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DI liRUDIZIONE
STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO Al NOSTRI GIORNI
SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA CERARCIII.V
DELLA CHIESA CATTOLICA, ALLE CITTA PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CERIMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.
COMPILAZIONE
\0h. LL
(wiy&inrva^, Pop.
IN V E N E / 1 V
MDCCCLI.
,
DIZIONARIO
DI ERUDIZIO^'E
STORICO-ECCLESIASTICÀ
PAL PAL
JLalnzzo Spada. jVel rione Rego- la regia al Vaticano, quantunque opini
);i nella piazza Capo ili Ferro , cos\
, il JMdizia, che piuttosto la colonnata do-
detta dal nome del cardinale ch'eres- rica fosse imitata da detta scala, ciò che
se questo edifizio. con magnifica archi- forse è più probabile, rs'elle salepianter-
lettura di Giulio Mazzoni piacentino rene si vedono 8 "randi bassorilievi au-
secondo la Descrizione del Titi, ma al ticlii di marmo bianco, con figure quasi
dire del Cancellieri da Giulio Merisi, nel di grandezza naturale, rappresentanti al-
pontilìcalo di Paolo ili: ben proporzio- trettante storie favolose di Apollo, se-
nato ne' piani, ha quello nobile con fi- condo il parete di Sante Cartoli, e tro-
nestre e nicchie con bei profili e con or- vate dal cardinal Fabrizio F^eralli nel
namenti discreti, quali però al di sopra
i fabbricare la lunga scala, che scende al
sono abbondanti ma distinti. La faccia- tempio dis. Agnese fuori le mura te- ,
ta è tutta adorna di stucchi e bassorilievi, nute in gran conto per la loro eccellen-
come Io è pure il cortile , lavori dello za. IVella saia superiore trovasi la statua
stesso architetto che rappresentano le
, colossale di Pompeo Magno, tutta nuda,
guerre de' Centauri, oltre molti busti e la quale ha nella mano sinistra globo. il
statue. Il palazzo passò poi in proprietà Questa statua rara e veramente insigne,
della famif^lia Mignanelli, e da questa in fu scoperta presso il teatro e la curia di
tempo di Urbano Vili al cardinal Ber- Pompeo sotto Giulio IH, e propriamen-
nardino Spada j che rimodernare
lo fece te ne' fondamenti di alcuni edilizi nel vi-
e arricchire di vari ornamenti dal Borro- colo de' Leulari, vicino al palazzo della
mino, il quale rifece anche la scala, e di Cancelleria. Essa giaceva interrata col
più in un giardino al pianterreno eseguì capo sotto una casa e il rimanente della
una colonnata dorica, tutta dipinta in pro- figura sotto un'altra, per cui i rispettivi
spettiva. Si pretende da alcuni che di qui proprietari ciascuno intera la voleva per
pigliasse il Dernini V idea della sua sca- sé. La qucslioue fu portata ai tribunali,
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i; i •^'iiiilici harljaraiuciile sentenziarono si Pompeiana dello stesso Cancellieri : que-
segasse la stallia, e ciascuno de* proprie- sti poi ci dà erudite notizie sulla fami-
tari si avesse il pezzo sottostante alla ca- glia Spada erededei Veralli nella sua Let-
sa (li sua ragione. IMa Giulio impedì 111 tera al cardinal Palletta. Nel t. G, p.
1' esecuzione di sì ernioso decreto, e che 271 delle Opere, lVi Luigi Martorelli vi è
il gian Pompeo Ibsse un'altra volta de- la Lettera sulla logica della statua di
capitato, comprandola per 500 scudi, che Pompeo. Oltre di questa 1' edilìzio con-
i litiganti si spartirono, quindi donò la tiene una raccolta di buoni e belli qua-
al cardinal Capo di Ferro, che avea im- dri, ma solo indicherò i principali. IN'ella
pedito tanto danno, il cpiale la collocò 2." anticamera, Davide del Guercino, ri-
nel suo palazzo ove si ammira. Gravi ar- tratto incognito di Tiziano, la strage de-
cheologi allermano essere questa statua gl'Innocenti di Testa, la Carità romana
il sinudacro stesso di Pompeo, eietto già di Annibale Caracci. Nella camera la 3."
nella curia, e ai piedi del quale con sin- Giuditta e la Lucrezia di Guido , la di-
golare combinazione i congiurati uccise- sputa di Gesìi coi dottori di Leonardo
ro Giulio Cesare. Si pretende inoltre dai da Vinci, il mercato di Napoli e la rivolu-
medesimi, che salito Augusto nipote di zione di Masaniello di INIichelaiigelo dal-
Cesare all'impero, facesse chiudere la det- le Bambocciate, la V isitazione di del Sar-
ta curia, ordinando che la statua venis- to. Nella galleria Cristo preso neh' orto
se trasportata nel luogo appunto ove di GherardodelleNolti, la Maddalena di
dopo tanti secoli si rinvenne. La sala ove Cagnacci, Giovanni di Giulio Pioma-
s.
trovasi è tutta dipinta a prospettive , e no, il rapimento d' Elena di Guido, Di-
di più sonovi 20 pitture a fresco che si done sul rogo del Guercino, Gesù portan-
attribuiscono agli scolari di Giulio roma- te lacrocedi I\LTulegna,s. Girolamo d'Al-
no o ai Zuccari. Avendo la statua subi- berto Duro. Nella camera che segue. Cri-
ta la separazione della testa dal collo, poi sto del Caracci, il ritratto di Paolo III
gli venne ed essendo insorti ne-
restituita, del Tiziano, la Maddalena del Guercino,
gli archeologi clamorosi dubbi sopra la ritratto del cardinal Bernardino Spada
sua originale identità , furono recitate di Guido, due amorini di Correggio e pa-
dissertazioni e stampati opuscoli prò e recchi stupendi paesi. Si ha del eh. Gae-
conerà, per cui ne citerò diverse. Car- tano Giordani //i/o/vzo all'antica ed ec-
:
lo Fea : Osscn'azioiii intorno alla cele- celsa casa Spada, cenni e note per le il-
bre stallia di Pompco,\xo\xìa 1812. Pro- lustri nozze Spada- Feralli-Fieschi-Ra-
nunziarono nell'accademia d'archeologia vaschieri, Bologna 1846-
contro tali osservazioni, F. Aurelio Vis- Palazzo Stoppani o Fidoni. Nel rio-
conti e il conte Giuseppe Alborghetti ,
ne s. Eustachio, incontro la chiesa del Su-
due dissertazioni. Quindi Cancellieri nel dario de' savoiardi, mirabile ediflzio che
pubblicale alcune composizioni poetiche dicesi cretto coi disegni di PialTaele ,
pei
in lode Della statua colossale di Poni- marchesi Callàrelli Minulilli, che il Va-
peo Magno esistente nel palazzo dd prin- sari crede fosse muralo da Lorenzello
cipe senatore Giuseppe Spada Feralli, scolare di quel sommo. Si pretende, che
l'illustrò con note, e ci diede l'opuscolo ; ddpo essere stato in Valicano, secondo
So/ietlij ec, Roma 18 12. G. A. Guat- diversi scrittori e Cancellieri [Mercato
tani poscia stampò in Pioma nel 181 3: p. I o e 84, ove riporta notizie sul palaz-
La difesa di Pompeo ossia risposta alle zo), vi fosse alloggiato dai Calfarelli Car-
osseivazionì dell' av^. C. Fea intorno a lo V, che donò ad essi l'area per edifi-
quella celebre statua del palazzo Spada. care sul Campidoglio il Palazzo Cafja-
hi fine della quale trovasi la Biilioteca rcHij e per memoria di tal dimora del-
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r iiìipcratore fu collocata una lapide a nio. Essi furonocon dolla ope-
illustrali
pie cLlla scala, poi rimossa; tiiciitrc del ra dal Foggini, e dati alla lucenti 8 T, 1 »
suo magniiìco ingresso in lloaia si può dopo restaurati, dal eh. Nd)by con sup-
vedere il voi. XXXV, p, 178. Forse ta- piiinenti d' ordine del cardinal Vidoni
le rimozione ebbe luoi^o per rpianto si proprietario de' medesimi. Nello scava-
Ifg^e nel n.° 3 ) dei Dianodi Roma 1 <S 1
9. re i l'ondamenli di questo palazzo si rin-
» Carlo V nel 1 TSGiion istellealtrimeu- venne un'antica e rozza statua mutila-
ti in questo palazzo, creduto disegno di ta, che fu posta in una nicchia del con-
Rairaclc, come erroneamente leggesi in tiguo vicolo rispondente alla via papa-
piìi libri. Egli in vero dal dì 5 aprile mer- le e al palazzo Valle, quindi più tardi
coledì di l^assione, fino al giorno 1 8 iii fu dato alla statua deforme come al vi-
pontilicio palazzetto di liei vedere detto si ebbe origine dal nome di certo abate
d'Innocenzo \ 111 presso il Vaticano, me- Luigi sagrestano della suddetta chiesa dei
glio dappoi accomodato da Pio IV per savoiardi, eh' era come la statua di for-
ricevervi ospiti principi '. A Paìazzo Va- me sfigurate e ridicole, e pel suo goffo
ticano dissi altrettanto, e citai i luoghi ed arguto contegno resosi assai cognito,
in cui lo avea ripetuto. Dipoi acquistò il per bizzarria satiricamente molti comin-
palazzo il cardinal iV^o/YW/j/j donde pas- ciarono a chiamare la vicina statua col
sò ai Schincliinelli, indi al cardinal Pie- di lui nóme, e gli restò divenendo famo-
tro f ilio ni e suoi eredi. Il i." piano è sa pei satirici. Il Cancellieri ci dà erudi-
d'un rustico akjuanto riseulito e con cor- te notizie sulla medesima, e sulle altre
nici di soverchio aggettale alle finestre. statue che per vituperare la fama altrui
11 2.° piano è con colonne doriche binate; si fecero parlai-e in diversi lem[)i dai mal-
le finestre sono ornate con molto buon dicenti detrattori, citandone i hbri e il
garbo, e ciascuna ha per davanti una ìMonilore di Roma del i''o8 (sul ([uale
bella ringhiera di pietra, che sporgendo può vedersi Diario di Roma) che ne trat-
in fuori lascia libera la veduta da una tarono, massime de' dialoghi tra VabaCe
all' altra , togliendo così 1' impedimento Luigi e gli altri simulacri interlocutori,
che avrebbero opposto le colonne; il
vi nel illercalo, p. 1 5f) e Go, di cui darò un
i
veniente cortile perchè il disegno non fu statue e simulacri famosi e tanto rinoma-
mai compito, tuttavia riesce uno de' pa- li di Marjorio e Pasqui/w, dei quali par-
lazzi più vaghi di Roma e piuttosto gra- lai a .Museo Capitolino e Palazzo Rua-
ve. iNell'appartamento pianterreno il car- scHi; del Facchino sotto il palazzo Si-
dinal Viiloni fece dipingere bellissimi uc- monelli ora Piombino, del quale feci pa-
celli di diverse specie, inoltre in questo rola nei voi. XXV, p. "8, XL, 112; 1 p.
palazzo si conservano le famose tavole di Miidonna poi Madama Lucrezia che
prenestine di marnio, d' un antico ca- descrissi nel voi. XI I, p. 88; del Bahui-
lendario romano trovalo nei lyyS in «o, statua ch'è sulla fontana nella via del
J'alcst/i/iii y.i'v opera del vescovo cardi- suo nome già ricordata nel voi. XXV,
nal Stoppain, cioè frammenti de' fasti
i descrivendo il fonie a p. 179 ,
rappre-
di Q. ^ errio Fiacco ricordali da Svelo- senlaule un satiro barbuto o Sileno co-
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ricalo, con zampogna o organo pastora' diante annua corrisposta lo prese la came-
le in mano; dell' abaie Luigi, ed anche ra apostolica e vi pose la stamperia del
di Scaiidcrbci^Ji, di cui pallai a Croia, governo, da ultimo grandemente miglio-
Albakia, Epiro, IMacedoma e altrove, pel rata ne' caratteri e ne'torchi. A Palazzo
suo rilialto posto sulla facciata della ca- Vaticano celebrai Pio IV iiilroduttore
sache abitò iu Roma come descrissi a ,
stamperia camerale, e Sisto
in esso della
locata r antica elìjgie con sua iscrizione. del cav. Luigi Valadier , vi eresse altro
Lo Sprengero, in Roma nos-'a, stampala edifizio, sovrastato nel prospetto dal suo
nel in Francfort, indica in questo
1660 stemma, per uso stabile della celebratis-
ne del palazzo Braschi) palatium posilus, zio e riportò l'iscrizione in marmo posta
liahe.1 convii'ales duo, Facclitnum in via sopra la Calcografìa camerale ed
porta :
mulacri, a' loro luoghi le riporlo : la sa- guire feci motto nel voi. XLVlI,p. 94,
romani, fu ed è sem-
tira ch'è così facile ai 106, I i4,ollre l'avere ordinalo le descri-
Duca siciliano , scolare del Buonarroti. si tata da Pio VI come raccontali cav. Belli
Dipoi passò in proprietà di d. Olimpia a p. 93 Delle case abitate in Roma da pa-
Waidalchini-Pamphi!] cognata d'Inno- recchi uomini illuslri) nel 1839 veiuie
cenzo A che r abitò, ed appartiene an- acquistata con aumento di gloria pel Pa-
cora alla famiglia Pamphilj Doria. Me- pa mecenate delle belle arti e degli artisti.
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Palazzo Torlonia Borgo. Nel no- in corato di che dissi a Co-
altri ordini, ciò
ne del suo nome, incontro alla fontana LON.VA FAMIGLIA, parlando del suo sposali-
di s. Giacomo Scossacavalli che descrissi zio con d. Teresa Coloiuin, celebrato da
nel voi. XXV, p. i yS. L' eresse il cardi- mg."^ Riario Sforza, attuale cardinale ar-
nale Adriano Citslellenseo Castelli (P'.), civescovo di Napoli del busto da lui
:
il cortile fu rifatto: è solido, di bella for- ornare gli appartamenti interni culla no-
di vasellame d' oro e d' argento, come di leone posta in un palazzo al principio
Il Venuti dice che poscia passò in pote- to costruire dai baroni Nunez con ar-
re de'CoIonnesi, dai quali lo acquistò In- chitettura di Gio. Antonio de Rossi, po-
nocenzo XII per fondarvi un collegio ec- sciadivenne proprietà di d. Cario Rona-
clesiastico di sacerdoti, trasferito da Cle- parte principe di .Mussignano e ora di
mente XI all'ospizio di Ponte Sisto, co- Canino, dal quale lo comprò d. Marino
me raccontai nel voi. XXIX, p.280 e Torlonia (di cui parlai in più luoghi co-
281, e che per 4,000 scudi lo 1 comprò me a Conti famiglia e Frascati, già du-
la famiglia Giraud dalla camera apo- ca di Bracciano, V., feudo che pel patto
stolica, onorato più volle della presen- di riversibilità ullimatnenle lo cedette al
za di Pio VI, quando lo abitava il car- principe 0(/e5Crt/t7it) duca di Poli e Gua-
dinal Giraud. A Musaico dissi come lo dagnolo, di cui parlai nel vói. XVII, p.
acquistò la rev. fabbrica di s. Pietro col- 77, 78, fallo duca l'omano in un ai suoi
locandovi lo studio di tal arte, la quale primogeniti discendenti, dal regnante Pio
indi lo vendette al duca d.Gio. Torlonia IX con breve de' 2G febbraio 1847. Il
(che celebrai in più luoghi, come di d. disegno di «juesla làbbrica è buono e so-
Anna sua consorte, tumulati nella Chie- do,avendo tre facciate; il duca lo ha com-
sa di s.Gio\>anni in Laterano, /^.,. nella pito in quadro e abbellito assai, valen-
splendidissima cappella gentilizia descritta dosi del eh. architetto Antonio Sarti, che
a p. 9G del Giornale di Roma
1 85o), ed 1 vi ha fatto anche una bella e ben orna-
ora è proprietà del figlio d. Alessandro, la scala, e con suo disegno venne deco-
che Gregorio XVI fece gran croce del- lato un piccolo appartamento terreno,
l' ordine di s. Gregorio, liconobbe e di- ove in diverse camere, oltre non poche
chiarò" principe di Civiiella Cesi, V., es- opere pregievoli di belle arti, si osserva-
sendo pure titolalo di altre signorie e de- no dipinti allegoiici ,
una delle quali di-
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pinse luUa lo slesso Sai li che vi eseguì fece abbellire anche il propinquo fab-
ottimi ornali e ([uadri a fresco, a tempe- bricato ed il contiguo palazzino che for-
zione. Della villa Torlonia a porta l*ia, ne di questo cuna (juercia di pietra, slem-
propiielù di d. Marino, parlerò a Ville ma di Alessandro VII, in memoria di
DI Roma. avere allargato e raddrizzato la via del
Palazzo Toiloìiìa già Pcrospiucl Cor- Corso, come narra ilISovacs nella sua vi-
so. JNel rione Colonnii, passato il palazzo ta); il principale prospetto rimane in-
Chigi, in principio cdilicato con architet- contro al palazzo di s. IMarco j l'altro
ture di Girolamo Rainaldi e proseguito guarda che dalla piazza de' ss.
sulla via
coi disegni di Onorio Lunghi, oltre quan- Apostoli conduce a Colonna Traiana. Ar-
to Il'cevi Alessandro Specchi. Dai Vero- chitetto della prima parte del palazzo fu
spi passò in proprietà del duca d. Ma- Carlo Fontana, con buona e maestosa
rino Torlonia. 11 suo principale ingres- facciata e bel portone, ora nobilitato di
so è sul Corso , coti portone decorato di superbe porle di finissimo lavoro. Esso
due colonne sorreggenti la loggia. Pri- mette in un gentile portico quadro, tut-
ma eravi notabile quantità di statue an- to abbellito con statue e bassorilievi, an-
tiche, e molti cimba li raccolti in una stan- tiche e moderne opere; l'atrio ha 4 sta-
za, congegnali con tale artifizio, che suo- tue entro nicchie. doppio e 11 cortile è
nandone uno, ch'era il primo, suona- assai elegante^ con due fontane d' acqua
vano tulli gli altri, o pure uno o due so- Vergine. 1 tre archi in tondo al i ." cor-
li a piacimento e lichiesta de'circostanti; tile, ove si vedono pitture di prospetti-
l'invenzione si deve a Michele Todini di va, furono così decorali dal Carelli le :
Saluzzo , che v'impiegò ben 4o anni. lo2UÌe che circondano il cortile da drit-
IVella volta della galleria si ammirano ta e da sinistra contengono ciascuna due
belle e gentili pitture, eseguite a hesco filari di statue antiche ben ristorate, ol-
dall'Albano e reputalecapolavori vi rap- : tre multi busti ; il pavimento è di mar-
presentò con isludiale invenzioni i pia- mo con figure graftite e intarsiate di piom-
neti e diverse ore del giorno , sotto l'or- bo, bei Vincenzo Gaiassi. In
lavori di
me di poetiche allegorie. fondo un gran cancello di
al 2." cortile è
Pahizzo Torlonia a piazza di J^eiie- bronzo, pregievole lavoro d'Augusto Rho'
zìa. Nel rione Trevi, già de'Fiangipani, rik, disegno del Carelli: in questo luogo
indi de'Bigazzini, poi de' conti Bolognet- sono pure de' buoni bassorilievi del Ga-
li, dai quali Io comprò d. Gio. Torlonia iassi, esprimenti figure allegoriche. Le
pelletlili e mobilie. L'anticamera del i.° to. Viene poscia la camera di Diana, ia
piano è ornata di 24 colonne; tra gl'in- cui il Podcsti dipinse parecchie favole
teicolunni sono 4 con statue in "'^''b'6 di tale dea; Galli, Thorwaldsen e Gaiassi
marmo dello Stocchi^ del Dante, del ÌjÌ- scolpirono bassorilievi sul!' argomento,
setti e deirAlbertoni,con volta assai rie- Le camere seguenti servono per il letto,
Palagi, e sonovi pure pitture di IMassabò l'ultima è adorna di specchi. Gli appar-
e del Toietti. Il 3.° braccio detto delle lamenti situati nel i.° cortile contengono
([uattroEtà, ha buone pitture di Capai- lacamera detta de'quattro poeti, con pit-
ti. 11 braccio di Bacco ha nella volta di- ture stimabilissime del Consoni; la ca-
pinti d'Andrea Pozzi. Il braccio del grup- mera delle illustri italiane, ove sono i di»
pò d'Ercole e Lica, in fondo alla galle- pinti del Carta; la camera di llalfaele,
ria, è così detto dal gruppo colossale del le cui pitture sono di Bigioli la camera ;
gran Canova , che rappresentò quel se- degli artisti, ove ne efligiò alcuni in chia-
midio in atto di scagliare in mare il gio- roscuro il Chiarini; la camera degli stuc-
vinetto Lica, opera insigne e del le pi ìi bel- chi, eseguiti da della Bitta; la camera del'
le che uscirono da quell' esimio scalpel- le prospettive, tutte magistralmente o-
lo: inoltre sonovi altre sculture pregie- perale dal Garetti ; la camera delta di
volissime, cioè il Vulcano di Tenerani ,
Traiano, con 1 3 bassorilievi del Troschel,
la Flora di Sola, e le statue di Binai- ritraenti le imprese di quel celebre au-
di, Bienaitni', Pistrucci, Dante, Galli e gusto. Salili al 3.° piano, si trova V an-
Thorwalilsen ; la volta di questo braccio licamcia con pitture di Raimondi: vie-
comprende gli affreschi di Podesli, espri- ne poi la cappella ricca di marmi e assai
menti fatti mitologici; le due cupolelte bene scompartita; nella volta, fra gì' in-
lianno dipinti del Coghelti. Viene poscia tagli dorati, si ammirano pitture di Co-
la sala in cui il Camuccini colori il con- stantino lìrumidi; le Virtìi teologali fu-
vito degli Dei, ed il Gaietti eseguì gli or- rono scolpite da Carlo Aureli, il Brumidi
nati ricchi e gentilissimi. L'anticamera slesso dipinse il quadro dell' altare, col-
dei >.° piano ha i fusti delle porle coper- la ss. Trinità , s. Anna , s. Giovanni, s.
pitturesonodi Scarabellolto. La sala del- postoli nelle pareti sono pure di Brumi-
ta di Telemaco ha nelle pareti 5 quadri di ; le storie del nuovo Testamento, co-
di Paoletti , esprimenti le gesta di (piel- lorite ne' vetri delle finestre, sono lavo-
l'eioc; vi sono anco bassorilievi di eguale ri del Berlini. Noterò che i santi del qua-
argomeato scolpiti da Troschel, che al- dro dell'altare, i due primi sono dei uo-
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mi portali dai geuiloii del principe, men- più oltre : al suo temjio e in questo pa-
tre i seguenti lo sono de' suoi fratelli e lazzo , nel i527 pel tremendo sacco di
del principe stesso; ma d. Carlo commen- Roma, vi si rifuggiarono molti illustri
datore dell'ordine Gerosolimitano e Pia- personaggi. Quivi pure abitò un suo ce-
no, fu rapito dalla morte l' ultimo del lebre discendente, Pietro della Valle fa-
1847 e compianto da ogni classe di per- moso viaggiatore, di cui ci diede erudite
sone; dopo essere stato esposto in questo notizie il cav. Belli nel n.° 2 3 del Diario
palazzo, fu portato alla chiesa pei solen- di Roma 1847, parlando delle case abi-
ni funerali, con quella straordinaria pom- tate in Roma dagli uomini grandi. Egli
pa e accompagnamento che si legge nel da'suoi viaggi in Egitto, Gerusalemme e
11.° del Diario di Roma e delle Notizie
I altre lontane regioni, portò in Roma sua
del giorno del 84B. A Castel Gandolfo
1 patria copiosa raccolta di molti oggetti
dissi di sua nobile villa e a Conserva- ,
naturali e curiosità orientali, e ne formò
torio o ritiro del Sacro Cuore, di cui un museo , rendendosi benemerito del-
])arlai ancora a Orfanotrofio, delle sue l'archeologia e delle scienze naturali. Ur-
generose e caritatevoli cure per esso. Pas- bano Vili lo fece cameriere segreto di
sando per una lunga galleria dipinta a spada e cappa, enei 1627 gli permise ce-
fruiti e fiori sulle pareti con quadretti lebrare in Aracoeli sontuosi funerali, che
del Bigioli e nella volta con quadretti
, descrissi nel voi. XXVIII, p. 61, a sua
di Palmerola, si giunge all'appartamen- moglie Sitti assiria , celebre per avve-
to composto di 4 camere. JN'ella i il .'^
nenza, soavi modi e fedeltà coniugale, che
Consoni dipinse la Poesia, la Storia, A- 1 sposata in Nardin avea perduto nel gol-
stronomia, l'Eloquenza, la Filosofìa ; le fj Persico, onde imbalsamata in Ormus
altre camere hanno diversi abbellimen- ne avea condotto in Roma la spoglia mor-
ti. Ritornando alla galleria, da e^sasi en- tale, alla quale egli si riunì nel i652,
tra nella sala pompeiana architettata dal come riporta il p. Camisiro da Pioma,
Garetti e da lui ornata, ove sono anche i nelle Memorie storiche della chiesa di s.
Nerone, oggi dei marchesi del Bufalo. Lo omonima, a 4o leghe da Madrid, situa-
fece edificare il cardinale Andrea della ta in vasta e fertile pianura chiamala
Pialle romano, che il Cardella dice che Thierra de Campos, sulla sinistra del
ne* suoi viaggi arrivasse sino in Persia e Carrion che si attraversa sopra due pon-
5
PAL lai L II
intercessione ricuperò l'uso del braccio. scovo fu Nestorio, che dicesi discepolo di
Allora il re nella sua insigne pietà non S.Giacomo apostolo. Qui furono tenuti a
solo rifabbricò la bellissima chiesa, ma concilii: il i.° nel i i4 e vi fu scelto il
i
giacendo la cititi sepolta nelle proprie vescovo per Lugo. Arduino t. 6. 11 i."
rovine, la riedificò nobilmente. 11 capi- nel i386 dall'anticardinal Pietro di Lu-
tolo si compone di i3 dignità, essendo na legato di Spagna per V antipapa Cle-
la 1." il decano; di 4^ canonici com- mente VII, al quale successe col nome di
presi il teologo e il penitenziere, di 1 1 Benedetto XIII. Vi furono presenti Gio-
ralionarii, di io cappellani e altri chie- vanni I re diCastiglia, 3 arcivescovi e 2
rici. L'episcopio è alquanto distante dal- vescovi. Ne' 7 suoi canoni si rinnova-
la cattedrale, oltre la quale sonovi altre rono le pene contro gli adulteri, sugli
4 chiese parrocchiali col fonte sacro; i ebrei, saraceni, santificazione delle feste,
conventi sono 5, i monasteri di religio- e che i chierici dai vescovi e giudici si
\\ l'ospizio fondato nel proprio palazzo ing."^ Carlo Laborda di Burbanales dio-
IX PAL PA E
pingui nl)l»a7,ie e fatto decano tlel!a col- ed allora compose il trattalo De nothis et
Ici^iata ili s. Maria di iSaliizzo. Atii- spnriis. Dopo avere ricusato i vescovali
nic'sso tra i protonotaii apostolici, ad i- di iAIajorica, di Ilagusi, di Avignone e la
stanza del re di Cipro suo cogtialo, Pao- carica di vicelegato di quella città, iion
lo Il a' I 8 selteml)ie 1467 lo creò car- potè dispensarsi quando Paolo IV nel
dinale diacono di s. Teodoro, ed inler- i 5 jG lo fece uditore di rota in luogo del
vcnuc al conclave di Sisto IV. S<'p[>e concittadino Pellegrino Fava. Perla la-
luiire allo splendore della nascita, ciui- ma d'integrità e dottrina che si acquistò,
iienle virlìi, modestia, tnansueludme e Pio IV lo inviò al concilio di Trento,
dolcezza di caralteie, che lo rese a mi dove ne'gravi incarichi che sostenne in
tempo amabile e rispettabile. l*er dis- quell'augusta assemblea, in«;ui perseve-
grazia fu ferito leggermente colla pun- rò lino al suo termine, diede saggi lu-
ta del coltello in un braccio dal suo scal- minosi di pietà, dottrina e prudenza, per
co, nell'alto di trinciare una vivanda: cui i legali nulla facevano senza il di lui
contaminatosi il sangue, compianto da consiglio; e della storia che ne scrisse se
tulli, mori in Asti nel llore degli anni ne giovò Odorico Rinaldi pe' suoi annali
nel 14^1 o i4B4j tenendo sepolto nella Tornato in Roma, ne ricom-
ecclesiastici.
chiesa abbaziale di s. Michele di Lucedo pensò il merito Pio IVa'i2 marzoi 56"),
nella tomba de'suoi antenati. creandolo cardinale prete del titolo dei
giugno 1837 vi nominò mg/ Piaimondo tissima slima lo consultava negli alTari
Grillilh domenicano, che fece vicario a- di sua coscienza e diocesi, e con tal gra-
postolico del Capo di Buona Speranza. do intervenne al concilio Ravenna. di
PALEOPOLI. Sede vescovile della Con s. Carlo si recò a Torino a vene-
Pamillia seconda, sotto la metropoli di rare la sacra vSindone, ed a Ridano lo as-
Pirgi, erelta nel conoscono V secolo. Si sistè a conferire la cresima, ed alla tras-
PAL PAL 1
chiesa di s. Colombano, dontle scilo il benché alcuni ministri di ciò sdegnali fe-
trasferiti a quella de'ss. Gregorio e Siro; almese che aveagli assegnati attesa la te-
fjiiindi per lui Bologna si rinnovò nel nuità di sue rendite, e non piìi lo ammet-
costume, rillor'i nella religione: Cu profu- tesse all'udienza, proseguì a parlare Iran-
so co'poveii, massime colle zitelle perico- co. Penetralo il Papa di sue ragioni, gli
lanti, in modo mirabile. In una carestia restituì la sua grazia e l'assegno. Grego-
spalancò i granari ;
predicò a tutti l'evan- rioXI V lo deputò sulla riforma dellebol-
gelo, insegnò pubblicamente la dottrina le ponlificie, mosti andosi egli sempre sen-
cristiana ai fanciulli albergava lutti
; i za riguardi difensore della religione, e nel
sacerdoti stranieri, visitava griiifcriui ne- conclave in cui questi fu elellù gli man-
gli ospedali e nelle case, particolarmetj- cò un voto ad esser fallo Papa. Coope-
te i fatnigliari che di tutto provvedeva rò alla riconciliazione di Enrico IV colla
insieme alle loro mogli e figli, quindi in s. Sede presso Clemente Vili, il quale
convalescenza li mandava in villa a ri- gli affidò l'esame della vita e miracoli del
stabilirsi, ed in morte amministrava loro I). Giacinto, che perciò fu canon zzato, e
i sagramenti e raccomandava l'anima; lo fece prefetto della congregazione dei
con essi poi era severo se rei di manca- vescovi. E
fama costante che conservò
menti, volendo che la sua famiglia fosse sino alla morte la battesimale innocen-
esempio di virtù. Pubblicò in Bologna nel za, tenendo sempre in morii ficazione la
j8o la raccolta di quanto avea opera-
I carne. Divolissimo delia Beata Vergi-
to, col titolo Episcopale Bononiciiiif.
: ne, nella cattetlrale di Bologna le Ibiulò
jNcI i583 fece erigere nell'eremo di Ca- una sontuosa cappella, con organo, pit-
maldoli una cella solitaria sotto il titolo ture, marmi e reliquie, lasciandole in
di s. Petronio, ove si ritirava per perfe- morte molli argenti, come dispose a fa-
zionarsi. Sotto di lui Gregorio Xlll ele- vore della metropolitana la sua eredità,
vò Bologna a metropolitana, che regalò la sua biblioteca nell'episcopio a comodo
a suo riguardo della rosa d'oro, e lo an- degli ecclesiastici di Bologna. Morì in
noverò alla congregazione dell' indice ; Uoma d'anni 7 ), nel km)7, ed il cada-
indi ottenne per coadiutore il nipote Al- vere trasferito in Bologna, fu tumulalo
.°
fonso Paleolto, dopo essere stato il i avanti la cappella del ss. Crocefisso nel-
arcivescovo di sua patria. Sisto V lo fe- la confessione, con breve épilaflio, da lui
ce prefielto de'iiti e nel i 58() vescovo di vivenle composto. Scrisse alcune opere
Albano, dove celebrò il sinodo, che pure legali, teologiche, morali ed ascetiche, di
convocò nel vescovato di Sabina, a cui lo cui ne fa l'elenco il Torrigio, De script,
trasferì GregorioXlV^ nel 5() ove inol- i i , cani. 8 l'Orlandini ucs^ìi Scrittori bo-
p. 1 ;
in un'amena e vasta pianura fecondissi- tanfo per le sue torri, cupole, campanili
ma, difesa dai venti meridionali che do- ed altri edifizi, che pei suoi superbi din-
minano in Sicilia, in un cratere semicir- torni; ma l'interno veramente non ri-
colare, chiusa in parte da montagne sco* sponde in tutto ad una prospettiva .sì
na fuori di porta Felice e Nuova, nrginedi Guglielmo I l'ornò di ricchi musaici nel-
80 passi di larghezza, che si eslende kin- lo stile bizantino, rap[)resenlanli storie
go la baia, siuo alia Flora, delizioso giar- del vecchio e nuovo Testamento. La piaz-
dino pubblico, ornato di statue, di fon- za del palazzo reale è grandissima ed
tane e di chioscljij il luogo di riunione ornala nel mezzo della statua di Fi-
della sera della maggior parte degli abi- lippo IV in bronzo con bassorilievi sul
tanti; in vicinanza ovvi nella villa Giu- piedistallo : è circondata da 4 minori
lia il giardino botanico, ricco di piante statue in marmo bianco, simboleggianti
esotiche , il cui ingresso ha la forma di le 4 virtù caidinali. La piazza pretoria-
un antico tempio. Il palazzo reale, resi- na si dislingue per una fontana degna
denza del luogotenente generale viceré di ammirazione pel suo disegno', scul-
di Sicilia, presso porta Nuova in bellis- ture e bizzarria di costruzione. Quella
sima situazione, circondato di deliziosi di s. Domenico si abbellisce colle statue
giardini, è composto d' un ammasso di in bronzo di Carlo III e Maria Amalia
irregolari edilìzi. La rocca degli arabi sua corsorte, e di magnifica colonna sos-
divenne la reggia de'normanni, i monar- tenente la statua di simile metallo della
chi de'fjuali la riedificarono e vi fonda- ]>eata Vergine : la facciata della chiesa
rono il palazzo nuovo o reale, che gran- di s. Domenico forma altro ornamento
demente abbellirono, poscia ingrandito, della piazza. Per non dire di altre, nella
la cui statua di bronzo del siciliano Vol- spetlo, ma d'uno siile misto di gotico e
si è in allo di giurare l'osservanza dei d'arabo-nornianno nell'esterno. La sua
privilegi del regno di Sicilia in mano forma è quadrilunga con traverse in cro-
dell' arcivescovo. La cappella palatina ce, terminale a ciascuna estremità da 4
e insigne collegiata di s. Pietro del pa- finestre di stile gotico; nel centro s'in-
lazzo reale è singolare monumento, il nalza una cupola d'architettura italiana.
cui interno aspetto ispira sorpiesa, me- Un ponte unisce al corpo del fabbricato
raviglia e mistero. E' di architettura una quinta torre d' altra forma, ma di
greco-arabanormanna , e nel ristorarla altezza quasi eguale alle altre. La fac-
si ebbe la lodevole cura di conservare ciala principale è quella laterale. Si pre-
illeso l'antico. La fondò nel 129 Piug-
1 senta sopra una piazza prolungata che
giero II conte di Sicilia, poi Ruggiero I la divide dalla via Nuova ; l'insieme se-
re di Puglia e Sicilia. ludi il successore luiorientale e semi-europeo è grandio-
I n PAL PA L
socd imponenle; l'inlpinon meno splpn- silo edecnno.La strntla praticala sul tìnr-
(lido e ineiio l)ello lielJ'eslciiio, sebljerie so della montagna per giungervi, costò
non manchi d'ornati. La volta è soste- somme immense. Nel ifì^t» con magni-
unta da 8<j colonne di granito orientale; lica [)ompa ecclesiastica fu istituita in Pa-
l'altare maggiore d'una stupenda rie-
è lernio a' i 5 agosto una solennissima festa
tliezza, e distinguesi per una colonna di annua, che vi attrae una folla immensa
lapislazzuli di straordinaria dimensione; di |)opolo. In tal giorno la metropolitana
in esso vi sono le statue dei 12 Apostoli, è illuminata da tanti ceri, che appena la
scolpile dal rinomalo Antonio Palermi- vista vi si può fissare, essendo indescri-
tano. Si osservano pine in questa me- vihile la divozione verso s. Rosalia dei
tropolitana, come ne' sotterranei, molti palermitani, de'siciliani e di altri popoli,
mausolei di marmo bianco e di porli- Nel iGSG si eresse il monastero delle
do che contengono le ceneri di antichi l)enedeltine di s. Rosalia, cui Urbano
monarchi, massime normanni sono ri- : Vili mandò due abiti benedetti, e per-
marchevoli le tombe di Ruggiero I re di mise loro portare una croce d' argento
Sicilia, di due imperatori, di due impe- sul petto, secondo la forma di quella tro-
ralrici e di gran numero di vescovi e vata sulla santa : di queste monache trat-
arcivescovi, olire altri personaggi. Vi è tail p. Bonanni, Catalogo par. 4>P- i36.
il fonte battesimale e vi si venerano mol- 11 capitolo della metropolitana si compo-
il JMonte Pellegrino, ove nel secolo XII neflciato detto maestro de'cappeilani, con
si ritirò dalle corruzioni del mondo; re- 3 sacerdoti per aiuto. Paolo V col bre-
slò sconosciuto il luogo ove riposavano ve Ex debilo, de'iq giugno 1610, con-
lesue ossa, finché nel 1625, mentre Pa- cesse ai canonici l'uso della mozzetta e
Icrmo era afllilta dalla peste, miracolo- rocchetto; Clemente IX col breve Mi-
samenle e mediante una visione avuta nislerii sacri, del 6 agosto 1668, vi ag-
da un pio uomo, si rinvenne in una grot- giunse la mitra e la cappa magna e Be- ;
ta del monte: portale le reliquie in prò- nedello XIII mediante il breve In beati,
cessione intorno alla citlìij prodigiosa- de'2 gennaio i 729, per maggiormente
r
niente essa e la Sicilia furono liberale decorarli, accordò loro la mozzella nera
dal fatale morbo. Il Monte Pellegrino, quaresima e avvento, per-
ne' tempi di
detto dagli antichi £'/Wo.v, fu celebre sotto che meglio dimostrassero anch'essi la
le guerre puniche; Pirro occupò un lem- tristezza da cui la Chiesa in quelli è coni-
po ilsuo castello, che ai romani non riu- presa. Sull'officio arcidiaconale di Pa-
sci espugnare contro Amilcare Baicas : lormo, da ultimo furono pubblicati qiie-
ivi si facevano segnali per indicare l'ar- sii due opuscoli. Simon Francesco Val-
rivo delle navi. La grotta in cui la reale des sacerdote: Ragioni ed anlorità in di-
santa menò vita solitaria e contemplati- fesa della giurisdizione dell'arcidiacono
va fu cangiala in chiesa, il cui effetto è della melropolilana chiesa di Palermo,
meraviglioso, conia di lei statuadi bron- ivi 1841 tipografìa Roberti. Ragionidcl
e secondali. Fra le chiese si dislingue col nome del defunto e l'anno di sua mor-
quella di s. Giuseppe, ove sono belle e te pio e morale costume, che desta do- ;
alte colonne di marmo turchino; ricchis- lorose sensazioni. Inoltre Palermo contie-
simo di marmi preziosi è anche l'altare ne 5 ospedali ( in quello di s. Giovanni
maggiore, e vi si osserva una cappella, di Dio de'benfratelli lino dal i83G vi .so-
sotterranea con ornamenti pure ricchissi- no jo letti per gi'inliirnii che si curano
I
mi. Tra monumenti innalzati d.il [)io oraiopalicamente ), un liceo o reale uni-
i
zelo degli animosi conquistatori norman- versità fondata nel 1374, ove oltre le 4
ni, si deve anche noverarsi la chiesa del- facoltà che numerano 3o cattedre, eoa
la INIartorana di s. INIaria alla Catena, co- corsi pubblici del sistema omiopatico, ne
s'i chiamata perchè essendo posta all'in- dipendono gli stabilimenti delle belle arti
gresso dell'antico porlo, atlaccavasi alle eia reale tipografia; di più vi sono società
sue mura capo d' un'enorme catena che
il letterarie, come l'accademia di scienze,
il passo del porto chiudeva. Fu fondata lettere e belle arti divisa in 4 sezioni, uà
da Giorgio Rozio Antichiano, ammira- seminario cospicuo, 3 biblioleche,il mon-
glio del re Ruggiero I, forse nel i i (3 o te di pietà che per la rivoluzione scop-
nel I I 43 quando fu riccamente dotata; piata a' I 2 gennaio i84<^ fj incendialo,
venne quindi consagrata nel 1173. E calcolandosi i pegni perduti lìn valore di
una delle chiese più rimarchevoli della Si- 3oo,ooo oncie. Vi sono molti conven-
cilia, strabocchevolmente adornala nel ti di religiosi, monasteri di uionache, in
secolo passato ha stupendi lavori di mu-
: tutti circa 9o;divei'si conservatorii e con-
saico e bellissimi dipinti. Chiamasi an- fraternite. Interessante è la pinacoteca,
che di s. Simeone o Simone, e sotto le cui potentemente contribuì nella fonda-
sue volte nel i283 si congregò la nobiltà zione il principe di Belmonle il museo ;
siciliana per giurar fede a Pietro 111 d'A- archeologico, ricco di abbondante colle-
ragona, con che ebbe fine la rivoluzione zione di medaglie grecosicule, e clieogni
elle spense tanti francesi ne' famosi ve- giorno si aumenta di oggetti rari pegli
speri siciliani.Meritano eziandìo di esse- scavi che si fauno in diverse parti dell'i-
re l'ialtra detta Olivella, l'oratorio del cenza sono destinati, olire il gran ospe-
santo Rosario e di s. Filippo Neri; le qua- dale degl' inferrai , il conservatorio degli
li chiese e oratorii sono tutti ricchi di pit- esposti, il real albergo de' poveri e la ca-
ture e di oggetti d'arte interessanti. De- sa de'pazzi. Del collegio seminario gre-
gne ancora di particolare osservazione SO- co di Palermo, e delia colonia greca di
DO le catacombe, il cui iugiesso è nella IMezzcijuso, come del vescovo per leordi-
chiesa de'cappucci ni fuori della città; que- nazioni in tal rito, parlai nel voi. XXXII,
ste catacooibe scavate nella viva roccia p.i52 e i53. Vi risiede altresì un ve-
presentano uno spettacolo straordinario : scovo in partii US, ^\ii<.\\cc dell'apostolica
vi si conservano nelle nicchie molti sche- legazione chiamata Moiiarchid di Sici'
,
VOL. LI.
i8 1*AL P A L
ha. Il porlo di Palermo è piccolo, ma co- con l'altro d' Iato; le rovine accennano
modo, ben munito: ha
sicuro e il molo la passata grandezza. Meritevoli pur di
con faro, e serve egualmente ai vascelli rimarco sono i due castelli nel borgo di
di linea e alle navi mercantili. Quattro Olivazza, di stile moresco, chiamali Ziza
sono le fortezze , cioè del palazzo reale , e Cuba, dai nomi dei fìgli d'un emiro
della Carità, del Castello e del Molo; tre che li fece costruire dai suoi arabi in mi-
i Presso l'arsenale si vedono nei
teatri. rabile situa/ione. Si vede in lontananza
sobborghi i moltiplici magazzini, le gran- l'elevata e bella Monreale. Mette capo a
diose cantine pei vitii siciliani destinati Palermo la gran via rotabile testé costrui-
rallo, frutta secche, agrumi ed altro. La si nella provincia di Palermo ove trova-
pianura nei dintorni mesita bene il no- si niinns ma liini sit indoclnni esse, qiiam
:
me di Conca d'oro che ledieronoi poe- indocilcni. Gli abitanti di questa metro-
ti; disposta in antiteatro, animata dalla poli, compresi quelli di tutti i circonda-
più rigogliosa vegetazione, è sparsa di ca- rii, si fanno ascendere a più di 190,000.
sini, di verzieri, di eleganti giartlini , ed Un gran numero di uomini illustri fiori-
al piede del JMonte Caputo trovasi altro rono tra' palermitani, in santità di vita,
giardino botanico colle piante più rare. dignità ecclesiastiche, nelle scienze, nelle
11 fiume Oieto o Ammiraglio mette in arti e nelle armi, di moltissimi de' quali
mare la sua foce presso l'angolo orien- fo menzione ai luoghi opportuni; qui so-
tale della città, arricchito di numerosi ru- lo ricorderò : la vergine e martire s. A-
scelli, che vi entiano dopo aver innaffiate gala,il Papa s. Agatone, il vescovo di Ve-
le circostanti campagne. Oltre 4 descrit-
i rona Giberti, Giuseppe Galeani; Gio. Fi-
ti interni circondarli, altri 4 ^^ ne sono lippo Ingrassia, nato però in un villaggio
che cbiamansi esterni, cioè del Molo, di dell'isola , illustrò questa città colle sue
Baida^ di Porrazzi e dell'Ortobotanico, scoperte in anatomia e medicina. Per sup-
ciascuno con villaggi suburbani. Nel cir- plire a questi brevi cenni in cui procu-
condario del Molo, dopo il convento dei rai dare un'idea di Palermo e suoi su-
minimi, trovasi la real Villa favorita dei buibi, si potrà consultare la Topografìa
colli, e poco lungi la grotta e santuario di P<7/e/7/20 di Scinà, stampata nel 18 18,
di s. Rosalia ; in quello di Balda vedesi e l'opera del duca Serra di Falco intito-
condario di Palermo diconsi della cam- marono dipoi Panorniuin , ebbe dispu-
pagna, e sono quelli di s. Lorenzo nella tata più volte la sua etimologia; senza ri-
pianura boreale che termina col capo Gal- portarne le molte opinioni, sembrano ra-
lo, e di Bagheria, ove fra'vari villaggi è gionevoli quelle di Cluvier che pretese
il castello Solunlo acquistato dai romani derivare la denominazione di Palermo
PAL P A L 19
dai (lue molti puoici pan-horuni,v\ie si stVpoca che Palermo incominciò ad es-
gniflca riipes cinges. Palermo è citlà ce- sere la principale città di tutta 1' isola,
lebrata anche presso gli antichi, e Tuci- percioccliè Snacusa era tuttavia in ma-
dide nana, che i fenicii ali arrivo delie no de'greci, né quella citlà potè mai ri-
colonie greche in Sicilia, fin dal primo prendere il primato, non ostante le di-
secolo della fondazione di Roma, ritira- verse dinastie che successivamente vi do-
lonsi a Panoi inosjpine riferiscono altri minarono. 1 pisani nel io3 la tolsero ai i
nicii,deve intendersi più popolata colla bilirono la loro reale dimora : d'allora in
loro colonia, quindi ingrandita. 1 carta- poi andò soggetta Palermo a tutte le vi-
ginesi che in seguilo se ne impadroni- cende, cui soggiacque l'intera Sicilia, che
rono, ne fecero la capitale de' loro posse- a questo articolo riporterò. Nel declinar
dimenti in Sicilia, ed il centro d'un gran del secolo Xll dai normanni passò sotto
commercio. Cadde in potere de' romani l'imperiai dominio degli svevi, e nel 1266
nel 255 prima di Gesù Cristo, dopo che sotlo quello degli angioini in Carlo I e
Metello sotto le sue mura riportò una suoi francesi. Contro di essi nel 1282 in-
compiuta vittoria sui cartaginesi ; ro- i sorse la tremenda rivoluzione e strage
mani le diedero moltissimi privilegi, e fu del vespero Sicilia no, e Palermo ne fu prin-
considerata come citlà libera e alleata. cipale teatro; onde soltentrò sul trono si-
Dai romani passò in dominio ai greci del ciliano la dinastia d'Aragona del re Pie-
basso impero, e dall'epistole di s. Gre- tro III, indi nel secolo )^V quella di Fer-
gorio I del 5qo si raccoglie chelachie- dinando V d'Aragona e di tutte le Spa-
.sa romana possedeva parecchi patrimo- gne. Nel 164? venne la città funestata
ni, e tra quelli di Sicilia di alto e supre- da una sommossa, di cui capo fu il cal-
mo dominio eravi quello di Palermo, cui deraio Alessio. Una flotta olandese fu ab-
dava un distinto amministratore o difeu- bruciata nel suo porto nel 1676 dal du-
.sore o rettore, recLor palrinioiiii Siciliae ca di Vivonne. Nella guerra per la suc-
o rector SiciliiJe, le cui prime stazioni e- cessione di Spagna, nel 171 3 colla Sici-
rano Palermo e Siracusa coi nomi e- , lia divenne dominio del re di Sardegna;
spressi di patrimonio palerniilaìio e pa- si rese agli spagnuoli il i 3 luglio i 7 18, e
trimonio siracusano. In queste due città dal 1734 vi regna la dinastia Borboni-
risiedevano i ministri della s. Sede, con ca. La corte di Napoli essendovisi rifu-
detto titolo e notari , ed era principale giala nel 1806, gl'inglesi due anni dopo
loio uffizio di ricevere le rendite del pa- VI portarono fòrze considerabilissime on-
luogo o nell'altro. Tutto e meglio può data dal re Ferdinando IV nel 181 2 con
vedersi in Borgia, Breve istoria del do- parlamento, si rinnovò nella rivoluzione
minio temporale della Sede apostolica del 1820. Quella del 18 12 fu di nuovo
nelle due Sicilie. In progresso l'impera- [)roclamala dopo l'insurrezione del gen-
tore Lodovico I il Pio, donò interamen- naio 1848, gloriosamente vinta dal ma-
te alla Sede la Sicilia, nell'H
5. a Papa i -;•
gnanimo re Ferdinando II che regna.
s. Pasquale I. 1 saraceni di Kairvau as- Questa città non conserva alcun vestigio
salirono Palermo nel! 83o, e ne fecero di antichi monumenti, ciò che si attri-
la conquista noli 835, formandone la ca- buisce alle frequenti inondazioni ed ai
pitale de'Ioro stali siciliani ; ed è da que- terremoti che provò, ed alla profondila
20 V A L PAL
del snolo, t'ii paiticolarmentc mollo dnn- chiamalo in Sicilia dalla regina I\rarglie-
neg£;iala dalle scosse degli anni i6()'i, rita n)adre del re (iuglielmo 11, fu pure
ìnf.G, 1823; l'ultima peste che assai cancelliere del regno. Nel i 169 Guaite-
l'afilisse fu il cholera del 1837. rio II inglese, cui successe nel 1194 'l
dine del principe dogli apostoli s. Pietro, da Girgenli, fatto cancelliere di Sicilia da
e la sede vescovile venne fondata nei pri- Guglielmo IH, morì nel 1201 nel mona-
mi secoli della Chiesa, e non è ben certa stero di s. Gregorio di Girgenti dov'era-
l'epoca in cui fu elevata a meUopolita- si ritirato, essendo stato esiliato dalla sua
na, poiché ira i più antichi prelati di que- chiesa per sostenerne con fermezza i dirit-
sta primaria chiesa de! regno alcuni sono ti. INel 1201 Gualterio IH de Polena o
qualificali aici vescovi. Vuoisi che dopo Paleario; nel1 202 Parisio; nel 2 i4 Be- i
S.Gregorio VII abbia avuto origine ladi- rardo de Castaca traslalo da Cari; Leo-
gnilà metropolitica, e che Adriano IV nel nardo eletto da Alessandro IV nel 1261,
I r54 le soltonietlesse per suffraganee, e da Urbano IV consagrato; nel 1278
aeque priiicijìaliier alla quale Pio VII , I 29G Tizio de Colle; nel iSoT Bartolo-
nel 1802 resliluì la dignità arcivescovi- meo li de'conti d'Antiochia; nel i3ii
le, tra le cui sulTiaganee è Girgenti. Al gli successe il fratello Francesco l cello
presente sono sulfraganee di Palermo le dal capitolo; nel 1820 Giovanni 11 Or-
sedi vescovili ò\ Mazzara, Cefalù, e Tra- sini romano; nel 334 Parisio II; nel 338
i '
pani isliiuila da Gregorio XVI nel i844- Teobaldo; nel i35i Piogero de Pulleris
II primo vescovo di Palermo fu s. Ma- consagralo da Clemente VI, indi Otta-
miliano del 297, ed ottenne la palma viano 1 de Labro palermitano eletto dal
del martirio nella persecuzione di Dio- capitolo; nel36o .Arnaldo IMegliore; nel
I
cleziano e Massimiano nel 3 io. Furo- 368 Lodovico veneto nominato da Ur-
I
no successori Teobaldo del 44?? Grazia- bano V; nel 137 fr. Matteo Orsini; nelI
649; nel 687 Sergio sirio, nel 787 Teo- versi legolamenti sul dovere che hanno
doro che fu al concilio JNiceno II dopo ; i beneficiati di assistere al coro, sui costu-
di questi non si hannoaltre notizie sino mi degli ecclesiastici, sulla percezione dei
ad Umberto consacralo arcivescovo di fi ulti de' benefìzi, sulla inumaz/one del-
Palermo, altri dicono di Sicilia, poi car- lechiese, sulla riparazione da farsi ai luo-
dinale. Piammento che tutti cardinali i ghi santi. Mansi, Sappi, ai coiicilii t. 3,
arcivescovi di Palermo, hanno biografìe p. 665.
nel Dizionario. Nel io65 Nicodemo ar- Nel 1897 Gilforte Riccobuono arci-
civescovo; nel io83 Alcherio, cui scrisse diacono di Palermo; nel i4oo Giovan-
s. Giegorio VII chiamandolo arcivesco- ni IH de'conti di Procida nominato dal
fano francese figlio del conte di Perche, rini nobile palermitano , alle preci del
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la legiiin lo elesse il capitolo e fu l'ulti- cesidi Toiios;i. i-5t (r. I\Ialteo Basile
tuo pei C'ii sulFiagi restò sulievalo a tjiie- minore ossi-rvanle di l'arete. lyBy De-
sta Ctilkdia, e venne consagiato da dello nicnico lìosso celestino napoletano tras-
J'apa. Nel i434 fi- ^iicola 11 di l'iulisco latoda MeKi e Uapolla. 1748 IV. Giu-
cclebeii imo, elle tatto anlioaidinale d il - seppe Melendea minore osservante scal-
l'antipapa Felice V, nel voi. IV, p. i(>4 zo di Madrid, trasferito da Potenza,
pubblicai l'importante sua biografìa. Nel 1754 Marcello Papiniano Cusano della
1445 ÌMario Orsini vescovo di Oleron ; diocesi di s. Agata de' Goti, traslato da
nello stessoannoSimoiieBologna de Dee- Olianlo. i 762 Serafino Filingeri cassi-
catelli palermitano; nel i4^'^ Nicola Ili nese di Pia, feudo di sua casa, dioce>i di
Puxadesdi Darceìlona;nel i:^Gr' Giovan- Benevento, trasferito da Aceren/a e ìMa-
lu V JJorgi di Caitagirone, traslato da Si- tera. 1776 Francesco Sanseverino de' pii
ponto; nel i4^9 fi"- Paolo Visconti car- operai della diocesi di Cassano, già ve-
uielitano diPalermo; nel i474 Filippo scovo d' Alile, arcivescovo di Palermo e
d'AragonaeAu varrà, nipote di Ferdinan- IMonreale unite, i 793 cogli stessi titoli, Fi-
do Vtl'Aragona; nel i4>^5 Pietro de Fu- lippo Lopez- yRoyo teatino, della dioce-
xo o Foix cardinale; nel 14*^9 Giovan- si di Lecce, traslato da Noia. i<So?. Do-
ni VI di Paternione benedethno, priore menico P/n^'//7/e/// di Ci^lnionte napolela-
e arcidiacono di Catania sua patiia,quin- no, poi cardinale. i8o3 Kalfaele M-orini-
di vicerèdi Sicilia nel i4t)4i ' J'oGt: i,)oq: le teatino napoletano, trasferito da Cosen-
iiferisce il Pirro che nell'elii di qo anni, za, arcivescovo di Palermo. 18 iG cardi-
cK'ocaliis filli a Poiitìficej uL adcanlina- nai Pietro (^/v/i'z/j^t. Nel concistoro dei
iiLus iipicciii eveheretur,t\y\ov\^oco\.kinì- i5 aprile i833 Gregorio XVI piecuniz-
po dopo in principio del i5i i ; ma non zò arcivescovo Gaetano Maria Trigona e
iiportandoIoilCardella,chenellesue Me- Parisi, cht a iZ giugno creò cardinale.
//iO/ve esaminò i registri concistoriali, non Per sua morte, lo stesso Gregorio XVI
feci la sua biografia. Francesco li cardi- nel concistoro de'2 1 febbraio i83e) pre-
nal Reiiìolino nel ijii per nomina di coniz/.ò l'odierno arcivescovo Ferdinando
Feidinando V fu fatto arcivescovo ;
gli IMaria Pignalelli nobile napoletano, pre-
successe nel iSig il celebre cardinale Ir. posilo generale de' teatini e consuilore
Tommasode YoCaietano;nel laaoGio-
/ della congregazione di propagand 1, ed in
vanni VII Carandolet decano di Besancon; quello degli 8 luglio lo creò cardi naie, con-
nel 1 545 Pietro IV de 2\igLiai'ia,\w\ci\v- ferendogli per titolo la chiesa di s. lAIaria
fr. Giuseppe Gasch de' uiiuimi, della dio- minali pastori. 11 palazzo arcivescovile è
2? 1' A L PA L
innanzi la lueliopolitana. L'arcidiocesi è compone di 4 pi'ovincie, capo delle qua-
vestii, si estende per circa 80 miglia e con- è la Giudea emetropoli Gernsaleiiìme
li :
tiene più luoghi Ogni nuovo arcivesco- nella stessa regione è Gerico , Joppe o
vo è tcissiito nelilni della camera apr)Sto- Jaffa, Ebron, ifi>/?W(7ji,?. Tiene il secondo
lica in fiorini i 3oo, ascendendo le ren- luogo della provincia Samaria, la cui
dile della mensa a i5,ooo scudi romani, città contende di nobiltà con Gerusalem-
gravate di molti pesi. Abbiamo del c;in. me, e sporgea suoi termini al di là del
i
gnato, si fa derivare dalla parola palaseli. derPj mediante lettere apostoliche de'23
Questo nome può prendere in un si-
si luglio i847) pi'econizzandovi nel conci-
gnificato esteso, od in un senso limita- storo de'4 ottobre mg. Giuseppe Valer- "^
Guardiamo del s. sepolcro, può vedersi Giordano. Gl'israeliti dopo essere stati
quanto riguarda le vaste missioni di Pa- a lungo governati da giudici temporanei,
lestina. La Terra Santa appena fu istitui- si diedero ad un re nella persona di Sauf-
to l'ordine Francescano, fu a lui aflìda- le; sotto i regni di Davide e di Salomo-
ta e meglio più tardi ai benemeriti minori ne furono uno de'popoli più doridi del-
osservanti, che vi sono mantenuti a fron- l'Asia: il regno che si estendeva al nord-
te di tante crudeltà già usate loro dai mao- est sino all'Eufrate avea vari porli sul
mettani, dagli scismatici e dagli eretici. mare Rosso e sul Mediterraneo, ed il suo
In Siria i cristiani vennero chiamati po- commercio competeva con quello di 77-
nentini, cos'i tutti quelli che viveano se- ro j questa prosperità diminuì di molto
condo i riti della chiesa romana. In Pa- dalla separazione delle dieci tribù e dallo
lestina si tennero due concilii : il t.° nel stabilimento di due regni rivalidi Giu-
3 i8, il quale fu un conciliabolo a favoie da ed Israele, e finì coli' essere aumen-
d'Ario; il 2.° nel i 1 l 'i sulla deposizione tata nelle guerre che fecero i re di Ni-
di Arnoldo patriarca di Gerusalemme. ni ve e di Babilonia, quali non termina-
Reg. t. 26; Labbé t. i o Arduino t. 6.
; rono che colla schiavitìi degl' israeliti e
La Palestina, anticamente abitata dai dei giudei. Ciro permise agli ebrei di ri-
cananei, prese il nome da una delle loro tornare nel loro paese, di riedificarvi il
tribù, quella dei palestini, fìlistini o fdi- tempio e di ristabilire le loro costituzioni
stei, che ne occupavano la parte occiden- ecclesiastiche; la Giudea rimase sogget-
tale, al dire di Tolomeo, mentre
Ter- il ta alla Persia sino alla conquista d'Ales-
zi dice derivare il nome di Palestina da sandro il Grande. Allo smembramento
un figlio di Mesram nato da Sem. Que- dell'impelo tli questo conquistatore, fu
sta contrada, celebre eziandio come cul- sottomessa Tolomei, poi ai re di Si-
ai
la del cristianesimo, offre uno spettaco- ria; tiranneggiata da questi ne scosse il
lo interessante nelle sue diverse famose giogo, e maccabei con una serie di glo-
i
portai i cenni istoiici de'principali avve- denza; fu d'allora governata dai re asmo-
nimenti sotto il dominio degl' israeliti, nei o assamoneicioè Maccabei, de'quali
de' romani, de' saraceni, de' latini e dei e di tutti dominatori della Palestina
i
,
turchi. Dal tempo dei patriarchi fu per- riportai la cronologia a Giudea. Cad-
corsa dai pastori , che aveano i loro ca- de po^cia sotto il dominio de'romani che
che van-
pi indipendenti, simili a quelli vi stabilirono gli Erodi come tributari ,
no errando adesso nelle vaste pianure lasciando però gran parte dell'ammini-
dell'Arabia. Sembra che l'agricoltura vi strazione civile e militare fra le mani dei
avesse fatto fra essi considerabili pro- giudei. A quest'epoca Giudea divenntj
la
sima, ed anche in oggi conserva le trac- gione cristiana. La terra in cui vissero i
coniando di Tito, dispersero tulta la na- lilli, incon)inciando nel 638 dal conqui-
zione nelle diverse provincie dell'impe- statore Omar, rispettarono da prima i
ro, e da cpiesl'epoca giudei non potero- i luoghi santi e ne trassero un utile dai
no mai più rialzarsi e formare un corpo pellegiinaggi che vi si facevano; ma il
ie di qua del Giordano nelle Ire tetrar- mussulmani che nel io55 se ne resero
chie di Giudea propria, Samaria e (la- padroni, li profanarono e commisero o-
lilea; il paese all'est del Giordano formò gni olti-aggio sui pellegrini. Il gran s.
dalla presenza del Salvatore, come diilii- fatte violenze diedero origine alla i."
cipi fecero prender l'acqua dal celebre mani de' nemici del cristianesimo i santi
fiume, per farvi battezzarci loro lìgli. Il luoghi, l'entusiasmo de' popoli pospose
s. Sepolcro è per noi il santuario più veiie- in onore della {\tì!ie e del Salvatore, la
lando, la più pieziosa delle reliquie. Ge- terra natale alla terra straniera che di-
rusalemme che lo contiene coi circostan- venne il supremo voto di tulli. Nel 1099
ti luoghi, sono contrade in cui 1' aria, Geiusalenune e gran porzione della Giu-
l'acqua, la terra, le valli e i monti fan- dea furono tolte ai mussulmani, e si creò
no pregustare ai fedeli le gioie inelfabili il regno Ialino di Gerusalemme che du-
1, p. 333, tratta delle industrie usate già fu di continuo inondata dal sangue dei
dai gentili per sopprimere nella Giudea cristiani e de' maomettani. L' Europa
le memorie e la venerazione tic' luoghi stanca da una guerra disastrosa e lonta-
santi. Nel IV secolo la madre di Costan- na, e più non inviando che deboli soc-
tino l'imperatrice s. Elena visitò la Ter- corsi, Saladino sultano d'Egitto conqui-
ra Santa, vi rinvenne la vera Croce e gli stò la Giudea e Gerusalemme neh 187; le
altri stromenli della passione del Signo- autorevoli esortazioni de'Papi e il premio
re , e vi fece costruire que' templi che dell'indulgenze più volte risvegliarono
De' frequentis-
descrissi a' propri articoli. nt Crocesignali l'entusiasmo religioso al-
cftliu el obseivanlia Tcrrae Sunctae , ti imperatore de' turchi e fu uaita ali' iin-
,
P A L P A L 23
pero otlomano. Essa aveva cessato da brache saranno rislabilitedaibelgi. Della
lungo tempo d'attrarre ratlenzione sotto Palestina, oltre gli autori citati ne'meii-
il rapporto politico, allurcliè i francesi tovati articoli, ne trattano. Cristiano A-
coinandali da Ijoiiaparlene fecero la con- dricomio: Tlieatrtiia Terme Sanclae, Co-
tjuisla nel i'-(K) per al^bandonarla f|iia- Ionia i 5()o. Mariti, Voyn^cs daiis l'iole.
clie dai sovrani angioini Roberto e San- ma 1818. (iiovanni Failoni, Viaggio in
eia eiedi presuiilivi clelia cor<ina di (ie- Siria e nella Tena Santa, preceduto
rnsalenirac, in favore de' cristiani Ialini da notizie geografiche delle di\'erse re-
detti franchi, dinjoranti in oriente e par- trioni di quegli abilnnti , coi piani del-
ticolarniente nella Palestina, sì ncgl' in- l'aulica e. nuoi'a Gcritsaleinntc, e colla
che ne'religio'^i, trattai a
teressi politici, pianta del gran tempio del s. Sepolcro,
Francia, Costantinopoli, Gerus.\lemme, Verona i833. Terre sainte illnstrée,Vi\'
GuARniANO DEL s. Sf.i'olcro, Oriente, ris 1837. Ponjoulat, Istoria di Gerusa-
Grecia, nel voi. XXXII, p. 1 58 e seg. lemme, IMilanu i834- Questione dei Ino-
Ivi e altrove pure dissi della protezione gìii santi per Eugenio Bore, Parigi i85o.
,
e tutela esercitala dalla Francia sulla Un estratto di cpieslo libro è nella serie
custodia de' luoghi santi, segnatamente 2.^ degli Annali delle scienze religione,
pei francescani sul s. Sepolcro, in che voi. 9, p. 1 55. 11 benemerito autore egre-
presero talvolta parte diversi pii nionar- giameiile difende i francescani contro
chi e la repubblica veneta, per le auto- gl'intiiglii criminosi de' monaci scisina-
revoli sollecitudini de' Papi. iVarrai an- liei greci spogliatori di diversi santuari
Cora le visite e custodia de'Iuoghi santi, in Terra Santa dimostrando, che 78 an-
;
le cui mani erano da lcm[)o iminemo- scani di Terra Santa e con esso loro tul-
rabile, avanti soldani d'Egitto e le con-
i ta intiera la catlolicità, contro ideili lo-
cpiisleottomane. Inoltre saranno ripri- ro persecutori. Spera che la Francia Ca-
stinate nel tempio del s. Sepolcro le tom- rà valere il suo titolo secolare di proteg-
be dei re Golfredo di Buglione e Baldo- gilrice de' luoghi santi. In falli, la Frau-
vino conti di Fiandra (che con iscrizio- eia pel suo ambasciatore ha eseguite di-
ne descrissi a Gerusalemme), risparmia- ploinaliche rappiesenlanze alla sublime
le nell'incendio del 1808, e che per mali- Porta, per rivendicare i santuari usur-
guilii vennero poco dopo diblrulle ; sem- pali dai greci nella Palestina, Samaria e
i6 P A L P A L
Giudea, ed governo oUomano per le
il perare uno de'due denti di s. Paolo. Su
capitolazioni con Francesco I ha ricono- questa vetta fu già contiguo alla chiesa
sciuto il diritto di prolettorato garantito un monastero di benedettini sotto V in-
a Francia da solenni e antichi concor- vocazione di s. Pietro, fiorendo a' tempi
dati, trattandosi ora di determinare qua- di s. Gregorio I, il quale vuoisi che pri-
li sono i santuari usurpati dai greci. ma di essere elevato al pontificato vi di-
PA lesti; N a 1
( Praenestin ) . Città morasse alcun tempo. Airufilziatura del-
con residenza vescovilesuburbicaria, nel- la chiesa successero i preti e l'arciprete
lo stato pontificio, governo del distretto con collegiata. La descrive il Piazza, che
di Tivoli nella comarca di P».oma, po- fece la visita della diocesi, in un ai 7 suoi
sta nel centro del Lazio (^.), appoggia- altari, alla chiesa di s. Maria di IMonte-
la alla f]ilda d'un monte, ch'è uno degli rolo fuori la porta del castello, al pa-
ultimi conlralForti dell' Apennino nel , lazzo de'Colonnesi nella sommità di es-
quale va a terminare il monte Gliceslio, so, ove visse santamente la beata Mar-
distante da Roma circa 24 miglia, nella gherita Colonna figlia di Udone princi»
via Labicana, così detta da Labico[!^.). pe di Palestrina, con diverse nobili ro-
Celebre è negli atti de'martiri la via La- mane, come in monastero, trasferito poi
bicana o Lavicana e Prenestina, per aver- in R^oma presso la Chiesa di s. Silve-
vi in esse in gran numero sostenuto il stro in Capile ( ^. ) ove riposano le ,
martirio, poiché fuori della porta Esqui- sue ceneri nel 1848 il regnante Pio IX
:
lina era solito di punire i rei, tali es- ne approvò il cullo immemorabile, con
sendo tenuti i cristiani dai gentili, e di officio e messa. In questo castello fu te-
darvi loro sepoltura. Il Piazza, parlando nuto in orrida prigione il b. fr. Jacopo-
di tal via, dice che vi sostennero il mar- ne di Todi francescano. Clemente XII
tirio i ss. Primitivo (di cui vedasi il voi. nel 1782 restaurò la chiesa di s. Pietro
XXVIII, p. 85 e 86), Zotico e Amanzio, con architetture di Michetti, e pitture
e che vi fu in essa la chiesa di s. Gia- nella volta del Costanzi; onde d'antico
nuario. Del cimiterio a Tor Pignattara, non avvi che una parte della mura a
ne tenni proposito ne'vol. X, p. 235, XII, poliedri, ed un piedistallo con iscrizione,
p. 78, XIll, p. 148. Da piima la città che serve di vaso per l'acqua santa. In
era sulla più elevata cima dell' antica essa è un buon quadro di Pietro da Cor-
cittadella, sul monte Preneslino, ove si tona^ rappresentante Gesù Cristo che af-
vede un recinto con rocca, e l'an-di case fida il gregge a s. Pietro: quel celebre
tichissima chiesa parrocchiale da cui eb- artista già d'ordine di Urbano Vili ave-
be il nome di Castel s. Pietro, come de- va restaurata la chiesa e fatto il porti-
dicata al principe degli apostoli, il quale, co. La chiesa fu peròconsagrata nel 1792
narrala tradizione, piantòquivi prima di a' I 8 novembre dal vescovo d'Anastasio-
ogn'altro luogo del Lazio la religione cri- poli Graziosi nobile preneslino, vicario
stiana, onde vi fu posta la di lui statua generale e ausiliare. Come luogo fortifi-
risiede in questa città. La città attuale sotto Urbano Vili, e per avere quella
è intieramente fondata sulle rovine del città sperimentato la cessazione della pe-
magnifico tempio della Fortima, per cui ste; invocandone il patrocinio i Hailie-
è quasi di forma rettangolare, e s'iimnl- rini ed i prenestini, aiuh'essi ne restaro-
za su vari ripiani in modo piramidale, no illesi. Incominciata dal principe d.
come un dì ergevasi il tempio. E cinta Taddeo, con architetture del Contini, nel
di muraglie, colle polle di s. Martino, 1677 compì il figlio d. Maffeo. Nel
''"^
del Sole, delie Monache, Porlella, dei 1692 s. Rosalia fu dichiarata 3.'^ patro-
Cappuccini e di s. Francesco, oltre due na della città. Altre chiese sono «agre al-
antiche chiuse. Presso alcune si vedono la IMadonna del Truglio, a s. Biagio, al-
torri quadrilatere e costruzioni diirercnti l'Annunziata con (jiiadro di Maratta, a
«:ome a poligoni, e di opera quadrata e s. Antonio, a s. Andrea, a s. Francesco,
laterizia. Diversi monumenti singolari fu- a s. Girolamo, a s. Egidio, a s. Maria
rono scoperti in Palestrina; nel lìluseo degli Angeli. La cattedrale è dedicata a
l^" alienilo sonovi varie statue e bassoi'i- Dio sotto l'invocazione di s. Agapito mar-
lievi; e nel suo Aluseo Gregoriano Tja- tire, cittadino e patrono di Palestrina e
leranense (/^.), Gregorio XVI vi collo- sua diocesi, il cui corpo ivi è in venera-
cò il celebre Anlinoo. zione con altre insigni relicjuie. Circa il
La città modeina non presenta alcun 274 s. Agapito nativo di Palestrina, gio-
edifizio propriamente degno di essere par- vinetto di i5 anni, per professare la fe-
ticolarmente ricordato; le case dalla par- de di Gesù Cristo, quivi dall'imperatore
ie inferiore sono ben fabbricate; il giar- Aureliano e alla sua presenza fi fatto
dino Barberini è ridotto ad un orto, che flagellare, indi tormentare e inutilmente
non ricorda la primitiva magnificenza, esporre nell'anfiteatro di Palestrina alle
se non per le statue mutile e tronche fiere, venendo decapitato nel luogo ove
qua e là abbandonale, per im bassorilie- fu edificata la cattedrale: i ss. Anastasio
vo bacchico e per vari piedistalli con an- e Porfirio, il i
.°
tratto dal suo esempio,
tiche iscrizioni. Nella parte superiore il il 2." suo istruttore, ebbero pure la co-
palazzo baronale è fabbricato sulle ro- rona del martirio, i quadri de'quali nella
vine dell'emiciclo nel ripiano della Cor- cattedrale dipinse l'Onofri. Il corpo di s.
lina, con architettura corretta del decli- Agapito, sepolto un miglio lunge dalla
nar del secolo XV; contiene oltre il ce- città, fu poi verso il ()'j \ trasferito nella
lebre musaico, di cui pallerò, molti sua basilica, nella cappella scavata sot-
frammenti antichi di scultura e varie terra, detta la grotta di s. Agapito, ove
iscrizioni, fra la famosa della
le quali furono poscia riposti i corpi de'ss. Gor-
Fortuna, una Pace Augusta, l'altra
alla diano e Abundio, colle reliquie di s. ]Mi-
alla Sicurezza Augusta eretta dai decu- liano e di s. Ninfa. Nel r r 16 a' 1 4 gen-
rioni e dal popolo prenestino. Olire la naio il vescovo Conone cardinale la i;on-
Fortuna in l'reneste vi ebbero templi sagrò, ma i tre corpi furono dal Vitel-
f iiove,Esculnpio, Igia, Serapide e gli dei leschi mandati a Corneto sua patria, ove
Penati. Va";a è la chiesa baronale di s. si venerano nella chiesa de' fianccscaiii.
28 PA L PAL
e solo polè ricuperarsene le relirpiiecnn Olire la parrocchia della cattedrale,
alde di altri santi per autorità d' Inno- vi sono due altre chiese parrotcliiali, tut-
cenzo Vili e Sisto V, non che di d. Tad- te con fonte sacro. Incattediale n' è cu-
deo Barl)erini e dei cardinal Fiancesco ralo un canonico eletto per concorso e
nipoti d'Urbano Vili. Questa cattedrale a|)provalo dal vescovo. Il capitolo si com-
già era stata ristorala e migliorala da s. pone della dignità dell'arcidiacono, eret-
Leone li 1, quando a' iG dicembre 17 i i ta da Pio IV (nel I9'2 avea l'arcipre- 1
Basso della Rovere. Il cardinal Del Mon- del cardinal Petra, Vi sono in città 5
te adornò la cappella antichissima del conventi di religiosi, francescani rifor-
Salvatore; il cardinal Giulio della Pio- mali, carmelitani, cappuccini, Irinitarii
vere prolungò il coro ; i Colonnesi edi- e ddttrinarii benemeriti dell'educazione
ficarono la cappella di s. Lorenzo pei- lo- pubblica; 2 monasteri di monache, cioè
ro sepoltura; il cardinal Marc' Antonio le Clarisse làrnesiaiie, di cui parlai nel
Colonna seniore l'eoe il trono vescovile voi. XXVI, p. i85, e le monache del
di marmcj, indi furono ridotti gli altari Ijambin Gesù per istruire le fanciullecoii
con cpialche simmetria. L' altare mag- educandato, fondate dal cardinal Fran-
giore era in mezzo al coro con cpiaciro cesco Barberini, con breve d'Innocenzo
donalo da Curzio Caslrucci, il quale dal X.\\\, Alias prò parlCj del io settembre
Sicciolante vi fece espiimere la decolla- 1723, nella chiesa e monastero di s. An-
zione di s. Agapito, indi trasferito in sa- drea già delle farnesiane, e donò loro i
grestia, quando nel i65i il cardinal Que- corpi dei ss. Cecilio e Stratonica marti-
va trasportò l'altare in fondo della tri- ri.Vi sono 6 confraternite, del Ci ocelis-
buna con quadro del martire dipinto da sOjdelSagramento, del Piosario, del Car-
Camassei. Il cardinal Porlocarrero nel mine, degli Angeli custodi, delle Stim-
I 706 con architetture di Sebastiani risar- mate; la I .^ fondò l'ospedale. Due cou-
cì la buona forma
cattedrale, la ridusse in servatorii,il monte di pietà istituito nel
so poi del presbiterio fece erigere con fi- buendovi Angelo Villi mentre nel 632 ; 1
della sacra. 11 cardinal Pedicini fece la gresso dietro la cappella del Salvatore;
facciata e il cancello di ferro del purlico. io ampliò quiudi e uiigliorò il cardinal
,
TAL PAL 29
Snntoiio nel 1602^ come pur fece il car- stri, onorati con islalua e simili dimo-
dinal Peietti, finché il dello cardinal Spi- strazioni pubbliche, benemeiiti della pa-
nelli lo convertì in seminario^ fabbrican- tiia, distinti nel civile, nel militare e
dovi nelle case ove esso era l'episcopio, nell'ecclesiastico, nelle scienze e nelle ar-
presso la chiesa di s. Eligio. Pio VI or- ti, nelle opere di pietà e in altro, lutti no-
dinò il restauro dell' aciinedotlo pubbli- tati dai patrii istorici avv. Pelrini, e ve-
costruzione d'una nuova fonie sulla piaz- varie opere; ne accennerò i principali.
scuno de'4 ([uartieri cui era divisa la cit- lia sua sorella,maggiore de' quali fu
il
tà. Nel i44-^ eranvi 1 4 nobili governa- il i.° patrono di Paleslrina. Manicio di-
tori, uHìciali civici; indi Eugenio IV sop- fensore di (".asilino. Eliano sofista. Ce-
presse il consiglio democratico o parla- sario console. Numerio Sulfezio o Ful-
mento civico. Di|ioi nel i542 si stabiPi fezio autore del tempio della Fortuna.
che i consiglieri fossero 32, 8 per quar- Tito Flavio che ottenne i doni militari,
tiere, poscia aumentali a ^o. Dopo di- tra'quali molli preneslini fiorirono. Q.
^ersi cambiamenti, venne stabilito quel Cecilio Metello, in Roma tribuno della
magistrato comunale come in tulli i r?iic- plebe. Q. Aiiicio edile curule. L. Attilio
nicipii dello slato pontifìcio, col gonfalo- comico insigne. Diversi militali e mini-
ìiitre. Lo statuto municipale venne ri- stri de'Colonnesi, come Cristoforo Celli
formato dui cittadini e dal barone, cir- e Curzio Castrucci ambasciatori di Fran-
ca il i483. I paesi di Castel- J/gido (di cesco Colonna, il i.° al re di JVapoli, il
cui parlai nel voi. XXV 11, p. lyq) e di 2." al re di Spagna. Andrea Gacio vesco-
Znncati (ne fo cenno a Papiano), che di- vo di Terraciiia. Andrea Borgia vescovo
pendevano dal governo di Paleslrina, og- di Segni. Domenico Testa di s. \ ilo na-
gi sono ridotti a tenute, il i." fu distrut- to in Paleslrina, segielario delle lettere
to nel 1 1 87, il 2." nel i497- latine di Pio VII, e segrelaiio de' brevi
In Paleslrina evvi dal secolo XVI il ai principi del medesimo e di Leone XII,
consolato dell'agricoltura, di cui è pro- Pio Vili e Gregorio X\ I. Adriano Gi-
tettore s. Gordiano, al quale nel secolo prari abbate generale de' vallombrosani.
XVII eresse una cappella decorosa nella Sebastiano Fantoni generale de'carmeli-
chiesa di s.Egidio: nel 1681 riformò e tani; di quest'ordine fu pure il p. Seba-
slampò i suoi statuti. Essendosi Ibrmala stiano Fan Ioni Castrucci autore de Ila. SVo-
un'accademia intitolata ùe^V Incostanti ria d^ Avignone, che dedicò al principe
nel i6()2 pubblicò una raccolta de' com- IMalìeo Barberini. Persiano Piosa di s. Gi-
ponimenli recitati, colla tipografia pid)- rolamo della Carità, che ideò \' O'^ pizia
blica eretta nella città poco piima, la della ss. Trinità dei pellegrini di Boma.
quale continuò fino alla mela del secolo Angelo A elli filippino. Xicola Angeli dot-
passalo. Essendo in essa molli cittadini tore in decreti. Andrea Fulvio arciprete
ascritti Accademia d' Arcadia, da
a\V di s. Maria ad I\lartyres e suo fratello
questa nel lySi ottennero l'erezione di Giovanni, antiquarii e poeti. Agostino
una colonia, che si stabih a' 5 ottobre. Vigorio antiquario. Mariano <leBlaiichel-
In ogni tempo fiorirono prenestini illu- lisLeouaidi ItUeralo. Lucio Antonio Fa-
3o TAL PAL
bi giuieconsulto. Gianfrancesco Jacobel- tino, nato da Ulisse e da Circe. Secondo
lì canonista. Gio. Pier Luigi da Palestri- Virgilio ne fu fondatore Ceculo figlio di
iia principe della musica socra, al qua- "Vulcano, stipile della gente Cecilia; stan-
le articolo parlai di lui ed a Museo Ca- do a tal tradizione la città venne fonda-
riTOLiNO pel suo busto collocalo nella ta circa i tempi in cui Enea si recò ia
protocuoleca. Giuseppe Agapito Cecconi Italia, contro il quale Ceculo prese le ar-
fu uno lioma dell'ac-
de'restauialori in mi, con gli altri principi latini. Ma Vir-
cademia degl'Infecondi. Eugenio Michet- gilio stesso fa dire ad Evandro di aver
ti anatomico. Agapito Colersi compila- ucciso in gioventìi il re Erilo Praeneste
tore dell'officio proprio di s. Agapito. sub ì'psa, comech'egli avesse regnalo net-
Pietro Petrini bibliotecario della Barberi- la contrada prima di Ceculo; da ciò de-
na. Cesare Mocci avvocato. Fabio Cristo- riverebbe contraddizione, imperciocché il
fari musaicista. Agapito Bernardini de- monte e la selva d'elei che lo copriva, po-
lineatore. Giuseppe Lucchini Segoiuii teva aver di già presso gli aborigeni e pe-
pittore e autore de' quadri di s. Crispino lasgi il nome di Prenesle, che poi Cecu-
ni cattedrale, di s. Felice ai cappuccini, lo die alla città ivi fondata. Da Solino
di s. Isidoro nell'Annunziata , de'ss. An- Jìpparisce che Prenesle era stata edifica-
tonio e Pasquale ai fiancescani, e de'ss. la dal nipote d' Ulisse, che i preneslini
Francesco e Gordiano alle Stimmate. Si davano per fondatore Ceculo, rinvenuto
tengono in Palestrina due fiere, a'i4 di- f inciullo presso fuochi fortuiti, donde de-
gesto e g novembre; conta quasi 5ooo livò la tradizione di essere figlio di Vul-
abitanti. Presso Prenesle furono ville cano. Strabone dice che Tibur e Pr^o
.sontuose degli antichi romani ; una ve «eite credevansi città greche, e che dap-
n'ebbe Phnio il giovane, altra il celebre prima Prenesle fu chiamata Priiiislo, da
Simmaco. L'opportunità delle copiose prini o elei, vocabolo esprimente mol-
cavedi buona creta accostumò preue- i te corone, forse dai vari recinti di mu-
stini ad impiegarci loro servine' lavo- ra che la cingevano, o dalle corone di el-
ri figulini, ove l'annotazione del giorno ei cui solevano incoronarsi gli abitanti,
e del console fu utile alle investigazioni per cui era stata detta anche Stffane o
storiche. Nel 1846 in Fiocca di Cave, (li- Pilislefane, in significato pure di corone
stante 3 miglia dalla città, Antonio M.it- o molte corone. E difficile separare dal
tei,uno de'prmii possidenti, nella vicina favoloso la fondazione del regno Prene-
montagna dopo perseveranti investiga- slino e di Frenesie, la quale si fa rimon-
zioni rinvenne bellissime brecce che non tare a i5 secoli avanti l'era nostra, po-
la cedono in consistenza, vivacità e va- polala d'aborigeni, indi da coloni frigi,
rietà alle più celebrale brecce orientali; greci e latini. Narrali Petrini, che appe-
ne attivò la cava, da cui in abbondante na giunto Evandro nel Lazio venne a
copia ne estrasse 8 diverse specie, gra- battaglia col principe Erilo e l'uccise, di-
ziose e distinte nelle loro maccbie. Il cendosi questo figlio di Feronia o Giu-
clima di Palestrina è puro e fresco ; fu- none poi con Giove ) adorata dai pre-
(
rono lodati i suoi vini, le sue rose, le sue neslini.Quindi come avendo Prenesle i
nocciole, e la fertilità del lerritorio ab- suoi re, alla venula diEnea vi regnava
bondante di elei. Ceculo, e che ne fu pure re Telegono fi-
Palestrina, del suo nome antico si leg- glio d'Ulisse fratello del re Latino, il cui
gono tre etimologie : Fraenesle, chnlas figlioPrenesteo vuoisi egualmente re di
PraenesLina- rellesuina, Piaestnno- Pa- Prenesle, ed a Telegono attribuisce Pe-
uestre, derivanti da elei, per l'abbondan/.a d'una colonia greca.
trini l'introduzione
di tali alberi, o da Prencsteo figlio di La- Dipoi 1079 anni circa avanti Gesù Cri-
PA L PA L 3 1
sto, Latino Silvio terzo re d'Alba (di cui Teodosio I promulgala nel 891, posero ter-
parlai a Lazio), ridusse Frenesie sotto il mine alla celebrità di questo antico de-
suo dominio e vi mandò una colonia. Pri- lubro del Lazio, e col farlo chiudere e la-
ma della fondazione di Roma, Numerio sciarlo in abbandono ne prepararono la
SulFezio prenestino elevò il vastissimo rovina. Le successive scorrerie de'barba-
tempio Fortuna, dopo che ammoni-
alla ri mossero gli abitanti a riparare fra le
to da sogni tagliò un macigno o selce, dal sue rovine : i portici ed i delubri furono
quale uscirono fuori incise in legno di ad abituri moderni, ed a poco a
ridotti
quercia le famose sorti prenestine, cioè poco questa mole immensa scomparve.
scacchi o tasselli scritti in lettere antiche. Rimaneva però ancora intatta una gran
Nello stesso tempo scorse miele da un parte delle magnifiche sue soslruzioni,
olivo piantato presso il tempio, onde per le antiche scale marmoree servivano an-
ingiunzione degli aruspici, che pi edissero cora per le comunicazioni degli abitanti
la futura celebrità di quelle sorti, queste e conservavano la loro magnificenza, e
vennero deposte in cassetta fatta con le- vedevasi torreggiare sulla sommità dei ri-
gno di tal pianta , donde si tiravano le piani tempio rotondo della dea ch'era
il
sorti e le risposte per ordine della Fortu- VAedes Fortuitae,(ìove dicesi avea esi-
na, oracolo che presto diventò rinoma- stito il suddetto olivo, alKn-chè nel 1298
tissimo. E' probabile che ove si custodi- per ordine di Bonifacio Vili furono sman-
vano le sorti, venisse collocato il gruppo tellate le sostruzioni, distrutte le scale, at-
dellaFortuna assisa, allattante Giove e terrato il portico semicircolare e demo-
Giunone: da ogni parici superstiziosi cor- lito il tempio rotondo. E quello che per
sero a consultarne l'oracolo. Il Petrini è la solidità resistette al piccone e al fuoco
di parere chetempio comprendesse due
il di delta epoca, lu deformato dagli abitu-
sacrari, onde contenere due luoghi ove i ri della popolazione e dalla successiva di-
Numerio lece credere apparsi gli accen- struzione del 1 437 fatta per opera del V i-
nati portenti, per indurre preneslini al- i lelleschi. La riedificazione ulteriore del-
l'edificazione del tempio con smisurali la città sugli avanzi del tempio della For-
macigni poligoni irregolari uno dei sa- : tuna apportò nuovi guasti, e prova di fat-
crari o santuario si disse Acclein Forlu- to è lo stato in che vedesi ridotta una del-
nae, l'altro o delubro, Delubrum Forili- le magnifiche sale chiuse nel seminario.
nae. Furono addetti ministri al suo cul- Essendo il tempio addossato alla falda del
to, e fra quelli che vi si recarono a sagri- monte, venne iimalzato sopra vari ripia-
flcare, nominerò Prusia re di Bilinia col ni a guisa di scaglioni o terrazzi, con co-
figlio jNicooiede. Nata la città sulla som- struzioni di 4 epoche diverse. Di questo
mità del monte, gli abitanti scesero quin- tempio A. Nibby nel 1825 pubblicò: Jl
di alla f.ildaper approssimarsi al tempio. (empio della Forlwia Preneslina, memo-
La fama del tempio e delle sorti prene- ria con tavole e splendida edizione a spe-
stine andò crescendo di credito, quando -so dell'imperatore delle Russie Alessan-
Preneste divenula colonia romana, ces- dro I, quindi la riepilogò nel t. 2, p. 4?^
sala la gelosia del senato romano, che ri- i\M Analiii de dintorni di Roma.
pugnava agli oracoli estranei, fu quindi La colonia d'Alba rimase fedele alla
l'oracolo consultato non solo dai magi- metropoli, finché ipiesta non fu soggiogala
stiali, ma sovente dopo la caduta della e distrutta da Tulio Ostilio 3." re di Roma.
repul)blica favorito dagl'imperatori sles- Dopo quell'epoca Preneste ricuperando
si : la legge però di Costanzo emanala nel rinilipendenza si resse da sé, né si ricor-
353 di nostra era contro il culto antico, tla più il suo nome fino al 21 T di Roma,
e soprattutto quella di Valeutiuiano 11 e in che i prcnesliui si coUegaruno ai lati-
32 P A L P AL
Ili per tistalìilire i Taiqiilnii : dopo due conda massime nella decadenza dell'im-
anni e poco prima ddìn liallnglia al la- pero. iN'el 473 avanzantlosi l*irio per la
go Regillo, Preiieste si staccò dalla ioga vi» latina verso Roma, sali sulla rocca e
e riaccostossi ai romani, onde più tardi cittadella di Preneste (poiché i prenesti-
le sue tene soggiacquero alle depredazio- ni dasommità già erano scesi nella
tale
ni degli ernici e de'volsci nel 291. Ve- falda del monte per approssimarsi al tem-
nuta meno la forza romana per l'inva- pio della Fortuna), onde incutere timo-
sione de' galli, i prcnestini si lasciarono re ai romani e prendere un'idea giusta
sedurre d;ii volsci e si allearono con loro delle vicinanze della città spaventato pe-
:
a danno di Roma nel 372, facendo scor- rò dalia difficoltà dell'impresa, retroce-
1 erie nel territorio de'tusculani, de'gabi- dette colle sue genti. In quella circostan-
iii e de' lavicani. I romani non volevano za i principali prenestini furono come o-
credeie a questa defezione, però nel 874 staggi trasportati in Roma e chiusi den-
essa di vemie aperta sotto Velletri, percui tro l'erario. J3opo quell'epoca fino al 536
fu loro formalmente dichiarata la guer- non si ricordano più i prenestini né Pre-
ra. Ma i prenestini invece uniti ai volsci neste, tranne la proibizione del senato a
presero Salrico colonia romana, usando Lutazio di consultare le sorti della For-
"vilmente della vittoria ; quindi Camdlo tuna Preiiestina. Nel detto anno i prene-
li ruppe presso le mura della colonia da stini non giunsero intempo a partecipa-
loro conquistata. Nell'anno seguenlei prc- re della battaglia di Canne vinta dai car-
nestini profittando delle dissensioni dei taginesi, onde il pretore prenestino Ma-
romani, devastarono le terre nemiche, ed nicioo Marco Anicio loro condottiero con
osarono attendarsi presso la porta Colli- altri distaccamenti romani e latini si ac-
na di R^omae quindi sulle rive dell'Allia, quartierarono in Casilino, come notai a
])onendo a sacco le feire convicine. E- pERur.iA. In quel frangente avvedutisi che
lelto dai romani in dittatore Cincinnato, gli abitanti avrebbero aperto le porte al
questi in 20 giorni li mise in rotta e gl'in- vincitore, furono portati dalla necessità a
seguì fino a l'renesle, espugnò gli 8 op- ucciderli e si fortificarono in un alla coor-
pidi o terre fortificate dipendenti da lo- te perugina. Questo pugno di circa 1000
ro, prese Velletri e forzò Prenestead ar- soldati arrestò le conquiste e le vittorie
rendersi;di là Irasportòin R.omasul Cam- d'Annibale, fece per vari mesi una dife-
pidoglio la statua di Giove Imperatore, sa eroica, e forzato dalla fame e ridotto
che come trofeo fu collocata nel teujpio a metà, ottenne dal vincitore patti ono-
di GioveCapitolino con iscrizione che de- revoli. A Manicio o Marco Anicio fu e-
notava le castella conquistate da Cincin- retta nel foro prenestino una statua lo-
nato. Rimase ambigua la fede de' prene- ricata, ed il senato romano in ricompen-
stini, poiché nel 876 corse fuma che met- sa ai prodi ripatriati assegnò stipendio
tessero in movimento i Ialini. Mantenne- doppio, 5 anni di esenzione dal servizio
ro tuttavia la pace sino al 4i^,hi che si e i diritti della romana cittadinanza, o-
collegarono coi tiburtini e coi veliterni noreche essi ricusarono, preferendo l'iu-
a difesa di Pedo ( Gallicano) contro i dipendenza patria.
lomani, i quali però sotto Pedo li vin- Nel 534 a Preneste si unirono gli e-
sero comandati da Furio Camillo, e li serciti per opporsi sul Metauroad Asdru-
multarono d'una parte delle terre. Indi bale fratello d'Annibale, indi segin la pa-
i prenestini divennero soci del popolo io- ce coi cartaginesi. Preneste nel 5^7 cor-
mano e poco appresso si trasfusero in Ro- se grave pericolo perla cospirazione tra-
ma le due famiglie Cecilia ed Auicia, che mata dagli schiavi, e nel 58 si sottomise i
divennero tanto illustri e famose, e la sc- alle orgogliose esigenze del console Po-
PAL PAL 33
stumio, nel recarsi a sagrificare alla For- alto stupore, ed il fatto egizio che vi si
Uina. Nel 6G4 circa avendo Pi eiieslr- ri- rappresenta, da molli dotti variamente
cusalo di prendere palle nella i^iierra so- interpretalo, è secondo piìi probabile con-
ciale, i romani la dichiararono municipio gettura dell'avv. Cecconi la ferace inon-
col diritto del suQragio ne'comizi, ascri- dazione del Nilo. Gli archeologi ne fecero
vendo i cittadini alle io tribìi aggiunte segno di varie delineazioni e spiegazioni.
alle 3 ) antiche, indi fra queste vennero Si credelte esprimere le vicissitudini del-
distribuiti pel fiìvore di Mario figlio del la fortuna; il viaggio d'Alessandro all'o-
\ccchio I\lario. Nella guerra di Siila la racolo d'Ammone; un fatto incognito di
città andò soggetta ad un cecidio, poiché Siila; il corso del Nilo; una carta geo-
essendosi ritirato in essa il giovane ÌMa- grafica de'paesi intorno a quel fiume; l'in-
rio dopo la battaglia di Sacriporto coi contro di Elena con IMenelao in Egitto;
rimasugli della sua gente, Siila afiìdò a l'imbarco de'grani da quello per Roma;
Luciczio Ofelia la cura di circonvallare il viaggio di Adriano ad Elefantine, e le
la piazza. Preneste dovette arrendersi a feste a lui date. Vedasi Spreti, Compen-
discrezione, e Mario procurando salvar- dio dell'arte dc'imisaici, p. 33 eseg. Avv.
si per uno de' tanti cunicoli che forava- Luigi Cecconi, DelpaviincnJo in musaico
no il monte, stretto dalla necessità si fe- rinvenuto nel tempio della Fortuna Pre-
ce uccidere dal servo dopo questo fatto
; nestina , interpretazione fioma 1827. Car- ,
Siila assimse il cognome di Felice. Por- lo Fea, L'Egitto conquistato dall' impe-
tatosi a Preneste si mise a processare ratore Cesare Ottm'iano Augusto sopra
ogni abitante e molti ne punì ; ma stanco Cleopatra e 31. Antonio, rappresentato
della formalità de'giudizi, spietatamente nel celebre mosaico di Falestrina, Roma
mandò a morte i superstiti i?,jOOo cit- i82'7. Subito lo confulò l'avv. Cecconi :
VCL. Lf. 3
34 1' A L 1' A L
Iriumviralo vi si fortificò Lucio Antonio l'iuini versarlo del suo impero, onde con-
console e fratello di Riarco, e quando que- sultare le sorli prenestine. Adriano vi
sti passò a trincerarsi in Perugia, Ful- edificò una villa, se pur nonèlarammen-
via sua cognata co'4 fif?liuoli vi manten- lala^ dove Marco Aurelio vi perde il fi-
ne vivo il |)arlito anloiiiano, e dopo la glio Vero di 7 anni. Faustina moglied'An-
perdita di Lucio vi si ritirò Tiberio Clau- tonino vi fondò la scuola Fauslitnana per
dio INerone, il solo ch'ebbe onta di ese- l'educazione delle fiuiciulle; ve n'era al-
fiuire la defezione da' vessilli antoniani. ila, in un a molli collegi d'arti, come dei
Dopo la battaglia d'Azio, divenuto Au- mercanti di bestiame, de' pontefici, dei
gusto pacifico possessore dell' impero, lanii, de'cisiarii o vetturini, de'libeiti, dei
amò molto il soggiorno di questa città e fabbri, de'fibbricatori, degli auguslali,
vi si recava a villeggiare in lettiga. Mol- de'flamini traiaiiali e de'miuii. Grande
lo la frequentò ancbe Orazio e nomi-
la afìluenza di gente accorreva a Preneste
na fra' luoghi prediletti, e la ricordai a Ge- per consultare lesorti della dea, come fe-
dalle radici del tempio si estendeva fino fu compresa nel ducalo romano, e tran-
alla viaPreuestina; portici, statue, edifizi ne le calamità che dal contagio o dalle
lo rendevano adorno, come rilevasi dai guerre de' vicini le derivarono, potè sussi-
monumenti rinvenuti. Aveva inoltre un stere nella pianura e sulle rovine del lem-
magnifico teatro, eretto sotto l'impero di pio ov'erasi eslesa nel 5 o Teodorico re : 1
Claudio, il quale vi ebbe la ricordala vil- de' goti permise che vi si continuassero a
la Claudia, di cui parlai a Ge\azza>'o, di- celebrare gli spettacoli. Nel pontificato di
cendo del territorio preueslino; non che s. Gregorio essendosi il ducato roma-
li,
l'emiciclo ove fu affisso il calendario com- no verso 780 dato alia s. Sede, Frene-
il
pilalo da Yerrio Fiacco, ed un circo ove sie col territorio fu compi esa nel suo do-
in mancanza di naumachia si celebrava- minio. Molestando Astolfo re de' longo-
no neltunali ivi fu posteriormente for-
i : bardi Roma e Stefano li detto III, essen-
mala la piazza del mercato, denomina- dovi accorsi in aiuto i prenestini, in ven-
la Macello. Vi si ammiravano antichissi- detta il remarciò nel 732 con 6,000 sol-
me terme, sovente riparale dagT impe- dati ed occupò per capitolazione Prene-
ratori, e copiosi ricettacoli di limpide ste, che per le devastazioni solfertefu d'uo-
acque non solo contribuivano alla loro po agli abitanti di ritirarsi entro il re-
comodità, ma agli uside'prenestini. Sotto cinto deHabbatlulo tempio della Fortu-
JXerone i gladiatoii ivi stanziati cercaio- na. Frattanto la città andava insensibil-
no si portava in Preneste ogni anno nel- l'uso che nella decadenza dell'impero pre-
r A L PA L 35
valse; imperciocché in luogo di Praene- Lo sconvolgimento che regnava in quel-
sfc «.licevano civilas Praenfslìn(j,om\e fa- l'epoca in tutto il distretto di R.oma, non
ciliiienle per corruzione cambiossi il no- permise di rivendicare subito l'usurpa-
me iti Palestri/ia, e ve n'è la memoria in zione derivata dal matrimonio di Emi-
in\ codice farfense dell'SyS di nostra era. lia. Però nel lojq Nicolò II volendo ab-
In seguilo ora fu Palestrina direltamente bassare la potenza de' conti tusculani e
soggetta alla chiesa romana, ora dai Papi de' signori di Lamentana o Nomento e
venne concessa in feudo. E dapprima nel di Galera, loro alVini e collegali, chiamò
q'-o alla senatrice Stefania, madre di Be- in suo soccoiso Roberto Guiscardo, che
nedettocunte tusculano, iiìleudò a terza co' suoi normanni pose a ferro e a fuo-
gonerazione la città il fratello Giovanni co il territorio de' prcneslini e quelli di
Xllljcol canone di io scudi d'oro e l'ob- delti alleati. Morta nel 1080 la contes-
bligo di migliorare la città: dalla bolla sa Emilia, ed eslintasi in lei l'infeudazio-
si determinano per confini del territo- ne temporanea di Giovanni XllI a fa-
rio, il rio Largo, la via Labicana, il mon- vore di Stefania, s. Gregorio VII inclu-
te ÌNIas.simo, il ponte Cicala, l'acqua Alta, se r agro preneslino nella bolla di sco-
la valle di Caniporazio, ed il monte Fo- munica contro chi tentasse di usurpa-
linario oFaustiuiano. A Stefania successe re o ledere le terre della chiesa roma-
il figlio il quale ebbe per suc-
Cenedelto, na. Ma Pietro Colonna figlio di Emilia
cessori i Giovanni e Crescenzio
due figli e parente de' conti tusculani, non si sot-
nel IO io: questi incorsero nello sdegno loinise tanto volonlieri a cedere l'investi-
di Benedetto Vili, e Giovanni che s'inti- tura ottenuta dalla sua bisavola Stefa-
tolava marchese e duca, si vide costretto i loi
nia, insorse nel contro Pasquale II
a ritirarsi nella rocca di Preneste, dove ed occupò Cave, che fu a lui ritolta dal
fu stretto d'assedio nel io i 2, e non fu li- Papa. Nel i loB però unitosi Pietro con
berato se non dopo ch'ebbe promesso di Tolomeo conte tusculano, assalì e prese
cedere la rocca al Pontefice: la pace de- Palestrina, imprigionò Berardi Marsica-
finitivamente fu poi conchiusa nel ioi5, no, poi cardinale e venerato per santo,
restando Giovanni pacifico possessore di come spedilo contro di lui. Dopo questo
Palestrina. Nel io43 morto il marchese flttlo^nel 1 109 tornandoPasquale II dal
educa Giovanni, Emilia sua sorella ch'eb- regno di Napoli, ricuperò i dominìi occu-
be il titolo di contessa e gli era succeduta pati dai ribelli in un alla città.
ritata in seconde nozze con un personag- nevento, e debole per una malattia sof-
gio della famiglia Colonna (f^.), stipite feita in Anagni, passò in Palestrina, vi
di essa, trasferì in lui e nella discenden- consagrò la cattedrale, celebrò le feste di
sonacque Pietro Colonna, il quale di- Roma. Sull'antipapa Teodoiico che Pla-
venne un potentissimo signore del Lazio. tina dice creato dal popolo di Cave, è a
Nel luglio 1 048 in Palestrina si ritirò Da- vedersi Genazzano. Profittando Pietro
maso II, non stimando cosa sicura di re- della morte di Pasquale II e de'torbidi di
Roma, per ti more degli aderenti di
slare in Roma contro il successore Gelasio II, nel
guei ra ai popoli del Lazio onde ricono- sto ilsuo Giordano 11; da questi
(iglio
mani, si andò trattenendo per qualche Oddone ed Agapito. Questi essendo ere-
tempo nelle città conviciiie che aveva- di diretti del dominio di Palestrina, si ap-
no conservata l'indipendenza, e partico- poggiarono a! loro zio Giacomo cardina-
ItTrmente inPalestrina, di cui era signoie le; ed al contrario Oddone, Matteo e Lan-
Oddone Colonna figlio di Pietro, e vi di- dolfo, pretendendo aver parte nella suc-
moiò per qualche tempo. Continuando i cessione di Giordano li, si rivolsero a Bo-
romani interrotlamente la guerra , nel nifacio Vili Papa, il quale volendo oh-
7 184 presero d'assalto Pa!estiina e l'in- !)ligare primi ad una concordia coi zii,
i
cendiarono; venuti poi nel i 188 a con- e nello stesso tempo mettere un presidio
cordia con Clemente III, dichiararono non a Palestrina, per timore dell'aderenza dei
aver dominio diletto sopra Palestrina il Colonnesi con Federico re d'Aragona e
2)opolo romano. Ritornò tosto sotto i Co- di Sicilia, ne seguì rottura formale e fu-
]onnesi,enel 1201 n'erano signori Gior- neste conseguenze.
dano ed Oddone, figli d'Oddone seniore 1 Colonnesi coi due cardinali ritiran-
mentovato, quali nel i2o3 accolsero In-
i dosi in Palestrina si posero in piena in-
nocenzo III, che disgustatosi de'romani si surrezione contro il Pontefice, il quale
portò in Palestrina e vi dimorò alcuni dopo aver dichiarato i Colonnesi rei di
giorni ne'primi di maggio, trasferendosi fellonia, e deposti dalla dignità e dal go-
a' 7 a Ferentino. Nel 1209 i Colonnesi dimento de' benellcii i cardinali Pietro e
ripararono in Palestrina, che aveva fama Giacomo, a' 1 4 dicembre 1297 emanò
Sostenendo il cardinal Gio-
di fortissima. bolla di crociata con indulgenza plenaria
vanni Colonna il partito di Federico II, a chi avesse prese le armi contro i Co-
nel 1241 il teriitorioprenestino fu rispar- lonnesi e Palestrina, li scomunicò e ne
miato dagl' imperiali nelle devastazioni confiscò i beni. Bonifacio Vili dichiarò
fatte ai dintorni di Roma. Dopo la mor- capitano contro gl'insorti Landolfo Co-
te di Nicolò 111, nel 1280 accesasi in Ro- lonna, uno de'pretendenti, ed avendo rac-
ma la guerra civile fra gli Orsini suoi pa- colto un grand'esercito, cogli aiuti di Fi-
renti e gli Annibaldi, questi per essersi i renze, Orvieto e Matelica, nel 1298 oc-
primi ritirati in Palestrina, gl'inseguirono cupò tutte le terre de'Colonnesi, meno Pa-
sotto le mura, mettendo a sacco tutto il lestrina, dove si ridussero pure Agapito
contado e facendo strage di molli: dopo e Sciarla. Dopo una difesa ostinata e va-
J'elezione di Martino IV, ternati in Roma lorosa, essi coi due cardinali furono co-
gli Orsini, si vendicarono de'nemici. Frat- stretti in settembre alla resa; portatisi a
tanto una tempesta terribile sovrastava Rieti ove il Papa dimorava, vestiti a bru-
a questa città, in parte narrata a Colon- no, scalzi e col cingolo al collo, in pieno
na, Bonifacio Vili, Frangi.^, Frosinone concistoro furono perdonati e assolti dal-
PAL PAL 37
le censure, facendo loro sperare Bonifa- ve di Colonna, Torre de'marmi. Zagare-
cio Vili di mantenerli nel possessodella lo e altre: Caetani fu conilannato a pia-
cillà.Questa però d'ordine del Pontefice gare ai Colonnesi ioo,uoo fiorini d' oro,
tu smantellata e distrutta dalle fondamen- sentenza che inserita nello statuto di Ro-
ta, tranne la cattedrale, da Teodorico Ra- ma, s'ignora verme eseguita. 1 Colon-
se
nieri poi cardinale vescovo, che ne prese nesi furono (piindi dall'eletto Clemente
il possesso: alcuni seri vono, secondo le con- V nel i3()(j pienamente assolti, cardi- i
dizioni accettate dai Colonnesi o per es- nali ripristinati nella dignità, ed abilita-
sersi ribellati di nuovo. L'aiatro solcò le ti a riedificare la città, per cui il vesco-
rovine dc'distrutti palazzi baronali, del- vo prenestino riprese l'antico suo titolo,
le cospicue abitazioni, delle anticliissiine in luogo di episcopus Civiiails Papalis.
mura di smisurati macigni, in un al san- La città sulle rovine del tempio, non che
tuai io della Fortuna, innalzalo sopra cen- la rocca, si andarono sollevando per o-
to scaglioni di marmo am[)Ii in modo da pera di Stefano Colonna fin dal J07 e 1 ;
salirvi a cavallo, il cpiale dai cittadini già nel i327 era sullicientemente forti-
era stato convertito in chiesa in onore del- ficata da potere resistere, se fosse stata
la madre Dio; indi vi fu sparso del sa-
di aggredita dalle genti di Lodovico il Ba-
le secondo l'antico costume. Tenuti gli a- varo, poiché Stefano vi si ricovrò, dopo
bitanti per ribelli e scismatici, vennero aver col fratello Giacomo contro quel
loro confiscati beni, accordando ad essi
i principe affisso in Pioma il processo di
Bonifacio VII I elicivi dappresso nella pia- Giovanni XXII. Dipoi Stefano vi si ri-
nura a pie del tempio, ne'dintorni della tirò ancora nel 1 34^3 con altri Colonne-
Madonna dell'Aquila, poco lunge dalla si, per sottrarsi allo sdegno del famoso
cattedrale, una nuova città edificassero da tribuno Nicola di Rienzo, finché durò il
chiamaisi Cillà Papale, Civilas Papa' suo potere sì micidiale a molti Colonne-
//.v, creandola città vescovile cardinalizia, si. Essendo egli nel i35o risalito al po-
com'era Palestrina, con bolla de' 2 giu- i tere, spedì a Stefano in Palestrina Duccio
gno i2C)g data in Aiiagni. Essendo co- de Giubileo e Giovanni Catfarello, per-
melma e legname, nel i3oo ap-
struita di chè prestasse il suo omaggio; ma Stefa-
pena nata, per disposizione dello stesso no in vece li arrestò e mandò le sue gen-
Bonifacio Vili fu atterrata ed arsa, ad ti a fare scorrerie sul territorio romano.
eccezione della cattedrale e di poche ca- Infierito il tribuno, mosse l'esercito con-
se propinque. Una delle diverse bolle spe- tro Palestrina, si attendò presso s. Maria
dite dal Papa per le cose prenestine, del della Villa, e vedendo difficile l'espugna-
22 aprile i3o i, dichiarò, che Colonne- i zione si ritirò con animo di tornare ad
si da lungo tempo possedevano ingiusta- assalirla. In fatti nel i 3 54 ^^ incaricò
mente questo feudo, ed essendo spirato Riccardo Annibaldi di Monte Compatri,
il termine d'investitura, ciò avevano ri- qual capitano del popolo roniano, ma nep-
conosciuto Matteo, Giovanni e France- pure esso pervenne ad impadronirsene, e
sco Colonna. Morto Bonifacio Vili nel poco tempo dopo il tribuno fu ucciso,
i3o3, il successore Benedetto XI assol- principalmente per le trame dei Colonna.
vette i cardinali Colonna da molte pene, Nel 378 eletto Libano VI, alcuni car-
I
Giovanni e Nicola figli di Stefano; indi ri- Colonnesi nel i43 i e la s. Sede, dopo la
armi contro. Quindi la città fu stretta va concordia, essa {\\ di breve durata,
d'assedio dalle milizie napoletane e pon- poiché avendo i Colonnesi accolto in Pa-
frireche Palestrina non si ponesse nel soGiovanni flttlleschi ^o\ cardinale, che
suo dominio, onde nel i4'4 fece asse- posto l'assedio a Palestrina a' i giugno
diarla dal conte di Belcaslro Giovanni : i436,dopo ostinata resistenza e dopo
Colonna che vi era dentro, solo dopo essersi impadronito de'feudi del contado,
due mesi d'assedio a'iT. luglio giurò fe- a' i8 agosto, festa di s. Agapito, se ne im-
deltà al re, che riguardò i feudi de" Co- padron'i a patti, salve robe e persone, ri-
lonnesi come suoi aderenti Nella vacan- tirandosi Lorenzo Colonna col suo ba-
za della sede papale, venne
in capo a gaglio e famiglia in Terracina. Da prin-
Braccio di Montone, ardito capitano pe- cipio il prelato si contentò di far morire
rugino, di conquistare Roma, donde ap- Poncellettoeporre un forte piesidio nel-
pena entrato fugò Sforza Attendolo;
Io la piazza; ma nel i437 per sospetti di
ma il celebre Nicolò Piccinino capitano nuova ribellione si determinò di egua-
di Braccio, fortificatosi in Palestrina e gliarla al suolo: prefisse agli abitanti 7
Zagarolo, come unito a Girolamo Colon- giorni di tempo per isloggiare, permise
na barone di tali luoghi, incominciò a loro di trasportare tanto le suppellettili
fare scorrerie sino alle porte di Pioma: che il materiale delle case a loro arbi-
ambedue furono dichiarati ribelli della trio, e con 12 capo-mastri romani a'^o
Chiesa, ed a'aS settembre lo Sforza for- marzo die principio al suo smantella-
mò il campo sotto Palestrina e vi dimo- mento, facendola spianare col ferro e col
rò 7 gioini. Dileguossi però immediata- fuoco; operazione che durò ^o giorni,
mente questo turbine, allorché fu eletto dicesi all'insaputa di Eugenio IV allora
Papa agli i i novembre Blartino /^Co- in Ferrara, onde il conciliabolo di Basi-
lonna, con sommo giubilo de' parenti e lea ascrisse tanto scempio alla sua tolle-
de' preneslini, di cui era stalo amniini- ranza. Gli abitanti si dispersero ne'pae>i
slratore del vescovato, annullando la di- circonvicini e molti passarono in Roma.
VA L PAL 3.)
cardinal Vitelleschi, descritto anche nel fanciullo Giovanni 4ìorgia, dopo averla
voi. XXV, p. 5i, cominciòad annidarsi dichiarata devoluta al fisco pontificio;
qualcuna delle famiglie profughe ne' din- ma Giulio II non tardò a ritornare le co-
torni del demolito palazzo baronale, ed se nel pristino stato, e liberò la città dai
all'aggregato delle capanne ivi princi- malviventi e da una controversia cogli
piale a costruire dietro la schiena del tem- Orsini. Nel iSay andò soggetta alle de-
pio diedero il nome di Scacciato , che vastazioni delle truppe di Carlo V che
rammentava la sofferta disgrazia. Nico- aveano saccheggialo R.oma, poco dopo
e
lò V con bolla del 21 aprile i4-+7 'C* alla pestilenza. Fu poi militarmente oc-
stituì al paese e alla cattedrale gli antichi cupala sotto Paolo IV dalle genti del
privilegi, diede pieno permesso ai Co- duca d' Alba nel 556, al modo detto
i
feudo, ed insieme alle tenute di Mezza dianti e sr.hierati per riceverne la jjene-
Selva e di CorcoIIo già c;istello e feu- dizione. Al suono delle bande e all<j spa-
(
do) per yy/ijOno scudi, a i6 gennaio; ro delle artiglierie discese nel padiglio-
ne divenne compratore Carlo l^arljerini ne con trono, formato con ricchi arazzi e
fratello d'Urbano Vili, il quale da Ca- con portiere degli antichi cardinali ve-
stel Gandolfo vi si portò il sabbaio a' 19 -scovi, e benignamente ammise al bacio
ottobre, avendo seco il nipote d. Taddeo del piede il prenestino mg.^ Aronne, da
cb'cia divenuto principe per la repenti- lui (alto ausiliare e vescovo di Lislri [l.)
na morte del genitore, ed i tre cardinali (dal l'a[)a regnante trasferito a Montai-
Barberini, oltre il contestabile Colonna lo), il clero secolare e regolare, il nume-
e il cardinal Colonna partiti dal feudo roso seminario e la magistratura clie a-
Marino per far corte al Papa. Urbano veagli presentate le chiavi della città in
Vili alloggiò nel palazzo baronale, nel di vicinanza di un maestoso arco trionfale
seguente celebrò in cattedrale, entrò nel decorato del pontifìcio slemma e di quel-
monastero delle Clarisse, dotò 3o povere li de' cardinali vescovo e protettore del
fanciulle e liberò tutti i prigioni. Nel lu- comune, di buon disegno e superba pro-
nedi si recò a Genawano, nel martedì vi- spettiva, eretto dal gonfuloniere con ana-
de in Paleslrina le chiese e conventi dei loghe iscrizioni riportate a p. 3 della i
carmelitani e francescani, e nel merco- Relazione del viaggio, e dal n." 4^ del
ledì tornò alla villeggiatura di Castel Diario di Roma. Palestrina nel giugno
Gandolfo, soddisfatto di tutte le festive e luglio 1 844 ^^ afflitta da frequenti scos-
dimostrazioni de'prenestini. Di più Ur- se di terremoto che danneggiò alcuni e-
bano Vili creò cavalieri 24 preneslini, difizi, ed a't) maggio iS^q soggiacque al
cato settimanale : altra fiera franca ac- blicanicomandati da Garibaldi, eie trup-
cordò Clemente XII, ed altra Benedet- pe di Ferdinando II re delle due Sicilie
to XIV. Narra il Cancellieri nel Merca- che difendeva il Papa.
to, che nel palazzo baronale fu traspor- La Incedei vangelo è tradizione che sia
tato il letto di Urbano Vili, formato di stata portata in Paleslrina dai ss. Pietro
4 colonne modello di quelle
spirali sul e Paolo, e che il i.° vi fondò la sede ve-
del baldacchino di bronzo da lui eretto scovile, una delle sei cardinalizie subur-
nella basilica Vaticana, con decorazioni bicarie immediatamente soggetta alla s.
e bandinelle di scarlato rosso. Siccome i Sede, coirie una delle collaterali al ro-
Colonnesi si seppellivano nella cattedrale, mano Pontefice, ed ebbe il suo vicedo-
trasferirono in lioma nella basilica Li- mino. 11 I
.° vescovo che si conosca è s.
con titolo di principato, tuttora ma sen- molo o Romano del 4c)4 > Mauro del
za la qualifica di feudo, appartiene alla 55(), Sergio del 5c)4"i3 incerto. Procu-
famiglia Barberini (ì''.). Gregorio XVI lo del JC)5, Majorano del G4(), Stefano
portandosi nel i843 in alcune parti del che nel 679 intervenne al concilio ro-
Lazio, il i.°maggio partì da Roma e mano, Sergio del 721, Venanzio o Va-
presso la Colonna venne festeggiato al Icnzio del 74^, Gregorio o Giorgio car-
PAL PAL 4f
tino di Ncpi [F.) nel 7G7; Andrea cai-- Maggiore [F.), a comodo de' vescovi pre-
tlinale del 760), Coslanlino ca.\x\'\ua\e (\c\- nestini, indi donalo a quella basilica:
l'H^G, Teofilallo cardinale del Cf(]o, Stefa- nel 1 187 ("u Papa col nomedi C/e-
eletto
no del c)88 forse cardinale, Pietro cardina- incnte [II, e nominò in sua vece il car-
ledel ()()G bibliotecario aposlolico, Pietro dinal Gherardo o lìlainardo. Nel 1191
cardinale del 1 011, Giovanni di cognome il cardinal Giovanni Conti, non riporta-
Papaàel io36 cardinale, Uberto dePo- to dal Cardella qual vescovo. Nel 1200
diis o Pog'g/o cardinale del io5(S: tutti i il 1). cardinal Guido de Pare, nel 1207
vescovi cardinali avendo biogralìe, in que- Guidone o Guido Papnreschi cardinale,
ste sono descritte le cose principali die fe- nel I221 il cardii)/il (iuido Pierleoni, nel
cero perla diocesi. A'^/z/cn cardinale del I23r il cardinal Giacomo Pecoraria,
1o58, Brunone Dini cardinale del 060, 1 nel 1249 il cardinal Pietro Capocci am-
Bernardo o Berardo cardinale beneven- rainistralore, nel i
249 uia incerto il car-
tano del io(3i, morto in Monte Cassino dinal Pietro de Barro, nel i252 il car-
reduce da Gerusalemme; Leoperlo cardi- dinal Stefano Vancha, nel 1273 il car-
nale del ioG5, Umberto delle Cantina- dinal Vicedoraino de Vicedotnini che
te Z7i7///o/J// cardinale del ic-S, Atlone nel 1276 divenne Gregorio A7(K.): il
cardinale del 082, Bernardo o Beroar-
i Cardella indi registra il cardinal Ghe-
do da Benevento cardinale del 1092, rardo Cupalala. Nel 1278 il cardinal
Ugone Candido o Bianco cardinale in- Erardo di Lesigni, nel 1281 il cardinal
truso nel iot)3 dall'antipapa Clemente Girolamo yi/z/.vc/o, eletto Papa nel (288
III; /)//7o/je cardinale del oqc), Corrado 1 col nome di Nicolo IV (F.), che nomi-
cardinale del iio5, Conone cardinale nò successore il cardinal Bernardo o
del 107 legato apostolico in Palestina,
I Berardo da Cagli. Nel 1294 il cardinal
da alcuni creduto Io stesso che Corrado Simone de Beauliciij indi nel 1297 Boni-
o Curione, e vivea nel i i23, in cui gli facio VIII conferì la diocesi in ammini-
successe il cardinal Guglielmo ; ma di strazione a Lamberto vicario di Roma e
Conone non feci biografia come non ri- vescovo d'Aquino; nel 1299 il cardinal
conosciuto da Cardella, mentre il Paii- Teodorico Ranieri vescovo di Città Pa-
vinio ne parla nel pontificato di Calisto pale, col quale titolo egli si chiamò sem-
II, e lo dice legato ai concilii di Colonia pre. Nel i3oGil cardinal Wtivo Taglia-
e Frizlar, ove però Io dissi celebrato sot- ferro o Taillefer, nel i3i2 il cardinal
to Gelasio II. iVel t i So l'antipapa Ana- Guglielmo lìLìudagot, nel i3 22 il car-
cleto II intruse nella sede di Palestrina dinal Pietro de Prato, nel i3Gi il car-
il pseudo-vescovo Giovanni. Nel i4i i dinal Raimoiulo de Caniiliac,ne\ 13^3
divenne vescovo il cardinal Stefano di il cardinal Simone de Langhani , nel
Chalons, da alcuni chiamato beato; nel l3r7 il cardinal Giovanni 6Vo,v.?o seguace
I i4^ il Guarino nel
cardinal 58 s. , i 1 dell'antipapa Clemente VII, nel 1 385 il
il 1G4 il cardinal
cardinal Giulio, nel i cardinal Francesco Frignano, nel 1395
Ugo \entimiglia non conosciuto da Car- Angelo de Allliclis vescovo di Polignano
della; nel I 177 il cardinal il7rt/(//er/o, dal amministratore, nel 394 il cardinal An-
i
Cardella non ricordato per vescovo pro- tonio Gaetani, e per qualche tempo il
nestino, altri credono sia il cardinal iMar- cardinal Guido Maleseco Malosicco, fat-
cello diacono di s. Giorgio, poi pretedi to dall'antipapa Clemente VII; però nel
s. Cecilia. l\el 1 170 il cardinal Bcnere- concilio di Pisa del i4o9) Gaetani pas-
do o Bernercdo,: nel 1181 o pi ima Pao- sò alla chiesa di Porto, e Malesec restò
lo o Paolino Scolari cardinale, che edi- nella Preucstina. Deve notarsi che Bof
4i PAL PAL
nif'acio IX nel i4oi avea dalo per suc- lessanJro Cesarini, nel i54i d cardinal
cessore ad Aflliclis nell'ammiiiislrazione Francesco Cornaro. Nel 543 il cardi- 1
Oddone Colonna poi lìlartino F. Nel nal Gio. Maria del Monle, nel T'jo crea- i
i^\i il cardinal Angelo di Anna Soin- to Papa col nome di Giulio III {^V.).
1449 •' cardinal Giorgio Fieschì , nel cardinale Ottone Truclises , nel (573 il
1460 il cardinal Gio. Torrecreniata am- cardinal Giulio della Rovere, che vi ce-
inislratore e commendatario, cui nel
ili lebrò il sinodo pubblicato in italiano; nel
i463 successe Alessio Cesarei arcivesco- 1578 il cardinal Gio. Antonio Scrbello-
vo di Benevento; nel 1466 il cardinal n/, nel i583 il cardinal Francesco Gani-
Alano Ce/;i'o, nel 147^ il cardinal An- hara,ì\e[ 1587 il cardinal Marcantonio
gelo Capranica fratello del cardinal Do- Colonna, che in Zagarolo tenne il sino-
menico diocesani, quali a vantaggio dei
i do poi stampato; nel i5c)7 vicario apo-
sudditi de'Colonnesi principalmente fon- stolico Venlidio Amatucci, indi vescovo
darono il Collegio Capranica. ^e\ i^'j'è il cardinal Giulio Antonio Sanlorio; nel
il cardinal Marco Barbo, nel i49' '1 car- 1602 il cardinal Alessandro de Medici,
dinal Gio. Bah'ex, e nell' istessoanno il divenuto nel i6o5 Leone XI [F.).^e\
cardinal Gio. Jllichiel. Nel i^Q^ '' car- 1606 il cardinal Agostino Valerio, nel
dinal Girolamo Basso della Ro\>ere, nel 1608 il cardinal Ascanio Colonna per
i5o3 il cardinal Lorenzo Cibo de Mari 12 giorni, ed il cardinal Antoimiaria
per pochi giorni, e il cardinal Antoniot- Gallij nel 161 1 il cardinal Gregorio Pe-
to Pallavicino jne\ iSoy il cardinal Gio. trocchini, nel 16 12 il cardinal Benedet-
Antonio Sangiorgio nel 1 5o8 il caidi- , to Ginsliniani che celebrò il sinodo, nel
iiale Bernardino Can'ajal, nel 5o(") il i 161 5 il cardinale Francesco Maria del
cardinal Guglielmo ^m50/ze/j nel i5i2 Monle, nel 1621 ilcardinalOltavio5^«-
il cardinale Marco Vigerio, nel i5i6 il dini, nel 1624 il cardinale Andrea Pe-
cardinal Giacomo Serra, nel 1 5 1 7 il car- relti, nel 1626 il cardinal Domenico Gin-
dinale Francesco Soderini i523 il , nel nasi, nel 1629 il cardinal Marcello Lau-
cardinal Alessandro Farne<;e per un gior- te per 48 giorni, e il cardinal Pietro Pao-
no, poi Paolo III (P^.).^e\ iSaS il car- lo Crescenzi ; nel 1637 visitatore apo-
dinal Antonmaria del Monte, nel 1024 stolico Giambattista Altieri poi cardina-
il cardinal Pietro Accolli per pochi gior- le, nel i64i il cardinal Guido Bentivo-
ni, il cardinal Marco Cornaro per un glio, nel 1644 d cardinal Anfonso della
mese, e il cardinale Lorenzo Pucci. Nel Queva che celebrò il sinodo. Nel i655
i53i il cardinal Gio. Piccolomini, nel il cardinal Bernardino iS)r7(2<^rtf, nel 1660
i533 il cardinale Andrea della falle, visitatore apostolico Antonio Severoli ar-
nel i534 il cardinale Bonifacio Ferreri, civescovo di Nazareth, nel 1661 il car-
nel i535 il cardinale Lorenzo Campeg- dinal Antonio Barberini, nella cui as-
gi, nel 1537 il cardinale Antonio San- senza il nipote cardinal Carlo Barberini
Severino, nel • 53c) il cardinale Gianvin- fece da amministratore e die principio al
nal Tommaso Ruffo che celebrò e slam- Olevano e Gennzzano, al quale artico-
])ò il sinodo, nel l'-Z'Ò il cardinal Gior- lo parlai di tutti ; Za^arolo, Gallicano
i;io Spinola, nel i'-39 il cardinal Gio. (f^^.); Capranica, s. Vito e Pisciano, di
Ijatlista Altieri, nel i 740 il cardinal Vin- cui dirò a Subiaco; Palliano [T^ .),Sev-
cenzo Petra, nel 1747 il cardinal Anton rone, descritto nel voi. XXVII, p. 287;
Saverio Gentili, nel 1753 il cardinale Lugnano cenno a Velletri,
di cui farò
Giuseppe Spinelli, nel 1759 il cardinal e Castel s. Pietro appendice della città,
Federico Lante,ae\ 1-63 ilcardina! Gio. in principio rammentato nel più rilevan-
Francesco Stoppani, nel \'-'-5 i! cardi- te. Sulla città e diocesi ne trattano, ol-
nal Girolamo Spinola, nel 1784 il car- tre gli storici del Lazio: Josephus Ma-
dinal Marc' Antonio Colonna, nel '"94 i ria Suare^ius, Praenestes antiqua, Ro-
il cardinal Leonardo Antonelli, coi qua- niae i655. Sebastiano Fantoni Caslruc-
le il Petrini termina la serie de'vescovi, ci, Prenesfe liberata (dalla peste, con no-
che continuerò colle Notizie di Roma. te storiche), Roma 1G57. Piazza, GerflT-
1800 cardinal Alessandro Mattei che nel chia cardinalizia, p. 2i3 e seg. della
1804 celebrò e stampò in Ialino il si- chiesa di Pnlestrina e 4^ delle cardina-
nodo diocesano; 1809 cardinal Aurelio lizie. Leonardo Cecconi, Storia di Pale-
Rn^'arellaj 8 14 cardinal Diego Innico
i strina città del prisco Lazio, illustrata
Caracciolo j 1 820 cardinal Giuseppe iS'/;/- con antiche iscrizioni e notizie /inora ine-
n^j- per comando di Leone XII nel 1828 dite, Ascoli756. Antonio Petrini, Di s.
I
de e bella con tre navate; il capitolo si pe Tonelli defunto, medico condotto va-
compone della dignità del preposito, di lente e amato di Paliano, ci die le noli-
capitolo nel 1743 Benedetto XIV, ad dico p. 367 ; 4-° Francesco Mar-
t. 38,
istanza de'Colonnesi, concesse l'uso della tini mentovato, teologo, filosofo e orato»
PA L PAL 4^
l'osteria della Buffala conduce a Piglio ;
nel i ^78 il vescovo cardinal Tnich'tesViìp-
eclie l'origine del nome deli va da un fon- plico colle rendite alla collegiata di s. An-
do della gente Pollia, e lUfniuUix PolUa- diea di Paliano, alla finale già nel i 534
nux per transizione di pionunzia si fece il vescovo cardinal Valle avea attrilnii-
mentai come nel 1282 quel Pontefice, nel iSyS erano feudatari di Paliano i
tanti di'l!a terra con «luella di Serrone, bano VI, ma nel iSSq vennero da lui
pei molti baroni che le possedevano, la discacciati, ocome ribelli ocome aderen-
occupò colle sue milizie, la cinse di fosse ti allo scisma. Tuttavia il successore Do-
e di alto muro, e la munì una torre
di nifacio IX li reintegrò, dichiarandoli vi-
allissima (lo che fu eseguito nel colmo cnri della terra per 29 anni, investitura
(Icll'uiverno stemprandosi la calcina con che Giovanni XXIIl estese a favore di 1-
acrpia calda ), ed acquistando dai condo- debrandino fino a terza generazione. La
mini Paliano e Serrone per la s. Sede, fimiglia Conli di quell' epoca ne rimase
iVegli atti della vendita cui li costrinse in possesso sino a Martino V Colonna,
Gregorio IX, si nomina la rocca e castro il quale mentre confermò ad essa tutte
Pnlinni, la rocca e castro Serronìs , ed le che possedè va^ ad istanza delle
terre
icondomini sono Oddone Colonna signo- comunità di Paliano e Serrone infeudò
re diOlevano, Trasmondo di Tineto, Lu- di questi in vicariato perpetuo i propri
ca da Paliano, Pietro e Bartolomeo Più- nipoti Antonio e Odoardo; laondedaqiud
to, Pietro da Paliano, Jacopo ed Unga- tempo le signorie ei titoli de'due luoghi
ro, Pietro Vecchio, Tommaso di Psicolò ancora rimane ai Colonnesi.
da Aliro, Teobaldo di Gregorio e Nicolò La vicinanzaddi tantipossedimentid<'l-
IMacaranno, che s'intitolano tutti Domi- la Colonna, enumerali a quel-
famiglia
ni de Palliano. A questa prima cessione l'arlicolo ed ai relativi, che attorniavano
e vendita accedette nel J236 Guidone di questa terra, dovea condurla prestootar-
Gio. Rolando. Si raccoglie dal Petrini di in loro dominio intiero, che sembra in
che a epoca erano compadroni efeu-
tale principio solo fosse in parte, divenendo
datari di Paliano e Serrone anche Ste- ]ioi uno de'principali feudi di s"» polente
fania Rossi da Cave e Gio. Leoni da Pa- stirpe. Nelle vertenze fra wSislo IV ed i
liano, famiglie esistenti quando scriveva. Colonnesi, le milizie pontificie, dopo l'e-
li vescovo di Paleslrina cardinal Pcco- spugnazione di Crtir e altre terre, asse-
raria fondò nell'illustre terra di Paliano diarono Paliano, ov'era Prospero Colon-
un monastero di sacre vergini cistercien- na, che la difese valorosamente; ma per
si, assegnando loro la chiesa di s. Pietro, togliersi qualunquesospettodegli abitan-
fondazione che ricolmò di lodi e bened- li, condurre
fece i loro figli in Gcnnzza-
cenze Innocenzo IV, la quale però andò no con minaccia di farli trucidare, qiian-
a mancare dopo la morte del cardin.de, do non avessero fatto essi il proprio de-
che avvenne a'26 giugno 244-1^'-'"'^ "^"s T l^''o Breve però fu l'assedio,
nella difesa.
rendilesi slabilìunacommeiida,che il Pc- atlcsochè il Papa morì a'i2 agosto, en-
ti ini congettura essere quella che con lilo- de le truppe tornarono immediatamente
lodi rettoria di Paliano e delSeironesole- a Pioma, e l'rospero ricuperò il possesso
va conferirsi ai vescovi prenestini, come delle terre perdute. Alessandro VI, in fi-
fu concessa nel 1 32 3 al cardinal Prato, e vere della sua famiglia Borgia , spogliò
46 1' A L PAL
chiTeiiiIi i Coloniìcsi, e secondo Calintlii, Paliano: dei rigori esercitati da Pio IV
Stigf^io del PoìUiJlcio stalo, j). S;"^, cjiu;l contro Gio. Carafa decapitalo e altri pa-
Papa nel i 5o i nominò Galiano ciltìuiii- renti, e delle beneficenze <t giustizia resa
«;ale. Giulio li ripiistinòi possessi dei Co- ai Caralfeschi da s.Pio V, parlai a Ca-
lonnesi, ma avendo questi provocato l'in- r.AiAFAMir.LiA. Da qucll'cpoca la casa Co-
degnazione di Clemente VII, nel i'j2(> lonna resiò in pacifico possesso di Palia-
la contrada soggiaccpiea devastazioni. E- no, solo peidèil diritto baronale, quan-
rausiappena rimarginate le piaghedicpie- do a' nostri leujpi furono aboliti i/èur//.
sto disastro, che nel i54o o i54i, pei" liacconta il Cecconi che nel 1570 per
la ribellione de'Colonnesi a Paolo HI, il le premure dello stesso Marc' Antonio
figlio di questi Pier Luigi Farnese prese vincitore a Lepanto, il vescovo cardinal
Paliano e lo smantellò. Nella sede vacan- Ti iiclises eresse la chiesa di s. Andrea in
te del I appena defunto Paolo IH,
54f), collegiata, unendovi i beni della chiesa
Ascanio Colonna occupò Paliano e altri antica di s. Maria, poi oratorio della for-
castelli, per cui i cardinali armarono mi- tezza, oltrememorati. Quindi Marc'Au-
i
lizie per sicurezza del Conclave. Neh 553, tonio rinnovò dai fondamenti la chiesa,
non senza grave scandalo, invase Palia- fabbricandovi nella parte inferiore una
no JMarc'Antonio Colonna contro Asca- nobilissima tomba per sé e suoi, nel coro
nio suo padre, con le liuppe che portava superiore aggiunse una maestosa cappel-
a soccorso del regno di Napoli. Egli era la con epitalli de'Colonnesi ivi sepolti, al
ivi quando Paolo IV, temendo che par- lato della quale fu poi aggiunta una va-
teggiasse per Filippo II, col quale era in ga cappella piena di reliquie. Inoltre
rottura, lo richiamò nel i556 in Pioma, Marc'Autonio circondò di mura e baloar-
Marc'Autonio non obbedì, ed il Papa lo di la fortezza, e la provvide d'artiglieria
privò di Paliano e degli altri feudi, crean- e di armeria, con particolare comandan-
do duca di Paliano il proprio nipote Gio. te. Nel i584 i Colonnesi in luogo ame-
Caiafa ; in tale circostdnza i Caradeschi no e delizioso edificarono la chiesa e il
ridussero le fortificazioni della terra co- convento de'cappuccini. Nel 1750 il se-
me oggi in gran parte si vedono, in mo- minario prenestino essendo vivente il ,
llo di renderla per que'tempi quasi ines- ven. Paolo fondatore da'passionisti, a que-
pugnabde. Scoppiata la guerra tra Paolo sti donò la chiesa di s. Maria diPugHano
IV sostenuto dai francesi, e Fdippo II, il già de' conventuali nel territorio di Pa-
Lazio fu inondato da due eserciti. Il duca liano; religiosi ristorarono il conventino
i
na. Ildesiderioquindi della pace fu comu- mature rabescale d'oro di poi oltre le or- :
ne, ed ebbe luogo nel iSoy in Cave, con dinarie conlribuzioni,obbligarono il con-
patto che Paliano fosse consegnato ad una testabile a pagare scudi 62,c)5o, come si
terza persona, ovvero smantellato rima- legge nella Relazione de'patimenti di Pio
nesse al duca Gio. Carafa. Morendo nel FI, p. 359. t. 2 di Baldassari. Nel pon-
i559 Paolo IV, lAIarc' Antonio ricuperò tificato di Gregorio XVI il principe d.
PAL PAL 47
Aspreiio Colonna donò allacamera apo- PALLA o PALA. Quadrello di finis-
stolica la foltezza, e vi si formarono del- sima biancheria ossia tela ben insaldata,
le carceri. Altre notizie su Paliano si pos- o retta talvolta da un cartone, ad uso di
sono leggere in Piazza, Gerarchia car- cuoprire il Calice (f^-), nel tempo della
iìitializia p. 23f); in Cecconi, Storia di Messa {f^.), dall'olìerlorio alla comunio-
Palf.striiia ; in Petrini, Memorie Preiie- ne, non che l'ostia sulla patena. Questo
siine ed in JNibby, Analisi dc'dinforni
; piccolo Corporale [F.) è detto Palla a
di Roma, t. 2, il cui articolo colla vedu- palliando, secondo INIacri. Dicesi anche
ta del castello di Paliano fu riprodotto animetta ptichè racchiudesi nel corpora-
ì\it\W4lbiim an. VII, p. 16!^. le, siccome anima nel corpo. Aulicamen-
^ khXOTTO, Arac aniìculnm, velimi, te chiiidevasi il calice colla palla, ch'era
velamc/i. Arnese checuopre luparie di- molto grande, come usano ancora cer- i
nanzi dell'altare, che dicesi anco fron- tosini, anzi formava parte dello stesso cor-
tale e pallio. Originariamente questo pa- porale ravvolto sopra il calice; quindi chia-
ramento dell'altare era una semplice cor- mossi palla cor/;orrt//.?, perchè la sempli-
tina che serviva a impedire die la polve- ce voce palla significa la 2^o^>aglia [F.)
re non recasse guasto alle casse contenen- dell' altare. La palla dev'essere di lino,
ti lereliquie de'sanli collocate sotto me- i perchè rappresenta la sindone nella qua-
desimi altari. Il paliotto o frontale si for- le fu ravvolto Cristo; né la parte ante-
ma di stoffe differenti, del colore secon- riore può essere coperta di seta, come de-
«lo le rubriche; come pure ricamato a co- cretò nel 1701 la congregazione de'rili.
lori o con oro e argento, con guarnizio- La palla dev'essere benedetta e non rica -
ne di trine e frangie simili. Inoltre sono- mata d'oro odi seta. Das. Solerò Papa del
M paliotti di madreperla, di argento e di I 75fu proibiloalla religiose e diaconesse
altri metalli, di musaico e di altre mate- di toccare le palle sacre, giacché in alcuni
rie, come rilevai ai loro luoghi, con istem- ministeri le Diaconesse [F.) seix'ivano la
mi, immagini di santi e altre figure. Quelli chiesa come una specie di Ostiaric. Alcu-
nobilissimi che servono per la canonizza- ni si servono di due una per cuopri-
palle,
zione de'santi, sogliono i Papi donarli alla re il calice, l'altra per Paolo IV
l'ostia.
l)asilicaVaticana per l'ai tare papale, ch'es- a'suoi teatini concesse l'uso di due palle
sendo isolalo ha due lati e perciò due pa- nel celebrar la messa, l'ima per cuopri-
liotti, come per ultimo fece Gregorio XVI. re il calice, come tutti fanno, l'altra per
Dei paliotti di madreperla e d'arazzo del- sovrapporla all'ostia, e servirsene meglio
la cappella pontifìcia, feci paiola nel voi. che la patena, sebbene usino anche que-
VI II, p. I
39 e 2q2 ; di altro sontuoso sta; quindi naccjue la coutioversia, se i
paliotto della stessa cappella, donato a sacerdoti secolari o regolari d'altro ordi-
Leone X dal re di Portogallo, ne parla ne, che celebrano la messa nelle chiese
Baldassari, Relazione de' patimenti di Pio de' teatini, potessero servirsi delle loro
J'I, t. 2, p. i4- Sul paliotto si possono leg- palle, sulla quale può vedersi Gavanto,
gere i relativi articoli, non che Mensa Pasqua ligo, Quarti e ÌNIerati citali da
dell'altare e Pallio. Lamberlini, Della s. Messa sez. 1, e. 3,
PALITH. Luogo presso IMagonza, do- Cj 2. che nelle chiese de' teatini,
Certo è,
ve fu tenuto un concilio nel 1029. L'ar- massime in quella di s. Paolo di Napoli,
civescovo di Magonza vi rinunziò alle sue ove riposa il corpo di s. Gaetano loro fon-
pretensioni sul monastero di Gander- datore, dai teatini e dai sacerdoti secolari
sheim e ne lasciò la giurisdizione al ve- e regolari si usano le due palle, che adottò
scovo di Ilildesheim. Reg. t. 2?; Labbó per la sua diocesi il vescovo di \ erona Gi-
t. g; Arduino l. G. beitiamicoecontetDporaneo del santo. I
-
48 PAL PAL
f;reci moderni cìiiomaiio nrfclc,iìq)hcle, glimorì verso il 4'J''> ^ Fordun, presso
la palla colla quale ciio|)ioiio nella messa Aberdeen. Le sue reliquie erano antica-
il disco in cui è riposta l'ostia consagrata, mente custodite nel monastero di For-
ed il cajicein cui sta il vino ossia il san- dun, ma nel i4o9 Guglielmo Scenes ar-
gue del Signore. Nel voi. lX,p. 26 e ?.H, civescovo di s. Andrea e primate della
parlando della solenne messa die celebra Scozia, le pose in un'arca nuova, fregia-
il Papa, dissi che la palla cui cuopresi il ta d'oro e di pietre preziose. La lesta di
calice è delta //o/ci o /ìliola,óe\ (piale vo- s. Palladio è notata a'(3 di luglio nel bre-
cabolo trattano Dncange e Carpcntier in viariodi Aberdeen e nei calendari di Sco-
Glossai inni j come pure dell'asterisco o zia; ma in alcuni calendari d'Inghilter-
stella d'oro, con la quale cuopresi l'ostia ra trovasi a'i5 di dicembre. y.Scozw,
consagrata sulla Patena (^•), acciò nel Irlanda.
portarsi dall'altare al trono non sia mos- Palladio (s.), vescovo di Salntes.
sa dall'aria o cada sul pavimento, secon- Nato da illustri genitori, succedette a Di-
do il rito de'greci, spiegandone il simbo- dimo sulla sede di Saiutes circa il 'j'-3, e
lico significato Cancellieri, /*o/i//7/<:"c7//, p. ft.'ce risplendere la sua pietà nella cura
G4; come pure parlai del puriflcatoio o che si prese di ornare le chiese e di fab-
palla con merletto e fiocchi d'oro, con la bricarnedi nuove. Feccia traslazione del-
quale cuopresi il calice nel portarsi egual- le reliquie di Eutropio primo vescovo
s.
PALLADIO (s.), apostolo degli scoz- lino. Assistette ai concilii che si tennero
zesi. Era diacono della chiesa di R.oma, a Parigi ed a Macon, l'uno nel SyS, l'al-
e non si può dubilarecliesia quello stes- tro nel '^'Ò'). In quest'ultimo fu deposto
so clic parti da Roma nel 43' per or- Faustino, il quale era slato indebitamen-
dine di Papa s. Celestino I, e fu pri- te consacrato vescovo di Acqs da Palla-
mo vescovo degli scozzesi che credeva- dio, che perciò incontrò l'indignazione
no in Gesìi Cristo. Secondo alcuni scrit- del re Gontrano. Palladio fu anche accu-
tori, s. Palladio, la cui missione fu ante- sato di favorire i disegni di Fredegonda
riore a quella di s. Patrizio, venne cac- contro Gontrano; ma questa era una ca-
ciato dal paese dal re di Leinster, e tor- lunnia. Morì alla fine del VI secolo, ed
nò nelle parti .settentrionali della Breta- è nominato nel martirologio di Francia
gna, ove dapprima aveva esercitalo il suo a'y di ottobre.
zelo. Dal che ne segue, ch'egli era stato PALLAVICINO o PALLAVICINI
mandato a tutta la nazione degli scozze- AxTOMOTTo, Cardinale. Patrizio geno-
si, molte colonie dei quali erano passale vese, discendeva da una delle più il-
nel settentrione della Bretagna, e s'insi- lustri e antiche famiglie d'Italia, che
gnorironod'una partedel paese conosciu- sipropagò in Parma, Piacenza, Cre-
to sotto il nome di Scozia. La sua mis- mona, Genova, Torino e in altre città
sione trovò molti ostacoli e gli costò molti ove il suo nome è in isplendore. II IVIura-
travagli: pure predicò con molto zelo, e toii nella par. i delle Anticliiià Estensi,
vi formò una chiesa numerosa. Gli sto- non solo enumera gli stati che possedet-
rici di Scozia dicono che la fede fu ivi te la famiglia Pallavicino, ma dicendo di
stabilita verso l'anno 200, sotto il regno sua nobiltà, dichiara probabilmente di-
di Donaldo e il pontificalo di s. Vittore scendere dal medesimo ceppo che l'E-
1 ; ma tutti d' accordo affermano che s. stense, della quale trattai a Modeiva. Il suo
Palladio, da essi chiamato Padio, fu il cognome provenne forse da Obeito mar-
primo vescovo del paese, e gli danno il chese di Lunigiana nel i che chiama
i ?.4,
titolo di primo apostolo della Scozia. E- vasi Pclaviclno ^Qi- soprannome, il qua-
PAL PAL .Ì9
le tli volilo suo nome [iioprio e poscin co- di Toiirnay, di Cuma, di Lainego, non
giioiiic tic' suoi discenilciili, iiiiil;ilosi in [>aie di Genova come scrisse qualcuno; in-
se£[tiito in Pallavicino e da Jilcuiii vol.- di a' <) o i\ marzo i48f) lo creò cardi-
f;aitncnte dello Pallavicini. Anloiiiotto nale prete di s. Anastasia. Nel pontifica-
dalla Spagna, dove insieme co'snoi fra- lo di'Alessandro VI continuò nella .ca-
telli esercilavasi nella niercalnra, si Ira- rica di pro-datario, perchè l'avea in mol-
sfeiì nel i ("O a Genova e poscia a Pio- ta considerazione, stimandone l'intrepi-
nia, ove.fci ammesso tra i famigliari del dezza e il coraggio. Quanilo Carlo Vili
cai diiiai Cibo, il quale avendolo fallo co- nel fine del i49Ì entrò in Roma, essen-
noscere a Sislo IV, restando (piesli sod- dosi ritiralo il Ponlelìcc in Castel s. An-
disfallo del suo spirito, Io adoprò per al- gelo, il cardinal vemie incaricato di rice-
cun tempo nello scrivere le lettere apo- verlo e di trattare con lui, ciò che adem-
stoliche, e nel i48i gli conferì il vesco- pì con buon successo. Partito nel maggio
vato di Veiilimiglia. Ak-ntrestava per par- i4q^ il >e tla Napoli per Roma, e Ales-
lire da R(jma, morì Papa e gli succes-
il sandro VI per Orvieto onde non trovar-
se il deltocardinalecol nomed'Innocen- visi, il Papa gli afìidò il governo dell'alma
7.0 Vili, il cpiale non solo cortesemente città col titolo di legalo apostolico e gli"
lo avca li ottenuto, ma in tempo del con- lasciò la cura di trattare col re , da cui
clave avea dato a guardaiv alcune
gli ottenne la resliluzione di tutte le pia'.ze
stanze che avea contigue al suo titolo di che avCa occupate alla Chiesa. Quantun-
s. Lorepzo in Lucina, avendolo anche que il cardinale fosse di poche lettere, di-
fallo nominare tra prelati destinali alla
i venne assai colto ed erudito, per la con-
custodia del conclave. Quindi lo promos- tinua conversazione che faceva coi lette-
se subilo a datario, nel quale impiego per rati che teneva in casa. Una delle doli
la sua integrità e singoiar disinteressasi però che lo resero commendabile sopra
fece amare da tutta lioma. Avea Anlo- tutto, fu la savia e prudente libertà con
niollosoi tilo dalla natura particolare de- cui ne' concistori esternava il suo parere,
strezza nel maneggiare i cuori altrui, e come praticò con Alessandro VI e Giu-
sapeva a fondo l'arte d'insinuarsi nell'a- lio II, che nel i5o3 lo fece vescovo di
nimo delle persone, onde colla dolcezza Palestrina. .Benché Giulio II per alcu-
del tratto e colla soavità delle maniere ne parole si fosse alquanto sdegnato, lut-
guadagnava il cuore di chiuncpie tratta- tavolla ne fece sempre gran conio, de-
va con lui. Quindiavendo Innocenzo Vili stinandolo air importante legazione dei
detcrminato di abolire cerli magistrati re di Francia e di Spagna in Savona, per
della cancelleria apostolica ( di cui par- conchiudere la lega contro la repubbli-
lai nel voi. VII, p. 186) detti strazio- ca di Venezia, e venne distinto da tali
nia. Ne' suoi verdi anni diede a conosce- ni 2t), ad onta della resistenza del padre,
re quanto prometteva il suo felice in- cui dispiaceva veder terminala la di lui
gegno, poiché sostenne solènne dispu- carriera prelatizia. Nel i63c) fu destina-
ta per tre o cinque giorni continui su to a insegnar filosofia nel collegio roma-
lutla la teologia scolastica, cheavea ap- no,enel i643 venne sostituito nella teo-
preso dal de Lugo poi cardinale, nel- logia al celebre de Lugo. Questa calledra
la quale fu laureato nel 1628. 11 car- poi dovè lasciare per l'esame del Cimoso
dinal Maurizio di Savoia io ammise nel- libro di Già iisenio, fa Ito uno de'pri mi con-
la letteraria adunanza che lìoriva nel sultori tra'i3 teologi a ciò destinati, e in-
suo palazzo, e gl'inculcò coltivar la ret- sieme prefello degli sludi del collegio. Già
torica e la poesia, come fece, recitandovi Innocenzo Xloavea ammesso nella con-
aloune prodirzioni. ^ enne puie annove- gregazione deputata ad esauiinare il li-
rato nella celebre accademia degli Uino- bro ; Della (grandezza (iella cliiesa roma-
risli , merilaudoue il principato per gli na stabililu suU'aulorilàdis. Pitti o e s.
P AL I» AL 3 1
uiipiegato negli affari più gravi, essendo ruvido tratto disgustò la nobiltà, e il ri-
tenuti i suoi voti per oracoli. Mecenate gore gl'inimico il popolo. Chiuse però in
de'Ielterati amò
con elRisione, negra-
li pace in Roma, per lo più cagionevole,
di la conversazione e per quanto potè aiu- la carriera del viver suo, in credito di
tò. A profonda dottrina accoppiò costan- modesto, prudente e generoso co' pove-
te pietà, candore di costutni, e zelo ar- ri, nel 1680, d'anni 7", ed ebbe sepol-
dente per la cattolica religione e per l'o- tura in s. Francesco a Itipa, chiesa da
noie della s. Sede. Mori in sede vacante lui rinnovata in un al convento, come
nel iGGt, d'anni 60, senza lasciar modo dissi nel v(j|. XXVF,
160, dove al lato p.
di fare i funerali, cui supplì il cardinal destro della cappella di s. Pasquale il
Flavio Chigi con ?,ooo scudi, ed ebbe se- principe Giambattista Rospigliosi gli e-
poltura con lapide elegantemente ornata resse un sontuoso mausoleo con elegan-
in s. Andrea de'gesuiti, ov'erasi ritirato te iscrizione, poiché pel suo fide corn-
da tre mesi, lasciando erede cjuel novi- misso il secondogenito de' Rospigliosi è
ziato. Autore di 23 o[)ere stampate e 7 principe Palla vicmo e signore di Galli-
inedite , §e ne legge il catalogo i\e.\V Ale- cano (^.).
uto romano ò\ Oldoino e nel p. Affò: Me- PALLAVICINO OiMzio, Cardinale.
nioric della vita e degli, sludi di Sforza Nacque in Genova da nobilissimi geni-
cardinal Pallavicino, Venezia 1 780. Fra tori, e poitalosi in Roma, ebbe da In-
tutte però la più celebre è la Storia del nocenzo X il governo di Fabriano, poi
concilio di Trento, che meritò tante edi- quello di Fermo, indi nel 1668 il ve-
zioni e traduzioni, scritta da luì [)er op- scovato di Spoleto. Trasferito al titolo
poila a quella malaugmata di fr. Paolo arcivescovile d'Efeso, disimpegnòle nun-
Sarpi, con stile elegante e fiorito, appog- ziature di Toscana, Colonia e Polonia
giata a importanti documenti. La pro- egregiamente, nell'ultima adoperando-
lissità sulla controversia era necessaria, si con zelo per la sacra lega che liberò
per distruggere le cattive impiessioni ca- Vienna dai turchi. A' 2 settembre i68tì
gionale dall'altra. In quest'opera il car- Innocenzo Xi lo creò cardinale prete di
tlinale ribalte e confuta il Sai pi con (or- s.Martino a' Monti, indi legato di Ur-
modo che ninno potè
za e diligenza, e in bino. Nel 1691 Innocenzo X.'I lo fece
ragionevolmente confutare Pallavicino, vescovo d'Osinio, ove nel «696 celebrò
tranne qualche fcinatica declamazione. il sinodo, e con singolare diligenza uè
52 PA L P A L
visitò In diocesi. Mon inPiOmanel 1700 cic.iic caidiiiiilo " l'jjma egli csem-
iu;l i
d'anni (xS, dicesi per dispiacr-re il' essere plaimcnte ricusò la siihliiiie dignità. Per
sialo (orleinenle rini[)roverato ded Papa, (ui il Papa nel concistoro de <) settem-
pcr esscrvisi portato (piandola sua sa- Ine I'".'i3 |)roniinziò dotta allocuzione»,
Iute iì)rse faceva temere tli sede vacante: in cui loilò la somma modestia ed eroi-
l'Iihe sepoltura nel vestibolo ili sua chiesa ca virtù dei prelato, per aver costanle-
con isplendida lapidee magnilìco elogio, meule rinunziato la sacra porpora, che
PALLAVICINO PiANUcnOj Canìiua- per replicale volle aveagli olferto, ed ia
/('. Sort'i natali in l'arma da famiglia di
i tpiello de'.>.3 Io creò patriarca d' Anlio-
specchiata nobiltà, ed uscito appena tlagli cliia in partibus; facenilolo esaminatore
anni dell'adolescenza fu inviato a Monaco de\escovi. Compianto come padrede'po-
dove il duca lo accolse cortese-
di Baviera, veri e sollecito commendatore del no*
mente. Applicatosi quindi allo studio di minato arcispedale, morì in Pionta a' 23
ambe le leggi, ne riportò nell'università luglio 1749 ^ '" sepolto nella chiesa di
meritamente laurea di dottore. Dopo al- s. Spirito avanti l'altare maggiore, cou
cune vicende passò in Pionia, e fu inca- iscrizione e stemma eretto lud nipote,
ricalo del governo di alcune città, e poi ijuale riporta in un al iilratlo dell' illii-
inquisitore a Malta. Piichiamato in Ilo- sire patriarca, d p. Vairani in Ciemoneii-
ma, venne fallo segretario del concilio, sium inonni nenia 177, a splen-
\). in iin
indi governatore di Piouia, cariche eser- dido elogio. Notai nel voi. XLI, p. 36, i
citate con fedeltà e decoro ; benché tar- che con questo prelato si confuse dal
di da Clemente XI fu creato cardinale Novaes nel l. i\, p. 64, Lazzaro Pai-
prete a' 17 maggio 1706, con la chiesa lavicino nato nobilmente in Genova a'
dis. Agnese fuori le mura per titolo. Per i3 giugno i6'S4, da Clemente XI a' 10
la sua scienza e dottrina venne ascritto gennaio 1721 fallo arcivescovo di Te-
alle primarie congregazioni cardinalizie, be, indi nunzio di Firenze, di cui parlai
e mor"i in Roma 17 12, d'anni 86,
nel nel voi. XXIX,
aSo, ed a Maestro p.
sepolto in s. Francesco a Pupa, chiesa da di Camera, morto d'anni 60 passali:
lui beneficata, avanti l'altare maggiore, con>e ottimo amico di Benedetto XIV,
sotto lapide con bell'elogio. questi gli eresse il monumento sepolcia-
PALLAV ICIJNOAntojj Maria. Nacque le con onorevole epilalllo, disegno del
nobilmente dai marchesi Pallavicino in cav. Fuga, il quale per errore, lipogra-
Cremotiaa'i 7 giugno 1674, e dedicatosi fico nel voi. LXV, p. 174 è chiamato
alla romana pi-elatura, diventò votante cardinale, anzi .dopo aver altrove cor-
della segnatura di grazia e segretario della retto Novaes ivi anch'io sbagliai, con dire
visita apostolica e revisione delle messe, che avea ricusalo la porpora. Come l'aino-
BenedelfoXllI nella 1 ."domenica d'olio- re della verità mi fece emendare Novaes,
brei724 consagrò arcivescovo di Le-
lo cosila stessa mi fa dichiarare essere io
panlonellacappella Paolina, coracripoila poi caduto nel medesimo abbaglio.
il n.° I I ic)del79/<7/'/o f// /io/«<7, indi assi- PALLA\'1CIN0 LazzaroOpizio, Ozr-
slente al .soglio e consultore del s. ofiìzio. dinaie. De'marchesi Pallavicino, nacque
Nel 1737 Clemente XII lo promosse a in Genova a'3o ottobre i 7 iq. Fatti rego-
commendalore di s. Spirilo, e fu beneme- larmente gli sludi nel collegio Cleoieiili-
rilodi si grandioso ospedaie, massime del no di Pioma, in cui entrò nel 1732 qual
conservatorio delle proielle. A premiar- convittore; indi fu ammesso in prelatura
ne la dottrina, la pietà, la prudenza, la e deputalo nel i'^^") da Benedetto XIV
mansuetudine, la soavità de' costumi e ablegatoaposlolicoiuBaviera a portarela
la giustizia, Benedetto XIV lo voleva bei reità e cappello cardinalizio al fratello
TAL TAL 53
(Iiirinipoialoie, come disM nil voi. IX, jì. fu preso il fregio della casula o pianeta,
I ()u. I" lite dallo stesso PoriUlicegovi'iiia- chiamato Frixiiim, come rileva Garam-
tore (li Macerata, nel i
." aprile i
'- T4 Io pi, Sii^illo (Iella Oarf. p. 1 10. Non deve-
j)ieconizzò anivescovo di Lepanto e nun- si [ìlio intendere <|ui per la parola pal-
ziodi Napoli (nel cpial tenipoehbe incom- che cuoprc e princi[)almentc
lio tiillociò
nienila l'abbazia di s. Solìa di Benevento), quella veste che usavano gli antichi so-
donile lo trasferì Clemente Xlil alla nini- prap[)orre alla toga e che diciamo iMan-
ziatina di Madrid. A premiar^ servigi i tfllo o Mantellelta, Gozzetta (^.), paL-
resi alla s. Sede, Clemente Xlil stesso ai lioluin , corto o piccolo forraiuolo e si-
9.(ysette!nljre i -GG lo creò cardinale [ire- niili; ovvero Alaiìtellone (f^.), veste ta-
te de'ss. Xereo ed Achilleo, dal «piak' poi lare antichissima senza maniche con
j)assò al titolo di s. Pietro in Vincoli. lunghe falde pendenti d'and)o le sjiallc,
Nel voi. XXXVII, p. 283, riportai la ibr- usata dagli apo.stoli, come riporta lìer-
nialilà con cu', fu (allo legato di Uologna. nini, Del tribunale della rota p. 2 i , chia-
l'er la riputazione ch'erasi acquistata, ap- mata a^\lx pallio; il quale fu detto anche
pena eletto Clemente XIV lo dichiarò se- Cappa (f^-). L'antica veste delta pallio
gretario di slato, cospicua carica in cui era un [)anno (juadrato o quadrangola-
loconfermò subito il successore Pio VI, re, che posto sopra le spalle cuopriva
anche coQjenece^lissimo al re di Spagna, tutto il corpo, descritto da Tertulliano,
e per compensarlo del triregno che nel De pallio, usata principalmente dai gre-
conclave fu in punto di ricevere in capo, ci, perciò chiamali gens palliata, e .co-
laond.e esercitò la carica dal 1 7(k) al mune alle donne; corrispondeva alla to-
l'-iSj, e|)Oca di sua morte, avvenuta in ga de' romani, ed era anche segno di fi-
vesti pontificali in segno di giurisdizio- esso sulla spalla sinistra, facevano girare
ne: si vuole da Durando, /ìrz//o//^/<' lib. l'altra [)arte dietro alle s[ialle, e i|uesta
3, cap. I ", succeduto all'antico Supcrhu- poi riusciva sollo il braccio destro; ()uin-
lucrale (^.) del sommo sacerdote, e chia- di la rimandavano per davanti alla spal-
tiis, Stola ponlifìvalis; fu dello anche lio di Gesù Cristo era [liultoslo granile,
J'tirjf;iuiìi, perchè si soleva tessere con poiché soldati se lo dividero in j |)arli,
i
croci dai frigi, onde talora per il pallio ibrsc perchè buone a qualche uso e an-
54 rA L P A L
( () diviso avesse quali he valore. Il pallio e palliniìi ne'tempi barbari, de'quali pa-
semplice o filosolico si vuole anche ado- lli parlai a Carnevale, Giuoco e analo-
peralo dagli a[)ostoli, poiché essendo giu- ghi articoli : e perchè più braccia di det-
dei, questi l'aveano adottalo ad imitazio- t(j panno o drappo si dà ai vincitori nel-
ne de')>apieiili greci, e l'assumevatio sulla la corsa de'cavalli, fu chiamato il palio
tunica o tonaca, come può vedersi in e conere al palio.
Cancellieri, Dcllt sacre teste, ove dice Il termine di pallio pertanto è nell.»
Roma dall'imperatore Carlo IV. Adun- sti sacre, e quello che assumono colóro
que il pallio l'usarono i filosofi e profes- che lo ricevono dai Pontefici sopra la
sori delle arti liherali greci, ad imitazio- Pianeta (/' .), quando celebiano solenne-
ne de'quali sapienti l'adottarono giu- i mente. Il solo Papa pel suo primato as-
dei; era di forma quadrangolare e di co- soluto può usare il pallio, perchè in esso
lore oscuro, onde ingrato ai romani. I evvi la pienissima potestà di tutta la Chie-
cristiani che menavano vita più auste- sa universale, in ogni tempo e luogo, nei
ra, detti asceti, lasciando la toga, prese- concili), nelle funzioni degli antichi pos-
ro il pallio filosofico portato dagli apo- sessi, non però nelle loro cavalcate, ed il
stoli giudei, e come seguaci della vera loro cadavere col pallio si espone ne'fu-
sapienza vollero vestir l'abito degli ama- nerali e si se|)pellisce, e col pallio fu tro-
tori di essa; lo portarono le vergini con- vato quello di s. Leone I morto nel 4^ ' •
sacrale a Dio e in seguito rimase ai soli Quando nel 538 per violenza fu tolto
monaci. Inoltre pallio e palio si dice dal collo di s. Silverio Papa, fu detto al
il haliìacchiiio o omììrella quadrata, chia- clero, che il Pontefice era stato deposto.
mato pure tnappiila o coìiopco, e sotto Gli altri che ne sono fiegiati, possono sol-
questo pallio Innocenzo VII e Martino tanto usarlo nelle rispettive chiese (me-
V fecero l'ingresso solenne in Roma; no speciale privilegio ose lo permettesse il
PA L
ncll.i Circoncisione, Epif;ini;i, Joinenica vraslano cpielle delle appendici e 2 so-
(Ielle palme, giovedì e sah!>alo santo, F^a- no disposte tra le prime. Delle formean-
sqiia e segiìenli due feste, Ascensione, tiche e moderne del pallio quale si vede
l'cniecoste e seguenti due feste, s. Gio. ne'monumen'i antlihi, pai lano anche il
battista, tutti gli Apostoli'; nelle 4 feste p. Casimiro, Memorie d' araceli , p. in, i
cliicsa, nella consacrazione de' vescovi, La diversità del pallio antico latino
tiiir ordinazione dei chierici, nell' an- dal moderno, sia nella forma e tnateria,
niveiNario dcH'olleniito pallio, nelle fe- sirileva da Innocenzo III, al modo co-
ste principali della caltediale, e in lut- m'era stalo ridotto circa il secolo Vllf,
ti gli altri giorni espiassi nel privilegio De offìc. miss. lib. 3, cap. 63. PalUunt
di concessione.Papa Agapito II del
Il illud,quo majores episcopi ut un tur, eU
t).\.G mandò a s. Brunone arcivescovo di de candida lana conlextum, desuper
Colonia e fratello d'Ottone I, pallio il hahcns circuluni liumeros constringcnleni,
col diritto singolare di poterlo usare ogni et duas Uncas ab uiraque parte penden-
qualvolta gli piacesse, e lo riporta Bona, tes, quafuor cruces purpureas aule, re-
/{fr. li tur. Iib. 7.:\; ed Alessandro
f,cap. tro, a dextris, et a sinislris scd a sini- ,
Il del 1061 die a Lanfranco arcivesco- stri s duplex est, et simplex a dextris. Tres
vo di Cantorbery due palili per grazia etiam acus attrae injìgnntnr pallio ante
speciale, come si legge in una lelteia da prclus, super humeruni, et post tergum,
esso scritta a quelPapa; itnuiii de alta- super dexlerum humerum non in/ìgitur.
ri ex more, quo sanclilas de-
alterimi f/aec qualibcl acus pretiosuni continet
stra missas celebrare constuveral. La lapidcin. Il sacro pallio in oggi ado-
forma del pallio sino al secolo XII, per perato differisce non solo pel diverso
lo più ha quella di un T o di un Y, in- colore delle croci, ma anche nelle due
di impiccolita nel secolo XV, e ridotta- striscie pendenti avanti e dietro, le qua-
la quasi al collo : esso consiste in una spe- li ne'moderni pallii sono di molto accor-
cie di stola o fascia stretta o striscia lunga ciate;^ stile incomincialo prima di vSislo
circa c) palmi e larga la 4-^ parte d'un IV del 147' > come si raccoglie dal ce-
palmo; è simile ad una collana o cerchio, rimoniale di Patrizi, De pallio, et qno-
che posta sopra le spalle circonda il pet- modo traditur, lib. i, sex. i o, cap. 5; e dal
to e la schiena, ed in ambedue le parli sepolcro di quel Papa nella basilica Vati-
pendono due appendici, le quali non so- cana. Il pallio ferma con tre spdloni
si
te 6 croci di talTetlà o seta nera, e gli con cui fu crocefisso Gesù: gli spilloni o
estremi lembi delle appendici terminano aghi si fermano sulle croci poste nel da-
e sono Oliati con piccole lamine di piom- vanti, sull'omero sinistro e nella croce
bo coperte di seta nera, allineile non posteriore, cioè al Papa sul fanone, ne-
pos>a sconvolgersi intorno al collo; an- gli altri sulla pianeta; il Garampi parla
ticamente le croci erano rosse. Queste 6 di diverbi aghi o spilloni gemmali, se-
croci sono distribuite con eguali inter- condo l'inventario della guardaroba di
valli, 1 in mezzo alle appendici o lembi, Bonifacio VHI e altri inventarli, eoa
e 4 nella parte che pusa sul petto e spal- gioie preziose, come zalUii, balasci, gra-
le il guisa di collana, cioè 2 in linta so- nate e pelle groisc. Quanto alla lana cui
56 PAL PA L
forinansi i palili taiilo pd P.ipn clic per le parole: Pasce o\'cs iìica<;, Pitarc rtgiiot
quelli cui è concesso, degli agnelli bene- ntcos, si mandano poi dai suoi sui cesso-
delti dalla lana de'qnali ricavasi, canaio- ri de corpore s. Pclri, ai prelati the ne
gbe notizie, oltre ciò che lipoiteiò, già sono decotali in segno della loro pa.vto-
parlai nel voi. XI, p. 27.5, dicendo pure lale carica, come licavasi dalle parole,
che Donino aposloUco li odie la basilica presso il Daronio all'anno 104", di Cle-
Lateraucnse j)er quanto dirò, e si benedi- mente II a Giovanni vescovo di Saler-
conoins. Agnese, palili risvegliano l'idea l no, cui scrisse mandandogli il pallio: In
del divino Agnello e del buon Pastore. <7"0,quia de veliere ovis est, inlcllige le
Gesù Cristo fu predetto dai profeti sot- oviunipastoreinj anzi anticamente, come
to il nome di agnello, il Precursore in lo è nel pallio de'grecì, era espressa nel
vederlo esclamò: Ecce ^gmcs Dcij nel- pallio stesso la figura del buon Pastore,
l'Apocalisse sotto questa immagine ven- come afferma Daronio all'anno 2 16, nel-
ne lappresentato, per cui cristiani mos- i le vesti sacerdotali e nelle altre cose, in
si da queste cagioni non solo al cibo eu- diversi modi notali da Buonarroti, con
caristicodierono il nome di agnello, ma simbolici emblemi e signidcati. IVell'c-
eftjgiarono il Salvatore sotto questa figa- pist. i36, ad Hcnnannunì co'nitcìii lib.
ra ne'Ioro monumenti enei C'i7//ce (/'.), i, s. Isidoro Pelusiota dichiarò che il
in un alla figura del buon Pastore (^F.), pallio significa la caiità del buon Pasto-
simbolo di sua infinita carità, e per me- re evangelico, il quale ricuperata la pe-
moria di sua incarnazione e risurrezio- coiella smarrita, se la pone sulle spalle
ne, come osserva Buonarroti. 11 Vestri- e la conduce al suo ovile, ed anche il pe-
ni, Disserl. sopra l'uso sacro e profano so della carica pastorale, come osserva
degli agnelli , riferisce che a Gesù, oltre Piazza nel ììlenolog'o roni. p. f\'ì. Parlan-
ti nome di agnello che meritò per la sua do il Bonanm del pallio pontificio e del
innocenza, si diede anche il litolodi Pa- suo significalo, lo dice contrassegno della
store buono, che costituiva noi sue pe- somma autorità che il Fapa ha su tutte
core e agnelli; perciò non mancarono gli le dignità ecclesiastiche, e si spiega nella
antichi cristiani di figurare ora gli apo- formola di concessione a chi n'è ornato,
sloli, ora i penitenti, ora tutti i fedeli in per una parte d'autorità che in lale oc-
loraìa di questi amabili animali, che in- casione gli concede, senza la quale non
cominciando da Adamo primi uomini i possono esercitare molte azioni indicati-
non sdegnarono farli l'oggetto delle lo- vedi ta!eautoriUL,aventlolodichiarato In-
10 cure e ricchezze. Dalle rappresen- uocenzo III nel cap. 5q. Dicilnr palliiiin
lanze del Salvatore in abito di buon Pa- pleniiudo ponlificalis offlr.ii^quoniain in
store colla pecora sulle spalle o come a- ipso, et cum ipso confertur pontifica-
gnello capo del gregge che lo segue, ne lis ofjìcii plenilndo. Nani anlcqunni me-
venne ai vescovi successori degli aposto- (ropolilanns pallio dccorelur non debct
li il nome di pastori del gregge cristiano clericos ordinare, pontifices consecrare,
e l'insegna del Pastorale (^.); quindi per aut ccclcsias dedicare, nec arcliiepisco-
imitare il buon Pastore che sopra le spai- pus appcllari. I misteri e le mistiche
le portava la pecora traviala, venne sia- significazioni del pallio sono molte, e di-
bililo che indossassero sugli omeri a gui- verse si leggono nel Bonanni, così quelle
sa di inozzetta il pallio tessuta di lana delle croci che 1' ardornano e degli spil-
degli agnelli. Aggiunge il Vestrini, che Ioni coi quali si ferma. In sostanza, dal-
i palili formati di dette lance posti sul cor- la materia con cui è composto il pallio
pò di s. l'ielro primo pastore universale e dalla cerimonia della benedizione, so-
dcll'ovilc raccomandatogli da Crislo col- no d'avviso gli scrillori sacri, the sia nel
-
PAL PAL 57
pallio raflìgurato Gesù fullosi agnello in che sia stalo introdotto dagli apostoli, e
olocausto al divin l'ailio; tlovcrsi il gran- pretende che s. Pietro lo conferisse a INIa-
de esempio imilare eia! vescovo, e cjtiesli teriio vescovo di Treveri altri vogliono :
delle aiiin)e, pasloroviutn^ del quale suo palliu agli arcivescovi. hi vece siap[)ren(le
luinistero è un emblema la materia on- dal Baronio all'anno 33G,n." G3, che fi-
maco ammoni Teodoro Laureacense. pre- lia dcsagvainciili, t. 3, cap. q, tratta del-
senta il segno della croce, per cui sap- l'origine del pallio, figura e privilegi, ri-
pia dover essere compassionevole coi fra ])ortando le diverse opinioni. iXarra che
lelli, ed essere crocefisso con 1' alFelto a- de Marca pretende avere alcuni de'pri-
gli mondo. » Mentre il
allettamenti del mi Papi usato cautele e precauzioni nel
sacro pallio è un piìi su-
il dibtintivo di concedere il pallio, non conferendolo u
blime sacerdozio, non mostri -al di t'uo- quelli che non erano grati ai principi,
li alcuna pompa e splendore, che anzi è cui perciò talvolta domandarono il be-
un semplicissimo ornamento di pura la- neplacito. I patriarchi d' oriente anche
na semplicemente intessuto, quando per essi ebbero il diritto di concedere il pal-
altro alle vesti più preziose si sovrappo- lio ai metropolitani da loro dipendenti, o
ne, ciò a simbolo della carità, la quale per concessione pontificia come dirò ,
comechè meno splendida lurse appari- o per usurpata autorità dopo però l'ac- ;
sca di ahune più illustri virlù divine ed quisto de'paesi orientali fatto dai crocia-
umane che col[)iscono i sensi e gli ani- ti, i patriarchi lo domandarono ai Pon-
mi umani, nulladimeno però essa è su- tefici, come venne statuito nel concilio di
periore a tutti i doni divini ed umani. Lateraiio IV. Essi poi locompaitono ai
Circa l'origine del pallio sacro varie loro vescovi, previo il giuramento di lé-
sono le opinioni degli autori ecclesiastici, deltà e obbedienza alla s. Sct\tì che loro
benché tutti convengano essere anlichis- prestano quantlo lo licevono. jSei voi.
sima, come apparisce dalle leggi canoni- XVIIl, 98, e XXXll,
p. p. 147, parlai
che, dai decreti pontificii e da altri do- come Giovanni XI del q3 1 , concesse per
cumenti. A
Lino immediato successo-
s. brighe il pallio al patriarca di Costanti-
re di s. Pietro comuneniente si attribui- nopoli e successori senza ricorrere al Pa-
sce l'istituzione de'vicri p;dlii, come Pia- pa, ciò che l'Allacci negì). De itiU-rst.liis
lina, lUizio, Illescas, Caccino e altri ; e \K ?.oj; C(jme hi statuito che i patriar-
Puipcrto, Uc dii-in. ofjìc. cap. 27, scrive chi orientali poi lo dumundussero ogni
58 P A L PA L
\olfa e qiiinJi conceilcssero ni sulTrngr»- quanto dir?) in fine) dentro nnn cassetta
nei, lo dissi nel voi, XXXVII, p. iGìi, di argento doralo, la cni chiave tiene \\\
J,cap. 24, § i(ì; e Goai-, Eiicliologin/n INIacri dice che prima anche ciò incom-
graec. p. 2'58. L'antico pallio de' gieci beva al decano di rota. Al Pontefice in
era chiamato O/iiophorion, essendo una modo elegante e cospersa di o fiori veri
me nell'occidente. Il p. Lonanni nel cap. secondo IMacri; poiché, essendo stali gli
76, del pallio usato nella chiesa greca, uditori di rota Cubiculari [f^-) custodi
dice che cominciò a U'^arlo senza pren- de'corpi de'ss. Pietro e Paolo, per la me-
derne facoltà dal Papa, e che antica- moria della consegna di essi a loro attri-
mente nella materia e forma era simile buita, quando Alessandro VII li dichia-
a quello della Ialina, per attestato del ci- rò suddiaconi apostolici, sopprimenilo gli
lato Pelusiola, scrittore greco del 44'^- antichi suddiaconi apostolici, al camerleu-
Osserva pure che sebbene alcuni l'usano go tle' quali spettava far custodire gii a-
di lana, gli altri Io portano di seta e di gnelli della cui lana formavansi i palili,
colori diversi, e talvolta con ricami pre- de'Ioro emolimienli assegnandone por-
ziosi d'oro e gemme; indicare la lana Tu- zione agli alfaristi di s. Pietro. Quindi
miltti del pastore, e se è vero che s. Gre- Clemente X riconoscendo negli uditori di
gorio I Io adoperasse di lino o di bisso rota i privilegi compartili da Alessandro
bianco mischiato con lana, significare la VII, e come suddiaconi apostolici anco-
dignilà del Pontefice. Il pallio greco è la custodi dei pallii pontificii, senza pre-
molto piti largo del Ialino, simile ad una giudizio di quella parte di custodia che
stola e lunghissimo, onde viene posto so- spetta aW AUttrista di s. Pietro (^.), di
pra le spa4k raggirandosi la parte destra cui parlai anche a Mansionario, perchè
sopra pendente dietro
la spalla sinistra e uno di essi ne fungeva l' ollizio, detti i
na Jposlolortun (^.), quindi si regala- IX, p. 70 lo narrai; ivi dissi ancora quau<
vano come reliquie, ed ih seguito vi si pò- do e da chi si benedivano pallii, che so- i
scro pure i paliu pontificali (anche per leunemente li benedice il Papa in trono
P A L P A L 5(3
coino inlrotliisse Beneilcllo XlIT,co! ri- sognn propria ilei soiunio sncenlole; indi
to prescrilto «la Benedetto XIV collii boi- dai Ponlenci venne concesso ad altri ve-
la lìcnim ccclesin<ttiranim, de' 1 agosto 1 scovi, che solevano fure gi-andi istanze, e
174^) pie<!<!0 il suo Bull. t. 1, p. 47' >
rilasciavasi per grandi cagioni, ma giam-
cioè dopo il vespero della vigilia de' ss. mai Io dierono gl'iniperatori, come pre-
Pietro e Paolo nella basilica Vaticana, ed tese qualche scrittore. Antichissimo è l'ii-
in assenza del Papa dal cardinale vesco- so di concedersi il pallio dai Papi, e di-
vo che ha intnonalo vesperi, per lo piii i cemmo clie s. Simmaco nel .jo4 lo die a
il decano del sacro collegio, ma sull'nlt;i- Teodoro di Loirk metropolitano di Pau-
re. Le orazioni per la benedizione dc'pnl- nonia, indi nel )[3 a s. Cesareo vesco-
lii sono diversesele fa il Papa ose vi sitp- vo d'Arles. Nei primi secoli si concedeva
plisce il cardinale ; si recitano a voce pia- a pochi e di vita santissima. A Vigilio del
na,in piedi e senza mitra : nella benedi- 5^o lo domandarono e successivamente
7Ìone ha luogo l'incensazione e l'asiicr- ottennero Anxiaiio e Aureliano arcive-
sione con l'acqua benedetta, sommini- scovi d'Arles; ne fecero istanza e Io con-
strando al Ponteficerincensicre e l'nsper- seguirono da s. Gregoiio 1 Giovanni e
.sorio il cardinal primo prete, non ilcnr- JMariniano arcivescovi di Piavenna, Vigi-
dinal vescovo assistente, perche col fine lio arcivescovo d'Arles, e personale Sia-
del vespero il suo offizio è terminato, grio vescovo di Autun, cui il Papa dicliia-
cerimonie prende dall'allarista alla Con- bronio, t. 2, p. 79, osserva che l'uso di do-
fcssione e riporta ad esso il bacile de'pal- mandare alias. Sede il pallio dagli arci ve-
ti
{
4o erano quelli del 1G87 ) e in sua le cose seguir canonicamente i precelti di
casa li custodisce con decenza per averli s. Pietro, acciocché tra le pecorelle a Ini
pronti alToccasione, ovvero come per lo raccomandate venissero noverati che ; col
sonalniente in Roma a prenderlo, ciò che Adriano II con Eberardo vescovo di Nan-
limisero in osservanza nel secolo XI gli tes ; e s. Leone IX dando il pallio al ve-
arcivescovi d' Inghilterra. Si continuò scovo di Mende gli conferì il privilegio
quindi dai Papi ad ogni nuovo prelato d'essere consecrato dal solo Papa, con che
cui fu accordato l'uso, concedere il pai- divenne immediato snffraganeo della se-
lio, ^ranne qualche eccezione, come del- de apostolica, solo riconoscendo il Pon-
r arcivescovo Sollaniese sotto Giovanni tefìce per metropolitano. In progresso di
XIII e dell' arcivescovo Cabaltense nel tempo fiuono palliati i vescovi sulfraga-
dominiode'tartari da Clemente Y, aVpia- nei esenti e non esenti dalla giurisdizio-
lì permesso non solo di assumei lo, ma
fu ne de'loro metropolitani, non però coa- i
giunta a qne' vescovi che Pontefici di- 1 triarchi titolari ù in partibus, perchè non
chiararono legati, o vicari apostolici del- Inumo la propria chiesa .di residenza, né
le diverse regioni. Nel secolo \ Il si con- per la medesima ragione agli arcivesco-
cesse a diversi vescovi benemeriti della vi titolari. Neppure si concede agli arci-
chiesa romana, e nel seguente la maggior vescovi cattolici di rito greco, ruteno, ma-
paite àtiiiietropolitaju furono dotali di ronita, siriaco, raelchita, ec. perchè in es-
t.ile insegna. Nota Chardon, che 1 sem- si lo g<jde il solo patriarca; si concede
plici vescovi per cagione del pallio si at- peiò ai metro[iolifani di l'ito greco-ru-
tribuiiono il nome di arci^'c scovo e Te- tenOj come a quelli di Riovia e Leopo-
senzione dalla giurisdizione de'loro me- li. conceduto il pallio per privilegio
Si è
tropolitaoi, benché i Papi nell'insignirli apostolico e in perpetuo alle chiese ve-
deìla prerogiitiva del pallio avessero av- scovili di 0-,tia, Pavia, Arezzo, Autun,
\ertilo,non volere portare pregiudizio ai Wurmia, Cinque-
Erbipoli, Passavia,
diritti metropolitici uè alla disciplinajma chiese e I\Ialta, per non dire di altre che
invece dipoi 1 decorati del pallio scosse- noto a' loro luoghi, così le accennatecon-
ro il giogo dell'obbedienza canonica, col cessioni. Narra il Macri, che l'iraperato-
pietesto del bene della Chiesa ricoprendo re Giustiniano I lo domandò pel vesco-
la propria ambizione. Così fecero Gode- vo di Giiistinianopoli, città da lui edifl-
grando vescovo di Metz, cui per benemc- cala, ma s. Agapito I lo negò per non pre-
renze die il pallio Stefano ili, e il succes- giudicare i metro|)oIitani, importunando
sore Angelramoche si attribuirono il ti- quindi Papa Vigilio, questo lo accordò,
toloarcivescovile, come fecero al tri e prin- Talvolta il pali io è sia lo conceduto ni ve-
cipalmente il vescovo di Dol,onde Pa- 1 scovo di qualche cattedrale vita durante;
pi con riserve solenni e cautele, di rado si chiamò pallio personale, perchè coq-
P A L PAL 61
estinto alla persona, non nlla cliicsn, co- nrl 1807 allorché Irasfen aSocpusio l'ar-
me l'cbbcTO i vescovi ili Pace nel 1 5G8 civescovo ili Lubiana Biif^iilo, gli licu-
(la s. Pio V, Pny. nel 179.4 *^^ Bene-
tli so di continuare ad nsaie il pallio; lo ne»
detto XI li, di Marsiglia nel 1731 da Cle- ^ò pure nel 18?. 3 a Clinlons vescovo di
nicMle XII (nel 85 Pio IX Io concesse
i i Sccpiisio, nel 187,'?, a Cliabons vescovo
perpeloo) indi da Pio VII
alla chiesa in ;
di Piiy liiftlalo ad Amiens ( al quale per
nel I vescovo di Troyes che aveva
80.Ì il diverse consuetudini l'avea concesso nel
dimesso rorcives(Tovato d'Auch, e quello 1817, in un al vescovo d'Autun, //e v^e-
d'A utim cheavea dimesso -l'arci vescovato ciali dono gratìnc coiicessum), e nel 8^3 r
di Tolosa, ed a loio lo spedì senza la con- al vescovo di Perpignano, per cui face-
sneta istanza in concistoro, e ciò per le va premura il cardinal Clermont-Ton-
piemnre di Napoleone, ed in vista de' luc- ncrre. Essendo poi un arcivescovo tra-
riti di qne'prelali. Qualche volta ebbero sfi^ritoadaltrasedearcivescovile residen-
il pallio anthe alcuni vescovi litolari in ziale, ritiene il pallio della priina;efa u-
pa rtib US come , nel iG>5 l'arcivescovo di so del secondo pallio die ricevè e impe-
iMira,nel il>7() e nel 1670) gli arci vosco- tròdallas. Sede, la tpiale lo concede per-
vi di IMarcianopoli ; nel i()ti i palliar- che nuova chiesa sia piìi stretto; an-
alla
chia e Gerusalemme; nel 1671 gli arci- traslalo, deve domandare un 3.° e nuo-
vescovi di Tarso e di Damasco;nel iGyS vo pallio in vigore di una nuova piovvi-
l'arci vescovo di Cesarea, nel 178) il ve- sione, senza il quale non può in essa e-
scovo di Babilonia, che nel i8'|r) lo ri- sercilare giurisdizione. Va avvertito che
cevcile (le j'itre dal Papa regnante per morenilo colui che abbia consegnilo due
avere dichiarato la sede arcivescovile, o tre pallii, deve vestirsi con (jnello del-
Siccome il pallio si ritiene sempre, quan- la chiesa che avea per ultima, gli altri si
ilo luì arcivescovo di chiesa residenzia- pongono sotto il capo. In caso di perdi-
le passa ad una titolare non lo perde, la del pallio, bisogna domandarne altro
anzi divenendo poi arcivescovo di altra al Papa, non polendosi usare quello di
chiesa lesidenziale ne riceve un altro e altri, essendo un ornamento personale,
viene sepolto con due pallii: il cardinal Dal Cardella e da Lello si ha,cheilcar-
Cadolini arcivescovo di Spoleto ebbe il ilinal Cardona nel condursi dopo liau-
pallìo, quindi arcivescovo titolare di E- ni all'arcivescovato di Monreale, in ma-
dessa e lesidenziale di Ferrara perciò ri- re gli fu rubato il pallio dai corsari, lo
cevè altro pallio dalle mani di (iregorio che saputo da Clemente VII, senza islan-
XVI nella cappella segreta del Vaticano za gliene trasmise allio nel 1
"'>,'), eil car-
agli8 febbraio 184.3. L'ai ci vescovo che ha dinal Orsini niedianie moto-pro|)rio pou-
dimesso la propria chiesa, conservando il lificio lo consegnò alsuo procuratore, ac-
titolo arcivescovile,o che viene traslalo ciò quella chiesa non restasse senza que-
a chiesa vescovile o a titolare ancorché st'onore. Avendo Sansone arcivescovo di
particolare, non può usare il pallio, ciò Piciins incoronato Luigi VII in Bourges^
che confermò Innocenzo III e la congie- l'arcivescovo di (piesta città pretese che
gazione de'riti nel i6o4, quando l'arci ve- nella propria chiesa spellava a lui il ili-
scovo di Ragusi fu trasferito a Maiorca; ritto e ricorse a Eugenio III; questi pri-
sotto il capo, altrettanto facendosi se chi j»ii;nezza del jtontillcale ollicio. Siccome
gode il pallio perla sua chiesa n perpri- li vescovo non ha pieno diritto nel suo
\degio, morisse fuori di provincia. Pio\ li \cscovalo se non è consccrato, così l'ar-
,
(Ì2 PA L TAL
civescovo nella sun piovinciii non lia il ngnelli, e somministrine la inaleria del
pieno polcM e (indie non lia lircvulo il pai- simbolo delia pienezza della paslorale po-
lio, e]iiima non può rsercilaie quelloclie desia, derivare alle chiese minori la pro-
riguarda l'ordine arcivescovile, per lo ine- pria dignità e lustro, come dal suo ve-
ne le cose maggiori e più gravi, come sa- scovo deriva negli altri la assunzione ed
rebbe convocare il concilio pfoviuciale ,
elezione a pastori de' popoli e delle cliie-
consecrare i vescovi, dare il crisma, de- se diverse dil mondo. 11 pallio si dà in
dicar chiese, ordinare chierici, ed altro Co/if/.?/o/"o, o particolarmente se per gra-
cile non può esercitare senza il sagiifizio zia speciale si dà personale, perchè la pe-
della messa nelle principali solennità e tizione in concistoro nasce da un dirillo.
tempi dichiarati di sopra, e s. Gregorio Gregorio XVI colle sue mani consegnò
1 riprese l'arcivescovo di Ravenna per- privatamente il breve Niìiil certe iiobis
che portava il pallio nelle processioni: può if/77//'a,9_, de' i G aprile 1846, ed il pallio
imlladimeno accordar facoltà a' vescovi ul cardinale Ugone de la Tour d'Aiiver-
di consecrare il suo sulìragaiieo, ed al- gne Lauraguais vescovo d'Arras, con fa-
tro fare che sia eseguibile colluso della colta d'usarlo ne'tempi prescritti in Ar-
-Stola, cóme consecrar vasi sacri, destina- ras e sua diocesi, concedendolo alla sola
re e benedir cimiteri, ec. Però il cardi- sua persona peisingolari meriti che lo di-
iial Lodovico
Lorena arcivescovo di
di stinguono, e per aver piti volle rinunzia-
Iieims, quantunque non avesse ricevuto il to arcivescovati per amore di sua chie-
pallio, ollenneda Gregorio XIII di poter- sa ; il cardinale s' inginocchiò e il Papa
vi convocare il sinodo provinciale. Vedasi senza formalità glielo impose, facendo il
Layman, Deauctorilate e(u<;ii pallii, cap. segno della benedizione. 1 cardinali, ben-
cunclus n." 2, ed i trattatisti. Perdendo che hanno tutte le insegne vescovili, non
1 arcivescovo il pallio può esercitai'e lesue godono questa del pallio, tranne quelli
incondjenze Hiichè ne abbia ricevuto al- costituiti nelle dignità cui è concesso, e
tro; il palliodi cui non potè far usoquel- quelli che l'usano per privilegio,
lo cui fu accordato, deve bruciarsi e por- Dovendosi fare l'istanza pel pallio nel
si le ceneri nel sacrario : tanto decretò la concistoro seguente a quello della pre-
congiegazionede'riti nel 1 606. Nelle par- conizzazione delia chiesa, non conceden-
ti lontane, con didereuti occasioni o coi- dosi che dopo la spedizione delle bolle,
rieri se ne spedirono due per prevenire come disposero s. Pio V e Gregorio XIII,
il caso di perdita d"uno;giunti ambedue così l'uditore del Papa accorda dispensa
al loro destino, uno si respinge a lio- d' abilitazione per ottenerlo nello stesso
ma. Il pallio simbolo della dignità e giù- concistoro. Sul modo di domandare il pal-
risdizione metropolitica de' patriarchi lio in persona o per procura, senza la quale
primati, metropolitani o arcivescovi, de- concedesiagli arcivescovi dell'Indie; eco-
vesi impetrare entro lo spazio non piti me il prelato uditore abilita a conseguirsi
di tre mesi dalla ricevuta conseciazione nellostessoconcistorodellapreconizzazio-
episcopale, o conferma se già consecrato, ne, feci parola nel voi. XV, p. 232: quan-
l'.rima della quale impetrazione non può ta solennità bisognava per chiederlo an-
esercilarsi vcrun alto di giurisdizione o licamente, lo racconta Baronio all'anno
funzione vescoN ile o metropolitica al mo- i iS^, n.° 35. Se quello che deve avere
do detto, anzi strettamente non si polreb- il pallio è presente in Roma, ne fa egli
he assumere il titolo e nome di arcive- stesso l'istanza in concistoro vestito di cap-
scovo. Con questa disciplina si è voluto in- pa, insieme a i\n Ak'^'occiIo concistoriale
dicare dalla patriarcale e cattedrale basi- (^^.)genufle.s.si, cioè appena terminato il
lica Lalcrancnse, neirulh ire al Papa i due coucisloro, prima che il Papa ne parla; i
r A L PAL 63
non preieuli dopulann mi piocmntore. le il cirdinal pone indosso il pallio reci-
Un a V vocale concisloiiii le nello stesso con tando un'orazione secondo il pontificale
cislnro non pu?) fare l' istanza per due e cerimoniale romano, ed esorta chi lo ha
palili, cos'i dicasi de'procmatori : il primo ricevuto custodirlo diligentemente, ed
rsctnpio della postulazione del pallio fat- ni procuratori di trasmetterlo ai rispetti-
syllabuin,p. io4- Talora per alcune cir- dice del concistoro tenuto da Pio VII nel-
costanze furono accordali senza formale l'episcopio di Parigi, e che il procurato-
jietizione, come fece Pio VII con diversi le del metropolitano di llalisbona doman-
nel 1804, con rescritlodcl nominato u- dò il pallio, rome per sé ft^ce l'arcivesco-
dilore, e perciò dispensò ancora di desti- vo di Tours. " Essendo quindi pnitiloil
nare uno speciale procuratore, pagandosi Papa dall'episcopio, il cardinal Braschi
però le consuete propine. Ciò avvenne per- primo diacono, fece dire la messa da uno
chè il Papa dovea partire per Pai'igi, ed de' suoi cappellani, essendo sull' altare
in favore degli arcivescovi di Amalfi, di i due pallii due arcivescovi di Tours
; i
luento di fedeltà alla s. Sede, dovendo as- riprodusse la bella allocuzione pionuii-
sistere a questa tradizione il camerlengo ziata dal prelato in tale circostanza. Ai
degli uditori di rota, invitalo dal prefet- cardinali suole imporlo ilPapa nella
to delle cci inionie. Per cpiesla imposizio- sua cappella segreta; però Urbano VIII
ne o consegna, nella caj)pella privata del ciò fece nella cappella Boighesiana della
cardinalcbi celebrala uicssa, dopolaqua- basilica Liberiana, coi cariliuali Spinola
C4 PAL PAL
e Alhnrnnz, aicivcscovi di rompn«;loIIn e avrliiepì.'ìcopalis [vel pnUiiiìrh(ili<i) nn-
(Vi Tainnlo; c(^l(;m»'iiU; XI iic;l i
7 i f
) I»T iiìi/iis nppellnlinne, ut co usnris intra co
l'Ascensione, avendo cckl)ialo messa nel- cb'r.iani tuain certisdichns qni expiinmn-
la basilica Lafcrancnse, ivi lo diede al car- tur in privilcgiis ab apostolica sede con-
dinal Aslalli decano. Pio VII nel kStio ccssis. In nomine Pa -^ Iris^ et Fi -^ Hi,
nella cappella Paolina del Quirinale l'iai- et Spiritus -jjf sancii, Amen. Il cardina-
pose al cardinal Soniaglia decano. Gre- le quindi bacia il piede e la mano al l'a-
i^orio XVI nella cappella segreta del Va- pa,e ne riceve l'amplesso doppio, recan-
licano lo confer"! a' 2(S-gennaio i84'?- <tI dosi poi il cardinale a ringraziare il l*a-
ricevere il pallio, in abito del colore cor- mandolo con tre spilloni d'oro gioiellali.
Terminata In messa, il caidinale depone leva e pone sulla mensa dell'altare. Ve-
la mozzetta e la niantelletta, ed assume dasi il Chiapponi, /^c/r/. ss. p. 227 e 236.
sopra il rocchetto l'amitto e la pianeta Osserva l'Olstenio, che riconoscendosi la
bianca. 11 Pontefice vestito di rocchetto, tomba del principe degli apostoli come
mozzetta e stola, assislitodal vescovo sa- il principio della potestà spirituale e del-
grista, dall'uditore di rota in rocchetto la giurisdizione ecclesiastica che risiede
e manlelletta, dal prefetto delle cerimo- nel Papa suo successore, questi anlicamen-
nie, e dai cappellani e chierici segreti in te da sé slesso levava il sacro pallio dal
cotta, sipone a sedere su faldistorio o se- corpo di s. Pietro e se lo metteva sopra
dia in mezzo della pradella dell'altare, o le spalle, donde tuttora si levano i palili
nel lato del vangelo se nel tabernacolo pei patriarchi e metropolitani, e loro si
è il ss. Sagramento. Il cardinale recasi a- danno, come segno della comunicata giu-
vanti al Papa e in piedi rinnova la po- risdizione. Finalmente diversi di quelli
stulazione del pallio, indi genuflesso legge che hanno 1' uso del pallio, con la figu-
il giuramento. Quindi il Pontefice pren- ra ne ornano la parte superiore de' loro
dendo il pallio dall'uditore di rota che ne slemmi. Si può inoltre leggere sul pallio:
sostiene il piatto genuflesso a destra, te- Co logerà, Oy9»5c. t. 37, p. 43j: Disscrt.
nendoli sagrista la bugia ed un cappellano sopra il pallio degli ebrei e de' cristiani.
il libro, impone al cardinale il pallio, leg- C. P. Riether, De pallio archiep., Jenae
gendo Adhonorcni onini-
ipiesta l'ormola. 1628. M. Paolo Leone, De auctorilate
polcnlis Dei et B. Mariac scmper i'irginis, et usa palla pontificii, Romae i649- ^^
ar bb. nposlolonini Petri et Panli, nec non Cralion, Palliuni archiepiscopale, Pari-
ecclcsiae N. libi conimissae, tradiinus libi siis 1GG9. A. Baldassarri gesuita. Il pallio
palliiiin (le corpore b. Pelli siiniptiini, in apostolico dilucidalo, \euez\a 17 19- C.
c/no est pleniludo pontificalis officii cuni M. Seidel, Disseti, jnridico-canoiiica de
,
P AL PA L 6j
on'ffinc, u.<!u elauctoritate pdUiì archi cp., le romana. Di cuore grande e generoso
JJelmstiidii X'J^S. i. G. Periscili, Tra- giovò altrui e lasciò monumenti degni
ctatio canonica de origine, usa et aneto- di eterna memoria. Liberale co'forastie-
ritalc palla archiep. ubi siinnl fura xtdis ri e pellegrini, prolesse Tasso; fondò nel
fllogitnliiia cantra llcrbipolenseni de col- suo palazzo, ora de penitenzieri Faùcani,
talo huic nuper palili usu vindicaturj et un collegio per 12 studenti dì teologia,
J. Gasp. Barlhel, Dissert. de pallio sub che lasciò sotto la cura del nipote poi
incundeni revocatur. Dissert. de pallio cardinale, provocando loro beneflcii e
cani i'indiciis palla I/erbipolensi, Ileibi- dignilù. In Cosenza istituì il seminario
poli 1743. Acccdunl Daw. Papebiocliii, con rendile, e v'introdusse gesiuli; dai i
staclii 1^5^.. J.GavnevVì, Dissert. de usu per ricovero de' poveri nelle pioggie, tra-
palla, intei- Disciplina populi Dei, Fleu- sferendo il battisteiio in silo più decen-
ly, eillta a F. A.Zaccaria, Venetiis 1783. te. Zelante dell' onore di Dio e del de-
Gio. L. Beiti, AnUchilà del pallio e se si coro de' sacri templi, ne edilìcò alcuni,
concede ai metropolitani? nelle sue Pro- altri abbellì e restauiò. In Caldarola e-
se volgari p. 273, e nel t. 9 delle Dis-- resse la collegiata di s. Martino con ren-
5r/7.<'rc/. di Zaccaria, p. ii'ò. Dom.Geor- dite, ed il monastero di s. Caterina con
gii, Liturgia liont. Pont., fra le Dissert. doli per povere zitelle da nominarsi da-
recitate ncll'accad. di Benedetto XIV, ri- gli eredi. Nell'abbazia di s. Ginesio (della
cordala nel n.° 6721 del Diario di Ro- quale parlai nel XL,
voi. 290) edificò
p.
la confermazione; la vera origine del pal- fece notabile aggiunta. Nel 161 i diven-
lio pontificale da chi unicamente dipen-
; ne vescovo di Frascati, ove nella catte-
da il conferirlo j a chi sia sempre stalo so- drale eresse con eleganza l'altare mag-
lito il sommo Pontefice di conferirlo nel- giore di marmo, 1620 di Porto.
e nel
la chiesa greca e latina, e quale finalmen- Dopo essereintervenuto a 6 conclavi, mo-
te sia l'uso del medesimo. rì in Roma nel 1620, d'anni 72,6 tra-
di sua mirabile integrità, lo consacrò ar- ce canonico Vaticano, giudice della rev.
civescovo di Tessalonicaj e spedì nunzio fabbrica, prelato domestico e altarista.
straordinario all'imperatore Ferdinando Clemente XIV lo nominò economo del-
Il per allontanare la guerra da Italia, e la slessa fabbiica di s. Pietro, segretario
vi restò nunzio ordinario, sostenendo l'o- del buon governo, e tesoriere generale,
nore del princii)e e le ragioni della Chie- carica che disimpegnò colla più grande
sa laonde a' iq novembre i(Ì2f) lo creò
;
integrità, esattezza e vigilanza. Pio VI ai
cardinale preledi s. Silvestro in Capite, 23 giugno 1777 '° creò cardinale prete
e l'imposizione della berretta cardinali- di s. Eusebio, e prò- tesoriere generale,
zia l'eseguì l'imperatore. Fatto legato di successivamente conferendogli le prefet-
Ferrara, con prudenza e valore aumen- ture del concilio e delle acque, le protct-
tò le rendile senza aggravio de' popoli, torie di più città, collegi e luoghi pii, e
the provvide nella carestia. Spurgò il l'impiegò nelle più distinte congregazio-
canale di Comacchio, che prese il suo no- ni; a tutto prestandosi con indefessa e
me, rendendone più salubre il clima; il saggia applicazione, per la vita sistema-
suo nome rimase pure ad una villa da tica e metodica che menava e soleva ,
lui posseduta in Roma fuori di Porta dire: il perder tempo a chi più sa, piìt
Pinciana, ed ancora detta Grotta Pab .spiace. Morì litolare di s. Maria degli
lolla. Per sua opera la nazione Picena Angeli, d'armi 68, a'2 settembre 795, i i
ne la festa della Madonna di Loreto, de- palazzo incontro. Il Cancellieri nelle Dis'
scritta dal Cardella , Memorie t. 6, p. scrt. sui Discoboli p. 5:j e seg., riporta e-
Pallotta e suo stemma: Antonio Pallot- cristiani alle vittorie dei martiri, colla
tae in aniplissiniuni patruni carclinaliuni quale gli artisti li rappresentano o sim-
coUcgiuni a Pio VII P. O. 31. Urbe boleggiano ; tuttavolta avverte il Paoli,
plaudente cooptato Cajetanus Profilius Not. di s. Feliciano, p. St), che la palma
ronianus obsequii et grati animi caussa presso il sepolcro àe Martiri (^.), credu-
gratulatur, Romae 1823. Intervenne ai to per del tempo segno sulficiente per
conclavi di Leone XII, Pio Vili e Gre- indicare un martire, è opinione non
gorio XVI, ed il I
.° lo dichiarò legato ammessa, poiché la chiesa romana per
a lalere di JMarittima e Campagna, per accordare il culto alle spoglie mortali di
cui vedasiil voi. XXXVII, p. 273. Fu un trapassato, vi si determina quando
annoverato a 7 congregazioni, ed ebbe in scopre il testimonio del sangue da lui
protettoria molli stabilimenti pii, città e sparso per la fede, prende però maggior
luoghi registrati nelle Notizie di Roma. forza di sicurezza quando si uniscono am-
Bello di persona, sortì dalla natura fo- bedue i contrassegni. Pei segni certi del
coso temperamento; però fu lodato per Martirio, si può vedere la bella Dlenioria
singolare attaccamento alla s. Sede, zelo per l'im'cnzione di s. Sabiniano martire
ardente pel bene comune, fortezza d' a- cap. 2, del p. Secchi gesuita. Nel campo
nimo e imparziale giustizia. Morì d'an- trionfale della Chiesa inafliatodal sangue
niG4 la sera del 19 luglio i834, presso di tanti martiri, vegetò mai sempre la
Monte Cassiano, in un luogo di sua vil- palma santificata. Dei simboli della pal-
leggiatura, donde il cadavere fu porta- ma può vtdei'si Buonarroti ne' Vetri an-
lo in Roma e sepolto nella sua titolare. tichi, dicendolo esserlo del battesimo,
In segno d'affezione e venerazione lasciò perchè siccome la palma fu forse l'origine
a Gregorio XVI un quadro rappresen- di fingere la fenice, e tenuta questa per
laule Pilulo clic lyustra Gcsìi Ciislo al geroglifico di rinasci inculo, col baltcsi-
G8 r A L P AL
Ilio si linnsce a nuova e piìi felice vita. palme, Cìorn. de Iciler. t. Sa, p. 3G.
I.o èpure simbolo della Giudea, ove tall- Grodeck, De cnerimnma palmarum a-
io (lori vano e se ne oliti vano inGeiu- j)Utl Jiulaeos in festa tabernacitlorum,
salcuirac nel tempio, le pareti del qua- Lipsiae i6c)f). Caipzovii, Philolngema
le furono ornale con palme da Salomo- sacriim de asino I\ fessine Cliristi in ut beni
onora l'entrata trionfale che fece Gesù medesimo Signore alla fine de' secoli
Cristo in Gerusalemme [V.) sei giorni con lutti gli eletti nella celeste Gerusa-
cui nessuno era montalo : sulla via al- Passione Domini, siccome pur leggesi
cuni discepoli suoi vi stesero i loro man- Dell'antichissimo calendario della chiesa
telli, altri i loro panni, e vi sparse- romana, scritto come credesi nel fine del
ro ramoscelli d'ulivo tagliati dagli albe- secolo IV o nel principio del seguente.
ri vicini. Un popolo numeroso ed inno- Questa cerimonia si usò pure da tempi
centi fanciulli precedevano e lo se-
lo molto antichi nella chiesa orienlale,poi-
guivano con rami di palme verdi in ma- chè nella vita di s. Eulimio, che viveva
no, diindo gloria a Dio coi loro applausi verso la metà del secolo V, si apprende
e cantici di lode. Il Baronie all'anno 34, che monaci dopo la festa dell'Epifania
i
n.° 7, dice che l'albero di palma da cui si ritiravano nel deserto per prepararsi
tolsero i rami giudei durò molti secoli.
i alla Pasqua, donde ritornavano ne' mo-
Vedasi il p. Menochio, Stiiore t. i p. SyS, ,
nasteri nel di delle palme, ed il Granco-
dell'albero di palma dalla quale le tur- las ritiene, che monaci l'avessero ap-
i
be presero i rami quando incontrarono presa dal clero secolare, e perciò Croiset
il Signore; Redi, Notizie intorno alle pensa che questo sacro rito fosse istilui-
TAL PAL 69
lo subito clie la Cliiesa per la piolezio- soleva il Papa anche in altri gioi'Si dis-
in Costantinopoli 1' imperatore nel gab- ria, mandò palme a Carlo il Calvo, e Ce-
bato di Lazzaro faceva la distribuzione lestino 111 in Roma donò a Filippo H
delie palme ai servitori e ulìiciali di sua Augusto re di Francia palme e croci.
corte, forse benedette dal paUiaica o dal La domenica delle palme è stata chia-
protopapa. In Milano nel secolo XII si mata Dominica floruiii o ranioruin, poi-
celebrava già con gran solennità la fun- ché in vari luoghi, non solo si benediceva-
zione, ed alcuni rami di palma e olivi si no le palme e rami d'olivo, ma anche i
i
nistra pìccola croce di cristallo, ornata giorno la solenne riconciliazione de' pe-
di palme e di foglie d'olivo, benedicen- nitenti pubblici ; Pascha peiiLuin sive
do colla destra l'alfollato popolo. Il cle- conipeU'iiLiuni, perchè in tal giorno si con-
ro, lasciato l'arcivescovo presso porta Ti- segnava il catecumeni detti
simbolo ai
particolari riti, ed il Macri in Palinanim da una porzione de' rami d'olivo bene-
Jcstuin, dice che i maroniti portano in detti, sono (juelle che asciutte, e non ba-
chiesa un albero d' ulivo, il quale bene- gnate come per abuso soleva farsi nella
detto si pone a disposizione del maggior chiesa Egitaniense, e perciò proibito nel
olTerente per litnosina alla chiesa, e do- j (io3 dalla congregazione ilc'riti, si spar-
po la processione tutti ne prendono un gono sul capo de' fedeli nel primo gior-
ramoscello per divozione. Anticamente no di quaresima dell'anno successivo. Lo
70 PAL P AL
palme e gli olivi benetlelti si conser- zione che bramavano riceverla dalle sue
vano con pio costume per difendeie dal- mani, da queste le presero tra quelli che
le inlempeiie almosferiche le abitazio- hanno luogo in cappella seguenti per- i
e pei principi che sono in Pi.oma si ador- quattro camerieri segreti partecipanti,
nano con fiori freschi o fiuti, e con fet- due di quelli soprannumerari e due di
tuccie nell'estremilà d'oro e d' argento: quelli d'onore, due cappellani segreti e
anticamente i personaggi reali presenti due comuni, il i.° aiutante di camera,
alla funzione recavansi personalmente al due bussolanti; due procuratori degli
trono pontificio a prendere la palma, cui ordini religiosi e due di collegio, il pre-
ora le porta alla loro abitazione il ca- dicatore apostolico, il sotto sagrista, due
meriere segreto partecipante segretario cantori, duechierici, due maestri osliari,
d'ambasciala. Prima dai camerieri segreti due mazzieri due alunni del collegio
,
in giù, nella distribuzione si dava il ramo germanico col gesuita, due caudatari dei
d'olivo verde, e il diacono assistente alla cardinali. Nel giorno delle ceneri si ten-
benedizione nella cappella pontificia non ne l'ordine medesimo, colla sola diffe-
assumeva la stola. Tre palme spettano al renza che tutti membri dei collegi pre-
i
Papa, una la tiene in mano e va al came- latizi ebbero la cenere dal Papa, essendo
riere segreto partecipante coppiere, che la minore il concorso de' forestieri . Qual
sorregge quando la lascia ; la seconda la sia il titolo e l'origine della privativa
sostiene il principe assistente al soglio, e concessa da Sisto V ad un antenato e
spetta a lui, ed in sua mancanza al se- discendente della famiglia Bresca di s.
natore o pili degno conservatore, clie e- Bemo nel Genovesato, ora diocesi di Ven-
gualmentela ticnein mano; la terza ch'c timiglia, sulla provvisione delle palme
a disposizione del Pontefice, soleva Gre- in servizio della cappella pontificia per
gorio XVI mandarla al senatore dal Bus- la funzione della domenica delle palme,
iolanle, che le porta ancora ai cardinali non che delle patriarcali basiliche di Bo-
non intervenuti alla cappella e agli am- ma,si legge ueW Appendice cap. i, della
basciatori e ministri diplomatici. Anche Sttlimana santa del Cancellieri, se non
il maestro del sacro ospizio ha altra pal- che quanto al motivo vero della bene-
ma a parte ; altrettanto dicasi delie can- iTì.erenza del Bresca va letto il mio ar-
dele benedette e ornate di talco a colori. ticolo Obelisco Vaticano. Sisto V con-
Nel 1845 e 1846, per rendere più cesse la privativa con diploma, in un al
breve e meno incomoda a Gregorio XVI titolo di capitano del i.° reggimento di
la distribuzione delle candele e palme linea pontificia, col privilegio di portarne
benedette, lunghissima a cagione de'nu- la divisa e d'iimalzarne bandiera sul ba-
mcrosissimi forestieri dislinli d' ogni na- stimento; ed oltre il pagamento delle
PAL PAL 71
palme ima pensione mensile dai palazzi stoso e adorno di belle scolture, ha torre
apostolici il tutto ancoia in vigore. S.
, con orologio antichissimo cui movimen- i
Ilemo, ferace d'alberi di palma, alza que- ti e la Sonata sono regolati secondo il
sta ed un leone per stemma, ed ogni anno corso del sole e dei solstizii; possiede uà
il suo capitolo dona al palazzo apostolico museo d'antichità, in cui si vedono tut-
un fascio di palme, altrettanto praticando ti i ritratti degli uomini celebri di Ma-
il vescovo d'/4lbcuga,aì quale articolo fa- jorca; a lato del palazzo reale vi è una
cendo cenno di ciò e dell'origine del pri- torre quadrata assai alta , che serve di
vilegio, la stampa ommise alla parola ca- prigione, la cui costruzione si attribui-
pitolo l'aggiunto di s. Remo. Le palme bctì ai Anche il palazzo ve-
cartaginesi.
di quel territorio, essendovene pure iu scovile è rimarchevole, come il teatro per
JJordighera, sono di due qualità, la più grandezza. Fra monumenti pubblici
i
malo dai capi Bianco e Cala Figuera. i fabbricati de'loro tempi : avvi contiguo
E pure sede del governatore generale un giardino botanico dovizioso di tutte
Ba-
e delle principali autorità delle isole le piante rarissime dell'Isole e dell'A-
leari. Eretta in anfiteatro sopra il por- merica. Ivi tutti i mercanti dell'isole Ba-
lo in forma di semicircolo, è cinta da leari e delle Spagne in diverse epoche
mura grossissime, fiancheggiate da i3 si recano a far le loro assemblee, e ter-
bastioni. Vi si entra per tre porte, e minali gli affari si danno feste pubbli-
malgrado le sue fortificazioni non po- che e de' balli in maschera, che gli abi-
trebbe sostenere un lungo assedio. Tut- tanti di Palma preferiscono a qualunque
te le case sono adorne di colonne di mar- altro divertimento. Tia le piazze la piìi
voli e rari iu Europa per la solidità il ; no attivi, essendo la città il deposito del-
palazzo comuualc di stile gotico mac- , l' isola. È pallia di Mczcjuida pittore,
72 PAL PAL
Moiez scultore, Lullo tlislinto lolleralo, PALMIERI Andrea Matteo, Carde-
V del f<'u>ioso Caio-y-Surecla marchese naie. Napoletano di egregia indole, nel
della Itomai)a,clie nel 1808 »sal vessi dal- I 5i 8otlenneda Leone X,per rinunzia del
ia Danimarca, ove Nci[)oleoneravea man- zio Vincenzo, l'arcivescovato d'Acerenza
dalo colla divisione spagnuola che servi- e Malera, indi a' 2 dicembre 527 Cle-
i 1
va come ausiliaria nelle armale france- mente VII locreò cardinale prele di s. Cle-
si. I dinlorni sono ameni e ben colliva- mente ed amministratore di Sarno, per
li, coperti di giardini, orti e case di cam- le sue eccellenti qualità e candore di co-
pagna; vi sono bei passeggi e magnifica slumi, che gli conciliarono pure l'airetto
certosa. di Carlo V e Paolo III. Questi nel 534 1
Si pretende clie Palma sia slata fon- lo fece amministratore di Lucerà, e nel
data dal console Q. Cecdio Metello; ma 1 535 di Policaslroedi Conserans. Di cuo-
diquanto riguarda le sue notizie e vi- re intrepido e magnanimo, e di spirito
cende civili ed ecclesiastiche, lo dissi a militare, ad Adriano VI di soc-
si esibii
Majorca. Welle Notizie di Roma sono re- correre col proprio denaro e con cjuello
gistrali vescovi di Palma o Majorca dal
i degli amici cavalieri di Rodi assediati
i
lySo. Solo aggiungerò ai vescovi ripor- dai turchi. Mentre stava per partire col-
tali seguenti, perchè chiamali simul-
i le genti del Papa per sì gloriosa intra-
taneamente di Palma o Majorca. 1700 presa, seppe la perdila di Rodi, per cui
Benedetto Panelles benedellino barcello- poco mancò che ne morisse di dolore. Do-
iiese; 1744 Giuseppe a Zepeda toletano; po IO anni rinunziò l'arcivescovato con
763 Francesco Garrido de la Vega di
I regresso a favore del fratello France-
Tuy 772 Gio. Diaz Guerra di Siviglia;
; I sco, cui già avea ceduto la sede di Sar-
778PietroaliubioBenedeltodiCuenca.
I no, ma questi premorto a lui, il cardina-
Pio X nel 847 preconizzò l'attuale mg.
I 1 le rientrò in possesso delle due chiese, qua-
llall'aeleManso di Villamayor de Campos li nel 1 53 definitivamente
1 lasciò. Otten-
diocesi di Leon. Dalla proposizione con- ne l'amministrazione di Gonza, che do-
cistoriale si rilevano dilFereuze da quel- po breve tempo rinunziò a Troiano Ge-
la del predecessore, e le noterò. Si dice sualdo. Divoto della Madonna, visitò con
la cattedrale, vasto e gotico edifizio, de- esemplar pietà il santuario di Loreto, cui
dicala alla ss. Trinità; la sede suihaga- lasciò considerabili doni. Mentre era go-
Dca Tarragona ; il capitolo con 5 di-
di vernatore di Milano per Carlo V, morì
gnità non si pai la di rendita, né di con-
; in Roma nel i537, d'anni 44? c^*-* sepol-
venti e monasteri; 5 essere le chiese par- to in s. Maria del Popolo.
rocchiali di Palma, 4o quelle della dio- PALMIUA o TADMOR. Sede vesco-
tesi, la quale estendesi a tolta l'isola di vile e grande città della Turchia asia-
Majorca. Un'orribile terremoto de' i/^e tica, nella parte nord-est del pascialalico
i5 maggio i85i, lece morire molli di di Damasco, capitale anticamente della
spavenlo e quasi tulli gli edilizi solfri- Palmirena o regione Palmirena, Paliny-
rono. reue. Prese senza dubbio suo nome dal- il
menzione la prima volta di Palmira, al- generosi e guerrieri, dopo il trionfo riti-
lorché Marcantoino sprovvisto di dena- rossi nella villa di Tivoli e si fece cristiana;
ro, pensò rendersene padrone, e così pro- parlava più linguaggi, pose in compendio
curarsi i mezzi per pagaie le sue truppe; le storie di Alessandro, e fu peritissima
ma i |)almireni istruiti di tale disegno, nelle matematiche. Palmira ebbe in se-
de'palmireui durasse fino all'anno 272 di fede cristiana s'introdusse in Palmira nei
nostra era, in cui l'imperatore Aureliano primi del IV secolo, segnalata nel 3i i
prese Palmira. Già l' imperatore Adria- dal martirio di Eutropia e delle ss. hU
s.
no l'avea restaurata e chiamata Adria- Lia e Leonida sorelle. Divenne sede ve-
nopoli dal suo nome; indi sotto l'impe- scovile di Fenicia del Libano, sotto la me-
ratoreGallieno, Odcnato decurione o ca- tropoli di Damasco, nel patriarcato d'An-
po de'palmireui si distinse perla sua po- tiochia. JNe furono vescovi i registrati òal-
litica e virtù, per cui l'imperatore lo di- VOriens chrial. t. 2, p. 846 Siria sa- ;
si, e frenò gli arabi. Dopo la sua morte la s.Sede. Nominerò tra quelli che ne fu-
moglie Zenobia, del regio sangue dei To- rono insigniti Filippo Amai abbate di s.
lomei d'Egitto, che regnò in modo tan- Idelfcjuso e confessore di Callo IV re ili
to glorioso, iu cuuscgueuza delle sue con- S[>.tgna,che morì nel i834 lasciando di-
74 l'AL PAL
verse opere, di cui parla il voi. ?., p. jj gnilù di tratto e gentilezza, nobile per
tlegli Annali delle scienze religiose, nel nascita ed elegante nell'aspetto. Am-
(|iiale anno aveva pubblicato in IMacb iti, ministrò la chiesa d'Aveisa, e per l' in-
Meditazioni contro il libro inlilolalo le signe sua dottrina e prudenza, Urbano
rovine di Pahnira. Pio IX nel concisto- IV nel dicembre 12G1 lo creò cardinale
rocle'22 dicembre t84B lo conferì a mg/ prete di s. IMarlino. Per nere calunnie fu
Giuseppe de Sylva Torres (del quale par- accusato reo, ma senza alcun riguardo
lai a Imdie Orientali, a Goa, di cui lo fe- alla dignità giudicato rigorosamente, ne
ce arcivescovo Gregorio Xf'I, ed ai re- uscì innocente, ond'ebbe la legazione del-
lativi articoli), che nel concistoro de' l' Umbria, Marca Toscana , Venezia e
17 ,
febbraio i85i dichiarò coadiutore cotL Lombardia, nella quale eccitò crocesi- i
Eraga, edoltre la solita proposi/ione con- di invasore della Sicilia, e in tal carica
cistoriale, il Papa pronunziò l'allocuzio- proseguì sotto Clemente IV, al cui con-
ne Inter noi'os, riportata dagli ninnali del- clave non intervenne, bensì ai 4 seguen-
le scienze relig. serie 2/, voi. 9, p. log. ti, e morì nel i 27G.
Ivi pure si legge la lettera dell'arcivesco- PALTOS PALTUS. Sede vescovile
vo de' 18 novembre i85o a Pio IX, e la della Siria, provincia di Teodoriade, sotto
risposta di questi de'6 gennaio i85i. la metropoli di Laodicea, eretta nel V se-
PALOSIO o PALOCCl Stcfa.vo, Gzr- XII divenuta arcivescovile. Si
colo, e nel
dinale.Vali'\z\o romano, canonico Liberia- conoscono 5 vescovi. Oriens cliriit. t. 2,
no e camerlengo del clero, nel 1873 Gre- P-799-
gorio XI lo fece vescovo di Todi, ove pub- PALU' Lodovico, Cardinale. V. il
avendo nella sua arme sostituito al cigno le delFerrarese in circa 16, che lo smi-
il pesce luccio, fu detto il cardinal del surato lialzamento de'fiumi e del mare
pesce, e morì nel 1200. fa perdere la speranza di ottenerne mag-
ottenersi del terreno dalle torbe del Ve- sprezza delle leggi di Licurgo, vi si sta-
lino. Le Paludi Pontine sono note fino bilirono per la delizia e abbondanza dei
dal \^i di Roma, nel qual tempo venne aì veri, erigendo un tempio a Feronia dea
costruita la Via Appia e il foro. L'au- della fertilità, così nominata al dire del
mento del lido rende di giorno in gior- Ricchi, La reggia de.\'oUci^. ^5o, descri-
no più difficde il loro asciugamento; co- vendo le città volsche distrutte nel!a pa-
me la natura di quei llumi presenta un lude Pontina, quindi a p. 2 5g tratta si?
ostacolo airefiTetlo delle colmate, lo che fosse possibile a suoi tempi ( I7i3 ) di
bene dimostrò Prony: nel 1778 vi fu a- rendere alla coltura le paludi Pontine.
perto il canale Pio, per dare qualche e- Solcata da fiumi navigabili, nutriva im
saurimentoa quelle acque ivi permanen- giorno le molte ricche e libere città dei
ti. Tanto dichiara il Calindri,vSV7g^^:,'.''o sta- volsci, prima che la soverchiante forza ro-
tistico dello stalo pontificio, p. 8', che mana, con esse, non avesse
nella lotta
inoltre osserva, essere di grande ostacolo fatto strage de'popoli bottino delle do-
,
ai miglioramenti che si potrebbero ese- vizie, e devastalo col ferro e col fujco
guire nelle paludi le stagioni eslive, a mo- tutto il paese. Varie sono le opinioni
tivo dell'aria cattiva ciie vi si respiia in degli eruditi sull'origine del nome Pon-
tali Apprendo dal Nicolai, che
epoche. tino, Pomeiinnni o Ponipliiinni o Pon-
l'agro o Palude Pontina è una vasta pia- iinuni , che sembra derivare da Po-
iiiua tli 180 miglia quadrate, chiusa per niezia, benché disl;inte dalle campagne
ima parte dalla catena delle montagne Le- Pontine. Lo stesso nome venne dato alla
pine fra Cori e Ttrracina, e perla par- palude, la quale piccola ne'suoi piincipii
ie opposta da un'altura o sia collina, che presso Terracina, fu in seguito ampliala
si stacca dal piede del monte di Cori, e per le lunghe e continue guerre che de-
procede seguitamente fino al Monte Cir- vastarono e spopolarono il paese, onde
cello o Circeo o s. Felice (Z^-). Fra 1' u- sommerse la metà del ferace territorio,
iia e l'altra elevazione esiste questo gran e ne contaminò per lungo tratto all'iu-
piano, chea foggia di conca raccoglie le torno l'atmoslera. Vuoisi ehe le città Pon-
acque delle alture circonvicine; e perchè tine nella sola pianura fra Terracina e
inclinalo naturalmente sotto il golfo di Circello fossero 2 3 al tempo de' volsci, ma
Teriacina, quivi lescarica per l'unica foce è alFalto incredibile che vi si potessero
chiamata di Badino, perchè a ponente vi comprendere nel circuito di 12 miglia,
e il mare Mediterraneo. La pianura è come prova il Nicolai. Le città celebri nei
b.ignata dai fiumi Aslura, Ninlèo, Ufen- lerrilurio Pontino ciano sulla riva del
te e Aiuaseuo, non che dai vusli laghi eli inaic Anzio, Ccuuuc, SaUicu, Abluui;
7G PAL PAL
Circello; nella pianura Pomezia, Salii- calure di essi al mare. La palude con ac-
co, Loiigula, Polusca, Albione, Rlugilla, crescersi d'anno in anno giunse quasi ad
Blucinale, Ulubia; sulle alture iu flori- occupare la metà della pianura, ammor-
do statole attuali Cisterna, Cora, Nor- bò e infettò l'aria con putride esalazio-
no, che hanno articoli, delle altre [)ar- gno salubre nella [)ianura e circostanti al-
lai a' loro luoghi. Pomezia o Suessa Po- ture. A queste cause dell'aumento delle
inezia fu la capitale delle città Pontine, paludi, devesi aggiungere, che finché il
latnenle 8 città in tutta la pianura Pon- giarono 200 anni coi volsci per possede-
tina e non se ne vedea veruna ove poi si re il bellissimo e foitilissimo territorio;
ebbe la palude; le altre restavano pai te ma assoggettale le altre nazioni e corren-
alla marina e parte nelle montagne Le- do a torrenti le loro ricchezze a R.oma,
pine. Le battaglie fra romani e volsci, incominciarono meno a pregiar le cam-
che indicai a Piperno, per lo più si attac- pagne Pontine, che rendevano il frutto ai
cavano ne'canipi Pontini, e nel 348 di sudori ; differendone i restauri e bonifi-
Boma Terracina fu sottomessa al suo im- camenti, danno progredì rovinosamen-
il
pero ; indi nel 3^3 abbattuta la potenza te. Il console MarcoCornelio Celego pre-
volsca da Camillo, il territorio l'onlino side della provincia Pontina, giudicando
\eune diviso tra' plebei. Appio Claudio bene di porre rimedio al male, verso il
censore del 44^ di Roma fece la magni- 590 di o 593 o 594, pose mano
Roma
fica via Appia, meritamente detta Regi- all'impresa di asciugar la palude e ricu-
uà Viaruni (col foro di cui toccai a Fos- perare il territorio colle proprie legioni,
sanuova), che da Roma conduceva a Ca- riparando la via tra Terracina e Circel-
pua, altri avendo fatto il tratto che arri- lo,ed è creddiile che porzione delle acque
vava a Brindisi, traversando il territorio facesse scaricare in mare, e porzione nel
Pontino, ulteriore prova che la palude canale o fossa praticata rasente la stra-
verso Terracina era ancor piccola, e for- da, onde questa ne fosse sgombra.
se solo a questa Appio fece qualche ar- Trascurali i necessari restauri per tan-
gine pel breve tratto di continuazione di te guerre, riempita la fossa con tronchi
elrada, laonde il Nicolai lo esclude dal d'alberi, virgulti, sassi e sarmenti, « fiu-
noverodei bonificatori del territorio Pon- mi impediti nel libero corso da alberi e
tino, che ancora era intatto dalle acque, piante palustri, rotti gli argini, trabocca-
Nel successivo periododi i4o anni la pa- rono di nuovo e maggior estensione im-
lude presso Terracina crebbe di molto paludarono di fertili campi; guasta e im-
e si dilatò a poco a poco. Essendo la cam- praticabile divenne la via Appia, malsa-
pagna iirigatadai4nietuorati grossi fiu- na l'aria de'contorni. Il console Giulio
mi, oltre altri meno considerabili, pote- Cesare ebbe la soprintendenza della via
rono questi traboccare facilmente nell'e- e spese del suo somme considerabili per
screscenze, allagare e formare nelle parti ripararne i danni e rimuoverne le cause ;
più basse ristagni, trascurati dalle colo- ma divenuto dittatore, avendo formato
nie latine e romane ivi stabilite al decli- il pensiero di asciugar la palude, la mor-
nar della potenza volsca, le quali per ribel • teaccaduta nell'anno 710 di Roma glie-
lioni e stragi indebolite e sperperate, non ne impedì l'esecuzione, che Cicerone cre-
poterono impedire l'allagamento e per- deva d'un'estrema difìlcoltà. U p. Valle,
dita de'territorii, non più usandosi le di- La rtgia Piperno, p. G7, osserva che Giu-
ligenti cure de' volsci nell'arginarne i fiu- lio Cesare era^i determinato di asciuga-
gando liberamente per la sua ampiezza sti i feroci saraceni, scorrendo frequen-
si rese famosa, senza che Augusto null^ temente in con spesse incursio-
Italia,
tore della suddetta fossa o canale naviga- rono trascurate e in balia delle acque. Fra
bile che porsi volle attribuire a JN'erone. IMesa ( antica stazione detta ad medias
l'are che Domiziano ristorasse la via Ap- perchè trovasi alla metà delle 19 mi-
pia, bensì Nerva si accinse a liberarla dal- glia della via lastricata da Traiano ) e
le acfjue, e Traiano che gli successe com- Terracina il paese divenne nuovamente
pì l'opera lastricandone 19 miglia, fab- in gran parte paludoso, onde diversi Pa-
bricando eziandio alloggi e ponti, ricu- pi ne donarono o venderono le lagune o
perandosi roediantei suoi lavori una par- stagni ad uso di pesca; indi insorsero di-
te delle campagne Pontine. I di lui suc- scordie territoriali fra gli abitanti de'cir-
cessori curarono la conservazione della costanti luoghi, massime tra Serraoneta
strada sopra il livello delle acque impa- cSczze. Eletto nel i 794^ Doiiifacio VI II,
ludate. Dipoi cessando i ripari, la palu- fu il primo de" Pontefici, che dopo l'e-
de forzò e ruppe gli argini e insieme co- spulsione de'goti dall'Italia (non però osò
gli edifìzi ingoiò la strada nel secolo V di ricondurre a coltura un paese, ove le
di nostra era, nell'.nssenza degl'impera- acque già da tant'anni solcano ristagna-
tori da lloma. i paesi Pontini si conver- re, come scrisse il Bolognini) sgombrò le
Medici generale delle nulizie, onde l'ese- ritti, ricorsero a Paolo V, che ne com-
Giovanni Scotti, dandosi nuovo alveo , avvezzi a lottar sempre colle acque e l'i-
più corlo e piii rapido corso all' Ufen- nondazioui, si esibirono di seccar le pa-
le con lo scavo del canale detto Porla- ludi e farne de' terreni coltivabili,onde
tore con sbocco alla torre di Badino, con il Papa ne spedì chirografo iGSy a nel
ftlice riuscita e accordo de' teiracinesi, Nicolò Cornelio Witt, che poco dopo mo-
liberandosi ampie campagne dall inon- lì. Innocenzo X ad istanza de'sezzesi, de-
dazione, che furono ridotte a ricca col- putata una congregazione di prelati e car-
lura. Essendo morto Giuliano nel i5i6, dinali,si determinò liberare il territorio
il Papa concesse l'impresa al nipote Lo- Pontino dalle pestifere paludi, e nel 1648
renzode Medici ducadi Urbino,cui mos- ne concesse l'incarico a Paolo Maruscel-
bcroaspralite ilciraciuebi,edc|JO iamoi"- li, ma per mancauza di denari si tiala-
PAL PA L 79
sciò l'opera ben cominciala. Eguale im- della congregazione che dovea tutelarla,
presa fu domandata ad Alessuidro Vìi al solito per private allczioni e riguardi,
nel iG5f) dal fiammingo Nicolò ^Vande^- posponendosi il pubblico vantaggioal par-
pellens, ma non ebbe elfctto perle con- Sostenuto da Clemente Xljd. Li-
licolare.
dizioni, vioa malincuore proseguì l'opera, e mor-
InnocenzoXI nel 1677 assunse il prò- toluid. Baldassare suo figlio con fermez-
gello per la bonificazione Pontina, come za vi si applicò, finché fu costretto abban-
<li rendere navigal)ile Tevere, esibito
il donarla quando si giunse a manoarma-
dall'olaiidese Cornelio Meyer e stampa- Ollone da quei di Sermo-
ta respingere
to poi da lui in Pioma nel iG85, L^ar- ncta,adonta che essa con Sezze avessero
le di restituire, ec. opera stimala. 11 Pa- cltenulo d'asciugare a proprio conto ilo-
pa die ad esaminare il progetto alla con- ro terreni. Da questi lavori eransi rica-
gregazione delle acque, e rivolse tutto il vati molti vantaggi, e ricuperato mollis-
suo animo al diseccaraento delle paludi, simo terreno specialmente a Mesa. Ab-
dilTerendo l'alUa impresa a miglior lem- bandonata l'opera, col guastarsi gli argi-
po, e die per compagno al Meyer ncU'e- ni di nuovo tali luoghi lornarono palu-
avanli la suddetta congregazione. Cle- solare alle falde de' monti. Fuialnienh;
mente XI, componendo le dill'erenze nel Clemente XIII, bramando guadagnarsi
702, impiegò ogni premura perchè d.
I l'animo de'romani con qualche opera in-
Livio si applicasse all'asciugamento , il signe, seguendo il pensiero di Sisto V,
quale subito l'incominciò, dandone la so- -volle ripristinare il porto di Terraciua
prinlenJenza a Gitone Meyer figlio del abbandonalo, ma trovala la cosa ardua
defunto Cornelio. Ad onta dell'immense e dilllcilissima, rivolse l'animo al disecca-
spese, rinnovatesi le molestie e le esigenze mento delle paludi, progetto che come
indiscrete per balzarlo dall' impresa, il ilprimo avea sempre moltissimi nemici.
Papa mandò sul luogo il cardinal Spino- Incaricò la Congregazione del buon go-
la, cm non riuscì cahnar le tumultuanti verno (^'.), che secondo il suo obbligo
popolazioni, chesolto l'apparenza del he- provvedesie alla sicurezza e comodo del-
ne pubblico cercavano il loro proprio e- le cillà Pontine, e mandò a visitarle pa-
sterminio. L'impresa fu ])ure disturbala ludi il prelato Emcrico Bolognini presi-
dallo stesso cardinal Barberini prefetto dcnle di I*>Iaiillima e Campagna , ed il
8o PAL P AL
ireoriK^Jrn Ancrolo Sani. Essi lifeiironn che tore della bonificazione Gaetano Rapini
la nianiiraavea snfric.iente declivio al ma- bolognese, ingegnere idraulico, che meri-
re per iscaiicarvi le ac(|iie stagnanti , e tò un busto nella protomoteca del Museo
floversi ridiìrie i fiiinii ai letti fatti da- Capitolinole ricevè poi in afìilto generale
gli antichi romani. Il prelato pei far ta- la bonificazione Pontina ; dichiaròcom-
cere i contrari nel i ySg pubblicò in Ilo- missario legale a riformare la linea del
ina: IMtmoric. deli' antico e presente sta- circondario Pontino con facoltà, il giu-
lo delle Paludi Pontine, rimedi e mezzi reconsulto Giulio Sperandini, poi com-
per diseecarlc. Ed il geometra in line di missario della camera aposlolica;ed am-
eletto libro vi aggiunse : Relazione del- pliandola giurisdizione del tesoriere Pai-
Cnccesso alle Paludi Pontine, esibita con lotta, lo costituì giudice esclusivamente
sua pianta, ec. Uicercandosi però impre- ad ogni altro tribunale, per tutte le con-
sari perchè a loto spese intrapiendesse- troversie che potessero insorgere, il qua-
ro l'opera, ninno si presentò, istruiti del le legò la slessa giurisdizione privativa a
tiattamento e vicende degli Odescalchi. Sperandini. Pio VI propose al Rapini di
Clemente XI II risolse di farla a conto del- ripristinarsi Appia una linea
lungo la via
Cenci, esci udendo qualunque interloquir- r insigne idraulico studiò tal progetto, e
vi compreso il buon governo e la Congre- trovando che presentava molti vantaggi
gazione delle acque {>'), ed annullando si propose eseguirlo, ap-
sugli altri tutti,
ogni concessione de'Iuoghi paludosi, me- pellandolo il progetto della natura. Di
diante compensi ai possessoii delle terre fatti la linea Pia, a tutto diritto da Pio
che aveano sollérto. Quando questi in- VI denominata, posta nel centro della pa-
cominciarono a reclamare mori nel yGS i lude, avendo bastante pendenza per met-
il cardinale, onde il Papa a'28 novem- tere al mare, e basso livello per racco-
bre gli sostituì il cardinal Simone Bonac- acque delle fosse miliarie, che le
glici e le
conto della camera apostolica, dopo i più Asloin e Scaccia, deve a Pio VI anche il
accurati esami e investigazioni. Ingran- primo concetto. L'abbandono delle pa-
dì e rettificò il circondario di Clemente ludi, divenute in parte boscaglie e selve
Xin,facendodi proprietà camerale iter- utiliper carbone, legname da costruzio-
reni bonificati, donde il Circondario ca- ne e ghianda, non che peschiere natura-
merale Pontino ebbe origine, contenente li o artificiali per opera de'paesi limitro-
83 miglia quadrate. Ne! 1777 pubblicò. fi, che nel disordine delle cose pubbliche
Cedola di motuproprio sulla bonifica- se n'erano impadroniti, Pio VI le riven-
zione delle Paludi Pontine j elesse dirct- dicò al governo abolendo le peschiere e
PAL PAL 8 r
sitarli nell'aprile e maggio d'ogni anno cò a Mesa, ove soleva riposare, visitando
sino al 1796, in vece della villeggiatura la chiesa quando recavasi a Terracina o
di Castel Gandolfo, fermandosi in T'er- da questa a vedere bonificamenti, e vi i
racina, al quale articolo ne parlerò, ve- pranzò nel 1780. Compiuta quasi la bo-
nendo sempre salutalo dai cannoni del- nificazione, fu dato in enfiteusi a colti-
la fortezza di Sermoneta. In dello anno vare il circondario, ricavandosi ne'siti del-
i'-8o eranvi continuamente impiegate la già tetra palude ubertose raccolte di
più di 35oo persone, e già erasi acquistato grani, biade, formentone, non che rigo-
80 rubbi di terreno. Pel viaggio di Vien- gliosi pascoli. La bonificazione Pontina
na non vi si recò nel 782, in cui ema- i resta tuttavia imperfetta, a cagione della
nò un cbirografo alla congregazione del deficienza degli scoli ; avendo impedito a
buon governo, per le spese da contribuir- Pio VI la gloria del compimento di sì
passare il fiume Amaseno, nel quale in- la bonificazione delle paludi Pontine;
trodusse rUfcnte con nuovo canale che nel t. 4 I3 Scrittura inedita sulle paludi
manda le acque al mare, che dal suo pre- Pontine. Il Borgia nella dedicatoria a
se nome di Pio. Recandosi Pio VI a
il Pio VI, De cruce Velitenia, ci sommi-
Terracina, sorvegliava e incoraggiva il nistra un'esatta storia delle paludi Pon-
proseguimento energico de'lavori; risto- tine. Vi è di Giorgio Cristiano Alder :
rò e abbellì la via Appia con poste ed Notizia delle paludi Pontine e loro di-
alloggi, e concesse in enfiteusi i terreni seccamento con un esatta carta delle
,
J'onlini, avendo pure fatto un'aggiunta medesime, Amburgoe Altona 1784- Nel-
ai luogìii di monti per supplire alle spe- le Inscriptiones del Morcelli p. 96, si
l'agricoltura, de' pascoli eccellenti, con calca vasi che versano le acque indi-
i
razze di cavalli, pecore, vacche e bufa- canti nuovi canali ; pella destra ha la
i
Pontine. A Tor Ire ponti, l'antico Tri- commissario al dqiartimento delle Pon-
ponzio, ove s' incanalano tutte le acque tine, ebbe parte nell'azienda, e coi mss.
\0L. LI. fi
8a PAL PAL
de' gesuiti Marco Valsecclii e (liacinfo corse il territorio Pontino, nel 1839 re-
Stoppini, rifusi e migliorali da Nicola candosi a s. Felice, e nel i843 [)orlandosi
Spedalieri, compilò la seguente opeia a vedere la detta utilissima costruzione,
in cui nulla manca, esponendo nel 3." li- traversando per la linea Pio e slraila cor-
bro i falli a lui noli egli alti legali eco- riera le paludi che furono oggetto delle
nomici, e ne 14" riporta memorie idro- le sue sollecitudini, anche pel regolamento
statiche del peritissimo Gaetano Asloilì emanalo sulla congregazione delle acque
bolognese, impiega lo al disecca mento del- a cui Pio VI avea allribuilo la presidenza
le paludi l*ontine: De honifìcariicnLi del- sulle paludi Pontine e Chiane. In am-
le pallidi PonlinCy opera storica, critica, bedue viaggi e in vari punti della via
i
legale, economica , idrostatica, e corre- ebbe Gregorio XVI vive prove di filiale
data d'ogni genere di docianenti, piante divozione da quelle fedeli e religiose po-
topografiche, profili ec. Roma 1800. polazioni, che accorrevano sulla strada
l'io VII, eletto nel 800, per le crili-
i maestra per implorare 1' apostolica be-
die circostanze dell'erario, fece cessale nedizione e per baciargli il piede, come
l'impresa del compimento al diseccamen- permise nel 1839 alla posta di Tor tre
lo delle paludi l^ontine, benché nel mo- ponti a molti del popolo, clero e magi-
to-proprio sull'agricoltura lodò l'opera- strato di Sermoneta, ed a Rocca di fiume
io del predecessore, di tanto giovamento ossequiato dalla magistratura e clero di
air agricoltura e al miglioramento del- Sezze. Nel i843a Mesa e a Tor tre ponti
l'agro romano; ed a' 6 giugno i8o4 e- fu riverito dal vescovo di Terracina e dai
manò la legge sui contratfi enfileutici, cleri, magistrali e abitanti di Sezze e Ser-
pei coloni delle paludi Pontine, riporta- moneta, visitandola chiesa da lui ben ri-
ta nel Bull. Coni. t. 12, p. 170. Il go- storata e ri benedetta dal prelato nomina-
verno francese considerando che Pio VI to:ai due capitoli dellecollegiate dis. Ma-
non ottenne nella bonificazione delle pa- ria e di s.Sermoneta, concesse
Michele di
ludi en'etlo decisivo, incaricò di visitarle al primo la cappa magna con pelli d'ar-
con lode nell' università di Perugia gli Essendo morto Lodovico Piccini di Jesi
studi legali e riportatane la laurea, fu suo famigliare favorito, e sentendo ch'e-
iu età giovanile ascritto da Urbano Vili ra più ricco di lui, ne concepì amaro cor-
tra' chierici camera. Servì in varie ca-
ili doglio per l'abuso soverchio che avea
jiche senza proporzionata rimunerazione, fatto di sua benevolenza; si aggravò l'in-
[)ercli»è soleva dire Innocenzo X che ave- fermità da cui era stato colpito, ocome
va «jualilà degne della porpora, ma la sua altri dicono morì a mensa a' 29 giugno
lingua toglieva il merito alle sue virtù. 11)98, d'anni 'j5. Fu sepolto nella chie-
In fatti egli fu propenso senza riguardo sa di s. Maria in Campitelli, nella splen-
a biasimare le altrui azioni, ma bensì dida cappella da lui eretta con 12,000
pel pubblico bene, p(n)gendo con modi scudi a s. Gio. Ballista, dove a pie del-
graziosi. Comechè perito in legge, forni- l' altare si legge nella lapide il solo suo
to di mente per ogni grande alfare, vi- nome.
vace e destro, Alessandro VII lo promos- PAMARIA. Sede vescovile d' Africa
se a uditore di camera, ed a' 14 gennaio occidentale nella JVlauritiana Cesariana,
1664 '0 *^''^^ cardinale prete ile' ss. A- suftraganea della metropoli di Giulia Ce-
postoii, conferendogli nel 1G66 il vesco- sarea. iVo/. Afr. Pamarin, Painaricn, è un
vato di Monte Fiascone (^.). Clemente titolo vescovile in parlibiis sotto Cesarea,
X Altieri, zio della moglie del nipote, co- che conferisce il Papa.
me superstite della nobilissima famiglia PAMBONE DI Nitri.* (s.), abbate. Si
AUierii^F.), adottò anche il cardinale nel- fece discepolo di s. Antonio abbate, e co-
la sua stirpe, e gli die il cognome e lo gl' insegnamenti di quel patriarca degli
stemma come un nipote, allidandogli la antichi solitarii si avanzò nella perfe-
somma degli alTaii con amplissima au- zione della vita penitente, segnalandosi
torità per tutto lo stato ecclesiastico, a se- colla lunghezza ed austerità de'suoi di-
gno di essere tenuto Paluzzi per Papa di giuni, non meno che per la sua saviezza,
fatto. Inoltre lo dichiarò legato di Avi- alle quali virtù accoppiava una grande
gnone e di Urbino, e governatore di Ti- applicazione al lavoro delle mani. Stacca-
voli. Nel 1670 lo trasferì all'arcivescova- tosi da s. Antonio, si ritrasse nel deser-
to di Ravenna, che nel 1 (i-/!. riniuiziòcon to di Xitria; ma passò alcun tempo nel
pensione considerevole, lo nominò vica- monastero delle cellette, ove Rufino nar-
rio di Roma e poco dopo nel 167 lo
, i ra che andò a ricevere la sua benedizio-
elessecamerlengo di s. Chiesa, segretario ne nel 37.J. S. IMelania la vecchia visitò
de'brevi, prefetto di propaganda, protet- l^ambone nel monastero di Nitria,e gli
tore della s. Casa di Loreto, del regno ofTrì 3oo libbre di peso d'argento, pre-
d' Irlanda, degli ordini agostiniano, car- gandolo di accettare questa porzione dei
melitano e domenicano, ascrivendolo a suoi beni per assistere che n' e- i fratelli
tutte le congregazioni, con rendila annua rano in bisogno. Il santo, senza neppure
di sopra a i 00,000 scudi. Ampliò ed ab- interrompere il lavoro delle stuoie, cui
bellì il Palazzo Altieri (^'.), come ne au- era intento, ordinò tosto al suo discepo-
mentò la biblioteca, pel quale edilizio Cle- lo Origene di distribuire tutto quel de-
mente X per (umili contribuì ?., eoo scudi naro ai fratelli della Libia e delle isole,
al me.se, e vuoisi che la fabbrica costasse i cui monasteri erano poveri, e di nou
84 PAM PAM
serbar nulla per quelli di Egitlo, gi.iccliè rd i poveri colle sue proprie mani. In
tjuesla conlrada eia licca e abbondante. Pi orna edificò la Cliifsa de ss. Gio. e,
Avendolo s. Atanasio piegato di lascia- J'tiolo (J^.),ova *\e.' Passionisli (F.). Per
le il deserto per condursi in Alessandria le di luì esortazioni i suoi aniltaiuoli e
a confondere gli ariani, e render tesli- vassalli della Numìdia rinunziarono allo
juonianza alla divinila di Gesù Cristo, scisma de' donatisti, e rientrarono nel
si recò in quella cillà. Morì poi in eia gicmbodella Cliiesa cattolica. Questo suo
(li70 anni, senza malattia né dolore al- zelo per l'iinilà della fede gli meritò una
cuno, mentre stava facendo una cesta ,
lellera di congratulazione da s. Agosti-
die lasciò in legato a Palladio, allora suo no l'anno 4oi. Visse segregato dal mon-
discepolo, nienl'allro avendo di che dis- do e consecrato intieramente agli eser-
porre. Melania si prese la cura de' suoi cizi dell'orazione, della penitenza e della
funerali, ed avendo ottenuta la cesta la- carità non ha però alcun solido fonda-
:
sino alia sua morte, come cosa preziosa. quali pretendono ch'egli abbia ricevuto
S. Pambone è onorato dai greci ai 18 di gli ordini sacri. Morì l'anno 4'0, ed è
ricevuto nel senato romano, indi deco- colla Siria a ponente, colla provincia d'A-
rato della dignità proconsolare, e sposò sia a settentrione, e col Mediterraneo al
Paolina, la figlie di s. Pao-
seconda delle mezzodì. Si trova menzione della Pamiì-
la (J^')' Egli primo che scoper-
fu il lianellib. i.^de'IMaccabei e negli Alti de-
se gli errori di Gioviniano, e denun- gli apostoli. Fu divisa in 2 provincie, i
."
e
ziolli a Papa Siricio, il quale condannò a."*, sotto l'imperatore Teodosio II appena
quell'eresiarca nel Sgo. Conservò sem- salitoal trono. La Pamfilia i.^avea la cil-
pre stretta amicizia eoa s. Girolamo, il là di Sìdn{F.) per metropoli ; Piipì [V.)
quale trasse grandi lumi dal suo ami- era la metropoli della 1.^ Pamfilia. Pri-
co per la composizione delle sue opere ma della divisione di questo paese ia due
contro Gioviniano. Pammachio perdette Provincie, Piigi era metropoli di tutta
Pioma ; poscia i ciechi, gli zoppi ed i po- sotto di lui, dando al seaalo in cambio la
veri furono suoi coeredi e gli eredi di Pamfilia.
Paolina, e non usciva mai in pubblico PAMFILO (s.). V. Panfilo (s.).
senza essere segui lo da una schiera di sven- PAMPHILJ Famiglia. Antica e no-
turati. Egli {'tee erigere un ospedale a bilissima romana, continuala dalla non
Porto Romano, dove serviva gl'infermi meno illustre e celebre fimigli^ romana
PAM PA M 85
e or'miula genovese, Doiia l'aaipliìlj Lan- dell'Avellana congregazione, che fu detta
cli. Di questo iiome vi è s. PanifHo (f^.)di anche della Colondja dall'arme dell'isti-
Berito prete e martire, di cui abbiamo tutoie. Pietro ed Alberto P.imphilj furo-
^cla paxsionis a. PaniphUi et xociorurn no compagni ne' sudori e nelle spoglie
ex Eusebil Caesar. (il <juale prese il
nini, di Golfredo di Buglione, nella crociata
soprannome di Pamfilo per venerazione in cui fu con(|uistata Gerusalemme nel
al santo) libvis cimi Coiniii. praevio et I
099. Jacopo e Francesco ebbero dal-
notis D. Papebrocliii in i junii Boll. l' imperatore Federico III nel 1461 il
62, et in t. 2 Op. s. flippolyli, Ila nd). titolo di conti del sacro romano impe-
17 18, p. "y-XJ, et apud Surium i j'un. ro. Antonio godè gran stima da Sisto
p. I. Caferri pubblicò in lode de' V'am.- IV, che fece passare da Gubbio in Roma
philj un Discorso, in cui pretese dicliiaia- questa famiglia, e lo impiegò in cariche
re die Numa Ponipilio,che chiama Pam- distinte. Dal suo figlio Angelo nacque
pliilio , è discoso dalla famiglia Panfilia Pamphilio che nel i527 nel sacco di Ro-
di Sparta, in([iiella città fondatada Pam- me die in sua casa siciu'o ricovero agli
])hilio le greco de" dorici, 3 5o prima del- amici. Furono suoi (ìgli Camillo e Giro-
l'edilìcazione di Roma, cavato da auto- lamo, questi caidinale, il primo fu pa-
ri storici, e dedicato al cav. Girolamo dre di Pamphilio, di Gio. Battista che
Brusoni. Questo discorso venne qualifi- divenne Innocenzo X (/^.), di Alessandro
cato un composto di adulazioni. Della e Benedetto che morirono gio vaili j e di
lamiglia Pampliilj trattarono Jacobilli, Prudenzia e Agata monache, la seconda
SaiicL. U/nbriae, nella vita del b. Lodo!- delle oblale di Toc de' specchi f però il
p. Gam berli nel Compendio dello spec- Orvieto. Pamphilio si distinse per gra-
chio della verità, ed altri. Vuoisi che dei vità e altre belle qualità, servì nella cor-
Pamphilj •iieno fioriti in magistrature nel- te del granduca di Toscana Ferdinando
la repubblica romana, e passali poi nella II, ed in Roma esercitò le magistrature
Franconia. Di ((uesta famiglia fra gli altri del Campidoglio e probabilmente fu con-
fu Amanzio Pamphilj dell'ordine eque- servatore e vice senatore. Sposò la famosa
stre, il quale seguitando Carlo Magno d. Ohmpia Maidalchini, della quale par-
nell'Italia, fu da questo premiato con al- lai a Innocenzo X e relativi articoli, e
cuni castelli e collarine de'fraucesi, delle n'ebbe Camillo, Costanza Camilla ma-
quali ancora fanno uso, cioè tre gigli d'o- ritata al principe Ludovisi, e Olimpia
ro in campo azzurro, traversato &a aste data in moglie a Giustiniani principe di
rosseche rappresentano il lembod'un bal- Bassano.
dacchino del re di Francia , con la co- Dopo la morte di Pamphilio, il fra-
lomba con ramo di olivo in bocca, sim- tello Gio. Battista cardinale, nel 1
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bolo di pace, ed è descritto da Pietra- divenne Papa Innocenzo X, che essendo ^
te,con l'acquisto di molte terre e col ti- mieramente a'i4 novembre creò cardi-
tolo di conte,ed ivi parlai ancora del b. naleil figlio di Pamphilio e suo nipote
Lodùlfo vescovo di Gubbio e fondatore Pamphilj Camillo [f), colla soprinten-
86 r A ?,I PA M
denza tli tulli gli ad'nii, onde nel posses- coi discendenti, e lo zio lo fece generale di
so preso a'23 cavalcò cogli altri poipu- s. Chiesa: da nacquero Gio. liattista
lui
lati, incedendo nel medesimo e appresso (che il Papa voleva impubere creare car-
al PonteHce il paienle Cristofoio l*ani- dinale, come dissi nel voi. IX, p. 295,
philio capitano delle guardie. Avendodet- facendo il novero de' cardinali fatti in
philj, qui riporterò alcune necessarie in- sempio nonio fece) principe di Carpincto,
dicazioni. D. Olimpia comprò per la sua che compi il palazzo dal padre eretto in-
làmiglia \\ delizioso castello di s. Marti- contro al collegio romano e annesso a
no, situato sulle vette del Cimino presso quello del Corso, e Benedetto poi cardi-
Viterbo, già abbazia de'cisterciensi sop- nale. Innocenzo X mori nel i655 e gli
pressa da Pio IV e unita al capitolo Va- successe Alessandro VII Chigi, che ago-
ticanOj per 24,5oo scudi, oltre due te- nizzante avea desiderato ciie gli succe-
nute nell'agro romano. Il Papa con chi- desse neir encomiarlo al sacro collegio.
rografo de' 7 ottobre 164^, Bull. Fot. INondimenoquesli negò a d. Olimpia Mai-
t. 3, p. 260, autorizzò il capitolo all'a- dalchini di ammetterla al bacio de'piedi,
lienazione del castello, e questo dichiarò e con gravatoria 1' obbligò a sbarazzate
principato: lo accrebbe di edifizi per co- de'traverlini piazza JNavona e compiere
modo del popolo, ornò nuovamente la la fabbrica di s. Agnese, dopo averle ri-
chiesa del titolo abbaziale di Martino s. mandalo i preziosi vasi d'oro che volea
in Moutibus nullnis clioecesis, con capi- donargli. Di piìi Alessandro VII le inli-
tolo e abbate, e la restaurò con notabile niò partire da Pioma entro tre giorni per
spesa, indi l'onorò di sua presenza, aven- Orvieto, donde non potesse uscire senza
done fatto abbate il suddetto Maidalchini suo permesso. D. Olinqiia inutilmente vi
rare il monastero, ne rivendicò le usur- ste nel 1607, dopo pochi mesi: altri di-
pate possessioni e altre ne donò. Inoltre cono che fu trovata nel suo magnifico
Innocenzo X la FillaPanìphUj
fabbricò palazzo di s. Martino (da ultimo rovinò
{F.), riedificò Palazzo Pamphil/ (A.)
il la sorprendente scala carrozzabile), vit-
a piazza Navona, come pure rifabbricò tima del contagio e abbandonata da tut-
la contigua Chiesa di s. Agnese {F.), e ti; lasciò giandissime ricchezze e di sé
r annesso Collegio Pamphilj {F.). Con infelice fama. Il nipote suo d. Gio. Bat-
due bolle dichiarò patronato dei Pam- tista fu celebre per la liberalità co' po-
philj l'abbazia, il collegio e propinqua veri, cui donava 20,000 scudi l'anno e
chiesa, con cardinal prolettore al modo in quello del giubileo 1700 scudi 5o,ooo.
anche detto nel voi. XXXI, p. 224. Il Nel 1671 sposò Violante Facchinetti pro-
cardinal Camillo con dispiacere dello zio nipote d'Innocenzo IX, dalla quale ebbe
nel 1647 rinunziò il cardinalato per con- Girolamo Pauiphilj nel 1681 perde la :
Villa Belvedere di Frascati (^•), poi ri- In quella di Agnese terminò il deposi-
s.
le giunte di Posteria e Cecconi non de- me può vedersi alle loro biografie, 3 dei
scrissero il mouuniento) tanto minuta- quali col cognome di DoriaPamphilj.
mente istruito delle cose de' Paniphilj, Vedasi G. Sdoppi, Doriariun gentien-
non essendovi il busto di bronzo, come siuni genealogia, et ex iis impcratoritni
mi avea pure alFermato un addetto alia et regimi origo, Auguslne \ indelicoiimi
cliiesa neir interpellarlo s'eia vera l'as- I 63 I . Credesi che venga la famiglia Do-
^ertiva di Cancellieri; ma eccone la de- ria da Arduino de' Visconti di Narbona
scrizione emendala. Il monumento d'In- che in Genova sposò una signora delia
nocenzo Xè tutto di marmo bianco, scul- famiglia Volta ora Cattanei, chiamala
[)ito dall' artista che nominai nel citalo Oria, e (piindi il nome Doria alla fami-
luogo. Sovrasta 1' urna sepolcrale (con glia, che tosto divenne chiaiissiina per
sciò Benedetto Pamphilj che a'5 giugno 13 maggio Francesco lo dichiarò prin- I
I 726 sposò Teresa Olimpia Borghese. cipe dell'impero e di TorrÌ2;ia negli stali
Loro figlio ed ultimo dei Pampini] fu sardi, ed a'3o dicembre ereditò i beni e
Camillo, che fece la facciata esterna del le proprietà de' Pamphilj che aggiunse
palazzo Corso, fabbricò a piazza di Ve-
al al suo cognome. Ebbe per fratelli i car-
nezia Palazzo Pamphilj [V.), e ^tv
il dinali /emonio e Giuseppe, ed ai detli
compensare la chiesa di s. Agnese del ric- titoli e siguoi ie aggiunse quelli di gran-
co Ostcnòorio (f^.), eh' erale stato ru- de di Spagna di prima classe, principe
bato, altro magnifico e prezioso ne do- fli Valmonlone nella legazione di Velie-
nò alla medesima. Con lui terminò tri, s. ec. Da Leopolda di Sa-
Martino,
nel 1760 la nobilissima famiglia Pam- voia Carignano sua consorte, nacquero
philj, celebre per generosità, magnifi- il principe d. Luigi Gio. Andrea, il car-
cenza, soda pietà, profonda religione e dinal Giorgio, d. Eleonora, d. Vittoria,
per l'esercizio delle più belle virtìi, che ed il virtuoso cav. d. Carlo. Il princi|)e
in mi ulle ricchezze meritamente eredi- d. Luigi nelle calamitose conseguenze
tarono colla primogenitura Doria Lau- i della pace di Tolentino si rese somma-
di, d'antica, potente e famigerata fami- mente benemerito della s. Sede, poiché
glia di Genova, come dissi a quell'arti- con atto maii^nanimo fu il solo a garan-
colo: la secondogcni tura l'ebbe il secon- lire con ipoteche del fidecommisso dell-i
y
88 P A M PAM
piiinogeniliiia l'amphilj l' imprestilo di maritata ai principe di Campagnano d.
un milione d'i scudi, a/ione ohe giusta- Sigismondo Chigi, defunta; 3." d. Fi-
inente celebrò Baldassari, Rclaz. clc'pa- lippo Andrea; 4-° d. Domenico cavalie-
ti me n li (li Pio VI , t. 2,p.23. D. Lui- re gerosolimitano. Nel i838 a' 2G gen-
gi successe al padre nel i 820 nel prin- naio d. Filippo successe nel piincipalo al
cipato e nell'esercizio delle virtù; si di- padre e nel 1 839 sposò lady Maria Tal-
sliose per esemplarità, singolare umil- boi figlia del benefico conte di Shrew-
tà ed animo generoso pel culto divino e sbury (di cui parlai a IiVgiiilterra), so-
co' poveri luoii compianto ne'primi del
; rella di d.Caterina Guendalina che ce
1838, e quale l'encomiò il n.° 2 del Dia- i lebrai a Borghese famiglia. Da questo
rio di Roma. Nel 1810 erasi sposato al- matrimonio sono nati: i.° d. Teresa Ma-
l'eccelsa dama d. Teresa Orsini de'duclii ria nel 1840; 2.° d. Gio. Andrea, nato
di Gravina, le cui preclare doti e opere nel palazzo di Albano, ove ebbero luogo
di cristiana pietàRoma ricorda con am- quelle splendide feste narrale nel n.' 37
mirazione e gratitudine, come fornita di delle Notizie del giorno i843; 3.° d.
cuore benefico e umano, onde fu rifugio Luigi Andrea nel i845 defunto ; 4-"
amabile e colta conver-
agl'infelici, e di Guendalina nel 1847-
sazione : icampi ov'essa eser-
principali PAÌMl^HILJ Girolamo, Cardinale.
citò la sua ardente carità e zelo furono Patrizio romano, meritò l'intrinseca ami-
gli Ospedali dis. Giacomo e del ss. Sai- cizia del suo direttore spirituale s. Fdip-
valore {V.), ed in questo istituì le O- po Neri. Applicossi allo studio della giu-
fpedaliere j V Ospizio della ss. Trinila risprudenza, e pei progre>si che vi lece,
di cui fu edificanle priora; ed il Conser- Gregorio XIII lo elesse reggente della can-
vatorio del Refugio {V.), che da lei prin- celleria e uditore di rota, nel quale uf-
cipalmente ripete la fondazione. Mon nel fizio si acquistò straordinaria celebrità di
1829, ed il supplimento del n.° 29delle nome. Alieno dai cortigianeschi ossequi,
Notizie del giorno, ne pubblicò l'interes- Clemente Vili volendone premiare le
sante necrologia. In essa si legge, che fu virtù, a'9 giugno iGo4 lo creò cartlina-
benemerita di belle escavazioni d'antichi- le prete di s. Biagio dell'anello. Paolo
tà operale nella magnifica villa Pam- V lo nominò vicario di Pvoina, ove morì
philj e nel vasto lenimento di Lorio o nel 1610, d'anni 66, per aver dormilo
Lorivano sulla via Amelia, presso Castel in una camera di fresco imbiancala. Fu
diGuido dell'ospedale di s. Spirilo, aven- sepolto in s. IMaria in Vallicella, con ma-
done illustrato monumenti rinvenuti il
i gnilìcD epitaiiio postovi dai nipoti, uno
celebre Girolamo Amali. Nicolai, Meni, de'quali iu Innocenzo X,alla quale chie-
della campagna roni. par. r, p. 72, par- sa e all'annesso oratorio dell'Assunta la-
lando della tenuta Eottaccia , succeduta sciò le suppellettili di sua domestica cap >
tulio lo stalo ecclesiastico, e legato d'A- poveri fu tale, che oltre alle quotidiane
\ignone. In ogni aliare mostrò destrezza limosineche loro facevaabbondanteuieu-
niirabile,ed usò di sua dignità con tal te, in un giorno dispensò 3, 000 rubbia
moderazione e accorgimento, che si rese di grano. Nella chiesa di s. Agostino e-
grato non meno ai ministri de' principi resse la nobilissima cappella tli s. Tom-
che a questi. La Spagna gli conferì il maso da V illanova, ornandola con sta-
pingue arcidiaconato di Toledo, che poi tuee preziosi marmi, ed alla basilica Va-
rinunziò a d. Giovanni d' Auslria la ; ticana donò molti candellieri d'argento.
Francia gli assegnò la famosa abbazia di PAMl^lllLJ Be\edf,tto, Cardinale.
Gorbia ; e la repubblica veneta lo aggre- Romano, nacque dal principe d. Cauiil-
gò alla sua nobiltà coi discendenti. In di- Io ni|)()te d'Innocenzo X, e da d. Oliui-
versi emergenti di negozi ardui e spino- pia Aldobrandini. Innocenzo XI per re-
si, si somma lode, e ben-
disinipegnò con stituzioue di cappello, il 1
.° settembie
che giovane d'età procedette con pru- 1 68 i lo creòcardinalediacono di s. Alarla
denza come un vecchio. JNella guerra di in Portico, donde passò a s. Maria in Via
C^7.«/ro seppe scegliere a capi persone de- Lala,e lo fece gran priore gerosolimitano
gne, e prontamente (ormò numerose mi- di Roma. Alessandro \lll gli allidò la le-
provazione della matlre volle continuar-- senipio aprì e chiuse la porta santa nel
la, per cui a'?, gennaio 1647 rinunziò
i 1700 e 1725, e fece le staine de'ss. An-
la porpora e sposò d. Olimpia Aldobran- drea e Giovanni. Clemente XI nel 704 i
dini, dalla quale riportò due maschi, cioè lo nominò bibliotecario, e come i.°dia-
Giainbattista che gli successe nel prmci- cono coronò Innocenzo Xlll. Interven-
pato, e Benedetto poi cardinale, oltre 3 ne a 6 conclavi e morì in Roma in quel-
femmine. InnocenzoX, credendo vilipe- lo del i'-3o, a' 20 marzo, d'anni 77.
sa la dignità cardinalizia per tale rinun- Lasciò immense somme alla famiglia, e
zia, l'esiliò a Caprarola, e dichiarò car- fu se[)ollo ins. Agnese senza funebre mo-
dinal nipote Camillo Astalli ^cwe poicad- numenlo.
de in disgrazia. Rientrato in favore il l'AMlMllLJ COLOXXA Pietro, Cz/-
principe nipote, lo nominò Innocenzo X diuidc. /'. Colo.nna Pamphilj.
^. 1» A M P A M
PAIMIERS [Ajyaniien). Cillìi con re- I successori si leggono nella O.illìu chr.
sidenza vescovile di Francia, nel diparli- t. 2, par. i, p. i63, e nelle Notizie di
ineiilo dell'Ariège, che forma la diocesi, Roma. Pio VII nel i8oi la soppresse e
capoluogo di circondario e di cantone , ristabilì 1817. Gregorio XVI nel
nel
i8i leghe da Parigi, in fertile pianura i84'j fece l'attuale vescovo mg.' Guido
sulla destra riva dell'Ariège, sede di Iri- Alouvry della diocesi di Rennes. Ogni
j)uuali e dell'autorità. Assai grande e ben nuovo vescovo è lassato in fiorini 370.
distribuita, la fabbrica non è corrispon- PAMPLONA {Pampilonen). Città'cou
dente Lacattedraledicesidisegnodi Man- residenza vescovile nella Navaria di Spa-
sard, è sotto l'invocazione di s. Antoni- gna e forte, capoluogo di provincia, a 70
no vescovo, con l'episcopio contiguo. Il leghe da Madrid, sopra un piano eleva-
capitolo si compone di 8 canonici, tuio dei to, la di cui superficie presenta alcune
quali è arciprete parroco, e di diversi o- colline, circondata da montagne de' Pi-
norari, e nelle feste pel divin servigio vi renei. Occupa una di quelle colline, di
accedono gli alunni del gran seminario, forma irregolare, nella fertile valle è sul-
essendoveue altro minore. Vi sono con- la sinistra dell'Arga, e vi sono le princi-
fraternite, case religiose, ospedale, teatro pali autorità della provincia. Cinta da uu
e fabl)riche d'acciaio. I dintorni sono fer- muro bastionato, difesa da due forti e-
tili di grani, fiiitti e pascoli, con sorgen- sterni e da una lunetta trincierata ha ,
te ferruginosa e sabbie aurifere. Nel me- pure una cittadella al sud costrutta da Fi -
dio evo Pamiers si chiamava Fredela.s o lippo li, che nulla risparmiò onde farne
Fredtlaluin, poi Jpainiae o Paniiac, e il più formidabile baluardo di questa par-
fu capitale dell'antica contea di Foix, ai- te della Spagna. Le strade sono belle, le
quante volte saccheggiata. In sua origine case senza gusto,e sono 6 fonti. Oltre il
vi
canonici regolari di s. Antonio. Insegui- riva sinistra della riviera, ove stanno il
to i conti di Foix avendo fabbricato al- sobborgo Rochapea e quello della Mad-
l'intorno e al vicino castello di Pamieis, dalena. Pamplona non ha alcun pubbli-
questo die origine alla città, di cui i con- co edifizio veramente osservabile, tran-
ti e gli abbati furono consignori. Bonifa- ne il grande palazzo pubblico, sostenuto
cio Vili a' i6 settembre I2C)5 eresse l'ab- da arcate, ma senza gusto; la zecca, pa- i
baziale chiesa in cattedrale, e col terri- lazzi del governatore, de'consigli ove so-
torio che tolse da Tolosa formò un ve- no gli archivii, i tribunali e le prigioni.
scovato, che a quell'arcivescovo dichia- La cattedrale con altissima torre e con
rò sulFiaganeo, come lo è ancora. Vi la- battisterio, sacra alla Beata Vei'gine As-
sciò il capitolo regolare, l'unico che per sunta, non che per la sua
è rimarcabile
lungo tempo rimase nel regno, composto antica costruzione gotica, grandezza e in-
di 6 dignità e g canonici tutti regolari, e terna ricchezza, in cui è il sepolcro di Car-
12 semi- prebendati secolari, con 25,ooo lo IH d'Evreux, maritod^Eleonora di Ca-
lire di rendite pel vescovo, ch'era presi- stiglia, avendo contiguo l'ampio e como-
dente degli slati del contado di Foix e do episcopio. Il capitolo già de'canonici
assisteva a que'di Linguadoca. 11 l
.°
ve- regolari di s. Agostino, si compone di i 2
scovo fu s. Lodovico arcivescovo di To- dignità, prima delle quali è l'arcidiacono,
losa, che conservò le due chiese con be- delle prebende canonicale e teologale, e
neplacito apostolico pure Jacopo ; lo fu di alcuni poizionari ealtri chierici ; il par-
ilei Forno, nato in Saveidun nella dio roco ha cura delle anime. Vi sono altre
tesi, che nel SS.jdiveune BeiicdetloXl l.
j 3 chiese parrocchiali col fonte sacro, 7
PAM P A M 9 I
rame. L^origine della città si perde nella sinododiocesano. Innocenzo VI nel 3 ><) 1
sta nord del golfo di Panama, a i6j le- rica separatisi dalla Spagna. La provin-
ghe da s. Fede di Cogota, sopra una pic- cia di Panama occupa la parte orienta-
lori fortissimi. Guarnita Panama da al- golfo omonimo e mare delle Antille, ed
il
co, fermandosi i grossi navigli nell'isole 33 fiorini, essendo le rendite 4000 ™0"
Perico e Flaminco: non ostante il com- liete di quelle parti, pagate dal governo.
mercio è considerabile. Panama significa PANAT0RL\. Sede vescovile della
luogo abbondante in pesce. Allorché gli Mauritiana Cesariana, nell' Africa occi-
spagnuoli vi si stabilirono nel i5iS, fon- dentale, sotto la metropoli di Giulia Ce-
darono Panama a 4 legbe dall'attuale ; sarea. Noi. Afr.
distrutta la prima città nel iGyS da Mor- PANCERÌNI PANCIERA Antonio,
gan, gli abitanti più bella la ricostruiro- Cardinale. Nacque da nobile e povera
no ili piano migliore. Invano tentarono famiglia di Portogruaro nel Friuli. Da-
stabilirvisigli scozzesi nel 1699 sul golfo tosi alla giurisprudenza, mostrò in Ro-
Darien, e perirono pel clima e per le guer- ma tra'notari la sua abilità, e come abbre-
re ; i francesi stabilitisi nel 1740» furo- viatore lo conobbe Bonifacio IX e fece suo
no trucidati nel I 754 dagl'indiani a isti- segretario, nel iSpS vescovo di Concor-
gazione degl'inglesi : il governo spagnuo- dia, forse già arcidiacono della cattedra-
lo costruì un furtesuUefrontiere per sog- le, e l'autorizzò ad usar le proprie inse-
gelfaie quegi indigeni, l tenibili incen- gne gentilizie de'Tomacelli, come vede-
di del i7'j6 e 17H4 '^ distrussero uuo- bi nelle monete che coniò qual patriarca
PAN PAN 93
<!' Aquileia, alla qual dignità il cnpilolo nigiia facilità con la quale diminuiva ai
i4o2. Dopo 4 aiini ili felice
Io elesse nel benc'Iìciati le spese delle bolle, onde pro-
governo, divenne inviso a molli signori curò invano oilrirgli vescovati per allon-
e luoghi del Friuli, massime da Cividale, tanarlo; dipoi nel iGqf) lo incaiicò di a-
per invidia di vederlosalito a tanta {)0S- prire la porta santa della basilica di s.
sanza , e per aver investito i fiatelli del Paolo. Clemente XI lo voleva segreta-
castello di Zoppola con giurisdizione; ma rio di stato, ma si scusò e accettò la pre-
le accuse fatte in concistoro a Innocenzo fettura del concilio. Formò una domesti-
VII non ebbero efì'etto. Quelle i nemici ca e scelta libreria, ricca di mss. e cele-
liniiovarono a Gregorio Xll, il rjualelo brala dal Piazza nel r£"».?fro/og''o Mori
privò del patiiarcatoa' I 3 giugno i4o8, in Roma nel 17 18, d'anni 90 circa, la-
anche per avere come predecessori tra- i sciando un'eredità di 200,000 scudi, e
lasciato di pagare alcune pensioni alla s. fu sepolto in s. Pancrazio, al cui titolo
Sede. 1 cardinali ribelli al Papa, da Livor- era passato, innanzi l'altare maggiore con
no l'invitarono a disobbedire, e dal conci- semjilice lapide già da lui postavi, alla
lio di Pisa venne conformato nel posses- (piale altra fu aggiunta con magnifico
so di sua chiesa. Giovanni XXI 11 perla elogio e le insegue gentilizie.
pace del Friuli ne procurò la rinunzia e PAJNCIROLI GiANjAcoro, Cardinale.
l'ollenne, creandolo cardinale prete di s. IS'acque da un semplice sartore in Ro-
Susanna a'6 giugno i4r i • intervenne al ma, per cui di questa origine volle con-
cfincilio di Costanza, contribuì alle ele- servare memoria nello stemma, forman-
zioni di Martino Ve Eugenio IV, il (pia- dolo d'un panno. Applicatosi con inde-
le per la sua virtù e singolare abilità l'im- fesso ardore e mirabile successo alla giu-
descritto ne' n.i 83 e q8 dell' Osse/va- Pietro e nel i83o suo maestro di came-
loreRomano i85i. Il martirologio ro- ra, in ((uesto uffizio lo confermò Grego-
mano fa menzione del martirio di s. Pan- rioXVI,ea'2 luglio i832 lo pubblicò
crazio il giorno lOì di maggio. cardinale prete, avendolo creato a'So set-
PANDOLFl Luigi, Cardinale. Nac- tembre i83i. Indi per titolo gli conferì
que a' G settembre 1751 in Cartoceto, la chiesa di s. Prisca, e lo annoverò alle
Fano, da famiglia ascritta al
tliocesi di congregazioni dell'indulgenze, consulta,
ceto primario di Pesaro, Fano e Ascoi ;. buon governo e acque. Le virtìi eccle-
Falli gli studi nel collegio de' nobili di siastiche di cui era adorno, la rettitudi-
Fano, applicò in Pioma al pubblico di- ne e diligenza con cui esercitò gl'impie-
ritto, e abbracciata la clericale carriera, ghi che gli vennero aftldati, la carità e
dell'educazione del nipote poi Giulio II, hibcnuim. Nella sacra Scrittura il pano
e nel i4''4 'o f''f^''''T*^ vescovo di Pistoia, talvolta significa ogni specie d'alimento,
indi governatore di Benevento. Innoccu- come l'accjua significa ogni sorla di he-
r.o Vili gli conferì la ricca abbazia di s. vanda, e dicesi figuratamente in diversi
Zenone di Pisa, e Giulio li lo volle a suo modi; rpiando noi domandiamo a Dio il
segretario e uditore per le cause più gè- nostro pane f/uolidiano, s'intende tutto
Jose e interessanti, ascrivendolo alla prò- ciò cli'è necessario alla vita. Gesìi Cristo
pria famiglia Rovere. Dicesi che non lo benedì i pani prima di distribuirli alle
creò cardinale per essersi opposto alle sue turbe, moltiplicandoli prodigiosamente,
opinioni ; ma Leone X vi suppPi all'im- Dio fece a diversi santi operare miraco-
provviso e benchr assente il i." luglio li nella moltiplicazionede'pani. Gli ebrei
IDI 7, dichiarandolo cardinale prete di cliiamavatio pani di proposizione quelli
s.Cesareo. A lodata vita die fine in Pi- che isacerdoti di settimana [)onevano tut-
sloiacon santa mortc,sinceramente com- ti giorni di sabbato nel tempio sulla ta-
i
pianto, nel i5i8, d'anni 78, chiaro per vola d'oro, ch'era nel santuario davanti
scienza e dottrina, per compassione e li- al Signore; erano 12 per distinguere le
beralilà co'poveri,e per l'amore verso la tribìi enon potevano essere mangiati che
sua chiesa che governò 44 anni. Coi be- dai sacerdoti, quando ogni settimana si
neficii ne accrebbe il lustro, aumentò il rinnovavano. Gli eUreiavevano moltema-
collegio de' chierici, fondò il monastero niere di cuocere il pane, ed oltre 1' uso
di s. Nicolò e la dignità arcidiaconale, ed ordinario del fuoco, talora lo cuocevano
accrebbe le renditedella mensa, onde dai sotto la cenere o sopra lastre di metallo
pistoiesi fu chiamato alìVtt uosa mente pa- o sopra pietre riscalda te. 1 romani da prin-
dre spirituale, e per amore gli eressero cipio mangiavano il grano crudo o Io fa-
una statua. Il cadavere trasferito a Firenze, cevano bollire come il riso ;
poi i'abbru-
riposa nell'abbazia fiorentina, nella tom- stolironoeNuma istitmuna festa perque^
ba degli antenati. sta .scoperta. Poco dopo cominciarono a
PANDOLFO, Cardinale. Fu offerto pestare il grano ne'mortai e a farne una
nella puerizia a s. Benedetto in Monte pasta, pei'ciò dai loro vicini furono det-
Cassino, ove ne professò la legola, e per le ti niangia polenta. Nel 4'^'^ avanti la no-
sue splendide doli Pasquale II del lopq stra era trovarono il modo di fare la pa-
lo creò cardinale prete. Non pare che fos- sta forte e poi delle focacce o schiaccia-
se vescovo d'Ostia, comealTermano alcu- le, gran passo per ginn-
ed ecco fatto il
lina di grano o di biade, come orzo, ve- ni, e giunsero a fare il piine così buono
na e simili : pane significa anche tutta la e bello come in Alene, dove si faceva il
vettovaglia e il vitto necessario. Il grano pane assai prima che in lioina, e forse ai
dicesi anche frumento, il quale è propria- lcm[)i vicini all'età di Tritlolento. Dopo
niente il seme della pianta dello stesso 1 romani, primi i a cuocere pane sembr;i
96 PAN P A N
che fossero gli ahitanti (l(!lle O.iIIie, don- baristi A 5 I e II. Osserva Bonanni, Ge-
de poi se ne dilatò l'uso per liilta luuo- rarchia, 71, cercando chi principiò
p.
pn. ^. Annona, Agricoltura egli arlico- dopo Gesù Cristo a consagrare il pane e
li lelalivi. Della distribuzione tlel pane il vino, che gli apostoli differirono cele-
che facevasi nel palazzo pontifìcio, chia- brare la Messa (F.) fìno alla Penteco-
mala parte di palazzo, pancm honona, ste, e da tale astinenza provenne l'uso an-
parlai anche a Palazzi apostolici e di tico ne'sacerdoti di celebrare il sagrifizio
sua origine. Dell'oblazione e tributo di 4o giorni dopo l'ordinazione. Si vuole fi-
sette pani cj.e il capitolo d'Anagni fa al gurala nella messa l'oblazione de' pani
Papa quando visita le provincie di Ma- che gli ebrei facevano 5o giorni dopo la
rittima e Campagna ogni sabbato, feci pa- loro Pasqua, e perciò convenire che la
rola nel voi. XXVII, p. 275: questo o- prima si celebrasse nella Pentecoste che
niaggio Gregorio XVI lo ricevette due appunto cade in eguale epoca. Ciampi-
volte,quando si recò a s. Felice (/^.), e ni, De perpetuo azynioruin usa in eccle-
quando nel i843 visitò ylnogtiij e Pio sia latina, vel salleni romana, rpta oc-
IX nel i85o in Fresinone. Furono an- casione vox fermenti in lìlclchiadis et
che stabilite distribuzioni di pani ai ca- Siriciis decretis, ne in epistola Innocen-
pitoli, come fece Thalarìi in Lione ( Io tii I rom. Pont, aliqiie veleres rilus de-
notai nel voi. IV, p. 1 63), e si disse pane clarantur, Romae 688. 1 Il pane fermen-
di capitolo o capitolai e i\i^e.\\o che (juo- talo o con lievito serve per l'Eucaristia
lidianamente si distribuiva a ciascun ca- agli orientali : l'infranta unione tante vol-
nonico; non che ai poveri, di che si fa men- te conchiusa tra le chiese greca e latina,
zione a' loro luoghi, come per feste, e di come pur dissi nel voi. XXXII, p. i35,
quella per S.Giovanni in Pioma in s. Gio- si altrdjuisce all'uso del pane azzimo in
vanni della IMalva. trattai ne' voi. XXVI, questa e nell'altra di quello fermentato;
p. 1G7 e 194, XLV, p. 189. Perchè la però molli orientali consagrano in azzimo,
chiesa di s. Biagio della pagnotta dicesi come rilevo a' loro articoli. Nel concilio
COSÌ,ne rendo ragione a Patriarcato ar- di Firenze i greci convennero che si po-
meno, parlando di essa in un alla distri- teva consagrare anche col pane azzimo;
buzione de! pane. Ora passerò a dire del- quindi i monaci greci di Grotta/errata,
lEucaristia distinta col nome di pane, di Puglia, Calabria e Sicilia giudicarono
e del pane benedetto: la sacra Scrittura spedienle con approvazione di Eugenio
chiama altresì la comunione, frazione di 1 Vdi celebrare con l'ostia secondo la for-
pane; perchè la sacra Scrittura non dice ma usata dai latini, mischiatovi un poco
tagliare ma frangere il pane anche per di fermentato, e poscia interamente si u-
l'Eucaristia, il Sarnelli Io spiega nelle Leti, ni formarono all'uso dell'azzimo per di-
eccl. lelt.21, t. 3. Pani di cera o sacri stinguersi dai seguaci di IMarcod Efeso,
furono detti gli Jgmis Dei heiiedelti ( F.), il quale era ritornato allo scisma colla
<Iei quali parlai anche nel voi. IX, p. 35. maggior parte degli orientali. Della con-
11 pane azzinio o senza lievito, serve ai troversia e questione, non di fede ma sol
latini, e ne'primi secoli anche agli orienta- di fatto, sull'azzimo e fermentato, vedasi
li, per la consagrazione òeW Eucaristia Zaccaria, i^to/'./e/^. voi. 4)P-8i ; Rodotà,
(Z'.),chiamata pane degli angeli e pane Del rito greco p.32 3; Ber-
in Italia, hb. i
,
celeste. Se ne tratta a Oblazionf,, Ostia, lendi, Dell' oblazioni all'altare, ove dice
Azzimo, Comunione, ove dicesi di quella che fu indifferentemente offerto e consa-
sotto le due specie e del modo di con- gra to il pane azzimo fermentato e dato in
servarsi l'Eucaristia che greci fanno per
i comunione; ed il Sarnelli, Leti. eccl. t. 6,
lungo tempo, su di che parlai pure a Éu- lelt. ì c),dc\V culogic istituite nel pane az-
P A N PAN 97
zimo, come pane deslinalo al-
nvaiivi del Ziizìoni e nelle Consagrazionì de'vescovi
la consagi azione, che non basliimlo per dopo V Offertorio, dorati e inargentati : il
la chiesa latina la ^a\u\i\ fenncnlo fu vo- gia per divozione inonoredi qualchesan-
ce metaforica, in significalo che i preti si to, perchè benedetto con preghiere e in-
fermentassero, cioè si unissero al Papa vocazioni di esso, cui si attriijuisce la vir-
e sottile per l'Eucaristia o Onda. Del pa- benedetto per le feste di s. Rocco dui-
ne o fermento benedetto dal Papa che V arcicoiìfralernita, d'i s. Ciriaco dalla
dispensavasi nel sabbato di passione, par- Chiesa di s. Maria in via Lata, di s. Ni-
lai ne' voi. XII, p. 39, e XXI, p. i 57: del cola di Tolentino dagli agostiniani, e di s.
pane benedetto e sua isti tuzione, che da va- Biagio della Pagnotta. Tra le chiese in
si come supplimento all'Eucaristia, trat- cuifacevasi la distribuzione, nominerò an-
tai a EuLOGiE, così della loro distribu- cora la Chiesa della ss. Aiinunzialella
zione in segno di unione quali figli tutti {V.) in R.oma, famosa pel suo concorso
d'un padre, e di fratellanza, onde si man- popolare nella i
.'^
domenica di maggio.
davano eulogre reciprocamente i cristia- Della benedizione del pane feci parola
ni, eve ne sogo testimonianze del IV se- pure a Pasqua, e nel V, p. 64- voi.
delle chiese matrici nel sabbato santo di- to il patriarca di Gerusalemme col no-
spensavano un pane benedetto a ciascuno me di Belinas. Panca, Paneadcn, è ora
dique'parrochi che vi concorrevano per un titolo \G%ciW\\ein parlibus sotto Tiro.
l'acqua battesimale, il che era un'imma- PANEFISO. Sede vescovde dcll'Au-
gine delle antiche eulogie.Che i vescovi gustamnica i.^, sotto il patriarcato d'A-
si mandavano scambievolmente l'Euca- lessandria, eretta nel IV secolo, capitale
ristia o eulogie, ancorché lontani, e di di prefettura.
portarla seco ne' viaggi, vedasi Eucari- PAiNEGlRICO, Panegìrica oratio. O-
stia che precede i Papi ne' viaggi. A O- razionein lodi; dellaB. Vergine e de'santi,
BLVTE e OnLAziosi dissi dc'pani che nel- o per alcun mistero di Gesìi Cristo, o per
l'antica liturgia servivano al sagrifizio altroargomento. Questo genere di sacra
della messa, per cui sene vede la memo- eloquenza non vuole rimuoversi da quella
ria nelle oblazioni de' pani nelle Canonlz- forma propriamente laudativa di che si
VOI.. II.
, .
98 PAN PAN
piacque s. Basilio IMagno nell'elogio di s. pure colà una pubblica scuola per la sa-
Goitlio niarlirc, es. Ambrogio in quello cra letteratura. Trascrisse egli slesso c(jI-
nielli, Panegirici e discorsi, Piacenza ma. La sua maniera di vita era austeris-
17G7. Rossi, Panegirici, Yeueiìa i'j55. sima: egli aveva distribuito il suo patri-
Venini, Panegirici e discorsi sacri, Ve- monio ai poveri, e stava nella solitudi-
nezia 1782. Trento, Panegirici e discor- ne, per servire più liberamente a Dio, e
si morali, Venezia 1 790. Canovai, Pane- darsi alla fatica con minor distrazione.
girici, Firenze- 18 I 7. Bihliolcca scclla Airestato nel 807, sostenne le più cru-
di orazioni sacre e colltzionc completa deli tortuie pereonfessare e difendere la
de' panegiiìci per le feste del Signore, sua fede, e dopo essere rimasto pressoché
della B. Vergine e de' santi, tratta dai due anni in prigione, pat'i il martirio a
migliori scrittori, Como 1825, tomi 25. Cesarea li 16 febbraio del Sog, con al-
Donaduni, Prediche e pa?iegirici,ìjeiga- tri confessori, de' cui atti parlai a P.ìm-
mo 1828. Galleria di sacra elo(juenza, pniLj FAMIGLIA. La sua festa è segnata il
bri, Bi escia1816. G. De Ferrari, Pa- eanta nelle sue processioni, e con mag-
negirici, Boma i85i. Di altri panegiri- gior frequenza le iiltinje due pai ti, Ta/i-
ci e secondo gli argomenti parlai a' loro tuni ergo e Genitori, che si cantano pri-
luoghi, come nel voI.XLIV, p. 25i. ma della benedizione dell'Eucaristia. Da
PA^EiAlOTlCO. Sede vescovile di Gennadio da un antico scoliaste di
e
l'amlilia 2.", sotto la meliopoli di Pirgi, Sidonio si sostiene che sia stalo compo-
eretta nel IV secolo. Riporta 5 vescovi sto da Clnudiano Ecdicio Mamerto fia-
ì'Oricns dir. t. i,p. io32. lello di IMameilo vescovo di A ienna ; da
PAPsFlLO o PAMFILO (s.), prete altri si attribuisce a Venanzio Foi luna-
rigene nella glande scuola di Alessandria. De' due inni, Pange lingua e Lauda Sion
Dimorò poi a Cesarea nella Palestina dell'angelico dottore, versione di de Ro-
ove formò una numerosa biblioteca, di gati, Rouia 1792.
cui fece douo a quella chiesa, ed aperse PANI ACQUA TuEssio o Thejo Ga
PAN PAN 9<)
BRiELE, Cardinale. Spagnuolo, tloltore di gli successe nell' anlipapato ClemenlK
Sainmanca, religioso e aicidiacoiio del /^/// (/^.), a' IO giugno \\i5 e corona-
militare oidiiie cistejciense di Calalrava to a' 17. Dopo la sua rinunzia, Martino
e del terz'ordine di s. Francesco, per a- V che avea promulgato una crociata con-
ver esercitato con applauso 1' ufllcio di tro Paniscola, assolvettegli scismatici abi-
giudice nella regia curia, ad istanza di tanti. Di tutto, oltre i citati articoli, si
Fdippo III re di Spagna, Paolo \' ai di- parla ad Avig>o.\e e Palazzo apostolico
cembre i6i5 lo creò cardinale prete di d'Avignone.
s. Bartolomeo all'Isola. Nel (3^5 fu fat- i PANNILINI SACRI. La Chiesa giu-
to arcivescovo di Salerno e i.° presiden- dicò conveniente che i pannilini su cui si
te del consiglio di Castiglia, in cui non depone Y Eucaristìa nel tempo del s. sa-
si mostrò troppo alTezionato alla s. Sede. grifìzio e quelli usati dai sacerdoti per ce-
Nel 1627 traslatoa Malaga, ivi mori nel con
lebrarlo, fossero consecrati a tal uso
I onorevolmente sepolto. Fu
(SSo e rimase una benedizione particolare. Tali sono le
impegnalissimo per la sentenza dell'im- Toi'aglie d'altare, gli Aniitd, i Camici, le
macolata concezione di Maria Vergine. Cotteci Corporali, i Purificatori, le Palle
PANIO, Phanarium. Sede vescovile di (veggansi questi articoli e quanto dissi nel
Tiacia, nella provincia d'Europa, sotto voi. XLIV, p. 2-5). Nell'antica legge Dio
la tneliopoli d'Eraclea, eretta nel secolo avea ordinato di consecrare tutti gli or-
1 V e poi estese la sua giurisdizione su Pio- namenti del tabernacolo e del tempio;
dosto : elevata nel secolo XVII ad arci- con più ragione conviene che sia osser-
vescovato, gli fu unito Neochorium. Ri- vato lo stesso per rapporto alle mense de-
porta 7 vescovi \' Oritiischr.i. i,p. i I20j gli altari del cristianesimo, su cui il Fi-
e t. 3, p. 966. gliuolo di Dio si degna rendere sé stesso
PANISCOLA o PEMSCOLA. Città realmente presente e rinnovare il suo sa-
di Spagna nel legno di Valenza, poco km- grifìzio. La benedizionede'panniliiii d'al-
gè da Tortosa, ali imboccatura dell^Ebro, tare cantica, poiché si trova nel sagra-
delta antican)ente Cresoneio, ove fu te- mentario di s. Gregorio I, e Oliato di Mi-
nulo un concilio ne' primi tempi della levi nel V secolo parla di questi pannilini,
Cliiesa.Conie inespugnabile eappartenen- e si legge nelle note del p. Menard, p. 197.
te alla sua casa, nel \^i% in novembre, Ordinò s. Silvestro I che ilsagrifizio non
da Pcrpignano (^'.), vi si ritirò V antipa- si potesse celebrare in panni dipinti o di
pa Btnedftlo XIII[ /^.), e celebrò un con- seta, ma solamente di puro lino. Quando
ciliabolo, clie riporta d'Atticliy, Pile elei i pannilini perdono la loro forma, ovve-
cardinali t. 2. U concilio di Costanza fece ro quando non si può piìi farne uso de-
citare l'antipapa per mezzo di due dottori cente per le funzioni del santo ministe-
cliiniacensi di Paniscola, e dopo che fu ro, perdono la loro benedizione. Non è
compilato il [uocesso lo depose dui pontifi- lecito, senza ofleudere sommamente la
calo. L'ostinalo Benedetto XIII qui morì decenza, far servire ad usi profani le vec-
nel I
.° giugno o
settembre «4'^3, altri
io chie biancherie e gli orniuuenti di chie-
elicono a'ac) novembre i4'246fL> sepolto sa; ma devonsi abbruciare e gettarne le
nella cliiesa parrocchiale, donde dopo 6 ceneri in uu luogo che non sia cal[)esla-
anni fu trasportalo ad lUescus o Iglue- lo dai passeggieri ; altrettanto si dica de-
ra d'Aragona, terra di sua famiglia, e se- gli Arredi sacri e òe' Paramenti sacri
polto nella fortezza in luogo profano, nel {f^.), quanto all'uso profano, però quan-
qii.ile si conserva incorrotto nel dominio do primi sono fusi o ridotti col fuoco
i
del conte di Murala, al dire del p. Gia- iid altra forma, non sono piìi considera-
cobbe, Bill. Poni. p. >.'j7. In Pauiscola li ai redi sacri. Di lino bianco fu la pri-
100 PAN PAN
ma veste ilei sonimn sacerdote e degli al- come uno de' loro principali protettoli
tri saceidoli degli ebrei : del vario uso dopo s. Lncn, celebrandosi la sua festa
delle vesti di lino ne" primi tem[)i della a' 27 di Iu£^Iio.
nelle saeie suppellellili, lo dissi nel voi. nel dicembre 1261 locreòcardinale prete
XL,p. I 34. f^. Paramenti sacri. Di cer- di s. Prassede, indi gli aflìdò alcune le-
ti fazzoletti o tovaglioli che s'involgeva- gazioni e molto anicchì. Avendo il Pa-
no al collo del Papa, parlai nel voi. XXllI, pa cooperato all'edificazione della Chiesa
p. 177. di s. Urbano il cardinale l'aumen-
{y.),
PANOPOLI. Te-Sede vescovile della tò e abbellì ; fondò una collegiata di
vi
balde, suffraganea del patriarca d'Ales- canonici, e regalò di sacri ornamenti, pre-
sandria. Riporta 6 vescovi VOricnschr. ziosi arredi, molli vasi d'oro e d'argen-
t. 602. Panopolij Paiiopokìi, è un
5, p. to, libri colali e sacre immagini. Inter-
titolo vescovile m partibus solio Antiuoe venne all' elezione di 7 Papi; morì nel
che conferisce il Papa. 1287 o 1288, e fu sepolto nel titolo, in
PANTALEOiNE (s.), medico e mar- un avellodi marmocon epitiiffio inversi.
tire. Era medico dell'imperatore Gale- PANTALlA.Sede vescovile della Da-
lioMassimiano, e professava il cristiane- cia mediterranea, nella diocesi dell'I Ili-
simo, ma vivendo in mezzo ad una cor- ria orientale, sotto la metropoli di Sar-
te idolatra,si conformò a poco a poco al- dica. Orienx chr. t. 2, p. 3 06.
le falsemassime del mondo, e rinunziò PANTEISMO. Sistema filosofico ap-
poi alla religione. Per le ammonizioni di pella to anco ty^jmoi/wjo. Parlando di que-
un zelante distiano, nomato Ern)olao ,
sto il Bergier lo chiama sistema d'ateismo
detestò però la sua apostasia, e rientrò inventato da J^enedetto Spinosa figlio di
in seno alla Chiesa, null'altro bramando un giudeo portoghese, che professò l'evan-
in appresso che di espiare la sua colpa, gelo e morì nel 1677. Consiste priucipal-
spargendo il proprio sangue per la fede. raente nel sostenere che l'universo è Dio,
Per meglio prepararsi al martirio , che ovvero che non vi è altro Dio che l'u-
sperava sofiiire durante la persecuzione niversità degli enti. Quindi ne segue che
di Diocleziano, che infieriva a Nicome- luttociò che succede è l'etifetto necessario
dia nel 3o3, distribuì tutti i suoi beni ai delle leggi eterne e immutabili della na-
poveri. Poco tempo dopo fu preso in u- tura, vale a dire, di un ente infinito e
iia casa con Ermolao, Ermippo ed Er- universale, che esiste e necessariamente
mocrate, e con essi sottoposto a diverse agisce. E agevole cosa conoscere le assur-
torture indi furono decapitali. I greci
: de ed empie conseguenze che nascono da
mettono s. Pantaleoue nel numero dei questo sistema. Le assurdità empie e de-
grandi martiri. Procopio parla di una testabili di Spinosa furono perfettamen-
chiesa a lui dedicata in Costanti nopolij te bene confutale da un grandissimo nu-
che fu poi rifabbricala dall' imperatore mero di autori. Il panteismo spinosisti-
Giustiniano; e le sue reliquie furono co- co dal materiale fu poi portato al mo-
là trasportate. Una gran parte se ne con- rale e prese pi esso i moderni le varie for-
serva ora in s. Dionigi presso Parigi, ed me e denominazioni di panteismo, di ra-
Perfetti, in cui mostrò (pianto sieno fu- tà. Dichiarò il celebre conte Alontalem-
neste le conseguenze sociali del pantei- bert di recente, che demagoghi anar-
i
re lo spirito dell'Hegelismo ne' suoi rap- mi, di teorie ingannevoli, di utopie ? Pu-
porti storiciedommalici verso la religio- re viene chiamato il secolo de' lumi e
ne cristiana, poiché 1' Hegelismo fu se del progresso! Quasi tutti quelli che si
non l'unica, certo la precipua cagione che prefissero rovinare gli stati, incessante-
ingenerò e alimentò le tre forme, onde mente lavorarono per distruggere l'idea
1 inciedidità si veste ai nostri tempi, cioè di Dio e per cancellare il rispetto che gli
il panteismo idealistico, d progresso in re- è dovuto.
ligione, e il gnosticismo teologico. Nei n. PANTENO (s.), padredella Chiesa. Si-
56 e Diario di Roma i84"J si
89 del ciliano di nascita, fioriva nel secolo II, e
palla del ragionamento del p. Benigno professava la filosofia stoica. Il suo amo-
ila Vallebnona minore osservante, sulle re alla virtù gl'ispirò della stima pei cri-
moderne lllosoliche discipline del razio- stiani, e conosciuta la làlsilà delle super-
nalismo e panteismo; e della dissert. del stizioni del paganesimo, a[)rì gli occhiai
p. d. Placido de Mauro cassinesc , Del raggi della lède. Dopo la sua convcrsio-
Ì01 PAN PAO
ne studiò i liliri santi sotto i discepoli im- cabile nella letteratura dello antichità
mediati degli apostoli, e si recò in Ales- ecclesiastiche.Paolo Manuzio lo chia-
sandria di Egitto, dov' era una celebre mava ìu'lluonem antìquariim histnrin-
scuola fondatavi dai discepoli di s. IMar- rum. Morì a Palermo nel 568, d'anni i
co. Fatti rapidi progressi nella scienza 3(),e lasciò molte opere, di cui ci diede
delle lettere sacre, quantunque per umil- un catalogo il INIafTei, piene di profonda
tà tenesse celato il suo raro insegno, ven- erudizione e dottrina, scritte con molta
ne suo malgrado conosciuto, e fu perciò facilità, nellamaggior parte su materie
posto ad insegnare nella scuola dei fede- singolari e non trattate. Di lui abbiamo:
li, circa l'anno 179. La sua altitudine, ag- 1.° Cronaca de Papi e cardinali j 2.°
giunta all'ottimo metodo d'insegnamen- Conliniiazione e annotazioni delle. \'ite
to, gli meritò distinta riputazione le sue ; de'Papi di Platina, da Sisto 1 1^ fino a.
lezioni instillarono nel cuore di chi l'a- .?. Pio Vj 3." Trattato sulla primazia di
scoltava la luce delie scienze e 1' amore s. Pietro j 4-° Trattato sugli antichi riti
delle virtù. Tale testimonianza lende a di seppellire i morti e sui cimiteri de cri-
lui Clemente di Alessandria, uno de'suoi stiani j 5.° Delle sette principali basili-
discepoli, il quale Io chiama per la sua che di Roma j 6.° De\>escovati, titoli e
eloquenza l'/^pe dì Sicilia. Arrendendo- diaconie de cardinali ; 7.° Del battesimo
si alle istanze degl'indiani, che il com- pasquale e origine degli Agnus Dei j 8.
mercio traeva in Alessandria, abbando- Delle sibille e degli oracoli; 9.° De im-
nò la sua scuola, per portarsi nelle In- perio romano. 11 dottissimo cardinal Mai
die a combattervi la dottrina de'bracma -
ne'due ultimi de'dleci volumi del suo Spi-
ni, col permesso del proprio vescovo De- cHegium romanum, di Panvinio ci die-
metrio, che lo fece predicatore del van- de: I
.° De basilica Vaticana ; 2." Com-
gelo per le nazioni orientali. Eusebio ri- mentario suW antica famiglia de'Fabi e
ferisce che s. Pnnteno trovò nelle Indie la moderna de' Massimij 3." Sopra l'o-
alcuni semi della fede, sparsivi in avan- rigine de'cardinali. Ma di queste e altre
ti ; vi trovò anche un libro del vangelo opere meglio è a vedersi il Saggiatore,
di s. Matteo in lingua ebraica, che vi a- ann. i che giustamente
i.°, p. 7? e 8r,
vea lasciato s. lìarlolomeo. Piitornato al- osserva che tante opere a slampa e mss.
cuni anni dopo in Alessandria, continuò di vario argomento, di gran mole e di o-
ad insegnarvi^ ma solo in privato, essen- gni dottrina cumulatissime, ninno le cre-
do allora quella scuola diretta dal cele- derebbe dettate da un uomo solo in cosi
bre Clemente. Egli esercitò quest'impie- breve giro d'anni, ma si di un'accademia
go fino al regno di Caiacalla, cioè fino e in volger lungo di tempo; ciò che for-
verso l'anno 21 (3.Rufino dice che que- ma il più splendido elogio del Panvinio.
sto sant' uomo terminò con una morte PAOLA (s.), vedova. Nacque in Ro-
beata una vita nobile ed eccellente. Leg- ma a'5 di maggio del 34^, d'illustre pro-
gesi il suo nome ai 7 di luglio in lutti i genie. Alle prerogative della nascita u-
martirologi dell'occidente. nendo immensi poderi e le più lumino-
PANTEON, Pantheon. V. Chies.4 di se qualità dello spirito, maritò a Tos- si
lusso ed alle vanità. Essendo rimasta ve- loro educazione cristiana. Quanto più sen-
dova in età di 22 anni, risolvette di stac- tiva essere doloroso que-
il sagrilizio di
carsi dal mondo per consacrarsi infera- sta separazione, tanto più accendeva si
mente a Dio. Questa sua generosa riso- del desiderio di compirlo. Represso quin-
luzione fu il frutto delle esortazioni di s. di il materno suo alfetto, s'imbarcò so-
Marcella, sua aoiica, la quale edificava pra un vascello, che fere vela verso l' i-
tutta Romacolla sua singolare pietà. Pao- sola di Cipro. Dopo essersi trattenuta die-
la intraprese un tenore di vita dei più ci giorni a Salamina cons. Epifanio, pas-
austeri, vietandosi l'uso delle carni, del sò a visitare le celle dei più celebii so-
pesce, della uova, del mele e del vino; litali d'Egitto e della Siria. Il governa-
solo ne' di festivi condiva con un po' tl'o- tore della Palestina aveale fatto prepa-
lio ciò che servi vale tli nutrimento. Per rare a Gerusalemme un palazzo magni-
castigare la sua passata delicatezza gia- fico ; ma ella volle invece abitare in una
ceva sulla terra, che copriva con un ci- meschina cellelta. La vista degli augusti
lo quello che rispaimiava il.ille sue an- zione di Girolamo. Tre anni appresso
s.
di molli vescovi in Roma nel 382, le die- rolamo. Fece inoltre fabbricare tre mo-
de occasionedi fare particolare conoscen- nasteri di donne, quali non formava-
i
gli avea passato a Roma, le scrisse una rabile carità e prudenza, dando loro l'e-
lettera per confortarla e per ri[)render- sempio di tutte le virlìi del loro stato.
la insieme della sua soverchia tenerezza. Mentre la santa viveva nella solitudine,
Paola imparò alla fine a vincere la sua il suo figlio Tossozio si sposò a Leta, dal
debolezza e a ricopiare in sé stessa il ri- quale matrimonio nacque la giovane Pao-
donna per cui educazione cristiana s. Gi-
tratto della forte. Nel 897 perdet- la, la
te anche Paolina sua seconda figlia, ch'o- rolamo scrisse a Leta una lettera. La gio-
rasi maritata a s. Pdminacliio (^.). Eu- vane l^aola fu poscia mandata al mona-
stochia, eh' era la terza, rimase sempre stero di Betlemme, ove successe all'ava
vergine e non si staccò mai da sua ma- cheaveala cresciuta alla più sublime per-
dre. Si accrebbe frattanto in essa il de- fezione. Finalmente giunse il momento
siderio della solitudme, a misura che in- in cui la santa dovea ricevere incielo la
terna vasi nella contemplazione, e risolse ricompensa delle sue virtìi. Nell'ultnna
di abbandonare la casa, i beni, gli amici su.» malattia e massime nell'agonia reci-
e lino i suoi ligli, benché fosse Icuerissi- tava continuamente quei versetti dei sai-
io4 PAO PAO
mi die esprimevano il suo tlcsiderio di di qiinnlo sipossedeva,
rivestì di sem-
iinirsi a Dio nella Gerusalemme celeste, robe per mantenersi piìi perfetta-
plici
Ella morì a'^d di gennaio del 404? '" mente nellumiltà e nello spirito di pe-
etìi di 5'j anniavendone passati 20 a
, nitenza. L'eroica virtù di Paolino gli me-
, Betlemme. Fu il suo corpo portato alla rito le lodi de' più rispettabili ministri
chiesa da alcuni vescovi, con religiosa della Chiesa, d'un s. Ambrogio, d'un s.
pompa, e sepolto in mezzoalla chiesa del- Agostino, d'uns. Girolamo, d'un s. Intar-
la grotta di Betlemme. La cattedrale di tino di Tuius; mentre seguaci del mon- i
ta di questa celebre santa dama romana, polo di Barcellona concepì tanta stima
della quale era stalo il direttore, nella let- per lui, che lo sforzò ad ordinarsi prete
tera che scrisse a s. Euslochia figlia del- il giorno di Natale del 3q3, al che ac-
la medesima. consentì a condizione che sarebbe libero
PAOLINO (s,), vescovo di Nola, chia- di recarsidove gli fosse in grado, aven-
matodai latini Ponzio Meropio Paolino, do disegnato di ritirarsi in una specie di
Nacque a Bordeaux nel 353, contava una romitorio, vicino al sepolcro di s. Felice
serie di senatori illustri nella sua fumi- di Nola, di essere il portinaio della chie-
glia^ e Ponzio Paolino suo padre era prt-- sa del santo, e di praticarvi i più umili uf-
fetto del pretorio nelle Gallie e primo il ficii per tutta la sua Paolino
vita. In fatti
ma del 379 fu nominalo console, e spo- tica di tutte le austerità della vita mo-
sò una spagauola per nome Terasia, rag- nastica. Paolino celebrava ogni anno le
guardevole pel suo raerilo personale e lodi di s. Felice con un poema, de' quali
per la sua pietà, e che gli recò in dote ne abbiamo ancora oggidì i4 o 5. Egli i
molli beni. 1 rari talenti e le virtù di viveva da i5 anni nel suo ritiro, allor-
Paolinogli procacciarono universale sii- che fu eletto a successore di Paolo ve-
jna e venerazione. Tuttavia disgustato scovo di Nola, morto nel 409- I goti che
delle umane grandezze, in seguilo delle nel 4' o devastarono ritalia,lo fecero pri-
conferenze avute in Milano con s. Am- gioniero,però non lo tormenlarono,come
brogio, e a Vienna con Martino e cons. neppure gli altri ch'erano slati presi con
s. Delfino vescovo di Bordeaux, si ritirò lui. Vissesinoall'anno 43 i,morendosan-
con sua moglie in una piccola terra che tamenlein età di 78 anni, dopo aver go-
avcano in Spagna, ed occuparonsi en- vernata la sua chiesa con zelo, vigilanza,
Irambi della loro santificazione dal 390 dolcezza e carità. Di tutti gli scritti di s.
al 394. Avendo quivi perduto l'unico Paolino non ci restano che 32 Poeffi/, 5o
loro (igliuolo, obbligarono di recipro-
si Lellcrc a diversi personaggi distinti, un
co consentimento a vivere iu perpetua Discorso sull'elemosina, e la Storia del
continenza. Paolino vendette i suoi be- inarLìriodi s. Geiiesio cV Arles :\a^\i\am-
ni, e ne distribuì il prezzo ai poveri ed pia edizione di queste opere è quella di
alle chiese; così pure quelli della ino- Verona per cura con \e Dis-
del Malfei,
glie, la quale spogliatasi ad esempio di lui seriazioni del Muratori intorno a s. Pao-
PAG PAO io5
Imo. La sua festa si culcina il -2 2 di me aveva un eccellente ingegno, si volse
poi agli sludi, e vi fece grandi progressi,
Paolino (s.), vescovo di Yorck. Fu i)er modo che presto fu in grado d'in.se-
niaiulalo in liigliilleria da s. Gregorio gnare pubblicamente. Carloinagno gli
INLigiio nel Gol ,
pts- predicarvi la fede mandò nel77G un rescritto in cui gli
con paiecchi alili missionari, e per coa- dava il nome di mnestro di gramniad-
diuvare s. Agostino. Con grandissimo ze- cu e di veiierahilissiino, locchèfa crede-
lo intraprese le sue fatiche apostoliche re ch'egli fòsse allora prete e per ricom-
;
nel regno di Ivent. Avendo Edwino re pensare il suo merito gli diede una terra
del [Northunibcrland ollenuta la mano in Lombardia. Sembra che in (jucll'an-
Avino dichia rossi in favore del cristiane- certi errori che cominciarono a diffon-
simo, e nel giorno di Pasrpia del Gir ri- dersi sulla Incarnazione e sulla proces-
cevette il battesimo da s. Paolino a \ orck, sione dello Spirito santo. Per incarico di
con Osfrido suo (iglio ed llda sua nipo- Carlomagno scrisse insieme con Alenino,
te. La conversione del re fu seguita da contro Felice d'Urgel ed Elipando, con-
molte altre, e pagani venivano da tutte
i futando loro errori. Zelando eziandio
i
po la morte di s. Giusto. Gli angli orien- città di Aitino. Finalmente terminò una
tali ricevettero paiimenti la fede per lo vita piena di meriti agli i di gennaio i
zelo di Paolino e del re Edwino. Morto deir8o4, giorno in cui è notala la sua
questo principe in battaglia nel G33, il festa neh' antico messale di Aquileia ed
.santo vescovo dovette condinre nel paese in molti martirologi di Alemagna; ma
di Kent la regina Edelbuiga, e lasciò la al presente viene celebrala a'28 di gen-
cura della chiesa di \ orck al diacono Gia- naio. Gli scrini di s. Paolino sono: i."
como. Fu poi consacrato vescovo di Ho- Sacro sy Uni) US, cos'ideilo perchè vi con-
Chester, e finì di vivere ai i o ottobre del fo la l'eresia di Elipando colle sacre sil-
644? '^''jpoif) annidi vescovato tra Yorck labe, cioè co' passi della Scrittura. 2.° /-
e Rochester. La festa di s. Paolino sice- slruzione salutare ad un conte, indiriz-
lebia il IO d'ottobre, nel (jual giorno è zala ad Enrico, che Carlomagno avea
menzionalo nel martiiologio romano, e fallo conte o duca del Friuli. 3." Tre
a'IO di gennaio facevasia liochester cjuel- libri contro Felice d' Urgcl. 4." La rego-
la della traslazione del suo corpo. la della fede, poema in versi esametri
PAOLINO (s.), patriarca di Aquileia. contro gli ariani, i nesloriaoi egli cuti-
Nacque nel Friuli verso il 72G, i suoi chiani. 5f Inni e Lcllerc.
genitoii viveano incampagna, coltivan- PAOLINO, Cardinale prete del titolo
do un poderctlo, ed egli stesso ne' suoi di Giulio e di Calisto o ili s. Maria in
priuii anni lavorava lu terra; ma sicco- Trastevere, liorì sotto Gelasio l del /[(ji-
I oG PA O P AG
PAOLO (s.), npostolo. Nacque a Tdr- Signore, e che volete eh' io faccia ? Gè-
sOj nella Cilicia, fu dapprima nomato sii gli comandò di alzarsi e di andare n
Saulo, ed era giudeo della tribù di Be- Damasco, ove gli farebbe conoscere la
niamino. In conseguenza del privilejjio sua volontà. Saulo dunque si alzò, e non
accordato da Augusto alla città di Tar- vedendoci punto, benché avesse gli oc-
romano. Suo padre lo
so, era cittadino chi aperti, fu condotto a Damasco, nel-
mandò in tenera età a Gerusalemme, la casa di un ebreo chiamato Giuda, ove
ove studiò la legge sotto Gamaliele, fa- rimase tre giorni senza vedere, senza
moso dottore degli ebrei, e fece grandi mangiare e senza bere. Poscia Anania,
progressi negli studi. Strettosi alla setta per ordine del Signore, recossi a visi-
dei farisei, si distinse col suo zelo per la tarlo, ed avendogli imposte le mani gli
legge e per le tradizioni giud.iiclie, e fu rese la vista. Dopo di che Saulo dal me-
uno de' più ardenti nemici e persecutori desimo ricevette il battesimo, ed essen-
della nascente chiesa cristiana. Egli fu dosi ristorato col cibo, ricuperò le for-
istigatore e si trovò presente alla morte ze. Egli rimase alcuni giorni co' disce-
di s. Stefano, anzi custodiva le vesti di poli di Damasco, e si pose a predicare
coloro che lo lapidavano ; eppure alle Gesù nella sinagoga , con istupore di
orazioni del protomartire egli dovette tutti. In questa guisa un bestemmiatore
la sua conversione. I sacerdoti e i ma- e un [)ersecutore fu mutato in apostolo,
gistrati de' giudei eccitarono in seguito e divenne un va<>o di elezione, ed uno
mia fiera persecuzione contro la chiesa de' principali strumenti di cui Dio si
di Gerusalemme, e le violenze di Saulo serv'i per la conversione del mondo. Ri-
giunsero a tanto che il solo suo nome tirossi in seguito nell'Arabia, in un luo-
metteva terrore ai fedeli. Non respiran- go poco discosto, ed ignorasi quanto tem-
do che minacce e stragi contro disce- i pii abbia passato in quel ritiro. R.itor-
poli di Gesù Cristo, si presentò al sine- nato a Damasco, vi predicò di bel nuo-
drio e domandogli lettere che gli des- vo la fede, e confuse gli ebrei eoo una
sero la facoltà di pigliare tutti i giudei forza maravigliosa ;
perlocchè essi for-
di Damasco che professavano la fede marono il disegno di farlo morire. 1 fra-
cristiana, e menarli a Gerusalemme af- telli, per salvarlo, lo calarono di notte
finchè fossero rigorosamente puniti. Ma in una paniera, da una finestra che riu-
mentre pieno di furore si avvicinava a sciva sulle mura della città, donde fug-
Damasco, scese dal cielo una gran luce, gi furtivamente, e si recò a Gerusalem-
clie circondò lui e quelli che lo accom- me per visitarvi per riverenza il prin-
pagnavano, per cui caddero tutti stra- cipe degli apostoli s. Pietro (^.). I di-
mazzando a terra per lo spavento (i pit- scepoli al suo arrivo lo temevano, ma
tori rappresentano Saulo caduto da ca- Barnaba ^\li suo condiscepolo sotto Ga-
vallo, ma il Sarnelli, Lell.eccl. t. 5, lett. maliele, avendolo condotto agli apostoli
5S, n.° I 1, sostiene ch'era a piedi, non Pietro e Giacomo, raccontò la sua con-
a cavallo in detto viaggio). Allora Sau- versione e progressi nella fede. Dimorò
lo udì mia voce che gli disse: Saulo, con s. 5 giorni, riconoscendo in
Pietro i
Saulo, t perche mi perseguiti.'' Al che lui il capo di tulli e pastore della Chie-
egli rispose: Chi side voi, Signore? e sa universale fall(j da Cristo, come os-
questi gli disse Io sono Gesù Nazza-
: servano e dichiarano s. Girolamo, s.
reno che tu perseguili. ()aes\.o do\ce rim- Ambrogio, Teodoreto ed Ecumenio. An-
provero spense il furore di Saulo, e lo che colà gli ebrei gli lesero insidie, on-
mutò un uomo alfatto nuovo; laon-
in de passò a Cesarea, quindi imbarcoNsi
de, tremando da capo a piedi, esclamò: alla volta di Tarso sua patria. Più di 3
PAO TAO 107
anni occupò a predicare
si In questo Ilio- ^na e lW Narhona; \l p. Lupi, DisserC.
go e nelle contrade vicine alla Cilicia ed t. p.i Sy, ripugna che l'assumesse nel
,
1
Barnaba nell'anno 44> *' '^'^ò a Seleu- quali volevano lapidarli, portarono il
eia, ove imbarcossi alla volta di Cipro, vangelo a Lislra, a Dcrbc e in altri luo-
Predicò da principio a Salamina nella ghi della predicando nelle cit-
Z^/crtO'iiVZj
si convertì e ricevette il battesimo, mal- siccome iddii, e voleva olfrir loro sagri-
grudo gli artificii del mago Eliinao Z?ar- lì/i. Ma quel medesimo popolo, ukIì a
j'esu, che opponevasi alla predicazione poco, la[)idò s. Paolo, e lo strascinò co-
dell'apostolo, e che divenne cieco tutto me morto fuori della città. Piiavutosi
ad un tratto in punizione della sua ma- per cura che ne presero
la fedeli, il i
lizia. Alcuni scrittori avvisano che l' a- giorno appresso parli con s. Barnaba, e
postolo abbia preso il nome di Paolo in venne a Derbe,dove fece moltissimecou-
questa circost:mza, e s. Luca lo chiama versioni. Ritornarono ambedue a Listra,
solo con questo uella continuazione de- ad Iconio e in altri luoghi, a line di or-
gli y^mV; altri Credono ch'egli abbia cam- dinarvi dei preti per ciascuna chiesa; e
bialo il nome nella sua conversione, dopo un'assenza di circa 3 anni, si con-
ma è pili probabile che l'abbia muta- dussero in Antiochia di Siria. Nei 4 «•> •
to dopo di avere ridotto alla fede Scr- ni seguenti, s. Paolo predicò nella Siria
gio Paolo suddetto, (piale [ìiimi/.ia di e nella Giudea, e cretlesi che durante
sue apostoliche fatiche, che poi fu ve- (jueslo intervallo abbia portato il van-
scovo illusile ui molle città della Spa- gelo nell'occidente, sino iu Illinu. Par-
io8 l'AO l'AC)
Iniido (Ielle sue missioni, egli passa sotto visitò le chiese eli Siria, di Cilicia e di
silenzio i miracoli e le conversioni ope- Pisidia; poscia percorse la Licaonia, la
rate: dice bensì che durò lunghe fati- Frigia e la Galazia. L'apostolo avea for-
che, che ricevè più colpi, e l'u spesso mes- malo il disegno di andare a predicare
so in prigione. Si vide sovente presso al- nell'Asia JMinore ; ma essendo slato chia-
la morte ed esposto a molti pericoli; i mate da Dio ndla lìlaccdonia, prese se-
giudei gli diedero per ben ciiupie volte co Sila, Luca e Tinioteo, che circoncise
3(^ colpi di sferza, e tre volte i roraaiìi (benché la circoncisione dopo la morte di
lo bnllerono con verghe. Tre volte fece Gesù Cristo non era obbligatoria, anzi ad
naufragio, e passò un dì e una notte nel onta del divieto, si permise come indille-
fondo del mare loccliè viene spiegato in
: rente lino alla rovina di Gerusalemme)
diversi modi, e s. Gio. Crisostomo, Teo- per procacciargli la stimade'giudei e mo-
dorelo ed altri intendono in allo mare, strare che nonera nemico della leggejpo-
cioè combattendo co'llutti e co' venti do- scia l'ordinò, e venne a Samotracia, isola
pò un naufragio. Nell'anno 5i s. Paolo del mare Egeo. 11 dì seguente si trasferì
trovavasi in Antiochia, donde per divi- conSilaaNapoli, città marittimadellaMa-
na rivelazione si portò al concilio tenu- cedonia,edi là a Filippi, co\oiV\a romana,
lo in rpiell'anno a Gcrusaleininc, in cui Tra le persone convertite da s. Paolo, vi (ù
esso e s. Barnaba narrarono il successo una mercantessa porpora chiamala Li-
di
ottenuto fra' gentili colle loro predicazio- dia, la quale ricevette il battesimo con
ni, consultando gli apostoli sulla circon- tulta la sua famiglia, ed invitò l'apostolo
cisione, cioè s. Pietro e s. Giacomo ve- ad alloggiare in suacasa. Avendos. Pao-
scovo della città: s. Pietro sentenziò su lo scacciato il demonio dal corpo di una
detta questione. Nello stesso concilio fu schiava, la quale, indovinando, produ-
imposto a Paolo e Barnaba la predica- ceva a'suoi padroni un grosso guadagno,
zioue e la prolezione de' gentili, mentre costoro irritati sollevarono il popolaccio
Pietro avea ricevuto da Dio l'apostolato contro i santi apostoli, e li menarono di-
delie genti, predicando anch'egli ai gen- nanzi ai magistrati, che li fecero ver-
come Paolo fece il simile cogli ebrei,
tili, gheggiare come sediziosi, e cacciare in
restando comune ad ambedue la predi- un'oscura prigione. Nella notte avvenne
cazione, come avverte s. Girolamo, nel un grande tremuoto, per cui si aprirono
che tuttavia fu preferito s. Pietro. Così le porte della carcere, e caddero infranti
s.Paolo ricevette l'apostolato. A lui, co- i ceppi de' prigionieri. Il carceriere, cre-
me a Barnaba ed a Mattia, sebbene non dendo che quelli che vi erano rinchiusi
fossenel numero de' 12 apostoli scelti da fossero fuggiti, stava per uccidersi ; ma
Gesù Cristo, fu dato questo titolo e fu s Paolo lo assicurò che ninno erane u-
aggregato nel collegio apostolico, perchè scilo. Quest'uomo, mosso dal mii'acolo
Gesù Cristo avealo chiamato in
lo stesso e dalla bontà dell'apostolo, chiese il bat-
modo particolare, e perchè ebbe molta lesimo, come altresì tutta la sua fami-
parte in tuttociò che fecero gli apostoli glia.I magistrati ordinarono che servi i
depulati per portarvi le decisioni del con- stitìcassero di avere trattati così indegna-
cilio. Dopo aver dimorato alcun temjio mente dei cittadini romani, essisi reca-
in questa città, per confermare nella fé- roiio al carcere e li pregarono di uscirne,
dei novelli convertiti, s. Paolo scelse Sila Poich'ebbero fondato una florida chie-
a compagno de' suoi viaggi apostolici, e sa a Filippi, gli apostoli passarono per
P AO PA O 109
Anfipoli e per Apollonin, e rccaronsi a rio di Priscilla, di cui trattai in piìt luo-
Tcssalonica. Quivi s. l*;iolo predicò Ire ghi e nel voi. Xlll, p. i.jo.
volte nella sinagoga, converfi alcuni e- Da Corinto Paolo scrisse nell'anno 5^
hrei e ÌJnon numero tli genliii ; poi su- le sue due epistole ai tessalonioesi, le
scitatasi una sedizione, dovette partire quali sono le prime uscite dalla sua pen-
ia tempo di notte dalla città con Sila, na. Solferse in questa città balliture e
e se n' andò a Berrca. Forzalo ad al- molte persecuzioni fattegli dalla malizia
lontanarsi da quella città, a cagione di dei nemici della verità; tuttavia non cad-
(di che meglio parlai nel voi. XXXH, si prese la via di Cencrea o Ceneri, con
sio, uno degli areopagili, abbracciò la suo termine o quando alcuno moriva
fede, cosìpure molle altre persone. Ti- alla loro presenza. Celebrata questa fe-
cossi a Corinto, ove alloggiò in casa ili le pubbliche piazze e nelle case partico-
Aquila e di l'riscilla sua moglie, quali i lari, aflidando il governo della chiesa a
come lui si procacciavano il sostenta- Timoteo suo discepolo. Le sue fatiche e i
lavorava anche Paolo, com'era solilo fa- trnvòdelledisposizioni favorevoli alla pre-
re, per non dare motivo a mormorare dicazione ilei vangelo, ebbe altresì molti
che predicava col prelesto di girare il avversari, e solfrìdellecrudeli persecuzio-
mondo e guadagnare, benché era con- ni ; fu anche esposto alle fiere, ma ne fu
cesso ai predicatori evnngelici di rice- liberato da Dio. Due anni innanzi avea da
vere il avendolo detto il Signore.
vitto, Corinto scritto la sua lettera ai Calati:
Avvegnaché Paolo fosse per nobillàe
s. nel 5(> scrisse da Efeso a que'di Corin-
sapere illustre, pure imparò l'arte, così to, poscia andò a Troade^ donde si recò
costumando quei che studiavano legge. di nuovo nella INIacedonia. Di là scrisse
Devesi notare «he ss. Aquila e Priscil-
i la sua seconda lettera a que'di Corinto,
la o Prisca giudei di Ponlo, da Roma ai quali fece non guari dopo una terza
eransi ritirali a Coiinlo, e poi vi ritor- visita. Fu allora, dice s. Agostino, che
narono nel luogo ove abilò s. Paolo, cioè stabilì modo con cui
il dovevasi assistere
nel sito in cui fu eretta la Chiesa di s. ai divini misteri, e che ordinò si dovesse
Prisca, di che parlai anche nel voi. XXI, ricevere a digiimo il ss. Corpo del Si-
haltiintlo Baionio all'ali. ')'j,n.° 5q eseg. di (iiioie, o domandò la sua moi-le; (piiu-
Inoltre in Efeso pali persecuzione da- di il tribuno Io fece entrare nella fcjitez-
gli orefici ed argentieri, che per Ini più za, e lo avrebbe fatto frustare, se Paolo
non vendevano le immagini di Diana, non gli avesse fallo conoscere ch'era cit-
Nel 58 scrisse da Corinto In sua lettera ladino romano. Il giorno appresso Lisia
ai romani, nella quale dimostrava un ar- fece dire al gran sacerdote e a quelli che
dentissimo desiderio di vederli, ed accer- componevano il concilio dei giudei, di
lavali eh' erasi posto in andare cuore di recarsi da lui, per rilevare da essi il ve-
a visitarli. Dopo aver soggiornato tre me- ro slato delle cose. condotto anche Fu
si nella Grecia e lasciato Tito in Candia s. Paolo, ma allorché volle cominciar a
o Creta, alla cura di quella chiesa, partì parlare, il gran sacerdote Anania gli fe-
per portine ai fedeli della Giudea le li- ce dare uno schialfo. L'apostolo fece sen-
inosine raccolte nella Macedonia e nel- tire 1' ingiustizia dell'onta ch'erasi fatta
Passò qualche tempo a Filippi,
l'Acaia. ad un uomo innocente, e ch'era tra le
ed un mese intero a Troade, ove rese la mani d' un magistrato romano se ne :
vita ad un giovinetto, cheseduto sopra la doI.se con Anania, e lo chiamò muro im-
finestra, essendosi addormentato men- hiancnlo, cioè ipocrita. La resurrezione
tre parlava l'apostolo, cadde dal terzo dì Gesù Cristo essendo l'articolo princi-
piano, e fu trasportalo morto. Trascorsi pale della nostra fede,s. Paolo disse che
de' discepoli del Signore, predicevagli che la parte dell'apostolo, per guisa che nac-
a Gerusalemme sarebbe stato caricalo di que una grande conlesa tra gli stessi giu-
ferri, i fedeli lo supplicarono a non an- dei. Essendosi poi formata una congiu-
darvi ; ma egli rispose eh' era pronto a ra per trucidare s. Paolo, scoperta dal
solFrirenon solo la prigione, ma la stessa figlio di sua sorella, Lisia lo mandò sot-
morteper il nome di Gesù Cristo^ e con- lo buona scorta a Cesarea dinanzi al go-
tinuò il suo viaggio. Entrò in Gerusa- vernatore Felice. Il gian sacerdote Ana-
lemme nel 58, ciica il 23.° anno dopo iiia ve lo seguì coU'oratore Tertullo, il
la sua conversione, e la sua prima cura quale lo accusò di far nascere delle tur-
fu di distribuire le limosina di cui era bolenze e di predicare la novella reli-
stato incaricalo. Ad onta ch'egli ponesse gione de'Nazareni, cioè de' cristiani. L'a-
ogni cura per non destare sospetti negli postolo potè tacilmeute provare che noti
ebrei, questi non ommisero di suscitare era entralo in alcuna sedizione, e con-
^ il popolo contro di lui, gridando che dis- fesso che adorava Iddio conformemente
prezzava il tempio e la legge di Mosè, alla dottrina di quelli che i suoi accusa-
e sarebbe stalo ucciso, se Claudio Lisia tori trattavano d'eretici, e che in aspet-
tribuno romano non lo avesse tolto dalle tazione del risorgimento generale, cosi
mani de' suoi nemici per farlo condurre de' buoni, come de' cattivi , si studiava
nella fortezza. Avendogli però il tribù- di menare una vita irieprensibile. Feli-
no permesso di parlare al popolo, s. Pao- ce lasciò tuttavia l'apostolo in prigione
lo fece un discorso in cui raccontò la ma- per lo spazio di due anni, volendo far co-
iiiera miracolosa colla quale era stato sa grata ai giudei. Essendo Porcio Feste
convertilo, e la sua missione di predica- successo a Felice nel governo della Giu-
re ai gentili. Appena pronunziale queste dea, s. Paolo 111 di nuovo accusalo da-
PA O PAO III
vnnli a Ini Hai j^iiidei ; nin ne appellò al- lo e stelle prigione anciic qtiando ritor-
j'iiiiperatore per non es>eie alilwiidona- nò in Roma. In capo a due anni, non es-
to nlla rabbia de' suoi persecutori. Sic- sendosi presentato alcun accusatore con-
come bisognava mandare s. Paolo a Ro- tro di lui, gli fu accordata la sua libe-
ma, Feslo lo consegnò ad un centurione I azione. Qui apO'
finiscono gli /4tti de^li
cliianialo Giulio, della legione di Augu- stali di Luca, quali, cominciando dal
s. i
sto. Partirono con lui s. Luca, Aristar- cap. I 3.°, non sono che la storia de'viag-
ed approdò iMialnirnte a rozzuoli, pres- colloca verso l'anno 63. Non guari do-
so ìNapoli, dove avendo trovalo alcuni po la sua liberazione s. Paolo passò da
criNtiani si fermò.sette giorni con essi. Po- Roma in Oriente, come aveva promes-
scia prese la strada di Roma (incontralo so nelle sue epistole. Fece nuovi viaggi,
in quel luogo che dissi ne' voi. XIII, p. piedicò in diverse contrade, soffrendo
25C), e XXVI, p. i8), e vi giunse, nella ancor prigionie, torture, mali trattamen-
pi ima vera dell'anno f) Essendo sialo i . ti, e correndo piìi volte pericolo di per-
consegnalo ad Afranio Burro prelello dere la vita. Dalla sua epistola ai ro-
del pretorio, venne trattalo con molla mani sembra che avesse deliberato di
umanità, e gli fu anche permesso di star andare nella Spagna, divisamenlo che
solo con una guardia. Aveva la libertà non eseguì a detta di Papa Gelasio I,
di predicare il vangelo a quelli che an- mentre stanno per l'allermaliva molti
davano a lui, e le sue istiuzioni produ- santi padri greci e latini, riportali da Ba-
cevano maggior frutto fra' gentili, che ronio all'anno 61, n.° 1. INei suoi viag-
non fra gli ebrei. IVel lingo ove l'aposto- gi apostolici piantò la fede in tulli quei
lo dimorò, i>lru( lido e battezzando gen- i luoghi descritti ne' rispettivi articoli e
tili, ftuono erette, la chiesa di s. Paolo nella maggior parte qui ricordali. Giu-
alla Regola, che descrissi nel toI. XXV f, sta s. Girolamo scrisse la sua prima let-
p. I 78, e la Chiesa di s. DJarin in via tera a Timoteo da jVicopoli nell'l^piro:
Lata (f.) : iu questo ultimo luogo ubi- a Tito scrisse dall'Acaia. Riloruò in A-
,
s. Gio. Grisoslomo che s. Paolo fu im- racconta, che non sapendo s. Silvestro I
prigionalo nel Caicere Mainerliìio per qual fosse il corpo di s. Pietro e quello
ordine di Nerone, avendo convertita una di s. Paolo, fotta orazione con digiuno,
concubina eh' esso amava perdutamen- fu rivelato da Dio: che le ossa maggio-
te. In tempo della sua prigionia, che de- ri erano di s. Paolo, le minori di s. Pie-
ve esser diuata circa un anno, guadagnò tro. Altre reliquie de'principi degli apo-
aGesù Cristo un coppieredell imperato- stoli sono sparse per lutto il mondo, ed
re, locchè accrebbe di molto la sua colle- un braccio di s. Paolo è nella suddetta
ra. Lo stesso s. Paolo ci fa sapere che in chiesa di s. Paolo alla Regola, secondo il
dì 2f) giugno dell' anno 65 o G6 o 69 , alle mani, purché riuscisse segarle colla
essendo diversa l'opinione degT istorici : lima. Ria delle reliquie de' ss. apostoli
s.Paolo fu decapitato, e non crocelisso ed epoca del martirio, meglio ne tratto
come s. Pietro, perchè era cittadino ro- a s. Pietro, come delle loro immagini,
mano (Buonarroti, Osservazioni sui ve- e perchè s. Paolo ne' sigilli e ne' monu-
tri p. 85, spiega perchè il ritratto di s. menti antichi occupi la parte destra, ed
Paolo in un frammento è collocato qua- altre notizie riguardanti 1' eloquenlissi-
si in mezzo ad una cioce), nella via O- mo dottore delle genti. Bianchini parlan-
stiense in un luogo chiamato alle ac-
, do de'musaici delle chiese di Roma, ove
que Salvie. Su di the vanno letti gli ar- sono i ritratti de'due apostoli, dice che s.
ili della umiltà. Ma su questo punto con- gnificare la prima la potenza spirituale,
troverso e se Pietro Uì il Cefa ammonito alludendo alla temporale la seconda, con-
da Paolo, lo dico a s. Pietro. Il Saruelli, cludendo che il clero puii ritenere am-
Leti. eccl.t. I p. 1 58, ecco come descri-
,
bedue le potenze. Ma delle reliquie e di
ve reflìgie di s. Paolo. » Era piccolo di tulio quanto riguarda principi degli i
corpo e alquanto piegato; di faccio biau' apostoli, massime nella parte bibliogra-
co e neJ sembiante mostrava piìi anni fica, copiosamente ne tratta Cancellie-
che non avea; la testa piccola, gli occhi ri, segnalamenle nelle Memorie delle sa-
graziosi, le ciglia pendenti all' ingiìi ; il cre teste. Il p. Papebrochio nel t. S ju-
naso con grazia curvo e alquanto lungo, ;?//' de'Bollandisti parla de' monumenti,
la barba folta e parimenti lunga, e tan- reliquie, traslazioni, miracoli, apparizio-
to essa come la chioma sparsa di peli ni, feste, chiese e altro riguardanti i ss.
canuti ". Il Buonarroti, Osservazioni sui Pietro e Paolo, non che de gladiis apo-
vetri p. 76, lo descrive quasi in egual stoloruni ,
poiché pel coltello usalo da
modo, dicendolo capo calvo nella par-
di Pietro nel tagliar l'orecchia a Malco, al-
te davanti , con occhi lioniui, notando, cuni intendono la spada; ovvero come
che la chiesa romana ebbe particolnr mi- pensa il p. 'Menoc\\\o, Stuorc i. ?,,p. 1G4,
ra di mantenere le vere immagini de'due in significato di punire colle censure ec-
principi degli apostoli, per cui in musai- clesiastiche. Gli spagnnoli si gloriano pos-
co particolarmente furono collocate nel- sedere la spada di s. Paolo, che si dice
le chiese di s. Jgata alla Suburra, di donata dal cardinal Albornoz al mona-
s. Lorenzo fuori le mura, di s. Teodoro, stero sitlense de'girolamini presso Tole-
di s. Cecilia, di s. Maria Maggiore ec. do: il Papebrochio ne descrisse la forma
IN'el t. 3 dell' Anastasio e nell'appendice e l'uso. Ad EiMSTOLE DI s. Paolo, nel no-
si possono vedere le immagini de'due a- verarle, accennai alcune delle tante ope-
posloli delineate da antichissimi monu- re apocrife elicgli si attribuiscono. Delle
menti. Vettori nel Fiorino p. 149? ri- epistole e di tutto ciò che appartiene al
marca, come dette immagini ne' sigilli santo apostolo ne tratto in tulli gli arti-
ponliilcii hanno il labbro supcriore se non coli che lo riguardano, ed in quelli qui
raso aifallo, certamente molto accortalo distinti con carattere corsivo. Ad Aposto-
e toso, forse essendosi tagliatoli labbro lo indicai l'apostolato di s. Paolo, chia-
superiore per prendere il sangue senza mato per antonomasia Z?/i'//2o, ///?05^o/o
pericolo nell'uso dell'Eucaristia, o per e dottore delle genti, per avere il primo
pronunziare alpopolo più speditamente predicato l' Evangelo, scritto dai santi
la parola di Dio; gli spartani facevano al- Evangelisti.
VOL. II. 8
Jwb^nrvairvt, TOP.
it4 l'AC) PA O
Siccome all' articolo Conversiose n anche dei vescovati e l'ordine equestre,
COMMEMOIIAZIONE DI S. PaOI.O IIIÌ liSOlbai che (uruno eretti in onore del santo apo-
in questo di parlare delle tiiic feste, hie- stolo e col di lui nome. Nello stesso gior-
"vemenle 1' eseguisco. Parlando il Uuller no si celebra la festa di s. Anania mar-
della Cesta della Coin'ersione di s. Paolo tire e discepolo di Gesù Cristo che bat-
dice che la Chiesa tiell'istiluirla a'sS gen- tezzò e istruì s. Paolo, col quale in Da-
naio, ebbe in miia di ringraziare Dio masco, in Eleuteropoli e altri luoghi di
per aver operalo un tale prodigio,
egli oriente predicò il vangelo, essendo le sue
di proporci un esempio dell'efficacia del- ceneri nella chiesa di Roma. s. Pi assede di
la grazia di Gesù Cristo, di mettere in- Festa della Commemorazione di s.
nanzi ai penitenti il modello di una vera Paolo. Ammirando e venerando la Chie-
conversione; oppure come osservano al- sa la salda unione, la congiunzione degli
tri, onde ringraziare l'Altissimo, [)er aver animi, tanto nelle fatiche apostoliche,
cangiato prodigiosamente un peccatore quanto ne' patimenti e nella morie dei
in apostolo. ]\el luogo in cui seguì la ss. Pietro e Paolo principi degli apostoli
conversione di s. Paolo, lu poi per me- e sommi campioni del cristianesimo, per
moria edificata una nobile chiesa, come cui s. chiamò, illi duo uiuiììi
Agostino li
recchi calendari e messali dell'S." secolo, onore di Pietro, e viceversa ebbe sem-
in qualche martirologio passa pel gior- pre in uso di ricordare il primo vicario
no di una delle traslazioni del suo cor- di Ciisto nella festa dedicala al dottore
po, ed limocenzo HI del i 198 ordinò di delle genti, e perfino stabih che i vesco-
celebrarla solennemente. Hssa è stala di vi ad ambedue presentassero uu tributo
obbligo nella maggior parte delle chiese di religioso omaggio nella visita de' sa-
d'occidente, e come si apprende dal con- cri liinini. ha festa del natale de' due
cilio d'Oiford del 1222 (Labbé t. 2, p. grandi apostoli, non è a dubitarsi che
274), era un tempo nel numero delle le- sia stata celebrata a' 29 giugno subito
ste di precetto lu Inghilterra. IVci voi. dopo il loro martirio, poiché come dissi
IX, i5o, e Xllj 2u3 (non come per a MARTira e a Festa, già nel 2.° secolo
p. p.
errore di slampa nel voi. Vili, p. i^'ì, solennizzavasi il giorno della morte dei
fu equivocalo colla Coinìncmorazione), martiri, detta natale. Quindi sino dai
lipoitai che Sisto V
ordinò che si cele- ])rimi secoli della Chiesa, e lo conferma
brasse in questo giorno cappella papale 1' inno di Prudenzio nato verso il 34<^,
nella basilica di s. Paolo; e ne' voi. IX, ed il sagramentario di s. Gelasio 1 Papa
p. i5i, e Xll, p. 2o3 e 225, quanto di- del 4^2, iPapi in detto giorno celebra-
spose Gregoiio XVI perla celebrazione vano nella basilica di s. Pietro e in quella
della festa in della chiesa, in onore di sì di s. Paolo quelle sacre funzioni che de-
gran maestro, esemplare perfettissimo di scrissi in piti luoghi e ne'vol. 1\, p. 78,
ogni virlùai fedeli d'ogni slato. Sotto l'ui- e XXXI V, p. i54- jNon conoscendosi
\ocazione della conversione di s. Paolo quando tali uffiziature si separassero nei
furono innalzate molle chiese, ed in Ro- due giorni distinti 29 e 3o giugno, seb-
ma la Cìiitsa di s. lìlaria della Villoria, bene si continuasse e tuttota si prosegua
mentre la con"i esazione de' chierici re- nel primo a celebrare la festività de' ss.
golari di s. Paolo o haniabilì venne isti- Pietro e Paolo, s. Gregorio 1 del 590 ne
medesima invocazione. So-
tuita sotto la ordinò con decieto apostolico la celebra-
no poi iimiuiierevoli monumenti le i , zione, che per eoslumeeconsuetudiue del-
chiese e le funduzioni di pii istituii, ed la romana chiesa era stala stabilita, il cui
PAO PAO I i5
rito fin-sn poteva aver cessalo a cagione p -111, istituì le cappelle dell'oliava
«Icli'anlieliità e delle rovine spceialmeBtc «Iella Itista de'principi degli apostoli nel-
tlulla hasilica Ostiense. Certo è, per con- le chiese ove sono le loro memorie e nel
senso degli scrittori e del Daronio, che il giorno della Commemorazione nella ba-
medesimo s. Gregorio 1 istituì special- silica tli s. Paolo, con linlcrvento de' ve-
mente la festa della Coiniiumonizìone scovi assistenti al soglio; finché Crego-
di s. Paolo, da celeln-arsi ai 3o di giu- rio XVI rese più solenne nella basilica
gno, separandola così dalla festività co- tale giorno, riunendo al([uanle di quelle
iiuuie a rpiell'apostolo e al suo predilet- cerimonie che già in diversi tempi si u-
to com|)agi)o s. Pietro. La lagione della sarono dalla divozione de'Papi verso il
divisione l'accennai ne'citati luoghi, cioè santo apostolo, il che egualmente ri[)ortai
e principuluiente per il lungo tratto di ne' ricordali volumi.
via e separale fino dal Tevere che dista Paolo (s.), martire in F.gitto. Era
due basiliclic. Allora la festa della
lia le capo di Sy cristiani, assai più chiari pei
Conunemorazione fu registrata ne'mar- doni della grazia, che per la nascita o
tirologi co'titoli di NalnUs ci celt'hraiio per le dovizie, i quali fecero il disegno
ifrrnm v. I\iuÌi apostoli j di Nulalis s. di predicare il vangelo nell'Egitto loro
Ptiiili a postoli j (\i Coinmemoratios. Pun- patria. Paolo presi seco 9 suoi (rateili,
ii apostoli; di Roinac, imo pcrtotuni or- andò verso llecombo
l'oriente, nìcntre
beni fcsiivitas s. venne
Palili apostoli j e con 8 si volse verso tramontana;
altri
pure i giorni ne' quali il Papa, portan- ed usò con essi promesse e minaccie per
dosi alla basilica di s. Paolo, vi celebrava indurli a sagriflcare. Paolo rispose in no-
o assisteva al sacrifizio coi cardinali e gli me che desideravano più pre-
di tutti,
altri che hanno luogo nella cappella pon- sto morire, che rinunziare alla loro fe-
tificia, oltre il lecarvisi nella ricorrenza de ; quindi furono tutti condannati a
delle stazioni, pronunziando sermoni e morte. Quelli che aveano picdicato nel-
omelie in lode dell' apostolo. Per le vi- la parte orientale e meridionale dell' E-
cende de'tempi e trasferimento della se- gitlo furono abbruciali vivi ; a quelli
de in Avignone e successivo grande sci- ehe aveano annunziata la fede nei paesi
sma, trasandata lacelebrazionedellepon- settentrionali venne mozzata la testa, e
lilìcie funzioni nella basilicaOsticnse, Si- quelli che aveano alFaticato all'occiden-
sto V vi stabilì le cappelle papali della te furono conntli in croce. Ciò avvenne
2.^ domenica di quaresima , della 4-' del- il giorno 18 gennaio, ma gli alti di que-
l'avvento e della Conversione di s. Pao- sti santi martiri non dicono tli «piai anno.
lo, continuandosi a celebrare il natale e PAOLO (s.), martire in Palestina. Uno
la commemorazione di s. Paolo , come de'più illustri confessori, che, presi a Ga-
in piìi luoghi narrai; finché Benedetto za, mentre assistevano alla lettura dei li-
I
iiG PAO PAO
Firmilinno {^ovcrnalore (Iella Palfislina, nel (1escilo;e fu seppellilo dallo stesso
nel 3o8. C(jiulannato a peiileie la lesla, s. Anlonio, in una fossa portentosa iiien-
(jnando il carnelìce era in piocinlo di te scavata da due leoni. Dicesi che il suo
troncargliela, chiese un qualche istante, corpo fosse poi lato a Costantinopoli nel
ed ottenutolo, pregò ad alta voce il Si- XII secolo, per ordine dell'imperatore
giuìie per la pace della Chiesa, pei giù- Michele Comneno. Da (juesla città fu
dei e pei pagani, allineile conoscessero la trasportato a Venezia nel i^.jo; quindi
verità della pregando eziandio per
liule, colla permissione della repubblica vene-
tutti quelli ch'erano presenti al suosnp- ta. Luigi 1 re d'Ungheria fece fare una
plizio, pel suo giudice, pel principe e fi- terza traslazione delle reliquie del santo,
))o pel suo carnefice. Finita la preghie- che furono deposte a Buda sotto la cu-
la presentò il collo, e l'esecutore glielo slodia degli eremili di s. Paolo. Si dà
mozzò. La sentenza fu eseguila ai sj di orchnariamenle a s. Paolo il titolo di pii-
luglio del detto anno, ed in tal giorno il vio eremita per distinguerlo da altri san-
niarlirologio romano ne fa menzione. ti dello stesso nome: la sua festa è no-
poco primadi sua morte perdiviiia rivela- do conosciuto che Dio avea fatto a que-
zione si recò a visitarlo il grande s. Aulo- sto Solitario assai maggiori grazie che ,
nio patriarca de'cenobiti. Morì nel 3^"?., non a sé stesso e Paolo non mancava
;
mandato da Roma a predicare il vange- i suoi nemici non rimasero dal perse-
lo nelle Gallie, al principio o verso la me- guitarlo. Carico di ferri lo fecero man-
la del secolo 111, e forse vi andò con s. dare a Singara nella Mesopotamia, don-
Salurnino di Tolosa. Egli In l'apostolo e de fu trasportato ad Eraesa nella Siria,
il primo vescovo Narbona. Mollo sof-
di dipoi a Cucuso, sui confmi della Cappa-
feise per Gesi^i Cristo, tuttavia non lini docia e dell' Armenia. Fu ivi linchiuso
la sua vita col martirio. Prudenzio dice in un'oscura prigione e lasciato senza al-
che il nome di queslo santo rese celebre cun cibo. Dopo 6 giorni, avendolo tro-
diJNarbona. Onorasi
la cillà la sua me- valo ancor vivo, ebbero la crudeltà di
moria ni 2 2 di marzo. strozzarlo; ma per coprire il loro delit-
PAOLO (s.), vescovo di Coita n tino- to pubblicarono essere morto di malat-
poli, martire. Nato a Tes>a!onica , era tia. Il suo martirio avvenne nel 3 To o
le. Egli aveva un' alliludine singolare sue preziose reliquie nella chiesa di s.
alla predicazione, era caldissimo zelato- LorenzOj (incile ÌJi tempo non mollo lon-
re della fedo cattolica ed il terrrore del- tano furono trasferite in Dalmazia, insie-
la sella ariana. Calunniato e deposto pei me a diversi altri corpi di santi, de'qua-
maneggi degli ariani, protelli dall'im- li andava ricca Venezia. La festa di que-
peratore Costanzo, rilirossi in occidente. slo santo vescovo e martire si celebra il
intervenne al concilio tenuto da s. Giulio teaux. nel Delfinalo. JVou si hanno sicu-
1 nel 341. Indi per ordine di queslo Pa- re notizie intorno la vita di queslo san-
pa tornò a Costantinopoli, ma non potè to vescovo, il quale sembra essere quel
ricuperare il suo seggio che 1' anno se- Paolo che sottoscrisse al primo concilio
guente, dopo la morte di Eusebio aria- di Valenza l'anno 374- Usuo corpo, ch'e-
no, che l'avea occupalo. Gli ariani per ra nella cattedrale di Trois-Chateaux, fu
altro scelsero a loro vescovo Macedonio, brucialo dagli ugonotti nel i'jÓi , non
ed in seguito di ciò accadde una violen- essendo restato che un braccio, eh' era
ta sedizione nella cillà, per cui l'impera- rinchiuso in un reliquiario appartato. Al-
tore Costanzo cacciò Paolo in esilio. Non cuni marti rologisli erroneamente credet-
»i sa precisamente il luogo in cui il san- tero che questo santo fosse un vescovo
to iu esiliato: nel 344 si trovava di nuo- di Trojes nella Sciampagna. La sua fe-
vo a Costantinopoli, venutovi con lettere sta è notata il i." di febbraio ne'marli-
di raccomandazione di Costante impera-
o di
roloci AdoneUsuardo. e di
tore d'occidente. Costanzo non acconsentì Paolo (s.), i. vescovodiLeoninBre-
eh' egli risalisse la sede, che pei timore tagna. Scendeva da una illustre famiglia
di tirarsi addosso armi dell'inipcratore
le di Cornovaglia, e passò i primi anni al-
1 8 rA () PAO
piccola Biclagiiaj osi fermò in im'is(>I.i biò ben presto l'aspetto della sua dioce-
posta riiripelto alla costiera clic abita- si, che molti abusi avevano deformato,
vano popolo haibaro e in-
gli osistniani, e .simeriti) la stima dei re DagoI)erlo e
volto nelle IcmcIjic (.loll'itlolatrin. Qnivi Sigeberto di lui figlio, non che l'amici-
menava ima vita al lutto angelica, non zia dei vescovi pili celebri per le loro
cibandosi clic ili pane, né bevcntlo elie virili, che vantasse allora la Francia. Rb)-
acrpia, e solo nei di festivi aggiungendo rì verso l'anno G3i,e fu seppellito nella
un po'di pesce. Si recò poscia a predica- chiesa di s. Saturnino, ch'egli stesso avea
re la fede agli osismiani, con felice suc- fililo edificare a Verdun, e che prese po-
cesso, e fu ordinato vescovo; essendo scia il suo nome. Esso è onoralo il gior-
prete fin da quando Gran -lire-
lasciò la no 8 di febl)raio.
piere alle funzioni del suo ministero, e sendosi Eudocia sua madre ritirata coi
giunse ad estirpare nella sua diocesi tut- figli nella Bitinia, Paolo dopo la morte
te le superstizioni del paganesimo. Aven- di essa si separò dal mondo e si pose sot-
dogli il governatore donala una casa nel- to la guida di mona-
Pietro aljbate del
l'isola di Bas, egli cambiò in un mo-
la siero di Caria sulmonte Lalre. Rinchiu-
nastero, e vi mise dei monaci fervorosi sosi in seguito in una grotta sulla cima
che lo aveaiio seguito nell'Armorico. De- diffueslo monte, non si cibò per alquan-
siderando però sempre la solitudine, ri- te settimane che di ghiande verdi , le
bre, che sembra essere stato il giorno del- breve egli si formò una laura presso al-
ia traslazione delie sue reliquie. la sua caverna. Dopo l'i anni, frastor-
PAOLO (s.), vescovo di Verdun. Nac- nalo dalle frequenti visite che riceveva,
que in Francia, in quella parte che 1' a- andò a nascondersi nel luogo piìia[)par-
iiouimo autore della sua vita chiama //i- talo della montagna, venendo però di
fcnoic. Dopo essere vissuto nel mondo quando quando alla sua laura per
in
in modo edificanlissimo, ritirossi fra gli incoraggile fratelli. La brama di mag-
i
eremili dei monli di Vosges presso Tre- gior ritiro lo indusse a passare nell'isola
veri e dimoiò (pialclie tempo intorno
, di Samo, ed ivi si chiuse in una caverna
al monte Gebemia, che dal suo nome fu sopra il monte Ceree; ma fu presto sco-
poi appellalo Paulbcrg o Polbtrg. Po- perto, e venuti a lui de'discepoli, ristorò
scia si lece religioso nell'abbazia di Tlio- le 3 laure di quest' isola, che i saraceni
ley, nella diocesi di Treveri; ma dovelle aveanorovinato. Allorché i monaci di La-
abitaudonaie la sua solitudine, essendo tte seppero ch'egli era a Samo, 1' obbli-
ilulo elello vescovo di N crduu. ilgli cam- garono a utoruare fra essi. Iieudulosi
PAO PAO 119
alle loro preghiere, visse ivi nella peni- PAOLO II, Papa CCXXI. Pietro Bar-
fcn/.a e nella conteniplazinne, e morì nel- bo nobile veneto, a' 26 febbraio ji8 i
l'anno 9)Gj a' I 5 dicetnhre, giorno in cui nacque in Venezia da Nicolò Rarbo e da
è onorato dalla chiesa greca. Polissena Condulmieri dama d' insigne
PAOLO DELLA Croce. V. Passiomsti. pielà, sorella di Eugenio IV e nipote di
PAOLO I (s.), Papa XCVL IMoIti lo vo- Gregorio XII Correr o Corraro a Co-v- :
gliono della famiglia Orsini, e creato cnr- nuLMiERi parlai di questa e delle fami-
dinalediacono das. Zaccaria, ovvero dal glie Corraro e Barbo. Ebbe per mae-
proprio fratello Stefano II detto IH, per stri nelle belle lettere Agli fiorentino, poi
Ja cui morte a pieni voti fu eletto l'apu da lui fitto vescovo di Volterra, Calile-
e consecrato a'2f) maggio 7)7. Prima ili rino genovese che poi nominò vescovo
questa funzione scrisse lettera a l'ipi- d'Albenga, e Àngifllo vescovo d'Aquila,
no redi Francia, pregandolo di conti- che creò cardinale. Dicono alcuni che
nuale a norma del patto stabilito col suo Pietro essendo in procinto di partire in
predecessore, la di lui protezione in fa- una nave che avea già carica di mercan-
vore de'romani ; dipoi lo scongiurò a co- zia e sentendo l'esaltazione dello zio Eu-
stringere Desiderio re de' longobardi a genio IV, ne abbandonò il disegno e si
rendere interamente alla romana chie- fermò a Venezia per applicarsi agli studi
sa tutti i patrimoni e usurpazioni di altri che avea trascurato. INIa il Canesio, che
territori! della medesima, benché egli o nulla di ciòrammenta, dice che passan-
il fratello avesse contribuito all' innal- do Eugenio IV a Ferrara, chiamò Pie-
zamento al trono di Desiderio. Paolo I si tro appresso di sé, gli die nominati mae- i
portò da lui in Ravenna , al modo che stri e dopo qualche tempo lo fece arci-
molto si ado-
glia di L'ipino, col (juale lo zio lo nominò arciprete disila basilica
prò per introdurre nel suo regno il cau- Vaticanaencl 1 446 commendatario del
to romano. Per la conversione dell' im- vescovato di Cervia, che cambiò nel i4">i
jieralore Costantino Copronimo i' esor- con ([nello di Vicenza e nel ijjO P'^^ '^
tò ellìcacemcnte a lasciar l'eresia degl'i- lo elesse vescovo di Padova per alcun ;
conoclasti, ma esso nella sua ostinazio- tempo ebbe commenda la chiesa tito-
in
ne ricusò lesuepaterneesortazioni e trat- lare di s. Cecilia, Accompagnò Pio II nei
tò indegnamente legali apostolici. Go- i viaggi di Mantova edi Ancona dove con-
vernò IO anni e uu mese con mollo sa- trasse la peste come ne fu liberato dal-
:
pere e prudenza. In una ordinazione creò la Madonna di Loreto che gli predi.sse il
sai bello non fosse tenuta vanità, come ulliziali e curiali, ed ebbe la casa ri-
pure non soddisfece il nome di Marco che piena d'uomini onestissimi. \J Accade-
avrebbe voluto, ed anche questo lasciò mia (l'archeologia {^^.) solfrì alcune vi-
per non darsi a conoscere troppo pro- cende solfo di lui. Nel )4^7 ""• '' v*^"
penso alla sua patria. Fu coronato ai scovalo tli l'Vigcnto a quello d'Avellino.
ì6 ovvero a' 19 settembre e nello stes- \ ielò l'affitto de'beni ecclesiastici per più
so giorno con solenne cavalcata si portò di tre anni, e nel 1468 stabih la pace
a prendere possesso della basilica Late- d'Italia (f^-). Accolse in Roma splendi-
raiiense. Dopo la sua elezione seguitò l'u- damente l'imperatore Federico HI, spen-
so che avca da cardinale, di vegliar tut- dendo nell'alloggio sopra 18,000 scudi,
ta la notte, pranzando a ora di vespero facendogli regali preziosi allorché partì,
e cenando poco prima dell'alba, ond'è che così alla sua comitiva, oltre a trattarlo a
difficilmente sentiva alcuno ad udienza sue spese per tutto lo stato ecclesiastico,
prima di notte. e al donativo dello stocco e berrettone be-
Le prime cure di Paolo li furono la nedelli. La modestia di Paolo lì non
guerra contro turchi, onde fu largo con
i permise che Cesare gli tendesse l'ufficio
Scanderbeig, coi parenti del Paleologo e i\\ Paln fremere [(^.): a di lui istanza
con Caterina regina di Bosnia: il tutto istituì l'ordine militare di s. Giorgio e il
cistori e nelle cappelle papali, le gual- IX, p. 3o4- L' ingrato Ferdinando I re
drappe di scarlatto nelle loro mule, ed di N<ipoli, dimentico de'beiiellzi ricevuti
ai cardinali che non avcano scudi 4ooo dalla chiesa romana, tramò insidie per
di rendita ecclesiastica, assegnò di piat- indebolirne le fòrze, per cui il Papa nel
to 100 scudi d'oro il mese. IVel i466 1469 fece lega per 2 5 anni colla repub-
scomunicò e depose dal regno di Boe- blica di Venezia, coi capitoli che a detto
mia Giorgio Pogebrac fiutore degli us- anno riporta Rinaldi ai n. i\e. 26. Quin-
siti ; represse la setta de' halicelli ; ripri- di essendosi posto in cuore Un dal prin-
stinò nella basilica Laleranense i Cano- cipio del suo pontiilcato di riacquistare
nici regolari eli s. Agostino (^.), deputan- alla Chiesa i principali che gli aveauou-
do i secolari a quella di s. Lorenzo a San- surpato i tiranni nelle turbolenze, deli-
da Sanctorinn. Proibì rigorosamente ai berò ricuperar Rimini e alcune terre oc-
legati, governatori e giudici di ricevere cupale da Roberto iMalatcàta,che come
PAO PAO 121
bastardo erano devolute alla sede aposlo- morie Cancsio, Ira le quali sembra piti
lica ; ma le sue milizie l'uiono disCatte da credibile la copia di catarro che l'oppres-
deltore,che iiirraltoredclla pace, soccer- se, cresciuto coll'aver cenato in giardino
se Roberto. Dilatò nondimeno dominii i a capo scoperto e pei cibi a ciò confacen-
ecclesiastici con l'i luoghi forlissiiiri non li, come fluiti, cacio e pesci che soleva
molto lungeda Iloma, ch'erano di l'aver- mangiare, del che lo avea avvisato ad a-
so conte d'Anguilhira, con Alviano e le stenersi Vab-rio di Viterbo insigne nie-
lerre vicine di Uignano, Gallese colla for- dico,come contrari alla pingueduie sua,
tezza e altra non lontana, Corchiano, le senza moto né esercizio e perciò piì| sog-
due fortezze Saraceno e Torano G mi- getto ad una micidiale affluenza di ca-
glia distanti da Tivoli, Cesena, Berlino- liìivoAiMav\m,Dci;li archialri lìoiili/icii,
io e altri luoghi di Romagna; i cpiali tut- t. i,p. i 70, parlando de'«;er//t/' di Paolo
li senza apparalo di guerra e senza san- IIj lascia ai maligni il sospettar di vcle-
gue, ma per libera e spontanea dedizio- no la mortesi repentina, ed agli sciocchi
papale. Fabbricò le fortezze di Todi, Ca- strangolato da certi demonii che tcnea
scia e IMonte Leone, per frenare le discor- rinchiusi, con)é scrisse il diarista l'aolo
die de'cittadini e render piìi sicuri i con- di Benedetto del Mastro presso il IMu-
llni coll'Abruzzo. valori, t. 3 dei^Vi Scrittori (l'Jlalin, ed il
per lutto lo stato ecclesiastico, facendolo lui eretta, mentre da arciprete della ba-
accompagnare da prelati e cavalieri. Con silica vi avea anche edificato un altare ai
mia costituzione stabilì che ilg^/»i//('0<^/eZ- principi degli apostoli con abbondante
Vanno santo si celebrasse ogni 5 anni, 91 dote, il contemporaneo Canesio ila lui ,
26 luglio del i47i,la mattina fu trova- medaglie per lui battute, celebranti Te-
lo a Ictlo morto d'apoplessia, che quattro didcaziune del palazzo di s. Marco, la cui
volte gii» avcalo colpito, due delle quali chiesa quasi i if djbricò e abbellì ; lo zelo
nel ponlilicato.il Filelfofu di parere che in estirpar l'eiesia e quello per la paciii-
i due gran meloni che si mangiò e pe- i cazione d'Italia. Si dice che fosse facile
sci piccoli del Tevere gli produssero tal al pianto e che procurava otteneie col-
morte, togliendogli colla copia de' Mali, le lagrime, ciòche non poteva persuadere
generali da qtie'cibi nello stomaco, la re- colle sue ragioni : tale ilebolez/.a rimar-
spiruziune. AUie cagioni asseijna di sua cala soprattutto d;>gli scrittori prolcslau
1 ict PAO PAO
ti, seiiiljia inconciliabile con la cllgnilù e pena di morie; cambiava questa pena
la fcrnie/za del suo carattere, e come gran- coll'esilio, colla galera, col carcere e col-
de [)olitico, quale altri ce lo baiiiio de- la piiglonedi Castel s. Angelo, colla qua-
scrilto. Come amantissimo delle antichi- le ridusse non pochi giovani romani sca-
la, essendo cardinale da per tutto ne rac- pestrali. Nei voi. IX, p. 291, e X, p. 28,
colse e ne formò ricchissimo museo con dichiarai il suo zeloj avvedutezza e sin-
copiosissima serie di medaglie, nel discer- golare iuìparzialilà nel creare i cardinali
nere le quali avea acquistata tanta peri- e conlerire i benefizi ecclesiastici e digni-
zia, che appena le vedeva sapeva dire di tà. Amò e protesse grandemente Ielle- i
come all'ermo Fasolo vescovo di Feltie, il e nel Palazzo I^Iassinii (F.) fu intro-
quale avea in mano la computisteria del dotta in R.oma l'arte della stampa. Seu-
Papa, che furono deposti in Castel s. An- za ledere i doveri imposti al carattere re-
geloepoiconsegnatialsuccessoreSistol V. ligioso del Pontefice, molto procurò di-
Molli scrittori hanno attaccata la me- verlire il popolo, e al modo detto a Car-
moria di questo Pontefice e molli l'han- nevale ni Pvoma, della cui origine parlai
no difesa. E" vero ch'egli morì amalo da anche a Giuoco; e siccome fece incomin-
pochi e da quasi tutti odiato, senza che ciar le corse per la Via Lata sino al suo
apparisca ragione alcuna manifesta; ma palazzo, la via prese il nome di Corso e
è vero altresì, che assai più motivo die- il divertiinentodelle maschere venne au-
de egli per essere piuttosto lodato che mentalo siccome piacevole al Pontefice,
biasimato. Nel cardinalato ebbe ad emulo (Vedasi il llocca. Opera t. i, p. 4^^ •
zia e coi cardinali non ben provvisti. Per menti carnevaleschi, solo facendo girare
tutti i rioni di Roma avea persone de- per la città pattuglie di milizie. La slessa
slinale a distribuir mensili soccorsi agli generosità e clemenza dimostrò, quando
indigenti: visitava talvolta amorevolmeu- giuocaudoa palla un norcino, nel man-
te gl'infermi, li consolava con benigne darla forlemeute per aria, esclamò: oli
parole e dava loro a bere le medici- potessi mandar così Paolo 11 ! ciò che da
ne. Nel i." anno del pontificato mandò lui saputo, con risata udì l'imprecazio-
I 00,000 scudi agli ungheri e nel seguen- ne del temerario. Fu benefico anco cogli
te altra gran somma, come più esposti i Ebrei (F.). Gli piaceva pranzare in coui-
all'invasione de'turchi. Fu si giusto, che pagnia e però spesso avea con sé a ta-
non mai senza castigo malviveu-
lasciò i vola qualche cardinale o ambasciatore,
ti; sì clemente,, che non permise che nel con alcuni prelati e uomini dotti nel voi.
suo governo fosse eseguila in alcuno la Xll, p. io, dissi come si recò a uu prau-
1
P AO PAO 123
7.0 die fiicevnnn i cnidiimli , e i^ltilivo e clic e hitlne, \c matcniiitiche e In poesir»,
fiict'lo prese l'iilUnio liioyo tlclla tavola, onde compose versi con facilità. Uestitni-
orilìnaiulo che ninno si movesse. Tra i losi in Roma fu fatto successivamente d;i
altri anche Paolo II ebbe suoi ini[)ar- i Alessandro ^ I tesorieie della camera, e
ziali apologisti che ne glorificarono le conoscendo il suo merito e quanto di sé
magnanime azioni, che qui abbiamo in- pionielleva, di anni 21 set- ^5 circa a'
(hcatoea'loro Inoyhi descritte, ribattendo tembre «493 Iocreocardin.de diacono
le altrui imposture, e ilalle confutazio- de'ss. Co'inìa e Damiann. chiesa che poi
ni emerse, col tempo che tutto scuopre, il cardinale conresse ai francescani ilei
sis ip.tiiis ss. Ponliflcis viìidiciis advcr- quella di Fence, facendolo arcipi-ete del-
sua Plaliiiam, aliosquc dttractores, Ilo- la Chiesa di s. Gio. in Luterano [F'.). Nel
mae yj^o. Più il Quirini trattò di Paolo I Tioc) lo nominò vescovo di Parma, nel
11 a p. iG della Tiara e pnrpnrn vene- I n 2 di Falva e Sulmona. Leone X gli
ta. Abbiamo pure di Gaspare Veronese : affidò nel i ) 1 4 il governo delle chiese di
De i^estis tempore clenienlissimi Ponlifi- s. Pons e di Benevento; Clemente \'II ii;:l
cis Paidi Il,Ub. Ili, presso il ^Minatori, i ^l'S LinaWc t\\ Soana e Anagni , nel i lilo
Script, rer. ital. t. 3, par. 2, p. loji- H la chiesa di Bitonfo, e nel i533 le dio-
citato Marini, Archialrii. i, p. i
78, pub- cesi di Forti e Sora. Alcuni di questi ve-
blicò il 1.° di detti libri che il INIuratori scovati tenne per poco tempo, altri ri-
mai potè avere e forse nemmeno altri, nunziò con regresso, come praticò con
ove sono descritti costumi e modi di i quello di Reoeveiito. Essendo legato del-
l'aolo prima e dopo il papato, e qua-
11 la ^larca (con lode dal i 5o.'j. al i lio^),
le e quanta fosse la famiglia che avea se- passò alla diaconia di s. Eustachio, e co-
co. Vacò la s. Chiesa L'i. giorni. me r." diacono pubblicò e coronò Leo-
PÀOLO 111, Papa CCXXX. Alessan- ne X, che Io destinò legato all'imperalo-
dro Farnese, di antichissima famiglia ro- 10 Carlo V, locchè per maLillia non ebbe
mana, uaccjue in Piuma o secondo alui effetto, ed il sacro collegio l'incaricò d'in-
in Canino feudo di sua casa (per cui ne contrare Adriano VI reduce dalla Spa-
parlai a Farnese famiglia, ove riportai gna, secondo Cardella. Successivamente
lutto quanto riguarda questa e Paolo 111, fu eziandio vescovo suburbicario di Fra-
in unsuo celebre palazzo), a'28 o 2.)
ai scali, Sabina, Palestviua Porlo, ed O- ,
febbraio i4G8, da Pier Luigi e (Ìa Gio- stia e f elicili j e per io anni decano del
vannella CaeUiui dei duchi di Sermone- sacro collegio. Con somma lode nell'.is-
la: altri lo dissero naloa'23eiu Viter- sen/.a di Clemente VII, due volte sosten-
bo. Ne'priu)i suoi anni in Rouiu ebbe per ne la legazione di Roma, e uel 1 529 li-
maestri il famoso Pouqii^nio Leti e il ccnÙ col carattere di legato l'imperato-
dotto Gio. baltiala Pio bolognese , iodi re venuto in Italia. Le sue rare qiialilà
Iraslentosi a Firenze, come di pioulu in- lo resero lauto grato a Clemente \ II elie
gegno apprese cgrcgiamculc le lettere g» c- viciuu a morire esclamò :Sc il poublka-
Ì2.1 PAO PAO
to kì coiifeilssc per cieclitìt. io nnnilnrrei ricevette in Roma Carlo V, al modo det-
nel mio Faincse
tcstaineiilo il cardiiKil to a I.NGREssi IX lloMA, trionfante per hi
per mio successore. ]\e'4o anni die il cni-- spedizione di Tunisi, nella quale Virgi-
clinale sostenne con applauso universale nio Orsini capitanava le galere pontili-
l'onore della porpora, intervennea 5 con- eie, e per la vittoria ottenuta il Papa re-
clavi. Entralo in quello del iSS^agli i i galò il celebre Doria dello stocco e ber-
ottobre, oj elettori nel i." giorno per
i rettone beneilelti. Paolo III avea bene-
ispirazione e nel 2.° per iscrutinio, cioè detto la flotta a Civitavecchia (alla cui
a' I 3 di detto mes^ lo elessero Papa d'an- fortezza fece maschio): 20,000 schia-
il
ni 67, con schedule aperte (di questa ele- vi furono il famoso Barbaros-
liberati e
zione e memorabile concia ve parlai ne' voi. sa disfatto. Nel pontificale che il Papa nel
XV, p. 3.41, eXXF, P.28G), con partico- giorno di Pasqua celebrò in s. Pietro (non
lar giubilo de'romani, poiché da Marti- Clemente VII, come Cancellieri riportò a
no V non aveano più avuto altro Pon- p. 2o3 Aq Possessi), Carlo V vi assistè ve-
tefice concittadino, onde furono fai te grati stito dell'abito imperiale, tenendo lo scet-
feste e spettacoli magnidci a'aq ottobre tro il marchese di Brandeburgo, lo stoc-
e"5novea)bre: il suo parente Ascanio Co- co mg/deBreses, il globo imperiale Pier
lonna, con Battista Savelli, Giuliano Ce- Luigi Farnese ; gli levava e metteva la
sariui e altri signori nella piazza dis. Pie- corona Ascanio Colonna, ed il berrettino
tro iecero un piacevole carosello o gio- sotto la corona il marchese del Vasto. Del-
Scomunicò e privò del regno d'Inghil- sinese e il p. Badia maestro del sacro pa-
terra {P'.) Enrico Vili. Per l'apostasia lazzo, quali compilando un libro, in cui
i
p. Catalani, De secr. s. con. Ind. lil). i, P^o/o(/<). Nel i54i Paolo III si portò
p. 4^j^al'>l Alessandro, ///>/. cccl. t. 7, a Lucca (V.), per aderire alle brame di
p. 42, il quale riporta questi capitoli, che Carlo V, ma non potè pacificarlo con
lurouo pubblicati pure nel 53r) in An- 1 Francesco I, né che movesse contro l'im-
versa e nel 161 2 in Parigi insieme cogli pero de'turchi; tutta volta ottenne l'aper-
alti del sinodo di Pisa per torre lo sci- tura del concilio in Trento pel seguen-
sma. Dopo la presa di Cissa in Dalmazia te atmo. Ad islar)za di s. Ignazio accreb-
falla dai turchi, inquietando questi i ve- be i privilegi de'iVpo//// (/'.), e firmò una
neti, a preghiere del Papa rimperalore congregazione pel tribunale della Peni-
Carlo V fornì 82 galere e 3G Paolo III, tenzicria (E.), islitucndo la Congrega-
ma non fu felice l'esito, perchè il Doria zione dell' Inc/uisizione (V-).
generale imperiale a Prevesa non volle Nel 1543 Paolo 111 si portò a Basset-
combattere Barbarossa. Considerando poi to, nella òìocesìiW Borgo s. Donnino (^^•),
Paolo Ili, che la guerra tra Carlo \ e per rimuovere Carlo V dalla gueira con-
Francesco 1 re di Francia pregiudicava tro i francesi, ed ottenere il ducato di Mi-
alla religione, nel i538 si abboccò con lano per un Farnese, ma il tutto senza
essi a Nizza (/'^.), accordando al secon- successo;onde per .ffo/o^/^a il Papa si re-
do che senatori del parlamento di Pa-
i stituì a Roma, traversando tulio lo sla-
rigi polesseio nominare ai benefizi, e me- to ecclesiastico, per cui lo rimarcai nei
glio lo dissi a Francia : la bolla è nel t. luoghi ove passò. Paolo III costituì cen-
5 Coli, rcr.cler. Gallic. , cd\2. 1 636. Ot- sore e riformatore della corte e palazzo
tenne ima tregua di 10 anni, delta \a tre- pontificio il cardinal Ridolfo Pio, che a-
gua di Nizza, la città di Novara pel suo vca fatto legato di Roma quando se n'as-
figlio Pier Luigi Farnese dall'imperato- senlò. Aflaticandòsi pel mantenimento
re , ma non potè indiuli a recarsi co'lo- della fede, scomunicò e depose Arman-
10 vescovi al concilio, che anzi \n Geno- no arcivescovo di Co/o/2/Vz (^.) per a ve-
va a loro istanza emanò la bolla di prò- le apostatato. Mentre dimorava nel pa-
joga: per l'ambizione di Carlo V la lie- lazzo di s. Marco, fece edificare il Pa-
gua ebbe breve durata. Frallanto per con- lazzo d'Araceli (^.), con arco di comu-
siglio di Ferdinando] re de' romani, spe- nicazione. Nella guerra intrapresa da Car-
dì in Germania il cardinal Aleandri per lo V in Germania, il Papa l'aiutò colle
combinare una concordia tra'callolici e sue milizie capitanate (.],\\ nipote Otta-
proleslanli ;ma questi lo delusero co'lo- vio Farnese, che avea aecouìpagnalo l'im-
ro raggiri; come pure inviò alla dieta di peratore suo suocero nell'infelice spedi-
llalisbona il cardinal Conlarini.ìN'el i53q zione d'Algeii. Nel i54'" ppi" l'epidemia
approvò la compagnia
Gesù, che lau- di che affliggeva Trento, il Pa[)a trasferì il
te conquiste aggiunse alla Chiesa e tan- concilioa ^o/c>i^'W,malgiado la ripugnan-
ta ubertosa messe raccolse nel campo del- za di Carlo V, disgustato perchè Paolo III
le lettere, come dichiaiai a Gesuiti [1'.); avea infeudalo a Pier Luigi Farnese Par-
ed inoltre approvò il libro degli Eserci- ma e Piacenza, queste pretendendo suo
zi spirituali (r.) Ignazio. Confer-
di s. ilominio del ducalo di Mdano. Per tale
mò altresì V arcicon fraternità del ss. Sa- discoi dia , Carlo V pubblicò V Interim
cramento nella chiesa di s. IMuria sopra (/'.), riprovalo dal Pontefice che spedì
iiG TAO l'AO
liuiiz,! in r.criniinia. Sarà sempre celebre Cnslriissc sul HIoiilc Ji'ciilluo un ])n\onV'
in iiieaioria di l'aolo il I, nuli huiu pel suo do, tiemolì tempio di Pallade nel l()ro
il
costante impegno per la paee della Cliic- loniano; restainòcon somme spese la ha-
sa e d'Italia, anzi del mondo, degli uomi- sìlica La le rane zia e e le concesse niolti
ni (ino conoscitore, per le sue rare vir- privilegi; ornò con gran magnilicenza la
Ili, come per prudenza, giustizia, pietà, basilica Faticana, e tra le cose che fc-
gi nudezza d'animo, umanità, clemenza, ce al contiguo Palazzo faticano, qui
a ilabil ita, costanza nelle cosca werse, uio- nominerò la magiiilìca cappella Paolina,
derazione, liberalità massime coi lette- le pitture della Sistina, e l'annessa sala
rati, magnificenza, dottrina e cognizione regia per ricevervi le ambascerie solen-
cieile cose divine ed umane; ma ancora ni. JNè a Roma soltanto restrinse Paolo
per opere da lui generosamente
le belle III le sue benelìcenze. Molte ne compar-
eseguile, che lungo sarebbe enumerare, ti al santuario di Loreto (^F.), che visitò,
i^^ssendo Roma al tempo di lui deforme ed alia chiesa della Madonna della Quer-
per la tpianlità e bruttezza de'vicoli.meu- eia presso l ilerbo (F.), della qiial città
tre allora quasi ogni casa era isolata, con fu pure benemerito. A Perugia eresse la
summodisp'endio la ridussea miglior for- fortezza, per essere insorti i perugini per
ma, spianandogli edilìzi mal fabbricati, gravezze di gabelle;e rese pi li sicura quel-
togliendo vicoli superflui, addrizzando
i la d'Ancona. Istitrù in diversi tempi mol-
le strade e ampliando le piazze, come se ti vescovati, altri dichiarò arcivescovati,
ne fa memoria iiell iscrizione con statua Tra' vescovati nominerò s. Tommaso e
eretta nel 543 in Campidoglio (F.),
1 s. Giacomo Capoverde nel 1 534 ; An-
di
nella cui piazza trasferì la statua eque- tequaiauel i535; Mechoacan nel i536;
stre di bronzo di Marc'Aurelio, e sicco- Cusco nel 1 537 ^ ^ ^4? Chiapa nel 1 538; j
ine nel museo Farnesiano trovasi il me- Comayagua nel 1 53t), ossia confermò l'e-
diiglionedi tale imperatore col Castore, rezioiie fatta da Clemente VII nel i53i;
forse da questa medaglia prese l'idea del Faro nel i 53f), cioè vi trasportò la setìe
trasporto, per unire jM. Aurelioalie sta- da Silva, che Commanville protrae al
lue colossali di Castore e Polluce: Paolo i5go; Tursi nel i544j Leiria nel i544
111 è stato uno de'primi raccoglitori del- o i545; Miranda nel 545; Popayan e i
nciia iuio clutsu di s. Manu in Aquuo. i'aolo 111 in i 3 piomoziuui creò b<j o
PAO PAO 127
^ r (essendo errore tipografico quello del sudditi, perchè li avca gravali di nume*
voi. XV, p. 98) cardinali, rra'(|uali usciro-
1 l'ose gabelle, delle quali li sgravò un gior-
no soggetti celebri che illustrarono il sacro no prima di morire e però con bencfì •
110 santo X[f\), [)er cui in due medaglie mantenne. Fu di mezzana statura, di bre-
è rappresentalo in atlo di aprire la [tor- ve capo, occhi scintillanli lungo naso, ,
ta santa, quantunque non l'aprì. Essen- maestosa barba, labbra alquanto emi-
do la sua morte accaduta in un palazzo nenti, robusto di forze e un po' gibboso.
al Quirinale, fu senza pompa dai suoi do- Dettò alcuni poemi, illustrò l'epistole di
incblici trasportalo alla basilica Vatica- Cicerone ad Allico, ed olire le sue costi-
na, ove venne poi tumulato in sontuoso tuzioni, sono lodale le Carlo V,
lettere a
deposito che descrissi nel voi. XII, p. 2<)8, a Francesco I, a iS'ausea, ad Erasmo, ai
e al citalo articolo Farnese, ove lammeu- cardinali Sadolcto e Cortesi, e ad altri.
lai l'opera cui Io lodarono il cardinal Qui- Nella zecca pontificia abbiamo 7 conii di
iini e r Amaseo; altri encomii si leggo- medaglie per lui battute, inmemoria
no in Panvinio, l'ila di Paolo III; in degli abbellimenti di PiOina, di aver cu-
Paolo Manuzio nella prefazione al cardi- rato l'abbondanza, del palazzo Farnese,
nal Farnese; ed in Gio. della Casa, nella per gli aiuti dati ai veneti onde fu libe-
1 ila di Bembo maligne : falsità scrissero rata Corfù dall'assedio de' turchi, e cogli
Occhino, A ergerlo, Baleo, Slei-
gli eretici stemmi Farnesiani. .Vacò la sede apo-
dano La morte di Paolo 111 tras-
e altri. stolica due mesi e ?.8 giorni.
ic le lagrime di tutti cristiani, che lo ri- i PAOLO lY, Papa CCXXXIII. Giam-
conoscevano per uno de'più insigni Pon- pietro Carafd napoletano, di nobilissima
lelìci. Pel zelo the avca di beu regolare famiglia, nac(|ue a' 28 giugno \^r'ò da
i costumi e di esaminale la verità, era Giannantonio conte di Alatalona e da
solito tener presenle alla sua tavola ec- A itloria Camponesca aquilana, nella ter-
cellenti filosofi e teologi, a'quali soinn)i- ra di s. Angelo della Scala piuttosto in
nistrava l'aigomcnto per discorrere. E Capriglia baronia di s. Angelo, vicino a
vero, che uou ci a mollo amalo dui suoi Bcucvculo, ucl Principato Citeriore del
i:;..8 PAO PAO
legno di Napoli. La matlic ossfiulo di hii repiPtisiljlle condolla, onde si fece aiii;»-
giavidii si recò a flJonlc Icri^int: per con- re aiiclie da chi odiava la virili : il cielo
sacrarlo alla IVIadrc di Dio, (juaiido ca- lavori vita si lodevole con prodigioso av-
valcando per quelle alpestri inoiilagne, veiiiineiito, per conlermarlo in essaenel
un romiloi'avvisò di camminare più pò- timore di Dio e preservarlo dalle lusin-
salamenle e custodire con rispetto mag- glie della corte e del secolo. Era solilo
giore chi avea in seno, che col tempo Alessandro VI tenere la s. Eucaristia in
dovea essere Papa. Tanta impressionele- una scatola (in una pisside l'usava nella
ce questa predizione in Vittoria, che lor- sua deportax.ione Pio /^/, /^fJi) o palla
nata a casa narrò che teneva in grembo d'oro, e portarla seco di nascosto. Tro-
un Pontefice. Nato il bambino Ili alle- vandosi senza questo conforto a solenne
vato alla pietà, ma non è vero che ve- convito negli orti del cardinal Castel-
sii l'abito de' ilomenicani, che solo he- leiisc, arbitro de'suoi affari, die la chia-
quenlava come vicini alla casa paterna, ve di sua camera a Giampietro perchè
jiè che si fece monaco benedettino in s. sul tavolino presa la scatola prontamen-
Severino di Napoli: bensli volea abbrac- le gliela recasse, senza dirgli del conte-
ciare l'islitulo degli eremiti camaldolesi, unto, forse avendo timoie d'incorrere in
ma Paolo Giustiniani superiore e suo alcun pericolo. Entralo Giampietro nel-
grande amico non volle accettarlo. Si ap- la pontifìcia stanza, rimase sopralfatlo
plico con felice successo allo studio delle della lucesfavillanleclie usciva dalla palla,
sacre e belle lettere e di 6 lingue, peri- e vide in visione il l'apa morto per ter-
lissimo principalmente della latina , e- ra e i cardinali in atto di procedere al-
Jjiaica e greca, nelle quali fece tanto l'elezione del successore. Caduto al suo-
progresso, che quando per Leone X sog- lo per ispavento, semivivo lo raccolsero
i greci egli ebrei, o meglio quando visi liti recavano in falli il Pontefice mori-
lilirò. In occasione che Alfonso li nel bondo per quanto narrai alla sua biogra-
i4f)4 riandò a Roma l'arcivescovo di fia, e poco dopo finì di vivere. Giulio li
Napoli Alessandro Carafa per trarre A- per cessione del cardinal Oliviero nel
lessandro VI in lega con lui e invocar i5o4 o i5o5 lo costrinse ad accettare
altre grazie, il prelato condusse seco il l'arcivescovato di Cliieti, mentr'egli da-
iiipote Giampietro e lo aftidò alla cura va opera all'incremento àeWospedale di
dell'altroziocardinal Oliviero Carafa, che s. Giacomo, e ue\ i 5o6 lo mandò in In-
ienne in età di 20 anni un vescovato, il brava egli slesso esseie il Papa. Piestò
quale non volle accettare, ma procurò presso il re, ed anco col successore Car-
die fosse conferito al suo maestro. Verso lo V che lo fece consigliere segreto e cap-
ii i5oo Alessandro VI lo fece camerie- pellano maggiore, forse quando si re-
re segreto, gli conferì diversi benefizi, co a Madrid. Nel i5i3 portandosi al
tra'quali canonico primicerio della chie- concilio Lateranense, coJ segno della ero-
sa diNapoli e canonico retloredella chic- ce e gettando nelle fiamme vn\ Agnus
sa di s. Ilaria a Secula. Quantunque si Dei benedetto, estinse l'incendio che sta-
trovasse in una corte corrotta e ben prov- va per rovinare il castello di Popoli. I\Iol-
veduto, conservò illibalo coulcguo e ir- lo faticò nel concilio, e prima della 8.
r A () PAO 129
sessione Leone X 1' incaricò della nun- vogliono di s. Pancrazio o di s. Sisto, e
ziahira d'Ingiriheria, ove si Iraltenne 3 gli restituì la chiesa di Chicti ; indi pas-
anni bene accollo dalie. Nel i5i5 pas- sò al titolo di Maria
s. in Trastevere. In
sò alla nnnziatina di Spagna con Ferdi- processo di tempo fu fitto arcivescovo
nando V, per invitarlo alla lega coiUro di Napoli V . (che da Papa ritenne sino
il turco, essendosi prima Irallenulo in al 37 e beneficò), e vescovo di Al-
ili
Erus^ielles per trattare allari importanti bano, Sabina, Frascati, e di Ostia e Vel-
con Margherita d' Anstiia governatrice letri, divenuto decano del sacro collegio.
delie Fiandre. IMolte furono le distin- Fu nominato protettore di Germania,
zioni usategli dal re, e Carlo V Io no- Ungheria Girolamo;
e degli eremili di s.
l'orazione e alla penitenza, Roma fu bar- in principio erano divisi ne'pareri: quei
baramente saccheggiata dall'infame eser- eh' erano propensi a dello imperatore,
cito di Carlo V, per cui furono co'com- procuravano che l'elezione cadesse sui
pagni empiamente maltrattati e carcera- cardinali Carpi, Polo, IMoroni o Pozzi,
ti. Non senza prodigio Giampietro potè ma ripugnavano a ciascuno gli aderen-
fuggire a Verona, indi ritirarsi a Vene- ti di Francia. A togliere la dilferenza, i
zia,ove co'suoi religiosi condusse vita a- cardinali Alessandro Farnese e d' Esle
postolica, e diligendo nello spiritos. Gi- proposero Carafa, che restò eletto al mo-
rolamo Miani o Emiliani nella carità che do detto nel voi. XXI, p. 2 iq, reni tenie
questi aveva pegli orfani e poveri. Ri- e d'anni 79, a'23 maggio, giorno dell'A-
chiamato a Roma
da Paolo IH, che vo- scensione. Prese il nome di Paolo IV per
lea usare del suo consiglio e del suo spi- la divozione a s. Paolo e in memoria di
rito nella riforma della discijilina e nel- Paolo 111 e dei Farnesi suoi benefattori.
la celebrazione del concilio generale, se A'2(S fu coronato dal cardinal Pisani sui
ne scusò con modesta coslaiiza; ma re- gradini della basilica Vaticana, e fece im-
plicando il Papa per la terza volta l'in- bandire un sontuosissimo banchetto ai
vito, fu costrettoobbedire per non op- cardinali, ai duchi di Ferrara e di Ur-
porsi ulteriormente alla volontà di Dio bino e agli ambasciatori, non ricordan-
maiiiitstata pel suo vicario, il quale Io dosi alcuno di aver mai veduto tanta ma-
costrinse a'9,2 dicembre 1 53f) ad accetta- gnificenza in questa funzione; indi a' 28
re il cardinalato, con quella ripugnanza ollobre i5vìi prese possesso in lettiga e
che notai nel voi. V, p. lyS. Gli conferì con molta solennità della basilica Lale-
per titolo la chiesa di s. Clemente, altri ranensc, ritornando dalla quale nacijue
VOL. LI.
9
1 3o rA o PAO
toiilesa fra Papirio Capizucchi rotnan' Dipoi per quanto accennai nel voi. XV, p.
dante delle milizie e caporioni, da 'qua- i 220, sostenne la guerra della Campagna
li leslò perlina picca feiilo nella coscia. di Pioma contro Filippo 11 redi Spagna,
Di quali personagfji dotti si circondò, co- avendo in Ca^'e (^F.) luogo la pace: di
me volle essere trattalo esternamente, essa parlai in piìi luoghi, come a Caraf-
<]uaiilo alla dignità di Papa e sovrano, fa FAMIGLIA, a Milizia, B Francia, a Gr-
da quali famigliari fu servito e come li NA7ZAN0, ed altre terre circostanti a Ro-
trattò con riguardo, lo descrissi nei voi. ma, nonché a Colonna famiglia che spo-
XXIII, p. 6i, G4, 66, e XLl, p. 2^8. gliò di Paliaiìo {F.), e altri feudi che die
Considerando poiché l'austerilà con cui a'propri parenti. Il duca d'Alba coman-
era vissuto, avea cagionato nella mag- dante dell'esercito regio, ebbe in dono
gior paite de' lomani gran timore del la rosa d' oro. Vedasi il Piuscelli, Della
luo governo, per dileguare siffatto con- guerra della Campagna di Roma e del
cetto, subitosi mostrò loro liberale e ma- regno di Napoli,nel ponlifìealo di Pao-
gnifico: li colmò di beiieficii, confermò lo ir, Venezia i56o. Pubblicò saluta-
loro gli antichi privilegi e quelli concessi re bolla sui beiiefìzii; istituì la Congre-
dai predecessori, li arricchì di grazie, am- gazione del terrore degli ìijjìziali di Ro-
pliò raulorilàde'conservatori e senatore, ma (P.), da lui presieduta per rendere
dichiarò prefetto di Pioma il duca d'Ur- giustizia a lutti. Rinunziando 1' impe-
bino, e rimovendo il cardinal d'Este dal ro Carlo V, gli successe il fratello Fer-
governo di Ti voli, questa città donò a Ro- dinando 1 senza l'approvazione pontifi-
ma. Divenuto di essa la delizia, per grati- cia, e Paolo IV energicamente protestò,
tudine romani gli eressero una statua in
i di che trattai nel voi. XXIX, p. 162.
Canqiidoglio dopo l'espulsione de'nipoti, Eresse in arcivescovato Goa, ed in vesco-
scolpila in marmo dal celebre Pirro Ligo- vati Malacca e Cochina o Goccino, ed
1 io, il quale con un trattato celebrò le sue altri. Nella Fiandra e Paesi Bassi {F.)
scovo di Verona, per impedue la propa- le meretrici ; l\\ zelante della riforma de-
gazione dell'eresia penetratavi. Quindi si gli ecclesiastici. Rinnovò la festa della Cat-
unì ad Enrico 11 re di Francia, contro tedra di s. Pietro (/'•). Istituì la solennità
gli spagnuoli che devastavano l' Italia. con cui il Papa si porta alla Cappella del-
PAO PAO 1 3 f
t Annunziala, la Cappella cardinalizia lavia con zelo nei governo della Chiesa e
di s. Tommaso d' Acpiino e confcrinò hi dello stato. Chiamò a sé i cardinali e lo-
Cappella dell'Assunta nelle cappelle se- : ro raccomandò il tribunale dell'inquisi-
grete volle che ardesse cera invece d'o- zione; indi vicino a morire voleva ve-
lio, così all'aliale di s. Pietro per la fe- dicendo con Vespasiano, non con-
stirsi,
resima e avvento. A Palazzo Vaticano ?, I Ola, d'anni 83, mesi i e giorni 20, e
notai quanto vi fece. Statuì di rito dop- di pontificato 4 y""i, 2 mesi e^y giorni,
pio la festa di s. Domenico, il cui ordi- (lupo aver in 4 promozioni creato 9 car- 1
di Lucca per informità, lo fece visitare menti della famiglia Carafa, abbruciò la
in suo nome dal cardinal Alfonso Cara- casa e carcere dell'inquisizione, facendo-
fa e consegnargli mille scudi pel viaggio. ne uscire i prigioni, indispettiti dell'au-
I cardinali Carpi, Pacecco, Savelli, No- torità aumentata al tribunale. Questo in-
bili e altri ornati di probità di costumi, solente e iniquo oltraggio volle punire il
AxN>"o.\.\ dissi come due volte liberò Ro- za del cardinal Carlo e del sacro collegio,
ma dalla carestia. Elevò al cardinalato e obbligando però il senato romano ad e-
ad altre dignità i suoi nipoti, ma poi so- spiare .sì gran reato, a risarcire danni i
i loro abusi, con magnanimo eroismo li blica alla messa cantata nella Chiesa di
spogliò delle cariche ed esiliò da R.oma, s. Eustachio, poi commutalocun l'annua
in un al cardinal Carlo soprintendente ollerla di un calice d'argento e 4 torcie
di tutti gli alFari : tutto dettagliatamen- di cera alla Chiesa dis. Maria sopra Mi-
te Caraffa fa.miglia. Pieno
raccontai a ner\'a, da Paolo IV elevata a titolo car-
di gaudio vedendosi sciolto dai legami dinalizio e Conferito al cardinal Ghislie-
del nepolibmo, trovandosi oppresso dal- ri. Successo (piesli a Pio 1\' col nome di
le giavi cuie, dui domestici dispiaceri e s. Pio V,fei;e trasportare le ceneri in det-
dall'età, passati tre mesi a:nm.ilò:<i d'i- ta chiesa, ed in riparazione del mal fat-
dropisia il 1." maggio, conliuuaudo lut- to, a spese del popolo romano gli fece e-
ila PAO PAO
rigere quel magnifico deposito di mar- elle in esso osservasse il dlglimo per tre
ino, descritto nel voi. XII, p. i43, colla giorni della settimana, con che die buon
spesa di 6,oao scudi, con sua iscrizione esetn[»io in li'uqio che il digiuno poco si
che lo dichiara ai posteri: Pontefice elo- osservava. Ilgli adunque si rese rispetta-
quente, dotto, innocente, liberale^, d'ani- bile pel suo zcloj carila e regolarità di
nio grande, integerrimo, vendicatore dei vita, ma scrive il p. Berlhier nella Storia
vizi e propagatore acerrimo delia catto- Gallicana, ingannato per lungo leuìpo
lica felle. Oitie a ciò s. Pio Y stabdì che dai parenti, in>pegnato perciò in cattivi
ogni anno nell'anniversario di sua morte alfiui, troppo pronto e impetuoso ne'con-
si celebrasse nella stessa chiesa cappella sigli, rese nel suo pontificato poco utili
cardinalizia dalla congregazione dell'in- i SUOI distinti talenti e rare viriti. Di que-
quisizione, assegnandone le rendite, co- ste fanno lungo dettaglio gli storici dei
me notai nel voi. IX, p. 127. Dipoi Cle- Papié particolarmente quelli che ne scris-
mente Vili fece rialzare la statua di Pao- sero la vita. Tra questi sono Camajo-
lo IV sopra un piedistallo, in cui fece lo, Castaldo, Antonio Caracciolo : De vi-
incidere questa iscrizione: Paulo If"^ P. /^, Coloniae Ubioruni 1612
ta Palili ;
AI. sceltnuii iiiìdìci integerrimo, catholi- Bartolomeo Carrara, sotto nome ana- il
to macilente, di aspetto austero, d'occhi scritta con molta diffusione, critica e di-
infossati ma vivi, di naso corto, di barba ligenza; e Francesco Magio : De ss. Pon-
rada e di corpo gracile, ma sano a segno tifìcis Palili IP' inciilpata vita, disquisì-
tale che fino all'ulliaia malattia non si tionts hisloricae. Di Paolo IV nella zecca
era mai servilo dell'opera de'medici, non pontificia abbiamo 7 coniidi medaglie per
ostante che nelle qualità del vitto fosse lui battute, celebranti diversi suoi fasti,
stato poco riservato. La sua voce era gra- la pace con Filippo II, i provvedimenti
ve e i suoi gesti dichiaravano la sua mo- per gli ebrei, la venerazione alla casa di
destia e la sua dignità. Il suo tempera- Dio.A Caraffa famiglia poi e ne' voi.
mento e il suo ardente ingegno lo incli- XXXII, p. 42, XLI, p. 258, XLIV, p.
nava all'iracondia, ma
rende- la virtìi lo 87, riportai le severità colle quali Pio
va piacevole. Per dire qualche cosa del IV trattò i parenti di Paolo IV, per cui
tenore di sua vita, sempre osservato fi- il cardinal Carlo fu strangolato, il duca
no dai primi suoi anni, ne'quali incomin- di Paliano decapitato, il cardinal Alfon-
ciò ad avvezzar il suo corpo con rigorose so multalo, ciò che celebrò con meda-
penitenze, e nel tratiare non die mai oc- glia ; ma riveduti rigorosamente i pro-
casione di offendere le orecchie altrui con cessi {.Va s. Pio Ve dal sacro collegio, fu-
parole che non fossero regolate dalla mo- rono dichiarale ingiuste tali sentenze ,
destia epiù savia compostezza, li suo vit- perciò troncatoil capo a Pallantieri go-
IVel pontificato la sua tavola era imban- degli onori e benefizi, colmando di gra-
dita quasi sempie di 20 piatii, ma que- zie e rendite i perseguitati famigliari e
sta magnificenza riguardava piìi il deco- ministri di Paolo IV. Del quale abbia-
ro del grado che il suo piacere, mentre mo ; Z)e symholo ; De emendanda ec-
appena prendeva il necessario per nutrir- clesia ad Pauluni IIIj Eegulae theali-
si. Usava assai poco del vino, e questo noritm. \acò
la s. Sede 4 mesi e io giorni.
mi iilibiito per tutta la vita, come il te- rono in favore ilei Baronie stesso, il qua-
nero alfetto verso la Beala Vergine, tut- le energicamente li dissuase, persuaden-
ti preludi della sua futura grandezza. doli in favore del cardinal Bellarmino
Compiti con successo gli studi, in Peru- gesuita, che però con vigorosa efllca-
gia la filosofìa, in Padova il diritto, re- cia si sottrasse dal pontificato. Pertanto
stituitosi in Roma, trascorse rapidamen- furono proposti i cardinali ArlgonieBor-
te la carriera degli onori edignità eccle- ghese, e questo dui cardinoli Montallo e
siasliclie. Ammesso dapprima tra gli av- Aldobraiidini, cui accostatisi i cardinali
vocati concistoriali, indi negli abbrevia- (rancesi e prontamente la maggior par-
tori e referendari d'ambo le segnature, te degli elettori, il Borghese fu acclama-
divenne vicario delia basilica di s. Ma- to Pa|)a la sera de' 16 maggio, d'anni
ria Maggiore. Nel i588 Sisto V Io fece 53, al modo detto a CEr.i,.\ oel concla-
vicelcgato di Uologna, che governò con ve, e ailoiato. Non essendosi in conclave
lode di rara prudenza in tempi dilììcili. mai parlalo di lui, nella mattina seguen-
Gregorio W\ lo sostituì al defunto fra- te alla 3.^ adorazione in s. Pietro molti
tello uditore di camera, carica che fini- diibilavario di sua elezione, alriferire del
se con mollo decoro, integrità e giusti- eeleljie Adriano Politi suosegretario, an-
zia, onde Clemente Vili determinò d'in- che per la sua fresca età, dimostrando
' caricarlo della nunziatura straordinaria appena \o anni : conosciutasi la sua e-
a Fili()po Spagna, con fiicollà di
11 re di .«;altazioiie, universali furono le allegrez-
legiilo a lalcrc, uelhi quale si diportò con ze per la riputazione che godeva. A '29,
tal valore, che poco dopo il suo ritorno giorno coronato col no-
di Pentecoste, fu
a'5 giugno 5g6 lo creò cardinale prete
I me di Paolo V, ed a'6 novembre congran
di s. Lusebio , titolo che permutò con pompa si recò a cavallo alla basilica La-
quello de'ss. Gio. e Paolo, poi di s. Gri- anen-e pel possesso. Pubblicato il giù-
ici
dii di Bzovicj fu meritata dagli antena- furono calcerà ti senza pontificio permes-
ti [)er quanto avevano faticato contro i so .Scipione Saraceni o Sanazino canoni-
ghibellini, ^cv Ci\\ con la loro aquila, eb- co di Vicenza, e Brandolino Valmarino
l)ero drago de* guelfi. Per morte di
il o conte Brandolin Val rie Marino di P'or-
Leone XI, agli 8 maggio 160 5 entra- lì abbate di Narvesa Ncveza, accusati al
,
1 34 P A O P AG
cnniiglio de' dieci di gravi dclilli. L'sil- p! e fr. Fulgenzio suo emulo, che fiar-
tio fu per due
fmanati d;d seii;i-
decreti licolarmenfe si distinsero in inveiti ve con-
to entello del io gennaio iGo3 vietò
: ti o la corte pontificia, a favore della (jua-
scilo rigorose pene fondar ospedali, mo- Ic si resero chiari i cardinali Baronio e
nasteri, congregazioni religiose, chiese e Ijeilarmino. Vedasi Fagnani : De /usti-
confraternite senza l'autorità del sena- fin et i'nliditalc censurai uni Paitluin T^
to; l'altro del i6 marzo i6o5 proibì in P. M. in reinpuhlicain Fcndain ^Womae
tnlli gli stali e liioglii della repubblica, i()07. Islovia dell' interdc'lto e cose pas-
come avea fallo nel i53(ì per Venezia sate fra Paolo Ve la repubblica di Ve-
e suo ducato, che a titolo di testamen- nezia, Mirandola i6:?4' i"tto s'incam-
to, vendila o altra causa, si potesse la- minava ad un'aperta guerra fra la repub-
sciar in perpetuo, vendere o alienare i be- blica e la s. Sede, allorché Filippo 111 re
due anni, né questi li potessero acquista- vea nel milanese, promettendo di ridur-
re senza il consenso del medesimo sena- re i veneti a implorar perdono, mentre
to. Essendo Paolo V acerrimo difensore segretamente li animava a sostenere la
dell'immunità ecclesiastica e vedendo causa comune della sovranità ; ma En-
questa doppiamente conculcata, siccome rico IV re di Francia, sempre di buona
Genova avea di recente piegato in occa- f<'deattaccalo a Peoma, gli olfrì la sua
sione quasi simile, domando pel nimzio mediazione e spedì il cardinal Gioiosa
Orazio Mattel la liberazione dei carce- ambasciatore a Venezia. Questi prima di
rati, la rivocazione de'decreti, e fece gra- [tarlire da Roma, a'22 marzo 1607, ot-
vi lagnanze coll'ambasciatoreiViini. Non tenne da Paolo V piena autorità di as-
desistendo la repubblica dall'operato, ad solvere i veneti dalle censure incorse, di
onta delle ragioni che espose, il Papa ir- levare l'interdetto e di conchnicler la pa-
ritalo da tale resistenza, nel concistoro ce, come si legge nella bulla Ficel illius,
de' 17 aprile 1 606, col voto di 4o cardi- de' 4 aprile, Bull. Eoni. t. 5, par. 3, p.
nali, tranne uno nato suddito veneto, 2 52. Ambo le parti rivocarono le inco-
fece intimare un terribile monitorio in minciate ostilità, consegnandosi al car-
tutto lo stato veneto, con interdello e dinale ai i aprile i due ecclesiastici, e ri-
dichiarazione che se in ^4 giorni non mettendosi in perfetta concordia i dif-
si obbediva, il dose e il senato sarebbe- ferenti partiti. 1 veneziani promisero spe-
ro scomunicali, e dopo 3 giorni incorre- dire un auìl)asciatore straordinario per
rebbero nella slessa pena tutti i sudditi ringraziare il Pontefice di avergli resti-
della rcpubljlica, come in fallilo intimò tuito il suo amore, ma non vollero che
nel concistoro dei i4 maggio. Ma la re- si parlasse d'assoluzione. Paolo V fu lo-
pubblica ordinò sotto pena di perpetuo dalo per aver saggiamente retroceduto
esilio, che ninno obbedisse all'inlercletto. dall'impegno, piultosto che arrischiare e
Qii&l conlegno tennero nunzio ei re- il provocare mali maggiori.
ligiosi lo riportai ne'vol. XXX, p. i25, Paolo V proibì a' cattolici inglesi di
XXXVl, p. 55. Dalle due parli usciro- Giacomo I re d'Inghilterra il
prestar a
no moltissime scriltnre che dichiarava- Giuramento {V.); confermò l'indulgen-
no l'animosità de' due partiti, e come la ze per le quarant" orej ricevette solen-
causade'venelieraqnella de'pri nei pi, que- niambascerie da Etnico IV, dal Giap-
sti per la loro ambizione ne bramavano pone (V.), e dal re di Congo, di che
la vittoria. Nel numero prodigioso di scrit- parlai ne'vol. XII, p. 122, XXVII
tori, i veneziani ebbero olire il giurecon- p 2750 da'patriarchi di Babilonia e Ar-
snltoLeschas«iei-, il famoso fr. Paolo Sar- menia. Terminò la clamorosa questio-
,
PA O PAO 13 7
cui eremo di Frascati (F.) fu beneme- da porta del Popolo va a Ponte Molle;
rito, come àe Benfratelli, concedendo ai con quelle del Trastevere rese vantag-
Cistcrciensi fare gli /4gnus Dei. Ordinò gio alla regione. Aumentò il monastero
ai regolari l'insegnamento delle lingue e- delle meretrici convertite, eresse un pre-
braica, araba, greca e latina; confermò zioso altare nella Chiesadis. Agnese fuo-
la congregazione dei preti della chiesa ri le mura, migliorò il porto di Fano, e
di s. Lorenzo in Dnmaso. Pei cistercieii- fecedi più a quellodi Civitavecchia; com-
sidi Spagna stabilì un vicario generale. pì la fortezza di Ferrara, rese più age-
Esortò Filippo HI percliè nell'Olanda vole la navigazione del Tevere^e rifab-
fosse libero l'esercizio del culto cattolico, bricò il ponte di Ceprano, pel cjuale fu
e da lui ottenne dal regno l'espulsione battuta un> medaglia, e ne diseccò le
de mori. Eccitò il duca di Savoia a iinpa- paludi, al dire di Novaes. Lungo assai sa-
5
chese Enzio Bentivo"lio di esesruir l'a- re, con l'orazione recitata nelle sue e.ve-
sciugamento delle paludi fra fiumi Po e quic e alcuni versi posti nell'apparato (e
Tartaro nel ferrarese ebbe origine il , con rami), Roma 1623. Maestosa e piìi
Luogo di jMoiite Benlivoglio, di che par- che ordinaria era la sua statura, ma più
lai a /^»Ojg/z/ <:///)/o/z^/(/^.), in un a quan- mirabili le virtù di cui fu adorno: la [)u-
to Papa fece per essi e dell'istituzione
il rità esteriore indicava l'interior candore
del Monte Farina. Eresse il banco del- dell'animo, onde molti dicono esser mor-
V Ospedale di s. Spirilo (P\) ampliò la ; to vergine. Ammiravasi in lui pietà e ze-
giurisdizione della congregazione del lo grande della religione e del bene co-
buon governo, riformando il rituale ro- mune, somma prudenza e arte nel ma-
mano, e concedendo privilegi agliabbre- neggio degli affari ; insigne verità nella
viatori. A G^rMANiA e Palatino dissi condotta, rigorosa giustizia control per-
quanto Paolo V aiutò l'imperatore con- turbatori della pubblica tranquillità, ma-
tro gli eretici, anche con lìlilizie [P^.), ove niere alFabilissime; liberale con tutti, mas-
feci parola dell' interposizione praticata sime co'poveri,a'quali dispensò colle ma-
coi veneti e l'arciduca d'Austria. A Cixa ni un milione e mezzo di scudi d'oro, ol-
narrai le concessioni del zelante Ponte- tre a 800,000 scudi che impiegò nel-
fice. In IO promozioni creò 60 cardina- l'abbondanza dell'annona, per la quale
li, fra' quali tre parenti, ed i successori giunse ad aprire forni per suo conto, ol-
Gregorio XV
e Urbano Vili. Finalmen- tre gli stabili soccorsi che diede ai cattoli-
1609 atl arcivescovato l'Iata. Restaura- (jicgoiio XV, era piìi infastidito di 29
tore clell.i disciplina ecclesia>tica, curò la mesi di papato di questo, che già n(jn fu-
felicità del cristianesimo. Oj'nisriorno of- rono di (|uasi 1 G anni di quello. " Nella
(riva il sacrifizio, premessa la confessio- zecca pontifìcia vi sono 10 conii di sue
serci/.i di pietà, l'er celebiare colla tlo- sta. Queste olire il Bzovio furono descrit-
vnla maestà le pontificie funzioni, fece te da molli storici e nel 1 766 da Goujet :
una picziosa mitra, poiché la magnifi- Storia del ponlificaio di Paolo V. Vacò
cenza era ordinaria in tutte le sue azio- la s. (diicsa I I giorni.
ni, e lo dimostrò ancora nella villa IVIon- l»AOLO, Cardinale. V. Paolo I (s),
iKMì avvennero quelle cose di bene, che tico episcopio e il convento de' carmeli-
si era immaginato, ma anzi altre fuori tani. La cattedrale vasta è dedicata alla
dell'opinione di ognuno, che dispiacque- Beata Vergine Assunta. Il capitolo ècoin-
ro grandemente. Onde tosto, et non oc- poslo di 4 dignità, di cui è i." l'arcidia-»
il suo nome, appunto sulle orecchie di Vi sono due alti e chiese parrocchiali con
Gregorio XV, mentre egli passava, llora ballislerio, 3 conventi di religiosi, 2 coo-
essendo egli morto, non si può esprime- servatorii, diverse confraternite, un ospe-
re, quanto paresse per ciò al po[)o!o di dale militare e il seminario. INell'ultima
respirare. Perciocché facendo coinpara- proposizione dicesi mancare il vescovo
1
1 38 V A O r A o
clell'eplscopio. Avvi pure il liccnja l)iI>Iio- le. La diocesi è ampia; ogni nuovo ve-
tpcneiin tealio.Tia le manifatture, eccel- scovo è tassalo in fiorini 116, con circa
lonlisonoi nieil('tli,ecl lia ttitlcle cose ne- 8000 crociali di rendita.
cessarie, abbondanti le capre di scella spe- PAOLO (s.) DI INllNESOTA {s. Pali-
cie. Tanto nella città che ne'clinforni so- li de Minesola). Città con residenza ve-
llevi bei giardini.Nel i552 gesuiti No- i scovile dell'America settentrionale negli
brega Pjndarono una colonia,
e Ancliieta Stati Uniti, eretta dal regnante Pio IX
ove esiste attualmente questa città, e a' iq luglio i85o, col breve Ex debito
travagliarono con successo alla conver- apostolici rmiìieris, la cui fondazione fu
sione della tribù indigena dei guayanas proposta nel concilio 7.° tenuto nel 1849
che abitavano il paese; la buona intelli- in Baltimore, creando in i.° vescovo mg.'
genza fra portoghesi e gì' indigeni fece
i Giuseppe Crelin a' 23 luglio stesso, e di-
jironlamcnle prosperare questo stabili- chiaiando questa chiesa suffraganea di s.
mento in modo, che all' epoca iu cui il Louif, che a'4 nìaggio 1847 avea eleva-
J'orlogallo e il Brasile pa.ssarono sotto il ta ad arcivescovato, cui pure assoggettò
ilominio di Spagna,
Filippo II re di i le sedi vescovili di Dtibiique , Milwan-
paulisti furono assai forti , onde resiste- Itia, Naski'ille e Chichagia (
questa fu
re agli spagnuoli e costituirsi in repub- eretta a' 28 novembre i843 ) erette da
blica indipendente, che sussistette fino al Gregorio XVI ; alla quale ultima sede
Hìomento in cui il Portogallo ricuperò nel 1848 Pio IX die in vescovo mg.'
la sua indipendenza primitiva. Quantun- Giangiacomo Van der Valde gesuita.
que il paese sia ora sguarnito d'oro o di Altre notizie non mi è riuscito rilevare
diamanti, nientemeno è visitato poco da- né dalla geografia, né dalla congregazio-
gli stranieri, le uscite essendo guardate ne di propagandaj^Jf.
da soldati che hanno diritto di arresta- PAOLO (s.) PRIMO EREMITA. Oidiiic re-
re e di esaminarci viaggiatori. L'inglese ligioso. E" comune sentenza che s. Pao-
Mawe visitò questa città da qualche an- lo primo eremita della Tebaide in Egit-
no con peiniesso del governo e fu rice- to, propriamente istituì in quella regio-
V, l'istituì Benedetto XIV colla bolla degli asceti, l'ordinò e regolò. Adunque
Candor litcis aelernae, de' 6 dicembre s. Paolo, secondo l'opinione di s. Giro-
174", suo Bull. t. 2, p. 53,- formando- 1 lamo che ne scrisse la vita, è il primo
la con parte della vasta arcidiocesi di autore della vita eremitica: egli non fe-
Rio Janeiro o Baia di tutti i -Santi o s. ce regole bensì col suo esempio allettò
,
Salvatore, di cui la dichiarò sulFraganea molti alla vita religiosa e solitaria. Me-
come Io è ancora, e nominò i.° vescovo glio trattai altrove questo grave ai'go-
Bernardo Piodriguez Nogueira di Coim- mento, di quanto fece s. Paolo e degli
Ijra : consultato da questi se i regolari altri primi abitatori de'deserti, come nei
viventi nelle case de' secolari erano sog- voi. XX, p. 1 2 e I 1 3, XLVI, 4 e p. '
getti agli ordinari, rispose BenedettoXlV 52, XLIX, p. 70 e 79. Il p. Bonanni che
plFermalivamente, col breve Pontifìcia^ nel Catalogo p. 129 e i3o, ne riporta
de'27 maggio i'j^6, Bull. MagJi. t. 17, la figura, insieme a quella de'monaci di
p. 28. I successori sono riportati dalle s. Paolo, riferisce che trasferito il suo cor-
JSodzie di Ro'iia. L'ultimo, fatto vescovo po in Ungheria nel 12 1 5 e collocato nel-
mg.'^Emmanuele Gioacchi-
nel 1827, era la Lorenzo presso Buda, eb-
chiesa di s.
ilcorpo nel i38i da Venezia fu Jrnsfe- meo, per sua disposizione, restò la cura
lito almonaslero di s. Lorenzo ove abi- del monastero a F. Antonio, il cpjale la
tavano 5oo religiosi che dì e notte can- rimise ai vescovi successori del defunto.
tavano le divine lodi, divenendo col tem- Achille e poi Ladislao. A F. Antonio a-
po l'ordine potente in Ungheria e pro- vendo scritto il b. Eusebio per l'unione,
prietario di terre e piincipali con vas- Ladislao confermò la congregazione sot-
cliinde che prima di lui ninno fu per- Alcmagna, Polonia e altre parti. Uniti
t'elto eremita. Istitutore dell'ordine sotto così gli eremili, elessero per superiore col
la sua invocazione fu il h. Eusebio no- nome di provinciale il b. Eusebio, che
l)ile di Slrigonia che dalla più tenera età nel 11^1 ottenne una luiova approva-
ebbe amore alla solitudine. Per la sua zione dell'ordine da Ladislao. iMa venu-
pietà, benché dollo^ sacerdote e canoni- to in cognizione dell'anteriore divieto di
co della cattedrale , rinunziò al vescovo Innocenzo HI di stabilirsi nuovi ordini,
ilgrado per darsi a vita ritirata e peni- si recò in Pioma da Urbano IV ed ot-
lente, con dispiacere di tutti, risplenden- tenne la conferma dell'ordine colla rego-
do per ogni virlìi. Distribuiti i beni ai la dis. Agostino, però ritiìeltendolo pel
poveri, nel 15.4^ con alcuni compagni meglio a Paolo vescovo di Vesprin. Ve-
andò nella solitudine di Pisilia, foresta dendo questo prelato che monasteri del i
del territorio di Strisfonia, ove nelle ca- b. Eusebio non avevano snflìcienli ren-
verne si fermò con essi ad abitarle me- dite per vivere senza mendicare, nel i 268
nando santa vita. Quindi si recarono mol- in vece della regola di s. Agostino altra
li da lui per abbracciare lo stato eremi- ne prescrisse, che alcuni pretendono quel-
tico, ponendosi sotto la sua direzione. Co- la di s. Benedetto, ma negli annali del-
nobbe in visione che avrebbe tratto più l'ordine di ciò menzione. non si fa
profitto se avesse co' suoi adottato il vi- Morì Eusebio santamente a' 20
il b.
vere cenobitico, laonde nel 2 To fabbri- I gennaio 1270 in s. Croce, e dipoi nel
cò vicino la chiesa di s. Croce, a cui /\. I2gy il vescovo d'Agria Andrea die ai
anni dopo fu aggiunto monaslero che il religiosi altra regola che osservarono fi-
1;), onde farla osservare al monaslero di ria,Papa Giovanni XXI con bolla del 1
l'isilia, e avendo loro proposto unirsi in novembre iSig (o 1828 secondo No-
un sol corpo, subito ebbe elFetto. Quelli vaes), con facoltà di eleggersi il generale,
che a unirono chiamavansi cremiti
Ini si esenzione dalle decime delle terre colti-
di s. Giacomo di Palach istituiti nel , vale dai religiosi, ed altri privilegi. Gre-
j 2 "1 da detto vescovo. D.ippoiohè egli,
I gorio XI nel i37i enei 1
877, chiaman-
riuniti molli eremiti del suo tempo,
i do Ordo canonicus l' ordine, lo esentò
piescrisse loro una regola e edificò un dnlla giurisdizione degli ordinari, dichia-
monastero col titolo di s. Giacomodi Pa r mdolo iuìmediata mente soggetto alla s.
dotandolo
taclij di rendile e riserbando- ^tiiXi.', e ciò a richiesta del le Luigi I. Bo-
scne il "o verno. Alla morie di Dartolo- nifacio IX fece i religiosi parlccipidi tulli
i4u l'AO PA O
i privilegi (.le'cerlosiiii ne! i3qo,e Mfir- colore da per tulio 1' usano in coro. Il
tiiio V coiifeinKimlo tutte qiujsle giazie priore generale risiede nel convento del-
nel i4i7) loro proil/i passine ad al Irò la provincia o regno in cui è nato, ed ha
ordine, senza il beneplacito poiililicio. \. voto negli stati d'Ungheria e posto tra i
za il procuratore generale, finché l'io ta, per nobiltà, virtù, dottrina, e molti
VI accordò l'nna e l'altra al Cofìservafo- fui'ono vescovi e arcivescovi, Giulio III
rio della ss. Trinità (f^-), che e-iste, ove creando cardinale lìJartinusio VViscno-
descrissi pure la Urbano Vili nel
chiesa. \viski.
1643 col ])reve Exponi del 7 agostf>, Vie pure la congregazione degli ere-
Bull, de j)rop., Append t, ijp. 228, ri- miti di s. Paolo i.° eremita di Lisbona
formandone le costituzioni, ne confermò o l'orlogallo; eccone l'origine. Mcndo
i privilegi, come fece Alessantlro VII nel Goniez de Simhra, nobile, dopo essersi
i658. Clemente X nel 1 676 ordinò che distinto nelle armi enei i4'5 alla pre-
in 8 loro conventi si erigessero studi ;
sa di Ceuta, disprezzandogli onori e di-
che ninno potesse essere promosso alle gnità del secolo, si ritirò in una solitudi-
dignità dell'ordine se non era dottore in ne presso la sua patria Setuval in Por-
teologia, tranne dispensa del definitorio log ilio, ove fibbricò un oraloiio detto
per gravi ragioni ; che al dottorato po- dal suo nome Mendoliva. Pei-severò in
tesse ammettere il generale dopo rigo- questo luogo per molti anni in continue
roso esame, e che i dottori di numero li- penitenze e orazioni, per cui venuto in
mitato dal capitolo generale, godessero i slima e gran venerazione, quelli che lo
privilegidelle università. Pio VII col visitavano largamente gli facevano do-
Jjreve Rcligionis, del 16 aprile 160 5, ni. Eranvi in Portogallo gli eremiti di
Bull. coni. t. 12, p. 3o2, confermò l'ele- Serra Ossa istituiti nel 1186 da Bene-
zione del ministro provinciale di Galizia detto romano o da Ferdinando Anez
e la congregazione di tal provincia, desti- Yanez; essendo morto il loro superioie
nandola casa di probazione e professio- Giovanni Fernandez, in suo luogo elesse-
ne. Le osservanze principali di questi re- i-o IMendo, aHìdandosi alla sua direzione.
ligiosi consistono nel mangiar carne tre D(jpo a ver inutilmente ricusato, unì gli e-
volte la settimana, eccettuati i tempi vie- remi che aveva fabbricato a quello di Ser-
tati, ninna cosa prendendo nelle vigilie capo della congre-
ra Ossa, e lo dichiarò
della Madonna, e in diverse mortificazio- gazione, cui die nome di s. Paolo i,° e-
ni; usano panni di lino, e l'abito che pri- remila. Il sani' uomo godè ralTetto del
ma era scuro fu mutato in bianco circa re Edoardo, che udiva le sue parole co-
ili34i,oiò che approvò Urbano V, on- me oracoli di un angelo, e pieno d'anni
de portano veste, scapolare, e cappuccio e di meriti morì a'24 gennaio 1481. 11
attaccato ad una mozzetla di panno. In capitolo nominò successore Lupo di Por-
città usano cappello e lungo mantello tello e c-jcapilò le costituzioni pel buon
nero, che in Germania è bianco, delqual regolamento della congregazione, che poi
,
PAO P A O I
i r
nlquanlo vnrlate approvò nel i )78 Gre- rono 200,000 scudi : ne pallai nel voi.
gorio XIII, in un alla c(inli?nna «lell'or- VII, p. 85, egli unì a quelli iW'Wo Spc-
I
tliiie, per le istanze del cariliiial Enrico ron d'oro {!'.). Il p. Bonanni nel Cala-
poi re, il quale avea stahilil;i la regola lago p. 93, riportando la figura il'un ca-
di Agostino per uni!brniar>i agli ere-
s. valiere di s. Paolo, coir autorità della
miti d'Ungheria. Indi religiosi si obbli- i bolla d'is^tituzione scrive così. Paolo IH,
garono con voti solenni e vestiiono to- grato alle sominiiiislrazioni pei bisogni
naca color tanè, scapolare, mantello e dello sialo, li dichiarò partecipanti e per-
coppello nero; furono promossi agli ordi- petui commensali del palazzo Lateraiien-
ni sacri, si applicarono nllo studio e alla se ; li aggregò alla nobiltà colle famiglie,
zione rimase sommersa; poi surse a no- condizione degli astanti; ma inoltre si è
vella vita e diede origine alla pia unio- da essa stabilita una speciale diramazio-
ne, della quale il can. Lodovico Ponzi- ne diretta al fine d' incoraggire giova- i
leoni, già membro della medesima e ono- ni ecclesiastici allo studio, acciocché rie-
re del clero romano, così dice nell'Ora- scano vantaggiosi alla Chiesa ed alle ani-
zi one funebre per la morie del.p. Lui- me. Una pia pei'sona dispose d'annui scu-
gi Felici della compagnia di Gesìi isti- di 2,000 di rendila, per impiegarsi in
tutore della pia unione di s. Paolo apo- pensioni e premi a chi dà saggio secon-
stolo, Roma 1818. -' Nelle squallide mu- do le regole stabilite e approvate da Pio
la della Consolnzione die cominciamenlo VII li 3o agosto 1822 col breve: Ex quo
ilquella pia unione che pianta feconda aclernae lueatis inaccessa Consilia di ,
di\cnne,in breve ora sì vasti suoi rami i grande profitto nella teologia dommali-
e sì ubertose produsse le sue frutta, che ca, nelle materie apologetiche della reli-
non avvi ora mai in Roma, in Italia, iu gione, nel diritto ecclesiastico, nella sa-
Europa, anzi nell'oibe tutto cattolico, re- cra scrittura, nell'intelliireiiza delle lin-
gione alcuna, che la soavità non ne ri- gue greca ed ebraica e nella teologia ,
senta ed i vantaggi ". Tanto riferisce il morale unita alla predicazione. Peitan-
(h. cav. Belli, Dell'origine dell' ospedale to, determinatosi dai censori della diia-
della Consolazione p. '02. Dipoi la pia uiazione degli ecclesiastici studenti ilellu
nialerie col premio di 3o o di i 5 zecchi- che supera tutti gli altri tanto nel meri-
ni romani o medaglia d'oro di rilevante to della dissertazione, quanto nel saggio
valore,© con quello delle pensioni, si estemporaneo riceve subito una meda-
previene con avviso slampalo giovani i glia d'oro d'un rilevante valore: gli al-
ecclesiastici che volessero esservi ammes- tri sono dichiarati i." accedente, 1°, 3.",
si, di presentarsi al censore segretario ge- ce. La dissertazione ed il saggio estem-
nerale onde conoscerne i requisiti richie- poraneo vengono pubblicali colle stampe,
sti dal breve di Pio VII, ed esibirli prima aggiuntovi in poche parole il giudiziodei
del concorso medesimo. censori. A questo, quando il concorso sia
I soggetti che concorrono a quésti pre- per la pensione, si conferisce un assegna-
mi o pensioni debbono essere romani o mento peipeluo di scudi 200 all' anno,
almeno da un anno domiciliati in Roma; quando egli non abbia una rendita mag-
debbono essere immuni da qualunque giore di 5o scudi all'anno, o in beni ec-
I
eccezione sul costume; debbono aver he- clesiastici in qualsivogliano altri fondi.
detti censori, e dovranno essere in sa- lavoro scientifico, che al principio del-
cii<!, o almeno prossimi ad ordinarsi. Il l'anno proporrà ai censori, e c[ueslo po-
modo con cui questi candidali potranno trà essere quello di comporre un'opera
ottenere la pensione o il premio, non è o di abilitarsi alle pubbliche caltedre, o
altro senon il concorso, il quale si tie- ad essere consultore di qualcuna delle
ne almeno una volta all'anno. La forma 5 congregazioni ecclesiastiche, o di eser-
de! concorso è la seguente. Si piopongo- citarsi nella predicazione e simili. Di pili
no pubblicamente 5o tesi sopra una ma- dovrà prestarsi almeno ne'dì festivi cin
teria piopria di dette scienze, tutte su- qualche straordinaria circostanza a Ile ope-
scettibili di pingui dissertazioni: in un re di pietà della unione, alle quali sarà
giorno destinato ne viene estratto uno destinato, col ministero anche della di-
per bossolo alla presenza de'concorrenti, vina parola e coll'ascollare le confessio-
ciascuno dc'quali nello spazio di i 5 gior- ni. Non potrà egli assentarsi senza espres-
ni vi stende una dissertazione, che conse- sa licenza del legolalore primario, d'or-
gnerà in mano de'censori. Da questi vie- dinario arcivescovo o vescovo o altro
ne esaminata e quelli la dissertazione
,
prelato, in ciascun giorno in cui la di
de'quali merita l'approvazionCjSono am- lui opera possa servire alla diramazione
messi ad un saggio estemporaneo ana- o all'unione, né in alcun giorno festivo,
logo alla materia trattata nella disserta- eccettualo l'ottobre. Tal compiacenza di-
zione. Rispondono essi alle idee, the lo- mostrò Pio VII del [irogetto di tal di-
ro si propongono di dichiarale, ovvero ramazione della pia unione di s. Paolo,
alle obiezioni che gli si presentano in nel prevedere appunto gli oltimi elfetti
iscritto e possono trattenere per lo spa-
si ch'era per portare alla Chiesa, tanto per
zio di 5 ore a stendere le loro risposte, sostenere le verità cattoliche contro gli
Senza aiuto di libri e senza confabulare eretici, quanto per coltivar lo spirilo dei
con alcui;o, e consegnano quindi lo scrit- fedeli, onde riconduirc a buon senno i
benemerito e largo direttore 1' ab. Va- tuala presso la chiesa, con pitture espri-
gnucci; gli artisti si riuniscono nell'ora- menti il suo martirio. Morì in B.oma nel
torio di Maria della Pace; il caso mo-
s. 1661 a'g luglio, d'anni 8f, e fu sepolto
rale che prima tenevasi nella chiesa (\e\- avanti l'altare maggiore della chiesa dei
Y Lniversità romafia, ora si tiene ne' lu- filippini, con lapide e magnifico elogio,
nedi ogni \5 giorni in s. Apollinare. postavi dal nipote Carlo decano di se-
PAOLOTTE. Monache. F. MiMMr. gnatura. I censori della corte non aven-
PAOLOTTI. Ordine religioso, r. do difetti da opporgli, presero a criticare
MlNIMf. il modo franco e leale con cui risponde-
PAOLUCCI Fr.\ncesco, Cardinale. va e sentenziava, ciò che torna a suo ciò-
PAO PAO i4>
"io sommo. Altri lo dissero di pocn flein- ne avea incominciato la visita. Ritorna-
iria, e che per aver pnilato con (|ii:ili;lie lo a Roma nel 169C) per la sua esalta-
libertà in pubblico, litaitlò i progressi zione, trovò air apertura delle porte
si
dolo cardinale pi ole dc'ss. Gio. e Paolo si apprende da molle lettere sinodali di-
camaldolesi. Nel 1762 divenuto vescovo Ormisda del 5i4) in cui si legge: Domi-
di ]'oilo, per le sue indisposizioni ricu- ììo Nostro per cuncta Sanctissii/io, et
in s. Marcello nella cappella di s. Pelle- pae. Con questa (orinola si sarchile ripe-
grino, e sopra la porla della sagrestia il tiilo il titolo e il significalo: [)iulloslo al-
ì'ratello marchese Cosimo gli eresse un tri interpretano la voce Papa con dis-
inonumenlo in marmo col suo ritratto giungere le delle lettere iniziali, le quali
.sostenuto da due genii^ sotto al quale si riunite, ciascuna viene a formaie la voce.
legge un magnillco elogio. Agnello Anastasio, iS/o/vV? degli Antipapi,
PAPA, Pontifi'X Blaximusj Antlstcs parlando del nome Antipapa {V-), che si-
sacrorum maaii/ìusj Paraìs et wagister gnifica colui che usuipandosi la santissi-
ilmslìanonnn, Parens noviinis chrislia' ma podestà papale che non gli spelta è
ni, Parens puhlicus calholicinominis: co- al Papa ex diametro opposto, riporta l'o-
sì il iMoreelli. Il sommo Pontelìce, vica- pinione di coloro che tlcdusseio la voce
rio di Ci isto in lena : altre definizioni Papa dalla particola Pape, che presso i
riportai nel voi. XXI, p. 197, parlando latini dinota alto di ammirazione e stu-
di sua elezione e ne'tanti relativi artico- pore, perchè l'altezza e sublimità del gra-
li, come a Nome de' Papi, li Papa è an- do e della dignità papale, superiore a
che sovrano degli Sede apostoli- stati della tulle le cose create e solamente alle di-
ca, di che tratterò a Sovranità pontifi- vine inferiore, non possa con termini si-
cia. Dacché il Pontefice ( V.) ha accet- gnificativi spiegarsi, se non se col render-
talo la suprema dignità a cui è stato elet- ne segno d'altissima meraviglia. Il Vet-
to, egli comincia a chiamarsi Papa (col tori, Fiorino d'oro p. 164, conviene che
qual nome furono acclamali alcuni, e se la voce Papa trae la sua origine dal gre-
Giovanni XXII si dichiarò tale, lo dis- co Pater, onde Walfrido Slrabone rife-
si nel voi. XXI, p. 212, 2ig, 223), su risce, che in questo senso passò in signi-
cap. 2; Petra, Coniment. adconst. apost. dignità; vocabolo che i Pontefici usano
t. I, § 3, n. 7 ; i hoWauAhù, Ad. ss. /un. nelle sottoscrizioni con PP. r. Diploma
t. 5, p. 25; Lamberlini, De synod. dice- e Diurno. Anticamente presso greci e- i
il nome Papa dalla greca voce Padre the padri del popolo, non altrimenti che
(F.), dal titolo di PJter PAtrìaej da PA- presso i turchi tuttora i sacerdoti cristia-
ter PAliuinj da PAslor PAstonmij dal- ni vengono delti P(7/Wi'.v/.; ma poi i vesco-
le IcUere iniziali Petri Apostoli Potestà- vi couie priiaali e soviastanti ai chierici
PA V PAP 147
se l'appropriarono essi solumcnle. Tra i dosi Arnolfo arcivescovo di Milano nel
i^rt'ci rarciprete è chiamato Protopapa finir di detto secolo X il titolo di Papac
(/'.). La Ptipcssa Gioi'anna^r.) è ranci- Urbis Jìlcdiolani, per imitare gli antichi
ila ("avola. Il Benif^iii osserva nel San- vescovi, quali al [)ari del romano Pon-
i
^iiiciio, che ivi giunse nel i a/j-S il car- teficeerano chiamali i'apa, Gregorio V
tlinal Ranieri Capocci con estesissime fa- del ()q8 ne fece doglianza, mentre il co-
collà e col nome di Fice-Papa , titolo stume, almeno d'Italia, avea introdotto
che a que'le.mpi non si era mai inteso : che a'soli successori nella cattedra di s.
(pialche altro esempio posteriore Io ri- Pietro si desse questo titolo. Fu stimata
piHlo alli; biografie de'carcliiiali ; quan- sì giusta la lagnanza, che nel concilio di
do Clemente Vili andò a Ferrara, lasciò Pavia si decretò, che Arnolfo desistesse
T'icc-Piìpa in Ron)a il cardinal d'Ava- dal chiamarsi Papa, a detto amio ripor-
los. A Legato dissi pnrediquelli di Ro- tandolo Muratori negli Annali. Ciò non
ma nell'assenza de'Papi. ostante gli scismatici dipoi, a dispetto del
11 nome di Papa ne'primi tempi del- romano Pontefice, ch'essi mortalmente
la Chiesa fu comune a lutti i sacerdoti odiavano^ cominciarono ad arrogarsi il
venerandi, onde trasse l'origine l'uso di titolo di Papa o per meglio dire col ,
I. I , p. 3o3. Il pali inrca ili Coslaulino- de, è vittoriosamente piovalo, che quan-
poli (lava al ]*apa il titolo di l^Iarario- do il Papa definisce ex cathedra, non
lato {f^-)o Beatissifiio. Chiamasi duiKjue può errale. In più luoghi e ne'concilii,e
IV/pa il romano Pontefice, scriveva un a- in quello stesso di Basilea {T'^.), non che
uonimo (iaiicese, Des ancslinns cnrintscM, a CosT\NZA, ho detto del primato del Pa-
p. 788, perchè egli è il Padre de' ]\i(lii pa di vera e propria giurisdizione, im-
«'d il Padre universale, mentie presiede mediata e suprema sopra tutta la Chie-
alla Chiesa universale ed apostolica, oc- sa universale, anche sopra la Chiesa adu-
cupando il luogo del principe degli a- nata in Concilio {J^'.), in virtù del qual
postoli. Gli eretici non possono soffrire primato, che a niun altro vescovo può
(|ueslonome di Papa: eglino lo danno per trasferirsi, può far leggi che obblighino
ingiuria ai cattolici appellandoli Pnpisti. tutta la Chiesa, né vi è bisogno che la
Scrissero su rpiesto titolo: Cenni, Dis- come sostiene Zaccaria nel-
Chiesa accetti,
seri. y.lSum. 5. Gregoiiiis FJIdtcrc- VAniìfehbronio. La rinnovazione, che si
S'trìt: ut Papne nomcii luiicuni csset in fa talvolta ne'concilii, delle cause defini-
iiiiivcrso Orbe christiano, nec licerci ali- te dai romani Pontefici, non è perchè i
eni scipsum, \'tl aliiim co nomine appel- padri sospettino di una erronea defini-
lare, i. i,p. I Si, sciilla in italiano cui li- zione. Le opposizioni che talvolta incon-
tolo Ialino. Bracci, Eliniologia de nomi trarono i Pa[)i, non provano l'universal
Papa e Pontifcx, Roma iG3o e iGq". persuasione della i-tfoimabililà dei loro
Dielman, De\'Ocihus Papaeaetadbii^ dis- giudizi. Questi i\ue punti, in un agli al-
sertado historica, Witlembeigae 1G72. tri argomenti sull'infallibilità pontificia,
Echellense, De orìgine nominis Papae nec si possono vedere nel dottissimo p. Cap-
non de illius proprielale in Ilom. Pon- pellari, poi Gregorio XVI, liti.ionfo del-
causa il Pontefice romano si chiami Pa- tro nel brei'e del santo padre Pio ì^ T,
pa. Solleiius, in Diss. fmidam. ad ser. che condanna il libro : Quid est Papa?
chronol. patriarchar. Alexandr. de o- Abbiamo inoltre, del gesuita Giambat-
rigine et nolione nominis Papae. A. L. tista Noghera Cosa e il Papa ? Bas -
:
'^mi\, Lettera sull'origine ed uso del no- sano 1783; del p. Tamagna, Origini
ine Papa, Padova 1798. Angelini, Di- de' cardinali par. i, cap. i Che co- :
zione de'nomi de" Papi nella loro crea- Chi e il Papa, suprema-
riflessioni sulla
zione, Venezia 1 Sgo. zia e prerogative, Roma i835. T'. Cro-
Kon è impedimento al Pontificato [V.), NotoGiA DEROMAM Pontefici. Innumera-
l'oscura e bassa origine; ed a Porpora bili autori si occuparono della storia dei
dico, se può esserlo chi Jìon è cardinale. Papi, come quella che comprende e in-
InnuMìerabili sono gliarlicoli su tutto ciò teressa lutto il mondo. Se ne potrebbe
che riguarda il J'apa, ed eziandio le sue formare una copiosa biblioteca, come può
PA P PAP 149
rilevarsi dagli articoli ljiu;^'i'a(ìci d'ogni Jìrio a Giulio II, Venezia. Papire Mas-
l'apa, ove riporto i principali scrittori che soli. Dei vescovi di Roma. Nardi, Com-
delle loro geslaeponli(jcato scrissero nel- pendio delle vite de' romani Pontefiei. Lon-
le loro opere o con apposite storie, ed glii, Breviario storico de' Pontefici e dei
in gran nnniero ne furono autori gli stes- concila. Pagi, Breviarum Ponlificuni ro-
si loro famigliari donic>tici o ministri ,
manoruin, Antuerpiae 1717. Panvinio,
(juali testimoni delle loro a/.ioni, con im- Cronaca de' Papi cardinali. Ciacconio,
mensa utilità della storia rcclesiiolica che f'ita ed azioni de' sonimi Pontefici e dei
è cullegala con quella de' sommi l*onte- cardinali fino a Clemente f''III. Vedali-
iìci. Quelli pertanto ch'ebbero tali bio- si le biografìe di Ciacconio, non che di
grafi, come può liscontrarsi ai loro ar- Oldoini e Panvinio per le opere che scris-
ticoli, piinci|)almente sono s. Giegorio sero sulle storie de' Papi, (juarnacci, F'i-
I, s. Leone IX, Gelasio II, buiucenzo IV, tae et res gestae Pontiflcum rom., Ro-
(Iregorio XI, Urbano VI, Innocenzo Vii, mae 701. Ciampini, Examen lib. poni,
I
\, Pio II, Leone X, Adriano VI, Gre- nomine, Romae 1G88. Del Libro ponti-
gorio XIII, Sisto V, Alessandro VII, Cle- ficale parlai nel voi. XVlII,p. 3i4- Pa-
mente XI, Benedetto XIII, Cleaien le XII, lazzi, Gesta Pontiflcum romanoruni. Ve-
j)cr non dire di altri. Si può anche ve- neliis. Piatti , Storia critico-cronologica
liereOrazioni fu.vedri, ove registrai cpiel- de' romani Pontefici. Can. Giuseppe de
le ancora composte pei Papi defunti dai Novaes, Elementi della storia de'sommi
loro famigliari. Anche cardinali ebbero i Pontefici da s. Pietro sino a Pio VII
i loro domestici biografi, come Paleotti, e a lui dedicati, tomi 17,1821Roma
Millmi, Guidobagni, Gozzadini e altri: i pel Bourlié, 3.^ edizione. Del medesimo,
cardinali Dentivoglio e Quirini scrissero Introduzione alle vite de' sommi Ponte-
da loro la propria storia. Tra quelli che fici sieno dissertazioni storico -crìtiche
compilarono le vite e la storia generale dell'elezione, coronazione e possesso dei
de'Papi, mi limiteròa ricordare seguen- i medesimi, tomi due, Pioma 1822, stam-
ti , An.istasii Bibliolliecarii, De vitis ro- peria dell'ospizio apostolico. Già queste
Tiianoruni Ponlifìcuin a b. Petro aposto- opere aveano meritato de' grandi elogi,
lo ad Nicola tini /, acljcctis vilis Adi in- come deW Effemeridi letterarie di Roma
ni II et S/ephani n, anelare Guillcl- negli anni 1770, 1777, 17896 1793.
iito Bibliothecario, colle note di France- Barone Henrion, Storia de'Papi, da s.
sco Dianchini, Romae 1718. Roselli car- Pietro fino a Gregorio XVI, tomi due,
dinale, /io//Ja/Jo/va/i Pontificuiiì gesta, da Torino i84o.
s. Leone IX a Celestino V, inter Script, II can. d. Giuseppe Graziosi ci chèla
ilal. iVi Muratori. Platina, f^ite de' sommi dissert. pubblicata negli Annali delle
di<gonibraronoda quelle macchie e men- sini e Colonna. Avea ben ragione Ales-
zogne, che originate dall'ignoranza o dal sandro T'II di ricusare simile simula-
livore, fuiono ripetute da cento bocche cro dopo la Pcstdenza (^.), per le cui
e libri ;
poiché detrattori contaminaro-
i saggie cure ne fu represso l'impeto de-
no la verità di sì importanlesloria e spes- solante. Per non dire di altri, Pio FU,
so ancora la generale opinione de'popo- il cui nome glorioso è elogio, con quan-
li, con iscandali e funeste conseguenze; te nefande salire da alcuni s'imprecò al-
spacciando quello d'immacolati costumi la sua memoria !
ligione si adoperarono a screditare: Che '» menti della storia papale vennero raccol-
il cattolico legge le storie dei Pontefici ti sì in oriente che in occidente ne' più
con occhio ben altro che quello degli e- celebri e anche remoti chiostri, come nel-
relici o protestanti e che ( anco dopo ; le più solenni e pubbliche assemblee o
terra, servouo seujpie ai fini della sua lutare influenza non vi primeggiassero
gloria e de' suoi arcani diségni. Posta an- come re de're; onde storico non avvi in
che in fatti (e non mai concessa) che sia, Europa, né forse archivio in alcun regno
la poco lodevole privata vita d'un qual- di essa,che non narri le loro azioni o
che sommo Pontefice, non risulterà che non ne conservi qualche prezioso docu-
sempre più vantaggiosa l'idea di una re- mento. Col rinascer delle arti e delle let-
ligione, che anche mal servita dai suoi tere sorse il lodevole disegno di riunire
ministri, nientemeno vince e sta ferma. in un sol corpo la storia di tutta la Chie-
D'altronde, né bisogna dimenticare l'o- sa, quando la malignità degli eretici, sci-
portcthatreses e^^edi s.Paolo ; ne si può smalici ed increduli astrinse dotti uo-
ilisconoscere la verità, che ciò non ostan* mini ad alfrontare le armi, onde la san-
te iu qualsivoglia romano Pontefice il tità e dottrina de' Papi si dilaniavano,
Jìdcs tua nunquain deJicicL del Salvato- tale fu la immensa mole de'monunienti
re, sta per oltre 18 secoli immoto". d'ogni secolo, che si offrì alle loro ricer-
Dopoché la sede della romana chie- che, che i sommi Baronio, Bellarmino
sa sorse ove era quella dell'impero del ed altri numerosi grandi scrittori, furo-
di sé, rivendicandone la storia sfigurata forze e curve le spalle, e brevi de' piìi e
o calunniiitn, nio//a e tronca, contami- travagliiili gli anni del regno, e nuovo
nata e sanguinolenta dalle tante cagioni ciascuno alle arti del medesimo; pure
enumerate dal sullodato discorso, che f'e- trovansi quasi tutti uomini singolari
cero misero governo della storia per o- e rinomali, chi per santità di vita, chi
scurare la gloria de' Papi, massime di per iscienza, chi per insigne prudenza;
quelli che particolari passioni denigia- cos'i per tortezza d'animo, ardire diutra-
rono nel voluminoso arsenale delle ca- prese, generosità di pensieri, benevolen-
Iiumie e menzogne stomachevoli, con i- non che pieni di sottile ac-
za senza limiti ;
le. Romano, dallo zio Innocenzo li nel col vescovo di Lismore Cristiano, rice-
clicemhie i\Z\ o i i35 fu creato car- vuto dal re di Scozia Davide I colle mag-
dinale diacono di s. Angelo, mori verso giori dimostrazioni. Celebrò un concilio
st.uuare dal l'ontelìce. lutei venne all'e- PAPAKONI Rolando, Cardinale. "So-
lezione di tre Papi e mon sotto Euge- bile sanese o francese, monaco di giiui
vasse in necessità, non volle ricever do- da Parigi. Era considerabile l'antica ab-
ni. Avvisalo da visioni soprannaturali ,
bazia di Benedetto, fondata sotto l'in-
s.
e facondia, nel dì delle ceneri i44Ce'' 1 un borgo, che divenne [)iccola citlà,e nel
lestino II lo creò cardinale diacono di s. i5i7 il corpo di s. Papulo fu trasferito
Adriano, e nel i i 5o Eugenio 111 lo fece iu Tolosa nella chiesa di s. Saluruiuo.
I II P A P P A B
Oiovnnni XXII nel i 3 i
7 l'eresse in cal- guadoca. Ivi ti fabbricò poscia una chie-
Icdialc siifTragatiea di Tolosa, ma il ca- sa con una badia a lui intitolata , e il
pilolo restò regolare sino al iCì'jo, incili luogoov'era posta divenne una città con-
lo secolarizzò Clernenle X. Consisteva nel siderabile, che prese il nome del santo :
prevosto, con i i canonici e altri benefi- f^. s.Papoul. La sua festa è notala il
ciali. Il i.° vescovo fu Bernardo dell'il- giorno 3 di novembie.
lustre famiglia de la Tour di INIirepoix, PAB.A' [de Farà seit Paran). Città
già abbate, e mori nello slesso 3 7, suc- 1 i con residenza vescovile dotta ipnve Bclcìi
ceduto da Miisfujoli poi cardinale. Fra i de Parà^y.), del Brasile, capoluogo del-
successori nominerò i cardinali Pietro la provincia e del distretto del suo no-
Crosso, Rupescìssa , Malrosio ,\ tre Sai- me, sulla destra del Tocantin,chiamatr>
viali, come
ha da Clienu, Ardi, et e-
si altresì Para in questo luogo, al confluen-
pisc. Galliae p. 53o. ^cWe Notizie di
,
te della Guama in una pianura, a 55o
i?OMJa sono registrali vescovi dal 173). i leghe da Rio Janeiro. K d'ameno aspet-
II vescovo Gio. Battista I\I. de IVIailIc de to, con strade molte piazze, case so-
belle,
assediato in Castel s. Angelo, in questo I dintorni ch'erano malsani, non han più
dicesi averlo il Papa a'2 I novembre i527 tal difetto dopo la distruzione delle mac-
vo per singoiar umiltà, come realmente 1738, e pel I." fr. Guglielmo di s. Giu-
si legge nell'epitaffio di sua tomba, essen- seppe dell' ordine di Cristo di Lisbona.
do morto nella sua diletta chiesa, d'anni Dal 1844 'o ^ mg. Giuseppe Alfonso de "^
^PAR P A a i5j
na, unto a'G magi;io i(»47, nvoinlo cor- re prove del suo acuto e ponolrnnle in-
lispnsto alla vivacità del talento cu'piìi gegno. Benedetto \1V nel febbraio 174'
r ipi<li progressi nello studio, da Clemen- lo ammi>;e in prelatura, essendo già suo
te e nubile avello col suo busto di mar- naio 1777, d'anni 62 circa, assai pianto,
mo e iscrizione, nella sua cappella genti- e fu sepolto nella metropolitana, ove gli
lizia sacra alla Madonna. eresse un monumento il fiatello Gio.
PARACCIAN'I RUTILI Urbino, Car. Francesco, con isciÌ2Ìone che colle sue
dinale. Nobile romano, venne alla luce notizie riporta il Catalani, De eccl. Fir-
in Roma agli 8 febbraio 1
7 1 5, ne'colle- iiìaiin, p. 3o6. Di spirilo elevato, di bel-
gi di Praloc Modena die negli studi chia- la mente, attivo, retto e dotto giurecon-
I jG par pa r
sullo, previdente e tli cuor generoso, a- cnìtlaico fiardif, (Iella rjual pni'ol» i gre-
niava cl'esseie illuniinato e istruito nel- ci l'ccevo paraclcisos, i'oise j^vesa diì\ per-
le cose diocesane, temperandola sua di- siani, ed i ìalm'i paradisus. Pare proba-
giiilìi senza avvilirla. Amato e lodato pa- bile che il paradiso terrestre fosse nel-
pronunziò le-
store, ne'soleiiiii funerali l'Armenia, verso le sorgenti ùell'Eufra-
logio funebre d. Nicolò Pietra profosore le, del Tigri, del Faso edell'Arasso, poi-
dclorpienza nell'università, che fu stani- che s'incontrano in quel paese i caratle-
pafo Fermo. Delia prelatura istituita
in ri pe'quali la sacra Scrittura ne indica la
dal cardinale feci cenno a Gallese, per- situazione. La più comune sentenza vuo-
cliè goduta da mg.*^ iMcola Clarelli Pa- le che il paradiso terrestre sia stato dal
racciani, da Gregorio XVI creato cardi- diluvio universale tolto e distrutto. Su
naie e vescovo di JÌIonle Fiascone. di esso riunì alcune eriidizioiii Cancel-
PARADISO, Paradisus. Luogo dei lieri nelle Dinsci t. episL bibliog., e nelle
beati, soggioino della beatitudine eterna, Ossen'. sulla divina commedia di Dan-
dove Dio premia giusti. Come sulla ter-
i ft?. Sul paradiso celeste di quel divino poe-
ra non si conosceva luogo più delizioso ta, il p. Marco Gio. Ponta prepositoge-
che un giardino ornalo di fiori e di frut- neiale tle'soniaschi, di recente nell' yJl-
ta, si appellò paradiso il luogo dove Dio Itiin n.°i2 e^"), an. i 5, ci die l'eruditis-
rende felici per sempre santi. >'iuiio è i simo articolo Rosa celeste, ossia d Pa-
:
potuto entrare in paradiso pi ima che Gè- radiso di Dante Allighieri delineato se-
8Ù Cristo con la sua risurrezione e asceu- condo l'ordine del lesto e brevemente de-
sione ne aprisse le porte, aspettando Tu- scritto. 11 paradiso de'genlili si chiamò
mana redenzione i giusti nel Limbo (/^.), Campi elisi, soggiorno destinato ai I\Ia-
reslre o di Eden, giardino o soggiorno tavano in cose a cui avessero avuto gè-
delizioso creato da Dio nel 3.° giorno del nio nella vita. In questo luogo di place-
mondo, dove avea collocalo Adamo ed re, di soddisfazione, di riposo e di gioia
Eva dopo averli creali e vi stettero finché legnava un'eterna primavera vi scorre- :
durò la loro innocenza, quindi discaccia- va il fiume Lete con dolce mormorio e
ti per aver disobbedito e peccato man- le sue onde facevano obliare della vita,
giando il frutto vietato; molto meno si secondola mitologia. Gli autori che scris-
sa dove sia il paradiso celeste, dove spe- sero sui Campi Elisi, li riportò Cancel-
riamo andare vedasi Bergier, Diz. en-
: lieri a p. 265 del Mercato. Gli antichi
cicl. 11 can. D. Danesi, Ragio/iamenti sul- cristiani chiamarono paradiso Vaino o
l'Eden, Prato i84'2j lagiona sul siguifl- portico della chiesa, e per l'ordinario vi
catodel nome Eden o paradiso terresti e, si trattenevano i penitenti finché erano li-
delia situazione geografica nella parte o- cenziati : per aver Papa Dono I lastri-
rientaledella terra, più orientale che i de- cale magnificamente di marmi il pavi-
serli d' Arabia, alla sorgente di 4 fiumi mento dell'atrio di s. Pietro, fu cliiama-
(nella provincia di Erivan o Armenia an- to paradiso. Con questo nome gli eieti-
tica alcuni pretendono fosse il giardino di ci adamiti chiamarono le loro chiese de-
Eden) della sua natura e delizie, de'due
; testabili. Questo nome talvolta si die an-
alberi collocati nel mez70, della felicità che ad alcuna chiesa, ed a città e luoghi,
dell'uomo nell'Eden ec. La parola pa- Gli antichi cristiani simboleggiarono il
7-rti//io deriva dall'ebraico o piuttosto dal paradiso ne'fjori e negli alberi colle fo'
PAR PAR 1 57
glie, nei loro monumenti. T.n I,onil)ar(lIa E' di fede che la visione intuitiva o co-
fu cliiamata paradiso d' Italia. gnizione di Dio, nella quale consiste es-
Quanto allo stalo ilegli eletli nel pa- senzialmente la beatitudine del cielo, è
indiso celeste, il premio che Dio lia pie- ineguale fra gli eletti; vale a dire, in al-
pnrato nel cielo per tulli cpielli che muo- cuni piìi perfetta che in altri, come de-
iono in iviato di grazia, ed hanno bastan- fluì il concilio di Firenze; perchèè mer-
temente soddisfatto alle pene dovute ai cede delle loro biidiie opere, distribuita
loro peccati o in questo mondo con le In- secondo le leggi della giustizia, lo che in-
diligenze (/^.), e con le opere buone, o segna Matteo. Questa disuguaglianza
s.
nel Pitrgalorio (f^.), si chiama dai ss. A- .si dalla maggiore o minore comu-
forma
postoli, ^•ifa eterna. Ne' hbri santi il pa- nicazione del lume di gloria, che Dio in-
radiso è indicato ancora con altri nomi. fonde nell'anima dell'eletto e che perfe-
Ira' quali Paradiso, città santa, nuo\'a ziona l'intelletto per renilcilo capace di
Giriisalenime, regno di Dio e di Cristo, fissarsi in lui. La immunità poi da ogni
casa del Padre, convito, nozze dell'a- passione che godono le anime in para-
gnello. E chiamato ancora OV/o, il qua- diso, e l'intima loro unione con Dio, ren-
le vocabolo si piglia dalla Scrittura e nel- de ciascuna perfettamente contenta <lel
l'uso comune, anche per Iddio e [)ei suoi suo grado;e la cognizione che altre sie-
altributi. W sono tre cieli, quello dei no beate in grado maggioie, non reca lo-
pianeti, quello delle stelle fìsse od il fìr- ro alcuna iiKpiietezza. Con la cognizione
mamento, ed il cielo de'cieli, il ciclo em- intuitiva di Dio, gli eletli hanno quella
pireo o terzo cielo, ch'è la dimora di Dio, delle divine persone, dei divini attribu-
degli angeli e di tutti i Ideati, f^. Coro ti, dei misteri che formavano 1" oggetto
DEGLI AxGFLi. Bisogna guardarsi bene dal della loro feóe, e di tutte le verità na-
credere che esso consista in qualche co- turali. Quanto alle cose di quaggiù, co-
sa di materiale e corporeo. JNon essendo- noscono essi certamente quelle che loro
vi parole che bastino a significarla na- appartengono, secondo la condizione e lo
tura di quel premio, per sé stesso inef- stato in cui erano su questa terra ; im-
accennò con voci di
fabile, la Scrittura lo perocché è indubitato che abbiano il de-
rose, che più npprez7ano e re-
da noi si siderio di conoscerle e lo stalo di bea- ,
putano beni, e che ne hanno qualche a- titudine importa, che ogni desiderio giu-
nalogia o roppoi to. Gli apostoli però sa- sto ed onesto rimanga soddisfatto. ÌNon
pientemente prescelsero il nome di vita è però occasione di tristezza per loro il
eterna, si perchè la vita e una vita dure- conoscere le afflizioni in cui possono quag-
vole e felice, il massimo fra'beni creali, è giù ritrovarsi le persone di loro pertinen-
brama; si perchè veramente quel premio meute alla divina volonlìi, e perchè co-
consiste nel posseder Dio che vita essen- noscono la somma sapienza e giustizia di
ziale e principio della vita di tutti; sì per- Dio nel disporre e regolare le umane vi-
chè queste parole escludono ogni idea di cende. Gli eletli finalmente si conosco-
materialità. E impossibile concepire lo no fra loro, e traggono a vicenda argo-
slato della beatitudine degli eletti, e ciò mento di gloria accidentale dalla digni-
che Dio ha preparato a clii lo ania, col tà cui sono innalzati, e dalla felicità del-
pieno godimento di lui sommo bene, on- lo sialo in cui si ritrovano. Inconseguen-
de non resta cosa alcuna da desiderare: za della visione intuitiva di Dio, gli elet-
l'anima quindi lo conosce con una visio- ti sono nella felice impossibilità di pec-
ne così chiara e perfetta da divenire si- care, quindi le anime in cielo sono libe-
uiilc a lui, come si legge in s. Giovanni. re da ogni male, ne possono essere alllil-
1 j8 1» a II PAR
le da alcun interno o esterno tormento. rici. Vi sono 2 altre chiese parrocchiali,
Parinieiili nel possedere e amare Dio, conventi, coni'ralernile, ospedale e semi-
•on«e sommo bene e oggetto di beatitu- nario; il collegio de'gesuili l'occupa il go-
iline, la \oIonlà trova appagate tulle le verno, e Sono belle caserme. Gli abi-
vi
}>ue brame. La felieilà degli eletti aviìi tanti sono in gran parte di origine por-
rullima sua perfezione nella generale li- toghese, che in vari modi s'induslriano.
surrezione, (piando l'anima di ciascuno Il territorio è fertile, l'aria salubree as-
s; riunirà al proprio corpo, che l'anima sai temperala, onde il terreno è sempre
perfezionerà e farà capace di gloria so- verde. Il Paraguay fu scoperto prima nel
prannaturale. Il corpo glorioso riterrà i5iGda Giovanni de Solis, poi nel 1 52(J
permanentemente in cielo le doli d'itn- da Sebastiano Cabot indi d. Pedro de ,
fare di cpielli ; che le tribolazioni di que- che gli successe, pretese di organizzarvi
sto mondo non stanno in proporzione una specie di regime feudale, dividendo
con la gloria futura che Dio ci ha pro- il paese in commende , di cui investì i
messa; e perciò dobbiamo sopportare pa- capi selvaggi. Nel i556 vi approdarono
zientemente lutili travagli della vita pre- j gesuiti, che colla loro edificante con-
sente, lo che serve a renderci meritevo- duUa meritarono l'af-
e religioso zelo si
li di quella gloria. Vedasi la bella opera lello delle popolazioni che riunirono iu
del eh. can. Eronzuoli , ora vescovo di molli villaggi e incivilirono a poco a po-
Fiesole, Isliluz. cattoliche, sez. 2 3. Ab- co, dopo aver fatto loro abbracciare il
biamo di 'Muv&ion, De Paradiso conila cristianesimo. La storia la citai nel voi.
BruncUan, Veronae 1 7 38. De ParadiòO, XLV, p. 25o. Nel iGoqla Spagna sop-
legnique coelesds gloria, Veneti is i 7 55. presse le coinmendeediede libertà ai ge-
PARAFRENIERE. V. Palafreniere. suiti di usare qual metodo più loro pia-
PAR AGRO (s.), martire. F. Iitarco cesse, togliendoli da ogni sorveglianza dei
(s.). vicini governatori spagnuoli e proiben-
PARAGUAY [de Paraguay seii Pa- do a tulli l'iiigressu nel Paraguay senza
ìaguayen). Città con residenza vescovi- l'assenso de'superiori della compagnia di
le dell'America meridionale o Indie oc- Gesù. In correspeltivo si obbligarono i
cidentali, chiamata anche ^«ji/iz/'o/^ej ca- gesuiti pagare un testatico sul numero
pitale della repubblica di L^araguay, sul- de'coloni e somministrare un contingen-
la riva del fiume di questo nome, nella te d'uomini pei regii lavori. Non si può
parte superiore ove sbocca il Pilcomayo, abbastanza altamente encomiare quanto
a 240 leghe da Buenos- Ayres. Non è re- sorprendente ne fosse la mirabile 1 iusci-
golai mente fabbricala. La cattedrale buo- la, e quanta illibatezza e prudenza usa-
no edlfìzio è dedicata all'Assunzione di rono per condurre selvaggi a sociale e
i
IMaria Vergine con parroco, ma il bat- mansueto vivere; ed il paese divenne sco-
listerio è in una chiesa prossima, cos'i l'e- pu d'invidia alle più civilizzale contra-
piscopio è poco distante. 11 capiloloècom- de. Tulle quelle orde che a veano resisti-
poslo di 4 digiiilà, I .^ delle quali è il de- to alle armi portoghesi e spagnuole, di-
cano, di 2 cauouicij e di allii prcliechie- vennero pacilichc famiijlie, e appresero
PAR 1» A R 1 59
•lai gesuili colla più |)Uia leligione , le vo Retimo. La diocesi è ampia e coni-
di
cia fu anche lodalo dal Sallu&li , Storia ìthus liturg. lib. I, cap. 24- Tanto lece-
delle missioni del Chile, t. 2, p. 4"- La remoiiic quanto le vesti e paramenti sa-
sede vescovile fu eretta nel i 547 ^^ ^ào- cri servono a conservare la memoria dei
lo III, sudraganea di Piata, e lo è anco- riti della veneranda antichità, ed hanno
la. Ke fu I." vescovo Giovanni di Bar- un senso morale eedificante, perchè qua-
rios dellaMercede. Nelle Notizie di Ro- si ciascuno esprime un punto de'misteri
ma sono riportali successori dal 1739. i di redenzione e altri simboli. Benché nei
Lo è dal 1844 mg.' Basilio Lopez fran- primi tempi si celebrava colle vesti co-
cescano del Paraguay, al quale Grego- muni, come si può vedere In Valfridio
rio XVI die pernusiliaremg.' Marc'An- non pertanto antichissimo è l'u-
cap. 24,
tonio I\laiz di questa stessa città e vesco- so dc'paiauieuli sacri, non però a un lem-
iGo PAR PA Pv
poiché s. Clcmenle I del ()3 e 4." l'a» Piviale j così il Grembiale, Guanti i , i
enni liahcal,qui sacris induli veslitnenlis Baldacchino e l'Ombrellino, ove dico del
eie. prono slcnl vidtn. li Papa s. Stefano Conopeo, sono noverali tra sacri orna- i
I del 237 islilni la benedizione de'paia- menti o paramenti, e soggetti alla disci-
menti sacri e ordinò che i sacerdoti e plina rituale dc'colori secondo i tempi e
diaconi non li adoperassero fuori di chie- le feste. Camera de' paramenti (^f''.), e Let-
sa, né secolaii
i li potessero usurpare. Che to de^parainenli[f"'.), si chiamano i luo-
i paramenti, de'quali fanno uso oggidì i ghi ove assume! paramenti; cpie-
il Pa[)a
sacerdoti nella messa, fossero per fjual- sti e gli paramenti si custodiscono
altri
lo dimostra anche Lamberlini, Z^</ sngr. e altri ecclesiastici, mentre chi ha l' uso
della messa par. 4) sez. i,p. i63. Pa- de'[)ontificalio per privilegio li assumono
pa Eutichiano del 2-5 oidinò che
s. i all'altare; i sacerdoti che intervenivano
martiri sisep[)cllisserocon Colohio Dal- ai sinodi si portavano
, i paramenti sa-
rnatica rossi. Quanto sui Pannilini sacri cri, r. Vesti s.acre.
prescrisse s. Silvestio I del 314? lo dis- Alla primaria semplicità delle vesti
si a quell'articolo, e che tanto essi quan- sacre , successe la ricchezza e preziosi-
to paramenti non si possono far servi-
i tà per maggior decoro del culto divi-
re ad usi profani, e perdono la benedi- no, pei doni fatti da Costantino il Gran-
zione quando perdono la forma o sono de, da altri imperatori, e principalmen-
divenuti indecenti: nel Pontificale roma- te dalla pietà e fervore de' fedeli. Da
iiuni sono le formole delle diverse bene- Costantino dunque incominciarono a s'
cri, cosi degli Arredi e fasi sacri (/ .). sa, tranne qualche caso eccezionale an-
II concilio Niccno celebralo per orduiedi teriore, che notai ai singoli articoli co- ;
s. Silvestro 1 nel 3^5, col can. 63 stabi- me pure presero forme e nomi più di-
lì Ut sit in unaqnaque ecclesia procu-
: stinti, a maggior decoro delle sacre fun-
ratore et cnni eo aiti, qui curani habeant zioni, e quelli che ancora erano comuni
vestinìenlornni et ornatnentoriun eccle- ai laici si abbellirono per incutere rive-
siac. La deve osservare per
regola che si renza, secondo il diverso uso, con oro, se-
mutare colori de'paramenti,e loro uso
i anche dipinte e gem-
ta, ricami, figure
e significati, la dichiaiai a Colori ec- me. AbbiamodaEginardo, cheCarloMa-
ciESiASTici, descrivendo quelli dei sa- gno provvide tutto il clero di abiti sacri
cri parauìenti. Sono questi principal- e preziosi, come di vasi simili. Quindi
mente la Borsa del corporale, il / tlo, quelle vesti ch'erano antiche e comuni
la Sloia, ilMaidpolo, il Succinioiio, la in molli usi, con la dislinzione degli or-
1
te assegnale pel cultodi vino. I Papi sem- lando della proibizione della cera stea-
pre furono generosi colle chiese di sacri rina che si pretendeva introdurre nelle
donativi, sia in paramenti, arredi, orna- chiese invece della cera di api, ricordai
menti e altre suppellettili, di che tratta- il decreto di Pio ^'I1 , col quale proibì
no AnastasioBibliotecano,Severano e al- d'introdurre l'usode'tessuti dicotoneper
tri, mentre di moltissimi ne fu menzio- le sacre sup[)ellettili. Da non molti anni
ne ai relativi articoli. Abbiamo tra gli Olivo espose Venezia alcune mostre
in
che s. Leone 111 alla basilica Vati-
altri, di tessuti di vetro, ritrovato che fu com-
cana donò molti paramenti tempestati mendato e premiato. Quindi con felice
(li Gemme [V.) e di perle, e fulminò ri- successo si condusse l'arte a perfeziona-
gorose pene a chi li rubasse; altri ne re- mento in Lilla da Dubos Donnei e in al-
galò a diverse chiese, così fecero Adria- tri luoghi di Francia, nelle tessiture del
ti sacri. ìVel voi. X, p. i", accennai co- vescovo d'.\rras de la Tour d'Auvcrgne
me senza facoltà i cardinali non posso- da detto Papa creato cardinale e onora-
no disporre de'paramenti e arredi sacri to dei pallio, ne propose il dubbio alla
che usano nella cappella pontifìcia, a que- congregazione de'riti, la quale nell'adu-
sta spettando a tenore della prescrizione nanza de' 26 maggio 1846 rispose: Po-
di Clemente VII e altri Papi, mentre il naiur in folio, cxquisito volo allei iiis ex
concilio di Laterano V e s. Pio V invi- aposlolicarum caerenioniaruvi magislris.
tarono i cardinali a ricordarsi di loro Il prelato segretario della congregazio-
chiese. Ed è perciò che nell'invasione dei ne commise a mg."^ PioMartinucci mae-
francesi nel 1798, essi tolsero dalla sa- stro delle cerimonie pontifìcie di esterna-
grestia della cappella pontifìcia molti e re su di ciò il suo parere ( che lodai nel
ricchi paraajcnli sacri di essa o prove- citato voi. p. I
35, per lesue cruditecon-
nienti dai cardinali morti senza indulto, trarie riflessioni sull'uso de'lunii a gas che
ricamati in oro e argento, ed altri mol- si tentava introdinre ne'sacri templi). E-
tissimi che non più adoperavansi perchè sibito da questi il suo voto alla stessa con-
di forme antiche e soverchiamente gre- gregazione per l'adunanza degli I I settem-
vi, interessanti per 1' arte e l'antichità, bre i847j>1'> sacra congregazione rispose:
come attesta il contem|)oraneo Balilassa- Jiixta votimi caercnioniaruin mi7gislii.
ri, lìcltizioiie di Pio f^f, t. 2, p. S/JH. Vale a dire, proibì i drappi tessuti eoa
Pio \\\ col breve IStiper, de" 7.3 giugno vetro per luso sacro. Nel voto si accen-
1807, Bull. coni. t. I
3, p. 1G7, richia- na come essi sono formati, deducendosi
mò in vigore la bolla Romani Ponli/icis dai documenti spedili dal cardinal d'Ar-
VOL. LI. 1
i62 PAR P A 11
ras e da alcune piancte inancKitc in tlo- /AZIONE, ove dissi de'parati o ara/zi par-
no ad alcuni personaggi dislinlissirai di ticolari delle chiese, e descrivendo que-
Roma. Quindi prendendosi d.d ceremo- steho notalo se ne posseggono (l'iina ric-
niere ad esaminare se a riguardo della chezza singolare, come le coltre inlessu-
Iralezza de'drappi, della vilezza della ma- le d'argento e oro, con fondo di seta o
teria e della novità della cosa, conveni- velluto. bianche, rosse, verdi, donate alle
zione data dagli scrittori ecclesiastici, di- se ornare segnatamente con damaschi
mostrò primieramenie, che sconveniva- (dei quali feci parola nel voi. XIX, p,
no silFatti drappi per grmconveiiienli ai 83 ), broccati, velluti, rasi, talfettano e
quali potevano soggiacere per la fiagili- anche mussolo di colori differenti, in
là della materia; provò da poi l'uso co- ispecie rosso, con trine e frangie d'argen-
stante della chiesa cattolica fin dai pri- to e oro. Le Ghiaie di Tor de specchi , in
mi secoli, di guarnire con oro , argento occasione del s. Sepolcro, apparano le pa-
e genuiie preziose le vesti sacre; e final- reli della loro chiesa interna con bellis-
mente espose quanto sia stata sempre sa- simi parali di paglia di sorprendente la-
gativamente al dubbio proposto. Sulle pa- vanni de'Fiorenlini, sovente Ottavio leg-
reli del tempio, se si possono cuoprire di geva alla mensa e venne diretto dal suo
nero mentre sta esposta la ss. Eucaristia, padrino cardinal Baronio e forse anche
dicendo afler-
tratta Diclichj Z?/3. ///«/g-.j dal cardinal Tarugi. Nel 1 584 Gregorio
mativamenle, tranne l'altare ov'è espo- Xill lo fece vescovo d'Alessandria della
sta. Apparato o addobbo, Oniamentuiìì, Paglia e s. Carlo Borromeo lo consacrò,
dicesi ordinariamente l'ornamento delle che seco trallenendolo, l'impiegò nell'in-
pareli delle chiese fallo con drappi, araz- segnar la dottrina e spiegar il vangelo.
zi e altro, così paramento, Orualiis ec- A premura del cardinal Sfondrali, poi
i lesiae. MovceìW chiama Alratus, l'appa- Gregorio XIV, fu mandato da Sisto V
rato a morto; J\inplu infesto culla exor- nunzio agli svizzeri, con facoltà di legalo
nare, l'addobbare a festa una chiesa. Di a laterej quindi dal suo patrono a'6 mar-
questo argomento ne ho parlato in tanti zo 1591 venne creato cardinale prete di
luoghi, particolarmente a Chies.i, Cap- s. Gio. a porla Latina, e poscia fu pro-
VEl.LE l'ONTIFlCIE, CoLORI ECCLESIASTICI ,
tettore de' camaldolesi e di Germania.
Festa, Fior.i, Lu.mi, Funerali, Canoniz- Inoltre Gregorio XI Y lo destinò legalo a
PAR PAR i63
Idtcrr in Francia per quietare le turbo- re, e poi nel 1200 Innocenzo Ili lo lece
lonze della monnrchia, non ebbe ef- mn vescovo di Palestrina, nel quale anno i
fetto per morte del Papa. Continuando suoi monaci statuirono celebrare ognu-
nell'amicizia di s. Filippo, nelle malattie no alla di lui morte tre messe. Essendo
lo assistè con diligenza e afletto. Inter- legato in Francia e Germania per l'ele-
venne a 4 conclavi, e morì in Roma nel zione d'Ottone IV, questa ratificò, consa-
1611, d'anni 5(), sepolto nel suo titolo a grò Ugo vescovo di Liegi, ivi celebrò un
sinistra dell'altare maggiore, da lui ar- sinodo e introdusseil suono del Campa-
ricchito di preziozo ciborio^ con lapide nello (/^.) nell'Elevazione e portandosi
adorna di slemma ed elogio, postavi dnl il Viatico, onde i fedeli s' inginocchias-
nipote Erasmo, cui avea rinunziato il ve- seio.Nel 1204 fu eletto arcivescovo di
scovato. Deforme di aspetto, fu lodato Reims da Innocenzo III, che gli confer-
per ecclesiastiche prerogative d'illibatez- mò il privilegiodi consecrare i redi Fran-
za, prudenza e pazienza, d'acuto e ma- cia, e santamente morì nel 1206 inGand;
luro talento, e come piissimo e zelante trasferito a Cistello, fu sepolto nel coro
delle ragioni della s. Sede, solo tacciato di della chiesa maggiore, con breve epitaf-
avarizia, per cui lasciò considerabili ric- fio in versi. Si rese insignemente singo*
chezze dilapidate dai nipoti. lare per mansuetudine, soavità di costu-
PARDOLFO (s.), abbate di Gueret. mi e profonda pietà, onde col titolo di
Figlio di un agricoltore, nacque circa il beato è registrato nel calendario cistcr-
658 nel villaggio di iSardene, presso ciense e nel martirologio francese. L'Ou-
Gueret, nell'alta iMarca, che faceva allora din parla dell'opere che scrisse.
parte del Limosino. Amando assai il ri- PARECOPOLI o PARTICOPOLf,
tiro e l'orazione, lasciò la casa paterna e Paraecopolis. Sede vescovi le del la i.^ Ma-
si rinchiuse in un romitorio per darsi cedonia, nell' esarcato del suo nome, e-
unicamente a Dio. Divenuto celebre per retta nel IV secolo sotto Tessalonica. Eb-
la santità della sua vita, fu costretto as- be 1 vescovi. Orienschr. t. 2, p. ^5. Pa-
sumere il governo del monastero di Wa- recopoli, Parecopolitan, è un titolo ve-
ract, e vi mise una perfetta regolarità. scovile iìi parlihus dipendente da Tessa-
Egli si propose per modelli gli anacoreti lonica.
pili penitenti, e consecrava all' orazione PAREGORIO (s.), martire. F. Leo-
tutti gì' intervalli diesi trovavano fra le NE (s.), martire.
diverse ore dell' ulìicio divino, ricevendo PAREMBOLA. Sede vescovile della
dopo nona poveri ed i i malati che veni- 2.' Arabia, sotto la metropoli di Boslra,
vano a visitarlo. jMorì in età di 80 anni eretta nel V secolo. Fu detta anche Ca'
circa, e fu seppellit<j nel suo monastero. itrntn Saraccnoruin, per la conversione
Esso è onorato 11 giorno (3 di ottobre. dei saraceni erranti, che in detto secolo
PARÈoPORE Guido, C<7/r^//2(7/('.Fran- eiano Arabia deserta, operala da s.
nell'
cese, neh 187 divenne generale de'cister- Eutimio celebre abbate di Palestina. Eb-
ciensi, e pei favori che fu degno di riceve- be a vescovo Pietro battezzato da tal sau-
re dalla Beata Vergine per Cislello, sta- to, che fu al concilio d'Efeso, già prin-
bilì che i suoi monaci ogni giorno ne reci- cipe della tribù de'sai aceni, cui successe-
tassero l'offizio in coro. Come amalo per ro 5 altri registrati neW Oricns dir. t. 3,
le sue virtù da Riccardo re d'Inghilltr- p. 7G7, e Siria sacra j p. 112.
ra, ricevè preziosi doni per la basilica di PARENTE, Consanguint'us^ cogna-
detto monastero, quindi meritò che Cle- itis.Congiunto di parentado, ossia di con-
mente III nel settembre iqo lo creasse
i s.inguinilà o affinità il consanguineo è
;
cardinale prclc di s. Maria in Tiustcvc- (jucUo della medesima stirpe jraiDno, nj*
iG4 l'AR PAR
finis, ha quel grado di parenlcla, che na- sorla, cioè retta o diretta, la quale è una
scc per maritaggio Irai consanguinei (Iella serie ordinata di ascendenti e discenden-
nioglie e il marito, e tra i consanguinei li, i quali procedono direltamenle dallo
del marito e la moglie, chiamandosi co- stesso stipile, cioè uno de'quali discende
guato il marito della sorella, il hatello dall'altro : per esempio la serie del pa-
della moglie e anche il marito della sorci- dre, del figlio, del nipote, ec. In «picsta
la della moglie, e vicendevolmente delle hnca non si con>puta, secondo il gius ca-
femmine. Cognato dicesi pure per con- nonico, la persona o antenaie da cui le
giunto à\ cognazione, \i\c\yn\\e^ indistin- altre hanno origine. La 2.' linea si chia-
tamente nome generico ed il legame di ma//r/.?t'e/'.?rt/eoco//(^z;er<7/f', la quale con-
paicnteia Ira tutti i discendenti d' uno tiene le persone discendenti da uno stes-
steSso stipite e di uno stesso tronco, tan- so stipite, ossia le persone, una deUe
lo per parte de'maschi,quanto per quel- quali non discende dall'altra : tali sono
la dellefemmine; a dilFerenza deir<7g/i<7- per esempio il fratello, la sorella, il cu-
zione che non comprende che discen- i gino, la cugina, ec. Per grado s'intende
denti per parte de'maschi da un mede- qui la distanza delle persone cousangui-
simo padre, ma in una diversa linea, ed nee Ira di loro mediante lo stipite comu-
è una specie pai ticolare di cognazione, la ne. Le regole poi per conoscere i gradi, di
."
quale solo abbraccia discendenti da ses- i consanguinità sono le seguenti : 1 In li-
so mascolino. Agnati si chiamano anche nea retta o diretta tanti sono gradi quan- i
noi. Nel voi. X LUI, p. 28C», dichiarai co- lo stipite. 3.° Nella trasversale ineguale^
ine la parentela si distingue in tre sorti, tanti gradidi personesono distanti, quau-
cioè naturale o carnale, spirituale, lega- lo la persona è distante dallo stipite, la
le o di adozione. Ad aggiungere qualche quale vieneadessere la più rimota. Quin-
nozione alla prima o parentela naturale e di il figlio è iu i.° grado col padre, i ni-
diconsanguiiiilà.diròch'essa èuna paren- poti in 2.°, i pronipoti iu 3.°, ed i terzi
tela o congiunzione di sangue tra perso- nipoti in ^°. I figli di due fratelli sono
ne, o discendenti dallo stesso stipite o stir- consanguinei in 2." grado e col medesi-
pe, come sono i fratelli congiunti di co- mo sono distanti dallo stipite comune. Il
gnazione, o tra persone, una delle quali fratello del padre e sono distanti
il figlio
tliscende dall' altra, come sono padre e dal padre in 2." grado, perchè la persona
figlio, avo e nipote ec. Queste cogiiazio- pii^i rimota, cioè il figlio del fratello, è dis-
ili e parentele tanto in linea retta che tante dall'avo, il quale è lo stipite, in 1°
trasversale sono più o meno lontane le grado. Vedasi Diclich, Diz. sacro litnrg.,
une dalle altre: queste lontananze di- art. jllatrimonio , Traviando della cogna-
slanze si chiamano e si distinguono per zione suo impedimento derimente, ripor-
linee e gradi. La linea o lignaggio è una landò l'albero di consanguinità, che di-
serie di peisone congiunte per sangue, mostra tutti gradi delle tre indicate li-
i
die cousiste iu certi gradi, ed è di due nee. A Uri ecco come spiegano la parentela
P A R PAPt 165
naturale. Vi sono tre cose da considera- renle che avea accettato l'eredità spar-
re stipite, la linea, il grado. Per lo
: lo geva fiori sidla tomba, secondo l'obbli-
stipite ovvero sorgente, intendesila per- go che gli correva. Delle antiche e pre-
sona da cui discendono tutte le altre e la senti dimostrazioni di duolo tra'pareiiti
quale è come il centro che soniininistra parlala Lutto. Degl'impedimenti fra'pa-
il legante prossimo che hanno fra di lo- renti per sposarsi, f^. IVI vtrimomo altre ;
simo sangue, e dividesi in due sorta, la chiamasi nepotismo l'eccessivo amore ver-
retta e la collaterale. La linea velia ri- so de' parenti. Il Sarnelli, Lelt. ceri t.
guarda, da una parte .gli ascendenti, va- 7, lett.6: Dell'amore de' parenti noci-
le a dire quelli che ci hanno dato la vita vo a chi governa chiese ; dice che la po-
ossiano quelli da cui noi l'abbiamo avu- litica del mondo è diversa dalla poli-
ta coM il padre, l'avo e gli altri risalendo
: tica della Chiesa. Quella del mondo per-
sono nell'ordine degli ascendenti. Il figlio, suade a far grandi i parenti e confidare
il od il nipote e gli altri
(jglio del figlio nelle loro mani le magistiature princi-
in .seguitosono nell'ordine de'discenden- pali, come fece Augusto politica però ,
li. La linea ìiuUreUao collalcralc è una disprezzata da chi slimava piìi l'utile pub-
serie o successione di persone che deri- blico che il privato, come praticò JN'erva,
vano da una sorgente comune, senza di- che preferì ai parenti Traiano, adottan-
scendenze le une dalle altre tali sono i : dolo per fig'io e successore. Perciò quan-
fratelli, i cugini, gli zii,i nipoti, ec. Que- to più deve essere attento chi governn
sta linea è eguale o ineguale : essa è e- chiese? quanto deve essere staccato dai
guale quando due persone trovansi l'u- parenti ! Di s. Agostino vescovo d'Ippo-
na e egualmente distanti dallo sti-
l'altra na scrive Possidio: egli non fece testa-
pite comune, come il fratello e la sorel- mento, poiché essendo povero in Cristo
la ; è ineguale e chiamasi anche mista, non avea che lasciare; né in vita né in
quanilo una persona è più lontana dal- morte trattò parenti suoi, tanto religio-
i
la disianza in cui i parenti sono gli uni mente far si suole; e mentre visse die bi-
d.igli altri, cioè la misura di prossimità sognando, ciò che dava agli alti poveri. i
i66 PAR P A R
gli esempi, osservando, che il tlemonio dinahilo diversi parenti. Clemente U' del
insidialorespertissimo, perfarcadei'quel- I ?.(i5 proibì al nipote e agli altri paren-
iiche conosce non poter assalire apeita- tidi recarsi in Roma altro cheavea tre ;
nienleperla loro santità, cerca ingannarli prebende l'invitò a rinunziarne due; die
con serabianya di bene, uno de'quali fu s. cinquanta scudi di dote a una nipote,
Udnli ico vescovo d' A ugusla, che giunto al perciò non si poterono maritare le sue
divin tribunale sentì ànsv.quia stcundum due figlie nate da legittimo matrimonio,
desiderili m siiiitn consentieham ci, noluiit ed a chi ne cercava una, domandò se vo-
ne impuiiìtum in siiiiin recipere consor- leva essa o il Papa ? Nicolo III Orsini
tiinn. L' amor dei parenti è pur nocivo troppo arricchì e ingrandì i propri con-
a chi imprende la via dello spirito. De- giunti. Martino IF con modesto viatico
gli ecclesiastici, vescovi e Papi che si di- rimandò il fratello ch'erasi portato a tro-
stinseio in moderazione o in eccessivo a varlo, dicendogli che beni erano della i
madre necessitata di vivere delle limo- versi feudi al nipote, fu appassionato pei
sine della chiesa di Cantorbery. Come si suoi e gli arricchì, ma
ebbero fine infe-
regolò Innocenzo IfT^ si può" vedere al- lice. Bonifacio IX
ebbe premura di ar-
la biografia. Innocenzo IV esaltò al car ricchire la madre, fratelli e nipoti che
i
P A R PAR 167
rsallò con onori e feudi, indi mal si ri- figliaad Orsini, e perdonò il nipote du-
dussero; alla sorella maritata ad Acqua- ca d'Urbino, uccisore del cardinal Ali-
viva die 20,000 fiorini d'oro di dote. In- dosio, in punto di morte; diversi adottò
nocenzo FU i\ì criticalo pel favore ac- nella sua famiglia Rovere. Leone /ile- X
cordalo a indegno nipote, fatto marche- dici privò detto duca de' suoi stati per
se della Marca. Alessandro T' confessò darli al proprio nipote, innalzò alla por-
non aver mai conosciuto parenti, per cui pora G parenti compreso il \iipote Cibo,
diceva trovarsi esente dalla tentazione in restituzione del cardinalato ricevuto
d'ingrandirli, e prese i poveri per con- dall'altro di lui zio Innocenzo Vili, e
f^iiinli. Martino V Colonna del \\\'j ar- procurò ad altri stati e ricchezze: adot-
ricch'i con feudi ed esaltò con onori i pa- tò alcuni nella sua famiglia, y^r/rw/jo Ff
renti pure alla morte de'fratelli si mo-
;
si mostrò pienamente spogliato d' incli-
strò senza turbamento. Eugenio IV trat- nazione ad ingrandu" la sua povera pa-
tò i parenti in palazzo senza distinzione. rentela col patrimonio della Chiesa; ri-
Nel concilio di Basilea, prima che dive- mandò da Roma con moderato viatico i
nisse conciliabolo, fece confermare le leg- parenti che vi si erano portali nella spe-
gi sui car<linali fatte in quello di Costan- ranza di migliorar fortuna all'ombra del
za, uiKi delle quali era : che i nipoti del Vaticano, dicendo dovere più a Cristo,
l*apa o de'cardiuali viventi nonsieno mai che alla carne e al sangue: castigò un
cardinali.Queste leggi giurate in diver- nipote che avendo un benefizio di 70
si Conclavi (^.), furono pochissimo os- ducati oliò ad altro di 100, che poi a
servate. Nicolo òt\ i447 lontanoV f"^' preghiere de'cardiuali concesse previa
dal nepotismo, creò cardinale il fratello rinunzia del primo. Clemente FU Me-
uterino, ma recandosi nell'anno santo a dici assai curò l' ingrandimento e la so*
visitarlo la madre, non volle riceverla fin- vranità di sua casa.
ché non si vestì semplicemente. Calisto Paolo IH Farnese del 1 534 t creò
IH perduta nell'amore de'nipoti, cui
fu diversi cardinali parenti, investì di Par-
cumulò cariche e onorificenze. Pio II dei ma, Piacenza e altri leudi della s. SnAa
ì^5S, già Enea Piccoloniini, soleva ri- il figlio Pier Luigi; la loro ingratitudine
poteie Quando era Enea niun mi co-
: cagionò la sua morte, prima della quale
ìioscea,ora che son Pio tutti mi chiaman egli stesso deplorò il suo acciecamento.
zio! Li arricchì ed esaltò in più modi : Osserva il Ferlone, Fiaggi de' Papi, p.
molti adottò nella sua famiglia Piccolo- 3 I q, che i nipoti di essi da loro investiti
mini. Sisto IF della Rovere del i47 i fu furono sventurati
di slati, nel principato
troppo largo co' parenti, di 5 porpore ,
e uccisi, come (potrei aggiungere altri
feudi, cariche e ricchezze. JNel successi- esempi) Cesare Borgia, il duca d'Urbino,
vo conclave cardinali giurarono le prov-
i Alessandro de Medici e Pier Luigi Far-
videnze di Basilea, e che il Papa non po- nese; e che i loro stipiti non oltrepassa-
tesseannoverare al sacro collegio più di rono il 7.° grado. Giulio III del i55o
un suo parente, così moderando que'de- creò diversi cardinali parenti, fu molto
treti. Innocenzo f'/// C/^o arricchì per infiuenzato dal fialello; tuttavolta ben-
(pianto potè il figlio e la figlia, e ingran- ché troppo affezionato al proprio sangue
dì i nipoti. Alessandro FI Borgia del pubblicò bolla che due fra-
in cui stabilì
\.\i)'i fu dominato dai suoi numerosi fi- telli non potessero al tempo stes-
carnali
gli e nipoti, cui cumulò onori, 7 porpo- so es>ere carilinali, ciò che non fu sem-
re, ricchezze e feudi con gravi scandali e pre osservato, come sotto Urbano VII!,
fiiue>tc conscgueiize. Gm//o 77 del 1 5o3 e a'tempi nostri avemmo due Do-
fratelli
!ecc cardinali ili versi parenti, maritò sua ria cardinali. Marcello 7/ si distinse pel
i68 PAR PAR
distacco dai congiunti, non permise clie Cardinali, ove feci un catalogo di paren-
alcuno si accostasse a llonia, ed ai ne- ti Papi e altri creati in giovanile età.
ili
poli che vi erano vietò visitarli e non Urbano Vllù<i\ 1^90 rimandò via pa- i
volleclie abitassero in palazzo. Paolo IV rcnli accorsi in Iloma alla sua esaltazione,
Cai afa fu largo di onori e feudi coi pa- cogli altri fu esemplarmente moderalo,
tenti, (èi:e il nipote cardinale e soprin- ninno impiegando nel capitanalo delle
lendenle a lutti gli alluri dello stato ec- guardie e altri ullizi palatini. Gregorio
clesiaslico ; per loro fu ingolfato nella XIT fu estratto dal corpo della madre
guerra con Filippo 1! , ma illuminato morta, ed ebbe per genitore Franceso
della rea condotta de' nipoti gli esiliò da iS'/ondrati poi cardinale: curò l'ingiaiidi-
l'ioma, gli spogliò delle cariche e prov- mento dc'parenli. Clemente Vili Aldo-
viste, abolì gl'inipioglii da loro conferiti e hraiidini del 1 5n2 annoverò al sacro col-
le imposizioni imposte senza sua saputa, e legio4ii>poti,e per lo smisuralo alFetlo al
quando si vide sciolto dai legami del ne- proprio sangue, gli concesse ricchezze, o-
polismo, esclamò: del nostro pontificalo nori e gradi, a ciò indottoanchedalla cor-
anno primo. Pio IF coi\^cvmh\aho\\ni\'\ te adidatrice. Questa non potè persua-
Giulio Illj trattò con troppo eccessivo ri- dere Leone XI a crear cardinale il ni-
gore i parenti di Paolo IV, fu generose) potè nel suo bievissimo pontillcato. P/'/o-
co'suoi, ne creò tre cardinali; un nipofe lo V Borghese grandemente arricchì i
fece generale delle milizie ponlilJcie, altro suoi congiunti^ elevandoli alle primarie
prefetto delle armi, ed avendo assegna- dignità ecclesiastiche e civili, benchèap-
lo 100,000 scudi di dote alla nipote, la pena eletto proibisse per corriere a quelli
metà die il successore s. Pio V. Questo di Siena di recarsi in Ptoma; egli però
fu benedco e severo coi congiunti, e rein-
legrò giustamente
iiefìeiati la
i Carafa
facoltà di rassegnare
: tolse ai be-
i bene-
rio W
si regolò col consiglio de'teologi. Grego-
fosse preda de'laici, come dichiarò nulle episl. p. Uj3, nel riportare una storia
le disposizioni degli ecclesiastici in fa- inedita del suo pontificato, riferisce che
\ovc de ùaslardi. Gregorio XTII Bon- essendo di buone intenzioni, ma così my-
<'Ow?/;c/^^/io benelliò ed esaltò i congiunti, le affello che non |)Oteva attendere ai
ma vietò alla cognata recarsi in Pujiiia, negozi, onde soleva dire ai parenti : go-
e per un tempo rilegò a Perugia il figlio verneme e fé viij e che l'Amidenio lasci'ò
avuto prima d'essere chierico; a questo scrittoaver Gregorio XV
concesso tutta
per altro procacciò diversi feudi e lo fé- la mole degli affari al nipote cardinal Lu-
1 585 fu amante de'parenti che ricolmò sej ut dieteriiun ipsius ad suos in pulii-
di grandezze e dignità; dispose con boi- cutn prodierit. Paseite me, et i'olns prò
la che vivente un cardinale non si possa libilo dii'iiias quaerite. Urbano Vili
elevare alla porpora il fratello, lo zio, il Barberini creò cardinali il fratello, due
nipote o altro parente in i
."
o 2.° gra- nipoti e due altri parenti, concedendo
do, escludendo dalla dignità gì' illegitti- troppo potere ad essi ed a quelli secola-
mi d'ogni condizione seljbene legittimati, ri, con immense ricchezze ed onori il :
e (juelli che non abbiano almeno 2 2 an- IMuratoii dice che nel suo pontificato di
ni, benché avesse crealo cardinale il nipo- -?. 1 anni, die in ciascun anno un milione
te di i/j. Di questo argomento parlai a eh scudi alla sua casa. 11 p. Pallavicino
PAR PAR rGr)
i^p>;uifn ])OÌ carilinalc, nella vita mss. di nile avesse tanfo dcclainnto siili' abuso
Alcssamlio VII, n(t-iÌNce clic avca pics- del iiepotisnio, e in principio non (lasse
so di sé due copie d' mi voto de'piimi stiuiz.i in palazzo al nipote poi cardina-
leoloi^i e canonisti di Roma, fatto d'ordi- le, onde dopo morto fu segno delle piib-
ne d'IihanoA secondo il lo- 111, il ipiale bliilie satire e ingiurie, così i paienli fa-
ro consiglio voleva provvedere alla sua voriti,al tempo de'qnali eransi aggiunte
coscienza, dóve unaniinemente conven- i i gihelle. Clcincnte IX Rospii^tiosi fu
gono che sia lecito
, al Papa donare motlerato coi consanguinei, e soleva di-
100,000 scudi l'anno a' propri parenti, re loro ch'eranoabbastanza provveduti
la (|ual sentenza poi dal p. De Lugo gè- con quanto del suo gli avea rinunziato,
suita, ancli'esso elevato alla porpora, fu Clemente X altieri adottò per nipoti i
moilerala a 5o,ooo scudi; del medesi- Paluzzi Albcrtoni , e si mostrò con essi
doveroso alla coscienza, come al Papa fecero molto onore, ai modo celebrato
stesso offrì il cardinal nipote favorito, da ai due articoli, Innocf.xzo XI e Odescu-
lui di ciò richiesto. Nel seguente ponti- chi famiglia. Agli Altieri- Paluzzi lasciò
fìcato I Barberini patirono grandi peri- le cariche secolari, ma ne defalcò gli o-
pczie: a tale articolo riportai i molti coi norari. Quando l'ambasciatore imperiale
quali Urbano VI II qualificava i parenti, gli disse che il suo sovrano avea preso sot-
Innocenzo X
Pamj)hilj del 1644 "O'i ^'^ '^i •"*'^'''' prole/rone la di lui famiglia, il
fu senza glorie, ma infelice [)er la sua con- J*apa rispose prontamente : Non aver ne
dotta co'parenli che ricolmò di onori e casa ne famiglia, tener la dignità i/i prc-
ricchezze, donando alla cognata d. Olim- stifo da Dio. In sede vacante i. cardinali
pia iMaidalchini somma e nocevote in- fecero il nipote generale di s. Chiesa,
fluenza nel governo : rinunziando la por- Alessandro FU [ Otlohoni ripristinò il
pora il nipote, per tale adottò l'estraneo nepot-ismo cornine iato dal [)reilecessore ad
Astalli, poi caduto in disgi;izia,come di estinguersi: il couciltatlino Palazzi sciit-
frcquente accadde ai congiunti. D. Olim- lore delle Fite de' Papi, procurò giuslifl-
pia si come povera vedova, fargli
ricusò, cario coll'esempio di Gesù Cristo, cheaU
la cassa mortuaria e seppellirlo Chi vi ! l'onore dell'apostolato ohiamò molli suoi
supplì lo dissi nei voi. VI, p. 206, XXI II, parenti, ma tale autore non si mostrò così
p. 8'»., XLI p. 266. Alessandro
,
VH discreto cogli altri Pontefici. Nel iGc) i gli
Chigi che gli successe, ad istanza di di- successe Innncenzo XII Pignatìelli, che
versi personaggi, consultò i cardinali in compila giand'opeia incominciata da lu-
concisloro per chiamare i parenti a Ro- nocenzo XI. Pertanto colla bolla, /io///<z-
nia dopo un anno, ma poi assai gl'ingran- /;«/// r'/rr<-/Po'//'/à'c/;i,de'2 3 giugno i()cp,
dì ed esaltò, benché quando era cardi- Bull. Rem. t.
q, p. '2G0, cstinse uilalto il
170 PAR PA R
grande autorità e lo
iie|jolismo, cioè la Ai'osTOLico. Con un libretto intitolalo :
tamente lodata anche dagli eretici, uno elfetti di questo nepotismo, tessendo la
de'rpiali scrisse » ch'essa avrebbe pro- serie di quei Papi che non si erano guar-
dotto, ogni qualvolta fosse ben osserva- dali dall'eccessivo affetto al proprio san-
ta , vantaggi cotanto considerabili, che gue. Clemente XI Alliani solo esaltò i
essi solo basterebbero a rendere immola- parenti, dopo averli sperimentati meri-
tale il nome d'Innocenzo XII e celebre tevoli, e ad istanze del sacro collegio:
il suo pontificato a tutta la posterità ". ordinò fratello Orazio e sua moglie
al
Vietò pertanto severamente che i Papi che si astenessero prendere i titoli che pri-
potessero arricchire i loro parenti co'be- ma si accordavano ai parenti de' Papi,
ni della Chiesa, e dichiarò clie ai Pontefi- che non assumessero insegne principe-
ci era lecito soccorrerli soltanto con quel- sche, che non si mischiassero negli alta-
lamoderala liberalità, colla quale avreb- ri di corte, contenti del contegno di no-
bero sollevalo la necessità degli estranei, bili privati, non prendessero protezioni,
per la qual causa prescriveva che a'ioro non ricevessero regali, né volle dichiarar
parenti ecclesiastici non potessero darsi principato Soriano (V.), acquistalo dal-
più di 12,000 scudi di rendita annuale, la famiglia, e si ricusò far Maresciallo
in pensioni o benefizi ecclesiastici. Sop- del conclave [V.) il medesimo fratello
presse perciò que' titoli e dignità che che amava, vietando ai cardinali assiste-
spesso ingrandivano i nipoti o altri pa- re al funerale che gli fece celebrare, al
renti dei Papi, ch'enumera la bolla, cui quale articolo dico delle altre esequie dai
erano annessi copiosi e pingui assegna- Papi fatte ai parenti , come nel volume
menti; le quali cariche e dignità sola- XXVI li, p. S'è e 5g. In punto di morte
mente per necessità iirgenli si potrebbe- disse ai nipoti che la moderazione nel
ro rinnovare, avuto solo riguardo al me- benificarli era siala regolata dalla coscien-
rito di chi ne dovesse essere provveduto. ?a, e stelle vigilante per non essere sor-
Così risparmiò 80,000 scudi annui alla preso in quel punto a loro favoie. Tut-
camera apostolica, allora gravata di cir- tavolta l'ambasciatore veneto Erizzo, in
ca 5o milioni di debiti. Allìnchè poi la una sua relazione, compianse Roma per
bolla fosse perpetuamente osservata e essere stata di nuovo precipitata nella
stabile, la sottoscrisse e giurò , e altret- gran voragine del nepotismo dopo es- ,
tanto fecero 35 cardinali presenti in Ro- sersi congratulato con Innocenzo XII,
jna, prescrivendo che in ogni conclave che ne l' avea tratta fuori. Innocenzo
da tutti cardinali si giurasse,e di nuo-
i XIII Conti creò il fratello cardinale e
di esso. Per [)arenli Innocenzo XII pre- ben assistito dal cardinal nipote, men-
se i poveri, al «nudo descrilto a Osrizio tr'cgli per 8 anni pati la cecità: dichia-
r A R PAR 17 r
rò the il senatore di Roma fosse icpii' no gi-andc autorità ai pareiilì, che piìi
tato come nipote del Papa e gli conces- vdlteriusc"! pregiudizievole anche ai suc-
se insegne principesche, li nipote Barto- cessori per la potenza acquistata , e nei
lomeo fece principe assistente al soglio. conclavi i cardinali nipoti esercitarono
Benedetto XI F Lnìiihertini non conob- molto potere sui cardinali creati dai pro-
be nepotismo e trailo i parenti con te- pri zii, onde l'eletto per compiacerli tal-
nui riguardi.
o Clemente XITI Rezzonico volta s'impose il nome. Quindi un gran
j)rocedè con modera7Ìone, fece celelna- numero di cardinali ni[)oti furono col-
rc funerali alla madre e al fratello, es- mati di benefizi ecclesiastici, di dignità,
sendo la piìma morta 22 dopo la giorni di cariche primarie, come di soprinten-
sua elezione (dicesi che aveagli mandato denti a tutti gli affari dello slato ponti-
denaro, che come Papa ne dovca aver ficio e legati tl'Avignone, prima che fos-
|jisogno pili di prima) un nipote creò : se istituita la carica di Segretario di sfa-
cardinale, altri fece senatore e principe to (V.), non che legati d'altre citlà ed
del soglio, rome avea praticato Innocen- a diversi sovrani, e dichiarati cardinali
zo XI II. Clemente XI f^ fu lodato pei' la palatini. Molli cardinali nipoti fecero
sua indifferenza co'parenti. Pio VI Bra- grande onore al Papa zio ,
gli eressero
schi venne alquanto tacciato per l' affet- magnifici monumenti , curarono il suo
to ch'ehlie pei nipoti che fece venire in buon nome e decoro, l'amininistrazionc
Roma, ed a' quali acquistò diverse pos- della giustizia, la protezione de'virtuosi,
sessioni, il ducato di Nemi (descritto a de' letterati e degli artisti; divisero con
Geivzano), il Palazzo Braschi {V.), ove lui leimmense fatiche, ed esercitarono
parlo della famosa statua di Pasquino una benefica e vantaggiosa influenza. Il
che sempre fu segno delle satire : de'suoi nepotismo moderato e ne'limiti di sag-
nipoti cardinal Rraschi e duca d. Luigi gia prudenza, riuscì sommamente utile
parlai ancora ne' voi. XXXIII, p. \ 18, alla Chiesa, allo stato ed ai Pontefici,
126, XLI, p. 272. A'giorni nostri furo- per la vigilanza che i buoni parenti por-
no superiori ad ogni elogio, ci edifica- tarono su luttociòche li riguardava: un
rono e si resero segno dell' universale Papa isolato e senza alcuno del suo san-
ammirazione pel contegno die tennero gue è assai esposto vivente e dopo mor-
co'parenti. Pio FU
Chiaramonti, Leo- to, facendosi gli altri delicati riguardi, che
ne XII della Genga, Pio T'III Casti- riescono nocivi. Gli airettiiosi e feileli in-
glioni e Gregorio XVI. Il cav. Artaud timi fiimigliari poco possono fue, oltre
nella Storia di Pio VITI, cap. i, fìicen- la cura personale, perciò ordinariamen-
dodi essi gii elogi, ecco come conchiu- te bersagliati dai compagni invidiosi,
de. " Sparirono cos'i, a'nostri giorni, tan- non giovando neppure beneficarli, per
ti mali, tante ingiustizie, tante accuse e quanto riportai in più luoghi, parlando
t.TUti dolori che laceravano il seno della dell'invidia, enei voi. XVII, p. 2()o,
Chiesa ". Più nel cap. fi Que-
aggiunge. » 2f)i, 2q2 2f)3. Tuttavolta
,
nepotisti i
sti 4 Pontefici hanno distrutto, durante sono molto combattuti, perocché un ser-
quasi tolta la metà del secolo XIX, una vigio opporfunemente reso da'parenti ai
causa incessante di reclami e di violenti Papi non compensa mille odiosi mali
,
P A R
di, investllure di stali anclie polenti, /»o- rico di quanto lo riguarda, il di più è
gliidi molili^ iifljzi l'acabili, dignilèi e pri- ne' luoghi ove parlai di lui. Il titolo di
marie cariche, come Plessi (lifcri, Gonfa- cardinal nipote è molto antico: nella
lonieri eli x. Chiesa, Prcfctli di Roma, medaglia fitta coniare dal cardinal Ro-
Generali di s. Chiesa, tlella Marina e vere (poi Giulio li ) nipote di Sisto IV,
delle Milizie, Castellani di Castel. An-
<;. per l'erezione della rocca à' Ostia, si \eg-
gelo, Governatori di Borgo, capitani dei i^ecardinalis nepos. Riferisce il Lunado-
Cavalleggieri e guardie del corpo, il tut- ro, Relaz. della corte di Roma, stampa-
to narrato ai loro articoli. Ai parenti del ta nel 1646, che i segretari pontifìcii di-
Papi competeva il titolo di eccellenza e pendevano (lai cardinal nipote, da cui
anticamente V Illnio Eccnio sig. mio os- prendevano gli ordini, benché trattasse-
sen'andissimo, traltajtiento dato dai car- ro gli affari colIl De Luca, Il car-
Papa.
dinali, ead Os,sERvA^DIS.slMO dissi che lo- dinale pratico383, stampato nel G80,
p. i
no all'adorazione della croce dopo \ pre- lo del cardinal padrone, che alla morte
lati di fiocchetti, e prima ó.e protono tari dello zio subito sloggiava. Aveva la par-
apostolici partecipanti; se camerieri se- te di palazzo maggiore degli altri. La
greti, aveaiioiii.° posto. Il principe Ot- sua corte veniva decorata da illustri ve-
toboni nipote d'Alessandro Vili, benché scovi, prelati, eruditi e letterati, diversi dei
non più morte ebbe fu-
vivesse Io zio, in quali meritarono la sacra porpora, e di
nerale in Marco, ove cantò messa un
s. nobili persone. Nella creazione de'cardi-
arcivescovo, co'ponlificii cantori, comesi nali fratelli , nipoti e stretti parenti dei
legge nel n.° 4o8 del Diario di Roma Pontefici, come pei [n-incipi di famiglie
1720, avendo Clemente Xi dichiarato soviane, avea luogo quanto dissi nel voi
tutti gli altari privilegiali. Dal nepoti- 1X,]>. 3r2 e 3t4, cioè erano creali soli
smo Roma riconosce molli vantaggi e e appena terminato il concistoro il Papa
ornamenti, sia per lo stabilimento e in- gl'imponeva la berretta; le artiglierie di
grandimento d'illustri famiglie, che per Castel angelo e le campane della Cu-
s.
tuaM edifizi. Nelle funzioni aveano posti la dignità cardinalizia a qualche parente
dislinli: per quelli nella cangnizzazione di quello cui l'hanno ricevuta, trattai nei
fatta da Clemente XI, vedasi Chiapponi, voi. IX, p. XV, p. ic)2, § re seg.
191,
/icla p. 23g. Essendo il i." de' parenti In vece dell' Osservandissimo (V.), che
il cardinal nipote, darò un cenno gene- i cardinali praticarono fra di loro, il car-
PAR PAR 173
(linai nipote riceveva dalle creature o al cardinal fratollo o parente: il modo e
cardinali falli dallo zio, il Pa-titolo di gli aneddoti li riportai ne'vol. \'l. p. 200,
elione coleiulissi/ìio. Dice il Lunadoro, p. Mll, p. liS.S, IX, p. i27,XLl,'p. 29Ì-
?. I 8, che i cardinali nipoti non restitui- Al cardinal nipote spettava la scelta di
vano visite ai cardinali e agli altri^ tran- chi dovea pronunziar V orazionefunebre
ne qualche caso per cortesia edislinzio- del defunto zio, e la spesa defunerah an-
ne però se non erano con bieve dichia-
: niversari pel medesimo; parlicolaii an-
rati cardinnli nipoti con titoli di so|)riii- niversari fecero pure i cardinali proni-
tendenti o segretari di slato, benché a- poti : può vedersi ne' voi. Vili, p. 1 ;>q,
niversari di sua coronazione, lo descri- sa, ciò che eseguisce per mancanza la sua
ve il Cancellieri, yl7c/7V7/Oj p. iSy. Che i I
."^
creatura. Finalmente noterò che non è
nuovi cardinali subito dopo il ricevi- impedimenlo a\ Pomificaio, /^ rr// (oltre
mento della berretta doveano visitare la bassa origine e la patria, come tratto
i parenti che il Papa avea riconosciuti, a quell'articolo) la parentela coli' imme-
lo notai nel voi. iX, p. 3 i ?.. E qui av- diato predecessore: nel noverare molti
verto che non sempre Papi riconob- i di quelli che Io furono, parlerò anche di
bero furuiaUnente parenti, talvolta so- i quelli che più tardi vennero elevali al
lo alcuno: ce ne dieiono per ultimo e- pontificalo ; ed ai nominali eh' ebbero
sempi Leone XII e Pio Vili , al modo prima moglie e figli, aggiungerò s. Pie-
riportalo ne'vol. X, p. 2/8, XXVIII, p. tro cb'ebbe un figlio ed una figlia, s. Or-
2 j(^. Talvolta l'avviso ai prelati pel car- misda e Adriano II ch'ebbe una figlia.
dinalato i Pontefici lo parteciparono pei Papa s. Silverio del 536, era figlio tli s.
nipoti, cos'i Pio VI che pel cardinal bia- Ormisda del 5 4; s. Gregorio del k)0 1
I
schi fece avvisare il governatore Dun^a, ebbe per prozio s. Felice li dello 111.
e pel duca Craschi l'uditore Campanel- A Stefano II dello III del 752 successe
dinali nella loro creazione, vi sono regi- delio IX. Gregorio IX del 1227 ebbe a
strali quelli per la famiglia del cardinal zio Innocenzo III e per nipote Alessan-
nipote, e in mancanza a quella del se- dro IV. Celestino IV era nipote di Ur-
gretario di sialo; come pure vi sono quel- bano III. Adriano. del 1276 nacque Y
li pei (aiuiglian ile'parenti del Ponledce. dal fratello d' Innocenzo IV. Gregorio
A Lutto, pai landò di quello de'cardina- XI Vicedomini fu nipote di Gregorio X.
avvertii che i cardinali nipoti non lo
li, Benedetto Xll del i334 era nipote di
fdcesano abitando in palazzo e riportai Giovanni XXII. Da un fratello di Cle-
un'eccc/ione. l'rima di chiudersi il cada- mente \ I nacque allro Gregorio XF 1
ne è quella di s. Nicolò, sopra il quale opere tumultuarie del i4o'^j '" '-i^' s'im-
eravi un ricco monastero di benedettini, piegarono i materiali degli antichi mo-
e la vecchia torre rotonda servi di faro iiumenli, mostrano le strettezze e ur-
clie il porto additava ai naviganti nella genze d'allora. La cattedrale, insigne mo-
notte. Trieste, Pola, Aquileia ebbero fa- numentodi cristiana architettura bizan-
ri o lanterne, altre minori località l'eb- lina, tipo delle piìi antiche chiese, è de-
bcro ai tempi de'romani, ne'quali tulio dicala alia Beala Vergine Assunta, sotto
r Adriatico era di notte illuminato piìi l'invocazione de'ss. martiri Eleuterio
assai che al presente: la lanterna di Pa- vescovo e Mauro prete africano, le re-
renzo è opeia de'tempi di mezzo, ma si liquie de' (juali ivi con altre sono in par-
."
ignora se rimpiazzi altra più antica. Pa- ticolar venerazione, poiché il i è pri-
renzo per le cose di mare ebbe alta im- mario patrono della città, il 2." prima-
portanza, posta in necessità di contallo rio patrono della diocesi e della catte-
con Aquileia che di navilio proprio di- diale ; altri patroni sono i ss, Demetrio
fettava, con Ravenna ove stanziava il su- e Giuliano martiri, Proieto vescovo, El-
premo comando militare dell'Adriatico, pidio accolito e marlire, Ermagora di-
ed Parenzo Tito Abudio Vero vice-
in scepolo di s. Pietro protopatriarea di A-
ammiraglio parentino riedificò il tempio quileia e Fortunato martiri, i quali, for-
di Nettuno. La città offre nel materiale se per aver predicato la lede nella dio-
la storia di sue vicende. Romana in tut- cesi, nell'orazione pei patroni sono no-
ia la sua disposizione, conserva ancora minati prima degli altri. Questo soutuo-
gli avanzi di *\ue magnifici templi, del so duomo fu costrutto o riedificato piii
foroj del comizio e frequenti anticaglie vasto dai paicutini sotto gli ordinamen-
l'AR PAR 17 j
cella sotterranea. Ila dinanzi il cortile o no quella di torre, ch'era situata sul(^'lm-
atrio ove furono collocale le pietre scoi- pidoglio presso il quale fu alzata la ba-
pilc e te iscrizioni rinvenute de' tempi silica. Mirabile è l'antica custodia dei-
romani. Viene circondato da portico in l'Eucaiistia o gli olii santi, col nome di
origine di forma quadra, ornato di co- Etdrasio. La pala dell'aliare maggiore è
lonue marmoree, in capo al quale era il d'antica forma, e la pace o relicpiiario
baltisterio ottagono con vasca esagona de'tetnpi bizantini, opera di monaco gre-
per l'immersione, coperta con ciborio co. il campanile è del secolo XV, e la
sostenuto da colonne di prezioso marmo, facciata fu già ricoperta di musaici sa-
alcune delle quali abbelliscono un alta- cri, e forse l'interno del tempio n'era
re del duomo. Si vedono le mura divi- pure decorato. Il capitolo si conipone
sorie, per le quattro classi degli antichi didle dignità dell'arcidiacono, e dell'arci-
penitenti. La chiesa è divisa in tre navi, prete die è il curato del duomo ov'è il
destinale, quella a destra pegli uomini, sacro fonie (anticamente eranvi inoltre
la sinistra per le donne, la media prin- quelle del maestro per le scuole, e due
cipalmente pel coro e santuario. Il suo- cimiliarchi o custodi de' sacri tesori e co-
lo delle prime era più alzato; tutto il dici), di 8 canonici compresi il pcniten-
pavimento eradi vago musaico. Le na- ziere e il teologo, di un mansionario e
vate sono separate da colonnati che sos- di altri chierici. In città non vi sono al-
Icngono le mura; le colonne sono di tre parrocchie, bensì tre confraternite,
preziosi marmi greci con capitelli di va- l'ospedale o casa di ricovero pei poveri,
ri intagli, e sopra ciascuna vi è scolpito la biblioteca civica , e secondo 1' ultima
il monogramma del vescovo Eufrasio proposizione concistoriale , mancava di
costruttore. Il coro più alto del suolo del- seminario. Lo avea fondato il vescovo
la nave di mezzo, ebbe ricchissimi mar- Cesare de Noris e dotato con tasse sui
dqì, è sovrastato per qualche gradino dal monasteri e chiese; ma per I' infelicità
santuario che ha nobile pavimento. L'ai- degli ultimi tempi cessò. Nel i8o()alIa
lare sorge ancora isolato, conservandogli soppressione de' conventi, insigni abl)a-
l'antica foi ma (piando Io rifece il vesco- zie e monasteri, non altro rimase clie il
vo Ottone: ha cdìorio di marmo deco- convento de'francescani entro le mina e
rato a musaico, sostenuto da 4 pregiale quello de'domenicani alla iNIadonna de-
colonne; la cattedra vescovile e gli stalli gli Angeli nel borgo. Le abbazie erano
lana istriana; grande uso facevasi in an- meno erano le porle verso il porto cui
tico a llouia di sua carne suina. L'agio la cillà era rivolta, non calcolate le al-
parenlino e i confini erano guardali da tre. Nella parte piti alta slava la rocca
Irequenli fortilizi sulle sommità dei colli, quadrata,che dal centro dominava cillà
che come gli attuali telegrafi potevano e porlo, e formava parte del Campido-
avvisare la citlà; il porto naturale di glio ov' erano templi, basilica e altri edi-
Torre fu reso piìi sicuro coll'arte. lizi probabilmente d'uso militare. Eian-
cico degl' istriani venuti dall' Eusino e corato delle statue de' benemeriti della
fu propizia stazione per le cose di ma- colonia e degl'imperatori. Di (ionte al co-
re, cui gl'istriani si dedicarono. Non fu mizio sorgevano i templi di Nettuno e
ampio il comune, come ristretto fra i jMnrte; altro tempio sacro ad Augusto
territorii celtici d'Ursaria e Cervaria al- e la curia erano nel foro, (ili abitanti
le spiaggie; pure a giudicarne dal porto della citlà ascendevano a Gooo, quelli
sicuro e facile, dall'agro fertile, dalla po- delle borgate a 4000. All'epoca di Au-
sizione nel centro della spiaggia istriana tonino Pio e circa l'anno 1 5o dell'era
in mare largo, dalia necessità dei paesi corrente il novero de'possidenti
si crebbe
fra terra di fare capo in Parenzo, e per e il Parenzo grandemente,
territorio di
i quali erano nominati dai duumviri, Nel 539 divenne Parenzo soggetta agli
dal ceto de' sacerdoti o pontefici, augu- imperatori bizantini d'oriente, e qiianilo
ri, od augusta che formava-
aruspici, li Giustiniano I perde l'Italia, nel 568 cir-
no l'ordine medio Ira'decurioni e la ple- ca occupata dai longobardi, l' Istria ri-
be, ed eravi la corporazione degli artie- mase all'impero fino al 789 con Raven-
li. Divenuto Augusto nell anno 3j pri- na e la Pentapoli; però una parte era
n)a di nostra era per la vi'.toria d'Azzio stata occupata dai longobardi , onde gli
nuta ereditaria nel 1077 la carica di go- presidio di quella repubblica i propri
vernatore della provincia e patrimonio destini, e da altre città e luoghi fu imi-
di nobile lamiglia, le investiture feudali tata; ma i conti d'Istria tennero con ma-
\ennero in moda , e la sola Orsera ri- no forte tutta l'Istria interna, cioè i du-
mase de' vescovi fino agli ultimi tempi ; chi d'Austria potenti. Nella parte vene-
indi ai vescovi in luogo delle pingui ren- ta ogni comune formava provincia e sta-
dite e dell'amministrazione, non restò to da sé, e conservarono le antiche for-
che un tenuissimo censo, segno di do- me di reggimento di tipo romano, sino
minio, e la fede non ben forma di po- agli ultimi tempi,venendo Parenzo libe-
tenti vassalli che formavano la sua cor- rata dalle nominate imposte. Tuttavia
te, per cui la città fu ridotta alla condi- la saggezza degli ordinamenti pubblici
zione che il territorio ed il mare conce- non potè per esterne circostanze ricollo-
devano. Ma U territorio si era assai ri- car Parenzo in quella condizione, ch'eb-
stretto, ed il mare tenevasi dai veneti, be durante l'impero romano e il gover-
padroni della navigazioue e del commei- no degli esarchi di Piavenna. Non appc-
VOL. LI. 12
178 PAH V A II
se a 2000 e a'nostri giorni 25oo. Negli che Ilario vescovo d' Aquileia propagò
ultimi anni del veneto governo il castel- molto il cristianesimo nell'Istria, e vuoi-
lo d'Orsera, feudo de' vescovi, venne lo- si che nel 3 3, data libertà al culto, cri-
i i
fratello di questi dirigente politico e pre- rentino. i.° Nell'occasione che venne
sidente del tribunale, dal clero e dai no- martiiizzalo s. Mauro africano patrono,
P A Pt PAR 179
ncrarc i snci i Liniìni, occupalo per cri- vescovile, dichiarando tra le altre per
«iti ano coiTiegm la corona del mai tirio suHraganee le sedi di Parenzo e di Pola
nel 28'i, tegistrandolo a' -2?, novembre, sua concattedrale.
mentre in Piirenzo a' 2 i se ne celebra Nel 524 per i.° vescovo fu eletto Eu-
la festa. 1° Quando viveva il vescovo frasio, forse decurione di Pola, che al
Eufrasio, che fabbricò o rinnovò la cat- modo detto edificò o rifabbricò la catte-
tedrale, e secondo gli alti de'conciiii pa- drale, istituì il capitolo e ordinò i mona-
re die fiorisse circa il i>?.~\ ,
poiché iiel- steri.Queste benemerenze restarono as-
rUghelli si anticipa e posticipa. 3." Nel sai oduscatedal suo scisma e delitti, oè
vanni XII, ritornandovi nel 9663 re- contumace dopo la condanna di essi, in
stituirvi Giovanni XIII. A questi e non un ai prelati istriani, che solo nel 698
a Giovanni XII, meglio è attribuire la ritornarono all'unione della chiesa cat-
bolla riportata dallUglielli, con la qua- tolica: Papa Pelagio I del 555 scrisse a
le il Papa commise a Rodoaldo patriar- Narsete perché cacciasse dalla sede Eu-
ca d'Aquileia di consacrare in suo no- frasio, incolpandolo anche d'incesto, d'a-
me la cattedrale di Parenzo (da Ottone dulterio e d'omicidio. Gli successero, E-
1 riedificata o ri-storata) coi vescovi da lia,Giovanni del 579 che fu al concilio
lui designali, concedendo perciò indul- di Grado, Severo, Angelo, Slauiazio
genza. 11 vescovo di Parenzo di venne suC- Aurelio che fu al concilio romano del
fiaganeo del patriarca d' Aquileia, sop- 679, Raschi vio. Questa serie è posposta
presso questo da Cenedelto XIV ne.H'e- dall' Ughelli e suoi continuatori, asse-
rigcre Udine in arcivescovato, gli sotto- gnando ai vescovi epoche diverse. Lo-
pose Parenzo ; eresse pure in arcivcsco- renzo fiorì nel secolo IX, indi Giuliano,
"vato Gorizia, ma Pio VI ad istanza del- Domenico, Antonio, Pasino, Flandema-
l'imperatore gli tolse il grado metropo- no, Eriperto, Andrea, e Adamo che in-
litico e la dichiarò soltanto sede vesco- tervenne alla memorata consecrazione
vile.Finalmente Pio VII nel 1818 di- della cattedrale, nelle addizioni all' U-
chiarò Parenzo e Pola suffiaganee del ghelli si dice nel 9^1 8 maggio, cui
agli
mazia, Istria e litorale Adriatico, unen- nte a quello di s. Cassiano e nel io4o
do a Parenzo, Pola. Per ultimo d.i Pio ile dedicò il tempio. Quindi Arro o Ar-
Vili, quanto a Gorizia fu variata, colla no ; Adelmano cui l'imperatore Enrico
bolla Iiifiìipcr eniineiili ÀpOstoUcac di- IV confermò i privilegi di sua chiesa;
^uilalis, de' 27 luglio i83o, con la qua- Cadolo, Pagano, Bertoldo abbate di s.
Icssanclro III pose la chiesa parenliiia lare di Biblo, poi di Torcello. Nel i4">^
sotto la protezione della s. Sede e vivea Francesco Morosini patrizio veneto, indi
nel 1 19 I. Nel 1200 Giovanni, nello stes- amministratore di Recanali e Macerata,
so anno Fulclierio che si compose col governatore di Lorclojiìe\ 147 Bartolo- i
signore di JNIontonn da lui investito, e vi- meo Barbarigo nobile veneto; nel ì^rG
veva nel 1217; Adelperto del ì'j.33 a- SilvestroQuir ini nobile veneto; nel 477 1
gli8 maggio consagiò l'altare maggiore Nicola Franco padovano, poi di Trevi-
della cattedrale in onore della Beala N'er- so; nel i486 Tommaso Calanei berga-
gine e de' ss. Giuliano e Demetrio, ri- masco domenicano, indi di Cervia; nel
ponendovi i loro corpi, e rinnovò il di- i486 Gio. Antonio Paverio Baccani di
ploma degli ordinamenti di Eufrasio, Brescia, canonico parentino; nel 1 5oo
solloscritli e confermati dai predecesso- Luigi Tassi bergamasco , interveime al
li, l'agano del 19.43 difese virilmente i concilio Laterano V e fu trasferito a Re-
diritti di sua chiesa Giovanni del 249 >
; 1 canali; nel i5i6 Girolamo Campeggi
Ottone di Parenzo del 254 fece quan-
i bolognese nel i533 fu fatto ammini-
;
li, t.
98, parla della concordia se-
I o, p. 1 Giovanni Lippornano nobile veneto; nel
guita nel i3o?. tra il vescovo e il comu- 1609 Leonardo Tritoni udinese; nel
ne di Parenzo, ed il conte di Gorizia, i683 il fratello R^uggiero; nel i644
nella controversia pel territorio di Tor- Gio. Ballista del Giudice; nel 1667 Ni-
re); Gradeo o Graziadei carmelilanodel cola Antonio Petroni Caldana nobile di
1809; Giovanni Sordelli bolognese do- Pirano 1671 Alessandro Addasi
; nel
menicano del 1828, che ritrovali delti i nobile di Bergamo mollo lodato, canoni-
corpi santi, per loro intercessione si eslin- co regolare Lateranense nel 1712 An- ;
nel i4i2 Fantino Vallaressi nobile ve- neirUghelli si termina la serie de'vesco-
neto, eruditissimo nelle lingue latina e vi, lentia sacra, t. 5, p. 894, t- io, p.
greca e per ogni dottrina chiaro, trasla- 3i I. Nelle Notizie di Roma sono regi-
lo a Creta ; nel 1426 Daniele Scotti di strali : 1781 Vincenzo Mazzoleni dome-
Treviso, Iraslérito da Città Nova, indi nicano di Bergamo, trasferito da Corfù
passò a Concordia ; nel 1 433 Angelo Ca- colla ritenzione del titolo arcivescovile.
vaci, già vescovo di Arba suffraganeo di 1742 Gaspare Negri veneto, traslato da
Zara, e Io diventò anche di Città Nova Città Nova: l'orazione funebre nella cat-
quando l'uni a Parenzo Eugenio IV nel tedrale la pronunziò il can. Filippo Gre-
1434, colia bolla che citai nel voi. L, p. gis, fu stampata e lodata neW Effemeridi
2 29;posciadisgiuutaCiltàNovanel i^5i (fi Roma 1779, p 2 5. 1778 Francesco I
colta ili belli componimenti , intitolata : industri e più commercianti città dell'u-
Memoriale di gratitudine, Trieste 84 J. 1 niverso, come pure per l'estensione, va-
La diocesi è ampia e contiene 4o par- rietà e moltitudine di monumenti pub-
rocchie. In 31onlona vi è una collegiata blici di stpiisilo gusto. Giace in immensa
pe veneto per l'offerta fatta dal comune per la tortuosità del fiume. È distante
d'un gran bosco: la chiave di tali ogget- 34 leghe da Dieppe, il porlo della Manica
ti da tempo immemorabile spetta ai no- più vicino a Parigi, 4' dalla frontiera dei
bili Polesini giàde Castro Montone, ed il Paesi Bassi, 67 da quella degli slati prus-
vivente marchese Fiancesco meritò di siani, 90 dal granducato di Baden, i5tì
essere fregialo delle insegne equestri da dalla Spagna, 8j da Londra, e 327 da
Gregorio XVI. Poco lunge vi sono le Roma. L'osservatorio nella parte sud della
meravigliose acque termali sulfuree di città, cade sotto 48" 5o' i4 di latitudine.
s. Stefano, e miniere d'allume e vetrio- Debbo prima dichiarare, che a cagione
lo. Il fiume Quieto va a sboccare nel ma- dei frequenti mutamenti politici, ed anco
gnifico porto che è fra Città Xuova e recenti, quali ebbero tanta influenza pur
Torre, prendendo la denominazione di sul materiale della città, forse vi saran-
porto Quieto, ricordato nella storia de- no avvenute delle variazioni , dovendo
gli Argonauti come Xeiiporto. Fra Pa- slare a quanto si legge nelle descrizioni
renzo e Kovigno è il canale di mare lun- stampate e insieme osservare il più gran
go 7 miglia j alla cui estremità era un laconismo, per la natura di questa mia
anlichissicnu mouasteiu di camaldolesi, opera. So che per dar lavoro all'immen-
i82 PAH PA P.
sn classe de* braccianti furono operali Enrico IV. Anticamente le Ire parti cui
(•.imbiamenti anche nelle tlenominazio- era divisa si chiamavano la Cile, la F'il-
quintli non rechi meraviglia qualora
iii, Ic, V IJnii'ersìtcj oggi forma un solo ag-
alcuna cosa non corrisponderà con pre- gregato soggetto allo slesso regime mu-
cisione in (ulto all' attuale stalo dulia mcipale e finanziere. Attraversano la Sen-
vastissima città. Parigi capoluogo del di- na a Parigi 20 ponti, 12 de'quali in pie-
partimento della Senna, sino al declinar tra: è il i." (juellod'Auslerlitz del giar-
del febbraio 1848 fu la residenza del re dino del re, con soli piloni di pietra e il
de' francesi e delle camere de' pari e dei resto di ferro, incomincialo nel 1802 e
deputali, ora è sede del presidente della terminalo nel 1807 colla spesa di 3 mi-
repubblica francese, dell'assemblea legis- lioni; da questo godesi la pili superba
lativa ede'tliversi ministeri: vi risiedeva- prospettiva sul corso della Senna, ch'en-
no pure le grandi amministrazioni e le di- tra maestosamente nella città pel cana-
rezioni generali del reame, la corte di cas- le. L'isolaLouvier è congiiuita al conti-
ima corte reale
sazione, quella de' conti, nente pel ponte di Grammont; (Uiellu
dalla quale dipendevano i dipartimen- di s.
o comunica colla terraferma
Lui"i
ti dell'Anbe, d'Eure e Loir, della Mar- pel nonle Maria e per altri ponti il ;
na, della Senna, della Senna e Marna, ponte di s. Carlo serve per l'HòlelDieii;
di Senna e Oise, e dell'Yonne ; una cor- quello di Nostra Donna è il piìi antico,
te d'assise, il tribunale di 1/ istanza pel come edificato nel iSo'j; il ponte Nove
dipartimento; l' istituto di Francia, l'u- è decoralo da bellissima statua in bron
niversità di Francia e un' accademia 11- zo di Enrico IV, opera di Leniot; ele-
niversitaria. E" capoluogo della i.'' di- gante è il ponte dell'Arti, donde si gode
visione militare, di quella degli argini e uno de' piìi magnifici punti di vista di
ponti, e della forestale: avvi la zecca let- Parigi ; sono rimarchevoli i ponti delle
tera A e una fdjbrica di tabacco. In for- Tuìleries reale; quello di Luigi XVI
ma quasi ovale, è Parigi nella massima o della Concordia, con istatue colossali di
sua lunghezza circa due leghe, nella mas- marmo bianco d'antichi guerrieri e mi-
sima larghezza circa una lega e mezza: nistri francesi; il ponte degl' Invalidi ;
allri gli danno una 8 leghe superficie di quello di Jena o della scuola militare co-
quadrate, e di circonferenza 7 leghe da stato f) milioni, presso il quale sotto l'im-
2,000 tese. La parte della valle della Sen- pero era stato incominciato il palazzo
na, nella quale
si trova questa nobilissima pel re di Pioma. Vi sono ancora riviere,
metropoli, rimane circoscritta da colline canali e porti, con differenti denomina-
più o meno elevate ecoslituenli due ca- zioni ed usi. La Bièvre prende il nome
tene; alcune di tali elevazioni permetto- di fiume dei Gobelini, attraversa la città
no di abbracciare in un'occhiata il ma- e sbocca nel Senna.
gnifico complesso di questa sontuosa ca- A fianco e fuori del muro di cinta di
pitale. La Senna divide Parigi in due Parigi, dominano de' passeggi ( Boule-
parli, r una settentrionale piìi conside- vards) piantati d'alberi e pochissimo fre-
rabile, meridionrde l'altra, formandovi quentali, presso i bastioni o baluardi e-
3 isole: la 1.' discendendo e meno con- sterni. I sono verso
passeggi interni i
dis. Luigi resa abitabile sotto Luigi XII F; una magnifica strada larga che separa ,
l'isola del Palazzo o della cos^i detta Cit- Parigi propriamente dello dai sobborghi
tà, occupa il luogo dell' antica Lulezia, Monlinartrc, Poissonniere, s. Dionigi, s.
rentino, I\Ionte Taborre, Nuova dei Pe- giardino delle Tuileries, in fondo al qua-
tits-Champs e Vivieime, delle Colonne le è il palazzo dello stesso nome, all' o-
ornala di pollici sostenuti da colonne, vest il viale di Neuilly, la cui prospettiva
Caumarlin, della Cliaussée o Argine d' A n- va adorna d'un arco trionfale, al nord
tin o del Monte Riauco e Lallltte (già che lascia vedere il bel
la strada reale,
d'Artois), di Provenza, Nuova de'3Ialu- colonnato della Maddalena, ed al sud il
lini e della Ferme o Cassina de'Matuii- ponte di Luigi XVI, al di là del quale
ni: le strade Rivoli, Castiglione e Pira- sorge il superbo portico del corpo legis-
midi, sono spalleggiate da bei fabbricati, lativo: di forma ottagona, è lunga 280
i cui pianterreni olTiono una magnifi- 220 larga; in mezzo crgesi un
metri e
ca serie d' arcale, formanti una galleria monumento con islatua, innalzato a Lui-
coperta. Alla sinistra dellaSenna si fan- gi XVI da Carlo X nel 1826, poi con-
no specialMicnle distinguere le strade di sacrato alla Carla. La piazza Vendome
Lilla o Borbone, dell' Uuivcrsilà. Do- >>. furila uu r|uadrilalcro coijli angoli la-
i84 PAR PAR
gliiili , ed è nel lììezzo tlecorata tla una perfetto, circondala d'assai belle case con
colonna liioiifiile, imitala clalUiTraiana porticato; occupa essa parte nel silo del
di Homo, ma in proporzioni maggiori di palazzo delle Torricelle, abitalo già da
un 1.»,°: il (nasdiio è di pietra viva, il Carlo V II, Luigi XII, Enrico II, Cate-
riveslimento di bronzo; vi si ascende per rina de Medici, demolito nel i565; in
scala a chiocciola di 176 scalini; basso- mezzo sorge la statua equestre in mar-
rilievi rappresentano sullo stilobate tro- mo bianco di Luigi XIIIj ollre4 fonta-
fei militari; quelli che ricingono 11 vol- ne. La
piazza de'Marais o Paduli giace
te il tionco della colonna esprimono la sullasponda occidentale del canale. Fi-
serie delle azioni memorabili del grande nalmente verso l'estremità orientale di
esercito nel i8oj; mirabile nionumen- Parigi , trovasi la piazza circolare del
to dovuto a Denon, Goudouin e Lepère. Trono. Alla sinistra della Senna, piazze
La piazza del Carrousel, vasto paralle- piìi notabili sono quelle del Panlheon,
logramma allungato dal nord al sud, gia- dell' Odeon, s. Sulpizio, di Vauban, di
ce all'est delle Tuileries, e none dalla cor- Fonlenoy. Nella parte orientale della cit-
te di tal palazzo separato se non da una tà distingucsi la piazza dell'Atrio di No-
grata cancello di ferro; l'adorna un arco stra Donna.
trionfale eretto nel 1806 a gloria degli e- Parigi viene in parte provveduta di
sercili francesi e composto di 3 archi per acqua da 4 acquedotti, alcuni d' opera
larghezza, con arco trasversale è decorata : romana; cioè quello di Cintura, alimen-
ciascuna facciata principale da 4 colonne tato dal bacino di La-Villette; quello dei
d'ordine corintio, sostenenti un cornicione Prati s. Gervasio e diRomainville; quel-
a risalto con fregio mischio. Le altre piaz- li di Eelleville e d'Arcueil. .Al ponte
ze principali della parte occidentale del- Nostra Donna
una tromba idrau-
avvi
la divisione a destra della Senna, sono lica per innalzaracqua in serbatoi; sul-
1'
queste: la piazza della Borsa, piantata la riviera Debilly è una tromba a fuoco
d'alberi; quella delle Vittorie, semicir- per innalzar l'acqua del Senna a iio
colaie, con istalua equestre in bronzo di piedi e quindi si versa in 4 recipienti;
Luigi XIV ; la piazza del Palazzo reale; altra tromba a fuoco trovasi sulla riva
le piazze del Museo, del Louvre e del- di Orsay, al Gross-Caillou. Oltre le fon-
l' Oratorio, e quella della Maddalena. lane già citate parlandosi delle piazze,
Nella parte media della stessa divisione, parecchie ve ne sono degne d'attenzione:
osservasi la piazza del Castelletto, nel la fontana degli Innocenti al mercato
sito d'un'antica fortezza stata sede della dello stesso nome, elegantissima di for-
giurisdizione del Castelletto e dove tro- ma, con bassorilievi di Goiijon, versa ab-
vasi la carcere principale della città; è bondanti getti d'acqua; il Casteilod'Ac-
decorata della bella fontana della Pal- qua sopra il bastione s. Martino pro-
, ,
molto alle; parecchie giungono agli 8 gi XV fece per qualche tempo continua-
piani e per la maggior parie tii pietra. re i lavori, che restati per ^o anni in-
."
] francesi sostengono essere Parigi la i terrotti, falli ripigliare da Napoleone, og-
città crEuropa per la niagninccnza dei gi Louvre terminato forma uno dei
il
palazii. Quello delle Tuileries, giù resi- più belli palazzi del mondo: 4 corpi di i
denza dei re, giace presso la sponda de- fabbiiche di cui è composto racchiudo-
stra del .Senna; In incominciato nel i 5G.\ no un cortile perfettamente quadrato.
da Caterina defedici, ov'era un castel- Una lunga galleria con preziosa raccolta
luccio della duchessa d'AngouIème ma- di quadri e statue, che domina lunghes-
dre di Francesco I : primi architetti fu- so la Senna e stabilita sotto Enrico IV
rono Delorme eBullaii,che costruirono e Luigi XIV, riunisce il Louvre alle
il padiglione del mezzo e le due ali con- Tuileries: il piano superiore dell'edilìzio
tigue; Eiuico IV e Luigi Xlll fecero è in parte occupato dal museo reale; in»'
innalzare coi disegni di Duccrceau pa- i altra galleria parallela congiunge le par-
diglioni che seguono, tranne quello del- ti de'due palazzi piti dal llume lontane.
l'angolo settentrionale, eretto nel iGG4 Nelle sale basse del Louvre è distribuito
sotto Luigi }il\, sopra disegni di Le- un museo d'antichità.
\au e Dorbay che posero 1' edifìzio in Il palazzo reale al nord-est delle Tui-
un certo insieme nelle parti; gli orna- leries, ed al nord-ovest del Louvre, era
menti esterni del palazzo sono un misto la residenza ordinaria del re Luigi Fi-
degli ordini ionico, corintio e composito, lippo quando era duca d'Orleans e su!
con gran numero di statue e busti in principio del suo regno soltanto, indi
marmo ; nell'interno notasi la scala di o- passando alle Tuileries: costrullo secon-
nore, la sala de' marescialli, il teatro del- do disegni i di Lemercier dal 1^29 al
pace, la sala del Irono, cpiella del consi- berghi di Rambouillet e di I\Iercoeur,
glio; bella e vasta è la corte del palazzo fu prima nominalo Hotel o palazzo Ui-
che apresi all'est; un giardino capolavo- chelieu e poi palazzo Cardinale, perchè
ro di Le ^'t)tre dispiegasi all'ovest : lut- fabbricalo pel cardinal Richelieu, il qua-
to vi è grande, simmetrico senza mono- leavendolo lasciato a Luigi XIII perte-
tonia e di un accordo perfetto, con vi- slamenlo, Luigi XIV' e sua madre ne fe-
cino boschetto, e giardino abbellito da cero la loro abitazione e allora prese il
4 vasche d'acqua e statue numerose, 11 nome di Palais Royal. Nel 1692 Luigi
palazzo del Louvre all'est del preceden- XIV lo cedette a Filippo d'Orleans suo
te, si dice che occupi una casa
il sito d' fratello, sotto la repubblica lo chiamaro-
da caccia di Dagoberlo, dai normanni no palazzo Eguaglianza, indi palazzo del
distrutta nel IX secolo; sotto Luigi \ li Tribunato. Al palazzo sono annesse al
vi era un castello, che Filippo li Augu- nord pai ecchie gallerie, tre delle quali
sto fece riparare, monumento che fu de- chiamate gallerie di Pietra furono co-
molito al tempo di Francesco 1, gettan- strutte nel 1786, e comprendono cia-
dosi le fondamenta del corpo di fabbri- scuna 180 archi; la splendida galleria
cato detto il vecchio Louvre, parte sud- d'Orleans, falla anni addietro e coperta
ovestdeiratluale palazzo. Enrico 11, Car- d'invetriata, in luogo delle anliehe gal-
lo IX, Eniico 111, Enrico IV fecero con- lerie di legno, forma uno dei piri ma-
tinuare l'edilìzio; Luigi XIV coi disegni gnifici passeggi, indi fu sostituita da al-
del medico Periault ordinò la facciata tra galleria. Questo palazzo, da alcuni
principale della il colonnulu, uuo dc'più chiamalo lu capitale delle 12 cillù che
i86 PAR PAR
l'oimano Parigi, ora si appella Paiaìs Na- la grande per 1' assemblea generale. Il
tiella can)era de' pari (sotto l'impero pa- quasi tutti i re della 1.' stirpe, de' conti
lazzo del senato conservature), nella par- di Parigi sotto la 2."*
e de'[)rin)i re della
te meridionale di Parigi, fu principiato 3.^ Il re Roberto li fece rifabbricare l'e-
liei i6i5 con disegno di Desbrosscs, nel difizio; s. Luigi IX vi fece costruire la
silo d' un palazzo che Maria de JMtdici camera che porla il suo nome, la sala
avea comprato dal duca Piney di Lucem- grande, la gran camera, e nel 1241 la
Lurgo, e compilo nel 1620 ; ha l'ingres- celebre santa cappella, che nel 1248 ai
so principale rinìpello alla via Tournon, 2? aprile fece consagrare dal legalo car-
jilira facciata guarda un superbo giar- dinal 0/to//edi Casteiridolfo (^.), e della
dino pubblico decorato da bel bacino di quale oltreché nel voi. XXVI, p.2q2, par-
acqua e gremito di statue; un grande lai in più luoghi, per le insigni reliquie
viale prolungasi sino all'osservatorio : ol- che vi collocò del ss. legno della Croce,
tre alla nuova sala delle sedute o ses- della Corona di spine e d'un Chiodo ser-
sioni de'pari, osservasi nel palazzo ma- viti nella passione di Gesù Cristo; per
gnifica scala, la sala del trono, quella la Corona di spine, per quanto dissi a
delta del libro d'oro, la galleria deVp.ia- quell'articolo, il santo re sborsò 160,000
dri, il museo de'pittori viventi. Sotto di lire, ricevendo ptue la punta della sacra
questo e al pianterreno 4 arcale della Lancia (/^.),che pose in questa cappel-
galleria sono occupate dalla magnifica la. Ne fu aichi tetto Montreuil che formò
cappella terminata nel 844 1 j snll'alta- questa chiesa con disegno magico sul gu-
le è un gruppo di marmo, la volta ha sto arabo, delicato e svelto, ma insieme
pitture come le arcate, che in un agli solido, che sebbene oscillante nella sua
eleganti e nobili ornamenti vennero ese- erezione ha resistilo ai secoli e alle vi-
guile da valenti artisti. Vicino a questo cende politiche, in uno ai meravigliosi
palazzo sta il Piccolo Lucemburgo, ove vetri colorali di prodigiosa altezza e rap-
fu stabilito il direttorio. 11 palazzo della presentanti i fatti dell'antico e nuovo Te-
camera de'depulali (del corpo legislati- stamento. 11 tesoro di questa cappella
vo sotto r impero), \iene formato dalia era d' una magnificenza che sembra fa-
parte orientale del palazzo Borbone, ed volosa e vi comprendeva il celeberrimo
offre di prospetto al ponte di Luigi XVI cameo esprimente l'apoteosi d'Augusto.
un magnifico peristilio con 12 colonne Nella rivoluzione del secolo passato, la
corintie, eretto da Poyel nel 1807, con s. cappella fu deturpata e saccheggiata,
maestosa scala accompagnata da statue distrutte le misteriose e bellissime scul-
colossali; egualmente imponente riesce ture del portico, decapitate le statue dei
l'ingresso sulla piazza; si attraversa una santi, de' vescovi e de're che ornavano le
bella corte di onore, prima di giungere navate; però le reliquie furono traspor-
alla sala delle sessioni, da ultimo ingran- tate nella metropolitana ove si venerano.
dita e abbellita. Devesi notare però, che Divenuto il luogo un archivio, Luigi Fi-
la corte di cuore è oggi cambiata iu sa- lippo 1 ne ordiuò il suo nobile leslauro,
1» A R PAR 187
quale si prosicgue onclc rtslittiiila ni cul- pra tulle le pin/ze d' Europa. Per ulti-
lo. Questo palazzo suio tlal icgiio di Lui- mo ha luogo la Borsa per le mercanzie,
gi XII fu inleraineiile destinalo all'am- succedendo agli speculatori di pubblici
iiiinistrazionedella giustizia: la sala gran- capitali negozianti, e si ed'elluano cou-
i
de distiuUa nel 1618 dal fuoco, l"u li- tiattazioni di molta importanza, all' in-
costiuila nel iG.'.s, ed è imponente, es- grosso e sui campioni. Vi sono sale pei
scudo adoina del monumento di ÌNlalcs- collegi degli ageiilidi cambio, che lucra-
lieibes; altro incendio del 177G fu ca- no assai, pei sensali di commercio e pei
gione deirabbellimento della facciata. La sensali di assicurazioni. Il palazzo dell'E-
Conciergerie o ca.sa di custodia ove si , liseoBorbone è una superba casa di de-
tengono detenuti gli accusati, appartiene lizia, cui giardino assai ampio tocca
il i
al palazzo di Giustizia ; vi si ossei vano Campi Elisi: fu costrutto nel 1718 pel
pure sulla riviera dell'Orologio Ire tor- conte d'Evreux e fu occupato dalla mar-
ricelle che formavano parte dell'antico chesa di Pompadour, dalla duchessa di
palazzo de' re. Magnillco monumento è Borbone, da Gioacchino Murai, da Na-
il palazzo della Borsa e del tribunale di poleone e dalla duchessa di Berry ; at-
commercio con tutte le sue dipendenze, tualmente vi risiede il presidente della
non cbe del ministro delle finanze : l'e- repubblica. Sulla sinistra sponda della
dilìzio fu incominciato nel 1806 sotto la Senna sorge il palazzo delle Belle Arti
direzione di Brongniart, nel sito dell'au- o deirislitulo, eretto nel iGG-i per col-
licomonastero delle zitelle di s. Tom- locarvi il collegio Mazzarino o delle Quat-
maso, e compito nel i 826 colla spesa di tro Nazioni : la cupola, la facciata, le due
circa 7 milioni e mezzo di franchi. Esi- fontpne, producono uneffetlo pittoresco;
bisce la sua pianta un parallelogramma, nel 180G fu destinato alle sessioni e al-
releva7Ìone un peri>tiIio peifetto, com- la biblioteca dell'Istituto. 11 palazzo del-
{>osto di G6 colojine corintie e formanti la Legione d'onore è un elegante edilì-
mìa galleria coperta. La sala della Borsa zio, occupato dalla grande cancel leria del-
al pianterreno può contenere 2000 per- la Legione d' onore, cui emblemi nel i
lu trasferita in [)iazza Vendòme, poi nel voluzione del i83o fu atterrato, per cui
palazzo Soissons, ed allora furono istitui- da ultimo fu assegnato per episcopio un
ti Go agenti di cambio o mezzani fra i luogo ampio e decente, non lontano dalla
venditori e compratori . Questa Borsa cattedrale.
non èsoloconsecralaalleoperazioni com- Tra gli edifìzi pid)blici che non han-
merciali, ma è [)iire il centro in cui si o- no titolo di palazzi, si trovano i piìi rag-
j>cra la negoziazione degli elfetti pubbli- guardevoli alla sinistra della Senna. Pri-
«;i, ossiano titoli di credito sul pubblico. mo a presentarsi è il Pantheon, mon-
sul
Termin.ile queste operazioni, col mezzo te s. Genoveffa,princi[)iatoncl I 757 con
di sensali liberi, i banchieri operano ne- disegno di SoulIIot, e dedicalo alai san-
goziazioni iuìportanti di valtni di com- ta patrona di Parigi l'attuale den(jmi- :
mercio e di ictlcic di cambio traile so- uaiioue fu dccrclala a' .j aprile I7<)i
i88 PAR PAR
e destinato ad accogliere le ceneri dei dì Tiirenna erello nel 1800, ed un mo-
f^ifindi uomini che avessero bene merita- niiraento alla memoria di Vauban. Nel
to della patria. Tornò cliiesa nel 1822, voi. XXXV, |>. 120, descrivendo il luo-
e nel i83o (il restituito alla detta desti- £;o di rilegazione e morte di IVapoieone
nazione.La piant;i è a croce greca for- (distia faniinlia parlai pure nel voi. XLV,
mante 4 navate, con cupola. La faccia- p. i57, i 58, i5f)), narrai come fu Iras-
ta principale presenta un portico a pe- portato il cadavere in questa chiesa nel
ristilio, imitato dal Pantheon di Roma e 1840 abbiamo Relazione del traspor-
:
ri, ed in mezzo la statua equestre di Lui- chi ; la porta è decorata d'un gran bas-
gi XIY ; dinanzi alla spianata giace un' sorilievo rappresentante in bronzo En-
ampia corte circondata da portici aper- vico IV a cavallo; l'interno mostra la gran
li ad archi. Bellissima è la chiesa con cu- sala già detta del trono e la sala s. Gio-
pola e portico con due ordini di colon- vanni dove tengonsi le adunanze di pa-
ne; una cinta di ^o colonne domina in- recchie società dotte e letterarie; e pos-
torno la cupola, coperta di piombo, ma i siede uno de'migliori orologi d'Europa.
trofei d'armi e le 12 grandi coste dora- Parigi ebbe il suo primo Orologio [F.)
te gettano da lungi un chiarore che ab- nel 1370 tra gli abbellimenti innume-
:
baglia,e sul lanternino è una freccia. Nel- revoli che va sempre ricevendo, sono da
l'inteino evvi un pavimento di musaico porsi principalmente gli orologi pubbli-
mirabile per ricchezza ed eleganza, co- ci numeri trasparenti nella not-
a sfera e
lonne e pilastri distribuiti con gusto, sei le: è qualche anno che diversi pai lieo-
cappelle con pregiate pilLurCj il sepolcro lari iuuominciaiouo a mettere sull'uscio
PAR PAR 189
(1<-Ila via il numeio della casa cnn lume naria fu lifuso nel 1G82 con la cam|)a-
dietro, per conoscei-si nel l)iiio. li palaz- na fatta circa la line del secolo XIV;
zo od Hotel di Soiihise è da liellissime dicesi che pesa 82,000 libbre, con 8 pie-
colonne decorato e contiene gli archivii di tli altezza e di diametro; è la più gran-
dello stato. La zecca sulla riviera Conti de campana di Francia, non cede [icl pe-
e l'osservatorio al sud di Luceniburgo so- so evolume che a quelle di Vienna, di
no osservabili edifìzi. Londra e di Mosca , ma le supera per
La massima chiesa di Parigi è la va- l'ampiezza e gravità del suono. L'inter-
sta ed elegante cattedrale o chiesa me- no della chiesa ha la lunghezza di 890
tropolitana di Nostra Donna, situata nel- piedi con l44 *'' larghezza, 3() de'quali
la parte orientale della città, ricca d'in- nella nave;vedesi circondata da due or-
signi reliquie, fra le quali una notabile dini di navi laterali e da una cinta di 4^
parte della Corona di spine, della Cro- cappelle; vasto n'è il coro moguilìcamcn-
ce vera e di un Chiodo, già della santa te ornalo, e vi è il battisterio ; inlioclu-
cappella suddescritta, le ossa di s. Gcno- cono la luce nell'edilìzio i r3 (ìneslre ili
veHh e di altri santi. In occasione che Pio vetri coloiati e vi spargono \\n chiarore
VII si recò in Parigi, la dichiarò basili- imponente. 11 capitolo si compone della
ca, colla bolla In supremo milita lìlis ec- dignità dell'arcidiacono 16 canonici , di
clesiae, de'3 marzo i8o5, Bull. Cont. t. titolari compresi 1' arciprete che adem-
I 2, p. 2G8. Si crede che sopra una par- pie le funzioni di parroco, il teologo ed
te del suo silo fosse verso 1' anno 23 di il penitenziere, e di circa 5o canonici o-
nostra era eretto un altare o tempio a norari residenti, oltre non residenti, di i
Giove, quindi circa la metà del IV seco- altri sacerdoti, dei pucri de rtioro e de-
lo innalzossi la basilica di s. Stefano nel gli alunni del seminario minore, olire
luogo dove fu poi edidcato l'episcopio : quelli del maggiore nelle feste solenni.
deuìolita nel 12 18 circa, venne sostitui- Insegna corale del capitolo è la mezzet-
ta dalla presente cattedrale sacra alla ta nera filettata di rosso. L'arcivescovo
Beata Vergine Assunta, cheavea ricevu- ha I I vicari generali per assisterlo. Pri-
to incominciaraento sino dal 522 sotto ma il capitolo era composto di 8 digni-
Childeberto l,vide termine nel 11 85
il tà, maggiore delle quali era il decano,
o secondo alcuni nel 1228, ad eccezione dì 5o canonici e di moltissimi beneficia-
della porta meridionale, non terminata li da questo capitolo usci-
e cappellani :
che nel 1257, e delle ale e alcune parti rono Gregorio IX, Adriano V, Bo-
i l*api
del nord, che sono di data ancor poste- nifacio Vili, Innocenzo VI, Gregorio XI
riore. La facciata principale olfre uno dei e Clemente VIII. Le altre chiese piìi ri-
cui fu sospesa, prima occorrendone il dop- s. Gervasio presso il palazzo della Cillà,
pio, (^iitslo c.'ipolavoro dtllarle campa- con bella facciata piramidale; s. Stefano
-
lie. Possono citarsi ancora le chiese gra- na, Vincennes o del Trono, Rcuilly, ed
ziose di s. Filippo del R.oule , s. Pietro alla sinistra del fiume quella della scuo-
del Gros-Caillou , s. Dionigi, s. Luigi-s. la militare, tutte di forme diverse con va
Paolo, Nostra Donna di Loreto di recen- riali ornanienti. Conta Paiigi 4 aichi
te costruzione elegante e soda con pre- trionfali, quello del Carrouselj di cui si
ullegoiici laleralì, rappresenlanlì bellici colla prolezione che Carlo Magno pel
trionfi : al girare (lell'arco sono due fa- celebre Alcuino accordò alle lettere, fece
me, nel fregio e sulle pareli sonovi gran- rifiorire l'università nelle scuole che ri-
diosi bassorilievi ; lo ballaglie più cele- siedevano nel palazzo reale, destinale prin-
bri vinle dai francesi si vedono clligiale cipalmente all'istruzione de' giovani no-
in lavole di bronzo, coi nomi incisi de- l)ili francesi. Nelle scuole palatine da tut-
gli ullimi pili illuslri guerrieri della P'ran- te le parli vi accorsero i letterati più il-
cia. Fanno i francesi differenza Ira il mer- luslri a dettarvi in ogni ramo di scienza
norato o dei Giacobiti; quello degl'Inno- disputare su d' ogni argomento, in che
centi, centro del commercio de'Iegumi e acquistò infelice fama Pietro Abailardo,
frutta, sopra vasta piazza quadrata ov'e- i cui errori furono condannati. In ogni
ra il cimiterioe la chiesa de'ss. Innocen- tempo fiorirono nell' università insigni
ti ; la halle dei panni, quella del pesce sos- personaggi, e distinti ecclesiastici in essa
tenuta da un gran numero di colonne; insegnarono o appresero le scienze, ve-
la halle delle carni spaziosa; il mercato scovi, cardinali e Papi che la posero sot-
di s. ìNIarlino con bella fonie; il merca- to la protezione della s. Sede: il vescovo
to del Tempio o della Biancheria vec- di Parigi ne divenne arcicancelliere , e
chia; quello de'Bianchi mantelli; Gra- il per Filippo 1 nel loi ricevette l'uni-
i
naio di riserva o scorta; il magazzino del versità rettore , norme e privilegi. Nel
sale; la halle de'vini o deposilo genera- il 11 Innocenzo HI, a mezzo del cardinal
le de'vini, vastissima; la halle de'vilelli; legato Curson, a meglio stablliriie l'im-
il mercato di s. Germano con elegante munilà e le j)rerogalive, le concesse uno
fontana, quello de'Carmelitani ; la Val- statuto di riforma, preservando il retto-
le o halle del pollame e della selvaggi- re dall'influenza del cancelliere e del ve-
na; il mercato dei cavalli spazioso e ben scovo di Parigi. Il pontificio favore e di-
disposto; 5 macelli di grandi e magnifi- rezione accrebbe rinomanza all' univer-
che costruzioni, tenuti con pulitezza sin- sità, la quale fu riguardata come mailre
golare. delle scienze e della saviezza. Onorio III
Ninna gran città può gareggiare con difese lo studio del diritto civile, e nel
Parigi per l'importanza e numero degli 1229 non potendo l'università ottenere
stabilimenti civili, letterari e scientifici giustizia per l'uccisione di alcuni studen-
d'ogni maniera. Presta l'università inse- ti, tralasciò le sue lezioni e si dispersero
gnaujento gratuito nell'cdifizio chiamato i professori, ritirandosi parte a Keims e
Sol bona, situalo nella divisione meridio- parte ad Aiigeis. Quanto alle vertenze
nale della città, tra le vie «. Giacomo e con alcuni ordini religiosi e le fìimoso
di Sorbona, e dove più di 3,3oo udito- questioni agitate nell'uni versila ed altro
ri seguono corsi della facoltà delie scien-
i analogo, ne parlo a'ioro luoghi, come nel
2e, 2000 quelli della facoltà delle lette- voi. XLIV, p. 197. Nel regno di s. Lui-
re, e circa 5o la facoltà di teologia. L'o- gi IX, il suo confessore Roberto, nato di
rigine dell'antica uni\eisilà di Parigi ri- Lassa coudizioue in Sorbona diocesi di
,
19?. PAR PA R
Scns, Terso il i^.-To isliliM il cflcbialis- na, a questa rifibbricò magnificamenfe
siirio collegio e nicollà leoI(\i;icci (li Sov- nel i()27 la casa, nel iGSj» la chiesa, il
iìona pcgli ecclcsiiislici di povera condi- tutto terminato nel i6.)3. La facollàteo-
7Ìoii(', clic vivendo in comune si occupas- logica della Sorbona pel giansenismo e
sero solo allo studio e ad insegnare gia- cinque proposizioni si mostrò zelante cat-
luilanncnte a' poveri scolari, onde appia- tolica, ma per la bolla Unigenilus attac-
nar loro la via alla sapienza e l'orinare cala dai suoi dottori, Clemente XI so-
olla Chiesa abili difensori. La regina ma- spese i piivilegi dell'università, poi rista-
die gli tionò una casa presso il castello l)iliti da Clemente XII quando essa ac-
delle Terme o bagni, avanzi del palazzo cettò la bolla. Luigi XV con lettere pa-
di Giuliano l'Apostata, cui il re aggiunse tenti del i4 aprile 1719 stabilì nell' u-
le case che avea nello stesso quartiere ,
niversltà 1' istruzione gratuita. Vedasi
in cambio di rpielle cedute da Roberto Gio. B. Cve\\e\\ Storia dell'università di
in via F)ietoiuieria, ed in altri modi fu be- Parigi, ivi 1761 :è un'abbreviazione sti-
gi, gravemente pregiudicandola : sotto di nizzata nel i63o, e trasferita ove esiste
lui l'università contava 18 collegi perle nel 1771- La scuola di medicina anno-
lezioni di giammatica, rettorica, filoso- vera quasi lo stesso numero di scolari
fia, ec, e al tempo di Luigi XI 1 e Fran- sta nella strada del suo nome vicino al
cesco 1 1' università ritornò al suo anti- palazzo de'Pari : l'edifizio principialo nel
co sistema istruttivo perla gioventù. Tra 1769, fu compito nel 1786; è di bella
tali collegi, celebre fu quello di Navarra^ apparenza, con peristilio di 4 ordini di
fondato da Giovanna I regina di Navar- colonne, e contiene un magnifico gabi-
ra , di Aulun istituito dal cardinal Pie- netto di anatomia. Al collegio di Fran-
tro Bertrand, dei poveri scolari dal car- cia (al quale articolo parlando dell'istru-
dinal Nicolò Capocci, de'Lombardi dal zione pubblica del regno_, dissi di sua isti-
cardinal Cini AJalpighi, di Beauvais dal tuzione e stato attuale), nella via s. Già-
cardinal Dornians. Avendo appreso le cfjmo, alcuni tra' dotti e letterati piìi di-
dustria nazionale, datali amici delle arti, tutto è sorprendente e meraviglioso, ce.
filotecnica e de'fìgli d'Apollo. L'ateneo Ogni due anni si fa un'esposizione di qua-
reale fa corsi di scienze e belle lettere. dri, di sculture, d' incisioni, litografie e
Ha la società neosofica per iscopo la ri- disegni d'architettura. Il museo reale del
cerca e propagazione delle verità utili e palazzo di Lucemburgo è destinato alle
il miglioraniento de'costumi. La società opere de'piltori moderni. Il museo d'ar-
perla propagazione dellecognizioni scien- tiglieria, fondato nel i
794 con armi d'o-
tifiche e industriali, pubblica bollettini gni genere, è sulla piazza di s. Tommaso
sopra le scienze in generale. Una riunio- d'Aquino; nel 1820 essendosi di molto
ne di dotti e letterati pubblica la rivista aumentato si formò la gran galleria osa-
enciclopedica. 1 giornali quotidiani iilli- la d'armi ; maravigliose ne sono le col-
nìamenle erano circa 5o, oltre gli ebdo- 1 lezioni, ma soffrirono molte perdile ne-
madari e mensili, trattanti cose scienti- gli anni i8i4> i8i5 e i83o: tra le ar-
fiche, industriali, commerciali, politiche mature d'interesse storico e di bellissimo
o letterarie. lavoro per la cesellatura, contasi anche
Le 5 principali biblioteche di Parigi quella del pio Goffredo Buglione. 1 prin-
sono pubbliche, cioè biblioteca del re : cipi eziandio e i ricchi particolari posseg-
neria. Intieramente consecrato alle belle to nel i 795 ; di Cochin, di Necker e dei
arti, il palazzo delLou\iecontienenume- fanciulli malati ; di Beaujon fondato nel
rose sale aperte al pubblico e formanti 1793; di s. Cosimo con clinica di perfe-
ile' musei che portano diversi nomi : il zionamento della scuola di medicina, or-
de una ricca collezione di quadri di pit- s. Luigi, il più bello di Parigi, fonda-
tori morii e di statue, ed in più luoghi to da Enrico IV nel iGo"; de' Vene-
PAR PAR 19?
rei ; la casa ili sanila, dove si esige una bilicper colpe politiche. La [ìrigioneMa-
I eli ibuzione. vSono ospizi , la casa delle delonnetles racchiude le donne imputa-
pailoiienli o la Maleinilìi ; dei Irovatel- le di delitti e condannate,e qualche car-
li o dell' allattaniento; della vecchiaia cerata per debiti. Quella di s. Lazzaro con -
per le donne o Salnilrieia o Salpelrieie tiene le femmine condannate per delitti
che serve pure ai menlecalti ; degl' in- o debiti ;
quivi come nella carcere pre-
persone de'd ne sessi vecchie o inferme, che go della detenzione temporanea delle per-
pagano dozzina ; l'ospizio delle famiglie sone arrestate dalla polizia. L'Hotel Ba-
per gli sposi indigenti, vedovi e vedove a- tancourt è casa di correzione pei giovi-
vanzate in eia; l'ospizio d'Enghien, quel- notti. I condannati ai ferri, a detenzio-
lo centrale della vaccinazione gratuita, e ne o a morte, sono mandati a Bicétre si-
l'infermeria Maria Teresa; l'ospizio del- no al momento in cui cominciano a su-
la vecchiaia pegli uomini, di Rochefou- bire la pena. In via Grès è una casa d'a-
cauld. Vi sono 5 ospedali militari, cioè: di silo pe'giovani prigionieri la cui buona
Val de Grace, nell'antica abbazia del suo condotta nelle altie carceri meritò tal
nome; degl' Invalidi suddetto; del Gros- favore. Le prigioni militari sono quelle
compito nel i 786. Fra le società di bene- ond' è la prima città manifattrice della
ri, il cortile, l'oscuro corridoio pel qua- nali, e dalle 12 grandi sliade che par-
le sono introdotti i prigionieri, tutto ha tono dalla da quelle ferrate e da
città,
antico stemma era un vascello. La po- più giardini, dove mediante retribuzio-
polazione di Parigi, ad onta delle rivo- ne, si fanno feste, giuochi e fuochi d'ar-
luzioni e migrazioni, risultava dal censi- Numerosi sono caffè ed risto-
tifizio. i i
mento nel iB47j entro le mura, ad un ratori o trattorie, nella maggior parte ben
milione 53,897 abitanti ; nel circonda- tenuti ed elegantissimi rinomato è il :
rio del nuovo recinto e delle vicinanze caffè Turco con bel giardino, sul bastio-
a 200,000 abitanti. Da un contempora- ne del Tempio. 11 tuono della società va-
neo lagguaglio di Husson ePontoniersi ria secondo i quartieri.
rileva, che dopo il i83o la popolazione I pariginisono destri, attivi, industrio-
aumentò di 800,000 anime per le nu- si, inventori, benefici ; secondo Mac Car-
merose traslocazioni dalle provincie; co- thy sono però entusiasti, incostanti, sa-
sì pure migliorarono suoi mezzi di sussi-
i tirici, amici del lusso e avidi de'piaceri;
slenza, più abbondanti e piìi buoni di pri- il corai?£;io ardente e ceneroso talvolta
ma. Giusta tal ragguaglio, la popolazione eccedette ; la conversazione dell'alta so-
abitante entro le mura di Parigi è la se- cietà è spiritosa e gentile; gran parte del-
guente: popolazione dimorante 94^,72 i; la cittadinanza possiede estesa istruzio-
detta forastiera di passaggio 88,473; ne, civiltà e maniere piacevolissime; la-
guarnigione 19,701 1,053,897,
; totale boriosa ma
poco economa è la bassa clas-
meno assai di Londra (F.), che si pre- se, ama eincanta pei suoi slan-
d'istruirsi
tende fosse giunta nel 1849 a due mi- ci di bontà nativa. Diede Parigi la luce
lioni e circa 336,ooo, ed ora a circa due a gran numerodi soggetti illustri per san-
milioni e 5oo,ooo compresi sobborghi i : tità di vita d'ambo sessi, dignità eccle-
i
Jierbes, Matteo IMoK-, Patru, Le Pelle- dcpnis le gauloìs Jusquà /los /oiirSjVn-
lior, Riclielieu, Seguier, de Tliou, i 3 risi (S'.>.2- iiÌ2'/,c(ì/llla.'!coì\ pianleerami.
Turgot. Tra gli uomini di guerra si leg- La nazione de parisii credesi che si
gono Catinai il Gran Condè', Luigi
, componesse di belgi che vennero ad oc-
Francesco di Borbone principe di Conti, cupare un territorio sulle sponde della
l'ammiraglio Estaiiig, d'Estrées, il prin- Senna e veiso le Ironliere dc'senoni: scel-
cipe Eugenio di Savoia, e molti re eprin- sero a piazza di guerra la maggiore di
ci[)i. Furono celebri Boixlenave nella me- 5 isole che allora il fiume formava nel
dicina, Cadet nella farmacia in pittura, : sito dove sorge presentemente Parigi, e
I
98 PAR PA R
postata nel 36o mentre vi
di nostra era, fu levato perconseguenza d'un trattato
avea preso i quartieri d'inverno. Pare vergognoso, firmato da Carlo II il (ii os-
che in tale tempo Lutecia ricevesse il ti- so. Nel l'imperatore Ottone II, es-
978
tolo di città e il nome di Ptirisii, Luletiae sendo in guerra con Lotario re di Fran-
Pansìonim, in francese Paris, in italia- cia, giunse vicino a Parigi con 60,000
no Parigi. Alcuni imperatori successori combattenti. La stirpe de' Capeli risie-
di Giuliano abitarono momentaneamen- dettecontinuamente in questa città, e fu
te cpiesla città, la quale cominciò a di- verosimilmente sotto il regno d'Ugo Cn-
ventate una delle più importanti della peto del 987 che si costruì un muro di
4.' provincia Lionese. Nel 383 fu l'im- cinta intorno al sobborgo eh' erasi for-
peratore Graziano disfatto da Andraga- mato al nord della così detta Città, Gi-
zio armato Massimo. Childe-
pel tiranno te j altri ritardano tale edificazione al
rico I figlio di Meroveo e capo de'fran- tempo di Luigi VI, il quale nel 1 i3i
chi, tribìi di origine alemanna, ne discac- accolse in Parigi Innocenzo II che vi ce-
ciò nel 465 romani, che l'aveano cinta
i lebiò la settimana santa e la Pascpia con
di fortificazioni, fabbricato vari templi gran magnificenza e divozione: vi fece
to il suo regno e nel 5i fece innalzare i tro Papa Eugenio III, sotto Luigi VII,
la basilica de'ss. Pietro e Paolo, e nel 5 1 che nel dì seguente consagrò la chiesa
vi fu sepolta s. Genoveffa (F.), che poi abbaziale di Montmartre col seguito di
prese il suo nome e vi fu fondata un'ab- molli cardinali e prelati; s. Bernardo gli
bazia , avendo preservata la città dagli feceda diacono e Pietro cluniacense da
unni, secondo il Rinaldi, il quale aggiun- suddiacono: l'abbate regolare di ]Mont-
ge che nel 588 la città fu consumata da martre sino al declinar del secolo passato
un incendio. Sotto discendenti di Clo- i avea giurisdizione in alcuni circondarli
doveo I, Parigi fu primieramente la ca- de' dintorni di Parigi e de* suoi sobbor-
pitale d'im regno del suo nome, poi del ghi. Il medesimo re dipoi ne' primi del
regno di Neustria, per cui le principali I i63 e nella domenica di settuagesima,
notizie che la riguardano riportai a Fran- con grande onore vi ricevette Alessandro
cia. Non vi risiederono i re della 2.^ stir- III e nella domenica Laetare ebbe da lui
pe, luttavolta Carlo Magno ebbe sopra in dono la rosa d' oro benedetta, ritor-
questa città una felice influenza colla fon- nandovi il Pontefice nel i i64) avendovi
dazione d'una scuola che fu culla dell'u- dimorato il resto della quaresima e ce-
niversità di Parigi; egli eia stalo consa- lebrato la Pasqua. Vi consagrò pure la
grato re da Stefano IIdetto 11! quando chiesa di s. Germano dei Prati, alcuni di-
si recò in Francia. I normanni attacca- cono nella quaresima i 167. Sotto Lui-
rono Parigi per la i ." volta neir845, la gi VII si accrebbe considerabilmente il
incendiarono nell' 857, neir872 la die- quartiere dell'università nel sud, a mo-
dero nuovamente al sacco. Fortificatisi tivo della grande quantità di scolari che
i pnrigini nell'
87 7 poterono con prospe- vi venivano da tutte le parti nel 1 79 : 1
ni tornarono ad assediarli nell'SSS: l'as- Laas o Lias che estendevasi alla sinistra
sedio durò i3 mesi, nel corso de'quali della Senna, tra il sito de' ponti attuali
coraggio e prudenza dispiegarono Eude di s. Michele e delle Arti.
conte di Parigi ed il vescovo Goziino, e RegnandoFilippolI Auguslo,neli 184
PAR PAR 199
fiiiono lastricate le strade; la nuova cin- Prati, s. Giacomo e s. Marcello furono
ta s'incominciò nel i iqo, quasi rotonda arsi afilnchè non cadessero in suo pote-
e di cui era centro il mezzo della città, re. Grande mortalità, dalla carestia ca-
the conteneva 789 jugeri e che racchiu- gionata, segnalò il i3Gi. Carlo V, cui
se [larecchi borglii, cli'eransi successiva- aveano faziosi sforzato ad allontanarsi
i
mente formali , cioè il borgo Bello , il da Parigi, vi rientrò nel 364, '"''' ^^' i
soprintendente sotto Filippo III fu in- vi fece il suo ingresso solenne nel i^^j,
nel venerdì vi si portò, onde il popolo Parigi; e nel regno di Luigi XI gii abi-
per la sua presenza e permesso interpre- tanti giunsero ai 3oo,ooo. Sotto Fran-
tativo, che forse l'avrà conceduto, si ap- cesco I tracciaronsi i bastioni del nord,
profittò di tutte le carni preparate nel dalla porta Antonio a quella s. Ono-
s.
Stefano Marcel prevosto de' mercanti. guinarono la cillà; l'orribile strage dei
Odoardo III re d'Inghilterra fece inutili protestanti, il giorno di Bartolomeo
s.
il re a uscir di Parigi. Nel i5()0 terri- videro sorgere imponenti archi Irionlàli;
bile fame desolò la città, e durante il bloc- adornarono la capitalele piazze della Vit-
co d'Enrico IV, questi ebbe la generosità toria e Vendùnie; i^Campi Elisi e il giar-
di farle passare i viveri. Vi entrò nel 1
594 dino delle Tuileries offrirono vasti ed
e fece edillcare le strade Cristina, d'An- ameni passeggi; furono costrutti parec-
giò e la Delfina con piazza; verso la fine chi ponti, stabilite nel 16G7 lanterne per
del suo regno contava Parigi iGGo jugeri. r illuminazione delle strade; l'Hotel de-
6olto Luigi XIU si operò la costru- gT Invalidi, il Val de Gràce, la Salni-
zione dell'acquedotto Arcueil, l'isola di s. triera, il Porlo reale oggi ospizio della
Luigi si cuopri di case, e dal 1624 al IMalernità, l'ospizio de'lrovatelli ora de-
1629 s'ingrandì la città, nel suo recin- gli orfani, l'osservatorio, il collegio Maz-
to comprendendo le Tuileries, il quar- zarino, il colonnato del Louvre, la chiesa
tiere del Greppo de'Mulini e quello del- s, Sulpizio, la manifaltiua de' Gobelini,
la Città Nuova; incominciaronsi le nuo- quella degli specchi, tutte furono creazio-
ve mura sulla sponda della Senna, e la ni di questo regno lungo e luminoso, sot-
porzione chiamata della Conferenza giun- to del quale la superficie di Parigi fu
se alla via s. Onorato, dove si fabbricò portata a 8227 jugeri. Cbaillotdivenne
la porla omonima ; passarono alle porte sobborgo ;
per l'erezione del palazzo di
Gaillon e Piichelieu, poi per la strada Versailles il re vi andò a risiedervi, e Pa-
Moiitmartre alla porta di tal nome, e rigi cessò sino alla rivoluzione di essere
posero capo alle antiche mura di cinta, il soggiorno della corte. Sotto Luigi XV
via s. Dionigi. Verso il 1689 tanto era continuarono coti attività miglioramen-
i
e le vieadiacenti, che presto congiungen- velTa, le halle delle biade, la scuola mi-
dosi ai villaggi di Popiucourt e di Pieuil- litare sorsero; nel 1758 fu istituita la
ly , formarono un immenso sobborgo, piccola posta, quindi tracciaronsi i ba-
commerciante e industrioso. Le guerre stioni del mezzodì, e la piazza della Con-
della cos'i detta Fronda contrassegnaro- cordia abbellì la parte occidentale ; nel
no il principio del regno di Luigi XIV, 176G sostituironsi alle lanterne i river-
e nuova giornata delle barricate accad- beri. Luigi XVI terminò il collegio rea-
de il 27 agosto 1G48, indi nel 1602 il le ora di Francia, cominciato sotto Fran-
sobborgo s. Antonio fu teatro di sangui- cesco I; vantaggiosi accrescimenti ebbe-
nosa battaglia tra il (irau Condè, capo ro gli ospedali, furono costruiti parec-
dei frondalori, e Turenna comandante il chi (ealri, s'innalzarono nel 178G le gal-
partilo regio, che fu costretto a cedere. lerie di pietra del palazzo reale, e la nuo-
Numerosi abbellimenti e incrementi con- va cinta dièa Parigi 1' estensione di 99 o i
sideiabili videro nascere il mezzo e la Ci- jugeri, ed è quella stessa d'oggidì, Irau-
PAR PAR 201
ne al sud-est ove Cu al(|iianlo rimossa e d.ito a anche nel voi.
Parigi ,
parlai
per le eseguile sontuose Ibililìcazioni. A A XXVI I, p. 285, Crealo imperatore ai
Francia e I.ngiiii.teura avendo eziamlio 18 maggio i8u4, ^^'o f If{f^.) si recò
narrato gli strepitosi avveniuienli, di cui a l'arigi per coronarlo a'2 dicembre, col-
Parigi fu il priucipal teatro dal 17^)9 al le cerimonie dette nel voi. XVII, p. 225,
i83o, solo qui appena indicherò alcun celebrando nell'episcopio Concisione f^.),
cenno principale, massime riguardante essemlo giunto nella gran città d 28 no-
la città, citando opere che anipiameule vembre, alloggialo al palazzo delle Tui-
supjdiscono. leries, nel |)adiglione detto di Flora. Nel-
iXel 1789 organizzala la guardia na- la festa di Natale il Papa celebrò ponti-
zionale, a' I 4 luglio \ì popolo prese la Ba- lìcalmente nella cattedrale, dando la so-
stiglia ed al G ottobre la corte si Irasfe- lenne benedizione. Nel tempo della sua
r'i a Parigi coll'asseuiblea nazionale. La dimora in Parigi, Pio VII ricevette le
cillà cessò dall'essere capitale della pro- deputazioni del senato, del tribunato, di
vincia deirisula di Francia e diventò ca- lutti i corpi dello stato e di vari slabi-
poluogo del dipartimento di l*arigi, il limenli, i principali de' quali visitò, re-
quale poi assunse il nome della Senna, di- candosi ad osservarci più grandiosi edi-
viso in Go distretti. La luiuiicipalità rim- lìzi e monumenti delle arti di Parigi. Die
piazzò la [)revostea de' mercanti ; le co- il pallio all'elellore arcivescovo di ilalis-
munità de'commercianli e operai furono bona, in s. Sulpizio consagrò due vesco-
abolite. A' i3 febbraio i7()0 vennero vi, onorò di sua presenza anche altre
soppressi gli ordini religiosi, con chespa- chiese e parrocchie: celebrò in s. Tom-
I irono G abbazie, cioè 3 di uomini e i 3
I maso d'Acpiino, benedì la nuova cappel-
di donne, G3 conventi de'primi e 70 mo- la della Madonna in s. Eustachio. J'assò
nasteri delle seconde, oltre 80 cappelle. a Versailles, ed in s. Cloud battezzò, al
II i.| luglio 1790 ebbe luogo al Campo modo dello nel voi. IV, p. 2 1 3, il secon-
di Alartela graiide(t;sta della federazio- dogenito di Luigi fratello di Napoleone.
ne. IVel 1791 repubblicani distrussero
i Visitò pure gli ospizi e ospedali, e quel-
tulle le armi reali, e dichiararono deca- lo de'soido-muti, la biblioteca e la stam-
duto Luigi XVI dal trono, sventiualo peria im[)eriale. Alle Tuileries fu sorve-
e virtuoso re che fu decapitalo nel 1793 glialo 1 igorosanieiile, e da queslo fatico-
sulla piazza della Concordia. 11 2 5 feb- so viaggio solo ottenne da Napoleone la
braio la [ìlebaglia saccheggiò le spezierie dichiarazione de'vescovi cosliluzionali di
e le bulleghe di commestibili, e l'arigi essere ritornati nel grembo della cattoli-
fu successivamente turbala dai cambia- ca chiesa, l'assegnazione de'foiuli residua-
menti di governo e rivoluzioni in que- : li ai bisogni del clero, il ristabilimento
sta agitazione sanguinolenta tullavolla delle missioni straniere, quello de' preti
suisero que'slabilimenli di sopra descrit- di Lazzaro e delle sorelle della carità.
s.
ti. ÌNel i7()G Parigi fu divisa in 12 mu- Ogni volta che Pio VII usciva per Pa-
nicipalità, e queste in 48 sezioni ; e per rigi, un concorso immenso di poptjlo af-
le vicende raccontale a Francia, Pio VI fretta vasi di porsi asuoi piedi, come me-
mandò a Parigi ambasciatori secolari in- glio dico alla sua biografia, con altro re-
vece del Nunzio {^.), che da secoli vi lativo alia sua dimora in questa città
risiede.Nel 1799 Napoleone Ij(nio|)arte ed alle vertenze con Napoleone. Ne ri-
diventò console e Ic'cc le cose già narra- trassero l'efligie, in marmo Scine, in pit-
te per abbellimenlo e maggior lustro di tura David. 11 Papa partì da Parigi ai
Parigi: del concordato stipulato con la 4 aprile 1 80 j. I disastri della Russia tra-
s. Sede del cardinal legato perciò man- scinarono la caduta di Napoleone e l'in-
,
202 PAR P A R
vasioiie (Idia capitate tleU'imtnenso im- tà della Francia e della caria data da Lui-
pero per parte de' sovrani alleali, arre- gi XVIII violatrici : subitamente si ordi-
stali nondimeno il 3o marzo i8i4 da nò un'opposizione vigorosa pei tre giorni
\igorosa resistenza, indi dopo la capito- 27 28 e 29 luglio, chiamate gloriose
,
po 100 giorni di nuovo regno, gli al- ritirate queste, Carlo X fu sforzato ab-
leati tornarono a occupar Parigi li 7 lu- dicare e abbandonare la Francia. Erasi
glio e fu reintegrato Luigi XVIII, dopo il dì 28 formato un reggimento provvi-
essere stato Napoleone vinto a Waterloo sionale cofnposto di tre membri , e sino
al modo riferito a Paesi Bassi. Rilegato dal 3o luglio furono mirabilmente rista-
a s. Elena, Vedasi De l'Arde-
ivi n)or"i. biliti l'orclineela calcna, soprattutto man-
che, Stona di Napoleone, Torino 889. 1 tenuta dalla guardia nazionale, la quale
Las Casas, Memoriale di Elena Na- s. tre anni prima disciolta, allora trovossi
poleone in esilio di O Meara ad Jnton- ricostituita sotto il comando del general
marchi, T ovino i842.Breton, Quadro Lafiyelfe. Il 3i luglio il governo prov-
storico delle battaglie di Fleitrs e TVa- visorio concesse isuoi poteri al duca di
terloo nel 18 i5. Capefigue, Hisloire des Orleans (^'.), che a'9 agosto divenne re
traités de 181 5, Paris 1 847. Tliiers, Hi- deTrancesi col nome di Luigi Filippo I.
dustria ; se non che la vecchiezza e le in- pericolo cui soggiacque mg.*^ di Quelen
fermità del re lasciarono l'amministra- arcivescovo di Parigi nella rivoluzione;
zione in mano d'un ministro poco in ar- dell'invialo che il prelato spedì al Papa
monia coll'opinione generale della Fran- per consultarlo sul giuramento come pa-
cia traffico ne sollri e sparì la fiducia.
; il ri ; dicendo ancora del giuramento del
regno di Carlo
Il ebbe felicissimo X clero e delle preghiere d'uso pel nuovo
incominciamento ma conservò il mini-
5 re, sullo spirito che allora vigeva in Fran-
stero delfratello. Nel novembre 182 7 su- cia, e del riconoscimento che fece di Lui-
turbolenze v'ebbero alquante ar-
scitatesi gi Filippo il Pontefice. Vedasi Thiers
chibugiate nella via s. Dionigi. Ministri Histoire de la réi'oliitionfrancaise, Bi u-
amici delle istituzioni costituzionali rista- xelles i83o. Capefigue, Hist.coslitutio-
bilirono per un momento
calma e le la nelle et administrati^-e de la France, Bru-
speranze, ma furono sostituiti agli 8 a- xelles 1834. L'Europe depuis l' événe-
gosto 1829 da uomini, cui uno spirito dif- ìnent de roi Louis Pliilippe, Pdr'is i845- H
ferente atiiinava; indarno cercarono essi governo di Luigi Filippo I, accusato di es-
due volte d'ottenere la maggioranza nel- sere retrogrado, oligarchico, reo di tradi-
le camere de'depntati, e per giungere al mento, di attentati controia libertà, dia-
loro scopo fecero al re emanare il 25 luglio ver fìllio la Francia di luglio segno allo
i83o ordinanze attentatorie alle liber- sprezzo e ridicolo d'Europa, fu rovesciato
PA U PAR 20 3
(lai popolo finncese a l^;)rigi il '22,13 e 24 delle Tuileries e del palazzo reale si bru-
fclibiaio 1 84B, martedì, mercoledì e gio- ciarono in mezzo alle loro corti. 1 figli
opinioni di Ledru Rollin fatto ministro namenti della medesima. Dicesi che in
deirinterno e di Lamartine eletto mini- questa catastrofe perirono 6000 vittime,
stro degli Intanto il re sul
allliri esteri. con 4^-8 feriti. A vari stabilimenti pub-
ptnito che popolo irrompeva alle Tui-
il blici, palazzi, teatri e piazze fu cambialo
leries. colla famiglia reale per Treport il nome. M.^ Netlement nel giornale La
si rifugiò in Inghilterra ed a Claremont, Mode ha pubblicatola Fila di Luigi Fi-
sotto il nome di conte di Neuilly, ove lippo d'Orleans già re de' francesi che ^
morì a'26 agosto i85o;ela duchessa tradotta nel nostro idioma da Luigi Sfor-
d'Orleans co'figli passò in Germania. Ai zosi fu riprodotta neW^dlbum anno i 5,
24 febbraio il popolo parigino divenuto n." 8 e seg., ed è del più grande interesso
padrone di Francia, proclamò la repub- nel descrivere un personaggio che subì
blica (e con solennità si ripetè a'4 mag- tante e diverse vicende, si trovò in tan-
gio), abolì gli antichi titoli e qualificazio- te situazioni,contenne tante peripezie, e
ni di nobiltà; proclamò pure un governo terminò politicamente in una catastrofe,
provvisorio in nome del popolo francese, che nella storia de' secoli moderni non
con bandiera tricolore dell'antica repub- ha esempio. II celebre Thiers parlando
blica e il motto Repubblica Francese, ol-
: di Luigi Filippo disse: » Dio miguardi
ti"e l'insegna nazionale del colore giallo. di non parlar con lispetto fnentr'egli è
Dupont de l'Eure nominato presiden-
fu detronizzato, proscritto e povero. L'ec-
te, Garnier Pagès maire di Parigi; si cessiva sua prudenza fu cagione di sua
sciolse la camera de'deputati e fu inter- rovina: egli nel timore o del liberalismo
detto a quella de'pari di riunirsi. A'26 al di dentro, o dell'ardite intraprese al
il popolo entrò nelle Tuileries, fece man di contenere un paese che
fuori, volle ,
bassa su quanto vi trovò, e l'incendio che finì coir uscirgli dalle mani, siccome fa
vi attaccò presto fu riparato ; il Louvre un vapore di troppo compresso '
.
llibbraio, di mantenere una massa enor- darsi il comando supieuio delle milizie
me di lavoranti, che ricevendo il loro sol- al ministro della guerra general Cavai
scrizioni e le stragi del 1792 e I793,ac- di [ìresidente del consiglio dei ministri,
clamando detenuti della cospirazione
i con autorità di eleggere il ministero. Al-
del i5 maggio e declamando contro i lorchè ribelli si ostinarono nella resi-
i
decreli della commis.ìione esecutiva che stenza dentro il boigo s. Antonio , cen-
si dimise. L' insurrezione fu gigantesca, tro dell'insuriezione, ne fu commossa la
revoli furono le vie, che presentarono lo sennata gentaglia del popolaccio, questa
spettacolo di tremende battaglie. Iribel- ammirando la generosa risoluzione gri-
li commisero alti d'maudita ributtante dò: viva l' arcivescovo. Menive il prelato
atrocità, come selvaggi nen)ici della pie- sulla barricala avea incominciato la sua
là e della civilizzazione. In mezzo a lau- commovente pacifica perorazione, e [ìro-
ca4o,ooo,per cui fu necessaria una dop- salo. Nel dì seguente 27 giugno fu Iras-
pia forza per vincerli, dopo una resisten- ferito all'arcivescovato, e spnò martire
za non meno regolata che disperata. Mai della carità pastorale, di circa 55 anni,
tanto sangue francese è stato sparso da con universale tristezza e profondo do-
mani francesi. I ribelli furono regolali da lore. Il corpo fu imbalsamato e nella me-
parecchi uomini di lesta e di capacità, e tropolilana furono celebrati solennis-
gli
cuni de'loro udiziali. Le vittime tra mor- zionale ordinò a nome e spese della re-
tieferitisifeceroasceudereacircaio,ooo, pubblica un monumento in onore del-
e dei IO generali comandanli le truppe l'arcivescovo, da erigersi nella metropo-
e le guardie nazionali, 7 restarono feriti lilana. A tenore della costituzione fran-
e 2 di essi morirono. Parigi e la Francia cese fatta a Parigi, ed ivi poi solennemen-
dalla rovina da cui era minacciata fu sai- te pubblicala a' i2 novembre, a' io di-
PAR PAR 2o5
cenibre 1 848 restò eletto presidcnto del- liac, sìve Dlonysiiis Areopagitae, Tolo-
la repubblica francese Luigi ÌV.-ipoleone saei (i4i . G. INI i Ilei nella F indicala ecclc-
lìonaparte, nnlo in Paiigi a' -xo aprile siae Gnllicanae gloria de suo Arcopa-
1808, figlio dell'ex re d'Olanda Luigi gita Dionysio, Parisiis 638, contro il p. 1
xelles I
849. achersus Launojum ,^a\'\s\\^ 164 3. Leo-
La fede fu predicata in Parigi verso ne di s. Giovanni nella Franccconvcrlie,
il 24^ ^^^ vescovo s. Dionisio {F ), man- Parisi fin I. Chiniet nell'opuscolo De Dio-
dato nella GalliadaPapas. Fabiano, ove tiysii actate, totaqtie chronologia. Labe-
collocò la sua sede vescovile circa il i5o, iiazie nella Defensioantiquìtatis Galliae,
onde ne fu il 1° vescovo, com'è venera- Ageni iGqG. Lorenzo Cozza nelle Fin-
to apostolo della Francia ; fu martiriz- diciae Areopagilicae, Romae
iyo2. Al-
zato co' suoi compagni soprala collina l'opposto per la sentenza de'due Dionisii,
]Montniarlre,cliealcuni traggono da Mon- uno ateniese, parigino altro vi sono 1'
,
te martire. I loro corpi furono collocati Sirmond nella Dissertalio in qua Dionysii
in Catolacnm, luogo della diocesi ove si rarìsiensis et Dionysii Areopagitae dis-
edificò una cappella, che poi fu conver- crinien ostenditnr, Parisiis 64 1 Launoio 1 •
rigi sia diverso da s. Dionisio l' Arcnpn- abbraccia dal Morino, dal Dulxiis, dal
gita (/''.), oppure uno solo, come fu il Tillemont e da altri, e si può dire la più
primo a pensarlo Ildiiinoabbatedi s. Dio- comuneaidì d'oggi. Certo è, che la chie-
nisio verso r834. Che fosse uno Solo lo sa di Parigi celebra il suo uffizio semi-
sostengono Francesco Gerson in una
: doppio in onore di s. Dionisio l'Areopa-
lettera franccsedirclla al gesuita Sirmonil gita il 3 ottobre, e con maggior solenni-
e stampata a Parigi nel i()
i
i, come al- tà o titolo di riconoscenza verso s. Dio-
trcM ntAV Apologia prò Dioiiysio,f-.n~a- nisio suo i.° vescovo il f) dello slesso mese.
ro, Trophiino et aliis Galline aposlolis^ Succedettero a s. Dionisio nella sede
1 642. G. Samblancat nel Palladium Gal- vescovile di Parigi, Mallo, Massus, Mar-
9,o6 r A II P A R
ro, Ad vento 33 'j; Viltoiino
ilal 3 i 5 al Io che morì nel 654 ^^ ebbe a successo-
1
laorlo nel 347, P"o'o t^''' 3Go, Pruden- re Gio. Francesco Paolo de Gondy cardi-
te o Prudenzio del 4 o, s. Marcello mor- 1 nale, detto de Retz. Nel 679 Pietro VI 1
Enrico de Gondy cardinale morto nel sur Marne: ricusò virtuosamente il giu-
1622 a'2 agosto. Vedasi Chenu, Arch. ramento alla costituzione civile del cleio
ci episc. Gallrae, p. 197, per la serie d£Ì mandò la sua ri-
e ritirossi in Svizzera;
vescovi, Gregorio XV ad istanza di Lui- nunzia uel i8oi pel concordato, ricusò
gi XllI e per le preclare e insigni prero- la sede di Lione e morì a Parigi a' 20
gative di Parigi capitale della Francia e marzo 181 r. Nel concordato Pio VII di-
residenza reale, colla bolla Universi or- chiarò suffrnganee di Parigi le sedi di
bis ecclesiis, de' 20 ottobre 1622, Bull. Versailles, Meaux, Amiens, Arras, Cam-
Rom. t. 5, par. 5, p. 67, la sottrasse dal bray, Soissons, Orleans e Troyes(di poi
gius metropolitico di Sens, di cui era suf- ristabilì le 5 sunnominate, che sono le at-
fraganea, e l'elevò al grado di metropo- tuali ), indi nel 1802 nominò arcivesco-
litana, ed il vescovo in arcivescovo. Le vo Gio. Battista de Belloy, già vescovo
assegnò persufìfraganei i vescovati di Or- di Marsiglia^ ove riportai le di lui no-
leans,Meaux e Chartres, a'quali poi ag- tizie meglio che alla biografia, la qua-
giunse Innocenzo XII quello di Blois e le l'hanno tutti i cardinali, fra' quali il
lodivennero poscia quelli di Versailles, Papa annoverò nel i8o3, indi sena-
lo
Cambray ed Arras, ma queste due ulti- tore e morto nel 1808. La sede restò va-
me furono tolte nel ripristinamento del- cante sino al 18 17, poiché sebbene Na-
Cambiay al grado me-
l'arcivescovato di poleone nominassesuccessori prima Io zio
.°
operatoda GiegorioXVIil
tropolitico, i cardinal Fcsch che ricusò, poi nel 18 io
ottobre i84> colla bolla Mislicam Petti il cardinal 3Jaury (del quale nel 1828
Navicidam, laonde avendogli sottoposto si pubblicò in Pariglia Vie avec despic-
Arras come lo era prima, ora sono soltan- ces juslifìcatifs^, che accettò ad onta del-
to i primi cinque nominati vescovati i suf- le inibizioni di Pio VII, e perciò non ri-
fìaganei dell'arcivescovo di Parigi. Tut- cevette l'istituzione canonica. Ritornato
to il VII tomo della Gallia Christiana, Luigi XV III sul trono degli antenati, ot-
impressa a Parigi nel 744? ^ impiegato i tenne dal Papa che fossero riorganizza-
in descrivere questa chiesa illustre, che te le sedi di Francia e nel 8 7 traslatò
1 i
Pio IX [F.) gli celebrò solenni esequie 55 o 552, tenuto da 27 vescovi, 6 dei
1
e lodò altamente con allocuzione, nel con- quali erano metropolitani, quali depo- i
cistoro degli II settembre 1848, nel so- sero Sadaraco vescovo di Parigi per gra-
stituii gli l'odierno arcivescovo nig/lMa- ve delitto, e gli sostituirono Eusebio. Il
ria Domenico Augusto Sibour di s. Pao- 4.° nel 557 con l'intervento di i5 ve-
lo diocesi di Valenza ( fallo vescovo di scovi nella maggior parte santi, e parti-
Digne nel 1889 da Gregorio XVI ), ad colarmente si proibì r usurpazione dei
istanza del general Cavaignac capo del beni di chiesa , e si provvide ai gradi
potere esecutivo. In Parigi sonovi 38 di parentela ne' matrimoni e all'elezio-
parrocchie coi battisteri, cioè 18 di i." ne de' vescovi. Il 5." nel 5^3 per termi-
e 2.' classe, e 20 succursali ;
quelle del- nar le questioni tra Chilperico e Sige-
l'ampia arcidiocesi ascendono 376. Hav- berto fratelli delie Gontrano. 11 6.° nel
vi il seminario diocesano , ed il piccolo 577 nella chiesa di s. Pietro, contro Pre-
seminario di s. IS'icola, la facollà teolo- testalo vescovo di Rouen, depo'^to come
gica, la congregazione della Missione, il reo d'aver favorito la ribellione di Me-
seminario de Picpiis, quello delle lìJis- roveo figlio di Chilperico. Il 7.° nel Gi4
sioni straniere, quello di s. Spirito delle o G 5 composto di tutte
I le piovincie del-
flussioni straniere delle colonie, al quale le Gallie, e come il più numeroso di quel-
articolo parlai di esse; la congreguzione li precedenti tenuti dalle medesime, fu
dis. Sulpizio, quella de'fratelli delle Scuo- chiamato generale dal concilio diPieiins
le cristiane, ed aìtie religiose e pie d'am- del G25: venne repressa l'autorità regia
bo i sessi, come delle sorelle della carità, suir elezione de' vescovi, e fatti regola-
dame del sacro cuore, ec. Inoltre in Pari- menti per la disciplina ecclesiastica e le
gi e neir arcidiocesi sonovi idomenica- donazioni pie. L'S." nel 638. 11 9.° ncl-
ni, de'quali è provinciale il ch.p.Lacor- 1*825, in cui i vescovi approvarono che
daire; i gesuiti, di cui è superiore il ce- Adriano II avesse condannato quelli che
lebre p. Ravigiian; la congregazione de' facevano in pezzi le sacre immagini, non
preti della misericordia; il seminario de- però che si adorassero supersliziosamcn-
gl'irlandesi; le agostiniane e le benedet- te, biasimando altresì il Niceno II e quel
tine di diversi istituti, le carmelitane, le concilio tenuto dagl'iconoclasti nel 754.
domenicane, le fedeli compagne di Gesù, Il Rinaldi che lo descrive, lo chiama con-
le francescane, le dame picpus, ed altre venticola e deplora chi ne pubblicò gli
dame e suore sotto diverse denomina- atti, (legni di perpetue tenebre, se non
zioni ; l'infermeria di Maria Teresa, ec. che dalle lettere di Lodovico I rilevasi
Dei collegi che aveano in Parigi gì' in- quanto già era grande la riverenza de-
glesi, gl'irlandesi e gli scozzesi, se ne trat- gl'imperatori verso Papi e l'universale i
e quello de' vescovi nelle cose temporali. Saladine, pei soccorsi di Palestina, d'or-
]| i2.° neir832 relativamente ai mona- dine di Filippo II. Il 29." nel I iqtjjSul
ci di s. Dionigio. Il iS." teruito nell'S/^r» m;itrimonio(li Filippo II con Ingelburga
per terminar quello di Meanx. Il i4*' di Danimarca (argomento trattalo con
neir 847 sull'esenzione dell'abbazia di qualche diffusione a Innocenzo HI). Il
Corljia, e si confermò Iiiomaio in arcive- 3o.° nel 1201 presieduto dal legato Ot-
scovo di Reims. 11 i
'")."
neir84fì per rim- taviano: convinto d'eresia il valdese E-
proverare Nomenoeerr, preteso re di Bre- vraldo, fu bruciato in Nevers ov'era sta-
tagna, per quanto avea fatto nel conci- to crudele governatore. Il 3 1
."
nel 1 209
lio di Piedon.i6.°neir853 o più tar-
Il o 1 2 I o contro gli errori di A mauri mor-
di, d'ordine del vescovo Enea, che per to in carcere e suoi discepoli, che si con-
ottenere la sua ordinazione, sottoscrisse dannaiono al fuoco; a questo si condan-
gli articoli contro i pelagiani, di s. Pru- narono ptue libri i della metafisica di
denzio di Tours. Il 17.° nel 1006 per Aristotile. Il 32." nel 12 r 2 presieduto
confermare la donazione fatta dal vesco- dal cardinal legato Curson, e si fecero
vo Rainaldo a' canonici della cattedrale, molti canoni di riforme, pel clero seco-
approvata anche da Giovanni XVII det- I lare e regolare, le religiose, le abbadesse,
to XIX. Il 18.° nel 1024, nel quale fu gli abliati,gli arcivescovi e vescovi, rin-
dato il titolo d'apostolo di Limogesa s. novandosi la proibizione della riprove-
Marziale. Il ìq.° nel 10 '^o alla presen- vole festa de pazzi (procurò sopprimer-
za del re Enrico I, contro l'eresia di Be- la anco il cardinal Pietro di Capita , /'.),
trada mediante giuramento. II 24-° nel del Papa scomunicò Raimondo conte di
I I2f) nell'abbazia di s. Germano ai Pra- Tolosa e complici, fautore degli albigesi,
ti, in presenza di Luigi VI, per la rifor- disponendosi di sue terre. Il 3q.° nel
ma di molti monasteri e di quello d^Ar- I22C) : Raimondo conte di Tolosa si pa-
genleuil, cui alle monache si sostituiro- cificò mediante trattato colla Chiesa e
no i monaci di s. Dionigio. Il 25." dopo col re. Il 4o-*' lel 1248 sulla disciplina
Pasqua nel 1147, contro gli errori di ecclesiastica. Il 4'-° nel i256 sull'assas-
Gilberto de la Porrce vescovodi Poitiers, sinio del cantore della chiesa di Char-
presieduto da Papa Eugenio III, assisti- tres: maestro de' domenicani si lagnò
il
cia. Al Louvre vi si tennero sullo slesso disciplina. 11 63." nel i528, nella chiesa
argomento due assemblee nel i 3o3 a' 1 2 degli agostiniani grandi, presieduto dal
marzo e i3 giugno. Il 49° "^l i3io, cardinal Prato arcivescovo di Sens, con-
presieduto dall'arcivescovo di Sens, per tro gli errori di Lutero, e vi fecero decre-
pr'eiider notizie sulla vita e opinioni dei ti per la fede cattolica e la disciplina. Il
templari, quindi giudicati secondo qua- la 64-° nel 16 12, presieduto dal cardinal
lità delle colpe. Il 5o.° nel i 3 4 provin-
1 Perron arcivescovo di Sens, e vi fu dan-
ciale, sulla disciplina e giurisdizione ec- nato il trattalo della podestà ecclesia-
clesiastica ,
presieduto dall'arcivescovo stica Edmondo Richer. Il G5.° nel
f\\
di Sens; si scomunicarono i detentori de- 1G40, tenuto dal cardinal Gondy i.° ar-
gli ecclesiastici e si vietarono le citazioni civescovo di Parigi , contro il libro di
generali. 11 5i.° nel i323 o i324 sulla Carlo Hersent, Optali Galli, De cavendo
disciplina anche regolare, secondo lo sta- schisniate.
tuto del concilio di Sens. Il 52. "nel 1 3 {43 I vescovi costituzionali coi giurati del-
presieduto dall'arcivescovo di Sens, sul- la cattedrale di Parigi nel 1797 vi ten-
l'immunità degli ecclesiastici e loro abi- nero un adunanza che chiamarono con-
ti, sugli scomunicati e legali pii. Il "tZ." cilio nazionale. Le sessioni furono sulla
nel 1379 in favore d'Uibano VI. Il 54." validità de' brevi di Pio VI, che li di-
nel I39 per l'estinzione dello scisma di
I chiarava scismatici ; sulla legittimità dei
occidente. Il 55° nel 1 394- '' -**^-° "cl nuovi vescovi e de'parrochi delia nuova
I 3r) j nazionale, per far cessai e lo scisma circoscrizione delle diocesi, comechè vi-
2 e del 3 giugno lesse un rapporto sulla li- Giuro e protnetto una vera ubbidienza
turgia, ma scandalizzò gli stessi suoi con- al Pontefice romano, ec. Dal principio
fratelli, che combatterono le sue innova- si conobbe che tutti i chiamati non era-
zioni. Il sedicente concilio, benché si fosse no disposti a secondar le mire del gover-
proposto trattare de' modi per riconci- no, e 4 vescovi francesi dichiararono nel-
liarsi colla s. Sede, e ritornare al centro di l'opprovar la radunanza : Salva obedien-
unità, occupandosi d'inutilità, il i3 ago- da Pontifici debita, perciò puniti da Na-
sto i padri ebbero l'avviso che era sta- poleone. Si formarono due partiti, quel-
ta stipulatauna convenzione, divenuta lo della corte e quello della religione; ad
poi concordato, tra Pio VII e Bonapar- onore del clero di Francia e d'Italia, la
tei." console, e ricevettero l'oidine di se- causa della religione trionfò. Napoleone
pararsi, sciogliendo l'adunanza, che ten- indispettito sciolse il concilio a' io luglio,
ne l'ultima seduta a' 16 agosto : così di- indi feccgli riprendere le sedule, quan-
leguossi al primo sollio avverso, il clero do già erano da Parigi que' ve-
partiti
costituzionale di Francia. scovi eh' eransi giustamente opposti al-
Nel 181 I agli li giugno Napoleone le progettale ecclesiastiche innovazioni.
convocò a Parigi altia assemblea, delta L'arcivescovo di Ravenna Codronclii di-
impropriamente coucilionazionale, prin- poi lesse il messaggio dell' imperatore al
cipalmente a provvedere all' istituzione concilio, che riporta il citato storico a p.
canonica de'vescovi nominati alle vacan- 87 e seg., il quale lo qualificò diatriba,
ti chiese, che Pio VII giustamente ricu- serie di false recriminazioni , ed infami
sava, come negò il formale consenso per calunniose accuse contro il Papa. I su-
la nazionale riunione e deliberazione. A. 80 vescovi, a'5 agosto adottaro-
perstiti
tale effetto vi riunì i vescovi dell'impe- no un nuovo sistema per rimediare alla
ro francese e del regno italico, esclusi i vacanza delle sedi e per la canonica isti-
detenuti e gli esiliati per non aver giu- tuzione negata dal Papa una loro de- :
rato, e ciò illegalmente, perchè non al so- putazione lo sottopose in Savona alla
vrano, ma
primate spetta convocare
al sanzione di Pio VII, il quale per evita-
il concilio nazionale, e questi avrebbe po- re il minacciante scisma, con alcune clau-
tuto chiamale vescovi francesi, non gli i sole e con breve 1' approvò provvisoria-
italiani. II governo fece stampare il ceri- mente. Ciò però fu forse il primo passo
Ilario d'in)l)ai;i7zi, lendeva a piecipilar- nssiseio sugli scanni della chiesa. I padri
lo in risoluzioni contrarie alle sue mire, del concilio eteologi abitarono nel gran
i
})er cui a mezzo di Digot ministro dei seminario con vita comiuie.
culti, i vescovi furnno invitali a ritorna- PARIO PARADISO. Sede vescovi-
re nelle loro diocesi. Tulli gli atti del le dell'Ellesponto, sotto la metropoli di
concilio allora restarono segreti, e avvi- Cizico, eretta nel V secolo e nel IX di-
luppali nella folta nebbia del mistero. Ta- venuta aicivescovile fu pm- detta Pe- :
tempo slesso lavorare alla restaurazione mini colla carica di datarlo, ch'esercitò
della società caduta in deplorabili verti- con singolare integrità, per cui nella col-
gini ; parlando eziandio del ristabilimen- lazione de' benefizi non guardò che il
to de' w'/?o<y/^ conseguenza de'concilii pro- merito, e fu neniico dcgl' impegni e dei
vinciali. Si proposero in seguito 3 de- regali. Fatto maggiordomo, lo fu pure
creti, sull'apertura del concilio, il modo di Paolo III, che nel i534 gli conferì la
di vivervi, e la professione di fede, che si carica di tesoriere, commettendogli il
piomuignrono nella i .^ sessione cli'ebbe possesso di Camerino e suo ducato per
luogo a'20 settembre con molta solenni- la s. Sede a' 2 dicembre
: ^3^ Io creò i
il nipote Flaminio vescovo di Rilonlo cui catalogo nel i8i6 pubblicò in Par-
gli eresse nobile monumerito,con buslo ma De Lama, nella Vita di Giarnhatli-
tli marmo e distinto elogio. sta Bodoni di Saluzzo. L'agricoltura sta
PAR.1S10 Stefano, Cardinale. V. in cima dell' industria. Dividevasi ulti-
Poissv. mamente in 4tlistretti: Paima, Piacen-
PARMA(P(ì!rmc/?). Cillà con residen- za Borgo s. Donnino e Guastalla (la qua-
,
za vescovile, capitale dello stato del suo le non fa più parte di questi stali), tutti
PAR PA R 11
la, ikirinterno e giustizia, e tlell'eslero. intarla del dominio k-niporalc della se-
A l'iaccnza eia mi tril)iiiiale d'appello, de apostolica nel ducalo di Parma e
iiltio siipiecno di revisione a l'arma, e Piacenza, libri tre giuslifìcali con gli au-
di I
.' istanza nelle due città, ec. La re- tori originali, col diritto delle genti e con
ligione cattolica è la dominante, ma vi gli alti pubblici j Roma 1720. Ragioni
la città per capoluogo; Borgo s. Don- Parma capitale del ducalo e di lutto Io
nino con la città per capoluogo; Val- nome, è residenza del sovrano
sta lo del suo
dilarocon Boigolaro per capoluogo; Lu- e sotto governo del medesimo, che si
il
iiigiana parmense cou Ponlremoli per componeva finché visse la suddetta du-
capoluogo. Inoltre ordinò, clie i magistra- chessa del consiglio di stalo, delle due pre-
ti amminislralivi capi delle Provincie di sidenze delle finanze e dell'interno, del
Parma e Piacenza continuerebbero a chia- tribunale supremo di revisione, del tri-
prefotlo. A'2 febbraio i85i il medesimo rezioni della polizia generale, delle con-
sovrano decretò, che il principe eredi- tribuzioni dirette, delle fabbriche, acque
tario Roberto di Borbone gran prefetto e strade, de'benidel patrimonio dello sta-
ileir ordine Costantiniano, assumesse il to, del controllo e dell'ipoteche, delle do-
titolo di principe di Piacenza, e Tallro gane e del lotto, d' una casa di forza e
figlio Enrico il titolo di comedi Bardi. di correzione, e di altri uffizi sì civili che
Fece questa contrada anlicaraente par- militari. E capoluogo di governatorato,
te della Gallia Cispadana e della Ligu- di comune e di due preture. Parma ri-
ria, venendo comprese Parma e Piacen- posa sotto cielo ridente, in un'amena e
za utW Esarcalo e nella provincia d' E- fertile pianura , in aria ottima, a 44
iiiilia, la quale Pipino e Carlo Magno re- 48 7
'
di latitudine, 27°
5 di lon- 5() 7
stituirono e donarono con l' Esarcalo gitudine: è distante 3c) miglia da Pia-
alla sede apostolica, che ne rimase lun- cenza ed 80 da Milano. Questa città è
gamente in possesso, e tuttora formal- di forma rotonda, cinta di mura con ba-
mente il Papa protesta del censo non più stioni, ed ha 5 porte, cioè s. Michele, s.
pagato e sul supremo dominio del du- Barnaba, s. Croce, s. Francesco, s. Maria
calo di Parma e Piacenza , nella vigilia o Porta nuova. Il torrente Parma la di-
de'ss. Pietro e Paolo, con quella formo- vide in due parti ineguali, le quali ven-
la riportata nel voi. IX, p. yS. De'suoi gono congiunte dai ponti Caprazucca,
diversi feudatari e principali vicende di Mezzo e Verde: la via Emilia taglia
parlerò in appresso. Abbiamo , Della in mezzo la città, dall'est all'ovest. So-
1 1
4 vwk I» A Pt
quelle di corte, del duomo e delia ghia- quello magnifico del comune, incomin-
ia ove si fa mercato di besliniiit;. Vi ciato nel iG'27 con disegni di Magnani,
^col•l•ono sotterra due canali, che danno l\\ teiuiinato nel 1673; di sotto il suo
movimento ai molini : altro canale ba- giantlioso porticato si tiene il mercato
gna il giardino ducale ; vaiii acquedotti di granaglie.
recano acque eccellenti per le lontane. La cattedrale duomo è una felice
Osservabile è quella nella bella via s. Mi- combinazione dell'architettura gotica an-
chele, rimodernata nel 1829 con mar- tica e gotica moderna. Si edificò sul vol-
mi, dal celebre cav. Paolo Toschi ; la de- gere del secolo XI, allora fuori delle mu-
corano le An-
statue colossali d'Ercole e ra urbane, in lungo di quella sotto l'in-
teo di rame. Le strade sono bene scom- vocazione di s. Ercolano patrono, gua-
partite e per lo più spaziose; le princi- sta nel terribile incendio del io58. E
pali sono quelle di s. Michele, di Cro-s. dedicata a Maria Vergine Assunta, e raf-
ce, de' Genovesi, di s. Lucia, di Bar-s. figurauna croce latina, che le cappelle
naba, tli s. Francesco; di notte sono as- e camere aggiunte tre secoli dopo dif-
sai bene illtuninafe da fanali a gaz. E" formarono. La ficciata esterna è deco-
ben provveduta di passeggi interni, pian- rata da tre ordini di logge praticabili a
tali da doppi filari d'alberi, magnifico piccoli archi semicircolari sorretti da co-
e gradito riuscendo qnellodello Strado- lonnette di marmo. Ha tre porte d' in-
ne che conduce al Castello ducale. Que- gresso eia maggiore con vestiboletto for-
sto sul disegno di quello d' Anversa lo mato da due colonne poggianti sul dor-
fece costruire da Gio. Antonio Stirpio so di due grossi leoni di marmo, .sopra
il duca Alessandro, e fu terminato nel le quali volta un arco portante un per-
I 590. Presso lo Stradone è pure l'orto bo- gamo sostenuto da due colonnette. A la-
tanico per gli studenti. Sopra tulli riesce to della facciata verso mezzodì eleva.si il
delizioso passeggio il giardino ducale, campanile alto e di forma quadrata, che
decorato da ampia peschiera, st.itue e termina con angelo di bronzo dorato sos-
bei vnsi marmorei. 1! palazzo ducale sor- tenente la croce: nel 1284 '1 vescovo
ge stdl'angolo «lei giardino, ed ebbe o- Obizzo Sanvitale pose le fondamenta di
jigine dal duca Ottavio con disegno di questa torre, compita nel 1294 per le
Boscoli ma
nel 1767 venne restaura-
; oflì^rte fatte col premio delle pontificie
lo, ingrandito ed abbellito per opera del indulgenze. Altra simile torre dovea es-
cav. Petitot. La grandiosità dello scalo- sere nel lato opposto, ma rimase all'al-
ne, l'ampiezza delle sale, la magnificenza tezza di poche braccia. Questa basilica è
delle stanze, lo rendono prinripesco. Lo mirabile per le pitture, sculture e intagli,
adornano eleganti stucchi di Cossi, ma- ed ha con spazioso loggiato for-
tre navi :
gnifici arazzi de' Gobelini, ed una bella mandosi quella di mezzo da 12 piedi-
stanza nella volta ha tre scomp;u timenti ritti a colonne incassate, 6 per parte;
e una medaglia da Annibale Ca-dipinti corre in giro sopra gli archi semicirco-
racci, ec. Altri riniarchevoli palazzi sono lari spazioso loggiato sostenuto da co-
quelli del giardino, del governatore col- lonnette di marmo. In capo alle navi si
la toire dell' or«ilogio piegievole pei le ascende al santuario, sulle cui grandi ar-
particolarità, delle finanze, de'cnnliSan- cate e ili corrispondenza al centro della
vitale, del cav. Poldi- Pezzoli detto del croce, si slancia l'ardila cupola ottangola •
duca Gl'ilio, dcll'imiversilà, del marche- le, che per gli affieschi di Antonio Allegri
se Pallavicino, del principe di Soiagna, detto il Correggio e di Girolamo Maz-
de' Rosa/za^ dt' conti Petlorelli, del ve- zola, può dirsi la regina delle cupole. Vi
1» A II PAH ai5
rnppresenlò il cielo aperto che riceve la alle osservazioni del rev° cr,pilolo, Bo-
IVlacIre Dio; in basso
di 12 Apostoli, i logna 1882. I canonici sono 17 "ompre-
ne'pennacchi santi patroni della città,
i si il teologo e penitenziere (l'Ughelli di-
(jirolamo Mazzola coIona fresco il ca- ce che Clemente Vili gli concesse la cap-
lino del coro con Cristo tra le geiar- pa more cardi/ialitim), e vi ufficia anche
chie celesti, la volta sul presbiterio e il il consorzio de' beneficiati, composto di
gran fregio sottoposto. Altri freschi e bei t)3 sacerdoti, non compreso l'arciprete.
quadri sono nelle cappelle, lavorando Oltre il corpo di detto santo cardinale
inoltre il Ma7zola in tutta la vulta della vescovo e compatrono della città, e altre
nave principalee nelle lunette coirispon- reliquie, quivi sivenerano quelle di s.
denli alle sue crociere; il suo fìllio Lat- Ilario vescovo e patrono della medesima.
tan7Ìo di[)inse la volta della nave sini- 11 camposanto di Parma è fuori di por-
stra di chi entra , aiutato da Giovanni ta s. Francesco, nel luogo detto la Vil-
Bolognese, e l'altra volta, tranne l'ulti- letta; fu stabilito nel 1817, in forma
ma crociera di Pomponio Allegri. Fra quadrata con portici.
gliornamenti di fjuesto magnifico lem- Vicino al duomo è il uno
baltisterio,
pio, primeggiano il ciborio di marmo de' più cospicui monumenti medio del
dorato lavori di tarsia e intaglio del
; i evo, che vanti l'Italia lombarda. La chie-
coro e in sagrestia; l'elegante architet- sa è sotto l'invocazione di s. Gio. Batti-
tura dell'organo, uno de'migliori de'fra- sta, e 4 de'mentovati beneficiati in tur-
telli Serassi di Bergamo; il quadro del no vi esercitano la cura delle anime. Fu
Cristo in croce di Gatti detto il Solaro, disegnato da Benedetto Antelami, inco-
nella cappella de'canonici, ove il can. Ci- mincialo nel 1196, nel sabbato santo
cognari collocò un cenotafio a France- 12 iG si principiò a battezzarvi, indi nel
sco Petrarca già canonico arcidiacono I 270 vennesolennementeconsagralodal
della cattedrale. A piedi della gradinata vescovo San vi tale. E di forma ottagona,
che sale al santuario , si discende nella tulio incrostato di marmi, con 5 ordini
confessione sotterranea, sostenuta da co- di loggiati esterni, e vi si entra per 3 porte
lonne di pietra, con capitelli antichi e magnifiche, con imposte intagliate di re-
variati , in cui si vedono gì' importanti centedal celebre Zilioli,che superò quel-
sepolcri marmorei del cardinal s. Ber- le della [)orfa maggiore del duomo di
nardo degli IJbtrli, e del giureconsulto Bianchini. L'interno è abbellito di colon-
Prati, oltre i bei quadri. Il capitolo si ne isolate di varie foggie, e sulle quali
compone delle dignità dell'arcidiacono, altre sorgono più smilze che si prolun-
arciprete, prevosto, primicerio e sagri- gano alla cornice della gran volta, e dan-
sta : per le due ultime si contende se tali no poi vita ad altre che incurvandosi a
sieno veramente, come pure si questio- seconda della volta stessa, s'incontrano
na sulla preminenza tra la 2/ e la 3.'',
alla incastonatura del rosone. Fra le co-
non
on.le nella proposizione concistoriale, lonne sono porte e tredici nicchioni,
le
si fa menzione che dell'arcidiacono. Ab- sopra de'cjuali girano due ordini di log-
biamo pertanto tie opuscoli Memoria : giati. Le pitture della volta, degli ar-
a proi'a che il primicerio ed il sacrista chi acuti, de'cutini e delle nicchie, sono
della caltedralc di Parma sono da an- pregievoli, come le diverse .sculture isto-
ìioverarxi fra le dignità maggiori ^ Bolo- riateo simboliche. Nel mezzo del tem-
gna i83i. Osservazioni del capilolo del- pio è una vasca ottangolare di marmo,
Parma sulle Memorie,
la cattedrale di con bigoncia simile a \ faccie pei sacer-
ce. Parma iS^i. Risposta del primice- doti che vi ricevevano l)allezzandi per i
Pietro, rimarchevole per la sua facciata te de'duchi Farnesi e Borboni che do-
adorna di 4 grosse colonne, collegiata minarono in Parma oadessi l'mono con-
insigne con prevosto e 7 residenti, ori- giunti. In questa chiesa della Steccata
ginata al cominciar del secolo XVI ; la fu dalla stessa duchessa ristabilito a'26
beila chiesa di s. Gio. Evangelista, con febbraio 18 iG,il sacro imperiale ordi-
ciata di marmo
campanile th'è il piùe sa conventuale del medesimo, vi ofilcia-
bello e più alto di Parma,eretloneliG 4 1 no cappellani e chierici dell'ordine stes-
coi disegni di IMagnani; questo maestoso so. Successo al ducalo di Parma e Pia-
tempio a croce latina con ampia cupola cenza l'infanle d. Fdippo, inutilmente
con mirabili pitturediCorregio che vi rap- egli e il suo figlio reclamarono dal ni-
pìesentò Cristo in gloria, e fece il m.eravi- pote e cugino re di Napoli Ferdinando
glioso s. Gio. Evangelista sulla porticella IV^, che dichiaratosi gran maestro se lo
del claustro ; vi sono al tre pitture ed eccel- appropriò e tuttora successori lo con- i
sontuoso edifizio eh' ebbe termine nel gran croci : nel iSiS la dignità di gran
i53g, tranne gli ornati esterni compiti croce fu annessa in perpetuo a quella
nel 1 'j5o. E a croce greca, nel centro di vescovo di Parma. Altro maestoso tem-
della quale torreggia vasta cupola, con pio e uno de' più cospicui è quello del-
4 cappelle negli angoli. La tribuna sul- la ss.Annunziata, antichissima parroci
l'ai tar maggiore rappresenta la corona- chia de' ss. Gervasio e Protasio: riedifi-
zione della Beata Vergine, fresco di An- cala dai minori osservanti nel 1 566 sul
selmi e disegno di Giulio Piomano; di- disegno di Giambattista da Fornovo par-
pinse egregiamente la volta e altre parti migiano, fu compita nel i632. Il pro-
Francesco Mazzola detto il Parmigiani- spetto è uu pronao, la forma è quasi e-
,
sandro; s. Antonio con due volte e l'in- conliiuiò in Parma quelle della facoltà
feriore traforata; il tempietto delle cap- teologica, medica e filosofica, quindi le
puccine nuove o Madonna degli Angeli scuole di teologia si trasferirono nel se-
con stupenda cupola; s. Vitale con col- minai io; le scuole sono 3o con 24 pro-
legiata di sacerdoti sotto il regime d'ima fessori. Il vasto palazzo ove sono è detto
congregazione di patrizi ; s. Sepolcro ri- dell'università, perchè a questa serviva,
fatta dai canonici Laterantnsi con riraar- fu edificato pe'ge>uiti verso la metà del
clievole cam[)anile; s. Giuseppe con col- secolo XVI dal duca Ottavio: è provve-
legiata di sacerdoti; l'oratorio della Tii- duto di specola, di teatri di llsica speri-
uità delia ricca confraternita de' rossi mentale, di anatomia e di chimica coti
lotta, solido e grandioso, ordinato dal du- tà. Per le zitelle della classe media sono
ca Ottavio per esser parte di nuovo pa- scuole gratuite al collegio delle orsoline,
lazzo ducale, con due ampli cortili, il i.° per le indigenti quelle delle luigine. Vi
con alto porticato, il 2." colle grandiose sono scuole particolari, anco di sordo-
scuderie ducali; dal portico si ha acces- muti, istituita dal sacerdote Antonio Gai-
so per maestoso scalone al museo d' an- bazzi. 11 già celebre collegio di s. Cate-
tichità, all'accademia di belle arti, al tea- rina, fondato pei nobili nel 1601, da Ra-
tro Farnesiano, alla biblioteca, ed agli ar- nuccio I, fu abolito nel i83i in un al col-
chivii dello stato. Accosto alla Pilotta ri- legio Lalatla istituito dal prelato parmi-
siede il paIa7zo ducale privo d'esteriore giano Antonio Lalalfa nel i5G3 ed a-
niagnilìcenza, che per la galleria con por- perto nel 17) ): di questi due collegi se
tici comunica all'altro corpo del palaz- ne formò un solo nell' edilìzio del primo,
zo ducale detto di Riserva , risponden- col titolo di collegio ducale Maria Luigia,
te alla piazza di Corte. Il teatro nuovo pei nobili e cittadini, continuando i be-
magnifico ed elegante si deve alla mu- nedettini nell'incarico dell'istruzione re-
nificenza di Maria Luigia, aperto nel ligiosa e scientifica. 11 seminario vesco-
1829, con disegno del cav. Bettoli: ha vile allato del duomo, mantiene gratui-
la facciala con vestibolo e atrio ele^an- tamente due individui per disposizione
tissimo, platea che presenta un'elissi, 4 del cardinal Caselli, e diversi studenti di
ordini di palchi e loggione, con propor- teologia per suo pio legato. Si adopera
zionate decorazioni e comodità, onde può all'educazione di nobili e civili fanciul-
stare tra'primi moderni d'Italia, e vi ha le il collegio di s. Orsola principiato nel
sede l'accademia fdarmonica. Alla uni- 1582; le orsoline sono soggette imuìe-
versità Parmense, che sotto Ranuccio I diatamcnte al principe regnante, e da
nel 160 rassodò le sue giù profonde ra-
r esso parti per Roma Maria Antonia di
dici, e che dopo le celebri costituzioni Borbone, al modo detto a quell'artico-
date nel 1768 da Ferdinando, levò tal lo. Nel castello ducale è uno stabilimento
grido d'eccellenza che Parma onorava- di allif-vi niiliiari. Il conservatorio dele
B
2 1 PAR PAR
Luigiiic per r istiuzionc delle f;inclulle, nando, indi beneficata da Maria Luigia;
lo fondò Uosa Orzi, e la sede del luogo conta I 2 professori maestri, dirigendo le
in slabdila nel 1798; quello di s. Vin- gallerie e scuole il cav. Paolo Toschi
le
dello delle Ghiseppint per povere don- tirio di s. Placido e s. Flavia, 1' andala
ricovero di poveie figlie prossime a pe- racci , del Guercino, ec. Tra le antiche
licolare. In l'aiuia sono\i 7 conventi o sculture ricorderò le statue colossali di
monasteri, 4 di uoiuini compresi n)i- i basalle egizio, rappresentanti Ercole, e
iiori riformali di s. Pietro d'Alcantara, Bacco con Fauno, rinvenute in Roma
e 3 di donne, e iq confralernilc : nel negli orli Farnesiani. Si passa quindi al-
già monastero di s. Paolo sono due slau- l'anfiteatro Farnese, edificato nel 1G18
2.6 con stupende pitture, una di Correg- da Ranuccio I, con disegno di A leciti, e
Ca-
gio, l'altra di Araldi o di Cristoforo prolungalo da Bentivoglio: può conte-
sella dello Temperello. Uno de' più
il iiei e circa ^,5oo persone, e lo descrisse-
dine di tempo. Il collegio de'leologi pos- riverbera tutto il valore. Tale preziosa
siede licca biblioteca. Incontro alla pre- raccolta, che contiene da 26,000 punzo-
ziosa biblioteca ducale è l'accademia del- ni, e 56,ooo matrici per caratteri di
le belle arti, aperta nel 1702 sotto gli tante lingue e maniere, non disgiunta
duca Filippo, ove esisteva la
auspicii del dall'opera impressa, si conserva presso
biblioteca Farnesiana; confermata nel V illusile vedova, di cui feci cenno nel
1760, ne fu benemerito il duca Ferdi- voi. XLVII, p. 8f), la casa della (piale,
P A R V A 11 2 1
9
cliegià filli) vera Arcadia pniinpiisc, con- Inrono il nome i ricovrati all'uscir dal-
ticne anche pregievoli dipinti e oggetti l'ospizio: nel i8o7dall'ospedaledeIIa Mi-
di Ideile arti. IMcrilano visitarsi lo studio sericordia fu trasferitone! monastero dei-
dei lodalo cav. Toschi : il palazzo San- le francescane delle Grazie vi trovano
:
vitale pei disegni e ipiadri che lacchiude; ricetto i figli dell'uniana fragilità, gli ah-
scelto gahinclto di classiche pitture del- I);ui(lonati egli orfani d'auiho i sessi. L'o-
I antica scuola parmigiana possiedono i spizio delle orfine è collocato nell'ospe-
marchesi Dalla Rosa Prati; in casa del dalc della Misericordia, per servire gl'in-
colto Giuseppe Stuardi sono opere di va- feimi; rpiello delle Mendicanti principiò
lenti pennelli antichi e moderni comin- nel i 5t)6 pei" ricovero de' fanciulli e lan-
ciando da Cimabue, e gran parie dc'car- ciidle mendicanti, ora solo le seconde vi
di celebri bulini e pennelli è Francesco sce l'oiigine nel iSo'ì dal sacerdote Fer-
Callani ; altra interessante e scelta rac- dinando Oddi parmigiano, e venne sta-
colta di pittuie trovasi presso il d/Giu- bilito nel convento del Carmine, riceven-
seppe Rossi; il conte Filippo Linati ha dovisi i trovatelli, gli orfani poveri egli
della ."Misericordia dà ricovero a' malati Vili. In Paima sono varie fabbriche e
ci vdi e militari, separati convenientemen- manifatture, lanificii, setificii. Vuoisi da
le: ebbe origine nel secolo XIII dal
forse molti che AntonioZarottoparmigianosia
cav. Rodolfo Tanzi, che vi aggiunse l'ai- statoli primo italiano che cominciasse a
tre degli e-^posti; successivamente amplia- stampare, e primo che fondò ima lipo-
il
to e abbellito, massime dal duca Ferdi- grafia nel 1470 in Milano, dopo il quale
nando con oratorio di s. Ilario, e può nel 1472 apri in Parma una tipografìa
contenere 5oo infermi. Per mezzodì u- Andrea Porlilia, onde l'arte fece prngres-
na galleria comunica coli' ospedale ceii- si pei Viotti e vi fu sublimata da Rodo-
lode'minimi nel 181S da Maria Luiiiia. re"islraie il nome di tutti quelli che il-
detto Tanzi, onde per gran tempo ne por- lu"glii che formano il ducalo, avendone
,
V Effemeridi di Roma, 1789. 11 Zanetti peo Sacco, Giuseppe Cervi, Marsilio Ven-
fissa l'apertura della zecca in Parma nel turi il famoso Buonafede
, Vitali detto
1-207 per la moneta di Filippo re d'Ita- l'Anonimo, Flaminio Torriggiani, Pietro
lia, e tratta di quelle coniale per Ottone Rubini, Pietro Antonio Gasparotti gran-
IV e Federico li in (em[)o di libertà, si- de anatomico, Francesco Cecconi opera-
no a quelle di Giovanni XXll; del re di tore chirurgico, Luigi Ambri, Giacomo
Boemia, degli Scaligeri, de' Visconti; delle Tomassini protomedico. Illustrarono l'a-
monete uscite dalla zecca ne' pontificati stronomia e le matematiche Biagio Pe-
di Giulio II, Leone X, Adriano VI, Cle- lacani, Nicolò Zucchi gesuita scuopritore
mente VII e Paolo HI; dei dncbi Far- delle fascie di Giove e primo a concepir
nesi, in tutti 108 tipi di monete parmi- l'idea del telescopio di riflessione; An-
giane, e 6 I disegni di medaglie, da Paolo gelo Capelli, Federico Sanvitali gesui-
111 in poi. II Muratori nella dissert. 27 di- ta , SgMgiioni buon fisico e matemati-
ce clie probabilmente l'imperatore Cor- co. Tra' poeti sono a ricordarsi il ce-
rado 11, cbe nel 1087 Tu in Parma, le lebre Cassio Parmense, Pomponio To-
accordasse il gius dell'oOicina monetaria, relli, Prospero Manaia, Clemente Bon-
constando ciò dalla 1/ sua moneta, clic di ed altri. Risplenderono nella sto-
descrive con altre 5 posteriori. Lo stem- ria e per grande erudizione e nelle bel-
ma del comune di Parma porla una le lettere , Francesco Carpesano, Fran-
croce a7zurra in campo d'oro, sormonta- cesco dal Pozzo detto il Puteolano, Gia-
scovile, pe'quali si può vedere il Garofa- Vico celebre aicheologo e incisore, Car-
lo, De Sancluario Parmensi, ed oltre l'an- lo Ferrante Gianfattori Vittorio Siri ,
tipapa Guiberto o Clemente IIF, dov'ivo- scrittore del famoso Mercurio, Ranuccio
noi cardinali Gherardo Bianchi, Odoar- Pico, il teologo Simone Cassola, i gesui-
do Farnese, Ippolito Rossi , Francesco ti Benedetto e Francesco Palmia , Gia-
Maria Farnese , Lanfranco Margotti como Marmitta, il p. Bordoni scrittore
Sforza P<7//,7V('c/V20celebre, Ranuccio Pai- di morale, il celebre p. Benedetto Bac-
lagnano, Francesco Antonio Sanvilale, cbini, Giacopo San vitale gesuita, il p. Ire-
Ignazio Nasalli: tutti hanno biografie. neo Affò storiografo patrio il vescovo ,
Fuiono prodi nelle armi Bartolomeo Ger- AdeodaloTurchi, Antonio Cerali, d. Pie-
Biisoue, Ottone Terzi , Rolando Rossi ,
tro Zani. Il celebre viaggiatore Cornelio
PAR PAR 2 7,[
il secolo V anche Pai-ma soggiacque al- ratori pretenderebbe escludere per fare
le stragi e spogli cui fu segno Italia nel- altrettanto con Reggio e Modena, dicen-
l'invasione dei^aibari. Dopo le oppres- dole appartenenti al regno d'Italia, pro-
sioni gotiche di Alarico e Radagasio, di vando il contrario il ^icll0^l e l'autore
Attila e suoi uiuii, d' Odoacre e suoi e- citato delle Rap,ioìii, massime nella par.
ruli, le fu dato riposar sotto l'ombra del 8 : Alti di dominio esercitati dai romani
regno di Teodorico ostrogoto nel 493, a Pontefici sopra le città di Parma e Pia-
cui Parma fu di assai cose debitiice, mas- cenza neUenipi antecedenti al ponlijicato
sime per la salubrità della copia d'acqua di Giulio II, facendo ivi il novero degli
cui la fece ricca. Spento il dominio goto imperatori che riconobbero e conferma-
dall'imperatore greco Giustiniano I per rono alla chiesa romana il supremo do-
opera di Belisario e IVarsete, avendo oc- minio su l'arma e Piacenza {f-'^.). Sosten-
cupato anche Parma, la chiauiarono Cri- gono le ragioni della s. Sede, anche Fon-
sopoli, cioè CittàAurea, venendo com- lanini, ed il Cenni, Monumenta do mina-
presa neW Esarcato con Piacenza, parte tionis Pontificiae, si\>e codex Carolinus.
d'Italia governala pei greci ààWtsarca. In questi tenipi essendo le città go-
Mal soddisfatto Narsete per dover tal vernale da conti elettivi, sembra che
governo rinunziare a Longino, persuase anco Parma avesse il suo, e se deve cre-
occupar l'Italia ad Alboino re de' /o«go- dersi al Molossi, Carlo Magno nelT 877
hardi nel 5G8. Nella divisione ch'essi fe- ne die la signoria, o fece governatore o
cero de' governi con duchi, ne dierono conte il ve.scovo Vidiboldo o Guibodo,
uno a Parma, e dopo io anni h\ ripri- donde fi derivare il principio della gran-
stinato il regio governo. Cominciò in quel dezza de' pai mensi prelati e della prati-
tempo la chiesa parmense a crescere di ca loro d'intitolarsi conti; ma 1' Ughelli
autorità; occupate Parma e Piacenza dai attribuisce ciò al vescovo Ugo, per con-
longobardi, l'esarca Romano del 090 le cessione diCorrado II. Dal diploma di
ricuperò e riunì all'esarcato. Per l'eresia Lodovico 1 Pio, figlio di Carlo Magno,
degli Iconoclasti [V.) Y\hiì\\i\io%\ il duca- si apprende ch'egli confermò le restitu-
sarcato e l'Emilia alla s. Sede, amplian- in questi tempi vi fosse ur.a rappresen-
done il principale con altre donazioni di tanza popolare, che i conti avessero usui-
PA R P A R lìZ
p.itoìi potere lemporale ai vescovi, e che violenze de' laici falle ad alcuni eccle-
(|uesli si oonlenlasserc) il'iu vestire i iiìtie- siastici, riportandone i canoni Reg. t.
strati municipali. Poco dopo l'eslinzione 28 Liibbé t. io; Arduino t. 5. Nel me-
;
di dello scisma, allio lurbò la pace del- desimo anno e nel novembre, Gregorio
la Chiesa, poiché Enrico lY fece elegge- A'III onorò di sua presenza la città. Noa
re contro s. Gregorio VII nel ro84, l'ar- andò guari che es.sa fu divisa in sangui-
civescovo di Pia*lenna Giidjerto Correg- nose fazioni, per le civili discordie delle
gia (della cui potente famiglia feci paro- possenti famiglie Rossi, Pallavicino, Cor-
la nel voi. XLV, p. 9.86 ), che asstmse reggio e Sanvilali, tutte avide di dominar
il nome Clemente IH [F). A s. Gre-
di la patria. Successero micidiali guerre coi
gorio VII la gran contessa Matilde (F.) piacentini, pel possesso di Borgo s. Don-
fece donazione per la chiesa romana dei nino e pel castello di Bargone, avendo
suoi vasti dominii , fra' quali Parma e alleati i cremonesi, reggiani e modenesi.
Piacenza, come prova anche l'autore del- Innocenzo IH s'interpose come sovrano
le Ragioni , par. 7, p. i53, ciò che rati- tra i parmigiani e piacentini, e scrisse
ficò a Pasquale 11: questo amplissimo a'primi quanto alle spese per la custodia
patrimonio fu spesso contrastato dagli della città e dei castelli, aver comanda-
imperatori colla prepotenza delle armi, to, che secondo il solito si provvedesse
col pietesto di essere alcuni feudi impe- dall'erario papale. Scrisse puie a'vesco-
riali^ come fece Enrico V appena mor- vi dell'Emilia, come a sudditi anche nel
liei I 24<^ ch'era andato a caccia, soccor- mosse gran persecuzione a Gianfjnirico e
si dal cardinal L'baltluii assalirono fu- riuscì a coujmovere il popolo contro di
riosamenle i Irincieramenli, vi portare- lui. Intanto Piacenza era ritornata sotto
no la strage, ed arsero Vittoria che Fé- il pieno dominio e governo della s. Se-
derico li avea destinato sostituire a Par- de,unendo al diretto dominio ancoia
ma dopo averla atterrata; rientiantlo in regnando in Avignone Giovanni
l'utde,
città con preziose spoglie e l'imperiai XXII; laonde questo Papa nel i322
diadema avendo tolto ai cremonesi il
, scrisse ai parmigiani ed ai Correggi e-
carroccio. Costretto alla ritirata, Fede- sortandoli a seguir l'esempio de' piacen-
rico li con vergogna passò in Puglia; ma lini. In pari tempo il legato cardinal Pog-
i cremonesi suoi allenti nel 1^49 hatte- getto, tratto Rolando dalla parte guelfa,
rono le soldatesche pairaigiaue e prese- la città di Parma per opera de' fratelli
IO Rrescello. Per quanto Innocenzo IV Rossi si costituì sotto lo speciale gover-
si alhilicò per liberare Paima, insieme 110 papale, ed unendo alla sovrana anche
al nipote Alberto Fieschi, compensò que- la signoria subalterna, interamente cui
siicon investirlo del feudo di Val di C(jntado e territorio si sottomise al Pon-
Taro, castello del territorio piacentino e telice, il quale scrisse elogi ai fratelli Ros-
sotto dominio di Piacenza. Quanto al
il si e al vescovo Ugolino, rallegrandosi pel
diadema, dicesi che parmigiani poi lo i ceduto governo al legato, ed al comune
donassero ad Enrico VII, mentre asse- della città lodandolo perchè si fosse te-
poli capo de' guelfi, e l'impeiatore En- Lu[)i marchese di Soragna e cavaliere,
rico VII, Guiberto abbracciò il partito fondò generosamente in Firenze il cele-
del primo. Abusando perciò del potere, bre ospedale del suo nome, e fu capita-
i nemici di questo, Rolando Rossi e Gian- 110 generale de' fiorentini nella guerra
quirico Sanvitali, nella sua assenza espul- di Pisa e poi dei veneziani, sepolto nel-
sero i Correggeschi e loro partigiani. Ro- la cappella di s. Giacomo da lui eretta
landò che voleva doaiinar solo a nome e in s. Antonio in Padova. Ne'primi d a-
PAR P A R 225
goslo i3'28 Rolnndo colla sua fiizionc te Castiignano nel territorio parmen-
lilxillò Parma alla signoria snbaltcnia se. I canoni finono fedelmente pagati ai
della Cliicsa, e col pi clcslo ch'erano op- successori di Renedetto XII e sino al
pressi dagli oflìciali del legalo, li espul- I 372. Gli Scaligeri per gratitudine verso
selo. Nel seguente maggio il cardinale la s. Sede, le donarono alcune terre, le
dichiarò generale il San vitale e con quel- quali il Papa lasciò loro in feudo col
li Correggio e l'esercito pontificio fe-
di censo annuo d'una marca d'oro da pa-
ce assediar J*arma, la (jualc per accor- romana. Sotto gli Scali-
garsi alla chiesa
do tornò all'ubbidienza della Chiesa. Il geri governarono Correggesi, che nel i
prigionato. Temendo poscia i Rossi di rara e IModena, che subito l'occupò. Ve-
potere ritenere la città contro le forze dendo Obizzo, per la sollevazione del
del cardinale, persuasero il popolo a dar- I345, che non poteva conservarla, la ven-
si a Lodovico il Davaro, che vi mandò dè al Visconti, cui fu consegnata a' 23
sua gente e poi la visitò: restituitosi in settembre 346. Luchino fece man bas-
1
Germania , nel i33o nominò IMarsilio sa sui grandi, privandoli de' feudi e ca-
de Rossi vicario generale dell impero in stelli, e nella signoria parmense gli suc-
tutta la Lombardia. Indi a poco passato cessero il fratello e i nipoti: oltre le stra-
in Italia Giovanni re di Roemia, lìglio gi delle fazioni, nel i36i pali Parma
del suddetto Enrico VII, i Rossi gli ri- quella della peste.
luiiiziarono il vicariato e ogni ragione L'imperatore Carlo IV avendo inte-
di dominio. I Correggesi covavano intan- so che piacentini ed parmigiani eran-
i i
\0L. LI. i5
226 PAU PAR
tolto: Giovanili XX IH nel i4 12 o i^iS confutazioni appoggiate a documenti, nel
si portò n Parma e poi a Piacenza, ri- Nicholi e nell'anonimo delle Udizioni,
conol)l)c i tliiilti e le ragioni della sede massime nelle parti 5." eS-^Morlotiiiilio
tà, il censo e l'omaggio dai diversi feu- i loro feudi e possessioni, e persino dell'ar-
datari, ilepulando governatori, confer- co trionfale cheeiigevanoi duchi di Par-
mando statuti, ed esercitandovi pacifica- ma e Piacenza in Roma presso gli orli
mente lutti gli atti di sovranità e jjattendo Farnesiani nel possesso de' Papi, ne trat-
monete, anzi si hanno varie monete di to a Farnese famiglia; ed a'Ioro luoghi
ginlii e di due giulii del cardinal Giovan- parlai dell'abboccamento teimto in Dus-
ni Salviati legatodi l\arma per Clemente setO) città del ducato di Parma nello
VII. Questo Papa nel IJ27 assediato in stato Pallavicino, tra Paolo III e Carlo
Castel s. Angelo dagl' imperiali , die in V. A questi increbbe grandemente l'in-
pegno a Carlo V Parma e Piacenza per feudazione di Parma e Piacenza, poiché
sicurezza delle promesse da lui fatte, in tenea in animo di unirle al ducato di Mi-
un a Castel s. Angelo, ed alle rocche di lano divenuto suo dominio,oude non vi
Ostia, Civitavecchia e Civita Castellana. prestò consenso, né chiamò mai Pier Lui-
Nel i5>.8 Parma tornò all'ubbidienza gi col titolo di duca di Parma e Piacen
di Roma e poi Piacenza ,
governate dal anche gonfaloniere di s. Chiesa
za, fatto
legato Salviati. Neil' accordo e lega sot- dal padre. 11 duca prese possesso a' 2 3
toscritta il
29 giugno i52q da Cailo V settembre con gradimento della plebe <\
Farnese, già vescovo di Parma; curando gravezze imposte. Pel rancore che nutri-
l'ingrandimento di suo figlio Pier Luigi, vano contro di lui Carlo V e il suo ge-
maritato a Girolama Orsini dc'conli di nerale Ferdinando o Ferrante Gonzaga
Pitigliano e di Nola, non potendogli ot- governatore di Milano, protessero in se-
tenere da Carlo V il ducato di IMilanoo greto la congiura di nubili che nel i547
lo slato di Siena, benché avesse.il pri- assassinò a' 10 settembre il duca di Pia-
mogenilo Ottavio sposato Margherita fi- cenza ,
pugnalato dal conte Gio. Fian-
glia naturaledell' imperatore con No- , Cesco Anguissola. I cittadini gridarono:
vara per dote, l' investì di altri feudi e la Chiesa, la Chiesa, ed il magistrato
poscia invece di Nepi e Camerino, di Par- nel darne parte al Papa si dichiarò inno-
ma e Piacenza ( onde dai satirici si dis- cente e restare nella divozione della ro-
se : bel cambio due gran sale per un ca-
! mana chiesa sua sovrana. Si ha del p.
merino!), con bolla concistoriale del 26 Affò, Vita di Pier Luigi Farnese du- i.''
torio parmigiano. In Perugia seppe Pao- ce Giulio III, creato a'7 febbraio l 'l'Iio,
Panna fu con'^eivala aili Cliiesa ilal con- tesse difendersi dagl'imperiali gli assegnò
te .Sforma di Santa Fiore. Si condolse col- 2,000 scudi al mese. Essendo il territo-
]'ini]>eraloie dell'uccisione di Pier Luigi rio sempre occupato dagl'imperiali, Ot-
edeiroceu[)azione di Piacenza, cCarlo V tavio non potendo ottenere aiuti da Pio-
ne affètto iri.stezza, dichiarò ritenere la ma per ricuperarlo, poiché essa non vole-
città a titolo di d(,-posilOj ma solo suo figlio va romperla con Carlo V cui avea doman-
Filippo II re di Spagna la restituì alias. dato Piacenza, si posesotlo la protezione
Sede,secondo il leslanu'iilo paterno econ- di Enrico li re di Francia suocero di suo
venzione Gant,dopo die l'imperatore
di fratello naturale Orazio: non rimoven-
avea offerto 4ojOOO ducali d'entrala o lo dolo le censure pontificie e le minacoie
stalo di Siena, in cambio di Piacenza ;
imperiali, fece fortificare dai francesi la
anzi il medesimo si olfiì poi di essere città. Il re mandò un esercito in Italia e
feudatario della Chiesa per Parma e Pia- il Papa si collegò con Carlo V, il quale
cenza e di ricompensare Ottavio suo ge- gli die 200,000 scudi per pagar le mili-
di Piacenza, e rappresentando a Paolo tuirla alla Chiesa. Per tanto Gìidio III
111 essere Parma sola inutile alla Chie- dichiarò Ferrante capitano generale del-
sa, reputando le due città di maggior si- l'esercitoecciesiastico, che inviòcollo sten-
curtà per lo stato milanese, gli oIlVi al- dardo della Chiesa, sotto la condotta del
tre signorie che rendessero 12,000 dop- proprio nipote Gio. Battista del Monte
pie di più di esse o il ducatodi Calabria. e Alessandro Vitelli; nominò il cardi-
Al duca Ottavio fu consegnata Parma nal Medici poi Pio IV (che ne era slato
con presidio pontificio; temendo il Papa governatore di Paolo III) legalo a tal
cliiamò il nipote e riunì aidominii della dizione contro Castro [^.), altro feu-
Chiesa Parma ePiacenza, affidando lacu- do de'Farnese, tenuto da Orazio fumen-
stodia della prima a Camillo Orsini ge- talore della ribellione del fialeilo, che
nerale della medesima. In vece Ottavio fu conquistato dalle milìzie papali e im-
fuggito da Pioma, tentò d'impadronir- periali : in tale articolo e in altri riguar-
sene, quindi intavolò trattative coll'impe- datili il^'arnese, riportai altre notizie, per-
jatoie; udite Paolo ili tali cose, fu colto ciò anche relative a Parma e Piacenza ,
da tanto rammarico, che ne morì a' io onde sarebbe superfluo ripeterle. Nel
novembre i54q. U cardinal Alessandro i55i non mancò Enrico lì di far pre-
fratello d'Ottavio ottenne dal sacro col- sentare alla s. Sede il solito censo nel gior-
legio una lettera, in cui si ordinava al go- no di s. Pietro a nome del duca, ma fu
vernatore Orsini di consegnar la città al rifiutalo. Nel 552 ebbe luogo la pace
1
duca, secondo l'ordine dato da Paolo III e Ottavio restò in tranquillo possesso del-
agonizzante, ma egli si rifiutò temendo che lo stalo di Parma, pagando alla camera
non fosse in buoni sentimenti, volendola apostolica i censi decorsi. Finalmente nel
jestituire al Papa futuro, ricusando pure i556 fu restituita alla Chiesa Piacenza,
dagl'imperiali l'offerta di 3o,ooo scudi, con patto che il duca vi tenesse presidio
se loro l'abbandonava. Nondimeno i car- spaglinolo, per istaccare Ottavio dal par-
dinali giurarono che chiunque fosse elet- tito di Fi ancia. Paolo IV si servì per ta-
to dovesse dar Parma ai duca, come fc- le restituzione del nunzio Correggio poi
PAR PAR 229
caiJin.Tle, premiato dal tinca coi caslelli quelli confiscati ai congiurati del iGi i
minciò a pagare alla s. Sede il pieno censo sordomuto, governando nella minorità
tli9,000 ducati d'oro, inlenotto per Pia- la madre e lo zio cardinal Odoardo. Per
cen/a dal tempo deiroccupazione della le nozze con Margherita de IMedici fi-
città. Filip[)o II ele-sse condottiero della glia di Cosimo II, Parma fu decorala in
guerra contro Ferrara il duca Ottavio, e varie parli. Funestarono la pace oltre ,
del valoroso figlio Alessandro , che nei vorito ministro Giacomo Gaufridi pro-
Paesi Bassi sosteneva la guerra per la venzale, per sostenerla impose gabelle e-
Spagna , ottenne die il castello di Pia- normi, e creando in Pioma alcuni monti
cenza fos.se evacuato dagli spagnuoli. ipotecò le rendite del ducato di Castro,
Nel 1 58G a' 18 settembre morì Ot- onde isudtliti provarono esorbitanti gra-
tavio, lodato anche per splendidezza e ge- vezze e diversi luoghi furono occupati
nerosilà coi letterati, e gli successe Ales- daineuiici. L'arabascialoredi Spagna sli-
sesso dello stato in suo nome. Alessan- delta alleanza colla Francia, il medesi-
dro per le sue gesta fu chiamalo ilgr^i- mo ambasciatore con quello dell'impe-
de, combattè turchi, domò i belgi che
i ratore aveano supplicato Urbano Vili
goveinò, e ([Ual capo della celebre lega di punire Odoardo come suo vassallo.
guerreggiò contro Enrico IV redi Fran- Assediato il duca in Piacenza, per l'in-
cia; morendo a' 2 dicembre i Tq-z in Ar- tervento del l'apa e del cognato Ferdi-
ras, le spoglie furono trasportate nel- nando li nel 1G37 fu segnata la pace,
la chiesa della Sleccala. De' suoi fune- però rinunziando Novara, la cui contea
rali ceiebi'ati in Roma, parlai nel voi. avea ricevuto nel 1 538 Pier Luigi pel
XXVIII, p. ()0. Ebbe in moglie Maria figlio. Intanto Barberini nipoti di Ur-
i
di Portogallo, figlia di Odoardo fialel- bano Vili aspirando agli stali di Castro
lo del re Giovaimi III, e perciò fu uno e /xoiiciglion<',(.]a prima suscitarono cre- i
de'preteiidenli alla corona di quel regno. ditori, indi per diversi motivi si passò ad
Ranuccio giurò fedellà alla s. Sede e spo-
I aperta rottura e guerra : Castro fu occu-
sò Margherita Aldobrandini nipote di palo, duca scomunicato , e le milizie
il
Clemente Vili, col quale insorse quella papali marciarono ancora per recarsi nel
rottura che narrai ne'vol. V, p. 249, e parmigiano. Pei essersi collegalo Odoar-
XIV, p. 49; •n*^"l'"e "1:1 XV, p. ?.oi dis- docon alili principi italiani, Urbano Vili
si com'era sialo dannalo a morie da Si- h) dichiarò reo di fellonia, con confisca
sto V. Fu dedito, come lutti i Farnese, lo privò dei feudi, sottopose i di lui stati
alle pompe e a proteggere i buoni studi; all' interdetto , chiamandolo negli alti :
itbbelh Parma, aumentò i suoi feudi per olini dnx Parmac et Placcntiae, Il duca
23o rAR PAR
inviò un escicilo ad Acquaoeiult;iil<; i- Raniiccio II vide i suoi stali aggrava-
già in Roma si Irt'pidavn, ([nandù tu di>- li dai frequenti passaggi delie truppestra
lolto con accorti negoziali, e la buna nieie (per cui Innocenzo XII ne lece re-
sca disperse la spetlizione clic per tnarc clami all' imperatore) e niorVagli 11 di-
inviava a Castro; finché nei 1644 per cembre i()()4, assai pingue, imperfezione
l'interposizione di molti principi, massi- che dall'Aldobrandini era divenuta ere-
me del redi Francia, colla pace Fu rein- ditaria in famiglia. Tenne corte splendi-
tegrato qnal vassallo della Chiesa de' suoi dissima, protesse gli studiosi, innalzò son-
possedimenti e assolto dalle censore, re- tuosi edilìzi ; fu pio e giusto, ed ampliò
stituendo egli l'ondenoeStellata nel fer- \i) stato coi feudi di Bardi e Compiano.
rarese che avea occupato. Tutto si narra Ebbe Margherita di Savoia ,
in mogli
a Castro, a Milizie, a Mura di Roma ed Isabella di Modena
e Maria d'Este sua
in altri relativi articoli. 7/2«0(r/i3o ^Vcon- cognata da questa nacquero Francesco
:
lo componevano, con l'aggiunta dei due gnore di essi; quindi Cleìuente XI s'inter-
paesi Latera e Farnese , raccolte e di- posenella controversia insorta tra la men-
sposte dal p. Flaminio Maria Annibali sa vescovile di Parma e il duca, pel feu-
da Latcra^iin. oss., Montefìascouc 1817. do Cornelio. Intanto nel i 7 i4 Elisabet-
PAR PAR .'3.
Londra ile'2 agosto 17 18, tra l'impero, to vassallaggio alias. Sede, depulòlogatort
la Francia, la Spagna e l'Olanda, in cui laure dì Parma e Piacenza quello di Bolo-
si arrogarono il diritto di dichiarare su gna cardinal Spinola per prenderne il pos-
questi ducati e la Toscana, che sarebbe- sesso naturale,e commissario apostolico il
ro riguardati feudi maschili dell'impe- prelato Giacomo Oddi ; ma a'23 gennaio
ro , indi la successione fosse devoluta a con armala mano, ne prese possesso il con-
d. Carlo Borbone infante di Spagna e te Stani[>a plenipotenziario imperiale a
primogenito di Elisabetta o agli altri fi- nome di d. Carlo I sotto la protezione del-
gli e discendenti di Elisabetta, senza con- l'impero , senza curarsi degli stendardi
sultare le persone che li possedevano e pontificii inalberali a Parma, e delle pro-
pei primi la s. Sede, con sorpresa di tutta teste de'minislridi Clemente XII, il quale
l'Europa ; ciò non pertanto i negoziati senza elTelto energicamente scrisse alle
di Cambiay del 9 dicembre l'j'i'i, e di corti di Madrid, nominando pre-
Vienna e
Vienna del 3o aprile l'-aS, approvaro- sidente della reggenza il vescovo di Par-
no e sanzionarono il decretato. Per n)an- ma. L'imperatore si scusò col Papa, rico-
canza di discendenza maschile nella casa nobbe l'ingiustizia del trattato di Londra,
Farnese, su Parma e Piacenza come feu- ed assicurolloche la s. Sede avrebbe conti-
di devoluti alla Chiesa, Innocenzo XIII nualo a dare l'investitura e ad esigere il
formalmente protestò a Cambray, con solilo censo. Quindi il eonte can. B.ingliie-
l'imperatore e i principi di Germania ,
r;ì hubdeiegalo del cardinal legato, mi-
anche per l'annuo tributo di i),ooo scu- nacciò la scomunica allo Stampa e sua
di d'oro che da circa due secoli ne ritrae- truppa, prese formale possesso de'ducati
va la s. Sede questi giusti lamenti e lega-
: e fece affiggere pubblicamente la bolla :
li dichiarazioni non furono attesi, per- Cani bo. me. Anloniua Farnesius^àc''?.o
chè mancava la forza materiale per spal- giugno 1731, Bull. Rovi. t. 3, p. 187, I
sposato la vedova del fratello Odoardo, e devoluti alla s. Sede nel caso che la du-
Dorolea Sofia di Neoburgo tu probo, e- ; chessa non partorisse un maschio. Nella
coiiomo, mecenate degli eruditijde'sag- speranza di questo, il conte Porta mini-
gi ed onesti di cui si circondò. Gli suc- stro in Roma della duchessa, nella vigi-
cesse il Antonio che sposò Enri-
fratello lia di s. Pietro pagò il consueto annuo
thelta diJModena Benedetto XllI vole- ; tributo di 9,000 scudi d'oro , in segno
va che prendesse rinvestitina dalla Chie- del diretto dominio e sovranità della s. Se-
sa, e r imperatore Carlo VI pretendeva lle sui ducati. Da ambo le parti si con-
che la ricevesse dall' imj)cro, ma egli a tinuò a protestare, finché passato il nono
niuiio la domandò, e mori per uno stra- mesi: della credula pregnanza di Eiiii-
vizzo di gola a'20 gennaio 1731 lasciò : ehetla, si riconobbe con tulle lo foiine
23a PAR PAR
non SLissisIcre. Il conte SUimpa a',>.f) di- cenza, mosse Benedetto XIV, al modo
cembre a/lklò la reggenza dt:'<lucati alla dello nel voi. XV, p. 207, a far solen-
duchessa Doiolea Sofia ava di d. Carlo ne protesta a'6 marzo i7.'|i,per tal no-
I, eletta sua tuli ice, indi licenziò il [)re- vità lesiva i diritti della sede apostolica.
feidio imperiale. L'infante nel i n3ì eutiò Isella guerra per la successione alTimpe-
il) Parma e a 2 ottobre in Piacenza, ri- ro, sembrò buona occasione a Filippo V
cevendo il giiu'amento delle deputazio- e alla regina Elisabetta di ricuperare i
ni. Come erede de'Farnese, a mezzo del ducati, onde spagnuolo e no-
gli eserciti
suo ministro conte Porta, domandòa Cle- poletano nel i74'>li occuparono io nome
mente XI 1 la resti luzione di Castro e U un- della Farnese. Nel quale anno divenuto
ciglione; ma dimostrandosi dal Papa fjlse imperatore Francesco I marito di Ma-
le asserzioni, ematurata la decadenza da ria Teresa, nel i 74(3 i tedeschi lipresero
ogni pretensione, da questa il nuovo du- Parma, dopo assedio sanguinoso
e a' io
ca interamente desistette, assumendone agosto anche Piacenza. Di poi in viriti
delle due Sicilie. Per morte di Carlo VI loroso nelle armi, fermo nel volere^ mae-
gli successe ne' suoi dominii e in quesli stoso, d'ingegno collo e pronto, e magni-
ducali la figlia IMaria Teresa, che esigen- fico. Gli successe il figlio d. Ferdinando,
do un parlicohue giuramento di fedeltà che in[lueiizalo da Du Tillol proseguì le
dai deputali de'ducali di Panna e Pia- riforme religiose del padre, con pramma-
PAR PAR «33
tica de' 6 gennaio ^(iH tlccrelamlo. i." cianci il 1." aprile si fermò in Par-
1 i I
70O)
Che ninno tle' siuliliti potesse i icoiieie ma e si riposò alciMii giorni nel mona-
ai liibiMiali sli'anicri, né procurarsi be- stero di s. Gio. Evangelista, ricevuto dai
ndiii e ilignilàecclesiasticlie senza il con- monaci, fra'quali eravi il p. Crescini poi
senso (lucale, a." Che lah benefizi e di- vescovo e cardinale venne profonda- : ivi
giiilà dello slato, non si potessero gode- mente ossequialo dal duca e famiglia e
re dagli esteri, comprese le abbazie e le dal dotto vescovo cappuccino, autore d o-
pensioni. 3." Dichiaiò nullo e senza ef- pere pregievoli, (i-. Diodato Turchi piìi
fetto (jiialunque sciillo, lettera, senten- volle,con)e dal cardinal Lorenzaiia,e mo-
za, decreto, breve e bolla di Roma o al- strò vivo desiderio di restarvi per termi-
ti o luogo, sen7a il regio fXC(j nadir. C\e' narvi i suoi gioini, cedendo solo quando
niente Xill già irritato grandemente per gli fu detto che esporrebbe il duca, per
le anteriori riforme souunanicnte lesive cui benché impotente per le sue infer-
per l'inunuiiità ecclesiastica e l'autorità niilàj si lasciò portar via a' 1 4- Proseguen-
vescovile, pubblicò a'3ogennaio la costi- do il viaggio si fermò il J'apa a pernot-
tuzione, yllias ad Apostolatus, presso il tare a Borgo s. Donnino, il vescovo Ga-
Guerra, Epit., in cui condannò la pram- rimberti lo accolse con trasporti di filia-
cuzione delle condannale leggi. Il duca del soggiorno in'Parma e Borgo s. Don-
ne proibì la pidjbiicazione, protestò con- nino, e la divozione degli abitanti verso
trol monilorii ponlilìcii,ed agli 8 lebbra- il perseguitato capo della Chiesa,
io espulse dagli stati i gesuiti, do[)o 2o3 Nel seguente giugno il duca si ritirò
anni ch'eranvi stabiliti. Di questo argo- a Verona per cagione degli eserciti che
mento conseguenze parlai ue'vol.
e sue combattevano i francesi, e nel 1800 po-
XIV, p.82,XXX, p. i37,XLVI,p. i3i tè venerare a Venezia il nuovo Papa Pio
ed altrove. Il successore Clemente XIV VII, colla sposa e figlia orsolina. In for-
sospese l'elfelto del monitorio e del bre- za del trattalo d'Aianjuez de'2 marzo i
stiche. Recandosi nel 78?. Pio i \ I a Vien- ze {F). Mentre d. Ferdinando stava an-
na, il duca fu ad ossequiarlo, cosi nel ri- cora ne' suoi stati, agli 8 ottobre 1802
torno, in Bologna. Perle vicende repub- morì nell'abbazia di Fontevivo, non sen-
blicane di Francia, dal 1790 d. Ferdi- za sospetto di veleno , da tulli tenera-
nando si mantenne neutrale, ed ebbe ad mente compianto versatissimo nelle let- ;
lisomi e Opizzoni. Alloggiò nel monaste- morte della duchessa arciduchessa d'Au-
ro di s. Gio. Evangelista, ove da monaco stria, i ducali passerebbero a Maria Lui-
eia stalo professore di filosofìa e da car- sa già regina d'Etruiia e vedova del sud-
dinale eravi ritornalo a visitarlo. Nel di detto re Lodovico ed al loro figlio Lodo-
seguente celebrò messa in cattedrale, e vico II, a'quali fu dato intanto il ducato
nelle ore pomeridiane visitò il marchese di Lucca, V. (ove parlai di altre notizie
Luigi Sanvitale, che nel i8i7rece vesco- della reale famiglia infante di Spagna) ;
vo di Borgo
Donnino, indi nel giorno
s. e che mancando
secondo senza prole
il
appresso parfi per Reggio. Nel 1806 Na- maschile, ritornerebbe il ducato di Par-
poleone richiamò a Parigi IVIoreau, egli ma alla casa d'Austria, e quello di Pia-
successe Jiinot governatore generale mi- cenza al re di Sardegna, siccome era sla-
litare, cui fu sostituito Pelignon. Nello to stabilito nel 174*^ dal trattato d' A-
stesso 1806 i ducati di Parma e Piacen- quisgrana. Maria Luigia oltre le bene-
za furono eretti in titolo di gran feudi merenze già narrate, ottenne e contribuì
imperiali, quindi conferiti il i.° aCam- all'erezione della sede vescovile di Gua-
bacères , ed il 2." a Le Erun, poscia se con Gregorio XVI conchiuse un
stalla, e
ne formò il dipartimento del Taro che concordalo per la reciproca consegna dei
venne addetto all'impero nel 1808; pe- disertori e delinquenti loro sudditi : es-
lò il Borgo Val di Tarò, Bardi e qual- sendo morta in Parma il 18 dicembre
che altro lerritorioche giace sugli Apen- 1847, il governo ne spedì subito l'annun-
nini si aggregarono al dipartimento a cui zio all'infante d. Lodovico II. Questi con-
quelli diedero nome. Il ducato di Guastal- fermò provvisoriamente il ministero e da
la conferito aPaolina sorella di Napoleo- Modena il 2G emanò un proclama con
ne, fu da essa venduto al regno Italico, cui assunse il governo de'suoi stali, ed il
ritenendo col marito Borghese il titolo, 3i dicembre fece la sua entrala in Par-
e poscia unito al dipartimento del Cro- ma col principe ereditario.
giolo.Nel 1806 a Petisnon degnamente In conseguenza della convenzione 28
fu dato in successore il prefetto Naidon, novembre 1844, ^o" approvazione del-
ed a (piesti nel 1810 Duponl- del- Porte l'imperatore e del re di Sardegna, ven-
the vi cadimento dell'im-
rimase sino al nero stabilite per quando il duca Lodo-
pero. Nel 1814 seguirono barulFe al Ta- Spagna fosse montato sul
vico iiiCaiite di
ro e in Parma tra gli austro-napoletani trono di Parma, alcune permute terri-
comandati da Nugenl, ed francesi con- i toriali Ira governi toscano, modenese
i
doni da Gicnier. Deposto Napoleone, al- e parmigiano, fra le quali il primo o Leo-
la sua moglie ex imperatrice ì\LTria Lui- poldo Il gianduca cedette al duca vi- i
meglio di questi trattati a Francia, Ger- in cambio di Pielra Santa, che pel trat-
mania e altri articoli), tranne quella por- tato di Vienna doveva possedere a quel-
PAR PAR 235
l'epoca, e die volle ritenere il gianduca, costituzionale, ed il chirografo del duca
dando in compenso di CViiastnlla al duca Carlo II de' ?.r) marzo. Peggiorando la
di l'arma la delta città di Poiitremoli(F .). condizione de'tempi, nel declinar di apri-
Con altra convenzione tra il granduca le il duca Carlo II partì dai suoi stali.
di Toscana e Lodovico duca di Lucca, A cagione della progrediente rivoluzione,
2 giugno 1847
tlel ''' ti lenze 4 otto- '-' costituitasi Piacenza in governo provvi-
bre,il secondo a'S dello stesso mese for- sorio, nulla volle aver comune con Par-
malmente in Modena rinunziò al primo lila. Nel detto mese governo di l'arma il
poldo Il fece prender subito possesso del distribuiti fra Carlo 11 che n'ebbe iG58,
Lucchese, cedendo al duca di IMudena i gli stati pontificii 53u, la Toscana 53 ec. 1 :
paesi che gli spettavano; rpianto ai vica- a' 3o giugno il re di Sardegna fece pren-
riati di Pontremoli e Cagnone con con- dere possesso del ducato. Questo stato
venzione de' 1 dicembre 847 di Firen-
1 1 di cose ebbe termine a' 16 agosto 1848,
ze, furono temporariamente conservati quando pel conchiuso armistizio entra-
alla Toscana. Quindi essendosi elFettua- rono in Parma le truppe imperiali tede-
ta la successione di Parma e Piacenza, sche, islallandovi un governo provviso-
il granduca li cedette il 3 1 al duca in- rio d'ordine del valoroso feld- marescial-
lanle di S[»agna, e rpiesti ne prese pos- lo Radelzky. Ai 2 questo governo lo ri- i
sesso lì 5 gennaio 1848 per un commis- conobbe il sovrano Carlo 11, dichiaran-
sario. L'infante prese il nome e il titolo do di voler mantenere illesi diritti di i
dinò gli sludi per legare quelle da Pia- lo HI, e colla reale sua consorte entrò
cenza al Piemonte e da Parma a Mode- ne'suoi slati a'23 agosto. Già con moto-
na. Dopo un movimento popolare e le propri degli II e 12 di tal mese avea
fucilate fitte col presidiodclle truppe au- riordinato le costituzioni e regolamen-
striache chiamate dal duca, questi a'20 ti del reale ordine di s. Lodo\'ico (/ .).
marzo si trovò costretto a costituire una >' L'ordine così riordinato ha il caratte-
suprema reggenza, cui aftìdò gli stati e la re d'ordine sì civile che militare, egl'in-
compilazione d'uno statuto fondamenta- signili del medesimo si denominano ca-
le costituzionale, sulla base di quelli del valieri dtlL' 01 dine di s. Lodo^'ico^ eccet-
Piemonte e Toscana, o come meglio sli- tuali però gl'individui fregiali della croce
inassero; aderì alla lega italiana^ alla isli- di 5." classe, i cjuali si denominano de-
tuzione della guardia civica , laonde hi corali della croce di s. Lodoi'ico di 5.'
inalberata la bandiera tricolore italiana. classe. Capo e i.'^ dignità dellordine è
Nel 11.
"57 della Gazzella di Uoinai'Ò^^ ilgran maestro, di cui è rivestito il so-
si leggono le basi dello statuto fondamen- vrano regnante. Cinque sono dopo il gran
tale di Parma, con governo monarchico macstroducai giudi liconosciulienc qua-
,
2 3G r A II PAR
li l'oidiiie k'ì distingiu', e cosi : gran cio- ca dell'invasione d'Attila. I\Ii limiterò a
cij commendiilori, cavalieri tli 1/ classe, nominare i successori piìi distinti o ri-
cavalieri eli 1." classe, tiecoia li della cro- ujarclievoli, molti avendo ricevuti insi-
ce di 5.' classe. 11 nuiHeio dei gran cro- gni privilegi da Papi, imperatori e re.
ci è lìssato a 20 ;
quello de'commenda- Grazioso che intervenne nel 680 al con-
lori a 3o; quello de'cavalieri di i.'' clas- cilio di Papa s. Agatone, alcuni scrissero
dine si è quellodi rimuneiare edislingue- Calvo, i quali nell'872 e 880 gli conces-
re chiuntjue per integrità di costumi e sero ampli privilegi e possessioni; morì
per attaccamento al sovrano, per com- neir 895. Ercardo del 920, che fu se-
inendevoli e virtuose azioni, per impoi-- gretario di Ugo re d'Italia, dal quale ot-
tanti servigi civili e militari resi allo sla- tenne nuovi privilegi per la sua chiesa;
to, per dottrina od abilità valente, abbia Adeodato deh r)4^ ricevette una dona-
acquistalo la ptdjblica estimazione e la zione dal re Lotario; Sigefiedo II del
reale benevolenza. L' amministrazione 978 ebbe diversi privilegi dagl'impera-
dell'ordine è allldata ad un gian cancel- tori Ottone II ed Enrico II; Eniicodel
liere coadiuvato da un segretario e da un 101 5, sotto II spedì un
il quale Enrico
archivista. La chiesa dell'oi dine è quella diploma a Bernardo conte di Parma; U-
di s. Lodovico di Parma ". go del 1027 cancelliere dell'imperatore
La sede vescovile non è certo quando Corrado II, da cui ottenne grandi privi-
ebbe origine, alcuni dicono nel IV seco- legi, con tutto il contado di Parma. Nel
lo, altri nel VII vedasi il Bordoni, JAe- : 1046 fu eletto vescovo per simonia Ca-
sauro ecclesiae Pariiieiisis. Essendo suf- dalooo Cadalo Pallavicino veronese, dia-
fraganea di Milano e poscia di Raveima, cono e vicedomino della patria cattedra-
nel 582 la sottomise a Bologna Grego-
1 le; ottenne conferma del contado da En-
rio Xlll: nel vol.XXVlII, p. 344, tlissi rico HI, fabbricò splendidamente l'epi-
come l'io VII l'assoggettò a Genova e scopio, concorse ai risorgimento della
poi immediatamente alla s. Sede, come cattedrale, e fondò un monastero in pa-
882, Cipriano che trasferì la sede a Bre- cardinal Bernardo Uberli (tutti car-
s. i
scello ( di questo luogo feci parola nel dinali avendo biografie, in esse parlo di
voi. XL, p. 292), verso il 4^; ah' epe* quanto di più importante fecero come
PAH PAR 0.^1
vescovi), che ridusse Pnrmn nirii!)l)i<lien- o fu sepolto nel portico Lalcinno. Noi
7a di l'asfpiale lljCOiiie Ir-^ato dcll'lnsu- «"><)<) Ciodredo de Vczano, mollo pure
l)ria contro gli scismaliti. Lanfranco fiorì in lloma nel i3oo e sepolto in Araceli,
nel I I 33, il rpiale fu privalo della di£;ni- Papiniano Rovere toiinese, nel 3oo da i
tà da Euc;enio 111 nel i i 4^), come fece Novara (pii fu trasialo e vice CanceiUc-
della sede per rihelliune de' pai niij^iani, ;r dis. Chiesa. Nel 3?.3 Ugolinode Ros- i
reintcgrala poi nel da Adriano IV. i i 5() si [>aimigiano, de' nobilissimi conti di s.
Aicardo Cornazzano del ii6i per Fc- Secondo, mostrò un grandissimo zelo in
derico I esercitò la pretura della città, lutloil tempo the anuninistròlasua chic-
che confermò privilegi, come a lui li-
gli i sa, ma volendo soggettare alla giurisdi-
gio, seguendo le parti dell'antipapa Vit- eioiie ecclesiastica alcuni sudditi e vas-
tore V, sostenuto dall'imperatore colle salii renitenti, fu in conseguenza d'un
urini. Bernardo intervenne nel i ^r) al i nminulinamenlo obbligalo a sortir dal-
concilio Laterauo III, ed in grazia di Fc' la diocesi, né vi ritornò che i o anni do-
dei ice ed Enrico VI suo liglio, conse-
I pò; continuò a governar con molta fer-
gn'i nuovo privilegio per la chiesa |iai- mezza e morì nel 377, per quanto ere-
i
prelaloeloqnenle, dolio iiidiritlo canoni- pana chiamala dal suo nome, e nel di-
co e versalissimo negli affari ; ottenne da ploma di Carlo IV è dello principe di
EnricoVIjOtlonelVeFedericoll la con- Parma. Nel i/^^iJ Delfino di Pergola, e-
feima de'piivilegi della chiesa, e di essa gregio pastore, amato dall'imperatore Si-
Ijenemerito mori nel i?,?,^.: con pompa gismondo che gli accordò favori; inler-
solemie nel 1207 trasferì il corpo di s. venne al concilio di Basilea, e nel i436
Donnino in Borgo, che ne prese il nome, celebrò il sinodo, quindi trasialo a I\Io-
àSnbilo gli successe Grazia, cui scrisse rim- dena nel i4<>3; in vece da lai chiesa pas-
l)roveri Gregorio IX, e dedicò l'oralorio Giacomo Antonio Torre.Nel
so a questa
di s. Croce. Nel 19,37 Mai lino, che per 147^ Sacramoro de Sacramori riminese
la sua prodigalità e dilapidazione de'be- .segretario del duca di I\lilano, Iraslerilo
Ili ecclesiastici , fu sospeso dall' ammini- «la Piacenza; nel i4<^5. Gio. Giacomo
sliazione. Innocenzo IV nel 1243 creò Scldjinali milanese, poi caidinale; nel
vescovo Alberto 1 Sanvitale parmigian*), '407 Stefano Taberna uìilanese, eccel-
liglio di sua sorella Margherita riescili : lentepastore. Nel i5oo Gio. Antonio
fu al concilio di Lione 1 e morì nel i ?.53. Saiì(;ioigio cardinale, milanese, non pia-
li successore, l'ollimo .Albeilo li Ansel- cenlino; nel i5of) a'28 marzo Alessan-
ini parmigiano, si vuole pure nipote di dro Farnese cardinale e poi Paolo III,
Innocenzo IV C)l)izzo 11 Sanvitale fra-
. cedendola .sede con regresso nel i5iG
il pretore di Parma: Bonifacio VI II nel gli sosliluì I altro nipote Guido Ascanio
\ii)% lo trasferì a Ravenna, egli sostituì Sforza de'conli di s. Fiora cardinale; ed
Giovanni di Arqualo piacentino, ci.slcr- ebbe a sullraganei Luca Cerati parmi-
ciense e cappellano ilei cardinal lìianchi, giano erudito e virtuoso, vescovo /// par-
ì\ quale fondò a suo tempo l'abbazia di (ibiix di Coslantina, e Nicola \ iigili bo-
s. Martino di V^al Serena; morì in Ronja lognesc vescovo di Marsi. Per cessione
238 P A R PAR
di Guido, nel ijGo il fratello Alessaii- venne abbatedel monastero di s. Gio. E-
i\vo L^'orza cardinale, che celebrò il sino- vangelista di Parma e direttore del col-
do nel 1564 e abdicò nel i5j3; gli suc- legio de'nobili, non che professore per ben
cesse Ferrante o Ferdinando Farnesedei G lustri, con universale lode e vantaggio,
duchi di Laleraj che in difesa dell' ini- di gius canonico nell'università, di cui fu
miinilà s'inimicò co" parenti duchi di vice-rettore, cerne presidente generale di
Parma e per volontario esilio morì in sua congregazione. Per la sua gravità,
Latera; nel 1602 celebrò il sinodo, con- prudenza_, dottrina, probità e felice spe-
sacrò la chiesa de'carmelitani e tenne per rienza. Pio Vili ne premiò i molti me-
sulFraganeo e vicario Giovanni ìMozane- riti, creandolo cardinale prete a'27 lu-
ga arcivescovo di Scilopoli in partihiis, glio 1829, e gliene partecipò la notizia
Papirio Picedo genovese consigliere di pel guardia nobile Giuseppe de'conti An-
Ranuccio I, nel 1 6 6 fu
1 traslato da Bor- lamori, latore del berrettino rosso; quin-
go s. Donnino, di somma prudenza e sa- di nominò ablegato per la tradizione del-
pere; nel 1G14 Alessandro Rossi d'Ischia la berretta cardinalizia, mg."^ Giulio del-
profondo letteratOj traslalo da Castro e la Porta cameriere segreto. Recatosi nel
consigliere di detto duca; morto nel 6 5, 1 1 maggio i83o il cardinale in R.oma, il
gli successe Pompeo Cornazzani nrjb'.le Papa a"5 luglio gl'impose il cappello car-
di l'avia, illustre cistcrciense, sepolto in dinalizio, indi gli aprì la bocca, ed asse-
Roma Croce in Gerusalemme nel
a s. gnò per titolo la chiesa di s. Giovanni
1647; furono vicari apostolici Alessan- a porta Latina , annoverandolo poi alle
dro Boschi e Mario Antonini, vescovi di congregazioni de' vescovi e regolari, im-
Gerauco e Neocesarea in pariihus. IVel munità, buon governo e loretana. Aven-
iGji Carlo Nembrini bergamasco, nato do egli solfei to giavissima malattia nel
nobilmente Ancona, vicelegatodi For-
in precedente inverno, si trovava debolis-
fi e Ferrara, probo e zelante, restaurò simo quando per amore di restituirsi al-
l'episcopio, celebrò il sinodo nel i65qe la diocesi, restò inflessibile alle insinua-
morì in patria nel 16" 7, Giuseppe Ol- zioni di prima meglio ristabilirsi. In fat-
giati patrizio milanese nel i6(:)4, consa- ti, partilo da Roma il i - luglio, dovette
grò la chiesa di s. Lucia, regalò la catte- permalaftia di languore fermarsi in Moli-
di-ale, aiimenlò l'episcopio e fece fare pre- le Fiascoiieall'albergo dell"A(juila bian-
diche e missioni di penitenza. Traslato ca, ove dopo avere ricevuto i soccorsi
a Como, nel 171 i gli successe Camillo della religione con edificante pietà, da
Marazzani nobile piacentino, referenda- compianto per le sue doti singolari,
tulli
rio e prelato domestico, di somma vigi- moli a'2 I, in età di '-4 anni. Nella cat-
lanza, visitò la diocesi. Con questi nell L- tedrale gli furono celebrali solenni fune-
gbelli si termina la serie de'vescovi, che rali dal concittadino e vescovo cardinal
proseguono le ÌS'olizie di Ronin. Nel 7 60 1 Gaz7ola,come nella chiesa di s. Gio. bat-
Francesco Pettorelli Lallalta di Parma. tista (in cui il p. ab. Agostino Gaibarini
Nel i8o4 Carlo Francesco Caselli cav- recitò l'Orazione ec, Parma i83 1 stam-
dinaie, servita di Alessandria, traslato peria Carmignani), indi tumulato nella
dall'arcivescovato iìi pariihus d'i Sida. chiesa di s. Bartolomeo del seminario,
Leone XII a'2 3 giugno 1828 fece vesco- ove fratelli Dionisio e Cesare gli pose-
i
telli le filosofiche e sacre discipline: di- Duilio di lloiua ì83o. A\cudo omesso
PAR PA R 289
ilcenno biografico die n suo luogo mi PARROCCHIA, Parodila, Parve-
era proposto inserire, vi lio supplito con ria. Curia, Ecclesia. Chiesa che ha cu-
queste poche parole. Gregorio XVI a' ra d' anime e nella quale si riuni.«cono
28 febbraio iS3i dichiarò vescovo Vi- gli abitanti del territorio su cui estende-
tale Loschi di Salso diocesi di Piacenza, si la giurisdizione spirituale del Parro-
e per sua morte nel ìì^\3 dichiarò l'o- co, Curio, Curion, per as.slstere al .ser-
dierno mg/ Giovanni INeuschel di Sce- vizio divino e per adempiere tutti gli al-
pusio, che nel i836 avea da Guastalla ti i doveri della religione, sia nell'istrui-
Irasl.-ilo a Borgo s. Donnino, già di Troia re popolo ne' divini misteri e [nccetti
il
nuovo vescovo è lassato in ?.ooo fiorini, gramenti. Per parrocchia s' intende an-
essendo le rendile circa 4ono scudi. cora talvolta tutta la diocesi ed il sa- ,
nella ru[ie rappresentante una danza di dicesi anche annessa la nuova parroc-
satiri e ninfe. Nel 169.7 qui si compraro- chia smembrala dall'antica. Inoltre pav-
no e trasportarono in Inghilterra mar- i YOCc\Mano,parocJiusoparocìiianus,cU\a-
ini d'Arundel chiamali Cronaca di Paro, masi il prete rettore della parrocchia, il
e Prassitele sommi scultori, ed il poeta tutto ciò che concerne la salute spiritua-
Archiloco, A ÌNaxos parlai di sua chiesa e le e somministrargli il necessario alla vi-
popolazione. Paros, Parenen, è anche un ta, come le Decime e le Oblazioni {f ),
titolo vescovile in partibus sotto Rodi, per la cura delle anime, non che corri-
che Pio IX nel 184H conferì al minore spondere ai diritti di stola ne' baltesirai,
osservante vescovo coadiutore del vica- malrimoni e funerali, sanzionali dalla
riato apostolico di Xan-tung in Cina. Chiesa. La chiesa parrocchiale si dice
2.ÌO PA II PA R
r|ii('lln, (ho lin la cura inlnioic delle n- rif;ine di Roma vi erano le curie: la cti-
niine, ce! il sacerdote oddcllu esercila i lia nella sua islituzionc al!io non era che
diritti e le facoltà del (oro penitenziale, un tempio pai l'occhiale, e tali erano le
non contenzioso: questo sacerdote dice- 3i) curie che stabil'i Romolo. Ad ogni
si paroco o parroco, voce greca che si- curia era addetto un sacerdote, che pre-
gnifìca dlslrìbutore, poiché ha il diritto siedeva ai sacrifizi e si chiamava <;»r/o/jr,
di distribuire i sagianienti e pronuncia- da cui derivò (Va noi il nome di curalo
re la parola di Dio a (juella porzione di ossia parroco, mentre le curie si chiama-
popolo che ò slata afljdala alla sua cura, vano anche parrocchie. Le curie si divi*
per cui dicesi anche curalo, curaiusj devano in decurie, ch'erano di louomi-
(juesto vocabolo viene a propiiamentesi- ni, il cui capo dicevasi decurione, e dette
gr.'ficare un prete investito duna cura: decurie formavano una centuria compo-
il Nardi , Z?e' p(7/'/ot7//, crede che do- stadi oo uomini, il cui capo era il ccn-
i
Trebbe diisi curalor uon curalus. Vipos- turione; dalle centurie poi si formavano
sono essere e vi (uiono più pairochi per le legioni, ch'erano maggiori o minori
parrocchia. Deve applicare pel popolo la secondo il numero delle centurie: di tali
Messa [F?^\\e\\t domeniche efesie prin- divisioni ne parlo a Caporioni, Capoto-
cipali, e questa applicazione e olìerta di r.i, Rioni ni RiOmx. Dai monumenti eccle-
sagrifiziù voluta dal concilio di Trento, siastici si apprende che nei primi secoli,
mentre il parroco
già alla soddisfazione, slituzione delle parrocchie. Il vescovo era
è tenuto a pregare nella messa per le l'unico parroco di tuttala città, ne pre- i
parochis ohservandaiii cclebratione mis- precetto che obbligasse i diversi celi dei
sae prò populoj Hasseleti i84(:). Opera fedeli a confessarsi ea comunicarsi ognu-
che compie Taltra dataci nel 1842: Dis- no dal proprio parroco. Il vescovo pre-
scrl. canonica de ss. inissae sacrifìcio a siedeva a tutte le assemblee; nella do-
parocìàs pio plebe o/J'erendo. Anche i menica i fedeli della ciltà e della cam-
pagatii chiamavano paiiocchia, e curati pagna si radunavano nello stesso luogo
(juelli ch'erano incaricali di somministra- e vi si olhivail sagrificio dtWEacaiisiia,
re le cose necessarie agli ambasciatori il quale era distribuito ai presenti e si
pubblici che recavansi a R.oma e ad al- mandava agli assenti o malati pei diaco-
Iri ospiti. Presso i romani e fino dall'o- ni. Del pane bencdcUo dit distribuiva la
PAR PAR 24t
basilica Lateranense nel sabhalo di passio- Roma, nelle quali i preti titolari ammi-
ne, parlai nel voi. XXF, p. jj. i Gli scrit- nistrasseroil battesimo e la penitenza a
toli non sono concordi qnanlo all'origi- quelliche dal paganesimo si Converti-
ne de'parrochi : gli uni li credono d'isti- vano alla fede, e per aver cura della se-
tuzione divina, cioè slalìilitida Gesìi Cri- poltura de'nìarliri. Papa s. Zosimo del
sto stesso nella persona de Discepoli [f'^.), 4' 7 concesse alle parrocchie 1' uso del
a' quali sieno essi succeduti ;
prclentlono ctrt'o pasquale, ch'era solo permesso al-
gli a Uri che non sieno che di istituzione ec- le basiliche maggiori. A CAnoiXAtE notai
clesiastica, vale a dire, stabiliti dalla Chie- la diversità tra le parrocchie e i titoli,
sa nel processo de'lempi. Il iS'ardi sostie- i quali come principali si dissero cardi-
ne che nei primi tresecolinon vi furono nali, nome che passando anco a coloro
parrocchie, neppure in Roma, e che nel- che le presiedevano, l'assunsero i curati
le città incommciarono dopo il odo i : nel delle principali chiese d'occidenle, finche
capitolo 32 esamina se i cardinali di- s. venneescKisivamenle riserbalo ai compo-
Chiesa furono i parrochi e conchiude ne- nenti il sacro collegio. In Alessandria ai
gativamente. Egli dice che in Rotua e- tempi di Costantino le parrocchie già e-
raavi tante collegiale canonicali per l'uf- rano stabilite nella città e nelle campa-
fìzialura e assistenza delle aniine_, che tar- gne, con preti o rettori per governarle.
di furono erette le parrocchie, quali di- 11 concilio d'Elvira attesta che in quei
pendevano dai capitoli delle collegiale. tempi si afiìdava la condotta d'un popo-
A misura che il cristianesimo si esle- lo anche ai diaconi. I canoni del concilio
se fu d'uopo moltiplicare i soccorsi spiri- d'Arles del 3i4 provano che fin dal IV
tuali e le chiese, ed aumentare il nume- secolo nella Gallia v'erano i parrochi, tan-
ro dei ministri per celebrare i santi mi- to nella campagna, quanto nelle città,
che parrocchie egli abitanti in esse par- la cattedrale, laonde da ciò sembraave-
me. La divisione delle panoccliie face- pnuocchie e rendessero conto dello spi-
vasi in ragione di territorio, ed in pro- rituale al vescovo e del temporale al mo-
porzione nunieio degli ahitanti, dal
ilei nastero. Tollerarono ciò i vescovi e lo ap-
"vescovo colla semplice comunicazione al provarono anche e'pressaniente condo-
governo secolare. nazioni, tanto erano ben disposti in fa-
I capitoli ed monasteri i si assume- vore de'monaci in riguardoai servigi che
vano anticamente, sotto l'autorità del aveano reso e che continuavano a ren-
vescovo, la cura d' istruire i fedeli e di deie alla Chiesa. I capitoli composti in
amministrare loro sagramenti, special- i allora per maggior parie di canonici
la
mente a quelli che abitavano in vicinan- regolari, ebbero parte a questi favori,
za delle loro chiese, lutti canonici o i donde provenne che il maggior numero
lutti religiosi, ciascuno secondo
i pro- i delle parrocchie erano di collazione o
pri talenti, venivano impiegati in questa presentazione de'capitoli o delle congre-
opera; si stimò più conveniente in seguito gazioni degli stessi canonici. Papa s. Boni-
incaiicarne uno solo, il quale ne facesse facio IV dichiarò avere i monaci pode-
tutta la sua applicazione e ne rendesse con- stà di amministrare il battesimo e la pe-
io al vescovo ; donde ne viene che in cer- nitenza, ed ne fece un decre-
Urbano II
ti capitoli questa cura è addossata ad uno to nel concilio di Nimes. Nella contro-
de' canonici o delle dignità, con obbligo versia insorta tra i monaci e i preti in-
agli altri di aiutarlo nelle funzioni cu- torno all' amministrazione della chiesa
riali, e che in altri il capitolo o mona- paiiocehiale. Papa Giovanni IV dichia-
stero presenta al vescovo un ecclesiasti- rò, che i pi imi lo potevano in (pielle al-
(le ;rg, proscrisse che le chiese dc^'icgo- ':!K';ludine contraria, arceltata da tutta
liiii con cura criiiiinie (ossero soggette ai l;i Chiesa e dal tacito conscuso di;'parro-
rispettivi ordinari in tnltociò che appar- clii; laonde ognuno può soddisfare il pre-
tiene airamministrazionq de' sacramen- cetto ecclesiastico di ascoltarla messa nel-
ti, e perciò da e-^si potessero visitarsi : Gre- la domenica e in altre feste di precello iu
possono visitare le ihiese parrocchiah ret- del 65G(come riporta iSalale Alessandro
te dai regolari, solo eccettuate quelle t. I Oj p. 4^4) coi due primi canoni si vie-
nelle quali risiede il superiore generale tò ai parrochi di ammettere ad ascoltar
dell'ordine, di cui il parroco è religioso. la messa nomini di altre parrocchie; ma
Dieci case o famiglie, secondo la disci- Clemente Vili riprovò l'opinione chesos-
plina ecclesiastica, sono bastanti per sla- Icneva, pon esser lecito ascoltar la mes-
e formare una parrocchia: l'unio-
Ijìlire sa nelle chiese non parrocchiali, né con-
ne delle parrocchie venne proibita dal fessarsi da altri fuori del proprio parro-
Tridentino; è poi di necessità che la chie- co, dichiarando lecita l'una e l'altra co-
sa parrocchiale sia eretta con autorità sa. I fedeli debbono essere battezzati nel-
del vescovo, con competente dote, anche la propria parrocchia, c^islendovi il bai-
con unione di benelìzi semplici non ad- tisterio;con licenza del parroco lo pos-
detti a'rcgolari. Gregorio XIII, perchè i sono altrove, ed Innocenzo XIII ordinò
parrochi vivessero decentemente, ordinò ni parrochi, che tulli bambini si doves- i
che non si potessero imporre pensioni sero battezzare fra tre giorni dopo la na-
sui benelìzi curati, quali non eccedesse- i scita. Il battesimo ne'primi tempi l'am-
ro loo scudi di rendita. Kencdetto XIII ministravano i soli vescovi, e dalle cam-
staliih che in Italia i parrochi do'defun- pagne i parrochi gli conducevano i bat-
no al cadavere e sepia gli altari; e or- stinava il vescovo; il parroco non può
dinò ai curali che in tutte le domeniche battezzare gli adulti. 1 fedeli sono ob-
e feste solenni, dopo l'evangelo della mes- bligati soddisfare il debito pasquale nel-
sa parrocchiale, istruissero il popolo nel- la loro parrocchia: che in essa si deve
le cose appartenenti alla salute eterna, onninamente soddisfare tal precetto, lo
spiegando il vangelo corrente, conccden- trattai diffusamente a Comunione G III,
tlo I oo giorni d indulgenza ai curali e a non che nel voi. XXII, p. i5i, dicendo
chi v'intervenisse. Clemente XIII conces- pure della supposizione che nelle basili-
se a tulle le chiese parrocchiali 1' altare che Lateranense e Vaticana si adempia
privilegiato , del qual privilegio godes- al precetto ricevendovi 1' Eucaristia. Il
sero gli altri altari nella commemora- concilio'd'Avi"noiiedel iSS? avea ordi-
'"
parrocchiani
li-
zione e ottava de' defunti. Gli antichi fe- naio, che solo dai curati 1
deli dovevano assi>tere alla messa [)ar- ricevessero 1' Eucaristia nel tempo pa-
rocchiale, ed i ciuali della piimitivo Chie- squale. Anticamente i parrochi doveva-
.sa avanti di cominciarla interrogavano no dar noia al vescovo dei non confes-
gli astanti per sapere se erano tutti della sati enon comunicali per Pasqua ciò :
parrocchia, e se vi erano stranieri si li- ima volta era incombenza del vicario fo-
cenziavano e mandavano alle loio chie>e: raneo, ed i fedeli per la confessione por-
(al precetto è stato abrogalo dulia cou- lavauo l'allcstato del confessore. Oggidì
244 PAR PAR
ilparroco e olìMigafo dare ni vescovo la minazìoni anche sui patronati: a CiiinsKni
noia soltanto dei non comunicati. La Roma, hanno articoli tutte quelle che di-
r(;munione pasquale non obljlit^a presso stinguerò con carattere cor,sivo, deirallrc
il parroco, ma solo in parrocchia; il ve- indicherò ove ne riportaile notizie o collo
scovo fa far la pasqua dove vuole, ed il stesso carattereo citando volumi o fra i
ben morire. Un solo sacerdote deve es- e Giuda congiunta al Palazzo Gabrielli
sere in ogni parrocchia perramministra- già Orsini di cui è patronato, s. INIaria
zione de'sacramenti e per la cura delle in Publicolis patronato de' Santacroce^
anime; può essere aiutato dal vice par- s. Maria in Canq^o Carico (forse così det-
roco o da altri coadiuvatori, secondo la ta dal palazzo e piazza di Carlo Leoni
autorizzazione del concilio di Trento. De- ivipropinquo: esisteva neli4oO; fu delta
"ve il parroco fare nelle domeniche la dot- Spolia Christi o per quanto dissi nel voi.
trina crisiianaa.'\ fanciidli e fanciulle, aiu- XV, p. 22, o peicliè vi era sulla porla
tato da altri; cosi nella quaresima le i- l'immagine di Cristo rappresentato nel-
slruzioni per le prime confessioni e co- l'atto d'esser spogliato per la ilagellazio-
munioni. Spetta al parroco tenere il regi- ne, che Sisto V tolse neirimire alla chie-
stro de'batlezzali, de'sposalizi e de'mor- sa i diritti di quella prossima de' ss. Ci-
li, ri lasciandone le fedi a Ile richieste, come ro e Giovanni , detta ne' bassi tempi s.
1.° novembre colle lettere apostoliche, p. i/\: Clemente XIV la facol lizzò ad
Super imiversain, prescrisse i limili alle erigere il fonte battesimale, così a s. Lu-
pariocchie, eguagliò il numero delle ani- cia alle botteghe oscure e a s. Stefano
me quasi di ciascuna, slabiPi congruo sti- del Cacco), s. Biagio della Pagnotta in via
pendio ai singoli parrochi, e assegnò lo- Giulia, s. Gio, in Alno (forse così detta da
ro il distintivo della fascia; diverse par- chi la fondò; il quadro dellaNàtivitàdel-
rocchie soppresse, altre ne confermò, al- l'altaremaggioreè di Amorosi, tondi su-i
PAR PA R 245
Ciò. Evangelista sono ili Passeri e Gio. quali avendo il regnante Pio IX dato la
Conca; il deposito di d. Porfirio Anto- chiesa di s. Alessio, ed ai Trinitari quel-
nini lo scolpì Ludovisi: le questioni del la di s. Grisogono, che essendo de' car-
parroco colla basilica Vaticana per la co- melitani calzati, invece consegnò a que-
munione pas([nale, le riportai nel citato sh ultimi la chiesa di s. Nicola), s. Fran-
articolo Comu.vioxe), s. Venanzio r An- cesco di Paola de' Minimi, s. Prassede.
soi'ino (It'canicrinesi (di cui parlai anche Le chiese parrocchiali poi che Leone XII
nel voi. XLYII, p.270), s.Cvcilia in Tras- conservò e confermò, sono le seguenti.
tevere^ s. Giacomo a Scossaea\'alli (ne Del clero secolare, la chiesa di s. Giovan-
trattai in altri luoghi come nel voi.XXllI, ni in Laterano,%. Pietro inValicano (die
p. 5()), s, Tommaso a Cenci (voi. XLVI, avendo per concessione d'Innocenzo Vili,
p. 278), s. Stefano in Pescinula (così det- per l'esame degli ordini, battesinjo,
ta oda una piscina odal pesce che vi si cresima e processioni, la chiesa de' ss.
\endeva; nel 1750 il parroco d. Filip- Michele e Magno per succursale, ch'è la
po Pioselli la riedificò con disegnodi Per- esponente perla parrocchia del Palazzo
lelli ; Stefano dell'altare maggiore
il s. Valicano, a questo citai ove pubblicai le
è di Labruzzi, in quello del Crocefisso, notizie; sul privilegio della basilica Va-
la ^Madonna e la Maddalena sono di Pa- ticana di battezzare chiunque con per-
ver, colori s. Railaele il Dorti ; nell'alta- messo del proprio parroco, parlai nel voi.
re incontro la Concezione e ne' laterali XII,p.242),s. Lorenzoin Damaso,s. Ma-
dipinse Soi\.\no),s. Susanna,s%. Vincen- Mariain Via Lala,%.
ria in Trastevere,?,.
zo e Anastasio in Arenula(vol. XXlII,p. Mariain Cosmedin,%. Eustachio ,%. Mar-
i4o)> S.Nicola degl'Incoronati (cos'i det- co (e Palazzo di s. Marco), s. Maria in
ta dalla famiglia che l'edificò presso le Acc/uiro,s. Angelo in Pescaria,s. Nicola
sue case; il quadro di s. Nicola di Cari in Carcere, ss. Celso e Giuliano, s. Toni-
è del Zucchetti ; ne feci parola altrove inaso in Parione, s. Giovanni de' Jloren-
e nel voi. L, p. 27), s. Ivo de' Bretoni tini[e Firenze), s. Luigi de/francesi{e voi.
(voi. XX\ 229), s. Simeone profeta,
I, p. XXVI, p. 23 1), s. Caterina della rota
6. Benedetto in Pescinula presso la Scuo- ( anticamente fu detta s. IMaria m Ca-
la del principe Massimo, s. Lucia alle tharina, comesi legge in un documento
Jiolleghe oscure o de' Ginnasi ( e voi. del I i8(j in cui era già parrocchia, for-
XXXVII, p. 85), s. Lucia della Tinta seperchè edificala da una Caterina, col
(e vol.XXIII,p. 142), S.Lorenzo ai Mon- qual nome appellasi dal secolo XVI: il
ti (voi. XVII, p. ic)). Delle soppresse e giù quadro dell'altare maggiore, dov'è una
in cura del clero regolare, segue il no- gloria ili Zucca, nelle cappel-
santi, è di
vero. La chiesa di s. Salvatore in Onda le sono pitture Coppi e Muziani). Le
di
(voi. XXVI, p. io3, da Gregorio XVI parrocchie del clero regolare conferma-
data al servo di Dio d. Vincenzo Pai- te, sono la chiesa di s. Lorenzo in Luci-
gina degli apostoli ), s. AJaria della Pa- in Via, ss. XII Apostoli (e Palazzo di
ce (e s. Paolo pia unione), s. Maria ss. Apostoli), s. Martino a' Monti, %.3Li-
s. Maria in Poslerula (voi. XI, p. 5i), s. s. Agostino, ss. Quirico e Giulitta, s. Ila-
Stejano del Cacco, s. Nicola in Arcione ria del Popolo, s. Maria in Campitclli, s.
(e voi. XVI, p. 1 3o e I 3 I , voi. XXVI, p. Maria in Tra^pontina, s. Spirito in Sas'
12), s. Nicola de'Prefetli de' AW/cv//or/, sia, ss. Vincenzo ed Anastasio a Trevi, s.
s. Nicola a Cesariui giù dc'Somaschi (ai Andrea delle Fratte, s. Carlo a' Caùnari,
9.46 . r A Pt PA R
s. Maria in Monfirclli, s. Sah-alore della ficano, ed altro vice-parroco agostiniano
Corte de' Minimi. Finalmente Leone XII pel Qdiiinale, ove fu eretto il fonte bat-
eresse pai roceliie nelle seguenti cliiese; s. tesimale, dovendosi battezzare i nati de-
Maria Maggiore (e per cliiesa esponente gli altri palazzi nelle contigue basiliche.
e tiiraulnnte quella de' ss. f^ìlo e Mode- A Ospizio apostolico ho pur dello che
sto), Adriano della Mercede, s. Maria
s. Leone XII l'eresse in parrocchia. Dichia-
a' Monti [voi. XL\'II,p. 272), s. Giaco- rai che prima dell'ordinamento delle
Gonfalone [e voi. II, p 2r)2,XI,p. 287, Michele ed altri luoghi pii, e fuori le mu-
XVI, p 123 e 128, XLIII, p. 42 pren- ; ra c), cioè le chiese di s. Paolo , s. Loren-
liale della chiesa e abbazia di s. Biagio Pietro da Pisa, s. Angelo delle Forna-
della Pagnotta, edesiste presso una delle ci, s. 31a ria del ss. Rosario a Monte Ma-
nia!'"iori chiaviche. 11 sodalizio la riedi- rio da' Predicatori^ cui fu riunita quella
fleò dai fondamenti nel 1700 coi disegni di s. Lazzaro (della quale parlai anche
di Marco David: V interno è ben deco- ad Ospedale di s. Gallicano), de'ss. 3/ar-
rato con la volta dipinta da Antonio Ke- cellino e Pietrose voi. XIII, p. i48, e Pa-
pi : nella i."^ cappella a destra il s. Fran- tena), e di Maria del Carmine e di s.
s.
cesco di Sales è di Monosilio, rpiella df-i Giuseppe fuori tWPorta Portcse. Alcune
ss. Pietro e Paolo, dopo la statua di Lu- s. chiese dell'interno di Roma, comechè si-
Gesù avanti Caifasso,di Raffaele da Reg- condario, Roma 1825. Gregorio XVI
gio; la Resurrezione di Marco da Sie- trasferì nella Chiesa di s. Maria Mad-
na ; la Coronazione di spine e \' Ecce Ho- dalena de^ Ministri degl'infermi, la par-
mo di Cesare Nebbia la Flagellazione di
; rocchia di s. Lui£[i de' francesi.
sagrista agostiniano, l'oflfìciodi vice-par- colo XII. Questa romana fraternità o col-
roco al sotto- sa«,rÌ!)ta agostiniano pel Va- legio era ccoiposla di canonici e de'par-
PAR PA R 247
lochi lidie cìiiese di Roma, ed il Gallet- cardinali vicari. A Dottrina cristi \nv
li, Del fìiimiccro, parla d'un rcltoicdcl ho parlato di quella che insegnano nel-
7G1J incnUo della lialornila lialla erii- le domeniche parrochi, della disputa
i
ditanieiile il Morelli, Riln.<; dandi preshy • che si ià nelle parrocchie, e dei catechi-
Uriuin p. 3o5. Apparteneva ad esso la smi e istruzioni che hanno luogo in qua-
direzione di tulle le pubbliche funzioni resima. A Scuole nottur.ve dirò in quali
ecclesiaslichc. L'annua elezione del me- parrocchie furono istituite; ed in diversi
desimo fu stabilita da Libano VI , e articoli parlai delle pie istituzioni stabi-
giusta la disposizione dello statuto dello lite nelle parrocchie. Dipende dal colle-
annuale
stesso clero, l'onorevole ofiicio gio de' parrochi il Conservatorio della
si conferisce alternativamente ad un ca- divina Cleincìiza (Z^-); e nel 1802 gli
nonico o ad un parroco secolare. Indetto era stato alTidato il Conservatorio di s.
articolo vi sono notizie pure riguardanti Croce della penitenza [F.). Il Piazza nel-
i parrochi e che il camerlengo con tre
,
V Eusevolo^io romano trat. 7, cap. 4i e
parrochi intervennero all' ultimo conci- 42, discorre dell'accompagnamento al ss.
lio romano: questi ultimi, quali deputati Viatico e delle confraternite del ss. Sa-
del collegio, furono eletti dai curati nel- gramento istituite nelle parrocchie di
la chiesa di s. Lucia de'Ginnasi: si parla Roma. Benedetto XIV nel i n t^t. òono a\
ancora della morte e funerale de' parro- collegio de' pairochi la chiesa di s. Sal-
chi, e meglio può vedersi, con allre no- vatore delle Coppelle nel rione s. Eusta-
zioni riguardanti i curati di Roma, nei chio, e gli concesse la nomina del cura-
Stallila antiqua de officio canierarii ec. to ; quindi nel i 748 accordò l'indulgen-
ci jurihiis funeralibus cccles. pracscrtiin za a quelli che la visiteranno, perchè vi
parochialiuni alinae Urbis , cum additio- si venera parte del prezioso sangue di
ìiibiis et appendice. Innocenzo XII obbli- Gesù Cristo, postovi da Celestino III a'
gò i parrochi ad intervenire ogni mer- 26 noveudjre iq5, dopo averla restau-
i
coledì, secondo l'antico costume, alle con- rata, quando la consagiò in un all'alta-
ferenze de' casi di coscienza, sulle quali re maggiore, consagrando i due altari
possono vedersi voi. XXX,p. 181, XL V, i laterali due vescovi. Il Bovio, La pietà
p. ?. 3o: queste però de'parrochi si face- trionfante p. 176, descrive questa chiesa,
vano nella chiesa di s. Tommaso in Pa- come filiale della basilica di s. Lorenzo
rione, e poi nella chiesa dell' università in Damaso, mentovata nella bolla di Ur-
romana, pel disposto di Alessandro \\\ bano II e parrocchia antichissima. Dice
nel GGu, coir intervento de' professori
1 che prima si chiamava s. Salvatore del'
della medesima domenicano e conven- , la Pietà, pel monte che eravi vicino, in-
tuale, del vicegerenle e camerlengo del di delle Coppelle, per le botteghe che nel-
clero. Finalmente fu statuito di farsi in la propinqua strada vi tenevano i coppel-
s. Salvatore delle Coppelle, ove ha luogo lari donde anche la via ne
e barilari,
solo una Clemente XI, ap-
volta l'anno. prese il nome. Vi fu istituita la confra-
pena ijoo, chiamò tutti cu-
eletto nel i ternita de' sellali nel \^o\ o i4'4 sotto
rati di Roma, e vivamente raccomandò l'invocazione dì s. Eligio, insieme ai fer-
loro di fare il catechismo a'fanciulli. So- rari ed orefici, i quali ultimi poi passali
gliono Papi prima di quaresima e nel
i nella chiesa del santo patrono, vi resta-
giovedì di carnevale, ricevere in trono rono solo primi ad esercitarsi iu varie
i
lutti i parrochi col prelato vicegerenle. opere di pietà ;di essa discorre ancora il
per esortarli e benedirli per ben predi- Piazza trat. 9, cap. 12; questi nel trat.
care, indi gli ammettono al bacio del 7, cap. 3i, parla della confraternita del
piede: iu loro vece poi questo si fa dui ss. Sagramcnlo e della Perseveranza ivi
, .
perare, e per aìulare grinlernii uelle lo- ceviiio immediatamente l'autorità. Que-
cande ed alberghi, lenendo cura dei lo- steed altre stravaganti pretensioni sos-
ro clletti se muoiono e seppellendone con tennero nel secolo passato altri autori, il
Slìflragi il cadavere; vestono i coiilVali sinodo di Pistoia (/^.), ed i Giansenisti.
sacco bianco, inozzella paonazza con fet- Gira Idi j De officio et potestate parochi,
tuccia bianca e 1' insegna del ss. Sagrai addii, ad Barbosa, Romae 1774- ^- A.
mento. Il Venuti dice che la compagnia Feirari, Prerogative del parroco, Roma
de'guantari viebbeuna cappella. La chie- 1775. Anche di questa opera 1'
Effeme-
sa venne ristorata nel passato secolo con ridi di tale anno a p. 2 7 ne dà i il giudizio,
archilelline di Carlo de Dominicis. 11 commendevole nel difendere i diritti par-
(juadro dell'altare maggiore è di Lelli ; il rocchiali, ma
con disquisizioni lontanissi-
bel deposito del cardinal Giorgio Spino- me dall'argomento. Relotti, Dei parro-
la, ornato di marmi, sculture e metalli chi,Bergamo 1799- P. Tamagna, Origi-
dorali, è opera di Ludovisi. ne dc'cardinali, par. 2, cap. 3, de' par-
Sulle parrocchie e sui parrochi, oltre rochi e canonici. Nuova biblioteca perii
i relativi articoli, si possono consultare i parrochi e cappellani di campagna, Ve-
seguenti autori. Wassobrii, Praxis con- nezia i8o5-o6. Zucchini, Concordia tra
cursiiurn ad K'acanles parochialcs ecclcs., ì parroclii e fabricieri, B.oma 1825. J.
sio. De re. parochiali , Romae lyyS. Lo spirito del parroco esposto ad un gio-
Traclalus de concarsihiis, ccllaùonibus, vane sacerdote chiamalo alla cura delle
et vacalionibiis parochiariim aliorurn- anime, Roma 838. Billot, Discorsipar-
1
(/uè beneficiorum, Romae i774- Cucca- rocchiali per le domeniche e feste dell'an-
gni, DeWaulorità e giurisdizione della no, Alessandria 1842. Montargon, Di-
Chiesa e del romano Pontefice sull'ere- zionario apostolico per uso de' parrochi
zione e distribuzione de' vescovati e delle e predicatori, Venezia 1782. M. Piano,
parrocchie, Roma 788. De re paroeciar1 Istruzioni dogmatiche parrocchiali, Mi-
li ad elruscuni praesuleni prolusiones lano i84'J. Per impedire l'abuso d'im-
Romae 1S18. A^ueii\, Il parrocchiano porre Nomi ( P\) piofanì o romanzeschi
istruttore, Venezia i 7 1 5. Garulli, llpar- nel battesimo, contro il divieto del can.
roco incasa degt infermi, Venezia 17 18. 3o del Fine
concilio ISic'eno, Pietro da
Marangoni, Thesaurus parochorum , Ro- stampò Venezia nel i5G2, Trattato
in
mae 1 726. Mengoni, De eniinentiori pa- dell' imppsizione de nomi; e Simone Pei-
rochoruni dignilate super canonicos, Flo- ronet a Torino nel 706, Catalogo di san-
I
reutiae 1782. Calechismus ad parochos, ti celi sante, a uso de' parrochi, per ani-
flriiin, fieli crincs: tlicesi pannccliino e phenacn, cioè inìposliua. In fatti calvi i
pellatura di donna; greci la chiamaro- i romane, quelle che o per l'età o per na-
no /;roco«j/» w/, cioè aiilcrìor chioma^ [per- turale difetto scarseggiavano di capelli, o
chè le greche usavano questo aggiungi- che veramente gli aveano tali, che non
uienlo di capelli su la lionte , e Iric/io- ricevessero il colore delle misture, non
mentre
ììia, i latini denominarono ca- aveano dinicollà di farsi radere o di far-
pillamcnlum i capelli posticci. Questa va- sicader la chioma, toccandola e strofi-
nità nelle donne esisteva a'iempi di Da- nandola con la salamandra colta nell'o-
vide, essendo le ebree vaghe di capiglia- lio. Caduti i capelli, ai adattavano il
ture posticcie, che acaro prezzo conìpra- parrucchino artefatto con tutta diligen-
vano gli altrui capelli biondi per ador- za e lo studio necessario ad ingannare
nare il |)roprio capo. L'uso delle parruc- eziandio i piìi curiosi esploratori degli
che dalle donne passò negli uomini, nei artilìzi donneschi: ciò non fecero benché
greci e nella magna Grecia; ed i primi vecchie, né Giulia madre d'Augusto, né
furono japigi, popoli della Puglia, pri-
i Sestilia moglie di Usavano ca-
Vitellio.
mifacicm aClrii'enint capiti galcricitluiìiy pelli fìnti tedeschi venuti diGermania e
ttfictitiatn comam adaplavi-rint. Devesi biondi come l'oro, diverse donne romane,
notare che la Japigia è la Terra d' O- e finse benché attempate, Antonia mo-
IrantOj e siccome in essa liorivano i ta- glie di Druso, Vespasia Pollia madre di
renlini in ogni sorta di lusso e morbi- \espasiano, e Domizia madre d'Adria-
dezza, così può darsi ch'essi fossero i pri- no, laonde dicesi che la loro capelliera
mi a usarli in occidente. Nell'oriente già fosse il parrucchino tedesco abbiamo nei :
essere conosciuto: questi ed altri esempi maca; l'Olanda le sue spume, e l'Italia
provano piuttosto, che le parrucche dai le acque del Grati e del Clitunno, cuial-
non si usassero fra gli uomini che
gentili Iribui vasi, come alle cose suddette, la qua*
?. 'io PAR PAR
lità tli far biondi i capelli eh' ciano ne- covano nelle calende di gennaio. Fino ai
ri o castagni: finasi tulle le feiuniine a- tempi di Alessandro Ales nel ^..yo e di s. i
niavano la eliioina bionda sino dal teni- Rernardino nel t.\.\o si parla solo de' ca-
j)0 di Rlenandro comico, come avverte pelli [ìosticci delle donne, non degli uomi-
s. Clenienle Alessaudi ino, e quelle che ni. Gei lo è, che né ss. padri, né coitituzio-
mania. Anche i capelli neri furono mollo iia era già chiomata, ma al principio
apprezzali, e gli antichi conoscevano molte dello stabilimento del re^no de' franchi
cose alle ad annerirei capelli, come il iiii- solamente re aveano il diritto della ca-
i
labolano, il mirto bianco, la foglia di ci- pigliatura, cioè di portare i capelli lun-
presso, il corimbo, l' ippcricon e l'uova glii, e lo mantennero sin verso la metà
di corvo. Ma scemando
i capelli biondi del secolo XII; poi portarono capelli cor-
apparentemente gli anni alla donna at- ti, (jiichè Luigi XIII riprese l'uso de'ca-
tempala, si determinarono le femmine ad pelli lunghi, e propriamente nel suo re-
anteporre la bionda capellatura alla ne- gno e verso il iGac) gli uomini comin-
ra anche nellepanucche. Che da questa ciarono in Francia a portar le parrucche,
tlebolezza non sieno mai andate esenti le secondo Tiers, confutato da altri, come
femmine, generalmente parlando, basla si legge nel Calogerà, Opuscoli l. i^, p.
consultare i ss. padri, e l'uso del parruc- 335, ove si dichiara che le parrucche so-
chinosi trova eziandio fra le auliche don- no stale praticate prima in Italia che in
ne cristiane. Il Doldetli che visitò con mol- Francia; mentre nel l. 45, p. 3oi degli
ta diligenza i Poliandii sotterranei di slessi Opuscoli si dichiara come la ca-
Ivoma, rinvenne nel cimitero di Ciriaca pellatura fu in diversi modi usala dalle
un sepolcro d'una s. martire, nel quale nazioni de' germani, merovingi, ec. In
osservò alcuni fìnti capelli di lino, tinti principio non si fecero intere, cioè che
a color castagno. Tut'.avolta il Sarnelli, cuoprissero tutta ma solamente
la lesta,
Lett.eccl. t. 3, p. i5i, nel discorso sto- freccie di capelli, ed ancora d'una parte
rico-morale contro l'abuso delle peruc- sola, e durò lungo tempo, massime in cor-
che negli ecclesiastici, nel cap. 5 tratta : te. Si praticarono nondimeno dipoi da
Tra'cristiani,per insegnamento apostoli- ambedue le parli, ed in fine si venne al-
co, furono le peiucche vietate alle don- leparrucche intere, le quali in principio
ne; gli uomini non portavano né meno erano assai costose e non piacquero a
zazzere. JXel iBaq fu stampata a ]Mi la- tulli. I cortigiani, quei di pelo rosso ed
ne : Varie dì acconciarsi da se il capo i tignosi pei primi le adottarono : i pri-
insegnata alle signore, con fìguie. mi per delicatezza, come sempre esposti
Gli scrittori de'primi 6 secoli cristiani 1 in incedere col capo scoperto; i secondi
ninno propriamente parla delle parruc- per v;milà, onde cuoprire ilcolorede'loro
che negli uomini, bens'i dei strani capelli capelli, credendosi che Giuda cosi li a-
delle donne ragionano; Tertulliano esa- vesse; gli ultimi per necessità e cuoprire
gera contro le parrucche delle femmine lo schifoso male; finalmente calvi in- i
capelli si attaccavano solo inforno i\l Ler- Clemente XT nel ir-oi proIIA n lut-
leltino; le altre erano complete e coin- ti i canonici e benefiziali delle hasiliclie,
poste di una cuflìa di rete tutta gnerni- collegiate e parrocchie di Roma l'uso del-
la di capelli. Circa il iGGo le parrucche le parriicche, sottopena di essere consi-
in Francia e poi in Italia incominciarono derati come assenti, se con esse interve-
ad adottarsi da qualche ecclesiastico e nissero al coro ed altre l'on/ioai eccle-
pel primo la Riviere morto vescovo di siastiche: i primi a deporre le pairiicche
Langres; e come in Francia gli ecclesiasti- fVuonoi canonici Vaticani, alcuni dii'ipja-
ci genericamente chiamansi m/ r(7/;Z'(', la- li per aver cortissimi capelli assunsero
li parrucchesi disserod'al)bate,ed in priii- berrettini in forcnadi Caiìiniiro (^ .). Sot-
cipio furono piccole e corte. Nello slesso to di lui il cardinal iV Archii'n la porta-
tempo pochi prelati avendo perduto i va e vi avea cucito il BcrrelUno cardi-
capelli, deliberarono di prendere parruc- unlizio C^.). Il cardinal Orsini arcivesco-
ca, senza badare alle conseguenze della vo di Benevento ivi nel l'jii fece ptd)<
novità, il cui esempio seguirono alcuni blicare da Giuliano Bovicelli tradotta
canonici , indi i seiniprebendali , i cap- Vf/islnirc (Ics pcrruques che Giambat-
pcllani ed i cantori delie catte<lrali ; ap- lista Thiers avea nel 1690 pubblicato a
presso i curati, i vicari, e in fine i rego- Parigi, eccone il titolo: Islorin delle pe-
lari. Questo eccesso parrucche negli
di rucche,incui si favcdere la lorooriginCy
ecclesiastici fu arrestato nel progresso da l'usanza, la forma, l'abuso e la irrego-
\igilanti vescovi, capitoli e congregazioni larità dì (juclle degli ecclesiastici. Presso
1 eligiose. Il Sarnelli ne'capi loeseg. dis- il Ferrari, Bihl. can.y vcvho Coma fieli'
corre sulla colpa delle donne e laici pe- tia trovano alcuni scrittori che nume-
si
ruccate e periiccanti ,
quindi maggiore rano decreti di 16 bolle apostoliche, di
i
negli ecclesiastici ;
poiché se alle donne 10 concilii generali, di 1 36 provinciali e
fu proibito i capelli altrui, ai laici la 7az- di 552 sinodali, ne'quali si vietano, e per-
zera, più condannabile essere ne'chierici ciò proibiscono le parrucche agli eccle-
l'uso delle perocché, riproducendo ca- i siastici. E rimarchevole, che il cardinal
noni contrari, escludendo la chioma fin- Orsini nel \'ji\, entrando in conclave,
la oirni se"no di tonsura o rasura resro- esilù suo voto alla direzione del car-
il
lare. Condannò nel 1697 il vescovo Sar- dinal Albani, capo delle creature dello
nelli i chierici peruccanti, i quali appel- zio, purché si concorresse in un cardi-
larono alla s. Sede, equesta a mezzo del- naie degno, che fosse vescovo e non por-
la congregazione del concilio confermò tasse parrucca.Divenuto egli stesso l'ap.i
il scomunica fulminata, ri-
divieto e la col nome
Benedetto XIII, con editto
di
a tutti i chierici beneficiati e a lutti i co- clesiastici (li qualunque condizione fos-
slituiti nell'ordine sacro, di portare pe- sero ; primo a deporla fu il caidinal Giù-
rocca. Coiichiude il Sarnelli il suo discor- dice decano, seguito da altri non senza
so, col dimostrare quanto sia disdicevo- ripugnanza, principalmente de'cardinali
le la perucca anche ne'chierici non be- Bentivoglio e Alberoni, quali ne face- i
nefìciali,econ riportare il detto del Saus- vano uso per salute, non per ornamento.
say, in Panoplia elicricale, chele [ìcvuc- jN'el i 7,30 successe a Benedetto XIII il
che sempre passarono per infami nella moderalo Cleuienle XII, il cpiale rispose
Chiesa, né giammai essere stato permesso ;•. quelli che l'avvisarono aver alcuni sa-
a'preli,uèad altri ecclesiastici di portarle, cerdoti rimesso panucca contro gli ante-
a'Ta PAR PAR
lioii divieti: » CliVgli facilmenle le sof- perxtlzione de'gentlli nella chioma e del-
iiiieljbe, purché tali ecclesiastici, non ser- la cultura della niedesima presso le aii-
vendo alla mollezza, ma solo olla ncces* Itche donne romane, Napoli i
77 5. In es-
sita, (ossero di condotta tale, che ne'co- sa discorre della calvezza abboirita dalle
slumi servissero agli altri di esempio ". femmine, del capello nero molto stima-
Benedetto XIV nel 1740 pubblicò una to, de'ciipelli sparsi di cenere, de'capelli
uolificazione, eh' è la 57 del t. 2, intor- fiuti trovati ne'sepolcri cristiani, delle di-
no al poterne o non poterne far uso gli verse foggie ed erudizioni sulla chioma
ecclesiastici, in quali casi e con quali con- de'gentili e de'cristiani, della parrucca e
dizioni, per cui sene concede licenza. E sua origine, sulla rasura de'capelli in se-
qui osserveremo che niun Papa ha mai gno di dolore, e di tutte le acconciature
usalo parrucca, e benché il cardinal Cra- del capo. L'uso poi del codino nelle par-
tchi in fresca età la portava, eletto Pon- rucche e ne' capelli, come il nudriie la
tefice nel 1775 col nome di Pio VJ, la barba o il laderla, nel declinar del secolo
lasciò e subilo comparve co' propri ca- passato il primo, a' nostri giorni la secon-
pelli : bensì vedendo che s' introduceva da, fu riputato segno di parteggiare per
una certa spiacevole luridezza di lesta qualche idea politica,o di esserle avverso
negli ecclesiastici, la quale fa molto male o almeno estraneo.
specialmente nelle sacre funzioni, con sue PAPiTENIA. Sede vescovile d'Africa,
lettere commendò l'uso d'un poco di ci- nella ]\Iauritiana di Sitili e sotto la me-
pria, polvere bianca, sul capo ad terge/i- tropoli del suo nome,
clas ^o/r/e5, edegli ne diede l'esempio col Ì^M\T\COh\,Parlicula. Piccola par-
eacro collegio e prelatura. In Francia la te dell'ostia consngrata e' piccola ostia
cipria sul capo era segno di posatezza e per comunicare i fedeli, che si custodi-
antichità di costume, come di pensare, sce nella Pisside {V-), o si pone dal sa-
massime negli ecclesiastici. Sulla decen- cerdote consacrante sulla Patena, per
za del capo e della barba negli ecclesia- distribuirla a chi del popolo brama ri-
stici,parlo a Pettine. La forma delle par- cevere V Eucaristia (^.)- La patena in
rucche variò spesso come le acconciature alcuni luoghi si sostiene sotto il mento
del capo. V. Capelli, Barba, Chirurgo, di chi riceve la comunione, benché sul-
Berrettino e gli articoli riguardanti tut- la balaus'ra siavi la solita tovaglia ; in
tociò che cuopre il capo, e Maschera. Al- altri luoghi si usa la palla o piattini ob-
tri che vi scrissero sono: Erphnrth, De lunghi o un pezzo di tavoletta coperta di
cnpìllninends, milgo parrucche, Lipsiae pannolino, per sottoporla al mento on-
1673. Bernabei, Diss. delle morii ini- de ricevere le particole se cadessero o le
proi'ise, in cui si ragiona delle perriic- particelle di esse. J^. Ostia sac.^a, ove
che, Roma 1708. Criterio delle perriic- dico pure di quelle cadute e rubate. Il
<7je, Vin. 17 18. Vecchi, Clericns deper' Berlendi, Dell' oblazione p. 20, rende
rucattis, si\.'e in flcliliis clerico rum comis ragione perchè le p^7/Y/co/e sono cos'i chia-
extensa, et explosavanìtas, Amsteloda- mate. Introdotto nella chiesa latina l'u-
mi 826. Guasco, / riti funebri di Roma
1 so di formarsi e cuocersi Wpane pelsa-
pagana, in cui fra le altre cose riporta grifizio in forma sferica e sottilissima, ed
che ai onoravano, gli uo-
defunti che si a foggia di denaro, nel secolo XII ven-
rnini giltavano sulla bara peli della bar- i ne da alcuno riprovato, quasi che ad una
ba e le donne buona parte dei loro cri >
figura tenue e sottile potesse veramen-
s'i
ri. Meglio il Guasco parla delle parruc» te darsi il nome di pane, e poi anche da-
che e ile'capelli nell'opera: Delle orna' gli eretici moderni. Dall' usarsi nel III
trici e decloro uffizi, ed insieme della sU' secolo le patene di vetro, bisogna couvc
PAR PAR i^'y-'y
nire die le oliate doveano già essere tc- de' comunicanti, colla formola : Accipi'
iiuissime e sottili, indi cliiaiii;ile ostie co- te, et comcdite^ hoc est corpus nieus. Tale
tosto accettate, elle in f|nalche monastero cliiaro (f^.), ove dissi che le particole
o chiesa secolare non continuasse il co- talvolta furono chiamale Eulogie C^).
slume della forma antica del pane, non Piescrive la di.sciplina ecclesiastica ai par-
reso sottile e compresso sotto il ferro, al- rochi che sempre si conservino alcime
meno fuio al I I 5o. rVel tempo slesso, in particole pegl'infermi e per gli altri fede-
cui si cominciò la pratica di (pieste obla- li, una pisside, come di rinnovarle fre-
in
zioni sotto forma sottile e sferica, ed a quentemente; che quelle che sono da
guisa di denaro, s'introdusse ancora consacrarsi sieno fresche; e quando do-
quella delle minori per la comunione del vrà consagrarle, devo distribuir piima le
popolo, le quali come anticamente era- vecchie o le assumerà. E necessaria l.i
no ima parie recisa del pane consacra- frequente rinnovazione delle pallicele,
lo: lUnd quoti in mensa Douiini liene- perchè quantunque più facilmentesi cor-
diciliir, dice s. Agostino, ad dislribitcn- rompa il pane fermentalo, che ['azzimo^
(hini coniiiìiniiitnv, e perciò delle /5i7r^i- tullavolta anche questo a ciò va sogget-
colr. Sunto, libi luicharisliaeparlicidani, to conservandosi per lungo tempo, e spe-
scrisse Gregoiio diTours nel VI sc<'.o-
s. cialmente rinchiuso. Alllnc dunque di
lo, atfjne imponi in. ore tuo, dal quale impedire una tale corruzione, medianle
sono pure chiamate talvolta col nome di la quale non si troverebbe pi ìi sagra men-
ostie : ciò crcdesi fosse praticalo quan- to, la Chiesa ordina che di frequente si
patriarca d'Alessandria, nome conficen- 1 49, che nel la chiesa di s. Luigi della Pun-
le perchè Gesìi Cristo fu chiamalo mar- ta, come nelle altre di quasi tutta l' A-
garita da diversi ss. padri. Verso la metii nierica, il sacerdote quando deve comu-
del secolo XI nella chiesa lomana non nicare i fedeli, dice prima l'introito del-
erano per anco in uso le suddette par- la messa (ino a tulio il Confìteor e dipoi
ticole ed ostie separale, ma si consngra- sale all'altare edistribnisce le sacre par-
Ta un pane grande ed intero, che si di- ticole, recitando le altre preci consuete:
videva iu molte parli, secondo il numero vi è anche l'altra lodevole costumanza
P AS
clic il Viatico si accompni^na con islni- tediale per l'autorità della s. Sede. Tro-
nienli musicali a taMil)m<) halleiilc. In vasi il suo nome nel martirologio galli-
Cascia, nella chiesa dc^li agosliniani, si cano e in (|uello de'benedctlini. Al)bia-
venera la sacra |)aiticola iniiacolusa, che nio di s. Pascasio Radberto:
Coni- i
."
versò sangue nelle maremme sanesi, per incutano sopra il vangelo di s. Malleo.
pnniie la poca riveienza d'un sacerdote. 2." Spiegazione del salmo 44- ^"Spie-
1 greci hanno una cerimonia che chia- gazione delle lanienlazìoni di Geremia.
mano la cerimonia delle parlicole, la 4." Del Corpo e del Sangue di Gesù Gii-
(piale consiste nell'olfrii'e in onore di Ma- slo, libro che mandò con una Lettera A
ria Vergine, di s. Gio. Baltista e di molli re Carlo il Calvo. 5.° Trattato della fé-
altri santi, delle piccole parti d'un pane de, della speranza e della carità. 6." Le
non consagialo: però l'uso di queste par- Vile di s. Adelardo e di s. TVala suo
ticole non è molto antico. fratello. 7.° y4tti dei santi martiri Rnjìno
PARZEPEPiTO. Sede vescovile del- e r'alerio. 8." Trattato del parlo della
l'Armenia maggiore, sotto il cattolico di Beata J'erg'ne. q.° Alcune Poesie.
Sis. Orieiis dir. t. i, p. i44i- PASCASIO, Cardinale. Diacono,fìo-
PASCASIO RvDCERTO (s.), abbate di lì nei pontificati di s. Gelasio ldel49'2,
Corbia o Corbeja. Nacque nel Soissonese di s. Anastasio li e di s. Simmaco. Fu
versola line del secolo Vili, e fu allevalo uomo di eminente sapere e di pari sau-
dai monaci di s. Pietro di Soissons. Rice- tilà di vita. Scrisse due libri sulla divi-
\ula la tonsura clericale, ritornò nel mon- nità delloSpirilo santo, pienidisana dot-
do, ma poi si ritirò nel monastero di Cor- ti ina, come afferma s. Gregorio I; si leg-
bia dell'ordine di s. Benedetto, ove fece gono nel t. 9, BUjI. Patr., e si conser-
professionesottos.Adelardo. Datosi a san- vano mss. nella biblioteca Vaticana, se-
ta vita ed allo studio delle scienze religio- condo rOlstenio. Favorì per errore le par-
se, acquistò moltissime cognizioni, e di- ti dell'anlipapa Lorenzo^, e perciò fu da
venne assai caro a s. Adelaido, come a Dio punito severamente col farlo patire
Wala fiatello e successore del medesimo. nelle terme Angulane, finché per le ora-
Fu compagno di tutti i loro viaggi, e l'a- zioni di Germano vescovo di Capua ne
nima del loro consiglio ne'più importan- fu liberato, sebbene poco prima di sua
ti all'ari. Nell'8?,2 lo condussero seco in morte, avvenuta nel 4^8, si pentì di non
Sassonia per confermare lo slabilimenlo aver voluto comunicare con s. Simmaco
della nuova Corbia. Radberto esercitò legittimo Pontefice e di aver favorito tal
nel suo monastero la predicazione, e die- scisma. Il p. Lupi, Dissert. t. i, p. i35,
de altresì delle lezioni pubbliche alla gio- nel parlare dei diversi Pascasi che si ve-
venlù, per cui la scuola di Corbia acqui- nerano col nome di santo, vi comprende
grande celebrila. Nell'H/Ji
stò sotto di lui il cartlinale, del quale il marlirologio ro-
fu eletto abbate,benché non fosse che mano pone la festa a'3 maggio. II Ba- i
diacono; due anni dopo assistette al con- ronio, in annoi, ad inartyr.^ parla di al-
cilio di Parigi, e neir(S4g a quello che si tro Pascasio prete cardinale di s. Euse-
tenneaQuercy contro Gotescalco. Rinun- bio, die nel tempo del menzionato sci-
ciata la sua carica neir85i , si ritirò nel- sma fu nel partito buono di S.Simmaco.
l'abbazia di s. Ricario per condurrea com- PASEMO. Sede vescovile dell'Arme-
pimento alcune delle sue opere. Dipoi ri- nia maggiore , sotto il cattolico di Sis.
tornò a Corbia, ed ivi visse come prima Ebbe per vescovi Adeodato che sottoscris-
nella pratica di tutte le virtù. Morì ver- se al concilio di Sis , e Taddeo cui nel
so l'anno 86'j, il dì 26 di aprile, e nel 1 32 t scrisse Giovanni XXII. Oriens dir.
1 073 il suo corpo fu Irasporlalo nella cut- l. I, p i44i.
PAS l'AS 257
P .\SQl] \ ,Piìschfi . Festn solenniissima bnttcvnsi nel giorno ilcII'er|ii!nozioo pros-
istituita (la Gesù Cristo, allorclit; nell'ul- sinianicnle gli succedeva. i\el cap. i7, dei-
lima cena da lui fatta con gli apostoli l'Esodo èdesciiflo il modo con cui si do-
diede loro a mangiare il suo corpo ed a vea dagli ebrei celebrare «juesta festa:
bere il suo sangue, sotto le specie del pa- l'obbligo in essi di far la pasqua era tale,
ne e del vino, islitnendo ìa ss. Eucaristia, die cbiunqueavcsse trascuralo ili adeni-
cbianiata anclie Pasnua ; e siccome nel pirvi veniva condannato a morie; ma
giorno appresso abbandonò il suo corpo rpielli die avevano quaKlie Icgiltimo im-
agli ebrei che lo condannarono a moile pedimento potevano dilFerirla al ^.."mcse
e fecero crocifiggere, quindi in memoria dell'anno ecclesiastico, che corrispondead
di sua risurrezione e perchè in questo gior- aprile ed a maggio. E famosa la questione
no passò egli dalla moite alla vita, e con se Gesù Cristo abbia fallala pastpia legale
tal passaggio trionfò del demonio, si ce- e giudaica nell'idlimoannodel vivcrsuo:
lebra dai cristiani con gran solennità in l'opinione più accettata è che Gesù Cri-
tutti gli anni, e fu chiamata la gran Pa- sto ha fatta la pasqua legale nel giovedì
squa. jXell'antico linguaggio ilella Chiesa sera, al pari di tutti gli ebrei, mangiando
col nome di Pasqua dicevasi il Natale, l'agnellopasquale la vigilia della sua mor-
r Tip fa ni a , V Ascciiffione , V Antiotina te. Il vocabolo Faxqna tra'greci è detto
(della quale parlo pure nel voi. XLVII, in significato di Passione, perchè nella
p. 268) o Domenica in Alhis, la dome- passione ili Cristo noi assieme con esso
iiica delle /'/7/wcopasqua florida, la Pen- passiamo dalla morte alla vita; così s. A-
tecostc o pasqua rosata o rosa vedi tali : goslino. /^. Lavanda, de'piedi. Nella pa-
arlicoli, poiché col nome di/J/75<7«(' si voi- squa degli ebrei sièsempre rawisafouna
lero distingue! e lesolennità maggiori del- immagrne ammirabile di Gesù Cristo, fi-
l'anno. Gli ebrei diedero il nome di Pa- gura dell' agnello, che ci liberò col suo
squa, in significato di salto, passaggio ,
sangue dalla tirannia del demonio^ e pose
transito, dall'ebreo phasc o pasach,a\\a il suggello alla grande opera colla sua ri -
liberazione di loro schiavitù e «orlila dal- mo nella domenica che vien dopo il i4-
l'Egitto, pen he la nolleche la precedei- giorno della luna di marzo, e questa fe-
tc, l'angelo sterminatore che uccise i pri- sta è la vera pasqua do'cristiani. Quau-
mogenili degli egiziani oltrepassò o sai- to allo stabilimento delgiornodi dome-
tò le case degli ebrei, come segnate del nica, vedasi il voi. XIII, p. 17,6 Palazzo
sangue dell'agnello immolato nella vigi- di s. Prassede : si celebra sempre in tal
lia, e perciò chiamato agnello pa^qualej giorno, perchè in esso i! Redentore ritor-
indichiamarono pasqua anche il bandiet- nò trionfante in vita. /^ Limdo. Il Rinal-
to in cui in della festa veniva mangiato di, an. 58, n.^iS?., dichiara dovcrsias. Pie-
l'agnello, le vittime particolari diesi ollri- tro lo stabilimento della pasqua nelgior-
vano durante la solennità pasquale, i/7^- no di domenica, nel quale la celebrò pu-
zzi azzimi di cui si faceva uso in tutta Tot- rein Roma. In sul nascere della Chiesa gli
fava di pasqua, non che tutte le cerimo- ebrei convertiti la celebravano in alcuni
nie che precedevano e accompagnavano luoghi nel f4-" giorno, cioèinipiello Sles-
ia solennità. Gli ebrei celtbiavanola pa- so in cui osservavano gli ebrei la loro pa-
squa nel giorno 1 4° del mese nisan , o squa. Gli apostoli lasciarono ad essi hi
sia nel giorno del plenilunio del i.°me- libertà di tenere questo loro uso, per mo-
se dell'anno sacro, il quale per essi era strare che il vangelo non condannava in
quello di cui la più parte ricorreva nel- nulla la Mosè, the Gcsìi Cristo
legge di
la primavera, in cui la luua l'i.^ o iiu- avca soppresso compiendola. iMa in gc-
7^0 PA S PAS
nerale essi ns^scf^naroiio n qnosfa U'^ln la questione, Papa s. Vittore I del ìc)\,peV'
«lonionica clic licn tlielro iniiiieilialamon- ehè la tolleranza de'suoi predecessori non
te al li^." giorno delia luna di mai 7,0; la fosse reputato consenso, tenne un conci-
chiesa romana e liiUe le chiese furtnale lio romano, in cui ordinò che la pasqua
(lai gentili convertili alla fede , tennero si celebrasse secondo la tradizione degli
sempre questa regola. L'usanza contra- apostoli : questa sentenza fu ricevuta dai
ria solamente tollerata per^lcun tem-
fii concini di Cesarea in Palestina, di Lio-
po, afilnchè la sinagoga fosse sepolta con ne, di Pontico, di Osroene e di Corin-
onore. Ma siccome questa ragione a po- to, poi come dirò confermata da quello
co a poco veni vasi indebolendo, così a di rsiceal. Ma Policrate vescovo ó' Efeso,
misura che la Chiesa si estese, ella sop- radunata ivi un'assemblea di vescovi del-
presse tutte le osservanze della legge, le l' Asia minore, stabilì con essi di perse-
quali per la morte del Redentore e per verare nel rito loro di celebrare la pa-
la sanzione e confermazione della novel- squa nel dì degli ebrei, cioè nello stesso
la alleanza, aveano cessato intieramente giorno 14" della luna di marzo. Il Pon-
di obbligare 1 veri figli d'Israele, peroc- tefice minacciò tali vescovi delle censu-
ché esse non aveano più nessun valore, re ecclesiastiche, se non si conformavano
né significato di sorte. alle altre chiese, ma egli non andò più
Gli ebrei convertiti alla fede, i quali oltre a persuasione di s. Ireneojaltri cre-
pretendevano che cristiani fossero te- i dono cheli scomunicasse, ma che li riam-
nuli ad osservare precetti cerimoniali i mise tosto a Ha sua colli unione, ovvero che
pubblicali da ]Mosè, formarono una del- solo di questa li privasse, interrompendo
le prime sette che si sono levale nella con loro il commercio delle lettere pa-
Chiesa sotto il nome di nazarei. Essi fu- cifiche e la trasmissione dell'Eucaristia.
rono condannati sino dalla loro origine, I sostenitori delle diverse sentenze sono
e s. Paolo li confutò nella sua epistola ai riportati da Novaes, nella vita di s. Vit-
galali e in altre ancora. La Chiesa tollerò tore I. A questi si allribuisce il decreto,
ne'giudei neofiti l'uso di molte cerimo- che Battesimo (^''.) solenne non si po-
il
nie della loro legge, quasi sino al tempo tesse amministrare fuorché la domeni-
della distruzione della città e del tempio ca di Pasqua e di Pentecoste, discipli-
di Gerusalemme: da quel tempo in poi na dipoi andata in disuso, rimanendo il
fui'ono da per tutto dannate come super- rito di benedire il Fonte battesimale (V.)
stiziose, tranne alcune che continuarono nelle vigilie delle due solennità. 11 Pan-
tuttavia pel corso di qualche secolo, li- filo, Dell'origine degli Agnus Dei, dilfu-
na era la tolleranza della pratica di quel- samente tratta del ballesimo pasquale.
le tra le chiese orientali, che celebrava- Intanto la maggior parte delle chiese d'A.-
no la pasqua nel i 4-''g'oi'iio a modo de- sia adottarono mano a mano la pratica di
gli ebrei. Papa s. Aniceto che seguiva la quella di Roma nella celebrazione della
tradizione di s. Pietro ,
con celebrar la pasqua, finché S.Silvestro I nel 325 fece
pasqua nella domenica che segue la i4-^ celebrare il concilio (}k'\Nicea /, ad istan-
luna dell'equinozio verno, tollerò in s. Po- za dell'imperatore Costantino. In esso fu
licarpo vescovo di Smirne quella di s. Gio- determinato che la pasqua, per non in-
vanni apostolo suo maestro, che la cele- contrarsi cogli ebrei, verrebbe dovunque
brava in qualsivoglia giorno della setti- celebrata nella domenica consecutiva al
mana in cui cadeva dello plenilunio, tra- 1 4-^ della luna di marzo, cioè che il gior-
dizione ricevuta nelle chiese d'Asia , di no 21 di tal mese fosse la sede dell'equi-
che tratta il p. Sangallo, Gesta de' Pont. nozio verno di primavera, eche nella do-
t. 3, p. 20B. Pson essendo stata decisa la menica seguente alla delta luna, o che
P AS V A S 257
cadesse in quello o dopo di esso, si cele- voi. XXI, p. 2qH. Il SiìvtìcW'ijfjeU. eccl.
brasse la solentiilà per tutto il mondo cri- t. ?., leti. 36, insegna il modofacili.ssimo
sliano. Così vennero fìssati i tciinini pa- per ritrovare ogni anno in perpeluo il
squali, cioè il pili ])asso a' ?,?. marzo, il giorno di pasqua ; e nel t. 3, lett. 38, co-
più allo a'?.!^ aprile. Quelli che vi si op- me la pasqua si regola col plenilunio di
posero con alcune chiese ed alcuni ve- marzo nel t. 6 poi, lett. io, parla della
:
scovi, malgrado tal decisione, ostinando- pasqua e suo tempo, che si deve celebra-
si a celebrare la pasqua nel giorno i4-° re di domenica secondo lo stabilimento
della luna, furono considerati scismatici, di s. Pietro, significandosi dal patriarca
sotto il nome di qua rio deci mani oqua- alessandrino ni Papi, perchè fissero av-
Uiordcciinani, vale a diie partigiani del visate da lui tutte le chiese ed i fedeli.
quattordicesimo giorno, ch'ebbero per ca- Ad Anno dissi come derivò il costume
po Blasto filosofo sortito dagli ebrei d'A- di computar l'anno nuovo dalla benedi-
sia, e Fiorino suo collega che sostenne la zione del Cereo pasquale f'/^'.j,
regolan-
slessa opinione e che abbracciò unita- dosi le altre grandi Feste mobili àeWan-
mente a Blasto le turpitudini e gli erro- no colla pasqua, che si scrivevano sul ce-
ri devalentiniani. JNè mancarono quelli, rco ( che acceso rappiesenla la risurre-
i quali trattarono i quartodecimani, chia- zione e solevasi ornare di iw'or/^ V.)^eaà
mati anco lessarccalidi, come eretici, seb- ExuLTET parlai del preconio pasquale.
bene non errassero che sopra un punto Papa s. Ilaro nel 463 ordinò a Vittorio
di disciplina a meno che non si voglia
; d'Aquilania, celebre matematico, che
dire, che furonvi de' quartodecimani, i componesse un canone pasquale, con cui
quali furono veramente eretici, percliè si terminasse il disparere fra gli orienta-
essi hanno preteso che si dovesse cele- li e occidentali nella celebrazione della
brare la pasqua nel i4-° della luna, ad pasqua. Questo can/3ne pasquale di Vit-
imitazione degli ebrei ed in forza della torio fu spiegato con dotte annotazioni
leggeebraica. Nel VII secolo lechie-VI e dal p. Bucherio, nella sua Doclrinaleni'
se d' Irlanda e di Scozia furono tratte porwn, dal cardinal Noris nella Dissrrt.
jielTerrore dei quartodecimani rispetto canon, pasqual. di 84 anni latini, e dal
agli anni in cui cadeva la domenica di Pagi nella Critic. inBaron.an. 463. Col-
pasqua nel i4-" giorno^ uniformandosi la correzione del Calendario (^^•), Gre-
negli altri anni al praticato delle altre gorio XIII riparò il disordine sulla ce-
chiese ; ma dopo il 640 per lettere di Gio- lebrazione della solennità di pasqua. Per
vanni IV prontamente rientrarono nella conoscere il tempo pasquale Clemente XI
pratica universale. fece fare nella Chiesa di s. Alarla degli
Nello stesso concilio Niceno fu ordi- Angeli una meridiana (nella per-
( J^.)
nato, clieal patriarca d'Alessandria spet- fezione sorpassa anche (juelle di Napoli,
tasse di pubblicareil giorno in cui cade- Venezia, Firenze, Bologna, Siena), altra
va ogni anno la pas(jua, perchè in Ales- Pio VII la fece eseguire nel palazzo di
sandria pili che in ogni altro luogo si Castel Gandolfo (^'•): la Lettera dome-
faceva studio di astronomia ; di dove è nicale [F.) determina il plenilunio del-
pervenuto a noi l'uso del Ciclo pasqua- la pasqua ; ed a C.\i.exd.\rio parlai an-
le {f^-), del Numero aureo (/^.), e delle cora di quelli perpetui, sui diversi gior-
Indizioni ( K). Quindi si dissero Pascila- ni in cui può cader la pasqua. La festa
Ics le lettere che scriveva il patriarca di pasqua della risurrezione di Gesìi Cri-
al l'apa^ per avvisar l'epoca in cui ca- sto, in ogni tempo fu celebrata colla mag-
deva la solennità di pasqua ,
pubbli- gior solennità, come la prima delle cin-
candosi nelle chiese, al modo detto nel que principali feste della religione cri-
VOL. LI.
,
258 PAS P AS
sliann. Vi sono amministi nli con grnn- nava la solennità pasquale: per la me-
tle apparato sagfamenti del battesimo
i desima ragione fu anche chiamato Pa-
edcll'Eucarislia,c la Chiesa ordina a lut- scila inedìum, il mercoledì della mede-
ti i suoi figli di ricevere 1' ultima sotto sima settimana. Bonifacio Vili permise
pena scomunica, lisguardando lutti
di che «piesta festa si potesse celebrare an-
rjnclliche ricusano di adempiere rpicsto che ne'Iuoghi ove fosse Vinterdetlo, col-
precetto, coraegeiile diesi scomunica vo- le porte aperte. F. Festa e Pentecosth.
squa, e di seguire i consigli del confessore, ni della settimana santa e del soleiuie pon-
rimettendola ad altro leuipo, ad esem- tificale di Pasqua, che estrassi da que-
pio ili Mosè, qua-
quelli sotto la legge di i sto mio Dizionario nel 1842 e pubbli-
li avendo contralto alcuna impurità le- cai con questi tipi." Nella settimana san-
gale, non poteano celebrare la festa del- ta la Chiesa si abbandona interamente al
l'agnello pasquale col rimanente della na- pianto, alla mortificazione e alla tristez-
zione. Sulla comunione pasquale vedasi za, che subito però nel sabbaio santo di-
Comunione § 111 : abbiamo di d. Luigi mentica e tralascia, per intuonare solen-
Cuccagni, Disscrt. sulla confessione eco- nemente l'angelico inno. Gloria in excel-
imniione ^;<75<7«<7/e. Per prepararsi a que- sis Z?fo. Riprende il cantico dell'allegrez-
sta solennità singolare fra tutte le altre, za, cioè V Alleluia, che avea sospeso sino
per i privilegi e per la pompa sua, e per- dal tempo ch'erasi posta in penitenza (e-
chè dalla pasqua derivano alla Chiesa le spressione di letizia che significa Lodate
altre principali sue feste, si fa precedere Dio, e corrisponde quasi al f' iva, Evvi-
il quaresima. S.
digiuno di 4ogiorni, la va del nostro volgare ) ; cantico che la
lenuilà dellesolennità; ella sorpassa tut- legra e gioviale, giubila, gode e celebra
te le altre feste dell' anno, quelle stesse con tutta la possibile festività la risur-
che hanno per oggetto Nostro Signore, in rezione del Salvatore del mondo. Di mo-
quella guisa che la luce del sole vince do che la casa di Dio risuoua di canti
quella di tulle le stelle ". Tale eccellen- di lodi, di benedizioni e di espressioni di
za e superiorità è dovuta al glande mi- trionfo : Haec dies, quam fecit Domijius,
stero della risui'rezione che la Chiesa ce- exulletnus,et laetemur in ea. Anticamen-
lebra in questo giorno; mistero grande te in tal solennissimo giorno e ne'seguen-
nelle figure e nelle profezie che l'hanno ti solevano scambievolmente salutarsi
annunziato ;
glande in sé stesso, gran- tutti i cristiani con queste parole : Sur-
dissimo ne'suoi frutti. Aulicamente la fe- rexit Dominus (ora dicesi Alleluia, buo-
sta della risurrezione in Francia, in Ita- na Pasqua, e ([uesla felicitazione alcuno
lia ed in Inghilterra celebravasi col ces- la pratica anche con lettere; mandarsiil
sare dei lavori per tutta la settimana, il le pizze in dono in questo tempo, è un
quale uso durò sinoal secolo XI; in que- avanzo delle antiche Eulogie o Pane
sto s' incomiciò a ridurlo nella i." e 2."^ benedetto j Fedi ^ che si mandavano in
festa, ed al sabbato in Albis, quindi an- questa festiva ricorrenzain cui hanno ,
che a questi giorni fu derogato, benché pur luogo da antichissimo tempo altri
molti si astengano dai lavori nelle due scambievoli donativi), cui rispondevasi :
prime. 11 detto sabbato fu detto Paseha Deo gratias, dandosi il bacio di pace (in
clausum, perchè in quel giorno si termi- Roma solevano salutarsi in questo mo-
PA S PAS 259
do, Stirrex'tt Dominio vere, e si rispon- squali, vedasi Garampi, Memorie^. 3 1
8);
deva, /sf appanni Simorii. I greci salu- del ÌAimen Chrisli parlai ancora nel voi.
tavano ne' giorni pasquali colle parole XX\, p. 180. Quanto alla pasqua, dis-
Chrisln.i srtrtrxit , rispondendosi Fere si del convito papale, in memoria della
sur rexit, comi: riporta Piazza nel Saudia- pasqua mangiata dagli apostoli col divin
no romano p. if)3). Tuttora molti o- INIaeslrOjdi che ragionai eziandio nel voi.
rientali Hinno altrettanto nel loro idio- XLVin,p. 2 18, dicendo altres'i della be-
ma ; i greci tanfo cattolici che scismati- nedizione dell'agnello, e di questo si pnij
ci, in lai solennità si fanno eguale scam- vedere Pallio. 11 Veslriiii,iS'o/;r(7/V/vo de-
bievole saluto con quesla equivalente e- s).i agnelli, dice die dopo la morte del
spressione : Chrisfos ancslij cui viene ri- Redentore, benché la Chiesa lasciasse tut-
per la ricorrenza della pasijua di risur- dopo il digiuno quaresimale gnslavasi dai
rezione liberavano tutti i prigioni, eccet- fedeli prima à' o^n\^\\.vo, ni a nducare pa-
tuati i rei di gravi delitti ". Altre dimo- scila, e benedicevasi in chiesa solenne-
strazioni che sipraticavano o si usano mente nel tempo o dopo la messa. Ma
nella festa di pasqua di risurrezione, le Ugnando questo rito gli eretici, come ho
notai in diversi luoghi. Circa le lettele detto nel citato volume, la chiesa roma-
anche pei regali si può vedere M.a.xcia , mandflte costumanze, fu abolito l'uso di
ed il voi. XXllI, p. ì5f\e i55: e come benedire in tempo della messa gli umani
iu tali luoghi parl.ii deile strenne e nel cibi, come fu dismesso quello die bene-
\ol. XXX Vili, p.i46,del!e odierne, spe- diva il Papa al modo pur detto nell'in-
cie di libri non sempre morali e istrut- dicalo luogo. Concbiude il Vestrini, che
tivi, questo uso in qualche luogo si è in- tranne alcune religiose conìunità, pochi
trodotto anche per pasqua, laonde ne! oggi hanno il costume di far benedire
184^ in Roma fu stampalo: L'uovo di l'agnello, contenti della benedizione del-
Pasqua, raeeonto, in regalo a'faneudli l' uo\a. Di alcuni riti eseguili da chiese
per la solenne ricorrenza pasquale, ira- particolari, vedasi Macri in Pascha. Il
dazione dal tedesco del sacerdote Ferdi- cardinal Agostino Valerio ci die: Opu-
nando Mansi. A Cappelle pontificte, par- sculum de henedictione agnoruni Dei il-
lando del sabbato santo, domenica di pa- lusLratuni, Romaer775. Circa alle pon-
squa di risrurezione, i .^ e 2.^ festa, e sab- tificie funzioni di pasqua, devcsi avver-
bato in Alhis, non solo trattai delle fun- tire che sePapa non celebra, non si
il
zioni che ce'ebransi dal Papa, ma anco- osservano i de' due ultimi cardinali
riti
ra de'rili antichi, ed ai loro analoghi ar- diaconi, che al prcfazio porlansi ai due
ticoli sonovi altre nozioni. Quanto al sab- lati dell' altare, e il non rispondere dei
bato santo, tenuta la prima e più solen- cantori al per oniniasaecula iacculoruni
ne vigilia ilt'iranno, ricordai che la mes- prinja di Paternoster. Narra il citalo Piaz-
sa celcbravasi nella notte di pasqua (de- za,che misteriosa è la cerimonia che 11-
gli uflizi divini cc!cl)rati nelle notti pa- sano greci nel giorno di p'i.squa , poi-
i
26o rA s PAS
che per i.TpprcscMilaie il Irionfi) di Cri- della risnriczibne, e che essendo antica-
sto riportato snirint'cino, la mattina ver- mente proibite nella quaresima, non me-
so l'alba e prima di cominciare il mat- no delle carni, solavano mangiarsi come
lutino si ordina la processione, e serrate tuttora in questo lietogiorno nel ripren-
le porte della chiesa il vescovo o sacer- derne l'uso : in questo per segno di so-
nia, alzando ciascuno il lume di cera che scotorum par. i, p. 355. Ilarenbeigius,
tiene in mano. Delle cerimonie che han- De ovis pasclialihus, in hihl. Brcniensis
no luogo nel santo sepolcro, si può ve- t. 6, p. 1026. Piis, Le.y ocufs de pàque,
dere Gerusalemme, ove descrissi tutti i Vandoielle 1786. Per quanto riguarda
luoghi santi. la pasqua di risurrezione e 1' epoca del-
e del Tempo pas(jiiale, dello anche Pen- delburgo vescovo di Fossonibronc, Pau-
tecoste, vedasi quegli articoli nel Dìz. sa- lina, seu de recta paschae celebiatione, et
pasqua non si prendeva alcuna cosa in siastici calendariì prò legitinw pascha-
cibo dai fedeli, che non fosse prima he- liscelebrationis tempore, Sen'is 1578. Pa-
nedetta dai sacerdoti, specialmente per te- sellai agneau, ou explicalìon des cére-
le romano prescritte. Nel sabbato santo i Roma I 8 I 7. Prof Salvatore Proja, Trat-
parrochi girano a benedire coll'acqua san- tato storico-teorico-pratico di calendario
ta le case dei loro parrocchiani ( nel re- catto li co, V\.oir\a i83i. Questo chiaro ma-
carsi il prelato sacrista a benedire le stan- tematico nel n.^^i AlbuinW\ ha pubbli-
ze pontifìcie, nella camera ov'è il Papa calo un erudito articolo, sul computo del-
si leva la stola ed a lui dà 1' aspersorio la pasqua presso i cristiani, in occasione
onde la benedica ), ed anche cibi che i del solilo timore di giudai/zare, nella ri-
debbono servire nella seguente solenni- correnza della pasqua 1 845. Sul fuoco
tà di pasqua ( parrocchiani sogliono met-
i pasquale, f^. Fuoco.
tere nel secchietto dell'acqua santa un'of- PASQUA Simeone, Cardinale. Detto
ferta indenaro pel parroco), fra quali i Simeone Negri o de Nigris, di Taggia nel
tutti hanno per costume di mettervi tra i genovesato, eccellente medico, insigne fi-
carne di inaiale ), che sono un simbolo no, versatissimo uè buoni studi, e non
PAS PAS 261
ignaro della teologia; fu pure d'i ottimi per guai'darne gli armenti, e sotto la dire-
il favore eraruicizia di granili personag- sti in quel convento l'abito di frate laico.
gi, e fu caro a tutti. Quaulunquesi ten- Il suo fervore non finì col noviziato, ma
ne lontano dalle pubbliche faccende, non sempre più si accrebbe, e per la sua u-
potè ricusare alciuie aiubasccrie ai l^ipij miltà ricusò di entrare nel numero de're-
adidategli dalla sua repubblica, la quale ligiosi da coro, amando di esercitare gli
inoltre per l'alta stima che ne faceva lo uflici più dimessi della comunità. Mulo
destinò ambasciatore in Inghilterra per diversi con venti, conforme all'uso de! suo
congratularsi matrimonio contratto
pel ordine, tenendo dovunque un'ammirabile
da Filippo li Pio IV che
colla regina. condotta. Essendo il generale del suo or-
dalla puerizia l'avea conosciuto, amato e dine a Parigi, gli fu data commissione di
scello a suo medico, in |)remio delle vir- recarsi a lui per affari della provincia. Sen-
tìi ilie lo fregiavano e zelo per la reli- za sgomentarsi de'molti pericoli che vi do-
gione, nel i'jGi lo fece vescovo di Luni veva incontrare, essendo gli ugonotti pa-
e Sarzana intervenendo al concilio di
, droni di quasi tutte le città per cui do-
Trento, indi a' li marzo ijGT lo creò veva passare, si pose in cammino per la
cardinale prete di s. Sabina. Passati ap- Francia, e fece il viaggio a pie nudi col-
pena 12 mesi, mor") in Roma d'anni 78, l'abito di francescano. In fatti fu soven-
e fu sepolto nel suo titolo in semplice ed te perseguitalo dagli eretici a colpi di ba-
elegante monumento, erettogli con no- stone e sassale: ebbe anche una ferita nel-
bile epitaffio dal nipote Ottavio. Trasfe- la S[)alla, per cui rimase storpio tutto il
rito poi il cadavere a Genova, fu posto resto di sua vita. Due volte fu arrestato
nella tomba de'suoi maggiori, nella chie- come spia ; ma Dio lo liberò da ogni pe-
sa di s. Maria della Pace, a destra dell'ai- ricolo. Adempiuta la sua commissione tor-
tar maggiore, dove il fratello Stefano gli nò nella Spagna, e riprese le sue fatiche e
innalzò un a vello di marmo con bella iscri- gli ordinari suoi lavori, ne fece mai mot-
zione. Come sobrio ed economo lasciò to dei rischi che avea corso. Negli ulti-
GujOoo scudi in denari, e buoni mss. ia mi anni del viver suo passava la maggior
diverse materie. parte della notte a pie degli altari, e nou
PASQUALE BAYLO?f(s.), religiosodel- cessava mai d'implorare la grazia di non
l'ordine di s. Francesco. Nacque a Tor- caderein peccato. Morì santamente a Vil-
re-flermosa, piccolo borgo nel regno di la Real presso Valenza, a' 17 di maggio
Aragona, nel 54o,da poveri genitori che
1 i5r)?., in età di 5i anni. Il suo corpo ri-
coltivavano la terra. Fino all'età di veu- mase esposto per tre giorni, e avvennero
l'anui custodì il gregge, ma pose in ope- molti miracoli. Paolo V lo annoverò tra i
ra tutta la sua industria per imparare a beali nel i6i8,ed Alessandio Vili lo ca-
leggere ed a scrivere, e si occupò della let- nonizzò nel 1690, come con altri dissi nel
tura di libri di pietà in lutti momenti i voi. XXVI, p. 154.
ciie lacura del gregge poteva lasciargli, PASQUALE 1 (s.), Papa CLEbbe Ro-
coiiducendo una vita fervorosa ed inno- ma per patria e in ()adre Massimo Ijo-
cente. Abbandonato poscia il luogo na- noso, che alcuni dicono della famigia Mas-
tio, si recò nel regno di Valenza, ove a simo (di cui parlo a Palazzo Massimo),
qualche distanza da ISIontfort era un con- ma non pare che fosse monaco benedet-
vento di francescani scalzi o riformati, ap- tino, come vuole Ciacconio. Da fanciullo
pellali Zoccolanti, posto in un deserto. Si attese nel palazzo Lateranense a'sacri stu-
pose al servigio di uugaslaldo del vicinato di e alla salmodia, cs. Leone III gli dio ia
iG2 rA s PA S
cura la Cliicsa di s. Stefano, ora tlef t;< de' cessole Eugenio II lo fece tumulare nella
Mori, e lo (cce caidiuaie pretedi s. Pnis- Chiesa di s. Prasscde [V.), ch'egli avea
scde, dignità elie nej^a il Pagi. Furono magnilicamente abbellita ed in cui avea
sue delizie le conferenze di spirilo, la pre- (allo lid)bricare il suo sepolcro Vacò la
ghiera, i digiuni, le vigilie; santo, casto, s. Sede giorni.
j»
a quelli di altri santi solennemente ivi tunque non oltrepassasse 20 anni di età.
lo collocò; l'arricchì di doni e vi aggiun- Doveano certamente suoi talenti esse- i
seun cospicuo monastero di monaci. Nel re rari e singolari, mentre s. Gregorio VII,
giorno di Pasqua deir823 coronò in Ro- a cui erasi in Roma indirizzalo, ne rima-
ma imperatore Lotario I figlio di Lodo- se talmente sorpreso, che l'obbligò a fer-
vico I, cui conresse l'autorità eh' ebbero marsij procurò che fosse eletto abbate de'
sopra romani gli antichi Iniperatoii{f
i
.). ss. Lorenzo e Stefano fuori le mura, ed
afllne di reprimere la loro audacia con- inseguitolo creò cardinale prete di s. Cle-
tro i Papi, avendo egli sofferto mollo ,
mente e abbate di s. Paolo fuori le mura.
perchè Roma sotto di lui fu lacerata dal- La nuova dignità non fece che sommi-
le fazioni, che sono le funeste conseguen- nistraigli più frequenti e luminose occa-
ze dell'anarchia. Scomunicò Leone V im- sioni di far risplendere il suo zelo e la
peratore d'oriente e gl'iconoclasti, e die sua attività, come dimostrò nella lega-
ricovero ai greci esiliati pel culto delle zionedi Spagna, dove terminò felicemen-
sacre immagini. Riceveltedallo stesso Lo- te le cause che dipendevano dalla s. Se-
dovico conferma di quanto i suoi pre-
I la de, e ristabilì la pace nella chiesa di Cora-
decessori avcano dato o restituito alla ro- Per morte di Urbano II nel 1099,
postella.
mana chiesa, aggiungendovi di più la Si- vedendo che si trattava esaltarlo, fuggì
cilia e la Sardegna. Scrisse vp.iie lettere da Roma per nascondersi, ma ritrovato
pel bene del cristianesimo, confermò pri- i per divina disposizione, fu ricondotto nei
vilegi della chiesa di Ravenna, e pernii sacri comizi nella sua chiesa di s. Cle-
se ad Ebune arcivescovo di R^eims di mente, poi da lui beneficata,. dove con-
predicare il vangelo nel nord, con Alitga tro sua voglia a'i3 arrosto fu acclamalo
rio poi vescovo di Cambray. Governò y supremo pastore, gridando tutti: s. Pie-
anni e 17 giorni in due ordmazioni creò
: fio lo vuole, suo successore; indi consa-
i5 vescovi, 7 preti e 7 diaconi, oltre 4 grato e coronatoli giorno seguente. Su-
cardinali, tra'quali uscirono i Papi Va- bilo si volse a soitomettere l' antipapa
lentino, Gregorio IV e Sergio II. Morì Guibertoo Clemente III e gli riuscì cac-
a' I o febbraio '61^. Non volendo roma- i ciarlo d'Albano, onde fuggì a Città di Ca-
ni che fosse sepolto in Valicano, il suc- stello, al dire del Ferlone e altri scritto-
PA S PA S 263
li, come di Agnello Anastasio, il (juale liquìe e portò seco alcuna parte degli a-
dice l'antipapa moilo in Città di Castel- bili vescovili tinti del di lui sangue. Qui
lo inAbruzzo, donde fu liasfeiilo in Ra- vennero a venerarlo Filippo I e il prin-
venna. Ma Corsignani, Reggia marsica- cipe Luigi suo fratello, egli si prostraro-
iin t. i,p. 170, racconta die l'antipapa, no ai piedi. Il Papa li alzò e pregò pro-
difeso dalle truppe di Riccardo contedi teggere la Chiesa, particolarmente dagli
Capua, si ritirò nella IMarsica nella for- attentati di Enrico V : essi promisero a-
tissima e celebre Alba (di cui parlo a Pe- micizia ed aiuto, e gliolfrirono il loro re-
scixA ) nel logGo nel logt), contro il gno. Siccome poi dovea a Chalons sur
quale Pasquale II con l'aiuto di Ruggie- Marne conferire cogli ambasciatori di En-
ro conte di Sicilia mandò numeroso e- ricoV, gli dierono per accompagno ar-
sercilojche allora l'antipapa fuggì nelle civescovi, vescovi e l'abbate di s. Dionigi.
montagne di Aquila, dove miseramente Gli ambasciatori albergarono a s. Men-
morì. 11 governo di Pasquale li, com'è- go, ed erano l'arcivescovo di Treveri e i
j quali egli si portò pieno di apostolico ficaci parole; rispose in nome del Papa
coraggio. Avendo condannalo le Investi- il vescovo di Piacenza in termini concisi
iure ecclesiastiche (^P\), ed Enrico IV die e liberi. La conferenza fu senza prodtlo.
le sosteneva, morto questi nel 106 il fi-
i Pasquale II nel 1107 tornò in Italia, do-
glio Enrico V ne seguì le orme, mentre po tenuto un concilio in Troia, e visitalo
il Papa per fuggire calamità che gli le RIoiite Cassino j a' 18 settembre era a
sovrastavano già era partito per la Ger- Fiesole, e giunto in R.oma vi fu accolto
mania, e per la Francia per implorar pro- con indicibile consolazione.
tezione da Filippo I, che avea restituito L'annoappresso partì di nuovo per Be-
alla comunione de'Iedeli, pentito del suo nevento, ove tenne un concilio; essendo
adulterio. Da Deiu\'cnto Pasquale II pas- poi sconvolta Roma per sediziotii, si fece
salo a Firenze convocò un concilio vi ,
scortare dal duca di Gaeta sino ad Al-
poi a Modena, altro ne celebrò a Gua- bano, donde recossi alla sua sede per quie-
stalla,donde si trasferì a Panna, a Bor- tare i tumulti e ricuperar le città e i beni
go Donnino, a Verona. Quivi avendo
s. della chiesa romana. Dopo due anni e
sapulo le insidie che gli tendevano te- i dopo aver giuralo a Sutri di cedere le
deschi, direttamente si condusse in Fran- investiture, vi giunse Eurico V, al modo
cia per la Savoia. Celebrò il Natale nel- narralo nel voi. XXIX, p. 1 38, e perchè
la sua antica dimora di Cluuy, coli' in- si ricusò il Papa concedergli l'investiture,
terventodi molti arcivescovi, vescovi, ab- a tradimento l'imprigionò coi cardinali
bati e principali signori del regno, in un e altri (eli traspoi lo nel castello di Tri-
al conte di Rochefort siniscalco del re, bucco in Sabina ), a riguardo de'quali e
da questi mandalo perchè !o servisse per per le gravi minaccieed ingiurie, non sen-
tutto. iNel 107 consagrò varie chiese del
I za violenza, contentò con privilegio l'im-
reame, celebrò la 4-^ domenica di qua- peratore e lo coronò nel imi. Penlito
resima in Tours, indi passò a celebrarla PaS({uale II della concessione (argomen-
pastjua in Citarti es. Recatosi a s. Dioni- to trattato a Investiture egclesiastichk),
gi, lungo Iciiipu orò diuuuzi alle sue rc- volca rinunziare il papato e fuggire in a-
264 I* A S PAS
liito religioso all'isole Ponzane nel mar stale, salvo pncis vinculo, si fieri palesi,
Tiiieno nel reqno eli JN'npoli; in Tcira- ftiiulilus re'icindenda est : ubi ergo sinc
cina a'5 kif^lio i i i i Pasquale 11 riprese schismale auferri non palesi, cuin discre-
i cartlinali che romani aveano alta-
coi ta reclanialionc dijferatur. E vaglia il
cendo che piuttosto do vea soffrir la mor- ta santità,che meritò di essere celebrato
te che accordare una cosa, contro gli sta- per santo nel menologio benedettino del
tuti dfc'padri; alla potestà secolare. IManel- Cucellino, chea lungo parla di sue egregie
lostcssu tempo lo difendono egregiamen- virtù negli Annal. bened. an. i 1 1 8,p. 244>
te, I\one \\c\V epÌ!,t. 238, e s. Anselmo e nell'Aquila, Imperli bened. p. 189.
vescovo di Lucca, lib. i,Jpol.pi'0 Greg. Pasquale li approvò 1' ordine Cister-
VII in Bill. Palr. t. 4, fondali nelle con- dense e quello di Fonl-Evrauld. Decorò
dizioni apposte delle libere elezioni ai ve- Betlemme della sede vescovile, eresse in
scovati ed abbazie, e dell'esclusione di qua- metropoli Eourges, e confermò quella di
lunque simonia nel dare il possesso del Braga ; consagrò in Pioma la chiesa di s.
dominio coll'anello e bacolo. Altri l'ac- Maria del Popolo che edificò, quella di s.
cusano d'eresia per la slessa concessione, Matteo in Merulana, quella di s. Adria-
e di questo sentimento furono Guido ar- no dopo averla riedificata: delle altre da
civescovo di Vienna e suo legato in Fran- lui consagrate parlo ai luoghi citati, ove
cia, poi Calisto il, Giovanni arcivescovo si recò ne'suoi viaggi, mentre le nume-
di Lione e Brunone abbate di 3Ionle Gas- rai nel voi. XI, p. 253. Il Cecconi, Del
sì/ioe. vescovo di Segni, il quale denun- ìito di consecrare le chiese, p. 170, af-
ziando nel 3.° concilio romano il privi- feima che Pasquale II consagrò la chie-
legio conceduto per eretico, e per tale sa della B, Vergine in Capua, già restau-
ancora chi lo concesse, fortemente si op- rata da Desiderio abbate di Monte Cas-
pose Giovanni vescovo eh Gaeta. Ed Ivo- sino; ed in Gaeta la cattedrale in onore
iie già mentovato vi rispose benissimo, della B. Vergine, di s. Probo vescovo del-
che questa conceduta facoltà, che un lai- la medesima e di s. Erasmo vescovo e
co dia il possesso de' vescovati, sarebbe e- prolettore della cattedrale. Assedialo Be-
resia soltanto, quando chi dà il possesso nevento dai normanni e dal principe di
credesse, che con questi segni esterni con- Capua Pasquale II nel concilio di Ge-
,
cedesse per sé la spirituale facoltà del ce- praiio diede al duca Guglielmo II nor-
che nel caso pre-
leste divi n ministero, ciò manno l'investitura della Puglia, Cala-
sente non .succedeva, e però: inanità' bria e Sicilia. iNel i i i Salirò concilio ten-
Us illa invtslitura per laicos facla alie- ne a Troia, e passato a Benevento vi con-
ni juris est pen'asio, sacrilega praesuni- sagrò la chiesa di s. Vincenzo di Voltur-
pilo, cjuae prò liberlale cccksiat el hone- no, ritornando in Roma a'So settembre.
1
ai ribelli eaccordando sua lìglia in mo- Nobile sanese, dice Novaescitando il Gi-
il
glie a Tolomeo capo della fazione. 11 Pa- gli, che fu creato cardinale da Giovanni
te Cassino e poi a Benevento dove a- , che gli arrivasse la nuova di tal dignità,
vea sicuro asilo dai normanni feudatari, per cui non se ne trova menzione ne'bio-
e l'imperatore tornò a llouia coll'eser- grafi de'caidinali e ne'registri delle pro-
cilo e fu coronato dall'antipapa Grego- mozioni cardinalizie.
rio Vili scomunicato
, nel concilio di PASQUINATE o SATIRE. F. Pa-
Benevento dal Pontefice. Partilo l'impe- lazzo Brasciii.
ratore, Pascjuale li nell'autunno si recò PASSARI o PASSERI Marcello,
in Aliatili, ove si ammalò, e riavutosi al- Cardinaie, T)\ Ariano, canonicodella cat>
quanto passò in Palcslriìiii, vi celebrò il tediale, invitato in Roma nel i^qo dal
]N'alale,indi entrò coraggiosamente in Ilo- cugino Da Leone uditore del cardinal Cor-
ma con un corpo di soldatesche nel gen- sini si profondò nella giurisprudenza,
,
2(3(3 PA S PAS
di JMontevcrginej la congregazione del s. pieni che di piccole case, In gran parte a-
ofTìzio e altre, conservandogli la carica bitale da pescatori e da lavoratori. La
di pio -uditore. Lo nominò coi cardinali cattedrale magnifica ed amplissima, con
Nereo Corsini e Genlili per terminar le battisterio e contiguo vaslo e antico epi-
dispule insorlecol Portogallo sulla prov- scopio, è sotto l'invocazione di s. Stefa-
vista de' vescovati, onde la sua effigie fu no. Il capitolo si compone delle dignità
dipinta nel quadro posto per memoria del prevosto e del decano, di8 canonici,
nella biblioteca d'Araceli con (juelle dei di 6 prebende del teologo e
vicari, colle
Bene-
colleghi. Intervenne al conclave di penitenziere uno de' canonici , coadiu-
:
sidenza vescovile della Baviera, capoluo- cui arco ha meglio di 200 piedi di cor-
go del circondario del Danubio inferio- da. Nei dintorni di Passavia vedesi il
re, nel silo in cui il Danubio riceve l'Imi castello di Frendenheim con parco bel-
a destra e l'IIz a sinistra, sede delle au- lissimo. Passavia o Passau, Palavia, Ba-
torità. Fu già capitale d'un vescovo so- codurain, è città antica. Nel q55 vi ten-
vrano, che avea rango distinto fra'prin- ne un concilio il vescovo Adalberto, in
cipi ecclesiastici dell'impero: l'antico ter- cui confermò la sua chiesa nel possesso
ritorio del vescovato, situato Ira la Ba- de' beni, che suoi predecessori aveano
i
diate, e fu secolarizzato nel i8o3; dal talo ivi conchius.o nel i522, che pro- i
4 parti: Passavia propria, sulla penisola sciuto sotto il nome di Pace religiosa e
tra Danubio e l'Inn; l'Innstadt, sulla
il ne trattai nel voi. XL, p. igS. La città
Danubio ed il sobborgo di
sinistra del ; quasi interamente arsa nel i652,è pure
Anger. Lunghi ponti di legno sul Danu- notabile per la rotta che toccò agl'impe-
bio e suirinn, che vi è largo quanto quel riali nel 1
704 dal duca di Baviera che se
primo, stabiliscono le comunicazioni tra n'impadroiù; uiolto solferse pcgli elfet-
le diverse parti di questa citlà, nella quale ti deUa guerra nel 1800, i8o5 e i8og.
si entra per 5 porte. Assai bene fabbri- Clemente XI col breve Pastoralis, de' 1
cala Passavia propria, men bene è l'Inn- giugno 1713, presso V JppciidiXy Bull.
stadt; l'ilzsladl ed il sobborgo non sono Frop. fide t. p. 439 confermò e or- 1 , ,
PAS PA S 267
nòdi privilegi e grazie il collegio di Linlz, vinciali,dovessero invitare l'arcivescovo
nlloia nella diocesi di Passavia, de'ss. mar- di Salisburgo, per esserne presidente co-
tiri Emico, Caimto e Olao, per le mis- me melropolilano ; inoltre il Papa con-
sioni cattoliclieseUentrionali in Danimar- ferì al capiloio della cattedrale di Passa-
ca, Norvegia e Svezia. via il privilegio di eleggere il vescovo.
La sede vescovile fu fondala dal duca Le Notizie di Roma registrano i succes-
di Baviera verso il 4'}0, dopo che AUila sori. 1763 cardinal Leopoldo Firniian,
re degli unni ebbe devastato la Germa- traslalo da Secovia. 1784 cardinal Giu-
nia e rovinala la città di Lordi, la di cui se[)pe Francesco di Paola di Awrsperg:
sede vescovile fu trasferita n Salisburgo, nato in Vienna a'3 gennaio 1734, die i
Ja ((ual cosa fu in seguito cagione di gran- saggio di sua pietà, scienza e illibatezza
di dilferenzc tra gli arcivescovi di Salis- de' costumi, quindi fu (atto canonico di
burgo ed i vescovi di Passavia loro suf- Salisburgo e di Passavia e prevosto di
fraganei. Commanville riferisce , che il Ardagger, vescovo di La vani, di Gurk,
vescovato di Passavia fu istituito circa il ed dello dal cn[)itolo vescovo di Passa-
!jC)6, gli fu unito nel V^ll secolo l'arci- via Giuseppe II Io fece gran croce d'Un-
;
nell'H > I e fallo sulTraganeo di Salisbur- Cardella gli dedicò il t. 7 delle sue il/c-
go, avendo già contenuto nella sua dio- inorie, e lo loda per pietà insigne, zelo
cesi Vienna, ora capilaledell'impero au- ardente per la religione e per la giusti-
striaco; tnllavia vedasi Lorcii. EibenlVi- zia, generoso co'poveri, vigile e sollecito
sori ne tratta la Storia cccl. (V Alemanna drale. Supplisca questo cenno alla breve
1. ed Tlansizio, Germaniae sacrae me-
1, biografia. Gli fu suffraganeo Tommaso
tropolis Laiiria censi curii episcopo tu Pe- de Thunn di Trento, vescovo di Tira in
tnviciisi. Avendo s. Conifucio approvato partibnsj e nel i
797 successore Leopol-
(|uesla sede, s. Gregorio III nel ySq la do de Thunn di Praga pel concordato :
confermò. iNe furono vescovi diversi per- che sollo di lui nel 1817 fu coiichiuso
sonaggi illustri, ed alcuni cardinali, fra i tra il re di Baviera e Pio VII, questi con-
quali Gianfilip[)0 Laniherg1i,a\cu\\.eixì- cesse al re la nomina del vescovo, sop-
lenzio : gli successe Raimondo Fei dinan- finché fosse vissuto; wm alla diocesi par-
do conte di Piaballa nel 1
7 i 3. Quindi il te della prepositui a di Bercklolgadeii, sta-
gli accordò tavola e abitazione nel Va- della passione secondo s. Matteo, nel mar-
ticano, lo assistè amorevolmente nellul- tedì santo quella scritta da s. Marco, nel
tima infermità e l'onorò di decorosi fu- mercoledì santo (juella di s. Luca nel ,
nerali. IMorì in Roma nel i.° gennaio venerdì santo quella di s. Giovanni. P^.
i()io, d'anni 5q, e fu sepolto nel suo ti- Evangelo, Lezio>e, Mattuti.vo delle
tolo di s. Pietro in Vincoli, a cui era pas- TENEBRE. Abbiamo da s. Agostino, che
sato, che dichiarò erede delle sacre sup- al suo tempo eravi l'uso di leggere in un
pellettili, dove nel destro Iato nel prin- sol gioino la storia della passione secon-
cipio del secolo passato, il principe Giam- do s. INIatleo, e che avendo esso stabili-
battista Pamphilj gli eresse decoroso to, che negli altri giorni si leggesse an-
mausoleo con nobile epitallio. Da d. An- che quella tlegli altri Evangelisti, era na-
gelo Personeni di Bergamo abbiamo le to tumulto fra il popolo. Nella chiesa
Not'zi'e genealogiche, storico-critiche e let- ambrosiana si legge solamente il raccon-
terarie del cardinale, gc, Dergamo 786. i to che ne fa s. Matteo, il quale si divide
PASSERINI Silvio, Cardinale'. Da in due lezioni, leggendosi una parte nel
Cortona, pe'suoi meriti colla casa Medi- giovedì santo e l'altra nel venerdì seguen-
ci e più per l'onestà de'suoi costumi, in- te, in cui il diacono si veste di rosso e
.°
tegrità e saviezza ne'gelosi affari, nel 1 dello stesso colore pur si ricopre l'altare
luglio i5i7 Leone X lo creò cardinale e adorna la chiesa ei ministri, in me-
si
Petrognano, che poi passò nella di lui fa- gliano r altare, si disnuda la chiesa, e-
miglia. Nel i5i8 lo fece vescovo di Sar- slinguoiisi i lumi e si sospende il suono
no a titolodi amminislrazionee nel i *)?. i delle campane, affine di eccitare tristez-
di Cortona. Clemente ^]l nel \5i5 lo za negli astanti, e di disporre i loro ani-
nominò alla sede di Barcellona e nel i526 mi all'afflizione nell'udir la predica del-
llorentini fu con essi esiliato. 1 1 satirico Ga- sa romana e cappella pontificia nel pas-
rimberti lo tacciò d'avarizia. Morì nel sio della domenica delle Palme, e nel pas-
1 52f) in Città di Castello, d'anniyo, e tras- sio e sermone della passione del venerdì
ferito in Roma il cadavere fu tumulato santo, come degli antichi riti, oltre che in
nel titolo, ove il nipote Silvio arcivesco* altri luoghi, lo dissi ne' voi. Vili, p. 577,
vo di Gonza nel id8- gli eresse un mo- 282, 283, 3o(), 307, XX, p. i82,XXf,
numento con onorevole iscrizione. p. i57,XXXlV, p. i5,XLlX^p. 69.
270 PAS PA S
Dice il Mncri, clic Pasuouarìum fu dila- me di cnnlarsi un sacro dramma o ra[)-
niato il libro nel quale erano scritti i pas- prescntazione nelle sere delle icistc di pa-
si!da cantarsi nella settimana santa; e S(|ua, col solenne intervento della corte :
Passionalin lesciilture nelle quali si con- quindi parla di altri usi di rappresenta-
tenevano le passioni de'santi niarliiì, det- le piamente vari misteri e azioni .sacre,
te anche Sniirtoralia, donde poiehheo- e un tempo anche in Roma dalle confra-
rigine il lì/tirlirologio, costumandosi an- teruilee da quella della dnllriiia cristi U'
cani etJoatinem,/uxla rilum cappcllae gua d'un anno. I saggi che consigliava-
S. D. N. Papae^ac sacr. Bas. P'at., Ro- no due principi a riconciliarsi ed a ri-
i
iSg, i4o. Quanto riguarda gl'istromen- tuzione d' lui ordine equestre e religio-
ti e altro della passione di Cristo, si pos- so, onde i cavalieri e 1' esercito alla vi-
sono vederci loroarticoli, principalmen- sta de'santi luoghi che voleansi liberare,
te Ceoce reliquia, Chiodi, Lancia, Co- e per la memoria della passione di Ge-
EONA DI SPINE, SpONr.A, CoLOXXA. Nel vol. sù Cristo, facessero eziandio penitenza dei
XV, p. 23, parlai delle rappresentazioni loro peccati e mentre liberavano il pae-
;
della passione del Signore, che si recita- se dal Redentore santificato, ristabilissero
vano nel Colosseo. Il Garampi nelle 3Je- la fede cattolica e si opponessero agli e-
niorie, p. 284 e seg., riferisce l'antico uso relici e scismatici. Piacque il progetto e
di visitar le chiese nel venerdì santo pro- l'iuono compilati gli statuti pei cavalieri
cessionalmente, in abito penitente; del- della passione di Gesti Cristo. Venne sta-
PA S PAS 271
pnrte davnnli la croce di pnnno rossa lar- limenli elevati alla nobiltà de'suoi slati
ga Ire dita, prendendone liitla l'esten- e pili particolarnienleairezionarli alla sua
sione. L'armatura venne formala di (er- casa,onde mantenervi il principato di
ro, e ricoperta con veste corta, con croce Querfnrle trasmettere alla pt)sterilà una
simile alla descritta, nella schiena e nel prova incontrastabile de'sovrani diritti
petto, in mezzo alla quale era una targa che vi esercitava. Aggiungono, che la fe-
che in campo nero racchiudeva la figura sta fu quella di s. Giovanni, in cui ca- i
mantelli con croce di raso bianco e di ri- famoso Fontanini ed allri principali let-
cami d'argento, con in mezzo l'immagi- terali de'suoi tempi. Applicò pure alle
ne diGcbìi, la quale era pure scolpita nel- lingue ebraica e siriaca, e Clejiienle XI
la medaglia d oro che pendeva tlal collo si prevalse di sua abilità in diversi im-
con ampio nastro turchino di seta on- pieghi, e poi lo mandò nunzio segreto
data ; e fu loro comandato con
assistere in Olanda, a Utrecht, a Baden, ove s'in-
divozione ai divini nfllzi del venerdì esab- terpose con successo per la pace gene-
bato sanlo. Altri chianiano quest'ordine, rale ; fu segretario di propaganda, in-
V ordine de' cavalieri della nobile passio- di nunzio agli svizzeri ed a Vienna nel
ne. Lo dicono istituito da Gio. Giorgio I 730, avendoconverlilo dai loro errori il
d uca d Saxe Weisstulels pei ispirare seu
i • [iiincipe di A\ iirtcn)berg e lo storico Ec-
,
272 V A S PA S
caldo. Visitò le ljil)liotcclio dello aljl)a- palo in Pioma nel 1763, ed inserito nel
7,ic (li Aletnngna e di Svizzero, ricavan- l. 2f) degli Opuscoli del p. Calogerà.
Divenuto litolare di s. Lorenzo in Luci- dinal Zelanda. Alle loro relazioni favo-
na, ne impiegò le rendile pei poveri della revoli, voleva il Papa subito spedire il
di libri e oggetti d'arte, ove accorreva- mente XI \' approvarle con rescritto ai
no i piìi cospicui letterali, personaggi e 3 settembre. In fatti essendosi conosciu-
sovrani: lo descrissi ne' voi. V, p. 233, to, dopo il corso di 20 anni, che eravi bi-
YI, p. 3o5, e XXVII, p. 226, con altre sogno di alcune dichiarazi.oni, le religio-
notizie che Io liguardano. In esso Cu col- se già esistenti fino dal 1771 in Carne-
pilo di apoplessia e morì a'5 luglio i 761 lo (^.), coli' intelligenza e consiglio del
d'anni 79, avendogli accelerata la mor- vescovo cardinal Garampi e del prepo-
te la violenza che si fece nel sottoscrive- sito generale della congregazione de' pas-
re d'ordine ponlincio il breve, con cui sionisli, supplicarono per le dette dichia-
si condannava 1' Esposizione della dot- razioni Pio VI, il quale rimise 1' alfare
trina ciìstiaiia, libro infame del gianse- allacongregazione de'vescovi e regolari,
nista Menzenguy. Trasferito il cadavere quindi con breve del 3o luglio 1790 ap-
in Roma, fu sepolto in s. Bernardo dei provò e confermò le regole stesse colle
cistcrciensi, di cui era stato protettore a- s[)iegazioni e aggiunte fattevi. Queste re-
morevole, sotto lapide decorosamente or- ligiose vestono come i passionisli e pra-
nata e con magnifico elogio. Fu socio ticano le medesime osservanze, con qual-
delle accademie principali, come di Pa- che mitigazione, attesa la delicatezza del
rigi e Berlino, lasciò fama universale di sesso. Vanno però scalze coi soli sandali,
esimia erudizione, ed intervenne ai con- e prima di essere vestite stanno per un
clavi di Benedetto XIV e Clemente XIII. anno nel monastero in abito secolare,
Molti scrissero di lui e lo celebrarono, dopo il quale cominciano colla tonaca
fra'quali : Pier Luigi Galletti, Blcniorie regolare il noviziato di circa un anno,
per servire alla storia del cardinal Do- quindi fanno professione, ed ai voli co-
menico Passionei segrelario dei brevi e muni alle monache, aggiungono
altre
bibliotecario della s. Sede^Vioma 1762. «juello di promuovere la divozione alla
Le Beau, hloge historiquc de ni.r le car- Passione di Gesù Cristo, a cui procura-
dinal Passionei segretaire des brcfsy Haye no soddisfare colla recita quotidiana di 5
1763, indi tradotto in italiano e stam- Pater ed /4vc alle piaghe del Picdenlo-
PAS VA S 273
re, e con pregare per quelli che si a(Ta- rivi scalzi con voti semplici, della ss.
ticaiio in propagare divozione si utile e Croce e Passione di Cesie Cristo, delti
santa. 11 monastero di Cornato fu dota- Passionisli. Ne fu fondatore il ven. p.
to (la pio benefattore, e le monache in Paolo della Croce, nato in Ovada, terra
numero di vi entrarono a' 3 maggio
i i della diocesi di Acqui nel IMonfL-rrato, ai
inlcr mixsnrum solcmnia, dopo essere 3 gennaio i()<)'ì da Luca Dauci, nativo
state vestite nella cattedrale dal vicario di Caslellazzo diocesi di Alessandria del-
capitolare e preposto Paluzzi. Vi si re- la Paglia, discendente da antica e no-
carono processionalmente , colla pisside furono imposti no-
bile famiglia, e gli i
col ss. Sagramento portata dal clero, e mi Paolo Francesco. Mentre la sua
di
giunte alla porta fu loro presentato il li- madre Anna Maria Massari lo partorì,
bro delle regole. Subito cominciarono a diede Dio chiaro segno della sanlilà cui
spargere l'odore delle virtù coll'osservau- era per giungere, con luce prodigiosa che
za delle medesime, e seguitano ad esse- illuminò la stanza. In fatti sino dai pri-
re di edificazione. Quantunque vivano di mi anni si mostrò lutto dedito alla pie-
rendite, osservano perfetta vita comu- tà calla divozione, alieno dai divertimen-
ne, non parlano che cogli stretti parenti ti, amante del ritiro e dell' orazione. A
non han-
solo in alcuni giorni dell'anno: misura che cresceva negli anni, cresceva
no parlatori!, ma piccola grata, munita ancora nell'esercizio di questa e di tulle
al di dentro con panno nero, quale opre- leallre virlìi, particolarmente della mor-
si nel conversare coi congiunti. Tratta di tificazione e penitenza, dormendo per lo
queste religiose il p. Annibali da Lalera, più o sopra una tavola o sulla nuda ter-
Compendio della r.toria degli oid. rei. ra con alcuni mattoni sotto il capo, di-
par. 280. Nello stato pontificio non
?,, p. giunando non di rado, e ilagellanùo a-
avvi altro monastero delle passionisle. spramenle il suo tenero corpo. Passava
Essendo slati nella loro chiesa traspor- la maggior parte del tempo nelle chie-
della divina passione, in memoria della suoi desiderii, ma essendogli stata nega-
passione del Redentore, e da quel tem- la l'udienza, si trasferì a JMonte Argen-
ilo, sincliè non vestì secondo il prescrit- taro, del quale feci cenno nel vol.Xlll,p.
to dalle regole del suo istituto, andò sem- G6 e G7.
pie senza niente in capo e co'piedi airallo Avendo trovato questo luogo mollo
nudi: {\\ forse allora ch'egli al suo nome conforme al suo spiiito, vi si fermò in-
:iggiunsef/('//(t C/orc'. Si ritirò quindi con sieme suo fratello Gio. Rallista e vi
col
licenza di quel prelato in una piccola stan- intraprese con (juesli una vita poco dis-
za situata solfo una scala, vicina alla sa- simile da quella degli antichi anacoreti,
grestia della chiesa di s. Carlo di Castellaz- nel rotnitorio dello della Nunziata. La
zo, e quivi solo senza trattar con altri che fama dei due solitari presto si sparse pei*
con Dio, digiunando per 4o giorni conti- quei contorni e giunse fino a Gaeta, on-
nui in pane ed acqua, e facendo fervorose de il Piguallelli vescovo di lai città l'in-
orazioni, ottenne tanto liunedal cielo, che dove in fatti
vitò a portarsi nella diocesi,
potè stendere le regole della congiegazjo- si fermarono nel romitorio detto la Ca-
ne, che disegnato aveva di fondare. Ben- tena (visitalo da Pio IX nella sua dimo-
ché non avesse mai letto regole di altri ra in Gaeta), proseguendo a vivere co-
ordini religiosi, pure furono queste sì ben me prima, colla stessa austerità e riti-
concepite ed esposte, che dipoi vedendo- ratezza, per cui e per altre sue virtù, ve-
le il vescovo ed altre persone illuminate dendo il vescovo che il p. Paolo aveva
edotte, le ammirarono ed approvarono una forza e grazia di dire la quale muo-
insieme con esse lo spirito fervoroso del veva, accendeva e penetrava, volle ben-
santo giovane. Per amore di maggior so- ché fosse ancor secolare impiegarlo in
bludine se ne andò colla benedizione del dare ss. esercizi spirituali ai seminarisli
i
Gesìi Cristo, poiché parlava di questa onde l'esortava a ricevere gli oidini sa-
con tal firvore e tenerezza, che muove- cri a meglio riuscir nell'impresa; ma il p.
va gli uililori a compunzione e alle la- l'aolo si pollò in Roma col fratello, ])en
grime. PSon contento di giovare a' suol accolto dal prelato Crcscenzi poi cardi-
compalriutli, si blese la sua carità anco- naie, e dal cardinal Corradini iì\ collo-
7
cui dimoia compi il corso teologico. Nel la [trinia messa. Seguitando egli a farlo
vuti gli altri ordini. Indi portatosi Pao- confermò con ljrevede'28 marzo fiG.
lo nel marzo 1728 di nuovo col fratello Intanto essendo slati fondali óui^ altri
a Monte Argentaro, quivi fermo il do- ritiri pres.so Vetralla e Soriano, si venne
micilio nel piccolo romitorio di s. Anto- all'elezione del preposito generale e fu
nio,dove impiegandosi tutto in procu- eletto Io stesso p. Paolo, il quale negli
rar salute delle anime, ricevè alcuni
la altri seguenti capitoli fu sem[)re confer-
compagni e gillò fondamenti del suo
i mato nell'unizio, che secondo le regole
istituto. Usciva da (piesta solitudine ogni dovea durare 6 anni, supplendo le di-
sabbaio e più volle ancora se n'era ri- spense pontificie implorate dai religiosi^
chiesto, scendeva inPorto Ercole impie- ad onta di sua ripugnanza. Anche qiu?-
gando la domenica seguente in faie la sta illustre conqresrazione fu se^no aca-
dottrina cristiana ai fanciulli, istruire e lunnie, giustificale dai cardinali deputali
confessare gli adulti. Tanto aveva a cuo- a esaminarle, e dichiarate false da Bene-
re che i fanciidli s'istruisseio nella dot- detto XIV.
Irina cristiana, sì necessaria e di tanta Proseguendo il p. Paolo a far missioni
tata dal p. Paolo, e ciò a consiglio di Pio geva la passione secondo s. Giovanni, dol-
VI che di frequente si recava alla con- cemente spirò, d'anni 82, alla presenza
tigua villetta, e nel 1846 fu visitata dal de'religiosi e del vescovo d'Amelia Slroz-
legnante Pio IX, in occasione che si re- zieri, uno piangendo tutti di te-
di essi,
cò a vedeie grandiosi abljcllinienti ed
i nerezza. Moltissimo fu \\ popolo concor-
eleganti miglioramenti del luogo, ope- so al funerale, che acclamandolo per san-
jati con gtisto e discernimento dal com- to, si procurò le sue reliquie, e fu sepol-
mendalore, ed il suo prezioso museo di to nella detta chiesa. Confermò Dio con
marmi scritti e figurati , nonché di pre- vari prodigi la santità del suo servo, on-
gevoli sculture e terre cotte dovizioso. de poco dopo s'incominciarono proces- i
Benefico Clemente XIV colla congrega- si di sue virtù per la canonizzazione. Pio
zione, pensò di provvederla di coiiioila VI a'2?. dicembre 1784 lo dichiarò ve-
casa in E.oma, ed avendo un giorno in- nerabile, Pio VII a' 18 febbraio 1821 ne
' terrogalo il procuratore generale se il p. approvò le virtù in grado eroico, ed ai
Paolo avea avuto un fratello, compagno 4 giugno 83q alla presenza di Gregorio
I
nel vivere religioso, chiamato Giovanni XVI (assai benevolo colla congregazione)
(morto nel 17G5 santamente e sepolto si posero per la terza volta alia discussio-
nel ritiro di s. Michele Arcangelo pres- ne due portentose sanazioni operate da
so Vetralla), e quando intese di sì. ripi- Dio a sua intercessione, essendo postilla-
gliò suJ)ilo: Jonnnes etPaiilus, senza di tore della causa il r.'no p. Antonio di s,
più spiegarsi. Poscia concesse alla con- Giacomo, attuale preposito generale, che
gregazione, secondo anteriore predizione nel conclave del i 846 meritò essere pre-
del fondatore, la chiesa de'ss. Gio. e Pao- scelto dal sacro collegio a suo confesso-
lo con l'annesso monastero, che i reliqio- re. A' 25 febbraio i85i Pio IX porta-
si passarono ad abitarvi 9 dicembre
a' tosi nell'interna e grandiosa cappella del
1773. K incredibile 1' intima ed amica ritirodiPvoma, giorno sacro alla comme-
relazione tra il Pontefice e il p. Paolo; morazione della Passione di G. C, fece
spesso il primo s'inlerteneva con lui ore pubblicare il decreto di un miracolo di
ed ore, e da simili conversazioni riceve- terzo genere operato da Dio ad interces-
va tanfo conforto e consolazione , che sione del ven. Paolo. Abbiamo del p.
mal volentieii si separava dal buon ser- Vincenzo Maria di s. Paolo passionisla :
vo di Dio, col quale si consigliava per Fila del ven. Paolo della Croce, eslrat-
ricevere direzione della sua anima. Op- ta da^processi ordinarie dedicala a Pio
pi-esso finalmente il p. Paolo dal peso /^/j Roma 1786. Ivi nel 1821 altra ne
degli anni, dalle fatiche e penitenze, cad- fu stampala. Un'esatta biografìa la scris-
fermò le regole e l' istituto, dopo esame II, p. 186, confermò alla congregazione
de'cardinali Zelada e Lanze. 1 patimenti la protezione della sede apostolica: e nel
e le sventure di cui fu gloriosa vittima i8o3 a'20 maggio, col breve Qniim, lo-
P AS PAS 277
co citato l. la, p. 'j-3, provvide agli uf- tello clie scende fino alle ginocchia; nel-
lizi vacaiili. Si professa in (jiieslo istituto la parte sinistra di questo e in (juello del-
la vita mista, [)oicliè i religiosi debbono la tonaca portano i sacerdoti ed i chie-
attendere alla propria santificazione ed rici una targa di panno nero in forma
a fpiella del piossiaio. Dopo un anno di di cuore, sulla quale vi è altro cuore so-
noviziato fanno professione de' voli sem- vrastalo da croce, l'uno e l'altro formali
plici, di povertà, castità e obbedienza, cui con filetto bianco, avente dentro queste
aggiinigono il 4-° di promuovere ne'fe- lettere : Jesu Api Passio, con sotto Ire
deli la divozione alla passione di Gesù chiodi, il tutto eziandio di filello bianco.
Cristo, ed il giurainenlo di perseverare Di (pieslo cuore si fregiano i professi, ed i
nella congregazione, da cuie dai voti può laici o conversi lo portano solo nell'a-
dispensare il preposito generale, col pa- Lito. Incedono scalzi coi soli sandali : in
rere e voto de' due consultori generali, casa sacerdoti usano berretta chiericale,
i
diri provinciale e del superiore della ca- fuori adoperano il cappello con gran fal-
sa nella quale trovasi il soggetto che deve de alzate nelle parli laterali. Quando non
esseie licenziato. Osseivano vita comune sono infermi, dormono vestili su sacco-
erigorosa povertà, onde non possono [)0S- ni di paglia e fanno uso di sudari di la-
sedere beni stabili né peculii partico- , na, non essendo permessi que'di lino che
lari sono loro solo permessi gli orli e
: nelle malattie, ne'viaggi e nelle missioni.
qualche pezzo di terreno contiguo ai loro Questa btnemerita ed esemplare congre-
ritiri.Vivono perciò di liniosine mendi- gazione conta molti religiosi che fiuri-
cale massime in tempodelle raccolte, seb- runo in santità di vita,dollrina e dignità
bene possano ricevere limosine assegna- episcopale, come da ultimo i vescovi di
te in perpetuo dai divoli ; ricevono solo Nicopoli e Civita Castellana (^.), oltre
messe manuali e avventizie non legali , il ven. Fincenzo Maria Strambi vescovo
missioni in Bulgaria sulla riva destra del sale il monte da tre parti, che tutte fan-
Danubio, nell'Oceania e in altre parli del no capo a Rocca di Papa da Frascati :
mondo, sotto la congregazione di propa- perla valle Albana e la selva della Mo-
ganda fide. L' abito dei passionisi con- lara da Frascati e Marino per la selva
;
rono un nmiilo. Fu dala al ven. l'aolo, ed 1672. A premura del cardinal Ilouvard
il cardinal York la riiabbricò nel 1783, de'duchi di Norlfnlk, Clemente X la con-
in lui alla casa pei passionisti (nel 1777 cesse ai domenicani irlandesi, o meglio
come si legge nel pavimento del i." pia- inglesi, che vi restarono fino al iG()4, e
no e compì ), dedicandola come l'antica mentre vi dimoravano Alessandro Vili
.°
alla ss. Trinità quando la consagrò il i eresse la chiesa ed il tnonastero in abba-
ollobre 1784- L'edilìzio è difeso da 3 zia, in favore del nipote cardinal Pietro
parafulmini. JN'el refettorio, già parte del- Ottoboni. Avend(j (piesli rinunziala l'ab-
l'antica cbiesa, sono due iscrizioni cele- bazia nel i(k)7 agli 8 settembre, Inno-
branti il re Carlo Emanuele e la ven. Ma- cenzo XII accordò la chiesa e il mona-
ria (Clotilde sovrani di Sardegna, non clie stero alla congregazione della Missione^
Maria Luisa già regina dEtruria, per- falche Clemente XIV la die ai passioni-
chè visitarono luogo e si fermarono nelil sti nel 1773. Erudite notizie su cpiesta
icfellorio. Gli avanzi dell'antico tempio chiesa e casa riportò il Piazza nell' Eu-
( cui le popolazioni a-scendevano per la sevologio romano trai, il, cap. i3: a
strada in parte superstite con grossi sel- quelle poi che descrissi nei citali luoghi
ci ove si vedono le lettere incise V. N. aggiungerò, che i passionisti miglioraro-
yiac JYuiiiinis) sono sepolti, cos'i il suo no l'edifizio del monastero, e abbelliro-
mosaico: il ritiro è circondato da grossi no la chiesa detta anticamente basilica.
massi appiirtencnli al delubro, allii es- Quanto agli altari, il s. Francesco di Sales
torno all'annoso e amplissimo albero ve- martiri Stellitani li dipinse Melani ; s. Sa-
ramente pilloresco, sui cui rami i fore- turno o Saturnino, il Cenefial; l'altare
stieri talvolta sogliono mangiare. I buo- maggiore isolato è disegno del Feirari, co-
ni religiosi praticano cordiale ospitalità me la tribuna con dipinti di Circignani,
a chi sale per questa elevata cima. Ma- Triga, Barbieri e Piastrini; s. Vincenzo
gnifica, sorprendente e deliziosissima è la de Paoli lo colori Scko^vilz; l'Assunta for-
veduta, scorgendosi perfino le punte più se il Torelli;la conversione di s. Paolo
alle della Sardegna. Trattano di questa ed il s. Giuseppe sono pittuie del i\Ie-
utilissima congregazione i! p. Annibali da lani. Cello è l'organo, sorretto da due
Lalcra, Coinpciidio della slor. degli ord. colonne di marmo bianco e nero; rimar-
rclig. par. 3, p. 268 ; ed il Capparroni, chevole il monumento sepolcrale del car-
Raccolta degli Ofdini religiosi p. 5 1, ri- dinal Lilla, scultura del comm. de Fa-
portandone la figura. A Chiesa de'ss. Gio. bris. Tanto nella casa che ne' giardini
E Paolo, l'ho descritta posta sul Monle annessi esistono molti monumenti anti-
C('//o, presso il famoso tempio di Claudio, chi, meritevoli di venir considerati.
e foi se la Curia Osliliaj dicendo pure PASTORALE. F. Bagolo pastora-
che nel monasteio abitarono monaci di i le, Ferula, Croce pontificia. Croce a-
s. Pammachio con regola di s. llarioue o STATA, Quest'insegna d'autorità propria
di Girolamo; eretta in collegiata di
s. (\t\>esco'^'i, simbolo di giuiisdizione e di
canonici nel 1216, dipoi Nicolò V, ad i- potestà come Pastore ( F.) delle peco-
slanza del cardinal Latino Orsini, nel relle, non viene dal litnOy ma àApedoj
i4^"» vi sostituì ai canonici i Gesuati; per dire vescovo si diceva virga pasto-
sopprcisi nel 1 GG8 da Clemeule IX, questi ralis. 11 pastorale si porla colla mano si-
PAS PAS i7»)
iiislra come più vicina al cuore, e la par- no dopo la sua traslazione da altra sede,
te curva si volta verso il popolo nelle ; con la quale partecipa la sua elezione u
messe de'morti non si adopera. Si bene- fa precedere la sua andata in diocesi, se
iIìlc dal coDsagranle e si consegna con già in essa non risieda, ed eleva per la
formola al nuovo vescovo nella sua con- prima volla la sua voce pastoiale al di-
sagrazionc, che riportai a Bagolo pasto- letto gregge commesso al suo governo e
r.ALE. Veniva tolto a chi si toglieva il Cina. Le lettere pastorali le fanno anche
vescovato; i vescovi lo portavano anche gli abbati mitrali e gli abbati commen-
ne'concilii. Il pastorale per privilegio l'u- datari iiiillius un esempio lo
dioecesìs:
sano gli abbati (però con velo pendente riportai nel voi. XXIII, p. iSq ne ho :
a distinzione de'vcscovi, secondo le leggi Iella una del i83j del prefetto apostolico
ecclesiastiche e il decreto della congrega- della Martinica, nel 8 jo divenuta se- i
usato dai soli vescovi e da alcuni sacer- nioroso, avvertendo con parole e senten-
doti orientali. Del pastorale dei vescovi ze di pastoie zelante e sollecito della sa-
greci parlai ancora nel voi. XXXII, p. lute dei diocesani suoi figli. Osserva il
signori secolari nel dare i possessi delle novelli vescovi con iscrivere al clero e
cose e le investiture, anche delle chiese e popolo diocesano. Con la lettera pastora-
benefìzi ecclesiastici, solevano darle per le il nuovo pastore annunzia al pro[irio
i'irgam ovvero per baciilurii, nonché per gregge la dignità cui è slato innalzalo
anriliun,a\lìa insegna vescovile. Del pa- per benignila del Papa, e destinazione
storale e altre insegne cui si adornano gli del sovrano, se questi per concessione del-
stemmi de'vescovi, vedasi il seguente ar- la sede apostolica gode il privilegio del-
ticolo. la nomina o presentazione, ovvero per ele-
PASTORALE, Epìstola pasioralis. zione di (|ue'pochi capitoli che ne godono
Lettera che il nuovo vescovo indirizza il pontificio indulto. Dichiarala pochez-
al clero e popolo di sua diocesi nel gior- za di sue fjrze, in confi onlo della gravez-
no della consaj^razioue, o qualche gior- za e peso foriuidabile del vescovato, quin-
28o PAS PAS
tli pieno di /iilucia confida nel possente argomenti ed oggetti diversi. Noterò an-
aiuto e lume della divina misericordia, cora che ne' frontespizi delle pastorali
,
per guidine nelle vie della salute il gi"eg- si leggono questi titoli: Jtpislola naslo-
Padri, e le parole dello stesso fondato- croce con quelle sbarre o traverse, die
re della Chiesa Gesù Cristo. Termina la notai nel voi. XVllI, p. 11^ e 262: il
lettera pastorale, con raccomandarsi alle cardinal decano avendo l'uso del pallio,
preghiere di tutti, a Dio, alla Beata Ver- come vescovo d'Ostia e Velletri, adorna
gine ed ai santi patroni, perchè anco^-a con quello la parte supeiiore dello stem-
conservi e prosperi il Pontefice e il pro- ma; altrettanto fanno molti di quelli che
prio sovrano (talvolta vi si comprende il hanno l'uso del pallio. Inoltre questi stem-
vescovo che lo ha consagrato), e lo ren- mi si adornano con la mitra, il pastorale
da degno pastore, compartendo ad ogni e altre insegne, corone, manti, epigrafi,
ceto, con pienezza di paterno affetto la croci di decorazione, rami di palma e oli-
sua pastorale benedizione. 11 Sarnelli, vo, lìgi^ire di animali e altro, ed i vesco-
Memorie degli arcivescovi di Benevento, vi sovrani vi pongono anche la spada.
p. lyS e 184, riporta due lettere pasto- Incomincierò con alcuni esempi di titoli
rali del cardinal Orsini, poi Benedetto latini, perchè così stampate le pastorali,
XIII, una alla sua diocesi di Cesena per indi produrrò quelli latini e italiani, cioè
la sua traslazione a Benevento, l'altra a pastorali che furono pubblicate ne' due
rpiesta provincia ecclesiastica per la sua idiomi, e terminerò con quelli italiani ; e
esaltazione a metropolitano della mede- questi esempi potranno servire per l'ar-
sima. I vescovi che sono consagrati in ticolo Vescovo {V .).
Piuma, pubblicano la loro lettera pasto- Ferdinandus Minucci Dei et aposto-
rale eoi tipi romani nel giorno di lorocon- licae sedis gratta archiepiscopus Fio-
sagrazione, con data fuori di quella porta rentinus, SS. D. N. Leonis Papae XII
della uà che conduce a Ila sua diocesi; in-
ci proelatus doniesticus et pontifìcio solio
dil'umilianoal Papa edispensaiioal sacro afsìslens, nec non sacri rotnaid iniperii
collegio, alla primaria prelatura, ed alla prinreps. Venerahilibus fratribus, dile-
famiglia intima pontifìcia, per cui sono ctissiniisJÌUis, dignitatibus et canonicisj
possessore d'una preziosa collezione di let- clero, populoque suae civilatis ci dioecC'
per divina misericordia patriarca di Ve- lazzo di nostra residenza il giorno sacro
nezia e primate della Dalmazia, gran alla gì. Assunzione di Maria ss. 5 agosto 1
dignitario, cappellano della corona del I 83o. ^^ì'. F. cardinale vescovo di Por-
regno lombardo-veneto, a tutto il clero e to, s. llulìna e Civitavecchia. Noterò, che
popolo della città e diocesi di Venezia. nelle pastorali de' cardinali de Gregorio
Grazia e pace a voi da Dio Padre e e Fai za cappa, che successi vainenle Gre-
dal IV. S. Gesìi Cristo. Dal palazzo ve- gorio X\'l Iraslalòalle sudilelle chiese, le
scovile di Ceneda questo dì 26 agosto date sono, Dabani Roinac e Da tuia Ilo-
1 827. -^ Jacopo patriarca. Philippus — mae, sema ['extra portam, slWe che prò-
Jndice Caracciolo e congregationis ora- babilmenle usano i vescovi di Porlo (V .),
torii s. Phdippi Nerii, Dei et apostolicae perchè l'antica loro diocesi estendevasi
sedis gralia, archiepiscopn^, et patricius in una parte di Ilonia. Abbiamo di Fr,
IWapolitanus. f enerabilibits frairtbus, G. A. di s. Alberto, Lettere pastorali,
dileclisque fìliis, capitnlo, parochis cae^ Roma i7()3 in 4 volumi.
terisque, omnibus in sortem Domini vo- PASTÓRE (s.), abbate. V. Peme.ne o
catis, salulem in Domino sempilernain. Pastore (s.).
che di gemme anulari, con unao più pe- deli che avessero per essi docilità, som-
corelle, come liportai in vari luoghi, a missione, confidenza, da cui sono carat-
Calice, e nel voi. XXXIV, [). H, io e terizzale lesue pecorelle. 1 vescovi, come
16. Sui simboli del buon pastore e delle pastori del gregge cristiano, si servono
pecorelle o agnelli (de'fjuali parlai pure del pedo, o sia bastone o verga o bacolo
u Pasqua), scrissero Ikionarroli ueT'elrij pastorale j ed a Pallio parlando del buon
il Vetlori nelle sue Gemine illustrale; il pastore, dissi perchè sì forma con lana
Cosladoni nella Disseii. sul pesce p. 3 i4> di agnello, e che ne sono decorati in se-
presso il Calogerà t. 4ij P- 3i4;ed il p. gno della pastorale loro carica. Anche t
l*aoli nella Disscit. de patena, de cali- parrochi deputali alla cura spirituale del-
cibus et de iniagine Boni Pa<:loiis in leanime, da alcuni (confutati dal Nardi,
ei sculpi solita, INeapoli i']^'^- L"'imma- De' parrochi) sono denoLuinati pastori, e
gine del Pa>tor buono in vaiie forme fu le [ìiccole parrocchie di Olanda e dei
adoperala in delti monumenti per memo- Paesi Bassi, si dicono pastoralij così al-
ria dell' incarnazione, per simbolo dilla trove; anzi il nome dì pastori se lo ap-
risurrezione, per rincoramenlo de'fedeli, propriarono i falsi ministri della pretesa
in atto melanconico per aver perduto la chiesa riformata. Il Nardi, De'parrochi,
pecorella, o giulivo con essa sulle spal- lungamente parla di quanto riguaida
le conducendola all'ovile do[)o il ritio- questo argomento, dicendo pure, che s.
\amento; con cento pecore, figura di lut- Germano [>alriarca dì Costantinopoli in
to il gregge; tra due pecore, esprimenti senso mistico chiamò pastori i diaconi:
Gerusalemme e Betlemme. Le pecore e talvolta lurono chiamati pastori gli ab-
gli agnelli ne'medesimi monumenti an- bati, siccome fanno 1' uflizìo di pastore
tichi si vedono vicini ad un edilizio col sopra moir^ó, e pastore leabbadesse/y^tt-
i
f^ioiialo neli.i guerra nanla. Un gran lui- omaggi al Messia, come respiritu;de de-
mero di contadini e di pastori, ingannati gli uomini, se ne tornarono alle loro greg-
dalle sue persuasive, che Gesù Cristo il ge, glorilicando e lodando Dio. Cos\ il
luce chiarissima rispleudè intorno a Io- li, almeno sino alla metà del secolo IX,
le, ma l'angelo disse loro: Non lemeU'^ stessi infedeli, e reputati per santi. Pre-
ptrciocclùi io vi reco una buona nuova, tendono gli spagnuoli, che intorno al 9(30
che sarà di allegrezza grande a tulio il fossero trasportati a Ledesma; ivi certa-
popolo j e questa è che oggi nella città mente hanno cullo, come pur lo hanno
di Davide e nato il Salvatore, che e il in Francia, nella Sicilia e in altri luo-
Cristo. Ed ecco il contrassegno al quale ghi. Diverse erudizioni sui pastori chia-
lo riconoscerete. Troverete un bambino mati dall' angelo (che comunemente ere-
fasciato, giacente in una mangiatoia. desi r arcangelo Gabriele) al presepio ,
JE di subitosi uni all'angelo una molti- riporta il Cancellieri, Notizie del Nalale.
tudine di spiriti celesti che lodavano Dio Abbiamo del p. Trainili, De paHoriLus
e dicevano: Gloria in excelsis Deo {f^.), vocatis per Aui^elum ad praesepe, i\Ies-
cioè, Gloria a Dio nel piìi alto de'cieli, sanae ly-zs, P. Carlo Francesco Gi- di s.
e pace in terra agli uomini di buona vo- rolamo, Pensieri divoti, intitolati, tre Pa-
lontà. Poiché gli angeli si furono parti- stori, tre Re, tre fJambini al s. Presepio,
ti, stupefalli i pastori dissero tra loro : Siena 168G. P. Trombelli in t. 3 Pitae.
passiamo sino a Dellemme, e vediamo B. I iig., diss. '2 0: De Angelo pastoribus
<]uanlo è avvenuto e che il Signore ci ha Cìirisli orlmn nuntianle, defpie pastori-
mauifcslalo. S'incamminarono aduutjue bus ipsis. Di questo annunzio figurato ,
,
\ol. IX, [). ly, secondo Innocenzo HI, De ciò di Ottone IV; indi nel i^ao l'im-
iiiysl. Jì/issdc lib. 2, e. 2. peratore Federico II, nello sleiso gioiiio
'PATAUA o PATEREA.Setle vesco- che lo coronò Onorio III pubblicò un ,
vile di Licia, sulìiaganea della nieliopoli famoso editto, in cui tra le altre cose si
(li Mila, creila nel IV secolo: avea un legge: Cazaro';, Patareiios, Leonistas
jKii lo e tnolli templi, (la i quali il celebre Speronistas, Arnaldistax, Circunicisos,
di Apollo; \i uac'jue s. Nicolò arcivesco- el atnnes liaerelieos utrinsqiic sexus , quo-
vo di ìMira. Uipoita, oltre s. IMelodio, 6 dunque nomine eenseantiir , perpetua
vescovi ì'Oricns dir. t. i, p. 977. Pale- (hvnnanius infamia, difTidamua , atque
rea o Patata, Palaren, è nn titolo vesco- hannimus. Quelli che sono qui cliiamati
vile in parlibus sotto IMira, e Pio IX nel gazari, furono gli stessi che calhari, i
rio apostolico di Hu-c]uang nella Cina. rini, anzi sotto nome si compre-
questo
PATAUINI o PATElllNI. Eretici del sero che allora infesta-
tutti gli eretici
secolo XII, così chiamali o perchè deri- vano la Chiesa di Dio ; ne presero anche
vanli da Pulara, o dall'erelico Paterno vari altri, secondo capi, come bidgari, i
sU'r,\ti quali credevano bastar recitare per Italia alcuni semidei manicheismo, ere-
Salvarsi, od anche dal Ialino pnti^e'ioèsoi'' sia non mai estinta nell'oriente, e allora
cuzioni per sostenere la verità. Sull'eti- furba, ipocrita, che con mille inganni co-
mologia dei paUirini eruditamente scris- priva rem[)ia sua dottrina, che fatalmen-
se il IMuralori ; e sopra il titolo (\\ pala- te si propagò pure in altre parti d' Eu-
lina, una dissertazione il Garampi, Me- ropa, spargendo per tutto il suo impla-
morie, p. i65. Si credono derivali o si cabile odio contio i sacerdoti cattolici e
(,'onfuseio cogli albigesi e valdesi. Nell'I- la loro autorità. Roma, Vilerbo, Orvie-
talia, e specialmente nella Lombardia e to e la Pioinagna ancora ne fingono in-
in Milano, professavano i patarini \\nta- festale, onde contro di loro energicamen-
iiicheisnio , con a Uri errori dei gnoslici^ te procedette la inquisizione, ed i dome-
allo disprezzo e fiera avversione contro nicani ne furono zelanti propugnatori.
i sacerdoti e pastori della chiesa cattoli- Fra i Papi che si distinsero nello zelo per
ca, né volevano riconoscere in loro alcu- estirpar questi eretici, vanomiuato Inno-
na autorità, condannando il matrimonio; cenzo III.
per questo un tempo si chiamarono pa- PATENA, Patena. Vaso sacro a so-
tarini quei cattolici che lo riprovavano niigliatiza di piattello, che serve a cuo-
ne' chierici che mal sollrivano le leg- prire Calice (^F.), edè della slessa ma-
il
PAX PA T 285
eli lama vnsi (ìlscns, e nell'Ordine romano de, in occasione dell'esequie di sua ma-
patina, cioè [)iatlcIlo. E' necessaria pei- la dre s. Elena, donò alla Chiesa dei ss. lìJar-
dissi a Calice; e s. Zedlrino Papa <Iel loS Silvestro I le donò una patena dargeii-
ordinò, che le patene non fossero piìidi to di IO libbre, la quale mentre il sacer-
legno, ma Dal qual decreto, di-
di vetro. dote distribuiva l'ostia consagrata al po-
ce il Belici ni, restò ordinato, che sopra polo, era sostenuta da due ministri; oltre
tali patene portate dai suddiaconi avan- 3 altre patene, ?, di libbre io l'ima, l'al-
ti i sacerdoti, questi terminato il sagri- tra di 5 e dorata. Papa s. Sisto 111 donò
iÌ7.io del Pontefice, vi mettessero il pane alla Basilica Liberiana tre patene di ar-
consagrato per distribuirlo al popolo Che gentodi libbre 6o.Nel5ct5 rimperaloie
i calici nel secolo i." delle pei sedizioni (iiiislino I regalò al Papa s. Giovanni I
fossero di vetro, lo afTerma Tertulliano una patena d'oro ornata di preziose gem-
presso il Baronio che , il quale riferisce me, del peso di 9.0 libbre. Alla liasilica
tale uso durasse sino ai tempi di Carlo Lateranense s. Gregorio li olhì un calice
INIagno, cioè sino al secolo IX, poiché nel d'oro gemmato di libbre 3o, con patena
concilio di Picims fu proibito il calice di d'oro di libbie 28 e mezza; e s. Grego-
vetro, pel pericolo clie vi era del rom- rio III un calice di argento di libbre 2(),
persi. Anticamente la patena era mollo ed una gran patena d'oro gemmala di
pi il glande di quella che si usa in oggi libbre 20. Adriano I donò alla basilicri
,
olire l'Anastasio, che CostanlinoiI Gran- poiché al dire di Durando per la sua ro-
2.ÌG PA T PA T
ttjiidifìi è sinil)ol() della cleinilà; laonde care la patena con sponga piccola, la qua-
come si lcf;ge in un antico codice dulia le c\\\;\n\ano sanctam .<.y;o//^'/i'///i, conser-
messa, il siiddiacono ptJila la patena col- vandola dentro il cor[)orale piegato. An-
la (k'sira, por denotare la eerl;i speranza che \\ Papa nei pontificali usa l' asterisco
della gloria futura e della vera allegrez- o stella, come dissi nel voi. IX, p. 9,8.
73, avendo poco piinia portato nella si- (ili aiuieni in luogo della patena ado-
nistra il calice, simbolo dei patimenti di praiio un altro calice, in cui compongono
questa vita. Per la slessa ragione dal sud- il pane per la consagrazione. Sul rito ili
diacono si lascia di so.slener la patena Jicl- usare la [)alena nella messa, vedasi Diclich,
la messa dei eh l'unii ,
perchè in questa Dtz. sac. Ut., in Patena.
devesi escludere ogni segno di allegre?,- PATERÌMLLTO (s.), martire. Egi-
z.a. Nelle messe privatesi nasconde la pa- ziano, uomo di rara dottrina e di gran-
tena sotto il corporale, perchè i misteri de cslimazionejai quale Eusebio e s. Pan-
divini devono celarsi. Innocenzo 111 in- filomand.uono la loro apologia di Oi i-
segna, che la patena involta nel velo, ov- gene. Fu brucialo vivo per la fede al
vero nascosta sotloii corporale, denota la leinpo della persecuzione diOalerio Mas-
Ioga tlegli apostoli in tem[)o della passio- simiano, insieme con Peleo, Nilo ed E-
tu;scoperla poi e consegnata al sacerdote, lia, ch'eiano anch'essi come condan-lui
dimostra come Cristo risuscitato richiamò nati alle miniere di Palestina. Se ne ce-
il suogregge disperso. Quando l'accnlilo hfbra la memoria
il giorno iq settembre.
S()leva tenere la patena involta, questo la In Roma una chiesa sacra a s. Pa-
eravi
eon'^cgnava al suddiacono al principio del termuzioo Patei'uiullo, ove ora è il cjau-
canone, il quale la passava al suddiaco- slro degli Ebrei (^ .).
no regionario quando si cominciava il PATERNI ANI. Eretici del IV secolo,
Pater noster : giunto poi il celebrante ch'ebbero per capo Paterno di Paflago-
alle parole, ah oi/uii tiirhatìone, l'arcidia- nia. Sostenevano che il demonio aveva
cono la piendeva dalle mani del sud- crealo la carne e lutto ciò ch'era visibi-
diacono regionario per consegnarla al ,
le; condannavano il matrimonio, e si ab-
secondo diacono. Tutte queste cerenio- bandonavano perciò a tutte le volultìi
nie, spiega l'Amalario, denotare le dili- carnali, credendo di non commettere al-
genze usate dalle donne e dai discepoli cun peccato, purché impedissero la gene-
Giusepj)e e Nicodemo intorno alla sepol- razione.
tura di Cristo : conforme a questo senso PATERNITÀ', Paternitas. Titolo che
allegorico, s. Germano è di parere, che sidà ai religiosi, e si dava anticamente
la patena significhi il feretro sul quale anche ad altre persone costituite in di-
lu portato alla sepoltura il corpo di Cii- gnità, come ai sacerdoti, convenendo loro
sto. INel giovedì santo in Lione si ri[)o- il titolo di padre. 11 Parisi, Istruzioni L
neva corpo del Signore fra due pate-
il
3, p. 4'^j parlando del titolo Paternità^
ne, e visi univa il testo degli evangeli, dice convenirsi già ai vescovi e abbati ,
racchiudendosi tutto fra due scodelle di ch'esercitavano autorità sopra i loro sud-
argento. 1 greci sopra la patena pongo- massime nei tempi di mezzo, chia-
diti,
no una stella, asteriscns , in modo di cro- mandosi padre ogni superiore. Il Sade-
ce, per sostenere allo il velo, acciò non lelo trattò di Paternitas reverenda, mg.'
tocidii il pane preparato, figura della stel- du Più vescovo di Riex. Il Vannozzi ri-
la dei magi che posò sul presepio, come ferisce essere il titolo di Paternità pro-
siraccoglie dalle parole che pronunzia il prio dei frali che usano il cappuccio; e
sacerdote nel depoire la «Iella sulla pa- che i cardinali dovrebbero trattarsi col
tena. Sogliono ancora neltaic e nurili- Fraleniilà, perchè danno al Papa il li-
e
PAX P AT 287
(olo di padre. I religiosi nionnci ed i chie- falsi fratelli,! quali avevano irritalo con-
rici regolari , dice il Parisi, binmano il tro di lui alipianti vescovi della provin-
titolo di Rivcrenzajmn il Bembo die l'o- cia ; ma il timore di veder rinnovellare
stra palernilù a Fascitelio monaco cas- le discordie, lo indusse a ritirarsi tra i
sincse, lasciando il Don. II Tasso scrisse francesi, e finì i suoi giorni fuori della
all'abbate Grillo beiicdcttiiio, K'oslrn pa- città di Vannes, verso l'anno .Iij!). La
ternità e vostra signoria, anche senza il sua festa è segnata il i5 d'aprile.
Don. Il ic di Polonia nel i58r, scriven- PATER INC) (s.), vescovo d' A vranchcs.
do al cardinal legato, nella mansione e Nacque a Poitiers, ove suo padre teneva
nel corpo fece Paternitas veslra reveren- un ragguardevole
DO ufìizio. Allevato nelle
dissima jco%\ anche l'imperatore. Al pre- massime della pietà cristiana, abbracciò
sente i cardinali danno ai generali degli in eia giovanile lo stalo monastico nell'ab-
ordini e con"re£;a7Ìoni reli''iose il ll.mo bazia d'Ansion, detta poscia di s. Jouin,
Padre, F.ra Palernilù lima, di /^.ra nella diocesi di Poitiers. Dipoi per avan-
Paternità R.rna j così agli abbati gene- zar sempre più nelle vie della perfezione,
rali. Ai procuratori generali religiosi, .17o/- rilirossi nella foresta di Scicy, nella dio-
za che si contrae tra colui che battezza ^'aldo vescovo d'Evreux ed il santo pre-
o cresima, con colui che riceve questi sa- te Aroasle, i quali vivevano anch'essi nel
gramenli. F. Padre e Padrino. deserto di Scicy. Riuscì a far demolire
PATKRxNO o PADERNO (s.), vesco- un antico tempio dogi' idolatri eh' eia
vo di Vannes. Nacque nell'Armorico cir- stato in grande venerazione presso gau- i
santità lo lece dipoi eleggere a superio- rarono al seggio episcopale d' A vranches,
re dei religiosi di (juesla contrada, ove e goveinafa per i3 anni la sua diocesi
fondò dei monasteri e delle chiese, una con n)olla edilìcazione, morì verso il 5G j,
delle quali fu chiamata dal suo nome il giorno medesimo che s. Scubilione.
Llan-Patern-Vaur.Voi\.a\os\ a trovar Furono ambedue riposti nell'oratorio di
suo padre, eh 'erasi ritirato a condiu" vita Scicy, che divenne una chiesa parroc-
solitaria in blanda, pacificò ivi due re chiale della di s. Paterno sul mare. La
che si facevano guerra sanguinosa, e ac- festa di s. Paterno vescovo d'Avranches,
compagnò di poi Davide a Gerusalem-
s. che alcuni autori malamente confuselo
me, ove fu consagrato vescovo da Gio- con quello di Vannes, si celebra a' 16 di
vanni 111 patriarca di questa città. Ri- aprile, ed esso è protettore di molle chie-
tornato nel paese di Galles, vi dimorò se di Normandia.
(jualche tempo; poi ripassò nell'Armo- PATERNO (s.), monaco. Nato nel ter-
rico e divenne vescovo di Vannes. Edi- ritorio di Coulances, mostrò fino dalla
ficò un monasteio vicino a questa città; sua giovinezza un sommo ardere nella
diede belle prove di sua dolcezza e pa- pratica della povertà, delle umiliazioni,
zienza, ponendo in non cale gli oltraggi e nclloausterilà della penilcnza Lasciato
che gli furono (ulti per upcia di alcuni il monastero di s. Paterno d'Avrauclies,
288 PAT PAX
in cui orasi illiraln, pass?) nlc.iin tempo ili giorni (Iella Cliit'<;a, e pieclsninenle come
quello (li s. l'iclio i\'\ oiiik;, n('lla (rKjccsi o^^i bi lecila, fi)rn)(j una parie piinci[)ale
di Sens, e poscia si ritiri» nell'altro poco del culto piiliblico, onde li'ovasi in tnllcle
Jontano di s. Pietro il f ivo. Gh onori ciie lihnt^ic e lingue; e tulli i fedeli l'iianno
le sue virili gli meritarono, lo indussero senipreavula in uso e nel massimo rispet-
a lasciare questo monastero per tornare to. Oltre un brevissimo proemio, l'orazio-
a quello di Yonne, quivi spelando di vi- ne domenicale conlienc 7 petizioni; lepri-
veie piìifacilmeiite nell'oscurità ; ma non me 4 sono dirette ad ottenere il l^ene ;
vi giiuise, essendo >talo trucidalo nella le idiime 3 ad essere liberati dal male,
foresta di Sergincs da alcuni ladri, cli'egli Oiianlo al bene, prima chiediamo quello
si era posto ad esoilare perchè' mutasse- clie termina direltamenle nell'onore di
10 vita. Si colloca la sua morte circa il Dio, poi il sommo bene nostro; quindi
726. l'agli fu onorato come martire, e le il melilo per conseguirlo; inoltre le gra-
Rue relicpiie furono portale nel X secolo zie per l'acquisto del merito ci beni tem-
al monasleio di s. Salvatore di Bray sul- Quanto al male, prima doman-
porali.
la Senna. E menzionalo nel martirolo- diamo che ci sierio rimessi peccati, di- i
gio romano a' 12 di novembre. poi l'aiuto per non caderci di nuovo; fi-
PATER.NOSTER, Paternostro, O- naimenle la liberazione da ogni male
rnlio Dominica. Orazione dei cristiani temporale ed eterno. Una bella spiega-
insegnala da Cristo, che per eccellenza è zione del proemio del Paternoster e del-
anche chiamata orazioìie domenicale ,
le 7 petizioni si [)uò leggere nel eh. can,
della così, perchè comincia colle parole Eronziioli, Islitnz. cattoliche,^. 70 e seg.
Pater iioster, padre nostro. Paternostri I cristiani cattolici congiungono ordina-
si dicono ptu'e le pallottoline maggiori riamente alla orazione domenicale la sa-
del Rosario {^F .) e della Corona divO' lutazione angelica i\eUnVy4ve3Iaria[P'.),
zionale (^.), a distinzione delle minori, Osserva il Ga-
e l'inno G/0/7V7 Patri^F.).
che si dicono Avemmarie , ed anche si rampi nelle lìJemorie, p. ?.o3 che nel ,
prendono per tutta la corona. Gesìi Cri- 12G8 già erasi introdotto l'usodi accop-
sto ammaestrando ed esortando suoi di- i piare la salutazione angelica colla reci-
scepoli alla orazione, disse loro, quando tazione dell'orazione domenicale, di che
Toi pregate, dite così Pater nosler qui : scrisse pure il p. ^lix\ì\\\on,Praef.inacta
es ili coelis, ec.Quesla preghiera, esivat- ss. ord. s. Bened., saec. V, § 119. II p.
ta dal santo cvangclo, è slata insegnala Chardon, Storia dei sagr.
44i •'• t. 1, p.
a viva voce da Gesù Cristo agli aposto- porla la spiegazione della oiazione do-
li , e perciò dicesi orazione domenicale, tnenicale, deil' antico messale gallicano.
E indubitatamente la piìi eccellente di Per le indulgenze concesse alla recita del
qualunque altia orazione, per la dtgni- Pater Noster, Ave Maria e Gloria Pa-
là del suo autore di vino, e per la sapicu- tri, vedasi la Pvaccolta delle indulgenze.
za di lui cheha sapulo in pochissime pa- La Dlessa (F.) in principio si compose
iole riuniie quanto di necessario e di u- della consagrazione e del Pater noster.
tile possiamo desiderare e domandare a Questa orazione nella Chiesa si recita eoa
Dio, per la felicità nostra temporale ed diversi riti ed in Ire modi nelle sagre
eterna, e l'ordine con cui devesi doman- funzioni; cioè segretamente, con voceal-
dare. I più antichi padri ne fecero i più la, sottovoce o con voce chiara: il i.
concordia ed il cristiano consenso nel chie- dell' ostia nel calice, che ricuopre colla
dere le grazie del cielo, che però s. Be- patena, e fatta la gcnullessione, dice il
nedetto ordinò ai suoi monaci, che re- confratlorio o antifona, quindi sotto voce
citassero questa orazione sempre ad alta oremus, ed a voce chiara il prologo alla
voce in tutte le ore, per denotare la fra- orazione domenicale: Praceepti"! saluta-
terna concordia e sradicare le spine del- rihus monili et divina insti tutioite formati
si recitava ad alta voce, per essere tìgura il panem nostrum, in vece di quolidia-
sere slata dedicata al Salvatore autore stico. Inoltre la stessa chiesa recita l'ora-
della orazione. Finalmente il 3.'' modo zione domenicale dopo quella del sini-
to, lo esortò a recitarla Auolle ocitlos : rationis Donnnieae apud veteres chri-
te al giorno. 11 Zaccaria nelle Dissert. trat- Firenze 1828. Bleton, Oeuvres comple-
ta, quando s' incominciò a premetterla te s savoir: Traile sur le Pater, Ave et le
al mattutino, ncJ t. 2, diss. 6 Si espon- : Credo, ec, le s. Bosair, ec, Lyon i835.
gono e s'illustrano i vari usi ai quali la Essendo Pio VII nel i8o5 in Parigi, e
Chiesa applica VÀve Maria. Anticamen- visitando stamperia imperiale, vide che
la
te dopo
Pater noster della messa da-
il i I 5o torchi stampavano l'orazione do-
masi il perchè non si ri-
bacio di pace : menicale in altrettante lingue, cioè 4^
sponda Amen, al per omnia saecida sae- dell'Asia, 73 dell'Europa, i3 dell'Afri-
culornm che precede l'orazione, nel gior- ca, e 18 dell'America, conquesto titolo:
no di Pasqua al Papa, lo dissi nel voi. Ma rcel O ratio Doni in ica CL lingu is ver-
,
IX, p. 27. Nella chiesa ambrosiana il sa- sa, et propriis cujusque lingiiis caracle-
VOL. II. '9
:igo PAT PAT
vibiis expressa, Parisiis i8o5. Dipoi il tossi a Lucca, ma appena giuntovi, ag-
celebre tipografo Bodoni nel 1808 pub- gravatosi il male, morì di anni più di 80.
blicò questa orazione, in cui oltre i det- Fu sepolto nella chiesa dei domenicani,
ti caratteri, trovansi di più il caldeo, il si- dove tuttora alla di lui tomba se ne vede
liaco, il fenicio, il palniireno, il bracina- l'eOigie, colle insegne di sua famiglia.
iiico, il nialabarico e sanscrito, il tibeli- PATRASSO^ Palme. Città vescovile
cOjilgiorgiaiio, l'etrusco, l'illirico, l'ebrai- dell'Acaia in Morea, nel golfo del suo no-
to teutonico, il gotico d'Ulfila, ed il puni- me, l'antica Aioe, fondata, come preten-
co; senza qui dire degli altri pregi poli- dono gli abitanti, da Eumelo allievo di
glollici di questa meravigliosa edizione. Trittolemo, ingrandita e circondala di
PATRASSO Leonardo, Cardinale. mura da Patreo. Fu falla colonia roma-
Nacque in A latri verso il 1 2 3o, da Pietro na tempo di Augusto. 1 veneziani se
al
Jeune della fèimigliii dei Conti di Segni manoBaclrao Baliahrada. Oggi appar-
e sorella di Alessandro IV. Ebbe a ger- tiene al nuovo regno di Grecia, ed è ca-
mana Emilia Patrasso, che congiunta in poluogo della divisione amministrativa
matrimonio con Loffredo Gaelani, fu ma- dell'Acaia. In questi ultimi tempi fu qua-
dre di Bonifacio Vili, ed a zio paterno siinteramente distrutta, ed il nuovo go-
Benedetto arcivescovo di Patrasso dal ,
verno si propose ristabilirla colla mag-
nome della (|ual città questa illustre fa- gior magnificenza, e vi risiede un metro-
miglia assunse il cognome di Patrasso. politano greco. Questa città è celebre pel
Eli uomo merito e profonda dot-
di allo martirio e crocefìssione di s. Andrea a-
trina, e nella età di 17 anni fu fatto ca- postolo, che vi predicò la fede e vi dimo-
nonico della cattedrale di Alatri sua pa- rò lungo tempo adempiendo il ministe-
tria, dove il capitolo nel 1290 lo elesse ro apostolico; ed avendo battezzata Mas-
proprio vescovo, ciò che confermò a' 16 similla moglie di Egeo proconsole, que-
settembre Nicolò IV. LozioBonifacioVllI sti prima lo condannò alle verghe, poi
nel 295 Io trasferì a Jesi, nel 297 ad A-
I I allacroce, cui il santo si avvicinò coi tras-
versa, la quale fu da lui tenuta in com- porti pili vivi di gioia. Secondo l'opinio-
menda quando lo promosse ad arcivesco- ne più comune la croce fu falla di due
vo di Capua nel 1
299, dopo avergli nel- tronconi di legno obbliquamenle incro-
l'anno precedente commendate le chiese ciali nel mezzo, rappresentanti la lettera
d'Ostia e Vellelri. Quindi a'a marzo 1 3oo X, dalla quale egli predicò due giorni.
lo creò cardinale vescovo di Albano, inter- Da Patrasso fu portata nel monastero di
venendo poi alle elezioni di Benedetto XI Weaune. presso Marsiglia, indi nell'ab-
e Clemente V. Allorché ClemenleV sta- bazia di s. Vittore nel i2 5o, ed aven-
bilì la residenza in Francia, egli dovette done ottenuto porzione Filippo il Buono
recarvisi. Fu spedilo poscia dal medesimo duca di Borgogna, la pose in Brusselles,
neh 3 i i in Italia, con la qualifica di legalo e in onore di s. Andrea istituì l'ordine
all'imperatore Enrico VII, che si liova- del Toson d'oro. In Patrasso tuttora ri-
va all'assedio di Brescia, onde conciliare mangono le vestigia di un monastero
le vertenze, e muoverlo al perdono e alla con chiesa sotto la invocazione di s. An-
pace colle città italiane, cui era in guer- drea, e si vede paiie del suo sepolcro. Al
la. Terminati gli affari, cadde infer- dire d'altri nel 357 ^" trasferito da Pa-
mo colpito da fiera epidenìia, contratta trasso a Costantinopoli il corpo di s. An-
nel campo imperiale. In tale slato por- drea, con quelli di s. Luca e di s. Timo-
PAT PAT 291
leo, (• furono lulli tic-posti nella cliiesa parrocchie sotto la sua giurisdizione. Il
dei ss. Apostoli, operando Dio in quella I." vescovo fu Slratocle fratello del pro-
occasione diversi miracoli. Le ihiese di console di Acaia , battezzato da s. An-
Milano, di .\o!a e di Brescia ebbero al- drea ed ordinalo poi vescovo : gli succes-
cune porzioni di ciuestc reliquie. Si vuole sero i riportati dall' Oriens dir. t. 2, p.
che l'abbate Regolo portasse da Patrasso 178, mentre nel l. 3, p. 1028, si legge la
nel 36c) o piuttosto da Costantinopoli
, serie di alcuni vescovi Ialini dal 1207 al
nella t9(Oc/V7 alcune reliquie del san lo a po- 14B5. Benedetto d'Alatii arcivescovo di
stolo, forse un braccio, fabbricandogli una Patrasso, prese t]ueslo titolo per cogno-
chiesa ut-Ila città di s. Andrea o Andrea- me della sua illustre famiglia, ed ebbe a
poli, con monastero. Ad Osped.vledel ss. nipote il celebre cardinal Leonardo Pd'
Salvatore ho dello, che nella sua chiesa trasso (F.). Al presente Patrasso, Pa-
di s. Andrea, s. Giegorio 1 vi pose un brac- tracerijè un titolo arcivescovile iVi pa/'ft'-
cio di tale apostolo, portalo da Costan- bits, con Caminitza, Olena, Auguslopoli
tinopoli. Nel (ine dell' articolo Ospedale e Modone per titolari suifraganei. Per
Di s. parlando de la chiesa, dissi
Si-iP.iTO, morte di Paolo Filipponi, Gregorio XV'I
col Piazza, che Pio II le donò il brac- dichiarò arcivescovo di l'atiasso mg.'^
cio parie di uno di essi di s. Andrea Celestino Maria Code di Siponto, già pre-
apostolo. Nel voi. IX, p. 280 dissi, come posilo generale dei liguorini e confes-
l'imperatore latino d'oriente avendo re- sore di Ferdinando li re del regno delle
galato al cardinal Pietro di Capua il cor- due Sicilie.
mendo della testa di s. Andrea, che con rono assegnati per sulfraganei vescovi i
i46'2 la donò a Pio II, che la collocò nel- Sibicum,e diBariaueo Bariana.ll 1° ve-
la basilica "Vaticana consolennissima Pro- scovo fu Erodione, uno dei 72 discepo-
cessione {f' )' In Patrasso da ultimo vi li e parente di s. Paolo, ordinato dagli
è siala aperta e benedetta una chiesa, sot- aposloli , indi marlirizzalo dai gentili e
to il titolo di s. Andrea, con parroco ; e tiaigiudei peraver sostenuto le verità del-
vi sono molle chiese scismatiche, due o- la fede di Gesù Cristo. Gli successero quel-
spedali ed un pubblico ginnasio, in cui li registrati neW'Oiiens chr. t. 2, p. I23;
s'insegna pure l'idioma latino. I conven- nel t. 3, p. ioi4è riportata la serie dei
tuali vi ebbero ospizio, e vi hanno a[ier- vescovi latini.
to scuola anche gii americani. La popo- PATRIA, Patria. Luogo dove si na-
lazione cattolica per lo più è italiana. sce o donde si trae l'origine. .Nella sa-
La sede vescovile fu eretta nel 3 jo, cra Scrittura si prende per la famiglia ;
ganti di Cristianopoli o Arcadia Olena , gnifica la lingua del paese in cui si nac-
«> Caminilza, Elis o Belvedere, Corone e que. La patria si distingue in patria di o-
IModone, dignità che confermò nel seco- rigine, di nascila e di residenza o citta -
più vi risiede, poiché la sorte delle fami- no. Il concilio di Trento ordinò che si eleg-
glie non è immobile. Fu uno stoicismo le nazioni cristiane, quan-
gessero da tutte
tii Panezio, nato in Rodi, il ricusare il do sieno idonei ; ed il simile statuì Si-
tliriUo di cittadinanza offertogli dagli a- sto V. A Protettore dico delle protet-
tcniesi, con dire : che un uomo modesto torie di nazioni, città e luoghi, che eser-
dovea contentarsi di una sola patria. Ciò citano i cardinali presso la sede aposto-
fece per imitare Zenone di Cittia nel- lica. Ora vado a riportare per ordine
l'isola di Cipro, fondatore della scuola alfabetico le diverse patrie dei Papi, non
stoica, il quale per timore di oiTendere i senza avvertire che essendo di molti con-
suoi concittadini, non volle accettare la trastata, meglio è leggere le biografie di
stessa grazia dagli ateniesi, che lo aveva- ognuno, ed i luoghi donde derivarono o
no fatto. depositario delle chiavi di Ate- nacquero. Agli stessi articoli si potrà co-
ne. Diversi personaggi meritaronsi il ti- noscere le beneficenze e la propensione
tolo di padre della patria. Questa spes- de' Pontefici verso la patria ed i concit-
.so è ingrata, laonde il poter vivere in pa- Pontificato, Cronologia pei
tadini, f^.
tria con piena riputazione è fortuna ra- Pontefici, ove riporto pure quelle degli
rissima, e pochi sono i confortati con pa- Antipapi {f'.)i e Parenti per ciò che ri-
tria lode. INIolli grandi uomini si lagna- guarda il nepotismo. A Natale parlai
rono della noncuranza dei cittadini be- delle feste natalizie, anche anniversarie.
nemeriti ed illustri; altri dovettero aspet- Africa, s. Vittore I e s. Melchiade ,
tar di fuoi'i la loro fama ; ma il tempo il quale dicesi pure di Madrid. Anngni ,
lutti. Quando Beccaria era chiesto pro- ne. Aquiltia, s. Pio I. Ardea, Leone V.
fessore di fuori,Raunitz scriveva Non : Ascoli, Nicolò IV. Alene, s. Anacleto, s.
farebbe onore al governo il vedersi pre- Igino e s. Sisto II. Baviera, Damaso li.
venuto dagli esteri nella stima dovuta Belluno, Gregorio XVI (può vedersi an-
agl'ingegni. Fatalmente, alle dignità d'or- che Feltre). Benevento, %. Felice IV, \ it-
goli, Pio Vili. Cina di Castello, Cele- Alessandrol, s. Sisto I, s. Zellerino, s. Ca-
stino II. Innocenzo XI. Cor-
Co/zio, ven. listo I, s. Urbano ì, s. Fonziano, s. Fa-
sica, Formoso o di Porto o romano.
, biano, s. Cornelio, s. Lucio I o di Luc-
Fermo o Rapagnano, Giovanni XVII det- ca, s. Stefano I, s. Felice I, s. Marcelli-
to X^'I1I. Firenze, Leone X, Clemente no, s. IMarcello I, s. Marco, s. Giulio I,s.
VII, Clemente Vili, Leone XI, Urbano Liberio, s. Felice II, s. Silicio, s. Anasta-
Vili e Clemente XII. Fondi, s. Solerò. sio I, s. Bonifacio I, s. Celestino I, s. Si-
Francia, oltre rammentati, Silvestro
i .sto III, s. Leone I che altri dicono tosca-
ll.Xicoiò 11, Urbano II Calisto II, Ur- , no, s. Felice HI, I, s. Anasta- s. Gelasio
bano IV, Clemente IV, IMarlino IV, b. sio II, s. Giovanni 11, s.
Bonifacio II, s.
rio. Gaeta, Gelasio II. Gallese o 3 fon- Leone 111, Stefano V, s. Pasquale I, Eu-
te- Fiascone, Martino II e Romano. Gen- genio 11, ^'al'Jnlino, Gregorio IV, Ser-
ga, Leone XII. Genova, Innocenzo IV, gio li, s. Leone IV, Benedetto HI, s. JNi-
Adriano V e Innocenzo Vili. Germa- colò I, Adriano H, Giovanni Vili, Adria-
nia, vedasi il voi. XXIX, 98. Geru-
p. no IH, Stefano V detto VI, Bonifacio VI,
salemme, Teodoro I. Gravina, Benedet- Stefano VII, Teodoro 11, Benedetto IV,
to XIII. Greciao Magna Grecia, vedasi Cristoforo, Sergio IH, Anastasio HI, Gio-
il voi. XXXII, p. i36e I 3", ove rimar- vanni X, Leone VI, Steflmo \ìì\, Gio-
annovera-
cai le astuzie dei greci in lare vanni XI, Leone VII, Stefano detto IX,
re al sacro collegio onde es- gli orientali, Martino HI, Agapito II, Giovanni XII ,
sere eletti l'api. Groltanìan\Shto V. I- Benedetto V, Giovanni XIII, Dono II,
mola, Onorio II, che bolognesi chia- i Benedetto VI, Bonifacio VII, Benedet-
mano concittadino. Inglulteria, Aóv'.auo to VII Giovanni XV Gio vaimi XV'I,
, ,
IV. Italia, si possono conoscere dai luo- Giovanni XIX, Sergio IV, Benedetto
ghi qui citati, che le appartengono. Inn- Vili, Giovanni XX, Benedetto IX, Gre-
spruck, Vittore II. Lucca, s. Lucio I, o gorio VI, Gregorio VII che altri fanno
s.
BFdano, Alessandro lì, Urbano III, Cele- Clemente IH, Celestino III, Onorio HI,
.slino IV e Gregorio XIV. Mon-
IV, Pio Nicolò 1 1, Onorio V, Martino V che me-
1 1
scrisse sulla porta del medico. Liberato- all'autore è a vedersi Zaccaria, Storia leti.
ri patriae). Valenza
Spagna, Calisto di voi. 3, p, 27. De Calada, Dehenedictio-
III e Alessandro VI. Venezia, Grego- ìiihus patriarcharum, e.lecla sacra, Lug-
lio XII, Eugenio IV, Paolo !I, Ale.ssan- diini 637. Serica cronol. patriarcharum,
1
dro Vili e Clemente XIll. Volterra, 'i. ducani,ct iconuni, Y^om^e. 724 A.Augu- i
delle generazioni che sono nominate nel- bili, p.4^4) della legge dei primi patriar-
l'antico Testamento, da A damo primo no- chi, o slato della i-eligione avanti Mosè.
mo, a Giacobbe autore delle tribìi d'/- Monarchico il reggimento delle società
fu
s racle j ed anclie ai supremi magistrati familiari nel governo patriarcale, poiché
degli cére/ dopo la dis'ruzione di Geru- il più anziano divenuto padre di nume-
salemme; imperocché dopo tale eccidio ro>issima famiglia, in tempo in cui si vi-
il prefetto delle sinagoghe sparse nell'oc- veva secoli, ebbe sopra di essa per na-
cidente egualmente che nell'oriente, ap- turale diritto assoluta potestà, benché i
pellavasi patriarca, di che oltre i ss. E- figli adulti avessero contratte nozze e fos-
pifanio e Girolamo, Teodoreto ed altri sero padri anch'essi, gli derivò il nome di
padri fanno testimonianza, e Adriano im- patriarca, che suona quanto primo dei
il
peratore in una lettera al console Ser- padri;eieditaria nei primogeniti era que-
viano, ed il codice Teodosiano lib. i6, sta monarchia. Le insegne di questo do-
1' anello o si-
tit. 8, 1. 2g. Il p. IVIenochio , Sfuore t. mestico principato furono
2, della dignità patriarcale, p. 353, dice gillo, l'armilla benda, di cui nelle par-
che la voce patriarca è greca, e significa ti d'oriente ornavansi il capo le persone
il primo da! quale una famiglia o una costituite in dignità, ed il bastone, non
tribìi conosce la sua origine; così anche già rozzo, ma lavorato, e col pomo rap-
chiamansi patriarchi 12 figli di Gia- i presentante o fiore o uccello od altro, dal
cobbe, perchè da essi fiirono propagate che vuoisi derivare il liuto bastone au-
le tribù israelitiche. In questo stesso sen- gurale degli antichi sacerdoti, e lo scet-
so e significalo si sogliono chiamar pa- tro che hanno tuttora sovrani, per de-i
triarchi grislilulori e fondatori degli or- notare autorità di comando; laonde i pri-
dini regolari, come s. Antonio, s. Basilio, mi patiiarchi furono pastori, monarclii
s. Benedetto, s. Domenico, s. Francesco esacerdoti della vita e della religionedo-
ed altri, perchè sonostati primi padri spi- mestica.
PAT PAT 29)
PATRIARCA, Palrìarcha. Titolo ve- dei patriarchi non è la slessa per lutto :
scovile (.li dignità ecclesiastica, superiore ella si riduce in alcuni luoghi a qualche
a quella àt metropolitani o arcivescovi ,
diritto, come quello di conici mare i ve-
il cui vocabolo significa principe dei pa- scovi : gli Apocrisari della s. Sede, se de-
dri, secondo Macri, e derivante da quel- corati del nome e grado di legali, precede •
lo del Patriarca [V.) dell' antico Testa- vano i patriarchi. Da una lettera di Eu-
mento. I moscoviti chiamano il patriar- genio III, scritta alsacrocollegiodcl i i/j.^,
chi , si chiamano patriarchi di favore e pio tre soli erano i patriarchi in tutta la
di privilegio, come osserva il Panciroli, chiesa il Papa patriarca
cattolica, cioè
Tesori nascosti, p. 129, ediz. del 1600. di Europa, l'Alessandrino dell' Africa e
Parlando il p. Menochio, Stuore, t. 2, l'Antiocheno dell'Asia, quante erano le
p. 353, del nome, dignità, numero ed or- parli del mondo allora conosciuto; ed il
dine dei patriarchi , dice così chiamarsi primo anche patriarca dei patriarchi, pa-
quei prelati, che sono capi e superiori di store egiudice universaledi tutte le chie-
una notabile moltitudine di fedeli, ripar- se, come lo sarà sino alla fine ilei secoli,
lila sotto vari arcivescovi e vescovi, pre- inclusivamente alle scoperte America ed
rogativa e maggioranza concessa dai Pa- Oceania, ed altre parti che si potessero
pi ; e che fu costume degli ariani di chia- scuoprire. Le dette tre sedi di fondazio-
mare patriarchi i loro vescovi principa- ne apostolica in Roma, Alessandria ed
li, facendo poi medesimo altri eretici,
il AiUiochia, rappresentarono una chiesa ad
separati dalla comunione cattolica. I pa- instar Trinitalis, come scrisse s. Simma-
triarchi di giurisdizione hanno dei dirit- co Papa. Nel concilio Nictno /fu dato
ti di onore e di giurisdizione il diritto : quasi il titolo di patriarca al vescovo di
di onore è la preminenza sopra gli altri Gerusalemme, o per dir meglio si rico-
metropolitani ; il diritto di giurisdizione uobbero suoi privilegi, poiché solo ot
i
che che ne dipendono. La giurisdizione come culla della religione cristiana e san-
2<)6 PAT PAX
tilicala dal prezioso sangue di Gesù Cii- vinciali o nazionali ; dissi del Patriar-
sto, conK;fi)ialo poi nella tlignità di 4- chio che quattro patriarciii maggiori
i
riconosciuto dai Papi, e lo riprovarono in esse la messa, sotto al lovo faldislo rio
principalmente s. Damaso I, s. Leone 1, s. si pone un piccolo tappeto e sulla can-
GelasioI e s, jNicolò I ; finché nel concilio cellala si accendono sei candele, per di-
stantino ilGrande f'undatore di quella cit- rigine delle diverse chiese e di quelle
tà e tanto benemerito della Chiesa uni- chiamale apostoliche, matrici e originali,
versale, argomento che toccai anche nel cioè le patriarcali, da cui derivarono al-
voi. XXXV, p. 260 e 261, narrando le tre. Verso il 570 cominciossi a chiama-
prerogative che gli concesse tal Papa do- re patriarca il prelato à' Aquileia, in oc-
po a verloconsagrato.Finaluiente nel con- casione dello scisma de' vescovi della Ve-
cilio di Firenze^ nel riconoscersi il pri- nezia, dell' Istria e della Liguria, pei
nialo della sede apostolica su tutta la ter- Tre Capitoli; i quali vescovi divisi dalla
lajsecondo gli altri concilii ecumenici e chiesa romana nominarono il vescovo
il disposto da GesLi Cristo, venne ricono- aquileiese patriarca, titolo che gli restò
sciuto l'ordine de'palriarchi maggiori do- per dissimulazione della sede apostolica
po il Pontefice romano, quelli di Costan- o tacila concessione pel bene della pace,
tmopoli, Alessandria, Antiochia e Geru- finché poi Papi lo riconobbero prinio
i
di patriarca i]c\\' Indie occldcntnli, al qua- glio ne tratto a Siria ), Babilonia ( vedi
le orticolo con clilfusionc tl(^scri^si come ancora Caldea e Mesoi'OTamia ), Cilicio,
è privo di giurisdizione, e ijuali cariclie degli armeni [\ed\ pure Patriarcato ar-
vanno coiigiuntea questa semplice digni- meno ). 11 vescovo di Roma e patriarca
tà di mero titolo, inl'erioie all'arcivesco- il'occidente, è per diritto divino il capo
vo e vescovo che di
litolare : alla serie di tutta la Chiesa, e perciò nomina o ap-
tali patriarchi potei formare, aggiunge- prova i suddetti patriarchi, e conferisce
rò l'attuale. A presentazione d' Isabella loro Pallio (^.); questo però non lo
il
.11 regina di Spagna, il regnante Pio IX godono quelli in partibiis, né quello tito-
nel 184? preconizzò palriaica dell'Indie lare dell'Indie. Solo nel \Gji fu accor-
occidenlali mg/
Antonio l'osada lluhiii dato il pallio ai patriarchi in parlibiis.
de Celis di Oviedo, che avea rinunziato 11 Papa s. Zellerino del 2o3, al dire di
tali che trcvansi nell'Asia e che senza me- attribuivano alcuni e particolarmente i
cattolica e la dipendenza dal capo supre- vanti la cioce in presenza de' cardinali,
mo della Chiesa, sono tnelcìiiti, maro- i i massime se fossero legali o nunzi della
niti, siri, caldei, gli armeni, quali han-
i i i sede apostolica. Dice il ìMacri,a Patriar-
no i seguenti patriarcati col loro parti- cita, che quattro grandi patriarchi, cioè
i
21,8 pA r PAX
tà ove risiede il Pupa od il suo legalo rt dovi croce semplice senza l' Immagine
Intere: quanto a tulio il mondo avver- del Crocefisso, contentò adoperar quel-
si
tirà, non per giurisdizione, ma per una la di legno dorato del maestro di cerimo-
certa preminenza della cospicua dignità nie Brancodoro cui l'avea lasciata mg.'
patriarcale. Questo punto, della croce Zucche. Tuttociò ho voluto notare, pel
con due sbarre o traverse, lo trattai a timore, che la detta croce di metallo, in
Croce astata e Croce roNTiFiriA, per e- progresso di tempo forse possa indurre
liminarne gli errori in essi si rileva che
: ad errare, con iscapito di chi una volta
la croce a due o tre traverse in occidente ne fece uso, in vece lodevole per averla
fu invenzione artistica (i capricci degli ar- rigettata quando bene ne conobbe l'ori-
tisti non fan no autori là nella chiesa di Dio) gine ed il significato.
solo elfjgiula nei monumenti e posta negli Nel 1847 Gerusalemme, ove tutti eb-
stemmi ed insegne de'patriarchi, tanto di bero compimento misteri della reden-
i
giurisdizione che z*/i^^r^/Z'/<y_, a rei vescovi e zione, terminò di avere il suo patriarca
altri, conìe tuttora si usainun allamilra di titolo, e lo liebbe dopo 6 secoli eoa
e pastorale (lo notai a quell'articolo, ac- giurisdizione e residenza, come toccai a
cennando le diverse insegne, cui i vesco- Monte Libano e meglio a Palestina, de-
\i usano negli stemmi); quindi solo in cretala dalla congregazione di propagan-
oriente usarsi e perchè, ivi si apprende da fide, ed approvata dal regnante Pio
ancora che Papi sempre fecero soltan-
i \X. con lettera apostolica x kal. augusti.
to uso della semplice croce con una tra- Per ispontanea rinunzia al patriarcato ti-
versa in faisi precedere, e senza l'imma- tolare di Gerusalemme di mg.'^Daulo Au-
gine del Crocefisso in consagrare e nell'a- gusto Foscolo, il Papa con suo breve del
prire la porta santa e che gli artisti rap-
; 4 ottobre 1847, lo trasferì a quello in
presentarono Papi con croce di tre sbar-
i pariibas d'Alessandria: questo titolo va-
re, con intendimento di deprimere gli cava dal I795, laonde poi darò un cen-
orientali patriarchi, specialmente di Co- no di chi prima ne fu insignito. Quindi
stantinopoli, che pretesero colle due tra- lo stesso Pio IX nel concistoro tenuto in
verse farsi superiori o pareggiarsi al Pa- detto giorno, conferì la chiesa patriarca-
pa. Questi miei due articoli felicemen- le e residenziale di Gerusalemme di rito
te riuscirono a disingannare alcuni litur- latino, a mg."^ Giuseppe Valerga della
che erroneamente credeva-
gici francesi, diocesi d'Albenga, già missionario apo-
no propria del Papa la croce con tre tra- stolico in Siria e Mesopotamia, e vicario
verse, come onorificamente mi scrisse il Generale del vescovo amministratore di
o
eli. ab. Pascal vicario di s. Nicola de' Hispahan, previa l'allocuzione Qaisqne
Campi in Parigi, autore delle Origini e i'estrnnì, riportata nel n." 82 del Diario
ragioni della liturgia cattolica informa di Roma, e nel voi. 5, Annali delle scien-
ih dizionario, e di altre pregiate opere. ze relig. serie 2.^, p. 4o '» concedendogli
Inoltre determinò il Pontefice Gregorio in pari tempo il pallio, che poi gl'impo-
XV 1, dopo averli letti, a non servirsi del- se li IO ottobre, dopo averlo consagrato
la croce bellissima di metallo dorato con neUa cappella Paolina del Quirinale, coa-
Ire traverse e fatta per ordine del mag- diuvato dai prelati Giuseppe Canali pa-
giordomo IMassimo (sebbene già adope- triarca di Costantinopoli e vicegerente di
rata dal Papa nella consagrazione del- Roma e Nicola Gio. Tanara patriarca
l'altare papale nella basilica di s. Paolo), d'Antiochia (elevati nel i843 ambedue
nella consagrazione di quattro cardinali a tal dignità da Gregorio XVI; per mor-
vescovi (rauunentata nel voi. KXXH, p. te del primo, di cui abbiamo 1' Orazio-
325, eXXXVlIl, p. 224), e non esseu- ne funebre di d. Giuseppe Fen/i anelli
PAT PAT 299
Pio IX
IO aprile i85i fece patriarca
a' gnilà personali nulla ostano ai dirlfli me-
di Costantinopoli mg/ Domenico Luc- tropolitir.i di quelli cui sono soggette le
ciardi). 11 nuovo patriarca di Gerusalem- chiese tenute dai patriarchi litolari, es-
me, in questa celebre metropoli fece il sentlone prova le sedi vescovili che si con-
suo solenne ingresso, a croce inalberata, feriscono ai cardinali, le quali continua-
li 17 gennaio iH^S.al modo descritto nel no a restare sulhaganee del rispettivo
n." 3G della Gazzella di Roma : di|)oi il metiopolilano. Cardinal Ranuccio Far-
patriarca fece ritorno in Roma. A voler far nese, patriarca di Costantinopoli , dignità
cenno di alcuni patriarchi d'Alessandria che dimise coli' arcivescovato di Napoli
ìli partibiis, nù riuscì riunirei seguenti. nel 1549. Nel 1601 Bonaventura Cala-
Oddone Sala amministratore di ìMonle lageiani vescovo di Patti e patriarca di
Cassino ^à\scx\u\a sede vescotile, e ad un Costantinopoli; nel i(')i8 Ascanio Ge-
tempo patriarca, morto nel SiG. Arnaldo i sualdo arcive-*covo di Bari e patriarca di
Bernardi Berlrandi, fatto cardinale nel Costantinopoli; nel 1G40 Francesco Ma-
i368. Cristoforo del Monte vescovo di ria flJacchiavelli e vescovo di Fei-rara,
Marsiglia e patriarca, poi cardinale nel poi cardinale; nel 1708 Muzio Gaeta ar-
i55o, indi Giacomo Cortesi vescovo di civescovo di Bari e patriarca di Gerusa-
Vaiion e patriarca nel 552. Cesare Ria- 1 lemme ; nel 7 4 Clemente XI consagrò
I I
rio di Savona, poi nel 1490 «"'civescovo patriarca d' Antiochia e vescovo di No-
di Pisa. Serafino O/u'^r/o, Clemente Vili vara Giberto Borromeo, indi cardinale;
nel 1 612 lo fece patriarca e poi cardmale. nel 1716 Andrea Riggi vescovo di Ca-
Federico Borromeo, Urbano Vili lo fece tania e patriarca di Costantinopoli; nel
patriarca, Alessandro VII governatore di I 729 Mondillo Orsini arcivescovo di Ca-
Roma, e come tale cavalcò nel possesso di pua e patriarca di Costantinopoli ; nel
Clemente IX, nel 1670 Clemente X lo 731 Tommaso Moncada arcivescovo di
I
fatto nel 17^5 vescovo ili Lodi con ri- stantinopoli e vicegerente di Roma. Tul-
tenzione del titolo, morto nel \'j\i. Be- lavolta il titolo pati laicale nel i8o3 si
nali, li riportai nel voi. XVI 11, p. io 5, oltre altre notizie sui patriarchi titolari,
quelli di Gerusalemme nel voi. XXX, parlerò de' vescovi titolarlo in partibus.
p. 84 j imperocché le decorazioni di di- I patriarchi in partibus si eleggono
\
, V
congedare da Avignone prelati che a- i del diritto di cui sono in possesso, di sce-
\eano abbandonato le loro chiese e nel gliere nel modo predetto il consagrato-
contlannar le commende, lasciò quelle re, ma
unicamente intendiamo di stabi-
che godevano i cardinali ed i patriarchi lire su ciò le regole seguenti. Ritrovan-
litolari dell'oriente, che fuori di esse non do il consagrando qualche cardinale che
aveano altre provviste. Anche Gregorio assuma di far la funzione della consagra-
XI nel 1 375 obbligò i prelati ordinari zione, non s'innova cosa veruna e si lo-
alla residenza di loro chiese, tranne i pa- da che COSI si faccia; essendo la dignità
triarchi titolari d'oliente. Giulio Ili con- cardinalizia superiore alla patriarcale ,
tifex, de'3o settembre i 724, Bull. t. i i, non ritrovandosi cardinale che faccia la
par. 2, p. 359, concesse l'uso della moz- funzione, essa si faccia dal metropolita-
zella sulla mantelletla paonazza. Bene- no non dal patriarca. Che
e se poi per
detto XIV col seguente decreto de' 6 lu- qualche impedimento non vi fosse car-
glio 1752, diretto al cardinal Portocar- dinale, uè vi fosse patriarca, né metro-
rero, volle aggiungei'e allre prerogative politano residente in Roma, che voles-
a quelle che godevano. » Avendo la lei. sero o potessero fare la consagrazione,
me. di Benedetto Xlll nostro benefatto- possa il consagrando eleggere qualsi voglia
re decorato di alcune prerogative i 4 arcivescovo o vescovo di quelli che sono
patriarchi di Costantinopoli, Alessandria, in Roma, acciò lo consagri: e da qua-
Antiochia e Gerusalemme, che dalla s. lunque de'soprannominati si faccia la fun-
Sfìàn si eleggono per mantener viva la zione, inerendo agli antichi e recenti ca-
memoria delle predette illustri chiese, che noni della Chiesa, sempie il faccia col-
ora gemono sotto giogo oltoniano. Noi
il l'assistenza di due vescovi. Ed il presen-
non solo confermiamo le predette prero- te nostro decreto, dettato da Noi, acciò
gative, ma colla pienezza della nostra au- abbia tutta la sua forma autentica, lo
torità aggiungiamo ancor la seguente. sottoscriviamo di nostro carattere, e lo
Com'è noto a ciascuno, frequenti sono le sigilliamo col nostro sigillo. Benediclus
consagrazioni de' vescovi che si fanno in PP. XIF.» Le consagrazioni de' vesco-
Pioma, e benché ne'sagri canoni sia sta- vi in Roma le fanno i cardinali, ed i pa-
bilito l'ordine de' consagratoli, non vi è triarchi sogliono assisterli,anche con al-
però simile ordine praticalo in Roma, tro arci vescovo o vescovo. Clemente XI
eleggendo ogni consagrando il vescovo stabilì e approvò il ceremoniale eie re-
che lo deve consagrare, esibendo unnio- gole pei funerali de' patriarchi. Nel voi.
PAT PAT :^oi
XT, p. 3G, dissi come Clcmcnlc XIV con- livrea di gala come gli altri famigliari,
fermò ai patriarciii l'uso tlf^'cinlll e (joc- ed appresso di essa gli altri servi. iVella
chetti neri ai cavalli (il Falaschi, T^n ge- carrozza il patriarca viene accompagnato
rarchia ecclesiastica, lipoitaeido la fi- dalla nominata sua anlicanieia, portan-
gura del patriarca, a p. 3o dice già con- do il cameriere la berretta entro il faz-
cessida Clemente IX), poi convertiti in zoletto. Eseguita la visita, collo slesso
paonazzo con guide e guarnizioni simi- metodo, si reca a far quella del cardinal
li, di seta e di lana, avendo anche l'uso decano, facendosi in precedenza annun-
della carrozza detta frullone, come i ziare dalla vanguardia. In seguilo e a
cardinali e prelati eli fiocchetti, e della comodo, e in abito di mozzetta, passa a
carrozza nobile. Del cappello de'patriar- visitare il restante del sacro collegio.
o La
chi s'i ecclesiastico, die semipontificale, precedenza tia' patriarchi non deriva
parlai nel voi. IX, p, 194 e 19^1 ed il dall'anzianità di promozione, ma dall'or-
primo nero con fettuccia e fiocchi di seta dine gerarchico di sopra descritto. Fuo-
verde, con oro frammischialo, per con- ri di Boma il patriarca porla dovunque
cessione di Leone XII. il rocchetto scoperto, non facendo allo-
IN'ella mattina che il patriarca si pie- ra uso della r/iaiitclletla, e precede tulli
conizza in concistoro mediante proposi- gli altri come in Roma. Con al-
vescovi,
zione, mezz'ora prima
con carrozza egli tro messale hanno il bacio del vangelo,
nobile, servi con livree di gala, maestro celebrando un cardinale nella propria
di camera gentiluomo, cappellano e ca- cappella, eia pace. Debbono patriarchi i
meriere, recasi nell' aiilicamera segreta essere visitali dai novelli prelati, vesco-
pontificia, vestito d'abito prelatizio di vi, ambasciatori (e altri diplomatici) cui
niantelletta e berretta nera piegala. Que- mandano la carro7za di corteggio nell'in-
sta (juando non l'usa si pone entro iìiz- gresso : una delle due cappe nere, mae-
zolelto di seta paonazza con intorno mcr- stro di camera o gentiluomo, ovvero il
letlo d'oro. Durante il concistoro si pon- cappellano l'accompagna e complimenta,
gono i fiocchi e ciufli di seta paonazza ai egualmente uno di essi fa le visite di
cavalli. Terminato il concistoro riceve calore appena pubblicati i cardinali e al-
genuflesso dal l'apa la mozzetta, che glie- tre di formalità e corteggio. I patriaichi
la impone abboJtona nella parte supe-
e poi visitano i seguen-
delti cardinali nel
riore, avendola il cameriere portata en- te giorno o in quello appresso, ordinaria-
tro fazzoletto come il descritto; se il pa- mente nelle ore antimeridiane: prima
triarca novello non è già vescovo, il Papa tutti e quattro uniti facevano le visite ai
gì impone prima il /orr/jr/Zo. All' uscire cardinali nuovi. In queste e altre visite
delia sala pontificia, il patriarca assume di formalità, incombe ai loro decani e-
perla prima volta il detto cappello con sploiarel'ora per eseguirlali onde visite,
fiocco verde intersiato d'oro, portato an- evitare incontri con altri , ognuno do-
ch' esso dentro liizzolelto. Indi il patriar- vendo solo far le visite, anche per non
ca si porla a visitare i cardinali segretario incontrarsi co'principi assistenti al soglio
di slato, vice-cancelliere, e i
.^ diacono, al ed ambasciatori. Dal novello cardinale
quale presta giuramento proprio dei
il il patriarca è ricevuto dalla sua anlica-
vcsco^'i. Nelle ore pomeridiane deve lare meia al ripiano della scala ov'è smonta-
in formalità la visita della basilica ^ a- to, ivi poi dalla slessa accompagnato, e
ticana, cioè con carrozza nobile, prece- dal cardinale sulla porta dell' anticame-
duta da na servo di vanguardia, ince- ra, come nel partire: lostesso trattamen-
dendo presso la testa de'cavalli il garzo- to il patriarca 1 iicvedai nuoviandjascia-
ne di scuderia, alla portiera il decano con tori, alloichè li visita. Vedasi i voi. IX,
3o2 PAT PAT
p. I ^G, eXV, [). 243,e alili reliilivi luo- sotto la giurisdizione del vescovo delle clt-
ghi. Pi ice vendo i pai ri archi il caldina le là piincipidi chiamalo Esarca { P^.),o PU'
nuovo, scendono a mela della scala a triarca^W primo però a questo soggetto,
iiiconliarlo; siedono di piospello, ma al- quindi le composte di diverse
loro diocesi
qiianlo voltali; indi accompagnano alla Provincie si Esarcalo ecclesiastico
ò'xs^evo
la famiglia, e dal prelato alla porta del- S(jlto quello d'£y(.«Oj il Ponto e. la Tracia,
l'anticamera: il visitalo siede di contro che ne'primi tempi non aveano vescovi i
al visitante, indi l'accompagna fin fuori quali avessero giurisdizione sopra tutta la
della sala e la famiglia alla carrozza; po- diocesi. Essendo poi stata la città di Bi-
scia si rende lo slesso Iratlainpiito ai me- sanzio eretta in città e sede imperiale e
desimi nella restituzione della visita. I nominala Costantinopoli, divenne capi-
])alriarchi ricevono gì' intimi delle cap- tale della diocesi diTracia e poi del Pon-
pelle personalmente dai ciirsoii pontifi- to, anzi dell'Asia; inoltre vennero attac-
e//. Sui funerali de'paf riarchi vedasi i voi. cate al vescovo di Gerusalemme, per o-
IX, p. 148, e XXVIII, p. 5'j, 59 e 66, norare la città in cui era nata la religio-
in cui I iporto ancora due esempi di (piel- ne cristiana, alcune provincie della Pa-
li falli celehrare dai l*api : di quelli del leslina, in modo che vi ebbero 4 patriar-
patriarca di Gerusalemme Fenzi , dive- chi maggiori nell' oriente e altrettanti
nuto decano di tulli 1 vescovi del mon- patriarcati, cioè Costantinopoli, Alessan-
do cattolico, si legga il n." 5 del Diario dria, Antiochia e Gerusalemme, donde
di Ruma 1829. Sui patriarchi si posso- deiivaiono altri patriarcati minori, cat-
no consultare: Andreucii, De palriar- tolici o scismatici, rammentali a Patriar-
chis, Piomae ^G5,e nel lib. i,Hierarch.
i ca, dicendo di loro origine e di quanto
eccles. Placidi, Diss. canonica de palliar- li riguaida. bivaso l'oriente dagl'infede-
chis, Piomae 1776. Nell'accademia dei li, i patriarcati divennero titolari e con-
concilii di Benedetto XiV fu recitata da feriti con rito Ialino, con un numero di
Lazeri la Dissert. sul nome, le pierogn- chiese arcivescovili e vescovili dipenden-
tii'C e lejimzioni de' patriarchi, ed il tem- ti pure titoli, onde conservare come dei
po della loro islitnzione. iSe parla il n.° patriarcati cos'i delle sedi vescovili le il-
chia o Patriai-ehio (/ •). 11 nome di pa- da cui dipendono tutti i patriarcati orien-
triarcato fu dalo a ciò che chiamavasi tali cattolici de' diversi riti, cioè armeni^
anticamente Diocesi (f^), vale a dire a caldei, melehilì, maroniti e siri, che sono
molte province, le quali non formavano le nazioni cattoliche che hanno patriarca-
die un corpo sotto una città più conside- ti. In Occidente \\ patriarcato di Pioma,
rabile, la quale era governata da uno stes- che fu sempre superiore a quelli d'orien-
so vicario del prefetto del pretorio. Essen- te,comprendeva ['Italia, le Gallie, la
dosi la Chiesa slabdita forme secondo le Spagna, V Africa, le isole appartenenti a
dell'impero, come già dissi a Gerarchia quelle provinciejla Gran- Bretagna, V Ir-
ECCLESIASTICA ed alliove, fece essa pure landa, la Scozia, VJlliria, ed anche la
delle chiese di delle provincie un corpo Tracia, almeno ne'tempi successivi. Piìi
r A T P A T 3()3
tardi in occiilcnle furono istiluili i pa- frale, il Tigri, l'Arasse Fasi Rion, ol-
triarcati à' ^quileia, Grado , Venezia, tre l'ampio lago Arisca. Le città piìi gran-
Lisbona, oltre il titolare dell'/Hr/Zeom- di erano Artaxata, Amida o Tigranocer-
denfali peróh senza patriarcato; poscia la, Sebaste, Tcodosiopoli o Erzernm.
il palriarcato di Grado fu trasferito a Ve- Questo paese, dopo essere stato soggetto
nezia da Nicolò V, e quello d'Aquileia sop- ai gran monarchi d'oriente, fu goveina-
ché non uniti alla sede apostolica. mezzo al lago di Van la Cilicia con ,
PATRI ARCATO A RIMENO, Prt/nVjr. iS"/.? già capitale del regno di tal nome, e
chalus /4rnieniis, e ^EGVo antico di Ar- Selcuciaj Tarso, Edcssa , Nisihi; la Cap-
menia. L'Armenia è un'antica e grande padocia magna o marittima eh' ebbe a
contrada dell'Asia maggiore o occidenta- metropoli Sebaste, non che Cesarea e
le,confinante cogl'imperi russo e ottoma- Tiana , Mocesa GiustinianopoU , per
no e colla Persia, tra'quali è ora divisa. non dire di altre principali città, tutte le
Prima si distingueva in maggiore e mi- nominate avendo articoli, come le altre
nore, o glande e piccola, formando un che distinguerò eziandio con carattere cor-
vasto quadrilatero. L'Armenia maggio- sivo.L'Armenia persiana ha per capitale
re chiusa al sud dai gioghi del monte Erivan, successa a Valarsciahnt o fa-
Tauro, chela separavano dalla JMesopo- g'anr/(7Z'<7/, presso di cui fuediflralo il fa-
tamia e dalla Siria, avea al nord la Col- moso monastero di /'r-A//wz///oEci ni iazin,
chide, l'iberia e l'Albania orientale, al- antica sede del primario palriaica arme-
l'est l'Armenia media, ed all'ovest l'Ar- no. Erivan è la provincia più occidentale
menia minore e 1' Eufrnlc. L'Armenia e contiene una parte dell'antica Arme-
minore comprendeva la porte orientale nia, confinante coll'Armenia soggetta ai
della Capp.itiocia, situala sulla riva si- turchi e con quella caduta sotto il do-
nistra dell'Eufrate e toccante l'Armenia minio de' russi : in questa provincia si
to di piìi, questa piccola Armenia diven- dei popoli pili antichi del mondo, e na-
ne una delle provincia della Cappadocia, turalmente industriosi, si dedicarono in
ed è la moderna Aladulia, provincia del- ogni tempo al commercio ed alle fab-
Giorgia citeriore o orientale con Acal- vità nazionale, moderala da soavi modi.
zicheo Albania o Ahania d'Asia, la qua- Nelle principali città commerciarti di-
le pretendesi occu[)i la parte settentrio- morano comunemente in gran famiglie
nale del Daghestan, con JT///.? per capi- ed in pei fetta intelligenza, sotto la dire-
tale, di cui parlai anche a IVIingrelia e zione del più vecchio,secondo l'antico regi-
Imerezia, detta ancora Iberia oGurgistan, me patriarcale. L'Armeniaspesso essendo
ove sonovi armeni. In sostanza, la Tur- slata segno alle guerre, invasioni e perse-
chia possiede la piccola Aimenia e la par- cuzioni, il popolosi trovò frequentemente
te occidentale della grande, la Persia la obbligalo ad abbandonar la patria e cer-
parte intermedia situata al nord dell'A- carsi altrove un asilo. Oltre questo biso-
rasse, lallussia ha la paite nord-est com- gno indusse gli armeni ad espatriare l'a-
presa nel governo della Giorgia, situata more del commercio, il quale li traspor-
fra il Kur, l'Arasse e la catena de'monli tò in tanti luoghi e fra loro tanto remo-
formanti il confine colla Persia: qualche ti, che ad eccezione degli ebrei, altro po-
principe kurdo possiede alcun tratto del- polo non si trova che sia tanto diffuso,
l'Armenia, ma è sotto il supiemo domi- principalmente Europa, Asia ed Egit-
in
nio ottomano. Le antiche divisioni del- to. Gli armeni ebbero più di cento scrit-
l'Armenia maggiore e minore esistono tori, tra sacri e profani, di purissima e-
nella storia, e furono alterate per le in- leganza nel loro idioma e sommamente
vasioni straniere,massime dopo che gli apprezzabili. Tra essi fiorirono parecchi
armeni in gran numero ne' secoli XI e uomini illustri per valore e santità di
XII veiuiero obbligali ad abbandonar la vita, come nelle dignità ecclesiastiche e
patria. nelle scienze. Le più comuni congeltiu'e
L'Armenia ofire nella sua temperatu- fanno derivare il nome di Armenia da
ra contrasti sorprendenti , che derivano Aram, uno de'più antichi re d'Armenia;
dalla sua conformazione. E cjuesto un altri cercano l'etimologia dal monte A-
paese sì ameno e sì fertile che molli scrit- rarat, nella cui pianura voglionsi ricono-
tori vi hanno posto \\ paradiso terrestre scere i luoghi ove Noè pel primo pian-
e il soggiorno dei primi uomini. L'arca tò la vigna edove fu tumulata sua mo-
di Noè dopo il diluvio universale si ri- glie. Laonde non solo si riconosce nell'Ar-
posò sul monte A rara t, posto in vasta menia il primo asilo degli uomini scam-
campagna presso Naxivano Nakgivan, pali dal diluvio sterminatore, ma avere
a 12 leghe da Erivan, dalla parte orien- nel proprio idioma gli elementi dell' u-
tale, la cui inaccessibile sommità è sem- nica favella parlata dal genere umano,
pre coperta di nevi. Le produzioni del innanzi che accadesse la corruzione dei
suolo di Armenia variano quanto il suo linguaggi, di che ragionai a Lingua. Que-
PAX ^ PA T 3o5
sta anlicliisslma nazione nel gloriarsi di felice alleanza con Mitridate VII Eupa-
parlare la lingua anlidiluviann, acUluce tore re di Ponto, non avessero attraver-
per prova die l'Armenia si trovava ri- sato il corso de' suoi disegni. Per soste-
popolala e pailava l'unico linguaggio u- nere Mitridate rifugiatosi in Armenia, e-
salo fino a quei giorni, quando successe gli rovinò quasi sé slesso ed il suo stato,
confuse il parlare, e che quanlunque dal reso amicodi Pioma, che consenti regnas-
tralascialo lavoro della torre alcuni ri- se qual suo confederato. Dejotaro telrar-
tornassero su dove sorge il Tigri e l' Eu- ca di Galazia si rese illusile per la sua
frate, pure è molto piìi probabile che i familiarità con Lucullo, Cicerone, Ca-
ritornali si adottassero al parlare ivi usa- tone e Bruto. Tigrane II quindi in più
to, di quello che il popolo seguisse il dia- incontri eslese le frontiere de' suoi siali,
Icllo d'un solo o do'pochi che vi fecero particolarmente verso la INIesopolamia, la
ritorno. La primo fon-
storia registra per Cilicia, la Paflagonia, la Colchide e la
datore della illustre nazione armena Ilai- Persia.
co, e perciò si chiama ai-rnhe Haìcaiia. Morto Tigrane II nell'anno 87 avanti
Governata dai discendenti di quel primo Gesù Cristo, sali sul Irono il figlio Ar-
slipile per quasi 1778 anni, colla morte davasde I, che disgustalo coi romani nel
di Valle, ultimo della stirpe di Ilaico, fu 34 fii decapitato in Alessandria, d'ordi-
ridotta in provincia dai Seleucidi e siro- ne diM. Antonio per compiacele Cleopa-
macedoni, continuando ad essere signo- tra. Lo zio Arsamo e Artassia III gli suc-
reggiala da essi per circa 180 anni. Do- cesse e regnò tributario del popolo roma-
po quell'epoca, A rsace I parto, primo fon- no sino all'anno 50, il perchè Augusto
datore del potente impero degli Arsaci- considerando l'Armenia per una provin-
di, ?.55 anni avanti la nascita di Gesù cia romana, fece battere medaglie d'ar-
Cristo, profittando della debolezza dei Se- gento e di rame, con l'epigrafi: Armenia
leucidi, scosse il determinò
loro giogo e recepla, Armenia capta. Quindi gli suc-
gli armeni a seguirlo, nell'atto che spe- cesse il figlio Abagaro re di Edasa, che
diva s!io fratello a governar l'Armenia. fu convertito alla fede di Gesù Cristo, in
Più l'impero de'parti si fortifica va, quel- quel modo che parlerò nelle notizie eccle-
lo de'Seleucidi più s'indeboliva, crescen- siastiche de'palriarcati. Ad Abagaro suc-
do a un tempo
regno degli armeni, fin-
il cesse il figlio Ananeo, ed a quesli il fe-
ché sottoValarsace o Tigrane 1, fiorilo 28 i roce Sanatruce suo nipote, che fece uc-
anni avanti la nostra era, divenne sotto cidere tulli i maschi di Abagaro e trasfe-
ogni aspello floridissimo. ISel f)'j gli suc- rì la sede del regno a IVisil/i: ne"3o an-
cesse prima il figlio A rsace li, poi Tigra- ni del suo regno abbandonossi ad ogni
ne il figlio di questo, il quale sebbene perversità, suggellata col sangue fitto da
siastalo propriamente il primo della stir- lui spargere de' ss. Giuda detto Taddeo
pe degli Arsacidi, che con lai nome do- e Uartolomeo apostoli dell'Armenia la :
minasse nell'Armenia, nella serie gene- morte del primo si riferisce all'anno 4^
rale de're armeni è però il secondo, es- o 5o circa, quella del secondo all'anno
sendone slato un altro della stirpe di Ilai- 5o o meglio 53 di nostra era, altri di-
co. Tigrane II emulò la gloria de' suoi cono nel Gy con poca probabilità. Dopo
predecessori, pe'suoi talenti, potenza e la morte di Sanatruce, l'Armenia fu da
\itlorie. Si era proposto concjuislar tutta Traiano imperatore ridotta in provincia
l'Asia minore, la Mesopotaraia e l'inipe- romana, indi soggiacque ad intestine di-
ro de'parti, se la rivalità de'romanie l'in- scordie, eia di lui discendenza maschia
VCL. LI. 20
3(.r. I' A T pA r
venne lincidala do Ervan(1(\ della regia tra'romani ed i persiani; solo fu lasciata
stiipedegli Arsacidi, quando fu eletto re. lui'oiubra d'indipendenza, a mezzo d'un
ila sì fiera strage re^tò esente il fanciullo preftlto di provincia nazionale coll'alter-
Artasse salvato dall'aio Sempato, il quale nativa d'un persiano, chiamalo marza-
lo affidò a Dario redi Persia. Col di lui hall, i quali aggravarono il paese di ga-
aiuto, divenuto maggiore di età, rientrò belle e tirannie. Nondimeno i vinti non
ne' propri diritti e procurò consigliarsi obbedivano che alla forza, scuotendo il
l'amicizia dell'imperatore Domiziano, pa- giogo peisiano tutte le volte che ne fos-
gandogli tributo. Gli successe il figlio Ar- se loro oiì'erlo il destro. I redi Persia o-
da vaste, ed a questo 4 al''"' '"e della me- pinarono, essere cagione principale di tali
desima discendenza, l'ultimo de' quali rivolte ia diderenza del cullo, quindi su-
la ricupera del trono. Gli successe, pri- sulle frontiere della Giorgia, dove ripor-
ma il figlio Cosroe li, poi Dirano II che tarono segnalata vittoria contro l'aposta-
apostatò dalla fede cristiana, ad esempio ta Vasag. Accorseli re di Persia a farne
di Giuliano, la cui immagine pose nella vendetta nelle pianure d'Artaz nel 4^'-
chiesa principale acciò fosse venerata, Variano vi colse la palma del martirio,
Tantoscandalo mosse il vescovo patriar- e gli avanzi della sua numerosa armata
ca Ussig a rovesciarla e calpestarla, onde rifugiatisi in una fortezza, poscia furo-
nel 37.5 Valente, inopinatamente succe- sciaguiatamente la sua vita. Duiò per
duto a Valentiniano I, fu ostile agli ar- r Armenia quel servaggio fino alI'Sog,
meni ; se non che occupato nel 879 il in cuiebbe incorainciauiento il regno dei
trono imperiale da Teodosio I, come ad Bagralidi principi armeni, che secondati
essi favorevole, divise il governo dell'Ar- dagli aiuti dell'imperatore d'oriente (sul
menia tra Arsace IV e Valarsace II, o qual trono era asceso nelI'SiS l'impera-
forse coir intendimento d'indebolirla, la tore Leone V 1' Armeno, con residenzii
falli dopo la morte di Valarsace II, la in Ani o Anus, ove tennero 4 concilii si
te ne'gioghi del monte Tauro. ^ erso il causa di suo nipute principe d'Antiochia,
I 1 oo, all'epoca in cui le crociate passa- e fu esaudito. Noi t. ?,, p. 3 ")o, si appren-
vano dall'Europa in Palestina pel con- de dal medesimo Iluiter che Innocenzo
«luisto de'Iuoghi santi ,
i principi della IH nel 1211 difese templari contro la i
ia comunione colla chiesa cattolica e il gua per mediazione del legato conchiusa
Papa Innocenzolll, il quale ancora, co- fra sé e la città d'Antiochia, e commise a
me narrai nella sua biografia, gli conces- Piupino suo nipote di saccheggiarla cin-
se la dignità reale e nominò re del regno ceiidiarla,come eseguì. Né tanto bastan-
d'Armenia nel 199. Il Rinaldi, citando
i dogli, in disprezzo della Chiesa riconob-
Otlone di Frisinga, dice che gli armeni be il patriarca intruso. All'udire i quali
già eransi sottomessi a Eugenio III nel eccessi Innocenzo III Io invitò a pentirsi
Pietro di Capita pacificare il re col con- Aimenia edi Maurizio contedi Tuo fia-
le di Tripoli e altri signori franchi che tello di Eurico II re di Cipro. Isabella era
3o8 PAT PAT
sorella ilei re TorosooTeotloroT IT, il qua- deirEgilto, che nelle altre, quindi lo di-
le avea sposato Mnrgljeiil;i di Lusii^jimno, vise in molti pascialatici, retti da pascià.
figlia di Ugo III re di Cipro. Questo Gio- IN'el principio del secolo presente la Kus-
vanni mentre regnava Leone V eia sla- sin, dopo essersi già impadronita della
to chiamalo in Cilicia, fatto bailo e gran Giorgia, la dichiarò provincia russa , e
principed'Armenia.cui successero quegli penetrata in altre provincie armene, nel
altri Lusignano registrati a Cilicia. de- 1827 occupò l'importante piaz/.a d' E-
gnando Leone VI. fililo coronare da Pa- rivan.
pa Urbano V in Sis, la Cilicia fu assa-
Cenni storici sulle notizie ecclesiastiche
lita dagli eserciti di Esciref Sciaban sul-
dell' Armenia e suoi patriarcali scis'
tano d' Egitto, che vinto il contestabile
tnatici : del patriarcato cattolico del'
Libarid, a gran prezzo i! re comprò la
la Cilicia j dell'arcivescovato di Leo-
pace. In seguilo informato il sultano de-
polij dell' arcivescovato primaziale di
gli ambasciatori inv'atida Leone VI al-
Costantinopoli, e prefetto civile de'cat-
le corti d'Europa a fine di trarne soc-
tolìcij degli armeni di altri luoghi, e
corso, determinò di annichilare il re-
si
de' monaci niechitaristi e antoniani.
gno d'Armenia. La capilale Sis fu presa e
bruciata nel iSyi, ed il re vinto e feri- Abagaro o Abgaro re di Edessa istrui-
to si montagne inaccessibili.
ricovrò in to de' miracoli che Gesù Cristo andava
Tornalo però nel iSyS in Tarso, Uo\b operando nella Giudea, e eh' era perse-
sua moglie Maria, che credutolo morto, guitato dagli ebrei, per mezzo de'suoi le-
era vicina a sposare Ottone di Brunswich gati gl'invio una lettera invitandolo a
destinato a re d'Armenia. Leone VI ri- portarsi da lui, e nel medesimo tempo li-
Tendicò i propri diritti, cercò d'intavola- berarlo dalla malattia ond'era afflitto. I
casa di Savoia, che li assunse e porla al al re, insiemecon lettera di risposta scrit-
modo die ho detto ne'vol. XIII, p. iqo, ta da s. Tommaso o da s. Taddeo. Que-
XXX, 69, 72, intitolandosi re di Sar-
p. sta e l'altra del re si leggono in Eusel)io
degna, Cipro, Gernsaletnmee Armenia. Cesariense lib. i , e. i 3, ed in Natale Ales-
Finito il regno armeno di Cilicia, dopo sandro, Hist. cccl., saec. IV, e. 6, a. 5 ;
colle sue frontiere. Il leslo dell' antico dri del jNiceno I, che preferirono conqui-
regno d' Armenia venne sottomesso al- dere Ario colla testimonianza delle di-
l' inipero oUomano, sia nella conquista vine scritture, e per essere giudicata a-
PAX PAX 3o9
pociifa, cioè non esservi certezza di sua Vascidagliian armeno volle Irasportarla
iiiilenlicilà, da s. Gelasio 1 nel concilio a Cnslantinopoli, lua per la resistenza
rotuario del \()^ ; tultavolta diversi de- degli edcssiani li costrinse a cedergliela
gli antichi scrittori non la rifiutarono, e con un esercito. 11 giorno dell'Assunzio-
sono citali dal Sarnelli, LcK. eccl. t. 4i "^ giunse il pregiato tesoro nella chiesa
Eccone il contenuto: Bealo sia co-
p. 3. di !\I;uia Vergine presso Costantinopoli,
che senza vedermi creile in vie, es-
ini, ed il giorno seguente tutto il clero e il
to divino con fede, e lo fece collocare sul- meni (di questi monaci stabilitisi in Ge-
la parte superiore della porta di Edessa, nova e nell'Italia, e della congregazione
limovendo un bassorilievo profano, cun de'monaci armeni di s. Basilio parlai nel
cornice dorata e iscrizione, ordinando voi. IV, p. i8o e i8 ), ivi portata verso
r
che non si lasciasse alcuno entrare in cit- la mela del secolo XIV: analoghe notizie
là, senza aver prima adorata la sacra im- già produssi nei voi. X\l, p. >7,XXV1IF,
niagine. Dopo Scanni, il figlio e succes- p. 273, XXX, p. 2G0, XXXIV, p. 8.
sore di Abagaro, ritornato all'idolatria, Fanno testimonianza del sacro velo o le-
meditava l'empio progetto di togliere la la s. Efrem, s. Gregorio lì, padri del i
tedi notte tempo segretamente fece fare tro l'autenticità della riferita lettera. Ma-
una profonda nicchia nel muro sotto il sito rangoni, Ist. di s. Sanctorum, descrive le
medesimo dove stava, ed ivi la ripose ac- immagini acìieropite (non fatte per ma-
cesavi avanti una lampada, indi fece ri- no d'uomo) del ss. Salvatore e la storia
murare r apertura senza segno alcuno, di cpiella di s. Silvestro in Capite credu-
Nel 539 quando Cosroel re di Persiaassah la diAbagaro, portata in Roma sotto In-
Edessa, cittadini costernati ricorsi a Dio
i nocenzo 111 (pai landò pure delle lettere
con pubbliche preghiere, per una rivela- del re e di G. C), dalla quale già se n'e-
zione ch'ebbe il vescovo, disfatta li.' super- ra prodigiosamente impressa altra che
flciedelmuro, trovarono con la l.impada dice venerarsi in Genova, ricordando an-
ancora ardente, la sacra immagine, eia che il trattato di Giacchetti : Iconologia
sua figura anche impressa sul mattoneche Salvatoris, sive de imagine^ Salvatoris
la coprivi., restando la città liberata dai ad regcm Àbagaruni missa. llSemeria,
persiani. Mentre l'immagine si conserva- «arra che Gio. Paleologo la dunòal doge
va in Edessa colla massima venerazione, ili Genova Leonardo Monlaldo, citando
agli occhi di questi divenisse il suo vol- l'Albania di Epiro el)be a capitale altra
to splendente, onde il re prostrandosi a Albanopoli. A s. Bartolomeo si attri-
lui con meiaviglia de'circostanti gli disse: buisce la fondazione della sede vescovile
Se sei per a\'\.'cnlnra il discepolo che il d'.Anzeva. Intanto i germi della fede svi-
Quindi Taddeo lo convertì alla fede cri- caduta nell'idolatria, una fu quella in cui
stiana insieme con tutta la città, e im- venne educato s. Gregorio V Illunima-
postegli lemani lo guarì insieme al prin- <o/r, nato verso il i^^c dal principe Anag
cipeAdde ed a quanti infeimi gli furo- o Anaco gentile, quando la sua nulrice
no pr(;sentaii. Tennero chiusi templi i cristiana l'involò alla strage di sua fami-
degl'idoli, le statue furono coperte di can- glia, per aver il padre ucciso Cosroe I re
na, e sebbene uiuno fosse stato forzalo a d'Armenia, onde in Cesarea di Cappado-
ile la tradizione naira che Abagaro pre- delitto del genitore con insegnare a Ti-
go l'impeiatore Tiberio a ordinare l'u- ridate H, figlio delTucciso e suo succes-
ni versai culto di Gesù Cristo e n'ebbe in sore, la religione di Cristo, e perciò andò
rispostanon volervi aderire il senato, ma incognito a mettersi al suo servigio. La
potere ognuno individualmente ricono- provvidenza ricompensò la generosità di
scere Gesù per Dio, e quanto alla diluì s. Gregorio, poiché indotto dalle strepi-
crocifissione (atta dagli ebrei, voler dar- tose circostanze d'un miracolo, si conver-
ne esemplar castigo, come avesse ridot- tìprima lo stesso re, e dietro il di lui e-
te le Spagne. S.Taddeo detto Giuda i\po- sempio tutto il popolo. Allora Tiridate
stolo,che gli armeni riconoscono pure II lo bramò vescovo del suo popolo, lo
per promulgatore della fede, per ordine fece consagrare in Cesarea da s, Leonzio
di Sanalruce fu martirizzato nella pro- (da questa consagrazioue e da quella di
vincia di Artasia. Due anni dopo entrò Nersete I derivò il diritto nell'arcivesco-
nell'Armenia l'apostolo s. Bartolomeo vo di Cesarea di consagrare il primato
per predicarvi la fede, ed auch'egli fu dal deirArmeuia,poiabolitodal redi Persia),
PAT PAT 3ii
e litornalo alla sua greggia battezzò il re la disseriazione: A disinganno degli ar-
e la regina, utiitaincnte a tutta la corte ìiieni scismatici si prova la primazia del
ed a migliaia di persone; ordinò sacer- romano Pontefice coi documenti della sto-
doti, edificò cliiese e monasteri , e rese ria armena. Su di che esul riconoscimen-
venerabile il segno della croce sino agli te della chiesa romana può vedersi quel
estremi confini dell'Armenia. Narra Eu- libro che citai nel voi. XLIV, p. 58:
sebio, Ilist. che Massimino
lib. (), e. 8, Col testo armeno e l'aggiunta di altre 5
Daia cesare dell'orienle, avendo odio im- testimonianze fu riprodotto negli Annali
placabile al nomecristiano, si sdegnò for- delle scienze religiose voi. 5, p. 3. Dopo
temente in vederlo tanto largamente e- aver s. Gregorio consagrato vescovi, isti-
steso nell'Armenia; mosse contio questo tuito sedi vescovili, fra le quali vuoisi
paese, ma fu respinto e costrello a riti- Ezmiazin, ove stabifi la sede patriarcale,
larsi in gran confusione, per cui questa e dopo avere assistito nel 32 5 al conci-
è la prima gueria contro la religione che lio Piceno I, secondo Seldeno, ma il Ga-
ci ricordi la storia. Avendo s. Gregorio lano dice il suo coadiutore, figlio e suc-
consolidato tra gli aimeni la religione, cessore s. Aristace, si ritirò nella cellet-
volle dare un esempio di subordinazio- ta d'una santa vergine romana chiama-
ne, non solo al suo gregge, ma bensì a la Mani, ed ivi morì. Delle sue reliquie
accompagna-
tutte le chiese orientali, ed parlai a Ezmiazin; il di lui capo con al-
to dal re si avviò per Roma, onde umi- cun' altre reliquie, negli ultimi tempi fu
liarsi al Papa s. Silvestro I e prestare , trasportato da una colonia di vergini ar-
ubbidienza alla suprema sede, assogget- mene rifugiate in Napoli, ove ancora esi-
tandosi alla medesima. Il Papa accolse ste. La liturgia armena si attribuisce a
ambedue con paterna tenerezza, appro- s. Gregorio: ne tratto compendiosamen-
vò l'operalo dal sauto, lo confermò nel- te e nelle cose più principali ai relativi
la dignità di Cattolico o sia di patriarca articoli, e nel voi. XXXI X, p. 5o. Nel
imiversale di sua nazione, e gli die op- 1826 la tipografia armena di s. Lazzaio
portune istruzioni per l' incremento e la in Venezia pubblicò Liturgia armena, :
s. Gvegovìo Illuniiiiatore, apostolo e pri- le restò lungo tempo nella casa di s. Gre-
3 1 PA T PAX
questo illustre prelato fu a
tlinazione : morte di Arsace IV o Ardashir,si estin«e
mi tempo uno de' luminari della chie- del tutto la schiatta degli Arsacidi, onde
sa armena Quindi succedette
e martire. caduta l'Armenia sotto il giogo de' per-
il fiatello Vertane, che nel morire lasciò siani, verso il 44'2 suscitarono la perse-
Ja sede al suo figlio Ussig, il quale per cuzione religiosa indicata di sopra, con-
rifiutare di adorar la statua di Giuliano tro la quale riuscirono inutili gli sforzi del
Apostata , colse la palma del martirio. popolo e le proleste de' vescovi. IN'on per-
Morti suoi due figliuoli Papo e A tana-
i tanto ad altri maggiori disastri era riser-
chine, Nersete 1 figlio del secondo essen- bata l'Armenia, il cui nemico più peri-
do troppo giovane per venir consagrato, coloso eia il falso spirilo razionale dei
la dignità patriarcale uscì dalla casa di greci,che opprimendola scorjponeva la
s.Gregorio e fu conferita a certo Far- sua fede, sin allora purissima, ed eccone
nerse, che 1' ebbe soltanto per tre anni. l'origine. 11 concilio di Nicea I avendo
Questi uscito di vita, Neisete I andò in condannato l'arianesimo, illuminò la cri-
Cesarea di Cappadocia, quindi fa eletto stianità sul grave domma dtUe due na-
patriarca, e l'arcivescovo s. Leonzio lo ture in Gesù Cristo. Nestorio rinnovan-
consagrò; dignità che meritò per le utili do l'errore di Ario nel sostener 1' unità
riforme che fece nella chiesa e nella so- della persona e della natura, fu seguito
cietà, per cui si procacciò il titolo di gran- da Eutiche: tale eresia dai loro seguaci
de. Convocò sinodi nazionali, eresse chie- nesloriaiii e eutìchianl propagossi rapi-
se, monasteri e collegi, ed ottenne l'af- damentenell'orienle, denominandosi an-
fetto e la stima di tutta la nazione. Do- che Monofisiti e Giacobili (f'^-)- Tulta-
po Sahag, che geloso della
di lui fiori volla non tutti coloro che ammettevano
propria autorità non volle recarsi a Ce- l'unità di natura di Gesù Cristo erano e-
sarea per riceverne laconsagrazione, im- gualmcnte imperocché molli in-
eretici,
perocché patriarchi armeni non avea-
i tendevano natura quello di
pel vocabolo
iio più alcun obbligo di essere consagrati ipostasi o sostanza, ed é certo che la so-
dall'aicivescovo di Cesarea, dopo che s. stanza del figliuolo di Dioé radicalmente
Gregorio illuminatore ebbe ogni facol- ed essenzialmente Ji«rt. Siffatta distinzio-
tà per sé e pei successori da s. Silvestro ne conviene particolarmente ali Arme-
I : nondimeno finché visse s. Leonzio si nia, e può talora servire ad assolvere da
fecero consagrare da lui per divozione. ingiuste accuse di eresia alcuni teologi
Intanto la nazione avanzava a gran pas- collocati fra i inoiiofìsiti e giacohiti. Nel
si nella via dell'incivilimento; s. IMesrop 45 Papa1 s. Leone 1 fece celebrare il con-
fissò la lingua dandole un alfabeto e un cilio generale di Crt/c«/o/2W, il quale con-
sistema grafico, invenzione che sembrò dannò gli errori di Eoliche, i cui par-
tanto bella e meravigliosa a'suoi conna- tigiani uniti a quelli di Dioscoro, diosco-
zionali, da essere riguardata come un ef- rani, si erano fitalmen te sparsi per l'A-
fetto più di lume celeste che umano. Bea sia. Lo nazione armena, mal
spirito della
tosto i libri sacri furono tradotti in lin- disposto pei greci , intervenuti più volte
gua armena, e tale opera fu sì saggia- armata mano negli allori del loro paese,
niente eseguila, clie divenne il tipo e la accolse avidamente missionari di quegli i
pietra angolare dell'edifizio letterario in- eretici, che tanto sinistramente aveano
nalzato ne'lempi posteriori. Poco occu- esposte le decisioni del detto concilio e-
parono il seggio patriarcale Zaven e A- cumeuico; quindi nel concilio di Tuin
sbouraghes, facendo luogo a Isacco so- gli armeni si separarono dalla chiesa gre-
mi riconoscono due nature, due opera- conoscere quelle emanate dal concilio di
zioni e due volontà in Cristo, e che gli Calcedonia, e ciò principalmente [)ei mo-
ullimi non ne riconoscono in lui che una: di imperiosi de' greci, che irritavano gli
la chiesa di Siria; divisa dalla comnnio» maggior parte del clero stesso, amando
ne de'gieci e da tutta la chiesa occidcn- l'unione e la pace, gemeva in segreto sul-
tale a motivo della nuova sua condizio- le scissure. 1 piìi esaltali trascinavano gli
ne politica, si trovò quindi confinata nel- altri, poi atterrili dalle conseguenze rin-
la propria individualità. Peiduli gli al- sanivano, per cui v'ebbero nella chiesa
leali che poteano difenderla contro laPer- armena per oltre un secolo degli ondeg-
sia,a questa invece fu costretta ricorre- gianienli continui. Nel voi. XVlll,p. 287,
re per combattere i greci. 11 patriarca parlai della festa della Croce presso gli
Mosè convocò un concilio in Tuin nel armeni, per 1' invenzione miracolosa di
552, e stabilì Vera degli armeni, che ri- lui pezzo della vera, già portala in Arme-
porlai nel voi. X\ll,p. i 5. L'im|)erato- nia d.illoma da s. llipsima (dellaquale
re Eraclio ritornando nel 622 vincitore parlai pure nel voi. XXX, p. 2G0). 11 [)a-
come un atto arbitrario della chiesa gre- continuo spavento della nazione, non da-
ca, altri rimasero in assoluto silenzio, pa- va modo ai vescovi ed ai principi di rac-
recchi infine difendendo la dualità della cogliersi per trattare le questioni teolo-
natura, non ebbero tutta la chiarezza nel giche; oltre di che il vincitore volendo
manifestar la loro fede. Le relazioni de- imporre ai vinti la religione maometta-
armeni cattolici colla s. Sede in que-
gli na con ogni persecuzione, eccitava gli spi-
tempi proseguivano a sussistere, co-
sti rili a difendere la fede piuttosto colle
me rilevasi da un documento del 649 armi del martirio, che con quelle della
circa, pubblicato dal Galletti nel Primi- dialettica. Ma quando nell'85q la prin-
cero p. 36. Da esso rilevasi che in Roma cipesca famiglia de'Bagratidi rese vani i
ne di s. Lucia: il Grimaldi opinò che fosse pace risorta apri di bel nuovo il libero
ov' è tuttora la chiesa di s. Lucia della corso alle controversie religiose. 11 famo-
Tinta, eò. il Galletti nelle vicinanze di s. so Fozio patriarca di Costantinopoli, pri-
Pietro, poiché presso le basiliche degli ma di consumare lo scisma de'greci dal-
apostoli eranvi eretti monasteri e ospizi la chiesa Ialina, avea procurato la riu-
per le nazioni straniere. A bbiamo da I\Ial- nione dell'armena, si collo scrivere al pa-
Jio, Martinelli e Ciampini, che esisteva lriarca Zaccaria I, per dilucidare alcuni
una chiesa diGregorio degli armeni
s. punti del concilio ca!cedonese,che col di-
con ospizio annesso nella via di Bor^o, struggere r antipatia della nazione pei
quasi rimpetto alla penitenzieria; e fino greci. Ad interposizione dell'arcivescovo
al pontificato d'Innocenzo VII si aveva di Nicea, per alcun tempo la concordia
nello stesso Borgo una contrada detta sirannodò, e riunitosi un concilio furo-
Z?e/rt/v7J/«/, parlandone egli in una bolla no accolte le decisioni di Calcedonia, ana-
del i4o6. iNell'8 3 passata sotto il domi-i tematizzandosi quelle di Manazgherte e
nio de'saraceni l'Armenia, gli armeni sci- di Te vino. Poco dopo la sede patriarcale
smalici si costituii ouo un cattolico o pa- fu illustrata da Mascidolz o Masdoz, do-
tiiarca, che innanzi al califfo Narisseni tato di vasto sapere e compilatore del ri-
si dichiarò capo della nazione e indipen- tuale e della raccolta degl'inni che por-
dente dalla chiesa cattolica, e fissò la sua ta il suo nome, A lui fu sostituito Gio-
residenza in Vagarsciabat capitale del- vanni VI detto Vislorico per eccellenza,
PAT l'AT 3i5
a cagione dello splendore e origin;ililà livoho a procurnr (|ticlla colla chiesa ar-
tici suo siile. Ma la pacificazione del niena (da cui paiimcnli i greci vivevano
mentovato concilio di Zaccaria I non (jiiasi sempre disuniti pressoché dai tem-
durò molto il partito nazionale
: il più jii del concilio di Cali:edonia), e la mor*
opposto a'greci la distrusse a mano a ma- te di Nersele Glajese o Clajonse e del pa-
nOjad outadeglislorzi di (juellodeirunio- Iriarca Degha di lui successore (il quiile
«e, e nel comiin-iar del secolo Xll la di- j>er convincere parecchi sacerdoti e nio-
\isione si accrebbe al segno, d'esser d'uo- nnci armeni deviali dai donimi cattolici,
pò a nuovi mezzi di conciliazione. Occu- provò loro 1' andata a Uoma di s. Cre-
pando degnamente la sede patriarcale di gorio Ilhuiiinatore, e la conferma in pa-
Ezmiazin Gregorio 111, questi ricevette tiiarca dell' Armenia di s. Silvestro I),
daPapa Innocenzoll leinsegiiepatriarca- non meno che alcuni atti arbitrari dei
li, indi spedì legati al Ponteilce Eugenio svanire le felici speranze;
gieci, fecero
llldeli i4 Jj perlcdilUrenzeco'greci: sue- perchè dall'avversione contro greci, i
l'armena eloquenza. Le proposizioni fai- panza tra le due chiese. In due codici
te dal patriarca furono: i.° Anatematiz- vaticani si legge una seconda disputa del
zare i partigiani dell'unità della natura, medesimo Teorinno col patriarca, tenu-
cioèEuliche,Dioscoro, Timoteo, Eluro e lanci i 1
72, e quella coi siri giacobiti,
gli altri loro aderenti. 2.° Confessare che donde si conoscono le differenze non me-
GesìiCristoè figlio unico, solo Cristo, so- no che le congruenze tra greci, siri e i i
lo Dio, ipostasi una, senza divisione, senza gli armeni, la fede e tlisciplina principal-
cangiamento, senza alterazione, senza mente degli ullimi. Separati gli armeni
confusione.3.° Riconoscere le sue due dai greci, sebbene restassero uniti alla
nature nell'unità della divinità, e la uni- sede apostolica e al resto della cri>liani-
tà nella dualità delle nature, per avere là, pure per le tante invasioni turchesche
il medesimo Cristo due operazioni con- e persiane, si trovarono ridotti in un i-
formi alla sua natura, l'una divina, l'altia soiamento che non fu meno funesto dal
umana, senza che sieno perciò contrarie, lato religioso, che da quello intellettua-
Tali furono le principali proposizioni le e politico. Tuttavia proseguirono le
a cui la maggiorità de'prelali ivi raccol- relazioni colla s. Sede, e Papa Celestino
ti aderì con sommissione ed umiltà. Ner- III fece coronare colle insegne reali Leo-
sete Lampronese fulminò coi tratti del- ne II il Grande, re della stirpe de'Rubeni-
la sua eloquenza i fautori dei torbidi ec- ti; altriciòattribuironoa Innocenzo III, il
clesiastici, e già speravasi una concilia- quale comedissialla sua Ijiografla e diso-
zione delìniliva. La morte però nel iiSo i pra, ebbe bensì molte relazioni co'sovrani
dell'inqicratore Emanuele Comiieno, il e pali iarchi armeni e s'interpose eziantlifi
<[uale avendo senza lelice esilo tratlatu nelle vertenze politiche pel principato <li
presso delta basilica, Giovanni VII loro unì ai domenicani che lo aveano segui-
patriarca, con una comitiva di i5o per- to, con l'abito e costituzioni del proprio
sone ecclesiastiche, cioè vescovi, monaci, ordine e la regola di s. Agostino, e po-
sacerdoti e altri. Il Papa Gregorio IX nel scia parte di essi presero il nome d\fraU
i23f)Concesseal patriarca Costantino I il imiti , sotto la direzione di Giovanni de
pallio, e per l'unione colla chiesa latina Kerni vartabiedo, il quale sipropose di
iìpprovò le consuetudini ragionevoli ed i riunire la chiesa armena a quella d'occi-
riti ortodossi che praticavano gli armeni. domenicani tra gli ar-
dente. Stabilitisi i
stavano d piincipato d'Antiochia; ma re- armeni che sono in Smirne. Sulle opere
clamando il re d'Armenia contro la par- del b. Bartolomeo, riportate nella bio-
zialità del legato in favore del conte, Gre- grafia coll'autorità di biografi domeni-
gorio IX gli sostituì il cardinal Giovanni cani, va avvertilo che non si conosce la
Colonna. Giù in questo tempo tre erano tratluzione in lingua armena del Salterio
i patriarcati, di cui pai lei ò, cioè Ezinia- e de' quattro libri di s. Tonìmaso contro
zin, Sis e Actmar o Agln^ar. Una den- i gentili; la 3." parte poi della Somma
sa notte successe allo splendore recato teologica, solo fu tradotta dal teologo
dai due Nersete luminari della chiesa ar- Giovanni Bluz e dal vescovo Zaccaria
mena : diminuì a misura che
la civiltà Zoizorese, ambo armeni. Le opere del
cresceva l'ignoranza, e si venne alla ser- b. Earlolomeo sono Commenti sopra i
vile imitazione, massime de'greci e lati- i sei giorni della creazione j \nv\eprecU'
ni; per la natura e pieghevolezza della che composte prima in lingua persiana,
lingua, molti in questa diffusero tradu- della quale ebbecognizione nelle sue lun-
zioni di opere straniere. A tale scopo si ghe missioni in Persia; ed Commenti sul-
i
rasce il h. Barlotomeo domenicano bo- propagò nel paese, ove sulle prime fu ben
lognese detto il piccolo, poi arcivescovo accolla e riverita. MuW falso zelo col qua-
di ?>aiivan, e lo spedì ueìrorieale per la le que'laliuiVimpeguarouo ia certe di'
PAX PAX 3i7
spnte e vecliife opposte allo sp'riJn pub- lio fiondale, che incomincialo n Ferva'
l)lico, e pel clivisanieiilo tl'al-oliie i riti rn, proseguì in Firenze nel i.^Sq. jN'tl-
opera tulli i mezzi propii a fomentare Papa s. Silvestro I. I legali armeni giun-
la divisione. Il suo argomento principale sero in Firenze dopo la partenza dei gre-
era ratlaccamento degli avversari ad una ci, sottoscrissero l'unione della chiesa o-
chiesa straniera, che cercava, a suo avvi- rientale con la latina, furono ricolmati
so, di rovesciare la chiesa aimena, la sua di palerna accoglienza da Eugenio IV, il
indipendenza ed antiche costituzioni. Ta- quale qualificò tanto essi, quaiilotulla la
li parole ebbero un'accoglienza troppo nazione, contermini di molta onoranza,
(iicile nello spiiito della mollitudinc, né In segno poi di perfettissima unione con-
i fratelli uniti poterono più mandar ad segnò loro il suo famoso decreto o istru-
elTelto le lodevoli loro intenzioni, non pe- 7\oae, Exidlnle Deo, [tuhhWcalo ne\ i44'
rò quanto ai riti nazionali ortodossi. Per- ( in esso il Papa dice ,
che lo scisma ar-
ciò tornarono inutili le sollecitudini di meno conilo la s. Sede durava .già da
Papa liciiedeUo XII, il quale profìltan- 900 e più anni, credendolo incomincia-
do di alcuni ambasciatori del re Leone topocodopoii conciliocalcedonesc,com'è
V, che imploravano soccorsi contro le comprovato dal fallo dell' iniquo conci-
continue scorrerie degl'infedeli, scri.^se al liabolo di Tevin), di cui feci cenno nel
patriarca Jacopo 11 sulla verità dei doni- voi. XXV, p. 69 e 70, ed altrove. Que-
mi. Il patriarca convocò i suoi vescovi sto ricevimento nella chiesa romana de-
iu concilio, condannò gli errori, invian- gli armeni e deigiacobiti, il Papa subito
doiie le Papa in Avignone.
decisioni al lece incidere per memoria nelle porle di
Tulio divenne inutile, essendo germe il bronzo della basilica N'aticana, con quei
del male piìi potente di (jutllo del bene, versi che riportai nei voi. I, p. 28, e XXX,
Nel i35i Clemente VI Papa, a purgare p. 199. Riorto intanto il patriarca Co-
le perniciose dissensioni armene intor- stanlino VI , e poco dopo il successore
110 al concilio calcedonese, onde ridune GiuseppellI, insorsero le dissensioni mo-
alla purità della fede cattolica quelli che tivaledai cambiamenti della sede palriar-
che alcuni principi inviassero soccorso niiazin, ora sotto il dominio russo, scella
vero successore di s. Gregorio, perchè nel cattolici solFrirono quanto narrai al luo-
Inogo un tempo fu trasferita la sede pa- go citato descrivendo il pati iarcalo. Tut-
triarcale. Questo patriarca di Agtamar tavollaa fronte delie persecuzioni, in mez-
piìi volte chiese e talora ottenne l'asso- zo alle dispute teologiche, e malgrado gli
luzione dai patriarchi di Ezminzin. Non sforzi del numerosissimo partito scisma-
lia ciliù sotto di sé, ma solo ville e terre, lieo per islaccarla dalla chiesa romana ,
fra le quali una detta IMuscè, in cui è la costante conservossi una gran porzione
chiesa e monastero Gurp-Garabaiet, cioè di armeni veramente cattolici , tenera-
del s. Precursore, pel vanto di posseder- mente attaccati alla s. Sede, che in ogni
ne le reliquie. In questa chiesa, bencliè epoca loro si dimostrò madre alfeltuosa
posta in luogo solitario, avvi grandissi- e provvida: la chiesa di questa porzione
DIO concorso di ogni sorla di persone , di armeni si perpetuò, avendo il proprio
anche di turchi, per la super>tizione di clero secolare e regolare, i propri teolo-
potervi acquistare buona voce e l'arte del gi e mettendosi in corrispondenza coi
canto. Così la chiesa armena Irovossi di- Papi secondo bisogni. Si può dire, che
i
na,per le sue ulteriori divisioni, e per la ta con cui lo professa. In diverse epoche
j)0lenza ed influenza che acquistò questo parecchi armeni scismatici rientrarono
quarto patriarcato, il cui patriarca veu- nel grerabodella chiesa cattolica, ediver-
PAT PAT
3 19
si vescovi e patriarchi preslarono ublii- darono anche in .Tidfi una colonia im-
(Jienza al romano Pontelice, ed abiura- portante, ed una chiesa retta da un pa-
rono gli Michele di Sebaste pa-
eri'ori. triarca particolare e scismatico come i
triarca di Eciniiazin o Ezmiazin nel iGo i suoi soggetti, ed ecco un quinto patriar-
o i564 in^'iò a Roma Se[)her Abngaro cato armeno di Ganzar o Canzasar, uno
suo oratore, supplicando il Papa con let- dei due o tre minori. E cos'i detto per-
tera di voler rinnovare la convenzione chè il paliiarca risiede in Cangia o Gau-
fatta lia s. Silvestro I e s. Grei^orio, di- gia, città della provincia di Albania d'A-
chiarando apostata e ribelle al secondo sia nell' licauia o Iberia, che compren-
chiunque non ammettesse la cattedra di de il litorale del mar
Caspio. Prende il
s. Pietro superiore a tutte le altre, ed il nome non perchè pietend.i
di patriarca,
stiani. Fra gli articoli della prr^fessione che s. Gregorio nipote dell'Illuminatore,
di fede, che il procuratore del patriarca da questi (osse tnanilato primo vescovo in
espose a Pio IV, riferii il canone statui- Albania e a Cangia, con autorità di cat-
to tra gli armeni fino dal tempo dell'Il- tolico e vice patriarca degli albani e di
luminatore, di ricorrere cioè soltanto al Canzasar, indipendente da qualunque al-
romano Pontefice per poter assolvere dal- tra sede. Imperocché questi armeni af-
la scomunica quelli ch'erano slati fulmi- fermano, che l'Illuminatole ricevesse d<i
benefizi l'arcivescovo di Naxivan, Paolo gi dei patriarchi armeni, cioè ch'egli so-
Cittadini domenicano, ed al modo che ri- lo può ordinar vescovi e consagiare l'o-
portai nel »ol. XIV, p. i44. Gregorio lio santo ed il crisma. Questo nella di
XllI nel i584 ordinò con bolla l'ere- lui consag: azione si versa in modo, che
zione in Roma di un collegio per la edu- dalla testa gli scorre giù per le vesti, se-
cazione ecclesiastica e scientifica della na- condo usanza degli antichi profeti, re
la
Gregorio XllI, la fondazione del collegio Paolo V nel i (> i 3 ricevette da Mei-
non ebbe elTelto, e s'ignora l'uso dei soc- chisedecco patriarca di Armenia un'am-
corsi ricavati dall'America. Abbas I il basceria, per unirsi alla chiesa romana,
Grande, che montò sul trono di Persia nel di che tratta il Piazzi, Storia de' Pont. t.
i58>, per le coiiquisteda lui fatte in Ar- 12, p. 03. 11 successore Gregorio nel XV
menia, dicesi che conducesse nel Ghilan, 16?. '2 istituì la benemerita CongregaziO'
mante una parte dell' Ircania degli an- le la nazionearmena ricevette i più gran-
tichi, 23,000 famiglie aimenC; che fon- di benefizi e spirituali soccorsi, roppresen-
320 PAX PAT
tondo Sede nelle parli dc^l'infede-
la s. me avea slahililo per gli armeni di Eu-
Ji. Sotto Urbano Vili c!>be origine in ropa, ma nulla rispose la corte; però in
Roma il celebralissinio Collegio I rhnrio ultimo diiò (juanto ora è stalo stabilito
( f .), ove sempre vi l'in'ono ammessi per per (jnegli armeni. A Minghema, pjirlnn-
filimiii i giovani armeni, e vi borii ono tio «lelT Imerezia o lineria o Gmgislan ,
in dignità ccciesinsticbe , virili e dotlri- e del Concaso, dico degli armeni s'i sci-
na. Avendoin essoii fratello cardinal Bar- smatici clie callolici stabiliti in quelle re-
Jierini fondalo posti di alunni, vi com- gioni ; ed a GioacìA dissi, che vi hanno
prese gli arroeiii, in mancanza dei primi al presetite r'.iicse ed arcivescovo. Rilor-
nominali, conte narrai a dello articolo, naiido ad UibaiiO VII!, nel i (540 speilì
fd L'rbano Vili approvò la fondazio- col l)ieve Nulla in orbe, del i6 luglio,
!ie. Qui noterò che il cardinal Leonardo loco citalo, p. 221, il p. l'aolo Pyroraal-
Antonelli morendo, nel 181 i, lasciò ere- li domenicano, al patriarca d' Eziniazin
de la lodata congregazione, con un mol- Filippo, esortandolo alla unione, e ricor-
tiplico. per formare un fondo capace di dandogli quelle segnile sotto s. Silvestro
nianleiiere stabilmente nel suo collegio I ed Eugenio IV. Altro patriarcato nel
Urbano 12 alunni della nazione armena, 1 (00 fu eretto in G ernsalenune.^e\ ino \
1702 si stabili in Uloclone e nel , i '- i 5 tà dei religiosi, e furono assistili dal p. ab.
in Venezia, o\e fondò il monastero tut- Arsenio Angiarakian procuratore gene-
torà fiorentissimo; la congiegazione sot- ralc. Vi si recaronoogni giorno con gran
to Pio VII acquistò in Roma un ospizio, piacere a prendere il caffè o rpialche rin-
e vi 1 isiede il procuratore generale. Da fresco, tanto Reschid Pascià, die Alimed
questa i!ln«;tre congiegazione (tanto ama- Fetlii Pascià, al monaci dierono quale i
quella dei Triestini o di T'icnna, die lia l'intervento del poliglotto cardinal Mez-
pureospizio in Roma eprociiiatore. Ani- zofanle, dei prelati Massimo e ("adoluii
bedue le congregazioni possiedono quel- poi cardinali, i.'niaggiordomodd Pa-
il
di \'enezia pubblicò in 24 lingue : Vreces cevere tutti gli ambasciatori ottomani ve-
s. Nerselis Clnjensis nrmcnioruni pa- nuli in R.oma, per istabilire lelazioni a-
//•fVirr/jfl'^' ; quella di Vienna in 25 lin- micbevoli collas. Sedejimpeiocclièqiian-
glie lina Precalio, e nel i84'2 ci die il dosi recò in Roma l'ambasciatore Che-
Alcssalc, che lodai a queir articolo. E- kdi-Effendi ad ossequiare il regnante Pio
gualmente nel decl'tiar del secolo XVII IX, in nome del sultano che regna Ali-
si ritirarono nel /l/o/;rp ^i7;fl//o (7^.) di- dnlìMcgid-Rnn, anch' egli frequentò il
versi armeni, die ben presto vi forma- monastero degli armeni aiitoiiiani e , si
rono la esemplare congregazione mona- servì per inlerprete col Pap.i del loda-
stica di s. Antonio (^ .), principalmente to p. ab. Arsenio, e come i predecesso-
col fine delle cattoliche missioni ; indi si ri cenobio testimonianze in i-
lasciò al
slabilirono presso il Vaticano nell'antico scritlodi gran soddisfazione. Allorché poi
palazzo Cesi in Roma, ove hanno chiesa, il Ponteficespedi a Costantinopoli un'am-
nionastero, stiidenfato e noviziato, col basceria col p.ab. Arsenio per inferpre •
procuratore generale : si può vedere i voi. te, il sultano, che per le relazioni dei tre
II, p. 224, XI, p. 36, XII, p. 238. Gre-
r ambasciatori avea concepito favorevole
gorio XVI riguardò con parziale affetto idea dei monaci antoniani e del p. abba-
il detto monastero, che voleva ingrandi- te, decorò questo dell'ordine di Niscinn
re e beneficare stabilmente, acciò vi fo.>- in brillanli, della specie die suol cunfe-
se .sempre la residenza del generale e prò- riisi ni metropolitani sudditi ottomani,
curatore generale, lo sliidenlalo e no- con facnlt.'i ili Irasfeiirsi ai suoi sucics-
viziato che nonduncno fioriscono, Nel sori. Di piìi gli concesse il proprio impe-
VOI. LI. ^-i
,
carsi nella sala del monastero di Roma, no la chiesa che posseggono, insieme ad
l'arme imperiale per sitiuiisi sulla porla altre loro notizie. Clcnénte XI nel 1710
di esso, ed un magnifico stendardo di se- diresse ad Alessandro patriarca armeno
ta con in mezzo la figura del sole ,
per il breve Magna charitalc, dei i5 mar-
innalzarsi nelle festive ricorrenze sopra zo, che si legge nel Bull. Appendix t. i
naci sotto la benevola sua protezione, e quanto discostavasi, egli mandò stampa-
laccomandarlo a quella del Papa, in un ta la formula degli articoli di fede, aOin-
Fra i cattolici armeni, che fuggiti dal- na che col cuore; inoltre lo eccitò a pro-
le persecuzioni si rifugiarono sul Monte muovere con ogni studio l'incremento del
Libano, vi fu Abramo arcivescovo arme- cattulicismo, unitamente ai missionari di
no cattolico di Aleppo, che divenne poi propaganda fide dimoranti tra gli ar-
patriarca di Cilicia (^ .), ed ecco come meni. iXel voi. XLllI, p.220, riportai le
1722. JN'on potendo ritornare alla pro- tificalo diClemente XI, e verso il 1718
pria diocesi, nel i 740 dai vescovi catto- gli armeni di Transilvania per opera dei
nome di Pietro I. Questo patriarca nel saud'i, temendo che la concessione un gior-
suo ritorno da Ron)a, continuò a stare no potesse rinnovare lo scisma. Dopo la
presso monaci anloniani, e nel morire
i morte dell'imperatore Carlo \'I, accadu-
laccomandò che i suoi successori procu- ta nel 789, gli armeni che si trovavano
I
il contiguo seminario. Il patriarca di Ci- lelto patriarca dei maroniti, già arcive-
licia tiene un procuratore generale pres- scovo degli armeni di Cipro; enei 1707
so la s. Sede. INon esistendo al Monte Li- colla bolla Gra\,'issìniam, presso il Bidl.
bano famiglie armene, per la libertà ac- t. 19, p. 264, stabilì gl'interrogatorii che
cordala ai culti dall'impero ollomano, doveansi fare ai novelli vescovi armeni,
ora il patriarca armeno passerà a stabi- prescrivendo che le rispostesi dovessero
lire la sua residenza in qualche città di mandare alla congregazione di propagan-
sua diocesi. Nel voi. XXXIX, p. 89, nar- da fide. Questa nel pontificalo di Bene-
rando lo stabilimento degli armeni in Li- detto XIV negò agli armeni di Costan-
P A T PAT 3.>.3
liiiopoli, (li aTcre un loro capo ecclesia- ro chiese per comunicare In dhinis. La
.".lieo, iiidipeiulente dairaulorità Ialina di pcr>ecuzione piìi o meno feroce, o pal-
<|iiel vicario apostolico. In Ancona gli ar- lialao audacemente scopetta dur?> lino
meni h;mno la chiesa dedicala a s. Grego- al 827, in cui divenne terribile. Senza ri-
1
rio llliiniiiialoie, con rellorc e rendile, guardo di olà, sesso e condizione, con rigo-
di cui è protelloie il cardinal prefello di ri e crudeltà fiuono gli armeni cattolici
propaganda ^)/o /<7;Y;ore ; ivi sonovi pu- esiliati, perseguitali, spogliali dei beni e
re monachearniene venule da Caslel Fi- dispersi. Ne restarono profondamente pe-
dardo, diocesi di Osimo, doveeransi ri- netrati Leone XII, ed
il cardinal Cappel-
tirate circa il I 788, fuggile d'Ancira per lari, poi Gregorio XVI, prefello genera-
nietlersi in salvo dalle persecuzioni dei le di propaganda, il quale sempre con
turchi. Vi comprarono casa, vivendo in alIisUuosa tenerezza amo, protesse e be-
comune coi lavori delle proprie mani; da neficò la nazione armena. Non solo dal-
Pio V I e dalla propaganda ebbero as- la sede apostolica si praticarono energici
segni per loro aiuto. Nel voi. XLVI, p. nOizi colle potenze amiche, ma in Roma
17, parlai del vicario apostolico degli ar- solennemente s'implorò il divino aiuto,
meni cattolici di Russia, eletto nel 1809 il che notai nel voi. XIV, p. 221. Ma
da Pio V
Questo Papa col bi ève Inter
1 1. quanto precede accompagnò e segin il
,
dui da presentarsi dal clero armeno di dussero che in conseguenza della pace
;
nali dagli eretici, si aggiunsero molti dis- liali reintegrandoli dei beni, ed emanci-
ordini Ira gli slessi armeni cattolici. Per parli dal patriarca scismatico diCoslan-
porvi qualche riparo, Benedetto XIV no- tinopoli;di accordare libertà religiosa di
minò un vicario apostolico del loro rito, pubblico cullo, e porraeltere loro un ca-
senza giurisdizione, e insignito del carat- po spirituale (con litolodi Piscopos os-
tere vescovile (ve ne furono tre, e l'ul- sia vescovo ), che fosse mallevadore di
timo fu Papas vescovo di Tilopoli), do- tulli gli armeni cattolici dell'impero ot-
diìsi la spirituale. Il Beiat fu anche pub- "21 5 (cioè da <p»ei vescovi Ialini). IX. I
1
e sog , ripojlai i liioglii di giurisdizione cap. 1.4, dello spedale degli armeni di s.
del primnle, con notizie ecclcsiasticlie n- Maria Egiziaca, oltreallre erndizioni sul-
iialoi^lie, comprcje cjnelle di Costanti- la nazione, che questa fu sempre tlivota
nopoli, Anciia, Eiveiiim, Aituin, Tie- di visitare luoghi santi di Pioma, dopo
i
hisonda, Bmsa, ec. Quanto ad Aiicira che vi si recò s. Gregorio, a segno che
[f.) citlà della Galazia i/ ( snila tpiale gli stessi scismatici ritengono necessario
pailainel voi. XXVIII, p. i 2H), lesiden- il portarvisi per essere assoluti da gravi
7a di un vescovo armeno, Pio IX vi no- colpe e per altri bisogni. Dopo che gli
poli), cui fu aggiunta Annsia<!Ìopoli, men- presso il Ponte Senatorio, incontro gli a-
tre altre sedi già snifraganee di Ancira vanzi acconciamente riparali della casa
sono Tabia, Aspona eretta nel V secolo, del famoso tribuno Cola di Rienzo, che
Mnizo, Calnmene, Lagauia, che Com- il volgo impropriamente chiama casa di
manville chiama Placiana. Essendo va- Pilato. La chiesa era ini tempio antico
cante il titolo in parlibns di Ancira per con colonne scanalate di umile struttura,
morte di IMarianoTìaguena-yTjarona, Pio perchèerettoinlempi precedenti alle ro-
IX a' IO aprile i85i Io conferì a mg.' mane magnificenze. Fu prima dedicato
Stefano Scerra già vescovo d' Orope (
V.). alla Fortuna virile, secondo alcuni, Piaz-
za dice alla Luna, Panciroli ne' Tesori
Notizie sull'ospizio e chiesa di v. Ilaria nascosti, p. 6 12, alla Pudicizia, e che e«
Egiziaca ; dell' ospizio e chiesa di s. ra tempio di rifugio e misericordia o ;
Biagio j del vescovo residente in Ro' meglio secondo altri a Giove e al Sole,
ma pei pontificali e per le sacre ordi- come ricavasi da un'antica iscrizione, fat-
nazioni in rito armeno; de' dottori o ta rinnovare dal protettore cardinal Giu-
vartahietj delle sacre vesti j e dei li- lio Santorio e riportata dal Venuti, Ro-
bri liturgici. ma moderna, p. 868. Ridotto il tempio
al culto divino sotto Papa Giovanni Vili
Ospizio e chiesa di s. filaria Egiziaca. deir872, fu dedicato alla Beata Vergi-
Nel I 5C)0 o I 5(ì4,P"'"*'Ttosi in Uoinn, per ne, da Stefano suo divoto, indi divenne
parte del patriarca d'Armonia, Tamba- parrocchia che s. Pio V soppresse ed unì
sciatore Abngaro, diccsi discendente dal alla vicina Chiesa di s. lìinriain Cosine-
re di tal nome, fu benignamente accolto din, come allerma V krayàeno. De pietà'
da Pio IV, e questi donòalla nazione ar- le /oom////, parlando a p. 43 dell'ospizio
mena la chiesa di s. Lorenzo deCabal- armeno. Inoltre s. Pio V v'impiegò rag-
liizii o Caballis o Cavallinis, con conti- guardevole somma per ridurre in forma
guo ospizio, presso Ponte rpiallro capi. migliore la chiesa, e per comporvi colle
VOL. II. 21*
326 PAT PAX
contigue c.Tse un comodo e conveniente dell'ospizio e speltanli ad armeni. Non
ospizio e spedale per gli armeni che si mancarono dei cardinali prolettori, che
portassero in liomaalla visita de'sagii F^i- furono benefici verso la chiesa e l'ospizio.
mini, o ad abiurare lo scisma. Gregorio Per l'aria alquanto malsana nell'estate,
Xlli non solo arricchì la chiesa di sacre per la piccolezza delTospizio e per la lon-
indulgenze, ma provvide all'ospizio del tananza della chiesa dai luoghi centrali
bisognevole; ordinando che gli si pagas- di Roma, Gregorio XVI concesse invece
sero mensili scudi io d' oro. In seguilo alla nazione l'ospizio e chiesa di s. Bia-
l'ospizio 111 fornito di circa 20 letti; vie- gio. Ridotto l'antico ospizio ad abitazio-
rano ricevuti gli armeni per tre giorni con ne venne alllttalo a inquilini, e la chiesa
carità; se scismatici s'istruivano nella [e- degli armeni data in enfiteusi con alcu-
de, tratteaendovisi un mese, e facendo a ne stanze contigue all' arciconfraternita
lutti visitare i santuari di Roma e rice- in essa eretta di Maria in Cosinedin,
s.
venivano curati, e pel viaggio si dava lo- tività di Maria, e de'ss. Gioacchino ed
ro un soccorso in denaro; laonde frequen- Anna : come questa fu fondata nel i
746,
te era la celebrazione delie sacre funzio- così ne celebrò solennemente il centena-
ni, con mollo concorso di popolo, per la rio a'27 settembre 1846, nel modo nar-
maestà con cui erano celebrate, e propria rato dal n.° 3q delle Notizie del giorno.
dei riliai nieni,e principalmente nelle ore Nella chiesa di s. Maria Egiziaca l'altare
pomeridiane del sabbaio santo, pel ponli- maggiore ha per quadro la stessa santa,
licale del vescovo armeno, coU'assistenza a cui il tempio fu dagli armèni intitola-
dei nazionali, dopo il canto delle XII pro- to ( isolandolo nel 1 65 1
, e nel 1 655 con-
fezie, col suono dei flahe.lli con piatti e sagrandolo il vescovoLeonardo Abel, con
cam|iaiielleo serafini, nelle varie parti del riporvi oltre le insigni reliquie ivi rinve-
poiitilicale, come si legge in Cancellieri, nute, quelle pure della santa, come di-
St^tl. santa p. 1S4.. Inoltre aggiunge che ce Crescimbeni a p. 23 i), un bel lavoro
nella seconda domenica dopo cjiiella in di Federico Zuccari. Nelle pareti della
Albis, soleva farsi onoreil pontiilcale in chiesa fu dipinta la storia del re Abaga-
della titolare, e nelle ore pomeridiane il ro. La cappella a sinistra dell'ingresso è
vespero solenne; ed altra messa cantata un modello del s. Sepolcro, di che par-
avea luogo per la festa di s. Gregorio Il- lai nel voi. XXX, 37. p.
luminatore. Altro benefattore della chie- Ospizio e chiesa di s. Biagio. Nel rio-
1718 Clemente
sa e dell'ospizio fu nel ne Ponte e nella via Giulia, già viarecta,
XI; abbein la prima, aumentò il secon- florida, rnagistralis, pestìi uffizi che vi te-
do con comodo appartamento pei vesco- nevano i notari, poiché Giulio 11 che die
vi che giungono a Roma, essendosi ser- il nome attuale alla strada nel raddriz-
vito per la facciala dis. Maria in Cosme- zarla con l'opera di Bramante, presso il
din, de' travertini tolti dal cornicione del- luogo voleva erigervi un sontuoso edilì-
l'aulico tempio dei gentili. E^er gratitu- tribunali di Ro-
zio per collocarvi tutti i
dine i superiori della chiesa gli eressero ma, comesi vede dalle fondamenta e da
per memoria una iscrizione di marmo col alcuni pezzi di mura incominciali. La
suo stemma ; la iscrizione viene riporta- chiesa di s. Biagio vescovo di Sebaste e
ta dal Crescimbeni, Dello stalo dis. Ma- martire, riferisce Panciroli a p. 249, che
ria in Cosìncdin, p. 82, e dal cav. Bel- fu edificata nel luogo ove i romani sulla
li, Dell'ospedale delle donne dì s. lìlaria sponda del Tevere dedicarono un tem-
della Consolazione, p. 1 5 e seg., iu un ad pio a Nettuno, in cui portavano dipinto
altre 4 lapidi che sodo nell'esterne pareti il pericolo quelli chescampavauodai uau-
PAT PA T 327
fingi ; venne poi intitolala a detto santo, ai poveri, preparare la lavanda pel gio-
tome quello elle perviitìi divina nonaf- vedì santo, e quella del cadavere del Pa-
fogò quando Ili giltalo nel lago, per cui pa. Da una lapide ancora esistente nella
fu preso a patrono delle fauci e della go- chiesa rilevasi, che questa fu comincia-
la, o meglio per aver da (jiiesta tolta la ta arinnovare da Domenico abbate ai
spina ad un liinciullo. Il niunaslero con- iG agosto ìoji, nel pontificato di Ales-
tiguo dei monaci bencdcllini o ba.siliani sandro li, e di molte sacre reliquie l'ar-
fu una delle venti antiche abbazie pri- ricchì , come ricorda V iscrizione ripor-
vilegiale di Roma, e gli abbati assisteva- tatada Galletti nel t. i deWaInscript. ioni.
no il Papa nei pontincali : ebbedille chie- La chiesa venne costituita in pariccchia
se filiali, fra le quali s. Lucia del Gonfa- quando iu unita alla basilica Vaticana,
lone, come notala Parroccuia, descriven- e dichiarata sua filiale. Imperocché di-
do tale chiesa. Si chiamava inler Tybc- venuta commenda edata al cardinal Giu-
lini et ponte s. Petti, ed anco secondo il liano Cesarini arciprete della basilica ,
JN'erini, De tempio, p. 3-22, de Canto se- questi pregò Eugenio IV a volerla unire
cato, dal canto alternato osalmeggiameu- al suo capitolo, come monastero che già
to continuo che vi facevano due monaci, da 2 j e più anni non avca più né ab-
per l'ordine da Adriano I dato a tre mo- bate, uè monaci, e come luogo situalo
nasteri, i quali veramente erano presso nell'abitato di Iloma, e perciò più sicuro
la basilica Vaticana, come avverte il Gal- per conservarvi i libri e le altre cose pre«
letti, Del priniicero, p. 8 i, poco eziandio ziose della basilica, ed ottenne l' unione
convenendo sull'altro vocabolo ad Gai- con bolla de'a I ottobre i^^c)- In quel me-
tiini seciila, così detto da Gata secata, desimo anno era morto a'2f) maggio il
ifCrt/rt///, perchè quella che i latini dice- codici dovessero per maggior comodo dei
vano placenta nel medio evo, fu detta letterati rimanere in detto monastero sot-
so il cantone o 1' angolo o il capo della ch'era in Roma di comode abitazioni pei
strada. A tali vocaboli prevalse quello r/tf cardinali, Nicolò V a' 2() gennaio i45i
Paneta e della Pagnotta, per una certa die in commenda la chiesa con le sole
quantità di pane che ivi distribuivasi nel- fabbriche ed orti annessi, al celebre car-
la festa di s. Biagio a'3 febbraio ai pove- dinal Isidoro monaco basiliano, arcive-
ri, e poi benedetto, e perciò le pagnotte scovo ruteno di Riovia. Pio li perla sles-
in forma più piccole delle antiche; laon- sa ragione la diede pure ad abitare al car-
pagnare il ss. Sagramenlo, allorché il par- micerio. Colle rendile dell'antico ospizio
roco lo portava agl'infermi ; il Piazza trat- e l'abbondante questua fatta dagli arme-
ta del sodalizio a p. ^^i5 daW Opere pie, ni, l'esimio mg.' JMarusci, con disegno del-
e nel trai. 6, cap. 26 òeWEusevologio. l' architetto Filippo Navone , ristorò la
Quivi senza alcuna lapide nel 1718 fu chiesa, la ingrandì e la ridusse secondo
sepolto Gio. Vincenzo Gravina insigne l'uso di sua nazione, a tenore altresì dei
giureconsulto. Nel 1824 Leone XII sop- desiderii del Papa, zelante della conser-
presse la parrocchia ed il capitolo, vi po- vazione dei rispettivi riti, affinchè colla
se un rettore, indi a' 9 marzo 1828 lo diversità di questi e delle lingue, concor-
slesso capitolo la cede in perpetuo alla renti ad uno stesso culto e domina, viep-
università e sodalizio degli Roma,
osti di più risplendesse 1' unità cattolica nel suo
coll'annessa abitazione, mediante annuo centro stesso. Nel n.° 49 tl^l Diario di
canone e riserva di privilegi, e l'alto do- Roma 834 si 1 legge, che Gregorio XVI,
minio. Prima di stipularne l'atto, Leone con nuovo contrassegno di benevolenza
XII, che dalla visita del 1826 avea ri- paterna verso la nazione armena, a' i 5
levato che in luogo dell'ospizio di s. Ma- giugno nella ricorrenza anniversaria del-
ria Egiziaca, di altro più adatto dovea- la solennità del loro apostolo s. Grego-
si provvedere gli armeni, ad istanza del rio Illuminatore, si recò a visitare la chie-
cardinal Cappellari domandò al capitolo sa e l'ospizio. Fu ricevuto dai vescovi or-
Vaticano per tale uso la chiesa di s. Bia- dinante e coadiutore, dal procuratore del
gio e fabbricati annessi, ed ordinò che si patriarca di Cilicia, e da quelli dei me-
.spedisse l'occorrente breve, che per mor- chilaristi ed antoniani, col canto in arme-
te del Papa non ebbe luogo, né fu dato no del Tti a
sacerdos magnili', e da al-
a Pio Vili di rinvenirlo, ad onta delle tri nazionali. Il Papa affettuosamente am-
premure del cardinale. Divenuto questi mise tutti al bacio del piede, dichiaran-
Gregorio XVI, ed avendo la provviden- do la sua consolazione per 1' operalo, e
za a lui riserbato il principio e il compi- la soddisfazione dei ristauri e aumenti fal-
mento dell'affare, con impegno eliminò li, onde gli armeni a memoria dell' au-
P AT PA T 3c»9
gusto benefattore posero ima lapide di nella vasta chiesa di sant'Andrea della
inarmocon corrispondente iscrizione, nel- Valle.
la sala Papa erasi trattenuto, ascoi-
ove il Dtl 'ì'cscok'O ordinante in Roma, con
tandovi benignamente isonetti di tlue titolo vescovile o arci vescovilemprtr</i«5,
alunni armeni del collegio Urbano, ed residente nell'ospizio di s. Biagio, di cui
un'ode soave e riconoscente in armeno gli è devoluta l'amministrazione e dire-
ein italiano del p. Edoardo Ilurmuz, che zioiie. Anticamente gli alunni armeni del
meiitò di essere voltata in elcganli (piar- collegio Urbano si ordinavano dai ve-
tine dal pianto cardinal IMonico patriar- scovi nazionali pellegrinanti in Roma, di
ca di Venezia e stampata in cpiella cele- parecchi dei ha memoria e ri-
(juali si
drea Sacchi, o del Camassei o dell'Alba- s. Maria Egiziaca nel centenario di sua
no) era stata, come l'interno, ristorata nel donazione. Verso il 1700, enei pontifi-
pontificato di Benedetto Xlll, con archi- cali d'Innocenzo Xll eClemente XI, per
e assai venerata in più luoghi della chie- tura armena : quantuncpie il progetto
sa,finchèsolto Benedetto XIII venne col- non fosse abbracciato, pure può riguar-
locata sull'altare n)aggiore. Il suo altare darsi come il principio dei vescovi arme-
Paolo V
avea già dichiaralo privilegia- ni residenziali per le ordinazioni, pon-
to , e Gregorio XV che gli successe, da tificali ed assistenza alle cappelle [lonti-
cardinale spesso la visitava. Pei suoi prò- licie, per le quali il palazzo apostolico
digi il capitolo Vaticano a'3i gennaio manda un frullone o carrozza. Gre-
loro
1671 impose la corona d' oro alla Ma- gorio arcivescovo di Edessa fu il primo
donna e al Bambino.Dentrola chiesa ora ad abitare stabilmente nel suddeltoo-
nonesisle altro fresco, fuori di (piello del- spizio col titolo di duettore ; cominciò
la Madonna, che gli armeni hanno lias- a promuovere agli ordini sagri, ed a
ferito ad un altare laterale, dedicato al- chiamarsi vescovo ordinante. Morto nel
la medesima. Xella chiesa gli armeni vi ly?, gli successe Vertanes arcivescovo
1
celebrano \\ pontificale nel sabbato san- di Cesarea, indi nel 1760 Giuseppe ar-
to, ed anche nella festa di s. Biagio, con civescovo di Edessa, nel «767 Simone
dislrdjuzionedel pane benedetto ; ma nel Umudian vescovo di Ancira.nel 1774
sabbaio sauto del 18 )i, per dare un mag- Samuele vescovo di Bitinia , che rinun-
giore sfogo ai forestieri, lo celebrarono ziando nello slcsso anno, fu sostituito du
33o PAT PAX
CleniciiteXIV Paolo Leoiiiaii .irci vesco- gli armeni cattolici per maggior polizia,
\ucli Acalxicliealuniiodi propaganda; pò- oltre a detto amilto, ch'è per lo più di
kcia Stefano Autaiilil ci'Acalziclie, quiu- colore, hanno adottato dai latini l'uso del
tli Atanasio Sarafian monaco antoniano; vero aniitto bianco sotto il camice, men-
liei 181 5 Pio VII (ece vescovo di Teo- tre l'altro si mette presentemente tra il
Varlanes nel 1727 fu concessa la facoltà cono in diacono, il vescovo gli trasferi-
di conferire il titolo di vartabiet (prero- sce la stessa stola dal braccio all' omero
gativa die i vescovi ordinari armeni di- sinistro , lasciandogliela cadere giù da-
cono godere per consuetudine di loro di- vanti e di dietro fino a terra. Quando
gnità) o dottorato, nella collazione del finalmente il diacono si ordina in sacer-
quale si praticano sagre cerimonie, es- dote, il vescovo ravvo"liendogli intorno
sendo grado in mollo pregio Ira gli
il al collo la parte di dietro della stola, glie-
armeni, ed a quelli che hanno 12 gradi la lascia cadere giù dall'omero alla parte
di dottoratosi conferisce \' anello dt dot- davanti, imponendogli a tutti e due gli
tori. Il dottorato si concede ai sacerdoti omeri il giogo di Gesù Cristo, come in
secolari o regolari soltanto, che sieno ido- fatti glielo dice colla formola. Cosi am-
nei ad insegnare e predicare, come rile- bedue le estremità della stola, riunendosi
\A\ nel voi. XLlVj p. 54- Nei puntidcali alla parte davanti del sacerdote, forma-
armeni si trovano per essi due benedi- no una sola striscia larga^ coprendogli il
zioni, una antica e breve usata dai ve- petto fino a terra. Il ciiigolo armeno è
scovi cattolici, l'altra dilfusa e piena di una fascia di quattro dita di larghezza in
errori degli scismatici. Per insegna han- circa, l'estremità della quale si uniscono
no [)ure un bacolo, diverso dai vescovile, con fibbia grande sul petto del sacerdote.
come diiò. 11 piviale di cui si servono gli armeni in-
Delle sagre vesti armene. Uamitto ar- vece della pianeta latina, non dillerisce
meno sta attaccato all'omerale, il quale da quello dei latini, se non che non a-
(orma come una corona intorno alla mi- vendone il cappuccio. Questo a[)parato
tra ed al collo dalla parte di dietro, ap- proviene originariamente dalla toga sa-
puggiaudosi sugli omeri : ma alcuni de- gli armeni han-
cerdotale dei greci, the
PAT PAT 33 1
no aperto per comodo tlalla parte davan- chia ecclex. p. 3i4, parlando degli arme-
ti, mentre latini l'iianno aperto per le
i ni, ci ila le figure del vescovo, del diaco-
pinti laterali. Tutti descritti jìnnimcnù i no e suddiacono e quella del i." si ve-
e vesl'i sagre sono comuni pel vescovo e de ancora nel Falaschi, La gerarchia cc-
pel sacerdote, ma la mitra vescovile pres- cles. p- 4' ""^^ Capparroni è sbagliato
5
foima di croce. Però il pallio che conce- turgia. 5." 1 1 Riluale o Mascidolz, che ser-
de il Papa è come quello dei Ialini. L'ai- ve alle dilferenti cerimonie. Sugli arme-
chino è un paramento vescovile di forma ni, oltre le opere citate di sopra e quelle
quadrala, che si appende per un ango- mentovale nel voi. XLIV, p. 58 e 62,
lo, dal cingolo alla parie sinistra. W pa- come della Storia letteraria armena, si
sto del corpo, stando colla lesta uno ver- Jo. Agop, Grammatica armena Ialine
clesiaslicij gli armeni non hanno una Schrocder, Thesaurus lingnae armeni-
distinzione esalta come i latini, ma s(j1- cae anliquae ethodicrnac, Amstelodami
lanlo per le feste principali, come pel Aa- 1711. Michele Ciamicièo Ciamician,>V/o-
tale e Pasqua si servono del colore bian- ria di Armenia , Venezia s. Lazzaro '84- 1
co, per la Pentecoste del color rosso, e pei Domenico Scslini, Dissert. sopra alcune
defunti del colore paonazzo o nero. Inol- monete armene de' principi Rtipinen.'ti del-
tre i vescovi hanno l'uso della ^^o^e/^r^ la collezione Ainslieana, hwomo 1790,
(orale e i\e\\'aiiello vescovile. iVegli arti- colle notizie delle | dinastie o famiglie
coli riguardanti le vesti sagre riportai reali degli armeni , la serie cronologica
altre notizie. 11 p. Bonanni nella Gerar- dei re dtll'ulliina e loro gesta, con Te-
.
>86089
332 PAX PAX
lenco (Ielle clllà in cui hnmio risicdnlo i nnvicli ex gesuita, Dissert. polcniica-cri'
re aimeni delle diverse stirpi. Saint Mar- ticn sopra gli armeni j Compendio slo-
tin, fllcmoircs ^cographiques sur
ìiiit. et rico della nazione armena. Mosè diCo-
V Armenie, Paris 1818. Vahram, Chro- ren, Storia o collana degli storici arme-
Jìicle ofthe A rmcnian, ec.,han(ìi a H3 ì ì ni, versione italiana illustrala dai nio-
Uaillionis, Armeni Jiist. orient. Suijii au- naci armeni iiiecliitaristi, ritoccata qiutn-
tori che trattano della conversione degli da N. Tommaseo, Venezia,
to allo stile
1802-1883.
Dizionario di erudizione
storico-ecclesiastica
AFK-9455 (awsk)