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DIZIONARIO

DI liRUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO Al NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA CERARCIII.V
DELLA CHIESA CATTOLICA, ALLE CITTA PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CERIMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MORONI ROMANO


SECONDO AIUTANTE DI CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

\0h. LL

(wiy&inrva^, Pop.

IN V E N E / 1 V

DALLA. TIPOGRAFIA K "»I I L I A N A

MDCCCLI.
,

DIZIONARIO
DI ERUDIZIO^'E

STORICO-ECCLESIASTICÀ

PAL PAL
JLalnzzo Spada. jVel rione Rego- la regia al Vaticano, quantunque opini
);i nella piazza Capo ili Ferro , cos\
, il JMdizia, che piuttosto la colonnata do-
detta dal nome del cardinale ch'eres- rica fosse imitata da detta scala, ciò che
se questo edifizio. con magnifica archi- forse è più probabile, rs'elle salepianter-
lettura di Giulio Mazzoni piacentino rene si vedono 8 "randi bassorilievi au-
secondo la Descrizione del Titi, ma al ticlii di marmo bianco, con figure quasi
dire del Cancellieri da Giulio Merisi, nel di grandezza naturale, rappresentanti al-
pontilìcalo di Paolo ili: ben proporzio- trettante storie favolose di Apollo, se-
nato ne' piani, ha quello nobile con fi- condo il parete di Sante Cartoli, e tro-
nestre e nicchie con bei profili e con or- vate dal cardinal Fabrizio F^eralli nel
namenti discreti, quali però al di sopra
i fabbricare la lunga scala, che scende al
sono abbondanti ma distinti. La faccia- tempio dis. Agnese fuori le mura te- ,

ta è tutta adorna di stucchi e bassorilievi, nute in gran conto per la loro eccellen-
come Io è pure il cortile , lavori dello za. IVella saia superiore trovasi la statua
stesso architetto che rappresentano le
, colossale di Pompeo Magno, tutta nuda,
guerre de' Centauri, oltre molti busti e la quale ha nella mano sinistra globo. il

statue. Il palazzo passò poi in proprietà Questa statua rara e veramente insigne,
della famif^lia Mignanelli, e da questa in fu scoperta presso il teatro e la curia di
tempo di Urbano Vili al cardinal Ber- Pompeo sotto Giulio IH, e propriamen-
nardino Spada j che rimodernare
lo fece te ne' fondamenti di alcuni edilizi nel vi-
e arricchire di vari ornamenti dal Borro- colo de' Leulari, vicino al palazzo della
mino, il quale rifece anche la scala, e di Cancelleria. Essa giaceva interrata col
più in un giardino al pianterreno eseguì capo sotto una casa e il rimanente della
una colonnata dorica, tutta dipinta in pro- figura sotto un'altra, per cui i rispettivi
spettiva. Si pretende da alcuni che di qui proprietari ciascuno intera la voleva per
pigliasse il Dernini V idea della sua sca- sé. La qucslioue fu portata ai tribunali,
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i; i •^'iiiilici harljaraiuciile sentenziarono si Pompeiana dello stesso Cancellieri : que-
segasse la stallia, e ciascuno de* proprie- sti poi ci dà erudite notizie sulla fami-
tari si avesse il pezzo sottostante alla ca- glia Spada erededei Veralli nella sua Let-
sa (li sua ragione. IMa Giulio impedì 111 tera al cardinal Palletta. Nel t. G, p.
1' esecuzione di sì ernioso decreto, e che 271 delle Opere, lVi Luigi Martorelli vi è
il gian Pompeo Ibsse un'altra volta de- la Lettera sulla logica della statua di
capitato, comprandola per 500 scudi, che Pompeo. Oltre di questa 1' edilìzio con-
i litiganti si spartirono, quindi donò la tiene una raccolta di buoni e belli qua-
al cardinal Capo di Ferro, che avea im- dri, ma solo indicherò i principali. IN'ella

pedito tanto danno, il cpiale la collocò 2." anticamera, Davide del Guercino, ri-

nel suo palazzo ove si ammira. Gravi ar- tratto incognito di Tiziano, la strage de-
cheologi allermano essere questa statua gl'Innocenti di Testa, la Carità romana
il sinudacro stesso di Pompeo, eietto già di Annibale Caracci. Nella camera la 3."

nella curia, e ai piedi del quale con sin- Giuditta e la Lucrezia di Guido , la di-
golare combinazione i congiurati uccise- sputa di Gesìi coi dottori di Leonardo
ro Giulio Cesare. Si pretende inoltre dai da Vinci, il mercato di Napoli e la rivolu-
medesimi, che salito Augusto nipote di zione di Masaniello di INIichelaiigelo dal-
Cesare all'impero, facesse chiudere la det- le Bambocciate, la V isitazione di del Sar-
ta curia, ordinando che la statua venis- to. Nella galleria Cristo preso neh' orto
se trasportata nel luogo appunto ove di GherardodelleNolti, la Maddalena di
dopo tanti secoli si rinvenne. La sala ove Cagnacci, Giovanni di Giulio Pioma-
s.

trovasi è tutta dipinta a prospettive , e no, il rapimento d' Elena di Guido, Di-
di più sonovi 20 pitture a fresco che si done sul rogo del Guercino, Gesù portan-
attribuiscono agli scolari di Giulio roma- te lacrocedi I\LTulegna,s. Girolamo d'Al-
no o ai Zuccari. Avendo la statua subi- berto Duro. Nella camera che segue. Cri-
ta la separazione della testa dal collo, poi sto del Caracci, il ritratto di Paolo III
gli venne ed essendo insorti ne-
restituita, del Tiziano, la Maddalena del Guercino,
gli archeologi clamorosi dubbi sopra la ritratto del cardinal Bernardino Spada
sua originale identità , furono recitate di Guido, due amorini di Correggio e pa-
dissertazioni e stampati opuscoli prò e recchi stupendi paesi. Si ha del eh. Gae-
conerà, per cui ne citerò diverse. Car- tano Giordani //i/o/vzo all'antica ed ec-
:

lo Fea : Osscn'azioiii intorno alla cele- celsa casa Spada, cenni e note per le il-
bre stallia di Pompco,\xo\xìa 1812. Pro- lustri nozze Spada- Feralli-Fieschi-Ra-
nunziarono nell'accademia d'archeologia vaschieri, Bologna 1846-
contro tali osservazioni, F. Aurelio Vis- Palazzo Stoppani o Fidoni. Nel rio-
conti e il conte Giuseppe Alborghetti ,
ne s. Eustachio, incontro la chiesa del Su-
due dissertazioni. Quindi Cancellieri nel dario de' savoiardi, mirabile ediflzio che
pubblicale alcune composizioni poetiche dicesi cretto coi disegni di PialTaele ,
pei
in lode Della statua colossale di Poni- marchesi Callàrelli Minulilli, che il Va-
peo Magno esistente nel palazzo dd prin- sari crede fosse muralo da Lorenzello
cipe senatore Giuseppe Spada Feralli, scolare di quel sommo. Si pretende, che
l'illustrò con note, e ci diede l'opuscolo ; ddpo essere stato in Valicano, secondo
So/ietlij ec, Roma 18 12. G. A. Guat- diversi scrittori e Cancellieri [Mercato
tani poscia stampò in Pioma nel 181 3: p. I o e 84, ove riporta notizie sul palaz-
La difesa di Pompeo ossia risposta alle zo), vi fosse alloggiato dai Calfarelli Car-
osseivazionì dell' av^. C. Fea intorno a lo V, che donò ad essi l'area per edifi-
quella celebre statua del palazzo Spada. care sul Campidoglio il Palazzo Cafja-
hi fine della quale trovasi la Biilioteca rcHij e per memoria di tal dimora del-
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r iiìipcratore fu collocata una lapide a nio. Essi furonocon dolla ope-
illustrali

pie cLlla scala, poi rimossa; tiiciitrc del ra dal Foggini, e dati alla lucenti 8 T, 1 »

suo magniiìco ingresso in lloaia si può dopo restaurati, dal eh. Nd)by con sup-
vedere il voi. XXXV, p, 178. Forse ta- piiinenti d' ordine del cardinal Vidoni
le rimozione ebbe luoi^o per rpianto si proprietario de' medesimi. Nello scava-
Ifg^e nel n.° 3 ) dei Dianodi Roma 1 <S 1
9. re i l'ondamenli di questo palazzo si rin-
» Carlo V nel 1 TSGiion istellealtrimeu- venne un'antica e rozza statua mutila-
ti in questo palazzo, creduto disegno di ta, che fu posta in una nicchia del con-
Rairaclc, come erroneamente leggesi in tiguo vicolo rispondente alla via papa-
piìi libri. Egli in vero dal dì 5 aprile mer- le e al palazzo Valle, quindi più tardi
coledì di l^assione, fino al giorno 1 8 iii fu dato alla statua deforme come al vi-

cui ripartì da Roma, ebbe alloggio nel colo il nome


abate Luigi. Questo dice-
di

pontilicio palazzetto di liei vedere detto si ebbe origine dal nome di certo abate
d'Innocenzo \ 111 presso il Vaticano, me- Luigi sagrestano della suddetta chiesa dei
glio dappoi accomodato da Pio IV per savoiardi, eh' era come la statua di for-
ricevervi ospiti principi '. A Paìazzo Va- me sfigurate e ridicole, e pel suo goffo
ticano dissi altrettanto, e citai i luoghi ed arguto contegno resosi assai cognito,
in cui lo avea ripetuto. Dipoi acquistò il per bizzarria satiricamente molti comin-
palazzo il cardinal iV^o/YW/j/j donde pas- ciarono a chiamare la vicina statua col
sò ai Schincliinelli, indi al cardinal Pie- di lui nóme, e gli restò divenendo famo-
tro f ilio ni e suoi eredi. Il i." piano è sa pei satirici. Il Cancellieri ci dà erudi-
d'un rustico akjuanto riseulito e con cor- te notizie sulla medesima, e sulle altre
nici di soverchio aggettale alle finestre. statue che per vituperare la fama altrui
11 2.° piano è con colonne doriche binate; si fecero parlai-e in diversi lem[)i dai mal-
le finestre sono ornate con molto buon dicenti detrattori, citandone i hbri e il

garbo, e ciascuna ha per davanti una ìMonilore di Roma del i''o8 (sul ([uale
bella ringhiera di pietra, che sporgendo può vedersi Diario di Roma) che ne trat-
in fuori lascia libera la veduta da una tarono, massime de' dialoghi tra VabaCe
all' altra , togliendo così 1' impedimento Luigi e gli altri simulacri interlocutori,
che avrebbero opposto le colonne; il
vi nel illercalo, p. 1 5f) e Go, di cui darò un
i

cornicione è liscio e benissimo adattato, estratto. Spesso i mordaci poeti in Ro-


però l'attico superiore nel i8oi fu ag- ma, per divulgare senza e-'porsi i loro
giunto con disegno di Nicola Sansimoni motteggi, aggiunsero ne' loro dialoghi
o Giansimoni, e non fa bene. Le parti in- satirici
(
per divertirsi e ridere ad altrui
terne sono grandiose, la scala è comoda spese, talvolta non senza dire qualche ve-
e a meraviglia ricavata ; manca di con- rità e sensate cose) per interlocutori le

veniente cortile perchè il disegno non fu statue e simulacri famosi e tanto rinoma-
mai compito, tuttavia riesce uno de' pa- li di Marjorio e Pasqui/w, dei quali par-
lazzi più vaghi di Roma e piuttosto gra- lai a .Museo Capitolino e Palazzo Rua-
ve. iNell'appartamento pianterreno il car- scHi; del Facchino sotto il palazzo Si-
dinal Viiloni fece dipingere bellissimi uc- monelli ora Piombino, del quale feci pa-
celli di diverse specie, inoltre in questo rola nei voi. XXV, p. "8, XL, 112; 1 p.
palazzo si conservano le famose tavole di Miidonna poi Madama Lucrezia che
prenestine di marnio, d' un antico ca- descrissi nel voi. XI I, p. 88; del Bahui-
lendario romano trovalo nei lyyS in «o, statua ch'è sulla fontana nella via del
J'alcst/i/iii y.i'v opera del vescovo cardi- suo nome già ricordata nel voi. XXV,
nal Stoppain, cioè frammenti de' fasti
i descrivendo il fonie a p. 179 ,
rappre-
di Q. ^ errio Fiacco ricordali da Svelo- senlaule un satiro barbuto o Sileno co-
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ricalo, con zampogna o organo pastora' diante annua corrisposta lo prese la came-
le in mano; dell' abaie Luigi, ed anche ra apostolica e vi pose la stamperia del
di Scaiidcrbci^Ji, di cui pallai a Croia, governo, da ultimo grandemente miglio-
Albakia, Epiro, IMacedoma e altrove, pel rata ne' caratteri e ne'torchi. A Palazzo
suo rilialto posto sulla facciata della ca- Vaticano celebrai Pio IV iiilroduttore
sache abitò iu Roma come descrissi a ,
stamperia camerale, e Sisto
in esso della

Albania, e perchè non sene perdesse la V che pure ne fu benemerito. Presso e


memoria, essendo stata la casa riedificata contiguo a questo palazzo della slampe-
nel 1843, sul nuovo portone e stala col- ria Gregorio X\ nel i83t, con disegno
1

locata r antica elìjgie con sua iscrizione. del cav. Luigi Valadier , vi eresse altro
Lo Sprengero, in Roma nos-'a, stampala edifizio, sovrastato nel prospetto dal suo
nel in Francfort, indica in questo
1660 stemma, per uso stabile della celebratis-

modo amici coi quali Pasquino suol


gli sima calcografia camerale e dell'archivio
fare i suoi dialoghi: II a ec stala a, Ir une us della stamperia. Il n.° 5i del Diario di
ad Carojfae [da\ nome dell'aulico padro- Roma i83- fece la descrizione dell'edifi-

ne del palazzo Braschi) palatium posilus, zio e riportò l'iscrizione in marmo posta
liahe.1 convii'ales duo, Facclitnum in via sopra la Calcografìa camerale ed
porta :

Lata, et iMarforium in Capitolio. Pas- archivio della stamperia. 1 83^. L'impor-


(juinum nohilihus, Marforiuni ci\ibus, tante stabilimento della calcografia mol-
Facchinum pltbi destinanl. Di molle le- lo egli protesse, per viemmaggiormente
pide e argute satire, che la maldicenza o promovere l'arte d'intagliare e incidere iu
la calunnia pose iu bocca ai descritti si- rame (d'alcune incisioni fulte da lui ese-

mulacri, a' loro luoghi le riporlo : la sa- guire feci motto nel voi. XLVlI,p. 94,
romani, fu ed è sem-
tira ch'è così facile ai 106, I i4,ollre l'avere ordinalo le descri-

pre eziandio condimento de' diverti-


il zioni de'musei Gregoriano Egizio e Late-
menli del Carnevale di Roma, del quale ranensecon rami), per cui vi si rinven-
parlai ancora a Giuoco. gono in copia le migliori stampe per ven-
Palazzo Slrozzi, Nel rione Pigna, nel- dersi, come si può leggere nel Catalogo
la piazza (delta ancora delle Stimma- delle stampe della Calcografia camera-
te dalla chiesa deW Arciconfra(ernila) e le incise a bulino ed all' acqua forte, Ro-
presso il vicolo del suo nome. La parte ma 1842. Lo stabilimento della calco-
più antica appartenne ai Rustici , la più grafia ebbe origine da Benedetto XIV
moderna agli Olgiali che fu architettata perconlo della camera apostolica, già pos-
da Maderno interno è bene spartito. An-
; 1 seditrice di una ricchissima e preziosa rac-
ticamente nel palazzo eranvi molli mo- colta di rami fatti incidere dai Papi in ono-
numenti di scultura e buoni quadri, ma re delle arti, ed a vantaggio dei disegna-
quasi tutto duca Strozzi trasportò a Fi-
il tori, incisori e calcografi. 1 Pontefici suc-
renzB ordinario suo soggiorno. massime Pio VI e Pio VII, au-
cessori,
Palazzo della Tipografia e Calcogra- mentarono magnificamente l'importanza
fia camerale. Nel rione Trevi, presso la dei classico stabilimento, a cui furono u-
fontana omonima. Fu edificato dordme nite le celebri calcografie Volpato, Cano-
del cardinale Luigi Cornaro veneto, con va eCamuccini, quindi per volere di Gre-
architettura biasimevole di Giacomo del gorio XVI la celeberrima dei Piranesi (vi-

Duca siciliano , scolare del Buonarroti. si tata da Pio VI come raccontali cav. Belli
Dipoi passò in proprietà di d. Olimpia a p. 93 Delle case abitate in Roma da pa-
Waidalchini-Pamphi!] cognata d'Inno- recchi uomini illuslri) nel 1839 veiuie
cenzo A che r abitò, ed appartiene an- acquistata con aumento di gloria pel Pa-
cora alla famiglia Pamphilj Doria. Me- pa mecenate delle belle arti e degli artisti.
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Palazzo Torlonia Borgo. Nel no- in corato di che dissi a Co-
altri ordini, ciò

ne del suo nome, incontro alla fontana LON.VA FAMIGLIA, parlando del suo sposali-
di s. Giacomo Scossacavalli che descrissi zio con d. Teresa Coloiuin, celebrato da
nel voi. XXV, p. i yS. L' eresse il cardi- mg."^ Riario Sforza, attuale cardinale ar-
nale Adriano Citslellenseo Castelli (P'.), civescovo di Napoli del busto da lui
:

(ne pure nel voi. XVII, p. i53 )


parlai eretto nella' protomoteca Capitolina a
per suo uso con architetture di lirainau- d. Vittoria Colonna, ne trattai nel voi.
te Lazzeri, e però vi si vede Io stesso an- XLVII, p. 87; degli obelischi poi in-
damento di quello della Cancelleria ; il nalzati ai suoi genitori, parlerò a Villa
divario solo è nelle finestre quadrango- ToRLO.xiA , anche [)roprietario
essendo
lari del pianterreno e ne' pilastri corinti del Palazzo Torlonia a piazza di Ve-
più binali : il cornicione è semplice ed nezia, in cui principahnenle si vede
assai bello; non essendo la porta di Dra- quanto sia munifico mecenate delle bel-
niante, discorda colla fabbrica, ed anche le arti. Questi fece assai ben disporre ed

il cortile fu rifatto: è solido, di bella for- ornare gli appartamenti interni culla no-

ma, e con facciala di travertini. Il car- ta magnificenza e sonluosilà, con che fu


dinale lo donò ad Enrico Vili re d' In- largo di nobilissiuìi addobbi, tenendovi
ghilterra che l'assegnò per abitazione d^'ì nell'inverno brillanti accademie e società.
suoi ambasciatori in Roma, e poi dal re Palazzo Torlonia in via Condotti. Nel
fu regalato al cardinal Lorenzo Cam- rione Campo ^larzo , con la principale
peggi con 6,000 scudi per compirlo, ol- delle tre facciate per la strada di Rocca
tre IO supeibi cavalli, e gran quantità di Leone , così delta forse da una testa

di vasellame d' oro e d' argento, come di leone posta in un palazzo al principio

narra Cardella Memorie t. 4» P* 32.


, della via e nella piazza Toi Ionia. Fu fat-

Il Venuti dice che poscia passò in pote- to costruire dai baroni Nunez con ar-
re de'CoIonnesi, dai quali lo acquistò In- chitettura di Gio. Antonio de Rossi, po-
nocenzo XII per fondarvi un collegio ec- sciadivenne proprietà di d. Cario Rona-
clesiastico di sacerdoti, trasferito da Cle- parte principe di .Mussignano e ora di
mente XI all'ospizio di Ponte Sisto, co- Canino, dal quale lo comprò d. Marino
me raccontai nel voi. XXIX, p.280 e Torlonia (di cui parlai in più luoghi co-
281, e che per 4,000 scudi lo 1 comprò me a Conti famiglia e Frascati, già du-
la famiglia Giraud dalla camera apo- ca di Bracciano, V., feudo che pel patto
stolica, onorato più volle della presen- di riversibilità ullimatnenle lo cedette al
za di Pio VI, quando lo abitava il car- principe 0(/e5Crt/t7it) duca di Poli e Gua-
dinal Giraud. A Musaico dissi come lo dagnolo, di cui parlai nel vói. XVII, p.
acquistò la rev. fabbrica di s. Pietro col- 77, 78, fallo duca l'omano in un ai suoi
locandovi lo studio di tal arte, la quale primogeniti discendenti, dal regnante Pio
indi lo vendette al duca d.Gio. Torlonia IX con breve de' 2G febbraio 1847. Il
(che celebrai in più luoghi, come di d. disegno di «juesla làbbrica è buono e so-
Anna sua consorte, tumulati nella Chie- do,avendo tre facciate; il duca lo ha com-
sa di s.Gio\>anni in Laterano, /^.,. nella pito in quadro e abbellito assai, valen-
splendidissima cappella gentilizia descritta dosi del eh. architetto Antonio Sarti, che
a p. 9G del Giornale di Roma
1 85o), ed 1 vi ha fatto anche una bella e ben orna-

ora è proprietà del figlio d. Alessandro, la scala, e con suo disegno venne deco-
che Gregorio XVI fece gran croce del- lato un piccolo appartamento terreno,
l' ordine di s. Gregorio, liconobbe e di- ove in diverse camere, oltre non poche
chiarò" principe di Civiiella Cesi, V., es- opere pregievoli di belle arti, si osserva-
sendo pure titolalo di altre signorie e de- no dipinti allegoiici ,
una delle quali di-
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pinse luUa lo slesso Sai li che vi eseguì fece abbellire anche il propinquo fab-
ottimi ornali e ([uadri a fresco, a tempe- bricato ed il contiguo palazzino che for-

ra e a olio sulle paielij olire il quadro ma angolo alla via di s. Romualdo, e


(lolla volta, espi iuìeiidovi soggetti allusi- si congiunge alla chiesa di (piel santOj
\i olla lilosolia, il tutto con invenzione che il duca d. Giovanni acquistò e poi
savia e spiritosa , e con lodevole esecu- restituì ai Camaldolesi, V sul canto- . :

zione. Della villa Torlonia a porta l*ia, ne di questo cuna (juercia di pietra, slem-
propiielù di d. Marino, parlerò a Ville ma di Alessandro VII, in memoria di
DI Roma. avere allargato e raddrizzato la via del

Palazzo Toiloìiìa già Pcrospiucl Cor- Corso, come narra ilISovacs nella sua vi-
so. JNel rione Colonnii, passato il palazzo ta); il principale prospetto rimane in-
Chigi, in principio cdilicato con architet- contro al palazzo di s. IMarco j l'altro
ture di Girolamo Rainaldi e proseguito guarda che dalla piazza de' ss.
sulla via
coi disegni di Onorio Lunghi, oltre quan- Apostoli conduce a Colonna Traiana. Ar-
to Il'cevi Alessandro Specchi. Dai Vero- chitetto della prima parte del palazzo fu
spi passò in proprietà del duca d. Ma- Carlo Fontana, con buona e maestosa
rino Torlonia. 11 suo principale ingres- facciata e bel portone, ora nobilitato di
so è sul Corso , coti portone decorato di superbe porle di finissimo lavoro. Esso
due colonne sorreggenti la loggia. Pri- mette in un gentile portico quadro, tut-
ma eravi notabile quantità di statue an- to abbellito con statue e bassorilievi, an-
tiche, e molti cimba li raccolti in una stan- tiche e moderne opere; l'atrio ha 4 sta-
za, congegnali con tale artifizio, che suo- tue entro nicchie. doppio e 11 cortile è
nandone uno, ch'era il primo, suona- assai elegante^ con due fontane d' acqua
vano tulli gli altri, o pure uno o due so- Vergine. 1 tre archi in tondo al i ." cor-
li a piacimento e lichiesta de'circostanti; tile, ove si vedono pitture di prospetti-
l'invenzione si deve a Michele Todini di va, furono così decorali dal Carelli le :

Saluzzo , che v'impiegò ben 4o anni. lo2UÌe che circondano il cortile da drit-
IVella volta della galleria si ammirano ta e da sinistra contengono ciascuna due
belle e gentili pitture, eseguite a hesco filari di statue antiche ben ristorate, ol-
dall'Albano e reputalecapolavori vi rap- : tre multi busti ; il pavimento è di mar-
presentò con isludiale invenzioni i pia- mo con figure graftite e intarsiate di piom-
neti e diverse ore del giorno , sotto l'or- bo, bei Vincenzo Gaiassi. In
lavori di
me di poetiche allegorie. fondo un gran cancello di
al 2." cortile è
Pahizzo Torlonia a piazza di J^eiie- bronzo, pregievole lavoro d'Augusto Rho'
zìa. Nel rione Trevi, già de'Fiangipani, rik, disegno del Carelli: in questo luogo
indi de'Bigazzini, poi de' conti Bolognet- sono pure de' buoni bassorilievi del Ga-
li, dai quali Io comprò d. Gio. Torlonia iassi, esprimenti figure allegoriche. Le

duca che lo arricchì colla


di Eracciano, scuderie sono quanto mai si può diree-
usata sua munificenza di quadri e di mo- le^anti e magnifiche. Prima di ascendere
numenti di scultura aìilichi e moderni. la scala si trova una sala di architettura
Da ultimo per la generosità del suo 11- goliga, assai riccamente decorata con fir
glio principe Alessandro, di cui parlai a nestre a vetri coloriti ; in essa è un ca-
Palazzo Toelosia in Eorgo, 1' edilizio mino intarsiato di pietre dure, il cui in-
prese aspelto di reggia delle arti, pei tanti taglio è opera del Monachesi. All' uscir
nobilissimi lavori eseguili dai ])iìi cele- di questa sala si osserva il gruppo dei
brati artisti che ivi si ammirano. L' e- ZeOiri che portano Psiche, scultura egre-
diflzio si compone di due gran palazzi gia del Gibson. La scala di recente co-
riuniti in uno ( e da ultimo il principe struzione, riesce mirabile per la bellezza
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de'bianclil marmi di cui è formala, non tri eziamlio ne condusse nella volta ; in
die riccìiissima pei^li ornainenli delle pit- mozzo a questa è l'apoteosi di Telemaco
ture a cliinroscuio degli egreji^i Toietti ,
eseguita pure dal Paoletli. L'ornalissima
Consoni, Paoletti, Capalli , Uianchini e sala di P>iclie contiene nella volta vari
liigioli. Gli apparlatneiili sono verarnen- quadri, in cui Coglietti espresse la storia
te signorili e principeschi, forniti dovi- di Psiche; di piti sonovi de' bassorilievi
ziosamente delle piìt rare e preziose sup- del Gaiassi, trattanti il medesimo sogget-

pelletlili e mobilie. L'anticamera del i.° to. Viene poscia la camera di Diana, ia
piano è ornata di 24 colonne; tra gl'in- cui il Podcsti dipinse parecchie favole
teicolunni sono 4 con statue in "'^''b'6 di tale dea; Galli, Thorwaldsen e Gaiassi

marmo dello Stocchi^ del Dante, del ÌjÌ- scolpirono bassorilievi sul!' argomento,
setti e deirAlbertoni,con volta assai rie- Le camere seguenti servono per il letto,

ca e bene scompartita. La sala d'angolo per la toletta e per lo spogliatoio: la 1/ è


Ija nella volta l'apoteosi d'Eicole, pittu- dipinta a modo delle antiche terme, e
re di Laudi. Viene quindi la galleria, il sonovi iG quadretti mitologici di Bigio-
cui I." bracciocontiene nella volta le prin- li, oltre molti intaglie altri ricchi e belli
cipali gesta d'Achille, lavori del l'aolet- ornali; la 1.^ è adorna di stucchi dorati.
^ a
li. Nel braccio del Teseo si vedono nel- e contiene altre pitture di Bigioli; la 3
la volta i fatti di quell'eroe, operati da! è di stile gotico con bizzarre decorazioni j

Palagi, e sonovi pure pitture di IMassabò l'ultima è adorna di specchi. Gli appar-
e del Toietti. Il 3.° braccio detto delle lamenti situati nel i.° cortile contengono

([uattroEtà, ha buone pitture di Capai- lacamera detta de'quattro poeti, con pit-
ti. 11 braccio di Bacco ha nella volta di- ture stimabilissime del Consoni; la ca-
pinti d'Andrea Pozzi. Il braccio del grup- mera delle illustri italiane, ove sono i di»

pò d'Ercole e Lica, in fondo alla galle- pinti del Carta; la camera di llalfaele,

ria, è così detto dal gruppo colossale del le cui pitture sono di Bigioli la camera ;

gran Canova , che rappresentò quel se- degli artisti, ove ne efligiò alcuni in chia-
midio in atto di scagliare in mare il gio- roscuro il Chiarini; la camera degli stuc-
vinetto Lica, opera insigne e del le pi ìi bel- chi, eseguiti da della Bitta; la camera del'
le che uscirono da quell' esimio scalpel- le prospettive, tutte magistralmente o-
lo: inoltre sonovi altre sculture pregie- perale dal Garetti ; la camera delta di
volissime, cioè il Vulcano di Tenerani ,
Traiano, con 1 3 bassorilievi del Troschel,
la Flora di Sola, e le statue di Binai- ritraenti le imprese di quel celebre au-
di, Bienaitni', Pistrucci, Dante, Galli e gusto. Salili al 3.° piano, si trova V an-
Thorwalilsen ; la volta di questo braccio licamcia con pitture di Raimondi: vie-

comprende gli affreschi di Podesli, espri- ne poi la cappella ricca di marmi e assai
menti fatti mitologici; le due cupolelte bene scompartita; nella volta, fra gì' in-
lianno dipinti del Coghelti. Viene poscia tagli dorati, si ammirano pitture di Co-
la sala in cui il Camuccini colori il con- stantino lìrumidi; le Virtìi teologali fu-
vito degli Dei, ed il Gaietti eseguì gli or- rono scolpite da Carlo Aureli, il Brumidi
nati ricchi e gentilissimi. L'anticamera slesso dipinse il quadro dell' altare, col-

dei >.° piano ha i fusti delle porle coper- la ss. Trinità , s. Anna , s. Giovanni, s.

te di sculture in bronzo di Bhorik, e le Marino, s. Carlo e s. A-


Alessandro; gli

pitturesonodi Scarabellolto. La sala del- postoli nelle pareti sono pure di Brumi-
ta di Telemaco ha nelle pareti 5 quadri di ; le storie del nuovo Testamento, co-
di Paoletti , esprimenti le gesta di (piel- lorite ne' vetri delle finestre, sono lavo-
l'eioc; vi sono anco bassorilievi di eguale ri del Berlini. Noterò che i santi del qua-
argomeato scolpiti da Troschel, che al- dro dell'altare, i due primi sono dei uo-
10 PAL PAL
mi portali dai geuiloii del principe, men- più oltre : al suo temjio e in questo pa-
tre i seguenti lo sono de' suoi fratelli e lazzo , nel i527 pel tremendo sacco di
del principe stesso; ma d. Carlo commen- Roma, vi si rifuggiarono molti illustri

datore dell'ordine Gerosolimitano e Pia- personaggi. Quivi pure abitò un suo ce-
no, fu rapito dalla morte l' ultimo del lebre discendente, Pietro della Valle fa-
1847 e compianto da ogni classe di per- moso viaggiatore, di cui ci diede erudite
sone; dopo essere stato esposto in questo notizie il cav. Belli nel n.° 2 3 del Diario
palazzo, fu portato alla chiesa pei solen- di Roma 1847, parlando delle case abi-
ni funerali, con quella straordinaria pom- tate in Roma dagli uomini grandi. Egli
pa e accompagnamento che si legge nel da'suoi viaggi in Egitto, Gerusalemme e
11.° del Diario di Roma e delle Notizie
I altre lontane regioni, portò in Roma sua
del giorno del 84B. A Castel Gandolfo
1 patria copiosa raccolta di molti oggetti
dissi di sua nobile villa e a Conserva- ,
naturali e curiosità orientali, e ne formò
torio o ritiro del Sacro Cuore, di cui un museo , rendendosi benemerito del-
])arlai ancora a Orfanotrofio, delle sue l'archeologia e delle scienze naturali. Ur-
generose e caritatevoli cure per esso. Pas- bano Vili lo fece cameriere segreto di
sando per una lunga galleria dipinta a spada e cappa, enei 1627 gli permise ce-
fruiti e fiori sulle pareti con quadretti lebrare in Aracoeli sontuosi funerali, che
del Bigioli e nella volta con quadretti
, descrissi nel voi. XXVIII, p. 61, a sua
di Palmerola, si giunge all'appartamen- moglie Sitti assiria , celebre per avve-
to composto di 4 camere. JN'ella i il .'^
nenza, soavi modi e fedeltà coniugale, che
Consoni dipinse la Poesia, la Storia, A- 1 sposata in Nardin avea perduto nel gol-
stronomia, l'Eloquenza, la Filosofìa ; le fj Persico, onde imbalsamata in Ormus
altre camere hanno diversi abbellimen- ne avea condotto in Roma la spoglia mor-
ti. Ritornando alla galleria, da e^sasi en- tale, alla quale egli si riunì nel i652,
tra nella sala pompeiana architettata dal come riporta il p. Camisiro da Pioma,
Garetti e da lui ornata, ove sono anche i nelle Memorie storiche della chiesa di s.

dipinti di Prampolini, rappresentanti le Ilaria d' Aracoeli. In questo palazzo si


nozze Aldobrandine, la partenza d'Adone conservano alcune insigni rarità, poiché
e altre antiche composizioni. Segue la ca- negliscavi fatti sotto PiolVne'Iuoghi pro-
mera dedicata alle illustri romane, ove pinqui, si rinveimero molti pezzi di cor-
dipinse parecchie storie il Quattrocchi, nicione, i satiri che ora adornano la sta-

tutteallusivea celebri fatti di chiare don- tua di Marforio in Campidoglio ( come


ne: in altre camere sono dipinti di Ga- scrissi a Palazzo Brasciii), ove furono
gliardi, e bambocciate di Diofebi. Pietro pure trasportate altre sculture, come la
Vitali ci die, Marmi scolpili esistenti nel testa o busto di Giove eh' era sopra il
palazzo del duca d. Gio. Torloiiia, in- portone; ed oltre questa si ritrovarono
cisi e descritti. eziandio colonne e capitelli, uno de'quali
Palazzo dell' Unii'ersìtàromana. Nel di smisurata grandezza servì per fare lo
rione s. Eustachio. l\ Università ro- scudo dell' arme di Pia IV per la sua
mana. Porta Pia.
Palazzo della inaile. ìie\ rione s. Eu- PALENCIA (Palenlin). Città con re-
stachio, presso la chiesa di Andrea del-
s. sidenza vescovile di Spagna nella Casli-
la Valle dei Teatini e le antiche terme di glia vecchia capoluogo della provincia
,

Nerone, oggi dei marchesi del Bufalo. Lo omonima, a 4o leghe da Madrid, situa-
fece edificare il cardinale Andrea della ta in vasta e fertile pianura chiamala
Pialle romano, che il Cardella dice che Thierra de Campos, sulla sinistra del
ne* suoi viaggi arrivasse sino in Persia e Carrion che si attraversa sopra due pon-
5

PAL lai L II

li in pietra. £ cinta da antica e buona lose, e fu soggetto della tragedia di Cor-


miuaglia, ha strade lai glie, massiujc la neille. La i.a università cristiana fonda-
Mayor che atliavcisa la ciHà da porla ta in Ispagna dopo l'espulsione de'mori,
IMonzon a quella del Mercato, e che ha fu eretta in Paleucia dal re Alfonso VII,
porticicon colonne in pietra; le case in e venne poscia trasferita a vSalamanca.
generale sono del gusto gotico e como- In Palencia, Palanlìa o Pallanlia, fio-
de; sonovi fontane pubjjliche e ameni rirono diversi uomini illustri, fra' quali
passeggi. La cattedrale sotto l'invocazio- il celebre scultore F. di Villalpando, il

ne di s. Antolino martire, è d'ampia e Tescovo Alonso Fernandez Madrid, au-


solida struttura, con fonte battesimale e tore di questa città, e D.
dell'istoria
curato. Narra il Rinaldi all'anno loSi M. Santa-Cruz nominato arcivesco-
F.
the Sancio 111 il Grande redi JNa varrà, vo e viceré di Messico, dignità alle qua-
perseguitando nella caccia un cinghiale, li rinunziò per dedicarsi intieramente agli
questi si rifugiò tra le superstiti mura studii ecclesiastici. Quivi da lungo tem-
della chiesa di s. Antolino a Iato dell'al- po sono in attività linomate fabbriche
tare, e volendolo il re ferire collo spiedo, di coperte e altre stolfe di lana.
alzato il braccio gli ri-mase irrigidito. Co- La sede vescovile fu eretta ne' primi
noscendo il non avere
proprio fallo di secoli della Chiesa, sulTraganea di To-
rispettato il luogo sacro, benché alter- ledo, finché Gregorio XIII la dichiarò
jalo, si raccomandò al santo e per la sua di Burgos, come lo è ancora. Il i.° ve-

intercessione ricuperò l'uso del braccio. scovo fu Nestorio, che dicesi discepolo di
Allora il re nella sua insigne pietà non S.Giacomo apostolo. Qui furono tenuti a
solo rifabbricò la bellissima chiesa, ma concilii: il i.° nel i i4 e vi fu scelto il
i

giacendo la cititi sepolta nelle proprie vescovo per Lugo. Arduino t. 6. 11 i."
rovine, la riedificò nobilmente. 11 capi- nel i386 dall'anticardinal Pietro di Lu-
tolo si compone di i3 dignità, essendo na legato di Spagna per V antipapa Cle-
la 1." il decano; di 4^ canonici com- mente VII, al quale successe col nome di
presi il teologo e il penitenziere, di 1 1 Benedetto XIII. Vi furono presenti Gio-
ralionarii, di io cappellani e altri chie- vanni I re diCastiglia, 3 arcivescovi e 2
rici. L'episcopio è alquanto distante dal- vescovi. Ne' 7 suoi canoni si rinnova-
la cattedrale, oltre la quale sonovi altre rono le pene contro gli adulteri, sugli
4 chiese parrocchiali col fonte sacro; i ebrei, saraceni, santificazione delle feste,
conventi sono 5, i monasteri di religio- e che i chierici dai vescovi e giudici si

se G, gli ospedali 2, piìi confraternite, il esortassero secondo i canoni. Concil. t.

seminario e altri stabilimenti. Di detti C). Nelle Notizie di Roma


1733 so- dal
ospedali uno è assai ben dotalo, ed ev- no registrati vescovi: dal i832 lo è
i

\\ l'ospizio fondato nel proprio palazzo ing."^ Carlo Laborda di Burbanales dio-

da Rodrigo Diazde Civar soprannomina- cesi di Lerida. La diocesi contiene più


to Cicl, famoso eroe casligliano di Cur- luoghi e molte parrocchie. Ogni nuovo
gos del secolo XI, derivato dal titolo El vescovo è tassalo ne' libri di camera in
Scici, signore, col qua! titolo lo qualill- fiorini 3ooo, ascendendo la mensa a cir-
carono i mori da lui vinti con la cele- ca i5o,ooo regalium de vellon, gravata
bre battaglia perduta da 5 re moreschi. di pensioni.
Rocca di Cid fu detta quella di Temei, PALEOLOGO Teodoro, Cardina-
donde combatleva con successo nioii, i le. Discendente dagl' imperatori d' o-
co' suoi compagni d'arme: a Paleucia rlenle , figlio di Gianiacopo marchese
si celebrarono le sue nozze con Ximena di Monferrato, datosi alla vita ecclesia-
Goniez, e di lui si narrarono cose favo- stica , venne a dovizia provveduto di
G

IX PAL PA E
pingui nl)l»a7,ie e fatto decano tlel!a col- ed allora compose il trattalo De nothis et
Ici^iata ili s. Maria di iSaliizzo. Atii- spnriis. Dopo avere ricusato i vescovali
nic'sso tra i protonotaii apostolici, ad i- di iAIajorica, di Ilagusi, di Avignone e la
stanza del re di Cipro suo cogtialo, Pao- carica di vicelegato di quella città, iion
lo Il a' I 8 selteml)ie 1467 lo creò car- potè dispensarsi quando Paolo IV nel
dinale diacono di s. Teodoro, ed inler- i 5 jG lo fece uditore di rota in luogo del
vcnuc al conclave di Sisto IV. S<'p[>e concittadino Pellegrino Fava. Perla la-
luiire allo splendore della nascita, ciui- ma d'integrità e dottrina che si acquistò,
iienle virlìi, modestia, tnansueludme e Pio IV lo inviò al concilio di Trento,
dolcezza di caralteie, che lo rese a mi dove ne'gravi incarichi che sostenne in
tempo amabile e rispettabile. l*er dis- quell'augusta assemblea, in«;ui perseve-
grazia fu ferito leggermente colla pun- rò lino al suo termine, diede saggi lu-
ta del coltello in un braccio dal suo scal- minosi di pietà, dottrina e prudenza, per
co, nell'alto di trinciare una vivanda: cui i legali nulla facevano senza il di lui
contaminatosi il sangue, compianto da consiglio; e della storia che ne scrisse se
tulli, mori in Asti nel llore degli anni ne giovò Odorico Rinaldi pe' suoi annali
nel 14^1 o i4B4j tenendo sepolto nella Tornato in Roma, ne ricom-
ecclesiastici.

chiesa abbaziale di s. Michele di Lucedo pensò il merito Pio IVa'i2 marzoi 56"),
nella tomba de'suoi antenati. creandolo cardinale prete del titolo dei

PALEOPOLI.Sede vescovile d'Asia ss. Nereo ed Achilleo, cambialo con


poi
nell'esarcato del suo nouje, sotto la me- quello di s. lAIartino a'iMonli, chiesa che
tropoli d'Efeso, erelta ne! I K secolo. Eb- ristorò con molta spesa, come apparisce
be 7 vescovi. Orieiis dir. t. I, p. 729. dalla lapide posta fuori della porla mag-
Paleopoli, PalcopoUtan, è un titolo ve- giore. Nel i566 s. Pio V lo dichiarò ve-
scovile in paiiibus sotto Efeso, che con- scovo di Bologna, venendo consagiato da
feriscono Papi, e Gregorio XVI a'
i s. Carlo Borromeo, che avendolo in al-

giugno 1837 vi nominò mg/ Piaimondo tissima slima lo consultava negli alTari
Grillilh domenicano, che fece vicario a- di sua coscienza e diocesi, e con tal gra-
postolico del Capo di Buona Speranza. do intervenne al concilio Ravenna. di
PALEOPOLI. Sede vescovile della Con s. Carlo si recò a Torino a vene-
Pamillia seconda, sotto la metropoli di rare la sacra vSindone, ed a Ridano lo as-
Pirgi, erelta nel conoscono V secolo. Si sistè a conferire la cresima, ed alla tras-

2 vescovi. Oriens dir. t. i, p. 1021. lazione delle ossa di Giovanni Buono s.

PALEOTTO Gabriele, Cardina- nella metropolitana. Egli fu a Bologna


le. Patrizio bolognese, perduto il pa- ciò che fu s. Carlo a ftlilano. Riformali
dre in tenera età, si mostrò alieno da- i costumi del clero, tolti gli spettacoli
gli studii ed inclinato alla milizia;
,
scandalosi, introdotta l'osservanza delTri-
ma ferito da un dardo, cede ai consi- denlino, stabilito 1' uso del catechismo,
gli de' suoi e cambiò inclinazione. Indi restituita l'osservanza ne'monasteri, fon-
pei suoi angelici costumi ed eccellente dato il seminario, celebrato ogni anno
ingegno, d'anni 24 pi'^se la laurea e fu il sinodo, aperte scuole ai chierici nel-
fatto professore di giurisprudenza nella l'episcopio che ristorò, la cattedrale fu
patria università, con tal plauso che fu pure rislaurata, facendovi incominciare
detto secondo Alciato tra suoi scolari
il : i la cupola di 190 palmi d'altezza. Ivi inol-
si contano Scipione Lancellotti poi cardi- tre istituì confraternite, eresse e dotò ca-
nale, e Aldobrandini poi Clemente Vili. se pei catecumeni, pei mendicanti e per
JNel I 549 oUeune un canonicato nella le convertite con savie regole. V'intro-
calledrale, proseguendo nella cattedra, dusse i miuislri degl'infermi, cui die la
3e

PAL PAL 1

chiesa di s. Colombano, dontle scilo il benché alcuni ministri di ciò sdegnali fe-

cardinal Girolamo lioncompaj^iiotnrono cerocheil Papa lo privasse de'ioo scudi

trasferiti a quella de'ss. Gregorio e Siro; almese che aveagli assegnati attesa la te-
fjiiindi per lui Bologna si rinnovò nel nuità di sue rendite, e non piìi lo ammet-
costume, rillor'i nella religione: Cu profu- tesse all'udienza, proseguì a parlare Iran-
so co'poveii, massime colle zitelle perico- co. Penetralo il Papa di sue ragioni, gli

lanti, in modo mirabile. In una carestia restituì la sua grazia e l'assegno. Grego-
spalancò i granari ;
predicò a tutti l'evan- rioXI V lo deputò sulla riforma dellebol-
gelo, insegnò pubblicamente la dottrina le ponlificie, mosti andosi egli sempre sen-
cristiana ai fanciulli albergava lutti
; i za riguardi difensore della religione, e nel
sacerdoti stranieri, visitava griiifcriui ne- conclave in cui questi fu elellù gli man-
gli ospedali e nelle case, particolarmetj- cò un voto ad esser fallo Papa. Coope-
te i fatnigliari che di tutto provvedeva rò alla riconciliazione di Enrico IV colla
insieme alle loro mogli e figli, quindi in s. Sede presso Clemente Vili, il quale
convalescenza li mandava in villa a ri- gli affidò l'esame della vita e miracoli del
stabilirsi, ed in morte amministrava loro I). Giacinto, che perciò fu canon zzato, e
i sagramenti e raccomandava l'anima; lo fece prefetto della congregazione dei
con essi poi era severo se rei di manca- vescovi. E
fama costante che conservò
menti, volendo che la sua famiglia fosse sino alla morte la battesimale innocen-
esempio di virtù. Pubblicò in Bologna nel za, tenendo sempre in morii ficazione la
j8o la raccolta di quanto avea opera-
I carne. Divolissimo delia Beata Vergi-
to, col titolo Episcopale Bononiciiiif.
: ne, nella cattetlrale di Bologna le Ibiulò
jNcI i583 fece erigere nell'eremo di Ca- una sontuosa cappella, con organo, pit-

maldoli una cella solitaria sotto il titolo ture, marmi e reliquie, lasciandole in
di s. Petronio, ove si ritirava per perfe- morte molli argenti, come dispose a fa-
zionarsi. Sotto di lui Gregorio Xlll ele- vore della metropolitana la sua eredità,
vò Bologna a metropolitana, che regalò la sua biblioteca nell'episcopio a comodo
a suo riguardo della rosa d'oro, e lo an- degli ecclesiastici di Bologna. Morì in
noverò alla congregazione dell' indice ; Uoma d'anni 7 ), nel km)7, ed il cada-
indi ottenne per coadiutore il nipote Al- vere trasferito in Bologna, fu tumulalo

fonso Paleolto, dopo essere stato il i avanti la cappella del ss. Crocefisso nel-
arcivescovo di sua patria. Sisto V lo fe- la confessione, con breve épilaflio, da lui
ce prefielto de'iiti e nel i 58() vescovo di vivenle composto. Scrisse alcune opere
Albano, dove celebrò il sinodo, che pure legali, teologiche, morali ed ascetiche, di
convocò nel vescovato di Sabina, a cui lo cui ne fa l'elenco il Torrigio, De script,
trasferì GregorioXlV^ nel 5() ove inol- i i , cani. 8 l'Orlandini ucs^ìi Scrittori bo-
p. 1 ;

tre ristorò la cattedrale e aprìil semina- lognesi p. ìi^; ed il Fautuzzi, t. 6, p.


rio che fu uno de'primi dopo il concilio 242. Le più rinomale sono: De hono
di Tienlo. liestaurò l' antica chiesa di seiieclnlis, e De sacri coiisistorii consnl-
Vescovio, già residenza de' vescovi di Sa- tationibus. Tulli gli scrittori meritamcnle
bina, ornandola di pitture e sacre suppel- lo colmarono di elogi, e s. Carlo lochia-
lettili; e rifabbricalo il contiguo conven- mo uomo di grandissima virtù e di sin-
to, lo assegnò ai riformati francescani. goiar pietà fumilo. La sua vita scritta
Trattandosi in concistoro d'impoire ai da Angelo Bruni suo famigliare, si leg-
sudditi pontificii una gravezza per aiu- ge nel t. G della Raccolta de' pp. ]Mar-
tare i cattolici nelle guerre civili di Fran- lene e Durando, p. iSBy. Quella del p.
cia, con zelo egli solo si oppose al P(;iileli- Alessio Ledcsma barnabita fu slampa-
ce e al comune seulimeulo dc'cardinali, e la in Bologna nel i647.
li PAL PAL
PALERMO {P^normilaiì). Citth con mia lega. Il suo circuito è quadrato, con
residenza .ucivescovilc ,
cnpil.tle del re- i)astioni e mura per tre quinti logore dal
gno di Sicilia capoluogo della pio-
(^''.), tempo, ha 1 2 porte, ed è inoltre difesa da
viiicia e del cantone di Valle di Palermo, batterie e da forti, e fra gli altri dal Ca-
sulla costa settentrionale dell'isola, distan- stello del Molo e dal Castello a Mare. Ve-
te 45i miglia da Trapani, i oc da Catania, duta dal mare o dal monte Pellegrino,
io5da Messina, e 17,'! da Napoli [P\), Palermo offre uw aspetto incantatore ,

in un'amena e vasta pianura fecondissi- tanfo per le sue torri, cupole, campanili
ma, difesa dai venti meridionali che do- ed altri edifizi, che pei suoi superbi din-
minano in Sicilia, in un cratere semicir- torni; ma l'interno veramente non ri-
colare, chiusa in parte da montagne sco* sponde in tutto ad una prospettiva .sì

scese, come Pellegrino e l'Orlùio, ed


il bella. Due strade principali attraversano
in parte dal ridente golfo del suo nome in tutta la sua ampiezza Palermo : i lo-
formato dal mare Tirreno, fia capi di i ro assi tagliansi in angoli retti quasi nel
Zaffarano e tU Gallo. Longitudine orien- centro e formano la piazza oltagona re-
tale I i°2; latitudine settentrionale 36" golare di Villona, ornata di belli edifizi
6'. Questa antica, celebre e magnifica me- di stile dorico, ionico e corintio artisti-
li opali è ricca immensamente de'piìi bel- camente combinati, decorata delle statue
li piodolli che la natura volle special- di Carlo V, Fdippo II, Filippo III e Fi-
mente prodigarle, dandole un orizzonte lippo IV, e nel centro della quale evvi
similissimo a quellod'Africa,per cui Dio- la famosa fontana che per grandezza ed
doro ed Erodoto simboleggiarono il ge- architettonici ornamenti merita ogni lo-
nio di Palermo seduto sopra conchiglia de; chiamata un tempo piazza del Sole,
contornato dalle più squisite e preziosis- si chiama Quattro Cantoneri, da che la
sime fruito, intrecciandolo con le cornu- città fu divisa fra i
4 quartieri di s. Cri-
copie dell'abbondanza, affine di esprime- slina, s. Ninfa, s. Oliva e s. Agata : que-
re sì ampio e delizioso giardino. A ca- sti circondari si chiamano pure del Pa-
gione di sua feracità , bellezza , florida lazzo reale, del Monte di Pietà, di Ca-
ailivilà di commercio, amenità di situa- stellamare dalla principal fortezza omo-
y.ione, agiatezza e cortesia della più par- nima, e de'Tribunali. Una di queste due
te de' suoi abitanti, da molto tempo fu strade, opera del viceré Macheda o Ma-
dato a Palermo l'epiteto di felice. Non queda che le diede il suo nome, appel-
si può abbastanza dire quanto riesce lasi anche strada Nuova; l'altra più bel-
gradevole soggiorno. È sede d'una cor- la porta il nome di Cassaro e chiamasi
te suprema di giustizia, di una gran cor- pure di Toledo. Cassaro è voce araba e
te civile, dalla quale dipendono i tribu- sigiiifica cittadella, castello, fortezza, co-
Palermo, Girgenti, Siracusa, Tra-
nali di me osserva Muratori. E la cittadella o
pani e Caltanisetta; di una gran corte rocca o castello degli aral)i sorgeva al-
criminale per la provincia di Palermo, l' estremità orientale della città sopra
di un tribunale civile e di uno di com- un'altura; quindi il nome della strada
uìercio con camera consultiva. Le fun- che vi conduce. Queste due spaziose stra-
zioni municipali si esercitano dal senato de principali hanno belli edifizi tanto
composto di 6 membri, presieduti dal pidiblici che particolari, sono ben lastri-
pretore col sussidio di vari aggiunti. cate con marciapiedi. Le case, in genera-
Palermo ha presso a poco la forma di le altissime, hanno tetti piatti e balconi
un rettangolo, i cui lati sono rivolti al con grate: non v' è piazza o capostrada,
nord-est, al sud-est, al sud-ovest ed al che non abbia una fontana.
nord-ovest, e di cui il perimetro è circa Il passeggio più frequentato è la Mari-
PAL PAL 1 3f

na fuori di porta Felice e Nuova, nrginedi Guglielmo I l'ornò di ricchi musaici nel-
80 passi di larghezza, che si eslende kin- lo stile bizantino, rap[)resenlanli storie

go la baia, siuo alia Flora, delizioso giar- del vecchio e nuovo Testamento. La piaz-
dino pubblico, ornato di statue, di fon- za del palazzo reale è grandissima ed
tane e di chioscljij il luogo di riunione ornala nel mezzo della statua di Fi-
della sera della maggior parte degli abi- lippo IV in bronzo con bassorilievi sul
tanti; in vicinanza ovvi nella villa Giu- piedistallo : è circondata da 4 minori
lia il giardino botanico, ricco di piante statue in marmo bianco, simboleggianti
esotiche , il cui ingresso ha la forma di le 4 virtù caidinali. La piazza pretoria-
un antico tempio. Il palazzo reale, resi- na si dislingue per una fontana degna
denza del luogotenente generale viceré di ammirazione pel suo disegno', scul-
di Sicilia, presso porta Nuova in bellis- ture e bizzarria di costruzione. Quella
sima situazione, circondato di deliziosi di s. Domenico si abbellisce colle statue
giardini, è composto d' un ammasso di in bronzo di Carlo III e Maria Amalia
irregolari edilìzi. La rocca degli arabi sua corsorte, e di magnifica colonna sos-
divenne la reggia de'normanni, i monar- tenente la statua di simile metallo della
chi de'fjuali la riedificarono e vi fonda- ]>eata Vergine : la facciata della chiesa
rono il palazzo nuovo o reale, che gran- di s. Domenico forma altro ornamento
demente abbellirono, poscia ingrandito, della piazza. Per non dire di altre, nella

ristorato e ingombrato dai memorati e- piazza di Bologni si eleva la bella sta-


difizi ne'successivi regni. Nella parte piìl tua in bronzo di Filippo V. I palazzi in
alla di esso, sulla superstite torre, fu e- Palermo sono in molto numero e tutti
retta nel 1791 la specola che s'alza 243 grandiosi. Oltre l'arcivescovile, si distin-
piedi sul livello del mare. Questa spe- guono il senatorio o pretoriano, che pos-
cr)laha un «strumento di passaggi del siede due statue antiche e molli fram-
Piamseden, lungo 6 piedi inglesi, ed il menti d'opere greche e romane; quelli
famoso cerchio dello slesso autore di 5 de' principi di Butera e Torrerauzzo, e
piedi di diametro. Con l'aiuto di questi de'duclìi di Gravina e d'Anjou.
ilromenli il celebre Piazzi nel gennaio Le chiese di Palermo sono molte, e
1801 vide pel primo il pianeta Cerere meritano quasi tutte particolare atten-
e fece scoperte che posero il suo nome La cattedrale, della dagli abitanti
zione.
tra i più insigni astronomi. Annessa al madre chiesa, è sacra a Dio sotto l'in-
palazzo reale « Porta Nuova, che dan- vocazione di Maria Vergine Assunta; la
neggiata dal fulmine, nel 1 668 venne ri- fondò nel i 170 l'arcivescovo Gualtiero
falla: era slata edificata sotto Carlo V, II. E' un vasto cdifizio d'imponente a-

la cui statua di bronzo del siciliano Vol- spetlo, ma d'uno siile misto di gotico e
si è in allo di giurare l'osservanza dei d'arabo-nornianno nell'esterno. La sua
privilegi del regno di Sicilia in mano forma è quadrilunga con traverse in cro-
dell' arcivescovo. La cappella palatina ce, terminale a ciascuna estremità da 4
e insigne collegiata di s. Pietro del pa- finestre di stile gotico; nel centro s'in-
lazzo reale è singolare monumento, il nalza una cupola d'architettura italiana.
cui interno aspetto ispira sorpiesa, me- Un ponte unisce al corpo del fabbricato
raviglia e mistero. E' di architettura una quinta torre d' altra forma, ma di
greco-arabanormanna , e nel ristorarla altezza quasi eguale alle altre. La fac-
si ebbe la lodevole cura di conservare ciala principale è quella laterale. Si pre-
illeso l'antico. La fondò nel 129 Piug-
1 senta sopra una piazza prolungata che
giero II conte di Sicilia, poi Ruggiero I la divide dalla via Nuova ; l'insieme se-
re di Puglia e Sicilia. ludi il successore luiorientale e semi-europeo è grandio-
I n PAL PA L
socd imponenle; l'inlpinon meno splpn- silo edecnno.La strntla praticala sul tìnr-
(lido e ineiio l)ello lielJ'eslciiio, sebljerie so della montagna per giungervi, costò
non manchi d'ornati. La volta è soste- somme immense. Nel ifì^t» con magni-
unta da 8<j colonne di granito orientale; lica [)ompa ecclesiastica fu istituita in Pa-
l'altare maggiore d'una stupenda rie-
è lernio a' i 5 agosto una solennissima festa
tliezza, e distinguesi per una colonna di annua, che vi attrae una folla immensa
lapislazzuli di straordinaria dimensione; di |)opolo. In tal giorno la metropolitana
in esso vi sono le statue dei 12 Apostoli, è illuminata da tanti ceri, che appena la
scolpile dal rinomalo Antonio Palermi- vista vi si può fissare, essendo indescri-
tano. Si osservano pine in questa me- vihile la divozione verso s. Rosalia dei
tropolitana, come ne' sotterranei, molti palermitani, de'siciliani e di altri popoli,
mausolei di marmo bianco e di porli- Nel iGSG si eresse il monastero delle
do che contengono le ceneri di antichi l)enedeltine di s. Rosalia, cui Urbano
monarchi, massime normanni sono ri- : Vili mandò due abiti benedetti, e per-
marchevoli le tombe di Ruggiero I re di mise loro portare una croce d' argento
Sicilia, di due imperatori, di due impe- sul petto, secondo la forma di quella tro-
ralrici e di gran numero di vescovi e vata sulla santa : di queste monache trat-
arcivescovi, olire altri personaggi. Vi è tail p. Bonanni, Catalogo par. 4>P- i36.
il fonte battesimale e vi si venerano mol- 11 capitolo della metropolitana si compo-

te insigni reliquie, fra le quali il corpo ne di tre dignità; la maggiore è il can-


dì s. Mamiliano primo arcivescovo di Pa- tore , la 1." l'arcidiacono, la 3.' il deca-
lermo e martire, ed in sontuosa cappella no; di 94 canonici compresi il peniten-
quello di Rosalia vergine patrona ilei-
s. ziere e il teologo, di circa 4o beneficiati
la ciltà, inurna di argento di prezioso e di allri preti e chierici la cura : per
lavoro, ornata di gemme. Essa santificò delle anime deputa un be-
il capitolo vi

il JMonte Pellegrino, ove nel secolo XII neflciato detto maestro de'cappeilani, con
si ritirò dalle corruzioni del mondo; re- 3 sacerdoti per aiuto. Paolo V col bre-
slò sconosciuto il luogo ove riposavano ve Ex debilo, de'iq giugno 1610, con-
lesue ossa, finché nel 1625, mentre Pa- cesse ai canonici l'uso della mozzetta e
Icrmo era afllilta dalla peste, miracolo- rocchetto; Clemente IX col breve Mi-
samenle e mediante una visione avuta nislerii sacri, del 6 agosto 1668, vi ag-
da un pio uomo, si rinvenne in una grot- giunse la mitra e la cappa magna e Be- ;

ta del monte: portale le reliquie in prò- nedello XIII mediante il breve In beati,
cessione intorno alla citlìij prodigiosa- de'2 gennaio i 729, per maggiormente
r

niente essa e la Sicilia furono liberale decorarli, accordò loro la mozzella nera
dal fatale morbo. Il Monte Pellegrino, quaresima e avvento, per-
ne' tempi di
detto dagli antichi £'/Wo.v, fu celebre sotto che meglio dimostrassero anch'essi la
le guerre puniche; Pirro occupò un lem- tristezza da cui la Chiesa in quelli è coni-
po ilsuo castello, che ai romani non riu- presa. Sull'officio arcidiaconale di Pa-
sci espugnare contro Amilcare Baicas : lormo, da ultimo furono pubblicati qiie-
ivi si facevano segnali per indicare l'ar- sii due opuscoli. Simon Francesco Val-
rivo delle navi. La grotta in cui la reale des sacerdote: Ragioni ed anlorità in di-
santa menò vita solitaria e contemplati- fesa della giurisdizione dell'arcidiacono
va fu cangiala in chiesa, il cui effetto è della melropolilana chiesa di Palermo,
meraviglioso, conia di lei statuadi bron- ivi 1841 tipografìa Roberti. Ragionidcl

zo dorato, ornata di gioie di gran va» capitolo della cattedrale di Palermo in


lore; la corte vi mantiene la collegiata sostegno dell' ofjieio arcidiaconaU\Vix\itv-
di circa io sacerdoti compreso il prepo- mo 1842 stamperia Lao.
P A L PAL 17
Le chiese parioccliiali in città sono io letri, che nel giorno della coramemora-
e circa 8 licl subiuhio, tutte munite del yione de' defunti dai cappuccini si vesto-
l'onte sacro, ed una delle quali sotto il ti- no
costume che indossavano in vita, col
tolo di s. Pietro è collegiata reale detta o[)pure secondo eh' essi stabilirono con
(Iella Magione, con decano, soltopriore e testamentaria disposizione, aggiungendo
i8 canonici, corapiesi soprannumerari religiosi a ciascuno di essi un cartello
i i

e secondali. Fra le chiese si dislingue col nome del defunto e l'anno di sua mor-

quella di s. Giuseppe, ove sono belle e te pio e morale costume, che desta do- ;

alte colonne di marmo turchino; ricchis- lorose sensazioni. Inoltre Palermo contie-
simo di marmi preziosi è anche l'altare ne 5 ospedali ( in quello di s. Giovanni
maggiore, e vi si osserva una cappella, di Dio de'benfratelli lino dal i83G vi .so-
sotterranea con ornamenti pure ricchissi- no jo letti per gi'inliirnii che si curano
I

mi. Tra monumenti innalzati d.il [)io oraiopalicamente ), un liceo o reale uni-
i

zelo degli animosi conquistatori norman- versità fondata nel 1374, ove oltre le 4
ni, si deve anche noverarsi la chiesa del- facoltà che numerano 3o cattedre, eoa
la INIartorana di s. INIaria alla Catena, co- corsi pubblici del sistema omiopatico, ne
s'i chiamata perchè essendo posta all'in- dipendono gli stabilimenti delle belle arti
gresso dell'antico porlo, atlaccavasi alle eia reale tipografia; di più vi sono società
sue mura capo d' un'enorme catena che
il letterarie, come l'accademia di scienze,
il passo del porto chiudeva. Fu fondata lettere e belle arti divisa in 4 sezioni, uà
da Giorgio Rozio Antichiano, ammira- seminario cospicuo, 3 biblioleche,il mon-
glio del re Ruggiero I, forse nel i i (3 o te di pietà che per la rivoluzione scop-
nel I I 43 quando fu riccamente dotata; piata a' I 2 gennaio i84<^ fj incendialo,
venne quindi consagrata nel 1173. E calcolandosi i pegni perduti lìn valore di
una delle chiese più rimarchevoli della Si- 3oo,ooo oncie. Vi sono molti conven-
cilia, strabocchevolmente adornala nel ti di religiosi, monasteri di uionache, in
secolo passato ha stupendi lavori di mu-
: tutti circa 9o;divei'si conservatorii e con-
saico e bellissimi dipinti. Chiamasi an- fraternite. Interessante è la pinacoteca,
che di s. Simeone o Simone, e sotto le cui potentemente contribuì nella fonda-
sue volte nel i283 si congregò la nobiltà zione il principe di Belmonle il museo ;

siciliana per giurar fede a Pietro 111 d'A- archeologico, ricco di abbondante colle-
ragona, con che ebbe fine la rivoluzione zione di medaglie grecosicule, e clieogni
elle spense tanti francesi ne' famosi ve- giorno si aumenta di oggetti rari pegli
speri siciliani.Meritano eziandìo di esse- scavi che si fauno in diverse parti dell'i-

re ricordate le chiese di s. Matteo o del- sola ; la fonderia reale, il banco pubblico


l' Anima, di s. Giuseppe de' teatini, del regio o cassa di corte o della nazione nel
ss. Crocefisso, del Gesù, di s. Domenico, palazzo delle finanze, ed altri stabilimen-
di s. Zita, dell'Angelo Custode, come pu- ti d'istruzione e di carità : per la benefi-

re l'ialtra detta Olivella, l'oratorio del cenza sono destinati, olire il gran ospe-
santo Rosario e di s. Filippo Neri; le qua- dale degl' inferrai , il conservatorio degli
li chiese e oratorii sono tutti ricchi di pit- esposti, il real albergo de' poveri e la ca-
ture e di oggetti d'arte interessanti. De- sa de'pazzi. Del collegio seminario gre-
gne ancora di particolare osservazione SO- co di Palermo, e delia colonia greca di
DO le catacombe, il cui iugiesso è nella IMezzcijuso, come del vescovo per leordi-
chiesa de'cappucci ni fuori della città; que- nazioni in tal rito, parlai nel voi. XXXII,
ste catacooibe scavate nella viva roccia p.i52 e i53. Vi risiede altresì un ve-
presentano uno spettacolo straordinario : scovo in partii US, ^\ii<.\\cc dell'apostolica
vi si conservano nelle nicchie molti sche- legazione chiamata Moiiarchid di Sici'
,

VOL. LI.
i8 1*AL P A L
ha. Il porlo di Palermo è piccolo, ma co- con l'altro d' Iato; le rovine accennano
modo, ben munito: ha
sicuro e il molo la passata grandezza. Meritevoli pur di

con faro, e serve egualmente ai vascelli rimarco sono i due castelli nel borgo di

di linea e alle navi mercantili. Quattro Olivazza, di stile moresco, chiamali Ziza
sono le fortezze , cioè del palazzo reale , e Cuba, dai nomi dei fìgli d'un emiro
della Carità, del Castello e del Molo; tre che li fece costruire dai suoi arabi in mi-
i Presso l'arsenale si vedono nei
teatri. rabile situa/ione. Si vede in lontananza
sobborghi i moltiplici magazzini, le gran- l'elevata e bella Monreale. Mette capo a
diose cantine pei vitii siciliani destinati Palermo la gran via rotabile testé costrui-

alla esportazione, e gli amplissimi granai. ta da Messina , e le altre nuove comode


Non manca Palermo d'industria pro- strade per a Termini, a Trapani, a Cor-
porzionatamente a' suoi mezzi, ed è l'em- leone, a Monreale. Nel distretto di Paler-

porio del commercio siciliano. \i sono mo si numerano i circondarii di Monrea-


fabbriche di seta introdotte verso la me- le, di Partinico, di Piana, di Misilme-
tà del secolo XI, e già assai più fioren- ri, dell' isola d'Ustica, e di Carini s,\li se-

ti ; di cappelli, tele, guanti di pinne ma- de vescovile, e piùanticamente patria del-


line, panni glossi, ed altre; ollJcine ripu- la vezzosa Laide rinomata cortigiana di

tate di scultura e doratura in legno; com- Grecia; a quell'articolo seguendo l'errore


pagnie per la gran pesca del tonno, e vi d'un geografo, dissi Carini negli Abruz-

si fa pure traflko di acciughe salate, co- zi mentre con contraddizione aggiun-


,

rallo, frutta secche, agrumi ed altro. La si nella provincia di Palermo ove trova-

pianura nei dintorni mesita bene il no- si niinns ma liini sit indoclnni esse, qiiam
:

me di Conca d'oro che ledieronoi poe- indocilcni. Gli abitanti di questa metro-

ti; disposta in antiteatro, animata dalla poli, compresi quelli di tutti i circonda-
più rigogliosa vegetazione, è sparsa di ca- rii, si fanno ascendere a più di 190,000.
sini, di verzieri, di eleganti giartlini , ed Un gran numero di uomini illustri fiori-
al piede del JMonte Caputo trovasi altro rono tra' palermitani, in santità di vita,
giardino botanico colle piante più rare. dignità ecclesiastiche, nelle scienze, nelle
11 fiume Oieto o Ammiraglio mette in arti e nelle armi, di moltissimi de' quali
mare la sua foce presso l'angolo orien- fo menzione ai luoghi opportuni; qui so-
tale della città, arricchito di numerosi ru- lo ricorderò : la vergine e martire s. A-
scelli, che vi entiano dopo aver innaffiate gala,il Papa s. Agatone, il vescovo di Ve-
le circostanti campagne. Oltre 4 descrit-
i rona Giberti, Giuseppe Galeani; Gio. Fi-
ti interni circondarli, altri 4 ^^ ne sono lippo Ingrassia, nato però in un villaggio

che cbiamansi esterni, cioè del Molo, di dell'isola , illustrò questa città colle sue
Baida^ di Porrazzi e dell'Ortobotanico, scoperte in anatomia e medicina. Per sup-
ciascuno con villaggi suburbani. Nel cir- plire a questi brevi cenni in cui procu-
condario del Molo, dopo il convento dei rai dare un'idea di Palermo e suoi su-

minimi, trovasi la real Villa favorita dei buibi, si potrà consultare la Topografìa
colli, e poco lungi la grotta e santuario di P<7/e/7/20 di Scinà, stampata nel 18 18,
di s. Rosalia ; in quello di Balda vedesi e l'opera del duca Serra di Falco intito-

l'altro real sito di Boccadifalco e il con- lata : Le antichità di Sicilia.


vento de'cappuccini. 11 9.° poi e io.°cir- Piìlevmo, Pano riìws, che i latini chia-

condario di Palermo diconsi della cam- marono dipoi Panorniuin , ebbe dispu-
pagna, e sono quelli di s. Lorenzo nella tata più volte la sua etimologia; senza ri-
pianura boreale che termina col capo Gal- portarne le molte opinioni, sembrano ra-

lo, e di Bagheria, ove fra'vari villaggi è gionevoli quelle di Cluvier che pretese
il castello Solunlo acquistato dai romani derivare la denominazione di Palermo
PAL P A L 19
dai (lue molti puoici pan-horuni,v\ie si stVpoca che Palermo incominciò ad es-

gniflca riipes cinges. Palermo è citlà ce- sere la principale città di tutta 1' isola,

lebrata anche presso gli antichi, e Tuci- percioccliè Snacusa era tuttavia in ma-
dide nana, che i fenicii ali arrivo delie no de'greci, né quella citlà potè mai ri-
colonie greche in Sicilia, fin dal primo prendere il primato, non ostante le di-
secolo della fondazione di Roma, ritira- verse dinastie che successivamente vi do-
lonsi a Panoi inosjpine riferiscono altri minarono. 1 pisani nel io3 la tolsero ai i

che fenicii nella loro prima migrazione


i maomettani, quindi cadde m potere dei
trovarono già esistente Palermo; che se I\'onnanni(^l^.);'\\ duca Pioberto Guiscar-
Polibio e altri la dicono fondata dai fe- dodel o5q, e Ruggiero del io85 vi sta-
I

nicii,deve intendersi più popolata colla bilirono la loro reale dimora : d'allora in
loro colonia, quindi ingrandita. 1 carta- poi andò soggetta Palermo a tutte le vi-
ginesi che in seguilo se ne impadroni- cende, cui soggiacque l'intera Sicilia, che
rono, ne fecero la capitale de' loro posse- a questo articolo riporterò. Nel declinar
dimenti in Sicilia, ed il centro d'un gran del secolo Xll dai normanni passò sotto
commercio. Cadde in potere de' romani l'imperiai dominio degli svevi, e nel 1266
nel 255 prima di Gesù Cristo, dopo che sotlo quello degli angioini in Carlo I e
Metello sotto le sue mura riportò una suoi francesi. Contro di essi nel 1282 in-
compiuta vittoria sui cartaginesi ; ro- i sorse la tremenda rivoluzione e strage
mani le diedero moltissimi privilegi, e fu del vespero Sicilia no, e Palermo ne fu prin-
considerata come citlà libera e alleata. cipale teatro; onde soltentrò sul trono si-
Dai romani passò in dominio ai greci del ciliano la dinastia d'Aragona del re Pie-
basso impero, e dall'epistole di s. Gre- tro III, indi nel secolo )^V quella di Fer-
gorio I del 5qo si raccoglie chelachie- dinando V d'Aragona e di tutte le Spa-
.sa romana possedeva parecchi patrimo- gne. Nel 164? venne la città funestata
ni, e tra quelli di Sicilia di alto e supre- da una sommossa, di cui capo fu il cal-
mo dominio eravi quello di Palermo, cui deraio Alessio. Una flotta olandese fu ab-
dava un distinto amministratore o difeu- bruciata nel suo porto nel 1676 dal du-
.sore o rettore, recLor palrinioiiii Siciliae ca di Vivonne. Nella guerra per la suc-
o rector SiciliiJe, le cui prime stazioni e- cessione di Spagna, nel 171 3 colla Sici-
rano Palermo e Siracusa coi nomi e- , lia divenne dominio del re di Sardegna;
spressi di patrimonio palerniilaìio e pa- si rese agli spagnuoli il i 3 luglio i 7 18, e
trimonio siracusano. In queste due città dal 1734 vi regna la dinastia Borboni-
risiedevano i ministri della s. Sede, con ca. La corte di Napoli essendovisi rifu-

detto titolo e notari , ed era principale giala nel 1806, gl'inglesi due anni dopo
loio uffizio di ricevere le rendite del pa- VI portarono fòrze considerabilissime on-

ti imonio di Sicilia, giacché in arbitrio ri- de proteggerla, e vi si stabilirono mili-


maneva de'debilori di pagarle o in un tai mente sino al i8i4- La costituzione

luogo o nell'altro. Tutto e meglio può data dal re Ferdinando IV nel 181 2 con
vedersi in Borgia, Breve istoria del do- parlamento, si rinnovò nella rivoluzione
minio temporale della Sede apostolica del 1820. Quella del 18 12 fu di nuovo
nelle due Sicilie. In progresso l'impera- [)roclamala dopo l'insurrezione del gen-
tore Lodovico I il Pio, donò interamen- naio 1848, gloriosamente vinta dal ma-
te alla Sede la Sicilia, nell'H
5. a Papa i -;•
gnanimo re Ferdinando II che regna.
s. Pasquale I. 1 saraceni di Kairvau as- Questa città non conserva alcun vestigio
salirono Palermo nel! 83o, e ne fecero di antichi monumenti, ciò che si attri-
la conquista noli 835, formandone la ca- buisce alle frequenti inondazioni ed ai

pitale de'Ioro stali siciliani ; ed è da que- terremoti che provò, ed alla profondila
20 V A L PAL
del snolo, t'ii paiticolarmentc mollo dnn- chiamalo in Sicilia dalla regina I\rarglie-

neg£;iala dalle scosse degli anni i6()'i, rita n)adre del re (iuglielmo 11, fu pure

ìnf.G, 1823; l'ultima peste che assai cancelliere del regno. Nel i 169 Guaite-
l'afilisse fu il cholera del 1837. rio II inglese, cui successe nel 1194 'l

Lai'edecristiana vi fu promulgata d'or- fratello Barlolorneo I inglese, trasferito

dine del principe dogli apostoli s. Pietro, da Girgenli, fatto cancelliere di Sicilia da
e la sede vescovile venne fondata nei pri- Guglielmo IH, morì nel 1201 nel mona-
mi secoli della Chiesa, e non è ben certa stero di s. Gregorio di Girgenti dov'era-

l'epoca in cui fu elevata a meUopolita- si ritirato, essendo stato esiliato dalla sua
na, poiché ira i più antichi prelati di que- chiesa per sostenerne con fermezza i dirit-

sta primaria chiesa de! regno alcuni sono ti. INel 1201 Gualterio IH de Polena o
qualificali aici vescovi. Vuoisi che dopo Paleario; nel1 202 Parisio; nel 2 i4 Be- i

S.Gregorio VII abbia avuto origine ladi- rardo de Castaca traslalo da Cari; Leo-
gnilà metropolitica, e che Adriano IV nel nardo eletto da Alessandro IV nel 1261,
I r54 le soltonietlesse per suffraganee, e da Urbano IV consagrato; nel 1278

Malta, Mazzara e Girgenli; lo furono Pietro II di Santafede palermitano; nel


pure Terme e Tiiocala. Nel lyyS Pio 1284 Giovanni I Misnellio arcidiacono
Vi a Palermo riunì la sede di Monreale, di Palermo; nel 1294 Teodorico; nel

aeque priiicijìaliier alla quale Pio VII , I 29G Tizio de Colle; nel iSoT Bartolo-
nel 1802 resliluì la dignità arcivescovi- meo li de'conti d'Antiochia; nel i3ii
le, tra le cui sulTiaganee è Girgenti. Al gli successe il fratello Francesco l cello

presente sono sulfraganee di Palermo le dal capitolo; nel 1820 Giovanni 11 Or-
sedi vescovili ò\ Mazzara, Cefalù, e Tra- sini romano; nel 334 Parisio II; nel 338
i '

pani isliiuila da Gregorio XVI nel i844- Teobaldo; nel i35i Piogero de Pulleris
II primo vescovo di Palermo fu s. Ma- consagralo da Clemente VI, indi Otta-
miliano del 297, ed ottenne la palma viano 1 de Labro palermitano eletto dal
del martirio nella persecuzione di Dio- capitolo; nel36o .Arnaldo IMegliore; nel
I

cleziano e Massimiano nel 3 io. Furo- 368 Lodovico veneto nominato da Ur-
I

no successori Teobaldo del 44?? Grazia- bano V; nel 137 fr. Matteo Orsini; nelI

no del 4'Ji Giustino o Giustiniano del


>
i383 ù. Nicola I di Girgenti de'minori,
480; indi Agatone; nel 5qo Vittore, cui e per sua rinunzia Lodovico II Bonito.
scrisse s. Gregorio 1, come a Giovanni ;
Questi nel i388 celebrò in Palermo un
Felice intervenne al concilio romano del concilio provinciale in cui furono falli di-

649; nel 687 Sergio sirio, nel 787 Teo- versi legolamenti sul dovere che hanno
doro che fu al concilio JNiceno II dopo ; i beneficiati di assistere al coro, sui costu-
di questi non si hannoaltre notizie sino mi degli ecclesiastici, sulla percezione dei
ad Umberto consacralo arcivescovo di fi ulti de' benefìzi, sulla inumaz/one del-
Palermo, altri dicono di Sicilia, poi car- lechiese, sulla riparazione da farsi ai luo-
dinale. Piammento che tutti cardinali i ghi santi. Mansi, Sappi, ai coiicilii t. 3,
arcivescovi di Palermo, hanno biografìe p. 665.
nel Dizionario. Nel io65 Nicodemo ar- Nel 1897 Gilforte Riccobuono arci-
civescovo; nel io83 Alcherio, cui scrisse diacono di Palermo; nel i4oo Giovan-
s. Giegorio VII chiamandolo arcivesco- ni IH de'conti di Procida nominato dal

vo; nel I 2 Gualterio I normanno; nel


I I re Martino nel i4ii h"- Giovanni IV
;

I 122 Pietro I traslato da Squillace da da Termine generale de'minori, doman-


Calisto li; nel ii4i Ruggiero Freserà dato dal capitolo e confermato da Gio-
normanno; nel i i44 '-'goj "c' ^ '66 Ste- vanni XXII nel i4f 4 Ubertino de Ma-
I ;

fano francese figlio del conte di Perche, rini nobile palermitano , alle preci del
P A L P A L 2 1

la legiiin lo elesse il capitolo e fu l'ulti- cesidi Toiios;i. i-5t (r. I\Ialteo Basile
tuo pei C'ii sulFiagi restò sulievalo a tjiie- minore ossi-rvanle di l'arete. lyBy De-
sta Ctilkdia, e venne consagiato da dello nicnico lìosso celestino napoletano tras-
J'apa. Nel i434 fi- ^iicola 11 di l'iulisco latoda MeKi e Uapolla. 1748 IV. Giu-
cclebeii imo, elle tatto anlioaidinale d il - seppe Melendea minore osservante scal-
l'antipapa Felice V, nel voi. IV, p. i(>4 zo di Madrid, trasferito da Potenza,
pubblicai l'importante sua biografìa. Nel 1754 Marcello Papiniano Cusano della
1445 ÌMario Orsini vescovo di Oleron ; diocesi di s. Agata de' Goti, traslato da
nello stessoannoSimoiieBologna de Dee- Olianlo. i 762 Serafino Filingeri cassi-
catelli palermitano; nel i4^'^ Nicola Ili nese di Pia, feudo di sua casa, dioce>i di
Puxadesdi Darceìlona;nel i:^Gr' Giovan- Benevento, trasferito da Aceren/a e ìMa-

lu V JJorgi di Caitagirone, traslato da Si- tera. 1776 Francesco Sanseverino de' pii
ponto; nel i4^9 fi"- Paolo Visconti car- operai della diocesi di Cassano, già ve-
uielitano diPalermo; nel i474 Filippo scovo d' Alile, arcivescovo di Palermo e
d'AragonaeAu varrà, nipote di Ferdinan- IMonreale unite, i 793 cogli stessi titoli, Fi-
do Vtl'Aragona; nel i4>^5 Pietro de Fu- lippo Lopez- yRoyo teatino, della dioce-
xo o Foix cardinale; nel 14*^9 Giovan- si di Lecce, traslato da Noia. i<So?. Do-
ni VI di Paternione benedethno, priore menico P/n^'//7/e/// di Ci^lnionte napolela-
e arcidiacono di Catania sua patiia,quin- no, poi cardinale. i8o3 Kalfaele M-orini-
di vicerèdi Sicilia nel i4t)4i ' J'oGt: i,)oq: le teatino napoletano, trasferito da Cosen-
iiferisce il Pirro che nell'elii di qo anni, za, arcivescovo di Palermo. 18 iG cardi-
cK'ocaliis filli a Poiitìficej uL adcanlina- nai Pietro (^/v/i'z/j^t. Nel concistoro dei
iiLus iipicciii eveheretur,t\y\ov\^oco\.kinì- i5 aprile i833 Gregorio XVI piecuniz-
po dopo in principio del i5i i ; ma non zò arcivescovo Gaetano Maria Trigona e
iiportandoIoilCardella,chenellesue Me- Parisi, cht a iZ giugno creò cardinale.
//iO/ve esaminò i registri concistoriali, non Per sua morte, lo stesso Gregorio XVI
feci la sua biografia. Francesco li cardi- nel concistoro de'2 1 febbraio i83e) pre-
nal Reiiìolino nel ijii per nomina di coniz/.ò l'odierno arcivescovo Ferdinando
Feidinando V fu fatto arcivescovo ;
gli IMaria Pignalelli nobile napoletano, pre-
successe nel iSig il celebre cardinale Ir. posilo generale de' teatini e consuilore
Tommasode YoCaietano;nel laaoGio-
/ della congregazione di propagand 1, ed in
vanni VII Carandolet decano di Besancon; quello degli 8 luglio lo creò cardi naie, con-
nel 1 545 Pietro IV de 2\igLiai'ia,\w\ci\v- ferendogli per titolo la chiesa di s. lAIaria

dinale; nel i55q Francesco


de Ilo- 111 della Vittoria. A'2 giugno i85o, sotto la

rosco-y-Arccspagnuolo;nel iSG^fr. Ot- presidenza del cardinal Pignatelli arci-


taviano li Preconio siciliano de'conven- vescovo, si congregarono i vescovi di Si-
tuali; neli568 Giovanni Vili Cengria cilia, cioè gli arcivescovi di JMonieale e
spagnuolo; nel 57 Giacomo Lomellini 1 i di Siracusa, ed i vescovi di Girgenti,
di llodi ; nel i5'-2 CesareMarulli di xMes- Mazzara, Cefalìi, Piazza , Caltanisetta e
Sina ;nel t:78q Diego de liaedo spagnuo- Lipari, oltre il cappellano maggiore del-
lo ; nel 1G08 il cardinal Giovanni o Gian- la real cappella palatina di s. Pietro, ve-
neltino £>or/Vi genovese, morto nel iG24- scovo di Flaviopoli. Nel duomo iuaugu-
Cun questi Rocco Pirro nel t. i termina rarono il sinodo, che modestamente ap-
la serie degli arcivescovi,iS/c/7/^e sacrof, pollarono congregazione. Indi nel palazzo
p. 2, iMclropolitaiiae ecclesiae Panorini- arcivescovile si tennero le congregazioni
tanae nolilia. Nelle Notizie di Roma so- e sessioni, per provvedere ai bisogni ed al
no registrati i seguenti arcivescovi. 1 -o3 liene delle chiese sicule governate da'no-

fr. Giuseppe Gasch de' uiiuimi, della dio- minali pastori. 11 palazzo arcivescovile è
2? 1' A L PA L
innanzi la lueliopolitana. L'arcidiocesi è compone di 4 pi'ovincie, capo delle qua-
vestii, si estende per circa 80 miglia e con- è la Giudea emetropoli Gernsaleiiìme
li :

tiene più luoghi Ogni nuovo arcivesco- nella stessa regione è Gerico , Joppe o
vo è tcissiito nelilni della camera apr)Sto- Jaffa, Ebron, ifi>/?W(7ji,?. Tiene il secondo
lica in fiorini i 3oo, ascendendo le ren- luogo della provincia Samaria, la cui
dile della mensa a i5,ooo scudi romani, città contende di nobiltà con Gerusalem-
gravate di molti pesi. Abbiamo del c;in. me, e sporgea suoi termini al di là del
i

Antonino Mongltore panormitano: Bitl- Giordano nell'antica Perca; le sue città


Panormi-
Ine. privilegia, et instninienta principali sono Dora , Cesarea marittima,
latine mctropolitanae ecclesiae regni Si- Napoli o Nahlus, il monte Carmelo. Il
ciliae priniariae, cnllecta, noti<:qiie illu- terzo luogo si attribuisce alla Galilea con-
strala, Panormi 1734, tipys Angeli Fe- finante con la Fenicia, divisa in superiore
iicella. e inferiore; le sue città più rinomate so-
PALESTINA, Paese diCanaan, Gin- no Cafarnao, Scitopoli, Belsaida, Tibe-
dea. Terra Santa, Terrad'I<<raello, Ter- riade o Genesareth, Cerasa, Gadara o
ra promessa, Siria Palestina. Contrada Gadera, Nazareth. Veniva per ultimo
della Turchia in Asia, nel sud della Si- ridumea, assai più vasta delle altre pro-
ria o Soria : la maggior parte è compre- vincie, di cui la maggioi- parte fu aggiun-
sa ne' pascialati di Damasco e d' ^cri. ta alla dominazione degli Ebrei Israe-
Ha per confine, a mezzogiorno le al te mon- liti , allorché le 12 loro tribù ebbero
tagne che la separano dall'ardente atmos- stabilita la sede nelle tre nominate pro-
fera degli arabi deserti; a ponente inol- vincie,ecpielli che l'abitavano erano pro-
trando verso il nord è bagnata dal Me- seliti ; le sue città più rilevanti sono Ga-
diterraneo che di l'infrescanti venticelli za, Ascalona.Coi\ il Terzi. La Palestina
sovente l'avviva; ed a settentrione dalla dipende pel governo ecclesiastico dal pa-
catena del Libano che la mette al coper- triarca di Gerusalemme, comedissi a Pa-
to da'rigidiaquiloni. Delle sue diverse triarca, pel ristabilito esercizio e resi-
accennate denominazioni e loro etimolo- denza della giurisdizione in quella me-
gia parlai a Giudea, il nome Palestina, tropoli dal regnante P/'o /.Y, determinan-
che in ebraico significa ch'è coperto, ba- done anche luoghi in cui si deve esten-
i

gnato, si fa derivare dalla parola palaseli. derPj mediante lettere apostoliche de'23
Questo nome può prendere in un si-
si luglio i847) pi'econizzandovi nel conci-
gnificato esteso, od in un senso limita- storo de'4 ottobre mg. Giuseppe Valer- "^

to. La Palestina presa in un senso limi- zi di Loana diocesi d'Albenga, il quale


tato, significa il paese de' filistei o pnle- fece il suo ingresso in Gerusalemme pre-
stini, che occupavano rjiiella parte della ceduto dalla croce inalbeiata a' 17 gen-
terra promessa che si estende lungo il iMe- naio I 84'^- Alla porta il pascià lo fece
diterraneo, da Gazaaì mezzodì, fino ver- salutareda diversi colpidi cannone, e tur-
so Lidda al settentrione. Quando il tei-- chi, eterodossi ed ebrei, in gran folla pa-
mine di Palestina in un senso più este- cificamente assisterono a questa memo-
so significa tutto il paese di Canaan o rabile entrata: dipoi il patriarca tornò in
Chanaan, tutta la terra promessa, tanto Roma. E' divisa in tre provincie eccle-
di qua che di là del Giordano: sebbene siastiche, però a tenore delle antiche no-
al più delle volte venga circoscritta al so- tizie, cioè i.^ a."" e 3.^, di cui ciascuna ha
lo paese di qua da tal fiume; dimodoché la sua metropoli con vari vescovi sufTia-
negli ultimi tempi la Giudea e la Pale- ganei, delle cui sedi parlo ai loro artico-
.stina passavano per la stessa cosa. Secon- li, come di tutte le denominazioni che cjui
do il Terzi, Siria sacra, la Palestina si ho scritto in carattere corsivo. Le metro-
P A L P \L ??
poli sono Cesarea ( sulla quale vn ledo TI trd>ù d' Israele ; nove di esse e por-
pure il voi. XXX, p. "Te seg. )
per la zione di quella di iMnuasse fiu'ono sta-
i/ Palestina, e giù lo fu di lultcì In Pa- bilite nella parte occidentale o di qua
lestina; i^f/to^o// aulicamente, oggi Nazn- del Giordano, e le due altre ed il re-
relkj per la i.^ Palestina, e Petra per la stante di quella di Manasse ebbero nella
3.' A Monte Liraa-q e particolarmente a divisione la parte orientale o di là del

Guardiamo del s. sepolcro, può vedersi Giordano. Gl'israeliti dopo essere stati
quanto riguarda le vaste missioni di Pa- a lungo governati da giudici temporanei,
lestina. La Terra Santa appena fu istitui- si diedero ad un re nella persona di Sauf-
to l'ordine Francescano, fu a lui aflìda- le; sotto i regni di Davide e di Salomo-
ta e meglio più tardi ai benemeriti minori ne furono uno de'popoli più doridi del-
osservanti, che vi sono mantenuti a fron- l'Asia: il regno che si estendeva al nord-
te di tante crudeltà già usate loro dai mao- est sino all'Eufrate avea vari porli sul
mettani, dagli scismatici e dagli eretici. mare Rosso e sul Mediterraneo, ed il suo
In Siria i cristiani vennero chiamati po- commercio competeva con quello di 77-
nentini, cos'i tutti quelli che viveano se- ro j questa prosperità diminuì di molto
condo i riti della chiesa romana. In Pa- dalla separazione delle dieci tribù e dallo
lestina si tennero due concilii : il t.° nel stabilimento di due regni rivalidi Giu-
3 i8, il quale fu un conciliabolo a favoie da ed Israele, e finì coli' essere aumen-
d'Ario; il 2.° nel i 1 l 'i sulla deposizione tata nelle guerre che fecero i re di Ni-
di Arnoldo patriarca di Gerusalemme. ni ve e di Babilonia, quali non termina-
Reg. t. 26; Labbé t. i o Arduino t. 6.
; rono che colla schiavitìi degl' israeliti e
La Palestina, anticamente abitata dai dei giudei. Ciro permise agli ebrei di ri-
cananei, prese il nome da una delle loro tornare nel loro paese, di riedificarvi il

tribù, quella dei palestini, fìlistini o fdi- tempio e di ristabilire le loro costituzioni
stei, che ne occupavano la parte occiden- ecclesiastiche; la Giudea rimase sogget-
tale, al dire di Tolomeo, mentre
Ter- il ta alla Persia sino alla conquista d'Ales-
zi dice derivare il nome di Palestina da sandro il Grande. Allo smembramento
un figlio di Mesram nato da Sem. Que- dell'impelo tli questo conquistatore, fu
sta contrada, celebre eziandio come cul- sottomessa Tolomei, poi ai re di Si-
ai
la del cristianesimo, offre uno spettaco- ria; tiranneggiata da questi ne scosse il

lo interessante nelle sue diverse famose giogo, e maccabei con una serie di glo-
i

vicende e rivoluzioni : a Gerusalemme ri- riosi sforzi consolidarono la sua indipen-

portai i cenni istoiici de'principali avve- denza; fu d'allora governata dai re asmo-
nimenti sotto il dominio degl' israeliti, nei o assamoneicioè Maccabei, de'quali
de' romani, de' saraceni, de' latini e dei e di tutti dominatori della Palestina
i
,

turchi. Dal tempo dei patriarchi fu per- riportai la cronologia a Giudea. Cad-
corsa dai pastori , che aveano i loro ca- de po^cia sotto il dominio de'romani che
che van-
pi indipendenti, simili a quelli vi stabilirono gli Erodi come tributari ,

no errando adesso nelle vaste pianure lasciando però gran parte dell'ammini-
dell'Arabia. Sembra che l'agricoltura vi strazione civile e militare fra le mani dei

avesse fatto fra essi considerabili pro- giudei. A quest'epoca Giudea divenntj
la

gressi, poiché la sacra Sciitlura la descri- il teatro degli avveniineiiti memorabili


ve come una terra ricchissima e fertilis- ed avventurosi che produssero la reli-

sima, ed anche in oggi conserva le trac- gione cristiana. La terra in cui vissero i

ce dell'antica sua fecondità, all'epoca in patriarchi, predissero i profèti, apparve-


cui gl'israeliti ne divennero padroni. Gio- ro leimmagini che figuravano Gesù Cri-
suè, successore di ^^osè, la divise fra le pto, questo vide nascere, insegnare, ope-
34 PAL P A L
rare, palile e nioiiie per salvezza di tut- de friicluosa ad eaiiidcm perci^rinatinnc,
to il genere umano. I romani irnlali Vcnetiis 1573. Al principio del VII se-
dalle frequenti ribellioni tie'gludei, pre- colo la Giudea cadde in potere de'fana-
sero e distrussero (ieriis.ileaime sotto il tici saraceni settatori di Maometto. 1 ca-

coniando di Tito, dispersero tulta la na- lilli, incon)inciando nel 638 dal conqui-
zione nelle diverse provincie dell'impe- statore Omar, rispettarono da prima i

ro, e da cpiesl'epoca giudei non potero- i luoghi santi e ne trassero un utile dai
no mai più rialzarsi e formare un corpo pellegiinaggi che vi si facevano; ma il

politico. romani avcano divisa la par-


I sultano d'Egitto nel 1009 prima, ed i

ie di qua del Giordano nelle Ire tetrar- mussulmani che nel io55 se ne resero
chie di Giudea propria, Samaria e (la- padroni, li profanarono e commisero o-
lilea; il paese all'est del Giordano formò gni olti-aggio sui pellegrini. Il gran s.

la provincia di Perca. Gregorio FII avea concepito il vasto


Dopo la conversione al cristianesimo disegno di liberare la Palestina dai mus-
dell'impero romano, la Palestina diven- sulmani, e già lo avea annunziato, ed
ne e si mantiene oggetto dell'universale avrebbelo mandato ad elfelto se fosse

\enerazione, e da tutte parti accorrono i venuta meno la persecuzione di Enrico


pellegrini a venerai e que'Iuoghi illustrati IV contro di lui e la chiesa romana. Sif-

dalla presenza del Salvatore, come diilii- fatte violenze diedero origine alla i."

samente narrai a Gerusalemme. Data la Crociala.,promulgala da Urbano II nel


pace alla Chiesa,! catecumeni con viaggi 1096: Pietro l'eremita inliammò tutto
Junglii,come riporta s. Girolamo, De lo- l'occidente con la lugubre pittura delle
cisHtit'hraicis^anóiixanosL farsi battezza- condizioni in cui trova vasi la Palestina,
re nel Giordano in memoria del battesimo e come dolorosamente gravava sul cuo-
quivi ricevuto dal Salvatore. Alcuni prin- re ile'ciisliani la vergogna di veder fra le

cipi fecero prender l'acqua dal celebre mani de' nemici del cristianesimo i santi

fiume, per farvi battezzarci loro lìgli. Il luoghi, l'entusiasmo de' popoli pospose
s. Sepolcro è per noi il santuario più veiie- in onore della {\tì!ie e del Salvatore, la
lando, la più pieziosa delle reliquie. Ge- terra natale alla terra straniera che di-
rusalemme che lo contiene coi circostan- venne il supremo voto di tulli. Nel 1099
ti luoghi, sono contrade in cui 1' aria, Geiusalenune e gran porzione della Giu-
l'acqua, la terra, le valli e i monti fan- dea furono tolte ai mussulmani, e si creò
no pregustare ai fedeli le gioie inelfabili il regno Ialino di Gerusalemme che du-

del cielo. 11 p. Menochio nelle Suiore,l. rò 88 anni, duranti i quali la Palestina

1, p. 333, tratta delle industrie usate già fu di continuo inondata dal sangue dei
dai gentili per sopprimere nella Giudea cristiani e de' maomettani. L' Europa
le memorie e la venerazione tic' luoghi stanca da una guerra disastrosa e lonta-
santi. Nel IV secolo la madre di Costan- na, e più non inviando che deboli soc-
tino l'imperatrice s. Elena visitò la Ter- corsi, Saladino sultano d'Egitto conqui-
ra Santa, vi rinvenne la vera Croce e gli stò la Giudea e Gerusalemme neh 187; le

altri stromenli della passione del Signo- autorevoli esortazioni de'Papi e il premio
re , e vi fece costruire que' templi che dell'indulgenze più volte risvegliarono
De' frequentis-
descrissi a' propri articoli. nt Crocesignali l'entusiasmo religioso al-

simi pellegrinaggi d'ogni nazione a Ter- la ricupera del s. Sepolcro, ma sventu-


ra Santa, parlai ne' citati articoli, aven- ratamente colla regione restò in mano
done anche trattato Bonifacio Stefano de'sultani d'Egitto sino al iSiy, in cui
Raguseo vescovo di Stagno: De. pertnni la Palestina cadde in potere di Selim I

cftliu el obseivanlia Tcrrae Sunctae , ti imperatore de' turchi e fu uaita ali' iin-
,

P A L P A L 23
pero otlomano. Essa aveva cessato da brache saranno rislabilitedaibelgi. Della
lungo tempo d'attrarre ratlenzione sotto Palestina, oltre gli autori citati ne'meii-
il rapporto politico, allurcliè i francesi tovati articoli, ne trattano. Cristiano A-
coinandali da Ijoiiaparlene fecero la con- dricomio: Tlieatrtiia Terme Sanclae, Co-
tjuisla nel i'-(K) per al^bandonarla f|iia- Ionia i 5()o. Mariti, Voyn^cs daiis l'iole.

si tosto. Ad Egitto parlai delle ultime de Cypie, In Syrìe et la Palesline, mwa


vicende politiche del paese. /' lusloire general dti Levant, Neuwied
Del prolettorato della sovrana casa di l'^qi. Leonardo Nicolò Frescobaldi
Borbone o della Francia, derivatole an- /' Terra Stinta, l\o-
iagi^io in Egitto e in

clie dai sovrani angioini Roberto e San- ma 1818. (iiovanni Failoni, Viaggio in
eia eiedi presuiilivi clelia cor<ina di (ie- Siria e nella Tena Santa, preceduto
rnsalenirac, in favore de' cristiani Ialini da notizie geografiche delle di\'erse re-
detti franchi, dinjoranti in oriente e par- trioni di quegli abilnnti , coi piani del-
ticolarniente nella Palestina, sì ncgl' in- l'aulica e. nuoi'a Gcritsaleinntc, e colla
che ne'religio'^i, trattai a
teressi politici, pianta del gran tempio del s. Sepolcro,
Francia, Costantinopoli, Gerus.\lemme, Verona i833. Terre sainte illnstrée,Vi\'
GuARniANO DEL s. Sf.i'olcro, Oriente, ris 1837. Ponjoulat, Istoria di Gerusa-
Grecia, nel voi. XXXII, p. 1 58 e seg. lemme, IMilanu i834- Questione dei Ino-
Ivi e altrove pure dissi della protezione gìii santi per Eugenio Bore, Parigi i85o.
,

e tutela esercitala dalla Francia sulla Un estratto di cpieslo libro è nella serie
custodia de' luoghi santi, segnatamente 2.^ degli Annali delle scienze religione,
pei francescani sul s. Sepolcro, in che voi. 9, p. 1 55. 11 benemerito autore egre-
presero talvolta parte diversi pii nionar- giameiile difende i francescani contro
chi e la repubblica veneta, per le auto- gl'intiiglii criminosi de' monaci scisina-
revoli sollecitudini de' Papi. iVarrai an- liei greci spogliatori di diversi santuari
Cora le visite e custodia de'Iuoghi santi, in Terra Santa dimostrando, che 78 an-
;

insieme al (ìriuano ottenutone! 1 6qo da ni avanti la t."" crociata sì trovano reli-

Leopoldo I imperatore e da Luigi XIV g'osi francesi stabiliti a Gerusalemuie,


re di Francia, sulla restituzione a'Irance- come risulta dall'alto autentico del sul-
scani de'Iuoghi santi, loro tolti dagli sci- lano IMonzaffer che proibì molestare i

smalici nel i6''4,come della protezione Riporta la serie de'de-


religiosi y/YT/R'/tf.
accordata da Carlo VI imperatore e da creli falli dai sultani ottomani e da'loro
Carir) IV di Borbone re di Spagna ai piedecessori, che attribuisce la proprietà
medesimi santi luoghi e lorocuslodi fran- dei santi luoghi de' religiosi franchi sino
cescani. Sono noli i posteriori accordi al iGyS, data della 1
."
ca[)itolazione che
tra la Francia e la Porla Ottomana, per riconosca il diritto formale di prolezio-
i quali s' impegnò la seconda di conser- ne de' luoghi santi spellante a Francia,
vare oi cattolici latini i santuarii e Ino- Stabilisce lo stalo dell'attuai questione,
gin di visitazione nella Terra Santa, nel- dichiarando ciò che richiedono franca- i

le cui mani erano da lcm[)o iminemo- scani di Terra Santa e con esso loro tul-
rabile, avanti soldani d'Egitto e le con-
i ta intiera la catlolicità, contro ideili lo-
cpiisleottomane. Inoltre saranno ripri- ro persecutori. Spera che la Francia Ca-

stinate nel tempio del s. Sepolcro le tom- rà valere il suo titolo secolare di proteg-
be dei re Golfredo di Buglione e Baldo- gilrice de' luoghi santi. In falli, la Frau-
vino conti di Fiandra (che con iscrizio- eia pel suo ambasciatore ha eseguite di-
ne descrissi a Gerusalemme), risparmia- ploinaliche rappiesenlanze alla sublime
le nell'incendio del 1808, e che per mali- Porta, per rivendicare i santuari usur-
guilii vennero poco dopo diblrulle ; sem- pali dai greci nella Palestina, Samaria e
i6 P A L P A L
Giudea, ed governo oUomano per le
il perare uno de'due denti di s. Paolo. Su
capitolazioni con Francesco I ha ricono- questa vetta fu già contiguo alla chiesa
sciuto il diritto di prolettorato garantito un monastero di benedettini sotto V in-
a Francia da solenni e antichi concor- vocazione di s. Pietro, fiorendo a' tempi
dati, trattandosi ora di determinare qua- di s. Gregorio I, il quale vuoisi che pri-
li sono i santuari usurpati dai greci. ma di essere elevato al pontificato vi di-
PA lesti; N a 1
( Praenestin ) . Città morasse alcun tempo. Airufilziatura del-
con residenza vescovilesuburbicaria, nel- la chiesa successero i preti e l'arciprete
lo stato pontificio, governo del distretto con collegiata. La descrive il Piazza, che
di Tivoli nella comarca di P».oma, po- fece la visita della diocesi, in un ai 7 suoi
sta nel centro del Lazio (^.), appoggia- altari, alla chiesa di s. Maria di IMonte-
la alla f]ilda d'un monte, ch'è uno degli rolo fuori la porta del castello, al pa-
ultimi conlralForti dell' Apennino nel , lazzo de'Colonnesi nella sommità di es-

quale va a terminare il monte Gliceslio, so, ove visse santamente la beata Mar-
distante da Roma circa 24 miglia, nella gherita Colonna figlia di Udone princi»
via Labicana, così detta da Labico[!^.). pe di Palestrina, con diverse nobili ro-
Celebre è negli atti de'martiri la via La- mane, come in monastero, trasferito poi
bicana o Lavicana e Prenestina, per aver- in R^oma presso la Chiesa di s. Silve-
vi in esse in gran numero sostenuto il stro in Capile ( ^. ) ove riposano le ,

martirio, poiché fuori della porta Esqui- sue ceneri nel 1848 il regnante Pio IX
:

lina era solito di punire i rei, tali es- ne approvò il cullo immemorabile, con
sendo tenuti i cristiani dai gentili, e di officio e messa. In questo castello fu te-
darvi loro sepoltura. Il Piazza, parlando nuto in orrida prigione il b. fr. Jacopo-
di tal via, dice che vi sostennero il mar- ne di Todi francescano. Clemente XII
tirio i ss. Primitivo (di cui vedasi il voi. nel 1782 restaurò la chiesa di s. Pietro
XXVIII, p. 85 e 86), Zotico e Amanzio, con architetture di Michetti, e pitture
e che vi fu in essa la chiesa di s. Gia- nella volta del Costanzi; onde d'antico
nuario. Del cimiterio a Tor Pignattara, non avvi che una parte della mura a
ne tenni proposito ne'vol. X, p. 235, XII, poliedri, ed un piedistallo con iscrizione,

p. 78, XIll, p. 148. Da piima la città che serve di vaso per l'acqua santa. In
era sulla più elevata cima dell' antica essa è un buon quadro di Pietro da Cor-
cittadella, sul monte Preneslino, ove si tona^ rappresentante Gesù Cristo che af-
vede un recinto con rocca, e l'an-di case fida il gregge a s. Pietro: quel celebre
tichissima chiesa parrocchiale da cui eb- artista già d'ordine di Urbano Vili ave-
be il nome di Castel s. Pietro, come de- va restaurata la chiesa e fatto il porti-
dicata al principe degli apostoli, il quale, co. La chiesa fu peròconsagrata nel 1792
narrala tradizione, piantòquivi prima di a' I 8 novembre dal vescovo d'Anastasio-
ogn'altro luogo del Lazio la religione cri- poli Graziosi nobile preneslino, vicario
stiana, onde vi fu posta la di lui statua generale e ausiliare. Come luogo fortifi-

in marmo, somigliante a quella di bron- un posto assai


cato, questa cittadella è
zo della basilica Vaticana; altri la dico- vantaggioso, poiché domina tutte le ter-
no di stile berninesco, ma fu scolpita da re d' intorno 2 i45 piedi sul livello del
l^ì^ discepolo ili Rusconi. Dicesi pure che mare, e perciò Pirro vi salì nel venir
contribuì alla predicazione del vangelo contro Roma per spiarne la posizione.
s.Paolo, onde nella chiesa fu per me- Questo sito fu scelto dai Colonnesi come
moria collocata una croce, trasportata a centro del loro dominio ne'tempi bassi;
Comete colle reliquie di detti santi apo- ancora conservasi la fortezza de' Colon-
stoli, ed il cardinal Barberini potè ricu- nesi d'opera saracinesca, sebbene diroo-
TAL PAL 27
cala, e sulla porla se ne vede lo stemma Rosalia, tutta incrostata di alabastri e
colle iniziali di Stefano Colonna, che nel marmi fini, nella quale si mostra un grup-
1 SS-i riedificò la città col monte e la po della Pietà ricavato nel masso vivo
rocca. Nel comune di Castel s. Pietro vi della rupe, ma non finito, che dicesi di
stanziano circa 5oo abitanti: esso dipen- Michelangelo, mentre piuttosto risente lo
fle come il comune di Zagarolo dal go- stile di Bernini. Fu dedicata a tal santa
verno di Palestrina, il cui governatore per essersi ritrovato corpo a Palermo il

risiede in questa città. La città attuale sotto Urbano Vili, e per avere quella
è intieramente fondata sulle rovine del città sperimentato la cessazione della pe-

magnifico tempio della Fortima, per cui ste; invocandone il patrocinio i Hailie-
è quasi di forma rettangolare, e s'iimnl- rini ed i prenestini, aiuh'essi ne restaro-
za su vari ripiani in modo piramidale, no illesi. Incominciata dal principe d.
come un dì ergevasi il tempio. E cinta Taddeo, con architetture del Contini, nel
di muraglie, colle polle di s. Martino, 1677 compì il figlio d. Maffeo. Nel
''"^

del Sole, delie Monache, Porlella, dei 1692 s. Rosalia fu dichiarata 3.'^ patro-
Cappuccini e di s. Francesco, oltre due na della città. Altre chiese sono «agre al-

antiche chiuse. Presso alcune si vedono la IMadonna del Truglio, a s. Biagio, al-
torri quadrilatere e costruzioni diirercnti l'Annunziata con (jiiadro di Maratta, a
«:ome a poligoni, e di opera quadrata e s. Antonio, a s. Andrea, a s. Francesco,
laterizia. Diversi monumenti singolari fu- a s. Girolamo, a s. Egidio, a s. Maria
rono scoperti in Palestrina; nel lìluseo degli Angeli. La cattedrale è dedicata a
l^" alienilo sonovi varie statue e bassoi'i- Dio sotto l'invocazione di s. Agapito mar-
lievi; e nel suo Aluseo Gregoriano Tja- tire, cittadino e patrono di Palestrina e
leranense (/^.), Gregorio XVI vi collo- sua diocesi, il cui corpo ivi è in venera-
cò il celebre Anlinoo. zione con altre insigni relicjuie. Circa il

La città modeina non presenta alcun 274 s. Agapito nativo di Palestrina, gio-
edifizio propriamente degno di essere par- vinetto di i5 anni, per professare la fe-
ticolarmente ricordato; le case dalla par- de di Gesù Cristo, quivi dall'imperatore
ie inferiore sono ben fabbricate; il giar- Aureliano e alla sua presenza fi fatto
dino Barberini è ridotto ad un orto, che flagellare, indi tormentare e inutilmente
non ricorda la primitiva magnificenza, esporre nell'anfiteatro di Palestrina alle
se non per le statue mutile e tronche fiere, venendo decapitato nel luogo ove
qua e là abbandonale, per im bassorilie- fu edificata la cattedrale: i ss. Anastasio
vo bacchico e per vari piedistalli con an- e Porfirio, il i

tratto dal suo esempio,
tiche iscrizioni. Nella parte superiore il il 2." suo istruttore, ebbero pure la co-
palazzo baronale è fabbricato sulle ro- rona del martirio, i quadri de'quali nella
vine dell'emiciclo nel ripiano della Cor- cattedrale dipinse l'Onofri. Il corpo di s.

lina, con architettura corretta del decli- Agapito, sepolto un miglio lunge dalla
nar del secolo XV; contiene oltre il ce- città, fu poi verso il ()'j \ trasferito nella
lebre musaico, di cui pallerò, molti sua basilica, nella cappella scavata sot-
frammenti antichi di scultura e varie terra, detta la grotta di s. Agapito, ove
iscrizioni, fra la famosa della
le quali furono poscia riposti i corpi de'ss. Gor-
Fortuna, una Pace Augusta, l'altra
alla diano e Abundio, colle reliquie di s. ]Mi-
alla Sicurezza Augusta eretta dai decu- liano e di s. Ninfa. Nel r r 16 a' 1 4 gen-
rioni e dal popolo prenestino. Olire la naio il vescovo Conone cardinale la i;on-

Fortuna in l'reneste vi ebbero templi sagrò, ma i tre corpi furono dal Vitel-
f iiove,Esculnpio, Igia, Serapide e gli dei leschi mandati a Corneto sua patria, ove
Penati. Va";a è la chiesa baronale di s. si venerano nella chiesa de' fianccscaiii.
28 PA L PAL
e solo polè ricuperarsene le relirpiiecnn Olire la parrocchia della cattedrale,
alde di altri santi per autorità d' Inno- vi sono due altre chiese parrotcliiali, tut-
cenzo Vili e Sisto V, non che di d. Tad- te con fonte sacro. Incattediale n' è cu-

deo Barl)erini e dei cardinal Fiancesco ralo un canonico eletto per concorso e
nipoti d'Urbano Vili. Questa cattedrale a|)provalo dal vescovo. Il capitolo si com-

già era stata ristorala e migliorala da s. pone della dignità dell'arcidiacono, eret-
Leone li 1, quando a' iG dicembre 17 i i ta da Pio IV (nel I9'2 avea l'arcipre- 1

la consagrò solennemente Pascpialell a te), di canonici comprese le preben-


'J! I

preghiera di Cenone. Nel 1299 Bonilii- de di teologo e |ienitenzieie (sino dal


ciò Vili vi fece erigere un aliare a s. Ro- 1 639 e 1 64 I ), di 9 beneficiati e di altri
iiilàcio; spogliala e distrutta sotto Eu- preti e chierici addetti al divino servigio.
genio IV, Wicolò V ne promosse la lie- 1 canonici avevano 1 insegna corale del-
didcazione, ch'eseguì il vescovo cardinal l' almuzia, e Benedetto XIV nel 1743
Barbo e compì l'altro vescovo cardinal Imo cappa magna ad istanza
concesse la

Basso della Rovere. Il cardinal Del Mon- del cardinal Petra, Vi sono in città 5
te adornò la cappella antichissima del conventi di religiosi, francescani rifor-
Salvatore; il cardinal Giulio della Pio- mali, carmelitani, cappuccini, Irinitarii
vere prolungò il coro ; i Colonnesi edi- e ddttrinarii benemeriti dell'educazione
ficarono la cappella di s. Lorenzo pei- lo- pubblica; 2 monasteri di monache, cioè
ro sepoltura; il cardinal Marc' Antonio le Clarisse làrnesiaiie, di cui parlai nel
Colonna seniore l'eoe il trono vescovile voi. XXVI, p. i85, e le monache del
di marmcj, indi furono ridotti gli altari Ijambin Gesù per istruire le fanciullecoii
con cpialche simmetria. L' altare mag- educandato, fondate dal cardinal Fran-
giore era in mezzo al coro con cpiaciro cesco Barberini, con breve d'Innocenzo
donalo da Curzio Caslrucci, il quale dal X.\\\, Alias prò parlCj del io settembre
Sicciolante vi fece espiimere la decolla- 1723, nella chiesa e monastero di s. An-
zione di s. Agapito, indi trasferito in sa- drea già delle farnesiane, e donò loro i
grestia, quando nel i65i il cardinal Que- corpi dei ss. Cecilio e Stratonica marti-
va trasportò l'altare in fondo della tri- ri.Vi sono 6 confraternite, del Ci ocelis-
buna con quadro del martire dipinto da sOjdelSagramento, del Piosario, del Car-
Camassei. Il cardinal Porlocarrero nel mine, degli Angeli custodi, delle Stim-
I 706 con architetture di Sebastiani risar- mate; la I .^ fondò l'ospedale. Due cou-
cì la buona forma
cattedrale, la ridusse in servatorii,il monte di pietà istituito nel

ed abbellì nave maggiore; all'ingres-


la 1 568 encomiato sodalizio, contri-
dall'

so poi del presbiterio fece erigere con fi- buendovi Angelo Villi mentre nel 632 ; 1

ni uìarini colorili le cappelle di s. Idel- fondò il frumentario il principe d. Tad-


fonso e di s. Teresa. ìNel 1729 sopra i deo con statuii stampati. 11 seminario in-
12 archi della nave maggiore s'incomin- cominciò nel 1669, ti asportalo nel 1739
ciò a collocarvi altrettanti quadri del dal cardinal Spinelli nel vecchio episco-
CTÌanquinzio rappresentanti diversi mar- i pio ridoltoopportunamente, cui neh 774
tirii solferli L'ampia cap-
da s. Agapito. il cardinal Stoppani provvide di scelta
pella del Salvatore nel 1750 venne re- libreria. 11 palazzo vescovile è alquanto
staurata e abbellita. Wel 1777 il eardi- distante dalla cattedrale: l'antico tu fab-
iial Spinola riportò l'altare maggiore in bricato sul delubro del lempiodella For-
mezzo al coro, lo formò di marmo, co- tuna, nel "
i5o3 lo lestaurò il cardinal
me il pulpito, le balaustre ed i segni Basso suddetto, in tempo che avea l'in-

della sacra. 11 cardinal Pedicini fece la gresso dietro la cappella del Salvatore;
facciata e il cancello di ferro del purlico. io ampliò quiudi e uiigliorò il cardinal
,

TAL PAL 29
Snntoiio nel 1602^ come pur fece il car- stri, onorati con islalua e simili dimo-
dinal Peietti, finché il dello cardinal Spi- strazioni pubbliche, benemeiiti della pa-

nelli lo convertì in seminario^ fabbrican- tiia, distinti nel civile, nel militare e

dovi nelle case ove esso era l'episcopio, nell'ecclesiastico, nelle scienze e nelle ar-

presso la chiesa di s. Eligio. Pio VI or- ti, nelle opere di pietà e in altro, lutti no-

dinò il restauro dell' aciinedotlo pubbli- tati dai patrii istorici avv. Pelrini, e ve-

co, ed interpose la sua autoiilà per la scovo di Moiilalto Ceccotii, autoie di

costruzione d'una nuova fonie sulla piaz- varie opere; ne accennerò i principali.

za d'Alto. In Paleslrina antichissima è \ errio Fiacco grammatico, autore del


l'origine de'suoi magistrati, decurioni e celebre calendario o fasti, i cui frammen-
consiglieri municipali; i decurioni erano ti (piivi rinvenuti nella contrada del-
due, detti duumviri. ISe'secoli bassi as- le Qiiadrelle, sono in lioma nel Palaz-
siiusero il titolo nobile e militai e di con- zo Sinppani (1^.) : fu precettore dc'nipo-

testabili, e in numero di 4 eletti da cia- ti d'Augusto, Caio e Lucio figli di C>\n-

scuno de'4 ([uartieri cui era divisa la cit- lia sua sorella,maggiore de' quali fu
il

tà. Nel i44-^ eranvi 1 4 nobili governa- il i.° patrono di Paleslrina. Manicio di-

tori, uHìciali civici; indi Eugenio IV sop- fensore di (".asilino. Eliano sofista. Ce-
presse il consiglio democratico o parla- sario console. Numerio Sulfezio o Ful-

mento civico. Di|ioi nel i542 si stabiPi fezio autore del tempio della Fortuna.

che i consiglieri fossero 32, 8 per quar- Tito Flavio che ottenne i doni militari,
tiere, poscia aumentali a ^o. Dopo di- tra'quali molli preneslini fiorirono. Q.
^ersi cambiamenti, venne stabilito quel Cecilio Metello, in Roma tribuno della
magistrato comunale come in tulli i r?iic- plebe. Q. Aiiicio edile curule. L. Attilio
nicipii dello slato pontifìcio, col gonfalo- comico insigne. Diversi militali e mini-
ìiitre. Lo statuto municipale venne ri- stri de'Colonnesi, come Cristoforo Celli
formato dui cittadini e dal barone, cir- e Curzio Castrucci ambasciatori di Fran-
ca il i483. I paesi di Castel- J/gido (di cesco Colonna, il i.° al re di JVapoli, il

cui parlai nel voi. XXV 11, p. lyq) e di 2." al re di Spagna. Andrea Gacio vesco-
Znncati (ne fo cenno a Papiano), che di- vo di Terraciiia. Andrea Borgia vescovo
pendevano dal governo di Paleslrina, og- di Segni. Domenico Testa di s. \ ilo na-
gi sono ridotti a tenute, il i." fu distrut- to in Paleslrina, segielario delle lettere
to nel 1 1 87, il 2." nel i497- latine di Pio VII, e segrelaiio de' brevi

In Paleslrina evvi dal secolo XVI il ai principi del medesimo e di Leone XII,
consolato dell'agricoltura, di cui è pro- Pio Vili e Gregorio X\ I. Adriano Gi-
tettore s. Gordiano, al quale nel secolo prari abbate generale de' vallombrosani.
XVII eresse una cappella decorosa nella Sebastiano Fantoni generale de'carmeli-
chiesa di s.Egidio: nel 1681 riformò e tani; di quest'ordine fu pure il p. Seba-
slampò i suoi statuti. Essendosi Ibrmala stiano Fan Ioni Castrucci autore de Ila. SVo-
un'accademia intitolata ùe^V Incostanti ria d^ Avignone, che dedicò al principe
nel i6()2 pubblicò una raccolta de' com- IMalìeo Barberini. Persiano Piosa di s. Gi-
ponimenli recitati, colla tipografia pid)- rolamo della Carità, che ideò \' O'^ pizia

blica eretta nella città poco piima, la della ss. Trinità dei pellegrini di Boma.
quale continuò fino alla mela del secolo Angelo A elli filippino. Xicola Angeli dot-
passalo. Essendo in essa molli cittadini tore in decreti. Andrea Fulvio arciprete
ascritti Accademia d' Arcadia, da
a\V di s. Maria ad I\lartyres e suo fratello
questa nel lySi ottennero l'erezione di Giovanni, antiquarii e poeti. Agostino
una colonia, che si stabih a' 5 ottobre. Vigorio antiquario. Mariano <leBlaiichel-
In ogni tempo fiorirono prenestini illu- lisLeouaidi ItUeralo. Lucio Antonio Fa-
3o TAL PAL
bi giuieconsulto. Gianfrancesco Jacobel- tino, nato da Ulisse e da Circe. Secondo
lì canonista. Gio. Pier Luigi da Palestri- Virgilio ne fu fondatore Ceculo figlio di
iia principe della musica socra, al qua- "Vulcano, stipile della gente Cecilia; stan-
le articolo parlai di lui ed a Museo Ca- do a tal tradizione la città venne fonda-
riTOLiNO pel suo busto collocalo nella ta circa i tempi in cui Enea si recò ia
protocuoleca. Giuseppe Agapito Cecconi Italia, contro il quale Ceculo prese le ar-
fu uno lioma dell'ac-
de'restauialori in mi, con gli altri principi latini. Ma Vir-
cademia degl'Infecondi. Eugenio Michet- gilio stesso fa dire ad Evandro di aver
ti anatomico. Agapito Colersi compila- ucciso in gioventìi il re Erilo Praeneste
tore dell'officio proprio di s. Agapito. sub ì'psa, comech'egli avesse regnalo net-
Pietro Petrini bibliotecario della Barberi- la contrada prima di Ceculo; da ciò de-
na. Cesare Mocci avvocato. Fabio Cristo- riverebbe contraddizione, imperciocché il

fari musaicista. Agapito Bernardini de- monte e la selva d'elei che lo copriva, po-
lineatore. Giuseppe Lucchini Segoiuii teva aver di già presso gli aborigeni e pe-
pittore e autore de' quadri di s. Crispino lasgi il nome di Prenesle, che poi Cecu-
ni cattedrale, di s. Felice ai cappuccini, lo die alla città ivi fondata. Da Solino
di s. Isidoro nell'Annunziata , de'ss. An- Jìpparisce che Prenesle era stata edifica-
tonio e Pasquale ai fiancescani, e de'ss. la dal nipote d' Ulisse, che i preneslini
Francesco e Gordiano alle Stimmate. Si davano per fondatore Ceculo, rinvenuto
tengono in Palestrina due fiere, a'i4 di- f inciullo presso fuochi fortuiti, donde de-
gesto e g novembre; conta quasi 5ooo livò la tradizione di essere figlio di Vul-
abitanti. Presso Prenesle furono ville cano. Strabone dice che Tibur e Pr^o
.sontuose degli antichi romani ; una ve «eite credevansi città greche, e che dap-
n'ebbe Phnio il giovane, altra il celebre prima Prenesle fu chiamata Priiiislo, da
Simmaco. L'opportunità delle copiose prini o elei, vocabolo esprimente mol-
cavedi buona creta accostumò preue- i te corone, forse dai vari recinti di mu-
stini ad impiegarci loro servine' lavo- ra che la cingevano, o dalle corone di el-
ri figulini, ove l'annotazione del giorno ei cui solevano incoronarsi gli abitanti,
e del console fu utile alle investigazioni per cui era stata detta anche Stffane o
storiche. Nel 1846 in Fiocca di Cave, (li- Pilislefane, in significato pure di corone
stante 3 miglia dalla città, Antonio M.it- o molte corone. E difficile separare dal
tei,uno de'prmii possidenti, nella vicina favoloso la fondazione del regno Prene-
montagna dopo perseveranti investiga- slino e di Frenesie, la quale si fa rimon-
zioni rinvenne bellissime brecce che non tare a i5 secoli avanti l'era nostra, po-
la cedono in consistenza, vivacità e va- polala d'aborigeni, indi da coloni frigi,

rietà alle più celebrale brecce orientali; greci e latini. Narrali Petrini, che appe-
ne attivò la cava, da cui in abbondante na giunto Evandro nel Lazio venne a
copia ne estrasse 8 diverse specie, gra- battaglia col principe Erilo e l'uccise, di-
ziose e distinte nelle loro maccbie. Il cendosi questo figlio di Feronia o Giu-
clima di Palestrina è puro e fresco ; fu- none poi con Giove ) adorata dai pre-
(
rono lodati i suoi vini, le sue rose, le sue neslini.Quindi come avendo Prenesle i
nocciole, e la fertilità del lerritorio ab- suoi re, alla venula diEnea vi regnava
bondante di elei. Ceculo, e che ne fu pure re Telegono fi-
Palestrina, del suo nome antico si leg- glio d'Ulisse fratello del re Latino, il cui
gono tre etimologie : Fraenesle, chnlas figlioPrenesteo vuoisi egualmente re di
PraenesLina- rellesuina, Piaestnno- Pa- Prenesle, ed a Telegono attribuisce Pe-
uestre, derivanti da elei, per l'abbondan/.a d'una colonia greca.
trini l'introduzione
di tali alberi, o da Prencsteo figlio di La- Dipoi 1079 anni circa avanti Gesù Cri-
PA L PA L 3 1

sto, Latino Silvio terzo re d'Alba (di cui Teodosio I promulgala nel 891, posero ter-
parlai a Lazio), ridusse Frenesie sotto il mine alla celebrità di questo antico de-
suo dominio e vi mandò una colonia. Pri- lubro del Lazio, e col farlo chiudere e la-
ma della fondazione di Roma, Numerio sciarlo in abbandono ne prepararono la
SulFezio prenestino elevò il vastissimo rovina. Le successive scorrerie de'barba-
tempio Fortuna, dopo che ammoni-
alla ri mossero gli abitanti a riparare fra le

to da sogni tagliò un macigno o selce, dal sue rovine : i portici ed i delubri furono
quale uscirono fuori incise in legno di ad abituri moderni, ed a poco a
ridotti

quercia le famose sorti prenestine, cioè poco questa mole immensa scomparve.
scacchi o tasselli scritti in lettere antiche. Rimaneva però ancora intatta una gran
Nello stesso tempo scorse miele da un parte delle magnifiche sue soslruzioni,
olivo piantato presso il tempio, onde per le antiche scale marmoree servivano an-
ingiunzione degli aruspici, che pi edissero cora per le comunicazioni degli abitanti
la futura celebrità di quelle sorti, queste e conservavano la loro magnificenza, e
vennero deposte in cassetta fatta con le- vedevasi torreggiare sulla sommità dei ri-

gno di tal pianta , donde si tiravano le piani tempio rotondo della dea ch'era
il

sorti e le risposte per ordine della Fortu- VAedes Fortuitae,(ìove dicesi avea esi-
na, oracolo che presto diventò rinoma- stito il suddetto olivo, alKn-chè nel 1298
tissimo. E' probabile che ove si custodi- per ordine di Bonifacio Vili furono sman-

vano le sorti, venisse collocato il gruppo tellate le sostruzioni, distrutte le scale, at-
dellaFortuna assisa, allattante Giove e terrato il portico semicircolare e demo-
Giunone: da ogni parici superstiziosi cor- lito il tempio rotondo. E quello che per
sero a consultarne l'oracolo. Il Petrini è la solidità resistette al piccone e al fuoco
di parere chetempio comprendesse due
il di delta epoca, lu deformato dagli abitu-
sacrari, onde contenere due luoghi ove i ri della popolazione e dalla successiva di-
Numerio lece credere apparsi gli accen- struzione del 1 437 fatta per opera del V i-

nati portenti, per indurre preneslini al- i lelleschi. La riedificazione ulteriore del-
l'edificazione del tempio con smisurali la città sugli avanzi del tempio della For-
macigni poligoni irregolari uno dei sa- : tuna apportò nuovi guasti, e prova di fat-
crari o santuario si disse Acclein Forlu- to è lo stato in che vedesi ridotta una del-
nae, l'altro o delubro, Delubrum Forili- le magnifiche sale chiuse nel seminario.

nae. Furono addetti ministri al suo cul- Essendo il tempio addossato alla falda del
to, e fra quelli che vi si recarono a sagri- monte, venne iimalzato sopra vari ripia-
flcare, nominerò Prusia re di Bilinia col ni a guisa di scaglioni o terrazzi, con co-
figlio jNicooiede. Nata la città sulla som- struzioni di 4 epoche diverse. Di questo
mità del monte, gli abitanti scesero quin- tempio A. Nibby nel 1825 pubblicò: Jl
di alla f.ildaper approssimarsi al tempio. (empio della Forlwia Preneslina, memo-
La fama del tempio e delle sorti prene- ria con tavole e splendida edizione a spe-
stine andò crescendo di credito, quando -so dell'imperatore delle Russie Alessan-
Preneste divenula colonia romana, ces- dro I, quindi la riepilogò nel t. 2, p. 4?^
sala la gelosia del senato romano, che ri- i\M Analiii de dintorni di Roma.
pugnava agli oracoli estranei, fu quindi La colonia d'Alba rimase fedele alla
l'oracolo consultato non solo dai magi- metropoli, finché ipiesta non fu soggiogala
stiali, ma sovente dopo la caduta della e distrutta da Tulio Ostilio 3." re di Roma.
repul)blica favorito dagl'imperatori sles- Dopo quell'epoca Preneste ricuperando
si : la legge però di Costanzo emanala nel rinilipendenza si resse da sé, né si ricor-
353 di nostra era contro il culto antico, tla più il suo nome fino al 21 T di Roma,
e soprattutto quella di Valeutiuiano 11 e in che i prcnesliui si coUegaruno ai lati-
32 P A L P AL
Ili per tistalìilire i Taiqiilnii : dopo due conda massime nella decadenza dell'im-
anni e poco prima ddìn liallnglia al la- pero. iN'el 473 avanzantlosi l*irio per la

go Regillo, Preiieste si staccò dalla ioga vi» latina verso Roma, sali sulla rocca e
e riaccostossi ai romani, onde più tardi cittadella di Preneste (poiché i prenesti-
le sue tene soggiacquero alle depredazio- ni dasommità già erano scesi nella
tale
ni degli ernici e de'volsci nel 291. Ve- falda del monte per approssimarsi al tem-
nuta meno la forza romana per l'inva- pio della Fortuna), onde incutere timo-
sione de' galli, i prcnestini si lasciarono re ai romani e prendere un'idea giusta
sedurre d;ii volsci e si allearono con loro delle vicinanze della città spaventato pe-
:

a danno di Roma nel 372, facendo scor- rò dalia difficoltà dell'impresa, retroce-
1 erie nel territorio de'tusculani, de'gabi- dette colle sue genti. In quella circostan-
iii e de' lavicani. I romani non volevano za i principali prenestini furono come o-
credeie a questa defezione, però nel 874 staggi trasportati in Roma e chiusi den-
essa di vemie aperta sotto Velletri, percui tro l'erario. J3opo quell'epoca fino al 536
fu loro formalmente dichiarata la guer- non si ricordano più i prenestini né Pre-
ra. Ma i prenestini invece uniti ai volsci neste, tranne la proibizione del senato a
presero Salrico colonia romana, usando Lutazio di consultare le sorti della For-
"vilmente della vittoria ; quindi Camdlo tuna Preiiestina. Nel detto anno i prene-
li ruppe presso le mura della colonia da stini non giunsero intempo a partecipa-
loro conquistata. Nell'anno seguenlei prc- re della battaglia di Canne vinta dai car-
nestini profittando delle dissensioni dei taginesi, onde il pretore prenestino Ma-
romani, devastarono le terre nemiche, ed nicioo Marco Anicio loro condottiero con
osarono attendarsi presso la porta Colli- altri distaccamenti romani e latini si ac-
na di R^omae quindi sulle rive dell'Allia, quartierarono in Casilino, come notai a
])onendo a sacco le feire convicine. E- pERur.iA. In quel frangente avvedutisi che
lelto dai romani in dittatore Cincinnato, gli abitanti avrebbero aperto le porte al

questi in 20 giorni li mise in rotta e gl'in- vincitore, furono portati dalla necessità a
seguì fino a l'renesle, espugnò gli 8 op- ucciderli e si fortificarono in un alla coor-
pidi o terre fortificate dipendenti da lo- te perugina. Questo pugno di circa 1000

ro, prese Velletri e forzò Prenestead ar- soldati arrestò le conquiste e le vittorie

rendersi;di là Irasportòin R.omasul Cam- d'Annibale, fece per vari mesi una dife-
pidoglio la statua di Giove Imperatore, sa eroica, e forzato dalla fame e ridotto

che come trofeo fu collocata nel teujpio a metà, ottenne dal vincitore patti ono-
di GioveCapitolino con iscrizione che de- revoli. A Manicio o Marco Anicio fu e-
notava le castella conquistate da Cincin- retta nel foro prenestino una statua lo-
nato. Rimase ambigua la fede de' prene- ricata, ed il senato romano in ricompen-
stini, poiché nel 876 corse fuma che met- sa ai prodi ripatriati assegnò stipendio
tessero in movimento i Ialini. Mantenne- doppio, 5 anni di esenzione dal servizio
ro tuttavia la pace sino al 4i^,hi che si e i diritti della romana cittadinanza, o-
collegarono coi tiburtini e coi veliterni noreche essi ricusarono, preferendo l'iu-
a difesa di Pedo ( Gallicano) contro i dipendenza patria.
lomani, i quali però sotto Pedo li vin- Nel 534 a Preneste si unirono gli e-
sero comandati da Furio Camillo, e li serciti per opporsi sul Metauroad Asdru-

multarono d'una parte delle terre. Indi bale fratello d'Annibale, indi segin la pa-
i prenestini divennero soci del popolo io- ce coi cartaginesi. Preneste nel 5^7 cor-
mano e poco appresso si trasfusero in Ro- se grave pericolo perla cospirazione tra-
ma le due famiglie Cecilia ed Auicia, che mata dagli schiavi, e nel 58 si sottomise i

divennero tanto illustri e famose, e la sc- alle orgogliose esigenze del console Po-
PAL PAL 33
stumio, nel recarsi a sagrificare alla For- alto stupore, ed il fatto egizio che vi si
Uina. Nel 6G4 circa avendo Pi eiieslr- ri- rappresenta, da molli dotti variamente
cusalo di prendere palle nella i^iierra so- interpretalo, è secondo piìi probabile con-
ciale, i romani la dichiararono municipio gettura dell'avv. Cecconi la ferace inon-
col diritto del suQragio ne'comizi, ascri- dazione del Nilo. Gli archeologi ne fecero
vendo i cittadini alle io tribìi aggiunte segno di varie delineazioni e spiegazioni.

alle 3 ) antiche, indi fra queste vennero Si credelte esprimere le vicissitudini del-
distribuiti pel fiìvore di Mario figlio del la fortuna; il viaggio d'Alessandro all'o-
\ccchio I\lario. Nella guerra di Siila la racolo d'Ammone; un fatto incognito di
città andò soggetta ad un cecidio, poiché Siila; il corso del Nilo; una carta geo-
essendosi ritirato in essa il giovane ÌMa- grafica de'paesi intorno a quel fiume; l'in-
rio dopo la battaglia di Sacriporto coi contro di Elena con IMenelao in Egitto;
rimasugli della sua gente, Siila afiìdò a l'imbarco de'grani da quello per Roma;
Luciczio Ofelia la cura di circonvallare il viaggio di Adriano ad Elefantine, e le

la piazza. Preneste dovette arrendersi a feste a lui date. Vedasi Spreti, Compen-
discrezione, e Mario procurando salvar- dio dell'arte dc'imisaici, p. 33 eseg. Avv.
si per uno de' tanti cunicoli che forava- Luigi Cecconi, DelpaviincnJo in musaico
no il monte, stretto dalla necessità si fe- rinvenuto nel tempio della Fortuna Pre-
ce uccidere dal servo dopo questo fatto
; nestina , interpretazione fioma 1827. Car- ,

Siila assimse il cognome di Felice. Por- lo Fea, L'Egitto conquistato dall' impe-
tatosi a Preneste si mise a processare ratore Cesare Ottm'iano Augusto sopra
ogni abitante e molti ne punì ; ma stanco Cleopatra e 31. Antonio, rappresentato
della formalità de'giudizi, spietatamente nel celebre mosaico di Falestrina, Roma
mandò a morte i superstiti i?,jOOo cit- i82'7. Subito lo confulò l'avv. Cecconi :

tadini. Si narra che volendo accordare la Aggiunta all'opuscolo del pavimento in


vita a chi loavea ospitato, questi sdegnan- musaico, ec, Roma 1828. Questo insi-
do ripetere la vita dallo sterminatore del- gne musaico nel 1640 fu trasportato nel
ia patria, postosi nella turba si fece ucci- palazzo Barberini, ove si vede, d'ordine
dere. Siila distrusse la città, ingrandì sul- del cardinal Francesco Barberini, colla
le rovine di questa il tempio della For- direzione de'migliori artefici e de'più ce-
tuna, e ne fondò una nuova nella pianu- lebri eruditi del tempo, e specialmente di
ra soggiacente a pie del tempio, che mi- Pietro da Cortona. In Palestrina furono
se nel rango delle colonie militari, popo- pure scoperti altri musaici, de'quali trat-
landola di soldati veterani, e delle donne ta Petrilli. Inoltre Siila guarnì di por-
e raga7zi prcnestini scampati coi piti ro- tici il solario di Preneste, ove un gnomo-
busti dallo scempio e da lui venduti al- ne indicava le ore, come dissi a Orolo-
l'incanto; indi l'ascrisse alla tribù Mene- gio, cioè nella basilica Emilia e Fulvia,
nia. Poscia trasportò seco i ricchi tesori, della quale abbiamo del lodato avv. Cec-
compresi quelli di Mario. Fu Siila che per coni pronipote del vescovo di tal cogno-
volo di aver vinto Giugurta in Africa, me: Dissertazione sopra la har'lica E-
adornò il delubro della Fortuna Preiie- milia e Fulvia Prcnestina, Roma 1840.
stina col prezioso nmsaico figuralo, no- La previdenza di Cicerone liberò Pre-
bilissima greca opera. Contiene esso clli- neste di nuovi guai collo sventare Scon-
giate con tasselli di pietra dura a vari co- giura di Caldina, il quale doveva nelle
lori immenso numero di figure, di uo- calende di novembre farvi massa, e costi-
mini, di animali, di navi, di edifizi, di ve- tuirla, come luogo di molta importanza,
getabili, in uno spazio di 2G palmi di lar- fljite per siluazione e per mura, centro
ghezza su ?. I di altezza, che desta il più delle sue sediziose operazioni. Duraute il

VCL. Lf. 3
34 1' A L 1' A L
Iriumviralo vi si fortificò Lucio Antonio l'iuini versarlo del suo impero, onde con-
console e fratello di Riarco, e quando que- sultare le sorli prenestine. Adriano vi
sti passò a trincerarsi in Perugia, Ful- edificò una villa, se pur nonèlarammen-
via sua cognata co'4 fif?liuoli vi manten- lala^ dove Marco Aurelio vi perde il fi-
ne vivo il |)arlito anloiiiano, e dopo la glio Vero di 7 anni. Faustina moglied'An-
perdita di Lucio vi si ritirò Tiberio Clau- tonino vi fondò la scuola Fauslitnana per
dio INerone, il solo ch'ebbe onta di ese- l'educazione delle fiuiciulle; ve n'era al-
fiuire la defezione da' vessilli antoniani. ila, in un a molli collegi d'arti, come dei
Dopo la battaglia d'Azio, divenuto Au- mercanti di bestiame, de' pontefici, dei
gusto pacifico possessore dell' impero, lanii, de'cisiarii o vetturini, de'libeiti, dei
amò molto il soggiorno di questa città e fabbri, de'fibbricatori, degli auguslali,
vi si recava a villeggiare in lettiga. Mol- de'flamini traiaiiali e de'miuii. Grande
lo la frequentò ancbe Orazio e nomi-
la afìluenza di gente accorreva a Preneste
na fra' luoghi prediletti, e la ricordai a Ge- per consultare lesorti della dea, come fe-

NAzzANO.Tdoerionemico degli oracoli, vo- ce l'imperatore Alessandro Severo, e da


lendo distruggerli, ne fu distornato dal- questa molle licchezze ne ricavava; ma
la maestà e opulenza del tempio della dopo che le memorale leggi imperiali ne
Fortuna, ovvero per essersi risanato da pioibirono con pene seveie il rito e fe-
una malattia mortale nella villa di Clau- cero chiudere il tempio, la città necessa-
dio, posta presso la città nel territorio pre- riamente decadde; a ciò si aggiungano le
nestino, per cui ripristinò la città di nuo- invasioni barbariche menzionale altrove.
vo al grado di municipio di 3/ classe. Il- Tanta ricchezza e sontuosità eravi nel tem-
lustre continuò ad essere Frenesie per la pio, che fece dire al filosofo Cameade:
.sua antichità e per le pubbliche fabbri- non aver veduto in nessun luogo la For-
die onde brillava. Era fra queste rimar- tuna cotanto fortunata.
chevole l'ampio foro, che a due ripiani decadenza dell'impero Frenesie
Psella

dalle radici del tempio si estendeva fino fu compresa nel ducalo romano, e tran-
alla viaPreuestina; portici, statue, edifizi ne le calamità che dal contagio o dalle
lo rendevano adorno, come rilevasi dai guerre de' vicini le derivarono, potè sussi-
monumenti rinvenuti. Aveva inoltre un stere nella pianura e sulle rovine del lem-
magnifico teatro, eretto sotto l'impero di pio ov'erasi eslesa nel 5 o Teodorico re : 1

Claudio, il quale vi ebbe la ricordala vil- de' goti permise che vi si continuassero a
la Claudia, di cui parlai a Ge\azza>'o, di- celebrare gli spettacoli. Nel pontificato di
cendo del territorio preueslino; non che s. Gregorio essendosi il ducato roma-
li,

l'emiciclo ove fu affisso il calendario com- no verso 780 dato alia s. Sede, Frene-
il

pilalo da Yerrio Fiacco, ed un circo ove sie col territorio fu compi esa nel suo do-
in mancanza di naumachia si celebrava- minio. Molestando Astolfo re de' longo-
no neltunali ivi fu posteriormente for-
i : bardi Roma e Stefano li detto III, essen-
mala la piazza del mercato, denomina- dovi accorsi in aiuto i prenestini, in ven-
la Macello. Vi si ammiravano antichissi- detta il remarciò nel 732 con 6,000 sol-
me terme, sovente riparale dagT impe- dati ed occupò per capitolazione Prene-
ratori, e copiosi ricettacoli di limpide ste, che per le devastazioni solfertefu d'uo-
acque non solo contribuivano alla loro po agli abitanti di ritirarsi entro il re-
comodità, ma agli uside'prenestini. Sotto cinto deHabbatlulo tempio della Fortu-
JXerone i gladiatoii ivi stanziati cercaio- na. Frattanto la città andava insensibil-

no di sollevarsi, ma fiu'ono repressi dal- mente cangiando nome, ed al primitivo


la guarnigione cheli custodiva. Domizia- si andava sostituendo il derivativo, per

no si portava in Preneste ogni anno nel- l'uso che nella decadenza dell'impero pre-
r A L PA L 35
valse; imperciocché in luogo di Praene- Lo sconvolgimento che regnava in quel-

sfc «.licevano civilas Praenfslìn(j,om\e fa- l'epoca in tutto il distretto di R.oma, non
ciliiienle per corruzione cambiossi il no- permise di rivendicare subito l'usurpa-
me iti Palestri/ia, e ve n'è la memoria in zione derivata dal matrimonio di Emi-
in\ codice farfense dell'SyS di nostra era. lia. Però nel lojq Nicolò II volendo ab-
In seguilo ora fu Palestrina direltamente bassare la potenza de' conti tusculani e
soggetta alla chiesa romana, ora dai Papi de' signori di Lamentana o Nomento e
venne concessa in feudo. E dapprima nel di Galera, loro alVini e collegali, chiamò
q'-o alla senatrice Stefania, madre di Be- in suo soccoiso Roberto Guiscardo, che
nedettocunte tusculano, iiìleudò a terza co' suoi normanni pose a ferro e a fuo-
gonerazione la città il fratello Giovanni co il territorio de' prcneslini e quelli di
Xllljcol canone di io scudi d'oro e l'ob- delti alleati. Morta nel 1080 la contes-
bligo di migliorare la città: dalla bolla sa Emilia, ed eslintasi in lei l'infeudazio-
si determinano per confini del territo- ne temporanea di Giovanni XllI a fa-
rio, il rio Largo, la via Labicana, il mon- vore di Stefania, s. Gregorio VII inclu-
te ÌNIas.simo, il ponte Cicala, l'acqua Alta, se r agro preneslino nella bolla di sco-
la valle di Caniporazio, ed il monte Fo- munica contro chi tentasse di usurpa-
linario oFaustiuiano. A Stefania successe re o ledere le terre della chiesa roma-
il figlio il quale ebbe per suc-
Cenedelto, na. Ma Pietro Colonna figlio di Emilia
cessori i Giovanni e Crescenzio
due figli e parente de' conti tusculani, non si sot-
nel IO io: questi incorsero nello sdegno loinise tanto volonlieri a cedere l'investi-
di Benedetto Vili, e Giovanni che s'inti- tura ottenuta dalla sua bisavola Stefa-
tolava marchese e duca, si vide costretto i loi
nia, insorse nel contro Pasquale II
a ritirarsi nella rocca di Preneste, dove ed occupò Cave, che fu a lui ritolta dal
fu stretto d'assedio nel io i 2, e non fu li- Papa. Nel i loB però unitosi Pietro con
berato se non dopo ch'ebbe promesso di Tolomeo conte tusculano, assalì e prese
cedere la rocca al Pontefice: la pace de- Palestrina, imprigionò Berardi Marsica-
finitivamente fu poi conchiusa nel ioi5, no, poi cardinale e venerato per santo,
restando Giovanni pacifico possessore di come spedilo contro di lui. Dopo questo
Palestrina. Nel io43 morto il marchese flttlo^nel 1 109 tornandoPasquale II dal
educa Giovanni, Emilia sua sorella ch'eb- regno di Napoli, ricuperò i dominìi occu-
be il titolo di contessa e gli era succeduta pati dai ribelli in un alla città.

nel dominio di Palestrina, essendosi ma- Nel17 reduce Pasquale II da Be-


I 1

ritata in seconde nozze con un personag- nevento, e debole per una malattia sof-
gio della famiglia Colonna (f^.), stipite feita in Anagni, passò in Palestrina, vi
di essa, trasferì in lui e nella discenden- consagrò la cattedrale, celebrò le feste di

za r infeudazicne della città, malgrado Natale, e vi ricevette gli ambasciatori del-


le condizioni imposte da Giovanni XIII, l'imperatore d'oriente Giovanni Comne-
che la linea investita dovea estinguersi in no, ai quali raccomandò rivolgere le ar-
Emilia. Il Senni dice che il suo matri- mi contro i saraceni, unendosi ai crocia-
monio si celebrò nel lojo, e che da es- ti. Dopo l'Epifania Pasquale II partì per

sonacque Pietro Colonna, il quale di- Roma. Sull'antipapa Teodoiico che Pla-
venne un potentissimo signore del Lazio. tina dice creato dal popolo di Cave, è a
Nel luglio 1 048 in Palestrina si ritirò Da- vedersi Genazzano. Profittando Pietro
maso II, non stimando cosa sicura di re- della morte di Pasquale II e de'torbidi di
Roma, per ti more degli aderenti di
slare in Roma contro il successore Gelasio II, nel

Benedetto IX, probabilmente con animo I I 18 riprese Palestrina coll'aiuto de'con-


di passarvi l'estate, ma vi morì poco dopo. ti tusculani. Nel 1
187 provenieuli dal re-
36 P AL PAL
gno (li Nnpoli, si fermarono in Pnlcslii- od altrove, essendo i Colonnesi principali
iia Innocenzo il e 1' iuìperaloic Ijotario sostenitori della imperiale fazione glilhrl-
li the vi perde in Gisone conle d'Ilessia liiia, nemica della guelfa e perciò del Pa-
lino de'snoi primi nfriziali,efii ivi sepol- pa. Ad Oddone 11 (in dal 1 252 era suc-
to. Rislabililosi nel i r43 in l'orna il go- ceduto per atto di concordia Oddone HI
\rrno popolate e il senato, venne mossa Giordano di lui fratello, ed a que-
(iglio di

guei ra ai popoli del Lazio onde ricono- sto ilsuo Giordano 11; da questi
(iglio

scessero il nuovo reggimento, e Palestri- nacquero T figli, Giacomo cardinale, Gio-


iia non andò esente da guasti, ma non vanni, Oddone, INhitteo e Landolfo. Di
pare fosse soggiogata. Imperciocché nel Giovanni che mori prima del 1297 ^"*
I i49, l'itornalo di Francia Eugenio III, rono figli, Pietro cardinale, Stefano, Gio-
e cercando sottomettere colle armi ro- i vanni, Giacomo soprannomalo Sciarla ,

mani, si andò trattenendo per qualche Oddone ed Agapito. Questi essendo ere-
tempo nelle città conviciiie che aveva- di diretti del dominio di Palestrina, si ap-
no conservata l'indipendenza, e partico- poggiarono a! loro zio Giacomo cardina-
ItTrmente inPalestrina, di cui era signoie le; ed al contrario Oddone, Matteo e Lan-

Oddone Colonna figlio di Pietro, e vi di- dolfo, pretendendo aver parte nella suc-
moiò per qualche tempo. Continuando i cessione di Giordano li, si rivolsero a Bo-
romani interrotlamente la guerra , nel nifacio Vili Papa, il quale volendo oh-
7 184 presero d'assalto Pa!estiina e l'in- !)ligare primi ad una concordia coi zii,
i

cendiarono; venuti poi nel i 188 a con- e nello stesso tempo mettere un presidio
cordia con Clemente III, dichiararono non a Palestrina, per timore dell'aderenza dei
aver dominio diletto sopra Palestrina il Colonnesi con Federico re d'Aragona e
2)opolo romano. Ritornò tosto sotto i Co- di Sicilia, ne seguì rottura formale e fu-
]onnesi,enel 1201 n'erano signori Gior- neste conseguenze.
dano ed Oddone, figli d'Oddone seniore 1 Colonnesi coi due cardinali ritiran-
mentovato, quali nel i2o3 accolsero In-
i dosi in Palestrina si posero in piena in-
nocenzo III, che disgustatosi de'romani si surrezione contro il Pontefice, il quale
portò in Palestrina e vi dimorò alcuni dopo aver dichiarato i Colonnesi rei di
giorni ne'primi di maggio, trasferendosi fellonia, e deposti dalla dignità e dal go-
a' 7 a Ferentino. Nel 1209 i Colonnesi dimento de' benellcii i cardinali Pietro e
ripararono in Palestrina, che aveva fama Giacomo, a' 1 4 dicembre 1297 emanò
Sostenendo il cardinal Gio-
di fortissima. bolla di crociata con indulgenza plenaria
vanni Colonna il partito di Federico II, a chi avesse prese le armi contro i Co-
nel 1241 il teriitorioprenestino fu rispar- lonnesi e Palestrina, li scomunicò e ne
miato dagl' imperiali nelle devastazioni confiscò i beni. Bonifacio Vili dichiarò
fatte ai dintorni di Roma. Dopo la mor- capitano contro gl'insorti Landolfo Co-
te di Nicolò 111, nel 1280 accesasi in Ro- lonna, uno de'pretendenti, ed avendo rac-
ma la guerra civile fra gli Orsini suoi pa- colto un grand'esercito, cogli aiuti di Fi-
renti e gli Annibaldi, questi per essersi i renze, Orvieto e Matelica, nel 1298 oc-
primi ritirati in Palestrina, gl'inseguirono cupò tutte le terre de'Colonnesi, meno Pa-
sotto le mura, mettendo a sacco tutto il lestrina, dove si ridussero pure Agapito
contado e facendo strage di molli: dopo e Sciarla. Dopo una difesa ostinata e va-
J'elezione di Martino IV, ternati in Roma lorosa, essi coi due cardinali furono co-
gli Orsini, si vendicarono de'nemici. Frat- stretti in settembre alla resa; portatisi a
tanto una tempesta terribile sovrastava Rieti ove il Papa dimorava, vestiti a bru-
a questa città, in parte narrata a Colon- no, scalzi e col cingolo al collo, in pieno
na, Bonifacio Vili, Frangi.^, Frosinone concistoro furono perdonati e assolti dal-
PAL PAL 37
le censure, facendo loro sperare Bonifa- ve di Colonna, Torre de'marmi. Zagare-
cio Vili di mantenerli nel possessodella lo e altre: Caetani fu conilannato a pia-

cillà.Questa però d'ordine del Pontefice gare ai Colonnesi ioo,uoo fiorini d' oro,

tu smantellata e distrutta dalle fondamen- sentenza che inserita nello statuto di Ro-
ta, tranne la cattedrale, da Teodorico Ra- ma, s'ignora verme eseguita. 1 Colon-
se
nieri poi cardinale vescovo, che ne prese nesi furono (piindi dall'eletto Clemente

il possesso: alcuni seri vono, secondo le con- V nel i3()(j pienamente assolti, cardi- i

dizioni accettate dai Colonnesi o per es- nali ripristinati nella dignità, ed abilita-
sersi ribellati di nuovo. L'aiatro solcò le ti a riedificare la città, per cui il vesco-
rovine dc'distrutti palazzi baronali, del- vo prenestino riprese l'antico suo titolo,
le cospicue abitazioni, delle anticliissiine in luogo di episcopus Civiiails Papalis.
mura di smisurati macigni, in un al san- La città sulle rovine del tempio, non che
tuai io della Fortuna, innalzalo sopra cen- la rocca, si andarono sollevando per o-
to scaglioni di marmo am[)Ii in modo da pera di Stefano Colonna fin dal J07 e 1 ;

salirvi a cavallo, il cpiale dai cittadini già nel i327 era sullicientemente forti-
era stato convertito in chiesa in onore del- ficata da potere resistere, se fosse stata
la madre Dio; indi vi fu sparso del sa-
di aggredita dalle genti di Lodovico il Ba-
le secondo l'antico costume. Tenuti gli a- varo, poiché Stefano vi si ricovrò, dopo
bitanti per ribelli e scismatici, vennero aver col fratello Giacomo contro quel
loro confiscati beni, accordando ad essi
i principe affisso in Pioma il processo di
Bonifacio VII I elicivi dappresso nella pia- Giovanni XXII. Dipoi Stefano vi si ri-
nura a pie del tempio, ne'dintorni della tirò ancora nel 1 34^3 con altri Colonne-

Madonna dell'Aquila, poco lunge dalla si, per sottrarsi allo sdegno del famoso

cattedrale, una nuova città edificassero da tribuno Nicola di Rienzo, finché durò il
chiamaisi Cillà Papale, Civilas Papa' suo potere sì micidiale a molti Colonne-
//.v, creandola città vescovile cardinalizia, si. Essendo egli nel i35o risalito al po-

com'era Palestrina, con bolla de' 2 giu- i tere, spedì a Stefano in Palestrina Duccio
gno i2C)g data in Aiiagni. Essendo co- de Giubileo e Giovanni Catfarello, per-
melma e legname, nel i3oo ap-
struita di chè prestasse il suo omaggio; ma Stefa-
pena nata, per disposizione dello stesso no in vece li arrestò e mandò le sue gen-
Bonifacio Vili fu atterrata ed arsa, ad ti a fare scorrerie sul territorio romano.

eccezione della cattedrale e di poche ca- Infierito il tribuno, mosse l'esercito con-
se propinque. Una delle diverse bolle spe- tro Palestrina, si attendò presso s. Maria
dite dal Papa per le cose prenestine, del della Villa, e vedendo difficile l'espugna-
22 aprile i3o i, dichiarò, che Colonne- i zione si ritirò con animo di tornare ad
si da lungo tempo possedevano ingiusta- assalirla. In fatti nel i 3 54 ^^ incaricò
mente questo feudo, ed essendo spirato Riccardo Annibaldi di Monte Compatri,
il termine d'investitura, ciò avevano ri- qual capitano del popolo roniano, ma nep-
conosciuto Matteo, Giovanni e France- pure esso pervenne ad impadronirsene, e
sco Colonna. Morto Bonifacio Vili nel poco tempo dopo il tribuno fu ucciso,
i3o3, il successore Benedetto XI assol- principalmente per le trame dei Colonna.
vette i cardinali Colonna da molte pene, Nel 378 eletto Libano VI, alcuni car-
I

ma proibii riedificare Palestrina. >'el 1 3o4 dinali si ribellarono, favorendo Rober-


j)assato a miglior vita dello Papa, Co- i to di Ginevra amico d'Agapito Colonna,
lonnesi domandarono in Campidoglio a il ((uale fu perciò interposto a mediato-

Pietro Caclani la riparazione de' d;»nni re, ond'cbbe luogo un abboccamento di


solFerli per opera dello zio Bonifacio Vili, vari cardinali in una chiesa campestre
e della devastazione delle altre loro ter- di Palestrina senza buon risultato ,
poi-
38 PAL P A L
elle Pioberlo insorse col nome di Cle- chiarazioue del cardinal legato Isolani,
mente VII, origine del famoso e lagii- che Palestrina era devoluta alla s. Se-
mevole scisma d'occidente come ad es- : de. A distruggere I' eresia de' fraticelli,
so, così al di lui successore Benedetto XIII eh' erasi annidata anche in Palestrina,
si attaccarono Colonnesi, ponendosi sotto
i INIarlinoV v'introdusse nel i4^t)i finii-

In protezione della repubblica di Firenze cescani. Ricf)minciarono i toibidi fra i

Giovanni e Nicola figli di Stefano; indi ri- Colonnesi nel i43 i e la s. Sede, dopo la

cusando da Bonifacio IX la pacificazione morte di Martino V,per quanto narrai


a mezzo del vescovo di Polignano de Aldi- a CoLOXNA ed Eugenio IY, il quale tut-
ctis, mandato loro amministratore della tavia si i433, prendendo Pa-
pacificò nel
sede, vollero fare scorrerie sul territorio Ec-
lestrina sotto la prolezione pontificia.
romano. Sdegnato Bonifacio IX anche citata una sedizione da Nicolò Fortebrac-
per la carcerazione del vescovo, fulminò cio capitano del duca di INfilano, a dan-
contro Palestrina varie pene, la sottopose no del Pontefice, nel 434 Colonnesi 1 »

all'interdetto ecclesiastico, e accordò l'in- e Lorenzo signore di Palestrina ne favo-


dulgenze de'crociati a chi avesse preso le rirono disegni. Venuti nel i435 a nuo-
i

armi contro. Quindi la città fu stretta va concordia, essa {\\ di breve durata,
d'assedio dalle milizie napoletane e pon- poiché avendo i Colonnesi accolto in Pa-

tificie di Bonifacio IX. da que>ti venne lestrina il rivoluzionario Poncellelto Ve-


obbligata a sottomettersi con allo di con- neranieri e mostrato opposizione ai vo-
cordia nel i4oi ed assolta. Ladislao re leri di Eugenio IV, questi sdegnato con-
di Napoli nel i4i 3 avendo assoggettata tro di essi, ne decretò l'esterminio: fece
Roma co' suoi dintorni, non seppe sof- capitano delle milizie pontilìcieil famo-

frireche Palestrina non si ponesse nel soGiovanni flttlleschi ^o\ cardinale, che
suo dominio, onde nel i4'4 fece asse- posto l'assedio a Palestrina a' i giugno
diarla dal conte di Belcaslro Giovanni : i436,dopo ostinata resistenza e dopo
Colonna che vi era dentro, solo dopo essersi impadronito de'feudi del contado,
due mesi d'assedio a'iT. luglio giurò fe- a' i8 agosto, festa di s. Agapito, se ne im-
deltà al re, che riguardò i feudi de" Co- padron'i a patti, salve robe e persone, ri-
lonnesi come suoi aderenti Nella vacan- tirandosi Lorenzo Colonna col suo ba-
za della sede papale, venne
in capo a gaglio e famiglia in Terracina. Da prin-
Braccio di Montone, ardito capitano pe- cipio il prelato si contentò di far morire
rugino, di conquistare Roma, donde ap- Poncellettoeporre un forte piesidio nel-
pena entrato fugò Sforza Attendolo;
Io la piazza; ma nel i437 per sospetti di
ma il celebre Nicolò Piccinino capitano nuova ribellione si determinò di egua-
di Braccio, fortificatosi in Palestrina e gliarla al suolo: prefisse agli abitanti 7
Zagarolo, come unito a Girolamo Colon- giorni di tempo per isloggiare, permise
na barone di tali luoghi, incominciò a loro di trasportare tanto le suppellettili
fare scorrerie sino alle porte di Pioma: che il materiale delle case a loro arbi-
ambedue furono dichiarati ribelli della trio, e con 12 capo-mastri romani a'^o
Chiesa, ed a'aS settembre lo Sforza for- marzo die principio al suo smantella-
mò il campo sotto Palestrina e vi dimo- mento, facendola spianare col ferro e col
rò 7 gioini. Dileguossi però immediata- fuoco; operazione che durò ^o giorni,
mente questo turbine, allorché fu eletto dicesi all'insaputa di Eugenio IV allora
Papa agli i i novembre Blartino /^Co- in Ferrara, onde il conciliabolo di Basi-
lonna, con sommo giubilo de' parenti e lea ascrisse tanto scempio alla sua tolle-
de' preneslini, di cui era stalo amniini- ranza. Gli abitanti si dispersero ne'pae>i
slratore del vescovato, annullando la di- circonvicini e molti passarono in Roma.
VA L PAL 3.)

La callcdiiile aiiiora fu smanlellafa ; le vinela calledrale. Nel pontificato di Puo-


(:iim[)aiie, le mostre di inai ino delle por- lo II ebbe luogo la manifestazione della
ti-, i corpi e le reliquie de'santì vennero immagine della Madonna del Buon Con-
dal Vitelleschi trasportale a Coriiflo sun siglio in Genazzano (nel i«S3q in Roma
patria. Così dopo i Sg anni dalla i. sua fu pubblicato: Cenni storici sul santità'
distruzione, Galestrina si trovò di nuovo I io di Maria ss. del Buon Consiglio di
ridotta a un mucchio di rovine infor- Genazzano). Profittò Stefano Colonna
mi. Rimasta in cima del monte in piedi dei dissidi col regno di Napoli che ten-
la rocca, nel 438 per timore che Loren-
i nero occupalo Sisto IV, per riedificare
zo macchinasse sorprenderla, fu distrutta nel 1482 anche l'antica rocca sul monte
fnio al livello delia piazza dai romani Prenestino,e Francesco Colonna suo suc-
Nicolò del rione Colonna e da l'aol(j Pe- cessore fece altresì risorgere il nobile pa-
tione del rione Ponte, lasciandoli posto lazzo baronale dello della Cortina, che
sdibandonato e senza guardie. Ael i43() a foggia di emiciclo alle altre fabbriche
tornato Lorenzo in Zagarolo, vi si forti' sovrasta. A Ge.v azzano ricordai la trista
fico, onde espugnò ed arse il
Vitelleschi meteora che balenò per breve tempo su
luogo, e preso Lorenzo lo mandò pri- Palesti ina e altri feudi de'Colonnesi, al-
gione a Eugenio IV in Bologna, il quale lorché Cesare Borgia figlio di Alessandro
lo pose in libertà. VI sotto vani pretesti ne usurpò la si-
JN'el 144^ dopo il miserabile fine del gnoria, concedendo Papa la città al
il

cardinal Vitelleschi, descritto anche nel fanciullo Giovanni 4ìorgia, dopo averla
voi. XXV, p. 5i, cominciòad annidarsi dichiarata devoluta al fisco pontificio;
qualcuna delle famiglie profughe ne' din- ma Giulio II non tardò a ritornare le co-
torni del demolito palazzo baronale, ed se nel pristino stato, e liberò la città dai
all'aggregato delle capanne ivi princi- malviventi e da una controversia cogli
piale a costruire dietro la schiena del tem- Orsini. Nel iSay andò soggetta alle de-
pio diedero il nome di Scacciato , che vastazioni delle truppe di Carlo V che
rammentava la sofferta disgrazia. Nico- aveano saccheggialo R.oma, poco dopo
e
lò V con bolla del 21 aprile i4-+7 'C* alla pestilenza. Fu poi militarmente oc-
stituì al paese e alla cattedrale gli antichi cupala sotto Paolo IV dalle genti del
privilegi, diede pieno permesso ai Co- duca d' Alba nel 556, al modo detto
i

lunnesi di riedificare Paleslrina, capita- al citato articolo, ma senza turbamento


le de'feudi ad essi restituiti, ma senza for- della civile giurisdizione, essendosi anzi
tificazioni; prescrizione che sembra es- nel seguente anno segnata in Cave (F.)
sere stata presto rimossa, poiché nel 1448 la pace, in casa della primaria famiglia
Stefano Colonna che si pose a riedifica- Leoncelli, oggi della nobile famiglia Mat-
re la città, cinse lo Scacciato di mura tei. Nel 1572 s. Pio V
con bolla viii
merlate e di alcune torri, e vi aprì tre kal. martii, per accrescere lustro e splen-
porte, delle di s. Cesario, del ìMurozzoe dore a Paleslrina, che chiamò nobilissi-
del Truglio. Dopo quest'epoca Paleslri- ma e antichissima, ai baroni conferì il ti-
na cominciò a prosperare ed estendersi tolo di principato, anche in riguardo di
in modo da occupare tutti ripiani e le i Marcantonio Colonna vincitore a Le-
lovine dell'antico tempio della Fortuna. panto.Il cardinal Camillo Borghese si
La popolazione crescendo anche fuori del invaghì dell'aria e campagna preuestina,
Iecinto, dopo 5 anni quella parte la qua- ed avea destinato fabbricarvi una villa
le denominavasi Borgo, fu colla restau- Martino; nel i6o5 divenne Pao-
sul colle
razione delle antiche mura e porle com- lo V e poi approvò la fondazione del mo-
presa nella cillà, e risorse dalle sue 10- nastero delle Clarisse, da cui uscirono ri-
4o VA L PAL
foimalrici di allii.Nel i63o i prcncsli- modo riferito nel voi. XXVIl, p. 3 l 'j ;

iiicambiarono signore, dacché France- altrettanto fecero Zagarolo e Palestrina.


sco Colonna si trovò obbligato dai do- Passando sotto la città per la via Casi-
mestici interessi a vendere cospicuo s'i lina, trovò quasi lutti gli abitanti tripu-

feudo, ed insieme alle tenute di Mezza dianti e sr.hierati per riceverne la jjene-
Selva e di CorcoIIo già c;istello e feu- dizione. Al suono delle bande e all<j spa-
(

do) per yy/ijOno scudi, a i6 gennaio; ro delle artiglierie discese nel padiglio-
ne divenne compratore Carlo l^arljerini ne con trono, formato con ricchi arazzi e
fratello d'Urbano Vili, il quale da Ca- con portiere degli antichi cardinali ve-
stel Gandolfo vi si portò il sabbaio a' 19 -scovi, e benignamente ammise al bacio
ottobre, avendo seco il nipote d. Taddeo del piede il prenestino mg.^ Aronne, da

cb'cia divenuto principe per la repenti- lui (alto ausiliare e vescovo di Lislri [l.)
na morte del genitore, ed i tre cardinali (dal l'a[)a regnante trasferito a Montai-
Barberini, oltre il contestabile Colonna lo), il clero secolare e regolare, il nume-
e il cardinal Colonna partiti dal feudo roso seminario e la magistratura clie a-

Marino per far corte al Papa. Urbano veagli presentate le chiavi della città in

Vili alloggiò nel palazzo baronale, nel di vicinanza di un maestoso arco trionfale
seguente celebrò in cattedrale, entrò nel decorato del pontifìcio slemma e di quel-

monastero delle Clarisse, dotò 3o povere li de' cardinali vescovo e protettore del
fanciulle e liberò tutti i prigioni. Nel lu- comune, di buon disegno e superba pro-
nedi si recò a Genawano, nel martedì vi- spettiva, eretto dal gonfuloniere con ana-
de in Paleslrina le chiese e conventi dei loghe iscrizioni riportate a p. 3 della i

carmelitani e francescani, e nel merco- Relazione del viaggio, e dal n." 4^ del
ledì tornò alla villeggiatura di Castel Diario di Roma. Palestrina nel giugno
Gandolfo, soddisfatto di tutte le festive e luglio 1 844 ^^ afflitta da frequenti scos-
dimostrazioni de'prenestini. Di più Ur- se di terremoto che danneggiò alcuni e-
bano Vili creò cavalieri 24 preneslini, difizi, ed a't) maggio iS^q soggiacque al

concessedueannue fiere franche e il mer- fattod'arme ch'ebbe luogo tra repub- i

cato settimanale : altra fiera franca ac- blicanicomandati da Garibaldi, eie trup-
cordò Clemente XII, ed altra Benedet- pe di Ferdinando II re delle due Sicilie
to XIV. Narra il Cancellieri nel Merca- che difendeva il Papa.
to, che nel palazzo baronale fu traspor- La Incedei vangelo è tradizione che sia
tato il letto di Urbano Vili, formato di stata portata in Paleslrina dai ss. Pietro
4 colonne modello di quelle
spirali sul e Paolo, e che il i.° vi fondò la sede ve-
del baldacchino di bronzo da lui eretto scovile, una delle sei cardinalizie subur-
nella basilica Vaticana, con decorazioni bicarie immediatamente soggetta alla s.

e bandinelle di scarlato rosso. Siccome i Sede, coirie una delle collaterali al ro-
Colonnesi si seppellivano nella cattedrale, mano Pontefice, ed ebbe il suo vicedo-
trasferirono in lioma nella basilica Li- mino. 11 I
.° vescovo che si conosca è s.

beriana le ossa de'loro antenati ; i Barbe- Secondo o Secondino che fu al concilio


rini morti in Palestrina si tumularono tenuto da s. Melchiade in Laterano nel
in s. Rosalia. Da quell'epoca Palestrina 3 3 il 2.° è Gennaro del 4tJ'j; indi Ro-
I ;

con titolo di principato, tuttora ma sen- molo o Romano del 4c)4 > Mauro del
za la qualifica di feudo, appartiene alla 55(), Sergio del 5c)4"i3 incerto. Procu-
famiglia Barberini (ì''.). Gregorio XVI lo del JC)5, Majorano del G4(), Stefano
portandosi nel i843 in alcune parti del che nel 679 intervenne al concilio ro-
Lazio, il i.°maggio partì da Roma e mano, Sergio del 721, Venanzio o Va-
presso la Colonna venne festeggiato al Icnzio del 74^, Gregorio o Giorgio car-
PAL PAL 4f

clinale che consagrò Vaiit'ipnpa Costan- fico in Roma il Palazzo di s. ]\laria

tino di Ncpi [F.) nel 7G7; Andrea cai-- Maggiore [F.), a comodo de' vescovi pre-

tlinale del 760), Coslanlino ca.\x\'\ua\e (\c\- nestini, indi donalo a quella basilica:
l'H^G, Teofilallo cardinale del Cf(]o, Stefa- nel 1 187 ("u Papa col nomedi C/e-
eletto

no del c)88 forse cardinale, Pietro cardina- incnte [II, e nominò in sua vece il car-
ledel ()()G bibliotecario aposlolico, Pietro dinal Gherardo o lìlainardo. Nel 1191
cardinale del 1 011, Giovanni di cognome il cardinal Giovanni Conti, non riporta-

Papaàel io36 cardinale, Uberto dePo- to dal Cardella qual vescovo. Nel 1200

diis o Pog'g/o cardinale del io5(S: tutti i il 1). cardinal Guido de Pare, nel 1207
vescovi cardinali avendo biogralìe, in que- Guidone o Guido Papnreschi cardinale,
ste sono descritte le cose principali die fe- nel I221 il cardii)/il (iuido Pierleoni, nel
cero perla diocesi. A'^/z/cn cardinale del I23r il cardinal Giacomo Pecoraria,
1o58, Brunone Dini cardinale del 060, 1 nel 1249 il cardinal Pietro Capocci am-
Bernardo o Berardo cardinale beneven- rainistralore, nel i
249 uia incerto il car-

tano del io(3i, morto in Monte Cassino dinal Pietro de Barro, nel i252 il car-

reduce da Gerusalemme; Leoperlo cardi- dinal Stefano Vancha, nel 1273 il car-

nale del ioG5, Umberto delle Cantina- dinal Vicedoraino de Vicedotnini che
te Z7i7///o/J// cardinale del ic-S, Atlone nel 1276 divenne Gregorio A7(K.): il
cardinale del 082, Bernardo o Beroar-
i Cardella indi registra il cardinal Ghe-
do da Benevento cardinale del 1092, rardo Cupalala. Nel 1278 il cardinal
Ugone Candido o Bianco cardinale in- Erardo di Lesigni, nel 1281 il cardinal
truso nel iot)3 dall'antipapa Clemente Girolamo yi/z/.vc/o, eletto Papa nel (288
III; /)//7o/je cardinale del oqc), Corrado 1 col nome di Nicolo IV (F.), che nomi-
cardinale del iio5, Conone cardinale nò successore il cardinal Bernardo o
del 107 legato apostolico in Palestina,
I Berardo da Cagli. Nel 1294 il cardinal
da alcuni creduto Io stesso che Corrado Simone de Beauliciij indi nel 1297 Boni-
o Curione, e vivea nel i i23, in cui gli facio VIII conferì la diocesi in ammini-
successe il cardinal Guglielmo ; ma di strazione a Lamberto vicario di Roma e
Conone non feci biografia come non ri- vescovo d'Aquino; nel 1299 il cardinal
conosciuto da Cardella, mentre il Paii- Teodorico Ranieri vescovo di Città Pa-
vinio ne parla nel pontificato di Calisto pale, col quale titolo egli si chiamò sem-
II, e lo dice legato ai concilii di Colonia pre. Nel i3oGil cardinal Wtivo Taglia-
e Frizlar, ove però Io dissi celebrato sot- ferro o Taillefer, nel i3i2 il cardinal
to Gelasio II. iVel t i So l'antipapa Ana- Guglielmo lìLìudagot, nel i3 22 il car-
cleto II intruse nella sede di Palestrina dinal Pietro de Prato, nel i3Gi il car-
il pseudo-vescovo Giovanni. Nel i4i i dinal Raimoiulo de Caniiliac,ne\ 13^3
divenne vescovo il cardinal Stefano di il cardinal Simone de Langhani , nel

Chalons, da alcuni chiamato beato; nel l3r7 il cardinal Giovanni 6Vo,v.?o seguace
I i4^ il Guarino nel
cardinal 58 s. , i 1 dell'antipapa Clemente VII, nel 1 385 il
il 1G4 il cardinal
cardinal Giulio, nel i cardinal Francesco Frignano, nel 1395
Ugo \entimiglia non conosciuto da Car- Angelo de Allliclis vescovo di Polignano
della; nel I 177 il cardinal il7rt/(//er/o, dal amministratore, nel 394 il cardinal An-
i

Cardella non ricordato per vescovo pro- tonio Gaetani, e per qualche tempo il
nestino, altri credono sia il cardinal iMar- cardinal Guido Maleseco Malosicco, fat-
cello diacono di s. Giorgio, poi pretedi to dall'antipapa Clemente VII; però nel
s. Cecilia. l\el 1 170 il cardinal Bcnere- concilio di Pisa del i4o9) Gaetani pas-
do o Bernercdo,: nel 1181 o pi ima Pao- sò alla chiesa di Porto, e Malesec restò
lo o Paolino Scolari cardinale, che edi- nella Preucstina. Deve notarsi che Bof
4i PAL PAL
nif'acio IX nel i4oi avea dalo per suc- lessanJro Cesarini, nel i54i d cardinal
cessore ad Aflliclis nell'ammiiiislrazione Francesco Cornaro. Nel 543 il cardi- 1

Oddone Colonna poi lìlartino F. Nel nal Gio. Maria del Monle, nel T'jo crea- i

i^\i il cardinal Angelo di Anna Soin- to Papa col nome di Giulio III {^V.).

mariva, nel i43i il cardinal Ugo Lusi' Piacendogli il soggiorno di Palestrina vi


guano, nel i444 '' cardinal Gio. Berar- aveva fabbricalo un palazzine nella stra-
di di Tagliacozzo, nel i437 per ammi- da lunga, e ritenne la sede fino al 24
nistratore temporale Gio. de Grecis ca- febbraio in cui la conferì al cardinale
nonico di Velletri; nel i44' s''
^i' ^^^^ Luigi Borbone. ÌSe.\ 1 557 divenne vesco-
in successore e corainendatario Andrea vo il cardinale Federico Cesi, nel i5<òi
di Montecchio vescovo di Osi mo e vica- il cardinale Gio. Moroni,ne\ i564 il car-
rio di Pioma. Nicolò V fece vescovo nel dinal Cristofaro Madrucci, nel 1.570 il

1449 •' cardinal Giorgio Fieschì , nel cardinale Ottone Truclises , nel (573 il

1460 il cardinal Gio. Torrecreniata am- cardinal Giulio della Rovere, che vi ce-
inislratore e commendatario, cui nel
ili lebrò il sinodo pubblicato in italiano; nel

i463 successe Alessio Cesarei arcivesco- 1578 il cardinal Gio. Antonio Scrbello-
vo di Benevento; nel 1466 il cardinal n/, nel i583 il cardinal Francesco Gani-
Alano Ce/;i'o, nel 147^ il cardinal An- hara,ì\e[ 1587 il cardinal Marcantonio

gelo Capranica fratello del cardinal Do- Colonna, che in Zagarolo tenne il sino-
menico diocesani, quali a vantaggio dei
i do poi stampato; nel i5c)7 vicario apo-
sudditi de'Colonnesi principalmente fon- stolico Venlidio Amatucci, indi vescovo
darono il Collegio Capranica. ^e\ i^'j'è il cardinal Giulio Antonio Sanlorio; nel

il cardinal Marco Barbo, nel i49' '1 car- 1602 il cardinal Alessandro de Medici,
dinal Gio. Bah'ex, e nell' istessoanno il divenuto nel i6o5 Leone XI [F.).^e\
cardinal Gio. Jllichiel. Nel i^Q^ '' car- 1606 il cardinal Agostino Valerio, nel
dinal Girolamo Basso della Ro\>ere, nel 1608 il cardinal Ascanio Colonna per
i5o3 il cardinal Lorenzo Cibo de Mari 12 giorni, ed il cardinal Antoimiaria
per pochi giorni, e il cardinal Antoniot- Gallij nel 161 1 il cardinal Gregorio Pe-
to Pallavicino jne\ iSoy il cardinal Gio. trocchini, nel 16 12 il cardinal Benedet-
Antonio Sangiorgio nel 1 5o8 il caidi- , to Ginsliniani che celebrò il sinodo, nel
iiale Bernardino Can'ajal, nel 5o(") il i 161 5 il cardinale Francesco Maria del
cardinal Guglielmo ^m50/ze/j nel i5i2 Monle, nel 1621 ilcardinalOltavio5^«-
il cardinale Marco Vigerio, nel i5i6 il dini, nel 1624 il cardinale Andrea Pe-
cardinal Giacomo Serra, nel 1 5 1 7 il car- relti, nel 1626 il cardinal Domenico Gin-
dinale Francesco Soderini i523 il , nel nasi, nel 1629 il cardinal Marcello Lau-
cardinal Alessandro Farne<;e per un gior- te per 48 giorni, e il cardinal Pietro Pao-
no, poi Paolo III (P^.).^e\ iSaS il car- lo Crescenzi ; nel 1637 visitatore apo-
dinal Antonmaria del Monte, nel 1024 stolico Giambattista Altieri poi cardina-
il cardinal Pietro Accolli per pochi gior- le, nel i64i il cardinal Guido Bentivo-
ni, il cardinal Marco Cornaro per un glio, nel 1644 d cardinal Anfonso della
mese, e il cardinale Lorenzo Pucci. Nel Queva che celebrò il sinodo. Nel i655
i53i il cardinal Gio. Piccolomini, nel il cardinal Bernardino iS)r7(2<^rtf, nel 1660

i533 il cardinale Andrea della falle, visitatore apostolico Antonio Severoli ar-
nel i534 il cardinale Bonifacio Ferreri, civescovo di Nazareth, nel 1661 il car-
nel i535 il cardinale Lorenzo Campeg- dinal Antonio Barberini, nella cui as-
gi, nel 1537 il cardinale Antonio San- senza il nipote cardinal Carlo Barberini
Severino, nel • 53c) il cardinale Gianvin- fece da amministratore e die principio al

ceuzo Carafa, nel i54i il cardinale A- seminario al dire di Cardella. Clemente


PAL P A L 43
X fece vescovo nel iG" i il cardinal Ri- ima volta castello popolato. Nelle citate
naldo d' Esle, nei iG-i il cardinal Ce- pagine dichiarai come per tale occasione
-siire Facchinetti; nel iG'-q lo divenne il scrissi le Notizie su Prciiesle antica e mo-
cardinal Alderano Cibo, nel 1G80 il car- derna e de' paesi convicini. Pio Vili nel
dinal Lorenzo /?(^7"ir/,
o nel 1687 il cardi-
ci *
j83o nominò vescovo il cardinal Carlo
nal Antonio Bichi, nel 1691 il cardinal I\Iaria Gregorio XVI il car-
Pedicini , e
Palazzo yJllieri, nel 1697 il cardinal Lo- dinal Vincenzo Macchi, ora decano del sa-
dovico Portocanrro. per la cui lonlannn- cro collegio, nel concistoro de'i4dicem-
7a nel 1702 fu fatto vicario apostolico bre 1840, ed in (piello de' 22 gennaio
l'arcidiacono Cesare Petrini prenesliiio, 1844 l'odierno c.udinal Castiiiccio Ca-
e nel i 708 delegato apostolico Giuseppe stracane degli Antelminelli di Urbino,
Crispini vescovo d'Amelia. Clemente XI da lui consagrato e fatto penitenziere
dichiarò poi vescovo nel 17 io il cardi- maggiore. Ogni nuovo vescovo è di po-
nal Fabrizio Spnrfa, col quale 1' Uglielli co tassato ne' libri della camera aposto-
compie la serie de' vescovi, Italia sacra lica; le rendite accendono a scudi 5oo,

t. 9 I. Nel 7 7 il cardinal Fran-


i,p. I I I gravali di pensione al seminario. La dio-
cesco del Giudice, nel 172 il cardinal e cesi si estende per jo miglia, e contiene
Francesco Barberini, nel 1726 il cardi- molti luoghi, cioè C/7i'e, Rocca di Cave,

nal Tommaso Ruffo che celebrò e slam- Olevano e Gennzzano, al quale artico-
])ò il sinodo, nel l'-Z'Ò il cardinal Gior- lo parlai di tutti ; Za^arolo, Gallicano

i;io Spinola, nel i'-39 il cardinal Gio. (f^^.); Capranica, s. Vito e Pisciano, di
Ijatlista Altieri, nel i 740 il cardinal Vin- cui dirò a Subiaco; Palliano [T^ .),Sev-
cenzo Petra, nel 1747 il cardinal Anton rone, descritto nel voi. XXVII, p. 287;
Saverio Gentili, nel 1753 il cardinale Lugnano cenno a Velletri,
di cui farò

Giuseppe Spinelli, nel 1759 il cardinal e Castel s. Pietro appendice della città,
Federico Lante,ae\ 1-63 ilcardina! Gio. in principio rammentato nel più rilevan-
Francesco Stoppani, nel \'-'-5 i! cardi- te. Sulla città e diocesi ne trattano, ol-
nal Girolamo Spinola, nel 1784 il car- tre gli storici del Lazio: Josephus Ma-
dinal Marc' Antonio Colonna, nel '"94 i ria Suare^ius, Praenestes antiqua, Ro-
il cardinal Leonardo Antonelli, coi qua- niae i655. Sebastiano Fantoni Caslruc-
le il Petrini termina la serie de'vescovi, ci, Prenesfe liberata (dalla peste, con no-
che continuerò colle Notizie di Roma. te storiche), Roma 1G57. Piazza, GerflT-
1800 cardinal Alessandro Mattei che nel chia cardinalizia, p. 2i3 e seg. della
1804 celebrò e stampò in Ialino il si- chiesa di Pnlestrina e 4^ delle cardina-
nodo diocesano; 1809 cardinal Aurelio lizie. Leonardo Cecconi, Storia di Pale-
Rn^'arellaj 8 14 cardinal Diego Innico
i strina città del prisco Lazio, illustrata
Caracciolo j 1 820 cardinal Giuseppe iS'/;/- con antiche iscrizioni e notizie /inora ine-
n^j- per comando di Leone XII nel 1828 dite, Ascoli756. Antonio Petrini, Di s.
I

il cardinal FranLesco^er/(i:::o// che restò Agapito prenestino, della basilica a Ini


dolente per non aver potuto visitare la eretta in Palestrina e delle sue reliquie
diocesi questo mio amorevole ho par-
: di ivi venerate, Roma ''^93. Pietro Anto-
lato ancora ( oltre a Pio VII) nel voi. nio Petrini, Memorie Prenestine di.^poste
XXVni, p. i4o e 22G, narrando che informa di annali, Roma 179?, con
n'25 giugno 1829 fu a trovarlo il car- appendice d'iscrizioni sacre, onorarie,
dinal Cappellari poi Gregorio XVI. Ci storiche e mortuarie.
alloggiò nell'episcopio, ed a' 27 insien)e PALIANC), P.ileanum , Pallianuni.
si tornò in Roma, dopo breve fermata a Comune e governo, capoluogo con resi-
s. Cesario, tenuta del pi iiicipe Rospigliosi, denza del governatore, distretto e delc-
44 PAL PA L
gazione di Fiosinone, al quale aiiicolo che col Bracalone di Gcnazzano fu imo
parlai delle comuni di Serrane e Piglio di quegli eroi che sostennero per onore
da cui dipendono, diocesi di Piilcsti'ina d'Italia il famoso Z)«e//o \n Barletta [F.),
{t^-), enlro il territorio degli anticlii cr- come attesta il Petrini. Ora Paliano van-
iiici, 36 miglia distante da Roma. Forte ta mg.' Andrea Bizzarri canonico Libe-
per natura, lu successivamente in varie e- riano, protonotario apostolico partecipan-
jioche rafl'orzato da mura, torri e bastio- te e assessore della congregazione de' ve-
ni, e da una cittadella o fortezzza o ca- scovi e regolari; ed ultimamente perdet-
stello, specialmente nel secolo XVI ; un te 4 illustri cittadini canonici della col-
solo è l'accesso pel quale vi può entra- si legiata, cioè: I
." Cesare d'Orazi le cui
re, ed ancor questo per mezzo d'un pon- notizie e quelle di sue dotte opere si leg-
te levatoio. 11 luogo è circondato di for- gono nell'opuscolo: Som ma di ragioni per
ti mura, con due porle chiamate P>.oma- assegnare il vero e legittimo autore nella
ua e Regnicola. Tra gli edifizi si distin- persona del fn d. Cesare Orazi celebre
guono il palazzo baronaledel principe Co- filosofo e teologo dì Paliano all'opera ;

lonna, ed [)a!azzi di Tucci, di Petrarca


i Novae disquisitiones de Deo et fragmen-
e di Dorascenzi. Tre sono le chiese e due ta coi>mo\o^\ae, pubblicata in Lugano da
parrocchiali, cioè di s. Anna e di s. An- un anonimo in due volumi, Ferentino
drea apostolo e patrono di Italiano. La i84~; 2.° il dotto Giuseppe d'Orazi;
chiesa di s. Andiea è collegiata gran- 3." Filippo Sidei i, del quale il d."^ Giusep-
,

de e bella con tre navate; il capitolo si pe Tonelli defunto, medico condotto va-
compone della dignità del preposito, di lente e amato di Paliano, ci die le noli-

8 canonici, di i beneficiati; vi sono inol- zie di sua dottrina e l'iscrizione lapida-


tre 9 cappellani detti ducali. A questo ria da Composta nel Giornale Ai ca-
lui

capitolo nel 1743 Benedetto XIV, ad dico p. 367 ; 4-° Francesco Mar-
t. 38,
istanza de'Colonnesi, concesse l'uso della tini mentovato, teologo, filosofo e orato»

mezzetta paonazza e l'almuzia ai bene- re insigne, autore d'opere e benemerito


In una cappella si venera l'imma-
ficiati. della patria. Salubre ed elevata è la si-
gine miracolosissima della Madonna di tuazione di Paliano con fertile territorio,
Zancati. i'er questa pubblici) il can. Fr. e quello di Preneste si estendeva sino ad
IMartini: Istoria della scoperta, incoro- esso, IVe'dintorni evali fundus Caesaria-
nazione e traslazione di Diaria ss. nella itus, di cui parlai u Genazzano.

chiesa di s. Andrea di Paliano, E-oma Il eh. Castellano, Lo stato Pontificio,


i833. Il numeroso, e nel subur-
clero è p. 22 1, dice che nel secolo X sui vicini

bio sonovi cappuccini ed passionisti.


i i monti eroici sorgeva popolosa città, ove
Vi sono scuole di maschi e femmine, es- cercavasi nelle universali angustie rilligio,
sendo le seconde istruite dalle maestre e denominavasi Capitulnm o Capitula-
pie, un ospedale due confraternite. Gli
e nunij e che quando gli abitanti, sedate le
abitanti ascendono a circa 5ooo e fra civili procelle, discesero a piìi tranquilla
essi fiorirono diversi uomini illustri, prin- dimora, piacque loro di chiamarla piut-
cipalmente nelle armi e nelle scienze. Fa- tosto Pileuni o Pileanum che si converti
rò menzione d'alcuni. Crescenzo da Pa- poscia in Paliano. Però il Ndjby narra
liano valente giureconsulto, che nel i3i I che la memoria più antica di Paliano ri-
si recò in y^v'/n-zio^ze, spontaneamente di- sale al 2.° periodo del secolo VI, poiché
fese lamemoria di Bonifacio dalle FUI nella cronaca Sublacense si ricorda la
accuse e ne uscì con onore, vendicando chiesa di Salvatore acquistata da Gio-
s.

le calunnie e imposture spacciate contro vanni abbate in Palliano, la quale rifab-


quel gran Papa; Moele o Michele Tosi, Lnicala si vede a destra della via the dal-
,

PA L PAL 4^
l'osteria della Buffala conduce a Piglio ;
nel i ^78 il vescovo cardinal Tnich'tesViìp-
eclie l'origine del nome deli va da un fon- plico colle rendite alla collegiata di s. An-
do della gente Pollia, e lUfniuUix PolUa- diea di Paliano, alla finale già nel i 534
nux per transizione di pionunzia si fece il vescovo cardinal Valle avea attrilnii-

Pallianits. Nel i ^4 romani sollevati


i i to le rendite della chiesa di s. Giovan-
contro il Papa,a'iqaprilepreserola ter- ni di Zanouti, castello diruto nel secolo
ra e l'incendiarono. A Gregorio IX ram- precedente. Ritornando al secolo XIV ,

mentai come nel 1282 quel Pontefice, nel iSyS erano feudatari di Paliano i

allinedi porre un termine alle discordie Conli di Segni Ildchrandino ed Adinol-


intcsline die laceravano numerosi abi- i furono come tali riconosciuti da Ur-
fo, e

tanti di'l!a terra con «luella di Serrone, bano VI, ma nel iSSq vennero da lui
pei molti baroni che le possedevano, la discacciati, ocome ribelli ocome aderen-
occupò colle sue milizie, la cinse di fosse ti allo scisma. Tuttavia il successore Do-
e di alto muro, e la munì una torre
di nifacio IX li reintegrò, dichiarandoli vi-
allissima (lo che fu eseguito nel colmo cnri della terra per 29 anni, investitura
(Icll'uiverno stemprandosi la calcina con che Giovanni XXIIl estese a favore di 1-
acrpia calda ), ed acquistando dai condo- debrandino fino a terza generazione. La
mini Paliano e Serrone per la s. Sede, fimiglia Conli di quell' epoca ne rimase
iVegli atti della vendita cui li costrinse in possesso sino a Martino V Colonna,
Gregorio IX, si nomina la rocca e castro il quale mentre confermò ad essa tutte
Pnlinni, la rocca e castro Serronìs , ed le che possedè va^ ad istanza delle
terre
icondomini sono Oddone Colonna signo- comunità di Paliano e Serrone infeudò
re diOlevano, Trasmondo di Tineto, Lu- di questi in vicariato perpetuo i propri
ca da Paliano, Pietro e Bartolomeo Più- nipoti Antonio e Odoardo; laondedaqiud
to, Pietro da Paliano, Jacopo ed Unga- tempo le signorie ei titoli de'due luoghi
ro, Pietro Vecchio, Tommaso di Psicolò ancora rimane ai Colonnesi.
da Aliro, Teobaldo di Gregorio e Nicolò La vicinanzaddi tantipossedimentid<'l-
IMacaranno, che s'intitolano tutti Domi- la Colonna, enumerali a quel-
famiglia
ni de Palliano. A questa prima cessione l'arlicolo ed ai relativi, che attorniavano

e vendita accedette nel J236 Guidone di questa terra, dovea condurla prestootar-
Gio. Rolando. Si raccoglie dal Petrini di in loro dominio intiero, che sembra in
che a epoca erano compadroni efeu-
tale principio solo fosse in parte, divenendo
datari di Paliano e Serrone anche Ste- ]ioi uno de'principali feudi di s"» polente
fania Rossi da Cave e Gio. Leoni da Pa- stirpe. Nelle vertenze fra wSislo IV ed i

liano, famiglie esistenti quando scriveva. Colonnesi, le milizie pontificie, dopo l'e-
li vescovo di Paleslrina cardinal Pcco- spugnazione di Crtir e altre terre, asse-
raria fondò nell'illustre terra di Paliano diarono Paliano, ov'era Prospero Colon-
un monastero di sacre vergini cistercien- na, che la difese valorosamente; ma per
si, assegnando loro la chiesa di s. Pietro, togliersi qualunquesospettodegli abitan-
fondazione che ricolmò di lodi e bened- li, condurre
fece i loro figli in Gcnnzza-
cenze Innocenzo IV, la quale però andò no con minaccia di farli trucidare, qiian-

a mancare dopo la morte del cardin.de, do non avessero fatto essi il proprio de-
che avvenne a'26 giugno 244-1^'-'"'^ "^"s T l^''o Breve però fu l'assedio,
nella difesa.
rendilesi slabilìunacommeiida,che il Pc- atlcsochè il Papa morì a'i2 agosto, en-
ti ini congettura essere quella che con lilo- de le truppe tornarono immediatamente
lodi rettoria di Paliano e delSeironesole- a Pioma, e l'rospero ricuperò il possesso
va conferirsi ai vescovi prenestini, come delle terre perdute. Alessandro VI, in fi-
fu concessa nel 1 32 3 al cardinal Prato, e vere della sua famiglia Borgia , spogliò
46 1' A L PAL
chiTeiiiIi i Coloniìcsi, e secondo Calintlii, Paliano: dei rigori esercitati da Pio IV
Stigf^io del PoìUiJlcio stalo, j). S;"^, cjiu;l contro Gio. Carafa decapitalo e altri pa-
Papa nel i 5o i nominò Galiano ciltìuiii- renti, e delle beneficenze <t giustizia resa
«;ale. Giulio li ripiistinòi possessi dei Co- ai Caralfeschi da s.Pio V, parlai a Ca-
lonnesi, ma avendo questi provocato l'in- r.AiAFAMir.LiA. Da qucll'cpoca la casa Co-
degnazione di Clemente VII, nel i'j2(> lonna resiò in pacifico possesso di Palia-
la contrada soggiaccpiea devastazioni. E- no, solo peidèil diritto baronale, quan-
rausiappena rimarginate le piaghedicpie- do a' nostri leujpi furono aboliti i/èur//.
sto disastro, che nel i54o o i54i, pei" liacconta il Cecconi che nel 1570 per
la ribellione de'Colonnesi a Paolo HI, il le premure dello stesso Marc' Antonio
figlio di questi Pier Luigi Farnese prese vincitore a Lepanto, il vescovo cardinal
Paliano e lo smantellò. Nella sede vacan- Ti iiclises eresse la chiesa di s. Andrea in
te del I appena defunto Paolo IH,
54f), collegiata, unendovi i beni della chiesa
Ascanio Colonna occupò Paliano e altri antica di s. Maria, poi oratorio della for-
castelli, per cui i cardinali armarono mi- tezza, oltrememorati. Quindi Marc'Au-
i

lizie per sicurezza del Conclave. Neh 553, tonio rinnovò dai fondamenti la chiesa,
non senza grave scandalo, invase Palia- fabbricandovi nella parte inferiore una
no JMarc'Antonio Colonna contro Asca- nobilissima tomba per sé e suoi, nel coro
nio suo padre, con le liuppe che portava superiore aggiunse una maestosa cappel-
a soccorso del regno di Napoli. Egli era la con epitalli de'Colonnesi ivi sepolti, al

ivi quando Paolo IV, temendo che par- lato della quale fu poi aggiunta una va-
teggiasse per Filippo II, col quale era in ga cappella piena di reliquie. Inoltre
rottura, lo richiamò nel i556 in Pioma, Marc'Autonio circondò di mura e baloar-
Marc'Autonio non obbedì, ed il Papa lo di la fortezza, e la provvide d'artiglieria
privò di Paliano e degli altri feudi, crean- e di armeria, con particolare comandan-
do duca di Paliano il proprio nipote Gio. te. Nel i584 i Colonnesi in luogo ame-
Caiafa ; in tale circostdnza i Caradeschi no e delizioso edificarono la chiesa e il

ridussero le fortificazioni della terra co- convento de'cappuccini. Nel 1750 il se-
me oggi in gran parte si vedono, in mo- minario prenestino essendo vivente il ,

llo di renderla per que'tempi quasi ines- ven. Paolo fondatore da'passionisti, a que-
pugnabde. Scoppiata la guerra tra Paolo sti donò la chiesa di s. Maria diPugHano

IV sostenuto dai francesi, e Fdippo II, il già de' conventuali nel territorio di Pa-
Lazio fu inondato da due eserciti. Il duca liano; religiosi ristorarono il conventino
i

d'Alba viceré di Napoli preso Frosinone, formandovi un ritiro, ed abbellendo la


giunse a Genazzano e Palestrina. I pa- chiesa che nel 1765 consagrò il cardinal
palini e francesi ripresero la seconda, a- Stoppani. Nel 1796 il contestabile d. Fi-
vendo già occupato Paliano e Serrone. lippo donò a Pio VI 2 cannoni di bron- 1

Trovandosi il duca d'Alba in Genazzano zo di questa fortezza, onde armarsi con-


era fra due fuochi, quando JMarc'Anto- tro i francesi, i quali però presero e sac-
nio dai monti di Subiaco sopraggiunse clif^ggiarono la fortezza, ne demolirono
con altra armata, e fece temere ai romani le fortificazioni,portandone via 200 car-
che sarebbe giunto presto dentro Palestri- ri di spoglie, nelle quali erano molte ar-

na. Ildesiderioquindi della pace fu comu- mature rabescale d'oro di poi oltre le or- :

ne, ed ebbe luogo nel iSoy in Cave, con dinarie conlribuzioni,obbligarono il con-
patto che Paliano fosse consegnato ad una testabile a pagare scudi 62,c)5o, come si
terza persona, ovvero smantellato rima- legge nella Relazione de'patimenti di Pio
nesse al duca Gio. Carafa. Morendo nel FI, p. 359. t. 2 di Baldassari. Nel pon-
i559 Paolo IV, lAIarc' Antonio ricuperò tificato di Gregorio XVI il principe d.
PAL PAL 47
Aspreiio Colonna donò allacamera apo- PALLA o PALA. Quadrello di finis-

stolica la foltezza, e vi si formarono del- sima biancheria ossia tela ben insaldata,
le carceri. Altre notizie su Paliano si pos- o retta talvolta da un cartone, ad uso di
sono leggere in Piazza, Gerarchia car- cuoprire il Calice (f^-), nel tempo della
iìitializia p. 23f); in Cecconi, Storia di Messa {f^.), dall'olìerlorio alla comunio-
Palf.striiia ; in Petrini, Memorie Preiie- ne, non che l'ostia sulla patena. Questo
siine ed in JNibby, Analisi dc'dinforni
; piccolo Corporale [F.) è detto Palla a
di Roma, t. 2, il cui articolo colla vedu- palliando, secondo INIacri. Dicesi anche
ta del castello di Paliano fu riprodotto animetta ptichè racchiudesi nel corpora-
ì\it\W4lbiim an. VII, p. 16!^. le, siccome anima nel corpo. Aulicamen-
^ khXOTTO, Arac aniìculnm, velimi, te chiiidevasi il calice colla palla, ch'era
velamc/i. Arnese checuopre luparie di- molto grande, come usano ancora cer- i

nanzi dell'altare, che dicesi anco fron- tosini, anzi formava parte dello stesso cor-
tale e pallio. Originariamente questo pa- porale ravvolto sopra il calice; quindi chia-
ramento dell'altare era una semplice cor- mossi palla cor/;orrt//.?, perchè la sempli-
tina che serviva a impedire die la polve- ce voce palla significa la 2^o^>aglia [F.)
re non recasse guasto alle casse contenen- dell' altare. La palla dev'essere di lino,
ti lereliquie de'sanli collocate sotto me- i perchè rappresenta la sindone nella qua-
desimi altari. Il paliotto o frontale si for- le fu ravvolto Cristo; né la parte ante-
ma di stoffe differenti, del colore secon- riore può essere coperta di seta, come de-
«lo le rubriche; come pure ricamato a co- cretò nel 1701 la congregazione de'rili.
lori o con oro e argento, con guarnizio- La palla dev'essere benedetta e non rica -
ne di trine e frangie simili. Inoltre sono- mata d'oro odi seta. Das. Solerò Papa del
M paliotti di madreperla, di argento e di I 75fu proibiloalla religiose e diaconesse
altri metalli, di musaico e di altre mate- di toccare le palle sacre, giacché in alcuni
rie, come rilevai ai loro luoghi, con istem- ministeri le Diaconesse [F.) seix'ivano la
mi, immagini di santi e altre figure. Quelli chiesa come una specie di Ostiaric. Alcu-
nobilissimi che servono per la canonizza- ni si servono di due una per cuopri-
palle,
zione de'santi, sogliono i Papi donarli alla re il calice, l'altra per Paolo IV
l'ostia.

l)asilicaVaticana per l'ai tare papale, ch'es- a'suoi teatini concesse l'uso di due palle
sendo isolalo ha due lati e perciò due pa- nel celebrar la messa, l'ima per cuopri-
liotti, come per ultimo fece Gregorio XVI. re il calice, come tutti fanno, l'altra per
Dei paliotti di madreperla e d'arazzo del- sovrapporla all'ostia, e servirsene meglio
la cappella pontifìcia, feci paiola nel voi. che la patena, sebbene usino anche que-
VI II, p. I
39 e 2q2 ; di altro sontuoso sta; quindi naccjue la coutioversia, se i

paliotto della stessa cappella, donato a sacerdoti secolari o regolari d'altro ordi-
Leone X dal re di Portogallo, ne parla ne, che celebrano la messa nelle chiese
Baldassari, Relazione de' patimenti di Pio de' teatini, potessero servirsi delle loro
J'I, t. 2, p. i4- Sul paliotto si possono leg- palle, sulla quale può vedersi Gavanto,
gere i relativi articoli, non che Mensa Pasqua ligo, Quarti e ÌNIerati citali da
dell'altare e Pallio. Lamberlini, Della s. Messa sez. 1, e. 3,
PALITH. Luogo presso IMagonza, do- Cj 2. che nelle chiese de' teatini,
Certo è,
ve fu tenuto un concilio nel 1029. L'ar- massime in quella di s. Paolo di Napoli,
civescovo di Magonza vi rinunziò alle sue ove riposa il corpo di s. Gaetano loro fon-
pretensioni sul monastero di Gander- datore, dai teatini e dai sacerdoti secolari
sheim e ne lasciò la giurisdizione al ve- e regolari si usano le due palle, che adottò
scovo di Ilildesheim. Reg. t. 2?; Labbó per la sua diocesi il vescovo di \ erona Gi-
t. g; Arduino l. G. beitiamicoecontetDporaneo del santo. I
-

48 PAL PAL
f;reci moderni cìiiomaiio nrfclc,iìq)hcle, glimorì verso il 4'J''> ^ Fordun, presso
la palla colla quale ciio|)ioiio nella messa Aberdeen. Le sue reliquie erano antica-
il disco in cui è riposta l'ostia consagrata, mente custodite nel monastero di For-
ed il cajicein cui sta il vino ossia il san- dun, ma nel i4o9 Guglielmo Scenes ar-
gue del Signore. Nel voi. lX,p. 26 e ?.H, civescovo di s. Andrea e primate della
parlando della solenne messa die celebra Scozia, le pose in un'arca nuova, fregia-
il Papa, dissi che la palla cui cuopresi il ta d'oro e di pietre preziose. La lesta di

calice è delta //o/ci o /ìliola,óe\ (piale vo- s. Palladio è notata a'(3 di luglio nel bre-
cabolo trattano Dncange e Carpcntier in viariodi Aberdeen e nei calendari di Sco-
Glossai inni j come pure dell'asterisco o zia; ma in alcuni calendari d'Inghilter-
stella d'oro, con la quale cuopresi l'ostia ra trovasi a'i5 di dicembre. y.Scozw,
consagrata sulla Patena (^•), acciò nel Irlanda.
portarsi dall'altare al trono non sia mos- Palladio (s.), vescovo di Salntes.
sa dall'aria o cada sul pavimento, secon- Nato da illustri genitori, succedette a Di-
do il rito de'greci, spiegandone il simbo- dimo sulla sede di Saiutes circa il 'j'-3, e
lico significato Cancellieri, /*o/i//7/<:"c7//, p. ft.'ce risplendere la sua pietà nella cura
G4; come pure parlai del puriflcatoio o che si prese di ornare le chiese e di fab-
palla con merletto e fiocchi d'oro, con la bricarnedi nuove. Feccia traslazione del-
quale cuopresi il calice nel portarsi egual- le reliquie di Eutropio primo vescovo
s.

mente dall'altare al trono. di Saiutes, e di quelledell'abbate s. Mar-

PALLADIO (s.), apostolo degli scoz- lino. Assistette ai concilii che si tennero

zesi. Era diacono della chiesa di R.oma, a Parigi ed a Macon, l'uno nel SyS, l'al-
e non si può dubilarecliesia quello stes- tro nel '^'Ò'). In quest'ultimo fu deposto
so clic parti da Roma nel 43' per or- Faustino, il quale era slato indebitamen-
dine di Papa s. Celestino I, e fu pri- te consacrato vescovo di Acqs da Palla-
mo vescovo degli scozzesi che credeva- dio, che perciò incontrò l'indignazione
no in Gesìi Cristo. Secondo alcuni scrit- del re Gontrano. Palladio fu anche accu-
tori, s. Palladio, la cui missione fu ante- sato di favorire i disegni di Fredegonda
riore a quella di s. Patrizio, venne cac- contro Gontrano; ma questa era una ca-
ciato dal paese dal re di Leinster, e tor- lunnia. Morì alla fine del VI secolo, ed
nò nelle parti .settentrionali della Breta- è nominato nel martirologio di Francia
gna, ove dapprima aveva esercitalo il suo a'y di ottobre.
zelo. Dal che ne segue, ch'egli era stato PALLAVICINO o PALLAVICINI
mandato a tutta la nazione degli scozze- AxTOMOTTo, Cardinale. Patrizio geno-
si, molte colonie dei quali erano passale vese, discendeva da una delle più il-
nel settentrione della Bretagna, e s'insi- lustri e antiche famiglie d'Italia, che
gnorironod'una partedel paese conosciu- sipropagò in Parma, Piacenza, Cre-
to sotto il nome di Scozia. La sua mis- mona, Genova, Torino e in altre città
sione trovò molti ostacoli e gli costò molti ove il suo nome è in isplendore. II IVIura-
travagli: pure predicò con molto zelo, e toii nella par. i delle Anticliiià Estensi,
vi formò una chiesa numerosa. Gli sto- non solo enumera gli stati che possedet-
rici di Scozia dicono che la fede fu ivi te la famiglia Pallavicino, ma dicendo di
stabilita verso l'anno 200, sotto il regno sua nobiltà, dichiara probabilmente di-
di Donaldo e il pontificalo di s. Vittore scendere dal medesimo ceppo che l'E-
1 ; ma tutti d' accordo affermano che s. stense, della quale trattai a Modeiva. Il suo
Palladio, da essi chiamato Padio, fu il cognome provenne forse da Obeito mar-
primo vescovo del paese, e gli danno il chese di Lunigiana nel i che chiama
i ?.4,

titolo di primo apostolo della Scozia. E- vasi Pclaviclno ^Qi- soprannome, il qua-
PAL PAL .Ì9

le tli volilo suo nome [iioprio e poscin co- di Toiirnay, di Cuma, di Lainego, non
giioiiic tic' suoi discenilciili, iiiiil;ilosi in [>aie di Genova come scrisse qualcuno; in-
se£[tiito in Pallavicino e da Jilcuiii vol.- di a' <) o i\ marzo i48f) lo creò cardi-
f;aitncnte dello Pallavicini. Anloiiiotto nale prete di s. Anastasia. Nel pontifica-
dalla Spagna, dove insieme co'snoi fra- lo di'Alessandro VI continuò nella .ca-
telli esercilavasi nella niercalnra, si Ira- rica di pro-datario, perchè l'avea in mol-
sfeiì nel i ("O a Genova e poscia a Pio- ta considerazione, stimandone l'intrepi-
nia, ove.fci ammesso tra i famigliari del dezza e il coraggio. Quanilo Carlo Vili
cai diiiai Cibo, il quale avendolo fallo co- nel fine del i49Ì entrò in Roma, essen-
noscere a Sislo IV, restando (piesli sod- dosi ritiralo il Ponlelìcc in Castel s. An-
disfallo del suo spirito, Io adoprò per al- gelo, il cardinal vemie incaricato di rice-
cun tempo nello scrivere le lettere apo- verlo e di trattare con lui, ciò che adem-
stoliche, e nel i48i gli conferì il vesco- pì con buon successo. Partito nel maggio
vato di Veiilimiglia. Ak-ntrestava per par- i4q^ il >e tla Napoli per Roma, e Ales-
lire da R(jma, morì Papa e gli succes-
il sandro VI per Orvieto onde non trovar-
se il deltocardinalecol nomed'Innocen- visi, il Papa gli afìidò il governo dell'alma
7.0 Vili, il cpiale non solo cortesemente città col titolo di legalo apostolico e gli"
lo avca li ottenuto, ma in tempo del con- lasciò la cura di trattare col re , da cui
clave avea dato a guardaiv alcune
gli ottenne la resliluzione di tutte le pia'.ze

stanze che avea contigue al suo titolo di che avCa occupate alla Chiesa. Quantun-
s. Lorepzo in Lucina, avendolo anche que il cardinale fosse di poche lettere, di-
fallo nominare tra prelati destinali alla
i venne assai colto ed erudito, per la con-
custodia del conclave. Quindi lo promos- tinua conversazione che faceva coi lette-
se subilo a datario, nel quale impiego per rati che teneva in casa. Una delle doli
la sua integrità e singoiar disinteressasi però che lo resero commendabile sopra
fece amare da tutta lioma. Avea Anlo- tutto, fu la savia e prudente libertà con
niollosoi tilo dalla natura particolare de- cui ne' concistori esternava il suo parere,

strezza nel maneggiare i cuori altrui, e come praticò con Alessandro VI e Giu-
sapeva a fondo l'arte d'insinuarsi nell'a- lio II, che nel i5o3 lo fece vescovo di
nimo delle persone, onde colla dolcezza Palestrina. .Benché Giulio II per alcu-
del tratto e colla soavità delle maniere ne parole si fosse alquanto sdegnato, lut-
guadagnava il cuore di chiuncpie tratta- tavolla ne fece sempre gran conio, de-
va con lui. Quindiavendo Innocenzo Vili stinandolo air importante legazione dei
detcrminato di abolire cerli magistrati re di Francia e di Spagna in Savona, per
della cancelleria apostolica ( di cui par- conchiudere la lega contro la repubbli-
lai nel voi. VII, p. 186) detti strazio- ca di Venezia, e venne distinto da tali

ti [Suaiiotas), istiluili dall'antecosso- principi facendolo camminare in mez-


re, senza però restituire loro il denaro, zo di loro e volend(jlo proprio commen-
per cui mezzo avevano ottennio la ca- sale. Moslrossi insignemente generoso
rica, essi ne fecero alte querele co' cardi- verso i suoi ben alVelti e con quelli che a
Papa, il quale avendoli rimessi al
nali e col lui ricorrevano, somministrando loro de-
|)ielato, furono da
lui accolti con tanta naro e impegnandosi per essi. Nellaelezio-
buona grazia, che quantunque pieni di ne di Pio III si traltòdi elevarlo al pon-
malcotileiilo, pure si chiamarono soddis- tificato, e quando mancòdi vita nel 1307
fatti, dicendolo incantatore di tulli per le d'anni (>(>, sinceramente da tutti fu pian-
belle parole che usava. Nel i48(-') Innocen- to. Ebbe tomba ba«
nella cappella della
zo Vili inoltre lo fece vescovo Orense e bilica Vaticana da fondala e dotata
luì ,

suctfssivameate di Pamplono, di Nicosia, ma nella demolizione della tribuna le sue


VOL. LI.
So PAL PAL
ceneii nel i >()6 furono trnsffi ile in quel- argomenti applauditi che vi Irntiò. Inol-
la di s. Gìo.Ijaltisla nelUciiiesa di s. Ma- tre iece parte del congresso de'dotti che
ria del Popolo, dove si vede magnifico adunavasi presso Virginio Cesarini, e
avello colla sua stalna giacenle sopra ur- per la fania acquistatasi fu celebrato dal
na, con nobile epiladio postovi dai proni- Tassoni nella ScccJiia rapita, l'orlando-
poti. si in Roma Chigi, poi Alessandro VII ,

PALLAVICINO Giambattista, Car- volle essere raccomandato a Sforza (che


ilinalc. Genovese, nipote del precedenie, poscia ne scrisse la vita) e ne sperimen-
sotto la cui direzione fu educalo, divenne tò il patrocinio con introdurlo nella gra-
vescovo zelante di Cavaillon e vi ammise i zia pontifìcia. Quantunque primogenito,
domenicani, intervenendo al concilio di per la sua soda pietà abbracciò lo sfato
Lalerano V. Perle sue egrègie qualità, ecclesiastico, con mollo piacere di Urba-
scienza, religionee prudenza, LeoneX nel no Vili che lo ammise in prelatura e nel-
1.' luglio iSi^, lo creò cardinale prete lecongregazionidell'immutiità e del buon
del titolo di s. Apollinare. In tutti i suoi governo, con pensione di scudi 25o. De-
impieghi si diportò con contegno e mae- caduto dalla grazia del Papa il segreta-
*stà senza ostentazione, con illibati costu- rioCiampoli eridottoa vita privala, Sfor-
mi, fedele nel consiglio, grave ed eloquen- za continuò nell'amicizia con raro esem-
te nel pronunziarlo, onde riuscì gratis- pio, solendo gli altri seguire il corso de-
simo a tutti Papi. Ma d'anni 44 essen-
i gli avvenimenti, amare per fini secon-
do in Fabbrica diocesi di Civita Castella- dari la posizione non la persona. Tulta-
na per ristabilirsi in salute, vi mori. Tras- volta le sue fiequenti visite e soccorsi che
portalo il cadavere in Roma, ebbe sepol- nell'infortunio faceva all'amico, dispia-
tura in chiesa di s. IMaria del Popolo, o- cendo a'maligni, provocarono un raflrcd-
ve nel i 5c)6 il prelato Giambaltisla Pal- damento di Urbano Vili versodi lui, che
lavicino gli eresse onorevole iscrizione. lomossea desiderared'impiegarsi fuori di
Lasciò diversi legali pii, ed alcuni di gran Roma; laonde nel i632 venne destinato
considerazione, fra' quali nel suo titolo governatore di Jesi, indi d'Orvieto e di
un benefìcio, 4 canonicali e allrellanle Camerino. Mentrepubblicavasi il suopoe-
prebende, con obbligo di uflìciarvi in de- ma de' Fasti sacri da lui dedicalo al Pon-
terminali giorni e celebrare certo nume- tefice, Dio gli fece conoscere le vanità del
ro di messe per l'anima sua. mondo e disprezzarle, essendo tutto tran-
PALLAVICINO Sforza, Cardinale. sitorio, e deliberato di farsi gesuita, fu
De' marchesi di Parma, nacque in R.0- ammesso nella compagnia nel 687, d'an- 1

nia. Ne' suoi verdi anni diede a conosce- ni 2t), ad onta della resistenza del padre,
re quanto prometteva il suo felice in- cui dispiaceva veder terminala la di lui
gegno, poiché sostenne solènne dispu- carriera prelatizia. Nel i63c) fu destina-
ta per tre o cinque giorni continui su to a insegnar filosofia nel collegio roma-
lutla la teologia scolastica, cheavea ap- no,enel i643 venne sostituito nella teo-
preso dal de Lugo poi cardinale, nel- logia al celebre de Lugo. Questa calledra
la quale fu laureato nel 1628. 11 car- poi dovè lasciare per l'esame del Cimoso
dinal Maurizio di Savoia io ammise nel- libro di Già iisenio, fa Ito uno de'pri mi con-
la letteraria adunanza che lìoriva nel sultori tra'i3 teologi a ciò destinati, e in-
suo palazzo, e gl'inculcò coltivar la ret- sieme prefello degli sludi del collegio. Già
torica e la poesia, come fece, recitandovi Innocenzo Xloavea ammesso nella con-
aloune prodirzioni. ^ enne puie annove- gregazione deputata ad esauiinare il li-

rato nella celebre accademia degli Uino- bro ; Della (grandezza (iella cliiesa roma-
risli , merilaudoue il principato per gli na stabililu suU'aulorilàdis. Pitti o e s.
P AL I» AL 3 1

Piiolo, imii oniidaniiato i)fl i<347. Intnii- PALLAVICINO Lazzxho, Cardina-


lo fu animalo dal cardinal Bernardino le. Nacque in Genova da stirpe sena-
Spada a intraprendere la Sloriadelcon- toria, abbracciò Io stato ecclesiastico e
(•ilio di Tri'ìitn. Divenuto Chigi Alessan- si pose al servigio della s. Sede, in cui
dro Vn, ricordevole dell antica amicizia dopo diverse decano
cariche, divenne
e dei gran merili di Sforza , lo nominò de' chierici camera e prefetto del-
di
esaminatore de'vescovi e consultore del l'annona e grascia. Avendo prestato l'o-
s. oflÌ7Ìo, e secondo alcuni anche confes- pera sua in tempi difficili e scabrosi coti
sore, finché nel i(ì5q a' io novembre lo somma anco come nunzio di Spa-
lode,
pidjhlicò cardinale prete di s. Susanna, gna, Clemente IX a' 29 novembre 1669
|ìoi di s. Salvatore in Lauro. Avendo ab- lo creò cardinale diacono, e poi Clemen-
bandonato il secolo pei- fuggir gli onori, te X gli conferì la diaconia di s. Ma-
non sapeva indursi ad accettare la porpo- ria in Acquiro. Essendo legato di Bo-
ra e fu d'uopo che un comando ne vin- logna, il popolo si sollevò per aver di-
cesse la ripugnanza, continuando peiò minuito il peso del pane nella carestia, e
l'antico tenore di vita sino alla morte. Fu corse pericolo di restarne vittima ; il suo

uiipiegato negli affari più gravi, essendo ruvido tratto disgustò la nobiltà, e il ri-
tenuti i suoi voti per oracoli. Mecenate gore gl'inimico il popolo. Chiuse però in
de'Ielterati amò
con elRisione, negra-
li pace in Roma, per lo più cagionevole,
di la conversazione e per quanto potè aiu- la carriera del viver suo, in credito di
tò. A profonda dottrina accoppiò costan- modesto, prudente e generoso co' pove-
te pietà, candore di costutni, e zelo ar- ri, nel 1680, d'anni 7", ed ebbe sepol-

dente per la cattolica religione e per l'o- tura in s. Francesco a Itipa, chiesa da
noie della s. Sede. Mori in sede vacante lui rinnovata in un al convento, come
nel iGGt, d'anni 60, senza lasciar modo dissi nel v(j|. XXVF,
160, dove al lato p.
di fare i funerali, cui supplì il cardinal destro della cappella di s. Pasquale il
Flavio Chigi con ?,ooo scudi, ed ebbe se- principe Giambattista Rospigliosi gli e-

poltura con lapide elegantemente ornata resse un sontuoso mausoleo con elegan-
in s. Andrea de'gesuiti, ov'erasi ritirato te iscrizione, poiché pel suo fide corn-
da tre mesi, lasciando erede cjuel novi- misso il secondogenito de' Rospigliosi è
ziato. Autore di 23 o[)ere stampate e 7 principe Palla vicmo e signore di Galli-
inedite , §e ne legge il catalogo i\e.\V Ale- cano (^.).
uto romano ò\ Oldoino e nel p. Affò: Me- PALLAVICINO OiMzio, Cardinale.
nioric della vita e degli, sludi di Sforza Nacque in Genova da nobilissimi geni-
cardinal Pallavicino, Venezia 1 780. Fra tori, e poitalosi in Roma, ebbe da In-
tutte però la più celebre è la Storia del nocenzo X il governo di Fabriano, poi
concilio di Trento, che meritò tante edi- quello di Fermo, indi nel 1668 il ve-
zioni e traduzioni, scritta da luì [)er op- scovato di Spoleto. Trasferito al titolo
poila a quella malaugmata di fr. Paolo arcivescovile d'Efeso, disimpegnòle nun-

Sarpi, con stile elegante e fiorito, appog- ziature di Toscana, Colonia e Polonia
giata a importanti documenti. La pro- egregiamente, nell'ultima adoperando-
lissità sulla controversia era necessaria, si con zelo per la sacra lega che liberò
per distruggere le cattive impiessioni ca- Vienna dai turchi. A' 2 settembre i68tì
gionale dall'altra. In quest'opera il car- Innocenzo Xi lo creò cardinale prete di
tlinale ribalte e confuta il Sai pi con (or- s.Martino a' Monti, indi legato di Ur-
modo che ninno potè
za e diligenza, e in bino. Nel 1691 Innocenzo X.'I lo fece
ragionevolmente confutare Pallavicino, vescovo d'Osinio, ove nel «696 celebrò
tranne qualche fcinatica declamazione. il sinodo, e con singolare diligenza uè
52 PA L P A L
visitò In diocesi. Mon inPiOmanel 1700 cic.iic caidiiiiilo " l'jjma egli csem-
iu;l i

d'anni (xS, dicesi per dispiacr-re il' essere plaimcnte ricusò la siihliiiie dignità. Per
sialo (orleinenle rini[)roverato ded Papa, (ui il Papa nel concistoro de <) settem-
pcr esscrvisi portato (piandola sua sa- Ine I'".'i3 |)roniinziò dotta allocuzione»,
Iute iì)rse faceva temere tli sede vacante: in cui loilò la somma modestia ed eroi-
l'Iihe sepoltura nel vestibolo ili sua chiesa ca virtù dei prelato, per aver costanle-
con isplendida lapidee magnilìco elogio, meule rinunziato la sacra porpora, che
PALLAVICINO PiANUcnOj Canìiua- per replicale volle aveagli olferto, ed ia
/('. Sort'i natali in l'arma da famiglia di
i tpiello de'.>.3 Io creò patriarca d' Anlio-
specchiata nobiltà, ed uscito appena tlagli cliia in partibus; facenilolo esaminatore
anni dell'adolescenza fu inviato a Monaco de\escovi. Compianto come padrede'po-
dove il duca lo accolse cortese-
di Baviera, veri e sollecito commendatore del no*
mente. Applicatosi quindi allo studio di minato arcispedale, morì in Pionta a' 23
ambe le leggi, ne riportò nell'università luglio 1749 ^ '" sepolto nella chiesa di
meritamente laurea di dottore. Dopo al- s. Spirito avanti l'altare maggiore, cou
cune vicende passò in Pionia, e fu inca- iscrizione e stemma eretto lud nipote,
ricalo del governo di alcune città, e poi ijuale riporta in un al iilratlo dell' illii-
inquisitore a Malta. Piichiamato in Ilo- sire patriarca, d p. Vairani in Ciemoneii-
ma, venne fallo segretario del concilio, sium inonni nenia 177, a splen-
\). in iin

indi governatore di Piouia, cariche eser- dido elogio. Notai nel voi. XLI, p. 36, i

citate con fedeltà e decoro ; benché tar- che con questo prelato si confuse dal
di da Clemente XI fu creato cardinale Novaes nel l. i\, p. 64, Lazzaro Pai-
prete a' 17 maggio 1706, con la chiesa lavicino nato nobilmente in Genova a'
dis. Agnese fuori le mura per titolo. Per i3 giugno i6'S4, da Clemente XI a' 10
la sua scienza e dottrina venne ascritto gennaio 1721 fallo arcivescovo di Te-
alle primarie congregazioni cardinalizie, be, indi nunzio di Firenze, di cui parlai
e mor"i in Roma 17 12, d'anni 86,
nel nel voi. XXIX,
aSo, ed a Maestro p.
sepolto in s. Francesco a Pupa, chiesa da di Camera, morto d'anni 60 passali:
lui beneficata, avanti l'altare maggiore, con>e ottimo amico di Benedetto XIV,
sotto lapide con bell'elogio. questi gli eresse il monumento sepolcia-
PALLAV ICIJNOAntojj Maria. Nacque le con onorevole epilalllo, disegno del
nobilmente dai marchesi Pallavicino in cav. Fuga, il quale per errore, lipogra-
Cremotiaa'i 7 giugno 1674, e dedicatosi fico nel voi. LXV, p. 174 è chiamato
alla romana pi-elatura, diventò votante cardinale, anzi .dopo aver altrove cor-
della segnatura di grazia e segretario della retto Novaes ivi anch'io sbagliai, con dire
visita apostolica e revisione delle messe, che avea ricusalo la porpora. Come l'aino-
BenedelfoXllI nella 1 ."domenica d'olio- re della verità mi fece emendare Novaes,
brei724 consagrò arcivescovo di Le-
lo cosila stessa mi fa dichiarare essere io
panlonellacappella Paolina, coracripoila poi caduto nel medesimo abbaglio.
il n.° I I ic)del79/<7/'/o f// /io/«<7, indi assi- PALLA\'1CIN0 LazzaroOpizio, Ozr-
slente al .soglio e consultore del s. ofiìzio. dinaie. De'marchesi Pallavicino, nacque
Nel 1737 Clemente XII lo promosse a in Genova a'3o ottobre i 7 iq. Fatti rego-
commendalore di s. Spirilo, e fu beneme- larmente gli sludi nel collegio Cleoieiili-
rilodi si grandioso ospedaie, massime del no di Pioma, in cui entrò nel 1732 qual
conservatorio delle proielle. A premiar- convittore; indi fu ammesso in prelatura
ne la dottrina, la pietà, la prudenza, la e deputalo nel i'^^") da Benedetto XIV
mansuetudine, la soavità de' costumi e ablegatoaposlolicoiuBaviera a portarela
la giustizia, Benedetto XIV lo voleva bei reità e cappello cardinalizio al fratello
TAL TAL 53
(Iiirinipoialoie, come disM nil voi. IX, jì. fu preso il fregio della casula o pianeta,
I ()u. I" lite dallo stesso PoriUlicegovi'iiia- chiamato Frixiiim, come rileva Garam-
tore (li Macerata, nel i
." aprile i
'- T4 Io pi, Sii^illo (Iella Oarf. p. 1 10. Non deve-
j)ieconizzò anivescovo di Lepanto e nun- si [ìlio intendere <|ui per la parola pal-
ziodi Napoli (nel cpial tenipoehbe incom- che cuoprc e princi[)almentc
lio tiillociò

nienila l'abbazia di s. Solìa di Benevento), quella veste che usavano gli antichi so-
donile lo trasferì Clemente Xlil alla nini- prap[)orre alla toga e che diciamo iMan-
ziatina di Madrid. A premiar^ servigi i tfllo o Mantellelta, Gozzetta (^.), paL-
resi alla s. Sede, Clemente Xlil stesso ai lioluin , corto o piccolo forraiuolo e si-
9.(ysette!nljre i -GG lo creò cardinale [ire- niili; ovvero Alaiìtellone (f^.), veste ta-
te de'ss. Xereo ed Achilleo, dal «piak' poi lare antichissima senza maniche con
j)assò al titolo di s. Pietro in Vincoli. lunghe falde pendenti d'and)o le sjiallc,

Nel voi. XXXVII, p. 283, riportai la ibr- usata dagli apo.stoli, come riporta lìer-
nialilà con cu', fu (allo legato di Uologna. nini, Del tribunale della rota p. 2 i , chia-
l'er la riputazione ch'erasi acquistata, ap- mata a^\lx pallio; il quale fu detto anche
pena eletto Clemente XIV lo dichiarò se- Cappa (f^-). L'antica veste delta pallio
gretario di slato, cospicua carica in cui era un [)anno (juadrato o quadrangola-
loconfermò subito il successore Pio VI, re, che posto sopra le spalle cuopriva
anche coQjenece^lissimo al re di Spagna, tutto il corpo, descritto da Tertulliano,
e per compensarlo del triregno che nel De pallio, usata principalmente dai gre-
conclave fu in punto di ricevere in capo, ci, perciò chiamali gens palliata, e .co-
laond.e esercitò la carica dal 1 7(k) al mune alle donne; corrispondeva alla to-

l'-iSj, e|)Oca di sua morte, avvenuta in ga de' romani, ed era anche segno di fi-

lioina a'23 febbraio. Il cadavere fu tras- losofo. I medici lo portavano succinto,


portalo in .s. Maria sopra IMinerva, ove perciò delti in Egitto pallioforij questo
si celebrò il funerale, indi tumulato se- costume si disse ancora Peonio,da Peo-
condo la sua disposizione nella chiesa di ne illustre medico degli dei, secondo la
s. INicola di Tolentino delle haUislìnc. mitologia.Fu eziatidio proprio degli e-
Appartenne allepiimarie congregazio- brci,percui narra Buonarroti, De'velri
ni e tenne molte protellorie. Fu lodato antichi, fu costume di fare 1' immagine
per luodeiMzione e prudenza, ed enco- di Gesù Cristo non solo col pallio sulle
niialodal Eorgia nelle Memorie edaaltii. due spalle, ma anco sulla spalla sinistra
PALINSESTI. F. PERr.\MENA. solamente, con la destra e suo braccio
PALLIOj Pallinni. Insigne ornamen- scoperti. Talora Gesù Cristo si rappresen-
to ecclesiastico e pontificale, insegna d'o- tò col pallio nobile raddoppiato come si
nore e d'autorità, proprio de'sommi Pon- faceva della toga, secondo il costume dei
tefici e da questi conceduto ai palriar' cinici; questo raddoppiarsi di pallio, du-
chi, primati, mclropolilaiii, e per privi- plicare il pallio, accadeva quando colo-
legio ad altri l'rycoi'/ ,
portalo sopra le ro che portavano, posta una parte di
lo

vesti pontificali in segno di giurisdizio- esso sulla spalla sinistra, facevano girare
ne: si vuole da Durando, /ìrz//o//^/<' lib. l'altra [)arte dietro alle s[ialle, e i|uesta

3, cap. I ", succeduto all'antico Supcrhu- poi riusciva sollo il braccio destro; ()uin-
lucrale (^.) del sommo sacerdote, e chia- di la rimandavano per davanti alla spal-

mato ancora Razionale e Omophoriiim, la sinistra, soprapponendola su quella


Scola aposlolalit.i. Stola archicpiscopa- porzione di [)allio che già vi era. Il pal-

tiis, Stola ponlifìvalis; fu dello anche lio di Gesù Cristo era [liultoslo granile,
J'tirjf;iuiìi, perchè si soleva tessere con poiché soldati se lo dividero in j |)arli,
i

croci dai frigi, onde talora per il pallio ibrsc perchè buone a qualche uso e an-
54 rA L P A L
( () diviso avesse quali he valore. Il pallio e palliniìi ne'tempi barbari, de'quali pa-

semplice o filosolico si vuole anche ado- lli parlai a Carnevale, Giuoco e analo-
peralo dagli a[)ostoli, poiché essendo giu- ghi articoli : e perchè più braccia di det-
dei, questi l'aveano adottalo ad imitazio- t(j panno o drappo si dà ai vincitori nel-
ne de')>apieiili greci, e l'assumevatio sulla la corsa de'cavalli, fu chiamato il palio
tunica o tonaca, come può vedersi in e conere al palio.

Cancellieri, Dcllt sacre teste, ove dice Il termine di pallio pertanto è nell.»

ritenersi nella metropolitana di Praga chiesa latina proprio dell'ornamento usa-


parte del pallio di s. Pietro, mandato da to dal Papa $n\ Fanone i^T e altre ve- .')

Roma dall'imperatore Carlo IV. Adun- sti sacre, e quello che assumono colóro
que il pallio l'usarono i filosofi e profes- che lo ricevono dai Pontefici sopra la

sori delle arti liherali greci, ad imitazio- Pianeta (/' .), quando celebiano solenne-
ne de'quali sapienti l'adottarono giu- i mente. Il solo Papa pel suo primato as-
dei; era di forma quadrangolare e di co- soluto può usare il pallio, perchè in esso
lore oscuro, onde ingrato ai romani. I evvi la pienissima potestà di tutta la Chie-
cristiani che menavano vita più auste- sa universale, in ogni tempo e luogo, nei
ra, detti asceti, lasciando la toga, prese- concili), nelle funzioni degli antichi pos-

ro il pallio filosofico portato dagli apo- sessi, non però nelle loro cavalcate, ed il

stoli giudei, e come seguaci della vera loro cadavere col pallio si espone ne'fu-
sapienza vollero vestir l'abito degli ama- nerali e si se|)pellisce, e col pallio fu tro-

tori di essa; lo portarono le vergini con- vato quello di s. Leone I morto nel 4^ ' •

sacrale a Dio e in seguito rimase ai soli Quando nel 538 per violenza fu tolto
monaci. Inoltre pallio e palio si dice dal collo di s. Silverio Papa, fu detto al
il haliìacchiiio o omììrella quadrata, chia- clero, che il Pontefice era stato deposto.
mato pure tnappiila o coìiopco, e sotto Gli altri che ne sono fiegiati, possono sol-
questo pallio Innocenzo VII e Martino tanto usarlo nelle rispettive chiese (me-
V fecero l'ingresso solenne in Roma; no speciale privilegio ose lo permettesse il

ed il paliotto fu pure chiamalo pallio, e prelato della chiesa ov'egli accede) e in


fra i doni ricevuti da s. Giovanni I nel certi tempi determinati, non avendo la
')25 dall' imperatore Giustino I, vi fu- pienezza di podestà ch'è sola nel roma-
rono I Spalli! tessuti in oro; già l'impe- no Pontefice, e come chiamati ad eserci-
ratoie Giustiniano I avea mandati a Pa- tarne una parte non possono portarlo
pa s. Ormi.sda del 5 14 due pallii per or- nelle processioni e in altre occasioni di
namento dell'altare di s. Pietro; de'qua- sortire dalla chiesa; tuttavolta il cardi-
li doni fatti alle chiese dai principi e dai nal s. Carlo Borromeo arcivescovo di ]Mi-

Papi, nelle vitede'secondi si leggono mol- lano, e il cardinal Orsini arcivescovo di


ti esempi. Pallio fu altresì voce usata per Benevento poi Benedetto XIII, sempre
significar panno di seta, come si legge nel indossarono il pallio ne'concilii provin-
Compagnoni , Mem. d' Osimo t. 5, p. ciali. Clemente HI estese l'uso del pal-
i47 ; mentre nel t. i, p. 4, elice che fu lio in chi n'è fregiato, a tutta la provin-
ancora un tributo annuo di luoghi sog- cia rispetto agli arcivescovi, ed a tutta
getti verso le chiese principali per la fe- la diocesi riguardo a' v^escovi, dicendosi
sta de'sanli patroni, alle quali offerte u- chiesa tutto quel luogo in cui esercitano
nivausi cerei e altro, come dissi a Jesi e giurisdizione. I tempi stabiliti per por-
altrove.Per ultimo dicesi palio, il pan- tare il pallio, cioè soltanto nella messa so-
no o drappo di seta, prezioso talvolta lenne, perchè vocali siint in partein sol-
per oro intessuto, che si dà per premio a liciuidiais , non in plenitudinein potestà-
chi vince nel corso, in latino brUK'iurn tis, sono il Natale e seguenti due feste,
.

PA L
ncll.i Circoncisione, Epif;ini;i, Joinenica vraslano cpielle delle appendici e 2 so-

(Ielle palme, giovedì e sah!>alo santo, F^a- no disposte tra le prime. Delle formean-
sqiia e segiìenli due feste, Ascensione, tiche e moderne del pallio quale si vede
l'cniecoste e seguenti due feste, s. Gio. ne'monumen'i antlihi, pai lano anche il
battista, tutti gli Apostoli'; nelle 4 feste p. Casimiro, Memorie d' araceli , p. in, i

(Iella Madonna, Concezione, Natività, An- e Cancellieri, Possessi p.


4o ' j ''
P-
^<^'

nunziazione e Assunzione di s. Miche- ; nanrii, Gerarcli'a crei., il citato Garampi


le, Ognissanti , nella dedicazione della e il Borgia, Illem. t. 1

cliicsa, nella consacrazione de' vescovi, La diversità del pallio antico latino
tiiir ordinazione dei chierici, nell' an- dal moderno, sia nella forma e tnateria,
niveiNario dcH'olleniito pallio, nelle fe- sirileva da Innocenzo III, al modo co-
ste principali della caltediale, e in lut- m'era stalo ridotto circa il secolo Vllf,
ti gli altri giorni espiassi nel privilegio De offìc. miss. lib. 3, cap. 63. PalUunt
di concessione.Papa Agapito II del
Il illud,quo majores episcopi ut un tur, eU
t).\.G mandò a s. Brunone arcivescovo di de candida lana conlextum, desuper
Colonia e fratello d'Ottone I, pallio il hahcns circuluni liumeros constringcnleni,
col diritto singolare di poterlo usare ogni et duas Uncas ab uiraque parte penden-

qualvolta gli piacesse, e lo riporta Bona, tes, quafuor cruces purpureas aule, re-
/{fr. li tur. Iib. 7.:\; ed Alessandro
f,cap. tro, a dextris, et a sinislris scd a sini- ,

Il del 1061 die a Lanfranco arcivesco- stri s duplex est, et simplex a dextris. Tres
vo di Cantorbery due palili per grazia etiam acus attrae injìgnntnr pallio ante
speciale, come si legge in una lelteia da prclus, super humeruni, et post tergum,
esso scritta a quelPapa; itnuiii de alta- super dexlerum humerum non in/ìgitur.
ri ex more, quo sanclilas de-
alterimi f/aec qualibcl acus pretiosuni continet
stra missas celebrare constuveral. La lapidcin. Il sacro pallio in oggi ado-
forma del pallio sino al secolo XII, per perato differisce non solo pel diverso
lo più ha quella di un T o di un Y, in- colore delle croci, ma anche nelle due
di impiccolita nel secolo XV, e ridotta- striscie pendenti avanti e dietro, le qua-
la quasi al collo : esso consiste in una spe- li ne'moderni pallii sono di molto accor-
cie di stola o fascia stretta o striscia lunga ciate;^ stile incomincialo prima di vSislo

circa c) palmi e larga la 4-^ parte d'un IV del 147' > come si raccoglie dal ce-
palmo; è simile ad una collana o cerchio, rimoniale di Patrizi, De pallio, et qno-
che posta sopra le spalle circonda il pet- modo traditur, lib. i, sex. i o, cap. 5; e dal
to e la schiena, ed in ambedue le parli sepolcro di quel Papa nella basilica Vati-
pendono due appendici, le quali non so- cana. Il pallio ferma con tre spdloni
si

no aggiunte, ma sono le paiti estreme detti acus e spinulae auraed'oio o altro


del medesimo pallio. Questo ornamento metallo, talvolta nella parte superiore ric-
è' tessuto di candida lana d'agnelli, aven- chi digemme, ericordano 3 Chiodi (^.) i

te 6 croci di talTetlà o seta nera, e gli con cui fu crocefisso Gesù: gli spilloni o
estremi lembi delle appendici terminano aghi si fermano sulle croci poste nel da-
e sono Oliati con piccole lamine di piom- vanti, sull'omero sinistro e nella croce
bo coperte di seta nera, allineile non posteriore, cioè al Papa sul fanone, ne-
pos>a sconvolgersi intorno al collo; an- gli altri sulla pianeta; il Garampi parla
ticamente le croci erano rosse. Queste 6 di diverbi aghi o spilloni gemmali, se-
croci sono distribuite con eguali inter- condo l'inventario della guardaroba di
valli, 1 in mezzo alle appendici o lembi, Bonifacio VHI e altri inventarli, eoa
e 4 nella parte che pusa sul petto e spal- gioie preziose, come zalUii, balasci, gra-
le il guisa di collana, cioè 2 in linta so- nate e pelle groisc. Quanto alla lana cui
56 PAL PA L
forinansi i palili taiilo pd P.ipn clic per le parole: Pasce o\'cs iìica<;, Pitarc rtgiiot
quelli cui è concesso, degli agnelli bene- ntcos, si mandano poi dai suoi sui cesso-
delti dalla lana de'qnali ricavasi, canaio- ri de corpore s. Pclri, ai prelati the ne
gbe notizie, oltre ciò che lipoiteiò, già sono decotali in segno della loro pa.vto-
parlai nel voi. XI, p. 27.5, dicendo pure lale carica, come licavasi dalle parole,
che Donino aposloUco li odie la basilica presso il Daronio all'anno 104", di Cle-
Lateraucnse j)er quanto dirò, e si benedi- mente II a Giovanni vescovo di Saler-
conoins. Agnese, palili risvegliano l'idea l no, cui scrisse mandandogli il pallio: In
del divino Agnello e del buon Pastore. <7"0,quia de veliere ovis est, inlcllige le
Gesù Cristo fu predetto dai profeti sot- oviunipastoreinj anzi anticamente, come
to il nome di agnello, il Precursore in lo è nel pallio de'grecì, era espressa nel
vederlo esclamò: Ecce ^gmcs Dcij nel- pallio stesso la figura del buon Pastore,
l'Apocalisse sotto questa immagine ven- come afferma Daronio all'anno 2 16, nel-
ne lappresentato, per cui cristiani mos- i le vesti sacerdotali e nelle altre cose, in
si da queste cagioni non solo al cibo eu- diversi modi notali da Buonarroti, con
caristicodierono il nome di agnello, ma simbolici emblemi e signidcati. IVell'c-
eftjgiarono il Salvatore sotto questa figa- pist. i36, ad Hcnnannunì co'nitcìii lib.
ra ne'Ioro monumenti enei C'i7//ce (/'.), i, s. Isidoro Pelusiota dichiarò che il

in un alla figura del buon Pastore (^F.), pallio significa la caiità del buon Pasto-
simbolo di sua infinita carità, e per me- re evangelico, il quale ricuperata la pe-
moria di sua incarnazione e risurrezio- coiella smarrita, se la pone sulle spalle
ne, come osserva Buonarroti. 11 Vestri- e la conduce al suo ovile, ed anche il pe-
ni, Disserl. sopra l'uso sacro e profano so della carica pastorale, come osserva
degli agnelli , riferisce che a Gesù, oltre Piazza nel ììlenolog'o roni. p. f\'ì. Parlan-
ti nome di agnello che meritò per la sua do il Bonanm del pallio pontificio e del
innocenza, si diede anche il litolodi Pa- suo significalo, lo dice contrassegno della
store buono, che costituiva noi sue pe- somma autorità che il Fapa ha su tutte
core e agnelli; perciò non mancarono gli le dignità ecclesiastiche, e si spiega nella
antichi cristiani di figurare ora gli apo- formola di concessione a chi n'è ornato,
sloli, ora i penitenti, ora tutti i fedeli in per una parte d'autorità che in lale oc-
loraìa di questi amabili animali, che in- casione gli concede, senza la quale non
cominciando da Adamo primi uomini i possono esercitare molte azioni indicati-
non sdegnarono farli l'oggetto delle lo- vedi ta!eautoriUL,aventlolodichiarato In-
10 cure e ricchezze. Dalle rappresen- uocenzo III nel cap. 5q. Dicilnr palliiiin
lanze del Salvatore in abito di buon Pa- pleniiudo ponlificalis offlr.ii^quoniain in
store colla pecora sulle spalle o come a- ipso, et cum ipso confertur pontifica-
gnello capo del gregge che lo segue, ne lis ofjìcii plenilndo. Nani anlcqunni me-
venne ai vescovi successori degli aposto- (ropolilanns pallio dccorelur non debct
li il nome di pastori del gregge cristiano clericos ordinare, pontifices consecrare,
e l'insegna del Pastorale (^.); quindi per aut ccclcsias dedicare, nec arcliiepisco-
imitare il buon Pastore che sopra le spai- pus appcllari. I misteri e le mistiche
le portava la pecora traviala, venne sia- significazioni del pallio sono molte, e di-
bililo che indossassero sugli omeri a gui- verse si leggono nel Bonanni, così quelle
sa di inozzetta il pallio tessuta di lana delle croci che 1' ardornano e degli spil-
degli agnelli. Aggiunge il Vestrini, che Ioni coi quali si ferma. In sostanza, dal-
i palili formati di dette lance posti sul cor- la materia con cui è composto il pallio
pò di s. l'ielro primo pastore universale e dalla cerimonia della benedizione, so-
dcll'ovilc raccomandatogli da Crislo col- no d'avviso gli scrillori sacri, the sia nel
-

PAL PAL 57
pallio raflìgurato Gesù fullosi agnello in che sia stalo introdotto dagli apostoli, e
olocausto al divin l'ailio; tlovcrsi il gran- pretende che s. Pietro lo conferisse a INIa-
de esempio imilare eia! vescovo, e cjtiesli teriio vescovo di Treveri altri vogliono :

non mai climeiilicaisi d'essere il pastore cheil4-Papf<s. Clemente abbia dato il I

delle aiiin)e, pasloroviutn^ del quale suo palliu agli arcivescovi. hi vece siap[)ren(le
luinistero è un emblema la materia on- dal Baronio all'anno 33G,n." G3, che fi-

d'è conìposto il pallio, per quanto si è no all'anno 32 dell'impero di Costanti-


già dello. Ecco come Gregorio XVI par- no il Grande, in verun luogo viene fatta
lò di questa insegna neirallocuzi(;iie in menzione del pallio pontificale, quindi
cui nel i Hjo dichiarò il patriarca dei non pare probabile che gli apostoli ab-
Caldei {y.). Che però in questo stesso
'» biano avuto un tale uso, poiché sembra
concistoro di buon grado concediamo hi che Uu[)erlò abbia piuttosto inteso par-
mistica insegna del pallio preso-di sopra lare di quel pallio o mantello di cui ser-
il corpo di s. l'ietro principe degli apo- vivansi i cristiani nella primitiva Chiesa.
stoli, per essergli consegnalo dopo che li però indubitato che (|ue)>to sacro or-
secondo la prassi avrà emessa la pio- namento era già introdotto al tempo di
fessione di fede avanti colui che deleghe- s. I\Iarco Papa del 336, essemlo certo
lemodi riceverla: non dubitando nel re- ch'egli ne concesse l'uso al vescovo d'O-
sto che il patriarca non sarà mai per di- slia {y.), il quale con esso consagra il
menticare che la slessa veste di cui vien romano Pontefice, come si legge in A-
decorato, come il santo Pontefice Sim- nastasio Bibliotecario. 11 Chardon, i^/o-

maco ammoni Teodoro Laureacense. pre- lia dcsagvainciili, t. 3, cap. q, tratta del-
senta il segno della croce, per cui sap- l'origine del pallio, figura e privilegi, ri-
pia dover essere compassionevole coi fra ])ortando le diverse opinioni. iXarra che

lelli, ed essere crocefisso con 1' alFelto a- de Marca pretende avere alcuni de'pri-
gli mondo. » Mentre il
allettamenti del mi Papi usato cautele e precauzioni nel
sacro pallio è un piìi su-
il dibtintivo di concedere il pallio, non conferendolo u
blime sacerdozio, non mostri -al di t'uo- quelli che non erano grati ai principi,
li alcuna pompa e splendore, che anzi è cui perciò talvolta domandarono il be-
un semplicissimo ornamento di pura la- neplacito. I patriarchi d' oriente anche
na semplicemente intessuto, quando per essi ebbero il diritto di concedere il pal-
altro alle vesti più preziose si sovrappo- lio ai metropolitani da loro dipendenti, o
ne, ciò a simbolo della carità, la quale per concessione pontificia come dirò ,
comechè meno splendida lurse appari- o per usurpata autorità dopo però l'ac- ;

sca di ahune più illustri virlù divine ed quisto de'paesi orientali fatto dai crocia-
umane che col[)iscono i sensi e gli ani- ti, i patriarchi lo domandarono ai Pon-
mi umani, nulladimeno però essa è su- tefici, come venne statuito nel concilio di
periore a tutti i doni divini ed umani. Lateraiio IV. Essi poi locompaitono ai
Circa l'origine del pallio sacro varie loro vescovi, previo il giuramento di lé-
sono le opinioni degli autori ecclesiastici, deltà e obbedienza alla s. Sct\tì che loro

benché tutti convengano essere anlichis- prestano quantlo lo licevono. jSei voi.
sima, come apparisce dalle leggi canoni- XVIIl, 98, e XXXll,
p. p. 147, parlai
che, dai decreti pontificii e da altri do- come Giovanni XI del q3 1 , concesse per
cumenti. A
Lino immediato successo-
s. brighe il pallio al patriarca di Costanti-
re di s. Pietro comuneniente si attribui- nopoli e successori senza ricorrere al Pa-
sce l'istituzione de'vicri p;dlii, come Pia- pa, ciò che l'Allacci negì). De itiU-rst.liis

lina, lUizio, Illescas, Caccino e altri ; e \K ?.oj; C(jme hi statuito che i patriar-
Puipcrto, Uc dii-in. ofjìc. cap. 27, scrive chi orientali poi lo dumundussero ogni
58 P A L PA L
\olfa e qiiinJi conceilcssero ni sulTrngr»- quanto dir?) in fine) dentro nnn cassetta
nei, lo dissi nel voi, XXXVII, p. iGìi, di argento doralo, la cni chiave tiene \\\

di ciò, di sua ferina, materia e significa- custodia il [tvei^ello de maestri di cerenio-


lo si può vedere Lnilprando,iy<fvvy:)/. rer. nie, die dopo aver ricevuto dal Papa la
Jtal. t. 2, p. 4^<'^ ; ]!oiia, Rer. lifiirg. lib. lana, la fa filare e tesserne i pallii, ed il

J,cap. 24, § i(ì; e Goai-, Eiicliologin/n INIacri dice che prima anche ciò incom-
graec. p. 2'58. L'antico pallio de' gieci beva al decano di rota. Al Pontefice in
era chiamato O/iiophorion, essendo una modo elegante e cospersa di o fiori veri

specie di manto di lino che copriva le ordinariamente nel giovedì santo,


fìnti,

spalle, somigliante a quell' antico de la- umiliano per un sacerdote o religioso la


tini, forma che sembra continuasse nel lana lemonache(anticamenteeranoquel-
JX secolo, nel quale a tempo di Fozio, le nominale nel vol.XII,p. 82, poi quel-
crede il p. Morino che già abusivameiile le della Cìiiesade^ss. Q»(7//ro) che l'han-
si dasse ai vescovi semplici, di che lo ri- no tosata dai due agnelli ( della cui be-
prese Papa Giovanni Vili : questo, però nedizione fo paroh a Pasqua,! quali ad
non deve fare meraviglia, perchè il pai- esse restano) da loro custoditi per coni-
non reca alcuna
Jio ne' vescovi orientali missione del decano della rota, ed anti-
preminenza o cangiamento d'ordine co- camente destinava il Papa monastero, il

me nell'occidente. Il p. Lonanni nel cap. secondo IMacri; poiché, essendo stali gli
76, del pallio usato nella chiesa greca, uditori di rota Cubiculari [f^-) custodi
dice che cominciò a U'^arlo senza pren- de'corpi de'ss. Pietro e Paolo, per la me-
derne facoltà dal Papa, e che antica- moria della consegna di essi a loro attri-
mente nella materia e forma era simile buita, quando Alessandro VII li dichia-
a quello della Ialina, per attestato del ci- rò suddiaconi apostolici, sopprimenilo gli
lato Pelusiola, scrittore greco del 44'^- antichi suddiaconi apostolici, al camerleu-
Osserva pure che sebbene alcuni l'usano go tle' quali spettava far custodire gii a-
di lana, gli altri Io portano di seta e di gnelli della cui lana formavansi i palili,

colori diversi, e talvolta con ricami pre- de'Ioro emolimienli assegnandone por-
ziosi d'oro e gemme; indicare la lana Tu- zione agli alfaristi di s. Pietro. Quindi
miltti del pastore, e se è vero che s. Gre- Clemente X riconoscendo negli uditori di
gorio I Io adoperasse di lino o di bisso rota i privilegi compartili da Alessandro
bianco mischiato con lana, significare la VII, e come suddiaconi apostolici anco-
dignilà del Pontefice. Il pallio greco è la custodi dei pallii pontificii, senza pre-
molto piti largo del Ialino, simile ad una giudizio di quella parte di custodia che
stola e lunghissimo, onde viene posto so- spetta aW AUttrista di s. Pietro (^.), di
pra le spa4k raggirandosi la parte destra cui parlai anche a Mansionario, perchè
sopra pendente dietro
la spalla sinistra e uno di essi ne fungeva l' ollizio, detti i

la schiena, mentre la sinistra pendeavan- emolumenti tolseagli altarisli e li trasferì


ti il petto. Il p. Bonanni ci dà diverse negli uditori. Laonde per la benedizio-
figure, coi pallii latini e greci di più ne de'pallii, l'altarista li consegna al ca-
furme. Del pallio degli orientali parlai merlengo tesoriere degli uditori di ro-
ai loro luoghi. la o ad altro individuo de'medesimij to-
A Fenestrellac relativi articoli par- gliendoli de corpore b. Petri. Con (juali
lai dei brandei, veli o pallii, chesospen- personaggi l'uditore si reca a prenderli
devansi sul sepolcro di s. Pietro o Limi- per portarli al trono pontificio, nel voi.

na Jposlolortun (^.), quindi si regala- IX, p. 70 lo narrai; ivi dissi ancora quau<
vano come reliquie, ed ih seguito vi si pò- do e da chi si benedivano pallii, che so- i

scro pure i paliu pontificali (anche per leunemente li benedice il Papa in trono
P A L P A L 5(3

coino inlrotliisse Beneilcllo XlIT,co! ri- sognn propria ilei soiunio sncenlole; indi
to prescrilto «la Benedetto XIV collii boi- dai Ponlenci venne concesso ad altri ve-
la lìcnim ccclesin<ttiranim, de' 1 agosto 1 scovi, che solevano fure gi-andi istanze, e
174^) pie<!<!0 il suo Bull. t. 1, p. 47' >
rilasciavasi per grandi cagioni, ma giam-
cioè dopo il vespero della vigilia de' ss. mai Io dierono gl'iniperatori, come pre-

Pietro e Paolo nella basilica Vaticana, ed tese qualche scrittore. Antichissimo è l'ii-
in assenza del Papa dal cardinale vesco- so di concedersi il pallio dai Papi, e di-
vo che ha intnonalo vesperi, per lo piii i cemmo clie s. Simmaco nel .jo4 lo die a
il decano del sacro collegio, ma sull'nlt;i- Teodoro di Loirk metropolitano di Pau-
re. Le orazioni per la benedizione dc'pnl- nonia, indi nel )[3 a s. Cesareo vesco-
lii sono diversesele fa il Papa ose vi sitp- vo d'Arles. Nei primi secoli si concedeva
plisce il cardinale ; si recitano a voce pia- a pochi e di vita santissima. A Vigilio del
na,in piedi e senza mitra : nella benedi- 5^o lo domandarono e successivamente
7Ìone ha luogo l'incensazione e l'asiicr- ottennero Anxiaiio e Aureliano arcive-
sione con l'acqua benedetta, sommini- scovi d'Arles; ne fecero istanza e Io con-
strando al Ponteficerincensicre e l'nsper- seguirono da s. Gregoiio 1 Giovanni e
.sorio il cardinal primo prete, non ilcnr- JMariniano arcivescovi di Piavenna, Vigi-
dinal vescovo assistente, perche col fine lio arcivescovo d'Arles, e personale Sia-
del vespero il suo offizio è terminato, grio vescovo di Autun, cui il Papa dicliia-

Qnando la benedizione de'pallii la fa il rò dovere restare soggetto all'arcivesco-


cardinale, il bacile che Li contiene si pò- \o di Lione e che solo prendesse il pri-
ne sull'altare, senza alcun accompagno mo posto tra' sulTraganei. Da più lettere
degli nditoridi rota,avvocaticoncistoria- di s. Gregoiio I si rileva, che non solo i

li e altri, come praticasi se l'eseguisce il metropolitani d'Italia reputavano neccs-


Papa. Bensì due uditori e due avvocati sario chiedere e impetrare il pallio dalla
concistoriali assistono ne'Iati dell'altare s. Sede, ma quelli pure dell'llliiio e di al-

alia benedizione, giacché un maestro di tre lontane regioni. 11 Zaccaiia,z//i//-/''r^-

cerimonie prende dall'allarista alla Con- bronio, t. 2, p. 79, osserva che l'uso di do-
fcssione e riporta ad esso il bacile de'pal- mandare alias. Sede il pallio dagli arci ve-

lii. Deve avvertirsi, che siccome i nuovi scovi, sembrastabililonel742,quandonel


pallii prima della suddetta vigilia si pon- conciliodi Germaniacclebrato das. Doni-
gono dal prefetto di cerimonie ednll'al- facio, coll'interventodi Carlomannoede-
larista, circa in numero di i?., nella no- gli ottimati del regnodi Fr;incia, fudecre-
minata cassetta, c<7yj.?u/.z paìlìornm, al- tatochei metropolitani dovessero ull'apo-
lora il prefetto suole ritrarne altrettan- slolicasedia domandareil pallio e in tul!(>

ti
{
4o erano quelli del 1G87 ) e in sua le cose seguir canonicamente i precelti di

casa li custodisce con decenza per averli s. Pietro, acciocché tra le pecorelle a Ini
pronti alToccasione, ovvero come per lo raccomandate venissero noverati che ; col

pili si prima del concistoro eslrae


pratica, dilatarsi quest'uso, gli arcivescovi coll.i

dallacasseltaque'pallii cheoccorrono.Pcr concessione del pallio venivano dal Pa-


quanto riguarda l'ingerenza degli udito- pa confermali, riportandone esempi au-
ri di rota, si può vedere il Bernini, Del the che domandarono ai Pou-
di concilii
Iribunnle della vola, p. loq, che riferi- telici confermare l'eletto e decorarlo del
sce avere Innocetizo III spedito il pallio pallio : a quell'epoca già si osservava la

ad un arcivescovo per un uditore. disciplina, che i metropolitani elettiecou-


II pallio è proprio del sommo Pon- secrali, non esercitas^ero le fun/^ioiu ar-
tefice nel sacerdozio cristiano, come in tivescovili prima di ricevere il pallio dal-
<piello dcjjli ebiei il supcrumeralc fu in- lu s. Scdej ed all'anlico costume apptl-
6o P AL TAL
lo Giovanni Vili n(;ir<S78, quando con- poscia concessero sifUilto onore al vcsco-
thiiiiiò l'^il)tiso di celli iiieliO[)olilani che vi. Alcune volte i Pontefici assieme col
jiiima di ricevere il pallio osavano con- pallio dierono ai semplici vescovi li pii-

sacrare 1 snflraganei, laonde i l*onlefìci vilegio di non non dal-


essere giudicali se
iie fecero una legge, come di recarsi per- la s. Sede a lei appellandosi, il che fece

sonalniente in Roma a prenderlo, ciò che Adriano II con Eberardo vescovo di Nan-
limisero in osservanza nel secolo XI gli tes ; e s. Leone IX dando il pallio al ve-
arcivescovi d' Inghilterra. Si continuò scovo di Mende gli conferì il privilegio
quindi dai Papi ad ogni nuovo prelato d'essere consecrato dal solo Papa, con che
cui fu accordato l'uso, concedere il pai- divenne immediato snffraganeo della se-
lio, ^ranne qualche eccezione, come del- de apostolica, solo riconoscendo il Pon-
r arcivescovo Sollaniese sotto Giovanni tefìce per metropolitano. In progresso di
XIII e dell' arcivescovo Cabaltense nel tempo fiuono palliati i vescovi sulfraga-
dominiode'tartari da Clemente Y, aVpia- nei esenti e non esenti dalla giurisdizio-
lì permesso non solo di assumei lo, ma
fu ne de'loro metropolitani, non però coa- i

che ne potessero servire succes'^ori, a


se i diulori de'metropolitani, e ne fu sempre
cagione della lontananza de'luoghi men- ; rigettata dalla s. Sede la domanda, co-
lie gli altri arcivescovi e vescovi palliati, me rigettata l'istanza che ne fece cpi al eh e
quantunque lontani da Roma, sono sta- abbate: però a' 4 giugno 1807 Pio VII
ti seppelliti col pallio, né questo mai è accordò il pallio al coadiutore (lell'arci-
pass;ilp a'ioro successoli. Il pallio in prin- vescovo di Goa, con condizione di farne
cipio fu proprio del Papa e de'palriar- uso nelle solennità maggiori e di consen-
chi, in seguito divenne prerogativa del- so dell'arcivescovo.
le diocesi romane,e poco a poco fu con- Il pallio non si suole concedere ai pa-

giunta a qne' vescovi che Pontefici di- 1 triarchi titolari ù in partibus, perchè non
chiararono legati, o vicari apostolici del- Inumo la propria chiesa .di residenza, né
le diverse regioni. Nel secolo \ Il si con- per la medesima ragione agli arcivesco-
cesse a diversi vescovi benemeriti della vi titolari. Neppure si concede agli arci-
chiesa romana, e nel seguente la maggior vescovi cattolici di rito greco, ruteno, ma-
paite àtiiiietropolitaju furono dotali di ronita, siriaco, raelchita, ec. perchè in es-
t.ile insegna. Nota Chardon, che 1 sem- si lo g<jde il solo patriarca; si concede
plici vescovi per cagione del pallio si at- peiò ai metro[iolifani di l'ito greco-ru-
tribuiiono il nome di arci^'c scovo e Te- tenOj come a quelli di Riovia e Leopo-
senzione dalla giurisdizione de'loro me- li. conceduto il pallio per privilegio
Si è
tropolitaoi, benché i Papi nell'insignirli apostolico e in perpetuo alle chiese ve-
deìla prerogiitiva del pallio avessero av- scovili di 0-,tia, Pavia, Arezzo, Autun,
\ertilo,non volere portare pregiudizio ai Wurmia, Cinque-
Erbipoli, Passavia,
diritti metropolitici uè alla disciplinajma chiese e I\Ialta, per non dire di altre che
invece dipoi 1 decorati del pallio scosse- noto a' loro luoghi, così le accennatecon-
ro il giogo dell'obbedienza canonica, col cessioni. Narra il Macri, che l'iraperato-

pietesto del bene della Chiesa ricoprendo re Giustiniano I lo domandò pel vesco-
la propria ambizione. Così fecero Gode- vo di Giiistinianopoli, città da lui edifl-
grando vescovo di Metz, cui per benemc- cala, ma s. Agapito I lo negò per non pre-
renze die il pallio Stefano ili, e il succes- giudicare i metro|)oIitani, importunando
sore Angelramoche si attribuirono il ti- quindi Papa Vigilio, questo lo accordò,
toloarcivescovile, come fecero al tri e prin- Talvolta il pali io è sia lo conceduto ni ve-
cipalmente il vescovo di Dol,onde Pa- 1 scovo di qualche cattedrale vita durante;
pi con riserve solenni e cautele, di rado si chiamò pallio personale, perchè coq-
P A L PAL 61
estinto alla persona, non nlla cliicsn, co- nrl 1807 allorché Irasfen aSocpusio l'ar-
me l'cbbcTO i vescovi ili Pace nel 1 5G8 civescovo ili Lubiana Biif^iilo, gli licu-
(la s. Pio V, Pny. nel 179.4 *^^ Bene-
tli so di continuare ad nsaie il pallio; lo ne»
detto XI li, di Marsiglia nel 1731 da Cle- ^ò pure nel 18?. 3 a Clinlons vescovo di
nicMle XII (nel 85 Pio IX Io concesse
i i Sccpiisio, nel 187,'?, a Cliabons vescovo
perpeloo) indi da Pio VII
alla chiesa in ;
di Piiy liiftlalo ad Amiens ( al quale per
nel I vescovo di Troyes che aveva
80.Ì il diverse consuetudini l'avea concesso nel
dimesso rorcives(Tovato d'Auch, e quello 1817, in un al vescovo d'Autun, //e v^e-

d'A utim cheavea dimesso -l'arci vescovato ciali dono gratìnc coiicessum), e nel 8^3 r

di Tolosa, ed a loio lo spedì senza la con- al vescovo di Perpignano, per cui face-
sneta istanza in concistoro, e ciò per le va premura il cardinal Clermont-Ton-
piemnre di Napoleone, ed in vista de' luc- ncrre. Essendo poi un arcivescovo tra-
riti di qne'prelali. Qualche volta ebbero sfi^ritoadaltrasedearcivescovile residen-
il pallio anthe alcuni vescovi litolari in ziale, ritiene il pallio della priina;efa u-
pa rtib US come , nel iG>5 l'arcivescovo di so del secondo pallio die ricevè e impe-
iMira,nel il>7() e nel 1670) gli arci vosco- tròdallas. Sede, la tpiale lo concede per-
vi di IMarcianopoli ; nel i()ti i palliar- che nuova chiesa sia piìi stretto; an-
alla

chi di Costantinopoli, Alessandria, Antio- zi ritornando alla prima sede donde fu

chia e Gerusalemme; nel 1671 gli arci- traslalo, deve domandare un 3.° e nuo-
vescovi di Tarso e di Damasco;nel iGyS vo pallio in vigore di una nuova piovvi-
l'arci vescovo di Cesarea, nel 178) il ve- sione, senza il quale non può in essa e-
scovo di Babilonia, che nel i8'|r) lo ri- sercilare giurisdizione. Va avvertito che
cevcile (le j'itre dal Papa regnante per morenilo colui che abbia consegnilo due
avere dichiarato la sede arcivescovile, o tre pallii, deve vestirsi con (jnello del-

Siccome il pallio si ritiene sempre, quan- la chiesa che avea per ultima, gli altri si

ilo luì arcivescovo di chiesa residenzia- pongono sotto il capo. In caso di perdi-
le passa ad una titolare non lo perde, la del pallio, bisogna domandarne altro
anzi divenendo poi arcivescovo di altra al Papa, non polendosi usare quello di
chiesa lesidenziale ne riceve un altro e altri, essendo un ornamento personale,
viene sepolto con due pallii: il cardinal Dal Cardella e da Lello si ha,cheilcar-
Cadolini arcivescovo di Spoleto ebbe il ilinal Cardona nel condursi dopo liau-
pallìo, quindi arcivescovo titolare di E- ni all'arcivescovato di Monreale, in ma-
dessa e lesidenziale di Ferrara perciò ri- re gli fu rubato il pallio dai corsari, lo
cevè altro pallio dalle mani di (iregorio che saputo da Clemente VII, senza islan-
XVI nella cappella segreta del Vaticano za gliene trasmise allio nel 1
"'>,'), eil car-

agli8 febbraio 184.3. L'ai ci vescovo che ha dinal Orsini niedianie moto-pro|)rio pou-
dimesso la propria chiesa, conservando il lificio lo consegnò alsuo procuratore, ac-
titolo arcivescovile,o che viene traslalo ciò quella chiesa non restasse senza que-
a chiesa vescovile o a titolare ancorché st'onore. Avendo Sansone arcivescovo di
particolare, non può usare il pallio, ciò Piciins incoronato Luigi VII in Bourges^
che confermò Innocenzo III e la congie- l'arcivescovo di (piesta città pretese che
gazione de'riti nel i6o4, quando l'arci ve- nella propria chiesa spellava a lui il ili-

scovo di Ragusi fu trasferito a Maiorca; ritto e ricorse a Eugenio III; questi pri-

bensìcomehodelto, il pallio rimane pres- vò Sansone del pallio,

so l'arcivescovo e con esso si seppellisce II ricevimento del pallio conferisce hx

sotto il capo, altrettanto facendosi se chi j»ii;nezza del jtontillcale ollicio. Siccome
gode il pallio perla sua chiesa n perpri- li vescovo non ha pieno diritto nel suo
\degio, morisse fuori di provincia. Pio\ li \cscovalo se non è consccrato, così l'ar-
,

(Ì2 PA L TAL
civescovo nella sun piovinciii non lia il ngnelli, e somministrine la inaleria del
pieno polcM e (indie non lia lircvulo il pai- simbolo delia pienezza della paslorale po-
lio, e]iiima non può rsercilaie quelloclie desia, derivare alle chiese minori la pro-
riguarda l'ordine arcivescovile, per lo ine- pria dignità e lustro, come dal suo ve-
ne le cose maggiori e più gravi, come sa- scovo deriva negli altri la assunzione ed
rebbe convocare il concilio pfoviuciale ,
elezione a pastori de' popoli e delle cliie-
consecrare i vescovi, dare il crisma, de- se diverse dil mondo. 11 pallio si dà in
dicar chiese, ordinare chierici, ed altro Co/if/.?/o/"o, o particolarmente se per gra-
cile non può esercitare senza il sagiifizio zia speciale si dà personale, perchè la pe-
della messa nelle principali solennità e tizione in concistoro nasce da un dirillo.
tempi dichiarati di sopra, e s. Gregorio Gregorio XVI colle sue mani consegnò
1 riprese l'arcivescovo di Ravenna per- privatamente il breve Niìiil certe iiobis
che portava il pallio nelle processioni: può if/77//'a,9_, de' i G aprile 1846, ed il pallio
imlladimeno accordar facoltà a' vescovi ul cardinale Ugone de la Tour d'Aiiver-
di consecrare il suo sulìragaiieo, ed al- gne Lauraguais vescovo d'Arras, con fa-
tro fare che sia eseguibile colluso della colta d'usarlo ne'tempi prescritti in Ar-
-Stola, cóme consecrar vasi sacri, destina- ras e sua diocesi, concedendolo alla sola
re e benedir cimiteri, ec. Però il cardi- sua persona peisingolari meriti che lo di-
iial Lodovico
Lorena arcivescovo di
di stinguono, e per aver piti volle rinunzia-
Iieims, quantunque non avesse ricevuto il to arcivescovati per amore di sua chie-
pallio, ollenneda Gregorio XIII di poter- sa ; il cardinale s' inginocchiò e il Papa
vi convocare il sinodo provinciale. Vedasi senza formalità glielo impose, facendo il

Layman, Deauctorilate e(u<;ii pallii, cap. segno della benedizione. 1 cardinali, ben-
cunclus n." 2, ed i trattatisti. Perdendo che hanno tutte le insegne vescovili, non
1 arcivescovo il pallio può esercitai'e lesue godono questa del pallio, tranne quelli
incondjenze Hiichè ne abbia ricevuto al- costituiti nelle dignità cui è concesso, e
tro; il palliodi cui non potè far usoquel- quelli che l'usano per privilegio,
lo cui fu accordato, deve bruciarsi e por- Dovendosi fare l'istanza pel pallio nel
si le ceneri nel sacrario : tanto decretò la concistoro seguente a quello della pre-
congiegazionede'riti nel 1 606. Nelle par- conizzazione delia chiesa, non conceden-
ti lontane, con didereuti occasioni o coi- dosi che dopo la spedizione delle bolle,
rieri se ne spedirono due per prevenire come disposero s. Pio V e Gregorio XIII,
il caso di perdita d"uno;giunti ambedue così l'uditore del Papa accorda dispensa
al loro destino, uno si respinge a lio- d' abilitazione per ottenerlo nello stesso
ma. Il pallio simbolo della dignità e giù- concistoro. Sul modo di domandare il pal-
risdizione metropolitica de' patriarchi lio in persona o per procura, senza la quale
primati, metropolitani o arcivescovi, de- concedesiagli arcivescovi dell'Indie; eco-
vesi impetrare entro lo spazio non piti me il prelato uditore abilita a conseguirsi
di tre mesi dalla ricevuta conseciazione nellostessoconcistorodellapreconizzazio-
episcopale, o conferma se già consecrato, ne, feci parola nel voi. XV, p. 232: quan-
l'.rima della quale impetrazione non può ta solennità bisognava per chiederlo an-
esercilarsi vcrun alto di giurisdizione o licamente, lo racconta Baronio all'anno
funzione vescoN ile o metropolitica al mo- i iS^, n.° 35. Se quello che deve avere
do detto, anzi strettamente non si polreb- il pallio è presente in Roma, ne fa egli
he assumere il titolo e nome di arcive- stesso l'istanza in concistoro vestito di cap-
scovo. Con questa disciplina si è voluto in- pa, insieme a i\n Ak'^'occiIo concistoriale
dicare dalla patriarcale e cattedrale basi- (^^.)genufle.s.si, cioè appena terminato il

lica Lalcrancnse, neirulh ire al Papa i due coucisloro, prima che il Papa ne parla; i
r A L PAL 63
non preieuli dopulann mi piocmntore. le il cirdinal pone indosso il pallio reci-
Un a V vocale concisloiiii le nello stesso con tando un'orazione secondo il pontificale
cislnro non pu?) fare l' istanza per due e cerimoniale romano, ed esorta chi lo ha
palili, cos'i dicasi de'procmatori : il primo ricevuto custodirlo diligentemente, ed
rsctnpio della postulazione del pallio fat- ni procuratori di trasmetterlo ai rispetti-

ta da un avvocalo concistoriale è del vi prelati, per mezzo di persona sicura.


i5ic), come riporta il Cartari, ^dvoc. JN'el n.' 17 del Diario di Roma i8o5 si

syllabuin,p. io4- Talora per alcune cir- dice del concistoro tenuto da Pio VII nel-
costanze furono accordali senza formale l'episcopio di Parigi, e che il procurato-
jietizione, come fece Pio VII con diversi le del metropolitano di llalisbona doman-
nel 1804, con rescritlodcl nominato u- dò il pallio, rome per sé ft^ce l'arcivesco-
dilore, e perciò dispensò ancora di desti- vo di Tours. " Essendo quindi pnitiloil
nare uno speciale procuratore, pagandosi Papa dall'episcopio, il cardinal Braschi
però le consuete propine. Ciò avvenne per- primo diacono, fece dire la messa da uno
chè il Papa dovea partire per Pai'igi, ed de' suoi cappellani, essendo sull' altare
in favore degli arcivescovi di Amalfi, di i due pallii due arcivescovi di Tours
; i

Trani, di Manfredonia, di Rossano e di e di Bordeaux (d quale avea già ricevu-


lìenecnela o Caraccas. Un cardinale che to il pallio, ma noneragli ancoraslato im-
come arcivescovo o come vescovo d'O- posto) fatta la professione di fede e pre-
stiaha l'uso del pallio, in concistoro non slato il giuramento, colle consuete preci
movendosi dal suo posto, subito dopo pre- die loro il pallio, ed i due arcivescovi die-
conizzato fa personalmente o per procu- rono in seguilo la benedizione.
ra d'altro caidiiiide la postulazione colla Il pallio fuori di Roma si deve rice-
ibrmola,a cui il Pontefice risponde: Pro- vere (la un arcivescovo o vescovo, si in
pediem dahìrnus. Ecco la forn)o!a pro- terra che in mare; ma quanto al vesco-
nunziata a Gresforio XVI dal cardinal vo di Malta, che ne gode il privilegio, non
Macelli pel decano cardinal Micara infer- essendovi nell'isola altro vescovo., Pio \ II
mo. Bealìssiiììc Pater. Ego Piiirentius a'20 settembre 1807 con suo breve de-
S.R.E. caidinalls IlJnccJdprocurnlorrcv. legò ad imporlo la dignità della cattedra-
card. Jì/icnra cheli ecclcsiae Osliensis le, premesso il giuramento del vescovo.
prò pai le tjusdcm rei', card, et procuralo- All'attuale arcivescovo di Monaco l'im-
rio nomine inslniiler, instonliiis, et inslan- pose nunzio apostolico che pontificò nel-
il

tixsinie pelo ci tradi etassigiiari pallium la metropolitana, e nel dì seguente seguì


decorporcb. PclrisiiiiijUuiii in quo est pie- l'installazione del prelato nella medesi-
nitudo poutifìcalis ofììcii.pro ecclesia O- ma. Innocenzo VI commise ai cardinali
slieiiii iibi commissa. Le altre formoie Molile e Tour di dare il pallio al cardi-
tli petizioni, cambiali nomi, sono egua-
i nal Bertrand, che come vescovo d'Ostia
li. IN'cl voi. XIX, p. 28 r, dissi che secon- dovea coronare in Roma l'imperatore
do r antica disciplina il cardinal primo Carlo IV. Il nunzio Archetti fu delega-
diacono o in sua vece il più antico, im- to in Pietroburgo a dare il pallio all'ar-
pone ai presenti o consegna ai procura- civescovo di Mohilo\v da Pio Vi, ed il
lori degli assenti il pallio, previo gluru- Bercastel, Storia del crisi, t. 35, p. 1 i i,

luento di fedeltà alla s. Sede, dovendo as- riprodusse la bella allocuzione pionuii-
sistere a questa tradizione il camerlengo ziata dal prelato in tale circostanza. Ai
degli uditori di rota, invitalo dal prefet- cardinali suole imporlo ilPapa nella
to delle cci inionie. Per cpiesla imposizio- sua cappella segreta; però Urbano VIII
ne o consegna, nella caj)pella privata del ciò fece nella cappella Boighesiana della
cardinalcbi celebrala uicssa, dopolaqua- basilica Liberiana, coi cariliuali Spinola
C4 PAL PAL
e Alhnrnnz, aicivcscovi di rompn«;loIIn e avrliiepì.'ìcopalis [vel pnUiiiìrh(ili<i) nn-
(Vi Tainnlo; c(^l(;m»'iiU; XI iic;l i
7 i f
) I»T iiìi/iis nppellnlinne, ut co usnris intra co
l'Ascensione, avendo cckl)ialo messa nel- cb'r.iani tuain certisdichns qni expiinmn-
la basilica Lafcrancnse, ivi lo diede al car- tur in privilcgiis ab apostolica sede con-
dinal Aslalli decano. Pio VII nel kStio ccssis. In nomine Pa -^ Iris^ et Fi -^ Hi,
nella cappella Paolina del Quirinale l'iai- et Spiritus -jjf sancii, Amen. Il cardina-
pose al cardinal Soniaglia decano. Gre- le quindi bacia il piede e la mano al l'a-
i^orio XVI nella cappella segreta del Va- pa,e ne riceve l'amplesso doppio, recan-
licano lo confer"! a' 2(S-gennaio i84'?- <tI dosi poi il cardinale a ringraziare il l*a-

cardinal de Angelis arcivescovo di Fer- pa nelle sue stanze. A Urnedizione e Con-


mo ; nella cappella dell'Annunziata del sacrazione DEL Pontefice parlai di que-
Quirinale nel 1 ^44 ^g'' ' ' luglio al car- sta funzione, in cui il cardinal r.° diaco-
dinal Micara decano e vescovo d'Ostia; no, aiutalo dal 2.°, impone il pallio pon-
ed ai 29 al cardinal Carafa arcivescovo tificale al Papa, colla forinola che lipor-
di Benevento, col seguente cerimoniale. tai nel voi. Vili, p. iGG, dopo averglielo
11 cardinale si porta nel luogo ove deve dato a baciare nella croce posteriore, fer-

ricevere il pallio, in abito del colore cor- mandolo con tre spilloni d'oro gioiellali.

lente, ed ascolta la messa d' un cappel- Quanto riguarda 1'


uso del pallio nel Pa-
lano sccrieto a sinistra del genutlcssorio pa nelle altre funzioni, lo descrissi a Cap-
del Papa (il quale non è necessario che i-elle PONTIFICIE, avvertendo che lo ritie-
vi asMsl;i) con banchetto e cuscino, nel ne dopo la messa se ha luogo la solenne

fpiallempo il pallio è sidl'altaie in Cor- benedizione, altrimenti il cardinal diaco-


una' angeli I sopra un tondino d'aigenlo. no del vangelo che glielo ha messo lo ,

Terminata In messa, il caidinale depone leva e pone sulla mensa dell'altare. Ve-
la mozzetta e la niantelletta, ed assume dasi il Chiapponi, /^c/r/. ss. p. 227 e 236.
sopra il rocchetto l'amitto e la pianeta Osserva l'Olstenio, che riconoscendosi la

bianca. 11 Pontefice vestito di rocchetto, tomba del principe degli apostoli come
mozzetta e stola, assislitodal vescovo sa- il principio della potestà spirituale e del-
grista, dall'uditore di rota in rocchetto la giurisdizione ecclesiastica che risiede

e manlelletta, dal prefetto delle cerimo- nel Papa suo successore, questi anlicamen-
nie, e dai cappellani e chierici segreti in te da sé slesso levava il sacro pallio dal
cotta, sipone a sedere su faldistorio o se- corpo di s. Pietro e se lo metteva sopra
dia in mezzo della pradella dell'altare, o le spalle, donde tuttora si levano i palili

nel lato del vangelo se nel tabernacolo pei patriarchi e metropolitani, e loro si

è il ss. Sagramento. Il cardinale recasi a- danno, come segno della comunicata giu-
vanti al Papa e in piedi rinnova la po- risdizione. Finalmente diversi di quelli
stulazione del pallio, indi genuflesso legge che hanno 1' uso del pallio, con la figu-
il giuramento. Quindi il Pontefice pren- ra ne ornano la parte superiore de' loro
dendo il pallio dall'uditore di rota che ne slemmi. Si può inoltre leggere sul pallio:
sostiene il piatto genuflesso a destra, te- Co logerà, Oy9»5c. t. 37, p. 43j: Disscrt.

nendoli sagrista la bugia ed un cappellano sopra il pallio degli ebrei e de' cristiani.
il libro, impone al cardinale il pallio, leg- C. P. Riether, De pallio archiep., Jenae
gendo Adhonorcni onini-
ipiesta l'ormola. 1628. M. Paolo Leone, De auctorilate
polcnlis Dei et B. Mariac scmper i'irginis, et usa palla pontificii, Romae i649- ^^

ar bb. nposlolonini Petri et Panli, nec non Cralion, Palliuni archiepiscopale, Pari-
ecclcsiae N. libi conimissae, tradiinus libi siis 1GG9. A. Baldassarri gesuita. Il pallio
palliiiin (le corpore b. Pelli siiniptiini, in apostolico dilucidalo, \euez\a 17 19- C.
c/no est pleniludo pontificalis officii cuni M. Seidel, Disseti, jnridico-canoiiica de
,

P AL PA L 6j
on'ffinc, u.<!u elauctoritate pdUiì archi cp., le romana. Di cuore grande e generoso
JJelmstiidii X'J^S. i. G. Periscili, Tra- giovò altrui e lasciò monumenti degni
ctatio canonica de origine, usa et aneto- di eterna memoria. Liberale co'forastie-

ritalc palla archiep. ubi siinnl fura xtdis ri e pellegrini, prolesse Tasso; fondò nel
fllogitnliiia cantra llcrbipolenseni de col- suo palazzo, ora de penitenzieri Faùcani,
talo huic nuper palili usu vindicaturj et un collegio per 12 studenti dì teologia,
J. Gasp. Barlhel, Dissert. de pallio sub che lasciò sotto la cura del nipote poi
incundeni revocatur. Dissert. de pallio cardinale, provocando loro beneflcii e
cani i'indiciis palla I/erbipolensi, Ileibi- dignilù. In Cosenza istituì il seminario
poli 1743. Acccdunl Daw. Papebiocliii, con rendile, e v'introdusse gesiuli; dai i

De usu et forma palla aniniadi>ersioncs, fondamenti fabbricò nuovo coro e pre-


cuni nutbusdani obseri'ationibtis, Ilei in- sbiterio, ed un portico presso l'episcopio

staclii 1^5^.. J.GavnevVì, Dissert. de usu per ricovero de' poveri nelle pioggie, tra-
palla, intei- Disciplina populi Dei, Fleu- sferendo il battisteiio in silo più decen-

ly, eillta a F. A.Zaccaria, Venetiis 1783. te. Zelante dell' onore di Dio e del de-
Gio. L. Beiti, AnUchilà del pallio e se si coro de' sacri templi, ne edilìcò alcuni,
concede ai metropolitani? nelle sue Pro- altri abbellì e restauiò. In Caldarola e-
se volgari p. 273, e nel t. 9 delle Dis-- resse la collegiata di s. Martino con ren-
5r/7.<'rc/. di Zaccaria, p. ii'ò. Dom.Geor- dite, ed il monastero di s. Caterina con
gii, Liturgia liont. Pont., fra le Dissert. doli per povere zitelle da nominarsi da-
recitate ncll'accad. di Benedetto XIV, ri- gli eredi. Nell'abbazia di s. Ginesio (della
cordala nel n.° 6721 del Diario di Ro- quale parlai nel XL,
voi. 290) edificò
p.

ma I -j], in una quella diFr. L. Schnell; le chiese della Madonna s. Grego-


e di
Del pallio usato dai prelati, e perchè di rio. Passalo al titolo di s. Lorenzo in Lu-
(Hiesto si servono nell' amministrare il sa' cina, restaurò la parte minacciante rovi-
gramento dell'ordine e non in quello del- na, e il contiguo palazzo del titolare, cui

la confermazione; la vera origine del pal- fece notabile aggiunta. Nel 161 i diven-
lio pontificale da chi unicamente dipen-
; ne vescovo di Frascati, ove nella catte-
da il conferirlo j a chi sia sempre stalo so- drale eresse con eleganza l'altare mag-
lito il sommo Pontefice di conferirlo nel- giore di marmo, 1620 di Porto.
e nel
la chiesa greca e latina, e quale finalmen- Dopo essereintervenuto a 6 conclavi, mo-
te sia l'uso del medesimo. rì in Roma nel 1620, d'anni 72,6 tra-

PALLOTTA Gio. Evangelista, Car- sferito in Caldarola, fu sepolto in dello


dinale. Nac(jue in Caldarola, diocesi di Ca- monastero, in cui il cardinal Guglielmo
merino, d'una delle primarie famiglie. lu nel I 788 collocò onorevole iscrizione a lui
Roma entrò nella corte del cardinal Peret- e al seguente cardinale suoi consangui-
tijda cui ottenne il canonicato in s. IVIaria nei. Sebbene di esteriore austero, fu pio,
ad Martyres. Divenuto il cardinale Si- alfabile, umano, benigno, uUlcioso e di
sto V, lo lece canonico di s. Pietro , si- candidi costumi.
gillatore della penitenzieria, segretario PALLOTTA GiAvinATTisTA, Cardina-
de'memoriali e datario, lo consagrò nel le. Nacque in Caldarola, nipote del prece-
i")<S7 arcivescovo di Cosenza, e a' 8 di- 1 dente, e s'istruì nel convitto di s. Bernardo
cembre lo creò cardinale preledi s. IMat- di Perugia, sotto il celebre Bonciai'io. Gre-
teo in Merulana e arciprete della Chiesa gorio XV Io fece vicelegato di Ferrara,
di Pietro in f'^aticano (^.), colla pre-
s. UrbanoVIlIcolleltoreapostolico in Por-
fcltura della fabbrica e la carica di pro- togallo, dove con invillo coraggio man-
datario. La sua integrità e prudenza gli tenne illesi i diritti ecclesiastici, procac-
procacciarono l'applauso di tutta la cur- ciandosi l'aminirazione degli stessi avver-
VOI.. LI. 5
66 PA L PAL
sari, come Lugoncl libro a Idi
rilevò tle ma, e si distinse nelle conclusioni di fi-

dedicalo: Iter Lanrclanac Uomus.Tov- losofìa, e nella recita delle dissertazio-


nato in Roma ne fu eleUo governatore, ni e discorsi. Presto venne impiegato a
ed imparzialmente amministrò la giu- servire la s. Sede, e come uditore del
stizia. Inoltre Urbano Vili, in premio nipote di Clemente XIII, questi lo fe-

di sua mirabile integrità, lo consacrò ar- ce canonico Vaticano, giudice della rev.
civescovo di Tessalonicaj e spedì nunzio fabbrica, prelato domestico e altarista.
straordinario all'imperatore Ferdinando Clemente XIV lo nominò economo del-
Il per allontanare la guerra da Italia, e la slessa fabbiica di s. Pietro, segretario
vi restò nunzio ordinario, sostenendo l'o- del buon governo, e tesoriere generale,
nore del princii)e e le ragioni della Chie- carica che disimpegnò colla più grande
sa laonde a' iq novembre i(Ì2f) lo creò
;
integrità, esattezza e vigilanza. Pio VI ai

cardinale preledi s. Silvestro in Capite, 23 giugno 1777 '° creò cardinale prete
e l'imposizione della berretta cardinali- di s. Eusebio, e prò- tesoriere generale,
zia l'eseguì l'imperatore. Fatto legato di successivamente conferendogli le prefet-
Ferrara, con prudenza e valore aumen- ture del concilio e delle acque, le protct-
tò le rendile senza aggravio de' popoli, torie di più città, collegi e luoghi pii, e
the provvide nella carestia. Spurgò il l'impiegò nelle più distinte congregazio-
canale di Comacchio, che prese il suo no- ni; a tutto prestandosi con indefessa e
me, rendendone più salubre il clima; il saggia applicazione, per la vita sistema-
suo nome rimase pure ad una villa da tica e metodica che menava e soleva ,

lui posseduta in Roma fuori di Porta dire: il perder tempo a chi più sa, piìt
Pinciana, ed ancora detta Grotta Pab .spiace. Morì litolare di s. Maria degli

lolla. Per sua opera la nazione Picena Angeli, d'armi 68, a'2 settembre 795, i i

ottenne la Chiesa di s. Salvalorein Lau- compianto da tulli i buoni, chiama lo spec-


ro {V), con l'annesso collegio, contri- chio di virtù e modello di rettitudine, ve-
buendovi pure con sommeconsiderabili, nendo esposto e sepolto nella chiesa di s.

e celebrando con solenuissima processio- Maria in Campitelli, per avere abitato il

ne la festa della Madonna di Loreto, de- palazzo incontro. Il Cancellieri nelle Dis'
scritta dal Cardella , Memorie t. 6, p. scrt. sui Discoboli p. 5:j e seg., riporta e-

2g4, e dal Profdi p. io, nell'opuscolo rudite notizie sull'antichissima famiglia


Antonio Pallotlae card. Nel iGGGotteu- Pallotla oiiginaria di Messina dei conti
ue il vescovato di Frascati, dove aprì il della Rocca, e quelle del cardinale con det-
seminario che per lo più mantenne a sue taglio, in un a quanto dissi nel voi. VII,
spese. Nell'anno santo i65o convitò nel p. 56.
proprio palazzo i poveri pellegrini, ser- PALLOTTÀ Antomo, Cardinale. O-
vendo loro a mensa. Nemico dell'inte- riginario di Calderola nel Piceno, ma
resse, sempre ebbe in mira il pubblico nato a' 23 febbraio 1770 in Ferrara,
vantaggio, e fu d'animo gagliardo. Mo- dal conte Gio. Mario vice-castellano del-
rì in Roma nel 1 668, d'anni 74. "^^ S'oi"- la fortezza, e dalla contessa Giulia Maf-
110 e ora in cui era nato (l'elogio lo ci- fei. Dopo essere stato educato nel semi-
tai nelvoi. Vll,p. 56), e trasportato in nario di Frascati e nel collegio Naza-
Caldarola fu sepolto in s. Caterina. reno di Pioraa , attese agli studi legali
PALLOTTÀ GuGLini-MO, Cardina- sotto la direzione del precedente zio car-
le. Nacque in Macerata dal conte Pa- dinale, e Pio VI nel i 796 lo ascrisse per
ride ; ingegno e aman-
dotato di felice processo fra i prelati referendari , e fe-
te della lettura, apprese le scienze con ce benefìciato di s. Pietro. Pio VII suc-
successo nel collegio Nazareno di Ro- cessivamente lo uouiiuò nel 1800 ca-
PAL PAL 67
nonico Valicano (ed allora rivendicò ai popolo, opera stimabile del cappuccino
colleglli il privilegio del protonotarialo genovese prodotta ad imitazione di Gui-
abbiano prestato giu-
apostolico, tostocliè do Reni ed il codice membranaceo di
;

ramento al cardinal camerlengo); ponen- Ferdinando Cordubense, De consultan-


te del buon governo, annoverandolo fra di ratione, che Cancellieri avea illustra-
i prelati aggiunti alle congregazioni del to con Lettera al cardinal Ani. Pallolla,
concilio e della fabbrica; nel 1802 udi- Pesaro 182G.
tore di segnatura ; 18 14 commen-
nel PALMA. Pianta con ampio fascio di
datore di s. Spirito, nella quale carica foglie nella sommità, spadiformi acute
fu d' instancabile zelo pel buon ordine e sempre verdi, assai comune nella Pale-
vantaggio del pio luogo, onde pubblicò stina, nelle Indie orientali ed occiden-
diverse provvidenze; nel 1 8 1 f) uditore tali ed in altre regioni; in Palestina lepiìi
generale della camera apostolica, in cui Engad-
Ijellepalme furono ne'dintorni di
per la sua rettitudine e attività nel di- di La palma o il ramo di
e di Gerico.
sbrigo degli affari si fece onore. Per tan- palmaèunsimbolodi vittoria, enei trion-
te benemerenze, Pio VII a' io marzo fi ( ne parlai a Ingressi) dai soldati greci
1823 lo creò cardinale prete, e poi gli e romani portavansi palme davanti al
conferì per titolo la chiesa di s. Silvestro conquistatore; si davano ai vincitori dei
in Capite. Questa esaltazione fu cele- giuochi qual premio, ed in segno di vitto-
l^ratacon diversi componimenti, fra'qua- ria o d'onore, per cui si prende anche per

li meritano menzione quelli intitolati, gloria guadagnata in bene operare, e pel


Gralulaliones et yotaj e l'erudito opu- martirio. La palma fu attribuita dai gen-
scolo,ove parlasi ancora della famiglia tili alla dea della Vittoria, ed anche dai

Pallotta e suo stemma: Antonio Pallot- cristiani alle vittorie dei martiri, colla
tae in aniplissiniuni patruni carclinaliuni quale gli artisti li rappresentano o sim-
coUcgiuni a Pio VII P. O. 31. Urbe boleggiano ; tuttavolta avverte il Paoli,
plaudente cooptato Cajetanus Profilius Not. di s. Feliciano, p. St), che la palma
ronianus obsequii et grati animi caussa presso il sepolcro àe Martiri (^.), credu-
gratulatur, Romae 1823. Intervenne ai to per del tempo segno sulficiente per
conclavi di Leone XII, Pio Vili e Gre- indicare un martire, è opinione non
gorio XVI, ed il I
.° lo dichiarò legato ammessa, poiché la chiesa romana per
a lalere di JMarittima e Campagna, per accordare il culto alle spoglie mortali di
cui vedasiil voi. XXXVII, p. 273. Fu un trapassato, vi si determina quando
annoverato a 7 congregazioni, ed ebbe in scopre il testimonio del sangue da lui
protettoria molli stabilimenti pii, città e sparso per la fede, prende però maggior
luoghi registrati nelle Notizie di Roma. forza di sicurezza quando si uniscono am-
Bello di persona, sortì dalla natura fo- bedue i contrassegni. Pei segni certi del
coso temperamento; però fu lodato per Martirio, si può vedere la bella Dlenioria
singolare attaccamento alla s. Sede, zelo per l'im'cnzione di s. Sabiniano martire
ardente pel bene comune, fortezza d' a- cap. 2, del p. Secchi gesuita. Nel campo
nimo e imparziale giustizia. Morì d'an- trionfale della Chiesa inafliatodal sangue
niG4 la sera del 19 luglio i834, presso di tanti martiri, vegetò mai sempre la
Monte Cassiano, in un luogo di sua vil- palma santificata. Dei simboli della pal-
leggiatura, donde il cadavere fu porta- ma può vtdei'si Buonarroti ne' Vetri an-
lo in Roma e sepolto nella sua titolare. tichi, dicendolo esserlo del battesimo,
In segno d'affezione e venerazione lasciò perchè siccome la palma fu forse l'origine
a Gregorio XVI un quadro rappresen- di fingere la fenice, e tenuta questa per
laule Pilulo clic lyustra Gcsìi Ciislo al geroglifico di rinasci inculo, col baltcsi-
G8 r A L P AL
Ilio si linnsce a nuova e piìi felice vita. palme, Cìorn. de Iciler. t. Sa, p. 3G.
I.o èpure simbolo della Giudea, ove tall- Grodeck, De cnerimnma palmarum a-
io (lori vano e se ne oliti vano inGeiu- j)Utl Jiulaeos in festa tabernacitlorum,
salcuirac nel tempio, le pareti del qua- Lipsiae i6c)f). Caipzovii, Philolngema

le furono ornale con palme da Salomo- sacriim de asino I\ fessine Cliristi in ut beni

ne, ed mandavasi im ra-


ai re di Siria flierosolyniani veclore, Lipsiae 1675.
mo di palma d'oro come una specie di W'alchius, De Christi in urheni Hieroso-
tributo; lo è ancora de' giusti e perciò lfninmintroitu,Jenaei'j3S.KìCoìa\,Dis-
vedesi intorno a Cristo, agli apostoli e fjuisìtio de suhstratione et pìgnoratione ve-
ad alili santi come segnale de' martiri; slium ubi locus Matlkaei explicatur^-y. \

la palma poi secondo Seve-


colla fenice, Gissae 1701. Mayeri, Diss. de dominica
raiio, rappresenta Gesù che ascendendo palmarum, Gvìphys 1707. Quanto ri-

sopra la palma della croce e bruciandosi guarda l'istituzione della benedizione,


in essa, per amore volle morire, indi co- distribuzione e processione delle palme,
me fenice risorse trionfante e vittorioso, e suoi antichi riti e significati, ne parlai
della morte e del demonio. Talvolta ne- nel voi. Vili, p.27(S, dicendo della fun-
gli Interessi (F.) i Papi sono stati incon- zione che celebra il Pontefice; anticamen-
trali colle palme, e quando Pio II an- te spettava agli Ostiari [V.) l'uffizio di
dò a prendere a Ponte BIollc la testa fare le palme.
di s. Andrea apostolo, i cardinali e gli al- La Chiesa volle si facesse annua ri-
tri portavano palme mano, perchè nel in membranza del misteiioso avvenimen-
giorno avanti domenica delle palme era to dell' ingresso trionfale di Gesù Cri-
giunta in Roma. Nella domenica delle sto nella metropoli della Giudea, figu-
palme, Dominica palmarum, la Chiesa ra di quello più trionfale che farà il

onora l'entrata trionfale che fece Gesù medesimo Signore alla fine de' secoli
Cristo in Gerusalemme [V.) sei giorni con lutti gli eletti nella celeste Gerusa-

prima di essere crocefisso, riconosciuto lemme. Nel Sacramentario dis. Grego-


e solennemente accolto fra gli Hosaii- rio I si fa menzione di questa cerimonia
na [f .) come DIessia e Salvatore del e della orazione per la benedizione delle
mondo ed il re de' cuori ; cerimonia che palme ; neir altro Sacranwntario ante-
agli occhi della fede fu un trionfo pie- riore di s. Gelasio I, eletto sul fine del
no di gloria e di maestà. Volle fare que- secolo domenica sesta di quaresi-
V, la

sto suo ingresso sopra di un asino su ma ha il titolo Dominica in Palniis de


:

cui nessuno era montalo : sulla via al- Passione Domini, siccome pur leggesi
cuni discepoli suoi vi stesero i loro man- Dell'antichissimo calendario della chiesa
telli, altri i loro panni, e vi sparse- romana, scritto come credesi nel fine del
ro ramoscelli d'ulivo tagliati dagli albe- secolo IV o nel principio del seguente.
ri vicini. Un popolo numeroso ed inno- Questa cerimonia si usò pure da tempi
centi fanciulli precedevano e lo se-
lo molto antichi nella chiesa orienlale,poi-
guivano con rami di palme verdi in ma- chè nella vita di s. Eulimio, che viveva
no, diindo gloria a Dio coi loro applausi verso la metà del secolo V, si apprende
e cantici di lode. Il Baronie all'anno 34, che monaci dopo la festa dell'Epifania
i

n.° 7, dice che l'albero di palma da cui si ritiravano nel deserto per prepararsi
tolsero i rami giudei durò molti secoli.
i alla Pasqua, donde ritornavano ne' mo-
Vedasi il p. Menochio, Stiiore t. i p. SyS, ,
nasteri nel di delle palme, ed il Granco-
dell'albero di palma dalla quale le tur- las ritiene, che monaci l'avessero ap-
i

be presero i rami quando incontrarono presa dal clero secolare, e perciò Croiset
il Signore; Redi, Notizie intorno alle pensa che questo sacro rito fosse istilui-
TAL PAL 69
lo subito clie la Cliiesa per la piolezio- soleva il Papa anche in altri gioi'Si dis-

iie di Coslaulino imperatore potè eser- ti ibuire le palme in segno di vittoria ai


citare pubblicamente le sue cerimonie pellegriniche ritornavano dalla Palesti-
religiose. Nel Goar si espone il rito della na, punendogli al collo alcune croci. An-
chiesa greca, la quale nel sabbato prece- tico è l'uso di mandare in dono ai prin-
dente la domenica delle palme, detto di cipi i rami benedetti delle palme, come
Lazzaro (di cui parlai nel voi. XXI, p. fece Olrico arcivescovo di Milano nel
IJ7) la portare in chiesa le palme, gli I125 col re Enrico V in Germania, a
olivi e i n)irti, e si benedicono, cpiali poi mezzo di Tebaldo vescovo della chiesa
si distribuiscono nel d'i seguente dal pa- milanese; e pi ima di lui Papa Giovan-
triarca o dal suo vicario. Anticamente ni Vili nell'Hyy, come simbolo di vitto-

in Costantinopoli 1' imperatore nel gab- ria, mandò palme a Carlo il Calvo, e Ce-
bato di Lazzaro faceva la distribuzione lestino 111 in Roma donò a Filippo H
delie palme ai servitori e ulìiciali di sua Augusto re di Francia palme e croci.
corte, forse benedette dal paUiaica o dal La domenica delle palme è stata chia-
protopapa. In Milano nel secolo XII si mata Dominica floruiii o ranioruin, poi-
celebrava già con gran solennità la fun- ché in vari luoghi, non solo si benediceva-
zione, ed alcuni rami di palma e olivi si no le palme e rami d'olivo, ma anche i
i

riservavano per regalarsi a personaggi Fiori {V.\ quali pure si portavano e


i

distinti : nella chiesa di s. Lorenzo avea spargevano nella processione, e perciò


luogo la benedizione e distribuzione dei anche Pascila floriun o floriduni, raini-
rami, indi l'arcivescovo montato un ca- palniac, ramoln'ae. Fu pure denomina-
vallo riccamente bardato, si recava alla ta Dominica Lazari, Hosannacj Domi-
basilica di g. Ambrogio, tenendo colla si- nica inclulgcnliae , perchè facevasi in tal

nistra pìccola croce di cristallo, ornata giorno la solenne riconciliazione de' pe-
di palme e di foglie d'olivo, benedicen- nitenti pubblici ; Pascha peiiLuin sive
do colla destra l'alfollato popolo. Il cle- conipeU'iiLiuni, perchè in tal giorno si con-
ro, lasciato l'arcivescovo presso porta Ti- segnava il catecumeni detti
simbolo ai

cinese, andava alla cattedrale a cantar- competenti si lavava il capo


; e perchè
vi la messa. L'abbate di s. Ambrogio de' baltezzandi per essere unti con Olio
colle sue insegne riceveva rarcivesi:ovo, ( F. ), si nominò Capilalavium , rice-
il (juale subito gli dava un ramo di pal- vendo essi poi il battesimo nel sabbato
ma ed una trotta, e ponlilìcava poi in santo, ^'ella chiesa di Milano la tradi-
s. Ambrogio. Questa funzione fu Ira- zione del simbolo ai competenti esegui-
lasciata da s. Carlo, indi ristabilita dal vasi anticamente nel sabbato santo, però
successore Visconti, rimettendo monaci i ai tempi di s. Ambrogio era praticata
nell'antico loro possesso e diritto, ma fu nella domenica delle palme ; la funzione
di nuovo abbandonata dal cardinale Fede- delle palme e degli olivi fu poi intro-
rico Borromeo chegli successe. la Gerusa- dotta : alcune prf;ci e cerimonie sono u-
li'i/nnc. suol farsi solennemente la proces- niformi al rito sono dissi-
romano, altre
sione delle palme ; altre chiese seguono mili. Le Ceneri cavano poi
[f'.) cbe si

particolari riti, ed il Macri in Palinanim da una porzione de' rami d'olivo bene-
Jcstuin, dice che i maroniti portano in detti, sono (juelle che asciutte, e non ba-
chiesa un albero d' ulivo, il quale bene- gnate come per abuso soleva farsi nella
detto si pone a disposizione del maggior chiesa Egitaniense, e perciò proibito nel
olTerente per litnosina alla chiesa, e do- j (io3 dalla congregazione ilc'riti, si spar-
po la processione tutti ne prendono un gono sul capo de' fedeli nel primo gior-
ramoscello per divozione. Anticamente no di quaresima dell'anno successivo. Lo
70 PAL P AL
palme e gli olivi benetlelti si conser- zione che bramavano riceverla dalle sue
vano con pio costume per difendeie dal- mani, da queste le presero tra quelli che
le inlempeiie almosferiche le abitazio- hanno luogo in cappella seguenti per- i

ni e le persone, onde si appendono al- sonaggi, agli altri dispensandole! cerimo-


le finestre e alle pareti del letto. Si leg- nieri e gli accoliti ceroferarii. Le ricevero-
ge nel Burcardo di Alessandro VI, che no dal Papa tutti cpielliin paramenti sa-
paratae fnerunt palniae ijOjdc ciidbux gri, cioè cardinali, vescovi, abbati e peni-
superfaerwit ii. Ilas Papa fedi inca- tenzieri; piùi prelati di fiocchetti, il prin-
mera sua prò conservalione ah
dislrihui cipe assistente al soglio, il senatore, i con-
ictu tonitruì. Quelle che dispensa il Pa- servatori, il maestro del sacro ospizio;
pa in questo giorno sono nella maggior due soli per ogni collegio prelatizio, com-
parte palme intrecciate e tessute di bel- presi gli avvocati concistoriali, i quat-
le e varie forme, lavorate dalle Camal- tro uditori di rota assistenti alla falda,
dolesi (^'•), e pochi rami d'olivo cun cro- alla mitra e alla croce; il reggente della
cette di palme. Le palme pel Pontefice cancelleria , i ministri della cappella, i

e pei principi che sono in Pi.oma si ador- quattro camerieri segreti partecipanti,
nano con fiori freschi o fiuti, e con fet- due di quelli soprannumerari e due di

tuccie nell'estremilà d'oro e d' argento: quelli d'onore, due cappellani segreti e
anticamente i personaggi reali presenti due comuni, il i.° aiutante di camera,
alla funzione recavansi personalmente al due bussolanti; due procuratori degli
trono pontificio a prendere la palma, cui ordini religiosi e due di collegio, il pre-
ora le porta alla loro abitazione il ca- dicatore apostolico, il sotto sagrista, due
meriere segreto partecipante segretario cantori, duechierici, due maestri osliari,
d'ambasciala. Prima dai camerieri segreti due mazzieri due alunni del collegio
,

in giù, nella distribuzione si dava il ramo germanico col gesuita, due caudatari dei
d'olivo verde, e il diacono assistente alla cardinali. Nel giorno delle ceneri si ten-
benedizione nella cappella pontificia non ne l'ordine medesimo, colla sola diffe-
assumeva la stola. Tre palme spettano al renza che tutti membri dei collegi pre-
i

Papa, una la tiene in mano e va al came- latizi ebbero la cenere dal Papa, essendo
riere segreto partecipante coppiere, che la minore il concorso de' forestieri . Qual
sorregge quando la lascia ; la seconda la sia il titolo e l'origine della privativa
sostiene il principe assistente al soglio, e concessa da Sisto V ad un antenato e
spetta a lui, ed in sua mancanza al se- discendente della famiglia Bresca di s.

natore o pili degno conservatore, clie e- Bemo nel Genovesato, ora diocesi di Ven-
gualmentela ticnein mano; la terza ch'c timiglia, sulla provvisione delle palme
a disposizione del Pontefice, soleva Gre- in servizio della cappella pontificia per
gorio XVI mandarla al senatore dal Bus- la funzione della domenica delle palme,
iolanle, che le porta ancora ai cardinali non che delle patriarcali basiliche di Bo-
non intervenuti alla cappella e agli am- ma,si legge ueW Appendice cap. i, della
basciatori e ministri diplomatici. Anche Sttlimana santa del Cancellieri, se non
il maestro del sacro ospizio ha altra pal- che quanto al motivo vero della bene-
ma a parte ; altrettanto dicasi delie can- iTì.erenza del Bresca va letto il mio ar-
dele benedette e ornate di talco a colori. ticolo Obelisco Vaticano. Sisto V con-
Nel 1845 e 1846, per rendere più cesse la privativa con diploma, in un al
breve e meno incomoda a Gregorio XVI titolo di capitano del i.° reggimento di
la distribuzione delle candele e palme linea pontificia, col privilegio di portarne
benedette, lunghissima a cagione de'nu- la divisa e d'iimalzarne bandiera sul ba-
mcrosissimi forestieri dislinli d' ogni na- stimento; ed oltre il pagamento delle
PAL PAL 71
palme ima pensione mensile dai palazzi stoso e adorno di belle scolture, ha torre
apostolici il tutto ancoia in vigore. S.
, con orologio antichissimo cui movimen- i

Ilemo, ferace d'alberi di palma, alza que- ti e la Sonata sono regolati secondo il

sta ed un leone per stemma, ed ogni anno corso del sole e dei solstizii; possiede uà
il suo capitolo dona al palazzo apostolico museo d'antichità, in cui si vedono tut-
un fascio di palme, altrettanto praticando ti i ritratti degli uomini celebri di Ma-
il vescovo d'/4lbcuga,aì quale articolo fa- jorca; a lato del palazzo reale vi è una
cendo cenno di ciò e dell'origine del pri- torre quadrata assai alta , che serve di
vilegio, la stampa ommise alla parola ca- prigione, la cui costruzione si attribui-
pitolo l'aggiunto di s. Remo. Le palme bctì ai Anche il palazzo ve-
cartaginesi.
di quel territorio, essendovene pure iu scovile è rimarchevole, come il teatro per
JJordighera, sono di due qualità, la più grandezza. Fra monumenti pubblici
i

perfetta dicesi palma papalina e romana, desta ammirazione la Lonja borsa di


l'altra palma ebraica, perchè gli ebrei ne Palma edificata nel secolo XIV, e ri-
provvedono in ottobreper le loro funzio- corda il ripristinamentodel culto cristia-
ni, non curandosi che siano di color cana- no dopo secoli di persecuzione in quelle
rio e indilTerenti che sieno verdi, cioè per regioni, e la riunione dell'isola di Major-
la festa de' tabernacoli o delle capanne, ca all'Aragona, ond'è che risente dell'ar-
che celebrano in autunno. te moresca, a riserva de' cornicioni che
PALMA. Città con residenza vescovi- sono arabi: essa offre un modello il più
le del vescovo di Majorca (f^-), della puro e di quello stile chiamato gotico
Spagna, capoluogo di provincia nelle applicato all' architettura civile. La di-

isole Baleari e dell'isola di Majorca, al sposizione interna è suscettibile di difesn,


fondo di una baia, il cui ingresso è for- come costumavano di fare i mori in tutti

malo dai capi Bianco e Cala Figuera. i fabbricati de'loro tempi : avvi contiguo
E pure sede del governatore generale un giardino botanico dovizioso di tutte
Ba-
e delle principali autorità delle isole le piante rarissime dell'Isole e dell'A-
leari. Eretta in anfiteatro sopra il por- merica. Ivi tutti i mercanti dell'isole Ba-
lo in forma di semicircolo, è cinta da leari e delle Spagne in diverse epoche
mura grossissime, fiancheggiate da i3 si recano a far le loro assemblee, e ter-
bastioni. Vi si entra per tre porte, e minali gli affari si danno feste pubbli-
malgrado le sue fortificazioni non po- che e de' balli in maschera, che gli abi-
trebbe sostenere un lungo assedio. Tut- tanti di Palma preferiscono a qualunque
te le case sono adorne di colonne di mar- altro divertimento. Tia le piazze la piìi

mo SI nell'esterno che nell'interno, nel- bella e frequentata è quella dei Limiti.


moresco, e quasi tutte di un pia-
lo stile "Evvi il bel passeggio pubblico o Corso
no ed in pietra. Le chiese nella più par- della Flamba. Possiede una società eco-
te rimontano all'epoca del secolo XIII nomica, due collegi o seminari,! casa di
o XIV, ricche di preziose suppellettili: beneficenza, scuola di navigazione, due
dicesi nella cattedrale, oltre il bellissimo biblioteche e due stamperie, fabbriche di
fonte sacro, esservi sei candelabri d' ar- stoffe ed altro. 11 porto formato da uà
genlo massiccio a sette rami, di UD la- molo lunghissimo e stretto, è piccolo ma
voro delicato e bizzarro. La casa muni- sicuro, ben difeso al nord, e protetto dal
cipale, il palazzo reale o del governato- castello s. Carlo e da (|uello di Belver,
re vastissimo, la sala degli spettacoli e il antico palazzo dei re di Majorca. Il com-
grande ospedale, sono edificii rimarche- mercio, la navigazione e la pesca vi so-

voli e rari iu Europa per la solidità il ; no attivi, essendo la città il deposito del-
palazzo comuualc di stile gotico mac- , l' isola. È pallia di Mczcjuida pittore,
72 PAL PAL
Moiez scultore, Lullo tlislinto lolleralo, PALMIERI Andrea Matteo, Carde-
V del f<'u>ioso Caio-y-Surecla marchese naie. Napoletano di egregia indole, nel
della Itomai)a,clie nel 1808 »sal vessi dal- I 5i 8otlenneda Leone X,per rinunzia del
ia Danimarca, ove Nci[)oleoneravea man- zio Vincenzo, l'arcivescovato d'Acerenza
dalo colla divisione spagnuola che servi- e Malera, indi a' 2 dicembre 527 Cle-
i 1

va come ausiliaria nelle armale france- mente VII locreò cardinale prele di s. Cle-
si. I dinlorni sono ameni e ben colliva- mente ed amministratore di Sarno, per
li, coperti di giardini, orti e case di cam- le sue eccellenti qualità e candore di co-
pagna; vi sono bei passeggi e magnifica slumi, che gli conciliarono pure l'airetto
certosa. di Carlo V e Paolo III. Questi nel 534 1

Si pretende clie Palma sia slata fon- lo fece amministratore di Lucerà, e nel
data dal console Q. Cecdio Metello; ma 1 535 di Policaslroedi Conserans. Di cuo-
diquanto riguarda le sue notizie e vi- re intrepido e magnanimo, e di spirito
cende civili ed ecclesiastiche, lo dissi a militare, ad Adriano VI di soc-
si esibii

Majorca. Welle Notizie di Roma sono re- correre col proprio denaro e con cjuello
gistrali vescovi di Palma o Majorca dal
i degli amici cavalieri di Rodi assediati
i

lySo. Solo aggiungerò ai vescovi ripor- dai turchi. Mentre stava per partire col-
tali seguenti, perchè chiamali simul-
i le genti del Papa per sì gloriosa intra-
taneamente di Palma o Majorca. 1700 presa, seppe la perdila di Rodi, per cui
Benedetto Panelles benedellino barcello- poco mancò che ne morisse di dolore. Do-
iiese; 1744 Giuseppe a Zepeda toletano; po IO anni rinunziò l'arcivescovato con
763 Francesco Garrido de la Vega di
I regresso a favore del fratello France-
Tuy 772 Gio. Diaz Guerra di Siviglia;
; I sco, cui già avea ceduto la sede di Sar-
778PietroaliubioBenedeltodiCuenca.
I no, ma questi premorto a lui, il cardina-
Pio X nel 847 preconizzò l'attuale mg.
I 1 le rientrò in possesso delle due chiese, qua-
llall'aeleManso di Villamayor de Campos li nel 1 53 definitivamente
1 lasciò. Otten-
diocesi di Leon. Dalla proposizione con- ne l'amministrazione di Gonza, che do-
cistoriale si rilevano dilFereuze da quel- po breve tempo rinunziò a Troiano Ge-
la del predecessore, e le noterò. Si dice sualdo. Divoto della Madonna, visitò con
la cattedrale, vasto e gotico edifizio, de- esemplar pietà il santuario di Loreto, cui
dicala alla ss. Trinità; la sede suihaga- lasciò considerabili doni. Mentre era go-
Dca Tarragona ; il capitolo con 5 di-
di vernatore di Milano per Carlo V, morì
gnità non si pai la di rendita, né di con-
; in Roma nel i537, d'anni 44? c^*-* sepol-
venti e monasteri; 5 essere le chiese par- to in s. Maria del Popolo.
rocchiali di Palma, 4o quelle della dio- PALMIUA o TADMOR. Sede vesco-
tesi, la quale estendesi a tolta l'isola di vile e grande città della Turchia asia-
Majorca. Un'orribile terremoto de' i/^e tica, nella parte nord-est del pascialalico
i5 maggio i85i, lece morire molli di di Damasco, capitale anticamente della
spavenlo e quasi tulli gli edilizi solfri- Palmirena o regione Palmirena, Paliny-
rono. reue. Prese senza dubbio suo nome dal- il

PALMATORIA. Strumento ad uso le palme che nascono in abbondanza nel

di piattellino con boccinolo o cannello deserto sabbioso che la circonda, essen-


jjer adattarvi una Candela {f^.),cht u^a- dovi anche selve di cipressi. Era situala
110 nelle sacre funzioni i cardinali, i pre- a 35 leghe dalla riva destra dell'Eufra-
lati e quelli che ne godono il privilegio, te, e 60 da Damasco. Non si hanno che
per vedere lume in leggendo. /'. Bugia, congetture sull'origine di Palmira, e de-
Lampadario, Lumi, ove riportai alcune boli notizie sulla sua singolaresiluazione,
« onccssioui per l'uso. sulle fuuli di sue ricchezze, cagione del-
PAL PAL 73
l'erezione de'suoi magnifici monumenli, quisle assunse il nome di regina d'Orien-
e su molti avvenimenti, che limno
altri te, «juindiarmò formidabilmente contro
ignorar l'epoca del suo s[)lendore e quel- i romani, tolse loro gran tratto della Si-
la della sua rovina. Secondo la sacra Sciit- ria, dopo avere debellato il re di Persia
tura Salomone fece fabbricare Tadmor e soggiogato gli assiri. E noto come Au-
o Thoedmor, quasi termine divisorio dei reliano marciò contro di essa con tutte
due vasti deserti della Siria e dell'Ara- le forze deli' impero, che la vinse nelle
bia, dopo di aver fatto la conquista del campagne d'Apamea presso la città di E-
paese di llamath; i greci ed i romani la mesa, e dopo di aver conquistato Palmi-
cliiamarono poscia Palmira, ma gli ara- ra con orribile strage, fece prigioniera la
Li lanominano ancora Tadmor, che stessa Zenobia colle figlie, che condusse
significa Palma: era tra gl'imperi dei a Roma pel trionfo e cinta di catene d'o-
romani e de* parli. La stona romana fa ro. Narra il Terzi che Zenobia, di spiriti

menzione la prima volta di Palmira, al- generosi e guerrieri, dopo il trionfo riti-
lorché Marcantoino sprovvisto di dena- rossi nella villa di Tivoli e si fece cristiana;

ro, pensò rendersene padrone, e così pro- parlava più linguaggi, pose in compendio
curarsi i mezzi per pagaie le sue truppe; le storie di Alessandro, e fu peritissima
ma i |)almireni istruiti di tale disegno, nelle matematiche. Palmira ebbe in se-

benché fosse la città munilissima,si tras- guilo un governatore romano, e Giusti-


portarono colle loro famiglie e ricchezze niano I la fece restaurare. Presa e ripre-
di là dell'Eufrate, di cui coi loro arcieri di- sa in seguito nelle dilferenti guerre che
fesero così bene il passaggio, che l'armata desolarono la uu
regione, oggi Palmira è
romana comandata da Emilio fu forza- villaggio detto Fa yd, abitalo da poche cen-
ta di ritirarsi, rovinando però la città. tinaia di famiglie arabe. Le sue magni-
Palmira era allora capitale di uno stato fiche rovine, forse le più sontuose d' A-
libero, e l'emporio principale delle mer- sia^e dicesi pure di Grecia, restarono sco-
canzie che provenivano per via di terra nosciute sino al i6() [, essendo le princi-
dall'oriente e dall'occidente. Un'iscrizio- pali quelle di splendidi templi, come del
ne greca che si legge sopra una colonna Sole adorato dai palmireni, superbi mau-
fa sapere, che fu eretta da una nazione solei, sepolcri e solido acquedotto. Nel de-
libera, governata dal senato e dal popolo, serto si trova la valle del Sale, che sommi-
un capo o principe; si
alla cui testa era vi nistra sale bianco a Damasco e alle vici-
presume che questa forma di governo ne città; cjuivi Davide sconfisse siri. La i

de'palmireui durasse fino all'anno 272 di fede cristiana s'introdusse in Palmira nei
nostra era, in cui l'imperatore Aureliano primi del IV secolo, segnalata nel 3i i

prese Palmira. Già l' imperatore Adria- dal martirio di Eutropia e delle ss. hU
s.

no l'avea restaurata e chiamata Adria- Lia e Leonida sorelle. Divenne sede ve-
nopoli dal suo nome; indi sotto l'impe- scovile di Fenicia del Libano, sotto la me-
ratoreGallieno, Odcnato decurione o ca- tropoli di Damasco, nel patriarcato d'An-
po de'palmireui si distinse perla sua po- tiochia. JNe furono vescovi i registrati òal-

litica e virtù, per cui l'imperatore lo di- VOriens chrial. t. 2, p. 846 Siria sa- ;

chiarò Augusto, associandolo all'impero: cra p. 128. AI presente Palmira, Pai-


Odcnato fortificò e ingrandì l'almira, e ììiyren, è un titolo arcivescovile in par-
militando pei romani vinse parti e per- i i senza sufTraganei, che conferisce la
libiis

si, e frenò gli arabi. Dopo la sua morte la s.Sede. Nominerò tra quelli che ne fu-
moglie Zenobia, del regio sangue dei To- rono insigniti Filippo Amai abbate di s.
lomei d'Egitto, che regnò in modo tan- Idelfcjuso e confessore di Callo IV re ili
to glorioso, iu cuuscgueuza delle sue con- S[>.tgna,che morì nel i834 lasciando di-
74 l'AL PAL
verse opere, di cui parla il voi. ?., p. jj gnilù di tratto e gentilezza, nobile per
tlegli Annali delle scienze religiose, nel nascita ed elegante nell'aspetto. Am-
(|iiale anno aveva pubblicato in IMacb iti, ministrò la chiesa d'Aveisa, e per l' in-
Meditazioni contro il libro inlilolalo le signe sua dottrina e prudenza, Urbano
rovine di Pahnira. Pio IX nel concisto- IV nel dicembre 12G1 lo creò cardinale
rocle'22 dicembre t84B lo conferì a mg/ prete di s. IMarlino. Per nere calunnie fu

Giuseppe de Sylva Torres (del quale par- accusato reo, ma senza alcun riguardo
lai a Imdie Orientali, a Goa, di cui lo fe- alla dignità giudicato rigorosamente, ne
ce arcivescovo Gregorio Xf'I, ed ai re- uscì innocente, ond'ebbe la legazione del-
lativi articoli), che nel concistoro de' l' Umbria, Marca Toscana , Venezia e
17 ,

febbraio i85i dichiarò coadiutore cotL Lombardia, nella quale eccitò crocesi- i

futura successione dell' arcivescovo di giiali a prendere le armi contro Manfre-

Eraga, edoltre la solita proposi/ione con- di invasore della Sicilia, e in tal carica
cistoriale, il Papa pronunziò l'allocuzio- proseguì sotto Clemente IV, al cui con-
ne Inter noi'os, riportata dagli ninnali del- clave non intervenne, bensì ai 4 seguen-
le scienze relig. serie 2/, voi. 9, p. log. ti, e morì nel i 27G.
Ivi pure si legge la lettera dell'arcivesco- PALTOS PALTUS. Sede vescovile
vo de' 18 novembre i85o a Pio IX, e la della Siria, provincia di Teodoriade, sotto
risposta di questi de'6 gennaio i85i. la metropoli di Laodicea, eretta nel V se-
PALOSIO o PALOCCl Stcfa.vo, Gzr- XII divenuta arcivescovile. Si
colo, e nel
dinale.Vali'\z\o romano, canonico Liberia- conoscono 5 vescovi. Oriens cliriit. t. 2,
no e camerlengo del clero, nel 1873 Gre- P-799-
gorio XI lo fece vescovo di Todi, ove pub- PALU' Lodovico, Cardinale. V. il

blicò costituzioni di disciplina ecclesiasti- voi. IV, p. i58.


ca. Uibano VI nel dicembre i38i lo creò PALUDI PONTINE. Nella legazione
cardinale prete di s. Marcello, vicario di Campania o Campagna
di Velletri, antica
Roma e camerlengo di s. Chiesa, dichiaran- romana, nel paese de' volsci. Le paludi
dolo suo confessore. Concorse all'elezio- denominate anche Elodi, Velabri o Ve-
ne di Bonifacio IX, che Io nominò arci- lie trovansi in vari punti dello stato pon-
prete della basilica Liberiana, ed incaricò tificio, come esistevano già in gran par-
di presiedere alla rifazione del tetto del- te de'piani d Italia ne'tempide'primi po-
la basilica di Paolo ch'era caduto, e d'e-
s. poli che vi posero piede. Questeprin-
il

sigere perciò le decime e contribuzioni cipali paludi sono diramate, riconcen-


imposte. Dopo due anni che rinunziò il trate, risuddivise e vaste più meno a se-
vescovato, morì nel 1898 in Roma, e fu conda del livello del suolo, della quanti-
sepolto avanti l'altare di Girolamo di s. tà delle acque che vi ristagnano o che vi
detta basilica, cui donò
metà del ca- la ripullulano, delle materie che vi sono stra-
sale di s. Pastore, posto fuori di porta No- scinale o che vi germogliano, dell'indu-
inentana. stria praticala, dell'ubertosità nel terre-
PALTINIERI Simeone, Cardinale, di no circostante e del numero della popo-
Padova. Fu nel 182 creato cardinale
i lazione che le approssima. Di queste pa-
da Lucio III, per rispetto del cui nome ludi eslese sono le Pontine, indi quel-
le pili

avendo nella sua arme sostituito al cigno le delFerrarese in circa 16, che lo smi-
il pesce luccio, fu detto il cardinal del surato lialzamento de'fiumi e del mare
pesce, e morì nel 1200. fa perdere la speranza di ottenerne mag-

PALTINILRI Simeone, Cardinale, giore restrizione, e molte sotterranee pol-


di IMouselice, diocesi di Padova dove , le mantengono le paludi nella provincia:
fu canonico. Dolalo di singolare bcni- le paludi asciugate nel Ferrarese dal Ben-
PAL P AL 7 >

Svoglio, cliedeio origine all'omonimo Fogliano già PomezianOj e P<mtino, per


Luogo di Monlc {f^ .). In cpielln tli Bologna non dire di altri nominati a S. Felice,
Sì contano 6 paludi; multe di queste si parlando di quello di Paola. Delle prin-

potrebbero migliorare, diminuendone la cipali paludi delle altre regioni, fo pa-


periferia e riducendole alla coltivazione rola a'Ioio luoghi.
del riso, raa alle altre è impedimento le Le campagne Pontine sono le piìi gran-
stesse cagioni del Ferrarese. Nella pro- di del Ieri itorio Latino e del litorale. L'a-
vincia di Rai'enna la protrazione del lido gro Pontino nel paese de'volsci fu chiama-
dà motivo all'aumento delle paludi che to per la sua fertilità prodigiosa, granaio
sono 5, onde quasi vano riesce qualun- e dispensa de' romani, giardino del La-
que provvedimento. La valle di Rieti e zio, per la copia e preziosità de' vini ,

paludosa e può bonificarsi stante l'utile frumento eccellente e d'ogni specie di

della caduta e deirinnalzaraento che può fi-ulta; ed i lacedemoni, fiiggendo l'a-

ottenersi del terreno dalle torbe del Ve- sprezza delle leggi di Licurgo, vi si sta-

lino. Le Paludi Pontine sono note fino bilirono per la delizia e abbondanza dei

dal \^i di Roma, nel qual tempo venne aì veri, erigendo un tempio a Feronia dea
costruita la Via Appia e il foro. L'au- della fertilità, così nominata al dire del
mento del lido rende di giorno in gior- Ricchi, La reggia de.\'oUci^. ^5o, descri-
no più difficde il loro asciugamento; co- vendo le città volsche distrutte nel!a pa-
me la natura di quei llumi presenta un lude Pontina, quindi a p. 2 5g tratta si?

ostacolo airefiTetlo delle colmate, lo che fosse possibile a suoi tempi ( I7i3 ) di

bene dimostrò Prony: nel 1778 vi fu a- rendere alla coltura le paludi Pontine.
perto il canale Pio, per dare qualche e- Solcata da fiumi navigabili, nutriva im
saurimentoa quelle acque ivi permanen- giorno le molte ricche e libere città dei

ti. Tanto dichiara il Calindri,vSV7g^^:,'.''o sta- volsci, prima che la soverchiante forza ro-
tistico dello stalo pontificio, p. 8', che mana, con esse, non avesse
nella lotta
inoltre osserva, essere di grande ostacolo fatto strage de'popoli bottino delle do-
,

ai miglioramenti che si potrebbero ese- vizie, e devastalo col ferro e col fujco

guire nelle paludi le stagioni eslive, a mo- tutto il paese. Varie sono le opinioni
tivo dell'aria cattiva ciie vi si respiia in degli eruditi sull'origine del nome Pon-
tali Apprendo dal Nicolai, che
epoche. tino, Pomeiinnni o Ponipliiinni o Pon-
l'agro o Palude Pontina è una vasta pia- iinuni , che sembra derivare da Po-
iiiua tli 180 miglia quadrate, chiusa per niezia, benché disl;inte dalle campagne
ima parte dalla catena delle montagne Le- Pontine. Lo stesso nome venne dato alla
pine fra Cori e Ttrracina, e perla par- palude, la quale piccola ne'suoi piincipii
ie opposta da un'altura o sia collina, che presso Terracina, fu in seguito ampliala
si stacca dal piede del monte di Cori, e per le lunghe e continue guerre che de-
procede seguitamente fino al Monte Cir- vastarono e spopolarono il paese, onde
cello o Circeo o s. Felice (Z^-). Fra 1' u- sommerse la metà del ferace territorio,

iia e l'altra elevazione esiste questo gran e ne contaminò per lungo tratto all'iu-
piano, chea foggia di conca raccoglie le torno l'atmoslera. Vuoisi ehe le città Pon-
acque delle alture circonvicine; e perchè tine nella sola pianura fra Terracina e
inclinalo naturalmente sotto il golfo di Circello fossero 2 3 al tempo de' volsci, ma
Teriacina, quivi lescarica per l'unica foce è alFalto incredibile che vi si potessero
chiamata di Badino, perchè a ponente vi comprendere nel circuito di 12 miglia,
e il mare Mediterraneo. La pianura è come prova il Nicolai. Le città celebri nei

b.ignata dai fiumi Aslura, Ninlèo, Ufen- lerrilurio Pontino ciano sulla riva del
te e Aiuaseuo, non che dai vusli laghi eli inaic Anzio, Ccuuuc, SaUicu, Abluui;
7G PAL PAL
Circello; nella pianura Pomezia, Salii- calure di essi al mare. La palude con ac-

co, Loiigula, Polusca, Albione, Rlugilla, crescersi d'anno in anno giunse quasi ad
Blucinale, Ulubia; sulle alture iu flori- occupare la metà della pianura, ammor-
do statole attuali Cisterna, Cora, Nor- bò e infettò l'aria con putride esalazio-

ia o Norma, Snlinona, Sczze., Pipcr- ni,che prima respiravasi al maggior se-

no, che hanno articoli, delle altre [)ar- gno salubre nella [)ianura e circostanti al-

lai a' loro luoghi. Pomezia o Suessa Po- ture. A queste cause dell'aumento delle
inezia fu la capitale delle città Pontine, paludi, devesi aggiungere, che finché il

e al tempo de' volsci si contavano so- dominio de'romani fu limitato, guerreg-

latnenle 8 città in tutta la pianura Pon- giarono 200 anni coi volsci per possede-
tina e non se ne vedea veruna ove poi si re il bellissimo e foitilissimo territorio;
ebbe la palude; le altre restavano pai te ma assoggettale le altre nazioni e corren-

alla marina e parte nelle montagne Le- do a torrenti le loro ricchezze a R.oma,
pine. Le battaglie fra romani e volsci, incominciarono meno a pregiar le cam-
che indicai a Piperno, per lo più si attac- pagne Pontine, che rendevano il frutto ai
cavano ne'canipi Pontini, e nel 348 di sudori ; differendone i restauri e bonifi-
Boma Terracina fu sottomessa al suo im- camenti, danno progredì rovinosamen-
il

pero ; indi nel 3^3 abbattuta la potenza te. Il console MarcoCornelio Celego pre-
volsca da Camillo, il territorio l'onlino side della provincia Pontina, giudicando
\eune diviso tra' plebei. Appio Claudio bene di porre rimedio al male, verso il

censore del 44^ di Roma fece la magni- 590 di o 593 o 594, pose mano
Roma
fica via Appia, meritamente detta Regi- all'impresa di asciugar la palude e ricu-
uà Viaruni (col foro di cui toccai a Fos- perare il territorio colle proprie legioni,
sanuova), che da Roma conduceva a Ca- riparando la via tra Terracina e Circel-
pua, altri avendo fatto il tratto che arri- lo,ed è creddiile che porzione delle acque
vava a Brindisi, traversando il territorio facesse scaricare in mare, e porzione nel
Pontino, ulteriore prova che la palude canale o fossa praticata rasente la stra-

verso Terracina era ancor piccola, e for- da, onde questa ne fosse sgombra.
se solo a questa Appio fece qualche ar- Trascurali i necessari restauri per tan-
gine pel breve tratto di continuazione di te guerre, riempita la fossa con tronchi
elrada, laonde il Nicolai lo esclude dal d'alberi, virgulti, sassi e sarmenti, « fiu-

noverodei bonificatori del territorio Pon- mi impediti nel libero corso da alberi e
tino, che ancora era intatto dalle acque, piante palustri, rotti gli argini, trabocca-
Nel successivo periododi i4o anni la pa- rono di nuovo e maggior estensione im-
lude presso Terracina crebbe di molto paludarono di fertili campi; guasta e im-
e si dilatò a poco a poco. Essendo la cam- praticabile divenne la via Appia, malsa-
pagna iirigatadai4nietuorati grossi fiu- na l'aria de'contorni. Il console Giulio
mi, oltre altri meno considerabili, pote- Cesare ebbe la soprintendenza della via
rono questi traboccare facilmente nell'e- e spese del suo somme considerabili per
screscenze, allagare e formare nelle parti ripararne i danni e rimuoverne le cause ;

più basse ristagni, trascurati dalle colo- ma divenuto dittatore, avendo formato
nie latine e romane ivi stabilite al decli- il pensiero di asciugar la palude, la mor-
nar della potenza volsca, le quali per ribel • teaccaduta nell'anno 710 di Roma glie-
lioni e stragi indebolite e sperperate, non ne impedì l'esecuzione, che Cicerone cre-
poterono impedire l'allagamento e per- deva d'un'estrema difìlcoltà. U p. Valle,
dita de'territorii, non più usandosi le di- La rtgia Piperno, p. G7, osserva che Giu-
ligenti cure de' volsci nell'arginarne i fiu- lio Cesare era^i determinato di asciuga-

mi, spurgarne i letti, sgouibiaudo le sboc^ le la palude,aucheper far cessare i dau-


PAL PAL 77
ni e le rul)erie che \\ si romnicifovnno d'Italia che seguirono dopo la morte del
sili navi|:,'niili, peiclii' la pnlmlc contene- goto Teodorico, abl>andonati i fiumi,
va alcuni luoghi e nascontligli in cui i la- uscirono dai loro letti e rotti gli argini
dri vi si ritiiavaiio al sicuro. Indi Mar- traboccarono di nuovo e lasciarono mor-
c'Antonio mosln) di voler asciugare le te come prima le acque nelle campagne
paludi, che essendosi dilfuse, orrido di- Pontine, il divenne domi-
cui territorio
venne l'aspetto del territorio Pontino, an- nio della chiesa romana sotto s. Grego-
che per le guerre civili; ed Angusto die rio If, verso il 780. Papa s. Zaccaria ri-
Circello e altre città Pontine in guardia cuperò dai longobardi iVbrwrt e Ninfa, le
.'ille colonie militari, con dividere fra' sol- quali con altre città e luoghi, piìi volte
dati i tei ritorii.Lestrade sempre più ven- furono occupate dai prepotenti signorot-
nero infestate d'assassini, e la palude va- ti romani e altri invasori. Prima di que-

gando liberamente per la sua ampiezza sti i feroci saraceni, scorrendo frequen-
si rese famosa, senza che Augusto null^ temente in con spesse incursio-
Italia,

facesse pel bonificamento del teriitorio ni sul nostro litorale da Civitavecchia a

Pontino, mentre se ne decanta erronea- Terracina, fuggendo le popolazioni sul-


mente prosciugatole, come è creduto au- le montagne, le campagne Pontine resta-

tore della suddetta fossa o canale naviga- rono trascurate e in balia delle acque. Fra
bile che porsi volle attribuire a JN'erone. IMesa ( antica stazione detta ad medias
l'are che Domiziano ristorasse la via Ap- perchè trovasi alla metà delle 19 mi-
pia, bensì Nerva si accinse a liberarla dal- glia della via lastricata da Traiano ) e
le acfjue, e Traiano che gli successe com- Terracina il paese divenne nuovamente
pì l'opera lastricandone 19 miglia, fab- in gran parte paludoso, onde diversi Pa-
bricando eziandio alloggi e ponti, ricu- pi ne donarono o venderono le lagune o
perandosi roediantei suoi lavori una par- stagni ad uso di pesca; indi insorsero di-
te delle campagne Pontine. I di lui suc- scordie territoriali fra gli abitanti de'cir-
cessori curarono la conservazione della costanti luoghi, massime tra Serraoneta
strada sopra il livello delle acque impa- cSczze. Eletto nel i 794^ Doiiifacio VI II,
ludate. Dipoi cessando i ripari, la palu- fu il primo de" Pontefici, che dopo l'e-
de forzò e ruppe gli argini e insieme co- spulsione de'goti dall'Italia (non però osò
gli edifìzi ingoiò la strada nel secolo V di ricondurre a coltura un paese, ove le
di nostra era, nell'.nssenza degl'impera- acque già da tant'anni solcano ristagna-
tori da lloma. i paesi Pontini si conver- re, come scrisse il Bolognini) sgombrò le

tirono in miserabile deserto e il territo- acque paludose del ducato di Sermone-


rio sommerso si dilatò da Terracina a la acquistato dai Cactani suoi nipoti (si-
Triponziopiesso Foro Appio, poiché for- gnori altresì di altri limitrofi luoghi, dei
mala palude dall'Amaseno e dall'U-
la quali parlai altrove, come a Frosi^one e
fenle, concorsero ad accrescerla l'Aslu- Velletri), col mezzo d'una fossa che sca-
ra, il Ninfeo e la Teppia fiumi superio- vò, non a danno di Sezze, sul cui terri-
ri. Decio Cecina si esibì a Teodorico, di- torio però si rovesciarono poi le acque e
venuto re d'Italia nel 493, di prosciuga- fu origine delle accennate contese, |)re-
re la palude e ricuperare terreni, il qua- i giudizioche devesi piuttosto atlribuire a
le vi aderì, benché ardua e dispendiosa naturale combinazione.
operazione. Volle che il terreno liberato Dimorando 7 Papi in Avignone, le pa-
fosse proprietà del ristoratore Decio e , ludi sempre più si allargarono, e lo sci-
l'intrapresa ebbe felice compimento, con sma incominciato nel iS'-S impedì ai
aprirsi le antiche fossee formandosi nuo- successori prenderne riparo. Terminalo
vi alvei Per le calamità e devastazioni nel i4'7 coll'elezione di Martino V, a
78 TAL PAL
(jucsti pretesero alcuni tlar lodi per ho- le ili Leone X giunsero a turare le boc-
liificamcnli ruUi.ciù che non sussiste. Eu- clie tli 13adiuo, ad onta del riportato van-
genio IV ordinò de'Iavori alle paludi, che laggio e eoa danno de' terreni ricupera-
non furono terminali, e voleva dare allia ti. Sotto Pio IV gli Altemps suoi nipoti
direzione al Ninfeo. iSieolò V s'interpose acquistarono le terre poste a collivazio-
per le dette discordie senza successo, uè ne da Giuliano. Mentre fr. Felice Perei-
iiiandlj ad ellello il nuovo alveo o canale ti era religioso in Sezze diceva pubbli-
divisato dal predecessore. Calisto 111 prò- camente, ch'era riservalo a lui tuettere
ciuò favorire isezzesi e che si continuas- que'cainpiacollura,e divenuto Papa col
se la fossa stabdita da Eugenio IV; ma nome di Sisto V nel i586, pieno di co-
non riuscì perla potenza de'conlrari Cae- raggio e di ardore si propose di manda-
tani portarlo a couipiaiento uè ad esso, re ad elfotlo il diseccamenlo. Neconces-
nè a Pio lì, uè a Paolo II uè a Si- , se l'incarico ad Ascanio Fenizi, architet-
stoIV, che prima aveva favorito Cae- i lo d'Urbino, il quale scelse diversi socii
Inni; perciò il canale di Eugenio IV per sopperire alla spesa. Rivolte le sue
non venne mai prolungato oltre il sito cure alla parte superiore del territorio,
detto il Bastione, diuando così le fatali formò un nuovo alveo o canale cui per la
dissensioni, adonta che Alessandro VI ri- lunghezza e ampiezza fu datoli nome di
chiamasse in vigore la bolla di Pio II Sisto. In breve tempo con esito fortunato
sulle bonillcazioiii Pontine. Nessuno dei si acquistarono 92rubbiadi terreno per
jnentovali Pontefici pensaronoad asciu- semente, si facilitò lo scolo delle acque su-
gare tutta la palude, e farne campi atti periori, migliorando mirabilmente la con.
alla coltura, solo procurarono comporre dizione de' più alti terreni. Sisto V ne
le ostinate dillbcn/.e fra le popolazioni provò gran piacere e per incoraggire la
contendenti, giacche anco ai territoni di prosecuzione dell'opera si recò alle palu-
Piperno e Tei racina giunse l'inondazio- di agli i i ottobre 1089 e vi si tratten-
ne. Commosso di ciò Leone X, concepì il ne i5 giorni; ma la sua morte avvenuta
diseccamenlo della palude per ricavarne nel i5qo, rallentò il valore degl' impre-
iitile e troncare le ire, e a spese della ca- sari, e le acque dopo alcuni anni allaga-
mera cambiato parere ne die
apostolica : rono di nuovo. Allora le comunità Pon-
l'incarico al proprio fiatelloOiuliano de line desiderando ricuperare perduti di- i

Medici generale delle nulizie, onde l'ese- ritti, ricorsero a Paolo V, che ne com-

guisse a sue spese e rischio, donandogli mise l'alfare a un'apposita congregazio-


la pianura che avesse liberata dalle ac- ne di cardinali, quali presero tempera-
i

<jue palustri. Subilo incontrò ostacoli menti onde gl'intraprendenti avessero a-


(lai popoli vicini, e incominciò i lavori dito a ridomandar le spese. Sotto Urba-
dalla parie inferioi e sotto la direzione di no Vili una società di olandesi come ,

Giovanni Scotti, dandosi nuovo alveo , avvezzi a lottar sempre colle acque e l'i-
più corlo e piii rapido corso all' Ufen- nondazioui, si esibirono di seccar le pa-
le con lo scavo del canale detto Porla- ludi e farne de' terreni coltivabili,onde
tore con sbocco alla torre di Badino, con il Papa ne spedì chirografo iGSy a nel
ftlice riuscita e accordo de' teiracinesi, Nicolò Cornelio Witt, che poco dopo mo-
liberandosi ampie campagne dall inon- lì. Innocenzo X ad istanza de'sezzesi, de-

dazione, che furono ridotte a ricca col- putata una congregazione di prelati e car-
lura. Essendo morto Giuliano nel i5i6, dinali,si determinò liberare il territorio

il Papa concesse l'impresa al nipote Lo- Pontino dalle pestifere paludi, e nel 1648
renzode Medici ducadi Urbino,cui mos- ne concesse l'incarico a Paolo Maruscel-
bcroaspralite ilciraciuebi,edc|JO iamoi"- li, ma per mancauza di denari si tiala-
PAL PA L 79
sciò l'opera ben cominciala. Eguale im- della congregazione che dovea tutelarla,
presa fu domandata ad Alessuidro Vìi al solito per private allczioni e riguardi,
nel iG5f) dal fiammingo Nicolò ^Vande^- posponendosi il pubblico vantaggioal par-
pellens, ma non ebbe elfctto perle con- Sostenuto da Clemente Xljd. Li-
licolare.
dizioni, vioa malincuore proseguì l'opera, e mor-
InnocenzoXI nel 1677 assunse il prò- toluid. Baldassare suo figlio con fermez-
gello per la bonificazione Pontina, come za vi si applicò, finché fu costretto abban-
<li rendere navigal)ile Tevere, esibito
il donarla quando si giunse a manoarma-
dall'olaiidese Cornelio Meyer e stampa- Ollone da quei di Sermo-
ta respingere
to poi da lui in Pioma nel iG85, L^ar- ncta,adonta che essa con Sezze avessero
le di restituire, ec. opera stimala. 11 Pa- cltenulo d'asciugare a proprio conto ilo-
pa die ad esaminare il progetto alla con- ro terreni. Da questi lavori eransi rica-
gregazione delle acque, e rivolse tutto il vati molti vantaggi, e ricuperato mollis-
suo animo al diseccaraento delle paludi, simo terreno specialmente a Mesa. Ab-
dilTerendo l'alUa impresa a miglior lem- bandonata l'opera, col guastarsi gli argi-
po, e die per compagno al Meyer ncU'e- ni di nuovo tali luoghi lornarono palu-

sccuzione Innocenzo Boschi, il quale fu dosi. Benedelto Xlllconcepì il desiderio


di parere ristabilire l'opera di Sisto V, del di compiere l'opera tante volte inutilmen-
quale ancora si mantenevano 4ooo rub- le tentala, perchè recandosi due volte a
bia di terreno a grano, a pascoli e a fie- Benevento, vide co'propri occhi il mise-
no; ma disgustalo Meyer pei duri palli rabile aspetto d'un vasto paese un lem-
cd esigenze del commissario della carne- pò fertilissimo, provando dolore che le
ra, sospese l'alfare. Questo riprese vita anteriori spese e fatiche avessero accre-
iiel 1699 a' 22 agosto per ordine d'In- scinto le paludi con rovina delle popola-
iiocenzo XIJ, che dopo avere richiama- zioni.Nel 1727 su perle colline costrui-
to in sé il dominio di tutti paludosi ter- i selastrada diFossanuovacon buoni poii-
renij lo trasferì in Meyer condiveise con- ti, essendo l'antica esposta alle acque dei-
dizioni.Quesl'impresarionominòallesue l'Amasene; quindi risolvette seccare tul-
ragioni d. Livio Odescalchi nipote d'In- ta quanta la palude, e quando vi si ac-
nocenzo XI, onde eseguir a sue spese l'o- cingeva la morte Benedelto XIV"
lo rapì.
pera sotto lu di lui direzione, quale ven- proibì i pali ne' fiumi per la pesca, che
ne ritardala pei prelesli delle coni uni Pon- raltenendo il corso alle ac(jue accresce-
tine e altri proprietari, con infinite liti vano danni e sommergevano la via con-
i

avanli la suddetta congregazione. Cle- solare alle falde de' monti. Fuialnienh;
mente XI, componendo le dill'erenze nel Clemente XIII, bramando guadagnarsi
702, impiegò ogni premura perchè d.
I l'animo de'romani con qualche opera in-
Livio si applicasse all'asciugamento , il signe, seguendo il pensiero di Sisto V,
quale subito l'incominciò, dandone la so- -volle ripristinare il porto di Terraciua
prinlenJenza a Gitone Meyer figlio del abbandonalo, ma trovala la cosa ardua
defunto Cornelio. Ad onta dell'immense e dilllcilissima, rivolse l'animo al disecca-
spese, rinnovatesi le molestie e le esigenze mento delle paludi, progetto che come
indiscrete per balzarlo dall' impresa, il ilprimo avea sempre moltissimi nemici.
Papa mandò sul luogo il cardinal Spino- Incaricò la Congregazione del buon go-
la, cm non riuscì cahnar le tumultuanti verno (^'.), che secondo il suo obbligo
popolazioni, chesolto l'apparenza del he- provvedesie alla sicurezza e comodo del-
ne pubblico cercavano il loro proprio e- le cillà Pontine, e mandò a visitarle pa-
sterminio. L'impresa fu ])ure disturbala ludi il prelato Emcrico Bolognini presi-
dallo stesso cardinal Barberini prefetto dcnle di I*>Iaiillima e Campagna , ed il
8o PAL P AL
ireoriK^Jrn Ancrolo Sani. Essi lifeiironn che tore della bonificazione Gaetano Rapini
la nianiiraavea snfric.iente declivio al ma- bolognese, ingegnere idraulico, che meri-
re per iscaiicarvi le ac(|iie stagnanti , e tò un busto nella protomoteca del Museo
floversi ridiìrie i fiiinii ai letti fatti da- Capitolinole ricevè poi in afìilto generale
gli antichi romani. Il prelato pei far ta- la bonificazione Pontina ; dichiaròcom-
cere i contrari nel i ySg pubblicò in Ilo- missario legale a riformare la linea del
ina: IMtmoric. deli' antico e presente sta- circondario Pontino con facoltà, il giu-
lo delle Paludi Pontine, rimedi e mezzi reconsulto Giulio Sperandini, poi com-
per diseecarlc. Ed il geometra in line di missario della camera aposlolica;ed am-
eletto libro vi aggiunse : Relazione del- pliandola giurisdizione del tesoriere Pai-
Cnccesso alle Paludi Pontine, esibita con lotta, lo costituì giudice esclusivamente
sua pianta, ec. Uicercandosi però impre- ad ogni altro tribunale, per tutte le con-
sari perchè a loto spese intrapiendesse- troversie che potessero insorgere, il qua-
ro l'opera, ninno si presentò, istruiti del le legò la slessa giurisdizione privativa a
tiattamento e vicende degli Odescalchi. Sperandini. Pio VI propose al Rapini di
Clemente XI II risolse di farla a conto del- ripristinarsi Appia una linea
lungo la via

la camera apostolica, incaricandone con che convogliasse e menasse al mare tutte


illimitate ficoltà il cardinal Baldassarre le acque della bassa pianura. Tosto che

Cenci, esci udendo qualunque interloquir- r insigne idraulico studiò tal progetto, e
vi compreso il buon governo e la Congre- trovando che presentava molti vantaggi
gazione delle acque {>'), ed annullando si propose eseguirlo, ap-
sugli altri tutti,
ogni concessione de'Iuoghi paludosi, me- pellandolo il progetto della natura. Di
diante compensi ai possessoii delle terre fatti la linea Pia, a tutto diritto da Pio
che aveano sollérto. Quando questi in- VI denominata, posta nel centro della pa-
cominciarono a reclamare mori nel yGS i lude, avendo bastante pendenza per met-
il cardinale, onde il Papa a'28 novem- tere al mare, e basso livello per racco-
bre gli sostituì il cardinal Simone Bonac- acque delle fosse miliarie, che le
glici e le

corsi egualmente con titolo di delegato furono scavate perpendicolarmente, e per


e commissario apostolico. Ma la carestia inalveare maggiori fiumi e canali d'al-
i

e l'impoverimento dell'erario fece de- ta provenienza, cometa Botte, la Schiaz-


sistere di pensare alla continuazione del- za, il Ninfa, la Cavata, la Cavatella, l'U-
l'impresa. fenle e l'Amaseno, è l'arteria di mirabi-
Appena Pio VI nel 1770 fu esaltato le rete di confluenti, che raccogliendo le

al pontificato, si presentarono a lui due acque tutte che impaludavano il circon-


compagnie di lombardi e francesi, le qua- dario, con grande velocità e forza le con-
li si offrirono d'intraprendere con varie voslia nel Portatore di Badino, che le sca-
condizioni il prosciugamento delle palu- rica al mare. Questo mirabile stabilimen-
di Pontine. Il Papa rigettò l'orterte e con to , che crebbe la gloria dell'idraulica
animo grande vi si accinse egli stesso a italiana e rese celebri i nomi di Rapini,

conto della camera apostolica, dopo i più Asloin e Scaccia, deve a Pio VI anche il
accurati esami e investigazioni. Ingran- primo concetto. L'abbandono delle pa-
dì e rettificò il circondario di Clemente ludi, divenute in parte boscaglie e selve
Xin,facendodi proprietà camerale iter- utiliper carbone, legname da costruzio-
reni bonificati, donde il Circondario ca- ne e ghianda, non che peschiere natura-
merale Pontino ebbe origine, contenente li o artificiali per opera de'paesi limitro-

83 miglia quadrate. Ne! 1777 pubblicò. fi, che nel disordine delle cose pubbliche
Cedola di motuproprio sulla bonifica- se n'erano impadroniti, Pio VI le riven-
zione delle Paludi Pontine j elesse dirct- dicò al governo abolendo le peschiere e
PAL PAL 8 r

ne gran parte, indi fu podta nla-


sbo<!C(i delle paludi, edificò la chiesa e ilconven-
cic mano all'opera con successo. Piosc- to pei cappuccini, e vi pose la prima pie-
giieiido felicemente bonillcamenli, Pio
i ira nel I
790, costruendo pure l'annesso
VI nei I 780 incominciò a recarvisi a vi- edifizio per la posta. Altra chiesa fabbri-

sitarli nell'aprile e maggio d'ogni anno cò a Mesa, ove soleva riposare, visitando
sino al 1796, in vece della villeggiatura la chiesa quando recavasi a Terracina o
di Castel Gandolfo, fermandosi in T'er- da questa a vedere bonificamenti, e vi i

racina, al quale articolo ne parlerò, ve- pranzò nel 1780. Compiuta quasi la bo-
nendo sempre salutalo dai cannoni del- nificazione, fu dato in enfiteusi a colti-
la fortezza di Sermoneta. In dello anno vare il circondario, ricavandosi ne'siti del-
i'-8o eranvi continuamente impiegate la già tetra palude ubertose raccolte di
più di 35oo persone, e già erasi acquistato grani, biade, formentone, non che rigo-
80 rubbi di terreno. Pel viaggio di Vien- gliosi pascoli. La bonificazione Pontina
na non vi si recò nel 782, in cui ema- i resta tuttavia imperfetta, a cagione della
nò un cbirografo alla congregazione del deficienza degli scoli ; avendo impedito a
buon governo, per le spese da contribuir- Pio VI la gloria del compimento di sì

si dalla comunità di Terracina pel nuo- vasta impresa, le vicende politiche e la


vo canale della navigazione, che comin- sua deportazione e morte. Nel i 778 Do-
cia dal suo sbocco in mare e termina al- menico Testa pubblicò colle slampe: Di-
le Macerie vicino a Ponte maggiore, ove scccaniento delle paludi Pontine^ poe-
è una stazione colla posta, così detto da metto. Nella Raccolta degli autori che
un antico ponte d' un solo arco, costruito trattano del moto delle acque di Castel-
consiugolar magnificenza da Traiano per li, nel t. I vi è la Considerazione sopra

passare il fiume Amaseno, nel quale in- la bonificazione delle paludi Pontine;

trodusse rUfcnte con nuovo canale che nel t. 4 I3 Scrittura inedita sulle paludi
manda le acque al mare, che dal suo pre- Pontine. Il Borgia nella dedicatoria a
se nome di Pio. Recandosi Pio VI a
il Pio VI, De cruce Velitenia, ci sommi-
Terracina, sorvegliava e incoraggiva il nistra un'esatta storia delle paludi Pon-
proseguimento energico de'lavori; risto- tine. Vi è di Giorgio Cristiano Alder :

rò e abbellì la via Appia con poste ed Notizia delle paludi Pontine e loro di-
alloggi, e concesse in enfiteusi i terreni seccamento con un esatta carta delle
,

J'onlini, avendo pure fatto un'aggiunta medesime, Amburgoe Altona 1784- Nel-
ai luogìii di monti per supplire alle spe- le Inscriptiones del Morcelli p. 96, si

se della bonificazione. Le spese supera- legge quella posta in Campidoglio dal


rono quelle definite dal Rapini, ed asce- senato, a memoria della magnanima im-
sero ad un milione 62 1,983 scudi. 1 van- presa di Pio VI. Nel I '^9 I fu coniala la
taggi di sì grandiosa e utile impresa fu- medaglia colla effigie e l'epigrafe: Agro
rono la ripristinazione di detta via, una Pomptin. Colonis Restit. Nel rovescio si
comoda e regolare navigazione pel tras- vede la terra Pontina sedente coronata
porto delle merci, l'accrescimento del- di spighe, che mostra campi asciugali e i

l'agricoltura, de' pascoli eccellenti, con calca vasi che versano le acque indi-
i

razze di cavalli, pecore, vacche e bufa- canti nuovi canali ; pella destra ha la
i

le, l'abbondanza de'viveri e l'aumento cornucopia e si appoggia sopra spighe;


della popolazione, per un tratto immen- a lato vi è l'aratro. Il prelato Nicola M.
so di palude prosciugata, ricuperando al- Nicolai romano, morto uditore generale
la coltivazione le sommerse campagne della camera, come di questa sostituto

Pontine. A Tor Ire ponti, l'antico Tri- commissario al dqiartimento delle Pon-
ponzio, ove s' incanalano tutte le acque tine, ebbe parte nell'azienda, e coi mss.
\0L. LI. fi
8a PAL PAL
de' gesuiti Marco Valsecclii e (liacinfo corse il territorio Pontino, nel 1839 re-
Stoppini, rifusi e migliorali da Nicola candosi a s. Felice, e nel i843 [)orlandosi
Spedalieri, compilò la seguente opeia a vedere la detta utilissima costruzione,
in cui nulla manca, esponendo nel 3." li- traversando per la linea Pio e slraila cor-

bro i falli a lui noli egli alti legali eco- riera le paludi che furono oggetto delle
nomici, e ne 14" riporta memorie idro- le sue sollecitudini, anche pel regolamento
statiche del peritissimo Gaetano Asloilì emanalo sulla congregazione delle acque
bolognese, impiega lo al disecca mento del- a cui Pio VI avea allribuilo la presidenza
le paludi l*ontine: De honifìcariicnLi del- sulle paludi Pontine e Chiane. In am-
le pallidi PonlinCy opera storica, critica, bedue viaggi e in vari punti della via
i

legale, economica , idrostatica, e corre- ebbe Gregorio XVI vive prove di filiale
data d'ogni genere di docianenti, piante divozione da quelle fedeli e religiose po-
topografiche, profili ec. Roma 1800. polazioni, che accorrevano sulla strada
l'io VII, eletto nel 800, per le crili-
i maestra per implorare 1' apostolica be-
die circostanze dell'erario, fece cessale nedizione e per baciargli il piede, come
l'impresa del compimento al diseccamen- permise nel 1839 alla posta di Tor tre
lo delle paludi l^ontine, benché nel mo- ponti a molti del popolo, clero e magi-
to-proprio sull'agricoltura lodò l'opera- strato di Sermoneta, ed a Rocca di fiume
io del predecessore, di tanto giovamento ossequiato dalla magistratura e clero di
air agricoltura e al miglioramento del- Sezze. Nel i843a Mesa e a Tor tre ponti
l'agro romano; ed a' 6 giugno i8o4 e- fu riverito dal vescovo di Terracina e dai
manò la legge sui contratfi enfileutici, cleri, magistrali e abitanti di Sezze e Ser-
pei coloni delle paludi Pontine, riporta- moneta, visitandola chiesa da lui ben ri-

ta nel Bull. Coni. t. 12, p. 170. Il go- storata e ri benedetta dal prelato nomina-
verno francese considerando che Pio VI to:ai due capitoli dellecollegiate dis. Ma-
non ottenne nella bonificazione delle pa- ria e di s.Sermoneta, concesse
Michele di

ludi en'etlo decisivo, incaricò di visitarle al primo la cappa magna con pelli d'ar-

Prony e i cav. Fossombroni e Scaccia, al mellino,al secondo l'uso della mozzella. A


modo narralo dal Fea, che nell'opuscolo, Cisterna {^.), ove termina la linea della
Ristahiliììiento, a p. 36, tratta dell'asciu- via Appia, cioè la più lunga linea retta
gamento totale delle paludi Pontine con che si conosca, essendo da questo punto
nuovo metodo sicuro, perpetuo, facile e fino a Terracina ^n mila metri lunga,
poco dispendioso, producendo la pianta Gregorio XVI dinuovo visitò la colle-
del nuovo lavoro. Ma gli avvenimenti del giata costruita con disegno del cav. Mo-
1814, che terminarono il dominio fran- relli. Afìine poi di esonerare il governo
cese negli stati della Chiesa, impediro- dalle ingenti spese del prosciugamento
no l'esecuzione de'progetti ideati con va- delle paludi Pontine e far consegna di
sto disegno pel completo diseccamento. quei terreni agli enfileuti, fin dal 1842
Nella Raccolta delle leggi di Gregorio istituì una commissione speciale, com-
XVI, vi sono quelle riguardanti la bo- mettendole l'incarico di esibire un pro-
nificazione Ponlina, gli enfileuti, l'agro getto che contenesse il piano de' lavori

e confini, e la cessala giurisdizione con- <jccorrenti all' ultimazione della grande


tenziosa del tesoriere sid territorio: una opera. 11 regnante Pio /A a'3o dicem-
medaglia fu coniata per la nuova costi u- bre 1847 col moto- proprio sul consi-
zione tla lui incominciala e lasciata ben glio de' ministri, a quello de'lavori pub-
avanzata, del nuovo porto e canale di blici,succeduto al cardinal prefello del-
Terracina,con riaprire l'antico e celebre leacque e strade, attribuì quanto spelta
suo porlo. Due volte Gregorio XVI per- alla bonificazione Pontina, cui tlà opera
P A L P A iSl 83
pel lolale compiineulo, ni modo cLe uni- un niilione di scudij compreso racquisto
riTÒ alla sua biografia. di alcunecase vicine, che fu necessario at-
FALUZZI degli Albertomi I'aluzzo, terrare. Intervenne con autorità a 5 con-
Cardinale. Di ima delle più raggiiaide- ciavi, e Innocenzo XII lo fece arciprele
voli e auliclie famiglie di Roma, compili Lateranense, e vescovo di l'orto nel 6c)8. i

con lode nell' università di Perugia gli Essendo morto Lodovico Piccini di Jesi
studi legali e riportatane la laurea, fu suo famigliare favorito, e sentendo ch'e-
iu età giovanile ascritto da Urbano Vili ra più ricco di lui, ne concepì amaro cor-
tra' chierici camera. Servì in varie ca-
ili doglio per l'abuso soverchio che avea
jiche senza proporzionata rimunerazione, fatto di sua benevolenza; si aggravò l'in-

[)ercli»è soleva dire Innocenzo X che ave- fermità da cui era stato colpito, ocome
va «jualilà degne della porpora, ma la sua altri dicono morì a mensa a' 29 giugno
lingua toglieva il merito alle sue virtù. 11)98, d'anni 'j5. Fu sepolto nella chie-
In fatti egli fu propenso senza riguardo sa di s. Maria in Campitelli, nella splen-
a biasimare le altrui azioni, ma bensì dida cappella da lui eretta con 12,000
pel pubblico bene, p(n)gendo con modi scudi a s. Gio. Ballista, dove a pie del-
graziosi. Comechè perito in legge, forni- l' altare si legge nella lapide il solo suo
to di mente per ogni grande alfare, vi- nome.
vace e destro, Alessandro VII lo promos- PAMARIA. Sede vescovile d' Africa
se a uditore di camera, ed a' 14 gennaio occidentale nella JVlauritiana Cesariana,
1664 '0 *^''^^ cardinale prete ile' ss. A- suftraganea della metropoli di Giulia Ce-
postoii, conferendogli nel 1G66 il vesco- sarea. iVo/. Afr. Pamarin, Painaricn, è un
vato di Monte Fiascone (^.). Clemente titolo vescovile in parlibiis sotto Cesarea,
X Altieri, zio della moglie del nipote, co- che conferisce il Papa.
me superstite della nobilissima famiglia PAMBONE DI Nitri.* (s.), abbate. Si
AUierii^F.), adottò anche il cardinale nel- fece discepolo di s. Antonio abbate, e co-
la sua stirpe, e gli die il cognome e lo gl' insegnamenti di quel patriarca degli
stemma come un nipote, allidandogli la antichi solitarii si avanzò nella perfe-
somma degli alTaii con amplissima au- zione della vita penitente, segnalandosi
torità per tutto lo stato ecclesiastico, a se- colla lunghezza ed austerità de'suoi di-

gno di essere tenuto Paluzzi per Papa di giuni, non meno che per la sua saviezza,
fatto. Inoltre lo dichiarò legato di Avi- alle quali virtù accoppiava una grande
gnone e di Urbino, e governatore di Ti- applicazione al lavoro delle mani. Stacca-
voli. Nel 1670 lo trasferì all'arcivescova- tosi da s. Antonio, si ritrasse nel deser-
to di Ravenna, che nel 1 (i-/!. riniuiziòcon to di Xitria; ma passò alcun tempo nel
pensione considerevole, lo nominò vica- monastero delle cellette, ove Rufino nar-
rio di Roma e poco dopo nel 167 lo
, i ra che andò a ricevere la sua benedizio-
elessecamerlengo di s. Chiesa, segretario ne nel 37.J. S. IMelania la vecchia visitò
de'brevi, prefetto di propaganda, protet- l^ambone nel monastero di Nitria,e gli
tore della s. Casa di Loreto, del regno ofTrì 3oo libbre di peso d'argento, pre-

d' Irlanda, degli ordini agostiniano, car- gandolo di accettare questa porzione dei
melitano e domenicano, ascrivendolo a suoi beni per assistere che n' e- i fratelli

tutte le congregazioni, con rendila annua rano in bisogno. Il santo, senza neppure
di sopra a i 00,000 scudi. Ampliò ed ab- interrompere il lavoro delle stuoie, cui
bellì il Palazzo Altieri (^'.), come ne au- era intento, ordinò tosto al suo discepo-
mentò la biblioteca, pel quale edilizio Cle- lo Origene di distribuire tutto quel de-

mente X per (umili contribuì ?., eoo scudi naro ai fratelli della Libia e delle isole,
al me.se, e vuoisi che la fabbrica costasse i cui monasteri erano poveri, e di nou
84 PAM PAM
serbar nulla per quelli di Egitlo, gi.iccliè rd i poveri colle sue proprie mani. In
tjuesla conlrada eia licca e abbondante. Pi orna edificò la Cliifsa de ss. Gio. e,

Avendolo s. Atanasio piegato di lascia- J'tiolo (J^.),ova *\e.' Passionisli (F.). Per
le il deserto per condursi in Alessandria le di luì esortazioni i suoi aniltaiuoli e
a confondere gli ariani, e render tesli- vassalli della Numìdia rinunziarono allo
juonianza alla divinila di Gesù Cristo, scisma de' donatisti, e rientrarono nel
si recò in quella cillà. Morì poi in eia gicmbodella Cliiesa cattolica. Questo suo
(li70 anni, senza malattia né dolore al- zelo per l'iinilà della fede gli meritò una
cuno, mentre stava facendo una cesta ,
lellera di congratulazione da s. Agosti-
die lasciò in legato a Palladio, allora suo no l'anno 4oi. Visse segregato dal mon-
discepolo, nienl'allro avendo di che dis- do e consecrato intieramente agli eser-
porre. Melania si prese la cura de' suoi cizi dell'orazione, della penitenza e della
funerali, ed avendo ottenuta la cesta la- carità non ha però alcun solido fonda-
:

sciata dal santo a Palladio, conservolla mento alcuni moderni i


l'opinione di ,

sino alia sua morte, come cosa preziosa. quali pretendono ch'egli abbia ricevuto
S. Pambone è onorato dai greci ai 18 di gli ordini sacri. Morì l'anno 4'0, ed è

luglio : alcuni caleudarii notano la sua nominato nel martirologio romano il


festa iu altri giorni, e parecchi agiogra- giorno 3o di agosto.
fi danno la sua vita sotto il 6 di set- PAMFILA o PAìAIFILO, Pamphi-
tembre. Ins. Sede vescovile della provincia d'Eu-

PAMMACHIO (s.). Senatore roma- ropa, nell'esarcato di Tiacia, sotto la me-


no, fu nella sua giovinezza compagno di tropoli di Eraclea, eretta nel IX secolo.
studio a s. Girolamo, il quale Io chiama Quattro vescovi registra l'0/v'e«y christ.
r ornamento dell'illustre famiglia dei t. I, p. Il 33.
Camilli. Istruito nei diversi rami della PAMFILIA o PANFILIA. Provincia
Jelleratui a, ed eziandio nella sacra Scrit- ecclesiastica d'Asia, nell'esarcato omoni-
tura, entrò nel mondo l'anno Syo. Fu mo, confinante colla Cilicia all'oriente,

ricevuto nel senato romano, indi deco- colla Siria a ponente, colla provincia d'A-
rato della dignità proconsolare, e sposò sia a settentrione, e col Mediterraneo al
Paolina, la figlie di s. Pao-
seconda delle mezzodì. Si trova menzione della Pamiì-
la (J^')' Egli primo che scoper-
fu il lianellib. i.^de'IMaccabei e negli Alti de-
se gli errori di Gioviniano, e denun- gli apostoli. Fu divisa in 2 provincie, i
."
e
ziolli a Papa Siricio, il quale condannò a."*, sotto l'imperatore Teodosio II appena
quell'eresiarca nel Sgo. Conservò sem- salitoal trono. La Pamfilia i.^avea la cil-

pre stretta amicizia eoa s. Girolamo, il là di Sìdn{F.) per metropoli ; Piipì [V.)
quale trasse grandi lumi dal suo ami- era la metropoli della 1.^ Pamfilia. Pri-
co per la composizione delle sue opere ma della divisione di questo paese ia due
contro Gioviniano. Pammachio perdette Provincie, Piigi era metropoli di tutta

sua moglie dopo 3 anni di matrimonio, la Pamfilia, ove s. Paolo e s. Barnaba


e poiché ebbe latto offerire per lei il san- vi predicarono il vangelo. L'imperatore
to sagriflcio, fece invitare ad un banchet- Adriano amando la Bitinia, per benefi-
to, come coslumavasi allora, i poveri di carla e governarla direllamenle la volle

Pioma ; poscia i ciechi, gli zoppi ed i po- sotto di lui, dando al seaalo in cambio la
veri furono suoi coeredi e gli eredi di Pamfilia.
Paolina, e non usciva mai in pubblico PAMFILO (s.). V. Panfilo (s.).

senza essere segui lo da una schiera di sven- PAMPHILJ Famiglia. Antica e no-
turati. Egli {'tee erigere un ospedale a bilissima romana, continuala dalla non
Porto Romano, dove serviva gl'infermi meno illustre e celebre fimigli^ romana
PAM PA M 85
e or'miula genovese, Doiia l'aaipliìlj Lan- dell'Avellana congregazione, che fu detta
cli. Di questo iiome vi è s. PanifHo (f^.)di anche della Colondja dall'arme dell'isti-

Berito prete e martire, di cui abbiamo tutoie. Pietro ed Alberto P.imphilj furo-
^cla paxsionis a. PaniphUi et xociorurn no compagni ne' sudori e nelle spoglie
ex Eusebil Caesar. (il <juale prese il
nini, di Golfredo di Buglione, nella crociata
soprannome di Pamfilo per venerazione in cui fu con(|uistata Gerusalemme nel
al santo) libvis cimi Coiniii. praevio et I
099. Jacopo e Francesco ebbero dal-
notis D. Papebrocliii in i junii Boll. l' imperatore Federico III nel 1461 il
62, et in t. 2 Op. s. flippolyli, Ila nd). titolo di conti del sacro romano impe-

17 18, p. "y-XJ, et apud Surium i j'un. ro. Antonio godè gran stima da Sisto

p. I. Caferri pubblicò in lode de' V'am.- IV, che fece passare da Gubbio in Roma
philj un Discorso, in cui pretese dicliiaia- questa famiglia, e lo impiegò in cariche
re die Numa Ponipilio,che chiama Pam- distinte. Dal suo figlio Angelo nacque

pliilio , è discoso dalla famiglia Panfilia Pamphilio che nel i527 nel sacco di Ro-
di Sparta, in([iiella città fondatada Pam- me die in sua casa siciu'o ricovero agli
])hilio le greco de" dorici, 3 5o prima del- amici. Furono suoi (ìgli Camillo e Giro-
l'edilìcazione di Roma, cavato da auto- lamo, questi caidinale, il primo fu pa-
ri storici, e dedicato al cav. Girolamo dre di Pamphilio, di Gio. Battista che
Brusoni. Questo discorso venne qualifi- divenne Innocenzo X (/^.), di Alessandro
cato un composto di adulazioni. Della e Benedetto che morirono gio vaili j e di
lamiglia Pampliilj trattarono Jacobilli, Prudenzia e Agata monache, la seconda
SaiicL. U/nbriae, nella vita del b. Lodo!- delle oblale di Toc de' specchi f però il

fo Vincenzo Armanni da Gubbio, nel


; Marchesi, Galleria dell' onore, dice che
Catalogo degli uomini illustri di sua pa- Antonina sorella d' Innocenzo X, forse
tria Bagatti nella Fila d' Innocenzo X;
; cugina, si maritò con Paolo Gualtieri di ^

p. Gam berli nel Compendio dello spec- Orvieto. Pamphilio si distinse per gra-
chio della verità, ed altri. Vuoisi che dei vità e altre belle qualità, servì nella cor-
Pamphilj •iieno fioriti in magistrature nel- te del granduca di Toscana Ferdinando
la repubblica romana, e passali poi nella II, ed in Roma esercitò le magistrature
Franconia. Di ((uesta famiglia fra gli altri del Campidoglio e probabilmente fu con-
fu Amanzio Pamphilj dell'ordine eque- servatore e vice senatore. Sposò la famosa
stre, il quale seguitando Carlo Magno d. Ohmpia Maidalchini, della quale par-
nell'Italia, fu da questo premiato con al- lai a Innocenzo X e relativi articoli, e
cuni castelli e collarine de'fraucesi, delle n'ebbe Camillo, Costanza Camilla ma-
quali ancora fanno uso, cioè tre gigli d'o- ritata al principe Ludovisi, e Olimpia
ro in campo azzurro, traversato &a aste data in moglie a Giustiniani principe di
rosseche rappresentano il lembod'un bal- Bassano.
dacchino del re di Francia , con la co- Dopo la morte di Pamphilio, il fra-

lomba con ramo di olivo in bocca, sim- tello Gio. Battista cardinale, nel 1
644
bolo di pace, ed è descritto da Pietra- divenne Papa Innocenzo X, che essendo ^

santa, Tesserne geutililiae p. 438. A- dominalo dalla cognata d. Olimpia Mai-


nianzio Pamphilj si stabilì nell'Umbria, dalchini , si lasciò quasi sempre cieca-
ove Pietro suo figlio contribuì nel 917 mente influenzare da lei; creò cardinale
alla riedificazione di Gubbio (^•), in cui r inetto nipote Maidalchini, ed arricchì
la famiglia si propagò e divenne possen- immensamente la propiia lamiglia. Pri-

te,con l'acquisto di molte terre e col ti- mieramente a'i4 novembre creò cardi-
tolo di conte,ed ivi parlai ancora del b. naleil figlio di Pamphilio e suo nipote
Lodùlfo vescovo di Gubbio e fondatore Pamphilj Camillo [f), colla soprinten-
86 r A ?,I PA M
denza tli tulli gli ad'nii, onde nel posses- coi discendenti, e lo zio lo fece generale di
so preso a'23 cavalcò cogli altri poipu- s. Chiesa: da nacquero Gio. liattista
lui

lati, incedendo nel medesimo e appresso (che il Papa voleva impubere creare car-
al PonteHce il paienle Cristofoio l*ani- dinale, come dissi nel voi. IX, p. 295,
philio capitano delle guardie. Avendodet- facendo il novero de' cardinali fatti in

lo a Innocenzo X quanto riguarda Paui- i giovanile età; ma non essendovi allora e-

philj, qui riporterò alcune necessarie in- sempio nonio fece) principe di Carpincto,
dicazioni. D. Olimpia comprò per la sua che compi il palazzo dal padre eretto in-
làmiglia \\ delizioso castello di s. Marti- contro al collegio romano e annesso a
no, situato sulle vette del Cimino presso quello del Corso, e Benedetto poi cardi-
Viterbo, già abbazia de'cisterciensi sop- nale. Innocenzo X mori nel i655 e gli
pressa da Pio IV e unita al capitolo Va- successe Alessandro VII Chigi, che ago-
ticanOj per 24,5oo scudi, oltre due te- nizzante avea desiderato ciie gli succe-
nute nell'agro romano. Il Papa con chi- desse neir encomiarlo al sacro collegio.
rografo de' 7 ottobre 164^, Bull. Fot. INondimenoquesli negò a d. Olimpia Mai-
t. 3, p. 260, autorizzò il capitolo all'a- dalchini di ammetterla al bacio de'piedi,
lienazione del castello, e questo dichiarò e con gravatoria 1' obbligò a sbarazzate
principato: lo accrebbe di edifizi per co- de'traverlini piazza JNavona e compiere
modo del popolo, ornò nuovamente la la fabbrica di s. Agnese, dopo averle ri-

chiesa del titolo abbaziale di Martino s. mandalo i preziosi vasi d'oro che volea
in Moutibus nullnis clioecesis, con capi- donargli. Di piìi Alessandro VII le inli-

tolo e abbate, e la restaurò con notabile niò partire da Pioma entro tre giorni per
spesa, indi l'onorò di sua presenza, aven- Orvieto, donde non potesse uscire senza
done fatto abbate il suddetto Maidalchini suo permesso. D. Olinqiia inutilmente vi

(f^-)- L' abbazia un tempo appartenne inteipose il cardinal Francesco Barberi-


ai monaci, e s. Gregorio VII fece restau- ni, onde recatasi in Orvieto mori di [le-

rare il monastero, ne rivendicò le usur- ste nel 1607, dopo pochi mesi: altri di-
pate possessioni e altre ne donò. Inoltre cono che fu trovata nel suo magnifico
Innocenzo X la FillaPanìphUj
fabbricò palazzo di s. Martino (da ultimo rovinò
{F.), riedificò Palazzo Pamphil/ (A.)
il la sorprendente scala carrozzabile), vit-
a piazza Navona, come pure rifabbricò tima del contagio e abbandonata da tut-
la contigua Chiesa di s. Agnese {F.), e ti; lasciò giandissime ricchezze e di sé
r annesso Collegio Pamphilj {F.). Con infelice fama. Il nipote suo d. Gio. Bat-
due bolle dichiarò patronato dei Pam- tista fu celebre per la liberalità co' po-
philj l'abbazia, il collegio e propinqua veri, cui donava 20,000 scudi l'anno e
chiesa, con cardinal prolettore al modo in quello del giubileo 1700 scudi 5o,ooo.
anche detto nel voi. XXXI, p. 224. Il Nel 1671 sposò Violante Facchinetti pro-
cardinal Camillo con dispiacere dello zio nipote d'Innocenzo IX, dalla quale ebbe
nel 1647 rinunziò il cardinalato per con- Girolamo Pauiphilj nel 1681 perde la :

servare la famiglia, e sposandoti. Olim- madie d. Olimpia Aldobrandini, la qua-


pia Aldobrandini principessa di Piossa- le lasciò la primogenitura di sua casa col
no, vedova di Paolo Borghese, s'ebbe le principato di Pvossano ai Borghese [F.],
ricchezze di Clemente VIII, di cui la mo- e la secondogenilura ai Pamphilj Gio.
glie era pronipote ed eiede, in un al Pa- Battista riedificò e abbelfi ai iMiniiin
lazzo Pampìnlj (/".) al Corso, ed alla [F.) la chiesa di s. Francesco di Paola.

Villa Belvedere di Frascati (^•), poi ri- In quella di Agnese terminò il deposi-
s.

tornata agli Aldobrandini. Il principe d. to a Innocenzo X incominciato dal pa-


Camillo fu aggregato alla nobiltà veneta dre, che descrissi nel voi. XXXVI, p. 2 1,
PA M PAM S;
lua caddi in errore per seguire Ciincel- dogenitode' Borghesi Aldobrandini, con
lieri (come fece IN'ibby; tiicnlre \ einili, la villa di Frascati. I Pamphilj ebbero
Nasi, Melchiorri, Cipriaiii, l*aiiciroli col- i seguenti 5 cardinali, ed Doria 6, co-
i

le giunte di Posteria e Cecconi non de- me può vedersi alle loro biografie, 3 dei
scrissero il mouuniento) tanto minuta- quali col cognome di DoriaPamphilj.
mente istruito delle cose de' Paniphilj, Vedasi G. Sdoppi, Doriariun gentien-
non essendovi il busto di bronzo, come siuni genealogia, et ex iis impcratoritni
mi avea pure alFermato un addetto alia et regimi origo, Auguslne \ indelicoiimi
cliiesa neir interpellarlo s'eia vera l'as- I 63 I . Credesi che venga la famiglia Do-
^ertiva di Cancellieri; ma eccone la de- ria da Arduino de' Visconti di Narbona
scrizione emendala. Il monumento d'In- che in Genova sposò una signora delia
nocenzo Xè tutto di marmo bianco, scul- famiglia Volta ora Cattanei, chiamala
[)ito dall' artista che nominai nel citalo Oria, e (piindi il nome Doria alla fami-
luogo. Sovrasta 1' urna sepolcrale (con glia, che tosto divenne chiaiissiina per

r iscrizione: Innoceiitius Paniphilins X calore e per ogni altro pregio. Si divi-e


liomanus Pouf. OpC. Max.) il Papa in in piìi rami, ed in Genova fu una delle
mezza figura, iu atto quasi di benedire 4 più antiche, più nobili e più polenti:
e vestilo con piviale e tiiregno: a destra Andrea il Grande, fu chiamato padre e
è la statua della Religione, a sinistra quel- liberatore della patria. Giaiuieltifio suo
la della Giustizia, ambedue sedenti nelle nipote perì nella congiura de' Fieschi
estreuiità dell urnae Pon-
rivolle ver>.f) il (/ .) : il di lui i.° figlio Gio. Andrea e-
lelìce. Silos rilluslrù con due epigrammi, reditò i possedimenti d'Andrea e fondò
p. 34'^ Mausolea roin. Pont, li traspor la linea de' duchi di Melfi, ducato del
lo del cadavere dal Vaticano in detta regno di Napoli ; il 2." fece quella dei
chiesa seguì ne! pontificato d' iimoccii/o duchi di Tuisi principi d' Avello, che
XI, il Pamphilj Confa-
quale dichiarò i passò nella Colonna. AllroGiovanni An-
lonieir del popolo romano (/^'.) drea IV duca di Melfi, per la sua ava
Girolamo ebbe in mogli prima Isa- Anna Pamphilj moria 1728, eiedi- nel
bella Conti, poi Olitnpia CallareHij e la- lò nel 1760 il [)rincipalo di Laudi ai ;

sciò Benedetto Pamphilj che a'5 giugno 13 maggio Francesco lo dichiarò prin- I

I 726 sposò Teresa Olimpia Borghese. cipe dell'impero e di TorrÌ2;ia negli stali
Loro figlio ed ultimo dei Pampini] fu sardi, ed a'3o dicembre ereditò i beni e
Camillo, che fece la facciata esterna del le proprietà de' Pamphilj che aggiunse
palazzo Corso, fabbricò a piazza di Ve-
al al suo cognome. Ebbe per fratelli i car-
nezia Palazzo Pamphilj [V.), e ^tv
il dinali /emonio e Giuseppe, ed ai detli
compensare la chiesa di s. Agnese del ric- titoli e siguoi ie aggiunse quelli di gran-
co Ostcnòorio (f^.), eh' erale stato ru- de di Spagna di prima classe, principe
bato, altro magnifico e prezioso ne do- fli Valmonlone nella legazione di Velie-
nò alla medesima. Con lui terminò tri, s. ec. Da Leopolda di Sa-
Martino,
nel 1760 la nobilissima famiglia Pam- voia Carignano sua consorte, nacquero
philj, celebre per generosità, magnifi- il principe d. Luigi Gio. Andrea, il car-
cenza, soda pietà, profonda religione e dinal Giorgio, d. Eleonora, d. Vittoria,
per l'esercizio delle più belle virtìi, che ed il virtuoso cav. d. Carlo. Il princi|)e
in mi ulle ricchezze meritamente eredi- d. Luigi nelle calamitose conseguenze
tarono colla primogenitura Doria Lau- i della pace di Tolentino si rese somma-
di, d'antica, potente e famigerata fami- mente benemerito della s. Sede, poiché
glia di Genova, come dissi a quell'arti- con atto maii^nanimo fu il solo a garan-
colo: la secondogcni tura l'ebbe il secon- lire con ipoteche del fidecommisso dell-i
y

88 P A M PAM
piiinogeniliiia l'amphilj l' imprestilo di maritata ai principe di Campagnano d.
un milione d'i scudi, a/ione ohe giusta- Sigismondo Chigi, defunta; 3." d. Fi-
inente celebrò Baldassari, Rclaz. clc'pa- lippo Andrea; 4-° d. Domenico cavalie-
ti me n li (li Pio VI , t. 2,p.23. D. Lui- re gerosolimitano. Nel i838 a' 2G gen-
gi successe al padre nel i 820 nel prin- naio d. Filippo successe nel piincipalo al
cipato e nell'esercizio delle virtù; si di- padre e nel 1 839 sposò lady Maria Tal-
sliose per esemplarità, singolare umil- boi figlia del benefico conte di Shrew-
tà ed animo generoso pel culto divino e sbury (di cui parlai a IiVgiiilterra), so-
co' poveri luoii compianto ne'primi del
; rella di d.Caterina Guendalina che ce
1838, e quale l'encomiò il n.° 2 del Dia- i lebrai a Borghese famiglia. Da questo
rio di Roma. Nel 1810 erasi sposato al- matrimonio sono nati: i.° d. Teresa Ma-
l'eccelsa dama d. Teresa Orsini de'duclii ria nel 1840; 2.° d. Gio. Andrea, nato
di Gravina, le cui preclare doti e opere nel palazzo di Albano, ove ebbero luogo
di cristiana pietàRoma ricorda con am- quelle splendide feste narrale nel n.' 37
mirazione e gratitudine, come fornita di delle Notizie del giorno i843; 3.° d.
cuore benefico e umano, onde fu rifugio Luigi Andrea nel i845 defunto ; 4-"
amabile e colta conver-
agl'infelici, e di Guendalina nel 1847-
sazione : icampi ov'essa eser-
principali PAÌMl^HILJ Girolamo, Cardinale.
citò la sua ardente carità e zelo furono Patrizio romano, meritò l'intrinseca ami-
gli Ospedali dis. Giacomo e del ss. Sai- cizia del suo direttore spirituale s. Fdip-
valore {V.), ed in questo istituì le O- po Neri. Applicossi allo studio della giu-
fpedaliere j V Ospizio della ss. Trinila risprudenza, e pei progre>si che vi lece,
di cui fu edificanle priora; ed il Conser- Gregorio XIII lo elesse reggente della can-
vatorio del Refugio {V.), che da lei prin- celleria e uditore di rota, nel quale uf-
cipalmente ripete la fondazione. Mon nel fizio si acquistò straordinaria celebrità di
1829, ed il supplimento del n.° 29delle nome. Alieno dai cortigianeschi ossequi,
Notizie del giorno, ne pubblicò l'interes- Clemente Vili volendone premiare le
sante necrologia. In essa si legge, che fu virtù, a'9 giugno iGo4 lo creò cartlina-
benemerita di belle escavazioni d'antichi- le prete di s. Biagio dell'anello. Paolo
tà operale nella magnifica villa Pam- V lo nominò vicario di Pvoina, ove morì
philj e nel vasto lenimento di Lorio o nel 1610, d'anni 66, per aver dormilo
Lorivano sulla via Amelia, presso Castel in una camera di fresco imbiancala. Fu
diGuido dell'ospedale di s. Spirilo, aven- sepolto in s. IMaria in Vallicella, con ma-
done illustrato monumenti rinvenuti il
i gnilìcD epitaiiio postovi dai nipoti, uno
celebre Girolamo Amali. Nicolai, Meni, de'quali iu Innocenzo X,alla quale chie-
della campagna roni. par. r, p. 72, par- sa e all'annesso oratorio dell'Assunta la-
lando della tenuta Eottaccia , succeduta sciò le suppellettili di sua domestica cap >

air antica città e castello Lorivano, ove pella.


si rinvennero marmi antichi nel 1781, PA .MPtIILJ Gì AMBATTisTA, Cardina-
lodando la pietà de' Doria Pamphilj, par- le. F . Lv\ocENzo X Papa.
la dell'obbligo ingiunto agli eiedi di te- PAMPHILJ Camillo, Cardinale. Pa-
nervi ospedale per 1 icevervi gì' infermi trizioromano, nacque in Napoli da Pam-
delle tenute spellanti alla famiglia come phiiio e da d. Olimpia Maidalchini. Si
delle confinanti, e una carrozza per con- applicò nella fanciullezza alle arti libe-
durli negli ospedali di Pioma.Dad. Luigi jali, e sopra ogni altra ebbe la poesia
e da d. Teresa nacquero r.° d. Andrea : per lui le più grandi attrattive, e com-
in cui il cielo raccolse a dovizia mirabili pose versi; non liascurò la filosofia, le
doti, morto nel i835; 2." d, Leopolda malemaliche e l'archilettura. Divenuto
PAM PA RI 89
Papa Io zio Innocenzo X^ subito lo fece generalissimo ili s. Chiesa, ma di nuovo
generale delle milizie, e quanto lece lo 111 segno del suo animo incostante, così
dissi ne* voi. XXVIII, 23T, e XLIII,
p. di quello di sua madie. 11 principe fu
p. 28. Questa promozione fu celebrala di tanta pietà, die ai Gesuiti [f^.) rie-
con diverse composizioni citate dal Caii- difìcò e magnificamente abbellì la chiesa
cellieri nel suo J/e/r<7/o, ove sono molle dis. Aiuheaal Quirinale, facendo allret-
erudizioni sui Pamphiij; quella de! Uni- tanto con quella di s. Nicola da Tolen-
soni porta per titolo: Le glorie Painpìà- tino, ora delle /)^i«/.v/('/ìp (/^.), restaurau-
He, ode con osservazioni storiche. Qiiin- do la chiesa delle cappuccine di s. Lr-
di il Papa poco dopo a' i4 novembre bano e donando i5,ooo scudi al con-
iG44 Io creò cardinale diacono dis. JMa- servalorio di s. Eufemia, come notai nel
ria in Domnica, colla soprintendenza di voi. XIX, p. i.\i). La sua carità verso i

tulio lo stalo ecclesiastico, e legato d'A- poveri fu tale, che oltre alle quotidiane
\ignone. In ogni aliare mostrò destrezza limosineche loro facevaabbondanteuieu-
niirabile,ed usò di sua dignità con tal te, in un giorno dispensò 3, 000 rubbia
moderazione e accorgimento, che si rese di grano. Nella chiesa di s. Agostino e-

grato non meno ai ministri de' principi resse la nobilissima cappella tli s. Tom-
che a questi. La Spagna gli conferì il maso da V illanova, ornandola con sta-
pingue arcidiaconato di Toledo, che poi tuee preziosi marmi, ed alla basilica Va-
rinunziò a d. Giovanni d' Auslria la ; ticana donò molti candellieri d'argento.
Francia gli assegnò la famosa abbazia di PAMl^lllLJ Be\edf,tto, Cardinale.
Gorbia ; e la repubblica veneta lo aggre- Romano, nacque dal principe d. Cauiil-
gò alla sua nobiltà coi discendenti. In di- Io ni|)()te d'Innocenzo X, e da d. Oliui-
versi emergenti di negozi ardui e spino- pia Aldobrandini. Innocenzo XI per re-
si, si somma lode, e ben-
disinipegnò con stituzioue di cappello, il 1
.° settembie
che giovane d'età procedette con pru- 1 68 i lo creòcardinalediacono di s. Alarla
denza come un vecchio. JNella guerra di in Portico, donde passò a s. Maria in Via
C^7.«/ro seppe scegliere a capi persone de- Lala,e lo fece gran priore gerosolimitano
gne, e prontamente (ormò numerose mi- di Roma. Alessandro \lll gli allidò la le-

tizie. Procurò di non aggravare tostato gazionedi bologna, InnocenzoXII,lofece


con gabelle, di far amare e riverire lo arciprete Liberiano e prefetto di segna-
zio severo e di temperamento alquanto tura, e lo prepose a quanto fece a Porto
aspro; e sotto la di lui sagace direzione d' Anzo, e per la congregazione che vi

conchiuse che gli guadagnarono la


affari istituì ordinò che sempre un Pamphilj
stima universale. Essendo l'unico rampol- ne fòsse membro; indi lo trasferì all'ar-
lo della famiglia Pam/;/*///' (A.), con ap- cipretiua Lateianense, ove con raro e-

provazione della matlre volle continuar-- senipio aprì e chiuse la porta santa nel
la, per cui a'?, gennaio 1647 rinunziò
i 1700 e 1725, e fece le staine de'ss. An-
la porpora e sposò d. Olimpia Aldobran- drea e Giovanni. Clemente XI nel 704 i

dini, dalla quale riportò due maschi, cioè lo nominò bibliotecario, e come i.°dia-
Giainbattista che gli successe nel prmci- cono coronò Innocenzo Xlll. Interven-
pato, e Benedetto poi cardinale, oltre 3 ne a 6 conclavi e morì in Roma in quel-
femmine. InnocenzoX, credendo vilipe- lo del i'-3o, a' 20 marzo, d'anni 77.
sa la dignità cardinalizia per tale rinun- Lasciò immense somme alla famiglia, e

zia, l'esiliò a Caprarola, e dichiarò car- fu se[)ollo ins. Agnese senza funebre mo-
dinal nipote Camillo Astalli ^cwe poicad- numenlo.
de in disgrazia. Rientrato in favore il l'AMlMllLJ COLOXXA Pietro, Cz/-
principe nipote, lo nominò Innocenzo X diuidc. /'. Colo.nna Pamphilj.
^. 1» A M P A M
PAIMIERS [Ajyaniien). Cillìi con re- I successori si leggono nella O.illìu chr.
sidenza vescovile di Francia, nel diparli- t. 2, par. i, p. i63, e nelle Notizie di
ineiilo dell'Ariège, che forma la diocesi, Roma. Pio VII nel i8oi la soppresse e
capoluogo di circondario e di cantone , ristabilì 1817. Gregorio XVI nel
nel
i8i leghe da Parigi, in fertile pianura i84'j fece l'attuale vescovo mg.' Guido
sulla destra riva dell'Ariège, sede di Iri- Alouvry della diocesi di Rennes. Ogni
j)uuali e dell'autorità. Assai grande e ben nuovo vescovo è lassato in fiorini 370.
distribuita, la fabbrica non è corrispon- PAMPLONA {Pampilonen). Città'cou
dente Lacattedraledicesidisegnodi Man- residenza vescovile nella Navaria di Spa-
sard, è sotto l'invocazione di s. Antoni- gna e forte, capoluogo di provincia, a 70
no vescovo, con l'episcopio contiguo. Il leghe da Madrid, sopra un piano eleva-
capitolo si compone di 8 canonici, tuio dei to, la di cui superficie presenta alcune
quali è arciprete parroco, e di diversi o- colline, circondata da montagne de' Pi-
norari, e nelle feste pel divin servigio vi renei. Occupa una di quelle colline, di
accedono gli alunni del gran seminario, forma irregolare, nella fertile valle è sul-
essendoveue altro minore. Vi sono con- la sinistra dell'Arga, e vi sono le princi-

fraternite, case religiose, ospedale, teatro pali autorità della provincia. Cinta da uu
e fabl)riche d'acciaio. I dintorni sono fer- muro bastionato, difesa da due forti e-
tili di grani, fiiitti e pascoli, con sorgen- sterni e da una lunetta trincierata ha ,

te ferruginosa e sabbie aurifere. Nel me- pure una cittadella al sud costrutta da Fi -
dio evo Pamiers si chiamava Fredela.s o lippo li, che nulla risparmiò onde farne
Fredtlaluin, poi Jpainiae o Paniiac, e il più formidabile baluardo di questa par-
fu capitale dell'antica contea di Foix, ai- te della Spagna. Le strade sono belle, le

quante volte saccheggiata. In sua origine case senza gusto,e sono 6 fonti. Oltre il
vi

abbazia di s. Antonino di Fredelas, fonda- bel passeggiodiTaconera, venesono 3 al-


ta verso la metà del secolo X, fu poi dei tri fuori le mura: 6 ponti comunicano alla

canonici regolari di s. Antonio. Insegui- riva sinistra della riviera, ove stanno il
to i conti di Foix avendo fabbricato al- sobborgo Rochapea e quello della Mad-
l'intorno e al vicino castello di Pamieis, dalena. Pamplona non ha alcun pubbli-
questo die origine alla città, di cui i con- co edifizio veramente osservabile, tran-
ti e gli abbati furono consignori. Bonifa- ne il grande palazzo pubblico, sostenuto
cio Vili a' i6 settembre I2C)5 eresse l'ab- da arcate, ma senza gusto; la zecca, pa- i

baziale chiesa in cattedrale, e col terri- lazzi del governatore, de'consigli ove so-

torio che tolse da Tolosa formò un ve- no gli archivii, i tribunali e le prigioni.
scovato, che a quell'arcivescovo dichia- La cattedrale con altissima torre e con
rò sulFiaganeo, come lo è ancora. Vi la- battisterio, sacra alla Beata Vei'gine As-
sciò il capitolo regolare, l'unico che per sunta, non che per la sua
è rimarcabile
lungo tempo rimase nel regno, composto antica costruzione gotica, grandezza e in-
di 6 dignità e g canonici tutti regolari, e terna ricchezza, in cui è il sepolcro di Car-
12 semi- prebendati secolari, con 25,ooo lo IH d'Evreux, maritod^Eleonora di Ca-
lire di rendite pel vescovo, ch'era presi- stiglia, avendo contiguo l'ampio e como-
dente degli slati del contado di Foix e do episcopio. Il capitolo già de'canonici
assisteva a que'di Linguadoca. 11 l

ve- regolari di s. Agostino, si compone di i 2
scovo fu s. Lodovico arcivescovo di To- dignità, prima delle quali è l'arcidiacono,
losa, che conservò le due chiese con be- delle prebende canonicale e teologale, e
neplacito apostolico pure Jacopo ; lo fu di alcuni poizionari ealtri chierici ; il par-
ilei Forno, nato in Saveidun nella dio roco ha cura delle anime. Vi sono altre
tesi, che nel SS.jdiveune BeiicdetloXl l.
j 3 chiese parrocchiali col fonte sacro, 7
PAM P A M 9 I

conventi di religiosi, 2 inonaileri di mo- de re di Na varrà perciò ottenne da Pa-


luulie, confraternile, seminario, ospizio pa Giovanni XIX detto XX, che i mo-
pegli esposti, grande ospedale, casa di ri- naci potessero eleggere il vescovo di Pam-
lugio cou oAìcine di lavoro, collegio e tea- plona. ISel 1 oòn si celebrò un concilio in
tro. Prima era vi la congregazione de' C<3- Pamplona, in cui fu essa ristabilita per
noìiici regolali diPmnplona (f^-)- E pa- sede del vescovo, presiedendolo Ponzio
tria di IMoret storico di Na varrà, di I\li- vescovo d'Oviedo. Alessandro IV statuì
gueld'AnchetascuUore,di Ilurtado pro- clie il Navarra fosse unto e corona-
re di
fondo scrittore, del generale Elio, ec. 1 to dal vescovo di Pamplona. Il vescovo
dintorni sono Urlili e si trovano piriti di Arnaldo di Pnyana nel 3 '" vi tenne un 1
1

rame. L^origine della città si perde nella sinododiocesano. Innocenzo VI nel 3 ><) 1

notte del tempo. Pompeo l'ingrandì e la Pamplona il


creò cardinale e vescovo di
restaurò e gli die il suo iionìe, onde fu nipote Monlnrco. Nel 14^9 il vescovo
chiamala Fompdon, Ponjplona, Pompe- cardinal Bcssarioiie vi celebrò un sino-
Molto sollrì dalle vittorie di Giu-
iopolis. do. Alessandro VI fece vescovo di Pam-
lio Cesare, indi soggiacque ai goti nel V plona e cardinale il figlio famoso Cesate
secolo, e cadde in potere de inori verso Borgia [V.), che rinunziate le dignità
il ySo. Carlo Magno scacciò spesso tali restò morto nella battaglia per l'assedio
popoli e loro la tolse nel 778. Divenuta del castello di Viane, diocesi di Pamplo-
capitale del regno di Navarra (^.)j i re na, a' 12 marzo iSoy, giorno anniversa-
vi fermarono la residenza e sostenne di- rio del suo possesso come vescovo di es
versi assedi. Nel \5ii ducadAllja se
il sa. Nel I ji I fu eletto il cardinal Albivt
ne impadronì, ed i francesi nel i52i fe- dal capitolo, ma Giulio II ricusò le bol-
cero ogni sforzo per prenderla contro l'e- le per essere intervenuto al conciliabolo
nergica difesa dis. Ignazio Loiola, il qua- di Pisa ; nominò in vece il cardinal Saii-
le ebbe infranta la gamba destra che pro- /o/;o,che ricusato dal capitolo, questo fu
dusse scoraggiamento ne'suoi, per cui ce- interdetto, flnchèobbedì. Dipoi Leone X
derono al nemico preponderante; onde concesse le bolle al cardinal d'AIbrel, ma
poi derivò la di lui vocazione di abban- non ne prese possesso, né godè le rendi-
ilonare il mondo, divenendoglorioso fon- te. Il vescovo cardinal Alessandro Cesa-
datore della compagnia di Gesù, ed un rini nel i 53 i celebrò il sinodo e pubblicò
gran santo. Di nuovo i francesi l'occupa- Slatitln et constitiUiunes. La peste vi lece

rono per sorpresa nel 808 e la conseiva-


1 strage piìi volte, onde in cjuclla del 1721
rono sino al 181 3. Cadde egualmente in il popolo fece volo di non rappresenta-
loro potere nel 1823. re più commedie, ma restandone pregiu-
Si vuole che gli abitanti fossero pri- i dicato il teatro, proprietà dell'ospizio dei
mi navarresi che abbracciarono il ciislia- bastardi, Benedetto Xlil commutò il vo-
nesimo. La sede vescovile fu eretta nel lo con tre esposizioni del ss. Sagramen-
V secolo sotto la metropoli di Toledo, don- lo e una processione per la Purilìcazio-
de Gregorio XIII la fece sulTraganea di ne, e per ulliino li liberò anche da ciò
Burgos e lo è tuttoi'a. 11 i." vescovo fu con somministrare 5oo scudi per la fab-

s. Firmino, martirizzato ad Amiens, pa- brica della chiesa de'caimelitani di Tu-


trono della città, ch'ebbe tra'successori dela, come si legge nel breve Cimi Sa/i-
s. Maiciano. Per le incursioni de'barba- clissiinns, de' 1
7 marzo i 729. Nelle I\o-
ri mori messa in disordine la sede vesco- tizie di Roma sono registrali i vescovi
vile, i vescovi di Pamplona la trasporta- dal 1735. Lo è dal i83o mg.^ Saverio
rono nel monastero Leirense, situato sul- Andriani di Barcellona. La diocesi è am-
lo sommila de'Pii enei. SancioIII il Gian pia e contiene <)oo parrocchie. Ogni nno-
9*1 PA INI PAN
vo vescovo è lassato in i^joo noriiii, a- vanienle. Fu assai florida quando il com-
venclo eli rendile 3oo,ooo circiter rega- mercio dell'America meridionale coila
lia (le Vellon, gravati di pensione. Spagna si faceva col mezzo de'galeoni,ed
PAMPLO.XA NUOVA. F. Nuova era un emporio di merci d'Europa e di
I'ami'lona. America. Nel 1740 decadde il commer-
PANA IMA' {de Panama in Indiis, Fa- cio, allorché le ricchezze del Perù furono
naiiiaìien). Città con residenza vescovi- tiasportale pel mare del sud nell'Atlan-
le nell'Arnerica meridionale, nella repub- tico raddoppiando il capo Horn, e dac-
blica di Colotiìbia, capoluogo del dipar- ché gli altri porti furono ammessi a go-
timento dell'Istmo o Nuova Granala, e dere la libertà commerciale. Vi si tenne
della provincia del suo nome, sulla co- il congresso di tulli nuovi stati d'Ame-i

sta nord del golfo di Panama, a i6j le- rica separatisi dalla Spagna. La provin-
ghe da s. Fede di Cogota, sopra una pic- cia di Panama occupa la parte orienta-

cola penisola difesa da un proseguimen- le del dipartimento dell'lstmoecompren-


to di piccole isole. L'aria è malsana, i ca- de Panama è rinchiusa fra
l'istmo di ; il

lori fortissimi. Guarnita Panama da al- golfo omonimo e mare delle Antille, ed
il

cune opere di forlifica/.ione, si divide in attraversata da una catena di montagne.


alta e bassa città, e questa ulticua chia- La sede vescovile, secondo Commanville,
niasi El Farai ed è la più popolala. Ri- fu eretta da Leone X nel i5i5, altri la

marcasi una gran piazza pubblica, l'ospe- dicono i534 da Clemente


istituita nel
dale e la cattedrale, che lia prossimo l'e- VII, indi fatta sulfraganea di Lima nel
piscopio. Quella è dedicata alla Beata 1545 da Paolo HI ora lo è di s. Fede
;

Vergine sotto il titolo la antiqua, con di Bogota. 11 i." vescovo fu Vincenzo di


ballisterioe 2 parrochi. Il capitolo è com- Pedrosa domenicano. La serie de'vesco-
posto di 4 dignità, essendo la i.'^ il de- vi nelle Notizie di Roma si cominciò dal

cano, q canonici e diversi cappellani e I74'2. Al piesenle lo è mg."^ Gianfrance-


Vi è altra chiesa parrocchiale col
chierici. sco Manfredo già vescovo di Miriofidìin.
fonte sacro, i\ì\ monastero di monache, partibui, fatto nel i84'J> coadiutore del
coiiCraternile, seminario, collegio con cat- predecessore. La diocesi è amplissima e
tedre. La rada è bella ma pericolosa, la comprende leprovincie diPanamà e Ve-
costa è bassa ed olfre un semplice sbar- ragiia. Ogni nuovo vescovo è tassato di

co, fermandosi i grossi navigli nell'isole 33 fiorini, essendo le rendite 4000 ™0"
Perico e Flaminco: non ostante il com- liete di quelle parti, pagate dal governo.
mercio è considerabile. Panama significa PANAT0RL\. Sede vescovile della
luogo abbondante in pesce. Allorché gli Mauritiana Cesariana, nell' Africa occi-
spagnuoli vi si stabilirono nel i5iS, fon- dentale, sotto la metropoli di Giulia Ce-
darono Panama a 4 legbe dall'attuale ; sarea. Noi. Afr.
distrutta la prima città nel iGyS da Mor- PANCERÌNI PANCIERA Antonio,
gan, gli abitanti più bella la ricostruiro- Cardinale. Nacque da nobile e povera
no ili piano migliore. Invano tentarono famiglia di Portogruaro nel Friuli. Da-
stabilirvisigli scozzesi nel 1699 sul golfo tosi alla giurisprudenza, mostrò in Ro-
Darien, e perirono pel clima e per le guer- ma tra'notari la sua abilità, e come abbre-
re ; i francesi stabilitisi nel 1740» furo- viatore lo conobbe Bonifacio IX e fece suo
no trucidati nel I 754 dagl'indiani a isti- segretario, nel iSpS vescovo di Concor-
gazione degl'inglesi : il governo spagnuo- dia, forse già arcidiacono della cattedra-
lo costruì un furtesuUefrontiere per sog- le, e l'autorizzò ad usar le proprie inse-
gelfaie quegi indigeni, l tenibili incen- gne gentilizie de'Tomacelli, come vede-
di del i7'j6 e 17H4 '^ distrussero uuo- bi nelle monete che coniò qual patriarca
PAN PAN 93
<!' Aquileia, alla qual dignità il cnpilolo nigiia facilità con la quale diminuiva ai
i4o2. Dopo 4 aiini ili felice
Io elesse nel benc'Iìciati le spese delle bolle, onde pro-
governo, divenne inviso a molli signori curò invano oilrirgli vescovati per allon-
e luoghi del Friuli, massime da Cividale, tanarlo; dipoi nel iGqf) lo incaiicò di a-
per invidia di vederlosalito a tanta {)0S- prire la porta santa della basilica di s.

sanza , e per aver investito i fiatelli del Paolo. Clemente XI lo voleva segreta-
castello di Zoppola con giurisdizione; ma rio di stato, ma si scusò e accettò la pre-
le accuse fatte in concistoro a Innocenzo fettura del concilio. Formò una domesti-
VII non ebbero efì'etto. Quelle i nemici ca e scelta libreria, ricca di mss. e cele-
liniiovarono a Gregorio Xll, il rjualelo brala dal Piazza nel r£"».?fro/og''o Mori
privò del patiiarcatoa' I 3 giugno i4o8, in Roma nel 17 18, d'anni 90 circa, la-
anche per avere come predecessori tra- i sciando un'eredità di 200,000 scudi, e
lasciato di pagare alcune pensioni alla s. fu sepolto in s. Pancrazio, al cui titolo
Sede. 1 cardinali ribelli al Papa, da Livor- era passato, innanzi l'altare maggiore con
no l'invitarono a disobbedire, e dal conci- semjilice lapide già da lui postavi, alla
lio di Pisa venne conformato nel posses- (piale altra fu aggiunta con magnifico
so di sua chiesa. Giovanni XXI 11 perla elogio e le insegue gentilizie.
pace del Friuli ne procurò la rinunzia e PAJNCIROLI GiANjAcoro, Cardinale.
l'ollenne, creandolo cardinale prete di s. IS'acque da un semplice sartore in Ro-
Susanna a'6 giugno i4r i • intervenne al ma, per cui di questa origine volle con-
cfincilio di Costanza, contribuì alle ele- servare memoria nello stemma, forman-
zioni di Martino Ve Eugenio IV, il (pia- dolo d'un panno. Applicatosi con inde-
le per la sua virtù e singolare abilità l'im- fesso ardore e mirabile successo alla giu-

piegò in importanti legazioni, lo pre- risprudenza, fiequentò lo studio di Piiui-


miò con assegnamenti enei i43i col philj uditore di rota, poi Innocenzo X,
vescovato di Fàascali. IMorì in Roma nel dedicandosi intieramente a lui; fu cor-
detto anno e fu sepolto in s. Pietro con risposto con affetto per l'integrità de'suoi
onorevoli esequie. costumi ed acutezza d'ingegno. Dopo a-
PANCIATICI Baldino, Cardinale. vere cseicitato l'avvocatiiiii, seguì il pre-
Nobile fiorentino, si acquistò fama nel- lato alle nunziature di Napoli e Spagna
l'avvocatura sotto De Luca. Clemente IX quale uditore di esse. Tornalo in Roma
suo parente lo fece collaterale diCam- s'introdusse coi cardinali Barberini, pei
pidoglio, indi luogotenente dell'uditore quali Io zioUrbano Vili lo fece came-
della camera, carica die per l'iidlessibi- riere d'onore soprintendente del car-
,

lilà e giustizia rinunziò quando


dovea si dinal Fiancesco e nunzio ai principi d'I-
proferir sentenza tra Clemente Xe Co- i talia e ministri di Spagna per trattar
lonna pel feudo di Carbognano. Innocen- la pace, come adatto in tal commissio-
zo XI gloriandosi di promuovere i dotti ne per eccellente perizia nelle leggi e di
e virtuosi, benché negletti, l'impiegò nel- squisito intendimento, sebbene di esterio-
le segreterie della visita e de'iegolari, in- re disaggradevole. Divenuto uditore di
di lo lece commendatore di s. Spirilo e se- rota, nunzio Spagna e patriarca di Co-
di
gretario de'vescovi e regolari. Alessandro stantinopoli, a' i3 luglio 1643 Urbano
\ III lo dichiarò datario e patriarca di A III lo creò cardinale pretedi s. Stefano
Gerusalemme, ed a' 1 3 febbraio 1690 lo al Monte Celio. Nel conclave per morte
creò cardinale prete di s. Tommaso in di esso, non essendogli riuscita l'esalta-
Parione. Innocenzo XII lo confermò nel zione del cardinal Sacchetti j rivolse i suoi
dalarialo, nel cui esercizio gli si resej^ia- sluizi per quella del cardinal Pam[)liil|,
ve e molesto, poiché si opponeva alla be- che divenne luncceu/.o X. Per graliludi-
©4 ^ '
A i\ P A N
ne il nuovo Popa lo fece segretario di sia- (>v'ol)be occasione nell'invasione degl'ini
lo, ma le malallie piìi o meno sempre Io periali fiancesi, di manifestare di nuovo
Inivagliaroiio, e mori nel i (rj i d'anni G(». la coraggiosa sua fedeltà. R.ipristinatonel
Fu sepolto in s. Silvestro al Quirinalea- 18 i4 il governo papale, Pio VII lo di-
vanli l'altare maggiore, con lapide orna- chiarò delegato di Pesaro e Urbino, indi
ta e iscrizione. Lasciò fama di cauto, giu- come benemerito preside lo promosse a
sto, prudente, nemico dell'avarizia e dei segretario di consulla, poscia in premio
regali, sebbene fu nel numero di quei de' suoi meriti e del lodevole disimpe-
che non sono buoni giovare né
in efTetto gno delle cariche esercitate, il Papa ai

a sé, uè agli quantunque costituiti


altri, IO marzo 1828 lo creò cardinale prete
in potere, o per mancanza di attitudine di s. Sabina, e Io fece protettore di Car-
o per estrema delicatezza. toceto e di Cossignano. D'animo paci-
PANCRAZIO (s.), martire. A Roma fico, di filosofici e semplici costumi, di
pad il martirio in età di i4 anni, deca- maniere dolci e cortesi, godè circa 10
pitato sotto Diocleziano nel 3o4, dopo mesi laporpora, e d'anni 78 morì inRo-
avere generosamente confessato Gesti Cri- ma d'apoplessia il i." febbraio 1824,
sto. Fu sepolto nel cimiterio di Calepo- tlopo essere intervenuto al conclave per
dio, che prese poscia il suo nome, e nel- Leone XII, e fu sepolto nel suo titolo.
la contigua Chiesa di s. Pancrazio [F.): PANDOLFl ALBERICI Francesco
citai gli alti del martirio nel voi. I, p. 1M\RU, Cardinale. Nacque in Orvieto da
ibf). Una porzione della sua spoglia mor- nobile e antichissima famiglia a' i 8 mar-
tale fu mandala ad Oswi re d'Inghilter- zo 1764. Fino dai più verdi anni venne
ra da Papa Vitaliano del 6)7. Nella del- annoverato fra 'canonici della cattedrale,
ta chiesa, disperse le sue reliquie nel e nel i8i4 Pio VII lo nominò prelato
1798, lo furono nuovamente nel 1849 domestico e referendario delle due se-
da una turba di repubblicani, quando gnature; quindi ebbe luogo fra' ponenti
manomisero e predarono il tempio e il di consulla e ne divenne decano, per cui
convento annesso. Divenuto il tempio un pili volte funse le veci del segretario, co-
mucchio di devastazioni, nel i85i fu me pure fu ascritto Ira' prelati dell' im-
restaurato e consagrato. Tutto meglio è munità. Pio Vili canonico di s.
lo fece

descritto ne' n.i 83 e q8 dell' Osse/va- Pietro e nel i83o suo maestro di came-
loreRomano i85i. Il martirologio ro- ra, in ((uesto uffizio lo confermò Grego-
mano fa menzione del martirio di s. Pan- rioXVI,ea'2 luglio i832 lo pubblicò
crazio il giorno lOì di maggio. cardinale prete, avendolo creato a'So set-
PANDOLFl Luigi, Cardinale. Nac- tembre i83i. Indi per titolo gli conferì
que a' G settembre 1751 in Cartoceto, la chiesa di s. Prisca, e lo annoverò alle
Fano, da famiglia ascritta al
tliocesi di congregazioni dell'indulgenze, consulta,
ceto primario di Pesaro, Fano e Ascoi ;. buon governo e acque. Le virtìi eccle-
Falli gli studi nel collegio de' nobili di siastiche di cui era adorno, la rettitudi-
Fano, applicò in Pioma al pubblico di- ne e diligenza con cui esercitò gl'impie-
ritto, e abbracciata la clericale carriera, ghi che gli vennero aftldati, la carità e

fu per 4 anni vicario generale di Todi compassione verso gl'indigenti ne forma-


e per 9 di Pesaro. Accaduta la rivolu- rono l'elogio. Morì in Pioma d'anni 71,
zione francese nel declinar del secolo pas- a'3 giugno i835, e trasportato il cada-
sato, si dijtinse per prudenza e attacca- vere in ss. Apostoli, il cardinal del Dra-
mento alla buona causa. Pio VII lo fece go celebrò la messa di requiem, \f\d\ ven-
preside di Monlallo, donde passò ai go- ne tunnilato nel suo titolo cardinalizio.
verni d'Ascoli, d' Orvieto e di Perugia, PANDOLFINI Nicolò, Cardinale.
P A .\ PAN 9 >

Potriziofiorenlino, da canonico della me- nome, di cui si cosliluiscono molle spe-


tropolitana di Firenze, Pio 11 lo nomi- eie e varietì», dipendenti dalle due spe-
nò chierico di cameia, Paolo 11 lo fece eie primitive, frumento duro, trllicurii

scrittore apostolico, Sisto IV lo incaricò furgi(lum,e il frumento gentile, Irilicum

dell'educazione del nipote poi Giulio II, hibcnuim. Nella sacra Scrittura il pano
e nel i4''4 'o f''f^''''T*^ vescovo di Pistoia, talvolta significa ogni specie d'alimento,
indi governatore di Benevento. Innoccu- come l'accjua significa ogni sorla di he-
r.o Vili gli conferì la ricca abbazia di s. vanda, e dicesi figuratamente in diversi
Zenone di Pisa, e Giulio li lo volle a suo modi; rpiando noi domandiamo a Dio il

segretario e uditore per le cause più gè- nostro pane f/uolidiano, s'intende tutto
Jose e interessanti, ascrivendolo alla prò- ciò cli'è necessario alla vita. Gesìi Cristo
pria famiglia Rovere. Dicesi che non lo benedì i pani prima di distribuirli alle
creò cardinale per essersi opposto alle sue turbe, moltiplicandoli prodigiosamente,
opinioni ; ma Leone X vi suppPi all'im- Dio fece a diversi santi operare miraco-
provviso e benchr assente il i." luglio li nella moltiplicazionede'pani. Gli ebrei
IDI 7, dichiarandolo cardinale prete di cliiamavatio pani di proposizione quelli
s.Cesareo. A lodata vita die fine in Pi- che isacerdoti di settimana [)onevano tut-
sloiacon santa mortc,sinceramente com- ti giorni di sabbato nel tempio sulla ta-
i

pianto, nel i5i8, d'anni 78, chiaro per vola d'oro, ch'era nel santuario davanti
scienza e dottrina, per compassione e li- al Signore; erano 12 per distinguere le
beralilà co'poveri,e per l'amore verso la tribìi enon potevano essere mangiati che
sua chiesa che governò 44 anni. Coi be- dai sacerdoti, quando ogni settimana si
neficii ne accrebbe il lustro, aumentò il rinnovavano. Gli eUreiavevano moltema-
collegio de' chierici, fondò il monastero niere di cuocere il pane, ed oltre 1' uso
di s. Nicolò e la dignità arcidiaconale, ed ordinario del fuoco, talora lo cuocevano
accrebbe le renditedella mensa, onde dai sotto la cenere o sopra lastre di metallo
pistoiesi fu chiamato alìVtt uosa mente pa- o sopra pietre riscalda te. 1 romani da prin-

dre spirituale, e per amore gli eressero cipio mangiavano il grano crudo o Io fa-
una statua. Il cadavere trasferito a Firenze, cevano bollire come il riso ;
poi i'abbru-
riposa nell'abbazia fiorentina, nella tom- stolironoeNuma istitmuna festa perque^
ba degli antenati. sta .scoperta. Poco dopo cominciarono a
PANDOLFO, Cardinale. Fu offerto pestare il grano ne'mortai e a farne una
nella puerizia a s. Benedetto in Monte pasta, pei'ciò dai loro vicini furono det-
Cassino, ove ne professò la legola, e per le ti niangia polenta. Nel 4'^'^ avanti la no-
sue splendide doli Pasquale II del lopq stra era trovarono il modo di fare la pa-
lo creò cardinale prete. Non pare che fos- sta forte e poi delle focacce o schiaccia-
se vescovo d'Ostia, comealTermano alcu- le, gran passo per ginn-
ed ecco fatto il

ni, e scrisse i sermoni per le feste di tut- il pane. Questa


gere all'arte di fare pe-
lo fanno. rò non divenne comune in Roma prima
Pane azzimo e Fermentato. /'. dell'anno i5o innanzi della era, e pro-
Pane. pagandosi, già al tempo d'Augusto v'e-
PANE E Pane BENEDETTO. 11 pnne,pa- lano in Roma
da .3oo fornai che Io fa-
tiis, è un cibo comunissimo fatto di i'a- cevano o cuocevano, avendo loro muli- i

lina di grano o di biade, come orzo, ve- ni, e giunsero a fare il piine così buono
na e simili : pane significa anche tutta la e bello come in Alene, dove si faceva il

vettovaglia e il vitto necessario. Il grano pane assai prima che in lioina, e forse ai
dicesi anche frumento, il quale è propria- lcm[)i vicini all'età di Tritlolento. Dopo
niente il seme della pianta dello stesso 1 romani, primi i a cuocere pane sembr;i
96 PAN P A N
che fossero gli ahitanti (l(!lle O.iIIie, don- baristi A 5 I e II. Osserva Bonanni, Ge-
de poi se ne dilatò l'uso per liilta luuo- rarchia, 71, cercando chi principiò
p.
pn. ^. Annona, Agricoltura egli arlico- dopo Gesù Cristo a consagrare il pane e
li lelalivi. Della distribuzione tlel pane il vino, che gli apostoli differirono cele-
che facevasi nel palazzo pontifìcio, chia- brare la Messa (F.) fìno alla Penteco-
mala parte di palazzo, pancm honona, ste, e da tale astinenza provenne l'uso an-
parlai anche a Palazzi apostolici e di tico ne'sacerdoti di celebrare il sagrifizio
sua origine. Dell'oblazione e tributo di 4o giorni dopo l'ordinazione. Si vuole fi-

sette pani cj.e il capitolo d'Anagni fa al gurala nella messa l'oblazione de' pani
Papa quando visita le provincie di Ma- che gli ebrei facevano 5o giorni dopo la
rittima e Campagna ogni sabbato, feci pa- loro Pasqua, e perciò convenire che la
rola nel voi. XXVII, p. 275: questo o- prima si celebrasse nella Pentecoste che
niaggio Gregorio XVI lo ricevette due appunto cade in eguale epoca. Ciampi-
volte,quando si recò a s. Felice (/^.), e ni, De perpetuo azynioruin usa in eccle-
quando nel i843 visitò ylnogtiij e Pio sia latina, vel salleni romana, rpta oc-
IX nel i85o in Fresinone. Furono an- casione vox fermenti in lìlclchiadis et
che stabilite distribuzioni di pani ai ca- Siriciis decretis, ne in epistola Innocen-
pitoli, come fece Thalarìi in Lione ( Io tii I rom. Pont, aliqiie veleres rilus de-
notai nel voi. IV, p. 1 63), e si disse pane clarantur, Romae 688. 1 Il pane fermen-
di capitolo o capitolai e i\i^e.\\o che (juo- talo o con lievito serve per l'Eucaristia
lidianamente si distribuiva a ciascun ca- agli orientali : l'infranta unione tante vol-
nonico; non che ai poveri, di che si fa men- te conchiusa tra le chiese greca e latina,
zione a' loro luoghi, come per feste, e di come pur dissi nel voi. XXXII, p. i35,
quella per S.Giovanni in Pioma in s. Gio- si altrdjuisce all'uso del pane azzimo in
vanni della IMalva. trattai ne' voi. XXVI, questa e nell'altra di quello fermentato;
p. 1G7 e 194, XLV, p. 189. Perchè la però molli orientali consagrano in azzimo,
chiesa di s. Biagio della pagnotta dicesi come rilevo a' loro articoli. Nel concilio
COSÌ,ne rendo ragione a Patriarcato ar- di Firenze i greci convennero che si po-
meno, parlando di essa in un alla distri- teva consagrare anche col pane azzimo;
buzione de! pane. Ora passerò a dire del- quindi i monaci greci di Grotta/errata,
lEucaristia distinta col nome di pane, di Puglia, Calabria e Sicilia giudicarono
e del pane benedetto: la sacra Scrittura spedienle con approvazione di Eugenio
chiama altresì la comunione, frazione di 1 Vdi celebrare con l'ostia secondo la for-

pane; perchè la sacra Scrittura non dice ma usata dai latini, mischiatovi un poco
tagliare ma frangere il pane anche per di fermentato, e poscia interamente si u-
l'Eucaristia, il Sarnelli Io spiega nelle Leti, ni formarono all'uso dell'azzimo per di-
eccl. lelt.21, t. 3. Pani di cera o sacri stinguersi dai seguaci di IMarcod Efeso,
furono detti gli Jgmis Dei heiiedelti ( F.), il quale era ritornato allo scisma colla
<Iei quali parlai anche nel voi. IX, p. 35. maggior parte degli orientali. Della con-
11 pane azzinio o senza lievito, serve ai troversia e questione, non di fede ma sol
latini, e ne'primi secoli anche agli orienta- di fatto, sull'azzimo e fermentato, vedasi
li, per la consagrazione òeW Eucaristia Zaccaria, i^to/'./e/^. voi. 4)P-8i ; Rodotà,
(Z'.),chiamata pane degli angeli e pane Del rito greco p.32 3; Ber-
in Italia, hb. i
,

celeste. Se ne tratta a Oblazionf,, Ostia, lendi, Dell' oblazioni all'altare, ove dice
Azzimo, Comunione, ove dicesi di quella che fu indifferentemente offerto e consa-
sotto le due specie e del modo di con- gra to il pane azzimo fermentato e dato in
servarsi l'Eucaristia che greci fanno per
i comunione; ed il Sarnelli, Leti. eccl. t. 6,
lungo tempo, su di che parlai pure a Éu- lelt. ì c),dc\V culogic istituite nel pane az-
P A N PAN 97
zimo, come pane deslinalo al-
nvaiivi del Ziizìoni e nelle Consagrazionì de'vescovi
la consagi azione, che non basliimlo per dopo V Offertorio, dorati e inargentati : il

raccresciineiilo ile' iicleli si adoperò per Chiapponi, Ada ss., ci dà la spiegazione


eiilogie il feiQienlalo, de fernitnlo, non n)isteriosa di ((ueste offerte, della forma
pane fermentato de'gieci, da loro intro- circolare de'pani e della loro doratura e
dotto più lardi nel seeolo XI, poiché nel- inargentatura. pane benedetto si man-
Il

la chiesa latina la ^a\u\i\ fenncnlo fu vo- gia per divozione inonoredi qualchesan-
ce metaforica, in significalo che i preti si to, perchè benedetto con preghiere e in-
fermentassero, cioè si unissero al Papa vocazioni di esso, cui si attriijuisce la vir-

per comunione, essendosi sem«


la via della tù di guarire diverscinfermità. In Roma
pre celebrato in azzimo nella chiesa ro- Varciconfratcrnila del Corpo di Cristo,
mana, lo che dichiara Sarnelli stesso t. ogni domenica distribuiva il pane bene-
q, lett. 28, dell'origine del pane bianco detto; si fa ancora distribuzione di pane

e sottile per l'Eucaristia o Onda. Del pa- benedetto per le feste di s. Rocco dui-
ne o fermento benedetto dal Papa che V arcicoiìfralernita, d'i s. Ciriaco dalla
dispensavasi nel sabbato di passione, par- Chiesa di s. Maria in via Lata, di s. Ni-
lai ne' voi. XII, p. 39, e XXI, p. i 57: del cola di Tolentino dagli agostiniani, e di s.

pane benedetto e sua isti tuzione, che da va- Biagio della Pagnotta. Tra le chiese in
si come supplimento all'Eucaristia, trat- cuifacevasi la distribuzione, nominerò an-
tai a EuLOGiE, così della loro distribu- cora la Chiesa della ss. Aiinunzialella
zione in segno di unione quali figli tutti {V.) in R.oma, famosa pel suo concorso
d'un padre, e di fratellanza, onde si man- popolare nella i
.'^
domenica di maggio.
davano eulogre reciprocamente i cristia- Della benedizione del pane feci parola
ni, eve ne sogo testimonianze del IV se- pure a Pasqua, e nel V, p. 64- voi.

colo vescovi scambievolmente faceva-


: 1 PANEA o PANEADE. Sede vescovi-
no altrettanto nelle feste di Nntalf e Pa- le della Palesliua i.'^ o della Fenicia ma-
squa, ^uvt in testimonianza di unione e rittima, sotto la metropoli di Tiro, eretta
fratellanza, e talvolta anche l'Eucaristia, forse nel V secolo, corrisponde a Cesa-
poi proibita, è detta eziandio eulogia. Si rea di Filippo presso le sorgenti del Gior-
mandavano eulogie ai re, alle regine ed dano. Dopo la guarigione della donna
ai principi : un avanzo di questa antica di- emoroissa, questa vi eresse la celebre sta-
sciplina sono forse gli augurii di buone tua del Salvatore, che Massimo o Giulia-
ft^sle e i pani particolari che si fanno an- no Apostata fece abbattere. Registra 5
che adesso a Natale (il pangiallo) e a vescovi VOriens chr., t. 2, p. 83 i, e nel
Pasqua (le pizze). In Venezia i pievani t. 3, p. 1 338, 5 vescovi latini, istituiti sot-

delle chiese matrici nel sabbato santo di- to il patriarca di Gerusalemme col no-
spensavano un pane benedetto a ciascuno me di Belinas. Panca, Paneadcn, è ora
dique'parrochi che vi concorrevano per un titolo \G%ciW\\ein parlibus sotto Tiro.
l'acqua battesimale, il che era un'imma- PANEFISO. Sede vescovde dcll'Au-
gine delle antiche eulogie.Che i vescovi gustamnica i.^, sotto il patriarcato d'A-
si mandavano scambievolmente l'Euca- lessandria, eretta nel IV secolo, capitale
ristia o eulogie, ancorché lontani, e di di prefettura.
portarla seco ne' viaggi, vedasi Eucari- PAiNEGlRICO, Panegìrica oratio. O-
stia che precede i Papi ne' viaggi. A O- razionein lodi; dellaB. Vergine e de'santi,
BLVTE e OnLAziosi dissi dc'pani che nel- o per alcun mistero di Gesìi Cristo, o per
l'antica liturgia servivano al sagrifizio altroargomento. Questo genere di sacra
della messa, per cui sene vede la memo- eloquenza non vuole rimuoversi da quella
ria nelle oblazioni de' pani nelle Canonlz- forma propriamente laudativa di che si
VOI.. II.
, .

98 PAN PAN
piacque s. Basilio IMagno nell'elogio di s. pure colà una pubblica scuola per la sa-
Goitlio niarlirc, es. Ambrogio in quello cra letteratura. Trascrisse egli slesso c(jI-

tli s. Agnese. T' PEEniciic e I'iìedicatori.


. la n^aggior diligenza la Bibbia, di cui di-
1 romani nrl principio (.lei loro consolato sti ibul più copie gratuilamenle; corres-
recilavano un panegirico in lode tlell'im- se le copie degli altri, e restituì alla j>ti-

peratore. Panegìrico si chiama il libro rezza oiiginale la versione de' settanta.


ecclesiaslico de' greci , conlenente molli Compose l'apologia di Origene, in 5 li-
discorsi in lode di Gesù Cristo e de'san- bri, de'quali non ci rimane che il primo,
tij disposti secondo l'ordine de'mesi. Ci- e copiò di pr(;pi io pugno non poche del-
terò alcune collezioni di panegirici. Tor- lesueopere, di cui fàcea grandissima sti-

nielli, Panegirici e discorsi, Piacenza ma. La sua maniera di vita era austeris-
17G7. Rossi, Panegirici, Yeueiìa i'j55. sima: egli aveva distribuito il suo patri-
Venini, Panegirici e discorsi sacri, Ve- monio ai poveri, e stava nella solitudi-
nezia 1782. Trento, Panegirici e discor- ne, per servire più liberamente a Dio, e
si morali, Venezia 1 790. Canovai, Pane- darsi alla fatica con minor distrazione.
girici, Firenze- 18 I 7. Bihliolcca scclla Airestato nel 807, sostenne le più cru-
di orazioni sacre e colltzionc completa deli tortuie pereonfessare e difendere la
de' panegiiìci per le feste del Signore, sua fede, e dopo essere rimasto pressoché
della B. Vergine e de' santi, tratta dai due anni in prigione, pat'i il martirio a
migliori scrittori, Como 1825, tomi 25. Cesarea li 16 febbraio del Sog, con al-
Donaduni, Prediche e pa?iegirici,ìjeiga- tri confessori, de' cui atti parlai a P.ìm-
mo 1828. Galleria di sacra elo(juenza, pniLj FAMIGLIA. La sua festa è segnata il

ovvero collezione di scelti panegirici prc' J.° di giugno.


ceduti dalla vita di Gesìi Cristo scritta PAINGE LINGUA. Inno bellissimo in
da A. Cesari, Bologna i833. Deani, O- lode dell'istituzione e mistero dell'Euca-
razioni panegiriche, parcnetiche e fune- ristia e delle specie sagianienlali, che si

bri, Bi escia1816. G. De Ferrari, Pa- eanta nelle sue processioni, e con mag-
negirici, Boma i85i. Di altri panegiri- gior frequenza le iiltinje due pai ti, Ta/i-
ci e secondo gli argomenti parlai a' loro tuni ergo e Genitori, che si cantano pri-
luoghi, come nel voI.XLIV, p. 25i. ma della benedizione dell'Eucaristia. Da
PA^EiAlOTlCO. Sede vescovile di Gennadio da un antico scoliaste di
e
l'amlilia 2.", sotto la meliopoli di Pirgi, Sidonio si sostiene che sia stalo compo-
eretta nel IV secolo. Riporta 5 vescovi sto da Clnudiano Ecdicio Mamerto fia-
ì'Oricns dir. t. i,p. io32. lello di IMameilo vescovo di A ienna ; da
PAPsFlLO o PAMFILO (s.), prete altri si attribuisce a Venanzio Foi luna-

e martire. Nacque a Berilo, di ricca e to, eche lo compose allorché .s.Radegun-

ragguardevole famiglia; passò la prima de regina de fianchi portò a Poilieis la


età negli studi, e si occuj)ò poscia ne' pò- leliquia della ss. Croce, donatale da Giu-
sii più eminenti della niagislratuia. Co- stino Il iinperalure; da s. Francesco di
nosciuto appena Gesù Cristo, lasciò ogni Sales nel suo T ejcilhun Crucis, a Teo-
cosa per darsi alla pratica della \irlù, dolfo vescovo d'Orleans dell 83o, e da
e si dedicò allo studio della sacra Scrit- Natale Alessandro a s. Tommaso d' A-
tura, ponendosi nel numero dei discepo- quino. Abbiamo Traduzio/ie del Pange
li di i'ierio, il quale eia succeduto ad O- lingua di un lasiliano Roma 782 , 1

rigene nella glande scuola di Alessandria. De' due inni, Pange lingua e Lauda Sion
Dimorò poi a Cesarea nella Palestina dell'angelico dottore, versione di de Ro-
ove formò una numerosa biblioteca, di gati, Rouia 1792.
cui fece douo a quella chiesa, ed aperse PANI ACQUA TuEssio o Thejo Ga
PAN PAN 9<)
BRiELE, Cardinale. Spagnuolo, tloltore di gli successe nell' anlipapato ClemenlK
Sainmanca, religioso e aicidiacoiio del /^/// (/^.), a' IO giugno \\i5 e corona-
militare oidiiie cistejciense di Calalrava to a' 17. Dopo la sua rinunzia, Martino
e del terz'ordine di s. Francesco, per a- V che avea promulgato una crociata con-
ver esercitato con applauso 1' ufllcio di tro Paniscola, assolvettegli scismatici abi-
giudice nella regia curia, ad istanza di tanti. Di tutto, oltre i citati articoli, si
Fdippo III re di Spagna, Paolo \' ai di- parla ad Avig>o.\e e Palazzo apostolico
cembre i6i5 lo creò cardinale prete di d'Avignone.
s. Bartolomeo all'Isola. Nel (3^5 fu fat- i PANNILINI SACRI. La Chiesa giu-
to arcivescovo di Salerno e i.° presiden- dicò conveniente che i pannilini su cui si

te del consiglio di Castiglia, in cui non depone Y Eucaristìa nel tempo del s. sa-
si mostrò troppo alTezionato alla s. Sede. grifìzio e quelli usati dai sacerdoti per ce-
Nel 1627 traslatoa Malaga, ivi mori nel con
lebrarlo, fossero consecrati a tal uso
I onorevolmente sepolto. Fu
(SSo e rimase una benedizione particolare. Tali sono le
impegnalissimo per la sentenza dell'im- Toi'aglie d'altare, gli Aniitd, i Camici, le
macolata concezione di Maria Vergine. Cotteci Corporali, i Purificatori, le Palle
PANIO, Phanarium. Sede vescovile di (veggansi questi articoli e quanto dissi nel
Tiacia, nella provincia d'Europa, sotto voi. XLIV, p. 2-5). Nell'antica legge Dio
la tneliopoli d'Eraclea, eretta nel secolo avea ordinato di consecrare tutti gli or-
1 V e poi estese la sua giurisdizione su Pio- namenti del tabernacolo e del tempio;
dosto : elevata nel secolo XVII ad arci- con più ragione conviene che sia osser-
vescovato, gli fu unito Neochorium. Ri- vato lo stesso per rapporto alle mense de-
porta 7 vescovi \' Oritiischr.i. i,p. i I20j gli altari del cristianesimo, su cui il Fi-
e t. 3, p. 966. gliuolo di Dio si degna rendere sé stesso
PANISCOLA o PEMSCOLA. Città realmente presente e rinnovare il suo sa-
di Spagna nel legno di Valenza, poco km- grifìzio. La benedizionede'panniliiii d'al-
gè da Tortosa, ali imboccatura dell^Ebro, tare cantica, poiché si trova nel sagra-
delta antican)ente Cresoneio, ove fu te- mentario di s. Gregorio I, e Oliato di Mi-
nulo un concilio ne' primi tempi della levi nel V secolo parla di questi pannilini,
Cliiesa.Conie inespugnabile eappartenen- e si legge nelle note del p. Menard, p. 197.
te alla sua casa, nel \^i% in novembre, Ordinò s. Silvestro I che ilsagrifizio non
da Pcrpignano (^'.), vi si ritirò V antipa- si potesse celebrare in panni dipinti o di
pa Btnedftlo XIII[ /^.), e celebrò un con- seta, ma solamente di puro lino. Quando
ciliabolo, clie riporta d'Atticliy, Pile elei i pannilini perdono la loro forma, ovve-
cardinali t. 2. U concilio di Costanza fece ro quando non si può piìi farne uso de-
citare l'antipapa per mezzo di due dottori cente per le funzioni del santo ministe-
cliiniacensi di Paniscola, e dopo che fu ro, perdono la loro benedizione. Non è
compilato il [uocesso lo depose dui pontifi- lecito, senza ofleudere sommamente la
calo. L'ostinalo Benedetto XIII qui morì decenza, far servire ad usi profani le vec-
nel I
.° giugno o
settembre «4'^3, altri
io chie biancherie e gli orniuuenti di chie-
elicono a'ac) novembre i4'246fL> sepolto sa; ma devonsi abbruciare e gettarne le
nella cliiesa parrocchiale, donde dopo 6 ceneri in uu luogo che non sia cal[)esla-
anni fu trasportalo ad lUescus o Iglue- lo dai passeggieri ; altrettanto si dica de-
ra d'Aragona, terra di sua famiglia, e se- gli Arredi sacri e òe' Paramenti sacri
polto nella fortezza in luogo profano, nel {f^.), quanto all'uso profano, però quan-

qii.ile si conserva incorrotto nel dominio do primi sono fusi o ridotti col fuoco
i

del conte di Murala, al dire del p. Gia- iid altra forma, non sono piìi considera-

cobbe, Bill. Poni. p. >.'j7. In Pauiscola li ai redi sacri. Di lino bianco fu la pri-
100 PAN PAN
ma veste ilei sonimn sacerdote e degli al- come uno de' loro principali protettoli
tri saceidoli degli ebrei : del vario uso dopo s. Lncn, celebrandosi la sua festa
delle vesti di lino ne" primi tem[)i della a' 27 di Iu£^Iio.

Chiesa, in cui la messa con


si eelcbiava PAjVTALEONE Antero o Auciiero,
vesti di linocandide, vedasiConanni, Ge- Cardinale. Nacque in Troyes di oscuri
rarchia, [). ìcp.. Che Pio Vllpioiln l'in- e poveri genitori, arcidiacono diLaon,
troduzione dell'uso de'tessuti di cotone canonico Bayeux, lo zio Urbano IV
di

nelle saeie suppellellili, lo dissi nel voi. nel dicembre 1261 locreòcardinale prete
XL,p. I 34. f^. Paramenti sacri. Di cer- di s. Prassede, indi gli aflìdò alcune le-
ti fazzoletti o tovaglioli che s'involgeva- gazioni e molto anicchì. Avendo il Pa-
no al collo del Papa, parlai nel voi. XXllI, pa cooperato all'edificazione della Chiesa
p. 177. di s. Urbano il cardinale l'aumen-
{y.),
PANOPOLI. Te-Sede vescovile della tò e abbellì ; fondò una collegiata di
vi

balde, suffraganea del patriarca d'Ales- canonici, e regalò di sacri ornamenti, pre-
sandria. Riporta 6 vescovi VOricnschr. ziosi arredi, molli vasi d'oro e d'argen-
t. 602. Panopolij Paiiopokìi, è un
5, p. to, libri colali e sacre immagini. Inter-
titolo vescovile m partibus solio Antiuoe venne all' elezione di 7 Papi; morì nel
che conferisce il Papa. 1287 o 1288, e fu sepolto nel titolo, in
PANTALEOiNE (s.), medico e mar- un avellodi marmocon epitiiffio inversi.
tire. Era medico dell'imperatore Gale- PANTALlA.Sede vescovile della Da-
lioMassimiano, e professava il cristiane- cia mediterranea, nella diocesi dell'I Ili-

simo, ma vivendo in mezzo ad una cor- ria orientale, sotto la metropoli di Sar-
te idolatra,si conformò a poco a poco al- dica. Orienx chr. t. 2, p. 3 06.
le falsemassime del mondo, e rinunziò PANTEISMO. Sistema filosofico ap-
poi alla religione. Per le ammonizioni di pella to anco ty^jmoi/wjo. Parlando di que-
un zelante distiano, nomato Ern)olao ,
sto il Bergier lo chiama sistema d'ateismo
detestò però la sua apostasia, e rientrò inventato da J^enedetto Spinosa figlio di

in seno alla Chiesa, null'altro bramando un giudeo portoghese, che professò l'evan-
in appresso che di espiare la sua colpa, gelo e morì nel 1677. Consiste priucipal-
spargendo il proprio sangue per la fede. raente nel sostenere che l'universo è Dio,
Per meglio prepararsi al martirio , che ovvero che non vi è altro Dio che l'u-
sperava sofiiire durante la persecuzione niversità degli enti. Quindi ne segue che
di Diocleziano, che infieriva a Nicome- luttociò che succede è l'etifetto necessario
dia nel 3o3, distribuì tutti i suoi beni ai delle leggi eterne e immutabili della na-
poveri. Poco tempo dopo fu preso in u- tura, vale a dire, di un ente infinito e
iia casa con Ermolao, Ermippo ed Er- universale, che esiste e necessariamente
mocrate, e con essi sottoposto a diverse agisce. E agevole cosa conoscere le assur-
torture indi furono decapitali. I greci
: de ed empie conseguenze che nascono da
mettono s. Pantaleoue nel numero dei questo sistema. Le assurdità empie e de-
grandi martiri. Procopio parla di una testabili di Spinosa furono perfettamen-
chiesa a lui dedicata in Costanti nopolij te bene confutale da un grandissimo nu-
che fu poi rifabbricala dall' imperatore mero di autori. Il panteismo spinosisti-
Giustiniano; e le sue reliquie furono co- co dal materiale fu poi portato al mo-
là trasportate. Una gran parte se ne con- rale e prese pi esso i moderni le varie for-
serva ora in s. Dionigi presso Parigi, ed me e denominazioni di panteismo, di ra-

il capo del santo è custodito a Lione, o- zionalismo, di socialismo, di comunismo.


ve credesi portato nel IX secolo. I me- Contro il panteismo moderno scrissero
dici onorano s. Pantalcone o Pantaleo diversi, e in Pioma i seguenti. Il p. Pian-
PAN PAN IDI
ciani gesuita uell'analisi dell'opiiscolosul- panteismo nella fdosofìafrancese modera
la filosojiu del crisliaiicsinio di Doulain, na. La società nel 1848-184*) ^i* minac-
che Gregorio XVI avea già esortato con ciata non solamente dall'idra spavente-
breve (ripoilato negli Annali delle scien- vole del comunismo, ma dal socialismo,
ze rei. voi. I, p. i?.") a rilialtare le sue cioè a dire da (juelle dottrine che cora-
doltiine eroltenne(come leggesi in delti Ixittendo ad un tempo le proprietà per-
ninnali v. io., p. 437)> lo dimostra di fa- sonali e le libertà individuali, vorrebbe-
cile confutazione : l'analisi è nel v. 3, p. ro strascinare le nazioni all'orlo d'una
32 I degli stessi Annali. Nel v. i 5, p. 220 dissoluzione sociale. Il radicalismo è la
si riporta la dissertazione di d. Fili[)po guerra dichiarata contro ogni principio
Gerbet vicariogeneraledi iMeaux, uno dei che ha servito finora di base alla socie-
fondatori del giornale X Universilé Ca- tà: una osti le opposizione contro ciò ch'el-
tlinlique, con osservazioni sul razionali- la considera siccome diritto essenziale al-
smo lllosoflco in Francia o varie forme la sua conservazione ; è la teoria della ne-
nell'insegnamento attuale; ed a p. 357 gazione religiosa. Non
vuole più né Chie-
la dissert. (stampata pure a parte nel sa, né Papa, né gerarchia ecclesiasticaj
i8/i'>)> Del panteismo consideralo nelle bensì in tutto eguaglianza, morte ai pre-
sue conseguenze sociali, dell'ai). Filippo ti, ai chiunque ha proprie-
re, ai ricchi, a

Perfetti, in cui mostrò (pianto sieno fu- tà. Dichiarò il celebre conte Alontalem-

neste le conseguenze sociali del pantei- bert di recente, che demagoghi anar-
i

smo sotto punto di vista i.°


il triplice : chisti e perturbatori del 1848-1849 fu-
de'principii morali del panteismo 2.° ; rono e sono uomini cbedichiarano da per
nelle sue conseguenze religiose; 3.° nella tutto una guerra implacabile all'umana
l'orma politica che impone alla società. In natura, alle condizioni fondamentali del-
INIilano nel i84^- fu pubblicato da H. L. la società, alle basi eterne della verità, del
C. iNlaret Sai^gio sul panteismo nelle so-
: diritto e della giustizia sociale. VUnivers^
cietà moderne. Egli è anche dotto auto- foglio politico religioso di Parigi, a' 2 3 giu-
re della Teodicea cristiana, oi'vero raf- gno i85o, facendo una chiara definizione
fronto della nozione cristiana colla no- del socialismo, lo spiegò." Esso è il pantei-
zione razionalista diDio .'Se ne legge bre- smo con tutte le sue conseguenze politi-
ve analisi nel v. 18, p. 3i5 degli Ann. che e sociali. Quanto costituisce il pan-
Nel u." 6c) del Diario di Roma i843 ev- teismo come principio é il comunismo
vi un sunto del ragionamento del p. G. come applicazione sociale ". Qual secolo
Mazio gesuita, in cui prese a dimostra- fu più del nostro fecondo di falsi siste-

re lo spirito dell'Hegelismo ne' suoi rap- mi, di teorie ingannevoli, di utopie ? Pu-
porti storiciedommalici verso la religio- re viene chiamato il secolo de' lumi e
ne cristiana, poiché 1' Hegelismo fu se del progresso! Quasi tutti quelli che si
non l'unica, certo la precipua cagione che prefissero rovinare gli stati, incessante-
ingenerò e alimentò le tre forme, onde mente lavorarono per distruggere l'idea
1 inciedidità si veste ai nostri tempi, cioè di Dio e per cancellare il rispetto che gli
il panteismo idealistico, d progresso in re- è dovuto.
ligione, e il gnosticismo teologico. Nei n. PANTENO (s.), padredella Chiesa. Si-
56 e Diario di Roma i84"J si
89 del ciliano di nascita, fioriva nel secolo II, e
palla del ragionamento del p. Benigno professava la filosofia stoica. Il suo amo-
ila Vallebnona minore osservante, sulle re alla virtù gl'ispirò della stima pei cri-
moderne lllosoliche discipline del razio- stiani, e conosciuta la làlsilà delle super-
nalismo e panteismo; e della dissert. del stizioni del paganesimo, a[)rì gli occhiai
p. d. Placido de Mauro cassinesc , Del raggi della lède. Dopo la sua convcrsio-
Ì01 PAN PAO
ne studiò i liliri santi sotto i discepoli im- cabile nella letteratura dello antichità
mediati degli apostoli, e si recò in Ales- ecclesiastiche.Paolo Manuzio lo chia-
sandria di Egitto, dov' era una celebre mava ìu'lluonem antìquariim histnrin-
scuola fondatavi dai discepoli di s. IMar- rum. Morì a Palermo nel 568, d'anni i

co. Fatti rapidi progressi nella scienza 3(),e lasciò molte opere, di cui ci diede
delle lettere sacre, quantunque per umil- un catalogo il INIafTei, piene di profonda
tà tenesse celato il suo raro insegno, ven- erudizione e dottrina, scritte con molta
ne suo malgrado conosciuto, e fu perciò facilità, nellamaggior parte su materie
posto ad insegnare nella scuola dei fede- singolari e non trattate. Di lui abbiamo:
li, circa l'anno 179. La sua altitudine, ag- 1.° Cronaca de Papi e cardinali j 2.°
giunta all'ottimo metodo d'insegnamen- Conliniiazione e annotazioni delle. \'ite

to, gli meritò distinta riputazione le sue ; de'Papi di Platina, da Sisto 1 1^ fino a.
lezioni instillarono nel cuore di chi l'a- .?. Pio Vj 3." Trattato sulla primazia di

scoltava la luce delie scienze e 1' amore s. Pietro j 4-° Trattato sugli antichi riti

delle virtù. Tale testimonianza lende a di seppellire i morti e sui cimiteri de cri-

lui Clemente di Alessandria, uno de'suoi stiani j 5.° Delle sette principali basili-
discepoli, il quale Io chiama per la sua che di Roma j 6.° De\>escovati, titoli e
eloquenza l'/^pe dì Sicilia. Arrendendo- diaconie de cardinali ; 7.° Del battesimo
si alle istanze degl'indiani, che il com- pasquale e origine degli Agnus Dei j 8.
mercio traeva in Alessandria, abbando- Delle sibille e degli oracoli; 9.° De im-
nò la sua scuola, per portarsi nelle In- perio romano. 11 dottissimo cardinal Mai
die a combattervi la dottrina de'bracma -
ne'due ultimi de'dleci volumi del suo Spi-
ni, col permesso del proprio vescovo De- cHegium romanum, di Panvinio ci die-
metrio, che lo fece predicatore del van- de: I
.° De basilica Vaticana ; 2." Com-
gelo per le nazioni orientali. Eusebio ri- mentario suW antica famiglia de'Fabi e
ferisce che s. Pnnteno trovò nelle Indie la moderna de' Massimij 3." Sopra l'o-

alcuni semi della fede, sparsivi in avan- rigine de'cardinali. Ma di queste e altre
ti ; vi trovò anche un libro del vangelo opere meglio è a vedersi il Saggiatore,
di s. Matteo in lingua ebraica, che vi a- ann. i che giustamente
i.°, p. 7? e 8r,
vea lasciato s. lìarlolomeo. Piitornato al- osserva che tante opere a slampa e mss.
cuni anni dopo in Alessandria, continuò di vario argomento, di gran mole e di o-
ad insegnarvi^ ma solo in privato, essen- gni dottrina cumulatissime, ninno le cre-
do allora quella scuola diretta dal cele- derebbe dettate da un uomo solo in cosi
bre Clemente. Egli esercitò quest'impie- breve giro d'anni, ma si di un'accademia
go fino al regno di Caiacalla, cioè fino e in volger lungo di tempo; ciò che for-
verso l'anno 21 (3.Rufino dice che que- ma il più splendido elogio del Panvinio.
sto sant' uomo terminò con una morte PAOLA (s.), vedova. Nacque in Ro-
beata una vita nobile ed eccellente. Leg- ma a'5 di maggio del 34^, d'illustre pro-
gesi il suo nome ai 7 di luglio in lutti i genie. Alle prerogative della nascita u-
martirologi dell'occidente. nendo immensi poderi e le più lumino-
PANTEON, Pantheon. V. Chies.4 di se qualità dello spirito, maritò a Tos- si

s.RIaria ad Martyres, Museo Capitoli- soziOjdella famiglia Giulia, ed ebbe quat-


no, Palazzo apostolico di s. Maria ad tro figlie e un figliuolo. I due sposi mio-
Martyres. A Parigi e Napoli parlo di slravano a Roma lo spettacolo edifican-
quelli che ivi sono, cos'i de' principali ai te di una vita cristiana; tultavolla la vir-
luoghi loio. tù di Paola non era ancora giunta a quel
PANVINIO Onofrio. Nacque a Ve- grailo di perfezione ch'esige il vangelo, e
rona e si fece agostiniano ; come infati- come ic altre dame sue pari viveva nel-
PA O PAO io3
le delizie e nelle moihiilerze , ileillla al ma madre, avendo già provveduto alla

lusso ed alle vanità. Essendo rimasta ve- loro educazione cristiana. Quanto più sen-
dova in età di 22 anni, risolvette di stac- tiva essere doloroso que-
il sagrilizio di

carsi dal mondo per consacrarsi infera- sta separazione, tanto più accendeva si

mente a Dio. Questa sua generosa riso- del desiderio di compirlo. Represso quin-
luzione fu il frutto delle esortazioni di s. di il materno suo alfetto, s'imbarcò so-

Marcella, sua aoiica, la quale edificava pra un vascello, che fere vela verso l' i-
tutta Romacolla sua singolare pietà. Pao- sola di Cipro. Dopo essersi trattenuta die-
la intraprese un tenore di vita dei più ci giorni a Salamina cons. Epifanio, pas-
austeri, vietandosi l'uso delle carni, del sò a visitare le celle dei più celebii so-
pesce, della uova, del mele e del vino; litali d'Egitto e della Siria. Il governa-
solo ne' di festivi condiva con un po' tl'o- tore della Palestina aveale fatto prepa-
lio ciò che servi vale tli nutrimento. Per rare a Gerusalemme un palazzo magni-
castigare la sua passata delicatezza gia- fico ; ma ella volle invece abitare in una
ceva sulla terra, che copriva con un ci- meschina cellelta. La vista degli augusti

licio, incessantemente intenta a morti- monumenti della nostra redenzione sve-


ficale la sua carne con rigorosi digiuni, gliò in lei i pili vivi sentimenti di fervo-
e a stringersi sempre più a Dio colle pie re. Stabilitasi poi con sua figlia Eusto-
lezioni e coH'esercizio continuo dell'ora- chia in Betlemme, si rinchiuse in un me-
zione. Ella spendeva in limosìne non so- schino casolare, ponendosi sotto la dire-

lo quello che rispaimiava il.ille sue an- zione di Girolamo. Tre anni appresso
s.

tiche spese ed abbigliamenti mondani, ma fece fabbricare un ospizio sulla strada di


eziandio quella porzione di avere di cui Geru'<alemine, e mi monastero di uomi-
potea liberamente disporre. La riunione ni, di cui fu affidato il governo a s. Gi-

di molli vescovi in Roma nel 382, le die- rolamo. Fece inoltre fabbricare tre mo-
de occasionedi fare particolare conoscen- nasteri di donne, quali non formava-
i

za con alcuni di essi fra' quali s. Pao-


, no che una sola casa, perciocché tutte le
lino di Antiochia e s. Epifanio di Sala- sorelle si radunavano in una cappella co-
mmo, che alloggiarono in sua casa. Aven- mune per l'ulfiziatiira del giorno e della
do perduta la maggiore delle sue figlie, notte, recandosi la domenica ad una chie-
nomata Dlesilla,si abbandonòal più pro- sa vicina. Esse vivevano sotto una rego-
fondo dolore; laonde s. Girolamo, ch'e- la assai austera, osservando una stretta
ra stato suo direttore nei due anni ch'e- clausura, e Paola le guidava con ammi-

gli avea passato a Roma, le scrisse una rabile carità e prudenza, dando loro l'e-
lettera per confortarla e per ri[)render- sempio di tutte le virlìi del loro stato.
la insieme della sua soverchia tenerezza. Mentre la santa viveva nella solitudine,
Paola imparò alla fine a vincere la sua il suo figlio Tossozio si sposò a Leta, dal
debolezza e a ricopiare in sé stessa il ri- quale matrimonio nacque la giovane Pao-
donna per cui educazione cristiana s. Gi-
tratto della forte. Nel 897 perdet- la, la

te anche Paolina sua seconda figlia, ch'o- rolamo scrisse a Leta una lettera. La gio-
rasi maritata a s. Pdminacliio (^.). Eu- vane l^aola fu poscia mandata al mona-
stochia, eh' era la terza, rimase sempre stero di Betlemme, ove successe all'ava
vergine e non si staccò mai da sua ma- cheaveala cresciuta alla più sublime per-
dre. Si accrebbe frattanto in essa il de- fezione. Finalmente giunse il momento
siderio della solitudme, a misura che in- in cui la santa dovea ricevere incielo la
terna vasi nella contemplazione, e risolse ricompensa delle sue virtìi. Nell'ultnna
di abbandonare la casa, i beni, gli amici su.» malattia e massime nell'agonia reci-

e lino i suoi ligli, benché fosse Icuerissi- tava continuamente quei versetti dei sai-
io4 PAO PAO
mi die esprimevano il suo tlcsiderio di di qiinnlo sipossedeva,
rivestì di sem-
iinirsi a Dio nella Gerusalemme celeste, robe per mantenersi piìi perfetta-
plici

Ella morì a'^d di gennaio del 404? '" mente nellumiltà e nello spirito di pe-
etìi di 5'j anniavendone passati 20 a
, nitenza. L'eroica virtù di Paolino gli me-
, Betlemme. Fu il suo corpo portato alla rito le lodi de' più rispettabili ministri
chiesa da alcuni vescovi, con religiosa della Chiesa, d'un s. Ambrogio, d'un s.

pompa, e sepolto in mezzoalla chiesa del- Agostino, d'uns. Girolamo, d'un s. Intar-
la grotta di Betlemme. La cattedrale di tino di Tuius; mentre seguaci del mon- i

Senspretendedi avere il corpo di s. Pao- do ne fecero il soggetto di amare criti-


la, e ne celebra la festa ai ay di genna- che, allnbuendo il di lui ritiro ad un u-
io, ma nel martirologio romano è men- mor melanconico, ad ima segreta ipocri-
zionata ai 26. S.Girolamo ci diede la vi- sia o ad altre somiglianti cagioni. li po-

ta di questa celebre santa dama romana, polo di Barcellona concepì tanta stima
della quale era stalo il direttore, nella let- per lui, che lo sforzò ad ordinarsi prete

tera che scrisse a s. Euslochia figlia del- il giorno di Natale del 3q3, al che ac-
la medesima. consentì a condizione che sarebbe libero
PAOLINO (s,), vescovo di Nola, chia- di recarsidove gli fosse in grado, aven-
matodai latini Ponzio Meropio Paolino, do disegnato di ritirarsi in una specie di
Nacque a Bordeaux nel 353, contava una romitorio, vicino al sepolcro di s. Felice
serie di senatori illustri nella sua fumi- di Nola, di essere il portinaio della chie-
glia^ e Ponzio Paolino suo padre era prt-- sa del santo, e di praticarvi i più umili uf-
fetto del pretorio nelle Gallie e primo il ficii per tutta la sua Paolino
vita. In fatti

magistrato dell' impero d'occidente. Di dopo la festa di Pasqua dell'anno seguen-


spirito acuto ed elevato, si applicò lin te si recò in Italia, e ritiratosi a Nola,
da fanciullo allo studio de' diversi rami essendosi unite a lui molle pie persone,
di letteratura, ed ebbe a maestro di poe- ne formò una società: si sottomisero tut-
sia e di eloquenza ilcelebre Ausonio. Pri- ti ad una regola, e dedicaronsi alla pra-

ma del 379 fu nominalo console, e spo- tica di tutte le austerità della vita mo-
sò una spagauola per nome Terasia, rag- nastica. Paolino celebrava ogni anno le
guardevole pel suo raerilo personale e lodi di s. Felice con un poema, de' quali
per la sua pietà, e che gli recò in dote ne abbiamo ancora oggidì i4 o 5. Egli i

molli beni. 1 rari talenti e le virtù di viveva da i5 anni nel suo ritiro, allor-
Paolinogli procacciarono universale sii- che fu eletto a successore di Paolo ve-
jna e venerazione. Tuttavia disgustato scovo di Nola, morto nel 409- I goti che
delle umane grandezze, in seguilo delle nel 4' o devastarono ritalia,lo fecero pri-
conferenze avute in Milano con s. Am- gioniero,però non lo tormenlarono,come
brogio, e a Vienna con Martino e cons. neppure gli altri ch'erano slati presi con
s. Delfino vescovo di Bordeaux, si ritirò lui. Vissesinoall'anno 43 i,morendosan-
con sua moglie in una piccola terra che tamenlein età di 78 anni, dopo aver go-
avcano in Spagna, ed occuparonsi en- vernata la sua chiesa con zelo, vigilanza,
Irambi della loro santificazione dal 390 dolcezza e carità. Di tutti gli scritti di s.

al 394. Avendo quivi perduto l'unico Paolino non ci restano che 32 Poeffi/, 5o
loro (igliuolo, obbligarono di recipro-
si Lellcrc a diversi personaggi distinti, un
co consentimento a vivere iu perpetua Discorso sull'elemosina, e la Storia del
continenza. Paolino vendette i suoi be- inarLìriodi s. Geiiesio cV Arles :\a^\i\am-
ni, e ne distribuì il prezzo ai poveri ed pia edizione di queste opere è quella di
alle chiese; così pure quelli della ino- Verona per cura con \e Dis-
del Malfei,
glie, la quale spogliatasi ad esempio di lui seriazioni del Muratori intorno a s. Pao-
PAG PAO io5
Imo. La sua festa si culcina il -2 2 di me aveva un eccellente ingegno, si volse
poi agli sludi, e vi fece grandi progressi,
Paolino (s.), vescovo di Yorck. Fu i)er modo che presto fu in grado d'in.se-
niaiulalo in liigliilleria da s. Gregorio gnare pubblicamente. Carloinagno gli
INLigiio nel Gol ,
pts- predicarvi la fede mandò nel77G un rescritto in cui gli
con paiecchi alili missionari, e per coa- dava il nome di mnestro di gramniad-
diuvare s. Agostino. Con grandissimo ze- cu e di veiierahilissiino, locchèfa crede-
lo intraprese le sue fatiche apostoliche re ch'egli fòsse allora prete e per ricom-
;

nel regno di Ivent. Avendo Edwino re pensare il suo merito gli diede una terra
del [Northunibcrland ollenuta la mano in Lombardia. Sembra che in (jucll'an-

di Edclburgn principessa di Keiit, a con- no medesimo Paolino fòsse innalzalo al-


dizione che le avrebbe lasciala la libertà 1.1 sede patriarcale di Atpiileia. Assislet-
di professare la religione cristiana, fu in- le ai coiicilii di Aquisgrana nel yHc), di

caricato Paolino di accompagnarla, e s. Ualisbona nel 7q2 , di Francoforte nel


Giusto arcivescovo di Cantoibery lo con- 7C)4, ed uno ne radunò egli stesso nel
sacrò vescovo ai •?. ) luglio delG'.o. Ed- Friuli nel yqi o 796, in occasione di

Avino dichia rossi in favore del cristiane- certi errori che cominciarono a diffon-
simo, e nel giorno di Pasrpia del Gir ri- dersi sulla Incarnazione e sulla proces-
cevette il battesimo da s. Paolino a \ orck, sione dello Spirito santo. Per incarico di
con Osfrido suo (iglio ed llda sua nipo- Carlomagno scrisse insieme con Alenino,
te. La conversione del re fu seguita da contro Felice d'Urgel ed Elipando, con-
molte altre, e pagani venivano da tutte
i futando loro errori. Zelando eziandio
i

parti a chiedere di essere istruiti. S. Pao- la conversione degl'infedeli, andò a pre-


hno predicò anche la icde nel regno di dicare il vangelo ai popoli della Carin-
Mercia; battezzò 15 lecca principe o gover- tia e della Sliria, tra'quali v' erano an-
natore di Lincoln, e fece quivi edifica- cora molti idolatri. Contribuì pure colla
re una chiesa di pietra, nella quale con- sua predicazione alla conversione degli
sacrò Onorio vescovodi Canlorbery, do- unni. .\ell' 802 tenne un concilio nella

po la morte di s. Giusto. Gli angli orien- città di Aitino. Finalmente terminò una
tali ricevettero paiimenti la fede per lo vita piena di meriti agli i di gennaio i

zelo di Paolino e del re Edwino. Morto deir8o4, giorno in cui è notala la sua
questo principe in battaglia nel G33, il festa neh' antico messale di Aquileia ed
.santo vescovo dovette condinre nel paese in molti martirologi di Alemagna; ma
di Kent la regina Edelbuiga, e lasciò la al presente viene celebrala a'28 di gen-
cura della chiesa di \ orck al diacono Gia- naio. Gli scrini di s. Paolino sono: i."
como. Fu poi consacrato vescovo di Ho- Sacro sy Uni) US, cos'ideilo perchè vi con-
Chester, e finì di vivere ai i o ottobre del fo la l'eresia di Elipando colle sacre sil-

644? '^''jpoif) annidi vescovato tra Yorck labe, cioè co' passi della Scrittura. 2.° /-
e Rochester. La festa di s. Paolino sice- slruzione salutare ad un conte, indiriz-
lebia il IO d'ottobre, nel (jual giorno è zala ad Enrico, che Carlomagno avea
menzionalo nel martiiologio romano, e fallo conte o duca del Friuli. 3." Tre
a'IO di gennaio facevasia liochester cjuel- libri contro Felice d' Urgcl. 4." La rego-
la della traslazione del suo corpo. la della fede, poema in versi esametri
PAOLINO (s.), patriarca di Aquileia. contro gli ariani, i nesloriaoi egli cuti-
Nacque nel Friuli verso il 72G, i suoi chiani. 5f Inni e Lcllerc.
genitoii viveano incampagna, coltivan- PAOLINO, Cardinale prete del titolo
do un poderctlo, ed egli stesso ne' suoi di Giulio e di Calisto o ili s. Maria in

priuii anni lavorava lu terra; ma sicco- Trastevere, liorì sotto Gelasio l del /[(ji-
I oG PA O P AG
PAOLO (s.), npostolo. Nacque a Tdr- Signore, e che volete eh' io faccia ? Gè-
sOj nella Cilicia, fu dapprima nomato sii gli comandò di alzarsi e di andare n
Saulo, ed era giudeo della tribù di Be- Damasco, ove gli farebbe conoscere la

niamino. In conseguenza del privilejjio sua volontà. Saulo dunque si alzò, e non
accordato da Augusto alla città di Tar- vedendoci punto, benché avesse gli oc-
romano. Suo padre lo
so, era cittadino chi aperti, fu condotto a Damasco, nel-
mandò in tenera età a Gerusalemme, la casa di un ebreo chiamato Giuda, ove
ove studiò la legge sotto Gamaliele, fa- rimase tre giorni senza vedere, senza
moso dottore degli ebrei, e fece grandi mangiare e senza bere. Poscia Anania,
progressi negli studi. Strettosi alla setta per ordine del Signore, recossi a visi-

dei farisei, si distinse col suo zelo per la tarlo, ed avendogli imposte le mani gli
legge e per le tradizioni giud.iiclie, e fu rese la vista. Dopo di che Saulo dal me-
uno de' più ardenti nemici e persecutori desimo ricevette il battesimo, ed essen-
della nascente chiesa cristiana. Egli fu dosi ristorato col cibo, ricuperò le for-
istigatore e si trovò presente alla morte ze. Egli rimase alcuni giorni co' disce-
di s. Stefano, anzi custodiva le vesti di poli di Damasco, e si pose a predicare
coloro che lo lapidavano ; eppure alle Gesù nella sinagoga , con istupore di
orazioni del protomartire egli dovette tutti. In questa guisa un bestemmiatore
la sua conversione. I sacerdoti e i ma- e un [)ersecutore fu mutato in apostolo,
gistrati de' giudei eccitarono in seguito e divenne un va<>o di elezione, ed uno
mia fiera persecuzione contro la chiesa de' principali strumenti di cui Dio si
di Gerusalemme, e le violenze di Saulo serv'i per la conversione del mondo. Ri-
giunsero a tanto che il solo suo nome tirossi in seguito nell'Arabia, in un luo-
metteva terrore ai fedeli. Non respiran- go poco discosto, ed ignorasi quanto tem-
do che minacce e stragi contro disce- i pii abbia passato in quel ritiro. R.itor-
poli di Gesù Cristo, si presentò al sine- nato a Damasco, vi predicò di bel nuo-
drio e domandogli lettere che gli des- vo la fede, e confuse gli ebrei eoo una
sero la facoltà di pigliare tutti i giudei forza maravigliosa ;
perlocchè essi for-
di Damasco che professavano la fede marono il disegno di farlo morire. 1 fra-
cristiana, e menarli a Gerusalemme af- telli, per salvarlo, lo calarono di notte
finchè fossero rigorosamente puniti. Ma in una paniera, da una finestra che riu-
mentre pieno di furore si avvicinava a sciva sulle mura della città, donde fug-
Damasco, scese dal cielo una gran luce, gi furtivamente, e si recò a Gerusalem-
clie circondò lui e quelli che lo accom- me per visitarvi per riverenza il prin-
pagnavano, per cui caddero tutti stra- cipe degli apostoli s. Pietro (^.). I di-
mazzando a terra per lo spavento (i pit- scepoli al suo arrivo lo temevano, ma
tori rappresentano Saulo caduto da ca- Barnaba ^\li suo condiscepolo sotto Ga-
vallo, ma il Sarnelli, Lell.eccl. t. 5, lett. maliele, avendolo condotto agli apostoli
5S, n.° I 1, sostiene ch'era a piedi, non Pietro e Giacomo, raccontò la sua con-
a cavallo in detto viaggio). Allora Sau- versione e progressi nella fede. Dimorò
lo udì mia voce che gli disse: Saulo, con s. 5 giorni, riconoscendo in
Pietro i

Saulo, t perche mi perseguiti.'' Al che lui il capo di tulli e pastore della Chie-

egli rispose: Chi side voi, Signore? e sa universale fall(j da Cristo, come os-
questi gli disse Io sono Gesù Nazza-
: servano e dichiarano s. Girolamo, s.
reno che tu perseguili. ()aes\.o do\ce rim- Ambrogio, Teodoreto ed Ecumenio. An-
provero spense il furore di Saulo, e lo che colà gli ebrei gli lesero insidie, on-
mutò un uomo alfatto nuovo; laon-
in de passò a Cesarea, quindi imbarcoNsi
de, tremando da capo a piedi, esclamò: alla volta di Tarso sua patria. Più di 3
PAO TAO 107
anni occupò a predicare
si In questo Ilio- ^na e lW Narhona; \l p. Lupi, DisserC.
go e nelle contrade vicine alla Cilicia ed t. p.i Sy, ripugna che l'assumesse nel
,
1

alla Siria, e le sue predicazioni furono battesimo: su queste ed altre dilFerenti


coronate del più felice successo. Nell'ali- opinioni si può vedere il Unronio, an.
no 43 di nostra era s. Barnaba lo con- 36, notando die Paolo in ebreo signi-
dusse seco in Jiiliochìa, ovedimoraro- fica mirabile. Paolo e Barnaba, lasciata
no insieme un anno intero, ammaestran- l' isola di Cipro, si recarono a Pergn o
do fedeli, che incorainciossi allora a
i Pirgi nella Pamfilia, ove Giovanni Mar-
chiamare Crisliani. La carestia che so- co, eh' erasi unito ad essi, li lasciò per
pravvenne in quel tempo nella Giudea far ritorno a Gerusalemme. Andarono
indusse i fedeli di Antiochia a soccorre- poscia iu Antiochia, capitale della Pisi-
re i Gerusalemme, ac-
loro fratelli di dia, e Paolo predicò in quella sinagoga
cattando per essi, e mandarono loro le due giorni di sabbato. Molti, mossi dai
raccolte limosine per mezzo di Paolo e suoi discorsi, credettero in Gesù Cristo,
Barnaba, quali, eseguita la commis-
i ma i più dei giudei si sollevarono con-
sione, ritornarono ad Antiochia. Fu, a tro di lui, e lo cacciarono dal paese in-
quanto sembra, in quel tempo, che av- sierae con Barnaba. I due apostoli, do-
venne il rapimento di s. Paolo sino al pò aver loro rimproverata con franchez-
terzo cielo, del quale parlava i4 anni za una tanta perfidia, e scossa la polve-
dopo : per quanto si può apprendere re dai propri calzari, si ritirarono ad /-
dalle sue epistole, sembra che nel rapi- conio, dove convertirono molti giudei e
mento gli fosse mostrata la conversione gentili, fra' quali s. Tecla, e vi si trat-
delle genti, alle quali dovea essere man- tennero lungo tempo per assodare i no-
dato, avendo anch'egli ricevuto il dono velli fedeli. Costretti a fuggire di colìi

delle lingue. Partito d'Antiochia con s. per sottrarsi al furore degl'increduli, i

Barnaba nell'anno 44> *' '^'^ò a Seleu- quali volevano lapidarli, portarono il
eia, ove imbarcossi alla volta di Cipro, vangelo a Lislra, a Dcrbc e in altri luo-
Predicò da principio a Salamina nella ghi della predicando nelle cit-
Z^/crtO'iiVZj

sinagoga, poi attraversò tutto il paese là e nellecampagne. Avendo s. Paolo sa-


insino a Pafo, città situata all'opposta nato a Listra uno storpio, che non avea
parte dell' isola, e dove risiedeva il prò- mai camminato, il popolo, spettatore di
console romano Sergio Paolo, il quale tale miracolo, riguardò due apostoli i

si convertì e ricevette il battesimo, mal- siccome iddii, e voleva olfrir loro sagri-
grudo gli artificii del mago Eliinao Z?ar- lì/i. Ma quel medesimo popolo, ukIì a
j'esu, che opponevasi alla predicazione poco, la[)idò s. Paolo, e lo strascinò co-
dell'apostolo, e che divenne cieco tutto me morto fuori della città. Piiavutosi
ad un tratto in punizione della sua ma- per cura che ne presero
la fedeli, il i

lizia. Alcuni scrittori avvisano che l' a- giorno appresso parli con s. Barnaba, e
postolo abbia preso il nome di Paolo in venne a Derbe,dove fece moltissimecou-
questa circost:mza, e s. Luca lo chiama versioni. Ritornarono ambedue a Listra,
solo con questo uella continuazione de- ad Iconio e in altri luoghi, a line di or-

gli y^mV; altri Credono ch'egli abbia cam- dinarvi dei preti per ciascuna chiesa; e
bialo il nome nella sua conversione, dopo un'assenza di circa 3 anni, si con-
ma è pili probabile che l'abbia muta- dussero in Antiochia di Siria. Nei 4 «•> •

to dopo di avere ridotto alla fede Scr- ni seguenti, s. Paolo predicò nella Siria
gio Paolo suddetto, (piale [ìiimi/.ia di e nella Giudea, e cretlesi che durante
sue apostoliche fatiche, che poi fu ve- (jueslo intervallo abbia portato il van-
scovo illusile ui molle città della Spa- gelo nell'occidente, sino iu Illinu. Par-
io8 l'AO l'AC)
Iniido (Ielle sue missioni, egli passa sotto visitò le chiese eli Siria, di Cilicia e di
silenzio i miracoli e le conversioni ope- Pisidia; poscia percorse la Licaonia, la
rate: dice bensì che durò lunghe fati- Frigia e la Galazia. L'apostolo avea for-
che, che ricevè più colpi, e l'u spesso mes- malo il disegno di andare a predicare
so in prigione. Si vide sovente presso al- nell'Asia JMinore ; ma essendo slato chia-
la morte ed esposto a molti pericoli; i mate da Dio ndla lìlaccdonia, prese se-
giudei gli diedero per ben ciiupie volte co Sila, Luca e Tinioteo, che circoncise
3(^ colpi di sferza, e tre volte i roraaiìi (benché la circoncisione dopo la morte di
lo bnllerono con verghe. Tre volte fece Gesù Cristo non era obbligatoria, anzi ad
naufragio, e passò un dì e una notte nel onta del divieto, si permise come indille-
fondo del mare loccliè viene spiegato in
: rente lino alla rovina di Gerusalemme)
diversi modi, e s. Gio. Crisostomo, Teo- per procacciargli la stimade'giudei e mo-
dorelo ed altri intendono in allo mare, strare che nonera nemico della leggejpo-
cioè combattendo co'llutti e co' venti do- scia l'ordinò, e venne a Samotracia, isola
pò un naufragio. Nell'anno 5i s. Paolo del mare Egeo. 11 dì seguente si trasferì
trovavasi in Antiochia, donde per divi- conSilaaNapoli, città marittimadellaMa-
na rivelazione si portò al concilio tenu- cedonia,edi là a Filippi, co\oiV\a romana,
lo in rpiell'anno a Gcrusaleininc, in cui Tra le persone convertite da s. Paolo, vi (ù
esso e s. Barnaba narrarono il successo una mercantessa porpora chiamala Li-
di

ottenuto fra' gentili colle loro predicazio- dia, la quale ricevette il battesimo con
ni, consultando gli apostoli sulla circon- tulta la sua famiglia, ed invitò l'apostolo
cisione, cioè s. Pietro e s. Giacomo ve- ad alloggiare in suacasa. Avendos. Pao-
scovo della città: s. Pietro sentenziò su lo scacciato il demonio dal corpo di una
detta questione. Nello stesso concilio fu schiava, la quale, indovinando, produ-
imposto a Paolo e Barnaba la predica- ceva a'suoi padroni un grosso guadagno,
zioue e la prolezione de' gentili, mentre costoro irritati sollevarono il popolaccio
Pietro avea ricevuto da Dio l'apostolato contro i santi apostoli, e li menarono di-
delie genti, predicando anch'egli ai gen- nanzi ai magistrati, che li fecero ver-
come Paolo fece il simile cogli ebrei,
tili, gheggiare come sediziosi, e cacciare in
restando comune ad ambedue la predi- un'oscura prigione. Nella notte avvenne
cazione, come avverte s. Girolamo, nel un grande tremuoto, per cui si aprirono
che tuttavia fu preferito s. Pietro. Così le porte della carcere, e caddero infranti
s.Paolo ricevette l'apostolato. A lui, co- i ceppi de' prigionieri. Il carceriere, cre-
me a Barnaba ed a Mattia, sebbene non dendo che quelli che vi erano rinchiusi
fossenel numero de' 12 apostoli scelti da fossero fuggiti, stava per uccidersi ; ma
Gesù Cristo, fu dato questo titolo e fu s Paolo lo assicurò che ninno erane u-
aggregato nel collegio apostolico, perchè scilo. Quest'uomo, mosso dal mii'acolo
Gesù Cristo avealo chiamato in
lo stesso e dalla bontà dell'apostolo, chiese il bat-
modo particolare, e perchè ebbe molta lesimo, come altresì tutta la sua fami-
parte in tuttociò che fecero gli apostoli glia.I magistrati ordinarono che servi i

perpropagareilcristianesimo.DipoiPao- di Dio fossero posti in libertà, anzi ricu-


lo e Barnaba accompagnarono ad An- sando s. Paolo di uscire dalla prigione,
tiochia Giuda e Sila, i quali erano stati linchè magistrali medesimi non si giu-
i

depulati per portarvi le decisioni del con- stitìcassero di avere trattati così indegna-
cilio. Dopo aver dimorato alcun temjio mente dei cittadini romani, essisi reca-
in questa città, per confermare nella fé- roiio al carcere e li pregarono di uscirne,
dei novelli convertiti, s. Paolo scelse Sila Poich'ebbero fondato una florida chie-
a compagno de' suoi viaggi apostolici, e sa a Filippi, gli apostoli passarono per
P AO PA O 109
Anfipoli e per Apollonin, e rccaronsi a rio di Priscilla, di cui trattai in piìt luo-

Tcssalonica. Quivi s. l*;iolo predicò Ire ghi e nel voi. Xlll, p. i.jo.
volte nella sinagoga, converfi alcuni e- Da Corinto Paolo scrisse nell'anno 5^
hrei e ÌJnon numero tli genliii ; poi su- le sue due epistole ai tessalonioesi, le

scitatasi una sedizione, dovette partire quali sono le prime uscite dalla sua pen-

ia tempo di notte dalla città con Sila, na. Solferse in questa città balliture e
e se n' andò a Berrca. Forzalo ad al- molte persecuzioni fattegli dalla malizia
lontanarsi da quella città, a cagione di dei nemici della verità; tuttavia non cad-

un tumulto eh' erasi sollevato, vi lasciò de d'animo, attese alla predicazione, e


Sila e Timoteo, e prese la via di /tiene vi operò molte conversioni. Dopo 8 me- 1

(di che meglio parlai nel voi. XXXH, si prese la via di Cencrea o Ceneri, con

p. \r>J\ e 19.7 ). Ivi preilicò nella sina- intendimento di andare a Gerusalemme


goga degli ebrei, annunziando parimen- per celebrarvi la festa della Pentecoste.
te il vangelo ai gentili nelle pubbliche Si fece quivi tagliare i capelli per sod-
piazze ed anche nell* Areopago. Dioni- disfare suo volo di Nazareato , cioè al
il

sio, uno degli areopagili, abbracciò la suo termine o quando alcuno moriva
fede, cosìpure molle altre persone. Ti- alla loro presenza. Celebrata questa fe-

moteo andò a trovare s. Paolo in Ale- sta a Gerusalemme, ritornò ad Antio-


ne, ma sembra che Sila sia rimasto più chia; scorse di nuovo la Galazia, la Fri-
lungo tempo nella Macedonia. L'aposto- gia ed altre contrade dell'Asia, incoiag-
lo, dopo aver mandato Timoteo a Tcs- giando per tutto fedeli i ; ripassò dalla
salonica per sostenere quei fedeli, ch'e- Cappadocia ad Efeso, e vi rimase circa
rano perseguitali, partì da Atene e re- tre anni sempre occupato in istruire nel-

cossi a Corinto, ove alloggiò in casa ili le pubbliche piazze e nelle case partico-
Aquila e di l'riscilla sua moglie, quali i lari, aflidando il governo della chiesa a
come lui si procacciavano il sostenta- Timoteo suo discepolo. Le sue fatiche e i

mento con l'arte scenofàtioria, facendo miracoli moltiplicarono prodigiosamen-


tende di pelli pei padiglioni del campo: te in Efeso il numerode'cristiani ;mase vi

lavorava anche Paolo, com'era solilo fa- trnvòdelledisposizioni favorevoli alla pre-
re, per non dare motivo a mormorare dicazione ilei vangelo, ebbe altresì molti
che predicava col prelesto di girare il avversari, e solfrìdellecrudeli persecuzio-
mondo e guadagnare, benché era con- ni ; fu anche esposto alle fiere, ma ne fu
cesso ai predicatori evnngelici di rice- liberato da Dio. Due anni innanzi avea da
vere il avendolo detto il Signore.
vitto, Corinto scritto la sua lettera ai Calati:
Avvegnaché Paolo fosse per nobillàe
s. nel 5(> scrisse da Efeso a que'di Corin-
sapere illustre, pure imparò l'arte, così to, poscia andò a Troade^ donde si recò
costumando quei che studiavano legge. di nuovo nella INIacedonia. Di là scrisse
Devesi notare «he ss. Aquila e Priscil-
i la sua seconda lettera a que'di Corinto,
la o Prisca giudei di Ponlo, da Roma ai quali fece non guari dopo una terza
eransi ritirali a Coiinlo, e poi vi ritor- visita. Fu allora, dice s. Agostino, che
narono nel luogo ove abilò s. Paolo, cioè stabilì modo con cui
il dovevasi assistere
nel sito in cui fu eretta la Chiesa di s. ai divini misteri, e che ordinò si dovesse
Prisca, di che parlai anche nel voi. XXI, ricevere a digiimo il ss. Corpo del Si-

p. 3-: diversi autori li dicono conver- gnore. Ivi condannò l'incestuoso, ed i

tili da s. Paolo, altri battezzati da s. Pie- Paolo testificano del suo


nen)ici stessi di
tro. Un'altra Priscilla [\\ madre di s. Pu- cehbato, ed è falso che avesse moglie;
dente che alloggiò s. Pietro, conoscen- Ahione lo calunniò co" suoi seguaci che
dosi sotto il suo nome il celebre cimite- avesse voluto ammogliarsi, ma egli fu
no TAO PA O
relilje nvanti e dopo l'aposlolalo, ciò iiltitiie popolo gettò un grido
parole, il

haltiintlo Baionio all'ali. ')'j,n.° 5q eseg. di (iiioie, o domandò la sua moi-le; (piiu-
Inoltre in Efeso pali persecuzione da- di il tribuno Io fece entrare nella fcjitez-

gli orefici ed argentieri, che per Ini più za, e lo avrebbe fatto frustare, se Paolo
non vendevano le immagini di Diana, non gli avesse fallo conoscere ch'era cit-

Nel 58 scrisse da Corinto In sua lettera ladino romano. Il giorno appresso Lisia
ai romani, nella quale dimostrava un ar- fece dire al gran sacerdote e a quelli che
dentissimo desiderio di vederli, ed accer- componevano il concilio dei giudei, di
lavali eh' erasi posto in andare cuore di recarsi da lui, per rilevare da essi il ve-
a visitarli. Dopo aver soggiornato tre me- ro slato delle cose. condotto anche Fu
si nella Grecia e lasciato Tito in Candia s. Paolo, ma allorché volle cominciar a

o Creta, alla cura di quella chiesa, partì parlare, il gran sacerdote Anania gli fe-
per portine ai fedeli della Giudea le li- ce dare uno schialfo. L'apostolo fece sen-
inosine raccolte nella Macedonia e nel- tire 1' ingiustizia dell'onta ch'erasi fatta
Passò qualche tempo a Filippi,
l'Acaia. ad un uomo innocente, e ch'era tra le
ed un mese intero a Troade, ove rese la mani d' un magistrato romano se ne :

vita ad un giovinetto, cheseduto sopra la doI.se con Anania, e lo chiamò muro im-
finestra, essendosi addormentato men- hiancnlo, cioè ipocrita. La resurrezione
tre parlava l'apostolo, cadde dal terzo dì Gesù Cristo essendo l'articolo princi-
piano, e fu trasportalo morto. Trascorsi pale della nostra fede,s. Paolo disse che

ed imbarcatosi a Tiro, venne


altri paesi, non era accusato che per sostenere la re-
a Tolemaide, po.sciaa Ulileto e a Cesarea, surrezione de' morti. I farisei, i quali di-
ove fu alloggialo da Filippo diacono. Sic- fendevano con zelo questo ultimo pun-
come il profeta Agabo di Cesarea, uno to contro sadiicei, entrarono allora dal-
i

de' discepoli del Signore, predicevagli che la parte dell'apostolo, per guisa che nac-

a Gerusalemme sarebbe stato caricalo di que una grande conlesa tra gli stessi giu-
ferri, i fedeli lo supplicarono a non an- dei. Essendosi poi formata una congiu-
darvi ; ma egli rispose eh' era pronto a ra per trucidare s. Paolo, scoperta dal
solFrirenon solo la prigione, ma la stessa figlio di sua sorella, Lisia lo mandò sot-
morteper il nome di Gesù Cristo^ e con- lo buona scorta a Cesarea dinanzi al go-
tinuò il suo viaggio. Entrò in Gerusa- vernatore Felice. Il gian sacerdote Ana-
lemme nel 58, ciica il 23.° anno dopo iiia ve lo seguì coU'oratore Tertullo, il

la sua conversione, e la sua prima cura quale lo accusò di far nascere delle tur-
fu di distribuire le limosina di cui era bolenze e di predicare la novella reli-
stato incaricalo. Ad onta ch'egli ponesse gione de'Nazareni, cioè de' cristiani. L'a-
ogni cura per non destare sospetti negli postolo potè tacilmeute provare che noti
ebrei, questi non ommisero di suscitare era entralo in alcuna sedizione, e con-
^ il popolo contro di lui, gridando che dis- fesso che adorava Iddio conformemente
prezzava il tempio e la legge di Mosè, alla dottrina di quelli che i suoi accusa-
e sarebbe stalo ucciso, se Claudio Lisia tori trattavano d'eretici, e che in aspet-
tribuno romano non lo avesse tolto dalle tazione del risorgimento generale, cosi
mani de' suoi nemici per farlo condurre de' buoni, come de' cattivi , si studiava
nella fortezza. Avendogli però il tribù- di menare una vita irieprensibile. Feli-
no permesso di parlare al popolo, s. Pao- ce lasciò tuttavia l'apostolo in prigione
lo fece un discorso in cui raccontò la ma- per lo spazio di due anni, volendo far co-
iiiera miracolosa colla quale era stato sa grata ai giudei. Essendo Porcio Feste
convertilo, e la sua missione di predica- successo a Felice nel governo della Giu-
re ai gentili. Appena pronunziale queste dea, s. Paolo 111 di nuovo accusalo da-
PA O PAO III
vnnli a Ini Hai j^iiidei ; nin ne appellò al- lo e stelle prigione anciic qtiando ritor-
j'iiiiperatore per non es>eie alilwiidona- nò in Roma. In capo a due anni, non es-

to nlla rabbia de' suoi persecutori. Sic- sendosi presentato alcun accusatore con-
come bisognava mandare s. Paolo a Ro- tro di lui, gli fu accordata la sua libe-
ma, Feslo lo consegnò ad un centurione I azione. Qui apO'
finiscono gli /4tti de^li
cliianialo Giulio, della legione di Augu- stali di Luca, quali, cominciando dal
s. i

sto. Partirono con lui s. Luca, Aristar- cap. I 3.°, non sono che la storia de'viag-

co ( macedone cbe accompagnò l'oposto- gi di s. Paolo. Alenlre il santo era pri-


lo in molli viaggi, poi martire) ed alcu- gione a Roma, i (ilippesi gli mandarono
ni altri cristiani, e s' iml)arcarono tulli Epafiodilo loro vescovo, perchè gli con-
ad Adrumelo, porto di elisia, dal quale segnasse dei danari e gli prestasse assi-
dopo lunga e penosa navigarione giun- slenza. L'apostolo scrisse loro una tene-
sero a flJnl/n, ove si salvarono purle a rissiuja lettera, in cui esorlavalia guar-
nuoto, parte sugli avan7Ì del vascello, darsi da certi predicatori, che pretende-
che dopo lina fiera burrasca di ì/\ gior- vano di assoggettare i cristiani alla leg-
ni colà si ruppe. Gli a])ilanli ricevettero ge della circoncisione : questa epistola
cortesemente naufiaglii. e pel prodigio
i ciedesi scritta l'anno G?,. Circa questo
operalo da Paolo lo cridctleio un dio. tempo converti Onesimo, schiavo fuggi-
1/apnstolo co' suoi (•omp.igni tilloggiò in tivo di Filemone e lo rinviò al suo pa-
rasa di Publio, al quale risanò il pa- drone con una lettera, in cui sollecita-
dre : altri portarono i loro malati all'a- va il perdono e la libertà del colpevo-
poslnlo e restarono guariti. La ricono- le, facendolo altresì portatore d'una
sren7a inspirò» quegli abitanti senlunen- sua epistola ai colasesi, nella quale da-
ti di venerazione per gli ospili , siccbè va ad essi savi coniiigli contro certi di-
sonirninislrarono in copia lutto ciò cli'e- scepoli di Simon niago, i quali tentava-
ra loro necessario. S. I^aolo, dopo esser.si no d'introdurre fra i fedeli un cullo su-
fermalo Ire mesi in quell'isola, s'imbar- perstizioso degli angeli. Scrisse pure dal-
cò co' suoi compagni alla \olta diPioma, l' Italia la sua letleia agli ebrei, che si

ed approdò iMialnirnte a rozzuoli, pres- colloca verso l'anno 63. Non guari do-
so ìNapoli, dove avendo trovalo alcuni po la sua liberazione s. Paolo passò da
criNtiani si fermò.sette giorni con essi. Po- Roma in Oriente, come aveva promes-
scia prese la strada di Roma (incontralo so nelle sue epistole. Fece nuovi viaggi,
in quel luogo che dissi ne' voi. XIII, p. piedicò in diverse contrade, soffrendo
25C), e XXVI, p. i8), e vi giunse, nella ancor prigionie, torture, mali trattamen-
pi ima vera dell'anno f) Essendo sialo i . ti, e correndo piìi volte pericolo di per-

consegnalo ad Afranio Burro prelello dere la vita. Dalla sua epistola ai ro-
del pretorio, venne trattalo con molla mani sembra che avesse deliberato di
umanità, e gli fu anche permesso di star andare nella Spagna, divisamenlo che
solo con una guardia. Aveva la libertà non eseguì a detta di Papa Gelasio I,
di predicare il vangelo a quelli che an- mentre stanno per l'allermaliva molti
davano a lui, e le sue istiuzioni produ- santi padri greci e latini, riportali da Ba-
cevano maggior frutto fra' gentili, che ronio all'anno 61, n.° 1. INei suoi viag-
non fra gli ebrei. IVel lingo ove l'aposto- gi apostolici piantò la fede in tulli quei
lo dimorò, i>lru( lido e battezzando gen- i luoghi descritti ne' rispettivi articoli e
tili, ftuono erette, la chiesa di s. Paolo nella maggior parte qui ricordali. Giu-
alla Regola, che descrissi nel toI. XXV f, sta s. Girolamo scrisse la sua prima let-
p. I 78, e la Chiesa di s. DJarin in via tera a Timoteo da jVicopoli nell'l^piro:
Lata (f.) : iu questo ultimo luogo ubi- a Tito scrisse dall'Acaia. Riloruò in A-
,

I I ->. PAG PAO


sia, e n Troade alloi^'giò in cosa di uno s. Paolo, se riposto nel luogo ove Co-
de' fratelli cliiamalo Carpo. l''ece i^li al- stantino eresse la Chiesa dis. Paolo nella
tri suoi viaggi iioii senza dinicollà e pe- via Ostiense. Si vuole che s. Silvestro ab-
ncoli, e dall'oriente ritornò in Roma ver- bia diviso i corpi de'ss. Pielroe Paolo, col-
so l'anno G4, altri scrivono prima, altri locandoli a metà nelle loro basiliche di
dopo, tuttoché Dio gli avesse fatto cono- Roma, chiamate Liinina Àposlolorunì_;
scere ch'ivi avieJjhe sofferto ii martirio. altri sono d'avviso che ciascima conten-
Dimostra s. Dioniijjio di Coiinto ch'era- ga il proprio: inoltre collocò le loro Te-

vi accompagnato da s. Pietro, per soc- ste nell'oratorio di s. Lorenzo o Sanata


correre laChiesa da JNerone, pre-
afTlilta Sanctoruni, donde Urbano V le traspor-
dicandovi ambedue nuovamei»le
il van- tò nel tabernacolo che sovrasta 1' altare
gelo e la pudicizia alle donne, e predi- papale della Chiesa di s. Giovanni inLa-
cendo la rovina di Gerusalemme. Dice terano. II Piazza, Enterologio t. i
, p. 4i i

s. Gio. Grisoslomo che s. Paolo fu im- racconta, che non sapendo s. Silvestro I

prigionalo nel Caicere Mainerliìio per qual fosse il corpo di s. Pietro e quello
ordine di Nerone, avendo convertita una di s. Paolo, fotta orazione con digiuno,
concubina eh' esso amava perdutamen- fu rivelato da Dio: che le ossa maggio-
te. In tempo della sua prigionia, che de- ri erano di s. Paolo, le minori di s. Pie-
ve esser diuata circa un anno, guadagnò tro. Altre reliquie de'principi degli apo-
aGesù Cristo un coppieredell imperato- stoli sono sparse per lutto il mondo, ed
re, locchè accrebbe di molto la sua colle- un braccio di s. Paolo è nella suddetta
ra. Lo stesso s. Paolo ci fa sapere che in chiesa di s. Paolo alla Regola, secondo il

f[uel suo disastro fu abbandonalo da tut- Piazza, il quale a' 25 gennaio, 2q e 3o


ti; ma aggiunge che Dio lo ricolmò di giugno, e ."agosto registra quelle che so-
I

consolazioni e lo fortificò. In rpiel tem- no in Pioma. Abbiamo dal Raronio, che


po scrisse la sua seconda lettera a Ti Giovanni HI mandò capelli di s. Paolo i

moteo, ed un'altra a quelli d'Efeso, in all'arcivescovo di Vienna; e che l'impe-


cui prende il titolo di prigione di Gesù ratrice Costanza, avendo in Costantino-
Cristo. Finalmente videavvicinarsi il ter- pbli eretta una chiesa a s. Paolo, doman-
mine delle sue fatiche e pene: lo Spiri- dò a s. Gregorio I la sua lesta o parte
to santo, secondo Prudenzio, aveagli ri- del corpo; ma il Papa non potendo com-
velato molto prima il giorno e l'ora del- piacerla, promise mandarle porzionedel-
la sua morte. Il suo martirio avvenne il le Catene che l'apostolo portò al collo e

dì 2f) giugno dell' anno 65 o G6 o 69 , alle mani, purché riuscisse segarle colla
essendo diversa l'opinione degT istorici : lima. Ria delle reliquie de' ss. apostoli
s.Paolo fu decapitato, e non crocelisso ed epoca del martirio, meglio ne tratto
come s. Pietro, perchè era cittadino ro- a s. Pietro, come delle loro immagini,
mano (Buonarroti, Osservazioni sui ve- e perchè s. Paolo ne' sigilli e ne' monu-
tri p. 85, spiega perchè il ritratto di s. menti antichi occupi la parte destra, ed
Paolo in un frammento è collocato qua- altre notizie riguardanti 1' eloquenlissi-
si in mezzo ad una cioce), nella via O- mo dottore delle genti. Bianchini parlan-
stiense in un luogo chiamato alle ac-
, do de'musaici delle chiese di Roma, ove
que Salvie. Su di the vanno letti gli ar- sono i ritratti de'due apostoli, dice che s.

ticoli, Chiesa de'ss. Vincenzo ed Anasta- l'ielro vi è rappresentato capilUs uherlini


sio ALLE tre FONTANE O ALLE ACQUE SAL- ahundanteni, iisdemquem crispisj e s.Pao-
VIE, Chiesa di s. Maria in Scala Coeli, lo recalvastruni supra frontein, nasii
Chiesa di s. Paolo alle tre fontane, ove aquilino,barba proniissaj il perchè ne
riportai l'opinione del Fea sul corpo di prende ragionea giustamente riprendere
PAO PAO ii3
quei |>il!oii, clic conilo la ragion tUI vero freltanlo se magistrali, forse per rende-
si fanno aidili di ritrarre calvo s. Pitho e re pili sonora la pronunzia ne Irequenti
capelluto s. Paolo, come osserva l'ulido- discorsi alle pubbliche assemblee. Ordi-
li. Questi aggiunge, che nel rappresen- nariamente si rappresenta s. Paolo reg-
tarsi s. Pietro che parla con s. Paolo, gere una spada, come stromento del suo
forse voglia alludere all' abhoccanienlo martirio, al dire di Polidori; o qual sim-
che questi chhe con lui sulla ilottrina bolo della predicazione evangelica , per
di Gesù Cristo ; e dove viceversa è Pao- quanto notai nel voi. XV, p. iio; lo
lo, al rimprovero che da questo ricevè stemma poi della sua basilica, formato
umana prudenza, rim-
Pietro di troppa da un braccio colla spada impugnata,
provero che non ruppe menomamente lo descrissi nel voi. XII, p. 28 i. L'ano-
Ira loro il vincolo di carità; e se in uno nimo autore: Le chiavi di Pietro e la
lo 7elo, nell'altro fece palese la bella vir- .^pada di Paolo (Italia i833), dice si-

ili della umiltà. Ma su questo punto con- gnificare la prima la potenza spirituale,
troverso e se Pietro Uì il Cefa ammonito alludendo alla temporale la seconda, con-

da Paolo, lo dico a s. Pietro. Il Saruelli, cludendo che il clero puii ritenere am-
Leti. eccl.t. I p. 1 58, ecco come descri-
,
bedue le potenze. Ma delle reliquie e di
ve reflìgie di s. Paolo. » Era piccolo di tulio quanto riguarda principi degli i

corpo e alquanto piegato; di faccio biau' apostoli, massime nella parte bibliogra-
co e neJ sembiante mostrava piìi anni fica, copiosamente ne tratta Cancellie-
che non avea; la testa piccola, gli occhi ri, segnalamenle nelle Memorie delle sa-

graziosi, le ciglia pendenti all' ingiìi ; il cre teste. Il p. Papebrochio nel t. S ju-
naso con grazia curvo e alquanto lungo, ;?//' de'Bollandisti parla de' monumenti,
la barba folta e parimenti lunga, e tan- reliquie, traslazioni, miracoli, apparizio-
to essa come la chioma sparsa di peli ni, feste, chiese e altro riguardanti i ss.

canuti ". Il Buonarroti, Osservazioni sui Pietro e Paolo, non che de gladiis apo-
vetri p. 76, lo descrive quasi in egual stoloruni ,
poiché pel coltello usalo da
modo, dicendolo capo calvo nella par-
di Pietro nel tagliar l'orecchia a Malco, al-
te davanti , con occhi lioniui, notando, cuni intendono la spada; ovvero come
che la chiesa romana ebbe particolnr mi- pensa il p. 'Menoc\\\o, Stuorc i. ?,,p. 1G4,
ra di mantenere le vere immagini de'due in significato di punire colle censure ec-
principi degli apostoli, per cui in musai- clesiastiche. Gli spagnnoli si gloriano pos-
co particolarmente furono collocate nel- sedere la spada di s. Paolo, che si dice
le chiese di s. Jgata alla Suburra, di donata dal cardinal Albornoz al mona-
s. Lorenzo fuori le mura, di s. Teodoro, stero sitlense de'girolamini presso Tole-
di s. Cecilia, di s. Maria Maggiore ec. do: il Papebrochio ne descrisse la forma
IN'el t. 3 dell' Anastasio e nell'appendice e l'uso. Ad EiMSTOLE DI s. Paolo, nel no-
si possono vedere le immagini de'due a- verarle, accennai alcune delle tante ope-
posloli delineate da antichissimi monu- re apocrife elicgli si attribuiscono. Delle
menti. Vettori nel Fiorino p. 149? ri- epistole e di tutto ciò che appartiene al
marca, come dette immagini ne' sigilli santo apostolo ne tratto in tulli gli arti-
ponliilcii hanno il labbro supcriore se non coli che lo riguardano, ed in quelli qui
raso aifallo, certamente molto accortalo distinti con carattere corsivo. Ad Aposto-
e toso, forse essendosi tagliatoli labbro lo indicai l'apostolato di s. Paolo, chia-
superiore per prendere il sangue senza mato per antonomasia Z?/i'//2o, ///?05^o/o
pericolo nell'uso dell'Eucaristia, o per e dottore delle genti, per avere il primo
pronunziare alpopolo più speditamente predicato l' Evangelo, scritto dai santi
la parola di Dio; gli spartani facevano al- Evangelisti.
VOL. II. 8

Jwb^nrvairvt, TOP.
it4 l'AC) PA O
Siccome all' articolo Conversiose n anche dei vescovati e l'ordine equestre,
COMMEMOIIAZIONE DI S. PaOI.O IIIÌ liSOlbai che (uruno eretti in onore del santo apo-
in questo di parlare delle tiiic feste, hie- stolo e col di lui nome. Nello stesso gior-
"vemenle 1' eseguisco. Parlando il Uuller no si celebra la festa di s. Anania mar-
della Cesta della Coin'ersione di s. Paolo tire e discepolo di Gesù Cristo che bat-
dice che la Chiesa tiell'istiluirla a'sS gen- tezzò e istruì s. Paolo, col quale in Da-
naio, ebbe in miia di ringraziare Dio masco, in Eleuteropoli e altri luoghi di
per aver operalo un tale prodigio,
egli oriente predicò il vangelo, essendo le sue
di proporci un esempio dell'efficacia del- ceneri nella chiesa di Roma. s. Pi assede di
la grazia di Gesù Cristo, di mettere in- Festa della Commemorazione di s.
nanzi ai penitenti il modello di una vera Paolo. Ammirando e venerando la Chie-
conversione; oppure come osservano al- sa la salda unione, la congiunzione degli

tri, onde ringraziare l'Altissimo, [)er aver animi, tanto nelle fatiche apostoliche,
cangiato prodigiosamente un peccatore quanto ne' patimenti e nella morie dei
in apostolo. ]\el luogo in cui seguì la ss. Pietro e Paolo principi degli apostoli
conversione di s. Paolo, lu poi per me- e sommi campioni del cristianesimo, per
moria edificata una nobile chiesa, come cui s. chiamò, illi duo uiuiììi
Agostino li

attesta s. Agostino, serm. 1 4, De coiivcrs. crani, nondivisemai la memoria di Pao-


s. PauU. Si parla di cpiesta festa in pa- lo dalla CLlebrazione delia festività ad

recchi calendari e messali dell'S." secolo, onore di Pietro, e viceversa ebbe sem-
in qualche martirologio passa pel gior- pre in uso di ricordare il primo vicario
no di una delle traslazioni del suo cor- di Ciisto nella festa dedicala al dottore
po, ed limocenzo HI del i 198 ordinò di delle genti, e perfino stabih che i vesco-
celebrarla solennemente. Hssa è stala di vi ad ambedue presentassero uu tributo
obbligo nella maggior parte delle chiese di religioso omaggio nella visita de' sa-
d'occidente, e come si apprende dal con- cri liinini. ha festa del natale de' due
cilio d'Oiford del 1222 (Labbé t. 2, p. grandi apostoli, non è a dubitarsi che
274), era un tempo nel numero delle le- sia stata celebrata a' 29 giugno subito

ste di precetto lu Inghilterra. IVci voi. dopo il loro martirio, poiché come dissi

IX, i5o, e Xllj 2u3 (non come per a MARTira e a Festa, già nel 2.° secolo
p. p.
errore di slampa nel voi. Vili, p. i^'ì, solennizzavasi il giorno della morte dei
fu equivocalo colla Coinìncmorazione), martiri, detta natale. Quindi sino dai
lipoitai che Sisto V
ordinò che si cele- ])rimi secoli della Chiesa, e lo conferma
brasse in questo giorno cappella papale 1' inno di Prudenzio nato verso il 34<^,
nella basilica di s. Paolo; e ne' voi. IX, ed il sagramentario di s. Gelasio 1 Papa

p. i5i, e Xll, p. 2o3 e 225, quanto di- del 4^2, iPapi in detto giorno celebra-
spose Gregoiio XVI perla celebrazione vano nella basilica di s. Pietro e in quella
della festa in della chiesa, in onore di sì di s. Paolo quelle sacre funzioni che de-
gran maestro, esemplare perfettissimo di scrissi in piti luoghi e ne'vol. 1\, p. 78,
ogni virlùai fedeli d'ogni slato. Sotto l'ui- e XXXI V, p. i54- jNon conoscendosi
\ocazione della conversione di s. Paolo quando tali uffiziature si separassero nei
furono innalzate molle chiese, ed in Ro- due giorni distinti 29 e 3o giugno, seb-
ma la Cìiitsa di s. lìlaria della Villoria, bene si continuasse e tuttota si prosegua
mentre la con"i esazione de' chierici re- nel primo a celebrare la festività de' ss.
golari di s. Paolo o haniabilì venne isti- Pietro e Paolo, s. Gregorio 1 del 590 ne
medesima invocazione. So-
tuita sotto la ordinò con decieto apostolico la celebra-
no poi iimiuiierevoli monumenti le i , zione, che per eoslumeeconsuetudiue del-
chiese e le funduzioni di pii istituii, ed la romana chiesa era stala stabilita, il cui
PAO PAO I i5

rito fin-sn poteva aver cessalo a cagione p -111, istituì le cappelle dell'oliava
«Icli'anlieliità e delle rovine spceialmeBtc «Iella Itista de'principi degli apostoli nel-
tlulla hasilica Ostiense. Certo è, per con- le chiese ove sono le loro memorie e nel
senso degli scrittori e del Daronio, che il giorno della Commemorazione nella ba-
medesimo s. Gregorio 1 istituì special- silica tli s. Paolo, con linlcrvento de' ve-
mente la festa della Coiniiumonizìone scovi assistenti al soglio; finché Crego-
di s. Paolo, da celeln-arsi ai 3o di giu- rio XVI rese più solenne nella basilica
gno, separandola così dalla festività co- tale giorno, riunendo al([uanle di quelle
iiuuie a rpiell'apostolo e al suo predilet- cerimonie che già in diversi tempi si u-
to com|)agi)o s. Pietro. La lagione della sarono dalla divozione de'Papi verso il
divisione l'accennai ne'citati luoghi, cioè santo apostolo, il che egualmente ri[)ortai
e principuluiente per il lungo tratto di ne' ricordali volumi.
via e separale fino dal Tevere che dista Paolo (s.), martire in F.gitto. Era
due basiliclic. Allora la festa della
lia le capo di Sy cristiani, assai più chiari pei
Conunemorazione fu registrata ne'mar- doni della grazia, che per la nascita o
tirologi co'titoli di NalnUs ci celt'hraiio per le dovizie, i quali fecero il disegno
ifrrnm v. I\iuÌi apostoli j di Nulalis s. di predicare il vangelo nell'Egitto loro
Ptiiili a postoli j (\i Coinmemoratios. Pun- patria. Paolo presi seco 9 suoi (rateili,
ii apostoli; di Roinac, imo pcrtotuni or- andò verso llecombo
l'oriente, nìcntre
beni fcsiivitas s. venne
Palili apostoli j e con 8 si volse verso tramontana;
altri

solennizzata con quella pompa che con- Teona con e"ual


o numero ebbe l' incari-
venivasi al vaso di elezione e al compro- co di predicare nella parte meridionale,
lettore della sede del cristianesimo. Le toccando a Papia l'occidente insiemeco-
memorate cerimonie si leggono nel ri- gli altri 8 compagni. Onesti santi mis-
tuale del canonico Benedetto del i43 i sionari s'adopciarono con zelo indefesso
intitolato Pollicitiis j pres.so Mabillon ,
a far conoscere Gesù Cristo ed istruire

Miiseum ìtaL t. 2, p. i 1 8. CoU'andar del gl'ignoranti, mondando da' loro peccali


tempo però, variando le cerimonie della i veri penitenti. Avvertitone 1 imperato-
festa della Commemorazione, variarono re, fece pigliare questi santi predicatori,

pure i giorni ne' quali il Papa, portan- ed usò con essi promesse e minaccie per
dosi alla basilica di s. Paolo, vi celebrava indurli a sagriflcare. Paolo rispose in no-
o assisteva al sacrifizio coi cardinali e gli me che desideravano più pre-
di tutti,

altri che hanno luogo nella cappella pon- sto morire, che rinunziare alla loro fe-
tificia, oltre il lecarvisi nella ricorrenza de ; quindi furono tutti condannati a
delle stazioni, pronunziando sermoni e morte. Quelli che aveano picdicato nel-
omelie in lode dell' apostolo. Per le vi- la parte orientale e meridionale dell' E-

cende de'tempi e trasferimento della se- gitlo furono abbruciali vivi ; a quelli

de in Avignone e successivo grande sci- ehe aveano annunziata la fede nei paesi
sma, trasandata lacelebrazionedellepon- settentrionali venne mozzata la testa, e
lilìcie funzioni nella basilicaOsticnse, Si- quelli che aveano alFaticato all'occiden-
sto V vi stabilì le cappelle papali della te furono conntli in croce. Ciò avvenne
2.^ domenica di quaresima , della 4-' del- il giorno 18 gennaio, ma gli alti di que-
l'avvento e della Conversione di s. Pao- sti santi martiri non dicono tli «piai anno.
lo, continuandosi a celebrare il natale e PAOLO (s.), martire in Palestina. Uno
la commemorazione di s. Paolo , come de'più illustri confessori, che, presi a Ga-
in piìi luoghi narrai; finché Benedetto za, mentre assistevano alla lettura dei li-

XIV, al modo IX, |). i4<)>


detto ne' voi. bri santi, patiiontj il martirio nella per-
1 jo, XII, p. 202, 22jcseg., e XXIV, secuzione dj Masbiiriiauo Galcrio, sotto

I
iiG PAO PAO
Firmilinno {^ovcrnalore (Iella Palfislina, nel (1escilo;e fu seppellilo dallo stesso
nel 3o8. C(jiulannato a peiileie la lesla, s. Anlonio, in una fossa portentosa iiien-

(jnando il carnelìce era in piocinlo di te scavata da due leoni. Dicesi che il suo
troncargliela, chiese un qualche istante, corpo fosse poi lato a Costantinopoli nel
ed ottenutolo, pregò ad alta voce il Si- XII secolo, per ordine dell'imperatore
giuìie per la pace della Chiesa, pei giù- Michele Comneno. Da (juesla città fu
dei e pei pagani, allineile conoscessero la trasportato a Venezia nel i^.jo; quindi
verità della pregando eziandio per
liule, colla permissione della repubblica vene-
tutti quelli ch'erano presenti al suosnp- ta. Luigi 1 re d'Ungheria fece fare una
plizio, pel suo giudice, pel principe e fi- terza traslazione delle reliquie del santo,
))o pel suo carnefice. Finita la preghie- che furono deposte a Buda sotto la cu-
la presentò il collo, e l'esecutore glielo slodia degli eremili di s. Paolo. Si dà
mozzò. La sentenza fu eseguila ai sj di orchnariamenle a s. Paolo il titolo di pii-
luglio del detto anno, ed in tal giorno il vio eremita per distinguerlo da altri san-
niarlirologio romano ne fa menzione. ti dello stesso nome: la sua festa è no-

PAOLO (s.), martire in Roma. /\ tata ai io di gennaio in molli antichi


ss.Giovanni e Paoio martiri, Ciuksa de' martirologi d'occidente; rna nel marti-
ss.Gio. E Paoio, e Passionisti. jologio romano è posta ai i5, come nel-
PAOLO (s.), primo eiemita. Nacque lAnlologio de'greci. /^. s. Paolo l'Ere-
nella bassa Tebaide, ed in età di i5an- mita, ordine religioso.
ni perdette i suoi genitori. Istruito ab- PAOLO (s.), // Semplice, anacoreta
bastanza nelle lettere greche ed egiziane, della Tebaide. Era un povero ed idiota
le doti delsuo cuore rispondevano alla lavoratore, di semplici e santi costumi,
prontezza del suo ingegno. Viveva pa- e visse dapprima nello slato matrimo-
cifìcamenle nella pratica di tulle le cri- niale. In età di 60 anni si ritirò nel de-
sliane virlìi, allorché l'imperatore Decio serto, pregando s. Antonio di riceverlo
mosse una crudele persecuzione contro nel numero de' suoi discepoli. 11 santo
i cristiani nell'anno aSo, per cui si rifu- abbate, esortatolo dapprima a ritornar-
giò nel deserto. Ivi scelse per sua dimo- sene a casa,ccKniechè lioppo avanzato in
ja una caverna vicino alla quale eravi
, età, tocco poi del suo fervore e provala
una fonte, colla cui acqua si dissetava, in diverse maniere la sua obbedienza, lo
ed una grande palma, delle cui foglie accettò. Paolo seguendo esatlamenle gli
tessevasi gli abiti e delle cui frutta nudri- avvisi del suo maestro, pervenne in po-
vasi. Aveva 22 anni quando entrò nel co tempo adima eminentesantità. Quan-
deserto, ed era sua intenzione di rima- do Antonio si fu rassicuralo con ogni
s.

nervi finché durasse la persecuzione; ma sorla di prove delle buone disposizioni


gustale le dolcezze della vita contempla- del suo discepolo, e lo ebbe perfellamen-
liva e penilcnle, risolvette di non piìi te ammaestrato nei doveri della vita soli-
rienlrare nel mondo. Fino allelà di 43 tarla, lo mandò ad una celletta lontana
anni non visse che delle frutta della sua una lega dalla sua, ove spesso lo anda-
palma : in tutto il reslanlc di sua vita va a visitare. Aveva di lui sì alla stima,
fu miracolosamente pasciuto da un cor- che proponealo agli altri come modello;
\o, che ogni giorno porlavagli mezzo pa- a lui mandava gli ammalali e gli osses-
ne. Rimasto sempre sconosciuto, soltanto si eh egli non avea potuto guarire, aveu-

poco primadi sua morte perdiviiia rivela- do conosciuto che Dio avea fatto a que-
zione si recò a visitarlo il grande s. Aulo- sto Solitario assai maggiori grazie che ,

nio patriarca de'cenobiti. Morì nel 3^"?., non a sé stesso e Paolo non mancava
;

tn eia di I i3 anni, avendone passali 90 mai di ollenere la loro guarigione colle


PAO PA O 117
sue preghiere. Morì poco dopo 1' anno gazione di essi il santo vescovo fu un'al-
33o. I greci ed i Ialini l'utioiaiio il gior- tra volta scaccialo dalla sua sede. Con-
no 7 di marzo. dotto dapprima a Tessalonica, senza che
PAOLO (s.), vescovo di Narhona. Fu gli fosse assegnalo il luogo del suo esilio,

mandato da Roma a predicare il vange- i suoi nemici non rimasero dal perse-
lo nelle Gallie, al principio o verso la me- guitarlo. Carico di ferri lo fecero man-
la del secolo 111, e forse vi andò con s. dare a Singara nella Mesopotamia, don-
Salurnino di Tolosa. Egli In l'apostolo e de fu trasportato ad Eraesa nella Siria,
il primo vescovo Narbona. Mollo sof-
di dipoi a Cucuso, sui confmi della Cappa-
feise per Gesi^i Cristo, tuttavia non lini docia e dell' Armenia. Fu ivi linchiuso
la sua vita col martirio. Prudenzio dice in un'oscura prigione e lasciato senza al-
che il nome di queslo santo rese celebre cun cibo. Dopo 6 giorni, avendolo tro-
diJNarbona. Onorasi
la cillà la sua me- valo ancor vivo, ebbero la crudeltà di
moria ni 2 2 di marzo. strozzarlo; ma per coprire il loro delit-
PAOLO (s.), vescovo di Coita n tino- to pubblicarono essere morto di malat-
poli, martire. Nato a Tes>a!onica , era tia. Il suo martirio avvenne nel 3 To o

tliacono della chiesa di Costantinopoli nel 35 1. 11 corpo del santo fu portato ad


^^o, allorché il vescovo Alessandro, mo- Ancira nella Galazia, poi a Costantino-
rendo, lo nominò suo successore, e quin- poli nel 38 1, donde fu traslato a Ve-
di fu collocato su quella sede episcopa- nezia nel 1226. Quivi si venerarono le

le. Egli aveva un' alliludine singolare sue preziose reliquie nella chiesa di s.

alla predicazione, era caldissimo zelato- LorenzOj (incile ÌJi tempo non mollo lon-
re della fedo cattolica ed il terrrore del- tano furono trasferite in Dalmazia, insie-
la sella ariana. Calunniato e deposto pei me a diversi altri corpi di santi, de'qua-
maneggi degli ariani, protelli dall'im- li andava ricca Venezia. La festa di que-
peratore Costanzo, rilirossi in occidente. slo santo vescovo e martire si celebra il

Trattenutosi qualche tempo a Treveri, si giorno 7 di giugno.


recò a Roma, ove trovò s. Atanasio, ed PAOLO(s.), vescovo di Trois-Cha-

intervenne al concilio tenuto da s. Giulio teaux. nel Delfinalo. JVou si hanno sicu-
1 nel 341. Indi per ordine di queslo Pa- re notizie intorno la vita di queslo san-
pa tornò a Costantinopoli, ma non potè to vescovo, il quale sembra essere quel
ricuperare il suo seggio che 1' anno se- Paolo che sottoscrisse al primo concilio
guente, dopo la morte di Eusebio aria- di Valenza l'anno 374- Usuo corpo, ch'e-
no, che l'avea occupalo. Gli ariani per ra nella cattedrale di Trois-Chateaux, fu
altro scelsero a loro vescovo Macedonio, brucialo dagli ugonotti nel i'jÓi , non
ed in seguito di ciò accadde una violen- essendo restato che un braccio, eh' era
ta sedizione nella cillà, per cui l'impera- rinchiuso in un reliquiario appartato. Al-
tore Costanzo cacciò Paolo in esilio. Non cuni marti rologisli erroneamente credet-
»i sa precisamente il luogo in cui il san- tero che questo santo fosse un vescovo
to iu esiliato: nel 344 si trovava di nuo- di Trojes nella Sciampagna. La sua fe-
vo a Costantinopoli, venutovi con lettere sta è notata il i." di febbraio ne'marli-
di raccomandazione di Costante impera-
o di
roloci AdoneUsuardo. e di
tore d'occidente. Costanzo non acconsentì Paolo (s.), i. vescovodiLeoninBre-
eh' egli risalisse la sede, che pei timore tagna. Scendeva da una illustre famiglia
di tirarsi addosso armi dell'inipcratore
le di Cornovaglia, e passò i primi anni al-

Iralello; ma dopo la morte di (juesli, av- la scuola di s. lltuto. Si ritirò poi in uu


venuta nel 3jo, dichiarossi grandissi- deserto, ove in se ritrasse la vita de" pri-
mo proteggitorc degli eretici, e ad isti- mi anacoreti. Indi passò ncH'Armorico
1

1 8 rA () PAO
piccola Biclagiiaj osi fermò in im'is(>I.i biò ben presto l'aspetto della sua dioce-
posta riiripelto alla costiera clic abita- si, che molti abusi avevano deformato,
vano popolo haibaro e in-
gli osistniani, e .simeriti) la stima dei re DagoI)erlo e
volto nelle IcmcIjic (.loll'itlolatrin. Qnivi Sigeberto di lui figlio, non che l'amici-
menava ima vita al lutto angelica, non zia dei vescovi pili celebri per le loro
cibandosi clic ili pane, né bevcntlo elie virili, che vantasse allora la Francia. Rb)-
acrpia, e solo nei di festivi aggiungendo rì verso l'anno G3i,e fu seppellito nella
un po'di pesce. Si recò poscia a predica- chiesa di s. Saturnino, ch'egli stesso avea
re la fede agli osismiani, con felice suc- fililo edificare a Verdun, e che prese po-
cesso, e fu ordinato vescovo; essendo scia il suo nome. Esso è onoralo il gior-
prete fin da quando Gran -lire-
lasciò la no 8 di febl)raio.

lagna, l'agli slabi Pi la sua sede a Leon ,


PAOLO
DI Lathe (s.), anacoreta. Fi-
cillà degli osismiani, che poi prese il suo glio di un ulficiale dell' iuq)cro, ucciso
nome. IS'on pensò quindi che ad adem- combattendo contro maometlani. Es- i

piere alle funzioni del suo ministero, e sendosi Eudocia sua madre ritirata coi
giunse ad estirpare nella sua diocesi tut- figli nella Bitinia, Paolo dopo la morte

te le superstizioni del paganesimo. Aven- di essa si separò dal mondo e si pose sot-
dogli il governatore donala una casa nel- to la guida di mona-
Pietro aljbate del
l'isola di Bas, egli cambiò in un mo-
la siero di Caria sulmonte Lalre. Rinchiu-
nastero, e vi mise dei monaci fervorosi sosi in seguito in una grotta sulla cima
che lo aveaiio seguito nell'Armorico. De- diffueslo monte, non si cibò per alquan-
siderando però sempre la solitudine, ri- te settimane che di ghiande verdi , le

nunziò lepiscopalo, addossandone il pe- quali facevangli vomitare infino il san-


so ad un suo discepolo, aflìne di [)as- gue. Do[)0 G mesi l'abbate lo richiamò
sare il rimanente de'suoi giorni nel riti- nel monastero; ma non guari dopo gli
ro, ove morì12 marzo verso il 5^3,
ai permise di seguire la sua vocazione. Si
in età di quasi 100 anni. Le sue reliquie ritirò quindi in una grotta situata sopra
furono trasportate a Fleury o s. Bene- un'altissima rupe, ove nei 3 primi anni
detto sulla Loira, al tempo delle scorre- solFerse grandi tentazioni, di cui trionlo
rie dei normanni ma furono poscia di- ; col fervore e colla continuazione delle
sperse dai calvinisti. La sua festa si cele- sue pregliiere. Sparsasi la fama di sua
bra ai 1 1 di marzo, e nell'antico brevia- santità, molle persone desiderarono di vi-
rio della diocesi era notata ai 10 di otto- vere sotto la sua direzione, per cui iti

bre, che sembra essere stato il giorno del- breve egli si formò una laura presso al-
ia traslazione delie sue reliquie. la sua caverna. Dopo l'i anni, frastor-
PAOLO (s.), vescovo di Verdun. Nac- nalo dalle frequenti visite che riceveva,
que in Francia, in quella parte che 1' a- andò a nascondersi nel luogo piìia[)par-
iiouimo autore della sua vita chiama //i- talo della montagna, venendo però di
fcnoic. Dopo essere vissuto nel mondo quando quando alla sua laura per
in
in modo edificanlissimo, ritirossi fra gli incoraggile fratelli. La brama di mag-
i

eremili dei monli di Vosges presso Tre- gior ritiro lo indusse a passare nell'isola
veri e dimoiò (pialclie tempo intorno
, di Samo, ed ivi si chiuse in una caverna
al monte Gebemia, che dal suo nome fu sopra il monte Ceree; ma fu presto sco-

poi appellalo Paulbcrg o Polbtrg. Po- perto, e venuti a lui de'discepoli, ristorò
scia si lece religioso nell'abbazia di Tlio- le 3 laure di quest' isola, che i saraceni
ley, nella diocesi di Treveri; ma dovelle aveanorovinato. Allorché i monaci di La-
abitaudonaie la sua solitudine, essendo tte seppero ch'egli era a Samo, 1' obbli-
ilulo elello vescovo di N crduu. ilgli cam- garono a utoruare fra essi. Iieudulosi
PAO PAO 119
alle loro preghiere, visse ivi nella peni- PAOLO II, Papa CCXXI. Pietro Bar-
fcn/.a e nella conteniplazinne, e morì nel- bo nobile veneto, a' 26 febbraio ji8 i

l'anno 9)Gj a' I 5 dicetnhre, giorno in cui nacque in Venezia da Nicolò Rarbo e da
è onorato dalla chiesa greca. Polissena Condulmieri dama d' insigne
PAOLO DELLA Croce. V. Passiomsti. pielà, sorella di Eugenio IV e nipote di
PAOLO I (s.), Papa XCVL IMoIti lo vo- Gregorio XII Correr o Corraro a Co-v- :

gliono della famiglia Orsini, e creato cnr- nuLMiERi parlai di questa e delle fami-
dinalediacono das. Zaccaria, ovvero dal glie Corraro e Barbo. Ebbe per mae-
proprio fratello Stefano II detto IH, per stri nelle belle lettere Agli fiorentino, poi
Ja cui morte a pieni voti fu eletto l'apu da lui fitto vescovo di Volterra, Calile-
e consecrato a'2f) maggio 7)7. Prima ili rino genovese che poi nominò vescovo
questa funzione scrisse lettera a l'ipi- d'Albenga, e Àngifllo vescovo d'Aquila,
no redi Francia, pregandolo di conti- che creò cardinale. Dicono alcuni che
nuale a norma del patto stabilito col suo Pietro essendo in procinto di partire in
predecessore, la di lui protezione in fa- una nave che avea già carica di mercan-
vore de'romani ; dipoi lo scongiurò a co- zia e sentendo l'esaltazione dello zio Eu-
stringere Desiderio re de' longobardi a genio IV, ne abbandonò il disegno e si

rendere interamente alla romana chie- fermò a Venezia per applicarsi agli studi
sa tutti i patrimoni e usurpazioni di altri che avea trascurato. INIa il Canesio, che

territori! della medesima, benché egli o nulla di ciòrammenta, dice che passan-
il fratello avesse contribuito all' innal- do Eugenio IV a Ferrara, chiamò Pie-
zamento al trono di Desiderio. Paolo I si tro appresso di sé, gli die nominati mae- i

portò da lui in Ravenna , al modo che stri e dopo qualche tempo lo fece arci-

dirò a Pesaro, a difesa della PeiUapoU diacono di Dologna,protonotario aposto-


e AeW Esarcalo. Nella casa paterna fon- lico partecipante, poi commendalo re di
dò il monastero e la Chiesa di s. Sih'e- s. Spirito, ed a' 2 2 giugno lo creò cardi-
Siro in Capite {F.). Dai cimiteri traspor- nale diacono di s. Maria Nuova, donde
tò in Roma molti corpi santi, inun a quel- sotto Nicolò V passò al titolo di s. Mar-
lo di s. Petronilla, e li collocò con più co, contiguo al quale fabbricò il sontuo-
decenza. Fece da Padrino (F.) alla fi- so Palazzo di s. 31 arco (F.). Nel i44 J>

molto si ado-
glia di L'ipino, col (juale lo zio lo nominò arciprete disila basilica

prò per introdurre nel suo regno il cau- Vaticanaencl 1 446 commendatario del
to romano. Per la conversione dell' im- vescovato di Cervia, che cambiò nel i4">i
jieralore Costantino Copronimo i' esor- con ([nello di Vicenza e nel ijjO P'^^ '^
tò ellìcacemcnte a lasciar l'eresia degl'i- lo elesse vescovo di Padova per alcun ;

conoclasti, ma esso nella sua ostinazio- tempo ebbe commenda la chiesa tito-
in
ne ricusò lesuepaterneesortazioni e trat- lare di s. Cecilia, Accompagnò Pio II nei
tò indegnamente legali apostolici. Go- i viaggi di Mantova edi Ancona dove con-
vernò IO anni e uu mese con mollo sa- trasse la peste come ne fu liberato dal-
:

pere e prudenza. In una ordinazione creò la Madonna di Loreto che gli predi.sse il

3 vescovi, 12 preti e 2 diaconi. INIorì ai ponlillcato, e come da cardinale ne inco-


a<S giugno del 767,6 pel 1." fu sepolto minciò il sontuoso tempio, a Loreto lo
nella Chiesa di s. Paolo fuori le /mira narrai; lo zio aveagli predetto che sareb-
(F.), ove erasi ritiralo pel caldo dalia be stato il 4-° Papa dopo di lui. A quan-
città, ma pochi mesi dopo fu trasferito to dissi sul conclave, che alcuni voleva-
in s. l'ictro, ncll'uratorio che avea L\])- no celebrare in s. Maria della .Mine» va^
bricato [)reisu l'altare maggiore. Yucò ne' voi.X,p. i82,eXV,p. 284, agg'""'
la s. Sode uu anno e un me^c. gerò che ucl Vulicauo a'27 agosto jG { i
120 PAO PAO
sirinchiusero 19 o meglio 21 caitlina- donativi e pel piimoafildò il governo del-
li,enel .° scrulinioa'So agosto con am-
i le fortezze a prelati e a degni eccloiasti-
mirazione di tulli e>iSo restò eletto Papa ci. Nel voi. Vlj p. I iq dissi come Paolo
in età di 46 anni, clic cambiò il nome di 11 abolì certi ulliziali de' brevi, e parlai
Pietro in quello di l'aolo II. Aveva egli di Platina, uno d'essi, che si vendicò con
presopri ma pi II llosto destinava di pren- calunniarlo, perciò carcerato due vol-
derei! nome di Forojoso, ilclienon lu am- te. Piagò severamente la corte d'ogni
messo dai cardinali, perchèessendoegli as- simonia o estorsione; riformò tutti gli

sai bello non fosse tenuta vanità, come ulliziali e curiali, ed ebbe la casa ri-
pure non soddisfece il nome di Marco che piena d'uomini onestissimi. \J Accade-
avrebbe voluto, ed anche questo lasciò mia (l'archeologia {^^.) solfrì alcune vi-
per non darsi a conoscere troppo pro- cende solfo di lui. Nel )4^7 ""• '' v*^"
penso alla sua patria. Fu coronato ai scovalo tli l'Vigcnto a quello d'Avellino.
ì6 ovvero a' 19 settembre e nello stes- \ ielò l'affitto de'beni ecclesiastici per più
so giorno con solenne cavalcata si portò di tre anni, e nel 1468 stabih la pace
a prendere possesso della basilica Late- d'Italia (f^-). Accolse in Roma splendi-
raiiense. Dopo la sua elezione seguitò l'u- damente l'imperatore Federico HI, spen-
so che avca da cardinale, di vegliar tut- dendo nell'alloggio sopra 18,000 scudi,
ta la notte, pranzando a ora di vespero facendogli regali preziosi allorché partì,
e cenando poco prima dell'alba, ond'è che così alla sua comitiva, oltre a trattarlo a
difficilmente sentiva alcuno ad udienza sue spese per tutto lo stato ecclesiastico,
prima di notte. e al donativo dello stocco e berrettone be-
Le prime cure di Paolo li furono la nedelli. La modestia di Paolo lì non
guerra contro turchi, onde fu largo con
i permise che Cesare gli tendesse l'ufficio
Scanderbeig, coi parenti del Paleologo e i\\ Paln fremere [(^.): a di lui istanza
con Caterina regina di Bosnia: il tutto istituì l'ordine militare di s. Giorgio e il

narrai nel voi. XVllI,p. 59 ed altrove. vescovato di Vienna. In due promozio-


Come magnifico in tulle le sue azioni, fe- ni creòqcardinali, fra'quali nipoti Dar- i

ce un preziosissimo triregno, e riprese gli io, Zeno promozione


e Micheli. In altra
arcivescovi di Denevento che lo adope- creò segietamenle 4 cardinali, clie non
ravano, come loro vieto di farsi precedere pubblicali creò di nuovo il successore ,
dalla ss. Eucaristia. Aumentò le prero- tranne Giovanni di Breslavia. Altri pre-
gative de' cardinali, cioè accordò loro la teselo che avesse pur creali cardinali U'
berretta e berrettino rossi, le mitre di da- gone de Contro Itez francese e Lorenzo
masco bianco, i banchi piìi alti \\& con- Barozzi, e gli nitri che registrai nel voi.

cistori e nelle cappelle papali, le gual- IX, p. 3o4- L' ingrato Ferdinando I re
drappe di scarlatto nelle loro mule, ed di N<ipoli, dimentico de'beiiellzi ricevuti

ai cardinali che non avcano scudi 4ooo dalla chiesa romana, tramò insidie per
di rendita ecclesiastica, assegnò di piat- indebolirne le fòrze, per cui il Papa nel
to 100 scudi d'oro il mese. IVel i466 1469 fece lega per 2 5 anni colla repub-
scomunicò e depose dal regno di Boe- blica di Venezia, coi capitoli che a detto
mia Giorgio Pogebrac fiutore degli us- anno riporta Rinaldi ai n. i\e. 26. Quin-
siti ; represse la setta de' halicelli ; ripri- di essendosi posto in cuore Un dal prin-
stinò nella basilica Laleranense i Cano- cipio del suo pontiilcato di riacquistare
nici regolari eli s. Agostino (^.), deputan- alla Chiesa i principali che gli aveauou-
do i secolari a quella di s. Lorenzo a San- surpato i tiranni nelle turbolenze, deli-
da Sanctorinn. Proibì rigorosamente ai berò ricuperar Rimini e alcune terre oc-
legati, governatori e giudici di ricevere cupale da Roberto iMalatcàta,che come
PAO PAO 121
bastardo erano devolute alla sede aposlo- morie Cancsio, Ira le quali sembra piti
lica ; ma le sue milizie l'uiono disCatte da credibile la copia di catarro che l'oppres-
deltore,che iiirraltoredclla pace, soccer- se, cresciuto coll'aver cenato in giardino
se Roberto. Dilatò nondimeno dominii i a capo scoperto e pei cibi a ciò confacen-
ecclesiastici con l'i luoghi forlissiiiri non li, come fluiti, cacio e pesci che soleva
molto lungeda Iloma, ch'erano di l'aver- mangiare, del che lo avea avvisato ad a-
so conte d'Anguilhira, con Alviano e le stenersi Vab-rio di Viterbo insigne nie-
lerre vicine di Uignano, Gallese colla for- dico,come contrari alla pingueduie sua,
tezza e altra non lontana, Corchiano, le senza moto né esercizio e perciò piì| sog-
due fortezze Saraceno e Torano G mi- getto ad una micidiale affluenza di ca-
glia distanti da Tivoli, Cesena, Berlino- liìivoAiMav\m,Dci;li archialri lìoiili/icii,
io e altri luoghi di Romagna; i cpiali tut- t. i,p. i 70, parlando de'«;er//t/' di Paolo
li senza apparalo di guerra e senza san- IIj lascia ai maligni il sospettar di vcle-
gue, ma per libera e spontanea dedizio- no la mortesi repentina, ed agli sciocchi

ne degli abitanti, passatone nel dominio impostori e superstiziosi che fosse


il dire,

papale. Fabbricò le fortezze di Todi, Ca- strangolato da certi demonii che tcnea
scia e IMonte Leone, per frenare le discor- rinchiusi, con)é scrisse il diarista l'aolo
die de'cittadini e render piìi sicuri i con- di Benedetto del Mastro presso il IMu-
llni coll'Abruzzo. valori, t. 3 dei^Vi Scrittori (l'Jlalin, ed il

Nel 1470 Paolo II conchiuse l'impor- Morneo suo Mfsteriuni iniqui tn li s,


nel
tante lega di tutti i principi italiani con- che fu confutalo dal p. Gretsero ncW'E-
tro i turchi ; e passando per Roma Fé- xani. mysterii Plessei e. 54- Seguile le

derico piincipe di Taranto figlio del re consuete cseijuie, fu sepolto in bellissimo


di Napoli, gli donò la rosa d'oro benedet- deposilo nella Chiesa di s. Pietro, ove lo
ta e lo trattò con somma magnificenza descrissi, e nella cappella dis. Marco da

per lutto lo stato ecclesiastico, facendolo lui eretta, mentre da arciprete della ba-
accompagnare da prelati e cavalieri. Con silica vi avea anche edificato un altare ai

mia costituzione stabilì che ilg^/»i//('0<^/eZ- principi degli apostoli con abbondante
Vanno santo si celebrasse ogni 5 anni, 91 dote, il contemporaneo Canesio ila lui ,

come si 14"' accolse son-


osserva, ^'el fatto vescovo di Castro nel Palrinionio,
tuosamenlc Borso d'Este vicario di Fer- lo descrive di statura grandissima, eroi-
rara (K),e lodichiarò formalmenle du- ca e quasi due palmi sopra l'ordinaria;
ca. Continuava il Papa lodevolmente il di fìguia elegantissima e avvenente; di
suo ()onlifìcato, allorché avendo compito color bianco, fronte spaziosa ,
ciglia ar-

53 anni, 5 mesi e 3 giorni delù (nell'i- cale, ma


non unite, occhi biondi, naso
scrizione del deposito si legge 10 mesi e un poco adunco, cervice grossa, capelli
2G giorni governo di 6 anni, io
) e il rari e neri, corporatura pingue e lutto
mesi e 26 giorni, dopo aver cenalo alle- proporzionalo. Collasuaelfigieesuoslcni-
gramenle nella notte del 2 5 venendo il ma, in zecca pontifìcia vi sono 4 conii di

26 luglio del i47i,la mattina fu trova- medaglie per lui battute, celebranti Te-
lo a Ictlo morto d'apoplessia, che quattro didcaziune del palazzo di s. Marco, la cui
volte gii» avcalo colpito, due delle quali chiesa quasi i if djbricò e abbellì ; lo zelo

nel ponlilicato.il Filelfofu di parere che in estirpar l'eiesia e quello per la paciii-

i due gran meloni che si mangiò e pe- i cazione d'Italia. Si dice che fosse facile
sci piccoli del Tevere gli produssero tal al pianto e che procurava otteneie col-

morte, togliendogli colla copia de' Mali, le lagrime, ciòche non poteva persuadere
generali da qtie'cibi nello stomaco, la re- colle sue ragioni : tale ilebolez/.a rimar-
spiruziune. AUie cagioni asseijna di sua cala soprattutto d;>gli scrittori prolcslau
1 ict PAO PAO
ti, seiiiljia inconciliabile con la cllgnilù e pena di morie; cambiava questa pena
la fcrnie/za del suo carattere, e come gran- coll'esilio, colla galera, col carcere e col-
de [)olitico, quale altri ce lo baiiiio de- la piiglonedi Castel s. Angelo, colla qua-
scrilto. Come amantissimo delle antichi- le ridusse non pochi giovani romani sca-
la, essendo cardinale da per tutto ne rac- pestrali. Nei voi. IX, p. 291, e X, p. 28,

colse e ne formò ricchissimo museo con dichiarai il suo zeloj avvedutezza e sin-
copiosissima serie di medaglie, nel discer- golare iuìparzialilà nel creare i cardinali
nere le quali avea acquistata tanta peri- e conlerire i benefizi ecclesiastici e digni-
zia, che appena le vedeva sapeva dire di tà. Amò e protesse grandemente Ielle- i

quale imperatore o imperatrice fossero, rati e tanto più (juauto maggiormente


Dopo la sua morte^ oltre gli arazzi e pre- accoppiavano alle lettere la bontà dei
ziosissime suppellettili d'oro e argento, costumi ,
quindi solenne impostura ciò
di gemme e pietre preziose, fu trovato nel che alcuni scrisseio incontrario. Sotto
suo scrigno sopra un milione di scudi, di lui fu compilato lo statuto di Roma,

come all'ermo Fasolo vescovo di Feltie, il e nel Palazzo I^Iassinii (F.) fu intro-
quale avea in mano la computisteria del dotta in R.oma l'arte della stampa. Seu-
Papa, che furono deposti in Castel s. An- za ledere i doveri imposti al carattere re-
geloepoiconsegnatialsuccessoreSistol V. ligioso del Pontefice, molto procurò di-
Molli scrittori hanno attaccata la me- verlire il popolo, e al modo detto a Car-
moria di questo Pontefice e molli l'han- nevale ni Pvoma, della cui origine parlai
no difesa. E" vero ch'egli morì amalo da anche a Giuoco; e siccome fece incomin-
pochi e da quasi tutti odiato, senza che ciar le corse per la Via Lata sino al suo
apparisca ragione alcuna manifesta; ma palazzo, la via prese il nome di Corso e
è vero altresì, che assai più motivo die- il divertiinentodelle maschere venne au-

de egli per essere piuttosto lodato che mentalo siccome piacevole al Pontefice,
biasimato. Nel cardinalato ebbe ad emulo (Vedasi il llocca. Opera t. i, p. 4^^ •

ilfamoso cardinal Mczzarola, enei ponti- An carnisprivii inala consuetudo ab tth-


ficaio a detrattore Platina naWe File de' nicoruni Ittpercaliiini siiperslilione oiigi'
Papi piene di calunnie, perchè ne avea neni traimi P ) In questo tempo di Iripu-
provocato la carcerazione, benché lo lo- dio fu scoperta una congiura tramata da-
dasse nel suo Wbvo y:llU'rcatio, in cui cele- gli accademici memorali, ma Paolo II in
biòla paced'Italia.PaololI fu sì liberale e vece di vendicarsi dell'autore Freolo av-
non vi fu povero, il qua-
limosiniero, che vocato concistoriale, lo perdonò e reinle-
leda lui non ricevesse soccorso, segua- grò nelle dignità e onori di cui era sta-
tamente con personaggi caduti in di>gia- lo spogliato; e fece continuare diverti- i

zia e coi cardinali non ben provvisti. Per menti carnevaleschi, solo facendo girare
tutti i rioni di Roma avea persone de- per la città pattuglie di milizie. La slessa
slinale a distribuir mensili soccorsi agli generosità e clemenza dimostrò, quando
indigenti: visitava talvolta amorevolmeu- giuocaudoa palla un norcino, nel man-
te gl'infermi, li consolava con benigne darla forlemeute per aria, esclamò: oli
parole e dava loro a bere le medici- potessi mandar così Paolo 11 ! ciò che da
ne. Nel i." anno del pontificato mandò lui saputo, con risata udì l'imprecazio-
I 00,000 scudi agli ungheri e nel seguen- ne del temerario. Fu benefico anco cogli
te altra gran somma, come più esposti i Ebrei (F.). Gli piaceva pranzare in coui-
all'invasione de'turchi. Fu si giusto, che pagnia e però spesso avea con sé a ta-
non mai senza castigo malviveu-
lasciò i vola qualche cardinale o ambasciatore,
ti; sì clemente,, che non permise che nel con alcuni prelati e uomini dotti nel voi.
suo governo fosse eseguila in alcuno la Xll, p. io, dissi come si recò a uu prau-
1

P AO PAO 123
7.0 die fiicevnnn i cnidiimli , e i^ltilivo e clic e hitlne, \c matcniiitiche e In poesir»,

fiict'lo prese l'iilUnio liioyo tlclla tavola, onde compose versi con facilità. Uestitni-
orilìnaiulo che ninno si movesse. Tra i losi in Roma fu fatto successivamente d;i

Poiilcdci non Ih solo Paolo li a essere Innocenzo Vili scrittole e protonotarir»


empiamente calnnniitlo, mentre merita- apostolico, alcuni lo dicono caduto in di
vano tntt'aitri trattamenti; ma come gli lui disgrazia, per cui partì da Roma ; t!:i

altri anche Paolo II ebbe suoi ini[)ar- i Alessandro ^ I tesorieie della camera, e
ziali apologisti che ne glorificarono le conoscendo il suo merito e quanto di sé
magnanime azioni, che qui abbiamo in- pionielleva, di anni 21 set- ^5 circa a'
(hcatoea'loro Inoyhi descritte, ribattendo tembre «493 Iocreocardin.de diacono
le altrui imposture, e ilalle confutazio- de'ss. Co'inìa e Damiann. chiesa che poi

ni emerse, col tempo che tutto scuopre, il cardinale conresse ai francescani ilei

la limpida verità. II celebre cardinal Qui- terz'ordine. Lo stesso Alessaiidio VI nel


nni pubblicò la vita di cpiesto Poutcdce, 1499 o" cojifetì il vescovato di Monle
iinitamentend una forte apologia di det- Fiascone, l'inviò legato a Viterbo, e p')i
to Papa con Pnuli 1 vene-
cpiesto titolo; ad incontrare Carlo Vili re di Franci 1.

ti P. Mich. Cancsiivitcrh, ex co-


I\I. i'ilae Giulio II nel i5o> gli ammini-
die in
dice Aii^cUcae bill. (Itsiimpld ,praciiìis- sti azione la chiesa di BerliiwroenA ToS i

sis ip.tiiis ss. Ponliflcis viìidiciis advcr- quella di Fence, facendolo arcipi-ete del-
sua Plaliiiam, aliosquc dttractores, Ilo- la Chiesa di s. Gio. in Luterano [F'.). Nel
mae yj^o. Più il Quirini trattò di Paolo I Tioc) lo nominò vescovo di Parma, nel
11 a p. iG della Tiara e pnrpnrn vene- I n 2 di Falva e Sulmona. Leone X gli
ta. Abbiamo pure di Gaspare Veronese : affidò nel i ) 1 4 il governo delle chiese di
De i^estis tempore clenienlissimi Ponlifi- s. Pons e di Benevento; Clemente \'II ii;:l

cis Paidi Il,Ub. Ili, presso il ^Minatori, i ^l'S LinaWc t\\ Soana e Anagni , nel i lilo
Script, rer. ital. t. 3, par. 2, p. loji- H la chiesa di Bitonfo, e nel i533 le dio-
citato Marini, Archialrii. i, p. i
78, pub- cesi di Forti e Sora. Alcuni di questi ve-
blicò il 1.° di detti libri che il INIuratori scovati tenne per poco tempo, altri ri-

mai potè avere e forse nemmeno altri, nunziò con regresso, come praticò con
ove sono descritti costumi e modi di i quello di Reoeveiito. Essendo legato del-
l'aolo prima e dopo il papato, e qua-
11 la ^larca (con lode dal i 5o.'j. al i lio^),
le e quanta fosse la famiglia che avea se- passò alla diaconia di s. Eustachio, e co-
co. Vacò la s. Chiesa L'i. giorni. me r." diacono pubblicò e coronò Leo-
PÀOLO 111, Papa CCXXX. Alessan- ne X, che Io destinò legato all'imperalo-
dro Farnese, di antichissima famiglia ro- 10 Carlo V, locchè per maLillia non ebbe
mana, uaccjue in Piuma o secondo alui effetto, ed il sacro collegio l'incaricò d'in-
in Canino feudo di sua casa (per cui ne contrare Adriano VI reduce dalla Spa-
parlai a Farnese famiglia, ove riportai gna, secondo Cardella. Successivamente
lutto quanto riguarda questa e Paolo 111, fu eziandio vescovo suburbicario di Fra-
in unsuo celebre palazzo), a'28 o 2.)
ai scali, Sabina, Palestviua Porlo, ed O- ,

febbraio i4G8, da Pier Luigi e (Ìa Gio- stia e f elicili j e per io anni decano del
vannella CaeUiui dei duchi di Sermone- sacro collegio. Con somma lode nell'.is-

la: altri lo dissero naloa'23eiu Viter- sen/.a di Clemente VII, due volte sosten-
bo. Ne'priu)i suoi anni in Rouiu ebbe per ne la legazione di Roma, e uel 1 529 li-
maestri il famoso Pouqii^nio Leti e il ccnÙ col carattere di legato l'imperato-
dotto Gio. baltiala Pio bolognese , iodi re venuto in Italia. Le sue rare qiialilà
Iraslentosi a Firenze, come di pioulu in- lo resero lauto grato a Clemente \ II elie
gegno apprese cgrcgiamculc le lettere g» c- viciuu a morire esclamò :Sc il poublka-
Ì2.1 PAO PAO
to kì coiifeilssc per cieclitìt. io nnnilnrrei ricevette in Roma Carlo V, al modo det-
nel mio Faincse
tcstaineiilo il cardiiKil to a I.NGREssi IX lloMA, trionfante per hi
per mio successore. ]\e'4o anni die il cni-- spedizione di Tunisi, nella quale Virgi-
clinale sostenne con applauso universale nio Orsini capitanava le galere pontili-
l'onore della porpora, intervennea 5 con- eie, e per la vittoria ottenuta il Papa re-
clavi. Entralo in quello del iSS^agli i i galò il celebre Doria dello stocco e ber-
ottobre, oj elettori nel i." giorno per
i rettone beneilelti. Paolo III avea bene-
ispirazione e nel 2.° per iscrutinio, cioè detto la flotta a Civitavecchia (alla cui
a' I 3 di detto mes^ lo elessero Papa d'an- fortezza fece maschio): 20,000 schia-
il

ni 67, con schedule aperte (di questa ele- vi furono il famoso Barbaros-
liberati e
zione e memorabile concia ve parlai ne' voi. sa disfatto. Nel pontificale che il Papa nel
XV, p. 3.41, eXXF, P.28G), con partico- giorno di Pasqua celebrò in s. Pietro (non
lar giubilo de'romani, poiché da Marti- Clemente VII, come Cancellieri riportò a
no V non aveano più avuto altro Pon- p. 2o3 Aq Possessi), Carlo V vi assistè ve-
tefice concittadino, onde furono fai te grati stito dell'abito imperiale, tenendo lo scet-
feste e spettacoli magnidci a'aq ottobre tro il marchese di Brandeburgo, lo stoc-
e"5novea)bre: il suo parente Ascanio Co- co mg/deBreses, il globo imperiale Pier
lonna, con Battista Savelli, Giuliano Ce- Luigi Farnese ; gli levava e metteva la
sariui e altri signori nella piazza dis. Pie- corona Ascanio Colonna, ed il berrettino
tro iecero un piacevole carosello o gio- sotto la corona il marchese del Vasto. Del-

stra, poiché armati a cavallo e cogli scoili l'imprudenza commessa da Carlo V in


in due squadre si lanciavano pignatte di concistoro, parlai nei voi. XV, p. 1 99. Per
terra cotta; indi sulla piazza de'ss. Apo- luogo della celebrazione del concilio de-
stoli combatterono colle lancio. Queste stinò Mantova, ne\ i537 Vicenza, e (1-
eil altre allegrezze si leggono in Cancel- nalmente nel 1542 Trento [V.). Quel
lieri ne' Possessi. Tuttavolla a Colonxa zelo che Paolo 111 nudrì per l'intera e-
registrai le rotture insorte poi tra il Pa- slirpazione dell'eresie, mostrò ancora per
pa e Colon nesi. Essendo nato in tem-
i la riforma de'coslumije però avendo giù
po di Paolo II prese il nome di Paolo denunzialo il concilio, per ovviar prin-
ili alciuii dicono che si volesse chiamare
: cipalmente a quelle, così per trattare ef-
Onorio \^, ma che cardinali lo persua- i fìcaceinente di questa, nel iSSy formò
sero a imporsi quello di Paolo. Fu co- una congregazione di 9 personaggi per
ronato martedì 3 noveudjre, nel qual gior- doltriiio, costumi e dignità cospicui, cioè
no unì la chiesa di Canne a quella di Na- i cardinali Conlarini, Carafa, Sadolelo
zareth, ed agli I I aprile 1 53 ) si portò e Polo s /^/fg'o^o arcivescovo di Salerno,
con gran pompa a piendere possesso del- Aleandri arcivescovo di Brindisi, Giber-
la basilica Lateranense. ti vescovo ili Verona, Cortese abbate cas-

Scomunicò e privò del regno d'Inghil- sinese e il p. Badia maestro del sacro pa-
terra {P'.) Enrico Vili. Per l'apostasia lazzo, quali compilando un libro, in cui
i

diOcchino voleva estinguere l'ordine dei contenevansi i principali articoli neces-


Cappuccini {^.), che poi beneficò; indi sari alla buona disciplina della Chiesa e
per r esterminato numero de' Luterani, all' utile udizio del sovrano Pontefice e
Calvinisti e altri eretici, avendo delibe- de'vescovi, lo presentarono nel i 538 al
ralo opporsi ai perniciosissimi loro erro- Papa, il quale non lo pubblicò, perchè nel-
l'i, spedì i suoi nunzi a' principi cristiani l'essere ricevuto dal concilio, acquistasse
per celebrare un concilio generale, clie maggior autorità e forza. I capitoli però
pubblicò con bolla de'2 giugno 5 36, sot- 1 allora li pidjblicò in Germania l'eretico
toscritta da 26 cardinali, nel quale anno Stuimio con spiegazioni tali, che furono

PAO PAO i2i


cagione che nell'iiulice ile' lihii proibilì Minerva; la congregazione de' Soma<!rlii
si trova il consiglio di questa congrega- (/'.), Varriconfraternita della lì. V . del-
zione, come provò il cardinal Quirini, e la Visitazione depili orfani j \' arcicon
iioupiacqtieal prolestanteSclielornionel- fraternità del ss. Sacramento della basi-
la sua Episl. ad card. Quirini. Vedasi il licaVaticana ; ed istituì cavalieri di s. i

p. Catalani, De secr. s. con. Ind. lil). i, P^o/o(/<). Nel i54i Paolo III si portò
p. 4^j^al'>l Alessandro, ///>/. cccl. t. 7, a Lucca (V.), per aderire alle brame di
p. 42, il quale riporta questi capitoli, che Carlo V, ma non potè pacificarlo con
lurouo pubblicati pure nel 53r) in An- 1 Francesco I, né che movesse contro l'im-
versa e nel 161 2 in Parigi insieme cogli pero de'turchi; tutta volta ottenne l'aper-
alti del sinodo di Pisa per torre lo sci- tura del concilio in Trento pel seguen-
sma. Dopo la presa di Cissa in Dalmazia te atmo. Ad islar)za di s. Ignazio accreb-
falla dai turchi, inquietando questi i ve- be i privilegi de'iVpo//// (/'.), e firmò una
neti, a preghiere del Papa rimperalore congregazione pel tribunale della Peni-
Carlo V fornì 82 galere e 3G Paolo III, tenzicria (E.), islitucndo la Congrega-
ma non fu felice l'esito, perchè il Doria zione dell' Inc/uisizione (V-).
generale imperiale a Prevesa non volle Nel 1543 Paolo 111 si portò a Basset-
combattere Barbarossa. Considerando poi to, nella òìocesìiW Borgo s. Donnino (^^•),
Paolo Ili, che la guerra tra Carlo \ e per rimuovere Carlo V dalla gueira con-
Francesco 1 re di Francia pregiudicava tro i francesi, ed ottenere il ducato di Mi-
alla religione, nel i538 si abboccò con lano per un Farnese, ma il tutto senza
essi a Nizza (/'^.), accordando al secon- successo;onde per .ffo/o^/^a il Papa si re-
do che senatori del parlamento di Pa-
i stituì a Roma, traversando tulio lo sla-
rigi polesseio nominare ai benefizi, e me- to ecclesiastico, per cui lo rimarcai nei
glio lo dissi a Francia : la bolla è nel t. luoghi ove passò. Paolo III costituì cen-
5 Coli, rcr.cler. Gallic. , cd\2. 1 636. Ot- sore e riformatore della corte e palazzo
tenne ima tregua di 10 anni, delta \a tre- pontificio il cardinal Ridolfo Pio, che a-
gua di Nizza, la città di Novara pel suo vca fatto legato di Roma quando se n'as-
figlio Pier Luigi Farnese dall'imperato- senlò. Aflaticandòsi pel mantenimento
re , ma non potè indiuli a recarsi co'lo- della fede, scomunicò e depose Arman-
10 vescovi al concilio, che anzi \n Geno- no arcivescovo di Co/o/2/Vz (^.) per a ve-
va a loro istanza emanò la bolla di prò- le apostatato. Mentre dimorava nel pa-
joga: per l'ambizione di Carlo V la lie- lazzo di s. Marco, fece edificare il Pa-
gua ebbe breve durata. Frallanto per con- lazzo d'Araceli (^.), con arco di comu-
siglio di Ferdinando] re de' romani, spe- nicazione. Nella guerra intrapresa da Car-
dì in Germania il cardinal Aleandri per lo V in Germania, il Papa l'aiutò colle
combinare una concordia tra'callolici e sue milizie capitanate (.],\\ nipote Otta-
proleslanli ;ma questi lo delusero co'lo- vio Farnese, che avea aecouìpagnalo l'im-
ro raggiri; come pure inviò alla dieta di peratore suo suocero nell'infelice spedi-
llalisbona il cardinal Conlarini.ìN'el i53q zione d'Algeii. Nel i54'" ppi" l'epidemia
approvò la compagnia
Gesù, che lau- di che affliggeva Trento, il Pa[)a trasferì il
te conquiste aggiunse alla Chiesa e tan- concilioa ^o/c>i^'W,malgiado la ripugnan-
ta ubertosa messe raccolse nel campo del- za di Carlo V, disgustato perchè Paolo III
le lettere, come dichiaiai a Gesuiti [1'.); avea infeudalo a Pier Luigi Farnese Par-
ed inoltre approvò il libro degli Eserci- ma e Piacenza, queste pretendendo suo
zi spirituali (r.) Ignazio. Confer-
di s. ilominio del ducalo di Mdano. Per tale
mò altresì V arcicon fraternità del ss. Sa- discoi dia , Carlo V pubblicò V Interim
cramento nella chiesa di s. IMuria sopra (/'.), riprovalo dal Pontefice che spedì
iiG TAO l'AO
liuiiz,! in r.criniinia. Sarà sempre celebre Cnslriissc sul HIoiilc Ji'ciilluo un ])n\onV'
in iiieaioria di l'aolo il I, nuli huiu pel suo do, tiemolì tempio di Pallade nel l()ro
il

costante impegno per la paee della Cliic- loniano; restainòcon somme spese la ha-
sa e d'Italia, anzi del mondo, degli uomi- sìlica La le rane zia e e le concesse niolti
ni (ino conoscitore, per le sue rare vir- privilegi; ornò con gran magnilicenza la
Ili, come per prudenza, giustizia, pietà, basilica Faticana, e tra le cose che fc-
gi nudezza d'animo, umanità, clemenza, ce al contiguo Palazzo faticano, qui
a ilabil ita, costanza nelle cosca werse, uio- nominerò la magiiilìca cappella Paolina,
derazione, liberalità massime coi lette- le pitture della Sistina, e l'annessa sala
rati, magnificenza, dottrina e cognizione regia per ricevervi le ambascerie solen-
cieile cose divine ed umane; ma ancora ni. JNè a Roma soltanto restrinse Paolo
per opere da lui generosamente
le belle III le sue benelìcenze. Molte ne compar-
eseguile, che lungo sarebbe enumerare, ti al santuario di Loreto (^F.), che visitò,

i^^ssendo Roma al tempo di lui deforme ed alia chiesa della Madonna della Quer-
per la tpianlità e bruttezza de'vicoli.meu- eia presso l ilerbo (F.), della qiial città
tre allora quasi ogni casa era isolata, con fu pure benemerito. A Perugia eresse la
summodisp'endio la ridussea miglior for- fortezza, per essere insorti i perugini per
ma, spianandogli edilìzi mal fabbricati, gravezze di gabelle;e rese pi li sicura quel-
togliendo vicoli superflui, addrizzando
i la d'Ancona. Istitrù in diversi tempi mol-
le strade e ampliando le piazze, come se ti vescovati, altri dichiarò arcivescovati,
ne fa memoria iiell iscrizione con statua Tra' vescovati nominerò s. Tommaso e
eretta nel 543 in Campidoglio (F.),
1 s. Giacomo Capoverde nel 1 534 ; An-
di
nella cui piazza trasferì la statua eque- tequaiauel i535; Mechoacan nel i536;
stre di bronzo di Marc'Aurelio, e sicco- Cusco nel 1 537 ^ ^ ^4? Chiapa nel 1 538; j

ine nel museo Farnesiano trovasi il me- Comayagua nel 1 53t), ossia confermò l'e-
diiglionedi tale imperatore col Castore, rezioiie fatta da Clemente VII nel i53i;
forse da questa medaglia prese l'idea del Faro nel i 53f), cioè vi trasportò la setìe
trasporto, per unire jM. Aurelioalie sta- da Silva, che Commanville protrae al
lue colossali di Castore e Polluce: Paolo i5go; Tursi nel i544j Leiria nel i544
111 è stato uno de'primi raccoglitori del- o i545; Miranda nel 545; Popayan e i

le medaglie antiche moneta in Italia; la Quito nel i546; Paraguay, Jucalan e


paolo prese il nome da lui, prima chia- Merida nel i547; Guatimala nel i534
maiidusi giiilio. Comprò Sg case e le o nel i547; e Portalegre nel i549-
demob per aprire una strada comoda
,
Tra le sedi vescovili elevale al grado ar-
che da ponte s. Angelo conducesse a via civescovile, ricorderò Lima nel i53r) o
Giulia, che finita nel 543 restò dal suo i \5^Q>; Evora nel i54o; Messico nel
nome chiamala Paolina e oggi Paola, i 546 o i
547 ; ^ *• D(Ji'i'"go "el i 547-
come se ne vede la iscrizione presso al Istituì il tribunale della Kjta bologiie-
j)()nle. Altra via Paolina è quella detta se e concesse privilegi alla rota roma-
de'due Macelli, perchè aperta da Paolo na ; restaurò 1' università di INlacerala,
IH, presso s. Andrea delle Fratte: la stia- e proibì che ne' luoghi soggetti alla s,

da dei Babuino, ov'è \d Foìitanaon\uv\\- Sede si ritenessero i beni dal naufragio


ma, fu pure aperta dal Papa, e prose- a terra gettali. Permise ai francescani re-
gui la 1.' fino a piazza del Popolo. Fab- citate liiflizio dello Sposalizio della Rea-
bricb l'edifizio che dovta servire agli Ur- ta \ ergine, servendosi diquello delia INa-
fani[F.), che arricchì di am|)lissimi pri- livila ; e [lose nel numero dei beati Gu-
vilegi, come si legge nell'iscrizione posta glielmo cremila di Sicilia,

nciia iuio clutsu di s. Manu in Aquuo. i'aolo 111 in i 3 piomoziuui creò b<j o
PAO PAO 127
^ r (essendo errore tipografico quello del sudditi, perchè li avca gravali di nume*
voi. XV, p. 98) cardinali, rra'(|uali usciro-
1 l'ose gabelle, delle quali li sgravò un gior-
no soggetti celebri che illustrarono il sacro no prima di morire e però con bencfì •

collegio,non cheGiuliolII, Marcello li, 7Ìo ritardalo a poterne ricavare gratitu-


l'aolo IV e Pio W
,e tra essi vi comprese dine. Ognuno avrebbe desidera lo che que-
4 nipoti, oltre INicolò Gaehmì nipote cu- sto gran Papa non avesse dimostralo lau-
gino. Di essi parlai a Farnese famiglia, to allaoco a'suoi [)arenli. Non si può ne-
in un alle onorillcenze ed ai feudi che loro gare che i cardinali suoi nipoti risplen-
diede, come Castro, Canino, ]\epi, Vav- derono per le più magnanime azioni, ciò
ma, Piacenza, Camerino e altri luoghi. the niosse l'invidia di cui non è inai ret-
Ivi pure narrai che i figli dell'ucciso Pier to il giudizio, e chi siede in allo è invi-
Luigi sposarono, uno la figlia di Cai lo V, diato da molti che sono in basso, senza
l'alilo la figlia d Eurico li re di Francia; riflettere che il nascer grande è ventura,
cjuali dispiaceri per Parma [P.) gli die- il farsi è virtù. I nemici della Chiesa al
rono i parenti ingrati, che lo condussero solito sfogarono la loro bile contro la me-
al sepolcro, e quali parole di pentimen- moria di sì illustre Pontefice, cui fecero
to pronunziasse. Op[)resso il Pontefice vergognoso eco i sudditi malconlenli;
dall età, dalle fatiche solVerle perla Chie- ma il senno e la sperieuza di mali mag-
sa, per l'indicato motivo fu colpito da ga- giori che jiatirono, fecero nascere bea
gliarda febbre, e morì a' 10 novembre presto in tulli gli animi desiderio di lui,
1 549, d'anni 8 i , mesi 8, giorni 10,0 82 candjiando il biasimo in pentimento e
e quasi 9 mesi, e di pontificato anni ]5 venerazione, come di tale, che menle e
e giorni 28, dopo aver promulgato \'y4n- cuore all' idla dignità conformi recò e

110 santo X[f\), [)er cui in due medaglie mantenne. Fu di mezzana statura, di bre-
è rappresentalo in atlo di aprire la [tor- ve capo, occhi scintillanli lungo naso, ,

ta santa, quantunque non l'aprì. Essen- maestosa barba, labbra alquanto emi-
do la sua morte accaduta in un palazzo nenti, robusto di forze e un po' gibboso.
al Quirinale, fu senza pompa dai suoi do- Dettò alcuni poemi, illustrò l'epistole di
incblici trasportalo alla basilica Vatica- Cicerone ad Allico, ed olire le sue costi-
na, ove venne poi tumulato in sontuoso tuzioni, sono lodale le Carlo V,
lettere a
deposito che descrissi nel voi. XII, p. 2<)8, a Francesco I, a iS'ausea, ad Erasmo, ai
e al citalo articolo Farnese, ove lammeu- cardinali Sadolcto e Cortesi, e ad altri.
lai l'opera cui Io lodarono il cardinal Qui- Nella zecca pontificia abbiamo 7 conii di
iini e r Amaseo; altri encomii si leggo- medaglie per lui battute, inmemoria
no in Panvinio, l'ila di Paolo III; in degli abbellimenti di PiOina, di aver cu-
Paolo Manuzio nella prefazione al cardi- rato l'abbondanza, del palazzo Farnese,
nal Farnese; ed in Gio. della Casa, nella per gli aiuti dati ai veneti onde fu libe-
1 ila di Bembo maligne : falsità scrissero rata Corfù dall'assedio de' turchi, e cogli
Occhino, A ergerlo, Baleo, Slei-
gli eretici stemmi Farnesiani. .Vacò la sede apo-
dano La morte di Paolo 111 tras-
e altri. stolica due mesi e ?.8 giorni.
ic le lagrime di tutti cristiani, che lo ri- i PAOLO lY, Papa CCXXXIII. Giam-
conoscevano per uno de'più insigni Pon- pietro Carafd napoletano, di nobilissima
lelìci. Pel zelo the avca di beu regolare famiglia, nac(|ue a' 28 giugno \^r'ò da
i costumi e di esaminale la verità, era Giannantonio conte di Alatalona e da
solito tener presenle alla sua tavola ec- A itloria Camponesca aquilana, nella ter-
cellenti filosofi e teologi, a'quali soinn)i- ra di s. Angelo della Scala piuttosto in
nistrava l'aigomcnto per discorrere. E Capriglia baronia di s. Angelo, vicino a
vero, che uou ci a mollo amalo dui suoi Bcucvculo, ucl Principato Citeriore del
i:;..8 PAO PAO
legno di Napoli. La matlic ossfiulo di hii repiPtisiljlle condolla, onde si fece aiii;»-
giavidii si recò a flJonlc Icri^int: per con- re aiiclie da chi odiava la virili : il cielo
sacrarlo alla IVIadrc di Dio, (juaiido ca- lavori vita si lodevole con prodigioso av-
valcando per quelle alpestri inoiilagne, veiiiineiito, per conlermarlo in essaenel
un romiloi'avvisò di camminare più pò- timore di Dio e preservarlo dalle lusin-
salamenle e custodire con rispetto mag- glie della corte e del secolo. Era solilo
giore chi avea in seno, che col tempo Alessandro VI tenere la s. Eucaristia in
dovea essere Papa. Tanta impressionele- una scatola (in una pisside l'usava nella
ce questa predizione in Vittoria, che lor- sua deportax.ione Pio /^/, /^fJi) o palla
nata a casa narrò che teneva in grembo d'oro, e portarla seco di nascosto. Tro-
un Pontefice. Nato il bambino Ili alle- vandosi senza questo conforto a solenne
vato alla pietà, ma non è vero che ve- convito negli orti del cardinal Castel-
sii l'abito de' ilomenicani, che solo he- leiisc, arbitro de'suoi affari, die la chia-
quenlava come vicini alla casa paterna, ve di sua camera a Giampietro perchè
jiè che si fece monaco benedettino in s. sul tavolino presa la scatola prontamen-
Severino di Napoli: bensli volea abbrac- le gliela recasse, senza dirgli del conte-
ciare l'islitulo degli eremiti camaldolesi, unto, forse avendo timoie d'incorrere in
ma Paolo Giustiniani superiore e suo alcun pericolo. Entralo Giampietro nel-
grande amico non volle accettarlo. Si ap- la pontifìcia stanza, rimase sopralfatlo
plico con felice successo allo studio delle della lucesfavillanleclie usciva dalla palla,
sacre e belle lettere e di 6 lingue, peri- e vide in visione il l'apa morto per ter-
lissimo principalmente della latina , e- ra e i cardinali in atto di procedere al-
Jjiaica e greca, nelle quali fece tanto l'elezione del successore. Caduto al suo-
progresso, che quando per Leone X sog- lo per ispavento, semivivo lo raccolsero

giornava in Venezia, procurò convertire i domestici palatini, quando altri sbigot-

i greci egli ebrei, o meglio quando visi liti recavano in falli il Pontefice mori-
lilirò. In occasione che Alfonso li nel bondo per quanto narrai alla sua biogra-
i4f)4 riandò a Roma l'arcivescovo di fia, e poco dopo finì di vivere. Giulio li

Napoli Alessandro Carafa per trarre A- per cessione del cardinal Oliviero nel
lessandro VI in lega con lui e invocar i5o4 o i5o5 lo costrinse ad accettare
altre grazie, il prelato condusse seco il l'arcivescovato di Cliieti, mentr'egli da-
iiipote Giampietro e lo aftidò alla cura va opera all'incremento àeWospedale di
dell'altroziocardinal Oliviero Carafa, che s. Giacomo, e ue\ i 5o6 lo mandò in In-

caldamente raccomandò al Pontefice e


lo ghilterra collettore del denaro di s. Pie-
jiteiuie seco ad apprender ottima scuo- irò, indi nunzio in Napoli a Ferdinando
la. Scorgendo il cardinale la gravità di V che da Spagna recavasi a prenderne
costumi, l'ingegno stiaordinario del ni- onde complimentarlo in suo no-
possesso,
pote e il suo amore per lo studio, gli ot- me comeesegu\ con tal decoro che sem-
,

ienne in età di 20 anni un vescovato, il brava egli slesso esseie il Papa. Piestò
quale non volle accettare, ma procurò presso il re, ed anco col successore Car-
die fosse conferito al suo maestro. Verso lo V che lo fece consigliere segreto e cap-
ii i5oo Alessandro VI lo fece camerie- pellano maggiore, forse quando si re-
re segreto, gli conferì diversi benefizi, co a Madrid. Nel i5i3 portandosi al
tra'quali canonico primicerio della chie- concilio Lateranense, coJ segno della ero-
sa diNapoli e canonico retloredella chic- ce e gettando nelle fiamme vn\ Agnus
sa di s. Ilaria a Secula. Quantunque si Dei benedetto, estinse l'incendio che sta-
trovasse in una corte corrotta e ben prov- va per rovinare il castello di Popoli. I\Iol-
veduto, conservò illibalo coulcguo e ir- lo faticò nel concilio, e prima della 8.
r A () PAO 129
sessione Leone X 1' incaricò della nun- vogliono di s. Pancrazio o di s. Sisto, e
ziahira d'Ingiriheria, ove si Iraltenne 3 gli restituì la chiesa di Chicti ; indi pas-
anni bene accollo dalie. Nel i5i5 pas- sò al titolo di Maria
s. in Trastevere. In
sò alla nnnziatina di Spagna con Ferdi- processo di tempo fu fitto arcivescovo

nando V, per invitarlo alla lega coiUro di Napoli V . (che da Papa ritenne sino
il turco, essendosi prima Irallenulo in al 37 e beneficò), e vescovo di Al-
ili

Erus^ielles per trattare allari importanti bano, Sabina, Frascati, e di Ostia e Vel-
con Margherita d' Anstiia governatrice letri, divenuto decano del sacro collegio.
delie Fiandre. IMolte furono le distin- Fu nominato protettore di Germania,
zioni usategli dal re, e Carlo V Io no- Ungheria Girolamo;
e degli eremili di s.

minò all' arcivescovalo di Brindisi nel prefetto del s. Tren-


ofrizio,del concilio di

I 5i f). Adriano VI die ne conobbe le sin- to e della congregazione per la riforma


golari virtù in Ispogiia, lo chiamò alla della penitenzieria, e visitatore apostoli-
riforma della coite e pel ristabilimento co di Roma. Questi è quel venerando
della disciplina del clero, come dissi nel personaggio, che vedremo tanto oltrag-
\ol. XXlll, p. 60; indi al successore giato e peggio d'un Giuda, e che fu Se-
Clemente VII nel i524 rinunziò due i gno delle più empie calunnie! Interven-
arcivescovati, si ritirò a menar vita so- ne ai conclavi di Giulio III e Marcello
litaria, e distribuito quanto avea a'pove- II, nel quale a' 1 5 maggio i^ìiS entraro-
ri, fondò con s. Gaetano Teatini (f-), i no 45 cardinali, e siccome Carlo V vo-
così detti dal vocabolo 1 itino di Chicli, leva escluso il cardinal Carafa ,
questi
Thcale, facendone i voti solenni nella pronunziò quelle magnanime parole che
basilica Vaticana nel i525. Mentre am- riportai a Esclusiva (ove feci menzione
bedue abitavano una piccola casa al Mon- della bolla che poi emanò contro gli am-
te Pincio, onde darsi più Ìd)eramente al- biziosi del pontificato). I sacri elettori

l'orazione e alla penitenza, Roma fu bar- in principio erano divisi ne'pareri: quei
baramente saccheggiata dall'infame eser- eh' erano propensi a dello imperatore,
cito di Carlo V, per cui furono co'com- procuravano che l'elezione cadesse sui
pagni empiamente maltrattati e carcera- cardinali Carpi, Polo, IMoroni o Pozzi,
ti. Non senza prodigio Giampietro potè ma ripugnavano a ciascuno gli aderen-
fuggire a Verona, indi ritirarsi a Vene- ti di Francia. A togliere la dilferenza, i

zia,ove co'suoi religiosi condusse vita a- cardinali Alessandro Farnese e d' Esle
postolica, e diligendo nello spiritos. Gi- proposero Carafa, che restò eletto al mo-
rolamo Miani o Emiliani nella carità che do detto nel voi. XXI, p. 2 iq, reni tenie
questi aveva pegli orfani e poveri. Ri- e d'anni 79, a'23 maggio, giorno dell'A-
chiamato a Roma
da Paolo IH, che vo- scensione. Prese il nome di Paolo IV per
lea usare del suo consiglio e del suo spi- la divozione a s. Paolo e in memoria di
rito nella riforma della discijilina e nel- Paolo 111 e dei Farnesi suoi benefattori.
la celebrazione del concilio generale, se A'2(S fu coronato dal cardinal Pisani sui
ne scusò con modesta coslaiiza; ma re- gradini della basilica Vaticana, e fece im-
plicando il Papa per la terza volta l'in- bandire un sontuosissimo banchetto ai
vito, fu costrettoobbedire per non op- cardinali, ai duchi di Ferrara e di Ur-
porsi ulteriormente alla volontà di Dio bino e agli ambasciatori, non ricordan-
maiiiitstata pel suo vicario, il quale Io dosi alcuno di aver mai veduto tanta ma-
costrinse a'9,2 dicembre 1 53f) ad accetta- gnificenza in questa funzione; indi a' 28
re il cardinalato, con quella ripugnanza ollobre i5vìi prese possesso in lettiga e
che notai nel voi. V, p. lyS. Gli conferì con molta solennità della basilica Lale-
per titolo la chiesa di s. Clemente, altri ranensc, ritornando dalla quale nacijue
VOL. LI.
9
1 3o rA o PAO
toiilesa fra Papirio Capizucchi rotnan' Dipoi per quanto accennai nel voi. XV, p.
dante delle milizie e caporioni, da 'qua- i 220, sostenne la guerra della Campagna
li leslò perlina picca feiilo nella coscia. di Pioma contro Filippo 11 redi Spagna,
Di quali personagfji dotti si circondò, co- avendo in Ca^'e (^F.) luogo la pace: di
me volle essere trattalo esternamente, essa parlai in piìi luoghi, come a Caraf-
<]uaiilo alla dignità di Papa e sovrano, fa FAMIGLIA, a Milizia, B Francia, a Gr-
da quali famigliari fu servito e come li NA7ZAN0, ed altre terre circostanti a Ro-
trattò con riguardo, lo descrissi nei voi. ma, nonché a Colonna famiglia che spo-
XXIII, p. 6i, G4, 66, e XLl, p. 2^8. gliò di Paliaiìo {F.), e altri feudi che die
Considerando poiché l'austerilà con cui a'propri parenti. Il duca d'Alba coman-
era vissuto, avea cagionato nella mag- dante dell'esercito regio, ebbe in dono
gior paite de' lomani gran timore del la rosa d' oro. Vedasi il Piuscelli, Della
luo governo, per dileguare siffatto con- guerra della Campagna di Roma e del
cetto, subitosi mostrò loro liberale e ma- regno di Napoli,nel ponlifìealo di Pao-
gnifico: li colmò di beiieficii, confermò lo ir, Venezia i56o. Pubblicò saluta-

loro gli antichi privilegi e quelli concessi re bolla sui beiiefìzii; istituì la Congre-
dai predecessori, li arricchì di grazie, am- gazione del terrore degli ìijjìziali di Ro-
pliò raulorilàde'conservatori e senatore, ma (P.), da lui presieduta per rendere
dichiarò prefetto di Pioma il duca d'Ur- giustizia a lutti. Rinunziando 1' impe-
bino, e rimovendo il cardinal d'Este dal ro Carlo V, gli successe il fratello Fer-
governo di Ti voli, questa città donò a Ro- dinando 1 senza l'approvazione pontifi-
ma. Divenuto di essa la delizia, per grati- cia, e Paolo IV energicamente protestò,
tudine romani gli eressero una statua in
i di che trattai nel voi. XXIX, p. 162.
Canqiidoglio dopo l'espulsione de'nipoti, Eresse in arcivescovato Goa, ed in vesco-

scolpila in marmo dal celebre Pirro Ligo- vati Malacca e Cochina o Goccino, ed
1 io, il quale con un trattato celebrò le sue altri. Nella Fiandra e Paesi Bassi {F.)

beneficenze, frale quali è da notarsi che i istiluì i4 vescovati, ed eresse in metro-

Godo scudi che riceveva mensilmentedal- poliUtrecht e Cambray. Confermò e


la dateria, egli li distribuiva alle famiglie ampliò contro l'eresia la Congregazione
povere e virtuose. I romani senza stipen- dell' in(jnisizione [F.), cui attribuì quel-
dioformaronsi inguardia peimanentedel le carceri che descrissi nel voi. IX, p.
corpo, per vegliare alla custodia del sovra- 2G8, con grave dispiacere de'romani.
no ; furono insigniti in numero di 120 Per accrescere il culto divino e la mae-
dell'ordine equestre (dello speron d'oro stà nelle cose sacre molto si affaticò Pao-
secondo Angeli), e da essi ebbero origi- lo IV. Fu egli autore del pieconio ne'
ne le Lande spezzale (F.), (nel medio concistori j e della professione di lède
evo le lande spezzate, ossia quelli che a- che fanno i vescovi nel possesso delle
veano questo nome, si dedicavano alla vo- diocesi, e proibì che i vescovi religiosi,
lontà de'loro signori per la vita e per la rinunziato il vescovato, potessero eserci-
morte nelle piìi rischiate fazioni). Eres- tare uflizi nel loro ordine. Obbligò gli

se V Irlanda (/ .) in regno, procurò ri- ordinari a risiedere nelle diocesi, ed i

stabilire il catolicismo in Inghilterra, e religiosi adimorare ne' monasteri. Con-


prese ligorose priiwidenze sugli Ebrei dannò libri empi ed eretici, facendone
i

(/'.). Spedì in Polonia Lippumano ve- stampare l'indice; punì bestemmiatori e i

scovo di Verona, per impedue la propa- le meretrici ; l\\ zelante della riforma de-
gazione dell'eresia penetratavi. Quindi si gli ecclesiastici. Rinnovò la festa della Cat-
unì ad Enrico 11 re di Francia, contro tedra di s. Pietro (/'•). Istituì la solennità
gli spagnuoli che devastavano l' Italia. con cui il Papa si porta alla Cappella del-
PAO PAO 1 3 f

t Annunziala, la Cappella cardinalizia lavia con zelo nei governo della Chiesa e
di s. Tommaso d' Acpiino e confcrinò hi dello stato. Chiamò a sé i cardinali e lo-
Cappella dell'Assunta nelle cappelle se- : ro raccomandò il tribunale dell'inquisi-
grete volle che ardesse cera invece d'o- zione; indi vicino a morire voleva ve-
lio, così all'aliale di s. Pietro per la fe- dicendo con Vespasiano, non con-
stirsi,

sta ; ordinò le tende per la processiono venire al principe morire in letto, ma


del Corpus Domini j istituì le prediche oppresso dal male non potè levarsi e mo-
nel palazzo apostolico, forse per la qua- rì a' i5 o 18 agosto j5g, venerdì, a «

resima e avvento. A Palazzo Vaticano ?, I Ola, d'anni 83, mesi i e giorni 20, e
notai quanto vi fece. Statuì di rito dop- di pontificato 4 y""i, 2 mesi e^y giorni,
pio la festa di s. Domenico, il cui ordi- (lupo aver in 4 promozioni creato 9 car- 1

ne e il francescano beneficò, così quello dinali, fra 'quali s. Pio V. Di Giovanni


dei teatini cui concesse due palle nella da Sessa suo amico e medico che ricusò
mes.sa; e in Barcellona e Portogallo per- il cardinalato, dicendo de'suoi medici,
mise i culti di s. Raimondo e di s. Eli- parlai nel voi. XLIV, p. i32. Fu sepol-
sabetta. Ridusse r udìzio divino breve a to nel Vaticano con Orazione e lodato
Brei'iario (/'.). Punì seveiamente Osio funebre. Le sue belle qualità non gli po-
segretario de HJemoriali [f^ .). Rivocò al- terono conservare l'amore del popolo ro-
cuni legati nelle provincie e vi sostituì per mano, che fomentato dai segreti e po-
njinore spesa i prelati governatori. Più tenti nemici, infuriato coì'se empiamen-
de'predecessoii fu benevolo co caidinali, te cogli ebrei a spezzarne la statua, stra-
che udiva volonlicri e tratteneva seco a scinandola 3 giorni per la città e gillau-
desinare,e in un giornodi carnevale tut- (Ione la testa nel Tevere, dopo averla un
ti; ed introdusse nel sacro collegio la co- ebreo coperta colla berretta gialla, in ven-
spicua carica di Vicario di Roma. Il car- detta d'avergli imposto riprendere quel
dinal Medici che gli successe col nome di segno, donde alcune pie persone la ri-
Pio IV (/'.), dovendosi portare ai bagni cavarono: distrusse le armi e monu- i

di Lucca per informità, lo fece visitare menti della famiglia Carafa, abbruciò la
in suo nome dal cardinal Alfonso Cara- casa e carcere dell'inquisizione, facendo-
fa e consegnargli mille scudi pel viaggio. ne uscire i prigioni, indispettiti dell'au-
I cardinali Carpi, Pacecco, Savelli, No- torità aumentata al tribunale. Questo in-
bili e altri ornati di probità di costumi, solente e iniquo oltraggio volle punire il

godettero distintamente la sua grazia. Ad successore Pio V, e solo perdonò ad istan-


i

AxN>"o.\.\ dissi come due volte liberò Ro- za del cardinal Carlo e del sacro collegio,
ma dalla carestia. Elevò al cardinalato e obbligando però il senato romano ad e-
ad altre dignità i suoi nipoti, ma poi so- spiare .sì gran reato, a risarcire danni i

spettando di loro rea condotta, il suo a- cagionati all'inquisizione, e ad assistere


more cominciò a ralFieddarsi. Discoperti ogni anno a' 7 gennaio in forma pub-
1

i loro abusi, con magnanimo eroismo li blica alla messa cantata nella Chiesa di
spogliò delle cariche ed esiliò da R.oma, s. Eustachio, poi commutalocun l'annua
in un al cardinal Carlo soprintendente ollerla di un calice d'argento e 4 torcie
di tutti gli alFari : tutto dettagliatamen- di cera alla Chiesa dis. Maria sopra Mi-
te Caraffa fa.miglia. Pieno
raccontai a ner\'a, da Paolo IV elevata a titolo car-
di gaudio vedendosi sciolto dai legami dinalizio e Conferito al cardinal Ghislie-
del nepolibmo, trovandosi oppresso dal- ri. Successo (piesli a Pio 1\' col nome di
le giavi cuie, dui domestici dispiaceri e s. Pio V,fei;e trasportare le ceneri in det-
dall'età, passati tre mesi a:nm.ilò:<i d'i- ta chiesa, ed in riparazione del mal fat-
dropisia il 1." maggio, conliuuaudo lut- to, a spese del popolo romano gli fece e-
ila PAO PAO
rigere quel magnifico deposito di mar- elle in esso osservasse il dlglimo per tre
ino, descritto nel voi. XII, p. i43, colla giorni della settimana, con che die buon
spesa di 6,oao scudi, con sua iscrizione esetn[»io in li'uqio che il digiuno poco si

che lo dichiara ai posteri: Pontefice elo- osservava. Ilgli adunque si rese rispetta-
quente, dotto, innocente, liberale^, d'ani- bile pel suo zcloj carila e regolarità di
nio grande, integerrimo, vendicatore dei vita, ma scrive il p. Berlhier nella Storia

vizi e propagatore acerrimo delia catto- Gallicana, ingannato per lungo leuìpo
lica felle. Oitie a ciò s. Pio Y stabdì che dai parenti, in>pegnato perciò in cattivi
ogni anno nell'anniversario di sua morte alfiui, troppo pronto e impetuoso ne'con-
si celebrasse nella stessa chiesa cappella sigli, rese nel suo pontificato poco utili
cardinalizia dalla congregazione dell'in- i SUOI distinti talenti e rare viriti. Di que-
quisizione, assegnandone le rendite, co- ste fanno lungo dettaglio gli storici dei
me notai nel voi. IX, p. 127. Dipoi Cle- Papié particolarmente quelli che ne scris-
mente Vili fece rialzare la statua di Pao- sero la vita. Tra questi sono Camajo-
lo IV sopra un piedistallo, in cui fece lo, Castaldo, Antonio Caracciolo : De vi-
incidere questa iscrizione: Paulo If"^ P. /^, Coloniae Ubioruni 1612
ta Palili ;

AI. sceltnuii iiiìdìci integerrimo, catholi- Bartolomeo Carrara, sotto nome ana- il

cae fiiìei acerrimo propugnatori. grammatico di Carlo Bromato da Era-


Era Paolo IV di statura grande, di vol- no Storia di Paolo IP', Piavenna 74^,
: 1

to macilente, di aspetto austero, d'occhi scritta con molta diffusione, critica e di-

infossati ma vivi, di naso corto, di barba ligenza; e Francesco Magio : De ss. Pon-
rada e di corpo gracile, ma sano a segno tifìcis Palili IP' inciilpata vita, disquisì-
tale che fino all'ulliaia malattia non si tionts hisloricae. Di Paolo IV nella zecca
era mai servilo dell'opera de'medici, non pontificia abbiamo 7 coniidi medaglie per
ostante che nelle qualità del vitto fosse lui battute, celebranti diversi suoi fasti,

stato poco riservato. La sua voce era gra- la pace con Filippo II, i provvedimenti
ve e i suoi gesti dichiaravano la sua mo- per gli ebrei, la venerazione alla casa di
destia e la sua dignità. Il suo tempera- Dio.A Caraffa famiglia poi e ne' voi.
mento e il suo ardente ingegno lo incli- XXXII, p. 42, XLI, p. 258, XLIV, p.
nava all'iracondia, ma
rende- la virtìi lo 87, riportai le severità colle quali Pio
va piacevole. Per dire qualche cosa del IV trattò i parenti di Paolo IV, per cui
tenore di sua vita, sempre osservato fi- il cardinal Carlo fu strangolato, il duca
no dai primi suoi anni, ne'quali incomin- di Paliano decapitato, il cardinal Alfon-
ciò ad avvezzar il suo corpo con rigorose so multalo, ciò che celebrò con meda-
penitenze, e nel tratiare non die mai oc- glia ; ma riveduti rigorosamente i pro-
casione di offendere le orecchie altrui con cessi {.Va s. Pio Ve dal sacro collegio, fu-
parole che non fossero regolate dalla mo- rono dichiarale ingiuste tali sentenze ,
destia epiù savia compostezza, li suo vit- perciò troncatoil capo a Pallantieri go-

to appena gli poteva mantenere la vita. vernatore di Roma, reintegrati Caiaffi i

IVel pontificato la sua tavola era imban- degli onori e benefizi, colmando di gra-
dita quasi sempie di 20 piatii, ma que- zie e rendite i perseguitati famigliari e
sta magnificenza riguardava piìi il deco- ministri di Paolo IV. Del quale abbia-
ro del grado che il suo piacere, mentre mo ; Z)e symholo ; De emendanda ec-
appena prendeva il necessario per nutrir- clesia ad Pauluni IIIj Eegulae theali-
si. Usava assai poco del vino, e questo noritm. \acò
la s. Sede 4 mesi e io giorni.

del più comune di Tei racina. Spesse vol- PAOLO


V, Papa CCXLllI. Camillo
te digiunava fuori ilell'avvenlo, nel qua- Borghese nacque in Roma nobilmente
le si asteneva sempre dalla carne , ben- a' 7 settembre
I 55?., da Marcantonio ce- 1
PAO PAO 1 33
lebre giureconsulto e da Flaminia A- il. lo in conclave, mentre i cardinali re-
stalli dama romana. Con ottima indole, cavansi in cMpjìclla per adorare il cardi-
ebbe dai più verdi anni inclinazione al- nal Toschi, il cardinal Raronio protestò
le lettere, alla pietà e alle più belle vir- che non ne sarebbe utile l'elezione, on-
tù ; inanteiuie il candore de'suoi costu- de colleghi in numero di 82 si volta-
i

mi iilibiito per tutta la vita, come il te- rono in favore ilei Baronie stesso, il qua-
nero alfetto verso la Beala Vergine, tut- le energicamente li dissuase, persuaden-

ti preludi della sua futura grandezza. doli in favore del cardinal Bellarmino
Compiti con successo gli studi, in Peru- gesuita, che però con vigorosa efllca-
gia la filosofìa, in Padova il diritto, re- cia si sottrasse dal pontificato. Pertanto
stituitosi in Roma, trascorse rapidamen- furono proposti i cardinali ArlgonieBor-
te la carriera degli onori edignità eccle- ghese, e questo dui cardinoli Montallo e
siasliclie. Ammesso dapprima tra gli av- Aldobraiidini, cui accostatisi i cardinali
vocati concistoriali, indi negli abbrevia- (rancesi e prontamente la maggior par-
tori e referendari d'ambo le segnature, te degli elettori, il Borghese fu acclama-
divenne vicario delia basilica di s. Ma- to Pa|)a la sera de' 16 maggio, d'anni
ria Maggiore. Nel i588 Sisto V Io fece 53, al modo detto a CEr.i,.\ oel concla-
vicelcgato di Uologna, che governò con ve, e ailoiato. Non essendosi in conclave
lode di rara prudenza in tempi dilììcili. mai parlalo di lui, nella mattina seguen-
Gregorio W\ lo sostituì al defunto fra- te alla 3.^ adorazione in s. Pietro molti
tello uditore di camera, carica che fini- diibilavario di sua elezione, alriferire del
se con mollo decoro, integrità e giusti- eeleljie Adriano Politi suosegretario, an-
zia, onde Clemente Vili determinò d'in- che per la sua fresca età, dimostrando
' caricarlo della nunziatura straordinaria appena \o anni : conosciutasi la sua e-
a Fili()po Spagna, con fiicollà di
11 re di .«;altazioiie, universali furono le allegrez-
legiilo a lalcrc, uelhi quale si diportò con ze per la riputazione che godeva. A '29,
tal valore, che poco dopo il suo ritorno giorno coronato col no-
di Pentecoste, fu
a'5 giugno 5g6 lo creò cardinale prete
I me di Paolo V, ed a'6 novembre congran
di s. Lusebio , titolo che permutò con pompa si recò a cavallo alla basilica La-
quello de'ss. Gio. e Paolo, poi di s. Gri- anen-e pel possesso. Pubblicato il giù-
ici

sogono. Nel 59- lo fece vescovo di Jesi


i bilfo pernii felice governo, ordinò ai ve-
che dopo due anni linuiiziò, e nel i6o3 scovi dimoranti in Roma di ritornare al
lo nominò vicario di ftoma e protettore governo delle diocesi, astenendosi nei pri-
di Scozia. Essendo della congregazione mi momenti di concederegrazie, onde far-
del s. offizio, ebl;e col cardinal Slòndra- lo maturamente. A Congregazione de au-

ti commissione nell'anno santo 1600


la X11.11S e a Molina, dissi che permise soste-

di procurare la conversione degli eretici nere la propria sentenza sulla grazia ai


che recavansi a Roma, onde nel solo me- domenicani ed ai gesuiti, ai quali ultimi
se di luglio 5o abiurarono gli errori , alìidò il collegio scozzese.
istruiti nelle verità cattoliche, venendo ve- Un' aspra dilfereiiza colla repubblica
nerato qua! futuro Papa : ne fu presagio di N'enezia, cominciò a rendere rimar-
quanto dissi parlando di lui e dell'arme chevole il suo goveriiojdue punti ne fu-
a Borghese famiglia, la quale arme al rono la cagione. Il primo perchè nel 606 1

dii di Bzovicj fu meritata dagli antena- furono calcerà ti senza pontificio permes-
ti [)er quanto avevano faticato contro i so .Scipione Saraceni o Sanazino canoni-
ghibellini, ^cv Ci\\ con la loro aquila, eb- co di Vicenza, e Brandolino Valmarino
l)ero drago de* guelfi. Per morte di
il o conte Brandolin Val rie Marino di P'or-
Leone XI, agli 8 maggio 160 5 entra- lì abbate di Narvesa Ncveza, accusati al
,

1 34 P A O P AG
cnniiglio de' dieci di gravi dclilli. L'sil- p! e fr. Fulgenzio suo emulo, che fiar-
tio fu per due
fmanati d;d seii;i-
decreti licolarmenfe si distinsero in inveiti ve con-
to entello del io gennaio iGo3 vietò
: ti o la corte pontificia, a favore della (jua-
scilo rigorose pene fondar ospedali, mo- Ic si resero chiari i cardinali Baronio e
nasteri, congregazioni religiose, chiese e Ijeilarmino. Vedasi Fagnani : De /usti-
confraternite senza l'autorità del sena- fin et i'nliditalc censurai uni Paitluin T^
to; l'altro del i6 marzo i6o5 proibì in P. M. in reinpuhlicain Fcndain ^Womae
tnlli gli stali e liioglii della repubblica, i()07. Islovia dell' interdc'lto e cose pas-
come avea fallo nel i53(ì per Venezia sate fra Paolo Ve la repubblica di Ve-
e suo ducato, che a titolo di testamen- nezia, Mirandola i6:?4' i"tto s'incam-
to, vendila o altra causa, si potesse la- minava ad un'aperta guerra fra la repub-
sciar in perpetuo, vendere o alienare i be- blica e la s. Sede, allorché Filippo 111 re

ni immobili degli ecclesiastici per pii^i di di Spagna Papa le truppe che a-


ofìiì al

due anni, né questi li potessero acquista- vea nel milanese, promettendo di ridur-
re senza il consenso del medesimo sena- re i veneti a implorar perdono, mentre
to. Essendo Paolo V acerrimo difensore segretamente li animava a sostenere la
dell'immunità ecclesiastica e vedendo causa comune della sovranità ; ma En-
questa doppiamente conculcata, siccome rico IV re di Francia, sempre di buona
Genova avea di recente piegato in occa- f<'deattaccalo a Peoma, gli olfrì la sua
sione quasi simile, domando pel nimzio mediazione e spedì il cardinal Gioiosa
Orazio Mattel la liberazione dei carce- ambasciatore a Venezia. Questi prima di
rati, la rivocazione de'decreti, e fece gra- [tarlire da Roma, a'22 marzo 1607, ot-
vi lagnanze coll'ambasciatoreiViini. Non tenne da Paolo V piena autorità di as-
desistendo la repubblica dall'operato, ad solvere i veneti dalle censure incorse, di
onta delle ragioni che espose, il Papa ir- levare l'interdetto e di conchnicler la pa-
ritalo da tale resistenza, nel concistoro ce, come si legge nella bulla Ficel illius,

de' 17 aprile 1 606, col voto di 4o cardi- de' 4 aprile, Bull. Eoni. t. 5, par. 3, p.
nali, tranne uno nato suddito veneto, 2 52. Ambo le parti rivocarono le inco-
fece intimare un terribile monitorio in minciate ostilità, consegnandosi al car-
tutto lo stato veneto, con interdello e dinale ai i aprile i due ecclesiastici, e ri-
dichiarazione che se in ^4 giorni non mettendosi in perfetta concordia i dif-
si obbediva, il dose e il senato sarebbe- ferenti partiti. 1 veneziani promisero spe-
ro scomunicali, e dopo 3 giorni incorre- dire un auìl)asciatore straordinario per
rebbero nella slessa pena tutti i sudditi ringraziare il Pontefice di avergli resti-
della rcpubljlica, come in fallilo intimò tuito il suo amore, ma non vollero che
nel concistoro dei i4 maggio. Ma la re- si parlasse d'assoluzione. Paolo V fu lo-
pubblica ordinò sotto pena di perpetuo dalo per aver saggiamente retroceduto
esilio, che ninno obbedisse all'inlercletto. dall'impegno, piultosto che arrischiare e
Qii&l conlegno tennero nunzio ei re- il provocare mali maggiori.
ligiosi lo riportai ne'vol. XXX, p. i25, Paolo V proibì a' cattolici inglesi di
XXXVl, p. 55. Dalle due parli usciro- Giacomo I re d'Inghilterra il
prestar a
no moltissime scriltnre che dichiarava- Giuramento {V.); confermò l'indulgen-
no l'animosità de' due partiti, e come la ze per le quarant" orej ricevette solen-

causade'venelieraqnella de'pri nei pi, que- niambascerie da Etnico IV, dal Giap-
sti per la loro ambizione ne bramavano pone (V.), e dal re di Congo, di che
la vittoria. Nel numero prodigioso di scrit- parlai ne'vol. XII, p. 122, XXVII
tori, i veneziani ebbero olire il giurecon- p 2750 da'patriarchi di Babilonia e Ar-
snltoLeschas«iei-, il famoso fr. Paolo Sar- menia. Terminò la clamorosa questio-
,

PA O PAO 13 7

ne de' Carmelitani (f^.) stili' iiidulj^eii- dronir»! diGinevra^ di Cipro. Deplorò la


ic del Cannine, e represse quella della morte di Enrico IV, e pacificò la Francia
Concezione. Canonizzò s. Francesca Ro- colla Spagna, la qiird pace si pubblicò con
mana (le cui ohlate nel febbraio iS.To gran feste in Iloma. Montato sul trono
nella basilica Valicana collocarono la sua francese Luigi XIII, la buona intelligen-
statua scolpita da Pietro Galli ) ed il , za fu alquanto liubata pel libro de! ve-
cardinal s. Carlo Borromeo; per equi- scovo di Scez Suarez condannato dal par-
pollenza s. Sii vestro Gozzoliiii, e beati- lamento, ma il Papa ottenne la sospen-
ficò Filippo Neri, Ignazio Loiola, Fran- sione del decreto, anzi conseguì che quel-
cesco Saverio, Lodovico Deltiando, Tom- lo di Ilicher fosse censurato cou)e lesivo
maso di Villanova, Pasquale Baylon, alle pontifìcie prerogative. Nel suo zelo
Isidoro agricoltoie^Gioaccliino Piccolo- indefesso, fece rifiorire la religione in
mini, Teresa del Gesù. Concesse il culto di r)uemia. Pviformò i tribunali della curia
martire a s. Alberto vescovo di Liegi, ed romana; comprese Comacchio nella bolla
accrcbbequello di Stanislao Kostka, Lui- in Coena Domini. Per lo splemlida or-
gi Gonzaga, Pio V, Giacomo da Vene- namento di Roma Paolo V prese luogo
zia, Margherita Castellana, Filippo e Pel- fra predecessori che più l'abbellirono
i

legrino serviti. Fece universale la festa sontuosamente, con la massima che il


di s. Casimiro re di Polonia, quella di s. fiibbiicare è una carità pubblica. Di
LbaliloequeUa delle Slimmatedi s. Fran- quanto magnificamente e con animo
cesco ed istituì le feste de'ss. Angeli Cu-
; grande eseguì, ne parlai principalmen-
stodi e di S.Lorenzo Giustiniani. Aumen- te a Chiesa di s. Pietro, a Chiesa di s.

tò r indulgenze delle y chiese, che fre- ìNLaria Maggiore, ove maravi-


nella sua
(juentemente visitava coi cardinali e ve- gliosa cappella eresse uno stupendo mo-
scovi, e v'mtrodusse le processioni e il ri- numento di gratitudine a Clemente Vili
cevervi la comunione. Decretò a tutti i che lo avea creato cardinale a Pauzzo ;

Vescovi dimoranti in curia, la residenza Vaticano, a Palazzo Quirinale, a Fox-


in diocesi. iXon fu minore la cura che tane DI Roma, prendendo il suo nome
diuìostrò pel decoro e accrescimento de- di Paola 1' acqua che v' introdusse ( i
gli ordini religiosi, onde neapprovò mol- repubblicani del 1849 distrussero la fon-
ti, come quelli del Carmelo, che unì a'ss. tana di piazza di Castello); a Biblioteca
Maurizio e Lazzaro ; Domenicani ri-
i Vaticana, ad Arciuvio della s. Sede.
formali di Liuguadocajle Orsolinej quel- Aprì, ampliò e drizzò molte strade del-
li di Nostra Signora, della Fluitazione l'alma città, prima anguste o storte, tra
Oratorio j de' Dottrinari, óe^U Ere-
*ic\ì' le quali quella che dalle quattro fontane
miti camaldolesi di Monte Corona, del conduce a Maria ìMaggiore, l'altra che
s.

cui eremo di Frascati (F.) fu beneme- da porta del Popolo va a Ponte Molle;
rito, come àe Benfratelli, concedendo ai con quelle del Trastevere rese vantag-
Cistcrciensi fare gli /4gnus Dei. Ordinò gio alla regione. Aumentò il monastero
ai regolari l'insegnamento delle lingue e- delle meretrici convertite, eresse un pre-
braica, araba, greca e latina; confermò zioso altare nella Chiesadis. Agnese fuo-
la congregazione dei preti della chiesa ri le mura, migliorò il porto di Fano, e
di s. Lorenzo in Dnmaso. Pei cistercieii- fecedi più a quellodi Civitavecchia; com-
sidi Spagna stabilì un vicario generale. pì la fortezza di Ferrara, rese più age-
Esortò Filippo HI percliè nell'Olanda vole la navigazione del Tevere^e rifab-
fosse libero l'esercizio del culto cattolico, bricò il ponte di Ceprano, pel cjuale fu
e da lui ottenne dal regno l'espulsione battuta un> medaglia, e ne diseccò le
de mori. Eccitò il duca di Savoia a iinpa- paludi, al dire di Novaes. Lungo assai sa-
5

i36 PAO PAO


relibese tiiUe le opere niaqninL-liecli Pao- con singolare raccoglimento la messa ,

lo V si volessero rei^i>>trare , facendone quindi accresciuto nella notte il male,


parola a'ioio luoghi, e le iscrizioni e ar- a' 28 colpito da leggiero letargo sul
mi sue che s'incontrano por lloma e al- tramontar del sole, dopo il ricevimento
trove ne sono lestinionio. Ad onta di ciò, de'sagramenti, pronunziata la professio-

accrebbe il tesoro pontificio di 900,000 ne di fede, ad ore 2 3 rese il suo spirito


scudi; il Cancellieri nelle Dissert. eptslo- al Creatore, d'anni 69 non compiti, e di
lari, p. ig4, dice che ripose più milioni pontificato I j, mesi 8 e giorni i3. Se-
d oro in Castel s. Angelo, e che avendo polto nel Vaticano, quando nel 1622 ai

rinchiuse un muro 4<JO,ooo doppie


in 3o gennaio fu aperta la tondja si trovò
d'oro per qualche suo disegno, il mura- incorrotto il cadaveie, indi il nipote ce-
tore Io rivelò al successore. Narra il dia- lebre cardinal Borghese con maestosa
rista Gigli che Paolo V nel 161
, pel 1 pompa lo fece trasportare alla suddetta
i.° fece battere mezzi baiocchi di rame.
i sua cappella, ove nel 1." febbraio si ce-
S'interpose felicemente nelle iliscordie lebrò solenne funerale con 3 j cardinali
insorte fra il duca di Savoia e il govei na- e gran niiuìero di prelati, e venne tumu
toredi Milano, non che nella guerra della lato nel bellissimo deposito (descritto nel
Valtellina, sostenuta dai cattolici contro voi. XII, p. 12 3) che vivente colla cap-
i protetti eretici : altrettanto praticò tra pella erasi edificato, ivi ponendogli il car-
ilducadi Savoia e quello di /I/rt/^Zoi-rz, al dinale lungo epitalllodi lode. Vedasi, Drc-
qualeannullò il matrimonio percontrar- l'e racconto della trasportazione del cor-
iie alilo, al modo detto a Dispenseceledui. po di Papa Paolo f, dalla basilica di
Avendo Paolo V accordato facoltà al mar- s. Pietro a quella di s. Maria Maggio-

chese Enzio Bentivo"lio di esesruir l'a- re, con l'orazione recitata nelle sue e.ve-

sciugamento delle paludi fra fiumi Po e quic e alcuni versi posti nell'apparato (e

Tartaro nel ferrarese ebbe origine il , con rami), Roma 1623. Maestosa e piìi

Luogo di jMoiite Benlivoglio, di che par- che ordinaria era la sua statura, ma più
lai a /^»Ojg/z/ <:///)/o/z^/(/^.), in un a quan- mirabili le virtù di cui fu adorno: la [)u-
to Papa fece per essi e dell'istituzione
il rità esteriore indicava l'interior candore
del Monte Farina. Eresse il banco del- dell'animo, onde molti dicono esser mor-
V Ospedale di s. Spirilo (P\) ampliò la ; to vergine. Ammiravasi in lui pietà e ze-
giurisdizione della congregazione del lo grande della religione e del bene co-
buon governo, riformando il rituale ro- mune, somma prudenza e arte nel ma-
mano, e concedendo privilegi agliabbre- neggio degli affari ; insigne verità nella
viatori. A G^rMANiA e Palatino dissi condotta, rigorosa giustizia control per-
quanto Paolo V aiutò l'imperatore con- turbatori della pubblica tranquillità, ma-
tro gli eretici, anche con lìlilizie [P^.), ove niere alFabilissime; liberale con tutti, mas-
feci parola dell' interposizione praticata sime co'poveri,a'quali dispensò colle ma-
coi veneti e l'arciduca d'Austria. A Cixa ni un milione e mezzo di scudi d'oro, ol-
narrai le concessioni del zelante Ponte- tre a 800,000 scudi che impiegò nel-
fice. In IO promozioni creò 60 cardina- l'abbondanza dell'annona, per la quale
li, fra' quali tre parenti, ed i successori giunse ad aprire forni per suo conto, ol-
Gregorio XV
e Urbano Vili. Finalmen- tre gli stabili soccorsi che diede ai cattoli-

te in mezzo alle gravi cure del papato, ci perseguitati, principalmente d'Inghil-


presago della vicina morte, visitate de- terra. Per l'incrementoe gloria di s. Chie-
votamente le chiese di s. Sebastiano, di sa riempì di missionari le Indie, ed isti-
s. Agnese e di s. Alaria IMagglore, a'24 Im diversi vescovati, tra'quali nel 160
gennaio iGì i per l'ultima volta celebrò s. Croce, nel i6o6 Meiiapor, nel 1G20
PAO PAO i37
Pnrangoer>iieiiosAircs, piomovendo nel tiniie tra il pontificato di Paolo V, et di

1609 atl arcivescovato l'Iata. Restaura- (jicgoiio XV, era piìi infastidito di 29
tore clell.i disciplina ecclesia>tica, curò la mesi di papato di questo, che già n(jn fu-
felicità del cristianesimo. Oj'nisriorno of- rono di (|uasi 1 G anni di quello. " Nella
(riva il sacrifizio, premessa la confessio- zecca pontifìcia vi sono 10 conii di sue

ne, praticando (jiiolidianainente molli e- medaglie, celebranti le sue opere e ge-

serci/.i di pietà, l'er celebiare colla tlo- sta. Queste olire il Bzovio furono descrit-
vnla maestà le pontificie funzioni, fece te da molli storici e nel 1 766 da Goujet :

una picziosa mitra, poiché la magnifi- Storia del ponlificaio di Paolo V. Vacò
cenza era ordinaria in tutte le sue azio- la s. (diicsa I I giorni.
ni, e lo dimostrò ancora nella villa IVIon- l»AOLO, Cardinale. V. Paolo I (s),

dragonedi Frascati (F.), cIiedis[)ose per J'apa.


villeggiatura de'Fa[)iedi cui molto si di- Paolo, Cardinale. Prete cardinale
lettò. Se non avea die una volgare lel- di s. Iìal!)ina, iiell' 853 intervenne al
leralura, era però bene istruito nella dot- concilio diRoma di s. Leone IV.
trina canonica e beneficiaria, e singolar- Paolo, Cardinale. Vescovo cardi-
mente dotto nella legale. Tutti gl'islori- nale d'Albano, fu al concilio di Roma,
ci convengono clie poni ficaio di Pao-
il tenuto nelI'tSGo da Adriano 11 nella ba-
lo V sarclibe degno di paragonarsi a tpiel- silica di s. Pietro.
lo de'piìi glandi Papi, ma viene taccia- PAOLO, Cardinale. Diacono cardi-
to da taluni come troppo attaccato e lar- nale si trovò al concilio romano, adu-
go di ricchezze co'parenti, di cui assai ne nato da Giovanni Vili neir872.
promosse l'ingrandimento, benché ciò o- PAOLO (s.) (v. Paidi). Città con re-
però al modo detto a IIorguese famiglia, sidenza vescovile nel Brasile, capoluogo
per la (piale acrpiistò anche il Palazzo della provincia e comarca omonima, so-
Dorghesei^l .). Il citalo Cancellieri ripor- pra una piccola altura, nella vasta pia-
ta un brano del contemporaneo diarista nura di Piratininga,al confiuente del Ta-
Gigli, dell'immediato successore (irego- mandatahy e deH'flynhangabahu, non
rio XV, eletto nel 2.° giorno di conclave, lunge dalla riva sinistra del Tietè a 85
del (piale egli scrive. » Quando fu assun- leghe da Rio Janeiro, sede d(d governa-
to al ponli(icato,era incrcddjile la espet- tore e autorità della provincia. La situa-
tazione che di lui ayea il [ìopolo, come zione è deliziosa ed il dima dolce, con
quello che desideroso di cose nuove, era belle strade, molle piazze e fonti pub-
infastidito del lungo pontificato di Paolo bliche, bellissimi ponti di pietra. Gli e-
V. Ma in pochissimo tempo si conobbe difizi piìi notabili sono il palazzo del go-
quanto si era ingannato; pcrcliè non solo vernatore, già collegio de' gesuiti, 1' an-

iKMì avvennero quelle cose di bene, che tico episcopio e il convento de' carmeli-
si era immaginato, ma anzi altre fuori tani. La cattedrale vasta è dedicata alla
dell'opinione di ognuno, che dispiacque- Beata Vergine Assunta. Il capitolo ècoin-
ro grandemente. Onde tosto, et non oc- poslo di 4 dignità, di cui è i." l'arcidia-»

cultamente cominciò a richiamare il già cono, di o canonici non compresi il teo-


I

morto Papa Paolo V, di maniera tale, logo e penitenziere,di io cappellani can-


che vi fu chi non si vergognò di chiamare tori e di 6 chierici un canonico è parroco.
;

il suo nome, appunto sulle orecchie di Vi sono due alti e chiese parrocchiali con
Gregorio XV, mentre egli passava, llora ballislerio, 3 conventi di religiosi, 2 coo-
essendo egli morto, non si può esprime- servatorii, diverse confraternite, un ospe-
re, quanto paresse per ciò al po[)o!o di dale militare e il seminario. INell'ultima
respirare. Perciocché facendo coinpara- proposizione dicesi mancare il vescovo
1

1 38 V A O r A o
clell'eplscopio. Avvi pure il liccnja l)iI>Iio- le. La diocesi è ampia; ogni nuovo ve-
tpcneiin tealio.Tia le manifatture, eccel- scovo è tassalo in fiorini 116, con circa
lonlisonoi nieil('tli,ecl lia ttitlcle cose ne- 8000 crociali di rendita.
cessarie, abbondanti le capre di scella spe- PAOLO (s.) DI INllNESOTA {s. Pali-
cie. Tanto nella città che ne'clinforni so- li de Minesola). Città con residenza ve-
llevi bei giardini.Nel i552 gesuiti No- i scovile dell'America settentrionale negli
brega Pjndarono una colonia,
e Ancliieta Stati Uniti, eretta dal regnante Pio IX
ove esiste attualmente questa città, e a' iq luglio i85o, col breve Ex debito
travagliarono con successo alla conver- apostolici rmiìieris, la cui fondazione fu
sione della tribù indigena dei guayanas proposta nel concilio 7.° tenuto nel 1849
che abitavano il paese; la buona intelli- in Baltimore, creando in i.° vescovo mg.'
genza fra portoghesi e gì' indigeni fece
i Giuseppe Crelin a' 23 luglio stesso, e di-
jironlamcnle prosperare questo stabili- chiaiando questa chiesa suffraganea di s.
mento in modo, che all' epoca iu cui il Louif, che a'4 nìaggio 1847 avea eleva-
J'orlogallo e il Brasile pa.ssarono sotto il ta ad arcivescovato, cui pure assoggettò
ilominio di Spagna,
Filippo II re di i le sedi vescovili di Dtibiique , Milwan-
paulisti furono assai forti , onde resiste- Itia, Naski'ille e Chichagia (
questa fu
re agli spagnuoli e costituirsi in repub- eretta a' 28 novembre i843 ) erette da
blica indipendente, che sussistette fino al Gregorio XVI ; alla quale ultima sede
Hìomento in cui il Portogallo ricuperò nel 1848 Pio IX die in vescovo mg.'
la sua indipendenza primitiva. Quantun- Giangiacomo Van der Valde gesuita.
que il paese sia ora sguarnito d'oro o di Altre notizie non mi è riuscito rilevare
diamanti, nientemeno è visitato poco da- né dalla geografia, né dalla congregazio-
gli stranieri, le uscite essendo guardate ne di propagandaj^Jf.

da soldati che hanno diritto di arresta- PAOLO (s.) PRIMO EREMITA. Oidiiic re-
re e di esaminarci viaggiatori. L'inglese ligioso. E" comune sentenza che s. Pao-
Mawe visitò questa città da qualche an- lo primo eremita della Tebaide in Egit-
no con peiniesso del governo e fu rice- to, propriamente istituì in quella regio-

vuto con ospitalità e benevolenza. La se- ne il monachismo, che s. Antonio abba-


de vescovile, ad istanza del re Giovanni te, chiamalo il patriarca de'cenobiti e

V, l'istituì Benedetto XIV colla bolla degli asceti, l'ordinò e regolò. Adunque
Candor litcis aelernae, de' 6 dicembre s. Paolo, secondo l'opinione di s. Giro-
174", suo Bull. t. 2, p. 53,- formando- 1 lamo che ne scrisse la vita, è il primo
la con parte della vasta arcidiocesi di autore della vita eremitica: egli non fe-
Rio Janeiro o Baia di tutti i -Santi o s. ce regole bensì col suo esempio allettò
,

Salvatore, di cui la dichiarò sulFraganea molti alla vita religiosa e solitaria. Me-
come Io è ancora, e nominò i.° vescovo glio trattai altrove questo grave ai'go-
Bernardo Piodriguez Nogueira di Coim- mento, di quanto fece s. Paolo e degli
Ijra : consultato da questi se i regolari altri primi abitatori de'deserti, come nei
viventi nelle case de' secolari erano sog- voi. XX, p. 1 2 e I 1 3, XLVI, 4 e p. '

getti agli ordinari, rispose BenedettoXlV 52, XLIX, p. 70 e 79. Il p. Bonanni che
plFermalivamente, col breve Pontifìcia^ nel Catalogo p. 129 e i3o, ne riporta
de'27 maggio i'j^6, Bull. MagJi. t. 17, la figura, insieme a quella de'monaci di
p. 28. I successori sono riportati dalle s. Paolo, riferisce che trasferito il suo cor-
JSodzie di Ro'iia. L'ultimo, fatto vescovo po in Ungheria nel 12 1 5 e collocato nel-
mg.'^Emmanuele Gioacchi-
nel 1827, era la Lorenzo presso Buda, eb-
chiesa di s.

no Gonsalves de Andreade della diocesi be origine quest'ordine;ma il p. da La-


di Funcha!,ma di recente la sede è vacan ura, Compend. par. 2, voi. 2, dice ohe
TAO PAO l3;1

ilcorpo nel i38i da Venezia fu Jrnsfe- meo, per sua disposizione, restò la cura
lito almonaslero di s. Lorenzo ove abi- del monastero a F. Antonio, il cpjale la
tavano 5oo religiosi che dì e notte can- rimise ai vescovi successori del defunto.
tavano le divine lodi, divenendo col tem- Achille e poi Ladislao. A F. Antonio a-
po l'ordine potente in Ungheria e pro- vendo scritto il b. Eusebio per l'unione,
prietario di terre e piincipali con vas- Ladislao confermò la congregazione sot-

s;dii signori. Il Sarnelli, Lelt. eccl. t. 8, to l'invocazione di s. Paolo i.° eremita,


Icft. I /{., tratta: se avanti s. Paolo pri- dichiarato protettore principale. L'ordi-
mo eremila ve ne siano stati altri ; con- ne ben presto
si propagò per l'Ungheria,

cliinde che prima di lui ninno fu per- Alcmagna, Polonia e altre parti. Uniti
t'elto eremita. Istitutore dell'ordine sotto così gli eremili, elessero per superiore col
la sua invocazione fu il h. Eusebio no- nome di provinciale il b. Eusebio, che
l)ile di Slrigonia che dalla più tenera età nel 11^1 ottenne una luiova approva-
ebbe amore alla solitudine. Per la sua zione dell'ordine da Ladislao. iMa venu-
pietà, benché dollo^ sacerdote e canoni- to in cognizione dell'anteriore divieto di
co della cattedrale , rinunziò al vescovo Innocenzo HI di stabilirsi nuovi ordini,
ilgrado per darsi a vita ritirata e peni- si recò in Pioma da Urbano IV ed ot-

lente, con dispiacere di tutti, risplenden- tenne la conferma dell'ordine colla rego-

do per ogni virlìi. Distribuiti i beni ai la dis. Agostino, però ritiìeltendolo pel

poveri, nel 15.4^ con alcuni compagni meglio a Paolo vescovo di Vesprin. Ve-
andò nella solitudine di Pisilia, foresta dendo questo prelato che monasteri del i

del territorio di Strisfonia, ove nelle ca- b. Eusebio non avevano snflìcienli ren-

verne si fermò con essi ad abitarle me- dite per vivere senza mendicare, nel i 268
nando santa vita. Quindi si recarono mol- in vece della regola di s. Agostino altra
li da lui per abbracciare lo stato eremi- ne prescrisse, che alcuni pretendono quel-
tico, ponendosi sotto la sua direzione. Co- la di s. Benedetto, ma negli annali del-
nobbe in visione che avrebbe tratto più l'ordine di ciò menzione. non si fa

profitto se avesse co' suoi adottato il vi- Morì Eusebio santamente a' 20
il b.
vere cenobitico, laonde nel 2 To fabbri- I gennaio 1270 in s. Croce, e dipoi nel
cò vicino la chiesa di s. Croce, a cui /\. I2gy il vescovo d'Agria Andrea die ai
anni dopo fu aggiunto monaslero che il religiosi altra regola che osservarono fi-

vuoisi fondato da Bela IV re d'Unghe- no al i3o8; quando il cardinal Gentile


lia, che gh donò molle terre. Avendo Parlino da IMonlefiore, legato di Clemen-
allora il b. Eusebio saputo che altri ere- te V in Ungheria, restituì quella di s.
miti vivevano esemplarmente, con rego- Agostino che tuttora professano, e loro
la loro data da Bartolomeo vescovo di permise compilare le costituzioni. Le ap-
Cinque Chiese, li pregò a trasmettcrglie provò ad istanza di Carlo re d'Unghe- I

1;), onde farla osservare al monaslero di ria,Papa Giovanni XXI con bolla del 1

l'isilia, e avendo loro proposto unirsi in novembre iSig (o 1828 secondo No-
un sol corpo, subito ebbe elFetto. Quelli vaes), con facoltà di eleggersi il generale,
che a unirono chiamavansi cremiti
Ini si esenzione dalle decime delle terre colti-
di s. Giacomo di Palach istituiti nel , vale dai religiosi, ed altri privilegi. Gre-
j 2 "1 da detto vescovo. D.ippoiohè egli,
I gorio XI nel i37i enei 1
877, chiaman-
riuniti molli eremiti del suo tempo,
i do Ordo canonicus l' ordine, lo esentò
piescrisse loro una regola e edificò un dnlla giurisdizione degli ordinari, dichia-
monastero col titolo di s. Giacomodi Pa r mdolo iuìmediata mente soggetto alla s.

dotandolo
taclij di rendile e riserbando- ^tiiXi.', e ciò a richiesta del le Luigi I. Bo-
scne il "o verno. Alla morie di Dartolo- nifacio IX fece i religiosi parlccipidi tulli
i4u l'AO PA O
i privilegi (.le'cerlosiiii ne! i3qo,e Mfir- colore da per tulio 1' usano in coro. Il

tiiio V coiifeinKimlo tutte qiujsle giazie priore generale risiede nel convento del-
nel i4i7) loro proil/i passine ad al Irò la provincia o regno in cui è nato, ed ha
ordine, senza il beneplacito poiililicio. \. voto negli stati d'Ungheria e posto tra i

Chiesa di s. Stefano al Monte Celio, tli Perle vicende de'tempi l'ordine


prelati.
Roma, narrai come Nicolò V con bolla perde molti conventi. Però questi reli-
del i.° maggio i4'H> o nel i 4 ^'T, la die giosi o monaci, detti ancora Paolini,[i';\
a qnest'oiiline, ecoiue (Gregorio XIII nel i monasteri che hanno in Polonia, vi è
i5"8 con l'entrale la concesse al CkUc- cpiell(j di CzesfochocAviac, ossia Chiaro
gio Germanico IJii^arico (^^.), che la Monte, residenza del generale, quello di
possiede; onde leligiosi passai-ono ad i Cracovia in Piupella, quello di LesnioAV
un piccolo convento presso s. Maiia Mag- ec. : il loro noviziato è in s. Barbara.
giore con chiesa, in cui fermò la residen- M(jlli relig osi fiorirono per bontà di vi-

za il procuratore generale, finché l'io ta, per nobiltà, virtù, dottrina, e molti
VI accordò l'nna e l'altra al Cofìservafo- fui'ono vescovi e arcivescovi, Giulio III

rio della ss. Trinità (f^-), che e-iste, ove creando cardinale lìJartinusio VViscno-
descrissi pure la Urbano Vili nel
chiesa. \viski.

1643 col ])reve Exponi del 7 agostf>, Vie pure la congregazione degli ere-

Bull, de j)rop., Append t, ijp. 228, ri- miti di s. Paolo i.° eremita di Lisbona
formandone le costituzioni, ne confermò o l'orlogallo; eccone l'origine. Mcndo
i privilegi, come fece Alessantlro VII nel Goniez de Simhra, nobile, dopo essersi
i658. Clemente X nel 1 676 ordinò che distinto nelle armi enei i4'5 alla pre-
in 8 loro conventi si erigessero studi ;
sa di Ceuta, disprezzandogli onori e di-
che ninno potesse essere promosso alle gnità del secolo, si ritirò in una solitudi-
dignità dell'ordine se non era dottore in ne presso la sua patria Setuval in Por-
teologia, tranne dispensa del definitorio log ilio, ove fibbricò un oraloiio detto
per gravi ragioni ; che al dottorato po- dal suo nome Mendoliva. Pei-severò in
tesse ammettere il generale dopo rigo- questo luogo per molti anni in continue
roso esame, e che i dottori di numero li- penitenze e orazioni, per cui venuto in
mitato dal capitolo generale, godessero i slima e gran venerazione, quelli che lo

privilegidelle università. Pio VII col visitavano largamente gli facevano do-
Jjreve Rcligionis, del 16 aprile 160 5, ni. Eranvi in Portogallo gli eremiti di

Bull. coni. t. 12, p. 3o2, confermò l'ele- Serra Ossa istituiti nel 1186 da Bene-
zione del ministro provinciale di Galizia detto romano o da Ferdinando Anez
e la congregazione di tal provincia, desti- Yanez; essendo morto il loro superioie
nandola casa di probazione e professio- Giovanni Fernandez, in suo luogo elesse-
ne. Le osservanze principali di questi re- i-o IMendo, aHìdandosi alla sua direzione.
ligiosi consistono nel mangiar carne tre D(jpo a ver inutilmente ricusato, unì gli e-

volte la settimana, eccettuati i tempi vie- remi che aveva fabbricato a quello di Ser-
tati, ninna cosa prendendo nelle vigilie capo della congre-
ra Ossa, e lo dichiarò
della Madonna, e in diverse mortificazio- gazione, cui die nome di s. Paolo i,° e-
ni; usano panni di lino, e l'abito che pri- remila. Il sani' uomo godè ralTetto del
ma era scuro fu mutato in bianco circa re Edoardo, che udiva le sue parole co-
ili34i,oiò che approvò Urbano V, on- me oracoli di un angelo, e pieno d'anni
de portano veste, scapolare, e cappuccio e di meriti morì a'24 gennaio 1481. 11
attaccato ad una mozzetla di panno. In capitolo nominò successore Lupo di Por-
città usano cappello e lungo mantello tello e c-jcapilò le costituzioni pel buon
nero, che in Germania è bianco, delqual regolamento della congregazione, che poi
,

PAO P A O I
i r

nlquanlo vnrlate approvò nel i )78 Gre- rono 200,000 scudi : ne pallai nel voi.

gorio XIII, in un alla c(inli?nna «lell'or- VII, p. 85, egli unì a quelli iW'Wo Spc-
I

tliiie, per le istanze del cariliiial Enrico ron d'oro {!'.). Il p. Bonanni nel Cala-
poi re, il quale avea stahilil;i la regola lago p. 93, riportando la figura il'un ca-
di Agostino per uni!brniar>i agli ere-
s. valiere di s. Paolo, coir autorità della
miti d'Ungheria. Indi religiosi si obbli- i bolla d'is^tituzione scrive così. Paolo IH,
garono con voti solenni e vestiiono to- grato alle sominiiiislrazioni pei bisogni
naca color tanè, scapolare, mantello e dello sialo, li dichiarò partecipanti e per-
coppello nero; furono promossi agli ordi- petui commensali del palazzo Lateraiien-
ni sacri, si applicarono nllo studio e alla se ; li aggregò alla nobiltà colle famiglie,

predicazione, onde fondarono un colle- con facoltà pure a queste d'inquarlare


gio in Evora e circa i 6 conventi nel re- negli slemmi i gigli farnesiani, propria in-
sto del Portogallo, tutti soggetti al ge- segna. Li autorizzò a conseguire pensio-
nerale. Sotto Alessandro VII la con^re- ni ecclesiastiche fino a200 scudi, ben-
gazione si unì a quella d'Ungheria, ma ché godessero l'indulto concesso a'cava-
poi si divise restanilo ognuna col proprio lieri di s. Pietro [J^-), e i privilegi di quel-
generale, Sfbbt-ne mantengano le stesse l'ordine e collegio vacabilista. Acciocché
osservanze e dilferiscauo solo nell'abito. poi fossero distinti fi-a tutti gli ordini e
Innocenzo \1 col breve Exponi nobis ufìizi della corte romana, prescrisse loro
de'23 novembre \&'j<ò, Bull. Ront. t. 8, abito nero da portarsi ne'novendiali fu-
p. 3o, confermò alcuni statuti dell'ordi- nerali per molte de' Papi, e di colore
ne. Ahrellanfo fece Pio \1 a' 7 luglio rosso nel gioì nodelli! solenne coronazio-
«"'9 col breve Expedit , menti e ad i- ne del Pontefice. Volle di più che nella
stanza della regina Maria], col breve parte sinistra di tal veste tosse espresso
Sceltila, de' 24 marzo 1
792, Bull. coni. un braccio nudo con in pugno ima spa-
t.6, p.io8,et. q, p. 1 80, delegò il cardinal da, e questa fosse l'insegna dell'ordine (è
patiiarca di Lisbona a restituir la pace e slemma ancora del monastero di s. Pao-
tranquillitàalla congregazione, nella qua- lo di Roma, come scrissi nel voi. XII,
le fiorirono religiosi di santa vita, ce!el)ri p. 23 I, Paolo apostolo si
forse perchè s.

per dottrina e tlignilìi ecclesiasliclie. Il rappresenta con ispada impugnala), co-


jMorigia e .dtri parlano d'una congrega- m'è la croce bianca dell'ordine gerosoli-
zione di s. Paolo primo eremita, istitinta mitano, proibendo Paolo HI. che niun
nella Spagna; ma è pic>b;ibile che non altro potesse portarla, sotto pena di sco-
fòsse regolare. Altra ve ne fu in Francia, munica e di 1000 scudi. A tempo di Si-
i cui religiosi erano ót[[\ fiati della nior- sto V questi cavalieri erano ufìizi vacabi-
tf, perchè in mezzo allo scapolale por- listi che acquistavansi per denaro con

tavano l'efllgie di un teschio di morto, fruito; sotto Innocenzo XI quelli di no-


e perchè dicevano a tulli ricordarsi del- mina del vice-cancelliere erano i3, ma
la morte: sembra che Urbano Vili l'ab- gliela tolse. Piiporla il Ricci, De'giubilei
bia soppiessa. universali p. 160 e 3 18, che in quello
PAOLO (s.), Cavalieri e soldati di s. del 1625 Urbano Vili pose alla custo-
Paolo. Ordine equestre e collegio di va- dia della porla di s. Paolo 4 cavalieri
cabili hùlwii innumerodi 200 da Pao- di quesi' ordine, ordinandogli tenere in
lo 111 nel I 540 per sovvenire ai bisogni mano bacchette con ì'hcih'wrìe: Equiles
delia s. Sede, colla bolla /»o«jaou5Po/i//- s. Paulij e che Clemente X in quello
fex, spedita a' 7 luglio 1547 (riportata del 1675 collocò nella slessa porla san-
ancora a p. 2 ) delle 3Ieuiorie dtllospe-
i ta per 1 assistenza i cavalieri di s. Pao-
roii d'oro, Koma 1841), onde contribui- lo, coi banclii e con baslooi con lettere
1 4^ P A o PAO
espriineiili il loro iilìi/io. Tìeiietlello XIV della in Cappella, di cui diiò ad CJniver-
jitll' anno snnlo del l'j'jo con tliscorso srrA ARTISTICHE, parlando de' marinari.
eccitò i cavalieri eli s. Pietro e s. Paolo a Dal Costanzi po\,nc\[' Osseri'atore di Ro-
ben guardare le basiliche, acciò non vi ma t. p. 170, si apprende quanto ri-
I
,

si commellessero disordini. Dipoi il col- porto. L'unione o adunanza di s. Pao-


legio e ordine si esliiise. lo, fondata fin dal 1790 e canonicamen-
PAOLO (•;.). Congregazione di chieri- te ap])rovata nel 1
7 maggio i7C)7,oltie
ci regoliii-i Biiniabili [/'.). l'aver dirette le sue cure con diverse di-
PAOLO (s.) Apostolo. Pia unione per jamazioni al vantaggio e cultura spiri-
gli ecclesiastici studenti ed in benefizio tuale degl' infermi, de' poveri e di tanti
de' fedeli d' ogni ceto. Ebbe la pi ima - altri d'ogni ceto, a'quali essa cerca di ac-
ria origine nel!' Ospedale di s. Maria crescere onde menare una cri-
i mezzi ,

della Consolazione, poiché il. Luigi Fe- si è ben anche


stiana e santa condotta,
lici ex gesuita riunì nelle camere prio- occupala a promuovere e coltivare nelle
rali mg."^ Fortunato Pinchetli, d. Vin- persone di chiesa collo spirito di santità
cenzo Fiorini priore, d. P<uadisi ex ge- proprio del loro ministero l'amore allo
suita, d. Francesco Buffa poi filippino, onde
studio, riuscissero vieppiù adatti a
d. Salvatori ex gesuita, d. Giuseppe Mau- promuovere il culto di Dio, a sostenere
rizi poi priore e d. Pietro Cavallo cap- la verità della religione contro gli assalti
pellano, ed incominciarono a trattare teo- de'suoi nemici, ed a condurre e ritene-
logicamente e misticamente intorno ai re le anime del prossimo nella via della
casi di coscienza. Essendo anguste le ca- salute. A questo oggetto non solo ella
mere priorali, trasferirono l'adunanza nel tiene in ogni i5 giorni una conferenza
salone sotto gli auspicii di mg.'' Medici, morale, la quale è frequentata da cardi-
quindi si diramarono per altri ospedali, nali, aixivescovi e vescovi e dal miglior
alle carceri, ai servi di pena, sempre per ceto degli ecclesiastici di Roma, ed iu
eseicitare opere di cristiana pietà, finché cui dopo la discussione d'un caso mora-
nel vortice repubblicano la bella islilu- le si fa una pia esortazione adattata alla

zione rimase sommersa; poi surse a no- condizione degli astanti; ma inoltre si è
vella vita e diede origine alla pia unio- da essa stabilita una speciale diramazio-
ne, della quale il can. Lodovico Ponzi- ne diretta al fine d' incoraggire giova- i

leoni, già membro della medesima e ono- ni ecclesiastici allo studio, acciocché rie-
re del clero romano, così dice nell'Ora- scano vantaggiosi alla Chiesa ed alle ani-
zi one funebre per la morie del.p. Lui- me. Una pia pei'sona dispose d'annui scu-
gi Felici della compagnia di Gesìi isti- di 2,000 di rendila, per impiegarsi in
tutore della pia unione di s. Paolo apo- pensioni e premi a chi dà saggio secon-
stolo, Roma 1818. -' Nelle squallide mu- do le regole stabilite e approvate da Pio
la della Consolnzione die cominciamenlo VII li 3o agosto 1822 col breve: Ex quo
ilquella pia unione che pianta feconda aclernae lueatis inaccessa Consilia di ,

di\cnne,in breve ora sì vasti suoi rami i grande profitto nella teologia dommali-
e sì ubertose produsse le sue frutta, che ca, nelle materie apologetiche della reli-
non avvi ora mai in Roma, in Italia, iu gione, nel diritto ecclesiastico, nella sa-
Europa, anzi nell'oibe tutto cattolico, re- cra scrittura, nell'intelliireiiza delle lin-
gione alcuna, che la soavità non ne ri- gue greca ed ebraica e nella teologia ,

senta ed i vantaggi ". Tanto riferisce il morale unita alla predicazione. Peitan-
(h. cav. Belli, Dell'origine dell' ospedale to, determinatosi dai censori della diia-
della Consolazione p. '02. Dipoi la pia uiazione degli ecclesiastici studenti ilellu

unione si tiasporlò in s. Maria ad Pineai/i pia unione il concorso da tenersi sulle


PA O PA O 1 /r»

nialerie col premio di 3o o di i 5 zecchi- che supera tutti gli altri tanto nel meri-
ni romani o medaglia d'oro di rilevante to della dissertazione, quanto nel saggio
valore,© con quello delle pensioni, si estemporaneo riceve subito una meda-
previene con avviso slampalo giovani i glia d'oro d'un rilevante valore: gli al-

ecclesiastici che volessero esservi ammes- tri sono dichiarati i." accedente, 1°, 3.",
si, di presentarsi al censore segretario ge- ce. La dissertazione ed il saggio estem-
nerale onde conoscerne i requisiti richie- poraneo vengono pubblicali colle stampe,
sti dal breve di Pio VII, ed esibirli prima aggiuntovi in poche parole il giudiziodei
del concorso medesimo. censori. A questo, quando il concorso sia
I soggetti che concorrono a quésti pre- per la pensione, si conferisce un assegna-
mi o pensioni debbono essere romani o mento peipeluo di scudi 200 all' anno,
almeno da un anno domiciliati in Roma; quando egli non abbia una rendita mag-
debbono essere immuni da qualunque giore di 5o scudi all'anno, o in beni ec-
I

eccezione sul costume; debbono aver he- clesiastici in qualsivogliano altri fondi.

quentalo una qualche congregazione o Se maggiore sarà membro d' o-


l'abbia
pio esercizio conveniente al clero; deb- nore della diramazione. Se poi un mem-
bono aver compito lodevolmente il cor- bro partecipante acquista nuove rendi-
so di filosofia e teologia nelle pubbliche te, per cui oltrepassi quella di scudi i5o,
scuole di Roma, o se l'avessero fatto al- gli sarà diminuito a proporzione l'asse-

trove o privatamente dovianno essere e- gnamento. Ogni partecipante dovrà ap-


samìnati e approvati su tali scienze da plicarsi nel corso dell' anno in qualche

detti censori, e dovranno essere in sa- lavoro scientifico, che al principio del-
cii<!, o almeno prossimi ad ordinarsi. Il l'anno proporrà ai censori, e c[ueslo po-
modo con cui questi candidali potranno trà essere quello di comporre un'opera
ottenere la pensione o il premio, non è o di abilitarsi alle pubbliche caltedre, o
altro senon il concorso, il quale si tie- ad essere consultore di qualcuna delle
ne almeno una volta all'anno. La forma 5 congregazioni ecclesiastiche, o di eser-
de! concorso è la seguente. Si piopongo- citarsi nella predicazione e simili. Di pili

no pubblicamente 5o tesi sopra una ma- dovrà prestarsi almeno ne'dì festivi cin
teria piopria di dette scienze, tutte su- qualche straordinaria circostanza a Ile ope-
scettibili di pingui dissertazioni: in un re di pietà della unione, alle quali sarà
giorno destinato ne viene estratto uno destinato, col ministero anche della di-
per bossolo alla presenza de'concorrenti, vina parola e coll'ascollare le confessio-
ciascuno dc'quali nello spazio di i 5 gior- ni. Non potrà egli assentarsi senza espres-
ni vi stende una dissertazione, che conse- sa licenza del legolalore primario, d'or-
gnerà in mano de'censori. Da questi vie- dinario arcivescovo o vescovo o altro
ne esaminata e quelli la dissertazione
,
prelato, in ciascun giorno in cui la di

de'quali merita l'approvazionCjSono am- lui opera possa servire alla diramazione
messi ad un saggio estemporaneo ana- o all'unione, né in alcun giorno festivo,
logo alla materia trattata nella disserta- eccettualo l'ottobre. Tal compiacenza di-
zione. Rispondono essi alle idee, the lo- mostrò Pio VII del [irogetto di tal di-
ro si propongono di dichiarale, ovvero ramazione della pia unione di s. Paolo,
alle obiezioni che gli si presentano in nel prevedere appunto gli oltimi elfetti
iscritto e possono trattenere per lo spa-
si ch'era per portare alla Chiesa, tanto per
zio di 5 ore a stendere le loro risposte, sostenere le verità cattoliche contro gli
Senza aiuto di libri e senza confabulare eretici, quanto per coltivar lo spirilo dei
con alcui;o, e consegnano quindi lo scrit- fedeli, onde riconduirc a buon senno i

to ai censori. Quello fra i coucorienli, traviali; ed acceudeie di nuovo fervore


i44 i^AO PAO
i cuori tiepidi, <;Ii(' non contonlo di aver Nacque in Forlì da Giovanni de' conti
approvato regolamenti, volle the
i (li l(M di Calboli e Bernardina ÌMasseri. Sino
l'istessa cassa pubblica cooperasse al man- dalla tenera età fece concepire vantag-
tenimento e accrescimento della mede- giose speranze. Lo zio Fabiizio famiglia-
sima diramazione, ordinando al tesorie- re di Clen)ei)te Vili, primoe benemeri-
le generale, chediil pniitifìiiio erario .som- to vescovo di città della Pieve, lo fece
ministri un altrellanto della reudita che venire in Roma e ne prese cura. Lo pose
gode questa diramazione, purcliè non agli studi nel collegio romano e lo rac-
superi gli annui scudi 4.000. l'atroiio comandò al patrocinio del cardinal Al-
specialissimo della pia unione è l'apo- dobrandini nipote del Papa e all'amici-
stolo s. Paolo, e protettore il cardinal vi- zia del cardinal Baronie^ il quale cono-
cario di Roma: regolatori primari suc- sciuto il suo acume di mente l'erudì nel-
cessivamente furono, mg. "^
Fdonardi fon- lescienze sacre. Dedicatosi alla giurispru-
datore de'siiddetli concorsi di teologia e denza con successo lungamente difese le
sacra scrittura con premi 3o o i5 di cause forensi, massime nel gius canonico,
zecchini; i cardinaU Soglia e Acton quan- onde si acquistò fama e il favore di al-
do erano prelati; mg."^ Bruuelli ; ed ora cuni sovrani e de'principali signori, eser-
lo è rng.'^ Alberto Baibolani .sotto-data- citando il ministero di diversi principi
rio. Leone Xll concesse alla pia unione dell'impero in Roma. Paolo V lo desti-
il piano del chiostro della Chic.fn di
i.° nò uditore del camerlengato, disinqie-
s. Diaria della Pace e l'uso della chiesa gnandosi con lode nella lunga assenza del
per le sue funzioni. Questa però colle cardinal Aldobrandini camerlengo. Ri-
rendite e il rimanente l'accordò all'o/vz- cusati parecchi vescovati, Gregorio XV
lorio notliirno istituito dal cardinal Au- lo annoverò fra' prelati, e Libano Vili
tonelli, il quale oratorio ha il suo supe- lo fece segretario del concilio e deli' im-
riore : lo fu mg.' Canali, lo è il can. A li- munità, ma l'esercitò 3o anni, sì pera-
ni vitti. Deve avvertirsi, come dicemmo vere ricusato altre miti e, come per esse-
a detta chiesa, che ivi è pure l'opera pia re stalo segno alla bassa e liprovevole
del s. Cuore di Gesù, collocatavi da Leo- invidia; fu pure consultore del s. offizio
ne XII quando l'assegnò alla pia unione ed esaminatore de' vescovi. Dimenticato
di s. Paolo ed all'oratorio notturno. Va- da Innocenzo X, in premio de'suoi me-
rie essendo le diramazioni della pia u- riti e invitta pazienza, Alessandro VII
nione, come gli o.spedali, gli studenti, i iiiialmente a'9 aprile 1637 lo creò car-
marinari, i detenuti, la conferenza del dinale prete di s. Gio. a porta Latina e
caso morale, la congregazione degli ar- prefetto del concilio. Quantunque di gra-
tisti, i sono luoghi in
militari, diversi i ve età, proseguì con indclèssa a[)plicazio-
cui l'cseicita. La diramazione de' mari- ne ne' suoi uffizi. Restaurò il suo titolo,
nari è in s. Maria in Cappella, dove fu ed abbellì la cappella del s. apostolo si-

benemerito e largo direttore 1' ab. Va- tuala presso la chiesa, con pitture espri-
gnucci; gli artisti si riuniscono nell'ora- menti il suo martirio. Morì in B.oma nel
torio di Maria della Pace; il caso mo-
s. 1661 a'g luglio, d'anni 8f, e fu sepolto
rale che prima tenevasi nella chiesa (\e\- avanti l'altare maggiore della chiesa dei
Y Lniversità romafia, ora si tiene ne' lu- filippini, con lapide e magnifico elogio,
nedi ogni \5 giorni in s. Apollinare. postavi dal nipote Carlo decano di se-
PAOLOTTE. Monache. F. MiMMr. gnatura. I censori della corte non aven-
PAOLOTTI. Ordine religioso, r. do difetti da opporgli, presero a criticare
MlNIMf. il modo franco e leale con cui risponde-
PAOLUCCI Fr.\ncesco, Cardinale. va e sentenziava, ciò che torna a suo ciò-
PAO PAO i4>
"io sommo. Altri lo dissero di pocn flein- ne avea incominciato la visita. Ritorna-
iria, e che per aver pnilato con (|ii:ili;lie lo a Roma nel 169C) per la sua esalta-
libertà in pubblico, litaitlò i progressi zione, trovò air apertura delle porte
si

di sua carriern. sante. Nel settembre 1700 morto Inno-


l^AOLUCCI Fabrizio, Cardinale. De' cenzo XII, il successore Clemente XI lo
conti di Calboli, nacque in Foi-ri, e sor- nominò segretario di stato, in cui perse-
tì natura carattere dolce e man-
dalla verò nel lunghissimo pontificato, ed in
sueto e illibati costumi. Pollalo in Ro- luogo della linunziatasedegli die una pin-
ma di 8 anni, il prò- zio cardmal Fran- gue abbazia nel cremonese e lo fece pure
cesco ne prese direzione. Divenne sper- penitenziere maggiore. Nel conclave gli
tissiino nella scienza legale e nella storia mancarono tre voli per succedere a Cle-
ecclesiastica, e datosi a vita di vota e tut- mente XI, e ne impedì l'einttuazione l'e-
ta dedicata alle opere pie, Innocenzo XI sclusiva imperiale, in che il cardinale die
lo dichiarò nel i685 vescovo di Macera- eroica prova di sua virtìi. L'eletto Inno-
ta, ove dissi quanto euiinentemenle si re- cenzo XIII gli commutò il penilenziera-
se benemerito; esempio di pazienza e to colla carica di vicario di Roma , e
mansuetudine si guadagnò il cuore di successivamente fu ancora prefetto dei
tulli. IN'el i(3(")i per volere d'Innocenzo riti, de'vescovi e regolari e segretario del
XII ebbe ad un tempo ramministrazio- s. ofllzio, non che vescovo di Porto, poi
ne di Fermo, di cui visitò la diocesi e si d' Ostia e \ elletri, chiese da lui benefi-
dimostrò sollecito pastore, fondando un cale. IMorì decano del sacro collegio, do-
monastero alle domenicane e promoven- po essere stato più volte visitato da Be-
do l'edificazione di due conventi ; indi nedetto XIII, a' 12 giugno 1726, d'anni
nel 1697 fu trasferito allo sede di Fer- 76. Fu sepolto in s. Marcello al destro
rara. Morto il fratello prelato sotto un lato della cappella di s. Pellegrino, in e-
cocihio, per compassione del suo dolore Icgante avello, colla sua efligie scol|)ita
il Papa lo inviò nunzio in Polonia per l'e- in marmososlenuta dalla fama e con bel-
lezione del successore di Giovanni III, lissimo elogio.
incontrando la soddisfazione del bene- PAOLUCCI MERLIXI Camillo, Car-
fluiore, come riporta il Cardella; ma il dinaie. Nato nobilmente in Forlì, chia-
dotto p. Theiner, Storia del ritorno al- malo in Ilomadallo zio cardinal Fabrizio,
la Chiesa de' regnanti di Sassonia, nel que^ti lo fece studiare sotto la direzione
descrivere quello dell' elettore Federico di Lamberliui poi Denedelto XIV, nel-
Augusto li, eletto re di Polonia nel 1
697, la giurisprudenza in cui fu laureato. Cle-
narra che Innocenzo XII partecipò nel mente XI lo ammise tra' famigliari, lo
concistoro de' 18 gennaio 1698 la di lui fece canonico Laleranense e ponente del
conversione, quindi inviò al re in Var- buon governo. Innocenzo XIII l'assegnò
savia per nunzio straordinario Paokicci per luogdteiienle allo zio; Eenedello XIII
vescovo di Ferrara, onde congratularsi lo nominò segretario della cifra, Io fece ar
del suo innalzamento al trono polacco e civescovo d'Iconio e dichiarò nunzio pel
del seguito ritorno alla Chiesa, il quale donativo delle fascie benedette al figlio
prelato nel suo breve soggiorno in Po- diGiacomo III, al modo narrato ne' voi.
lonia si acquistò grandi ineriti. Innocen- XXXIII, [). 228, XXXV, p. 100. Scon-
zo XII che in premio delle sue fatiche volta la Polonia per le gan; de'compeli-
l'avea cicalo in petto cardinale a'2?. lu- tori al trono, lo stesso Eenedello XIII
glio ir)97, quindi a'ig dicembre 1699 nel I 72T lo spedì nunzio e vi fece mo-
lo pubblicò prete de' ss. Gio. e Paolo, stra di destrezza e prudenza; Passalo al-
quando già s'era restituilo a Ferrara e la nunziatura di Vienna nel 1738 per
voi. LI. IO
)4<i 1' A P PA P
disposizione ili Clcmciile XII, le sue qua- Icìn AeeipicnSj spiegazioni convenienlis-
Jità gli conciliaiono la {grazia (li (^arlo sinical significato di nome così misterio-

\ì e di Maria Tei-esa sua figlia. Taiili so e \ciieral)ile. Però su quella di Pater


meliti conipeii'<ò lUncdcllo \IV, crean- J^atrìtiiì, molti non vi convengono, come

dolo cardinale pi ole dc'ss. Gio. e Paolo si apprende da molle lettere sinodali di-

a'q selleinhre 74 3, indi nel 74G lo de-


i 1 rette al romano Pontefice e in partico-
stili») legato di Ferrala e prolcllorc dei lare da quella de' vescovi dell'Epiro a s.

camaldolesi. Nel 1762 divenuto vescovo Ormisda del 5i4) in cui si legge: Domi-
di ]'oilo, per le sue indisposizioni ricu- ììo Nostro per cuncta Sanctissii/io, et

sò passare a Ostia, e morì in Ivoma agli Beatissimo Patri Palrnin comininistro, ,

) I giugno 1703, d'anni 71. Fu sepolto et jìiincipi episcoponirn Ilnrniisdae Pa-

in s. Marcello nella cappella di s. Pelle- pae. Con questa (orinola si sarchile ripe-
grino, e sopra la porla della sagrestia il tiilo il titolo e il significalo: [)iulloslo al-

ì'ratello marchese Cosimo gli eresse un tri interpretano la voce Papa con dis-

inonumenlo in marmo col suo ritratto giungere le delle lettere iniziali, le quali
.sostenuto da due genii^ sotto al quale si riunite, ciascuna viene a formaie la voce.
legge un magnillco elogio. Agnello Anastasio, iS/o/vV? degli Antipapi,
PAPA, Pontifi'X Blaximusj Antlstcs parlando del nome Antipapa {V-), che si-
sacrorum maaii/ìusj Paraìs et wagister gnifica colui che usuipandosi la santissi-

ilmslìanonnn, Parens noviinis chrislia' ma podestà papale che non gli spelta è
ni, Parens puhlicus calholicinominis: co- al Papa ex diametro opposto, riporta l'o-
sì il iMoreelli. Il sommo Pontelìce, vica- pinione di coloro che tlcdusseio la voce
rio di Ci isto in lena : altre definizioni Papa dalla particola Pape, che presso i
riportai nel voi. XXI, p. 197, parlando latini dinota alto di ammirazione e stu-
di sua elezione e ne'tanti relativi artico- pore, perchè l'altezza e sublimità del gra-
li, come a Nome de' Papi, li Papa è an- do e della dignità papale, superiore a
che sovrano degli Sede apostoli- stati della tulle le cose create e solamente alle di-
ca, di che tratterò a Sovranità pontifi- vine inferiore, non possa con termini si-

cia. Dacché il Pontefice ( V.) ha accet- gnificativi spiegarsi, se non se col render-
talo la suprema dignità a cui è stato elet- ne segno d'altissima meraviglia. Il Vet-
to, egli comincia a chiamarsi Papa (col tori, Fiorino d'oro p. 164, conviene che

qual nome furono acclamali alcuni, e se la voce Papa trae la sua origine dal gre-
Giovanni XXII si dichiarò tale, lo dis- co Pater, onde Walfrido Slrabone rife-

si nel voi. XXI, p. 212, 2ig, 223), su risce, che in questo senso passò in signi-

di che è a vedersi il Raynaud, Opei\ t. ficalo di dignità o uflicio, adducendo e-


I o, p. 80, nell'indice de' titoli del romano sempi della voce usala in simile manie-
l'onlcfìce: quanto alle interpretazioni del ra, come pure che fu nome proprio pres-
vocabolo Papa, oltre a nominar poi di- so gentili e presso
i primi cristiani, noa
i

versi autori che ne trattarono, si posso- mancandone posteriori esempi, come da


no vedere barbosa, Jiir. ecclcs. lib. i, altri nomi propri sortirono altri titoli di

cap. 2; Petra, Coniment. adconst. apost. dignità; vocabolo che i Pontefici usano
t. I, § 3, n. 7 ; i hoWauAhù, Ad. ss. /un. nelle sottoscrizioni con PP. r. Diploma
t. 5, p. 25; Lamberlini, De synod. dice- e Diurno. Anticamente presso greci e- i

ces. lib. 1 cap. 3, § 4- Vi'ols' derivato


,
rano così chiamali tulli chierici, come i

il nome Papa dalla greca voce Padre the padri del popolo, non altrimenti che
(F.), dal titolo di PJter PAtrìaej da PA- presso i turchi tuttora i sacerdoti cristia-
ter PAliuinj da PAslor PAstonmij dal- ni vengono delti P(7/Wi'.v/.; ma poi i vesco-
le IcUere iniziali Petri Apostoli Potestà- vi couie priiaali e soviastanti ai chierici
PA V PAP 147
se l'appropriarono essi solumcnle. Tra i dosi Arnolfo arcivescovo di Milano nel
i^rt'ci rarciprete è chiamato Protopapa finir di detto secolo X il titolo di Papac
(/'.). La Ptipcssa Gioi'anna^r.) è ranci- Urbis Jìlcdiolani, per imitare gli antichi
ila ("avola. Il Benif^iii osserva nel San- vescovi, quali al [)ari del romano Pon-
i

^iiiciio, che ivi giunse nel i a/j-S il car- teficeerano chiamali i'apa, Gregorio V
tlinal Ranieri Capocci con estesissime fa- del ()q8 ne fece doglianza, mentre il co-
collà e col nome di Fice-Papa , titolo stume, almeno d'Italia, avea introdotto
che a que'le.mpi non si era mai inteso : che a'soli successori nella cattedra di s.
(pialche altro esempio posteriore Io ri- Pietro si desse questo titolo. Fu stimata
piHlo alli; biografie de'carcliiiali ; quan- sì giusta la lagnanza, che nel concilio di
do Clemente Vili andò a Ferrara, lasciò Pavia si decretò, che Arnolfo desistesse
T'icc-Piìpa in Ron)a il cardinal d'Ava- dal chiamarsi Papa, a detto amio ripor-
los. A Legato dissi pnrediquelli di Ro- tandolo Muratori negli Annali. Ciò non
ma nell'assenza de'Papi. ostante gli scismatici dipoi, a dispetto del
11 nome di Papa ne'primi tempi del- romano Pontefice, ch'essi mortalmente
la Chiesa fu comune a lutti i sacerdoti odiavano^ cominciarono ad arrogarsi il
venerandi, onde trasse l'origine l'uso di titolo di Papa o per meglio dire col ,

c\\\iìi\xnv padri i preti regolari, e poi fu Cenni, ad attribuirlo illegitlimamente ad


particolare de'vescovi soltanto : l'usaro- un falso Papa, onde fu d'uoj)0 che s. Gre-
no principalmente patriarchi i di Costan- gorio VII nel concilio che celebrò in R.o-
tinopoli e d'Alessandria; s. Girolamo ma nel 1076 contro gli scismatici, ordi-
scrivendo a s. Agostino vescovo d'Ip- nasse con decreto rigorosamente che fos-
pona gli dà questo titolo : Domine ve- se solatnenle dato al romano Ponteli-
rt sondo ci reverendissimo Papae Au- ce: e l'attesta il Caronio, \\\ Mar tyr.ro ni.
gustino. E s. Agostino dava gli stessi ti- ad diem io januar. et 23 jun. Conven-
toli agli ajlu vescovi suoi colleghi. Al- gono ancora in questo Sirmondo, An-
tri dicono che questo nome fu comu- noi, ad Ennodii episl. i,lib. 4;ed il Ma-
ne ai vescovi fino al tempo di s. Eulo- biUon, De re diploin. lib. 2, cap. 2, § 8;
gio vescovo di Cordova che , fiorì nel- ma sembra non convenirci il Pagi, Bre-
r8 jo. Il Papebrochio, in Conat. p. i47j viar. gest. Addcnd. p.
RR. PP. t. 3, in
n.°q, vuole che essendosi chiamati v'e^co- 588, mentre dice ncscire a quo acce- :

vi romani Pontefici fino a s. Siricio del


i perit Canlelius, id in synodo romano sub
385, fosse questi il i.° di cui si abbia no- Gregorio VII sancitum esse : ncque e-
tizia, die si chiamasse Papa, intitolan- nini indecem, quas hic Ponlifex Romac
dosi con silfalto nome nelle lettere che cclcbravit, synodis^ ìmjusniodi decreti ve-
scrisse per diverse provincie. Seguitò stigium aliquod reperitur. Resta però mal-
((uesto esempio s. Leone I del 44^> '^ levadore del Cantelio lo stesso Baronio
t|uale nell'epistola 17 s'intitola: Leo e allri, soggiungendo alle riferite paro-
Papa Universis per Siciliani constitnlis. le : flaec in registro cpistolaruni Grego-
Come osservò Cantelio, Ilist.mttr. Uri., rii VII, qnod asservatur in bibliotheca
t. 2, par. 2, diss. i, cap. 1. Nel secolo Vaticana, ubi canones cj US synodi scri-
VI Ennodio vescovo di Pavia, Cassio- pli habentur. Il solo patriarca scismatico
doro chiamar Pa-
e Liberalo solevano tli Alessandria continuò a chiamarsi Pa-
pa il vescovo romano, e lo attesta Can- pa, intitolandosi : N. miseralione divina
telio t. I, par. I, diss. i,cap. -.ma non i Papa, et patriarcha magnae urbis Ale-
era a questo dato tal nome, come ad es- xandriac, et jadex orbis ùerrarum. L'£-
so solo si dava nel fine del IX secolo e chellense asserisce che fu Ilierocla pa-
principio del X. Imperciocché, assumeu- triarca d'Alessandria il 1
."
ad essere ap-
i/,8 PAP PAP
jtcllalo Papa 240. Vetìasi Oriciì.<: dir.
nel prerogative, podestà e autorità. Sull'in-
t. TI, p. 38o, c Rcnnudot, Litiirg. 01 ie/il. i'allibililà pontificia nelle decisioni di ie.-

I. I , p. 3o3. Il pali inrca ili Coslaulino- de, è vittoriosamente piovalo, che quan-
poli (lava al ]*apa il titolo di l^Iarario- do il Papa definisce ex cathedra, non
lato {f^-)o Beatissifiio. Chiamasi duiKjue può errale. In più luoghi e ne'concilii,e
IV/pa il romano Pontefice, scriveva un a- in quello stesso di Basilea {T'^.), non che
uonimo (iaiicese, Des ancslinns cnrintscM, a CosT\NZA, ho detto del primato del Pa-
p. 788, perchè egli è il Padre de' ]\i(lii pa di vera e propria giurisdizione, im-
«'d il Padre universale, mentie presiede mediata e suprema sopra tutta la Chie-
alla Chiesa universale ed apostolica, oc- sa universale, anche sopra la Chiesa adu-
cupando il luogo del principe degli a- nata in Concilio {J^'.), in virtù del qual
postoli. Gli eretici non possono soffrire primato, che a niun altro vescovo può
(|ueslonome di Papa: eglino lo danno per trasferirsi, può far leggi che obblighino
ingiuria ai cattolici appellandoli Pnpisti. tutta la Chiesa, né vi è bisogno che la
Scrissero su rpiesto titolo: Cenni, Dis- come sostiene Zaccaria nel-
Chiesa accetti,
seri. y.lSum. 5. Gregoiiiis FJIdtcrc- VAniìfehbronio. La rinnovazione, che si
S'trìt: ut Papne nomcii luiicuni csset in fa talvolta ne'concilii, delle cause defini-
iiiiivcrso Orbe christiano, nec licerci ali- te dai romani Pontefici, non è perchè i

eni scipsum, \'tl aliiim co nomine appel- padri sospettino di una erronea defini-
lare, i. i,p. I Si, sciilla in italiano cui li- zione. Le opposizioni che talvolta incon-
tolo Ialino. Bracci, Eliniologia de nomi trarono i Pa[)i, non provano l'universal
Papa e Pontifcx, Roma iG3o e iGq". persuasione della i-tfoimabililà dei loro
Dielman, De\'Ocihus Papaeaetadbii^ dis- giudizi. Questi i\ue punti, in un agli al-
sertado historica, Witlembeigae 1G72. tri argomenti sull'infallibilità pontificia,
Echellense, De orìgine nominis Papae nec si possono vedere nel dottissimo p. Cap-

non de illius proprielale in Ilom. Pon- pellari, poi Gregorio XVI, liti.ionfo del-

tìficc, adeoque de ejiisdem primalu con- la s. Sede. Pio W condannò il pestifero


tra Seldenum, inp. 1 Eulychii pa(r. A- libro (li Joseph Eybel (di cui feci cenno
lexandnni {'indicati, Komae 6G
1 i . A ma- nel voi. XXIX, p. 181): Quid est Papa?
te, Lettera, se Ennodio diacono di Pa- Viennae 1792, col breve Super solidi-
via fosse primo che appropriasse al
il tate, de'28 novembre 1786, Bull. Cent.
romano Pontefice la prerogativa di Pa- t.
7, p. Gr da tutte le chiese accet-
i ,

paPueWe sue Leti, erudite, Genova i5. i


-•
talo come giudizio dommatico. In Assisi
Wenochio, Siiiore t. 3, p. 89. Per cjual nel 1789 fu stampato; La \'oce di Pie- .f.

causa il Pontefice romano si chiami Pa- tro nel brei'e del santo padre Pio ì^ T,
pa. Solleiius, in Diss. fmidam. ad ser. che condanna il libro : Quid est Papa?
chronol. patriarchar. Alexandr. de o- Abbiamo inoltre, del gesuita Giambat-
rigine et nolione nominis Papae. A. L. tista Noghera Cosa e il Papa ? Bas -
:

'^mi\, Lettera sull'origine ed uso del no- sano 1783; del p. Tamagna, Origini
ine Papa, Padova 1798. Angelini, Di- de' cardinali par. i, cap. i Che co- :

scorso ciinosissimo intorno alla muta- sa è il Papa.'' e del p. dementino Cini :

zione de'nomi de" Papi nella loro crea- Chi e il Papa, suprema-
riflessioni sulla
zione, Venezia 1 Sgo. zia e prerogative, Roma i835. T'. Cro-
Kon è impedimento al Pontificato [V.), NotoGiA DEROMAM Pontefici. Innumera-
l'oscura e bassa origine; ed a Porpora bili autori si occuparono della storia dei

dico, se può esserlo chi Jìon è cardinale. Papi, come quella che comprende e in-
InnuMìerabili sono gliarlicoli su tutto ciò teressa lutto il mondo. Se ne potrebbe
che riguarda il J'apa, ed eziandio le sue formare una copiosa biblioteca, come può
PA P PAP 149
rilevarsi dagli articoli ljiu;^'i'a(ìci d'ogni Jìrio a Giulio II, Venezia. Papire Mas-
l'apa, ove riporto i principali scrittori che soli. Dei vescovi di Roma. Nardi, Com-

delle loro geslaeponli(jcato scrissero nel- pendio delle vite de' romani Pontefiei. Lon-
le loro opere o con apposite storie, ed glii, Breviario storico de' Pontefici e dei
in gran nnniero ne furono autori gli stes- concila. Pagi, Breviarum Ponlificuni ro-
si loro famigliari donic>tici o ministri ,
manoruin, Antuerpiae 1717. Panvinio,
(juali testimoni delle loro a/.ioni, con im- Cronaca de' Papi cardinali. Ciacconio,
mensa utilità della storia rcclesiiolica che f'ita ed azioni de' sonimi Pontefici e dei
è cullegala con quella de' sommi l*onte- cardinali fino a Clemente f''III. Vedali-
iìci. Quelli pertanto ch'ebbero tali bio- si le biografìe di Ciacconio, non che di
grafi, come può liscontrarsi ai loro ar- Oldoini e Panvinio per le opere che scris-

ticoli, piinci|)almente sono s. Giegorio sero sulle storie de' Papi, (juarnacci, F'i-

I, s. Leone IX, Gelasio II, buiucenzo IV, tae et res gestae Pontiflcum rom., Ro-
(Iregorio XI, Urbano VI, Innocenzo Vii, mae 701. Ciampini, Examen lib. poni,
I

Gregorio XII, Giovanni XXII I, iNicolò rom. Pontificnm quae sub


sìve vilaruin

\, Pio II, Leone X, Adriano VI, Gre- nomine, Romae 1G88. Del Libro ponti-
gorio XIII, Sisto V, Alessandro VII, Cle- ficale parlai nel voi. XVlII,p. 3i4- Pa-
mente XI, Benedetto XIII, Cleaien le XII, lazzi, Gesta Pontiflcum romanoruni. Ve-
j)cr non dire di altri. Si può anche ve- neliis. Piatti , Storia critico-cronologica
liereOrazioni fu.vedri, ove registrai cpiel- de' romani Pontefici. Can. Giuseppe de
le ancora composte pei Papi defunti dai Novaes, Elementi della storia de'sommi
loro famigliari. Anche cardinali ebbero i Pontefici da s. Pietro sino a Pio VII
i loro domestici biografi, come Paleotti, e a lui dedicati, tomi 17,1821Roma
Millmi, Guidobagni, Gozzadini e altri: i pel Bourlié, 3.^ edizione. Del medesimo,
cardinali Dentivoglio e Quirini scrissero Introduzione alle vite de' sommi Ponte-
da loro la propria storia. Tra quelli che fici sieno dissertazioni storico -crìtiche
compilarono le vite e la storia generale dell'elezione, coronazione e possesso dei
de'Papi, mi limiteròa ricordare seguen- i medesimi, tomi due, Pioma 1822, stam-
ti , An.istasii Bibliolliecarii, De vitis ro- peria dell'ospizio apostolico. Già queste
Tiianoruni Ponlifìcuin a b. Petro aposto- opere aveano meritato de' grandi elogi,
lo ad Nicola tini /, acljcctis vilis Adi in- come deW Effemeridi letterarie di Roma
ni II et S/ephani n, anelare Guillcl- negli anni 1770, 1777, 17896 1793.
iito Bibliothecario, colle note di France- Barone Henrion, Storia de'Papi, da s.
sco Dianchini, Romae 1718. Roselli car- Pietro fino a Gregorio XVI, tomi due,
dinale, /io//Ja/Jo/va/i Pontificuiiì gesta, da Torino i84o.
s. Leone IX a Celestino V, inter Script, II can. d. Giuseppe Graziosi ci chèla

ilal. iVi Muratori. Platina, f^ite de' sommi dissert. pubblicata negli Annali delle

Pontefici da s. Pietro fino a Clemente \I, scienze relig. voi. i i, p. 3 j4 • I progres-


con le note e la cronologia ecclesiasti- si della critica, deludendo le mal fon-
ca del Panvinio, Venezia 1715. Baluzio, date speranze de' novatori fornirono nuo-
l'itae Paparnin A^'cnioneasis. Burio , vi e preziosi documenti ad illustrare la
Piomanoruru Pontifieuin bi-evis notitia, storia de'roinani Pontefici. Dice clie illu-
Patavii 177.4. Sandini, ritae Pontiftcttni strarono I.i storia de'Papi non solo mol-
ro'nanornm, Ferrariae 1748. Sangallo, ti cattolici scrittori, Fénelon, Bernard,
Gesta de'soriinii Pontefici romani, Ve- Frayssinous, Jandot, de s. Victor, Cha-
nezia I
764. Giacobbe, Bibliotheca Pon- teaubriand, de Maistre Fuger, Le Frano,
iiticia, Parigi iG43. Stella, Storia del- Pluquet,Raoul-Rochelte, ma ancora trd
la viUi de sommi Pontefici da s. Pietro i dotti protestanti Ancillon , Coquerel,
rSo TAP PAP
Goiihs , Plniik, INIiillei-, Voigt, Liiclcn, cordatilce della vita e messaggiera ai po-
llurter (poi converlito al callolicisiuo, e steri della vetustà. Quindi ben a lagio-
lo celebrai in (ìi)e della bioiiiafia di s. ne il prof Vaccolini in un bell'articolo sul
Gregorio VII), ed altri. Nel voi. i4, glorioso e magnanimo Alessandro ///
p. I G I di detti /annali vi è (stampalo an- (il quale oltre alla sua biografia in tan-
che a parte) il Discorso sulla sfori,! dt-i ti luoghi celebro), pubblicalo uell'y/ //<»//»
sommi Poììlc/ìri Iclfo iiclV accademia di de' IO giugno 1848, rimarcò: »> Quan-
religionp callolica ili Roma, da mg.'' Ga- do il suo cadavere fu portato alla chiesa
spare Grassclliiii chierico di camera, prò di Laterano, alcuni tristi che non perdo-
presidente del censo, Roma 1842. Egli nano nella loro stoltezza, imprecarono
osserva, che il celebrare il romano pon- contro di lui, gitlarono fango e pietre
tificalo e vendicarlo dalle olFese che la contro la bara, appena permisero un luo-
critica inten>peranle o la calunniatrice go di requie all' estinto. Ma egli potea
eresia versò a piene inani stilla storiai del diredi st, post fata resurgo, ([uanóo nelle
"
medesimo, egli è lull'uno che celebrare istorie e ne' benefatli vive immortale.
la Chiesa di Gesù Cristo e vendicarla; tan- Dopo la morte di P^ofo /^ la sua sta-
to la gloria e i destini di lei sono inse- tua fu trattata come fosse stata quella
paiabili dalla gloria e da'destini di quel- d'un Giuda, benché eretta per gratitu-
lo. Granbenemerenza acquistaro-
Itjde e dine dal senato e popolo romano, ed al-
no qne'rnagnanimi che impremlendo a trettanto sarebbe occorso a quella ch'es-
trattare con imparzialità della storia ge- si aveano innalzato al gran Sisto V , se
nerale speciale de'Papi, felicemente la non opponevano
vi si suoi affini Or- i

di<gonibraronoda quelle macchie e men- sini e Colonna. Avea ben ragione Ales-
zogne, che originate dall'ignoranza o dal sandro T'II di ricusare simile simula-
livore, fuiono ripetute da cento bocche cro dopo la Pcstdenza (^.), per le cui
e libri ;
poiché detrattori contaminaro-
i saggie cure ne fu represso l'impeto de-
no la verità di sì importanlesloria e spes- solante. Per non dire di altri, Pio FU,
so ancora la generale opinione de'popo- il cui nome glorioso è elogio, con quan-
li, con iscandali e funeste conseguenze; te nefande salire da alcuni s'imprecò al-
spacciando quello d'immacolati costumi la sua memoria !

un debosciato ! chi fu mirabile esempio Nel suddetto discorso si compendia an-


di vita sobria, semplice e frugale un in- cora la storia del pontificato e del suo
temperante! ed provvido e clemente e il ministero diviso in quattro epoche, cioè
giusto un tiranno! Vi sono poi
storici che dall' origine a Costantino, da questo al
maliziosam.ente si astengono nominare principio del medio evo e verso il 5oo,
un qualche benemerito Papa, dopo aver per tutto il medio evo sino al risorgi-
millantato imparzialità, essere puro sto- mento della civiltà europea e al i5oo,
rico, scritto la semplice vei ila. Invece tal- indi dal secolo X\I all'età presente. In
volta chi appartenne a potenti e ricche esso precipuamente si ragiona dell' ec-
famiglie, per le clientele e mezzi ellìcaci cellenza dello studio della storia de' Pa-
di esse, s'ebbe elogi e meriti esagerati al- pi, quale è risorta ai nostri giorni, con-
l'estremo, ed anco a danno di altri, i qua- siderata ne' caratteri generali, che devo-
li per mancanza di sostenitori furono la- no aversi in vista da coloro che ne in-
sciali e abbandonati al tempo, che però traprendono la trattazione, dovendosi col-
suole scoprire la verità, ccme si può ve- locare alla sua vera luce e ricondurli al-
dere alcune biografie. Imperocché l'i-
iu che
l'età in vissero, come da ultimo lo-
storia testimonio de' tempi, è luce fìam- devolmente fece il eh. cav. Luigi Criso-
meggiaule del vero, maestra e iusienie ri- stomo Ferrucci nelle erudite e dotte //i-
P A l' P .\ P I M
ve.sligdzìoni slorico critiche sopra fìoiù- ria delIaChiesa universale divenne indi-
fiìzio / li figliuolo di Ferrnccio, Firenze visa da quella de'Papi. Ne' secoli barba-
r84?- Ora poi ci lia clalo, Coiiliimatio li- ri e oscuri la storia principale è quella
broruin Frodoardican. /yeniensis,derorn. del papato; né solo in lloma o dai ro-
Pontificibus post Lconein f^Il, Luci 8 5o. 1 mani, ma quasi in tutte le chiese e per
Ili questo anno il eli. cav. Scolari, Roma tutto il mondo furono sparse e conser-
e la s. Sede, a p. Gc), ilopo aver dichia- vate le memorie storiche de'Papi, perchè
rato, che ogni Papa come uoaio,<'^ ipsa con tutte ebbero essi a mescolarsi, da lo-
circiiindatus in/ìnnitate, ossei\a circa al- ro o create o approvale o provvedute di
la vita e azioni di alcuni Popi, de'ipiali pastori o ridotte alla fede, o se tralignanti
non so più se l'amor del vero, o l'irre- combattute e dannate; quindi monu- i

ligione si adoperarono a screditare: Che '» menti della storia papale vennero raccol-
il cattolico legge le storie dei Pontefici ti sì in oriente che in occidente ne' più
con occhio ben altro che quello degli e- celebri e anche remoti chiostri, come nel-
relici o protestanti e che ( anco dopo ; le più solenni e pubbliche assemblee o

fatta la debita separazione tra i cousigli concilii. Autorità suprema de'piincipi e


del Pontefice e quelli del principe), in de'popoli, grande avvenimento non ebbe
ciò stesso che piì\ gli potrebbe spiacero luogo, ne lega si rannodò, né successio-
(se pur vero) ador)* sempre gli arcani se- ne si decise, né tregua né pace si strinse,
greti della onnipotenza divina, uè tiene né regni sorsero, né conquiste si forma-
a scandalo e danno della religione falli i rono, né crociate s'intrapresero, né prin-
qualunque che da Dio permessi, anche cipi dettarono leggi o cinsero diadema
nella persona del suo slesso Vicario in per circa dieci secoli, che Papi con sa- i

terra, servouo seujpie ai fini della sua lutare influenza non vi primeggiassero
gloria e de' suoi arcani diségni. Posta an- come re de're; onde storico non avvi in
che in fatti (e non mai concessa) che sia, Europa, né forse archivio in alcun regno
la poco lodevole privata vita d'un qual- di essa,che non narri le loro azioni o
che sommo Pontefice, non risulterà che non ne conservi qualche prezioso docu-
sempre più vantaggiosa l'idea di una re- mento. Col rinascer delle arti e delle let-

ligione, che anche mal servita dai suoi tere sorse il lodevole disegno di riunire
ministri, nientemeno vince e sta ferma. in un sol corpo la storia di tutta la Chie-
D'altronde, né bisogna dimenticare l'o- sa, quando la malignità degli eretici, sci-
portcthatreses e^^edi s.Paolo ; ne si può smalici ed increduli astrinse dotti uo-
ilisconoscere la verità, che ciò non ostan* mini ad alfrontare le armi, onde la san-
te iu qualsivoglia romano Pontefice il tità e dottrina de' Papi si dilaniavano,
Jìdcs tua nunquain deJicicL del Salvato- tale fu la immensa mole de'monunienti
re, sta per oltre 18 secoli immoto". d'ogni secolo, che si offrì alle loro ricer-
Dopoché la sede della romana chie- che, che i sommi Baronio, Bellarmino
sa sorse ove era quella dell'impero del ed altri numerosi grandi scrittori, furo-

mondo, ed i primi Pontefici raccolse- no insufficienti a tulli poterli raccoglie-


ro r autorilù e le tradizioni di colui re o ordinarli o interpretarli, e (|uelli
che dalla bocca stessa di Gesù Cristo fu che vennero dopo continuando la bella
dichiarato fondamento e principe della impresa, non la condussero a compimen-
bua Chiesa, era ben naturale che [)ri- i to, restando per tre secoli la storia dei
mi atti cristiani ed i piìi antichi sculto- Pa[)i in molte parti quasi una solenne
ri ecclesiastici si volgessero a raccoglierne congiuia contro la verità. Laonde a' no-
le gesta ,
gelosamente custodirle e tra- stri giorni diversi scrittori e taluno pio-
maudarlc u tulli i fedeli } tpiiudi la blu- teslaute e d'oltremontijpresero a narra-
tSi PAP PAI'
re con miglior coscienza e più salda dot- rie la più lunga e mai interrotta de' so-
Irina la vita di alcun insigne Pontefice, vrani che mai vide il sole, e la più parte
onde levarono giustamente tanto grido giunti ai soglio quando giù slancile le

di sé, rivendicandone la storia sfigurata forze e curve le spalle, e brevi de' piìi e
o calunniiitn, nio//a e tronca, contami- travagliiili gli anni del regno, e nuovo
nata e sanguinolenta dalle tante cagioni ciascuno alle arti del medesimo; pure
enumerate dal sullodato discorso, che f'e- trovansi quasi tutti uomini singolari
cero misero governo della storia per o- e rinomali, chi per santità di vita, chi
scurare la gloria de' Papi, massime di per iscienza, chi per insigne prudenza;
quelli che particolari passioni denigia- cos'i per tortezza d'animo, ardire diutra-
rono nel voluminoso arsenale delle ca- prese, generosità di pensieri, benevolen-
Iiumie e menzogne stomachevoli, con i- non che pieni di sottile ac-
za senza limiti ;

scandalo di tutta quanta la cristianità, corgimento negli allari, grandezza d'im-


Le fivliche e severa critica di IVIiiller, pero, eloquenza vincitrice , coraggio in-
Raun^er, Leo, Voigt.Ilurter, Hock, Ilau- vincibile, forze instancabili ad ogni trava-
ke, Lingnrd e altri, anche stranieri alla glio ; martiri nel tempo delle persecuzio-
romatia sede, vollero richiamare alla sto- ni, teologi ne secoli dell'eresie, pacificato-
ria veritiera della medesima loro con- i ri tra le rivoluzioni e le guerre; alcun
l'ralelli, come fece Gobbet co'suoi ingle- carattere, alcun ingegnoad essi non man-
si colla Stori/i della riforma protestante, co, perchè a ciascun bisogno della Cbiesa
Noi abbiamo negli atti pubblici de'più e della società essi non rispondessero, né
grandi imperi, nelle tradizioni di tutte alcun secolo fu privo di grandi Papi, né
le chiose, e fino nella memoria de' popoli alcuna c.itastrof'e nel mondo che non lus-

più remoti e piìi barbari la serie delle se o allVontata o assistita o Irionlàta da


pili preclare intraprese de' Papi , tli cui alcuno sovrano ingegno tra essi. Altro
in ogni terra suonò la voce e si molli- manifesto caratlere della storia del pon-
plicarono i beneflcii. Sono latti grandi e liticalo è riposto nella splendida opera
solenni il mondo converlitodairidolatria, della divina provvidenza, che tutta quau-
la chiesa sedulaal fianco dell'impero, le la l'investe e signores^gia, non solo per
]iiìieospicue chiese nell'oriente e occiden- governare la Chiesa fino alla consuma-
le fondale, apostoli spedili alle nazioni zìoirì de' secoli, ma per governare tutti
p.ìi crudeli e seUaggie. le baibariehe gli speciali suoi andamenti in questa terre-
iirui'ioni nrre>tate. i de\astalori del ro- sire carriera. La storia finalmente de'Pa-
niaiio impero uiaiisueliitti ,
1"
(>ceideiite pi presenta tal prezioso, importante e
salvato dalle spaile e dalle ilamnie ilei quasi unico complesso di universali no-
iiuissulmnni, la società sostenuta, le A- zioiii, che fu precisamente la primiera ca-
meiiclie e le Indie dumeslicale, le scien- gioiie e origine di questa mia <[ualuuqiie
7c e le lettere salvate e protette, le arti opera e Dizionario.
recato al più glorioso splendore, e sopra PAPA Giovanxi, Cardinale. Patrizio
tuttii la dottrina di Gesù Cristo serba- romano, fu creato canlinale diacono di
ta e tramandata immacolata, la libertà, s. .\gala i\d Giovanni \1X detto XX del
rindipendenza. la maestà ilella Chiesa fai- i 024 e loseguì in Aquileia quando si recò
ta xiueitrice per iq secoli d ogni suo più a consacrare la cattedrale. Xel io36 De-
feroce nemico. Onesti e altri latti basta- nedetto IX qli conferì il vescovato di Pa-
no a far della storia de Papi la piìi me- lestrina. Dopo essere intervenuto al con-
ravigliosa narrazione e cle'l'ontLlìci il più cilio diLalerano nel io3-, moi-ì in Ro-
sublime modello di altissiina mente e di ma 1040, d'anni 38, e tu sepolto nella
nel
magnaaiuio pello. 1 Papi formano la se- sua diaconia cou iun^jo epitalllo iu versi.
PAP PAP i53
PAPARESCHI o PAPA Ghecorio, prete di Lorenzo in Damaso, indi le-
s.

Cardinale. V. In.\ocf.>/o 11 Papa. gato d'Irlanda, ove per la contrarietà del


PAPARESCHI GREGonio, Cardina- re Stefano non si recò, bensì nel i Sa i

le. Romano, dallo zio Innocenzo li nel col vescovo di Lismore Cristiano, rice-

clicemhie i\Z\ o i i35 fu creato car- vuto dal re di Scozia Davide I colle mag-
dinale diacono di s. Angelo, mori verso giori dimostrazioni. Celebrò un concilio

il I i4r. in Irlanda nel nuovo monastero di ]Mel-

PAPARESCHI Pietro, Cardinale. lifonte, nel quale furono confermale le 4


Romano, dal lìalello Innocenzo li nella sedi arcivescovili, insignite co'pallii cli'e-
(jnaiesima i \^i fu creato cardinale ve- rasi portato, e riformali molli abusi. Tor-
scovo d'Albano, e com[)ì la basilica di s. nato in Roma con gran fama di sanlilà,

ISIaria in Trastevere, incominciata a re- morì nel 1 1 liS circa.

st.uuare dal l'ontelìce. lutei venne all'e- PAPAKONI Rolando, Cardinale. "So-
lezione di tre Papi e mon sotto Euge- bile sanese o francese, monaco di giiui

nio HI. virtìi e straordinaria letteratura, deca-


PAPA RESCHI Cis ZIO, Cr7r^//irt/<'. Ro- no d' Avranclies 1177 vescovo di, nel

mano, nipote o consanguineo d'Innocen- Dol, nel 184 Lucio IH lo creò


I uS3 o I

zo 11, nel marzo 58 Adriano IV lo creò


i i cardinale diacono di s. Maria in Porti-
cartlinale diacono di s. Adriano, poi A- co, indi spedilo in Inghilterra a pacifl-

lessandro IH lo fece prete di s. Cecilia. care il re di Scozia Guglielmo con Gio-


Singolare per la divozione verso la Ma- vanni arcivescovo di s. Andrea. Urbano
donna cui edificò una chiesa, come per IH lo nominò legato di Lombardia, mo-
la costanza e fermezza con che sostenne rendo in Pisa nel 187, il giorno preco- 1

Alessandro III; mori nel i i83. denle all'elezione di Clemente IH.


l^APARESCHI oPAl'ARONI Cui do, PAPESSA Giovanna fìnta. /^. Gio-
Cardinal . Romano, della famiglia d'In- vanna, favola.
nocenzo li, ad elegante aspetto unì straor- PAVIA, seu PUPIA. Sede vescovile

dinaria pazienza e illibali costumi. Cle- della provincia proconsolare di Cartagi-


mente HI nel settembre i iqo lo creò ne, neir Africa occidentale, sullraganea
cartlinale, prima diacono e poi prete di della metropoli di Cartagine. Conc. Bo-
s. Maria in Trastevere e arciprete di s. lli/. Papia, Az/j/cv/, è un titolo vescovile

Pietro. Fu legato di Lombardia e della in parLibns sotto Cartagine che conferi-


Marca, nel 1207 vescovo di Palestrina, sce il Papa.
ritenendo in commenda il titolo. Quale PAPOIjL(s.), Fammi sancii Papuli.
legato d' Innocenzo IH assolvè in Veroli Città vescovile di Francia, dipartimento
Marcnalilo dalla scomunica. Nella lega- dell'Ande, canlonediLauragais nella Lin-
zione di Germania, quantunque si tro- guadoca, situala in pianura a i83 leghe

vasse in necessità, non volle ricever do- da Parigi. Era considerabile l'antica ab-
ni. Avvisalo da visioni soprannaturali ,
bazia di Benedetto, fondata sotto l'in-
s.

invitò Innocenzo IH a consecrare la sua vocazione di s. Papulo martire o Papoul,


." vescovo di
chiesa titolare, e morì sotto di esso; alcu- discepolo di s. Saturnino i

ni lo confondono col cardinal Pierleoni. Tolosa. Presso la sua tomba si fabbricò


PAPAUOM o PAPARO Giovaxm. la chiesa con monastero, e se ne attribui-
Cardinale. Mobile romano , d'elegante sce la fondazione a Cai lo Magno, o al-

aspetto, virliiosissimo, molta scienza


di meno neir8i7 quivi (òr mossi
esisteva :

e facondia, nel dì delle ceneri i44Ce'' 1 un borgo, che divenne [)iccola citlà,e nel
lestino II lo creò cardinale diacono di s. i5i7 il corpo di s. Papulo fu trasferito
Adriano, e nel i i 5o Eugenio 111 lo fece iu Tolosa nella chiesa di s. Saluruiuo.
I II P A P P A B
Oiovnnni XXII nel i 3 i
7 l'eresse in cal- guadoca. Ivi ti fabbricò poscia una chie-
Icdialc siifTragatiea di Tolosa, ma il ca- sa con una badia a lui intitolata , e il

pilolo restò regolare sino al iCì'jo, incili luogoov'era posta divenne una città con-
lo secolarizzò Clernenle X. Consisteva nel siderabile, che prese il nome del santo :

prevosto, con i i canonici e altri benefi- f^. s.Papoul. La sua festa è notala il
ciali. Il i.° vescovo fu Bernardo dell'il- giorno 3 di novembie.
lustre famiglia de la Tour di INIirepoix, PAB.A' [de Farà seit Paran). Città
già abbate, e mori nello slesso 3 7, suc- 1 i con residenza vescovile dotta ipnve Bclcìi
ceduto da Miisfujoli poi cardinale. Fra i de Parà^y.), del Brasile, capoluogo del-
successori nominerò i cardinali Pietro la provincia e del distretto del suo no-
Crosso, Rupescìssa , Malrosio ,\ tre Sai- me, sulla destra del Tocantin,chiamatr>
viali, come
ha da Clienu, Ardi, et e-
si altresì Para in questo luogo, al confluen-
pisc. Galliae p. 53o. ^cWe Notizie di
,
te della Guama in una pianura, a 55o
i?OMJa sono registrali vescovi dal 173). i leghe da Rio Janeiro. K d'ameno aspet-
II vescovo Gio. Battista I\I. de IVIailIc de to, con strade molte piazze, case so-
belle,

la Tour Landry di Le Mans, traslato da lide ed eleganti. Rimarchevoli sono il pa-


Gap, rinunziò nel 180 i quando Pio VII lazzo del governatore e la cattedrale di
pel concordato soppresse la sede, e morì magnifica strutturadedicataa Maria Ver-
nel 8o5. 11 vescovo assisteva agli stati di
I gine delle Grazie, con battistcrio e par-
Linguadoca, e avea 20,000 lire di ren- roco, avendo incontro l'episcopio. Il ca-
dila, contenendo la diocesi 56 parrocchie. pitolo si compone di 4 dignità, i.* delle
PAPPA. Sede vescovile di Pisidia , quali è il decano, di 10 canonici, 8 be-
sotto la metropoli d'Antiochia, eretta nel neficiali, IO cappellani cantorie altret-
V secolo. Riporta 4 vescovi V Oriens chr. li accoliti, IO ministri del coro e altri
t. I, p. 1007. ecclesiastici. Vi sono due altre chiese par-
PAPPACODA Sigismondo, Cardina- rocchiali, col fonte sacro in una, duecon-
le. Patrizio napoletano, rispettabile pel venti, ospedale, seminariopresso l'episco-
sapere e virtù, Alessandro VI nel 149^ pio, già locale de'gesuili, collegio, giar-
lo fece vescovo di Venosa e nel i499 <^li dino botanico e buon arsenale. Nel por-
Tropea. Avendo aiutato Clemente VII to i navigli giungono facilmente.
non vi

assediato in Castel s. Angelo, in questo I dintorni ch'erano malsani, non han più

dicesi averlo il Papa a'2 I novembre i527 tal difetto dopo la distruzione delle mac-

creato cardinale, o destinato alla digni- chie e la moltiplicazione di mandrie. La


tà, cui il viceré di Napoli desiderò che sede vescovile fu eretta da Clemente XI,
fosse preferito altro soggetto a lui assai con bolla del 4 marzo i 7 1 9, sulTraganea
gradito. Altri riferiscono che elevato al di s. Salvatore. Le Notizie di Fioma\n-
cardinalato, si contentò rimaner vesco- cominciarono a riportarne vescovi dal i

vo per singoiar umiltà, come realmente 1738, e pel I." fr. Guglielmo di s. Giu-
si legge nell'epitaffio di sua tomba, essen- seppe dell' ordine di Cristo di Lisbona.
do morto nella sua diletta chiesa, d'anni Dal 1844 'o ^ mg. Giuseppe Alfonso de "^

8 i, nel i536. Moraes Torres della congregazione del-


PAPULO(s.), prete martire. Fu a par- la missione di E.io Janeiro. La diocesi si

te delle fatiche apostoliche di s. Satur- estende per tutta la provincia di Para e


uino primo vescovo di Tolosa, e predicò contiene più di 90 parrocchie. Ogni ve-
con lui la fede ai popoli the abitavano scovoè tassato 1 16 fiorini, con circa 2400
al mezzodì della Francia nel III secolo. scudi di rendila.
Patì il martirio al cominciamenlo del re- PAR.ACClAi\I GiANDOMEMco, Cardi-
gno di Dioclcziauo nel Lauragais, iu Liu- nale. Nobile romano, originario di Sie-
,

^PAR P A a i5j
na, unto a'G magi;io i(»47, nvoinlo cor- re prove del suo acuto e ponolrnnle in-
lispnsto alla vivacità del talento cu'piìi gegno. Benedetto \1V nel febbraio 174'
r ipi<li progressi nello studio, da Clemen- lo ammi>;e in prelatura, essendo già suo

te \ Tu ammesso di 23 anni lia'piclati, e cameriere onore e priore della colle-


d'
presto acfpiistò credito slraotdinai'io per giata di Maria in Via Lata; indi suc-
s.

l'abilità e franchezza con cui rifeiiva le cessivamente Io annoverò tra'referendaii


cause in segnatura. Sostenne con lode il delledue segnatiu-e, lia'piclali della con-
governo di Henevento sotto Innocenzo Xf, gregazione della fabbrica di s. Pietro,
f quale uditore del suo segretario di sfa- lo nominò luogotenenledeiruditoredellii
to cardinal Cibo, e poi col cardinal Bar- camera, nel i7')4 "ditore di rota, con-
berini che lo fece vicario della basilica sultore del s. olìizio e de'riti, e votante
Vaticana. Fu votante di segnatura e po- della congregazione di Fermo. Divenu-
nente di consulta, e Clemente XI Io volle to decano della rota. Clemente XIII ai
proprio uditore, lo f^ce canonico Vatica- f) luglio '7^4 lo elesse arcivescovo di
no, prosegretario de' vescovi e regolari, e Fermo, indi a' 26 settembre 1766 creò
a' I 7 maggio 70G i lo creò cardinale prete cardinale prete di s. Calisto. Come arci-
dis. Anastasia, protettole de'celeslini, sii- vescovo e principe di Fermo fu sollecito
vestrini,benfralclli, scolopi e dottrinari, della utilità de'diocesani e decoro dellii
annoverandolo a tutte le congregazioni. città, onde molti vantaggi prociu'ò al pub-
Nel I
7 i4 If>nominò vescovo di Siniga- blico; poiché ottenne al magistrato le ve-
glia, ove si diportò come padre amoroso sti municipali, due porte ampliate e ab-
ilei suo popolo promosse la pietà, e-
; vi bellite, migliorate le vie e fatta la ma-
stirpò gli abusi, pose uomini savi e dot- gnifica del Girone, aumentati e ripara-
ti al governo delle parrocchie, la prov- ti diversi edifìzi, ottenendo nel i77'2 d;i
vide nella carestia con profusissima caii- Clemente XIV 1' edificazione di Castel
là verso i poveri, e co' soccorsi ottenuti Clementino colla collegiata di s. Mar-
da Ronia la preservò dalle scorrerie dei co, in luogo dell'anteriore chiamato Ser-
pirati e turchi di Dolcigno, dalla schia- vigliano. Amoroso e zelante pastore, im-
vitù de'qualj redense ^o marinari, con plorò pel capitolo della cattedrale vesti
limosine raccolte per ogni parte e per paonazze e ad essa donò sacri arredi. Ce-
quelle specialmente da lui contribuite. Ri- lebrò il sinodo, fu benemerito delle mo-
chiamato nel 17 17 da Clemente Xl, pei nache di s. Giuliano edi s. Cipriano, mi-
suoi gran meriti lo dichiarò vicario di gliorò l'episcopio, fece rifiorire il decoro
Roma, rinunziando il vescovato con vi- nelle chiese e il divin culto, ed operò quan-
vo dispiacere de* diocesani. Esercitata If» to dissi a Fermo. Mai permise che si po-
nuova carica con plauso, integrità e vigi- nesse segno di memoria alle cose da lui
lanza,morì in Roma agli 8 maggio t2 1 i regalate o erette, essendo a un tempo dis-
nel giorno in cui nel conclave fu eletto interessato, magnifico e limosiniero. In-
Innocenzo XI li, dal quale era uscito per tervenne con arjtorità di consiglio ai con-
male, d'anni 70 non compiti. Venne se- Clemente XIV e Pio VI, del qua-
clavi di
polto nella chiesa di s. Rocco in elegan- le godè l'alletto. Morì in Fermo a'2 gen-

te e nubile avello col suo busto di mar- naio 1777, d'anni 62 circa, assai pianto,
mo e iscrizione, nella sua cappella genti- e fu sepolto nella metropolitana, ove gli
lizia sacra alla Madonna. eresse un monumento il fiatello Gio.
PARACCIAN'I RUTILI Urbino, Car. Francesco, con isciÌ2Ìone che colle sue
dinale. Nobile romano, venne alla luce notizie riporta il Catalani, De eccl. Fir-
in Roma agli 8 febbraio 1
7 1 5, ne'colle- iiìaiin, p. 3o6. Di spirilo elevato, di bel-
gi di Praloc Modena die negli studi chia- la mente, attivo, retto e dotto giurecon-
I jG par pa r
sullo, previdente e tli cuor generoso, a- cnìtlaico fiardif, (Iella rjual pni'ol» i gre-
niava cl'esseie illuniinato e istruito nel- ci l'ccevo paraclcisos, i'oise j^vesa diì\ per-
le cose diocesane, temperandola sua di- siani, ed i ìalm'i paradisus. Pare proba-
giiilìi senza avvilirla. Amato e lodato pa- bile che il paradiso terrestre fosse nel-
pronunziò le-
store, ne'soleiiiii funerali l'Armenia, verso le sorgenti ùell'Eufra-
logio funebre d. Nicolò Pietra profosore le, del Tigri, del Faso edell'Arasso, poi-
dclorpienza nell'università, che fu stani- che s'incontrano in quel paese i caratle-
pafo Fermo. Delia prelatura istituita
in ri pe'quali la sacra Scrittura ne indica la
dal cardinale feci cenno a Gallese, per- situazione. La più comune sentenza vuo-
cliè goduta da mg.*^ iMcola Clarelli Pa- le che il paradiso terrestre sia stato dal
racciani, da Gregorio XVI creato cardi- diluvio universale tolto e distrutto. Su
naie e vescovo di JÌIonle Fiascone. di esso riunì alcune eriidizioiii Cancel-
PARADISO, Paradisus. Luogo dei lieri nelle Dinsci t. episL bibliog., e nelle
beati, soggioino della beatitudine eterna, Ossen'. sulla divina commedia di Dan-
dove Dio premia giusti. Come sulla ter-
i ft?. Sul paradiso celeste di quel divino poe-
ra non si conosceva luogo più delizioso ta, il p. Marco Gio. Ponta prepositoge-
che un giardino ornalo di fiori e di frut- neiale tle'soniaschi, di recente nell' yJl-
ta, si appellò paradiso il luogo dove Dio Itiin n.°i2 e^"), an. i 5, ci die l'eruditis-
rende felici per sempre santi. >'iuiio è i simo articolo Rosa celeste, ossia d Pa-
:

potuto entrare in paradiso pi ima che Gè- radiso di Dante Allighieri delineato se-
8Ù Cristo con la sua risurrezione e asceu- condo l'ordine del lesto e brevemente de-
sione ne aprisse le porte, aspettando Tu- scritto. 11 paradiso de'genlili si chiamò

mana redenzione i giusti nel Limbo (/^.), Campi elisi, soggiorno destinato ai I\Ia-

limbo de'batubini moiti seu-


di verso dal ìli [('.), alle anime o alle ombre degli uo-
za battesimo, che non possono entrare mini virtuosi che segnalali si erano con
in paradiso pel peccato originale. Come azioni utili all'umanità, con fatti eroici
si dispula ove fosse situato il paradiso ter- o con un merito luminoso ivi si eserci- :

reslre o di Eden, giardino o soggiorno tavano in cose a cui avessero avuto gè-
delizioso creato da Dio nel 3.° giorno del nio nella vita. In questo luogo di place-
mondo, dove avea collocalo Adamo ed re, di soddisfazione, di riposo e di gioia

Eva dopo averli creali e vi stettero finché legnava un'eterna primavera vi scorre- :

durò la loro innocenza, quindi discaccia- va il fiume Lete con dolce mormorio e
ti per aver disobbedito e peccato man- le sue onde facevano obliare della vita,

giando il frutto vietato; molto meno si secondola mitologia. Gli autori che scris-
sa dove sia il paradiso celeste, dove spe- sero sui Campi Elisi, li riportò Cancel-
riamo andare vedasi Bergier, Diz. en-
: lieri a p. 265 del Mercato. Gli antichi
cicl. 11 can. D. Danesi, Ragio/iamenti sul- cristiani chiamarono paradiso Vaino o
l'Eden, Prato i84'2j lagiona sul siguifl- portico della chiesa, e per l'ordinario vi

catodel nome Eden o paradiso terresti e, si trattenevano i penitenti finché erano li-

delia situazione geografica nella parte o- cenziati : per aver Papa Dono I lastri-
rientaledella terra, più orientale che i de- cale magnificamente di marmi il pavi-
serli d' Arabia, alla sorgente di 4 fiumi mento dell'atrio di s. Pietro, fu cliiama-
(nella provincia di Erivan o Armenia an- to paradiso. Con questo nome gli eieti-

tica alcuni pretendono fosse il giardino di ci adamiti chiamarono le loro chiese de-
Eden) della sua natura e delizie, de'due
; testabili. Questo nome talvolta si die an-
alberi collocati nel mez70, della felicità che ad alcuna chiesa, ed a città e luoghi,
dell'uomo nell'Eden ec. La parola pa- Gli antichi cristiani simboleggiarono il
7-rti//io deriva dall'ebraico o piuttosto dal paradiso ne'fjori e negli alberi colle fo'
PAR PAR 1 57
glie, nei loro monumenti. T.n I,onil)ar(lIa E' di fede che la visione intuitiva o co-

fu cliiamata paradiso d' Italia. gnizione di Dio, nella quale consiste es-
Quanto allo stalo ilegli eletli nel pa- senzialmente la beatitudine del cielo, è
indiso celeste, il premio che Dio lia pie- ineguale fra gli eletti; vale a dire, in al-

pnrato nel cielo per tulli cpielli che muo- cuni piìi perfetta che in altri, come de-
iono in iviato di grazia, ed hanno bastan- fluì il concilio di Firenze; perchèè mer-
temente soddisfatto alle pene dovute ai cede delle loro biidiie opere, distribuita
loro peccati o in questo mondo con le In- secondo le leggi della giustizia, lo che in-
diligenze (/^.), e con le opere buone, o segna Matteo. Questa disuguaglianza
s.

nel Pitrgalorio (f^.), si chiama dai ss. A- .si dalla maggiore o minore comu-
forma
postoli, ^•ifa eterna. Ne' hbri santi il pa- nicazione del lume di gloria, che Dio in-
radiso è indicato ancora con altri nomi. fonde nell'anima dell'eletto e che perfe-
Ira' quali Paradiso, città santa, nuo\'a ziona l'intelletto per renilcilo capace di
Giriisalenime, regno di Dio e di Cristo, fissarsi in lui. La immunità poi da ogni
casa del Padre, convito, nozze dell'a- passione che godono le anime in para-
gnello. E chiamato ancora OV/o, il qua- diso, e l'intima loro unione con Dio, ren-
le vocabolo si piglia dalla Scrittura e nel- de ciascuna perfettamente contenta <lel
l'uso comune, anche per Iddio e [)ei suoi suo grado;e la cognizione che altre sie-
altributi. W sono tre cieli, quello dei no beate in grado maggioie, non reca lo-
pianeti, quello delle stelle fìsse od il fìr- ro alcuna iiKpiietezza. Con la cognizione
mamento, ed il cielo de'cieli, il ciclo em- intuitiva di Dio, gli eletli hanno quella
pireo o terzo cielo, ch'è la dimora di Dio, delle divine persone, dei divini attribu-
degli angeli e di tutti i Ideati, f^. Coro ti, dei misteri che formavano 1" oggetto
DEGLI AxGFLi. Bisogna guardarsi bene dal della loro feóe, e di tutte le verità na-
credere che esso consista in qualche co- turali. Quanto alle cose di quaggiù, co-
sa di materiale e corporeo. JNon essendo- noscono essi certamente quelle che loro
vi parole che bastino a significarla na- appartengono, secondo la condizione e lo
tura di quel premio, per sé stesso inef- stato in cui erano su questa terra ; im-
accennò con voci di
fabile, la Scrittura lo perocché è indubitato che abbiano il de-
rose, che più npprez7ano e re-
da noi si siderio di conoscerle e lo stalo di bea- ,

putano beni, e che ne hanno qualche a- titudine importa, che ogni desiderio giu-
nalogia o roppoi to. Gli apostoli però sa- sto ed onesto rimanga soddisfatto. ÌNon
pientemente prescelsero il nome di vita è però occasione di tristezza per loro il

eterna, si perchè la vita e una vita dure- conoscere le afflizioni in cui possono quag-
vole e felice, il massimo fra'beni creali, è giù ritrovarsi le persone di loro pertinen-

quello che da noi più che ogni nitro si za ;


perchè essi sono uniti [)eifettissima-

brama; si perchè veramente quel premio meute alla divina volonlìi, e perchè co-
consiste nel posseder Dio che vita essen- noscono la somma sapienza e giustizia di
ziale e principio della vita di tutti; sì per- Dio nel disporre e regolare le umane vi-

chè queste parole escludono ogni idea di cende. Gli eletli finalmente si conosco-
materialità. E impossibile concepire lo no fra loro, e traggono a vicenda argo-
slato della beatitudine degli eletti, e ciò mento di gloria accidentale dalla digni-
che Dio ha preparato a clii lo ania, col tà cui sono innalzati, e dalla felicità del-

pieno godimento di lui sommo bene, on- lo sialo in cui si ritrovano. Inconseguen-
de non resta cosa alcuna da desiderare: za della visione intuitiva di Dio, gli elet-
l'anima quindi lo conosce con una visio- ti sono nella felice impossibilità di pec-
ne così chiara e perfetta da divenire si- care, quindi le anime in cielo sono libe-

uiilc a lui, come si legge in s. Giovanni. re da ogni male, ne possono essere alllil-
1 j8 1» a II PAR
le da alcun interno o esterno tormento. rici. Vi sono 2 altre chiese parrocchiali,
Parinieiili nel possedere e amare Dio, conventi, coni'ralernile, ospedale e semi-
•on«e sommo bene e oggetto di beatitu- nario; il collegio de'gesuili l'occupa il go-
iline, la \oIonlà trova appagate tulle le verno, e Sono belle caserme. Gli abi-
vi
}>ue brame. La felieilà degli eletti aviìi tanti sono in gran parte di origine por-
rullima sua perfezione nella generale li- toghese, che in vari modi s'induslriano.
surrezione, (piando l'anima di ciascuno Il territorio è fertile, l'aria salubree as-
s; riunirà al proprio corpo, che l'anima sai temperala, onde il terreno è sempre
perfezionerà e farà capace di gloria so- verde. Il Paraguay fu scoperto prima nel
prannaturale. Il corpo glorioso riterrà i5iGda Giovanni de Solis, poi nel 1 52(J
permanentemente in cielo le doli d'itn- da Sebastiano Cabot indi d. Pedro de ,

j)assibililà, di splendore, di agilità, di spi- IMendoza governatore sp;ignuolo di Bue-


ritualità. La considerazione finalmente nos- Ayres nel i538 da Juan de Salinas
dcirinellàbileeteino premio riserbalo al- fi-'ce lefondamenla della
edificare e gettar
la cristiana virtù c'insegna, che lutti i pia- città dell'Assunzione, che in principio fu
ceri temporali sono nulla in confronto un piccolo forte. Alvarez Nunez, 2." go-
de' celesti, e ch'è la sonuna stoltezza il vernatore, terminò la scoperta del paese
perder questi, per l'abuso che si voglia e se ne impadrom IMarlinez de Irata,
;

fare di cpielli ; che le tribolazioni di que- che gli successe, pretese di organizzarvi
sto mondo non stanno in proporzione una specie di regime feudale, dividendo
con la gloria futura che Dio ci ha pro- il paese in commende , di cui investì i

messa; e perciò dobbiamo sopportare pa- capi selvaggi. Nel i556 vi approdarono
zientemente lutili travagli della vita pre- j gesuiti, che colla loro edificante con-
sente, lo che serve a renderci meritevo- duUa meritarono l'af-
e religioso zelo si

li di quella gloria. Vedasi la bella opera lello delle popolazioni che riunirono iu
del eh. can. Eronzuoli , ora vescovo di molli villaggi e incivilirono a poco a po-
Fiesole, Isliluz. cattoliche, sez. 2 3. Ab- co, dopo aver fatto loro abbracciare il
biamo di 'Muv&ion, De Paradiso conila cristianesimo. La storia la citai nel voi.
BruncUan, Veronae 1 7 38. De ParadiòO, XLV, p. 25o. Nel iGoqla Spagna sop-
legnique coelesds gloria, Veneti is i 7 55. presse le coinmendeediede libertà ai ge-
PARAFRENIERE. V. Palafreniere. suiti di usare qual metodo più loro pia-
PAR AGRO (s.), martire. F. Iitarco cesse, togliendoli da ogni sorveglianza dei
(s.). vicini governatori spagnuoli e proiben-
PARAGUAY [de Paraguay seii Pa- do a tulli l'iiigressu nel Paraguay senza
ìaguayen). Città con residenza vescovi- l'assenso de'superiori della compagnia di
le dell'America meridionale o Indie oc- Gesù. In correspeltivo si obbligarono i

cidentali, chiamata anche ^«ji/iz/'o/^ej ca- gesuiti pagare un testatico sul numero
pitale della repubblica di L^araguay, sul- de'coloni e somministrare un contingen-
la riva del fiume di questo nome, nella te d'uomini pei regii lavori. Non si può
parte superiore ove sbocca il Pilcomayo, abbastanza altamente encomiare quanto
a 240 leghe da Buenos- Ayres. Non è re- sorprendente ne fosse la mirabile 1 iusci-
golai mente fabbricala. La cattedrale buo- la, e quanta illibatezza e prudenza usa-
no edlfìzio è dedicata all'Assunzione di rono per condurre selvaggi a sociale e
i

IMaria Vergine con parroco, ma il bat- mansueto vivere; ed il paese divenne sco-
listerio è in una chiesa prossima, cos'i l'e- pu d'invidia alle più civilizzale contra-
piscopio è poco distante. 11 capiloloècom- de. Tulle quelle orde che a veano resisti-
poslo di 4 digiiilà, I .^ delle quali è il de- to alle armi portoghesi e spagnuole, di-
cano, di 2 cauouicij e di allii prcliechie- vennero pacilichc famiijlie, e appresero
PAR 1» A R 1 59
•lai gesuili colla più |)Uia leligione , le vo Retimo. La diocesi è ampia e coni-
di

;iili agrarie e ineccai»icl)e e tuollissiiiii jirende il Paraguay, esUndendosi per cir-


utili nieslieri. Il piiese fu cliiauialo ft-lice ca 200 le"he.
o 0"ni
o nuovo vescovo è tas-
e rinnovalo il vivere lianqiiilloe patriar- salo in fiorini 33 e le rendite sono Gooo
cale. La gelosia delle corti di Spagna e monete.
l^orlogallo incominciò a manifestarsi per PARALAIS. Sede vescovile di Cap-
la vcni'razioiie in cui erano tenuti ge- i padocia nella provincia di Pisidia, sotto
suiti del l'aragnoy, imputando falsamen- la metropoli d'Antiochia. Riporta 4 ve-

te loro mire ambiziose e di guadagno. Il scovi V Orieiìs dir. l. i, p. 1057.


maggior crollo avvenne quando la Spa- PAR.ALO. Sede vescovile del basso E-
gna cede nel 737 al Portogallo selle /?/-
i gillo, sotto il patriarcato d'Alessandria.
duzioni Gesuitiche del Paraguay, con di- Riporta 4 vescovi l' Oriens chr. l. 2, p.
spiacere de' religiosi e de' popoli, i quali 570.
fecero resistenze, che provocarono 1' e- PARAMENTO SACRO, Fesiis .m-
spulsione de'gesuiti negli stali portoghesi. era, sacra supcllcx. Veste e abito sa-
Dice il Dergier » fra lutti i missionari, cerdotale e vescovile^ ornamento eccle-
quei che furono più maltrattali sono i siastico, suppellettile per uso della cliie-

gesuiti : non mancarono di


gl'increduli sa. Fu dello inissatica paratura, vesti-
raccogliere e commentare tulli rimpro- i lìieiitum missale, il paramento necessa-
veri diesi fecero ad essi. Sono imposlu- rio per la celebrazione della inessa. Nel-
le, favole, calunnie quelle che si vomi- la legge antica Dio prescrisse i più mi-
tarono contro le loro missioni del Para- nuti oggetti relativi ai vestimenti dei sa-
guay e della Cina ; non la si risparmiò crificatori, laonde ben a ragione la Chie-
jillo stesso s. Francesco Saverio. " Una sa mollo si occupò de' sacri paramenti,
Lieve ma bella descrizione della gran- prescrivendoli netli e per quanto possi-
de e mirabile intrapresa de'gesuiti nel l)ile ricchi. Nei primi secoli della Chiesa
Paiaguay si legge a p. 53 óe Reclami del la forma delle vesti, con cui si celebrava
giudeo errante, ^d 1777 le Riduzioni il sagrifìzio , non era diversa da quella
furono restituite alla Spagna, ed il paese delle vesti usuali, e solo ne usavano del-
fu quindi continuo campo alle guerre di le più nitide di candido lino e prezio-
essa coi portoghesi,! quali riconquistaro- se. In piogresso di tempo mutossi la for-

no le Riduzioni. Gli spagnuoli come i por- ma dell'abito secolaresco, ma la Chiesa


toghesi vi esercitarono poco potere, fin- mantenne sempre la primitiva, la quale
ché il Paraguay proclamò la nel 181 3 modificala alquanto e arricchita con or-
repubblica, nel 18 i4 elesse il d."^ Fran- namenti, è appresso a poco la stessa tut-
cia in dittatore, dichiarandosi definiliva- tora, né è permesso alle chiese partico-
inenteindipendcntenel 1826. Ild.' Fran- lari cangi;irla, come riferisce Bona De ,

cia fu anche lodalo dal Sallu&li , Storia ìthus liturg. lib. I, cap. 24- Tanto lece-
delle missioni del Chile, t. 2, p. 4"- La remoiiic quanto le vesti e paramenti sa-
sede vescovile fu eretta nel i 547 ^^ ^ào- cri servono a conservare la memoria dei
lo III, sudraganea di Piata, e lo è anco- riti della veneranda antichità, ed hanno

la. Ke fu I." vescovo Giovanni di Bar- un senso morale eedificante, perchè qua-
rios dellaMercede. Nelle Notizie di Ro- si ciascuno esprime un punto de'misteri

ma sono riportali successori dal 1739. i di redenzione e altri simboli. Benché nei
Lo è dal 1844 mg.' Basilio Lopez fran- primi tempi si celebrava colle vesti co-
cescano del Paraguay, al quale Grego- muni, come si può vedere In Valfridio
rio XVI die pernusiliaremg.' Marc'An- non pertanto antichissimo è l'u-
cap. 24,
tonio I\laiz di questa stessa città e vesco- so dc'paiauieuli sacri, non però a un lem-
iGo PAR PA Pv

j)0 slesso prescrilli, ma a poco n poco ; Pianeta, Dalmalica, la Tonicella, il


la

poiché s. Clcmenle I del ()3 e 4." l'a» Piviale j così il Grembiale, Guanti i , i

pa, presso il Coccio t. 1, ai t. ?., rpi'st. 7, Sandali, la Mitra, il Manto, il Fanone,


cosi dice, intorno .'igli ornamenti dell'id- il Pallio ed paramenti vescovili e
altri

tare : Allaris, palla, calhrdra, camìcia- pontificali, i un ai precedenti ed


quali in
hriaii et vcluin si J"iicrnnt vcliislate con- agli altri non nominati hanno articoli ,
siiiìipla, incendio lìeiilur j qiioniani non come lo hanno quelli de'gieci o altri o-
licci ea quae in sancliuirio fuerunt niO' rientaii e chiese, secondo \q Liturgie {^F.).
le Iractaii. Ciò confermò il successore s. A l.VSECNE, IMlTRA, DALMATICA, SaNDALT,
Anacleto del io3, episL i, t. 2, art. 2, PnMALE, ec. parlai di alcuni paramenti
presso Coccio la soleniinorihns dichits
: sacri concessi dai Papi ad alcuni princi-
aut sepU'iii, aiit (jiiiuque diacono^ eie. pi o ceti laici. Il Paliotlo [V.) chiama-
ci suhdiaconos, et veliqnos minislros se- siparamento dell' altare come [)ure il ;

enni liahcal,qui sacris induli veslitnenlis Baldacchino e l'Ombrellino, ove dico del
eie. prono slcnl vidtn. li Papa s. Stefano Conopeo, sono noverali tra sacri orna- i

I del 237 islilni la benedizione de'paia- menti o paramenti, e soggetti alla disci-
menti sacri e ordinò che i sacerdoti e plina rituale dc'colori secondo i tempi e
diaconi non li adoperassero fuori di chie- le feste. Camera de' paramenti (^f''.), e Let-
sa, né secolaii
i li potessero usurpare. Che to de^parainenli[f"'.), si chiamano i luo-
i paramenti, de'quali fanno uso oggidì i ghi ove assume! paramenti; cpie-
il Pa[)a
sacerdoti nella messa, fossero per fjual- sti e gli paramenti si custodiscono
altri

che tempo comuni ai chierici ed ai laici, in Sagrestia, ove li prendono sacerdoti i

lo dimostra anche Lamberlini, Z^</ sngr. e altri ecclesiastici, mentre chi ha l' uso
della messa par. 4) sez. i,p. i63. Pa- de'[)ontificalio per privilegio li assumono
pa Eutichiano del 2-5 oidinò che
s. i all'altare; i sacerdoti che intervenivano
martiri sisep[)cllisserocon Colohio Dal- ai sinodi si portavano
, i paramenti sa-
rnatica rossi. Quanto sui Pannilini sacri cri, r. Vesti s.acre.
prescrisse s. Silvestio I del 314? lo dis- Alla primaria semplicità delle vesti
si a quell'articolo, e che tanto essi quan- sacre , successe la ricchezza e preziosi-
to paramenti non si possono far servi-
i tà per maggior decoro del culto divi-
re ad usi profani, e perdono la benedi- no, pei doni fatti da Costantino il Gran-
zione quando perdono la forma o sono de, da altri imperatori, e principalmen-
divenuti indecenti: nel Pontificale roma- te dalla pietà e fervore de' fedeli. Da
iiuni sono le formole delle diverse bene- Costantino dunque incominciarono a s'

dizioni de' paramenti e suppellettili sa- formare paramenti di materia prezio-


i

cri, cosi degli Arredi e fasi sacri (/ .). sa, tranne qualche caso eccezionale an-

II concilio Niccno celebralo per orduiedi teriore, che notai ai singoli articoli co- ;

s. Silvestro 1 nel 3^5, col can. 63 stabi- me pure presero forme e nomi più di-
lì Ut sit in unaqnaque ecclesia procu-
: stinti, a maggior decoro delle sacre fun-

ratore et cnni eo aiti, qui curani habeant zioni, e quelli che ancora erano comuni
vestinìenlornni et ornatnentoriun eccle- ai laici si abbellirono per incutere rive-
siac. La deve osservare per
regola che si renza, secondo il diverso uso, con oro, se-
mutare colori de'paramenti,e loro uso
i anche dipinte e gem-
ta, ricami, figure
e significati, la dichiaiai a Colori ec- me. AbbiamodaEginardo, cheCarloMa-
ciESiASTici, descrivendo quelli dei sa- gno provvide tutto il clero di abiti sacri
cri parauìenti. Sono questi principal- e preziosi, come di vasi simili. Quindi
mente la Borsa del corporale, il / tlo, quelle vesti ch'erano antiche e comuni
la Sloia, ilMaidpolo, il Succinioiio, la in molli usi, con la dislinzione degli or-
1

PAR PAR iGi


iinmcti(i, furono rifoimle solamenfe per prm'ìcloìlia di s, Pio V, che ordinò spet-
l'iiso sncio,e variandosi leusair/e del ve- tare, alla cattedrale i paramenti del ve-
stirccivile, molte restarono esclusi vanien- scovo defunto. Nel voi.XL, p. 34, par- i

te assegnale pel cultodi vino. I Papi sem- lando della proibizione della cera stea-
pre furono generosi colle chiese di sacri rina che si pretendeva introdurre nelle
donativi, sia in paramenti, arredi, orna- chiese invece della cera di api, ricordai
menti e altre suppellettili, di che tratta- il decreto di Pio ^'I1 , col quale proibì
no AnastasioBibliotecano,Severano e al- d'introdurre l'usode'tessuti dicotoneper
tri, mentre di moltissimi ne fu menzio- le sacre sup[)ellettili. Da non molti anni
ne ai relativi articoli. Abbiamo tra gli Olivo espose Venezia alcune mostre
in
che s. Leone 111 alla basilica Vati-
altri, di tessuti di vetro, ritrovato che fu com-
cana donò molti paramenti tempestati mendato e premiato. Quindi con felice
(li Gemme [V.) e di perle, e fulminò ri- successo si condusse l'arte a perfeziona-
gorose pene a chi li rubasse; altri ne re- mento in Lilla da Dubos Donnei e in al-
galò a diverse chiese, così fecero Adria- tri luoghi di Francia, nelle tessiture del

no I eSergiolllchedonarono paramen- vetro filato alla sottigliezza dell'oro edel-


ti preziosi. Eugenio III quando celebrò l'argento, ed impiegandosi ne'drappi, ad
la I
.""
volta in s. Pietro, lasciò all'altare imitazione de tessuti di broccato e di la-
tutti i paramenti o ornamenti adopera- ma. La novità della cosa ebbe suoi pa- i

ti nel sagrifizio, e quando posteriormen- trocinatori anche nell'uso ecclesiastico, e


te tornò a celebrarvi sempre gli olfriva di siifatli tessutisi fornirono alcune chie-
qualche donativo prezioso. I sovrani , i se diFrancia di paramenti saeri, e fu do-
principi, i cardinali massime ne'loro ti- nata una pianeta in fondo rosso a Gre-
toli e diaconie, i vescovi e personaggi di gorio XVI, che la regalò alle camaldole-
ambo i sessi, in tutte l'età furono numi- si. Dipoi insorse questione tra il clero se
hci colle chiese di paramenti e ornamen- potessero adottarsi tali drappi, e però il

ti sacri. ìVel voi. X, p. i", accennai co- vescovo d'.\rras de la Tour d'Auvcrgne
me senza facoltà i cardinali non posso- da detto Papa creato cardinale e onora-
no disporre de'paramenti e arredi sacri to dei pallio, ne propose il dubbio alla
che usano nella cappella pontifìcia, a que- congregazione de'riti, la quale nell'adu-
sta spettando a tenore della prescrizione nanza de' 26 maggio 1846 rispose: Po-
di Clemente VII e altri Papi, mentre il naiur in folio, cxquisito volo allei iiis ex
concilio di Laterano V e s. Pio V invi- aposlolicarum caerenioniaruvi magislris.
tarono i cardinali a ricordarsi di loro Il prelato segretario della congregazio-
chiese. Ed è perciò che nell'invasione dei ne commise a mg."^ PioMartinucci mae-
francesi nel 1798, essi tolsero dalla sa- stro delle cerimonie pontifìcie di esterna-
grestia della cappella pontifìcia molti e re su di ciò il suo parere ( che lodai nel
ricchi paraajcnli sacri di essa o prove- citato voi. p. I
35, per lesue cruditecon-
nienti dai cardinali morti senza indulto, trarie riflessioni sull'uso de'lunii a gas che
ricamati in oro e argento, ed altri mol- si tentava introdinre ne'sacri templi). E-
tissimi che non più adoperavansi perchè sibito da questi il suo voto alla stessa con-
di forme antiche e soverchiamente gre- gregazione per l'adunanza degli I I settem-
vi, interessanti per 1' arte e l'antichità, bre i847j>1'> sacra congregazione rispose:
come attesta il contem|)oraneo Balilassa- Jiixta votimi caercnioniaruin mi7gislii.
ri, lìcltizioiie di Pio f^f, t. 2, p. S/JH. Vale a dire, proibì i drappi tessuti eoa
Pio \\\ col breve IStiper, de" 7.3 giugno vetro per luso sacro. Nel voto si accen-
1807, Bull. coni. t. I
3, p. 1G7, richia- na come essi sono formati, deducendosi
mò in vigore la bolla Romani Ponli/icis dai documenti spedili dal cardinal d'Ar-
VOL. LI. 1
i62 PAR P A 11

ras e da alcune piancte inancKitc in tlo- /AZIONE, ove dissi de'parati o ara/zi par-
no ad alcuni personaggi dislinlissirai di ticolari delle chiese, e descrivendo que-
Roma. Quindi prendendosi d.d ceremo- steho notalo se ne posseggono (l'iina ric-
niere ad esaminare se a riguardo della chezza singolare, come le coltre inlessu-
Iralezza de'drappi, della vilezza della ma- le d'argento e oro, con fondo di seta o
teria e della novità della cosa, conveni- velluto. bianche, rosse, verdi, donate alle

va adottarsi nell'uso sacro questo diap- basiliche come da


patriarcali dai Papi,
po, e dopo aver brevemente indicato le Urbano Innocenzo X, Alessandro
Vili,
leggi ecclesiastiche riguardanti la male- VII, Innocenzo XI, Innocenzo XII,ec. coi
ria pei sacri paramenti, coli' interpreta- loro slemmi e nome. Si sogliono le chie-

zione data dagli scrittori ecclesiastici, di- se ornare segnatamente con damaschi
mostrò primieramenie, che sconveniva- (dei quali feci parola nel voi. XIX, p,
no silFatti drappi per grmconveiiienli ai 83 ), broccati, velluti, rasi, talfettano e
quali potevano soggiacere per la fiagili- anche mussolo di colori differenti, in
là della materia; provò da poi l'uso co- ispecie rosso, con trine e frangie d'argen-
stante della chiesa cattolica fin dai pri- to e oro. Le Ghiaie di Tor de specchi , in
mi secoli, di guarnire con oro , argento occasione del s. Sepolcro, apparano le pa-
e genuiie preziose le vesti sacre; e final- reli della loro chiesa interna con bellis-

mente espose quanto sia stata sempre sa- simi parali di paglia di sorprendente la-

lutarmente tenace la Chiesa in riprovare voro. Le cappelle ove si fa il s. Sepolcro


la novità e la moda , che recano grave sono parate di rosso, essendo slati inter-
danno alla santità e al rispetto delle co- detti gli apparali neri con decreto della
se di Dio. Su questo ultimo punto sin- congr. de' riti a' 21 gennaio 1662, t.
4>
tertenne più degli altri, ricordando alla p. i65.
sacra congregazione con quanta saggez- PARAVICINI Ottavio, Cardinale.
za si contenne nelle proposizioni del co- Nobile romano, pei suoi ingenui costumi
tone e delle candele stearine, che volean- sino dall'adolescenza divenne caro a s.
si sostituire al lino ed alla cera delle a- Filippo Neri, a cui quasi per 20 anni quo-
pi. Conchiuse il voto con esporre quali tidianamente ministrò all'altare col ser-
fossero gli effetti della moda, che si cer- virgli la messa, ed ebbe il vantaggio di

ca introdurre nel luogo santo, e quindi goderne l'edificante ed amabile conver-


esternò sentimento con rispondere ne-
il sazione. Mentre il santo era ins. Gio-

gativamente al dubbio proposto. Sulle pa- vanni de'Fiorenlini, sovente Ottavio leg-
reli del tempio, se si possono cuoprire di geva alla mensa e venne diretto dal suo
nero mentre sta esposta la ss. Eucaristia, padrino cardinal Baronio e forse anche
dicendo afler-
tratta Diclichj Z?/3. ///«/g-.j dal cardinal Tarugi. Nel 1 584 Gregorio
mativamenle, tranne l'altare ov'è espo- Xill lo fece vescovo d'Alessandria della
sta. Apparato o addobbo, Oniamentuiìì, Paglia e s. Carlo Borromeo lo consacrò,
dicesi ordinariamente l'ornamento delle che seco trallenendolo, l'impiegò nell'in-
pareli delle chiese fallo con drappi, araz- segnar la dottrina e spiegar il vangelo.
zi e altro, così paramento, Orualiis ec- A premura del cardinal Sfondrali, poi
i lesiae. MovceìW chiama Alratus, l'appa- Gregorio XIV, fu mandato da Sisto V
rato a morto; J\inplu infesto culla exor- nunzio agli svizzeri, con facoltà di legalo
nare, l'addobbare a festa una chiesa. Di a laterej quindi dal suo patrono a'6 mar-
questo argomento ne ho parlato in tanti zo 1591 venne creato cardinale prete di
luoghi, particolarmente a Chies.i, Cap- s. Gio. a porla Latina, e poscia fu pro-
VEl.LE l'ONTIFlCIE, CoLORI ECCLESIASTICI ,
tettore de' camaldolesi e di Germania.
Festa, Fior.i, Lu.mi, Funerali, Canoniz- Inoltre Gregorio XI Y lo destinò legalo a
PAR PAR i63
Idtcrr in Francia per quietare le turbo- re, e poi nel 1200 Innocenzo Ili lo lece
lonze della monnrchia, non ebbe ef- mn vescovo di Palestrina, nel quale anno i

fetto per morte del Papa. Continuando suoi monaci statuirono celebrare ognu-
nell'amicizia di s. Filippo, nelle malattie no alla di lui morte tre messe. Essendo
lo assistè con diligenza e afletto. Inter- legato in Francia e Germania per l'ele-

venne a 4 conclavi, e morì in Roma nel zione d'Ottone IV, questa ratificò, consa-
1611, d'anni 5(), sepolto nel suo titolo a grò Ugo vescovo di Liegi, ivi celebrò un
sinistra dell'altare maggiore, da lui ar- sinodo e introdusseil suono del Campa-
ricchito di preziozo ciborio^ con lapide nello (/^.) nell'Elevazione e portandosi
adorna di slemma ed elogio, postavi dnl il Viatico, onde i fedeli s' inginocchias-
nipote Erasmo, cui avea rinunziato il ve- seio.Nel 1204 fu eletto arcivescovo di
scovato. Deforme di aspetto, fu lodato Reims da Innocenzo III, che gli confer-
per ecclesiastiche prerogative d'illibatez- mò il privilegiodi consecrare i redi Fran-
za, prudenza e pazienza, d'acuto e ma- cia, e santamente morì nel 1206 inGand;
luro talento, e come piissimo e zelante trasferito a Cistello, fu sepolto nel coro
delle ragioni della s. Sede, solo tacciato di della chiesa maggiore, con breve epitaf-
avarizia, per cui lasciò considerabili ric- fio in versi. Si rese insignemente singo*
chezze dilapidate dai nipoti. lare per mansuetudine, soavità di costu-
PARDOLFO (s.), abbate di Gueret. mi e profonda pietà, onde col titolo di
Figlio di un agricoltore, nacque circa il beato è registrato nel calendario cistcr-
658 nel villaggio di iSardene, presso ciense e nel martirologio francese. L'Ou-
Gueret, nell'alta iMarca, che faceva allora din parla dell'opere che scrisse.
parte del Limosino. Amando assai il ri- PARECOPOLI o PARTICOPOLf,
tiro e l'orazione, lasciò la casa paterna e Paraecopolis. Sede vescovi le del la i.^ Ma-
si rinchiuse in un romitorio per darsi cedonia, nell' esarcato del suo nome, e-
unicamente a Dio. Divenuto celebre per retta nel IV secolo sotto Tessalonica. Eb-
la santità della sua vita, fu costretto as- be 1 vescovi. Orienschr. t. 2, p. ^5. Pa-
sumere il governo del monastero di Wa- recopoli, Parecopolitan, è un titolo ve-
ract, e vi mise una perfetta regolarità. scovile iìi parlihus dipendente da Tessa-
Egli si propose per modelli gli anacoreti lonica.
pili penitenti, e consecrava all' orazione PAREGORIO (s.), martire. F. Leo-
tutti gì' intervalli diesi trovavano fra le NE (s.), martire.
diverse ore dell' ulìicio divino, ricevendo PAREMBOLA. Sede vescovile della
dopo nona poveri ed i i malati che veni- 2.' Arabia, sotto la metropoli di Boslra,
vano a visitarlo. jMorì in età di 80 anni eretta nel V secolo. Fu detta anche Ca'
circa, e fu seppellit<j nel suo monastero. itrntn Saraccnoruin, per la conversione
Esso è onorato 11 giorno (3 di ottobre. dei saraceni erranti, che in detto secolo
PARÈoPORE Guido, C<7/r^//2(7/('.Fran- eiano Arabia deserta, operala da s.
nell'
cese, neh 187 divenne generale de'cister- Eutimio celebre abbate di Palestina. Eb-
ciensi, e pei favori che fu degno di riceve- be a vescovo Pietro battezzato da tal sau-
re dalla Beata Vergine per Cislello, sta- to, che fu al concilio d'Efeso, già prin-

bilì che i suoi monaci ogni giorno ne reci- cipe della tribù de'sai aceni, cui successe-
tassero l'offizio in coro. Come amalo per ro 5 altri registrati neW Oricns dir. t. 3,
le sue virtù da Riccardo re d'Inghilltr- p. 7G7, e Siria sacra j p. 112.
ra, ricevè preziosi doni per la basilica di PARENTE, Consanguint'us^ cogna-
detto monastero, quindi meritò che Cle- itis.Congiunto di parentado, ossia di con-
mente III nel settembre iqo lo creasse
i s.inguinilà o affinità il consanguineo è
;

cardinale prclc di s. Maria in Tiustcvc- (jucUo della medesima stirpe jraiDno, nj*
iG4 l'AR PAR
finis, ha quel grado di parenlcla, che na- sorla, cioè retta o diretta, la quale è una
scc per maritaggio Irai consanguinei (Iella serie ordinata di ascendenti e discenden-
nioglie e il marito, e tra i consanguinei li, i quali procedono direltamenle dallo
del marito e la moglie, chiamandosi co- stesso stipile, cioè uno de'quali discende
guato il marito della sorella, il hatello dall'altro : per esempio la serie del pa-
della moglie e anche il marito della sorci- dre, del figlio, del nipote, ec. In «picsta

la della moglie, e vicendevolmente delle hnca non si con>puta, secondo il gius ca-
femmine. Cognato dicesi pure per con- nonico, la persona o antenaie da cui le

giunto à\ cognazione, \i\c\yn\\e^ indistin- altre hanno origine. La 2.' linea si chia-
tamente nome generico ed il legame di ma//r/.?t'e/'.?rt/eoco//(^z;er<7/f', la quale con-
paicnteia Ira tutti i discendenti d' uno tiene le persone discendenti da uno stes-

steSso stipite e di uno stesso tronco, tan- so stipite, ossia le persone, una deUe
lo per parte de'maschi,quanto per quel- quali non discende dall'altra : tali sono
la dellefemmine; a dilFerenza deir<7g/i<7- per esempio il fratello, la sorella, il cu-
zione che non comprende che discen- i gino, la cugina, ec. Per grado s'intende
denti per parte de'maschi da un mede- qui la distanza delle persone cousangui-
simo padre, ma in una diversa linea, ed nee Ira di loro mediante lo stipite comu-
è una specie pai ticolare di cognazione, la ne. Le regole poi per conoscere i gradi, di
."
quale solo abbraccia discendenti da ses- i consanguinità sono le seguenti : 1 In li-

so mascolino. Agnati si chiamano anche nea retta o diretta tanti sono gradi quan- i

i figli adottivi ; ma essi, a dilferenza degli te sono le persone, eccettuando lo stipite,


jiguali nalurali,diconsi agnati civili .Inol- per esempio: il padre è in i.° grado collo
Ire r afiuiità è quel legame che si con- stipite, perchè eccettuato questo, rimane

tiae per via del matrimonio consumato una il padre ;co-


sola persona, vale a dire
o di un commercio illecito tra l'uno dei sì l'avo è in 2. "grado,
perchè lollo lo sti-
congiunli ed parenti dell'altro tra gli
i : pile, rimangono due persone, il padre e
ebrei vi erano molti gradi d'affinità. L'an- l'avo. 2.°J\eIla linea tra.ii'ersale eguale di
tcnato. parens, è il progenitore; antena- [lersona, tanti sono i gradi vicendevolmen-
li diconsi coloro che sono nati avanti di te distanti, quantisonoigradi distinti dal-

noi. Nel voi. X LUI, p. 28C», dichiarai co- lo stipite. 3.° Nella trasversale ineguale^
ine la parentela si distingue in tre sorti, tanti gradidi personesono distanti, quau-
cioè naturale o carnale, spirituale, lega- lo la persona è distante dallo stipite, la
le o di adozione. Ad aggiungere qualche quale vieneadessere la più rimota. Quin-
nozione alla prima o parentela naturale e di il figlio è iu i.° grado col padre, i ni-
diconsanguiiiilà.diròch'essa èuna paren- poti in 2.°, i pronipoti iu 3.°, ed i terzi
tela o congiunzione di sangue tra perso- nipoti in ^°. I figli di due fratelli sono
ne, o discendenti dallo stesso stipite o stir- consanguinei in 2." grado e col medesi-
pe, come sono i fratelli congiunti di co- mo sono distanti dallo stipite comune. Il

gnazione, o tra persone, una delle quali fratello del padre e sono distanti
il figlio
tliscende dall' altra, come sono padre e dal padre in 2." grado, perchè la persona
figlio, avo e nipote ec. Queste cogiiazio- pii^i rimota, cioè il figlio del fratello, è dis-
ili e parentele tanto in linea retta che tante dall'avo, il quale è lo stipite, in 1°
trasversale sono più o meno lontane le grado. Vedasi Diclich, Diz. sacro litnrg.,
une dalle altre: queste lontananze di- art. jllatrimonio , Traviando della cogna-
slanze si chiamano e si distinguono per zione suo impedimento derimente, ripor-
linee e gradi. La linea o lignaggio è una landò l'albero di consanguinità, che di-
serie di peisone congiunte per sangue, mostra tutti gradi delle tre indicate li-
i

die cousiste iu certi gradi, ed è di due nee. A Uri ecco come spiegano la parentela
P A R PAPt 165
naturale. Vi sono tre cose da considera- renle che avea accettato l'eredità spar-
re stipite, la linea, il grado. Per lo
: lo geva fiori sidla tomba, secondo l'obbli-
stipite ovvero sorgente, intendesila per- go che gli correva. Delle antiche e pre-
sona da cui discendono tutte le altre e la senti dimostrazioni di duolo tra'pareiiti
quale è come il centro che soniininistra parlala Lutto. Degl'impedimenti fra'pa-
il legante prossimo che hanno fra di lo- renti per sposarsi, f^. IVI vtrimomo altre ;

ro. La linea è la serie e la successione di erndizioni sono a Padre, IMadp.e, Fir.Lio,


molte persone, le quali sono del mede- Fratello Sorella. Negli ecclesiastici
,

simo sangue, e dividesi in due sorta, la chiamasi nepotismo l'eccessivo amore ver-
retta e la collaterale. La linea velia ri- so de' parenti. Il Sarnelli, Lelt. ceri t.

guarda, da una parte .gli ascendenti, va- 7, lett.6: Dell'amore de' parenti noci-
le a dire quelli che ci hanno dato la vita vo a chi governa chiese ; dice che la po-
ossiano quelli da cui noi l'abbiamo avu- litica del mondo è diversa dalla poli-
ta coM il padre, l'avo e gli altri risalendo
: tica della Chiesa. Quella del mondo per-
sono nell'ordine degli ascendenti. Il figlio, suade a far grandi i parenti e confidare
il od il nipote e gli altri
(jglio del figlio nelle loro mani le magistiature princi-
in .seguitosono nell'ordine de'discenden- pali, come fece Augusto politica però ,

li. La linea ìiuUreUao collalcralc è una disprezzata da chi slimava piìi l'utile pub-
serie o successione di persone che deri- blico che il privato, come praticò JN'erva,
vano da una sorgente comune, senza di- che preferì ai parenti Traiano, adottan-
scendenze le une dalle altre tali sono i : dolo per fig'io e successore. Perciò quan-
fratelli, i cugini, gli zii,i nipoti, ec. Que- to più deve essere attento chi governn
sta linea è eguale o ineguale : essa è e- chiese? quanto deve essere staccato dai
guale quando due persone trovansi l'u- parenti ! Di s. Agostino vescovo d'Ippo-
na e egualmente distanti dallo sti-
l'altra na scrive Possidio: egli non fece testa-
pite comune, come il fratello e la sorel- mento, poiché essendo povero in Cristo
la ; è ineguale e chiamasi anche mista, non avea che lasciare; né in vita né in
quanilo una persona è più lontana dal- morte trattò parenti suoi, tanto religio-
i

l'altra, come lo zio e il nipote. Il grado è si quanto secolari, secondochè comune-

la disianza in cui i parenti sono gli uni mente far si suole; e mentre visse die bi-
d.igli altri, cioè la misura di prossimità sognando, ciò che dava agli alti poveri. i

e lontananza di parentado. Onde il concilio di Trento, nella sess. 2 T,


Le erudizioni principali riguardanti i cap. F, fece questo interdetto a chi gover-
parenti, le trattai ai loro articoli , come na le chiese : Omnino vero cis interdi-
delle /f </<• domestiche, della parte che i cil, ut ex redditibus ecclesiae consangui-
parenti prendevano a\ funerali : tra' ro- ncos , faniiliaresve suos augcre sludeant,
mani parentalia si chiamarono le feste, cum et aposloloruni canones prohibeant,
i convili o cene funebri, i sacrifizi in o- ne res ccclesiasticas, quae Dei sani, con-
iiore de'morli patenti, per rendersi ami- sanguineis donentj sed si pauperes sitit,
che le loro ombre. Oirni anno in certi iis, ut pauperibus distribuant, eas nuleni

giorni determinati la famiglia del defun- non dislra]iant,nec dissipentilloruni cau-


to si portava unita al sepolcro, ed ivi ap- sa : imo cjuani maxime potest eos sancla
parecchiavano un convito, nel quale era- syiìodns nwnct,utomneni hunianum hùnc
no cibi necessari il latte, l'appio, il sale, ergnjralrcs, nepotes,propinquosqHe car-
il mele, le lenticchie, il furo. In poltiglia, nis alTecluni, linde muUoritm maloruni
gli uovi e le lave, delle quali eruditamen- in ecclesia seminarium cxlal.penilus de-
te trallòihiuasco, De i itifuiiehri^p. i 3 j, ^>o/j(77</. Quindi il Sarnelli descrive come
come citai a DtFUNTO, dicendo che il pa- l'amore de'pareoli inganna, e ne riporta
-

i66 PAR P A R
gli esempi, osservando, che il tlemonio dinahilo diversi parenti. Clemente U' del
insidialorespertissimo, perfarcadei'quel- I ?.(i5 proibì al nipote e agli altri paren-
iiche conosce non poter assalire apeita- tidi recarsi in Roma altro cheavea tre ;

nienleperla loro santità, cerca ingannarli prebende l'invitò a rinunziarne due; die
con serabianya di bene, uno de'quali fu s. cinquanta scudi di dote a una nipote,
Udnli ico vescovo d' A ugusla, che giunto al perciò non si poterono maritare le sue
divin tribunale sentì ànsv.quia stcundum due figlie nate da legittimo matrimonio,
desiderili m siiiitn consentieham ci, noluiit ed a chi ne cercava una, domandò se vo-
ne impuiiìtum in siiiiin recipere consor- leva essa o il Papa ? Nicolo III Orsini
tiinn. L' amor dei parenti è pur nocivo troppo arricchì e ingrandì i propri con-
a chi imprende la via dello spirito. De- giunti. Martino IF con modesto viatico
gli ecclesiastici, vescovi e Papi che si di- rimandò il fratello ch'erasi portato a tro-
stinseio in moderazione o in eccessivo a varlo, dicendogli che beni erano della i

more verso parenti, ne sono innume-


i Chiesa e non poterne disporre. Onorio
rabili gli esempi che in questa mia ope- IF Savelli va lodato. Nicolo 7?' diceva
ra ho raccolto. E quanto al tanto famo- che suoi parenti erano quelli solamente
i

so e troppo esagerato e calunnialo ne- che la virtù e la dottrina rendevano co-


potismo de^Papi, ne ho trattato alle lo- spicui. Bonifacio Pili Caetani fu assai
ro biografìe, a quelle de'loro parenti car- amorevole e generoso coi consanguinei.
dinali e hi quelli delle loro famiglie per II h. Benedetto XI die\ i3o3 si ricusò di
cui feci articolo. Né in detti luoghi man- crear cardinale il degno nipote e di ri-
co di celebrare que'virtuosi Pontefici che conoscere la madre perchè vestita con
mostrandosi alieni dall' ingrandimento abito sfarzoso, come d' oscura condizio-
de'parenti, meritarono l' universale ve- ne. Clemente V creò molti parenti car-
nerazione, non che rettificare le incolpa- dinali (tuttavia restò molto tempo sen-
zioni date a tanti altri o maliziosamen- za sepoltura). G/oi'<7««/X\T/egualmen-
te accresciute. In questo grave e delica- te esaltò molti paienti al cardinalato. Il

to argomento che aguzzò pene degli


le b. Benedetto XII fu quasi estraneo ai pa-
eretici, de'scismatici e de^li altri nemici renti, e diceva che il Pontefice non do-
disila Chiesa, come dissi
la quale, a Papa, vea aver ne padre, né genealogia, e che il
con questo ha comune la gloria e i de- Papa non ha parenti ; per la nipote ri-
stini e n' è coliegata la storia, colle più cusò maritaggi cospicui. Clemente P' Idei
nere calunnie e colie più incredibili e sto- 1342 elevò alla porpora molti congiun-
machevoli esagerazioni mi limiterò a , ti, altri \iì2,ràodi. Innocenzo ^'/promos-
qualchecennogenericosuquelli che prin- se e beneficò parenti meritevoli. Lrbano
cipalmente si procacciarono lode o bia- V si rese mirabile per moderazione coi
simo, il di più potendosi vedere agl'iu- suoi e celebrò i Funerali al padre. Gre-
dicali articoli ed altri relativi, come dei gorio XI elettodi 3g anni, vivente il pa-
. parenti grati ed ingrati. dre, nel 1377 da Avignone restituì a Ro-
Giovanni .YF detto XVI del 985 fu ma la residenza pontificia, a fronte del-
malveduto dal clero principalmente per- l'opposizione de'parenti, diversi de'quali
chè arricchiva troppo i parenti, onde al- avea fatto cardinali;altri ottennero mol-
cuni hanno ricavato l'origine del nepo- te grazie, come il padre, fratelli, i i ni-
tismo. Adriano IF del i i54 lasciò la poti. Urbano FI del i^jS procurò di-

madre necessitata di vivere delle limo- versi feudi al nipote, fu appassionato pei
sine della chiesa di Cantorbery. Come si suoi e gli arricchì, ma
ebbero fine infe-
regolò Innocenzo IfT^ si può" vedere al- lice. Bonifacio IX
ebbe premura di ar-
la biografia. Innocenzo IV esaltò al car ricchire la madre, fratelli e nipoti che
i
P A R PAR 167
rsallò con onori e feudi, indi mal si ri- figliaad Orsini, e perdonò il nipote du-
dussero; alla sorella maritata ad Acqua- ca d'Urbino, uccisore del cardinal Ali-
viva die 20,000 fiorini d'oro di dote. In- dosio, in punto di morte; diversi adottò
nocenzo FU i\ì criticalo pel favore ac- nella sua famiglia Rovere. Leone /ile- X
cordalo a indegno nipote, fatto marche- dici privò detto duca de' suoi stati per
se della Marca. Alessandro T' confessò darli al proprio nipote, innalzò alla por-
non aver mai conosciuto parenti, per cui pora G parenti compreso il \iipote Cibo,
diceva trovarsi esente dalla tentazione in restituzione del cardinalato ricevuto
d'ingrandirli, e prese i poveri per con- dall'altro di lui zio Innocenzo Vili, e
f^iiinli. Martino V Colonna del \\\'j ar- procurò ad altri stati e ricchezze: adot-
ricch'i con feudi ed esaltò con onori i pa- tò alcuni nella sua famiglia, y^r/rw/jo Ff
renti pure alla morte de'fratelli si mo-
;
si mostrò pienamente spogliato d' incli-
strò senza turbamento. Eugenio IV trat- nazione ad ingrandu" la sua povera pa-
tò i parenti in palazzo senza distinzione. rentela col patrimonio della Chiesa; ri-
Nel concilio di Basilea, prima che dive- mandò da Roma con moderato viatico i
nisse conciliabolo, fece confermare le leg- parenti che vi si erano portali nella spe-
gi sui car<linali fatte in quello di Costan- ranza di migliorar fortuna all'ombra del
za, uiKi delle quali era : che i nipoti del Vaticano, dicendo dovere più a Cristo,
l*apa o de'cardiuali viventi nonsieno mai che alla carne e al sangue: castigò un
cardinali.Queste leggi giurate in diver- nipote che avendo un benefizio di 70
si Conclavi (^.), furono pochissimo os- ducati oliò ad altro di 100, che poi a
servate. Nicolo òt\ i447 lontanoV f"^' preghiere de'cardiuali concesse previa
dal nepotismo, creò cardinale il fratello rinunzia del primo. Clemente FU Me-
uterino, ma recandosi nell'anno santo a dici assai curò l' ingrandimento e la so*
visitarlo la madre, non volle riceverla fin- vranità di sua casa.
ché non si vestì semplicemente. Calisto Paolo IH Farnese del 1 534 t creò
IH perduta nell'amore de'nipoti, cui
fu diversi cardinali parenti, investì di Par-
cumulò cariche e onorificenze. Pio II dei ma, Piacenza e altri leudi della s. SnAa
ì^5S, già Enea Piccoloniini, soleva ri- il figlio Pier Luigi; la loro ingratitudine
poteie Quando era Enea niun mi co-
: cagionò la sua morte, prima della quale
ìioscea,ora che son Pio tutti mi chiaman egli stesso deplorò il suo acciecamento.
zio! Li arricchì ed esaltò in più modi : Osserva il Ferlone, Fiaggi de' Papi, p.
molti adottò nella sua famiglia Piccolo- 3 I q, che i nipoti di essi da loro investiti
mini. Sisto IF della Rovere del i47 i fu furono sventurati
di slati, nel principato
troppo largo co' parenti, di 5 porpore ,
e uccisi, come (potrei aggiungere altri
feudi, cariche e ricchezze. JNel successi- esempi) Cesare Borgia, il duca d'Urbino,
vo conclave cardinali giurarono le prov-
i Alessandro de Medici e Pier Luigi Far-
videnze di Basilea, e che il Papa non po- nese; e che i loro stipiti non oltrepassa-
tesseannoverare al sacro collegio più di rono il 7.° grado. Giulio III del i55o
un suo parente, così moderando que'de- creò diversi cardinali parenti, fu molto
treti. Innocenzo f'/// C/^o arricchì per infiuenzato dal fialello; tuttavolta ben-
(pianto potè il figlio e la figlia, e ingran- ché troppo affezionato al proprio sangue
dì i nipoti. Alessandro FI Borgia del pubblicò bolla che due fra-
in cui stabilì

\.\i)'i fu dominato dai suoi numerosi fi- telli non potessero al tempo stes-
carnali
gli e nipoti, cui cumulò onori, 7 porpo- so es>ere carilinali, ciò che non fu sem-
re, ricchezze e feudi con gravi scandali e pre osservato, come sotto Urbano VII!,
fiiue>tc conscgueiize. Gm//o 77 del 1 5o3 e a'tempi nostri avemmo due Do-
fratelli

!ecc cardinali ili versi parenti, maritò sua ria cardinali. Marcello 7/ si distinse pel
i68 PAR PAR
distacco dai congiunti, non permise clie Cardinali, ove feci un catalogo di paren-
alcuno si accostasse a llonia, ed ai ne- ti Papi e altri creati in giovanile età.
ili

poli che vi erano vietò visitarli e non Urbano Vllù<i\ 1^90 rimandò via pa- i

volleclie abitassero in palazzo. Paolo IV rcnli accorsi in Iloma alla sua esaltazione,
Cai afa fu largo di onori e feudi coi pa- cogli altri fu esemplarmente moderalo,
tenti, (èi:e il nipote cardinale e soprin- ninno impiegando nel capitanalo delle
lendenle a lutti gli alluri dello stato ec- guardie e altri ullizi palatini. Gregorio
clesiaslico ; per loro fu ingolfato nella XIT fu estratto dal corpo della madre
guerra con Filippo 1! , ma illuminato morta, ed ebbe per genitore Franceso
della rea condotta de' nipoti gli esiliò da iS'/ondrati poi cardinale: curò l'ingiaiidi-
l'ioma, gli spogliò delle cariche e prov- mento dc'parenli. Clemente Vili Aldo-
viste, abolì gl'inipioglii da loro conferiti e hraiidini del 1 5n2 annoverò al sacro col-
le imposizioni imposte senza sua saputa, e legio4ii>poti,e per lo smisuralo alFetlo al
quando si vide sciolto dai legami del ne- proprio sangue, gli concesse ricchezze, o-
polismo, esclamò: del nostro pontificalo nori e gradi, a ciò indottoanchedalla cor-
anno primo. Pio IF coi\^cvmh\aho\\ni\'\ te adidatrice. Questa non potè persua-
Giulio Illj trattò con troppo eccessivo ri- dere Leone XI a crear cardinale il ni-
gore i parenti di Paolo IV, fu generose) potè nel suo bievissimo pontillcato. P/'/o-
co'suoi, ne creò tre cardinali; un nipofe lo V Borghese grandemente arricchì i

fece generale delle milizie ponlilJcie, altro suoi congiunti^ elevandoli alle primarie
prefetto delle armi, ed avendo assegna- dignità ecclesiastiche e civili, benchèap-
lo 100,000 scudi di dote alla nipote, la pena eletto proibisse per corriere a quelli
metà die il successore s. Pio V. Questo di Siena di recarsi in Ptoma; egli però
fu benedco e severo coi congiunti, e rein-
legrò giustamente
iiefìeiati la
i Carafa
facoltà di rassegnare
: tolse ai be-
i bene-
rio W
si regolò col consiglio de'teologi. Grego-

Ludovisi del 162 i, fu tacciato


di troppa liberalità co' suoi parenti, in
fiziai parenti, non polendo soffrire che ricchezze e dignità, secondo l'ordinario
il patrimonio di Gesù Cristo talvolta inveterato costume : il Cancellieri, Z^/.^?.

fosse preda de'laici, come dichiarò nulle episl. p. Uj3, nel riportare una storia
le disposizioni degli ecclesiastici in fa- inedita del suo pontificato, riferisce che
\ovc de ùaslardi. Gregorio XTII Bon- essendo di buone intenzioni, ma così my-
<'Ow?/;c/^^/io benelliò ed esaltò i congiunti, le affello che non |)Oteva attendere ai
ma vietò alla cognata recarsi in Pujiiia, negozi, onde soleva dire ai parenti : go-
e per un tempo rilegò a Perugia il figlio verneme e fé viij e che l'Amidenio lasci'ò
avuto prima d'essere chierico; a questo scrittoaver Gregorio XV
concesso tutta
per altro procacciò diversi feudi e lo fé- la mole degli affari al nipote cardinal Lu-

ce governatore dì BorgOjò\ Fermo e s^a- dovisi, et Ponlijìcein, nonnìsi conserva-


nerale di s. Chiesa. Sisto V Peretti del lioni sui ipsius, et (juieti ioluni se dedis-

1 585 fu amante de'parenti che ricolmò sej ut dieteriiun ipsius ad suos in pulii-
di grandezze e dignità; dispose con boi- cutn prodierit. Paseite me, et i'olns prò
la che vivente un cardinale non si possa libilo dii'iiias quaerite. Urbano Vili
elevare alla porpora il fratello, lo zio, il Barberini creò cardinali il fratello, due
nipote o altro parente in i
."
o 2.° gra- nipoti e due altri parenti, concedendo
do, escludendo dalla dignità gì' illegitti- troppo potere ad essi ed a quelli secola-
mi d'ogni condizione seljbene legittimati, ri, con immense ricchezze ed onori il :

e (juelli che non abbiano almeno 2 2 an- IMuratoii dice che nel suo pontificato di
ni, benché avesse crealo cardinale il nipo- -?. 1 anni, die in ciascun anno un milione
te di i/j. Di questo argomento parlai a eh scudi alla sua casa. 11 p. Pallavicino
PAR PAR rGr)

i^p>;uifn ])OÌ carilinalc, nella vita mss. di nile avesse tanfo dcclainnto siili' abuso
Alcssamlio VII, n(t-iÌNce clic avca pics- del iiepotisnio, e in principio non (lasse

so di sé due copie d' mi voto de'piimi stiuiz.i in palazzo al nipote poi cardina-
leoloi^i e canonisti di Roma, fatto d'ordi- le, onde dopo morto fu segno delle piib-
ne d'IihanoA secondo il lo- 111, il ipiale bliilie satire e ingiurie, così i paienli fa-
ro consiglio voleva provvedere alla sua voriti,al tempo de'qnali eransi aggiunte
coscienza, dóve unaniinemente conven- i i gihelle. Clcincnte IX Rospii^tiosi fu
gono che sia lecito
, al Papa donare motlerato coi consanguinei, e soleva di-
100,000 scudi l'anno a' propri parenti, re loro ch'eranoabbastanza provveduti
la (|ual sentenza poi dal p. De Lugo gè- con quanto del suo gli avea rinunziato,
suita, ancli'esso elevato alla porpora, fu Clemente X altieri adottò per nipoti i

moilerala a 5o,ooo scudi; del medesi- Paluzzi Albcrtoni , e si mostrò con essi

ino sentimento fu il p. Pallavicino, (pian- munifico, benché da caidinale riprovava


do negli ultimi mesi d'Innocenzo X un il nepotismo, ed approvò il culto imme-
zelanle raqsuardevole
'oa^ ecclesiastico ne lo morabile della Lodovica Albertoni: b.

richiese.Narra il Novaes di aver letto per l'età e cagionevole salute, abbando-


una relazione mss. della morte d'Uiba- nò in gran parte le redini del governo
no Vili, ch'egli prima di morire chiamò nelle mani del cardinal Paliizzì, per cui
a sé il cardinal De Liig(j e il p. Toitpia- fu detto : Clemente X Papa di nome, il
to gesuiti, ambedue sommi e protijiidi cardinal Paliczzi Papa di fatto, che ar-
teologi, a'quali espose la qualità e quaii- bitro della corte fu mal veduto. Inno-
lità de'beni da lui dati ai parenti, richie- iiocenzo XI Odsscalchi può servir di
dendoli del loro parere, esibendosi rito- modello ai virtuosi Pontefici alieni dal-
glier loro i beni quando lo reputassero l'ingrandimento de' parenti, quali gli i

doveroso alla coscienza, come al Papa fecero molto onore, ai modo celebrato
stesso offrì il cardinal nipote favorito, da ai due articoli, Innocf.xzo XI e Odescu-

lui di ciò richiesto. Nel seguente ponti- chi famiglia. Agli Altieri- Paluzzi lasciò
fìcato I Barberini patirono grandi peri- le cariche secolari, ma ne defalcò gli o-
pczie: a tale articolo riportai i molti coi norari. Quando l'ambasciatore imperiale
quali Urbano VI II qualificava i parenti, gli disse che il suo sovrano avea preso sot-
Innocenzo X
Pamj)hilj del 1644 "O'i ^'^ '^i •"*'^'''' prole/rone la di lui famiglia, il

fu senza glorie, ma infelice [)er la sua con- J*apa rispose prontamente : Non aver ne
dotta co'parenli che ricolmò di onori e casa ne famiglia, tener la dignità i/i prc-
ricchezze, donando alla cognata d. Olim- stifo da Dio. In sede vacante i. cardinali
pia iMaidalchini somma e nocevote in- fecero il nipote generale di s. Chiesa,
fluenza nel governo : rinunziando la por- Alessandro FU [ Otlohoni ripristinò il

pora il nipote, per tale adottò l'estraneo nepot-ismo cornine iato dal [)reilecessore ad
Astalli, poi caduto in disgi;izia,come di estinguersi: il couciltatlino Palazzi sciit-
frcquente accadde ai congiunti. D. Olim- lore delle Fite de' Papi, procurò giuslifl-
pia si come povera vedova, fargli
ricusò, cario coll'esempio di Gesù Cristo, cheaU
la cassa mortuaria e seppellirlo Chi vi ! l'onore dell'apostolato ohiamò molli suoi
supplì lo dissi nei voi. VI, p. 206, XXI II, parenti, ma tale autore non si mostrò così
p. 8'»., XLI p. 266. Alessandro
,
VH discreto cogli altri Pontefici. Nel iGc) i gli
Chigi che gli successe, ad istanza di di- successe Innncenzo XII Pignatìelli, che
versi personaggi, consultò i cardinali in compila giand'opeia incominciata da lu-
concisloro per chiamare i parenti a Ro- nocenzo XI. Pertanto colla bolla, /io///<z-
nia dopo un anno, ma poi assai gl'ingran- /;«/// r'/rr<-/Po'//'/à'c/;i,de'2 3 giugno i()cp,
dì ed esaltò, benché quando era cardi- Bull. Rem. t.
q, p. '2G0, cstinse uilalto il
170 PAR PA R
grande autorità e lo
iie|jolismo, cioè la Ai'osTOLico. Con un libretto intitolalo :

strabocchevole vantaggio, che fino al- Ncpotismns tlieolo^iCe eXpcnsiis, (pian-


lora aveano goduto nipoti de'Fapi, coii-
i Do nepotisMus sub InnoCenlio XII a-
sanguiiicos vtl affincs. La bolla fVi stesa bolilusfuit[i\a\\e lettere maiuscole , tran-
dal cardinal Albani poi Clemente XI, ne la prima e quella del nome del Papa,
principal promotore dell'abolizione del si ricava l'anno 1G92 di questa aboli-
nepotismo, come avverte Lafiteau, Vie zione), il p. ab. d. Celestino Sfondrati poi
de Clemente XT, lib. i, p. 35. A Inno- cardinale, per ordine di questo Pontefi-
cenzo XII ho detto come la bolla fu al- ce, fece mirabilmente vedere perniciosi i

tamente lodata anche dagli eretici, uno elfetti di questo nepotismo, tessendo la
de'rpiali scrisse » ch'essa avrebbe pro- serie di quei Papi che non si erano guar-
dotto, ogni qualvolta fosse ben osserva- dali dall'eccessivo affetto al proprio san-
ta , vantaggi cotanto considerabili, che gue. Clemente XI Alliani solo esaltò i

essi solo basterebbero a rendere immola- parenti, dopo averli sperimentati meri-
tale il nome d'Innocenzo XII e celebre tevoli, e ad istanze del sacro collegio:
il suo pontificato a tutta la posterità ". ordinò fratello Orazio e sua moglie
al

Vietò pertanto severamente che i Papi che si astenessero prendere i titoli che pri-
potessero arricchire i loro parenti co'be- ma si accordavano ai parenti de' Papi,
ni della Chiesa, e dichiarò clie ai Pontefi- che non assumessero insegne principe-
ci era lecito soccorrerli soltanto con quel- sche, che non si mischiassero negli alta-
lamoderala liberalità, colla quale avreb- ri di corte, contenti del contegno di no-
bero sollevalo la necessità degli estranei, bili privati, non prendessero protezioni,
per la qual causa prescriveva che a'ioro non ricevessero regali, né volle dichiarar
parenti ecclesiastici non potessero darsi principato Soriano (V.), acquistalo dal-
più di 12,000 scudi di rendita annuale, la famiglia, e si ricusò far Maresciallo
in pensioni o benefizi ecclesiastici. Sop- del conclave [V.) il medesimo fratello

presse perciò que' titoli e dignità che che amava, vietando ai cardinali assiste-
spesso ingrandivano i nipoti o altri pa- re al funerale che gli fece celebrare, al
renti dei Papi, ch'enumera la bolla, cui quale articolo dico delle altre esequie dai
erano annessi copiosi e pingui assegna- Papi fatte ai parenti , come nel volume
menti; le quali cariche e dignità sola- XXVI li, p. S'è e 5g. In punto di morte
mente per necessità iirgenli si potrebbe- disse ai nipoti che la moderazione nel
ro rinnovare, avuto solo riguardo al me- benificarli era siala regolata dalla coscien-
rito di chi ne dovesse essere provveduto. ?a, e stelle vigilante per non essere sor-
Così risparmiò 80,000 scudi annui alla preso in quel punto a loro favoie. Tut-
camera apostolica, allora gravata di cir- tavolta l'ambasciatore veneto Erizzo, in
ca 5o milioni di debiti. Allìnchè poi la una sua relazione, compianse Roma per
bolla fosse perpetuamente osservata e essere stata di nuovo precipitata nella
stabile, la sottoscrisse e giurò , e altret- gran voragine del nepotismo dopo es- ,

tanto fecero 35 cardinali presenti in Ro- sersi congratulato con Innocenzo XII,

jna, prescrivendo che in ogni conclave che ne l' avea tratta fuori. Innocenzo
da tutti cardinali si giurasse,e di nuo-
i XIII Conti creò il fratello cardinale e

vo da quello che sarebbe eletto Papa. moderatamente esaltò i nipoti. Benedet-


Perciò la bolla si dispensa colle altre in to XIII Orsini fu veramente esemplare
sede vacante ai cardinali, unite in un li- verso i parenti. Clemente XII Corsini
bro, e si legge a p. i Compendio
3 del esaltò con moderazione congiunti e fu i

di esso. Per [)arenli Innocenzo XII pre- ben assistito dal cardinal nipote, men-
se i poveri, al «nudo descrilto a Osrizio tr'cgli per 8 anni pati la cecità: dichia-
r A R PAR 17 r

rò the il senatore di Roma fosse icpii' no gi-andc autorità ai pareiilì, che piìi

tato come nipote del Papa e gli conces- vdlteriusc"! pregiudizievole anche ai suc-
se insegne principesche, li nipote Barto- cessori per la potenza acquistata , e nei
lomeo fece principe assistente al soglio. conclavi i cardinali nipoti esercitarono
Benedetto XI F Lnìiihertini non conob- molto potere sui cardinali creati dai pro-

be nepotismo e trailo i parenti con te- pri zii, onde l'eletto per compiacerli tal-

nui riguardi.
o Clemente XITI Rezzonico volta s'impose il nome. Quindi un gran
j)rocedè con modera7Ìone, fece celelna- numero di cardinali ni[)oti furono col-
rc funerali alla madre e al fratello, es- mati di benefizi ecclesiastici, di dignità,
sendo la piìma morta 22 dopo la giorni di cariche primarie, come di soprinten-

sua elezione (dicesi che aveagli mandato denti a tutti gli affari dello slato ponti-
denaro, che come Papa ne dovca aver ficio e legati tl'Avignone, prima che fos-
|jisogno pili di prima) un nipote creò : se istituita la carica di Segretario di sfa-
cardinale, altri fece senatore e principe to (V.), non che legati d'altre citlà ed
del soglio, rome avea praticato Innocen- a diversi sovrani, e dichiarati cardinali
zo XI II. Clemente XI f^ fu lodato pei' la palatini. Molli cardinali nipoti fecero
sua indifferenza co'parenti. Pio VI Bra- grande onore al Papa zio ,
gli eressero
schi venne alquanto tacciato per l' affet- magnifici monumenti , curarono il suo
to ch'ehlie pei nipoti che fece venire in buon nome e decoro, l'amininistrazionc
Roma, ed a' quali acquistò diverse pos- della giustizia, la protezione de'virtuosi,
sessioni, il ducato di Nemi (descritto a de' letterati e degli artisti; divisero con
Geivzano), il Palazzo Braschi {V.), ove lui leimmense fatiche, ed esercitarono
parlo della famosa statua di Pasquino una benefica e vantaggiosa influenza. Il
che sempre fu segno delle satire : de'suoi nepotismo moderato e ne'limiti di sag-
nipoti cardinal Rraschi e duca d. Luigi gia prudenza, riuscì sommamente utile

parlai ancora ne' voi. XXXIII, p. \ 18, alla Chiesa, allo stato ed ai Pontefici,
126, XLI, p. 272. A'giorni nostri furo- per la vigilanza che i buoni parenti por-
no superiori ad ogni elogio, ci edifica- tarono su luttociòche li riguardava: un
rono e si resero segno dell' universale Papa isolato e senza alcuno del suo san-
ammirazione pel contegno die tennero gue è assai esposto vivente e dopo mor-
co'parenti. Pio FU
Chiaramonti, Leo- to, facendosi gli altri delicati riguardi, che
ne XII della Genga, Pio T'III Casti- riescono nocivi. Gli airettiiosi e feileli in-

glioni e Gregorio XVI. Il cav. Artaud timi fiimigliari poco possono fue, oltre
nella Storia di Pio VITI, cap. i, fìicen- la cura personale, perciò ordinariamen-
dodi essi gii elogi, ecco come conchiu- te bersagliati dai compagni invidiosi,
de. " Sparirono cos'i, a'nostri giorni, tan- non giovando neppure beneficarli, per
ti mali, tante ingiustizie, tante accuse e quanto riportai in più luoghi, parlando
t.TUti dolori che laceravano il seno della dell'invidia, enei voi. XVII, p. 2()o,
Chiesa ". Più nel cap. fi Que-
aggiunge. » 2f)i, 2q2 2f)3. Tuttavolta
,
nepotisti i

sti 4 Pontefici hanno distrutto, durante sono molto combattuti, perocché un ser-
quasi tolta la metà del secolo XIX, una vigio opporfunemente reso da'parenti ai
causa incessante di reclami e di violenti Papi non compensa mille odiosi mali
,

accuse ". che nascono da questa loro fatale dot-


Non si può negare , che secondo le trina, come la chiama l'Artaud. I nipo-
circostanze de'tempi, l'invalsa consuetu- ti e parenti secolari piìi volte compromi-
dine, e per essere in parte sollevati dal- sero i Papi e la s. Sede, né mancano e-
le gravissime cure del pontificato e del- scmpi di ottimi. Ebbero molte ricchezze,
la bovranità, moltissimi Papi accordalo- furono aggregati a nobiltà straniere, feu-
.

P A R
di, investllure di stali anclie polenti, /»o- rico di quanto lo riguarda, il di più è
gliidi molili^ iifljzi l'acabili, dignilèi e pri- ne' luoghi ove parlai di lui. Il titolo di
marie cariche, come Plessi (lifcri, Gonfa- cardinal nipote è molto antico: nella
lonieri eli x. Chiesa, Prcfctli di Roma, medaglia fitta coniare dal cardinal Ro-
Generali di s. Chiesa, tlella Marina e vere (poi Giulio li ) nipote di Sisto IV,
delle Milizie, Castellani di Castel. An-
<;. per l'erezione della rocca à' Ostia, si \eg-
gelo, Governatori di Borgo, capitani dei i^ecardinalis nepos. Riferisce il Lunado-
Cavalleggieri e guardie del corpo, il tut- ro, Relaz. della corte di Roma, stampa-
to narrato ai loro articoli. Ai parenti del ta nel 1646, che i segretari pontifìcii di-
Papi competeva il titolo di eccellenza e pendevano (lai cardinal nipote, da cui
anticamente V Illnio Eccnio sig. mio os- prendevano gli ordini, benché trattasse-
sen'andissimo, traltajtiento dato dai car- ro gli affari colIl De Luca, Il car-
Papa.
dinali, ead Os,sERvA^DIS.slMO dissi che lo- dinale pratico383, stampato nel G80,
p. i

ro si deve il Colendissimo padrone dai dice che il cardinal «'^o^e è volgarmen-


."
medesimi cardinali; la parte di Palazzo, te detto il cardinal padrone, come il r

le distribuzioni delie ca?idele, paline, a- e piìi confidente ministro del Pontefice,


gnus Dei medaglie.
, I parenti prehiti abi- perla sua superiorità e soprintendenza
tarono nel palazzo apostolico, e quelli di sopra tutti gli altri olììziali e ministri,
ClementeXI ClementeX HI ebbero dop-
e chiamandosi ancora soprintendente ge-
pia parte di palazzo, come rimarcai nel nerale, rappresentanza che in mancan-
yol.XLI,p. 288; mentre a p, 222 rile- za del cardinal nipote funge il segreta-
vai che nella nascita qualche nipote di rio di slato, con minore o maggiore au-
di Papa furono confermate alcune cari- torità a beneplacito del Pontefice. Ve-
che lemporniìee della magistratiu-a di dasi il Pleltemberg, Nolilia congreg. p.
Pionia. Questi nipoti prelati in cappella 5o2 : cardinalis nepos prinius minister,
pontificia ricevevano al trono le cande- nnncdignitas ej'us diminuita: qfjìciuni il-

le, le ceneri, gli agniis Dei, e si recava- La Jloreri a mobiliava l'apparlamen-


liiis.

no all'adorazione della croce dopo \ pre- lo del cardinal padrone, che alla morte
lati di fiocchetti, e prima ó.e protono tari dello zio subito sloggiava. Aveva la par-
apostolici partecipanti; se camerieri se- te di palazzo maggiore degli altri. La
greti, aveaiioiii.° posto. Il principe Ot- sua corte veniva decorata da illustri ve-
toboni nipote d'Alessandro Vili, benché scovi, prelati, eruditi e letterati, diversi dei
non più morte ebbe fu-
vivesse Io zio, in quali meritarono la sacra porpora, e di
nerale in Marco, ove cantò messa un
s. nobili persone. Nella creazione de'cardi-
arcivescovo, co'ponlificii cantori, comesi nali fratelli , nipoti e stretti parenti dei
legge nel n.° 4o8 del Diario di Roma Pontefici, come pei [n-incipi di famiglie
1720, avendo Clemente Xi dichiarato soviane, avea luogo quanto dissi nel voi
tutti gli altari privilegiali. Dal nepoti- 1X,]>. 3r2 e 3t4, cioè erano creali soli
smo Roma riconosce molli vantaggi e e appena terminato il concistoro il Papa
ornamenti, sia per lo stabilimento e in- gl'imponeva la berretta; le artiglierie di
grandimento d'illustri famiglie, che per Castel angelo e le campane della Cu-
s.

la fondazione di opere benefiche ,


per ria romana, ne davano il segno alla cit-
l'erezione di Palazzi, f^'ille,eà altri son- tà. Del costume di restituire dal Papa

tuaM edifizi. Nelle funzioni aveano posti la dignità cardinalizia a qualche parente
dislinli: per quelli nella cangnizzazione di quello cui l'hanno ricevuta, trattai nei
fatta da Clemente XI, vedasi Chiapponi, voi. IX, p. XV, p. ic)2, § re seg.
191,
/icla p. 23g. Essendo il i." de' parenti In vece dell' Osservandissimo (V.), che
il cardinal nipote, darò un cenno gene- i cardinali praticarono fra di loro, il car-
PAR PAR 173
(linai nipote riceveva dalle creature o al cardinal fratollo o parente: il modo e
cardinali falli dallo zio, il Pa-titolo di gli aneddoti li riportai ne'vol. \'l. p. 200,
elione coleiulissi/ìio. Dice il Lunadoro, p. Mll, p. liS.S, IX, p. i27,XLl,'p. 29Ì-
?. I 8, che i cardinali nipoti non restitui- Al cardinal nipote spettava la scelta di
vano visite ai cardinali e agli altri^ tran- chi dovea pronunziar V orazionefunebre
ne qualche caso per cortesia edislinzio- del defunto zio, e la spesa defunerah an-
ne però se non erano con bieve dichia-
: niversari pel medesimo; parlicolaii an-
rati cardinnli nipoti con titoli di so|)riii- niversari fecero pure i cardinali proni-
tendenti o segretari di slato, benché a- poti : può vedersi ne' voi. Vili, p. 1 ;>q,

])ilassero il palazzo apostolico, doveano XXVIII, p. 4'^' ÌNelle esef[uie anniversa-


rendere le visite. Che il sacro collegio e rie poi che il successore fa nella cappel-
la nobiltà, la prelatura e altri visitava- la pontificia al Papa defunto predecesso-
no i nipoti e parenti del l'apa negli an- re, il nipote mes-
di questi pontificava la

niversari di sua coronazione, lo descri- sa, ciò che eseguisce per mancanza la sua
ve il Cancellieri, yl7c/7V7/Oj p. iSy. Che i I
."^
creatura. Finalmente noterò che non è
nuovi cardinali subito dopo il ricevi- impedimenlo a\ Pomificaio, /^ rr// (oltre
mento della berretta doveano visitare la bassa origine e la patria, come tratto
i parenti che il Papa avea riconosciuti, a quell'articolo) la parentela coli' imme-
lo notai nel voi. iX, p. 3 i ?.. E qui av- diato predecessore: nel noverare molti
verto che non sempre Papi riconob- i di quelli che Io furono, parlerò anche di
bero furuiaUnente parenti, talvolta so- i quelli che più tardi vennero elevali al
lo alcuno: ce ne dieiono per ultimo e- pontificalo ; ed ai nominali eh' ebbero
sempi Leone XII e Pio Vili , al modo prima moglie e figli, aggiungerò s. Pie-
riportalo ne'vol. X, p. 2/8, XXVIII, p. tro cb'ebbe un figlio ed una figlia, s. Or-
2 j(^. Talvolta l'avviso ai prelati pel car- misda e Adriano II ch'ebbe una figlia.
dinalato i Pontefici lo parteciparono pei Papa s. Silverio del 536, era figlio tli s.
nipoti, cos'i Pio VI che pel cardinal bia- Ormisda del 5 4; s. Gregorio del k)0 1
I

schi fece avvisare il governatore Dun^a, ebbe per prozio s. Felice li dello 111.
e pel duca Craschi l'uditore Campanel- A Stefano II dello III del 752 successe

li e Borgia segretario di [)ropaganda. Che nel 757 il fialello s. Paolo I. Adriano


i cardinali nipoti accompagnavano no- i II deir867 era nipote di Stefano IV e
velli cardinali al Papa per ricevere la di Sergio II. Romano dell' 897 nacque
htrrcUa, ciò che fa ora il segretario di dal fratello di ìMartino II. Giovanni \1I
stato, e dopo il loro Ingresso in Roma del ()56 ebbe a pio-zii Sergio III e Gio-
(f'-). Io rammentai pure nel voi. IX, p. vanni XI. A
Eenedclto Vili nel 1024
176 e 182. JVella noia stampata degli successe il fratello Giovanni XIX detto
emolumenli e tnancie che devono i car- XX, indi nel o33 il loro nipote Bene-
1

dinali nella loro creazione, vi sono regi- delio IX. Gregorio IX del 1227 ebbe a
strali quelli per la famiglia del cardinal zio Innocenzo III e per nipote Alessan-
nipote, e in mancanza a quella del se- dro IV. Celestino IV era nipote di Ur-
gretario di sialo; come pure vi sono quel- bano III. Adriano. del 1276 nacque Y
li pei (aiuiglian ile'parenti del Ponledce. dal fratello d' Innocenzo IV. Gregorio
A Lutto, pai landò di quello de'cardina- XI Vicedomini fu nipote di Gregorio X.
avvertii che i cardinali nipoti non lo
li, Benedetto Xll del i334 era nipote di
fdcesano abitando in palazzo e riportai Giovanni XXII. Da un fratello di Cle-
un'eccc/ione. l'rima di chiudersi il cada- mente \ I nacque allro Gregorio XF 1

vere [ìonlilicio nella cassa, incombe copri- 1-WV./I i\j XII


del 1070. Gregorio ebbe per sorel-
^K- j A \.tfu\,

le il volto o scoprirlo per riconoscerlo, la Beriola Corraro che fu madre di Eu-


171 l*Ai'^ PAR
i^eiiio IV Condidi/ìirii (^f'.y zia di Pao clic nllc'itano l'aiilicii [irospciilìi. Nel ic-
lo II, e parente di liiKi (jiiei personaggi cinto dell' antico Campidoglio sono gli
nominali a tale articolo, l'io III eia ni- avanzi di basilica convertila a civile nso,
potè di Pio II, Giulio II di SistoIV. Leo- e la canonica rinnovata nel i a') i, prege-
ne X fu cngino di Clemente VII (die con vole monumento di antica vita comune
Innocenzo Vili e due altri Papi, Pon- <lel clero capitolare, tutta di pietra la-
to Eulero pone Ira' nati di matrimonio vorata a finestre binate, con marmo gre-
illegillimo, (le lilx'ra ìioniinis nativitatt), co. Questo raro edifizio comunica colla
e zio di Leone XI. Alessandro VII era cattedrale, cui pure è contiguo l'ampia
nipote cugino di Paolo V. Nondimeno, episcopio. In piazza Marafor era l' anli-
nel voi. XXII, p. 88, parlai dell'e.vrZ^s/t'ii! co foro della colonia Giulia parentina,
che il s. collegio die ai parenli de' Papi. e gli avanzi del comizio del foro plebeo,
J^ARENTI DE'PAPI. Z'^. Pap.e,\te. e di due templi, d'uno de'rpiali rimane
PAllENTUCELLI Tommaso, Cardi- il basamento. L'antico lastrico del foro
naie. f'\ NicolJI) V Papa. plebeo è stato per decorazione posto in-
PA RENZO (f^z/T/iZ/'i). Città con re- torno al basamento della statua di Lu-
sidenza vescovile dell' Istria nell' Illirio, ciò Canzio Settimino protettore del mu-
governo distante da Trieste circa i5 nicipio. Dell'antico teatro solo rimane
leglie: è fabbricato sopra una penisola la forma esterna e qualche frammento,
o promontorio del mare Adriatico, oggi Le mura antiche sono coperte dalle ac-
unilo al coniinente col mezzo di uno fjue marine; quelle alzale nel secolo XV
stretto istmo, che vi forma un buono e sono solide, e di opera regolare e per-
comodo porto capace di navi d'ogni qua- fetta. Le frequenti case in istile gotico-
lilà, difeso da molte piccole isole, delle veneto, ricordano la restaurazione della
quali la pii^i imporlanle che gli fa aigi- città dopo la devastazione genovese: le

ne è quella di s. Nicolò, sopra il quale opere tumultuarie del i4o'^j '" '-i^' s'im-
eravi un ricco monastero di benedettini, piegarono i materiali degli antichi mo-
e la vecchia torre rotonda servi di faro iiumenli, mostrano le strettezze e ur-
clie il porto additava ai naviganti nella genze d'allora. La cattedrale, insigne mo-
notte. Trieste, Pola, Aquileia ebbero fa- numentodi cristiana architettura bizan-
ri o lanterne, altre minori località l'eb- lina, tipo delle piìi antiche chiese, è de-
bcro ai tempi de'romani, ne'quali tulio dicala alia Beala Vergine Assunta, sotto
r Adriatico era di notte illuminato piìi l'invocazione de'ss. martiri Eleuterio
assai che al presente: la lanterna di Pa- vescovo e Mauro prete africano, le re-

renzo è opeia de'tempi di mezzo, ma si liquie de' (juali ivi con altre sono in par-
."
ignora se rimpiazzi altra più antica. Pa- ticolar venerazione, poiché il i è pri-
renzo per le cose di mare ebbe alta im- mario patrono della città, il 2." prima-
portanza, posta in necessità di contallo rio patrono della diocesi e della catte-
con Aquileia che di navilio proprio di- diale ; altri patroni sono i ss, Demetrio
fettava, con Ravenna ove stanziava il su- e Giuliano martiri, Proieto vescovo, El-
premo comando militare dell'Adriatico, pidio accolito e marlire, Ermagora di-
ed Parenzo Tito Abudio Vero vice-
in scepolo di s. Pietro protopatriarea di A-
ammiraglio parentino riedificò il tempio quileia e Fortunato martiri, i quali, for-
di Nettuno. La città offre nel materiale se per aver predicato la lede nella dio-
la storia di sue vicende. Romana in tut- cesi, nell'orazione pei patroni sono no-
ia la sua disposizione, conserva ancora minati prima degli altri. Questo soutuo-
gli avanzi di *\ue magnifici templi, del so duomo fu costrutto o riedificato piii

foroj del comizio e frequenti anticaglie vasto dai paicutini sotto gli ordinamen-
l'AR PAR 17 j

(i <!t-l vescovo Eustrasio dopo il *>jC), e to di benediic p d'essere coronala. Nel


seinUa compiuto nel j43 quando veii- musaico si rap[)reseiilano i santi protei-
ne fatta suH'agi-o di Paienzo la dola/io- tori niailiri, il vescovo EulVasio avente
ne di esso, del vescovo e capitolo dalla in mano la flgiua delia chiesa stessa, e
pietà parenlina, come rilevasi dal do- 1' arcidiacono suo Claudio e il figlio di
cnmento di detto vescovo, importante questi. Pace che la confessione sia avan-
peichè dà ancora contezza dell'origine zo di edilizio militare romano; è al lato
delle decime e modo d'assegnarle. L'è- sinistro della chiesa e col vestibolo per le
didzio è in tutto a forma di perfetta ba- salmodie del clero si compone di 3 celle

silica cristiana, tranne la confessione o in forma di croce, conservando all'ester-

cella sotterranea. Ila dinanzi il cortile o no quella di torre, ch'era situata sul(^'lm-

atrio ove furono collocale le pietre scoi- pidoglio presso il quale fu alzata la ba-
pilc e te iscrizioni rinvenute de' tempi silica. Mirabile è l'antica custodia dei-
romani. Viene circondato da portico in l'Eucaiistia o gli olii santi, col nome di
origine di forma quadra, ornato di co- Etdrasio. La pala dell'aliare maggiore è
lonue marmoree, in capo al quale era il d'antica forma, e la pace o relicpiiario
baltisterio ottagono con vasca esagona de'tetnpi bizantini, opera di monaco gre-
per l'immersione, coperta con ciborio co. il campanile è del secolo XV, e la
sostenuto da colonne di prezioso marmo, facciata fu già ricoperta di musaici sa-
alcune delle quali abbelliscono un alta- cri, e forse l'interno del tempio n'era
re del duomo. Si vedono le mura divi- pure decorato. Il capitolo si conipone
sorie, per le quattro classi degli antichi didle dignità dell'arcidiacono, e dell'arci-
penitenti. La chiesa è divisa in tre navi, prete die è il curato del duomo ov'è il

destinale, quella a destra pegli uomini, sacro fonie (anticamente eranvi inoltre
la sinistra per le donne, la media prin- quelle del maestro per le scuole, e due
cipalmente pel coro e santuario. Il suo- cimiliarchi o custodi de' sacri tesori e co-
lo delle prime era più alzato; tutto il dici), di 8 canonici compresi il pcniten-
pavimento eradi vago musaico. Le na- ziere e il teologo, di un mansionario e
vate sono separate da colonnati che sos- di altri chierici. In città non vi sono al-
Icngono le mura; le colonne sono di tre parrocchie, bensì tre confraternite,
preziosi marmi greci con capitelli di va- l'ospedale o casa di ricovero pei poveri,
ri intagli, e sopra ciascuna vi è scolpito la biblioteca civica , e secondo 1' ultima
il monogramma del vescovo Eufrasio proposizione concistoriale , mancava di
costruttore. Il coro più alto del suolo del- seminario. Lo avea fondato il vescovo
la nave di mezzo, ebbe ricchissimi mar- Cesare de Noris e dotato con tasse sui
dqì, è sovrastato per qualche gradino dal monasteri e chiese; ma per I' infelicità
santuario che ha nobile pavimento. L'ai- degli ultimi tempi cessò. Nel i8o()alIa
lare sorge ancora isolato, conservandogli soppressione de' conventi, insigni abl)a-
l'antica foi ma (piando Io rifece il vesco- zie e monasteri, non altro rimase clie il
vo Ottone: ha cdìorio di marmo deco- convento de'francescani entro le mina e
rato a musaico, sostenuto da 4 pregiale quello de'domenicani alla iNIadonna de-
colonne; la cattedra vescovile e gli stalli gli Angeli nel borgo. Le abbazie erano

canonicali sono pure di marmo. L'absi- 12, oltre il monastero di s. Cassiano in


de vedesi intarsiata di belli scomparti- Parenzo. Vi si slampa un gioi'nale inti-
nieuli di marmi, madreperla e corallo; tolato V hlriaj la città produsse diversi
la parte supei iore è pittura a musaico in uomini illustri. iVel borgo di Parenzovi
tesselli vitrei colmati e dovati, coH'efljgie è la chiesa della Reata Vergine degli
della Beata Vergine col Bambino in at- Angeli, già testimonio della pietà paren-
1 76 l' A II PAR
tina, or ancli(; dcIl'iilTezione o f^rfilitiali- ni servigio del mare, che chiamò Ciiilin.
ne vci'so 1 odieiiio Ijcnenici ito o zolaiite lia colonia fu distinta dal municipio,
pastore, per l'erezione della bella statua l'orinando essi nella città come due co-
."
di ^'osll•a Signora degli Angeli del vene- rnimi, dicesi la 1 ascritta alla tribù Ve-
to piol. Canieroni sul nuovo altare nr)ag- lina, la 2."allaLemonia. Circa il tempo
gioi-e nel i(S4') edificalo per volo dalla di Nerone la città era cinta di mura, con
città. Aui[)io territorio s'ebbe già Pareii- 3 porte che mettevano a 3 vie principa-
zo, alto a produrre tulio, e fu celebre la li con boigate e sepolcreti, mentre 4 al-

lana istriana; grande uso facevasi in an- meno erano le porle verso il porto cui
tico a llouia di sua carne suina. L'agio la cillà era rivolta, non calcolate le al-
parenlino e i confini erano guardali da tre. Nella parte piti alta slava la rocca
Irequenli fortilizi sulle sommità dei colli, quadrata,che dal centro dominava cillà
che come gli attuali telegrafi potevano e porlo, e formava parte del Campido-
avvisare la citlà; il porto naturale di glio ov' erano templi, basilica e altri edi-
Torre fu reso piìi sicuro coll'arte. lizi probabilmente d'uso militare. Eian-

Parenzo, Parctilium, fu comune tra- vi i fori [)lebeo e patrizio o comizio de-

cico degl' istriani venuti dall' Eusino e corato delle statue de' benemeriti della
fu propizia stazione per le cose di ma- colonia e degl'imperatori. Di (ionte al co-
re, cui gl'istriani si dedicarono. Non fu mizio sorgevano i templi di Nettuno e
ampio il comune, come ristretto fra i jMnrte; altro tempio sacro ad Augusto
territorii celtici d'Ursaria e Cervaria al- e la curia erano nel foro, (ili abitanti
le spiaggie; pure a giudicarne dal porto della citlà ascendevano a Gooo, quelli
sicuro e facile, dall'agro fertile, dalla po- delle borgate a 4000. All'epoca di Au-
sizione nel centro della spiaggia istriana tonino Pio e circa l'anno 1 5o dell'era
in mare largo, dalia necessità dei paesi corrente il novero de'possidenti
si crebbe
fra terra di fare capo in Parenzo, e per e il Parenzo grandemente,
territorio di

la condizione in cui fu posta dai loma- abbracciando quanto terreno vi ha tra


iii, deve ritenersi clic non ultima fosse il Quieto ed il Leme, fra il mare e le
delleantichecitlà. Caduta 178 anni avan- somme alture dell' Istria centrale, onde
ti la nostra era nel dominio de' romani, aumenlò in dovizia la città. Parenzo de-
è a credersi die fosse fatta municipio con cadde sotto Costantino, uè bcnefìcii di i

libero governo, con pienezza di diritti Giuliano e di Teodosio I ripristinarono


politici, e si congettura che segui i de- r antico splendore: fino al io^, in cui
stini d' A rpiileia capi tale dell'/i-fz/Vz. Quan- passò in dojiiinio de' goti, ebbe comuni
to agli ordinamenti civili e religiosi, pa- le sorli coiristria, quindi fu travagliata
re che avesse duumviri, gli edili, cen-
i i dai barbari, benché l'Istria sotto il re
sori quinquennali; il questore, il cura- Teodorico ebbe la fondazione de' vesco-
tore e altre cariche scelle dai deciu-ioni, vati per opera di Papa s. Giovanni [.

i quali erano nominati dai duumviri, Nel 539 divenne Parenzo soggetta agli
dal ceto de' sacerdoti o pontefici, augu- imperatori bizantini d'oriente, e qiianilo
ri, od augusta che formava-
aruspici, li Giustiniano I perde l'Italia, nel 568 cir-

no l'ordine medio Ira'decurioni e la ple- ca occupata dai longobardi, l' Istria ri-

be, ed eravi la corporazione degli artie- mase all'impero fino al 789 con Raven-
li. Divenuto Augusto nell anno 3j pri- na e la Pentapoli; però una parte era
n)a di nostra era per la vi'.toria d'Azzio stata occupata dai longobardi , onde gli

padrone dell'unpero, assegnò in premio ultimi loro re Desiderio e Adelchi s in-

ai veterani terreni tolti ai municipii, ed titolarono duchi d'Istria. Sebbene Carlo


in Parenzo mandò una colonia militare Magno in detto anno 789 conquistò fi-
PAR PAPt 177
Siria, le città maiillime cli'erano anda- ciò. Non radi contatti ebbe Parenzo coi
te esenti dalla dominazione longobardi- veneti: nel i iGo il doge Morosini gl'im-
ca, solo neir 800 soggiac<{nero n Carlo posc l'annuo tributo di 5000 libbre d'o-
Magno, e più tardi Capodistria. Avendo lio alla chiesa di s. INIarco, e nel i 1G8
Callo Magno preposto al governo della gli fu aggiunta l'imposizione di oo mon-
pro\incia un duca poi marchese, cpiesti toni; atti che si credettero (ormale dedi-
tentò togliere alle niunicipalilìi le giu- zione in sudditanza od in dominio; pe-
risdizioni e cambiare il reggimento an- rò a torto, perchè né dominio fu conces-
tico in feudale; gl'istriani ricorsero a so prima del 1267, nò poteva disporre
Callo Magno die ripristinò 1' aiiteiiore Parenzo di sovranità che non aveva.
sistema, indi confermato da Lodovico I; Dalle donazioni di Ottone II fatte al-
tutta volta le idee predominanti in Eu- l'episcopato parentino, fino al laSo in
ropa presero piede anche in Istria. Vuoi- cui il marchesato d' Istria passò ai pa-
si che in tempo del doge veneto Pietro triarchi d'Aquileia, i prelati tengono il
Orseolo II, Parenzo colle altre città ma- primo posto nella storia. I marchesi d'I-
rittime dell'Istria riconoscessero in certo stria, ereditari dopo il 1077, non prov-
modo la sovranità della repubblica ve- videro alle bisogna anche pei frequenti
neta, onde quel doge fu il primo a pren- cangiamenti, poiché dagli Eppenstein pas-
dere titoli di doge di Venezia e dell'I-
i Sponheim, da questi agli
sò l'Istria agli
stria e Dalmazia. L' imperatore Ottone Andechs duchi di Merania nel Tiroloj
I, in adempimento del voto fatto allor- l'ultimode'quali Enrico fu proscritto per
ché la tempesta gettò la sua nave sullo le fellonie commesse e uccisione dell'im-
scoglio di Parenzo, restauiò ed abbellì peratore. Gli errori de' marchesi credi-
la cattedrale, ed il figlio Ottone II donò tari non poterono dai patriarchi ripa-
alla chiesa e al vescovo alcuni territori! rarsi, e l'autorità secolare de' vescovi sce-
intorno alla città e nell' Istria centrale, mò di molto dinanzi ai patriarchi signo-
oltre le decime. Per tal modo il vesco- ri temporali e principi dell' impero, pei
vo di Parenzo non solo esercitava la giu- quali deferì Parenzo, e il comune si rial-
risdizione ecclesiastica, ma di quasi tut- zò e insorse contro i vescovi, quindi col-
ta la diocesi avea i pubblici proventi e lisioni, scomuniche e interdetti. Alzata
il diritto di pubblico governo, e dispone- Capodislria a comune potente, divisò di
vasi a figurare tra i principi del secolo assoggettarsi Parenzo, clie in vece si die
col titolo di conte. Imperciocché , dive- nel 1 267 ai veneziani, ponendo sotto il

nuta ereditaria nel 1077 la carica di go- presidio di quella repubblica i propri
vernatore della provincia e patrimonio destini, e da altre città e luoghi fu imi-
di nobile lamiglia, le investiture feudali tata; ma i conti d'Istria tennero con ma-
\ennero in moda , e la sola Orsera ri- no forte tutta l'Istria interna, cioè i du-
mase de' vescovi fino agli ultimi tempi ; chi d'Austria potenti. Nella parte vene-
indi ai vescovi in luogo delle pingui ren- ta ogni comune formava provincia e sta-
dite e dell'amministrazione, non restò to da sé, e conservarono le antiche for-
che un tenuissimo censo, segno di do- me di reggimento di tipo romano, sino
minio, e la fede non ben forma di po- agli ultimi tempi,venendo Parenzo libe-
tenti vassalli che formavano la sua cor- rata dalle nominate imposte. Tuttavia
te, per cui la città fu ridotta alla condi- la saggezza degli ordinamenti pubblici
zione che il territorio ed il mare conce- non potè per esterne circostanze ricollo-
devano. Ma U territorio si era assai ri- car Parenzo in quella condizione, ch'eb-
stretto, ed il mare tenevasi dai veneti, be durante l'impero romano e il gover-
padroni della navigazioue e del commei- no degli esarchi di Piavenna. Non appc-
VOL. LI. 12
178 PAH V A II

un ilnlisi pnrcniini n veneti, si rinno-


i ìiìsntlptn cimi inscriplionc meniorinfa'
varono le collisioni de' vescovi, onde per di. Inoltre Pio VII accordò al parroco
]a scomunica fidminala, il popolo con di Torre di cantar la messa nelle prime
alla testa il podestà Soianzo assaltò l'e- ore della sera della vigilia di Natale, on-
piscopio, e il vescovo ripaiò nel castello de sulla chiesa fu collocata un' iscrizio-
(li Pisino nel declinar del secolo XIII. ne, e altra celebrante l'avvenimento in
IVel I 354 Parenzo soggiacqueal sacclieg- Parenzo stesso dell'approdo pontifìcio.
gio, al ferro e fuoco de'genovesi e del lo- La città con I' Istria passò all' Austria,
ro ammiraglio Paganino Doria; quindi sul fine del 180 5 venne unita al resino
nel i36o la peste scemò assai la popo- d'Italia e nel 18 io all' impero francese,
lazione, flagello che ripetutosi nel i58o indi nel 181 3 ritornò all'Austria. Ve-
ridusse 700, ed appena a
gli abitanti dasi, I. Lavalli, Voya^^e hislorique ci più-
3oo nel iGoi. Ricompostasi dalle civili tores(pic df l'Istric , ci de la Dalinnlic,
discordie, ristorò la città ed eresse edi- redige d' apivs V itinernire de Cassc^,
fìzi. La peste del i63i ridusse agli estre- Paris 1802. D.'^ Pietro Kandler, Cenni
mi Paienzo, che lungamente restò in al forasticro che visita Parenzo, Trieste
isquailore, finché il principe veneto pen- 184 ).
sò a rifare la città, nel 1692 ripopolan- La fede cristiana vi fu predicala nei
dola con coloni greci tratti da Candia, primi tempi della Chiesa. Antichissima
e nell'agro sparse coloni slavi e albanesi fu quella in cui i paientiui si radunava-
presi da Dalmazia, laonde in poco più no, forse nelle borgate, sacra a s. Stefa-
d'un secolo la popolazione urbana giun- no Cimare, poi data a monache. Si ha
in

se a 2000 e a'nostri giorni 25oo. Negli che Ilario vescovo d' Aquileia propagò
ultimi anni del veneto governo il castel- molto il cristianesimo nell'Istria, e vuoi-
lo d'Orsera, feudo de' vescovi, venne lo- si che nel 3 3, data libertà al culto, cri-
i i

ro tolto e posto in immediata ammini- stiani parentini avessero chiesa in citt;i

strazione del principe, enuove leggi e e nell'agro si erigesse 1' im[)orlanlissima


miglioramenti preparavausi, quando nel e miiabile basilica di s. Lorenzo. La se-
I
797 la repubblica cessò di esistere. Nel de vescovile sembra eretta ne'primi del
1800 Pio VII, eletto a Venezia, s'imbar- IV secolo, nel 111 o al più tardi nel 080
cò a'G giugno, indi il vento contrario lo dice Commanville, Tlist. detontslestcve'
spinse nel litorale d'Istria a Capodistria, schez, epoche forse troppo anteriore e
ed a Parenzo ricevuto nel porto dal ve- posteriore. A tre epoche diverse si vuo-
scovo Francesco Polesini, dal marchese le attribuire l'origine del vescovato pa-

fratello di questi dirigente politico e pre- rentino. i.° Nell'occasione che venne
sidente del tribunale, dal clero e dai no- martiiizzalo s. Mauro africano patrono,

bili col popolo. Papa trattò amoie-


Il il che avvenne sotto l'imperatore Nume-
volmente il vescovo e ammise gli altri al riano dichiarato Cesare nel 282, morto
bacio del piede, accordando diverse gra- nel 284, e quando vivea in Pioma il pre-
zie, fra le quali eresse in capitolo colle- fètto Celerino o Celariano , che Conte-
giale i cappellani ed il parroco di Gii- lori, De pracfecto Urbis p. 49? riferisce
-signano con 1' uso del rocchetto e moz- che lo fu nel 284. H Piazza, Emerolo-
zelta senza cappuccio, ed altre insegne gio di Roma, oltre s. Mauro abbate, ri-
canonicali, con medaglia d'oro coli' effi- porta le notizie di omonimi,
7 martiri
gie del santo prolettore della chiesa e tre de'quali martirizzati sotto Numeria-
nel rovescio la figura della nave, dicen- no, cioè s. Mauro monaco, s. IMauro ro-
do il breve di couce>s,]av.e, in postica na- mano, e s. I\Iani o il quale venuto in pel-
i'is, (fila ad rcgiones istas appulinuis^ sii legrinaggio dall' Africa a Roma per ve-
,

P A Pt PAR 179
ncrarc i snci i Liniìni, occupalo per cri- vescovile, dichiarando tra le altre per
«iti ano coiTiegm la corona del mai tirio suHraganee le sedi di Parenzo e di Pola
nel 28'i, tegistrandolo a' -2?, novembre, sua concattedrale.
mentre in Piirenzo a' 2 i se ne celebra Nel 524 per i.° vescovo fu eletto Eu-
la festa. 1° Quando viveva il vescovo frasio, forse decurione di Pola, che al
Eufrasio, che fabbricò o rinnovò la cat- modo detto edificò o rifabbricò la catte-

tedrale, e secondo gli alti de'conciiii pa- drale, istituì il capitolo e ordinò i mona-
re die fiorisse circa il i>?.~\ ,
poiché iiel- steri.Queste benemerenze restarono as-
rUghelli si anticipa e posticipa. 3." Nel sai oduscatedal suo scisma e delitti, oè

i)GC) vivente l'imperatore Ottone I, che si conosce il suo ravvedimento. Poiché


fu coronalo in Roma nel 962 da Gio- seguì famosi Tre Capitoli, e si mostrò
i

vanni XII, ritornandovi nel 9663 re- contumace dopo la condanna di essi, in
stituirvi Giovanni XIII. A questi e non un ai prelati istriani, che solo nel 698
a Giovanni XII, meglio è attribuire la ritornarono all'unione della chiesa cat-
bolla riportata dallUglielli, con la qua- tolica: Papa Pelagio I del 555 scrisse a
le il Papa commise a Rodoaldo patriar- Narsete perché cacciasse dalla sede Eu-
ca d'Aquileia di consacrare in suo no- frasio, incolpandolo anche d'incesto, d'a-
me la cattedrale di Parenzo (da Ottone dulterio e d'omicidio. Gli successero, E-
1 riedificata o ri-storata) coi vescovi da lia,Giovanni del 579 che fu al concilio
lui designali, concedendo perciò indul- di Grado, Severo, Angelo, Slauiazio

genza. 11 vescovo di Parenzo di venne suC- Aurelio che fu al concilio romano del
fiaganeo del patriarca d' Aquileia, sop- 679, Raschi vio. Questa serie è posposta
presso questo da Cenedelto XIV ne.H'e- dall' Ughelli e suoi continuatori, asse-
rigcre Udine in arcivescovato, gli sotto- gnando ai vescovi epoche diverse. Lo-
pose Parenzo ; eresse pure in arcivcsco- renzo fiorì nel secolo IX, indi Giuliano,
"vato Gorizia, ma Pio VI ad istanza del- Domenico, Antonio, Pasino, Flandema-
l'imperatore gli tolse il grado metropo- no, Eriperto, Andrea, e Adamo che in-
litico e la dichiarò soltanto sede vesco- tervenne alla memorata consecrazione
vile.Finalmente Pio VII nel 1818 di- della cattedrale, nelle addizioni all' U-
chiarò Parenzo e Pola suffiaganee del ghelli si dice nel 9^1 8 maggio, cui
agli

patriarca di Venezia ad heneplariliun ripugnano gli annotatori per quanto ho


sancire Sedisj dipoi Poln (^•) venne riferito. Anzi la consacrazione in altro
unita a Parenzo, imperocché avendo tal luogo si 935, e Andrea si pos-
anticipa al

Papa, a premura dell'imperatore Fran- pone ad Adamo, riportandosi un docu-


cesco I, commesso al vescovo di Gorizia mento di Sergio IV, col quale reintegrò
ili occuparsi d' una nuova circoscrizione Andrea dell'usurpato dal patriarca d'A-
di diocesi della provincia ecclesiastica quileia.Sulispuldo o Sulpado o Sigiin-
tlell'illiria, il successore Leone XII colle puldo del 101 4 che donò tre parti di
lettere aposloliche, Loriiin h. Pclri, dei Pesca ria al capitolo e viveva nel 1017;
3o giugno 1828, stabilì la nuova divi- Engelmano Engdamanodel 1028 che
sione e circoscrizione delle diocesi di Dal- donò monastero di s. Michele di Le-
il

mazia, Istria e litorale Adriatico, unen- nte a quello di s. Cassiano e nel io4o
do a Parenzo, Pola. Per ultimo d.i Pio ile dedicò il tempio. Quindi Arro o Ar-
Vili, quanto a Gorizia fu variata, colla no ; Adelmano cui l'imperatore Enrico
bolla Iiifiìipcr eniineiili ÀpOstoUcac di- IV confermò i privilegi di sua chiesa;
^uilalis, de' 27 luglio i83o, con la qua- Cadolo, Pagano, Bertoldo abbate di s.

le restituì a Gorizia nuovamente la di- i4,Terungo, Ro-


Nicola di Parenzo dell i

gnità metropolitana e al vescovo l'arci- demondo, Vincenzo, Uberto del 158, 1


i.So PAR PA R
J'ieiro del 1^7, a lempo del quale A-
^ bnte e generale di Vallombrosa, indi tito-

Icssanclro III pose la chiesa parenliiia lare di Biblo, poi di Torcello. Nel i4">^
sotto la protezione della s. Sede e vivea Francesco Morosini patrizio veneto, indi
nel 1 19 I. Nel 1200 Giovanni, nello stes- amministratore di Recanali e Macerata,
so anno Fulclierio che si compose col governatore di Lorclojiìe\ 147 Bartolo- i

signore di JNIontonn da lui investito, e vi- meo Barbarigo nobile veneto; nel ì^rG
veva nel 1217; Adelperto del ì'j.33 a- SilvestroQuir ini nobile veneto; nel 477 1

gli8 maggio consagiò l'altare maggiore Nicola Franco padovano, poi di Trevi-
della cattedrale in onore della Beala N'er- so; nel i486 Tommaso Calanei berga-
gine e de' ss. Giuliano e Demetrio, ri- masco domenicano, indi di Cervia; nel
ponendovi i loro corpi, e rinnovò il di- i486 Gio. Antonio Paverio Baccani di
ploma degli ordinamenti di Eufrasio, Brescia, canonico parentino; nel 1 5oo
solloscritli e confermati dai predecesso- Luigi Tassi bergamasco , interveime al
li, l'agano del 19.43 difese virilmente i concilio Laterano V e fu trasferito a Re-
diritti di sua chiesa Giovanni del 249 >
; 1 canali; nel i5i6 Girolamo Campeggi
Ottone di Parenzo del 254 fece quan-
i bolognese nel i533 fu fatto ammini-
;

to dissi nella cattedrale, vi pose i corpi stratore il cardinal Lorenzo Campeggij


de' ss. Proieto e Accolito nell' aitate di nel 1587 Giovanni Campeggi bolognese,
s. Anastasia, ed ottenne da Innocenzo IV nel i553 passò a Bologna; gli successe
privilegi ; 289, caro aRo-
Bonifacio del i Pietro Grilli di Brescia che fu al conci-
dolfo imperatore ebbe la conferma dei lio di Trento; nel 1578 Cesare de No-
privilegi concessi dai predecessori (Ughel- ris de'conti di Cipro e Tripoli; nel ^98 i

li, t.
98, parla della concordia se-
I o, p. 1 Giovanni Lippornano nobile veneto; nel
guita nel i3o?. tra il vescovo e il comu- 1609 Leonardo Tritoni udinese; nel
ne di Parenzo, ed il conte di Gorizia, i683 il fratello R^uggiero; nel i644
nella controversia pel territorio di Tor- Gio. Ballista del Giudice; nel 1667 Ni-
re); Gradeo o Graziadei carmelilanodel cola Antonio Petroni Caldana nobile di
1809; Giovanni Sordelli bolognese do- Pirano 1671 Alessandro Addasi
; nel
menicano del 1828, che ritrovali delti i nobile di Bergamo mollo lodato, canoni-
corpi santi, per loro intercessione si eslin- co regolare Lateranense nel 1712 An- ;

1867 Gisberlo Giorgi no-


se la peste; nel tonio V^aira veneto, autore d'opere, tias-
bile veneto, domenicano e insigne teo- lato ad Adria ; nel 1718 Pietro de Gras-
logo ; nel 388 Giovanni veneto carme-
i si nobile di Chioggia, referendario e vi-
litano, prioie del convento di Parenzo; cario del titolo di s. Marco. Con questi

nel i4i2 Fantino Vallaressi nobile ve- neirUghelli si termina la serie de'vesco-
neto, eruditissimo nelle lingue latina e vi, lentia sacra, t. 5, p. 894, t- io, p.
greca e per ogni dottrina chiaro, trasla- 3i I. Nelle Notizie di Roma sono regi-
lo a Creta ; nel 1426 Daniele Scotti di strali : 1781 Vincenzo Mazzoleni dome-
Treviso, Iraslérito da Città Nova, indi nicano di Bergamo, trasferito da Corfù
passò a Concordia ; nel 1 433 Angelo Ca- colla ritenzione del titolo arcivescovile.
vaci, già vescovo di Arba suffraganeo di 1742 Gaspare Negri veneto, traslato da
Zara, e Io diventò anche di Città Nova Città Nova: l'orazione funebre nella cat-
quando l'uni a Parenzo Eugenio IV nel tedrale la pronunziò il can. Filippo Gre-

1434, colia bolla che citai nel voi. L, p. gis, fu stampata e lodata neW Effemeridi
2 29;posciadisgiuutaCiltàNovanel i^5i (fi Roma 1779, p 2 5. 1778 Francesco I

da Nicolò V, fu unita al patriarca di Ve- de' marchesi Polesini di Montona dioce-


nezia. A d A ngelo nel 44 o raslato a Tràu,1 t si di Parenzo, traslato da Pola: sotto di
successe Placido Pa vantili padovano, ab- lui, alioichc si regolarono i confini eccle-
PAP. PAO i8r
slaslici Ira Venezia e l'Aiistiia, nel i "90 e nelle vicinanze trovasiuna gran ca-
l'tiiciizo perde quella [)aite tli diocesi cbe verna che serviva di ricovero a s. Ro-
stava enli'o i confini della seconda, la mualdo nella chiesa vi si venera una
;

preposilura di Piiiiio e il capitolo di Gè- prodigiosa croce. L'ultima proposizione


Diiiio , u' ebbe in compenso il distretto concistoriale pel vescovo di Parenzo, di-
di Pingiienle tolto al vescovo di Trieste, ce che è tassato in fiorini 80, aveadone
cui poi la restituito. Dopo lunga sede di rentlila 4,'oo circa.
vacante, Leone XII a'c) aprile 189.7 di- PAUETOMO o PORTORASSO.
cliiaiò vescovo l'attuale mg. Antonio Sede vescovile della Libia INIarmorica,
Pelea Ili di Gorizia, professcre di quel se- sotto il patriarcato d' Alessandria, eretta
niiiKiiio e canonico onorario di Trieste. nel IV secolo. Giustiniano I la fece for-
Questo ottimo prelato fu il i.° vescovo tificare per arrestare le incursioni dei
di Pareiizo e Pola ; eletto arcivescovo di mauritani. Riporta 3 vescovi l' Orien.i
Zara, ebbe la virtù di rinunziare per ve- dir. t. '2, p. G3i. Parelouio, Paraeto-
ro alletto alla sua chiesa , e per giubilo ìiii'Uji un titolo vescovile in parlibus sol-
riconoscente e memoria dell' atto, i pa- lo Dardanide che conferisce il Papa.
rentini eressero quel nobile altare ricor- PARIGI [Parisien). Città con resi-
italo di sopra, piirlaiido della cliiesa del denza arcivescovile, celebre capitale della
borgo, ed uniti agli altri diocesani gli Francia (^.), una delle più grandi, più
dedicarono con elegante libro una rac- popolose, più ricche, più magnifiche, pili

colta ili belli componimenti , intitolata : industri e più commercianti città dell'u-
Memoriale di gratitudine, Trieste 84 J. 1 niverso, come pure per l'estensione, va-
La diocesi è ampia e contiene 4o par- rietà e moltitudine di monumenti pub-
rocchie. In 31onlona vi è una collegiata blici di stpiisilo gusto. Giace in immensa

insigne antichissima con 5 canonici, de- pianura, ad ecceziouedella partedi mez-


corati dell'insegne di fiocco, fascia, colla- zodì, dove il terreno s'innalza e forma la
re e calze color cremesino , e di meda- così delta montagna di s. Genoveffa; è
glia d' oro colle immagini del patrono nella parte settentrionale del regno, sul-
s. Stefano e di s. INIarco. La chiesa è dise- le due sponde e sopra due isole della
gno di Palladio, con molle preziose re- Senna, a ^o leghe in retta linea dalla
liquie, e Ciilice d' oro donato dal princi- foce di questa nella Manica ed a 80 ,

pe veneto per l'offerta fatta dal comune per la tortuosità del fiume. È distante
d'un gran bosco: la chiave di tali ogget- 34 leghe da Dieppe, il porlo della Manica
ti da tempo immemorabile spetta ai no- più vicino a Parigi, 4' dalla frontiera dei
bili Polesini giàde Castro Montone, ed il Paesi Bassi, 67 da quella degli slati prus-
vivente marchese Fiancesco meritò di siani, 90 dal granducato di Baden, i5tì
essere fregialo delle insegne equestri da dalla Spagna, 8j da Londra, e 327 da
Gregorio XVI. Poco lunge vi sono le Roma. L'osservatorio nella parte sud della
meravigliose acque termali sulfuree di città, cade sotto 48" 5o' i4 di latitudine.
s. Stefano, e miniere d'allume e vetrio- Debbo prima dichiarare, che a cagione
lo. Il fiume Quieto va a sboccare nel ma- dei frequenti mutamenti politici, ed anco

gnifico porto che è fra Città Xuova e recenti, quali ebbero tanta influenza pur
Torre, prendendo la denominazione di sul materiale della città, forse vi saran-
porto Quieto, ricordato nella storia de- no avvenute delle variazioni , dovendo
gli Argonauti come Xeiiporto. Fra Pa- slare a quanto si legge nelle descrizioni
renzo e Kovigno è il canale di mare lun- stampate e insieme osservare il più gran
go 7 miglia j alla cui estremità era un laconismo, per la natura di questa mia
anlichissicnu mouasteiu di camaldolesi, opera. So che per dar lavoro all'immen-
i82 PAH PA P.

sn classe de* braccianti furono operali Enrico IV. Anticamente le Ire parti cui
(•.imbiamenti anche nelle tlenominazio- era divisa si chiamavano la Cile, la F'il-
quintli non rechi meraviglia qualora
iii, Ic, V IJnii'ersìtcj oggi forma un solo ag-
alcuna cosa non corrisponderà con pre- gregato soggetto allo slesso regime mu-
cisione in (ulto all' attuale stalo dulia mcipale e finanziere. Attraversano la Sen-
vastissima città. Parigi capoluogo del di- na a Parigi 20 ponti, 12 de'quali in pie-
partimento della Senna, sino al declinar tra: è il i." (juellod'Auslerlitz del giar-
del febbraio 1848 fu la residenza del re dino del re, con soli piloni di pietra e il

de' francesi e delle camere de' pari e dei resto di ferro, incomincialo nel 1802 e
deputali, ora è sede del presidente della terminalo nel 1807 colla spesa di 3 mi-
repubblica francese, dell'assemblea legis- lioni; da questo godesi la pili superba
lativa ede'tliversi ministeri: vi risiedeva- prospettiva sul corso della Senna, ch'en-
no pure le grandi amministrazioni e le di- tra maestosamente nella città pel cana-
rezioni generali del reame, la corte di cas- le. L'isolaLouvier è congiiuita al conti-
ima corte reale
sazione, quella de' conti, nente pel ponte di Grammont; (Uiellu
dalla quale dipendevano i dipartimen- di s.
o comunica colla terraferma
Lui"i
ti dell'Anbe, d'Eure e Loir, della Mar- pel nonle Maria e per altri ponti il ;

na, della Senna, della Senna e Marna, ponte di s. Carlo serve per l'HòlelDieii;
di Senna e Oise, e dell'Yonne ; una cor- quello di Nostra Donna è il piìi antico,
te d'assise, il tribunale di 1/ istanza pel come edificato nel iSo'j; il ponte Nove
dipartimento; l' istituto di Francia, l'u- è decoralo da bellissima statua in bron
niversità di Francia e un' accademia 11- zo di Enrico IV, opera di Leniot; ele-
niversitaria. E" capoluogo della i.'' di- gante è il ponte dell'Arti, donde si gode
visione militare, di quella degli argini e uno de' piìi magnifici punti di vista di
ponti, e della forestale: avvi la zecca let- Parigi ; sono rimarchevoli i ponti delle
tera A e una fdjbrica di tabacco. In for- Tuìleries reale; quello di Luigi XVI
ma quasi ovale, è Parigi nella massima o della Concordia, con istatue colossali di
sua lunghezza circa due leghe, nella mas- marmo bianco d'antichi guerrieri e mi-
sima larghezza circa una lega e mezza: nistri francesi; il ponte degl' Invalidi ;

allri gli danno una 8 leghe superficie di quello di Jena o della scuola militare co-
quadrate, e di circonferenza 7 leghe da stato f) milioni, presso il quale sotto l'im-
2,000 tese. La parte della valle della Sen- pero era stato incominciato il palazzo
na, nella quale
si trova questa nobilissima pel re di Pioma. Vi sono ancora riviere,
metropoli, rimane circoscritta da colline canali e porti, con differenti denomina-
più o meno elevate ecoslituenli due ca- zioni ed usi. La Bièvre prende il nome
tene; alcune di tali elevazioni permetto- di fiume dei Gobelini, attraversa la città
no di abbracciare in un'occhiata il ma- e sbocca nel Senna.
gnifico complesso di questa sontuosa ca- A fianco e fuori del muro di cinta di
pitale. La Senna divide Parigi in due Parigi, dominano de' passeggi ( Boule-
parli, r una settentrionale piìi conside- vards) piantati d'alberi e pochissimo fre-
rabile, meridionrde l'altra, formandovi quentali, presso i bastioni o baluardi e-
3 isole: la 1.' discendendo e meno con- sterni. I sono verso
passeggi interni i

sidei'abile è l'isola Louvier, che serve di bastioni vecchi o delnord ed i bastioni


cantiere per le legna da fuoco; l'isola nuovi o del mezzod'i primi formano : i

dis. Luigi resa abitabile sotto Luigi XII F; una magnifica strada larga che separa ,

l'isola del Palazzo o della cos^i detta Cit- Parigi propriamente dello dai sobborghi
tà, occupa il luogo dell' antica Lulezia, Monlinartrc, Poissonniere, s. Dionigi, s.

bt maggiore delle altre, aumentata da Martino, Tempio, s. Antonio, s. Oiioia-


,

PAR PAR i83


lo oli Roiile; si cliiamnno ancora sob- mcnico-s. Germano, di Grcnellc-s. Ger-
lìoiglu, s. Germano,
Michele, s. Gia- s. mano, di Vareunes e Taranne : le vie
como, s. Vittore. gran passeggi pnb-Altri ile'sobborghi s. Marcello e s. Vittore aU
l)lici sono Campi Elisi, tra il sobborgo
i l'entrare pel sud-est di prima giunta dan-
ili s. Onorato e la sponda destra del Sen- no un' idea svantaggiosa della capitale
na, il più sorprendente e maestoso di [di- della Francia, cosniegli accessi meridio-
rigi ed nnode'più magnifici e lieti delle nali delcuore della città. Più grato di-
capitali d'Europa. Era luoghi cui con- i venta r aspello verso V est per le vie s.
ducono i suoi viali e strade, nominerò Antonio, s. Luigi (Marais o Paduli), edel
il palazzo e giardino delle Tuileries ,
sobborgo s. Antonio; verso il nord le via
la spianata e albergo degl'invalidi, la s. Dionigi, s. INIarlino, Montmartrc e dei
jiianura del Campo di INiarte o di ì\bir- sobborghi omonimi; e versoli sud sono
zo, destinata piiiicipalmcnte alle gran ri- da segnalare le vie Tournon e dell' O-
viste e sul finir dell'estate alle corse dei deon. Due grandi direzioni di strade at-
cavalli pei premi. Nel nord -ovest della traversano Parigi; e si possono citare Ire
città, presso il muro di cinta, sta il gran- grandi file di strade pel verso longitudi-
ile e superbo parco di Monceaux o Mou- nale della città ; ed è pur d'uopo mento-
ceaux. Da alcuni anni si sono moltipli- vare due file, le quali in una gran par-
cali in Parigi i passeggi: i piìi belli so- te di loro estensione disegnano delle cur-
no le gallerie Vivienne e Colbert, la gai- ve a UQ di presso parallele ai bastioni

VeroDodal, il passaggio del Salo-


leiia vecchi, al nord de'quali si trovano. Nel
mone, quello di Choiseul quello del ,
1 84^ contavansi per l'illuminazione not-
Cairo commerciantissimo. Percorrono le turna delle vie circa i 3, 000 lampioni
strade di Parigi una linea di circa qo cioè 8,000 a olio a lucignoli piatti come
leghe, se si entri dalla parte dell'ovest si usava prima d'Aigand, 5,ooo a fiam-
o del nord -ovest; esse colpiscono colla melle di gas; oltre 4)Coo riverberi. La
loro lunghezza, regolarità, eleganza e massima parte della città dal 180G ha
magnificenza di costruzione. Sono lepiìi numerazione, secondo le strade, di nu-
belle, alla destra della Senna, la strada meri rossi, neri e bianchi.
di Rivoli, lungo il giardino e palazzo Tra le piazze, le più magnifiche sono
delle Tuileries; quelle della Pace e di la piazza della Concordia o di Luigi

<'asliglione, delle Piramidi, Nuova Lu- XVI, la Vendome e quella delCarrousel,


cemburgo e del ?.q luglio (già del duca La i.'^ specialmente notabile per la sua
di Bordeaux), Reale s. Onoralo, s. Fio- posizione e punti di vista ed ha all'est il

rentino, I\Ionte Taborre, Nuova dei Pe- giardino delle Tuileries, in fondo al qua-
tits-Champs e Vivieime, delle Colonne le è il palazzo dello stesso nome, all' o-
ornala di pollici sostenuti da colonne, vest il viale di Neuilly, la cui prospettiva
Caumarlin, della Cliaussée o Argine d' A n- va adorna d'un arco trionfale, al nord
tin o del Monte Riauco e Lallltte (già che lascia vedere il bel
la strada reale,
d'Artois), di Provenza, Nuova de'3Ialu- colonnato della Maddalena, ed al sud il
lini e della Ferme o Cassina de'Matuii- ponte di Luigi XVI, al di là del quale
ni: le strade Rivoli, Castiglione e Pira- sorge il superbo portico del corpo legis-
midi, sono spalleggiate da bei fabbricati, lativo: di forma ottagona, è lunga 280
i cui pianterreni olTiono una magnifi- 220 larga; in mezzo crgesi un
metri e
ca serie d' arcale, formanti una galleria monumento con islatua, innalzato a Lui-
coperta. Alla sinistra dellaSenna si fan- gi XVI da Carlo X nel 1826, poi con-
no specialMicnle distinguere le strade di sacrato alla Carla. La piazza Vendome
Lilla o Borbone, dell' Uuivcrsilà. Do- >>. furila uu r|uadrilalcro coijli angoli la-
i84 PAR PAR
gliiili , ed è nel lììezzo tlecorata tla una perfetto, circondala d'assai belle case con
colonna liioiifiile, imitala clalUiTraiana porticato; occupa essa parte nel silo del
di Homo, ma in proporzioni maggiori di palazzo delle Torricelle, abitalo già da
un 1.»,°: il (nasdiio è di pietra viva, il Carlo V II, Luigi XII, Enrico II, Cate-
riveslimento di bronzo; vi si ascende per rina de Medici, demolito nel i565; in
scala a chiocciola di 176 scalini; basso- mezzo sorge la statua equestre in mar-
rilievi rappresentano sullo stilobate tro- mo bianco di Luigi XIIIj ollre4 fonta-
fei militari; quelli che ricingono 11 vol- ne. La
piazza de'Marais o Paduli giace
te il tionco della colonna esprimono la sullasponda occidentale del canale. Fi-
serie delle azioni memorabili del grande nalmente verso l'estremità orientale di
esercito nel i8oj; mirabile nionumen- Parigi , trovasi la piazza circolare del
to dovuto a Denon, Goudouin e Lepère. Trono. Alla sinistra della Senna, piazze
La piazza del Carrousel, vasto paralle- piìi notabili sono quelle del Panlheon,
logramma allungato dal nord al sud, gia- dell' Odeon, s. Sulpizio, di Vauban, di
ce all'est delle Tuileries, e none dalla cor- Fonlenoy. Nella parte orientale della cit-
te di tal palazzo separato se non da una tà distingucsi la piazza dell'Atrio di No-
grata cancello di ferro; l'adorna un arco stra Donna.
trionfale eretto nel 1806 a gloria degli e- Parigi viene in parte provveduta di
sercili francesi e composto di 3 archi per acqua da 4 acquedotti, alcuni d' opera
larghezza, con arco trasversale è decorata : romana; cioè quello di Cintura, alimen-
ciascuna facciata principale da 4 colonne tato dal bacino di La-Villette; quello dei
d'ordine corintio, sostenenti un cornicione Prati s. Gervasio e diRomainville; quel-
a risalto con fregio mischio. Le altre piaz- li di Eelleville e d'Arcueil. .Al ponte
ze principali della parte occidentale del- Nostra Donna
una tromba idrau-
avvi
la divisione a destra della Senna, sono lica per innalzaracqua in serbatoi; sul-
1'

queste: la piazza della Borsa, piantata la riviera Debilly è una tromba a fuoco
d'alberi; quella delle Vittorie, semicir- per innalzar l'acqua del Senna a iio
colaie, con istalua equestre in bronzo di piedi e quindi si versa in 4 recipienti;
Luigi XIV ; la piazza del Palazzo reale; altra tromba a fuoco trovasi sulla riva
le piazze del Museo, del Louvre e del- di Orsay, al Gross-Caillou. Oltre le fon-
l' Oratorio, e quella della Maddalena. lane già citate parlandosi delle piazze,
Nella parte media della stessa divisione, parecchie ve ne sono degne d'attenzione:
osservasi la piazza del Castelletto, nel la fontana degli Innocenti al mercato
sito d'un'antica fortezza stata sede della dello stesso nome, elegantissima di for-
giurisdizione del Castelletto e dove tro- ma, con bassorilievi di Goiijon, versa ab-
vasi la carcere principale della città; è bondanti getti d'acqua; il Casteilod'Ac-
decorata della bella fontana della Pal- qua sopra il bastione s. Martino pro-
, ,

ma, rappresentala da una colonna di sti- duce un etfetto imponente e pittoresco;


le egizio in forma di palma , e col cal- rimarchevole per struttura e ornati è
mine sormontato dalla statua dorata del- la fontana di Grenelle, della via del suo
la Vittoria; la piazza irregolarissima del nome; quella della Scuola di medicina
I^alazzo della Città o di Grève, è quel- fìnge una grotta formata da 4 colonne
la in cui si fanno le giustizie. Nella par- doriche, dietro le quali cade un nappo
te est vedesi la piazza della Bastiglia, pa- d'acqua; e quella del quadrivio Gail-
rimenti irregolare, con fontana sotto for- lon. In mezzo poi alla spianata degl' In-
ma di enorme elefante di bronzo; a bre- validi zampilla un fonte, già sormonta-
ve distanza incontrasi la piazza Reale o lo dal leone di s. Marco, ed oggi dal
de' Vogesi, che costituisce un quadrato busto di Lafayetle: circa 80 sono le lòn-
PAR PAR i85
lane generalmcnle
di Pnrigi. Ila le case l)cl pezzi d'architettura moderna Lui- ;

molto alle; parecchie giungono agli 8 gi XV fece per qualche tempo continua-
piani e per la maggior parie tii pietra. re i lavori, che restati per ^o anni in-
."
] francesi sostengono essere Parigi la i terrotti, falli ripigliare da Napoleone, og-
città crEuropa per la niagninccnza dei gi Louvre terminato forma uno dei
il

palazii. Quello delle Tuileries, giù resi- più belli palazzi del mondo: 4 corpi di i

denza dei re, giace presso la sponda de- fabbiiche di cui è composto racchiudo-
stra del .Senna; In incominciato nel i 5G.\ no un cortile perfettamente quadrato.
da Caterina defedici, ov'era un castel- Una lunga galleria con preziosa raccolta
luccio della duchessa d'AngouIème ma- di quadri e statue, che domina lunghes-
dre di Francesco I : primi architetti fu- so la Senna e stabilita sotto Enrico IV
rono Delorme eBullaii,che costruirono e Luigi XIV, riunisce il Louvre alle

il padiglione del mezzo e le due ali con- Tuileries: il piano superiore dell'edilìzio
tigue; Eiuico IV e Luigi Xlll fecero è in parte occupato dal museo reale; in»'

innalzare coi disegni di Duccrceau pa- i altra galleria parallela congiunge le par-
diglioni che seguono, tranne quello del- ti de'due palazzi piti dal llume lontane.
l'angolo settentrionale, eretto nel iGG4 Nelle sale basse del Louvre è distribuito
sotto Luigi }il\, sopra disegni di Le- un museo d'antichità.
\au e Dorbay che posero 1' edifìzio in Il palazzo reale al nord-est delle Tui-
un certo insieme nelle parti; gli orna- leries, ed al nord-ovest del Louvre, era
menti esterni del palazzo sono un misto la residenza ordinaria del re Luigi Fi-
degli ordini ionico, corintio e composito, lippo quando era duca d'Orleans e su!
con gran numero di statue e busti in principio del suo regno soltanto, indi
marmo ; nell'interno notasi la scala di o- passando alle Tuileries: costrullo secon-

nore, la sala de' marescialli, il teatro del- do disegni i di Lemercier dal 1^29 al

la corte. la cappella reale, il salone della G36, sopra


I le rovine degli ostelli o al-

pace, la sala del Irono, cpiella del consi- berghi di Rambouillet e di I\Iercoeur,
glio; bella e vasta è la corte del palazzo fu prima nominalo Hotel o palazzo Ui-
che apresi all'est; un giardino capolavo- chelieu e poi palazzo Cardinale, perchè
ro di Le ^'t)tre dispiegasi all'ovest : lut- fabbricalo pel cardinal Richelieu, il qua-
to vi è grande, simmetrico senza mono- leavendolo lasciato a Luigi XIII perte-
tonia e di un accordo perfetto, con vi- slamenlo, Luigi XIV' e sua madre ne fe-
cino boschetto, e giardino abbellito da cero la loro abitazione e allora prese il

4 vasche d'acqua e statue numerose, 11 nome di Palais Royal. Nel 1692 Luigi
palazzo del Louvre all'est del preceden- XIV lo cedette a Filippo d'Orleans suo
te, si dice che occupi una casa
il sito d' fratello, sotto la repubblica lo chiamaro-
da caccia di Dagoberlo, dai normanni no palazzo Eguaglianza, indi palazzo del
distrutta nel IX secolo; sotto Luigi \ li Tribunato. Al palazzo sono annesse al
vi era un castello, che Filippo li Augu- nord pai ecchie gallerie, tre delle quali
sto fece riparare, monumento che fu de- chiamate gallerie di Pietra furono co-
molito al tempo di Francesco 1, gettan- strutte nel 1786, e comprendono cia-
dosi le fondamenta del corpo di fabbri- scuna 180 archi; la splendida galleria
cato detto il vecchio Louvre, parte sud- d'Orleans, falla anni addietro e coperta
ovestdeiratluale palazzo. Enrico 11, Car- d'invetriata, in luogo delle anliehe gal-
lo IX, Eniico 111, Enrico IV fecero con- lerie di legno, forma uno dei piri ma-
tinuare l'edilìzio; Luigi XIV coi disegni gnifici passeggi, indi fu sostituita da al-

del medico Periault ordinò la facciata tra galleria. Questo palazzo, da alcuni
principale della il colonnulu, uuo dc'più chiamalo lu capitale delle 12 cillù che
i86 PAR PAR
l'oimano Parigi, ora si appella Paiaìs Na- la grande per 1' assemblea generale. Il

tional. L'atlivilà del coininercio e la ric- palazzo Borbone apparteneva al princi-


«Iiezza delle bolleglie sono in questo Iiio- pe di Borbone Condó, ed ha un vasto e
g(j mirabili, essendo il centro ove aKlui- graziosogiardiiio.il [ìalazzo di (Giustizia
hcouo forestieri. Chiamasi giardino il
i nella parte occidentale della ciltàj sede
parallelogramma allungato che le galle- delle corti di cassazione, de'conti, reale
rie contornano. Notasi pure la corte di e d'assise, e del tribunale di i." istanza,
onore, da tre Iati circondata da un co> occupa lo spazio d'un palazzo che abita-
lonnalo. Il palazzo di Luccmburgo o rono prefetti l'omani, e fu dimora di
i

tiella can)era de' pari (sotto l'impero pa- quasi tutti i re della 1.' stirpe, de' conti
lazzo del senato conservature), nella par- di Parigi sotto la 2."*
e de'[)rin)i re della
te meridionale di Parigi, fu principiato 3.^ Il re Roberto li fece rifabbricare l'e-

liei i6i5 con disegno di Desbrosscs, nel difizio; s. Luigi IX vi fece costruire la
silo d' un palazzo che Maria de JMtdici camera che porla il suo nome, la sala
avea comprato dal duca Piney di Lucem- grande, la gran camera, e nel 1241 la
Lurgo, e compilo nel 1620 ; ha l'ingres- celebre santa cappella, che nel 1248 ai
so principale rinìpello alla via Tournon, 2? aprile fece consagrare dal legalo car-
jilira facciata guarda un superbo giar- dinal 0/to//edi Casteiridolfo (^.), e della
dino pubblico decorato da bel bacino di quale oltreché nel voi. XXVI, p.2q2, par-
acqua e gremito di statue; un grande lai in più luoghi, per le insigni reliquie
viale prolungasi sino all'osservatorio : ol- che vi collocò del ss. legno della Croce,
tre alla nuova sala delle sedute o ses- della Corona di spine e d'un Chiodo ser-
sioni de'pari, osservasi nel palazzo ma- viti nella passione di Gesù Cristo; per
gnifica scala, la sala del trono, quella la Corona di spine, per quanto dissi a
delta del libro d'oro, la galleria deVp.ia- quell'articolo, il santo re sborsò 160,000
dri, il museo de'pittori viventi. Sotto di lire, ricevendo ptue la punta della sacra
questo e al pianterreno 4 arcale della Lancia (/^.),che pose in questa cappel-
galleria sono occupate dalla magnifica la. Ne fu aichi tetto Montreuil che formò

cappella terminata nel 844 1 j snll'alta- questa chiesa con disegno magico sul gu-
le è un gruppo di marmo, la volta ha sto arabo, delicato e svelto, ma insieme
pitture come le arcate, che in un agli solido, che sebbene oscillante nella sua
eleganti e nobili ornamenti vennero ese- erezione ha resistilo ai secoli e alle vi-
guile da valenti artisti. Vicino a questo cende politiche, in uno ai meravigliosi
palazzo sta il Piccolo Lucemburgo, ove vetri colorali di prodigiosa altezza e rap-
fu stabilito il direttorio. 11 palazzo della presentanti i fatti dell'antico e nuovo Te-
camera de'depulali (del corpo legislati- stamento. 11 tesoro di questa cappella
vo sotto r impero), \iene formato dalia era d' una magnificenza che sembra fa-
parte orientale del palazzo Borbone, ed volosa e vi comprendeva il celeberrimo
offre di prospetto al ponte di Luigi XVI cameo esprimente l'apoteosi d'Augusto.
un magnifico peristilio con 12 colonne Nella rivoluzione del secolo passato, la
corintie, eretto da Poyel nel 1807, con s. cappella fu deturpata e saccheggiata,
maestosa scala accompagnata da statue distrutte le misteriose e bellissime scul-
colossali; egualmente imponente riesce ture del portico, decapitate le statue dei
l'ingresso sulla piazza; si attraversa una santi, de' vescovi e de're che ornavano le
bella corte di onore, prima di giungere navate; però le reliquie furono traspor-
alla sala delle sessioni, da ultimo ingran- tate nella metropolitana ove si venerano.
dita e abbellita. Devesi notare però, che Divenuto il luogo un archivio, Luigi Fi-
la corte di cuore è oggi cambiata iu sa- lippo 1 ne ordiuò il suo nobile leslauro,
1» A R PAR 187
quale si prosicgue onclc rtslittiiila ni cul- pra tulle le pin/ze d' Europa. Per ulti-

lo. Questo palazzo suio tlal icgiio di Lui- mo ha luogo la Borsa per le mercanzie,
gi XII fu inleraineiile destinalo all'am- succedendo agli speculatori di pubblici
iiiinistrazionedella giustizia: la sala gran- capitali negozianti, e si ed'elluano cou-
i

de distiuUa nel 1618 dal fuoco, l"u li- tiattazioni di molta importanza, all' in-

costiuila nel iG.'.s, ed è imponente, es- grosso e sui campioni. Vi sono sale pei
scudo adoina del monumento di ÌNlalcs- collegi degli ageiilidi cambio, che lucra-
lieibes; altro incendio del 177G fu ca- no assai, pei sensali di commercio e pei
gione deirabbellimento della facciata. La sensali di assicurazioni. Il palazzo dell'E-
Conciergerie o ca.sa di custodia ove si , liseoBorbone è una superba casa di de-
tengono detenuti gli accusati, appartiene lizia, cui giardino assai ampio tocca
il i

al palazzo di Giustizia ; vi si ossei vano Campi Elisi: fu costrutto nel 1718 pel
pure sulla riviera dell'Orologio Ire tor- conte d'Evreux e fu occupato dalla mar-
ricelle che formavano parte dell'antico chesa di Pompadour, dalla duchessa di
palazzo de' re. Magnillco monumento è Borbone, da Gioacchino Murai, da Na-
il palazzo della Borsa e del tribunale di poleone e dalla duchessa di Berry ; at-
commercio con tutte le sue dipendenze, tualmente vi risiede il presidente della
non cbe del ministro delle finanze : l'e- repubblica. Sulla sinistra sponda della
dilìzio fu incominciato nel 1806 sotto la Senna sorge il palazzo delle Belle Arti
direzione di Brongniart, nel sito dell'au- o deirislitulo, eretto nel iGG-i per col-
licomonastero delle zitelle di s. Tom- locarvi il collegio Mazzarino o delle Quat-
maso, e compito nel i 826 colla spesa di tro Nazioni : la cupola, la facciata, le due
circa 7 milioni e mezzo di franchi. Esi- fontpne, producono uneffetlo pittoresco;
bisce la sua pianta un parallelogramma, nel 180G fu destinato alle sessioni e al-
releva7Ìone un peri>tiIio peifetto, com- la biblioteca dell'Istituto. 11 palazzo del-
{>osto di G6 colojine corintie e formanti la Legione d'onore è un elegante edilì-
mìa galleria coperta. La sala della Borsa zio, occupato dalla grande cancel leria del-
al pianterreno può contenere 2000 per- la Legione d' onore, cui emblemi nel i

sone. bauco, come dissi a INlEncAME,


Il settembre 1848 furono alquanto variati
parlandodell'origine della Borsa, fu isti- dal general Cavaignac presidente del con-
tuito nel 1716, non avendo i'arigi al siglio de'ministri, ripristinandovi relììirie

principio di quel secolo alcun centro di di Napoleone i



console col motto: Re-
commercio o Borsa, e la strada Quin- jìubblica Francese, Onore e Patria, sop-
campoix lo divenne allora afliuendovi primendo la corona che sovrastava la

persone d'ogni condizione, e da tutte le stella. L'antico palazzo arcivescovile, coii-


parti della Francia e d' Euiopn, quindi liguo alla chiesa di Nostra Donna, nella ri-

lu trasferita in [)iazza Vendòme, poi nel voluzione del i83o fu atterrato, per cui
palazzo Soissons, ed allora furono istitui- da ultimo fu assegnato per episcopio un
ti Go agenti di cambio o mezzani fra i luogo ampio e decente, non lontano dalla
venditori e compratori . Questa Borsa cattedrale.
non èsoloconsecralaalleoperazioni com- Tra gli edifìzi pid)blici che non han-
merciali, ma è [)iire il centro in cui si o- no titolo di palazzi, si trovano i piìi rag-
j>cra la negoziazione degli elfetti pubbli- guardevoli alla sinistra della Senna. Pri-
«;i, ossiano titoli di credito sul pubblico. mo a presentarsi è il Pantheon, mon-
sul
Termin.ile queste operazioni, col mezzo te s. Genoveffa,princi[)iatoncl I 757 con
di sensali liberi, i banchieri operano ne- disegno di SoulIIot, e dedicalo alai san-
goziazioni iuìportanti di valtni di com- ta patrona di Parigi l'attuale den(jmi- :

mercio e di ictlcic di cambio traile so- uaiioue fu dccrclala a' .j aprile I7<)i
i88 PAR PAR
e destinato ad accogliere le ceneri dei dì Tiirenna erello nel 1800, ed un mo-
f^ifindi uomini che avessero bene merita- niiraento alla memoria di Vauban. Nel
to della patria. Tornò cliiesa nel 1822, voi. XXXV, |>. 120, descrivendo il luo-
e nel i83o (il restituito alla detta desti- £;o di rilegazione e morte di IVapoieone
nazione.La piant;i è a croce greca for- (distia faniinlia parlai pure nel voi. XLV,
mante 4 navate, con cupola. La faccia- p. i57, i 58, i5f)), narrai come fu Iras-
ta principale presenta un portico a pe- portato il cadavere in questa chiesa nel
ristilio, imitato dal Pantheon di Roma e 1840 abbiamo Relazione del traspor-
:

eomposto di 22 colonne corintie che SOS- to delle ceneri di Napoleone j Torino


tengono il fionlespizio tiiangolare. La i84i. Ivi gli s'innalzerà un magnifico
cupola esterna mostra prima sopra il co- monumento, avendovi contribuito con
perto una vasta base quadrata a spigoli un masso di prezioso marmo 1' impera-
ritagliata, poi un basamento circolare, tore delle Russie Nicolò I. La scuola mi-
sul quale sorge un colonnato, parimente litarealsud ovestdegl'Invalidi ebbeprin-
circolare, di 32 colonne, che portano un cipio sotto Luigi XV nel i 7^2, coi dise-
cornicione coronato da una galleria sco- giii di Gabriel, e fu destinata all'educa-
perla e lastricata a quadrelli ; sopra er- zione gratuita di i 5oo fanciulli nobili e
gesi un attico, sul quale posa la gran voi- senza beni di fortuna; il bell'edifizio co-
la della cupola, sormontata da una lan- ronato da una cupola, serve oggi di ca-
terna circolare ornata da 12 colonne e serma. Decorano la piazza Concordia due
]a cui sommità trovasi a 81 metri dal superbi edilizi, uno de'quali è il palazzo
pavimento; in tre cupole spartita inler- del ministero della marina, con ricco eo-
liamente, ammirasi sulla •2.' le pitture di lonnato corintio. L'Hotel del ministero
Gros. Sei metri sotto il suolo delle na- delle llnanze, via di Rivoli, si fa notare
tì, dominano de' vasti ambienti, illumi- per la sua meravigliosa distribuzione in-
natida feritoie in forma di spiragli. L'Hù- terna e pel sommo lusso nelle suppollet-
lelod allìergo degl'Invalidi è un altro ca- lili. 11 palazzo della cancelleria di Fran-
polavoro dell'architettura francese in- : eia, sulla piazza Vendóme, è nell'uiter-
coininciato nel 1671 sotto Luigi XIV, no magnifico. Il palazzo della Città, se-
sopra disegni di Bruant, fu compito nel de della prefettura della Senna , giace
1706 (la !\lansard,cui si deve la cupola: presso la riva destra del fiume, verso il

niaestosamente svolgesi la facciata dell'e- centro di Parigi; incominciato nel i533,


difizio; la porta principale è decorata da ebbe termine nel 1606. È fiancheggia-
lui grand'arco fregiato di trofei milita- to da due padiglioni forati da due ar- ,

ri, ed in mezzo la statua equestre di Lui- chi ; la porta è decorata d'un gran bas-
gi XIY ; dinanzi alla spianata giace un' sorilievo rappresentante in bronzo En-
ampia corte circondata da portici aper- vico IV a cavallo; l'interno mostra la gran
li ad archi. Bellissima è la chiesa con cu- sala già detta del trono e la sala s. Gio-
pola e portico con due ordini di colon- vanni dove tengonsi le adunanze di pa-
ne; una cinta di ^o colonne domina in- recchie società dotte e letterarie; e pos-
torno la cupola, coperta di piombo, ma i siede uno de'migliori orologi d'Europa.
trofei d'armi e le 12 grandi coste dora- Parigi ebbe il suo primo Orologio [F.)

te gettano da lungi un chiarore che ab- nel 1370 tra gli abbellimenti innume-
:

baglia,e sul lanternino è una freccia. Nel- revoli che va sempre ricevendo, sono da
l'inteino evvi un pavimento di musaico porsi principalmente gli orologi pubbli-
mirabile per ricchezza ed eleganza, co- ci numeri trasparenti nella not-
a sfera e
lonne e pilastri distribuiti con gusto, sei le: è qualche anno che diversi pai lieo-
cappelle con pregiate pilLurCj il sepolcro lari iuuominciaiouo a mettere sull'uscio
PAR PAR 189
(1<-Ila via il numeio della casa cnn lume naria fu lifuso nel 1G82 con la cam|)a-
dietro, per conoscei-si nel l)iiio. li palaz- na fatta circa la line del secolo XIV;
zo od Hotel di Soiihise è da liellissime dicesi che pesa 82,000 libbre, con 8 pie-
colonne decorato e contiene gli archivii di tli altezza e di diametro; è la più gran-
dello stato. La zecca sulla riviera Conti de campana di Francia, non cede [icl pe-
e l'osservatorio al sud di Luceniburgo so- so evolume che a quelle di Vienna, di
no osservabili edifìzi. Londra e di Mosca , ma le supera per
La massima chiesa di Parigi è la va- l'ampiezza e gravità del suono. L'inter-
sta ed elegante cattedrale o chiesa me- no della chiesa ha la lunghezza di 890
tropolitana di Nostra Donna, situata nel- piedi con l44 *'' larghezza, 3() de'quali
la parte orientale della città, ricca d'in- nella nave;vedesi circondata da due or-
signi reliquie, fra le quali una notabile dini di navi laterali e da una cinta di 4^
parte della Corona di spine, della Cro- cappelle; vasto n'è il coro moguilìcamcn-
ce vera e di un Chiodo, già della santa te ornalo, e vi è il battisterio ; inlioclu-
cappella suddescritta, le ossa di s. Gcno- cono la luce nell'edilìzio i r3 (ìneslre ili

veHh e di altri santi. In occasione che Pio vetri coloiati e vi spargono \\n chiarore
VII si recò in Parigi, la dichiarò basili- imponente. 11 capitolo si compone della
ca, colla bolla In supremo milita lìlis ec- dignità dell'arcidiacono 16 canonici , di
clesiae, de'3 marzo i8o5, Bull. Cont. t. titolari compresi 1' arciprete che adem-

I 2, p. 2G8. Si crede che sopra una par- pie le funzioni di parroco, il teologo ed
te del suo silo fosse verso 1' anno 23 di il penitenziere, e di circa 5o canonici o-
nostra era eretto un altare o tempio a norari residenti, oltre non residenti, di i

Giove, quindi circa la metà del IV seco- altri sacerdoti, dei pucri de rtioro e de-

lo innalzossi la basilica di s. Stefano nel gli alunni del seminario minore, olire

luogo dove fu poi edidcato l'episcopio : quelli del maggiore nelle feste solenni.
deuìolita nel 12 18 circa, venne sostitui- Insegna corale del capitolo è la mezzet-
ta dalla presente cattedrale sacra alla ta nera filettata di rosso. L'arcivescovo
Beata Vergine Assunta, cheavea ricevu- ha I I vicari generali per assisterlo. Pri-
to incominciaraento sino dal 522 sotto ma il capitolo era composto di 8 digni-
Childeberto l,vide termine nel 11 85
il tà, maggiore delle quali era il decano,
o secondo alcuni nel 1228, ad eccezione dì 5o canonici e di moltissimi beneficia-
della porta meridionale, non terminata li da questo capitolo usci-
e cappellani :

che nel 1257, e delle ale e alcune parti rono Gregorio IX, Adriano V, Bo-
i l*api
del nord, che sono di data ancor poste- nifacio Vili, Innocenzo VI, Gregorio XI
riore. La facciata principale olfre uno dei e Clemente VIII. Le altre chiese piìi ri-

più belli effetti dell'architeltura gotica ;


marchevoli sono, s. Sulpizio con super-
Ire porle confìtte in profonde volte ad bo portico di Servandoni e due torri di-
archi diagonali danno accesso alla chie- verse; s. Germano de' Prati, che ha fa-
sa; vi si ammirano parecchi ordini di gal- ma della più antica chiesa di Parigi e con-
lerie; dalpavimento innal/ansi due gros- tiene le reliquie del santo ; s. Rocco ov'c
se quadrate ; il tetto deiredifizio
torri gran profusione di ornamenti; s. Eusta-
sostiene una coperta di piombo del peso chio ammirabile per là leggerezza e ar-
di circa 420,240 hbbie. Tra le sue cam- ditezza di costruzione; s. Germano l'Au-
pane merita menzione la gran cauqiana xerrois, interessante per la giande anti-
dettaBourdon o Emmannela, che muo- chità e struttura gotica (nel i83oin par-
vono 8 uomini mediante nuovo modo il te fu demolita e poi venne ristabilita ) ;

cui fu sospesa, prima occorrendone il dop- s. Gervasio presso il palazzo della Cillà,
pio, (^iitslo c.'ipolavoro dtllarle campa- con bella facciata piramidale; s. Stefano
-

i«jo l'AR PAR


tlel Molile (li aiclillcUiiia sni'ncenn, Ici^- m ni nord-ovest di detto pnlnzzo è do-
gieia e lii/zana, con bella liil>nr)a ; la h'g.nile slnilliiia ; il teatro italiano oo-
« Illesa dc'iros[)edale di Val-de-Citàce, con pcia hiiHa sta tra il haslione e la piazza
tnagnilìca cupola dipinta ila IMignard ; degl'Italiani ; l'Odeon pei- la tragedia e
quella della Salnitriera con cupola otta- la commedia presso il palazzo de' pari,
gona;la recente sontuosa chiesa di s.Vin- con Eicciata adorna di peristilio e va<la
cenzo de I^aoli, fatta edificare dalla città, [)latea; gli altri piincipali teatri sonoqiicl-
con portico a 6 colonne, e campanili la- li del Vaudeville o della Frottola, delle
telali con in mezzo ad essi un terrazzo, Varietà, del Ginnasio drammatico, del-
sul quale Parigi presenta lui sorprenden- le iNovilà, della Gailé od Allegria , dd-
te panorama : ha il santuario nella cir- l'Ainlìigii o IMisto-comico, del Circo O-
conferenza più vasto della navata, ed e- limpico e dilla Porta s. Martino. Le bar-
leganti finestre di vetri dipinti con ra[)- ricre, la cui architettura sia degna d'at-
presentanze ; finalmente la chiesa della tenzione, Irovansi generalmente alla de-
Maddalcna sulla piazza della Concordia, stra tlclla Senna ; si duino soprattutto di-
bell'edifizio, di cui Napoleone volea fare slingnere la barriera di Passy, quella di
un tempio della Gloria, e consiste in un Neuilly o della Stella, di Courcelles, Char-
peristilio circondato da 52 colonne corin« Ircs, s. J\Iartino, Chopinette o Foglielti-

lie. Possono citarsi ancora le chiese gra- na, Vincennes o del Trono, Rcuilly, ed
ziose di s. Filippo del R.oule , s. Pietro alla sinistra del fiume quella della scuo-
del Gros-Caillou , s. Dionigi, s. Luigi-s. la militare, tutte di forme diverse con va

Paolo, Nostra Donna di Loreto di recen- riali ornanienti. Conta Paiigi 4 aichi

te costruzione elegante e soda con pre- trionfali, quello del Carrouselj di cui si

gievoli dipinti, e la chiesa della Sorbo- è parlato; la porta s. Dionigi è un altro


na sormontata da elegante cupola e con- elevatissimo e maestoso, costrutto d or-
tenente la tondja del cardinal Richelieu: dine di Luigi XIV ad onore della sua
la torre di s. Giacomo-la-Eeccheiia èia campagna del 16-2; la porta s. Martino
sola reliquia della chiesa di tal nome, un po'ujeno elevata ed eretta dalla città
demolita nella rivoluzione del 1789, e- di Parigi nel 1674 in onore dello stesso
levatissima e d'un bel gotico. Dopo la re; l'arco trionfale della Stella o dellE-
esclusione de'cimiteri dall' interno della toile fuori la porta di Neuilly, incomin-
cillà, se ne sono costruiti vari aldi fuori ciato per ricordarci fasti guerrieri della
di grave apparenza, confacente allosco- Francia nel 1806, invece d'eiigerlo alla
pò della destinazione^ed i migliori sono l)arriera d'Italia come si era deliberato
quelli di Vaugirard, di Montmartre, e nel 179'-, coi disegni di Chalgrin, e per
del p. La Chaise dove sorgeva la villa sua morte e cangiamenti politici restò
di quel confessore di Luigi XIV. Si ha sospeso sino al i8?.3 ; Luigi XVIII per
di lìegnauid Warin , Il cimitero della ricordare le vittorie francesi nella spe«
J\J acida lena, Venezia i8i4- dizione di Spagna e il comandante duca
Il più bello e vasto teatro è l'Opera d'Angoulème, ne fece riprendere la co-
o Accademia reale di musica, per le o- struzionee vi presiederono cinque archi-
pere francesi, via Lepelletier e presso letti. Sospesi i lavori nel i83o, indi si

il bastione degl'Italiani : contiene 1940 riattivarono col primo pensiero di cele-


persone circa e furonvi spesi in costruir- brare i fasti dal 1789 al iS 14, e si scuo-
io nel 1821, franchi 2,555.ooo. Il tea- pri a'aS luglio i836. Esso ha il pregio
tro francese per la tragedia e l'alta com- tli essere l'arco trionfile più grandioso
media è in via Richelieu, congiunto al che esista attualmente in Europa, e di
palazzo Reale; il teatro dell'opera comi- essere costato nove milioni e mezzo di
PAR PAR 191
franchi ila una sola porla con gruppi monta all'epoca de're della ?..' stirpe, e

ullegoiici laleralì, rappresenlanlì bellici colla prolezione che Carlo Magno pel
trionfi : al girare (lell'arco sono due fa- celebre Alcuino accordò alle lettere, fece
me, nel fregio e sulle pareli sonovi gran- rifiorire l'università nelle scuole che ri-

diosi bassorilievi ; lo ballaglie più cele- siedevano nel palazzo reale, destinale prin-
bri vinle dai francesi si vedono clligiale cipalmente all'istruzione de' giovani no-
in lavole di bronzo, coi nomi incisi de- l)ili francesi. Nelle scuole palatine da tut-
gli ullimi pili illuslri guerrieri della P'ran- te le parli vi accorsero i letterati più il-

cia. Fanno i francesi differenza Ira il mer- luslri a dettarvi in ogni ramo di scienza

cato e che pure è una piazza di


la balle, il loro sapere , tranne la medicina che
iTiercalo,benché oidinariamente coper- s'insegnò a Montpellier. Le scuole pala-
ta tra le halle ed
: mercati che contie- i tine rifiorirono sotto Carlo I il Calvo e

ne Parigi sono da notare, la halle del


,
si continuarono con semplicità d'insegna-
grano, di forma circolare, sotto cupola mento. Fatalmente in processo di tem-
mirabile di ferro, alla quale è accollala po s'introdussero nuovi sistemi derivan-
la colonna de IMedici ; il mercato s. O- ti da spirito analitico e dalla smania di

norato o dei Giacobiti; quello degl'Inno- disputare su d' ogni argomento, in che
centi, centro del commercio de'Iegumi e acquistò infelice fama Pietro Abailardo,
frutta, sopra vasta piazza quadrata ov'e- i cui errori furono condannati. In ogni
ra il cimiterioe la chiesa de'ss. Innocen- tempo fiorirono nell' università insigni

ti ; la halle dei panni, quella del pesce sos- personaggi, e distinti ecclesiastici in essa
tenuta da un gran numero di colonne; insegnarono o appresero le scienze, ve-
la halle delle carni spaziosa; il mercato scovi, cardinali e Papi che la posero sot-
di s. ìNIarlino con bella fonie; il merca- to la protezione della s. Sede: il vescovo
to del Tempio o della Biancheria vec- di Parigi ne divenne arcicancelliere , e
chia; quello de'Bianchi mantelli; Gra- il per Filippo 1 nel loi ricevette l'uni-
i

naio di riserva o scorta; il magazzino del versità rettore , norme e privilegi. Nel
sale; la halle de'vini o deposilo genera- il 11 Innocenzo HI, a mezzo del cardinal
le de'vini, vastissima; la halle de'vilelli; legato Curson, a meglio stablliriie l'im-
il mercato di s. Germano con elegante munilà e le j)rerogalive, le concesse uno
fontana, quello de'Carmelitani ; la Val- statuto di riforma, preservando il retto-

le o halle del pollame e della selvaggi- re dall'influenza del cancelliere e del ve-
na; il mercato dei cavalli spazioso e ben scovo di Parigi. Il pontificio favore e di-
disposto; 5 macelli di grandi e magnifi- rezione accrebbe rinomanza all' univer-
che costruzioni, tenuti con pulitezza sin- sità, la quale fu riguardata come mailre
golare. delle scienze e della saviezza. Onorio III

Ninna gran città può gareggiare con difese lo studio del diritto civile, e nel

Parigi per l'importanza e numero degli 1229 non potendo l'università ottenere
stabilimenti civili, letterari e scientifici giustizia per l'uccisione di alcuni studen-
d'ogni maniera. Presta l'università inse- ti, tralasciò le sue lezioni e si dispersero
gnaujento gratuito nell'cdifizio chiamato i professori, ritirandosi parte a Keims e
Sol bona, situalo nella divisione meridio- parte ad Aiigeis. Quanto alle vertenze
nale della città, tra le vie «. Giacomo e con alcuni ordini religiosi e le fìimoso
di Sorbona, e dove più di 3,3oo udito- questioni agitate nell'uni versila ed altro
ri seguono corsi della facoltà delie scien-
i analogo, ne parlo a'ioro luoghi, come nel
2e, 2000 quelli della facoltà delle lette- voi. XLIV, p. 197. Nel regno di s. Lui-

re, e circa 5o la facoltà di teologia. L'o- gi IX, il suo confessore Roberto, nato di
rigine dell'antica uni\eisilà di Parigi ri- Lassa coudizioue in Sorbona diocesi di
,

19?. PAR PA R
Scns, Terso il i^.-To isliliM il cflcbialis- na, a questa rifibbricò magnificamenfe
siirio collegio e nicollà leoI(\i;icci (li Sov- nel i()27 la casa, nel iGSj» la chiesa, il

iìona pcgli ecclcsiiislici di povera condi- tutto terminato nel i6.)3. La facollàteo-
7Ìoii(', clic vivendo in comune si occupas- logica della Sorbona pel giansenismo e
sero solo allo studio e ad insegnare gia- cinque proposizioni si mostrò zelante cat-
luilanncnte a' poveri scolari, onde appia- tolica, ma per la bolla Unigenilus attac-
nar loro la via alla sapienza e l'orinare cala dai suoi dottori, Clemente XI so-
olla Chiesa abili difensori. La regina ma- spese i piivilegi dell'università, poi rista-
die gli tionò una casa presso il castello l)iliti da Clemente XII quando essa ac-
delle Terme o bagni, avanzi del palazzo cettò la bolla. Luigi XV con lettere pa-
di Giuliano l'Apostata, cui il re aggiunse tenti del i4 aprile 1719 stabilì nell' u-
le case che avea nello stesso quartiere ,
niversltà 1' istruzione gratuita. Vedasi
in cambio di rpielle cedute da Roberto Gio. B. Cve\\e\\ Storia dell'università di
in via F)ietoiuieria, ed in altri modi fu be- Parigi, ivi 1761 :è un'abbreviazione sti-

nemerito dell'istituzione. Il collegio pre- mabilissima della Storia di Egasse di Bou-


se il titolo di Paiiperes niogìslri de vico lay. In conseguenza della rivoluzione fran-
adportas; e ]aca$a^ Paiiperriniaclornusj cese, l'assemblea legislativa nel 1792 de-
contentandosi il fondatore del nome di cretò la cessazione della celebre Sorbo-
provvisore e chiamando il collegio dei na, che il Bercaslel chiama la più cele-
teologi, i poveri di Sorbona. INel 1264 bre scuola di religione del mondocristia-
riformò l'università il cardinal Briè poi no. Dipoi nel febbraio 1821, per ordi-
Martino IV, e nel 1271 si compì l'edi- nanza regia, tutti gli edifizi appartenenti

Sorbona. JNel 1270 le facoltà


fìzio della alla Sorbona furono uniti alle facoltà di
medicina si formarono ia
di diritto e di teologia e delle scienze. L'università di
compagnie, onde l'università prese una Francia attuale fu istituita a' io maggio
forma definitiva in compagnie, cioè le 'j 1806, indi venne organizzata a' 17 mar-
3 (acuità di teologia, le 4 nazioni delle zo 1808, stabilendosi il mantenimento
facoltà delle arti, eie memorate. Nel 826 i nel i8i4e 18 5 il titolo e le funzioni
i :

la cappella della Soibona fu rifibbrica- di gran maestro furono ristabiliti il i.°


la. Verso il \l\/\o Carlo VII abbattè le giugno 1822.
pretensioni dell'università, il cui credito La scuola del diritto, frequentala da
era divenuto assai influente e autorevo- circa 2300 studenti, sorge presso il Pan-
le; quindi Luigi XI violò i suoi privile- theon : 384, iorga-
fu istituita verso il i '

gi, gravemente pregiudicandola : sotto di nizzata nel i63o, e trasferita ove esiste
lui l'università contava 18 collegi perle nel 1771- La scuola di medicina anno-
lezioni di giammatica, rettorica, filoso- vera quasi lo stesso numero di scolari
fia, ec, e al tempo di Luigi XI 1 e Fran- sta nella strada del suo nome vicino al
cesco 1 1' università ritornò al suo anti- palazzo de'Pari : l'edifizio principialo nel

co sistema istruttivo perla gioventù. Tra 1769, fu compito nel 1786; è di bella
tali collegi, celebre fu quello di Navarra^ apparenza, con peristilio di 4 ordini di
fondato da Giovanna I regina di Navar- colonne, e contiene un magnifico gabi-
ra , di Aulun istituito dal cardinal Pie- netto di anatomia. Al collegio di Fran-
tro Bertrand, dei poveri scolari dal car- cia (al quale articolo parlando dell'istru-
dinal Nicolò Capocci, de'Lombardi dal zione pubblica del regno_, dissi di sua isti-

cardinal Cini AJalpighi, di Beauvais dal tuzione e stato attuale), nella via s. Già-
cardinal Dornians. Avendo appreso le cfjmo, alcuni tra' dotti e letterati piìi di-

scienze in cpiello di Navarro il cardinal stinti, (Imno corsi pubblici di scienze e-


Richelieu, sialo provvisore della Sorbo- salle e naturali, di medicina, diritto pub-
PAR P A R 193
blico, storia , linp;ue nrienl.'ili e leUera- coltura: niente di più pittoresco della par-
tiira. La scuola Politecnica è nella via te settentrionale del giardino e della val-
Descartes, intlubitatamcnte si vuole la le Svizzera ; ivi trovasi il serraglio reale
pi'ima scuola d'Europa per le scienze e- con gran numero di animali rari e be-
salle, alle (piali ag£;itMige la {ì^ica, la chi- stie lèroci in eleganti capanne. L' istru*
mica e le arti graliclie; forma allievi per zione del ?.." grado comprende 5 collegi
l'artiglieria, il genio militare marittimo reali, cioè quelli di Luigi XI V^, di Enri-
e geografico, gli argini e ponti e le mi-» co IV, di s. Luigi IX, di Carlo Magno e
iiiere :fonilata li 2 settembre i 795,6 suc- di Borbone; evvi inoltre il collegio di pie-
cetluta alla scuola centralede'Iavori pub- no esercizio di Stanislao. Si contano da
blici, produsse uomini di gran merito. In 3i istituzioni, 56 mu-
pensionati intra
altri luoghi della città vi sono scuole del- ros, 1 \ extra miiros, ed un totale di 7700
le miniere, d'argini e ponti, di applica- allievi del 0..° grado tra'giovani. Le case
zione al corpo di sfato maggiore, tli far- di educazione per le fanciulle sono circa
macia, normale già preparatoria, di com- 33o e comprendono più di 10,000 al-
mercio e industria, centrale di arti e ma- lieve : si deve notare che l'istituzione per
nifattiu'e, istituto di sordo-muti, di giova- 400 giovinette ngliede'membri della Le-
ni ciechi ; scuole di belle aiti e gratuite gione d'onore, non è in Parigi, ma in s.
pel disegno, pittura, architettura, incisio- Dionigio. Sonovi i i3 scuole gratuite nel
ne, scultura , anatomia, matematiche e I. grado, due delle quali di cullo rifor-
prospettiva; scuole di musica e declama- mato, una di
tre di culto protestante, ed
zione lirica, istituto di musica religiosa, culto ebraico: 281 ve ne hanno
non di
scuole di disegno pegli operai e fanciid- gratuite;queste scuole si frequentano da
le nel conservatorio d'arti e mestieri si
; 26,000 allievi, tra cui 54 seguono il mu-
fanno corsi d'astronomia all'ossevatorio, tuo insegnamento. Vi è la scuola norma-
di meccanica applicata alle arti, di chi- le d equitazione ed il ginnasio normale
mica, economia industriale, aritmetica , civile e militare. Alla lesta delle società
geometria, disegno e architettura que- : accademiche che Parigi contiene, vedesi
sto prezioso stabilimento racchiude rag- l'istituto di Francia, fondato nel I7C)5,
guardevolissime collezioni e svariatissi- diviso in accademia francese, accademia
me di modelli delle macchine, islromen- delle scienze, accademia delle iscrizioni e
ti, apparecchi ed attrezzi od ordigni a- belle lettere^ ed accademia delle belle ar-
datti all'agricoltura e alle arti meccani- ti.Per le scienze esalte naturali ed eco-
che.La biblioteca reale, via Richelieu, ha nomiche, si notano l'offizio delle longi-
un corso di lingue orientali, un corso di tudini e le società fìlomntica, Linneana,
archeologia e scuf)Ia dellecarte. Uno tra di storia naturale, centrale d'agricoltu-
gli stabilimenti che più contribuiscono ra, d'orticoltura, d'agronomia pratica.
alla gloria di Parigi è il museo di storia Per le scienze mediche, l'accademia di
naturale, presso la sinistra sponda della medicina, le società di medicina, medica
Senna ha magnifici gabinetti di storia
: d'emulazione, di medicina pratica, l'ate-
naturale e di anatomia comparata an- ; neo di meilicina, la società medico filan-
titeatro dove si fanno, come ne'gabinet- tropica, il circolo medico e le società a-
ti , corsi di scienze naturali; galleria di natomica, di chimica medica, di farma-
botanica, vasto e superbo giarduio bo- ciae di magnetismo animale. Per lescien-
tanico, detto giardino del re o delle pian- ze morali, la società delle buone lettere,
te, dove sono raccolte in grande varietà della morale cristiana, biblica protestan-
piante esotiche, piante medicinali e mo- te, de'trattati religiosi. Per le scienze geo-
delli per illustrare l'orticoltura e l'agri- gralìchc, le società di geografia e di sta-
VOL. LI. i3
1 94 PAR PAR
tistica universale. Per le scienze istori- parlai de'monumenli tratti a Parigi d'o-
che e arclieologiclie, la società degli an- gni parte, allorché occuparono
i francesi
tiquari di Francia e la società Asiatica, diversi stati, e quanto a Roma anco a
Per l'insegnamento, le società gramma- Musei e Pio VII, ove notai che diversi
ticale, de' melodi, d'insegnamento ele- capi d' opera vi restarono quando ebbe
mentare, ed accademia di scrittura; per luogo la restituzione. In altre sale si am-
l'industria e le arti, l'ateneo delle arti; mirano, oltre bei soffitti dipinti, antichi-
e le società d' incoraggimento per l' in- tà greche ed egizie, il museo navale, ove

dustria nazionale, datali amici delle arti, tutto è sorprendente e meraviglioso, ce.
filotecnica e de'fìgli d'Apollo. L'ateneo Ogni due anni si fa un'esposizione di qua-
reale fa corsi di scienze e belle lettere. dri, di sculture, d' incisioni, litografie e
Ha la società neosofica per iscopo la ri- disegni d'architettura. Il museo reale del
cerca e propagazione delle verità utili e palazzo di Lucemburgo è destinato alle
il miglioraniento de'costumi. La società opere de'piltori moderni. Il museo d'ar-
perla propagazione dellecognizioni scien- tiglieria, fondato nel i
794 con armi d'o-
tifiche e industriali, pubblica bollettini gni genere, è sulla piazza di s. Tommaso
sopra le scienze in generale. Una riunio- d'Aquino; nel 1820 essendosi di molto
ne di dotti e letterati pubblica la rivista aumentato si formò la gran galleria osa-
enciclopedica. 1 giornali quotidiani iilli- la d'armi ; maravigliose ne sono le col-

nìamenle erano circa 5o, oltre gli ebdo- 1 lezioni, ma soffrirono molte perdile ne-
madari e mensili, trattanti cose scienti- gli anni i8i4> i8i5 e i83o: tra le ar-
fiche, industriali, commerciali, politiche mature d'interesse storico e di bellissimo
o letterarie. lavoro per la cesellatura, contasi anche
Le 5 principali biblioteche di Parigi quella del pio Goffredo Buglione. 1 prin-
sono pubbliche, cioè biblioteca del re : cipi eziandio e i ricchi particolari posseg-

con 5 o mila volumi, 8o mila mss., oc


I i gono belle gallerie : notasi particolarmen-
mila medaglie, un milione e 6oo mila te quella del palazzo reale, dove Luigi Fi-
stampe; biblioteca dell'arsenale con i8o lippo adunò una moltitudine d'opere, al-
mila volumi e 5 mila mss.; di s. Geno- lorché era duca d'Orleans, poi di molto
Tcffa con 1 12 mila volumi e i mila mss.; accresciute. Annoverano gli ospedali eòo-
Mazzarina al palazzo delle belle arti con spizi civili della gran città, più di i5,ooo
qo mila volumi; delia Città con 4^ m\\di letti. L'ospedale primario è l'Hùtel Dieu,
volumi. Altre principali e copiose biblio- fondato nell' Vili secolo da s. Landerico,
tei he sono quelle dell Istituto con go mi- migliorato nel 1781 da Luigi f; è poco XV
la volumi, della camera de'deputati, de- convenientemente situato nel centro di
gl'invalidi, degli archivi regi, della scuo- Parigi, in popolosissimo quartiere, mal
la politecnica, della facoltà di medicina, ventilato e sopra due sponde della Senna.
del collegio di Luigi XIV il Grande, del Gli altri ospedali sono: quello della Pie-
deposito della gueiia, della corte di cas- tà, con anfiteatro d'anatomia, fondato nel
sazione, del tribunale di prima istanza, e 1610 da Luigi XIII ; della Carità eretto
del deposito delle carte e piani di mari- nel secolo XII ; di Antonio incomincia-
s.

neria. Intieramente consecrato alle belle to nel i 795 ; di Cochin, di Necker e dei
arti, il palazzo delLou\iecontienenume- fanciulli malati ; di Beaujon fondato nel
rose sale aperte al pubblico e formanti 1793; di s. Cosimo con clinica di perfe-
ile' musei che portano diversi nomi : il zionamento della scuola di medicina, or-

museo leale, il più considerabile, possie- lo botanico e anfiteatri d' anatomia ; di

de una ricca collezione di quadri di pit- s. Luigi, il più bello di Parigi, fonda-
tori morii e di statue, ed in più luoghi to da Enrico IV nel iGo"; de' Vene-
PAR PAR 19?
rei ; la casa ili sanila, dove si esige una bilicper colpe politiche. La [ìrigioneMa-
I eli ibuzione. vSono ospizi , la casa delle delonnetles racchiude le donne imputa-
pailoiienli o la Maleinilìi ; dei Irovatel- le di delitti e condannate,e qualche car-

li o dell' allattaniento; della vecchiaia cerata per debiti. Quella di s. Lazzaro con -
per le donne o Salnilrieia o Salpelrieie tiene le femmine condannate per delitti
che serve pure ai menlecalti ; degl' in- o debiti ;
quivi come nella carcere pre-

curabili òoe;V\ìòì.e\<.\e(ju{nzc vingl'! per cedente, le prigioniere si occupano a cu-


3oo ciechi ; degli orfani pei fanciulli di cire, ricamare e filare lana e cotone. La
ambo i sessi; l'isliUito di s. Ferina perle carcere della prefettura di polizia è il luo-

persone de'd ne sessi vecchie o inferme, che go della detenzione temporanea delle per-
pagano dozzina ; l'ospizio delle famiglie sone arrestate dalla polizia. L'Hotel Ba-
per gli sposi indigenti, vedovi e vedove a- tancourt è casa di correzione pei giovi-
vanzate in eia; l'ospizio d'Enghien, quel- notti. I condannati ai ferri, a detenzio-
lo centrale della vaccinazione gratuita, e ne o a morte, sono mandati a Bicétre si-
l'infermeria Maria Teresa; l'ospizio del- no al momento in cui cominciano a su-
la vecchiaia pegli uomini, di Rochefou- bire la pena. In via Grès è una casa d'a-
cauld. Vi sono 5 ospedali militari, cioè: di silo pe'giovani prigionieri la cui buona
Val de Grace, nell'antica abbazia del suo condotta nelle altie carceri meritò tal

nome; degl' Invalidi suddetto; del Gros- favore. Le prigioni militari sono quelle

Caillou; degli Uccelli, e di Picpus succur- di IMontaigu e dell'Abbazia.


sale al primo de'nominati. Vi è il monte di Immensi progressi fece Parigi dal prin-

pietà a vantaggio de'poveri : l'edifizio fu cipio del corrente secolo nell'mdustria ,

compito nel i 786. Fra le società di bene- ond' è la prima città manifattrice della

ficenza noterò la filantropica, quella del- Francia, in moltissimi rami di fabbriche


la provvidenza, la materna, del sollievo e lavorazioni, che lungo sarebbe enume-
e liberazione de'carcerati, pel migliora- rare, essendo a tutti noto : solo ricorde-
mento delle prigioni, delle fanciulle ab- rò come più importanti, le fabbriche di
bandonate o orfane di madre, delle or- tappeti e tappezzerie alla cui lesta è la
fane della Croce, pe'matrimoni de'pove- bella manifattura dei Gobelini sulla Biè-
ri, la cassa di risparmio e di previden- vre; quelle di merletti, drappi, veli, blon-
za, per l'istruzione de'giovani savoiardi, de, pelli, bronzi, orologi, bigiutterie, chin-
l'elvetica di beneficenza, quella protestan- caglierie, orificeria e di gioie, di armi,
te di previdenza e di soccorsi scambie- macchine, vernici, mobili, selle, carroz-
voli. Esistono 180 società di mutui soc- ze; fonderie di caratteri, lavori di marmo,
co) si tra gli operai , vi è casa di rifugio incisioni, cristalli, strumenti d'ogni spe-
e lavoro, casa di soccorso pegl'indigeiiti cie, litografie, specchi, musaici, ec; men-
o della filatura. La più antica carcere di tre Parigi può dirsi l'emporio del com-
Parigi è la Conciergerie o Castellania o mercio di Francia, anche a cagione di
casa di custodia, che come si è detto fa sua situazione sopra un fiume navigabi-
parte del palazzo di giustizia : le sue tor- le, e pei vantaggi che riceve dai suoi ca-

ri, il cortile, l'oscuro corridoio pel qua- nali, e dalle 12 grandi sliade che par-
le sono introdotti i prigionieri, tutto ha tono dalla da quelle ferrate e da
città,

il caretlere spaventoso de'tempi feudali. più di 900 mettono in


diligenze che la
La Forza è divisa in Grande forza e in comunicazione col rimanente del vastis-
Piccola forza : nella i." sono i prevenuti simo paese. Innumerabili sono le istitu-
di delitti, nella 2? le meretrici, il cui in- zioni, compagnie e stabilimenti commer-
gresso è severo. S. Pelagia racchiude i ciali. Di videsi Parigi in 1 2 circondarii mu-
condannati a pene correzionali, per de- nicipali, ciascuno de' quali è diretto da
U)G PAR PAR
nri maire o potlestà, con giuslizia di pa- di ficaie da Luigi Filippo per preservar la
ce e pnrrocchie. Ogni circondario si sud- città da un'armata straniera in tempo ,

divide in 4 fjiiaitieri, avente ciascuno il dipace formerebbe una massa di Go,ooo


commissario di polizia. Il consiglio ge- uomini d'ogni arme, oltre leguaidie na-
ncinlc del dipartimento della Senna, pre- zionali valutale 80,000 uomini. Il corpo
sieduto dal prefetto forma il consiglio
, de'zappatori- pompieri, bellissimo e nu-
mnnicipnle della città di Parigi, il cui meroso, presta massimi servigi. Vi sono
i

antico stemma era un vascello. La po- più giardini, dove mediante retribuzio-
polazione di Parigi, ad onta delle rivo- ne, si fanno feste, giuochi e fuochi d'ar-
luzioni e migrazioni, risultava dal censi- Numerosi sono caffè ed risto-
tifizio. i i

mento nel iB47j entro le mura, ad un ratori o trattorie, nella maggior parte ben
milione 53,897 abitanti ; nel circonda- tenuti ed elegantissimi rinomato è il :

rio del nuovo recinto e delle vicinanze caffè Turco con bel giardino, sul bastio-
a 200,000 abitanti. Da un contempora- ne del Tempio. 11 tuono della società va-
neo lagguaglio di Husson ePontoniersi ria secondo i quartieri.
rileva, che dopo il i83o la popolazione I pariginisono destri, attivi, industrio-
aumentò di 800,000 anime per le nu- si, inventori, benefici ; secondo Mac Car-
merose traslocazioni dalle provincie; co- thy sono però entusiasti, incostanti, sa-
sì pure migliorarono suoi mezzi di sussi-
i tirici, amici del lusso e avidi de'piaceri;
slenza, più abbondanti e piìi buoni di pri- il corai?£;io ardente e ceneroso talvolta
ma. Giusta tal ragguaglio, la popolazione eccedette ; la conversazione dell'alta so-
abitante entro le mura di Parigi è la se- cietà è spiritosa e gentile; gran parte del-
guente: popolazione dimorante 94^,72 i; la cittadinanza possiede estesa istruzio-
detta forastiera di passaggio 88,473; ne, civiltà e maniere piacevolissime; la-
guarnigione 19,701 1,053,897,
; totale boriosa ma
poco economa è la bassa clas-
meno assai di Londra (F.), che si pre- se, ama eincanta pei suoi slan-
d'istruirsi
tende fosse giunta nel 1849 a due mi- ci di bontà nativa. Diede Parigi la luce

lioni e circa 336,ooo, ed ora a circa due a gran numerodi soggetti illustri per san-
milioni e 5oo,ooo compresi sobborghi i : tità di vita d'ambo sessi, dignità eccle-
i

il piesidenteDupin disse nel luglio 1 85 i, siastiche, un gran numero di prelati e car-


che Londra nel 1861 conterà tre milioni dinali; in arti, scienze e armi, ed in tutti i

d'abitanti. Nondimeno la popolazione di rami delle umane cognizioni. Nelle scien-


Parigi in 5anni ha ricevuto proporzionati ze matematiche, fisiche e chimiche si di-
accrescimenti alla niassa de'suoi abitanti e stinsero d'Alembert, Amontons, Bailly,
dei forastieri che vi aitluiscono. Quando Cassini di Thury,Clairault, Godin, Jeau-
nel 1846 il bey di Tunisi fu a Parigi, do- rat, Lavoisier, Nicole ; furono le scienze
po aver ammirato monumenti e gli edi-
i geografiche illustrate da d'Anville, liel-

lìzi da Luigi Filippo,


e quelli terminati lin, Buache, Chardin, Condamine, Nico-
incominciati da Napoleone, esclamò io : ledela Croix,i de Lisle, ]\Ientelle e Vau-
non ai'ea ancora veduto in Parigi che gondy ; tra'poeti, i letterati, gl'istorici ed
ima gran città, veggo ora che ce ne so- i filosofi rammenterò Bachaumont, Ca-
no parecchie in una. Di fatti dai raggua- ron di Beaumarchais, i fratelli Boileau,
gli si ha che la popolazione effettiva pa- Caylus, Cerceau , Chapelain, Charron ,
rigina è piti forte di quella complessiva Cottin, Crevier, Dorat, L'Epce, Frcron,
delle 11 città più popolate di Francia. Fuzelier,EIvezio, Henault, La Harpe, La
Fu stabilito nel 1847 che in tempo di Molhe, Le Beau, Legouvé, Le Maistre de
pace la guarnigione di Parigi^ per guar- Sac y. Lem ierre, Malebranche, Maróchal,
nire le nuove immense fortificazioni, e- Marivaux, Marsollier, INIercier, Molière,
PAR PAR i<)7

JN'ivellc, Chaussce, Pankoucke, Peiiaull, Vi è un gran numero di eleganti case di


Quesnel, Quinault, Picard, Uacine, Ke- campagna, e celebri sono boschi di Vin- i

i^iiaicl, Regnier, Desmaiais, Rollili, Giani- ccniies e Boulogne assai fretpientati. Le


battista Rousseau, La Ruc, i Santeuil, larghe strade, fiancheggiate da grandi ol-
.Scai TOH, Sedaine; Voltaire nacqueaChu- mi annunziano degnamente la metro-
,

tcnay due da Parigi. Quali ei uditi


leglie poli della Francia, ove si entra per 5(i
presenlausi Bignon liouhours , Rude , , barriere. La geologia presenta particola-
Dangeau, due Roberto Stefano e En-
i ritèj interessanti , come conchiglie mari-
rieo Stelinio, Frérct, Le Long,IMaIezieu, ne e d'acqua dolce, ossami d'animali ter-
IVaudc e Pelis de la Croix. Gli uomini di restri sconosciuti vi sono numerose ca-
:

stato e giureconsulti ])iìi notabili sono: ve di pietra da fabbrica, scavi di calce e


Clermonl-Tonnerre, Ilarlay, Ilérault di di gesso. Vedasi T, B. Saint- Victor: l\i-
àSrclielles, Lamoignon, IVEales-
Ilotnian, llcau histori(/m: et pitloresrfiie de Paris

Jierbes, Matteo IMoK-, Patru, Le Pelle- dcpnis le gauloìs Jusquà /los /oiirSjVn-
lior, Riclielieu, Seguier, de Tliou, i 3 risi (S'.>.2- iiÌ2'/,c(ì/llla.'!coì\ pianleerami.
Turgot. Tra gli uomini di guerra si leg- La nazione de parisii credesi che si
gono Catinai il Gran Condè', Luigi
, componesse di belgi che vennero ad oc-
Francesco di Borbone principe di Conti, cupare un territorio sulle sponde della
l'ammiraglio Estaiiig, d'Estrées, il prin- Senna e veiso le Ironliere dc'senoni: scel-
cipe Eugenio di Savoia, e molti re eprin- sero a piazza di guerra la maggiore di
ci[)i. Furono celebri Boixlenave nella me- 5 isole che allora il fiume formava nel
dicina, Cadet nella farmacia in pittura, : sito dove sorge presentemente Parigi, e

iiell'iucisione, nella scultura e architet- tal luogo ricevette il nome di LiUcciay

tura, Bernard, Bertin,Biard,Blanchard, Lolitici, LeucoLetia o Lucotocia, la cui e-

LIanchet, Bouclier, Buono, Boullongne, timologia, spiegala in varie foggie, è for-


Daviil, Drouais, Cases,Cliaudet,Cheron, se Lut1i-lonez-y {^n\nia7\oi\e in mezzo al
Cochin, Cotte, i 3 Coypel, Uuchange, La fiume). L'anno 5G prima di nostra era
Fosse, Fréminet, Gabriel, Galloche, Gou- si rese padrone di Lulecia Labieuo luo-

Le Brun, due Le-


jon, Guillain, Legros, i gotenente di Giulio Cesare, dopo sangui-
inoine, Lesueur, due Arduino Man- i , noso combattimento prima di darlo, e- :

sard, Le Nutre, 3 Le Pautre, Perrault,


i lano parigini usciti dall'isola loro ed
i ,

Sloldlz, Tardieu e Vouet. Dal novero


i arsa avevano una parte delle loro abi-
de' tipografi Irasccgliererao Beys , Cra- tazioni. Cesare fece ristabilire la città, la

moisy, i Didot , Fouruier, e gli Stefano fortificò, e vi trasferì la dieta generale


citali come eruditi. La musica die Clé- de'galli.Costruirono i romani a poco a
randjault e Destouches ; l'arte teatrale, poco notabili edifizi, tanto sopra l'isola
LelvaineTalma.Tra le donnepiìi celebri che nelle vicinanze. Vi stabilirono la re-
[)cr ispirilo, sapere e talenti, si segnalaro- sidenza del prefetto delle Gallie, il «{uale
no Cheron,Deshoulieres, Ilerilierdi Vil- vi edificò un palazzo nell'ovest dell'iso-
landon,^»inon di Lenclos, Mczières, Plii- le. Dipoi Costanzo Cloro fece erigere al
lipon. ÌNaturalmenle salubre è l'aria ; le mezzodì della Senna alcune arene, un
colline che innalzansi al nord difendono acquedotto e verisimilmente il palazzo
al(piunlo la città dai venti freddi. Parec- delle Terme, che altri attribuiscono a
chi lunghi assai considerabili toccano le Giuliano, le cui rovine che veggonsi tut-
mura di Parigi e potrebbero riguardar- tora presso la via dell'Arpa, sono i soli

si come subborghi di essa. I lerrilurii residui d'antichità ch'esistono a Parigi :

de'cunlurni iniujcdiali sono stali fcrliliz- appunto in (|ueslo palazzo fu proclama-


.ili e abbelliti dall'industria e coltura. lo im[)cralorc o augusto Giuliano 1' A-
1

I
98 PAR PA R
postata nel 36o mentre vi
di nostra era, fu levato perconseguenza d'un trattato
avea preso i quartieri d'inverno. Pare vergognoso, firmato da Carlo II il (ii os-
che in tale tempo Lutecia ricevesse il ti- so. Nel l'imperatore Ottone II, es-
978
tolo di città e il nome di Ptirisii, Luletiae sendo in guerra con Lotario re di Fran-
Pansìonim, in francese Paris, in italia- cia, giunse vicino a Parigi con 60,000
no Parigi. Alcuni imperatori successori combattenti. La stirpe de' Capeli risie-
di Giuliano abitarono momentaneamen- dettecontinuamente in questa città, e fu
te cpiesla città, la quale cominciò a di- verosimilmente sotto il regno d'Ugo Cn-
ventate una delle più importanti della peto del 987 che si costruì un muro di

4.' provincia Lionese. Nel 383 fu l'im- cinta intorno al sobborgo eh' erasi for-
peratore Graziano disfatto da Andraga- mato al nord della così detta Città, Gi-
zio armato Massimo. Childe-
pel tiranno te j altri ritardano tale edificazione al
rico I figlio di Meroveo e capo de'fran- tempo di Luigi VI, il quale nel 1 i3i
chi, tribìi di origine alemanna, ne discac- accolse in Parigi Innocenzo II che vi ce-
ciò nel 465 romani, che l'aveano cinta
i lebiò la settimana santa e la Pascpia con
di fortificazioni, fabbricato vari templi gran magnificenza e divozione: vi fece

e circhi : altri attribuiscono a Meroveo altresì una solenne cavalcata su caval-


l'impadronimentodiParigijdopo la scon- lo bianco, cui baroni a piedi fecero da
i

fìtta Clodoveo I vi stabilì la


di Attila. scudieri, incedendo egli colla tiara in ca-
sede del suo impero nel 5o8 o 5 io; sot- po. Nel I i47 ve la celebrò pure l'al-

to il suo regno e nel 5i fece innalzare i tro Papa Eugenio III, sotto Luigi VII,
la basilica de'ss. Pietro e Paolo, e nel 5 1 che nel dì seguente consagrò la chiesa
vi fu sepolta s. Genoveffa (F.), che poi abbaziale di Montmartre col seguito di
prese il suo nome e vi fu fondata un'ab- molli cardinali e prelati; s. Bernardo gli
bazia , avendo preservata la città dagli feceda diacono e Pietro cluniacense da
unni, secondo il Rinaldi, il quale aggiun- suddiacono: l'abbate regolare di ]Mont-
ge che nel 588 la città fu consumata da martre sino al declinar del secolo passato
un incendio. Sotto discendenti di Clo- i avea giurisdizione in alcuni circondarli
doveo I, Parigi fu primieramente la ca- de' dintorni di Parigi e de* suoi sobbor-
pitale d'im regno del suo nome, poi del ghi. Il medesimo re dipoi ne' primi del
regno di Neustria, per cui le principali I i63 e nella domenica di settuagesima,
notizie che la riguardano riportai a Fran- con grande onore vi ricevette Alessandro
cia. Non vi risiederono i re della 2.^ stir- III e nella domenica Laetare ebbe da lui
pe, luttavolta Carlo Magno ebbe sopra in dono la rosa d' oro benedetta, ritor-
questa città una felice influenza colla fon- nandovi il Pontefice nel i i64) avendovi
dazione d'una scuola che fu culla dell'u- dimorato il resto della quaresima e ce-
niversità di Parigi; egli eia stalo consa- lebrato la Pasqua. Vi consagrò pure la
grato re da Stefano IIdetto 11! quando chiesa di s. Germano dei Prati, alcuni di-
si recò in Francia. I normanni attacca- cono nella quaresima i 167. Sotto Lui-
rono Parigi per la i ." volta neir845, la gi VII si accrebbe considerabilmente il
incendiarono nell' 857, neir872 la die- quartiere dell'università nel sud, a mo-
dero nuovamente al sacco. Fortificatisi tivo della grande quantità di scolari che
i pnrigini nell'
87 7 poterono con prospe- vi venivano da tutte le parti nel 1 79 : 1

ro successo resistere, allorché norman- i si cominciò a fabbricare sul territorio di

ni tornarono ad assediarli nell'SSS: l'as- Laas o Lias che estendevasi alla sinistra
sedio durò i3 mesi, nel corso de'quali della Senna, tra il sito de' ponti attuali
coraggio e prudenza dispiegarono Eude di s. Michele e delle Arti.
conte di Parigi ed il vescovo Goziino, e RegnandoFilippolI Auguslo,neli 184
PAR PAR 199
fiiiono lastricate le strade; la nuova cin- Prati, s. Giacomo e s. Marcello furono
ta s'incominciò nel i iqo, quasi rotonda arsi afilnchè non cadessero in suo pote-
e di cui era centro il mezzo della città, re. Grande mortalità, dalla carestia ca-
the conteneva 789 jugeri e che racchiu- gionata, segnalò il i3Gi. Carlo V, cui
se [larecchi borglii, cli'eransi successiva- aveano faziosi sforzato ad allontanarsi
i

mente formali , cioè il borgo Bello , il da Parigi, vi rientrò nel 364, '"''' ^^' i

borgo Tihoust, borgo s. Germano l' A u-


i I bandonata al parlamento la residenza
xerrois, ed una 4-° parte del borgo l'Ab- reale della città, fissò la sua dimora al-
bé al nord ed il borgo s. Genoveffa
, l'Hotel s. Paolo, vicino alla chiesa di tal
al sud; la muraglia che la formava ter- nome; ed avendo ordinala l'eiezione di
minava con 4 glosse torri verso la Sen- una nuova cinta per la parie situata alla
na, la quale veniva attraversata con gros- destra della Senna, d'allora in poi Pari-
se catene di ferro raccomandate a pali e gicomprese 1284 jugeri. Si posero le
da battelli sostenute. Nel i iq6 fu inon- fondamenta del castello della Bastiglia
dala da uno straripamento della Senna. nel 1370, per custodire il tesoro del re
Deve questa capitale a s. Luigi IX la e servire alla cillà di difesa. Seguita da
prima riforma del suo statuto, l'abolizio- turbolenze e da sciagure fu la morie di
ne di'll'anitto e dflla prevoslea di Pari- quel saggio monarca ^ e ribellioni con-
gi, la creazione ed i primi regolamenti trassegnarono il principio del regno di
delle comimitù dell'arti e de' mestieri, la Carlo VI, onde nel i382 Parigi fu pri-
polizia della guardia fatta dalla ciltadi- vata di sua amministrazione municipale;
naiiza, lo stabilimento della scuola di chi- quindi successero nel i4i8 mortalità e
rurgia e dell'ospizio de' trecento o (juin- fame spaventevoli, e due anni appresso
ze-i'ingts, la giurisdizione del Castellet- cadde la capitale in mano agl'inglesi che
to, e la creazione de' notali. Un edile o la conservarono sino al i43G. Carlo VII

soprintendente sotto Filippo III fu in- vi fece il suo ingresso solenne nel i^^j,

caricato del livellamento e della pulitez- ma la peste e la fame nuovamente de-


za delle strade. Il parlamento, reso sot- solarono Parigi nel i438, e fu vista en-
to Filippo IV nel i 3 i 3 sedentario a Pa- trarvi pel fiume una torma di lupi che
rigi, vi produsse assai grande incremen- devastarono le campagne. Inutile tenta-
to di popolazione. Avendo Filippo VI tivo nel i44' fecero gì' inglesi per sor-
invitalo Benedetto XII da Avignone a prender la città dalla porta s. Giacomo.
recarsi in Parigi, fu destinalo un giove- Nel 1470 furono falli ne'fabbricati della
dì pel solenne ingresso, ma il Papa solo Sorbona primi saggi della stampa a
i

nel venerdì vi si portò, onde il popolo Parigi; e nel regno di Luigi XI gii abi-
per la sua presenza e permesso interpre- tanti giunsero ai 3oo,ooo. Sotto Fran-
tativo, che forse l'avrà conceduto, si ap- cesco I tracciaronsi i bastioni del nord,
profittò di tutte le carni preparate nel dalla porta Antonio a quella s. Ono-
s.

uìagniHco convito del giorno preceden- rato; numerosiabbellitnenti ebbero luo-


te, donde restò il proveibio, la settima- go e si videro per la prima volta impie-
na di due giovedì. Nel i356 e seguenti gati negli edilizi gli ordini greci, e fu
scavaronsi fossati intorno la città. Nel fondata la stamperia reale. Neil 563 i ge-
I 357 durante la cattivila di Giovanni II, suiti vi furono stabiliti. Pei calvinisti e
;.toppiò funesta ribellione, con alla lesta ugonotti le guerre di religione insan-

Stefano Marcel prevosto de' mercanti. guinarono la cillà; l'orribile strage dei
Odoardo III re d'Inghilterra fece inutili protestanti, il giorno di Bartolomeo
s.

sforzi nel iSfio per impadronirsi di Pa- nel 172, oscurò


I il reggimento di Car-
rigi, ed i sobborghi di *. Germano dei lo IX, e nel voi. XXXII, p. ^98, difesi
200 PAR PAR
Grt'gorioXIII dalle calunnie tli conniven- ne della dominazione di questo monarca,
za per la medaglia coniala, anzi si ricu- poiché furono aperte piìi di Go nuove
sò scomunicare Enrico IV e il principe strade e per la maggior parte allargate
di Condè. I l'urori della lega sotto En- le antiche; spianato il greppo s. Rocco,
rico HI sparsero la miseria e la fame nel abbattuti gli antichi bastioni cedettero
popolo, vittima degli stranieri, de' fanatici al nord il luogo a superbi passeggi ador-
e d'una nobiltà faziosa; la giornata del- ni d'alberi; invece degli angusti sportel-
le barricate a' 12 maggio i588 costrinse li che formavano le porte della città, si

il re a uscir di Parigi. Nel i5()0 terri- videro sorgere imponenti archi Irionlàli;

bile fame desolò la città, e durante il bloc- adornarono la capitalele piazze della Vit-
co d'Enrico IV, questi ebbe la generosità toria e Vendùnie; i^Campi Elisi e il giar-
di farle passare i viveri. Vi entrò nel 1
594 dino delle Tuileries offrirono vasti ed
e fece edillcare le strade Cristina, d'An- ameni passeggi; furono costrutti parec-
giò e la Delfina con piazza; verso la fine chi ponti, stabilite nel 16G7 lanterne per
del suo regno contava Parigi iGGo jugeri. r illuminazione delle strade; l'Hotel de-
6olto Luigi XIU si operò la costru- gT Invalidi, il Val de Gràce, la Salni-
zione dell'acquedotto Arcueil, l'isola di s. triera, il Porlo reale oggi ospizio della

Luigi si cuopri di case, e dal 1624 al IMalernità, l'ospizio de'lrovatelli ora de-
1629 s'ingrandì la città, nel suo recin- gli orfani, l'osservatorio, il collegio Maz-
to comprendendo le Tuileries, il quar- zarino, il colonnato del Louvre, la chiesa
tiere del Greppo de'Mulini e quello del- s, Sulpizio, la manifaltiua de' Gobelini,
la Città Nuova; incominciaronsi le nuo- quella degli specchi, tutte furono creazio-
ve mura sulla sponda della Senna, e la ni di questo regno lungo e luminoso, sot-
porzione chiamata della Conferenza giun- to del quale la superficie di Parigi fu
se alla via s. Onorato, dove si fabbricò portata a 8227 jugeri. Cbaillotdivenne
la porla omonima ; passarono alle porte sobborgo ;
per l'erezione del palazzo di
Gaillon e Piichelieu, poi per la strada Versailles il re vi andò a risiedervi, e Pa-
Moiitmartre alla porta di tal nome, e rigi cessò sino alla rivoluzione di essere
posero capo alle antiche mura di cinta, il soggiorno della corte. Sotto Luigi XV
via s. Dionigi. Verso il 1689 tanto era continuarono coti attività miglioramen-
i

cresciuto il borgo s. Onorato, che già ti nel 1726 fu


; trovato che il recinto
toccava i villaggi della Ville-l'Evèque e comprendeva 8919 jugeri ; decoraronsi
del Koule; in pari tempo si costruì la di edifizi i sontuosi sobborghi Onora-
s.

grande strada del sobborgo s. Antonio to e s. Germano ; la chiesa di Geno-s.

e le vieadiacenti, che presto congiungen- velTa, le halle delle biade, la scuola mi-
dosi ai villaggi di Popiucourt e di Pieuil- litare sorsero; nel 1758 fu istituita la
ly , formarono un immenso sobborgo, piccola posta, quindi tracciaronsi i ba-
commerciante e industrioso. Le guerre stioni del mezzodì, e la piazza della Con-
della cos'i detta Fronda contrassegnaro- cordia abbellì la parte occidentale ; nel
no il principio del regno di Luigi XIV, 176G sostituironsi alle lanterne i river-
e nuova giornata delle barricate accad- beri. Luigi XVI terminò il collegio rea-
de il 27 agosto 1G48, indi nel 1602 il le ora di Francia, cominciato sotto Fran-
sobborgo s. Antonio fu teatro di sangui- cesco I; vantaggiosi accrescimenti ebbe-
nosa battaglia tra il (irau Condè, capo ro gli ospedali, furono costruiti parec-
dei frondalori, e Turenna comandante il chi (ealri, s'innalzarono nel 178G le gal-
partilo regio, che fu costretto a cedere. lerie di pietra del palazzo reale, e la nuo-
Numerosi abbellimenti e incrementi con- va cinta dièa Parigi 1' estensione di 99 o i

sideiabili videro nascere il mezzo e la Ci- jugeri, ed è quella stessa d'oggidì, Irau-
PAR PAR 201
ne al sud-est ove Cu al(|iianlo rimossa e d.ito a anche nel voi.
Parigi ,
parlai
per le eseguile sontuose Ibililìcazioni. A A XXVI I, p. 285, Crealo imperatore ai
Francia e I.ngiiii.teura avendo eziamlio 18 maggio i8u4, ^^'o f If{f^.) si recò
narrato gli strepitosi avveniuienli, di cui a l'arigi per coronarlo a'2 dicembre, col-
Parigi fu il priucipal teatro dal 17^)9 al le cerimonie dette nel voi. XVII, p. 225,

i83o, solo qui appena indicherò alcun celebrando nell'episcopio Concisione f^.),
cenno principale, massime riguardante essemlo giunto nella gran città d 28 no-
la città, citando opere che anipiameule vembre, alloggialo al palazzo delle Tui-
supjdiscono. leries, nel |)adiglione detto di Flora. Nel-
iXel 1789 organizzala la guardia na- la festa di Natale il Papa celebrò ponti-
zionale, a' I 4 luglio \ì popolo prese la Ba- lìcalmente nella cattedrale, dando la so-

stiglia ed al G ottobre la corte si Irasfe- lenne benedizione. Nel tempo della sua
r'i a Parigi coll'asseuiblea nazionale. La dimora in Parigi, Pio VII ricevette le

cillà cessò dall'essere capitale della pro- deputazioni del senato, del tribunato, di
vincia deirisula di Francia e diventò ca- lutti i corpi dello stato e di vari slabi-
poluogo del dipartimento di l*arigi, il limenli, i principali de' quali visitò, re-
quale poi assunse il nome della Senna, di- candosi ad osservarci più grandiosi edi-
viso in Go distretti. La luiuiicipalità rim- lìzi e monumenti delle arti di Parigi. Die
piazzò la [)revostea de' mercanti ; le co- il pallio all'elellore arcivescovo di ilalis-
munità de'commercianli e operai furono bona, in s. Sulpizio consagrò due vesco-
abolite. A' i3 febbraio i7()0 vennero vi, onorò di sua presenza anche altre
soppressi gli ordini religiosi, con chespa- chiese e parrocchie: celebrò in s. Tom-
I irono G abbazie, cioè 3 di uomini e i 3
I maso d'Acpiino, benedì la nuova cappel-
di donne, G3 conventi de'primi e 70 mo- la della Madonna in s. Eustachio. J'assò
nasteri delle seconde, oltre 80 cappelle. a Versailles, ed in s. Cloud battezzò, al
II i.| luglio 1790 ebbe luogo al Campo modo dello nel voi. IV, p. 2 1 3, il secon-
di Alartela graiide(t;sta della federazio- dogenito di Luigi fratello di Napoleone.
ne. IVel 1791 repubblicani distrussero
i Visitò pure gli ospizi e ospedali, e quel-
tulle le armi reali, e dichiararono deca- lo de'soido-muti, la biblioteca e la stam-
duto Luigi XVI dal trono, sventiualo peria im[)eriale. Alle Tuileries fu sorve-
e virtuoso re che fu decapitalo nel 1793 glialo 1 igorosanieiile, e da queslo fatico-
sulla piazza della Concordia. 11 2 5 feb- so viaggio solo ottenne da Napoleone la
braio la [ìlebaglia saccheggiò le spezierie dichiarazione de'vescovi cosliluzionali di
e le bulleghe di commestibili, e l'arigi essere ritornati nel grembo della cattoli-
fu successivamente turbala dai cambia- ca chiesa, l'assegnazione de'foiuli residua-
menti di governo e rivoluzioni in que- : li ai bisogni del clero, il ristabilimento
sta agitazione sanguinolenta tullavolla delle missioni straniere, quello de' preti
suisero que'slabilimenli di sopra descrit- di Lazzaro e delle sorelle della carità.
s.

ti. ÌNel i7()G Parigi fu divisa in 12 mu- Ogni volta che Pio VII usciva per Pa-
nicipalità, e queste in 48 sezioni ; e per rigi, un concorso immenso di poptjlo af-

le vicende raccontale a Francia, Pio VI fretta vasi di porsi asuoi piedi, come me-
mandò a Parigi ambasciatori secolari in- glio dico alla sua biografia, con altro re-
vece del Nunzio {^.), che da secoli vi lativo alia sua dimora in questa città
risiede.Nel 1799 Napoleone Ij(nio|)arte ed alle vertenze con Napoleone. Ne ri-

diventò console e Ic'cc le cose già narra- trassero l'efligie, in marmo Scine, in pit-
te per abbellimenlo e maggior lustro di tura David. 11 Papa partì da Parigi ai

Parigi: del concordato stipulato con la 4 aprile 1 80 j. I disastri della Russia tra-

s. Sede del cardinal legato perciò man- scinarono la caduta di Napoleone e l'in-
,

202 PAR P A R
vasioiie (Idia capitate tleU'imtnenso im- tà della Francia e della caria data da Lui-
pero per parte de' sovrani alleali, arre- gi XVIII violatrici : subitamente si ordi-
stali nondimeno il 3o marzo i8i4 da nò un'opposizione vigorosa pei tre giorni
\igorosa resistenza, indi dopo la capito- 27 28 e 29 luglio, chiamate gloriose
,

lazione vi entrarono il 3 i ; ne risultò il giornate, nelle quali si 4o55 bar-


fecero
ritorno de'Corboni sul trono e di Luigi ricate dagli abitanti; si dierono sangui-
XVlll. Non andò guari che Napoleone nosi combattimenti in tutte le parti del-
rientrò in Parigi a'20
marzo 181 5. Do- la città, tra popolo e le truppe regie;
il

po 100 giorni di nuovo regno, gli al- ritirate queste, Carlo X fu sforzato ab-
leati tornarono a occupar Parigi li 7 lu- dicare e abbandonare la Francia. Erasi
glio e fu reintegrato Luigi XVIII, dopo il dì 28 formato un reggimento provvi-
essere stato Napoleone vinto a Waterloo sionale cofnposto di tre membri , e sino
al modo riferito a Paesi Bassi. Rilegato dal 3o luglio furono mirabilmente rista-
a s. Elena, Vedasi De l'Arde-
ivi n)or"i. biliti l'orclineela calcna, soprattutto man-
che, Stona di Napoleone, Torino 889. 1 tenuta dalla guardia nazionale, la quale
Las Casas, Memoriale di Elena Na- s. tre anni prima disciolta, allora trovossi
poleone in esilio di O Meara ad Jnton- ricostituita sotto il comando del general
marchi, T ovino i842.Breton, Quadro Lafiyelfe. Il 3i luglio il governo prov-
storico delle battaglie di Fleitrs e TVa- visorio concesse isuoi poteri al duca di
terloo nel 18 i5. Capefigue, Hisloire des Orleans (^'.), che a'9 agosto divenne re
traités de 181 5, Paris 1 847. Tliiers, Hi- deTrancesi col nome di Luigi Filippo I.

du consulat et de l'empire, Paris


stoire Di quanto precedettee accompagnò que-
1847. Istoria del duca di Beichstadt fi- sta breve e memorabile rivoluzione, par-
glio dell'imperatoreNapoleone compi- laipure a Ijìgiulterra; a Gorizia riparlai
lata da 3Iontbel, Bologna 1841. Sotto della morte di Carlo e suo figlio duca X
Luigi XVIII regnò la tranquillità alcu- d'Angoulcmeied a Modena ma-
dissi del
ni anni, il commercio dalla pace favori- ritaggiodel loro nipote duca di Bordeaux
to, divenne insensibilmente florido e nu- o conte di Chambord, chiamato Enrico
merosi progressi fece nella capitale l'in- V. A Pio Vili accennai le violenze e il

dustria ; se non che la vecchiezza e le in- pericolo cui soggiacque mg.*^ di Quelen
fermità del re lasciarono l'amministra- arcivescovo di Parigi nella rivoluzione;
zione in mano d'un ministro poco in ar- dell'invialo che il prelato spedì al Papa
monia coll'opinione generale della Fran- per consultarlo sul giuramento come pa-
cia traffico ne sollri e sparì la fiducia.
; il ri ; dicendo ancora del giuramento del
regno di Carlo
Il ebbe felicissimo X clero e delle preghiere d'uso pel nuovo
incominciamento ma conservò il mini-
5 re, sullo spirito che allora vigeva in Fran-
stero delfratello. Nel novembre 182 7 su- cia, e del riconoscimento che fece di Lui-
turbolenze v'ebbero alquante ar-
scitatesi gi Filippo il Pontefice. Vedasi Thiers
chibugiate nella via s. Dionigi. Ministri Histoire de la réi'oliitionfrancaise, Bi u-
amici delle istituzioni costituzionali rista- xelles i83o. Capefigue, Hist.coslitutio-
bilirono per un momento
calma e le la nelle et administrati^-e de la France, Bru-
speranze, ma furono sostituiti agli 8 a- xelles 1834. L'Europe depuis l' événe-
gosto 1829 da uomini, cui uno spirito dif- ìnent de roi Louis Pliilippe, Pdr'is i845- H
ferente atiiinava; indarno cercarono essi governo di Luigi Filippo I, accusato di es-
due volte d'ottenere la maggioranza nel- sere retrogrado, oligarchico, reo di tradi-
le camere de'depntati, e per giungere al mento, di attentati controia libertà, dia-
loro scopo fecero al re emanare il 25 luglio ver fìllio la Francia di luglio segno allo
i83o ordinanze attentatorie alle liber- sprezzo e ridicolo d'Europa, fu rovesciato
PA U PAR 20 3
(lai popolo finncese a l^;)rigi il '22,13 e 24 delle Tuileries e del palazzo reale si bru-
fclibiaio 1 84B, martedì, mercoledì e gio- ciarono in mezzo alle loro corti. 1 figli

vedì, cliianiate giornate immortali, con de'oittadini morti combaltendopcr la pa-


rivoliiziniie maggiore delliiglio i83o. tria, furono adottati dalla repubblica; la

Luigi Filippo I tentò di ricondurre la galleria e la libreria del castello di Neuil-


calma in Parigi col cainbiameiilo del mi- ly si poterono salvare. La statua equestre
nistero, ma non gli venne fatto eseguire. del duca d'Orleans, padre del conte di
Abdicò in favore del nipote conte di Pa- Parigi, situata al Louvre, a furia di po-
rigi,dichiarando reggente sua madre e polo venne precipitala dal piedistallo. IjC

propria nuora la duchessa d'Orleans. Por- chiese furono religiosamente rispettate e


tatasi questa coi due figli alla camera dei riaperte, riprendendo la celebrazione del-
deputati, da 3oo di questi fu acclamata le ordinarie funzioni domenica 27 : in
reggente, ma una voce rispose non aver- quella di s. Rocco il popolo pose un ma-
ne il diritto. Creuiieux propose un go- gnifico Ci'ocefisso trovato nella cappella
verno provvisorio e fu adottato, per le delle Tuileries, con tutti i vasi sacri e or-

opinioni di Ledru Rollin fatto ministro namenti della medesima. Dicesi che in
deirinterno e di Lamartine eletto mini- questa catastrofe perirono 6000 vittime,
stro degli Intanto il re sul
allliri esteri. con 4^-8 feriti. A vari stabilimenti pub-
ptnito che popolo irrompeva alle Tui-
il blici, palazzi, teatri e piazze fu cambialo
leries. colla famiglia reale per Treport il nome. M.^ Netlement nel giornale La
si rifugiò in Inghilterra ed a Claremont, Mode ha pubblicatola Fila di Luigi Fi-
sotto il nome di conte di Neuilly, ove lippo d'Orleans già re de' francesi che ^

morì a'26 agosto i85o;ela duchessa tradotta nel nostro idioma da Luigi Sfor-
d'Orleans co'figli passò in Germania. Ai zosi fu riprodotta neW^dlbum anno i 5,
24 febbraio il popolo parigino divenuto n." 8 e seg., ed è del più grande interesso
padrone di Francia, proclamò la repub- nel descrivere un personaggio che subì
blica (e con solennità si ripetè a'4 mag- tante e diverse vicende, si trovò in tan-
gio), abolì gli antichi titoli e qualificazio- te situazioni,contenne tante peripezie, e
ni di nobiltà; proclamò pure un governo terminò politicamente in una catastrofe,
provvisorio in nome del popolo francese, che nella storia de' secoli moderni non
con bandiera tricolore dell'antica repub- ha esempio. II celebre Thiers parlando
blica e il motto Repubblica Francese, ol-
: di Luigi Filippo disse: » Dio miguardi
ti"e l'insegna nazionale del colore giallo. di non parlar con lispetto fnentr'egli è
Dupont de l'Eure nominato presiden-
fu detronizzato, proscritto e povero. L'ec-
te, Garnier Pagès maire di Parigi; si cessiva sua prudenza fu cagione di sua
sciolse la camera de'deputati e fu inter- rovina: egli nel timore o del liberalismo
detto a quella de'pari di riunirsi. A'26 al di dentro, o dell'ardite intraprese al
il popolo entrò nelle Tuileries, fece man di contenere un paese che
fuori, volle ,

bassa su quanto vi trovò, e l'incendio che finì coir uscirgli dalle mani, siccome fa
vi attaccò presto fu riparato ; il Louvre un vapore di troppo compresso '
.

soggiacque a quasi eguale infortunio il : Ben presto Parigi fitalmente soggiac-


Irono fu portato a pie della colonna di que a nuove svenirne, a più formidabile
Luglio e bruciato. 11 castello di Neuilly, e spaventevole rivoluzione e terribile
proprietà della famiglia Orleans, fu sac- guerra civile pel comunismo, che com-
cheggiato e bruciato , come il palazzo batte le proprietà personali, ne'giorni iS,
reale che fu dichiarato asilo tlegl' invali- 24, 25 e 26giugno i848,chiamalegfor-
di al lavoro; la galleria de'quadri di que- nate sanguinose. Le misure cheprese l'as-
sto soffrì sommamente. Le suppellettili semblea nazionale per porre un termine
-

2o4 l'Ali PAR


all'abuso iiilroiloUo con la rivoluzione di vata e l' insurrezione fu vinta, con afìì-

llibbraio, di mantenere una massa enor- darsi il comando supieuio delle milizie
me di lavoranti, che ricevendo il loro sol- al ministro della guerra general Cavai

do giornaliero ricusavasi di lavorare, a- gnac parigino, ch'erasi distinto nelle con-


vendo eccitali in essi serio malcontento, qniste dell'Algeria, in un al pieno pote-
scoppiaroiio in aperta ribellione, proda- re esecutivo che in lui concenlrò l'assem-
mando la repubblica rossa, cioè le prò- blea nazionale: gli fu pure dato il titolo

scrizioni e le stragi del 1792 e I793,ac- di [ìresidente del consiglio dei ministri,
clamando detenuti della cospirazione
i con autorità di eleggere il ministero. Al-
del i5 maggio e declamando contro i lorchè ribelli si ostinarono nella resi-
i

decreli della commis.ìione esecutiva che stenza dentro il boigo s. Antonio , cen-
si dimise. L' insurrezione fu gigantesca, tro dell'insuriezione, ne fu commossa la

ed i condjaltimenti accanili e micidiali, carità eroica di mg-'^AlTre arcivescovo di


e tali che non hanno esenipio nella sto- Parigi, per vedere il suo gregge dilaniar-
ria delle rivolte, per l'ostinata lotta eper si e distruggersi; laonde di consensodel
le scene orribili d'ambe le pai ti. Quindi general Cavaignac, volle portare agl'in-
imniense le rovine e i guasti delle abita- sorti parole di pace e di consolazione fra
quar-
zioui di molli cittadini, di diversi la strage eia morte, dicendo che il buon
tieri e sobborghi. Le magnifiche colonne pastore dei'e dare la sua vita per le. pc-
del Pantheon portano le traccie profon- corelle. Presentatosi con la croce e un ra-
damenle impresse dalle palle. Innume- mo d'olivo in mano alla sfrenata e for-

revoli furono le vie, che presentarono lo sennata gentaglia del popolaccio, questa
spettacolo di tremende battaglie. Iribel- ammirando la generosa risoluzione gri-
li commisero alti d'maudita ributtante dò: viva l' arcivescovo. Menive il prelato
atrocità, come selvaggi nen)ici della pie- sulla barricala avea incominciato la sua
là e della civilizzazione. In mezzo a lau- commovente pacifica perorazione, e [ìro-

te catastrofi non mancarono rari esem- nunziava parole di riconciliazione e di


pi di virtù cittadina e di generoso eroi- perdono, un fatai colpo di fucile morlal-
smo, dati dal popolo francese e partico- mente lo ferì nelle reni. Portato nella re-
larmente dalle persone religiose de'due sidenza del parroco di s. Antonio, escla-
sessi. Gl'insorti si fecero ascendere a cir- mò : mio sangue sia l'ulliuio ver-
che il

ca4o,ooo,per cui fu necessaria una dop- salo. Nel dì seguente 27 giugno fu Iras-
pia forza per vincerli, dopo una resisten- ferito all'arcivescovato, e spnò martire
za non meno regolata che disperata. Mai della carità pastorale, di circa 55 anni,
tanto sangue francese è stato sparso da con universale tristezza e profondo do-
mani francesi. I ribelli furono regolali da lore. Il corpo fu imbalsamato e nella me-
parecchi uomini di lesta e di capacità, e tropolilana furono celebrati solennis-
gli

da altri agitatori di elevata condizione, simi funerali. Quindi fu decretato che


contro l'ordine sociale e rincivilimenlo, per otto giorni tutto Parigi portasse se-
Inoltre vi si associarono un gran numero gni di lutto , in memoria delle vittime
di guardie nazionali dell' 8." e 12." le- dei quattro giorni, alle quali si celebra-
gione, ch'erano stale disarmale, con al- rono pompose esequie l'assemblea na- :

cuni de'loro udiziali. Le vittime tra mor- zionale ordinò a nome e spese della re-
tieferitisifeceroasceudereacircaio,ooo, pubblica un monumento in onore del-
e dei IO generali comandanli le truppe l'arcivescovo, da erigersi nella metropo-
e le guardie nazionali, 7 restarono feriti lilana. A tenore della costituzione fran-
e 2 di essi morirono. Parigi e la Francia cese fatta a Parigi, ed ivi poi solennemen-
dalla rovina da cui era minacciata fu sai- te pubblicala a' i2 novembre, a' io di-
PAR PAR 2o5
cenibre 1 848 restò eletto presidcnto del- liac, sìve Dlonysiiis Areopagitae, Tolo-
la repubblica francese Luigi ÌV.-ipoleone saei (i4i . G. INI i Ilei nella F indicala ecclc-
lìonaparte, nnlo in Paiigi a' -xo aprile siae Gnllicanae gloria de suo Arcopa-
1808, figlio dell'ex re d'Olanda Luigi gita Dionysio, Parisiis 638, contro il p. 1

fratello di Napoleone. Questo principe Sirmondo, e nella ResponsioadJoannis


contribuii a liberare Roma dall'anarcbia Lauiìoii dissertafionem , Parisiis iG4'?-
nel 18)9, facendo cessare l'intruso go- Menard nelT Unicus Dionysius contro,
vernorepubblicanoe'ripristinanclo il pon- Laiinoii disrussioneni , Parisiis id^J.
tificio di Pio IX [F.), mediante l'arma- Daublet nel r///.? /o/re cronolnginue de In,
ta francese comandata dal general Ou- véritd de s. Denys, Paris ir)4(). L'autore
dinot di Reggio. Ci ha dato Lamarlirie, della Diatriba deunico s. Dionysio Areo-
Ilistoire de la revolution de 1 848, Bru- pagita atheniensi et parisiensi episcopo^

xelles I
849. achersus Launojum ,^a\'\s\\^ 164 3. Leo-
La fede fu predicata in Parigi verso ne di s. Giovanni nella Franccconvcrlie,
il 24^ ^^^ vescovo s. Dionisio {F ), man- Parisi fin I. Chiniet nell'opuscolo De Dio-
dato nella GalliadaPapas. Fabiano, ove tiysii actate, totaqtie chronologia. Labe-
collocò la sua sede vescovile circa il i5o, iiazie nella Defensioantiquìtatis Galliae,
onde ne fu il 1° vescovo, com'è venera- Ageni iGqG. Lorenzo Cozza nelle Fin-
to apostolo della Francia ; fu martiriz- diciae Areopagilicae, Romae
iyo2. Al-
zato co' suoi compagni soprala collina l'opposto per la sentenza de'due Dionisii,
]Montniarlre,cliealcuni traggono da Mon- uno ateniese, parigino altro vi sono 1'
,

te martire. I loro corpi furono collocati Sirmond nella Dissertalio in qua Dionysii
in Catolacnm, luogo della diocesi ove si rarìsiensis et Dionysii Areopagitae dis-
edificò una cappella, che poi fu conver- crinien ostenditnr, Parisiis 64 1 Launoio 1 •

tita in sontuosa chiesa e arricchita di pre- nel Judiciuni de Arenpagiticis Ililduini,


ziosi doni singolari privilegi. Divenne Parisiis i64' > "<^' Dionysii Parisicnsis
la tomba de re di Francia, ed il deposi- apostoli niiracìda, Parisiis iGii ; nelle
to dell' insegne reali e dell' orifiamma, Aninindversiones in Palladium G a lliae,
non che celebre abbazia che per ultimo sen Dionysium Areopagitani Sanihlan-
ebbe la congregazione benedettina di s. rati, Parisiis i64i ; nella Discussio re-
Mauro, e finalmente Gregorio XVI v'isti- sponsionis de duohus Dionysiis, cum u-
Im un illustre capitolo, ad istanza del re triusqiie vita, Parisiis iGj.», contro M il-
Luigi Filippo, ma la bolla non ebljc e- ici ; sul FÀher de duohus Dionysiis, Pa-
secuzione. Il luogo in processo di tempo risiis iGGo, enei Judiciuni super Petrì
fu fallo città, col nome di s. Dionigio o Franci<!ci Chiffletii dissertatìone. Tulli
Dionisio {V.). Gran questione si eccitò questi opuscoli del Launoio furono ri-

principalmente nel secolo XV ! ! I, per ista- stampali accresciuti , Parigi iGf)f). La


bilire se <pipstos. Dionisio vescovo di Pa- stessa sentenza de'due diversi Dionisii si

rigi sia diverso da s. Dionisio l' Arcnpn- abbraccia dal Morino, dal Dulxiis, dal
gita (/''.), oppure uno solo, come fu il Tillemont e da altri, e si può dire la più
primo a pensarlo Ildiiinoabbatedi s. Dio- comuneaidì d'oggi. Certo è, che la chie-
nisio verso r834. Che fosse uno Solo lo sa di Parigi celebra il suo uffizio semi-
sostengono Francesco Gerson in una
: doppio in onore di s. Dionisio l'Areopa-
lettera franccsedirclla al gesuita Sirmonil gita il 3 ottobre, e con maggior solenni-
e stampata a Parigi nel i()
i
i, come al- tà o titolo di riconoscenza verso s. Dio-
trcM ntAV Apologia prò Dioiiysio,f-.n~a- nisio suo i.° vescovo il f) dello slesso mese.
ro, Trophiino et aliis Galline aposlolis^ Succedettero a s. Dionisio nella sede
1 642. G. Samblancat nel Palladium Gal- vescovile di Parigi, Mallo, Massus, Mar-
9,o6 r A II P A R
ro, Ad vento 33 'j; Viltoiino
ilal 3 i 5 al Io che morì nel 654 ^^ ebbe a successo-
1

laorlo nel 347, P"o'o t^''' 3Go, Pruden- re Gio. Francesco Paolo de Gondy cardi-
te o Prudenzio del 4 o, s. Marcello mor- 1 nale, detto de Retz. Nel 679 Pietro VI 1

to circa il 436. Tra'successori nominerò àc lìlarra (f^.), nel 16G2 Ardouino de


s. Germano morto nel 576, s. Cerauno Péréfixede Beaumont, che Clemente IX
morto nel 6 5, s. Landerico morto verso
1 costrinse a rimettere i tolti giorni festi-
il 657, s. Agiibcrto morto nel G80, Gallo vi ; 1671 Francesco de Harlay de
nel
Gf/rt/o/ic cardinale morto nel i4oneI i i Champvallon, nel 1693 Luigi Antonio
1 I 16, Pietro I Lombardo nel I 160 detto i7 de 7^0(7 ///e^ cardinale, nel 1729 Carlo
maestro delle semenze, Pietro II de la Fo- de Venlimi'.le de Lue traslato da Aix,
resi cardinale nel 36 Almerico de Mai- 1
1
, nel 1746 Giacomo Donne Gigault de
gnac(anlicardi naie dell'antipapa Clemen- Bellefonds morto a'20 luglio, onde a'
19
te VII, onde ne parlai nel voi. Ili, p. 2 3) i settembre vi da Vienna Cri-
fu traslato
morto uel 384, Giovanni VI deHellay o
1 stoforo de Beaumont du Bepaire di Sar-
Bcllai cardinale morto nel i56o, Pietro lat. Nel 1781 Antonio le Clerc de Jui-

V de Go/zr/}' cardinale moito nel i6i6, gné de Neuchelle traslato da Chalons,

Enrico de Gondy cardinale morto nel sur Marne: ricusò virtuosamente il giu-
1622 a'2 agosto. Vedasi Chenu, Arch. ramento alla costituzione civile del cleio
ci episc. Gallrae, p. 197, per la serie d£Ì mandò la sua ri-
e ritirossi in Svizzera;
vescovi, Gregorio XV ad istanza di Lui- nunzia uel i8oi pel concordato, ricusò
gi XllI e per le preclare e insigni prero- la sede di Lione e morì a Parigi a' 20
gative di Parigi capitale della Francia e marzo 181 r. Nel concordato Pio VII di-

residenza reale, colla bolla Universi or- chiarò suffrnganee di Parigi le sedi di
bis ecclesiis, de' 20 ottobre 1622, Bull. Versailles, Meaux, Amiens, Arras, Cam-
Rom. t. 5, par. 5, p. 67, la sottrasse dal bray, Soissons, Orleans e Troyes(di poi
gius metropolitico di Sens, di cui era suf- ristabilì le 5 sunnominate, che sono le at-

fraganea, e l'elevò al grado di metropo- tuali ), indi nel 1802 nominò arcivesco-
litana, ed il vescovo in arcivescovo. Le vo Gio. Battista de Belloy, già vescovo
assegnò persufìfraganei i vescovati di Or- di Marsiglia^ ove riportai le di lui no-
leans,Meaux e Chartres, a'quali poi ag- tizie meglio che alla biografia, la qua-

giunse Innocenzo XII quello di Blois e le l'hanno tutti i cardinali, fra' quali il

lodivennero poscia quelli di Versailles, Papa annoverò nel i8o3, indi sena-
lo
Cambray ed Arras, ma queste due ulti- tore e morto nel 1808. La sede restò va-
me furono tolte nel ripristinamento del- cante sino al 18 17, poiché sebbene Na-
Cambiay al grado me-
l'arcivescovato di poleone nominassesuccessori prima Io zio

operatoda GiegorioXVIil
tropolitico, i cardinal Fcsch che ricusò, poi nel 18 io
ottobre i84> colla bolla Mislicam Petti il cardinal 3Jaury (del quale nel 1828
Navicidam, laonde avendogli sottoposto si pubblicò in Pariglia Vie avec despic-

Arras come lo era prima, ora sono soltan- ces juslifìcatifs^, che accettò ad onta del-
to i primi cinque nominati vescovati i suf- le inibizioni di Pio VII, e perciò non ri-
fìaganei dell'arcivescovo di Parigi. Tut- cevette l'istituzione canonica. Ritornato
to il VII tomo della Gallia Christiana, Luigi XV III sul trono degli antenati, ot-
impressa a Parigi nel 744? ^ impiegato i tenne dal Papa che fossero riorganizza-
in descrivere questa chiesa illustre, che te le sedi di Francia e nel 8 7 traslatò
1 i

avea di rei\dite 780,000 lire. Il i.°arci- da Reims a Parigi il cardinal Alessandro


vescovo di Parigi fu il coadiutore del pre- Angelico Talleyrand Per/g'or^. Lo stesso
redente Gio. Francesco de Gondy, nomi- Pio VII nel 18 19 gli die in coadiutore
nato a' 1 8 novembre 1 622, illustre prela- con futura successione Giacinto Lodovi-
PAR PA R 207
co «le Qnelcii di Brelai^na, liasfercndolo nuovo arcivescovo è tassato in fiorini
dal titolo vescovile di Sarnosala all'iwci- 5oo.
vescovile di Tiaianopoli , che nel i 82 i Concila di Parigi.
divenne effellivo arci vescovo di sua pa-
ti ia, indi pari di Francia. Per sua morte Il 1
.° dicesi nel 36o, in cui ad istan-
Gregorio XVI nel 1840 Iraslatò a que- za di s. Ilario fu rigettata la formola e-
sta metropoli, da Pompeiopoli in parli- retica del concilio di Rimini. Reg. t. 3;
bus e dalla coadiutoria di Strasburgo, Labbé t. 2; Arduino t. i : questi, la Gal-
Dionisio Augusto Affre di Latour diocesi Ha dir., il Mansi ed altri autori trattano
di Rhodez, che fu vittima del suo amo- de^ seguenti concilii. Il 2.° nel 3G2 con-
re pel gregge al modo suindicato, per cui tro Saturnino vescovo d'Arles. 11 3.° nel

Pio IX [F.) gli celebrò solenni esequie 55 o 552, tenuto da 27 vescovi, 6 dei
1

e lodò altamente con allocuzione, nel con- quali erano metropolitani, quali depo- i

cistoro degli II settembre 1848, nel so- sero Sadaraco vescovo di Parigi per gra-
stituii gli l'odierno arcivescovo nig/lMa- ve delitto, e gli sostituirono Eusebio. Il

ria Domenico Augusto Sibour di s. Pao- 4.° nel 557 con l'intervento di i5 ve-
lo diocesi di Valenza ( fallo vescovo di scovi nella maggior parte santi, e parti-
Digne nel 1889 da Gregorio XVI ), ad colarmente si proibì r usurpazione dei
istanza del general Cavaignac capo del beni di chiesa , e si provvide ai gradi
potere esecutivo. In Parigi sonovi 38 di parentela ne' matrimoni e all'elezio-
parrocchie coi battisteri, cioè 18 di i." ne de' vescovi. Il 5." nel 5^3 per termi-
e 2.' classe, e 20 succursali ;
quelle del- nar le questioni tra Chilperico e Sige-
l'ampia arcidiocesi ascendono 376. Hav- berto fratelli delie Gontrano. 11 6.° nel
vi il seminario diocesano , ed il piccolo 577 nella chiesa di s. Pietro, contro Pre-
seminario di s. IS'icola, la facollà teolo- testalo vescovo di Rouen, depo'^to come
gica, la congregazione della Missione, il reo d'aver favorito la ribellione di Me-
seminario de Picpiis, quello delle lìJis- roveo figlio di Chilperico. Il 7.° nel Gi4
sioni straniere, quello di s. Spirito delle o G 5 composto di tutte
I le piovincie del-
flussioni straniere delle colonie, al quale le Gallie, e come il più numeroso di quel-
articolo parlai di esse; la congreguzione li precedenti tenuti dalle medesime, fu
dis. Sulpizio, quella de'fratelli delle Scuo- chiamato generale dal concilio diPieiins
le cristiane, ed aìtie religiose e pie d'am- del G25: venne repressa l'autorità regia
bo i sessi, come delle sorelle della carità, suir elezione de' vescovi, e fatti regola-
dame del sacro cuore, ec. Inoltre in Pari- menti per la disciplina ecclesiastica e le
gi e neir arcidiocesi sonovi idomenica- donazioni pie. L'S." nel 638. 11 9.° ncl-
ni, de'quali è provinciale il ch.p.Lacor- 1*825, in cui i vescovi approvarono che
daire; i gesuiti, di cui è superiore il ce- Adriano II avesse condannato quelli che
lebre p. Ravigiian; la congregazione de' facevano in pezzi le sacre immagini, non
preti della misericordia; il seminario de- però che si adorassero supersliziosamcn-
gl'irlandesi; le agostiniane e le benedet- te, biasimando altresì il Niceno II e quel
tine di diversi istituti, le carmelitane, le concilio tenuto dagl'iconoclasti nel 754.
domenicane, le fedeli compagne di Gesù, Il Rinaldi che lo descrive, lo chiama con-
le francescane, le dame picpus, ed altre venticola e deplora chi ne pubblicò gli

dame e suore sotto diverse denomina- atti, (legni di perpetue tenebre, se non
zioni ; l'infermeria di Maria Teresa, ec. che dalle lettere di Lodovico I rilevasi
Dei collegi che aveano in Parigi gì' in- quanto già era grande la riverenza de-
glesi, gl'irlandesi e gli scozzesi, se ne trat- gl'imperatori verso Papi e l'universale i

ta a Inghii,terba,Iiila^da e Scozia. Ogni somma podestà di questi. 11 io.° nel-


2o8 P A R PAR
r8?,8. L'i i." noir8?,r)5 nclln cliifsa di s. ReIms. 11 20." nel i 170 contro ima pro-
Stefano vecchio, non più esistente, con posizione di Pietro Lombardo dotto ve-
l'intervento di 4 metropolitani: le costi- scovo di Parigi. II 27.° nel i 1 85 o i 1 8G
tuzioni riguardano i vescovi e la discipli- per la crociata ordinata da Fdippo II.
na, i doveri del re, l'abuso delle regalie Il 28.° nel I 188 per stabiHr le decime

e quello de' vescovi nelle cose temporali. Saladine, pei soccorsi di Palestina, d'or-
]| i2.° neir832 relativamente ai mona- dine di Filippo II. Il 29." nel I iqtjjSul
ci di s. Dionigio. Il iS." teruito nell'S/^r» m;itrimonio(li Filippo II con Ingelburga
per terminar quello di Meanx. Il i4*' di Danimarca (argomento trattalo con
neir 847 sull'esenzione dell'abbazia di qualche diffusione a Innocenzo HI). Il
Corljia, e si confermò Iiiomaio in arcive- 3o.° nel 1201 presieduto dal legato Ot-
scovo di Reims. 11 i
'")."
neir84fì per rim- taviano: convinto d'eresia il valdese E-
proverare Nomenoeerr, preteso re di Bre- vraldo, fu bruciato in Nevers ov'era sta-
tagna, per quanto avea fatto nel conci- to crudele governatore. Il 3 1
."
nel 1 209
lio di Piedon.i6.°neir853 o più tar-
Il o 1 2 I o contro gli errori di A mauri mor-
di, d'ordine del vescovo Enea, che per to in carcere e suoi discepoli, che si con-
ottenere la sua ordinazione, sottoscrisse dannaiono al fuoco; a questo si condan-
gli articoli contro i pelagiani, di s. Pru- narono ptue libri i della metafisica di
denzio di Tours. Il 17.° nel 1006 per Aristotile. Il 32." nel 12 r 2 presieduto
confermare la donazione fatta dal vesco- dal cardinal legato Curson, e si fecero
vo Rainaldo a' canonici della cattedrale, molti canoni di riforme, pel clero seco-
approvata anche da Giovanni XVII det- I lare e regolare, le religiose, le abbadesse,
to XIX. Il 18.° nel 1024, nel quale fu gli abliati,gli arcivescovi e vescovi, rin-
dato il titolo d'apostolo di Limogesa s. novandosi la proibizione della riprove-
Marziale. Il ìq.° nel 10 '^o alla presen- vole festa de pazzi (procurò sopprimer-
za del re Enrico I, contro l'eresia di Be- la anco il cardinal Pietro di Capita , /'.),

rengario sopra l'Eucaristia, e si condan- che facevasi in cattedrale il i.° gennaio.


nò il libro di Giovanni Scoto sullo stes- Il 33.° nel I2i5, ove il detto cardinale
so argomento. II 20.° nel 1072 per deci- fece regolamenti per le scuole di Pari-
dere le controversie de'monaci di s. Al- gi. II 1223 contro gli albigesi,
34.° nel
bino d'Angerse quelli di Vendòme, per tenuto dal cardinal Corrado legato. II
la chiesa di s. Chardone. Hai."
Maria di 35." nel 1224 sullo stesso aigomento. 11
verso il 1074 contro il concubinato dei 36." nel i225 contro gli albigesi e per
preti. Il 22." nel 1092 sull'abbazia di s. gli affari d'Inghilterra, II 37.° e 38.° nel
Cornelio di Compiègne. Il 23.°nel 1 io4 1225 nazionale, tenuto da Luigi VIII,
sull'assoluzione del re Filippo I e di Ber- e dal legato Romano, quale in nome il

trada mediante giuramento. II 24-° nel del Papa scomunicò Raimondo conte di
I I2f) nell'abbazia di s. Germano ai Pra- Tolosa e complici, fautore degli albigesi,
ti, in presenza di Luigi VI, per la rifor- disponendosi di sue terre. Il 3q.° nel
ma di molti monasteri e di quello d^Ar- I22C) : Raimondo conte di Tolosa si pa-
genleuil, cui alle monache si sostituiro- cificò mediante trattato colla Chiesa e
no i monaci di s. Dionigio. Il 25." dopo col re. Il 4o-*' lel 1248 sulla disciplina
Pasqua nel 1147, contro gli errori di ecclesiastica. Il 4'-° nel i256 sull'assas-
Gilberto de la Porrce vescovodi Poitiers, sinio del cantore della chiesa di Char-
presieduto da Papa Eugenio III, assisti- tres: maestro de' domenicani si lagnò
il

to da molti cardinali e da s. Bernardo, degli errori che alcuni insegnavano a


oltre moltissimi dotti, e fu rimessa la de- pregiudizio del suo ordine ,
onde Saint
cisione al concilio che destinò celebrare a Amour sempre più si scagliò contro di
PAR PAR 209
loro e i minori , con libro dannalo da di Francia; questa sottrazione durò sino
Alessandro IV. Il 42.° nel 1260, d'or»ii- a'3o maggio 1 4^3, nel quale il re gli re-
ne di s. Luigi IX, per implorar l'aiuto stituì l'ubbidienza. Il 58." nel i4o4 P^i'
del cielo contro le conquiste de' tartari, la conservazione de'privilegi durante lo
onde si ordinarono processioni e morti- scisma, supplendo i vescovi. Il 5()." nel
ficazioni. Il 43.° nel 1261 per confer- i4o 6 nazionale, composto diluito il cle-
mare il decretalo nel precedente. Il 44-° ro di Francia, per terminare lo scisma,
nel 264, piesieduto dal cardinal liriè
I e stabilire la convocazione del concilio
poi Martino IV, e da s. Luigi IX, con- generale, come di sottrarsi nuovamente
tro gli spergiuri e bestemmiatori, e per la dall'antipapa Benedetto XI II, ciò che se-
decima in aiuto di Cario I d' Anglò per guì a'7 agosto e dellnilivamente a' o di- i

couciuistare il regno di Sicilia. Il 4 >-° nel cembre, quindi dichiaralo scismatico, e-


1281 di querele contro i religiosi men- retico e perturbatore della Chiesa. Il 60."
dicanli, che predicavano e confosavano nel i4o8 nazionale, per delibeiare il go-
nella diocesi senza autorizzazione del- veino della Chiesa e la provvisione de'be-
l'ordinario. Il 46." nel 1290 sulla disci- nefizi dinante lo scisma. Il 61. "nel i4'?-9»
plina ecclesiastica. Il 47-° "*^' ìoa)6. Il in cui l'arcivescovo di Sens pubblicò re-
48." nel i3o2 o assemblea, sulle dille- golamenti sulla riforma de' costumi, la
renze insorte per Vininiunilà e altro, tra disciplina e altre materie ecclesiastiche.
Bonifacio /-''///e Filippo IV re di Fran- Il G2." nel I 52 per nuovi statuti sulla
I

cia. Al Louvre vi si tennero sullo slesso disciplina. 11 63." nel i528, nella chiesa
argomento due assemblee nel i 3o3 a' 1 2 degli agostiniani grandi, presieduto dal
marzo e i3 giugno. Il 49° "^l i3io, cardinal Prato arcivescovo di Sens, con-
presieduto dall'arcivescovo di Sens, per tro gli errori di Lutero, e vi fecero decre-
pr'eiider notizie sulla vita e opinioni dei ti per la fede cattolica e la disciplina. Il

templari, quindi giudicati secondo qua- la 64-° nel 16 12, presieduto dal cardinal
lità delle colpe. Il 5o.° nel i 3 4 provin-
1 Perron arcivescovo di Sens, e vi fu dan-
ciale, sulla disciplina e giurisdizione ec- nato il trattalo della podestà ecclesia-
clesiastica ,
presieduto dall'arcivescovo stica Edmondo Richer. Il G5.° nel
f\\

di Sens; si scomunicarono i detentori de- 1G40, tenuto dal cardinal Gondy i.° ar-
gli ecclesiastici e si vietarono le citazioni civescovo di Parigi , contro il libro di
generali. 11 5i.° nel i323 o i324 sulla Carlo Hersent, Optali Galli, De cavendo
disciplina anche regolare, secondo lo sta- schisniate.
tuto del concilio di Sens. Il 52. "nel 1 3 {43 I vescovi costituzionali coi giurati del-
presieduto dall'arcivescovo di Sens, sul- la cattedrale di Parigi nel 1797 vi ten-
l'immunità degli ecclesiastici e loro abi- nero un adunanza che chiamarono con-
ti, sugli scomunicati e legali pii. Il "tZ." cilio nazionale. Le sessioni furono sulla
nel 1379 in favore d'Uibano VI. Il 54." validità de' brevi di Pio VI, che li di-
nel I39 per l'estinzione dello scisma di
I chiarava scismatici ; sulla legittimità dei
occidente. Il 55° nel 1 394- '' -**^-° "cl nuovi vescovi e de'parrochi delia nuova
I 3r) j nazionale, per far cessai e lo scisma circoscrizione delle diocesi, comechè vi-

dell'antipapa Deuedetto XIH, in cui si vessero gli antichi vescovi e parrochi.


decise procurare la sua rinunzia e quel- Adottarono alcuni regolamenti per man-
la di Papa Bonifacio IX, cui si manda- tenere il cullo della chiesa cattolica.
rono ambasciatori duchi di Berry e di i A' 19 giugno i8oi Bonaparte permi-
Borgogna. Il ^7 .° del 3f)8 nazionale, i se che in Parigi si celebrasse un 2." con-
de'22 maggio, che privò l'antipapa d'o- cilio dai vescovi costituzionali, i quali Io
gni sua giurisdizione e dell' ubbidienza appellai-sno, come il i.", concilio nozio-
voi. LI. 14
aio PA l\ P A 11

naie. Il vescovo costituzionale di Blois o padri, cioè G caidiiiali, <) arcivescovi, 3


Loir-et Cher, famoso Enrico Gregoiie,
il arcivescovi nominati, 77 vescovi, q ve-
costante sostenitore e propagatore della scovi nominati; jg de'cpiali [)relati era-
chiesa costituzionale creala nel 1791, pro- no francesi, 43 italiani, 2 tedeschi, imo
nunziò un lungo discorso, in cui difese la svizzero, ec. Uniti nelT arcivescovato, col-
filosofia ;
parlò con tenerezza della caduci- legialmente si trasferirono al luogo del-
tà de'troniedel coraggio de'fondatori del- la seduta nella metropolitana , sotto la
Ja libertà; dichiarò la sua antipatia ver- presidenza del primate cardinal Festli
so iPapi encotniò gli uomini gianseni-
, arcivescovo di Lione, e fu di quelli che
sti che allora dividevano con lui suoi i tenne per la supremazia del Papa, men-
sentimenti, come Honteim e Tamburi- tre altri si mostrarono caldi per le li-
ni; ardente repubblicano, volle provare bertà (Iella chiesa e clero gallicano. Egli
coi canoni il favorito suo donima della incominciò con pronunziare ad alla vo-
sovranità del popolo. Nelle sessioni del ce il giuraineiilo prescritto da Pio IV :

2 e del 3 giugno lesse un rapporto sulla li- Giuro e protnetto una vera ubbidienza
turgia, ma scandalizzò gli stessi suoi con- al Pontefice romano, ec. Dal principio
fratelli, che combatterono le sue innova- si conobbe che tutti i chiamati non era-
zioni. Il sedicente concilio, benché si fosse no disposti a secondar le mire del gover-
proposto trattare de' modi per riconci- no, e 4 vescovi francesi dichiararono nel-
liarsi colla s. Sede, e ritornare al centro di l'opprovar la radunanza : Salva obedien-
unità, occupandosi d'inutilità, il i3 ago- da Pontifici debita, perciò puniti da Na-
sto i padri ebbero l'avviso che era sta- poleone. Si formarono due partiti, quel-
ta stipulatauna convenzione, divenuta lo della corte e quello della religione; ad
poi concordato, tra Pio VII e Bonapar- onore del clero di Francia e d'Italia, la
tei." console, e ricevettero l'oidine di se- causa della religione trionfò. Napoleone
pararsi, sciogliendo l'adunanza, che ten- indispettito sciolse il concilio a' io luglio,
ne l'ultima seduta a' 16 agosto : così di- indi feccgli riprendere le sedule, quan-
leguossi al primo sollio avverso, il clero do già erano da Parigi que' ve-
partiti
costituzionale di Francia. scovi eh' eransi giustamente opposti al-
Nel 181 I agli li giugno Napoleone le progettale ecclesiastiche innovazioni.
convocò a Parigi altia assemblea, delta L'arcivescovo di Ravenna Codronclii di-
impropriamente coucilionazionale, prin- poi lesse il messaggio dell' imperatore al
cipalmente a provvedere all' istituzione concilio, che riporta il citato storico a p.
canonica de'vescovi nominati alle vacan- 87 e seg., il quale lo qualificò diatriba,
ti chiese, che Pio VII giustamente ricu- serie di false recriminazioni , ed infami
sava, come negò il formale consenso per calunniose accuse contro il Papa. I su-
la nazionale riunione e deliberazione. A. 80 vescovi, a'5 agosto adottaro-
perstiti
tale effetto vi riunì i vescovi dell'impe- no un nuovo sistema per rimediare alla
ro francese e del regno italico, esclusi i vacanza delle sedi e per la canonica isti-

detenuti e gli esiliati per non aver giu- tuzione negata dal Papa una loro de- :

rato, e ciò illegalmente, perchè non al so- putazione lo sottopose in Savona alla
vrano, ma
primate spetta convocare
al sanzione di Pio VII, il quale per evita-
il concilio nazionale, e questi avrebbe po- re il minacciante scisma, con alcune clau-
tuto chiamale vescovi francesi, non gli i sole e con breve 1' approvò provvisoria-
italiani. II governo fece stampare il ceri- mente. Ciò però fu forse il primo passo

moniale, il cui sunto riporta Pistoiesi, retrogrado di Pio VII, ma le concessio-


f-'ila di Pio FU, t. 3, p. 7 I. L'apertu- ni si accordarono da lui dopo reiterate
ra ebbe luogo a' 17 giugno, con 104 istanze^ come notai nel voi. XXVII, p.
1' A 11 PAR 2 I r

I27 e aSj per cui siiMlo proicsiù Tut-


1 l'arcivescovo di Sens ed il vescovo di
tavia non piacque a Napoleone, die so- 'J'roycs , oltre due prelati irlandesi. \

lo voleva un plenario breve di appro- membri del capitolo della metropolitana,


vazione e licusò quello fallo. Inolile si i vicari generali, i delegali dei capitoli
disgustò coirasst'nihlea, che in vece di della provincia, i teologi del concilio si

Ilario d'in)l)ai;i7zi, lendeva a piecipilar- nssiseio sugli scanni della chiesa. I padri
lo in risoluzioni contrarie alle sue mire, del concilio eteologi abitarono nel gran
i

})er cui a mezzo di Digot ministro dei seminario con vita comiuie.
culti, i vescovi furnno invitali a ritorna- PARIO PARADISO. Sede vescovi-
re nelle loro diocesi. Tulli gli atti del le dell'Ellesponto, sotto la metropoli di
concilio allora restarono segreti, e avvi- Cizico, eretta nel V secolo e nel IX di-
luppali nella folta nebbia del mistero. Ta- venuta aicivescovile fu pm- detta Pe- :

le fu la Une di questo memorabile avve- ga o Pegara. Ripoita 3 vescovi V Oriens


nimento, né j)iìi parlossi di concilio, né chr. t. I, p. 788 : nel t. 3, p. 947, rile-
di pretensioni d'istituzioni. Vedasi Pio vasi,che nel secolo XIII ebbe ancora il
VII , e le belle HJemorie di Picot. vescovo latino. Pario, Pariciì, ora è uu
IVel settembre iH5o l'odierno arcive- lilolo vescovile in parlilxis, dipendente
scovo Sibour celebrò un concilio provin- daCizico,che conferisce il Papa, e PioIX
ciale. La i.'^ adunanza generale fu te- nel 1847 vi nominò mg. S\lessandroSn)illi
nula 7 per verificare
a' I poteri, rego- i che fece coadiutore del vicario apostolico
lare l'ordine del concilio e nominare i del ilislrello occidentale di Scozia.
teologi,inaugurandolo l'aicivescovo con PARK). Sede vescovile dell' Africa
allocuzione ( li porla la nell' Osservatore pioconsolare. Aiduino, t. 3, p.
749-
dì Roma i8jo,p. 711, in un a quella pro- PARISANI AscAXio, Cardinale. Di
nunziala per la chiusura alla presenza antica e chiara famiglia di Tolentino, di
del nimzio apostolico di Parigi mg.'^ Raf- tal maturità di costumi ,
prudenza e
Fornari eia cardinale, cioè a p.
l'.iele grandezza d'animo, che sembrò nato fat-
^i^), nella quale ne indicò il fine e i to a grandi e sid)limi imprese. Dopo es-
principali lavori cui dovca occuparsi ,
sere stato canonico di Cesena, scrittore
come sulla restaurazione della Chiesa nei de'brevi, scgielario del cardinal del Mon-
costumi e nella diseij)lina, onde rendere te, nel i '1128 Clemente VII lo fece vesco-
alla religione tutta la sua foi-za e nel vo di Cajazzo, nel Sac) lo trasferì a Ri- i

tempo slesso lavorare alla restaurazione mini colla carica di datarlo, ch'esercitò
della società caduta in deplorabili verti- con singolare integrità, per cui nella col-
gini ; parlando eziandio del ristabilimen- lazione de' benefizi non guardò che il
to de' w'/?o<y/^ conseguenza de'concilii pro- merito, e fu neniico dcgl' impegni e dei
vinciali. Si proposero in seguito 3 de- regali. Fatto maggiordomo, lo fu pure
creti, sull'apertura del concilio, il modo di Paolo III, che nel i534 gli conferì la
di vivervi, e la professione di fede, che si carica di tesoriere, commettendogli il
piomuignrono nella i .^ sessione cli'ebbe possesso di Camerino e suo ducato per
luogo a'20 settembre con molta solenni- la s. Sede a' 2 dicembre
: ^3^ Io creò i

tà nella cappella del seminario di s. Sul- cai'dinale prete di s. Pudenziana, nel


pizio. L'aictvescovo celebrò la messa e I TfO amministratore di Muro, nel 5^7. i

presiedè all'adunanza. Nel presbiterio in legato dell'Umbria e di Perugia, indi di


cappa erano i padri del concilio, i vesco- INIaritlima e Campagna, coll'ispezione su
vi di Meaux, di Versailles, di Blois, quel- Pontecorvo e castelli adiacenti spettanti
lo nominato d'Orleans e tm delegato del ad Ascanio Colonna; non è vero che lo
\cscovo di Cliarlie», assistendovi anelie fu a Carlo V, come leggesi nel suo se-
2 12 PAR PAR
polciù in s. IMorcelIo, nella cappella tlel- Lodi, e in Piacenza si vende col nomedi
Ja Pietà o ilella IMadcloleiia da Ini eret- Lndesan. Si vuole aver preso cpiello che
ta. Essendo protettore de'serviti, conlri- porta dagli antichi parmigiani e piacen-
lìnì alla riedificazione di detta chiesa, tini proprietari d' una parte del territo-
<Mii per mancanza d'eredi lasciò il palaz- rio di Lodi. Si osserva poi che il parmi-
7o di Roma, ove mor'i nel i5f\q. giano in Roma pel clima si fermenta e
PARISiO PiRTHo Paolo, Cardinole. perfeziona, laonde tornalo nel luogo ove
Di Cosenza, dolloie insigne dell' una e si (a, trovasi più buono e più eccellente.
l'altra legge nelle università di Padova Ilavvi un' abbondantissima miniera di
e Bologna. Paolo MI lo fece uditore del- ferro in piena attività, la copiosa salina
lacamera, nel i538 amministratore di di Salzo, alabastro, marmo, petrolio, mi-
Wusco, e pare anclie d' Anglona, ed a'.^ niera d'amianto, pietra litogi-afica ; oltre
tlicembre i 53q Io creò cardinale prete le accpie minerali di Tabbiano, sono ce-
di s. Balbina, legalo a Carlo V, indi pas- lebrale e utili quelle di Lesignano so-
sòa presiederei! concilio di Trento. Com- pra Parma. Vi sono parecchie fabbri-
piute egregiamente tali missioni, fu pro- che, ed in Parma si fondono caratteri da
datario, e morì in Roma nel 1 545, d'an- slampa nella famosa tipografia Bodonia-
ni 72. Sepolto in s. IMaria degli Angeli, na, da cui uscirono splendide edizioni, il

il nipote Flaminio vescovo di Rilonlo cui catalogo nel i8i6 pubblicò in Par-
gli eresse nobile monumerito,con buslo ma De Lama, nella Vita di Giarnhatli-
tli marmo e distinto elogio. sta Bodoni di Saluzzo. L'agricoltura sta
PAR.1S10 Stefano, Cardinale. V. in cima dell' industria. Dividevasi ulti-
Poissv. mamente in 4tlistretti: Paima, Piacen-
PARMA(P(ì!rmc/?). Cillà con residen- za Borgo s. Donnino e Guastalla (la qua-
,

za vescovile, capitale dello stato del suo le non fa più parte di questi stali), tutti

nome o ducati di Panna, Piacenza e vescovati; quindi vennero i ducali divi-


Provincie annesse, nell'Italia sellentrio- si in due governi , cioè di Parma e di
iiale, sulla destra del fiume Po: essi com- Piacenza, ed in 3 commissariali. Borgo-
prendono l'antico stato Pallavicino, di taro, Borgo s. Donnino e Guastalla, sud-
cui era capo Busseto e il principato Lau- divisi in podesterie dipendenti in parte
di primeggiato da Borgotaro. Questi du- dai due governatori, ed in parte dai tre
cali confinano colla Lombardia e col , commissari. La popolazione de' tre du-
Piemonte, Genovesato, Mantovano, Reg- cati ascendeva a circa 5oo,ooo abitan-
giano, Modenese e Toscana. Oltre il Po ti; quella di Parma e piccolo territorio
navigabile, molti torrenti traversano i annesso ne ha circa 4o,ooo. Essi appar-
ducati, essendone i principali il Taro, la tengono alla parte lombarda e parlano
Trebbia, la Parma, l'Enza e la iS^ne. Il un dialetto molto dilferente dal piemon-
clima salubie e temperato, riesce aspro tese conterminante, assomigliando quan-
negli A pennini, però verdeggianti suio to alla sintassi a quello di Modena e del-
nella sommità, con pascoli numerosi: il le legazioni poulillcie, e però differendo
suolo nelle pian uree fertilissimo, e prima- anche da città a città rispetto alla pro-
ria ricchezza del paese sono i bestiami; nimzia : quello de'parmigiani è fra'lom-
quivi s'ingrassano i migliori porci d' 1- bardi il dialetto che ha meno suoni vi-
talia, e moltissimo coltivansi i bachi da brati. Finché visse Maria Luigia duches-
seta; si fa molto forroagg'o conosciuto sa, ex imperatrice de' francesi, assoluto
e celebralissimo sotto il nome di panni- n'erail potere, essendo assistita nella sua

giano o panncgiano. Veramente il for- amministrazione da un consiglio di sla-


maggio così dello si fa nel lerrilorio di to, e dai ministri delle finanze, della guer-
3

PAR PA R 11

la, ikirinterno e giustizia, e tlell'eslero. intarla del dominio k-niporalc della se-
A l'iaccnza eia mi tril)iiiiale d'appello, de apostolica nel ducalo di Parma e
iiltio siipiecno di revisione a l'arma, e Piacenza, libri tre giuslifìcali con gli au-
di I
.' istanza nelle due città, ec. La re- tori originali, col diritto delle genti e con
ligione cattolica è la dominante, ma vi gli alti pubblici j Roma 1720. Ragioni

sono tollerate avendo 8 sinago-


le altre, della sede apostolica sopra il ducato di
giie gli ebrei. Avendo il duca Carlo li, Parma e Piacenza, esposte a'soi'rani e
successore di Maria Luigia, ceduto nel principi cattolici d' Europa in 4 tomi.
jHjH al duca di Modena il ducalo di In difesa dell'alto dominio e ragioni del-
Guastalla, per quanto dirò in appresso, la s. Sede su Parma e Piacenza V avv.
ricevette in compenso la città vescovile Nicheli pubblicò colle slampe: Disserta-
di Ponlremoli (Z^), Bagnone, Filaltie- zione islorico politica e legale sopra la
ja. Grappoli e Lusuolo, già lei rilorii del- natura egualità delle città di Piacenza
la Toscana. Il duca regnante Carlo III e Parma. Lorenzo IMolossi, Vocabolario
a' 4 novembre i8.j<) divise i suoi stali in topografico dei ducati di Parma, Pia-
5 Provincie, formale dagli attuali terri- cenza e Guastalla, Parma dalla tipo-
tori! amministrati\i Parma con
, cioè: grafia ducale, 832- 34- 1

la città per capoluogo; Borgo s. Don- Parma capitale del ducalo e di lutto Io
nino con la città per capoluogo; Val- nome, è residenza del sovrano
sta lo del suo
dilarocon Boigolaro per capoluogo; Lu- e sotto governo del medesimo, che si
il

iiigiana parmense cou Ponlremoli per componeva finché visse la suddetta du-
capoluogo. Inoltre ordinò, clie i magistra- chessa del consiglio di stalo, delle due pre-
ti amminislralivi capi delle Provincie di sidenze delle finanze e dell'interno, del
Parma e Piacenza continuerebbero a chia- tribunale supremo di revisione, del tri-

marsi governatori ammini-


; i magistrati bunale civile e criminale, della camera di
slralivi, capi delle oltre soprannomi- i^) commercio, del protomedicalo,della rap-
nate provincie assumerebbero il titolo di presentanza della ferma mista, delle di-

prefotlo. A'2 febbraio i85i il medesimo rezioni della polizia generale, delle con-
sovrano decretò, che il principe eredi- tribuzioni dirette, delle fabbriche, acque
tario Roberto di Borbone gran prefetto e strade, de'benidel patrimonio dello sta-
ileir ordine Costantiniano, assumesse il to, del controllo e dell'ipoteche, delle do-
titolo di principe di Piacenza, e Tallro gane e del lotto, d' una casa di forza e
figlio Enrico il titolo di comedi Bardi. di correzione, e di altri uffizi sì civili che
Fece questa contrada anlicaraente par- militari. E capoluogo di governatorato,
te della Gallia Cispadana e della Ligu- di comune e di due preture. Parma ri-
ria, venendo comprese Parma e Piacen- posa sotto cielo ridente, in un'amena e
za utW Esarcalo e nella provincia d' E- fertile pianura , in aria ottima, a 44
iiiilia, la quale Pipino e Carlo Magno re- 48 7
'
di latitudine, 27°
5 di lon- 5() 7
stituirono e donarono con l' Esarcalo gitudine: è distante 3c) miglia da Pia-
alla sede apostolica, che ne rimase lun- cenza ed 80 da Milano. Questa città è
gamente in possesso, e tuttora formal- di forma rotonda, cinta di mura con ba-
mente il Papa protesta del censo non più stioni, ed ha 5 porte, cioè s. Michele, s.
pagato e sul supremo dominio del du- Barnaba, s. Croce, s. Francesco, s. Maria
calo di Parma e Piacenza , nella vigilia o Porta nuova. Il torrente Parma la di-
de'ss. Pietro e Paolo, con quella formo- vide in due parti ineguali, le quali ven-
la riportata nel voi. IX, p. yS. De'suoi gono congiunte dai ponti Caprazucca,
diversi feudatari e principali vicende di Mezzo e Verde: la via Emilia taglia
parlerò in appresso. Abbiamo , Della in mezzo la città, dall'est all'ovest. So-
1 1
4 vwk I» A Pt

novi 4 piazze piincipali, la grnndc, e scovo presso alla cattedrale, ed altri :

quelle di corte, del duomo e delia ghia- quello magnifico del comune, incomin-
ia ove si fa mercato di besliniiit;. Vi ciato nel iG'27 con disegni di Magnani,
^col•l•ono sotterra due canali, che danno l\\ teiuiinato nel 1673; di sotto il suo
movimento ai molini : altro canale ba- giantlioso porticato si tiene il mercato
gna il giardino ducale ; vaiii acquedotti di granaglie.
recano acque eccellenti per le lontane. La cattedrale duomo è una felice

Osservabile è quella nella bella via s. Mi- combinazione dell'architettura gotica an-
chele, rimodernata nel 1829 con mar- tica e gotica moderna. Si edificò sul vol-

mi, dal celebre cav. Paolo Toschi ; la de- gere del secolo XI, allora fuori delle mu-
corano le An-
statue colossali d'Ercole e ra urbane, in lungo di quella sotto l'in-
teo di rame. Le strade sono bene scom- vocazione di s. Ercolano patrono, gua-
partite e per lo più spaziose; le princi- sta nel terribile incendio del io58. E
pali sono quelle di s. Michele, di Cro-s. dedicata a Maria Vergine Assunta, e raf-
ce, de' Genovesi, di s. Lucia, di Bar-s. figurauna croce latina, che le cappelle
naba, tli s. Francesco; di notte sono as- e camere aggiunte tre secoli dopo dif-
sai bene illtuninafe da fanali a gaz. E" formarono. La ficciata esterna è deco-
ben provveduta di passeggi interni, pian- rata da tre ordini di logge praticabili a
tali da doppi filari d'alberi, magnifico piccoli archi semicircolari sorretti da co-
e gradito riuscendo qnellodello Strado- lonnette di marmo. Ha tre porte d' in-
ne che conduce al Castello ducale. Que- gresso eia maggiore con vestiboletto for-
sto sul disegno di quello d' Anversa lo mato da due colonne poggianti sul dor-
fece costruire da Gio. Antonio Stirpio so di due grossi leoni di marmo, .sopra
il duca Alessandro, e fu terminato nel le quali volta un arco portante un per-

I 590. Presso lo Stradone è pure l'orto bo- gamo sostenuto da due colonnette. A la-
tanico per gli studenti. Sopra tulli riesce to della facciata verso mezzodì eleva.si il
delizioso passeggio il giardino ducale, campanile alto e di forma quadrata, che
decorato da ampia peschiera, st.itue e termina con angelo di bronzo dorato sos-
bei vnsi marmorei. 1! palazzo ducale sor- tenente la croce: nel 1284 '1 vescovo
ge stdl'angolo «lei giardino, ed ebbe o- Obizzo Sanvitale pose le fondamenta di
jigine dal duca Ottavio con disegno di questa torre, compita nel 1294 per le
Boscoli ma
nel 1767 venne restaura-
; oflì^rte fatte col premio delle pontificie

lo, ingrandito ed abbellito per opera del indulgenze. Altra simile torre dovea es-
cav. Petitot. La grandiosità dello scalo- sere nel lato opposto, ma rimase all'al-

ne, l'ampiezza delle sale, la magnificenza tezza di poche braccia. Questa basilica è
delle stanze, lo rendono prinripesco. Lo mirabile per le pitture, sculture e intagli,
adornano eleganti stucchi di Cossi, ma- ed ha con spazioso loggiato for-
tre navi :

gnifici arazzi de' Gobelini, ed una bella mandosi quella di mezzo da 12 piedi-
stanza nella volta ha tre scomp;u timenti ritti a colonne incassate, 6 per parte;
e una medaglia da Annibale Ca-dipinti corre in giro sopra gli archi semicirco-
racci, ec. Altri riniarchevoli palazzi sono lari spazioso loggiato sostenuto da co-
quelli del giardino, del governatore col- lonnette di marmo. In capo alle navi si

la toire dell' or«ilogio piegievole pei le ascende al santuario, sulle cui grandi ar-
particolarità, delle finanze, de'cnnliSan- cate e ili corrispondenza al centro della
vitale, del cav. Poldi- Pezzoli detto del croce, si slancia l'ardila cupola ottangola •

duca Gl'ilio, dcll'imiversilà, del marche- le, che per gli affieschi di Antonio Allegri
se Pallavicino, del principe di Soiagna, detto il Correggio e di Girolamo Maz-
de' Rosa/za^ dt' conti Petlorelli, del ve- zola, può dirsi la regina delle cupole. Vi
1» A II PAH ai5
rnppresenlò il cielo aperto che riceve la alle osservazioni del rev° cr,pilolo, Bo-
IVlacIre Dio; in basso
di 12 Apostoli, i logna 1882. I canonici sono 17 "ompre-
ne'pennacchi santi patroni della città,
i si il teologo e penitenziere (l'Ughelli di-
(jirolamo Mazzola coIona fresco il ca- ce che Clemente Vili gli concesse la cap-
lino del coro con Cristo tra le geiar- pa more cardi/ialitim), e vi ufficia anche
chie celesti, la volta sul presbiterio e il il consorzio de' beneficiati, composto di
gran fregio sottoposto. Altri freschi e bei t)3 sacerdoti, non compreso l'arciprete.
quadri sono nelle cappelle, lavorando Oltre il corpo di detto santo cardinale
inoltre il Ma7zola in tutta la vulta della vescovo e compatrono della città, e altre
nave principalee nelle lunette coirispon- reliquie, quivi sivenerano quelle di s.
denli alle sue crociere; il suo fìllio Lat- Ilario vescovo e patrono della medesima.
tan7Ìo di[)inse la volta della nave sini- 11 camposanto di Parma è fuori di por-
stra di chi entra , aiutato da Giovanni ta s. Francesco, nel luogo detto la Vil-

Bolognese, e l'altra volta, tranne l'ulti- letta; fu stabilito nel 1817, in forma
ma crociera di Pomponio Allegri. Fra quadrata con portici.
gliornamenti di fjuesto magnifico lem- Vicino al duomo è il uno
baltisterio,
pio, primeggiano il ciborio di marmo de' più cospicui monumenti medio del
dorato lavori di tarsia e intaglio del
; i evo, che vanti l'Italia lombarda. La chie-
coro e in sagrestia; l'elegante architet- sa è sotto l'invocazione di s. Gio. Batti-
tura dell'organo, uno de'migliori de'fra- sta, e 4 de'mentovati beneficiati in tur-
telli Serassi di Bergamo; il quadro del no vi esercitano la cura delle anime. Fu
Cristo in croce di Gatti detto il Solaro, disegnato da Benedetto Antelami, inco-
nella cappella de'canonici, ove il can. Ci- mincialo nel 1196, nel sabbato santo
cognari collocò un cenotafio a France- 12 iG si principiò a battezzarvi, indi nel
sco Petrarca già canonico arcidiacono I 270 vennesolennementeconsagralodal
della cattedrale. A piedi della gradinata vescovo San vi tale. E di forma ottagona,

che sale al santuario , si discende nella tulio incrostato di marmi, con 5 ordini
confessione sotterranea, sostenuta da co- di loggiati esterni, e vi si entra per 3 porte
lonne di pietra, con capitelli antichi e magnifiche, con imposte intagliate di re-
variati , in cui si vedono gì' importanti centedal celebre Zilioli,che superò quel-
sepolcri marmorei del cardinal s. Ber- le della [)orfa maggiore del duomo di
nardo degli IJbtrli, e del giureconsulto Bianchini. L'interno è abbellito di colon-
Prati, oltre i bei quadri. Il capitolo si ne isolate di varie foggie, e sulle quali
compone delle dignità dell'arcidiacono, altre sorgono più smilze che si prolun-
arciprete, prevosto, primicerio e sagri- gano alla cornice della gran volta, e dan-
sta : per le due ultime si contende se tali no poi vita ad altre che incurvandosi a
sieno veramente, come pure si questio- seconda della volta stessa, s'incontrano
na sulla preminenza tra la 2/ e la 3.'',
alla incastonatura del rosone. Fra le co-
non
on.le nella proposizione concistoriale, lonne sono porte e tredici nicchioni,
le
si fa menzione che dell'arcidiacono. Ab- sopra de'cjuali girano due ordini di log-
biamo pertanto tie opuscoli Memoria : giati. Le pitture della volta, degli ar-
a proi'a che il primicerio ed il sacrista chi acuti, de'cutini e delle nicchie, sono
della caltedralc di Parma sono da an- pregievoli, come le diverse .sculture isto-

ìioverarxi fra le dignità maggiori ^ Bolo- riateo simboliche. Nel mezzo del tem-
gna i83i. Osservazioni del capilolo del- pio è una vasca ottangolare di marmo,
Parma sulle Memorie,
la cattedrale di con bigoncia simile a \ faccie pei sacer-
ce. Parma iS^i. Risposta del primice- doti che vi ricevevano l)allezzandi per i

rio e sagrista della caltedralc di Parma, immersioue : ngqi il saqramealo si am-


2 1 6 PAR PAR
miiiislra in allir» vasca marmorea ele- no. Vi sono altii freschi di stupendi pit-
gante e posante sul dorso ti' un leone. lov'x, e bei quadri d'altare: sono de-
Nel i2()3 il parmigiano caiclinal Bian- gni di menzione i monumenti sepolcrali
chi vi fondò un capitolo al presente di de Gra-
di Sfiuzino Sforza, dello scultore
6 canonici delti dal numero senarii, e te, d'Ottavio Farnese e Guido da Cor- di
di 3 delti ternarii, a' quali presiede un reggio. Nel sotterraneo si ammira la ca-
prevosto. Nelle altre -y.-ì chiese parroc- mera mortuaria fatta costruire nel iBaS
chiali della città non vi è il fonte sa- dalla duchessa Maria Luigia, nella qua-
cro. Tia le chiese nominerò quella di s. le racchiudono le ceneri della più par-
si

Pietro, rimarchevole per la sua facciata te de'duchi Farnesi e Borboni che do-
adorna di 4 grosse colonne, collegiata minarono in Parma oadessi l'mono con-
insigne con prevosto e 7 residenti, ori- giunti. In questa chiesa della Steccata
ginata al cominciar del secolo XVI ; la fu dalla stessa duchessa ristabilito a'26
beila chiesa di s. Gio. Evangelista, con febbraio 18 iG,il sacro imperiale ordi-

annesso monastero de' benedettini, fon- ne equestre Costantiniano di s. Giorgio


dalo nel 98 dal vescovo Sigefiedo o
1 di Parma [P'.), del quale è gran mae-
Signifredo li, rifatta nel i5io, con fac- stro il sovrano e come priorato e chie-
;

ciata di marmo
campanile th'è il piùe sa conventuale del medesimo, vi ofilcia-
bello e più alto di Parma,eretloneliG 4 1 no cappellani e chierici dell'ordine stes-
coi disegni di IMagnani; questo maestoso so. Successo al ducalo di Parma e Pia-
tempio a croce latina con ampia cupola cenza l'infanle d. Fdippo, inutilmente
con mirabili pitturediCorregio che vi rap- egli e il suo figlio reclamarono dal ni-
pìesentò Cristo in gloria, e fece il m.eravi- pote e cugino re di Napoli Ferdinando
glioso s. Gio. Evangelista sulla porticella IV^, che dichiaratosi gran maestro se lo
del claustro ; vi sono al tre pitture ed eccel- appropriò e tuttora successori lo con- i

Jenti quadri, grande e stupendo dei


il piti feriscono, diviso in grancroci, cavalieri
quali è la Trinità di Mazzola, sotto la tri- di giustizia, cavalieri donatori, perchè
buna del coro cui sedili o stalli sonoi donano parte de'loro beni all'ordine, ca-
di squisiti intagli e lavori di tarsia. Il più valieri di grazia cui la prova di nobiltà

bel tempio che può vantare do-


la città è supplita dal merito, cavalieri cappel-
po il risorgimento della buona architet- lani onorari e cavalieri scudieri. Ma la
tura è quello della Steccata, cos'i detto duchessa Maria Luigia di proprio e giu-
dalla miracolosa Madonna che vi si ve- sto du'ilto rivestì la dignità di gran mae-
nera, la cui efllgie era prima in luogo stra dell'ordine, e ne ripristinò ne' so-
cinto da sleccato. Collocata essa dal so- vrani duchi il conferimento. L''ordine si
dalizio nell'oratorio, nel i52[ a questo divide in 5 classi : cioè i senatori gran
fu sostituita la chiesa co' disegni di Zac- croci con collana, i gran dignitari, i se-
cagni ed opera del figlio Gianfrancesco, natori gran croci, commendatori e i
i

sontuoso edifizio eh' ebbe termine nel gran croci : nel iSiS la dignità di gran
i53g, tranne gli ornati esterni compiti croce fu annessa in perpetuo a quella
nel 1 'j5o. E a croce greca, nel centro di vescovo di Parma. Altro maestoso tem-
della quale torreggia vasta cupola, con pio e uno de' più cospicui è quello del-
4 cappelle negli angoli. La tribuna sul- la ss.Annunziata, antichissima parroci
l'ai tar maggiore rappresenta la corona- chia de' ss. Gervasio e Protasio: riedifi-
zione della Beata Vergine, fresco di An- cala dai minori osservanti nel 1 566 sul
selmi e disegno di Giulio Piomano; di- disegno di Giambattista da Fornovo par-
pinse egregiamente la volta e altre parti migiano, fu compita nel i632. Il pro-
Francesco Mazzola detto il Parmigiani- spetto è uu pronao, la forma è quasi e-
,

PAR PAR 217


litlica con 10 cappelle: la gran volla ar- si del titolo di novella J tene, vennero so-
ditissima è ili Raiiialdi romano; alligno stituite le scuole superiori per decreto
è il coirispondenle conveiilo. Tra le al- del i83i: tianne le cattedre della facol-
tre belle chiese, solo ricorderò s. Ales- tà legale, stabilite solo in Piacenza, si

sandro; s. Antonio con due volte e l'in- conliiuiò in Parma quelle della facoltà
feriore traforata; il tempietto delle cap- teologica, medica e filosofica, quindi le

puccine nuove o Madonna degli Angeli scuole di teologia si trasferirono nel se-
con stupenda cupola; s. Vitale con col- minai io; le scuole sono 3o con 24 pro-
legiata di sacerdoti sotto il regime d'ima fessori. Il vasto palazzo ove sono è detto
congregazione di patrizi ; s. Sepolcro ri- dell'università, perchè a questa serviva,
fatta dai canonici Laterantnsi con riraar- fu edificato pe'ge>uiti verso la metà del

clievole cam[)anile; s. Giuseppe con col- secolo XVI dal duca Ottavio: è provve-
legiata di sacerdoti; l'oratorio della Tii- duto di specola, di teatri di llsica speri-

uità delia ricca confraternita de' rossi mentale, di anatomia e di chimica coti

quello di s. Rocco, la chiesina di s. Mi- laboratorio , di gabinetti di storia natu-


chele e la soppressa chiesa del quartie- rale, d'anatomia a secco ed in cera, di
re con grandiosa cupola, tribuna e vol- patologia, e di ampie sale; gli appartiene
ta ben dipinte. Ascendono a 60 le chie- Torto botanico. Vengono di|)oi le scuo-
se e f)ratorii di Parma. le secondarie e le primarie, le quali ul-
Gli altri principali edifizi sono la Pi- time distribuite in 5 quartieri della cit-

lotta, solido e grandioso, ordinato dal du- tà. Per le zitelle della classe media sono
ca Ottavio per esser parte di nuovo pa- scuole gratuite al collegio delle orsoline,
lazzo ducale, con due ampli cortili, il i.° per le indigenti quelle delle luigine. Vi
con alto porticato, il 2." colle grandiose sono scuole particolari, anco di sordo-
scuderie ducali; dal portico si ha acces- muti, istituita dal sacerdote Antonio Gai-
so per maestoso scalone al museo d' an- bazzi. 11 già celebre collegio di s. Cate-
tichità, all'accademia di belle arti, al tea- rina, fondato pei nobili nel 1601, da Ra-
tro Farnesiano, alla biblioteca, ed agli ar- nuccio I, fu abolito nel i83i in un al col-

chivii dello stato. Accosto alla Pilotta ri- legio Lalatla istituito dal prelato parmi-
siede il paIa7zo ducale privo d'esteriore giano Antonio Lalalfa nel i5G3 ed a-
niagnilìcenza, che per la galleria con por- perto nel 17) ): di questi due collegi se
tici comunica all'altro corpo del palaz- ne formò un solo nell' edilìzio del primo,
zo ducale detto di Riserva , risponden- col titolo di collegio ducale Maria Luigia,
te alla piazza di Corte. Il teatro nuovo pei nobili e cittadini, continuando i be-
magnifico ed elegante si deve alla mu- nedettini nell'incarico dell'istruzione re-
nificenza di Maria Luigia, aperto nel ligiosa e scientifica. 11 seminario vesco-
1829, con disegno del cav. Bettoli: ha vile allato del duomo, mantiene gratui-
la facciala con vestibolo e atrio ele^an- tamente due individui per disposizione
tissimo, platea che presenta un'elissi, 4 del cardinal Caselli, e diversi studenti di
ordini di palchi e loggione, con propor- teologia per suo pio legato. Si adopera
zionate decorazioni e comodità, onde può all'educazione di nobili e civili fanciul-
stare tra'primi moderni d'Italia, e vi ha le il collegio di s. Orsola principiato nel
sede l'accademia fdarmonica. Alla uni- 1582; le orsoline sono soggette imuìe-
versità Parmense, che sotto Ranuccio I diatamcnte al principe regnante, e da
nel 160 rassodò le sue giù profonde ra-
r esso parti per Roma Maria Antonia di
dici, e che dopo le celebri costituzioni Borbone, al modo detto a quell'artico-
date nel 1768 da Ferdinando, levò tal lo. Nel castello ducale è uno stabilimento
grido d'eccellenza che Parma onorava- di allif-vi niiliiari. Il conservatorio dele
B

2 1 PAR PAR
Luigiiic per r istiuzionc delle f;inclulle, nando, indi beneficata da Maria Luigia;
lo fondò Uosa Orzi, e la sede del luogo conta I 2 professori maestri, dirigendo le
in slabdila nel 1798; quello di s. Vin- gallerie e scuole il cav. Paolo Toschi
le

cenzo de Paoli dille f'iiuciiziiic, il sacer- incisore di fama eiu'opea. Primeggiano


dote Peroni per ricovero ed educazione nella galleria, del Correggio il famigera-
delle fiinciulle, verso la metà del secolo to s. Giiolamo, la Madonna della Sco-
passalo ; il conservatorio di Gesù I\Iaria della, la Deposizione della croce, il mar-

dello delle Ghiseppint per povere don- tirio di s. Placido e s. Flavia, 1' andala

zelle, si deve a Eugenio Visdoniini, mor- al Calvario, la Madonna della Scala; di


to nel 1622; l'ospizio Biondi o delle Raffaele Sanzio , Gesù Cristo in gloria,
AJcirgìien'li/ie nel declinar di detto seco- e ve ne sono di Francesco e Girolamo
lo loslalìili il can. Giovanni Biondi, pel IVlazzola, di Tiziano, di Van Dick, de'Ca •

ricovero di poveie figlie prossime a pe- racci , del Guercino, ec. Tra le antiche
licolare. In l'aiuia sono\i 7 conventi o sculture ricorderò le statue colossali di
monasteri, 4 di uoiuini compresi n)i- i basalle egizio, rappresentanti Ercole, e
iiori riformali di s. Pietro d'Alcantara, Bacco con Fauno, rinvenute in Roma
e 3 di donne, e iq confralernilc : nel negli orli Farnesiani. Si passa quindi al-
già monastero di s. Paolo sono due slau- l'anfiteatro Farnese, edificato nel 1G18
2.6 con stupende pitture, una di Correg- da Ranuccio I, con disegno di A leciti, e
Ca-
gio, l'altra di Araldi o di Cristoforo prolungalo da Bentivoglio: può conte-
sella dello Temperello. Uno de' più
il iiei e circa ^,5oo persone, e lo descrisse-

splendidi ornamenti di Parma è la bi- ro De Lama e Donali. Nell'archivio del-


blioteca ducale, collocata nell'edifizio lo slatosono diverse pergamene del se-
della Pilolta, pregievole anche per am- colo IX. Il ducale museo d'antichità ri-
piezza e dt'coraziom: venne fondala dai conosce fondatore il duca Filippo, che
ducili Filippo e Ferdinando, per opera Jo provvide di bella collezione di meda-
del celebre teatino p. Paciaudi, ed aper- glie, aumentò di preziose suppellettili,
ta nel 1760 alla presenza dell' impera- indi accresciuto cogli scavi di Yeleia,con
tore Giuseppe II. Vi esisteva la famosa iscrizioni e bronzi dal duca Ferdinan-
galleria de'quadri, e il medaglierede'F'ar- do. Maria Luigia l'ampliò e fornì d'ogni
iiesi die il re Cai lo III trasportò a IVa- maniera d'antichità. Vi sono raccolte di
poli. Nel 1768 la soppressione de'gesui- vasi figulini, di vetri antichi colorali,
ti e quella degli altri conventi vi recò di pitture a fresco, e gli oggetti d'oro tro-
aumenti considerabili di scelle opere, in- valine'fondamenli del teatro nuovo. Rac-
«li nel i8i6 grandemente arricchita per colte particolari sonoprimieramente la
l'acquistata libreria del dottissimo orieu- stupenda e singolare de' punzoni e delle
talisla de Rossi. 11 numero totale de' volu- matrici da cui uscirono quegli eleganti
mi della biblioteca si fa ascendere a circa e nitidi caratteri, che sono la gloria del
go,ooo olire 60,000 stampe acquisiate principe de' moderni tipografi cav. Bo-
da Maria Luigia. E' una delle bibliote- doni: il solo Manuale del tipografo im-
che che agli studenti olfre maggior latitu- presso nel 8 8 può dirsi specchio che ne
1 1

dine di tempo. Il collegio de'leologi pos- riverbera tutto il valore. Tale preziosa
siede licca biblioteca. Incontro alla pre- raccolta, che contiene da 26,000 punzo-
ziosa biblioteca ducale è l'accademia del- ni, e 56,ooo matrici per caratteri di

le belle arti, aperta nel 1702 sotto gli tante lingue e maniere, non disgiunta
duca Filippo, ove esisteva la
auspicii del dall'opera impressa, si conserva presso
biblioteca Farnesiana; confermata nel V illusile vedova, di cui feci cenno nel
1760, ne fu benemerito il duca Ferdi- voi. XLVII, p. 8f), la casa della (piale,
P A R V A 11 2 1
9
cliegià filli) vera Arcadia pniinpiisc, con- Inrono il nome i ricovrati all'uscir dal-
ticne anche pregievoli dipinti e oggetti l'ospizio: nel i8o7dall'ospedaledeIIa Mi-
di Ideile arti. IMcrilano visitarsi lo studio sericordia fu trasferitone! monastero dei-
dei lodalo cav. Toschi : il palazzo San- le francescane delle Grazie vi trovano
:

vitale pei disegni e ipiadri che lacchiude; ricetto i figli dell'uniana fragilità, gli ah-
scelto gahinclto di classiche pitture del- I);ui(lonati egli orfani d'auiho i sessi. L'o-
I antica scuola parmigiana possiedono i spizio delle orfine è collocato nell'ospe-
marchesi Dalla Rosa Prati; in casa del dalc della Misericordia, per servire gl'in-
colto Giuseppe Stuardi sono opere di va- feimi; rpiello delle Mendicanti principiò
lenti pennelli antichi e moderni comin- nel i 5t)6 pei" ricovero de' fanciulli e lan-
ciando da Cimabue, e gran parie dc'car- ciidle mendicanti, ora solo le seconde vi

Ioni del divino opere


Correggio ; ricco di si ammettono; ipiello delle Arti ricono-

di celebri bulini e pennelli è Francesco sce l'oiigine nel iSo'ì dal sacerdote Fer-
Callani ; altra interessante e scelta rac- dinando Oddi parmigiano, e venne sta-
colta di pittuie trovasi presso il d/Giu- bilito nel convento del Carmine, riceven-

seppe Rossi; il conte Filippo Linati ha dovisi i trovatelli, gli orfani poveri egli

un prezioso ed esteso gabinetto di mi- abbandonali, indi si occupano ai mestie-


nerali da formato; altra simile rac-
lui ri : ivi nel iH.'.q fu incominciata la scuo-
colta è quella del cav. Bonaventura Por- la di canto; l'ospizio della INhiteruità nel
ta dal medesimo riunita ;altra colkzio- 1817, e nel monastero del b" cappuccine
ne di mineralogia e conchigliologia la fc- vecchie, Io fondò INIaria Luigia per ri-
ceil prof Giambattista Guidolti, iu gran parare le incinte clandestine, con iscuobi
numero attinenti alla geologia di questi di ostetricia : i ricovrati in tulli gli ospi-
ducati. Delle librerie particolari sono de- zii vestono abito particolare uniforme. Lu
glie di special menzione quelle del ha- congregazione di s. Filippo Neri, detta
rone Luigi Piolla, dell' ab. Michele Co- della Carità, istituita nel i5oo dal p.Frau-
lombo e d Domenico Olivieri: bella
i col- cesco Meda minore osservante, con regole
lezione di botanica è posseduta da Lui- del p. Pietro Fabrogesuita,èsommatnen-
gi Alinovi. te l)eiiemcrita de' poveri della città. Il

Parma non è seconda


suo ordine, anche
tuli di
'
in
pubblica beneficenza. L'ospedale
liquardoOD
a ninna città del
a"!' isti-
monte
nardino da Feltre
della pietà per opera del b. Bcr-

ne nel 1488, e confermato da Innocenzo


fu istituito dalcomu-

della ."Misericordia dà ricovero a' malati Vili. In Paima sono varie fabbriche e
ci vdi e militari, separati convenientemen- manifatture, lanificii, setificii. Vuoisi da
le: ebbe origine nel secolo XIII dal
forse molti che AntonioZarottoparmigianosia
cav. Rodolfo Tanzi, che vi aggiunse l'ai- statoli primo italiano che cominciasse a
tre degli e-^posti; successivamente amplia- stampare, e primo che fondò ima lipo-
il

to e abbellito, massime dal duca Ferdi- grafia nel 1470 in Milano, dopo il quale
nando con oratorio di s. Ilario, e può nel 1472 apri in Parma una tipografìa
contenere 5oo infermi. Per mezzodì u- Andrea Porlilia, onde l'arte fece prngres-
na galleria comunica coli' ospedale ceii- si pei Viotti e vi fu sublimata da Rodo-

tralede'pazzi, istituito nell'anticoconven- ni. Troppo lunga leggenda riuscirebbe il

lode'minimi nel 181S da Maria Luiiiia. re"islraie il nome di tutti quelli che il-

per lutti dementì dello stato. Lo spe


i • lustrarono la patria, essendo Parma fé-

dale degli incurabili venne fondato nel race di anche oggid'i e di


begl' ingegni
i33?, da Ugolino da IVeviano. L'osjii- un merito distinto, solo ne riporterò
1201 da
zio ilegli esposti fu istituito nel alquanti che vi sortirono natali o ne* i

detto Tanzi, onde per gran tempo ne por- lu"glii che formano il ducalo, avendone
,

220 PAR PAR


copiosamente fiallato il dotto e beneme- Sagramoro, Venlui a, Roberto e Galeazzo
rito Ireneo Allò minore osservante, il/c- Sanseverino, Dandaccio, Bonifazio e So-
morie degli scrittori e letterati pnrinigia- pramonte Lupi, Ugolotto,Biancardo. In
ìli, Parma stamperia , reale 1789; An- giurisprudenza sono famosi Giacopo d'A-
gelo Pezza na, Me morie degli scrittori e rena, Francesco Libaschi, Camillo Plau-
letterati parmigiani raccolte dal p. Jfìl) zio Pezone, Uberto Bobbio, Alberto Ga-
e contiiiiiate , Parma iB'zG, tipografia leotti, UgoHno Fontana, Bartolomeo Pra-
Camerale. Inoltre dell'Aliò abbiamo: La ti, Battisi,) Aimi, Lelio Bocoli, Paolo Po-
zecca e moneta parmigiana illustrata, liti, Antonio Bertioli, Pier Luigi Politi ,

opera di annotazioni accresciuta, orna- Giulio Cesare IMisiuacchi, Pietro Fainar-


ta coir intera x e rie delle medaglie de' du- di. Vengono celebrali tra' medici e chi-
chi e principi d' Italia, e data in luce rurghi , Ruggiero da Parma ,
Giovanni
da Guido Antonio Zanetti bolognese, da Fusia, Piolaiido C.ipellulo, Giambat-
Parma 1788. Se ne legge un sunto nel- tista Teodosio, Giacopo Scutellari, Pom-

V Effemeridi di Roma, 1789. 11 Zanetti peo Sacco, Giuseppe Cervi, Marsilio Ven-
fissa l'apertura della zecca in Parma nel turi il famoso Buonafede
, Vitali detto
1-207 per la moneta di Filippo re d'Ita- l'Anonimo, Flaminio Torriggiani, Pietro
lia, e tratta di quelle coniale per Ottone Rubini, Pietro Antonio Gasparotti gran-
IV e Federico li in (em[)o di libertà, si- de anatomico, Francesco Cecconi opera-
no a quelle di Giovanni XXll; del re di tore chirurgico, Luigi Ambri, Giacomo
Boemia, degli Scaligeri, de' Visconti; delle Tomassini protomedico. Illustrarono l'a-
monete uscite dalla zecca ne' pontificati stronomia e le matematiche Biagio Pe-

di Giulio II, Leone X, Adriano VI, Cle- lacani, Nicolò Zucchi gesuita scuopritore
mente VII e Paolo HI; dei dncbi Far- delle fascie di Giove e primo a concepir
nesi, in tutti 108 tipi di monete parmi- l'idea del telescopio di riflessione; An-
giane, e 6 I disegni di medaglie, da Paolo gelo Capelli, Federico Sanvitali gesui-
111 in poi. II Muratori nella dissert. 27 di- ta , SgMgiioni buon fisico e matemati-
ce clie probabilmente l'imperatore Cor- co. Tra' poeti sono a ricordarsi il ce-

rado 11, cbe nel 1087 Tu in Parma, le lebre Cassio Parmense, Pomponio To-
accordasse il gius dell'oOicina monetaria, relli, Prospero Manaia, Clemente Bon-
constando ciò dalla 1/ sua moneta, clic di ed altri. Risplenderono nella sto-
descrive con altre 5 posteriori. Lo stem- ria e per grande erudizione e nelle bel-
ma del comune di Parma porla una le lettere , Francesco Carpesano, Fran-
croce a7zurra in campo d'oro, sormonta- cesco dal Pozzo detto il Puteolano, Gia-

ta da una corona. copo Caviceo, Taddeo Ugoletto, Fran-


Olire diversi fioriti in santità di vi- cesco Maria Grapaldo, il benemerito
ta , in dignità ecclesiaslicbe e nella ve- cronista Angelo Ednari da Erba Enea ,

scovile, pe'quali si può vedere il Garofa- Vico celebre aicheologo e incisore, Car-
lo, De Sancluario Parmensi, ed oltre l'an- lo Ferrante Gianfattori Vittorio Siri ,

tipapa Guiberto o Clemente IIF, dov'ivo- scrittore del famoso Mercurio, Ranuccio
noi cardinali Gherardo Bianchi, Odoar- Pico, il teologo Simone Cassola, i gesui-
do Farnese, Ippolito Rossi , Francesco ti Benedetto e Francesco Palmia , Gia-
Maria Farnese , Lanfranco Margotti como Marmitta, il p. Bordoni scrittore
Sforza P<7//,7V('c/V20celebre, Ranuccio Pai- di morale, il celebre p. Benedetto Bac-
lagnano, Francesco Antonio Sanvilale, cbini, Giacopo San vitale gesuita, il p. Ire-
Ignazio Nasalli: tutti hanno biografie. neo Affò storiografo patrio il vescovo ,

Fuiono prodi nelle armi Bartolomeo Ger- AdeodaloTurchi, Antonio Cerali, d. Pie-
Biisoue, Ottone Terzi , Rolando Rossi ,
tro Zani. Il celebre viaggiatore Cornelio
PAR PAR 2 7,[

IMagnijSmeralcloSmtMiiIili ingegnere, Le- tura Angeli, La hislorìa della ciltà di


lio Guidoni valenlissiino cliiinico, il ode- Parma et la dcscritione del fiume Par''
Ine botanico Diego Pascal. Scrittori tli co- ma, per Erasmo ^'iotlo, Parn)a i'>9i.
se «nijitari furono Antonio Cornazzano, P. Ireneo Allò, Sloriadella città di Par'
Garimberti e A lessandro Cavalca. In mu- nia,'ì\\ stamperia Carmignani i 792. Pao-
sica d. P. Ponzio, Gianmaria Lanfranco, lo Donali, Nuova descrizione della città
Angelo Capelli ricordalo, e Ferdinando di Panna, W\ i8'?.'f pel Paganino. Giu-
Paer. Per donne di sommo ingigno e col- seppe Certoluzzi, Nuovissima guida per
tura nelle lettere, Rodiana Alberini, Ar- osservare le pitture della ciltà di Par-
gentina Pallavicino -Piangoni , Ottavia ma, \\\ i83o tipografia ducale. Ilario
Ijiardi decantata anco per sovrumana Peschieii nel dialetto parmigiano compi-
bellezza, Barbara Torelli, l'intelice Bar- lò un Dizionario.
bara Sanseverini Eleonora Sanvitali-
, L'origine di Parma è contrastata. Af-
Tiene che infiammò il cuore al cantore fò con altri la dice fondala dai romani,
della Gerusalemme. Quanto alle belle altri l'altribuiscunoai galli boi fpiando oc-
arti, primeggiarono nella pittura Cristo- cupavano nella valle del Po il tratto di
foro Caselli, Michelangelo Anselmi, Gi- paese che da loro si appellò Gallia Cis-
rolamo Bedollo detto Mazzola, il pittor alpina, e che cacciati dai romani pas-
delle grazie Francesco Mazzola detto il sasse sotto il dominio di questi, i (piali

Pannigiani'iio, G\am\ì:\lùs\.aTmù,\\ cav. per certo vi dedussero una colonia di


Gio. Lanfranchi e altri m(jlfi, e tra'pit- cittadini loro circa 187 anni avanti l'e-

tori di paesi e battaglie si distinsero Giu- ra correlile, qualcheanno dopo che il


lio Grimani , Francesco Monti , Pietro console M. Emilio Lepido ebbe costrut-
Rocchetti. JVella scultura in bronzo, in ta la via Emilia. L'etimologia del nome
legnOjin marmo oin Andrea Spi- plastica, si pretende derivi dalla sua (orma come
nelli, Paolo Sanquirico, Domenico Fon- di scudo, o dall'essere riputata scudo con-
tana, Ferdinando Baciocchi, Francesco tro le galliche incursioni. Sino dai pri-
da Grande da Gonzate, il celebre Gae- mordi era in concetto di valorosa, onde
tano Gallani anche pittore , Giuseppe il proconsole C. Claudio si serv'i con van-
Sbravati singolarmente pei soggetti grot- taggio di sue soldatesche nelle terribili
Benedetto Ante-
teschi. Nell'architettura guerre della Liguria. Cicerone poi gli as-

lami, Bernardmo Zaccagni, Giambatti- segDÒ morale caratlere, nobile e onore-


sta Fornovo Pas(piale e Gianfrancesco
, vole. Il ferace suo territoriocome ingom-
Testa, Antonio Brianli, Domenico Cos- bro di paludi fu risanalo dal console M.
setli. Nell'intaglio in rame Francesco Maz- Emilio Scauro con guidar le acque al Po.
zola, Enea Vico, il suddetto Lanfranco, Quindi fiorì l'agricoltura e le arti della
Pietro Martini, Antonio Isnc, e nelle gem- mano e deirinlelletto, sicché Parma sul-

ine e pietre dure, Donnino da Parma, lo la repubblica romana ebbeil nomcili


i Marmitta, Antonio Dordoni ; nell'ori- licca e colla città, e videsi di nobili or-
lìceria \ernazzi, da Gonzate e l'ili-i , dini e di particolari distinzioni fregiala.
berto Bicocchi furono egregi coniatori
; Giulio Cesare preposto al governo della
di medaglie, Gianfrancesco da Parma , Gallia Togata, in cui Parma era com-
il da Gonzate, Lodovico I\Iarmilta,i lìon- presa, conferì a questa colonia il cogno-
zagni, \ ighi anche oiefìce, e noi lavori me di Giulia, al quale essa l'altro accop-
d'intaglio e tarsia, il Bianchino, l'asqua- piò di Augusta, (yiXanAo il di lui nipote

le e Gianfrancesco Testa, Gio. e Giusep- Ottaviano la ristorò de' danni gravissi-


pe Aristoteli. Per la descrizione e sloiia mi patiti pe'soldati d'Antonio nel tem-
di Parma si possono leggcic: Bonaven- pestoso tvium virato. La nuova legge di
9.2 2 PAR 1> A R
Cristo non pare che bandisse interamen- città e terre, ciò che confermò Cai lo ÌVIa -

te fla'parmigiani il gentilesimo^ se non gno e i successori, comprendendovi nel-


flopo Fanno 3^8 di nostra era. Entrato l'esarcato Parma e Piacenza, che il IM ti-

il secolo V anche Pai-ma soggiacque al- ratori pretenderebbe escludere per fare
le stragi e spogli cui fu segno Italia nel- altrettanto con Reggio e Modena, dicen-
l'invasione dei^aibari. Dopo le oppres- dole appartenenti al regno d'Italia, pro-
sioni gotiche di Alarico e Radagasio, di vando il contrario il ^icll0^l e l'autore
Attila e suoi uiuii, d' Odoacre e suoi e- citato delle Rap,ioìii, massime nella par.
ruli, le fu dato riposar sotto l'ombra del 8 : Alti di dominio esercitati dai romani
regno di Teodorico ostrogoto nel 493, a Pontefici sopra le città di Parma e Pia-
cui Parma fu di assai cose debitiice, mas- cenza neUenipi antecedenti al ponlijicato
sime per la salubrità della copia d'acqua di Giulio II, facendo ivi il novero degli
cui la fece ricca. Spento il dominio goto imperatori che riconobbero e conferma-
dall'imperatore greco Giustiniano I per rono alla chiesa romana il supremo do-
opera di Belisario e IVarsete, avendo oc- minio su l'arma e Piacenza {f-'^.). Sosten-
cupato anche Parma, la chiauiarono Cri- gono le ragioni della s. Sede, anche Fon-
sopoli, cioè CittàAurea, venendo com- lanini, ed il Cenni, Monumenta do mina-
presa neW Esarcato con Piacenza, parte tionis Pontificiae, si\>e codex Carolinus.
d'Italia governala pei greci ààWtsarca. In questi tenipi essendo le città go-
Mal soddisfatto Narsete per dover tal vernale da conti elettivi, sembra che
governo rinunziare a Longino, persuase anco Parma avesse il suo, e se deve cre-
occupar l'Italia ad Alboino re de' /o«go- dersi al Molossi, Carlo Magno nelT 877
hardi nel 5G8. Nella divisione ch'essi fe- ne die la signoria, o fece governatore o
cero de' governi con duchi, ne dierono conte il ve.scovo Vidiboldo o Guibodo,
uno a Parma, e dopo io anni h\ ripri- donde fi derivare il principio della gran-
stinato il regio governo. Cominciò in quel dezza de' pai mensi prelati e della prati-
tempo la chiesa parmense a crescere di ca loro d'intitolarsi conti; ma 1' Ughelli
autorità; occupate Parma e Piacenza dai attribuisce ciò al vescovo Ugo, per con-
longobardi, l'esarca Romano del 090 le cessione diCorrado II. Dal diploma di
ricuperò e riunì all'esarcato. Per l'eresia Lodovico 1 Pio, figlio di Carlo Magno,
degli Iconoclasti [V.) Y\hiì\\i\io%\ il duca- si apprende ch'egli confermò le restitu-

lo romano e l'esarcato, riconobbero ver- zioni e donazioni alla s. Sede, in un alla


so il 780 per loro capo Papa s. Grego- provincia Emilia che costituiva 1' altra
rio II, sotto del quale incominciò il do- parte dell'esarcato, situata verso la Gal-
minio temporale della s. Sede. A Esarcato Va Traspadana o paese di là del Po.
narrai, come venendo esso angustialo dal- Frattanto il sistema feudale si dilatò, e
le armi longobardiche e trovandosi ab- il venne diviso fra piccoli conti
territorio
bandonato dai greci, si pose sotto la rurali, e parmigiano fu teatro più tar-
il

piotezione della s. Sede, anche io tem- di di lungo e funesto scisma. Nell'elezio-


po di Papa s.Zaccaria del 74'? ^ che ne di Alessandro II, l' imperatore Enri-
occupando i longobardi la capitale del- co IV fece eleggere nel 1061 antipapa
l'esarcato Piavenna e minacciando il du- Cadaloo vescovo di Parma, che prese il
cato romano, il Pontefice Stefano II det- nome à' Onorio II (f^-), e nel 062 ten- 1

to HI nel 754 ottenne l'aiuto di Pipino ne in Parma un conciliabolo per la sua


re di Francia, il quale colle armi cacciò pretesa conferma, di cui tratta Mansi,
ì longobardi e restituì interamente l'e- Sappi, ai concila, t. p. 867. Pare che i
,
i

sarcato e l'Emilia alla s. Sede, amplian- in questi tempi vi fosse ur.a rappresen-
done il principale con altre donazioni di tanza popolare, che i conti avessero usui-
PA R P A R lìZ
p.itoìi potere lemporale ai vescovi, e che violenze de' laici falle ad alcuni eccle-
(|uesli si oonlenlasserc) il'iu vestire i iiìtie- siastici, riportandone i canoni Reg. t.

strati municipali. Poco dopo l'eslinzione 28 Liibbé t. io; Arduino t. 5. Nel me-
;

di dello scisma, allio lurbò la pace del- desimo anno e nel novembre, Gregorio
la Chiesa, poiché Enrico lY fece elegge- A'III onorò di sua presenza la città. Noa
re contro s. Gregorio VII nel ro84, l'ar- andò guari che es.sa fu divisa in sangui-
civescovo di Pia*lenna Giidjerto Correg- nose fazioni, per le civili discordie delle
gia (della cui potente famiglia feci paro- possenti famiglie Rossi, Pallavicino, Cor-
la nel voi. XLV, p. 9.86 ), che asstmse reggio e Sanvilali, tutte avide di dominar
il nome Clemente IH [F). A s. Gre-
di la patria. Successero micidiali guerre coi
gorio VII la gran contessa Matilde (F.) piacentini, pel possesso di Borgo s. Don-
fece donazione per la chiesa romana dei nino e pel castello di Bargone, avendo
suoi vasti dominii , fra' quali Parma e alleati i cremonesi, reggiani e modenesi.
Piacenza, come prova anche l'autore del- Innocenzo IH s'interpose come sovrano
le Ragioni , par. 7, p. i53, ciò che rati- tra i parmigiani e piacentini, e scrisse
ficò a Pasquale 11: questo amplissimo a'primi quanto alle spese per la custodia
patrimonio fu spesso contrastato dagli della città e dei castelli, aver comanda-
imperatori colla prepotenza delle armi, to, che secondo il solito si provvedesse
col pietesto di essere alcuni feudi impe- dall'erario papale. Scrisse puie a'vesco-
riali^ come fece Enrico V appena mor- vi dell'Emilia, come a sudditi anche nel

ta la contessa, occupando Parma e altri temporale della Chiesa, per ricuperare


luoghi. Dopo il concilio di Guastalla, alla sede apostolica le città usurpale ri- :

Pasquale II nel 1106 passò in Parma, cuperò il castello di Montebello, otten-


consagrò la cattedrale a'26 settembre, e ne dall'imperatore Filippo la restituzio-
vi confermò ed eseguì il decreto in quel- ne di parte de'beni di Matilde, investen-
lo fallo, separando le chiese dell'Emilia do di alcune sue terre Salinguerra To-
dalla metropoli di Ravenna, in pena del relli. A oche Federico li riconobbe gli sla-

suo arcivescovo antipapa, sotlomellen- ti o patrimonio della gran contessa ap-


dole immediatamente alla sede apostoli- partenere alla Chiesa ; ne comandò la re-
ca. Le acerbe inimicizie che bollivano stituzione , ma poi l'invase e ingiusta-
tra'parmigiani e quelli di Borgo s. Don- mente ti concesse ad altri. Parma soccor-
nino, sfogaronsi nelle guerre del 1 108 se nel I 228 il ghibellino Federico II, con
e del I 148, terminando con l' incendio milizie che pugnarono vittoriosamente
di quel luogo nel i 1 52 altre guerre sos-
: contro i gnelfi bolognesi ; però nel 1 243
tenne Parma, specialmente nel ii3i divenuto Papa Innocenzo IV, già cano-
contro i piacentini collegati coi cremo- nico parmense, il legato Gregorio di Mon-
nesi, e ne usci vittoriosa. I parn)igiani si telongo con l'aiuto de'fuorusciti ricupe-
mostrarono afièzionati a Federico I, ma rò Parma : i Sanvilali ed i Rossi parenti
sostenendo o contro Alessandro 111 lo
e"Ii del Papa, uniti ai Corrcggesi, ai Lupi e
scisma dell'antipapa Fitlore V, il popo- ad altri fuorusciti guelfi, si ribellarono
lo ad esempio delle altre città lombarde, a Federico II, e combattendo valorosa-
tornò all'ubbidienza pontificia e scosso mente, entrali in Parma nel i 247 ne cac-
il giogo imperiale si eresse in repubbli- ciarono il Pieno di
partito ghibellino.
ca ; reggimento che Federico 1 dovè ri- sdegno l'imperatore con poderoso eser-
conoscere nel li 83 nella pace di Co- cito la cinse d'assedio, costruendo per
stanza colla lega lombarda, riserhando- isvernare una piccola città che chiamò
si l'investitura de'consoli. Nel 11 87 fu Vittoria, per quella che sperava riporta-
tenuto in Parma im coucilio contro le re, coniniclteudo uefaude crudeltà per at-
2^4 PAR PAR
lenire gli assediali. Questi piofilliindo sotto soviano dominio della s. Sede,
il

liei I 24<^ ch'era andato a caccia, soccor- mosse gran persecuzione a Gianfjnirico e
si dal cardinal L'baltluii assalirono fu- riuscì a coujmovere il popolo contro di
riosamenle i Irincieramenli, vi portare- lui. Intanto Piacenza era ritornata sotto

no la strage, ed arsero Vittoria che Fé- il pieno dominio e governo della s. Se-
derico li avea destinato sostituire a Par- de,unendo al diretto dominio ancoia
ma dopo averla atterrata; rientiantlo in regnando in Avignone Giovanni
l'utde,
città con preziose spoglie e l'imperiai XXII; laonde questo Papa nel i322
diadema avendo tolto ai cremonesi il
, scrisse ai parmigiani ed ai Correggi e-

carroccio. Costretto alla ritirata, Fede- sortandoli a seguir l'esempio de' piacen-
rico li con vergogna passò in Puglia; ma lini. In pari tempo il legato cardinal Pog-
i cremonesi suoi allenti nel 1^49 hatte- getto, tratto Rolando dalla parte guelfa,
rono le soldatesche pairaigiaue e prese- la città di Parma per opera de' fratelli
IO Rrescello. Per quanto Innocenzo IV Rossi si costituì sotto lo speciale gover-
si alhilicò per liberare Paima, insieme 110 papale, ed unendo alla sovrana anche
al nipote Alberto Fieschi, compensò que- la signoria subalterna, interamente cui
siicon investirlo del feudo di Val di C(jntado e territorio si sottomise al Pon-
Taro, castello del territorio piacentino e telice, il quale scrisse elogi ai fratelli Ros-
sotto dominio di Piacenza. Quanto al
il si e al vescovo Ugolino, rallegrandosi pel
diadema, dicesi che parmigiani poi lo i ceduto governo al legato, ed al comune
donassero ad Enrico VII, mentre asse- della città lodandolo perchè si fosse te-

diava Brescia. lalmenle soggettata al particolare e im-


II rimanente del secolo XIII si passò mediato governo della sede apostolica.
in zulfe e paci effimere tra le fazioni; nel Rolando fu fatto generale della Chiesa,
12GS fu depresso l'inquieto U bei lo Pai- cullo stipendio di qoo fiorini d'oro, e la

lavicino e ricuperato Borgo s. Donnino, città consegnò al legato, che andava ad


L'anno i3o3 si può dir esliemo della I assediar IMilano, 100 cavalieri, e quelli

repubblica parmense, poiché dipoi la cit- di Borgo s. Donnino parimenti si die-


ta obbedì quasi continuamente ad un lono alla Chiesa. Nel 1824 il popolo e
padrone suo o straniero. In un mo- comunità di Parma portò le suesuppli-
mentodi esaltazione s'impose il popolo il che a Giovanni XXII, come a proprio
giogo di Guiberto da Correggio, elevau- sovrano, pregandolo a voler concedere
dolo alla signoiia egli espulse da Par- : alla fiimiglia Lupi alcuni feudi confisca-
ma i Lupi, tolse Reggio agli
Rossi e i li dalla Chiesa aManfredinoe Tomma-
Estensi, Brescello ai cremonesi e assog- so Pallavicino, in compenso de'tanti dan-
gettò Guastalla. Cresciuto in possanza ni solferti, e di fatto il Papa ne l'investì,
anco per niarilaggi, indarno si congiurò onde la famiglia nel 828 ne pagò il cen-
1

conlro di lui, finché nel 3o8 riuscì cac-


1 so imposto, oltre quello d'un fiorino d'o-
ciarlo ai fuorusciti, indi riammesso nel 10 annuo che pagava per Soragna e al-
i3oQ. La peste nel i3i6 gravi danni lii feudi, come vassalli della sede apo-
recò, e nella lotta tra Roberto re di Na- sto'ica. Qualche anno dopo un Bonifacio

poli capo de' guelfi, e l'impeiatore En- Lu[)i marchese di Soragna e cavaliere,
rico VII, Guiberto abbracciò il partito fondò generosamente in Firenze il cele-
del primo. Abusando perciò del potere, bre ospedale del suo nome, e fu capita-
i nemici di questo, Rolando Rossi e Gian- 110 generale de' fiorentini nella guerra

quirico Sanvitali, nella sua assenza espul- di Pisa e poi dei veneziani, sepolto nel-
sero i Correggeschi e loro partigiani. Ro- la cappella di s. Giacomo da lui eretta
landò che voleva doaiinar solo a nome e in s. Antonio in Padova. Ne'primi d a-
PAR P A R 225
goslo i3'28 Rolnndo colla sua fiizionc te Castiignano nel territorio parmen-
lilxillò Parma alla signoria snbaltcnia se. I canoni finono fedelmente pagati ai
della Cliicsa, e col pi clcslo ch'erano op- successori di Renedetto XII e sino al
pressi dagli oflìciali del legalo, li espul- I 372. Gli Scaligeri per gratitudine verso
selo. Nel seguente maggio il cardinale la s. Sede, le donarono alcune terre, le

dichiarò generale il San vitale e con quel- quali il Papa lasciò loro in feudo col
li Correggio e l'esercito pontificio fe-
di censo annuo d'una marca d'oro da pa-
ce assediar J*arma, la (jualc per accor- romana. Sotto gli Scali-
garsi alla chiesa
do tornò all'ubbidienza della Chiesa. Il geri governarono Correggesi, che nel i

legato vi pose rettori e gli olllciali con


i 1341 perfidamente pattuirono ili conse-
poca gente, donde n'avvenne che nel me- gnare Parma a Luchino Visconti, il qua-
desimo anno tornò a ribellarsi e cadde le dopo 4a"»i l'avrebbe loro lasciata;

in potere de'fratelli Rossi, perchè il le- ma Azzo Correggio segretamente vendè


gato dubitando di Rolando lo avea im- la città a Obizzo d'Este signore di Fer-

prigionato. Temendo poscia i Rossi di rara e IModena, che subito l'occupò. Ve-
potere ritenere la città contro le forze dendo Obizzo, per la sollevazione del
del cardinale, persuasero il popolo a dar- I345, che non poteva conservarla, la ven-
si a Lodovico il Davaro, che vi mandò dè al Visconti, cui fu consegnata a' 23
sua gente e poi la visitò: restituitosi in settembre 346. Luchino fece man bas-
1

Germania , nel i33o nominò IMarsilio sa sui grandi, privandoli de' feudi e ca-
de Rossi vicario generale dell impero in stelli, e nella signoria parmense gli suc-
tutta la Lombardia. Indi a poco passato cessero il fratello e i nipoti: oltre le stra-
in Italia Giovanni re di Roemia, lìglio gi delle fazioni, nel i36i pali Parma
del suddetto Enrico VII, i Rossi gli ri- quella della peste.
luiiiziarono il vicariato e ogni ragione L'imperatore Carlo IV avendo inte-
di dominio. I Correggesi covavano intan- so che piacentini ed parmigiani eran-
i i

to il diseguo di dar Parma ad Alberto si sottiatti alla tirannica obbedienza dei

e Martino della Scala e 1' effettuarono Visconti, rimise piacentini ed parmi-i i

nel 5 giugno 335. Gli Scaligeri per sta-


r i giani all'arbitrio della romana chiesa,
biliisi nel dominio procurarono averne che nel 1372 ricuperò 1' utile dominio
il vicariato da Papa Renedetto XII, in- di Piacenza e Parma, quali poi Grego-
sieme ad alcune città dell'impero, il qua- rio XI restitu") loro verso il 1376 per
le essendo vacante ne spellava il gover- soverchia bontà. Allorquando Gregorio
no al Pontefice, come capo supremo del- XI ricuperò Piacenza, nominò gli uffi-

la cristiana lepubblica. All' ambasceria ciali, ed esercitò vari atti di sovranità,


che nel i33g spedirono in Avignone, rs'el I 385 parmigiani passarono
i nel do-
Eencdello XII dopo alcuni mesi condi- minio Giangaleazzo Visconti e poi di
di
scese per le necessità di Lombardia, a Gio. Maria, sotto il quale il prode capi-
concedere per io anni o piìi a benepla- tano Ottone Terzi si i^ice. llianno della
cito della s. Sede, il vicarialo di Parma, patria, sulle rovine de' Correggi, e cac-
Verona e V iccnza con l'annuo canone di ciando nel i^o\ Pietro Rossi che l'avea
5, ODO fiorini d'oro, e il peso di mante- aiutato. Menile guerreggiava col duca
nere per tre mesi ogni anno 200 caval- di Milano, venne ucciso da Sforza At-
li e 3uo pedoni, per ricuperare e conser- tendolo d'ordine di Nicolò d' Este, che
vare i beni e le ragioni della Chiesa: con fu acclamalo signore; questi fece utili
altri palli Renedetto XII concesse Pia- provvedimenti e ristorò l'università. Pel
cenza in vicariato ai Visconti di Mdano, lungo scisma d'occidente, avvenuto nel
ed infeudò Azzo di Correggio del IMon- i3'-S, non poterono Popi ricuperare il i

\0L. LI. i5
226 PAU PAR
tolto: Giovanili XX IH nel i4 12 o i^iS confutazioni appoggiate a documenti, nel
si portò n Parma e poi a Piacenza, ri- Nicholi e nell'anonimo delle Udizioni,
conol)l)c i tliiilti e le ragioni della sede massime nelle parti 5." eS-^Morlotiiiilio

apostolica ed esercitò atti sovrani, co- II il 2 1 febbraio i 5i 3, Parma e Piacen-


me, per non dire di nllri,la rinnovazio- za furono occupale da Massimiliano Sfor-
ne d'investitura ai l'^iesclii dei borgo di za duca di Milano. Se non che, eletto
Val di Taro nel piacentino, con l'annuo Papa Leone X nel mese seguente, ot-
censo d'uno sparviero in segno di vassal- tenne quindi nello stesso anno a mezzo

laggio, e giuramento di fedeltà. Intanto di Lorenzo C<7m^pg^g-/, poi cardinale, che


il (loca di JMilano Filip[)o Maria riprese le due città fossero restituite alla Chiesa,
Parma nel 14^0, coadiuvato da llolan- commettendo di riceverle sotto il domi-
do Pallavicino e da Guido Torelli ; nel nio ecclesiastico al vescovo di Monte Fel-
i447 P^'" sua morte la città proclamò tro, e ricevette solenne ambasceria dei
il reggimento libero, non volendo obbe- piacentini e parmigiani per giurargli fe-

dire al successore Francesco Sforza. A- deltà. Leone X ordinò al legato di Bo-


vendo a questi però aderito Rossi e i logna che le munisse di presidii, negò di
Pallavicino, fu Parma costretta a sotto- concederle in investitura allo Sforza per
mettersi nel i449jCnel i468 venne de- forse investirne il proprio fratello Giu-
solata dalla pestilenza. A questa succes- liano de ]\iedici,cui però affidò il gover-
sero le stragi delle fazioni de' Correggi, no, per la custodia delle quali andò col-
Sanvitali e Pallavicino nella minorità del le milizie ecclesiastiche contro i francesi.
figlio di Francesco; Fiossi furono ban-
i IMontato sul trono di Francia Francesco
diti e ben accolli da Lodovico il Moro I, subito rivolse i pensieri a Mi!ano,ap-
poi duca, sotto il quale nel 149"^ ebbe provando al Papa il possesso di Parma
luogo sulle rive del Taro presso Fornuo- e Piacenza. Ma
i3 settembre i5i5, il

vo, la battaglia tra Carlo \ HI re di Fran- avendo assicurato ai francesi il ducato


cia e i collegati italiani, che non gli po- di IMilano, le due città caddero ben pre-
terono impedire il ritorno nel regno. Po- sto in potere del re. Il Papa fulminò le
scia Luigi XII re di Francia nel i49C) censure contro il re e ministri invasori,
s'impadronì degli stali di Milano, per cui prefiggendo i5 giorni alla restituzione
Papa Giulio II si pose in cima de' suoi di Parma e Piacenza, altrimenti li dichia-
pensieri ricuperare alla Chiesa il tolto e rò incorsi nella scomunica , sottoponen-
l'espulsione degli stranieri dall'Italia col- do le città del suo regno all' interdetto
la famosa lega ile! i5 2,cnpilanando
i egli e assolvendo i sudditi dal giuramento di
stesso le milizie collegale cogli svizzeri: ri- fedeltà. Tullavolta si venne a negozia-
cuperò Parma e Piacenza alla s. Seìie, zioni , togliendo il Papa le guarnigioni
loro antica signora e sovrana, dalle mani da Parma e Piacenza, che furono resti-
dei francesi sotto cui erano passate, ag- tuite al duca di Milano per poco tempo
giungendo agli altri di lei titoli il dirit- e riprese dai francesi. Nel i52i Leone
to di legittima guerra, i solenni trattati X vedendo che Francesco I pioseguiva
e cessioni. Giulio II n'entrò in possesso a dilazionare la restituzione delle due cit-
coll'approvazione di Massimiliano I im- tà, si collegò coH'imperatore Carlo V, e
peratore. Gran rumore si menò da alcu- i loro eserciti restituirono il milanese a
ni scrittori contro tale occupazione, fa- Francesco li Sforza ultimo duca, ricu-
cendosi anche uso delle calunnie, pie- perando il pontifìcio Parma e Piacenza:
tendendo negare l'antica sovranità del- Parma fu stretta d'assedio da Prospero
las. Sede su Parma e Piacenza chi ama : Colonna capo delTesercito della lega, ma
l'imparzialità e la giustizia, ne legga le la città a' 27 settembre si die a Nicolò
PAR PAR 2i7
Pnpa, con gran fe-
Vileìli cnpili'.no del in ricognizione del supremo dominio della
sta del popolo e acclamazioni a Lcoue Chiesa. Ne infeudò pure Ottavio figlio di
X die poco dopo mon, avendo speso in Pier Luigi e suoi discendenti maschi, eres-
cjucsta guerra un milione d'oro. In se- se lo due ducato e confermò gli
città in
de vacante il sacio collegio vi oercilò statuti di Parma
dipoi duchi l'arnese: i

non riuscendo il lonlalivo


la sovranilìi, solevano mandare iuRotna unambaseia-
di Francesco I su Parma. L'elello Adiia- lore ad ogni nuovo Papa, per fare omag-
no VI e il successore Clemente VII, con gio e giurare fedeltà, quindi ve ne tene-
pubbliche ambascerie de'parmigiani e pia- vano altro residenziale. Di quanto riguar-
centini, riceveltcìo ilgiiiiamentodircdel- da Farnesi, personaggi che fiorirono,
i i

tà, il censo e l'omaggio dai diversi feu- i loro feudi e possessioni, e persino dell'ar-
datari, ilepulando governatori, confer- co trionfale cheeiigevanoi duchi di Par-
mando statuti, ed esercitandovi pacifica- ma e Piacenza in Roma presso gli orli
mente lutti gli atti di sovranità e jjattendo Farnesiani nel possesso de' Papi, ne trat-
monete, anzi si hanno varie monete di to a Farnese famiglia; ed a'Ioro luoghi
ginlii e di due giulii del cardinal Giovan- parlai dell'abboccamento teimto in Dus-
ni Salviati legatodi l\arma per Clemente setO) città del ducato di Parma nello
VII. Questo Papa nel IJ27 assediato in stato Pallavicino, tra Paolo III e Carlo
Castel s. Angelo dagl' imperiali , die in V. A questi increbbe grandemente l'in-
pegno a Carlo V Parma e Piacenza per feudazione di Parma e Piacenza, poiché
sicurezza delle promesse da lui fatte, in tenea in animo di unirle al ducato di Mi-
un a Castel s. Angelo, ed alle rocche di lano divenuto suo dominio,oude non vi
Ostia, Civitavecchia e Civita Castellana. prestò consenso, né chiamò mai Pier Lui-
Nel i5>.8 Parma tornò all'ubbidienza gi col titolo di duca di Parma e Piacen
di Roma e poi Piacenza ,
governate dal anche gonfaloniere di s. Chiesa
za, fatto
legato Salviati. Neil' accordo e lega sot- dal padre. 11 duca prese possesso a' 2 3

toscritta il
29 giugno i52q da Cailo V settembre con gradimento della plebe <\

e Clemente VII, il primo si obbligò a dispiacere de'nobili, vedendosi eclissali


difendere e conservare alla Chiesa Parma nel potere; indi benché stabilì ottimi or-
e Piacenza. dini e formò di sua corte un'accademia,
534 divenne Papa Paolo II1{V)
Nel I si concitòmalcontento generale per le
il

Farnese, già vescovo di Parma; curando gravezze imposte. Pel rancore che nutri-
l'ingrandimento di suo figlio Pier Luigi, vano contro di lui Carlo V e il suo ge-
maritato a Girolama Orsini dc'conli di nerale Ferdinando o Ferrante Gonzaga
Pitigliano e di Nola, non potendogli ot- governatore di Milano, protessero in se-
tenere da Carlo V il ducato di IMilanoo greto la congiura di nubili che nel i547
lo slato di Siena, benché avesse.il pri- assassinò a' 10 settembre il duca di Pia-
mogenilo Ottavio sposato Margherita fi- cenza ,
pugnalato dal conte Gio. Fian-
glia naturaledell' imperatore con No- , Cesco Anguissola. I cittadini gridarono:

vara per dote, l' investì di altri feudi e la Chiesa, la Chiesa, ed il magistrato
poscia invece di Nepi e Camerino, di Par- nel darne parte al Papa si dichiarò inno-
ma e Piacenza ( onde dai satirici si dis- cente e restare nella divozione della ro-
se : bel cambio due gran sale per un ca-
! mana chiesa sua sovrana. Si ha del p.
merino!), con bolla concistoriale del 26 Affò, Vita di Pier Luigi Farnese du- i.''

agosto I 54'), In super eminenti, presso il ca di ParmaPiacenza, Milano 1821.


e
\Mi\\s^,Sjnc\leE^. ec, t. 4,p. 14%; sotto- Subito gì' imperiali occuparono Piacen-
.-.critta da ^4 cardinali, e l'annuo censo o za, e Fei laute ne prese possesso per Car-
tributo alla s. Sede di ij,oo(j ducali d'oro lo V, Jislcndendu le sue gculi nel terri-'
228 PA Pc PA Pt

torio parmigiano. In Perugia seppe Pao- ce Giulio III, creato a'7 febbraio l 'l'Iio,

lo III la liagedia e ne fu dolenlissirno ,


colla condizione di non ammettervi pre-
come tlclia pcnlil;» tli Piaceiizn, menile sidio di princi|ii stranieri, e perchè po-

Panna fu con'^eivala aili Cliiesa ilal con- tesse difendersi dagl'imperiali gli assegnò
te .Sforma di Santa Fiore. Si condolse col- 2,000 scudi al mese. Essendo il territo-
]'ini]>eraloie dell'uccisione di Pier Luigi rio sempre occupato dagl'imperiali, Ot-
edeiroceu[)azione di Piacenza, cCarlo V tavio non potendo ottenere aiuti da Pio-
ne affètto iri.stezza, dichiarò ritenere la ma per ricuperarlo, poiché essa non vole-
città a titolo di d(,-posilOj ma solo suo figlio va romperla con Carlo V cui avea doman-
Filippo II re di Spagna la restituì alias. dato Piacenza, si posesotlo la protezione
Sede,secondo il leslanu'iilo paterno econ- di Enrico li re di Francia suocero di suo
venzione Gant,dopo die l'imperatore
di fratello naturale Orazio: non rimoven-
avea offerto 4ojOOO ducali d'entrala o lo dolo le censure pontificie e le minacoie
stalo di Siena, in cambio di Piacenza ;
imperiali, fece fortificare dai francesi la
anzi il medesimo si olfiì poi di essere città. Il re mandò un esercito in Italia e

feudatario della Chiesa per Parma e Pia- il Papa si collegò con Carlo V, il quale
cenza e di ricompensare Ottavio suo ge- gli die 200,000 scudi per pagar le mili-

nero. Furono ministri che impediro-


i zie da spedirsi contro Ottavio, e Difgo
no a Carlo V effettuare la restituzione IMcndozza per espugnar Parma e resti-

di Piacenza, e rappresentando a Paolo tuirla alla Chiesa. Per tanto Gìidio III

111 essere Parma sola inutile alla Chie- dichiarò Ferrante capitano generale del-
sa, reputando le due città di maggior si- l'esercitoecciesiastico, che inviòcollo sten-

curtà per lo stato milanese, gli oIlVi al- dardo della Chiesa, sotto la condotta del
tre signorie che rendessero 12,000 dop- proprio nipote Gio. Battista del Monte
pie di più di esse o il ducatodi Calabria. e Alessandro Vitelli; nominò il cardi-
Al duca Ottavio fu consegnata Parma nal Medici poi Pio IV (che ne era slato
con presidio pontificio; temendo il Papa governatore di Paolo III) legalo a tal

clic l'imperatore se ne impadronisse, ri- ricupera; ed affidò al Mendozza Ih s[>e-

cliiamò il nipote e riunì aidominii della dizione contro Castro [^.), altro feu-
Chiesa Parma ePiacenza, affidando lacu- do de'Farnese, tenuto da Orazio fumen-
stodia della prima a Camillo Orsini ge- talore della ribellione del fialeilo, che
nerale della medesima. In vece Ottavio fu conquistato dalle milìzie papali e im-
fuggito da Pioma, tentò d'impadronir- periali : in tale articolo e in altri riguar-
sene, quindi intavolò trattative coll'impe- datili il^'arnese, riportai altre notizie, per-

jatoie; udite Paolo ili tali cose, fu colto ciò anche relative a Parma e Piacenza ,

da tanto rammarico, che ne morì a' io onde sarebbe superfluo ripeterle. Nel
novembre i54q. U cardinal Alessandro i55i non mancò Enrico lì di far pre-
fratello d'Ottavio ottenne dal sacro col- sentare alla s. Sede il solito censo nel gior-
legio una lettera, in cui si ordinava al go- no di s. Pietro a nome del duca, ma fu
vernatore Orsini di consegnar la città al rifiutalo. Nel 552 ebbe luogo la pace
1

duca, secondo l'ordine dato da Paolo III e Ottavio restò in tranquillo possesso del-
agonizzante, ma egli si rifiutò temendo che lo stalo di Parma, pagando alla camera

non fosse in buoni sentimenti, volendola apostolica i censi decorsi. Finalmente nel
jestituire al Papa futuro, ricusando pure i556 fu restituita alla Chiesa Piacenza,
dagl'imperiali l'offerta di 3o,ooo scudi, con patto che il duca vi tenesse presidio
se loro l'abbandonava. Nondimeno i car- spaglinolo, per istaccare Ottavio dal par-
dinali giurarono che chiunque fosse elet- tito di Fi ancia. Paolo IV si servì per ta-
to dovesse dar Parma ai duca, come fc- le restituzione del nunzio Correggio poi
PAR PAR 229
caiJin.Tle, premiato dal tinca coi caslelli quelli confiscati ai congiurati del iGi i

ili iM(Hlesan()eCorregi;;io ; tiian<laii(l') Ot- e severamente puniti, fu jdfabile coi po-


tavio ili p('fi;iio di coiiveii7Ì()ne Alossaii- polani e superstizioso, ftloiì a') marzo
(lio suo (iglio nella coite di Filippo II. i()22 e gli successe il secondogenito O-
Nel 1.557 duca Ottavio di nuovo co-
'' doardo, perchè primo Alessandro era
il

minciò a pagare alla s. Sede il pieno censo sordomuto, governando nella minorità
tli9,000 ducati d'oro, inlenotto per Pia- la madre e lo zio cardinal Odoardo. Per
cen/a dal tempo deiroccupazione della le nozze con Margherita de IMedici fi-

città. Filip[)o II ele-sse condottiero della glia di Cosimo II, Parma fu decorala in
guerra contro Ferrara il duca Ottavio, e varie parli. Funestarono la pace oltre ,

fatta la pace nel-i.5>8 il duca rivolse le la peste, laguerra per la successione di


sue cure ai sudditi, meiitandosi il nome Mantova, che seguendo Francia, auda-
di Licurgo parmense. Nel )8o scampò i cemente si alleò contro l'imperatore e la
la Congiura del conte Claudio Laudi, fie- Spagna, ad onta dei consigli e moiiitorii
ro nemico per l'occupazione di Coigota- di Urbano Vili, che temeva pegli stati
io ; indi circa il i585 pei sommi meriti di Parma e Piacenza : fomentato dal fa-

del valoroso figlio Alessandro , che nei vorito ministro Giacomo Gaufridi pro-
Paesi Bassi sosteneva la guerra per la venzale, per sostenerla impose gabelle e-
Spagna , ottenne die il castello di Pia- normi, e creando in Pioma alcuni monti
cenza fos.se evacuato dagli spagnuoli. ipotecò le rendite del ducato di Castro,
Nel 1 58G a' 18 settembre morì Ot- onde isudtliti provarono esorbitanti gra-
tavio, lodato anche per splendidezza e ge- vezze e diversi luoghi furono occupati
nerosilà coi letterati, e gli successe Ales- daineuiici. L'arabascialoredi Spagna sli-

sandro nato da Margherita, la quale a- molò il Papa a dichiarare Odoardo de-


vea governalo le Fiandre dal 5 Tf) al « caduto dal fcudodel ducalo, e d'investir'
15(J8 il di lui liglio Ranuccio prese pos-
: I ne il ni[)ote Taildeo Barberini; e perla

sesso dello stato in suo nome. Alessan- delta alleanza colla Francia, il medesi-
dro per le sue gesta fu chiamalo ilgr^i- mo ambasciatore con quello dell'impe-
de, combattè turchi, domò i belgi che
i ratore aveano supplicato Urbano Vili
goveinò, e ([Ual capo della celebre lega di punire Odoardo come suo vassallo.
guerreggiò contro Enrico IV redi Fran- Assediato il duca in Piacenza, per l'in-
cia; morendo a' 2 dicembre i Tq-z in Ar- tervento del l'apa e del cognato Ferdi-
ras, le spoglie furono trasportate nel- nando li nel 1G37 fu segnata la pace,
la chiesa della Sleccala. De' suoi fune- però rinunziando Novara, la cui contea
rali ceiebi'ati in Roma, parlai nel voi. avea ricevuto nel 1 538 Pier Luigi pel
XXVIII, p. ()0. Ebbe in moglie Maria figlio. Intanto Barberini nipoti di Ur-
i

di Portogallo, figlia di Odoardo fialel- bano Vili aspirando agli stali di Castro
lo del re Giovaimi III, e perciò fu uno e /xoiiciglion<',(.]a prima suscitarono cre- i

de'preteiidenli alla corona di quel regno. ditori, indi per diversi motivi si passò ad
Ranuccio giurò fedellà alla s. Sede e spo-
I aperta rottura e guerra : Castro fu occu-
sò Margherita Aldobrandini nipote di palo, duca scomunicato , e le milizie
il

Clemente Vili, col quale insorse quella papali marciarono ancora per recarsi nel
rottura che narrai ne'vol. V, p. 249, e parmigiano. Pei essersi collegalo Odoar-
XIV, p. 49; •n*^"l'"e "1:1 XV, p. ?.oi dis- docon alili principi italiani, Urbano Vili
si com'era sialo dannalo a morie da Si- h) dichiarò reo di fellonia, con confisca
sto V. Fu dedito, come lutti i Farnese, lo privò dei feudi, sottopose i di lui stati

alle pompe e a proteggere i buoni studi; all' interdetto , chiamandolo negli alti :

itbbelh Parma, aumentò i suoi feudi per olini dnx Parmac et Placcntiae, Il duca
23o rAR PAR
inviò un escicilo ad Acquaoeiult;iil<; i- Raniiccio II vide i suoi stali aggrava-
già in Roma si Irt'pidavn, ([nandù tu di>- li dai frequenti passaggi delie truppestra
lolto con accorti negoziali, e la buna nieie (per cui Innocenzo XII ne lece re-
sca disperse la spetlizione clic per tnarc clami all' imperatore) e niorVagli 11 di-
inviava a Castro; finché nei 1644 per cembre i()()4, assai pingue, imperfezione
l'interposizione di molti principi, massi- che dall'Aldobrandini era divenuta ere-
me del redi Francia, colla pace Fu rein- ditaria in famiglia. Tenne corte splendi-
tegrato qnal vassallo della Chiesa de' suoi dissima, protesse gli studiosi, innalzò son-
possedimenti e assolto dalle censore, re- tuosi edilìzi ; fu pio e giusto, ed ampliò
stituendo egli l'ondenoeStellata nel fer- \i) stato coi feudi di Bardi e Compiano.
rarese che avea occupato. Tutto si narra Ebbe Margherita di Savoia ,
in mogli
a Castro, a Milizie, a Mura di Roma ed Isabella di Modena
e Maria d'Este sua
in altri relativi articoli. 7/2«0(r/i3o ^Vcon- cognata da questa nacquero Francesco
:

Jermò a Odoardo il gonfalonierato della Maria e Antonio che gli successero; e da


Chiesa il duca mori agli
: 1 settembre i Isabella, Odoardo che morì lasciandola
1646, d'anni 3^, avido di rinomanza , figlia Elisabetta superstite de' Farnese,
precipitoso nel risolvere, di svegliato in- nata da Dorotea Soda di Neoburgo. Fran-
g'fgno, facondo, mordace e magnanimo. cesco seguì la neutralità adottala dal pa-
Gli successe il (ìglio Ranuccio II ancor dre, pure dovè contribuire 36,ooo dop-
giovinetto, per cui fu diretto dalla ma- pie acciò tedeschi e francesi sgombrasse-
dre e dallo zio cardinal Francesco Ma- ro l' Italia, onde tra le imposizioni che
ria. I creditori montisti ben presto lo mo- ordinò ai sudditi, fuwi quella curiosa di
lestarono, ciò che indispose Innocenzo X una doppia per ogni cullìa o parrucca.
che riguardava i Farnese quali vassalli Acquistò per sé e suoi eredi il granmae-
ribelli, provocato dal cardinal Panciroli strato dell' ordine Costantiniano. Nel
e dalla cognata d. Olimpia; l'irritazione I 700 per morte di Cartoli re di Spagna
arrivò al colmo per l'uccisione del ve- si accese per la successione guerra acca-
scovo di Castro, la qnal città fu d'ordi- nita, e ricusò presidio in Parma nel 1702,
ne del Papa ridotta lin mucchio di pie- non potendo permetterlo senza licenza
Ire.Ranuccio II spedì nel bolognese un di Clemente XI, di cui alzò la bandie-
corpo di raccogliticci, che essendo disfat- ra ; tuttavia i tedeschi occuparono alcu-
to presso s. Pietro in Casale dai papa- ni luoghi pretesi feudi imperiali. Il Pa-
lini, fece decapitale il generale Gaofridi, pa scomunicò i ministri imperiali per ie
divenuto segnodell'odio pubblico, anche contribuzioni levate ne'ducati di Parma
j)cr le sue anteriori azioni ; quindi per e Piacenza, e Giuseppe occupar Cb- I fece
soddisfare i debili , il duca fu costretto inacchio preteso feudo imperiale, ed e-
cedere lo stato di Castro e Ronciglione, guali pretensioni affacciò pei due duca-
poi incamerati da Alessandro VII (che ac- ti. Al suo successore Carlo VI il duca
cordò al duca il titolo di altezza, Vedi) implorò il diritto precario sul marche-
«e'dominii della s. Sede. Anchequeslo ar- sato di Soragna, ch'era del supremo do-
gomento lo trattai a Castro, Farnese ed minio della sede apostolica, per cui Cle-
altrove. Abbiamo, Notizie storiche della mente XI lo rimproverò, vietandogli di
casa Farnese, della fa città di Castro, ricorrere a ninno sui dominii di Parma
del suo ducato e delle terre e luoghi che e Piacenza, tranne il Papa supremo si-

lo componevano, con l'aggiunta dei due gnore di essi; quindi Cleìuente XI s'inter-
paesi Latera e Farnese , raccolte e di- posenella controversia insorta tra la men-
sposte dal p. Flaminio Maria Annibali sa vescovile di Parma e il duca, pel feu-
da Latcra^iin. oss., Montefìascouc 1817. do Cornelio. Intanto nel i 7 i4 Elisabet-
PAR PAR .'3.

la Farnese nipote ilei tinca, in seconde erede la prole nascitura, supponendo la

nozze sposò Filippo V re di Spagna, per duchessa incinta, ed in mancanza il pro-


nuuieggio principalmente del curili rial Al- nipote d. Carlo in conformità de' trat-
I

beioni piacentino, onde fu pubblicatoli tati. Con lui si la Farnesiana di-


spense
Ragguaglio ch'Ile nozze della maestà ili nastia, che con otto duchi avea regnato
Filippo Ve di Elisabetta Farnese, ce- più di i85 anni.
lebrate ili Parma nel 1'/ i^. Conseguen- Clemente XII intimò subito alla du-
za della guerra lU anche il trattato di chessa ca'ntinistri che rendessero dovu- il

Londra ile'2 agosto 17 18, tra l'impero, to vassallaggio alias. Sede, depulòlogatort
la Francia, la Spagna e l'Olanda, in cui laure dì Parma e Piacenza quello di Bolo-
si arrogarono il diritto di dichiarare su gna cardinal Spinola per prenderne il pos-
questi ducati e la Toscana, che sarebbe- sesso naturale,e commissario apostolico il
ro riguardati feudi maschili dell'impe- prelato Giacomo Oddi ; ma a'23 gennaio
ro , indi la successione fosse devoluta a con armala mano, ne prese possesso il con-
d. Carlo Borbone infante di Spagna e te Stani[>a plenipotenziario imperiale a
primogenito di Elisabetta o agli altri fi- nome di d. Carlo I sotto la protezione del-
gli e discendenti di Elisabetta, senza con- l'impero , senza curarsi degli stendardi
sultare le persone che li possedevano e pontificii inalberali a Parma, e delle pro-
pei primi la s. Sede, con sorpresa di tutta teste de'minislridi Clemente XII, il quale
l'Europa ; ciò non pertanto i negoziati senza elTelto energicamente scrisse alle
di Cambiay del 9 dicembre l'j'i'i, e di corti di Madrid, nominando pre-
Vienna e
Vienna del 3o aprile l'-aS, approvaro- sidente della reggenza il vescovo di Par-

no e sanzionarono il decretato. Per n)an- ma. L'imperatore si scusò col Papa, rico-
canza di discendenza maschile nella casa nobbe l'ingiustizia del trattato di Londra,
Farnese, su Parma e Piacenza come feu- ed assicurolloche la s. Sede avrebbe conti-
di devoluti alla Chiesa, Innocenzo XIII nualo a dare l'investitura e ad esigere il
formalmente protestò a Cambray, con solilo censo. Quindi il eonte can. B.ingliie-
l'imperatore e i principi di Germania ,
r;ì hubdeiegalo del cardinal legato, mi-
anche per l'annuo tributo di i),ooo scu- nacciò la scomunica allo Stampa e sua
di d'oro che da circa due secoli ne ritrae- truppa, prese formale possesso de'ducati
va la s. Sede questi giusti lamenti e lega-
: e fece affiggere pubblicamente la bolla :

li dichiarazioni non furono attesi, per- Cani bo. me. Anloniua Farnesius^àc''?.o
chè mancava la forza materiale per spal- giugno 1731, Bull. Rovi. t. 3, p. 187, I

leggiarli, ed in dicenìbre Cailo VI spetri di Clemente XII nella quale a tenore,

rmveslilura in favore di d. Carlo 1 Bor- delle bolle d' investitura di Paolo IH e


bone. A'26 febbraio 1727 mancò di vita contro le alienazioni di s. Pio V, dichia-
senza prole il duca Francesco, dopo aver rò vacanti ducati di Parma e Piacenza
i

sposato la vedova del fratello Odoardo, e devoluti alla s. Sede nel caso che la du-
Dorolea Sofia di Neoburgo tu probo, e- ; chessa non partorisse un maschio. Nella
coiiomo, mecenate degli eruditijde'sag- speranza di questo, il conte Porta mini-
gi ed onesti di cui si circondò. Gli suc- stro in Roma della duchessa, nella vigi-
cesse il Antonio che sposò Enri-
fratello lia di s. Pietro pagò il consueto annuo
thelta diJModena Benedetto XllI vole- ; tributo di 9,000 scudi d'oro , in segno
va che prendesse rinvestitina dalla Chie- del diretto dominio e sovranità della s. Se-
sa, e r imperatore Carlo VI pretendeva lle sui ducati. Da ambo le parti si con-
che la ricevesse dall' imj)cro, ma egli a tinuò a protestare, finché passato il nono
niuiio la domandò, e mori per uno stra- mesi: della credula pregnanza di Eiiii-
vizzo di gola a'20 gennaio 1731 lasciò : ehetla, si riconobbe con tulle lo foiine
23a PAR PAR
non SLissisIcre. Il conte SUimpa a',>.f) di- cenza, mosse Benedetto XIV, al modo
cembre a/lklò la reggenza dt:'<lucati alla dello nel voi. XV, p. 207, a far solen-
duchessa Doiolea Sofia ava di d. Carlo ne protesta a'6 marzo i7.'|i,per tal no-
I, eletta sua tuli ice, indi licenziò il [)re- vità lesiva i diritti della sede apostolica.
feidio imperiale. L'infante nel i n3ì eutiò Isella guerra per la successione alTimpe-
il) Parma e a 2 ottobre in Piacenza, ri- ro, sembrò buona occasione a Filippo V
cevendo il giiu'amento delle deputazio- e alla regina Elisabetta di ricuperare i

ni. Come erede de'Farnese, a mezzo del ducati, onde spagnuolo e no-
gli eserciti

suo ministro conte Porta, domandòa Cle- poletano nel i74'>li occuparono io nome
mente XI 1 la resti luzione di Castro e U un- della Farnese. Nel quale anno divenuto
ciglione; ma dimostrandosi dal Papa fjlse imperatore Francesco I marito di Ma-
le asserzioni, ematurata la decadenza da ria Teresa, nel i 74(3 i tedeschi lipresero
ogni pretensione, da questa il nuovo du- Parma, dopo assedio sanguinoso
e a' io
ca interamente desistette, assumendone agosto anche Piacenza. Di poi in viriti

però titoli. Insorta nuova guerra, gli


i del trattato d'Aquisgrana, de'i8 ottobre
spagnuoli presidiarono i ducati, e postosi j 74H, all'infante d. Filippo, altro figlio
alla testa del loro esercito d. Cai lo 1, en- di Filippo V ed Elisabetta, furono ceduti
trò in JN'apoli a' IO maggio 173 je diven- i ducati di Parma, Piacenza e Guastalla,
ne re delle due Sicilie, poi di Spagna col e ne fece prendere possesso nel febbraio
nome di Carlo III. Quanto di più ma- I 749> ed egli slesso quindi vi giunse e poi
gnifico trovavasi ne' palazzi Farnesiani, la consorte Luigia primogenita di Luigi
suppelli'ltili, medaglie, quadri, libri, pre- XV re di Francia. 11 ducad Filippo coi
ziosi codici, lutto fu portato in Napoli. consigli di Guglielmo Du Tillot emanò
Poco do[)0 i tedeschi combatterono cogli leggi e provvisioni, favori i buoni studi
alleali, onde i territoriide'ducati furono e le belle arti. iNel conclave del 1758 per
bersaglio di guasti, rapine e crudeltà, ces- l'elezione di Clemente XIII, alla porta di
sale in conseguenza della famosa batta- esso nella vigilia di s. Pietro si aduna-
glia di Parma, accaduta tra la città e s. rono tulli i cardinali, e la piena camera
Pancrazio, con strage de' tedeschi. Aei pre- apostolica a mezzo del fiscale lesse for-
liminari di pace de' 3 ottobre \ i735 fu male protesta di devoluzione alla s. Sede
riconosciuto d. Carlo per re di Napoli ,
degli slati di Parma e Piacenza, come so-
e sta lui lo che l'imperatore cedesse due cit- leva in tal giorno fare coi Papi e tutto-
tà di Lombardia al re di Sardegna e in ra continua con accettazione e protesta
iscambio [)rendesse Paima e Piacenza di tinelli : il prelato segretario del sacro
senza pretendere Castro. Grave risenti- collegio a suo nome pronunziò il decre-
mento se ne fece a Madrid pure a'26 ;
to di approvazione alla protesta, con or-
marzo 1736, per rinunzia del re Carlo, dinedi registrarsi negli alti camerali. Nel-
Parma e Piacenza fu consegnata dagli spa- l'ottobre 1764 duca pubblicò riforme
il

gnuoli ai tedeschi , tutto confermandosi ecclesiastiche, con gran malcontento del


pace del i3 novembre 1738, conti-
alla clero secolare e regolare e delle mona-
nuando d. Carlo a intitolarsi duca di Par- che, e dolore di Clemente XI 11 che fece
ma e Piacenza, di Castro e Piouciglioue, le piùzelanli rimostranze. Morì di vainolo
come proseguono i di lui successori re a'i 8 luglio 765 in Alessandria, e fu va-
I

delle due Sicilie. Per morte di Carlo VI loroso nelle armi, fermo nel volere^ mae-
gli successe ne' suoi dominii e in quesli stoso, d'ingegno collo e pronto, e magni-
ducali la figlia IMaria Teresa, che esigen- fico. Gli successe il figlio d. Ferdinando,
do un parlicohue giuramento di fedeltà che in[lueiizalo da Du Tillol proseguì le
dai deputali de'ducali di Panna e Pia- riforme religiose del padre, con pramma-
PAR PAR «33
tica de' 6 gennaio ^(iH tlccrelamlo. i." cianci il 1." aprile si fermò in Par-
1 i I
70O)
Che ninno tle' siuliliti potesse i icoiieie ma e si riposò alciMii giorni nel mona-
ai liibiMiali sli'anicri, né procurarsi be- stero di s. Gio. Evangelista, ricevuto dai
ndiii e ilignilàecclesiasticlie senza il con- monaci, fra'quali eravi il p. Crescini poi

senso (lucale, a." Che lah benefizi e di- vescovo e cardinale venne profonda- : ivi

giiilà dello slato, non si potessero gode- mente ossequialo dal duca e famiglia e
re dagli esteri, comprese le abbazie e le dal dotto vescovo cappuccino, autore d o-
pensioni. 3." Dichiaiò nullo e senza ef- pere pregievoli, (i-. Diodato Turchi piìi
fetto (jiialunque sciillo, lettera, senten- volle,con)e dal cardinal Lorenzaiia,e mo-
za, decreto, breve e bolla di Roma o al- strò vivo desiderio di restarvi per termi-
ti o luogo, sen7a il regio fXC(j nadir. C\e' narvi i suoi gioini, cedendo solo quando
niente Xill già irritato grandemente per gli fu detto che esporrebbe il duca, per
le anteriori riforme souunanicnte lesive cui benché impotente per le sue infer-
per l'inunuiiità ecclesiastica e l'autorità niilàj si lasciò portar via a' 1 4- Proseguen-
vescovile, pubblicò a'3ogennaio la costi- do il viaggio si fermò il J'apa a pernot-
tuzione, yllias ad Apostolatus, presso il tare a Borgo s. Donnino, il vescovo Ga-
Guerra, Epit., in cui condannò la pram- rimberti lo accolse con trasporti di filia-

matica o editto, lo cassò e abrogò, ilichia- le tenerezza nell'episcopio, ove fu a vi-


rando incorsi nelle censure pronunziate sitai lo il cardinal Valenli-Gonzaga; nel
nella bolla in Coc/ia Dot ni ni, ordinan- seguente giorno partì per Piacenza. Il
do ai vescovi di l'arnia, Piacenza e Bor- Baldassarij Vu-lnz. de'patinn-iilidi Pio PI,
go s. Donnino di non permettere l'ese- t. 4j P-
3G e 5q , racconta i particolari

cuzione delle condannale leggi. Il duca del soggiorno in'Parma e Borgo s. Don-
ne proibì la pidjbiicazione, protestò con- nino, e la divozione degli abitanti verso
trol monilorii ponlilìcii,ed agli 8 lebbra- il perseguitato capo della Chiesa,
io espulse dagli stati i gesuiti, do[)o 2o3 Nel seguente giugno il duca si ritirò

anni ch'eranvi stabiliti. Di questo argo- a Verona per cagione degli eserciti che
mento conseguenze parlai ue'vol.
e sue combattevano i francesi, e nel 1800 po-
XIV, p.82,XXX, p. i37,XLVI,p. i3i tè venerare a Venezia il nuovo Papa Pio
ed altrove. Il successore Clemente XIV VII, colla sposa e figlia orsolina. In for-
sospese l'elfelto del monitorio e del bre- za del trattalo d'Aianjuez de'2 marzo i

ve e(nanati dal predecessore, ed assolse 1801 , i ducati furono incor[)orati alla


il duca, che con sua dispensa nel I7G() re|)ubblica francese, e dato in compenso
sposò Maria Amalia sorella dell'impera- a d. Lodovico figlio del duca la Tosca-
tore Giuseppe lI,indiDu Tillot fu licen- na, con titolo di re d'Elrnria; questi col-
ziato in misura ibrluna : più tardi il du- la consorte Maria Luisa figlia di Carlo
ca moderò alquanto le ritoime ecclesia- IV, a' 2 agosto 8u giunsero in Firen-
I I 1

stiche. Recandosi nel 78?. Pio i \ I a Vien- ze {F). Mentre d. Ferdinando stava an-
na, il duca fu ad ossequiarlo, cosi nel ri- cora ne' suoi stati, agli 8 ottobre 1802
torno, in Bologna. Perle vicende repub- morì nell'abbazia di Fontevivo, non sen-
blicane di Francia, dal 1790 d. Ferdi- za sospetto di veleno , da tulli tenera-
nando si mantenne neutrale, ed ebbe ad mente compianto versatissimo nelle let- ;

ambasciatore della repubblica Giuseppe tere e nelle scienze, ne favorì i cultori, fu

Bonaparte ; tuttavia nel i 7()G il monte pio,generoso e fregiato di altre virtìi. A-


di pietà e le casse pubbliche furono spo- vea lasciato la vedova per reggente, ma
gliate, quindi fu forzalo il duca a vistose Moreau Saint-Merya'23 ottobre dichia-
contribuzioni e grandi sagiilizi. Detroniz- rò che la sovranità de'ducali era trasfe-
zalo ucl 1 798 Pio VI, ooudollo iu Frau- rita nella repubblica francese, e come aiu-
,

234 PAR PAR


minislralore generale si nioslrò benigno zionedi Icrriloriogià appartenente ai me-
e giusto. Nel i8(>5 IMo VII iccluce da desimi sulla riva sinistra del Po. In quel-
Parigi, il i.° maggio giunse in Parma, in- io giugno 1817 de-
lo poi di Parigi, de'
contratodai cardinali Caselli, Spina, IJel- finitivamente convenne, che dopo la
si

lisomi e Opizzoni. Alloggiò nel monaste- morte della duchessa arciduchessa d'Au-
ro di s. Gio. Evangelista, ove da monaco stria, i ducali passerebbero a Maria Lui-
eia stalo professore di filosofìa e da car- sa già regina d'Etruiia e vedova del sud-
dinale eravi ritornalo a visitarlo. Nel di detto re Lodovico ed al loro figlio Lodo-
seguente celebrò messa in cattedrale, e vico II, a'quali fu dato intanto il ducato
nelle ore pomeridiane visitò il marchese di Lucca, V. (ove parlai di altre notizie
Luigi Sanvitale, che nel i8i7rece vesco- della reale famiglia infante di Spagna) ;

vo di Borgo
Donnino, indi nel giorno
s. e che mancando
secondo senza prole
il

appresso parfi per Reggio. Nel 1806 Na- maschile, ritornerebbe il ducato di Par-
poleone richiamò a Parigi IVIoreau, egli ma alla casa d'Austria, e quello di Pia-
successe Jiinot governatore generale mi- cenza al re di Sardegna, siccome era sla-
litare, cui fu sostituito Pelignon. Nello to stabilito nel 174*^ dal trattato d' A-
stesso 1806 i ducati di Parma e Piacen- quisgrana. Maria Luigia oltre le bene-
za furono eretti in titolo di gran feudi merenze già narrate, ottenne e contribuì
imperiali, quindi conferiti il i.° aCam- all'erezione della sede vescovile di Gua-
bacères , ed il 2." a Le Erun, poscia se con Gregorio XVI conchiuse un
stalla, e

ne formò il dipartimento del Taro che concordalo per la reciproca consegna dei
venne addetto all'impero nel 1808; pe- disertori e delinquenti loro sudditi : es-
lò il Borgo Val di Tarò, Bardi e qual- sendo morta in Parma il 18 dicembre
che altro lerritorioche giace sugli Apen- 1847, il governo ne spedì subito l'annun-
nini si aggregarono al dipartimento a cui zio all'infante d. Lodovico II. Questi con-
quelli diedero nome. Il ducato di Guastal- fermò provvisoriamente il ministero e da
la conferito aPaolina sorella di Napoleo- Modena il 2G emanò un proclama con
ne, fu da essa venduto al regno Italico, cui assunse il governo de'suoi stali, ed il
ritenendo col marito Borghese il titolo, 3i dicembre fece la sua entrala in Par-
e poscia unito al dipartimento del Cro- ma col principe ereditario.
giolo.Nel 1806 a Petisnon degnamente In conseguenza della convenzione 28
fu dato in successore il prefetto Naidon, novembre 1844, ^o" approvazione del-
ed a (piesti nel 1810 Duponl- del- Porte l'imperatore e del re di Sardegna, ven-
the vi cadimento dell'im-
rimase sino al nero stabilite per quando il duca Lodo-

pero. Nel 1814 seguirono barulFe al Ta- Spagna fosse montato sul
vico iiiCaiite di
ro e in Parma tra gli austro-napoletani trono di Parma, alcune permute terri-
comandati da Nugenl, ed francesi con- i toriali Ira governi toscano, modenese
i

doni da Gicnier. Deposto Napoleone, al- e parmigiano, fra le quali il primo o Leo-
la sua moglie ex imperatrice ì\LTria Lui- poldo Il gianduca cedette al duca vi- i

gia figlia dell'imperatore d'Austria, pei Pontremoli e di Ba-


cariati e lerritorii di

trattali diFontaiuebleau del io aprile gnone, Filaltiera, Grappoli e Lusuolo


i8i4j e di Vienna del 9 giugnoi8i5, fu- onde agevolare il transito, il commercio,
rono dati in piena proprietà e sovrani- l'iiidusltia tra' detti governi ; invece il

tà i ducali di Parma, Piacenza e Gua- duca Lodovico cedette il ducalo di Gua-


stalla (ne prese possessoa'7 giugno i8i4j stalla a Francesco Vduca ili .Modena (che
lecandovisi a'20 aprile i8i5; parlando vi si recò la i
."
848)
volta a' 1 4 febbraio 1

meglio di questi trattati a Francia, Ger- in cambio di Pielra Santa, che pel trat-
mania e altri articoli), tranne quella por- tato di Vienna doveva possedere a quel-
PAR PAR 235
l'epoca, e die volle ritenere il gianduca, costituzionale, ed il chirografo del duca
dando in compenso di CViiastnlla al duca Carlo II de' ?.r) marzo. Peggiorando la
di l'arma la delta città di Poiitremoli(F .). condizione de'tempi, nel declinar di apri-
Con altra convenzione tra il granduca le il duca Carlo II partì dai suoi stali.
di Toscana e Lodovico duca di Lucca, A cagione della progrediente rivoluzione,
2 giugno 1847
tlel ''' ti lenze 4 otto- '-' costituitasi Piacenza in governo provvi-
bre,il secondo a'S dello stesso mese for- sorio, nulla volle aver comune con Par-
malmente in Modena rinunziò al primo lila. Nel detto mese governo di l'arma il

il ducato Lucca con abdicazione, an-


di aderì a quello di Milano e nel maggio si
ticipando cosi la reversione che do vea ef- unì al Piemonte o regno sardo, median-
fettuarsi al ricupero degli stati aviti. Leo- te 37,250 voti, gli altri voti andarono

poldo Il fece prender subito possesso del distribuiti fra Carlo 11 che n'ebbe iG58,

Lucchese, cedendo al duca di IMudena i gli stati pontificii 53u, la Toscana 53 ec. 1 :

paesi che gli spettavano; rpianto ai vica- a' 3o giugno il re di Sardegna fece pren-

riati di Pontremoli e Cagnone con con- dere possesso del ducato. Questo stato
venzione de' 1 dicembre 847 di Firen-
1 1 di cose ebbe termine a' 16 agosto 1848,
ze, furono temporariamente conservati quando pel conchiuso armistizio entra-
alla Toscana. Quindi essendosi elFettua- rono in Parma le truppe imperiali tede-
ta la successione di Parma e Piacenza, sche, islallandovi un governo provviso-
il granduca li cedette il 3 1 al duca in- rio d'ordine del valoroso feld- marescial-
lanle di S[»agna, e rpiesti ne prese pos- lo Radelzky. Ai 2 questo governo lo ri- i

sesso lì 5 gennaio 1848 per un commis- conobbe il sovrano Carlo 11, dichiaran-
sario. L'infante prese il nome e il titolo do di voler mantenere illesi diritti di i

di Carlo Borbone, infante di Spa-


II di sovranità sopra i ducati di Parma e Pia-
gna per la grazia di Dio duca di Par-
,
cenza, di Pontremoli, Villafranca, Bagno-
ma e Piacenza, conte di Pontremoli, mar- ne , Mulazzo ec. Dipoi Carlo li ritirato-

chese di Villafranca, IMulazzo e Bagno- si nella sua possessione diWeistropp, fra


ne, ec. ;indi cambiò i colori nazionali ros- Dresda e iMeissen, a'i4 marzo 849 so- 1

so e bianco, in giallo e turchino, con coc- lennemente abdicò ai ducati di Parma


carda rossa. Della strada ferrata destinata e Piacenza e provincie annesse in favore
da Piacenza a Parma dalla predecessora del suo figlio l'uifanle Ferdinando Car-
prima di morire, duca pel meglio or-
il lo di Borbone, che prese il nome di Car-

dinò gli sludi per legare quelle da Pia- lo HI, e colla reale sua consorte entrò
cenza al Piemonte e da Parma a Mode- ne'suoi slati a'23 agosto. Già con moto-
na. Dopo un movimento popolare e le propri degli II e 12 di tal mese avea
fucilate fitte col presidiodclle truppe au- riordinato le costituzioni e regolamen-
striache chiamate dal duca, questi a'20 ti del reale ordine di s. Lodo\'ico (/ .).

marzo si trovò costretto a costituire una >' L'ordine così riordinato ha il caratte-
suprema reggenza, cui aftìdò gli stati e la re d'ordine sì civile che militare, egl'in-
compilazione d'uno statuto fondamenta- signili del medesimo si denominano ca-
le costituzionale, sulla base di quelli del valieri dtlL' 01 dine di s. Lodo^'ico^ eccet-
Piemonte e Toscana, o come meglio sli- tuali però gl'individui fregiali della croce
inassero; aderì alla lega italiana^ alla isli- di 5." classe, i cjuali si denominano de-
tuzione della guardia civica , laonde hi corali della croce di s. Lodoi'ico di 5.'
inalberata la bandiera tricolore italiana. classe. Capo e i.'^ dignità dellordine è
Nel 11.
"57 della Gazzella di Uoinai'Ò^^ ilgran maestro, di cui è rivestito il so-
si leggono le basi dello statuto fondamen- vrano regnante. Cinque sono dopo il gran
tale di Parma, con governo monarchico macstroducai giudi liconosciulienc qua-
,

2 3G r A II PAR
li l'oidiiie k'ì distingiu', e cosi : gran cio- ca dell'invasione d'Attila. I\Ii limiterò a
cij commendiilori, cavalieri tli 1/ classe, nominare i successori piìi distinti o ri-

cavalieri eli 1." classe, tiecoia li della cro- ujarclievoli, molti avendo ricevuti insi-
ce di 5.' classe. 11 nuiHeio dei gran cro- gni privilegi da Papi, imperatori e re.
ci è lìssato a 20 ;
quello de'commenda- Grazioso che intervenne nel 680 al con-
lori a 3o; quello de'cavalieri di i.'' clas- cilio di Papa s. Agatone, alcuni scrissero

se a 60; quello de'cavalieri di 2.'^


clas- che fosse i! i.° vescovo di Parma certo.
se a (So ;
quello de'decorali della croce di Alboino francese del 744? che essendo
5.' classe a 100, non compresi in tal nu- caro a llachis re de' longobardi, questi
mero i sovrani, i principi regnanti ed al- concesse am[)lissimo privilegio alla sua
tri esteri, ai quali venisse conferita la de- chiesa. Vidiboldo o Guibodo nipote dei
corazione dell'ordine. L'oggetto dell'or- re di Francia Cailomanno e Carlo I il

dine si è quellodi rimuneiare edislingue- Calvo, i quali nell'872 e 880 gli conces-
re chiuntjue per integrità di costumi e sero ampli privilegi e possessioni; morì
per attaccamento al sovrano, per com- neir 895. Ercardo del 920, che fu se-
inendevoli e virtuose azioni, per impoi-- gretario di Ugo re d'Italia, dal quale ot-
tanti servigi civili e militari resi allo sla- tenne nuovi privilegi per la sua chiesa;
to, per dottrina od abilità valente, abbia Adeodato deh r)4^ ricevette una dona-
acquistalo la ptdjblica estimazione e la zione dal re Lotario; Sigefiedo II del
reale benevolenza. L' amministrazione 978 ebbe diversi privilegi dagl'impera-
dell'ordine è allldata ad un gian cancel- tori Ottone II ed Enrico II; Eniicodel
liere coadiuvato da un segretario e da un 101 5, sotto II spedì un
il quale Enrico
archivista. La chiesa dell'oi dine è quella diploma a Bernardo conte di Parma; U-
di s. Lodovico di Parma ". go del 1027 cancelliere dell'imperatore
La sede vescovile non è certo quando Corrado II, da cui ottenne grandi privi-
ebbe origine, alcuni dicono nel IV seco- legi, con tutto il contado di Parma. Nel

lo, altri nel VII vedasi il Bordoni, JAe- : 1046 fu eletto vescovo per simonia Ca-
sauro ecclesiae Pariiieiisis. Essendo suf- dalooo Cadalo Pallavicino veronese, dia-
fraganea di Milano e poscia di Raveima, cono e vicedomino della patria cattedra-
nel 582 la sottomise a Bologna Grego-
1 le; ottenne conferma del contado da En-
rio Xlll: nel vol.XXVlII, p. 344, tlissi rico HI, fabbricò splendidamente l'epi-
come l'io VII l'assoggettò a Genova e scopio, concorse ai risorgimento della
poi immediatamente alla s. Sede, come cattedrale, e fondò un monastero in pa-

lo è ancora (facentlo altrettanto con Pia- ti ia : protettore de'simoniaci e concubina-


cenza e Boigo s. Donnino), mediante la ri, nello scisma de'vescovi di Lombardia,
iiolla, SolliciUido otimiiiin ecclesinruni fu intruso nell'antipapato col nome d'O-
t. i5, p. 16, Bull. cont. L'Ughelli, Ila- norio Ile consagrato dai vescovi di Ver-
liasacra t. 2, p. i4o, dice che probabil- celli e Piacenza a'28 ottobre ioGi,indi

mente la fede vi fu promulgata da s. scomunicalo e deposto, dopo aver per un


Barnaba o da s. Luciano, e che forse s. tempo continuato a governar la chiesa di
Silvestro I gli attribuì il vescovo e pel Parma, ove morì dicesi impenitente e
l.° registra Filippo romano del 3G2 ; nell'errore. A questa sede v'intruse Ebe-
l'annotatore parl.i anche d'un Giovanni rardo oEurardo, imprigionalo dalla gran
Tornielli e di s. Ilario vescovo di Poiliers contessa Matilde, ed acremente rimpro-
dottore della Chiesa. Indi Enrico del veralo da Gregorio VII. Nel i 106 il
s.

882, Cipriano che trasferì la sede a Bre- cardinal Bernardo Uberli (tutti car-
s. i

scello ( di questo luogo feci parola nel dinali avendo biografie, in esse parlo di
voi. XL, p. 292), verso il 4^; ah' epe* quanto di più importante fecero come
PAH PAR 0.^1

vescovi), che ridusse Pnrmn nirii!)l)i<lien- o fu sepolto nel portico Lalcinno. Noi
7a di l'asfpiale lljCOiiie Ir-^ato dcll'lnsu- «"><)<) Ciodredo de Vczano, mollo pure
l)ria contro gli scismaliti. Lanfranco fiorì in lloma nel i3oo e sepolto in Araceli,
nel I I 33, il rpiale fu privalo della di£;ni- Papiniano Rovere toiinese, nel 3oo da i

tà da Euc;enio 111 nel i i 4^), come fece Novara (pii fu trasialo e vice CanceiUc-
della sede per rihelliune de' pai niij^iani, ;r dis. Chiesa. Nel 3?.3 Ugolinode Ros- i

reintcgrala poi nel da Adriano IV. i i 5() si [>aimigiano, de' nobilissimi conti di s.

Aicardo Cornazzano del ii6i per Fc- Secondo, mostrò un grandissimo zelo in
derico I esercitò la pretura della città, lutloil tempo the anuninistròlasua chic-
che confermò privilegi, come a lui li-
gli i sa, ma volendo soggettare alla giurisdi-

gio, seguendo le parti dell'antipapa Vit- eioiie ecclesiastica alcuni sudditi e vas-
tore V, sostenuto dall'imperatore colle salii renitenti, fu in conseguenza d'un
urini. Bernardo intervenne nel i ^r) al i nminulinamenlo obbligalo a sortir dal-
concilio Laterauo III, ed in grazia di Fc' la diocesi, né vi ritornò che i o anni do-
dei ice ed Enrico VI suo liglio, conse-
I pò; continuò a governar con molta fer-
gn'i nuovo privilegio per la chiesa |iai- mezza e morì nel 377, per quanto ere-
i

mense. Nel I iQ'ì'Òbizzo 1 della nobilissi- de^i avvelenalo da Bainalx» Visconti in


ma e antica famiglia Sanvilale di Parma, jMilano ampliò l'episcopio, fece la cam-
:

prelaloeloqnenle, dolio iiidiritlo canoni- pana chiamala dal suo nome, e nel di-
co e versalissimo negli affari ; ottenne da ploma di Carlo IV è dello principe di
EnricoVIjOtlonelVeFedericoll la con- Parma. Nel i/^^iJ Delfino di Pergola, e-
feima de'piivilegi della chiesa, e di essa gregio pastore, amato dall'imperatore Si-
Ijenemerito mori nel i?,?,^.: con pompa gismondo che gli accordò favori; inler-
solemie nel 1207 trasferì il corpo di s. venne al concilio di Basilea, e nel i436
Donnino in Borgo, che ne prese il nome, celebrò il sinodo, quindi trasialo a I\Io-

àSnbilo gli successe Grazia, cui scrisse rim- dena nel i4<>3; in vece da lai chiesa pas-
l)roveri Gregorio IX, e dedicò l'oralorio Giacomo Antonio Torre.Nel
so a questa
di s. Croce. Nel 19,37 Mai lino, che per 147^ Sacramoro de Sacramori riminese
la sua prodigalità e dilapidazione de'be- .segretario del duca di I\lilano, Iraslerilo

Ili ecclesiastici , fu sospeso dall' ammini- «la Piacenza; nel i4<^5. Gio. Giacomo
sliazione. Innocenzo IV nel 1243 creò Scldjinali milanese, poi caidinale; nel
vescovo Alberto 1 Sanvitale parmigian*), '407 Stefano Taberna uìilanese, eccel-
liglio di sua sorella Margherita riescili : lentepastore. Nel i5oo Gio. Antonio
fu al concilio di Lione 1 e morì nel i ?.53. Saiì(;ioigio cardinale, milanese, non pia-
li successore, l'ollimo .Albeilo li Ansel- cenlino; nel i5of) a'28 marzo Alessan-
ini parmigiano, si vuole pure nipote di dro Farnese cardinale e poi Paolo III,
Innocenzo IV C)l)izzo 11 Sanvitale fra-
. cedendola .sede con regresso nel i5iG

lello di Alberto 1, canonico della calte- a Valentino Canlalice, che intervenne


diale, nel iiCìo Iraslato da 'J'rlpoli da A- al concilio Lalerano V e morì nel i522.
lessandro IV, fu insigne per munificen- Divenne amministratore il celebre Ales-
7a, ecclesiastica erudizione, e pir difen- Sandro Farnese figlio di Pier Luigi, fatto
dcre i diritti della chiesa, onde interdisse dall'avo cardinale, che inoltre nel i )3 »

il pretore di Parma: Bonifacio VI II nel gli sosliluì I altro nipote Guido Ascanio
\ii)% lo trasferì a Ravenna, egli sostituì Sforza de'conli di s. Fiora cardinale; ed
Giovanni di Arqualo piacentino, ci.slcr- ebbe a sullraganei Luca Cerati parmi-
ciense e cappellano ilei cardinal lìianchi, giano erudito e virtuoso, vescovo /// par-
ì\ quale fondò a suo tempo l'abbazia di (ibiix di Coslantina, e Nicola \ iigili bo-
s. Martino di V^al Serena; morì in Ronja lognesc vescovo di Marsi. Per cessione
238 P A R PAR
di Guido, nel ijGo il fratello Alessaii- venne abbatedel monastero di s. Gio. E-
i\vo L^'orza cardinale, che celebrò il sino- vangelista di Parma e direttore del col-
do nel 1564 e abdicò nel i5j3; gli suc- legio de'nobili, non che professore per ben
cesse Ferrante o Ferdinando Farnesedei G lustri, con universale lode e vantaggio,
duchi di Laleraj che in difesa dell' ini- di gius canonico nell'università, di cui fu
miinilà s'inimicò co" parenti duchi di vice-rettore, cerne presidente generale di
Parma e per volontario esilio morì in sua congregazione. Per la sua gravità,
Latera; nel 1602 celebrò il sinodo, con- prudenza_, dottrina, probità e felice spe-
sacrò la chiesa de'carmelitani e tenne per rienza. Pio Vili ne premiò i molti me-
sulFraganeo e vicario Giovanni ìMozane- riti, creandolo cardinale prete a'27 lu-
ga arcivescovo di Scilopoli in partihiis, glio 1829, e gliene partecipò la notizia
Papirio Picedo genovese consigliere di pel guardia nobile Giuseppe de'conti An-
Ranuccio I, nel 1 6 6 fu
1 traslato da Bor- lamori, latore del berrettino rosso; quin-
go s. Donnino, di somma prudenza e sa- di nominò ablegato per la tradizione del-
pere; nel 1G14 Alessandro Rossi d'Ischia la berretta cardinalizia, mg."^ Giulio del-
profondo letteratOj traslalo da Castro e la Porta cameriere segreto. Recatosi nel
consigliere di detto duca; morto nel 6 5, 1 1 maggio i83o il cardinale in R.oma, il
gli successe Pompeo Cornazzani nrjb'.le Papa a"5 luglio gl'impose il cappello car-
di l'avia, illustre cistcrciense, sepolto in dinalizio, indi gli aprì la bocca, ed asse-
Roma Croce in Gerusalemme nel
a s. gnò per titolo la chiesa di s. Giovanni
1647; furono vicari apostolici Alessan- a porta Latina , annoverandolo poi alle
dro Boschi e Mario Antonini, vescovi di congregazioni de' vescovi e regolari, im-
Gerauco e Neocesarea in pariihus. IVel munità, buon governo e loretana. Aven-
iGji Carlo Nembrini bergamasco, nato do egli solfei to giavissima malattia nel
nobilmente Ancona, vicelegatodi For-
in precedente inverno, si trovava debolis-
fi e Ferrara, probo e zelante, restaurò simo quando per amore di restituirsi al-
l'episcopio, celebrò il sinodo nel i65qe la diocesi, restò inflessibile alle insinua-
morì in patria nel 16" 7, Giuseppe Ol- zioni di prima meglio ristabilirsi. In fat-

giati patrizio milanese nel i6(:)4, consa- ti, partilo da Roma il i - luglio, dovette
grò la chiesa di s. Lucia, regalò la catte- permalaftia di languore fermarsi in Moli-
di-ale, aiimenlò l'episcopio e fece fare pre- le Fiascoiieall'albergo dell"A(juila bian-
diche e missioni di penitenza. Traslato ca, ove dopo avere ricevuto i soccorsi
a Como, nel 171 i gli successe Camillo della religione con edificante pietà, da
Marazzani nobile piacentino, referenda- compianto per le sue doti singolari,
tulli

rio e prelato domestico, di somma vigi- moli a'2 I, in età di '-4 anni. Nella cat-
lanza, visitò la diocesi. Con questi nell L- tedrale gli furono celebrali solenni fune-
gbelli si termina la serie de'vescovi, che rali dal concittadino e vescovo cardinal
proseguono le ÌS'olizie di Ronin. Nel 7 60 1 Gaz7ola,come nella chiesa di s. Gio. bat-
Francesco Pettorelli Lallalta di Parma. tista (in cui il p. ab. Agostino Gaibarini
Nel i8o4 Carlo Francesco Caselli cav- recitò l'Orazione ec, Parma i83 1 stam-
dinaie, servita di Alessandria, traslato peria Carmignani), indi tumulato nella
dall'arcivescovato iìi pariihus d'i Sida. chiesa di s. Bartolomeo del seminario,
Leone XII a'2 3 giugno 1828 fece vesco- ove fratelli Dionisio e Cesare gli pose-
i

vo d. R.eniigio Crescini, nato in Piacen- ro una marmorea iscrizione con merita-


za da nobile famislia a' 5 mastio i'tdv, to elogio, che riporta de Angelis nel Co-
monaco cassinese e maestro di teologia, ment, diMonte Fiasconep. i58e 180.
onde per i 5 anni insegnò a'suoi confra- Altriencomi si leggono nel n.° 5c) del
i

telli le filosofiche e sacre discipline: di- Duilio di lloiua ì83o. A\cudo omesso
PAR PA R 289
ilcenno biografico die n suo luogo mi PARROCCHIA, Parodila, Parve-
era proposto inserire, vi lio supplito con ria. Curia, Ecclesia. Chiesa che ha cu-
queste poche parole. Gregorio XVI a' ra d' anime e nella quale si riuni.«cono
28 febbraio iS3i dichiarò vescovo Vi- gli abitanti del territorio su cui estende-
tale Loschi di Salso diocesi di Piacenza, si la giurisdizione spirituale del Parro-
e per sua morte nel ìì^\3 dichiarò l'o- co, Curio, Curion, per as.slstere al .ser-

dierno mg/ Giovanni INeuschel di Sce- vizio divino e per adempiere tutti gli al-

pusio, che nel i836 avea da Guastalla ti i doveri della religione, sia nell'istrui-
Irasl.-ilo a Borgo s. Donnino, già di Troia re popolo ne' divini misteri e [nccetti
il

in partibus. Ampia è la diocesi, ed ogni amministrare sa-


ecclesiastici, sia nell' i

nuovo vescovo è lassato in ?.ooo fiorini, gramenti. Per parrocchia s' intende an-
essendo le rendile circa 4ono scudi. cora talvolta tutta la diocesi ed il sa- ,

PARNASO o PARNASSO. Sede ^c cerdote che vi è addetto dicesi pure Cu-


scovile della 3.'^ Cappadocia, sulTraganea ralo, Pici'auo , arciprete (/'.): antica-
della metropoli di Mocesa Mocisso, c- menleerano le parrocchie chiamale chie-
rella nel IV secolo. Riporta 9 vescovi se batlcsimali e jiiciij quelle poi appella-
VOrienschr. t. i, p. 4 •(»• Painasso, Przr- le diocesi, se in mollo numero, tbrmava-
na^stn, è ora un titolo vescovile in par- 1)0 una provincia, onde anche la provin-
tibus sotto INlocisso o Mocesa che confe- cia fu chiamala parrocchia: talora signi-
risce la s. Sede. ficò il distrello d' un legato pontificio e
PARO o PAROS o PARONAXIA. d' un arcidiacono minore; significò cir-
Sede vescovile nell'isola del suo nome nel- condario d'un monastero, anche di mo-
le Ciciadi centrali, suffraganea di Rodi, nache. La parrocchia dicesi anche Cura,
poi unita a Nnxos (^ •)• Olire la spiag- come il benefizio con cura d'anime e che
gia diversi porti e quello di Naussa è uno domanda residenza, e il cui titolare pi-
de'piìi belli dell'Arcipelago. L'isola fu un glia pensiero, quanto allo spirituale, di
tempo celebre per le sue cave di marmo, quel numero di persone dimoranti nel
famoso per la bianchezza e consistenza, determinato territorio. L' erezione dei
col quale fm-ono falli molli capolavori benefìzi curati si fa quando le parroc-
Scultura (f ), le cui cave furono
(Iella chie sono troppo dislanli dai luoghi sog-
abbandonate nella decadenza deli impe- getti. Inoltre vi sono \e chiese succursali
ro, indi di recente scoperte; una cava è o sussidiarie, nelle quali si fa il servi-
tuttora in uso. Nell'isola vi è quali he an- gio parrocchiale per comodità degli abi-
lichilà e vedesi un bassorilievo intagliato tanti troppo lontani dalla parrocchia :

nella ru[ie rappresentante una danza di dicesi anche annessa la nuova parroc-
satiri e ninfe. Nel 169.7 qui si compraro- chia smembrala dall'antica. Inoltre pav-
no e trasportarono in Inghilterra mar- i YOCc\Mano,parocJiusoparocìiianus,cU\a-
ini d'Arundel chiamali Cronaca di Paro, masi il prete rettore della parrocchia, il

le cui iscrizioniriguardano come il mo-


si diocesano, e più comunemente l'abitan-
numento più autentico della cronologia d'una parrocchia, il qua-
te del territorio
antica. Diede quesl' isola alla luce Fidia le deve onorare e obbedire parroco in il

e Prassitele sommi scultori, ed il poeta tutto ciò che concerne la salute spiritua-
Archiloco, A ÌNaxos parlai di sua chiesa e le e somministrargli il necessario alla vi-
popolazione. Paros, Parenen, è anche un ta, come le Decime e le Oblazioni {f ),
titolo vescovile in partibus sotto Rodi, per la cura delle anime, non che corri-

che Pio IX nel 184H conferì al minore spondere ai diritti di stola ne' baltesirai,
osservante vescovo coadiutore del vica- malrimoni e funerali, sanzionali dalla
riato apostolico di Xan-tung in Cina. Chiesa. La chiesa parrocchiale si dice
2.ÌO PA II PA R
r|ii('lln, (ho lin la cura inlnioic delle n- rif;ine di Roma vi erano le curie: la cti-

niine, ce! il sacerdote oddcllu esercila i lia nella sua islituzionc al!io non era che
diritti e le facoltà del (oro penitenziale, un tempio pai l'occhiale, e tali erano le
non contenzioso: questo sacerdote dice- 3i) curie che stabil'i Romolo. Ad ogni
si paroco o parroco, voce greca che si- curia era addetto un sacerdote, che pre-
gnifìca dlslrìbutore, poiché ha il diritto siedeva ai sacrifizi e si chiamava <;»r/o/jr,
di distribuire i sagianienti e pronuncia- da cui derivò (Va noi il nome di curalo
re la parola di Dio a (juella porzione di ossia parroco, mentre le curie si chiama-
popolo che ò slata afljdala alla sua cura, vano anche parrocchie. Le curie si divi*
per cui dicesi anche curalo, curaiusj devano in decurie, ch'erano di louomi-
(juesto vocabolo viene a propiiamentesi- ni, il cui capo dicevasi decurione, e dette

gr.'ficare un prete investito duna cura: decurie formavano una centuria compo-
il Nardi , Z?e' p(7/'/ot7//, crede che do- stadi oo uomini, il cui capo era il ccn-
i

Trebbe diisi curalor uon curalus. Vipos- turione; dalle centurie poi si formavano
sono essere e vi (uiono più pairochi per le legioni, ch'erano maggiori o minori

parrocchia. Deve applicare pel popolo la secondo il numero delle centurie: di tali
Messa [F?^\\e\\t domeniche efesie prin- divisioni ne parlo a Caporioni, Capoto-
cipali, e questa applicazione e olìerta di r.i, Rioni ni RiOmx. Dai monumenti eccle-

sagrifiziù voluta dal concilio di Trento, siastici si apprende che nei primi secoli,

sess. 23, cap. de rcjoiiìì,, interpretano i tranneqiialcuna dellepiìigiandi città dei-


dottori riferirsi all' iiiipetrazione e non l'impero romano, è didicile trovare l'i-

mentre il parroco
già alla soddisfazione, slituzione delle parrocchie. Il vescovo era
è tenuto a pregare nella messa per le l'unico parroco di tuttala città, ne pre- i

j)ecorelle afijdate alla sua cura; alcuni ti mand.iva qua e là ad assisterei


ch'egli
j)iìi sanamente opinano sia obbligalo ad (edeli potevano chiamarsi parrochi o pa-
applicareinsoddisfazione il sagrilizio,an- slori di quel popolo, ma erano semplici
che per ragione del diritto che lia alla cooperatori del vescovo, in nome di cui
percezione delle decime, e molto più se operavano. Anticamente quelli che avea-
le rendile della parrocchia fossero pin- no cura d'anime giuravano obbedienza
gui. Adcquataiiìenle a riscjlvere la que- al vescovo e anche al vicario fui'aneo, in
slioiie e spiegare il prescritto dalTrideii- Roma al cardinale superiore della chie-
tino, può vedersi Saruelli, LtU. cccl. t. sa parrocchiale e al capitolo del circon-
.'7, lelt. 1 1, il quale nel
3o,par- t. i,lett. darlo. Negli slessi primitivi tempi i fede-
la di quanto devono sapere quelli che si li essendo governati dal vescovo, assistito
promuovono a if/K'/Ztà' curali, acciò lo dal suo/j/'CóZ'/VeWoo senato, i fedeli si con-
sieno degnamente. JNel Relgio di recente Cessavano al vescovoslesso, e qualche voi-
fu pubblicato, del prof, nell'università la dinanzi a lui e insieme a lutto il pres-
di Lovanio M. Verhoenen: De praxi a biterio, non essendovi perciò ancora il

parochis ohservandaiii cclebratione mis- precetto che obbligasse i diversi celi dei
sae prò populoj Hasseleti i84(:). Opera fedeli a confessarsi ea comunicarsi ognu-
che compie Taltra dataci nel 1842: Dis- no dal proprio parroco. Il vescovo pre-
scrl. canonica de ss. inissae sacrifìcio a siedeva a tutte le assemblee; nella do-
parocìàs pio plebe o/J'erendo. Anche i menica i fedeli della ciltà e della cam-
pagatii chiamavano paiiocchia, e curati pagna si radunavano nello stesso luogo
(juelli ch'erano incaricali di somministra- e vi si olhivail sagrificio dtWEacaiisiia,
re le cose necessarie agli ambasciatori il quale era distribuito ai presenti e si

pubblici che recavansi a R.oma e ad al- mandava agli assenti o malati pei diaco-
Iri ospiti. Presso i romani e fino dall'o- ni. Del pane bencdcUo dit distribuiva la
PAR PAR 24t
basilica Lateranense nel sabhalo di passio- Roma, nelle quali i preti titolari ammi-
ne, parlai nel voi. XXF, p. jj. i Gli scrit- nistrasseroil battesimo e la penitenza a
toli non sono concordi qnanlo all'origi- quelliche dal paganesimo si Converti-
ne de'parrochi : gli uni li credono d'isti- vano alla fede, e per aver cura della se-
tuzione divina, cioè slalìilitida Gesìi Cri- poltura de'nìarliri. Papa s. Zosimo del
sto stesso nella persona de Discepoli [f'^.), 4' 7 concesse alle parrocchie 1' uso del
a' quali sieno essi succeduti ;
prclentlono ctrt'o pasquale, ch'era solo permesso al-

gli a Uri che non sieno che di istituzione ec- le basiliche maggiori. A CAnoiXAtE notai
clesiastica, vale a dire, stabiliti dalla Chie- la diversità tra le parrocchie e i titoli,

sa nel processo de'lempi. Il iS'ardi sostie- i quali come principali si dissero cardi-
ne che nei primi tresecolinon vi furono nali, nome che passando anco a coloro
parrocchie, neppure in Roma, e che nel- che le presiedevano, l'assunsero i curati
le città incommciarono dopo il odo i : nel delle principali chiese d'occidenle, finche
capitolo 32 esamina se i cardinali di- s. venneescKisivamenle riserbalo ai compo-
Chiesa furono i parrochi e conchiude ne- nenti il sacro collegio. In Alessandria ai
gativamente. Egli dice che in Rotua e- tempi di Costantino le parrocchie già e-
raavi tante collegiale canonicali per l'uf- rano stabilite nella città e nelle campa-
fìzialura e assistenza delle aniine_, che tar- gne, con preti o rettori per governarle.
di furono erette le parrocchie, quali di- 11 concilio d'Elvira attesta che in quei

pendevano dai capitoli delle collegiale. tempi si afiìdava la condotta d'un popo-
A misura che il cristianesimo si esle- lo anche ai diaconi. I canoni del concilio
se fu d'uopo moltiplicare i soccorsi spiri- d'Arles del 3i4 provano che fin dal IV
tuali e le chiese, ed aumentare il nume- secolo nella Gallia v'erano i parrochi, tan-
ro dei ministri per celebrare i santi mi- to nella campagna, quanto nelle città,

steri e conferire i sagramenli. In Roma vietando ai diaconi di queste di arrogar-


il Papa s. Cleto, per ordine di s. Pietro, si le attribuzioni che appartengono ai pre-
l'avea divisa in iS parroccliie con altret- ti, cioè ai parrochi. Da principio le par-
tanti preti; Papa s. Evarislo del ri2, rocchie non ebbero lendilc proprie, ma
essendosi ivi aumentalo il cristianesimo, le olTcrle che vi si facevano passavano
destino diversi preti pei rioni di Roma nelle mani del vescovo, il quale provvede-
nei luoghi o tilolì divenuti poi le chiese va al manlenimento delle chiese e degli
più insigni, afiìnchè somministrassero i ecclesiastici ministri che le servivano:
sagramenli te altro necessario al prolìtto nelle parrocchie un prete avea una chia-
e aumento della religione, e vicendevol- ve delle oblazioni, un'altra il diacono. In
mente al ricevimento dell'occorrenle al seguito queste offerte furono lasciale al-
soslenlaniento della vita, e questi luoghi la chiesa parrocchialcj mediante un an-
così assegnati e distribuiti si dissero an- nuo canone, che dava al vescovo o al-
si

che parrocchie egli abitanti in esse par- la cattedrale, laonde da ciò sembraave-

rocchiani. Sotto Papa s. Cornelio del 2 j4 re avuto origine il cattedratico, diritto


erano in Roma 4^ sacerdoti con altret- o censo o tributo che pagavasi al vesco-
tante parrocchie. Il Pontefice s. Dionisio vo da tutti gli ecclesiastici di sua diocesi,
del 26 r fece nuova distribuzione delle prò lionore cathedrne. Aulicamente per
parrocchie di Roma e ne assegnò i limili; erigere o sopprimere una parrocchia ci
allrcìlanlo praticò pel cristianesimo, sia voleva il consenso de' canonici. Dall' e-
colle parrocchie, che coi cimiteri e dio- rezione di (|uelle di campagna, falle dai
cesi, ordinando le decime pel manteni- signori dal popolo, derivarono i padro-
mento de' [)arrochi. Papa s. Marcello I nati e le nomine di esse. I contrassegni
del joj isLiluì 2!) titoli o paiiocclàie la che disliuguouo le parrocchie dalle chie-
VOL. il. jG
9.42 l'AU V A il

se cotmini sono Fonti hallcstniali,i Ci- i me e la facullà di al vescovo


presentare
wìlcri{y.), le funzioni della chiesa falle «lei luogo de'preli secolari e anche lego-
da un curato e la peicczione delle deci- lari, i «junli reggessero in loro luogo le

me. La divisione delle panoccliie face- pnuocchie e rendessero conto dello spi-
vasi in ragione di territorio, ed in pro- rituale al vescovo e del temporale al mo-
porzione nunieio degli ahitanti, dal
ilei nastero. Tollerarono ciò i vescovi e lo ap-
"vescovo colla semplice comunicazione al provarono anche e'pressaniente condo-
governo secolare. nazioni, tanto erano ben disposti in fa-
I capitoli ed monasteri i si assume- vore de'monaci in riguardoai servigi che
vano anticamente, sotto l'autorità del aveano reso e che continuavano a ren-
vescovo, la cura d' istruire i fedeli e di deie alla Chiesa. I capitoli composti in
amministrare loro sagramenti, special- i allora per maggior parie di canonici
la

mente a quelli che abitavano in vicinan- regolari, ebbero parte a questi favori,
za delle loro chiese, lutti canonici o i donde provenne che il maggior numero
lutti religiosi, ciascuno secondo
i pro- i delle parrocchie erano di collazione o
pri talenti, venivano impiegati in questa presentazione de'capitoli o delle congre-
opera; si stimò più conveniente in seguito gazioni degli stessi canonici. Papa s. Boni-
incaiicarne uno solo, il quale ne facesse facio IV dichiarò avere i monaci pode-
tutta la sua applicazione e ne rendesse con- stà di amministrare il battesimo e la pe-
io al vescovo ; donde ne viene che in cer- nitenza, ed ne fece un decre-
Urbano II

ti capitoli questa cura è addossata ad uno to nel concilio di Nimes. Nella contro-

de' canonici o delle dignità, con obbligo versia insorta tra i monaci e i preti in-

agli altri di aiutarlo nelle funzioni cu- torno all' amministrazione della chiesa
riali, e che in altri il capitolo o mona- paiiocehiale. Papa Giovanni IV dichia-
stero presenta al vescovo un ecclesiasti- rò, che i pi imi lo potevano in (pielle al-

co in qualità di vicario peipetuo liguar- cura commesse; ed Innocenzo llf,


la loro

do ai monasteri. Negli articoli delle sedi Desiala rnonach.: » Peranliquos canones


vescovili dico chi è il parroco della cat- » eliam monachi possuntad ecclesiariim
tedrale, e del numero delle parrocchie » parochialium regimen et presbyteros
della città, ed in molti anche della dio- -•; ordinari ". Benedetto XI dichiarò: che
cesi. Oltre le parrocchie che i regolari si non erano obbligati a confessarsi di bel
erano formate vicine al loro chiostro, i nuovo ai loro parrochi, quelli che aves-
vescovi nel IX
anche prima,
secolo e sero già confessati i loro pefcati ai mo-
quando il clero secolare era già immer- naci o a qualunque sorla di religiosi. Al-
so nell'ignoranza, diedero ad essi da reg- trettanto dichiarò Giovanni XXII, anche
gere la maggior parte delle parrocchie per le confessioni nel tempo pasquale,
della loro diocesi con la decima e con, con leslravaganle /-^as elccL, lib. 3, de
gli altari, vale a dire con le oblazioni. haerelicis , condannando la sentenza di
Si conobbe in seguito che lo slato reli- Giovanni Poliaco, che affermava doversi
gioso non era compatibile con le solleci- ripetere al proprio parroco la confessio-
tudini esteriori delle parrocchie, e me- ne fatta ai religiosi: ed il Poliaco subilo
no ancora col possesso di tanti beni ;
quin- sisottomise. Noterò, che in oriente an-
di furono richiamati alle parrocchie i ticamente i penitenti preferivano i mo-
chierici secolari, divenuti già idonei per naci agli altri per conlessarsi. Per quan-
l'emulazione eccitata in essi dalla prefe- to, riguarda il ministero della confessio-
renza che necessariamente era stata ac- ne pure de'rcgolari, massime annuale di
cordata ai monaci contro il loio stalo. detto tempo, vedasi Confessione § III, e
Ma questi monaci si ritennero le dcci- C(j.\FESsoEE. 11 Tridentino, sess. 25, cap.
1» A 11 PA R 2.43

(le ;rg, proscrisse che le chiese dc^'icgo- ':!K';ludine contraria, arceltata da tutta
liiii con cura criiiiinie (ossero soggette ai l;i Chiesa e dal tacito conscuso di;'parro-
rispettivi ordinari in tnltociò che appar- clii; laonde ognuno può soddisfare il pre-
tiene airamministrazionq de' sacramen- cetto ecclesiastico di ascoltarla messa nel-
ti, e perciò da e-^si potessero visitarsi : Gre- la domenica e in altre feste di precello iu

gorio XV confertnò il decretato, e per- qualunque chiesa secolare e regolare, pur-


chè vi restavano alcune controversie, ché non si faccia in disprezzo e odio del
Tlencdetlo XIV dichiarò , che i vescovi proprio parroco. Nel concilio di JNantes

possono visitare le ihiese parrocchiah ret- del 65G(come riporta iSalale Alessandro
te dai regolari, solo eccettuate quelle t. I Oj p. 4^4) coi due primi canoni si vie-
nelle quali risiede il superiore generale tò ai parrochi di ammettere ad ascoltar
dell'ordine, di cui il parroco è religioso. la messa nomini di altre parrocchie; ma

Dieci case o famiglie, secondo la disci- Clemente Vili riprovò l'opinione chesos-
plina ecclesiastica, sono bastanti per sla- Icneva, pon esser lecito ascoltar la mes-
e formare una parrocchia: l'unio-
Ijìlire sa nelle chiese non parrocchiali, né con-

ne delle parrocchie venne proibita dal fessarsi da altri fuori del proprio parro-
Tridentino; è poi di necessità che la chie- co, dichiarando lecita l'una e l'altra co-
sa parrocchiale sia eretta con autorità sa. I fedeli debbono essere battezzati nel-
del vescovo, con competente dote, anche la propria parrocchia, c^islendovi il bai-
con unione di benelìzi semplici non ad- tisterio;con licenza del parroco lo pos-
detti a'rcgolari. Gregorio XIII, perchè i sono altrove, ed Innocenzo XIII ordinò
parrochi vivessero decentemente, ordinò ni parrochi, che tulli bambini si doves- i

che non si potessero imporre pensioni sero battezzare fra tre giorni dopo la na-
sui benelìzi curati, quali non eccedesse- i scita. Il battesimo ne'primi tempi l'am-
ro loo scudi di rendita. Kencdetto XIII ministravano i soli vescovi, e dalle cam-
staliih che in Italia i parrochi do'defun- pagne i parrochi gli conducevano i bat-

li che si seppelliscono nelle chiese de're- tezzanti. Si cominciò a permetterei! bat-


golari, a queste dassero la quarta parte tesimo alle pievi di campagna; non era
della cera impiegata nelle esequie intor- una privativa del parroco, ma di chi de-

no al cadavere e sepia gli altari; e or- stinava il vescovo; il parroco non può
dinò ai curali che in tutte le domeniche battezzare gli adulti. 1 fedeli sono ob-
e feste solenni, dopo l'evangelo della mes- bligati soddisfare il debito pasquale nel-
sa parrocchiale, istruissero il popolo nel- la loro parrocchia: che in essa si deve
le cose appartenenti alla salute eterna, onninamente soddisfare tal precetto, lo
spiegando il vangelo corrente, conccden- trattai diffusamente a Comunione G III,

tlo I oo giorni d indulgenza ai curali e a non che nel voi. XXII, p. i5i, dicendo
chi v'intervenisse. Clemente XIII conces- pure della supposizione che nelle basili-
se a tulle le chiese parrocchiali 1' altare che Lateranense e Vaticana si adempia
privilegiato , del qual privilegio godes- al precetto ricevendovi 1' Eucaristia. Il

sero gli altri altari nella commemora- concilio'd'Avi"noiiedel iSS? avea ordi-
'"

parrocchiani
li-
zione e ottava de' defunti. Gli antichi fe- naio, che solo dai curati 1

deli dovevano assi>tere alla messa [)ar- ricevessero 1' Eucaristia nel tempo pa-
rocchiale, ed i ciuali della piimitivo Chie- squale. Anticamente i parrochi doveva-
.sa avanti di cominciarla interrogavano no dar noia al vescovo dei non confes-
gli astanti per sapere se erano tutti della sati enon comunicali per Pasqua ciò :

parrocchia, e se vi erano stranieri si li- ima volta era incombenza del vicario fo-
cenziavano e mandavano alle loio chie>e: raneo, ed i fedeli per la confessione por-

(al precetto è stato abrogalo dulia cou- lavauo l'allcstato del confessore. Oggidì
244 PAR PAR
ilparroco e olìMigafo dare ni vescovo la minazìoni anche sui patronati: a CiiinsKni
noia soltanto dei non comunicati. La Roma, hanno articoli tutte quelle che di-
r(;munione pasquale non obljlit^a presso stinguerò con carattere cor,sivo, deirallrc
il parroco, ma solo in parrocchia; il ve- indicherò ove ne riportaile notizie o collo

scovo fa far la pasqua dove vuole, ed il stesso carattereo citando volumi o fra i

prete non è obbligalo a far pascjua in parentesi dicendo il più rimarchevole.


parrocchia: di lutto tratta il Nardi, co- Delle soppresse e giù amministrate dal
me dell'obbligo de' pari'oclii della città clero secolare, eccone il novero. Le chie-
(V intervenire in cattedrale ne' due sab- se di s. Diaria ad Marlyrcs, s. Jpolli-
ba li santi alla rinnovazione del fonte. In- ìiare, s. Sah-atore delle Cojìpclle, s. Sal-
oltre nella propria parrocchia, quando vatore a Ponte s. Maria, s. Salvatore in
non avvi cnniterio, si devono seppellire Campo già A^W Ospizio della ss. Trinila^
i pnrrocchiani: in quella della donna si s. Salvatore a' Monti (voi. XLVII, p.
celebrano i inalrimoni , le pubblicazio- 273), Maria di Grotlapinla (così det-
s.

ni però e denunzie del futuro matrimo- ta dairimmaginc trovata in una grotta,


nio hanno luogo nelle due parrocchie di che nel voi. XII, p. 68 ; esisteva nel
degli sposi ; anche per essere promosso a- 1343 sacra alla Concezione, ed ha treal-
gli orduii sacrisi fanno le pubblicazioni tari, nel maggiore l'efTJgie della Madon-

nella propria parrocchia. Il solocuiatoo na^ negli altri il Crocefisso di Valtellina


chi fa le sue veci può amministrare l'e- e s. Gio. Uallista di Alessandrini; è pa-
strema unzione e gli altri sagramenti a- tronato degli Orsini per essere prossima
gl'infermi, che deve visitare e disporli a al Palazzo Pio già di essi), ss. Simeone

ben morire. Un solo sacerdote deve es- e Giuda congiunta al Palazzo Gabrielli
sere in ogni parrocchia perramministra- già Orsini di cui è patronato, s. INIaria
zione de'sacramenti e per la cura delle in Publicolis patronato de' Santacroce^
anime; può essere aiutato dal vice par- s. Maria in Canq^o Carico (forse così det-
roco o da altri coadiuvatori, secondo la ta dal palazzo e piazza di Carlo Leoni
autorizzazione del concilio di Trento. De- ivipropinquo: esisteva neli4oO; fu delta
"ve il parroco fare nelle domeniche la dot- Spolia Christi o per quanto dissi nel voi.
trina crisiianaa.'\ fanciidli e fanciulle, aiu- XV, p. 22, o peicliè vi era sulla porla
tato da altri; cosi nella quaresima le i- l'immagine di Cristo rappresentato nel-
slruzioni per le prime confessioni e co- l'atto d'esser spogliato per la ilagellazio-

munioni. Spetta al parroco tenere il regi- ne, che Sisto V tolse neirimire alla chie-
stro de'batlezzali, de'sposalizi e de'mor- sa i diritti di quella prossima de' ss. Ci-
li, ri lasciandone le fedi a Ile richieste, come ro e Giovanni , detta ne' bassi tempi s.

le fedi di sopravvivenza pei parrocchiani. Abbaciio: vi fu sostituita l'immagine del-


Delle chiese parrocchiali di Roma fe- la D. Vergine col Bambino, pittura di Ar-
ci parola nel voi. XI, p. 2(34, parlando conio; il quadio della Madonna coi ss.
delle vicarie istituite da s. Pio V. Nel Pietro e Paolo è del Milani; altre ei udi-
1824, essendo allora 72 , Leone XII il zioni si leggono in Cancellieri, Mercato

1.° novembre colle lettere apostoliche, p. i/\: Clemente XIV la facol lizzò ad
Super imiversain, prescrisse i limili alle erigere il fonte battesimale, così a s. Lu-
pariocchie, eguagliò il numero delle ani- cia alle botteghe oscure e a s. Stefano
me quasi di ciascuna, slabiPi congruo sti- del Cacco), s. Biagio della Pagnotta in via

pendio ai singoli parrochi, e assegnò lo- Giulia, s. Gio, in Alno (forse così detta da
ro il distintivo della fascia; diverse par- chi la fondò; il quadro dellaNàtivitàdel-
rocchie soppresse, altre ne confermò, al- l'altaremaggioreè di Amorosi, tondi su-i

tre uè eresse con provvideulissime deler- periori di Viol ; i quadri di s. Anna e di s.


j

PAR PA R 245
Ciò. Evangelista sono ili Passeri e Gio. quali avendo il regnante Pio IX dato la
Conca; il deposito di d. Porfirio Anto- chiesa di s. Alessio, ed ai Trinitari quel-
nini lo scolpì Ludovisi: le questioni del la di s. Grisogono, che essendo de' car-
parroco colla basilica Vaticana per la co- melitani calzati, invece consegnò a que-
munione pas([nale, le riportai nel citato sh ultimi la chiesa di s. Nicola), s. Fran-
articolo Comu.vioxe), s. Venanzio r An- cesco di Paola de' Minimi, s. Prassede.
soi'ino (It'canicrinesi (di cui parlai anche Le chiese parrocchiali poi che Leone XII
nel voi. XLYII, p.270), s.Cvcilia in Tras- conservò e confermò, sono le seguenti.
tevere^ s. Giacomo a Scossaea\'alli (ne Del clero secolare, la chiesa di s. Giovan-
trattai in altri luoghi come nel voi.XXllI, ni in Laterano,%. Pietro inValicano (die
p. 5()), s, Tommaso a Cenci (voi. XLVI, avendo per concessione d'Innocenzo Vili,
p. 278), s. Stefano in Pescinula (così det- per l'esame degli ordini, battesinjo,
ta oda una piscina odal pesce che vi si cresima e processioni, la chiesa de' ss.
\endeva; nel 1750 il parroco d. Filip- Michele e Magno per succursale, ch'è la
po Pioselli la riedificò con disegnodi Per- esponente perla parrocchia del Palazzo
lelli ; Stefano dell'altare maggiore
il s. Valicano, a questo citai ove pubblicai le
è di Labruzzi, in quello del Crocefisso, notizie; sul privilegio della basilica Va-
la ^Madonna e la Maddalena sono di Pa- ticana di battezzare chiunque con per-
ver, colori s. Railaele il Dorti ; nell'alta- messo del proprio parroco, parlai nel voi.
re incontro la Concezione e ne' laterali XII,p.242),s. Lorenzoin Damaso,s. Ma-
dipinse Soi\.\no),s. Susanna,s%. Vincen- Mariain Via Lala,%.
ria in Trastevere,?,.
zo e Anastasio in Arenula(vol. XXlII,p. Mariain Cosmedin,%. Eustachio ,%. Mar-
i4o)> S.Nicola degl'Incoronati (cos'i det- co (e Palazzo di s. Marco), s. Maria in
ta dalla famiglia che l'edificò presso le Acc/uiro,s. Angelo in Pescaria,s. Nicola
sue case; il quadro di s. Nicola di Cari in Carcere, ss. Celso e Giuliano, s. Toni-
è del Zucchetti ; ne feci parola altrove inaso in Parione, s. Giovanni de' Jloren-
e nel voi. L, p. 27), s. Ivo de' Bretoni tini[e Firenze), s. Luigi de/francesi{e voi.
(voi. XX\ 229), s. Simeone profeta,
I, p. XXVI, p. 23 1), s. Caterina della rota
6. Benedetto in Pescinula presso la Scuo- ( anticamente fu detta s. IMaria m Ca-
la del principe Massimo, s. Lucia alle tharina, comesi legge in un documento
Jiolleghe oscure o de' Ginnasi ( e voi. del I i8(j in cui era già parrocchia, for-
XXXVII, p. 85), s. Lucia della Tinta seperchè edificala da una Caterina, col
(e vol.XXIII,p. 142), S.Lorenzo ai Mon- qual nome appellasi dal secolo XVI: il
ti (voi. XVII, p. ic)). Delle soppresse e giù quadro dell'altare maggiore, dov'è una
in cura del clero regolare, segue il no- gloria ili Zucca, nelle cappel-
santi, è di
vero. La chiesa di s. Salvatore in Onda le sono pitture Coppi e Muziani). Le
di
(voi. XXVI, p. io3, da Gregorio XVI parrocchie del clero regolare conferma-
data al servo di Dio d. Vincenzo Pai- te, sono la chiesa di s. Lorenzo in Luci-

lotti per la sua congregazione della Pve- na (e Otloùoni), s. Marcello s. 3Iaria ,

gina degli apostoli ), s. AJaria della Pa- in Via, ss. XII Apostoli (e Palazzo di
ce (e s. Paolo pia unione), s. Maria ss. Apostoli), s. Martino a' Monti, %.3Li-

in Tri^'io (e voi. XLV, p. i 84 e 18G), ria sopra Minerva, s. Bartolomeo al'


s. Maria in Monterone de' Redcntorisli, l'Isola, s Grisogono (ora de' Trinitari)
.

s. Maria in Poslerula (voi. XI, p. 5i), s. s. Agostino, ss. Quirico e Giulitta, s. Ila-

Stejano del Cacco, s. Nicola in Arcione ria del Popolo, s. Maria in Campitclli, s.
(e voi. XVI, p. 1 3o e I 3 I , voi. XXVI, p. Maria in Tra^pontina, s. Spirito in Sas'
12), s. Nicola de'Prefetli de' AW/cv//or/, sia, ss. Vincenzo ed Anastasio a Trevi, s.
s. Nicola a Cesariui giù dc'Somaschi (ai Andrea delle Fratte, s. Carlo a' Caùnari,
9.46 . r A Pt PA R
s. Maria in Monfirclli, s. Sah-alore della ficano, ed altro vice-parroco agostiniano
Corte de' Minimi. Finalmente Leone XII pel Qdiiinale, ove fu eretto il fonte bat-
eresse pai roceliie nelle seguenti cliiese; s. tesimale, dovendosi battezzare i nati de-
Maria Maggiore (e per cliiesa esponente gli altri palazzi nelle contigue basiliche.
e tiiraulnnte quella de' ss. f^ìlo e Mode- A Ospizio apostolico ho pur dello che
sto), Adriano della Mercede, s. Maria
s. Leone XII l'eresse in parrocchia. Dichia-
a' Monti [voi. XL\'II,p. 272), s. Giaco- rai che prima dell'ordinamento delle

mo in /iiigiisfa, s. Rocco (e Ospedale di parrocchie di Roma fatto da Leone XII,


s. Fiocco), s. Maria di Loreto o s. Snh'a- esse erano 72, non comprese le y subur-
tore in Lauro, s. Dorotea (e voi. XXV F, bane, laonde dopo tale disposizione esse
p. 166, XLV,p. i8()). s. Bernardo alle sono, in città 44^ "on comprese quelle
Terme (e voi. XIIT, p. 220), s. Lticiadcl de'palazzi apostolici e dell' ospizio di s.

Gonfalone [e voi. II, p 2r)2,XI,p. 287, Michele ed altri luoghi pii, e fuori le mu-
XVI, p 123 e 128, XLIII, p. 42 pren- ; ra c), cioè le chiese di s. Paolo , s. Loren-

de il nome dairarciconfrafernita cui ap- zo, s. Agnese, s. Sebastiano, s. Francesco


partiene, che l'ottenne nel 1264, gii» fi- a lìlonte 3Iario de' Girolaniini del b.

liale della chiesa e abbazia di s. Biagio Pietro da Pisa, s. Angelo delle Forna-
della Pagnotta, edesiste presso una delle ci, s. 31a ria del ss. Rosario a Monte Ma-
nia!'"iori chiaviche. 11 sodalizio la riedi- rio da' Predicatori^ cui fu riunita quella
fleò dai fondamenti nel 1700 coi disegni di s. Lazzaro (della quale parlai anche
di Marco David: V interno è ben deco- ad Ospedale di s. Gallicano), de'ss. 3/ar-
rato con la volta dipinta da Antonio Ke- cellino e Pietrose voi. XIII, p. i48, e Pa-
pi : nella i."^ cappella a destra il s. Fran- tena), e di Maria del Carmine e di s.
s.

cesco di Sales è di Monosilio, rpiella df-i Giuseppe fuori tWPorta Portcse. Alcune
ss. Pietro e Paolo, dopo la statua di Lu- s. chiese dell'interno di Roma, comechè si-

cia, è di Mariano Rossi; il s. Bonaventu- tuate presso le hanno


mura della città,
ra fu dipinto da Costantini; il cpiadro giurisdizione ne'luoghi suburbani, come
dell'ultima cappella è d'uno scolare di la basilica Lateranense, che avendo un

Pozzi. In questa chiesa è sepolto il cele- perimetro di circa miglia 62 vi compren-


bre prelato INicola Maria Nicolai, con de la famosa chiesa della Madonna del
monumento scolpito dalcomm. Fabris. Divino amore nel castello di Leva, che
IVella sagrestia sull'altare vie altro qua- descrissi nel voi. XVII, p. 18. Abbiamo
dro mentre nell'oratorio
di Costantini, diBontus, Notizie archeologiche sulle
de'ss. Pietro e Paolo sonovi pitture a fre- XLIF chiese parrocchiali di Roma, de-
sco rappresentanti la cena del Signore scrizione de' confilli, iìidice delle strade e
e il portar della croce, di Livio Agresti; numeri che si conten"ono in ciascun cir-

Gesù avanti Caifasso,di Raffaele da Reg- condario, Roma 1825. Gregorio XVI
gio; la Resurrezione di Marco da Sie- trasferì nella Chiesa di s. Maria Mad-
na ; la Coronazione di spine e \' Ecce Ho- dalena de^ Ministri degl'infermi, la par-
mo di Cesare Nebbia la Flagellazione di
; rocchia di s. Lui£[i de' francesi.

Federico Zuccari). Inoltre il Papa dichia- Antichissimo è il collegio de'parrochi


rò parrocchia palatina i Palazzi Late- di Roma, Collegium Curionuni, rappre-
ranenu^^ faticano e Quirinale e loro a- sentato dal Camerlengo del clero ronia-
diacenze, esenti da ogni giurisdizione, no (F.), che ne'primi secoli della Ciiiesa

soggettiimmediatamente alla s. Sede, af- si nominava rettore della fraternità dei


fidando la cura delle anime al prelato chierici, il qual titolo ritenne fino al se-

sagrista agostiniano, l'oflfìciodi vice-par- colo XII. Questa romana fraternità o col-

roco al sotto- sa«,rÌ!)ta agostiniano pel Va- legio era ccoiposla di canonici e de'par-
PAR PA R 247
lochi lidie cìiiese di Roma, ed il Gallet- cardinali vicari. A Dottrina cristi \nv
li, Del fìiimiccro, parla d'un rcltoicdcl ho parlato di quella che insegnano nel-
7G1J incnUo della lialornila lialla erii- le domeniche parrochi, della disputa
i

ditanieiile il Morelli, Riln.<; dandi preshy • che si ià nelle parrocchie, e dei catechi-
Uriuin p. 3o5. Apparteneva ad esso la smi e istruzioni che hanno luogo in qua-
direzione di tulle le pubbliche funzioni resima. A Scuole nottur.ve dirò in quali
ecclesiaslichc. L'annua elezione del me- parrocchie furono istituite; ed in diversi
desimo fu stabilita da Libano VI , e articoli parlai delle pie istituzioni stabi-
giusta la disposizione dello statuto dello lite nelle parrocchie. Dipende dal colle-
annuale
stesso clero, l'onorevole ofiicio gio de' parrochi il Conservatorio della
si conferisce alternativamente ad un ca- divina Cleincìiza (Z^-); e nel 1802 gli
nonico o ad un parroco secolare. Indetto era stato alTidato il Conservatorio di s.

articolo vi sono notizie pure riguardanti Croce della penitenza [F.). Il Piazza nel-
i parrochi e che il camerlengo con tre
,
V Eusevolo^io romano trat. 7, cap. 4i e
parrochi intervennero all' ultimo conci- 42, discorre dell'accompagnamento al ss.
lio romano: questi ultimi, quali deputati Viatico e delle confraternite del ss. Sa-
del collegio, furono eletti dai curati nel- gramento istituite nelle parrocchie di
la chiesa di s. Lucia de'Ginnasi: si parla Roma. Benedetto XIV nel i n t^t. òono a\
ancora della morte e funerale de' parro- collegio de' pairochi la chiesa di s. Sal-
chi, e meglio può vedersi, con allre no- vatore delle Coppelle nel rione s. Eusta-
zioni riguardanti i curati di Roma, nei chio, e gli concesse la nomina del cura-
Stallila antiqua de officio canierarii ec. to ; quindi nel i 748 accordò l'indulgen-
ci jurihiis funeralibus cccles. pracscrtiin za a quelli che la visiteranno, perchè vi
parochialiuni alinae Urbis , cum additio- si venera parte del prezioso sangue di
ìiibiis et appendice. Innocenzo XII obbli- Gesù Cristo, postovi da Celestino III a'
gò i parrochi ad intervenire ogni mer- 26 noveudjre iq5, dopo averla restau-
i

coledì, secondo l'antico costume, alle con- rata, quando la consagiò in un all'alta-
ferenze de' casi di coscienza, sulle quali re maggiore, consagrando i due altari
possono vedersi voi. XXX,p. 181, XL V, i laterali due vescovi. Il Bovio, La pietà
p. ?. 3o: queste però de'parrochi si face- trionfante p. 176, descrive questa chiesa,
vano nella chiesa di s. Tommaso in Pa- come filiale della basilica di s. Lorenzo
rione, e poi nella chiesa dell' università in Damaso, mentovata nella bolla di Ur-
romana, pel disposto di Alessandro \\\ bano II e parrocchia antichissima. Dice
nel GGu, coir intervento de' professori
1 che prima si chiamava s. Salvatore del'
della medesima domenicano e conven- , la Pietà, pel monte che eravi vicino, in-
tuale, del vicegerenle e camerlengo del di delle Coppelle, per le botteghe che nel-
clero. Finalmente fu statuito di farsi in la propinqua strada vi tenevano i coppel-
s. Salvatore delle Coppelle, ove ha luogo lari donde anche la via ne
e barilari,
solo una Clemente XI, ap-
volta l'anno. prese il nome. Vi fu istituita la confra-
pena ijoo, chiamò tutti cu-
eletto nel i ternita de' sellali nel \^o\ o i4'4 sotto
rati di Roma, e vivamente raccomandò l'invocazione dì s. Eligio, insieme ai fer-
loro di fare il catechismo a'fanciulli. So- rari ed orefici, i quali ultimi poi passali
gliono Papi prima di quaresima e nel
i nella chiesa del santo patrono, vi resta-
giovedì di carnevale, ricevere in trono rono solo primi ad esercitarsi iu varie
i

lutti i parrochi col prelato vicegerenle. opere di pietà ;di essa discorre ancora il
per esortarli e benedirli per ben predi- Piazza trat. 9, cap. 12; questi nel trat.
care, indi gli ammettono al bacio del 7, cap. 3i, parla della confraternita del
piede: iu loro vece poi questo si fa dui ss. Sagramcnlo e della Perseveranza ivi
, .

248 PAR PAR


fbiRlata nel i (3G'3, col fine tli prcgnre Dio si al vescovi, li fa successori de'7 a disce-
per la perseveranza de' fedeli nel bene o- poli di GesLi Cristo, dal quale protende ri-

perare, e per aìulare grinlernii uelle lo- ceviiio immediatamente l'autorità. Que-
cande ed alberghi, lenendo cura dei lo- steed altre stravaganti pretensioni sos-
ro clletti se muoiono e seppellendone con tennero nel secolo passato altri autori, il
Slìflragi il cadavere; vestono i coiilVali sinodo di Pistoia (/^.), ed i Giansenisti.
sacco bianco, inozzella paonazza con fet- Gira Idi j De officio et potestate parochi,
tuccia bianca e 1' insegna del ss. Sagrai addii, ad Barbosa, Romae 1774- ^- A.
mento. Il Venuti dice che la compagnia Feirari, Prerogative del parroco, Roma
de'guantari viebbeuna cappella. La chie- 1775. Anche di questa opera 1'
Effeme-
sa venne ristorata nel passato secolo con ridi di tale anno a p. 2 7 ne dà i il giudizio,
archilelline di Carlo de Dominicis. 11 commendevole nel difendere i diritti par-
(juadro dell'altare maggiore è di Lelli ; il rocchiali, ma
con disquisizioni lontanissi-
bel deposito del cardinal Giorgio Spino- me dall'argomento. Relotti, Dei parro-
la, ornato di marmi, sculture e metalli chi,Bergamo 1799- P. Tamagna, Origi-
dorali, è opera di Ludovisi. ne dc'cardinali, par. 2, cap. 3, de' par-
Sulle parrocchie e sui parrochi, oltre rochi e canonici. Nuova biblioteca perii
i relativi articoli, si possono consultare i parrochi e cappellani di campagna, Ve-
seguenti autori. Wassobrii, Praxis con- nezia i8o5-o6. Zucchini, Concordia tra
cursiiurn ad K'acanles parochialcs ecclcs., ì parroclii e fabricieri, B.oma 1825. J.

Mediolani iGiS.L.h. Thiers, Z->e sloia Soetler,Monita ad parochos, aliosque


in archidiaconorum visilalionibus gestan- sacerdotes animaruni curani habentes,
da a paroecis disceplaiio, Vav\&:\s iQ'j^. Romae et Novariae 1825. Luigi Nardi,
Cerimoniale per le chiese parrocchiali Dei parrochi, opera di antichità sacra e
minori o di campagna, ordinato da Be- disciplinaecclesiastica, Pesaro 1829.
ìiedclloXlIIj Venezia 1 836. Carato, De Barbosa, De officio et potestate parochi
juribus parochialihus, Mediolani. Reclu- cum Giraldo a s. Cajetano, B.omae 83 1 1

sio. De re. parochiali , Romae lyyS. Lo spirito del parroco esposto ad un gio-
Traclalus de concarsihiis, ccllaùonibus, vane sacerdote chiamalo alla cura delle
et vacalionibiis parochiariim aliorurn- anime, Roma 838. Billot, Discorsipar-
1

(/uè beneficiorum, Romae i774- Cucca- rocchiali per le domeniche e feste dell'an-
gni, DeWaulorità e giurisdizione della no, Alessandria 1842. Montargon, Di-
Chiesa e del romano Pontefice sull'ere- zionario apostolico per uso de' parrochi
zione e distribuzione de' vescovati e delle e predicatori, Venezia 1782. M. Piano,
parrocchie, Roma 788. De re paroeciar1 Istruzioni dogmatiche parrocchiali, Mi-
li ad elruscuni praesuleni prolusiones lano i84'J. Per impedire l'abuso d'im-
Romae 1S18. A^ueii\, Il parrocchiano porre Nomi ( P\) piofanì o romanzeschi
istruttore, Venezia i 7 1 5. Garulli, llpar- nel battesimo, contro il divieto del can.
roco incasa degt infermi, Venezia 17 18. 3o del Fine
concilio ISic'eno, Pietro da
Marangoni, Thesaurus parochorum , Ro- stampò Venezia nel i5G2, Trattato
in
mae 1 726. Mengoni, De eniinentiori pa- dell' imppsizione de nomi; e Simone Pei-
rochoruni dignilate super canonicos, Flo- ronet a Torino nel 706, Catalogo di san-
I

reutiae 1782. Calechismus ad parochos, ti celi sante, a uso de' parrochi, per ani-

Romae 1764. G. A. Cornare, De'parro- minislrare il santo battesinio.


chi, Brescia 1771. Opera riprovata dalle PARUOCCIIIE DI ROMA. F. Par-
Effemeridi di Roma 1772, p. 83, perchè, nOCCHIA.
onde deprimere la dignità e giurisdizio- PARROCO. F. Paerocciua.
ne episcopale, eguaglia i parrochi qua- PARRUCCA o PERRUCCA o PE-
PAR rAR a49
RUCCA, Cacsaries. Zazzera o cliioma fin- per travestirsi, come fanno icommediai\-
ta, o zazzeia posticcia di capelli, calien- li, onde dai gicci tal parrucca è detta

flriiin, fieli crincs: tlicesi pannccliino e phenacn, cioè inìposliua. In fatti calvi i

volgaimeiilc fioulinOj la parrucca pic- preferivano farsi cuoprire la calvizie con


cola: il Sanielli la cliiamò maschera del unguento filato, essendo allora usati ad
capo, il Guasco chioma aitelitlta, capel- ungersi il capo, ovvero adoperavano una
liera posticcia e auio\il)ile. Il vocabolo cullia di pelle di capretto col suo pelo,
parrucca proprianienle deriva dal fran- che vestir parrucca d'altii capelli, ed es-
cese pcrriiqiic, e lu dello anche per ca- ser mostrati a dito come donne. Tra le

pellatura di donna; greci la chiamaro- i romane, quelle che o per l'età o per na-
no /;roco«j/» w/, cioè aiilcrìor chioma^ [per- turale difetto scarseggiavano di capelli, o
chè le greche usavano questo aggiungi- che veramente gli aveano tali, che non
uienlo di capelli su la lionte , e Iric/io- ricevessero il colore delle misture, non
mentre
ììia, i latini denominarono ca- aveano dinicollà di farsi radere o di far-
pillamcnlum i capelli posticci. Questa va- sicader la chioma, toccandola e strofi-
nità nelle donne esisteva a'iempi di Da- nandola con la salamandra colta nell'o-
vide, essendo le ebree vaghe di capiglia- lio. Caduti i capelli, ai adattavano il
ture posticcie, che acaro prezzo conìpra- parrucchino artefatto con tutta diligen-
vano gli altrui capelli biondi per ador- za e lo studio necessario ad ingannare
nare il |)roprio capo. L'uso delle parruc- eziandio i piìi curiosi esploratori degli
che dalle donne passò negli uomini, nei artilìzi donneschi: ciò non fecero benché
greci e nella magna Grecia; ed i primi vecchie, né Giulia madre d'Augusto, né
furono japigi, popoli della Puglia, pri-
i Sestilia moglie di Usavano ca-
Vitellio.
mifacicm aClrii'enint capiti galcricitluiìiy pelli fìnti tedeschi venuti diGermania e
ttfictitiatn comam adaplavi-rint. Devesi biondi come l'oro, diverse donne romane,
notare che la Japigia è la Terra d' O- e finse benché attempate, Antonia mo-
IrantOj e siccome in essa liorivano i ta- glie di Druso, Vespasia Pollia madre di
renlini in ogni sorta di lusso e morbi- \espasiano, e Domizia madre d'Adria-
dezza, così può darsi ch'essi fossero i pri- no, laonde dicesi che la loro capelliera
mi a usarli in occidente. Nell'oriente già fosse il parrucchino tedesco abbiamo nei :

si adoperavano ca[)elli tìnti dai medi,


i musei diveisc teste di femmine antiche
persiani, lidii e carii in particolare. L'uso col parrucchino o capelliera posticcia,
delle parrucche in tempo della gentilità ch'é ulteriore prova di tale usanza. In
fu raio negli uomini e più comune nelle Roma e rimpetto al tempio d Ercole Mu-
donne principalmente romane, come si sagete presso il Circo Flaminio, pubbli-
apprende dai poeti. Questi narrano di camente si vendevano i colori propri per
radodelle parrucche degli uomini, i quali tingere i capellichiome arlelàlle,
e le
non le usavano che [)er travestirsi e che venivano di Germania. Per rmgio-
non esser conosciuti. Annibale avea par- vanire agli occhi altrui, non è facile ri-
rucche per diverse età, a fine di fuggire dire quanti secreti le donne usassero per
le insidie travestito. Caligola la notte si comunicarli a'ioro capelli la Germania :

metteva in pariucca, perchè frequentan- somministrava le sue erbe; la Francia


do certi luoghi non fosse conosciuto. Grac- il suo pestifero sapone, comporto di se-
co, uomo di qualità, si trasformava col- vo e cenere; la Grecia il suo callitricon;

la parrucca pei' fare il gladiatore senza le sue more, il lenlisco,


l'Egitto la lisi-

essere conosciuto: questi ed altri esempi maca; l'Olanda le sue spume, e l'Italia

provano piuttosto, che le parrucche dai le acque del Grati e del Clitunno, cuial-
non si usassero fra gli uomini che
gentili Iribui vasi, come alle cose suddette, la qua*
?. 'io PAR PAR
lità tli far biondi i capelli eh' ciano ne- covano nelle calende di gennaio. Fino ai
ri o castagni: finasi tulle le feiuniine a- tempi di Alessandro Ales nel ^..yo e di s. i

niavano la eliioina bionda sino dal teni- Rernardino nel t.\.\o si parla solo de' ca-
j)0 di Rlenandro comico, come avverte pelli [ìosticci delle donne, non degli uomi-

s. Clenienle Alessaudi ino, e quelle che ni. Gei lo è, che né ss. padri, né coitituzio-

disperavano di renderla tale a mezzodì ni apostoliche, uè concilii generali o pro-


tinture e di polveri, supplivano con chio- vinciali parlano di parrucche degli im-
me e parrucihini l)iondi venuti di Ger- milli per 6 secoli cristiani. Tutta la Gul-
1

mania. Anche i capelli neri furono mollo iia era già chiomata, ma al principio

apprezzali, e gli antichi conoscevano molte dello stabilimento del re^no de' franchi
cose alle ad annerirei capelli, come il iiii- solamente re aveano il diritto della ca-
i

labolano, il mirto bianco, la foglia di ci- pigliatura, cioè di portare i capelli lun-
presso, il corimbo, l' ippcricon e l'uova glii, e lo mantennero sin verso la metà
di corvo. Ma scemando
i capelli biondi del secolo XII; poi portarono capelli cor-
apparentemente gli anni alla donna at- ti, (jiichè Luigi XIII riprese l'uso de'ca-
tempala, si determinarono le femmine ad pelli lunghi, e propriamente nel suo re-
anteporre la bionda capellatura alla ne- gno e verso il iGac) gli uomini comin-
ra anche nellepanucche. Che da questa ciarono in Francia a portar le parrucche,
tlebolezza non sieno mai andate esenti le secondo Tiers, confutato da altri, come
femmine, generalmente parlando, basla si legge nel Calogerà, Opuscoli l. i^, p.

consultare i ss. padri, e l'uso del parruc- 335, ove si dichiara che le parrucche so-
chinosi trova eziandio fra le auliche don- no stale praticate prima in Italia che in
ne cristiane. Il Doldetli che visitò con mol- Francia; mentre nel l. 45, p. 3oi degli
ta diligenza i Poliandii sotterranei di slessi Opuscoli si dichiara come la ca-

Ivoma, rinvenne nel cimitero di Ciriaca pellatura fu in diversi modi usala dalle
un sepolcro d'una s. martire, nel quale nazioni de' germani, merovingi, ec. In
osservò alcuni fìnti capelli di lino, tinti principio non si fecero intere, cioè che
a color castagno. Tut'.avolta il Sarnelli, cuoprissero tutta ma solamente
la lesta,

Lett.eccl. t. 3, p. i5i, nel discorso sto- freccie di capelli, ed ancora d'una parte
rico-morale contro l'abuso delle peruc- sola, e durò lungo tempo, massime in cor-
che negli ecclesiastici, nel cap. 5 tratta : te. Si praticarono nondimeno dipoi da
Tra'cristiani,per insegnamento apostoli- ambedue le parli, ed in fine si venne al-

co, furono le peiucche vietate alle don- leparrucche intere, le quali in principio
ne; gli uomini non portavano né meno erano assai costose e non piacquero a
zazzere. JXel iBaq fu stampata a ]Mi la- tulli. I cortigiani, quei di pelo rosso ed
ne : Varie dì acconciarsi da se il capo i tignosi pei primi le adottarono : i pri-
insegnata alle signore, con fìguie. mi per delicatezza, come sempre esposti
Gli scrittori de'primi 6 secoli cristiani 1 in incedere col capo scoperto; i secondi
ninno propriamente parla delle parruc- per v;milà, onde cuoprire ilcolorede'loro
che negli uomini, bens'i dei strani capelli capelli, credendosi che Giuda cosi li a-
delle donne ragionano; Tertulliano esa- vesse; gli ultimi per necessità e cuoprire
gera contro le parrucche delle femmine lo schifoso male; finalmente calvi in- i

del suo tempo, s. Gregorio Nazianzeno cominciarono ad usare le parrucche per


Je proilii alle donne cristiane, s. Girola- cuoprire la loro nudità del capo o per
mo, s. Paoli no pai la no delle parrucche del- comparire mcn vecchi. L' esempio dei
le donne: quegli di cui ragiona s. Asterò cortigiani fu eziandio imitato dai com-
del IV secolo è un uomo mascheralo ve- medianti, istiioui e ballerini. Se ne fece-
stilo da donna, e delle maschere che si (a- ro alcune chiamate berreltini, perchè i
PAR TAR 2 Ti

capelli si attaccavano solo inforno i\l Ler- Clemente XT nel ir-oi proIIA n lut-
leltino; le altre erano complete e coin- ti i canonici e benefiziali delle hasiliclie,
poste di una cuflìa di rete tutta gnerni- collegiate e parrocchie di Roma l'uso del-
la di capelli. Circa il iGGo le parrucche le parriicche, sottopena di essere consi-
in Francia e poi in Italia incominciarono derati come assenti, se con esse interve-
ad adottarsi da qualche ecclesiastico e nissero al coro ed altre l'on/ioai eccle-
pel primo la Riviere morto vescovo di siastiche: i primi a deporre le pairiicche
Langres; e come in Francia gli ecclesiasti- fVuonoi canonici Vaticani, alcuni dii'ipja-
ci genericamente chiamansi m/ r(7/;Z'(', la- li per aver cortissimi capelli assunsero
li parrucchesi disserod'al)bate,ed in priii- berrettini in forcnadi Caiìiniiro (^ .). Sot-
cipio furono piccole e corte. Nello slesso to di lui il cardinal iV Archii'n la porta-
tempo pochi prelati avendo perduto i va e vi avea cucito il BcrrelUno cardi-
capelli, deliberarono di prendere parruc- unlizio C^.). Il cardinal Orsini arcivesco-
ca, senza badare alle conseguenze della vo di Benevento ivi nel l'jii fece ptd)<
novità, il cui esempio seguirono alcuni blicare da Giuliano Bovicelli tradotta
canonici , indi i seiniprebendali , i cap- Vf/islnirc (Ics pcrruques che Giambat-
pcllani ed i cantori delie catte<lrali ; ap- lista Thiers avea nel 1690 pubblicato a
presso i curati, i vicari, e in fine i rego- Parigi, eccone il titolo: Islorin delle pe-
lari. Questo eccesso parrucche negli
di rucche,incui si favcdere la lorooriginCy
ecclesiastici fu arrestato nel progresso da l'usanza, la forma, l'abuso e la irrego-
\igilanti vescovi, capitoli e congregazioni larità dì (juclle degli ecclesiastici. Presso
1 eligiose. Il Sarnelli ne'capi loeseg. dis- il Ferrari, Bihl. can.y vcvho Coma fieli'
corre sulla colpa delle donne e laici pe- tia trovano alcuni scrittori che nume-
si

ruccate e periiccanti ,
quindi maggiore rano decreti di 16 bolle apostoliche, di
i

negli ecclesiastici ;
poiché se alle donne 10 concilii generali, di 1 36 provinciali e
fu proibito i capelli altrui, ai laici la 7az- di 552 sinodali, ne'quali si vietano, e per-
zera, più condannabile essere ne'chierici ciò proibiscono le parrucche agli eccle-
l'uso delle perocché, riproducendo ca- i siastici. E rimarchevole, che il cardinal
noni contrari, escludendo la chioma fin- Orsini nel \'ji\, entrando in conclave,
la oirni se"no di tonsura o rasura resro- esilù suo voto alla direzione del car-
il

lare. Condannò nel 1697 il vescovo Sar- dinal Albani, capo delle creature dello
nelli i chierici peruccanti, i quali appel- zio, purché si concorresse in un cardi-
larono alla s. Sede, equesta a mezzo del- naie degno, che fosse vescovo e non por-
la congregazione del concilio confermò tasse parrucca.Divenuto egli stesso l'ap.i
il scomunica fulminata, ri-
divieto e la col nome
Benedetto XIII, con editto
di

vocando le licenze datea voce e in iscrit- del 10 dicembre rinnovò le disposizioni


lo ; cos'i sotto pena di scomunica sotto de'predecessori sul vestir d'abbate, ed ai
Innocenzo XH e nel 1699, fu proibito io aprile 725 vietò le parrucche agli ec-
i

a tutti i chierici beneficiati e a lutti i co- clesiastici (li qualunque condizione fos-
slituiti nell'ordine sacro, di portare pe- sero ; primo a deporla fu il caidinal Giù-
rocca. Coiichiude il Sarnelli il suo discor- dice decano, seguito da altri non senza
so, col dimostrare quanto sia disdicevo- ripugnanza, principalmente de'cardinali
le la perucca anche ne'chierici non be- Bentivoglio e Alberoni, quali ne face- i

nefìciali,econ riportare il detto del Saus- vano uso per salute, non per ornamento.
say, in Panoplia elicricale, chele [ìcvuc- jN'el i 7,30 successe a Benedetto XIII il

che sempre passarono per infami nella moderalo Cleuienle XII, il cpiale rispose

Chiesa, né giammai essere stato permesso ;•. quelli che l'avvisarono aver alcuni sa-
a'preli,uèad altri ecclesiastici di portarle, cerdoti rimesso panucca contro gli ante-
a'Ta PAR PAR
lioii divieti: » CliVgli facilmenle le sof- perxtlzione de'gentlli nella chioma e del-

iiiieljbe, purché tali ecclesiastici, non ser- la cultura della niedesima presso le aii-
vendo alla mollezza, ma solo olla ncces* Itche donne romane, Napoli i
77 5. In es-
sita, (ossero di condotta tale, che ne'co- sa discorre della calvezza abboirita dalle
slumi servissero agli altri di esempio ". femmine, del capello nero molto stima-
Benedetto XIV nel 1740 pubblicò una to, de'ciipelli sparsi di cenere, de'capelli
uolificazione, eh' è la 57 del t. 2, intor- fiuti trovati ne'sepolcri cristiani, delle di-

no al poterne o non poterne far uso gli verse foggie ed erudizioni sulla chioma
ecclesiastici, in quali casi e con quali con- de'gentili e de'cristiani, della parrucca e
dizioni, per cui sene concede licenza. E sua origine, sulla rasura de'capelli in se-
qui osserveremo che niun Papa ha mai gno di dolore, e di tutte le acconciature
usalo parrucca, e benché il cardinal Cra- del capo. L'uso poi del codino nelle par-
tchi in fresca età la portava, eletto Pon- rucche e ne' capelli, come il nudriie la

tefice nel 1775 col nome di Pio VJ, la barba o il laderla, nel declinar del secolo
lasciò e subilo comparve co' propri ca- passato il primo, a' nostri giorni la secon-
pelli : bensì vedendo che s' introduceva da, fu riputato segno di parteggiare per
una certa spiacevole luridezza di lesta qualche idea politica,o di esserle avverso
negli ecclesiastici, la quale fa molto male o almeno estraneo.
specialmente nelle sacre funzioni, con sue PAPiTENIA. Sede vescovile d'Africa,
lettere commendò l'uso d'un poco di ci- nella ]\Iauritiana di Sitili e sotto la me-
pria, polvere bianca, sul capo ad terge/i- tropoli del suo nome,
clas ^o/r/e5, edegli ne diede l'esempio col Ì^M\T\COh\,Parlicula. Piccola par-
eacro collegio e prelatura. In Francia la te dell'ostia consngrata e' piccola ostia
cipria sul capo era segno di posatezza e per comunicare i fedeli, che si custodi-
antichità di costume, come di pensare, sce nella Pisside {V-), o si pone dal sa-
massime negli ecclesiastici. Sulla decen- cerdote consacrante sulla Patena, per
za del capo e della barba negli ecclesia- distribuirla a chi del popolo brama ri-
stici,parlo a Pettine. La forma delle par- cevere V Eucaristia (^.)- La patena in
rucche variò spesso come le acconciature alcuni luoghi si sostiene sotto il mento
del capo. V. Capelli, Barba, Chirurgo, di chi riceve la comunione, benché sul-
Berrettino e gli articoli riguardanti tut- la balaus'ra siavi la solita tovaglia ; in
tociò che cuopre il capo, e Maschera. Al- altri luoghi si usa la palla o piattini ob-
tri che vi scrissero sono: Erphnrth, De lunghi o un pezzo di tavoletta coperta di
cnpìllninends, milgo parrucche, Lipsiae pannolino, per sottoporla al mento on-
1673. Bernabei, Diss. delle morii ini- de ricevere le particole se cadessero o le

proi'ise, in cui si ragiona delle perriic- particelle di esse. J^. Ostia sac.^a, ove
che, Roma 1708. Criterio delle perriic- dico pure di quelle cadute e rubate. Il

<7je, Vin. 17 18. Vecchi, Clericns deper' Berlendi, Dell' oblazione p. 20, rende
rucattis, si\.'e in flcliliis clerico rum comis ragione perchè le p^7/Y/co/e sono cos'i chia-
extensa, et explosavanìtas, Amsteloda- mate. Introdotto nella chiesa latina l'u-
mi 826. Guasco, / riti funebri di Roma
1 so di formarsi e cuocersi Wpane pelsa-
pagana, in cui fra le altre cose riporta grifizio in forma sferica e sottilissima, ed
che ai onoravano, gli uo-
defunti che si a foggia di denaro, nel secolo XII ven-
rnini giltavano sulla bara peli della bar- i ne da alcuno riprovato, quasi che ad una
ba e le donne buona parte dei loro cri >
figura tenue e sottile potesse veramen-
s'i

ri. Meglio il Guasco parla delle parruc» te darsi il nome di pane, e poi anche da-
che e ile'capelli nell'opera: Delle orna' gli eretici moderni. Dall' usarsi nel III
trici e decloro uffizi, ed insieme della sU' secolo le patene di vetro, bisogna couvc
PAR PAR i^'y-'y

nire die le oliate doveano già essere tc- de' comunicanti, colla formola : Accipi'
iiuissime e sottili, indi cliiaiii;ile ostie co- te, et comcdite^ hoc est corpus nieus. Tale

me surrogate alle olilazioni.'YixUiW'oha sembra che fosse nella Chiesa la comune


le oblazioni sottili in fìirina di denaro, pratica anche nel secolo XII, raccoglien-
non furono dairunivcrsaiedeila Chiesa si dosi minuzzoli o frammenti col Ciic-
i

tosto accettate, elle in f|nalche monastero cliiaro (f^.), ove dissi che le particole
o chiesa secolare non continuasse il co- talvolta furono chiamale Eulogie C^).
slume della forma antica del pane, non Piescrive la di.sciplina ecclesiastica ai par-
reso sottile e compresso sotto il ferro, al- rochi che sempre si conservino alcime
meno fuio al I I 5o. rVel tempo slesso, in particole pegl'infermi e per gli altri fede-
cui si cominciò la pratica di (pieste obla- li, una pisside, come di rinnovarle fre-
in

zioni sotto forma sottile e sferica, ed a quentemente; che quelle che sono da
guisa di denaro, s'introdusse ancora consacrarsi sieno fresche; e quando do-
quella delle minori per la comunione del vrà consagrarle, devo distribuir piima le
popolo, le quali come anticamente era- vecchie o le assumerà. E necessaria l.i

no ima parie recisa del pane consacra- frequente rinnovazione delle pallicele,
lo: lUnd quoti in mensa Douiini liene- perchè quantunque più facilmentesi cor-
diciliir, dice s. Agostino, ad dislribitcn- rompa il pane fermentalo, che ['azzimo^
(hini coniiiìiniiitnv, e perciò delle /5i7r^i- tullavolta anche questo a ciò va sogget-
colr. Sunto, libi luicharisliaeparlicidani, to conservandosi per lungo tempo, e spe-
scrisse Gregoiio diTours nel VI sc<'.o-
s. cialmente rinchiuso. Alllnc dunque di
lo, atfjne imponi in. ore tuo, dal quale impedire una tale corruzione, medianle
sono pure chiamate talvolta col nome di la quale non si troverebbe pi ìi sagra men-
ostie : ciò crcdesi fosse praticalo quan- to, la Chiesa ordina che di frequente si

do non si recidevano dal pane consacra- rinnovi la consagrazione di particole di


lo, ma esse a parte e distinte dall'obla- recente formate , la qual frequenza s.

la del sacerdote erano consagrale. Poi- Carlo Borromeo decretò ad H giorni ad


ché egli dà loro lai nome in laccoiitnr- snninìum: il ceremoniale de' vescovi vuole
ne la consngrazione, come si là ora nel che Sagramenlo, .9c;«(7m cbdoma'
il ss.

portale all'altare comunicbini o pailico- da A Comunione,


niutetur et renovetur.
le, sacrai- parlicidac, distinti dall' ostia massime al ^ 6, bo dello che aulicamen-
del celebrante, e insieme con quella con- te si prendeva sulla mano ed fedeli si i

sagrarle; il quale nostro uso di ammi- comunicavano da per loro e le donne


nistrare a' fedeli con particole il sagra- colla mano coperta da un pannolino; \\\
mento dell'Eucaristia, può perciò ilirsi Egitto e altrove si porgeva la comunio-
autorizzato dall'anlichilà di i?. e piìi se- ne col ciiccliiaro, e come si prendc-a il
coli, eda quanto il Berleudi racconta di comunione del-
.sangue del Signore nella
s.Martino di Tours. Queste particole in ledue .specie; non che del tempo della
alcune chiese d' oriente si chiamavano comunione. Su questo ultimo leggo nel
margarite, come nel rituale di Gabriele Sallusli, Storia delle missioid, l. i, p.

patriarca d'Alessandria, nome conficen- 1 49, che nel la chiesa di s. Luigi della Pun-
le perchè Gesìi Cristo fu chiamalo mar- ta, come nelle altre di quasi tutta l' A-
garita da diversi ss. padri. Verso la metii nierica, il sacerdote quando deve comu-
del secolo XI nella chiesa lomana non nicare i fedeli, dice prima l'introito del-
erano per anco in uso le suddette par- la messa (ino a tulio il Confìteor e dipoi
ticole ed ostie separale, ma si consngra- sale all'altare edistribnisce le sacre par-
Ta un pane grande ed intero, che si di- ticole, recitando le altre preci consuete:
videva iu molte parli, secondo il numero vi è anche l'altra lodevole costumanza
P AS
clic il Viatico si accompni^na con islni- tediale per l'autorità della s. Sede. Tro-
nienli musicali a taMil)m<) halleiilc. In vasi il suo nome nel martirologio galli-
Cascia, nella chiesa dc^li agosliniani, si cano e in (|uello de'benedctlini. Al)bia-
venera la sacra |)aiticola iniiacolusa, che nio di s. Pascasio Radberto:
Coni- i
."

versò sangue nelle maremme sanesi, per incutano sopra il vangelo di s. Malleo.
pnniie la poca riveienza d'un sacerdote. 2." Spiegazione del salmo 44- ^"Spie-

1 greci hanno una cerimonia che chia- gazione delle lanienlazìoni di Geremia.
mano la cerimonia delle parlicole, la 4." Del Corpo e del Sangue di Gesù Gii-
(piale consiste nell'olfrii'e in onore di Ma- slo, libro che mandò con una Lettera A
ria Vergine, di s. Gio. Baltista e di molli re Carlo il Calvo. 5.° Trattato della fé-
altri santi, delle piccole parti d'un pane de, della speranza e della carità. 6." Le
non consagialo: però l'uso di queste par- Vile di s. Adelardo e di s. TVala suo
ticole non è molto antico. fratello. 7.° y4tti dei santi martiri Rnjìno
PARZEPEPiTO. Sede vescovile del- e r'alerio. 8." Trattato del parlo della
l'Armenia maggiore, sotto il cattolico di Beata J'erg'ne. q.° Alcune Poesie.
Sis. Orieiis dir. t. i, p. i44i- PASCASIO, Cardinale. Diacono,fìo-
PASCASIO RvDCERTO (s.), abbate di lì nei pontificati di s. Gelasio ldel49'2,
Corbia o Corbeja. Nacque nel Soissonese di s. Anastasio li e di s. Simmaco. Fu
versola line del secolo Vili, e fu allevalo uomo di eminente sapere e di pari sau-
dai monaci di s. Pietro di Soissons. Rice- tilà di vita. Scrisse due libri sulla divi-
\ula la tonsura clericale, ritornò nel mon- nità delloSpirilo santo, pienidisana dot-
do, ma poi si ritirò nel monastero di Cor- ti ina, come afferma s. Gregorio I; si leg-

bia dell'ordine di s. Benedetto, ove fece gono nel t. 9, BUjI. Patr., e si conser-
professionesottos.Adelardo. Datosi a san- vano mss. nella biblioteca Vaticana, se-
ta vita ed allo studio delle scienze religio- condo rOlstenio. Favorì per errore le par-
se, acquistò moltissime cognizioni, e di- ti dell'anlipapa Lorenzo^, e perciò fu da

venne assai caro a s. Adelaido, come a Dio punito severamente col farlo patire
Wala fiatello e successore del medesimo. nelle terme Angulane, finché per le ora-
Fu compagno di tutti i loro viaggi, e l'a- zioni di Germano vescovo di Capua ne
nima del loro consiglio ne'più importan- fu liberato, sebbene poco prima di sua
ti all'ari. Nell'8?,2 lo condussero seco in morte, avvenuta nel 4^8, si pentì di non
Sassonia per confermare lo slabilimenlo aver voluto comunicare con s. Simmaco
della nuova Corbia. Radberto esercitò legittimo Pontefice e di aver favorito tal
nel suo monastero la predicazione, e die- scisma. Il p. Lupi, Dissert. t. i, p. i35,
de altresì delle lezioni pubbliche alla gio- nel parlare dei diversi Pascasi che si ve-
venlù, per cui la scuola di Corbia acqui- nerano col nome di santo, vi comprende
grande celebrila. Nell'H/Ji
stò sotto di lui il cartlinale, del quale il marlirologio ro-

fu eletto abbate,benché non fosse che mano pone la festa a'3 maggio. II Ba- i

diacono; due anni dopo assistette al con- ronio, in annoi, ad inartyr.^ parla di al-
cilio di Parigi, e neir(S4g a quello che si tro Pascasio prete cardinale di s. Euse-
tenneaQuercy contro Gotescalco. Rinun- bio, die nel tempo del menzionato sci-
ciata la sua carica neir85i , si ritirò nel- sma fu nel partito buono di S.Simmaco.
l'abbazia di s. Ricario per condurrea com- PASEMO. Sede vescovile dell'Arme-
pimento alcune delle sue opere. Dipoi ri- nia maggiore , sotto il cattolico di Sis.
tornò a Corbia, ed ivi visse come prima Ebbe per vescovi Adeodato che sottoscris-
nella pratica di tutte le virtù. Morì ver- se al concilio di Sis , e Taddeo cui nel
so l'anno 86'j, il dì 26 di aprile, e nel 1 32 t scrisse Giovanni XXII. Oriens dir.
1 073 il suo corpo fu Irasporlalo nella cut- l. I, p i44i.
PAS l'AS 257
P .\SQl] \ ,Piìschfi . Festn solenniissima bnttcvnsi nel giorno ilcII'er|ii!nozioo pros-
istituita (la Gesù Cristo, allorclit; nell'ul- sinianicnle gli succedeva. i\el cap. i7, dei-
lima cena da lui fatta con gli apostoli l'Esodo èdesciiflo il modo con cui si do-
diede loro a mangiare il suo corpo ed a vea dagli ebrei celebrare «juesta festa:
bere il suo sangue, sotto le specie del pa- l'obbligo in essi di far la pasqua era tale,
ne e del vino, islitnendo ìa ss. Eucaristia, die cbiunqueavcsse trascuralo ili adeni-
cbianiata anclie Pasnua ; e siccome nel pirvi veniva condannato a morie; ma
giorno appresso abbandonò il suo corpo rpielli die avevano quaKlie Icgiltimo im-
agli ebrei che lo condannarono a moile pedimento potevano dilFerirla al ^.."mcse
e fecero crocifiggere, quindi in memoria dell'anno ecclesiastico, che corrispondead
di sua risurrezione e perchè in questo gior- aprile ed a maggio. E famosa la questione
no passò egli dalla moite alla vita, e con se Gesù Cristo abbia fallala pastpia legale
tal passaggio trionfò del demonio, si ce- e giudaica nell'idlimoannodel vivcrsuo:
lebra dai cristiani con gran solennità in l'opinione più accettata è che Gesù Cri-
tutti gli anni, e fu chiamata la gran Pa- sto ha fatta la pasqua legale nel giovedì
squa. jXell'antico linguaggio ilella Chiesa sera, al pari di tutti gli ebrei, mangiando
col nome di Pasqua dicevasi il Natale, l'agnellopasquale la vigilia della sua mor-
r Tip fa ni a , V Ascciiffione , V Antiotina te. Il vocabolo Faxqna tra'greci è detto
(della quale parlo pure nel voi. XLVII, in significato di Passione, perchè nella
p. 268) o Domenica in Alhis, la dome- passione ili Cristo noi assieme con esso
iiica delle /'/7/wcopasqua florida, la Pen- passiamo dalla morte alla vita; così s. A-
tecostc o pasqua rosata o rosa vedi tali : goslino. /^. Lavanda, de'piedi. Nella pa-
arlicoli, poiché col nome di/J/75<7«(' si voi- squa degli ebrei sièsempre rawisafouna
lero distingue! e lesolennità maggiori del- immagrne ammirabile di Gesù Cristo, fi-
l'anno. Gli ebrei diedero il nome di Pa- gura dell' agnello, che ci liberò col suo
squa, in significato di salto, passaggio ,
sangue dalla tirannia del demonio^ e pose
transito, dall'ebreo phasc o pasach,a\\a il suggello alla grande opera colla sua ri -

festa da loro stabilita in memoria della surrezione questo mistero noicelebria-


:

liberazione di loro schiavitù e «orlila dal- mo nella domenica che vien dopo il i4-
l'Egitto, pen he la nolleche la precedei- giorno della luna di marzo, e questa fe-
tc, l'angelo sterminatore che uccise i pri- sta è la vera pasqua do'cristiani. Quau-
mogenili degli egiziani oltrepassò o sai- to allo stabilimento delgiornodi dome-
tò le case degli ebrei, come segnate del nica, vedasi il voi. XIII, p. 17,6 Palazzo
sangue dell'agnello immolato nella vigi- di s. Prassede : si celebra sempre in tal
lia, e perciò chiamato agnello pa^qualej giorno, perchè in esso i! Redentore ritor-
indichiamarono pasqua anche il bandiet- nò trionfante in vita. /^ Limdo. Il Rinal-
to in cui in della festa veniva mangiato di, an. 58, n.^iS?., dichiara dovcrsias. Pie-
l'agnello, le vittime particolari diesi ollri- tro lo stabilimento della pasqua nelgior-
vano durante la solennità pasquale, i/7^- no di domenica, nel quale la celebrò pu-
zzi azzimi di cui si faceva uso in tutta Tot- rein Roma. In sul nascere della Chiesa gli
fava di pasqua, non che tutte le cerimo- ebrei convertiti la celebravano in alcuni
nie che precedevano e accompagnavano luoghi nel f4-" giorno, cioèinipiello Sles-
ia solennità. Gli ebrei celtbiavanola pa- so in cui osservavano gli ebrei la loro pa-
squa nel giorno 1 4° del mese nisan , o squa. Gli apostoli lasciarono ad essi hi

sia nel giorno del plenilunio del i.°me- libertà di tenere questo loro uso, per mo-
se dell'anno sacro, il quale per essi era strare che il vangelo non condannava in
quello di cui la più parte ricorreva nel- nulla la Mosè, the Gcsìi Cristo
legge di
la primavera, in cui la luua l'i.^ o iiu- avca soppresso compiendola. iMa in gc-
7^0 PA S PAS
nerale essi ns^scf^naroiio n qnosfa U'^ln la questione, Papa s. Vittore I del ìc)\,peV'
«lonionica clic licn tlielro iniiiieilialamon- ehè la tolleranza de'suoi predecessori non
te al li^." giorno delia luna di mai 7,0; la fosse reputato consenso, tenne un conci-
chiesa romana e liiUe le chiese furtnale lio romano, in cui ordinò che la pasqua
(lai gentili convertili alla fede , tennero si celebrasse secondo la tradizione degli
sempre questa regola. L'usanza contra- apostoli : questa sentenza fu ricevuta dai
ria solamente tollerata per^lcun tem-
fii concini di Cesarea in Palestina, di Lio-
po, afilnchè la sinagoga fosse sepolta con ne, di Pontico, di Osroene e di Corin-
onore. Ma siccome questa ragione a po- to, poi come dirò confermata da quello
co a poco veni vasi indebolendo, così a di rsiceal. Ma Policrate vescovo ó' Efeso,
misura che la Chiesa si estese, ella sop- radunata ivi un'assemblea di vescovi del-

presse tutte le osservanze della legge, le l' Asia minore, stabilì con essi di perse-
quali per la morte del Redentore e per verare nel rito loro di celebrare la pa-
la sanzione e confermazione della novel- squa nel dì degli ebrei, cioè nello stesso
la alleanza, aveano cessato intieramente giorno 14" della luna di marzo. Il Pon-
di obbligare 1 veri figli d'Israele, peroc- tefice minacciò tali vescovi delle censu-

ché esse non aveano più nessun valore, re ecclesiastiche, se non si conformavano
né significato di sorte. alle altre chiese, ma egli non andò più
Gli ebrei convertiti alla fede, i quali oltre a persuasione di s. Ireneojaltri cre-
pretendevano che cristiani fossero te- i dono cheli scomunicasse, ma che li riam-
nuli ad osservare precetti cerimoniali i mise tosto a Ha sua colli unione, ovvero che
pubblicali da ]Mosè, formarono una del- solo di questa li privasse, interrompendo
le prime sette che si sono levale nella con loro il commercio delle lettere pa-
Chiesa sotto il nome di nazarei. Essi fu- cifiche e la trasmissione dell'Eucaristia.
rono condannati sino dalla loro origine, I sostenitori delle diverse sentenze sono
e s. Paolo li confutò nella sua epistola ai riportati da Novaes, nella vita di s. Vit-
galali e in altre ancora. La Chiesa tollerò tore I. A questi si allribuisce il decreto,
ne'giudei neofiti l'uso di molte cerimo- che Battesimo (^''.) solenne non si po-
il

nie della loro legge, quasi sino al tempo tesse amministrare fuorché la domeni-
della distruzione della città e del tempio ca di Pasqua e di Pentecoste, discipli-
di Gerusalemme: da quel tempo in poi na dipoi andata in disuso, rimanendo il
fui'ono da per tutto dannate come super- rito di benedire il Fonte battesimale (V.)

stiziose, tranne alcune che continuarono nelle vigilie delle due solennità. 11 Pan-
tuttavia pel corso di qualche secolo, li- filo, Dell'origine degli Agnus Dei, dilfu-
na era la tolleranza della pratica di quel- samente tratta del ballesimo pasquale.
le tra le chiese orientali, che celebrava- Intanto la maggior parte delle chiese d'A.-
no la pasqua nel i 4-''g'oi'iio a modo de- sia adottarono mano a mano la pratica di
gli ebrei. Papa s. Aniceto che seguiva la quella di Roma nella celebrazione della
tradizione di s. Pietro ,
con celebrar la pasqua, finché S.Silvestro I nel 325 fece
pasqua nella domenica che segue la i4-^ celebrare il concilio (}k'\Nicea /, ad istan-
luna dell'equinozio verno, tollerò in s. Po- za dell'imperatore Costantino. In esso fu
licarpo vescovo di Smirne quella di s. Gio- determinato che la pasqua, per non in-
vanni apostolo suo maestro, che la cele- contrarsi cogli ebrei, verrebbe dovunque
brava in qualsivoglia giorno della setti- celebrata nella domenica consecutiva al
mana in cui cadeva dello plenilunio, tra- 1 4-^ della luna di marzo, cioè che il gior-
dizione ricevuta nelle chiese d'Asia , di no 21 di tal mese fosse la sede dell'equi-
che tratta il p. Sangallo, Gesta de' Pont. nozio verno di primavera, eche nella do-
t. 3, p. 20B. Pson essendo stata decisa la menica seguente alla delta luna, o che
P AS V A S 257
cadesse in quello o dopo di esso, si cele- voi. XXI, p. 2qH. Il SiìvtìcW'ijfjeU. eccl.
brasse la solentiilà per tutto il mondo cri- t. ?., leti. 36, insegna il modofacili.ssimo

sliano. Così vennero fìssati i tciinini pa- per ritrovare ogni anno in perpeluo il
squali, cioè il pili ])asso a' ?,?. marzo, il giorno di pasqua ; e nel t. 3, lett. 38, co-
più allo a'?.!^ aprile. Quelli che vi si op- me la pasqua si regola col plenilunio di
posero con alcune chiese ed alcuni ve- marzo nel t. 6 poi, lett. io, parla della
:

scovi, malgrado tal decisione, ostinando- pasqua e suo tempo, che si deve celebra-
si a celebrare la pasqua nel giorno i4-° re di domenica secondo lo stabilimento
della luna, furono considerati scismatici, di s. Pietro, significandosi dal patriarca
sotto il nome di qua rio deci mani oqua- alessandrino ni Papi, perchè fissero av-
Uiordcciinani, vale a diie partigiani del visate da lui tutte le chiese ed i fedeli.
quattordicesimo giorno, ch'ebbero per ca- Ad Anno dissi come derivò il costume
po Blasto filosofo sortito dagli ebrei d'A- di computar l'anno nuovo dalla benedi-
sia, e Fiorino suo collega che sostenne la zione del Cereo pasquale f'/^'.j,
regolan-
slessa opinione e che abbracciò unita- dosi le altre grandi Feste mobili àeWan-
mente a Blasto le turpitudini e gli erro- no colla pasqua, che si scrivevano sul ce-
ri devalentiniani. JNè mancarono quelli, rco ( che acceso rappiesenla la risurre-
i quali trattarono i quartodecimani, chia- zione e solevasi ornare di iw'or/^ V.)^eaà
mati anco lessarccalidi, come eretici, seb- ExuLTET parlai del preconio pasquale.
bene non errassero che sopra un punto Papa s. Ilaro nel 463 ordinò a Vittorio
di disciplina a meno che non si voglia
; d'Aquilania, celebre matematico, che
dire, che furonvi de' quartodecimani, i componesse un canone pasquale, con cui
quali furono veramente eretici, percliè si terminasse il disparere fra gli orienta-
essi hanno preteso che si dovesse cele- li e occidentali nella celebrazione della
brare la pasqua nel i4-° della luna, ad pasqua. Questo can/3ne pasquale di Vit-
imitazione degli ebrei ed in forza della torio fu spiegato con dotte annotazioni
leggeebraica. Nel VII secolo lechie-VI e dal p. Bucherio, nella sua Doclrinaleni'
se d' Irlanda e di Scozia furono tratte porwn, dal cardinal Noris nella Dissrrt.
jielTerrore dei quartodecimani rispetto canon, pasqual. di 84 anni latini, e dal
agli anni in cui cadeva la domenica di Pagi nella Critic. inBaron.an. 463. Col-
pasqua nel i4-" giorno^ uniformandosi la correzione del Calendario (^^•), Gre-
negli altri anni al praticato delle altre gorio XIII riparò il disordine sulla ce-
chiese ; ma dopo il 640 per lettere di Gio- lebrazione della solennità di pasqua. Per
vanni IV prontamente rientrarono nella conoscere il tempo pasquale Clemente XI
pratica universale. fece fare nella Chiesa di s. Alarla degli
Nello stesso concilio Niceno fu ordi- Angeli una meridiana (nella per-
( J^.)

nato, clieal patriarca d'Alessandria spet- fezione sorpassa anche (juelle di Napoli,
tasse di pubblicareil giorno in cui cade- Venezia, Firenze, Bologna, Siena), altra
va ogni anno la pas(jua, perchè in Ales- Pio VII la fece eseguire nel palazzo di
sandria pili che in ogni altro luogo si Castel Gandolfo (^'•): la Lettera dome-
faceva studio di astronomia ; di dove è nicale [F.) determina il plenilunio del-
pervenuto a noi l'uso del Ciclo pasqua- la pasqua ; ed a C.\i.exd.\rio parlai an-
le {f^-), del Numero aureo (/^.), e delle cora di quelli perpetui, sui diversi gior-
Indizioni ( K). Quindi si dissero Pascila- ni in cui può cader la pasqua. La festa
Ics le lettere che scriveva il patriarca di pasqua della risurrezione di Gesìi Cri-
al l'apa^ per avvisar l'epoca in cui ca- sto, in ogni tempo fu celebrata colla mag-
deva la solennità di pasqua ,
pubbli- gior solennità, come la prima delle cin-
candosi nelle chiese, al modo detto nel que principali feste della religione cri-
VOL. LI.
,

258 PAS P AS
sliann. Vi sono amministi nli con grnn- nava la solennità pasquale: per la me-
tle apparato sagfamenti del battesimo
i desima ragione fu anche chiamato Pa-
edcll'Eucarislia,c la Chiesa ordina a lut- scila inedìum, il mercoledì della mede-

ti i suoi figli di ricevere 1' ultima sotto sima settimana. Bonifacio Vili permise
pena scomunica, lisguardando lutti
di che «piesta festa si potesse celebrare an-
rjnclliche ricusano di adempiere rpicsto che ne'Iuoghi ove fosse Vinterdetlo, col-
precetto, coraegeiile diesi scomunica vo- le porte aperte. F. Festa e Pentecosth.

lontariamente da sé slessa. I fedeli però Riesce opportuno il riprodurre qui u-


che non sono in allora pini agli occhi di na parte del proemio che premisi alla
Dio. sono obbligali a dilFerirela loro pa- mia Descrizione delle pontificie funzio-

squa, e di seguire i consigli del confessore, ni della settimana santa e del soleiuie pon-
rimettendola ad altro leuipo, ad esem- tificale di Pasqua, che estrassi da que-
pio ili Mosè, qua-
quelli sotto la legge di i sto mio Dizionario nel 1842 e pubbli-
li avendo contralto alcuna impurità le- cai con questi tipi." Nella settimana san-
gale, non poteano celebrare la festa del- ta la Chiesa si abbandona interamente al
l'agnello pasquale col rimanente della na- pianto, alla mortificazione e alla tristez-
zione. Sulla comunione pasquale vedasi za, che subito però nel sabbaio santo di-
Comunione § 111 : abbiamo di d. Luigi mentica e tralascia, per intuonare solen-
Cuccagni, Disscrt. sulla confessione eco- nemente l'angelico inno. Gloria in excel-
imniione ^;<75<7«<7/e. Per prepararsi a que- sis Z?fo. Riprende il cantico dell'allegrez-
sta solennità singolare fra tutte le altre, za, cioè V Alleluia, che avea sospeso sino
per i privilegi e per la pompa sua, e per- dal tempo ch'erasi posta in penitenza (e-
chè dalla pasqua derivano alla Chiesa le spressione di letizia che significa Lodate
altre principali sue feste, si fa precedere Dio, e corrisponde quasi al f' iva, Evvi-
il quaresima. S.
digiuno di 4ogiorni, la va del nostro volgare ) ; cantico che la

Gregorio Nazianzeno, Orai, depascha, Chiesa incessantemente da per tutloripe-


dice: " Ella è la festa delle feste, la so- te. Quindi essa si adorna a festa, ed al-

lenuilà dellesolennità; ella sorpassa tut- legra e gioviale, giubila, gode e celebra
te le altre feste dell' anno, quelle stesse con tutta la possibile festività la risur-
che hanno per oggetto Nostro Signore, in rezione del Salvatore del mondo. Di mo-
quella guisa che la luce del sole vince do che la casa di Dio risuoua di canti
quella di tulle le stelle ". Tale eccellen- di lodi, di benedizioni e di espressioni di
za e superiorità è dovuta al glande mi- trionfo : Haec dies, quam fecit Domijius,
stero della risui'rezione che la Chiesa ce- exulletnus,et laetemur in ea. Anticamen-
lebra in questo giorno; mistero grande te in tal solennissimo giorno e ne'seguen-
nelle figure e nelle profezie che l'hanno ti solevano scambievolmente salutarsi
annunziato ;
glande in sé stesso, gran- tutti i cristiani con queste parole : Sur-
dissimo ne'suoi frutti. Aulicamente la fe- rexit Dominus (ora dicesi Alleluia, buo-
sta della risurrezione in Francia, in Ita- na Pasqua, e ([uesla felicitazione alcuno
lia ed in Inghilterra celebravasi col ces- la pratica anche con lettere; mandarsiil

sare dei lavori per tutta la settimana, il le pizze in dono in questo tempo, è un
quale uso durò sinoal secolo XI; in que- avanzo delle antiche Eulogie o Pane
sto s' incomiciò a ridurlo nella i." e 2."^ benedetto j Fedi ^ che si mandavano in
festa, ed al sabbato in Albis, quindi an- questa festiva ricorrenzain cui hanno ,

che a questi giorni fu derogato, benché pur luogo da antichissimo tempo altri
molti si astengano dai lavori nelle due scambievoli donativi), cui rispondevasi :

prime. 11 detto sabbato fu detto Paseha Deo gratias, dandosi il bacio di pace (in
clausum, perchè in quel giorno si termi- Roma solevano salutarsi in questo mo-
PA S PAS 259
do, Stirrex'tt Dominio vere, e si rispon- squali, vedasi Garampi, Memorie^. 3 1
8);
deva, /sf appanni Simorii. I greci salu- del ÌAimen Chrisli parlai ancora nel voi.
tavano ne' giorni pasquali colle parole XX\, p. 180. Quanto alla pasqua, dis-
Chrisln.i srtrtrxit , rispondendosi Fere si del convito papale, in memoria della
sur rexit, comi: riporta Piazza nel Saudia- pasqua mangiata dagli apostoli col divin
no romano p. if)3). Tuttora molti o- INIaeslrOjdi che ragionai eziandio nel voi.
rientali Hinno altrettanto nel loro idio- XLVin,p. 2 18, dicendo altres'i della be-
ma ; i greci tanfo cattolici che scismati- nedizione dell'agnello, e di questo si pnij
ci, in lai solennità si fanno eguale scam- vedere Pallio. 11 Veslriiii,iS'o/;r(7/V/vo de-
bievole saluto con quesla equivalente e- s).i agnelli, dice die dopo la morte del
spressione : Chrisfos ancslij cui viene ri- Redentore, benché la Chiesa lasciasse tut-

sposto AUfìnos anali. Tulli gli armeni


: ti i legali sacrifizi e condannasse gli ere-
egualmente dicono nel loro linguaggio : tici seguaci di Ehione, che pretendevano
Chri.slus surrexit a rnorliiisj e dagli altri si dovesse mangiare l'agnello pasquale
si risponde : Bciiedicla rcsurreclio Chri- con le cerimonie da Dio prescritte agli
sli. Valeiitiniano II, Teodosio I (il (|uale ebrei, con tuttociò non lasciò di cibar-
ordinò le Ferie, A (Y//,pasquaIi rispetto ai sene per la pasqua in meuaoria di Cri-
giudizi), ed alcuni imperatori d'oriente, sto;anzi era questo il cibo principale che

per la ricorrenza della pasijua di risur- dopo il digiuno quaresimale gnslavasi dai
rezione liberavano tutti i prigioni, eccet- fedeli prima à' o^n\^\\.vo, ni a nducare pa-
tuati i rei di gravi delitti ". Altre dimo- scila, e benedicevasi in chiesa solenne-
strazioni che sipraticavano o si usano mente nel tempo o dopo la messa. Ma
nella festa di pasqua di risurrezione, le Ugnando questo rito gli eretici, come ho
notai in diversi luoghi. Circa le lettele detto nel citato volume, la chiesa roma-

non sono molto, co-


di felicitazione, esse na per togliere loro motivo di censura-
me piìi proprie del IValale j Udlnvoka re, o pel consueto destino delle non co-

anche pei regali si può vedere M.a.xcia , mandflte costumanze, fu abolito l'uso di
ed il voi. XXllI, p. ì5f\e i55: e come benedire in tempo della messa gli umani
iu tali luoghi parl.ii deile strenne e nel cibi, come fu dismesso quello die bene-

\ol. XXX Vili, p.i46,del!e odierne, spe- diva il Papa al modo pur detto nell'in-
cie di libri non sempre morali e istrut- dicalo luogo. Concbiude il Vestrini, che
tivi, questo uso in qualche luogo si è in- tranne alcune religiose conìunità, pochi
trodotto anche per pasqua, laonde ne! oggi hanno il costume di far benedire
184^ in Roma fu stampalo: L'uovo di l'agnello, contenti della benedizione del-
Pasqua, raeeonto, in regalo a'faneudli l' uo\a. Di alcuni riti eseguili da chiese
per la solenne ricorrenza pasquale, ira- particolari, vedasi Macri in Pascha. Il

dazione dal tedesco del sacerdote Ferdi- cardinal Agostino Valerio ci die: Opu-
nando Mansi. A Cappelle pontificte, par- sculum de henedictione agnoruni Dei il-

lando del sabbato santo, domenica di pa- lusLratuni, Romaer775. Circa alle pon-
squa di risrurezione, i .^ e 2.^ festa, e sab- tificie funzioni di pasqua, devcsi avver-
bato in Alhis, non solo trattai delle fun- tire che sePapa non celebra, non si
il

zioni che ce'ebransi dal Papa, ma anco- osservano i de' due ultimi cardinali
riti

ra de'rili antichi, ed ai loro analoghi ar- diaconi, che al prcfazio porlansi ai due
ticoli sonovi altre nozioni. Quanto al sab- lati dell' altare, e il non rispondere dei
bato santo, tenuta la prima e più solen- cantori al per oniniasaecula iacculoruni
ne vigilia ilt'iranno, ricordai che la mes- prinja di Paternoster. Narra il citalo Piaz-
sa celcbravasi nella notte di pasqua (de- za,che misteriosa è la cerimonia che 11-
gli uflizi divini cc!cl)rati nelle notti pa- sano greci nel giorno di p'i.squa , poi-
i
26o rA s PAS
che per i.TpprcscMilaie il Irionfi) di Cri- della risnriczibne, e che essendo antica-
sto riportato snirint'cino, la mattina ver- mente proibite nella quaresima, non me-
so l'alba e prima di cominciare il mat- no delle carni, solavano mangiarsi come
lutino si ordina la processione, e serrate tuttora in questo lietogiorno nel ripren-
le porte della chiesa il vescovo o sacer- derne l'uso : in questo per segno di so-

dote Vuoili fé i)oiia^, esscudow den-


(ììcc, mense si spar-
lennità e allegrezza, tutte le
tro un chierico che risponde in hiogo dei gono di fiori ed erbe odorose. Sopra di
demoni: finito il contrasto^ il vescovo per- questa benedizione possono vedersi Rra-
cuote col piede la porla intuonando le schii, Cotìinientatio de ovis pascìialibus^
lìarole Christiis resurrcxit, e subì to si spa- Region. I 7o5. Mickelii, Oologia pascila-
lancano le porte della chiesa, alzandosi lisj Darrasladii lyS^. Erdmanni, Com-
im lume composto di tre candele e lutto mcnt.cìe oologia paschalis, hlpaìae i ySG.
il popolo assistente cerimo-fa la stessa Ecklitii, Oi'rt pasclialia, in Deliciis poct.

nia, alzando ciascuno il lume di cera che scotorum par. i, p. 355. Ilarenbeigius,
tiene in mano. Delle cerimonie che han- De ovis pasclialihus, in hihl. Brcniensis

no luogo nel santo sepolcro, si può ve- t. 6, p. 1026. Piis, Le.y ocufs de pàque,
dere Gerusalemme, ove descrissi tutti i Vandoielle 1786. Per quanto riguarda
luoghi santi. la pasqua di risurrezione e 1' epoca del-

Dell'ufiiziatura odierna della Pasqua la celebrazione, si possono vedt-re: I\hd-

e del Tempo pas(jiiale, dello anche Pen- delburgo vescovo di Fossonibronc, Pau-
tecoste, vedasi quegli articoli nel Dìz. sa- lina, seu de recta paschae celebiatione, et

cro-liturgico di Diclich. Abbiamo per an- de die passionis D. N. J. C,Forosempro-


tica tradizione che in questo giorno di nii i5i3. Piccolomini^ De nova eccle-

pasqua non si prendeva alcuna cosa in siastici calendariì prò legitinw pascha-
cibo dai fedeli, che non fosse prima he- liscelebrationis tempore, Sen'is 1578. Pa-
nedetta dai sacerdoti, specialmente per te- sellai agneau, ou explicalìon des cére-

ner lontani gl'insulti del demonio , che inonies ,


qui Ics j'uifs obseri'oient en la
tentò Cristo nel deserto dopo il digiuno. vianducation del agneau de Pasque, Co-
Perciò inerendo a tale lodevole consue- logne 1686. Antiquissimi vespcnun pa-
tudine, un sacerdote in cotta e stola bian- schaliuni ritus expositio, Romae 1780.
ca, col Whio ed as[ievsor\o,co\\' acqua san- Ciccolini, Forinole analitiche pel calco-
ta, benedice il pane, l'agnello pasquale, lo della pasqua e correzione di quelle di
se vi sia, le uova, le carni, ed altre cose Gauss concritiche osservazioni su quan-
di simil fatta, colle benedizioni nel ritua- to ha scritto del calendario il Delambré,

le romano prescritte. Nel sabbato santo i Roma I 8 I 7. Prof Salvatore Proja, Trat-
parrochi girano a benedire coll'acqua san- tato storico-teorico-pratico di calendario
ta le case dei loro parrocchiani ( nel re- catto li co, V\.oir\a i83i. Questo chiaro ma-
carsi il prelato sacrista a benedire le stan- tematico nel n.^^i AlbuinW\ ha pubbli-
ze pontifìcie, nella camera ov'è il Papa calo un erudito articolo, sul computo del-
si leva la stola ed a lui dà 1' aspersorio la pasqua presso i cristiani, in occasione
onde la benedica ), ed anche cibi che i del solilo timore di giudai/zare, nella ri-

debbono servire nella seguente solenni- correnza della pasqua 1 845. Sul fuoco
tà di pasqua ( parrocchiani sogliono met-
i pasquale, f^. Fuoco.
tere nel secchietto dell'acqua santa un'of- PASQUA Simeone, Cardinale. Detto
ferta indenaro pel parroco), fra quali i Simeone Negri o de Nigris, di Taggia nel
tutti hanno per costume di mettervi tra i genovesato, eccellente medico, insigne fi-

fiori particolarmente le uova (oltre la losofo, profjiido negl'idiomi greco e lati-

carne di inaiale ), che sono un simbolo no, versatissimo uè buoni studi, e non
PAS PAS 261
ignaro della teologia; fu pure d'i ottimi per guai'darne gli armenti, e sotto la dire-

costiitniecli meravigliosa [liacevolezza nel zione spirilualeili que'religiosi menò vita


ragionare. Di bellissima presenza, godè ritirata e penitente, finché nel 564 ve-
1

il favore eraruicizia di granili personag- sti in quel convento l'abito di frate laico.
gi, e fu caro a tutti. Quaulunquesi ten- Il suo fervore non finì col noviziato, ma
ne lontano dalle pubbliche faccende, non sempre più si accrebbe, e per la sua u-
potè ricusare alciuie aiubasccrie ai l^ipij miltà ricusò di entrare nel numero de're-
adidategli dalla sua repubblica, la quale ligiosi da coro, amando di esercitare gli
inoltre per l'alta stima che ne faceva lo uflici più dimessi della comunità. Mulo
destinò ambasciatore in Inghilterra per diversi con venti, conforme all'uso de! suo
congratularsi matrimonio contratto
pel ordine, tenendo dovunque un'ammirabile
da Filippo li Pio IV che
colla regina. condotta. Essendo il generale del suo or-
dalla puerizia l'avea conosciuto, amato e dine a Parigi, gli fu data commissione di
scello a suo medico, in |)remio delle vir- recarsi a lui per affari della provincia. Sen-
tìi ilie lo fregiavano e zelo per la reli- za sgomentarsi de'molti pericoli che vi do-
gione, nel i'jGi lo fece vescovo di Luni veva incontrare, essendo gli ugonotti pa-
e Sarzana intervenendo al concilio di
, droni di quasi tutte le città per cui do-
Trento, indi a' li marzo ijGT lo creò veva passare, si pose in cammino per la
cardinale prete di s. Sabina. Passati ap- Francia, e fece il viaggio a pie nudi col-
pena 12 mesi, mor") in Roma d'anni 78, l'abito di francescano. In fatti fu soven-
e fu sepolto nel suo titolo in semplice ed te perseguitalo dagli eretici a colpi di ba-
elegante monumento, erettogli con no- stone e sassale: ebbe anche una ferita nel-
bile epitaffio dal nipote Ottavio. Trasfe- la S[)alla, per cui rimase storpio tutto il

rito poi il cadavere a Genova, fu posto resto di sua vita. Due volte fu arrestato
nella tomba de'suoi maggiori, nella chie- come spia ; ma Dio lo liberò da ogni pe-
sa di s. Maria della Pace, a destra dell'ai- ricolo. Adempiuta la sua commissione tor-
tar maggiore, dove il fratello Stefano gli nò nella Spagna, e riprese le sue fatiche e
innalzò un a vello di marmo con bella iscri- gli ordinari suoi lavori, ne fece mai mot-
zione. Come sobrio ed economo lasciò to dei rischi che avea corso. Negli ulti-
GujOoo scudi in denari, e buoni mss. ia mi anni del viver suo passava la maggior
diverse materie. parte della notte a pie degli altari, e nou
PASQUALE BAYLO?f(s.), religiosodel- cessava mai d'implorare la grazia di non
l'ordine di s. Francesco. Nacque a Tor- caderein peccato. Morì santamente a Vil-
re-flermosa, piccolo borgo nel regno di la Real presso Valenza, a' 17 di maggio
Aragona, nel 54o,da poveri genitori che
1 i5r)?., in età di 5i anni. Il suo corpo ri-
coltivavano la terra. Fino all'età di veu- mase esposto per tre giorni, e avvennero
l'anui custodì il gregge, ma pose in ope- molti miracoli. Paolo V lo annoverò tra i
ra tutta la sua industria per imparare a beali nel i6i8,ed Alessandio Vili lo ca-
leggere ed a scrivere, e si occupò della let- nonizzò nel 1690, come con altri dissi nel
tura di libri di pietà in lutti momenti i voi. XXVI, p. 154.
ciie lacura del gregge poteva lasciargli, PASQUALE 1 (s.), Papa CLEbbe Ro-
coiiducendo una vita fervorosa ed inno- ma per patria e in ()adre Massimo Ijo-
cente. Abbandonato poscia il luogo na- noso, che alcuni dicono della famigia Mas-
tio, si recò nel regno di Valenza, ove a simo (di cui parlo a Palazzo Massimo),
qualche distanza da ISIontfort era un con- ma non pare che fosse monaco benedet-
vento di francescani scalzi o riformati, ap- tino, come vuole Ciacconio. Da fanciullo
pellali Zoccolanti, posto in un deserto. Si attese nel palazzo Lateranense a'sacri stu-
pose al servigio di uugaslaldo del vicinato di e alla salmodia, cs. Leone III gli dio ia
iG2 rA s PA S
cura la Cliicsa di s. Stefano, ora tlef t;< de' cessole Eugenio II lo fece tumulare nella
Mori, e lo (cce caidiuaie pretedi s. Pnis- Chiesa di s. Prasscde [V.), ch'egli avea
scde, dignità elie nej^a il Pagi. Furono magnilicamente abbellita ed in cui avea
sue delizie le conferenze di spirilo, la pre- (allo lid)bricare il suo sepolcro Vacò la
ghiera, i digiuni, le vigilie; santo, casto, s. Sede giorni.

pio, magnanimo e al sommo compassio- PASQUALE li, Papa CLXVII. Ra-


nevole co'poveri. Fu ospitale co'pellegrl- niero della nobilissima famiglia Ranieri,
ni die da lontane regioni
pollavano si naccpie da Crescenzio e da Alfrata di Bic-
pila visita de'sacri limini; loro sommini- da (y.), o romano come vuole l'abbate
strava il sostentamento e quanto abbiso- Uspergense, in Chrnnico all'anno 1099,
gnavano, con ilarità ed espansione di cuo- p. '^49» ^ forlivese al modo detto nel voi.
re. Dotato di sì preclare prerogative, sli- XXV, p. 2 i5. B'inda giovinetto professò
mato e venerato da tulli, con unanime tra' canonici regolari Lateranensi e poi
sentimento del clero e popolo romano, Ira'monaci di Cluny sotto la disciplina
contro sua voglia e col nome di Pas(jiia- dell'abbate Ugo: quivi die tal saggio di
le I fu sublimato al pontificato a'2 5 gen- prudenza e saviezza che fu giudicalo ido-
naio 817. Rifabbricò la Chiesa di s. Ce- neo a sostenere presso la s. Sede le ra-
cilia (J^ ), ne ritrovò ilcorpo e insieme gioni e diritti del suo monastero, quan-
i

a quelli di altri santi solennemente ivi tunque non oltrepassasse 20 anni di età.
lo collocò; l'arricchì di doni e vi aggiun- Doveano certamente suoi talenti esse- i

seun cospicuo monastero di monaci. Nel re rari e singolari, mentre s. Gregorio VII,
giorno di Pasqua deir823 coronò in Ro- a cui erasi in Roma indirizzalo, ne rima-
ma imperatore Lotario I figlio di Lodo- se talmente sorpreso, che l'obbligò a fer-
vico I, cui conresse l'autorità eh' ebbero marsij procurò che fosse eletto abbate de'
sopra romani gli antichi Iniperatoii{f
i
.). ss. Lorenzo e Stefano fuori le mura, ed

afllne di reprimere la loro audacia con- inseguitolo creò cardinale prete di s. Cle-
tro i Papi, avendo egli sofferto mollo ,
mente e abbate di s. Paolo fuori le mura.
perchè Roma sotto di lui fu lacerata dal- La nuova dignità non fece che sommi-
le fazioni, che sono le funeste conseguen- nistraigli più frequenti e luminose occa-
ze dell'anarchia. Scomunicò Leone V im- sioni di far risplendere il suo zelo e la
peratore d'oriente e gl'iconoclasti, e die sua attività, come dimostrò nella lega-
ricovero ai greci esiliati pel culto delle zionedi Spagna, dove terminò felicemen-
sacre immagini. Riceveltedallo stesso Lo- te le cause che dipendevano dalla s. Se-
dovico conferma di quanto i suoi pre-
I la de, e ristabilì la pace nella chiesa di Cora-
decessori avcano dato o restituito alla ro- Per morte di Urbano II nel 1099,
postella.
mana chiesa, aggiungendovi di più la Si- vedendo che si trattava esaltarlo, fuggì
cilia e la Sardegna. Scrisse vp.iie lettere da Roma per nascondersi, ma ritrovato
pel bene del cristianesimo, confermò pri- i per divina disposizione, fu ricondotto nei
vilegi della chiesa di Ravenna, e pernii sacri comizi nella sua chiesa di s. Cle-
se ad Ebune arcivescovo di R^eims di mente, poi da lui beneficata,. dove con-
predicare il vangelo nel nord, con Alitga tro sua voglia a'i3 arrosto fu acclamalo
rio poi vescovo di Cambray. Governò y supremo pastore, gridando tutti: s. Pie-
anni e 17 giorni in due ordmazioni creò
: fio lo vuole, suo successore; indi consa-
i5 vescovi, 7 preti e 7 diaconi, oltre 4 grato e coronatoli giorno seguente. Su-
cardinali, tra'quali uscirono i Papi Va- bilo si volse a soitomettere l' antipapa
lentino, Gregorio IV e Sergio II. Morì Guibertoo Clemente III e gli riuscì cac-
a' I o febbraio '61^. Non volendo roma- i ciarlo d'Albano, onde fuggì a Città di Ca-
ni che fosse sepolto in Valicano, il suc- stello, al dire del Ferlone e altri scritto-
PA S PA S 263
li, come di Agnello Anastasio, il (juale liquìe e portò seco alcuna parte degli a-
dice l'antipapa moilo in Città di Castel- bili vescovili tinti del di lui sangue. Qui
lo inAbruzzo, donde fu liasfeiilo in Ra- vennero a venerarlo Filippo I e il prin-
venna. Ma Corsignani, Reggia marsica- cipe Luigi suo fratello, egli si prostraro-
iin t. i,p. 170, racconta die l'antipapa, no ai piedi. Il Papa li alzò e pregò pro-
difeso dalle truppe di Riccardo contedi teggere la Chiesa, particolarmente dagli
Capua, si ritirò nella IMarsica nella for- attentati di Enrico V : essi promisero a-
tissima e celebre Alba (di cui parlo a Pe- micizia ed aiuto, e gliolfrirono il loro re-
scixA ) nel logGo nel logt), contro il gno. Siccome poi dovea a Chalons sur
quale Pasquale II con l'aiuto di Ruggie- Marne conferire cogli ambasciatori di En-
ro conte di Sicilia mandò numeroso e- ricoV, gli dierono per accompagno ar-
sercilojche allora l'antipapa fuggì nelle civescovi, vescovi e l'abbate di s. Dionigi.
montagne di Aquila, dove miseramente Gli ambasciatori albergarono a s. Men-
morì. 11 governo di Pasquale li, com'è- go, ed erano l'arcivescovo di Treveri e i

ragli slato rivelato da un religioso, fu tran- vescovi d'Alberstadl e di IMiinster, con


quillo sino circa al 1 i oG, ma poscia pieno alcuni conti e il duca Guelfo che si là-
di patimenti, e di turbolenze a lui mos- ceva portare innanzi la spada pareva :

se da Enrico I Ve principalmente da En- che si presentassero più per inlimoriic,


rico V che gli oppose tre antipapi, /Al- che per ragionare. Parlò l'arcivescovo nel-
berto, Ttodorico e Sih'estro //^, contro le intenzioni di Enrico V, in brevi, ma ef-

j quali egli si portò pieno di apostolico ficaci parole; rispose in nome del Papa
coraggio. Avendo condannalo le Investi- il vescovo di Piacenza in termini concisi
iure ecclesiastiche (^P\), ed Enrico IV die e liberi. La conferenza fu senza prodtlo.
le sosteneva, morto questi nel 106 il fi-
i Pasquale II nel 1107 tornò in Italia, do-
glio Enrico V ne seguì le orme, mentre po tenuto un concilio in Troia, e visitalo
il Papa per fuggire calamità che gli le RIoiite Cassino j a' 18 settembre era a
sovrastavano già era partito per la Ger- Fiesole, e giunto in R.oma vi fu accolto
mania, e per la Francia per implorar pro- con indicibile consolazione.
tezione da Filippo I, che avea restituito L'annoappresso partì di nuovo per Be-
alla comunione de'Iedeli, pentito del suo nevento, ove tenne un concilio; essendo
adulterio. Da Deiu\'cnto Pasquale II pas- poi sconvolta Roma per sediziotii, si fece
salo a Firenze convocò un concilio vi ,
scortare dal duca di Gaeta sino ad Al-
poi a Modena, altro ne celebrò a Gua- bano, donde recossi alla sua sede per quie-
stalla,donde si trasferì a Panna, a Bor- tare i tumulti e ricuperar le città e i beni
go Donnino, a Verona. Quivi avendo
s. della chiesa romana. Dopo due anni e
sapulo le insidie che gli tendevano te- i dopo aver giuralo a Sutri di cedere le
deschi, direttamente si condusse in Fran- investiture, vi giunse Eurico V, al modo
cia per la Savoia. Celebrò il Natale nel- narralo nel voi. XXIX, p. 1 38, e perchè
la sua antica dimora di Cluuy, coli' in- si ricusò il Papa concedergli l'investiture,
terventodi molti arcivescovi, vescovi, ab- a tradimento l'imprigionò coi cardinali
bati e principali signori del regno, in un e altri (eli traspoi lo nel castello di Tri-
al conte di Rochefort siniscalco del re, bucco in Sabina ), a riguardo de'quali e
da questi mandalo perchè !o servisse per per le gravi minaccieed ingiurie, non sen-
tutto. iNel 107 consagrò varie chiese del
I za violenza, contentò con privilegio l'im-
reame, celebrò la 4-^ domenica di qua- peratore e lo coronò nel imi. Penlito
resima in Tours, indi passò a celebrarla PaS({uale II della concessione (argomen-
pastjua in Citarti es. Recatosi a s. Dioni- to trattato a Investiture egclesiastichk),
gi, lungo Iciiipu orò diuuuzi alle sue rc- volca rinunziare il papato e fuggire in a-
264 I* A S PAS
liito religioso all'isole Ponzane nel mar stale, salvo pncis vinculo, si fieri palesi,
Tiiieno nel reqno eli JN'npoli; in Tcira- ftiiulilus re'icindenda est : ubi ergo sinc
cina a'5 kif^lio i i i i Pasquale 11 riprese schismale auferri non palesi, cuin discre-
i cartlinali che romani aveano alta-
coi ta reclanialionc dijferatur. E vaglia il

mente clisa[)[>rovato il suo contegno, e vero, se la facoltà dai laici usurpala di


jìroinise di emendare un alto, al quale a- dare il possesso del dominio ecclesiastico
vea accondisceso per iscansar la rovina fu.sse assolutamente e semplicemente e-
diRoma e d'Italia. In fatti conoscendo resia, non l'avrebbe s. Gregorio Vile al-
che dalia sua annuenza era per nascere tri Ponlelici condannata nella sola chie-
uno scisma universale, nel i i 12 nel con- sa occidentale, ma l'avrebbero ancora con-
cilio di Latcvano condannò formalmen- dannala nell'orientale, ove ossa si usava,
te il privilegio accordato e le investiture, come ben conchiude Lambertini, De serv.
il confermando nel concilio
tutto di Lalc- Dei beati/. ì. i,c. 4i,§ io, n.° 27, p. 243.
raiìO del i 6 sono a vedersi
i 1 : tali ar- Dall'altra parte Pasquale li pentito del
ticoli. Persi violenta concessione ad En- suo errore lo condannò, ne fece la peni-
rico V, molli accusarono Pasquale II, di- tenza, e pel resto della sua vita don in tan-

cendo che piuttosto do vea soffrir la mor- ta santità,che meritò di essere celebrato
te che accordare una cosa, contro gli sta- per santo nel menologio benedettino del
tuti dfc'padri; alla potestà secolare. IManel- Cucellino, chea lungo parla di sue egregie
lostcssu tempo lo difendono egregiamen- virtù negli Annal. bened. an. i 1 1 8,p. 244>
te, I\one \\c\V epÌ!,t. 238, e s. Anselmo e nell'Aquila, Imperli bened. p. 189.
vescovo di Lucca, lib. i,Jpol.pi'0 Greg. Pasquale li approvò 1' ordine Cister-
VII in Bill. Palr. t. 4, fondali nelle con- dense e quello di Fonl-Evrauld. Decorò
dizioni apposte delle libere elezioni ai ve- Betlemme della sede vescovile, eresse in
scovati ed abbazie, e dell'esclusione di qua- metropoli Eourges, e confermò quella di
lunque simonia nel dare il possesso del Braga ; consagrò in Pioma la chiesa di s.
dominio coll'anello e bacolo. Altri l'ac- Maria del Popolo che edificò, quella di s.
cusano d'eresia per la slessa concessione, Matteo in Merulana, quella di s. Adria-
e di questo sentimento furono Guido ar- no dopo averla riedificata: delle altre da
civescovo di Vienna e suo legato in Fran- lui consagrate parlo ai luoghi citati, ove
cia, poi Calisto il, Giovanni arcivescovo si recò ne'suoi viaggi, mentre le nume-
di Lione e Brunone abbate di 3Ionle Gas- rai nel voi. XI, p. 253. Il Cecconi, Del
sì/ioe. vescovo di Segni, il quale denun- ìito di consecrare le chiese, p. 170, af-
ziando nel 3.° concilio romano il privi- feima che Pasquale II consagrò la chie-
legio conceduto per eretico, e per tale sa della B, Vergine in Capua, già restau-
ancora chi lo concesse, fortemente si op- rata da Desiderio abbate di Monte Cas-
pose Giovanni vescovo eh Gaeta. Ed Ivo- sino; ed in Gaeta la cattedrale in onore
iie già mentovato vi rispose benissimo, della B. Vergine, di s. Probo vescovo del-
che questa conceduta facoltà, che un lai- la medesima e di s. Erasmo vescovo e
co dia il possesso de' vescovati, sarebbe e- prolettore della cattedrale. Assedialo Be-
resia soltanto, quando chi dà il possesso nevento dai normanni e dal principe di
credesse, che con questi segni esterni con- Capua Pasquale II nel concilio di Ge-
,

cedesse per sé la spirituale facoltà del ce- praiio diede al duca Guglielmo II nor-
che nel caso pre-
leste divi n ministero, ciò manno l'investitura della Puglia, Cala-
sente non .succedeva, e però: inanità' bria e Sicilia. iNel i i i Salirò concilio ten-
Us illa invtslitura per laicos facla alie- ne a Troia, e passato a Benevento vi con-
ni juris est pen'asio, sacrilega praesuni- sagrò la chiesa di s. Vincenzo di Voltur-
pilo, cjuae prò liberlale cccksiat el hone- no, ritornando in Roma a'So settembre.
1

PAS PAS 265


Ma nell'anno seguente, per le sedizioni PASQUALE Anth'ai'a. F. Antipaia
devoniani sosteiiilori del nuovo piefelto XI.
di Iioinn, il Papa si ritirò a Sczze e non PASQUALE III ANTii'APA.r. Anti-
rientrò in Roma
die in eslale avanzalo, papa XXXI e Carlo Magno.
poiché sembrava calmato il lumullo. 11 PASQUALE, Cardinale. F. Pasoua-
citalo Corsignaiii dice die Pascpuile II LE I Papa.
nel I i6 dimorò in Alba nella Marsica,
I PASQUALE, Cardinale. Diacono car-
già rifugio dell'antipapa Guibeito. Irri- dinale, sottoscrisse 1' ingiusto decreto ili

tiil(jEnrico V delle condanne di Pasrpia- Stefano VI detto VII dcir8c)G, contro


lell,.si compiacque di tale si-ilizionc, riac- Formoso.
cese il furore delle l'azioni, diindo truppe PASQUALI Giacomo, Cardinale.
D.

ai ribelli eaccordando sua lìglia in mo- Nobile sanese, dice Novaescitando il Gi-
il

glie a Tolomeo capo della fazione. 11 Pa- gli, che fu creato cardinale da Giovanni

pa slimòbeuenel i 7 di ritirarsi a Mon-i i XXI del i3i6, e moiì in Siena prima


l

te Cassino e poi a Benevento dove a- , che gli arrivasse la nuova di tal dignità,
vea sicuro asilo dai normanni feudatari, per cui non se ne trova menzione ne'bio-
e l'imperatore tornò a llouia coll'eser- grafi de'caidinali e ne'registri delle pro-
cilo e fu coronato dall'antipapa Grego- mozioni cardinalizie.
rio Vili scomunicato
, nel concilio di PASQUINATE o SATIRE. F. Pa-
Benevento dal Pontefice. Partilo l'impe- lazzo Brasciii.
ratore, Pascjuale li nell'autunno si recò PASSARI o PASSERI Marcello,
in Aliatili, ove si ammalò, e riavutosi al- Cardinaie, T)\ Ariano, canonicodella cat>
quanto passò in Palcslriìiii, vi celebrò il tediale, invitato in Roma nel i^qo dal
]N'alale,indi entrò coraggiosamente in Ilo- cugino Da Leone uditore del cardinal Cor-
ma con un corpo di soldatesche nel gen- sini si profondò nella giurisprudenza,
,

naio I 18 per liberare la basilica di s.


I benché avesse già esercitato l'ufficio d'av-
Pietro e sottometterei sediziosi. Tolomeo vocato de'poveri e di vicario generale col
e il prefetto ne rimasero per modo inti- proprio vescovo. Promosso il cugino ai
moriti, che furono i primi a parlare di vescovati d' Isernia e di Melfi , occupò
pace, ma temendo di ottenerla, abbando- r uditorato col cardinale, a cui fece co-
narono lelorocase e si occultarono. Men- noscere la sna perizia, fedeltà e disinte-
tre il Papa si adoperava alla libertà di resse, tanto nella prefettura di segnatu-
Bonia ricadde infermo per le gravi sue la, che nel vescovato di Frascati. Be-
fatiche, e dopo aver creato 81 cardinali, nedetto XIII lo nominò canonista del
e governato 18 anni, 5 mesi e 7 giorni, concilio celebrato in Laterano e pensa-
ricco non meno di tribolazioni, che di an- va farlo vescovo d'Avellino. Entrato in
ni e di meriti, morì nella notte de'a gen- 1 conclave col cardinale, gli prestò con-
naio e fu sepolto nella basilica Latera- siderabili servigi, dando saggio de' suoi
nense. La sua immagine fu dipinla nel- talenti : eletto Papa col nome di Clemen-
l'oratorio di s. Nicolò di quel patriarchio, te XII, subito lo dichiarò uditore pon-
colla corona rotonda, segno di santità e tificio e canonico Valicano , dignità die
di culto ecclesiastico. La sua vita fu scrit- modestamente licusò, e pel gradimento
ta dal coetaneo Pietro Pisano, e inserita del Pontefice fu compensato con pingui
da Papebrochio nel Propylaeo, p. 202. benefizi nel regno di Napoli, eletto nel
Vi è ancora di Gio. Adolfo Hartmann : I 7,3 I arcivescovo di Xazianzo, canonista
T'Ita Pasclialis 1 ,cuni vilis Fictoris IH della penilenzieria, ed a' 28 settembre
ci Libani II, Marburghi 1 737. Vacò la ìr'òZ lo creò cardinale prete di s'. Ma-
Chiesa tre giorni. ria d'Araceli. Gli conlciì la protctloiia
2

2(3(3 PA S PAS
di JMontevcrginej la congregazione del s. pieni che di piccole case, In gran parte a-
ofTìzio e altre, conservandogli la carica bitale da pescatori e da lavoratori. La
di pio -uditore. Lo nominò coi cardinali cattedrale magnifica ed amplissima, con
Nereo Corsini e Genlili per terminar le battisterio e contiguo vaslo e antico epi-
dispule insorlecol Portogallo sulla prov- scopio, è sotto l'invocazione di s. Stefa-
vista de' vescovati, onde la sua effigie fu no. Il capitolo si compone delle dignità
dipinta nel quadro posto per memoria del prevosto e del decano, di8 canonici,
nella biblioteca d'Araceli con (juelle dei di 6 prebende del teologo e
vicari, colle
Bene-
colleghi. Intervenne al conclave di penitenziere uno de' canonici , coadiu-
:

detto XIV 1741 incominciò ad es-


e nel vato dai cappellani e vicari ha la cura
sere tormentalo da varie infermità, riu- d'anime. Vi sono 3 altre chiese parroc-
scendogli inutile il viaggio di Loreto. Mo- chiali col fonte sacro, le religiose ingle-
li in Romaa'2'j settembre ly-i'j d'an- si e il seminario. Avvi il liceo nell'anti-
ni 64, essendo stalo visitatodal Papa nel- co collegio de'gesuiti, scuola d'industria
la malattia. Fu sepolto in s. Maria in Por- in cui s'insegnano diverse scienze, un o-
tico, sotto lapide fregiata d'elegante iscri- spizio, 5 ospedali, e delle manifatture di
zione e dell'insegne cardinalizie, postavi stoviglie, di eccellenti crociuoli e altro,
dal nipote Giuseppe Antonio Passari. Il essendovi il coramerciofacilitato dalla na-
Yitale ne patla a lungo con elogio nel- vigazione del fiume. Presso Ilzstadt e sul
le Blcniorie degli uomini illnslri d'Adria- Mariahilfberg vi è una cappella, luogo
no, E.oma 1788. di celebre pellegrinaggio; a poca distan-
PASSAVIA (Passavien). Cittàcon le- za osservasi sul Piolhfluss un ponte , il

sidenza vescovile della Baviera, capoluo- cui arco ha meglio di 200 piedi di cor-
go del circondario del Danubio inferio- da. Nei dintorni di Passavia vedesi il

re, nel silo in cui il Danubio riceve l'Imi castello di Frendenheim con parco bel-
a destra e l'IIz a sinistra, sede delle au- lissimo. Passavia o Passau, Palavia, Ba-
torità. Fu già capitale d'un vescovo so- codurain, è città antica. Nel q55 vi ten-
vrano, che avea rango distinto fra'prin- ne un concilio il vescovo Adalberto, in
cipi ecclesiastici dell'impero: l'antico ter- cui confermò la sua chiesa nel possesso
ritorio del vescovato, situato Ira la Ba- de' beni, che suoi predecessori aveano
i

viera, la Boemia e l'Alia Austria, com- accordalo al capitolo. Mansi, Sappi, t.


prendeva la superficie di 60 leghe qua- I, p. 129. Passavia è famosa pel trat-
I

diate, e fu secolarizzato nel i8o3; dal talo ivi conchius.o nel i522, che pro- i

18 i5 in poi, la parte situata a ponente testanti tedeschi considerano comela gran


deirinn appartiene alla Baviera ed il re- carta delle loro libertà religiose, ed il qua-
sto all'Austria. V. Germania. Bene dife- le die luogo al proverbio, Scoine la traii-
sa è da 8 forti e dalle fortezze di
la città sazioìiedi Passavia^ come chi dicesse che
Oberhaus e d'Unterhaus,ecomponesi di ognuno si tiene quello che ha : è cono-

4 parti: Passavia propria, sulla penisola sciuto sotto il nome di Pace religiosa e
tra Danubio e l'Inn; l'Innstadt, sulla
il ne trattai nel voi. XL, p. igS. La città

Danubio ed il sobborgo di
sinistra del ; quasi interamente arsa nel i652,è pure
Anger. Lunghi ponti di legno sul Danu- notabile per la rotta che toccò agl'impe-
bio e suirinn, che vi è largo quanto quel riali nel 1
704 dal duca di Baviera che se
primo, stabiliscono le comunicazioni tra n'impadroiù; uiolto solferse pcgli elfet-
le diverse parti di questa citlà, nella quale ti deUa guerra nel 1800, i8o5 e i8og.

si entra per 5 porte. Assai bene fabbri- Clemente XI col breve Pastoralis, de' 1

cala Passavia propria, men bene è l'Inn- giugno 1713, presso V JppciidiXy Bull.
stadt; l'ilzsladl ed il sobborgo non sono Frop. fide t. p. 439 confermò e or- 1 , ,
PAS PA S 267
nòdi privilegi e grazie il collegio di Linlz, vinciali,dovessero invitare l'arcivescovo
nlloia nella diocesi di Passavia, de'ss. mar- di Salisburgo, per esserne presidente co-

tiri Emico, Caimto e Olao, per le mis- me melropolilano ; inoltre il Papa con-
sioni cattoliclieseUentrionali in Danimar- ferì al capiloio della cattedrale di Passa-
ca, Norvegia e Svezia. via il privilegio di eleggere il vescovo.
La sede vescovile fu fondala dal duca Le Notizie di Roma registrano i succes-
di Baviera verso il 4'}0, dopo che AUila sori. 1763 cardinal Leopoldo Firniian,
re degli unni ebbe devastato la Germa- traslalo da Secovia. 1784 cardinal Giu-
nia e rovinala la città di Lordi, la di cui se[)pe Francesco di Paola di Awrsperg:
sede vescovile fu trasferita n Salisburgo, nato in Vienna a'3 gennaio 1734, die i

Ja ((ual cosa fu in seguito cagione di gran- saggio di sua pietà, scienza e illibatezza
di dilferenzc tra gli arcivescovi di Salis- de' costumi, quindi fu (atto canonico di
burgo ed i vescovi di Passavia loro suf- Salisburgo e di Passavia e prevosto di
fraganei. Commanville riferisce , che il Ardagger, vescovo di La vani, di Gurk,
vescovato di Passavia fu istituito circa il ed dello dal cn[)itolo vescovo di Passa-
!jC)6, gli fu unito nel V^ll secolo l'arci- via Giuseppe II Io fece gran croce d'Un-
;

vescovato di Lordi, da cui fu separalo gheria e Pio VI nel 1789 cardinale. Il

nell'H > I e fallo sulTraganeo di Salisbur- Cardella gli dedicò il t. 7 delle sue il/c-
go, avendo già contenuto nella sua dio- inorie, e lo loda per pietà insigne, zelo
cesi Vienna, ora capilaledell'impero au- ardente per la religione e per la giusti-
striaco; tnllavia vedasi Lorcii. EibenlVi- zia, generoso co'poveri, vigile e sollecito

do o Erebenfredo primo vescovo di


fu il pastore, munifico coi letterati, modesto
Passavia, verso il 598,6 quanto a'succes- e pieno di vii tu : fu sepolto nella catte-

sori ne tratta la Storia cccl. (V Alemanna drale. Supplisca questo cenno alla breve
1. ed Tlansizio, Germaniae sacrae me-
1, biografia. Gli fu suffraganeo Tommaso
tropolis Laiiria censi curii episcopo tu Pe- de Thunn di Trento, vescovo di Tira in
tnviciisi. Avendo s. Conifucio approvato partibnsj e nel i
797 successore Leopol-
(|uesla sede, s. Gregorio III nel ySq la do de Thunn di Praga pel concordato :

confermò. iNe furono vescovi diversi per- che sollo di lui nel 1817 fu coiichiuso
sonaggi illustri, ed alcuni cardinali, fra i tra il re di Baviera e Pio VII, questi con-
quali Gianfilip[)0 Laniherg1i,a\cu\\.eixì- cesse al re la nomina del vescovo, sop-

pò Innocenzo XII a' 1


4 dicembre i6c)3, jiresse la qualità metropolilica e lo di-
sulle dilferenze con vSalisburgo, a favore diiarò suffraganeo di Monaco, conceden-
di questo le determinò, imponendo si- do il godimentodeiresenziune al Tliuiiii

lenzio : gli successe Raimondo Fei dinan- finché fosse vissuto; wm alla diocesi par-
do conte di Piaballa nel 1
7 i 3. Quindi il te della prepositui a di Bercklolgadeii, sta-

cardinal Giuseppe Lanibergh nel 1728: bilì il capitolo e la mensa, secondochè


egli si adoprò tanto per la sua chiesa, che riportai al citato articolo. 1827 Carlo
olire (pianto dissi alla biografia, ottenne Giuseppe de Riccabona, di Cavales diocesi
ila r.cnedello XIII con la bolla, Arcano di Trento. Per sua morleGregoiio XVI
(li\'inae provichiiiiae Consilio, del 1.° giu- uel i83() preconizzò l'odierno vescovo
gno 1728, Bull. Ro'ii. t. 19., p. 47, l'e- mg."^ Enrico llofslaetler dell'arcidiocesi di
senzione di Passavia dalla giurisilizi(jne Monaco. La diocesi è ampia e molli luo-
di Salisburgo, dichiarandola immediata- ghi contiene ; molte sono le parrocchie
mente soggetta alla s.Sede; terminò le ainmiiiistrate da curali o vicari. Ogni ve-
differenze, e concesse ai vescovi l'usò del scovo è tassalo in 5on fiorini , esscudo
pallio e tiella croce avanti; gl'impose lui 80UO (pidli di rendila.
lasia l'obbligo chccclebrandoconcilii pro- PASSEiN/10(s.), martire. Secondo una
2G8 PA S PAS
antica tindizioiie di alcune cliiescdi Fran- de massime la prc-
lutti rivolgevansi a lui,
cia, ricevè la corona del martirio nei pri- latiua, mentre avea soli 10,000 scudi di
mi secoli del cristianesimo. E [)robal)de lendila, benché ben veduto dal Papa, che
che fosse uno dei primi discepoli di s. accompagnò a Ferrara. Da rpii s'involò
Dionisio, che predicò la fede in Francia come amareggiato dall'ambizione del cu-
e fu il primo vescovo di Parigi circa l'an- gino cardinal Pietro, che a poco a poco
no aSo. Le reliquie di s. Passenzio si con- avea a se richiamato tutti gli affari, ed
servano a s. IMartino dei Campi a Pari- offeso per l'insulto fatto al suo cocchiere
gi, ove divenne celebre il di lui culto, par- da Centurione arcivescovo di Genova e
ticolarmente dopo il principio del secolo vicelegato di Ferrara, in occasione dei
XIV, in cui le sue ossa furono rinchiuse funerali di Filippo II. Partecipò con bi-
in una cassa d'argentOj con cpielle di s. glietto la partenza al solo Papa, e ben-
Albina veigine. La sua festa è notata ai cliè questi lo richiamasse , egli passò a
2 3 di settecnbre. Venezia e IMilano, ove non amfnise alla
PASSERI ALDOCRANDL\I Clxzio, sua presenza il cugino che vi aveaaccom-

Cardinale. Nacque nobilmente in Sini- gnato Margherita d'Austria, laquale do-


gaglia, dalla famiglia Passeri de'l'erso- po la partenza del cugino visitò e fu o-
neni da Cà Passero ne' confini di Berga- norevolmenle ricevuto. Ciò dispiacque
mo, ed ivi trasferita, figlio di Elisabetta a Clemente Vili, che gli scrisse due calde
sorella di Clemente Vili, fu da questi, lettere di proprio pugno, speditegli pel
meulr'era cardinale, decorato del suo co- di lui segretario Margoni poi cardinale,
gnome Aldobrandini. D'anni i5fu con- esortandolo al ritorno, quale elTettuò in
dotto in K.oma, per essere educato nelle Roma passati 7 mesi, ben accolto dal
lettere e ne'costumi nel collegio germa- Papa, dal cugino e da tutta la corte. Ptias-
nico. Indi venne mandato a Perugia e sunse gli affari delle provincie alle sue
poi a Padova per apprendervi le leggi, e cure commesse e della metà delle nun-
nell'ultima università ottenne la laurea ziature, quindi fu fatto prefetto di segna-
di dottore. In seguito accompagn?) lo zio tura e nel i6o4 legato d'Avignone. Nel-
cardinale nel 588
1 alla legazione di Po- l'anno santo 1600 di frequente nell'ospi-
lonia e Germania , il quale lo mandò a zio della ss. Trinità lavò i piedi ai pel-
Sisto V coll'annunzio di aver pacificato legrinijgenerosoco'poveri, visitava e con-
polacchi. Divenuto Papa
gli austriaci coi solava gl'infermi, dotava le zitelle, ed e-
lo zio, evedendolo dotato di singoiar ca- sercitavasi in altre insigni opere. Avendo
pacità, rara prudenza e regolare condot- Leone XI,
contribuito all'esaltazione di
ta, lo fece referendario edsettembre a' i 7 nominò penitenziere maggiore,
questi lo
1 5c)3 lo creò cardinale diaconodi s. Gior- benché non sacerdote, ed intervenne an-
gio, e guardandolo con particolar bene- che a quella di Paolo V, ove molli car-
volenza lo dichiarò segretario di stato, col- dinali l'aveano giudicato degno del pon-
r autorità del governo divisa col cardi- tificato. All'affabilità e magnificenza, se[)-
nal Pietro Aldobrandini, altro nipote del pe unire profonda pietà, zelo per l'altrui
Pontefice. Pronunziava egli nel sacro col- salvezza, assiduità alla preghiera , parco
legio i suoi voti con mirabile saviezza e nel sonno che prendeva sulla paglia, me-
pari franca libertà: la facilità di prestar^ nando vita mortificata e penitente. Me-
si a tutti nelle udienze, la gentilezza del cenate parzialissimo de'lelterati,ne man-
tratto e la compostezza di sue azioni gli tenne parecchi in propria casa, in cui a-
conciliarono l'amore de'cardinali, di tut- vea formata un'accademia di celebri scien-
ta Pioma e delle corti estere. Era comune ziati, stimolandoli a produrre opere de-
opinione che fosse il nipote favorito; on- gne di lóro. Fra questi rispleuderono Pa-
PAS PAS 2G()

trizio, Piaimoncìi, Pasquale vescovo di PASSIO PASSIONE. Parte dell'e-


Casale, JVores e famoso Toif|ualo Tas-
il vangelo che contiene la pa'^sione di Ge-
so che gli dedicò il suo poema, per cui sù Cristo e che cantasi o leggesi nella set-
richiese al Papa e al senato di conceder- timana santa per ordine di Papa s. A-
gli la corona d'alloro in Campidoglio, ina lessandro I del 121, secondo l'ordine di
attesa la morte di quel sommo non eb- lem[)o in che sono scritte ; perciò nella
be elTelto. Allorché Tasso era in Iloma, domenica delle Palme si legge la lezione

gli accordò tavola e abitazione nel Va- della passione secondo s. Matteo, nel mar-
ticano, lo assistè amorevolmente nellul- tedì santo quella scritta da s. Marco, nel
tima infermità e l'onorò di decorosi fu- mercoledì santo (juella di s. Luca nel ,

nerali. IMorì in Roma nel i.° gennaio venerdì santo quella di s. Giovanni. P^.
i()io, d'anni 5q, e fu sepolto nel suo ti- Evangelo, Lezio>e, Mattuti.vo delle
tolo di s. Pietro in Vincoli, a cui era pas- TENEBRE. Abbiamo da s. Agostino, che
sato, che dichiarò erede delle sacre sup- al suo tempo eravi l'uso di leggere in un
pellettili, dove nel destro Iato nel prin- sol gioino la storia della passione secon-
cipio del secolo passato, il principe Giam- do s. INIatleo, e che avendo esso stabili-

battista Pamphilj gli eresse decoroso to, che negli altri giorni si leggesse an-

mausoleo con nobile epitallio. Da d. An- che quella tlegli altri Evangelisti, era na-
gelo Personeni di Bergamo abbiamo le to tumulto fra il popolo. Nella chiesa
Not'zi'e genealogiche, storico-critiche e let- ambrosiana si legge solamente il raccon-
terarie del cardinale, gc, Dergamo 786. i to che ne fa s. Matteo, il quale si divide
PASSERINI Silvio, Cardinale'. Da in due lezioni, leggendosi una parte nel

Cortona, pe'suoi meriti colla casa Medi- giovedì santo e l'altra nel venerdì seguen-
ci e più per l'onestà de'suoi costumi, in- te, in cui il diacono si veste di rosso e

tegrità e saviezza ne'gelosi affari, nel 1 dello stesso colore pur si ricopre l'altare
luglio i5i7 Leone X lo creò cardinale e adorna la chiesa ei ministri, in me-
si

prete di s. Lorenzo in Lucina, pro-data- moria del sangue preziosissimo di Gesù


rio e suo inlimo consigliere. Si prevalse sparso in questo giorno a prò di tutto il
di sua attività e valore nel governo di genere umano, alludeudoalle parole pro-
l'erngia e dell'Umbria, e nel riordinare feliche : Qiiare ruhrum est veslimcntuni
quello della repubblica di Firenze^ on- tuiim. Quando poi si pronunzia, et enii-
de in premio lo invesl'i della signoria di sit spirifnrn, i due suddiaconi tosto spo-

Petrognano, che poi passò nella di lui fa- gliano r altare, si disnuda la chiesa, e-

miglia. Nel i5i8 lo fece vescovo di Sar- slinguoiisi i lumi e si sospende il suono
no a titolodi amminislrazionee nel i *)?. i delle campane, affine di eccitare tristez-

di Cortona. Clemente ^]l nel \5i5 lo za negli astanti, e di disporre i loro ani-

nominò alla sede di Barcellona e nel i526 mi all'afflizione nell'udir la predica del-

a quella d'Asisi. Intervenne al conclave la passione, che si fa immediatamente


di Adriano VI, che ricevè con altri in Li- dopo vangelo. Della domenica, sabbato
il

vorno. Governò Fuenze nella minorità e settimana di passione, o Mediana, sa-


d'Ippolito e Alessandro de Medici, e dai bato sitientes, edi quanto si fa nella chie-

llorentini fu con essi esiliato. 1 1 satirico Ga- sa romana e cappella pontificia nel pas-
rimberti lo tacciò d'avarizia. Morì nel sio della domenica delle Palme, e nel pas-
1 52f) in Città di Castello, d'anniyo, e tras- sio e sermone della passione del venerdì
ferito in Roma il cadavere fu tumulato santo, come degli antichi riti, oltre che in
nel titolo, ove il nipote Silvio arcivesco* altri luoghi, lo dissi ne' voi. Vili, p. 577,
vo di Gonza nel id8- gli eresse un mo- 282, 283, 3o(), 307, XX, p. i82,XXf,
numento con onorevole iscrizione. p. i57,XXXlV, p. i5,XLlX^p. 69.
270 PAS PA S
Dice il Mncri, clic Pasuouarìum fu dila- me di cnnlarsi un sacro dramma o ra[)-

niato il libro nel quale erano scritti i pas- prescntazione nelle sere delle icistc di pa-
si!da cantarsi nella settimana santa; e S(|ua, col solenne intervento della corte :

Passionalin lesciilture nelle quali si con- quindi parla di altri usi di rappresenta-
tenevano le passioni de'santi niarliiì, det- le piamente vari misteri e azioni .sacre,
te anche Sniirtoralia, donde poiehheo- e un tempo anche in Roma dalle confra-
rigine il lì/tirlirologio, costumandosi an- teruilee da quella della dnllriiia cristi U'

ticamente leggere [ìubblicamenle in chie- naj poiché la memoria dell acerbissima


sa gli atti de'marlirijCome al presente si passione di Cristo che si rinnova nella
pratica col martirologio, e si aggiungeva settimana santa, serve di'stimolo a me-
un panegirico o omelia. Anticamente il ditarla, compassionarla, e dalle anime pe-
passio si leggeva anche in greco; e sicco- nitenti in paite imitarla. Vedasi du Guel,
me in alcuni luoghi nel sabbaio santo fa- Spiegfizioiie del mistero della passione,
cevasi la comunione del clero e del po- (li Gcsìi Cristo, Venezia i 78 i . Della Pal-
polo, per dar luogo ad essa, andò in dis- ma, Istoria della s. Passione tratta dai
uso la lezione della storia della passio- quattro evangeli, Bologna 1788.
ne, scritta da s.Marco, che perciò fu tras- PASSIONE. Ordine equestre e reli-
ferita alla feria S."" o martedì santo. Si gioso. Per le guerre tra Carlo VI re di
Ila di Juh. Guidetti: Verba Evangclislac, l'rancia e Riccardo 11 re d'Inghilterra,
caiitus ccclcsiasticw; P/issioiiis D. N. J. «bbe luogo in Amiens un abboccamento
C. seciuìduin IMatiìieiun, 3Inrciuìi, Lu- nel 3q2, nel quale si conchiuse la tre-
I

cani etJoatinem,/uxla rilum cappcllae gua d'un anno. I saggi che consigliava-
S. D. N. Papae^ac sacr. Bas. P'at., Ro- no due principi a riconciliarsi ed a ri-
i

mae i58G. Il canto pubblicato da mg.


"^
volgere le armi contro gl'infedeli che oc-
Alfieri, lo rammentai nel voi. XLVIl,p. cupavano la Palestina, proposero l'isti-

iSg, i4o. Quanto riguarda gl'istromen- tuzione d' lui ordine equestre e religio-

ti e altro della passione di Cristo, si pos- so, onde i cavalieri e 1' esercito alla vi-
sono vederci loroarticoli, principalmen- sta de'santi luoghi che voleansi liberare,
te Ceoce reliquia, Chiodi, Lancia, Co- e per la memoria della passione di Ge-
EONA DI SPINE, SpONr.A, CoLOXXA. Nel vol. sù Cristo, facessero eziandio penitenza dei
XV, p. 23, parlai delle rappresentazioni loro peccati e mentre liberavano il pae-
;

della passione del Signore, che si recita- se dal Redentore santificato, ristabilissero
vano nel Colosseo. Il Garampi nelle 3Je- la fede cattolica e si opponessero agli e-
niorie, p. 284 e seg., riferisce l'antico uso relici e scismatici. Piacque il progetto e
di visitar le chiese nel venerdì santo pro- l'iuono compilati gli statuti pei cavalieri
cessionalmente, in abito penitente; del- della passione di Gesti Cristo. Venne sta-

le rappresentazioni della passione di Cri- bilito algoverno dell'ordine, in otto lin-


sto , divoti spettacoli che aveano luogo gue e nazioni, un gran maestro, prin-
ne' secoli più rozzi, e tuttavia ancora in cipe e capo di tutti, con abito piìi lun-
qualche paese men colto, per figurare con go de'cavalieri e orlato d'uro, e per in-
esterne azioni qualche mistero della vita segna una verga col nome di Gesìi in si-
e morte di Gesù Cristo, o di altri santi gle nella sommità. Si statuirono voti i

e sante, donde derivarono consimili sa- d'ubbidienza, povertà e castità coniuga-


cre funzioni, come quella di portare in le.Ai cavalieri Riaccordata veste di panno
processione la statua di Cristo morto e azzurro, legata con cintura di seta e fib-
deposto dalla croce (come dissi di 3Ja- bia a'iombi, e lunga sino a mezza gam-
cerala nel voi. XLl, p. 14), o altre si- ba, con cappuccio rosso; manto bianco
mili sacie pompe, ed in Madrid il coslii- interamente aperto ai fianchi , e nella

PA S PAS 271
pnrte davnnli la croce di pnnno rossa lar- limenli elevati alla nobiltà de'suoi slati
ga Ire dita, prendendone liitla l'esten- e pili particolarnienleairezionarli alla sua
sione. L'armatura venne formala di (er- casa,onde mantenervi il principato di
ro, e ricoperta con veste corta, con croce Querfnrle trasmettere alla pt)sterilà una
simile alla descritta, nella schiena e nel prova incontrastabile de'sovrani diritti
petto, in mezzo alla quale era una targa che vi esercitava. Aggiungono, che la fe-
che in campo nero racchiudeva la figura sta fu quella di s. Giovanni, in cui ca- i

dell'agnello, simbolo dell'agonia di Ge- valieritenevano asseml)lea in gran abito


sù : l'elmo era all'antica, e le armi, il pu- azzurro ricamato d'oro; l'insegna consi-
gnale e la Furono animesse all'or-
spada. stere in gran nastro bianco sulla spalla
dine le vedove, che come cavalieri do- i destra in forma di ciarpa, avente pen-
veano esercitarsi in molte opere di pie- dente una stella d'oro, in cui da "ina par-
tà, ed in serviregl'inlermi negli spedali : te r epigrafe : Io amo V onore che viene
ad esse fu data veste bianca con mani- dalla virili j dall' altra l'arme del prin-
che rosse, cintura simile orlata d'oro, e cipato di Querfurt e l'iscrizione: Socie-
mantello bianco più corto, orlato vermi- là della nobile passione istilnila da J.
glio e foderalo di nero, con piccola cro- G. D. D. S. 1704. Sotto l'invocazione
ce rossa nel lato sinistro; per copertura poi della passione di Gesù furono isti-
del capo il velo bianco orlato rosso pen- tuite con fra leni il e.
dente sulle spalle, con crocetta in fronte. PASSIONE! Domenico, Cardinale.
Ma questo ordine pel discioglimento del- Nacque in Fossonihrone a' 2 dicembre
la tregua o lega ebbe line ne tratta il : 1682 da nobili genitori. Di i3 anni fu
p. Bonanni, Catalogo degli ordini par. mandato in Roma e affidato alla cura
4, p. <S9 e seg., ri[)ortaMdo le ligure del del fiatello Guido prelato dottissimo, se-
gran maestro, del cavalicMC, di quello ar- gretario della cifra, del sacro collegio e
malo donna ascritta al medesimo.
e della della concistoriale. Da eccellenti maestri
Vi fu altro ovàxneòe cavalieri di Cri- apprese le scienze e le coltivò con tale as-
sto e della sua passione. Ne fu istituto- siduità, che nel l'-or potè con sommo
re nel I '-04 il principe Carlo, nipote del applauso sostenere moltissime proposizio-
principe di Sassonia ^VeissenlèIs Gio. ni filosofiche dedicate a Clemente Xf,
Giorgio 1\', a'7 febbraio nella chiesa dei onde gli fu facile progredire in ogni let-
ixcollelti di Lelba, celebrando solenne- teratura e nella storia ecclesiastica, di che
mente la messa l'arcivescovo Leramber- die manifesti segni in molte opere che
to, che ricevè dal fondatore il collare, in illustrò con importanti note, oltre l'ora-
un ai principi Adolfo e Federico, fratelli zione funebre pel principe Eugenio ; a-
di Carlo, a quello di Nmendjeig e ad al- vendo a guida e maestro il celebre e ven.
tri distinti personaggi. I cavalieri ebbero p. Tommasi poi cardinale, e ad amico il

mantelli con croce di raso bianco e di ri- famoso Fontanini ed allri principali let-
cami d'argento, con in mezzo l'immagi- terali de'suoi tempi. Applicò pure alle
ne diGcbìi, la quale era pure scolpita nel- lingue ebraica e siriaca, e Clejiienle XI
la medaglia d oro che pendeva tlal collo si prevalse di sua abilità in diversi im-
con ampio nastro turchino di seta on- pieghi, e poi lo mandò nunzio segreto
data ; e fu loro comandato con
assistere in Olanda, a Utrecht, a Baden, ove s'in-
divozione ai divini nfllzi del venerdì esab- terpose con successo per la pace gene-
bato sanlo. Altri chianiano quest'ordine, rale ; fu segretario di propaganda, in-
V ordine de' cavalieri della nobile passio- di nunzio agli svizzeri ed a Vienna nel
ne. Lo dicono istituito da Gio. Giorgio I 730, avendoconverlilo dai loro errori il
d uca d Saxe Weisstulels pei ispirare seu
i • [iiincipe di A\ iirtcn)berg e lo storico Ec-
,

272 V A S PA S
caldo. Visitò le ljil)liotcclio dello aljl)a- palo in Pioma nel 1763, ed inserito nel
7,ic (li Aletnngna e di Svizzero, ricavan- l. 2f) degli Opuscoli del p. Calogerà.

done tesori di erudizione, laonde potè "PAS'SIONISTE, Monache. Il vcn.


formarsi una lara e copiosa hibiioleca, Paolo della Croce dopo aver istituitola
ammirala da Monlfaucon. Clen)enteXII sua congregazione de' Passionisli {V-)y
in premio de'suoi molliplici servigi, do- compose ancora un'altra regola da osser-
po averlo fatto segretario de'hicvi ben- varsi dalle religiose della medesima con-
ché nunzio, non Io elevò alla porpora gregazione. Nel 1770 la presentò a Cle-
chea' ?,3 giugno i73(S, in cui lo creò mente XIV, il quale ne commise la re-
cardinale prete di s. Bernardo, Ijibliole- visioneprima al p. Paslrovich conven-
cario di s. Cliiesa, nelle quali dignità fece tuale consultore del s. oflìzio, indi vesco-
risplendere la sua generosità co'Ielterali. vo di Viterbo e Toscanella, e poi al car-

Divenuto litolare di s. Lorenzo in Luci- dinal Zelanda. Alle loro relazioni favo-
na, ne impiegò le rendile pei poveri della revoli, voleva il Papa subito spedire il

parrocchia, alimentando fanciidle biso- breve di approvazione; ma il ven. fonda-


gnose ne'monasleri, enefacilitava la mo- tore desiderando che prima si speritnen-
nacazione o il matrimonio rivestendo , tasserò coH'osservanza e pratica di alcu-
spesso giovanelli quasi nudi. Nell'eremo ni anni, per potersi prudentemente re-
di Frascati si fabbricò un ritiro splendi- golare, mitigare o aggiungere ciò che fos-
dissimo e ameno, con preziose raccolte se o|)porluno, si contentò per allora Cle-

di libri e oggetti d'arte, ove accorreva- mente XI \' approvarle con rescritto ai
no i piìi cospicui letterali, personaggi e 3 settembre. In fatti essendosi conosciu-
sovrani: lo descrissi ne' voi. V, p. 233, to, dopo il corso di 20 anni, che eravi bi-
YI, p. 3o5, e XXVII, p. 226, con altre sogno di alcune dichiarazi.oni, le religio-

notizie che Io liguardano. In esso Cu col- se già esistenti fino dal 1771 in Carne-
pilo di apoplessia e morì a'5 luglio i 761 lo (^.), coli' intelligenza e consiglio del
d'anni 79, avendogli accelerata la mor- vescovo cardinal Garampi e del prepo-
te la violenza che si fece nel sottoscrive- sito generale della congregazione de' pas-
re d'ordine ponlincio il breve, con cui sionisli, supplicarono per le dette dichia-
si condannava 1' Esposizione della dot- razioni Pio VI, il quale rimise 1' alfare
trina ciìstiaiia, libro infame del gianse- allacongregazione de'vescovi e regolari,
nista Menzenguy. Trasferito il cadavere quindi con breve del 3o luglio 1790 ap-
in Roma, fu sepolto in s. Bernardo dei provò e confermò le regole stesse colle
cistcrciensi, di cui era stato protettore a- s[)iegazioni e aggiunte fattevi. Queste re-

morevole, sotto lapide decorosamente or- ligiose vestono come i passionisli e pra-
nata e con magnifico elogio. Fu socio ticano le medesime osservanze, con qual-
delle accademie principali, come di Pa- che mitigazione, attesa la delicatezza del
rigi e Berlino, lasciò fama universale di sesso. Vanno però scalze coi soli sandali,
esimia erudizione, ed intervenne ai con- e prima di essere vestite stanno per un
clavi di Benedetto XIV e Clemente XIII. anno nel monastero in abito secolare,
Molti scrissero di lui e lo celebrarono, dopo il quale cominciano colla tonaca
fra'quali : Pier Luigi Galletti, Blcniorie regolare il noviziato di circa un anno,
per servire alla storia del cardinal Do- quindi fanno professione, ed ai voli co-
menico Passionei segrelario dei brevi e muni alle monache, aggiungono
altre
bibliotecario della s. Sede^Vioma 1762. «juello di promuovere la divozione alla
Le Beau, hloge historiquc de ni.r le car- Passione di Gesù Cristo, a cui procura-
dinal Passionei segretaire des brcfsy Haye no soddisfare colla recita quotidiana di 5
1763, indi tradotto in italiano e stam- Pater ed /4vc alle piaghe del Picdenlo-
PAS VA S 273
re, e con pregare per quelli che si a(Ta- rivi scalzi con voti semplici, della ss.
ticaiio in propagare divozione si utile e Croce e Passione di Cesie Cristo, delti
santa. 11 monastero di Cornato fu dota- Passionisli. Ne fu fondatore il ven. p.
to (la pio benefattore, e le monache in Paolo della Croce, nato in Ovada, terra
numero di vi entrarono a' 3 maggio
i i della diocesi di Acqui nel IMonfL-rrato, ai
inlcr mixsnrum solcmnia, dopo essere 3 gennaio i()<)'ì da Luca Dauci, nativo
state vestite nella cattedrale dal vicario di Caslellazzo diocesi di Alessandria del-
capitolare e preposto Paluzzi. Vi si re- la Paglia, discendente da antica e no-
carono processionalmente , colla pisside furono imposti no-
bile famiglia, e gli i

col ss. Sagramento portata dal clero, e mi Paolo Francesco. Mentre la sua
di
giunte alla porta fu loro presentato il li- madre Anna Maria Massari lo partorì,
bro delle regole. Subito cominciarono a diede Dio chiaro segno della sanlilà cui
spargere l'odore delle virtù coll'osservau- era per giungere, con luce prodigiosa che
za delle medesime, e seguitano ad esse- illuminò la stanza. In fatti sino dai pri-
re di edificazione. Quantunque vivano di mi anni si mostrò lutto dedito alla pie-
rendite, osservano perfetta vita comu- tà calla divozione, alieno dai divertimen-
ne, non parlano che cogli stretti parenti ti, amante del ritiro e dell' orazione. A
non han-
solo in alcuni giorni dell'anno: misura che cresceva negli anni, cresceva
no parlatori!, ma piccola grata, munita ancora nell'esercizio di questa e di tulle
al di dentro con panno nero, quale opre- leallre virlìi, particolarmente della mor-
si nel conversare coi congiunti. Tratta di tificazione e penitenza, dormendo per lo
queste religiose il p. Annibali da Lalera, più o sopra una tavola o sulla nuda ter-
Compendio della r.toria degli oid. rei. ra con alcuni mattoni sotto il capo, di-
par. 280. Nello stato pontificio non
?,, p. giunando non di rado, e ilagellanùo a-
avvi altro monastero delle passionisle. spramenle il suo tenero corpo. Passava
Essendo slati nella loro chiesa traspor- la maggior parte del tempo nelle chie-

tati da Roma per temporanea sepoltura, se ed in queste si tratteneva con tale


,

i cadaveri di uìadama Letizia madre di modestia e raccoglimento, orando avanli


Napoleone, e del suo zio cardinal i^('5'c/z, gli altari, che fin d'allora veniva da tutti
in sarcofaghi murali, nel i.° luglio i85i stimalo e riverito Vedendo(jual santo. i

si recò a Corneto una commissione mu- genitori nel uno spirilo


piccolo Paolo
nicipale di giaccio col proprio maire, e pronto, vivace e penetrante, un ingegno
colle tiovute formalità ricevè la consegna svegliato che dava non dubbi segni di
delle due urne mortuarie, indi vennero molta capacità nelle lettere e nelle scien-
depositale nella chiesa di s. Francesco, ze, pensarono a coltivarlo, e sapendo co-
ove si celebrò una messa funel)re con l'as- me in ima terra vicina eravi un vnaeslro
sistenza di Letizia vedova ^V^ysse nipote non meno dolio che pio, lo aHldarono
d'ambo i defunti, e del general Gemeau. alla sua cura, e non poco fu il profitto
Poscia imbarcate per Aiaccio vi giunsero che fece sotto questo magistero. Final-
il 4 ^- furono ricevute con distinti onori mente animato da una celeste visione, nel
fiuiebri dal vescovo, dal clero e da tulle I 720 aprì il suo cuore al vescovo d'Ales-
le aulorità. La patria riconoscenza di A- sandria Arboreo di Gatlinara della con-
iaccio, a mezzo del presidente della re- gregazione de' chierici regolari di s. Pao-
pubblica francese, altro nipote de' defun- lo delti barnabiti, uomo insigne sì indot-
ti e del nominalo prelato, domandò ed trina che in santità, specialmente nella
ottenne le spoglie mortali della madre direzione degli spirili, poi per volere di
e zio dell' imperatore Napoleone. Benedetto Xlll promosso all'arcivesco-
i'.\ SS O^ìSTLCongirsazionc di chic-
1 vato di Torino, i'aolo dopo avergli ma-
VOI. LI, 18
274 P AS PAS
uilcstalo j lumi e favori tiri ciclo, ab- ra al popoli convicini, ai quali facendo
])racciò col di lui consiglio un tenore di una specie di missioni, operi) colle sue fi-
vita austero molto e [)enilentc. Venerdì ticlie, bi-'nedelle da Dio, molle strepitose
2:ì novembre fu tosalo nc'capcUi, vesti- conversioni di peccatori. INell' anno se-
lo dal vescovo di ruvidissimo abito di guente si portò a Roma per baciare i

«:olor nero, con emblema delle lettere


1' piedi ad Innocenzo XIII, od esporgli i

della divina passione, in memoria della suoi desiderii, ma essendogli stata nega-
passione del Redentore, e da quel tem- la l'udienza, si trasferì a JMonte Argen-
ilo, sincliè non vestì secondo il prescrit- taro, del quale feci cenno nel vol.Xlll,p.
to dalle regole del suo istituto, andò sem- G6 e G7.
pie senza niente in capo e co'piedi airallo Avendo trovato questo luogo mollo
nudi: {\\ forse allora ch'egli al suo nome conforme al suo spiiito, vi si fermò in-
:iggiunsef/('//(t C/orc'. Si ritirò quindi con sieme suo fratello Gio. Rallista e vi
col
licenza di quel prelato in una piccola stan- intraprese con (juesli una vita poco dis-
za situata solfo una scala, vicina alla sa- simile da quella degli antichi anacoreti,
grestia della chiesa di s. Carlo di Castellaz- nel rotnitorio dello della Nunziata. La
zo, e quivi solo senza trattar con altri che fama dei due solitari presto si sparse pei*
con Dio, digiunando per 4o giorni conti- quei contorni e giunse fino a Gaeta, on-
nui in pane ed acqua, e facendo fervorose de il Piguallelli vescovo di lai città l'in-
orazioni, ottenne tanto liunedal cielo, che dove in fatti
vitò a portarsi nella diocesi,
potè stendere le regole della congiegazjo- si fermarono nel romitorio detto la Ca-
ne, che disegnato aveva di fondare. Ben- tena (visitalo da Pio IX nella sua dimo-
ché non avesse mai letto regole di altri ra in Gaeta), proseguendo a vivere co-
ordini religiosi, pure furono queste sì ben me prima, colla stessa austerità e riti-
concepite ed esposte, che dipoi vedendo- ratezza, per cui e per altre sue virtù, ve-
le il vescovo ed altre persone illuminate dendo il vescovo che il p. Paolo aveva
edotte, le ammirarono ed approvarono una forza e grazia di dire la quale muo-
insieme con esse lo spirito fervoroso del veva, accendeva e penetrava, volle ben-
santo giovane. Per amore di maggior so- ché fosse ancor secolare impiegarlo in
bludine se ne andò colla benedizione del dare ss. esercizi spirituali ai seminarisli
i

vescovo suo direttore ad abitare in im e in altre opere di carità. Informato il


jiiccolo romitorio, contiguo alla chiesa vescovo di Troia Cavalieri del frullo gran-
tli s. Stefano, dove seguitò lo slesso te- de che due fratelli facevano nella diocesi
i

nore esemplare e penitente, con


di vita di Gaeta, li volle nella sua, e avendo udito
im pio sacerdule che già vi dimorava. dal p. Paolo l' inspirazione che interna-
Avendo però concepito nell'orazione un mente una congrega-
sentiva di fondare
\ivo desiderio di giovare al suo prossi- zione, dopo aver bene esaminato il lut-
mo, per ordine dello slesso prelato co- to, conchiuse ch'era opera di Dio, lo ani-
minciò a far il catechismo aTanciulli con mò a proseguirlo, aiutandolo di consiglio
lauto frullo, che gli comandò in seguilo e direzione per condurla al line. Desi-
Jinche di predicare. Spiccava particolar- derava il buon prelato, che il servo di
mente il suo zelo ne'discorsi che soven- Dio dasse principio al nuovo istituto nel-
te faceva dal pulpito sulla passione di la sua diocesi, fondandovi il primo ritiro,

Gesìi Cristo, poiché parlava di questa onde l'esortava a ricevere gli oidini sa-
con tal firvore e tenerezza, che muove- cri a meglio riuscir nell'impresa; ma il p.
va gli uililori a compunzione e alle la- l'aolo si pollò in Roma col fratello, ])en
grime. PSon contento di giovare a' suol accolto dal prelato Crcscenzi poi cardi-
compalriutli, si blese la sua carità anco- naie, e dal cardinal Corradini iì\ collo-
7

l'AS PAS 275


rnlo nell'ospedale di s. G;.IIicnno, nella i^T'", cda'i diocnd)re vi fu cclebrat.i
(

cui dimoia compi il corso teologico. Nel la [trinia messa. Seguitando egli a farlo

ir?. 7 15enedelto XIII a voce gli accor- missioni, ed aumentandosi il numero di


dò la facoltà di adimar compagni e dar quelli che tratti dalla fama di sue vir-
principio alla coiigiegazionc; indi cssen- iti andavano ad unirsi n lui, risolvette;
<!o stalopromosso col fratello ai due pri- di riportarsi in Roma per ottcmie di
mi ordini sacri nel I7'?-7j i' l'npn a' Denedetto XIV l'approvazione dulie re-
giugno gli ordinò sacerdoti, prima per la gole, per l'esame delle (piali il Pa[)n de-
assistenza di detti infermi, poi a titolo di putò i cardinali Coriaduii e Ilezzonico
missione. Benedetto XIII restò così pre- poi Clemente XIII, e l'nbb. Pietro Ga-
so tliilla modestia due fratelli,
di questi iagiii,allc di cui relazioni e con (pialclie
the dopo la finizione, schhene non j>oi'- mulazioiip, le approvò con resciilto dei
Insse con alcun altro, lordomnndòin (jual I T marzo i
7 /j ' > e dopo altro esjune
luogo e (la qual vescovo avevano rice- de'cardinali Albani^ («entili e Besozzi le

vuti gli altri ordini. Indi portatosi Pao- confermò con ljrevede'28 marzo fiG.
lo nel marzo 1728 di nuovo col fratello Intanto essendo slati fondali óui^ altri
a Monte Argentaro, quivi fermo il do- ritiri pres.so Vetralla e Soriano, si venne
micilio nel piccolo romitorio di s. Anto- all'elezione del preposito generale e fu
nio,dove impiegandosi tutto in procu- eletto Io stesso p. Paolo, il quale negli
rar salute delle anime, ricevè alcuni
la altri seguenti capitoli fu sem[)re confer-
compagni e gillò fondamenti del suo
i mato nell'unizio, che secondo le regole
istituto. Usciva da (piesta solitudine ogni dovea durare 6 anni, supplendo le di-
sabbaio e più volle ancora se n'era ri- spense pontificie implorate dai religiosi^

chiesto, scendeva inPorto Ercole impie- ad onta di sua ripugnanza. Anche qiu?-
gando la domenica seguente in faie la sta illustre conqresrazione fu se^no aca-
dottrina cristiana ai fanciulli, istruire e lunnie, giustificale dai cardinali deputali
confessare gli adulti. Tanto aveva a cuo- a esaminarle, e dichiarate false da Bene-
re che i fanciidli s'istruisseio nella dot- detto XIV.
Irina cristiana, sì necessaria e di tanta Proseguendo il p. Paolo a far missioni

importanza la credeva, che nelle regole e inqiicgaisi in 0[)ere vantaggiose al pros-


stabilì che si potessero impiegare in que- simo, polì: fondare altri 9 ritiri e un mo-
sto ùflìcio nei paesi vicini ancora cliieri i nastero di monache Passionislc (/^.) del
ci, qualora sacerdoti non bastassero.
i suo istituto in Corneto, colle medesime
Quindi com'erano chiamati dai vescovi, osservanze de' religiosi. A perfettamentii
come dal suo vescovo di Soana Salvi, si stabilire la congregazione, si rivolse a Cle-
portavano a fai- le missioni nelle loro mente XIY, cui [)iù volte avea chiara-
diocesi, nelle quali colia vece e colle ope- mente predetto il pontificalo. II Papa lo
re facevano moltissime conversioni, spes- con)[)iac(pie, dopo aver fatto rivedetele
so durando in questo laborioso ministero regole e moderare in alcuni punii, come
anche Ire mesi, girando luogo per luogo nel rigore de'digiuni e del sonno, appro-
senza ripo'^o, e confermando so\enlel)io vandcìle in un nll'islituto, colla bolla Su-
con prodigi la loro predicazione. La cit- premi Jposiolatiix de' iG novembre ,

tà d' Orbelello contribuì moltissimo per I canonicamente in con-


''kj, erigendolo
la fdjbrica del pi imo ritiro, che il p. ereuazione, ficcordiMido^li molle grazie
Paolo stabilì di fondare nel luogo in cui e privilegi, e dichiarandola sotto la pro-
è presentemente, avendone ricevuto dal tezione e icumedialamente soggetta al!^
ciclo speciale rivelazione, onde fu com- s. Sede. Frattanto i religiosi abitavana
Cro* --
pita con quella della chii-jii auucisa nel in Uoiua il piccolo ospizio del ss.
l'jC) PAS PAS
Giovanni in
fìsso, Ticino nlla cliiesa di s. quel Pontefice, il p. Paolo piìi volle pre-
Lalcrano: il locale dipoi venne in pio- disse, (iiimto il iS (li ottobre, mimilo
piielà dc'Campana, e l'avo dell' odierno de' ss. .sagramonti, dopo aver dato a'suoi
conimendaloie Gio. l*iclio,diretloie ge- fratelli i piìi belli esempi e saggi consi-
nerale del ìuontc. di pietà, convcrfi in no- gli, ed avendo ricevuto una visione che
])ile sanlnaiio e cappella la camera alji- lo invitava al paradiso, mentre gli si leg-

tata dal p. Paolo, e ciò a consiglio di Pio geva la passione secondo s. Giovanni, dol-
VI che di frequente si recava alla con- cemente spirò, d'anni 82, alla presenza

tigua villetta, e nel 1846 fu visitata dal de'religiosi e del vescovo d'Amelia Slroz-
legnante Pio IX, in occasione che si re- zieri, uno piangendo tutti di te-
di essi,
cò a vedeie grandiosi abljcllinienti ed
i nerezza. Moltissimo fu \\ popolo concor-

eleganti miglioramenti del luogo, ope- so al funerale, che acclamandolo per san-
jati con gtisto e discernimento dal com- to, si procurò le sue reliquie, e fu sepol-

mendalore, ed il suo prezioso museo di to nella detta chiesa. Confermò Dio con
marmi scritti e figurati , nonché di pre- vari prodigi la santità del suo servo, on-
gevoli sculture e terre cotte dovizioso. de poco dopo s'incominciarono proces- i

Benefico Clemente XIV colla congrega- si di sue virtù per la canonizzazione. Pio
zione, pensò di provvederla di coiiioila VI a'2?. dicembre 1784 lo dichiarò ve-
casa in E.oma, ed avendo un giorno in- nerabile, Pio VII a' 18 febbraio 1821 ne
' terrogalo il procuratore generale se il p. approvò le virtù in grado eroico, ed ai
Paolo avea avuto un fratello, compagno 4 giugno 83q alla presenza di Gregorio
I

nel vivere religioso, chiamato Giovanni XVI (assai benevolo colla congregazione)
(morto nel 17G5 santamente e sepolto si posero per la terza volta alia discussio-
nel ritiro di s. Michele Arcangelo pres- ne due portentose sanazioni operate da
so Vetralla), e quando intese di sì. ripi- Dio a sua intercessione, essendo postilla-
gliò suJ)ilo: Jonnnes etPaiilus, senza di tore della causa il r.'no p. Antonio di s,
più spiegarsi. Poscia concesse alla con- Giacomo, attuale preposito generale, che
gregazione, secondo anteriore predizione nel conclave del i 846 meritò essere pre-
del fondatore, la chiesa de'ss. Gio. e Pao- scelto dal sacro collegio a suo confesso-
lo con l'annesso monastero, che i reliqio- re. A' 25 febbraio i85i Pio IX porta-
si passarono ad abitarvi 9 dicembre
a' tosi nell'interna e grandiosa cappella del
1773. K incredibile 1' intima ed amica ritirodiPvoma, giorno sacro alla comme-
relazione tra il Pontefice e il p. Paolo; morazione della Passione di G. C, fece
spesso il primo s'inlerteneva con lui ore pubblicare il decreto di un miracolo di
ed ore, e da simili conversazioni riceve- terzo genere operato da Dio ad interces-
va tanfo conforto e consolazione , che sione del ven. Paolo. Abbiamo del p.
mal volentieii si separava dal buon ser- Vincenzo Maria di s. Paolo passionisla :

vo di Dio, col quale si consigliava per Fila del ven. Paolo della Croce, eslrat-
ricevere direzione della sua anima. Op- ta da^processi ordinarie dedicala a Pio
pi-esso finalmente il p. Paolo dal peso /^/j Roma 1786. Ivi nel 1821 altra ne
degli anni, dalle fatiche e penitenze, cad- fu stampala. Un'esatta biografìa la scris-

de in grave malattia, che fece temere di se d.Giovanni Semeria, Storia eccl. di


sua vita. In questo tempo fu consolato Genova, p. 277.
dalla visita di Pio VI, che con bolla del Pio VII col breve Gravissimas in'er
i5 settembre 1775, nuovamente con- cnras, de'") agosto 1801, Bull. Coni. t.

fermò le regole e l' istituto, dopo esame II, p. 186, confermò alla congregazione
de'cardinali Zelada e Lanze. 1 patimenti la protezione della sede apostolica: e nel
e le sventure di cui fu gloriosa vittima i8o3 a'20 maggio, col breve Qniim, lo-
P AS PAS 277
co citato l. la, p. 'j-3, provvide agli uf- tello clie scende fino alle ginocchia; nel-
lizi vacaiili. Si professa in (jiieslo istituto la parte sinistra di questo e in (juello del-
la vita mista, [)oicliè i religiosi debbono la tonaca portano i sacerdoti ed i chie-
attendere alla propria santificazione ed rici una targa di panno nero in forma
a fpiella del piossiaio. Dopo un anno di di cuore, sulla quale vi è altro cuore so-
noviziato fanno professione de' voli sem- vrastalo da croce, l'uno e l'altro formali
plici, di povertà, castità e obbedienza, cui con filetto bianco, avente dentro queste
aggiinigono il 4-° di promuovere ne'fe- lettere : Jesu Api Passio, con sotto Ire
deli la divozione alla passione di Gesù chiodi, il tutto eziandio di filello bianco.
Cristo, ed il giurainenlo di perseverare Di (pieslo cuore si fregiano i professi, ed i

nella congregazione, da cuie dai voti può laici o conversi lo portano solo nell'a-
dispensare il preposito generale, col pa- Lito. Incedono scalzi coi soli sandali : in
rere e voto de' due consultori generali, casa sacerdoti usano berretta chiericale,
i

diri provinciale e del superiore della ca- fuori adoperano il cappello con gran fal-
sa nella quale trovasi il soggetto che deve de alzate nelle parli laterali. Quando non
esseie licenziato. Osseivano vita comune sono infermi, dormono vestili su sacco-
erigorosa povertà, onde non possono [)0S- ni di paglia e fanno uso di sudari di la-
sedere beni stabili né peculii partico- , na, non essendo permessi que'di lino che
lari sono loro solo permessi gli orli e
: nelle malattie, ne'viaggi e nelle missioni.
qualche pezzo di terreno contiguo ai loro Questa btnemerita ed esemplare congre-
ritiri.Vivono perciò di liniosine mendi- gazione conta molti religiosi che fiuri-
cale massime in tempodelle raccolte, seb- runo in santità di vita,dollrina e dignità
bene possano ricevere limosine assegna- episcopale, come da ultimo i vescovi di
te in perpetuo dai divoli ; ricevono solo Nicopoli e Civita Castellana (^.), oltre
messe manuali e avventizie non legali , il ven. Fincenzo Maria Strambi vescovo

peipelui. Lfliziano in coio di notte e di di Macerata e Tolentino , di cui parlai


giorno e praticano diversi pii esercizi e di- nel voi. XLI, p. 88. Le loro case si chia-
giuni. Fuiilo il coiso degli sludi, si ap[)li- mano Ritiri, perchè dcbbonsi fondare al-
tano alla salute de'pi ossimi, in ascollar le quanto separali dalla popolazione: uno
confessioni, dai e ne'Ioro ritiri esercizi spi- di questi è sul culmine del famoso Mon-
rituali sì ad ecclesiastici che secolari, co- te Albano o Cave, nella diocesi di Fra-
me pure al clero, al popolo, ai seiìiina- scati, alto più di 2q38 piedi parigini so-
risti, alle monache e ad altre comunità. pra il livello del mare, di cui e del sot-
li loro vietato predicar quaresimali, do- toposto lago parlai in più luoghi, come
^cndn pi incipalmenle impiegarsi in fare ne' voi. J, p. if)o, X, p. i54, XXVll,p.
catechismi e missioni ne'Iuoghi ove sono 1 74 e seg., XXXVII, p. 2 1 3, XLllI, p.
chiamali. Richiesti dai legittimi superio- Si, Alile notizie si possono leggere nel
ri, quelli che sono abili, devono portarsi Piazza, Gerarchiacardinalizia, p. 285 e
alle missioni tra gl'infedeli, ed a procu- 294» che narra come vi si recarono Pio
rare la conversione degli eretici ; hanno li e Alessandro Vii; enei Xibby, Ana-
Sei case di ritiro in Inghilterra, non che lisi de dintorni di Roma i, p. i o. Si t. 1

missioni in Bulgaria sulla riva destra del sale il monte da tre parti, che tutte fan-
Danubio, nell'Oceania e in altre parli del no capo a Rocca di Papa da Frascati :

mondo, sotto la congregazione di propa- perla valle Albana e la selva della Mo-
ganda fide. L' abito dei passionisi con- lara da Frascati e Marino per la selva
;

siste in tonaca di panno nero, ruvido e di Rocca di Papa ; da Castel Gamlolfo,


grosso, legala con cintura di cuoio, e del- Albano e 1' Ariccia per le così dette gal-
la slcisa materia sono il collare e il num- lerie di Palazzola e la selva di Rocca di
27S PAS PA S
papa. La tlisl.iny.a da tulli (incsll punii avendola didtiarata commenda la con-
V di circa 5 miglia. La cliicsa era prima ferì al ni[)ote cardinal Giacomo Kospi-
<lei It'iuilari che sono a Rocca di Papa : gliosi, il quale pose nel monastero le mo-
l'abbandonarono pel freddo e vi colloca- nache Filippine^ che vi restarono fino al

rono un nmiilo. Fu dala al ven. l'aolo, ed 1672. A premura del cardinal Ilouvard
il cardinal York la riiabbricò nel 1783, de'duchi di Norlfnlk, Clemente X la con-
in lui alla casa pei passionisti (nel 1777 cesse ai domenicani irlandesi, o meglio
come si legge nel pavimento del i." pia- inglesi, che vi restarono fino al iG()4, e
no e compì ), dedicandola come l'antica mentre vi dimoravano Alessandro Vili

alla ss. Trinità quando la consagrò il i eresse la chiesa ed il tnonastero in abba-
ollobre 1784- L'edilìzio è difeso da 3 zia, in favore del nipote cardinal Pietro
parafulmini. JN'el refettorio, già parte del- Ottoboni. Avend(j (piesli rinunziala l'ab-
l'antica cbiesa, sono due iscrizioni cele- bazia nel i(k)7 agli 8 settembre, Inno-
branti il re Carlo Emanuele e la ven. Ma- cenzo XII accordò la chiesa e il mona-
ria (Clotilde sovrani di Sardegna, non clie stero alla congregazione della Missione^
Maria Luisa già regina dEtruria, per- falche Clemente XIV la die ai passioni-
chè visitarono luogo e si fermarono nelil sti nel 1773. Erudite notizie su cpiesta
icfellorio. Gli avanzi dell'antico tempio chiesa e casa riportò il Piazza nell' Eu-
( cui le popolazioni a-scendevano per la sevologio romano trai, il, cap. i3: a
strada in parte superstite con grossi sel- quelle poi che descrissi nei citali luoghi
ci ove si vedono le lettere incise V. N. aggiungerò, che i passionisti miglioraro-
yiac JYuiiiinis) sono sepolti, cos'i il suo no l'edifizio del monastero, e abbelliro-
mosaico: il ritiro è circondato da grossi no la chiesa detta anticamente basilica.
massi appiirtencnli al delubro, allii es- Quanto agli altari, il s. Francesco di Sales

sendo in forma di sedili e di tavole in- è pittura di Ijarbault; s, Pammachio ed i

torno all'annoso e amplissimo albero ve- martiri Stellitani li dipinse Melani ; s. Sa-
ramente pilloresco, sui cui rami i fore- turno o Saturnino, il Cenefial; l'altare
stieri talvolta sogliono mangiare. I buo- maggiore isolato è disegno del Feirari, co-
ni religiosi praticano cordiale ospitalità me la tribuna con dipinti di Circignani,
a chi sale per questa elevata cima. Ma- Triga, Barbieri e Piastrini; s. Vincenzo
gnifica, sorprendente e deliziosissima è la de Paoli lo colori Scko^vilz; l'Assunta for-
veduta, scorgendosi perfino le punte più se il Torelli;la conversione di s. Paolo

alle della Sardegna. Trattano di questa ed il s. Giuseppe sono pittuie del i\Ie-
utilissima congregazione i! p. Annibali da lani. Cello è l'organo, sorretto da due
Lalcra, Coinpciidio della slor. degli ord. colonne di marmo bianco e nero; rimar-
rclig. par. 3, p. 268 ; ed il Capparroni, chevole il monumento sepolcrale del car-
Raccolta degli Ofdini religiosi p. 5 1, ri- dinal Lilla, scultura del comm. de Fa-
portandone la figura. A Chiesa de'ss. Gio. bris. Tanto nella casa che ne' giardini
E Paolo, l'ho descritta posta sul Monle annessi esistono molti monumenti anti-
C('//o, presso il famoso tempio di Claudio, chi, meritevoli di venir considerati.
e foi se la Curia Osliliaj dicendo pure PASTORALE. F. Bagolo pastora-
che nel monasteio abitarono monaci di i le, Ferula, Croce pontificia. Croce a-
s. Pammachio con regola di s. llarioue o STATA, Quest'insegna d'autorità propria
di Girolamo; eretta in collegiata di
s. (\t\>esco'^'i, simbolo di giuiisdizione e di

canonici nel 1216, dipoi Nicolò V, ad i- potestà come Pastore ( F.) delle peco-
slanza del cardinal Latino Orsini, nel relle, non viene dal litnOy ma àApedoj
i4^"» vi sostituì ai canonici i Gesuati; per dire vescovo si diceva virga pasto-
sopprcisi nel 1 GG8 da Clemeule IX, questi ralis. 11 pastorale si porla colla mano si-
PAS PAS i7»)

iiislra come più vicina al cuore, e la par- no dopo la sua traslazione da altra sede,
te curva si volta verso il popolo nelle ; con la quale partecipa la sua elezione u
messe de'morti non si adopera. Si bene- fa precedere la sua andata in diocesi, se
iIìlc dal coDsagranle e si consegna con già in essa non risieda, ed eleva per la
formola al nuovo vescovo nella sua con- prima volla la sua voce pastoiale al di-
sagrazionc, che riportai a Bagolo pasto- letto gregge commesso al suo governo e
r.ALE. Veniva tolto a chi si toglieva il Cina. Le lettere pastorali le fanno anche
vescovato; i vescovi lo portavano anche gli abbati mitrali e gli abbati commen-
ne'concilii. Il pastorale per privilegio l'u- datari iiiillius un esempio lo
dioecesìs:
sano gli abbati (però con velo pendente riportai nel voi. XXIII, p. iSq ne ho :

a distinzione de'vcscovi, secondo le leggi Iella una del i83j del prefetto apostolico
ecclesiastiche e il decreto della congrega- della Martinica, nel 8 jo divenuta se- i

zione de'riti 7 sellemhre 65f)), le alba-


I i de vescovile. Sono dettate dallo spirilo
desse, ed alcune dignità ecclesiastiche e di sapienza e di carità, con imzione di
secolari: ne'pritni tempi della Chiesa fu grpzia ed affetto proprio del padre a-
,

usato dai soli vescovi e da alcuni sacer- nioroso, avvertendo con parole e senten-
doti orientali. Del pastorale dei vescovi ze di pastoie zelante e sollecito della sa-
greci parlai ancora nel voi. XXXII, p. lute dei diocesani suoi figli. Osserva il

I 4^ ; quelli de'vescovi maroniti e rute- Parisi, Istruzioni che due t. 2, p. 24 ', i

ni terminavano con la croce: di quelli vescovi diOsimo, cardinal Lanfreditu e


de' vescovi armeni ne fo parola a Pa- mg."^ Compagnoni, degni da paragonar-
triarcato ARMENO, ove dico pure del ba- si ai vescoNi de'secoli felici della Chiesa,
colode'varlabieli o dottori armeni il pa- : non iscrissero lettere pastoiali, ma affret-
.«^lorale degli abbati greci è in forma di tarono il loro cammino nella diocesi per
T. I cardinali preti, sebbene non vesco- fare questo ofllcio os ad osj il che mg.'
vi, ne hanno l'uso nella vestizione e pro- Compagnoni eseguì colla prima sua O-
fessione delle monache, e quando danno mclia (^.), che pubblicò colle stampe in
la benedizione ne'loro titoli. I cardinali italiano per essere compresa da tutto il
diaconi non possono usarlo (non essendo popolo, essendo consueto imprimersi in
loro permesso assumere i paramenti sa- latino. Le lettere pastorali si sono costu-
gri fuori delle funzioni delle cappelle pa- mate sino dai primi tempi della Chiesa
pali), ma se per dispensa pontifìcia sono dai vescovi, per istruzione del proprio
autorizzati a fare quelle sacre funzioni in gregge; e s. Ignazio vescovo di Antio-
cui il cardinal prete lo adopera, in (juesti chia scrisse lettere pastorali a diverse
casi è loro lecito di farne uso. A Investi- chiese. Le lettere pastorali si chiamarono
ture EccLESiASTicnE dissi clie i principi e anche pacifiche, le quali usarono dai
si

signori secolari nel dare i possessi delle novelli vescovi con iscrivere al clero e
cose e le investiture, anche delle chiese e popolo diocesano. Con la lettera pastora-
benefìzi ecclesiastici, solevano darle per le il nuovo pastore annunzia al pro[irio
i'irgam ovvero per baciilurii, nonché per gregge la dignità cui è slato innalzalo
anriliun,a\lìa insegna vescovile. Del pa- per benignila del Papa, e destinazione
storale e altre insegne cui si adornano gli del sovrano, se questi per concessione del-
stemmi de'vescovi, vedasi il seguente ar- la sede apostolica gode il privilegio del-
ticolo. la nomina o presentazione, ovvero per ele-
PASTORALE, Epìstola pasioralis. zione di (|ue'pochi capitoli che ne godono
Lettera che il nuovo vescovo indirizza il pontificio indulto. Dichiarala pochez-
al clero e popolo di sua diocesi nel gior- za di sue fjrze, in confi onlo della gravez-
no della consaj^razioue, o qualche gior- za e peso foriuidabile del vescovato, quin-
28o PAS PAS
tli pieno di /iilucia confida nel possente argomenti ed oggetti diversi. Noterò an-
aiuto e lume della divina misericordia, cora che ne' frontespizi delle pastorali
,

per guidine nelle vie della salute il gi"eg- si leggono questi titoli: Jtpislola naslo-

ge alìidafogli ; invocando a un tempo la ndis ad cleruni et populuin civilatis et


cooperazione del clero secolare e regola- dioccesis Florentinae. Lettera pastorale
re, e leoraziorii delle sacre vergini, pro- al clero e popolo della città e diocesi di
mettendo infiammare ogni clas-
vicppiìi Venezia. E siccome nello stesso fronte-
se di persone all'adempimento dei pro- spizio h'io)prime l'arme del vescovo so-
pri doveri. Quindi esorta e rammenta le vrastata dal cappello, sotto di questo e in
più salutari sentenze degli Apostoli, dei cima alla larga dello stemma si pone la

Padri, e le parole dello stesso fondato- croce con quelle sbarre o traverse, die
re della Chiesa Gesù Cristo. Termina la notai nel voi. XVllI, p. 11^ e 262: il

lettera pastorale, con raccomandarsi alle cardinal decano avendo l'uso del pallio,
preghiere di tutti, a Dio, alla Beata Ver- come vescovo d'Ostia e Velletri, adorna
gine ed ai santi patroni, perchè anco^-a con quello la parte supeiiore dello stem-
conservi e prosperi il Pontefice e il pro- ma; altrettanto fanno molti di quelli che
prio sovrano (talvolta vi si comprende il hanno l'uso del pallio. Inoltre questi stem-
vescovo che lo ha consagrato), e lo ren- mi si adornano con la mitra, il pastorale
da degno pastore, compartendo ad ogni e altre insegne, corone, manti, epigrafi,
ceto, con pienezza di paterno affetto la croci di decorazione, rami di palma e oli-
sua pastorale benedizione. 11 Sarnelli, vo, lìgi^ire di animali e altro, ed i vesco-
Memorie degli arcivescovi di Benevento, vi sovrani vi pongono anche la spada.
p. lyS e 184, riporta due lettere pasto- Incomincierò con alcuni esempi di titoli
rali del cardinal Orsini, poi Benedetto latini, perchè così stampate le pastorali,
XIII, una alla sua diocesi di Cesena per indi produrrò quelli latini e italiani, cioè
la sua traslazione a Benevento, l'altra a pastorali che furono pubblicate ne' due
rpiesta provincia ecclesiastica per la sua idiomi, e terminerò con quelli italiani ; e
esaltazione a metropolitano della mede- questi esempi potranno servire per l'ar-
sima. I vescovi che sono consagrati in ticolo Vescovo {V .).
Piuma, pubblicano la loro lettera pasto- Ferdinandus Minucci Dei et aposto-
rale eoi tipi romani nel giorno di lorocon- licae sedis gratta archiepiscopus Fio-
sagrazione, con data fuori di quella porta rentinus, SS. D. N. Leonis Papae XII
della uà che conduce a Ila sua diocesi; in-
ci proelatus doniesticus et pontifìcio solio

dil'umilianoal Papa edispensaiioal sacro afsìslens, nec non sacri rotnaid iniperii
collegio, alla primaria prelatura, ed alla prinreps. Venerahilibus fratribus, dile-
famiglia intima pontifìcia, per cui sono ctissiniisJÌUis, dignitatibus et canonicisj
possessore d'una preziosa collezione di let- clero, populoque suae civilatis ci dioecC'

tere pastorali dal 1826 al i 84*3 inclusi- sìs saliileni, et a Domino.


benedictioneni
ve, ed anche molte di quelle de' vescovi Daluin Romae extra portam Flaminiam
the non recandosi in Roma non ha luo- tertio lìonasfebruarii anni 828, domini'
1

go la dispensa, solo rassegnandola al Pa- ca vrptuagesima ipsonostrae consecratio-


pa, come degli spagnoli in ispagnolo, edei nis die. —Joannes Maria exconiitibus
francesi in liancese. Perchè si compren- Mastai Ferretti patricius Senogalliensis
da il titolo de' vescovi, i saluti che fauno et Àiiconitanus, Dei et aposlolicae sedis
e le date che pongono nelle pastorali, ne gratin archiepiscopus Spoletinns, SS. D.
riporterò alcuni esempi. Deve prima av- N. Lconis Papae XII praesuldoinesti-
vertirsi, che sogliono i vescovi talvolta CHS et pontificio solio adstans. Venerabi'
pubblicare in diocesi altre pastorali, per libiis fruir ib US, ac dilectissiniis in Chnslo
, —
P A S PAS aSt
fiUh y collegio canoiiicomm, anìinanini sionìs die. "Ecco le italiane: /g'^^Tfz'o Ciò-

ciiralonbics, uliiqitt elevo opli/nalibiis,ac del titolo di s. Susanna, della S. R. C-


popitlo iinh'trso cliocccsis suae,paccni,et prete cardinale Cadolini, per la grazici
sattittina Domino sempilcrnarn. Dabaiìi di Dio e della s. Sede arcivescovo di Fer-
culra porlani l'iainiiiiam III ilo-
lioiiiac rara. A tutto il suo dilettissimo giegge,
ìiajunias sacro Pcnlccoslcs (lic,ìpso con- grazia, salute e pace da Dio Padre e
nostra e on. 18-27.
secratioiiì's Nos — (hi Cesìi Cristo IV. S. Dato in Roma fila-
Franciscus Xa^'erius y divina inìseratìone li della porta Flaminia, questo di l 'ifeb'
acsedis npostolicae gralia episropiis Ila- braio dell'anno di nostra salute 1 843.
tisboncnsis eie. P'encrabili clero dioecc' Saverio Sante Raffaele Casanelli d' /-
seos noilrae, salutcni ci benedictioncni a stria per la divina misericordia e per
Domino. iVonachi , doniinica Penteco- Vauturilà della s. Sede apostolica vesco-
iles, in die consccrationis, iG/naiì i833. vo d' Ajaccio, protonotaro apostolico,
riaiiciscus Xaverius episcopus llatisbo- prelato domestico della santità di lY. S.
iiensis. -— Benedielus tit. s. Clemenlis S. Gregorio Papa XFI. Al clero ed ai fe-
E. R. presbylcr card. Cnprllelù archi- deli della nostra diocesi, salute e benedi-
preshyler ecclesiae nielrop. Caesaraugu- zione nelN.S. GesiiCristo. Data aAuch,
stae, Dei el apoilolicae sedis gralia epi- uelpalazzo arcivescovile, li 8 del mese di
scopiis Rcatinus. Fcnerabilibiis fralri- dicembre 1 833, g /orno della nostra con-
hus, ae dilcelis in Chrislo fìliis collegio sagrazione. -^ S. S. Uall'aele vescovo di
canonicornni aniinarinn curaloribus
j Ajaccio. —
Pietro Francesco per divina
.

utrique clero, oplinialibn.i, ac populo «- misericordia vescovo di Porto, s. Riifina


ni\cr!'0 dioecesis snae, pacem elsaluleni e Civitavecchia cardinale Galefji, della
a Domino sempittmani. Dal. extra por- S. R. C. camerlengo, abbate perpetuo
tani Sidariani die sacro D. iM. Piigiiii commendatario ed ordinario di Subia-
in Coeliim cvectac ipso coiisecralioiùs no- co, arciprete della sacrosanta bas. Va-
slrne. An. i833. Ecco gli esempi dello ticana. Ai venerabili fratelli e figli di-
pastorali in ialino e in italiano, ma life- letti in Gesù Cristo, capitolo, clero e po-
liiì) per pi ima quella ilei noslio idioma^ polo della diocesi ce. salute, pace e bene-

l'altra iti (jiiello Ialino. Jacopo Bionico dizione. Dato in Roma


dal pa- {>\ noti)

per divina misericordia patriarca di Ve- lazzo di nostra residenza il giorno sacro
nezia e primate della Dalmazia, gran alla gì. Assunzione di Maria ss. 5 agosto 1

dignitario, cappellano della corona del I 83o. ^^ì'. F. cardinale vescovo di Por-
regno lombardo-veneto, a tutto il clero e to, s. llulìna e Civitavecchia. Noterò, che

popolo della città e diocesi di Venezia. nelle pastorali de' cardinali de Gregorio
Grazia e pace a voi da Dio Padre e e Fai za cappa, che successi vainenle Gre-
dal IV. S. Gesìi Cristo. Dal palazzo ve- gorio X\'l Iraslalòalle sudilelle chiese, le

scovile di Ceneda questo dì 26 agosto date sono, Dabani Roinac e Da tuia Ilo-

1 827. -^ Jacopo patriarca. Philippus — mae, sema ['extra portam, slWe che prò-
Jndice Caracciolo e congregationis ora- babilmenle usano i vescovi di Porlo (V .),
torii s. Phdippi Nerii, Dei et apostolicae perchè l'antica loro diocesi estendevasi
sedis gralia, archiepiscopn^, et patricius in una parte di Ilonia. Abbiamo di Fr,
IWapolitanus. f enerabilibits frairtbus, G. A. di s. Alberto, Lettere pastorali,
dileclisque fìliis, capitnlo, parochis cae^ Roma i7()3 in 4 volumi.
terisque, omnibus in sortem Domini vo- PASTÓRE (s.), abbate. V. Peme.ne o
catis, salulem in Domino sempilernain. Pastore (s.).

Dalum JYeapoli ex archiepiscopali pala- PASTOUE (s.), martire. V. Giusto e


tic prid. idus niaJiLs i833, ipsa posscs- Pasture (ss.).
283 J»AS P AS
PASTORE. Pastor. Uomo die ilce- numenli e ne'slmboli. Inoltre Gesù Cri-
^clle da Dio la ujissione ed il caralteie 6to fu detto Aicipastorc, da s. Pietro,
d'islriiiic i fedeli ed ainininisliai' loro Piinccps pastoruni, da s. Paolo, Pasto-
i mezzi di Dìo lia stabiliti. Lo
saliile clie reni magnum Oi'iuni, i\a s. Damaso \,Sunì-
slesso Dio non isdegnò nell' evangelo di vms Paslor. Di (jueslo nome e carattere
prendere questo titolo per rapporto al suo di pastore Gesù Cristo ne invest"i s. Pie-
jiop()lo : i piofcli lo diedero al Messia, pre- tro, ^rtf.sce Oi'cs nieas pasce agnos meos,
,
dicendo la stia vcmita. Il detto \ angelo si ondei Papi di luì successori sono chiama-
legge nella 2. "domenica di Pas<jna, perciò li, pastori de' pastori, e pastori unii'er-
chiamala Paslor bonus, nel qual giorno sali. Per conseguenza bisogna che invi-
anticamente Papi celebravano funzione
i gilino sopra tutte le chiese, con giurisdi-
sacra, che ricordai nel voi. Vili, p, iGi. zione (il solo Papa l'ha in tutta la Chiesa,
Gesìi Cristo se lo attribuì e si propose per i vescovi solo nelle loro diocesi), prove-
niodello de doveri d'im buon pastore che nendo la parola pastore, dal pascere con
La cura del gregge, figurato nei ledei; ed ; giurisdizione. Ne investì pure gli altri

è chiamato pastore universale, principe apostoli e i vescovi loro successori, per


dei pasloi'ì, Paslor bonus, e in varie fog- continuarne le funzioni sino alla fine dei
gie rappresentato ne'nionumenti cristia- secoli. Incaricandoli di questo dolce, ca-
ni, ne' vetri. pill(ue, musaici, sculture, an- ritatevole, paterno governo, ordine) ai fe-

che di gemme anulari, con unao più pe- deli che avessero per essi docilità, som-
corelle, come liportai in vari luoghi, a missione, confidenza, da cui sono carat-
Calice, e nel voi. XXXIV, [). H, io e terizzale lesue pecorelle. 1 vescovi, come
16. Sui simboli del buon pastore e delle pastori del gregge cristiano, si servono
pecorelle o agnelli (de'fjuali parlai pure del pedo, o sia bastone o verga o bacolo
u Pasqua), scrissero Ikionarroli ueT'elrij pastorale j ed a Pallio parlando del buon
il Vetlori nelle sue Gemine illustrale; il pastore, dissi perchè sì forma con lana
Cosladoni nella Disseii. sul pesce p. 3 i4> di agnello, e che ne sono decorati in se-
presso il Calogerà t. 4ij P- 3i4;ed il p. gno della pastorale loro carica. Anche t

l*aoli nella Disscit. de patena, de cali- parrochi deputali alla cura spirituale del-
cibus et de iniagine Boni Pa<:loiis in leanime, da alcuni (confutati dal Nardi,
ei sculpi solita, INeapoli i']^'^- L"'imma- De' parrochi) sono denoLuinati pastori, e
gine del Pa>tor buono in vaiie forme fu le [ìiccole parrocchie di Olanda e dei
adoperala in delti monumenti per memo- Paesi Bassi, si dicono pastoralij così al-
ria dell' incarnazione, per simbolo dilla trove; anzi il nome dì pastori se lo ap-
risurrezione, per rincoramenlo de'fedeli, propriarono i falsi ministri della pretesa
in atto melanconico per aver perduto la chiesa riformata. Il Nardi, De'parrochi,
pecorella, o giulivo con essa sulle spal- lungamente parla di quanto riguaida
le conducendola all'ovile do[)o il ritio- questo argomento, dicendo pure, che s.
\amento; con cento pecore, figura di lut- Germano [>alriarca dì Costantinopoli in
to il gregge; tra due pecore, esprimenti senso mistico chiamò pastori i diaconi:
Gerusalemme e Betlemme. Le pecore e talvolta lurono chiamati pastori gli ab-
gli agnelli ne'medesimi monumenti an- bati, siccome fanno 1' uflizìo di pastore
tichi si vedono vicini ad un edilizio col sopra moir^ó, e pastore leabbadesse/y^tt-
i

nome di Gerusalemme, in signilìcato dei bus CUI a inonasterioruin est comissa.


l'edeli usciti dall'ebraismo; o vicini a fab- PASTORELLI o PASTORALI. Ere-
briche denominate Betlemme, in signi- tici e il xi'^o in Ger-
vagabondi. Verso
lìcato de'converliti dal gentilesimo. An- mania ebbe origine la setta,
e in Francia
che raguello figura Gesù Cristo ne'ino- per l'apostata cistcrciense Jacopo unglie-
V A S P AS 2^3
rese, quale pioclaniaocìo molte prcle-
il in fretta; e trovarono Maria, Giuseppe
^e livciaziuni, [)iL'tru;ò la crociala per li- ed il Bambino che giaceva in una man-
jieiare s. Luigi IX re di Francia iinpri- giatoia. Resi eh' ebbero pei primi loro i

f^ioiialo neli.i guerra nanla. Un gran lui- omaggi al Messia, come respiritu;de de-
mero di contadini e di pastori, ingannati gli uomini, se ne tornarono alle loro greg-
dalle sue persuasive, che Gesù Cristo il ge, glorilicando e lodando Dio. Cos\ il

buon Pastore voleva servirsi di pastori Salvatore volle ricevere le primizie di


per liberare il migliore de're, si unirono venerazione da uomini semplici, oscuri e
a lui divisi in compagnie, con bandiere poveri, lontani per la loro maniera di vi-
aventi di[)inlo l'agnello, e presero le ar- ta dai prim:i[)ali pericoli del mondo e con-
mi per la crociala. Invece, predicavano sc'giieiitcmeiite piii suscettivi di quell'a-

contro il Papa, la fede, il (.lero,ecomnict- more e spirito di ritiralezza, umilia e pe-


tevano assassinii contro gli ecclesiastici, Gesù
nitenza, che Cristo è venuto a rac-
onde nella maggior parte furono uccisi. Ili- comandare sopra la terra. Il Zaccaria,
comparvero nel i3jto,e Giovanni XXII Disse/ 1. l. 2, dissert. i o, o ragionamento
ordinò die fossero repressi e dispersi. sulla nascita di Gesù Cristo, racconta
PASTOIU. Custodi di greggi e ar men- (pianto si fa in memoria de'furtunati pa-
ti. Come Jìlagi furono le piimizie dei
i stoii, nella notte di JNalale nelle chiese
gentili, cioè i primi adoratori di Gesù di Laon,di Nantes e di Rouen, e ciò che
Ciisto in Dclhiiiine nel Presepio, cos'i pralicavasi in quella di Siena. Dice del-
fra gli ebrei furono pastori cusludi del i le diverse o|iinioni sul numero dei pa-
gregge: colla loro chiamata il Salvatore stori, che i più vogliono 3, e sui loro no-
tolse ogni distinzione, e collcgolli in uno mi; mentre s. Luca nel vangelo li tacque,

slesso vincolo di icdc e di carila. Appe- e quanto al ninnerò parlo in pluiale.


na nato Gesù Cristo un angelo si pre- Certo è che l'imperalrice s. Elena, nella
sentò ai vicini un miglio
pastori, circa torre di Eder e nel luogo dell' apparizio-
distante, che presso la torre di Gader o ne dell' angelo alzò un magnifico tempio
Eller guardavano le loro gregge, ed una agli Angeli e ai 3 l'astori, corpi dei qua- i

luce chiarissima rispleudè intorno a Io- li, almeno sino alla metà del secolo IX,

io. Attoniti s'intimorirono grandemeu- vi riposavano a gran venerazione degli

le, ma l'angelo disse loro: Non lemeU'^ stessi infedeli, e reputati per santi. Pre-
ptrciocclùi io vi reco una buona nuova, tendono gli spagnuoli, che intorno al 9(30
che sarà di allegrezza grande a tulio il fossero trasportati a Ledesma; ivi certa-
popolo j e questa è che oggi nella città mente hanno cullo, come pur lo hanno
di Davide e nato il Salvatore, che e il in Francia, nella Sicilia e in altri luo-

Cristo. Ed ecco il contrassegno al quale ghi. Diverse erudizioni sui pastori chia-
lo riconoscerete. Troverete un bambino mati dall' angelo (che comunemente ere-
fasciato, giacente in una mangiatoia. desi r arcangelo Gabriele) al presepio ,

JE di subitosi uni all'angelo una molti- riporta il Cancellieri, Notizie del Nalale.
tudine di spiriti celesti che lodavano Dio Abbiamo del p. Trainili, De paHoriLus
e dicevano: Gloria in excelsis Deo {f^.), vocatis per Aui^elum ad praesepe, i\Ies-

cioè, Gloria a Dio nel piìi alto de'cieli, sanae ly-zs, P. Carlo Francesco Gi- di s.

e pace in terra agli uomini di buona vo- rolamo, Pensieri divoti, intitolati, tre Pa-
lontà. Poiché gli angeli si furono parti- stori, tre Re, tre fJambini al s. Presepio,
ti, stupefalli i pastori dissero tra loro : Siena 168G. P. Trombelli in t. 3 Pitae.
passiamo sino a Dellemme, e vediamo B. I iig., diss. '2 0: De Angelo pastoribus
<]uanlo è avvenuto e che il Signore ci ha Cìirisli orlmn nuntianle, defpie pastori-
mauifcslalo. S'incamminarono aduutjue bus ipsis. Di questo annunzio figurato ,
,

284. l'A'^ PAX


nel hacio che liccvcva il Pnpn, vedasi il di ossi il vescovo di Ferrara invocò il Ixrac-

\ol. IX, [). ly, secondo Innocenzo HI, De ciò di Ottone IV; indi nel i^ao l'im-
iiiysl. Jì/issdc lib. 2, e. 2. peratore Federico II, nello sleiso gioiiio
'PATAUA o PATEREA.Setle vesco- che lo coronò Onorio III pubblicò un ,

vile di Licia, sulìiaganea della nieliopoli famoso editto, in cui tra le altre cose si
(li Mila, creila nel IV secolo: avea un legge: Cazaro';, Patareiios, Leonistas
jKii lo e tnolli templi, (la i quali il celebre Speronistas, Arnaldistax, Circunicisos,
di Apollo; \i uac'jue s. Nicolò arcivesco- el atnnes liaerelieos utrinsqiic sexus , quo-
vo di ìMira. Uipoita, oltre s. IMelodio, 6 dunque nomine eenseantiir , perpetua
vescovi ì'Oricns dir. t. i, p. 977. Pale- (hvnnanius infamia, difTidamua , atque
rea o Patata, Palaren, è nn titolo vesco- hannimus. Quelli che sono qui cliiamati
vile in parlibus sotto IMira, e Pio IX nel gazari, furono gli stessi che calhari, i

1847 rag/ Giuseppe Novel-


lo conferì a del qual nouje si gloriavano questi nuo-
la ujinoie riformalo, coadiulote del vica- vi manichei il volgo li chianiava pata-
:

rio apostolico di Hu-c]uang nella Cina. rini, anzi sotto nome si compre-
questo
PATAUINI o PATElllNI. Eretici del sero che allora infesta-
tutti gli eretici

secolo XII, così chiamali o perchè deri- vano la Chiesa di Dio ; ne presero anche
vanli da Pulara, o dall'erelico Paterno vari altri, secondo capi, come bidgari, i

che -sparse suoi errori nella Dosuia, ov-


i e poveii di Lione. Piiferiscc il IMuratori,
vero tlalle due prime parole del Pater no- diaerl. Go, che dopo il 000 cominciò in 1

sU'r,\ti quali credevano bastar recitare per Italia alcuni semidei manicheismo, ere-

Salvarsi, od anche dal Ialino pnti^e'ioèsoi'' sia non mai estinta nell'oriente, e allora

flit e, perchè si vantarono soffrire perse- vigorosa in Armenia e Bidgaria gente ;

cuzioni per sostenere la verità. Sull'eti- furba, ipocrita, che con mille inganni co-
mologia dei paUirini eruditamente scris- priva rem[)ia sua dottrina, che fatalmen-
se il IMuralori ; e sopra il titolo (\\ pala- te si propagò pure in altre parti d' Eu-
lina, una dissertazione il Garampi, Me- ropa, spargendo per tutto il suo impla-
morie, p. i65. Si credono derivali o si cabile odio contio i sacerdoti cattolici e
(,'onfuseio cogli albigesi e valdesi. Nell'I- la loro autorità. Roma, Vilerbo, Orvie-
talia, e specialmente nella Lombardia e to e la Pioinagna ancora ne fingono in-
in Milano, professavano i patarini \\nta- festale, onde contro di loro energicamen-
iiicheisnio , con a Uri errori dei gnoslici^ te procedette la inquisizione, ed i dome-
allo disprezzo e fiera avversione contro nicani ne furono zelanti propugnatori.
i sacerdoti e pastori della chiesa cattoli- Fra i Papi che si distinsero nello zelo per
ca, né volevano riconoscere in loro alcu- estirpar questi eretici, vanomiuato Inno-
na autorità, condannando il matrimonio; cenzo III.
per questo un tempo si chiamarono pa- PATENA, Patena. Vaso sacro a so-
tarini quei cattolici che lo riprovavano niigliatiza di piattello, che serve a cuo-
ne' chierici che mal sollrivano le leg- prire Calice (^F.), edè della slessa ma-
il

gi del celibato e si aaimogliavano, laon- teria, non che a ricevere e raccogliere le


de questi concubinari per la disapprova- particole o frammenti dell' Ostia (F.),
zione dei loro matrinìoni, li trattarono questa e -la Particola (^F.),co^ve.\\ào%\ l'o-
per eretici manichei. Nel concilio LalC' Palla [y.), la quale teatini 11-
stia colla i

rano HI del 79 da Alessandro 111 fu-


i 1 sanocome patena. Talvolta si sostiene da
rono scomunicali patarini o catari e i un chierico nella comunione colle partico-
gli albigesi. Nel secolo XIII talmente ac- le, massime somministra il vescovo o
se le
crebbe per la Lombardia il veleno dei altro prelato, per maggior maestà della
paluriui, o nuovi manichei , che coulro ceremouia, ISclla liturgia di s. Giacomo
- ,

PAX PA T 285
eli lama vnsi (ìlscns, e nell'Ordine romano de, in occasione dell'esequie di sua ma-
patina, cioè [)iatlcIlo. E' necessaria pei- la dre s. Elena, donò alla Chiesa dei ss. lìJar-

Mcssa^ e il disopra deve essere diiralo ,


Cellino e Pietro a Tor Pi^nallara ^una pa-
quando non ne dispensi l'indigenza. De- tena del peso di 35 libbre, con più altri
ve essere consagrata dal vescovo, e per- ricchi piesenti. Lo stesso iinperalore do-

decomeil calice la consagrazione per soz- nò alla Basilien Laleranense ? patene di


riire rinnova la
e rottura; e (piando
si oro e I G di argento, ciascuna di 3o lib-
doratura non permesso toc-
la perde. E bre; ed alla Chiesa di s. Croce in Ceni-
carla solamente a quelli die .sono negli salenirne una patena d'oro di io libbre,
ordini sacri come determinò s. Sisto I
,
ed altra di argento dorato e gemmata
del I 32. Nei primi secoli della Chiesa le di 50 libbre. Fili|>pini, Della chiesa r/e'
patene erano di legno o di vetro, come ss. Silvestro e flJartiiio p. /^o, dice che s.

dissi a Calice; e s. Zedlrino Papa <Iel loS Silvestro I le donò una patena dargeii-
ordinò, che le patene non fossero piìidi to di IO libbre, la quale mentre il sacer-
legno, ma Dal qual decreto, di-
di vetro. dote distribuiva l'ostia consagrata al po-
ce il Belici ni, restò ordinato, che sopra polo, era sostenuta da due ministri; oltre
tali patene portate dai suddiaconi avan- 3 altre patene, ?, di libbre io l'ima, l'al-

ti i sacerdoti, questi terminato il sagri- tra di 5 e dorata. Papa s. Sisto 111 donò
iÌ7.io del Pontefice, vi mettessero il pane alla Basilica Liberiana tre patene di ar-
consagrato per distribuirlo al popolo Che gentodi libbre 6o.Nel5ct5 rimperaloie
i calici nel secolo i." delle pei sedizioni (iiiislino I regalò al Papa s. Giovanni I

fossero di vetro, lo afTerma Tertulliano una patena d'oro ornata di preziose gem-
presso il Baronio che , il quale riferisce me, del peso di 9.0 libbre. Alla liasilica
tale uso durasse sino ai tempi di Carlo Lateranense s. Gregorio li olhì un calice
INIagno, cioè sino al secolo IX, poiché nel d'oro gemmato di libbre 3o, con patena
concilio di Picims fu proibito il calice di d'oro di libbie 28 e mezza; e s. Grego-
vetro, pel pericolo clie vi era del rom- rio III un calice di argento di libbre 2(),
persi. Anticamente la patena era mollo ed una gran patena d'oro gemmala di
pi il glande di quella che si usa in oggi libbre 20. Adriano I donò alla basilicri
,

perchè serviva a contenere le ohlazioni, Liberiana un calice con patena d'oro di


ovvero ostie, per tutti quelli che nella lihbi e 20. Di questi ed altri donativi trat-
messa dovevano comunicarsi per que- : ta ancora il Severaiio nelle Memorie sa-
sta ragione, durante la parte del sagri cre. Si usarono patene cupe anche nei
fizio in cui essa non serviva a nulla, il secoli successivi ; ed in Germania si ve-
suddiacono la toglieva di sotto all'altare, dono ancora patene le quali hanno un
e la teneva nelle sue mani (ino al mo- pollice di profondità ; tale è rpiella che
mento in cui il sacerdote dovca servir- mostrasi nel tesoro del capitolo di Dele-
sene; rito diesi osserva ancora nella cat- mont, diocesi di liasilea, e di cui pieten-
tedrale di Slrashurso. Non u.sandosi al- desi essersene servito s. Germano primo
loia la Pisside [V.), per somministrare abbate di Grandfdsnel secolo Vili. An-
la Eucaristia, le patene non solo nano ticamente colla patena si dava la Pace
grandi, ma anche profonde e concave ,
della messa [V-)- Osserva il Macri, che
])er cui servivano eziandio per conserva- anticamente l'accolito teneva la patena
re l'olio della cresima, dicendosi dall'A- coperta col velo, come fa oggidì il sud-
nastasio in s. Silvestro l,/>r7/(vj/7'/J nrs^en- diacono nella messa cantata, con la ma-
team Cìirystnaleni ohlulil.C)i\e<iìe patene no destra (ed elevata, cioè da dopo l'o-
pel crisma erano sempre cupe. Narra in- blazione sino al fine del Pater noster )

olire l'Anastasio, che CostanlinoiI Gran- poiché al dire di Durando per la sua ro-
2.ÌG PA T PA T
ttjiidifìi è sinil)ol() della cleinilà; laonde care la patena con sponga piccola, la qua-
come si lcf;ge in un antico codice dulia le c\\\;\n\ano sanctam .<.y;o//^'/i'///i, conser-
messa, il siiddiacono ptJila la patena col- vandola dentro il cor[)orale piegato. An-
la (k'sira, por denotare la eerl;i speranza che \\ Papa nei pontificali usa l' asterisco
della gloria futura e della vera allegrez- o stella, come dissi nel voi. IX, p. 9,8.
73, avendo poco piinia portato nella si- (ili aiuieni in luogo della patena ado-
nistra il calice, simbolo dei patimenti di praiio un altro calice, in cui compongono
questa vita. Per la slessa ragione dal sud- il pane per la consagrazione. Sul rito ili
diacono si lascia di so.slener la patena Jicl- usare la [)alena nella messa, vedasi Diclich,
la messa dei eh l'unii ,
perchè in questa Dtz. sac. Ut., in Patena.
devesi escludere ogni segno di allegre?,- PATERÌMLLTO (s.), martire. Egi-
z.a. Nelle messe privatesi nasconde la pa- ziano, uomo di rara dottrina e di gran-
tena sotto il corporale, perchè i misteri de cslimazionejai quale Eusebio e s. Pan-
divini devono celarsi. Innocenzo 111 in- filomand.uono la loro apologia di Oi i-
segna, che la patena involta nel velo, ov- gene. Fu brucialo vivo per la fede al
vero nascosta sotloii corporale, denota la leinpo della persecuzione diOalerio Mas-
Ioga tlegli apostoli in tem[)o della passio- simiano, insieme con Peleo, Nilo ed E-
tu;scoperla poi e consegnata al sacerdote, lia, ch'eiano anch'essi come condan-lui
dimostra come Cristo risuscitato richiamò nati alle miniere di Palestina. Se ne ce-
il suogregge disperso. Quando l'accnlilo hfbra la memoria
il giorno iq settembre.

S()leva tenere la patena involta, questo la In Roma una chiesa sacra a s. Pa-
eravi
eon'^cgnava al suddiacono al principio del termuzioo Patei'uiullo, ove ora è il cjau-
canone, il quale la passava al suddiaco- slro degli Ebrei (^ .).
no regionario quando si cominciava il PATERNI ANI. Eretici del IV secolo,
Pater noster : giunto poi il celebrante ch'ebbero per capo Paterno di Paflago-
alle parole, ah oi/uii tiirhatìone, l'arcidia- nia. Sostenevano che il demonio aveva
cono la piendeva dalle mani del sud- crealo la carne e lutto ciò ch'era visibi-
diacono regionario per consegnarla al ,
le; condannavano il matrimonio, e si ab-
secondo diacono. Tutte queste cerenio- bandonavano perciò a tutte le volultìi
nie, spiega l'Amalario, denotare le dili- carnali, credendo di non commettere al-
genze usate dalle donne e dai discepoli cun peccato, purché impedissero la gene-
Giusepj)e e Nicodemo intorno alla sepol- razione.
tura di Cristo : conforme a questo senso PATERNITÀ', Paternitas. Titolo che
allegorico, s. Germano è di parere, che sidà ai religiosi, e si dava anticamente
la patena significhi il feretro sul quale anche ad altre persone costituite in di-
lu portato alla sepoltura il corpo di Cii- gnità, come ai sacerdoti, convenendo loro
sto. INel giovedì santo in Lione si ri[)o- il titolo di padre. 11 Parisi, Istruzioni L
neva corpo del Signore fra due pate-
il
3, p. 4'^j parlando del titolo Paternità^
ne, e visi univa il testo degli evangeli, dice convenirsi già ai vescovi e abbati ,

racchiudendosi tutto fra due scodelle di ch'esercitavano autorità sopra i loro sud-
argento. 1 greci sopra la patena pongo- massime nei tempi di mezzo, chia-
diti,
no una stella, asteriscns , in modo di cro- mandosi padre ogni superiore. Il Sade-
ce, per sostenere allo il velo, acciò non lelo trattò di Paternitas reverenda, mg.'
tocidii il pane preparato, figura della stel- du Più vescovo di Riex. Il Vannozzi ri-
la dei magi che posò sul presepio, come ferisce essere il titolo di Paternità pro-
siraccoglie dalle parole che pronunzia il prio dei frali che usano il cappuccio; e
sacerdote nel depoire la «Iella sulla pa- che i cardinali dovrebbero trattarsi col
tena. Sogliono ancora neltaic e nurili- Fraleniilà, perchè danno al Papa il li-
e

PAX P AT 287
(olo di padre. I religiosi nionnci ed i chie- falsi fratelli,! quali avevano irritalo con-
rici regolari , dice il Parisi, binmano il tro di lui alipianti vescovi della provin-
titolo di Rivcrenzajmn il Bembo die l'o- cia ; ma il timore di veder rinnovellare
stra palernilù a Fascitelio monaco cas- le discordie, lo indusse a ritirarsi tra i

sincse, lasciando il Don. II Tasso scrisse francesi, e finì i suoi giorni fuori della
all'abbate Grillo beiicdcttiiio, K'oslrn pa- città di Vannes, verso l'anno .Iij!). La
ternità e vostra signoria, anche senza il sua festa è segnata il i5 d'aprile.
Don. Il ic di Polonia nel i58r, scriven- PATER INC) (s.), vescovo d' A vranchcs.
do al cardinal legato, nella mansione e Nacque a Poitiers, ove suo padre teneva
nel corpo fece Paternitas veslra reveren- un ragguardevole
DO ufìizio. Allevato nelle

dissima jco%\ anche l'imperatore. Al pre- massime della pietà cristiana, abbracciò
sente i cardinali danno ai generali degli in eia giovanile lo stalo monastico nell'ab-
ordini e con"re£;a7Ìoni reli''iose il ll.mo bazia d'Ansion, detta poscia di s. Jouin,
Padre, F.ra Palernilù lima, di /^.ra nella diocesi di Poitiers. Dipoi per avan-
Paternità R.rna j così agli abbati gene- zar sempre più nelle vie della perfezione,
rali. Ai procuratori generali religiosi, .17o/- rilirossi nella foresta di Scicy, nella dio-

to do Padre, o R.nio Padre, F.ra Pa-


Fi. cesi di Coulances, con un altro religioso
ternità R.ma, di F.ra Paternità R.nia j della stessa couiunilà, per nome Scubi-
allrellanlo ai primari regolari giadiia- lione.Ordinato piele da Leonziano ve-
ti. Agli altri religiosi, P^ra Paternità, scovo di Coulances, predicò il vangelo
di T .ra Paternità. Paternità è pure a- ngl'idolalri del paese, e ne convertì una
slrallo di padre, o per qualità reale di moltitudine, avendo per cooperatori nel-
padre, o per paternità spirituale, allean- le sue missioni s. Senatore o Scnicro, s.

za che si contrae tra colui che battezza ^'aldo vescovo d'Evreux ed il santo pre-
o cresima, con colui che riceve questi sa- te Aroasle, i quali vivevano anch'essi nel
gramenli. F. Padre e Padrino. deserto di Scicy. Riuscì a far demolire
PATKRxNO o PADERNO (s.), vesco- un antico tempio dogi' idolatri eh' eia
vo di Vannes. Nacque nell'Armorico cir- stato in grande venerazione presso gau- i

ca il \c)0, e si rese monaco nella contea lesi, e contribuì allafondazione di pa-


di Cardigan, nel paese di Galles. La sua recchi monasteri. Le sue virlìi Io innal-

santità lo lece dipoi eleggere a superio- rarono al seggio episcopale d' A vranches,
re dei religiosi di (juesla contrada, ove e goveinafa per i3 anni la sua diocesi
fondò dei monasteri e delle chiese, una con n)olla edilìcazione, morì verso il 5G j,
delle quali fu chiamata dal suo nome il giorno medesimo che s. Scubilione.
Llan-Patern-Vaur.Voi\.a\os\ a trovar Furono ambedue riposti nell'oratorio di
suo padre, eh 'erasi ritirato a condiu" vita Scicy, che divenne una chiesa parroc-
solitaria in blanda, pacificò ivi due re chiale della di s. Paterno sul mare. La
che si facevano guerra sanguinosa, e ac- festa di s. Paterno vescovo d'Avranches,
compagnò di poi Davide a Gerusalem-
s. che alcuni autori malamente confuselo
me, ove fu consagrato vescovo da Gio- con quello di Vannes, si celebra a' 16 di
vanni 111 patriarca di questa città. Ri- aprile, ed esso è protettore di molle chie-
tornato nel paese di Galles, vi dimorò se di Normandia.
(jualche tempo; poi ripassò nell'Armo- PATERNO (s.), monaco. Nato nel ter-
rico e divenne vescovo di Vannes. Edi- ritorio di Coulances, mostrò fino dalla
ficò un monasteio vicino a questa città; sua giovinezza un sommo ardere nella
diede belle prove di sua dolcezza e pa- pratica della povertà, delle umiliazioni,
zienza, ponendo in non cale gli oltraggi e nclloausterilà della penilcnza Lasciato
che gli furono (ulti per upcia di alcuni il monastero di s. Paterno d'Avrauclies,
288 PAT PAX
in cui orasi illiraln, pass?) nlc.iin tempo ili giorni (Iella Cliit'<;a, e pieclsninenle come
quello (li s. l'iclio i\'\ oiiik;, n('lla (rKjccsi o^^i bi lecila, fi)rn)(j una parie piinci[)ale
di Sens, e poscia si ritiri» nell'altro poco del culto piiliblico, onde li'ovasi in tnllcle
Jontano di s. Pietro il f ivo. Gh onori ciie lihnt^ic e lingue; e tulli i fedeli l'iianno

le sue virili gli meritarono, lo indussero senipreavula in uso e nel massimo rispet-
a lasciare questo monastero per tornare to. Oltre un brevissimo proemio, l'orazio-
a quello di Yonne, quivi spelando di vi- ne domenicale conlienc 7 petizioni; lepri-
veie piìifacilmeiite nell'oscurità ; ma non me 4 sono dirette ad ottenere il l^ene ;

vi giiuise, essendo >talo trucidalo nella le idiime 3 ad essere liberati dal male,

foresta di Sergincs da alcuni ladri, cli'egli Oiianlo al bene, prima chiediamo quello
si era posto ad esoilare perchè' mutasse- clie termina direltamenle nell'onore di
10 vita. Si colloca la sua morte circa il Dio, poi il sommo bene nostro; quindi
726. l'agli fu onorato come martire, e le il melilo per conseguirlo; inoltre le gra-
Rue relicpiie furono portale nel X secolo zie per l'acquisto del merito ci beni tem-
al monasleio di s. Salvatore di Bray sul- Quanto al male, prima doman-
porali.
la Senna. E menzionalo nel martirolo- diamo che ci sierio rimessi peccati, di- i

gio romano a' 12 di novembre. poi l'aiuto per non caderci di nuovo; fi-
PATER.NOSTER, Paternostro, O- naimenle la liberazione da ogni male
rnlio Dominica. Orazione dei cristiani temporale ed eterno. Una bella spiega-
insegnala da Cristo, che per eccellenza è zione del proemio del Paternoster e del-
anche chiamata orazioìie domenicale ,
le 7 petizioni si [)uò leggere nel eh. can,
della così, perchè comincia colle parole Eronziioli, Islitnz. cattoliche,^. 70 e seg.
Pater iioster, padre nostro. Paternostri I cristiani cattolici congiungono ordina-
si dicono ptu'e le pallottoline maggiori riamente alla orazione domenicale la sa-
del Rosario {^F .) e della Corona divO' lutazione angelica i\eUnVy4ve3Iaria[P'.),
zionale (^.), a distinzione delle minori, Osserva il Ga-
e l'inno G/0/7V7 Patri^F.).
che si dicono Avemmarie , ed anche si rampi nelle lìJemorie, p. ?.o3 che nel ,

prendono per tutta la corona. Gesìi Cri- 12G8 già erasi introdotto l'usodi accop-
sto ammaestrando ed esortando suoi di- i piare la salutazione angelica colla reci-
scepoli alla orazione, disse loro, quando tazione dell'orazione domenicale, di che
Toi pregate, dite così Pater nosler qui : scrisse pure il p. ^lix\ì\\\on,Praef.inacta
es ili coelis, ec.Quesla preghiera, esivat- ss. ord. s. Bened., saec. V, § 119. II p.
ta dal santo cvangclo, è slata insegnala Chardon, Storia dei sagr.
44i •'• t. 1, p.

a viva voce da Gesù Cristo agli aposto- porla la spiegazione della oiazione do-
li , e perciò dicesi orazione domenicale, tnenicale, deil' antico messale gallicano.
E indubitatamente la piìi eccellente di Per le indulgenze concesse alla recita del
qualunque altia orazione, per la dtgni- Pater Noster, Ave Maria e Gloria Pa-
là del suo autore di vino, e per la sapicu- tri, vedasi la Pvaccolta delle indulgenze.
za di lui cheha sapulo in pochissime pa- La Dlessa (F.) in principio si compose
iole riuniie quanto di necessario e di u- della consagrazione e del Pater noster.
tile possiamo desiderare e domandare a Questa orazione nella Chiesa si recita eoa
Dio, per la felicità nostra temporale ed diversi riti ed in Ire modi nelle sagre
eterna, e l'ordine con cui devesi doman- funzioni; cioè segretamente, con voceal-
dare. I più antichi padri ne fecero i più la, sottovoce o con voce chiara: il i.

grandi elogi, e come un


la considerarono mtido si pratica nel principio e nel line
conipendiodella moralecrisliana, ecome delle ore canoniclie, per dimostrare co-
ilfondamento e modello di tulle le pie- me [ìiesso Dio bastano levoci del cuore
ghiere. Questa preghiera fino dai piimi e la interna divozione per essere csau-
.

PAT PAT 289


dili ; il 1° raodo si usa nelle preci delle cerdote che celebra la messa, dopo di aver
laudi e vespri, per significare l'unanime fatta la consagrnzione, posta la particella

concordia ed il cristiano consenso nel chie- dell' ostia nel calice, che ricuopre colla
dere le grazie del cielo, che però s. Be- patena, e fatta la gcnullessione, dice il

nedetto ordinò ai suoi monaci, che re- confratlorio o antifona, quindi sotto voce
citassero questa orazione sempre ad alta oremus, ed a voce chiara il prologo alla
voce in tutte le ore, per denotare la fra- orazione domenicale: Praceepti"! saluta-
terna concordia e sradicare le spine del- rihus monili et divina insti tutioite formati

le avversioni che sogliono pullulare nel- oudemus dicerc (


prologo che cambiasi
la vita comune e monastica. Perla me- nel gioved'isantoe ne! giorno di Pasqua);
desima ragione anticamente nella basili- recita quindi Pater noster. In questo
il

ca Lateranense in tutte le ore canoniche la chiesa ambrosiana in altri tempi dopo

si recitava ad alta voce, per essere tìgura il panem nostrum, in vece di quolidia-

della celeste Gerusalemme, nella quale ìuinij diceva supersuhslantialem, come

regna perpetua pace come pure per es- ,


leggesi in s. Matteo, cioè il pane eucari-

sere slata dedicata al Salvatore autore stico. Inoltre la stessa chiesa recita l'ora-
della orazione. Finalmente il 3.'' modo zione domenicale dopo quella del sini-

piì.1 frequentato è il recitare le prime ed bolo apostolico, nell'amministrazione del


ultime parole ad alta voce, volendosi in battesimo. Vedasi Diclich, Diz. sacr. li-
tal maniera mostrare, come tutti confer- tur., della orazione domenicale e saluta-
mano le petizioni fatte segretamente dal zione angelica neli'ufllzio, e della orazio-
celebrante. I catecumeni non potevano le- ne domenicale nella messa. Rocca, Ope-
citamente pronunziare tale oiazione,per ra, t. 2, diss. 12 e i3. Sposizione intor-
non essere ancora annoverati tra figli i no all'orazione domenicale. Sette sette-
dell'eterno Padre che però s. Ambro- ; nari intorno alle sette petizioni dell'ora-
gio ragionando con un novello battezza- zione domenicale. Walchius, De usti 0-

to, lo esortò a recitarla Auolle ocitlos : rationis Donnnieae apud veteres chri-

ad Palrcm, qid te per Flliiim redeniily stianos,Jenae 17G0. Sarnelli, Lett.eccl.


et die Pater noster j per la medesima t. 4, lett. 36: Se la Chiesa ha istituito i

ragione s. Agostino esortò i competenti sacramentali, come fra questi si annovera

o catecumeni, vicini a ricevere il batte- il Pater Noster istituito da Gesù Cristo?


simo, d' impararla a mente, per recitar- Bonelli, Meditationes in oralione Domi-
la nel snbbato santo, dopo ricevuto il nica, salutatione Anc^elica , et symholo
battesimo. Cos'i il IMacri. Le costituzio- apostolico, Romae 582. 1 P. Segneri, Di-
ni apostoliche ed i concilii di Girona e chiarazione del Paternoster, Roma 1 824.
di Toledo ordinnrono di recitar questa Rencivenni, Volgarizzamento del Pater
orazione nell'onicio divino almeno tre vol- noster, con illustrazioni dell'ab. Rigoli,

te al giorno. 11 Zaccaria nelle Dissert. trat- Firenze 1828. Bleton, Oeuvres comple-
ta, quando s' incominciò a premetterla te s savoir: Traile sur le Pater, Ave et le

al mattutino, ncJ t. 2, diss. 6 Si espon- : Credo, ec, le s. Bosair, ec, Lyon i835.
gono e s'illustrano i vari usi ai quali la Essendo Pio VII nel i8o5 in Parigi, e

Chiesa applica VÀve Maria. Anticamen- visitando stamperia imperiale, vide che
la

te dopo
Pater noster della messa da-
il i I 5o torchi stampavano l'orazione do-
masi il perchè non si ri-
bacio di pace : menicale in altrettante lingue, cioè 4^
sponda Amen, al per omnia saecida sae- dell'Asia, 73 dell'Europa, i3 dell'Afri-
culornm che precede l'orazione, nel gior- ca, e 18 dell'America, conquesto titolo:

no di Pasqua al Papa, lo dissi nel voi. Ma rcel O ratio Doni in ica CL lingu is ver-
,

IX, p. 27. Nella chiesa ambrosiana il sa- sa, et propriis cujusque lingiiis caracle-
VOL. II. '9
:igo PAT PAT
vibiis expressa, Parisiis i8o5. Dipoi il tossi a Lucca, ma appena giuntovi, ag-
celebre tipografo Bodoni nel 1808 pub- gravatosi il male, morì di anni più di 80.
blicò questa orazione, in cui oltre i det- Fu sepolto nella chiesa dei domenicani,
ti caratteri, trovansi di più il caldeo, il si- dove tuttora alla di lui tomba se ne vede
liaco, il fenicio, il palniireno, il bracina- l'eOigie, colle insegne di sua famiglia.
iiico, il nialabarico e sanscrito, il tibeli- PATRASSO^ Palme. Città vescovile
cOjilgiorgiaiio, l'etrusco, l'illirico, l'ebrai- dell'Acaia in Morea, nel golfo del suo no-
to teutonico, il gotico d'Ulfila, ed il puni- me, l'antica Aioe, fondata, come preten-
co; senza qui dire degli altri pregi poli- dono gli abitanti, da Eumelo allievo di
glollici di questa meravigliosa edizione. Trittolemo, ingrandita e circondala di
PATRASSO Leonardo, Cardinale. mura da Patreo. Fu falla colonia roma-
Nacque in A latri verso il 1 2 3o, da Pietro na tempo di Augusto. 1 veneziani se
al

Patriisso di nobilissima stirpe e signore ne impadronirono nel 1G87, e ne con-


di una poizione del castello di Guarci- servarono il dominio sino al 171G, che
110, essendo la madre figlia di Filippo di caddein mano dei turchi,! quali la ùìxa-

Jeune della fèimigliii dei Conti di Segni manoBaclrao Baliahrada. Oggi appar-
e sorella di Alessandro IV. Ebbe a ger- tiene al nuovo regno di Grecia, ed è ca-
mana Emilia Patrasso, che congiunta in poluogo della divisione amministrativa
matrimonio con Loffredo Gaelani, fu ma- dell'Acaia. In questi ultimi tempi fu qua-
dre di Bonifacio Vili, ed a zio paterno siinteramente distrutta, ed il nuovo go-
Benedetto arcivescovo di Patrasso dal ,
verno si propose ristabilirla colla mag-
nome della (|ual città questa illustre fa- gior magnificenza, e vi risiede un metro-
miglia assunse il cognome di Patrasso. politano greco. Questa città è celebre pel
Eli uomo merito e profonda dot-
di allo martirio e crocefìssione di s. Andrea a-
trina, e nella età di 17 anni fu fatto ca- postolo, che vi predicò la fede e vi dimo-
nonico della cattedrale di Alatri sua pa- rò lungo tempo adempiendo il ministe-
tria, dove il capitolo nel 1290 lo elesse ro apostolico; ed avendo battezzata Mas-
proprio vescovo, ciò che confermò a' 16 similla moglie di Egeo proconsole, que-
settembre Nicolò IV. LozioBonifacioVllI sti prima lo condannò alle verghe, poi
nel 295 Io trasferì a Jesi, nel 297 ad A-
I I allacroce, cui il santo si avvicinò coi tras-
versa, la quale fu da lui tenuta in com- porti pili vivi di gioia. Secondo l'opinio-
menda quando lo promosse ad arcivesco- ne più comune la croce fu falla di due
vo di Capua nel 1
299, dopo avergli nel- tronconi di legno obbliquamenle incro-
l'anno precedente commendate le chiese ciali nel mezzo, rappresentanti la lettera
d'Ostia e Vellelri. Quindi a'a marzo 1 3oo X, dalla quale egli predicò due giorni.
lo creò cardinale vescovo di Albano, inter- Da Patrasso fu portata nel monastero di
venendo poi alle elezioni di Benedetto XI Weaune. presso Marsiglia, indi nell'ab-
e Clemente V. Allorché ClemenleV sta- bazia di s. Vittore nel i2 5o, ed aven-
bilì la residenza in Francia, egli dovette done ottenuto porzione Filippo il Buono
recarvisi. Fu spedilo poscia dal medesimo duca di Borgogna, la pose in Brusselles,
neh 3 i i in Italia, con la qualifica di legalo e in onore di s. Andrea istituì l'ordine
all'imperatore Enrico VII, che si liova- del Toson d'oro. In Patrasso tuttora ri-
va all'assedio di Brescia, onde conciliare mangono le vestigia di un monastero
le vertenze, e muoverlo al perdono e alla con chiesa sotto la invocazione di s. An-
pace colle città italiane, cui era in guer- drea, e si vede paiie del suo sepolcro. Al
la. Terminati gli affari, cadde infer- dire d'altri nel 357 ^" trasferito da Pa-
mo colpito da fiera epidenìia, contratta trasso a Costantinopoli il corpo di s. An-
nel campo imperiale. In tale slato por- drea, con quelli di s. Luca e di s. Timo-
PAT PAT 291
leo, (• furono lulli tic-posti nella cliiesa parrocchie sotto la sua giurisdizione. Il

dei ss. Apostoli, operando Dio in quella I." vescovo fu Slratocle fratello del pro-
occasione diversi miracoli. Le ihiese di console di Acaia , battezzato da s. An-
Milano, di .\o!a e di Brescia ebbero al- drea ed ordinalo poi vescovo : gli succes-
cune porzioni di ciuestc reliquie. Si vuole sero i riportati dall' Oriens dir. t. 2, p.
che l'abbate Regolo portasse da Patrasso 178, mentre nel l. 3, p. 1028, si legge la
nel 36c) o piuttosto da Costantinopoli
, serie di alcuni vescovi Ialini dal 1207 al
nella t9(Oc/V7 alcune reliquie del san lo a po- 14B5. Benedetto d'Alatii arcivescovo di
stolo, forse un braccio, fabbricandogli una Patrasso, prese t]ueslo titolo per cogno-
chiesa ut-Ila città di s. Andrea o Andrea- me della sua illustre famiglia, ed ebbe a
poli, con monastero. Ad Osped.vledel ss. nipote il celebre cardinal Leonardo Pd'
Salvatore ho dello, che nella sua chiesa trasso (F.). Al presente Patrasso, Pa-
di s. Andrea, s. Giegorio 1 vi pose un brac- tracerijè un titolo arcivescovile iVi pa/'ft'-

cio di tale apostolo, portalo da Costan- bits, con Caminitza, Olena, Auguslopoli
tinopoli. Nel (ine dell' articolo Ospedale e Modone per titolari suifraganei. Per
Di s. parlando de la chiesa, dissi
Si-iP.iTO, morte di Paolo Filipponi, Gregorio XV'I
col Piazza, che Pio II le donò il brac- dichiarò arcivescovo di l'atiasso mg.'^
cio parie di uno di essi di s. Andrea Celestino Maria Code di Siponto, già pre-
apostolo. Nel voi. IX, p. 280 dissi, come posilo generale dei liguorini e confes-
l'imperatore latino d'oriente avendo re- sore di Ferdinando li re del regno delle
galato al cardinal Pietro di Capua il cor- due Sicilie.

po di s. Andrea, egli Io donò alla chiesa PATRASSO o ISEOPATRA o NO-


cattedrale di sua patria Amalfi, la quale VA PATRASSO,iYoi'rte Pntrae, o Pa-
è sotto l'invocazione del medesimo san- trae ThessalicacCilìli vescovile dellapro-
to, Tommaso Paleologo fratello dell'ul- vincia di Tessaglia, sotto la metropoli di
limo imperatore greco, dopo la invasio- Larissa, indi nel secolo Vili o IX eretta
ne dell' impero operata dai turchi te- in metropoli della 2." Tessaglia, e le fu-
,

mendo della testa di s. Andrea, che con rono assegnati per sulfraganei vescovi i

molto onore si venerava in Patrasso, nel di Galaza o Gasala, Cutziagra, Sibieti o

i46'2 la donò a Pio II, che la collocò nel- Sibicum,e diBariaueo Bariana.ll 1° ve-
la basilica "Vaticana consolennissima Pro- scovo fu Erodione, uno dei 72 discepo-
cessione {f' )' In Patrasso da ultimo vi li e parente di s. Paolo, ordinato dagli
è siala aperta e benedetta una chiesa, sot- aposloli , indi marlirizzalo dai gentili e
to il titolo di s. Andrea, con parroco ; e tiaigiudei peraver sostenuto le verità del-

vi sono molle chiese scismatiche, due o- la fede di Gesù Cristo. Gli successero quel-
spedali ed un pubblico ginnasio, in cui li registrati neW'Oiiens chr. t. 2, p. I23;
s'insegna pure l'idioma latino. I conven- nel t. 3, p. ioi4è riportata la serie dei
tuali vi ebbero ospizio, e vi hanno a[ier- vescovi latini.
to scuola anche gii americani. La popo- PATRIA, Patria. Luogo dove si na-
lazione cattolica per lo più è italiana. sce o donde si trae l'origine. .Nella sa-

La sede vescovile fu eretta nel 3 jo, cra Scrittura si prende per la famiglia ;

snlTraganea di Corinto; nel secolo VI la patria celeste significa il paradiso eia


divenne meiropoli, co' vescovati suffra- sua eterna beatitudine ;
patria vox si-

ganti di Cristianopoli o Arcadia Olena , gnifica la lingua del paese in cui si nac-
«> Caminilza, Elis o Belvedere, Corone e que. La patria si distingue in patria di o-
IModone, dignità che confermò nel seco- rigine, di nascila e di residenza o citta -

lo IX Niceforo I, indi nel XIII fu elevata dinaiua. Molli ricoiiosconoducluogh: per


ad esarcato di Acaia con più di mille , patria, l'uno dove son nati, l'altro d(jn-
295 PAT PAX
de Io loi'o famiglia trae l'oi igine per lo in cui ebbero natali o da'quali derivaro-
i

più vi risiede, poiché la sorte delle fami- no. Il concilio di Trento ordinò che si eleg-
glie non è immobile. Fu uno stoicismo le nazioni cristiane, quan-
gessero da tutte
tii Panezio, nato in Rodi, il ricusare il do sieno idonei ; ed il simile statuì Si-
tliriUo di cittadinanza offertogli dagli a- sto V. A Protettore dico delle protet-
tcniesi, con dire : che un uomo modesto torie di nazioni, città e luoghi, che eser-
dovea contentarsi di una sola patria. Ciò citano i cardinali presso la sede aposto-
fece per imitare Zenone di Cittia nel- lica. Ora vado a riportare per ordine
l'isola di Cipro, fondatore della scuola alfabetico le diverse patrie dei Papi, non
stoica, il quale per timore di oiTendere i senza avvertire che essendo di molti con-
suoi concittadini, non volle accettare la trastata, meglio è leggere le biografie di
stessa grazia dagli ateniesi, che lo aveva- ognuno, ed i luoghi donde derivarono o
no fatto. depositario delle chiavi di Ate- nacquero. Agli stessi articoli si potrà co-
ne. Diversi personaggi meritaronsi il ti- noscere le beneficenze e la propensione
tolo di padre della patria. Questa spes- de' Pontefici verso la patria ed i concit-
.so è ingrata, laonde il poter vivere in pa- Pontificato, Cronologia pei
tadini, f^.
tria con piena riputazione è fortuna ra- Pontefici, ove riporto pure quelle degli
rissima, e pochi sono i confortati con pa- Antipapi {f'.)i e Parenti per ciò che ri-
tria lode. INIolli grandi uomini si lagna- guarda il nepotismo. A Natale parlai
rono della noncuranza dei cittadini be- delle feste natalizie, anche anniversarie.
nemeriti ed illustri; altri dovettero aspet- Africa, s. Vittore I e s. Melchiade ,
tar di fuoi'i la loro fama ; ma il tempo il quale dicesi pure di Madrid. Anngni ,

imraancabilmentescuopre la verità, e ren- Innocenzo III, Gregorio IX, Alessandro


de anche in patria giustizia, ordinaria- IV e Bonifacio Vili. Antiochia , Gio-

mente ritardata dopo la morte, e nona vanni V e s. Sergio I. ^(y»///^,Agato- s.

lutti. Quando Beccaria era chiesto pro- ne. Aquiltia, s. Pio I. Ardea, Leone V.
fessore di fuori,Raunitz scriveva Non : Ascoli, Nicolò IV. Alene, s. Anacleto, s.

farebbe onore al governo il vedersi pre- Igino e s. Sisto II. Baviera, Damaso li.

venuto dagli esteri nella stima dovuta Belluno, Gregorio XVI (può vedersi an-
agl'ingegni. Fatalmente, alle dignità d'or- che Feltre). Benevento, %. Felice IV, \ it-

dinario sono scala parenti, la nobiltà ,


i tore III e Gregorio Vili. Bellenune, s.

le ricchezze, l'ambizione; diiVicilmente ci Evaristo. Betsaida, s. Pietro i." sommo


perviene il solo merito. Vedasi il p. Me- Pontefice. Bieda, Sabiniano o di Poker'
nochio, Stuore 3o4, dell'amore
t. 2, p. ra, e Pasquale con pro-
II, che i forlivesi

della patria il suo eccesso degenera in


: ve chiamano concittadino, per quanto dis-
malattia, chiamala noslomania lllopa- , si a FoRii. Bologna, hxic'io li, Gregorio

tridomania, nostalgia, nostrassia, patopa- XIII, Innocenzo IX, Gregorio e Be- XV


trialgia. Insopportabile e irresistibile do- nedetto XIV. Bordeaux, Clemente V,
lorosa volontà di rivedere la patria, i pa- che stabilì in Avignone la re-
Francia e in
renti e gli oggetti a noi cari. A questa tri- sidenza pontificia vi restò anche
, onde
stezza vanno molto soggetti gli ungari, pei sei successori francesi ( per cui non
gli svizzeri ed altri. Didcis amorpatriae. furono piìi eletti Papi di tal nazione per
iSon è impedimento al supremo pontifi- timore che riportassero in Francia la re-
calo romano, la patria o la nazione qual- sidenza papale), della quale nazione fu-
siasi di chi ne ha il merito, imperocché rono quasi da loro crea-
tutti i cardinali
di tutte le nazioni vi sono stati Papi. ti. Cagliari, Cahors Giovanni
s. Ilaro. ,

Altrettanto dicasi dei cardinali, come si XXII. Candia, Alessandro V, o bologne-


[>uò vedere alle loro biografie e ne'luoghi se o novarese come pretendono alcuni..
PAX PAX 2(j3
CapiicJ, nonifacio V, o napolitano, e O- Pistoia, Clemente IX. Portogallo, s. Da-
noiio Cesarea di Cappacìociti, s. Zo-
I. maso I e Giovanni XXI. lìonia, s. Cle-
siino. Cesena, Pio VI e Pio VII. Cin- to, 3.° sommo l'ontefìce, s. Clemente I, s.

goli, Pio Vili. Cina di Castello, Cele- Alessandrol, s. Sisto I, s. Zellerino, s. Ca-
stino II. Innocenzo XI. Cor-
Co/zio, ven. listo I, s. Urbano ì, s. Fonziano, s. Fa-
sica, Formoso o di Porto o romano.
, biano, s. Cornelio, s. Lucio I o di Luc-
Fermo o Rapagnano, Giovanni XVII det- ca, s. Stefano I, s. Felice I, s. Marcelli-
to X^'I1I. Firenze, Leone X, Clemente no, s. IMarcello I, s. Marco, s. Giulio I,s.
VII, Clemente Vili, Leone XI, Urbano Liberio, s. Felice II, s. Silicio, s. Anasta-
Vili e Clemente XII. Fondi, s. Solerò. sio I, s. Bonifacio I, s. Celestino I, s. Si-
Francia, oltre rammentati, Silvestro
i .sto III, s. Leone I che altri dicono tosca-
ll.Xicoiò 11, Urbano II Calisto II, Ur- , no, s. Felice HI, I, s. Anasta- s. Gelasio
bano IV, Clemente IV, IMarlino IV, b. sio II, s. Giovanni 11, s.
Bonifacio II, s.

Eetiedelto XII, Clemente VI, Innocenzo AgapitoI,Vigilio, Pelagio I, Giovanni HI,


VI, Uibano V (siccome del grande O- Benedetto Pelagio H, s. Gregorio I,
I ,

meio, selle diversi luoghi si contendono Bonifacio IH, s. Adeodato I, Severi-


la gloria di avergli dato natali ), e Gre- i no, s. Eugenio I, Adeodato II, Dono I,
gorio XI , che restituì a Roma la resi- s. Benedetto li, s. Gregorio 11, Stefano
denza. Fi osinone, s. Ormisda e s. Sìlve- II, Stefano Adriano I, s.
III, s. Paolo l,

rio. Gaeta, Gelasio II. Gallese o 3 fon- Leone 111, Stefano V, s. Pasquale I, Eu-
te- Fiascone, Martino II e Romano. Gen- genio 11, ^'al'Jnlino, Gregorio IV, Ser-
ga, Leone XII. Genova, Innocenzo IV, gio li, s. Leone IV, Benedetto HI, s. JNi-
Adriano V e Innocenzo Vili. Germa- colò I, Adriano H, Giovanni Vili, Adria-
nia, vedasi il voi. XXIX, 98. Geru-
p. no IH, Stefano V detto VI, Bonifacio VI,
salemme, Teodoro I. Gravina, Benedet- Stefano VII, Teodoro 11, Benedetto IV,
to XIII. Greciao Magna Grecia, vedasi Cristoforo, Sergio IH, Anastasio HI, Gio-
il voi. XXXII, p. i36e I 3", ove rimar- vanni X, Leone VI, Steflmo \ìì\, Gio-
annovera-
cai le astuzie dei greci in lare vanni XI, Leone VII, Stefano detto IX,
re al sacro collegio onde es- gli orientali, Martino HI, Agapito II, Giovanni XII ,
sere eletti l'api. Groltanìan\Shto V. I- Benedetto V, Giovanni XIII, Dono II,
mola, Onorio II, che bolognesi chia- i Benedetto VI, Bonifacio VII, Benedet-
mano concittadino. Inglulteria, Aóv'.auo to VII Giovanni XV Gio vaimi XV'I,
, ,

IV. Italia, si possono conoscere dai luo- Giovanni XIX, Sergio IV, Benedetto
ghi qui citati, che le appartengono. Inn- Vili, Giovanni XX, Benedetto IX, Gre-
spruck, Vittore II. Lucca, s. Lucio I, o gorio VI, Gregorio VII che altri fanno
s.

romano, e Lucio III. Luni, s. Eutichiano. di Soana, Innocenzo II, Anastasio IV ,

BFdano, Alessandro lì, Urbano III, Cele- Clemente IH, Celestino III, Onorio HI,
.slino IV e Gregorio XIV. Mon-
IV, Pio Nicolò 1 1, Onorio V, Martino V che me-
1 1

ferrato, Innocenzo I d'Alba, altri pre-


s. ritò il titolo di padre della patria (fra
tendono d'Albano. Napoli, s. Bonifacio le si danno al titolo
interpretazioni che
IV, s. Leone lì, Stefano IH detto IV, Ur- Papa, PAter PAtrioe) ,
avvi quella di
bano VI, Boni fiicio IX, Giovanni XX IH Paolo HI, Giulio IH, Urbano VII, Pao-
(ihe il cav. de Rivaz, Descript, de Vile lo V, Innocenzo X, ClementeX e Inno-
lilsihiii, dice ischiano ), Paolo IV e In- cenzo XIII. Rossano, Giovanni VII. Sa-
nocenzo W\. Nicopoli,s. Eleutero. Ori- bina, Landò. Sanlarcangelo , Clemente
stagno s. Simmaco. Pavia , Giovanni
, XIV. Sa rzana, '^\co\o V. Sassonia, Gre-
XIV. Piacenza, b. Gregorio X e Gre- gorio V e Clemente li. Savoia, Innocen-
gorioXl Vice-domini. 7V.y«, Eugenio HI. zo V. Savona, Sisto IV e Giulio II. Se-
20)4 I* A T P A T
gni, s. Vitaliano. Sicilia ('^.). Siena, s. 1 ituali di tutta la moltitudine che abbrac-
Giovanni I, Pio II, Pio III e Alessandro ciò e seguì i loro benemeriti istituti. Si
VII. Sinigaglia, Pio IX. Siria e Soria, può anche dire, che patriarca equivalga
s. Aniceto, Sisinnio, Costantino, s. Gre- a patrias arschion, cognationis princepi,
i^orio HI e .s. Zaccaria. iVo<7^J<2, Alessandro quello eh' è il capo o superiore di una
III. Spalatro,s. Caio. Sulmona, Ce- s. tribù odi una famiglia, ancorché ([uella
lestino Ve Innocenzo VII. Tivoli, s. Sim- tribù o famiglia non abbia avuto da lui
plicio e Giovanni IX. Todi, s. Martino l'origine.Nella chiesa cristiana ha titolo di
I. Tortona, s. Pio V. Tracia, Conijuc. Patriarca (^.) quel prelato superiore e
Treviso, b. Uenedetto XI. Ur-bino, Cle- capo di una moltitudine di cristiani o ,

mente XI. Adriano VI (in mor-


Utrecht, quello titolare e di onore. Del libro, De
te di questo insigne Papa, penna satirica hencdirtionibus patriarcharum quanto ,

scrisse sulla porta del medico. Liberato- all'autore è a vedersi Zaccaria, Storia leti.

ri patriae). Valenza
Spagna, Calisto di voi. 3, p, 27. De Calada, Dehenedictio-
III e Alessandro VI. Venezia, Grego- ìiihus patriarcharum, e.lecla sacra, Lug-
lio XII, Eugenio IV, Paolo !I, Ale.ssan- diini 637. Serica cronol. patriarcharum,
1

dro Vili e Clemente XIll. Volterra, 'i. ducani,ct iconuni, Y^om^e. 724 A.Augu- i

Lino immediato successore di s. Pietro, stini, Z?e beatitudine sanclorum patriar-


e Sabiniano. Zara, Giovanni IV. charum prophetarum,Yeneì'n<ì 1763. L.
PATRIARCA, Palriarcha. Uno dei Polidori, Dissert. epist. intorno agli usi
primi padri, capodif.imiglia. Questo no dell'antica vita patriarcale,M)\nnoiSi.G.
me si applica agli antichi padri o capi Vedasi continuatori del Hutler, Feste nio -
i

delle generazioni che sono nominate nel- bili, p.4^4) della legge dei primi patriar-

l'antico Testamento, da A damo primo no- chi, o slato della i-eligione avanti Mosè.
mo, a Giacobbe autore delle tribìi d'/- Monarchico il reggimento delle società
fu
s racle j ed anclie ai supremi magistrati familiari nel governo patriarcale, poiché
degli cére/ dopo la dis'ruzione di Geru- il più anziano divenuto padre di nume-
salemme; imperocché dopo tale eccidio ro>issima famiglia, in tempo in cui si vi-
il prefetto delle sinagoghe sparse nell'oc- veva secoli, ebbe sopra di essa per na-
cidente egualmente che nell'oriente, ap- turale diritto assoluta potestà, benché i

pellavasi patriarca, di che oltre i ss. E- figli adulti avessero contratte nozze e fos-
pifanio e Girolamo, Teodoreto ed altri sero padri anch'essi, gli derivò il nome di
padri fanno testimonianza, e Adriano im- patriarca, che suona quanto primo dei
il

peratore in una lettera al console Ser- padri;eieditaria nei primogeniti era que-
viano, ed il codice Teodosiano lib. i6, sta monarchia. Le insegne di questo do-
1' anello o si-
tit. 8, 1. 2g. Il p. IVIenochio , Sfuore t. mestico principato furono
2, della dignità patriarcale, p. 353, dice gillo, l'armilla benda, di cui nelle par-
che la voce patriarca è greca, e significa ti d'oriente ornavansi il capo le persone
il primo da! quale una famiglia o una costituite in dignità, ed il bastone, non
tribìi conosce la sua origine; così anche già rozzo, ma lavorato, e col pomo rap-
chiamansi patriarchi 12 figli di Gia- i presentante o fiore o uccello od altro, dal
cobbe, perchè da essi fiirono propagate che vuoisi derivare il liuto bastone au-
le tribù israelitiche. In questo stesso sen- gurale degli antichi sacerdoti, e lo scet-
so e significalo si sogliono chiamar pa- tro che hanno tuttora sovrani, per de-i

triarchi grislilulori e fondatori degli or- notare autorità di comando; laonde i pri-
dini regolari, come s. Antonio, s. Basilio, mi patiiarchi furono pastori, monarclii
s. Benedetto, s. Domenico, s. Francesco esacerdoti della vita e della religionedo-
ed altri, perchè sonostati primi padri spi- mestica.
PAT PAT 29)
PATRIARCA, Palrìarcha. Titolo ve- dei patriarchi non è la slessa per lutto :

scovile (.li dignità ecclesiastica, superiore ella si riduce in alcuni luoghi a qualche
a quella àt metropolitani o arcivescovi ,
diritto, come quello di conici mare i ve-
il cui vocabolo significa principe dei pa- scovi : gli Apocrisari della s. Sede, se de-
dri, secondo Macri, e derivante da quel- corati del nome e grado di legali, precede •

lo del Patriarca [V.) dell' antico Testa- vano i patriarchi. Da una lettera di Eu-
mento. I moscoviti chiamano il patriar- genio III, scritta alsacrocollegiodcl i i/j.^,

ca Archipopoj ed goti e vandali sole- i sembra raccogliersi, che allora in digni-


vano dare il titolo di patii;irclu ai lo- tà i patriarchi fossero su[)eriori agli stessi
ro vescovi ; cosi gli eretici ariani, e poi Cardinali {V.);mi\ ciò non ebbepiìi luo-
altri eretici e scismatici. Vi sono patriar- go, specialmente dopo la costituzioneZV^o/t
chi di giurisdizione, che la esercitano nel mediocri j di Eugenio IV, al piìi allo apice
Palriarcalo (^•), e di onore, di titolo o essendo pervenuta sublime dignità car- la

in partibus, sì in oriente che in occiden- dinalizia, diminuitasi perla invasione fat-


te , cattolici , ed eterodossi o scismatici. ta dagl'infedeli dei patriarcali, la pali iar-
Di questi ultimi e orientali, alcuni han- cale dignità. Talvolta alcuni vescovi as-
no il titolo di Caltolico {P^.), e delle di- sumevano le qualità di patriarchi, come
verse nazioni che hanno patriarchi acat- 13ourges primate di Aquitania in Fran-
tolici, se ne tratta ai loro articoli. Altre cia,per privilegio concesso all'arcivesco-
nazioni hanno patriarchi cattolici e sci- vo Rodolfo da s. Nicolò I;altretlanto di-
smatici : i primi sono soggetti alla sede casi di alcuni vescovi, come di s. ìVazaro
apostolica ed al sommo Pontefice supre- arcivescovo di Lione, e Prisco suo succes-
mo gerarca ; anch'essi hanno articoli. [ sore, oltre Chelidonio arcivescovo di Be-
patriarchi istituiti dopo primi ed anti-
i sancon. Osserva il IMacri, che in princi-

chi , si chiamano patriarchi di favore e pio tre soli erano i patriarchi in tutta la
di privilegio, come osserva il Panciroli, chiesa il Papa patriarca
cattolica, cioè
Tesori nascosti, p. 129, ediz. del 1600. di Europa, l'Alessandrino dell' Africa e
Parlando il p. Menochio, Stuore, t. 2, l'Antiocheno dell'Asia, quante erano le
p. 353, del nome, dignità, numero ed or- parli del mondo allora conosciuto; ed il
dine dei patriarchi , dice così chiamarsi primo anche patriarca dei patriarchi, pa-
quei prelati, che sono capi e superiori di store egiudice universaledi tutte le chie-
una notabile moltitudine di fedeli, ripar- se, come lo sarà sino alla fine ilei secoli,

lila sotto vari arcivescovi e vescovi, pre- inclusivamente alle scoperte America ed
rogativa e maggioranza concessa dai Pa- Oceania, ed altre parti che si potessero
pi ; e che fu costume degli ariani di chia- scuoprire. Le dette tre sedi di fondazio-
mare patriarchi i loro vescovi principa- ne apostolica in Roma, Alessandria ed
li, facendo poi medesimo altri eretici,
il AiUiochia, rappresentarono una chiesa ad
separati dalla comunione cattolica. I pa- instar Trinitalis, come scrisse s. Simma-
triarchi di giurisdizione hanno dei dirit- co Papa. Nel concilio Nictno /fu dato
ti di onore e di giurisdizione il diritto : quasi il titolo di patriarca al vescovo di
di onore è la preminenza sopra gli altri Gerusalemme, o per dir meglio si rico-
metropolitani ; il diritto di giurisdizione uobbero suoi privilegi, poiché solo ot
i

è il diritto di ordinare i uielropolilani tenne i diritti melropolitani in quello di


del loro patriarcato, di convocare co^ici- CaL edonia, cùìKiha disapprovò s. Leone
/// composti di lutti i \ esco vi del loro pa- I, determinandosi però pienamente iu
triarcato, e di avere una ispezione gene- quello di Costantinopoli del 5 T3 sotto Pa-
rale sopra tutte le proviucie ecclesiasti- pa Vigilio, iu considerazione della città,

che che ne dipendono. La giurisdizione come culla della religione cristiana e san-
2<)6 PAT PAX
tilicala dal prezioso sangue di Gesù Cii- vinciali o nazionali ; dissi del Patriar-
sto, conK;fi)ialo poi nella tlignità di 4- chio che quattro patriarciii maggiori
i

patriarca da Innocenzo III. 11 vescovo di aveano ciascuno quando recavansi in Ro-


(Joslùiiliiiopoli preminenza della
per !a ma, presso le basiliche patriarcali (le no-
titlà imperiale pretese non solo il titolo verai nel voi. XI5 p. 260), così dette o
di patriarca, ma il secondo luogo dopo dalle nominate abitazioni e patriarchìi,
il Papa, ed a tal efletto nel concilio di perchè istiluile in memoria de'patriar-
Coslanlinopoli del 38 1, benché la sua cali ; e che i patriarchi di giurisdizione
chiesa uou fosse apostolica, fece aggiun- precedono quelli di titolo, in un alloro
gere un canone in suo favore, dupo la intervento alle Cappelle pontificie (ove
condanna del patriarca Alessandrino e la non solo dissi quanto li riguarda, ma
paiteuza de' [>onlifìcii legali, perciò non che sebbene titolari quando celebrano ,

riconosciuto dai Papi, e lo riprovarono in esse la messa, sotto al lovo faldislo rio
principalmente s. Damaso I, s. Leone 1, s. si pone un piccolo tappeto e sulla can-
GelasioI e s, jNicolò I ; finché nel concilio cellala si accendono sei candele, per di-

Laltrano IV lo dichiarò per privilegio slinzione e come si pratica coi cardinali).


Innocenzo 111, anche in riguardo di Co- ìXel voi. XI, p. 216 e 2 7, parlai dell'o- 1

stantino ilGrande f'undatore di quella cit- rigine delle diverse chiese e di quelle
tà e tanto benemerito della Chiesa uni- chiamale apostoliche, matrici e originali,
versale, argomento che toccai anche nel cioè le patriarcali, da cui derivarono al-

voi. XXXV, p. 260 e 261, narrando le tre. Verso il 570 cominciossi a chiama-

prerogative che gli concesse tal Papa do- re patriarca il prelato à' Aquileia, in oc-
po a verloconsagrato.Finaluiente nel con- casione dello scisma de' vescovi della Ve-
cilio di Firenze^ nel riconoscersi il pri- nezia, dell' Istria e della Liguria, pei
nialo della sede apostolica su tutta la ter- Tre Capitoli; i quali vescovi divisi dalla
lajsecondo gli altri concilii ecumenici e chiesa romana nominarono il vescovo
il disposto da GesLi Cristo, venne ricono- aquileiese patriarca, titolo che gli restò
sciuto l'ordine de'palriarchi maggiori do- per dissimulazione della sede apostolica
po il Pontefice romano, quelli di Costan- o tacila concessione pel bene della pace,
tmopoli, Alessandria, Antiochia e Geru- finché poi Papi lo riconobbero prinio
i

salemme, lasciando inlatti i loro privi- pielalo d'Italia, ammettendolo a sedere


legi e diritti : sul patriarca di Costanti- alla loro destra, con precedenza all'arci-
nopoli perciò Eugenio IV emanò la bol- vescovo di Ravenna che prendeva luogo
la Conseidiciite. Di tutto
con dettaglio e alla sinistra. A PoLAho detto il modo con
ne parlo ai loro articoli ed a quello de' cui era ricevuto e alloggiato il patriarca
concilii. Vedasi il Uodotà, Del rito gre- di Aquileia. Nel 6o5 il patriarcato d'A-
co, die nana come il vescovo di Bisan- quileia, sostenuto dai longobardi, fu divi-
zio o Coslanlinopoli insorse su lutti i pa- ao, ed eretto quello di Grado, protetto
triarchi d'oriente, e delle cliiese che sot- dal Papa e dall'esarca, il quale dipoi Ni-
trasse all'obbedienza del Papa in Cala- colò V nel i45i trasferì a Venezia , sop-
Ijria e Sicilia, non che del loro orgoglio primendo pili tardi il patriarcato aqui-
e pretensioni. V. Grecia. leiese Benedetto XIV. Indi successiva-
JN'el voi. XXIX, p. 74 e 7.J», riportai mente per le diverse nazioni cattoliche di
l'origine de' patriarchi d' Alessandria e Oliente >>' istituirono patriarcati, che poi
d'Antiochia, de' primati e metropolitani, indicherò, mentre gli scismatici fecero al-
non che degli altri patriaichi, l'influen- tieltanto, come descrivo a' loro luoghi.
za e giurisdizione de' quali s'ingrandì al Ad istanza de' re di Spagna la s. Sede
cessar dell'uso frequente de' concilii prò- nei primi del secolo XVI eresse il titolo
PAX PAT 2i)7

di patriarca i]c\\' Indie occldcntnli, al qua- glio ne tratto a Siria ), Babilonia ( vedi
le orticolo con clilfusionc tl(^scri^si come ancora Caldea e Mesoi'OTamia ), Cilicio,

è privo di giurisdizione, e ijuali cariclie degli armeni [\ed\ pure Patriarcato ar-
vanno coiigiuntea questa semplice digni- meno ). 11 vescovo di Roma e patriarca
tà di mero titolo, inl'erioie all'arcivesco- il'occidente, è per diritto divino il capo
vo e vescovo che di
litolare : alla serie di tutta la Chiesa, e perciò nomina o ap-
tali patriarchi potei formare, aggiunge- prova i suddetti patriarchi, e conferisce
rò l'attuale. A presentazione d' Isabella loro Pallio (^.); questo però non lo
il

.11 regina di Spagna, il regnante Pio IX godono quelli in partibiis, né quello tito-
nel 184? preconizzò palriaica dell'Indie lare dell'Indie. Solo nel \Gji fu accor-
occidenlali mg/
Antonio l'osada lluhiii dato il pallio ai patriarchi in parlibiis.

de Celis di Oviedo, che avea rinunziato 11 Papa s. Zellerino del 2o3, al dire di

la sede di Carlagena nel regno di iVur- Anastasio, vietò ai patriarchi di senten-


eia a Leone Xll, che lo dichiarò prela- ziare i vescovi, senza l'autorilà del som-
to domestico, indi fece le veci dell'arci- mo Pontefice. Dell' autorità primaziale
vescovo d'Aixinlcrn)0, come si legge nel- di questo in tutta la Chiesa, in confer-
la proposizione concistoriale pel titolo pa- mare o ri[)rovare l'elezioni de' patriar-
triarcale. nominò tale pi fi-
Dipoi la regina chi orientali, come dell'autorità patriar-
lato suo cappellano, primo elemosiniere, cale de' Papi sulle elezioni vescovili del
gran cancelliere degli ordini di Carlo HI patriarcato occidentale, come esercitata
e d'Isabella la Cattolica, e vicario gene- nell'Italia, llliria, Gallia, Spagna e A-
rale dell'eseicito e dell'aruìata spagnuo- tVica, oltre quanto dissi a Metroi'olita-
la, secondo il consueto. L'uliimo patriar- No, tratta il Zaccaria, par. '.> ùcW And'
cato istituito, di (avoreepi ivilegi(j, ètpiel- febbronio cap. 4, ed a p. 1 1 3, che le de-
lodi Lisbona, da Clemente XI nel 17 iG, posizioni de'patriarchi esser doveano cou-
ad istanza del re, per le Indie portoghe- lermate dal romano Pontefice, apparte-
si. Ecco il novero degli odierni patriar- nendo solo alla di lui autorità ammettere
chi, loro diocesi e titoli , riportalo dalle le rinunzie de' vescovi e sciogliere quel
Notizie di Roma, i quali tutti hanno ar- vincolo spirituale, che stringe il vescovo
ticoli. Costantinopoli, Alessandria e An- colla sua chiesa. Pelagio 11 del .j'/8 proi-
tiocliin in parlihus o titolari; Gcrusaleni' bì ai patriarchi il titolo di Lni^'crsale
vie, Pentzia j Indie occidentali titolare; (/^.)j siccome soltanto proprio del Papa
e Lisbona, di rito latino, come tutti i pre- (/^.), il quale nome s. Gregorio VII nel
cedenti. 1 patriarcati delle nazioni orien- 1 07(5 vietò a tutti d'usarlo, che prima si

tali che trcvansi nell'Asia e che senza me- attribuivano alcuni e particolarmente i

.scolarsi o conlondersi fra loro, (juanlun- patriarchi di Costantinopoli e di Ales-


queper lo piùabitiiio il medesimo paese, sandria ( sul quale è a vedersi Egitto,
hanno conservato la loro lingua, il loro Etiovia). Gregorio XI nel 1878 ordinò
rito e la loro gerarchia, iti un colla fedo che i patriarchi non potessero portare a-

cattolica e la dipendenza dal capo supre- vanti la cioce in presenza de' cardinali,
mo della Chiesa, sono tnelcìiiti, maro- i i massime se fossero legali o nunzi della
niti, siri, caldei, gli armeni, quali han-
i i i sede apostolica. Dice il ìMacri,a Patriar-
no i seguenti patriarcati col loro parti- cita, che quattro grandi patriarchi, cioè
i

colare patriarca e cosi registrati , dopo Costantinopolitano, Alessandrino, An-


Lisbona, nelle citate Notizie. Antiochia tiocheno e Gerosolimitano, possono por-
dei greci ///(7c7tiO (meglio ne tratto a IMel- tare la croce patriarcale con due sbarre
cuiTi), Antiochia de' maroniti (meglio ne o traverse, non solo nelle loro diocesi, uui
trailo a Maro.mti), Antiochia de ili i (lue- per lullo il mondo, eccetto che ncllu ciL-
j

21,8 pA r PAX
tà ove risiede il Pupa od il suo legalo rt dovi croce semplice senza l' Immagine
Intere: quanto a tulio il mondo avver- del Crocefisso, contentò adoperar quel-
si

tirà, non per giurisdizione, ma per una la di legno dorato del maestro di cerimo-
certa preminenza della cospicua dignità nie Brancodoro cui l'avea lasciata mg.'
patriarcale. Questo punto, della croce Zucche. Tuttociò ho voluto notare, pel
con due sbarre o traverse, lo trattai a timore, che la detta croce di metallo, in
Croce astata e Croce roNTiFiriA, per e- progresso di tempo forse possa indurre
liminarne gli errori in essi si rileva che
: ad errare, con iscapito di chi una volta
la croce a due o tre traverse in occidente ne fece uso, in vece lodevole per averla
fu invenzione artistica (i capricci degli ar- rigettata quando bene ne conobbe l'ori-
tisti non fan no autori là nella chiesa di Dio) gine ed il significato.
solo elfjgiula nei monumenti e posta negli Nel 1847 Gerusalemme, ove tutti eb-
stemmi ed insegne de'patriarchi, tanto di bero compimento misteri della reden-
i

giurisdizione che z*/i^^r^/Z'/<y_, a rei vescovi e zione, terminò di avere il suo patriarca
altri, conìe tuttora si usainun allamilra di titolo, e lo liebbe dopo 6 secoli eoa
e pastorale (lo notai a quell'articolo, ac- giurisdizione e residenza, come toccai a
cennando le diverse insegne, cui i vesco- Monte Libano e meglio a Palestina, de-
\i usano negli stemmi); quindi solo in cretala dalla congregazione di propagan-
oriente usarsi e perchè, ivi si apprende da fide, ed approvata dal regnante Pio
ancora che Papi sempre fecero soltan-
i \X. con lettera apostolica x kal. augusti.
to uso della semplice croce con una tra- Per ispontanea rinunzia al patriarcato ti-
versa in faisi precedere, e senza l'imma- tolare di Gerusalemme di mg.'^Daulo Au-
gine del Crocefisso in consagrare e nell'a- gusto Foscolo, il Papa con suo breve del
prire la porta santa e che gli artisti rap-
; 4 ottobre 1847, lo trasferì a quello in
presentarono Papi con croce di tre sbar-
i pariibas d'Alessandria: questo titolo va-
re, con intendimento di deprimere gli cava dal I795, laonde poi darò un cen-
orientali patriarchi, specialmente di Co- no di chi prima ne fu insignito. Quindi
stantinopoli, che pretesero colle due tra- lo stesso Pio IX nel concistoro tenuto in
verse farsi superiori o pareggiarsi al Pa- detto giorno, conferì la chiesa patriarca-
pa. Questi miei due articoli felicemen- le e residenziale di Gerusalemme di rito
te riuscirono a disingannare alcuni litur- latino, a mg."^ Giuseppe Valerga della
che erroneamente credeva-
gici francesi, diocesi d'Albenga, già missionario apo-
no propria del Papa la croce con tre tra- stolico in Siria e Mesopotamia, e vicario
verse, come onorificamente mi scrisse il Generale del vescovo amministratore di
o
eli. ab. Pascal vicario di s. Nicola de' Hispahan, previa l'allocuzione Qaisqne
Campi in Parigi, autore delle Origini e i'estrnnì, riportata nel n." 82 del Diario
ragioni della liturgia cattolica informa di Roma, e nel voi. 5, Annali delle scien-
ih dizionario, e di altre pregiate opere. ze relig. serie 2.^, p. 4o '» concedendogli
Inoltre determinò il Pontefice Gregorio in pari tempo il pallio, che poi gl'impo-
XV 1, dopo averli letti, a non servirsi del- se li IO ottobre, dopo averlo consagrato
la croce bellissima di metallo dorato con neUa cappella Paolina del Quirinale, coa-
Ire traverse e fatta per ordine del mag- diuvato dai prelati Giuseppe Canali pa-
giordomo IMassimo (sebbene già adope- triarca di Costantinopoli e vicegerente di
rata dal Papa nella consagrazione del- Roma e Nicola Gio. Tanara patriarca
l'altare papale nella basilica di s. Paolo), d'Antiochia (elevati nel i843 ambedue
nella consagrazione di quattro cardinali a tal dignità da Gregorio XVI; per mor-
vescovi (rauunentata nel voi. KXXH, p. te del primo, di cui abbiamo 1' Orazio-
325, eXXXVlIl, p. 224), e non esseu- ne funebre di d. Giuseppe Fen/i anelli
PAT PAT 299
Pio IX
IO aprile i85i fece patriarca
a' gnilà personali nulla ostano ai dirlfli me-
di Costantinopoli mg/ Domenico Luc- tropolitir.i di quelli cui sono soggette le

ciardi). 11 nuovo patriarca di Gerusalem- chiese tenute dai patriarchi litolari, es-

me, in questa celebre metropoli fece il sentlone prova le sedi vescovili che si con-
suo solenne ingresso, a croce inalberata, feriscono ai cardinali, le quali continua-
li 17 gennaio iH^S.al modo descritto nel no a restare sulhaganee del rispettivo
n." 3G della Gazzella di Roma : di|)oi il metiopolilano. Cardinal Ranuccio Far-
patriarca fece ritorno in Roma. A voler far nese, patriarca di Costantinopoli , dignità
cenno di alcuni patriarchi d'Alessandria che dimise coli' arcivescovato di Napoli
ìli partibiis, nù riuscì riunirei seguenti. nel 1549. Nel 1601 Bonaventura Cala-
Oddone Sala amministratore di ìMonle lageiani vescovo di Patti e patriarca di
Cassino ^à\scx\u\a sede vescotile, e ad un Costantinopoli; nel i(')i8 Ascanio Ge-
tempo patriarca, morto nel SiG. Arnaldo i sualdo arcive-*covo di Bari e patriarca di

Bernardi Berlrandi, fatto cardinale nel Costantinopoli; nel 1G40 Francesco Ma-
i368. Cristoforo del Monte vescovo di ria flJacchiavelli e vescovo di Fei-rara,
Marsiglia e patriarca, poi cardinale nel poi cardinale; nel 1708 Muzio Gaeta ar-
i55o, indi Giacomo Cortesi vescovo di civescovo di Bari e patriarca di Gerusa-
Vaiion e patriarca nel 552. Cesare Ria- 1 lemme ; nel 7 4 Clemente XI consagrò
I I

rio di Savona, poi nel 1490 «"'civescovo patriarca d' Antiochia e vescovo di No-
di Pisa. Serafino O/u'^r/o, Clemente Vili vara Giberto Borromeo, indi cardinale;
nel 1 612 lo fece patriarca e poi cardmale. nel 1716 Andrea Riggi vescovo di Ca-
Federico Borromeo, Urbano Vili lo fece tania e patriarca di Costantinopoli; nel
patriarca, Alessandro VII governatore di I 729 Mondillo Orsini arcivescovo di Ca-
Roma, e come tale cavalcò nel possesso di pua e patriarca di Costantinopoli ; nel
Clemente IX, nel 1670 Clemente X lo 731 Tommaso Moncada arcivescovo di
I

creò cardinale. Per morte del patriarca Messina e patriarca di Gerusalemme; il


Gaetani uditore della camera. Clemente più recente esempio è di Francesco An-
XI nel 1719 nominò Carlo Ambrogio tonio Maria IMarcucci nel 1770 vescovo
IMezzabarba di Pavia, che spedi in Cina, di Monlalto e nel 1781 patriarca di Co-

fatto nel 17^5 vescovo ili Lodi con ri- stantinopoli e vicegerente di Roma. Tul-
tenzione del titolo, morto nel \'j\i. Be- lavolta il titolo pati laicale nel i8o3 si

nedetto XIV nel 743 elesse patriarca Gi-


I negò al vescovo di Gubl>io Angelelli, di-
rolamoCrispi ferrarese, nell'istesso anno cendosi che la s. Sede era per lo piti soli-

arcivescovo della patria colla ritenzione ta conferire i titoli patriarcali a soggetti


del titolo, morto neh 746. In questo anno residenti in Roma, in contemplazione del-
dichiarò p.itriarca l'arcivescovo di Tia- l'assistenza e servigio che rendono nello
ni, Giuseppe Antonio Davanzali di Bari, cappelle pontifìcie e nelle basiliche pa-
con ritenzione del titolo patriaicale, mor- triarcali, per rendere più decorose le sa-
to nel 1755. ludi Benedetto XIV a'i3 cre funzioni, onde sono sempre P'escovi
maizo I 758 fece patriarca d'Alessandria assistenti al soglio pontificio ( F .), absqne
Francesco Mattei rouìano, nato nel 1 701), vocalioiie : perciò la palma, la candela,
morto nel 795. Altri patriarchi in pur-
1 il libretto nella processione del Corpus
libiiSj che ad un tempo furono vesco- Domini, l'hanno come i cardinali. In det-
vi di giurisdizione, sono i seguenti ; al- to articolo parlando delle cavalcale, dirò
cuni di Coìttantinopoli e insieme cardi- quanto riguarda patriarchi. A Vescovo,
i

nali, li riportai nel voi. XVI 11, p. io 5, oltre altre notizie sui patriarchi titolari,
quelli di Gerusalemme nel voi. XXX, parlerò de' vescovi titolarlo in partibus.
p. 84 j imperocché le decorazioni di di- I patriarchi in partibus si eleggono

\
, V

3oo PAX PAX


dal sommo Pontefice per tener viva la moriate all' uditore del Papa in cui dà
ineiuoria delle illustri chiese cui sono no- parte dell'elezione del consagiatore, chie-
minali e che ora sono sotto il dominio dendo l'approvazione di sua Santità. iSoi
ottomano. l'enedettoXII nel iS'i'), nel non intendiamo di privare consagranti i

congedare da Avignone prelati che a- i del diritto di cui sono in possesso, di sce-
\eano abbandonato le loro chiese e nel gliere nel modo predetto il consagrato-
contlannar le commende, lasciò quelle re, ma
unicamente intendiamo di stabi-
che godevano i cardinali ed i patriarchi lire su ciò le regole seguenti. Ritrovan-

litolari dell'oriente, che fuori di esse non do il consagrando qualche cardinale che
aveano altre provviste. Anche Gregorio assuma di far la funzione della consagra-
XI nel 1 375 obbligò i prelati ordinari zione, non s'innova cosa veruna e si lo-
alla residenza di loro chiese, tranne i pa- da che COSI si faccia; essendo la dignità
triarchi titolari d'oliente. Giulio Ili con- cardinalizia superiore alla patriarcale ,

cesse, iiidiiUa , et privilegia jhilriarcha- giusta le apostoliche costituzioni . Non


rum, archicpiscoporuni^ tt cpiscoponun trovandosi poi cardinale che voglia far
in cappella snniini Pont, assistcìitinm, la funzione della consagrazione, deter-
presso il Bull. Rom. t. 5, par. i,p. 4'^; miniamo ch'essa si faccia da uno de' pa-
e Gregoiio XV accordò privilegia et in- triarchi residenti in Roma, cioè oda quel-
dulia palnarcharunij archiepiscoporum lo di Costantinopoli, o da quello d'Ales-
ci cpiscoporum in cappella assislenlium, sandria, da quello d' Antiochia, o da
loco citato, t. IO, p. Zj(). Ai primi 4 pa- quello di Gerusalemme; eccettuato però
triarchi di Costantinopoli, d'Alessandria, il caso in cui si trattasse di vescovo sullra-
d'Antiochia e di Gerusalemme, Benedet- ganeo, e che Roma vi fosse il suo me-
in
to XI II colla costituzione, /?ow/(7/?f/.y Po/i- tropolitano volendo in questo caso che
;

tifex, de'3o settembre i 724, Bull. t. i i, non ritrovandosi cardinale che faccia la
par. 2, p. 359, concesse l'uso della moz- funzione, essa si faccia dal metropolita-
zella sulla mantelletla paonazza. Bene- no non dal patriarca. Che
e se poi per
detto XIV col seguente decreto de' 6 lu- qualche impedimento non vi fosse car-
glio 1752, diretto al cardinal Portocar- dinale, uè vi fosse patriarca, né metro-
rero, volle aggiungei'e allre prerogative politano residente in Roma, che voles-
a quelle che godevano. » Avendo la lei. sero o potessero fare la consagrazione,
me. di Benedetto Xlll nostro benefatto- possa il consagrando eleggere qualsi voglia
re decorato di alcune prerogative i 4 arcivescovo o vescovo di quelli che sono
patriarchi di Costantinopoli, Alessandria, in Roma, acciò lo consagri: e da qua-
Antiochia e Gerusalemme, che dalla s. lunque de'soprannominati si faccia la fun-
Sfìàn si eleggono per mantener viva la zione, inerendo agli antichi e recenti ca-
memoria delle predette illustri chiese, che noni della Chiesa, sempie il faccia col-
ora gemono sotto giogo oltoniano. Noi
il l'assistenza di due vescovi. Ed il presen-
non solo confermiamo le predette prero- te nostro decreto, dettato da Noi, acciò
gative, ma colla pienezza della nostra au- abbia tutta la sua forma autentica, lo
torità aggiungiamo ancor la seguente. sottoscriviamo di nostro carattere, e lo
Com'è noto a ciascuno, frequenti sono le sigilliamo col nostro sigillo. Benediclus
consagrazioni de' vescovi che si fanno in PP. XIF.» Le consagrazioni de' vesco-
Pioma, e benché ne'sagri canoni sia sta- vi in Roma le fanno i cardinali, ed i pa-
bilito l'ordine de' consagratoli, non vi è triarchi sogliono assisterli,anche con al-
però simile ordine praticalo in Roma, tro arci vescovo o vescovo. Clemente XI
eleggendo ogni consagrando il vescovo stabilì e approvò il ceremoniale eie re-
che lo deve consagrare, esibendo unnio- gole pei funerali de' patriarchi. Nel voi.
PAT PAT :^oi

XT, p. 3G, dissi come Clcmcnlc XIV con- livrea di gala come gli altri famigliari,
fermò ai patriarciii l'uso tlf^'cinlll e (joc- ed appresso di essa gli altri servi. iVella
chetti neri ai cavalli (il Falaschi, T^n ge- carrozza il patriarca viene accompagnato
rarchia ecclesiastica, lipoitaeido la fi- dalla nominata sua anlicanieia, portan-
gura del patriarca, a p. 3o dice già con- do il cameriere la berretta entro il faz-
cessida Clemente IX), poi convertiti in zoletto. Eseguita la visita, collo slesso
paonazzo con guide e guarnizioni simi- metodo, si reca a far quella del cardinal
li, di seta e di lana, avendo anche l'uso decano, facendosi in precedenza annun-
della carrozza detta frullone, come i ziare dalla vanguardia. In seguilo e a
cardinali e prelati eli fiocchetti, e della comodo, e in abito di mozzetta, passa a
carrozza nobile. Del cappello de'patriar- visitare il restante del sacro collegio.
o La
chi s'i ecclesiastico, die semipontificale, precedenza tia' patriarchi non deriva
parlai nel voi. IX, p, 194 e 19^1 ed il dall'anzianità di promozione, ma dall'or-
primo nero con fettuccia e fiocchi di seta dine gerarchico di sopra descritto. Fuo-
verde, con oro frammischialo, per con- ri di Boma il patriarca porla dovunque
cessione di Leone XII. il rocchetto scoperto, non facendo allo-
IN'ella mattina che il patriarca si pie- ra uso della r/iaiitclletla, e precede tulli
conizza in concistoro mediante proposi- gli altri come in Roma. Con al-
vescovi,
zione, mezz'ora prima
con carrozza egli tro messale hanno il bacio del vangelo,
nobile, servi con livree di gala, maestro celebrando un cardinale nella propria
di camera gentiluomo, cappellano e ca- cappella, eia pace. Debbono patriarchi i

meriere, recasi nell' aiilicamera segreta essere visitali dai novelli prelati, vesco-
pontificia, vestito d'abito prelatizio di vi, ambasciatori (e altri diplomatici) cui
niantelletta e berretta nera piegala. Que- mandano la carro7za di corteggio nell'in-
sta (juando non l'usa si pone entro iìiz- gresso : una delle due cappe nere, mae-
zolelto di seta paonazza con intorno mcr- stro di camera o gentiluomo, ovvero il
letlo d'oro. Durante il concistoro si pon- cappellano l'accompagna e complimenta,
gono i fiocchi e ciufli di seta paonazza ai egualmente uno di essi fa le visite di
cavalli. Terminato il concistoro riceve calore appena pubblicati i cardinali e al-
genuflesso dal l'apa la mozzetta, che glie- tre di formalità e corteggio. I patriaichi
la impone abboJtona nella parte supe-
e poi visitano i seguen-
delti cardinali nel
riore, avendola il cameriere portata en- te giorno o in quello appresso, ordinaria-
tro fazzoletto come il descritto; se il pa- mente nelle ore antimeridiane: prima
triarca novello non è già vescovo, il Papa tutti e quattro uniti facevano le visite ai

gì impone prima il /orr/jr/Zo. All' uscire cardinali nuovi. In queste e altre visite
delia sala pontificia, il patriarca assume di formalità, incombe ai loro decani e-
perla prima volta il detto cappello con sploiarel'ora per eseguirlali onde visite,
fiocco verde intersiato d'oro, portato an- evitare incontri con altri , ognuno do-
ch' esso dentro liizzolelto. Indi il patriar- vendo solo far le visite, anche per non
ca si porla a visitare i cardinali segretario incontrarsi co'principi assistenti al soglio
di slato, vice-cancelliere, e i
.^ diacono, al ed ambasciatori. Dal novello cardinale
quale presta giuramento proprio dei
il il patriarca è ricevuto dalla sua anlica-
vcsco^'i. Nelle ore pomeridiane deve lare meia al ripiano della scala ov'è smonta-
in formalità la visita della basilica ^ a- to, ivi poi dalla slessa accompagnato, e
ticana, cioè con carrozza nobile, prece- dal cardinale sulla porta dell' anticame-
duta da na servo di vanguardia, ince- ra, come nel partire: lostesso trattamen-
dendo presso la testa de'cavalli il garzo- to il patriarca 1 iicvedai nuoviandjascia-
ne di scuderia, alla portiera il decano con tori, alloichè li visita. Vedasi i voi. IX,
3o2 PAT PAT
p. I ^G, eXV, [). 243,e alili reliilivi luo- sotto la giurisdizione del vescovo delle clt-
ghi. Pi ice vendo i pai ri archi il caldina le là piincipidi chiamalo Esarca { P^.),o PU'
nuovo, scendono a mela della scala a triarca^W primo però a questo soggetto,
iiiconliarlo; siedono di piospello, ma al- quindi le composte di diverse
loro diocesi
qiianlo voltali; indi accompagnano alla Provincie si Esarcalo ecclesiastico
ò'xs^evo

carrozza il cardinale e ne chiudono Io (/^^.), o Pnlriarcalo. Eranvi in Oricnlc 5


sportello. Nelle visite de' prelati di fioc- diocesi di tal natura: r£g;7/osottoil vesco-
chetti, l'ora si concerta prima tra' deca- vo d'y^/e.s.?a/if?A/<7j l'oriente propriamen-
ni; sono ricevuti alla fine delle scale dal- te detto sotto quello iX Aiiliochiaj V Asia

la famiglia, e dal prelato alla porta del- S(jlto quello d'£y(.«Oj il Ponto e. la Tracia,
l'anticamera: il visitalo siede di contro che ne'primi tempi non aveano vescovi i

al visitante, indi l'accompagna fin fuori quali avessero giurisdizione sopra tutta la

della sala e la famiglia alla carrozza; po- diocesi. Essendo poi stata la città di Bi-
scia si rende lo slesso Iratlainpiito ai me- sanzio eretta in città e sede imperiale e
desimi nella restituzione della visita. I nominala Costantinopoli, divenne capi-
])alriarchi ricevono gì' intimi delle cap- tale della diocesi diTracia e poi del Pon-
pelle personalmente dai ciirsoii pontifi- to, anzi dell'Asia; inoltre vennero attac-

e//. Sui funerali de'paf riarchi vedasi i voi. cate al vescovo di Gerusalemme, per o-
IX, p. 148, e XXVIII, p. 5'j, 59 e 66, norare la città in cui era nata la religio-
in cui I iporto ancora due esempi di (piel- ne cristiana, alcune provincie della Pa-
li falli celehrare dai l*api : di quelli del leslina, in modo che vi ebbero 4 patriar-
patriarca di Gerusalemme Fenzi , dive- chi maggiori nell' oriente e altrettanti
nuto decano di tulli 1 vescovi del mon- patriarcati, cioè Costantinopoli, Alessan-
do cattolico, si legga il n." 5 del Diario dria, Antiochia e Gerusalemme, donde
di Ruma 1829. Sui patriarchi si posso- deiivaiono altri patriarcati minori, cat-
no consultare: Andreucii, De palriar- tolici o scismatici, rammentali a Patriar-
chis, Piomae ^G5,e nel lib. i,Hierarch.
i ca, dicendo di loro origine e di quanto
eccles. Placidi, Diss. canonica de palliar- li riguaida. bivaso l'oriente dagl'infede-
chis, Piomae 1776. Nell'accademia dei li, i patriarcati divennero titolari e con-
concilii di Benedetto XiV fu recitata da feriti con rito Ialino, con un numero di
Lazeri la Dissert. sul nome, le pierogn- chiese arcivescovili e vescovili dipenden-
tii'C e lejimzioni de' patriarchi, ed il tem- ti pure titoli, onde conservare come dei
po della loro islitnzione. iSe parla il n.° patriarcati cos'i delle sedi vescovili le il-

4399 del Diario di


74^- Roma i lustri memorie; nel i 847 è stato ristabi-
PÀTRI ARCATO,Prt/r/a/c/2/7/a5. Xi- lito il patriarcato di Gerusalemme con
lolo di giurisdizione sottoposta al Patriar- residenza e giurisdizione regolata dalla
ca (^''.), la cui residenza dicesi palriar- Congregazione di propagandafìdc {f^-)j

chia o Patriai-ehio (/ •). 11 nome di pa- da cui dipendono tutti i patriarcati orien-
triarcato fu dalo a ciò che chiamavasi tali cattolici de' diversi riti, cioè armeni^
anticamente Diocesi (f^), vale a dire a caldei, melehilì, maroniti e siri, che sono
molte province, le quali non formavano le nazioni cattoliche che hanno patriarca-
die un corpo sotto una città più conside- ti. In Occidente \\ patriarcato di Pioma,

rabile, la quale era governata da uno stes- che fu sempre superiore a quelli d'orien-
so vicario del prefetto del pretorio. Essen- te,comprendeva ['Italia, le Gallie, la
dosi la Chiesa slabdita forme secondo le Spagna, V Africa, le isole appartenenti a
dell'impero, come già dissi a Gerarchia quelle provinciejla Gran- Bretagna, V Ir-
ECCLESIASTICA ed alliove, fece essa pure landa, la Scozia, VJlliria, ed anche la

delle chiese di delle provincie un corpo Tracia, almeno ne'tempi successivi. Piìi
r A T P A T 3()3

tardi in occiilcnle furono istiluili i pa- frale, il Tigri, l'Arasse Fasi Rion, ol-

triarcati à' ^quileia, Grado , Venezia, tre l'ampio lago Arisca. Le città piìi gran-
Lisbona, oltre il titolare dell'/Hr/Zeom- di erano Artaxata, Amida o Tigranocer-
denfali peróh senza patriarcato; poscia la, Sebaste, Tcodosiopoli o Erzernm.
il palriarcato di Grado fu trasferito a Ve- Questo paese, dopo essere stato soggetto
nezia da Nicolò V, e quello d'Aquileia sop- ai gran monarchi d'oriente, fu goveina-

presso da Benedetto XI V. Vedasi la diss. to da satrapi dei re di Pernia. \'i domi-


di Sclielstrate, sui patriarcati d'oriente e naiono Scleucidi sino alla sconfìtta di
i

sul patriarcato d'occidente; il p. Carlo Antioco avuta dai romani, ed allora i


di s. Paolo nella Gè agra phi a sacra; il p. governatori delle città di qualche dipar-
Tomassino, par. i, cap. 7, dove parla timento si resero indipendenti precaria-
diffusa mente de'patriarcati. Dissert. de mente, indi soggiogati dai romani e dai
Palriarchadt romano, liahita a p. Victo- parli. Questi riguardarono rArnienia co-
ria a s. Mathilde die i4 maii 756, nel i me il partaggio di un discendente degli
t. 2 delle Dixserl. ìslor. scientifiche erti' Arsacidi. Infine alla caduta del greco im-
dite del IMazzucclielli. Octaviani, De i'e- pero e dopo la formazione di quello dei
terihiis finihiis romani Palriarchalus di- persiani attuali e degli ottomani, 1' Ar-
sqiiisilio, Neapoli 1828. De Vico, Dissert. menia fu divisa fia queste due potenze,
super finibits dioecesis romanac,el super cioè in Armenia turca e in Armenia per-
facilitate eligendi metropolitam , Piomae siana. La pioviiicia della Turchia asia-
1725. SS. b. N. Benedicto Papae XIII tica, limitrofa alla Persia, corrisponde a
de provincia romana, ejnsrpie episcopis ciòche gli antichi chiamarono Armenia
sii/Tra ga neis, disceptalio Dionisii Piera- maggiore: ha per capitale Erzerum o
go5///;/, RotTiae 1 725el Ravennae '727. Tcodosiopoli, e le città principali so-
Tutti i patriarcati hanno articoli, ben- no Amida o Diarhekir Actaniar in
: ,

ché non uniti alla sede apostolica. mezzo al lago di Van la Cilicia con ,

PATRI ARCATO A RIMENO, Prt/nVjr. iS"/.? già capitale del regno di tal nome, e

chalus /4rnieniis, e ^EGVo antico di Ar- Selcuciaj Tarso, Edcssa , Nisihi; la Cap-
menia. L'Armenia è un'antica e grande padocia magna o marittima eh' ebbe a
contrada dell'Asia maggiore o occidenta- metropoli Sebaste, non che Cesarea e
le,confinante cogl'imperi russo e ottoma- Tiana , Mocesa GiustinianopoU , per
no e colla Persia, tra'quali è ora divisa. non dire di altre principali città, tutte le
Prima si distingueva in maggiore e mi- nominate avendo articoli, come le altre
nore, o glande e piccola, formando un che distinguerò eziandio con carattere cor-
vasto quadrilatero. L'Armenia maggio- sivo.L'Armenia persiana ha per capitale
re chiusa al sud dai gioghi del monte Erivan, successa a Valarsciahnt o fa-
Tauro, chela separavano dalla JMesopo- g'anr/(7Z'<7/, presso di cui fuediflralo il fa-

tamia e dalla Siria, avea al nord la Col- moso monastero di /'r-A//wz///oEci ni iazin,
chide, l'iberia e l'Albania orientale, al- antica sede del primario palriaica arme-
l'est l'Armenia media, ed all'ovest l'Ar- no. Erivan è la provincia più occidentale
menia minore e 1' Eufrnlc. L'Armenia e contiene una parte dell'antica Arme-
minore comprendeva la porte orientale nia, confinante coll'Armenia soggetta ai

della Capp.itiocia, situala sulla riva si- turchi e con quella caduta sotto il do-
nistra dell'Eufrate e toccante l'Armenia minio de' russi : in questa provincia si

maggiore. \J Armenia maggiore o l'Ar- preteiitìe fosse il giardino di Edeno^a/vz-


menia propriamente detta, era un paese diso terrestre, e contiene il celebre mon-
assai montagnoso, e vari grandi fiumi te Araraf. kW Armenia /;?///or<", gli abi-
vi avcano le loro sorgenti, come 1' Eu- tanti diedero tal nome, per essere di ori-
3o4 PAT PAT
ginc nrmrna ma era compiosa nella
,
dima : 1 pascoli in generale sono assai
Cappa(locia,e.'<teii(loiicl<jsi lungo una par- buoni, soprattutto pei bellissimi cavalli;
te cleirEndale a destra, con confini inde- vi si trovano miniere di rame e di fer-
terminati. In progresso dilatandosi mol- ro. Gli aiineni si vantano d'essere uno

to di piìi, questa piccola Armenia diven- dei popoli pili antichi del mondo, e na-
ne una delle provincia della Cappadocia, turalmente industriosi, si dedicarono in
ed è la moderna Aladulia, provincia del- ogni tempo al commercio ed alle fab-

la Turchia asiatica nell'Anatolia. Le sue briche. La sobrietà e l'economia sempre


principali città sono: Melitene capitale, contribuirono a dar loro quell'agiatezza,
Adana, HJaraga o IMaracli. \J Ariìtenia nella quale ordinariamente vivono; poi-
russa {Jualmente si compone del paese ché emigrando, seco portarono ovunque
compreso, oltre la città d'Erivan, nella la buona fede e la lealtà, in un alla gra-

Giorgia citeriore o orientale con Acal- vità nazionale, moderala da soavi modi.
zicheo Albania o Ahania d'Asia, la qua- Nelle principali città commerciarti di-
le pretendesi occu[)i la parte settentrio- morano comunemente in gran famiglie
nale del Daghestan, con JT///.? per capi- ed in pei fetta intelligenza, sotto la dire-

tale, di cui parlai anche a IVIingrelia e zione del più vecchio,secondo l'antico regi-
Imerezia, detta ancora Iberia oGurgistan, me patriarcale. L'Armeniaspesso essendo
ove sonovi armeni. In sostanza, la Tur- slata segno alle guerre, invasioni e perse-
chia possiede la piccola Aimenia e la par- cuzioni, il popolosi trovò frequentemente
te occidentale della grande, la Persia la obbligalo ad abbandonar la patria e cer-
parte intermedia situata al nord dell'A- carsi altrove un asilo. Oltre questo biso-
rasse, lallussia ha la paite nord-est com- gno indusse gli armeni ad espatriare l'a-
presa nel governo della Giorgia, situata more del commercio, il quale li traspor-
fra il Kur, l'Arasse e la catena de'monli tò in tanti luoghi e fra loro tanto remo-
formanti il confine colla Persia: qualche ti, che ad eccezione degli ebrei, altro po-
principe kurdo possiede alcun tratto del- polo non si trova che sia tanto diffuso,
l'Armenia, ma è sotto il supiemo domi- principalmente Europa, Asia ed Egit-
in
nio ottomano. Le antiche divisioni del- to. Gli armeni ebbero più di cento scrit-
l'Armenia maggiore e minore esistono tori, tra sacri e profani, di purissima e-

nella storia, e furono alterate per le in- leganza nel loro idioma e sommamente
vasioni straniere,massime dopo che gli apprezzabili. Tra essi fiorirono parecchi
armeni in gran numero ne' secoli XI e uomini illustri per valore e santità di
XII veiuiero obbligali ad abbandonar la vita, come nelle dignità ecclesiastiche e
patria. nelle scienze. Le più comuni congeltiu'e
L'Armenia ofire nella sua temperatu- fanno derivare il nome di Armenia da
ra contrasti sorprendenti , che derivano Aram, uno de'più antichi re d'Armenia;
dalla sua conformazione. E cjuesto un altri cercano l'etimologia dal monte A-
paese sì ameno e sì fertile che molli scrit- rarat, nella cui pianura voglionsi ricono-
tori vi hanno posto \\ paradiso terrestre scere i luoghi ove Noè pel primo pian-
e il soggiorno dei primi uomini. L'arca tò la vigna edove fu tumulata sua mo-
di Noè dopo il diluvio universale si ri- glie. Laonde non solo si riconosce nell'Ar-

posò sul monte A rara t, posto in vasta menia il primo asilo degli uomini scam-
campagna presso Naxivano Nakgivan, pali dal diluvio sterminatore, ma avere
a 12 leghe da Erivan, dalla parte orien- nel proprio idioma gli elementi dell' u-
tale, la cui inaccessibile sommità è sem- nica favella parlata dal genere umano,
pre coperta di nevi. Le produzioni del innanzi che accadesse la corruzione dei
suolo di Armenia variano quanto il suo linguaggi, di che ragionai a Lingua. Que-
PAX ^ PA T 3o5
sta anlicliisslma nazione nel gloriarsi di felice alleanza con Mitridate VII Eupa-
parlare la lingua anlidiluviann, acUluce tore re di Ponto, non avessero attraver-
per prova die l'Armenia si trovava ri- sato il corso de' suoi disegni. Per soste-
popolala e pailava l'unico linguaggio u- nere Mitridate rifugiatosi in Armenia, e-
salo fino a quei giorni, quando successe gli rovinò quasi sé slesso ed il suo stato,

la confusione delle lingue in lìabele. Sos- e battuto prima da


da Lucul-
Siila, poi
tiene quindi che in quelle parli non si lo, fu da Pompeo
IMagno finalmente
il

confuse il parlare, e che quanlunque dal reso amicodi Pioma, che consenti regnas-
tralascialo lavoro della torre alcuni ri- se qual suo confederato. Dejotaro telrar-
tornassero su dove sorge il Tigri e l' Eu- ca di Galazia si rese illusile per la sua
frate, pure è molto piìi probabile che i familiarità con Lucullo, Cicerone, Ca-
ritornali si adottassero al parlare ivi usa- tone e Bruto. Tigrane II quindi in più
to, di quello che il popolo seguisse il dia- incontri eslese le frontiere de' suoi siali,
Icllo d'un solo o do'pochi che vi fecero particolarmente verso la INIesopolamia, la
ritorno. La primo fon-
storia registra per Cilicia, la Paflagonia, la Colchide e la
datore della illustre nazione armena Ilai- Persia.
co, e perciò si chiama ai-rnhe Haìcaiia. Morto Tigrane II nell'anno 87 avanti
Governata dai discendenti di quel primo Gesù Cristo, sali sul Irono il figlio Ar-
slipile per quasi 1778 anni, colla morte davasde I, che disgustalo coi romani nel
di Valle, ultimo della stirpe di Ilaico, fu 34 fii decapitato in Alessandria, d'ordi-
ridotta in provincia dai Seleucidi e siro- ne diM. Antonio per compiacele Cleopa-
macedoni, continuando ad essere signo- tra. Lo zio Arsamo e Artassia III gli suc-
reggiala da essi per circa 180 anni. Do- cesse e regnò tributario del popolo roma-
po quell'epoca, A rsace I parto, primo fon- no sino all'anno 50, il perchè Augusto
datore del potente impero degli Arsaci- considerando l'Armenia per una provin-
di, ?.55 anni avanti la nascita di Gesù cia romana, fece battere medaglie d'ar-
Cristo, profittando della debolezza dei Se- gento e di rame, con l'epigrafi: Armenia
leucidi, scosse il determinò
loro giogo e recepla, Armenia capta. Quindi gli suc-
gli armeni a seguirlo, nell'atto che spe- cesse il figlio Abagaro re di Edasa, che
diva s!io fratello a governar l'Armenia. fu convertito alla fede di Gesù Cristo, in
Più l'impero de'parti si fortifica va, quel- quel modo che parlerò nelle notizie eccle-
lo de'Seleucidi più s'indeboliva, crescen- siastiche de'palriarcati. Ad Abagaro suc-
do a un tempo
regno degli armeni, fin-
il cesse il figlio Ananeo, ed a quesli il fe-
ché sottoValarsace o Tigrane 1, fiorilo 28 i roce Sanatruce suo nipote, che fece uc-
anni avanti la nostra era, divenne sotto cidere tulli i maschi di Abagaro e trasfe-
ogni aspello floridissimo. ISel f)'j gli suc- rì la sede del regno a IVisil/i: ne"3o an-
cesse prima il figlio A rsace li, poi Tigra- ni del suo regno abbandonossi ad ogni
ne il figlio di questo, il quale sebbene perversità, suggellata col sangue fitto da
siastalo propriamente il primo della stir- lui spargere de' ss. Giuda detto Taddeo
pe degli Arsacidi, che con lai nome do- e Uartolomeo apostoli dell'Armenia la :

minasse nell'Armenia, nella serie gene- morte del primo si riferisce all'anno 4^
rale de're armeni è però il secondo, es- o 5o circa, quella del secondo all'anno
sendone slato un altro della stirpe di Ilai- 5o o meglio 53 di nostra era, altri di-
co. Tigrane II emulò la gloria de' suoi cono nel Gy con poca probabilità. Dopo
predecessori, pe'suoi talenti, potenza e la morte di Sanatruce, l'Armenia fu da
\itlorie. Si era proposto concjuislar tutta Traiano imperatore ridotta in provincia
l'Asia minore, la Mesopotaraia e l'inipe- romana, indi soggiacque ad intestine di-
ro de'parti, se la rivalità de'romanie l'in- scordie, eia di lui discendenza maschia
VCL. LI. 20
3(.r. I' A T pA r
venne lincidala do Ervan(1(\ della regia tra'romani ed i persiani; solo fu lasciata
stiipedegli Arsacidi, quando fu eletto re. lui'oiubra d'indipendenza, a mezzo d'un
ila sì fiera strage re^tò esente il fanciullo preftlto di provincia nazionale coll'alter-
Artasse salvato dall'aio Sempato, il quale nativa d'un persiano, chiamalo marza-
lo affidò a Dario redi Persia. Col di lui hall, i quali aggravarono il paese di ga-
aiuto, divenuto maggiore di età, rientrò belle e tirannie. Nondimeno i vinti non
ne' propri diritti e procurò consigliarsi obbedivano che alla forza, scuotendo il

l'amicizia dell'imperatore Domiziano, pa- giogo peisiano tutte le volte che ne fos-
gandogli tributo. Gli successe il figlio Ar- se loro oiì'erlo il destro. I redi Persia o-
da vaste, ed a questo 4 al''"' '"e della me- pinarono, essere cagione principale di tali

desima discendenza, l'ultimo de' quali rivolte ia diderenza del cullo, quindi su-

Cosroe I il Grande re d'Aimenia, fu in- scitarono nell'Armenia una terribile per-


sidiosamente assassinato e tutta la sua secuzione, collo scopo di ristabilire il cul-
stirpe maschia barbaramente estinta, a to di Zoroastro.
riserva dell' infìinle Tiridate II salvalo Il «sangue de' martiri corse a rivi, ma
presso romani, per cui 1' Armenia fu
i quanto j)ÌLi venivano oppressi gli armeni,
per 27 anni in preda all'anarchia. L'im- tanto più resistevano, né uscirono dalla
peratore IMassimino colla forya delle ar- lotta, che coli' essere attaccati maggior-
mi mos.se contro i popoli d'oriente, e tron- mente alle credenze de'Ioro padri. L'op-
cò affatto l'amicizia e imione che passa- pressione politica della Persia recò quin-
va tra gli armeni ed i romani. Intanto di agli armeni il benefico effetto di for-
Tiridate li crescendo sotto i romani, col tificarsi nella fede, ed in questa fon-
suo genio sublime e magnanime imprese dare il più forte sostegno della libertà
in guerra, si procacciò l'amore dell' im- nazionale. Piidotti sotto la guida di Var-
peratore Diocleziano, che lo soccorse al- iano presentarono ballaglia ai persiani

la ricupera del trono. Gli successe, pri- sulle frontiere della Giorgia, dove ripor-
ma il figlio Cosroe li, poi Dirano II che tarono segnalata vittoria contro l'aposta-
apostatò dalla fede cristiana, ad esempio ta Vasag. Accorseli re di Persia a farne
di Giuliano, la cui immagine pose nella vendetta nelle pianure d'Artaz nel 4^'-
chiesa principale acciò fosse venerata, Variano vi colse la palma del martirio,
Tantoscandalo mosse il vescovo patriar- e gli avanzi della sua numerosa armata
ca Ussig a rovesciarla e calpestarla, onde rifugiatisi in una fortezza, poscia furo-

s'ebbe il martirio. Arsace IV eccitò la col- no massacrati. L'apostata Vasag, glorifi-


lera dell'imperatore Valentiniano I, che cato sul principio dal re di Persia, fu iu
l'illustre patriarca Nersete I placò; ma seguito condannato in carcere, ove finì

nel 37.5 Valente, inopinatamente succe- sciaguiatamente la sua vita. Duiò per
duto a Valentiniano I, fu ostile agli ar- r Armenia quel servaggio fino alI'Sog,
meni ; se non che occupato nel 879 il in cuiebbe incorainciauiento il regno dei
trono imperiale da Teodosio I, come ad Bagralidi principi armeni, che secondati
essi favorevole, divise il governo dell'Ar- dagli aiuti dell'imperatore d'oriente (sul
menia tra Arsace IV e Valarsace II, o qual trono era asceso nelI'SiS l'impera-
forse coir intendimento d'indebolirla, la tore Leone V 1' Armeno, con residenzii
falli dopo la morte di Valarsace II, la in Ani o Anus, ove tennero 4 concilii si

pochezza di Arsace IV e per l'estinzione nazionali, illustre sede patriarcale), regna-


della stirpe degli Arsacidi, lasciò al re di rono fino al 1079, e dopo un inlervallo
Persia il modo d'impadronirsi di molte di qualche anno d'anarchia cominciaro-
Provincie armene, e fu costretto di con- no a dominare i Piubeniti, altri principi
venire con Teodosio 1 a dividere il regno armeni, incominciando nel io85 il regno
PAT PAT 3o7
(li Cilicìa, al quale articolo riportai le volevano impedirgli di maiilencre nel
principali loro gesta e la serie dei re. JVel piincipafo d'Antiochia suo nipote Pvupe-
principio del secolo XI i maomettani nio- no : il re accolse solermemenle il cardi-
stratisì sulle lionlieie dell" Armenia, osa- naie in Antiochia alla piesenza di gran
rono passare V Aras^^e. Il terrore cagio- comitiva di nobili, del cattolico e suoi
nato dall'irruzione di cpie' barbari, ispi- sulhaganei, e gli rese tutti gli onori. 11 le-
raronoal re di Vasburagan l'idea dice- gato congiunse la chiesa armena colla ro-
dere i suoi stali a Basilio inìperatoredei maria, die finalmente il pallio al cattoli-
greci,a condizione che in caml)io fosse a co, il quale si ol)bIig?) ogni cinque anni
lui ceduta la città di Sebaste. Tale con- mandar deputati a Roma, ed assistere
cessione fu fatale agli armeni, dacché li in persona o per procuratore ai concilii
mise al contatto di ambiziosi vicini in- che avessero a tenersi olire mare. Dipoi
tenti a dilatar il proprio dominio. Così il re ricorse al Papa contro il cardinal
a poco a poco staccandosi dal regno dei Pietro, come partigiano de'suoi nemici e
Cagratidi una porzione del territorio, al- per aver fulminato la scomunica, sup-
tro non rimase loro che una piccola par- plicandolo a deputar altri giudici per la

te ne'gioghi del monte Tauro. ^ erso il causa di suo nipute principe d'Antiochia,
I 1 oo, all'epoca in cui le crociate passa- e fu esaudito. Noi t. ?,, p. 3 ")o, si appren-
vano dall'Europa in Palestina pel con- de dal medesimo Iluiter che Innocenzo
«luisto de'Iuoghi santi ,
i principi della IH nel 1211 difese templari contro la i

casa de'Piubeniti si unirono ai Ialini pre- prepotenza del re d'Armenia, il quale fu


stando loro grandi soccorsi. scomunicato dal patriarca diGerusalem-
Riporta Hurter, Storia cV Innocenzo me legato apostolico, sentenza che rico-
///, t. I
, p. 3rf), che il re Leone II il nobbe l'episcopato nazionale d' ordine
Grande d'ordine dell'imperatore Enrico pontificio. Finalmente a i47 dice co-
p.
VF fu coronato da Corrado arcivescovo me il re Leone li, anziché vivere in buo-
di INIagonza, indi consagrato dal patriar- na armonia colla s. Sede, come per de-
ca Gregorio nel 198, onde il principe
i bilo di gratitudine avrebbe dovuto, pe-
coi sudditi si dichiararono vassalli del- rocche da lei liconosceva la sua esalta-
l'impero, ed in pari temposi unirono nel- ruppe ad un tratto la tro-
zioiie al trono,

ia comunione colla chiesa cattolica e il gua per mediazione del legato conchiusa
Papa Innocenzolll, il quale ancora, co- fra sé e la città d'Antiochia, e commise a
me narrai nella sua biografia, gli conces- Piupino suo nipote di saccheggiarla cin-
se la dignità reale e nominò re del regno ceiidiarla,come eseguì. Né tanto bastan-
d'Armenia nel 199. Il Rinaldi, citando
i dogli, in disprezzo della Chiesa riconob-
Otlone di Frisinga, dice che gli armeni be il patriarca intruso. All'udire i quali
già eransi sottomessi a Eugenio III nel eccessi Innocenzo III Io invitò a pentirsi

I 4'' Indi a p. 4 '^8 Hurter racconta, co-


1 • oad essere scomunicato col nipote e cora-
me Innocenzo IH mandò nel 1201 il plici, facendo eseguire le censure pro-
pallio all'arcivescovo di Sis,ed al re il nunziate dal legato,
vessillo benedetto, dichiarando che niu- Dopo la morte di Leone V re d'Arme-
no fuori del Papa e del suo legatoavreb- nia edi Cilicia,i grandi del regno elessero
beautorità di pronunziaresentenze e ccn- a successore nel 1 34>- Giovanni diLusi-
sure ecclesiastiche contio di lui e de'suoi guano ledi CiproGiW C erusaleninic, e col
sudditi. A p. 61G riferisce che Innocenzo nome di Costantino IH lo coronarono iu
HI nel 1204 commiseal legato cardinal Sis, come figlio d'Isabella principessa di

Pietro di Capita pacificare il re col con- Aimenia edi Maurizio contedi Tuo fia-

le di Tripoli e altri signori franchi che tello di Eurico II re di Cipro. Isabella era
3o8 PAT PAT
sorella ilei re TorosooTeotloroT IT, il qua- deirEgilto, che nelle altre, quindi lo di-
le avea sposato Mnrgljeiil;i di Lusii^jimno, vise in molti pascialatici, retti da pascià.
figlia di Ugo III re di Cipro. Questo Gio- IN'el principio del secolo presente la Kus-
vanni mentre regnava Leone V eia sla- sin, dopo essersi già impadronita della
to chiamalo in Cilicia, fatto bailo e gran Giorgia, la dichiarò provincia russa , e
principed'Armenia.cui successero quegli penetrata in altre provincie armene, nel
altri Lusignano registrati a Cilicia. de- 1827 occupò l'importante piaz/.a d' E-
gnando Leone VI. fililo coronare da Pa- rivan.
pa Urbano V in Sis, la Cilicia fu assa-
Cenni storici sulle notizie ecclesiastiche
lita dagli eserciti di Esciref Sciaban sul-
dell' Armenia e suoi patriarcali scis'
tano d' Egitto, che vinto il contestabile
tnatici : del patriarcato cattolico del'
Libarid, a gran prezzo i! re comprò la
la Cilicia j dell'arcivescovato di Leo-
pace. In seguilo informato il sultano de-
polij dell' arcivescovato primaziale di
gli ambasciatori inv'atida Leone VI al-
Costantinopoli, e prefetto civile de'cat-
le corti d'Europa a fine di trarne soc-
tolìcij degli armeni di altri luoghi, e
corso, determinò di annichilare il re-
si
de' monaci niechitaristi e antoniani.
gno d'Armenia. La capilale Sis fu presa e
bruciata nel iSyi, ed il re vinto e feri- Abagaro o Abgaro re di Edessa istrui-
to si montagne inaccessibili.
ricovrò in to de' miracoli che Gesù Cristo andava
Tornalo però nel iSyS in Tarso, Uo\b operando nella Giudea, e eh' era perse-
sua moglie Maria, che credutolo morto, guitato dagli ebrei, per mezzo de'suoi le-
era vicina a sposare Ottone di Brunswich gati gl'invio una lettera invitandolo a
destinato a re d'Armenia. Leone VI ri- portarsi da lui, e nel medesimo tempo li-
Tendicò i propri diritti, cercò d'intavola- berarlo dalla malattia ond'era afflitto. I

re negoziazioni col sultano d'Egitto, ma legati si presentarono al Redentore nel


questi invece nel 13^4 ricominciò con giorno in cui egli gloriosamente fece l'in-

furore la guerra; prese tutte le città e gresso in Geiusalemme, al cui tempio in


castella fedeli al re, che arresosi prigio- nome del reoiliironosagrifizi al vero Dio.
niero nel 1875, fu condotto colla fami- Anane primo tra essi , come esercitato
glia al Cairo, dove rimase sino al i382, nella pittura, venne pure incaricato da
morendo senza figli in Parigi nel 3q3 1 Abagaro di fare il ritratto di Gesìi Cri-
a'29 novembre. Finito con lui il regno sto, nel caso che ricusasse d'accettare l'in-

di Armenia Jacopo I Lusignano re di


, vito della lettera, e glielo portasse; ma
Cipro e di Gerusalemme, ne prese il ti- A nane per quanto si studiasse non riu-
tolo, e si fece co'onare solennemente re scì di ritrarre il divin volto. Il Signo-
ci'Armenia. E come successori conti- i re, mosso a compassione de'suoi inutili
nuarono a portare tale titolo, la super- sforzi, impresse prodigiosamente sulla
stite Maria trasmise tre regi titoli alla
i tela la sua elfjgie, ed legatila recarono i

casa di Savoia, che li assunse e porla al al re, insiemecon lettera di risposta scrit-
modo die ho detto ne'vol. XIII, p. iqo, ta da s. Tommaso o da s. Taddeo. Que-
XXX, 69, 72, intitolandosi re di Sar-
p. sta e l'altra del re si leggono in Eusel)io
degna, Cipro, Gernsaletnmee Armenia. Cesariense lib. i , e. i 3, ed in Natale Ales-
Finito il regno armeno di Cilicia, dopo sandro, Hist. cccl., saec. IV, e. 6, a. 5 ;

alcune altre vicende, la Persia passò a però la risposta da alcuni apo-


si tiene
possedere la parte orientale, confinante crifa, per non averne fallo menzione pa- i

colle sue frontiere. Il leslo dell' antico dri del jNiceno I, che preferirono conqui-
regno d' Armenia venne sottomesso al- dere Ario colla testimonianza delle di-

l' inipero oUomano, sia nella conquista vine scritture, e per essere giudicata a-
PAX PAX 3o9
pociifa, cioè non esservi certezza di sua Vascidagliian armeno volle Irasportarla
iiiilenlicilà, da s. Gelasio 1 nel concilio a Cnslantinopoli, lua per la resistenza
rotuario del \()^ ; tultavolta diversi de- degli edcssiani li costrinse a cedergliela
gli antichi scrittori non la rifiutarono, e con un esercito. 11 giorno dell'Assunzio-
sono citali dal Sarnelli, LcK. eccl. t. 4i "^ giunse il pregiato tesoro nella chiesa
Eccone il contenuto: Bealo sia co-
p. 3. di !\I;uia Vergine presso Costantinopoli,
che senza vedermi creile in vie, es-
ini, ed il giorno seguente tutto il clero e il

sendo scritto che quelli che mi i-edraii' popolo processionaltnenle la trasportò ia


no non crederanno in me , e r/uelli che città, dove fu conservata sino al iSa^,
non mi vedranno crederanno e conse- in cui fu trasferita in Roma nella Chiesa
guiranno la vita. Quanto a (j nello che mi di s. SiU'estro in Capile (/^.), come alfer-

scrivi di desiderare che io ti venga a mail P\aiia, Emerologio di Roma t. i,


trovare, sappi che io debbo fare qui tutte p. 4^3, digressione 38, Iconologia del
quelle cose per le quali sono stalo man- volto vcn. del Salvatore mandato al re
dato. e poi chele avrò effettuate debbo ri- Abagaro. Però la pia tradizione e la cri-
tornare a cìii mi ha mandato, ed allora tica assolutamente vuoleche l'immagine
ti manderò un mio di<;cepolo, il quale ti che ivi venerasi sia una copia miraco-
sanerà e comunicherà la vita a te ed ai losamente ritratta dalforigìnale, il quale
tuoi. Abagaro ricevuta dai legati la ri- lealmente trovasi in Genova nella chie-
sposla col prezioso dono, adorò il ritrai- sa di s. Bartolomeo, già de' basiliani ar-

to divino con fede, e lo fece collocare sul- meni (di questi monaci stabilitisi in Ge-
la parte superiore della porta di Edessa, nova e nell'Italia, e della congregazione
limovendo un bassorilievo profano, cun de'monaci armeni di s. Basilio parlai nel
cornice dorata e iscrizione, ordinando voi. IV, p. i8o e i8 ), ivi portata verso
r

che non si lasciasse alcuno entrare in cit- la mela del secolo XIV: analoghe notizie

là, senza aver prima adorata la sacra im- già produssi nei voi. X\l, p. >7,XXV1IF,
niagine. Dopo Scanni, il figlio e succes- p. 273, XXX, p. 2G0, XXXIV, p. 8.

sore di Abagaro, ritornato all'idolatria, Fanno testimonianza del sacro velo o le-
meditava l'empio progetto di togliere la la s. Efrem, s. Gregorio lì, padri del i

sacra imujagiiie e ristabilirvi invece uu Niceno II, la vita di s. Alessio, ed il Ser-


idolo al cullo pubblico, quando Adde ve- pos. Compendio ist. voi. i, p. i ')8, il qua-
scovo della città radunò alcuni de'fedeli, le inoltre scioglie le obbiezioni fatte con-

tedi notte tempo segretamente fece fare tro l'autenticità della riferita lettera. Ma-
una profonda nicchia nel muro sotto il sito rangoni, Ist. di s. Sanctorum, descrive le

medesimo dove stava, ed ivi la ripose ac- immagini acìieropite (non fatte per ma-
cesavi avanti una lampada, indi fece ri- no d'uomo) del ss. Salvatore e la storia
murare r apertura senza segno alcuno, di cpiella di s. Silvestro in Capite credu-
Nel 539 quando Cosroel re di Persiaassah la diAbagaro, portata in Roma sotto In-
Edessa, cittadini costernati ricorsi a Dio
i nocenzo 111 (pai landò pure delle lettere
con pubbliche preghiere, per una rivela- del re e di G. C), dalla quale già se n'e-
zione ch'ebbe il vescovo, disfatta li.' super- ra prodigiosamente impressa altra che
flciedelmuro, trovarono con la l.impada dice venerarsi in Genova, ricordando an-
ancora ardente, la sacra immagine, eia che il trattato di Giacchetti : Iconologia
sua figura anche impressa sul mattoneche Salvatoris, sive de imagine^ Salvatoris
la coprivi., restando la città liberata dai ad regcm Àbagaruni missa. llSemeria,
persiani. Mentre l'immagine si conserva- «arra che Gio. Paleologo la dunòal doge
va in Edessa colla massima venerazione, ili Genova Leonardo Monlaldo, citando

uei 944 l'imperatore dc'greci Romano Gielsero: Sintagma de imagmibus non


3 I o P A T PAT
ìnanufdcliihisl. Bjzmil., ed il C;ilc;iyiil- re Sanatruce fallo marliri/zare , scorti-

ni, Dell' iiiimagiiìe Edcssena. Uipoi la il care, crocifiggere e flagellare in Urpiana


Piazza, lù/H'iologio, t. i, p. 534. *^''^-' '' ' ^ nella provincia d'Artasia, o come vuole
iigosto la chiesa orientale celebra la nie- il Ijutler in Albanopoli o Albania o Al-
ujoria della traslazione della s. immagine vania, provincia al nord-est dell'Arme-
a Costantinopoli, e fa un elenco degli au- nia. Per un abbaglio nel voi. 1, p. 181»
tori che scrissero della medesima. erroneamente ciò si riportò a Albania
Dopo l'ascensione al cielo del Signo- di Epiro nella lìlacedonia ,\aon(\e anco-

re, l'ajìostolo s. Tommaso inviò in Edes- ra r Albanopoli e Cabalaca o Cabalu-


saTaddeo, imo de'72 discepoli, che giun- ca ivi nominate debbonsi intendere cit-
to alla presenza di Abagaro, dicesi che tà d'Albania o Alvania d' Asia, benché

agli occhi di questi divenisse il suo vol- l'Albania di Epiro el)be a capitale altra
to splendente, onde il re prostrandosi a Albanopoli. A s. Bartolomeo si attri-
lui con meiaviglia de'circostanti gli disse: buisce la fondazione della sede vescovile
Se sei per a\'\.'cnlnra il discepolo che il d'.Anzeva. Intanto i germi della fede svi-

glorioso Gesìi Cristo a me promise d'in- lupparono a stento, l'idolatria riaccpaislò


K'iare non puoi guarirmi dal male? Tad- veneratori; pei tumulti de'sacerdoti de-
deo rispose: Se III credi in Gesìi Cristo gl'idoli, fiere persecuzioni diminuivano
figlio di Dio la tua domanda sarà esau- il numero de'convei liti, di cui lamaggior
dita. Allora il re soggimise lo credo in : parte suggellavano la fede con un glo-
luì e nel padre di liti, ed anzi s-oleva
, rioso martirio. Tra le famiglie che con-
andar colle mie armate a sterminare la servavano il cristianesimo predicalo dai
nazione giudaica, cJif lo ha crocefisso, ss. Taddeo e Bartolomeo, disperse e qua-
se non fo-^si slato ratleniito dai romani. si perdute nella totalità della nazione ri-

Quindi Taddeo lo convertì alla fede cri- caduta nell'idolatria, una fu quella in cui
stiana insieme con tutta la città, e im- venne educato s. Gregorio V Illunima-
postegli lemani lo guarì insieme al prin- <o/r, nato verso il i^^c dal principe Anag
cipeAdde ed a quanti infeimi gli furo- o Anaco gentile, quando la sua nulrice
no pr(;sentaii. Tennero chiusi templi i cristiana l'involò alla strage di sua fami-
degl'idoli, le statue furono coperte di can- glia, per aver il padre ucciso Cosroe I re
na, e sebbene uiuno fosse stato forzalo a d'Armenia, onde in Cesarea di Cappado-

convertirsi, pure grande fu il numero di cia fu allevato nel cristianesimo. Quindi


quelli che [Mofessarono il vangelo. Inol- concepì sublime disegno di espiare il
il

ile la tradizione naira che Abagaro pre- delitto del genitore con insegnare a Ti-
go l'impeiatore Tiberio a ordinare l'u- ridate H, figlio delTucciso e suo succes-
ni versai culto di Gesù Cristo e n'ebbe in sore, la religione di Cristo, e perciò andò
rispostanon volervi aderire il senato, ma incognito a mettersi al suo servigio. La
potere ognuno individualmente ricono- provvidenza ricompensò la generosità di
scere Gesù per Dio, e quanto alla diluì s. Gregorio, poiché indotto dalle strepi-
crocifissione (atta dagli ebrei, voler dar- tose circostanze d'un miracolo, si conver-
ne esemplar castigo, come avesse ridot- tìprima lo stesso re, e dietro il di lui e-
te le Spagne. S.Taddeo detto Giuda i\po- sempio tutto il popolo. Allora Tiridate
stolo,che gli armeni riconoscono pure II lo bramò vescovo del suo popolo, lo
per promulgatore della fede, per ordine fece consagrare in Cesarea da s, Leonzio
di Sanalruce fu martirizzato nella pro- (da questa consagrazioue e da quella di
vincia di Artasia. Due anni dopo entrò Nersete I derivò il diritto nell'arcivesco-
nell'Armenia l'apostolo s. Bartolomeo vo di Cesarea di consagrare il primato
per predicarvi la fede, ed auch'egli fu dal deirArmeuia,poiabolitodal redi Persia),
PAT PAT 3ii
e litornalo alla sua greggia battezzò il re la disseriazione: A disinganno degli ar-
e la regina, utiitaincnte a tutta la corte ìiieni scismatici si prova la primazia del
ed a migliaia di persone; ordinò sacer- romano Pontefice coi documenti della sto-
doti, edificò cliiese e monasteri , e rese ria armena. Su di che esul riconoscimen-
venerabile il segno della croce sino agli te della chiesa romana può vedersi quel
estremi confini dell'Armenia. Narra Eu- libro che citai nel voi. XLIV, p. 58:
sebio, Ilist. che Massimino
lib. (), e. 8, Col testo armeno e l'aggiunta di altre 5
Daia cesare dell'orienle, avendo odio im- testimonianze fu riprodotto negli Annali
placabile al nomecristiano, si sdegnò for- delle scienze religiose voi. 5, p. 3. Dopo
temente in vederlo tanto largamente e- aver s. Gregorio consagrato vescovi, isti-

steso nell'Armenia; mosse contio questo tuito sedi vescovili, fra le quali vuoisi
paese, ma fu respinto e costrello a riti- Ezmiazin, ove stabifi la sede patriarcale,
larsi in gran confusione, per cui questa e dopo avere assistito nel 32 5 al conci-
è la prima gueria contro la religione che lio Piceno I, secondo Seldeno, ma il Ga-
ci ricordi la storia. Avendo s. Gregorio lano dice il suo coadiutore, figlio e suc-
consolidato tra gli aimeni la religione, cessore s. Aristace, si ritirò nella cellet-
volle dare un esempio di subordinazio- ta d'una santa vergine romana chiama-
ne, non solo al suo gregge, ma bensì a la Mani, ed ivi morì. Delle sue reliquie
accompagna-
tutte le chiese orientali, ed parlai a Ezmiazin; il di lui capo con al-

to dal re si avviò per Roma, onde umi- cun' altre reliquie, negli ultimi tempi fu
liarsi al Papa s. Silvestro I e prestare , trasportato da una colonia di vergini ar-
ubbidienza alla suprema sede, assogget- mene rifugiate in Napoli, ove ancora esi-
tandosi alla medesima. Il Papa accolse ste. La liturgia armena si attribuisce a
ambedue con paterna tenerezza, appro- s. Gregorio: ne tratto compendiosamen-
vò l'operalo dal sauto, lo confermò nel- te e nelle cose più principali ai relativi
la dignità di Cattolico o sia di patriarca articoli, e nel voi. XXXI X, p. 5o. Nel
imiversale di sua nazione, e gli die op- 1826 la tipografia armena di s. Lazzaio
portune istruzioni per l' incremento e la in Venezia pubblicò Liturgia armena, :

conservazione della fede. Della venuta del p. Gabriele Avedichian mechitari-


di s. Gregoiio in Roma, ricevuto da s. sta. Ne scrisse la vita il gesuita p. Anto-

Silvestro 1, abbiamo la testimonianza di nio Maria Bonucci. In Vienna nel 184^


j.arecchi storici, de'contemporanci Aga- i mechifaristi pubblicarono colle stampe:
tangelo e Zcnobio, anzi gli stessi arme- A
Conversione deW rmcnia per mezzo dis.
ni scismatici tuttora nelle loro chiese can- Gregorio Illuminatore, compilata secon-
lanoun antico inno, in cui facendosi com- do documenti storici nazionali. Ne fanno
memorazione del patriarca prò tempore elogio gli Annali delle scienze rei. 2.^ se-
considerato come successore e figlio di rie, voi. I, p. 477- La diguilà patriarca-

s. Gvegovìo Illuniiiiatore, apostolo e pri- le restò lungo tempo nella casa di s. Gre-

mo cattolico o patriarca degli armeni, si gorio, imperocché il celibato non era


prega Dio per sua conservazione nei
la prescritto ai saceidoli armeni, abilitali a
seguenti termini: Conserva a Sigrwre contrarre matrimonio prima di essere
il figlio del tuo servo s. Gregorio, ilqua- promossi al sacro ordine. Qui noterò,
le venne esaltato dalla sede di Roma, che in diverse epoche si celebrarono nel-
dove sta posta la pietra fondamentale l'Armenia concilii nazionali o provinciali
della s. Chiesa. IS'el 1 838 il p. Edoardo e molli diocesani.
Hurmuz, ora arcivescovo di Sirace, pro- Immediato successore di s. Gregorio
vò la venula di s. Gregorio in Roma, lu il figlio s Aristace, avuto da un ma-
ucli'accadearia di religione callolica,col- trimonio coutralto innanzi la sua or-
2

3 1 PA T PAX
questo illustre prelato fu a
tlinazione : morte di Arsace IV o Ardashir,si estin«e
mi tempo uno de' luminari della chie- del tutto la schiatta degli Arsacidi, onde
sa armena Quindi succedette
e martire. caduta l'Armenia sotto il giogo de' per-
il fiatello Vertane, che nel morire lasciò siani, verso il 44'2 suscitarono la perse-
Ja sede al suo figlio Ussig, il quale per cuzione religiosa indicata di sopra, con-
rifiutare di adorar la statua di Giuliano tro la quale riuscirono inutili gli sforzi del
Apostata , colse la palma del martirio. popolo e le proleste de' vescovi. IN'on per-
Morti suoi due figliuoli Papo e A tana-
i tanto ad altri maggiori disastri era riser-
chine, Nersete 1 figlio del secondo essen- bata l'Armenia, il cui nemico più peri-
do troppo giovane per venir consagrato, coloso eia il falso spirilo razionale dei
la dignità patriarcale uscì dalla casa di greci,che opprimendola scorjponeva la
s.Gregorio e fu conferita a certo Far- sua fede, sin allora purissima, ed eccone
nerse, che 1' ebbe soltanto per tre anni. l'origine. 11 concilio di Nicea I avendo
Questi uscito di vita, Neisete I andò in condannato l'arianesimo, illuminò la cri-
Cesarea di Cappadocia, quindi fa eletto stianità sul grave domma dtUe due na-
patriarca, e l'arcivescovo s. Leonzio lo ture in Gesù Cristo. Nestorio rinnovan-
consagrò; dignità che meritò per le utili do l'errore di Ario nel sostener 1' unità
riforme che fece nella chiesa e nella so- della persona e della natura, fu seguito
cietà, per cui si procacciò il titolo di gran- da Eutiche: tale eresia dai loro seguaci
de. Convocò sinodi nazionali, eresse chie- nesloriaiii e eutìchianl propagossi rapi-
se, monasteri e collegi, ed ottenne l'af- damentenell'orienle, denominandosi an-
fetto e la stima di tutta la nazione. Do- che Monofisiti e Giacobili (f'^-)- Tulta-
po Sahag, che geloso della
di lui fiori volla non tutti coloro che ammettevano
propria autorità non volle recarsi a Ce- l'unità di natura di Gesù Cristo erano e-
sarea per riceverne laconsagrazione, im- gualmcnte imperocché molli in-
eretici,
perocché patriarchi armeni non avea-
i tendevano natura quello di
pel vocabolo
iio più alcun obbligo di essere consagrati ipostasi o sostanza, ed é certo che la so-
dall'aicivescovo di Cesarea, dopo che s. stanza del figliuolo di Dioé radicalmente
Gregorio illuminatore ebbe ogni facol- ed essenzialmente Ji«rt. Siffatta distinzio-
tà per sé e pei successori da s. Silvestro ne conviene particolarmente ali Arme-
I : nondimeno finché visse s. Leonzio si nia, e può talora servire ad assolvere da
fecero consagrare da lui per divozione. ingiuste accuse di eresia alcuni teologi
Intanto la nazione avanzava a gran pas- collocati fra i inoiiofìsiti e giacohiti. Nel
si nella via dell'incivilimento; s. IMesrop 45 Papa1 s. Leone 1 fece celebrare il con-
fissò la lingua dandole un alfabeto e un cilio generale di Crt/c«/o/2W, il quale con-
sistema grafico, invenzione che sembrò dannò gli errori di Eoliche, i cui par-
tanto bella e meravigliosa a'suoi conna- tigiani uniti a quelli di Dioscoro, diosco-
zionali, da essere riguardata come un ef- rani, si erano fitalmen te sparsi per l'A-
fetto più di lume celeste che umano. Bea sia. Lo nazione armena, mal
spirito della
tosto i libri sacri furono tradotti in lin- disposto pei greci , intervenuti più volte
gua armena, e tale opera fu sì saggia- armata mano negli allori del loro paese,
niente eseguila, clie divenne il tipo e la accolse avidamente missionari di quegli i

pietra angolare dell'edifizio letterario in- eretici, che tanto sinistramente aveano
nalzato ne'lempi posteriori. Poco occu- esposte le decisioni del detto concilio e-
parono il seggio patriarcale Zaven e A- cumeuico; quindi nel concilio di Tuin
sbouraghes, facendo luogo a Isacco so- gli armeni si separarono dalla chiesa gre-

prannominalo il Grande a cagione della ca allora ortodossa e perciò unita alla


sua santità e lumi : linahneote, per la romana. Non polendo più i patriarchi
PAT PAX 3i3
armeni diruoiare pacificamente in Ez- tiiarca Esdra o Ezr alla convocazione
niiiizin o Ecimiazin, Un allora sede di es- uc'vescovi ; diversi prelati greci ed arme-
si, la trasportarono in l^iin o Tevin o ni assisterono a tale unione, indi rivedu-
Tlievin capitale allora del regno. Così te le questioni del sinodo precedente, ri-

la nazione armena cominciò ad entrare trallossi la nuova forma di Irisagio, con-


nelle vie dello scisma, che propagatosi venendo inoltre di seguire il rito latino,
in seguito maggiormente ancora sussiste, quanto alla mescolanza dell'acqua col
E sebbene gli armeni scismatici sentano vino nel calice, e decidendo infine di non
al paro della Cliiesa callolica contro la più celebrare, insieme a quella di Nata-
persona d'Eutiche, pure per una contra- le, la festa dell'Epifania. Non essendo pe-
dizionedep!orabile,cond;Minanoaun lem- rò sincere quelle concessioni a ristabilire
pos. Leone I e il concilio di Calcedonia, l'unione tra le due chiese, dieci anni (lo-
dai quali Euliche fu anatematizzato. pò il patriarca Nersete III dichiarò coi
La dilfeienza tra gli armeni cattolici suoi vescovi essere fermo alle decisioni
egli armeni scismatici consiste, che i pri- de'lre primi concili! ecumenici, senza ri-

mi riconoscono due nature, due opera- conoscere quelle emanate dal concilio di
zioni e due volontà in Cristo, e che gli Calcedonia, e ciò principalmente [)ei mo-
ullimi non ne riconoscono in lui che una: di imperiosi de' greci, che irritavano gli

i primi si dichiararono pel concilio di armeni. Il concilio di INIanazgheite del


Calcedonia, gli altri lo rigettarono. Dif- G j'u condannò (juanto in quello d Er-
feiiscono gli scismatici dai cattolici anche zernm era slato approvalo: sulla nalu-
in altri punii, come nel non ammettere ra di Cristo, si dichiarò una senza me-
la processione dello Spirito Santo dal Fi- scolatiza, distinzione che facendo mostra
glinolo, né la primazia del romano Pon- di evitarlo, ricadeva nell'errore d'Enti-
lefice; nel non prores>are chiaramente il che. La liturgia primitiva fu conservata;
purgatorio, né la immediata retribuzio- si tenne fermo d'usare il vino puro Sen-
ne dopo la morte; nel rito di ollrire nel- za mescolanza di acqua; il rigore de'ili-
la messa il puro vino senza ac(|ua, e nel giuni e astinenze, che sempre segnalò la
cantare il /mtzg/'o rt/?^('//co coll'aggiunta disciplina armena, fu egualmente man-
proibita, lìestano quindi disobbcdiciiti tenuto. Ijciichè gli armeni fossero dis-
alle prescrizioni d'Innocenzo HI edi Eu- giunti dalla chiesa greca e dal resto dei-
genio IV. r^atale fu lo sci>ma alla prò- la cristianità, la massa de'fedeli seguiva
sperila dell'Armenia: separata dai siri, i suoi pastori, senza entrare nelle disqui-
odiati da essa perchè volevano assogget- sizioni teologiche, per le quali la nazio-
lare la sede patriarcale dell'Armenia al- ne veniva dalle altre divisa, mentre la

la chiesa di Siria; divisa dalla comnnio» maggior parte del clero stesso, amando
ne de'gieci e da tutta la chiesa occidcn- l'unione e la pace, gemeva in segreto sul-
tale a motivo della nuova sua condizio- le scissure. 1 piìi esaltali trascinavano gli

ne politica, si trovò quindi confinata nel- altri, poi atterrili dalle conseguenze rin-
la propria individualità. Peiduli gli al- sanivano, per cui v'ebbero nella chiesa
leali che poteano difenderla contro laPer- armena per oltre un secolo degli ondeg-
sia,a questa invece fu costretta ricorre- gianienli continui. Nel voi. XVlll,p. 287,
re per combattere i greci. 11 patriarca parlai della festa della Croce presso gli
Mosè convocò un concilio in Tuin nel armeni, per 1' invenzione miracolosa di
552, e stabilì Vera degli armeni, che ri- lui pezzo della vera, già portala in Arme-
porlai nel voi. X\ll,p. i 5. L'im|)erato- nia d.illoma da s. llipsima (dellaquale
re Eraclio ritornando nel 622 vincitore parlai pure nel voi. XXX, p. 2G0). 11 [)a-

di Cosroe 11 re di Pernia, impegnò il pa- Iriarca Giovanni lY ebbe il mento di reci-


3i4 l'AT PAT
tlere i monofisili e di assicurare l'ultima l'Armenia, già residenza del palriarca
8crie tle'patriarclii oiloclo,ssi,succLcIiili a cattolico che la trasportò" in Sebaste ca-
s. Giegoiio; imperocché tla questi a Giu- pitale della Cappadocia; caduta questa
vaniii IV scorsero ^i6 anni, e circa 35 in mano de'turchi, passò in altri luoghi
patriarchi occuparono successi vameiile la ed a Sis, e tuttora viene quella sede in-
sede: 22 primi, sino a Nersele 11, eb-
i vasa da altro patriarca scismatico. Diccsi
bero una fede senza macchia, il che non però quello di Vagarsciabat patriarca di
puòdiisi de'6 patriarchi succeduti a Ner- Ezmiazin dal monastero vicino a Vagar-
icte 111, i quali più o meno partecipa- eciabat, ed è il primo de'4 maggiori j)a-
rono alle opposizioni e agli scismi. Gli triarchi scismatici, preminenza che si-
altri anteriori a Giovanni IV furmaiio no al i554 si era sempre data a quello
1 ultima certa serie de' patriarchi orlo- di Sis, per cui anch'egli inlitolavasi cat-
dossi. Dipoi fu difllcile il riconoscere la tolico.
purità della fede: alcuni trasportati da Le invasioni e le guerre crudeli degli
zelo nazionale, si scalenaiono contro il arabi misero per poco un termine nel-
concilio di Calcedonia e lo riguaidaiono r Armenia alle discussioni religiose : il

come un atto arbitrario della chiesa gre- continuo spavento della nazione, non da-
ca, altri rimasero in assoluto silenzio, pa- va modo ai vescovi ed ai principi di rac-
recchi infine difendendo la dualità della cogliersi per trattare le questioni teolo-
natura, non ebbero tutta la chiarezza nel giche; oltre di che il vincitore volendo
manifestar la loro fede. Le relazioni de- imporre ai vinti la religione maometta-
armeni cattolici colla s. Sede in que-
gli na con ogni persecuzione, eccitava gli spi-
tempi proseguivano a sussistere, co-
sti rili a difendere la fede piuttosto colle
me rilevasi da un documento del 649 armi del martirio, che con quelle della
circa, pubblicato dal Galletti nel Primi- dialettica. Ma quando nell'85q la prin-
cero p. 36. Da esso rilevasi che in Roma cipesca famiglia de'Bagratidi rese vani i

esisteva un njonastero di monache ar- disegni de'mussulmani, e che il valoroso


mene, detto de'Renati, sotto l'invocazio- Achod rilevò il trono dell' Armenia, la

ne di s. Lucia: il Grimaldi opinò che fosse pace risorta apri di bel nuovo il libero
ov' è tuttora la chiesa di s. Lucia della corso alle controversie religiose. 11 famo-
Tinta, eò. il Galletti nelle vicinanze di s. so Fozio patriarca di Costantinopoli, pri-
Pietro, poiché presso le basiliche degli ma di consumare lo scisma de'greci dal-
apostoli eranvi eretti monasteri e ospizi la chiesa Ialina, avea procurato la riu-

per le nazioni straniere. A bbiamo da I\Ial- nione dell'armena, si collo scrivere al pa-
Jio, Martinelli e Ciampini, che esisteva lriarca Zaccaria I, per dilucidare alcuni
una chiesa diGregorio degli armeni
s. punti del concilio ca!cedonese,che col di-
con ospizio annesso nella via di Bor^o, struggere r antipatia della nazione pei
quasi rimpetto alla penitenzieria; e fino greci. Ad interposizione dell'arcivescovo
al pontificato d'Innocenzo VII si aveva di Nicea, per alcun tempo la concordia
nello stesso Borgo una contrada detta sirannodò, e riunitosi un concilio furo-
Z?e/rt/v7J/«/, parlandone egli in una bolla no accolte le decisioni di Calcedonia, ana-
del i4o6. iNell'8 3 passata sotto il domi-i tematizzandosi quelle di Manazgherte e
nio de'saraceni l'Armenia, gli armeni sci- di Te vino. Poco dopo la sede patriarcale
smalici si costituii ouo un cattolico o pa- fu illustrata da Mascidolz o Masdoz, do-
tiiarca, che innanzi al califfo Narisseni tato di vasto sapere e compilatore del ri-
si dichiarò capo della nazione e indipen- tuale e della raccolta degl'inni che por-
dente dalla chiesa cattolica, e fissò la sua ta il suo nome, A lui fu sostituito Gio-
residenza in Vagarsciabat capitale del- vanni VI detto Vislorico per eccellenza,
PAT l'AT 3i5
a cagione dello splendore e origin;ililà livoho a procurnr (|ticlla colla chiesa ar-
tici suo siile. Ma la pacificazione del niena (da cui paiimcnli i greci vivevano
mentovato concilio di Zaccaria I non (jiiasi sempre disuniti pressoché dai tem-
durò molto il partito nazionale
: il più jii del concilio di Cali:edonia), e la mor*
opposto a'greci la distrusse a mano a ma- te di Nersele Glajese o Clajonse e del pa-
nOjad outadeglislorzi di (juellodeirunio- Iriarca Degha di lui successore (il quiile
«e, e nel comiin-iar del secolo Xll la di- j>er convincere parecchi sacerdoti e nio-
\isione si accrebbe al segno, d'esser d'uo- nnci armeni deviali dai donimi cattolici,

pò a nuovi mezzi di conciliazione. Occu- provò loro 1' andata a Uoma di s. Cre-
pando degnamente la sede patriarcale di gorio Ilhuiiinatore, e la conferma in pa-
Ezmiazin Gregorio 111, questi ricevette tiiarca dell' Armenia di s. Silvestro I),

daPapa Innocenzoll leinsegiiepatriarca- non meno che alcuni atti arbitrari dei
li, indi spedì legati al Ponteilce Eugenio svanire le felici speranze;
gieci, fecero
llldeli i4 Jj perlcdilUrenzeco'greci: sue- perchè dall'avversione contro greci, i

cedutogli il fiatelluNcrsete Clajense,con- cui pur dovevano in parte la loro sacra


tinuò la perfetta unione alla sede aposlo- e morale istituzione, si passò all'odio, e
lica e concepì il generoso disegno di re- la separazione delle due chiese fu sde-
oare l'ultimo colpo allo spirilo di discor- gnosaracniecompila. Ampio documento
dia che dilaniava la Chiesa. Lo succedei- di tali relii^iose negoziazioni fu la tnissio-
te Giegorio IV soprannoniato Degha,ni- ne in Armenia e la disputa del fdosofo
potè del medesimo. Esso riunì un gran Teorinno col patriarca INersele Glajese
concilio aRomela o Tarso, dove s.iVersete nel 1170, che fu stampata nel i 5G8 in
detto Lampronese fece il discorso, con- grecoe latino da Leunclavio, nella quale
siderale uno de'più belli monumenti del- sidibattono principali punti di liiscre-
i

l'armena eloquenza. Le proposizioni fai- panza tra le due chiese. In due codici
te dal patriarca furono: i.° Anatematiz- vaticani si legge una seconda disputa del
zare i partigiani dell'unità della natura, medesimo Teorinno col patriarca, tenu-
cioèEuliche,Dioscoro, Timoteo, Eluro e lanci i 1
72, e quella coi siri giacobiti,

gli altri loro aderenti. 2.° Confessare che donde si conoscono le differenze non me-
GesìiCristoè figlio unico, solo Cristo, so- no che le congruenze tra greci, siri e i i

lo Dio, ipostasi una, senza divisione, senza gli armeni, la fede e tlisciplina principal-
cangiamento, senza alterazione, senza mente degli ullimi. Separati gli armeni
confusione.3.° Riconoscere le sue due dai greci, sebbene restassero uniti alla
nature nell'unità della divinità, e la uni- sede apostolica e al resto della cri>liani-

tà nella dualità delle nature, per avere là, pure per le tante invasioni turchesche
il medesimo Cristo due operazioni con- e persiane, si trovarono ridotti in un i-

formi alla sua natura, l'una divina, l'altia soiamento che non fu meno funesto dal
umana, senza che sieno perciò contrarie, lato religioso, che da quello intellettua-
Tali furono le principali proposizioni le e politico. Tuttavia proseguirono le

a cui la maggiorità de'prelali ivi raccol- relazioni colla s. Sede, e Papa Celestino
ti aderì con sommissione ed umiltà. Ner- III fece coronare colle insegne reali Leo-
sete Lampronese fulminò coi tratti del- ne II il Grande, re della stirpe de'Rubeni-
la sua eloquenza i fautori dei torbidi ec- ti; altriciòattribuironoa Innocenzo III, il

clesiastici, e già speravasi una concilia- quale comedissialla sua Ijiografla e diso-
zione delìniliva. La morte però nel iiSo i pra, ebbe bensì molte relazioni co'sovrani
dell'inqicratore Emanuele Comiieno, il e pali iarchi armeni e s'interpose eziantlifi

<[uale avendo senza lelice esilo tratlatu nelle vertenze politiche pel principato <li

la riunione colla chiesa romana, crasi Antiochia, tenuto da Rupino ninole di


3iG PAX PAT
Leone li. Riipino in poi coronalo re dal conversione degli scismatici. In Armenia
caixlinal Galvano legatoci Onorio Ili.Du istruendo colle paiole e assidua predica-
un ins. dell'aicliivio della basilica Vatica- zione, ed edificando coll'esempio, coope-
na si a[)preiitle, die nel pontificato d'Ono- rò al bene della cattolica fede e giunse
rio Ili e nel1220 si trovava in Roma nel- a convertire un monastero di monaci ba-
1' summentovato degli armeni,
ospizio siliani che lo elessero a capo, ond'egli li

presso delta basilica, Giovanni VII loro unì ai domenicani che lo aveano segui-
patriarca, con una comitiva di i5o per- to, con l'abito e costituzioni del proprio
sone ecclesiastiche, cioè vescovi, monaci, ordine e la regola di s. Agostino, e po-

sacerdoti e altri. Il Papa Gregorio IX nel scia parte di essi presero il nome d\fraU
i23f)Concesseal patriarca Costantino I il imiti , sotto la direzione di Giovanni de
pallio, e per l'unione colla chiesa latina Kerni vartabiedo, il quale sipropose di
iìpprovò le consuetudini ragionevoli ed i riunire la chiesa armena a quella d'occi-
riti ortodossi che praticavano gli armeni. domenicani tra gli ar-
dente. Stabilitisi i

Inoltre mandòla Armenia il legato cardi- meni, giunsero ad avere 8 conventi e si


nal jNicolò Conti, per pacificare il nipcjte formarono in provincia, ciò che meglio
del re col conte di Tripoli, che si contia- dissi a Naxivan donde derivarono gli
,

stavano d piincipato d'Antiochia; ma re- armeni che sono in Smirne. Sulle opere
clamando il re d'Armenia contro la par- del b. Bartolomeo, riportate nella bio-
zialità del legato in favore del conte, Gre- grafia coll'autorità di biografi domeni-
gorio IX gli sostituì il cardinal Giovanni cani, va avvertilo che non si conosce la

Colonna. Giù in questo tempo tre erano tratluzione in lingua armena del Salterio
i patriarcati, di cui pai lei ò, cioè Ezinia- e de' quattro libri di s. Tonìmaso contro
zin, Sis e Actmar o Agln^ar. Una den- i gentili; la 3." parte poi della Somma
sa notte successe allo splendore recato teologica, solo fu tradotta dal teologo
dai due Nersete luminari della chiesa ar- Giovanni Bluz e dal vescovo Zaccaria
mena : diminuì a misura che
la civiltà Zoizorese, ambo armeni. Le opere del
cresceva l'ignoranza, e si venne alla ser- b. Earlolomeo sono Commenti sopra i

vile imitazione, massime de'greci e lati- i sei giorni della creazione j \nv\eprecU'
ni; per la natura e pieghevolezza della che composte prima in lingua persiana,
lingua, molti in questa diffusero tradu- della quale ebbecognizione nelle sue lun-
zioni di opere straniere. A tale scopo si ghe missioni in Persia; ed Commenti sul-
i

formarono alcune scuole letterarie, ma l'ei'afìgelo di s. Giovanni: queste opere,


tra loro emule e diametralmente oppo- tranne le prediche, furono trasportate in
ste, che perpetuarono una lotta vivissi- armeno dall'originale latino, parte per
ma Ira'fcdeli, secondo la doppia loro dis- cura di studenti armeni del Ialino, e par-
posizione, o di riunirsi al centro della te per mano dello stesso autore che pos-
cristianità odi separarsene assolutamen- sedeva anche il linguaggio armeno. Do-
te. La prima di queste scuole portava il po la sua morte iy^m^/ ì^/jj^z introdusse-
titolo (\\ frali unii!, o fratelli unitilo fran- ro nella nazione i riti domenicani, i quali
cia armeni, de'quali farò cenno. cagionarono i luttuosi tumulti da cui fu
In Avignone il PontefìceGiovanniXXII turbata in quell' epoca 1' Armenia e di
ricevette gli ambasciatori del re d'Arme- cui ancora ne sperimenta le funeste con-
nia e si collesfò
o con lui contro turchi i : seguenze. Questa società traducendo mol-
indi consagrò vescovo di Maraga o Ma- le opere e organizzando missionari, si

rasce il h. Barlotomeo domenicano bo- propagò nel paese, ove sulle prime fu ben
lognese detto il piccolo, poi arcivescovo accolla e riverita. MuW falso zelo col qua-
di ?>aiivan, e lo spedì ueìrorieale per la le que'laliuiVimpeguarouo ia certe di'
PAX PAX 3i7
spnte e vecliife opposte allo sp'riJn pub- lio fiondale, che incomincialo n Ferva'
l)lico, e pel clivisanieiilo tl'al-oliie i riti rn, proseguì in Firenze nel i.^Sq. jN'tl-

iiazionali per sostituirvi quello de' do- armeni, scrisse a Costanti-


l'invitarvi gli

tnenicani, risvegliarono 1' attenzione fra no V! patriarca di Ezmiazin, rigtiarda-


i capi del partito contrario, e formossi to come il supremo di Arn)enia e mag-
ona scuola rivale. Ne fu fondatore Gre- giore di quello di Sis, poiché nella sola
gorio superiore del celebre monasteio di l'ersia il suo patriarcato si componeva
DateVjUOtno violento e superbo, che prò- di "iq vescovati, oltre quelli posti in Tur-
mosse una polemica acerba e passionata chia. Nel lispondergii Costantino VI, che
contro i fratelli uniti, attaccò la chiesa avrebbe volentieri mandalo i suoi depu-
greca e latina, ne conlento di opporsi ad tati, come altri suoi predecessori, ricoidò
ogni specie di accomodamento, mise in l'andata di Gregoiio Illuminatole al
s.

opera tulli i mezzi propii a fomentare Papa s. Silvestro I. I legali armeni giun-
la divisione. Il suo argomento principale sero in Firenze dopo la partenza dei gre-

era ratlaccamento degli avversari ad una ci, sottoscrissero l'unione della chiesa o-
chiesa straniera, che cercava, a suo avvi- rientale con la latina, furono ricolmati
so, di rovesciare la chiesa aimena, la sua di palerna accoglienza da Eugenio IV, il
indipendenza ed antiche costituzioni. Ta- quale qualificò tanto essi, quaiilotulla la
li parole ebbero un'accoglienza troppo nazione, contermini di molta onoranza,
(iicile nello spiiito della mollitudinc, né In segno poi di perfettissima unione con-
i fratelli uniti poterono più mandar ad segnò loro il suo famoso decreto o istru-

elTelto le lodevoli loro intenzioni, non pe- 7\oae, Exidlnle Deo, [tuhhWcalo ne\ i44'
rò quanto ai riti nazionali ortodossi. Per- ( in esso il Papa dice ,
che lo scisma ar-
ciò tornarono inutili le sollecitudini di meno conilo la s. Sede durava .già da
Papa liciiedeUo XII, il quale profìltan- 900 e più anni, credendolo incomincia-
do di alcuni ambasciatori del re Leone topocodopoii conciliocalcedonesc,com'è
V, che imploravano soccorsi contro le comprovato dal fallo dell' iniquo conci-
continue scorrerie degl'infedeli, scri.^se al liabolo di Tevin), di cui feci cenno nel
patriarca Jacopo 11 sulla verità dei doni- voi. XXV, p. 69 e 70, ed altrove. Que-
mi. Il patriarca convocò i suoi vescovi sto ricevimento nella chiesa romana de-
iu concilio, condannò gli errori, invian- gli armeni e deigiacobiti, il Papa subito
doiie le Papa in Avignone.
decisioni al lece incidere per memoria nelle porle di

Tulio divenne inutile, essendo germe il bronzo della basilica N'aticana, con quei
del male piìi potente di (jutllo del bene, versi che riportai nei voi. I, p. 28, e XXX,
Nel i35i Clemente VI Papa, a purgare p. 199. Riorto intanto il patriarca Co-
le perniciose dissensioni armene intor- stanlino VI , e poco dopo il successore
110 al concilio calcedonese, onde ridune GiuseppellI, insorsero le dissensioni mo-
alla purità della fede cattolica quelli che tivaledai cambiamenti della sede palriar-

lo rifiutavano, prese il mezzo di obbli- cale. I primi patriarchi risicdorono nella


gare la nazione coi benefizi, procurando cillà di Vagnrsciabat o mon;islero d l.z-

che alcuni principi inviassero soccorso niiazin, ora sotto il dominio russo, scella

contro mussulmani che la molestavano,


i a capitale dagli antichi re, ed onorata dal-
ed altrettanto fece Gregorio XI nel 1379., la residenza di s. Gregorio Illuminalo-
finchè al sultano di Egitto riuscì d' im- re, ma cacciati dai conquistatori, prima
posscssarsi del regno. si rifugiarono nel 4 >2 in Tuin, e succes-
Eugenio IV avendo risoluto di opera- sivamenle, al modo narrato nel voi. XXII,
re la riunione delle chiese di oriente al- p. ?. j 1 , nel 998 in Ani o Anus, nel 1064
la romana, stabilì di celebrare un conci- iu Tauplur, nel i i i3 a Monlenero in
3 1 8 l' AT V A T
Cilicia, nel i^y a Ilromgla o Rome-
ì ne costituito capo della nazione armena,
lii, liei I2t)4 in Sis fino a Giuseppe III come iuog(Uenente di detto sultano, e per-
defunto nel i4Ì7- Avendo il successole ciò anche i cattolici fatalmente nel civi-
(Gregorio IX fallo innovazioni, insorsero le divennero a lui soggetti. Altri dicono,
i vescovi e il clero, ed eletto Siriaco pa- che veramenlecircail i6o7gliarmenisci-
Iriarca con titolo di C<7//o//to, questi ri- smatici cominciarono ad avere un eccle-
slabili la residenza in.Ezmiazin, reslau- siastico in Costantinopoli col titolo di pa-
do a quella di Sis solo secondo posto.
il Iriarca, ([uale vicario di quello di Ezmia-
JNel luogo citalo dissi pure come fino
, zin, anzi talvolta non fu insignito del ca-
dal I I i3 David arcivescovo di Agtamnr ratiere vescovile: per tal motivo venne
si rese indipendente dal patriarca Gre- consideralo per uno dei due patriarchi
gorio III, e prese il titolo di patriarca : minori degli scismatici. Però il patriarca
questo però fu sempre abborrilo dagli armeno di Costantinopoli, col favore dei-
comequelio che fu caro
stessi scismatici, la corte, sempre usò del pioprio credito,
ai maomettani, tenuto per intruso e sci- al line eziandio di estendere diritti so-
smatico, benché egli pretendesse essere pra quelli dei patriarchi suoi rivali, ed i

vero successore di s. Gregorio, perchè nel cattolici solFrirono quanto narrai al luo-
Inogo un tempo fu trasferita la sede pa- go citato descrivendo il pati iarcalo. Tut-
triarcale. Questo patriarca di Agtamar tavollaa fronte delie persecuzioni, in mez-
piìi volte chiese e talora ottenne l'asso- zo alle dispute teologiche, e malgrado gli
luzione dai patriarchi di Ezminzin. Non sforzi del numerosissimo partito scisma-
lia ciliù sotto di sé, ma solo ville e terre, lieo per islaccarla dalla chiesa romana ,

fra le quali una detta IMuscè, in cui è la costante conservossi una gran porzione
chiesa e monastero Gurp-Garabaiet, cioè di armeni veramente cattolici , tenera-
del s. Precursore, pel vanto di posseder- mente attaccati alla s. Sede, che in ogni
ne le reliquie. In questa chiesa, bencliè epoca loro si dimostrò madre alfeltuosa
posta in luogo solitario, avvi grandissi- e provvida: la chiesa di questa porzione
DIO concorso di ogni sorla di persone , di armeni si perpetuò, avendo il proprio
anche di turchi, per la super>tizione di clero secolare e regolare, i propri teolo-
potervi acquistare buona voce e l'arte del gi e mettendosi in corrispondenza coi
canto. Così la chiesa armena Irovossi di- Papi secondo bisogni. Si può dire, che
i

visa nei tre patriarcati di Ezmiazin, di questa porzione di fedeli rappresenti la


Sis e di Agtamar, il primo nella Persia, partepiìiinlelligenledellanazione,equeI-
gli altri nella Turchia. la che più comprese il principio della ca-
La conquista di Costantinopoli, fatta rità e della unione evangelica , laonde
nel 1453 un nuovo cangia-
da'liu'chi, recò ninna relazione esiste fra la chiesa cat-
niento nello stalo della chiesa armena, tolica armena e la scismatica ; niun ma-
poichè Maometto II vi chiamò dipoi, con trimonio ha luogo fra i membri di esse,
buon numero di famiglie armene, Gioac- La discordia ecclesiastica e civile è stata
chinoarcivescovoarmeiiodi Bursao /*/•«- in ogni tempo la velenosa sorgente, che
5^, già capitale della Z?(//'»V7, e diedegli il ha infettalo d' ogni maniera di mali la
titolo di Patrik o patriarca di Costantino- nazione armena, la quale nondimeno è
polijCon quella giurisdizionecheaccennai sempre stimabile e degna di compassio-
ne! voi. X Vili, p.i i3; istituzione che se- ne e di aiuto, pel costante ed eroico suo
gnò l'ultima decadenza dellachiesa aime- amore al cristianesimo,epel rigore di vi-

na,per le sue ulteriori divisioni, e per la ta con cui lo professa. In diverse epoche
j)0lenza ed influenza che acquistò questo parecchi armeni scismatici rientrarono
quarto patriarcato, il cui patriarca veu- nel grerabodella chiesa cattolica, ediver-
PAT PAT
3 19

si vescovi e patriarchi preslarono ublii- darono anche in .Tidfi una colonia im-
(Jienza al romano Pontelice, ed abiura- portante, ed una chiesa retta da un pa-
rono gli Michele di Sebaste pa-
eri'ori. triarca particolare e scismatico come i

triarca di Eciniiazin o Ezmiazin nel iGo i suoi soggetti, ed ecco un quinto patriar-
o i564 in^'iò a Roma Se[)her Abngaro cato armeno di Ganzar o Canzasar, uno
suo oratore, supplicando il Papa con let- dei due o tre minori. E cos'i detto per-
tera di voler rinnovare la convenzione chè il paliiarca risiede in Cangia o Gau-
fatta lia s. Silvestro I e s. Grei^orio, di- gia, città della provincia di Albania d'A-
chiarando apostata e ribelle al secondo sia nell' licauia o Iberia, che compren-
chiunque non ammettesse la cattedra di de il litorale del mar
Caspio. Prende il
s. Pietro superiore a tutte le altre, ed il nome non perchè pietend.i
di patriarca,

Papa l'io IV capo e padre di tulli i cri- la dignità di cattolico, ma perchèsuppone

stiani. Fra gli articoli della prr^fessione che s. Gregorio nipote dell'Illuminatore,
di fede, che il procuratore del patriarca da questi (osse tnanilato primo vescovo in
espose a Pio IV, riferii il canone statui- Albania e a Cangia, con autorità di cat-

to tra gli armeni fino dal tempo dell'Il- tolico e vice patriarca degli albani e di
luminatore, di ricorrere cioè soltanto al Canzasar, indipendente da qualunque al-
romano Pontefice per poter assolvere dal- tra sede. Imperocché questi armeni af-

la scomunica quelli ch'erano slati fulmi- fermano, che l'Illuminatole ricevesse d<i

nati di tal pena da qualche patriarca o s. Silvestro I facoltà di creare patriarchi

vescovo defunti senza averli prima ri-


,
e vescovi dove fosse stato bisogno e ia
conciliali con la Chiesa. Gli armeni cat- qualsivoglia parte del mondo per la na-
tolici s'ebbero da Pio IV e dal succes- zione armena (
questo preteso privilegio
sore immediato s. Pio V, chiesa, ospizio i critici lo ritengono apocrifo, come an-
e ospptlide nazionale, che descriverò in ticanonico per le conseguenze), onde que-
fine. Gregorio XllI ricevette ecohnòdi sto di Ganzar o Canzasar gode i privile-

benefizi l'arcivescovo di Naxivan, Paolo gi dei patriarchi armeni, cioè ch'egli so-
Cittadini domenicano, ed al modo che ri- lo può ordinar vescovi e consagiare l'o-
portai nel »ol. XIV, p. i44. Gregorio lio santo ed il crisma. Questo nella di
XllI nel i584 ordinò con bolla l'ere- lui consag: azione si versa in modo, che

zione in Roma di un collegio per la edu- dalla testa gli scorre giù per le vesti, se-

cazione ecclesiastica e scientifica della na- condo usanza degli antichi profeti, re
la

zione armena, e decretò che intanto si e sacerdoti, in significalo di ampiezza di


provvedesse alle necessarie spese colle ren- autorità. Fra il patriarca di Canzarequel-
dite della camera apostolica. Il prelato lo di Ezmiazin vi sono stale frequenti
Cittadini, intento anch'esso a quest'ope- controversiepei confini diocesani. In pro-
ra, si poitò in America a raccogliere li- gresso di tempo il patriarca ottenne nel-

mosine, e nel ritorno nioiì in Ispagna. la di lui giurisdizione la celebre città di


Essendo anche mancato a'vivi nel i585 Sciamachia, nella provincia di Sirvan.

Gregorio XllI, la fondazione del collegio Paolo V nel i (> i 3 ricevette da Mei-
non ebbe elTelto, e s'ignora l'uso dei soc- chisedecco patriarca di Armenia un'am-
corsi ricavati dall'America. Abbas I il basceria, per unirsi alla chiesa romana,
Grande, che montò sul trono di Persia nel di che tratta il Piazzi, Storia de' Pont. t.
i58>, per le coiiquisteda lui fatte in Ar- 12, p. 03. 11 successore Gregorio nel XV
menia, dicesi che conducesse nel Ghilan, 16?. '2 istituì la benemerita CongregaziO'

provincia di sorprendente fertilità, for- ne di propaganda fide (f^.), dalla (pia-

mante una parte dell' Ircania degli an- le la nazionearmena ricevette i più gran-
tichi, 23,000 famiglie aimenC; che fon- di benefizi e spirituali soccorsi, roppresen-
320 PAX PAT
tondo Sede nelle parli dc^l'infede-
la s. me avea slahililo per gli armeni di Eu-
Ji. Sotto Urbano Vili c!>be origine in ropa, ma nulla rispose la corte; però in
Roma il celebralissinio Collegio I rhnrio ultimo diiò (juanto ora è stalo stabilito
( f .), ove sempre vi l'in'ono ammessi per per (jnegli armeni. A Minghema, pjirlnn-
filimiii i giovani armeni, e vi borii ono tio «lelT Imerezia o lineria o Gmgislan ,

in dignità ccciesinsticbe , virili e dotlri- e del Concaso, dico degli armeni s'i sci-

na. Avendoin essoii fratello cardinal Bar- smatici clie callolici stabiliti in quelle re-
Jierini fondalo posti di alunni, vi com- gioni ; ed a GioacìA dissi, che vi hanno
prese gli arroeiii, in mancanza dei primi al presetite r'.iicse ed arcivescovo. Rilor-
nominali, conte narrai a dello articolo, naiido ad UibaiiO VII!, nel i (540 speilì
fd L'rbano Vili approvò la fondazio- col l)ieve Nulla in orbe, del i6 luglio,
!ie. Qui noterò che il cardinal Leonardo loco citalo, p. 221, il p. l'aolo Pyroraal-
Antonelli morendo, nel 181 i, lasciò ere- li domenicano, al patriarca d' Eziniazin
de la lodata congregazione, con un mol- Filippo, esortandolo alla unione, e ricor-
tiplico. per formare un fondo capace di dandogli quelle segnile sotto s. Silvestro
nianleiiere stabilmente nel suo collegio I ed Eugenio IV. Altro patriarcato nel
Urbano 12 alunni della nazione armena, 1 (00 fu eretto in G ernsalenune.^e\ ino \

da lui specialmente prediletta, essendo molti armeni essendo passati ad abitare


stato da prelato enei i 757 eletto primi- in quella città, per assisterli fu depula-
cero della chiesa nazionale di s. ftlaria lo un arcivescovo armeno il quale do- ,

Egiziaca in Roma. All'articolo Leopoli, pò quattro secoli e mezzo, nel suddet-


arcivescovato armeno nel regno di Gali- lo anno ottenne dal patriarca di Ezinia-
7Ìa, dissi degliarmeni stabiliti in Russia, zin lafacoltà di consagrare il crisma, che
Galizia, Lodomiria, Moldavia e Vallachia conipele ai soli patriarchi nella discipli-
fìno dal secolo IX; ivi è pure descritta na orientale, lasnde 1' arcivescovo si di-
la giurisdizione dell'arcivescovo. Vedasi chiaro indipendente e prese il titolo di
il breve Quae,i\i Urbano Vili, dei 16 lu- patriarca, uno dei duco tre minori tra gli
glio iG/^Q, Bull, de prop.Jìcle t.ì ,p. 100. .scismatici, ripetendo la sua primaria o-
G!i armeni scismatici sparsi nella Rus- rigine dai calilìì di 'Egitto, ed è polente,
sia e Polonia dipendevano avanti la e- IS'el 1G63 il patriarca Giacob successore
rezione della sede di Leopoli dal vesco- di Filippo, scrisse ad Alessandro VII, con
\ndi Caminicck o Kamiuieck, che v\guav- termini pieni di divozione ed ossequio^
davano come sesto patriarcato armeno,di- di volersi portare a Roma per l'unione
venutoli vescovo patriarca quando ollen- con 25 vescovi ed altrettanti vartabieti,
ne la facoltà di consagrare
il crisma. Nei ma nel viaggio ammalatosi, morì in Co-
dominii armeni sono in
russi d' Asia gli stantiiiopoli. Solto detto Papa il nunzio
Giorgia, Ac.d/iche o Akalzik, Kars, E- di Polonia Pignaltelli, poi InnocenzoXII,
rivan Astrakan e Rasan ; per cui for-
, ivi liportò o confermò gli armeni all' u-
niossi altro patriarcato scismatico di Gior- nilà della fede. Nel 1668 Clemente IX
già, uno dei quattro maggiori. Nella Gior- ottenne colle sue sollecitudini ed esorta-
già si trovano circa 2000 famiglie catto- zioni,che Jacopo patriarca dell'Armenia
armene; molto maggiore è il nu-
lidie maggiore si uniformasse al rito romano
mero in Akalzik e Kars essendovisi i- ,
1 di mischiare l'acqua col vino nella mes-
fugiati molli tlall'Armenia maggiore. Ul- sa. Avendo Simeone patriarca di Sirvan o

timamenlein Rasan eranoSoo, in Astra- Ganzar scril'o a InnocenzoXII nel iGg?,


kan 600. Pei cattolici la Russia avea do- consensipienididivozioneperla s. Sede,il
inandato un vescovo; la s. Sede accon- Papa gli rispose col hveve LiUera.<!jdc\ 6
senti di crearvi un vicario apostolico, co- giugno ! 6c)8, Bull, cit., Jppcnclix t. i,p.
PAX PAX 37. i

349, encomiandola di lui fede e zelo, ed voi. XXXV,


p. 176, dissi dio lU'l pnlaz-
eccitandolo a coadiuvare presso il re di zoCcsi Cu splendidaiiiPiilr d;i Iiiiioeciizn
Persia a vanlagi^io dei cattolici. Nello stes- Vili allofijj^ialo il piinio ambasciatore of-
so giorno mandò
il breve Elxi fraterni- tornano venuto in Roma, come afferma
3)0, ad LIasio vescovo
tatis, loc. cil. p. l'Ai veri, nonni in ogni .^/d/o, par. ti/, p.
armeno, lodandolo nella pastorale sulle- ?. 1
*".
JNel pontificato di Gregorio XVI i

citiidine. <liie ambasciatori ottomani, spediti a Ro-


Nel declinare del secolo XVII fiori il ma per istiingere rela7Ìoni tra la «.Sede e
celebre p. INIeclntar, clie islilm la bene- l'impero ottomano, dei (piali paiiai nel

merita della religione e letleiatura arme- vol.XLV, p. 247,per la loro amorevoie/-


na congregazione dei monaci Ulccliilnri- za versoi monaci anfoniani, non senza sin-
sii (V.) : inviò egli due sacerdoti a Cle- golare combinazione, onorarono di loro
mente XI pel beneplacito apostolico; nel presenza il medesimo locale, ora proprie-

1702 si stabili in Uloclone e nel , i '- i 5 tà dei religiosi, e furono assistili dal p. ab.
in Venezia, o\e fondò il monastero tut- Arsenio Angiarakian procuratore gene-
torà fiorentissimo; la congiegazione sot- ralc. Vi si recaronoogni giorno con gran
to Pio VII acquistò in Roma un ospizio, piacere a prendere il caffè o rpialche rin-
e vi 1 isiede il procuratore generale. Da fresco, tanto Reschid Pascià, die Alimed
questa i!ln«;tre congiegazione (tanto ama- Fetlii Pascià, al monaci dierono quale i

ta e stimala da Gregorio XVI) derivò un lauto pranzo miai suosegiiito, col- in

quella dei Triestini o di T'icnna, die lia l'intervento del poliglotto cardinal Mez-
pureospizio in Roma eprociiiatore. Ani- zofanle, dei prelati Massimo e ("adoluii
bedue le congregazioni possiedono quel- poi cardinali, i.'niaggiordomodd Pa-
il

le fornilissime tipografie, die celebrai ai p-T, il 2.° segretario di propaganda, oltre


loro articoli, con gran copia di caralte- altri prelati e distinti pensounggi. Sem-
ri di molti idiomi, per cui nel itS^" quella bra cbe il dello luogo sia destinatoa ri-

di \'enezia pubblicò in 24 lingue : Vreces cevere tutti gli ambasciatori ottomani ve-
s. Nerselis Clnjensis nrmcnioruni pa- nuli in R.oma, per istabilire lelazioni a-
//•fVirr/jfl'^' ; quella di Vienna in 25 lin- micbevoli collas. Sedejimpeiocclièqiian-
glie lina Precalio, e nel i84'2 ci die il dosi recò in Roma l'ambasciatore Che-
Alcssalc, che lodai a queir articolo. E- kdi-Effendi ad ossequiare il regnante Pio
gualmente nel decl'tiar del secolo XVII IX, in nome del sultano che regna Ali-
si ritirarono nel /l/o/;rp ^i7;fl//o (7^.) di- dnlìMcgid-Rnn, anch' egli frequentò il

versi armeni, die ben presto vi forma- monastero degli armeni aiitoiiiani e , si

rono la esemplare congregazione mona- servì per inlerprete col Pap.i del loda-
stica di s. Antonio (^ .), principalmente to p. ab. Arsenio, e come i predecesso-
col fine delle cattoliche missioni ; indi si ri cenobio testimonianze in i-
lasciò al
slabilirono presso il Vaticano nell'antico scritlodi gran soddisfazione. Allorché poi
palazzo Cesi in Roma, ove hanno chiesa, il Ponteficespedi a Costantinopoli un'am-
nionastero, stiidenfato e noviziato, col basceria col p.ab. Arsenio per inferpre •

procuratore generale : si può vedere i voi. te, il sultano, che per le relazioni dei tre
II, p. 224, XI, p. 36, XII, p. 238. Gre-
r ambasciatori avea concepito favorevole
gorio XVI riguardò con parziale affetto idea dei monaci antoniani e del p. abba-
il detto monastero, che voleva ingrandi- te, decorò questo dell'ordine di Niscinn
re e beneficare stabilmente, acciò vi fo.>- in brillanli, della specie die suol cunfe-
se .sempre la residenza del generale e prò- riisi ni metropolitani sudditi ottomani,

curatore generale, lo sliidenlalo e no- con facnlt.'i ili Irasfeiirsi ai suoi sucics-
viziato che nonduncno fioriscono, Nel sori. Di piìi gli concesse il proprio impe-
VOI. LI. ^-i
,

329. PAX PAT


liale ritrailo dipìnto in tela ,
per collo- vorno, che nel 1701 vi fabbricaro-
dissi

carsi nella sala del monastero di Roma, no la chiesa che posseggono, insieme ad
l'arme imperiale per sitiuiisi sulla porla altre loro notizie. Clcnénte XI nel 1710
di esso, ed un magnifico stendardo di se- diresse ad Alessandro patriarca armeno
ta con in mezzo la figura del sole ,
per il breve Magna charitalc, dei i5 mar-
innalzarsi nelle festive ricorrenze sopra zo, che si legge nel Bull. Appendix t. i

il monastero; dichiarando nel relativo di- p. 3c)4; lo esortò ad abbracciare le veri-


ploma, di ricevere il monastero ed i mo- tà cattoliche interamente, dalle quali al-

naci sotto la benevola sua protezione, e quanto discostavasi, egli mandò stampa-
laccomandarlo a quella del Papa, in un ta la formula degli articoli di fede, aOin-

al p. ab. Arsenio. cliè la sottoscrivesse non meno colla pen-

Fra i cattolici armeni, che fuggiti dal- na che col cuore; inoltre lo eccitò a pro-
le persecuzioni si rifugiarono sul Monte muovere con ogni studio l'incremento del
Libano, vi fu Abramo arcivescovo arme- cattulicismo, unitamente ai missionari di
no cattolico di Aleppo, che divenne poi propaganda fide dimoranti tra gli ar-
patriarca di Cilicia (^ .), ed ecco come meni. iXel voi. XLllI, p.220, riportai le

avvenne. Circa 171 5 l'inglese Char-


il gravi vertenze insorte contro il patriarca
mel protestante residente in Aleppo, ab- de'maroniti, al cui danno si unirono di-
bracciò lo scisma degli armeni. Per ope- versi vescovi armeni, ma per le provvi-
ra di fjuesti seguì una fiera persecuzione denze Clemente XI, quel prelato ven-
di
contro i cattolici, e tra gli oppressi si trovò ne giustificato. Dal breve prodotto nella
\\ prelato, che fu esilialo nell'isola di Ruad. sua raccolta, t. 2, p. 489, si rileva la con-
Da questa potè uscirne libero nel J721, solazione provala dal Papa per l'abiura
onde portatosi nel Monte Libano si ri- degli errori di Anastasio arcivescovo di
coverò presso monaci anloniani nel
i Nicosia di armeno. JNello stesso pon-
rito

1722. JN'on potendo ritornare alla pro- tificalo diClemente XI, e verso il 1718
pria diocesi, nel i 740 dai vescovi catto- gli armeni di Transilvania per opera dei

lici di Aleppo o Berrea, di 3Iardin e di monaci mechilarisli di Venezia e del ve-


Kelle o Chillis fu eletto in patriarca. Re- scovo latino, furono riuniti alla chiesa ro-
catosi in Roma, lo riconobbe Renedelto mana : più tardi e nel i74' fecero istan-
XIV appro\ando
, il nuovo patriarcato za per avere un vescovo del loro rito, ma
cattolico, gli conferì il pallio, e prese il la congregazione di propaganda non li e-

nome di Pietro I. Questo patriarca nel saud'i, temendo che la concessione un gior-
suo ritorno da Ron)a, continuò a stare no potesse rinnovare lo scisma. Dopo la
presso monaci anloniani, e nel morire
i morte dell'imperatore Carlo \'I, accadu-
laccomandò che i suoi successori procu- ta nel 789, gli armeni che si trovavano
I

rassero di avere residenza a parte: in con- in L/igheria, per la presa di Belgrado si

seguenza fu fabbricata a Bzommar la chie- portarono a Xeoplanla. Nel 1756 Bene-


sa dell'Assunzione di Maria \ ergine ed detto XIV concesse il pallio a Gazeno e-

il contiguo seminario. Il patriarca di Ci- lelto patriarca dei maroniti, già arcive-
licia tiene un procuratore generale pres- scovo degli armeni di Cipro; enei 1707
so la s. Sede. INon esistendo al Monte Li- colla bolla Gra\,'issìniam, presso il Bidl.
bano famiglie armene, per la libertà ac- t. 19, p. 264, stabilì gl'interrogatorii che
cordala ai culti dall'impero ollomano, doveansi fare ai novelli vescovi armeni,
ora il patriarca armeno passerà a stabi- prescrivendo che le rispostesi dovessero
lire la sua residenza in qualche città di mandare alla congregazione di propagan-
sua diocesi. Nel voi. XXXIX, p. 89, nar- da fide. Questa nel pontificalo di Bene-
rando lo stabilimento degli armeni in Li- detto XIV negò agli armeni di Costan-
P A T PAT 3.>.3

liiiopoli, (li aTcre un loro capo ecclesia- ro chiese per comunicare In dhinis. La
.".lieo, iiidipeiulente dairaulorità Ialina di pcr>ecuzione piìi o meno feroce, o pal-
<|iiel vicario apostolico. In Ancona gli ar- lialao audacemente scopetta dur?> lino
meni h;mno la chiesa dedicala a s. Grego- al 827, in cui divenne terribile. Senza ri-
1

rio llliiniiiialoie, con rellorc e rendile, guardo di olà, sesso e condizione, con rigo-
di cui è protelloie il cardinal prefello di ri e crudeltà fiuono gli armeni cattolici
propaganda ^)/o /<7;Y;ore ; ivi sonovi pu- esiliati, perseguitali, spogliali dei beni e
re monachearniene venule da Caslel Fi- dispersi. Ne restarono profondamente pe-
dardo, diocesi di Osimo, doveeransi ri- netrati Leone XII, ed
il cardinal Cappel-

tirate circa il I 788, fuggile d'Ancira per lari, poi Gregorio XVI, prefello genera-
nietlersi in salvo dalle persecuzioni dei le di propaganda, il quale sempre con
turchi. Vi comprarono casa, vivendo in alIisUuosa tenerezza amo, protesse e be-
comune coi lavori delle proprie mani; da neficò la nazione armena. Non solo dal-
Pio V I e dalla propaganda ebbero as- la sede apostolica si praticarono energici
segni per loro aiuto. Nel voi. XLVI, p. nOizi colle potenze amiche, ma in Roma
17, parlai del vicario apostolico degli ar- solennemente s'implorò il divino aiuto,
meni cattolici di Russia, eletto nel 1809 il che notai nel voi. XIV, p. 221. Ma
da Pio V
Questo Papa col bi ève Inter
1 1. quanto precede accompagnò e segin il
,

celerà jììivìlegia,àe.' 10 settembre 1819, lagrimevole novero di tanti mali, come


Bull. A j)pendi X t. 2, p. Sa 7, e Bull. Coni. delle felici e avventurose conse2uenze ,

t. I 5,249 concesse all'imperatore


p. , con dettaglio lo pubblicai nel voi. XVIII,
d' Austria, come sovrano di parie della da p. i4 sino a p. ii5. Ivi narrai mo-
I i

Polonia, la nomina dell'arcivescovo arme- tivi delle diverse persecuzioni e proscri-


no di Leopoli, scegliendolo dai tre indivi- zioni, e tutti gravi avvenimenti che pro-
i

dui da presentarsi dal clero armeno di dussero che in conseguenza della pace
;

della chiesa, salvi i diritti di propaganda. di Adrianopoli, per le vittorie riportale


Nell'erezione del patriarcato callolico dalla Russia sugli ottomani, e
ad istan-
di Cilicia, gli Aleppo o Berrea armeni di za dell'imperatore Nicolò massima- I, e
si erano emancipali dalla dipenden7a de- mente del redi Francia Carlo X, come
gli scismatici. Questo esempio fece nascere protettore dei cattolici in Levante, e di al-
anche negli armeni di Costantinopoli il tri sovrani, come dell'imperatore d'Au-
desiderio di liberarsi dal giogo da cui stria e loro ministri ,
per la protezione
erano oppiessi ,
per parte del patriarca che accordarono agli ai meni cattolici, il

scismatico; ma a quell'epoca restarono sultano IMahmoud lì s' indusse a ricono-


infruttuosi i loro tentativi. Ai mali cagio- scerne l'innocenza, a richiamar gli esi-

nali dagli eretici, si aggiunsero molti dis- liali reintegrandoli dei beni, ed emanci-
ordini Ira gli slessi armeni cattolici. Per parli dal patriarca scismatico diCoslan-
porvi qualche riparo, Benedetto XIV no- tinopoli;di accordare libertà religiosa di
minò un vicario apostolico del loro rito, pubblico cullo, e porraeltere loro un ca-
senza giurisdizione, e insignito del carat- po spirituale (con litolodi Piscopos os-
tere vescovile (ve ne furono tre, e l'ul- sia vescovo ), che fosse mallevadore di
timo fu Papas vescovo di Tilopoli), do- tulli gli armeni cattolici dell'impero ot-

vendo eleggersi e dipendere dal vicario tomano ,


perciò liberandoli dalla giuris-
patriarcale Ialino residente in Costan- dizione del patriarca scismatico arme-
tinopoli. Questa provvidenza fu insufll- no; non che di poter fabbricare per tut-
cienle a porre in salvo gli armeni catto- to l'impero chiese pel culto callolico, co-
lici dalle vessazioni degli oppressori sci- me venne eseguito, senza rivendicar quel-
smalici, che volevano i cattolici nelle lo- le già usurpale dagli scismatici. Raccontai
Sai P A T PAT
inoltre, che l'io Vili ( non giiulicanilosi la croce. Finiilineiile il rt-gnaule Pio IX,
(jppoiluno ili tni>ifeiiie la sede del pii- proseguendo lai lallazione (letali jilliiii ec-
tiiatca di Cilicia in CoslaiitiiiO[)oli, per clesiaslici eolla Uussia, tanto bene inco-
divcrseragioni, e per la grande lonlaiian- da (Iregoiio XVI, a' 3 agoslo
uiiiiciala

za delle sue chiese da delta ineliopoli )


1H47 convenne coi plenipotenziaii di
esclusivamente a consiglio e merito del (piella su diversi ailicoli, in cui si piov-
doltissimo e zelanlissitno cardinal Cap- vide al gran numero dei cattolici anne-
pellari, nel 1 83() istituì in Costantinopoli ni che nei dominii russi sono privi del pro-
la sede metropolitica primazialepegli ar- pno vescovo nelle diocesi di Kainìiiìfck
meni cattolici, solo dipendente dalla sede o Cnmenieck, e di Kcr.wn o Cìierson, cil-

nposlolira, con arcivescovo decorato di tà tlulla Russia europea, capoluogo del


pallio; che il cardinale nel pontificio no- governo omonimo, a 35 leghe da Odes-
me con eloquente lettera si congratulò sa, la quale portò un colpo mortale al
del fausto avvenimento colla intera na- llorido suo commercio. Kerson, fonda-
zione armena, invitandola alia scamhie- ta nel 177B principalmente dal priu-
vole concordia. Finalmente dissi, come cipe Potemkin, ch'è sepolto nella calte-
perlebrighedegli scisuìatici ilsultanoob- tirale, fu da l'io IX eielta in sede vesco-
biigò gli armeni cattolici ad eleggere uu vile, con suifiaganeo iiiiV^/vv/oìv. Pertan-
soggettodiversoilall'arcivescovo, per pre- toquantaagli armeni, ecco ciòche si cou-
felto e capo civile di essi e di (pielli di chiuse negli articoli della convenzione che
tutto l'inìpero, e come venne stabilita la riporleròa PoLO?fiA.VIll. Finchèsarà no-
giurisdizioneecclesiastica e la politica. Im- minato un vescovo cattolico di 1 ito arme-
perocchè ambedue do vea no essere riuni- no, si provvederci ai bisogni spirituali de-
tenel primate, maavendo la sublime Por- gli aiiiieni cattolici esistenti nelle diocesi di
ta spedito diploma oBerat di capo del-
il Kerson o Cìierson (hi Ponto Eiissinoi^F.)
la nazionea personaggiodiverso, il primo e Camenieck, a[)plicando loro ledisposi-
linunziò l'autorità temporale, riservali- zioiii del§f)del concilio LaleraiLO //'del

diìsi la spirituale. Il Beiat fu anche pub- "21 5 (cioè da <p»ei vescovi Ialini). IX. I
1

blicato dall' Osservaloie Romano i85o, vescovidiCameuieckedi Chersondovrau-


n." 52. Elevato degnamente il cardinal no stabilire il numero dei chierici arme-
Cappellari alla cattedra di s. Pietro col ni da luanienersia spese del governo nei
nome di Grfgo/70 A//, che sarà sempre loro rispettivi seminari. In ciascuno di
risplendente e in benedizione nei fasti del- questi vi sarà uu prete armeno caltoli-
la (Illesa, anche per quanto scrissi a Mis- co per istruire gli alunni di tal rito nel-
sioM PONTIFICIE, douò Bgli armeni la le cerimonie del proprio cullo. X. Quau-
thiesa ed ospizio di s. Biagio in Roma ,
te volle i bisogni spirituali dei eatlolici
assegnò un posto nelle Cappelle pontili- romani e armeni del nu(jvo vescovato di
r/V ai procuratori generali dei monaci me- Kerson potranno richiederlo, il vescovo,
ihitaristi ed antoniani, e sparse su di es- olire i mezzi impiegati sin cpii per silfat-
si e sulla nazione armena le grazie del- ti bisogni, manderà in giro tle' sacerdoti
la sede apostolica e i pailicolari suoi fa- espressaiuenle a ([ueslo oggetto: il go-
vori. All'abbalegeneraley^/o (enipore de- verno imperialesomministrerà somtue le
gli antoniani, col bre^e Timin inoiiacho- lucessarie al loro viaggio e mantenimeu-
rum ordiiies maxiino ornamenlo degli , lo. Inoltre Pio IX ai 3o aprile i85o i-
I I marzo i845, concesse l'uso della mi- stituì in Ancìra, Erzeiuino Teodosio-
fra , del barolo pastorale , dell' anello e /w//j Artuiii o Artvin, T/c^/Vo«f/</_, Bur-
della croce pettorale in saciis 1 itibus ce- sa o Priisa ei] Hispaluni, allieltauli ve-
hliraiiili , fuori dei quali il solo anello e sco\i residenziali armeni, i (|uali assegnò
PAT PAT 323
per siifiì-nganei chi piima te nimcno di Abbiamo Opere pie, Irat. 2,
dal Piazza,
Co-stantinopoli. N^el voi. XVIII, p. i23 p. 12 5, ed Etiscvolngio romano trat. 2,

e sog , ripojlai i liioglii di giurisdizione cap. 1.4, dello spedale degli armeni di s.
del primnle, con notizie ecclcsiasticlie n- Maria Egiziaca, oltreallre erndizioni sul-
iialoi^lie, comprcje cjnelle di Costanti- la nazione, che questa fu sempre tlivota

nopoli, Anciia, Eiveiiim, Aituin, Tie- di visitare luoghi santi di Pioma, dopo
i

hisonda, Bmsa, ec. Quanto ad Aiicira che vi si recò s. Gregorio, a segno che
[f.) citlà della Galazia i/ ( snila tpiale gli stessi scismatici ritengono necessario
pailainel voi. XXVIII, p. i 2H), lesiden- il portarvisi per essere assoluti da gravi
7a di un vescovo armeno, Pio IX vi no- colpe e per altri bisogni. Dopo che gli

minò a tale dignità ing.\\ntonioScisman. armeni cessarono di avervi l'ospizio e chie-


Deve avvertirsi che Ancira non è in Ar- sa rammentati di sopra, solevano allog-
menia, bensì in essa vi furono e sono mol- giare in (piello della Chiesa di s. Stefa-
ti aimeni sì cattolici che scismatici, ([ua- i no de'tnori^\aon(\e Pio IV ri[)aròconla
li ultimi vi ebbero ed hanno nn arci- memorata concessione. Aggiungeil Piaz-
vescovo. Essendo esarcato fino dal secolo za, che Abagaro introdusse in Roma la
XIII, secondo Gommati ville, tuttora An- stampa dei caratteri armeni. Avendo il
cira è pure un par-
titolo arcivescovile in successore di detto Papa, s. Pio V, rin-
tihuf^ coi dipendenti par- titoli pure in chiuso nel ghetto o claustro degli ebrei
tibus di Cinna , Giiiliopoli, BerinopoU redifizio,invecediedeagli armeni la chie-
(che altri chiamano Verinopnji o Urano- sa di Maria Egiziaca nel rione Pupa
s.

poli), cui fu aggiunta Annsia<!Ìopoli, men- presso il Ponte Senatorio, incontro gli a-
tre altre sedi già snifraganee di Ancira vanzi acconciamente riparali della casa
sono Tabia, Aspona eretta nel V secolo, del famoso tribuno Cola di Rienzo, che
Mnizo, Calnmene, Lagauia, che Com- il volgo impropriamente chiama casa di

manville chiama Placiana. Essendo va- Pilato. La chiesa era ini tempio antico
cante il titolo in parlibns di Ancira per con colonne scanalate di umile struttura,
morte di IMarianoTìaguena-yTjarona, Pio perchèerettoinlempi precedenti alle ro-
IX a' IO aprile i85i Io conferì a mg.' mane magnificenze. Fu prima dedicato
Stefano Scerra già vescovo d' Orope (
V.). alla Fortuna virile, secondo alcuni, Piaz-
za dice alla Luna, Panciroli ne' Tesori
Notizie sull'ospizio e chiesa di v. Ilaria nascosti, p. 6 12, alla Pudicizia, e che e«
Egiziaca ; dell' ospizio e chiesa di s. ra tempio di rifugio e misericordia o ;

Biagio j del vescovo residente in Ro' meglio secondo altri a Giove e al Sole,
ma pei pontificali e per le sacre ordi- come ricavasi da un'antica iscrizione, fat-
nazioni in rito armeno; de' dottori o ta rinnovare dal protettore cardinal Giu-
vartahietj delle sacre vesti j e dei li- lio Santorio e riportata dal Venuti, Ro-
bri liturgici. ma moderna, p. 868. Ridotto il tempio
al culto divino sotto Papa Giovanni Vili
Ospizio e chiesa di s. filaria Egiziaca. deir872, fu dedicato alla Beata Vergi-
Nel I 5C)0 o I 5(ì4,P"'"*'Ttosi in Uoinn, per ne, da Stefano suo divoto, indi divenne
parte del patriarca d'Armonia, Tamba- parrocchia che s. Pio V soppresse ed unì
sciatore Abngaro, diccsi discendente dal alla vicina Chiesa di s. lìinriain Cosine-
re di tal nome, fu benignamente accolto din, come allerma V krayàeno. De pietà'
da Pio IV, e questi donòalla nazione ar- le /oom////, parlando a p. 43 dell'ospizio
mena la chiesa di s. Lorenzo deCabal- armeno. Inoltre s. Pio V v'impiegò rag-
liizii o Caballis o Cavallinis, con conti- guardevole somma per ridurre in forma
guo ospizio, presso Ponte rpiallro capi. migliore la chiesa, e per comporvi colle
VOL. II. 21*
326 PAT PAX
contigue c.Tse un comodo e conveniente dell'ospizio e speltanli ad armeni. Non
ospizio e spedale per gli armeni che si mancarono dei cardinali prolettori, che
portassero in liomaalla visita de'sagii F^i- furono benefici verso la chiesa e l'ospizio.
mini, o ad abiurare lo scisma. Gregorio Per l'aria alquanto malsana nell'estate,
Xlli non solo arricchì la chiesa di sacre per la piccolezza delTospizio e per la lon-

indulgenze, ma provvide all'ospizio del tananza della chiesa dai luoghi centrali
bisognevole; ordinando che gli si pagas- di Roma, Gregorio XVI concesse invece

sero mensili scudi io d' oro. In seguilo alla nazione l'ospizio e chiesa di s. Bia-
l'ospizio 111 fornito di circa 20 letti; vie- gio. Ridotto l'antico ospizio ad abitazio-
rano ricevuti gli armeni per tre giorni con ne venne alllttalo a inquilini, e la chiesa

carità; se scismatici s'istruivano nella [e- degli armeni data in enfiteusi con alcu-
de, tratteaendovisi un mese, e facendo a ne stanze contigue all' arciconfraternita
lutti visitare i santuari di Roma e rice- in essa eretta di Maria in Cosinedin,
s.

vere la pontillcia benedizione: se infermi sotto i titoli Sagramento, della Na-


del ss.

venivano curati, e pel viaggio si dava lo- tività di Maria, e de'ss. Gioacchino ed
ro un soccorso in denaro; laonde frequen- Anna : come questa fu fondata nel i
746,
te era la celebrazione delie sacre funzio- così ne celebrò solennemente il centena-
ni, con mollo concorso di popolo, per la rio a'27 settembre 1846, nel modo nar-
maestà con cui erano celebrate, e propria rato dal n.° 3q delle Notizie del giorno.
dei riliai nieni,e principalmente nelle ore Nella chiesa di s. Maria Egiziaca l'altare

pomeridiane del sabbaio santo, pel ponli- maggiore ha per quadro la stessa santa,
licale del vescovo armeno, coU'assistenza a cui il tempio fu dagli armèni intitola-
dei nazionali, dopo il canto delle XII pro- to ( isolandolo nel 1 65 1
, e nel 1 655 con-
fezie, col suono dei flahe.lli con piatti e sagrandolo il vescovoLeonardo Abel, con
cam|iaiielleo serafini, nelle varie parti del riporvi oltre le insigni reliquie ivi rinve-
poiitilicale, come si legge in Cancellieri, nute, quelle pure della santa, come di-
St^tl. santa p. 1S4.. Inoltre aggiunge che ce Crescimbeni a p. 23 i), un bel lavoro
nella seconda domenica dopo cjiiella in di Federico Zuccari. Nelle pareti della
Albis, soleva farsi onoreil pontiilcale in chiesa fu dipinta la storia del re Abaga-
della titolare, e nelle ore pomeridiane il ro. La cappella a sinistra dell'ingresso è
vespero solenne; ed altra messa cantata un modello del s. Sepolcro, di che par-
avea luogo per la festa di s. Gregorio Il- lai nel voi. XXX, 37. p.
luminatore. Altro benefattore della chie- Ospizio e chiesa di s. Biagio. Nel rio-
1718 Clemente
sa e dell'ospizio fu nel ne Ponte e nella via Giulia, già viarecta,
XI; abbein la prima, aumentò il secon- florida, rnagistralis, pestìi uffizi che vi te-

do con comodo appartamento pei vesco- nevano i notari, poiché Giulio 11 che die
vi che giungono a Roma, essendosi ser- il nome attuale alla strada nel raddriz-
vito per la facciala dis. Maria in Cosme- zarla con l'opera di Bramante, presso il

din, de' travertini tolti dal cornicione del- luogo voleva erigervi un sontuoso edilì-
l'aulico tempio dei gentili. E^er gratitu- tribunali di Ro-
zio per collocarvi tutti i

dine i superiori della chiesa gli eressero ma, comesi vede dalle fondamenta e da
per memoria una iscrizione di marmo col alcuni pezzi di mura incominciali. La
suo stemma ; la iscrizione viene riporta- chiesa di s. Biagio vescovo di Sebaste e
ta dal Crescimbeni, Dello stalo dis. Ma- martire, riferisce Panciroli a p. 249, che
ria in Cosìncdin, p. 82, e dal cav. Bel- fu edificata nel luogo ove i romani sulla

li, Dell'ospedale delle donne dì s. lìlaria sponda del Tevere dedicarono un tem-
della Consolazione, p. 1 5 e seg., iu un ad pio a Nettuno, in cui portavano dipinto
altre 4 lapidi che sodo nell'esterne pareti il pericolo quelli chescampavauodai uau-
PAT PA T 327
fingi ; venne poi intitolala a detto santo, ai poveri, preparare la lavanda pel gio-
tome quello elle perviitìi divina nonaf- vedì santo, e quella del cadavere del Pa-
fogò quando Ili giltalo nel lago, per cui pa. Da una lapide ancora esistente nella
fu preso a patrono delle fauci e della go- chiesa rilevasi, che questa fu comincia-
la, o meglio per aver da (jiiesta tolta la ta arinnovare da Domenico abbate ai
spina ad un liinciullo. Il niunaslero con- iG agosto ìoji, nel pontificato di Ales-
tiguo dei monaci bencdcllini o ba.siliani sandro li, e di molte sacre reliquie l'ar-
fu una delle venti antiche abbazie pri- ricchì , come ricorda V iscrizione ripor-
vilegiale di Roma, e gli abbati assisteva- tatada Galletti nel t. i deWaInscript. ioni.
no il Papa nei pontincali : ebbedille chie- La chiesa venne costituita in pariccchia
se filiali, fra le quali s. Lucia del Gonfa- quando iu unita alla basilica Vaticana,
lone, come notala Parroccuia, descriven- e dichiarata sua filiale. Imperocché di-

do tale chiesa. Si chiamava inler Tybc- venuta commenda edata al cardinal Giu-
lini et ponte s. Petti, ed anco secondo il liano Cesarini arciprete della basilica ,

JN'erini, De tempio, p. 3-22, de Canto se- questi pregò Eugenio IV a volerla unire
cato, dal canto alternato osalmeggiameu- al suo capitolo, come monastero che già

to continuo che vi facevano due monaci, da 2 j e più anni non avca più né ab-
per l'ordine da Adriano I dato a tre mo- bate, uè monaci, e come luogo situalo

nasteri, i quali veramente erano presso nell'abitato di Iloma, e perciò più sicuro
la basilica Vaticana, come avverte il Gal- per conservarvi i libri e le altre cose pre«
letti, Del priniicero, p. 8 i, poco eziandio ziose della basilica, ed ottenne l' unione
convenendo sull'altro vocabolo ad Gai- con bolla de'a I ottobre i^^c)- In quel me-
tiini seciila, così detto da Gata secata, desimo anno era morto a'2f) maggio il

da Caltum o Cantimi secutaj e siccome suo predecessore nell'aicipretura cardi-


nel Du Gange gata vuol dir focaccia, o- nal G iordano Orsini, il quale a vendo sem-
pinache prendesse la denominazione dal pre desiderato e promossa l'unione della
pane spezzato che vi si distribuiva; ov- chiesa e monastero al capitolo Valicano,
vero dalla pasta tagliata e scompartita, dispose nel suo testamento, che se que-
se dovesse leggersiad Galani o Gattain sta unione fossesuoi libri o
avvenuta, i

ifCrt/rt///, perchè quella che i latini dice- codici dovessero per maggior comodo dei
vano placenta nel medio evo, fu detta letterati rimanere in detto monastero sot-

con vocabolo k&nco gala. 11 Garampi ,


to custodia di due beneficiali della basi-
ììlemorie p. 892, deriva la nominazione lica ; laonde il legalo si eseguì collocan-
di questo luogo da seciis canlnni, pres- dovi i libri. Tuttavolla per la scarsezza

so il cantone o 1' angolo o il capo della ch'era in Roma di comode abitazioni pei

strada. A tali vocaboli prevalse quello r/tf cardinali, Nicolò V a' 2() gennaio i45i
Paneta e della Pagnotta, per una certa die in commenda la chiesa con le sole

quantità di pane che ivi distribuivasi nel- fabbriche ed orti annessi, al celebre car-
la festa di s. Biagio a'3 febbraio ai pove- dinal Isidoro monaco basiliano, arcive-

ri, e poi benedetto, e perciò le pagnotte scovo ruteno di Riovia. Pio li perla sles-
in forma più piccole delle antiche; laon- sa ragione la diede pure ad abitare al car-

de la chiesa tuttora si chiama di s. Bia- dinal Giovanni de IMella spaglinolo, dot-


gio della Pi/jg/zo/^a. Su questo ultimo vo- tissimo nelle leggi. Il cardinal Borgia, poi
cabolo si può inoltre vedere i voi. VI, p. Alessandro VI, avea nelle vicinanze di
201 e 202, XXI, p. iGi e 162, ove si rile- questa chiesa fabbricalo per suo uso e dei
veranno altri modi con cui fu pronunzia- lamigliari, quel palazzo di cui feci men-
to, e che ai monaci, frati es,de\ luugo an- zione nel voi. Vll.p. n)i,cd avendo per
ticameule incombeva distribuire il pane maggior comodità richiesto al capitolo
328 V A T PAT
Vaticano le case ed orli nnne<;si, le nUcn- le dilficollà del capitolojindi col suo con-
iie ila Pio II con l)Ciic[)Iacilo de' 3 ago- i senso soppresse la (ìgliuolanza della chie-
sto i463, sborsando al capitolo 3oo lio- sa, e stabilendo a quello l'annuo canone
iini d'oro di carnei a, ed obbligandosi al- di scudi 80, e l' oblazione di tre libbre
l'annuo canone di due ceri del valore di un di cera ai ss. Pietro e Paolo perla festa,
Ijoiìno. Dichiarata la chiesa parrocchia iltutto da soddisfarsi dagli armeni, col
da Eui^cnio IV il capitolo la risarcì ed
,
breve Roinaiiae ecclesiae, de^Vi i mag- 1

abbellì nel giorno della festa del santo


; gio 832, Bidl. de prop. fide t. 5, p. 79,
I

litolare \i si recò a cantare la messa, ed concesse la chiesa, con ospizio, giardino


a fare la distribuzione del pane benedet- e fabbriche, al clero della nazione arme-
to, continuala (Ino agli ultimi tempi. IVel na cattolica, per abitazione del vescovo
i5()2 e nell'altare della Beata Vergine, ordinante e residente in Roma della me-
da un sacerdote ed altre pie persone fu desima, sacerdoti e chierici armeni : tras-
istiluita V ArciconfraleniUa di Maria
s. ferì a questo dall' antico ospizio tutte le

(Iti Suffragio (quanto subito immensa- grazie, privilegi e indulgenze, ordinando


inenle aumentò il numero dei confrati r osservanza delle regole compilale nel
lo dissi nel voi. Il, p. 19.4, parlando del- 1774 dal protettore cardinal Pamphilj,
l'anno santo 1600 ), poi trasferita nella per l'ospizio di s. Maria Egiziaca; in fi-

propria chiesa, quando i confrati l'eb- ne assegnò in protettore il prefetto di pro-


bero edificata, continuando atl accom- paganda, ed il segretario di questa in pri-

pagnare il ss. Sagramenlo, allorché il par- micerio. Colle rendile dell'antico ospizio
roco lo portava agl'infermi ; il Piazza trat- e l'abbondante questua fatta dagli arme-
ta del sodalizio a p. ^^i5 daW Opere pie, ni, l'esimio mg.' JMarusci, con disegno del-
e nel trai. 6, cap. 26 òeWEusevologio. l' architetto Filippo Navone , ristorò la

Quivi senza alcuna lapide nel 1718 fu chiesa, la ingrandì e la ridusse secondo
sepolto Gio. Vincenzo Gravina insigne l'uso di sua nazione, a tenore altresì dei
giureconsulto. Nel 1824 Leone XII sop- desiderii del Papa, zelante della conser-
presse la parrocchia ed il capitolo, vi po- vazione dei rispettivi riti, affinchè colla
se un rettore, indi a' 9 marzo 1828 lo diversità di questi e delle lingue, concor-
slesso capitolo la cede in perpetuo alla renti ad uno stesso culto e domina, viep-
università e sodalizio degli Roma,
osti di più risplendesse 1' unità cattolica nel suo
coll'annessa abitazione, mediante annuo centro stesso. Nel n.° 49 tl^l Diario di
canone e riserva di privilegi, e l'alto do- Roma 834 si 1 legge, che Gregorio XVI,
minio. Prima di stipularne l'atto, Leone con nuovo contrassegno di benevolenza
XII, che dalla visita del 1826 avea ri- paterna verso la nazione armena, a' i 5
levato che in luogo dell'ospizio di s. Ma- giugno nella ricorrenza anniversaria del-
ria Egiziaca, di altro più adatto dovea- la solennità del loro apostolo s. Grego-
si provvedere gli armeni, ad istanza del rio Illuminatore, si recò a visitare la chie-
cardinal Cappellari domandò al capitolo sa e l'ospizio. Fu ricevuto dai vescovi or-
Vaticano per tale uso la chiesa di s. Bia- dinante e coadiutore, dal procuratore del
gio e fabbricati annessi, ed ordinò che si patriarca di Cilicia, e da quelli dei me-
.spedisse l'occorrente breve, che per mor- chilaristi ed antoniani, col canto in arme-
te del Papa non ebbe luogo, né fu dato no del Tti a
sacerdos magnili', e da al-
a Pio Vili di rinvenirlo, ad onta delle tri nazionali. Il Papa affettuosamente am-

premure del cardinale. Divenuto questi mise tutti al bacio del piede, dichiaran-
Gregorio XVI, ed avendo la provviden- do la sua consolazione per 1' operalo, e
za a lui riserbato il principio e il compi- la soddisfazione dei ristauri e aumenti fal-
mento dell'affare, con impegno eliminò li, onde gli armeni a memoria dell' au-
P AT PA T 3c»9

gusto benefattore posero ima lapide di nella vasta chiesa di sant'Andrea della
inarmocon corrispondente iscrizione, nel- Valle.
la sala Papa erasi trattenuto, ascoi-
ove il Dtl 'ì'cscok'O ordinante in Roma, con
tandovi benignamente isonetti di tlue titolo vescovile o arci vescovilemprtr</i«5,
alunni armeni del collegio Urbano, ed residente nell'ospizio di s. Biagio, di cui
un'ode soave e riconoscente in armeno gli è devoluta l'amministrazione e dire-
ein italiano del p. Edoardo Ilurmuz, che zioiie. Anticamente gli alunni armeni del
meiitò di essere voltata in elcganli (piar- collegio Urbano si ordinavano dai ve-
tine dal pianto cardinal IMonico patriar- scovi nazionali pellegrinanti in Roma, di
ca di Venezia e stampata in cpiella cele- parecchi dei ha memoria e ri-
(juali si

bre tipografia armena de'mcchitaristi di tratti nell'ospizio, come di Giovanni Ba-

s. Lazzaro, con somigliante ritratto del chinìan arcivescovo dell'Armenia inino-


Pontefice. La Kicciata della chiesa (deco- re de! i65o, e di altro vescovo Giovan-
rala della eiligiedis. Biagio, forse di An- ni, che celebrò la sacra della chiesa di

drea Sacchi, o del Camassei o dell'Alba- s. Maria Egiziaca nel centenario di sua

no) era stata, come l'interno, ristorata nel donazione. Verso il 1700, enei pontifi-
pontificato di Benedetto Xlll, con archi- cali d'Innocenzo Xll eClemente XI, per

lettura di Gio. Antonio Perfetti. Dentro la persecuzione degli scismatici si rifugia-


la chiesaerano freschi del Sacchi, il
vi rimo in l\on>a molti vescovi armeni^cioè
((uadro dell'Angelo custode di Pietro da di Sebaste, Marcia o Mardin, Cesarea
Cortona, di cui secondo il Venuti, Roma di Cnppadocia, Cipro, Ca/fa, Jgatopo-
inodenia, p. 434) ^ pure la immagine in // e di Edessa : nel 1713 si trovavano
muro della Beata Vergine col Bambino, ancora in R.oma, non putendo lilornare
il quale con una mano benedice, coll'al- nelle diocesi senza comunicare //ti^//i'WJ.s
tra tiene un pane. Il ^om\>e\\\ Raccolta , cogli ecclesiastici ; niuno però era stato
delle immaginici. 3, p. 187, nel ripor- esclusivamente destinato per l' ordina-
tarla dice in vece essere dipinta sul le- zioiie degli aluimi nazionali e pei ponti-
gno, e la crede portata di Grecia nella ticali. Il p. Giacomo Villot gesuita sug-
persecuzione iconoclasta , indi [)iù volte gerì che si adunassero in s. Maria Egi-
restaurata (e forse ancora «lai Cortona), ziaca, e che ivi attendessero all' uflizia-

e assai venerata in più luoghi della chie- tura armena : quantuncpie il progetto
sa,finchèsolto Benedetto XIII venne col- non fosse abbracciato, pure può riguar-
locata sull'altare n)aggiore. Il suo altare darsi come il principio dei vescovi arme-
Paolo V
avea già dichiaralo privilegia- ni residenziali per le ordinazioni, pon-
to , e Gregorio XV che gli successe, da tificali ed assistenza alle cappelle [lonti-

cardinale spesso la visitava. Pei suoi prò- licie, per le quali il palazzo apostolico
digi il capitolo Vaticano a'3i gennaio manda un frullone o carrozza. Gre-
loro
1671 impose la corona d' oro alla Ma- gorio arcivescovo di Edessa fu il primo
donna e al Bambino.Dentrola chiesa ora ad abitare stabilmente nel suddeltoo-
nonesisle altro fresco, fuori di (piello del- spizio col titolo di duettore ; cominciò
la Madonna, che gli armeni hanno lias- a promuovere agli ordini sagri, ed a
ferito ad un altare laterale, dedicato al- chiamarsi vescovo ordinante. Morto nel
la medesima. Xella chiesa gli armeni vi ly?, gli successe Vertanes arcivescovo
1

celebrano \\ pontificale nel sabbato san- di Cesarea, indi nel 1760 Giuseppe ar-
to, ed anche nella festa di s. Biagio, con civescovo di Edessa, nel «767 Simone
dislrdjuzionedel pane benedetto ; ma nel Umudian vescovo di Ancira.nel 1774
sabbaio sauto del 18 )i, per dare un mag- Samuele vescovo di Bitinia , che rinun-
giore sfogo ai forestieri, lo celebrarono ziando nello slcsso anno, fu sostituito du
33o PAT PAX
CleniciiteXIV Paolo Leoiiiaii .irci vesco- gli armeni cattolici per maggior polizia,
\ucli Acalxicliealuniiodi propaganda; pò- oltre a detto amilto, ch'è per lo più di
kcia Stefano Autaiilil ci'Acalziclie, quiu- colore, hanno adottato dai latini l'uso del
tli Atanasio Sarafian monaco antoniano; vero aniitto bianco sotto il camice, men-
liei 181 5 Pio VII (ece vescovo di Teo- tre l'altro si mette presentemente tra il

do!)io[)oli e residente in Roma, Gregoiio camice ed il piviale. camiee armeno


Il

Ij.icliinaiili d'AcalzicIie ; Giegorio XVI non dill'erisce di forma né di materia da


dicliiatò nel 1882 arcivescovo di Calci- quello dei latini ; ma gli armeni soglio-

ile Paolo Marusci di Coslanlinopoli a- no fare la pettina di stolFa disegnata, i


Imino di propaganda coadiutore del , lembi e le braccia gli orlano della me-
precedente, poi ellellivo, trasferito me- desima stollà in vece di merletto. Il ma-
ritamente alla sede [>rimaziale Costanti- nipolo armeno non è uno solo, ma due,
iiopolilaiiu. 11 medesimo Gregorio XVI, ed in forma di bracciali che coprono le
al modo detto nel voi. XLIV, p. 59, e braccia del sacerdote fino al gomito, e
nel i838 elesse l'odierno mg."^ Ignazio che stando il sacerdote a braccia aperte
Papasian di Costantinopoli, mecliitarista formano croce insieme colla stola da-
ed arcivescovo di Taron , allìdando in vanti. La stola armena è una striscia lar-
seguito l'amministrazione dell'ospizio al ga, che scende dal collo fino ai piedi per
p. Edoardo llurmuz mechitarisla di Co- la parte davanti del sacerdote. Quando
stantinopoli, ora mg.' arcivescovo di Si- il chierico si ordina in suddiacono, il ve-
race e di lui coadiutore, per nomina del scovo gì' impone sul braccio sinistro, in
regnante Pio IX de' 1 2 settembre 847- H 1 segno del giogo di Gesù Cristo, una stri-
vescovo ordinante prò tempore gode dal- scia lunga rivoltata, la quale forma la
la dateria scudi 36 mensili. Al vescovo sloia armena. Ordinandosi poi il suddia -

Varlanes nel 1727 fu concessa la facoltà cono in diacono, il vescovo gli trasferi-
di conferire il titolo di vartabiet (prero- sce la stessa stola dal braccio all' omero
gativa die i vescovi ordinari armeni di- sinistro , lasciandogliela cadere giù da-
cono godere per consuetudine di loro di- vanti e di dietro fino a terra. Quando
gnità) o dottorato, nella collazione del finalmente il diacono si ordina in sacer-
quale si praticano sagre cerimonie, es- dote, il vescovo ravvo"liendogli intorno
sendo grado in mollo pregio Ira gli
il al collo la parte di dietro della stola, glie-
armeni, ed a quelli che hanno 12 gradi la lascia cadere giù dall'omero alla parte
di dottoratosi conferisce \' anello dt dot- davanti, imponendogli a tutti e due gli
tori. Il dottorato si concede ai sacerdoti omeri il giogo di Gesù Cristo, come in
secolari o regolari soltanto, che sieno ido- fatti glielo dice colla formola. Cosi am-
nei ad insegnare e predicare, come rile- bedue le estremità della stola, riunendosi
\A\ nel voi. XLlVj p. 54- Nei puntidcali alla parte davanti del sacerdote, forma-
armeni si trovano per essi due benedi- no una sola striscia larga^ coprendogli il

zioni, una antica e breve usata dai ve- petto fino a terra. Il ciiigolo armeno è
scovi cattolici, l'altra dilfusa e piena di una fascia di quattro dita di larghezza in
errori degli scismatici. Per insegna han- circa, l'estremità della quale si uniscono
no [)ure un bacolo, diverso dai vescovile, con fibbia grande sul petto del sacerdote.
come diiò. 11 piviale di cui si servono gli armeni in-

Delle sagre vesti armene. Uamitto ar- vece della pianeta latina, non dillerisce
meno sta attaccato all'omerale, il quale da quello dei latini, se non che non a-
(orma come una corona intorno alla mi- vendone il cappuccio. Questo a[)parato
tra ed al collo dalla parte di dietro, ap- proviene originariamente dalla toga sa-
puggiaudosi sugli omeri : ma alcuni de- gli armeni han-
cerdotale dei greci, the
PAT PAT 33 1

no aperto per comodo tlalla parte davan- chia ecclex. p. 3i4, parlando degli arme-
ti, mentre latini l'iianno aperto per le
i ni, ci ila le figure del vescovo, del diaco-
pinti laterali. Tutti descritti jìnnimcnù i no e suddiacono e quella del i." si ve-
e vesl'i sagre sono comuni pel vescovo e de ancora nel Falaschi, La gerarchia cc-
pel sacerdote, ma la mitra vescovile pres- cles. p- 4' ""^^ Capparroni è sbagliato
5

so gli armeni è simile alla latina, tran- col greco.

ne le distinzioni dichiarate a quell'arti- I libri lilurgiei sono: i." Il Breviario Q


colo, mentre la sacerdotale è pressoché Giamakirk, contenente le preghiere che
come la mitra vescovile dei greci. U pal- si debbono recitare nei diversi momenti
lio de' vescovi armeni è una striscia più della giornata. ?.."L'//2/mr;o oSciarngan
di due canne di lunghezza e di im pal- o collana di gemme, raccolta d' inni e

mo di larghezza : esso si forma di stolìa di prose in lode di Dio e dei principali


ricca trinata d'oro e ricamata, e copre santi della chiesa armena. 3. "Il Giascioz
al vescovo omeri e le parti davanti
gli o collezione di tulle le lezioni dell'anno.

e di dietro, presentando da per tulio la 4." IL^/<'''5'7'<'0 Corhertadedpr,ossia la li-

foima di croce. Però il pallio che conce- turgia. 5." 1 1 Riluale o Mascidolz, che ser-
de il Papa è come quello dei Ialini. L'ai- ve alle dilferenti cerimonie. Sugli arme-
chino è un paramento vescovile di forma ni, oltre le opere citate di sopra e quelle

quadrala, che si appende per un ango- mentovale nel voi. XLIV, p. 58 e 62,

lo, dal cingolo alla parie sinistra. W pa- come della Storia letteraria armena, si

storale vescovile degli armeni è siunlea po'^sono vedeie: Alphahetum armenum,


quello dei latini, nicnlrc il bacolo dei citm piatf. Cìiri<;t./linadiitii, additis orai.

varlabiet o dottorale, ha la borchia for- (lomtnic.,.inlnL ang., init. cvang. s. Joan-


mala da due serpenti allortigliali col re- iiis, clcanlic. poenilentiae, Romae 78 i |.

sto del corpo, stando colla lesta uno ver- Jo. Agop, Grammatica armena Ialine

so l'altro, simile al bacolo di Esculapio, cxplicata, Romae 167.5. Dictionariuni

per contrassegnare la cura che dottori i latino-arniPHuni ex praecipnis arnienia-


devono avere delle anime, quali medici cae linguae scriptoribus concinnatum ,
spirituali. Quando il vescovo assiste alle Ilomae iri.\. Ciemens Galano, Conci-
finizioni ecclesiastiche, si veste di un pi- liationesecclesiaearmenae cani romana
viale della medesima anzidetta lòrma ,
exipsis armenornm palrum,el docloruni
ma di seta semplice e di colore paonazzo, testimoniis, in duas parles historialent
il quale tiene il luogo della cappa pre- et controversialem divisae, cum inlerprc-
latizia presso gli armeni : così appunto tatione latina, Romae iG5<S <jo: Conci-
il vescovo armeno assiste alle Cappelle liatio ecclesiae armenae cnm romana,
pontiticie, ove
pure lo descrissi, in ini a Romae i6go. Tulle queste opere furo-
quando assume paramenti sagri, i cil a no stampale nella lipogiafìa di propagan-
ciò che li liguarda. Quanto ai colori ce- da ed in essa si trovano. Jo. .Toacli.
,

clesiaslicij gli armeni non hanno una Schrocder, Thesaurus lingnae armeni-
distinzione esalta come i latini, ma s(j1- cae anliquae ethodicrnac, Amstelodami
lanlo per le feste principali, come pel Aa- 1711. Michele Ciamicièo Ciamician,>V/o-
tale e Pasqua si servono del colore bian- ria di Armenia , Venezia s. Lazzaro '84- 1

co, per la Pentecoste del color rosso, e pei Domenico Scslini, Dissert. sopra alcune
defunti del colore paonazzo o nero. Inol- monete armene de' principi Rtipinen.'ti del-

tre i vescovi hanno l'uso della ^^o^e/^r^ la collezione Ainslieana, hwomo 1790,
(orale e i\e\\'aiiello vescovile. iVegli arti- colle notizie delle | dinastie o famiglie
coli riguardanti le vesti sagre riportai reali degli armeni , la serie cronologica
altre notizie. 11 p. Bonanni nella Gerar- dei re dtll'ulliina e loro gesta, con Te-
.

>86089
332 PAX PAX
lenco (Ielle clllà in cui hnmio risicdnlo i nnvicli ex gesuita, Dissert. polcniica-cri'
re aimeni delle diverse stirpi. Saint Mar- ticn sopra gli armeni j Compendio slo-
tin, fllcmoircs ^cographiques sur
ìiiit. et rico della nazione armena. Mosè diCo-
V Armenie, Paris 1818. Vahram, Chro- ren, Storia o collana degli storici arme-
Jìicle ofthe A rmcnian, ec.,han(ìi a H3 ì ì ni, versione italiana illustrala dai nio-
Uaillionis, Armeni Jiist. orient. Suijii au- naci armeni iiiecliitaristi, ritoccata qiutn-
tori che trattano della conversione degli da N. Tommaseo, Venezia,
to allo stile

armeni, si può vedere Martinetti, Teso- tipografiaarmena di s. Lazzaro i84i.


IO delle antichità t. 2,p.c)4j mentre nel Sacerdote d. Giuseppe Cappelletti, VAr-
t. discorre di Haico progenitore degli
I menia e altre opere, per non citare altri
armeni. Abbiamo inoltre, Giuseppe Mari- benemeriti scrittori.

FINE DEL VOLUME CINQUANTESllMOPRIMO.


BX 841 .1167 1840
SMCR
Moroni Gaetano
, ,

1802-1883.
Dizionario di erudizione
storico-ecclesiastica
AFK-9455 (awsk)

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