici,
tìcoruni catalogo expungendis, Wi- i quali vollero ammogliarsi, e ni-
tembergae 1723. Giovanni Langio colaiti si dissero quelli che difen-
nell' Ogdoage dissert. de hacresio- devano i matrimoni degli ecclesia-
logia sect. I e II, p. 26. I quali stici.Fedi Matrimonio. Nelle bio-
furono confutati dal Moshemio grafie di s. Leone IX, Nicolò II,
nella Bibliot. Brem. class. ì, p, 38 1, Alessandro II e s. Gregorio VII
e nelle Inslitut. hisl. eccl. major, p. principalmente, dicemmo le loro
460. Ancora il p. Biner nell' Ap- condanne contro i nicolaiti, di che
paralus eruditionis par. V, cap. I, parlammo a Celibato e in molli
propende a credere Nicolò autore coucilii : contribuì moltissimo ad
di quella setta, almeno quanto per estirparli s. Pier Damiani, e sotto
imprudenza abbiale dato occasione. l'antipapa Onorio li Cadolao, sfre-
Lo credettero autore anche s. Epi- nato protettore de' concubinari e
fanio ed altri. Ma s. Clemente A- nicolaiti, questi presero il nome di
lessandrinOj più antico di s. Epifa- Cadolaiti. Calisto li ed Innocenzo
nio, parlò invece con grandissima II ne'conciiii generali Lateraneusi
stima di Nicola; gli attribuisce I condannarono nuovamente
e II
una condotta molto savia, tanto per e scomunicarono nicolaiti. I nuo- i

rapporto a sé medesimo, che per vi nicolaiti negavano: i." la divini-


rapporto alla sua famiglia, ed assi- tà di Gesìj Cristo unione i- colla
cura che fu inlesa troppo alla let- postatica, e dicevano che Dio avea
tera un' espressione detta senza ri- solamente abitato in lui. 2.° Soste-
flettere da quel diacono. Il mede- nevano che le più illegittime vo-
simo s. Clemente e dopo di lui luttà del corpo erano buone e san-
Teodoreto, i-acconlano dunque che te, e che potevansi mangiare le car-
il diacono Nicola avendo moglie e ni offerte agli idoli. 3." Distingue-
correndo voce eh' era geloso a mo- vano molte specie di podestà o di-
tivo della di lei bellezza, egli la vinità cheonoravano colle più in-
condusse in mezzo assemblea e all' fami azioni : è questa la ragione
permise di sposarla a
chiunque la per cui furono chiamati barboriti,
volesse. Operò così, aggiungono cioè osceni. Ma ciò che avvi di
quegli scrittori, non giù che volesse più singolare è che, malgrado tan-
egli darla in matrimonio ad alcu- ti errori, i nicolaiti presero i nomi
no, ma unicamente per confondere di gnostici e di fibioniti che si-

coloro quali lo accusavano di ge-


i gnificano dotti ed illuminati nelle
losia. L' azione di Nicola servì di scienze.
3i8 NIC NIC
NICOLO' (s.), vescovo di Mira strazio prete di Costantinopoli , il

Della Licia. Abbiamo poche notizie quale scriveva nel VI secolo. In


sicure della vita di questo santo. una buona dissertazione sopra san
11 p. Butler non ne riferisce che Nicolò, che trovasi nelle Memorie
i fatti sui quali i diversi autori dei di letteratura e d' istoria del padre
suoi alti sembrano d'accordo. Essi Desmolets, provasi contro Tilleinont
lo fauno nativo di Pataro nella e Bailletj che il santo vescovo di
Licia. Dicono che fino dalla sua Mira viveva sotto Coslautiuo il
fanciullezza osservava il digiuno del Grande, e che assistette al primo
mercoledì e del venerdì, ch'era concilio generale di Nicea. S. Nico-
allora ordinato da una legge della lò mori a Mira , e fu seppellito
Chiesa; che la sua virtù acquistò nella cattedrale. L'istoria della tras-
novello splendore quando ebbe ab- lazione delle sue reliquie pone la sua
bracciato la vita religiosa in un morte nel 342. Da essa si apprende
monastero presso Mira , e che si che forse non vi avea santo il quale
segnalò specialmente colla sua ca- fosse più di lui universalmente ono-
rità verso gl'infelici. Essendo ri- rato presso tulli i popoli cristiani;
masta vacante la sede arcivescovile locchè prova la moltitudine di chie-
di Mira, fu eletto per occuparla se edificate sotto la sua invocazio-
I^icolò, allora abbate del monaste- ne, per cui si può vedere Chiesa.
ro in cui erasi ritirato. Il dono dei DI Nicola in Carcere di Roma.
s.

miracoli che Dio gli accordò in 11 corpo di san Nicolò fu invo-


grado eminente, la sua pietà straor- lato dalla sua tomba da alcuni
dinaria e l'indefesso suo zelo, rese- mercanti italiani, che lo portarono
ro per tutto celebre il suo nome. a Bari, porto del regno di Napoli.
Gli storici greci della sua vita si L'arcivescovo poiché ebbe ricevute
accordano a dire, ch'egli fu incar- le sante reliquie, li 9 maggio 1087,

ceralo per la fede, che confessò co- le depose nella chiesa di s. Stefano.
riiggiosamente Gesù Cristo, e che 11 primo giorno trenta persone fu-
assistette al concilio generale di Ni- rono guarite da diverse malattie,
cea del 3^5, in cui si condannalo^ invocando s. Nicolò,, e la tomba
no le bestemmie di Ario. Veramen- di lui dopo questo tempo è dive-
te s. Nicolò non è nominato nella nuta celebre pel concorso de'fedeli
lista dei che assistettero a
vescovi che vanno in pellegrinaggio a Ba-
questo concilio; ma è però nomi- ri, di cui è patrono principale,
Jiato in un catalogo arabo assai laonde si può vedere Bari e Mira.
|)iù perfetto, da Selde-
pubblicato La sua festa si celebra il giorno 6
110, e ciò anche viene comprovato di dicembre.
da una lestimouiauza citata da £u-

FINE DEL VOLUME QUADRI GESIMOSETTIMO.


L^
286095
BX 841 .M67 1840
sncR
Moroni, Gaetano,
1802-1883.
Dizionario di erudizione
storie o-ecc1esiastica
AFK-9455 (awsk)

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