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e ST^i

DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARI! GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA , ALLE CITTA PATRIARCALI , ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CERIMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MORONI ROMANO


SECONDO AIUTANTE DI CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

VOL. LVIII.

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
' MDCCCLIL
?. !
,

DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO -ECCLESIASTICA

R
RIO laio

R,.lOmmB.OMA.Regionìbns Romae, per sapere a un tratto di qualunque cit-


Begionìbus Urbis Romae. Le quattordici tadino o forestiero il soggiorno, e per as-
regioni ©quartieri colle quali è divisa l'e- segnare ai vigili (di cui a Pompieri) delle
terna e celebratissima Roma, metropoli coorti i termini delle contrade, delle qua-
del cristianesimo, e già capo dell'impero li dovevano aver cura e custodia, o per
del mondo ; ciascuna delle quali spiega accorrere agl'incendii, o impedir i ladro-
un o bandiera particolare. Av«
vessillo necci, o rimuovere le risse. Osserva an-
Terte Galletti nei Priniicerop. i, che le cora che fino dalla nascente chiesa cat-
XIV regioni antiche di Roma, non hanno tolica anche i Papi formarono le loro re-
punto che fare co'xiv rioni moderni,! quali gioni, assegnandole a'regionari, e perchè
sono diversissimi e di nome e di sito da- il numero de'cristiani era scarso, con di-
gli antichi. Aggiunge che non è impro- visione ecclesiastica restrinsero il nume-
babile che una tale divisione si facesse ro delle regioni riducendole da xiv a vir,
allorché ne'secoli di mezzo sollevatisi i le prime continuandosi a chiamare ci-

romani contro i Pontefici loro legittimi seconde ecclesiastiche, distinzione


vili, le

sovrani, stoltamente prelesero di mette- necessaria a intendere la storia profana


re in piedi 1' antica repubblica. Alberto e sagra. E benché nel mezzo tempo, cioè
Cassio nel Corso delle acque amiche por- almeno dal 5oo al i eoo, per non esservi
tate sopra XI y acquidottì dalle lontane r uso de'cognomi,ov vero perchè erano ces-
contrade nelle xtv regioni dentro Roma^ sali, Papi si cognominarono ordinaria-
i

par. 2, p. 6, dopo aver parlato delle an- mente o dal nome


del padre o da quel-
tiche regioni di Roma, dice che Augu- lo della patria o dalle xiv regioni o da
,

sto, tolto il nome di tribù, la ripartì in qualche vico nelle medesime compreso,
XIV contrade col titolo di regioni civili perciò leggo anche prima di tal tempo,
per togliere la confusione nella giurisdi- s. Cleto del vico o vicolo patrizio; s. Cle-
zione de Prefetti (T.) o de Pretori {r.). mente I della regione o rione Monte Ce-
1 1

4 RIO RIO
]io; s. Alessandro I della contrada Ca* di Roma, col numero
che cia- delle case
poloio ; s. Sisto I del rione o legione Via scuno conteneva, 182 dentro
in tutte 1 3,
Lata; s. Anastasio II del vico Capoterò le mura di Roma, non comprese le fab-

nell'Esquilino; s. Eugenio I del Monte briche pubbliche senza numero, come


Aventino; Valentino della regione Via 208 grandi templi, 277 minori, 21 basi-
Lata; Giovanni XV detto XVI della con- liche pei pubblici negozi, 19 grandi piaz-
trada Gallina bianca; Giovanni XVIII ze cinte d'alti portici con belle colonne,
detto XIX da Porla Malodia, pei* non di- 7 teatri amplissimi pe'spettacoli per con-
re di altri, trovando nel r i53 Anastasio tenere fino a 80,000 persone, 17 archi
IV di Suburra. Inoltre riferisce Cassio, trionfali, 7 circhi grandissimi come le 3
che pei motivi che notai a Prefetto d£ naumachie, 1 3 bagni e 20 terme di mara-
Roma, ribellatisi romani a Innocenzo II,
i vigliosa bellezza, 228 granari e 3i5 for-
e persistendo neirinsurrezioue sotto Cele- ni per mantenere l'abbondanza nella cit-

sti no 1 1 e Lucio 1 ,nel 1 44p''<^l6sero met- tà. enumera


Indi i presenti i4 rioni di
tersi in istato di repubblica come l'antica, Roma, col numero delle chiese che cia-
I
elessero il Patrizio (F.) 628 senatori, indi scuno contiene, e dal medesimo descritte.
per mostrare un atto di superiorità divi- Ma già a Monti o Colli di Roma tenni
sero la città dalle 7 regioni ecclesiastiche proposito della loro successiva riunione,
ch'erano prevalse alle 1 4 civili, in 1 3 parti e de'diversi recinti e ingrandimenti che
o contrade, con denominarle volgarmen- ebbe perciò la città dalla sua origine in
te e con vocabolo corrotto Rioni dì Eo- poi, parlando di ognuno de'suoi celebri
772tìf, quali diversificavano da quelli d'Au- colli, che dierono in parte nome alle re-
gusto, e dagli odierni, ri parti mento che gioni, come di quanti vi furono edifizi più
riformato da Sisto V nella regione Trans- importanti, come di quelli esistenti al pre-
tiberina, fu aumentato col 14° rione di sente in chiese e monumenti, potendosi
borgo o Città Leonina (/^.), finché Be- anche vedere Palazzi di Roma. A Mura
nedetto XIV assegnò i limiti attuali. Cas- di Roma meglio trattai della fondazione
sio riporta diverse tavole delle 1 4 regio- di Roma, oltre quanto dissi a Lazio; di
ni antiche, delle regioni tra loro confinan- quali parti e colli fu compresa nella sua
ti, de'rioni moderni, della corrisponden- primitiva origine, suoi recinti e porte, coi
za delle regioni coi rioni, delle regioni dal- progressivi aumenti e inclusione di altri
le quali si cognominarono diversi Papi ; collidopo Ptomolo, sia di Numa, sia di
indi passa a descrivere la distribuzione Tulio Ostilio, sia d'Anco Marzio, sia di
delle acque nelle i4 antiche regioni di Servio Tullio. Come delle posteriori di-
Roma e successi ve, argomento di cui trat- latazioni, massime d'Augusto, di Clau-
tai a Acque, Acquedotti, Fontane di Ro- dio, di Nerone,
Traiano, e principal-
di
ma. Panciroli , Tesori nascosti di Roma mente d'Aureliano, d'Onorio, di Belisa-
p. 1 33: dei Rioni di Boma e loro chiese, rio; quindi di quanto operarono Papi, i

dice che la voce di Rione viene dal lali- precipuamente s. Leone IV, Pio IV, Ur-
lìo Regio [dicendo Morcelli, l'abitante del bano Vili e altri. A Porte di Roma, nel
rione del quartiere, Regionarius Fici), e descrivere le antiche e le odierne, colle di-
significa un paese e una provincia, che verse ubicazioni_, riparlai de'diversi cir-
dai re si suole reggere e governare, don- cuiti e ampliazioni della città, che di con-
de il nome di rione si è trasportato nelle seguenza ne aumentarono il numero e le
città che per la granclezza loro furono di- variarono in ditferenti tempi, cioè sotto
"visein più rioni, e questi in più vie o stra- i re, la repubblica, l'impero, e il dominio
de o borghi; quindi passa a fare la de- de'Papi; e del recinto attuale. A Primi-
scrizione della divisione antica de'rioni cerio DELI, A s. Sede, a Regione, a Pro-
RIO RIO 5
ToscnmiARio, a Titoli cardinamzi, a Du- ni preparavano nel sabbato santo 7 al-
coNiE cardinalizie naiiai, come s. Cleto tari che consagrava il Papa, con l'offerta

Papa dell'anno 80 divise Roma pei* Par- di latte e miele, come narrasi da Cancel-
rocchie (F.), come s. Clemente I del 98 lieri, Memorie delle sagre Teste p. 4' A.

ripartila città in 7 regioni ecclesiastiche, Capo-Rioni parlai di questi magistrati, ca-


non unendone due delle antiche 1 4 isti- po de'quali era il Priore[F.) de'caporio-
tuite da Augusto, ma piuttosto assegnan- ui, magistrato municipale. Che al capo-

do confini proporzionati, secondochè ivi rione insieme al Capoloro (^.)era prin-


erano i cristiani più o meno numerosi cipalmente affidata la cura e custodia di
ne'Iuoghi che abitavano; che assegnò cia- ciascuno de' 1 4 »'ioni di Roma per quan-
scuna ^\ Notavi (F^.) regionari per tener to riguardava ilcivile,citando l'opera del
conto degli atti òtt Martiri (F.), ai quali Bernardini. Che questi capo rioni più an-
cessate le persecuzioni furono date altre ticamente, come nel
93 e nel 948 si chia- I

attribuzioni. Che s. Evaristo del 1 13 di- mavano decarconiy perchè allora erano
vise e distribuì le Chiese di Roma (F.), dieci, poi Banderesi (/^.), o collegio dei
cioè ai Preti [F.) Diaconi (F.)i titoli, ai tribuni della plebe, perchè ogni decuria
le diaconie regionarie. Che s. Fabiano del in cui era divisa l'alma città (delle curie
!i38 aggiunse a'y notari 1 egionari, altiet- ripartite in decurie parlai in altri luoghi,
lanti Suddiaconi (F.) regionari, più bene come nel voi. LI, p. 24^) si distingueva
regolarizzando la divisione ecclesiastica dalla sua insegna o Bandiera (F.)^ on-
delle 7 regioni di Roma, come quella dei de furono pur detti Decurioni (F.) quei
titoli e diaconie cardinalizie e regionarie, magistrati che vi appartennero; i quali
per meglio sovvenire i Poveri (F.), in banderesi -aveano il governo della città,
vantaggio de'quali in progresso di tem- e colle loro insurrezioni e prepotenze die-
po e sotto i Papi, furono istituiti i medici, rono per diversi secoli molte brighe ai
i chirurghi, le speziarie e le levatrici re- Papi, come ivi narrai, secondati e soste-
gionarie, le maestre pie e le scuole re- nuti dagl'irrequieti romani, per cui nei
gionarie, di che ragionai a Elemosiniere primi del secolo XIV furono aboliti e su-
DEL Papa, Medico, Maestre pie, ec. Che bentrarono i capo- rioni, detti anche Ur-
s. Dionisio del 261 distribuì di nuovo le bis Praefecti. Inoltre a Capo-Rioni par-
parrocchie di Roma, stabilendone più re- lai della loro regolarizzazione operata da
golarmente i limiti, a misura che il cri- Gregorio XlII,da'quali volle che si sce-
stianesimosi estendeva. Che perciò S.Mar- gliessero gl'individui del consiglio segre-
cello 1 del 3o4 stabiPi un nuovo ordine to; come procedeva la loro elezione, su-

di25 titoli o parrocchie regionarie, per bordinati al priore de'capo-rioni ch'era


non dire qui delle posteriori ampliazioni pure capo-rione deli." rione de' Monti;
e circoscrizioni. Notai ne'vol. Yll,p. 209, qual era l'autorità de'capo-rioni, e incom-
XL, p. i32,chei 7 candellieri che usa- benze che esercitavano in ogni rione; dei
no Papi ne' pontificali o li precedono
i successivi cambiamenti di loro rappre-
nelle processioni ricordano quelli che , sentanza, di quanto facevano e godevano
portavano ciascuno de' suddiaconi o ac- nella sede vacante, dell'intervento ai Po^-
coliti delle regioni di Roma, ne' luoghi sessi de Papi (F.)^ e come vestivano, con
ove il Papa andava a celebrare. A Cap- quanto loro spettava, quali attribuzioni
pelle pontificie e ne' luoghi ove feci la fungevano, intervenendo pure negl' In-
descrizione delle antiche lùnzioni de'Pa- gressi solenni in Roma (F.) de' sovrani e
pi, notai l'intervento de'regionarije nei altri principi. Come aboliti da Pio VII,

89, e XLYllI, p. 218, dissi


voi. XII, p. e colla costituzione Post diuturnas, del
che nella basilica Lateraueuse le 7 regio- 1 800, eletti 3 deputali per ciascun rione
6 RIO RIO
col titolo di Presidenti del
do che riportai nel voi.
Rione jtA mo-
XXXII, p. 1 3, 1
6,
lazzi apostolici. Avendo terminato
potori d' essere milizia urbana del
i

mu-
ca-
I
dicendo ancora dell' istituzione de' Pre- romano, a questo fu assegnato il
nicipio
sidenti regionarij con quelle ingerenze e corrode Pompieri di Roma (f^.). A Car-
attribuzioni che descrissi, in uno a quelle nevale DI Roma, lo descrissi ancora co-
per la sede vacante, in cui essifanno le me si celebrava con magnifici trionfi e
Teci degli antichi capo- rioni, praticando splendide feste ne'secoli di mezzo, ripor-
quanto eglino esegui vano, ed inalberando tando nel voi. XXXI, p. 1 7G e seg. testi-
in tale tempobandiera del rione, cia-
la monianze 256, fino e inclusive al se-
del 1

scuno nella propria Presidenza regiona- colo XVI, con carri e macchine di ciascun
Paggio
ria. A. dissi di quelli de*capo.rioni rione, con figure esprimenti diverse al-
che vestivano in parte del colore proprio lusioni, accrescendone la solennità i co-
d*ogni rione, così tamburi de' medesi-
i muni delle città e luoghi vicini a Roma.
mi che li precedevano nelle funzioni. Di A Roma, a Senato romano, riporto ana-
tali colori e vestiario de' capo-rioni ten- loghe e interessanti notizie sopra ogni ar-
ni propositoanche nel voi. Vili, p. 67, gomento qui toccato e che vado a trat-
dicendo che anticamente il i.° rione era tare.
quello di Campitelli o Campidoglio. A Con le autorità principalmente, di Pan-
Capotorf, già milizia urbana del magi- ciroli, di Bernardini e di Nibby, dirò che
strato romano, denominati Comites sta- la moderna Roma conserva per singoiar
biles, constabili o contestabili, parlai, co- coincidenza l' identico numero delle xiv
me avea fallo a Capo-Rioni, della divisio- parti o regioni cui la divise Augusto nella
ne dell'antica Roma in xiv regioni, alle maggior sua grandezza , non avendone
quali fu dato un Curator^ un Denuncia- cambiato che nomi ed i i limili. Diviso da
tor^ ad ogni vico Magistri o Vicomae-
i Romolo il popolo romano in 3 parti, poi-
slri,corrispondenti poi a'capo-rioni, per ché di 3 principali frazioni si componeva,

rendere forse piìi facile ai prefetti il de- latini, etruschi e sabini; chiamò queste
cidere lecontroversiedi giurisdizione, per parti tribù, perchè triplice fu quella di-
vegliare alla pubblica tranquillità, a coa- visione. A Patrizio e Protettore trat-
diuvar la quale furono da Augusto asse- tai della divisione degli ordini della cit-

gnate 7 coorti , donde per disposizione tà, in patrizi, cittadini e plebei. Ciascu-
de'Papi successero poi i capotori dipen- na delle tre parti o regioni fu suddivisa
denti dal capo-rione ; i quali capotori si imo onde formarono 3o curie. Si
curie,
aumentavano in sede vacante, dovendo 100 uomini per ciascuna tri-
scelsero poi
anche custodire le porte di Roma, per bù onde servire da cavalieri, e costitui-
cui aveano convenienti compensi, ponen- lonsi così 3 centurie ripartite ciascuna
do quartiere bandiera
in ogni rione, la in IO sezioni dette decurie, i cui capi si

de'quali nel possesso e Cavalcate de se- chiamarono centurii o centurioni, decurii


natori (F.) , nelle processioni e in altre o decurioni. Dopo succennati accresci-
i

solenni circostanze essi portavano. Come menti de' re successori di Romolo per ,

Pio VII dichiarò capotori guardia pon-


i quello di Servio Tullio le tribù furono
tificia, cui Gregorio XVI accordò dupli- aumentate colla distinzione di urbane e
ce uniforme. Nel voi. L, p. 202 narrai, rustiche, le prime in n.° di 4 abitanti in
che Pio IX dichiarando i capotori guar- Roma, le altre dimoranti fuori: le une e
dia palatina pontificia , indi 1' uni alla le altre formaronoil numerodi 35. Inol-
guardia Civica {f^.) pontificia scelta, for- tre la città fu divisa in 4 sezioni che chia-

mando così corpo della Guardia pa-


il mò regioneSj regioni, e impose loro i nomi
latina , dipendente dal Prefetto de* pa- secondo le località, Suburrana, Esquili-
RIO R1 O 7
iia, Collina e Palatina, divisione che ri- gendo che i compiti ebbero un Giano o
mase fino ad Augusto. Considerando que- arco a più faccie,per comodo del popolo
sti r aumento amplissimo della popola» e de'negozianti. La /Jeg/o/ie/dicevasi Por-
zione, quello grandissimo delle fabbriche, ta Capena^ dalla porta di questo nome
che ciascuna dell' antiche 4 parti equi- posta sulla falda meridionale del Monte
valevano a vaste città, e quanto si fosse Celio, quella stessa cheora chiamiamo di
esteso l'abitato fuori del recinto di Ser- s. Sebastiano j poiché la maggior parte
vio, nell'ordinamento generale dell'am- di tale regione era situata fuori della det-
ministrazione, prese a cuore anche la nuo* ta porta. La Regione II ^w detta Celimon-
va divisione delle città in regioni e vici. tana, perchè conteneva Monte Celio, il

Le regioni furono xiv, che suddivise io La Regio-


ov' è la Basilica Laleranense.
vici,ed a tempo di Vespasiano, dice Pli- ne 7//venneappellatad'/5/^ee Moneta^
nio,contenevano Compita Larìunty cioè o d' Iside e Serapide, pel tempio sagro
nodi di Strade (V^. ove parlerò de' yici) alle due divinità egizie e per la zecca che
in numero di 665. Le regioni aveanoi4 conteneva, sopra una gran parte dell'E-
maestri de'vici, Ulagìstri vicorum Urbis squile o Monte Esquilino, e tutta la con-
Regionitm XIV^ essendo ministri subal- trada Merulana, racchiudendo l'anfitea-
terni i J^icomagistri ch'erano
4 per vi- tro Flavio o Colosseo. La Regione IF, una
co, Curalores i per regione, cos'i i De-
i delie più insigni per fabbriche, e insieme
mmciatores. Erano i prijni quelli che a- una Eb-
delle più ristrette per estensione.
veano la soprintendenza de* vici, e cele- be il nome
Tempio della Ptìfceper quel-
di
bravano i giuochi àtilì compitaliziif per- lo celebre che comprendeva ne'suoi con-
chè sifacevano ne compita^ ossia crocia- fini , ed anche di I^ia sagra per quella
le : i curatores poi aveano la soprinten- che lepassava innanzi , che facevano le
denza di tutta la regione, ed erano i de- vittime che si doveano sagrificare sul
legali del prefetto^ col quale direttamen- Campidoglio.ha Regione F, detta Esqui-
teconferivano : e i denunciatores quelli Z/«rt perchè racchiudeva tutte VEsquilie,
che denunciavano i delitti e ogni altro in- ad eccezione deirOppio,abbraccia va tutto
conveniente. Il numero magi-
di questi il Monte /^/V/2mfl/e d'anfiteatro Castren-
strati e ministri non fu sempre il mede- se presso la Croce in Geru-
Chiesa di s.

simo, come si può vedere in Nardini, Ro- salemme. La Regione FI, Alta Semita fu
ma antica^ nella descrizione della topo- detta per le gibbosità del Monte Quiri"
grafia, nel gran registro intitolato, iVb/i/fVz naie, in cui erano le Terme di Costanti-
utriusque imperii, e negli scrittori de'cata- no, sulle quaU fu fabbricato il Palazzo
loghi, conosciuti sotto il nome di Regio- Rospigliosi, e quelle di Diocleziano ove
narii , essendo il più completo Publio oggi è piantata H Chiesa di s. Maria de
Vittore, Sesto Ikjfo è mancante di diver- gli Angeli, contenendo anche il Monte
se regioni. Questi furono primi a tratta*
i Pincio. La Regione detta Fia Lata FU
re brevemente, ma con un certo metodo, perchè comprendeva il i." tronco della
de'monumenti dell'antica Roma e della viao Strada Flaminia che in questa par-
città co' loro cataloghi. Le nuove regio- te era più ampia delle altre di Roma, con-
ni furono denominate dai colli che con- tenendo il Foro Archimonio ov'è la chie-
tenevano, o da alcun tempio, o da qual- sa di s. Nicola in Arcione (di cui nel voi.
che pubblico edificio o via, ed eccone il XVI, p. i3i), la villa pubblica in cui è
nome di ciascuna. Tanto i vici che i com- ilPalazzo di Fenezia, i Septa ove sor-
piti ebbero la propria edicola o tempiet* ge il Palazzo Daria, il tempio di Nettu-
to, come le nostre parrocchie, dice Guat- no al presente Dogana, il foro Antonino
iani, Roma descritta e illustrata j aggiun- colla Colonna. La Regione FIIIi\x ap-
,

8 RIO RIO
pellata Foro Romano perchè lo conte- Traiano, per opera di Papa s. Clemente

neva, insieme ai Fori di Traiano, di Ce- I fu fatta una divisione nuova de'quar-
sare, di Augusto, il Boario, il Piscai'io, il lieri della città in 7 regioni e tutta eccle-

Velabi'o minore e tutto Monte Capito- il siastica, pel discreto numero de'primitivi
lino. La Regione 7A' ebbe il nome di Cir- cristiani, di cui le Persecuzioni {F.) im-
co Flaminio j perchè fra le al Ire fabbriche pedivane Tincremento; divisione che se-
comprese ancora quell' antico circo^ nel condo progressi della religione cristiana
i

cui mezzo fu edificata la Chiesa dì s. Ca- avrà avuto delle modificazioni quanto ai
terina de'Funari. Essa contenne tutto il confini: certo è che i sagri ministri cui di
Campo Marzio, meno la porzione fra l'o- ciascuna ne fu coniimessa la cura, si au-
dierno Corso e il Quirinale. La Regione mentarono progressivamente nella dila-
X si appellò Palazzo, Palalium, perchè tazione della fede al modo che notai; di-
racchiuse tutto il Monte Palatino e la sua cendo Anastasio Bibliotecario, ches. Sil-

Talle verso il Celio, e fu uno de'piìi au- vestro l nel 2.** concilio romano del 824
gusti luoghi della città. La Regione XI fecit sepleni regiones et diaconibus divi-
fu indicata col nome di Circo Massimo sit. Sarà stata una nuova divisione in pro-
che occupò tutta la vaile Ira i Monti A- porzione de'bisogni, dopoché Costantino
ventino e Palatino, a tutta la ripa del fiu- avea restituito la pace alla Chiesa, profes-
me* fra Porta Trigemina e il Teatro
la sandone la credenza,mentre di comun con-
di Marcello, ha Regione XII , Piscina senso degli scrittori, la i." divisione è di
pubblica fu detta, comechè racchiuse lo assai anteriore nell'epoca. Da Nardini, che
spaziodestinato a!layo«^r/«rzpubblica,che a lungo ragiona su questa divisione, sulla
comprese tutto il piano [va' Monti Cello e quale rimangono lumi assai scarsi, sem-
il falso Aventino, in uno al vastissimo e* bra potersi dedurre, che la Regione I ec-
difizio delleTerme Antoniane, fra il Cir- clesiastica, perchè per quanto riguarda-
co Massimo e dette terme vicino , alla va il civile e il temporale si continuava
Chiesa di s. Cesareo. La Regione XIII colla divisione Augustana, comprese l'A-
denominata Aventino, comprese tutto l'o- ventino e le sue adiacenze; la Regione II

monimo colle, ed il piano de'7VÌ7ftìf//, di cui comprese il Palatino, il Campidoglio e le


parlai a Porti. La Regione XIF A\\\\'q?>- valli adiacenti; la Regione III formòi,\

sere situata tutta di là dal fiume Tevere, della Celimontana edell'Esquilina, o sia
ebbe il nome di Trastevere o Transtibe- delle II e V d'Augusto; la Regione IFù
rinijfacendone parte Monti Gianicolo i estese sul Quirinale; la Regione Ff^i non
e Faticano, noa molto abitato da'romani lungi dalla chiesa di s. Maria in Via La-
pel dominante vento di scirocco, per cui ta; la Regione /^/comprese in gran par-
tbbei4o case al dire di Panciroli. Que- te quella del Circo Flaminio o IX d'Au-
sta divisione di Augusto era in vigorean- gusto ; la Regione /^//«corrispondeva a
Cora nel VI secolo, quanto al numero di quella di Trastevere o XIV Augustana,
ordine e alla marginatura de'confiniji no- e ne comprendeva tutta la regione. In-
mi forse di alcune regioni erano variati, tanto Costantino per meglio difenderò
especialmente quelli cheaveano apparen- l'impero dai barbari che lo minacciavano,
za di paganesimo, come quelli d Iside e nel 33o ne trasportò la sede a Bisanzio
Se rapi de j e quello del Tempio della Pa- che chiamò Costantinopoli (^^.)^' v'innaU
ce o Fia sagra, a'quali ne saranno stati zò 7 colli eia divise in i4 regioni, accioc-
sostituiti altri, traili dal nome delle fab- ché anche io questo somigliasse a Roma,
briche o contrade. Ricordai di sopra co- per flune eclissare la gloria; quindi viep-
me dali.° secolo dell'era cristiana, e ne- più scosse dalle fondamenta l'unità del-
gl'imperi di DoQiiziano o di Nerva odi l'impero nella divisione che ne fece tra i
RIO RIO 9
figli e nipoti. Nondimeno sotlo Teodosio naie I, II, Illec.è certo che significa una
I del 379 l'impero tornò a ubbidire a uno regione intiera di Roma. Nelle memo-
solo, sebbene nel 3g5 per sua morte Io rie de' bassi tempi s'incontrano i numeri
divise in due parti a'figl i, dando l'Or/e/i/e ordinali di nove regioni di Roma, tulle
(/\) ad Arcadio, V Occidente (F.) ad Ono- sulla riva sinistra del fiume, durante i se-
rio, il quale stabilì l'ordinaria residenza in coli 1a, X e XI, ed in parte ìtncora nel
Ravenna [F.) che a somiglianza di Roma secolo XII, quindi è chiaro che allora Pvo-
fu divisa ini 4 regioni, e chiamata \aRoma ma era divisa in dieci regioni, poiché la X
del Basso Impero j il quale terminò nel veniva costituita dalla parte Trasliberi-
476, quando Odoacre re degli eruli de- na, che di frequente trovasi indicata col
pose l'ultimo imperatore d'occidente, ed nome di Urbs Ravennatiiim, perchè co-
alla sua volta venne deironizzato nel 493 me dissi a Ravenna era abitata dai ra-
da Teodorico re de' goti, quali aveano i vennati ,
per cui nella basilica Vaticana
invaso l'Italia, onde gl'imperatori d'oc- era sotto il portico una porta chiamata
cidente volendo poi ricuperarla incomin- Ravcnniana (ora è quella che sta vicino
ciarono la famosa guerra gotica. Ron)a alla porta di bronzo a mano manca nel-
bersaglio de'barbari, invasa e saccheggia' Tentrare in chiesa, come rimarca Torri-
la, incominciava a sperimentare il pater- gio), corrispondente al Gianicolo e al Tra-

no patrocinio de' Papi, avendo patito il stevere. La Città Leonina {F.)qv?\^q\ af-
4-° sacco e l'estremo eccidio nel 546, per fatto disgiunta e designavasi col nome di
opera di Totiia rede'goti, il quale ne tol- Civilas Nova o Leoniana. Questa divi-
se le porte, atterrò buona parte di mu- sione di R.oma in dieci regioni rannodasi
ra, condusse seco i senatori, e quasi tutto alla nuova forma data al governo muni-
il popolo cacciò dalla città, trasportan- cipale di Roma da Alberico 11 (di cui nel
doli altrove. Dopo tanta catastrofe, di ve- voi. XXVII, p-ig^) conte tusculano nel
nula Roma aperta, ingombra di rovine 931, e ci fa conoscere l'origine del nome
e priva d'abitanti, soggiacquea nuovo ri- di r/ectì5/T0/i/ dato allora ai capo-rioni, co-
parto, avendo preso un aspetto lutto af- me notai di sopra, derivante dal numeio
fatto diverso dall'antico splendido emae- di I o, nome
che rimase ancor dopo che
stoso, mentre le strade ingombre dalle ma- qne'magistrati furono portati al numero
cerie degli alteirali sontuosi ediflzi,diver di J 2 _,
quanti erano nel 966 0967, quando
nule irregolari, successivamente moltedi- d'ordine di Ottone furono messi a mor-
I

ventarono impraticabili e si chiusero, ed Xe, per essersi ribellati contro Giovanni


in loro luogo se ne formarono altre a tra- XIII [F.) e averlo costretto a fuggire da
verso de'fabbricati diroccati. Siccome nei Roma. Da'monumenti antichi si ha un'i-
tempi floridi di Roma le vie piincipal- dea delle località di queste o regioni, ed i

inente ne determinavano i liinitidelle re- apparisce che alcune, come la II, la VII,
gioni, dopo la loro chiusura e ingombro l'Vlll, la IX, erano quasi corrispondenti
si andarono a poco a poco cancellando e alle antiche,sebbene variati più o meno
alterando. Inoltre avvenne che al nome ne fossero confini. La I chiamavasi del-
i

di /?eg?oo regione si die un significalo più l' Aventino, poiché chiudeva principal-

vago, designandosi non una regione, ma mente quel monte. Alla 11 si assegna va co-
ancora e sovente una contrada, avverten- me parlila contrada sotto l'Aventino ver-
do Nibby , che leggendo documenti e i so Testacelo, chedicevasi Meta Gracco-
scrittori de' tempi medile d'uopo usare rum perla piramide di Caio Cestio, quel-
molta cautela quando incontrasi la deno- la del Monte Testacelo, Testacium^ quel-
minazione de Regione j quando però que» la di Marmorata presso Navali, che di- i

sta sia accompagnata dal numero ordi- cevasi Horrea pei magazzini antichi e
IO RIO Ilio
]Upa graecoruììiy Monte Ce-
il Circo e il Giorgio, e Felum aureuni il propinquo
lio che chianiavano Celìmontìum. La 111 Velabro. Di tutte queste e altre denomi-
stende vasi verso s. Croce in Gerusalemme nazioni che per brevità tralascio di ripor-
e Porla Maggiore, edesignavasi coi nomi tare, come delle seguenti, agevole mi sa-
di PalaliiunSessoriamim , Hierusalem, rebbe stato rendere ragione di tutte, a-

forta major. La IV indicata in un atto vendone trattato a Chiese, Palazzi, Piaz-


del I o33 riportato dal citato Galletti, vie- ze, Fontane, Ponti, Porte, Strade diRo-

ne indicata da un Campus de Sergio^ e MA e altri articoli, ma sarei andato trop-


pare che fosse in parte poco abitata. La po nellelunghe,laonde ricercandole negli
Y ricordasi in un istromenlo del 1007, indicali articoli ealtri relativi si troveran-
esistente nell'archivio di Maria in Via s. no le spiegazioni. Nel piano di Roma mo-
Lata, dal quale apparisce che non fu lun- derna si hanno pure i nomi di Campitel'
gi da quella chiesa. Della VI non si trova Camilliano presso s. Maria in Via La-
//,di

menzione, ma fu forse quella del Quirina- ta, di Maxima presso la chiesa di s. Am-
le,
più comunemente della yéd Equiim brogio delle francescane, di Craticula a
marmoreum, e de Cab allo marmòreo. La piazza di Branca, di Pinea alla contrada
VII designa vasi col nome di Via Lala^Dl- del rione Pigna, di Platanone a s. Eu-
buriumy e ad Duos Amantes. L'VIII vie- stachio che si vuole quasi centro dell'a-
ne indicala col nome di Regio sub FUI bitato di Roma come dichiarai a
Palazzo
CapiloliOf Canaparia, e ad Alefanlum. Carpegna, duos hortos a s. Sil-
à' Inter
La IX comprendeva tutta la regione an- vestro in Capite^ e di là dal Tevere quel-
tica di tal numero e si distingueva nelle le di Mica Aurea e Ficus Aureus pres-

contrade del Jll creato oia piazza d'Ara- so la chiesa de'ministri degl'infermi e s.

celi,Colutnpna Antonini o piazza Colon- Cosimato delle francescane , e quello di


na, Augusta o Mausoleo di A uguslo,ócor- Ripa Romanea a Ripagrande.
ticlarias. Luigi de'francesi,/^g^o«eo piaz- La descritta divisione di Roma in 10 J
za Navona , ParionCy Canto secuto oggi regioni finì nel secolo XII e pare nel 1
144 S
s. Biagio della Pagnotta, Arcala o Are» per quanto narrai di sopra, quando pure
nula oggi la Regola, CrtccflZ>tìrn7 oggi Ca- terminarono molte forme di magistrature
caberis. Finalmente la XoUrbsRaven- di reggimento civico , originale dopo il
wtìr/mm conteneva lutto il Trastevere rac- succennato riordinamento di Roma sul
chiuso fra le mura Onoriane. Inoltre in principio del secolo IX o X. La divisione
que' secoli eranvi le contrade Cella No- e nomenclatura che si mantiene ancora
va o chiesa di s. Sabba, Clivo Scauri la era già introdotta verso la mela del se-
salita della chiesa de'ss. Gio. e Paolo, col colo XIII, come si ha da certi documen-
\icino Settizonio ,Porta Metroni la via ti, insieme al nome di Rioni^ in luogo di
della Ferralella, in Martio dintorni del-i Regioni , qual conseguenza delle nuove
la chiesa de'ss. Quattro, Suburra e Me- forme di governo municipale,incomincia-
rulana le contrade che ancora ne porta- le o per l'insurrezione ricordata del 144> 1

no il nome, in Sdice la chiesa di s. Lu- o pel celebre alto di concordia fra il po-
cia in Selce, ad' Gallinas albas la con- polo romano e Clemente IH, di cui par-
trada dellachiesa di s. Agata alla Subur- lai a Moneta e Prefetto di Roma. Que-
oMagnanapoli, ove sono
ra, 5tì[/«e^ Ptìz</f sti nuovi rioni si mantennero in numero
i monasteri delle domenicane Campus , di 1 3 ne'secoli XIV e XV, nel qual ultimo
CaloleoniSy Caroli Leonis^ o parrocchia trovo che Nicolò V allei 3 regioni della
di s. Maria in Campo Carico, in Tellude città provvide con 1 3 marescialli, cui donò
i dintorni del foro Palladio o Palladiuni 1 3 veslidi porpora, i quali marescialli in-
poi il Palatino, tìt^ sedcni ora chiesa dis. tervennero quindi ai solenni possessi dei
RIO RIO ,1
Papi, e ueparlaiin flnedeirailicoloMA- senno de'nuovi massimamente nel-
rioni,
BEsciALLO. Sollo lai Papa nella pompa cui le porte e ponti della città, fu posta una
ricevè Federico III nei i4^^3, dopo i car- lapide di marmo col nome e geroglifico
dinali e le loro €am\^\\ef ferebalur a pe- o insegna del rione, le quali lapidi in nu-
deslrihus vexilla XIII Rrgiomim Urbis. mero di 220 determinano le circonferen-
]\el secolo seguente Sisto V ripristinò il za di tutti i rioni , nella prima e ultima
numero anticocon aggiungere ai detti
, delle quali, cioè de'rioni ]Monli e Borgo,
rioni il XIV di ^or^o( A'.), del quale me-, vi furono ancora scolpile le armi del Pa-
glio parlai a Citta Leonina, con distinto pa, del senato romano e del camerlengo.
Governatore (FI) di grande autorità; ed Anche la descrizione de'rioni, tanto del-
ai due Maestri di strade (F.), succeduti l'antico quanto del nuovo ripartimcato,
agli antichi edili, ne aggiunse 12 accioc- colle fabbriche sagre e profane, sì moder-
ché ogni rione avesse il suo maestro, per ne come antiche, riuscì assai interessante
attendere alla polizia delle strade e so- e utile, oltre la pianta de*medesimi rioni
prititendere alle fabbriche. Leggo nel con- colleindicazionidellechiese, piazze e stra-
te Bernardino Bernardini patrizio roma- de. Il I è il Rione Monti che ha per
no, Descrizione del nuovo ripartbnento roglifico , insegna o bandiera tre Monti
de Rioni di Roma fallo per ordine di N. verdi in campo bianco. Noterò che ogni
S. Papa Benedetto XI F^ con la notizia presidenza regionaria, residenza del pre-
dì quanto in essisi contiene, Roma 744» 1 sidente del rione e del suo officio, sulla
che nel secolo passato limiti de*i4 rioni
i porta esteriore tiene dipinto in tavola in
erano confusi con pregiudizio del buongo- forma d'arme o stemma la propria inse-
verno della città e del pubblico bene, pei gna con il nome del rispettivo rione, qua- i

frequenti disordini che accadevano tra u- li slemmi si ponno vedere in Bernardini,

na regione e l'altra, formate senza ordi- colle spiegazioni che qui riporto. E' de-
namento e con arbitrari confini, quindi nominato 7lio/zf/ non solo perchè racchiu-
nascevano rilevanti sconcerti e pregiudizi de Monti Esquilino Oppio eCispio, Vi-
i

the enumera. Essendo egli allora priore minale, parte del Celio e parte del Qui-
de'caporioni e caporione del rione Monti, rinale, come ancora per essere la parte
concepì l'idea di togliere sifKilti inconve- più montuosa di R.oma. Inoltre è il più
nienti, che rassegnò a Benedetto XIV per vasto di tutti gli altri 3 rioni, poiché ab- 1

formare un nuovo compartimento de'rio- braccia quasi 5 delle antiche regioni, E-


ni di Roma, che dovesse servire di rego- sqnilina, Iside e Serapide, e parte di quel-
la fissa e invariabile. Il Papa approvò il le del Tempio della Pace, Alta Semita e
divisamento, 18 maggio 74"^ con atto
a' i Foro romano : ha 36,988 piedi di cir-
diretto al cardinal Albani camerlengo, ^- conferenza. 11 li è il Rione Trevi c\\q per
vendoci rappresentato, aulorhzhìa rego- impresa ha nella bandiera ^/'c Spade nu-
larizzazione de' confini e termini de' i4 de in campo rosso. Si dice di Trevi dal
rioni, e del proposto descritto nuovo ri- Trivio che diènomeall'actjua e alla ma-
partimento. In vigore pertanto della pon- gnifica Fontana (^^.) omonima, o perchè
tificia ordinazione, il Bernardini stesso fu dall'antica fonte sgorgavano tre bocche,
scelto a determinare i limiti di ciascun o dalle tre vie maestre che fucevano ca-
rione e di tutti farne la descrizione, che po alla piazza di tal nome, ora essendo 5.
mediante la nuova pianta topografica di Comprende il resto del Quirinale, ed il

Roma, fatta da Gio. Battista Nolli cele- piano fra questo e il Pincio, come pure
bre geometra e architetto, riuscì egregia- in parte quello fra il Quirinale ed il Cor-

mente, e fu approvata da detto cardina- so. Abbraccia parte delle antiche regioni
le. Quindi in vari luoghi e confini di eia- Alta Semita e Via Lata: ha 17,432 pie-
12 RIO RIO
di di giro. Il III Rione Colonna che alza rigine del suo nome fin dal secolo XI dal-
per insegna nella bautliera la Colonna in l'arena della ripa del Tevere, arenula, vo- J
"
campo rosso, prende il nome dalla colon* cabolo che corruppe prima in areola
si

na Antonina. Racchiude il Monte Cilorio e poi in Regola^ ovvero dall'arena o pla-


e lutto il tratto fra questo e il Piocio, ed tea del teatro che forse ivi surse, e pro-
il Pincio stesso compreso fra le porle Sa- babilmente il Balbo di cui si vedono le
laria e Pinciana, perciò occupa parte del- rovine. Si estende sulla ripa del fiume dal-
le antiche regioni dell' Alta Semita e di la contrada de'Bresciani in via Giulia^ fi-

"Via Lata: gira 7,610 piedi. Il IV /?'o/ie


1
no al ghetto degli ebrei, e couìprcnde il
Campo Marzo che porta nella bandiera Monte de'Cenci, ed in parte corrisponde
per insegna la mezza Luna in campo az- alla regione del Circo Flaminio: ha 8,1 43
zurro, si appella così per l'antico Cam- piedi di giro. L'VIII Rione s. Eustachio
po Maiiio, nel quale si estende, che an- ha per insegna la testa di Cervo coli' im-
ticamente si estendeva fuori della città e magine del Padre eterno inatto di bene-
destinalo sino dai primi tempi di Roma dire coWà destra, tenendo la sinistra so-
agli esercizi militari e ginnastici de'gio- pra il globo. Questa immagine sia sopra
"vani romani. Comprende la parte più a- la fronte del cervo; ma il capitolo della
bilata della città, ossia il resto dei Pincio, collegiata di Eustachio nel suo stem-
s.

e tutta la pianura fra questo e il Tevere ma in vece del Padre eterno usa l'imma-
fino alla contrada del collegio dementi- gine del Crocefisso sopra la fronte e ia
no, cioè porzione dell'antica regione del mezzo le corna del cervo per suo slem-
CircoFlaminio: ha 15,975 piedi. Il V Rio- ina. Prende il nome dalla chiesa di tal
ne Ponte ha per insegna nella bandiera santo martire e valoroso milite romano.
il Ponte s. Angelo colle statue de' ss. Pie- In lunghezza si estende dalla piazza di s.

tro e Paolo in campo rosso. Prende il no- Carlo a'Calinari, fino alla piazza di Cam-
me dal Ponte s. Angelo, che prima di Si- po Marzo, in larghezza dalla piazza del-
sto Vera compreso in questo rione. Si la Maddalena a piazza Madama, ed oc-
estende sopra tutta la ripa del fiume fra cupa parte dell' aulica regione del Cu'co
la contrada del dementino e quella dei Flaminio ha 7,280 piedi di circuito. Il
:

Bresciani in via Giulia, giungendo acom- IX Rione Pigna mostra perinsegjia nella
prendere il Monte Giordano, e le chiese bandiera la Pigna in campo rosso, per-
di s. Maria della Pace e di s. Maria del- chè si crede derivato il nome fino dal se-
l'Anima, rispondente in parie all'antica colo XI, da una grossa pianladi pinoch'e-
legione CircoFIaminio.il VI Rione Pa- ra nell'omonima piazza. La sua configu-
rioneha perinsegnanellabandiera lìGrif- razione è un quadrato determinato dal
fo in campo bianco: l'antica l'indicai nel palazzo di Venezia, piazza di Sciarra, il

•voi. L 3og. Prende


, p. il nome da una Panteon e la chiesa di s. Elena. Abbrac-
contrada che racchiude, alla quale le de- cia parie dell' aulica regione Via Lata :

rivò dall' avervi abitato gli jpparitores gira 6,1 35 piedi. IIX Rione Campitelli
o cursori parola che per corruzione si
, ha per impresa nella bandiera la Testa
cambiò in Parione, almeno fin dal secolo di Drago in campo bianco. La sua de-
XI. Si estende dalla chiesa Nuova per la nominazione si vuole provenire dal secolo
\ia del Governo vecchio fino a piazza Sa- XII e derivata dal Campidoglio, Capito-
vona, ed occupa parte dell'antica regione lium, o pei capitelli qui trovati del vicino
del Circo Flaminio ha 7,243 piedi di
: portico di Livia, ovvero per quanto notai
circonferenza. Il VII Rione Regola alza nel voi. XII, p, 99,dappoichè parlando di
per impresa nella bandiera il Cervo in chiese e altri edifizi, o monumenti o piaz-
campo azzurro turchino. Iliconosce l'o- ze, dissi pure de' vocaboli de'rioni di Ilo-
i

RIO RIO i3
ma. Comprende Monli Capitolino ePa*
i tica regìoneTrasliberina fra le porle Por-
latino, parte del Celio e il Monte d'Oro, tese e di s. Spirilo, racchiudendo il Mon-
stendendosi in lunghezza dal palazzo di te Gianicolo : gita 23,798 piedi. All'ar-
Venezia fino alle mura della città fra le liòblo Porto raccontai la giurisdizione e-
porle Metroni e di s. Sebastiano. Il suo piscopale che il suo vescovo e di Selva
circondario contiene perciò l'antica regio- Candida anticamente esercitava nel Rio-
ne Palatina e parte di quelle Celimonta- ne tli Trastevere ed in parte di quello di
iia,Porta Capena, Via sagra, Foro roma- Borgo o Cina Leonina come facenti par- ,

no Circo Massimo e Piscina pubblica


, : ie di sua diocesi. Inoltre nel Trastevere
ha 20,706 piedi di circonferenza. L' XI sino da'tempi della lepubblica romana vi

Eione di s. Angelo ^ alza per insegna nel* è il claustro israelitico o abitazione degli
la bandiera regionaria V Angelo con spa- Ebrei [F.),ove lodescri.ssi e chiamato vol-
da nuda in mano e con bilancia nelC al- garmente Ghetto, li XIV Rione Borgo
tra in campo rosso , cioè rappiesenfa s. avente per impresa nella bandiera regio-
Michele arcangelo protettore della chie- naria il Leone in campo rosso posalo so-
sa. Prende il nome dalla chiesa intitola- pra cassa/errala^ appoggiando la destra
ta a quel principe della celeste corte, si- branca sopra tre monti, sovrastati dalla
tuata in Pescheria o Pescinula, ove si fa stella. Questa insegna facente parte del-

il principale mercato del pesce. Si esten- lo stemma di Sisto V,che questo aggiun-

de dalla ripa del Tevere fino alla via del- se agli altri rioni, fu da lui assegnata, e-
le Bottegheoscure, iiicludendo il suo cir- sprimendo nella cassa ferrata il tesoro da
cuito tutta l'abitazione o recinto de^li e- quel Papa racchiuso in Castel s. Angelo.
brei e il Monte con parte delle
Savelli , Comprende oltre detto Castello, tutta la
antiche regioni Via Lata e Circo Flami- Città Vaticano Compendiuni
Leonina col

nio; girando 5,235 piedi. Il XII Rione Urbis, e perciò Borghi s. Angelo, Nuo-
i

Jìlpa, mostra per insegna nella bandiera vo, Angelico, Vecchio, s. Michele, Pio, s.
regionaria la Ruolain campo rosso^s\m- Spirito, Vittorio, de'quali trattai a' luo-
bolo della via Appia. Dalla ripa del Te- ghidonde ne presero la denominazione:
vere, per cui s'aggira, riconosce il suo no- ha 19,140 piedi di giro. La circonferen-
l- me. Si estende sulla ripa sinistra del fiu- za delle XIV regioni d' Augusto, secondo
me dal ponteEmilioo Palatino oggi Fiot- i regionari, ascendeva a piedi 23 1,273:
to, fino alle mura della città; e per que quella de' xiv rioni di Roma moderna e
ste fino alla porta Appia o di s. Sebastia- papale, piedi 224,983 ; quindi la difle-
no, e di là dritto per la Tia Appia, Circo renza in meno e a favore delle antiche re-
Massimo e il Velabro al ponte nomina- giojii è di 6290 piedi. Dopo la detroniz-
to; in conseguenza racchiude fra' ponti zazione di Pio FI (P^.) operata dai re-
Quattro Capi e Cestio con l'isola di s. Bar- pubblicani francesi, proclamata da que-
tolomeo, Monti Testacelo e Aventino
i
,
sti nel febbraio I 798 la repubblica roma-

perciò l'antica regione A ventina, e par- na o Tiberina, con quel calendario che
te di quelle della Piscina pubblica, Por- riportai a Era, fu annullata la descritta
ta Capena, Foro romano e Circo Massi- divisione de* rioni di Roma e ad essa so-
mo; avendo 3o,8iopiedidi giro. 11X111 stituita una nuova divisione, che terminò

"Rione Tra stei'ere, ay ente per insegna nel- coir effimera repubblica nel settembre del
la bandiera la Testa del Leone in campo seguente anno : della divisione territoria-
rosso, conserva l' antichissimo nome, co- le feci parola nel voi. LUI, p. io3. f rio-

me regione situata di là dal Tevere per ni furono chiamati Sezioni in numero di


quelli che abitano la parte opposta. Com- 12 coi seguenti nuovi nomi: cioè sulla ri-

[
prende quindi l'ampiezza e il sitodeiran- pa sinistra del fiume furono io,delledi
, 3
,

i4 RIO RIP
Pompeo, del Panteon, di Hiuto, di Fla- Àntìq, Rom. di Grevio : ritrovasi ancora
minio, dei CannpoMai*zio,del Pincio,del nella Repubblica romana di Panvinio^ e
Quirinale, delle Terme, della Suburra, e Nardini ne fece uso nella Roma antica.
del Capilolio; e sidla destra 2, dette del Publius Victor, De Regionibus urbis Ro-
Gianicolo e del Vaticano. Pio VII in luo- mae recognoscentCy Brixiae ec, 1 5or) : si

go degli antichi capo-rioni, non solo isti* riporta ancora nel citalo Grevio, nel Bois-
luì i presidenti de* rioni e le presidenze sardo, Ant. Roman. ^ nel detto Panvinio,
regionarie , ma con nuova numerazione con Pomponio Mela, con Labbc nella Not.
marcare tutti luoghi del-
delle case fece i dìgnit. imper.j ed in altri. Fabio Calvi

la cittàche mancavano di nomenclatura. Antiquae Urbis Romae cum Regionibus


A Palazzi di Roma trattai anche di quan- sìmulacrunìj Romae i532. Bernardino
to riguarda le case. Il regnante Pio IX Oricellario o Rucellai, De Urbe Roma
con moto-proprio del i.° ottobre 1847, seu Latinus Commentariusejusdem in P.
sulla organizzazione del consiglio e sena- Fìclorem , ac S, Rufum de Regionibus
Io di Roma, abolì il priore de'capo-rioni Urbis: exst. inter Rerum Ilal. Script, di
e la guardia urbana de'capotori, decre- Muratori t. 1. Giacomo Sirmondo, Cen-
tando. >y L* uso delle bandiere delle xiv sura conjecturae anonymi scriptoris de
regioni della città, e del vessillo colla ì- Suburbicariis Regionibus, et EcclesiiSfVtA-
scrizione S. P. Q. R.'ìn un col suo l^es- risiis 1618. Descriptlo Regionum urbis^
silllfero è conservato. Saranno quelle dei sive Itinerarium per Urbeni et circa Ur-
rioni esposte al solito nelle occorrenze beni cum indie ationibus observabiliuni
e portate, quando ciò avrà Inogo, da i4 aedificiorum ibidem superstiLum circa o-
scelti tra i più probi abitanti de'medesi- ctavum Christi saeculum: nell'Anastasio
mi nomina della magistratura. Indos-
a Bibliotecario, Vit. Pont. 1.7., p. i24-^^*
seranno un conveniente vestiario. loro I gionibusdenovae Romae incerto auctore
uffizi sono meramente onorarii, edurano nunc primuniy typis Chalcographis com-
per due anni". Nel Prospetto delle pre missus i53i. A. Degli Effetti, Discorso
rogatile delsenato romano jóhpose il me de' borghi di Roma, ivi 1675 parla an- :

desimo Papa. » 1 1 senato romano farà por cora della Ravenna di Trastevere. Ales-
tare le xiv bandiere de'rioni, allorché ac sandro Rnffini , Dizionario etimologico
compagnerà la solenne processione del storico delle strade, piazze, borghi e vi-
rS-^del ss. Corpus Domini alla chiesa di coli della città di Roma, ivi 1847. ^^^
s. Marco, ed in altre circostanze". Quanto due indici alfabetici: il i.° delle strade di
riguarda presidenti e i le presidenze regio- Roma diviso per rioni , con indicazione
narie nell'epoca repubblicana del 1B491 di quelle vie che si estendono ad altri rio-

ne parlai all'articolo Pio IX. De'rioni di ni; il 2.° delle strade di Roma diviso per
Roma,comedelleregioni antiche trattaro- parrocchie, coi rispettivi numeri civici,
no lutti i descrittori di Roma; della topo- desunto dalle Notizie archeologiche sulle
grafia del suolo di R.oma principalmente medesime di Bontus opera che citai a ,

sono a vedersi O. Panvinio, G. Brocchi, A. Parrocchie di Roma.


Nibby, ed il comm.'" Luigi Canina. Inoltre RIPA GRANDEeRIPETTA DI RO-
si possono leggere: Guido Panciroli, De MA. F. Porti delio stato pontificio.
(jiiatuordecim Regionibus urbis Romae eo- RIPATRANS0NE(/?/)!7««). Città con
rumdewque aedificiis tam publicis quam residenza vescovile nella delegazione a-
privatiSj Venetiisi6o2: anche in Grevio, postolica di Fermo, legazione delle Mar-
TJies. Antiq. Rom. t. 3, p. i 1 7; e nella No- che, con governo, quasi frontiera dello
olia dignilatum ulriusque imperii. Sextus slato pontifìcio, in luogo fortificato dalla
Rufus, De Regionibus Urbis^ nel t. 3 Thes, natura e dall' arte , distante 4 ^^g^^^ ^^
RIP RIP i5
Fermo, 5 da Ascoli e pih di una dal ma- sure leggono nel 1. 1, p. 7^ à&WÀlhìirn
si

re Adriatico, ove hanno foce i fiumi Mo« diRoma. Racchiude Ripa Transone entro
nocchia e Tesino che ne bagnano il ter- il suo recinto 4 antichissimi castelli, già
ritorio; si calcola lungi da Roma 29 poste, dominati ciascuno dal proprio barone, ora
ed è in ottima aria. La sua posizione so- chiamati quartieri o rioni , denominati
pra erte colline riunite, abbondanti di ot- Monte Antico^ Capo di Monte, Agello, e
time acque incluse neli' esterno o i.° re- Ro/lano detto anche S.Domenico e s. An-
cinto di mura, circondata da merlate mu- gelo. Vi sono diversi antichi palazzi dei
raglie sparse di torrioni, la rese soggetta nobili e de' cittadini. Il vecchio palazzo
ad assedii, ma fu quasi inespugnabile pri- comunale, già sul piano di Monte Anti-
ma deir invenzione delle artiglierie; laon- co, ed in parte demolito nel i85[ come
de si meritò titoli di Piceni propugna-
i minacciante rovina , fu fabbricato assai
culnm, e di Fidelissimum, et opulentis- prima deh 198, il che accresce le prove
sìmum oppidiint y per averci ri pani an- dell'esistenza di Ripa Transone prima di
che col loro valore, fedeltà e attaccamen- tale epoca; l'attuale fu rifabbricato da due
to alla s. Sede difeso le sue ragioni, e ri- secoli e mezzo circa, e nel centro dell'a-
covrato in tempi di pericoli di guerra, o bitato, sopra il precedente palazzo comu-
d'incursioni de'pirati ben 1 5 popolazioni, nale in contrada Agallo, cioè dopo di es-
ciò che Gregorio XIII celebrò in una bol- sersi abbandonato l'altro di Monte An-
la. Le attuali mura merlate e sparse di tico : è probabile che ognuno de* castelli,
torri , sono una porzione delle antiche de'quali si formò Ripa Transone, avesse il

mancate nel passato secolo ed a'iempi no- proprio palazzo civico. Il palazzo già del
Le 4 porte munite di saracinesche,
stri. podestà, ora del governatore, resta incon-
aveano ciascuna avanti altro recinto di tro al comunale, e rimonta ah 3o4:nel-
mura, per cui due erano le porte da su- r estate vi solevano risiedere i cardinali
perarsi, ed ora è solo rimasto quell'an- legali, ed i vicelegati della Marca, per cui
temurale recinto, che rinchiude le ampie fu appellato anche palazzo apostolico. Il

fontane. Le mura già esistevano nel se- teatro a'tempi nostri fu ultimalo per cu-
colo XII, quando furonodislrutte da Mar- ra del conte Filippo Neroni gonfaloniere.
cualdo, e poi rifatte in modo di rigetta- Avanti di procedere in questi miei cenni
re idi lui nuovi assalti. Rovinate neh 44^ storico- ecclesiastici di Ripa Transone,deb-
da Sforza, furono indi in poco tempo ri - bo dichiarare la mia gratitudine al eh,
costrutte e rese capaci a respingerlo cir- marchese Filippo Bruti Liberali, per a-
ca 27 mesi dopo per sempre, con di lui vermi inviato da un dodicennio a oggi e
scorno e rovina. Neh 548 altro restauro all' epoca delle loro pubblicazioni, circa

ebbero le mura dal cardinal Farnese, al- 90 delle sue Lettere e Memorie riguar-
tro sotto Sisto V o Clemente Vili. Ad e- danti principalmente questa di lui patria,
poca remota appartengono poi i rinoma- ove suoi antenati vi si stabilirono da circa
i

ti militari cunicoli, che girano quasi sot- 4 secoli. Queste Lettere e Memorie egli
to r intiera città a modo di sotterraneo compose, e stampò nella patria tipogra-
laberinlo, muniti di piccole nicchie: que- fia vescovile e comunale Jaffei, in occa-
sti cunicoli, secondo Garzoni, servirono di sione di consagrazioni o possessi, di cele-
occultamento agli abitanti nell'invasione brazione di messe novelle, di monaca/io-
de'saraceni, prima della metà del IXse- ni, di predicazioni, di sponsali, offrendole
colo, benché inutilmente. Secondo l'uso, e intitolandole a chi era l'oggetto cui le
queste artefatte cavità forse avranno ser- dedicava in segno di estimazione, come
vito per eseguire negli assedii inaspettate diprendere parte al loro gaudio; in che
sortite contro il campo nemico: le sue mi- mostra l'aurea indole e alfettuosa lem-
i6 RIP RIP
peraturn del suo cuore. Co'suoi lodali stu- cedo in lulfn quanta questa mia opera,
di epul)b!ica7Ìoni, il mnrcliese lìnili Li- segnatamente dovendo-ji trattaredichie-
berali si lese benetnerilo della sua illu- se e stabiliuìenli relis^iosi e benefici,
che
stre patria, non meno che della nobilis- negliavvenimenti politici del nostro me-
sima Marca alla quale appartiene^ anco morabile secolo patirono tante vicende e
perchè diverse Lettere e yl/fmor/e diret- traslazioni. Lo studio il più diligente, su
tamente la riguardano, o per aver tratta- chi scrive sulla faccia del luogo di cose
to di altre sue importanti pai ti. Quanto proprie ein pienissima cognizione,appun-
n Ripa Transone, il marchese con singoiar to talvolta produce pegli altri oscurità o
erudizione preci puamenle,o commentan- contraddizioni, perchè non è sufiiciente
do le opere inedite de'ripani arcidiacono a tutto ben comprendere il compilato-
Botigni e conventuale Vicione, o due le re. Ordinariamente ciascuno crede espri-
stampate di questo ultimo, o compilando mersi con chiarezza per l'altrui intelli-
colle sue indefesse ricerche , trattò della genza, la quale non può essere comequel-
cattedrale^ suo capitolo, prebende ; delle la del compilatore, ch'è inoltre soggetto
chiese e parrocchie, tanto delia città, che agli errori di stampa ne* nomi propri e
del territorio o rurali, ed eziandio delle nelle epoche, quali naturalmente non può
dirute; delle belle arti di architettura e sempre conoscere. Queste considerazioni
pittura, tanto de'ternpii ripani che di al- possono servire ancora per simili artìcoli.
celebrando così la pietà e ric-
tri edifizi, Allorché s. Pio V dichiarò Ripa Tran-
chezza de'suoi concittadini ne'monumen- sone città, e v'istituì la sede vescovile, es-
ti parlanti delle chiese ; delle comunità sa aveai4 chiese parrocchiali, e altre i8
religiose d'ambo i sessi ne'Ioro conventi e senza cura d'anime. Il Papa soppresse le

monasteri, si attuali, che soppressi; degli parrocchie, ne stabilì sole4, una per cia-
stabilimenti d'istruzione e di beneficen- scun quartiere, cioè s. Benigno, s. Ange-
za, come il seminario, il conservatorio, i lo, s. Nicolò, s. Gregorio 1. Dichiarò cat-

monti di pietà, l'ospedale; degl'illustri ri- tedrale s. Benigno, benché icitladini pro-
pani, massime militari; del governamen- pendessero per la chiesa di s. Agostino, e
to della città, e sue antiche relazioni con del suo convento formarne l'episcopio. La
Bologna e Ascoli. Ora dunque colla mia chiesa di Benigno, secondo Rotigni, è la
s.

pochezza, sfiorerò il meglio di tutte que- più antica della città, affermando Vicio-
ste svariale Zli/'Y/eree Memorie ^c\o^àì\ quel- ne che esisteva prima del looo. Il suo ret-
le che posseggo, estraendo quanto credo tore d. Lepido Pacifici fu dichiarato i."

a proposito pel mio scopo, in tanta ab- arciprete della nuova cattedrale: questi
bondante dovizia di notizie , e dovendo lasciò il suo perla fondazione del mona-
tener conto d'un gran numero d'interes- stero di s. Caterina. La contigua abita-
santi note, per avvisare le innovazioni ac- zione del rettore dal comune fu amplia-
cadute dopo le descrizioni di Rotigni e la e ridotta a episcopio in seguito au- ,

altri , talvolta in parte ripetute secondo mentato dai vescovi. Vi è la confraternita


gli argomenti. Faccia Iddio, che doven- del ss. Sagramento istituita neh 584, che
do giovarmi anche di altre opere, non ur- amministra un monte frumenlario. Nel-
ti qualche scoglio nel restringerle e
in l'incendio cui soggiacque, perì l'archivio
rappresentarle quasi in miniatura , non capi tolare. La chiesa parrocchiale di s. An-
potendosi fare in un articolo di Diziona' gelo si distingueva per la singolare sua
rio di natura enciclopedica, un compen- forma di due navi , ridotta ad una nel
dio storico veramente critico, pel maggior principio del secolo corrente, l'altra ser-
spazio che richiederebbe, ad onta del mio vendo in parte da sagrestia. Ha cose pre-
buon volere e la coscienziosi là come prò* gievoli in arie, come la tavola dell'altare
RIP RIP 17
maggiore Vincenzo Pagani da
del celebre gelìsti. Ma quello che in questo genere
Monte Ptubbiano, degno scolare di Raf- va soprattutto ammirato, è il pulpito, la
faele, che dimorando molto tempo iu Ri- sedia vescovile e banco del magistrato,
il

pa Traiisone, vi lasciò preziosi lavori del stupendi intagli in legno delcelebreDe-


suo magico pennello. In questa chiesa nel siderio fìonfìni da Patrignone diocesi di
i583 vi fu istituita la confraternita del Monlalto, che con singoiar maestria ese-
ss.Sagramento, dopo che il lettore An- guì bassorilievi, figure, fogliami, come nel
tonio Spina reduce da Francia vi avea , banco leoni e stemmi della città. Nel pul-
stabilitola processione del Corpus Do- pito in 5 riquadri rappresentò le storie

mini. La chiesa parrocchiale di s. Nicolò, della B. Vergine, primeggiandola disce-


è pure sotto l' antica invocazione de* ss. sa dello Spirito santo nel Cenacolo; le 3
Dionisio, Rustico ed Eleuterio. E' situala cariatidi che lo sostengono, sono scolpite
nel sito più elevato della città, anch'es- egualmente con gusto e mirabile finitez-
sa già rimarchevole per l'architettura a za. La cattedrale ha 9 altari, oltre altra

due navi, forma che avea ancora prima chiesa sotterranea. Uno di questi altari è
che fosse ridotta a una, la chiesa della ss. sagro a Papa s. Gregorio I, in memoria
Annunziata o s. Maria d'Agello. Ins. Ni- della demolita chiesa, dichiarato privile-
colò per poco tempo vi furono i silvestri- giato da Benedetto XI II : la statua colos-
ni, e nel 1 585 vi fu istituitala confrater- sale del santo è lodata scultura del ma-
nita del Sagramento. La chiesa par-
ss. ceratese Fedele Bianchini discepolo di Ca-
rocchiale di s. Gregorio fu poi demolita, nova. Bellissima è altresì la cappella di
per erigervi nella sua area il duomo o s. Carlo. Elegante è quella dal municipio
l'odierna cattedrale, comechè situata nel eretta alla principale protettrice s. Maria
centro della città e sulla maggiore piaz- Maddalena, di cui si venera un dito. Altra
za.Siccome la primitiva cattedrale di s. di dette 9 cappelle è la grande cappella
Benigno (ora non più atta ai divini uffi- che si sta fobbricando; lodata per leggia-
cii) trovavasi nella parte estrema della cit- dria e sveltezza è quella della Madonna
tà, e la sua ampiezza non era proporzio- di Loreto detta di s. Giovanni ,
perchè
nata al numero degli abitanti, col bene- stava in una chiesa di tal nome propin-
placito diClemente Vili circa il 1597 fu- qua alla cattedrale e di ragione dell' o-

rono demoliti la piccola chiesa parroc- spedale, ov'è la compagnia degli artisti i-

chiale di s. Gregorio I, e l'oratorio della stituita nel 1678. A questa cappella ap-
confraternita di s. Gio. Decollato detta partiene la confraternita di s. Giovanni
de'neri dal sacco de'confrati, enei sito che detta de'bianchi dal sacco de'confrati, a
occupavano il vescovo Nobili pose lai." cui si unìquella del ss. Sagramento. L'im-
pietra per la nuova cattedrale, che venne magine della B. Vergine Lauretanaèin
edificala con disegno del celebre mode- grande venerazione e fu lai.' nello stato
nese Gaspare Guerra, ma riuscì corta a pontificio ad essere solennemente ornata
cagione di un dirupo. Nondimeno bella di corona d'oro dal capitolo vaticano ai
n'è l'architettura con 3 navi, e meritò le IO maggio 1682, secondo Briccolani nel-
lodi del eh.march. Amico Ricci nelle dot- la Descriz. della basilica Vaticana^ se-

te Meni, storiche delle arti e degli artisti guito da Rotigni, dal marchese Bruti, e
della Marca d'Ancona^ ove rileva tutto- dal n.°i58 del Giornale di RomaiSSo.
ciò che vi è d'interessante in Ripa Tran- In occasione de^ restauri della cappella,
sone , con quella profondità di sapere e talvolta il venerando simulacro fu portato
imparzialità di giudizio che gli procacciò processionalmente nel monastero di s. Ca-

giusti elogi. Il coro di noce fu egregia- terina, ed esposto per alcuni giorni sul-
mente intagliato dal valente ripanoEvan- l'altare maggiore. All'organo fatto dalla
VOL. LVIII.
i8 RIP RIP
cillà e ornnlo dal vescovo Orsini, Hi poi dotti in R IpaTransone nel 6 5 per opera 1 1

sostituito quello de'minorì osservanti, o- del vescovo Poggi e quelli di Fermo, ce-
peia del celebieCalido. Nella chiesa sot- lebrandosene fondatore della congrega-
terranea fu collocala la confraternita di zione Vagnozzo Pica che ne divenne
il p.
s. Gio. Decollato, in compenso del diroc- preposto prima in s. Angelo , donde sì
,

cato oratorio, chiamata ancora la chiesa trasferirono neh 652 in s. Rocco (la cui
della Misericordia o Morte : ha 4 altari, chiesa è della confraternita de'sacconi), e
è luminosa e asciutta. A questo sodalizio finalmente nel 1666 nel sito ove sono at-
si deve l'alto campanile nel i85o fabbri- tualmente. Da questi derivarono filip- i

cato dai fondamenti, che fa pure ornato pini stabiliti in Ascoli, in Monte Fiore,
alla piazza : esso nel venerdì santo cele- ed in s. Benedetto, luogo il più vasto, più
bra la processione del Ci isto morto, che bello e popolato della diocesi (vanto che
porta sotto baldacchino nero. La catte- solo potrà contrastargli Grotlammare pe-
drale fu dedicata a Dio sotto l'invocazio- gli aumenteranno a motivo
abitanti che
ne di s. Gregorio I Magno, per rinnovare della via Cuprense),comune ragguardevo-
la memoria della sua chiesa distrutta, in- le che illustrarono colle stampe il march.

cominciandosi a oflìciare per la Pasqua Bruti, ed il concittadino p. Vincenzo M.^


del 1623, col trasferimento della cattedra Micheltoni filippino, autore di altre let-

vescovile e del capitolo da s.Benigno. Pe- terarie produzioni. La chiesa de'filippini


rò la formale consegna, il magistrato non è sotto l'invocazione della ss. Concezione
la fece che nel 1692 al vescovo Mainardi, e di s. Filippo Neri comprotettore della
indila consagrò il vescovoCosta agli 8 set- città. Ne fu architetto il ripano LuzioBo-
tembre 174 ii il vescovo Bacher procurò nomi, e fu consagrata nel 1724 dal vesco-
che a pubbliche spese si facesse la cupola; vo Lauri. L'altare maggiore vi fu aggiun-
finalmente venne restaurala e abbellita to da ultimo con disegni del prof Gae-
a'nostri giorni, al modo che dirò parlan- tano Ferri, che vi fece dipingere la volta
do dell'ottimo amministratore mg.' Cane- e le pareti a chiaroscuro, oltre quadri i

strari, insieme all'erezione della facciata. a olio. Di figura rettangolare, riuscì de-
11 capitolo si compone di due dignità, la coroso, comechè ornato con colonne d'a-
1." l'arciprete, la 2.^ rarcidiacono, di 12 labastro rosa, con altare, tabernacolo e
canonici compresi il penitenziere e il teo- balaustra di buoni marmi : nella nicchia
logo, di 5 mansionari o prebendati, e di trionfa la bella statua della ss. Concezio-
altri preti e chierici addetti al divino ser- ne del lodato Bianchini, avendo esegui-
vigio. Alla cappa magna e rocchetto che te le decorazioni altri valenti artisti. Ha
il capitolo usava da gran tempo, Grego- altre 7 gaie cappelle gentilizie, essendo di
rio XVI e Pio IX aggiunsero l'uso della marmi pregievoli quella di s. Filippo, le
palmatoria o bugia, la sottana, la fascia cui reliquie la rendono più venerabile.
e il collare paonazzo, con simile fiocco al Grandiosa è quella di s. Anna; bella la sa-
cappello. Vi è ilbattislerio,colIa cura di grestia, [cappuccini ebbero nel luogo ove
anime amministrata dal parroco perpe- sono dal 1575, convento e chiesa dedica-
tuo, eletto per concorso e approvato dal ta all'Invenzione della ss. Croce, che nel

vescovo , il cui episcopio è alquanto di- i5g7 fu consagrata dal vescovo Nobili.
stante dalla cattedrale. Nella città vi so- Nel governo francese furonodemoliti chie-
no altre 3 chiese parrocchiali munite del sa e convento per formarvi il cimiterio;
sagro fonte,la congregazione dell'oratorio ma l'unae l'altro furono rifabbricali do-
o filippini, ed cappuccini, ma questi circa
i po il 1 8 5 1 : la chiesa ha belle cappelle e
mezzo migliodistante, nel luogo già det- buoni dipinti, il convento pregievole li-
to Monte Ottone. I filippini furono intro- breria. Al presente il convento fiorisce per
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lo studio e per le zelanti cure de'fialelli in Monte Antico, e coMoro beni il conser-
p. Donalo provinciale della Marca, e p. vatorio o monastero di convittrici, ove
Gaetano custode della provincia, ambe- tuttora si fa scuola eziandio a povere ra-
due di Amandola il convento per essi fu
: gazze: di recente venne rifabbricata la
reso più solido e restaurato. L'ottimo p. s. Teresa, sull'antica di s. Anto-
chiesa di
Donato vi collocò sotto l'altare maggiore nio con ampliazione del conservatorio.
,

ilcorpo di s. Donalo, dopo averlo fallo Anticamente le teresiane erano presso la


riccamente vestire a questo insigne re-
: chiesa di Monte Antico non più esistente:

ligiosOjdecoro dell'esempla rissimo suo or- la chiesa diAntonio neli453 era già
s.

dine, benemerito del medesimo, facondo molto antica. Soppressa nel 18 io sotto
predicatore e autoredi vari utili opuscoli, r amministrazione francese, il conserva-
dichiaro anche qui la mia riverente rico- torio fu ripristinato poi in silo più ampio
noscenza, per essersi degnato con espres- e più centrale nel 1828, cioè nell'antico
sioni onorevolissime d'intitolarmi la Bio- locale del seminario. Queste religiose pos-

grafia del celebre servo di Dio p. Ber- siedono una ven. immagine della R. Ver-
nardino da s. Elpidioex provincialecap- gine assai miracolosa, e di cui l'encomia-
puccino, stampata in Fermo nel 1846. to p, Micheltoni pubblicò la Relazione.
Esistono in Ripa Transone le monache Colto questi nella lingua araba, istruì in
di s. Caterina e le conTittrici teresiane. detto conservatorio non ha guari le due
Le prime con clausura e educandato, han- morette Salda della Nubia,ed Amina di
no la chiesa di s. Caterina, anticamente Etiopia, cui solennemente 1' odierno ve-
di s. Pastore, di forma ollagona con due scovo amministrò i tre sagramenti, alla
portici, la quale già esisteva nel 200, ap- 1 I." nel duomo, alla ^.^'in s. Caterina più :

pellata ancora del ss. Rosario. Il mona- anticamente ripani aveano goduto e-
i

stero fu fondato coll'eredità e teslamen guai funzione, per le conversioni d'un tur-
io fatto neli578, dal i.** arciprete della co e d'un ebreo. Queste morelle sono di
calledrale ricordato Lepido Pacifici, che quelle che l'apostolico eroismo di d. Ni-
ordinò doversi riceverei 5 zitelle povere, cola Gio. Battista Olivieri genovese, con
da eleggersi dal comune, cui a mezzo del subii me scopo, compra ne'mercati dell'E-
sindaco che nominava spettasse la cura gitto, sottrae dalla maomettana supersti-
temporale, nomina che poi perde; la spi zione e dalla barbara schiavitù, e poi col-
rituale ai domenicani, ai quali Urbano loca in luoghi pii, per istruirle nella re-
Vili sostituì il vescovo. Furono le Claris- ligione cristiana. Il benemerito Olivieri

se di Ripa Transone che istruirono le pri- ha già pubblicato: Relazione sulli pro-
me religiose. Nella chiesa vi sono buone gressi del riscatto delle fanciulle more.
pitture, ed corpi de'marliri s. Lorenzo
i Fino a' 20 marzo 852 ne ha riscattate1

e s. Giusta. Il monastero ha credito d'u- i53, oltre 3 maschi. D. Alessandro Alti


no de'primi della Marca, ed è in ottima maestro di eloquenza nel seminario, pub-
situazione. Qui eravi 1* ospedale che fu blicò la descrizione delle funzioni sagre
trasferito vicino alla Porta di Capo di eseguite in Ripa Transone pe'sagramenti
Monte, quando neh 63 i il vescovo Azzo- conferiti alle due morette, che sono nel
lini effettuò la fondazione del monastero. conservatorio o monastero delle convit-
Le teresiane hanno conservatorio con con- trici di s. Teresa. Prima in Ripa Transone

vitlrici , autorizzate dalle loro regole a eranvi i monaci di s. Antonio di Vienna,


sortire: nell'eccellente educandato viene ed silvestrini, di cui già feci parola ; i
i

insegnata anche la musica e l' idioma domenicani, gli agostiniani, i carmelita-


francese. La sua chiesina fu fondata nel ni, minori osservanti, conventuali ed
i i

1747 da due Beuviguali nella loro casa altre religiose. La chiesa de'domenicani,
,

20 RIP RIP
ìiUitolataa DonienìcOjeraa 3 navi con
s. perla affatto, fu chiamata s. Maria Ma-
7 altari, e confraternita del ss. Rosario gna, per essere la più grande tra quelle
eretta nel 1572, innanzi alle tre ultime in città dedicate alla Madonna. Fu inco-
compagnie del ss. Sagramento. Il con- minciata nel 1246, con 7 altari, in uno
vento già esisteva neh 253: vi è tradi- de' quali fu eretta la confraternita di s.

zione, che da religioso quivi studiasse s. Antonio, ed avente sorprendenti pitture


Pio V. La chiesa di s. Agostino già si co- a fresco alle pareti. Il monastero di s.

nosceva nel 1467: è piuttosto grande, con Chiara appartenne alle francescane di s.

IO altari, ed uno con pitture del rino- Damiano di stretta clausura, e fu fondalo
mato Carlo Crivelli , del quale la città vivente Chiara chemorì neli254. Per
s.

possiede altre belle opere. Vi fu eretta la la guerra cogli spagnuoli del 55^, essen- 1

confraternita di s. Maria per ambo i sessi. do slato per le difese in parte smantel-
Nella sagrestia si conserva il bussolo dei lato, le monache passarono nell'ospedale
cittadini, per eleggere il magistrato de- di Agello del capitolo Lateranensc e vi

convento fiorirono dottis-


gli anziani. Nel restarono. Leone X assoggettò le mona-
simi agostiniani, fra'quali Taddeo da Ri- che a'minori osservanti, che le fecero ri-
pa Transone, e Girolamo Angelini di Ca- formare; ma da Clemente XI nel 1709
pradosso detto anche di Ripa dal soggior- furono sottratte alla direzione de'minori
no che vi fece , confessore e limosiniere osservanti e affidate a quella del vesco-
della moglie di Luigi XIII, avendo con- vo. Nel r 724 fu riflibbricala una parte del
vertito Federico duca di Witlembergae monastero, indi la chiesa di pianta fu e-
Odoardo Palatino del Reno, e fu incari- dificata nel 1
749» e consagrata nel i 754
cato di alti affari di diverse corti presso dal vescovo Recco, ed èia piti ornata del-
la s. Sede. Il comune nella piazzetta a- la città, essendo decorala delle pitture
vanti la chiesa eresse una colonna di mar- di Crivelli ,
già esistenti in s. Benigno :

mo greco, in onore di s. Tommaso da soppressoli monastero, questo e la chiesa


Villanovacanonizzatoda Alessandro VII furono occupali dal seminario -collegio ,
nel 658. 1 carmelitani aveano un miglio
1 fiorente per sopra 60 tra seminaristi e
fuori della città la chiesa del Carmine convittori, e per 1' accademia Cuprense
grande ed a 3 navi, prima chiamata la (sinoa 20 anni addietro esisteva pure l'ac-
Madonna della Misericordia e col con- cademia de Dormienti e Sonnacchiosi).
ventospetlantegiàa'cappuccini: nel 1 6o3 11 seminario lo decretò nel i573 il visi-

vi fu eretta la confraternita del Carmi- tatore apostolico Maremo, per cui il no-
ne, amministratrice del monte frumen- taro Giobbe Giustinelli lasciò i beni per
tario; i carmelitani ne partirono nel 1 654* effettuarne l'erezione, la quale ebbe luo-
A' minori osservanti nel i495fudato il go in s. Pastore nel 1623 pel vescovo Lo-
convento, contiguo alla chiesa di s. Ma- renzo Azzolini che vi riunì alcuni bene-
ria Maddalena con 5 altari, ricca di pre- fizi, uno de'quali è la chiesa di s. Giovan-
ziose tavole; avea il convento una bella ni in Albore o Albula ne'confini del ter-
libreria, ma tutto fu distrutto nella sop- ritorio. Vi contribuì il comune, cui sta-
pressione de'conventi,e la chiesa è frale va tanto a cuore l'apertura del semina-
dirute.Tale è pur quella de'conventuali, rio, e fu posto sotto la protezione del dot-
della quale e del convento di s. France- tores. Girolamo. Si aprì in s. Pastore, nel

sco parla '^l p. Ci valli , Visita triennale, sito ov' era l'ospedale e con alcune sue
presso Colucci, Antichità picene t. 2 5, p. camere, nel quale trovasi al presente il

23. Lo chiama molto antico e già esisten- monastero di s. Caterina. Poi il semina-
te nel 1256, e dice de' religiosi ripani il- rio passò nel luogo- in cui è ora il conser-
lustri che vi fìorii'ooo: la chiesa, ora sco- vatorio delle couvittrici di s. Teresa. Le
RIP RIP 21
monache Clarisse essendo state soppres- rammento per riscontrare le contrastate
se, II seminario nel 1823 ne occupò il luo- origini di silf^itti stabilimenti beneflcen-
go, indi ampliato dal vescovo Caliendicol tissimi.
palnzzelto Tovagliani, rimanendo perciò In ogni epoca Ripa Transone fu ferace
tutto il fabbricato del convitto isolato. Fio- di uomini illustri, e anche di donne; ne
rì e fiorisce per rettori, professori, alunni e riporterò un numero che ho ricavato da
convittori, tanto ripani, che statisti estra- Garzoni, Tanursi, dal march. Bruti, e
nieri, de'quali come del seminario-colle- dall' opuscolo con eruditissime note inti-
gio erudite /l/emone ci die il march. Bru- tolato ciarlino Caliendi antistiti suo
:

ti. Il vasto ospedale occupa dal 1840 il nuper consecralo, Ripani seminarii insti-
soppresso convento di s. Francesco dei tutores et alumni devotionis ergo, Ripae
conventuali, e riceve oltre gl'infermi, an- Transonis, typis Jacobi Jaffei 1842. In
che proietti. Nel 1 5o5 esistevano in Ripa
i questo sono celebrati anche gl'illustri del-
Transone 5 ospedali e fu risoluto di riu- la diocesi,come s. Giacomo della Marca
nirli in uno, che fu fabbricato neh 550 Monte Prandone, ilb. Al-
e la b. Rita di
a Capo di Monte, donde fu trasferito nel berto da Cossignano, comune dipendente
detto luogo. Diversi monti di pietà fon- dal governo ripano, ed altri servi di Dio,
darono la pietà e generosità de' ripani ; come la ven.LaviniaSernardi Giamma-
ili.° fu istituito ad insinuazione del p. rinidi Groltammare posto alle falde del
Francesco di s, Elpidio minore osservan- monte di Ripa Transone, e d'altri luoghi,
te, e posto in attività nel 1 47 1> e perciò loro comunità religiose e collegiate. Ri-
uno de' primi di sì utile e religiosa isti- pani sono i seguenti. Tra' vescovi, oltre
tuzione a vantaggio de'poveri; fu trasfe- quello della patria, di cui parlerò nella
rito in piazza, e dipoi nel corrente seco- loro serie, ricorderò Badino Ubactino
lo in una sala all'ingresso del palazzo mu- vescovo di IMassa Lubrense, Paolo Emi-
nicipale, Il 2. "monte di pietà detto di s. lioGiovannini nato in Porchiai.*' vesco-
Monica, fu eretto due secoli e mezzo ad- vo di Montalto, Brandimarte Tommasi
dietro da Felice Veccia. I due monti fru- vescovo di Salamina in partibus e suf-
mentari poi uno
fu istituito nel 1670,
, fraganeo di Sabina, Gaetano Fraccagna-
l'altro nel march. Bruti nella 16.*
1704. Il ni nato inGrottammare vescovo di Città
Memoria sulla cattedrale, con alcune no- della Pieve, Gio. Francesco Laurenzi. ve-
tizie sulla fondazione de' sagri monti di scovo di Venosa, Pietro domenicano ar-
pietày narra che Morrò valle(di cui nel voi. civescovo di Corinto, Gio. Francesco San-
XL,p. 255) crede che il suo monte di pie- tucci di Cossignano vescovo d'Acquapen-
tàsia slato istituitone! 14^8; se ciò real- dente. Tra' religiosi rammenterò, mi- i

mente fosse ne godrei, per l'amore che eb- nori osservanti di s. M." Maddalena, b.
bi sempre ed ho pel nostro stato e per la Sante, Luigi Tanursi e Sebastiano; dei
Marca, il quale dimostrai colla mia de- minori furono pure Giovanni Plantados-
bole penna in tanti gravi articoli, perciò si lettore nell'università di Parigi nel se-
non intendo entrare in dispute. Ho let- colo XIV, teologo e filosofo, cui Sisto V
to a p. 582
Giornale di RonìaiS52,
del che da religioso studiò nel convento dei
un erudito articolo sull'origine de'monti minori conventuali di Ripa Transone e
di pietà originali in Italia, e quello di Pe- da cardinale fu protettore della città, tor-
rugia che nomina pel i.°nel 464- Ve-
si 1 nandovi mentr'era vescovo di s. Agata,
ramente a Monti di pietà lo dissi inco- gli pose onorevole iscrizione nella chiesa
minciato nel 1462, preceduto nel i458 di s. Maria Magna; ivi i conventuali po-
da quello d'Ascoli. Mi pare di avere ri- sero una lapide al correligiosofr. Ambro-
parlato altrove suU' argomento, ma noi gio Tomassini celebre oratore ; altro ri-
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nomato conventuale fu il p. fi'. Luigi Au* na e medico celebre, Gio. Francesco Spi -
Ionio Vicìone della famiglia Veccia, eccel- na filosofo e astronomo, professore di ma-
lente teologo e filosofo, autore di opere tematica neir università di Macerata ,
che illustrarono la palliale ne scrisse la Giuseppe Recco scrittore di diverse ope-
biografìa il march. Amico Ricci, cui fece re, Domenico Pannelli medico, Lorenzo
note march. Bruti, il quale inolile gli
il Condio Condivi scrittore di materie me-
eresse una lapide nella chiesa de'ss. XII diche. Architetto e pittore fu Luzio Bo-
Apostoli di Roma ove giace d corpo. No- nomi, delle cui opere eseguite anche in
terò tra 'cappuccini
fr. Diodalo, tra gli a- patria, parlarono con lode march. Ricci i

gosliniani Giovanni Paci architetto,


fr. e Bruti. Francesco Lunerti scudiere d'o-
tra' domenicani fr. Raimondo Bregani nore d'Eugenio IV, al quale fu molto ca-
teologo e autore d'opere. Vantano fi- i ro e gli aflidò difficili incarichi; per la
lippini, il fondatore e preposto della con- patria ottenne molti privilegi, colla sua
gregazione di Ripa Transone Giovanni o eloquenza rimosse Francesco Sforza dal
Vagnozzo Pica, che ricusò il patrio ve- proponimento di distruggere Tolentino,
scovato; Alessandro e Germanico fratelli indi colla sua eredità si fondò il mona-
Fedeli, che figurarono tra'primi compa- stero di s. Caterina. Sidonio e Giovanni
gni di s. Filippo Neri ; Lodovico Fran- Garofani dottori in legge, e più volte vice-
ceschinì che scrisse la vita del concitta- commissari e governatori, rappresentanti
dino b. Sante, poi pubblicata colle stam- del presidato di Montalto. Altri medici
pe; Francesco M.^ Consorti preposto, che valenti furono, Giambattista Mauri, Lu-
ripristinò la congregazione dopo la gene- ca Tomassini giuniore. Rodomonte Lau-
rale soppressione operala da'francesi. Fu- Marini e chirurgo, non che
renzi, Filippo
rono pie e virtuose donne, Maddalena Mi- Antonio Bernabei di Cossignano. Dome-
chettoni veramente mirabile nella san- nico Lunerti di singolari talenti, Ascanio
tità della vita, Mandolina Marini, Marzia Condivi discepolo prediletto, commen-
Pica, Maddalena detta la penitente,Bea- sale e mirabile biooralb
o dell'immortale
trice e Agata Benvignati fondatrici delle Michelangelo Buonarroti, di cui merite-
convittrici di s. Teresa. Fu poi un'eroina volmente celebrarono pregi il march.
i

militare donna Bianca Benvignati in de BrutijCd. Alessandro Atti con elegante ar-
Taroli, oltre la quale Ripa Transone enu- ticolo riportato col ritratto di Condivi nel
mera altre 7 donne bellicose. Più celebri t.i8, p. 363 deWÀlbum di Roma. Cec-
giureconsultifurono, Luca Ferretti, Gae- chino fu segretario del celeberrimo car-
tano Tanursi Francesco (che lo-
figlio di dinal Albornoz legato, e da lui con altri
derò) che pubblicò alcune opere e le i^rtìtg'- mandato con esercito a governar Ascoli.
menta Ripanae hisloriaCy Gio. Domeni- Pietro Assalti o meglio d'Acquaviva nel-
co Bonomi anche poeta, Filippo Rotigni la diocesi professore nell' università ro-
arcidiacono e scrittore delle patrie me- mana, di botanica, anatomia e medici-
morie ecclesiastiche, Felice Neroni, Luca na. Andrea Politi filosofo emedico,prima
Boccabianca e milite, Amico Muscufo o della metà del secolo XV. Francesco Spi-
Moscosi, Carlo Simone Neroni, Doroleo na contribuì alla riunione e correzione
Tomasi, Giacomo Fedeli, Luca Totuas- stampale in Anco-
delle leggi statutarie,
8ini seniore, Giacomo de Sanctis, Luigi na nel 5S6. Francesco M."* Tanursi sto-
I

Bruti. Tra gli altri dotti nominerò, Lom- rico patrio, lasciando inedite 1' Epitome
bardino, Giosia Trovarelli deputato da historiarum Ripanaruni,^o\ stampate in
Sisto IV alla presidenza della biblioteca Roma neh 781. Giacomo Emidio Con-
Vaticana, Bartolomeo de Sanctis profes- divi poeta e giureconsulto. Lodovico de
sore di matematica nell'università roma- Sanctis fu con onore nelle corti di Luigi
,

RIP RIP 23
XIV e XV. Michelangelo Tomassini, ol- 82), i quali fanno onore alla patria co-
tre molli che esercitarono le potleslerie mune.
e altre cariche municipali in diverse città La città ha un cardinale per protet-
e luoghi, o in Ripa Transone,unode'quali tore , ed al presente è il cardinal Bene-
fa Nicola Illuminati che con grande ri- detto Barberini. Il magistrato municipale
putazione per mezzo secolo esercitò le ora è uniforme a quelli descritti a Dele-
magistrature e cariche municipali, oltre gazioni, Gonfaloniere, Priore, e nel voi.
il tlscalato della curia vescovile per mol- LUI, p. 229,avendo il comune come gli

to tempo; ebbe degni figli, uno essendo altri per la vigente legislazione perduto
d. Pacifico attuale sostituto del concisto- molti privilegi e esenzioni, ch'erasi me-
ro e canonico della collegiata e diaconia ritato dalla s. Sede colla sua fedeltà e ser-
cardinalizia di s. Eustachio, ove lo è pu- vigi resi. Il consiglio per pontificia con-
re il nipote d. Francesco. Il march. Bruti cessione nominava il podestà, che con-
diligentissimo raccoglitore e fervido a- dannava anche a morte, quale pena tal-

uialore delle cose patrie, ttìoìle Memorie volta il consiglio commutava come , nel
pubblicòsui militari ripani, capitani, ser- secolo XVI fece in tre diversi casi, rile-
genti maggiori secondo 1' antico grado, vati dal march. Bruti nell'B.^ Lettera sulli
comandanti di forti, colonnelli e valorosi militari r/ptìt«i. Lo slemma di Ripa Tran-
di cui Ripa Transone può gloriare
njiliti, sone si vede nell' Ughelli , e lo descrive
un gran numero. I Rossi di Cossignano presso Tanursi, Memorie p. 1
78 ei 79 il

ebbero Teodoro, Gio. Francesco e Giu- Quatrini, cioè 5 monti, col leone soste-
seppe Lorenzo;di versi delle famiglie Bea- nente un giglio colla branca , in campo
vignati, Quatriiii, Bruni e altre. Filippo rosso, il quale dice che l' adottò perchè
M.'^ Fedeli , Giuseppe Castelli , Santoro forma l'arme della nobilissima famiglia
Puci, Sante o Santino Tanursi, Lodovi- Acquavivaov\^\nm'\Q. del castello omoni-
co Condivi, Domenico Nocchi, Pisitello, mo e vicino, poi duchi d'Atri, che die 9
Piersante Mosca, Oliviero Boccabianca cardinali al s. collegio, sempre amiche-
detto i^err^cc/OjPiersanteQuatrini, Pie- vole e benevola della città, al cui patri-
tro Paolo Neroni. Ebbe diverse guardie ziato da antichissimo tempo è ascritta
per l'alleanza de' loro antenati con Ripa
r nobili, e solo nominerò il conte Filippo
Neroni cadetto delle medesime con gra- Transone. Ma il march. Bruti mentre in
do di tenente colonnello, benemerito gon- più luoghi ha celebralo Teccelsa famiglia
faloniere della patria, da Leone XII in- e l'affettuosa corrispondenza con Ripa
viato al cardinal Rudnay col berrettino Transone, non può aderire al Quatrini,
rosso, ed in corte potei ammiramela sa- che i rlpani collocassero il leone degli Ac-
viezza. Se la moderazione del biografo quavi va nel loro stemma, e piuttosto cre-
ripano poco disse del suo degno fratello, de il contrario, cioè che la casa Acqua-
lo ricorderò io come feci nel voi. XLV, viva l'avesseda RipaTransone.GliAcqua-
p. iSy, cioè il cav. Liberato de'marchesi viva costantemente divisero coi ripani le

Bruti colonnello di linea dello stalo mag- disavventure e le consolazioni; grande fu


giore generale pontificio, altri germani la reciproca relazione: Storace scrisse la
essendo Gio. Battista conosciuto cultore Storia della famiglia Acquaviva. Del
delle scienze matematiche e professore medesimo marchese si hanno le erudite
ueir università di Macerata, ed i prelati note ad un sonetto sulla stemma patrio,
mg.^ Stefano protonolario partecipante e colle quali lo illustra, aggiungendo che
reggente della cancelleria apostolica^ e negli slemmi e sigilli antichi del comune
monsignor Domenico abbreviatore di cu- sono ancora quelli con entro le due
vi

ria (di cui parlai pure nel voi. XLVII, p. chiavi dis. Chiesa, distiuzioue che da que-
6 ,

24 RIP RIP
sta fu concessa alle ciltàche si resero be- che da Montalto venendo a Grollamma-
uemei'ile per la fedeltà. Quali chiavi so- re, chiamata da alcuni scrittori (citati dal

no anteriori al cardinal Albornoz, che or- can. Mascarelti nelle /l/em.


ist. di Grot-

dinò si ponessero dai comuni nelle porle, tamniare) Cupra Marittima rinomala
e ne' pennoni delle trombette.
iie'sigilli, ciltà etrusca, traversa l'agro Ciiprense e
11 march. Bruti pubblicò V Elenco di va- RipaTransone,cheper molti secoli s'ècre-
ri podestà di Ripa Transone^ dal i 2 1 duto fosse fabbricato sulle rovine di Cu-
al 1602; e V Elenco de commissari e go- pra Montana^ altra famigerata città; ma
vernatori della ciltà di Ripa Transone, per quanto poi dirò. Imperocché due
tali

dal 1 6o3 al 1 846, dichiarando che in que- opinioni sono del tutto svanite , avendo
sto contribuì il concittadino Lucidio M.^ Colucci e tulli gli scrittori con prove e-
Ben vignati cultore zelantissimo delle me- videnti concluso, in seguito degli scavi Itit-

morie patrie, il quale è anche autore del- ti Marano, Dlarianuniy


nel territorio di
le Terzine con note interessanti l'istoria comune soggetto al governo di Grottam-
patria , e scritte per onorare il vescovo mare diocesi diRipaTransone, in contra-
Caliendi. I commissari furono nominali da la Civita^ ove la Monocchia si scarica
in luogo de'podestàjCon facoltà più limi- nel mare,di avere ivi esistito la detta an-
tate, ma con molto più estesa giurisdi- tica città, su di che parlarono tanto gli

zione, perchè abbracciava lutti i paesi del antichi e moderni archeologi, cioè di Cu-
presidato Farfense, la cui residenza era pra Montana quelli di cui feci memoria
in Ripa Transone, e qualche volta lo fu in nel voi. XXX VI, p. 269, dicendo di Mas-
s. Vittoria ed in Ascoli, Ripa Transone rac- saccio di Jesi, la quale dopo il discopri-
chiude nel suo governo le comuni diC'o^- mento d'una iscrizione e la dotta produ-
signano con molti fabbricati, e di Mas- zione del p. Sarti, De antiqua Picenliuni
signano con mura e piccolo borgo, am- civitate Cupra Montana: Lettera a Bor-
bedue situati in ameni colli. L'industria gia in difesa della dissertazione , De an-
si esercita in diverse fiere annuali, enei </<7«^,ec., ninno più dubita avere esistito
mercati settimanali. Il vasto territorio è ne'conlorni di Massaccio. Di Cupra Ma-
fertile ed abbondante di cereali, saporosi rittima scrissero Giuseppe Colucci, Cu-
erbaggi, e vini molto accreditali, essendo pra Marittima antica ciltà del Piceno
seminalo di antichi monumenti archeo- Macerala 1799, e vìeW Antichità picene
logici, rimarcandosi in copia gli anelloni t. 3 (in questo riporta anche la Dissert.
di melallo di varia grandezza con5o6 dell'antica città diCupra Montana). Gli
nodi, trovati spesso in vicinanza di sche- si oppose Eugenio Lorenzo Polidori, Op-

letri, de'quali alcuni posero per battenti posizioni alla CupraMariltima illustrata
alle porle delle abitazioni; le quali anti- da G. Co/Mcc/,Loreloi782,Osimoi783
chità furono illustrate da diversi, come con mutazioni. Gli rispose Colucci con
da Tanursi, Colucci, dal p. Vicione, dal due opere: Osservazioni critiche sulle o-
march. Bruti, da Tarquinio (o marchese hiezioni alla sua Cupra Marittima illu-
Venuti come si crede). Dissertazione sO" strata, fatte da E. L. Polidorij stampata
pra alcune antichità scoperte in Ripa- in Loreto nel 1782, Venezia 1783; Let-
transona, nel 1. 1 òq Saggi e dissert. del- tere apologetiche in comprova deW esi-
Vaccad. Etnisca di Cortonaj da Paolo stenza di Cupra Marittima nella contra-
M.' Paciaudi, Dell antichità di Ripatran- da della ciltà di Marano^ scritte ad un
^o/m,Ferrara 1 74 1 e ristampato dal Jaf-
, suo amico, Macerala 1 784. Alle quali o-
fei nel 845 in Ripa Transone. Gregorio
1 pere si possono aggiungere: D. Nemesio
XVI neli844^Ppi'ovò la strada provin- deW agro
Ricci, Ricerche sulC antichità
ciale coi nome di Cuprense, non già per- Palmense, Teramo i844- ^' Carlo Ar-
RIP RIP 25
dumi, Nuova illustrazione deW antico Pi- Cupra passa sotto il territorio Cuprense,
ceno secondo Plinio ^e/z/o/e,RipaTranso- radendo i sepolcri e i puticoli degli antichi
ne 1844 pel Jaffei. Inoltre suUeorigini di cupreiisi. Dal Monte di Cupra per con-
Cupra Maritlioia, Cupra Montana, e del durre verso Montai to, traversa Cossigna-
Monte di Cupra o Castello Etrusco, si no, che pure dal p. Yicione è posto fra i
[)uò leggere il Cenno sull'origine di Ri- vichi di Cupra, indi ne'bassi tempi Ca-
pa TraasoTie del cav. Giuseppe Neroni^ stello di Marta. In sostanza, la Via Cu-
ivi1837. D. Carmine Galanti provò con prense principia inGroltammare,ove vide
argomenti di erudita dissertazione, letta la .' luce il gran Sisto V, la cui abitazio-
I

nell'accademia Cuprensedi Ripa Transo- ne fu dalla sorella ridotta a chiesa e con-


ne, l'esistenza de'vescovi di Cupra Ma- duce a Montallo, ove nacquero di lui ge- i

rittima tuttoché se ne ignorino i nomi. Il nitori: giunta al convento de'rifjrmati di

medesimo argomento trattò il marchese Grottammare procede a Ripa Transone,


Bruti in uw?i Lettera pel solenne ingresso indi segue perCossignano,ec. senza traver-
dell'odierno vescovo. Provò poi il p. Vi- sare alcun fiume torrente, riunendo la
cione.essere Ripa Transone fabbricato so- montagna alla marina. Sisto V avea idea-
pra il Castello Etrusco nomato Monte di to di ridurre agiata questa strada, per con-
Cupra, ciò che venne confermalo dagli giungere le due sue patrieGroltammare di
scavi fatti nelle adiacenze eda'monumen* nasci la. Monta Ito di origine, ed ove voleva
ti rinvenuti. Quindi probabilmente, dal s, Sepolcro, egualmente traver-
collocare il
chiamarsi il luogo Monte
Cupra, pro-di sando Ripa Transone; n)a la morte tron-
dusse l'opinione di credere RipaTransone cò suoi disegni. Questa strada riuscì co-
i

succeduta a Cupra Marittima, ed anche moda, dilettevole e di vantaggio incalcola-


a Cupra Montana come scrissero Garzo- bile alle due Provincie di Fermo e Ascoli,
ni, Cluverio, Calindri, Castellano e altri ed a porzione di quella di Macerata pel
dotti storici e geografi. Le escavazioni pro- commerciojtogliendo la distanza fra il ma-
dussero copiosi trovamenli di antichi mo- re e la montagna pei reciproci bisogni ; è
numenti, ferri lavorati, utensili di bron- inoltre comodissima pei vescovi di Mon-
zo, patere, figuline, vasi anche con figure tallo e di Piipa Transone come a'diocesani,
miniate a maniera etrusca di varie for- anche perandareal metropolitano di Fer-
me, candelabri, tombe sepolcrali etrusche mo, e per quegli pltri pregi e conseguenze
con ischeletrì e memorie di armi, orna- rimarcate dal march. Bruti, il quale ben

menti militari, armille atletiche, tripodi, disse, nuova strada Cuprense riu-
che la

monete, lapidi etrusche ed altre antica- scì sommamente utile non solo pel pre-
glie. Si trovarono pure varie ossa di ani- sente e per l'avvenire, ma anche pel pas-
mali di specie gigantesca, forse di elefan- sato, perchè scuoprì pregievoli antichità
ti.Dai rinvenuti oggetti etruschi, si con- sepolte da molti secoli. La strada provin-
ferma l'opinione del p. V icione, sulla per- ciale Ascolana venne imboccata colla Cu-
manenza degli etruschi in queste regioni. prense, sopra Cossignano, oltre altre co-
Adunque questa strada provinciale ven- municazioni con diverse parti e luoghi.
t ne denominata Fia Cuprense, ^evchè da
Grottammare, castello fabbricato ne' li-
Ora procederò ai cenni storici di Ripa
Transone, con le Memorie isloricìicdi Ri-
miti del territorio di Cupra Marittima (e paTransone \)uhh\\cate(.\aCo\ucc\ in Fer-
vi esisteva forse un vico nelle vicinanze mo nel 1792, nel 1. 18 òqW Antichità pi-
di s. Martino, celebre nell'antichità sa- cene, quindi a parte con questo titolo e
gra e profana, col tempio della dea Cu- con la stessa paginatura, rilevando dal
pra, però non conosciuta dai Dizionari march. Bruti chela pubblicazione di Co-
di micologia) f venendo verso il Monte di lucci è tutta desunta dall'archivio di Ri-
^6 R P
1 RIP
paTransonc. Memorie ìslorìclie della cit- Federico I padre d* Enrico VI, medita-
tà di Ripa Tronsone coli' appendice di- re il modo di accrescere le proprie for/e
plomaticayOperapostiuna dell' a^^v. Fran- e rendersi capaci in qualche opportuno
Cesco Maria Tamirsi. Si aggiungono gli commovimento, di far fronte ai loro e-

elogi degV illustri ripani , la Storia di G io •


£tranei dominatori. In sì grave angustia,
vanni Garzonio, e i Supplinienli di Teo* trovarono opportuno l'unirsi insieme e
doro Quatrini, con qualche annotazione de* quattro castelli formarne uno solo e
dell' editore jYevvno 1793. Abbiamo an- ben fornito, cui l'erto e dirupato sito non
cora le precedenti pubblicazioni tli Joan* meno che un valido recinto di mura ser-

nes Garzoni US, De rebus Ripanis libellus, vissero alla difesa. Convenutosi pertanto
Anconae 1 576. Ac Teodori Quatrini, De con mirabile concordia di stabilire una
rebus Ripanis^ accedi t Franóisci M. Ta •
sola comunità, scelsero dopo maturo con-
nursi patricii ripani historiae patriae e- siglio il sito per la nuova loro comune
pitome nunc primuni edita, omnia recen- patria, cui diedero il nome di Ripa Tran-
suit, ac emendavit Cajetanus Francisci sone. Sopra dunque alto e sassoso mon-
M. filius Tanursi, '^om?ie 178 r. Ne fece te, spiccato da tulli i lati , fu fondato il

menzione V Effemeridi letterarie di Roma nuovo castello a gradi 43 di elevazione


I78i,n.°52. Il p. Antonio Luigi Vicione di polo e di latitudine, lungi dal mare
tratta dieW Esistenza di Ripa Transone Adriatico circa 3 miglia per linea retta.
prima dell 198, Fermo iSij.RipaTran- Declinava il monte alquanto verso orien-
sone sorta dalle rovine di Castello Etra •
te, poiché dagli altri lati siede sopra rupi
SCO, Fermo 1828. quasi inaccessibili, dimodoché poi si re-
Gemeva la Marca tutta sotto l'aspro putarono superflue muraglie che in
le

governo di gente barbara e incolta, men- que'lnti si fabbricarono. Da ciò si crede


tre dall'impeiatore Enrico VI dichiarato abbia il luogo sortito il nome di Ripa,
marchese della medesima o Piceno, Mar- ma quanto all'aggiunto Transone non
cualdo Anninuvillir o Anneviliir (di cui sono d'accordo gli storici. Garzoni riporta
parlai in tanti relativi luoghi) suo sini- 3 opinioni, cioè che si chiamasse Tran-
scalco e giusliziero, può credersi che i di sone dal nome del principe cui era sog-
lui uflìziali fossero nella maggior parte getta Cupra Montana (erroneamente per
tedeschi e nemici agl'italiani, onde questi quanto già notai e assai distante, bensì il
andavano in cerca di opportuna occasio- territorio apparteneva a Cupra Maritti-
ne per redimersi dalla tirannica schiavi- ma secondo Colucci), o perchè il quar-
tù che gli opprimeva, mentre per morte tiere principale di Monte Antico avesse
dell'imperatore si disputavano l'impero prima tal vocabolo, o perchè da diversi
con guerra di successione i pretendenti Fi- castelli uno solo formatosi vi si trasfe-
lippo diSvevia, eOttone IV di Sassonia rissero ad abitarlo i signori de'luoghi di-
favorito da Papa Innocenzo HI, per cui strutti. Quatrini crede che Transone fos-

alla sua biografìa con diffusione ne narrai se detto a cagione di essere posto oltre il

gliavvenimenti, insieme a quanto quel fiume Asone. Quantunque Tanursi ade-


Papa energicamente fece con successo, per risca a questa opinione, comechè favo-
ricuperare all'antichissimo dominio del- rita dai vocaboli Gallia Transalpina e
la s. Sede il Piceno ( F.). Conveniva per- Transpadana, vale a dire oltre V Alpi e
tanto ai castelli di Monte Antico, Capo oltre il Po, nondimeno osserva che il tro-
di Monte j Roflano, ed Jgello di ragione varsi sempre negli antichi mss. Ripatran-
.*
del vescovo diFermo, prima d'impegnarsi sonis, gli sembra non dispregievole la i

a scuotere un giogo così duro, imposto- congettura riferita da Garzoni, quando


gli già da 3o e più anni dall'imperatore per altro il vero suo nome anche sul priu-
HIP PtlP 27
cipio tale sia stato, esseadovi da dubita- se col ferro e col fuoco. Pare che con Mar-
re the il nuovo Castello ne* primi anni cualdo combattessero Gottibaldo conte
di sua fondazione Trasone e non Tran- di Sinigaglia e di Cagli, con Bernardo
sone chiamato, giacche oltre alcuni
siasi suo fratello al dire di Compagnoni, iieg:-
luoghi dello statuto municipale ne' quali gia Picenap, 78; e che i ripani fossero
è detto Rìpatransone [Corse deve dire Ri- valorosamente aiutati da que'di Tolen-
patrasone)j riprodusse versi... Esou la tino, nel sostenere l'assedio e respingere

i

Ripairaso Rifugio a quanti stanfra gli assalti. Piiproducendo Compagnoni uu


il Tronto e V Aso. Dice ancora che tal diploma d'infeudazione, dato da Mar-
nome può essere desunto da analoga vo- cualdo durante l'assedio, colla data Ripae
ce greca, in significato di audacia o fe- Transonae V
Kal. septenibriSj cioè 9.8
rocia, la quale traspira nelTalterezza dei agosto , dicendo che la fortezza del sito
riportali versi e dall'epigrafe degli anti- di Ripa Transona, ma più il valore dei
chi sigilli della comunità : Sani Leo Ri^ cittadini, resero men prosperi nella Mar-
pamis, vtli cui porrexero nianus. Tutta- ca i progressi di Marcualdo impegnato
volta Tanursi inclina anche a credere che nell'assedio. A liberare il Piceno dalTu-
il nome imposto da Marena Ido,
gli fosse surpatore, l'animo grande d' Innocenzo
allorché tornando dal vicino regno di Na- III vi provvide coUearmi spirituali,e tem-
poli, ov'era la Magna Grecia, trovò che porali di possente esercito, che costrin-
in tempo di sua assenza e senza suo per- sero Marcualdo a ricovrarsi in Sicilia, o-
messo erasi edificato il nuovo Castello, ve miseramente morì; laonde il cardinal
rimproverando con tale denominazione Giordano di Ceccano, con altri legali, ri-
l'ardire inconsiderato de' ripani, ripu- tornarono la Marca all'assoluta ubbidien-
gnando Colucci ad altra spiegazione di za pontifìcia. Allora i ripani ch'eransi di-
Bacci, che lo chiama Ripatransa sonala. spei'si per evitare il furore di Marcual-
L'unione de'Castelli seguì nel i 198 don- do, si riunirono per rifabbricare il Ca-
de ebbe origine Ripa Transone, indi sem- stello, ciò che effettuarono uu anno do-
bra che in un anno o più si edificassero po la sua rovina. Narra Colucci, che a-
le fabbriche necessarie e il recinto,quan- vendo sul medesimo il vescovo di Fermo
do lo sdegnato Marcualdo colle truppe pieno dominio, ripani pel suo gover-
i

lo strinse con blocco di assedio, nella lu- namento con diversi patti ottennero dal
singa di pronta resa o d'impadronirsene vescovo Adenulfo nel iio5 la fiicollà di

per assalto, non essendo ancora ben as- eleggere i consoli e di fare altre cose per
sodate le mura, per quindi passare alla la polizia e buon regolamento del nuovo
punizione degli altri ribelli della provin- Castello, dopo averlo aumentato di abi-
cia, insorti nella sua lontananza; ma il tanti e di territorio, per resistere all'in-
valore degli assediati e la fortezza natu- sorgere di qualche emulo o nemico del
rale del sito avendo protratto in lungo loro incremento (su questo puntosi può
l'assedio, ebbero agio lo città e terre del vedere Catalani, De ecclesia Finnana
Piceno di mettersi sulle difese, alla mi- p. 1 54 ^5^ ove chiama il Castello, Ri'
e I

nacciante invasione del marchese. Irri- pa tras Asoneni). A questo fine aveano
tato il suo orgoglio dall'inattesa resisten- acquistato vari castelli contermini, come
za e dalla perdita di non pochi de'suoi di Monte Todaldo venduto dai suoi par-
soldati, pieno di vendetta rinnovando con ticolari signori, e di Trifonzio ceduto da
più vigore gli assalti, con numerosa e ag- Paniero con contratto assicurato dai si-
guerrita armata, negli ultimi di agosto gnori d'Acquaviva ; e con persuasioni in-
I
199 entrò di viva forza nel Castello, fe- dotti gli uomini de'castelli diCoso,Ver-
ce scempio degli abitanti e tutto distrus- reto, B-onsano, Penna, Monte Rosajaii-
iS R P I RIP
no e Trivio, a distruggere le proprie pa- do die desso derivava dal Monledi Ca-
trie siccome mal sicure e di poca entità, pra o Castello Etrusco prima del 19B), r

ed unirsi ad abitare il nuovo Castello di efalta causa comune coi signori d'Acqua-
Ripa Transone. Il ripano Quatrini pre- viva, del tutto avversi a Ripa Transone,
tende, che all'aumento del flibbricato e per essere Oflìda ed Acquaviva due forti
della popolazione di sua patria concor- castelli della regione che insieme presto
ressero gli abitatori, ed materiali de'pic-
i si collegavano, divisarono di muovere
culi luoglii a tal fine distrutti, di Monte contro i ripani e abbatterne il Castello.
Bello, Monticchio, Carpineto, Corneto, Per riuscire felicemente nelT impresa ,

Monte Albano, Calcalortaccio, Scompe- trassero nel loro partilo Pietro vescovo
tro, Croccliio, Palladino, Gablano, Tri- di Fermo, che si chiamava offeso dai ri-

fonzio,Caltinare,Verdico,Cantagalli,Ca- pani (per quanto dice Catalani a p. 62),


1

ronzano, Monte di s. Croce, Monte Mo- onde congiunte le loro genti si volsero
rello, Colle di Pigna, Casello Calvello, furibondi controRipaTransone.Nel 1 225
Gualdo,Monsallone,ColIediGrotte,Mon- l'investirono con impelo, e fecero di tutto
sarnbenigno Fusciano, Colle di Pelrito- per espugnarlo. Ma gli assediati ben prov-
li, Creta, Cerro, Caselgiuta, Monlalcino, veduti di viveri, e forniti di coraggio che
Castagnola e Ripacorva. Dichiara Tanur- non veniva meno per gli attacchi de'ne-
si, che aderendo pienamente ai racconti micT, i quali tornavano vani per la loro
dell'imparziale Garzoni, dubita delle as- resistenza, e per la difesa di trincee co-
serzioni di Quatrini sulla demolizione dei perle (forse i famosi cunicoli militari che
numerosi castelli e loro aggregazione a possiede Ripa Transone) e ripidi bastio-
Ripa Transone, sebbeue la maggior parte ni in un poggio quasi inaccessibile. Durò
delle denominazioni corrispondino a di- non poco tempo l'assedio, finche convinti
verse contrade del territorio ripano. Nel gli assalitori di non poter prendere il Ca-

i2i5Rainaldo vescovo di Fermo ap- stello a viva forza, desistettero dall' im-
provò le cessioni de'signori d'Acquaviva presa, sfogando tutta la loro rabbia con-
a favore del pubblico di Ripa Transone, tro la circostante campagna, guasta mi-
rappresentato dal sindaco Alberto Piso- seramente dal ferro e dal fuoco. Intan-
iii. Nel 1 2 1 6 Vinciguerra Acquaviva po- to Acquaviva in apparenza retta a comu-
destà di Ripa Transone, col consenso del ne, ma io realtà dominala da quella illu-
comune fece alcuni assegnamenti e con- stre famiglia che dallo stesso luogo deno-
cessioni a Broccardo di OlTida ed a vari niinossi e che poi usci a regnare in Atri
soggetti perchè si stabilissero nel Castel- acquistando splendida fama, non poteva
lo; e nel i225 Rainerio di Trisunzio si fare se non quanto volevano medesimi i

obbligò di abitare in Ripa Transone. Pro- signori. I quali riguardando Ripa Tran-

gredendo questo ogni giorno in flore di sone in una situazione geografica e civi-
popolazione ed in fòrze, ben presto si con- le, onde con tutta probabilità diverreb-

citò la gelosia de'convicini. Leggo nelle be il luogo più ragguardevole de' vicini
belle Aiem. istoriche della città di Offl- castelli, credettero meglio dividersi dalla
da, del prof. Arduini, che questo comu- lega cogli offidani, e stringerla in vece coi
ne dispiacente di aver veduto il dovizioso ripani, senza curare se dovea riuscire per-
e autorevole Broccardo con altre fami- niciosa agli antichi alleati. Nell'atto sti-
glie sloggiare da Olìida, per fissar la pro- pulato dai ripani e quei d'Acquaviva, giu-
pria dimora in Ripa Transone (confuta- rarono giovarsi scambievolmente, in uno
to dal march. Bruti per averlo qualifi- ai loro vassalli, tranne gli abitanti di Of-
cato villaggio che si fortificò a guisa di fida. Sagacemente osservò il prof Ardui-
castello inespugnabile, comechè ignoran- ni, chesituala Ripa Transone tra Offida e
HIP RIP 29
Fermo, era olleala con Ascoli, equilibran- Ripa Transone, cui in vigore del diplo-
do cos'i due ciltà, in tempi
l'unione delle ma incorporò i detti castelli, loro terri-
in cui lecomuni erano in frequenti lizze. torii e pertinenze. Da Compagnoni si ap-
Nello stesso annoi 2 25 a'25luglioi signori prende la qualità dei servigi resi a Fe-
d'Acquaviva essendosi obbligali col suc- derico H, e furono l'aver contribuito al-
cennato atto, con vari patti a favore del- l' occupazione delia Marca sino a Moni*
la comunità di Ripa Transone, nel 1227 Olmo e Macerata, e l'avere opposto va-
Bainaldo d'Acquaviva fratello de'suddet- lida resistenza al memoralo esercito pa-
ti li ratificò. pale. Seguita la pace tra Gregorio IX e
L'imperatoreFederico II, ad onta che Federico II a'g luglio 1280, con la re-
il suo genitore Enrico VI avesse nel suo stituzione deiroccupato, venne impedita
testamento ordinalo, che si restituissero la demolizione de' castelli dati ai ripani,
i dominii occupati dalla s. Sede, ad onta e cessò la preponderanza del. ghibellini-
de'benefìzi da questa ricevuti, fu suo a- smo tra essi, ed il dominio temporale so-
cerriiBO neniico, meno alcuni inlervalli, pra i castelli, come si prova dal laudo pro-
proleggendo i Ghibellini^ contro i Guelfi nunziato in una causa tra il vescovo di
seguaci de'Papi. Sotto Gregorio IX nd Fermo e comune
ripano, nel 1284 da
il

1229, a mezzo dello svevo Rinaldo usur- Cesareo podestà Ripa Transone e vi-di
patore del titolo di duca di Spoleto, vi- cario della Marca poi vescovo di Marsi
ceré di Sicilia e legato in)periale, Fede- (vedasi Catalani a p. lyS), nel quale £a
rico li fece occupare la Marca e gli con- aggiudicalo a'ripani il castello della Pen-
ferì il titolo di vicario, onde Gregorio IX na a titolo di compra. Federico II sem-
fulminò la scomunica ad ambedue, e spe- pre eguale, rotta la concordia, fece inva-
dì conti o loro 3 eserciti: uno di quelli che dere la Marca dal suo naturale
nel 1289
inviava nel regno di Napoli per fare un Enzio re di Sardegna, ma Ripa Transo-
diversivo , trovò tale resistenza a Ripa ne si mantenne nella dovuta fedeltà alla
Transone, ov' crasi recato Rinaldo, che s. Sede, ad onta delle ostilità che provò,

non potè progredire nella marcia, come mentre le circostanti città seguirono il

notai nel voi. Sg, ma con Com-


XLI, p. partilo imperiale, Ascoli dovè cedere nel
pagnoni, Reggia Picena p. 99 la chiamai 1 242, e Fermo si die spontaneamente per
Ripa soltanto, secondochè talvolta fu de- evitar eccidii.I ripani restarono ubbidien-
nominata dagli storici. Sebbene Piipa ti al cardinal Fieschi legalo dimoianle in

Transone fu sempre di parteguelfa e per- Camerino, poscia Innocenzo IV; e nel


ciò aderente alla Chiesa, quindi decorata 1248 si composero nella lite che verte-
d'infiniti privilegi, pubblicati da Colucci, va con Simone di Tebaldo sul casltllodi
oltre gl'inediti dell'archivio municipale, Penna, onde nel 1249 il sindaco coni'
pure in questa epoca prevalse il partilo miinis et universilalis Castri Ripe tran-
ghibellino, onde il vicario imperiale R.i- sonis, permise al popolo del castello di
naldo fissò per più mesi la residenza in Ri- Penna, di potersi trasferire ad abitare in
pa Transone come luogo forte e di con- essoj indi a' 16 dicembre ciò approvò, in
siderazione, ed a'29 aprile 229 spedì un i benemerenza della fedeltà verso s. Chie-
diploma a favore di Ripam Traiisonis. sa^ il cardinal Capocci legalo^ il quale in
In cui esaltando la divozione e fedeltà dei dello anno essendosi porlato nel regno di
ripani all'imperatore, concesse loro in Napoli a danneggiare le terre di Federi-
compenso de'ricevuti servigi, castelli di i co II, per le violenze che commetteva nei
Massignano,Lameriano,Cossignano,Ma- dominii papali, i ripani gli erano stati di

rano, s. Andrea, e Penna, con facoltà di aiuto; come dipoi assisterono i rcllori,
demolirli e di ridurre gli abitanti dentro Alalrino nella spedizione contro Ascoli,
3o R P I RIP
Giialliero contro Penna Giovanni, per
s. scovo e 4i il comune, le cui deposizioni
cui Innocenzo IV con breve tleli 2^3, nel sono v'ipovliììe m'.W /ippruflice diploma-
quale esaltò la purità della fede e la sin- tica pubblicata da Colucci, parlandone
cera divozione de'ripani verso la s. Sede Catalani a p. i8i e 368. Inconseguen-
iie'leuipi di delle ribellioni, li assolvette za ebbe luogo una concordia stipulata
dal giuramento prestalo a'siguori d'Ac- o'3o aprile 12^5, nella quale fu slabilila
c|uaviva,dinonamuìetleregianimai den- la quantità del grano, vino, rebus el/u-

tro Ripa Transonei sudditi de'medesimi. ribus aliìs spellante al vescovo di Fermo,
Quindi ebbero origine nuove turbolenze concordia che nel I25G approvò Rolan-
e risse tra il comune, ed nominali si- i do rettore della Marca; sotto il cui suc-
gnori che perciò ricorsero alle armi. Ma cessore Annibaldeschi Macerala si com-
trovando preparati ripani risentirono
i , pose con Ripa Transone e altri luoghi,
le funeste conseguenze di tal guerra, cui per qualche commessa nella guer-
ostilità

dierOno principio col guasto del territo- ra degl'imperiali. Nel 12^7 il comune
rio ripano. Allora usciti in campo pro- i comprò il castello di Mozzano e altro ca-
vocali, rovinarono le campagne del ne- stello. In questo tempo ghibellini feceio i

mico, depredarono e distrussero il castel- sollevare la Marca contro l' Annibaldeschi


lo Bonrepadiro, ed altri gravi danni gli nipote d'Alessandro IV, eccitali dal loro
avrebbero recati, se non fosse slato so[)i- capoparte Manfredi naturale del defunto
to ogni rancore, colla vendila fatta al pub- Federico II e usurpatore del reame di
blico di Ripa Transone, dagli Acquavi va, Sicilia, che per Percivalle d'Oria suo vi-

del castello di Monte Mozzano e della me- cario sottomise tutto il Piceno, e pare
tà di quello di Aluitrelo, colla loro so- che vi soggiacesse anche R.ipa Transone
lenne promessa di abitar sempre in tem- per circa g anni : bensì fu utia delle pri-
po di guerra dentro Ripa Transone, e che me a detestare l'ubbidienza che per forza
tanto essi, quanto gli uomini di Bonre- dovette prestargli, quando fu morto nel
padiro militerebbero in ogni occasione 1266, onde ricevette in podestà Cervot-
a favore del pubblico ripano. Questo in Bologna figlio del celebre Accursio.
lo di
"vece promise, di prestare ogni aiuto agli Calmate le turbolenze della provincia,
Acqua vi va, e riedificare il castello distrut- incominciarono dissapori tra RipaTran-
i

to anche in altro sito, purché fosse di lo- sone ed luoghi contermini, ne amando
i

ro giurisdizione.La pace Ira ripani ed i i ripani di essere prevenuti, invasero col-


1 d'Acquaviva fu durevole e con
signori le armi molti de' vicini castelli; laonde
tanta reciproca amorevolezza, che dive- dipoi nel i 278 f(U'ono condannati dal giu-
nuli secondi possenti principi, in più
i ma- dice generale di Macerata, alla multa di
niere beneficarono il popolo ripano, che 4ooo marche d'argento, per aver depre-
loro corrispose con costante gratitudine dati, incendiati e distrulli i castelli di
e affezione: in più incontri gli Acquaviva Buonrepadiro e di Marano, e per aver
volarono in difesa de'ripani, e questi in saccheggiato l'altro di s. Benedetto. Inol-
loro soccorso. Innocenzo IV con diploma tre i ripani furono condannali dal giudi-
concesse ai ripani di poter ricevere, per ce generale de'fiumiTenna e Tennaeola,
abitare nella loro patria, le famiglie sog- in 1000 libbre ravennati per aver pre-
gette ai signori d'Acquaviva. Frattanto dato una galera nel lido del mare, e da
nello stesso anno 1 253 insorse grave ver- altro giudice generale in 4o5o lire con-
tenza tra il vescovo di Fermo Gerardo, e il simili, per vari eccessi e delitticommes-
pubblico di Ripa Transone sulla giurisdi- si, le quali pene furono poi ridotte e com-
zione del luogo, per cui furono esaminati postecollo sborso di 7000 ravennati e an-
molti testimoni, cioè 43 ne produsse il ve • conetani. L'alto di concordia con Onorio
RI P RIP 3i
IV, per le delle pene incorse, porla la quale nel i3of) figiuò tra quelle più ri-

data del 1286. Prima di questo tempo e belli j quindi ebbero luogo da per tulio
nel 1280 accadde nn fatto d* armi , che stragi e rovine, guerreggiando guelfi e
racconta il march. Brviti nella 4.' Letle- ghibellini con diversa fortuna, ed il Papa
va sulli militari lipani. Bollendo qual- nella lontananza poco poteva fsire coi ret-

che rancore fra gli ascolani e i fermnni, tori, assai molestali da Federico conte di
jìcl diiilto di privativa de' secondi sulla Monte Feltre infestissimo capoparte ghi-
spiaggia adriatica, perciò gli ascolani a- l)ellino. Perciò i ministri di s. Chiesa sco-
gli I I novembre si avvicinarono coi ri- municarono podestà i e magistrati de'luo-
pani e Riccardo Acquaviva al castello di ghi insorti, sottoponendo le comunità a
s. Benedetto confinante colio stato asco- rigoroso interdetto, onde fiaccato il loro
lano, e venne alle mani presso l'Albu-
si ardimento, invocarono perdono e furono
la; vi furono morti d'ambo le parli, chi assolti a'20 luglio, non senza essere sot-
dice perdenti fermani, altri e con più
i toposti a varie pene. Ritornati i lipani
probabilità li chiama vincitori, anche per all'ubbidienza della Chiesa, non tardiuo-
la multa di 80,000 marche d'argento cui 110 a funestar la pace le di tferenze mosse
fu condannato Ascoli di pagare a Fermo, dai fermani sui confini de'castelli della
in pena di tale aggressione. Non ostante Guardia e di Trifonzio; ma il cardinale
il castigo imposto ai ripani e moderato legato ad ovviare gravi mali interpose la
da Onorio IV, per la loro indole troppo sua autorità, con porre in amichevole
bellicosa, non sapendo stare tranquilli, concordia le due comuni. Non pertanto
ne avendo al di fuori motivo di sfogarla, ne'primi del i34^ Ripa Transone fu mi-
siabbandonarono a interne tuibolenze, nacciata da Ascoli, ma il timore cessò su-
che produssero poi omicidii, desolazioni bito con formale confederazione, contro
e incendii, giungendo la loro animosità a i fermani comuni nemici d'ambedue. In-
uccidere Raniero rettore della pieve di s. dispettiti que'del castello della Guardia
Rustico verso il I2g5, pel quale deplo- per la lite de' confini, pieni di rancore a
rabile misfatto Filippo vescovo di Fermo danno de'ripani si erano dati a guastar-
fece pubblicare nelle messe solenni e a ne e depredarne il territorio, imprigio-
suono di campane le censure contro i de- nandone anche gli uomini. Per un tem-
linquenti, inclusivamente al nobile Gia- po avendo ripani dissimulato tanta tra-
i

como d'Acquaviva, come si ha eziandio cotanza, appena si videro fortificati del-


dal Catalani a p. ig2. Tali eccessi furo- l'alleanza con Ascoli, rompendo ogni ul-
nocomposlinel 1297C0II0 sborso di i5oo teriore indugio, assalirono con tanto im-
ravennati, assolvendo il rettore delia Mar- peto Guardia, che l'abbandonarono agli
ca il comune dalle pene incorse. Tanursi avidi soldati, e col ferro e col fuoco del
rimarca l'opidenza grande in questo tem- lutto desolarono. Intanto sollevatosi A-
po di Ripa Transoue, e che motivo alle scoli contro gli abusi e tirannie del gover-
frequenti risse e omicidii forse fu il mero natore AlberluccionipotediClementeVI,
e misto impero che godeva, che produ- lo cacciò e prese a sua difesa il i.° mag-
ceva ne'primari cittadini fazioni perico- gio 1348 Galeotto Malatesla da /i/mmi,
lose, gelosie e discordie, per ambizione il quale con buona parte del popolo e dei
di governo. confederati ripani, vinse presso Sanseve-
Avendo Clemente V fatalmente tra- rinoGentiledaMogliano reggitore de'^fer-
sferito la pontificia residenza in Francia mani,ed a pocoa pocos'impadronì di gran
e Avignone {^^•)} la Marca in gran parte parte della Marca. Non solo Ripa Transo-
si sollevò a provocazione de'ghibellini,che ne soccorse Ascoli per debito d'alleanza,
prevalsero anche in Piipa Transoue, la nja eziandio per essersi anch'essa sollopo-
3:» RIP RIP
sia al governo delMalatesla, nel qnal lem- bolirne le forze, dall'Abruzzo fece entra •

pi) nella provincia la pestilenza fecesUai^e re i5oo cavalli di tedeschi coinaudali d.d
nell'eslale, cui successe nel i 349 orribi- conte Laudino per depredar la iMarcii. Il
le lerremolo, senza che Malalesta lailen- cardinal Albornoz colla maggior parte
tosse la guerra, ridiicentlo alla sua ubbi- dell'esercito spedì a combatterlo il pro-
dienza Cnrassai e s. i35i
Beueclelto. Nel prio nipote Blasco, che accampò sotto si

avendo fermani occupalo Osimo,il suo


i le mura di Ripa Transone verso Tron- il

rettore Maiatesta prontamente la ritolse tOj come luogo più forte e più comodo
al nemico co'suoi ascolani e 3oo ripani; per opporsi agli avventurieri tedeschi, e
ma insuperbito poi dai prosperi successi, tanto si tenne, finché gli riuscì col solo
fece strascinare a coda di cavallo alcuni temporeggiare di sbandare e distruggere
miseri ascolani, pretesi rei di sollevazio- il nemico senza combatterlo. Villani di-
ne. Divenuta insod'ribile la sua tirannia, ce che Laudino si pose tra Ascoli e Fer-
nel maggio i353 scoppiò una congiura, mo, e si accordò d'uscir dalla Marca nel-
onde Galeotto a pronta fuga dovette la l'agosto 1 356. Il cardin ile per debellare
sua salvezza, e pare che anco ripani si i Gentile da Mogliano,alloggiòil suo eser-
sottraessero dalla sua soggezione e ritor- cito dalle mura di Ripa Transone sino
nassero a quella legittima di s. Chiesa. al Castellano o fiume Verde^ sottomise
Frattanto Innocenzo VI, a ricuperare i Gentile e si fece consegnare Marano e s.

dominii usurpati dai signorotti e altri ti- Benedetto. In questa occasione il cardinal
rannetti, con ampio potere e numeroso Albornoz conobbe la costanza de'ripani
esercito spedì in Italia il celebratissimo nella divozione alla Sede e la stima che
s.

e valoroso cardinal Albornoz. Gli usur- facevano dell'alto suo merito, ed in gra-
patori per mantenersi nella signoria, gli ziosa corrispondenza accordò ad essi nel
suscitarono contro il famoso fr. Morreale I 363 la compra delle pertinenze e territo-
capitano di ventura e di rapacissima gen- rio del distrutto castello di Guardia, devo-
te vagabonda, la quale portò l'esterminio luto alla camera apostolica e incorporato
Marca einallreprovincie; non-
in tutta la al fisco.Tanursi racconta a quest'epoca,
dimeno RipaTransoue non soggiacque a che Ripa Transone non ubbidiva ne al
tanta calamità, le aiasnade non essendosi vicario pontifìcio di Fermo, ne a quello
avanzate oltre Fermo. Il cardinal Albor- d'Ascoli, comechè costituita residenza de-
noz con rapide conquiste s'innoltrò nella gli uffiziali e ministri del Presidalo [F .)
Maica e la ricuperò alia s. Sede, ed a'9 Farfense, e perciò capoluogo del mede-
febbraio 1 355 con diploma facoilizzò il simo, bensì adempiva patti federativi con i

vescovo di Fermo e il suo vicario ad as- Ascoli, per cui ne aiutò il vicario Benti-
solvere il popolo di Ripa Transone dal- voglio contro con due cen-
i fuoruscili,
l'interdetto e dalle scomuniche in cui era turie di soldati comandati dal valoroso
incorso, per aver seguito il partitode'ne- Oli vi ero detto Ferraccio, che vi perì con
iTiici dellaSede; per cui il pievano di
s. grave rammarico de'concittadini; a que-
s. Benigno con autorità pontificia com- sta particolare disgrazia si aggiunse quel-
partì l'assoluzione dalle censure a tutti i la pubblica, pel guasto dato alle campa-
moltissimi ripani nominati per parroc- gne dalle locuste. Nel 364 ripani spe- i i

chie nel documento riportato da Colucci. dirono 3 anjbasciatori in Orvieto al car-


In Ascoli prevalse la parte guelfa, ed a'25 dinal Albornoz, olhendo pel servigio di
aprile i356 seguì la concordia col car- s. Chiesa 1 00 cavalli e 200 fanti, pei tor-
dinal legato, che rivolse le sue cure al- bidi della Marca promossi da Visconti
l'impresa di Romagna. OrdelatFo che si- signor di IVIilano, e da Oleggio vicario in
gnoreggiava Forlì, per dividerne e inde- Fermo che agogna vaaldomiuiodella prò-
lUP R P
1 33
vincia. Il cardinale ne restò penelralissi- Transone, ma non fecero che guardarne
«no, ringraziò e lodò i ripani, dicendo; con isdegno le mura dagli 8 ai 1 3 mag-
Doininus vos benedicat strenui et fide- gio. Poscia incominciarono le guerre pel
lissimi viri. Nel i368 naie discordie tra regno di Napoli tra Lodovico d'Angiò in-
Ascoli e V AmaUice, ripani aiutarono
i vestito dall'antipapa, e Ladislao infeuda-
i confederati ; dipoi con essi si unì Ri- to da Bonifacio IX, il quale in aiuto del
pa Transone in confederazione col prio- fratello Tomacelli marchese della Mar-
re de'gcrosolimitani di Pisa. Nel maggio ca, esortò Antonio Acquaviva conte di s.
1376 i fermani assediarono Piipa Tran- Flaviano e poi duca d'Atri che marcias-
sone, la quale sebbene non potesse rice- se colle sue genti d'arme; per cui è vero-
vere soccorsi dagli ascolani, ch'eransi ri- simile che ripani seguissero le parti di
i

bellati al conte Goniez che gli aggrava- Ladislao, eziandio pel limitrofo Abruzzo,
va, si egregiamente pel valore dei
difese come è probabile che dovessero concor-
cittadini e del loro esperimentato capi- rere alla rata di quanto il marchese of-
tano Carosino. Obbligali fermani a ri- i frì al conte di Barbiano per evacuar la
tirarsi, si vendicarono con guastar la cam •
Marca di sue genti stipendiate che l'in-

pagna; ritornarono in campo nel settem- festavano. A questi guai successero i tu-
bre inutilmente, non sembrando vero, al multi e le civili discordie che laceravano
dire di Tanursi, il contrario asserto dal- la provincia, che nel i 893 patì le scor-
l'Adami, De rebus in civitatc Firmana rerie di diversi, che finirono colla prigio-
gestis^essendo allora Fermo dominato da nia del marchese. In mezzo a queste e al-
Rinaldo di Monte Verde ribelle della le 1895 Boni-
successive turbolenze, nel
Chiesa, scomunicato co'suoi ghibellini da facio IX commise al vescovo d'Umana,
Gregorio XI, il quale nel 1877 restituì in di riscuotere le decime dovute al Papa
Roma la residenza pontificia. Pare che dalle chiese ripane. Matteo Acquaviva du-
all'assedio di Ripa Transone del i376non ca d'Atri dopo essersi nel 1397 insigno-
Rinaldo, ma bensì Lodovico da Moglia- rito d'Ascoli,con l'aiuto del popolo e dei
no vi si portasse con milizie ausiliarie; al- ripani soggiogò Arquata difesa da Gual-
tri riportano il fatto nel 1877, ed al 1875 leruccio da Cossignano, coli' uccisione di
quello in cui si pretende che Rinaldo pe- 1000 norcini. Imperversando lo scisma
netrato in Ripa Transone, vi portasse via continuato dal pseudo Benedetto XIII,
22 pallii o stendardi. Per morte di Gre- la Marca oltre l'essere travagliata dalle
gorio XI nel 1378 fu eletto Urbano VI, armi, si vide infestata da un pessimo sa-
contro il quale insorse l'antipapa Clemen- cerdote vestilo di bianco che guadagnò
te VII, che sostenne lungo e lagrime-
il la moltitudine, poi bruciato in Viterbo.
vole scisma in Avignone, con sommi dan- Innocenzo VII nel i4o6 fece il nipote
ni del Piceno. Nel i38i il cardinal Bon- Migliorali marchese della Marca esigno-
tempi legato die un compenso ai ripani, redi Fermo, che qual generale dellaChie-
pei danni sofferti nella guerra contro Bof- sa ripartì le milizie in quartieri ne'din-
fo di Massa ribelle di s. Chiesa, fatta nel torni di Ripa Transone, e si rese odioso
presidato Farfense. Non dimentichi i fer- per le imposte gravezze. Per terminare
mani d'essere stati due volte respinti da Io scisma si adunò il concilio di Pisa, che
Ripa Transone, nel iSBg capitanali da deponendo il legittimo Gregorio XII e
Antonio Aceti che aspirava alla signoria l'antipapa Benedetto XIII, elesse Ales-
di sua patria Fermo, o da Nello fratello sandro V,Gui presto ebbea successoreGio-
del decapitalo Rinaldo, con fìorentissimo vanni XXIII, onde i fedeli in vece d'uno
esercito composto di cittadini e di stra- si trovò con 3 che si trattavano da Papa,

nieri assoldali, si mossero contro Ripa ond'erano divisi nell'ubbidienza. Grego-


VCL. Lvni. 3
4

34 RIP RIP
rioXll, pressoché abbandonalo da tulli, Rìpanum sitm Leo^ oh misernm, alquc
venne cneigìcamenle sostenuto dai po- infeUcem cui mamim porrexeroj ovvero
tenti Malalesta signori di Ri mini ov'erasi Sitm Leo Ripanns^ vae cui porrexero ma-
portato a risiedere, laonde o perchè Ri- nus, ed anche, Sum Leo Riponus exislens
pa Transone seguiva Giovanni XXI IT, o flWi/mAMWrt/2«j.Conlrariato Eugenio IV
per avidità di dominio, neli4i i, al dire dal conciliabolo di Basilea e dal duca di
di Tanursi, o forse meglio più tardi e nel Milano, questi persuase il conte France-
1 5 Sigismondo Malalesla, o più proba-
1 sco Sforza d'impadronirsi della Marca e
bilmente altri di questa celebre famiglia, altri dominii pontificii, nella più parte
"vi entrò furiosamente colle truppe e Tab- in istalo d'insurrezione, e reffeltuò nel
bandonò al saccheggio della militare li- 1433. In questo tempo i ripani erano di-
cenza, che vi commise ogni iniquità. Fi- quello che seguiva il giu-
visi in parlili,

nalmente nel 1417 colla elezione di Mar- reconsulto Boccabianca, die Ripa Tran-
tino V, estinto loscisma, per qualche tem- sone nel 1 334 spontaneamente al conte
po dominii ecclesiastici respirarono pace.
i che l'occupò beneficando suoi fautori, i

Dopo la metà del secolo XV e nel se- e vi lasciò un presidio. Non potendo sop-
guente, molte famiglie primarie d'Alba- portare la schiavitù della patria
con- il

nia, Schiavonia e Dalmazia, si stabiliro- trario parlilo diretto da Scoccianobile, u-


no Ripa Transone, in vari altri luoghi
in node'suoi partigiani Santoro Puci di mol-
della Marco, ed anche nel regno di Na- io credito, profittando dell'indisciplina-
poli, vicini al liloraleAdriatico. Questi al- tezza degli sforzeschi, persuase il consiglio
banesi e slavi emigrarono dalle loro pa- di cacciare lai presidio e di proclamare nel
triedopo l'occupazione fallane dai tur- 144^ '3 signoria della s. Sede. Appena
chi,massime seguila la morte del propu- ciò seppe il conte in Fermo, che a* 18 a-
gnacolo cristiano Scanderbech. Neli4i9 goslo con 8000 cavalli e 3ooo pedoni por-
Marino vescovo di Recanati e Macerata, tossi adassediare Ripa Transone, invitan-
qual vice-legato della Marca con facoltà do le soldatesche del contado e della città
di Martino V, accordò a vari popoli della a seguirlo, e colle artiglierie e altre mac-
provincia, compresi i ripani, l'esenzione chine pose l'assedio ai Castello, essendovi
dalle gabelle in compenso de'danni sof- documento 9 settembre, col quale il
del
ferti nelle guerre precedenti. Nel 14^4 conte domandò a Massignano alcune ta-
il vice legatodella Marca Tommaso,proi- vole pe'ripari delle bombarde. Continuato
bì r arrolarsi in servigio del re di Sici- l'assedio per più d' un mese senza profìt-
lia, e di Braccio che commetteva incur- to, nel generale assalto che durò 12 ore fu
sioni a danno degli aquilani. Nel 14*29 valorosamente respinto dai ripani. Quin-
o i43o i fermanicol pretesto che dai ri- di a consiglio de'fuorusciti, tolto l'assedio,
pani si turbasse l'annua fiera intorno la con frode finse di voler pacificarsi e ve-
chiesa rurale di s. Angelo o s. Michele in nire ad accordi; molti de'primi cittadini
Trifonzio verso Monte Fiore, vi si porta- si recarono al campo, ove contro il diritto
rono in buon numero e bene armali, fa- delle genti furono imprigionati, negan-
cendo il simile ripani ritenendo che fos-
i dosi di restituirli se i concittadini non gii

se loro territorio. Suscitala zuffa pei con- avessero accordato il passaggio pel Ca-
fini, successe sanguinoso combattimen- stello, assicurandoli con nuovo inganno
to colla peggio de'fermani: gli storici delle di generale perdono. I fautori dello Sfor-
due città narrano il triste avvenimento za insidiosamente persuasero il consiglio
con particolari diversi; certo è che ri- i a fidarsi, per cui si aprirono le porle, ed
pani invaniti del successo sotto lo stem- in segno di pace in vari luoghi si fecero
ma del pubblico posero quesla epigrafe: trovare mense colme ùi cibi e bevande.
RIP RIP 3^
Con manifesto tradimento, il conte a'ar flisse ed oppresse 5ooo ri pani, si accreb«
o 23 settembre, non solo s'impadronì di be talmente il numero de'citladini,chesi
Ripa Transone, ma l'abbandò a deplora- trovarono sufficienti e in grado di render
bile saccheggio, accompagnato da strage vane le nuove ostilità de'fermani e sfor-
de'ripani, dalia rovina degli edifizi, dal zeschi, quali mal soffrendo il ristabili-
i

fuoco e da inaudite crudeltà. Intanto San- mento di Ripa Transone, non lasciarono
toro, appena avea espulso gli sforzeschi alcun mezzo, perchè fosse di nuovo demo-
e sottoposti i concittadini all'ubbidienza lita e del tutto distrutta. A tal fine con po-

d'Eugenio IV, o durante l'assedio, volò derose forze nel declinar del i444 torna-
da questi in Roma,o meglio in Siena ove rono sotto le sue mura ad assediarla, in pa-
trovavasi, per impetrare pronto soccorso, ri tempo rovinando lecampagneecostrin •

ed il Papa con lettera l'inviò a Nicolò Pic- gendoi coloni ad abbandonarle. Santoro
cinini generale di s.Chiesa, il quale aven- animòi concittadini a reprimere l'audacia
do fatto tregua collo Sforza per 8 mesi, del nemicocon vigorosa sortita, mediante
udito l'eccidio estremo diPvipa Transone eloquente arringo col quale infiammatigli
la ruppe, con dare a Santoro il comando animi formatoun drappel-
alla vendetta,

di due delle migliori coorti del suo ag- lo, lo diviselo due squadre per attaccarlo
guerrito esercito, e con esse animoso si di fronte e alle spalle. Quindi uscendo
spinse per togliere dal crudelissimo ne- occultamente con parte di armati dalla
mico la rovinata sua patria. Il conte avea Porta di Monte Antico, si occultò nelli
lasciato inRipa Transonea presidio 4ooo selva di Capo di Termine, uno de'molli
soldati; non pertanto tale fu il valore di boschi che allora esistevano nel territo-
Santoro, che aiutato dagli esacerbati con- rio, e fece da Porta Cupra eseguire una
cittadini, vi entrò di viva forza con tanto sortita all'altra schiera, forse capitanata
danno degli sforzeschi da lui cacciatijche fu dal genero Nocchi che in tale azione si di-

il principio di loro rovina nelPiceno. Spar- stinse. Gli sforzeschi non potendo resiste-

sasi fama del memorabile


ne'dintorni la re all'urto violento, retrocederono, e fu-
fatto, non tardarono i dispersi e fuggiti- rono allora presi da Santoro alle spalle

vi ripania ricondursi colle loro famiglie e sconfitti con lasciar 4oo soldati a caval-
dentro Ripa Transone, che a poco a poco lo morti sul campo, oltre la fanteria, e
fu restituita nella sua pristina forma, non dai vincitori fu fatto un gran bottino. Se-
però nella magnificenza e oggetti d'arte guì la pugna a'i8 gennaio i44^> •" c"'
perduti, riedificandosi le abitazioni, e ri- si celebra la festa di s. Prisca, per cui i

staurandosene le mura, che fornirono di ripani decretarono festivo tal giorno, con
nuove torri. I contadini e coloni ripresero celebrarne l'anniversariocon processione
l'interrotto lavoro della campagna, riu- suburbana chiesa di s.M.^ Mad-
sino alla
scendo ai prigionieri che si custodivano dalena, in rendimento di grazie a Dio e
in Fermo, di rompere le carceri eripa- alla santa per sì gran vittoria: sebbene
triare. Nel i444 Alfonso V d'Aragona e tal chiesa fu soppressa nel iBio, il ca-
re di Napoli, accordò ai ripani le tratte pitolo della cattedrale fa tuttora una pro-
di grano nel suo regno, per la fedeltà che cessione. Liberati ri pani da ogni timore
i

aveano mostrato alla s. Sede. Inoltre per di nuove aggressioni, vieppiù con ardore
l'incremento della ristabilita patria, San- proseguirono la restaurazionedella patria,
toro curò l'amministrazione della giusti- se non che fu tralasciata per vendicar l'uc-
zia, frenando le necessità in cui trova vasi cisione d'un concittadino, eseguita in Ca-
il popolo dopo sofferta la miserabile ca- rassai per la solita disputa de'conflni ripa-
tastrofe. Co'suoi saggi provvedimenti, ed nie ferraani. Santoro vi accorse con buo-
a fronte del calamitoso contagio che af- na mano de'suoi, devastò Carassai col fuo-
3r> RIp RIP
co, e il lerrilorio intieramente manomi- ca, per le spese d'un armamento contro
se, per vendicare il defmilo. Questa pron- i turchi che aveano presoCostantinopo-
ta punizione del bellicoso Santoro servì li. A quest'epoca irragionevolmente gli a-
di freno ni con vicini castelli del Fermano scolani ruppero l'amicizia co'ripani, i qua-
in insultare i ripani, che tornarono al ri- li finalmentcsi concordarono coi fermani
sarcimento de'diroccati edilìzi e mura, in pei confini del territorio d'Acquavivaj e
che mediante il concittadino Lunerti che richiestoRipa Transone da Castignano
con un breve Eugenio IV avea chiamalo d'aiuto contro Ascoli, da fedele confede-
presso di furono aiutati dal Papa con
se, ralo si ricusò, lo che servì a riconciliarsi
l'esenzione ai laici per 3o anni e al clero cogli ascolani,essendonemediatores. Gia-
per IO, da qualunque colletta imposta o como della Marca. Il comune fu invitato
da imporsi. Oltre a ciò Eugenio IV or* alle nozze di Giosia A equa vi va duca d'A-
dinò, che le città, castelli e terre, le quali tri, e di Evangelista de Surdis signore di
contribuirono alla rovina di Ripa Tran- Colonnella; vi mandò suoi ambasciato- i

sone, fossero obbligate al suo risarcimen- ri,con proporzionali donativi. Nel 45*5 1

to,concedendo ad essa il mero e misto Calisto in con breve confermò l'esenzio-


impero, e dichiarando ribelli le famiglie ne dalle imposte ai ripani, lodandone la
Boccabianca e Rosa, le quali aveano con- fedeltà,ed esortandoli a continuar nella
corso alla patria desolazione. Intanto si medesima; avendoi ripani splendidamen-
formarono capitoli per proteggere l'arte te trattato il nipote cardinal Borgia lega-
agraria, con tribunale per rendere ragio- to della Marca
e poi AlessandroVI, quan-
ne ai ripani e agli abitanti dèi territorio, do si recò a Ripa Transone. Verso il i45^8
che prese tal credito da ricorrervi quasi la carestia ed un morbo epidemico assai

tutta la provincia, per cui il presidato e afflissero il paese; richiesti quindi dal duca
la rota di Macerala gli rimetteva non po- d'Atri di soccorso contro Ascoli, i ripani
che cause. Nel i4^o nata conlesa fra'ri- sidisimpegnarono, in coerenza all'antica
pani e il popolo d'Acquaviva intorno a alleanza, bensì giovarono Pietro Paolo
certi predi, fu introdotta la causa avanti dell'Aquila signore di Controguerra io
il legato della Marca, il cui giudice sen- quanto bramava.
tenziò sopra territorii e confini de'castelli
i Pio II nel i458 confermò i privilegi
della Guardia e del Carro, contro l'ab- € le esenzioni de'ripani, nel pontificato
bate di Farfa e in favore de'ripani, a van- del quale molte milizie passarono pel ter-
taggio de'quali fu pure la risoluzione del- ritorio, nella guerra di Renato d'Angiò,
l'altra coi potenti signori d'Acquaviva: contro Ferdinando I re di Napoli inve-

queste due cause riuscirono eclatanti. Per stito dal Papa. Isabella d'Aragona Picco-
le efficaci persuasive del p. Lorenzo da lomini nipote di Pio II e di re Ferdinan-
Sicilia minore osservante, ad estirpar gli do I, come moglie del ducad'Atri, duran-
odii e le inimicizie, furono destinatidue te le vicende di questo, involuto in tal
uomini e due donne per contrada, capaci guerra, si trattenne in Ripa Transone col-
aconciliar l'unionee la pace,al bene pub- la famiglia. Nel i46o il pubblico conclu-
blico e domeslico, decretandosi l'allonta- se concordia colla famiglia Boccabianca^
namento d'un anno agli ostinali, che se con approvazione della curia della Mar-
persistessero nella disunione fossero con- ca. Paolo II con due brevi confermò l'e-
dannati al bando e confiscali beni. Ni- i senzione e privilegi de'ripani, che.s'inter-
colò V nel i4^3 condonò ai ripani alcu- posero col Papa a favore di Fermo,il qua-
ne imposizioni pei danni soCferti,indi or- le era caduto in disgrazia per aver bru-
dinò una tassa sopra i salari da pagarsi ciato il castello di Monte s. Pielrangeli,
agli ufliziali e altri stipendiali della Mar- che però i fermani doverono restaurare.
RIP 37
Ne! 1 comune trattò magnificamen»
465» il assaHre Acquaviva, quando i fermani po-
te il celebre conte Giacomo Piccinino, nel sero in campagna un esercito di circa
recarsi a Napoli; poscia emanò savissime 1 3,000 uomini, ed a Vetreto o Alvitreto
leggi di prammatica contro l'immorale si schierò in ordine di battaglia, ma il com-

e rovinosissimo /f^550, tanto sull'eccessivo battimento riuscnnsignificante e solo eoa


vestir delle donne die regolando con savia qualche perdita de'fermani. Questi avidi
proporzione il quantitativo delle doti, al- di nuovo conflitto, ripani eascolani l'ac-
i

tro tarlo delle famiglie. Sisto IV nel i^'ji cettarono e durò qualche ora, terminan-
confermò i privilegi di Ripa Transone, do colla fuga de'fermani che lasciarono
ma 1480 con altro breve destinò il
nel il bagaglio nelle mani de'collegati. Stan-
podestà per un semestre, contro il con- che le parti della scambievole rovina, e
sueto. Dopo la presa d'Otranto, minac- per premurose insinuazioni del cardi-
le

ciando i turchi l'Abruzzo, i ripani si ar- nal Rovere legato, poi Giulio II, ad onta
marono e posero nelle difese, e come in della ripugnanza d'Ascoli, convenneronel
altre contingenze di guerre somministra- 14B7 ripani co'fermani ad una nuova
i

rono al governo aiuti, e questa volta fu- sospensione d'armi per due anni, ed In-
rono 4oo ducati. Indi presero parte alle nocenzo Vili volle onninamente che vi
nozze di Andrea Acquaviva duca d'Atri, accedessero Ascoli, Sanseverino e Monte
con due oratori e convenienti regali. Si s. Pietrangeli, rimettendosi a vicenda le
rinnovarono le turbolenze co'fermani, di- ingiurie e i danni sofferti. Ripa Transone
modoché fu vietato loro l'accesso nel ter- per la stipulazione della concordia e pace
ritorio ripano, e nel fermano ai ripani; coi fermani, con atto de'Gmaggio 1487
e nel 1484 aiutarono il duca d'Atri con- stabilì il sindaco e il procuratore. Il car-
tro Teramo. Nella sede vacante per Sisto dinal Rovere essendo nell' Avellana(di cui
IV fermanijCome nella precedente, tor-
i a Pergola), assolse belligeranti dalle in-
i

narono in campo per distruggere Monte corse pene. Anche Innocenzo Vili lodò
8. Pietrangeli, per lo che il luogotenente la fedeltà e costanza de'ripani,peravere
della Marca ordinò ai ripani di assoldar resistito ai nemici'di s. Chiesa. Frattanto
gente e spedirgliela per ricuperarlo: in Boccolino fece ribellare Osimo al Papa,
vece reputarono meglio cogli ascolani ed commissario del legalo domandò ai
il

d'invadere il castello d' Acquaviva che ripani 100 guastatori per la spedizione,
strinsero d'assedio, non senza desolare le che furono subito mandati, non ostante
campagne, ed estendere le scorrerie su il timore di nuove rotture co'fermani, i

Grotlammare, Marano e s. Andrea; ma quali in buon numero erano in Offida


una forte armata fermana fece togliere nemica d'Ascoli e Ripa Transone, e pro-
l'assedio ad Acquaviva, indi segui batta- tetta da Fermo. Mossa Offida a tumulto,
glia sotto Alvitreto e vi perì il valoroso il vescovo di Corone luogotenente della
ripano Sante Tanursi, il perchè sì rinno- Marca per reprimerla e tenerla in freno
varono più accanile le discordie e i reci- ordinò l'erezione d'una rocca, facendovi
proci danni tra Ripa Transone e Fermo; contribuire l'intiera provincia e presie-
ma l'eletto Innocenzo Vili inviò ad en- dendovi egli stesso. Indi passò aRipaTran-
trambi brevi precettivi di quietarsi e re- sone distante 5 miglia, e siccome vi fu ac-

stituirsi il mal tolto, troncando le fiere colto colle più riverenti dimostrazioni di
lotte. Ne fu conseguenza la tregua di i o fedeltàjinattestatodi gratitudine a*7gen-
mesi approvata dal Papa, ma stipulata naioi49o vi eresse un consiglio distinto,
contro il volere degli ascolaniji quali prima composto di 3o regolatori, scelti fra le

che spirasse eccitarono il comune a pro- famiglie più nobili e civili, con autorità
seguir lu guerra. L' incomiuciarooo con e prerogative. Nel qual tempo Ascoli ar-
38 RIP RIP
mala mano occupò Oflkla, ma presto do» dosi con sborso di denaro dal quartiere
è abbandonarla alle sopravvenute genti che si voleva collocare nella loro patria
del Papa, e prestare cauzione di non più dal luogotenente. Le intestine differenze
odenderla; onde i ripani se ne resero mal- tornarono a dividere in fazioni ripanì, i

levadori, e volendo essi in queste turbo- per Astollo Guiderocchi esiliato da Asco-
lenze ristorare prontamente le mura, ot- li, in favore del quale non pochi parteg-

tennero da Innocenzo Vili l'esenzione giavano) ciò produsse dispiacevoli conse-


per due anni dalle taglie e sussidii dovuti guenze, dovendo molti abbandonare le
alla camera,con breve degliSinarzo 1 49 ^ • propriefamigliee lasciarle nel pianto. Tut-
Oflìda essendo in nuova agitazione e tu- tavolta la comune salvezza contro i timo-
multuante, perciò si decise il famoso car- ri dell'esercito del duca d'Urbino fece de-
dinal Balve legalo di punirla, e doman- porre le discordie^ e il duca fu accolto
dò ai ripani vettovaglie, le artiglierie col- con distinzioni e doni per prudente cau-
le munizioni, ed altre armi, venendo in tela col più forte. In questa epoca passa-
Ripa Transone, ove fu ricevuto decoro- va buona corrispondenza tra Ripa Tian-
samente. Le milizie della Chiesa devasta- sone, con Ancona, ed i Varani signori di
rono il territorio d'Ascoli per disubbi- Camerino, tempi che le amicizie e le
in
dienze, ed il legato pose quartiere nel ter- confederazioni erano indispensabili, mas-
ritorio di Ripa Transone, ove fece ritorno sime contro le mene degli esuli avversi
dopo l'assedio di Monte Prandone, per- alla patria o al partito contrario. Favo-
chè colpiti di febbre il general Cola Or- riti Fermo, il comune ne fece
questi da
sini e il cardinal Balve, dal campo si riti- doglianze, per evitar nuove contestazio-
rarono a Ripa Transone, ed ivi dopo lun- ni, ma i fermani accogliendo benegli o-
ga malattia mori il cardinale nella par- ratori, incolparono Guiderocchi e altri
rocchia di s. Pastore, nel declinar di set- ascolani principali motori degl'inconve-
tembre o primi d'ottobre 1 49 J j ed il cor- nienti. 11 contegno de'fermani non fu co-
po fu portalo in Roma e vi giunse circa stante, poiché realmente poi fomentaro-
il 8 ottobre, accompagnato dal parroco;
1 no gli esuli e li soccorsero, ciò che pro-
ilcardinale non avendo fatto testamento, dusse non pochi disastri e uccisioni nel
tutto il suo avere fu consegnalo al Papa, i497, cui seguirono il guasto delle cam-
argenti,libri,pietre preziose e36 o 4oj00o pagne de'luoghi contermini, ed un'ag-
scudi. I ripani nella residenza che fece tra gressione nel gennaio 1/^98 in Ripa Tran-
loro per circa 4 roesi l'Orsini, sene pro- sone degli esuli ripani e ascolani, ben re-
cacciarono la benevolenza, anche per te- spinti dalle armi cittadine; quindi fer- i

nere in freno i soldati che alloggiavano mani con Carlo di Rinaldo d'Offida com-
nel territorio. Continuando Ascoli in ri- misero le rappresaglie d' incendi e rapi-
bellione, il legato lo punì colle censure ne. Nel 1498 il magistrato trovò oppor-
ecclesiastiche, interdetto e confìsca de'be- tuno per rimediare a tanti disordini, di
ni, intimando le pene canoniche a chi a- decretare utili provvedimenti, abolendo
vesse tenuto corrispondenza cogli ascola- la pena dell'esilio contro i delinquenti pei
ni, dovendosi trattare come colpiti dalla mali che ne provenivano, ed in vece sta-
scomunica. Questa determinazione giusta tuì che i delitti si punissero secondo il ci-
il costume fu pubblicata anche in Ripa vile diritto o nella persona o nella roba.
Transone a suono di trombe e con pre- Avendo i fermani nuovamente assediato
cetto in iscritto, ed ripani sebbenesen-
i il castello di Monte s. Pietrangeli, i ripa-
tissero al vivo l'infortunio de'loro confe- ni e ascolani accorsero a difenderlo, fu-
derati, dovettero ubbidire e dare nota di gando il nemico dopo combattimento. In-
quanto essi possedevano tra loro, liberan- tanto Cesare Borgia ottenne dal padre A*
R P I
39
lessandro VI la Romagna, ed i vicariali la propria figlia Virginia romana bellis-
ili s. Sede nell'Umbria e al-
ragione della sima, per liberarla dalle infami voglie di
ile Provincie. Per occuparli e d'ordine Appio Claudio decemviro, argomento di
del governatore della Marca ripani do- i celebre tragedia d'Alfieri. Per tale esem-
vettero fornire 200 fanti ben provvedu- pio fu composta una tragedia per l'ecci-

ti, quindi per l'impresa di Forb anche 70 dio della ripana da d. Vincenzo Bocca-
guastatori. Cogli aiuti di Francia, rapide bianca, e da Filippo Schiavoni romano,
furono le conquiste dell'ambizioso Cesa- il quale la pubblicò col titolo: Virginia
re, nondimeno Ripa Trausone ebbe l'in- Ripana, tragedia , Ascoli 1840.I ripani
timazione di tener pronti per le sue im- inviarono due ambasciatori iuFirenzea
prese altri 60 pedoni e 35 guastatori; pe- Leone X per narrare l'accaduto, e nel se-
lò portato a cognizione del legato che guente anno altro al duca d'Atri protei-
non era prudenza lasciar indifeso il luo- lore, amico e concittadino di Ripa Tran-
go pel vicino Abruzzo ove si adunava un sone, afiìuchè procurasse che l'orrendo di-
esercito, e che OfFida tumultuava dopo sastro non si rinnovasse, perchè si teme-
Tuccisione del castellano e demolizione va che il crudele esercito volesse rientra-
della rocca, per allora ne fu dispensala ;
re nella Marca, per cui gli ascolani a pre-
ma dipoi fu obbligala di somministrare cauzione offrirono aiuti. Il tragico fatto
prima 4o e poi altri 100 fanti, 200 some di Virginia viene narrato anche da Pan-
di grano, oltre le spese occorrenti al tran- filo, De laiidibus Piceni. Pare che i sud-
sito delle truppe. A queste seguirono al- delti spagouoli fosserocomandati dal ca-
tre gravezze e richieste, che terminaro- pitano Alarcon, come avvertì il march.
no neiragosto i5o3 colla morte d'Ales- Bruti, citando il eh. Giordani che lo ri-
sandro VI, colla quale in un lampo crol- portò tra quelli cheaccompagnaronoCar-
lò la potenza di Cesare. Nelle posteriori lo V nell'ingresso in Bologna. Probabil-
guerre sostenute da Giulio II contro gli mente deve essere quello slesso che dopo
usurpatori de'dominii della Chiesa, R.ipa il sacco di Roma (V.) ebbe in custodia
Transone avrà dovuto contribuirvi. Nel Clemente VII, e di che due connazionali
pontificato di Leone X una forte armala vollero discolparlo con elogi. Svanito il ti-

spagnuola diretta dalle Marche verso il more, nel i5i8 ripani poterono rispon-
i

legno di Napoli, che Colucci dice sotto dere con dignità alle minacce di Lodovi-
la condotta del duca di Borbone, ad onta coEufreducci che dominava Fermo. Glo-
delle precauzioni prese dal comune, cad- riosa fu pei piceni la giornata del 20 mar-
de in errore di crederla amica del Papa, zo i520, nella quale il celebre mg.^Bo-
e vere le sue lettere per le quali fu accor- nafede, come toccai a Recanati ed a P^er-
data ospitalità a*270ltobre.ln vece la trup- Mo, riportò una gran vittoria, rimanendo
pa dopo essere stata lautamente trattala sul campo quel ribelle della s. Sede, es-
dai ripani, riscaldati forse dal vinosi ab- sendo tra le file de'vincilori anche i ri-
bandonarono ad eccessi d'ogni sorte. Fu pani. Nel principio del i52 i seppero i ri-
depredatoil monte di pietà e le case dei pani che quell'i slessa armata spagnuola
cittadini, alcuni de'quali furono uccisi, ed o altra composta di disertori in numero
per ostaggio ad oggetto
altri portati via di 8000 fanti, altri dicono 5ooo oltre i
di carpir denaro. Vi fu un infelice padre, cavalli, e comandala da d. GarciaMan-
che non potendo togliere dalle mani dei driquez de Haro, avendo abbandonato
militari l'unica sua figlia nubile, preferì la Sicilia con diserzione e ricusalo di re-
di ucciderla anziché vederla vittima della stare assoldata sotto del viceré Cardona,
loro insolenza, rinnovando la terribile ca- era nell'Abruzzo e si avvisava di passare
tastrofe colla quale L. Virginio immolò il Tronto per recarsi in Ripa Transone co-
- 1-

4o RIP RIP
ine luogo di considerazione che si pie.
I .*' furono sospese nella volta della chiesa di
sentava alla loro ra4)acìtù, lusingandosi s. Agostino,c parte in quella di s. M. Mad-
'

d'essere ricevuta come


Borbone, spac- il dalena. Essendosi altribuitoaldivinoaiu-
ciandosi ii duce creditore di molte paghe to sì gran vittoria, fu istituita una pro-
di Leone X, onde pensava ri valersene a cessione anniversaria che ancora sicele-
foi*za d'invasioni, rubameuti e saccheggi bra rendimento di grazie; tanto più
in

sopra le terre deilaChiesa. Pertanto il con- ch'erasi veduto prima del combattimen-
siglio del comune a'5 febbraio ordinò che to e qual presagio di trionfo una o due
si riattassero le mura, si preparassero le colombe, che dalla chiesa di s. M."* Mad-
artiglierie e le bombarde, si facesse la ri- dalena fuori le mura, volarono a quella
vista e mostra delle genti armale, depu- della ss. Annunziata in Agello, per cui il
tando 4 primarie persone per la difesa magistrato mandò due colombe d'argen-
della patria, con facoltà amplissime anche to, una per ogni di delle due chiese, le

di punire colla morte. Inoltre furono spe- quali furono collocale sulle croci dell'aste
diti due cittadini al duca d'Atri e al vice- de'vessilli che si portano in processione.

legato della Marca,perchè s'informassero 1 prodigi di valore operali da donna Bian-


de'movimenti degli spagnuoli. Allorché ca, per cui il numeroso esercito nemico
essi giunsero a' 1 5 febbraio, fu negato il ri - restò sconfìltoesbandato, furono celebra-
chiesto ingresso, le vettovaglie e la pretesa li con dramma storico di Filippo Schia-
sudditanza. Infuriato perciò 1' esercito, i voni stampato nel 1840 in Ascoli, ed in
fanti strinsero Ripa Tiansone d'assedio, cui figura anche Giulio dell'insigne casa
ed cavalli si dierono al guasto della cam-
i Acquavi va, che essendo in Ripa Transone
pagna. Attaccata la battaglia, molti con- ebbe parte al glorioso successo. Nel se-
dottieri comandanti gli assalitori vi resta- guente marzo fiuono inviati due deputati
rono uccisi, ma la notte fece interrompe» in Roma a Leone X per narrare l'acca-
re combattimento. Nella mattina se-
il duto, ed ottennero pel comune la con-
guente riuscì agli spagnuolidi superare di- ferma degli antichi privilegi con l'aggiun-
versi passi nel recinto delle mura, enlran ta di altri, come l'esenzione delie gabelle
do dalla Porta di Agello e dal vicino pun- pei danni sofferti. Nell'islesso anno 1 5i i

to delle Balze. Allora donna Bianca ve- Gio. M." Varani duca di Cameiino, te-
stila alia guerriera, alla lesta d'una quan- mendo del duca d'Urbino, perchè Leone
tità di donne, quasi altrettante amazzo- X avea dato Sinigaglia, oltenne dai
gli
ni, e secondate dalla più ragguardevole 3oo militi, ed altri 200
confederati ripani
nobiltà e dai cittadini, dopo un accanito nel seguente anno per la guerra che gli
con»ballimento di i i ore, l'eroina Bianca mosse Gismondo suo parente. Gli A equa
oltreallri uccise di propria mano l'alfiere viva volendo fare una nuova spedizione
portatore dello stendardo, onde il nemi- per prendere Teramo, nell'ottobre 1 52
co fu ributtalo con grande strage fuori le vi si recarono gran quantità di ripani con
mura, con pochissime perdite de'ripani, 4 capitani. Abitando in Ripa Transone il
in proporzione di quelle degli assedianti, marchese di Bitonlo Acquavi va, siccome
per cui gli spagnuoli vergognosamente lasciato sotto la tutela del comune, in sua
fuggirono, abbandonando la minacciata morte si fece gran funerale nel 52 7 Que 1 .

impresa, così liberando l'intiera provincia si'anno fu luttuoso pel tremendo sacco
da infiniti danni : alcuni pretendono che di Roma e assedio di Clemente VII in ,

vi restassemorto lo stesso d.Garcia. Do- cui figurarono 4 uffiziali della famiglia


po aver donna Bianca percorse trionfal- Quatrini, onta che i ripani sempre de-
mente le strade col ricco vestiario e ban- voti ai Papi ripararono con ricevere nel
diera dell'ucciso alfiere, parte di tali vesti 1528 onoratamente Laulrec che il redi
RIP RIP 4i
Fiancin spedi in difesa di s. Chiesa per gusti, dichiarò Ripa Transone città, che
cacciar da Remagli empi saccheggiatori, chiamò Fedelissima, e sede del vescovo.
al cui esercitosi arruolarono diversi cit- Formò la diocesi con luoghi che sottras-
tadini che poi combatterono con lode nel- se dall'abbate di Farfa e dal vescovo di
l'espugnazione d'Ascoli nella Puglia. JNel- Fermo, ed oltre la città stabilì che ne fa-
la guerra tra Paolo IV e gli spagnuoli, il cessero parte, Marano, s. Andrea, Cossi-
nipote Caralfa generale delle milizie per guano, Grottammare, s. Benedetto, Co-
fare un diversivo si recò nella Marca, por- lonnella, Monte Brandone, Acqua vi va,
tandosi ad assediar Civitelia nel regno di Porchia, Rotella, Monledinove, Monlal-
Napoli. A tale efletto slabilìRipaTrnnsone to, Patrignone, Force, Quinzano e Ges-
per piazza di lilirata, ove collocò l'eser- so ; inoltre dichiarò la sede vescovile im-
cito e colle artiglierie e altro fortificò le mediatamente soggetta alla s. Sede. Così
mura e le 4 porte, massime quella di s. An- l'abbate di Farfa perdette diversi luoghi
geloodelIeFontane,onde fu d'uopo levar di sua giurisdizione spirituale, cessando
le monache di s. Chiara dal monastero, pure verso questo tempo quella tempo-
come sovrastante sull'erto monte,al modo rale del presidalo Farfense, di cui era ca-
indicato superiormente, anche per consi- poluogo Ripa Transone,con residenza del
glio del Guisa comandante l'eser-
duca di commissario e dell'archivio. Essendo am-
cito francese allealo del Papa. Neil 563 i ministratore di Fermo il cardinal Peret-
ri pani con successo s'interposero per seda- ti, V, Papa Gregorio Xlll nel
poi Sisto
re un grave tumulto in Ascoli, a motivo 1572 da detta abbazia SQìembrò ancora
de'due partiti. Ora eccoci al glorioso pon- s. Vittoria, Monte Falcone e Monte Gior-

tificato di s. Pio V, in cui R.ipa Transone gio, che unì al vescovato di Fermo in com-
fu elevata ai grado di città, con l'onore penso de' luoghi toltigli nell'erezione di
della sede vescovile, avendovi contribuito questo di R.ipaTrausone; poi avendo Be-
8. Filippo Neri, ed il protettore del co- nedetto XIV nel 1746 terminale le liti

mune cardinal Flavio o Fulvio Orsini, a- perciò insorte tra l'abbate e l'arcivesco-
vendo il Papa benignamente accollo le vo, mediante la somministrazione annua
rinnovate istanze del consiglio, smem- di 3o libbre di cera al commendatario.
brandola da Fermo. Su queste vertenze e composizioni si può
La sede vescovile la chiesero i ripani vedere il p. Brandimarle, Plinio illustra»
ad Innocenzo Vili ne'primordii del suo to nella descrizione del Piceno, p. 2 36 e
pontificato,avanzandone perciò vive pre- 273, ed il Catalani, De ecclesia Firmai
mure gli amici ascolani. Niuna diflìcol- na. Poco dopo Massignano fu restituita
là trovò la s. Sede nelT esaudire la do- al vescovo di Fermo, e quando questo fu
manda, quando si fosse stabilita al vesco- elevato da Sisto V a metropolitano, nefe-
vo la conveniente mensa. Si rinnovarono ce suffraganeo quello di Ripa Transone.
le istanze, ma furono alquanto avversa- Nel dichiarare Sisto V nel 586 Monlal-
i

te dai cardinali abbati commendatari di to seggio vescovile, ne formò la diocesi


Farfa, perchè veniva a deteriorare la lo- con diversi luoghi di Ascoli e Fermo; co-
ro spirituale giurisdizione; finché s. Pio me di Montalto , Porchia, Patrignone,
V considerando il complesso de'pregi del Monledinove, Rotella e Force, soltraen-
luogo e degli abitanti, le benemerenze dei doli dalla diocesi di RipaTransone. Per i
.**

medesimi colla sede apostolica, mediante vescovo s. Pio V a'3 ottobre 1 57 i nomi-
Ja bolla Illìiis falciti praesidio, de' i o lu- nò Lucio Sasso (^'^,) napoletano, che nel
gIioi57i, ch'è riportata nei Bull. Rom. seguente anno portandosi alla sua resi-
t.
4, par. 3, p. 22 3, e uell'UghelIi, Italia denza, fece il solenne ingresso a'22 apri-
sacra t. 2, p. 'jSS^ ove la data è kal au* le a cavallo sotto baldacchino, con gran-
42 R P I Rl P
de allegrezza e festa de'giuhiinnti ripani, de a* 7 maggio elesse Sebastiano Poggi
i quali sulle 4 porle della ciltà dipinsero patrizio lucchese di sommi talenti e di c-
glistemmi del Papa, del vescovo, del duca gual pietà, che non polendo ottenere di
d'Atri e del comune. Fu vescovo zelan- entrare nella veneranda compagnia di
tissimo del divin cullo, al quale elFello Gesù, morendo in RonianeliG28 la di-

perchè fosse coro nell'ufllcialura


pieno il chiarò sua erede ; fu sepolto nella chiesa
della cattedrale creò de'canonici onora- del Gesù, in cui i gesuiti gli posero ono-
ri ed ampliò l'episcopio : al suo tempo s. revole lapide. Urbano VI 11 nel i63o a' 17
Pio V fece vicario apostolico Gio. Batti- febbraio fece vescovo Lorenzo Azzolini
Maremon vescovo d' Ulica in pnrtìbits,
sta nobile fermano, poi segretario di consul-
come praticò con altre chiese benché a- la, ed a'2 agosto 1 632 fu traslato a Nar-
vessero proprio pastore, e ciò inerendo
il ni : dotto, benefico e lodalo pastore, ce-
ai decreti del concilio di Trento, per ope- lebrò il sinodo e lasciò di se benedetta ri-

rarvi quelle salutari riforme dal medesi- cordanza, anche per aver aperto il tanto
mo prescritte, la cui introduzione sareb- bramalo seminario, pel quale il prede-
be riuscita odiosa a'propri ordinari. Gre- cessore erasi molto adoperalo. Neh 633
gorio XIII chiamò in Roma neliSyS il fu fatto amministratore monsignor Vi-
vescovo Sasso, che fu poi cardinale, e gli telli arcivescovo di Tessalonica in par-
sostituì il concittadino Filippo Sega (Z-^.), tibuSy poi tiunzio in Venezia. Il Papa nel-
colla ritenzione del governo della Marca: l'aprile 1634 promosse a questa sede fr.

questi fece la visita, celebrò il sinodo dio- Antonio Arigoni della diocesi di Milano,
cesano che fu stani pato,e neh 577 fu fatto commissario generale de* minori osser-
nunzio di Fiandra e poi di Spagna, indi vanti, dolio teologo, pieno d'integrità e
nel 1 578 fu ti aslato a Piacenza, divenen- candore, morì in conceltodi santità men-
do poi cardinale. Gli successe in detto an- commendatore di s.
tre era stato eletto
no Nicolò Aragenio d'Arezzo, che vi ri- 6 marzo 636. Nel settembre
Spirito, a' 1

mase un solo anno, e poscia passò al ve- Urbano Vili lo fece succedere dal came-
scovato d'Ascoli a'3 agosto 1 579, e gover- rinese Nicola Orsini d'Apiro, che celebrò
natore generale della Marca, lodato da il sinodo, e nel 1639 istituì la prebenda
Ughelli per erudizione, prudenza e altre teologale; encomiato pastore, morì nel
\irtù. Il medesimo Papa gli sostituì Troi- i653. Nel novembre Innocenzo X elesse
lo Boncompagno nobile di Foligno, ove Ulisse Orsini d'Amelia e patrizio roma-
fu trasferito neh 582 caro a Gregorio ; no, esemplare ed erudito, protonolario a-
XIII, fu lodato per pietà, giustizia ed e- postolico, lodatissimo. Neh 680 e dopo 4
rudizione. Lo stesso Papa gli surrogò Ga- mesi circa di sede vacante, l'occupò Gio.
spare Sillingardi di Modena, dotto giu- Giorgio Mainardi nobile anconitano, ar-
reconsulto, traslato in patria nel 1591. ciprete della patria cattedrale e consul-
Gregorio XIV nominò in sua vece Pom- tore del s. offizio; zelante vescovo, tenne
ponio de Nobili pattizio lucchese,che pose il sinodo che stampò nel 1693, anno in
la r .^pietra al duomo attuale e fece quan- cui morì nel novembre. Innocenzo XII
to notai di sopra. Essendo morto nel de- a'i5 del seguente marzo prepose a que-
clinar del 1606, gli anziani a' 2 gennaio sta sede Francesco Azzolini nobile diFer-

1607 scrissero a Paolo V quella lettera mo, nella cui metropolitana fu primice-
che leggo per la se-
in Vay\^\, Istruzioni rio, abbate mitrato di s. Bartolomeo di

greteria t. 2, p. lodandone il
3o2, in cui Campo Fellone e canonico di s. Maria in
zelo, prudenza, vita esemplare e santa, Trastevere di Roma ; morì in Foligno
supplicarono il Papa a consolarli con pre- mentre recavasi alla residenza, e restò se-

lato che a quello uoa fosse inferiore.Laoa- pollo in tal città. Nel gennaio 1693 gU
RIP RIP 43
successe Pietro Alessandro Procaccini no- Ripa Transone soggiacque all'invasione
Lile di Penne, di cui era stalo vicario ge- francese, ed all'eGhnera repubblica : nel
nerale, come Macerata eJMonteFia-
di 1800 fu governala dal concittadino cav.
scone, indi nel dicembre 704 tu iraslato
1 Pietro PaoloNeroui presidente per l'impe-
ad Avellino, encomiato per zelo e pruden- riai reggenza di Montalto, indi la città tor-

za. Clemente XI nel giugnoiyoS nomi- nò al dominio di Pio VII. Occupata nuo-
nò GiosafatBattiàlelli della diocesi diFos* vamente dagl'imperiali francesi, a'2 1 lu-
sombrone, già vicario apostolico d'Urbi- glio 1 808 fu sottoposta al regno italico, ve-
no e vicario generale di Fermo, Jesi, Lo- nendo divisa l'autorità governativa fra il

reto e altre diocesi, pieno di esperienza e giudice di pace e il podestà municipale,C0'


dottrina: sotto di lui registrarono i ri- me capoluogo di cantone : nel 1 8 5 fu
1 ri-

produttori del Quatrini, che nel 1706 la pristinalo il governo modopontificio, nel
peste desolò Ripa Transone, forse prodot- che narrai a Marca e Piceno. Dopo sede
ta dalle innumerabili locuste. Traslato vacante,PioVIl tornato inRoma dalla de-
neli7i7 a Foligno, Clemente XI nel lu- portazione, fece vescovo Calmet d'Ischia
glio elesse Gregorio Lauri nobile d'Ana- di Viterbo, che mori in Roma. Indi no-
gni, penitenziere e vicario generale della minò Ignazio Ranaldi di Macerata filip-
patria. Con questi Ugbelli termina la se- pino di Roma, che a'2 3 agosto 18 19 tra-
rie de' vescovi di Ripa Transone,clie pro- sferì all'ai ci vescovato d'Urbino, dipoi in-
seguirò colle Notìzie di Roma. Neil 726 viato in Sardegna. Nel detto giorno il Pa-
Francesco A ndrea Correa di Lisbona sco* pa fece vicario apostolico Luigi Ugolini
lopo. Nel 1789 Giacomo Costa veneto di vescovo di Amorio inpardhusy di Monte
Bassano, teatino, diplomatico e dotto o- Colombo diocesi diRimini,che ottenne dal
ratore: traslato nel 1747 a Belluno, por- Papa di collocare il seminario nel mo-
Graaiacci
tò seco per segretario d. Nicola nastero delle Clarisse, e delle rendite di
di R.ipaTransone,Questo degno sacerdo- queste parte assegnarne a'filippini, parte
te ebbe la ventura di essere uno di quelli alle monache convittrici,e parte al semi-
che insegnarono primi rudimenti al no-
i nario, quale dopo questo tempo fiorì
il

bile bellunese Bartolonieo Alberto Cap- in un modo singolare, ed acquistò rino-


pellari poi glorioso GregorioXVI, ilqua- manza, anche per diversi distinti perso-
le ben ricordandolo nella sua prodigiosa naggi che ne furono zelanti e benemeriti
memoria, giovò al di lui pronipote Se- rettori. Dipoi Pio VII a'24 maggio 1824
condo che fece governatore d'uno de'luo» nominò l'Ugolini vescovo di Fossombro-
ghi dello stato pontificio. Nel 174? Be- ne.Nell'istessogiornoelesseFilippo Mona-
i»edetto XIV per molta stima che ne
la celli diFossombrone, profondo e dottissi-
faceva, elesse Luca Nicola Becco di Ri- mo canonista, che nel 1825 fece la visita e
pa Transone, assai dotto giureconsulto, riuscì la più esatta di quante la precedette-
e caritatevole, lodatissimo pastore, ama- ro, contribuendovi assai il ripano can."
to da'concittadini e diocesani. Nel 1765 Giovanni Illuminati, riordinatore bene-
Bartolomeo Bitozzi diPreci diocesi diSpo- merito della cancelleria vescovile, qual
leto. Nel 1779 Pio VI nominò Bartolo- convisitatore della diocesi che pochi co-
meo Bacher romano, fornito di molle co- nobbero pienamente quanto lui. Leone
gnizioni e prudenza: nel 1782 si recò a XII nel dicembre 1828 trasferì a Pesaro
Loreto per ossequiare il Papa che reca- l'ottimo Monacelli, nominando ammini-
vasi a Vienna. Siccome il predecessore nel stratore apostolico di Ripatransone l'egre-
1775 avea chiuso il seminario per am- gio, prudentee lodato vescovodi Montalto
pliarlo, ciò essendo stato eseguito, ebbe il fi.Luigi Canestrari de'minimi. Pio Vili
contento di riaprirlo nel 1 782. Nel i
798 a i5 marzoi83oelesse vescovo il proprio
P

44 R 1 RIP
concittadino Filippo Appignanesi di Gin- Michele arcangelo, i fondatori e fonda-
goli, quindi come si legge neln." 44 ^'^^ trici degli ordini religiosi, Gesù Cristo e
Diario dì Rotnay lo nomi nò ablega lo apo- la R.Vergine, gli stemmi di Gregorio XVI
stolico a presentare in tiono la Rosa doro e del vescovo Canestrari. La cattedrale
henvilcitu alla comune patria, e nel gior- riuscì anche più luminosa; si rifece an-
no del l'Ascensione con solenne processio- che il pavimento, come pure si
tetto e il

ne dalla chiesa di s. Agostino la poitò al- eresse la facciata e la statua dis. Gregorio
la cnttedrale,ove pontificò con analoga o* 1 titolare, il capitolo a decoro del tem-

nielia, donde la trasferì processionalmen* pio aggiunse altra sagrestia, con comodi
te nel monastero di s. Caterina per cu- aruìadi di buon disegno, riaprendosi la
stodirsi. Eccellente pastore, il seminario chiesa al di viu culto nel 1 84 1- Nel seguen-
eresse un busto all'Appignanesi. Sotto di te anno a'27 gennaio Gregorio XVI fe-

lui e nel 1 83 ila Marca insorse con altre ce vescovo Martino Caliendi di Scavoli-
Provincie, ma presto tornò all'ubbidien- no diocesi di Monte Feltre, alla qual se-
za di Gregorio XP^Jy che in più modi la de poi lo trasferì a'2 aprile 1 845, in cui i

beneficò. Vacata la sede nel iBSy, que- elesse il dottissimo mg.*^ Gio. Carlo Gen-
sto Papa per ristorare la cattedrale col- tili di Sanseverino, autore di tante opere
le rendite della mensa, benignamente no- pregiatissime, ed ottimo pastore, che me-
minò l'encomiato vescovo di Montalto ritamente celebrò con opuscolo il ferma-
Canestrari in amministratore apostolico, no avv.° Gaetano de Minicis sapiente ar-
il quale alacremente, sovrastando ai la- cheologo e grande illustratoredelle pice-
vori due nobili ripani membri della ma- ne antichità. Come mg.*'Ranaidiavea i-
gistratura e due canonici da lui deputa- stituita la congregazione di s. Paolo, per
ti, si dedicò alla ristorazione e abbelli- addestrare la gioventù ecclesiastica nella
mento della cattedrale. Pertanto si ap- predicazione, così l'egregio mg.*" Gentili
prende dal n.° 6 delle Noùzie del gior- sotto gli auspicii del medesimo s. Apo-
no iS/^\.i, che il tempio per le cure del vi- stolo l'ondò l'accademia Cuprense, sia per
gile pastore fu reso piò solido, ultimato esercitare i giovani nelle amene lettere,
r orduie architettonico della primitiva sia per investigare e illustrare i patrii mo-
sua erezione (il avendo an-
cui architetto numenti, ed encomiare le virtù e le ge-
che eretto la chiesa di s. Andrea de'mi- sta degli avi. Di più volle il lodato vesco-
nimi di Roma, per coincidenza si compi vo che sul finire degli annui studi fosse-
e migliorò quella di RipaTransone sotto ro premiati quelli ch'eransi distinti nello
gli auspicii d'un minimo); fatte eseguire studio, nella modestia e diligenza, come
Je pittureda Giuseppe Capparoni roma- e meglio descrive il eh. d. Alessandro At-
no con soddisfazione e plauso della città, ti, nel bellissimo articolo sul seminario,
per la rapidità e diligenza dell'opera as- pubblicato iìeWAlbumde'i^ ottobre 852, 1

sai lodata (come e meglio si legge nell'o- che perciò solo potei leggere dopo avere
puscolo di poesie fatte in onore dell'ar- riveduti la maggior parte degli stamponi
tista estampate dal Jaffei neli84o), nel di questo articolo. Per morte di Gregorio
presbiterio, pel gruppo degli Apostoli e XVI il degno prelato gli celebrò nella cat-
8. Pietro che riceve le chiavi dal Reden- tedrale solenne funerale, coH'intervento
tore ; nella cupola , il Padre eterno con delle magistrature,e dal trono recitò com-
gloria d'Angeli e gli Evangelisti ; ne'cap- movente e bellissimo elogio funebre, in
pelioni, Filippo Neri, Francesco di
i ss. cui deplorò la grave perdita, dicendo che
Paola fondatore de'minimi, e Pio V, ol- giunse ad agguagliare con la virtù l'al-

tre s. Maddalena; nella volta, i principali tezza della dignità, di cui fu insignito da
santi del vecchio e nuovo Testamento, s. Dio, come riferisce il Supplimealo del n.°
RIP RIS 45
49 del Diario di Roma 1 846. II regnan- distrullo sotto regno d'Alfredo; rifab-
il

te Pio IX nel 1847, a' 12 aprile lo tiasfen bricalo poscia con maggior magnificen-
a Pesaro, ad a'4 ottobre scelse in succes- za da Wilfrido arcivescovo di York, fa
sore l'attuale mg.^ Camillo de'marchesi nuovamente distrutto dagli scozzesi in
Bisleti di Veroli, già arcidiacono e i /di- tempo d'Odoardo II, ma la chiesa venne
gnità di diritto padronato di sua fami- riedificata e dichiarata collegiata dall'ar-
glia in quella cattedrale e pro-vicario ge- civescovo Mellon, e Giacomo I ne con-
nerale, il cui solenne ingresso coi dovuti fermò i privilegi. Vi sono ospedali, una
encomi si descrive neln.°i i]e\ Diario di bella piazza adorna d'obelisco, scuola la-
Eonia 848; mentre nel n.° 1 58 del Gior-
1 tina gratuita, il teatro e gran mercato di

nale di RornaiSSo si legge come questo lane. Neli3o6 vi fu tenuto un concilio.


edificante pastore celebrò coi ripani e gli Angl. 1. 1.

accademici cuprensi il ritorno di Pio IX RISERVE APOSTOLlCHE.Rescrit-


(F.) alla sua sede, dopo essersi spenta la ti o mandali co' quali il Papa si riserva
repubblica cui soggiacque nel 1
849 lo sla- la nomina o la collazione óeBene/icii ec-
to pontificio, gloriandosi Ripa Transone, clesiastici (F^.)ìxq\\q. loro vacanza, con di-

che i satelliti della nequizia non la fune- vieto agli elettori o collatori di procede-
starono ne con minacce, ne con violenze. re all'elezione o collazione di tali benefì-
La diocesi si estende per circa 25 miglia, cii. Queste riserve sono generali o spe-
comprende 8 o/^jO/V/^ con più di 3o,ooo ciali le generali cadono sopra tulli
: be- i

abitanti. Ogni nuovo vescovo è lassato in nefìciid'un regno o d'un luogo, o sopra
fiorini 172, ascendendo le rendile della certe dignità ; le speciali sono quelle che
mensa sopra 2,000 scudi aliquihus o-
i non riguardano che un beneficio in par-
nerìbiis gravali, come esprime V ultima ticolare. S'ignora propriamente l'epoca
proposizione concistoriale. in cuiebbero principio le riserve aposto-
RIPOLL. Borgo di Spagna nella Ca- liche. Clemente IV Papa deli 265, fece
talogna a 6 leghe da Vich, presso la de- peli." una riserva generale e assoluta di
stra sponda del Ter, che si valica sopra un tutti i beneficii vacali in curia. I Papi re-
ponte di pietra. Era vi un monastero con sidenti in Avignone resero le riserve fre-

importante abbazia di benedettini, in cui quenti e ne fecero moliissime. Nelr436


sono le tombe di parecchi uomini cele- il concilio di Basilea dichiarò nulle tulle
bri.Possiede fabbriche d'armi da fuoco le riserve e grazie aspettative, nella sess.

rinomate. Vi fu tenuto un concilio nel 23, ed in Francia furono abolite in forza


977. Aguirre t. 3. del concordalo di Leone X. Olire il ci-
RIPON o RIPPON. Città d'Inghilter- talo articolo, si possono vedere i relativi

ra nella contea di York, da cui è distante e Dataria apostolica, non che Plellem-
più di 7 leghe, sopra un'altura, tra l'U- berg, Notitia congr., in Eeservalio hene-
ra e la Skell. La chiesa collegiata di stile ficiorunij et Reservatio dignitatitm. Per
gotico misto, sormontala da 3 torri, è sot- le riserve di Pensioni ecclesiastiche veg-
to l'invocazione de' ss. Pietro e Wilfrido, gasi tale articolo.
racchiude molti monumenti antichi e pos- RISO oRICHO, Cardinale. Urbano
siede grandi privilegi, in virtù de' quali 1! del 1088 lo creò dell'ordine de' preli

l'arcivescovo di York e il capitolo di Ui- col titolo dis. Lorenzo in Damaso, e nel

pon, esercitano ciascuno separatamente 1 106 intervenne al concilio di Guastal-


un potere giudiziario, avendo a tale ef la convoca loda Pasquale II. Avendo con-

fello due tribunali. Questa chiesa è an- fermato con giuramento i privilegi estor-
tichissima, t^d aveva unito un monastero ti dalle violenze d'Enrico V , dipoi nel
fuudato dall'abbate Mehose, che venne concilio romano del 1 1 1 2 li rivocò insie-
40 R1T RIT
me al Pnpà e ngli altri cardinali. Sotto- bile avvenimento stupite le monache su^
da l?asquale II a
scrisse le bolle spedile bito l'accetlarono. Quivi spiccò nell'eser-
favore dei monaslero di s. Beuedello di cizio delle più belle virtù, non clie per se-
Mantova. gnalata mortificazione del corpo, sia con
RISO, Cardinale. Diacono de*ss. Co- aspre penitenze, digiuni e vigilie rigorose,
sma e Damiano, segnò col proprio nome sia con catene, cilizi e spine cucite nelle
una bolla d'Alessandro III, emanata per proprie vesti, per meglio meditare tra le
Siro vescovo di Genova a'c) aprile 78. i i lagrime la passione del Redentore, viep-
RISURREZIONE DEL SIGNORE. più eccitata dalle prediche di s. Giacomo
/^.Pasqua DI Risurrezione e Gesù Cristo. dellaMarca. Un giorno che orava ferven-
RITA (b.) DI Cascia, monaca agosti- tissimamente innanzi al Crocefisso e lo ,

niana. Nacque Rocca


nel iSyG circa in supplicava a farla partecipe de' dolori da
Porena,unode'castelli soggetti al dominio lui patiti, dalla sua corona dispine se ne
di Cascia nell'Umbria. Di 11 anni avea scagliò una sulla fronte di Rita , e cosi
stabilito di far volo di virginità, ma per dentro penetrò che vi formò piaga insa-
non contraddire suoi genitori si unì in
i nabile, con acerbissimo dolore e con tal
matrimonio con un uomo quanto fiero, fetore, che per non riuscire di molestia al-
altrettanto di perversi costumi. Visse con le religiose, visse quasi solitaria. Intanto
lui 18 anni con somma pazienza e man- non essendo monache soggette alla per-

suetudine, e n'ebbe due figli. Trucidato petua clausura, vollero recarsi in Roma
il marito da alcuni rivali, non solo pre- a lucrare l' indulgenza dell' anno santo
gò pegli uccisori ma , avendo penetrato i4^o, proibendo a Rita di seguirle, per
che figli covavano vendetta, fece
i di tutto la deformità e puzzo della piaga. Ma ar-
per disporli a dimenticare il misfatto, per- dendo essa dal desideriodi acquistare tan-
donando chi lo avea commesso, in ogni to tesoro, colle orazioni ottenne pronta
modo tentando di raddolcirne l'animo e- cicatrizzazione e potè portarsi in Roma e
sacerbato. Avvedutasi che non riusciva godere della solenne canonizzazione di s.
nell'ardenti sue brame, per impedire l'of- Bernardino, fatta da Nicolò V. Ritornata
fesa di Dio, con eroismo inaudito fervo- al monastero dal devoto pellegrinaggio,
rosnmenle lo supplicò di levarli dal mon- si riapri la ferita e ritornò adesalarecat-
do quando essi doveano vendicare il san- li vo odore, soggiacendo a grave infermi-
gue paterno, ed eseguire il concepito cru- tà che sopportò con invitta pazienza. Il

dele disegno. Il Signore accolse tanto o- racconto dell'andata in Roma della bea-
Jocausto al'a carità del prossimo, e le die- ta, lo riporta Piazza nell* Emerologio di
de la consolazione di vedere i figli dimet- Roma^ parlando della sua festa, ma sem-
tere il pravo pensiero, indi in brevissi- bra anacronismo, mentre come dirò, era
mo tempo se li riprese, liberando la sua già morta; ovvero bisogna protrarre la
serva dalla trepidazione in cui era anche sua nascita e il fine di sua vita. Fra'prodi-
per le loro anime. Restata intieramente gi che Dio operò in sua vita per onorarla,
libera , volle abbracciare nel monastero si narra che essa fece trovare a una sua
di s. M.^ Maddalena di Cascia l* istituto parente nel proprio orto e nel più crudo
delle agostiniane, ma fu per due volte ri- inverno, una bellissima rosa odorosa e
cusata, perchè la regola escludeva le ve- fresca, edue fichi maturi, de'quali l'avea
dove. Allora invocato il patrocinio di s. richiesta, onde credette che delirasse. Fi-
Gio. Ballista, di s. Agostino e di s. Nico- nalmente tutta compresa nella contem-
la da Tolentino, miracolosamente fu da plazione del^e cose celesti, dopo tante sof-
loro condotta per le scoscese salite del ferenze, fu invitala da Gesù Cristo e dal-
monte dentro il monastero, del cui mira- la B. Vergine in paradiso ove placida- ,
HIT RIT 47
mente volò a'aa U)aggioi4475tl'annÌ70 memoria che s' impresse in
della spina
circa, suonando in lai punto da per loro fronte alla beala. Tuttora casciani nel- i

tutte le campane. Iddio glorificò la sua la stessa chiesa ne celebrano la festa, di-
serva con molti miracoli, e tuttora il suo spensando ai divoti refììgie della beata
corpo si conserva incorrotto e spirante e le rose di maggio, per ricordare la pro-
soavi fragranze, riferendo il citato Piazza digiosa mentovata di sopra, secondo l'an-
che nel giorno della sua festa e anni versarlo tica pia consuetudine.
della beata morte, s'innalza alla sommi- RITIRO, Recessus. Luogo solitario e
tà della cassa, e terminata la festa ritor- appartato, casa religiosa, convento. Con
na al piano ove giace. Urbano Vili l'a- questo nome si chiamano i Conventl^V.)
scrisse tra il numero delle beate, per cui e le case religiose de' francescani Rifor-
d'allora in poi riaperti gli occhi più non mali (V.)y de' Recollelti (F.), óe Passio-
li richiuse; e fra gli altri il p. Carlo A- nisti (^.), della congregazione e pia so-
gostino Ratti ne scrisse la P^ila j che fu cietà dell'Apostolato cattolico, sotto l'in-

I stampata Bologna nel 1726. In


in Roma vocazione della Regina degli jéposloli
alle falde del Campidoglioe presso la sca- (^.). Ritiro si chiama anche qualche Co/z-
linata d'Araceli vi è la chiesa della b. Ri- servatorio [F.), con\e il Conservatorio o
ta, dai casciani cui spetta dedicala a lei e Ritiro della Croce (F.) di Roma, il Con-
in onore di Dio. Anticamente chiamava- servalorio o Ritiro del s. Cuore di Gesù
si s. Biagio r/e I\] crealo ^ sub C^pitolio, dal (F.)di Roma. Il Conservatorio delle Boi'-
Blercato che ivi facevasi sotto Campido- romee da Morcelli chiamato Ri-
(/^^) fu
glio,oinCampile!li dal rione ove trovasi; tiro della carila, Donius diae charilasjìi
era parrocchia e vi sono iscrizioni del oo4i R.iliro delle zitelle di s. Maria in Chiari,
spettanti alla famiglia Boccabella romana Gynneceuni Marianum puellis e plebe
chela fabbricò, come nota Cancellieri nel Clarensibus a pupillatu insliluendis tu-
Blercalo^ p. i i e a83, parlando di qtje- tandis. V. Laura eAscETEP.io.
sta chiesa e de'diversi biografi della b. Ri- RITMO, RfthmuSjNunierusAÌ ritmo,
ta. Il prelato Giuseppe Cruciani di Cascia ovvero numero, è la proporzione del tem-
e maestro di casa di Alessandro VII re- po d'un movimento al tempo d'un altro.
staurò la chiesa con architetture del cav. Dicesi ancora per verso di Poesia (P'.\
Fontana, tanto nella facciata che nell'in- Carmen. Ritmo nella Musica [F.) si di-
terno. Il Piazza nominato, nell' Eusevo- ce la divisione in più parti eguali dellji

logio romano trai. 8, cap. 9.0, trattando durata , o del tempo, in cui si eseguisce
delle confraternite nazionali, ripoita le un certo numero di note, e perchè suole
notizie di quella Delle ss. Spine dd N. S. esprimersi battendola colla mano o col
Gesù Cristo allah. Ri la de casciani Nar- piede, perciò si chiama volgarmente bat-
ra pertanto, che mg.^ Cruciani prima che tuta. In musica deve ricercarsi moltissimo
la parrocchia fosse soppressa e unita al- l'analogia fra il sensodelle parole e i suo-
la chiesa di s. Marco, comechèdi molta ni della medesima, e fra il ritmo orato-
autorità nella corte pontificia, fu gran rio o poetico, e la mi-iura e gli affetti che
promotore non solo per onorare la beata vogliono esprimersi con quella convenien-
concittadina, ma ancora pe'suoi casciani za che la chiesa ricerca. Dice Metastasio,
in Roma, onde cogli aiuti del Papa e col r\t\V Estratto della Poetica d' Jristolile,
suo beneplacito, ottenne la chiesa con en- cap. r, che Ritmo vocegieca significa nu-
trate e la dedicò all'invocazione della b. mero, ed è definita da Platone , De leg.

Ri la, erigendovi una confraternita nazio- lib. 2; L'ordine del movimento si chiama
nale, con molte grazie e privilegi, con re- ritmo, cioè numero. Cicerone, De orat.
gole e statuti, sotto il ricordato titolo, in lib. 3, la dichiarò : Il numero si forma dui-
48 RIT RIT
la dislin/.ione e hallutncìngrinlervallie- ficamanicrc,ceremonie, costumanze, ter-
guali, o diversi. Secondo Io stesso Aristo- mini di religione presso gli stessi pagani.
tile, il rilmo è utile anche alla Prosa(F.): Quindi Cicerone e altri autori chiamano
Di questo ritmo può, anzi deve adornar- Rituales libros^ i libri che contenevano le

si anche l'orazione, ma non già del me- ceremonie sagre, comeoggisi dà il nome
Iro, perchè diverrebbe poema. Imperoc- di Rituali (P'.) ai libri che contengono
ché sono i metri privata e necessaria ap- l'ordine e la maniera delle ceremonie da
partenenza della poesia; e nelle operazio- osservarsi nelT amministrazione de' Sa-
ne di questa è chiaro eh' essi divengono gramenti (/^.), e nella celebrazione delle
luembri del numero. Il ritmo in (ine, è sagre funzioni o Divini uffizi [f^.). La na-
la più sensibile distinzione de* componi- tura stessa insinua universalmente agli
tnenli musicali; poiché le infinite diverse uomini alcuni segni esterni per esprime-
combinazioni de'vari tempi, de'quali es- re il loro culto all'Essere supremo. Il ri-

so variamente si forma, producono Icsen- to,generalmente preso, è un costume ed


sibili infinite diversità d'una dall'altraa- unaconsuetudineaccettatada tutti.Si di-
ria, o dell'uno dall'altro motivo,pensicro, stingue il rito in proflino e sagro : diffe-

idea , soggetto o comtmqne voglia chia- risce laceremonia dal rito come l'acqua
marsi. Tanto leggo negli Annali delle dalla lavanda, perchè ceremonia è l'azio-
scienze religione l. i6, p. 33o. Zaccaria, ne stessa , rito è il modo prescritto col
Storia leu. d'Italia t. 7, p. 42, parla del quale si fa l'azione sagra, come dichiarò il

ritmo, e cita il IM. Malfei, Dissert. sopra s. concilio di Trento nella sess. 22. Nella
ì versi ritmici. Molto tratta del ritmo Mu- bolla di Sisto V, per quanto vado a dire,
ratori, Disserf. t. 2, dissert. 4o DelC
: a- a tenore del concilio, dislingue i riti dalle
ridine della poesia italiana e della rima ceremonie. ceremonie della
i sagri riti e
(la qualesi disse anche verso e si defini- chiesa cattolica eccitano l'animo de' fe-
sce, consonanza o armonia procedente deli alla venerazione delle cose divine, a
dalla medesima desinenza e terminazione sollevar la loro mente alle celesti, a nu-
di parole poste fra loro poco lontano), e trire la pietà, a fomentare la carità, ad
lo spiega Ordine e struttura delle paro-
: aumentare la fede , a fortificare la vera
le o congiunte insieme così acconciamen- divozione,ead ispirare il più alto concet-
te, che pronunciale anche senza canto ,
to della sacrosanta nostra religione. ACoN-
pure rendono una consonanza e certa me- GREGAzioNE DE* RITI raccontai che la isti-
lodia^ che cagiona una dilettevole e gio- tuì Sisto V, per l'esalta e rigorosa osser-
conda sensazione agli ascoltanti. In che vanza in lutto il cristianesimo delle RU"
il ritmo differisce dal metro o orazione briche (^.)j per la giusta procedura nel-
fatta e legata da un determinato nume- le cause di Beatificazione e Canonizza-

ro di piedi :qual sia la poesia ritmica, e zw/2e(/^.)de'servi diDio,loro Festc[F.)y


quale la metrica; che la ritmica fu molto culto di cui ragionai anche a Rdicjuie, e
usata ne'lempi barbarici; cheperòeseb- sagre Immagini (/^.) ; per la custodia e
benei furono solo introdotti
versi ritmici esecuzione delle sagre ceremonie antiche,
nel secolo XII, sono molto più antichi, nelle funzioni dalla Chiesa stabilite, pel
dicendo de'ritmi di Verona e di Milano, decoro e osservanza di tutto ciò che ri-
in alcuno de'quali era imitato il verso e- guarda il Cullo {F.) divino, cui spella la
sametro e pentametro. concessione e l'approvazione; per la resti-

RITO, LiilHs sacrus , Castus religio. tuzione all'anticosplendore de'riti passa-


Usanza, costume, maniera di fare le ce- ti in disuso, colle debile riforme secondo

remonie della Chiesa. Questa parola de- la Disciplina ecclesiastica (V.) nelle ne-

riva dal latino RituSj che appunto signi- cessarie variazioni volute dai tempi e dai
,

RIT RlT 49
luoghi a tenore de' bisogni. Come pure lo tale da se medesimo, e noi non ci ab-
con autorità di mettere mano sopra tutti biamo avuto parte alcuna. Tutto appren-
i rami deirecclesiastica liturgia, per giu- do da Baldassari, Relazione de patimen-
dicare e risolvere le questioni insorte sui ti di Pio Vly t. 3, p.40. il liturgico Fer-

riti, e sulle controversie di liturgia e di rigni-Pisone,nelle Dissert. liturgiche,^av-


precedenza; per accordare distintivi, i in- la de'decreti, dichiarazioni e interpreta-
segne e ornamenti ecclesiastici, il tutto in zioni della s. congregazione de'
riti, che

nome Sede e del Papa, al quale


della s. approvate dal Papa hanno forza dileggi,
si appartiene il cambiare e correggere i e si devono osservare da tutti quelli che
riti della Chiesa, essendoché la disciplina osservano il rito latino, purché il decreto
della Chiesa è variabile, onde le leggi po- non sia appoggiato a qualche circostanza
steriori abrogano le anteriori opposte. che si verifìchi nel solo luogoche ha fatto
Questa s. congregazione de'riti^ oltre l'es- la domanda o promosso il dubbio, ovve-
sere presieduta da un cardinale Prefetto ro la congregazione l'abbia emanato di
e composta di vari cardinali e dotti con- moto proprio, o pure non conceda un pri-
sultori, ha pure il suo Protonolario apo- vilegio che a un dato luogo o persona.
stolico (^.), il prelato Segretario j il Pro- Quanto alla genuinità de' decreti della
iiìolore della fede (^.), l'assessore e sot- s. congregazione, l' indice del Merati fu
to promotore della fede,ec.: intervengo- riconosciuto per accurato da Benedetto
no alle congregazioni maestri delle ce- i XIV; come accuratissima è la collezione
remonie pontifìcie e altri. Nel 1798 tro- di tutti i decretiemanatifinoal suotem-
vandosi Pio /^/(/^.) deportato in Siena, po, e fatta dal dottissimo veneto filippi-
fu replicatamente supplicato di approva- no d. Spiridione Carlo Talù, di cui ab-
re il culto immemorabile del b. Andrea biamo: Decretorum s. Rituiwicong. Hie»
Gallerani, vero padre de' poveri e degli rolexicon ah anno 1602 adi'jgS crono-
infermi. Il Papa a tale effetto formò nella logico edita, dein a r. d. Joanne Diclich
sua famiglia unastraordinaria congrega- usqiie ad annitnt i836 aitcta et ordine
zione de'riti, la quale secondo le regole alphahetico cum notis distributa, Venetiis
consuete esaminasse l'affare, e poi profe- 1 838. Questa collezione fu reputata la mi-
risse voto consultivo. nomi- Per prefetto gliore finché il benemerentissimo mg.'^
nò l'arcivescovo di Siena Zondadari, in Luigi Cardellini consultore e i.** assessore
segretario mg.'" Spina che faceva da mag- della congregazione de'riti formò e pub-
giordomo, e fu promotore della fede un blicò la collezione la più compiuta ed e-
canonico della metropolitana di Siena. Ai satta, che niente lascia a desiderare, an-
IO maggio nel palazzo arcivescovile fu te- che per aver illustrato dal 1602 al 1826
nuta la congregazione per l'esame di det- molti decreti con opportune note: De-
to culto, e dopo le conclusioni favorevoli creta authentica congr. s. Rituum mine
dell'adunanza, eia relazione del processo prinium ex actis ejusdeni s. e. collecta,
ftitto da mg.'* Spina, il Papa ne'modi so- Romaei8o8-i 8261.7. Iviecoglistessi ti-

liti approvò con grande onoie e con-


lo pi di Propaganda /zfl?€ dipoi nel 1849 ^^
tento della religiosa Siena, ordinando ai pubblicato Decreta authentica cong. s,
:

18 di tal mesca mg.^'Marotti, suo segre- Rituum nuncprimum ex actis ejusdem s.


tario e già gesuita, che stendesse il decre- e. collecta, Continuatio Jppendicis coni-

to e l'orazione propria per l'uffizio. Indi plectitur decreta, ab anno iSiS ad 848. 1

a'21 il nobile Gallerani discendente del il p. Bartolomeo da Clanzo cappuccino

beato, coi suo figliosi presentò a Pio VI dalla preziosa collezione di mg.'^Gardellini
per ringraziarlo del decreto favorevole si studiò raccoglierne il pregio con molta

ed il Papa rispose : Questo santo si è fat- industria in un piccolo volume, conquesto


VOL. LVIII. 4
5o R T 1 RIT
lilolo: Manuale Eccltsiasliconim jSeit col- p. 298), Manto pontificale ec. Impe-
Itctiodecrclorurn authenùcorum s. rìttium rocché riti e le cerenionie prescrillc dai
i

i'ong.^ quac cuilibet ecclesiastico inagis u Ceremoniali e Rituali (l^.), dai decreti
tilia \'cl necessaria ccnsenlur^ addilo Or- della Congregazione cercmoniale^F.), o
dine Liturgico prò OrationeXL horarum^ dalle stabilite consuetudini devono esse- ,

Taurini 1 833- 1 834,Komae 1 84 .Questa i re uniformi e invariabili, per non cadere


opera di soinino vaiilnggio agli ecclesiasli • in pregiudizievoli contraddizioni, anche
ci, contenendo alcune opinioni poco eoe* a scapito di chi con fatica e studio scrisse
renli al sentinienlo della s. congregazio- su queste importanti materie: dicendosi
ne de' liti, mg.'' PioMartinucci maeslro talvolta erroneo l'asserto dagli altri, per
delle ceremonie pontificie ne fece la disa- ignorare il vero o per coprire i propri sba-
mina, aifinchè il vantaggio dell'opera riu' gli, spesso un maestro di ceremonie affer-
scisse più compiuto, e cogli elogi di questa mando quanto da un altro si nega. An-
la pubblicò nel l. i4, p- 358 degliAnnali che indetto articolo Ceremonie, con l'au-
delle scienze religiose. Q}.\'\\\ù\ avendo mg.*^ torità de' liturgici, notai essere le mede-
Martinucci correttoalcune mende incor- sime riguardate quali riti santi, che si os-
se nelle altre edizioni , migliorala la di- servano ne' sagrifizi e divini uffizi diret-
sposizione e corredala di notevoli giunte, ti al cullo di Dio, e dell'obbligo gravissi-
ul modo riferilo nel 1. 1, p. 465della 2.* mo che hanno quelli che si dedicano allo
serie di ÒQ\ùAnnali,\a. tipografia di pro- stalo clericale d'istruirsene al pari di qua-
paganda, cbe avea stampato la i ."edizio- lunque altrascienza ecclesiastica. A Mae-
ne, pubblicò la 2.": Manuale etc. Edilio stro DELLE ceremonie PONTIFICIE dichia-
alteraromana emendala et aucta, Ro- rai il mio costante trasporto e diletto per
mae i845. siffatto studio, e la possibile precisione col-
A Ceremonie sagre le dissi, riti eslei iori la quale vado descrivendo le ceremonie,
e religiosi d'istituzione divina, e degli apo- i riti e le sagie funzioni in tutta questa
stoli e loro successori,riti accidentali e qua- mia opera, come una delle parti più es-
si professioni difedej com plesso di di verse mio concepimento, d'ogni
senziali del ri-
azioni, formalità e maniere di agiie, che to e nazione, specialmente del latino e di
servono a rendere le cose più magnifiche e quanto riguarda la s. Sede, i Papi, il sa-
solenni ; esercizi del culto esteriore delle gro collegio , la prelatura e i principali
cose attinenti alla religione, quali indizi ministri della romana chiesa, massime
dell'interno, parlando eziandio della deri- della venerabile antichità. Non mancai di
vazione e etimologia del vocabolo da Ceri difendere i maestii delle ceremonie dalle
(F.)j-in che ceremonia propriamente
la indiscrete censure di cui talvolta sono se-
perchè soggetta a cam-
differisce dal rito, e gno, di quelli ai quali sembra doversi fa-
biamenti, non però di privala autorità, re una tal cosa, mentre ne ignorano l'e-
avendo pur detto delle diverse sue defi- satta cognizione, poiché la scienza delle
nizioni e vantaggi che si riportano dalle s. ceremonie e riti è cosi vasta, che dif-
sagre ceremonie. Che incombe al nobile fìcilmente a mente umana è dato di tutto
oflìcio di Maestro di ceremonie [V,) il re- conoscere perfettamente nellesue più mi-
golarle e dirigerle, con diligenza, studio nuziose parti e significato, o almeno il po-
indefesso e piena cognizione delle mede- terlo rammentare. A Liturgia o studio
sime, dovendosi guardare dall'in) prov vi- de'sagri riti tenni proposito delle defini-
sare capricciosamente arbitrii e nocevo- zioni di questa bella scienza, tanto im-
lissime innovazioni, per non essere espo- portante per qualunque lato si riguardi,
sto a que'biasimi che toccai a Croce pet- come quella che tratta dell'ecclesiastiche
torale, Croce astata (anche nei voi. LI, ceremouie, e precisamente i riti venerandi
RIT RIT 5i
di s. Chiesa, dicendosi particolarmente fi- de'riti della medesima lingua, da cui col-
liirgie gli uffici e riti della Messa (^.). la religione avevano ricevuto la cultura
Questa sagra scienza abbraccia altresì la e le scienze. Quanto alla liturgia potè in
cognizione de'dommi, ed è perciò colle- essa conservarsi la lingua latina, poiché
gata colla sublime teologia, l'antichità, la per ciò che riguarda il vanlaggiodellade-
disciplina e la storia ecclesiastica, quindi vozione, essa non dipende tanto dall'in-
tutta propria de' chierici cui sono tenuti telligenza che abbia il popolo delle sin-
attendere. In conseguenza ivi ancora par- gole parole, le quali accompagnano l'a-

lai dell'origine del culto, della divina ed zione divina, quanto da quella del senso
apostolica istituzione de' suoi riti, arric- e del significato di quell'azione medesi-
chiti poi dallo spirito di sapienza che sem- ma. Oltre a ciò a Liturgia ragionai del-
pre informò la Chiesa, ricordando pure le Liturgie delle chiese orientalij òìc^xxqX-

quelli dell'antico Testamento, di cui ra- h de' Siri fòe Maroniti, degli Armeni, dei
giono agli articoli che lo riguardano, cia- Greci j de' Nestorianij delie Liturgie delle
scuno de'quali riti adombrò secondo i di- chiese occidentali o latinej di quelle del-
versi aspetti Gesù Cristo e i misteriche la Chiesa Romana (ove dissi pure dell'ac-
da lui si dovevano operare per la sua Chie- cademia di liturgiaistituita nella casa dei
sa. Questa, i concilii ed ì Papi costante- Pii Operai, Fedi, di cui si rese beneme-
mente curarono la conservazione e rive- rito Benedetto XIV , il quale istituì nel

renza de'sagri riti, istituendone altri adat- collegio romano una cattedra pe'sagri ri-

tati alle circostanze per sollevare l'uomo ti, di cui parla Zaccaria, Storia lett. 1. 1,

sensibile a venerare la maestà dell'onni- p. 278; e che sotto Gregorio XVI si riat-
potente Iddio. Che il rito si fa consistere tivò l'accademia, avendo notato nel cita-
nell'azione santa colla quale si eseguisce to articolo il ristabilimento dell'antico si-
il divin culto, e la ceremonia nel modo stema).Dellalilurgia^//2Z'roiitì!«<^, la qua-
cui adempie. Questi atti esterni della re-
si le, come dice Zaccaria nella Bibl.Ritua-
ligione cristiana innalzano la mente dei Vsj i Papi non hanno mai pensato di le-

fedeli alla meditazione delle cose celesti, varla, se non quando s. Carlo Borromeo
e ne infiammano i cuori col fuoco della reggeva la chiesa di Milano; ma ledilui
divozione e della Preghiera (^'.). Dissi autorevoli istanze ottennero che se ne de-
inoltre quali sono i fonti liturgici, quali i ponesse il pensiero, e quel rito, come lo
sensi della sagra liturgia letterali e mistici slesso s. Carlo era solito dire, per l'appro-
o allegorici ne'riti che la Chiesa vuole che vazione del Papa diventasse apostolico,
si spieghino al popolo fedele acciò ne com- ilche vuoisi attribuire ad una prudente
prenda lo spirilo, essendo stati difesi e lo- economia de' Papi, della quale segnata-
dati anchedal s. concilio di Trento. Nar- mente s. Pio V ne lasciò luminose prove
rai l'origine, il progresso e le vicende del- nella riforma del Breviario e 3IessaleRo-
la sagra liturgia, ed ancora sull'uso del- mano, come dimostra Zaccaria anche col-
la Lìngua latina nella celebrazione dei r esempio del Rito detto Patriarchio
divini uiììzi j oltre quanto dissi nel voi. Aqnilese che la s. Sede cercò di mante-
XXXV 11 p. 246, sul quale argomento
,
nere, benché per altre cagioni e circostan-
da ultimo toccò qualche parte il eh. te- ze gli stessi patriarchi si sieno adoperati
desco J. W. Karl, Ragionamento sull* Il- di torlo. Su
che è a vedersi di d. Gio-
di
io della lingua latina ^Koma 1 85 1 ; osser- vanni Diclich Rito Veneto antico dello
:

vando , che con essa potè la chiesa cri- Patriarchio illustrato^ eaeiÀa 823.Del- 1

stiana riunire i popoli sotto un medesi- l'antica liturgia Gallicana e del ristabi-

mo regno spirituale. I popoli cristiani di limento della liturgia romana eseguito ai


occidente fecero uso nel culto pubblico nostri giorni nella Francia, cioè nelle dio*
52 RIT HIT
cesi di Lnngres, Perigueux, Reims, Gap se ebbero origine da'geulili, ma che in-
(dopo tale epoca ancora in Troyes^ Vedi, vece molti dc'gcntili l'ebbero dal primo
in s. Brieuxdal vescovo Giacomo le Mee, culto di Dio praticato dagli antichi pa-
in Frejus dal vescovo Alessio Wicart, in triarchi. Quanto fu grande la diligenza e
Arras dal vescovo truslatoda Langi'es,ed alleiizione della chiesa cattolica nel puri-
in quasi tutte le altre diocesi, avendo di- ficare da ogni superstizione gentilesca tut-
chiarato il cardinal Goiisset nel sinodo di ti i sagri suoi riti. Che dai libri della di-
Reimsdel 85 che in Francia conlavan-
1
1
, vina Scrittura rubarono molte
i gentili
si ben 60 diocesi o ritornate o prossime storie, dottrine e riti, e
con favolose inven-
a ridursi alla liturgia romana). Delia li- zioni mitologiche le difformarono. Che il
turgia di Spagna o lìlozarabicaj ed e- detnonio giunse a trasformare e dirtorma-
ziandio delle pretese liturgie de' Prole- re presso i gentili molti misteri divini
stantì (f\)j dei riprislinamentoin Inghil- spettanti alla nostra cattolica religione. Di
terra di molti riti e liturgie cattoliche, alcuni ceremonie civili, derivale dal
riti e
per opera dei Paseisti (f^.). Finalmente gentilesimo ne' Funerali (F.) de' nostri
riportai le notizie bibliografiche sui libri defunti. Conchiude, che alcuni riti, seb-
liturgici e rituali. De'riti Cinesi e Mala- bene provenienti dai gentili, furono dal-
Zf^nW condannali, parlai nel voi. XXXI V, la Chiesa purgati, santificati e convertiti
p. 210, 21 I, 23o, ed in altri relativi ar- in onore del vero Dio, come \a festa del'
ticoli. Quanto a'riti de'protestanti, chi un- la Purificazione [F.) e sua Processione
que per poco ponga mente a considera- (F.); che alcune costumanze de' gentili
re la liturgia della chiesa cattolica, equel- senza superstizione, furono permesse al-
la della pretesa chiesa riformata, presto cune volte ai convertiti dal gentilesimo,
riraaneconvinto esseregrande la differen- escludendo affìtto dal culto divino ogni
za che presenta 1' una dall'altra. Poiché rito o ceremonia che le contenesse; e che
ove tra'catlolici ogni rito riscuole vene- molti riti della Chiesa furono ricevuti per
razione, rispetto e timore, tra'protestan- sola tradizione. Avverte Sarnelli , Lett.
ti nuU'allro si scorge che indifferenza, sia eccl. t. IO, lett. 2 1, con s. Agostino, es-
per parte della condotta de'suoi ministri, serestata solenne consuetudine, che quel •

siaperchè hanno abbandonato quella ma- le cose che stanno in vigore in tutta la
gnificenza, quella pompa e quella gravi- Chiesa intorno alle ecclesiastiche consue-
tà che nelle cose sagre fu sempre fami- tudini e riti, ne si esprimono dalle divi-
gliare alia chiesa cattolica sino dal suo ne scritture, si debbano riferire giusta-

principio. Ella l' apprese dal suo divino mente alle tradizioni ricevutedagli apo-
Islilulore,che quantunqueconducesse vi- stoli. Dice altrove, t. 8, lett. i r, che in
ta abbietta e poverissima, a protestare per- quanto alla di versila de'riti, nulla impor-
sino di non aver do ve posare il capo, non- ta, purché sia uniforme la credenza U- :

dimeno volle compiere l'ammirabile i- nus Domina s , una Jides y unum bapti-
Sagramento divino in un
stituzione del sniaj sieno pure altri i riti, altre le cere-
gran ceoacolotutto messo afesta (Coewa- monie sagre, altri i costumi. Buonarroti
culiun magnani straluni), siccome atte- nelle Osservazioni sui vasi di velro^ p.
stano Marangoni, Del'
gli evangelisti. Il 26, dice de'riti introdotti successivamen-
le cose gentilesche e profane trasportate te da'santi vescovi, sopra di che è molto
ad uso delle chiese j a p. 77 e seg. erudi- da commendarsi la Chiesa, la quale tut-
tamente discorre su molti riti praticati to quello che trovò di maggior buono, di

dalla Chiesa, ì quali derivarono piuttosto decoro, e piti augusto costuman- tra'riti e
dagli Ebrei {F.), che dai GenlìU(F,). Che ze dell'antichità, lo trasferì al culto di Dio
non tulli i riti prescritti nella legge di Mo- e de'suoi santi, e ciò con alto avvedimea»
RIT RIT 53
io; poiché essendo noi composti, non solo si nemici; ma il cullo e la celebrazione dei
di spirito purissimo e sublime, ma anco religiosi riti, li ravvicina insensibilmente
di materia rozza e grossa, siccome questa e stabilisce tra loro rapporti di benevo-
può occupar quello, impedirlo e farlo tra- lenza e di amicizia; la parola santa colla
viare, COSI la parte materiale ha questa Predica (F'.) compie e rafferma questa
particella di buono , di poter aiutare la felice unione, che avendo per base la ca-
parte nobile e spirituale, mediante l'unio- rità divina e il rispetto ch'é dovuto tra
ne e coerenza che passa tra di loro, e ser- fratelli, contribuisce sì possenlementeal-
virle come di guida versole aite cime del- la prosperità delia società ed a quella di
la virtù e della cognizione di Dio; cosigli tutti i membrichelacompongono.l ma-
ornali esteriori delle chiese, de'santi, del- li di cui il sacerdote dall'alto del pulpito
le sagre funzioni e de'ministri, sono allo minaccia il vizio, ed i beni eterni chean-
spirito di grandissimo giovamento per in- nunzia alla virtù, riempiono cattivi di i

sinuargli venerazione maggiore alle cose spavento ed giusti di speranza. Alla sua
i

sagre, e per eccitarlo alla contemplazio- voce, animata e sostenuta dall'apparato


ne delle invisibili e celestiali , come per di tante ceremonie religiose, le passioni
isvegliare e imprimere nell'animo de'fe- mettonsi in calma, i costumi si purifica-
deli e de* sacerdoti , divole e misteriose no, la fede trionfa , ed il regno di Gesù
considerazioni. Siccome poi per esprime- Cristo penetra e si stabilisce ne'cuori. La
re i sentimenti dell'animo, è bisognato Chiesa per addolcire il feroce carattere dei
servirsi delle voci e del carattere delle barbari e purificarci loro corrotti costu-
genti edelle nazioni, così nelle materie re- mi, che pel corso di tanti secoli misero
ligiose fu necessario a'santi vescovi molte a guasto l'impero romano, spiegò a'ioro
cose di culto e di venerazione quasi adot- occhi la bellezza del suo culto, l'imponen-
tare, equelle purificate dalcuito idolatri- za de^suoi riti, e parlò ai loro sensi colla
co e separate dagli onori del secolo, tra- pompa tempo che
delle sue feste; in pari
sferire al cullo del vero Dio, con santi- al loro spirito operava colla vocede'suoi
ficarle e dedicarle a lui per maggior suo zelanti apostoli e coli' esempio glorioso
,

onore, degli amici e de'santi suoi : nella del sangue de'martirijOnd'essi lasciaron-
maniera istessa che chi di voci del tutto siconvertire. K
forse questo il paradiso
nuove si fosse voluto servire, non sareb- che tu mi vai promettendo? disse Clodo-
be stato facilmente inteso, così nell'animo veo I re de'franchi as. Remigioarcivesco-
de' nuovi cristiani non avrebbero avuto vo di Reims nel dì del suo battesimo, al-
quella forza, né avrebbero cagionato loro la vista di tutta quella magnificenza che
interiormente quel concetto d'onore e di il santo avea dispiegato in quella grande
cullo di religione que' riti, che di nuovo ceremonia. Quel re barbaro erane sì me-

affatto si fossero pensati e trovati. E mi- ravigliato, che non concepiva come potes-
rabile il vedere prostrati al piede degli al- se il cielo offrire qualche cosa di più stu-
tariuomini d'ogni rango, età e condizio- pendo. I suoi compagni mossi dalle attrat-
ne, quali senza il cullo religioso non si
i tive del complesso de'santi riti, ne furono
sarebbero giammai conosciuti e visti; riu- tanto colpiti che 3ooo immediatamente
niti nellechiese particolarmente nelle do- ne seguirono l'esempio, ed il restante del-
meniche per assistere ai sagri riti de'di- l'armata non tardò ad abbracciare una re-
vini uffizi, e tutti a d una voce recitare la ligione che mostravasi sì bel la e portentosa
più eccellente di tutte l'orazioni il Pater agli occhi loro.Carlo Magno vincitoredei
uoster Diversi di paese, costume e
(/^.). sassoni cheavea battuto più volte,ma non
gusti, molti uomini non si sarebbero ama- sottomessi, volle tentare un ultimo mezzo:
li mai,anzi l'interesse gli avrebbe forse re- mandò loro con de'missionari, degli abi-
H R IT RIT
Ji chierici Cantori (^^.) lOQìani ; e quei sa, Lucca 1840. Pietro Lazzari, De fal-
popoli eh' egli uon poleva ridurre colle sa vetenim chrìstianonun rituani a ri-
armi si civilizzarono alla veduta de'sasri tihiis ethnicorwn origine^ Diatriba, Ro-

riti, animati dal maestoso e commovente maei 777, confuta e rettifica l'opinione,
Canio ecclesiastico (7^",), e dalle melodie che gran parte de* riti cristiani abbia a-
j
de' cantici della Chiesa, e dalla diversità vuto origine dai riti gentileschi,della qua- I
del suo magnifico culto. I missionari per le opinione si abusarono precipuamente
convertire i selvaggie gli antropofligi del gli ereticie gl'increduli per vilipendere
nuovo mondo, adoperarono lo slesso mez- le più sante liturgie della chiesa catto-
zo, parlando a'ioro occhi colle ceremonie, lica. Dice che molti riti furono insegnati
agli orecchi loro coi canti religiosi,
il che immediatamente dalla natura ai cristia-
produsse un magico e salutare effetto nei ni, i quali in qualche guisa furono usa-
loro sensi. A' nostri giorni medesimi lo ti dai gentili ; tali essendo gli ornati dei
spettacolo meravigliosoedivotodella cele- templi, iyion, gVincensi e gli odori, i lu-
brazione de'nostri riti, nelle feste o nelle so- mi, costumanze naturalmente introdotte
lennità precipuamente, colpì siffattamen- pressoché in tutte le colte nazioni. Con-
te l'animo de' maomettani mori e arabi viene che molti sono i riti cristiani, che

dell' Algeria , come gli antropofagi ido- se hanno coi gentili qualche similitudine
latri dell'Oceania, che convertili diven- anche di nome sono, diversissimi nella
nero fervorosi cristiani degni de'primi se- sostanza; come pure molte essendo le ec-
coli; ed a misura che la lucedell'evange- clesiastiche costumanze, che con le gen-
lo brilla a'ioro sguardi, la mente loro si tilesche non combinano se non in una re-
va sviluppando e iniziandoa tutta la col- motissima generalità, in ispecie poi sono
tura, ed a tutte le sociali invenzioni del contrarie affatto. Finalmente prova, che
cristiano incivilimento. La gravità e mae- senza ricorrere alle costumanze gentile-
stà de'sagri riti,sono l'esterna espressio- sche, si trova un'origine più prossima dei
ne del cullo religioso, essendo tutti pieni sagri riti ne'dettami della slessa natura,
de' più belli e misteriosi significati, che o nelle ovvero nelle
istituzioni ebraiche,
rendono in certo modo visibile b s. re- massime propalate o nei
ne'libri divini,
riempiono l'anima di
ligione di Cristo, dommi cattolici, e questi sono quattro i

pietà ecommozione, e la elevano soave- fonti dai quali dimostra derivali riti o le i

mente con riverente raccoglimento alla liturgie ecclesiastiche. Fr. Antonio Zac-
contemplazione spirituale delle cose cele- caria, Ononiasticon rituale selectum ad
riuscendo ancora balsamico farmaco
sti, usumtum cleri twn studiosae ecclesiasti-
alle più forti passioni. Tutto emegliosi carumantiquitatumjuventutiSjFaveni'ìae
può apprendere negli innumerabili arti- 1787: Bibliotlie.ca ritualis ^concinnaiuiìi
coli che ho scritto e pubblicati in questo opus a F. A. Zaccaria^ac in duostonios
mio Dizionario, e ne'seguenti autori. Ar- tributum, quorum alter de libris ipsis ri'
naud, Thesauri sacroriim riUiuin epi- tualibus, alter de illorum explanatoribus
thonie. Piscara, Praxis caeremoniaruni agii t. de libris ad sacris utriusque Ec-
i

ss. Ro m a nae Ecclesia e, i\eapolii625. B. clesiae orientalis, et occidentalis riùbus


Corsetti , Praxis sacraruni rituuni ac pertinentibus, Romae 1776. Vi premise
caeremoniarufìiy Beneventi 1727. L. A. due dissertazioni De jure liturgico, tìtU
;

Muratori, Liturgia Romana vetus^ Nieu- la quale lutti gli errori de 'protestanti sul
povlyRituuni Romanoruni explicatio,Ye- preteso diritto del principe nelle cose sa-
neliis 179». Pennazzi, Epitome dt sagri gre e negli stabilimenti riguardanti il cul-
riti, Roma. Ragionamenti nelle origini e to pubblico, sono con molta forza distrut-
significazioni de' riti della romana Chic- ti, confutando invittamente Pfaff, Tcin-
KIT RIT 55
maslo, e Mosemio più moJei'ato de'pii- al di la di molti secoli; oltreché reca bea
mi ; De usa lihroruni lìturgìcoriini in re- grato ed onesto diletto a noi l'aver pre.
bus iheologicis, in cui dopo aver dimoslra- senti lesembianze di quegli antichi, dei
lo l'uso deMtbri liturgici nelle materie teo- quali ammiriamo le azioni eternate dal-
logiche, fa vedere con copiosi esempi, co- le storie, o le cui opere e gli scritti , che
nia i dommì più controversi tra i cattoli- sono tutte le nostre delizie, ci trasportano
ci, e tra gli eretici tanto antichi, quanto a tempi lontani, onde viviamo vita mag-
moderni, si possono coll'autorià di siffat» giore nel breve spazio che la natura ci
ti libri confermare.Giuseppe Meu-
Il p. concede. INè questo diletto fu ignoto agli
nini de'predicatori neli845 pubblicò in antichi, poiché come nelle biblioteche e
Orvieto: Quadro storico polemico delle librerie di Pergamo e d' Alessandria, in
osservanze e de* riti del cullo cattolico quella palatina d'Augusto, in quella son-
proposto ai signori della comunione An- tuosissima di Pollione, e presso altri stu-

glicana.Dì questa bella e utile opera, in diosi si conservavano i ritratti degl'illu-


cui è posta in piena vista la morale pos- stri, specialmente di quelli de' quali ivi

sanza, raulenlicità e proporzione della insieme come immortali anime


gli scritti,

cullo esterno cattolico, ne parlarono con loro, sopravvivevano ad essi. Così men-
lodt il n." 8i del Diario dì RomaiS/\.5, tre le opere fanno amare la presenza del-
ed il 1. 1, p. 307 degli Annali delle scien- l'autoie, questa ne invita maggiormente
ze religiose j
2." serie. Leggo nel n.° q") allo studio di quelle. Il dottissimoroma-
del Giornale di Roma 85 dovuti en- 1 1 i noVarrone volle raccoglierne disegnate
comi del Manuale de* sagri riti di mg.f in 00 carte 700 immagini, onde ripetu-
1

Guglielmo Arf-tlniSillani vescovo di Ter- te e diffuse a lutti fossero note, e divenis-


racinaySezze e Piperno, Foligno i838. sero immortali; invenzione, dice Plinio,
Più una 2." edizione arricchita di parec- da ingelosirne gli stessi dei. E qtiale spet-
chie note dottissime, Foligno i85i. tacolopiù bello, dicea Polibio, d'una riu-
RITRATTO, Effigies, Imago, Icon, nione d'immagini di quegli uomini, dei
Simulacrum. Figura umana, dipinta o quali alto suonino tra'posteri nomi e le i

scolpita, somigliante alcuna particolare virtù? Tra'moderni un Fulvio Orsino, un


persona. /^. Immagine e i tanti relati vi ar- Gio. Pietro Bellori, hanno precedutO(|uel
ticoli, come Moneta, Medaglia, Pittura, massimo Ennio Quirino Visconti, che sa-
Statua, Idolo, Idolatria, Mani. II eh. rà sempre il principe di questi studi fin-
Luigi Vescovali nella Dissert. sopra la ché dureranno. La romana grandezza ri-
celebre statua di Aristide esistente in Na- splende essa ancora sul Campidoglio,nella
poli, riportala nel t. 24^ delle O/5-
6, p. Protomoteca del ^//«5eo Capitolino (/^.),
sert. della pont. accad. romana d' ar- istituita da Pio VII e proseguita dai suc-
cìieologia ben a ragione chiama utile,
, cessori. Come in Roma si esponevano i
giusta e degna di chiunque ami la virtù ritratti de'nuovi imperatori eimpeiatrici
e la sapienza certamente quella brama d'oriente, perché fossero riconosciuti, lo
di conoscere l'aspetto degli uomini, che notai ne' voi.XXXIV, p. 14,20,1 i3,eL,
pel merito e le opere loro acquistarono p. 2i5, ponendosi anche nelle insegne mi-
sicura e lunga rinomanza. Imperciocché litari: si mandavano ancora alle città più
queir onore che in tal modo a tali uo- cospicue. A Immagine parlai pure e con
mini vedesi compartito, riproducendone qualche diffusiouedellesagre immagini, e
le immagini, diviene stimolo potentissi- di quelle poste ne'sagri templi e altri luo-
mo ne'posteri a distinguersi anch'essi dal- ghi in onore de'foudatorio benefattori, lo
un bell'omaggio
l'oscurità de'mediocri; e che rimarco ne'rispeltivi articoli. Ne' voi.
che rendesigiustaiueuleal merito anche XXXlV,p. 20, LV,p. 336parlai de'ri-
56 RIT HIT
traiti (ìe'Popl e de cardinali che nelle so- la delegazione di Viterbo nel palazzo Al-
lennità si espongono nelle chiese. Quel- tieri, e in diversi altri luoghi. Abbiamo
li de'Papi nelle slanzedette deWro/zodei di Vittorio Baldini, Cronologia ecclesia-
cardinali e de principisi tengono sotto il stica o da s. Pietro a In-
vi te de' Pontefici
baldacchino, del quale toccai pure a Om- nocenzo X, i vacanze della sede
scismi, le
brellino. Cancellieri nel Mercato^ p. 4^, apostolica, le vere ejjìgie di ciascun Pa-
deplora la sorte de'ritratti de'Papi e dei pa raccolte da diversi scrittori, Bologna ,

cardi nidi, soggetti a variare la testa per '649. !


rappresentarne altri, per ignobile econo- RITUALE. Libro che contiene l'or-
mia, nelle variazioni de'nuovi pontifica- dine delle ceremonie e de' Riti {F.) , le
ti, e nel giro delle promozioni. Nel 1 64"J> Tu preghiere, le istruzioni che si devono fa-
scavala una statua del gran Paolo V, mor- re nell'amminislrazione de' sagrainenti,
to nel1621, per mettervi la testa d'Inno- tranne quelli della Confermazione e del-
cenzo X. Il Pagi nella Critica al Baronio, l'Ordine, l'assistenza ai moribondi, i fu-
an. 3 12, n.° 24, e Casaubono nelle Note nerali pei defunti, di verse benedizioni, al-
a Svetonio,riporlano vari esempi dell'an- cune processioni ,
gli esorcismi , ec. e le

tico uso,certamente non lodevole, anzi funzioni del Parroco[I^.), imperocchèco-


riprovevole abuso, di mutare col capo il me dissi a Pontificale libro, questo ri-

nome e l'epigrafe alle statue. Ma molti guarda le funzioni del vescovo, sebbene
più ne produsse mg.* Marini in unaeru- usa ancheil rituale, il quale è più proprio
dilissima nota alle Iscrizioni delle ville de'preti. Oltre quanto del rituale ripor-
e dei palazzi Albani. Nelle biografìe dei tai in tale articolo, qui aggiungerò, che

Papi, de'cardinali e di altri, di moltissi- fu detto anche Libellus officialis nel can.
mi ne descrivo l'effigie, così in altri artico- iS del concilio di Toledo, sebbene Macri
li dicendo di principi (quelli dell'antichi- creda che con lai vocabolo il concilioabbia
tà furono effigiati sotto la figura di qual- inteso indicare Breviario (^^), nel qua-
il

che deità e talora anche qualche privalo, le si contengono le Ore canoidche. Pare
egualmente le imperatrici si rappresen- che anticamente il libro rituale fosse di-
tarono sotto figure di dee) e personaggi verso da quello chiamato Sagranientario
illustri, eziandio de' ritraili collocati nei (/^.), si trova in quello di s. Gre-
perchè
loro monumenti sepolcrali.Leanliche pit- gorio non solamente la liturgia, ovvero
I

ture rappresentanti i ritratti de' romani le preghiere e le ceremonie della messa,

Pontefici, so«io monumenti che servirono ma altresì quelle con cui si amministra-
per meglio conoscerne la Cronologia ( V,), no molli sagrameiTti. In oggi le piimeso-
perciò in quell'articolo ed anche nel t. XII, no con tenute nel Messale (^.), le seconde
p.208 e 2 7 ragionai degli autori che ci
1 , formano l'oggetto principale del rituale.
hanno dati ritratti della serie de'Papi,
i Oltre il Rituale Romano, ch'è il fonda-
come di quella della Chiesa di s. Paolo mento di tutti gli altri, ve ne sono di pro-
fuori dellemura (f^.)j dipinta d'ordinedi pri alle diverse diocesi. Nell'articolo Li-
s. Leone I, s. Simmaco, Nicolò III e altri turgia o voi. XXXIX, p. 69 e seg., trat-
Papi, la quale essendo falalmente perita tai de'iibri liturgicijdegli scrittori antichi e
nell'incendio del 1828, per disposizione degli scrittori moderni delle cose liturgi-
del regnante Pio IX si sta rinnovando in che; degl'illustratori di particolari litur-
musaico, come notai nel voi. XLVII , p. gie, suoi editori, impugnatori e disserta-
78. A Giovanna Papessa finta feci pa- tori delle medesime. Sisto V nell'istilui-
rola della serie de'ritratti de'Papi, della re la celebre Congregazione de ss. riti,
calU'drale di Siena; altre ne esistono a Ma- l'incaricò di vigilare fra le altre cose a mi-
rino nel palazzo Colonna, in Oriolo nel- gliorare il Pontificale, Rituale G Ceremo'
RIT RTV 57
uiale Romano, da ristamparsi ove fosse teca degli scrittori che gli hanno spiega-
bisogno: in falli il doltissiiuo liturgico car- ti ed illustrati, con due diversi alfabeti,
dinal Giulio Antonio Santon'o fece una uno de'rilualisti cattolici, l'altro de'rilua-
nuova compilazione del Rituale Romauo^ listi Nel 1847 la celebre tipo-
eterodossi.
the così riformato faolo V a mezzo di grafìa romana della s. e. di Propaganda
altri cardinali e uomini dotti ed erudi- fide , intenta mai sempre a riprodurre i
ti nelle cose ecclesiastiche fece rettifica- libri che possono essere utili principal-
re e ampliare^ e poco dopo Io pubblicò mente agli ecclesiastici che nelle parti de-
con l'autorità della bolla AposlolicaeSe- gl'infedeli si adoperano nelle uìissioni,
dij de' 20 6 14> Bull. Roni. t. 5,
luglio 1 pubblicò : Rituale Rom annui Pauli V
par. 4» p. i5i. Questo Papa vi fece riu- Pont. Max. jussu editum^ et a Benedi'
nire lutle le ceremonie antiche prescrit- do XI F auctum et castigatum, in carat-
te dalla chiesa cattolica, comprendendo- teri rossi e neri. In questa esatta edizio-
vi i sauri e veri liti da usaisi nell'ara- ne vi fu inserito l'ordine del battesimo
ininistrazione de'nominati sagramenti e degli adulti, ed il rilodi supplire le ce-
nelle altre ecclesiastiche funzioni, e co- remonie pei fanciulli e pegli adulti, i qua-
mandò che si chiamasse Rituale Roma no ^ li ordine e rito negli antichi rituali era-
e che si osservasse da tulli per l'unifor- no solamente accennali. Parlando delle
mità delle ceremonie e de'riti. Dipoi Be- nazioni orienlali, notai i libri liturgici e
nedetto XIV lo fece ristampare corretto rituali, che ne'rispetlivi idiomi si trova-
eaccresciuto con questo titolo, di cui ab- no neir islessa tipografia ricchissima di
biamo ripetute tantecdizioni di Roma e caralleri d'ogni lingua. Si deve avvertire
di altri luoghi; Rituale Ronianuni Pauli di non usare il Rituale, con aggiunte di
J^ Pont. Max.jussu edituiii atquc.a Et- d. Pietro Lucatelli di Bergamo, le quali
nediclo XIV auctuni et casùgaliun. In furono proscritte dalla s. congregazione
quo^quac parochis ad administrationeni dell'indice, con decreto degli 1 1 gennaio
Sacramentoruni,benedictìones et couja- 1725.
raclìones necessaria ceasentur, accurate RI VAROL A Domenico, Crt/Y//Vzrt/e.Pa-
sunt posita. La bolla Quam ardenti stu- trizio genovese, che avendo avuto qual-
dioj de'25 marzo 1752, colla quale Be- che differenza con Orazio Spinola arcive-
nedetto XIV pubblicò il /?/7«^/ /e è ripor- scovo di Genova alquanto severo, rinun-
tata in ogni edizione. Abbiamo inoltre ziò il canonicato della metropolitana che
di Giuseppe Catalani, Romanuni
iRiV/m/e aveva ricevuto assai giovane, indi si por-
Benedictl Papae XIV jussu edituin et tò in Rotna dove per l'efiìcace interposi-
auctutn, perpetuis coninientariis exorna- zione dell'ambasciatore diFrancia, gli riu-
/A7«5Romaeiyoy. Baruffaldi, Coniintn- scì d'entrare nella corte del cardinal Bor-
tarius ad Rituale Romanuui Vencliis , ghese nipote di Paolo V, che quantunque
I 763. Si può vedere la Bibliotheca Ri- lo tollerasse suo malgrado, non ebbe ve-
tualis del Zaccaria che riporta il catalo- ramente mai motivo di lagnarsi di lui,

go degli antichi Rituali di tulle le chie- che non tralasciava di assisterlo con tulio
se orienlali ed occidentali, che divide in l'impegno. Insorto un emergente diificile

5 classi, cioè in Liturgici, in libri appar- al cardinale, volle necessità che un suo
tenenti alle ore canoniche ossia dell' uf- fimigliare ne dovesse trattare col Papa,
fizio divino^ in Rituali propriamente ta- onde a tal uopo fu scello il Rivarola, co-
li e quasi per eccellenza così chiamati, in me quello che malveduto dal padrone,
Pontificali, ed in Ceremoniali, che è qua n- e inconseguenza in disgrazia di tutta la
lo dire quasi un compilo trattato de' li- corte, nella speranza che per mezzo di ta-
bri rituali, poiché vi aggiunse la biblio- le odioso e spiacevole ufilzio potesse ve»
-,

58 R V I RIV
lìire in illspello allo stesso Pontefice. Ma va l'invasione d'Italia, per supplicarlo a
il successo porlo il contrario alle brame non turbar la pace con importuna guer-
degl* invidiosi suoi emuli e avversari, che ra. Benché seppe per istrada la morte del

da veri cortigiani si modellavano in quella re, proseguì il viaggio a Parigi, non es-

inesplicabile contrarietà che mostrava il sendone Ionia noche una giornata. Vi tro-
comune loro signore. Ammessoall'udien- vò gravemente infermo il nunzio Ubai-
ra pontificia, siccome Rivarola alla na- dini, per cui nesuppPi le veci, non senza

turale fìicondia ed eloquenza univa rara fatiche incredibili, per le turbolenze che
modestia e leggiadro aspetto, PaoloV non allora agitarono quella città, disimpe-
seppe negargli ciò che con tanta grazia a- gnandosi con tutta soddisfazione del Pa-
"veva perorato. A vendo pertanto contro la pa, che non si saziava di commendarne
comune aspettativa ottenuto l'intento, la la prudenza e la sagace industria. Torna-
corte del cardinale ne restò sbalordita e to in Roma, si accese un'orribile discor-
con aumento di rancore. Intanto dopo dia fra Rieti, e Cantalice castello del li-

di lui, essendo il cardinal Tonti entrato mitrofo regno di Napoli, minacciante di-
dal Papa, questo gli domandò conto del sordini e gravi conseguenze, onde vi fu
Rivarola, dicendo che lo reputava degno inviato Rivarola, che trovale le cose agli
d'essere impiegato a trattare co'principi, estremi e degenerate in aperta guerra
per aver rimarcato che sapeva molto be- ordinò che si aprissero le porte della cit-

ne esporrei suoi sentimenti, non solo col- tà, che tenevano chiuse e ben guarda-
si

la grazia della favella, ma ancora coire- te, e che si restituissero scambievolmen-


leganza e venustà della persona. Fu que- te i prigioni. In Rieti colla sua autorità,
sta l'epoca della fortuna del bersagliato saggezza, e attiva destrezza, rimossa su-
Rivarola, perchè il cardinale Borghese bito la cagione della rottura con Canta
cominciò a guardarlo di buon occhio, e lice,ad ambedue restituì la pace e la tran-

a distinguerlo sopra gli altri. Vacalo nel quillità, facendo ritorno in Roma con ge-
i6o8 il vescovato d'Aleria in Corsica, il neiale sorpresa per la rapidità del suo
cardinal Tonti avendone concepito gelo- operato. In premio di queste ed altre sue
sia, come pro datario e con pretesto d* o- egregie azioni. Paolo V a' i 1 6
7 agosto 1 i

norarlo,perallonlanarlo lo propose aPao- lo creò cardinale prete di Martino ai


s.

loV perchè glielo conferisse. Penetrò rac- Monti, e legato di Romagna, che in po-
certo Papa la mente del cardinale e lo chi mesi liberò affatto dai banditi e as-
scopo della sua simulata premura, onde sassini che miseramentela vessavano; per
alcuni credono che fu il principio di sua cui meritò di essere confermato nella lega-
disgiazia; laonde ordinando a Rivarola zione due altre volte nello stesso pontifica-
di accettare quella chiesa, volle però che to di Paolo V, che lo ricolmò in concistoro
restasse in Roma, ad onta ch'erasi allora disommelodi.Permortedi esso interven-
decretato a tutti i vescovi ivi dimoranti ne al conclave di Gregorio XV, da cui nel
di ritornare nelle loro diocesi, compresi 1622 fu fallo protettore de* camaldolesi,
quelli della corte del cardinal nipote, il concorrendo poi all' elezione d' Urbano
quale avendolo con assenso del Papa fat- Vili, del quale si mostrò impegnato pro-
to suo uditore, consolidò la sua perma- motore, e sotto di lui fu assai autorevole,
uenza in curia. Nel 1609 il Papa gU fe- pel credito grande che godeva. Dopo aver
ce rinunziare il vescovato, promovendolo riveduto i4 giorni appena dal
la patria,
ad arcivescovo di Nazaret, nel regno di suo ritorno in Roma, la morte lo balzò
Napoli, che non esigeva residenza; quin- nella tomba d'anni 52 nel 1627 e pieno
di lo spedi nunzio straordinario a Enri- di gloria. Fu tumulato in s. Maria della
co IV re di Francia, il quale minaccia Scala, e jjoi ti*asferilo iu s. Maria della
Kl V R V
1
59
Vittoria. In Ravenna esìste una pubbli- d'ordine del direttorio dal capitano Mon-
ca ebellissima iscrizione in lode del cardi- gen fu tolto dalla Certosa per condurlo
nale, e di quanto operò nel suo governo. a Parma (/^^.), il che effettuato lo con-
Fu fornito di tutte quelle doli cbe si ri- segnò a qtiel governo ducale con respon-
chiedono nel trattare e concludere aidui sabilità verso Francia. Ma essendo stali
e rilevanti affari, magnanimo e costante vinti i francesi dagli austriaci in più pun-
nelle cose difficili, e di grande esperienza ti, 16 marzo lungo l'Adige, dal ge-
cioè a
nelle cause del foro. Dopo il novennio di neral Rray, a Verona il 3o, e compiu*
sua legazione in Romagna, si applicò con lamente il 5 aprile dallo stesso Kray aU
gran fervore alla giurisprudenza, e fu ta- rìsola della Scala, fu costretto il francese
le il profitto che ne ricavò, che i di lui genera IScherer col suo esercito disfatto
voli nelle congregazioni erano tenuti lau- di retrocedere subita al Mincio, poi all'O-
to giusti e ben limati, che si credevano glio,ed in fine all'Adda. Per le quali vi-
opera altrui; ma ciò non è vero, dichia- cende venne premurosamente ordinato
randolo il suo celebie uditore Teodoro al capitano Mongen a' io aprile, che tras-
Amidenio, narrando che solo lo consul- portasse Pio VI a Torino, ad onta del-
tava pel parere, quindi colla propria pen- lagrave infermità del Papa, per essersi
na con eleganza e proprietà di termini, saputo che gli austriaci a spron battolo
con dottrina e erudizione, scriveva quan- si avvicinavano a Parma, per cui a' i4
to gli sembrava opportuno e conducente lo condusse via colla sola scorta di dodici
al merito della causa. finti somministrati dal governo parmen-
RIVAPiOLA Agostino, Cardinale, se, perciò censurato, mentre do >ea rima-
Nacque in Genova a*i4'i^arzo i 758 dal ner passivo, ed il ven. Pignattelli gesuita
marcheseNegrone,eMarianna della stirpe ne fece scrii al duca. Per Borgo
rimarchi
chiarissima de'Cambiasi, discendente dal s. Donnino, ove a delta scorta subentra-
precedente cardinale. Mandato da'suoi a rono 12 soldati francesi convalescenti, il
Roma nel rinomato collegio dementino, venerando esule giunse il i5 al collegio
vi passò alcuni anni ne'primi studi, don- Alberoni di Piacenza (F.)j(\onde Moli-
de uscito con amore si applicò alla giu- celi volle onninamente che proseguisse il
risprudenza ci vile e canonica, facendo lun •
viaggio, perchè d'olire Po si avanzava u-
go e utile esercizio presso diversi uditori di na colonna austriaca che pareva nel dì se-
rota e giureconsulti, in qualità di segreto guente volesse fare scorreria verso Pia-
odi discepolo. Indi Pio VI, cui poi diven- cenza, per impadronirsi di Pio VI e libe-
ne carissimo, lo nominò suo cameriere se- rarlo da'suoi crudeli nemici. Onde a' 16
greto soprannumerario, ed ammettendo- aprile col solo capitano, cui polsi unìuna
lo in prelatura nel 1793 lo destinò go- compagnia di ussari di sua nazione, il Pa-
vernatore di Sanseverino, da dove nonso- pa passò il Po, quando Mongen venuto in
lo venne obbligato rìpatriare quando i re- cognizione che in tal giorno il quartiere
pubblicani francesi nel 1797 occuparo- generale francese dovea essere trasferito
no le Marche, ma d'ordine del direttorio a Lodi, fece retrocedere a Piacenza il mal-
di Parigi fu esiliato da Genova. Frattanto menato Pontefice, i di cui famigliari si

i francesi avendo compita l'invasione di confermarono nella lieta speranza che tra
lutto lo slato pontificio , a* 20 febbraio poco sarebbe tolto dalle mani de'france-
1 798 detronizzarono Pio VI e qual pri- si. Invece per comando del general Selle-
gioniero lo condussero prima in Siena e rei-, immedialameule dovettero ripartire
poi nella Certosa di Firenze. Leggo nel diretti pel Piemonte, a fronte della con-
Baldassari, Relazione de patimenti di Pio dizione deplorabile di Pio VI, e ciò pel
P^Ijl. 4,p. 65 e seg. che 3*27 marzo 17 99 timore dell'imminente venuta degli au-
Go RI V RIV
siriaci, locchè aumentò le lusinghe degli zadel ducndi Parma, si presentaronoa lui

aftelluositliluifnmigliarijasegnochecorse per ossequio e per manifestarne l'inten-


voce a Vienna che il Papa era slato libera- zione; ne furono incoiaggiti e lodati, di-
to dagli austriaci; invece passata la Treb- cendo loro che sapeva essere giuntoli Pa-
bia, giunsero 17 a Castel s. Giovanni,
il pa a IJelgioioso (comune del Milanese, o-
il 18 a Voghei'a,quindia Tortona. Tulio ve prigioniero fu condotto Francesco Ire
questo racconto è ad onore del Rivarola, di Francia dopo la battaglia di Pavia)
come quello che presentatosi in Parma a di là dal Po, onde Giolfredi cogli uffizi ali

Pio VI, fu ben contento di prestargli suoi i austriaci conclusero non aver sufficien-
servigi, ed avendo nel suo animo grande ti forze per inoltrarsi tanto , desistendo
e divozione mirabile alla s. Sede, conce- con dolore dalla nobilissima impresa: fa-
pito il magnanimo disegno di liberare il talmente il buon duca ignorava che il
gran Pontefice dai suoi persecutori, non Papa era retroceduto a Piacenza. Morto
curando il rischio cui si esponeva nella Pio VI vittima di tante.soffiirenze in Va-
vita e ne'beni, e l'aspra vendetta che su lenza, nel dicembre 1799 in Venezia si
lui avrebbero preso francesi, se non riu-
i adunò il conclave pel successore, ed il pre-
sciva nel tentativo e questo da loro si fos- lato vi si recò, facendo qual protonotario
se conosciuto. A. tale efFetto e di concer- apostolico il servizio della custodia delle
to di Pio VI, a'i3 oprile sentendo in Par- ruote. L'eletto nel 1800 fu Pio VII, che
ma l'intimazione di Mongen e correndo poco dopo l'inviò per i.° delegato aposto-
voce che gli austriaci fossero assai vicini, lico in Perugia^ al quale articolo celebrai

andò tosto a Guastalla ed a Sacca nella quanto fece, onde una piazza ne porta il
lusinga di trovarvi il generale austriaco, nome, e che istituì il celebre manicomio.
e non rinvenuti nemmeno i tedeschi, la Sul finire del 1802 lo trasferì alla lega-
.sera si restituì dispiacenlissimo a Parma. zione di Macerata, ed a preside genera-
Tuttavolta fermo nel lodevole suo divi- le delle Marche. In ambedue le magistra-
samento, inviò l'onesto e coraggioso Giof- ture e in tempi lauto difficili rifulse la
fredi di sua fiducia in traccia degli au- sua integrità, giustizia , invincibile fer-
striaci, con lettera pel r.° generale impe- mezza d'animo, intelligenza e zelo, onde
riale che avesse per avventura incontra- tra que'popoli il suo nome è in onore e
lo, con eroico e toccante contenuto, per in benedizione. Occupando gl'imperiali
energicamente eccitarlo alla gloria di li- francesi le Marche nel 1808, nel i.° a-
berare e salvare un sommo Pontefice, di prile riunite al regno d'Italia, il prelato
cui avea tanto interesse il pio suo sovra- fu arrestato in Macerata nel maggio, e
no, che lentamente si avanzava da Pia- tradotto nella fortezza di Pesaro, da do-
cenza per Tortona. Baldassari riporta la. ve dopo 6 mesi a mano armata fu depor-
bella lettera a p. 76, ed io me ne astengo tato in Rimlni e vi restò sorvegliato 18
con pena pel ristretto spazio d'un cenno mesi, dopo i quali riparò inGenova. Ap-
biografico, avendone già passato limiti i pena nel i8i4 apprese che la schiavitù
pel narrato, anche per mettere in chiaro di Pio VII era terminata e che si resti-

questo punto storico. Giofìredi realmente tuiva alla sua sede, nel declinar di marzo
s'incontrò in un bravo generale austriaco volò a Piacenza, a fare il suo affettuoso
(forse il valoroso Klenau), che Ietta la let- omaggio e ponendosi a disposizione del
tera con religiosa commozione, gli affidò Papa, che seguì a Cesena di lui patria.
un grosso distaccamento di cavalli perla Tvi Pio VII lo scelse a suo delegato apo-
liberazione del capo augusto della Chiesa. stolico per riprendere nel suo nome in
Giunto GiofTredi e comandanti, proba-
i Roma la consegna della città e le redini

bilmente il 16 aprile, a Colorno residen- del governo per ripristinarlo pontificio,


-

RIV RIV 61
dichiarandolo presidenle della commis- a vantaggio del ben essere de'ravennali
sione di stato fino al suo ingresso nella ede'romagnolijCui lasciò monumenti du-
capitale. L'energico prelato si recò subi- revoli ad utilità del commercio, del pub-
Roma,vi giunse a' o maggio, die im-
to in i blico e privalo interesse, e della rinoma-
mediatamente termine al governo prov- ta accademia provinciale che per lui eb-
•visorio de'napoletani, e nel dì seguente be vita e incremento. Tra leallre opere
ricevettedaloro la città; diede tutte le di- di beneficenzache il cardinale fece a Ra-
sposizioni governative e fece innalzare sul venna, introdusse il lavoro d'una strada
Castel s. Angelo gli stendardi pontificii e più breve per terra a quel Porto, che fu
della romana chiesa, come notai in diversi poi compila dai successori; e fece costrui-
luoghi, aRoMAene'vol.XX,p.22,XXXV, re un pubblico lavatoio coperto a bene-
p. 186. Ivi dissi che annunziò ai sudditi ficio delle povere lavandaie, che prima
la sua qualifica, il ripristinalo legirae di lavavano ne'fiumi e ne'fossi.esposleal so-
Pio VII, la sua prossima venuta in Ro- le, al vento, alla pioggia. Essendo morto
ma ; cpjanlo fece e dispose per rendere nel marzo 1826 il cardinal Sanseverino
splendidissimo il trionfale solenne ingres- legalo di Forlì, il Papa gliene afìldò con-

so delmedesimo, che formalmente incon- temporaneamente il governo, trasferen-


trò con delta commissione di stalo. Nel dolo nell'islesso anno alla diaconia della
seguente anno per la precaria invasione Chiesa di s. Maria ad3Iartfres[P\),c\m
delle Marche, e minaccioso conlegno di il cardinale beneficò al modo che descris-
Murai re di Napoli {V,), Pio {F.) FU si in quell'articolo. Ma il valore e l'intre-
si assentò da Roma dal 11 marzo al pidezza di questo es mio porporato
7 giu- ri-
gno, nel qual tempo lasciò al governa splendettero anche nel triste avvenimen-
mento di Roma e delle provincie una to diRavenna, ove già lo narrai. Aggiun-
giunta di stato, di cui fece segietarioRi- gerò col eh. annalista Coppi, che Leone
varola con volo decisivo. Finalmente per XII volendo potentemente rimediare ai
volerlo vicino a se, nel vacare la cospicua progressi de' Cfif/i>'0/2<7n(/^^) nelle legazio-

carica di Maggiordomo [F.)^ gliela con- ni, calle villime che si sagrificavanoper
ferì agli 8 marzo 1 8 6 1 a beneficio (\q Pa- vendelle politiche, le quali giunsero a cir-

lazzi apostolici e della Famiglia ponti ca 3o, nello spedire il cardinale a Raven-
fi'
quanto decorosamente operò nel
eia, per na gli attribuì nel politico amplissima
breve tempo che con tanta dignità la fun- giurisdizione sulle 4 legazioni e sulle pro-
se, per non cedere alle pretensioni del po- vincie d'Urbino e Pesaro, con autorità
lente segretario di stalo cardinal Consal- di stabilire una commissione consultiva
vi, per cui il L^apa ne premiò gli eminenti per giudicare economicamente le cause

servigi resi alia s. Sede il ottobre 1817
i e specialoienle quelle di polizia. 11 car-
con crearlo cardinal diacono di s. Agata dinale pubblicò vari rigorosi ordini per
alla Suburra. Nel 1823 intervenne al con- prevenire i delitti, fece carcerare molli in-
clave per morie di Pio VII, ed elezione dividui d'ogni condizione, ed inleso il pa-
di Leone XII, il quale nel 1824 pel gran rere de'4 giudici da lui nominati, nel 1 825
conio che ne faceva lo elesse legato «/tìifc- con una sola sentenza ne giudicò som-
re della città e provincia di Ravenna (f^.)^ mariamenle 5 4, compresi 7 condannali
1

con pieni poteri e facoltà che furono det- a morte; ma niuno fece perire, molti gra-
te Leonine^ per la diflicili.ssima condizio- ziò, ad altri diminuì o conjmulò la pena,
ne de'lerjpi che reclamavano un porpo- ed allefamigliede'condannali alla galera
rato attivo ed energico per eccellenza, assegnò pensioni, dicendo che qual giu-
per quanto narrai in quell'articolo cele- dice a vea dovuto esser rigoroso, come pre-
brandone 1' operosità e le benemerenze side e cardinale amava praticare la eie-
02 R V 1 RIV
menzn. Nondimeno pel complesso delle l'esecuzione : ma-
o Tivoli parlerò della
ciicoslanze, amicizie e parentele, si eccitò gnifica medaglia monumentale fatta in-
malcontento. In Forlì un garzone d'oste- cidere dal cardi naie a memoria della gran-
ria stabilì di ucciderlo, in Ravenna co- de operazione; la riedificazione del san-
spirarono contro di lui egualmente per luario della Porziuncola fu celebrata an-
insidiargli la vita 5 individui deirinflma che con medaglia dall'incisore Giuseppe
classe e in diversi modi, unode'quali gli Corbara,col prospetto del rinnovato tem-
sparò contro una pistola senza nuocergli, pio, e l'epigiafe che fa la storia de* suoi

ma gravemente un canonico che gli


ferì guasti e ricostruzione, essendo stata de-
sedeva accosto in carrozza. Allora Leone scritta nel l. 3, p. ^56 da Pao-
Saggiatore
XII spedì nelle legazioni una commissio- lo Mazio. Inoltre Gregorio XVI, quando
ne speciale presieduta da mg.' Inverni- già il cardinale era divenuto ^r/ore del-
zi, per punire tanto enorme attentato e l'ordine de'diaconi, lo dichiarò propre-
altri delitti settari, ed il cardinale dopo fetto della congregazione del concilio, e
di aver ricevuto pubbliclie dimostrazio- prefetto di quella del buon governo, nella
ni della generale indignazione, partì per quale qualifica il Popa gli aflìdò la dire-
Genova. Si legge ne'n.i ^i e ^2 del Dia' zione suprema della riedificazionedel ce-
rio di Roma 1 828 il Irasunlo della sen •
lebre tem[)io di s. Venanzio in Camerino
tenza pronunciala per sì esecrabile ten- (/^.), e l'edificazione della maestosa chie-
tativo, per la quale 5 subirono il suppli- s,i del ss. Salvatore in Tenacina (/^^.).

zio della forca, quali autori dell'attenta- Fu provvido, instancabile e zelantissimo


to. Tornato in Roma il cardinale e prima visitatore apostolico degli ospedali di Pe-
che si eseguisse la sentenza, scrisse suc- rugia, della b. Lucia di Narni (ove rice-

cessivamente due fogli ragionali al Papa, vè Gregorio XVI nel suo viaggio ai san-
nobili, generosi e crisliani, in cui gli chie- tuari di Loreto, e della Porziuncola ove
deva la grazia della vita de'rei, con le più pure ebbe il contento di goderlo), di s.

forti ragioni di carità evangelica e di pru- Francesco d'Asisi di Todi e della Conso-
dente politica, rilevando il buon edello lazione di tal città; non che amorevole
che avrebbe prodotto un tal alto di cle- protettore efficace degli ordini de'cassi-
menza in favore della s. Sede e della re- nesi, vallombrosani, agostiniani, cappuc-
ligione nostra santissima che sa perdona- cini, e della penitenza; delle maestre pie,
le eroicamente. Leone XU lodò l'atto e di 3 monasteri, di 5 capitoli collegiali e
il bel cuore del cardinale, ma volle che cattedrali, di 5 confraternite oltre quella
la giustizia avesse il suo corso, fl^ ter/ o- dell'ospedale di s. Gio. Battista de'geno-
rcz/Zj e per prevenire altri delitti. Indi lo vesi, ed altri pii istituti; come pure delle
fece prefello della congregazione delle ac- città vescovili d'Asisi, Perugia, Recanali,
que, paludi pontine e chiane; fu poscia Cingoli, Anagni, Tivoli, Todi, Terni, Pa-
ai conclavi per le elezioni di Pio Vili e lestrina, Città di Castello, di Norcia e di
Gregorio XVL Quest'ultimo, grande e- altri 12 luoghi. Sommamente apprezza-
slimalore del cardinale, con meraviglio- to e in molto favore di Carlo Alberto re
so successo gli aflìdò ardue imprese; la- di Sardegna, ne fu decorato del gran cor-
li furono il memorabile traforo del monte done e gran croce dell'ordine de'ss. Mau-
Catillo e cunicoli di Tivoli (F.)^ e la ma- rizio e Lazzaro. Nel favellare fu arguto
gnifica riedificazione del sontuoso lem- e faceto, nel conversare piacevole e alfa-
pio della Porziuncola (^.), ne'quali luo- bile. Per natura fu inclinato il suo viva-
ghi il Papa si recò di persona ad ammi- ce ingegno e quadratura di mente a cose
rarne i risultati, ricolmandolo di pubblici grandi, nobilmente generoso, caritatevo-
e solenni elogi, anche per la celerità del- le in modo che fu il padre dc'poveri, il ri-

RI V Ili V 63
fugio delle vedove e de'pupilli, sollevan- Per l'universale cordoglio che destò sì de-
do varie volle gli oppressi, che difese vi- j)lorata perdita, in molte città e luoghi
lilaiente colla sua autorevole prolezione. furono celebrate pompose esequie; ne ri-
Edificante nella soda pietà, ebbe singo- corderò alcune. Nel n° 47 àeWe Notizie
iar divozione per la B. Vergine Addolo- del giorno iS^i2 si legge la descrizione di
rala, che appellava sua cara iiuidre^ià- quelle decorose falle nel santuario di s.

cendone incidere l'efiìgie in un bel rame. Maria degli Angeli della Porziuncolaper 3
Nel voi. XLIV,p. 72,lodissi zelante pro- giorni. Nel n." 6 del Diario di Roma 8431

pagatore della Medaglia miracolosa. ì!ie- si riportano i funerali celebrali in Ca-


gli ultimi due anni di sua vila,de'quali merino dal capitolo S.Venanzio nella
di
ne visse quasi 85, gli fumal ferma la sa- chiesa della ss. Annunziata, con musica,
nità, la quale fu di molto alterala negli eleganti epigrafi e recita di commovente
ullimi 4 mesi da affezione asmatica; laon- discorso in lode dell'illustre defunto, pro-
de Gregorio XVI per ulterioredimostra- nunzialo dal can. d. Lorenzo de'contiCar-
zione luminosa di slima e di amore,si re- sidonj. Finalmente nel n." 3 delle Notizie
cò a visitarlo e consolarlo nelle sue mo- del giorno i843, con parole onorevolis-
destissime stanze nel convento dei servili sime si dice, come la città di Bertinoro,
in s. Marcello. Mi gode l'animo di qui di- con ì'inlervenlo del vescovo e della ma-
chiarare, che r amplissimo porporato in gistratura, nella cattedrale rese tributo
tale occasione ebbe la singoiar degnazio- di grato animo e venerazione al già suo
ne di ricercarmi e volermi vedere, per cardinal protettore.
quella benigna amorevolezza colla quale RIVELAZIONE, ;?e(^e/^ft'o. Conoscen-
mi onorava, e che suggellò col dono di za delle cose future o nascoste che Dio
un anello per sua preziosa memoria. Do- ha concesso a'suoiPro/^//(/^.),a'suoi iSdf/i-
po aver sopportalo con pazienza e rasse- ti (/^.), ed alla sua Chiesa (^.). Si dice
gnazione, la lunga e penosa inalatlia, in- anche rivelazione, quella che si fa in se-

fermò gravemente, e munito de'conforli guito alla pubblicazione d'un Monitorio


di nostra s. religione, rese l'anima a Dio (J^.)' Il dotto vescovo Bronzuoli, nelle I-

inRomaa'y novembre 1842, con quiete stiluzioni cattoliche _,


che ora hanno me-
d'animo e serenità di volto. Nella conti- ritato altra edizione,parlando de' preli-
gua chiesa di s. Marcello, cui lasciò copio- minari attenenti che
alla /^tWe (/"^.), dice
so legalo, si celebrò il solenne funerale, la necessità d'una rivelazione divina, che
in cui pontificò la messa il cardinal Bar- istruisse gli uomini della natura di Dio
berini, ed ivi restò tumulato nell'umile (/^.),del cullo che gli è dovuto, dello sta-
luogoda lui preparatosi in vita, con sem- lo dell'uomo, de'suoi doveri e del suo ul-
plice marmorea iscrizione [Divoti della timo fine,deduce dalla debolezza ab-
si

chiesa purgante pregate per l'anima ec.) bastanza nota nella umana ragione e dui
ovanti ed a'piedi di Colei ch'egli si ebbe vizi nefandi, in cui per principii sono ca-
in vita a proleltrice e madre, come si e- dute le genti , che furono dalla ragione
sprime S. P. (probabilmente il suo de- solamente guidale rapporto al culto ed ai
gno segretario mg." Scipione Perilli), nel- costumi. Da questi molivi dedussero tal
la bella necrologia, che pubblicò nel Sup- necessità anche gli slessi gentili. Consi-
plimento al n." 95 del Diario di Roma derando distintamente i caratteri della
1842. Nella cattedrale di Tivoli gli fu- dollrina della Religione (F!) cristiana cat-
rono celebrate solenni esequie con Elo- tolica, ogni uomo di buon senso ad evi-
gio funebre del can. d. Giovanni Polini denza conosce, ed è dalla ragione forza-
che pubblicò colle stampe, ed una 2.' edi to a confessare, eh' ella è assolutamente
zione ne fu eseguita nel 1
844 >n Foligno. divina, ed è quella per conseguenza, eoa

64 RI V RIV
l«i qunlc Iddio ha provveduto nlla neccs- Dio non avrebbe provveduto alla neccs-,
silà in cui orano gli uomini di essere da sita in che si trovavano gli uomini, di sua
luiammaeslrali. 1 caratteri della dotlri- dottrina, se nel tempo medesimo non a-
iia professata da delta religione sono i vesse stabilita e indicata un'autorità viva
seguenti. L' eccellenza sublime dei suoi e infallibile della Chiesa (/^), cui com-
dommijia purezza esimia di sua morale. petesse il distinguere la vera sua dottri-

La rapida ed eslesa sua propagazione av- na, precisare con sicurezza il senso delie
venuta con mezzi meno alti, anzi, se-
i sue parole, terminare inappellabilmente
condo le umane vedute, più contrari al i le contro versie,che dall'orgoglio delle pas-
successeli cangiamento portentoso ch'el- sioni, o dalla falsità degli umani giudizi!
la produsse degli umaiìi costumi , nelle fossero suscitate. Non ostante raulorità
persone d' ogni ceto ed età. L' immenso vivaeinfallibiledella Chiesa, nella dottri-
numero de'martiri d*ognietà,ses8oecon- na da Dio rivelata restano sempre i Tlii-

dizione che V hanno col proprio sangue .9/en(/^.),qnelle verità cioè impenetrabili e
difesa. Le profezie in essa contenute, ed incomprensibili dall'umano intendimen-
avverate con tanta precisione. I miraco- to. 1 Z)eiV//(/^.) in generale sono d'opinio-
li co 'quali Dio, ch'è il solo che può ope- ne che non vi sia stata mai una vera rivela-
rarli, volle in diversi tempi pubblicamen- zionedivina,cheDio digli uomini non esi

te accreditarla. Il prodigio forse maggio- gè altra religione, se non quella ch'eglino


re d'ogni prodigio, quello che da ciascun stessi possono immaginare. Vedi Bcrgier,

ragionevole attualmente vivente di leg- Diz. e;zc/W., all'articolo lìi^elazione.U'ab.


gieri può rilevare, l'essersi cioè per tan-
si Federico Odoardo Chassay pubblicò aPa-
ti secoli conservata senza minima altera- rigi nel 1847: Il Cristo d'Evangelo, i-
rione, non ostante continui e formida-
i storìa critica de sistemi razionalisti con-
bili sforzi, in ogni tempo^ e da persone temporanei sulle origini della rivelazio-
d'ogni potere adoprali per estinguerla, ne cristiana. Poiché il Razionalismo {F.)
o almeno per alterarla. Per quanto cia- d'oggidì ha attaccato direttamente le o-
scuno di questi caratteri abbia da se una rigini della rivelazione cristiana , avvisò
foiza invincibile per imprimere nella dot- il detto sacerdote di fare una storia cri-
trina professata dalla religione cristiana tica di tali assalti dati alla Chiesa, colla
cattolica un contrassegno di divinità, si quale svolge i sistemi e li combalte colle
deduce dall'evidenza di fatto, che questa più gravi autorità: ili.° voi. discorredel
dottrina sia assolutamente rivelata daDio, Razionalismo di Francia^ il 2.° del Ra-
dal conoscere che non solo ciascuno di zionalismo d'Jlemagna, ec.
essi è veramente proprio di lei, ma che RlVERAo RIVIERA Domenico, Car-
inlei esclusivamente si trovano tutti in- dinale. Nacque nobilmente in Urbino ai

sieme riuniti, come tanti celebri scrittori 3 dicembre 1671, da Gio. Carlo (gonfa-
col maggior valore e con tutta chiarezza loniere della città, profondo giureconsul-
lianno vittoriosamente dimostrato. La to,oratore e poeta, e promotore della lau-
Dottrina cristiana (F.) rivelata da Dio, rea che ivi prese Albani poi Clemente XF,
per questo appunto perchè divina, deve alla cui famiglia apparteneva con vincoli
spesse volle riuscire oscura, e di granlun* di sangue) e Cinzia Fazzini, signori am-
ga superiore alle deboli forze deiruraano bedue di splendido legnaggio. Gli ante-
intellello, e specialmente della moltitu- nati del padre derivavano dai de Ribera
dine, che per pochezza di mente, per di- della Spagna, e^daide Rivieredi Francia,
fetto di educazione, per mancanza di mez- fioriti in ogni maniera di virtù e di di-
zi atti a migliorare la facoltà intellettiva, gnità. Fin dal i562 erano fregiati della
vive nella più fìtta ignoranza. Il perchè nobiltà romana, mantenendo nobiltà an-
,,

RIV RI V 65
lìca e illirstre in Aquila, come discenden- Romagna, fece ricostruire solidissimi ar-
ti da un ramo de'potenti conti de'Marsi, gini per impedire gli sbocchi, perlaquale
donde Luigi avo di Domenico si liasferi opera pubblicò erudita ed utile disserta-
in Urbino, ove fermò il domicilio e otten- zione. Per leChiane, quale plenipotenzia-
ne il patriziato. Allevato ne' buoni studi rio pontificio, trattò con quello del gran-
e nella pietà, proseguì nel collegio di
li duca di Toscana, e gli riuscì di elimina-
s. Francesco Saverio de* gesuiti di Bolo- re le contese e le cagioni degl'inondamen-
gna. Ripatriando nell'età dii8 anni, pre- ti de'campi romani. Con aumento di ri-
se la laurea dottorale nel gius civile e ca- putazione intervenne al conclave che si
nonico, indi passando in Roma per eser- convocò per morte di ClementeXIjin qua-
citarsi inogni genere di studi, die ono- lità di segretario, nel quale geloso inca-
revole sperimento. Avendo recitato con rico si diportò con tanta lode e valore
gran spiri to un'elegante orazione alla pre- che superò di gran lunga tutti que'pre-
senza d'I nnocenzoXI le de'cardinali, mos- Iati che l'aveano preceduto. Il perchè l'e-

se il Papa a nominarlo coadiutore del dot- letto Innocenzo XIII lo avanzò alla ca-
tissimo urbinate mg.^' Raflfaele Fabretti rica di segretario della cifra , valendosi
custode o prefetto dell'archivio di Castel de'suoi consigli nel di lui breve pontifica-
s. Angelo, cui successe nel 1700. Nel me- to. Quindi ebbe la principal parte ne'gran-
desimo anno eletto Clemente XI suo at- di affari che si trattarono in quell'epoca,
tinente, fu per suo ordine occupato nel- come due Sicilie a Car-
l'investitura delle
la difesa de'diritti della s. Sede, e con suc- lo VI imperatore, e Co-
la restituzione di

cesso in importantissimi affari, poiché nel macchio, che per morte del Papa si effet-
1707 lo inviò al celebre principe Euge- tuò nel successore Benedetto XIII. Con-
nio di Savoia, supremo duce delle arma- tinuando con destrezza e zelo il maneggio
te imperiali, riuscendogli di far evacua- di cose pubbliche, Clemente XII apprez-
re il Bolognese e il Ferrarese dalle sue zando sopra ogni altro il suo distinto me-
truppe; indi lo spedì a Vittorio Amadeo rito, lo elesse segretario di consulta, e fi-

li duca di Savoia poi re di Sardegna, ed nalmente premiò le tante sue fatiche a'2
ai duchi di Parma e di Modena, con sod- marzo 1733, in cui come riporta Novaes
disfazione di tali principi e del Papa. Que- per nomina di Giacomo III re cattolico
sti al suo ritorno in Roma gli conferì un d'Inghilterra, al quale ClementeXI nea-
canonicato in s. Maria in Via Lata, edo- vea dato il privilegio a similitudine degli
po breve tempo Va-
altro nella basilica altri sovrani che lo godono, lo creò cardi-
ticana. Successivamente lo fece suo came- nale prete del titolo de'ss. Quirico e Giu-
riere segreto e prelato, segretario del sa- Iitta,poi cambiato in quello de'ss.XIIApo-
gro collegio e delle lettere latine, pei lu- stoli; ascrivendolo alle congregazioni del
minosi saggi che avea dato in prudenza concilio, propaganda, vescovi e regolari,
e dottrina. Nel i 7 1 6 dichiarato segretario consulta e altre molte; colle protettorie
della congregazione dell'acque, gli si aprì del regno e collegio di Scozia, della re-
altro campo per dimostrare la sua intel- pubblica di s. Marino, della provincia del-

ligenza e operosità, dovendosi laboriosa- la Marcaj del collegio e nazione picena


mente dedicare all' antica controversia de*celestini e di due uni versila artistiche.
delle Chiane, che recavano colle loro pie- Ricusò costantemente la legazione di Ra-
ne immensi danni alle campagne roma- venna offertagli da Clemente XII, ed in-
ne; come ancora per ritenere nel loro al- vece nel 1737 accettò la prefettura del
veo acque del Po ch'erano in procin-
le buon governo, dove oltre all' essersi di-
to di rompere gli argini sul Reno, laon- stinto per la rara sua prudenza d'ingegno
de mandato perciò visitatore apostolico in nel discernere, e prontezza nell'eseguire,
VOL. Lvm. 5
,

66 RIV ROB
mostrò In cognizione grande e Tamore clic ne di Vitlorito, e Cesare cav. gerosolimi-
avrà per le scienze e per le letlere, non tano.
a vendo altra propensionecbe quella (li go- RIVO Vincenzo Valentino , Cardi-
dere r amicizia degli uomini pih eruditi nale. Nacque in Valenza di Spagna, lau-
del suo tempo, e fra gli altri del marchese reato dottore in legge canonica abbate ,

Scipione Maffei, che confessa di aver a- benedettino di s. Monserrato,


Maria di
vuto neir acquisto del buon gusto allo mentre si trovava ambasciatore di Marti-
studio delle scienzea duce e guida il cardi- no re di Aragona presso Gregorio XI f,
nale, ed il Brenkmanno riconobbe altret- questi a'9 maggio 1408 in Lucca lo creò
tanto; mentre mecenate di mg.*^
fu caldo cardinale pretedi s. Anastasia, onore che

Carlo MaielIo,edi molli altri uomini dot- poco godette, essendo morto dopo 27 o
ti e virtuosi. Benedetto XIV, il cui nome 28 mesi neli4io.
è elogio, l'ammirò e l'amò assai, altret- RIVOLTELLA A^jìizzo^EyCardìnale.
tanto fecero Giacomo III e il suo figlio Nobile milanese, meritòche Adriano IV
cardinal Yorck, quali giovò in ogni ma-
i nel dicembre 155 lo creasse cardinale
1

niera, ed assistette di sapienti consigli diaconodi s. Teodoro, indi lo destinò ret-


nejl'amicizia intrinseca che tra loro pas- tore della città di Benevento, e legalo in
sava. Profondo nella scienza del diritto e Lombardia insieme col cardinal Ottone
di pubblica economia, coltivò l'amena da Brescia, per comporre le differenze na-
letteratura in cui lasciò di verse opere, so- te tra'cittadini di Lodi e que'di Milano,
lo essendosi pubblicatala vita del suo ce- e confermarli nella divozione della chie-
lebre concittadino Fabretli. Alla fine pie- sa romana. Dipoi Alessandro III lo scel-

no menti, e dopo avercontribuifocol


di se alla legazione di Costantinopoli, insie-
suo suffragio all'esaltazione di Benedetto me col vescovo di Tivoli, all'imperatore
XiV,mori in Roma
io novembre 752
a* i Emanuele Comneno per fargli conosce-
d'anni 81, e fu sepolto nella sua chiesa re la sua assunzione al pontificato, e lo
titolare, dove viventeerasi apparecchiala scisma che lacerava la Chiesa sostenuto
la modesta tomba, con semplice e breve dall'antipapa Vittore V, quindi per in-
iscrizione. Quantunque il temperamento durlo alla sua ubbidienza e divozione. Di
Io inclinasse all'iracondia, seppe colla vir- quanta virtù fossero i legali, ben lo diede
tù dominarlo a segno, che nelle circostan- a conoscere il felicissimo esito della loro
ze più critiche e provocatrici, non dava missione, perchè l'augusto greco, e con
segno né di turbazione, ne di sdegno, mo- lui tutto roriente,riconobberoAlessandro
strando sempre imperturbabile tranquil- III per legittimo Papa. Dopo aver con-
lità. Ne celebrarono le gesta i biografi dei corso alle elezioni di Alessandro III, Lucio
cardinali, ed anche Ferdinando Ranalli, III ed Urbano III, e confermato colla. sua
il quale rileva, che il cardinale fu Tnlti- soscrizione le loro bolle e quelle d'Adria-
mo germoglio dell'illustre ramo de' Ri- no IV, in età assai avanzata passò a mi-
vera d'Urbino, due esistendone an-
altri glior vita nel i 186.
cora, l'uno in Napoli per la marchesa Lu- ROABAN. Sede vescovile de'giacobi-
crezia Ri vera , consorte del benemerilo ti, nella diocesi d'Antiochia, nell'Eufrate-
marchese Giovanni d'Andrea, già mini- sa. Riporta 2 vescovi VOriens chr. t. 2,
stro segretario di stalo per le finanze e p. i5i6.
affari ecclesiastici del re delle due Sicilie ROANO. /^. RoHAN e RoùEN.
e hall gerosolimilanOj e madre del viven- ROBERTI Ademaro o Adimaro, Car^
te cardinale Girolamo di cui parlai a Me- dìnale. Dell'illustre famiglia de* visconti
litene, nel voi. LUI, p. 2i3 ealtroveje di s. Gallo nell'Aquitania, dottore in leg-

r altro in Aquila ne' fratelli Luigi baro- gi , notaro protonotaro della s. Sede
ROB . KOB 67
uditore di rota secondo Cantaìmajo, ed soldati ch'egli aveva guadagnato a Gesù
uditore del cardinal Mothe nipote di Cle- Cristo, quali chiama vansi Roberto eDal-
i

mente VI, questi a*20 dicembre 1342 Io mazio. I tre servi di Dio fecero la loro di-
creò cardinale prete di s. Anastasia, ve- mora presso nna chiesa demolita, procac-
scovo di Parigi e poi di Auxerre, non es- ciandosi il vitto col lavoro delle proprie
sendo vero che lo fosse di quelle chiese mani. La fama delle loro virtù trasse in
che gli attribuisce Marchesi. Avendogli breve tempo presso di essi un gran nu-
inoltre il Papa conferito pingui benefìzi mero di persone, e co'soccorsi che ven-
in Inghilterra, tro\ò gran resistenza nel nero loro offerti edificarono il celebre mo •

re Odoardo III, e nel vescovo d'Oxford, nastero conosciuto sotto il nome di Chai-
nella cui diocesi erano gran parte di tali se-Dìeiif il quale divenne poi il capoluo-
prebende, oltre quella ricchissima nell'ar- go di una numerosa congregazione, che
cidiocesi di Yorck. Clemente VI lo richie- fu unita a quella di s. Mauro nel i64o.
se con altri cardinali del suo volo per la S. Roberto fece osservare ai suoi disce-
canonizzazione di s. Ivo, e lo assegnò per poli la regola di s. Benedetto, e n'ebbe
giudice nella causa che verteva tra il car- sotto la sua condotta circa 3oo. Morì li

dinal Poggelto legato di Bologna, ed i bo- 17 aprile 1067, e non fu seppellito che
lognesi, per gì' insulti a lui folti, i quali a'24 dello stesso mese, ch'è il giorno in
nondimeno lo rifiutarono. Nel i346 gli cui la Chiesa celebra la sua festa.
fu commessa la compilazione del proces- ROBERTO (s.), abbate di New-Min-
so contro Francesco Ordelaffi dominan- ster in Inghilterra. Nacque nella contea
te di Forlì, pei sospetti d'eresia. Morì in diYorck, e fino dalla sua fanciullezza si
Avignone neh 352 o nel i353, ed ebbe mostrò inchinevole alle occupazioni gra-
sepoltura nella certosa di Villanova. vi, alla preghiera e alla lettura dei libri
ROBEE.TO (s), fondatore del mona- di devozione. Compiti gli sLudi, fu ordi-
stero della Chaise-Dieu in Alvergna. Era nato prete, e incaricato del governo di
della famiglia di s. Giraldo barone d'Au- una parrocchia nella sua diocesi, alla qua-
rillac. Si formò alle scienze e alla virtii le rinunziò poco dopo per entrare nella
nellacomunità degli ecclesiastici di s.Giu- religione de'benedettini di Nostra Donna
liano da Brioude; e ricevuta la tonsura di Yorck. Unitosi a Riccardo priore di

clericale, fu fatto canonico, poscia teso- questa casa, e ad altri 12 religiosi, che
riere di quella'chiesa. Pieno di tenerezza desideravano di osservare la regola secon-
verso i poveri ammalati, ai quali presla- do la sua primitiva austerità, lasciarono
va ogni soccorso possibile, curando spes- il monastero colla permissione del loro

so le loro piaghe, fece fabbricare per essi abbate, e dopo molte difficoltà ed immen-
uno spedale a Brioude; e zelante del pari se fntiche fondarono la celebre abbazia
per la decenza del culto divino, fece re- delle Fontane, nella valle di Scheldala,
staurare ben 5o chiese. Deliberato di U- che col borgo di Sutton era stata loro da-
sciare il secolo, erasi ritirato nell' abba- ta dal pio Turstano arcivescovo di Yorck.
ila di Cluny; ma
popolo di Brioude
il Questo novello istituto fu per tutto l'or-
l'obbligò a ritornare alla chiesa di s. Giu- dine un modellodi mortificazione, di fer-
liano. R.oberto andò nop molto dopo in vore, di amore alla fatica e di zelo per le
pellegrinaggioaRoma per visitare le tom- austerità della penitenza. Roberto emer-
be de'principi degli apostoli; poscia fece geva sopra i fratelli colla sua pietà: tutti
un altro pellegrinaggio a Nostra Donna avea lo sguardo rivolto a lui, e lo pren-
del Puy Finalmente si ritirò
nel Velay. devano a norma in tutte quante le loro
dal consorzio degli uomini in una solitu- azioni. Ranulfo di Merley barone diMor-
dine lontana 5 leghe da Brioude, con due pelh, visitando il monastero delle Fon ta-
68 ROB ROB
De 5 anni dopo la sua fondazione, riina- mitnre Giovanni che fu sottoposto alla
s.

se sj edificalo dalla vita di quelli che lo B. Vergine qual figlio per destinazione ,

abitavano, che domandati ed ottenuti al- di Gesù Cristo. Il b. Roberto morì in età
cuni di quei religiosi, fece edificare per di 70 anni, nel monastero di Orsano nel
essi nel 187 il monastero di New Min*
1 Berry, li 25febbraioi i 1 6, ed ilsuo corpo
sler, presso Morpelh, nella contea diNor- venne portato a FontEvrault. Nel 644 1

thumberland, del quale Roberto fu il i.** ilvescovo di Poitiers esaminò molti mi-
abbate. Elevato in dignità, si studiò sem» racoli operati per la di lui intercessione.
pre più di servire di esempio a'suoi fra- Fih onorato dopo la sua morte col titolo di
telli colle sue virtù. Fu favorito del dono beato, e celebrasi la sua festa nel giorno
di profezia e di quello de'miracoli ; fon- 24 febbraio, non avendo però un oiBcio
dò un monastero a Pipinella ossia Riva* particolare.
bella nella contea di Norlhamplonj e mo- ROBERTO (s.), vescovo di Salisbur-
rì il
7 giugno I iSq. Ditersi miracoli au- go, f^. RUPERTO (s.).

tenticarono la sua santità, ed è nomina- ROBERTO (s), abbate dì Molesmee


to in detto giorno nel martirologio ro- fondatore dell'ordine di Citeaux o Cistel-
mano. lo. /^. ClSTERCIENSI.
ROBERTO d'Arbrisselies (il b.), i- ROBERTO, Cardinale. Tra'cardina-
slitutore della congregazione di Font-E* li da Alessandro li deli 061
creati vi fu
vrault. Natoin Arbrisselles,TÌllaggio della questi, diacono di s. Teodoro.
diocesi di Rennes, fu educato nella pietà ROBERTO, Cardinale. Di Parigi o
da'suoi genitori, quali erano forniti più
i Pasiense, come altri scrivono, da Urbano
di virtù che di ricchezze. Cominciò gli stu- II del 1088 fu creato cardinale prete di
di nella Bretagna, e li compi a Parigi, 0- s. Eusebio. Confermò col suo giuramen-
ve venne addottoralo in teologia, e fu suc- to il privilegio delT investiture ecclesia-
cessivamente arciprete, gran vicario di stiche, accordato da Pasquale
II nella sua

Rennes e cancelliere del duca di Breta- prigionia a Enrico poco dopo con
V; ma
gna. Si ritirò poscia nella foresta diCraoa s. Brunone vescovo di Segni siadopròcol

nell'Angiò, per imitare la vita degli an- Papa, affinchè ri vocasse quanto con aper-
tichi solitari, ed avendogli la sua riputa- ta violenza avea concesso all'imperatore.
zione procurato molti discepoli, fece lo- Intervenne e sottoscrisse al concilio diGua-
ro edificare un monastero, cui diede la stalla, e a quello di Laterano del 1 1 12,
regola dei canonici regolari, la quale isti- in cui Pasquale II riprovò tale estorto pri-
tuzione fu approvata da Urbano II nel vilegio.

1096. Il medesimo Papa, essendosi reca- ROBERTO, Cardinale. Del titolo pre-
to inFrancia, l'udì predicare, e ne ri »ua- sbiteraledis. Sabina, sottoscrisse una bol-
se tanto soddisfatto, che gli diede il titolo la di Calisto li dell 121, a favore del ve-
di missionario apostolico, con pieno po- scovo di Genova.
tere di annunziare il vangelo per tutta la ROBERTO, Cardinale.Vveleòel ti-
terra. Le predicazioni del b. Roberto eb- tolo di s.Pudenziana, confermò colla sua
bero un esito felicissimo, perocché ovun- firn»a una bolla d'Alessandro III per Al-
que esercitò il ministero della divina pa- loderioabbaledql monastero di s. Geron-
rola ridusse a Dio una moltitudine innu- zio nella contea di Cagli, a'2 aprile i 1 70.
merabile d'anime. A Font-Evrault dissi ROBERTO, Cardinnie.Romano, che
della congregazione ch'egli fondò, compo- secondo Ughelli, dalla diaconia di s. Gre-
sta di monaci e di monache, sotto la rego- gorio, fu trasferito al titolo presbiterale
la di s. Benedetto, la quale sottopose ad di s. Anastasia, e neli 188 da Clemente
una religiosa superiora generale, per i- III nel dì delle Ceneri fu fatto vescovosu*
e

ROB ROC 69
burbicario di Porto e s. Raffina, moren* richiamò ovunque la perduta pace. Inol-
do nel medesimo anno. tre Innocenzo VI neli36o l'incaricòdel-
ROBERTO, Cardinale, Nato nelle la nunziatura d'Inghilterra,in cui si acqui-
Calile, insigne nella pietà e nelle lettere, stò somma reputazione, per aver con gran
abbate di Pontigny e poi generale de'ci- solennità stabilita presso Bretigny la pa-
sterciensi, ad istanza de're di Francia e di ce traOdoardoIlIred'Inghilterrae Gio-
Napoli, a'quali erasi reso assai caro per le vanni II re di Francia, nella quale inu-
sue esimie virtù, s. Celestino V nel set- tilmente erausi adoperati diversi perso-
tembre 1294 ilo creò in Napoli cardinale naggi. A tal fine Qdoardo III erasi por-
prete di s. Pudenxiana. Bonifacio Vili lato a Calais, dove si trovò Giovanni II,
incaricò della legazione nelle Gallie per per confermare le condizioni della concor-
pace con Filippo IV e
fiode; ma indarno
stabilire la Se-
per quanto narrai a Fran.
la s. dia.Il legato Andoino celebrò la messa,

giunto a\\'/4gnus Deiy rivoltosi a'due re


CIA, cbe anzi fu ritenuto prigione in Pa- coirOslia consagrata tra le mani, ambe-
rigi e dopo 6 mesi posto in libertà. Do- due giurarono sopra di essa di mantenere
po essere stato tra gli elettori di Bonifa- inviolabilmente la stabilita pace;indi som-
cio Vili , Benedetto XI e Clemente V, ministrò loro la ss. Eucaristia, rinnovan-
da questi chiamato in Francia, morì nel do poscia il giuramento sopra il libro de-
t' 1 3o5 in Parma, e fu sepolto nella chiesa gli evangeli, e lo stesso fecero i rispettivi
di s. Martino de'cisterciensi, fuori le mura figli eredi della corona, insieme con altri
della città, donde trasportato a Cislello, principi e magnati. In seguito di che e ad
ebbe la tomba avanti il presbiterio della istanza de'due sovrani, Innocenzo VI ai
chiesa, con epitaffio scolpito in versi. In 1
7 settembre 1861 lo creò cardinale pre-
tempo del suo generalato e in questo ce- te, benché si trovasse a Parigi, in cui lo
lebre monastero terminò di famo- vi vere il trattenne Giovanni II per decidere la gra-

so Alano guardiano di pecore, poi con- vissima controversia che ardeva tra Car-
verso di Cislello, indi dottore di Sorbona, lo di Blois e Giovanni
Monfort, che si di
che per la sua vasta scienea si acquistò il disputavano il possesso del ducalo di Bre-
titolo d'universale. tagna; per cui il re pregò il Papa a de-
ROCCA o ROCHE Akdoinoo Androi- gnarsi di mandargli il Cappello cardina-
No o Adriano, Cardinale. Be'couti della lizio (^.), ma non fu esaudito. Portatosi
Rocca o della Rupe, nacque nella contea in appresso il cardinale in Avignone, rice-
di Borgogna, fu abbate benedettino di s. vette le insegne della dignità, e per titolo
Sequano di Langres, poscia neh 35o del la chiesa di s. Marcello. Ma Novaes con-
celebre monastero di Cluny che gover- tro Cardella sostiene, che gli man- il Papa
nò per 10 anni. Da Innocenzo VI fu spe- dò a Parigi il cappello cardinalizio. Ur-
dilo in Italia col titolo di legato, in luo- bano Vneli 363 l'inviò in Italia con buon
go del celeberrimo cardinal Albornoz, ri- nerbo di truppe, contro Bernabò e Ga-
chiamato dalla legazione per calunnie di leazzo Visconti, che aveano occupato Bo-
abuso di potere e di eccessivo dispendio. logna e la Romagna. Questi intesa la ve-
MaessendoAndoino avvezzo alla solitudi- nuta del legato , gli andarono tosto in-
ne del chiostro, anziché ai tumulti della contro un miglio fuori di Bologna, chie-
guerra, le cose d' Italia e de' domini! ec- dendogli pace, che con alcune condizio-
clesiastici usurpati dai prepotenti signo- ni benignamente accordò. In questa oc-
rotti ,
patirono non lievi danni. Onde il casione il cardinale pacificò Galeazzo con
Papa fu obbligatoa rimandarvi il bene- Giovanni marchese di Monferrato con ,

merentissimo cardinal Albornoz, il quale gran decoro e vantaggio della s. Sede e


rapidamente ripristinò il di lui operato e de'suoi diritti; quantunque Buouinsegui
70 ROC ROC
sa-ifa il contrario, nella storia de'fioren- re Rochei^/iocchelto), ahvì dalla voce Ra-
Anche Baluzio, nelle note alle Fitc
lini. cco, che significa veste, altri da Rica, ve-
dtPapid'AK'ignonc, racconta diversa- lo sottilissimo usato dalle donne dc'geuti-
mente la spedizione in Italia del cardinal li ne'sagrifizi, Macri lo crede proveniente
Andoino, tacendo l'occupazione di Bolo- da vocabolo greco, in significalo dìjluens
gna e Romagna fatta dai Visconti, e ri- o mollisj Tunica, cììmmalBi Linea da Ba-
ferendo soltanto che si condusse in Ita- ronio. Nardi, De parrochi, riferisce che
liaper ridurre que'principi alla divozio- essendo il Colohio {V.) di diverse sorti,
ne della chiesa romana, per cui Bernabò forse è quel rocchetto di cui parla Ca-
Io ricevette in Milano con grande onore, sciano. A Cotta perchè il rocchetto
dissi
e lo destinò suo compare, laonde la città fu denominato Superpelliccum, benché
fu subito dal cardinale prosciolta dall'in- tal vocabolo Ialino serva ad indicare la
terdetto. Ma
siccome non era adatto a cotta: si può vedere Chiapponi, Ada ca-

governare e reggere popoli, fu necessa-


i nonizat. p. 283. Il rocchetto si forma di
rio per la i.^ volta richiamarlo dalla le- un tessuto di tela di lino bianco più o
gazione. Trasferiti altrove i canonici che meno fina, ornandosi con merletto più o
uflìziavano la chiesa di s. Marcello, con meno alto, più o meno nobile la tela si :

beneplacito apostolico la donò ai servi di suole aggricciare o increspare general-


Maria, de'quaiiavea la prolezione presso mente, tranne quelli formali di sotlilis-
la s.Sede. Scrisse alcuni libri di sermoni, sima materia, e quelli de'canonici e ca-
ed un giornale o storia delle cose d'Italia e nonichesse regolari. 11 merletto che gli
jiguardautela romana chiesa. Finalmente serve di guarnimeuto, ed ancora al Ca-
depose la spoglia mortale in Viterbo, at- mice, alla Tovaglia, alla Palla ed altri
taccato dalla peste neh 369. 11 corpo tra- Pannili/li sagri (^.), è un fornimento o -
Cluny, fu sepolto nella chiesa del
sferito a trina fatta di refe (accia di lino culo- a
monastero, presso la cappella di s. Mar- ne ritorta insieme in più doppi) a simi-
ziale. litudine di merlo. I merletti furono di-

ROCCA Amico AjUGiFiLo, Cardinale, stinti con diversi nomi o dalla loro for-
V. Angifilo. mazione oda'paesi in cui si fanno, e quei
ROCCA ANTICA. V. Sabina. di Fiandra acquistarono e godono gran-
ROCCHETTO oROCCETTO, Roc- dissima reputazione, per la sorprenden-
chettiirnj Rochetum.Yesle clericale di te- te finezza e pregio. Famoso divenne pu-
la bianca, veste ecclesiastica usata da've- re il merletto detto punto d' alencon, e
scovi propriamente, e concessa ad altri gradatamente godè moltissima rinoman-
per privilegio, secondo Macri ; ed il ve- za e fu celebre, indi questa manifattura
scovo Sarnelli dichiara , che non è del fu introdotta in Francia da Colbert. So-
numero delle sagre vesti, come pretese no anco reputati i merletti inglesi e ita-
alcuno. Il rocchetto è un abito giurisdi- liani; ma il primato si deve a'fìammln*
zionale, insegna vescovile principalmen- ghi, poi a'francesi.La non antica inven-
te, un ornamento ecclesiastico, ed è usato zione de*cos"i delti tuli, delle garze e dei
dal Papa, dai cardinali, dai vescovi, dai veli ricamati, fece diminuire in gran par-
prelati, dai canonici regolari, dai cano- ie la ricerca de* merletti costosissimi di
nici secolari e da altri per pontifìcia con- Francia e Fiandra, ed anche ne diminuì
cessione. Il p. Bonanni, Gerarchia eccle- il prezzo. Ora sono ricercati merletti i

siasticay cap. 4B: Del rocchetto , dice che antichi. Il merletto è più o meno bello,
vari sono i pareri intorno all'origine ed e- più o meno alto, il quale è adoperato dai
timologia del suo nome, derivandolo al- cardinali, vescovi, prelati, altri dignitari, - J
cuni dalla voce francese Roquet (deve di- e anche da qualche minore ecclesiastico^ %
,
-

ROC ROC 7''

J] mei lello secondo la regola non potreb- lezza degli ecclesiastici nel servìgio della

be essere piti allo di due dita, indistin- Chiesa viene indicata dalle maniche stret-
tamente per tutti. Il merletto de'rocchet- te del rocchetto a modo de'soldati, i qua-
li del Papa ordinariamente è basso, e si li hanno le armature adattate alle brac-
distingue non senza eleganza per la sua cia ,
per essere meno impediti nel com-
semplicità. I Yescovi e prelati francesi a battere. Dice Macri, che il rocchetto ha
doperano merletti altissimi, ne ricopro- le maniche strette, acciò sieno le mani
no le braccia e la maggior parte del cor- del vescovo spedite e pronte a far limo-
po, per cui i lemnìsci delle loro fascie so- sine, seguendo la spiegazione di Curopa-
no Uingbissimi, acciò i fiocchi escano dal- lata, fatta nel libro delle vesti usate da-
l'estremità del rocchetto, onde arrivano gl'imperatori greci. Fra i Ricordi dati da
quasi ai piedi. Nella forma il rocchetto s. Carlo Borromeo, cardinalearciprele di
(lifFerisce dalla colta,perchè più di que- s. Maria Maggiore, a'canonici e al clero,
sta è stretto» ed baie maniche parimente vi è questo.»* Quando si mettono attorno
slrelte, ma ordinariamente è più lungo. il rocchetto o la cotta, consideri che per-
E' ornato di merletto intorno al collo sona sostiene, cioè pura da ogni macchia
nell'apertura del petto, e nelle estremità e impurità, e tutta candore, quale ap-
tanto del lembo che delle maniche. L'e- punto è significata da quelle sagre vesti".
stremità delle maniche si dicono mostre, Leggo nell'Anonimode' Co/zc/^i'iJe'Po/i-
perchè sotto il merletto si pongono mo- tefìci, che nel 590 appena eletto Urba-
1

stre di seta, che nel colore diversifica se- no VII e mentre lo vestivano d'un sot-
condo chi lo porta. Il Papa usa mostre tilissimo rocchetto papale, rivolto a'cir-
di seta bianca, i cardinali di seta rossa, i costanli disse, che quella sottilissima te-

vescovi e i prelati di seta cremisi, i cano- lagli pesava tanto, quanto egli con parole
nici e gli altri di seta nera. Veramente il non bastava ad esprimere. Lo rilevò pu-
rocchetto non dovrebbe aver mostre,que- re Sarnelli, Lett. eccles. t. 5, lett. 47, ri-
ste però devono essere del colore di quel- portando che Urbano VII quando si met-
le dell'abito di chi lo porta. 11 rocchetto teva il rocchetto, sospirando diceva: Chi
siferma al colio con asole e bottoni, o crederebbe, che una una cosa di tela tan-
con ancinelli, o con feltuccie di seta, es- to leggiera pesasse tanto 1

sendo quelle del Papa bianche con fioc- Martorelli, Storia del clero Faticano,
chetti d'oro, riunite con ghianda pur d'o- cap. 9, riferisce, che tanto
i rocchetti, che

ro filato. Portandosi il rocchetto sopra la erano anticamente assai lunghi,


le cotte,

Sottanaj e sotto la Cotta^ la Cappa, la e non può dubitarsi, che gli uni e le al-
ManLelletta y la Mazzetta ed i Paramenti tre non riconoscessero la loro origine dal-
sagrij ne parlai in detti articoli, con no- la veste bianca talare, che dice vasi Jlba
zioni ed erudizioni analoghe. Tra'simboli o Camice (F.)^ che ora è rimasta a'soli
e misteri attribuiti da'mistici al rocchet- sagri ministri che quello che noi dicia-
:

to per la sua forma e uso, si spiega che mo rocchetto, si chiamò dagli antichi co-
è più stretto anche nelle maniche della munemente Camisia romana, come può
cotta,perchè ne'prelati, da'quali princi- vedersi inDu Cange, nel Glosxariojpev-
palmente si adopera, non dev'esser nulla ciò non convenire con Tomassini, che pre-
di soverchio, ovvero indica la prontezza tese nella costituzione di Nicolò III do-
dovuta al servigio della Chiesa, che si a- vesse leggersi saccos invece di succas, e
dombrò nella legge antica, leggendosi nel- che con quel vocabolo dovesse intender-
l'Esodo cap. 28: Festimenta quacfacient si una specie di rocchetto senza maniche.
Haaron tunicam et lineam slrictani. Scri- Ricoixlando, che quando nel giovedì san-
ve Amalario cap. 1 8, lib. 2, che la pron- to i cardinali sedevano a mensa col Papa,

h
72 HOC ROC
'
Cardinales vero onines tam sacculares Ridolfo vescovo di Soissons dell' 889 si
guani regulares hahehunt colta s ciini sue ordi na: Pwhibenius presbyteris nostris uti
cìsysii^e camisiìs albis. All'articolo pRàN- eadeni alba in sacri niysteriis, qua ntun-
zo o voi. LV,
4^, 43) 44> ^2, nat rai
p. tur foris in quotidiano ^ et exteriorecul-
che i cardinali ue'solenni pranzi de'Papi iu. Questo camice si andò poi accorcian-
sedevano colla colla sopra il rocchelloe do tanto, che diventò rocchetto,il quale

mitra in capo, non usando il rocchetto i giungeva a mezze gambe almeno, come si
cardinali regolari; che ai pranzi ordinari scorge dalle antiche pitture, dipoi è giun-
i Cardinali incedevano colla mantelletta to al segno che si vede, il quale al tem-
sopra il rocchetto, senza mozzetla, e come po di Sarnelli (morì nel 1724) il più lun-
intervenivano ai pranzi e alle cene pala* go toccava appena il ginocchio. Si porta
line : che il Maestro del sagro Ospizio da' Canonici regolari (^.), sine intermis-
(/^^'.), dopo la inensaordinaria con invilo sione, come dovrebbero altresì vescovi i

di qualche personaggio, som ministra va al del clero secolare, giusta il cap. Clerici
Papa il rocchetto e la mozzetla ; ma in officia, De vii. ethon. cleric, in cui In-
tempi a noi più vicini i Papi mangiarono nocenzo Ili nel concilio di Laterano IV
col rocchetto scoperto, ed i cardinali col determinò: Ponùfices auteni in publicOy
rocchetto coperto dalla mantelletta, e nel et ecclesia super indutnentis lineis omnes

giovedì e venerdì santo senza rocchetto e utantur, nisi monaci fuerint, quos opor"
senza mantelletta, ma colla sola mozzet- tet ferlur habitum monachalem. Conclu-

la. Bernino, Del Tribunale della Rota^ de Sarnelli, che essendo dal camice-co-
p. 23, opina che dall'accorciamento del- mune nato il rocchetto, è senza dubbio
l'alba o camice derivarono il rocchetto e veste non sagra^ ma comune, tanto che
la cotta, questa pe' chierici d' ordine in- in Roma i canonici secolari, quando non
feriore, quello pegli ecclesiastici costitui- assumono la cappa, adoperano sopra il
ti in cospicua dignità. Saruelli parlando rocchetto la cotta (così nella cappella pon-
della mozzetla, nelt. 2, 27, chiama lett. tificia gli uditori di rota , votanti di se-
linea il rocchetto, o veste di lino usata gnatura e altri prelati, quando depongo-
da s. Cipriano martirizzato nel 2 58. Nel- no la cappa per assistere alle sagre fun-
la lett. Zi '.Se il rocchetto sia del nume- zioni quali ministri). Il p. Bonanni osser-
ro delle sagre vesti, racconta ci anti- va che non fu sempre uniforme e costan-
camente i sacerdoti, perchè si concilias- te la forma del rocchetto, come riferisco-
sero in ogni luogo venerazione, f^ovun- no Nebridio neh' Antiquario monastico,
que andavano comparivano ser.pre ve- e Gio. Buschio, riferito da Du Cange, con
stili col camice e colla Stola [F.). Che queste parole.?» Habitus canonicorum re-
poi il detto camice fosse veste comune e gularium est vestis linea sì-v e toga linea,
non sagra, è manifesto dall'essere vietato quam romani Rochctuni romanum, ger-
di adoprarsi ne'sagri ministeri, ne'quali mani subtlle, saracium, si ve scorliciuni
sisoprapponeva altro benedetto, comesi appellant. Habitus iste in diversis mun-
apprende da Reginone. Il simile fu vie- di climatibusdiversimodoformatur, qui-
tatodalle antiche costituzioni sinodali dei dam enim Rochetum romanum, sive sub-
vescovi ai parrochi, x\g\V Appendice ù\ Ba- tiledeferunt in lateribusìutegrum usque
luzio, adReginonenij nel 60 3, 607, 6 1 3: ad calceos pene porrectum cum mani-
Ltniillus in alba, qua in uso suo utilur, cis iutegris usque ad manus sive ad cu-

praesumat cantare missani, Baronio al- bitum estensis. Alii hanc lineam portant
l'anno 855, n.°3o, riportò il decreto di in forma longilatiquescapularis, sine ma-
s. Leone IV col quale proibì il camice
, nicisin lateribus aperlam, aut circa libius
comune nella messa. Nelle costituzioni di ad latitudinem palmae manus more car-
ROG ROG 73
thusiensium cum sulam, aliquando cum e ben diverse dall'alba o camice, esimi-
1 ugis, aliquando sine rugis, et plicisjquam li a quelle che i greci chiamano Sticlia-
sarrecium vocanl. Teilii hanc lineam ve- riunì. Chele sagre vesti che nel ministra-
stem defeiuiit in forma parvi et brevissca- re dell'aliare indossa vansi, secondo il gra-
pularis de collo dependentis, qiiam scoi'- do di ciascuno, erano l'amittoe l'alba pei
licium nuncupant". Questa varielàsi può suddiaconi, la dalmatica pei diaconi, ec.
meglio conoscere nelle figure prodotte dal Di ne viene, giacché gli usi della Chie-
Pi

p. Bonanni, d'un canonico laleranense sa sono antichissimi, che quesla veste, o


del 23o,ed'un canonico di s. Maurizio sia il rocchetto, considerata venga ne co-

del 4905ed in maggior numero in quel- me sagra, ne come profana, ma di sola


le degli antichi e differenti canonici re- distinzione; e che sia prescritto, che chi
golari , da lui esposte nel suo Catalogo ha l'uso del rocchetto, come prelato, nel
degli ordini regolari^ ne'quali tutti appa- dir messa indossi l'ami tto e le altre vesti
risce la forma del rocchetto usato dal cle- sagre sopra il rocchetto (su di che si può
ro romano suo tempo (morì nel 1 725j.
al vedere la rubrica del messale, Riliis ser»
Riprodusse anche la figura d' un prelato vandiiSy g 2), il portare il quale è vieta-
in rocchetto, avvertendo che anlicamen- to a chiunque de jure non competit. Vi
le in molle chiese si usava il rocchetto è un decreto della congregazione de'riti,
senza maniche, comesi ha dal concilio di confermato da Urbano V 1 llj e che si leg-
JVarbona del i55i, mentre da quello di ge in principio di tutti messali, in cui i

Salisburgo del 1224 si apprende, che si è detto. « Prohibetur usus rocchetti, ex-
usava pure di forma lunga sino a'piedi : ceplis tamen quibus de jure competit, et
il rocchetto trovato sul corpo di Bonifa- praeter hoc slatuitur, et declaratur, ne-
cio Vili, morto nel i3o3, era lungo e di mini licere inservire, aut assistere in cele-
forma talare. Anche il p.Bonanni dichia- bratione missarum, aut divinorum ofli-
ra il rocchetto veste propria de' vescovi, ciorum cum rocchetto, neque cum cot-
prescrittodal nominalo Innocenzo III nel- ta habenles manicas angubtas ad instar
l'accennato concilio, e riferito nel ."con- i rocchetti; et idem servandum est incon-
cilio diMilano celebrato da s. Carlo con cionibus ". 11 rocchetto indica giurisdi-
queste pavoìeiEpiscopns lineam tiinicani, zione, salvo in alcuno ai quali biadato per
quani Rochetuni appellante tti n publico soloornamento. Osserva Nardi, che pre- i

haheat. ho stesso prescrisse il concilio di lati ed capitoli hanno giurisdizione. Ag-


i

Toledo del 1473. Fu poi conceduto per giunge, che ì protonotari apostolici ùio-
privilegio ad altri ministri della gerar- lari hanno per solo ornamento il roc-
chia ecclesiastica, nella forma che comu- chetto, come l'hanno alcuni mansionari.
nemente si usa. Noterò, che la congregazione ceremonia-
11 citato Nardi parlando delle antiche le ritiene, che i protonotari apostolici tito-
vesti ecclesiastiche, t. 2, p. 367, e delle lari abbiano l'uso del rocchetto nelle sole
albis vestibusy le quali erano come oggidì funzioni ecclesiastiche: in qualunque altro
più strette delle tonache o del colobio (e- atto è proibito loro indossarlo. Come se-
glicrede che tranne ladiversitàdella ma- gnodi giurisdizione portano sempre il roc-
teria , sia una specie di tal veste quella chetto vescovi, anche fuori di casa, cuo-
i

che portano beneficiati delle basiliche di


i prendolo di mantelletla (non portando al-
Roma, che a distinzione de' canonici u- lora la mezzetta) in presenza al Papa o
sano una cotta senza le maniche, solamen- al legalo apostolico. Come segno di giu-
te quando portano la cappa e ciò per , risdizione il Papa porta sempre il roc-
maggior comodo, poiché le maniche sa- chetto (e stola), tanto in casa che fuori, e
rebbero loro d'imbarazzo sotto la cappa), l'impone (come seguo di potere del qua-
,

74 noe ROC
le gl'invesle) ai nuovi eletti vescovi. Ag. lo che usano, e quali religiosi non l'usa*
giunge Ciardi, che in Francia si permet- no lo notai a Religioso, mentre se assu-
te il rocchetto ai chierichetti di sagrestia, mono i paramenti sagri, allora indossano
e la dice cosa strana, perchè rammenta il rocchetto o la cotta senza maniclie : in
che ii concilio di Narhona del 55 1, col 1 quahmque altra circostanza non posso-
tan. 4* i
proibì il rocchetto ai preti co- no usarlo) perciò hanno l'uso della moz-
muni, e quello d'Aix deh 585 dice che zclla ovunque; né vale che ioTabbia ve-
ii rocchetto è veste de' vescovi e canoni' duto assumere anche fuori delle funzio-
ci. In tutta l'arcidiocesi di Pisa, dall'ar- ni sngre, prendendo possesso o conferen-
civescovo al chierico di campagna, tutti do lauree dottorali, come atti di giuris-
usano il rocchetto; non si conosce cotta. dizione. Gli altri cardinali in detti alti
Forse i concilii di Pisa, ed i Papi che vi procedono col rocclietto scoperto , cosi
iliu)orarono lo concessero,onde perpetua- nelle loro protetlorie, titoli ediaconie,ec.;
re la memoria del fatto: lo stesso dicasi nelle lore case conferendo il pallio , uq
della diocesi di Livorno, in grafia che nel ordine equestre, ricevendo giuramenti :

decorso secolo era nella giurisdizione or- e come lo scuoprono in segno di giuris-
dinaria di Pisa. Ilp. Bonanni nel cap.
87 dizione, così locuopronoin segno di rive-
tratta Dtl rocchetto usato dal Papa ,
: renza. Il nuovo cardinale assume per la
continuamente in pubblico, sopra la ve- prima volta il rocchetto nelle stanze del
o sottana, già chiamato Canti'
ste talare cardinal segretario di stalo, prima di ri-

sia romana perchè in uso nel clero di cevere dal Papa la Berretta cardinalizia,
Roma, ritenuto poi per privilegio da va- indi torna nel suo palazzo col rocchetto;
ri prelati e canonici. Lo dice sempre di ma non l'usa nel ricevere le visite. Nelle
lino bianco, con maniche strette e già di che reciprocamente fanno dai
forma quasi talare, come conferma con
•visite

cardinali nuovi al cardinal


si

Decano (/^.)
1
due immagini di Papi che produce, re- e da questo a quelli , il visitalo fa scuo-
so poi pili corto fino alle ginocchia, per prire il rocclietlo al visitante, cioè fa le-
comodità delle persone nelle funzioni ec- vare la mantelletta; ciò non ha luogo nei
clesiastiche.Urbano V, De curia 3 1 , dis- Palazzi apostolici f per rispetto al Papa.
se del rocchetto:»» Rocchetto lineo scra- Morto il Papa e fino all'elezione del suc-
per Pontifex Maximus velatus incedit cessore, i cardinali incedono con rocchet-
quia diviuam Christi personam in uni- to scoperto sotto la Mozzetta (V.) , non
\ersaii ecclesia repraesentat , siquidera usando in tal {em^oXa Mantelletta (F,).
rocchetti seu camisiae candor exlrinse- Però cardinali creati dal defunto Papa,
i

cus, et naturalis indicium censetur inPon- dal momento di sua morte, sino all' ele-
tifice puritatis iutrinsecae relativum ". zione del nuovo, devono usare il rocchet-
Tal sorta di veste si trova prescritta al to di semplice tela (e non di cotone o mus-
Papa nel Rituale del cardinal Jacopo Gae- soline eh' è proibito) bianca senza gric-
tani cap. 53, ove CalceatusPon-
si dice: » cialure e liscio, senza merletti e con una
lifexsurget, etstanssuperscabellumcap- semplicissima fiangietta, come pure sen-
pam deponat, et resnaneatin camisia li- za moslrealle estremità delle maniche di
nea ,
quam semper debet habere supra alcun colore: le variazioni nel resto del-

laneas vestes, etiamsi religiosussit". Che l'abito, le notai parlando di ciascuna ve-
il rocchetto eziandio del Papa era prima ste. Egualmente tutti i patriarchi, arci-
più lungo, lo notai nel voi. XLVII, p. vescovi e vescovi, insieme a tutta la pre-
3o, e si vede nelle pitture e sculture an- latura , in tutto il tempo della sede va-
tiche. A. Cardinale e in tulli gli artico- cante portano il rocchetto simile al de-

li che lo riguardano parlai dei rocchet- scritto de'cardiuaU creature del defunto.
,

ROG ROG 75
Tulli i cardinali in Conclave (^.) si de- p. maestro generale de* domenicani af- ,

vono recare alla cappella degli scrutini ve- ferma lo slesso Sarnelli, che nel celebra-
della Croccia (/^.), sopra la naozzet-
stili re la messa, sotto il camice veste anche
ta e il rocchetto; così vestiti intervengono il rocchetto. Il p. Bonanni cap. 108: Si

anche alle congregazioni che tengono ia cerca perche non sia comune il colore
conclave, nelle quali si può anche iuterve- rosso nelle vesti de cardinali religiosi, di-
DJre senza croccia e senza rocchetto. Al- ce quanto al rocchetto: Li cardinali as-
lorché i cardinali ricevono ad udienza for- sunti dallo slato monastico , o religiosi

male qualche ambasciatore , o assistono mendicanti, non hanno l'uso del rocchet-
all'ingresso in conclave di qualche cardi- to, ma bensì li chierici regolari, e li ca-
nale, non indossano la croccia, ma lamoz- nonici regolari, li quali lo ritengono co-
zella e il rocchetto. I cardinali religiosi me insegna dello stato a cui sono slati e-

che non hanno l'uso del rocchetto, non letti. La ragione però di questa differen-
lo adoperano ne in sede vacante, ne den- za, soggiunge che non la potè trovare;
tro il conclave. Il bellicoso cardinal J^^fZ- lesse bensì nel Manfredi nel e. 5: De Car*
ve soleva mettersi alla testa delle truppe dinalatu, usarsi il rocchetto, ad decla-
di Francia in rocchetto e mozzetta. L'an- randam vilae integritatem. Candorenitn
gelico cardinal Nobili vestì sempre mo- veslium,puram vilam,atqueinuocenliam
destissimo e con rocchetto senza merlet- denotai, illosque carni, et vitiis moi tuos
to. Oltre quanto dissi al citato articolo esse, qui lalibus amiciuntur , significai.

Religioso, sul vestire de' cardinali e ve- Che perciò il cardinaleOstiense nella vSo/7i-
scovi religiosi, aggiungerò cheSainelli t, ma de poenit. disse Cardinales debeie
:

8, leti. 2 3: Perchè i vescovi del clero se- esse,quoad mores, et vitae munditiem,
tolare e regolare usano il rocchtUo, e i candidiores nivis: imoelìam sanclos. Im-
vescovi monaci e frati la colta, e se la perocché loro si conviene il detto dell'/^-
mozzetta e di giuri scUz'onCy dichiara che pocalisse e. 19: Datum est illis, ut coo-
lo è il rocchetto. Il rocchetto ha la for- periant se byssino splendenti, et candi-
ma di croce e significa la carità: i chie- do. V. Porpora , e Cappelle pontificie
rici secolari e regolari hanno le maniche per r uso del rocchetto de' cardinali, ve-
dell'abito strette, alle quali è convenien- scovi e altri prelati, a seconda delle fun-
te il rocchetto. I monaci ed frali han- i zioni.

no le maniche delle loro vesti larghe, e Ma ninno meglio di Benedetto XIV


non potendo entrarvi la strettezza del roc- ha dimostralo, a quali vescovi non é leci-

chetto, usano la cotta , e perchè il mo- to l'uso del rocchetto, avendoci insegna-
naco o frate fatto vescovo deve portare to,DeSynodo Diaecesana 1. 3, e. i 1, n.°
\isibilmente V abito della sua religione, i8.« Sunt quibus illud gestare interdi-
come fu decretalo dal concilio generale ctum est; nimirum iis, qui ex ordinibus
di Costantinopoli deirSgG e da quello di Regularibus, Monaslicis nempe, et Meu-
Latera no IV, contale abito non va il roc- dicantibus, ad episcopatum assumuntur,
chetto, e ciò ancora per rammentare lo- ut habet Caerem. Episcop. l. 1, e. i, n.

ro la povertà , la continenza e la perfe- 4, et e. 3, n. 4> "bl lameu opportune de-


zione religiosa. Giulio III concesse a Gio. claratur, ejusmodi prohibilionem non af-
Suarioagosliniano e vescovo di Coimbra, fìcere episcopos illos, qui ex ordinibus
l'uso del rocchetto, e Leone X lo permise geu congregationibus clericorum regula-
al cardinal Egidio Canisio pure agosti- rium,autcanonicorum etiam regulariuui
niano. Così fu dai Papi praticalo con Gio- si ve pie^by terorum s. Spiritus, vel ex mi-

vanni Trevisano patriarca di Venezia, e litiis s. Joannis,et s. Jacobi, ad episcopa-

col cardinal Battori, ambedue monaci, Il tum evecti fueriut. Jus. Calalanus 1. 1, h
76 ROC ROC
1 ,
§ 4, n. 5,adf Caerern. Episc.^ sum-
e. I ,
slibus colore, cujus est Iiabilusreligìonis
ina diligenlia, inilicat aiictoritales iheo- ab ipso professae, ut se conformet textul
logorum, ac juris canonicis inlerpietuin, Quamvis enim ibi di-
in cil. cap. Clerici.
qui (ioceiit, episcopisex ordinibusmoiia* catur,episcopos habilum oionachalem de-
sticiSj aut nieudicantìbus, assutnptis, non ferre oportere; usus tamen invaluit, ut
licere, sub excommunicationis, vel, ut a- hujusmodi episcopi, retenlo colore ordi-
liis placet, sub giavis peccali poeua, loc- nis, exqiioassumpti fuerunt, eadem ve-

chetuni defene; tam scilicet ob caere- stium forma utanlur,qua reliqui episco-
nionialis prohibilionem ,
quam propter pi uli solent, mozeta nimirum, manici-
Jogein iu jure canonico expressaui cap. XV, p. 24 1
letta, et veste talari ". Ne'vol.
Clerici offrcia, De vita, et lion. clcric. e XLVII, p. 35, dichiarai come il
oJ^cf.,

JNonuuIli o(rerunt,in locum rocclieli,con- Papa dopo il concistoro nel quale ha pre-
cessum Clemente Vili, regularibus
esse a conizzalo i novelli vescovi presenti in cu-
episcopiSjUsum superpellicei. Veruni con- ria, impone lorola moz-
il rocchetto, e
cessio ist haec, si vera est, non pertinetad zctta a que'religiosi che non possono u-
casum, de quo nunc agimus; sed ad de- sareil rocchetto. I prelati che hanno l'u-
lationem superpellicii, subtus amictum, so del rocchetto, non possono portarlo per
vel subtus albam, aut slolam, dum mis- Roma , e recandosi nelle funzioni delle
sas privatim , aut solemniler celebrant : cappelle pontifìcie lo assumono nella sa-
Tel quum pluviale induunt, ut divinisof- la regia,ovei cardinali si mettono le cap-
fìciis assislant; vel demum quum stola pe sul rocchetto, come leggo nelle Indi-
dumlaxat induti. Sacramentum confes- cazioni de maestri delle ceremonie ponti'
sionis, aut ordiues minoresconferunt, a* ficie. Ora in qualche parte si è deviato da
liisve benedictionibus aut consecrationi* questa regola. Apprendo dal citato Ber-
busoperanlur. Dehisvideri potest Joseph nino p. 87, il quale chiama il rocchetto
M/ Ferimezzi, qui regularis erat episco- vestedistinta e di qualifica onorevole, che
pus, Dissert. 4, par. i , p. i 1 8 : //^ sacrani nell' uso agli uditori di rota fu amplialo
dtDeo scentiam^nh'x observat superpelli- da Innocenzo X, che decretò, non solo lo
cium, dura eo utuntur episcopi regulares, portassero nell* uditorio] del tribunale e
sacrorum semper indumentorurn par- nelle cappelle pontifìcie, ma ubii^ue lo'
lem esse; ut rochelum ab aliis episcopis coruni, in Romaed avantie per tutto,
deferii, etiam tamquamcomunem habi- qualunque personaggio e consesso; nobi-
tum, etcivilem. Dum vero exempla quae- le insegna che Paolo IV dichiarò degno

dam affert coucesslonum a sumniis Pon- di portarla injurisdictionisdecidendi^de'


tificibus factaruni certis illustribus aio- clarandi, interpretandi,ac majoris hono-
iiachisad episcopatum promotis, ut ve- ris signuin. A Reggente della Cancel-
sliam colorern mutare, ac etiam roche- leria ricordai, che nel locale di quel tri-

tum geslare possenti duramodo observat, bunale egli solo indossa il rocchetto, poi-
in Hispania episcopos regulares roche- ché i prelati di parco maggiore, sebbene
luu), ex antiqua consuetudinem indue- altrove ne hanno T uso, ivi siedono sol-
le; satis indicai, has esse liuiilaliones re- tanto con sottana, fascia e mantelletla :

gulae generalis, qua contrarium statui- questi prelati di parco maggiore, nel le spe-
mus, Quare, generaliler loquendo, con- ciali funzioni del collegio hanno un cap-
cludendum erit, episcopum ordini mo- puccio di saia paonazza, ch'èTinsegna che
naslico, aul mendicanti alias adscriptum, loro s'ioipone nell'atto del loro ingresso
in congregationibus praesinodalibus, ta- al collegio cui appartengono. Quando e
lari veste, et mozela dumtaxat indutum come i novelli prelati assumono il roc-
sedere debere; servato in hujusuiodi ve- chetto, lo dissi a Prelato, ed a Referen-
ROC ROG 77
DARi DI SEGNATURA. Talvolta i Papi sen- to, ma non indossandolo il cardinale, al-
za osservare le prescrizioni delle pontifi- lora il prelato se ne deve astenere. Di più
cie bolle, sul tempo di assumere i nuovi dovrà portare il rocchetto quando cor-
prelati il rocchetto, per ispeciali riguar- teggia un ambasciatore, il quale si reca
di sogliono dispensaree concederne l'au- dal Papa; o se va a visitare un cardinale
lorizzazione così fecero Pio V 1 con mg.^
: 1 nuovo, ovvero un cardinale che torna dal-
Conversi delegalo apostolico di Beueveu- la legazione anche i principi serenissimi
:

to, cui accordò l'uso del rocchetto, come si visitano in rocchetto. Il cardinal Fran-

Roma 1 8 1 6;
rilevo dal n.^'iS óe\ Diario di cesco Barberini nipote d'Urbano Vili, fu
e Gregorio XVI
con mg.^' Gizzi prelato da questo spedito nel 1625 in Parigi lega-
domestico ed internunzio apostolico nel lo^ latere per l'affare della Valtellina : il

Belgio, al quale ampliò il privilegio d'in- cardinale ricusò di ammettere alla sua
dossare il rocchetto extra Urbem, con presenza l'alto clero francese in rocchetto;
Tuso di esso anche in curia, come riporta i prelati francesi ricusarono alla loro vol-
il n.^iS del Diario di RomaìS35; e con ta di presentarsi senza rocchetto. Riporta
iDg/ Giuseppe Berardi consultore della Sarnelli, che essendo insorta questione, se
congregazione de* vescovi e regolari, e luo- un vescovo potesse presentarsi avanti un
gotenente dell'A.C.cui concesse l'uso del cardinale non legato in mozzetta, mantel-
rocchetto, come leggo nel n.^y del Diario leltaerocchetto, fu deciso, che il vescovo
di Roma 1 846. Nel n"55o del Diario di nel presentarsi al cardinale facesse Tatto di
Romai'jSo è detto: «Mg/d. Romualdo levarsi la mozzelta, e che il cardinale non
Braschi Onesti nipote di Pio VI, nell'ul- glielo permellesse.il rocchetto non si porta
timo venerdì di marzo vesti la mantel- da'prelali che si recano in abitoalTiidien-
letta prelatizia; e la medesima Santità sua za delPapa in villeggiatura, od anche per
gli pose il rocchetto, dichiarato avendolo visitarlo, come non tal tempo
lo portano in
protonotario apostolico d'onore, e refe- i nehannoruso,in-
prelati della corte che
rendario dell'una e dell'altra segnatura, clusivamenteal maggiordomo,! quali pre-
dopo di che sua Eccellenza eseguì l'alto lati in tale circostanza vestono l'abito via-
della professione di fede e del giuramen- torio o di mantellone , e altrettanto nei
to consueto nelle mani della Santità sua". viaggi de'Papi; quale abito l'usano an-
il

Nella Relazione della corte di Roma di cora gli altri prelati, ed cardinali, se vo-
i

Lunadoro, edizione del 1646, p. 243, si gliono, sia ne'Ioro viaggi, che recandosi
dice: Tutti i prelatiche portano rocchet- dal Papa dimorante nella villeggiatura. I
to, hanno da precedere gli ambasciatori benché go-
prelati avvocali concistoriali,
di Malta, di Bologna e di Ferrara; come dano Tuso personale del rocchetto, non
anche precedono questi tre ambasciato- possono assumerlo quando fanno parte
ri, gli cherici di came-
uditori di rota e i e incedono col loro collegio, non aven-
ra; il maestro
camera del Papa prece-
di done l'uso semplici avvocali concistoria-
i

de tulli prelati che non portano rocchet-


i
li. Nel voi. XXVIII, p.58 notai, che ca- i

to, ed generali delle religioni precedono


i nonici nelle processioni non possono u-
i prelati referendari. I prolonotari apo- sare la cappa, ma devono incedere in cot-
non potendosi creare che di 20 an-
stolici ta e rocchetto se ne hanno 1' uso ; ma i
ni, meno indulto pontifìcio, ad onta di canonici vaticani ne sono annualtìienle
questo il rocchetto non possono assumer- dispensati per la processione di s. Marco,
lo che giunti a tale età. Dice Macri, che come fece Clemente XI col capitolo di s.

il prelato che ha 1' uso del rocchetto, lo Maria in Trastevere, per associare il ca-
deve portare in Roma sempre quando davere del proprio fratello. Ora noterò
corteggia un cardinale che porta rocchet- alcune concessioni di rocchetti de'nostri
9

78 ROG HOC
tempi, falfe ron ponllficii brevi e ripor- anche colla mozzetta concessa da Bene*
tale dal Bull, cont., onde óieth \ tomi deltoXni,inogni funzione e luogo; men-
che le contengono. Pio VII nel 1 800 rac- tre col memoralo decreto, riportato nel-
cordò in camaldo-
perpetuo agli abbati VJppendix di detto tomo, ri." 5, si per-
lesi di Vangedizza, confermando l'indul- mise ancora 1' uso del rocchetto a tutta
to che godeva l'abbate pur camaldolese la prelatura, nelle visite de'cardinali nuo-
di s. Michele di Murano, d'usare il ber- vi o ritornati in Roma. Il rocchetto nel
rettino e il rocchetto cum manicis, et con- resto della prelatura per Roma di con-
cessiiis usits prelinae, t. 1 i, p. 35 e 38. suetudine si porta, ma le leggi contrarie
Neli8o3 l'uso del rocchetto e della bu- sono in vigore, ne vi fu ancora derogato.
gia al preposto e parroco di s. Pietro in ROCCl Ciriaco, Cardinale. Venne al-
PlehiSy diocesi diMilano j l'uso del roc- la luce in Roma da rispettabile famiglia,
chetto e della cappa magna a' canonici nipote del cardinal Arigoni per lato ma-
delle collegiate di Porto Maurizio e di terno, chiaro per letteratura, dopo esse-
Oneglia:nel i8o5 l'uso del rocchetto per re slato abbrevialore del parco maggio-
cotta a' canonici della metropolitana di re. Paolo V nel ponente del
1 609 lo fece
Goa, 1. 1 2, p. 58, 88, 89, 33 1 . Nel 8 1
1
buon governo, e nel 1620 governatore
r uso della mozzetta nera sul rocchetto di Viterbo, non come pretende Ciacco-
al parroco di s. Martino d'Alzano di Bre- Ilio, che lo facesse Gregorio vicele- XV
scia ; della mozzetta paonazza sul roc- gato della provincia delPatrimonio,don-
chetto, senza pregiudizio di quello della de Urbano Vili nel 1626 lo trasferì a
cappa, a' canonici di Guastalla; del roc- quella di Ferrara. Questo Papa per mez-
chetto a'canonici di s. Àgata d' Asciano zo della valida interposizione di suo fra-
di Arezzo: nel 1820 l'uso del rocchetto, tello Carlo Barberini, nel 1628 lo spedì
oltre paonazzo e fiocco simile
il collare nunzio e dopo due anni a
agli svizzeri,
nel cappello, all'arciprete plebano di s. Vienna, dove ne restò 5 presso l'impera-
Giustino di Città di Castello; del rocchet- tore Ferdinando II, nel qual tempo in-
to e della mozzetta con cappuccio pao- tervenne alla dieta di Ratisbona, in cui
nazzo, ed altre insegne a'canonici, par- molto si distinse, essendosi principalmen-
rochi e cantori della cattedrale di Mel- te per la di lui industria e vigilanza sta-
fii : nel 1821 della mozzetta paonazza e bilita la pace tra l'imperatore, Luigi XIU
del rocchetto, in luogo òeW Almuzìa{V\ re di Francia e i principi d'Italia, hi pie-
a'canonici della collegiata di s. Maria As- mio delle sue benemerenze, lo slesso Ur-
sunta di Maenza nella diocesi diPiperno, bano Vili nel 1629 lo creò e riservò in
t.r5, p. 224, 23o, 253, 263, 3o5, 373. petto cardinale, pubblicandolo a'28 no-
Benedetto XIV colla bolla Praeclara de- vembre 633, 1 dell'ordine de'preti col ti-

hitae, de' IO aprile 1743, ch'è l'84.' del tolo di s. Salvatore in Lauro, e nominò
t. I del suo 5«//., confermò agli uditori legato di Ferrara, errando Ciampini dot-
di rota la concessione d'Innocenzo X sul- tissimo nel dirlo segretario di slato. Tro-
l'uso del rocchetto, e l'estese anche nel- vossi presente ai comizii d'innozenzo X,
l'accesso e recesso alle cappelle pontificie sotto il quale fini i suoi giorni in Roma
ed altre funzioni, riconfermando ancora nel 65 1, d'anni 70 non compiti, ed eb-
1

il decreto della congregazione ceremonia- be sepoltura nella chiesa di s. Maria di


le del 1742 in favore ò^' Prelati di fioc- Monserrato nella cappella di sua famiglia,
chetli e de'4 Patriarchi (V.) in partibiis, senza funebre memoria. Diversi suoi bio-
per l'uso del rocchetto in Roma, una cum grafi scrissero cose non vere.
lemniscis [\u\^o fiocchi) nigris ad equox ROCCI Bernardino, Cardinale. '^o-
proprii currus appensis, ed i patriarchi bile romano, dal zio cardinale venne i-
ROG ROC '9
sliadiìlo per la prela lura, dopo ohe Teb- la diocesi, celebrò sinodo e lo die alle
il

be compagno ne'viaggi e nunziature di stampe. Consagrò nel 1677 quel sontuo-


Lucerna « di Vienna. Urbano Vili in sissimo duomo,ed acqnistossi nel governo
considerazione della sua molteplice scien- pastorale gran fama di probità e di pa-
la ed erudizione, congiunta a singolardo- terna sollecitudine. Intervenne al concla-
candore di costumi, che lo ren-
cililà e ve d'Innocenzo XI, e nel 1 680 d'anni 6s>.

devano amabile in una grarità di porta- lasciò la vita nella sua villa di Frascati
mento dicevole al suo gradojpercui venne (/^.). Trasferito in Roma, fu deposto nel-
riguardato come unode'più dotti e slima- la tomba de'suoi antenati in s. Maria di
bili personaggi che allora fiorissero nella Monserrato, senza alcuna memoria sepol-
Roma, successivamente lo nomi-
corte di crale. Di gran talento, fornito di doti no-
nòsegretariodeirimmunità e de'riti, con- bilissime, fu affabile, dolce, clemente, ed
sultore del s. offizio, correttore della pe- ottimo giudice per le sue vaste cognizioni.
nitenzieria e votante di segnatura. Desti- ROCCO (s.). Nacque a Montpellier di
nobile famiglia, fu uno degli eroi della ca-
I nato in
stolico della
tempo di peste
Marca, esercitò
commissario apo-
il pericoloso rità cristiana verso i poveri appestati, e
incarico con tanto zelo e sollecitudine, riguardato come uno de'più illustri santi
che da Fermo ne riportò un elogio scol- del secolo XIV, specialmente in Francia
pito in marmo. Neh 665 Alessandro VII ed in Italia: tuttavia non si ha alcuna sto-
lo spedì inNapoli per nunzio, dove re- ria autentica delle sue azioni e delle sue
staurò con ecclesiastica magnificenza il virtù. Dopo aver dispensato a' poveri i

palazzo della nunziatura , come rilevasi suoi beni, essendosi recato in Italia ed a
dall'iscrizione che vi fij collocata. Nella Roma per divozione, i guasti della peste
sede vacante dell'arci vescovo cardinal Fi- che desolava l'Italia gli porsero occasio-
lomarino, gli fu conferita la pienissima nedi esercitare la suaardenle carità verso
giurisdizione e governo dell' arcidiocesi. di quelli che n'erano infetti, tenendo die-
Clemente IX con lode, per la sua giustizia tro di città in città al flagello distrutto-
e moderazione d'animo composto, lo ri- re. Maldura riferisce, ch'egli venne at-
chiamò in Roma e gli conferì un cano- taccato dal contagio a Piacenza, e veden-
nicato vaticano,nel 1 668 o 669 lo dichia-
1 dosi abbandonato da tutti (o per non es-
rò Maggiordomo {^^.), incaricandolo di sere a peso degli altri), si trasse in una
riformare le soverchie spese del palazzo vicina foresta, dove sofferse acutissimi do-
apostolico che gravitavano sulla camera, lori; e che Dio gli rese la salute senza
nel quale cospicuo offizio restò alcuni anni l'umano soccorso. Raccontasi che ivi fa
con Clemente X, che come narrai al ci- scoperto dal cane di un nobiledetto Got-
talo articolo gli affidò la sistemazione del- tardo, che abitava a poca distanza, e che
V Ospizio de converte ndi , la cui recente lo assistè. Altri narrano che in Piemon-
destinazione accennai nella biografia del te fu colto dalla pestilenza. Ritornato in
cardinal Rasponi, uno de'principali be- Francia, passò nella patria, divisa allora
medesimo. In forza della ri-
tiefaltori del dalle fazioni, e vi fu preso per uno spio-
cevuta commissione, dalla sola riforma ne e posto in carcere, ove morì in capo
delle Lande spezzate e di altre superflue a 5 anni. Riporta ilRutler, che visse nel
milizie j^ece allacamera apostolica un ri- la pratica di un'austera penitenza e negli
sparmio 70,000 scudi all'anno. In gui-
di esercizi della carità, eche passò gli ultim
derdone di tanti servigi, Clemente X ai anni di sua vita a Montpellier, dove di
27 maggio 1675 lo creò cardinale prete cesi che sia morto nel 1327. Alcuni scrii
di s. Stefano al Monte Celio, e nel 1676 lorine differiscono la morte sino alla fi
vescovo d'Orvieto, dove visitò più volle nedelsecoloXlV,ecoilocano il suo viag
8o ROC ROC
gioiti Italia airarmoiS^B; il che som])ra ROCHE AYMONT Carlo Ai^tojvio,
accordarsi con ciò che raccoiilano gli sto- Cardinale. Nacque nobilmente a Main-
rici della peste che iufien in questo paese. sac diocesi di Limoges, si dedicò allo sta-

Accertasi che per la sua intercessione ebbe to clericale econ tale edificante successo,
a cessare questo flagello in parecchie città. che il proprio vescovo Gennelines lo do-
Vuoisi che il suo corpo sia stato trasportato mandò per suffraganeoaBenedelloXUI,
prima ad Arles,e poi a Venezia nel i/\.S5 ; che perciò lo nominò vescovo di Sarepta
ma diceil Butler, che alcuni monumenti in partibiis nel 1725, indi nel 1729 lo
egualmente sicuri dannoquestosagro de- Irasfìe^'ì a Tarbes, donde passò nel 1740
posito alla città d'Arles, e ne pongono la all'arcivescovato di Tolosa, nel 1752 al-
traslazione all'anno 1872. Però è certo l'altro di Narbona, e nel 1763 a quello
che almeno una considerevole porzione di Reims. Nelle dispute che agitarono la
delle sue reliquie si venera a Venezia neh Chiesa a'suoi tempi, mostrò uno zelo mo-
la bella chiesa innalzata sotto la sua in- derato, e sembrò che convenisse nelle vi-
vocazione, con magnifica scuola ed arci- ste del governo. Membro del l'assemblea
confraternita che tuttora sussiste, essen- del clero negli anni 1735, 1740,1755 e
do riguardato come uno de'protetlori del- I 74H, vi parlò parecchie volte per gl'inte-
la città, per cui se ne celebra la festa con ressi della Chiesa e del clero. Dal 1775 in
solenne pompa a' 16 di agosto. In Roma poi intervenne a tutte le assemblee del

si venerano diverse sue reliquie, ed un clero di Francia, divenendo anche presi-


braccio nella sua chiesa, che ha arcicon- de delle medesime. Il carattere suo con-
fraternila e l'Ospedale di s. Rocco [F.). ciliante l'avea fatto giudicareopportu-
Siccome narrasi, che morto incognito la- no per dirigere quelle assemblee, secon-
sciasse in una tavoletta scritto il proprio do i desiderii della cortej perciò re Lui-
nome, promessa di assistere col suo
colla gi XV lo elesse nel 1760 grande elemo-
patrocinio colpiti da Pestilenza (/^^.), che
i siniere e poi lo nominò alla chièsa di
l'avessero invocalo, il concilio di Costan- Reims. Prese parte agli alti del clero del
za nel i4i4jP6»' avere miracolosamen- 1765, divenne presidente degli stati di
te liberato la città da mortale peste, con Linguadoca,ministro degli affari ecclesia-
decreto conciliare de' padri ordinò che stici dopo la disgrazia di mg.^' di Jarenle
fosse portatala sua immagine per la cit- nel 771,
1 nel quale anno Clemente XIV
tà solennemente, locchè fu eseguito con a' 16 dicembre lo creò cardinale dell'or-
gran concorso di popolo; laonde si cre- dine de'preti, senza tilolo,per non essersi
dette canonizzato per equipollenza, cioè mai portato in Roma. Fu fì^>tto commen-
riconosciuto il suo cullo, ed è perciò che datore dell'ordine dello Spirito santo, ed
furono erette chiese, altari e sodalizi nel abbatediBeaulieu,diCislelloediFecamp.
suo nome e dappertutto se ne propagò la Amministrò sagramenti a Luigi
i mo- XV
divozione,come vado dicendo in tanti ar- ribondo, e disse ad alta voce, prima di
ticoli. Viene rappresentalo in abito da farne la ceremonia,cheilregli avea com-
pellegrino e col cane, per quanto si è no- messo di dichiarare, ch'era afflittissimo
tato. In Montpellier tuttora si conserva di aver dato scandalo. Si notò con singo-
la casa ove nacque il santo, anzi da ulti- larità ch'egli fu supplente delle ceremo-
mo lacoramissione municipale si propose nie di battesimo del giovane duca di Ber-
di dare ad una delle sue strade il nome ry.poi Luigi XVI, che lo maritò neh 770,
di s. Fiocco, come lo hanno quelle di tan- e lo consagrò nel 1775. Perciò egli dice-
te città e luoghi che lo venerano a patro- va, falla che ebbe quest'ultima funzione,
no. Altre notizie si ponno leggere in Piaz- come non gli rimaneva più da dire che
za, Emerologio di Boma^ a' 16 agosto. il suo Nane dimiitis. Morì di fallo in Pa-
^

ROC ROC 81
rigia'27 ottobre 1
77 7,d*anni 8 inon com- 6, parla della necessità ch'ebbe mg.' di
pili, decano de' vescovi ed insignito delle Laon di presentare le memorate lettere
primarie dignità. Fu amico della pace, il credenziali al s. collegio, ond' essere ac-
sostegno del clero, il difensore della reli- creditato col medesimo, quindi fece l'in-

gione e dello stato ; onorò 1' episcopato gresso pubblico con corteggio, e fu rice-
colla sua saviezza e rettitudine, colla pu- vuto da'cardinali in solenne udienza, nel-
rità de'suoi costumi, co'suoi talenti, e con la quale pronunziò un discorso analogo:
tutte le cognizioni proprie del suo stato. le spese della pompa, come ecclesiastica,
Sommo fu poi il rispetto ch'ebbe pe'suoi ascesero soltanto a scudi 7642. R^oche-
re. Pietro Giuseppe Pernau vescovo di chouart continuò nell'uffizio d'ambascia-
Tricomio recitò nella cattedrale di Reiras tore con l'eletto Clemente XIII,
il quale

l'eloquente orazione funebre, scritta con di poi a'23 novembrei76i lo creò car-
gran purezza Oraison funebre dinale dell'ordine de' preti e
I ec, Parisi 778.
di stile :

per titolo la chiesa di s. Eusebio,


gli conferì
ascri-
ROCHECHOUART Gfo. Francesco vendolo alle congregazioni di propagan-
Giuseppe, Cardinale. Nobile francese ,
óa/idcj vescovi e regolari, indulgenze e
nacque in Tolosa a'27 gennaio 1708. Di sagre reliquie, e disciplina regolare. Con-
vivace talento, scelse il servigio dellaChie- tinuò a rappresentare la Francia presso
sa, e meritò che Benedetto XIV lo pre- la s. Sede, ma con titolo di ministro ple-
conizzasse vescovo di Laon,nel concistoro nipotenziario, non essendo permesso ad
de' 18 settembre 174'; di poi Luigi XV alcun cardinale di usare il titolo d'amba-
l'inviò a Roma per ambasciatore di Fran- sciatore, per quanto dichiarai nel voi. LV,
cia presso tal Papa, onde nel 1 758 si tro- p. 329. Ritornato in Francia il cardinale,
vò alla sua morte e conclave, nel quale morì in Parigi a'20 marzoi 777, d'anni
a mezzo del cardinale de Luines (P^.) e 69. compianto per le sue qualità.
degli altri cardinali francesi, dopo avere ROGHEFOUCAULD Francesco ,
a* 2 luglio presentato le sue lettere cre- Cardinale. Nacque inParigi nel 1 558 dal-
denziali al s. collegio, fece valere le inten- la reale stirpe d'Albret, discendente da-
zioni del suo sovrano, per la formale es- gli antichi redi Na varrà. Dopo aver com-
clusiva al pontificalo del cardinal Carlo piti con decoro i suoi studi, applicatosi
Cavalchìiii (P^.), partecipandola al cardi- provveduto del-
allo statoecclesiastico,fu
nal decano in voce senza esibirla in iscrit- l'abbazia di Tournus
Borgogna, le
nella
to, come leggo nel mss. di quel celebre cui pingui rendite parte impiegò nel suo
conclave, che posseggo, per cui il zelante sostentamento, parte ne distribuiva a'mi-
cardinal Guadagni non potè tenersi dal serabili, parte ne spese a risarcire le fab-
prorompere in questa esclamazione: IVe- briche della medesima e singolarmente
scio galllce loqui: Dico anteni quocl vos l'ospedale rovinato dal furore degli ugo-
sancto resistitis.^eìmss. poi del
Spiritili notti , e nel collocare in matrimonio le
medesimo conclave del gesuita p. Corda- vergini bisognose. Enrico III avendo tut-
ra, apprendo che nella cappella degli scru- tociòconosciuto, sebbene allora avesse 16
tinii, per il crescente numero di voti che anni, lo fece prefetto della regia cappella.
andava ricevendo il cardinal Cavalchini, La madre credette di fargli fare col pre-
a seconda delle energiche istruzioni del- cettore e il fratello un viaggio a Roma, e
l'ambasciatore di Laon, si alzò il cardi- passando per Milano fu onorevolmente
nale de Luines dal suo stallo, ed in nome ricevuto da s. Carlo Borromeo e da altri
del re di Francia dichiarò, che non sa- principi.Neli585e mentre aveva 26 an-
rebbe stato accetto al suo sovrano. Ar- ni, Sisto V
lo fece vescovo di Clermont,
taud nella Storia di Pio FUI, 1. 1, cap. ed insieme venne annoveralo al real con-
VCL. LVIII. 6
8^ ROC ROC
sigilo. SI (ìiò tulio al sagro ininisfcro e al morose colonie di fervorosi religiosi per
la coltura del suo gregge, non solamente riformarne altri. In virtù del breve otte-
cogli esempi di santissima vita e colla pre nuto da Gregorio XV, riformò ancora in
dicazione del vangelo, ma ancora per Francia i benedettini, cislerciensi, tri- i i

mezzo di libri pieni di pietà e di soda dot- nitari, per corrispondere alle premure di
trina , co' quali studiò d'istruire il suo Luigi XIII. In una carestia che afflisse la
popolo.Ebbe impegno e cura speciale pe« città distribuì a'poveri prodigiosa quan-
gli ordini religiosi , ed introdusse i cap- tità di frumento, quantunque mercanti i

puccini in Clermont e nella diocesi. En- si fosseio offerii pagarlo con allo prezzo,

rico IV lo dichiarò commendatore dello arrivando piii d'una volla a spogliarsi di


Spirilo santo, indi a sua istanza Paolo V sue vesti, per coprire l'altrui nudila. La
a' o dicembre 607 lo creò cardinale pre-
I 1 sua compassione pe' poveri infermi ebbe
te di s. Calisto, ad onta della sua aperta del singolare, mentre non contento di a-
ripugnanza, poiché nella sua modestia e verli provveduti di medico, chirurgo,me-
umiltà non se ne credeva degno. Nello dicine e servitù , fece costruire apposita
spedire il Papa la berretta cardinalizia, cucina per essi, per far preparar loro con
scrisse al re un bell'elogio del cardinale. più diligenza l'alimento. Dimorando nel
Portatosi in Roma si conciliò la stima e monastero di s. Genovella di Parigi, di
l'amore universale colle sue gentili ma- cui era abbate, dopo desinare distribui-
niere, affabilità, dolcezza e dottrina. Ven- va colle proprie mani a'poveri gli avanzi
ne incaricato degli affari del regno pres- della mensa, somministrando loro /[.vol-

so la s. Sede, ascritto alle congregazioni te la settimana dispensa di pane; altret-


del s. offizio, de' vescovi e regolari, colla tanto fecenellesue abbazie, ove tenne uo-
proletloriadel regno di Francia e dei ci- mini integri e di sperimentata fedeltà, ac-
slerciensi. Fu richiamato dopo 4a"»ii nel- ciò avessero cura de'miserabili.Tre vol-
le Gallie per assistere all'assemblea degli te la settimana dava il pane al collegio

stati, che si tenne in Parigi neli6i4, ed de'poveri scolastici, ed a 60 persone ri-

ivi a quella del clero neli6i5 fece ogni dotte in miseria lo dispensò finché visse.
sforzo co' vescovi congregati perchè rice- Kinunziata la sua chiesa nel 1622, Luigi
vessero il concilio di Trento, al quale con XIII lo elesse gran elemosinile, per cui
diverse riserve per la chiesa Gallicana, subito allontanò dalla corte tutti i poeti
tuttisiobbligaronocon giuramento, tran- scandalosi, e sospese dalle confessioni gli
ne due. Fino dal 1609 era stato trasfe- incapaci, cacciò que'religiosi e sacerdoti
rito alla chiesa di Senlis, ne visitò ogni che sotto il titolo di cappellani del re, o
anno la diocesi, adoperandosi con solle- all'ombra di qualche grande vivevano con
citudine, affinchè i parrochi facessero il iscandalo. Alle limosinedel regio erario
loro dovere, incitandoli non meno coll'e- vi aggiungeva le sue, vivendo con parsi-
.sempio, che colla parola, istruendoli nei monia rigorosa, per potere più largamen-
privali colloqui,ed inculcando loro la fre- te soccorrere i miseri che a lui ricorreva-
quenza delle congregazioni morali, ado- no in folIa,e pe'quali fondò in Parigi l'o-
perandosi efficacemente, che non si con- spedale degrinciuabili. Ornò di colonne
ferissero nella sua diocesi e per la Fran- e pitture il sepolcro dis. Genoveda, fre-
cia gli ordini sagri a soggetti ignoranti o giò di gemme urna che ne conteneva
1'

incapaci di far fronte agli ugonotti. In- le e pei tanti restauri ed


sagre spoglie ,

traprese e condusse a buon fine la rifor- abbellimenti che vi operò, si può dire che
n)a del monastero agostiniano di s. Vin- la rinnovasse.Divenuto i .""ministro del re-
cenzo, e con lai felice successo che in se- gno e consigliere del dipartimento eccle-
guilo da (juello si pol,erono prendere nu- siastico, soprattutto ebbe a cuore i van-
ROC ROC 83
taggi e progressi della religione cattoli- merito di questo insigne porporato, chia-
ca, ed olleniie la restituzione a'cattolici mandolo s. Giovanni Elemosinario del
de'ss. luoghi di Palestina già occupati da- suo tempo, propugnacolo e colonna della
gli eretici, che fossero proietti dall'inso- Chiesa,padrede'poveri,esemplaredi tut-
lenze degl'infedeli, e che vi si mandassero te le virtù, coadiutore fedele de'Papi, e
zelatili missionari. Uscita la regina ma- santissimo cardinale, dotto, cortese, affa-
dre dal castello di Blois pe'disgusli nati bile, amico benefico de'suoi nemici, e de-
col re suo figlio, mediante i consigli del gno dell' amore e venerazione di tutti.

cardinal Richelieu, fece dal re inviare ad Allo e bello nella persona, l'amabile se-
Angouleme, ov'erasi ritirata, il cardinale renità del suo volto mostrava l'interna
che colla sua autorità e prudenza quie- gioia del suo spirilo. Liberò dalla morte
tò sj gravi dissensioni. Nel 1 625 nella cat- un ladro domestico, salvò dalle prigioni
tedrale di Parigi fece la solenne ceremo- alcuni ugonotti che l'avevano minacciato
nia del matrimonio tra Carlo I re d'Jn •
nella vita, e fece togliere dalla chiesa di
ghilterra ed Enrichetta sorella di Luigi Clermont un'iscrizione contro gl'infami
XIII. Ammiraloredel cardinalBellarmi- assassini del fratello : desiderava che gli

no, ne difese la dollriua contro il cardi- uomini l'oltraggiassero, per poter eserci-

f nal Pvichelieu sulla podestà del Papa, fa-


cendo annullarci decreti del conciliabolo
tare le virtù della misericordia e del per-
dono. L'eminenti sue qualità precipua-
di Basilea che pretesero liinitarìa. La sua mente furono celebrale in latino da Pie-
tenera divozione per la B. Vergine, la col- tro Rouviere gesuita, che ne pubblicò la
tivava fino dalla più tenera età colla fre- P^Ua in Parigi neh 645, in francese da
quenza de'sagran»enli, con rigorosi digiu- Moriniere canonico regolare chela di vul-
ni ne'sabbati e nell'avvento, sino all'età go in Parigi nel 1646.
di 70 anni, recitando ogni giorno lutto ROCIIEFOUCAULD Federico Gì-
il rosario e ne cantava le litanie co' suoi noLAMO, Cardinale. Nacque di cospicua ^
domestici nel privato oratorio, potendo e generosa prosapia in Versailles, e do-
colsuo patrocinio conservare illibato il po aver ottenuta la laurea di giurispru-
candore de'suoi costumi: seniprealla mes- denza nella Sorbona, destinato sino dal-
sa preuìelteva la confessione. Nel concla- l'infanzia allo stato ecclesiastico, fu prov-
ve del 1621 ebbe molti voli pel pontifi- veduto di pm^ li benefizi e fatto gran vi
i r

cato, per la bella fama che godeva. A be- cario di Rouen. Neh 729 Benedetto XIII
ne apparecchiarsi alla morte rinunziò a lo promosse ad arcivescovo di Bourges,
tutte le cariche, in uno all'abbazia di s. e mentre si affaticava con lode nel gover-
Genoveffa, e compianto da tutti con sin- no di sua chiesa. Luigi XV volendo va-
cere lagrime, singolarmente de' poveri, lersi dell'opera sua ne'più ardui negozi
si riposò nel Signore in Parigi nel 1 645, del regno, lo dichiarò coadiutore del car-
nella decrepita età di 87 anni, lasciando dinal de la Tour nell'abbazia di Clugnj^,
eredi l'ospedale degl' incurabili di Pari- lodecorò dell'ordine dello Spirito santo,
gi, ed il collegio de'gesuiti in Clermont e destinò ambasciatore presso la s. Sede.
ove era slato educato, cui lasciò il suo In questo incarico avendo incontrato l'u-
cuore. Sparsasi due volte la voce di sua niversale applauso, per la sua rettitudi-
morte in Roma, il Papa co'cardinali gli ne, abilità e carattere conciliante, ben vo-
celebrarono l'esequie : per se ne ordinò lentieri Benedetto XIV
ad istanza del re
come un canonico regolare. La chiesa di lo creò cardinale prete di s. Agnese fuori
S.Genoveffa in magnifica tomba con ono- le mura a' io aprile 17475 e lo ascrisse
revole iscrizione ne accolse il corpo. Con. alle congregazioni de'vescovi e regolari,
immense lodi gli scrittori esallurouo il del concilio, di propaganda ^^^j de' riti
84 ROC ROC 1
e altre. Restituitosi dopo pochi mesi alia palazzo Gaillon,come per la bontà, dol-
sua chiesa, nel 17^5 fu richiamalo alla cezza,modi semplici e graziosi che lo di-
corte colla carica di presidente del dipar- stinguevano. Pel 1° aderì agli atti del-
timento ecclesiastico, di ^ran elemosinie- l'assemblea del clero del 1765, e Pio VF
re del re, con l'abbazia di Saint- Vandril- ad islanzadi Luigi XVI il i.°giugnoi773
le. Nelle assemblee del clero fece spicca- lo creò cardinale dell'ordine de'prcti, ma
re la sua sincera pietà e religione, nelle senza titolo per non essersi recato in Ro-
questioni che si agitarono sul gianseni- ma, e gl'invio la berretta pel nipote nig.*^

smo. Procurò di ristabilire la pace tur- Braschi. Fu quindi preside dell'assemblee


bata da tali dissensioni e di fare eseguire del clero nel i 780 e i 782, indi scoppiata
le disposizioni della bolla Unigcniliis di la rivoluzione nel 1789 fu deputalo agli
Clemente XI, senza disgustare gli animi. stali generali e si trovò presidente della
Fece nobile uso di sue ricchezze, con ab- camera del clero. Opinò col maggior nu«
bondanti limosina, facendo valere il suo merodel suo corpo per la separazione dei
credito in favore degl'infelici che a lui ri- 3 ordini e non si unì al 3.° che per e-
,

correvano. Assai compianto morì in Pa- spresso invilo del re, ma deponendo sul-
rigi neh 7 57, d'anni 56, e rimase sepolto la tavola del presidente una protesta in

nella chiesa di s.Sulpizio. Nel tempio di difesa de'dirillidelsuocorpo.Pio VI l'au-


s. Martino de*Campi,ove fu depositato torizzò a secolarizzare i religiosi soppres-
ilsuo cuore, fu dal nipote duca diBiron si dall'assemblea nazionale, al modo che
collocato un magnifico elogio in francese. notai nel voi. XX, p. 1 22. Dipoi ebbe par-
ROCHEFOUG AULO Domeivico, Car- ie in tutti i provvedimenti fatti dal cle-
dinale. NohWe francese, nacque a s. Elpis ro, e fu preside all'adunanza da cui usci
diocesi di lVIende,d'un ramo pò vero e igno- V Esposizione de* principii, di che e del
rato, che sciioprl il vescovo Choiseul fa- resto trattai a Francia. Sorpreso in una
cendo la visita della diocesi e ne preven- lettera in cui censurava le innovazioni ,

ne il precedente arcivescovo di Bourges, venne denunzialo in piena assemblea :

ilquale trasse dall' oscurità questa por- senza lasciarsi intimorire dallo strepito,
zione di sua splendida famiglia, chiamò si alzò e disse con calma. Sì, signori, ho
presso di se Domenico e si assunse la cu- scritto la lettera che vi si denunzia , ed
ra di dirigernegli studi. Lo mandò nel se- ho dovuto scriverla; ella contiene i veri
minario di s. Sulpizio e poi fece gran vi- miei sentimenti. Insorse contro di lui una
cario; indi Benedetto XIV lo dichiarò nel violenta procella; non si fece però a suo
1 747 arcivescovod'Alby, venendo consa- riguardo nulla di disgustoso. Avendo ri-
grato dallo stesso vescovo, a cui dovea la cusato il giuramento,si pensò a dargli uu
sua elevazione. Divenuto nel 1750 mem- successore secondo le nuove forme. Egli
bro delle assemblee del clero, sostenne i scrisse nelgennaio 1791 agli elettori, per
privilegi del suo corpo, ma nel 1755 si rappresentar loro l'irregolarità di taleo-
unì col zio cardinale e gli altri vescovi perazione, e nel seguente mese pubblicò
che presero misure di conciliazione sulle un'istruzione pastorale contro la coslitu-
questioni allora agitate nella chiesa di zioneciviledel clero. Il limorenon gl'irape-
m. Francia. Fu provveduto della ricca abba- dì mai di mostrarsi nell'assemblea nellepiìi
V zia di Clugny nel 757, facendo dellesue
1 difficili circostanze, e la perdita delle sue
' rendile l'uso il più onorevole, e nel 1 759 rendite non alterò minimamente la co-
trasferito a Rouen, ove, come nella sede stante sua serenità. Si rassegnò alle priva-
che lasciò, subito si conciliò l'animo di tut- zioni , e riformò con animo ilare la sua
ti, per la sua giustizia e disinteresse con casa. Fu uno degli ultimi a partire dalla
cui si condusse verso alcuni vicini del suo Francia, che lasciòa'20 settembre 1792,
ROC ROC 85
passanclo ne'Paesi 13assi, ed abitò succes- zelune, cìnti da un fosso e da una strada
sivamente MaestiichtjBrusselIes, e Miin- coperta, ed i terrapieni veggonsi piantati
ster ove arrivò ne! luglio 1794. 1 france- d'alberi che formano un ameno passeg-
si e gli stranieri ammirarono egualmen- gio. La città ha 7 porte, e veduta dall'e-
te il suo coraggio e la sua rassegnazione : stremità della scogliera , la quale dalla
trovò ancor mezzo di dividere cogl* in- torre di s. Nicola sporge in maree deter-
felici il poco che gli rimaneva , e dicesi mina l'anteporto, presenta co'suoi terra-
che ricusasse le olFerte di sua famìglia e pieni, torri , numerosi campanili che la

di Pio VI. Mori in Munslera*23 settem- signoreggiano, un aspetto imponente, cui


bre 1800, in età d'anni 88; fu esposto nonismentisce il suo interno, comechè di-

nella cattedrale , ove il capitolo lo fece visa da strade larghe , nette e fiancheg-
seppellire nel sotterraneo con iscrizione giate da belle case, la massima parte a-
onorevole, avendone recitato la bellissi- dome di portici comodi. E' ancora osser-
ma orazione funebre l' ab. Jarry, stam- vabile pe'suoi edifizi e stabilimenti pub-
pata poi in Anversa. blici. La cattedrale è alquanto ampia, sot-
ROCHELLE (L\), Rtipellen. Città to l'invocazione di s. Luigi IX, con bat-
con residenza vescovile di Francia in Gua- tisterio e cura d'anime amministrata dal-
scogna , capoluogo della Charente -Infe- l' arciprete, avente vicino l'episcopio. Il
riore, di circondario e di 2 cantoni, in una capitolo si compone di 8 canonici, com-
pianura, ed in mezzo a paludi salse che prese le 3 dignità eie prebende del teo-
ne rendono l'aria malsana, in riva all'A- logo e del penitenziere, di diversi cano-
tlantico, a 27 leghe da Nantes, 35 da nici onorari, e di altri preti e chierici
per
Bordeaux e 1 09 da Parigi. K sede di tri- r uffizialura. Nella città vi sono inoltre
bunali di i.^ istanza e di commercio, non altre 5 chiese parrocchiali tutte munite
che di diverse amministrazioni, depositi del sagro fonte, monasteri di monache in-
doganali, banca e camera di commercio, clusive a quello della Provvidenza, alcu-
capoluogo della 12.' divisione militare, ne confraterni te, due ospedali, seminario,
piazza di guerra di 3.^ classe, e vi risie- collegio comunale, ospizi, uno de' quali
dono gli agenti consolari stranieri. Gia- pegli orfani ed il vasto Auffiedy. Pos-
,

ce in fondo ad un'ansa di 3,ooo metri siede anche un tempioprotestante, la zec-


di profondità, che le serve di rada e la cui ca, casa di correzione, prigione militare,
apertura Tiene difesa da 2 forti; il porto teatro, accademia di lettere, scienze e ar-
essendo anche proletto da un'opera a cor- ti; scuole di ostetricia, navigazione e dise-
no al sud-est, al sud da un grosso muro gno, arsenale di costruzione per l'arti-
fiancheggiato da 3 grandi torri, di s. Ni- glieria , biblioteca pubblica con piti di
cola, della Catena e della Lanterna, l'ul- 20,000 volumi, gabinetto di storia na-
tima delle quali va sormontata da un'alta turale, giardino e orto botanico, società
freccia goticaesostiene un fanale,edal sud d'agricoltura, di carità materna, di be-
ovest da una piccola opera avanzata chia- neficenza , biblica protestante. Sono ri-

mala il Paté; per modo che questa cit- marcabili l'antico palazzo del governo, il

tà, considerata come sicura da un attac- campo di fiera, il palazzo della ragione,
co per mare, riesce importantissima per l'ostello della città bellissimo edifizio di
la difesa della costa tra le foci della Loi- gusto gotico, laposta, l'alloggio della guar-
ra e della Gironda. Ma le sue fortifica- dia dipartimentale, la curiosa torre del
quantunque sta-
zioni dal lato della terra, Grosso orologio, il palazzo della prefet-
bilite da Vauban, rimangono lungi dal tura. Comode fontane sono sparse nelle
poter offrire una grande resistenza com- : diverse parti, con belle piazze, massime
pongonsi di 19 grandi bastioni e di 8 mez* quella della prefettura ornata di piante,
8G HOC ROC
e sopiallutlo la vastu pia/za delle urmi, vilegi. Verso ih 557 divenne il baloardo
ancli'essa piantala d'alberi, fiancheggia- delle forze de' CaUnnUti- Ugonotti (Z^^.), ed

ta dai bastioni, donde si gode di superba allora si governò da se, e fu senza buon
vista.Vi sono pure diverse fabbriche. 11 esito assediata nel ^'jf^ dal duca d'Angiò i
^
porto sta intieramente racchiuso nella poi Enrico IIL Assediali di nuovo que'fu- 1

città alsud, e componesi di o. belli baci- riosi eretici e pretesi riformatori nel 1627 1

Di, più grandede'quali chiamato rila-


il da Luigi XIII e dal suo energico e celebre
vre, trovasi secco a mare basso, contorna' i.° ministro cardinal de Bichdieu,Q\'ìa-
to di superbe riviere piantate in parte di bitanti non si arresero se non in capo a
alberi, come lealtreche conlornanoil i? 1 3 mesi, dopo fatta un' eroica difesa , e
bacino detto Carena, al quale comunica soderta orribile fame, cioè a'28 ottobre
mediante un sostegno, che permette di 1628, in conseguenza di che furono tol-
tenervi le navi. All'estremità si trova il te agli ugonotti 36 città. Allora furono
canale Verdière, in parte sotterraneo, che spianate le forlificazioni, ma Luigi XIV
recasi nelle fosse della piazza, e dal suo riconosciuta l' importante situazione di
angolo parte il canale Maubec circonda- questa piazza, le fece ricostruire e formò
to dalle omonime riviere, traversato da il 1757 gl'inglesi vi tentarono
porto. Nel
ponti, che separano dal resto della città inutilmente uno sbarco. Neli8o5 fu in-
il quartiere di s. Nicola ©Carena, forman- cominciato il canale del suo nome, uti-
do Mvì isola. Il corso delle Dame, sulla lissimo al commercio, che servì ancora a
sponda occidentale, ed il luogo al nord prosciugare una grande estensione di pa-
del bacino Carena sono frequentatissimi e ludi , che furono poste a coltura. Inno-
ameni per lo spettacolo animato che pre- cenzo Xad istanza di Luigi XIV , colla
senta un porto sicuro , comodo e che a costituzione Insuptreniinenti, de'4 mag-
marea alta può ricevere ogni specie di na- gio 1648, ^w//. Rorn. t. 6, p. 3, p. i57,
vigli. Vi si costruiscono eccellenti basti- eresse il vescovato di Rochelle, trasferen-
Aienti, e vi si fanno armamenti conside- dovi la sede vescovile di MaiLlezay [V,)
rabili per le colonie, con molte esporta- suffraganea del metropolitano di Bor-
zioni. E' patria di parecchi illustri, come deaux, come lo è tuttora, colla rendila di

del poeta L. Bourgeois, de' celebri fisici 5o,ooo lire ,


pagando allora il vescovo
Réaumur e J. Théophile, del medico Ni- 2000 fiorini per le bolle. Giacomo Raotd
cola Venetle, del bibliografo Calomiez, o Rodolfo signore di Guibourgère nella
di Billaud-Varennes, ed altri. contea di Nantes, consigliere al parfatnen-
La Rochelle, Rouciella oRocella, /?«• todiBretagna,siniscalco e podestà di Nan-
Ittita Saiiloìiuni anticamente era una
, tes, 3 volte deputalo della provincia a
borgata con fortino, che Guglielmo ulti- Luigi XIII e suo consigliere, nel 63 1 1 ve-
mo duca d'Aquitania e conte di Poitou, scovo di Sainles e nel 1646 di Maillezay,
prese ai signori di Mauléon. Divenne poi fu il i.° vescovo di la Rochelle, ove oc-
capitale del piccolo paese d'Aunis, titolo cupossi con tutto zelo all'eslirpa/ioue del-
che conservò fino alla rivoluzione. Eleo- l'eresia calvinista, ed al ristabilimento del-
nora di Gujenua la portò in dote all'In- lafede cattolica nella nuova sua diocesi, e
ghilterra, i cui re concessero grandi pri- morì marzo 661. Quanto ai succes-
nel 1

Tilegi agli abitanti. Luigi Vili se ne im- ad Agostino R.occo de Menou


sori fino
padronì nel 1224, ma il trattato di Bre- Charnisay d'Auxerre, fatto vescovo nel
ligny nel 1 36o la reseagl'inglesi.Nel 1872 1 730, si può vedere Galliachr. t. 2. In-
per sottrarsi gli abitanti al lui o giogo, la di furono vescovi, nel 1768 Francesco de
consegnarono a Duguesclin, a condizione Crussol d'Uzes di Parigi; nel 1789 Gio.
che Carlo V le conserverebbe suoi pri- i Carlo de Coucy di Reims elemosiniere
ROD ROD 87
della regina M." Antonietta, che nel 802 1 pini e di abeti, di cui gli antichi rodii si

ricusò di dare la rinunzia, forse pel con- servivano per la costruzione delle loro
cordalo di Pio VII, ciò che però fece nel navi, e che oggi si mandano in gran quan-
i8i5e poi arcivescovo delia patria. Nel tità Vi so-
all'arsenale di Costantinopoli.
i8o5 Gabriele Paillon di Puy Beliard no pecore, molte capre, e api: ticchi di
nella diocesi di Rochelie. Nel 1827 Giu- selvaggina sono boschi, e le coste som-
i

seppe Bernet di Flour da Gregorio


s. , ministrano pesce in abbondanza. L'isola
XVI traslato all'arci vescovato d'Aixenel portò successivamente diversi nomi, cioè
1846 creato cardinale. Lo stesso Papa nel di Oflusa, Asteria, Etria,Tinacria, Corim-
concistoro del i
° febbraio 1 836 preconiz- bria, Peessa, Atabria, Marcia ed Olessa,
zò l'attuale vescovo mg.** Clemente Ville- non che Stadia, Telchinidio, Pelasgia, e
court di Lione ,
già vicario generale di finalmente R/iodus. Pare che avesse il suo
Sens. Ogni nuovo vescovo è lassato in fio- nome dai fenicii, che primi vi passarono,
rini 870. La diocesi comprende il suddet- però essendo piena di rettili, la chiama-
to dipartimento e sì estende per ^5 leghe rono Isola de'Serpenti, Gezìrath-Rod, il
in lunghezza ei4i" larghe^ za, contenen- qual nomeRod, divenne Rhodes pei
di
do molti luoghi. greci, hanno affissa l'idea del fio-
che poi vi

ROCHE TAISLE Giovanni, Cardi- re della rosa che così denominavano. Era
naie, f'^. RUPESCISSA. l'isola così fertile quando la coltivavano
RODI, Rhodos.C\V\k arcivescovile del- i greci,che la favola disse essere stala i-
la Turchia Asiatica, capoluogo del sau- naflìala da una pioggia d'oro. Vedi Coro-
giaccato e isola del suo nome. Questa sor- iì6[\\ pisola di Rodi geografica storica ^ec,

ge nelMediterraneosullimile sud-est del- Venezia 1688. Conta circa 200 3o,ooo


TAnatoIia, da cui non è separala che da abitanti, un Z." greci, il resto turchi; nel
un canale largo 4 leghe. E la principale secolo decorso ascendeva a 80,000. Sulla
isola del sangiaccato omonimo. Viene per» costa nord-est dell'isola di Rodi, in fac-
coisa nella sua maggior dimensione da cia al golfo di Trisco, e Marmorizza o
una catena di montagne, donde discen- Marmarissa,èfubbricata la città di egual
dono in gran numero piccoli corsi d'ac- Home, in forma di anfìtealro, sopra un
qua, tra 'quali piò notabileè la Fisca. De- poggio, il cui pendio si estende sino alla
lizioso il clima, i calori sono temperati dal sponda del mare, e circondala da antichi
vento d'ovest che vi domina abitualmen- bastioni costruiti dai cavalieri gerosolimi-
te, solo trovandosi esposta nel luglio e a- tani, i quali sonoancora formidabilissimi,
gosto ai venti caldi; l'inverno milissimo, e fiancheggiati da alte torri. L'interno
riesce alquanto umido; l'aria in generale dimostra che vi soggiornarono gli euro-

è pura e sana. Le coste e l'interno oliro- pei, con vie larghe, nette e con marcia-
no i siti più belli e più ameni; profonde piedi, con case assai regolari e fabbricale
valli dove spontanei crescono il mirto e solidamente sul gusto italiano, ed in gran
larosa,apronsi fino sulle spiaggie del ma- numero nella strada principale sono tut-
re. Uberlosissimo è il suolo, ma la terra tora decorale dalle armi de' cavalieri che
resta nella maggior parte incolta. I vini le occupavano. L'antico palazzo del gran
formano la parte più importante delle maestro dell'ordine, in fondo alla via dei

produzioni:vi si raccolgono ancora que' vi- Cavalieri, in cui già risiedeva il pascià, at-
ni profumali sì pregiati dagli antichi, ma testa con gli avanzi di sua magnificenza
se ne esporta poco. Non mancano! frut- lo splendore e il buon gusto de'cavalieri;
ti, comunissimi essendo i fichi, le man- ma una parte già cadde in rovina, l'altra

dorle, i limoni, gli aranci. Alcune mon* serve di carcere. La vasta e bella metro-
lagne sono coperte di selve di quercie,di politana di s. Giovanni, ed un'altra chic-
88 ROD ROD
sa furono convertite in moschee. A'28 feb • in una mano un fanale cui si ascendeva
braio i85i un tenibile terremoto colpì ad accendere per una scala interna. Ven-
di spavento gii abitanti di Rodi, ripetu- ne costruita da due fonditori di Rodi, al-
tosi con frequenti intervalli per due gior- tri dicono da Carele di Lindo, altra città

ni, tanto ondulatorio,chesussullorio. Mol- dell'isola, ediscepolo del celebre Lisippo,


te case crollarono, altre riportarono dan- in memoria del famoso assedio sosleuulo
ni. La detta celebre cattedrale o moschea dai rodiani per un anno contro Demetrio
si spaccò e crepolò, e si disse irreparabi- Poliorcete alla fine del 3.° secolo avanti
le; la magnifìca torre degli Angeli all'en- la nostra era, e col ricavalo dalle sue mac-
trata del porto, crollò in parte nella som- chine indarno poste in opera per impa-
mità e si ancor essa dalla metà si-
fe3se dronirsi della città. V'impiegarono 22
no alla base; e la torre del Sangue, quel- anni di lavoro, e costò più di 3oo talen-
la in cuii cavalieri assediali rinchiudeva- ti: il suo peso si fece ascendere a 900,000

no nella notte gli schiavi perchè non fug- dopo più d'un mezzo secolo o
libbre. Solo
gissero, rovinò per metà e distrusse gli al- 72 anni dacché era stata eretta, precipitò
tri propinqui edifizi. Questo terremoto si in forza d'un disastroso terremoto, e riem-
fece tremendamente sentire anche sul vi- pì colle sue rovine l'imboccatura del ba-
cino continente; le città di Macri, Levis- cino per le galere. Le rovine si restaro-
sos, Doveri, Sene, Carasolsà, con altri i5 no sino 636, in cui essendosi impadro-
al

villaggi perirono, come crollò il monte nito di Rodi il calilfo Moawyach, le fece
Ikingik, strascinando nelle loro rovine da trasportare per purgare il porlo. Quegli
600 vittime circa. Il grande ospedale in avanzi di bronzo si dissero ascesi 37 20,000
cui i cavalieri accoglievano i cristiani di libbre, e furono venduti agli ebrei, che
tutte le parti del mondo, fu trasformalo li trasportarono per acqua sino alla rino-

iugranaro d'abbondanza. Le ri viere,stret- mata baia di Fiscu oggi Marmorizza, ove


te e piantate d'alberi bellissimi,formano li deposero, e ricaricatine 900 cammelli li

un amenissimo passeggio. 11 porto, già u- trasportarono nell'interno della Caria, o-


no de'più celebri dell'antichità, è super- ve Artemisia eresse altra delle 7 antiche
bo, comodo e sicuro, ma però troppo po- meraviglie del mondo, cioè il monumen-
co profondo per ricevere le grosse navi; toaMausolo in Alicarnasso. Presso il por-
è diviso in due parli da un molo, sul qua- to è un cantiere di costruzione, che quan-
le sorge una torre quadrata e alla 120 tunque pe'legni da guerra, è poco capace
piedi, che serve di fanale. Sarebbe assai di soddisfare alla sua destinazione. Tutto
.sicuro se vi si ricostruissero gli antichi la- il commercio dell'isola si fa per questo
vori che lo proteggevano. L'ingresso re- porlo: Francia, Austria e qualche altra
sta serralo da due scogli, sormontati da potenza, vi tengono i loro consoli. Vi so-
2 forti o torri, ed quali secondo gli anti-
i no gli ebrei in quartiere separato; de'cat-
chi storici servivano di base al famoso tolici feci parola nel voi. X Vili, p.i i i.Le
colosso di bronzo o rame rappresentante colline de'dintornisono coperte di casedi
Apollo o il Sole e vuoto di dentro, tenu- campagna, e da per tutto zampillano sor-
to una delle 7 meraviglie del mondo, allo genti che fertilizzano
il suolo. Vedi M.'

70 cubiti o 1 o5 piedi, ma non è vero che Rottiers, Monwnenls de /?/io<:/e5^, Bruxel-


sotto le gambe passassero le più grosse les 1823 e i83o. Nelle monete o meda-
navi. Questa famigerata statua ergevasi glie, i rodii posero per segno la rosa, dal
propriamente nel porto principale, e in- vocabolo Rodi in greco Ros.
nanzi l'imboccatura del più piccolo porto La città di Rodi fu edificata al tempo
destinato alle galere, molti asserendo che della guerra del Peloponneso, ed ebbe
serviva di faro, con narrare, che portava ad architetto il famoso Jppodamo di Mi-
ROD ROD 89
lelo, clie la cinse di mura. Avea strade Mediterraneo, facendo in pari tempo le

larghissime, magnifici edifizi, grandi piaz- memorate sapienti leggi. Ebbe i suoi re,
zt'jboschi consagrati a varie divinità. Stra- il i.° chiamato Tlepolemo figlio d'Er-
bene che ninna città vinceva in
sciisse, cole, il 2.° Doriceo, indi il figlio Dama-
bellezza quella di Rodi, vantaggio ch'egli gete che secondo l'oracolo sposò la 3." fi-

le dà eziandio per le sue famose leggi. A glia d'Aristomene di Messenia, come il


BIarina ed a Port[ parlai dell'antico e migliore tra 'greci. Nacque da loro Dia-
famigeratogm* navale de'rodiani o /^fg- gora I così commendevole per le sue vir-
gt di Rodi. Il tempio del Sole, chiamato tù, che meritò di dare il suo nome alla

Z?e/eiO«j passava per unode'piùbelli del- successione de'principi che regnarono in


l'antichità} quello di Bacco era adorno di seguito e furono detti Diagoridi, non pe-
gran numero di quadri del celebre Pro- rò tutti conosciuti. DopoEvagora,Cleo-
logene; anche i templi d'Iside, di Diana buio viaggiò in Egitto, vi slabih la filo-

ealtri furono rinomali. Oltre alle ricchez- suo ritorno colai fama
sofia, e formossi al

ze che la venerazione di diverse città vi di sapienza, da venire annoverato tra'"/

avea fallo passare,comealtretlaiai omag- savi della Grecia. Venuto


a morte senza
gi religiosi, dice Plinio ch'erano nella cit- figli maschi, lasciò
corona ad Erasti-
la

tà di Rodi più di 3ooo statue, per la mag- de, de'discendenti di Diagora. Contem-
gior parte di squisito lavoro; ed Aristide poraneo di Pindaro, di cui cantò le lodi,
afierma, che trovavansi in Rodi pitista- fu Diagora li, che morì di g'oia edile-
tue e quadri di pregio che non in tutto nerezza, quando i 3 figli gli posero sul
il resto della Grecia i-nsieme.Eda dolersi capo le 3 corone che aveano riportale ai
della perdita de'rilrallidi Menandroredi giuochi olimpici. Gli successe il figlio Do-
Caria e di Enea figlio di Nettuno, dipinti riceo grande atleta e vincitore ripetu- ,

da Apelle,di quelli d'ErcoI-», di Perseo e tamente ai giuochi olimpici; deposto, fu


TeleapOj opere di Zeu3Ì,e di cui si fecero poi richiamalo, e cadde prigione degli a-
altissime elogi. Ma il monumento più fa- teniesi nel difendere i lacedemoni. Mon-
moso, fu il descritto Colosso di Rodi: al- tò sul trono la famiglia degli Asclepiadi,
lorché fu rovesciato dal terremoto,! rodii che abusando del potere, i rodii abolita
colsero il destro di tale disastro per man- la monarchia si eressero in repubblica,
dare in Egitto, Siria, Macedonia, Bilinia ed allora si resero possenti nel mare, e
e Ponto per esporre la sciagura loro toc- fondarono lontane colonie, come sulla co-
cala e chiedere soccorso onde ripararvi; sta orientale della Spagna, e Partenope
ed i soccorsi tornarono 5 volte maggiori e Agrigento in Italia, secondo alcuni. Ca-
del danno, ma invece di rialzare il colos- duta in preda allefazioni,dopoaver nella
so, pretesero che l'oracolo di Delfo loa- guerra del Peloponneso parteggiato per
vesse loro vietato, e tennero il denaro per Alene e per Sparla prevalse il partito ,

altre destinazioni. Sepolla,come tulle qua- di questa ultima e si stabilì in Rodi l'a-

si le origini, nelle tenebre inestricabili di ristocrazia: Atene


ne sdegnò, e 356
se
remotissinia antichità, per quella degli anni avanti l'era nostra ruppe guerra e
abitatori dell'isola di Rodi si crede che do- dettò la pace. Artemisia regina di Caria
po la guerra di Troia se ne rendessero pa- con riprovevole strattagemma s' impa-
droni i doriì; ed infatti quivi era in uso dronì della flotta de'rodii, occupò la città
il dialetto greco. Chiunque fossero e ve- e fece perire i primari della nazione. La
nuti per maie, per tempo compresero fiìmosa orazione di Demostene /;er la li-

l'importanza della navigazione, e quindi berla de' Rodii^ determinò Alene a riven-
tanto innanzi ne portarono l'arte, da ren- dicar la loro libertà. Allorché A lessanclro
dersi per assai lungo tempo padroni del il Grande si fece riconoscere gcuerulissi-
j

90 ROD ROD
ino dei greci, ì rodi! ne riconobbero l'au- tori e vi fu ma Claudio la pri-
Tiberio;
torità, ed egli pose loro tale adetlo, che ad vò della libertà per avere offeso alcuni
essi aflidò a)pia del suo testamento. Dupo cittadini romani, indi fu cojn presa tra le
la sua morte tornarono indipendenti, di •
Provincie romane da Vespasiano e ridot-
portandosi neutrali co'suoi geneialiche ta a pagare annuo tributo. In questo tem-
se ne contendevano Demetrio le spoglie: po le scienze e le arti ancora vi fioriva-
Poliorcele assediò con 200 navi la città no con felice esito, onde fra' suoi illustri
da guerra, ryo da trasporto e 4ooo uo- conta ancora l'astronomo Ipparco, ed i

mini da sbarco, oltre un migliaio di bar- poeti Timolene e A nassa nd ride: celebra
che con viveri e macchine da guerra. Ma, fu il ginnasio che vi aprì Eschine filosofo
come dissi, inutilmente, perchè il corag- ateniese. Alla decadenza dell'impero d'o-
gio e l'amor patrio trionfarono del nu- riente, cadde successivamente in potere
mero e della forza, onde Demetrio am- de* persiani e de' saraceni, primi se ne i

mirando la valentia de'rodii, donò loro impadronirono sotto l'impero d'Onorio,


le macchine che avea adoperate. Risto- isecondi a mezzo de'generali de'califfi nel
rati i rodii dall'assedio, ch'estese la loro 636 o più tardi. L* imperatore Anasta-
gloria per tutto il Mediterraneo, vieppiù sio II del 7i3 la ricuperò. I veneziani vi
si applicarono al commercio e divennero si stabilirono nel i2o3; Giovanni Dinas
il popolo più potente di Grecia. Guer- la ritolse a* veneziani, finché la riacqui-
reggiarono contro Bisanzio e contro Fi- starono i turchi, ai quali la tolsero i ca-
lippo re di Macedonia. Divenuti alleati valieri gerosolimitani cl/eransi stabiliti
de'romani, circa 2 i5 anni avanti la no- a Limisso. A Gerosolimitano ordine o ca-
stra era, secondarono con molto zelo
li valieri di come essi
S.Giovanni, raccontai
nella guerra contro Antioco re di Siria, nel i3io s'impadronirono di Rodi, ed a
e conjbatterono con felice esito una flotta poco a poco dell'intiera isola e di 7 iso-
comandata dal famoso Annibale. Tanta lette circostanti; che divenne loro domi-
considerazione acquistarono co' romani, nio, capoluogo di quest'ordine sovrano e
che influirono nella loro condotta poli- residenza del gran maestro, dalla qual e-
tica, e determinarono a regolare le cose
li poca gli ospitalari gerosolimitani assun-
d'Asia in modo da mantenervi la tran- sero il nome di Cavalieri di Rodi^ vi si

quillità; in ricompensa de'Ioro servigi ri- resero celebri per gloriose imprese con-
ceverono la Lidia, quella parte di Caria tro i turchi, onde la città e isola diven-
che slava dirimpetto a Rodi, ed una par- nero propugnacolo del nome cristiano e
te della Pisidia. Nella guerra de'romani freno alla possanza ottomana, che più vol-
contro Perseo, in favore di questo si di- te tentò di ricuperarla; ma dopo la sop-
chiararono i rodii, e dopo la sua scon- pressione àe Templari (^.), il primitivo
fìtta entrarono in Iratlalivecon Roma per spirilo dell'ordine essendo decaduto nella
la loro indipendenza e si pacificarono. Ro- rilassatezza. Clemente VI fece gravi e-
di fu onorata dalla presenza di Scipione sortazioni ai cavalieri di Rodi, come ri-

e di Pompeo. Mitridate re del Ponto 88 porta Bercastel, Storia del cristianesimo


anni avanti la nostra era, come alleata t. 16, n.° 61. Nel medesimo articolo Ge-
de' romani, pose l'assedio a Rodi, ma fu rosolimitano narrai quanto riguardaRo-
respinto. Parteggiando poi irodiiperCe- di sotto il dominio degli omonimi gran
sare, furono combattuti da Cassio e trat- maestri e cavalieri gerosolimitani, la di-

tati indegnamente. Dopola mortedi que- fesa de'pellegrini che si recavano ne'sanli
sti, M. Antonio resliLià loro privilegi an- ì luoghi di Palestina, delle navi cristiane
tichi e donò parecchie isole. R.odi si man- dagli assalti de'turchie de'pirati, venen-
tenue con lustro ancora sotto gl'impera- do protetti e soccorsi dai Papi. Come au-
ROD ROD 91
Cora Teroica difesq fatta contro Maomet- non sia stato ripieno di cadaveri. I can-
to II conquistatore dell'impero orientale, noni, le cui palle pesavano sino a 1,1 00
per essersi i cavalieri diRodi ricusati al tri* libbre, le mine, le contromine, gli scavi,
butoche pretendeva impor loro nel i48oj il gladio, l'incendio, tutte le armi che di-
quindi la presa che nel i Sii ne fece So- struggono, lultociò che è micidiale, fu
limano II,altro imperatore de' turchi, do- messo in opera ne'due assedii di Rodi;
po avere i cavalieri sostenuto uno de'piti quando rimembrasi che tutte le nazioni
memorabili assedii,con sommo coraggio, d'Europa erano rappresentate in quella
mirabile valore e intrepidezza. I cavalieri gloriosa lotta, si tiene fisso lo sguardo su
di tutte le lingue si coprirono di gloria; quelle mura, come sopra le piìi belle pa-
quelli della liogua italiana sotto gli oc- gine della storia moderna. Pare che il cie-
chi del gran maestro fecero prodigi di o- lo abbia fatto quell'isola per essere un po-
roismo, tutti esponendosi ai più gravi pe- stoavanzato sull'Asia. Se una potenza eu-
ricoli, onde molti ne restarono uccisi. Sul ropea ne fosse padrona, avrebbe ad un
bastione britanno, quasi centro dell'op- tempo la chiave dell'Arcipelago, della
posizione, gl'inglesi sostennero la causa Grecia, di Smirne,dei Dardanelli, delma-

> della cristianità contro la mezzaluna, ed


alla loro sinistra pugnavano i tedeschi eoo
re d'Egitto e del mare di Siria. Io non
conosco al mondo, né una più bella po-
un ardire da leoni. La flotta turca rima- sizione militare marittima, né un più se-
se gran parte dell'estate in quel golfo e reno cielo, né una terra più ferace e più
nella baia di Marmorizza, donde diresse ridente. I turchi v'impressero quel carat-
le sue operazioni. Questa ultima colonia tere d'inazione e d'indolenza che li ac-
^7 cristiana in Asia, conseguenza delle cro- compagna dovunque. " Dopo la perdila
1^ ciate, ritenuta la chiave d'Asia, Solima- di Rodi, andando l'ordine gerosoliiuila-
no II fece ogni sforzo per conquistarla, no errante per mare e per terra, condu-
™r poiché essendo in possesso de'cavalieri cendo seco numeroso stuolo di quegl' i-
B gerosolimitanijSempre poteva temereche solani che non vollero rimanere soggetti
nonsiformasseinoccidentequalchegrau- ai turchi, vestivano a lutto e veleggiava-
de spedizione pel ricupero óeWa Palesti- no in galere coperte di nere gramaglie.
na (F.) e della Siria , ed anche per la Delusi nella speranza di riconquistare Ro-
conquista dell'Egitto ch'era stato riunito di, anzi ricusandola perchè oflbrta dai tur-
all'impero ottomano. Ma tutto ripeto de- chi colla condizione di non essere soggetti
scrissi con diffusione al citalo articolo, in all'Egitto, per le fervide istanze di Cle-
una alla capitolazione onorevole, ingres- mente VII, nel i53o ottennero da Carlo
so diSolimano II in Rodi nel giorno di V l'isola di Malta (/^.), per cui l'ordine
Natale i522, partenza del gran maestro, o religione, il gran maestro, cavalieri ge-
i

cavalieri e arcivescovo di Rodi, e ripor- rosolimitani, non più di [iodi, ma di iMid-


tando gl'istorici che celebrarono l'infor- la chiamarono. Tra le condizioni con-
si

tunio dello scudo e kaslione della repub- venale, vi furono quelle, che la nomina

blica cristiana, come veniva chiamata de'vescovi di Malta restasse di padrona-


Pvodi, e le prodigiose imprese de'prodi to de're di Sicilia, da scegliersi però da
cavalieri ridotti alle proprie forze in di- 3 cavalieri proposti dall'ordine, e che se
fenderla. Seri veChateaubriand nell'/^/'/ze- Rodi si fosse ricuperala, ivi si dovrebbe
rario da Parigi a Gerusalemme:» Quan- ristabilire la residenza principale dell'or-
te battaglie si diedero intorno ai bastioni dine gerosolimitano, tanto benemerito del
di Francia e d'Inghilterra, Spagna e di cristianesimojquindi Malta divenne forte
d'ItalialNon avvi pietrache non sia stata baluardo di esso,e itmtilmenteSolimanu
insanguinata, non una trincea o fosso che 11 la fece assediare con formidabili forze,
9» ROD ROD
lìnchè nel i
798 cadde in potere deTran* Oricns cliristìanus t. i, p. 924 e seg.; e
cesi, e nel 1800 degl'inglesi che tuttora v\^\V Istoria della sagra religione di Mal-
la dominano, essendo Roma principale ta l. 2, p. 597. Le sedi sulfraganee, ed in-
residenza del magistero dell'ordine gero- sieme isole, Rodi fu-
dell'arcivescovo di
solimitano. Per singolnr coincidenza è da rono Carpato oScarpanto, Stanchio,Sa-
rimarcarsi che nel i84( e 184^ la baia moSj Scio, Naxia, Santorino, le quali in
di Marmorizza (celebre per l'adiacente seguito divennero arcivescovati onorari,
suo paese, che racchiude quelle magnifi- Melo, Siphanus seu Piscina, Delo, Tera-
che cave di marmo, che si adoprò pei co- sia, Tine, Larosa, Stampalia e Nicouri
lossali edifìci della Caria e altre parti) già Icaria. Dice Comraniiville, che dopo il
stazione della flotta turca di Solimano II 1 522 solo vi restarono gli arcivescovi gre-
contro i cristiani, in detti anni le flotte ci, una parte dell' isola ebbe per
e che poi
inglese e austriaca vi furono in stazione metropolitano un Enepiaki, l'altro chia-
per la canservazionedeli'impero ottoma- malo Slaropigiaki era immediatamente
no che stava per sciogliersi, onde serbare soggetto al patriarcato di Costantinopo-
l'equilibrio politico d' Europa; equegli li. Il p. Le Quien t. 3, p. io5oeseg. ci
stessi inglesi e tedeschi che furono assaliti dà la serie di c) arcivescovi latini. Il i."
da'lurchi nella difesa di Rodi, si prepara- fu U\ Guido greco e domenicano, vescovo
rono a pugnare per la sua conservazione o arcivescovo nel 1 238. Del 2.° s'ignora il
nel dominio ottomano. nome e fiorì nel i 336, cui scrisse Rene-
La fede cristiana vuoisi predicala in detto XII per suscitare la sagra milizia
Bodi dall'apostolos. Paolo nel breve sog- de'cavalieri di Rodi contro gl'infedeli, ed
giorno che vi fece proveniente da Mileto ancheClemente VljChe nel 345 fece duce 1

cdaCoo,perandarea Pataro. Senza dub- de'crociati il delfino Umberto.il 3.*'egual-


l)io l'apostolo, ardente sempre per la pro- mente anonimoearcivescovo Colossensis^
pagazione del vangelo, vi avrà negl* iso- al quale scrissero nel 353 Innocenzo VI 1

lani seminato que'germi della parola di per difendere cristiani da'lurchi, ed Ur-
i

D\Oj che poi fecondarono con mirabile bano V nel r 363. Guglielmo tra slato iVif-
sviluppo, massime dopo che vi si recò l'en- seriensi ad Colossensem arcivescovo nel
comiato ordine gerosolimitano. Nel I II se- i365. Giovanni Fardina domenicano fu
colo vi fu eretta la sede vescovile, poi sot- fallo da Urbano V nel 1370 arci vescovo di
to il patriarcato di Costantinopoli. Il 1° Colossi nell'isola di Rodi. Matteo da Em-
vescovo greco di Rodi fu s. Eufranone ,
poli domenicano, verso il 396 Bonifacio 1

che condannò gli encratiti ; gli successe IK lo nominò arcivescovodiRodi. Andrea


Fotino, contemporaneo di s. Clemente domenicano greco arcivescovo Colossense
martire e vescovo d'Ancira. Nel IV secolo e metropolitano dell'isola di Rodi, negli
Rodi diventò la metropoli della i.* pro- atti del conciliodi Basilea cognominato de
vincia ecclesiastica delle Cicladi, e vi se- Petra, dottissimo ed erudito, per cui fi-

dettero vescovi e arcivescovi greci e la- gurò nel conciliodi Costanza ed in quel-
tini, i quali talvolta furono chiamati col lo di Firenze; il i.° l'inviò con altri am-
nome di Colos'^o o Colossiani\ dal famoso basciatori per costringere alla rinunzia il

Colossoin Piodi consagiato al Sole, come falsoBenedetto XIII, mentre Martino V


rileva anche il Terzi, Siria sagra p. ^i3. ed Eugenio IV l'inviarono in Costanti-
Non si deve quindi confondere con Colossi nopoli, per l'unione della chiesa greca al-
("Z^.^, sede arcivescovile nella Frigia Paca- la latina; ed il 2.° lo adoperò ancora per
ziana. La serie de' vescovi e arcivescovi quella degli armeni e giacobiti. Leonar-
greci, fino ad Ignazio che ne occupava la do de'mìnori era arcivescovo nel i5o6,
sede nel 1720, si trova nel p. LeQuien, promosso da Giulio II, in tempo del qua-
ROD ROD 93
le Rodi Solimano IT, ed egli
fu presa ila lezione del re Clodoveo IT, e della regina
seguì cavalieri. Per sua morte Clemente
i s. Balilde; Childerjco re d'Austrasia con-
VII nel i529 nominò Marco Callaneo fermò il nuovo stabilimento con un di-
domenicano genovese, dotto e facondo ploma, e donò una terra ai religiosi. Do-
predicatore: in Bologna nella coronazione po aver governalo per 3o anni il mona-
fatta nel i53o da Clemente VII dell'im- stero, s. Rodingo volle gli si desse un suc-

peratore Carlo V, nel pontificale cantò il cessore, e poi si ritirò in una piccola so-
vangelo in greco, indi fu consagrato ar- li tudine,donde non usciva altro che la do-

civescovo nella slessa città, e morì in Ge- menica, e quando la sua presenza era as-
nova nel 546. Divenuto Rodi untitelo
1 solutamente necessaria ai bisogni della
arcivescovile inpartibus, la s. Seóe gli at- comunità. Morìai 17 settembre verso il

tribuì titoli vescovili in parlibus di Car-


i 680, d'anni 86 circa; fu sepolto nell'ab-

palo, Leto o LeroSy Melos o 3] ilo, Lori- bazia di Beaulieu, ed è nominato nel mar-
ma , ParoSj SamoSy Tine.JHeì vol.XLII, tirologio gallicano ed in quello de'bene-
p. 87 dissi come Pio VI uni la chiesa ar- dettini.

civescovile di Rodi ili parli bus a quella RODIOPOLI. Sede vescovile della
di Malta, con titolo al vescovo di arci- provincia di Licia, nella diocesi ed esar-
vescovo di Rodi, con l'uso de! pallio e al- calo d'Asia, sotto la metropoli di Mira,
tre onorificenze. Al presente è arcivesco- eretta nel V secolo. Rodiopoli fu anche
vo di Rodi e vescovo di Malta mg.^ Pu- delta Eliodia, come antica colonia de'ro-
blio M.^ de'conti Sant di Malta, dal re- dii. Uno de'suoi vescovi, e hiamato Nicola,
gnante Pio IX il i.° ottobre 1847 dato sottoscrisse la relozione del concilio di Co-
per coadiutore con futura successione al stantinopoli al patriarca Giovanni, e con-
predecessore che nominai a Malta, col tro Severoe gli altri eretici. Or/eA25c/ir.t.T,

titolo vescovile in paHibiis ò\Laranda. p. 99'x. Rodiopoli, Rhodiopolilan, al pre-

RODliNGO (s.),i.° abbate di Reaulieu senteè un titolo vescovile/«ptìfr//Z>H5,sotto

in Argonna. Nacque in Irlanda, abbrac- l'arcivescovo ^uve in parti bus dì Mira, che
ciò lo stato monastico, e ricevette il sa- conferisce la s. Sede. Per ultimo vi furo-

cerdozio: alcuni dicono che fu consagra- no nominati, per morte di Francesco Fra-
to vescovo, ma questa opinione non pare cker di Sierstorpff, da Leone XII nel 828 1

fondata. Ritiratosi nel monastero di Tho- Giuseppe Vito Burg di Costanza per au-
ley, nella diocesi di Treveri, vi divenne siliare all'arcivescovo di Fribuigo, colla
l'esemplare dei fratelli; ma trovandosi ritenzione del decanato di questa metro-
troppo disturbatodalle visite diquelliche politana;daGregorioXVI nel 1 83*2, Sta-

venivano a consultarlo da ogni parte, se nislao Tomba, trasferendolo da Forlì, e


ne partì con alcuni religiosi, per trovare per sua mòrte nel 1840 Andrea Raess
un luogo più solitario. Passò due anni d'Argentina, canonico di quella cattedrale
presso s. Paolo vescovo di Verdun, e for- e coadiutore del vescovo di Treveri. Es-
mò quindi il disegno di stabilirsi nella fo- sendo morto ancora questi, Gregorio XVI
resta di Argonna ; ma non permes-
gli fu a'i5 gennaio 844 conferì il titolo all'o»
1

so da quello al quale apparteneva. Dopo dierno mg.^ Taddeo Lubienski della dio-
aver fatto un viaggio a Roma co'suoi di- cesi di Premislia, fatto già da Leone XII
scépoli, tornato in Francia, ottenne la per- prelato domestico, uditore generale di
missione di porre la sua dimora nella det- Cracovia, qual sufiìaganeo del vescovo di
ta foresta, ed fondamenta del-
ivi gettò le W^ladislavia. Vi fu altra sede vescovile di
l'abbazia di Beaulieu.La nuova comunità Rodiopoli e Rodopoli, nella Lazica esar-
divenne ben presto celebre e numerosa. cato di Ponto, eretta nel IX secolo sotto
11 santo foudalore fu onorato della prò- Trebisonda.
91 noD ROD

UODOPE. Provincia ecclesiàslica nel - ligìoso della IMercede, insigne teologo, ec-
la Tracia, siltiata Ira i fiumi Nesto e IMe- cellenteoratore. Divenuto vescovodi Pa-
)ane, e confiuanle al nord col Monte Ro« lencia, fu spedito and)ascialore a Grcgo-
tlope che leda il nome. Aveva TrajanO' rio XI, indi a' 18 o 28 settembre 1878
poli j)er metropoli, ma dislruUa qnesta Urbano VI lo erto cardinale, e poco do-
cillìi, la dignità melropolilana fu Irasfe- po mori. Conlelori e Aubery non lo no-
rila a Mano ne a. verano tra'cardiufdi, così Novaes.
PiODOSTO.Sede vescovile delia pro- RODT (de) Francesco Corrado Ca-
vincia ecclesiastica d'Europa, sotto la me- simiro, Cardinale. Nacque nobilmente
tropoli d'Eraclea, eretta nel V secolo^ e in Mariemburg o Marispurgo nella Ger-

chiamala anco Hudislo e Redaestus. Il i mania, nel 1726 fu eletto canonico del-
vescovo greco fu Giovanni che interven- lacattedrale d'Augusta, indi nel 1741
ne al 7.° concilio generale, rOnWzj dir. colla dignità di decano, che dovè rinun-
riportandone successori nel
i 1.
1 , p. i 128; ziare per attendere ai pubblici aflàri ad-
nel t. 3,
p, 975 parla di due vescovi lati- dossatigli dalla corte e dal proprio vesco-
ni,Enrico carmelitano del 1295, ed Elia vo. Benedetto XIV nel i 744 'o fece pre-
carmelitano morto verso il i/\io.ti\ pre- posto di Costanza, il cui capitolo a pieni
sente llodosto è città della Turchia eu- voti nel 1700 lo designò vescovo e suc-
ropea in Romelia, sangiaccato 327 leghe cessore al defunto zio materno Casimiro
da Costantinopoli, capoluogo di giurisdi- Sickingen. L'imperatrice M." Teresa l'e-

zione, sul mare di Marmara, in cui ha u- levò a principe dell'impero, direttore del
na rada eccellente. È grande e cinta da circolodi Svezia, signore delle celebri ab-
mura merlale e fiancheggiate da torri, bazie di Reichenau e di Oeninga di s. Be-
con belle vie e buoni edifizi, ed ospizio nedetto, ed a sua istanza e dell'impera-
pei poveri viaggiatori. Con bella strada tore Francesco I,a' 5 aprile 1756 Bene-
comunica con Adrianopoli. Vi sono greci, detto XIV lo creò cardinale prete di s. Ma-
armeni ed ebrei: russi la presero nel
i ria delPopolo.Fu annoverato congre-
alle
1829 a'23 agosto. Della missione Ialina gazioni di propaganda dell'immu-
/zV/e,

di Rodoslo parlai nel vol.XVIlI,p. 109. nità, vescovi e regolari, indulgenze esa-
RODRlGUEZoRODERICOCoNSAL- gre reliquie; protettore della confrater-
vo, Cardinale. Da alcuni creduto de'no- nita del ss. Sagramento e s. Monica, eret-
bilissimi Anguilla Hinojosa, nacque nel ta nel suo titolo, bali e protettore dell'or-
regno di Castiglia, e da giovane fu fallo dine gerosolimitano, al dire di R.odolà che
canonico di Biu'gos, e ne divenne arcive- gli dedicò il t. 2.° dell'opera sul Rito gre
scovo dopo essere slato vescovo di Cuen- co in /f^//Vz, celebrandolo per virtù, in-
ca. Traslalo alla metropolitana di Tole- gegno, dottrina, eloquenza e altre prero-
do, Bonifacio Vili a'4 dicembre 1298 lo gative, come della nobilissima famiglia
creò cardinale vescovo d'Albano. Ma nel da cui discendeva. Si trovò presente al
portarsi a Roma a prenderne le insegne, conclave perClementeXl li, e dopo Sgior-
vi lasciò la vita dopo circa un anno nel ni si concluse l'elezione: non intervenne

1299, e rimase sepolto nella basilica Li- a quelli per Clemente XIV e Pio VI. Mo-
beriana, presso la porta laterale vicino rì in Mariembuig o Marispurgo a' 16 ot-

alla tribuna, dove si vede eretto a suo o- tobre 1775 alTimprovviso e d'anni 70
nore un monumento ornalo di musaici, non compili, con fama di principe savio,
colla statua del cardinale giacente sopra prudente, a(fabile,d'animo grande, e im-
la tomba, con breve epitaffio. pegnalo pel bene della Chiesa e del pub-
RODR GUEZ Pietro, C^r^/,2^/e.Spa.
1 blico. Ebbe sepoltura nella chiesa parroc-
gnuolo delia nobile famiglia Torres, re- chiale di quel castello, le Notizie di Ro-
ROG ROG 95
ma dicono magnifico mo-
cnllecirale, in Cardinale. Nacque in Mnlmont nel Li-
numento, con onorevole e lungo epilafTio. mosino, della nobilissima casa Beau fort,
ROGAZIA]NO(s.), merlile. D'illustre professò fino da fanciullo nell'ordine dì
casato di Nantes nell'Armorico,toccotla- s. Benedetto nel monastero di Toul. Si
gliesempi e dai discorsi di suo fratello rese commendabile per la scienza delle
minore Donaziano, il quale avendo ri- per la prudenza e destrezza con
scritture,
cevuto il battesimo, menava vita esem- cui maneggiò più ardui affari, come di-
i

plare e travagliava alla conversione de- mostrò nel comporre la grave lite fra il
gl'infedeli, si decise aneli 'egli di abbrac- conled'Armagnac e il visconte di Turen-
ciare il cristianesimo. Per l'assenza del ne, sebbene altri col Baluzio ciò con più
vescovo, ch'era fuggito per la persecuzio- probabilità altribuiscanoal cardinalBes-
ne, non potè ricevere il battesimo; ma sa. Elello vescovo di Toni, ma non con-
Io ricevette però nel suo sangue. Giunto sagrato, il fratello Clemente VI, dopo la
."
il prefetto a Nantes per eseguire gli or- sua esaltazione, pel i lo creò cardinale
dini dell'imperatore MassimianoErculeo, prete di s.Lorenzo in Damaso a'20 di-
che prescrivevano di mettere a morte tut- cembre I Z^i. Nella morte di tal Papa fu
ti che ricusassero di adorare Giove
quelli al conclave d'Innocenzo VI, ed in quello
ed A pollo, gli furono presentati due fra- i per Urbano V per la reputazione che go-
telli Donaziano ePvogaziano, quali con- i deva, de'2 I cardinali elettori 1 5 gli die-

fessarono generosamente la fede, in onta dero il voto pel pontificato, ma con eter-
alle lusinghe e alle minacele che adope- na gloria del suo nome lo ricusò gene-
rò per smuovere la loro costanza. Per- rosamente. Morì decrepilo o in età avan-
ciò furono cacciali in prigione caiichi di zata, tutto dedito alla pietà, inodore di
catene, ove passarono la notte intera in santità e specchio di tutte le virtù, nel
orazione. Udì appresso furono ricondotti 1 363,nel monastero di Monte Olivo nel-
dinanzi al prefetto, e quivi dichiarando la diocesi di Carcassona, perdendo con
d'essere pronti a lutto soffrire perii no- esso la chiesa romana un valido soste-
me di Gesù Cristo, furono stesi sul ca- gno. Trasferilo nella diocesi di Limoges,
valleltoj poi feriti nella testa con lancie, ebbe sepoltura nella chiesa di s. Germa-
indi decapitati. Il avvenne
loro martirio no di Mazzarè, dove avea fondato una
verso l'anno 287, non nel 3o3 e durante collegiata di canonici, in elegante avello
la grande persecuzione, come alcuni han- di metallo, colla sua statua scolpita in
no pensato. Furono sepolti loro corpi i marmo. Per quanto dissi nel vol.XXXlI,
vicino al sito dove aveano sofferto, e po- p. 284, pare che il nipote Gregorio XI
scia i cristiani eressero ad essi una tom- facesse porre il di lui stemma nel taber-
ba, appiè della quale vescovi di Nanles
i nacolo o ciborio che racchiude le Teste
si scelsero la loro sepoltura. Verso la fi- de ss. Pietro e P^o/o (^.), nell'arcibasi-

ne del V secolo fu edificala nello stesso licaLaleranensejSebbenefossegià morto.


luogo una chiesa, e nel i 45» Alberto ve- 1
ROGER MONSTRIO Pietro, Cardi-
scovo d'Ostia trasportòla reliquie dei due nale. V. Gregorio XI Papa.
martiri nella cattedrale di Nantes, dove ROGERIO (beato). Entrato nell'or-
ancora si conservano, celebrandosi la lo- dine de'cisterciensi a Loroy nel Berry, di-
ro festa ai 24 di maggio. venne in seguito abbate d'Elan, presso a
ROGAZIONI. ^.Litanie minoridel- Rhetel nella Sciampagna, e morì verso
i-E RoGAzioNF, e Processione. l'anno 1 17.5. Nella chiesa dell'abbazia di
ROGER Pietro, Cardinale. V. Cle- Elan avvi una cappella intitolataalb.Ro-
mente VI Papa. gerio, ove si custodiscono le sue reliquie,
ROGER MONSTRIO Ugo o Ugoi«e, ed ivi si onora ai 1 3 di febbraio, ma sen-
9^'> noG ROH
zn ofTìcio, cììcerulosi soltanto la messo. Ln Renecfi le nozze di Luigi XV, che avca
sua viln èsinta scritta da im monaco d'E- cresimato, colla figlia del re di Polonia,
lan, e nel calendario di Cistello stampa- nella quale occasione pronunziò \\n ra-
to a Dijon trovasi nominato a'4 (^> g^^"' gionamento così proprio e conveniente,
naio. che meritò stamparsi nella Storia (V Al-
ROGERO (s.), religioso francescano. sazia. Fece acquisto dell'insigne bdjlio-
Fu discepolo di s.
Francesco d'Asisi che lo teca Thuanea, che comprò da Menars pre- I
accolse nel suo ordine nel 1 2 6, e poi Io 1 sidente del senato di Parigi, e collocò nel
mandò in Ispagna, benché fosse semplice palazzo già de'principi di Guisa. Dopo
laico, al diredi VVndingo. Animalo dalla essere intervenuto a 4 conclavi, i.° del-
maggior carila e dallo spirito di povertà, l'ordine de'preti, mori in Parigi nel
749, r

fu distinto da Dio col dono della profezia d'anni 75, e fu universalmente compian-
e quello de'miracoli, che Io levargno in to, massime da Luigi XV che disse, e^*e-
grande celebrità dinante la vita e dopo re una vera perdila. Ebbe mollo spirito
la beala sua morte, avvenuta nel i236. e amabilità, un bell'aspetto, modi nobili
A Villafianca nella diocesi d'Astorga co«i- e generosi, il genio d'istruirsi, capacità
servasi ói lui testa, e il rimanente del cor- per gli affiri, qualità tutte che dicrono
po a Todi, ove un oflicio partico-
si dice risalto al fulgore di sua dignità. I lette-
lare in suo onore, approvatoda Gregorio rati e gli artisti trovarono sempre in lui
IX. E' onorato a'5 di marzo dai france- un generoso e intelligente protettore. Ze-
scani, ai quali Benedetto XIV ha per- lante difensore della s. Sede e della bolla-
messo di farne la festa. Unigenitiis conlro giansenisti, ebbe parte'
i

ROHAN (de) Armando Gastone, in tutti gli affari ecclesiastici del suo tem-
Cardinale. Nobile francese de'principi di po. Questo cardinale, di cui sono stam-
Soubise, nacque a Parigi del ramo Gué- pate alcune cose contro l'arcivescovo di
mene; nel 1700 di 25 anni fu fatto con Tours, fu lodalo con elogi storici dall'ac-
dispensa apostolica coadiutore del cardi- cademia francese, da quella delle belle
nal Furslemberg vescovo d'Argentina o lettere, alle quali era annoverato, e dal
Strasburgo , ove era canonico, il quale Giornalista fiorentino t. 6, par. 3, p. 1 86.
lo consagrò vescovo di Tiberiade o Ce- ROHAN (de) ABMAiVDOjCrtr^mrt/e.Dei
sarea in partibiis in Parigi, e nel 1
704 per principi Soubise, nacque a Parigi da ce-
sua morte gli successe. Indi fu arricqhito lebre famiglia, nipote al precedente car-
di 4 pingui abbazie, e ad istanza del re di dinale. Riportata la laurea dottorale nel-
Francia a'3o gennaio 1 713 Clemente XI l'università di Sorbona, poi ne fu eletto
lo creò cardinale prete della ss. Trinità rettore. Dedicatosi alla vita ecclesiastica,
al Monte Pincio, ascrivendolo alle con- nel 174^ ottenne da Benedetto XIV il

gregazioni di propaganda, de'rili,del con* titolo di vescovo di To\emQ,\AQ in parli-


cilio e altre, colla prolettoiia di s. Clau- bus e la coadiutoria allo zio vescovo di
dio de'Borgognoni. Molli furono i mo- Strasburgo, della quale era canonico, cui
numenti che lasciò nella sua diocesi, di Luigi XV aggiunse la dignità di grande
principe generoso e di sollecito pastore. elemosiniere. Quindi ad istanza di Giaco-
Risarcì ed accrebbe a suespese parecchie mo 111 re cattolico d'Inghilterra, il detto
chiese e confermò gli statuti del capitolo Papa IO aprile 174? lo creò cardinale
a'
di sua cattedrale. Luigi XIV nel detto prete, senza titolo per non essersi portato
anno Io fece grande elemosiniere, e com- a Roma: per distinguersi dallo zio prese
mendatore dell'ordine dello Spirilo san- il nome di cardinal de Soubise. Per sos-
to: ilcardinale fu ammesso a tutti gli af- tenere con decoro la dignità gli furono
fari della Chiesa nel fine del suo regno. conferite l'abbazie di Ventadour e di Casa
ROiI RO il
97
di Dio, insieme alTorciine. dello Spirito le col suo lusso: la sua casa divenne il

santo. Una sollecita morie interruppe nel convegno dell'alta società di Vienna e il

1736 a'-xS giugno in Saveine, già delizia lealro'di feste brillanti, che presto fini-
dello zio, il corso delle sue transitorie feli- rono per impotenza, dovendo contrarre
cità, nella florida età di 89 anni, ed ebbe nuovi debiti. Sparlando di M.^ Teresa
sepoltura nella chiesa maggiore di quel perchè avea tolto le franchigie, di cui si
castello. Fu di temperamento mite e dol- abusavano suoi famigliari che non pa-
i

ce, alTabile con ogni sorta di persone, in- gava, né risparmiando la figlia M.^ An-
clinato alla munilìcenza, e mecenate dei tonietta delfina di Francia, questa con-
dotti e de'letterati. Era uno de* 4o del- cepì contro di lui avversione. Morto Lui-
l' accademia francese. gi XV edivenuto re Luigi XVI già delfino,
ROMAN (de) Luigi Costantino, Car- Rohan fu richiamato per diversi motivi,
dinale.'Deì ramo di Gue'mené, cugino del anche disonorevoli, e riprovevoli a un ec-
precedente cardinale, e fratello dell'arci- clesiastico. Alla corte fu accolto brusca-
vescovo di Reims che consagrò Luigi XV, mente, però per l'eminente credito di sua
nacque a Parigi a'24 marzo 1697. Fu illustre famiglia, venne fatto grande ele-

dapprima cavaliere di Malta, e fatto ca- mosiniere di Francia, abbate di s. Naast,


pitano di vascello nel 1720; ma in se- beneficio con 3oo,ooo lire di rendita, prov-
guito avendo abbracciato lo stato eccle- veditore di Sorbona ed amministratore
siastico, ottenne un canonicato di Stra- dell'ospedale Quindice- venti. Malgrado
sburgo e fu designato coadiutore di tal la poca stima che avea di lui,pegrin-
si

sede nel 1730, ma per allora non ebbe trighi del suo confidente ab. Georgel, au-
effetto. Bensì divenne i.° elemosiniere del tore delle Memorie oltraggiose a M.** An-
re, abbate Epvre. Alla
di Lire, e poi di s. tonietta, riuscì d'impegnare Stanislao già
morte del cardinal cugino nel 756 Be- i re di Polonia a fare istanza a Pio VI pel
nedetto XI VlopreconizzòvescovodiSlra- cardinalato, ed Papa male informato
il

sbuigo, poscia Clemente XIII a'23 no- di fatto il i.° giugno 1778 lo creò cardi-
vembre 1761 locreòcardinale prete,sen- nale prete, senza chiesa titolare, non a-
za titolo perchè mai si recò in Roma. Lo- vendo fatto il viaggio di Roma, indi nel
dato per belle qualità, morì in Parigi a- seguente anno pervenne all'elfeltività del

gli I I marzo 1779, d'^^^"^' ^2« vescovato. Intanto le sublimi dignità noa
ROHAN (de) Lodovico Renato E- avendolo reso migliore, la sua casa, non
DOARDO, Cardinale. Dalla sua principe- certamente edificante, era aperta a lutti
sca prosapia vide la luce in Parigi a' 2.5 i raggiratori, ammettendo alla sua inti-

settembre 1784, e destinato a servire la ma confidenza l'avventuriera La Motte,


Chiesa, fu fatto vescovodi Canopo in par- e il famoso Cagliostro, di cui parlai nel
tibiiSj poi coadiutore dello zio cardinal voi. XLVl, p. 192. Un pensiero solo lo
Luigi vescovo di Strasburgo. Dotato di preoccupava, ed era di ricuperarla gra-
bel sembiante, di spiriti pronti, con su- zia della regina M.' Antonietta, che viep-
perficiale istruzione, ma la sua propen- più si offendeva per le indiscrete dimo-
sione pei piaceri e per lo spendere lo e- strazioni, che nella passione il cardinale
spose a commettere molti falli. Diventò faceva. Di soppiatto s'introdusse a Tria-
nel 1772 per le sue sollecitazioni amba- non,ove la regina avea dato una magni-
sciatore di Vienna, facendo mostra di ri- fica festa al granduca: questo incidente
pugnarvi comechè discendente da casa so- fu il preludio del famigerato affare della
vrana, forse anche per doversi indebita- collana. La Motte e Cagliostro s'impe-
re per più d'un milione di lire. Ricevu- gnarono di riavvicinarlo alla regina, e gli
to freddamente, volle abbagliare la cor- fecero credere che corrispondesse al suo
VOL. Lvin. 7
V

9» RO li ROII
carteggio, per cui assunse di comprare in te, ad onta di quanto ne'dibatlimenli si

suo nome da Doelimer gioielliere di cerio, venisse a conoscere di sua vita privala, e
la famosa collana di hrillonli che la re- Io assolse, in preludio di quanto poi do-
gina avea ricusato d'acquistare un anno vea fare contro la dignità regia. Le Me- '

prima. Si stipulò per prezzo un milione wo/'/edell'ab. Georgel contengono la con-


e 600,000 lire a 4 •'«'^te semestrali, con fessione de'raggiri che produssero tale ri-
contratto postillalo, ap[)rovato e sollo- sultato, tulio scandaloso e ollraggiante
scrilto da M/ Antonietta, da Refaux di la regina, vittima di tante cabale e ingiu-
Villette falsificatore del suo carattere e stizie. Di questo funesto avvenimento, che
scritlore di delle lellere. Ricevuta la col- si può considerare il i.** giorno della ri-

lana, il cardinale la die a La Motte, sup- voluzione, Irallai ne' voi. X, p. 27, XV,
posta intermediaria della regina, e l'im- p. 2 1 1, XX li, p. 78 e 79, LI V, p. 5o. 1

postora con consumala scroccheria Io as* Ivi narrai il dolore che ne provò Pio V I,
sicuròch'era stata gradita. In veceLaMot* come esso e il clero di Francia altanienle
te e Cagliostro scassarono la collana, e reclamarono contro scelli giudici laici, i

mandarono a vendere i brillanti in In- per cui il Papa in concistoro sospese il


ghilterra, mentre il cardinale inutilmen- cardinale dal godimento delle preroga-
te aspettava di giorno in giorno l'effetto tive del cardinalato, per aver voluto farsi
delle promesse falle dalla pretesa confi- giudicare da un tribunale incompetente.
dente della regina. Giunto il i.° agosto Come il re, dopo che il parlamento di-
1785, epoca del 1.° pagamento, e Boeh- chiarò innocente il cardinale, rilegò que-
mer non ricevendolo, sollecitò il cardina- sti nell'abbazia di Chaize-Dieu, toglien-
le perchè si éffeltuasse, che ricusandosi, dogli la carica di grande elemosiniere e la
fu costretto il gioielliere di scriverne alla decorazione dello Spirito santo. Come il

regina per ricordarle gì' impegni stipu- cardinale pel suoprocuratoresi giustificò
lali. La regina credette alienato Boehmer in concistoro, onde fu reintegrato della
per domanda, ma presto questi la
siffatta sospesa dignità e diritti inerenti. Da quel
disingannò. Tutto fu scoperto: mentre il momento parve che vivesse in una ma-
cardinale era il 1 5 agosto a corte vestito niera alquanto pili conforme alla decen-
in pontificale per la messa, il re alla pre- za episcopale e cardinalizia; pensò a pa-
senza della regina nel suo gabinetto chia- gare con assegnare ai creditori
i debili,
mò il cardinale, e gli domandò con bontà parte di sue rendite.La bontà del re gli
spiegazioni; dalle quali limpidamente ri- permise presto di recarsi in luogo di esi-
sultarono r innocenza della regina, e la lio più giadevole, nell'abbazia di Mar-
trama da cui era slato giuocato il cardi- montier, e di tornare nella sua diocesi.
nale, che confondendosi e cambiandosi A dispetto della corte fu eletto e dopo e-
di colore, il re ne ordinò l'arresto, benché quivoco contegno accettò di essere depu-
vestito co'sagri paramenti, e fu condotto tato nell'assemblea del clero del baliaggio
alla Bastiglia, riuscendogli di far sapere d'Hagueneau, venendo riguardato da'ne-
all'ab. Georgel di bruciar il carteggio con mici del trono,come uomo che avea do-
La Molte e fu ubbidito. Questo fatto pel vuto gemere troppo lungo tempo sotto la
complesso delle circostanze divenne assai spada del dispotismo ! I fautori della ri-
eclatante, e fu rimesso l'affare al parla- voluzione speravano che lo spirito di ven-
mento, per premure dello stesso Rohan, detta l'avrebbe collocalo nel loro parti-
che lo scelse a giudicarlo. 11 parlamento to, anche per aver rannodalo le sue re-
concluse,che il cardinaleera stalo solenne- lazioni co'fìlosofi dell'accademia, e pre-
mente gabbato, e Io confessò lo stesso in- stato il giuramento civico. Ma quando i

colpato; si mostrò con lui assai indulgen- decreti contro il clero ridussero all'indi-
ROII ROFI 99
genza i piti ricchi beneficiati, la voce del- zionarì, considerandolo reo di lesa nazio-
ricondusse il cardinale a quel
l'interesse ne. Egli intanto si fece benedire dagli e-
modo condotta da cui non avrebbe
di migrali e dai preti esiliati, che trovarono
dovuto deviar mai. Si separò dai rivo- sempre in lui un proteltore generoso: il

luzionari, parti dall'assemblea, e si recò suo grado di principe dell'impero, eia si-
nella sua diocesi. In breve fu accusato di tuazione particolare di sua diocesi, gio-
mantener pratiche cogli emigrati, raccol- vavano validamente le sue buone inten-
tisi sulla riva destra del Reno in sua dio- zioni. Egli accolseanche quelli de'quali
cesi, d'intrigare contro la Francia nella avea motivo di dolersi. Privato delle sue
dieta di Ralisbona, e di eccitare il suo grandi rendite, conduceva una vita mo-
greggea disobbedireallenuove leggi. Per- desta e frugale, dedicandosi intieramen-
tanto fu ordinato l'inventariode'suoi be- te al bene della sua diòcesi, ridotta alla
ni immobili, ed a'2g luglio 1790 gli tu sola riva destra del Pieno e fuori di Fran-
intimalo di recarsi al suo posto per dar cia. Pel concordato 1801 si dimise dal
conto di sua condotta. Il cardinale rispo- vescovato, e morì a Ettenhein a' 16 feb-

se con uno scritto giustificante, perchè braio i8o3 , d'anni 69 non compiti, ed
temporaneamente dimorava fuori del ter- ivi restò sepolto. La città di Strasburgo
ritorio francese, ma in un luogo di sua deve al cardinale il monumento eretto
diocesi, e di aver dovuto sostenere le sue alla gloria di Turenna.
prerogative in detta dieta qual principe ROHAN-CHABOT (de) Lodovico
dell'impero, e che i suoi debiti non gli Francesco Augusto, Cardinale.DeWucln
permettevano recarsi a Parigi, dopo la di tal nome, principe di Leone, nacque in
perdila delle rendite che neavea impedi- Parigi a'28 febbraio venendo ili.° mar-
to il pagamento, dimettendosi dalla qua- zo 788. Fornito di eccellenti qualità, si
i

lità di deputato. La dimissione non fu ac- unì in matrimonio con la contessa deSé-
cettata, e la sua lettera diede adito a ri- rent, di famiglia assai antica, la quale in-
flessioni pungenti. Alla promulgazione felicemente presto morì nel 18 19 in Pa-
della Costituzione civile del clero, prote- rigi, in conseguenza del fuoco che si ap-

stò di non volervi aderire e di restar fe- piccò alle sue vesti mentre stava al cam-
dele ai sagri canoni. Da quel tempo in minetto, in un sabbato alle ore 6 pome-
poi divenne soggetto d'accuse continue ridiane, e miseramente terminando di vi-

nel seno dell'assemblea, ricordando gli vere nel dì seguente alle ore 6 antimeri-
antichi suoi falli, e gli abusi commessi sui diane. Tocco da questo gravissimo disa-
beni dell'ospedale da lui amministrato, stro e per la suapiainclinazione,abbrac-
perciò del lutto rovinato. Gli scandali del- ciò lo stato ecclesiastico e con fervore ne
la sua gestione furono quindi messi in esercitò i doveri sacerdotali, sia colla pre-
piena luce. Dal suo lodevole e zelante e- dicazione della paiola di Dio, sia col pre-
sempio in diocesi, per opporsi ai progres- starsi assiduamente al tribunale della pe-
si della rivoluzione, quasi tutto il suo cle- nitenza, sia nel fungere l'uffizio di vica-
ro restò fedele ai suoi doveri, per cui Pio rio generale di Parigi per mg. ^ de Quelen.
VI con brevede'iGaprile 1791 grande- Essendo pari di Francia, Leone XII nel
mente encomiò la sua condotta. Inoltre concistorode*23 giugno 1828 e per nomi-
il cardinale, per combattere la rivoluzio- na di Carlo X
lo preconizzò arcivescovo

ne, come principe dell'impero, fece leve d' Auch, indi in quello de' \5 dicembre
d'uomini Reno, che
sulla riva destra del lo trasferì all'arcivescovato di Besangon.
aumentarono l'armata del principediCon- Pio Vili a'5 luglio i83o lo creò cardi-
dè suo congiunto. Tale contegno del car- nale dell' ordine de' preti, e spedì a re-
dinale «lise in colmo il furore de'rivolu- cargliene la notizia col berrettino rosso
100 ROH ROII
ilconte Carlo Mazzolarli guardia nobile, sona qualunque goda qualche credito ap-
perciò decoralo del cavalli rnlo della le- po il principe. LeoneXI! mi trattava con
gione d'onore; e per ablegalo apostolico molta benevolenza, e il signor duca di
a portargli la berretta nominò mg/ Au- Rohan mi pregò di domandare in tuo no-
gusto de'principi Chigi. Questa promo- uje il cappello sì desiderato. Questa do-
zione forse l'avrebbe eseguila Leone XII, manda premeva pure alla vedova duches-
pel seguente racconto del cav. Artaud ,
sa di Lavai , la quale desiderava veder
Storia di Pio FUI, 1. 1, p. 204, che pel cardinale il un Montmorency.
figlio di
suo interesse e complesso di circostanze Dopo aver prevenuto
il governo di Pa-

trovo opportuno di riportare. « In que- rigi, avventurai l'istanza. Il santo Padre

sto torno il duca di Rohon Chabot, ar- mi rispose con questo verso latijjo: Sunt
civescovo di Besanzone, venne nominato animus^ pitLas, vìrtus, sed deficil aetas,
cardinale: sapevansi in Roma tutte le dif- lo mi tenni vinto, e mandai fedehnente
ficoltà che si affacciarono a Leone XII, la risposta a Parigi. Due mesi di poi ven-
quando parlavasi d'insignir della porpo- ne la cosa passata al cav. di Vaigas (mi-
ra quel prelato. Il Pontefice riconosceva nistro di Spagna): questi promise di oc-
le belle qualità, i meriti, e tutti que* ri- cuparsi della domanda, purché un pari
guardi, che al giovine prelato dovevansi; favore straordinario fosse conceduto alla
ma aggiungeva sempre, che il prelato era sua corte. Il signor di Vargas tuttavia non
troppo giovine. Quando l'abbate di Ro- parlava ancora al Papa intorno a ciò; egli
bau venne in Roma come conclavista del accontentossi di parlarne a me, non om-
cardinal de la Fare (nel 823), egli avea 1 mettendo la sovraespressa condizione. Io
speralo ottenere una grande distinzione. vedea complicarsi raffare,e questo non era
L'ab. Cottret conclavista del cardinale de quello che voleva la corte delle Tuileri es.
Clermonl-Tonnere era sta tonòminato ve- In Parigi desideravasiii favore per la so-
scovo di Carisio inpartihiiSjV ixh.Iiu Pont la Francia. Ma il signor di Vargas era
(ora cardinale, come dissi nel voi. LUI, p. un personaggio sì importante, sì anima-
192, 2 22)2. "conclavista del cardinal de la to, sì utile, siamanlede Borhoni,i>\ pi'on-

Fare, ebbe il vescovato di Samosata in par- toa render servigi, quandogli aveva pro-
tihusj e mg.^ di Rohan voleva qualche co- messi, che io non ho voluto rimanere in-
sa di più, ambiva la porpora. Il cardinal lui, e lo prevenni. Colsi un buon
dietro di
Odescalcbi era uno de'suoi più caldi a- punto per nuovamente introdurre il di-
mici; ma l'affare non potevasi trattare co- scorso col Pontefice sui desiderii del duca:
sì facilmente,come il prelato credeva. Pri- egli sorrise, e mi fece senti re, che apprez-
mamente il Papa si contentava di rispon- za va mia destrezza, ma insieme mi com-
la

dere a chi di ciò lo intratteneva , che la piangeva nel vedermi tentare una nuova
Francia doveva attenersi a'suoì usi, alle insistenza ; e già parevami scorgere su
sue abitudini, e ch'essa non sollecitava certi moti del suo volto animati e un po'
mai ilcappello, se non per un arcivesco- maliziosi, eh' egli mi ripeterebbe le sue
\o o per un vescovo questa risposta non : prime parole. Ma io mi sono ingannato :

soddisfaceva il giovine duca, nei suoi a- fuiono in parte cambiate: Che volete, mi
mici , ne il suo parente duca di Lavai diss' egli, Sunt morcs doctrina^ geniis^
,

(Montmorency ambasciatore di Francia). sed deficit aetas. Il duca di Rohan era na-
In questo mentre l'ambasciatore pertos- to addi 3 I marzo I 788 (le date delle di-
si a Parigi in congedo, e presentò me co- veise Notizie di Roma furono sbagliate,
me incaricato d'affari. Allora succedette ma quanto al giorno credo preferibile
quello che spesso vedesi nelle corti, e par- quella da me riportala), ed io parlava di
ticolarmente quando pare che una per- lui nel 1824. Mi ritirai, ed esattamente
ROH ROH lof
riferii al leale cavaliere spagnuolo la va- cos'i; allora, assunto grave conlegno, dis-

riante ch'erami siala direlta. Ma qui le si a sua Santità. Nulla posso negare di
cose non appena un
finiscono. Trascorso quanto il signor cardinale ha riferito al
mese fassi innanzi una nuova sollecita-
,
beatissimo Padre , cui do ora una prova
zione. Un'amica della nobile e santa Del- convincente, che io distinguo gli affari di
fina (laduchessa d'Angoulénie figlia vir- Lucca da quelli di Francia, col significar-
tuosissima di Luigi XVI e di M.' Anto- gli, che il duca, mio padrone^ mi ha im-
nietta ), di nascita austriaca, inlervieae: posto di chiedere a vostra Santità il cap-
iodoveva parlare nuovamente al santo pello cardinalizio per l'abbate duca diRo-
Padre, ma il vigilante signor di Gennotte han. Il Papa si fe'serio, stelle riflettendo

( I
.° consigliere aulico e di ambasciata, ed per qualche tempo, poi sorridendo , così
agente imperiale della corte di Vienna ) mi disse: Noi abbiamo una immensa pro-
non consentiva a' passi che farebbe una vigione di nomi diversi, che possono van-
suddita del suo sovrano, se non alla con- tare le virtù, le qualità, i meriti, i dirit-

dizione imposta dal signor di Vargas. Sic- ti che può avere mg.*" di Rohan racco-
,

comeera staloconvenuto, cbenuovamen- mandalo da sua altezza reale il duca di


le mi si parlerebbe intorno a questa no- Lucca: tultociò, in buoni dattili ed in buo-
vella sollecitazione, occuparme- prima di ni spondei, è ben ordinato nella nostra

ne, nulla ho operalo perchè non me ne mente, ma il nostro verso finisce sempre
venne più falla parola. Intanto gli amici con questo con questo spondeo
dattilo e
del duca di Rolian, nulla più contando deficit aetas. E che
poi, riflettete, e fate
sui buoni uffici del signor di Vargas e , a ciò riflettano quelli che v'importunano:
non dubitando più d'una formale oppo- la prima volta voi ci avete domandato un

sizione per parte dell' Austria, mi fecero cappello, la seconda due, e questa volta,

venire una diretta missione a ciò dal du- siccome l'Austria è al fatto della cosa, voi
ca di Lucca. Io era suo incaricato d' af- me ne chiedete tre. Leone XII non lascia-
fari, e([uindi mi sono creduto permesso va scorgere, che in sostanza questo rifiuto
di tentare un altro combattimento sotto esprimeva il desiderio d'innalzare invece
la bandiera del frollo santo ( forse per allaporpora il dotto ed eloquente mg.r
quello diesi venerain Lucca). heonalLll Frayssinous. Del resto non mi fu molto
Pontefice amabilissimo, pieno di buongu- difficile l'accertarmi che l'ab. duca di R.o-
sto e di spirito, e che cercava di rendere han, dopo questi dibaltimenli sì instanti
meno grave la fine delle sue udienze, mi e SI ripetuti, era divenuto Cardinale in
fece risovvenire una facezia, che mi sfug- petto; e debbo credere, che aspetta vasi so-
gì un giorno a proposito della mia du- lo di vederlo occupare qualche vescovalo
plice missione d' incaricato di affari di in Francia, perchè tutte le diflìcollLi ve-
Francia e di Lucca. Il rappresentante del- nissero appianate. Leone XII non ebbe
la corte di Carlo X presso il ministero di il tempo di eseguire la sua nobile inten-
Lucca avea desiderato da me alcune in- zione ". Il novello cardinale dalla gioia,
formazioni sopra un affare e sopra una nel declinardello slesso mese di sua esal-
disposizione presunta dal governo lucche- tazione, passò al più grande spavento, per
se, ed io aveva risposto Signore, io non : l'insurrezione ù^Wq tre gloriose giornate^
posso fare simili comunicazioni ad un go- e con pena fuggì da Parigi. Poco dopo
verno straniero. Il cardinal della Soma- morì Pio Vili, onde si recò al conclave
glia avea richiamato al Papa questa ri- e contribuì all'elezione di Gregorio XVI,
sposta, e il santo Padre ne rise con quel- ch'ebbe per lui particolari riguardi e be-
la dolce ed affabile ilarità, che annuncia nevolenza. Nel suo I." concistoro de'28
il buon umore, e mi chiese se la cosa era febbraio 1 83 gl'imposc
1 il cappello cardi-
102 ROL ROM
iializio, e nella stessa malliiia dopo il con- lo creò cardinole prete di s. Stefano al
cisloro de' vescovi, gli npiì In bocca, con- Monte Celìo,e Luigi XI re di Francia l'eb-
ferì il titolo della ss. Trinila al Monte lan- be a confessore. Inleivenne ai conclavi
cio, e gli die l'anello cardinalizio. Indi di Pio 11 e Sisto IV, essendo stalo as-
l'annoverò alle congregazioni cardinalizie sente da quelli di Calisto 111 e Paolo IL
dell'inomunità, di propaganda ^f/e,de*ri- Pieno di meriti e di gloria , passò a mi-
li e della disciplina regolare. Tornato al- glior vita in Auxerre neh 483, lasciando
la sua sede di Besancon , con pastorale crede di sue sostanze la chiesa di Resse.
zelo occupò de'bisogni dell'arcidiocesi,
si Trasferito il corpo in Autun, riioiase se-
edificò tutti con esemplare vita, ma collo polto al manco lato dell'aliare maggio*
da infermità nel fiore della vita fu balzato re della cattedrale con semplice epitaffio.
nella tomba, d'anni 43 non compiti, agli ROMA Giulio , Cardinale. Patrizio
8 febbraio i833 in Besancon, esposto e milanese originario dalla nobilissima ro-
sepolto in quella metropolitana. Si legge mana famiglia Orsini , cotnpilo il corso
nel n.° j 7 del Diario di Roma 1 834, che de'suoi studi nelle università di Pavia e
ivi trovandosi il duca Fernando di Rohan di Perugia, si recò in Roma. Introdotto
Cliabot colla sua nobile famiglia, fecece- all'udienza di Paolo V, fu da questi inter-
lebrare al suo amatissimo cardinal fra- rogato intorno agli studi fatti e alla pro-
tello un convenevole funerale nella detta pria famiglia che con modesta rive-
, al
sua chiesa titolare, pontificando la messa renza rispose essere composta di 16 fra-
nig.r Patrizi (ora cardinale) maggiordo- telli tutti viventi , in uno al genitore di
mo, accompagnata da scelta musica dei nome Paolo Camillo. Questa circostanza
cantori della cappella pontificia. Vi as- fece impressione al Papa , che riuniva ì

sisterono le suore del sagro Cuore del pro- due nomi, il 2.° di battesimo, l'altro del
pinquo monastero, mg.*" arcivescovo Si- pontificato, che compiacendosi del suo
nibaldi presidente dell'accademia eccle- gradevole ed elegante aspetto lo esortò a
siastica, cogli alunni della medesima, e stabilirsi in Roma, con isperanza di mi-
molta nobiltà romana e francese, invita- gliorar fortuna. Però Giulio rispose, che
ta dall'inconsolabile
duca congiunto. dubitava del paterno consenso, per tro-
ROHAN. r, RouEw. varsi già nella corte del cardinal Fede-
ROJAS Francesco, Cardinale. V, rico Borromeo, e per le spese che avreb-
Sandoval. be dovuto incontrare la famiglia gravata
ROLIN Giovanni, Cardinale. Nacque nel suo numero. Nondimeno il Papa re-
inAutun nella Borgogna, arcidiacono del- plicò r invito, e r incaricò di dire al pa-
la patria e priore dis. Marcello, Eugenio dre, ch'era suo piacere lo rimandasse in
IV lo fece vescovo di Chalons,e nel 436 lo 1 Roma. Giunto a Milano e narrato tutto
trasferì a A ulun che governò 46 anni. Pel al genitore, fu da questi subito fallo ri-

buon regolamento di sua diocesi stabilì al- tornare in Roma, ove appena giunto, Pao-
cune sinodali da
costituzioni, e consunta lo V l'annoverò tra gli avvocati conci-
orribile incendio la cattedrale d' Autun, storiali, e per felice incontro gli toccò pe-
la rifabbricò e donò di grossa campana, rorare in pubblico concistoro per la ca-
oltre alcune colonne di metallo ad ornato nonizzazione del cardinal s. Carlo Bor-
dell'altare maggiore, con molte suppel- romeo, lo che eseguì con tanta grazia e
lettili di valore, ed altrettanto fece colla robusta eloquenza, che gli meritò la sti-

chiesa di s. Genoveffa di Parigi a cui com- ma del s. collegio, ed aumentò di concet-


partì larghi donativi. Eresse inoltre in o- to nel Papa, il quale lo nominò avvoca-
iiore della B. Vergine una collegiata di lo di sua casaBorghese, referendario di
1 2 canonici. Nicolò Y a'20 dicembre 44^ 1 segnatura e successivamente governato-
RO xM ROM io3
re (Il Jesi, Orvieto, Camerino e Penigin, voti, per cui avanti pranzo difficilmente
ove essendosi diportato con somma lode senza necessità ammetteva all' udienza.
di prudenza e giustizia, passali appena Nel mercoledì usava astinenza, nel sab-
24 mesi in tali governi, aglii i gennaio baio osservava rigoroso digiuno, conten-
1 62 Io creò cardinale prete di s. Maria
I to di soli legumi erbaggi : negli altri

sopra Minerva. Pochi giorni dopo morto giorni la mensa era semplice e frugale.
il suo munifico benefattore, il successore Detestava l'avarizia e l'impudicizia, di ra-
Gregorio XV nell'istesso anno lo fece ve- do favellando colle donne , che riceveva
scovo di Recanati (F.) e Loreto ^ in dove inmodo da essere veduto da tulli ad :

oltre la celebrazione de'sinodi fu larghis- una donna vana ed avvenente che pre-
simo di benefizi. Abbellì e ornò la cat- murosamente domandò di parlargli le ,

tedrale di Recanali, eresse bellissimo bat- fé' rispondere che se era affare spirituale
listerio di metallo, donò 6 candellieri per mandasse il confessore, se temporale il

l'altare maggiore, edificò un nuovocoro, proprio marito. Coi domestici e famiglia-


e arricchì la sagrestia di nobili e prezio- ri fu padre, vegliando che non mancas-

se suppellettili. Aumentò le rendite del- se loro cosa alcuna, non meno per la sa-

la mensa ampliò l'abitazione


capitolare, lute dell'anima, che pei vantaggi del cor-
vescovile, fondò il monastero di s. Maria po. Dimesso il titolo, nel i645 divenne
per r educazione delle fanciulle, e molto vescovo di Porlo, ove fabbricò l'ospeda-
aiutò le monache di s. Benedetto cadute le, e neh 652 passò al vescovato d'Ostia
in bisogno. Trasferito a Tivoli nel i634 e Vellelri, ove negli 8 mesi che governò
da Urbano Vili, nel seguente anno con fondò il seminario, essendo decano del s.

animo generoso demolì la cattedrale che collegio. Dopo essere intervenuto a 3 con-
minacciava rovina, ne fabbricòaltra nuo- clavi e lasciato eredi nipoti, per sollevari

va e compì neli64i} avendo ancora rin- la famiglia di quanto avea speso per lui,
novato quasi intieramente l'episcopio. E- pieno di meriti morì in Roma neh 652,
difìcò ampio e magnifico seminario, con d'anni 68, e nel giorno e ora medesima
assegno di grosse rendite, applicandogli in cui era nato, ed ebbe sepoltura in mez-
alcuni benefizi semplici e l'entrate del zo alla sontuosa chiesa di s. Carlo al Cor-
soppresso convento di s. Agostino. Con so, sotto splendida lapide e con magni-
autorità apostolica terminò la lite insor- fico elogio. Fu di specchiata integrità di

ta tra la mensa vescovile e la città di Ti- vita, esatto osservatore del digiuno eccle-
voli,per alcuni interessi, concordandola siastico, assiduo nella preghiera, sobrio,
col pagamento di scudi 200 all'anno a continente e grave, troppo austero, e cu-
favore del vescovo. Egualmente compose stode vigilantissimo dell'ecclesiastica di-
i vescovi, e
le differenze tra 1' abbate di sciplina, degno di più lunga vita. L'Ar-
Subiaco che allora era il cardinal Bar- gelati nella Biblioteca degli scrittori mi-
berini, cedendo al medesimo e successo- lanesi^ riporta il catalogo delle sue opere.
ri la giurisdizione spirituale che il vesco- ROMA, Roma, Urbs. Antichissima,
vo di Tivoli aveva sopra i i terre del- nobilissima, celebralissima città d'Italia,
l'abbazia, con obbligo all' abbate di pa- la più magnifica e gloriosa metropoli del-
gare ogni anno alla mensa vescovile 4oo la terra (la chiamarono i vescovi della
scudi. Impiegava la mattina nell'orazio- provincia ecclesiastica di Ravenna, nella
ne mentale e vocale, recitando solo e per lettera a'Ioro diocesani il 5 ottobre 849). 1

lo più genuflesso, con gran fervore e di- Nome famoso e unico, col quale venne in
vozione, r ore canoniche 1' uflìzio della
, ogni tempo e presso ogni nazione appel-
Madonna, quello de'morli, il rosario, cui lata per antonomasia la Citlàj poiché fu
aggiungeva la lettura di libri sagri e di- sempre, sotto i vari suoi aspetti e condì-
io4 ROM ROM
zioiii politico religiose, Regina tìell* Uni- antichi di Vittore li e Nicolò II, intorno
ACi'so. Essa fin dal primo suo nascere fu alla figura della città di Roma sta scritto
nominata Romao Falenlia/i quali nomi Aurea Roma. In altro piombo di Stefa-
sono uno in due lingue, che signi fica for- no X del loSy, che regnò tra due Papi i

za, valore, fortezza: quindi è che tuttora mentovati, si legge Felix


quasi a Roma,
cuore romanOy romano ardimento, roma- imitazione di Teodorico re d'Italia, che
na impresa^ o simili frasi, vagliono come usava simile iscrizione nelle opere pub-
dire, cuore o intrapresa oltre l'usato for- bliche. Il senato romano nelle sue mo-
te, magnanima, generosa così de* son- : nete fece imprimere la figura di Roma
tuosi edilìzi siìoìd'ìvs'i, /4usu Romano. Fva sedente con globo nella destra e colla pal-
lo stuolo immenso de' giusti lodatori di ma nella sinistra, colle lettere all' iiìtoi^-

Boma, Ateneo con bella perifrasi


l'egizio no: Roma
Cap. Muiuli, e dall'altra or-
non dubitò qualificarla, Orbis compen- dinariamente era eiìjgiato il leone colle si-
diuniy e altri Compcndlum lotias Orbis. gle Ji^Senatus P. Q. R. Tuttora il senato
Mabillon l' appellò, Orhls Epitonieny e- usa per slemma tal croce quadrata avan-
sclamando Quol et quanta alla admi-
: ti le stesse sigle tSl P. Q.R. Nel sigillo della
randa Romae ? Quot et quanta etiani bolla d'oro di Carlo IV imperatore si leg-
nunc supersunt post lolclades et ruinas? ge, Roma Caput Mundi regil Orbis froc'
j
Vano tornò a qualche superbo impera- na famoso tribuno Cola di
rotundi. 11 i
tore divisamento di rinnovarne il tito-
il Rienzo coniò monete con l'epigrafe: Ro-
lo, che o l'antico prevalse o bastò la ge- ma Caput 3Iundij ed Papi col mollo: i

nerica voce Urhs senz* altro aggiunto a s. Petrus Alma Roma. Dai ss. Padri e

denotarla per eccellenza, come quella che dottori della Chiesa, Roma fu qualifica-
comprende incomparabili e grandi me- ta,Regina del mondo.. Capo de' fedeli.
morie, uno splendido complesso di mara- Capo dell'universo. Colonna della fede.
vigliosi elogi. Marziale la chiamò Urbs Guida della salute , Trono di Gesù Cri-
Domina, e Virgilio intitolò romani re- i sto y Città santa, Memoriale vivo de san-
rum Dominus. Lo stesso Marziale disse ti, Roma d' oro, Roma beata. Fonte da
di Roma e de' romani: Terra rum Dea^ cui derivano a tutta la Repubblica. Cri-
gentlumque Roma, Cui par est nihil, et sto, e a tutto il genere umano l' acque
nikil secunduni, Costantino il Grande la della dottrina e della fede evangelica, e
denominò Centro della religione, ed or- Paure vitali della santità e delle grazie
juò del titolo Roma, Bisanzio
ò,\seeonda del cielo, ^r^e/i^r/e delle armi contro l'in-
da lui chiamata col proprio nome Co^^rt«- ferno, conserva de'tesoridi s. Chiesa. Cit-
tinopoli nel trasferirvi la sede dell'impe- tà solo seconda alla Irionftmte del Para-
ro. 11 perchè scrisse Venerio di Vercel- diso, gloriosa Città di Dio , irrigala da
li, nel li b. De unii. Eccles.: Utvetus Ro- tanti fiumi di sangue cristiano, nobilita-
ma obtineret primatum regiae majesla- ta dai vestigi di tanti santi edaGesùCri-
tisy ut sic mater et fìlia concordarent in sto stesso quando ricondusse s. Pietro in
vnitatem christianae {idei et religionis. Roma per islabilirla capo dellaChiesa uni-
Fu Costantinopoli impropriamente chia- versale, onde esclama s. Fulgenzio: Quam
mata ancora la Città de' sette colli, per- speciosa polest esse civitas coelestis, si sic
chè con tal nome ben a ragione era de- Julget Roma terrestris? E s. Bernardo Si :

signala Roma pe'suoi celebri Monti; in- tanta in stabulo, quanta in palatio? E di
di gli ottomani con enfatica frase la dis- cui si può anche dire col reale profeta :

Srcro Madre mondo. Ma Roma s'eb-


del Quam gloriosa dieta sunt de civitas Dei?
be pure e gode nomi di Caput Mundi, i Abbiamo un opuscolo con questo titolo :

Alma Roma, Urbs Apostoli. ]Se Piombi Nomi antichi e moderni dell'antica città
ROM ROM io5
di Roma, Venezia i55o. Lasciò scritto s. di Cristo, non tutti i martiri appartenendo
Girolamo, che fin da'siioi tempi le nazio- a Roma, ma questa come reggitrice e mae-
ni più straniere novellamente istruite dal- stra delia Chiesa cattolica, perciò Chiesa
i'evangelo, ed i popoli pellegrini portati in romana si non che qui va fatta
appella; se
essa dalle più remote parli del mondo a una non bisogna confon-
distinzione, cioè
\enerarla, già purgata dalle gentilesche dere la chiesa di Roma, che è una sede
superstizioni dell' /t/o/rtf/ziV/jappena la sco- particolare e limitata a una sola diocesi,
privano da lungi, che commossi e versan- colla Chiesa romana oSedeapostolica, che
do lagrime di religiosa tenerezza, genu- nel linguaggio ordinai io de' teologi è la
flessi e compunti, percuotendosi il petto Chiesa cattolica o universale, che conside-
la veneravano, ed arrivati alle porte della raRoma come il centro della ieóe, ed il

città divotamente lebaciavano, e alzando sommo Pontefice che ne occupa la sede,

le voci supplichevoli a Dio e ai santi, con come successore di s. Pietro e vicario di


liete preci e sagri cantici, rendevano gra- Gesù Cristo, capo e pastore di tutta la
zie a Dio di essere giunti alla sagrosanta Chiesa universale. Alla guisa che Roma
e nuova Gerusalemme patria di tutti ,
i pagana fu celebrata possente tra le anti-
fedeli dell' universo. Né sdegnarono fino che città, non come altre per valore straor-
dai primi tempi i potentati principi cri- dinario di pochi, o per un solo prodigioso
stiani di venire a piegare il ginocchio, e conquistatore, ma per più secoli di clamo-
umilmente prostratiad Limina Apostolo- rosi e brillanti trionfi, di costanti prodez-
rum (/^.), deporre le loro corone e scet- ze, e per una serie di sleiininate conquiste;
tri al principe degli Apostoli, e di fare i così R.oma cristiana rifulge, qual sole fra
propri regni e Siati Iribiiiari alla s. Se- lestelle, per unaseriedi Pontefici coronati
de (/^.). I luoghi santi di Roma, i tesori di martirio; per un popolo di {>rodi, che
t\e\\' Indulgenze di cui sono ricchi, le Chie- innamorati del vero, e nemici delle avite
se, le Calacof/ibe, i Cimiteri , le Reliquie superstizioni, tollerar seppero i più acer-
insigni d'innùmerahili ss. Martiri^ in o- bi e lunghi dolori, e disps egiare la mor-
gni tempo riempirono di stupore, ammi- te, mostrandosi eroicamente degni cam-
razione e divozione profonda e tenerissi- pioni di Cristo. Così con inaudito porten-
ma i fedeli, chiamando il Boccadoro le sa- to, in R.oma come altrove, il sangue dei
gre spoglie degli atleti e confessori delia martiri fu ferace semenza di nuovi cri-
fede, propugnacoli della Chiesa e della stiani. R.oma inoltre si gloria di avere la
Cittày la quale santificata dai torrenti del sagrosanta sede dell' impero cattolico di
loro sangue, inalllato e inzuppato il ter- cui è capo e centro, sostenuta da quella re-
reno di essa e le pareti per lo stabilimen- lii^rione che n'è il
o
divino fondamento. Per
to della cattolica religione, s. Gregorio I alto e ammirabile consiglio della provvi-
afferma che i fedeli pellegrinanti si pro- denza divina, fu apeila e spianata la via
stravano divoti, ne baciavano la terra che dall'impero romano alla religione catto-
prendevano per reliquia, ne baciavano pu- che nel propagarsi stese poi amoro-
lica,
re i pavimenti degli edifizi ove sono le lo- samente le materne sue braccia verso o-
ro memorie, marmi, i le pietre, le mura, la gni nazione, affinchè tutti i popoli si ac-
polvere, il fango. Roma cristiana è nata costumassero a rispettarla, e ad ubbidire
dal glorioso e fecondo sangue de'martiri, alia nuova Roma papale e cristiana, di-
non di quel sangue fratricida che segnalò venuta porto e asilo sicurodi tutte le gen-
il principio di Roma
pagana; di sangue sa- ti, madre e maestra universale de'fedeli

gro e innocente che tinse di vermiglio il pa- per la cattedra suprema di verità, ivi col
ludamento della reale sua por{)ora. Ciò superno volere fondata e mirabilmente
può dirsi ancora in generale della Chiesa conservata già da XIX secoli, a fronte del*
,

io6 ROM ROM


le più violente persecuzioni, anche contro col benefizio, che col timore, preferendo
il capo visibile della Chiesa; e cle'taiili as- il vincolo di federazione alla prepotente
salti cui soggiacque la città destinata ad schiavitù; Petrarca ed altri. Ma tra le sue
essere la regina di tutte le altre, per cui grandi virtù, eroiche azioni, gloria di con-
restò dominatrice perla religione e per le quiste,opere magnanime,fusti d'invincibi-
belle arti che vi fìoriscono, per opera di li guerresche azioni, essendo dallaGrecia e J
antichi e posteriori bai bari, d'incendi, di dall'oriente principalmente traboccato in 1
inondazioni, di terremoti e di altre cala- essa come in universale sentina, quanto ha
mità massime politiche. Onde una delle di laido e di brutto il vizio, e la supersti-
più belle auree sentenze del dottore s. A- zione di scellerato, perciò la sua fortuna e
gostino, può certamente chiamarsi quel- esistenza sarebbe eclissata come Nini ve
e
la,con cui dichiarò: l'impero di Pioma pa- Babilonia, dopo il trasferimento dell'im-
gana avere preparato la strada a quello pero a Bisanzio, pei saccheggi, incendii e
di Roma cri.^^tiana. La gloria di questa è stragi de'goti, de* vandali, de'longobardi e
immortale e indefettibile, da che posa su di altre barbariche nazioni che con im-
immobile fondamento, esurse quando la peto piombarono sopra la loro antica do- a
gloria di Roma pagana eragià quasi spen- minatrice, abbandonata per nuova Ro- la
^
ta, e se alquanto la coltura degli ultimi ma. Bensì per mirabile economia della
secoli l'ha ravvivata, popoli intieri ha divina provvidenza, acquistò Roma per
tratto Roma cristiana a venerare la sagra diritto irrepugnabile Tappellazione di E-
tomba degli Apostoli e degli altri Martiri, terna, nel mantenere a Roma eterno lo
varcando mari e ojonti; il perchè più ve- scettro e il primato fra le nazioni, come di-
ra, più lunga e più universale gloria de* chiararono i ss. Padri, Origine e Eusebio
vesi a Roma cristiana, anche per a ver con- splendidissimi lumi della greca sapienza,
servato lo splendoredi Roma antica. Scris- oltre i sommi latini i ss. Leone I, Ambro-
se Gabriele Francesco Bavio^ De aelerni- gio,Agostino e Girolamo. Disponendo il
tale Urbis ad Caroliun Caesarem^ Ro- V divino fondatore della Chiesa con arcana
inaei554- Imperciocché Roma ha l'an- potenza, che sotto Augusto il mondo lo
tico singolarissimo pregio di essere in fra riconoscesse a sovrano, e per lui godesse
tutte le città distinta col titolo di Eltrna pace profonda e concordia, per prepara- J
cluà^ aetenmmque mantt in saecula no- re la diffusione delle dottrine di pace nel- 1
men, comedollameute provò da ultimo la promulgazione del suo Ei> angelo {ì^.).
r illustre gesuita p. Carlo Passaglia nel Laonde vivendo tutti gli uomini sotto uu
ragionamento pronunziato in Arcadia, a solo impero terreno, impararono quindi a
onore e lode de'gloriosi ss. Pietro e Paolo confessare quello dell' unico onnipotente
(f^.) protettori di Roma, e pubblicato ne- Iddio. Osservanoeziandio iss. Padri, che

gli Annali delle scienze religiose, 2.^ se- come in Romadovea precedere, quasi in
393, con questo titolo: Ond'e
rici. 4> P- tipo, la somiglianza del nuovo regno spi-
che a Romasia venuta e si addica l'ap' rituale; così da Roma e per mezzodì Ro-
pellazione di Eterna. Così la chiamaro- ma dovea -stabilirsi questo e durare fino
no o riconobbero o celebrarono, il gran- alla consumazione de'secoli, a mezzo del

de Scipione Africano, Annibale Cartagi- b. I^ielro e suoi successori, strumenti e-


nese suo polente e implacabile nemico che letti dalla benefica provvidenza di Dio
trepidò d'insignorirsi di Roma, la Grecia a dare al regno di Cristo unità cattolica
raccolta in solenne assemblea, Virgilio nel e durala perpetua. E' Roma, non la pa-
vaticinare il suo impero non perituro, T. gana, ma la conquistata da s. Pietro,
Livio celebrando la saggia politica roma- scriveva dalle Gallies. Ireneo, con cui è
na che amava iufrcnar le viale gculi più mestieri che tulli si accordino i popoli
ROM ROM 107
ed a cui propter potentìorem principali- l' immenso oceano e giunse a toccar gli
tatem si sottomellano. E' Roma la capi- estremi termini del mondo, nelle due pò»
tanala da s. Pietro, ripetea dall' Africa sleriori discoperte vastissime regioni V A'
Tertulliano, che tutti colla sua autorità melica e V Oceania ^Kihe in uno 2^y Eu'
regge e sostiene, e da cui ninno può disco* ropa^ Asia e Jfiica con paterno e prov-
starsi, senza che ad un tempo dalla ve- vido regime spiritualmente governa. Fu
rità si allontani. Per cui, chiedeva nel IV la Roma di s. Pietro, la Roma de'Papi,
secolo s. Otlalo di Milevi, che in Roma che ingentilì, facendoli cristiani, popoli
deve ciascuno riconoscere universale il rozzi, barbari, feroci; che trasfuse ne'lo-
primato? Non altronde, che dall'essere in- ro petti, non che nelle loro leggi e istitu-
dubitato che Roma è 1' eterna sede di s. zioni, rettitudine e equità; che operò una
Pietro edi que'Papi che a lui succederan- mirabile fusione di elementi tanto discor-
no in fino al secondo avvenimento del- di, e riformando del tutto lostato socia-
l'Uomo Dio. As. Pietro dunque va Roma le del mondo antico, fondò sopra base e-
debitrice dell'essere tale quale Orazio pre- terna una società veramente cristiana,che
gava che la rendessei o i bugiardi suoi nu- nata e cresciuta in seno della chiesa stes-

mi. Ed è S.Pietro da cui Roma forza è che sa, ebbe sua radice e tolse incremento nel-
riconosca ciò che invano rlpromettevale l'amore e nella fede de' popoli, siccome
Plinio con quelle sue enfatiche parole:»Fu esprimesi Schlegel, naWdiFilo sofia cristia-
Roma eletta per voler degl'Iddii perchè na. Per la Roma de* Papi tante genti di
più chiaro facesse lo slesso cielo, perchè favelle selvagge e fra loro dissonanti fu
raccogliesse in uno gli sparsi imperi , e the udissero in solo linguaggio levarsi la
raddolcisse i costumi, e le discordie e sel- Preghiera (V.) a Dio, celebrando con es-

vagge lingue di tanti popoli stringesse con so e con bella uniformità i sagri Riti e lA-
un comune vincolo di favella, e gli uomi- iurgie (/^^.), e imparando tra loro quella
mini adducesse ad unico consorzio e "en- celeste della carità e dell'amore. Per lei

lilezza, e per dir breve, perchè una fosse non vi è più distinzione di greco e di ro-
in lutto il mondo la patria di tutte le gen- mano, di scita edi barbaro, ma tutti gli
ti ". Mai Roma pagana si elevò a tanta uomini di qualunque colore poterono sa-
altezza, eda quella ch'essa pervenne de- lutare caramente una patria comune, e
clinò e cadde. Fu il sangue dei martiri, tutti partecipano alle incessanti cure pie-
lo ripeterò, le virtù delle vergini, la ce- tose, e alla costante dilezione d'una sol-
lestedotlrina non mai conlaniinata, e di lecita e aifettuosa madre inlesa a educar-
apostolica tradizione sempre sincera che li, a formarli, qui in terra, per un'altra
dalla romana cattedra per tutto ovunque patria eterna, pel Paradiso (/^.). Tale
si diffuse, che resero cielo di Roma più
il adunque divenne Roma per s. Pietro
puro e sfolgorante. Fu la Roma di s. Pie- Papi suoi successori, tale fu e tale sempre
tro, che città, Provincie, regni, imperi, sarà, perchè appunto perpetuo è quel so-
comunque fra loro divisi e remoti, strin- stegno sul quale saldissima posa per lo
se insieme con un sol vincolo di fede e stabilimento della Sede Apostolica (/^),
di comunione, e tutti li raccolse quali per la quale Roma sempre trionfò, e qua-
membri d' un corpo solo in un centro di le eccelsa regina dell'universo pervenne
vita,d'azione,di supremo e uni versale reg- ad altezza sì grande e sì immensa, che
gimento. La Roma di s. Pietro non si li- appena vi può essere occhio umano che
mitò ai confini dell'impero romano, ma tutta la comprenda e misuri, per la pre-
valicò all'oriente l'Eufrate, trapassò a dilezione onde Iddio si compiacque visi-
njeriggio le cataralte del Nilo e il inonte bilmente di riguardarla ad onore del per-
Aliante, si Iragitlò all'occaso al di làdei- petuo magistero di s. Pietro e successori
io8 ROM ROM
i romani Pontefici. Da tulloclb e dai som» mondo conosciuto e che si potesse in segui-
mi beneficii ricevuti principalmente dai lo scoprire, pel primato che ha su tutta
romani e diìgl'ilaliani, e da tutti i popoli qutmta la terra, tanto d'onore che di giu-
dal Pontificalo (f^), corre in ciascuno risdizione; patriarca d'Occidente, priuja-
debito d'alfeltuosa e riverente riconoscen- te della nobilissima regione d'Italia, me- I
za; in noi romani deve essere assai mag- tropolitano della provincia romana, ve-
giore, pei tanti maggiori segnalali van- scovo universaleedi Roma specialmente,
taggi che ce ne derivarono, onde ci cor- sovrano degli slati temporali della roma-
re strettissimo dovere di essere in tutto di na chiesa. Ed in Roma come sua propria
esempio e di edificazione non solo agli , e vera sede si deve eleggere il Papa, ben-
altri italiani , ed ai forestieri che di fie- ché il predecessore muoia allrove, per
<|uente copiosamente vengono a visitare quanto notai anche nel voi. XIX, p. 33,
la nostra diletta e illustre patria, ma a tut- avendolo dichiarato gli stessi romani Pon-
to quanto il mondo che non ha la singo- tefici, sebbene ripelei, come altrove, nel
lare vjentura che noi godiamo, con tanto voi. XI ll,p.3o8, tanto il verso: Ffjosha-
decoro e lustro d'Italia (/^.). Quanto al hitante Camillo, illico Roma fuitj cinan-
pontificato, di recente il eh. cav. Scolari : to il proverbio: Ubi Papa, ibi Roma.
Roma e la s. Sede, a p. i i o, ecco come Roma centro del cattolicismoè pure la
concluse :» Gl'interessi del Pontificato e scuola del mondo ci vilizzato nelle belle ar-
dell'Italia sono strettamente uniti fra lo- li,e possiede tesori del mondo antico e del
i

ro, egli uni e gli altii devono essere trat- mondo moderno, accogliendo in se stessa
tati con un religioso rispetto ; e chi ha un immensonumero d'artefici d'ogni na-
steso la mano profana contro la Chiesa, zione e credenza religiosa. In verità, sen-
\i ha 'trovato e troverà sempre la sua ro- za recarsi a soggiornare in Piotna , non
vina, perchè è già scritto e sperimentato, può essere perfettamente compiuta l'e-
che quot quot Ecclesiam oppugnarunt ducazione d'un artista, e inconseguenza
ipse mìsere interierunt. Non se ne fecero de'forestieri la città ridonda di studi de-
abbastanza le prove dei secoli prima del- gli scultori, pittori e altri artisti che vi di-
le catacombe e de*mar'4Ìri?Chi ha potuto morano bene ospitali e protetti. Perciò fa
mutar d'un apice la parola di Dio? Tutto lodevole consiglio dique'governi stranie-
serve a'suoi cenni, e quindi è che « men- : ri che stabilirono in Roma Accademie
tre la scienza umana si gonfia, l' ingegno (F.) artistiche, delle quali parlai meglio
vacilla, e la virtù medesima accusa la sua negli articoli delle diverse nazioni che le
debolezza; la Chiesa sola sta salda ". Che hanno, in altri eguali avendo trattato dei
vi può essere di più dignitoso, di più u- provigionati o pensionali che tengono in
lile, di più lusinghiero per tutta l'Italia, Roma ad imparare o a perfezionarsi nel
quanto 1' esistenza in un trono
essa di magistero di qualunque ramo di belle ar-

trascendentale, dalla cui altezza un uo- ti. In diversi luoghi notai, come nel voi.
mo, per lo più italiano, è investito del- L, p. 292, che in Roma e sotto il suo bel-
la più sublime dignità della terra, ed e- lo e limpido cielo, pel placido soggiorno e
sercita senza contestazione l'impero uni- pei complessi de' capolavori d'ogni arte,
versale e pacifico sopra ogni parte del antichi e moderni, non che per l'onore-
mondo, dove pur viva un uomo cattolico? vole ejnulazione, l'ingegno riceve un sin-
Quando mai se l'ebbe altrettanto univer- goiar sviluppo e le più sublimi ispirazio-
sale e possente nelle epoche più felici di ni e fecondi concelti, con risultali di ma-
Roma antica? « 11 Papa è patriarca de'pa- l'animo eia mente elevando-
gici elFetli,

triarchi, pastore e giudice universale, e si e nobilitandosi, in presenza della ma-

lo sarà sino alla fine de'secoli, di tulio il gnifica, imponente, grave e maestosa re-
ROM ROM 109
ginn deir universo patria comune , sino con poco dispendio ; si passeggia a lato
dai principii di sua possanza dominatri- delle decadute grandezze; s'imparano, se
ce, come meglio poi dirò parlando di que- ci degniamo prenderne cura, segreti del- i

sto argomento. Potrei riportare innume- l'Europa. Camminandosulle ruinedel


. .

rabili testimonianze della soddisfazione passato, scorgiamo aperto intorno a noi


provata dai forestieri pel loro soggiorno il presente, e se appena appena ci fermia-
in Roma, ma per debito di brevità ricor- mo a meditare su questo presente, veg-
derò solo quella dicbiarata dal cav. Ar- giamo sorgere plauso delle fazioni , che
taud, che tantotempo vi dimorò rappre- agli occhi d'uno spirito assennato ed os-
sentante di Francia. Egli pertanto nella servatore vaglia quello spettacolo di pa-
Storia di Leone XII {e altrettanto dice ce e d'istruzione che Roma offre a' suoi
nelle altre sue belle opere), 1. 1 , p. 146, ri- figli, ed a quelli che vengono a pregarla
ferisce: « 11 governo pontificio sa rendere d'essere per essi pure una tenera madre ...

SI aggradevole ai forestieri il soggiorno Quando si sappia avere una buona rego-


della sua bella capitale, che puossi a tutta la di vita, ad onta delle sue variazioni at-
ragione appellare europea ". Nel t. 2, p. mosferiche, di tramontana e di scirocco,
12: «La città di Roma, bisogna convenir- è il luogo della terra, in cui i tempera-
ne (non ci convengo io, per la troppo lata muoiono più quietamente
nienti delicati
espressione,emiappelloagli stessi forestie- e più tardi la morte in Roma riesce più
:

ri), non interessa immediatamente il fo- tranquilla". Nel t. 3, p. 8 aggiunge i'Ar-


restiere per mezzo di quelle attrattive, che land: » Noi abbiamo qui un numero ab-
col tempo rendono poi sì soddisfatto e
lo bastanza grande di forestieri. E" un bel-
sì contento. ..Quando abbiamo sperimen- lo spettacolo veder tulli questi forestie-
tato la dolcezza delle leggi e del clima ,
ri auriferi, d'ogni età, d'ogni colore, d'o-
sì volentieri non si abbandona piìi Roma : gni carattere, nati sotto governi dispoti-
l'abitudine di mostrarla agli altri fore- ci o costituzionali, più o meno liberi, cat-
stieri,che giungono dopo di noi, ce la fa tolici, proleslanti, scismatici uniti, spiri-
conoscere meglio (come accade a molti o- 1 ti forti o pii. Questa massa d'uomini co-
mani), e meglio apprezzare. Roma ha al- tanto eterogenea accorre ogni anno a Ro-
lettamenti lutti suoi propri , ha bellez- ma, vi si diverte, ne vanta il clima, loda
ze tutte sue: essa previene le dissidenze; la clemenza del cielo e delle leggi, parte-
dona qualche cosa della sua sovranità a cipa, così pretende essa, della ecclesiasti-
lutti quelli che Tabi tano(ma abolì \eFran- ca mansuetudine che vi regna, e ripren-
chigie, F., per l'abuso che se ne faceva). de il suo viaggio alla volta di tutti i pae-
Tra'francesi, stretti da nessuna obbliga- si dell'universo, portando seco la memo-
zione, chearrivati una volta in Roma, non ria di quella pace dirò così claustrale,
hanno mai più potuto risolversi ad ab- eh' è tutta propria di questa città, ed il

bandonarla, bisogna porre al primo posto dolore d'averla abbandonata. Nell'ordi-


il cav, d'Angincourt (sommo antiquario namento dell'ospitalità romana vi dev'es-

che ci diede la classica Storia dell' Arte). ben tenero, di ben cal-
sere qualche cosa di
1 grandi ingegni trovano da per tutto una colato certamente, dacché nessuno sfug-
patria; e quale patria non è ella mai la ge all'incanto che tulli gli spiriti preoc-
città che ha veduto nascere ed a morire cupa. Inviateci i vostri amici, noi li pren-
nel seno di lei tantiuomini di prim'or- deremo per la roano e loro spiegheremo
dine, sorgere e tramontare tanti ingegni da vicino il fascino di tanta benevolen-
sublimi, che saranno per sempre l'orna- za, di tanti ingegnosi riguardi, che ac-
mento e lo splendore dell'umanità. InRo- compagnano quelle altre numerose e ma-
ma, senza volerlo, si può farla da signori guifiche meraviglie, a parlar delle quali
-

no ROM ROM
rnancami qui io Rpa7.io ". L'autore del- di molti autori a parte. In tulio quanto
l'epe la La Terra Santa (Torino 83 7),
: i questo mio Dizionario ^ con miìcnììssimo
n p. 238 esclama: « Quando i pellegrini amor patrio, a fronte delle mio debolissi-
scorgono lesommilà della città sanla(Ge- me forze edell'immensità dell'argomen-
rusalemme) illuminate dai raggi del so- to, ho procurato rappresentare analiti-
le, s'arreslauo commossi, pieno il cuore camente l'alma mia patria in tutti gl'im-
d'una mehinconiacommistaalla gioia;sa- portanti ed eminenti suoi aspetti stori-
lulano colle pie loro acclamazioni la cit- co-religiosi, non senza dettaglio, diffusio-
tà per eccellenza, ed obliando le faticlie ne, critica, erudizione e nozioni biblio-
d'un lungo viaggio , sono impazienti di grafiche, ed anco con articoli da altri non
por piede in Gerusalemme, sospirata me- ti aitati; il perchè essendo certamente in-
ta delle loro peregrinazioni. E cos'i pure numerabili gli articoli chescrissi per la sua
quando viaggiatori cristiani s'avvicina-
i gloria efasti, sia di Roma reale, sia di Ro-

no a Uoma (chiamaronsi Romei quelli ma repubblicana, sia di Roma imperiale,


che facevano il Pellegrinaggio ai luoghi sia di Roma dominata dai barbari, sia di

santi di Roma) e che la cupola di s. Pie- Roma papale,cos'i per imperioso dovere di
tro veggono protendendosi al cielo ri- brevità, nel presente grave e scabroso arti
splendere facendo allor alto, con
di luce; coIo,solomilimiteròaccennarele cose pifi

divoto entusiasmo dicono fra loro: Ve- importanti e principali, indicando sempli-
dremo fra breve la madre di tutte le chie- cemente con carattere corsivo quegli ar-
se, la cattedra di verità, capo dell* u-
il ticoli e luoghi dove si possono leggere op-

iii verso cattolico, le catacombe de' Mar- portunamente le notizie relative. Laonde
tiri e le tombe degli Apostoli ... venera- assai trepidante tratteggierò in miniatu-
res. Pietro il principe di essi che ivi fondò ra un complesso di dilferenti sterminali
quella chiesa indistruttibile quantunque colossi di glorie antiche e moderne , di
sempre assalita, e di venire il primo anello strepitosi avvenimenti profani e civili, sa-

di quella catena misteriosa che lega la gri e religiosi, come de' suoi meravigliosi
terra al cielo ". Inoltre Roma è V anello, ujonumenli, con appena indicarne il no-
cheall'anlico mondo congiunge il moder' me a modo di semplice ricapitolazione,
no, alla profanala sagra istoria, alla tem- per rioni re possibilmente alla meglio colla
porale la cristiana grandezza, alle arti le mia pochezza, come in un centro e in un
scienze. Già a Oriente e Gerusalemme fuoco, gl'innumerabili raggi di sì splen-
notai , che se questa e quello furono la dente argomento che ho sparso in tutta
culla del Cristianesimo (^.), di esso Ro- quanla questa mia opera, la cui parte più
ma n'è il centro qual madre e maestra di importante e diffusa appunto riguarda la
tutte le chiese. Scrisse Cancellieri, nella celeberrima e famosissima Roma; altri-
prefazione della Storia dei possessi dei menti se volessi discendere in particolari
Pontefici : Roma che è slata sempre ri- bisognerebbe riprodurre il già da me de-
guardata come la cuna e la maestra delle scritto e ripetuto. Malagevole e ardua non-
belle arti, nobilitata dagli obelischi degli dimeno ne vedo l'impresa, come la riu-
egizi, dalle statue de'greci, dalle architet- scita,anche per essere d'accordo col pub-
ture gigantesche de'romani antichi, dalle blicato; forse pel tutto meglio ne raggiun-
chiese, dalle ville, dai palazzi de'Papi, può gerò lo scopo nell'indice, sebbene con mi •
dirsi che debba considerarsi sotto 4 <li ver- nori proporzioni per le semplici indica-
si aspetti :Roma antica, Roma sagra, Ro- zioni de' luoghi ove ne trattai, a cagione
ma de' bassi tempi, Roma moderna : Io del vastissimo argomento che richiede-
studio di ciascuno forma la professione rebbe la lettura di lutti LVII volumi i

di un letterato; ciascuno forma un raaio che ho pubblicato, e de'miei mss. de fu-


ROM ROM ITI
turi, loccliè mi sarà dato a Dio piacenti© mollo rigide e assai temperale; eche seb-
eseguire «ella pazientissima e laboiiosis- bene nell'estate vi sono de'giorni caldi e
sima formazione didelloindice, della cui affannosi, pure verso sera quasi sempre si

immensa importanza non abbisogna di levano de' venticelli di ponente, che rie-
migliore dichiarazione. Innuraerabili au- scono deliziosi e La sua elevazio-
freschi.
tori scrissero le lodi di Ron)a,onde repu- ne dal livello del mare Mediterraneo è
to conveniente ricordarne qualcuno, an- diversa, essendo la città composta di tan-
che per supplire al poco che dico a con- te colline e Monti, e di valli intermedie
fronto delle sue glorieefasti.Zenobio Ac- più o meno profonde, le quali hanno su-
O/alio in laiidem Urbis Jìomae,
ciaioli, bilo una vaiiazione di livello ,
per l' in-
1718. Gio. Albo, Splendore dell'antica gombramento prodotto dalle antiche ro-
e moderna Roma j ivi ì6/\.i. Aristide vine. Un saggio di diverse altezze, desun-
Smirneo, Oratio de laitdihiis Urbis Ro' te da osservazioni astronomiche o trigo-
mae, i5i^. Pietro Benzi, Roma proprio nometriche e barometriche, lo riporta il
nomine Iriiim phans^ 554- Fran-Parisiis i eh. march. Melchiorri, Guida metodica
cesco Bocchi, Della cagione onde venne di Roma, 1840. Aggiunge, che la val-
ivi

negli antichi secoli la smisurata gran- le di Roma nord ha per limite le col-
al

dezza di Roma e delt Italia, Firenze 5q8, 1 line dell'antico Veio, all'est monti Sa- i

Olao Borichio De antiquae Urbis Ro-


, bini. Fra l'est e il sud la vallee circoscrit-
mae, nel I.4 del Thes. anticj. Roman, del ta dai monti Albani, dopo quali il suo i

Grevio. orizzonte scende a trovare perconfineil


Sorge Roma, città metropoli del culto mare Mediterraneo, che si estende sino
caltolico,capitale degli stali temporali del- all'ovest, lasciando intermedia una pia-
la romana chiesa, nella parte meridiona- nura immensa, lutta sparsa di piccole col-
le della penisola d' Italia all' ovest, sotto linette, la quale forma il così dello Agro
la latitudine di giadi 4^° 53' 54 e la , R.omano, famoso perla
di cui riparlerò,
longitudine di gradi 3o° 8' 5", calcolan- 1 fertilità del suo suolo, ed abbondante ili

do ili.°meridianodairisoIa di Ferroch'è pascoli ubertosissinii. Al nord è chiusa la


r ultima delle Fortunnle; ma essendovi città da una prolungata serie di colline,
astronomi qualche dilferenza, si può
tra gli che la sfringonod'appresso. Esse comin-
consultare: Posizione geografica de'prin- ciano dal Monte Mario , prosieguono ì

cipali luoghi di Roma


de suoi contor- e Monti Vaticani,e(i]vì\M\'\ con i Gianico»
ni ^ Roma 1 824, di Conti eRicchebach. Il Icnsi, quali vanno insensibilmentedimi-
i

clima è dolce e piacevole, percui la tem- nuendoperscendereal piano della Cam-


peratura de'giorni più freddi ordinaria- pagna di Roma verso il mare. Dice Cau-
mente non suoleeccedere il 2.° grado sot- cellieri^ che 1' altezza media del piano di
to lo zero del termometro di Reaumur, Roma s'innalza sul livello del mare cir-

e quello de'caldi comunemente il grado ca 60 piedi parigini , e quella del fami-


27, tranne qualchestagione. Cancellieri gerato TVi'ere entro la città è di piedi 24:

nell'eruditissima Lettera sopra il Taran- che giace R.oma in una vasta e estesissima
tismo e l'aria di Roma e della sua Cam- pianura a circa 3 miglia dal mare in di-
1

pagna, Roma I 8 7 1
,
pone il clima di Ro- rittura, ei 5 per le strade che conducono
ma nel 6° giado, anzifrailprincipiodel alla sua spiaggia; cioè da una parte dal-
7.°clima.E perciò egli osserva, i suoi più le radici de' Monti Cimini, Sabini, Tu-
lunghi giorni e più lunghe notti sono di sculani, Albani , Tiburtini, Prenestini e
1 5 ore e poco più, ed più corti giorni i Yolsci si estende fino al mareidalTaltia
e le più corte notti sono di circa 9 ore. va a terminare in una lunga catena di
Perciò le invernale sono per lo più non deliziose colline, pel diporto delle villeg-
112 ROM RO M
già tu re. Cnlindri , S^ì(ì;ìo sfatisi irò del sizione sommaria dell' assedio di Roma
pontificio 5/^/0, osserva die questa capi- fallo dai francesi nel giugno i849) ^^*^^
tale è lungi da Atiisleidau) poste 3 i, da i come descrisse la j)osizionedi Konia.»» Ro-
Copenaghen poste i53, da Coslautiuo- ma è posta a cavaliere del Tevere , dal
polii33, di» Firenze 26, da Londia 143, quale è divisa nel senso nord-sud in due
da Madrid 89, da INIanlova Sy 1/2, da parti diseguali. La parte orientale, cioè
Milano 71, da Modena 4^ 1/2, da Na- la maggiore, è recinta di mura aureliane,
poli 20 i/4> da Parigi i i, da Piacen-
i e contiene entro di se alquanti colli di non
za 56f da Pietroburgo 229 1/2, da Sto- grande rilevanza. La parte occidentale,clie
ckolin 198, da Torino 72, da Venezia comprende la città Leonina ed il Traste-
5o 1/2 e da Vienna egualmente poste 76 vere, cassai meno estesa dell'altra ; ma è
1/2. La romana pianura è irrigala da di- più di essa considerevole dal lato militale,
versi fiumi, fra quali il Tevere e l'A-
i per essere cinta di mura bastionate di co-
iiiene, che unitisi poco priina della città struzione alquanto posteriore a quel le del-
la traversano dal nord al sud, e vanno la incinta orientale, cioè di Urbano Vili.
quindi a scaricarsi nel mare. Veramente Queste per un trailo di circa 3 quinti dal-
ì»on è esatto il nome di pianura che co- la loro totale estensione, serpeggiano il

munemente si dà all'Agro romano, come dorso del Gianicolo a piedi 322 al di sopra
rileva il cav. R.eumont, che chiama j)ae- del livello del mare, e piedi 149 al diso-
se ondulato e pieno di rialti, e con<islen- pra del Capitolino: l'estensione totale del-
Le in un numero inuncnso di colli conti- l'intiero recinto di Roma è di circa 16 mi-
nuati, per lo più agevoli , di quando in glia italianeda Goal grado". Là città èpia-
quando però tagliali quasi a picco, con co- na, ma disseminala di parecchie colline,
ste ora fertili, ora nude, e che si dirama- alcune nalurali, altrcartificiali e formate
no in qualunque direzione. Nella vallee dalle rovine antiche. Per le colline che
nelle gole intersecanti questi colli, olire il Roma racchiude, diflìcilmente trovasi un*
Tevere e i'Aniene, la Creoicra o Valca, altra città che più abbia del montuoso,
l'Arrone, il Rio Galera, l'Acqua Ferenti- e del pari che più abbia del piano; onde
na, il Piio Peti oso, il Fosso Albano, il Rio di qualunque genio uno sia, secondo il

di Nemi, il Nuniico o Rio Torlo, l'Aslu- bisogno della propria salute,'può sceglier-
ra o Conca, ed altri fiumi minori e tor- si l'abitazione o in alto o nel basso come
renti corrono con giri tortuosi senza nu- più gli aggrada , e mutar aria eziandio
mero. 11 poco declivio die haquesta pia- senza uscire dalla città. Girano lesue Mu-
nura verso il mare, è cagione del rista- ra per circa 16 miglia, e le interne tS'f/vz-
gnarsi delle acque, anche in parti dalla de si distendono per quasi 00 miglia, dal 1

marina più lontane, e cagione altresì del- che si può concepire l'idea della sua am-
l'impaludamento della costiera. Secondo piezza. Le abitazioni e i pubblici edifij'.i

la diversità della stagione la pianura ap- si riuniscono e raggruppano tulli in una


parisce coperta di fiorente verdura, ov- parte, ch'è minore dell'interna super-
la

vero si mostra nuda, giallastra e brucia- ficie murata, e la rimanente parte è co-
ta, un deserto che non compren-
l'occhio perta di vigne, orti, giardini e P'ille. Il

de, un'intiera provincia, in cui nel mez- Tevere che l'attraversa ebbe un tempo le
zo sorge Roma, Tomba di giganti. Quan- acque più alte che ora non sono, al mo-
do è coperta di verdura sempre fresca, do che dissi nd voi. XLVI,p. 268, rile-
da ogni lato si presentano vedute amene vando ch'ebbe molta influenza nel da-
e pittoresche , anche pei meravigliosi a- re al suolo di Roma la forma che ritiene.
vanzi degli edifizi antichi , che qua e là Questo delizioso fiume, oltre al commer-
si auimirauo. II cav. de Cuppisoeirespo- cio, giova anche alla nettezza e salubri-
ROM ROM ii3
là della citlàjSomministiando ad essa par- che. Latufa granulare è una roccia di
te del cibo co'suoi pesci, fia'quali primeg- color bruno nerastro, tal volta violaceo fo-
gia lo slurione. Esso con tortuoso giro sco e bigio giallognolo; è leggera, assai
divide Roma, entrandovi dal settentrio- friabile, come aggregato di lapillo o lava
ne e uscendone verso il mezzogiorno, ne granuliforme arida. Vi è pure la tufa ter-

bagna a destra la parte occidentale, ed a rosa, ch'è una modificazione della granu-
sinistra l'orientale. Anche
massa delle la lare. Alle indicate sostanze spesso si tro-
acque in tempi remoti fu molto maggio- vano commiste le pomici, portanti i ca-
re della presente, poiché molti fiumi de- ratteri di origineignea.Peròil Monte A-
viarono dal suo letto. Gran parte delia ventino^ oltre questi fenomeni naturali,
romana vallata probabilmente un giorno contiene del travertino. Assai si è scritto
fu coperta dalle acque del Tevere. A Mon- e detto dagli antichi e dai moderni sul-
ti DI Roma feci cenno de' sedimenti flu- l'aria di Roma: chi la dichiarò malsana
viali su di essi trovati, come sul Monte e nociva, chi la lodò come buona e salu-
Mario per le conchiglie fossili. Quindi il bre. Si possono consultare, Marsilio Ca-
suolo della città, una volta limaccioso e gna lo. De romani aeris salubritate, Ro-
palustre, è di natura fluviatile, come de- mae Sgo. Gio. Girolamo ha[ì\, Ragiona-
i

scrive il geologo G. Brocchi, Dello sta- mento contro la volgare opinione di non
io fisico del suolo di Roma, memoria per poter venire in Roma nelf estate, Roma
servire d'illustrazione alla carta geogra- 1 1749' Domenico Panarolo, Aerologia
fica di questa città j con due tavole in ra- discorso dell'aria, Roma 642. Se l'aria
1

me, Roma 1820. Perciò il suolo di Roma di Roma fosse realmente di sua natura
si compone in gran parte di marna ar- maligna, nuocerebbe alla respirazione e

gillosa, di sabbione calcareo, e di sabbia alla vitalità; per contrario inRoma vi han-
silicea, ossia arena siliceo-argillosa, tut- no frequenti esempi di vegeta e prospe-

te sostanze di provenienza fluviatile, ciò rosa longevità , e rare sono le malattie


che prova l'opinione che 1' antico suolo prodotte dai tristi effetti di cattiva respi-
fosse in gran parte impaludato, e ne fan- razione. Le malattie dominanti sono le
no fede gli stagni che esistevano ancora febbri reumatiche e le intermittenti , le

all'epoca della sua fondazione, non che le quali derivanodadifetto di traspirazione^


cave di argilla che sulle colline valicane cagionato dalle variazioni repentine almo»
danno ancora materia ai lavori di figu- sferiche, massime nell'estate e nell'autun-
line e laterizi. Sulla sommità delle colli- no. In questo appunto e non nella mali*
ne, come sopra gran parte della superfi- gnità dell'aria sta il pregiudizio che ne ri-
cie dell'Agro Romano e del Patrimonio sentono gli incauti, dispregiando le debi-
di s. Pietro, regnano costantemente le te precauzioni, di cuoprirsi secondo il pas-
roccie vulcaniche, ed abbondano soprat- saggio della temperatura o di cambiarsi
tutto nella parteorientale della città. Non benché a moltissimi abitua-
se traspirati,
potendosi stabilire le cause di questi fe- ti ommissione non rechi danno ve-
tale
nomeni vulcanici,a due principalmente si runo. Circa agli odori che recano nocu-
riducono le sostanze che compongono le mento alla maggior parte degli abitanti,
roccie vulcaniche formanti la più, gran il Querci nel Discorso sul gusto degli an-

parte de'colli romani, cioè la tufa litoide tichi romani per gli odori, Roma 1764,
e la tufa granulare. La tufa litoide, com- dimostrò l'uso conlinuoche ne fecero, nei
posta di frammenti di lava scoriacea, di sacrifizi,ne'conviti,negli spettacoli, ne'ba-
colore rossobruno o lionato con macchie gui, ne'funerali e in tutte le occasioni. Il
biancastre, come sufficientemente com- Martorelli, nella Dissertazione sopra gli
patta, fu adoperata e si usa per le fabbri- odori di Roma^ Roma 1812, benché ac-
VOL. LVIII. .«-,.«_ 8

^^WfiCp^^

lwt>^nrva/vfc. ra.
ii4 HOM ROM
consenta elicli pregiudizio che recano ni di Roma, dimostrò non essere già slata
romani e romane, possa derivare dal si- l'insalubrità dell'aria quella che fece di-
stema nervoso, di venuto pifi irritabile dal sertare sì feraci e già popolale campagne,
genere di vita molle, pure è d'opinione, mentre a tuli' altro egli dice doversi a-
clic il lungo e continuo disuso, e la qua- scrivere il suo fatale abbandono. Opina

lità troppo acuta de'moderni profumi e che non Tinfezione dell'aria, ma piutto-
delle fragranti essenze, agli anticlii scono- sto gli abbassamenti di temperatura che
sciuta, sia la sola e vera sorgente delie con- rapidi avvengono massime sul declinar
vulsioni e tirature cagionate dagli odori, del giorno, sono esclusivamente la causa
specialmente nelle donne, senza veruna produttrice delle febbri intermittenti, ol-
influenza del clima , che non crede aver tre la poca o ninna cura, anzi trascnrag-
sofferto notabile cambiamento. Si puoan- gine de'campagnoli. II vasto territorioche
che vedere Cancellieri, nella Leltera sul- circoscrive Roma e le altreconvicine cit-
Varia di Roma^ p. 86. Notai a Pestilen- tà, può riguardare come un trailo del
si

ze, parlando di quelle di Roma, come dei suolo Laziale, il quale non ostante la sua

suoi istituti sanitarii, che erroneamente feracità, si trova ora in parte abbando-
dall'antichità fu dato il nome di peslilen- nato. Anticamente questo illustre suolo
zealleinfluenzedi febbri accessionaii, per era seminato di popolose città e villaggi
cui gli stranieri tremarono al solo nome o pagi; tutta la campagna era sottoposta
di febbri romane, prodotte dai venti me- che vi si respi-
a florida cui tura, e l'aria
ridionali, non essendo l'Agro Romano ri- rava era tanto salutare, che romani vi i

parato da monti e da suflìcienti boschi, aveano edificato ville e delizie, per ivi
per cui si ebbe cura della conservazione fuggire i caldi di Roma. Cancellieri ci die-
delle sei ve,anche perla proprietà che han- de notizie bibliografiche degli scrittori sul-
no le piante. Gli antichi romani presta- l'aria di Roma, e di alcuni altri ne parlai
rono cullo alla Dea Febbre, enoicrislia- in diversi luoghi.
ni veneriamo sotto tale titolo alcune im- Roma è anche capoluogo della Comar-
magini delle B. Vergine: di ciò si può ve- ca del suo nome. A Comabca diRoma ea
«lere il voi. LV, p. 99. Reputasi la mi- Delegazioni apostoliche parlai di quali

gliore aria di Roma, quella del centro del- luoghi si componeva il distretto, del nu-
la città, il quale si vuole a s. Eustachio, mero de'suoi abitanti e rispettivo gover-
come toccai a Palazzo Carpegna. Però a namenlo, secondo l'epoche in cui pubbli-

Palazzo apostolico Quirinale parlai del- cai quegli articoli, con l'elenco de'prela-
la saluberrima aria del Monte Quirina- ti presidenti, cui qui aggiungerò i poste-
le, ed Palazzo apostolico Faticano di-
a riori mg.^'Lodovico Convenlali e mg. ^Ro-
fesi quell'aria, potendosi anche vedere, berto Pvoberti ora cardinale. Nel voi. LI II,
Pao\o.Sanqu\rìcOy Parere dell* aere di Bor' p. 193, 198 e 229 non mancai di ripor-

gOjRoma 670. Se l'atmosfera della Cam-


1 tare le disposizioni del regnante P40 IX,
pagna diRoraa è di molto inferiore a quel- che nell'ottobre 1847 attribuì ad un car-
la della città, ciò deriva precipuamente dinale il titolo e la carica di Presiden-
dalle acque paludose che v'imputridisco- te di Roma e Comarca, colla superiore
no, da mancHnza di popolazione, e di ve- autorità sopra il consiglio e magistrato
getazione che la purifichi, ed eziandio dal- di Roma, peli." nominandovi il cardinal
la poca sua cultura. Gio. Battista Doni Lodovico Altieri romano; quindi nel no-
scrisse , De restituenda salubritate Agri vembre i85o il circondario della capita-
/?om«m, FlorentiaeiGGy. llcan. De Gio- le lo formò di Roma e Circondario, ag-
vanni néir opuscolo : Difesa del popolo giungendovi oltre i luoghi già baronali,
romano sulC abbandono della Campagna le Provincie e delegazioni apostoliche di

<^l
ROM ROM n5
llterbOy Civitavecchia e Orvieto, conce- Porto, ove tratto pure di Fìunticino^ e

dendo al cardinal presidente un consiglio del vescovato riunito delle ss. Raffina e
come le legazioni. Della ferace fecondila Seconda o Selva Candida.
di questa nobile provincia, de' suoi pre- Governo di Campagnano.
gi, de'suoi fasti storici collegati con quel- Campagnano. Governo nella diocesi
li di Roma, delle sue archeologiche dovi- di IVepi e Sidri. Ha il territorio in piano
zie,onde sopra ogni altra di tutto il mon- e in colle, con paese chiuso damura, con
do sovrabbonda, ne parlai a ciascuno dei borgo. La chiesa matrice ha il campani-
suoi articoli, che qui indicherò o descri- le, che dicesi del Vignola, con collegiata

verò; laonde mi limiterò a dire, che non sotto l'invocazionedella Natività di s. Gio.
"v' ha sasso , non gleba per cui non col- Battista. Degli Effetti nelle Memorie par-
pisca lo studioso osservatore un'alta ri- la delle chiese e conventi de' minori os-
membranza. Risponde il Circondario di servanti e cappuccini. Ha il palazzo ba-
Roma, tranne le tre citate delegazioni a- ronale e molte altre buone fabbriche. Es-
postoliche, principalmente all'antico Zrt- sendo nel territorio de' veienti, alcuni vi
zio, ove descrissi le sue di verse metropoli cercarono il famoso Veio. Avendo cam- i

Laiirento , Lavinia e Aibalonga, con pani, popoli della Campagna Felice di Ca-
quanto appartiene alla celebratissima re- pua, parteggiato pel cartaginese Anniba-
gione. Roma pertanto e suo Circondario le, i romani nepunirono la ribellione con
ora comprende, olire le tre delegazioni rilegarli in vari luoghi di qua dal Te ve-
Viterbo, Civitavecchia e Orvieto, tre di- ra nell'agro Veiente, fra'quali a Campa-
stretti il Distretto di Roma che vado a
: gnano, ed in gran numero, che Degli Ef
descrivere; il Distretto di Tivoli e il Di- fetti vuole che da essi prendesse il luogo

stretto di SiibiacOy de' quali due parlerò non solo il nome di Campagnano, ma an
a Tivoli e Subiaco, città ambedue, lai.'' Cora la Campagna di Roma. Annio cre-
con sede vescovile, la 2.* con abbazia nul- de che il nome di Campagnano proven-
liiLS che attualmente ritiene lo stesso Pon- ga da Cam, Pan e Giano sìiìonum di Bac-
tefice. co ; Jacobilli dal Campo di Giano. Nel
Distretto di Roma. I i3o l'antipapa Anacleto II confermò
Albano. Città e sede vescovile subur- CampEfgnano tra' beni che possedeva il
bicaria, il cui vescovo è un cardinale, f^. monastero di s. Paolo di Roma. Il Saul-
Albano, Albalonga nel voi. XXXVII ,
nier Ira'prìorali dell' Ospedale di s. Spi
p. 236; pel Monte Albano Li, p. il voi. ritOj vi novera quello di Campagnano. In-

2 7 7 e 2 7 8; pel Lago Albano ^ Castel Gan- di Campagnano divenne feudo degli O/-
dolfoj Riccia^ e ISenii che sta nell' arti- 5mi. Bonifacio IX nel 392, reduceda Pe-
i

colo Genzano; per Palaz^ola voi. I, p. i rugia, passò per Nepi e per Campagnano,
190, XLUI, p. 45, LIV, p. 233. e giunse a Roma a' 5 settembre. Nel 1 429
1

Pratica. Annesso della città d'y^^Z>rt«o sotto Martino V fu raffrenata la potenza


e soggetto a quella dioces^. Vedi il voi. del signore di Campagnano. Il cardinal
XXXVII, p. 236. Ammanati nelle sue Epistole assai loda
Ariccia. Comune della diocesi d' Al- l'amenità dell'aria e del territorio, le sue
bano. /^. Riccia, col santuario di Gallo- delizie, i suoi squisiti frutti, solendovi pas.
ro ivi pure descritto. sare l'estate. Come lautamente vi fu al-

Nettuno. Comune della diocesi d'Al- loggiato nel 1 4^19 Pio II, dal cardinal La-
bano. V. Porto d'Anzo. Di Aslura par- tino Orsini e dal vescovo di Trani suo fra-
lai nel voi. LIV, p. 200. tello signori del luogo, lo riferisce lo stes-
Porto. Città e sede vescovile suburbi- so Papa ne'suoi Commentari. Afflitta Ro-
caria, il cui vescovo è un cardinale. /^ ma nel 1476 da pestilenza, Sisto IV ne
ii6 ROM ROM
partì a' i o giugno, accompagnato da 6 MIGLIA, ed il voi. XXV, p.i64;pìù Tre-
cardinali, e si ritirò a Vilerboj ma ivi es- vignano , di cui vado a parlare, e altri
sendovi penetrato il contagio,passc) aCam- luoghi di questo articolo.
pagnano,ed 17 era a Velralla. I Coion-
a' Forniello. Comune della diocesi di
nesi nel seguente pontificato d'Innocen- Nepi e Sutri. Vi è la collegiata di s. Lo-
zo Vili miseramente Io saccheggiarono renzo martire, nella quale da Capracoro
iieIi4B5, per la guerra contro gli Orsi- vi furono trasferite le campane della chie-

ni, sostenuta da FabrizioCoIonna. In quel- sa di s. Cornelio Papa, insieme alla testa


la contro i medesimi di Alessandro VI, di quel santo, che nella sua villa di Ca-
Cesare figlio di questi lo prese nel 1 496 o pracoro avea collocata Adriano I. L' o-
1497. Nel pontificato di Alessandro VII, rigine di Formelio è incertaj ma al dire
con altri 4 castelli gli Orsini venderono di Nibby, Analisi de'dinlorni di Roma,
Campagnano ai Chigi, i quali tuttora vi probabilmente si formò dopo l'abbando-
posseggono e ne portano il nome di prin- no di Capracoro, ed è distante circa 6
cipi i primogeniti.^ medesimi sono an- miglia da Roma. II suo nome deriva dai
cora signori di Cesano e di MaglianoPe- cunicoli che furono aperti in tutto il trat-
corareccio, come dirò parlando di For- to fra questa terra e Veio, onde condur-
mello, ambedueappodiali di Campagna- re acque potabili a quella colonia roma-
nò, ilr.° della diocesi di Porto, il 2.° di na dalle viscere del Monte Musino. Me-
quella di Nepi e Sutri. Degli Effetti dice raviglioso è lo spazio fra Formelio, d'I-
che Magliano Pecorareccio si chiamava sola Farnese già Veio (ma il eh. avv. Car-
Monte di Maìi di Valle lunga, e che ha lo Zanchi da Campagnano col suo f^e/o
la chiesa parrocchiale sagra as.Gio. Bat- illustralo ne stabilisce l'esistenza sulle a-
tista.Di Cesano se ne leggono le notizie menissime alture della valle di Baccano
in Nibby,chela dice presso le sorgenti del o Monte Lupoli, alle cui falde scorre il
rivo Galeria, sulla falda d' un colle, già tanto rinomato fiumicello Cremerà in
Massa Cesarea, donde prese il nome di oggi la Valca), quasi tutto pensile pei tan-
Caesaniimj viene ricordata nel privilegio ti cunicoli che ha sotto, ne' quali hanno
dato nel 9 o da Sergio Illa Ildebrando
1 Formelio divenne Ca-
transito molti rivi.
vescovodi Selva Candida con diversi fon- strum e appartenne a'monaci di s. Pao-
di e colla chiesa di s. Andrea, essendo tal lo di Roma cui lo confermò nel i2o3
,

Massa delia romana Chiesa. Forse il suo Innocenzo III. Nel pontificato di Nicolò
Home può derivare dai Cesari , o dalla III del 1277 o poco dopo passò in pote-

gente Caesia ch'ebbe^fondi in questa par- re degli Orsini, i quali insieme con Ce-
te e in Veio. Altri Papi , come notai a sano, Campagnano, e Magliano Pecora-
Porto, confermarono la concessione. Ma reccio con titolo di marchesato, lo ven-
s. Leone IX tolse la Massa alla mensa di derono ai Chigi a'5 settembre 1661 per
Porto, e r assegnò al capitolo Vaticano 345,000 scudi, e questa famiglia ancor
neh o53. Divenne castello nel secolo XI, lo possiede con titolo di ducato. Presso
e nel XIV proprietà degli Orsini signo- la terra è la delizia de'signori del luogo
ri di Campagnano, che lo ritennero sino chiamala Versaglia. Degli Effetti lodò le
ad Alessandro VII, vendendolo alla sua amenità di Formelio.
famiglia Chigi. Il p. Ranghiasci riprodus- M^zza/zo. Comune della diocesi di iVd-
se le notizie diNibby. Aggiungerò, che pi e Sutri. Nella chiesa matrice vi sono
Urbano V Monte Fiasco-
nel recarsi a i quadri del ss. Salvatore, della sua Cena

ne, pranzò a Cesano agli 1 1 maggio 367. 1 con gli Apostoli, e di s. Gio. Decollato,
Angiiillara. Comune della diocesi di che Calindii ritiene per opere di Raffaele
Nepi e Sutri. V* Anguiuara, Orsini jfa- Sanzio. Di più chiama antichissima que-
ROM ROM 117
sta Terra, clie due secoli addietro era mu- Monte Rosi signoria degli abbati di Far-
nita, ed avea diversi castelli soggetti, poi fa, e quando già erasi riedificato, con es-
diroccati. Poco lungi sorgeva un tempio servisi domiciliate delle famiglie nepesi-

de'gentili, di cui se ne vedono gli avanzi ne e sutrine, passò all'abbate delle Tre
di marmo bianco con sculture.Narra De- Fontane col territorio, e nel 1690 il car-
gli Effetti, che Mazzano apparteneva ai dinal Paluzzi abbate commendatario vi
potenti conti Tusculani (di cui a Frasca- fabbricò il palazzo abbaziale.
ti), per cui il principe Alberico II e al- Baccano. Stazione postale 19 miglia
tri di sua famiglia nel 945 lo donarono lungi da Roma, dalla quale s'incomincia
alla chiesa e monastero Gregorio di
di s. a discoprirsi l'augusta metropoli che sor-
Roma al Monte Celio, l'abbate del quale ge maestosamente in una vasta estensio-
p.GirolamoConti,con beneplacitodi Cle- ne delle sue antiche rovine illustri, e per
mente VII, nel 1 526 vendè il castello a prima la culminante croce e palla del-
Gio. Battista dell'Anguillara per 1 2,000 l'eminente cupola Vaticana. Il nome di
scudi larghi. Inseguito divenuto proprie- essa deriva da quello di Bacco, ch'ebbe
tà della camera apostolica, questa conces- un tempio su qualche punta delTadia-
se Mazzano ai fratelli Biscia, Francesco, cente cratere, che in origine fu un lago
e Lelio cardinale. in uno a lutto il piano ove sorge la sta-
Monte Rosi. Comune dell'abbazia niil- zione. Ne'teropi antichi il Iago fu succes-
lius delle Tre Fontane, della quale trat- sivamente diminuito per mezzo di emis-
tai nel voi. XIII, p. 59 e 64. Di Monte sari particolari, che si vedono sotto il col-

Rosi a p. 67 e 68: come stazione postale le della Madonna del Sorbo. Questo la-

nel voi. LI V, p. 807, 3o8. Di questo ca- go venne definitivamente diseccato dai
stello situato nella sommità di amene col- Chigi, a'quali appartiene il lenimento,
line e distante circa 25 miglia da Roma, scaricando lo scolo nel fiume Cremerà,
parlano ancora Degli Effetti, ed il eh. p. che sembra essere stato in origine, come
Ranghiasci, Memorie istoriche di Nepi e l'Arrone pel lago di Bracciano, il suo e-

suoi dintorni, a p. 1 17 e 256. Anch'egU missario naturale. La bolla di s. Leone

dice che fino al secolo XIII nella proprie- IX del I o53 ricorda il lago, e una chiesa
tà fondiaria appartenne ai monaci di s. di s. Alessandro (pel martirio che quivi
Paolo di Roma, indi ne'successivi scon- vuoisi ricevesse), come pertinenze della
volgimenti tornò sotto l'immediato do- basilica Vaticana. Questo fondo colle ter-
minio della s. Sede. Prima dell'entrare re attinenti fu degli Orsini, e dal 1661
del secolo XIV e dopo che Cesano di ven- appartiene ai Chigi, insieme alla stazione
ne proprietà degliOrsini, ancheMonteRo- postale stabilita da Pio VI, come notai
si fu soggetto alla medesima sorte. Se- nel voi. 3o8. Le orride selve che
LIV, p.
guendo la ribellione di Nepi nel i449> lo circondavano sono pressoché abbattu-
comechè allora nel suo territorio, fu po- te, poiché divenute nidi d'assassini, le fé-

sto sotto Tinterdetto e poscia assolto da cero tagliare Giulio lI,LeoneX,Clemente


Nicolò V, insieme a Dolce conte dell'An- VII e Paolo III: essendosi riprodotte, ser-
guillara capo e promotore dell'insurre- virono lungo tempo di nascondiglio al fa-
zione. Soffrì assaissimo nelle guerre e se- moso capo banda Spatolino, venendo per-
vizie degli Orsini che quasi l'annienta- ciòannientatedalgovernoimperiale fran-
rono, principalmente da Orso Orsini si- cese del 181 3. Degli Effetti parla della sua
gnore di Monte Rotondo, per cui anche torre o fortezza, e dice Baccano nel ter-
esso ottenne perdono da detto Papa. lei- ritorio Veiente: Zanchi crede che Veio
slerciensi nelle vicinanze vi fabbricarono o Veii sorgesse sul Monte Lupoli.
un ritiro con piccola chiesa. Divenne poi Storta. La i.^ stazione postale 9 mi-
1

ii8 ROM ROM


gliii disUiiite ila Roma, nella diocesi ili alla Madre di Dio un figlio d'un duca
Porlo. Ne parlai ne* voi. XXX, p. l'^^S, Orsini, vestilo dell'abito francescano u
LIV, p. 23o e 3o8. Piazza, Gerarchia genuflesso in atto di domandar grazia.
cardimilizia p. 94, dice che fu appellala L'altro a guazzo puredi gran pregio, rap-
Storta j perchè poco lungi la strada eriae- presenta il Transito della B. Vergine nel-
slra che conduce a Baccano si storce in due l'interno del coro, ove si vede una donna

lami, uno che continua la via Claudia, che nel toccar la bara per accertarsi della
rallio che conduce a Bracciano, non che morte della Madonna, vi lasciò le mani,
all'Isola Farnese, ed a Forniello, presso come rileva Nibby che lo dice della scuo-
il fiume Cremerà o Valca, famoso e fu- la di Raffaele; però la tradizione del luo-
nesto per la morte de'3ooFabi nella guer- go lo vuole dipinto da quel sommo e nel
ra coi veicntì. iSi'j. Prima eranvi due chiese parroc-
Isola Farnese. Frazione del distretto chiali, una affidata all'arciprete, l'altra
eComarcadi Roma, della diocesi di Po/7o al rettore, poscia furono riunite nel i.**

e s. Rufllna. P^. Veio o Veii. Numeroso n'era il clero quando esisteva


Trevìgnano. Comune della diocesi di il capitolo della collegiata, composto di
Nepi e Sulri. E' distante circa i5 miglia arciprete e canonici, li benemerito della
da Roma, ed anticamente aveu8 chiese, patria istoria vicario foraneo Bondi, nelle
fra le quali quella de'ss. Pietro e Paolo, sue dotte Memorieyào\ìo aver dimostra-
che dicesi stala eretta nel secolo III. Al lo che Trevignano figurò pel i.° sulle ri-

presente ne ha 4= quella di s. Caterina nomale spiagge del Sabatino, e che a lui


txlra moenJa, che presenta un'antichil^i ne spetterebbe il primato, dichiara che la
non inferiore alla precedente; quella di sua collegiata è più antica di quella del-
s. Bernardino da Siena principale pro- l'Anguillura, sebbene questa sia anterio-
tettore di Trevignano, fabbricata dagli re a quella di s. Stefano di Bracciano e
abitanti nel luogo ove predicò, mezzo fondala dal duca Virginio Orsini, ed alla
miglio lungi dal paese, conservandosi il quale nel lySS fu concesso l'uso della
sasso che ascese per dispensare la parola mozzelta. Aggiunge, che si rileva da do-
di Dio; quella dentro Trevignano, ma col cumenti e memorie che produce, figura-
propinquo cimilerio, dedicata al ss. Cro- re la collegiata di Trevignano prima del
cefisso, edificala a spese della pia duchessa i5oo, e nel i6o5 esisteva con arciprete
di Massa e Carrara Clotilde Cibo Mala- e canonici: terminato di esistere il capi-
spina, la quale inoltre lasciò un fondo tolo, le restò il titolo di collegiata. Inol-
per la scuola delle fanciulle. L'altra chie- tre vi sono le confraleinitedel ss. Sagra-
sa è quella di Maria Assunta, arcipre-
s. . mento e del Gonfiilone, le scuole per fan-
tale con cura d'anime, e col titolo di col- ciulli eper fanciulle. E' cinto di mura,
legiata insigne. Questa parrocchiale chie- con borgo, afferma Calindri, rilevando
sa che si eleva su balze di lava, occupa che vi sono molte grotte vulcaniche op-
il sito dell'antica di un bel gusto gotico portune alla conservazione e freschezza
e demolita verso il 1786, e quindi vi fu del vino. Non manca Trevignano di pre-
dai fondamenti con lodata struttura fab- gievoli fabbricati, ma anticamente n'era
bricata la presente, riposando sotto l'al- più ricco, come più popolato; avendo tra'
tare maggiore le ossa de' ss. Viviano e suoi illustri l'encomiato Bondi, e d. Tom-
Faustino, altri protettori di Trevignano. maso Silvestri che lodai nel voi. L, p. 2

Vanta due mirabili dipinti, cioè un affre- e 2 3. Il territorio è fertilissimo in cerea-


sco bellissimo di Pietro Perugino, espri- li, in famosi oliveti, in vigne ubertose, in
mente la B. Vergine, con s. Girolamo, e erbaggi d'ogni specie, in paglia da sedie,
con s. Antonio di Padova che presenta esercitandovisi l'industria de'bachi da se-
ROM ROM 119
la.Nibby chiama Trevignano, Casiriim ta Sabazia, siccome occupavano illuogo
Trebonianunij da una villa romana ivi di suo dominio. In origine il nucleo de-
formata circa i tempi di Augusto; e da gli abitanti che vi si riunirono, piantaro-
un documento del i6o5 la detta colle- no o vi trovarono 3 vigne, dalle quali si

giata è chiamata s. Marine Treboniani. ripete il nome che prese di Trcwmfm, poi
II Bondi descrive Trevignano, situatosul- Trivìgiiani, Tiivinglanwn e Trevignano.
la spaziosa amenissima spiaggia e dalla Per questa locale tradizione si formò lo
parte settentrionale del celebre lago Sa* stemma comunale, composto di 3 tralci
balinOjChe produce eccellenti regine, tin- con grappoli d'uva, con il lago sotto, cui
che famose, ottime anguille, squisiti lai* furono aggiunte 3 sbarre e la rosa qual
tarini, qualche sturione, oltre altre qua- segno del dominio degli Orsini, alla qua-
lità di pesci di minor considerazione. Il le rosa il nuovo signore Grillo e il comu-
prof. Barlocci nelle sue Ricerche^ chiama ne sostituirono un grillo. Il suo territo-
il lago Sabatino uno de'pià vasti e inte- rio anticamente era più vasto, in segui-

ressanti fra'laghi vulcanici, da'quali è in to diminuito e ristretto nella divisione dei

gran parte ricopertoil suolo romano, vol- feudi e de'possedimenlijche in diversi tem-
garmente pur detto d'Anguillara e di pi fece la potente Orsinifamiglia che sì-

Bracciano, che in uno a Trevignano, ed gnoreggiò lungamente Trevignano, sino


a vari villaggi glifanno corona nel peri- al 1691, in cui lo vendè al duca d. Do-
metro di circa 20 miglia; costeggiato da menico Grillo. Per la predilezione degli
ubertose valli e da ridenti colline, che Orsini e sebbene di posteriore erezione,
ne rendono pittoresco Taspetto e dilette- Bracciano fu distinto qual capoluogo del
vole il soggiorno. E' incontrastabile, che lago Sabatino, a preferenza di Trevigna-
un orribile vulcano, probabilmente non no e di Anguillara più antichi, e ciò do-
molto dopo il diluvio universale, rove- po l'erezione della famosa rocca, la di cui
sciò tutti questi contorni, facendo pren- origine pare debba ripetersi al pontifica-
dere varia figura e diversa forma al suo- lo di Nicolò III di loro famiglia, che ne
lo, differente affatto dallasua primitiva curò tanto l'ingrandimento. Dal suo ra-
giacitura, per cui rassodate le lave venne mo derivarono gli Orsini signori di Brac-
sopra fabbricataSabazia. Tre vignano van- ciano, Anguillara, Trevignano e altri feu-
ta antichissima origine etrusca, perchè di. Lungo sarebbe il riportare le gesta
vuoisi esistente qual semplice terra popo- de'suoi baroni, avendone indicato le prin-
lata_, quando fioriva Veio potente e mae- cipali al citato articolo e in altri relativi.
stosa frontiera dell'Elruria, prima della Nellasommità del masso vulcanico di Tre-
vicina Anguillara e mollo più di Braccia- vignano, esisteva un'antica fortezza o roc-
no. Dicesi fabbricata non molto dopo che ca,circondata da alte e salde mura e con
un terremoto o qualche inondazione som- due baluardi. Era a carico del comune
merse la famosa città di Sabazia, forman- la guarnigione che l'occupava e custodi-
do il detto delizioso Iago cui die il nome, va, come ancora le due porte delle mu-
ed quale porge agli abitanti de'suoi con-
il ra castellane del paese. La rocca fu più
torni copiosi mezzi d' industria e di sus- volte malconcia dai Colonna, formidabi-
sistenza. Si crede che parte degli abitanti li e implacabili nemici degli Orsini, seb-
fuggiti daireccidiodi Sabazia, contribuis- bene sempre essa ne sostenne gli aSsSalti
sero alla formazione della popolazione di con gran reputazione, eziandio per la co-
Trevignano. Dopo l'espugnazione di Veio, stante fedeltà e valore de'treviguanesi, i

nell'enumerazione delle tribù, ad una fu quali non risparmiarono fatiche esangue


dato il nome di Sabale,c\\Q credesi quella per difendere la patria e i loro padroni.
de'trevignanesi,in memoria della distrut» Assediata dall'ambizioso Cesare Borgia
Ì20 ROM ROM
nel 1496, colla possanza del padre Àles* al grado di principato e gliene conferì il

Sandro VI, dopo die l'Anguillaia senza titolo e le prerogative con breve de'23
oppone resistenza avea ceduto, fu co- gennaio i835. Questo principe subito
siretta la rocca dopo lungo assedio cede- prese a cuore di migliorare Io slato del I
re alla prepotenza delle superiori forze popolo e del territorio del castello, come
nemiche, ed arrendersi a discrezione. Il si può rilevare dall'opuscolo: Conside-
crudele vincitore sfogò la sua vendetta razioni intorno r agricoltura dì Trei'igna-
col saccheggio dcirinfelice paese, che ri- no, con 3 relazioni delle operazioni fatte
dusse a deplorabile e misera condizione. dal 1834 a tutto aprile 1837, e dal prin-
Indi passò a Bracciano colla vanità di ab- cipe dedicale al cardinal Giacomo Giu-
batterlo, ma
ne fu deluso e costretto ad stiniani come prolettore di Trevignano.
abbandonar l'impresa, per le forze pode- Ne fu lodato dai dotti Nibby e Coppi, im-
rose che aveano potuto riunire gli Or-
vi perocché dopo aver composte le (ili col
sini,nel tempo che Trevignanone sosten- comune, intraprese a migliorare la col-
ne l'impeto, anzi con gravissime perdile tivazione non solo de'terreni propri, ma
restò disfatto fra Soriano e Bassano d'Or- eziandio di quelli degli altri. Asciugò un
te, le quali ancora indicai nel voi. LIV, vasto patlule detto Pantane, e aprì una
p. 37. Quindi gli Orsini colmarono di lo- strada che da una parte comunicasse col-
di trevignanesi e li chiamarono vera'
i la Cassia presso Monte Rosi, e dall'altra
\\\e\\\e fedtlij in vece esiliarono gli an- con Bracciano. Stabilì colonie all'uso to-
perla loro viltà e ribellione, ap-
guillarini scano, con alcune modificazioni richie-
pena comparve il nemico, tuttavolta poi ste dalle circostanze locali. Prese in enfi-
perdonarono anche pel riflesso che da po- teusi vari piccoli fondi ecclesiastici, che
co tempo erano divenuti loro vassalli. In intersecavano i suoi; promosse le pianta-
seguito la rocca fu fatta smantellare da gioni di viti scelte e di gelsi delie Filip-
Paolo Giordano Orsini, perchè non piti pine, migliorò il metodo di eslrarre l'olio,
necessaria a sostenere le fazioni , sebbe- formò prati artificiali, e aumentò la quan-
ne non fossero del tutto cessate; ciò che tità del bestiame, ec. Presso Trevignano
se produsse utilità al puublico nell'essere vi famose Terme di Marc'Aurelio
sono le

esonerato dal dispendio di sua guardia, imperatore e perciò dette Anreliane e poi
fu causa dall'altra parte di decadenza al Vicarello, le cui acquesono salutari e me-
paese, non avendo più signori suoi per
i ravigliose, perle qualità minerali e virUi
esso quella premura che prima li legava medicinali che contengono, applicabili a
alla conservazione di quel propugnacolo. diverse malattie fisiche. Appartengono al
Nella minorità di Paolo Giordano Orsini, collegio germanico ungarico amministra-
il tutore cardinal Guido Ascanio Sforza to dagli ottimi gesuiti, i quali da ultimo
die a Trevignano lo statuto, compilalo restaurarono, ingrandirono e abbelliro-
sulle tracce di quello di Campagnano,che no decorosamente il locale dai medesimi
riuscì tirannico quanto ai diritti baronali edificato, insieme alla chiesa della ss. An-

e fu fomite di liti. Il duca Grillo vi fece nunziala,filiale della parrocchiale di Tre»


subito fabbricare il palazzo baronale, che vignano, ed ove posero un'immagine del-
servì di abitazione ai governatori ed a- la B. Vergine dell'antica chiesa diruta di
glì affittuari del feudo. Nel pontificato di Castellaccio, già castello gruppo di ca-
Pio VII cessò di essere feudo, e di poi l'ac- se. Nell'amenissimo piano di Vicarello vi

quistò l'allualesignorecon titolo di mar- sono gli avanzi della bella villa di dello
chesato, d.Cosimo Conti nobile toscano imperatore e della strada che vi condu-
che Gregorio XVI decorò (come notai nel ceva. Inoltre nel territorio esiste l'acque-
voi. XVII^p. 283), ed elevò Trevignano dotto Traiano,uuo de'più perfetti costruì-
y

ROM ROM 121


ti romani, magnificamente
dagli antichi Governo di Castel Nuovo di Porto.
restaurato e continuato da Paolo V fino Castel Nuovo di Porto. Governo nella
alle Fontane dell'acqua Paola di Roma il vol.LlV,p. 228,
diocesi di Porto.Yeà'i
o Fontanoni dì s. Pietro Montorio. Quel 229, 23o. Kìhhy, Analisi de' dintorni di
Papa concesse porzione ùe\V Acqua Tra- Roma, e Degli Effetti, Memorie: è lungi
iana per la fontana pubblica di Trevi- circa 18 miglia da Roma.
guano, in compenso de'danniche deriva- Civùella s. Paolo. Comune dell'abba-
rono al suo territorio pei delti grandiosi zia nullius di s. Paolo,dicui nel vol.XII,
lavori. Dell'acqua Traiana e suo acque- p. 226. Nibby chiama Civitas deCo-
la

dotto, e delle alhe acque radunale daPao- Terra cosìi de-


lonisj Cìvitella Collinensis.
lo V, Innocenzo X e Clemente X ne'ler- nominata perchè un tempo fu feudo del
rilorii propinqui al lago Sabatino e con- monastero di s. Paolo, e posta in un col-
dolleinIloma,parlaine'vol.!jp.78,XXV, le dominante il Tevere, a sinistra della

p. i63, 164, lyi.JN'el territorio di Trevi- via Tiberina, oggi strada di Nazzano,26
gnano si sono scoperti molti sepolcri, or- miglia distante da Roma. Fu fondala dai
nati di vasi etruschi, lapidi, oggetti anti- monaci benedettini onde raccogliervi co- i

chi e di pregio, che attestano e provano Ioni, e perciò fu della Civitas de Colonia
l'antichità di Trevignauo, che descrivo- e la i.^ memoria che se ne ha appartie-

no Calindri, e meglio d. Paolo Bondi da ne al 1 100, nel quale anno fu restituita


Fiumalbo, che figlio d'una trevignanese ai monaci da Cencio e Stefano figli di Teo-

considerò Trevignano sua 2.^ patria, nelle baldo, che l'avea tolta a'monaci, dai quali
Memorie storiche sulla città Sabazia ora poi fu data in enfiteusi ai medesimi. Nel
lago Sabatino, sull'origine di Trevigna- 1434 Eugenio IV la dièa Giorgio eÌ5at-
no anteriore assai a quella di Bracciano tistadaNarni insieme conCivitucola, con
e Anguillara, sulla vasta potenza della investitura ov'è chiamata Castellum Ci-
famiglia Orsini, Firenze i836. Saverio vitellae. Da quell'epoca le vicendedi Ci-
Jiarlocci, Ricerche fisico -chimiche sul la- vitella andarono unite con quelle diCi-
go Sabatino i sulle sorgenti. di acque mi- vitucola di cui tratta Galletti, Capena mu-
nerali che scaturiscono ne' suoi contorni, nicipio de' romani e del castello diruto di
e principalmente sulle acque termali di Civitucola. Solo è da notarsi, che fino dal
Vicarello, Roma i83o. Ivi ne pubblicò 1348 già si appellava Civitella s.Pauli.
una 1.^ edizione con illustrazioni e ag- II paese lo crede Calindri prodotto da u-
giunte, di cui tratta \\ Giornale Arcadi- na porzione de'popoli dell'antica Capena.
co 46, p. 18.
t. Si veda Degli Effetti a p. 64, chela chia-
Bracciano. Comune con governo della ma Scapronala.
diocesi di IVepie Sutrì. F. Bracciano, Or- Fiano. Comune della diocesi di Ncpi
sini famigli a, Odescalcui famigli a, il pre- e Sutri. Vedi il voi. L, p. 71.
cedente articolo Trevignano, ed il voi. Filacciano. Comune della diocesi di
LUI, 191 e 196, dicendo della rinun-
p. Nepi e Sutrì. E' situalo in colle sulla de-
zia del feudo baronale fatta dall'odierno stra riva del Tevere e in posizione amena,
principe Odescalchi, in uno al contado fra le ultime pendici del Monte Soralte,
Pisciarelli annesso di Bracciano e sotto la distante 3o miglia da Roma. Degli Effetti
medesima diocesi. Il eh. avv. Oreste Ra^T-
o nelle Memorie a p. 48 deduce il suo no-
gi nel t. 16, p. 3 18 e seg. pubblicò nel- me da Fiscon, Faliscanuni,Faliscianum^
V Album diRoma un eruditissimo artico- cioè da'falisci, nel cui territorio si trova,
lo intitolato:Viaggio autunnale sulle ri- e de'quali parlai a NepicMonteFiasco-
ve del Lago Sabatino ossia di Bracciano ne, rifugiati a Roma nelle guerre di Veio,
nell'ottobre del 1 849. co'capenati e veienti, a' quali in questo
122 ROM ROM
terrilono veientanp furono assegnali i lids di s. Paolo. E' lungi circa 1 1 miglia
campi. Nibby, Analisi eie dintorni di [io- da Roma. Narra Nibby che il suo nome
tna^ in quanto al nome è di parere, che nella bolla di s. Gregorio VII del 1074
per argomento di analogia, come le ter- s'incontra per la i." voha Lepronianuni,
re de'dintorni hanno un nome colla stes- forse óev\valoday4pronianum, fondo del-
sa desinenza derivato dalla famiglia che la gente Apronia, A quell'epoca era di già
le possedette, quindi il nome di Filaccia- un Castrum^ ed apparteneva al monaste-
no debba dednrsi da un qualche Fiac- ro di s. Paolo, al quale sempre restò. Da
co, che avendo un fondo in questa parte due documenti riportali da Galletti nella
fu perciò óeilo fnndiis Flaccianus^ don- sua Capena, rilevasi che siccome sorge nel
de per corruzione si chiamò Filacciano, territorio de' capenati, sul finire dello
Nondimeno si crede che la sua denotni- stesso secolo XI era stato occupato insie-
nazione derivi da un Felicianus conso- me con Fiano e Vaccareccia, altre terre
le romano, fondatore del luogo. Gallet- del medesimo raonastero,da un Tebaldo,
ti, Captnn municipio de romani p. 2 e i figli del quale Cencio é Stefano lo re-
io6,dice Filacciano castello de'ca penati, sero al monastero e ottennero l'enfiteusi,

e che nel 14? n'era signore Orso degli


' la quale poi rimasta estinta, il castello tor-
Orsini duca d'Ascoli, conte di Nola e si- nò in pieno potere de'monaci,che lo han-
gnore di Fiano, nel quale anno conven- no ritenuto fino al secolo presente. Ri-
ne coi monaci di s. Paolo, che il territorio porta Degli Effetti che Leprignauo si com-
di Meana, castello diruto, apparterreb- pose del castello di Vaccareccia, e di 4
be in avvenire una metà a Nazzano e Ci- colonie chiamate oggi tenute di Civita-
vitella^ e l'altra metà a Fiano ed a Fi- cula. Fiore e la Pliniana ; quindi che Le-
lacciano. Di poi quale feudo e avente tutti prignano s'accrebbe con gli abitanti dèi
i diritti baronali, con titolo di marchesa- luoghi o castelletti abbattuti nel i35o da
to divenne signoria della famìglia Bal- Gomez Albornoz, fratellodel celebre car-
dissiera, dalla quale successivamente pas- dinal legato. Piazza nella Gerarchici car-
sò in quella de'Muti Papazzurri, quindi in dinalizia p. 99, parla del casale di Lepri-
quella de' Mauri originari del luogo, ed gnano appartenente alla diocesi di Por-
ora appartiene al cav. Giuseppe Ferra- to, non nel luogo d'un antico castello o

joli, eziandio con litolodi marchesato, nel colonia de'veienti, chiamato pure Lepri-
quale, come ne' suoi figli e discendenti, guano; ch'era stato de'raonaci di s. Paolo
venne confermato con breve apostolico e allora lo possedevano i Falconieri no-
dal regnante Pio IX, insieme alle onori- bili fforentini, con la chiesa di s. Maria

ficenze inerenti. Fu patria di uomini il- Maddalena. Calindri, Saggio statistico sto-
lustri, come del profondo e dotto giure- rico dello stato pontifido i riferisce che nel
consulto avv.° Francesco Franci prefetto luogo di Leprignauo vi furono 3 antichis-
per obiliim della dateria e uditore del car- sime tenute,denominateCivituculajS. Cri-
dinal prefetto di segnatura, e del suo fra- stina e Vaccareccia, tutte popolatissime,
tello pio vescovo di Canata (V.). Dalla per cui si presentò il bisogno di stabilire
famiglia Mauri nel pontificato di Pio VII de'fabbricati,i quali incominciarono ver-
fiori v(\^^ Carlo Mauri sostituto della se- so il 4^0, chiamando questo aggregato
greteria di stato, mentre n'era segretario di caseLeprignauo, le cui proprietà di-
il celebre cardinal Consalvi. La chiesa è vennero signorie de'SavelIi. Che nel ter-
sotto l'invocazione della B. Vergine As- ritorio sono gli avanzi delTantica città di
sunta in cielo, con arciprete di gius pa- Feronia, dalla quale si discoprirono iscri-
dronato del signore del luogo. zioni, medaglie, vasi di raro lavoro etru-
Lep rignano, Comune dell'abbazia nul- sco, e sepolcri. Una delle porte del paese
-

BOxM RO ]M 123
è delta Capena, ricordando cos'i ranlichis- iscrizione scorniciala di Iraverlino prove-
sima città omonima, che se non era nel niente dalle antiche cave del monte So-
territorio, almeno fu poco distante o li- ratte ricordate da Vitruvio, mostra co-
mitrofa. Che ha molli fabbricati e cinti me vari liberti della gente Popillia ebbero
di mura. Ni bby dice che Civitucula suc- sepoltura nelle sue vicinanze, indizio che
cesse a Capena, e fu sopra un colle iso- quella famiglia romana possedette terre
lato cheha alle estremità della baseMor- in quelle contrade; sembra per la bellez-

lupo e Leprignano, distanti fra loro e da za de'caratteri del i.^secolo dell'impero.


Civitucula 3 miglia; che il suolo di Civi- Dice inoltre Nibby che è incerta l'origina
tucula rigurgita di ogni sorta di rottami, del nome, poiché non possono adottarsi
e che Galletti quando visitò il luogo vi le opinioni raccolte o immaginate da De-^
trovò due statue, cornici, piedistalli, la- gli Effetti e da Eschinardi, siccome fon-
pidi, ec, oggetti che in parie sono stati dale su congetture; ed io aggiungerò che
successi vamente trasportati aLeprignano, Nicolai, Memorie sulle Campagne di /?o-
in parte nel museo Vaticano. ma, par. i, p. 5, ripetè il De-
detto dalla
Morlupo. Comune della diocesi di Ne- scrizione dell' /ègro romano di Eschinardi
pi e Sulri. Da iXibby è dello CasLrum Mo a p. 200, cioè che Morlupo si crede an-
rilupo, i5 miglia distante da Roma a de- tica colonia de'soldati detti Mariis rapa-
stra della via Flaminia, eche per un trat- ces lupi, dal quale nome si vuole che ia
to è l'antica via che portava a Capena, compendio si sia poi detto il luogo Mar
Esso è situato sopra una delle ultime peiN lupi e indi Morlupo, dichiarandola con-
dici delmonte Musino, come il vicino Ca- gettura non improbabile. Etfetti a p. 69
stelNuovo, e forse un tempo era uno de- con più dettaglio dà le stesse interpreta-
gli oppidi che formavano la lega dei Ca- zioni, osservando che il lupo era insegna
penates foederati, della quale si fa men- militare e consagralo a Marte, e che Mor-
zione nelle lapidi antiche, imperocché il lupo fu la colonia della legione Martiaj
modo particolare con che sono cavate le ma di esse ve ne furono di più specie, una
rupi, che ne precedono l'ingresso, ridotte appellandosi Martiana rapax, per noa
Oggi a grotte per usi comuni, insinua fli- riportare altre spiegazioni rigettale dal
cilmente che furono un tempo sepolcri, critico Nibby. Dice ancora che nelle bol-
e per conseguenza, che ivi esistè una po- led'InnocenzoIII, Onorio III e Gregorio

polazione fin da'tempi remoti. Qualche IX, tra'beni e castelli concessi e conferma-

frammento poi d'architettura sparso per ti a'suddetti monaci si registra Castrum


la Terra dimostra, che neppure ne'tempi quod i>ocatur Morlupum, e nel suo ter-
imperiali fu trascurata questa situazione, ritorio nel luogo detto Bar ilosio nel 1221
come noi fu ne' tempi bassi, poiché nel possedeva molti beni il celebre monaste-
secolo XI eragià un Castrum che
ivi di ro di s. Ciriaco, quali passarono alla chie-
i

nella bolla di Gregorio VII del 1074


s. sa di Maria in Via Lata. Che nel io «4
s.

a favore del monastero di s. Paolo a cui Enrico li avendo occupato Morlupo, Pia-
apparteneva, viene designato col nome no, Castel Nuovo, Riano e altri luoghi,
di Castrum 3Iorilupo, come con quello li die ai suoi aderenti, indi furono resti-
di Castrum Morlupo Io è in quella d'In- tuiti al monastero di s. Paolo: Enrico VI
nocenzo III del i2o3 a favore dello stes fece altrettanto, e Carlo IV ratificò; ma
somonastero.NelsecoloXIII questa Ter- mentre lo possedevano gli Orsini, nel
ra ancora, come altre poste sulla riva de- 14^5 essendosi opposti a Martino V Co-
stra del Tevere vicino a Roma, divenne lonna, Ulisse, Nicola e Gentile, insieme
proprietà degli Orsini, e nel secolo XVII con Mugnano, fu preso per assedio e rovi-
passò in quella de'Borghese. Una bella nato. Aulimio Francesco e Settimio Or-»
it24 ROM ROM
s'ìtì'ì avencìo venduto Morliipo ai Borghe- le fu confiscata e data o restituita ai mo-
se, pussò ili. "ad abitare in Amelia. Dive- naci di 8. Paolo con mero e misto impe-
mila signoria de'Borghese, nel pontifica- ro, e con facoltà di fabbricarvi una for-
to diGregorio XV
vi si ritirò il cardinale tezza, come rilevasi dalle bolle di Euge-
Stefano Pignallclli, intimissimo de'me- nio iV, Calisto III eLeoneX. Gli abitan-
desimi, come rilevo da Novaes nella StO' ti, diocesani e vassalli del monastero, gra-
ria di Paolo f^. Produce molto vino, dol- ti sperimentato patrocinio di s.Non*
allo
ce e piccante, scrive Degli Elfelli, ed ha noso abbate del Soralte, nella loro an-
il territorio in piano e colle. Si può ve- tica chiesa di s. Antimo nel 1669 gli e-

dere Galletti in Capena. ressero un altare, benedeltosolennemen-


iVÌ732.<2/20. Comune dell'abbazia «!////«* te dal vicario generale dell'abbazia e feu-
di s. Paolo, di che feci parola nel voi. XII, di, con grandi feste e spari di molti pez-
p. 228, dicendo ancora degli ordinimi' zi della fortezza di Nazzano, descritte da
norie della cresima che conferisce a'dio- Degli Effetti.
cesani l'abbate di s. Paolo, essendo Naz- Ponzano. Comunedell'abbazia nullius
zano il luogo principale dell'abbazia. Nib- delle Tre Fontane, della quale e di Pon-
by Io appella Nazannm^ situato fra ame- zano parlai nel voi. XIII, p. 64, ^^ e 68.
ni cdIIì e boscosi sulla riva destra del Te- Galletti, Capena^ p.2 e 24, lo dice castello
vere, a piccola distanza dal fiume, cui si del monastero dis. Paolo di Roma, e che
va per la strada Teverina, 28 miglia da anticamente n'era ordinario l'abbate. De-
Roma. La Terra appartiene ai monaci gli Effetti molte notizie riporta di Ponza-

benedettini di s. Paolo sino dal secolo XI, no j ne accennerò le principali essendo ,

ed allora era già villaggio, ricordando 33 miglia lungeda Roma. Chiama cape-
Galletti nel Primicero e in Gabio, due nali suoi campi fluviali, perchè irriga-
i

atti del loSg


1062, ne' quali si parla di
e ti dal fiume Capena; parla del suo porto,

Giovanni da Nazzano. Come pertinenza e che probabilmente fu detto Ponsano o


di delti monaci e col litolodi Castelliun Fontano da qualche ponte di legno e for-
si rammentato nella bolla di S.Gre-
trova se ili." che qui avesse il Tevere, per pas-
gorio VII del 1074. Circa il 1280 si leg- sare da Sabina al mercato della dea Fé-
ge nominato di nuovo tra le possidenze ronia, alla quale sacrifiicavano romani e
di s. Paolo, in una bolla riprodotta da sabini, e donde passò]Annibale a saccheg-
Galletti nel Primicero quale Castrum. giarne il tempio, ed il console Mamerco
Kel 47 1 fu riunita al suo lerri torio la me-
1 quando si recò da Veio incontro ai galli,

tà di quello di Meana, come ho dello par- ovvero fu chiamato così dai Ponziani fa-
lando di Filacciano. Degli Effetti fa de- miglia romana che qui vi avesse villa o
rivare il nome di Nazzano dalla città di fossero prolettori della colonia. E siccome
Eguatia, perciò detto Egnatiano, Gnatia- fu detto ancora Portiano, forse ivi fu una
no e finalmente Nazano, per quelli che lo delle prime porle sulla via Tiberina, do-
popolaronodella sabina colonia Egnatia- po che Aureliano nel nuovo circuito di
na, ed anche dalla ninfa Egnalia che vi Roma vi abbracciò tutta la pianura sino
adoravano, ed aggiunge le seguenti no- a Ponzano, valendosidi una parte del fiu-
tizie. Il conte Farulfo, molto divoto dei me per fosso. Da una bolla di Nicolò IV
monaci benedettini del Soralte, donò 4 dell 291, tra le chiese concesse all'ospe-
tenute, tra le quali Nazano, che poi s. Gre- dale di s. Spirito di Roma, vi è oltre Ca-

gorio VII nel 1 074 concesse e confermò striun Fontani^ ecclesiants. Leonardi de
al monastero di s. Paolo in cui fu sepol- septemMeniis in strafa o Meana, s. An-
to Farulfo. La chiama fortezza e perven- drene de Castro Pontianij e nella confer-
ne in potere di Giacomo Savellì, al qua- ma di Bonifacio Vili del 1295 si ripete
ROM HÓM 12)
s. Andrene de Castro Ponliani, con al- I i6g deve dire del 7 aprile i iSg),
(no,
tre. Essendosi Gio. Battista e alili Savel- allora posseduto almeno in parte da Gio-
li impadroniti di Ponzano, di s. Oreste e vanni Ronzioni e da Berardo suo fratel-
delle abbazie di s. Edisto e di s. Andrea lo, i quali donaronoil dominio e la loro

influìiìiiie già de'cisterciensi e prima dei porzione del castello, con tutte le sue'per-
benedettini ,
per cui la 2/ fu detta di s. ti nenze e con ciò che ivi possedevano, lan
-

Benedetto, Eugenio IV nel i443 ordinò to a titolo di eredità, quanto a titolo di


alle comunità di s. Oreste e di Ponzano, locazione, ad Adriano IV (che morì il i.''
di riconoscere i monaci di s. Paolo per settembrei iSg). Questo Papa confermò
padroni tanto nel temporale che nello spi- r acquisto di Radicofanij ed nominati i

rituale.Che con Piano, Ramiano, Scora- fratelli furono testimoni al relativo atto

no e luoghi convicini fu Ponzano chia- due anni prima che dicesi di perpetua
,

mato parles transtiberina, essendovi sta- locazione. Neli2o3 si enumera da Inno-


ta fondala l'abbazia di s. Andrea in fla- cenzo ìli fra'beni del monastero di s. Pao-
mine fra Ponzano e il Tevere, ed ove nel lo di Roma, e sembra che non lo posse-

luglio 1464 pernottarono i cardinali e la desse per intiero^ giacche la porzione dai
corte che accompagnavano Pio li ad An- Ronzioni donata alla camera apostolica

cona, il quale per patir meno il caldo re- sotto Adriano IV, era stala ceduta ai Vez-
stò a dormire in barca. Calindri riporta zosi ; rilevandosi da un atto prodotto da

alcune notizie eguali alle prodotte, dice Galletti nella sua Capena, che nel 1259
la città di Ra-
che nel suo territorio eravi il monaslerocomprò la parte delCaslrum

merà oRamiano, trovandosi molli avanzi Raiani spettante a Jacopo de'Vezzosi, e


di mura antichissime, e negli scavi si rin- per effettuare il pagamento nel 268 ven- 1

vennero oggetti interessanti, condotti di dette il casale di Fiorano a s. Balbina.


piombo, avanzi di bagni e di opere gran- Nel 35o Riano si aumentò coi piccoli luo-
I

diose. Ponzano è cinto di mura, ha la col- ghi abbattuti da Gomez Albornoz, spe-
legiata dis. Nicolò di Bari; ed altra chie- dito da Avignone e di commissione di Cle-
sa antica,che per la sua struttura gotica, mente VI. Già néliSgS il castello por-
pel suo altare maggiore, pavimento e al- tava l'odierno nome, e continuava ad es-
tre cose, merita ricordo. sere intieramente dipendente dal mona-
Riano. Comune della diocesi di Porto. stero di s. Paolo. Pare che negli sconvol-
Distante da Roma 1 8 miglia, è posta a de- gimenti che afflissero i dintorni di Roma
stra della via Flaminia , sopra un colle nel primo e ullimo periodo del secoIoX V,
che domina il Tevere, il cui nome di C^- Riano talmente avesse sofferto che fu rie-
slrum RaianioReiani, non lo deduce Nib- dificalo di nuovo, narrando Galletti che
by da un'ara di Giano, Aralani, come nel i5oo Lorenzo d'Alessandria abbate
fece Nicolai. Degli Effetti che riporta mol- benedettino, concesse de'terreni a quelli
te notizie su Riano, lo dice colonia mili- che allora erano venuti per abitare Ria-
tare di rasciani o dalmati, e riporta i di- no, castello nuovamente edificato ovvero
versi nomi cheleggono ne' diplomi e
si reformato. Mentre i monaci di s. Paolo
bolle, cioè Raianiim, Regia nitw, Rascia- erano signori e marchesi di Riano, nel
nOj de RaiOj de Ruscetolo, Rascetulo, Ru - i5o4 presero in enfiteusi dal capitolo di
scindo. Presso Riano furono ripartiti i po- s. Eustachio i molti beni che possedeva
poli della Campagna Felice diCapua, per- nel territorio. Nel 1527 per far fronte al-
chè insorsero contro Roma per favorire la contribuzione iojposla dai soldati di
Annibale. Fu preso nel 10 14 da Eurico Carlo V a Clemente VII, con licenza di
11 e dato ai suoi aderenti. Secondo Nib- questi e pel sussidio apostolico (nel mo-
by la I
."^
memoria di questo luogo è del to-proprio si apprende che allora appar-
126 ROM ROM
teneva alla diocesi di Civita Castellana), torio di s. Carlo sulla via Flaminia vei*-

fu venduta la Terra colle sue pertinen- so la riva del Tevere. Narra Degli Effet-
ze per 20,000 ducati a Luigi e Taddeo ti, che il corpo di s. Trifone si venerava
cardinal Gaddi {7.(^^000 ducati d'oro di- nella chiesa omonima presso Riano, in- J
ce Degli Effetti); però due anni dopo tor- di trasferito in Roma nella chiesa di s. Spi- i|

nò in potere del tnonastero collo sborso rito in Sassia : parte di esso si venera in
di 20jOoo scudi. Questo per nuove emer- quella di s. Agostino, ed in ambedue e-
genze l'alienò nel i53i per 12,000 du- £Ìandio parte di quelli de'ss. Respicio e
cali a Francesco Spinola, cui discenden- i Ninfa.
ti tornarono a venderlo nel 55i ai Gad- 1 Rignano. Comune della diocesi di Ci-
di peri 6,000 ducati. Neil 570 il cardinal vita Castellana. Trovasi a destra della
Pier Donalo Cesi lo comprò da Silvia e via Flaminia. Da una carta del 1 1 16 e
Antonia Caddi, eredi di Luigi, peryOjOOO citata da Nibby si dice Caslruni Rinia-
scudi d' oro : passalo Riano in proprie* niinij ed apparteneva alla chiesa di s. Ce-
tà de* Ruspoli, nel 1818 lo acquistaro- cilia, che in quell'anno lo die in enfiteusi
no per 120,000 scudi i Ludovìsi Boncont- perpetua a Pietro Guidone ed a Cencio
come notai ne* voi. XI, p. i35,XL,
p<7g/20, da Eutrico prete cardinale titolare della
p. 2. Le notizie di Degli Effetti le ri-
I I medesima; nel quale allo intervenne pu-
produsse K\co\aì, Memorie stdle Campa» re la chiesa di s. Maria in Trastevere, al-
gne di Roma par. i, p. 8, ma ignorò con tra proprietaria. Negli atti de'ss. Abbon-
il medesimo compratori di Ulano dal
i dio ed Abbondanzio, scoperti presso Ri-
1527 al 55 1, che con Galletti e Nibby
1 gnano nel 1 00 I (o prima, e trasportati nel-
dichiarai. Calindri si lagna, che quando laChiesa de' ss. Cosma e Damiano dì Ro-
fu sul luogo non potè conoscerne le no- ma e poi in quella del Gesù, sebbene co-
tizie, onde si limita a dirlo paese di buo- me nota Piazza nel!* Emerologio, creda
ni fabbricati , in parte cinti di mura. Il possederli la cattedrale di Civita Castel-
Piazza, Gerarchia cardinalizia j p. 97,1'!' lana, forse in parte, ma egli deve con-
porla eruditenotiziesu Riano, la diceco- fondei li cogli altri clie dirò), dice Nibby
Ionia de'veienli, o villa di delizie, o colo- che non si parla del paese, laonde crede
nia delle legioni illiriche edalmaline, e che fosse appunto edificato dopo quell'e-
tra' vocaboli col quale fu chiamalo riferi- poca, 28 miglia circa distante da Roma,
sce che alcuni opinano sia detto Riano dai per la frequenza del popolo che concor-
rivi che lo circondano, anche alle radici, se a venerarne e ne fu cagione le reliquie,

ci la lido Degli Effetti che loda per la di- principale; e siccome fondo dicevasi A- il

ligenza. Che la chiesa parrocchiale è de- rinianu.tj da qualche Arinio che ne'tem-
dicata alla ss. Concezione, in cui fu eret- pi antichi lo possedeva, perciò il castello
ta la confraternita del ss. Sagramenlo ; fu detto Castrimi Arinianio Rimani, no-
che avea 3 altre chiese, cioè s. Maria del- me dal «pale ebbe origine quello della
la Pace alle radici del colle sul fiume o Terra odierna. Molti scrittori moderni
Rio Mola, mantenuta dalle confraternite ivi collocarono la Prilla Rostrata o sta-

del ss. Sagramenlo e del Rosario; s. Gior- zione dell'itinerario d'Antonino, che Nib-
gio patrono di Riano, anlichissima e pri- by pone a Morolo. Questi aggiunge che
mitiva parrocchia, lungi un mezzo miglio i discendenti del cardinal Cencio fossero
dal castello; chiesa della B. Vergine del- i Savelli, e nel voi. XI, p. i35 riportai
la Pietà e convento de' cappuccini, in e- quelli che secondo tal dotto scrittore lo
ininente e delizioso colle, presso il distrut- dominarono, ma anche con rettificazio-

to Castel Campanile, nel i582 edificali ni, per averne interpellato 1' attuale si-

dal memorato cardinal Cesi; oltre l'ora- gnore duca Massimo, di cui feci pure pa-
,

ROM ROM 1-27

rola nel voi. L, p. 3 r i. Importanti no- citato, e chea tenore del breve dì Paolo
tizie riferisce Degli EfTeti su Rignano, che V de* 1 7 settembre 6 3, Morolo spetta-
1 1

Appella anco A rignano.


Racconta che va a Rignano, il quale Papa lo fece du-
Teodoro Savelli fu quello che nel suo po- calo, e vi eresse nel 6 4 la collegiata dei
1
1

dere di Rignano seppellì corpi de'ss. Ab- i ss.Vincenzo e Anastasio. Calindri poche
bondio, Abbondanzio, Giovanni e Mar- notizie ci dà di Rignano, solo parlando
ciano , ove a tempo di s. Gregorio l fu di sua erezione nel VI secolo, delle ca-
fabbricalo A rignano, come vuole Bion- tacombe ove si rinvennero i nominati ss.

do, ed in onore de'due piimi fu edillca- martiri, che ha buoni fabbricati cinti di
ta la chiesa, ed corpi furono portati in
i mura, e che in molti scavi si trovarono
Roma da Ottone III nel 996 e colloca- statue, una delle quali egiziana con mol-
li in s. Bartolomeo all'Isola, indi trasferi- ti geroglifici e rappresentante Iside, indi

ti in ss. Cosma e Damiano, e da Gregorio trasportata al museo Capitolino; colon-


XIII nell'anno i584 «ella chiesa del Ge- ne di marmo ed iscrizioni antichissime.

sù con grande pompa: quelli de'ss. Gio- Alle radici del colle eravi il tempio di
1^. vanni e Marciano, nel 998 furono porta- Giono con bosco all'intorno, e con iscri-
\^' ti a Civita Castellana. Narra che in Ri- zione interessante che pubblicò.
gnano nel 1 159 vi morì Adriano IV, se- Scrofano. Comune della diocesi di Ne-
condo Platina che corresse l'equivoco del pi e Siifri. lì/ distante 17 miglia da Ro-
contemporaneo Rade vico, il quale equi- ma, a sinistra della via Flaminia, sotto
vocò A rignano con Anagni e fu seguito Monte Musino. Apprendo da Nibby, di
da tutti gli scrittori, ed io feci altrettanto aver notato Geli che Scrofano, Caslnuii
sulla assertiva di Novaes; giacche parti- Scrofani, ne' tempi antichi fu una spe-
to il Papa da Roma travagliata da'con- cie di necropoli o gran cimiterio, sia per-
soli, e volendosi rifugiare in Civita Ca- chè si una certa santità al luo-
attribuisse
stellana, caduto infermo nel viaggiOjSi fer- go (onde gelosamente si custodiscono gli
mò in Rignano e spirò il i.° settembre. alberi, perchè credono gli abitanti, che
Parla della signoria de'Savelli e delle cru- quando ne cade uno è segnale di morte
deltà esercitate da loro in Rignano per di qualche padre di famiglia, come vi è
le discordie tra Pandolfo e Gio. Battista tradizione superstiziosa d* un tesoro cu-
signore di Stabbia, e rammentate da Pio stodito dagli spiriti sul quale si fiumo
,

line Commentari. Che in Rignano si mo- racconti meravigliosi), sia che spettasse a
strava la casa della famosa Caterina Van- qualche famiglia potente. Certo è che vi

nozza,che veduta nel monastero di s. Ma- sono molte eaverne sepolcrali tagliate nel
ria delle Gra7Ìe de'girolamini del b. Pie- sasso vulcanico, ed in un luogo vi sono
tro da Pisa (ove nel 1669 fu eretto un 1 2 ed anche più locali per vasi cinerarii.

altare a Nonnoso) fuori di Rignano,dal


s. Un'ara di marmo porta un'iscrizione gre-
cardinal '^odevìco Borgia (poi Alessan- ca, che significa Agli Dii eroi di Mar-
:

dro P^l) che vi dimorava attendendo che co Fulvio Proclo. Una delle etimologie
si allestisse il suo treno peu entrare in Ro- che si danno al nome di questa Terra, è
ma con solennità ove regnava lo zio Ca- che Scrofano sia un'alterazione di Sacro
listo III, la condusse seco e n'ebbe quei FanOy perchè ivi o sulla punta limitrofa
figli che descrissi negl' indicati articoli del Musino esisteva il sagro fano o lem-
fra i quali Cesare che edificò propinquo pio etrusco di Vultumna (o Volturna o
alla porta di Rignano un torrione, con Vertunno) o di altra principale divinità,
grosso pezzo d'artiglieria a uso di pielre- chesei'viva come di centro agli stali con-
rà. Inoltre riporta i signori di R.ignano, federati etruschi di questa parte, per con-
secondo quelli da me descritti nel luogo sultare sopra le gncire e le più gravi oc-
-

ii8 ROM Il OM
corrcnze tlella provinciae nazione.E'clim- ch'ebbe a vescovo nel 680 Andrea. Di
i.°
cjue probabile, come avvenne altiove per Scrofano n'è principale patrono s. Biagio
celebri lenipli del paganesimo, clie
anche vescovo e martire, e nelle feste celebrate a
in queslo si una popolazione e
raccogliesse suo onore e di s. Geminiano martire a'6
formasse una Terra, prima detta per an- e 7 maggio 184^, come leggo nel n.*'4^
tonomasia del Sagro Fano e poi Scro- del Diario di Roma, vi fu tenuta un'ac-
fano; la quale come afferma Degli Ef- cademia letteraria nel tempio dedicato
fetti, scrittore ben pratico de'Iuoghi, da al santo prolettore,anche per ossequio a
principio fu nel piano presso la chiesa di Gregorio XVI, forse per qiie'soccorsi che
s. Biagio, distrutta la quale Terra da'JVar- contribuì a Scrofano in un infortunio di
doni, famiglia potente della contrada, ven- atmosfera.
ne riedificata nel luogo odierno sopra u- S. Oreste, Comune dell'abbazia niil-

na collma : di conseguenza restando la liiis delle Tre Fontane. Ne parlai nel voi.
chiesa fuori del castello venne abbando- XI li, p. 65 e 67 e luoghi relativi. Degli
nata, trasferita la gola dì s. Biagio in Ca- Effetti ne parla diffusamente e con mol-
stel JN'uovo, e mentre prima Scrofano e- ta erudizione nelle Memorie del Soratle
ra nella diocesi di Porto, per la nuova u- o s. Oreste, dicendo che dopo la Tebai-
bicazione lo divenne di Nepi , come os- de, fra'monti più aspri e solitari chea-
serva Degli Effetti. Nel secolo XIV Scro- bitarono gli anacoreti- in Italia, deve re-
fano diventò signoria degli Orsini, i qua- putarsi il Soratfe, famoso anche pel tena-
li lo ritennero fino ad Alessandro VII, pio della dea Feronia e suo bosco. Que-
allorché insieme cogli altri suddescritti sto maestoso e isolato monte di triplice
luoghi fu venduto ai Chigi con titolo di fronte, è circondato dal tortuoso Tevere,
marchesato, i quali ne sono gli attuali si- e da'latifondi falisci e capenati. Si com-
gnori, essendo gli avvenimenti di Scro- pone di roccia calcarea di 2. "formazione,
fano eguali a quelli di Cesano, per cui è il gnomone naturale della clas-
più bel
soggiacque nel i49^ all' occupazione di sicacampagna latina, ed baio miglia di
Cesare Borgia duca Valentino. Degli Ef- perimetro. Questo monte è distante da
parla molto del tempio etrusco, del-
fetti Roma circa 3o miglia, e 27 s. Oreste, se-
l' /4re I\liUic di Scrofano, e della valle condo Nibby : la chiesa matrice è archi-
Canceola, e cosi detta da Muzio Scevola tettura di Vignola, essendola collegiata
che si fece ardere la mano, sagrificandosi sotto l'in vocazione di s. Lorenzo martire.
in dette are per cambiare in prospere le Calindri dice che il monte Soratte detto
cose avverse: in detta valle la terra è s. Oreste, uno de'più alti dello slato pon-
tanto tenace, che non solo quando vi si tificio, si eleva sopra il livello del mare
ficcaun palo si stenta a ri trarlo, ma in 7i5 metri o 22o5 piedi parigini; altri
tempi piovosi è impossibile a fendersi con ritengono 2209. Aggiunge che a ridosso
onde bisogna spesso lasciarla in-
l'aratro, del monte sono 3 ampi crateri vuoti, o
VuoleDegli Effetti, ches.Eleuterio
colta. abissi o baratri; che nelle vicinanze fos-
romano vescovo illirico di Castel Nuovo, sero le città d'Acquaviva e di Feronia;
fosse martirizzato in Castel MisenoOxMesi- e che nel monte essendovisi ritirato s. Sil-

no o Mesio,oggi Monte Musino e colonia vestro I durante la persecuzionedegli aru-


de'misenati, venerandosene il corpo in s. che è a vedersi il vol.XXXVlI,
spici (su di
Giovanni della Pigna di Roma. Inoltre p.i36,i 87), vuoisi che si concludesse il
pretende che ivi fosse la selva Mesia, che celebre trattato con Costantino il Gran-
altri pongono altrove, e riporta altre no- de che si convertì alla religione cristia-
tizie su Scrofano e dintorni. Calindri na, e vi si trattenne fino al suo trasferi
pretende che nel territorio fosse Veio, e mento in Cuslaulinopoli.
Pi OM ROM 129
Torrita. Comune della diocesi di Nepi rita il marchese Emmanuele de Gre^o-
e SiUrì. K in collina , situalo in amena riOj della famiglia del quale trattai nel

posizione, alle sue radici scorrendo il Te- voi. XXXllI, p. 9 e seg. Questi n'è dive-
vere, onde il paese forma penisola, e vi è nuto benemerito, imperocché non sola-
lo scalo del piroscafo a vapore, nel luogo mente ha restaurato e abbellito il con-
cliiamato Porto di Torrita, rimpelto a veniente palazzo baronale, ma vi ha fatto
Montorso di Sabina. La chiesa arcipre- la strada che dal porto conduce al paese,

tale è dedicata a s. Tommaso apostolo, sopra suolo in parte di sua proprietà, sul
con 7 altari, in due de'quali vi sono buo- quale avendoci il comune il fuspascen-
ni quadri, cioè quello della Madonna del- di, ne cedette il diritto come opera van-
le Grazie lo dipinse Maratta, l'altro del- taggiosa al pubblico. Il territorio di Tor-
l'Epifania credesi opera greca. Altra chie- rita è fertile.
sa è dedicata alla B. Vergine Assunta. Governo di Frascati.

• Torrita è antichissima, forse


prese dalle sue torri, delle quali ne
il nome lo
esi-
Frascati. Città e sede vescovile subur-
bicaria, il un cardinale. ^.
cui vescovo è
stono due, una propinqua ad una casa, Frascati, sue Tusculo.
ville, e
l'altra nel palazzo baronale. Era circon- Grotta Ferrata. Appodiato di Fra»
data da mura, in parte dirute e con due scati soggetto a quel governo, e abbazia
porte. Fu feudo con titolo di marchesato, nullius. V. Grotta Ferrata.
che possederono anticamente gii Orsini. Monte Conipatri. Comune della dioce-
Leggo nel Calcagni, Memorie istoriche di si di Frascati. Vedi il voi. XXVII, p. 1
69.
Recanati \ò. 246, che nel secolo XVI Mar- Molara. Castello diruto. Vedi il voi.
cello di Benedetto Melchiorri, nipote di XXVII, p.171.
mg/ Girolamo, di nobile famiglia di Re- Monte Porzio. Comune della diocesi
canali (/^^.), da cui uscirono quegli uo- di Frascati. Vedi il voi. XXVII> p. 167.
mini illustri che riportai a quell'articolo, Rocca di Papa. Comune della diocesi
visse in molta riputazione e stima nella di Frascati. Vedi i voi. XXVII, p.i74>
COI te di Roma. Sposò Pantasilea Massimi e LI, p. 227.
nobile romana, dalla quale ebbe molti fi- Rocca Priora. Comune della diocesi
gli, e alprimogenito Tommaso die in mo- di Frascati. Vedi il voi. XXVII, p.i 77.
glie Caterina Orsini. Comprò da Valerio Governo di Genzano.
Orsini il Castello di Torrita per 3o,ooo Gemano. Città Con governo della dio-
scudi, e con esso ebbe il titolo di marche- cesi d'Albano. F. Genzano e Riccia.
se. Fabbricò un nobile palazzo in Roma Ardea. Appodiato di Ge/2z^«o e dio-
vicino a S.Eustachio, e nella chiesa di s. cesi d'^/Z^^wo.f'.ARDEA e il vol.XXX VII,
Maria sopra Minerva ottenne una sepol- p. 3o.
tura perse e suoi discendenti: morendo nel Civita Lavinia. Comune della diocesi
1 6o5, lasciò un'eredità di sopra 1 5o,ooo d'Albano. Vedi il voi. XXIX, p. 38, e voi.
scudi. Nel 1776 fu stampalo in Roma : XXXVII, p. 233 ove tratto di Lavinia.
Romana adscriplionis inler xl nohiles Nenii. Comune della diocesi d' Alba-
conscriplos, per il marchese Pier Maria no e suo Lago. Vedi il voi. XXXVII, p.
Melchiorri patrizio romano e di Reca- 32, e Riccia.
nati. Ristretto di processo e prove di no- Governo di Marino.
biltà. I marchesi Melchiorri vendeiono Marino. Città con governo della dio-
Torrita alla principessa d. Cristina di Sas- cesi d'Albano. V. Marino e il voi. LUI,

sonia Massimo, della cui famiglia parlai p. 232.


nel voi. L, p. 3o8. Da' suoi eredi anni Governo di Castel Gandolfo.
addietro e per 1 6, 5oo scudi acquistò Ter- Castel Gandoljo. Governo del Prefel-
VOL. LVIII. 9
i3o ROM li OM
to ( r.) tle'ss. Palazzi apostolici ( V.\ nel- scovo è un cardinale. V. Porti dello sta-
la diocesi d,* Albano. Inoltre vedi Castel to Pontificio, e Porto.
GiNDOLFO, Palazzo apostolico di Castel Jlhimiere. Comune della diocesi di Ci-
Gandolfo, Maggiordomo, ed il voi. LIH, vitavecchia. Poco lontano da questa cit-

p. 232. tà, al nord-est e sui monti, ed all'ovest di


Distretto di Tivoli. Tolfa, trovansi queste miniere e il paese
Governo di Tivoli. omonimo con buoni flibbricati, e l'am-
F, Tivoli. pio palazzo camerale ove risiedono gl'im-
Governo d'Arsoli. piegati dell'azienda, edificato da Grego-
F, Tivoli. rio XIII. Nel 1608 fu fabbricata la chiesa
Governo di Genazzano. parrocchiale, sotto l'invocazione della B.
Genazzano. Governo della diocesi di Vergine Assunta. Urbano Vili fece co-
Palestrina. V. Genazzano. struire la chiesa e convento di s. Maria
Cave. Comune della diocesi di Vale- di Cibona vicino alle cave dell' allume,
strina. V. Cave e Genazzano. ove fu rinvenuta una miracolosa imma-
Olevano. Comune della diocesi di Pa- gine. A Giovanni figlio del celebre giu-
lestrina. Vedi il voi. XXVill, p. 2 10. reconsulto Paolo da Castro si deve il me-
Rocca di Cave. Comune della dioce- rito del ritrovamento di questa miniera,
si dì Palestrina. Vedi il voi. XXVIlI,p. di cui mancava l'Italia e l'Europa, e tanto
209. necessaria pel minerale. occorrente prin-
Governo di Palestrina. cipalmente alla tintura de'panni e della
Palestrina. Città e sede vescovile su- seta.Neli458 divenuto Papa Pio II, es-
burbicaria, il cui vescovo è un cardinale. sendo padrino di Giovanni, Io nominò
P^. Palestrina. commissario della camera. Or mentre
Castel s. Pietro. Comune della diocesi Giovanni visitava le provincie, siccome
di Palestrina. V. Palestrina. dedito ai prodotti naturali e pel suo ge-
Gallicano. Comune della diocesi di nio indagatore, tutto si applicò in utili

Palestrina. F. Gallicano, e per la rinun- ricerche, per lo che passando pe' monti
zia del feudo baronale il voi. LUI, p. 96. 1
non molto distanti da Civitavecchia, tro-
Colonna. Comune della diocesi di Fra- vò in vicinanza della Tolfa l' arboscello
scati. V. Colonna famiglia, il volume Agrifoglio, llex aquìfolium, di cui gran
XXXVII, p. 52, e per la rinunzia del feu- copia era alle miniere asiatiche, del quale
do baronale il voi. LUI, p. 196. avea preso cognizione nel suo soggiorno a
Zaga roto. Comune della diocesi di Pa- Costantinopoli, allorché mercanteggiava
lestrina. y. Zagarolo. di panni e altri tessuti che ivi dall'Italia

Governo di Palombara. simandavano a tingere. Quindi fece ra-


F. Sabina. pidamente uno scavo, e scelse alcuni sassi
Distretto di Subiaco. che gli sembrarono più a proposito, gli
Governo di Subiaco. assoggettò a'processi che avea appreso, e
V. Subiaco. giunse ad ottenere l'allume, ch'è un sale
Governo di S. Vito. neutro formato dalla combinazione del-
F. Subiaco. l'acido solforico coir allumina. Si trova
Delegazione e provincia di Viterbo. ancora nativo, ed in tal caso è un sai tri-

F. Viterbo. plo derivante dall' acido solforico, dal-


DeLEG azione e provincia DlClVITA vecchi a. l'allumina e da certa quantità di potas-
Distretto di Civitavecchia. sa, equalche volta d'ammoniaca. Que-
Civitavecchia. Città e porto di mare stoallume, detto anche di rocca, serve
con sede vescovile suburbicaria, il cui ve- ancora alla farmacia, alla pittura e ad
ROM ROM ,3[
altre arli. Lieto Giovanni per tal succes- con l'obbligo di somministrare per de-
so, si recò a manifestarlo al Papa qual fe- cima 200 cantara di allume, ed il qua-
I

lice evento, esponendogli l' importanza le ci ricavò molte ricchezze; poiché il ge-
della scoperta clie recava all'intiera cri- nio d' Agostino ne migliorò lo smercio,
stianità, togliendo al turco una copiosa aprì nuove cave, regolò le lavorazioni ed
rendita e appropriandola alias. Sede. Do- eresse altro edifizio. Sul termine però dei
po i debili esperimenti, verificatosi l'as- suo appalto, la concorrenza di altre mi-
serto di Giovanni, si die principio alla niere scoperte diminuì il prodotto; onde

fabbrica dell'allume, che produsse otti- la camera apostolica costrinse gli Appia-
mi risultali nell'effelto della tintura, ac- ni signori di Piombino, per quella da lo-
quistando in breve tempo un credito su- ro attivata, di pagare peri2 anni 2000
periore a lutti gli allumi, onde nel .°an- i scudi d'oro. Dopo Chigi si continuò ad
«01462 produsse un utile di go,oooscu- altri l'affitto delie miniere d'allume con
di d'oro. Grato Pio II a Giovanni, anche diverse corrisposte, non. maggiori di ^6
per l'aiuto grande clic riceveva nella di- mila scudi, ne minori di 28 mila. Paolo
fesa del cristianesimo contro l'incremen- IVsu parte di questa rendita creò il Luo-
to della formidabile potenza ottomana, go dì Monte Allumiere dii33,33o scu-
pegl' immensi vantaggi recali allo stato, di d'oro; Gregorio XIII regolò il com-
dispensandolo non solo di ricorrere agli mercio dell'allume cogl'infedeli; Clemen-
stranieri, ma di fornirne le altre nazioni, te Vili vi si portò a osservarne la lavo-
attesa l'ottima qualità e purezza prefe- razione, laonde il suo medico Mercati ne
ribile alle altre conosciute, lo colmò di scrisse molto, ed Urbano V 1 1 1 con fermò il
onori e compensi, lo pose a parte del lu- prezzo stabilitodi bai. 6 a libbra nelle ven-
cro, egli fece erigere una statua nella pa- dite all'ingrosso e mezzo baiocco in meno
tria coll'iscrizione: Joannide Castro A- per quelle a minuto. Dopo che nel r
798
In'niinìs inventori, come pur dissi a Ca- la sedicente repubblica romana cede alia
stro. Il Papa ordinò regolari metodi di francese queste miniere, furono alienate
escavazione e fondò un edificio per la per 600,000 scudi ad una compagnia di
fabbrica del minerale, per cui crebbe il romani e genovesi. Annullato da Pio VI I
prodotto a 100,000 scudi d'oro annui, tale contratto, nel 180 si stipulò un af-1

onde nel successivo conclave, come in al- fitto di 36 anni colla società di romani

tri,con giuramento! cardinali destinaro- e genovesi per 36,ooo scudi annui e 4oo
no tale rendila per difendere il crisliane- rubbia di grano, pei vasti adiacenti la-
simo dalla baldanza ottomana e per re- tifondi acquistati dalla camera e uniti al-
primerne le conquiste, secondo l'inlendi- lo stabilimento delle miniere. In diversi
menlo di Pio II, come dichiarai in più tempi in questi luoghi si trovarono mi-
luoghi. In falli l'eletto Paolo II deputò niere anche più preziose, d'oro, argento,
3 cardinali ad amministrarne le rendite, ferro, quarzo, piombo con dilferenli suc-
per impiegarle al giuralo uso; ma sicco- cessi, e di pietra calcarea molto simile al-
me i baroni della Tolfa sostenevano colle l'alabastro di Civitavecchia, colla quale
armi le loro pretensioni sulle miniere, il furono ornate le chiese locali, per non di-
Papa per 17,000 scudi d'oro acquistò il re d'altre. Leone XII nel 1824 rescisse
loro feudo e ragioni. Sisto IV vi si recò raflìtlo delle miniere e latifondi, e fece
per osservarne le diverse lavorazioni, e progredire le lavorazioni di esse e de'ter-
Leone X. nel iSiy aftldò la cura delle reni per conto della cam-era. Allora si re-
miniere a'chierici camera, eda'cava-
di staurò l'edificio dell'allume, si costruiro-
lieri e soldati ÒgW ordine di s. Pictvo(f^.)^ no vasti fabbricati per l'abitazione de'la-
indi l'appaltò al celebre Agostino Chigì^ Toranti e si riallivarouo le cave dell'ai»
,

i32 UOM ROM


lume, quando il rilrovaraenlo di quello dine e compiacenza, in uno ai due arci-
artificiale ne diminuì resportazione al- preti dell'Allumiere e della Tolfa. Nel se-
l'eslero. Sì fecero esperimenti sulle cave guente articolo riporterò altre notizie sul-
di ferro e su quelle di piombo cheavea- le Allumiere.
no dato migliori prodotti, ma pei risul- Tolfa. Comune della diocesi di Civi-
tati furono tralasciale. Queste possiden- tavecchia, per quanto dissi nel preceden-
ze camerali d'ordine di Gregorio XVI nel te ai ticolo. Questo paese è il più consi-

i83i passarono alla cassa d'ammortiz- deiabile de' dintorni, situato sui monti
zazione, di cui feci parola nel voi. XL, del suo nome e perciò in scoscesa emi-
p. 1 63; e nel voi. XI V, p. 7 ricoi dai la vi- nenza, a pie della quale scorre il Migno-
sita fulta dalPapaallostabilimentoa'21 tte, nel cui territorio oltre le minieredel-
maggio 835, onde esaminare quanto
1 vi l'Allumiere vi sono saluberrime sorgenti
Ila d'importante sotto il rapporto di pub- minerali con bagni.Possiede di verse chie-
blica economia. Venne ivi incontrato da se, fra le quali la collegiata di s. Egidio
una schiera di giovani di civile condizio- abbate, con capitolo composto di arci-
ne, che rimossi i cavalli, colle lor braccia prete e canonici, e la chiesa degli agosti-
ne vollero trarre la carrozza. Al suo di- niani sulla strada delle cave alla Tolfa di
scendere da questa, fu ricevuto Gregorio s. Maria della Sughera, magnificamente
XVI dal capitolo della Tolfa e dalla ma- edificata dal celebre Agostino Chigi (f^.)
gistratura, sotto baldacchino , in mezzo di Siena, che quale appaltatore delle Al-
al suono delle campane calle più viveac- lumiere, eivi morendo nel 1 523, fu sepol-
clamazioni degli abitanti, come riporta il to nella sua chiesa in bel deposito.Ab-
Diario di Roma de o giugno. Dopo que- 1 biamo Ragguaglio dell' invenzione del-
il

sta visita,il Papa decretò che nuovamen- la sagra immagine dis. Maria detta del
te tornasse lo stabilimento sotto la dire- Sughero seguita nella Tolfa l'anno 5o i 1

zione biella camera apostolica, con van- e della fabbrica della chiesa j Orvieto
taggiosi provvedimenti. In una vallata vi- 1721. INon manca di notevoli fabbricati,
cino all'Allumiere è un eremo con chie- oltre il palazzo comunale, ed ora si dà o-

sa ed iscrizioni del 1 200, ove secondo al- pera alla costruzione di un nuovo edifi-
cuni scrittori e per costante tradizione zio, ad uso di seminario diocesano. Un
vuoisi che per qualche tempo vi abbia tempo Tolfa faceva notabile commercio
dimorato s. Agostino. Abbiamo Tinteres- dimanna, che si ricava dall'incisione di
santeopuscolo: Cenni istorici sulle minie- alcuni alberi, e di qualità migliore del-
re delle Allumiere, Civita Vecchia 835. 1 la calabrese. Vanta il luogo diversi uo-
IN'el LIV, p. 23o dichiarai come il
voi. mini illustri, particolarmente della fami-
regnante Pio IX nel 85o smembrò pae- 1 i glia Buttaoni, un vescovo di Fabriano e
si dell'Allumiere e della Tolfa, dalla dio- Matelica, un uditore di Pio VII, come
vesi di Sulrij e gli unì a quella di Civita- notai in diversi luoghi, ed a Maestro del
vecchia, per cui in nome del cardinale s. palazzo del vivente p. Domenico. Dice
Lambruschini vescovo a* 29 settembre Manzi, Stato antico e attuale del porto,
i85o, con plauso della popolazione, ne città e provincia di Civitavecchia, che óo-
prese possesso il rispettabile concittadino pò Corneto va nominata la Tolfa, che il
mg.r Teodolfo Mertel uditore di rota e Piedi ed il Cliiabrera celebrarono per la
membro del consiglio de'minislri, nella squisitezza de'suoi vini, e che ora non ha
chiesa parrocchiale d'Allumiere, e nella più quelle vie scoscese che mossero la bi-
chiesa collegiata di Tolfa; indi le due co- le di Annibal Caro. Aggiunge che una
muni inviarono al Papa eal cardinale de- continuazione di depositi, che apparten-
putazioni per esternare la loro gratitu- gono alle formazioni nettuniane o più-
ROM ROM i33
toniane, trae cìal litorale fino a* più alti alle maremme Toscana, come toccai
di
monti di Tolfa. Inoltrandosi sui monti si nel voi. XXXII, p. 325, mentre nel voi.
presenta il poggio delle Allumiere, ove XII Ij p. 299 parlai dell'acquedotto e dei
sono le famose cave di pietra allumino- bagni termali. Calindri nel Saggio slati'
sa, che racchiudono filoni abbondantis- stico, riferisce che Tolfa anticamente fu

simi, quali prima che la chimica ritro-


i deltaForo di Claudio, ed ancora Foro dei
vasse il così detto allume artifiziale, die- nuovi Villaggi. Nel 074aggiunge,che fu
1

dero tesori.Gli altri poggi o monti, i quali spianata affitto per essersi ribellata alla
prosieguono sino alla Tolfa, sono nella s. Chiesa. Nel 124.5» fu ricuperata da In-

massima parte vulcanici, composti di u- nocenzo IV colle sue milizie, contro quel-
na lava granitosa comprensivamente allo le di Federico II imperatore, essendo già
scoglio ove sta,come dice Annibal Caro, slata rifabbricata più orgogliosa. Leggo
lo sfasciume d'una rocca, il quale scoglio in Bussi, Istoria di Viterbo p. 5o che,

è formato d'una lava vulcanica che muo- prima di questo tempo la Tolfa era per-
ve la calamita. Varie sono in questo ter- venuta nel 121 1 in potere de' viterbesi,
ritorio le colline calcaree, ma mollo vi per averla conquistata colla forza delle
abbondano le argillose, ed è in queste che armi scacciandone Gezzu suo signore. In-
si cava la pietra dell'allume. Queste mon- di a p. 56 dice che Viterbo nel 1 355, con
tagne abbondano puredi metalli, eda ta- altri castelli, ne infeudò la famiglia Ca«
lune colline, formale d'uno schisto calca- pocci. A p. 262 racconta come nel 1 461
reo color piombino, si sono tratte piriti fu ritrovato l'allume da Giovanni di Ca-
di rame e di ferro, e del minerale che con- stro,cioè colle nozioni ricevute da uncor-
teneva mollo argento. Vi furono prati- netano e da un genovese, i quali in Tur-
cate varie cave di ferro e di piombo, che chia ne avevano acquistata tutta la pra-
non ebbero proseguimento per varie cau- tica, e che le prime esperienze si fece-

se, come per inesperienza o mancanza di ro in Viterbo, che descrive, onde Pio II
fondi. Sì trovano ancora nelle deposizio- considerandone l' utile che poteva deri-
ni che fanno monti molti
i torrenti tra' varne, impiegò nello scavo delle miniere
monte, quali si cono-
pezzi di crislal di i 800 persone. Frangipani r\e\V Istoria di
scono generalmente sotto il nome di dia- Civitavecchia a p. 1
1
9 e seg. ci dà le se-

manti di Tolfa. Tale in somma è 1* ab- guenti notizie di Tolfa. Egli crede che nel
bondanza de' minerali, che presentano i465 nel paese di Tolfa confinante con
queste e le altre alture della provincia, Civitavecchia si scuoprissero le miniere
che se vi si facessero accurate ricerche, e di allume di rocca, ciò che altri anticipa-
vi si adoperassero que'meccanismicheo- no, come ad Allumiere, ed altri po-
dissi
ra sono in pratica, se ne potrebbe ritrar- sticipano ; ma
devesi ritenere che segui
re materia di utilissimo commercio. Si sotto Pio II, riportando quanto su di ciò
ha di Scipione Breislak, Saggio di osser- ne fu scritto da alcuni, fra' quali Marra
vazioni mineralogiche mila Tolfa, O- e Tutini raccontano che tornarono la :

r'iolo e Lafera,Roma 1 786. Inoltre Man- 3.'^ volta Frangipani ad aver stati nel
i

zi nel parlare delle varie strade che cor- regno di Napoli, quando possedendo essi
rono per la provincia, essendo le princi- in maremma di Roma la Tolfa, castello
pali quelle di Koma, di Viterbo, di To- e giurisdizione, successe che un figlio di
scanella, di Tolfa, di Monlallo, celebra Paolo de Castro e loro vassallo, il quale
quest'ultima per provvidenza di Grego- era stato schiavo de'turchi molti anni, al
rio XVI decretata, che partendo da Ci- servigio d'un mercante d'allume di roc-
vitavecchia, traversa Corneto e Montal- ca, tornato libero in patria, s' avvide che
to, e quindi si congiunge a Orbetello e nel territorio di Tolfa, detto poi le Lu-
i34 ROM RO W
filiereo Allumiere, e ove a poco a poco Marinella ^Loienio^CastelGiulianotSas'
erasi fatto un castellod'800 anime circa, so (de'quali, come d'altri esistenti anche
età una gran miniera d'allume. Datane lungo il litorale, parlai a Civitavecchia
notizia a Lodovico Frangipane suo si- ed a Porto), nel t. 8 delle Disscrl. dal-
gnore, fu causa di far crescere notabil- Vaccadeni ia d^ archeologia p. 8 7 ,d ce che i

mente l'entrate della Tolfa; per Io che era fra le possidenze de'Venturini, come
Paolo li pretendendo chele nìiniere fos- si conosce da una divisione di beni ch'es-
sero regalie del feudo, e perciò spettas- si fecero nel 1290, alla presenza de'se-
se quella dell'allume alla camera aposto- natori Nicolò Conti e Luca Savelli, igno-
lica, come diretta signora della medesi- rati da Vitale, e pare anche da Poinpili-
ma, non avendo. potuto colle ragioni e Olivieri. In una concordia fatta fra gli
pratiche disporre Lodovico a rilasciarla individui della stessa famiglia. nel 1369
alla Chiesa, glimosse guerra, nella quale si convenne che i vassalli di Castel Giu-
oppostisi vigorosamente Lodovico e suo liano, come quelli degli altri castelli, fos-
fratello Pietro signore della Tolfa con l'a- sero comuni a tutti. Nel 137G Pietro di
iuto degli Orsini loro parenti, fu costret- RomanoBona ventura ,de' Venturini, ven-
to il Papa col mezzo di Ferdinando I re dè a Giacobello Orsini la metà de'uiouli
di Napoli, di venire ad accordo co'Fran- della tenuta del Castello. Nicolò Venturi-
epagar loro per prezzo della Tolfa
jj;ipani ni nel 1449 assegnò in dote alla figlia

17,000 scudi d'oro, de' quali Lodovico Margherita la metà di un 4-*' co" metà
pagati 12,000 al re, fu investito nel 1469 d'altro 4.° della tenuta di Castel Giulia-
del ducato e dominio di Scrino in regno, no. Una porzione di essa nel i4'J'6 passò
tolto con altre terre a Camillo della Mar- all'ospedale di s. Or-
Spirito, col quale gli
ra, sotto pretesto che il genitore avesse sini si combinarono per diversi acquisti
aderito agli Angioini. L'ultima del ramo della medesima. Nibby, Analisi de'din-
de'Frangipani della Tolfa, duchi di Scri- torni di Roma, dice che Castel Giuliano
no, mentre andarono nel Friuli e
gli altri era la Massa Praetoriola^ confinante con
in Ungheria acquistando feudi, fu Fran- Cerveteri e Sasso, ora de'marchesi Patri-
cesca madre di UenedetluXlll. Frangipa- zi, già spettante ne'secoli XI, XI l, XI l[
ni lo storico dice che Sisto IV fu in Ci- alla basilica Vaticana, la quale Massa cre-
vitavecchia nel 148 r, e che nell'istesso de fosse riunita al Castello nella catastro-
anno il Papa tornando da Tolfa a'2 ot- fe del i527 pel sacco di Roma. In Castel
tobre passò a Civitavecchia; indi descri- Giuliano vi è un antico palazzo con al-
ve il modo antico e posteriore di fare l'al- cune case. Piazza, Gerarchia cardinali-
lume di rocca,che chiama il migliore d'I- zia p. 88, riferisce che anticamente era
talia, e che Benedetto XIV fece venire da un casale e colonia del monastero di s.
Sassonia esperti minatori per esaminare Paolo di Roma, dal quale passò alla nobi-
e lavorare nelle miniere della Tolfa. Nel- le famiglia Patrizi, che tuttora lo possie-
l'invasione de'repubblicani francesi non de, avendo aumentalo il luogo col palaz-
fu la Tolfa risparmiata,enel 1
799 patìun zo, altri fabbricati, e le chiese di s. Fi-
saccheggio che lasciò funesta Uiemoria. lippo e di Croce, onde n'è benemerita.
s.

Cerve te ri. Coiti une della diocesi di Por* Che vi è un'altra chiesa dedicata alia B.
to. Di Cerveteri o Ceri parlai a questo ar- Vergine con 3 altari, e di antica costru-
ticolo, e nel voi. XLl,
p. 189 e 190. zione.
Castel Giuliano. Appodiatodi Cerve- Canale. Comune della diocesi di Su-
teri, e soggetto a quel comune, nella dio- tri e Nepi. K posto in monte con fertile

cesi di Porto. Il eh. Coppi nella DisseV' territorio che produce agli abitanti cerea-

tazione de castelli di Pirgi^s. Severa, s. li, pascoli e copioso bestiame. Già feudo
ROM ROM
,35
ile* uobilissimi AUieri, tuttora vi hanno mare con grandissimo vantaggio del com-
possidenze. Molto soffri nel 1799 nell'e- mercio e de' viaggianti; tanto più che al
poca repubblicana, al pari de'luoghi cir- dire di Manzi, Slato di Civita Fecchia e
convicini. Lungi circa 3 miglia si ammi- suaprovìncidy^. 47, tale strada ravvici-
rano gli avanzi dell'antica città di Mon- na uno de' primi mercati del Mediterra-
tcranOj che die origine all' odierno pae- neo qualèLivorno, e contribuisce all'ap-
se, già cospicua per ragguardevoli edifl- provvigionamento della capitale, con far-
zi sagri e profani, restata deserta per la le partecipe la più fertile campagna del-
inai' aria. I rinomati bagni di Stigliano lo stato, qual è il territorio fecondissimo
alcuni li credono derivati dalle Terme immensi vantaggi.
di ]\tontalto,oltre altri
Taurine, pressoi quali signori Altieri i Questa Terra poco più lontana dalla ma-
tiumentarouo il fabbricato con vasto lo- rina d'un miglio, con campagna non per-
cale per uso de' lavacri che si fanno sul fettamente piana, per la parte coltiva che
finire di primavera, dalle persone affet- pure ha, è di forma rotonda, situata so-
te da malori cutanei. In poca distanza pra un colle e circondata da muraglia,
trovasi r altra sorgente denominata Ba- col borgo fuori di Terravecchia, anch'es-
gnarello, assai efficace pei dolori reuma- so anticamente cinto di mura, poco lun-
tici e sifilitici, in conveniente vasca co- gè dalla riva sinistra del Fiora, eòa tor-
perla; mentre altra sorgente molto più re che guarda la spiaggia della marina,
calda sgorga nelle vicinanze, ed ambedue edificata dal,duca Ranuccio presso la fo-

sono provenienti dal margine del torren- ce del fiume, e lo scalo per l'imbarco del-
te Lenta, che influisce nel Mignone. Vi le granaglie e altrcderrate del Patrimo-
è pure una ricca miniera di zolfo, che re- nio e della maremma Sanese, colla qua-
cò significante profìtto a tempo del bloc- le confina, 4 vi furono con-
per cui nel 1 6
1

co continentale, ordinato da Napoleone trasti amotivo de'confini. A tempo dei


a danno dell'Inghilterra. All'est si trova Farnesi vi era molto concorso in Mon-
il monte Virginio, ove carmelitani scal- i talto, particolarmente dai paesi dello sta-
zi hanno un solitario convento murato, to di Castro, essendovi il magazzino del

ch'è veramente delizioso, e del perime- sale proveniente da Trapani e da Piom-


tro di oltre una lega, con viali spalleggia- bino, pel privilegio concesso da Paolo III
li da belli abeti, con diverse celle sparse di poter far uso i vassalli di Castro di qua-
nelle parti selvose. lunque sale. Anche lo scalo era assai fre-

Governo DI Corneto. quentato da'genovesi, napoletani e altri,


Cornelo. Città e sede vescovile. V. Cor- per cui i fiorentini lo chiamavano Mon-
neto, Monte Fiascone, e PASSiorrijSTE, ed te d'oro, ed il granduca di Toscana se fos-
il voi. LIV, p. 201. se stato suo ne avrebbe fatto un secondo
Montalto. Comune della diocesi di Vi- Livorno : i napoletani lo appellarono sca-
terbo. Chiamasi Montalto di Castro per- la d'Italia, ed i genovesi miniera da go-
chèappartenne al ducatodi Castro e Ron- la, per la copia grande del frumento. Per
ciglione (F.) de Farnesi (F.). Il p. Fla- l'umidità prodotta dalFiora, anticamen-
minio da Lalera, Notizie storiche della te si chiamava Gravisca [V.) a gravi-
casa Farnese, di Castro e suo ducalo, Etru-
tate aeris, antichissima città dell*
nella par. -2, a p. 28 riporta le seguenti ria marittima e poi sede vescovile, nel
notizie s\i MonialtOj alle quali altre in- quale articolo rammentai la famosa cit-
nesterò, avendo detto
nell'articolo Tol- tà di /^<//</(/^.) che sorgeva pure nel ter-
FA della strada che per Gregorio XVI ritorio di Montalto, e la lapide eretta da
percorre il suo territorio e traversa il pae- questo riconoscente municipio a Grego-
se, costeggiando sempre il ridente lido del rio XVI per benefizi ricevuti. Nel borgo
i36 ROM ROM
sono gli avanzi dell' antica chiesa di s. roilizie a piedi e cavallo, con n capitam,
Francesco de'conveiituuii che passarono anche per difendere la spiaggia dai pira-
a Castro. Vi era pure il convento degli li turchi, i quali nel i 5Go sbarcarono e
agostiniani ,
poi dato ai henfiatelli per fecero diverse persone schiave: per dare
l'assistenza degl'infermi, e la chiesa di s. il segnale del loro avvicinarsi, si suonava
Sisto con huone rendite. Soggiacque il lacampana del palazzo di giustìzia, che
luogo a diverse incursioni de' saraceni, avea un suono veramente spaventevole. 1
prima che lo difendessero le torri, i qua- Nella rocca della marina fiumara si pren-
li venivano combattuti e respinti dai vol- deva grandissima quantità di pesce, an-
cianiche stanziavano 5 miglia distanti, che colla radica dell'erba mora. La chie-
per soccorrere giaviscani, che poi per
i sa principale di s. Maria ha l'arcipiele e
non essere luogo forte in un colle vi fu per la festa dell'Ascensione si faceva lot-
fabbricato Montalto, nel silo che alcuni ta e corsa de'barbari con pallio di 3o scu-
pretendono fosse stato il Foro Aurelio , di. Verso il fiume la piccola chiesa di s.
da Desiderio re de' longobardi, cioè so- Antonioera di gran divozione. Il prelato
pra le rovine di Gravisca, che allora era Mozzanica uditore del cardinal Otloardo
Terravecchiao l'odierno borgo, Appren- Farnese, volendo ingrandire una cappel-
do da Bussi j Tutoria di Fiterbo^ p. 28, e letta sotto Montalto, perchè il cavallo che
da Sarzaua, Della capitale de Tuscaiiieti- cavalcava s'inginocchiò passando innanzi,
si^ p. 342, che nej 1 186 AJontalto e la ne'fondamenti furono trovati i corpide'ss.
sua gente concessero ai viterbesi il frut- Candido, Quirino e altri martiri, quali i

to della 3.' parte del loro porto, donde si furono fatti trasportare alla chiesa di s.
ricava che a quell'epoca era giù impor- Maria dal vescovo di Viterbo Malteucci.
tante. Gregorio IX scomunicò senato-
il Sarzana a p. 356, parlando di Gravisca, di
re e consiglieri di Roma, perchè aveano cui riporta molte notizie, osserva che già
fabbricato un^alta torre nel territorio di neir853 avea cambiato il nome e si chia-
Montalto. Successivamente iPapi diero- mava Montalto, come in un documento
no il paese a sdiv\s\^nov\ad tenipus^ sot- la denominò s. Leone IV, il quale sem-
to diversi titoli, con annuo censo da pa- bra che la unisse alla sede vescovile di
garsi alla camera apostolica, come risul- Viterbo, al dire dello stesso Sarzana, os-
la dai libri de'Censi della medesima. Nel sia alla Tuscaniese. Il p. Flaminio a p.
1245 Guglielmo conte palatino di To- 3i rileva, che Montalto fu sempre della
scana, domandò a Innocenzo IV che gli diocesi di Toscanella, ed una volta il ve-
restituisse M.on\.d\\.o,quodmajores sui le- scovo di Castro pretendendo che appar-
nebatiL alias a sede apostolica^ prò quo tenesse alla sua,Giovanni XXII con bol-
promittebatfacere eidcni sedifidelitatem. la del 1 Castruni Montis ai-
325 dichiarò,
Divenuto Montalto col ducato di Castro tiesse Tuscanieiisis elnon Castremis dioe-
signoria de'Farnesi, corsi che dalla Cor-
i cesìs. Montalto è stalo soggetto a Tosca-
sica portavano in Roma e in questa con-
si nella anche nel temporale, come dimostra
trada, sbarcando alle Marcile e alla fiu- nelle sue Memorie il Turiozzi, ed allor-
mana di Montalto, e piacendo loro il pae- ché Toscanella fu dichiarata contea ne
se, vi si principiarono a stabilire, laonde fece parte eziandio Montalto con altri pae-
gli abitantia pocoa poco divennero qua- si. De'feracissimi scavi operati nel territo-
si tutti d'origine corsa, assai ricchi, e mol- rio parlerò a.VuLCiA , dicendo di quelli
ti fiorirono nell' arte dell' agricoltura. I eseguiti particolarmente nel latifondo di
Farnesi vi tenevano un castellano nella Camposcala, dichiaralo marchesato da
rocca posta da capo alla Terra verso lo Gregorio XVI in favore de'Candelori.
stato, il podestà, ed una guarnigione di Mauziaua. Comune della diocesi di
ROM ROM 187
JVirpie iy«(r/. Giace in piano e in colle, con ridezza per le sue colonie agricole, città
diversi fabbricali, con vasto e nberloso e ville che la popolavano; poi campo di
Ieri itoriojcolle cave della pietra Manzia' desolazione per le invasioni e distruzioni
/irtT. Neparlai ne*vol. XV,p. 69e77,LlIf, barbariche, e più tardi delle fazioni, ha
p. 22 1, dicendo che nel 1290 lo comprò una solitudine cagionata da tali vicende,
V Ospedale di s. Spirilo (/^.) con titolo di mista ad una tale maestosa gravità, ch'è
baronia, che assumeva il commendatore in armonia con quella di Roma del me-
prò tempore, con giurisdizione feudale, la dio evo, come dell'odierna: se la Campa-
quale nel marzo i85o fu rinunziata dat- gna di Roma in certe stagioni genera una
l'odierno visitatore apostolico. specie di malinconia, dà un'impressione
Monte Romano. Comune dell'abbazia grandiosa all'occhio che la considera, sia
mdlìus dell* Ospedale di s. Spirito (F.). nel suo punto pittoresco che storico. Ol-
Occupa il luogo della città d'Aria, con ter- tre il senaplice cenno dato di sopra sul-
ritorio in colle e piano, con vari e belli l'Agro romano, ricorderò che di sua* im-
fìfibbricati che hanno le mura ed il borgo. mensa estensione, del suo clima, delta sua
IVe parlai ne' voi. XV, p. 72 e 77, LUI, coltivazione, qualità e fertilità, come dei
p. 22 I, e narrando, che essendo proprie- luoghi, colonieecittà che vi fiorirono, non
tà di dello arcispedale, il commendatore meno de'deplorabili guasti cuisoggiacque
prò tempore ne ha la giurisdizione abba- e che ne cagionarono T abbandono, ne
ziale e spirituale per concessione di Cali- che lo riguar-
trattai in tutti gli articoli
sto III del i456, in uno alla feudale, la dano, oltre quelli qui descritti brevemen-
quale nel marzo i85o venne rinunziata te o ad Ostia avendo parlato del
citati,

ne'dirilti baronali dal presente visitatore suo territorio e di quanto riguai da quel-
apostolico, laonde nello stato pontifìcio l'agro. Sono di più a vedersi gli artico-
non esistono piìi giurisdizioni di feudi. Il liAgricoltura e suo tribtmale, del qua-
eh. Coppi, Discorso sopra alcuni stabi- le riparlo a Senato Pioaiano, Prefetto,
limenti agrari, p. 3, narra che per cause Chierici di camera. Prefetto di Roma,
speciali i superiori della pia casa degli e- Annona e Grascia ©ve pur dissi di alcu-
sposti di s. Spirito nella metà del secolo ne carestie. Congregazione dell'abbon-
XVII incommciaronoa mandarne alcuni danza, per quanto fecero gli antichi ro-
a coltivarla terra nella tenuta di Monte mani ed Papi in vantaggio dell' Agro
i

Romano, divenuto col teuìpo un nuovo romano, per l'agricoltura, per l'abbon-
paese, di che feci memoria nel vol.XLI X, danza de'viveri(de'granari e pozzi d'olio
p. 3o Da qualche tempo medesimi di-
I . i oltre ad Annona, ne'vol. LII,p. 287, LV,
rettori mandavano annualmente 5, 06 di p. 16, indicai luoghi ove ne riparlai),
i

quegl'individui a lavorare in una campa- segnatamente negli Anni santi (/^.), non
gna presso Viterbo, dell'età d'anni 12, e che le pontificie provvidenze per tutto lo
litrattenevano sino a' 18, sotto la direzio- slato, della cui agricoltura ragionai nei
ne d'un canonico, con alcuni metodi cir- numerosissimi suoi articoli, oh re Paludi
ca il loro guadagno. Osserva, che uscen- Pontine. Ad Università artistiche trat-
do dalla pia casa ogni anno circa 90 fan- to di quelle agricole di Roma esiia cam-
ciulli, se tutti fossero avviati all'agricol- pagna; nel voi. XXVI, p. i63 notai còme
tura, si stabilirebbe con essi un villaggio gli agricoltori e la loro nobile arte cele-
ogni decennio. Ì3ravano la festa del patrono s. Isidoro,
Delegazione e provincia d'Orvieto. ed a Mercante dissi ancora qualche re-
/^. Orvieto. lativa erudizione. Nella suindicata esten-
La Campagna romana,già teatro di glo- sione dell'Agro romano, questo compren-
riosi combattimenti de'roiiiani, e di Ilo- de 945 miglia quadrate, il. cui terreno è
J 38 ROM ROM
nudo, in parte rompendosi per semente, ilclla Campagna di Roma, de* suoi rcj
altro servendo ai pascoli, tranne le vigne consoli, dittatori, ec, Roma 1718, 1 ySS.
the sono presso di Roma, ed alcuni bo- P. Francesco Eschinardi gesuita. Descri-
schi esistenti specialmente lungo la spiag' zione di Roma e ddVAgro romano, fat-
già del mare. Non vi sono altri abitanti ta già aduso della carta topografica del I
che poche centinaia di pastori e addetti Cingolani, Roma 1 ySo. Francesco Fico-
alle tenute, poiché l'agricoltura si eserci- roni. Le memorie piti singolari di Roma
ta principalmente dall'autunno alla pri- e sue vicinanze, Roma
744- G. France- 1

mavera da alcune migliaia di forestieri e sco M." Cacherano, De'mezzi per intro-
statisti, i quali ripatriaiio ne'mesi d'esta- durre ed assicurare stabilmente la col'
te. Gli antichi romani dopo le conquiste, tivazione e la popolazione deltÀgro ro-
nell'epoca della loro grandezza, ne con- ìnanOj Roma 1785, Filippo Luigi Gigli,
vertirono il territorio in ville e latifondi, ^gri romani historid naturalis, Romae
abbandonati nelle invasioni barbariche. 1
79 Nicola M.* Nicolai, Memorie, leg-
1 .

] Papi fondarono de'villaggio Domo cui- gi, ed osservazioni sulle campagne e sul-

/e, indi furono costruiti de'caslelli, e se ne V annona di Roma : parte r.^ del Catasto
contarono 53 nell'Agro romano, (juuli i annonario delle tenute della Campagna
però furono nella maggior parte distrut- romana sotto Pio VI con note storico- ,

ti nel secolo XV, ed allora gli agricolto- antiquarie; parte 2." del Catasto daziale
ri siconcentrarono in Roma, divenendo sotto Pio VI I e delle leggi annonarie, con
così malsana la Campagna, che se fosse nuova pianta delle Campagne; parte 3.'

ripopolata da una moltitudine d'uomini, Osservazioni storico economiche da'pri mi


cesserebbe l'aria cattiva e i suoi influssi, tempi fino al presente,con Appendice delle
e l'Agro riacquisterebbe l'antica sua flo- operazioni agrarie e Biblioteca Georgica.
ridezza per la fertilità della terra che lo Roma 1 8o3. Barone Camillo de Tournon
ricopre. Diversi agronomi attribuiscono prefetto di Roma sotto l'impero francese,
l'mcoltura della Ca,mpagiia romana ai la- Eludcs slalistiques sur Rome, ctc, Paris
tifondi o grandi proprietà, che se fossero 1 83 1 837 con atlante. Marchese Poten-
, 1

divisi in parti minori, ciascun possessore zi uni, Rapporto alla società d'agricoltura

procurerebbe migliore coltivazione per e manifatture di Roma, ivi 181 i. Carlo


un utile maggiore da quello che
ricavarci Fea, Descrizioni di Roma e suoi contorni
rende la pastorizia e la sementa. Certo è abbelliti dalla pianta e dalle vedute, Ro-
che terreni non si possono dire abban-
i ma 1826. Clemente Micara, Della Cam-
donati, perchè o per pascoli o per le se- pagna romana e del suo ristoramento,
minagioni, essi s'impiegano e destinano. Bologna 1827. Conte Monaldo Leopardi,
Va poi avvertito, che tutti gli abitanti Osservazioni sul progetto di colonizzare
delie parrocchie suburbane che ascen- , V Agro romano, Recanati 1829. Antonio
dono a più di 6000, sono tulli agricol- Nibby, Analisi storico topografica anti-
tori delle vigne e orti, molti dimoran- quaria della carta de' Dintorni di Ro-
do nelle parrocchie urbane. Quanto ri- ma, ivi 1837. Antonio Coppi, Discorso
guarda l'ampio e importantissimo argo- sulV agricoltura di Sicilia, Roma 1837 :

mento della Campagna di Roma o Agro Discorso sopra alcuni stabilimenti e mi-
romano, tanto nella parte storica e agri- glioramenti agrari, Roma 1842. Com-
cola, quanto nella parte economica^ fu mendatore Angelo Galli, Cenni economi-
dottamente discusso da molti sgravi au- co-statistici sullo stato pontificio con ap-
tori e principalmente dai seguenti con u- pendice. Discorso sull'Agro romano e sui
tilissime opere. D. Ottavio Liguoro, Ri- mezzi di migliorarlo, Roma 1840. Cav.
slreJlo ìslohco dell'origine degli abilaiiU Alfredo Re umout, Della Campagna di
y

ROM ROiM 139


Roma, memoria^ Firenze 184^. Pio Co- go Lemonio, origine della tribù rustica
fondi, VJgro romano e la presente sua Lemonia, Vi colloca eziandio il vico Sul*
coUivazione, non che proposta dei mezzi picio, e la villa già appartenuta alla fa-
per migliorarne V aria e la rendita di- ^ miglia Sulpicia de'Rull. Scorrevano per
scorsi tre, Roma i844* Commendatole questa tenuta gli acquedotti della Marzia
Luigi Canina, iSìtor/rt topografica di Roma e della Claudia, che a fronte de'secoli an-
antica e sua Campagna, Roma 846 Gli 1 *• cora in parte si conservano ; vi sono e-
edifizi di Roma antica e sua Campagna ziandio dalla parte orientale gli avanzi di
cogniti per alcune reliquie, descritti e di- un'altra villa de' tempi dell'impero, con
mostrati nella loro intera architettura cunicoli guarniti di tubi temporari:qaeslo
Roma 1846. Per quanto riguarda gli ul- è quel fondo detto Settebassi, che al dire
timi stabilimenti agrari della Campagna del p.Eschinardi fu di certo Settimio Bas-
diRoma, ne feci parola all'arlicolo Pio so. Il Nibby trattando di detta riunione
IX. L'encomialo mg.^' Nicolai è inoltre di avanzi antichi, che s'incontrano alo.**

autore di varie Dissertazioni sulla storia miglio della via Appia e della Latina, no-
de' luoghi una volta abitati ed ora de- ti col nome di Sette Rassi , i quali dice
serti nell'agro romano, che si leggono ne- formanti parti, della subuibanadei
villa

gli Atti dell' accademia romana d' ar- Quintiliiodell'imperatore Coni modo, di-
cheologia j in questi sono pure riportate chiarando la denominazione Roma vec-
memorie sui luoghi
le Dissertazioni delle chia pura e pretta volgare, e che nulla ha
una volta ahitatiedora deserti neW /Jgro che fare colla estensione dell'antica Ro-
romano, del pur lodato Coppi. Abbiamo ma, come a primo aspetto si crederebbe,
di Gio. Antonio Riccy, Dell'antico Pago e come pur troppo il volgo dà a credere
Lemonio in oggi Roma vecchia ^ ricerche agl'idioti, per la molteplicità delle rovine
storico-filologiche, Koma 1802. Nicolai che coprono quel le campagne. Nibby con-
nella par. i , p. i 70 delle Memorie ne ren- futa Riccy nell'aver creduto tali avanzi
de ragione, parlando di alcune tenute e spettanti al Pago Lemonio, mentre li pro-
fondi di diverso nome, esistenti nel luogo va con ragioni avanzi d' un' antica villa,
chiamato volgarmente Roma vecchia, per affatto diversi da quelli d'un Pagoo vil-

le molte antichità e ruderi che si vedono laggio (o castelk» : de* Pagi feci parola a
nelle tenute Arco TravertinoeSlatuario, Paganesimo ed a Pieve), eh' è quanto
le quali presentano l'aspetto quasi delle dire un aggregato di case e altri edifici

vestigia d'un' antica città, quindi taluno slegali fra loro, di costruzioni d' epoche
ha falsamente creduto, che lacittàdiRo* diverse,edi uso comune e ordinario. D'al-
ina si stendesse fino a questo luogo. K tronde, per testimonianza di-Festo, il Pa-
cerlochequesto nome proviene da Ile mol- go Lemonio era sulla via Latina e non
te antichità che ivi si vedono tuttora, co- sull'Appia. Questo ammasso di rovine si
me un simile nome di Roma vecchia fu estende lungo l'Appia in linea retta per
dato ad altro sito fuori di Porta Maoc-jo- circa3ooo piedi, e per quasi altrettanto
re, pure a motivo molte macerie di
delle entro le terre fino al ciglio della corren-
antichi edifici, come
il p.Eschi-
osserva che domina la strada postale
te di lava,
nardi;i quali avanzi erano molto piùdi- moderna d'Albano. CredeNibby,da'fran«
stanti daile'mura, prima dell'ampliazio- tumi superstiti, che fosse lo spazio di cir-
ue del circuito d'Aureliano. 11 Riccy in- ca 2 miglia di circonferenza un tempo co-
titolò il suo libro al possessore del fondo perto di edifici ben decorati e nobili. Da-
marchese Giovanni Torlonia, nel qua-
d. gli scavi poi eseguiti nel 1828 e 1829 si
le sostiene, che in quel predio appimto, trovarono monumenti co'nomi de'padro-
tra le vie Appia e Latina, esisteva il Pu- ni della villa, cioè de' celebri due fratelli
i4o ROM ROM
Quinlilli Condino e Massimo valorosi mi' s. Lorenzo fuori di essa, in uno all'altro
lili, dopo la iDot'te violenta de'c|uali, es» di s. Spirito, ed a quelli antichi egualmente
sendo con gli altri beni devoluta al flscoim- suhuibani o Catacombe (A'.)- ^ CnresE
peliate, di venne suburbano di Commodo, DI Roma trattai eziandio delle subuiba-
che ne aveaordinala la morie, percliè ap- i»e, ed alcune di queste negli articoli cui
punto agognava alle loro ricchezze straor- appartengono. Neil' articolo Stradi;, de-
dinarie. Non solo Nibby eruditamente de- scrivendo pure le antiche, dico delle su-
scrive il luogo, ed pregevoli monumenti
i burbane. Del macello pubblico o stabili-
rinvenuti, alcuni de' quali fiuono collo- mento di mattazione a Porta del Popo-
cali nel Museo Vaticano, ma fa altrettan- lo, ne discorsi nel voi. li, p. 8i. XXXV 1

to colla villa suburbana Adrianea di Set- A Monti o Colli di Roma non solo ten-
te Bassi. tV Ville di Roma parlo di quelle ni proposito di quelli che racchiude la
della città e delle suburbane. x\Muridi città, aiicorchè piccolij ma altresì di quel-
Roma, oltre quanto riguarda la loro ere- li che sono fuori di essa, come Monte Ma-
zione, ed i diversi ingrandimenti del suo rio e Monte Tes laccio: a Monte Pmcio
circuito, parlai deirantico^O'Mer/o e suo ed a Monte Celio, situati dentro la città,
scopo, ossia quella parte di. terreno annes- ne descrissi le pubbliche passeggiate, ab-
so alle mura, sia all'interno che all'ester- bellite di piante e altro. Dell'acque mi-
no: questo luogo reputato sagro, perchè nerali Acetosae Santa, la i.^ fuori di Por-
si consagrava dagli auguri con particola- ta del Popolo, la 2."' fuori di Portas. Gio-
re rito, era circoscritto da pietre o sassi vanni, ed ove vi sono bagni ,
parlai nei
terminali, detti cippi o stele. Dentro que- voi. I, p. 79, XXV, p. 1 6o, XLIX, p. 289.
sto recinto si prendevano gli augurii e Nella Campagna romana vi sono due ri-

gli auspicii dai ministri a ciò destinati , né fugi o asili iinmunilarii, pei delinquenti
era lecito il dimorarvi, o fabbricarvi nel- rei di delitti, di che facendo parola nel
l'interno, ne di coltivare la parte esterna. voi. XXXI V, p. 27, notai luoghi ove li
i

In processo di lem pò queste savie prescri- descrissi, cioè le vastissime tenute diCara-
zioni furono inattese. Di Troiani, e pub- po Morto, cosi detta, per due sanguinosi
blicata nel 845, abbiamo la Carla topo-
1 combattimenti ivi succeduti, già Castello
grafica del suburbano di* Roma, ed altra dis. Pietro in Formisj e di Conca, che
dì Roma stessa; di Pìvanesì g\\ A ifanzi de- surse dalla celebre città di Satricum, con
gli edifizidi Roma e dintorni, le Vedute forno fusorio per le ferriere. Essendone
di Roma e dintorni, Monumenti sepol- i malsano il clima, per agevolare la colti-
crali di Roma e Agro romano j di Fico- vazione, furono destinate a tale uso con
roni, Memorie su Roma e vicinanze, A provvidi regolamenti.
Porte di Roma antiche e moderne, nel Roma è degna residenza del sommo
riparlare degl'ingrandimenti della città, Pontefice, del Sagro collegio de* cardina-
furono com-
dissi quali edifizi antichi vi li, delle Congregazioni cardinalizie, del-
presi e qualihanno propinqui; a Porta le Segreterie Q de' 7>z7>?mtìt/i ecclesiastici,
Maggiore, oltre la descrizione de'monu- cui ricorre tutto il mondo cattolico; oltre
menti dell'acqua Claudia e di Eurisace, i Tribunali cxsW'ì, criminali e di commer-
notai che ivi dovrà uscire rincominciata cio delgoverno pontificio per la città e
strada ferrala; a Porta s. Paolo dissi an- per dominio sovrano della ro-
lo stato e
cora della vicina piramide di Caio Cestio mana Chiesa. E' pure residenza della Pre-
e deL propinquo cimilerio degli acattoli- /^mm, della Corte e Curia romana, (.iel-
ci; di quello degli ebrei parlai nel voi. laFamiglia pontificiaj dei Ministri del
XXI, p. 4o. A Cimiteri di Pioma descris- governo temporale, delle direzioni gene-
si quelli della città, e quello pubblico di rali, della polizia (di cui a Governatore
R O ]VI ROM i4r
DI Roma, oltre quanto dissi a Pio IX suì- naie di Fiumicino pel quale Tevere ha il

l'altuale sistemazione di essa, ove narrai foce nel mare Mediterraneo. Altra acqua
pur quella de'iDÌhisteri),delle Poste, del- corrente che irriga la città è il ruscello
ie Dogane, del Debito pubblico (del qua- dellaMarrana o Mariana (di cui tratta-
le nel voi. XL,p. \5cf), di Sanità (di cui no Cassio, Corso delle acque t. 2, p. 5i;
a Pestilenze), del Bollo, registro o Cata- Cre&chnhen'], Discorso intorno allìivo ap-
sto e ipoteche, di cui in vari luoghi, co- pellato Marranaj Cancellieri, Lettera
sì delle proprietà camerali e dazi diretti, suiraria di Roma, p. 97, 3 1 2, 38o; Fea,
degli Archivi (cioè di quelli di tutto lo Storia delle acque, p. 8), che vi s'intro-
stato, poiché l'Urbano appartiene al mu- duce proveniente da Marino e Grotta
nicipio), delle Zecche, ec. E' inoltre resi- Ferrala, e dopo lungo corso sbocca nel
tdenza dei membri del Corpo diplomati- Tevere. Bonifacio IX già arciprete del ca-
co, e de' Co/25o// esteri, accreditati dai lo- pitolo Lateranense, gli concesse la giuri-

ro sovrani e stati presso la s. Sede del : sdizione e la difesa di quest'acqua, la qua-


Corpo diplomatico ragionai ad Ambascia- le percorrendo in fosso quasi tutto sco-
tore, Diplomazia, Ministro, Incaricato perto, serve ai molini, agli opificii, e ad
DI AFFARI, Oratore, Residenza, e negli ar- inacquare campagne.Alcuni dissero
orti e
ticoli degli stati cui appartengono. Vi risie- 1* acqua Marana derivare dalla Crabra :

de altresì il sagro convento, ed il luogo- di questa parlai in più luoghi, e nel voi.
tenente del s. militare ordine Gerosoli- XXVIi,p.i49, iSgeiGo. Konavvi città
mifano. JN'el passare ai seguenti cenni ge- in Italia dove le acque in gran copia, sa-
nerali e generici dell'immensa metropo- lubri ed eccellenti, sieno più abbondanti
li del cristianesimo, rammento la prote- di quelle di Roma, facendo di loro bel-

sta che ho fììtto in principio, che tuttociò lissima mostra nelle tante e decorose /'^OAZ-

che distinguerò in carattere corsivo, coi tane di Roma sì pubbliche, che private
suoi innumerabili articoli, supplirà alle ne'palazzi, stabilimenti, case, ville e giar-
relative descrizioni, altrimenti ripeterei dini, portate dagli Acquedotti o sorgive
il diffusamente detto ne'medesimi; laon- nello stesso suolo romano, oltre altrebuo-
de qui appena potrò da^'e un'idea della ne acque delle cisterne e pozzi. La città
splendidissima e nobilissima città, essen- è divisa da'XlV /?/o/7/^//iow«, alquan-
do falso quanto altri pretesero erronea- to diversi dalle XIV Regioni cW\\\ in cui
mente di asserire, che Roma ha un aspet- la ripartì A ugusto, e dalle VII /?e^/o/2t ec-

to mesto e quasi funebre; lo ha maestoso, clesiastiche in cui la divisero s. Clemen-


nobile e grave, quale si conviene all'ec- te lei Papi successori, con le Parrocchie
celsa dominatrice, gloriosa ed eterna. Il di Roma, i 7 itoli e le Diaconie cardi-
Zei'ere che maestosamente la di vide e con nalizie. A detti articoli narrai, chi pre-
rapido corso nelle sue piene; forma l'i- siedeva alle regioni civili , chi all'eccle-
sola di s, Bartolomeo o Licaonia, sagra siastiche, chi ai successivi rioni, insieme
o Tiberina (di cui e de'suoi propinqui e all'istituzione degli odierni Presidenti dei
antichi molini, nei voi. LlV,p. 19,120, Rioni, eoa tutto quanto è relativo all'in-

i
1

1 22, LV, p. 1 5, e a Porto per l'episcopio teressante argomento, colle notizie e in-
e chiesa che avea il vescovo), si valica dai segne d'ogni regione e rione, civili ed ec-
magnifici Ponti di Roma, è navigabile, clesiastiche^ sia nel materiale, sia nel po-
ed ha 3 7^or^i_, Ripa Grande, Ripetta ed litico, sia nel morale, sia nel religioso. Il

il Leonino, avendo trattato di quanto li Rione di Borgo couWeneìWni'ìC'dim, Ur-,


riguarda anche a Marina; mentre a Por- bis Compendium , il Castel s. Angelo o
to e Ostia tenni proposito de'porti Ro- Mausoleo d' Adriano ( di cui anche nel
mano di Claudio, e di Traiano, e del ca- propinquo Po/ifeJ.i^//g'e/o),propriamcn-
i4a ROM ROM
le la Città Leonina o Borghi di Roma. T^atlcano j dal Campidoglio di Roma,
1 Monti o Colli di Roma, le Porte di Ro- con tre magnifici Palazzi con altissimo
ma e diverse magnifiche, le Mitra di Ro- Campanile cui sovraslìi la slatua di Ro-
may contengono l'origine, il mirabile in- ma col salutifero vessi IIq della Croce, con
cremento ed estensione progressiva della Orologio e Campanede\ magistrato mu-
cillà, i principali fisti, e le politiche cla- nicipale, essendo la piazza nobilitata dal-
morose vicende di Roma, da Romolo suo la stupenda statua equestre di Marc'Au-
fondatore, alla nostra memorabile epo- relio. Questi edifìzi nella maggior par-
ca. Magico, incantevole e magnifico è il te sono tipi e modelli di grandiosa e mi-
principale Ingresw di Roma^ provenien- iabile archileltura,verien)poriide'capo-
ti dallo sloiìco Ponte Molle o Milvio. Le lavori dell'arte antica e moderna, di pit-
Strade di Roma nella maggior parte sono tura a fi esco, a olio ed in musaico, di cia-
ampie, molte Uinghissime,dritteeregola- scun genere di scultura in bronzo e in mar-
ri, decorale dal gran numero delle P/V/z- mo, ridondanti d'ogni maniera di prezio-
ze di Roma,o\e ricordai i più interessan- se colonne, di rare pietre, di superbi mar-
ti fabbricati che finnoadesse corona, pri- mi, e di tulli quegli ornamenti, abbelli-
meggiando la sontuosissima Piazza /^rr- menti e decorazioni , che in tanti secoli
ticana,Qiìchepe\ miracolo dell'arte e me- tutte le arti a gara seppeio far di meglio
raviglia dell'universo che gigantescamen- per la loro sede, per mezzo de' più cele-
te ivi si eleva, la Chiesa di s. Pietro , il berrimi architetti, pittori, scultori e al-
cui solo nome basta, non potendosi defi- tri benemeriti artisti; qualunqtiefiase vo-
nire con poche parole l'augustissimo lem- lessi sempre sarebbe inferiore e as-
usare,
pio. Molle di queste piazze sono vastis- sai lontano da tutto quanto che in se com-

sime e imponenti pel sontuoso complesso prendono siffatli magnifìcenlissimi edifi-


che in un alle slesse vie hanno di vasti zi, che de^gnamente risplendono nell'al-
àaWe Basiliche e Chiese di
e belli edifizii ma cillàj che descrissi negl'indicati e al-
Romagnoli poche delle quali descrissi negli tri articoli, ma con quel metodo che re-
articoli che hanno reIazione,altrellanto
vi putai convenire alla natura di questa mia
feci degli Oratorii), nelle quali Roma non opera , corroborandoli con rammentare
può a ver paragone in qualunque città del la migliore porzione di quella nutnerosa
mondo, siccome maestosissime ^.sorpren- schiera di dotti che gl'illustrarono in tut-
denti perle loro ardilecupole,elevalicam- te loro parti. Roma moderna e Roma pa-
panili con eccellenti campane, bcllissinii pale delle antiche e delle nuove bellezze,
portici, magnifiche facciate e porle, gran- pel genio, vasta mente e grandiosa muni-
diosee vaghissime cappelle,superbi monu- ficenza di tanti magnanimi Papi prolet-
menti sepolcrali precipuamente de* Pon- tori delle arti, ofiVe il più singolare, uni-
tefici, e pel complesso delle loro incalco- co e meraviglioso accoppiamento; ma con-
labili ricchezze artistiche, e sommamen- siderala sotto i sagri rapporti presenta
te venerande pei p^egi ecclesiastici^ dagli una serie impareggiabile di nobilissimi
Obelischi di Roma, derivanti dall'Egit- trofei del cristianesimo, pei tesori spiri-
to; dalle ricordale Fontane di Roniaj tuali che possiede, e doviziosamente d'in-
dalle Colonne di Romaj dai, Palazzi di signi e sante Reliquie, di santuari, com-
Roma (^lìel quale articolo dissi ancora di presa la Scala Santa o Sancta Sanato-
quanto riguarda le abitazioni e le loro r?/A/f,d'//7i/7//7g'///7 prodigiose, di sagre sup-

pigioni , insieme a quelle degli Ebrei), pellettili, in moltissime delle quali l'arte
splendidi pei' princi[)esca magnificenza ; vince la materia, ad onta delle fatali vicen-
dai Palazzi j4posloUci (ove descrissi pu- de cui soggiacque la cillà ne' tanti saccheg-
re gli antichi) Lateràncnse, (Quirinale e gi che la spogliarono e deturparono, mas-
ROM ROM 143
simamenle in quellodel 5*27, e delleìnt- 1 te del palazzo Vaticano, ha le magni fi-
luose epoche che segnalarono il dechnar Cappella Sistina e Cappella
centissirae

del possalo secolo, edprimordi dal trop- i Paolina, colle grandiose sale regia edu-
po famoso corrente. Oh avessi potuto am • cale, con ampio e nobilissimo giardino.
mirarla mia Roma nel 5^6,6 nei primi 1 Nelle dette cappelle Paolina e Sistina, il

anni del pontificato di Pio VI Quanti


1 te- Papa coi cardinali,prelati echi vi ha luogo
sori d' arte andarono distrutti e invola- celebra o assiste alle sagre funzioni, che
li! Appendice a tante lagrimevoli desola- diffusamente descrissi a Cappelle ponti-
zioni fu il 1849, ^^^ ^'^'^ diroccate bar- ficie, con tanta ecclesiastica magnificen-
baramente diverse abitazioni, l'arco che za, e con tonte auguste cereoionie e mae-
congiunge al Castel s. Angelo il corridoio stosi riti, che formarono sempre la pro-

che comunica Vaticano, poi rifatto,


col fonda venerazione deVomani, come degli
e la Fontana di piazza di Castello; e nel stranieri d'ogni più rimofa parie del mon-
suburbio l'amenissima e principesca FU- do, e d'ogni credenza religiosa, che ap-
la Borghese, la villa fairizi^e moltissimi positamente si conducono in Roma per
deliziosi casini,alcuno pregevole anche per vederle, ed altrettanto fecero e praticano
qualche memoria, e per le pitture che li i sovrani piti possenti. Nello stesso arti-

abbellivano; ne fu risparmiala la chiesa colo notai in quali basiliche e chiese di


di s. Pancrazio ed il suddetto Ponte Mol- Roma hanno luogo le pontificie funzio-
le per non dire altro , avendone molti
,
ni, ed a Cappelle CARDINALIZIE e Cappel-
descritte le rovine cagionate dagli avve- le PRELATIZIE, quelle celebrate dai Cardi-
nimenti di queir infelice epoca, di vero nali e Prelati. Di tutte queste funzioni per
spettacolo di scandalo alle nazioni, e che ulteriore spiegazione delle ceremonie sa-
tratteggiai con pena edolore nell* artico- gre, e per altre particolarità, ne riparlai
lo Pio IX. Un gran numero de'succennali asili
o articoli relativi. Il Palazzo Valicano
palazzi contengono, oltre maravigliosi af- contiene inoltre gli archivi della s. Sede
freschi, gallerie copiosissime di scelli qua- (nel quale articolo feci parola dell' ar-
dri di tutte le scuole ,
musei di sfatue e chivio Urbano, collocato Tìe\Palazzo Sal-
raresculture,ed altri maimi preziosi, bi- viate ), il cui immenso pregio non è da-
blioteche e libierie insigni, e parecchi di to indicare con poche frasi; la Biblioteca

tali palazzi si possono dire nobilissime Faticana, tesoro inestimabile delle arti
reggie. II Palazzo apostolico Lateranen- e delle scienze, e della quale riparlai in
se,succeduto al celeberrimo Patriarchìo, più luoghi, come a Lettera, a Libreria,
racchiude il ragguardevole e impoi tante a Medaglie PONTIFICIE, a Palazzo Vati-
Museo Gregoriano Lateranense. Il Prz- cano. In questo avvi inoltre il famosissi-
/flzzocr^05/o//roQ«//7/7<7/esi dislingue per mo Museo FaticanOj di cui è impossibi-
la sua splendidezza, per una pregevole le qui celebrarne l'incomparabile empo-
raccolta di quadri, per belli affreschi, per rio,che forma Tuniversale ammirazione,
superbi marmi, per la sontuosa Cappel- egualmente dicasi per la sua galleria o
la Paolina e propinqua sala regia, per pinacoteca de'quadri, a fianco delle stan-
le Cappelle segrete del palazzo Quirina- ze e delle loggie dipinte da Raffaele; ed
le, non che pel contigtio delizioso giar- i preziosissimi e classici Museo Gregoria-
dino, perciò degna residenza pontificia e no Etrusco, e Museo Gregoriano Egizio,
luogo del Conclave. Il Palazzo aposto- 1 tre Palazzi di Campidoglio ilecoral'x ói

lico Faticano è un aggregato colossale di bellissimi affreschi, unoè il ^e/2/7/or/o, l'al-


palazzi e di meraviglie, decorosa e vene- tro àe Conservatori dì Roma co'famige-
randa abitazione de'Papi, primaria sede rati fasti capitolini, con cappella galle- ,

delle belle arti. Oltre le Cappelle segre- ria de'quadri di valenti artisti, e la Proto-
j

i44 i^OM ROM


molcca Cnpilolina; il 3." è il celel)rmis- Giovanni Lalerano, omnium IJrhis et
in
siiiìoMusco CapiloUno, il più antico di Orbis ecclesiaruni Mater et Caput, nel- I
Iloma, dovizioso di eccelleulissime scul- la quale come suo vescovato il Papa pren-
ture. Ecco cosa lia saputo fare la costan- de il solenne Possesso, ad il suo cardinal
te munificenza de' Papi, sempre intenti /''icario di Roma e suo distretto, o per
allosplendidoahbeliimentodi Roma. Ol- lui il prelato /'icf<gerente,U\nno\ti sagre
tre gii altii edifìzi, de'quali iu seguilo fa- Ordinazioni e consagrano VOlio santo:
rò nìcmoria, egualmente da me descrit- di questa sagrosanta chiesa parlai
ancora
ti ai loro articoli, qui aggiungerò quelli a Palazzo Lateranensec relativi artico-
delleCampane , Campanili e Orologi li mentre nel citato tratto del cardinal
,

óe Teatri di Roma^ delle Carceri di Ro- Arciprete e suo insigne capitolo, a Peni-
ma e Prigioni , delle Dogane di Roma. TENziEia DI Roma del collegio de'suoi pe-
Sorvegliavano alla nettezza delle strade nitenzieri e di quelli delle altre chiese pa-
di Roma i Maestri di strade: ora ne ha triarcali. Accanto all'arcibasilica è WBat'
cura il municipio della città. Anticamente tisterio o Fonte sagro o Chiesa di s. Gio-

la città non era che malamente illumi- vanni infinte. Anche le patriarcali Chie-
nata dai funalij che i di voti collocavano sa di s. Pietro in Faticano e Chiesa ili
avanti le s. Immagini (al quale articolo s. Maria Maggiore, hanno il cardinal ar-
notai quelle che aprirono gli occhi), po- ciprete con insigni capitoli e battisteri. Le
ste per lo più negli angoli e dette Maestà dette 3 patriarcali, e l'altra patriarcale
ne'tempi antichi. In fatti, notai nel voi. Chiesa di s. Paolo mila via Ostiense (la
Vili, p. 75, che in tempo di sede vacan- 5." essendo la Chiesa di s. Lorenzofuo-
te tutti i capi di famiglia doveano la not- ri delle /72/aYz), hanno \q Porte sante, c\ìq
te tenere un lume alla finestra. Però nei dal Papa e dai cardinali legati si aprono
primi del corrente secolo 1' amministra- e chiudono negli anni santi del Giubileo :
zione francese ordinò l'illuminazione del- in quella di s. Pietro si celebrano le so-
la città, mediante 000 lampioni che
I fu- lenni Beatificazioni e Canonizzazioni, al-
rono sospesi nel centro delle strade, indi le quali, come per lucrare le Indulgenze
il governo pontificio migliorò il colloca- del giubileo (e quelle di cui sono dovi-
mento de'lampioni e gli aumentò con più ziosamente ricche le principali chiese di
di 5oo. Nel 1846 in qualche abitazione Roma), concorre un immenso numero di
s'introdusse l' illuminazione a gaz, onde stranieri d* ogni grado e condizione. Ad
nel marzo il governatole di Roma ema- ognuna di delle patriarcali, non solo feci
nò opportune prescrizioni per la pubbli- dettagliata descrizione delle loro struttu-
ca sanità e sicurezza. Nel n.° 1 1 del Dia- re, qualifiche, reliquie che posseggono,
rio di Roma ìS^'j si legge, che volevasi e de'loro singoli pregi (altrettanto nelle
erigere uno stabilimento per distillare il altre chiese),nìa rimarcai le funzioni prin-
gaz e distribuirlo a chi ne amava l'illu- cipali che anticamente si celebravano e
minazione. Di recente il voi. 9 p. 4^^ quelle che ora si fanno (per la basilica O-
,

della Civiltà cattolica, dice che la mu- stiense può vedersi anche la biografia di
nicipalità di Roma ha definitivamente di- s. Paolo); i Papi che vi sono sepolti, cou
sposto l'illuminazione notturna di Roma la descrizione de'loro mausolei, colle no-
a gaz, avendone concluso il contratto; per tizie de'capitoli, loro insegne corali e pri-
cui speriamo di godere il vantaggio e lo vilegi, insieme alla serie degli arcipreti, e
spettacolo di questasplendidaapplicazio- per la basilica di s. Paolo quanto riguar-
ue della scienza moderna. da monastero. Nel voi. XX, p. 2 5 feci
il

La cattedrale di Roma è l'arcibasilica parola dell' opuscolo annuale intitolato


Lalcrancnse , o patriarcale Cliiesa di s. Diario Romano , che indica le feste ,
le
ROM ROM 145
slazionij le sagre funzioni, processioni, e lolico dislinguesi sopra tutte le altre me^
(li vote pratiche, ordinarie e straordina- tropoli, per la molteplicità, vastità e ric-
rie, die hanno kiogonelle C/i/e>?ee Ora- chezza de'sagri templi, e nella splendidez-
to r li ^\ Roma (nel voi. XLVII, p. r48e za de'suoi arredi, suppellettili e paramen-
i5o, parlai degli Oralorii sagri in mu- ti del clero. Anche negli antichi secoli fu
sica), che nella maggior parte descrissi a sempre grande e magnifica la ricchezza
Mese, Predica, Missioni, Esercizi spiri- romana, come diffusamente
della chiesa
tuali, DOTTHIIVA CRISTIANA, PROCESSIONI, riportai in tanti luoghi, per cui Ammia-
Via Crucis, Ottavario, Novena, Stazio- no Marcellino, maledico scrittore paga-
ni, Feste, Vigilie, Preghiera, e per non no, nel IV secolo tacciava di fasto e pro-
dire di altri a Quarant'ore. Abbiamo mol- fusione i romani Pontefici. Gli uomini
li che trattano di questo ampioargo-
libri essendo composti di spiritoedi sensi cor-
menlo, edecconealcuni: degli altri nume- porei, volle Iddio che anco nelcultoester-
rosi Il ricordo alloro articoli. Guida ange- no della sua chiesa, con l'apparalo de'suoi
lica per visitare le chiese che sono dentro templi e la dignità de'suoi ministri e rap-
e fuori di Roma, e per sapere le feste che presentanti imponesserorispetto. L'este-
vi si celebrano j con notizia delle reliquie riore splendore impone nella stessa gui-
che vi sono e di tutti gli esercizi di divo- sa che decoro materiale d' una chiesa
il

zfo/ze, Roma 1681. Bartolomeo Piazza, ispira divozione; e non vi èacattolicoche


Santuario ovvero Menologio romano per- assista ai pontificali del Papa, che non si

petuo per la visita delle chiese, feste sia- ^ senta commosso e penetrato da venera*
zioni e cose sagre memorabili di Roma, zione. R.iflette Nardi, De parrochi^ì. 1,
ivi 1675. Giuseppe Vasi, Tesoro sagro, p. 197, che i virtuosi e saggi ecclesiasti-
cioè le basiliche, le chiese, cimiteri e san- ci, circondati di splendore secondo le ve-
tuari di Roma,
1771. Stefano Gallo-
ivi sti e le insegne della loro dignità, sono
nio, Nuova guida angelica perpetua ro- piì^i umili e divotì, o sia che considerino
mana per visitare le chiese dentro e fuo- il peso spirituale che sotto quelle vesti si

ri di Roma, colle notizie delle reliquie che nasconde, o che rifletti no alla miseria
sia

in esse vi sono, Koma pel Zenobi. Roma umana, la quale abbisogna di fragili sus-
cenlro della religione, sempre si è eminen- sidii, o sia che contemplino la bontàdi Dio
temente distinta nella pietà e nella prati- che gli ha elevati e scelti tra'fratelli, ov-
ca d'ogni culto religioso, ed in ogni manie- vero che riguardino la Gerarchia eccle-
ra di edificanti divozioni, contribuendo- siastica come ombra della celeste,o sia che
vi esemplarmente il suo numeroso Clero pensino alla fugacità di quelle cose, o sia
secolare e regolare, essendo noi romani che facciano altre considerazioni più pro-
teneramente divoti della Madre di Dio, fonde. A Chiesedi Roma enumerai 5 Basi-
sine labe originali concepta, e de'glorio- liche patriarcali, riguardate come altret-
si Roma ss. Pietro e Paolo.
protettori di i tante cattedrali del Papa, per le sue subli-
11popolo romano, per la sua singolare mi prerogative del Primato e di supremo
venerazione verso la Madonna, a giusto GerarcaàeW^ Chiesa universale.Otto ba-
titolo viene detto, il divoto di Maria ss. siliche minori e come le patriarcali colle
Oltre che genericamente par-
gli storici loro insegne di Padiglione, Campanello
larono delle Chiese di Roma, che a que- e Croce, doppie avendole la basilica La-
sto articolo riportai, ed i quali trattaro- teranense. Nove collegiate, tutte con ca-
no pure delle loro reliquie e indulgenze, pitoli di canonici, come le patriarcali e
diquellech'ebbero storici particolari non basiliche minori. Cinquanta chiesedi Ti-
mancai di ricordarli ai loro articoli,im- toli cardinalizi e sedici chiese di Diaco-

perocchè Roma qua! capp dell'orbe cat- nie cardinalizie y avvertendo che la ba-
VOL. Lvni.
i46 ROxM ROM
silica Lorenzo in Damaso è
eli s. liloìo o sillanijCasslncsi, Camaldolesi, T^allom-
diaconia, secondo l'ordine di cui fa par- hrosani, Camaldolesi eremiti di Tosca-
te il cardinale /7r<?- Cancelliere, al quale na, Camaldolesi eremiti di Monte Coro-
appartiene. Le Sette chiese sono quelle na, Cistercensi, Cistercensi della Trap-
elicsi visilano,per le particolari indulgen- pa , Olivctani,Sdveslrini,Girolamini, Cer-
ze che si acquistano. Diconsi chiese sta- tosini,Maroniti Aleppini di s. Antonio
zionali quelle in cui è l'indulgenza del- abbate, /l/r/ro/»7t Libanesi <\\ s. Antonio
le Stazioni, ht chiese con Parrocchie m abbate, Maroniti LibanesiiW s. Isaia, An-
cura del clero secolare e regolare, in Ro« toniani armeni di s. Antonio abbate (dei

nn\ sono 44 ("O" comprese quelle del Pa- quali anche a Patriarcato armeno), Mc'
lazzo apostolico, dell' Ospizio dia. 7li/c/ie- chitaristi armeni di Venezia, Mechitari-
/e,edi altri luoghi pii);fuori di essa e nel su- sii armeni di Wenna, Me Ichili o basilia'
burbio 9, tutte col battisterio: il clero ro- ni greco-melchiti del ss. Salvatore, Mei-
mano ogni anno elegge il Camerlengo del chiti o basiliani greco-melchiti di s. Gio.
<7<?ro rom<^7/7o. Delle altre chieseo naziona- in Soairo. Frati e loro riforme, Domeni-
li,© di ordini religiosi d'ambo i sessi, odi cani, Minori osservanti. Minori osservan-
ospedali, o di sodalizi e altre pie corpora- ti Riformati, Minori Riformati d\ s. Pie-
zioni, ne trattai ai loro speciali articoli. Iq tro d'Alcantara di Spagna, Minori Con-
Roma ordinariamente risiedono quasi tut- ventuali, Minori Cappuccini, Francesca-
ti i Superiori generali óe^W Ordini o Con- ni del terz ordine di s. Francesco, Ago-

gregazioni religiose, o almeno i loro Pro- stiniani, Agostiniani scalzi. Carmelita-


curatori generalied'ì molle nazioni. Qua- ni calzati, Carmelitani scalzi. Servi di
si innumerabili erano in Roma, avanti le Maria, Mercedari della redenzione de-
vicende politiche de'primi anni di questo gli schiavi. Trinitari del riscatto , Minimi,
secolo, i Monasteri à'\ Monaci e Blona- Girolamini del b. Pietro da Pisa, della
che, i Conventi, i Ritiri, ed altre case re- Penitenza o scalzetti, Benfrateili. I mo-
ligiose di quasi toltele couiunità appro- nasteri delle monache religiose esistenti
vate canonicamente, dell'uno e dell'altro in Roma, sono i seguenti, ed anche di es-
sesso. Al presente vi sono seguenti canoni-
i se descrissi oltre l'istituto, i monasteri e
ci regolari, chierici regolari, congregazio- le chiese che loro appartengono. Canoni-
ni in comunità, monaci, frali, i quali tutti chesse Laleranensi, Benedettine, Camal-
hannoarticoli,insieme alla descrizione del- dolesi, Francescane di piìi specie, Cap-
le loro canoniche,case, monasteri, conven- puccine, Agostiniane, della Purificazio-
ti e chiese, possedendo quelli degli uomini ne, Teresiane^ Carmelitane, Carmelita-
biblioteche, nella pili parte copiose e co- no scalze. Cistercensi ^Salesiane, Dome-
spicue. Alcuni posseggono più case e chie- nicane, Servite, della ss. Annunziata o
se. Canonici regolari del ss. Salvatore La- turchine, ^^^f/y///2e_, Orsoline, ùgX Divi-
teranensi. Chierici regolari Teatini, Bar- no amore, Adorairici perpetue del ss. Sa-
nabiti, Soniaschi, Gesuiti, Chierici rego- gramento. Oblatedis. Francesca roma-
lari minori. Ministri degl'infermi, Chie- na di Tor de'specchi, Oblate de sette do'
rici regolari della Madre di Dio, Scuo- lori, Filippine , del ss. Bambino Gesìc,
le pie. Congregazioni in Comunità, del- del Sagro Cuore, Figlie del Calvario,
l' Oratorio o Filippini , di s. Girolamo Sorelle o suore della Carità, Figlie della
della Carità, Dottrinari, Missionari, Pii Carità, Buon Pastore. Negli articoli Ar-
operai. Congregazioni religiose, Passio- ciconfraternite, Confraternite, Uni-
nisti,Ae\ss. Redentore, della Regina de- versità ARTISTICHE, cd ìu quclU degli sta-
gli depostoli Apostolato catlolicOjFra- ti esteri delle diverse nazioni, con dota-

lelli delle Scuole cristiane. Monaci, Ba- zioni per le loro Daziooali dinaoranti ia
,

ROM HOM 147


Koma, ragionai de' sodalizi che sono in Papi per eliminare l'ozioso vagabondag-
Berna, delle loro chiese e delle tanto be- gio e funesto accattonaggio (a tale effetto
nefiche e caritatevoli istituzioni di mol- costantemente presero le piùenergichee
te. Vi sono pure molte Congregazioni di' benefiche provvidenze, che riportala Po-
vote e pie, come dell' orazione notturna vero), ed ove albergano due grandi fa-
delle QuaraiiCorCy quelle de' Cimiteri e miglie di giovani e di donne, i primi s'i-

altre. Dell'istruzione cattolica per gli e- truiscono nelle arti, e nella musica vocale
brei, trattai nel voi. XXI, p! 23. e islromentale, leseconde s'impiegano in
Gl'istituti di carità e di pubblica be- vari lavori, o si accomodano a servire pri-
neficenza in Roma fioriscono ingrandis- vate famiglie. Propinquo evvi l'Ospizio
simo numero, pei Papi e altri benefatto- o convitto dì scuola e istruzione de* sordo
ri magnanimi, degni del centro della re- muli d'ambo i sessi. L' Ospizio di Tata
ligione dell' amore che ha per sublime , Giovanni^ pegli orfani abbandonati, che
principio l'amare il proprio simile come apprendono differenti mestieri a Orfa- :

se stesso; e ben può dirsi cattolica la ca- notrofio dissi degli altri orfanotrofidi Ro-
rità romana, poiché oltre romani, qua- i ma pe'due sessi. U Ospizio della ss. Tri-
si tutte le nazioni contribuirono a ron- nità de*pellegrini e convalescenti d'ambo
darvi benefiche istituzioni, come raccon- i sessi, magnifico e benemeritostabilimen-
tai a Ospedali di Roma, a Collegi di Ro- to. Gli Ospedali di Roma furono i pri-
ma, a Doti (la sola /J rei confraternita del- mi ad aprirsi in Italia e nelle regioni oc-
la ss. ^ nniinziatajdeWa quale riparlai in cidentali, con romana munificenza e per
tanti luoghi, come ne' voi. XI I,p. 143,1 44> ogni genere d'infermità, e perciò oltre gli
XX, p. ^32, nel marzo 1802 distribuì ospedali nazionali, feci la descrizione, in
646 doti nella complessiva somma di scu- uno alle proprie chiese, dell' 05^etì?rt/er/e

di 20,4405 P*"^
o meno altrettanto fa o- s. Giacomo degl' incurabili,}pe\ dixe sessi
gni anno) per quelleannue che si confe- malati di piaghe e d'infermità sifilitiche;

riscono pel matrimonio e monacazione, dell'Ospedale di Giovanni di Dio dei


s.

e ad Ospizi di Roma. Ivi in separati ar- benfraleilij pei febbricitanti o afflitti da


ticoli descrissi, con le chiese di quelli che malattie aculei dell' Ospedale dì s. Maria
ne haimOjV Ospizio di s. Michele a Ripa^ della Consolazione (il cui cimiterioechie-
meraviglioso monumento d'una delle più sina furono demoliti dai repubblicani del
grandiose opere di carità cristiana, situa- i849per ingrandire gli scavi del Foro ro-
lo in vastissimo e amplissimo locale, ed manOyOve recisero l'alborata, come altro-
istituito pel sublime concepimento di e- ve), per ambedue i sessi affetti da ferite,

slirpare la mendicità del Povero: esso ab- fi'.al ture, contusioni, lussazioni e scottatu-
braccia 4 glandi famiglie, vecchi, vecchie, re; dell' Ospedale di s. Gallicano, ^e'ro-
ragazzi e zitelle, con scuole di arti mecca- gnosi e tignosi, e altre malattie cutanee di
niche e liberali, oltre il lanificio e la fabbri- uomini e donne^dell' Ospedale di s. Rocco
ca degli arazzi in figura eornato,unica nel- per le partorienti; dell' Ospedale del ss.
lo slato e in Italia, e ancor più antica di Salvatore presso s. Giovanni in Latera-
quella di Gobelin in Francia. L' Ospizio nOy per le donne di qualunque età, con-
anche all'articolo
de* convertendij di cui dizione e religione, affette da malattie me-
Rasponi; XOapizio di s. Galla, ^ev rico- diche e croniche; dell' 05/7ec?^2/e di s. Spi-
verare nella notte poveri; T Ospizio di i rito, monumento insignemente magnifi-
s. Lucia de Ginnasi, pe' sacerdoti Pelle- co, e per gl'immensi suoi locali il più bel-
grini; V Ospizio dis. Luigi Gonzaga, per lo e il più grande d'Europa, per qualun-
ricevere la notte le povere donne; ['Ospi- que uomo febbricitante, ferito,© infermo
zio di s. Maria degli /^^'g"t'Z/, fondato dai di malattie acute, d'ogni età e religione,
i48 ROM ROM
che secondo la specie (le'mali di cui sono lichiromani, incominciati sotto Augusta,
afletti^vengono divisi in apposite loca- con distribuzioni pecuniarie e frumenta-
lità ha r insigne Biblioteca Lancisia-
: rie, oltre i congiari; notando però, che ne

na, musei anatomico e di storia naturale, ha senza confronto assai più e molto più
conservatorio delle bastarde , casa degli pregevoli Roma cristiana, fino dai primi
esposti, ospedale di pazzi, e banco di de- secoli dellaChiesa, in uno all'esercizio del-
positi volontari o giudiziari. La carila ro- Pospitalilà, quale fu altresì praticala da*
mana novera tra lesucarciconfralernile gli antichi romani, come riferii a Ospi-
e confraternite, molli istituti liniosinieri, zio anche con case e Bagni.
, A Poterò
anche a vantaggio delle Vergini e P^e^ ancora narrai le infermerie o ricettacoli
dovCy de' carcerati e indebitati. 1 Papi di malati presso i templi, ed usali dai ro-
grandemente cooperarono alle tante bel- mani antichi, i quali ne aveano pure pel
le opere che risplendono nella loro sede bestiame ammorbato; ma il balsamosoa-
in favore de'bisognosi, sia col proprio pe- vissimo della carità ispirala dalia religio-
culio, che colle casse àe Lotti (le cui do- ne cristiana che dirige nostri stabili men-
i

ti, per disposizione del Papa che regna, ti,. non era conosciuto dai Gentili e Pa-
dal dicembre 1847 si distribuiscono in g^<7/2/. Nondimeno è
celebrata per antono-
Bomadal cardinal vicario, nelle provin- masia Caritàronìana,^evc\\k\e
l'antica

cie dello stato dai vescovi, .ille zitelle più più nobili e ricche matrone, gli uomini
meritevoli),de'^/Tei'i,*deila Dataria eóéì- patrizi e consolari la esercitarono, finche

V Elemosineria apostolica ;ci\v<\\nn\'\, ve- i romani Pontefici ne furono splendido


scovi, prelati, ecclesiastici, ealtri ne imi- esempio, con ogni maniera di magnifiche-
tarono generosissimamente gli esempi : e benefiche istituzioni , verso i poveri e
prima l'elemosineria pagava lespezierie, gl'infelici. romani sono limosi-
Tuttóra i

i medici, i chirurghi, le levatrici pei po- nieri e generosi, perquell'islinto d'animo


veri di tutti i rioni; ora ciò eseguisce non grande trasmesso dai loro antenati, e per-
più il municipio romano, cui l'avea at- fezionàtodalla dottrina del vangelo. Del-
tribuito il Papa regnante, ma la commis- le istituzioni di carità Roma può dirsene
sione de'sussidii, per altra sua disposizio- maestra, come di tante altre, adottate da-
ne. I Papi sino dai primi tempi della Chie- gli stranieri e propagate per tutto il mon-
sa destinarono Difensori ai poveri ,
poi do, avendo contribuito e servito al suo mi-
costituirono l'avvocato de' Poveri rei di gliore incivilimento e coltura. Non vi ha
delitti criminali, e l'avvocalo de' poveri straniero che in Roma non trovi soccor-
e nobile romano, per le cause civili; non so, sia infermo, sia pellegrino, sia abban-
che il giudice de'poveri senza appelloj da donato, con ricovero negli ospizi e ospe-
cui derivò il giudice delle mercedi del dali, o dalla pielà de'romani e altri abi-
Tribunale Campidoglio, e di questo,
di tanti. Anche nelle Carceri e nelle Prigio-
come di quello, tratto a Senato roma- ni sempre si diffuse la carità romana e
no, in uno al già tribunale de' Conser- de'Papi : il sistema penitenziario o di re-
vatori di Roma. Per la difesa e patroci- clusione cellulare , di cui menano tanto
nio de' poveri eziandio vi sono: i Pro- vanto gli stranieri, è di origine cattolica
curatori di collegio, la congregazione di e romana : fra gli scrittori americani lo
s. Ivo, di cui parlai nel voi. XIX, p. 34, confessa schietlamente Smith con opera
la prelatura Amadori che descrissi nel impressa a Filadelfia nel i833, ove a p.
voi. LV,146, e qui aggiungerò che è
p. 6 dice. » La prima riforma della discipli-

divenuto prelato chi la gode. Al citato na penitenziaria devesi a Roma cattoli-


ari icolo Povero parlai pure degli slabili- ca. Il carcere in cui là s'introdusse per la

mcnti di pubblica beueiicenza degli an- prima volta è rimasto per circa un seco-
ROM ROM 149
Io esempio unico di quello che possa la be- in cui è gran concorso lai.* domenica di
neficenza cristiana; e questa riforma non maggio), de'ss. Quattro, di s. Eufemia^
è uscita da Roma sua culla, ed è rima- dis. Croce della Penitenza del Buon Pa-

sta senza imitatori nella cristianità. La ca- store^ dell' 0.sy?/z;/o apostolico, delle M'/2-
sa di rifugio di s. Michele fu la prima ca- dicanti, i\e\\iì Divina Provvidenza, deWix
sa penitenziaria d' Europa. Lo scopo di ss.Concezione o J^iperesche, della Divi-
questa nobile istituzione fu la riforma mo- na Provvidenza o Rifugio in Trasteve-
rale, non la inflizione de'castighi". Infat- re, di s. Maria del Rifugio del p. Bussi,
\ì sul portico della casa penitenziaria di de'ss. Clemente e Crescentlno o Zoccol-
s.Michele in Roma, è scritta quest'aurea lette, del conservatorio Pio, della ss. 7>/-
sentenza Panini est coercere improbos
: nilà o Trinitarie, delle Pericolanti, del
pocna, nisi próhiis effìcias disciplina. Ver- Borromeo , del Ritiro della Croce di s.

so il 'declinare del secolo XV istituiti i Francesca romana, del Rifugio di s. Ma-


beneficentissimi Monti dì pietà, per le ria in Trastevere, dell* Addolorata o s.

I gratuite prestanze sopra pegni


lenti, lioma r ebbe nel i539 e divenne
equiva- Famiglia, del Rifugio della Lauretana,
della Pia casa di carità in via Borgo s.
quale lo descrissi, sommamente benefico Agata, del Ritiro del s. Cuore di Gesìc
e splendidissimo stabilimento, veramente alla salita di s. Onofrio o Carolino. Inol-
romano: nel voi. LUI, p. 219 e 282 rac- tre all'articolo E^overo rammentai la com-
contai la sua recente estensione di presti- pagnia di s. Elisabetta pei ciechi e storpi
li sopra oggetti d* arte, particolarmente de*due sessi, e delle vecchie inabili, che
di pitture antiche, medesimo seonde nel cantavano orazioni e improvvisavano :

n' è formata per incanto una magnifica non potendosi del lutto togliere dalla cit-
raccolta, non che l'istituzione di case suc- tà i questuanti, pei motivi ivi narrati, si

cursali in diversi rioni per ricevere pegni. volle disciplinarli con vincoli religiosi; a
Pei poveri d'ambo non solo in di-
i sessi Quarant' ore dissi de' ciechi e altri che
versi tempi memorati ospizi;
si aprirono i sono ammessi sulle Porte delle chiese a
ma per le zitelle povere, onde preservar- mendicar l'elemosina. Dissi ancora della
le dalla corruzione, e per le donne abban- benemerentissima e mirabile congrega-
donate a vita licenziosa sempre contri- , zione della Divina pietà, pe' poveri ver-
buendovi i Papi, furono istituti i Conser- gognosi; dell'annuo compenso ai padri di
vatorii di Roma: in progresso di tempo 12 figli, in luogo dell'antiche franchigie
molti di questi utilissimi luoghi di bene- che loro s'accorda vano;della congregazio-
fico ricovero, diventarono stabilimenti di ne del sussidio ecclesiastico; della distri-
^istruzione e di educazione per le donzel- buzione di pane che ha luogo per le inon-
le, e alcuni anche monasteri, in diversi a- dazioni del Tevere, ne'tempi di neve (ra-
prendosi pure convitti, e scuole perle po- ri in Roma) e delle grandi pioggie; del-
vere. Ecco
novero di quelli di cui feci
il le benefiche disposizioni fatte a' nostri

la storia, descrivendo le loro chiese per tempi da Gregorio Chiesa, da mg.^ Car-
quelli che ne hanno. Conservatorio delle mignanOjdalla contessa Carpegna, da Be-
Pi^jelte, delle iVeo/z^e, di s. Caterina dei nedetto Greco d'OIevano; dell'istituzione
Ftinari (ove parlai del Castel di Leva nel- provvidissima della Gassa di risparmio,
l'Agro romano, per la chiesa della Ma- anche per bandire lo scialacquamento, e
donna del Divino amore, in cui concorre il rovinosissimo e immoralissimoZ«^50,

in folla il basso popolo romano nel lune- che prima avea santissime prammatiche,
dì di Pentecoste che altra
: qui noterò , come il Lutto divenuto ormai boriosa o-
chiesa di celebrità popolarcela Chiesa stentazione;de'lavori pubblici delti di be-
della ss. Annunziata nella via Ostiense, neficenza o sussidio pe'poveri. validi, ri-
i5o ROM ROM
prislinnli dal governo francese e aumen- filologico. Le cattedre sono per la teolo-

tali dai Papi posteriori, seguendo le or- canonica medicina e


gia, legge civile e ,

me de'Ioro predecessori, che consideraro- chirurgia, farmacia, /oologia, filosofia e


no il fabbricare siccome carità pubblica. matematica, filologia ec. comprese diver-
) francesi nel riattivarli ebbero il possen- se lingue : ha la chiesa, la Biblioteca A-
te slimolo di conservare Toi dine e la Iran- lessandrina, gabinetti e musei chimico,
cpiillilà della occupata città, la quale per fisico, ottico, farmaceutico, ostetrico, zoo-
la dispersione e deportazione del Papa, logico, anatomico, di materie mediche,
del s. collegio, della prelatura, e del clero mineralogico, orto botanico (del quale
secolare e regolare era come altre volte e del vivaio delle piante presso la Chiesa
divenuta città provinciale; laonde moltis- di s. Sisto, parlai ne' voi. XLIV, p. io3,
simi e precipuamente della curia, cortigia- e L, p. 3 19), osservatorio astronomico.
cbe non aveano prestato il
ni, e tulli quelli Quindi primeggia l'università Gregoria-
Giuramento, rimasero privi dei mezzi di na o Collegio /?ow;tf/20, vasto stabilimen-
sussistenza, oziosi, alfa mali e malconlenli. to affidato alla cura de* gesuiti, con nu-
La pubblica istruzione e lo scientifico merose scuole che si comprendono dalla
insegnamento in Roma, come l'artislico, grammatica alla teologia^ e quali le de-
fu sempre eminenlementea cuore de'Pa- scrissi all'indicato articolo; ha sontuosa

pi, e corrisponde alla dignità e celebrità chiesa , scelta e vasta biblioteca , museo
del centro del sapere ecclesiastico, e del- Kircheriano, gabinetto di fisica, osserva-
la madre e maestra delle belle arti, pro- torio astronomico (degli altri diRo ma par-
tettrice ÒQ'Letteratì, delle Lettere belle e lai nel voi. L, p. 262, 263, 3 i i ), le di

d'ogni genere di artisti. Sempre il gover- cui osservazioni meteorologiche all'allcz-


no pontificio ebbe special cura perchè Ro- za di metri 48,7 sul livello del mare, pe-
ma mantenga ranlico primato nelle belle riodicamente si pubblicano dal Giornale
arti, istituendo il Commissario delle aii- di Roma; ha inoltre diverse pie congre-
tichiià, e la commissione generale per la gazioni e la prima primaria, e contiguo
conservazione de'monumenti antichi, per il celebre Or^/orzo volgarmente dello del
impedire che non vengano estratti da Ro- p. Caravila , che egualmente descrissi e

ma o dallo sialo i capolavori dell'arti, per per quanto riguarda alle missioni, nel voi.
gli ad or-
acquisti di oggetti di antichità, XLV, p. 222 e 223. Dopo il celebralo
namento musei e pinacote-
de'ponlificii collegio onora Roma il Collegio Urbano
che, e per le altre dipendenze delle belle dipropaganda fide, mjrabile stabilimen-
arti consultiva del ministero, perchè for- to cosmopolitico, gloria della s. Sede, con
ma il consiglio del governo per tuttociò alunni di tulle le lingue e nazioni (di che
che concerne antichità e arte. La più gran anco nel voi. XXI, p. 3oo), comesi con-
parte del pubblico insegnamento è sotto veniva al centro della Propagazione del-
la suprema direzione della cardinalizia la fede, delle Missioni Pontificie , e dei
Congregazione degli studi^óàWa quale e- Missionari, e donde pei Papi si propagò
ziandio dipendono tutte le università, col- e si diffonde la salutifera dottrina dell'iS'-
legi e scuole dello slato pontificio. Prin- vangelo : questo collegio ha chiesa, cospi-
cipalmente l'istruzione scientifica si con- spicua biblioteca poliglotta, museo Bor-
centra neW Università romana^ essendo- giano, e la famosa stamperia colle madri
ne arcicancelliere il cardinal Camerlengo de'caralteri d'ogni lingua. A Collegi di
di s. r. Chiesa, rettore un Avvocalo con- Roma, non solo feci la storia de'collegi e-
t'istoriale, il cui collegio fa le funzioni di sislenti (e ne riparlai ne'tanti articoli re-
collegio legale; altri collegi sono il teolo- lativi), ma anche di quelli che le vicende
gico, il medico-chirurgico, il filosofico, il de' tempi fecero estinguere. Certamente
ROM ROM i5i
clie fra'sagri e scientifici fastidi Roma ec- Cuore, e nel Conservatorio di Maria ss.

clesiastica, occupano un segnalato luogo in s. Dionisio, e dalle Maestre Pie : in


le tanto pie e istruttive istituzioni cìe'col- parecchi monasteri econservatorii vi so-

legi^ per educare e istruire nella pietà e no convittricio alunne, oeducande,di che
nella dottrina la gioventìuomana ed este- feciparola anche a Convitto. Della vera-
ra. Quasi tutti hanno chiese proprie, oal- menle principalissima, insigne e pontifi-
meno nobili cappelle o oratori!, con bi- cia accademia romana di s. Luca con ,

blioteche più o meno importanti. Ecco il chiesa e galleria, tenni proposito ne* voi."
novero degli attuali collegi, che nella più J>
P- 49> ^o, 5 1 , XI, p. 1 6 e seg., Lll, p.
partesi recano alle scuole del collegio ro- 278 : ha scuole artistiche per la pittura,
mano. Collegio Bandinellij di s. Bona- scultura, architettura, ornato, geornelria,
ventura o Sistino (del quale riparlai nei prospettiva, ottica, anatomia, istoria, mi-
tanti luoghiche lo riguardano), Capra- tologia e costumi. Famosissima è la scuo-
nìca che gode Tonorevole titolo di Almo la romana Perlo studio del
di Pittura.
come [.''fondato in Roma, Cerasoli, Cle- Blusaico in grande ed in piccolo si veda
jtientinOjGermanico- Ungarico, Ghislie- quell'articolo. A Palazzo dei la Stampe-
ri, Greco, Inglese, Irlandese, Nazareno, ria E Calcografi a CAMERALE, parlai di quei
(\e Neofilie Calecunìeni,óe Nobili, Pam- pregievoli stabilimenti. Ad Accademie di
philj. Piceno, Sabino, Salviali o Ospìzio Roma, discorsi delle accademie antiche e
degli Orfani, Scozzese, di s. Tommaso delle odierne, delle quali in molti luoghi
d* Aquino (di cui anche a Pbedicatori). analoghi riparlai , come della pontificia
Dell' Accademia de nobili ecclesiastici dL\Archeologia,i\e\\i\ pontificia delie scien-
ragionai ne* voi. I, p. 47> LUI, p, 225,e ze de'Nuovi Lincei (di cui in altri luoghi
altrove, ossia collegio di nobili giovani, e ne'vol.XLVIII, p. 267, L, p. 3o2, LUI,
anche stranieri, i quali s'istruiscono nel* p. 192), d'y^rc^tì?/V?(evol.LIV, p. 266),
le scienze ecclesiastiche, prima di entrare di Teologia (e voi. XVI, p. 26 e seg.),
in prelatura e dedicarsi ai diversi suoi ra- di Religione cattolica, dell'artistica con-
mi. Fioriscono, il venerando e decoro- gregazione de' Virtuosi al Pantheon (e
sissimo Seminario Romano, con biblio- voi. LIlI,p. 3o6), Tiberina, Latina, dei-
teca, museo e magnifica chiesa; ed il Se- laPia unione degli ecclesiastici di s. Pao-
minario Vaticano, degno dell'ononimo lo (meglio as. Paolo pia unione), Filar-

capitolo. A Biblioteche di Roma (altre no- monica (di cui a Musica), i^/Zor/r^mm^-
tizie le riportai negli articoli de Palazzi tica (di cui nel voi. LII, p. 284), pontifi-
ove sono,o trattando delle corporazioni cia di s. Cecilia (meglio a Musica); ed e-
cui appartengono, e notando quali sono ziandio feci menzione di diverse delle ac-

di pubblico accesso) descrissi le biblioteche cademie artistiche che hanno varie na-
collose e co9,i^\cne, Albani, Angelica, Bar- zioni in Roma, delle quali e delle altre
berini, Aracelilana, Casanatense , Chi- con più dettaglio parlai negli articoli dei
grana, Corsini, f^a.llicelliana : delle al- loro stati. Da ultimo fu istituita l'acca-

tre parlai di sopra. A. ScuoLEbiRoMAde- demia dell'Ira macola taConcezionediMa-


sciivo le scuole elementari, degli scolopi, ria Vergine. Nel 1812 furono pubblicate
dottrinari, de'fratelli delle scuole cristia- le Leggi dell'accademia de' Quiriti, che
ne e con scuola de'piincipii del disegno, istituita neh 83 i sotto gli auspicii del Di-
delle scuole regionarie, delle scuole not- vino Spirito, fu però approvata dalla s.

turne, asili d'infanzia, ed altre. Le fan- congregazione degli studi neli85ijavea'


ciulle vanno alle scuole di alcuni mona- do sino dal principio sempre agito. Ila
steri, e di molti de'ricordati conservato- per iscopo la coltura di ciascun ramo di
rii, ed ancora ne' Conservatorii del sagro scienze, lettere e arti liberali, ed è perciò
i5a ROM ROM
Queste sì tengono
divisa in varie sezioni. mìnciò la pubblicazione d'un Giornale
nelle mensuali adunanze, cioè di tutte le Romano riguardante precipuamente la
molle e svariate categorie di cui si for- s.Sede, e terminò in novembre; che ai
ma; le quali sezioni già posseggono ri- i 3o gennaio 1849 la Gazzetta di Roma
spettivi gabinetti, e persino Torto bota- prese il nome
Monitore Romano, ^\ov-
d\
nico. In somma questo è un istituto pa- governo ribelle e repub-
iiale ufliciale del

ri e conveniente alla grandezza del no- blicano. Mi vergogno, e per non far onta
me romano, per cui conta illustri soci in alla maestà e decoro di Roma mi guar-
tutte le parli del mondo, inclusivamen- do bene dal ricordare neppure il titolo
te air Oceania. Sua impresa è Romolo delia colluvie di empi, calunniosi e infa-
che segna colTaratro confini della nuo-
i mi fogli che inondarono la città, lo stato,
va città. All'articolo Diario DI Roma, non e molti luoghi delmondo, scandalezzan-
solo feci la storia di questo benemerito do meno savi e virtuosi, e lasciando mo-
i

giornale uilìciale, che incominciato nel numenti deplorabili e degradanti con fu-
1716, terminò nella denominazione nel neste conseguenze, essendo le catti Te pen-
1 848; come del Monitore dì Roma gior- ne le prime fra le armi più omicide, ed
nale repubblicano o/b^»^//o nazionale del il falso credulo piti facilmente del vero.

1798; ^aWa. Gazzetta Romana f Gaz- 11 Monitore Roma no levaì'mò col suo go-
zetta di Roma, Giornale di Campidoglio verno, ed a'6 luglio incominciò l'unìcia-
e Giornale politico del dipartimento di le Giornale di Roma, che prosiegue Iut-
Roma, del governamento francese; ma iera. Nel medesimo articolo lodai nuo- i

di diversi giornali romani, periodici, let- vi Giornali periodici 1' Osservatore Ro'
terari e artistici, come dell'origine e pro- mano e la Civiltà cattolica. 11 i.° ebbe
gresso de' pubblici fogli, scientifici, sto- origine inRomaili.° luglio 1848, col ti-

rici e politici (anche a Erudizione e No- tolo di Costitnzionale Romano che , la-
tizie DEL giorno), ed ancora rugionai su sciò per prendere a* 5 settembre 1
849
quanto si pubblicava in Roma periodi- quello che porta (le cui pubblicazioni ha
camente, mensilmente e annualmente; sospeso a'3 settembre 1 852). La Civiltà
cioè del Giornale Arcadico^ degli Atti cattolica incominciò nell'aprile i85o in
della pontificia accademia romana di Napolij indi fu trasferita in Roma nel no-
archeologia, del Giornale Tiberino {cg&- vembre e fiorisce. Nel n.°i 5i dell' O^^er-
ih), óitW Album, degli Annali delle scien- vatore del i 852 si riporta la circolare del
ze religiose, del Giornale del Foro, de- presente vescovo di Treviso mg.' Fari-
gli Annali medicochirurgici (cessaro- na, il quale altamente encomia e meri-
no). All'articoloNoTiziEDi Roma annuali, tamente raccomanda la lettura del Gior-
ragionai di questo almanacco ufììciale, la nale della' CiV//^^.« Egli eminentemen-
cui storia feci nel luogo ivi citato, impor- te cattolico sviluppa le piti importanti
tante a che appartengono al-
tutti quelli materie, colla forza del sillogismo, colla
la s. Sede pel suo contenuto, e che perle eflicacia delle dottrine s^gre e profane, e

circostanze politiche non fu stampato nel con un sapt)re letterario , a cui nessuno
1848,1849,1850. A Notizie DEL giorno può stare da vicino. 1 tocchi finissimi, le
DI Roma* descrissi questo periodico quasi prove irrefragabili, le dimostrazioni sot-

ulKìciale, incominciato nel 181 5 e termi- tili e di pieno convincimento esposte con
nato nel 1848, raccontando che al cele- liitta la grazia della dicitura italiana, e di
bre Diario diRoma,Hi'j gennaio 1848 una dialettica sempre profonda, sempre
successe la Gazzetta di Roma. Nell'arti- animata, gli han procuralo la fama ed il

colo Pio IX o avvenimenti del suo pon- merito di Giornale modello, parlo di un
tificalo notai, che nel luglio 1 848 s'mco- rilievo grandissimo, e di una mole va-
-

ROM ROM ,53


slissima, capolavoro di uomini tulli ad- oro e d'argento. Vi sono molle concie di
denlrati assai assai nella cognizione delle pelli, fabbriche di corde armoniche for-

scienze divine, umane e civili. Egli divo- male dagl'intestini degli agnelli, ed assai
ra suo arringo anche d' incontro agli
il richieste all'estero. Numerose fabbriche
a vversarh più accaniti, e li conquide, loro di cappelli, di pettini, di tessuti di cotone,
non lasciando speranza di mai più cimen- di perle fìnte assai ricercate, di cordaggi,
tarlo nella palestra '*.
In Roma la censu- di cererie e di candele stearine di cui par-
ra della stampa è principalmente attri- lai a Lumi. Non mancano cartiere , fab-
buita al p.3Iaeslro del s. Palazzo Apo- briche di paste, di sapone , copiosissime
stolico. Dell* introduzione della Stampa di Tabacchi, óì eccellente cioccolata, di
in Roma, feci parola a Palazzo Massi- carrozze, di birrerie e distillerie di spiri-
mi. La stampa, siccome quella tra le mo- ti e acquavite. Antica è fra noi l'arte di
derne invenzioni che doveva di tanto am- bellissimi edeleganti lavori d'oro e d'ar-
pliare la potenza della parola, e moltipli- gento, ed altri metalli; come le fonderie

» care
ri ,
i beni ed i mali,
fu fino dai primi suoi principii argo-
le verità e gli erro- di bronzo per campane ed oggetti
le arti, fonderie di ferroe di caratteri, fab-
di bel-

mento a'Papi di grandissime sollecitudi- briche di biacca , verderame e gesso da


ni, SI per favorirne gli utili incrementi, e pitture, cave di buonissima pozzolana, Ab-
sì per toglierne i pericoli. Di che sono il- biamo fabbriche d' islrumenti musicali,
lustri monumenti le tipografie venute a Ottici, matematici, cliirurgici e meccani-
grandissima celebri tàiuRomasotto la pon- ci. Fabbriche di' vasellami di maioliche
tificia protezione, come
Slamperia Ca- la e terraglie. Vi sono abbondantemente ar-
merale^ la Stamperia V adcana, ed altre. tisti per tutti i bisogni della vita, per qua-
Sull'industria, manifatture e commer- lunque suo ornato; laonde Ro-
edifizio e
cio di Roma, scrissero i citati economi- ma non manca , né veramente
di nulla
sti e compilatori di statistiche, fra qua-
i dipende dagli stranieri che persoli super-
li è da preferirsi il lodalo comm."^ Galli, flui e dannosi oggetti di lusso, die rovina
il più recente di tutti, il quale trasse le la società. Un ramo proficuo e tutto no-
sue notizie da una statistica industriale, bilmenlepropriodiRomaqual centro del-
che due ministeri del Camerlengato e
i le belle arti (di cui anche nel voi. XXXVI,

del Tesorierato aveano cominciato a for- p. 162), èquello che procededalle arti del
mare sotto il pontificato di Leone XII. disegno, le quali si possono considerare
Roma nello stato pontificio primeggia pei non meno quali sue ricchezze, che quali
suoi opificii di Lana, arte sempre colli sue perenni glorie. Il restauro di auliche
vaia con successo, pei benefici incoi aggi- Statue, o bassorilievi che si rinvengono
menti elargiti dai Papi. Visi fabbricano negli scavi, i lavori di scaiola, di plastica,
buone coperte dette valenzane,oltimi tap- l'incisione di figura e di ornato, l'incisio-
peti, buonissimi panni e castorini, eccel- ne di cammei in conchiglie e pietre du-
lenti borgonzoni; attivo è il commercio re, e di altre Gemme e Pietre antiche, i

per le lane grezze : alcune delle nostre musaici particolarinentein piccolo, di cui
labbriche sono messe a macchine , altre ne scrissi l'origine e progresso nel citato
proseguono cogli antichi metodi. INon articolo, le tìiolte opere in tela e marmo,
mancano manifatture ha il ge- di Sela^ si di pennello e scalpello, sono fonti di sus-
nere grezzo di ottima qualità e grande n'è sistenza e di ricchezza,! quali sorpassano
il consumo, specialmente pel numeroso quelli di qualunque altra città; come lo
clero. Molto si lavora nelle calze di seta, sono l'affluenza e dimora de'forestieri,pei
ombrelle simili, fetluccie, galloni, fran- quali vi sono anche nobili alberghi ed e-
gie, fiocchi in tutta seta, o mista a fili di 1 egaali locaode, poiché si ritiene non es-
1 54 BOM ROM
servi cìllàin Europa cheslapiu frequen- 1 Qo tonnellate. Del progetto della strada
tala di Uomo, e dove si faccia dai viag- ferrata , da Roma a Porlo (VAn%o ,
pel
giatori più lunga dimora per gli oggetti tratto di 32 miglia di pianura, si può ve-
svariatissinii die possono interessarli, in- dere quell'articolo. Riferisce il Giornale
riusi vanieule alla visita di lutti i suoi ini- di Roma de' 1 1 agosto 852, che1 il Papa
portanli dintorni. Per ragione del suo si- ha accordato ad una società d'intrapren-
to, Roma è anche doviziosa e abbondante denti la concessione di quattro ponti di
d'ogni genere di commestibili, e nulla le ferro, sospesi sul fiume Tevere, a Ripet'
manca di ciò che serve a mantener lau- la, presso la Chiesa di s. Gio. defioren-
tamente la vita, venendole copiosamente tìjiij a Ponte Rotto o Senatorio, ed a Ripa-
somministrato da tutto il fertilissimo suo grande j con una discreta tassa di pedag-
contorno, sì dal regno vegetabile che dui gio, secondo l'idea che toccai a Ponti di
minerale. Copioso è il bestiame minuto Roma. Che mentre si proseguono con a-

e grosso, ed eccellenti ne sono le carni; lacrità somma gli ardui studi relativi al
rosi il pollame, e l'abbondante quanti- Ponte di Ripetta per procedere solleci-
tà di selvaggina e di volatili ; ottimo il tamente alla sua costruzione, non si è ri-
pane, generoso il vino, buonissimo l'o cusato dal governo di acconsentire, che
Jio, saporosi e delicati i butirri, le ricot- frattanto si ponga mano a congiungere
te, giuncate, provatore, formaggi di di- con la nuova opera in ferro gli avanzi del-
Terse specie, essendo rinomato il peoori' l'antico Ponte Senatorio, che havvi luogo
no; oltre i fiume e del lago, con-
pesci del a credere sarà posto in attività collo spi-
tinuamente ne arrivano dal mare,e Can- rare del corrente anno. Inoltre riporta il

cellieri nella Lettera suW aria^ p. ^4} "^ n.° I go di detto Giornale di Roma e anno
fa Tenumerazione. Di più vi sono squisi- nella parte odìcia le,che dal governo ponti-
ti gli erbaggi ed i fruiti, ed in abbondan- ficio si sono prese le disposizioni per la con-
za per le tante vigne e ortaglie inalllate tinuazione della linea de'lelegrafi elettri-
da tante acque; gli aranci, i cedri e par- ci (de' quali feci cenno nel voi. LIV, p.
ticolarmenlei limoni hanno giustamente 298) del limitrofo regno di Napoli, da
la rinomanza che godono. De'suddetli e Terracina a Roma, per quindi, attraver-
altri rami produttivi e di commercio, di sando il rimanentedello stato pontificio,
diversi se ne fa esportazione; ed il Tevere andarea raggiimgere le linee giàstabilite
dividendo la citlà nel suo passaggio, som- nell'alta Italia. In Roma vi è la Deposi-
ministra uosuflìcie^ile mezzo di trasporti feria Urbana de'pubblici pegni, essendo
«gli oggetti che cadono sotto il commer- stata trasportata quella generale della ca-
cio. Questi si riuniscono ne' due princi- mera apostolica , dal Monte di Pietà al
pali e memorati porti, cioè in quello di Palazzo del Governo; inoltre furono e-
Ripagrande, per le navi che vengono pel lette e fioriscono, la Camera di commer-
canale di Fiumicino dal mare e dall'este- cio, la Ranca romana, la Società privile-
ro; in quello di Kipetla, per le navi che giata di assicurazioni pergl'incendi, per
discendono dalle provincie interne e li- quelle marittime e fluviali, ed anche per
mitrofe a Roma, dalla navigazione supe- la vita. Nel voi. LUI, p. 225 e 282 no-
riore del Tevere. Per le barche a vapore tai, che la detta Banca fu dichiarata Ban-
introdotte e di cui parlai a Marina, il ca dello stato pontificio e con suo statu-
commercio potrà divenire importantissi- to. In Roma vi sono diversi solidissimi
roo,lanto per la vicinanza del mare, quan- banchieri per tutte le nazioni. A Mercan-
to per la condizione del Tevere, bel fiume te dissi che non disdice l'esercitarsi dai
navigabile per quasi loo miglio, ed il nobili, e frale erudizioni ai)aloghe,ne ri-
tjuale può reggere navigli capaci fino di portai pure sui fallili. Pei mercati diRo-
ROM ROM ,n
masi può vedere Fiera, MeucatOjPi AZZA Mercato jù^. 89. Quelli del basso popolo
Navona, Piazza diCampo di Fiore per le : si distinguono, in ambo i sessi ,
per un
monete romane, Zecca, Moneta, Monete certo portamento maestoso e altero, ed
fontificiEjDenari, di sopra avendo notate una tal quale fierezza che sorprende e
le gloriose epigrafi colle quali fu efljgiala piace. Sono portati alle spontanee arguzie,
Roma nelle monete. I costumi de*romani ai naturali sali piccanti, alla satira qualche
sono troppo conosciuti, per dovere indi- volta troppo mordace, nel modo che nar-
carne qualche cosa. Animo franco, aper- rai aPalazzo Brasciu parlando di Pasqui-
to, leale, generoso, probi e nobili senti- no e Marforio, eda Palazzo Stoppam par-

menti, squisita cortesia, sono le sue prin- lando de'simulacridell'ab. Luigijdel Fac-
cipali caratteristiche e prerogative, oltre chino, di Madama Lucrezia, del Babuino.
quelle che ho rimarcate e vado dicendo, Anche il volgo è portato per la musica,
in questo arlicoloe in altri. 1 romani, in- e molti ripetono con precisione le più dif-
elusivamente al volgo, sono proclivi al fìciliarie teatrali, cantandole con garbo.
grandioso e alla magnificenza, poiché dal- Questa passione includequella della poe-
r istante che aprono gli occhi alla luce, sia, e fanno a gara in improvvisare versi

si avvezzano a nobilitar le loro idee, per ottonarii rimali due a due: questi versi
le molle coseslupende,cheovunque spar- estemporanei, secondo la naturale incli-
se sono in Roma, prodotte tutte dall'in- nazione, per Io più appartengono al ge-
gegno dell'uomo. 111. "dono ch'essi han- nere bernesco. La lingua italianache par-
no sortito dalla natura è il gusto deli- ,
buio i romani colti, è la meglio pronun-
cato e perfetto per le belle arti. Bene armonia, an-
ziata con dolcezza, soavità e

spesso la censura che fanno in vedere un che per quanto notai a Italia; ove pure
edifi/io, una pittura, una scultura, ha trattai della purgala e grave lingua lati-

tanto peso, che eccellenti artisti più volte na, tanto comune ai romani, di cui anco
se ne prevalsero utilmente. I romani ge- come linguaggio della Chiesa ragionai nei
neralmente sono dotali di svegliato in- luoghi citati nel vol.LV,
74» ed a Ri» p.

gegno e di facile concepimento; traspor- to. l romani antichi volevano che la lin-
tali assai per la musica, haimo felice o- gua latina, oltre in Roma, si parlasse nel-
recchio, grande disposizione, metalli di la Grecia, nell'Asiae da per tutto. Parole
Toce sonora d'ogni genere, e naturale in- sentenziose, faconde, piene di forza e di
tendimentoj ma nel teatrosono pocoin- energica espressione, non senza mirabili
dulgenli,non tollerando le mediocrità,sic- concetli, sono con facilità pronunziate dal
come esperti imperocché
giudici rigorosi; basso popolo, il quale comechè d'animo
i romani si possonochianiare giudici com- ardente facilmente inclina al non solfrir

petenti e ina-ppellabili sul canto e sul suo- onta e in conseguenza alla rissa, ma sic-

no, di musica tanto profana, che sagra la come docile e religioso, il suo buon ani-
quale eminentemente vi risplende, come mo è pieghevoléalle persuasioni degli ec-
narrai a Canto ecclesiastico o Romano, Però
clesiastici e de' savi. il riprovevole
Cantori della cappella pontificia, Mu- Ducilo è pressoché ignoto ai romani. Del
sica SAGRA, Organo. Immenso è il nume- sixo d\a\ctlo romanesco parlai nel vol.X,p.
ro de' professori d' ogni ramo di questa 8 ieg4,ed in altri luoghi relativi. Ho letto
nobile, dilettevole e utilissima arie, che bellissime poesiein laledialelto dell'avv.^
die Roma e tuttora si pregia possedere. Puberi, uno dei conservatori di Roma, in
Belli sonogli uomini e le donne, massime che è valentissimo, come nel genere ber-
i moltissimi di stature vantaggiose, e di nesco. Iromani,comegli antichi, amano i
maschieformee virili fisonomie: Cancel- divelti menti, ed una deputazione è prepo-
lieri celebrò la bellezza delle romane, nel sta alla direzione degli spettacoli pubblici.

i
e .

I 7G RO M ROM
juima presieduta dal Go\fernntore filRo' raì ancora del sollazzo della Cuccagna e
//ir/, ed ora dal mngislralo municipale: {«li della corsa de! fmtino, nella medesima
spettacoli ed divertimenti sono seguenti.
i i latte.A Fuoco citai ove descrissi quello
II Carnevale di Roma (del quale anche famoso dellaGirandola (la quale dopo che
uè' voi. XXX!, p. 177, L, p, 73), colle la guarnigione francese del 1849 ripose

Maschere, ch'èrepulatopiù brillante de- in Castel s. Angelo un gran deposito di

gli altri luoghi, grande essendo il nume- polvere, in vece si è fatta sul Monte Piti'
i"o dcTorestìeri che vi concorre e prende ciò), e l'illuminazione celeberrima della
parie; con corse di barberi e luminaria cupola, facciata^ portico e colonnato Va-
di moccoletti,cliepure descrissi, insieme ticano. A lÌEFANA tenni proposilo di que-
alle anticlie splendide feste de'bassi tem- sto essere immaginario e della fiera che
pi, che proseguirono sino al secolo XVI. ha luogo in Roma per V Epifania , che
De' giuochi famosi di Agone e diTestac- riesce di popolare divertimento, massime
cio,ne trattai anche a Senato romano, nella Piazza di s. Eustachio, centro fisi-

])arlando delle sue pompose comparse. co di Roma papale. A Giuoco ragionai di


Nel maggio, e principalmente nell'otto- quelli degli antichi romani, avidi di spet- J
bri*, il volgo si reca a Testaccio a ralle- tacoli, per cui chiedevano Pane e Feslej *|

grarsi, mangiando e bevendo; cantando di quelli praticati nel Medio Evo , con
canzoni popolari, come le Tarantelle ed l^oniei e altro; come de'presenti e de'pri-
i Ritornelli; danzando il Saltarello e al- vati d'ogni condizione, vale a dire, de'da-
tri balli romaneschi, al suono del cola- di, degli scacchi, delle carte dette da giuo-
scione e del mandolino. Altri spettaco- co, della pUotta, della palla, del pallone
li e divertimenti romani sono: i Tea- che si è fatto nel locale presso il Palaz-
tri, cioè d' Apollo, d'Argentina, Valle, zo Barberini e nel cortile del Palazzo
Alibert, Capranica, Pace, Melastasio già Gabrielli, dell'oca, dell'altalena o canno-
Pallacorda. Ve ne sono per marionette a fiena, della morra:di altri avendone trat-
Piazza Navona e presso il vicolo del Pa- tato a'ioro articoli, con quanto la Chiesa
vone, perchè non più esiste quello rino- e Papi operarono per moderarli o to-
i

mato di Fiano, per la romana masche- gliere quelli illeciti, o con alternare pra-
ra detta Cassandra j di questo teatrino tiche divote mentre si celebrano, come
e degli antichi burattini, ne tenni parola il Carnevale santificato, il citato Artaud

nel voi. L, p. 73. L'anQteatro o Mauso- neWa Storia di Leone XIIj t. 3,p. 7, os-
leo d'Augusto, del quale perì la cupola, serva « Qui in Roma abbiamo un sereno
perirono o furono rimossi gli ornamenti, i da paradiso, che dura da tre settimane.
cui avanzi dalla famiglia Correa furono 1 piaceri ed divertimenti della stagione
i

ridottiad anfiteatro, con fabbrica este- vernale ne sono singolarmente favoriti


riore che circonda le antiche sostruzionì, Roma è una città unica ; dopo le fes te
evenne disposta in arena, gradinate, log- gravi e severe del Giubileo (o anno sa n-
f'ie chiuse, loggiato o ringhiera scoper- to), alle quali si è dessa associata con gran-
ta, per più migliaia di spettatori. Vi si de zelo, arrivano! primi giorni dell'anno
fecero giostre, fuochi artifiziali, spettacoli (il Carnevale), durante i qualigoverno
il

d'equitazione, rappresentanze dramma- stesso permette, sotto una vigilanza invi-


tiche , feste diurne e notturne; di che e sibile sì, ma rigorosa, le dissipazioni e i

dell'edifizio parlai a Mausoleo, ne'Iuoghi consueti divertimenti. Non possiamo fjrci


ivi citati, e nel voi. HII, p. i65 per la un'idea adequata di quegli slanci di fol-
sontuosa festa di ballo che die la città di di que'trasporti, direm quasi irragio-
lie,

lioma all'imperatore Francesco I. Il La- nevoli, cui tutta intera Roma si abban-
go dicui parlala Piazza Navoni, ove oar- dona in questi giorni fortunati, che l'au»
^

ROM ROM 1
57
slerità cleirappeiiacompiuto anno ìSi5 municipale: i 4^ consiglieri sono tratti

naturalmente cosparse di un po' di sa- per la prima metà dalla classe de'possi-
viezza. Tutta la città si raccoglie in un sol denti nobili, e per la seconda metà dalle
punto pei' divertirsi insieme. Se doves- classi degli altri possidenti, de'cominer-
simo giudicare la popolazione di Pioma cianli, e de'professori di scienze e arti li-

dalla strada del Corso le si darebbero , berali. Vi sono poi due deputati del cle-
800,000 abitanti dalle 2 ore dopo mez- : ro secolare e regolare. Dello stemma del
zodì sino alle 6 della sera le persone an- senato e popolo romano feci cenno di so-
che le più serie, le piìi schive prendono pra ; suoi colori sono il giallo e il rosso,
parte all'allegrezza generale, plaudono i che lo furono anche della chiesa romana
cavalli piìicorridorie più arditi, efischia- e delle milizie papali fino a Pio VII, co-
uo i più lenti ed i più timidi ". A Mili- me si può vedere al voi. XLIX, p. 9. A
zie o Tbuppa pontificia, parlai di quella Municipio notai,che ad imitazione diquel-
degli antichi romani, e di quella de'Pa- lo di Roma si formarono gli altri muni-
pi in tulli tempi e residente in Roma,
i cipii, e composti di 3 ordini di cittadini,
inclusivamente alla truppa o guardiedo- come delle diverse specie de'municipii,sn
ganali e di finanza pontifìcia, e all'arti- di che si possono anche vedere Colonia,
glieria, alle milizie di linea, ai carabinieri Prefettura, Comunità o ComunEjCitta,
ora gendarmi, avendo notato rmulamen- per tultociò che riguarda le prerogative
ti a Pio IX, tanto di esse, che delle guar- municipali, l'origine degli statuti, eleggi
die che vado a ricordare. INon più esisto- de'comuni che data dal declinar del secolo
no la guardia Civica^ di cui anche a del- XIIeda'priraordidelXllIsecondoMura-
lo articolo riparlai, le Corazze, le Lan- tori. Però Francesco Antonio Vitale nella

cit spezzate^ i Cavalleggieri, i C apotori Storia diplomatica de^senatori di Roma


la Milizia urbana di cui trattai al prece- dalla decadenza dell'impero romano fi-
dente articolo e appartenente al senato, no a' nostri tempi^ con una serie di mo-
cui ora spetta il corpo de' vigili o Pow- nete senatorie j Roma 1791, ap. yS af-
p'd/'/ per l'estinzione degl'incendi. Sono ferma che il senato di Roma nel fine del
addette alla guardia della sagra persona secolo XI o nel principio del Xll avea i

del VA}^mQ(\Q Palazzi aposloli cij\3. Guar- suoi statuti particolari; indi a p. 283 che
dia nobileyìa Guardia Palatina (di cui a nella metà o nella decadenza del secolo
Palazzi ap osTOLici),e la Guardia^Vi-iszertìr. XIV furono fatti gli Statuti di Roma, dei
A Senato romano tratto di questo, e quali ve n'è un codice mss. nell'archivio
d^l Senatore di Roma e Conservatori, Vaticano, cioè non prima del 1 358, non
primario magistrato municipale, facendo dopo il 393 (si può vedere Cancellieri
I

in questo articolo la compendiosa storia nel Mercato a p. G, ma è una ripetizio-


del Senato Romàno, sotto i re, della rer- ne di Vitale, senza citarlo); a p. 4^0 e
pubblica, dell'impero e successivi tempi, 499 aggiunge, che nel senatorato d' Ar-
e di Roma papale sino ad oggi. A Patri- ringhieri sanese, eletto nuovamente nel
zio DI Roma, e Prefetto di Roma, feci la i464jSÌ formarono di nuovo gli Statuti
storia di questi due cospicui uffizi, deri- di Roma, che furono dati allestampe nel
vati dagli antichi romani. AGonfalonie- senatorato di Bonarelli anconitano, da lui
he del senato e popolo romano descrissi confermati e riformali, coll'approvazio-
tale dignità. Ora si forma la magistratu- ne di Leone X e varie aggiunte. Li pos-
ra romana del senatore e di 8 conserva- seggo con questo titolo: P. Q. R. Sta- ^S'.

tori, che uniti a'48 consiglieri, ne'quali si tuta novae reformationes Urbis Ro-
et

comprendono i conservatori, è rappresen- mae, ejusdemq. varia privilegia a diver-


talo il Comune di Rouia e il suo corpo sis romanis Pontìfiàbus emanala in sex
1 .i8 no M ROM
lihi'os divisa novissime compilala. Ciim più antiche e cospicue, così a Nobile: ddle
^ralia et privilegio. In fine poi si legge: qualità e prerogative del baronaggio ro-
Jmprcssus Romat: iuBigiomPunonis per mano, anche a Princu>e e Marchese; del-
niagislru SupUdiuiin G u illireli de Luna-
. la prescrizione di Benedetto XIV nel de-
rivilla Tullett tliocc. sub anno Dui 5 9, i
1
finire il numero delle famiglie nobili ro-
8 mcnsis apiilis. Sedente di^o Leone X mane, e del metodo che devcsi praticare
P. O. M. poni, sni anno FIL Ma nel in ammelterne delle nuove, anche per
froiilespizio vie l'urina del successore A- quanto riguarda ad ascrivervi le donne,
ilriano VI, e quella del senato romano, essendo solito di aggregarvi la famiglia
iòrse perchè il V e VI libro si slamparq- cui appartietie nuovo Papa; de'Nomi,
il

no sotto di lui, giacché nel fine del IV vie Cognomi, e Stemmi gentilizi de'nobili ;

IVdillodel senatore per l'osservanza degli delle antiche particolarità, colle quali si

statuti de' 14 ottobre i52 i, mentre Leo- distinguevano i Palazzi di Roma de'no-
ne X
morì poco dopo, cioè il i.*^ dicem- bili. Si possono anche vedere gli artico-
bre. Nel voi. LUI, p. 81, con l'autorità liBarone, Cavaliere, Feudo, Fidecom-
di Novaes riportai, che s. Pio V con sua MEsso, Lutto, Funerali, ed altri riguar-
bolla approvò e inserì il nuovo statuto danti la nobiltà romana, Negli articoli del-
del popolo roma no,col nome de'suoi com- le principali, più polenti e piùanliche fa-
pilatori. Vitale dice a p. 5i 7, che in letn- miglie voìì\anCj Colonna j Orsini, Conti,
pò del senatore Segni bolognese furono Savelli, colle loro notizie riportai molle
confermati di nuovo gli Statuti di Roma di quelle della storia urbana di Roma.
da Gregorio XIII j essendosene data la Ne* tempi antichi ordinariamente la no-
cura di disporli in buon 01 dine a Dernar- biltà romana si divise in due fizioni, una
dino Biscia romanOjCel'ebre avvocato con- seguiva la Colonna, l'altra la Oisini, me-
cistoriale, ed a'6 settembre i58o il se' diante clientele e confederazioni. Le altre
nalore ne ordinò l'esecuzione e l'osser- principali famiglieuobili romane,edicui
vanzti. Dipoi in Roma nel 161 i co'tipi scrissi articoli, sono le seguenli,per le qua-
della camera apostolica si pubblicarono, li si devono vedere anche gli articoli dei
ed ancor questi posseggo Statata Al- : loro Palazzi; per altre i\07Àoni. Albani,
mae Urbis Roniae autìiorilate Gregorii Aldobrandini, Altieri, Barberini, Don-
PP. A'IlIj a Senatu Populoq. Romano compagno, Braschi, Caelani, Cèsi, Chi-
edita et reformala, cumglossis d. Lean- gi, Corsini i Farnese, Ludovisi,Odescal-
dri Gaìganeltì. Ma già erano stali stam- chi, Ot lobo ni, Pamphilf Doria, Rospi-
i58o
pali nel slesso, come nolai nel voi. gliosi, ec. Per le altre più distinte nobili
XV,p.48jOve ancheavvertenze sulla
feci f imiglie, ne trattai ai loro Palazzi, alle
I .' edizione degli Statuti diRoma^ stam- biografie de'loro Papi e cardinali, par-
j)ati d'ordine di Paolo II e senza data, da lando de'Ioro feudi, e in altri articoli che
Udalrico Han, come dichiara il p. Jo. B. le riguardano. La cittadinanza romana
Audifredi nel Catalog. liistor. oriti ero ' spetta a conferirsi dalla congregazione
manarum edilionum saeculi XT^^ Roraae araldica del municipio romano, e dai car-
1783. Abbiamo de'commenti di Pici, Ad dinali capi d'ordine a que' Conclavistiche
Slalutum LVZ>i5, Romae 161 5. E' di Co- la domandano, pel privilegio di poter es-
stantini, Observationes sive coniment, ad sere aggregati a qualunque cittadinanza
Stalutorum Alniae Urbis Romae, ibidem dello slato. Conoscendo che altro è l'es*
I 70 I, in 3 tomi. A Patrizio ed a Padre sere romano per nascita, anche paterna,
feci la distinzione de'patrizi romani, itt altro l'essere cittadino, per l'amore che
patrizi senatori, ed in patrizi conscripli. ho avuto sempre per la mia nobilissima
A Famiglie nobili di Roma parlai delle patria Roma, qual conclavista del cardi-
UOM RO M I 7()

nalCappellari nel conclave 189.9, servcn- principe degli Apostoli, chefondò C^- vi

tlomi del piivilegio [)onlinciocli PioVIlI, ihcdrae Apostolicae Principatum^ come


tlomandai e ollenni il diploma di cilia« disse s. Agostino indicando il primato del-
dillo romano dai cnrdinnli capi d'orditje. la chiesa romana: per questo principato
Avrei pollilo domandare allra cittadi- Roma allora e per sempre divenne capo
nanza, comeconclavista de! medesimo ve- di tutto il mondo cattolico, e per tale l'en-
nerando cardinale nel conclave i83o- comiò IV s. Gregorio Nazian-
nel secolo
i83i, ma sublimato egli meritevolmen- zeno e nel seguente s. Prospero. Gli an-
te alia cattedra di s. Pietro col nome dr tichi romani furono facili ad ammetlcie

Gregorio XVI, divenuto suo inlinìo far- gli stranieri alla loro cittadinanza, anche
migliare e perciò annoverato alla /////u- per dilatare la loro potenza, ad esempio
glia ponlìficia della classe nobile, cui so- del fondatore Romolo. Di questi Cancel-
no inerenti molli privilegi, non ne pro- lieri, rxéWAria di Roma a p. 72, e nelle
fittai, anche perchè onorato dal gran Pott- Notizie delle chiese di s. Maria in Julia
tefice in altri modi. Gli antichi romani ec. p. xviir, parla così. « Lo scaltro ed
dichiararono loro concittadini , Polibio accorto suo fondatore, per unire insieme
e Dionigi d' Alicarnasso , ed i moderni con forte e con soave legame d'interesse
Goltzio e Guolhero, perchè delle cose ro- e d'amore tutti popoli, non altrimenti
i

mane si resero co' loro scritti tanto be- che se tutti fossero d'una stessa città, re-
nemeriti. Tide è l'amore del volgo per la gno o provincia, introdusse il generoso
sua nobile patria, che pochissimi s'indu- costume, additato da Cicerone e da Ta-
cono ad allonlanarsene; mentre gli sviz- cito, d'ammettere nel grembo della cit-

zeri, sebbene soggetti al così dello mal di tadinanza romana qualunque forestiere^
patria o nostalgia, pure sogliono partir- senza escluderne neppure gli stessi nemici,
ne e starne lungamente asnenli. Anche a guisa della terra che regge indistinta-
molli delie classi civili nutrono singola- mente e sostiene tutti gli uomini, virtuo-
Ro-
re alFezione alla costante residenza in si e malvagi; ed a similitudine anche del

ma, per andarne meritamente orgogliosi i7inre,chenon ricusa giammai di ricevere


di appartenervi. L^amore patrio del bas da ogni parte tributi di qualunque fiu-
i

so popolo è pure più concentrico, sicco- me, torrente, rivo torbido o limpido, che
me attaccati alla dimora del proprio rio- corra e si scarichi entro il suo seno. Quin-
ne e parrocchia, ove nacquero e prese- di, come per tutto il mondo, dalle vitto-
ro moglie, ed ognuno fa vanta del rio- riose sue aquile assoggettalo, parla vasi la
ne cui appartiene e se ne considera par- lingua di Pioma; così in Roma parlavansi
te interessante. In questo si distinguo- le linguedi tuttomondo, essendovi sem-
il

no gli abitanti de' rioni Monti , Traste pre slato entro di essa un misto di molte
vere, Regola, ec. Roma appartiene di di- genti congiunte. ai quiriti nipoti di Ro-
ritto e di fallo all'universo cattolico, co- molo. " Noterò che quanto ai linguaggi,
me dichiarai superiormente; in conse- forse se ne parlano in Roma più oggidì,
guenza, Roma è la patria comunede'cat- a motivo di due parti di mondo allora
tolici di tutte le nazioni: tulli devono a- ignote, e delle quali continuamente af-
vere un cuore per amarla, e al bisogno fluiscono gli abitatori, vi sono molti rap-
una spada per difenderla. Il Borgia nella presentanti diplomatici di quegli stali, pa-
Difesa del dominio temporale della sede recchi nazionali per istruirsi nel poliglot-
apostolica^. 3 1 5 dichiara, che Roma non to collegio Urbano, quindi ospizi e sta-
è la comune del solo chiericato, ma
patria bilimenti orientali e d' ogni parte, oltre
patria comune di tutti fedeli, e capo di i le diverse lingue parlale dai dotti. Miche-
lutto il mondo callolico fin dai tempi del le Lazzari nella Dissert. sopra iiniscriZé
iCio ROM ROM
(li s. Eulali(7y presso Cnlogerà t. i />, p. tempo ernnvi iiomini d'ogni nazione
e
363, pnria del coslnme de'romanì, dato d'ogni professione. Altretlanto disse Mar-
loro dagli nntcnati, di onorare li soci o zialea Domiziano, nel tratlaredegli spet-
confederali della propria cilta{liiian7,a,al. tacoli di quel principe. Chei romani ag-
tri della parlcc'pazione delle loro leggi, gregarono alla loro cittadinanza non solo
e similmente di dare la citladitianza an- i popoli vicini, ma anche lontani che
i

cheai nemici vinti. Vero è però,clieqne- aveano vinti, non per averli sudditi, ma _
sta cittadinanza fu data col gius del voto compagni e concittadini. Che Antonine» fl
e ammissione nelle tribù di Roma, per volle che il privilegio della cittadinanza
cui furono alle antiche a"»iunte altre tri- fosse comune, da tutte le
e partecipato
Ini, ad altri fu data la cittadinanza senza nazioni soggette impero romano, il
all'

il voto; quindi tutti soci, ed latini che


i i perchè Roma fu chiamala compendio del
durante la guerra italica restarono fedeli mondo e Babilonia. Osserva Martinetti,
ai romani nell'insurrezione incominciata Collezione classica t. 3, p. 182, che ve-
l'anno 663 di Roma, ottennero poi la cit- nendo gli stranieri chiamati barbari, ed
tadinanza per beneficio della legge Giu- essendo questo nome umiliante per molti
lia, di Lucio Giunio Cesare, eguagliando popoli colti che i romani aveano assog-
ne'diritti i municipii, le colonie, le pre- gettali, la costituzione dell'imperatore An-
fetture; terminata la guerra, indi fu esle- tonino equiparò tutti i popoli col conce-
sa a lutti gl'italiani per opera del conso- der loro la latinità e poi la cittadinanza
le G. Pompeo Strabone, col diritto di vo- lomana, purché si trovassero dentro con • i

to e suffragio ne'comizi. Questi nuovi cit- fini dell' impero. In processo di tempo,

tadini non furono allora uniti alle 35 tri- i generali stranieri chianìati prima bar-
bù, acciocché per essere maggiori nel nu- bari, giunsero all'onore del consolato e
mero non fossero preferiti nella creazio- all'impero. Ed io per Roma cristiana, a
ne de'magistrali, mali divisero in io par- Patria provai, che non è impedimento
ti, e fecero altre nuove tribù, in modo che essa e la nazione al pontificato, essendo-
gl'italiani essendo gli uùimi a votare, il vi stati Papi d'ogni nazione. Zaccaria nel-
loro suffragio non avea valore, sopraflalti la Storia lelt. d'Italia t. 7, p. 200 ripor-
dalle 35 tribù antiche, fli^hè P.Sulpicio ta un sunto del Discorso sulla facilità
tribuno della plebe, pubblicò una legge dell'antica Roma iielV ammettere alla cit'
acciò i cittadini ne' voti fossero equipara- tadinanzaiforestieri ^om^ 1 753,di mg."^
ti ai vecchi; allora gl'italiani entrando Filippo Buonamici. Ivi si dice: Certa cosa
nelle tribù antiche divennero parte del è, che i forestieri invitati dalla sicurezza
popolo romano e della rustica plebe, per- e dalla facilità d'essere ricevuti, edono-
chè votavano ne'parliti colle tribù rusti- rati come gli altri cittadini, d'ogni parte
che. Della cittadinanza e diritti compar- concorrevano a Roma, e piena di virtù
titi dai romani, ne trattai ancora nel voi. la rendevano, piena d'arti e di ricchezze,

XXXVI, p. 202,2o3 eseg., come del di- e senza contrasto donna e regina del mon-
ritto del Lazio e privilegi relativi. Il p. do. Meritamente dunque Roma ottenne
Menochio nelle iSV//orf, centuiia xt, cap. il principato di tutte le città del conosciu-
3 I Per qital causa si dica che Roma e
: to mondo, mentre di lutto era così fàcil-
patria comune, riferisce: La città di Ro- mente patria comune. Il celebre Stefano
ma si suole spesse volte chiamare patria Antonio Morcelli scrisse una dissertazio-
comune, perchè così la chiamarono gli ne: Se le città aggregate a Roma potes-
antichi. Seneca disse che R^oma è patria sero conferire aforastieri la cittadinan-
comune per la ragione che poco prima za, la quale con varie annotazioni del d.*^
l'avea adottala, eperchè nella cillà in quel Labus si legge nel t. 18, p. 1
69 del Gior-
ROM ROM 161
naie Arcadicoj ma sembra clie tali ag- richiamandole all'adorazione dell'unico
gregazioni dovessero essere convalidale Dio e preparandole al ricevimento del Re-
dai popolo romano. Ptoma papale in ogni dentore dell'uomo, secondo le mirabili di-
tempo accolse ospitalmente sovrani eso- sposizioni della divina provvidenza. Inol-
\rane detronizzali e li soccorse generosa- tre sostenne, che giudei non furono por-
i

mente; la storia ne ha registrati molli e- tati in Roma schiavi da Pompeo, tranne


sempi, anche di epoca recente, ed a Re- Aristobulo ed i figli, ma già esistevano
GiiVA parlai di alcune che ne provarono probabilmente recati tempi remoti del-in
i benefici efTetti. Ivi que'principi trova- la repubblica, e fatti schiavi in Asia mi-

rono tranquillo soggiorno, e tutti i riguar- nore e in Grecia ove dimoravano. La lo-
di dovuti alla loro dignità e alle loro dis- ro abitazione nel Trastevere essere an-
grazie. Dei sovrani venuti a Roma, oltre tichissima, ove ottennero non pochi ri-
quanto andrò dicendo, si possono vedere guardi da Augusto per l'esercizio della
Rosa. d'oro, Stocco e Berrettone bene- loro religione, in tempo del quale ascen-
DETTr,loro donati da'Pa pi. SebbeneRoma devano a circa 2 5,ooo.
sia centro della religione cattolica, tollera Ebbe Roma maggiore o minore popo-
quelli delle altre che vi si stabiliscono, non lazione, relativamente e in proporzione al
però permette entro le sue mura l'esercizio corso delle sue straordinarie e slrepitose
pubblico del loro culto. Gli Ebreiuon solo vicende, come dell'ampiezza della sua a-
MI Stanziano in separata regione, ma in rea, circuito e suburbio: il primo recinto

molle cose sono slati equiparati agli al- dell' eterna cittànon contenne sul prin-
tri abitanti, come narrai al loro articolo, cipio che un migliaio di abitazioni, e Ro-
ed in quello di Pio /^per le concessioni molo stesso fondatore, re, legislatore, ca-
da questi ad essi elargite, sia con estende- po della religione e supremo capitano,
re loro la franchigia pei padri di i 2 figli, \'uolsi che almeno in principio dimorasse

sia con assegnare sulla commissione dei in una semplice capanna, anche secondo
sussidii annui scudi 3oo pei poveri israe- i costumi de'tempi e della contrada. La
liti romani, sia nel sospendere prima del necessità di misurare esattamente i mezzi

carnevale 1847 '^ pubblica prestazione diconquista, su'quali la nascente città fon-
di vassallaggio al senato e popolo roma- dava la sua gloria, dettò a Servio Tullio
no, che poi soppresse in uno al tributo 6.° re di Roma, il i.^regolamento di sta-

col moto- proprio del i.** ottobre emana- tistica che siasi conosciuto, per quanto di-
to sulla concessione del municipio e or- rò poi. In meno di due secoli racchiude-
ganizzazione del consiglio e senato di Ro- va Roma 80,000 cittadini nelle sue mu-
ma; in seguito furono atterrati i portoni ra, 56o anni avanti la nascita di Gesù
del claustro o recinto israelitico, chiama- Cristo o nostra Era. Gli antiquari e gli
to volgarmente Ghetto degli ebrei, nel- storici comunemente ci narrano, che Ro-
l'aprile 1848. Antichissima è la lorodi- ma sotto i primi imperatori giunse ad a-
mora in Roma, essa data dall'antica re- vere cinque milioni di abitatori, compre-
pubblica romana. 11 prof. d. Luigi Vin- so il suburbio ed grandi fabbricati
i vi-

cenzi, da ultimo nella insigne accademia cini alle mura. Osserva Vopisco nella vi-

di archeologia lesse dissertazioni in ar- ta d'Aureliano, che nel 270 Roma avea
gomento, cioè intorno lo stalo e il pro- un ambilo Somiglia; ma Nardi citato
di

gresso del giudaismo in Roma e nell'im- ritiene che le mura propriamente non
pero innanzi l'era volgare, che merita- racchiudessero tale perimetro, poiché le
rono bene del senato romano e dell'im- ujura attuali di Roma non sono più ri-

pero, e che fecero proseliti, rimuovendo strette delle antiche (meno quelle ecce-
le genti dal cullo superstizioso degl'/^o//, zioni che descrissi a Mura di Roma), ma
VOL. LVIH.
i6a ROM ROM
chea poca distanza di esse vi era una fol- contenne più di due milioni di abitanti
la popolazione romana, die faceva parie nel III secolo di nostra era, facendo la

della cilfà, e che dimorava ivi o per mag- giustissima distinzione fra'cittadini ro-
gior comodo o per necessità, non avendo mani, il qtial diritto era comune prima a
trovala ahilazioneenlro le mura per l'im- molle città come narrai, poi all'intiera
mensa popolazione. Quindi creduli cin- i Italia, indi a tutto l'impero, e gli abitan-
que milioni di abitanti e le supposte 5o ti efieltivi di Roma, tanto cittadini, quan-
miglia di ambito egli credeche coujpien- to non cittadini, nello stretto senso della
dessero Roma, ed i sobboighi popolalis- parola ; calcolo che lo slesso Nibby desu-
simi, i quali furono i primi ad essere arsi me da indubitate tradizioni del consumo
e distiutli nelle replicate invasioni de'bar- del grano che in Roma seguiva a'tempi
bai i, tanto più che essendo privi di cinta d'Augusto e di Settimio Severo. Il per-
murata soggiacevano a inevitabile rovi- chè notò il comm.'' Galli, checonsideran-
na: questi luoghi sussistevano ancora ai do quale estensione dovesse avere il fab-
tempi del Papa Innocenzo 1, come ri-
s. bricato di Roma, tenuta a calcolo la leg-

levasi dalla lettera a Decenzio vescovo di ge d'Augusto per impedire la rovina dei
Gubbio. Anche da un passo di Tacito si nuovi edifici, di non alzare le fabbriche
disse Roma 80 di sua era, cor-
nell'anno 1 sulle strade pubbliche più di 70 piedij
rispondente all'anno 4^ della nostra, a- confermata da Nerone dopo l'incendio e
ver contenuto 6,^^^,000 abitanti, certa- modificata da Traiano a 60 piedi, si tro-
mente male interpretato da molti scrit- verà tutto l'Agro romano sufficiente ap-
tori, come fu Taltra esagerazione di Vo- pena per contenere il popolo, maggior-
pisco, il cui passo fu probabilmente gua- mente quando si accordino grandi spazi i

sto e alleratoda errore o ignoranza de- destinati alle ville, ed ai luoghi di delizia
gli amanuensi; dappoiché nelle ricerche che in tanto lusso esigevano maggior gran-
fatte dal dotto Nibby, Roma nel i838, dezza. Siffatto delizioso modo di vivere
parte antica l. i, p. 207, sulla popola- era a quell'epoca proprio di Roma sol-
zione di Roma antica, dice che in detto tanto, in cui tutte le ricchezze erano co-
calcolo devesi riconoscere censimento il late, quindi in Roma affluivano le genti
di qtìe'ch'erano cittadini romani, non de- uomini di sapere e di
di tutte le parli, sia
gli abitanti di Roma, quali erano citta- i traffico per guadagnare in mezzo a tanta
dini e non cittadini, come dall'altro can- splendidezza, mentre romani poco con-
i

to molte città e tutta l'Italia a quell'epo- to aveano fatto delle arti e del commer-
ca aveano la cittadinanza romana; dalla cio, sia cortigiani per trovare asilo fra le

quale enumerazione essendo escluse le numerose turbe de'servi,sia oziosi nella


donne, gli schiavi e gli stranieri, e non es- sicurezza di vivere coi semplici rifiuti che
sendo nel censimento compresi fanciul- i da per tutto rigurgitavano, oltre le ram-
li, si vede che almeno al quadruplo do- mentate distribuzioni ed congiari. In ta-
i

vrebbe farsi aumentar la cifra indicata, leepoca l'Agro romano restò assorbito
numero impossibile a contenersi nel cir- da Roma, onde la storia non parla più
cuito di Roma. Osserverò, che se l'impe- della distribuzione di sue terre, ma del-
ratore Onorio non fece che restaurare il l'Italia. 11 cardinal Morichini, Degl'isll-
recinto delle mura fatto da Aureliano, l'at- tuli in Eoniay opina che Roma non con-
tuale circuito di Roma, ch'è quello stesso tenesse giammai più di 400,000 abitan-
di Onorio, tranne la giunta della Città ti,poiché molta parte del suolo era oc-
Leonina j è stato il massimo che essa ab- cupata dai pubblici monumenti, grandi
biamai avuto; dirò poi col medesimo e magnifici. L'avv. Castellano, Z^o 4^/^/0
Nibby che Roma approssimativamente Pontificio^ dice che le tavole censuarie si
-

ROM ROM i63


continuarono dopo Servio Tullio in dal! Schiavìy si portarono alla corte della
periodi senza interruzione sino a Giusti* nuova Roma o Costantinopoli, o si riti-

jiiano(Idel52 7di nostra era) per lo spa- rarono ne' loro vastissimi latifondi, per
zio di 1 1 secoli, sicché nella 68/* nume- cui notò Nardinichedopo fabbricata quel-
razione avvenuta nell'anno 683 di Roma la metropoli, Roma perde gran numero
(quest'anno corrisponde però a 7 i anni di abitatori. Narra Nibby che nel546al-
avanti l'era nostra) contavano 4^0,000
si lorchè Totila re de'goti prese Roma, do-
abitanti. Aggiunge, che molte esagera- vendo lasciar la città per andare a co«i-
zioni si sono spacciale dipoi sulla popo- battere nella Lucania, portò seco i sena-
lazione, come sul recinto della città sotto tori come ostaggi, e forzò tutto il rima-
gl'imperatori, ma è oggi comprovato, che nente della popolazione, uomini, donne e
non ha mai potuto racchiudere al di là fanciulli, a trasmigrare nelle terre della
Pd'un mezzo milione d'individui. Rispet- Campagna, ondeRoma rimase affatto de-
tando le opinioni di sì gravi scrittori, o- serta;per cui riflette, che gli abitanti do-
pino che quella di INibby si debba tenere veano essere ridotti a ben poche migliaia,
a calcolo. Prepararono la decadenza del- giacché sarebbe stato impossibile forzare
l'impero e della popolazione di Roma, l'o- anche 5o 060 mila individui a trasmi-
zio succeduto all'instancabililà, la mollez- grare tutti in una volta e in uno spazio
za all'austerità, la gozzoviglia alla fruga- di tempo ristrettissimo; inoltre, che quel-
lità, che poi degenerando in viziose abitu- la specie di rilegazione molli ne dovè al-
dini produssero la caduta di quel colosso lontanare per sempre da Roma, così che
cheavea imposto leggi al mondo.Disse en- cessala la guerra gotica, la popolazione di
faticamente uno scrittore: L'aquila Tibe- Roma si sarà trovala notabilmente dimi-
rina non piegò leali grondanti sangue dal- nuita. L'invasioni, assedi, incendi e distru-
le ferite, ma cadde e giacque oppressa dal zioni de' barbari goti, vandali ed eruli,
peso della sua stessa, ahi troppo, ingigan- che notai a Mura di Roma e Porte di Ro-
tita grandezza. Vuole Nardi, che la po- ma, le Pestilenze che ne derivarono, gran-
polazione di Roma decrebbe sino dai tem- demente decimarono la popolazione e ne
pi di Nerone, poiché per le sue crudeltà e diroccarono i principali ediflzi: un'idea
follie molli grandi si ritirarono con l'im- del fabbricato di Roma nel declinar del-
mensa loro turba ne'vasti possessi che a- l' Vili secolo, la diedi nel voi. XLVII,
veano d'Europa, e segna-
in varie parti p. 53. Progredì l'annientamento della po-
tamente d'Italia. Parlando di s. Simpli- polazione, e la distruzione del fabbricato
cio, Papa del 4^7> ^^^^ che al suo tem- per le devastazioni (\q longobardiche sa-
po, cioè un buon secolo dopo data la pace rm:e/u' (alcuni vi aggiungono degli m/2 •

alla Chiesa, scemò talmente Roma di po- gheri), de normannij delle fazioni prepo-
polazione, che da vari milioni di abita- tenti di Roma contro Papi nel contra- i

tori che faceva ne'primi tempi della Chie- starne loro il dominio, per le guerre dei
sa, era ridotta a poche centinaia di mi- duchi di Benevento e di Spoleto. Tutta
gliaia. Dalla fondazione di Costantinopoli volta nel secolo XI la popolazione rice-
(per la quale Costantino nel 33o scosse vette qualche aumento, malgrado tanti
l'unità dell'itnpero, e vi trasportò da Ro- guasti, quelli recati da'normanni, e quel-
ma immenso stuolo de'grandi co'loro in- li che conseguitarono per le gravi dissen-
iiumerabili attinenti), as. Semplicio, an- sioni fra il sacerdozio e l'impero, massi-
dò emigrando il popolo romano,special- me da s. Gregorio VII in poi per la fa-

mente grandi e gl'infiniti loro dipenden-


i tale differenza cogl'imperatori deW Inve-
ti, pel sistema delle clientele (delle quali stiture ecclesiastiche e Regalie; per l'as-
trattai a Patrizio e Protettore) e degli senza di molti Papi nel secolo XII, a ca-
i64 ROM ROM
gione de'roniani che vollero ripristinnre 74 dell'y^nVz dì Eoma^ da quell'anno ni
ranlìco senato col Patrizio j a vendo con I 8 16. Incominciate le annuali Notizie di
Cancellieri notato nel voi. XLIV che set* Roma a pubblicarsi nel 1 7 1 6, ci dierono
lo Innocenzo III del 198 la popolazio'
r e continuano a darci il numero della po-
ne crasi ridotta a 35,ooo abitanti che vi- polazione, con statistica anche de'nati e
Tevano corta vita, e che pel malaugurato de'mortijda una Pasqua all'altra. Da que-
trasferimento della residenza poiilirìcia ste statistiche rilevasi, che nel 1715 gli

in Francia e Avignone nel i3o5j quan- abitanti erano 136,287; nel 1740 all'e-
do Gregorio XI nel iSyy ve la riportò, saltazione di Benedetto XIV i viventi e-
Boma era in isquallore, diroccata e spo- rano 146,080; nel 1775 all'elevazione
pola tu anche dalle fazioni de' G«f//? e G/«« di Pio Vi, 65,o47j ma ne'successivi an-
I

bellini^ con soli 7,000 abitanti. Successe


1 ni del suo pontificato sempre diminuì,
il grandescisma d'occidenlee nuovi e lun- tranne il 1788 che risalì a i65j44' ^^^'
ghi guai patì, finché nel i4i7 Martino tanti, e tale fu circa nel «793, aumen-
V restituì runitìi e la pace alla Chiesa. tando nel 1
794 a 1 66, 948, indi decreb-
Nondimeno il successore Eugenio IV pei be, e nell'infejicei798,in cui fu detroniz-
ribelliromani e pel conciliabolo di Basi- zato e deportato il Papa, disperso il 9. col-
lea, abbandonata la città, quando vi ri- legio,ilcleroegliallri,diniinuìai5i,657,
tornò la ritrovò nel massimo deperimen- e nel 1799 si ridussero gli abitanti a
to, l'erba vegetava nelle deserte vie come 147^026. Eletto nel 1800 Pio Vii e ri-

fosse una campagna, pascolandovi le vac- cuperata Roma, gli abitanti giunsero a
che e le capre. Da IN icolòV e successori Ro- i53,oo4con progressivo decrescimento
ma venne restaurata, per cui nel florido per la condizione de'tempi, a segno che
pontificato di Leone X, da 4o>ooo abi- nel1809 all'epoca del suo imprigiona-
tanti che nel i5i3 vi trovò, ascesero a mento e di quello de'cardinali, ecclesia-
90,000 nel 52 1 (mi pareesagerato quanto
1 stici e sudditi fedeli, per l'invasione im-
dice Rossi, 7l/e//ior/e de principali avveni- periale francese, sommarono gli abitanti
menti d'Italia^ cioè che Roma sotto Cle- a I 36,268, e nel 18 io a 1 23, o23, ridu-
mente VII faceva 180,000 abitanti, e che cendosi nel i8i3a 1 17,882; poiché sen-
Renzo da Ceri, a cui ne fu adìdata la difesa, za la corte papale e curia romana, Ro-
la

dissealPapache3o,ooo erano atti allear- ma cadde in grande sventura e fu consi-


mi). Sei anni dopo,perrorribilesaccheggio derata città di provincia, ad onta che Na-

e strage che patirono i romani sotto Cle- poleone la dichiarasse città imperiale e
mente VII, soffrirono sensibilissima dimi- libera, la 2.* dell'impero francese, come
nuzione, e si ridussero a 3 3, 000 abitanti, o rimarcai nel voi. XX, p. 20 e 22, ed il

32,000 come vuole Gioviojmadopoquel- Palazzo apostolico Quirinale palazzo im-


l'epoca infuusta,ripresoRoma il suo vigo- periale. Ripristinato Pio VII nella sede
re, nel declinar del secolo XVI risalì a nel i8i4) nel seguente anno Roma contò
85,ooo;indi potè giungere nel 1 656 a con- 128,384 abitanti, e nel 1823 ultimo del
tarne ioo,ooonelpontificatodi Alessandro suo pontificato 136,269. Nel i83i all'e-
VII, al qual numero la Pestilenza (&\ck\\o saltazione di Gregorio XVI erano gli a-
quelle vittime che narrai a tale lugubre bilanti i5o,666; ad onta delle vittime
articolo. Nondimeno riavendosi da tanta della pestilenza colerica, quando morì
disgrazia, l'aumento fu lentamente pro- nel 1846 ne lasciò 170,199: nel i85o
grediente, per cui nel 1702 si trovarono erano 170,824 a fronte delle decorse in-
138,568 abitanti, de^quali n'erano nati fauste epoche. Ogni anno suole il vica-
3662, morti 2947 secondo la tabella di- riato pubblicare coi tipi della tipografia
mostrativa prodotta da Cancellieri a p. della r. e. apostolica : Stato delle anime
ROM ROM i65
deWalnia città di Roma^ riparlilo per variano nelle località diverse, ed è natu-
parrocchie, col novero delle fainiglie,dei rale, clie do\e sorsero edifici più grandi,
vescovi, sacerdoti, religiosi, incJjiache, se- più grande ancora sia stato l'ingombro;
ruÌ!iaristi e collegiali, eretici e infedeli non e che sul dorso de'colli meno sensibile sia
compresi gli ebrei, atti e non atti alla co- che alle falde o nelle valli. Gli scavi fatti

munione, matrimoni, battezzati, defun- in diverse epoche in varie parli della cit-
maschi e femmine d'ogni età; col ri-
ti, tà, sia per discoprire monumenti, sia per
stretto degli stati delleanime di anni o, i restaurare cionche, sia per fare restauri, o
e prospetto dell;» popolazione di Roma da fondamenti alle fabbriche moderne, han-
una Pasqua all'ultra, con calcoli di con- no determinato in molti punti il piano
fronto. Nel pontificalo di Gregorio XVI antico, tanto sui colli, che nelle valli e nel
e per le cure di mg/ governatore ZaC' piano di Campo Marzio: diverse misure
chia poi cardinale, fu istituito un ufllzio del piano presente sull'aiitico di 27, 24,
di statistica, che nel 1842 e i843 pub- 2 I piedj, ec. si possono vedere in Nibby.
blicò: Quadro statistico della popolazìo^ Dovunque poi si facciano scavi nelle va-
ne di Romaj e Riparlo della popolazio- rie parti di Roma, do ve il terreno non sia
ne per Rioni e movimenti rispettivi j al- stato mai mosso, si osserva nel i.°strato
trettanto fece il successore mg/ Marini o un relitto d'acque indurito,© vestigia
ora cardinale. Ili .°aprilei852 mg.^' Ilde- d'incendio, o ruderi di edifici caduti, e
brando Rufiui, direttore generale di poli- sopra questi, scarichi artificiali d'ogni sor-
zia (per questa e per la carica vanno letti ta di materie, forse fatti per mettere in
i voi. XXXII, p. i3, i4, i5,LlII,p. 194 piano le ineguaglianze del suolo,o per ri-

ambedue le colonne, 201, 21 4, 229, ed pararsi dalle inondazioni, e specialmente


il Regolamento di Polizia ne domimi del- per liberarsi dalle macerie. Dopo che la
la s.SedCj^oma. i 85o) pubblicò una no- città moderna è sorta dal secolo XV in
tificazione colla quale stabili le norme per poi, costantemente si profittò delle partì
procedere formazione del ruolo stali»
alla abbandonate per portarvi i ruderi della
stico della popolazione di R.oma. La super- città nuova, come tuttora si continua a
ficie del suolo di Pioma, calcolata sopra la fare. Questi scarichi si fecero più ne'luo-
pianta della città pubblicata nel 1 824dalla ghi contigui all'abitato, che ne'più lon-
direzione generale del Censo, si calcola a tani,come più comodi e vicini, prova ne
metri quadrati 14, 160,898; pari a canne sia Fora romano e le sue adiacenze.
il

2,836, 868, 73, 59, 29; pari a miglia Vedasi, Janus Jac. Boissardus, Romanae.
6,382, 957,04, 267; pari a rubbia 766,0, Urbis topographiae, qua succincte descri-
ij 2,63,2564- Però questa superfìcie non buntur, qiiae viderunt animadversione
è abitata che per una terza parte, gli altri digna, 1597, 1598, i6oo, 1602: contie-
due terzi sono ville, giardini, orli e vigne. ne ancora la Topographia Romac diPan-
Reca sorpresa specialmente agli stranieri vinio. Bartolomeo Marliano, Urbis Ro-
vedere come tanto siasi alzato il suolo di mae topographia mine deniio mendis o-
Rotila dal piano antico; ma cessa ogni mnìbiis sublatisj et figuris illustrala , eie.
sorpresa riflettendo alle vicissitudini ter- cui accessere Flier. Ferrutiiquamplures
ribili d'incendi, inondazioni e rovine al- addiliones, Yenelns 588.GiuseppeGuat-
1

le quali questa città nel corso di tanti se- tani, Parallelo di Roma antica e moder-
coli èandata soggetta; e tale rialzamen- /zrz, Pesaro 1824. Comm.^' Luigi Canina,

to è avvenuto non solo ne'lempi bassi, o Indicazione topografica di Roma antica ,


ne'tempi moderni, ma ancora ne'lempi 3."^ ediz. Pioma
1841 Esposizione topo- :

antichi, come si può vedere nell'accurato grafica di Roma antica Jxoma 84^. J^'-l 1

e intelligente Nibby. Questi rialzamenti descrivere principali cdifizi diRoma,ri-


i
-

iC)6 ROM ROM


produssi molti de'loro illustratori, ora ag • seg. ne numerò a tutto il pontificato di
giungerò alcuno de'generici sullo slesso Benedetto XIV 354, de'quali tutti pub-
argomento, de'recenti avendone parlato blicai le biografie, come le feci intiera-
Bargeo, Depri-
ne'citati luoghi. Pietro A. mente per (juelli creati dagli altri Papi
vatontmpuhlicorumqiie nedifjcìornm Ur- fino ai miei giorni, lo che si può rinve-
hìs Roniae, Florentiaei SSQ.Jo.Carbault, nire ai loro articoli: solo qui dirò il nu-
Les plus heaiix edifìces de Rome moder- mero de'cardinali romani che ognuno dei
nCf 1763. Flavio Biondo, De Roma in- seguenti Papicreò. Clemente XIII, 9; Cle-
staurata^ Venetiis i5io: vi è la tradu- mente XIV, 5; Pio VI 6; Pio VII, i4;
zione diLucio FaunOjCome di Roma triori- Leone XII, 4» uno de'quali vivente Pio ;

fante, \enez\a i5/\^e i556. Gaspare Ce- Vili, uno; Gregorio XVI, i4, de'quali
lio, Memorie de'nomi degli artefici delle 6 viventi; Pio IX regnante,3, tutti viven-
pitture che sono in alcune chiese, faccia- ti. A Papa e Cardinale riportai loro i

te epalazzi di Roma, Napoli i638. Gi- storici; altrettanto praticai con diversi
rolamo Francino, Le cose mera^'igUose collegi prelatizi e primarie cariche, tanto
delValma città di Roma, ivi 600. Nota 1 cardinalizie che prelatizie. Similmente di
delli museij lib re rie^ gallerie e ornamenti molte dignità e cariche secolari di Pioma
ili statue e piVure népalazzi, nelle case antica e del medio evo. Infinito è pure il

e ne:*gìardi ni di Rom a j ivi i664- Ragne- numero de* patriarchi , arcivescovi , ve-
net, Le memorie di Roma descrizione scovi, prelati, ecclesiastici e religiosi di
delle pili belle opere di pittura, di scul- sommi meriti, comedi monache di san-
tura e di architettura che si veggono in ta vita, ed altre donne illustri veramen-
Roma,Vav'iQ\ 1 702. Domenico Rossi, Ri- te matrone romane. Anche di lutti que-
tratto di Roma moderna ^ ivi. sti in moltissimi articoli ne dichiarai le

Roma patria e nutrice di tanti eroi ed gesta e le benemerenze. Nelle scienze, nel-
eroine, in ogni tempo fu madre feconda le arti, per dignità ecclesiastica e per l'e-
d*un incalcolabile numero uomini ce- di sercizio delle più belle virtù, Roma vanta
lebri e illustri, e di moltissimi che godo- un gran numero di viventi glorie. Laon-
no fama immortale, tanto di Roma an- de si può affermare francamente, che Ro-
tica e pagana, quanto di Roma moderna ma non teme il confronto di verun'allra
ecristiana, in ogni genere di virtù, di dot- città del mondo, pel numero de'suoi pre-
trina, in ogni ramo di scienza, come in o- clari cittadini, in ogni genere di celebri-
gni specie d'arte, di dignità, di perizia mi- tà, massimamente nella gerarchia eccle-
litare e di valore incomparabile per le siastica, in tutte le scienze e in tutte le
immense conquiste fatte, essendo fiori- arti,veramente fiori d'ingegno e dotali
ti famosi capitani anche dopo il romano d'animo grande. Si ponno consultare i
impero, moltissimi de' quali in moltissi- seguenti autori. Storia della vita delle im-
mi articoli celebrai, ed al solo qui nomi- peratrici romane e principesse del loro
narli non basterebbe un ben grosso vo- sangue, Napoli 1760. Romano Alberti,
lume intiero. Egualmente innumerabile Origine e progressi dell' accademia del
è il novero di quelli che fiorirono pel mar- disegno j de'pittori, scultori e architetti di
tirio e per la santità della vita d'ambo i Roma, Pavia 1604. Antoni us Augusti
sessi, come si può vedere o alle loro bio- nus,De romanisfamiliis, Parisiis 663: 1

grafie, o ne'tanti luoghi in cui ne parlai. De romanorum gentibus et familiis, IjU^'


11 copioso novero di tutti Papi lo ripor- i duni 1592. Luigi Contarino, L'antichità
tai a Patria; quello de'cardinali di noti- di Roma, sito, chiese, corpi santi, relìquie
zie certe il solo Cardella nelle Memorie e statue, imperatori , famiglie. Pontefici
storiche de' cardinali nel t.
9, p. 2o3 e e cardinali, Venezia i575. Faniiliae rO'
,
-

ROM ROM 167


ìjianae nohìllores: nel Grevio, Thes. an- Piazza, Emerologio sagro di Roma cri-

tìq. t. 7. Emendo Frigelio, De staliiis il- stiana e gentile, Roma 1713. Elia Reu-
luslrium /•or//rtrJor«7/i,IioImiaei 656. Eu- snerio, Gcnealogicum romanum defa-
genio Gamurrini, Istoria genealogica del- miliis praecipuis jFvanco^uvi'ì 1 589. Fran-
famiglie nobili^ Roma 1 691. Girola-
le cesco Roborlello, De familiis romanor.:
mo Henninges, De nonnulli sfanùliis ro- neWa Miscellanea Italica di Pioberti t. i.
manisy Magdebuigi i 598. Leo Urbeve* Francesco Milizia, Roma delle belle arti
tanus, Clironicon Ponliflcuni et Lupe- del disegno, Bassano 1787. Filippo De
ratorum illustravit^Fìovenlìiìe lySy. Al- Rossi, Ristretto di Roma antica^ con le
fonso Loschi, Coniinenlari di Roma e se- vite ed effigie de' primi re e la grandez-

a Leopoldo /jVe*
rie degV imperalorì sino za del romano impero ^Konra 1645. Ago-
nezia 1668. Prospero Mandosio, ^/Z»//©- slino Steuco, De Roma ex praeclarispri-
theca romana^ seti ronintiomm scripto - scoruni scriptorum monumentis, Lugdu-
rum centuriaCyRomae 1682. Bartolomeo nì 1547. Riccardo Streinnio, De genti-
IMarliani, Consulum, dictalorum, censo- bus^ et familiis romfi5ri.,Antuerpiaei 574.
rum que romanoruni series^unacum ipso- Fulvio Orsiuo,iE!rcerp;rt defamiliisrom.:
rum triumphis^ quae marmorihus scul- Familiaerom. nobiliores^ nel t. 7 del Gre-
pta in Foro reperla estj alque in Capilo- vio: Familiae romanae, quae reperiun-

Ho translata i^omaei 5 /\<^.V&^'n\o Mas- tur in antiquis numismatibus Romae ^

soni, De Episcopis Urbis Roniae, Pari- 1 577. Hermanno Corrigio, De sludiis li-

siisi586. k^oii\ììoO\òo\uOjAlhenaeuni heralibusRomae elConstanlinopolis J1q\-


romanum , in quo sum. Ponlificum , ac tasladii 1 674. Cristoforo Cellario, De slu-
Pseudo- Pontificunìj nec non s. r. e. Car- diis roman. litlerariisin Urbe et provin-
dinalium et Pseudo- Cardinalium^ Perù- cìis: nel t. 3 di Sallengre, Historia illu-

siae 1676: ISecrologlum Ponlificum ac strium roman. a Jano usque ad captant


Pseudo Ponlificum Roni., Ilomaei67i. agothis UrbenijJiomae i5io. Michelan-
Onofrio Panvinio, De romanis principi gelo Prunelti, Saggio pittorico, Roma
LuSy et de comiliis imp., Basiieae i588: 1 786. F. Cavriani, Delle scienze, lettere
Romanoruni principum^et eorum, quo- e arti de' romani, dalla fondazione di Ro-
rum maxima fuerunt imperia,
in Italia ma sino ad Augusto, ManlovaiSii.l^n-
Basiieae i588: Fasti Consulares a Ro- nio Q. Visconti, Iconographie romaine,
mulo ad Carolum Fcum commenlariis Milan 1818. Jacopo Zabarella,y^w/tìtAe-
Venetiis i558. Noterò che i frammenti roani, siveFastironianorum ab Urbe con-
de' Fasti Consolari, ritrovati nel Foro Pio- dita ad ann. Doni. 1673, cum monumen-
mano presso tempio detto di GioveStra*
il tis, quae sub heroum imaginibus Patavii
tore,sono nella 3/anticamera del palazzo in dieta aula, etc, Patavii 1 673.De'costu-
de'Conservatori in Campidoglio: fram- i mi, della religione, de*riti,de'magistrati,
menti òit Fasti di Q. F. Fiacco, sono nel delle leggi, delle arti, delle scienze, delle
Palazzo Sloppani,es\ rinvennero in Pa- feste, de'giuochi, de'funerali, delle guer-
lestrina. Carlo Sigonio, Fasti Consulares re, de' trionfi, dellemonete, medaglie, e
ac Triumpliia Romuload Tiberiurn Cae- di quanto riguarda gli antichi romani,
sarem jaccedil de nominibusromanoruniy trattai in tutti gli articoli che vi hanno

Venetiis 1 556. Francesco Petrarca, Vi- relazione, onde assai lungo sarebbe il qui
te dcgV Imperatori e Pontefici romanidal- indicarli, in uno agli artefici che fioriro-
la prima origine sino al 1
87 i, e conti- no ne' primi secoli di Roma, come delle
nuate sino al 1 47 8, Florentiae 1 478.Teo- scienze introdotte tra'romani dopo il V
doro Petrejo, Chronol. sumni. Pontlf. et secolo di loro era, tranne pocheeccezio-
Lnperator.f Coloaiae 1626. Bartolomeo ni, e ciò perchè Romolo avea vietato di
j- 1y

i68 ROM ROM


coltivarle, per timore die venisse meno Romac iG^o.
ni olim imperii splendore y
nel cuore cle'giovani l'ardore per la guer- Buruianni, Uectignlia populi romani
ra, e per quanto dissi nel voi. XXXVII, Leydae 734. Cagnazzi, Memoria suiva-
i

p. 2^0f 244- Che a Roma particolarmeu* lori delle misure e de'pesi degli antichi ro-
te gli sludi si sostennero e si rianÌQìaro< mani, Napoli 825. Campani, De officio,
1

110 per cura de'Papi, lo dichiarai a Let- et polestate magistratum romanorum et


tere BELLE, a Giurisprudenza, a Medici- jurisdictione. Taurini i 724. Schneider,
na, a Teologia, e ad altri simili articoli Decentum viralis fudicii origine apud ro-
scientifici; altrellanlo si deve rileneredel- //m«o.y, Rostochii 1 835.Kirchmanni, De
le belle arti, di cui furono e sono magna- funeribus romanorum^ Brunsvigae 1 66
nimi mecenati. Di lutto questo, oltre gli Nieuport,De rilibus rom<7/ionmi, Napoli
autori che ne trattarono e riportati a'ioro 1
749- Descrizione de' riti degli antichi ro-
luoghi,qui ricorderò seguenti. Carlo Bre-i mani, Roma.
to, De ordine antiquo judicioriun civi- Le antichità preziose di Roma, le re-

liiim apiid Romano s commenfarius: nel liquiedella sontuosissima dominatrice del


Thaes. ani, roni. Jo. T. Bry, et Jo. Is- nìondo, tanto eminentemente interessan-
drael, Antiquitates ronianae et effìgies ti alla storia e alle arti, è un tema quan-
Deoritm fatidicoruni. Giulio Cesare Bu* to ampio, altrettanto difficile a lumeggiar-
lengerius. De Circo Romano, Ludisque lo, pei tanti eccellenti scrittori antichi e
CircensibuSy ac Circi Amphiteatri vena- recenti die dottissimamente lo illustra-
tione, Paiisiis 598. FasLorum anlìquita-
1 rono, non senza varietà di opinioni. Allo
tis romanae opus absolutwn. In quo oni' studio di questo importante ramo della
nis generis sacrificaliones, ìnauguratìo' bella scienza archeologica, di cui n'é il ti-

nes, conservaliones^ dedicaliones, electio' po generale, dopola metà del secolo XIV
nes, ludi, spectacula, clades, vicloriae, die sprone il celebre Petrarca, che ma-
triumpìiì^colonìae ductae eie. per Michael gnificò con grande entusiasmo gli avanzi
et Jo. Beuterum, Spirae 1600. Giacomo superstiti de*monumenli di Roma, testi-
Guterio, De veteri fure pontificio Urbis moni di fatto del gusto e della possanza
Romae, Parisiis? 1 6 1 2: Z?e domus Augu- di coloro che gli aveano eretti. Sul suo e-
stae offìciis, Parisiisi62 7 : De jure ma- sempio nel secolo seguente prima Poggio
nium^neì Grevio 1. 1 2.Franc.IIolomanno, Bracciolini, segretario apostolico d'Inno-
De SenatUy et scnatusconsulto: nel Gre- cenzo VII e di 6 suoi successori, come af-
vio t. 7.. Filippo hMìhyNotitia dignità- ferma Buonamici, e poi d Volaterrano e
ium imperii Roni.^descriptio UrbisRomae Pomponio Leto viemmaggiormente spa-
et Constantinopolis Parisiis i65i. An- y ziarono su questa interessante materia.
drea Morelli, Thesaurus numismaticuni L'impulso dato da que'dotti fece cono-
UrbisRomae, Amsterdam 1734. Ono- scere quanto fosse giovevole al progresso
frio Panvinio, Antiquae Urbis imago, delle lettere e delle arti belle il delineare
nel t. 3 del Grevio; Deanliquis roman. la topografìa di questa antica regina del-
nominibusjiìeì t. 1; Civilas Romana jVà le nazioni. Il sommo ingegno di Panvinio

risiisi 588; De Ludis Circensibus, et de colle molle sue opere niostrò quanta uti-
Trinmphisj Patavii 1642. Enrico Savi- lità polevasi ricavare dai cataloghi de'Re-

lio, De mililia romana, Heidelbergae gionari (di cui a Rioni di Roma), per cui
1 60 1 Carlo Sigonio, De antiquo jure pò
.
• Famiano Cardini abbracciò ed estese
puli romani j Dononiae iSy^- Mestertii, questo nuovo sistema, con tracciar la via

Dejustitia romanorum Icgum, Lugduni alle ricerche che doveano seguire gli e-
1634. Amato, Fila privata de' romani ruditi. Grande fu quel passo e può ri-

^'apoli 1763. Casali, De Urbis ac roma- guardarsi come la base ai progressi che
ROM ROM 169
si ottennero un secolo dopo,anche pe'cll- morali artìcoli. AFonoo Fori di Roma,
veisi studi di Celio, Tili e Martinelli (ol- dopo averne indicato l'uso (sul quale si
tre quelli di Fanuccij e Piazza per le ope- può vedete Mercato ove pure li enume-
re pie e religiose istituzioni), pel profitto rai) e come si formavano e decoravano,
decisivo fallo dal celeberrimo Gio. Bat- come l'arco di Giano Quadrifronte, e l'ar-
tista Piranesi antiquario, architetto e in- co di Settimio Severo, cioè l'eretto dai
cisore, sui materiali de'quali furono com- banchieri e negozianti perciò delti argen-
pilate tutte le guide e descrizioni di Ro- tieri (di cui eziandio nel voi. XII, p. i4)j
ma ivi impresse o altrove pubblicale, va- dissi dell'origine delfamoso Foro roma-
riandoci solo nella esposizione e nel n)e- no e sua estensione, degli edifizi e monu-
todo, avendo tutti superato il benetnerito menti che vi furono eretti, perchè poi vol-
Kibby, nella Roma
nelVanno i838 de- garmente si disse Boario e Campo Vac-
scritta jmci'ìXawào pure encomi Tavv. Fea cino (anche nel voi. LlII,p. 245), adon-
e il comm/' Cauina per le tante belle o- ta che fosse il luogo più rinomato e più.

» pere che pubblicarono, non che il aiarch. celebre dell'antica Roma oltre il Campi'
Melcliiorri per la sua Guida di Roma. doglio ((lì cui pure a Monte Capitolino),
Mi glorio possedere l'intiera classica e va- per l'assemblee e popolari riunioni e per
sta collezione d'incisioni col testo, in for- tulle le fabbriche che sontuosamente lo
ma atlantica, dell'inimitabilePiranesi tan- decoravano; quindi de'superstiti avanzi
to benemerentissimo delle antichità ro- di alcuni de' suoi monumenli, come del
mane, per munificenza del Pontefice Gre- Tabulario o archivio pubblico, in cui si
gorio XVI che con ispeciale legato olo- custodivano gli alti del senato, plebi- i

grafo generosamente me la donò, e sulla sciti, e gli alti de'privali ordinariamente


quale per grazioso invilo del cardinal An- incisi su tavole di bronzo; del teinpiodel-
gelo Mai decoro della Chiesa e d'Italia, laConcordia e sue denominazioni,di quel-
laboriosoedislintissiiuoscrittore,neI mar- lo di Giove, de'rostri (anche a Colonne di
zo 1 85o un Indicazione che mss. in-
feci Roma, aANzo, e Porto d'Anzo: servano
titolai all'insigne porporato. Oradellean- queste citazioni per conoscere in quanti
tichilà di Roma, che pure nella maggior luoghi relativi di tutto si ponno trovare
parte descrissi ne'Ioro articoli, o ne parlai lenolizie), presso la Curia Ostilia con por-
in altri, in descrivere i luoghi propinqui tici dove si radunavano i cittadini divisi
(ed in conseguenza, di lutti quelli chequi per curie, a dare affari che
l'I voto negli
non ricorderò, se si leggerà quanto ha re- erano chiamali a decidere,, ed il Comizio
lazione colla topogralia ove sono gli a- dove seguivano le pubbliche adunanze
"vanzi antichi, se ne troveranno delle no- del popolo diviso in comizi per stabilire
zioni ; altrettanto dico per tulli gli edi- leggi, non che per eleggere sacerdoti, u- i

fici, monumenli e località che piìi non e- sandosi ancora dai tribunali, e vi si ese-
sislono: all'indice poi tulio si troverà riu- guirono le sentenze, annessa a'quali edi-
nito alla sua denominazione ancorché non fizi sorgeva la Grecostasi o luogo in cui

esistano appositi articoli) e perciò ricor- si trallenevano gli ambasciatori delle na-
tlai di sopra, qui non farò clie accennar- zioni straniere, prima d'essere introdotti
le nella proporzione imposta daliiiiosi- nel senato, o quando ne attendevano le
|Stema, eanalogamente a quanto protestai deliberazioni che prendevano i senatori
in principio, e citando que'luoghi che mi adunali nella Curia, o nel tempio della
"sarà dato ricordare} dopo i quali cenni ri- Concordia. Dissi ancora della Colonna di
porterò i principali scrittori generici del- Foca eretta da Smaragdo esarca di Ra*
le medesime antichità, poichèdi raollide- {•enna,c\e\\a basilica Giulia (ed il voi. LUI,
gl' individuali illustratori ne parlai ai me- p. 214)5 del tempio di Antonino eFau*

I
J70 ROM ROM
slina (a Speziali pure, cui appartiene la Iroversiearcheologiche, imperocché mol-
chiesa in cui fu convertita), clelTarco di ti opinarono che 3 grandissimi archi
i

Settimio Severo e di Tilo (voi. LIII^ p. che si vedono forn)assero il vestibolo, o

124, ed altrove). L'arco famoso e gran- principale ingresso della casa aurea o pa- J"
dioso di Settimio Severo fu eretto dal se- lazzo di Nerone, il cui colosso si preten-
nato e popolo romano circa Tanno 2o3 de che fosse nel centro dell'arco di mez-
pel trionfo riportato sugli arabi e adiabe- zo: della casa (di cui pure a Palazzo) e
iii, tutto di marmo bianco, ed ha 3 for- del colosso parlai a Monte Palatino, ed
nici,ogni faccia è decorala di 4 g»"andi a Colosseo che prese questo nome da det-
colonne scanalate, con bassorilievi rap- ta statua. Il senato ridusse l'edifizio a ba-
jnesentanti i falli della spedizione, oltre silica, e dedicò a Massenzio, vinto ilqua-
l'iscrizione della dedica dell'arco: era or- le da Coslaniino, si chiamò col di lui no-

natissimo di bronzi, fra'quali sulla som- me, onde Fea la chiamò basilica di Co-
mità sorgeva la quadriga imperiale colle stantino. L'anfiteatro Flavio, principalis-
iìgui-e di Settimio e de' suoi figli Caracal- siino edifizio dell'antica architettura e la
la e Gela. L'arco di Tilo fu innalzato dal più vasta mole che sia giunta a noi, lo de-
senato per la conquista della Giudea e di scrissia Colosseo, insieme al suo uso e
GerM5rt/cmmf, e terminato con un sol for- storia posteriore, dicendo ancora della
nice dopo la di lui morte, come rilevasi prossima Meta sudante. Vicino a questa
dall'iscrizione, con colonne, esculture sot- si eleva il magnifico arco di Costantino,
to r arco esprimenti la pompa trionfale di cui in diversi luoghi parlai, come nel
egli oggetti tolti al tempio di Gerusalem- voi. LUI, p. 124» eretto a quell'impera-
me. Delle pompe trionfali de' romani, feci tore dopo la vittoria su Massenzio, dal se-
parola a Ingressi solenni in Roma. De- nato e popolo romano nel 326,con gran
scrivendo le Chiese, di s.Adriano, de'ss. parte delle sculture dell'arco di Traiano,
Cosma e Damiano, di s. Maria Nuova, laonde vi sono espressi i falli delle guer-
esistenti nel foro, riportai notizie analo- re contro i daci, i parti, gli armeni, ed
ghe, e in quella di s. Maria Liberatrice, anco con alcuni bassorilievi dell'arco di
nel voi. XLVIII, p. 201 feci ancora me- Gordiano, pel quale accozzamento il se-
moria della voragine ove si getlò Curzio. vero Milizia chiamò l'arco Cornacchia
Pel Carcere Mamerlino e sue scale Ge- d'Esopo. Alludendosi alla vittoria ripor-
monie, LUI, p. 20 indicai
nel voi. di- i tata su Massenzio, vi sono l'epigrafi: Li-
versi luoghi ove ne trattai. A Piazza di heralori Urbis: Fundalori Quielis. L'ar-
Campo vaccino, egualmente rammentai co ha 3 fornici, è d'ordine corintio, da un
gli articoli dove parlai del Foro romano latoha 4 colonne di giallo antico, 3 ne
e sue appartenenze. Inoltre in questo no- ha nell'altro, sopra le quali sono statue
minai gli altri Fori di Roma. Quanto a- di re prigionieri; sulla parte superiore e
gli avanzi del tempio della Pace, secon- sópra una camera, era la quadriga im-
do Nibby, d'una Colonna del quale ra- periale in bronzo: parlando poi di Cle-
gionai pure a Chiesa di s. Maria Mag- mente VII dirò delle teste rubale dal suo
giore, esso fu innalzalo da Vespasiano pa- parente Lorenzo Medici, cui supplì Cle-
dre di Tito dopo della guerra, perla Iran- mente XII nel restaurare il monumento
quillilà acquistata dall'impero, e vi col- isolandolo; indi Pio VII rimosse nuovi i

locò in uno al siiMulacro (probabilmente) ingombri e lo circondò di muro, che Leo-


della Pace, tulli gli oggetti portati nel ne XII fece demolire nell'ordinare loster-
trionfo, e una biblioteca. Non avvi forse ramenlo del suolo dell'antica Roma, fra
monumento fra gli antichi, che al pari di il Campidoglio e il Colosseo; finalmente

queslo'audasse soggetto alle dispute e cou- Gregorio XVI nel rifare la bella strada
ROM ROM 171
che conduce alla Chiesa dtss, Gregorio quelle innalzale ne'bassl tempi, delle qua-
e Andrea, rarco restò meglio nobilitato li gran parte già ne descrissi. Altri mo-
e isolato, nella sua primiera situazione. numenti epoche sono il Tricll*
di quelle

A Monti o Colli di Roma notai le anti- nio Leonìano, ed altri, oltre quanto già
chità che contengono. A Porte di Pioma. riportai. A Portico notai le reliquie de-
e Mura dì Roma dissi delle antichità che gli antichi portici di Roma. A Teatro, di-

hanno propinque, come l'anfiteatro Ca- cendo degli odierni, farò menzione degli
strense, il monumento dell'acqua Clau- avanzi superstiti di que'de* romani. Degli
dia, quello d'Eurisace, il castro Pretorio, y^c<yfie^o^//,pritnai io ramo dell'aulica ro-
l'arco di Druso LIV, p.
(di cui nel voi. mana magnificenza, di cui anche oggidì
178), ed altri che descrissi. A Colonne di ne godiamo i frutti, ne trattai a quell'ar-
Roma ragionai della Colonna di HI. Au- Fontane di Roma, descrivendo
ticolo, a

relio Antonino e della Colonna Traiana i monumenti che lor sono propinqui i ,

e suo foro, potendosi vedere Piazza Co- luoghi donde ne derivano le acque, e in
lonna, e Piazza del Foro Traiano ove altri.Delleacquedel Velabroe della Cloa-
rimarcai l'ultime scoperte sulla basilica ca Massima parlai ne' voi, Ln,p. 22 I , LI V,
Ulpia: di Pio IX,
altri recenti scavi parlai a p. 124, LV, p. 20 e altrove, solo qui ag-
come de'monumenli della via Appia an- giungerò. Avanti la fondazione di Roma
tica. Egualmente della Colonna Antoni- il Tevere licenziosamente vagando, nel
na esuo magnifico basamento tenni pro- ritirarsi lasciava impaludati i bassifondi
posito nel voi. L,p. 288. A Sepolcri par- più prossimi al suo letto. Di queste pa-
lerò de'principali degli antichi romani, ludi la più grande si disse Velabro,e di-
A Obelischi di Roma li descrissi tutti. A videvasi in maggiore e minore. La più
Chiesa dis. Maria ad Martyres pure de- \asta allagava il terreno frapposto ai due
scrissi ilsuperbo esontuoso tempio, il più Monti Palatino Aventino ^cxok una gran
e
insigne e il più bel monumento dell'an- parte della valle Murcia, dove fu poi il
tichità romana il P<2/i//ìco/j, vero capo d'o- Circo Massimo, laonde per andare dal-
pera d'architettura dell' aureo secolo di l'una all'altra collina bisognava transita-
A ugusto che tuttora integralmente si con - re la palude con nave, e si pagava un

serva, essendo stato come altri templi del- quadrante o moneta di Z oncie di metal-
° ad asciugar-
l'idolatria gentilesca convertito in chiesa, lo. Re Anco Marzio fu il i

come rilevai a Chiese di Roma, ed a Tem- ne una porzione, avendo concesso la val-
pio ove dico di quelli dell'antica Roma. le Murcia e l'Aventino ad abitare ai po-
Leggo nel n.° i5o del Giornale dì Roma poli da lui vìnti , onde venne pure sbo-
de'5 luglio i852, che finalmente si è in- scata la parte boschiva. II minore Yela-
cominciato a sgombrare il corpo roton- bro era all'altro unito e distendevasi fra
do del Pantheon dalle case che lo circon- l'Aventino e il Capitolino, ed internando-
dano, recandosi ad atto ciò che da secoli si quindi fra questo 2.° colle e il Palati-
fu desiderio delle lettere, delle arti e di no, formava uno stagno, che bagnava il

tutta la colta Europa, onde il Papa Pio luogo ove fu poi il Foro romano. Il cosi
IX che l'ha ordinalo ne ricevette solen- detto lago Curzio, per quanto accennai^
ni azioni di grazie e gratulazioni, dalle ch'era in quel mezzo, indica la qualità
benemerite pontificie accademie romane del terreno paludoso sino da quel tempo
di s. Luca e d'Archeologia. A Terme dirò della guerra Sabina. Questa punta di
I.'

di quelle di Roma e degli avanzi gran- palude venne riempita dai romani e dai
che restano: a Settizonio di quello
tliosi sabini dopo la loro unione, servendosi
eretto da Settimio Severo. A Torri par- dei massi tolti dalla rupe Tarpea del Ca-
lerò di quelle degli antichi romani, e di pitolino nel fortificarlo, finché tulio ilYe-
iji ROM ROM
labro fu asciugato da re Tarquìnio Pri- vede una porzione, la quale serve a sco-
sco colla costruzione della Cloaca Massi- lare le acque sorgenti, fra le quali quella
ma, altri dicono da Servio Tullio, altri di Mercurio o di s. Giorgio. 11 suo mag-
dicono da Tarqiiinio il Superbo, ovve- gior sbocco sul Tevere nella sua ai'cua-
ro incominciata dal primo i detti succes- zione ha 3 ordini di massi concentrici; due i

sori la proseguirono, e con restringersi il più piccoli sono quasi interrili. Qiie»t' o-
Tevere con argini di pietra. La denomi- pera della romana grandezza fa conosce-
nazione di Velabro restò e la prese la re quanto saggie fossero sin dal principio
Chiesa di s. Giorgio cbe ivi venne edi- ne'romani le idee di pubblica utilità. Que»
lìcala.La cloaca riuscì meravigliosa per ste e altre opere sontuose e niagnidche,
la sua vastità e solida costruzione, rice- i romani eressero anche ne'luoglii con-
vendo lo scolo delle acque paludose del quistati, come descrivo in tutti i loroar-
Foro romano, e trasmettendole al Teve- licolislorico-geografìco ecclesiastici, in u-
re. Dal lato detto Curzio presso l'odierna 1)0 alle superstiti antichità. La città sot-
cbiesa di s. Maria Libeialrice, andava la terra è solcata da cloache,molte delle qua-
cloaca nella direzione della Chiesa di s. li praticabili, poiché scrisse Dionigi d'A-

Teodoro, ^[lì. tempio di Romolo (nelle cui licarnasso che 3 cose gli recarono stupo-
vicinanze bambino era stato esposto con re in Roma, gli acquedotti, le grandi stra-
Remo, presso il FicoR-uminale, perciò vi de e le cloache, che facevano conoscere
fu collocata la famosa e bella Lupa di la grandezza dell'impero e l'enormità del-

bronzo in atto di allattare i due gemelli, e le spese per esse incontrate. Plinio dichia-
poi trasportata prima alLaterano. indi in rò che le cloache sono le più grandi di
Campidoglio, e nel voi. XLVI, 25G no- tutte le opereromane, come quelle che
tai che fu fatta colle multe imposte agli u- attraversavano monti, ed aveano resa
i

surai,clie gli antichi romani severamente la città pensile e navigata sotterra. Inol-
punivano; altri dicono che si trovò pres- tre Tarquinio il Superbo non solo com-
so l'arco di Settimio o nel Comizio: si può pì i Tarquinio Prisco, n»a
lavori dell'avo
"vedereun articolo erudito su questo si- aprì canali per condur via le acque sor-
mulacro di F. Gerardi, Album t. g, p. genti a pie de'colli, quelle delle pioggia
233), il quale non pare che fosse ove ò e col loro mezzo le sozzure. Laonde dai
succeduta la Chiesa de ss. Cosma e Da- detti due re furono introdotte le cloache
miano, che piuttosto si vuole di Remo, in Roma, scavate secondo l'andamento
e della Chiesa di s. Anastasia^ e semhia. delle vie e de' vici allora esistenti; poi ven-
che si dividesse in due rami, uno de'qua- ne l'inconveniente di costruirvi sopra pri-
li passando avanti a s. Giorgio sbocca sul vati edilizi, dopo l'incendio di Roma o-
fiume al di sopra del tempio rotondo di perato da'galli nel 365 dalla fondazione
Yesla, e l'altro verso la Chiesa dis. Ma- della città, essendo attribuzione de'cen-
ria inCosmcdin [o\'evano pistrinio for- i sori sotto la repubblica di vegliarvi. M.
ni pubblici e l'ara myssima) sbocca sul Agrippa comeedile nefabbricò delle nuo-
Tevere al di sotto ad una distanza di po- ve nel Campo Marzio, poi furono cura
chi passi dall'altro. A questo intermedio del prefetto di Roma, e Teodorico n'eb-
\i è un altro sbocco, che indica un ramo be premura. Gregorio IX ripuh le vec-
secondario, che uni vasi agli altri che cosi chie cloache e ne fece delle nuove, altre
uniti bastarono a tenere in secco il ter- furono costruite nel secolo XV dopo il

reno che occupava W maggiore e mino- il risorgimento di Roma, dai Papi succes-
re Velabro. Cosi vasto era lo speco di que- sori per mantenere la salubrità dell'aria

sta cloaca, che M. A grippa lo percorse su e la nettezza delle vie, raccogliendo an-
d'una barchetta. Presso s. Giorgio se ne Cora le acque delle fontaue; per cui la cit-
,

ROM ROM 173


tà n'è intersecata in ogni senso, e ninna e talvolta le naumachie o spettacoli na-
città moderna può vanirne sKlatli lavori vali, potendosi allagare l'arena. Gl'im-
quanto Roma, die se potesse aversene la peratori assai lo abbellirono. Ma di que-
pianta generale di tutte le chiaviche or- sto vasto edifizio nulla rimane , tranne
dinata da Pio VII, sembrerebbe un labe- poche vestigìe di arenazioni semicircola-
rinto inestricabile.Molle chiaviche han- ri. Vi furono altri Circhi, cioè di Adriano
no tale ampiezza che vi camminano ritti *ie'prali Neroniani. Il Circo di Caioe Ne-
gli uomini, e vi travagliano liberamente rone, che si estendeva ne'presenti Bor'
nello spurgo e ne'risarci menti. De'Circhi ghì, e Piazza dì s, Pietro in Praticano. Il

di Roma ne parlai descrivendo gli edifìzi Circo Flaminio, nelle vicinanze di Cam-
eretti nelle loro aree, come chiese e pa- pidoglio, e della Chiesa di s. Caterina dei
lazzi. li Ci reo Alessandrino ©Agonale è oc- Fiinariyd'x Piazza di Cam pi telli.W Circo
cupato da Piazza Na\'ona. Il Circo Mas- di Flora, era verso la Piazza Barberini
simo fu formato da Tarquinio Prisco con e la Chiesa di s. Nicola in Arcione^ di
gradi e sedili di marmo, e forse per es- cui anche nel voi. XVI, p. iSr. Il Circo
sere il più grande di tutti ebbe poi il no- di Sallustio, fra'Monli Quirinale e Pin-
me Massimo, e fu anche il più antico
di olo, e fra le Porte Salaria e Pia. Il Circo
dando il nome alla contrada ove
di tutti, di Romolo o di Massenzio, detto volgar-
fu, che si chiama de* Cerchi, già valle mente di Caracalla, è l'unico di cui sieno
Murcia, nel quale luogo Romolo avea da - rimaste in parte visibili le forme, fuori

to i giuochi consuali in onore di Nettu- la Porta s. Sebastiano due miglia circa


^

no, ne'quali avvenne il ratto delle sabi- lungi dalla città, a sinistra della via Ap-
ne. Qui noterò che a Giuoco parlai dei pia, le cui parti bastano a dare un'idea
giuochi degli antichi romani, ed anche sufliciente delle forme che aveano i cir-

in altri articoli, come a Carnevale, dai chi antichi. Era pegli spettacoli delle corse
ij^\^\\i\^\:'\vhWWw7\\QCarnevalediRoma; delle carrette a due cavalli dette bighe,
mentre a Mese non solo dissi come li chia- di forma quadrilunga recinta all'intorno:
mavano romani, ma anco
i la qualità dei delle due estremità quella inferiore è ret-
giuochi e feste clie vi celebravano. Il Cir- ta, l'altra semicircolare. Eranvi 11 car-

co Massimo diventò così magnifico che ceri, la porta trionfale, l'oppidooveil ma-
si può conlare per una delle meraviglie gistrato dava il segnale della mossa delle
di R.oma, siccome capace di contenere e- bighe, e altre porte donde entrava e usci-
sorbitanfe numero di migliaia di spetta- va la pompa circense, ed i cadaveri di
tori, che da i5o,ooo si giunse a dire quelli che restavano morti nel corso. Il
485,000. Vi erano obelischi, colonne, a- podio avea sopra una scalinata di io gra-
re, statue, mete o edifìci conici che indi- di in cui sedevano circa 18,000 spettato-
cavano per le corse ove carri doveano i ri. La loggia imperiale era sopra un edi-

voltare, e le carceri. Vi erano 3 ordini di ficio più alto, assai ornato, detto pulvi-
portici e altrettanti canali d'acqua, il luo- nare. Nelle volte furono usate pentole di
go pel magistrato, la porta trionfale per terra cotta, per alleggerirne il Er-
peso.
cui usciva il vincitore de'giuochi, e gl'im- roneamente si disse di Caracalla, impe-
peratori godevano gli spettacoli dal loro rocché l'edificò Massenzio, in onore diRo-
palazzo, essendo il Circo addossatoal Pa- mulo suo figlio. Gli Archi edificati dagli
latino. Anche all' esterno eranvj portici antichi romani si distinguono in 3 classi,

con botteghe, ed altri luoghi pubblici. In trionfali,monnmenlali,odi semplice tran-


questo locale oltre le corse de'cocchi (dei sito. Alla i.^ appartengono quelli di Co-

quali a Carrozza), sifacevano giostre o stantino, Druso, Settimio al Foro roma-


spettacoli di fiere, i giuochi gladiatori! no, Tito (de'quali già si è detto), di CIau-
174 TiOM ROM
tlio, diFabio, di Marc* Aurelio ilenomì- perchè erano ivi i magazzini del sale de-
iialo anche di Porlognllo e ne tenni pa- stinalo al constmiodi Roma, esso fu desti-
rola nel voi. L, p. 72; alla 1* quelli di nato a transito nell'area cheqne'magarzi-
Gallieno, di cui nel voi. Xlll, p. 72, di ni conteneva. Di altri archi di Roma che
Tiberio, e di Settimio al Velabro, di cui congiongono diversi fabbricati, ne parlai
pure Giano Qua-
parlai; alia 3." quelli di in divprsiluo"hi;solorammenleròl*Arco
drifro«ite,del luoghi dove
quale indicai i detto della Ciambella, di cui feci menzio-
ne discorsi, di Nerva di cui ne'vol.XXVI, ne nel voi. LVI, p 3o6; e l'Arco de'Cen-
p.i I, XLVIl, p. 27 f, LII, p. 57, di Do- ci, del quale luogo e famiglia si può ve-
Jiibella, e di Lentulo. Di tulli questi solo dere il voi. XLVl,p. 278. Alla nobilis-
rinrìangono quelli di Costantino, Druso, sima e antichissima romana fnmi^liaCen-
Settimio al Foro romano, Tito, Gallie- ci, Giulio li cede il Monte posto tra Piaz-
no, Settimio al Velabro, Dolabella, e di za Giudea Tevere, onde Rocco v^in-
e il

GianoQiiadrifronle. Laonde non mi re- nalzò magnifiche case, per cui la strada fu
sta che dire un cenno di quello di Do- nominata Mola perchè dominava mo- i

labella, nondimeno dirò pure di quello lini preso quello di Cenci, unendo il mag-

di Leutulo. L* arco di Dolabella , detto giore al minore edifiziocon un arco sem-


anche di Silano, esiste presso la Chiesa plice ma di bellezza architettonica che gli
dis.Tommaso in Formis, così delta per- dà qu;ìlche rinomanza. Per ultimo dirò
chè situata accanto all'acquedotto o for- del Campo Marzio o Marzo di Marte,
ma di Nerone. E questo arco sotto di cui così appellalo perchè destinato agli eser-
passa la via che da ss. Gio. e Paolo dei cizi militari, luogo fortificato come aven-
Passionisfiy condiìce alla via della Navi- te da un lato il fiume, dall'altro colli che i

cella ov' è la Chiesa di s. Maria in Do- lo circondavano e chiudevano. Esso è e-


;7/mc<7. Esso fu praticato per dar passag- stesissimoal nord ovest, ed occupa lospa-
gio o ingresso a qualche recinto, e poi ser- zio della parte più ora abitala della città,
Vi a detto imperatole per farvi passar so- dopo che ad essa fu imito. Questo cam-
pra l'acqua Claudia. Siccome in questo poo pianura sino dalla fonda/ione di Ro-
luogo o sommità del Monte Celio^ erano ma, essendo allora fuori delle sue mura,
gli alloggiamenti de'soldati stranieri, Ca- fu destinato non solo agli esercizi mili-
stra peregrinoruniy così alcuni credettero tari, ma anche ai ginnastici. Esso propria-
che questo arco dasse accesso a quel quar - mentecomprendeva tutto lo spazio o val-
liere; chiamandosi di Dolabella e Silano, le fra il Tevere, ed i Monti o Colli Ca-
perchè furono consoli di tal nome che
i pitolino, Quirinale e Pincio,in guisa tale
Jo fecero costruire di massi quadrilateri che questo ultimo chiudendolo quasi col
di travertino, mirabilmente commessi in- fiume, veniva ad essere questa pianura
.sieme. L'arco di Lenlulo surse fra 1* A- difesa naturalmente, ed atta e sicura al-
"ventino e il Tevere, ov'è oggi l'arco della l'uso dell'arnìeggiare.IlTeverestesso pre-
Salara, ed in cui si vedono alcuni traver- stava opportuna occasione ai giovani di
tini dell'antico. Fu edificato d'ordine del tuffarsi nelle acque sue, allorché erano
senato dai consoli P. Lentulo Scipione stanchi e coperti di sudore e poi vere, qual
figlio di Gneo, e T. Quinzio Crispino. E- pratica mirabilmente serviva a fortificar-
ra simile a quello di Dolabella, ed a lui ne i corpi. Si (latto uso gli procacciò il

anteriore di soli 3 anni, venendo distrutto nome di Marte, al quale come dio della
nel principio del secolo XVI. L'uso a cui guerra erano dedicale quelle militari riu-
fu destinato pare potersi desumere dalla nioni. Si fece una distinzione tra l'effet-
contrada, nella quale fu eretto; cioè che tivo Campo Marzio ed il Campo Muio-
essendo questa denominata delle Saline, re. Si disse il i.° quello spazio contenu-
j
,

ROM ROM 17.^


lo fra il Monte Pincio e Tevere, nel- il che traila de'xiv rioni di Roma; di Pom-
l'estensione che dalla Poiì.t Flaminia cor- ponio Leto sulle antichità romane; di Fa-
reva alle falde del Campidoglio; il 2.°era bricio Varrano sulla raccolta delle cose
quella parte di pianura che dal Tevere più notabili ch'esistono in Roma; di Lo-
estendevasi verso il Circo Agonale,rodier- renzo Vallatio con poema sull'origine di
no Monte Giordano e la- Piazza della Roma. Pomponio Leto, De romanae ur-
Cancelleria. Tutto questo spazio di ter- bis vetustate noviter impressus ^ ac per
reno fu in principio un semplice campo, Marianum de Blanchellis emendatus
quindi a poco a poco fu ricoperto di edi- Romae i5io. L'antichità di Roma tra-
fizid'ogni sorte, con templi, circhi, tea- dotte in volgare lingua da Gio. Luca Pa-
tri, enfi tea tri, portici, boschetti, vi Ile pub- pera, Venezia i55o. Francesco Alberti-
bliche, mausolei e sepolcri d*ogni genere. ni, Opusculum de mirabilìbus novae et
Quanto sempre grandemente
fu a cuore Romae, ibidem 5i o. Tom-
veteris urbis 1

degl'imperatori romani e de' Papi con- maso Belli, Roma restituta, seu antiqui'
I servazione degli antichi monumenti
la

di tatuni romanarum compendiunij Londi-


Roma, lo dimostrai a Commissario delle ni 1 677. Francesco Bianchini, Descrizio-

ANTICHITÀ romane, Maestro delle stra- ne del palazzo de' Cesari in Roma, Ve-
de DI Roma (i quali cessarono il i.° ot- rona iy38. Jacopo Crulli, Grandezze di
tobre i847) colla «^l'ova organizzazione Roma antiche e moderne, Roma i625.
sul consiglio e senato di Roma, avendo- Antonio Desgodefz, Los edifices antiqìies
ne assunto l'ufiìzio i ma-
destinati dalla de Rome mesurés et desinnés tres exa-
gistratura municipale), e Palazzi di Ro- ctementsur les lieux, Paris 799 con figu- 1

ma ;ed alle leggi pontificie nominate nel re. 11 comm.i' Luigi Canina pubblicò in
1.° articolo, inclusivamenle a quelle di R.oma nel 1843: Supplemento aWopera
Pio VII, mi piace aggiungere la memoria dell'architetto Desgodetz sugli edifizi an-
dell' importantissimo moto-proprio del tichi di Roma. Descrizione di Roma an-
medesimo deh." ottobre 1802 : La con' tica e moderna, de* più nobili monumenti
seriazione de^ monumenti e delle produ- sagri e profani^Roma 1847. Alessandro
zioni delle belle arlij pubblicato con e- Donato, Roma vetus , ac recens utrius-
ditto dal cardinal Doria-Pamphilj pro- que aedificiis ad eruditam cognitionem
camerlengo di s. r. e, e riportato nel Bull. txpositis, Romae 1639. Giuseppe Erco-
Rom. cont. 1. 1
1, p. 4 '4 Ecco poi un bel lani, 1 tre ordini di architettura, dorico
numero degi' illustratori delle antichità gotico e corintio presi dallefabbriche pia
romane.Poggio Bracciolini scrisse un dot- celebri dell'antica Roma, con la descri-
tissimo trattato sulle rovine de'principali zione del Colosseo, del Pantheon e del
monumenti dell'antica Roma, De varie- tempio P' a ticano, B.oma 744- LucioFau-
1

tale Fortunae, che Alberto E. Sallcn- no, De antfquitatibus urbis Romae, Ve-
gre pubblicò nel t.i.'' del suo l^ovus the- nelìisi549- Carlo Fea, Descrizione dei
saurus antiquitatum romanarum , IJa- Circhi, principalmente di quello di Cara-
gaeiyiG. Raffaele Volaterrano, De ori- calla, di G. Lodovico Bianconi, ordi-
one Urbis : Urbis Eomae descriplio. Si nata e pubblicata con note, Roma 1 789.
trovano nella Roma prisca et nova vara Francesco Ficoroni, Osservazioni sopra
auctores etc, Romae i52 3 rara colle- ; le antichità di Roma descrìtte nel Dia-
zione contenente le opere di Francesco rio Italico pubblicato in Parigi nel 1702
Albertini, che principalmente tratta de- dal Montfaucon, con aggiunta di molte
gli antichi edifizi di Roma; di Vibio che cose antiche, singolari scoperte ultima-
ragiona sui fiumi, laghi, boschi, paludi, mente tra le rovine dell'antichità^ R^oma
sito, e qualità della città; di P. Vittore 1 ^09 : Ze vestigie e rarità di Roma an-

I
,,

176 UOM ROM


tica e le singolarità di Roma moderna dimensHs est, descripsit, atque in aes in*
ricercate e spif^nU'y Roma 744- Antlrca 1 cidit, Amstelodanìii7o8 Degli avanzi :

Fulvio, L' antichità di Roma di nuovo dell'antica Roma tradotta e accresciuta


corretta ed ampliata ec, coti Orazione Londrai73o. Andrea Palladio, Le «mi-
delle lodi di Roma, e degli antichi e mo- chilà di Roma con un discorso sopra i
dernijVvoìu^ 1 588: /antiquaria Urbis^Ho- fuochi degli antichi, Roma 1G22. Ono-
mae i5i3. Pier Luigi Galletti, Inserì- frio Panvinio, y4«^<7«^e Urbis immago, _
ptiones romanae infimi aevi Romae ex- con altre opere nel Grevio. Giorgio Por- M
stanteSy Romae 760. Bernardo Gamuc-
1 tlo, ossia il p. Allacci gesuita, Specchio

ri, Le antichità della città di Roma rac- ovvero compendio dell'antichità di Ro-
colte, Venezia 5()5: Emendate e corrette
i ma,'\\\ 625. Giovanni Rosini, Romana-
1

da Tommaso Porcacchia Venezia 58o: 1 rum antiquitatum corpus cum nolis T.

Xe antichità di Roma di Andrea Palla- Dempsteri, cuiaccesserunt P. Munutii de


dio e di Pirro Ligori, Venezia i SGg. Jo. legibuset de senatu ,hv\^àmi,\ Batavoruni
Giorgio Gievio, Thesaurus anliquilaluni 1 663. Giusto Rycquius, De Capitolìo ro-
romanarum y Trajccli ad Rhenum 1
6()4' mano commentarius, in quo illuslria e-

Francesco E. Guasco, Capitolini inscri- fus aedificia sacra profana, Deorum,


et

ptiones antiquae editae^ et illustrataci Dearumque nomina, arcus iriumphales


Romae 1775. Basilio Kennek, Romaean- columnae, statane, et pluria alia anti-
tiquae notitia, sive antiquitatum roma- quitatum monumenta explicantur^Onn-
narum descriptio jhotnWn'x 6^^. Antonio 1 davii6i7. Vincenzo Scamozzi, Discorsi
Labacco, Antichità di Roma, ivi 552. i sopra l'antichità di Roma con 4o tavole,
Liber de niirabilibus Romae, nel Dia- Venezia i582. Sculture e pitture sagre
rio Italico. Vino Ligorio, Libro dell'an- estratte dai cimiteri di Roma, ivi i744-
tichità di Roma con paradosse del me-
le Sebastiano Serlio, Le antichità di Roma,
desimo, Venezia i553. Paolo Manuzio, ed altre che sono in Italia e fuori, Ve-
Antiquitatum romanarum liber decivita- nezia 1 544- Pompilio Tolti, Ritratto di
/e row^/z«,Roniaei 585. Andrea Mariani, Roma antica, ivi 1 633. Flaminio Vacca,
Uuinarum Romae epigrammntum, Ve- Observationes de monumenlis romanis
netiis 1625. Fiora vanle Martinelli, /?0i';2<^ latine redditae: nel Diario Italico. Giu-
ricercata nel suo sito^ Roma 769. Lucio 1 sto Lipsio, De amphiteatro liber, in quo
Mauro, Le antichità della città di Ro- forma ipsa loci expressa et radio spe-
ma: Tutte le statue antiche che in Roma ctn ndicum aeneis figuris etc. ,kn\.uevi)'\i\e
in diversi luoghi e case si veggono, rac- 1598 Roma illustrata, sive antiquita-
:

colte per M. Ulisse Aldrovandi , Vene- tum romanarum breviarium,opusculuni


zia 1 562. Jacopo Mazzocchi, £y;/g'/YZ//iwm" ad instar commentariiin romanarum re-
ta antiquae Urbis, Romae 52 i. 1 Giulio rum scriptores ,\é\i^à\M\\ Batav. i64>.
M\ni\\.o\Oj Romana antiquitasdissert. hi- Pietro de Sebastiani, Roma avantie do-
storico- critìcis illustrala, Romae 1689. po Romolo investigala nelle sue rovine,
Monumenti antichi inediti, ovvero noti- Roma 769: riaggio sagro
I e curioso del-
zie sulle antichità e belle arti di Roma, le chiese pili principali di Roma, ove si

ivi1784. Mirabilia Romae incipiunt : nota il piÌL bello delle pitture, sculture e
Mirabiliae Romae finiunt. FlarainioNar- altri ornamenti, Roma 1 683. Roma an^
di ni,Roma antica con note e osservazio- tica e moderna, o sia nuova descrizio-
ni storico- critiche^ Roma 77 Bonaven- i i • ne di tutti gli edifizi antichi e moderni,^
tura Overbek, Reliquiae aiitiquae Ur- tanto sagri, quanto profani della città di
bis Romae, qua rum singulas diligenlis- Rotila, con una relazione della corte di
sime perse rulalus , ad vivum dclineavily Roma, con 200 e piìi figure, Roma 765 1
,

ROM ROM 177


presso Roisecco. Delle opere classiche di per mezzo de'sabini loro discendenti fu-
Gio. Battista Tiranesi con magnifiche in- rono lo stipile delle popolazioni pili bel-
cisioni indicherò semplicissimamente le licose d'Italia. Dissi de'primi pelasgi, la
sole opere riguardanti le antichità roma- venuta de'quali e quella di Oenotro co-
ne. Le antichità romane^ cioè avanzi de- raunemente si stabilisce poco dopo il di-
gli antichi edifizi di Roma e suoi dintor- luvio di Deucalione, ossia di quella inon-
ni, acquedotti^ ter me, Foro romano f mon- dazione terribile, alla quale l'Italia, e so-
te Capitolino ^avanzi de' monumenti sepol' prattutto la Campagna di Roma andò
avanzi di
cralij ponti antichi superstiti, soggetta insieme con tutte le altre regioni
tombe de'Scipionij tempii
teatri e portici , basse che attorniano il Mediterraneo. I

antichi compreso il Pantheon. Magnifi- rimasugli delle tribù abitatrici d' Italia
cenze romane ossia della magnificenza innanzi tal catastrofe e salvati sui monti,

W
de architettura de* romani, carceri, ar- furono memorati umbri, egli ausoni sti-
i

chi trionfali. Fasti consolari, trionfi dei pile degli osci, che si diramarono in quel-
romani, lapidi capitoline. Del castello le de'volsci, degli aurunchi e de'campa-
delV acqua Giulia. Campo di Marte. Va- ni. Alcuni dissero i siculi della razza de-
sì, candelabri, cippi, sarcofagi, trìpodi, gli negarono; certo è che
oenotri, altri il

lucerne e ornamenti degli antichi. Colon* fu un popolo potente e de' più antichi
na Traiana e Antonina. Vedute di Ro' che aveano occupato questa parte d'Ita-
ma antica e moderna. Statue antiche. G. lia, nella quale poi sorse Roma, avendo
A. Gualtani, Roma descritta ed illustra- tratto il nome dal loro re Siculo, condot-
ta, Romai8o5. tiero che si fa rimontare all'età de'primi
L'origine di Roma
deve essere prece- re degli oenotri. Questo punto d'istoria
duta dall'avvertenza, che nell'articolo I- è di tale importanza per le conseguenze,
TALiA (ch'essendo nel voi. XXXVI quan- che non deve recare meraviglia se sia sta-

to qui indicherò dettagliatamente si po- to altamente dibattuto ne'tempi antichi,


trà leggere alle p. 36,i8i ,182,183, i85, come ne'moderni da sommi ingegni, fra i

190 e seg. ) trattai di quella de* popoli quali i più prossimi a noi sono Clavier,
del /^tì!s/o, e di quelli confinanti edi quel- Histoire des premiers temps de la Gre-
li vicini,che pei primi furono assogget- ce j Raul -Roche Ite, Histoire de V éla-
tali dai romani, nozioni che sono colle- blissement des colonies grecques j Petit
gate colle vicende civili e politiche di Ro- Radei, Sur l'epoque de Vémigration d* Oe-
ma, Inoltre vi produssi diverse opinioni notrus. A Nibby sembra, che l'opinione
suir origine de' popoli italiani, e perciò di Raul Rochette sia talmente appoggia-
de' progenitori de' latini e de'romani, e ta, che meriti la preferenza, e che quel-
loro antiche città, inclusivamente alla ve- l'emigrazione debbasi fissare verso l'an-
nuta Arcadia di Oenotro
in Italia dall' no i5oo avanti l'era volgare, ossia una
Nibby nel discorso pre-
co'suoi greci, che generazione dopo quel diluvio. Su que-
liminare a\V Analisi de^ dintorni di Ro- sto punto, come sui primi abitatori d'I-
ma^ considera come stipite della popo- talia, indigeni e stranieri, si può vedere

lazione e incivilimento della contrada, e quanto riportai nel vol.LVII,p.223,254.


stipile de'primi pelasgi in Italia, che poi Inoltre ad Italia ragionai delle guerre so-
vennero designati col nome di aborigeni, stenute da're e dalla repubblica; dell'an-
cioè originari ; parlando ancora degl'in- tico governo di Roma; dello stato civile
digeni umbri stipite de'sabini,i quali fu- e delle magistrature della classica regio-
rono stipite di tante altre potenti e bel- ne, nel tempo della repubblica e dell'im-
che coprironoi gioghi dell'A-
licose Iribii pero romano, colla notizia delle dignità
pennino, ch'è quanto dire che gli umbri di questo nella medesima Italia ;
quindi
VOL. LVIII.
178 ROM ROxM
(le*suoi Tari dominatori e di Roma, della XXXVII, p. a^j),
renio (di cui nel voi.
geografica ripartizione d'Italia, delle co- che divenne la metropoli più antica del
lonie in essa fondate daVomani, del di- Lazio primitivo e una delle culle de'ro-
ritto di cittadinanza e diverse specie di mani. Dissi ancora della venula dall'Ar-
gius accordato do' romani agi* italiani; cadia d'Evandro colla madre Carmenta,
della condizione politica de'romani e al- 60 anni avanti l'assedio di Troia, accolto
tri popoli italiani, dc'vantaggi che ad essa e favorito da re Fauno,cheassegnò alui
recarono i Papi, ed anche delle provin- e alla sua colonia il colle posto alla riva
cie dell'odierno stalo pontificio. L'origi- Tevere, che ^qìóo Palaliuni
sinistra del

ne di Roma eziandio esige indispensabil* e poi Palatinus fu detto sul qual vo- ,

mente la conoscenza e cosa fosse il luo- cabolo si può vedere voi. XIII, p. Sy,
i

go e la contrada innanzi che ivi sorgesse, XLVI, p. 270,6 Palazzo : ivi costruì la
quali città già esistessero e quali popoli città di Pallanziay forse in memoria di
l'abitassero, e chi prima n'erano stati gli quella d'Arcadia, o Fallante of^alenti a,
abitatori ed i dominatori, colle serie dei e vi dominò come in piccolo reame. Al-
re. Tutto raccontai a Lazio, paese illu- tri dicono che poi Roma ivi edificala si
stre da cui uscirono conquistatori del i chiamò ì-^alentia o f'^alenzia, perchè in
mondo conosciuto, dopo che Roma ne greco ronii è lo stesso che in latino ro-
divenne la capitale dominante, imperoc- hiiri valor, et valentia j eA i romani furo-
ché avendo romani fatto alleanza coi
i no valorosissimi, per cui conquistarono
sabini, e sottomessi a poco a pocoi vol- tutto il mondo conosciuto. Si vuole che
sci, i tiburtini, i prenestini,gli eruici,gli Evandro introducesse tra' latini 1' anno
aurunci, gli equicoli e altri popoli, tulti degli arcadi : dell'anno e calendario dei
si fusero nel Lazio, che sotto la dittatura latini tenni proposito nel voi. XXX VII,
di Q. Cincinnato toccò l'apice di sua gran- p.239. Contemporaneamente giunse nel
dezza. Qui non farò che accennare quan- Lazio Ercole, che uccise il ladrone Caco
to non senza diffusione e critica riportai che abitava presso l'Aventino e gli avea
a Lazio, limitandomi a generiche neces- rubato bovi, ed a vendo ucciso pure Fau-
i

sarie indicazioni. Che agli aborigeni pri- no che sagrificava gli òspiti, di venne re del
mitivi abitatori si unirono i pelasgi, indi Lazio che colla discendenza dominò 70
restarono sopraffatti da'tirenni o etruschi. anni; laonde gli aborigeni colle genti la-
Della venuta nella regione di Giano 146 sciate da Ercole in Saturnia, e quelle di
anni avanti l'eccidio di Troia, che diven- Palatiuni d'Evandro formarono un solo
ne i.*'re degli aborigeni dopoCamese che popolo. Venne pure nel Lazio Diomede
l'avea ospitalo, indi edificò una città chia- e vi fondò Lanuvio, poi Civita Lavinia
mata Gianicolo. Della venuta altresì nel- che descrissi nel voi. XXIX, p. 38. Tutte
la contrada di Saturno, ove poi regnò queste storie sono soggette a controver-
succedendo a Giano, e da lui vuoisi co- sie che riportai. Altrettanto dicasi di quel-
munemente ad essa derivato il nome di le del frigio Enea troiano, ma riprodussi
Lazio, venendo appellato il suo tempo e le ragioni e testimonianze degli antichi
governo Vetà deWoro. Che si vuole ave- scrittori, che ne sostengono l'affermativa.
re fabbricata la città di Saturnia (chia- Enea era reduce dalla guerra e rovina di
mala anche Roma, diversa però da
poi Troia, la quale secondo i calcoli più ac-
quella di Romolo, per quanto dichiarai curati avvenne 1270 anni circa avanti
nel vol.XXXVlI,p. 217), e la parte del l'era volgare. Enea fu ospitato dal re de-
Capilolio ove poi sorse Roma altri di- : gli aborigeni Latino che regnava in Lau-
cono che Saturnia 1' eresse il re Slerce. rento, il quale dopo qualche opposizione

Pico discendente di Saturno fondò Lau' e zuffa per ammetterlo, si pacificò e gli
ROM ROM 179
die in moglie l'unica sua figlia Lavinia, propj'i suol occhi. E comincia con saviez-
vagheggiata da Turno re cle'iululi, la cui za col dichiarare che tutti i romani am-
capitale era y^r^e^ rammentata di sopra. mettevano la venula di Enea e de' tro-
Nel luogo dal re assegnato ad Enea, que- iani in Italia, e che questa veniva confer-
sti edificò una città chiamandola col no- mata dai riti che osservavano ne'sagrifi-
me della consor le Lavinìoy che descrissi cii, nelle feste, dagli oracoli sibillini, dal-
nel voi. XXXVII, p. 233 , la quale di- le risposte delfiche, e da molti altri fatti

ventò metropoli del Lazio a preferenza di che ninno potrebbe avere m dispregio,
Laurento: dipoi i romani discendenti dai come inventati per convenienza. Or que-
lavinati, adottarono le loro insegne del- sta dichiarazione era necessaria a pre-
l'aquila, del lupo e della volpe. Tullociò mettersi, poiché senza ammettere la ve-

promosse cóntro Latino ed Enea la fa- nuta di Enea, inutile sarebbe stato inol-
mosa guerra di Turno, fra' collegati del trarsi inuna storia che V ammette per
quale vi fu la valorosa Camilla regina di base: che se lo era per Dionisio, lo è an-
Priverno, che combattendovi perì almo- cora per noi, i quali viviamo in tempi che
do detto a Piperno, insieme a Turno e alcuni per troppo voler usare di critica
a Latino, per cui Enea successe nel regno ne fanno abuso, formando sistemi sopra
del Lazio. Quindi d'aborigeni, di pelasgi supposizioni fantatische, che vorrebbero
e di frigi venuti eoa Enea si costituì il torci ancora quel poco di gloria che ci

popolo latino stipite principale de' ro-


,
rimane degli avi nostri j ma io torno a
mani, giacché Ialini furono primi abi- i protestare che amo meglio ingannarmi
tanti di Roma, e latino fu Romolo suo cogli antichi in cose di loro pertinenza,
fondatore,ad onta dell'intemperante, ma- di quello divenire indovino coi moder-
ligna e invidiosa critica, particolarmen- ni, che tanto più lontani sono da quei
te d'alcuni moderni stranieri, i quali con tempi, in chepotevanoaversi lumi di fat-
spirito di novità pretenderebbero con sup- to sopra tante cose che oggi sembrano
posizioni del tutto fantasticheardilamen- questione". Lo stesso dotto archeologo e
te di opporvisi, come con sottili induzio- più particolarmente ancora ripete, nel
Roma, confondendo con 1' altra sua non men
ni sull'origine di pregevole e critica
acri censure e sofistiche il reale coll'idea- opera, Roma ncliSSS, par. i.' antica, p.
le; fatto ricevuto come scevro da ogni i- 71. «Fra quelle emigrazioni tiene il pri-

dea favolosa e da ogni dubbiezza da' pri- mo posto quella di Enea, sulla quale gli

mi storici e da'primi scrittori per niente scrittori romani erano così concordi, che
creduli. Opportunamente Nibby nell'^- una parte de' riti e degli usi derivavasi
nalìsi t. 2, p. 2 10, lasciò scritto: «Tutti da quella.... Mettersi a questionare di un
gli antichi scrittori che ci rimangono, la- fatto universalmente ricevuto fino dai pri-
tini accordano a riguaidare la
e greci, si mi secoli di Roma, e del quale mostrà-
(fondazione di Lavinio come fatta da E- vansi monumenti, dopo tanti secoli par-
nea: ninno però con maggiorlume disto- mi non solo inopportuno, ma irragione-
ria e con materiali più estesi ne parla di vole, poiché tali dubbi non possono ap-
Dionisio, il quale io credo di seguire non poggiarsi che a congetture vaghe, frutto
solo per queste ragioni, ma ancora per- di un abuso di critica e di quello scetti-

ifr. che i più accurati scrittori latini non dif cismo ne'nostri tempi portato oltre i li-

feriscono da lui ne' fatti, ma sembrano miti della ragione naturale. Laonde io
quasi averlo compendiato: egli avvalora ammetto cogli storici più gravi dell'an-
d'altronde il suo racconto e con l'auto- tichità romana ancora superstiti, greci e
rità, e con monumenti che ancora esiste- latini, la venuta di Enea nel Lazio. Am-

vano, e che mostra d'aver esaminato coi mclteudo questa*tradizione si conosce co-
,

i8o ROM ROM


me degli aborigeni, de'pelasgi e de'frigi origine e sui primi avvenimenti dì Roma
\enuti con Enea si popolo la-
costituì il hanno scrittoconcordemente suoi sto- i

tino stipite principale de'romnnì, giacche rici, ne inventi una nuova adatta a que-

latini furono primi abitanti di Roma,


i sta città unica al mondo in una parola,
;

latino Romolo che fondò la nuova città sostituisca al vero il chimerico, purché si
sulle rovine di quella borgata formata deprimano suoi primitivi fasti. 11 comm."^
i J
da'siculi e dal Palatiiim di Evandro, ter- Canina Dissert. sulle colonie Albano^ an-
,
%
ra che all'epoca della fondazione di Ro- ch'egli giustamente inveisce contro tali
ma apparisce di già deserta. E trattan- scrittori. «Non istaròadirvi quanto sie-
dosi della fondazione d'una città così fa- no a tenersi in poco concetto gli scritti
mosa, succeduta ad altre borgate nello che sono rivolli a distruggere ogni idea
stesso luogo edificale,di epoche rimote,di di verità sulle cose narrale dagli antichi
fatti abbelliti con colori poetici, non dee rispetto alle età remote, ed io particola-
recar meraviglia, se affacciasi una varie- re su quanto si riferisce agli avvenimen-
tà grande di opinioni sull'epoca della fon- ti che sono scopo del mio discorso; per-
dazione, sul nome, e la origine di que- chè si distruggono esse in vece da loro
sto, sulla data precisa della edificazione, stesse e cadono ben presto in dimentican-
la quale per se sola presenta una oscilla- za; mentre vere o false che sieno quelle
zione di parecchi anni.Plutarco, Dioni- esposte dagli antichi scrittori, trionfano
sio ed altri scrittori greci raccolsero tut- ognora e servono di fondamento ad ogni
te le tradizioni, che a'ioro giorni si con- qualunque ragionamento. Così più si pro-
servavano presso altri scrittori della lo- gredisce nelle scoperte delle antichità, e
ro nazione, oggi perduti, scrittori che co- più pure vengono a confermarsi le cose
me estranei, e sovente compilatori infor- narrate dagli antichi. A maggiormente
mi di tradizioni volgari,minor credito me- convalidare una tale dimostrazione sono
ritano di quelli che nati in Italia o in Ro- dirette le tante erudite opere che si pub-
ma ed educati in mezzo ai monu-
stessa blicano di continuo sulle stesse scoperte.
menti ed ai documenti patrii potevano E' vero però che non ostante questa ten-
formarsi un criterio più giusto di un fat- denza a rischiarare le antichità con va-
to così importante, come quel lo della fon- lidi documenti, vi sono ancora alcuni che

dazione di una città così illustre e poten- con istudiati ragionamenti, e riprodu-
te". Né solo il JNibby, ma tutti gli altri cendo opinioni già andate in obblio, cer-
similmente, in cui non andò perduto il cano di togliere ogni fiducia agli scrittori

senno italiano, portarono lo stesso pare- antichi più rinomati, e rispetto alle cose
re ditali deliri oltramontani. Così pensò romane tentano di far credere essere tut-
ilFea, nella sua opera sui Vasi fittili to favoloso ciò che da essi si scrive sulle

dove parla di Romolo; così Forcia, Va- epoche anteriori alla i.^ guerra punica :

leriani,Micali, e gli stessi compilatori del- come in particolare fece uno scrittore mo-
la Rivista di Edimburgo f infastidi ti e nau- derno straniero di gran nome , il quale
seati in veder smarrita la verità in tanta acquistò rinomanza di primo scrittore del-
confusione di stiracchiate congetture e- la storia romana, mentre in vece dire si

liraologiche, e d'indiscrete sottigliezze cri- deve distruttore della storia slessai Ma è


tiche, con stranezza e mania d'inverecon- pure vero che la loro rinomanza si cir-
di principia Siffatti novatori giunsero a conscrive presso quelle persone che cer-
proclamare, che l'Italia non ha una mo- cano d'istruirsi soltanto superficialmen-
derna Storia romana quale ormai han- te delle antichità, e così ben presto si di-

no tutte le altre città! Vale a dire, una sperde".


storia , che rifiutando tuttociò che sulla Ritornando al mio articolo Lazio, rac-
ROM ROM i8i
contai, come la successione di Enea re- ma, mammella; il quale al dir di Tacito,
gnò sulla contrada nel Lazio, per Silvio dopo aver esistito nel Comizio83o anni
nato da Lavinia, e per Ascanio altro suo seccò, indi rinverdì. Altri lasciarono scrit-
figlioavuto dalla prima moglie Creusa to che per conservarne la memoria si pian-
nata da Priamo re di Troia, il quale edi- tò sulla piazza romana un albero di fico,
ficò Alba-Longa (di cui nel vol.XXX VI I, e quando era secco i sacerdoti ne sosli-
p. 234) che diventò la capitale del La- tuivanoaltro.La lupa nell'allatlare bam- i

zio, pigliando la supremazia su Lavinio, bini li carezzava e leccava come suoi fi-

e dando principio al regno degli albani, gli, ed essi stendeano le loro tenere mani
che successivamente ebbero 3o colonie alle sue poppe come fosse la loro madre.
che enumerai colla serie de're albani, in Faustolo che soprintendeva a'pastori del
parie cioè fondate, in parte ripopolate e re Amulio, si accorse di quel prodigio e
ampliate , sulle quali il comm/ Canina n'ebbe stupore: si racconta che li trovas-
ci diede : Dissertazione sulle trenta co- se nel Lupercale, grotta a pie del Mon-
lonie albane, riportata nel 1. 1 o di quelle te Palatino ; Servio crede che Evandro
iieW Jccadeniia romana d'archeologia. così l'avesse chiamata nel dedicarla al dio
Che morto Ascanio, Silvio divenne anche Pane. Mosso a compassione, presi i bam-
re d'Alba Longa, e Giulio suo nipote fi- bini portò in sua casa, e raccomandò
li

glio d'Ascanio solo ebbe il sommo sacer- alla moglie Acca Laurenzia perchè li nu-
dozio, che nella gente Giulia rimase per- trisse,come gli avesse partoriti. Altri riten-
petuo. Nel riprodurre la serie de' re la- gono con più probabilità, che per la mala
tini e albani, notai che molti furono poi vita di Acca fosse chiamata Lupa, onde
venerati per numi. Il re Aventino die no- ebbe origine il meraviglioso racconto. In
me al monte omonimo, perchè vi fu uc- tutti i modi, campati Romolo e Remo per
ciso e sepolto. Gli successe Proca, ch'eb- prodigio dalla morte, crescendo comin-
be per figli Numitore Silvio, e Amulio ciarono per tempo a mostrare com'era-
Silvio, fra'quali divise il regno. Amulio no forniti d'ingegno, e portati a imprese
scacciò Numitore, ne uccise il figlio Ege- nobili e grandi. Tuttavia furono impie-
8lo , e racchiuse fra le vestali P^ergìnl ,
gati alla pastorizia, da se edificando le
consagrate al culto della dea Vesta per loro capanne. Poco durarono in quell'o-
conservare sempre acceso il fuoco sagro zio neghittoso, poiché pasturando gli ar-
simbolo delladivinità,lafigliaRea Silvia. menti si dierono a cacciare per le selve.

Questa essendo stata sedotta dal dio Mar- Come furono avvezzati a vincere le fiere,

te o da qualche ministro del tempio, o aspirarono a maggiori vittorie. Essendo


da qualche militare, partorì due gemelli i quelle contrade infestate da ladri, contro
Romolo e Remo, e perciò avendo violato di loro sì gittarono con forza, ed il tolto
il voto di castità (per cui le vestali erano ai loro ladronecci lo ripartivano fra'pa-
sepolte vive), Amulio ordinò l'uccisione slori. Allettati da ciò, corsero i giovani
de'pronipoti e di Rea Silvia, onde fu arsa de'luoghi propinqui ad unirsi con loro,
viva, ed i gemelli gittati nel Tevere. K in modo che ben si formò un pic-
presto
fama che le acque traboccassero e che i colo popolo che adunava in parlamen-
si

bambini piegando al di là della riva, ri- to, ed a celebrare de'giuochi. I due ge-
tirandosi subito il fiume, rimasero in sec- melli datisi ad escursioni, furono sopraf-
co, presso il Velabro alle radici del Pa- fatti da'nemici mentre ne saccheggiava-
latino, quindi che una lupa calata a bere no Romolo cadde nelle loro ma-
le terre.

dallecolline, corse al vagire di essi e diede ni, fu^tralto dinanzi al re e accusato di a-


loro il proprio latte sotto il famoso albe- ver messo a ruba e dato il guasto alle pos-
io del fico Ruminale, così detto da ni- sessioni di Numitore, il quale amando la
1

i82 UOM ROM


pace crasi conleutato di poche terre e sì- suo Mausoleo, per celebrare il Natale di
vea tla privato. Però Romolo si pose in Roma. può vedere la Dissertaz. sul
Si
falvo colla fuga, ma Remo fu mandalo a Circo edificato da Adria no vicino al suo
Numilore perchè si purgasse dalle accuse. Mausoleo per celebrare il Natale di Ro
f

Fauslolo avea sospettalo che due gemelli i ma neir anno 874 della medesima j del
fossero i figli di Rea Silvia, onde ne fece cav. Luigi Canina. Pomponio Leto con
multo con Romolo^, mentre Remo ne a- la sua accademia letteraria d'archeologia
vea appreso un cenno da Numitore. Tan- ne ripristinò il festeggiamento in Roma,
to bastò perchè ne'due fratelli si accen- e lo celebrò la 1.' volta in sua casa sul-
desse il desiderio della vendetta, divisan- l'Esquilino nel 148 3, leggendo nel tempo
do di dar morie al tiranno, indi lo posero del pranzo il privilegio concesso dall'im-
ad effetto, profittando d'una conlesa in- peratore Federico 111 alla società lettera-

sorta tra'pastori di Numitoreed'Amulio, ria,da cui si era impreso a celebrare con


e ristabilirono l'avo Numitore sul trono, varie ceremonie ilgiorno natalizio di Ro-
dopo 4o anni dacché n'era stato privato, maj come riporta il p. Casimiro da Ro-
riconoscendo ne' suoi liberatori i propri ma, Memorie d' Araceli y p. 325. Nelle
nipoti.Per grato animo donò loro alcune Disseriazioni dell'accademia romana di
borgate lungo il Tevere, le quali essen- archeologia^ ve ne sono alcune celebran-
dosi aumentale, parve conveniente a*fra- tiquesto avventuroso giorno, e nel me-
lelli di fondare una città presso il luogo desimo dall'autore accadeniicoletle^ per-
ove bambini erano stati trovati vicino al chè l'accademia ogni anno ne solennizza
fiume. A Mura di Roma, a Monti di Ro- a'2 I aprile l'epoca, ed al modo che de-
ma, a Porte di Roma, raccontai i parti- scrissi ue'vol. XLVII, p. 4^5 ^6) 5»7, 58,
colari della fondazione della città a' 2 L, p. 23i. Delle romane feste Selli mon-
aprile 753 anni avanti l'era volgare se- ziali, celebrate dai romani in onore de'7
tondo Varrone,dal quale anno incomin- Monti di Roma^ feci parola a questo ar-
ciaVEra di Roma^ la quale tuttora es- ticolo. Questi monti li celebra Piazza nel-
sendo seguila dal municipio roraano,nelle V Emerologio p. 262 Del nascimento di :

lapidi l'usa, aggiungendo a tal cifra quella Roma, riportando le memorie sagre e
dell'anno dell'era volgare in cui l'erige, profane de'medesimì. Roma fu personi-
per cui l'anno correnlei852, dall'edifi- ficata in vari modi, che si ponno vedere
cazione di Roma è l'anno 26o5. Di tale nella Mitologia^ che tratta del culto che
epoca, e quali furono i primi seguaci di le fu reso, e de' molti templi e altari che
Romolo, parlai ancora nel voi. XXXVI, si eressero in moltissime città dell'impe-
p. 200. A detti articoli dissi pure,che in- ro siccome venerata qual dea e divini-
,

sorte questioni tra'due fratelli, Remo ven- tà. Ordinariamente si rappresenta con
ne ucciso, e Romolo restò senza compe- elmo o morione in capo, in figura di Mi-
titore solo signore della nuova città, a- nerva, con picca in mano e dall'altra la
vendo notato i successivi ingrandimenti vittoria o il globo, col clipeo colla Gor-
del suo. circuito, sino allo stato attuale, gone, talvolta con una mammella ignu-
con tutte le notizie che vi hanno relazione, da, col cornucopia della felicità in signi-
onde mi ritengo dispensalo dal ritornare ficato di quella recatale dall' impero dei
sull' argomento. Il giorno anniversario buoni principi, e con diversi attributi, il
della fondazione e Natale dì Roma, dagli più glorioso essendo quello che ora strin-
antichi romani, ed anche dagl'imperato- ge colla destra, la Croce. Alcuni la rap-
ri cristiani , era celebrato colle feste pa- presentarono a foggia di Pallade,per e-
jilie; quindi l'imperatore Adriano eresse sprimere il famoso Palladio portato da
il Circo che prese il suo nome, presso il Troia in Laurento,iudi trasportalo in Ro-
,

ROM ROM i83


ma; ma Buonarroti dice che quel simu- slatore capo della religione e supremo
,

lacro esprimeva la figura di Pallade, col- capitano: vuoisi che in principio dimo-
la rocca e il fuso e in mano. Cancellieri rasse in una semplice capanna, seguendo
ci diede eruditamente: Le sette cose fa- la semplicità de'costumi dell'epoca. Ro-

tali di Roma : i
°VJgo della madre de- ma ne'primordiicontò3 o 4ooo abitanti
gli Dei j 2-.° la Quadriga di Creta dei circa,che Romolo divise in 3 tribù oquar-
ve/enti j3° le Ceneri d' Oreste; 4-° lo Scet- tieri, sezioni o regioni, come le nostre
tro di Priamo; 5.° il J^elo d'Ilionej 6° P.flfrrocc/i/e (ne parlai pure a Rioni di Pio-
gli Ancilij 7.° \\ Palladio, illustrate ^'^o- ma), e questi in3o curie, centurie o de-
ma 18 12. Queste sette cose fatali dell'an» curie,ed a ciascuna die un tempio e un
lica Roma si custodivano da essa con ri- sacerdote nominalo curione per aver cu-
gorosa gelosia, poiché romani facevano i ra de'sagrifizi, tutti subordinati al curio-
dipendere dalla loro conservazione la sa- re principale, avendo nobilitato la reli-

lute e la gloria eterna della città, tenendo gione con riti analoghi; non che istituì

per certo e che dovesse avere


infallibile il Prefitto di Roma
perchè nella sua as-
una perpetua durata. Un medaglione di senza ne facesse le veci. Divise anche i
Adriano ha l'epigrafe: Urbs Roma Ae- cittadini in 3 classe o ordini, senatoria©

teruajed una medaglia d'Emiliano: /?o- senatori che chiamò Padri , equestre o
ma Aeterna. Delle origini di Roma scris- Cavalieri j plebea o popolo osemplici cit-
sero principalmente i seguenti. Aurelio tadini dalla senatoria dipoi ne scelse 1 00
:

Sesto Vittore, Orìgo gentis romanae : per suoi consiglieri ne' più grandi affari
Ant. Plant. iSjcj. Andrea Cirino, Fa- di slato, seniores, co'quali compose il iS'e-

riarum lectionum de Urbe Roma ejusque «rtfo per governare quando la guerra l'ob-
conditore Romulo^ Panormii 665. Dio- J3ligasse ad allontanarsi, ed anche per tem-
nisio d'Alicarnasso, Deorigine Urbis Ro- perare la regia nutorilà, giacché conferì
inae^ et romanarum rerum antiquitate al popolo la facoltà di eleggerli, riservan-
Parisiis 1529. Ottavio Ferrano, De Ro- dosi l'elezione di detto prefetto. Si creò
manorum origine, Mediolani 1607. Gio. una guardia di 3oo giovani, detti celeri
Stefano Granara, Dell'antichità e origine pronti per vegliare alla di lui sicurez-
di Roma, Venezia 1754- Jacopo Crono- za; e formò il corpo armato di 12 litto-

Romulirespon-
vio, Dissertatiode origine ri, i quali portavano sempredinanzi a lui
sio adcavillationes Raph. Fab retti, litug- fasci di verghe bacchette legate insie-
duni Batav. 1684. Fabrelti rispose: Ad me, con in mezzo la scure, per fare ese-
J. Gronovium Apologema in ejusque , guire le leggi da lui falle, e per battere
somnia de Tito Livio j a-
Titiiwiiia^ sive o uccidere chi voleva il re. Ordinò Teser-
nimadversiones antea editae sub nomi- clto e l'ammaestrò. Dichiarò Roma si-
ne Jasilhei anno 686. Jacopo Ugonio,\ curo asilo per lutti, e quindi molta gen-
Tiistoria Romana seu orìgo Latii, vel I- te perduta e avventuriera vi andò a ri-
taliae^ac Romanae C/r/>z>,Romaei635. fugiarsi. Aumentala la popolazione e man-
Orìgo gentis romanae incerto auctore , candosi di donne , Romolo ne mandò a
et S.Julii Frontini De Aqueductibus Ur- chiedere ai vicini, i quali le negarono non
bis Roniae, Parisiis 1 588. Jacopo Serto- volendo inparentarsi con gente colletti-
rio^ De orìgine populi romani opus in , zia. Allora Romolo inventò de' giuochi

quo agilur dej'anigenìs, aborigìnibus, ere- in onore di Nettuno, per cui i sabini con-
tensìbus, italis, eie, praeterea describitur finanti vi si portarono colle mogli e fan-

aedificatio Romae,\\Qnx\àQi&^Z. Mira- ciulle, le quali furono rapile nel più bel-
bilia Romae, xh'xà^m i5o8. lo dello spettacolo. Una di esse, Ersilia,

Romolo fu dal popolo eletto re, legi- che alcuno disse figlia di re Tazio, diven-
j84 ROM ROM
ne sposa di Romolo, e n'ebbe una figlia tà munita da Romolo. Questo riavutosi
chiamala Prima, ed un figlio cui die il dalla ferita, animò suoi e fece voto di e-
i

non)e d'Aollio dopo la morie d'Ersilia


: rigere a Giove un tempio, nel luogo incoi
le furono resi gli onori divini sotto il no- avessero arrestato l' impeto nemico. In-
me di Horta e di Ebe perchè esortava ,
tanto Mezio Curzio capitano della caval-
la gioventù alla virtù ed alle gloriose a- leria sabina comechè inseguito da Ro-
,

zioni. I sabini, popolo più degli altri vi- molo, di troppo, internatosi nello 'Stagno
cini forte e agguerrito, per tanto oltrag- o palude,, corse pericolo d'annegarvi, on-
gio arsero di sdegno e di vendetta, ed in- de al luogo restò il nome di lago Curzio:
timarono la guerra. Pei primi presero le altri dicono che tal denominazione la pr^e-

armi i ceniuesi, antennati e crustumini, se per la voragine apertasi nello slesso


ma furono battuti, e Acronerede'ceninesi luogo, ed ove si gellò Marco Curzio, come
fu ucciso da Romolo, il quale dopo aver dirò. Indi Romolo per
finire la guerra, da
conquistato il paese e ridotte le loro cit- abile eavveduto politico ricorse ad uno
tà a colonie romane, entrò trionfaule in strattagemma, facendo uscir dalla città le
Roma opime
carico di spoglie che chiamò donne già rapile ai sabini, le quali di ve-
per quelle dell' ucciso sovrano, che indi nule mogli de' romani ad essi erano di-
depose nel tempio di Giove Ferelrio. Qui venute assai affezionate. Le sabine scapi-
noterò che dipoi altri due romani ebbero gliate e piangenti si frapposero tra'coiu-
questa gloria, Cornelio Cosso, che uccise battenti, padri, mariti e fratelli. La me-
Tolunnio re de'veienti j e Marcello, che diazione muliebre ebbe mirabilmente ii

uccisevi ridomaro re de'galli insubri. Quei bramato effetto; caddero le armi dalle ma-
popoli furono facilmente superati, perchè ni de' guerrieri, e sullo stesso campo di
divisi vennero a battaglia. Non così ope- battaglia, ipopoli rivali corsero ad abbrac-
rò Tazio che regna va in Curi capitaledel- ciarsi Romolo e Tazio si giurarono eter-
:

la Sabina, che entrò nel territorio roma- na amicizia, e Tazio stabilì la sua dimo-
no, il quale allora non oltrepassava l'8.° ra nel paese, deciso di formare coi roma-
miglio, con 25,ooo combattenti, e si ac- ni una sola nazione ai sabini fu desti- :

campò sotto il colle Saturnio poi Capito- nato per soggiorno il colle Saturnio, e par-
lino, ove era stata fabbricala una rocca te di quelli del Quirinale e del Celio; ed
e data in custodia a S. Tarpeio. I sabini un miglior ordine fu dato alla popolazio-
lo circondarono e se ne impadronirono ne. Divisero tra loro il comando Romo-

con la forza, e col tradimento di Tarpeia lo e Tazio, cumulando un'eguale pode-


figlia del comandante, a condizione che stà, e le stesse prerogative. Furono am-
a lei dassero i braccialetti o armilie d'oro messi nel senato 100 sabini; la città riten-
che i soldati portavano nel braccio sini- ne il suo nome antico, ed i suoi cittadini
stro, ed essi in vece, conseguito l'intento, si dissero quiriti dal nome di Curi : gli
per disprezzo gittarouo sopra di lei gli scu- stessi privilegi di cittadinanza furono ac-
di e ne restò uccisa, prendendo il suo no- coidati agli altri sabini, che in appresso
me la propinqua rupe. Romolo con l'aiu- volessero stabilirsi in Roma. Quanto al
to degli etruschi di Ardea e degli albani regno Alba Longa, dopo la niorte di
d'
presentò un esercito di 20,000 soldati, ma Numitore, quale autorità vi esercitò Ro-
non gli riuscì di cacciar sabini dalla loroi molo, lo notai nel voi. XXXVII, p. 238.
posizione, che anzi questi animati dal fe- Dopo 5 anni Tazio fu ucciso in Lavinio,
lice successo e dal sapere ferito Romolo, e Romolo tornò ad essere il solo re asso-
e spento Lucumone condottiere degli e- luto di Roma. Divenuto però orgoglioso
Iruschi, scesero nella sottoposta valle, ove per l'accresciuto dominio, dopo aver vin^
fu poi il Foro romano, onde assalir la cit« lo i qamerii, occupala Fidane ai veienti
ROM ROM i85?

co'quoli guerreggiò, privandoli delle sa- la religione, che cercò di perfezionare al


sponda destra del
line e delle terre sulla modo narrato in tanti luoghi, come altre-
fiume dello Selle Pagi, di che Irallai a sì colle leggi: amò sempre la pace, sta-
Torto, volle affettare di troppo la regia bili sagrifizi e sacerdoti, istituì i Ponte-
autorità, ed il suo governo degenerando fìci, e perchè le sue disposizioni fossero
Leu presto in governo tirannico, violò le ubbidite, fece credere d'essere istruito e
leggi ch'egli slesso avea promulgate, ed consigliato dai responsi della ninfj odea
alle quali erasi sin da principio soltopo- Egeria , colla quale fìngeva aver perciò
slo. Tale condotta fu riprovala dal sena- notturni colloqui nel suo speco o grotta,
to, che lo fece uccidere dopo 38 anni di che alcuni pongono presso la Riccia^ al-
regno e 60 anni d'età, a'7 giugno, in una tri presso Porta Capena. Edificò il tem-

rivistada lui fatta dell'esercito nel Cam- pio di Giano, le cui porle aperte signifi-
po Marzio (altri dicono che senatori lo i carono poi tempo di guerra, se chiuse di
fecero a pezzi nel tempio di Vulcano), pace. Fabbricò il tempio di Vesta, istituì
contribuendo il tempo procelloso a na- 4 vestali per sacerdotesse della dea : ag-
sconder meglio la sua morte nel tram- : giunse ai 10 Mesi istituiti da Romolo,
Lusto U suo corpo fu trafugato onde si , gennaro e febbraro, componendone V An-
spacciò la favola, che Romolo era stato no (cioè da 3o4 giorni di cui l'avea com-
Irasportalo in cielo da Marte, per cui gli posto Romolo, per cui non si accordava
furono decretali onori divini, eretto sul col molo realedellaluna, nècol motoap-
Quirinale il tempio pel suo cullo soUoil parente del sole, lo ridusse a 355 giorni,
nome di Quirino, e le feste Quirinalie. 11 ai quali Cesare ne aggiunse io), di che pu-
nome di Quirino era quello d'un dio de- re trattai a Calendario che regolò. Se
gli antichi sabini, i Ro-
quali lo dierono a Romolo formò Roma guerriera, Numa
molo, considerandolo figlio del dio Mar- la ridusse religiosa, ed abolì ogni distin-
ie. Vuoisi che Quirino significhi Dio del- zione tra romani e sabini, formandoneua
la città, nello stesso modo che alcuni pre- sol popolo. Nell'anno 82 o 83 morì Nu-
tendono che Quiriles significhi cittadini. ma d'anni 80, avendone regnati 43, indi
Alla morte di Romolo si numeravano dopo breve interregno il senato col popo-
47,000 atti alle armi, e la dominazione lo elessero re Tulio Ostilio patrizio ro-
di Roma si estendeva sul paese dei sabi- mano quanto: pacifico era stalo il regno
ni, sopra una parie dell' Elruria e del- del predecessore, altrettanto guerresco fu
l'antico Lazio. Indi prelesero i sabini di il suo, e fu il I
.° che insegnò ai romani la
eleggere fra loro ilnuovo re, a forma del disciplina militare e l'arte di combatte-
Irallalo fallo fra Tazio e Romolo. Oppo- re ordinatamente. Collo un lieve prele-
nendosi a ciò i romani, il senato profit- sto mosse guerraagli albani, laquale ter-
tò della discordia e assunse il potere, iu minò con la pugna singolare e memora-
modo che ogni senatore governasse 5 gior- bile de'3 fratelli Orazi romani, contro i
ni. Stanca la plebe d'un anno circa d'in- 3 fratelli Curiazi albani , onde decidere
tei regno, nell'anno 4o di Roma il senato della vittorade'due eserciti. Vincitore di
scelse per reNuma Pompilio di Curi, vir- questi il minore degli Orazi , dovettero
tuosissimo e di siiigolar pietà; accettò non gli albani secondo i patti sottomettersi, e
senza grande ripugnanza, e riuscì duran- Tulio Ostilio li obbligò a venire in Roma
te suo regno l'idolo della nazione. Li-
il per accrescere la popolazione : i sepolcri
cenziò le guardie istituite da Romolo, di- de' 5 periti volgarmente si credono esi-
cendo che per un sovrano era meglio far- stere in quel monumento sormontalo da
si amare che temere. Procurò di addol- 4 coni che si vede in Albano, ciò che ri-

cire i costumi de'romaui per mezzo del- pugna per quanto scrive T. Livio, e Pi-
i86 ROM ROM
lanesi clic più rogionevolmenle vi rico- tare Guanto di disfida). A Reugionb
il

nosce il monumento eretto ad Arunle fi- dissi, come romani rispettando anche gli
i

glio di Porsenna , che restò ucciso sotto Dei de'Ioro nemici, prima d'assediare le
Je mura d'Arida ora Riccia. Il valoroso città, invitavano quelli che vi si venerava-
Orazio, sebbene ferito, avea finto fuggi- no a passare nel loro campo. Abbellì mol-
re per separare vittoriosi 3 Curiaziche
i lo Roma e l'ingrandì nel circuito, come
gli aveano ucciso due fratelli, onde aven-
i aveano fatto i predecessori ^ riedificò il

doli così indeboliti, nel rivolgersi quan- tempio Giove Ferelrio, munì il Monte
di
do era inseguito, potè atterrarli un dopo Gianicolo con una rocca, fabbricò W Ponte
l'altro. Reduce a Roma in trionfo si ab» Sublicio per agevolar la comunicazione
battè nella sua sorella Orazia, già fidan- con essa e colla regione Trastiberina, di-
zata ad unode'Curiazi, che acremente lo latò i confini del regno sino al mare, a-
rampognò per averlo ucciso. Allora mon- vendo forzato veienli a cedergli la sel-
i

tato in ira Orazio, per vedere la snatu- va Mesia, e costruì un porto alla foce del
rala sorella più dolente della morte del- Tevere che fu dello Ostia, per favorire
l'amante che de'fralelli,e che al suo tra- il commercio marittimo. Morì Anco Mar-

sporto geniale sagrificava l'amore della zio dopo 24 anni di regno. Nel 39 gli 1

gloria patria, gli cacciò la spada vinci- successe Tarquinio Priscoetruscodi Tar-
trice nel seno. Avendo trascurate Tullio quinia, o oriondo di Corinto, o forse Co-
Ostilio le pratiche religiose, perla peste rito ove oggi è Cornelo, a cui il defun-

e fame che desolò i romani voleva rista- to avea lasciato in tutela i due figli; ma
bilirle quando fu ucciso , o bruciato dal egli in vece di sostenere le loro preten-
fulmine nelI 5, dopo 32 annidi regno.
1 sioni al trono, con intrighi, col denaro
Poco dopo ebbe a successore Anco Mar- e per mezzo degli amici, dal senato e po-
zio o Marcio nipote di Numa, che senza polo fu eletto re. Per guadagnarsi l'af-

trascurare le armi, volse i suoi pensieri fetto delpopolo aggregò al senato 1 00 ple-
alle leggi e alla religione che fece rifio- bei, cui die il titolo di Patrizi minorimi
rire, e promosse l'agricoltura. Quantun- gentium, per distinguerli dagli antichi che
que inclinato alla pace, fu costretto a nuo •
si dicevano majoruni. Ordinò che i ma-
va guerra cogli albani, collegati coi fide- gistrati fossero preceduti dai littori coi
natie veienti; ne trionfò, punì se veramen- fasci, prescrisse le vesti reali, e quelle de-
te il traditore Mezio, e fece atterrare Alba gliauguri istituiti da Romolo, dignità
Longa, come riportai nel voi. XXXVII, importante perchè spettava ad essi spie-
p. 238. Non solo vinse latini, maivol- i gare il canto, il garrirceli volo degli uc-
sci, ed i sabini ribellati, il cui territorio celli, il loro mangiare, il bere, ed ezian-
unì a Roma. Creò gli araldi yèc/a/e^, per dio il giudicare d'ogni sorta di presagio,
inlimar la guerra a* nemici, i quali lo fa- per interpretarci futuri eventi, oltreché
cevano con questa formola ; Udlle Dei erano consultati in lutto. Stabilì ancora
del cielo, della terra e degli abissi! Noi le vesti de'cavalieri,e loro concesse anelli
vi chiamiamo in testimonio ^e siccome que- d'oro; che quegl'individui di famiglie il-

sti popoli oltraggiarono popolo roma- il lustri portassero vesti lunghe orlate di
no, cosìnoi intimiamo loro laguerra.Ter- -
Porpora^ liste che furono pur delle La-
minata questa intimazione gittavano i ticlavio, ai quali articoli ragionai de'Ioro
giavellotti (sorla di dardo a foggia di mez- diversi usi. Ai senatori accordò ìa Sedia
za picca, con ferro in cima di 3 faccie o curule o d'avorio, e ne aggiunse al tri r 00,
lati terminanti in punta) sul territorio per cui formò di 3oo senatori.
il corpo si

nemico, senza che ninno osasse arrestar- Se in tempo di Romolo dopo la pace fat-
li (onde poi venne l'uso xìq Ducili d\ ^\\.- ta co'sabini, ovvero sotto TarquinioPri-
ROM ROM ,87
SCO attenne l'incremenlo elei ^Scn^/o /t)- o lustro il governo potesse conoscere il nu-
Viano f non sono concoidi gli storici: sem- mero de'cittadini d'ogni classe, e de'loro
bra però più sicura la prima epoca. Ben- possedimenti, onde così regolarne le im-
sì fondata la repubblica, si aumentarono posizioni (ciò che ora fanno la statistica e
altrioc senatori, sicché in lutti ascesero
I la Congregazione del Censo), Seguendo
a3oo.Ornc) Roma con edifizi, con foro, il progetto del predecessore, prese non so-

Massimo, ed incominciò la cinta


col Circo le a ingrandire Roma comprendendovi gli
dimura. Diseccò il Velabro e costruì la altri Monti, onde pervenne a racchiuder^
Cloaca Massima, al Tevere fece quell'ar- ne 7 e si disse Civitas SeplicoUis, ma e-
gine di grandi massi di pietra tagliata, ziandio a fortificarla cingendola di solide
che fu detto pulchrum litus. Sulla vetta Mura, guernite di torri e fiancheggiate
orientale del colle Saturnio fabbricò un nel piano da fossati profondi, che presen-
tempio a Giove, e siccome nel cavar le tavano una difesa quasi insuperabile daU :

fondamenta fu trovato un capo umano, la parte orientale della città, come più e-
il Monte prese il nome di Capitolio^ poi sposta agli attachi nemici, innalzò il fu-
Capitolino e Campidoglio: un augure an- moso argine detto Aggere Tulliano, di
nunziò, che Roma diverrebbe la capitale cui parlai a Mura di Roma. Indi divise
dell'Italia. I popoli dell' Etruria si sog- Roma in 4 regioni con sopprimere le an-
gettarono di buona voglia a Tarquinio tiche di Romolo, dette tribù urbane, alle
Prisco, e gli offrirono la corona d'oro, il quali ne aggiunse 5 rustiche, le quali poi
i

Irono d'avorio, lo scettro, la veste di por- superarono in nobiltà e reputazione le pri-


pora ricamata e le altre insegne della di- me,e da ciò derivò il gusto preso dai grandi
gnità reale. Sconfisse gl'insorti sabini, ed e dai più doviziosi cittadini per la cam-
il resto de'Ialini, in una città de'quali Cor- pagna, ove stabilirono ville sontuose nei
ni cui um (ora Monticelli, di cui a Tivo- loro vasti fondi suburbani e vi facevano

^ li ), fra' prigionieri vi fu Ocrisia moglie dimora. Ogni tribù secondo l'antica di-
y «lei principale de! luogo, che essendo in- visione contava io curie, laonde ognuna
Tanaquilla sua consorte
cinta, la diede a di queste fu suddivisa in altre i q pi.rti det»
perchè ne avesse cura. Avendo Ocrisia le decurie. Ogni tribù ebbe per capo un
partorito un fanciidlo,fu chiamatoServio, tribuno scelto fra'citladinipiù sperimen-
dalla parola sennis, in significato di schia- tati; ciascuna curia fu presieduta da un
ro, e gli die il soprannome di Tullio, che curione , e la decuria da un decurione.
fattoallevare da Tarquinio e adottato per Questa divisione venne poi moltiplicata in
figlio, gli concesse poi per moglie la pro- centurie,ed applicata pure all'ordinamen-
pria figlia Tarquinia e disegnò suosucces- to civile e all'ordinamento militare, poi-i
sore.Tarquinio Prisco d' anni 84, dopo che da queste partizioni toglievansi i vo-
37 di regno fu ucciso dai figli di Anco li nelle decisioni, che emanavano dal po-
Marzio a cui avea usurpata la corona. Nel polo radunato in comizii, ed i soldati de-

177 per l'industrie della saggia ep«ten- stinati a far parte dell'esercito. In tal mo-
SL te Tanaquilla stimata dal popolo, peisuf do si rese più facile il novero de'cittadini,
" fragi di questo e senza voti del senato, i ed il censimento delle loro proprietà, on-
fu elevato trono
genero Servio Tul-
al il de regolare le imposte. Servio Tullio vin-
liojil quale diede mano ben tosto ad intro- se gli etruschi ed veienti. Ebbe due fi-
i

durre utili riforme nel governo. Accreb- glie chiamate Tullia, una di spirilo dolce
be il potere del senato per guadagnarse- e trattabile, l'altra collerica e ambiziosa:
ne il favore, ordinò il censimento e un'e- le maritò a'Tarquinii nipoti o figli di Tar-
satta divisionedegli abitanti o sia novero quinio Prisco, la I." a Tarquinio ambi-»
(/n5^mm)de'ciltadini, perchè ogni 5 anni zioso e violento, e perciò dello il Super-»
i

iS8 ROM ROM


bo,Ia a.*a Tarquinio Aiunte primogeni- ai romani, sebbene la plebe si mostrò ap-
to, o secondogenito come vogliono altri, pagata di veder umiliati grandi; ma poi i i

moderato e buono. Dalle due unioni sì romani cangiarono opinione quando si vi-

iiialecombinate risultò una criminosa cor- dero aggravati d'imposte e di gravissime


rispondenza tra l'audace Tarquinio il Su- servitìi continue, anche pel compimento
perbo e la cognata Tullia Tarquinia capa» della Cloaca Massima e altri difficili lavo-
red'ogni delitto, i quali d'accordo fecero ri, per cui alcuni disperatamente preferi-
perire di veleno l'uno la moglie, l'altra il rono di uccidersi. Abolì l'eguaglianza dei
marito per potersi insieme accoppiare. cittadini innanzi la legge, vietò le assem-
Formata appena questa unione Tullia , blee delle curie, pose spie dappertutto per
impaziente di veder sul trono il suo nuovo sapere come si pensava di lui, e non am-
marito, lo istigò co'più violenti disordini mise nelle milìzie che plebei a lui divoti,
H detronizzare il proprio padre ServioTub assoldando truppe straniere e mercena-
lio, finche Io fece uccidere dopo 44 anni rie, essendo i magistrali a lui intieramen-
di regno nel 22 1. Allora Tullia tripudian- te deferenti. Co'Iavori forzali abbellì Ro-
te salì nel suo cocchio, e arrivata nella ma, proseguendo altri grandi lavori co-
strada dove giaceva il cadavere dell'infe- minciali dai predecessori, e abbellendo il

licepadre , volendo il cocchiere voltare Campidoglio ed i suoi palazzi con opere


per non passarvi sopra, la snaturala figlia grandiose, dando il despota una scarsissi-
barbaramente ordinò che andasse avanti ma quantità di grano ai lavoranti. Con

e passasse pure sul sanguinolente corpo, perfidiasi disfece di Turno Erdonioari-


siccome smaniosa di recarsi in Campido- cino (di cui a Riccta), perché si opponeva
glio per fare acclamare re l'assassino di alle sue mire sul dominio di tutto il La-

suo padre e farsi incoronare regina. I ro- zio, e a tal effetto die sua figlia in moglie a
mani indignati per tanta ferocia, chiama- Ottavio Mamilio potente lusculano (di cu
rono Scellerata la sh'ada ove fu commes- a FRASCA.Ti),intanlo che per le sue influen-
so l'esecrabile delitto. Tarquinio non si ze le città Ialine si confermarono in con-
fece eleggere né dal senato né dal popolo, federazione sotto la preponderanza di Ro-
ed ostentando di non vedere in Servio ma. Tarquinio sottomise colla forza del-
Tullio che un usurpatore, cinse da per se le armi i sabini e li rese tributari , com-
la corona come di diritto ereditario, pre- battè i volsci e s'impadronì di Suessa Po-
tensione affatto contraria al diritto pub- mezia, ove trovò ^o talenti d'oro e d'ar-
blico della monarchia romana di quell'e- gentOjCui serbò per la costruzione del te m-
poca, in cui la legittimità non consisteva pio di Giove Capitolino che incominciò.
che nell'elezione.Di venuto re Tarquinio il A tradimento s' impossessò di Gabio, al
SuperbOjSi circondò d'una guardia feroce, modo che riferii in quell'articolo. Dive-
mostrandosi di rado al pubblico, ed ara- nuto così potente, arbitro del Lazio , al-
mettendo nel suo palazzo quelli che solo vi leato degli etruschi di Chiusi, fondò co-
aveachiamato. Subitosi pose ad esercitare lonie.e die a Roma una marina mercan-
le sue crudeltà e prepotenze: sterm nò
i i più. tile. Comprò a caro prezzo i tre libri si-
de'senatori, non consultò più gli altri, fa- billini (altri ciò attribuiscono a Tarqui-
cendo morire il padre e il fratello di Marco nio Prisco), dopo che la misteriosa don-
Giunio e confiscarne beni: il padre avea
i na che glieli vendè, in sua presenza ne
sposata la sorella di Tarquinio, onde que- bruciò prima gli altri sei per la ritrosi a

sti gli era zio. M. Giunio per isfuggire e disprezzo che avea mostrato in farne
simile sventura si finse pazzo, onde fu so- acquisto. Questi libri sibillini erano una
pracchiamato Bruto, in significato di be- raccolta di versi attribuiti alle Sibille, ver-
stia e stupido. Ciò rese Tarquinio inviso gini che si supposero divinamente ispira»
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le, e quasi consigliale da Giove o parteci- morire non basta; dovea piuttosto pre-
pi della sua menle, alle quali si alUibui- ferire la morte, ma rimanere casta. Mol-

vano oracoli. Si collocarono gelosamenle tissimi nondimeno ne celebrarono l'e-

in una cassa di ferro nel lempio di Giove roismo e il coraggio. Altri la discolpano
Capilolino, e furono custoditi con sommo come appassionata per la libertà della
rispetto sotto la vigilanza di i o patrizi o patria, e che cedendo agli amplessi cri-
di un collegio di sacerdoti, cui sotto pena minosi del figlio dell'abborrito tiranno,

di morte era vietato il mostrarli. INon si avrebbe con Teffettuazione di quanto nel-
dubitava che vi fossero scritti destini di i lo stesso puntosi propose, suscitato ro- i

Roma, ed erano consultati nelle grandi mani a scuoterne il giogo. M. Glunio Bru-
calamilà. Tuttavia peiirono nell'incen- to, che nella finta imbecillità attendeva
dio sotto Siila, o come altri vogliono nel- l'occasione di vendicarsi, udito l'esecran-
la guerra de'marsi verso Tanno 666. A do racconto del grave oltraggio di Lucre-
riparare funesta perdita, il senato spe-
s'i zia e veduto il tragico suo fine , arse di
dì a Samo, a Troia, in Eritrea, ed in al- sdegno, e d'un tratto abbandonala l'ap-
tri luoghi, per raccogliere quanti versi si- parente stupidezza, strappando dal seno
billini si potessero rinvenire. Quelli che si diquella vittimadel pudore il pugnalecoii
trovarono, dopo giudiziosa scelta furono cui aveasi data la morte, invocatigli Dei
collocati in Campidoglio, con minor cre- giurò su quell'arma insanguinata ch'e-
dito, finché Stilicone li fece ardere, ve- gli scaccierebbe da Roma la famiglia di
nendo biasimato perciò che notai nel voi. Tarquinio, con quel coraggio e valore
LVI, p. 204. che sino allora avea tenuto celato. Lu-
L'origine della repubblica romana, ca- crezio, Collatino e Publicola, non men
gionata dal suicidio di Lucrezia, è un fat- di Bruto irritati e accesi d'ira e vendet-
to tanto comunemente noto, che nel ri- ta , fecero lo stesso giuramento. Bruto
cordarlo sarò breve. La tirannia di Tar- senza perder tempo corse in Roma , ar-
quinio Superbo era giunta al suo ter-
il ringò con tanta energica eloquenza il po-
mine, itììperocchè mentre nel 244 as- polo, che la sua terribile orazione sem-
sediava Ardea col figlio Sesto Tarqui- brò alla moltitudine un miracolo, e tutù
nio, questi si portò a Collazia per violare pieni di furente sdegno levarono il grido
la virtuosa Lucrezia moglie di L. Tar- di /i7»er/^,decretando l'espulsione de'Tar-
quinio Col.latino,e figlia di'S.Tricipitino quinii e Tabolizioue per sempre della di-
Lucrezio, lutti patrizi romani. Con arte gnità reale: il senato continuò ad avere
s'introdusse nella di lei casa di notte, le la stessa au tori là e , la plebe acquistò mag-
manifestò la sua ardente passione, e con gior considerazione e potere. Tale memo-
un ferro in mano la minacciò, se resiste- rabile rivoluzione, ch'ebbe sì grande in-
va, di farla credere adultera, mettendo in fluenza ne'destini di Pioma, avvenne nel
Ietto il corpo d'uno schiavo ucciso. Ella suo anno 245, cioè 509 avanti l'era vol-
cedette, ma nella seguente mattina chia- gare, nel 25.** anno del regno di Tarqui-
mali a se Lucrezio, eCollalino ch'era al- nio, che fu il y.** e ultimo re di Roma.
diP. Valerio Pu-
l'assedio, alla presenza Presentatosi questi alle sue porte, ne fa-
blicola e di M. G. Bruto j che li aveano rigettato, ricevendo personalmente la cer-

accompagnali, narrò loro 1' accaduto, e tezza della sua disgrazia e detronizzazio-
dicendo che dovea punirsi il corpo che ne. Bruto si trasferì al campo , ne fece
avea mancato, invocò la loro vendetta e cacciare i figli del ree fu eletto console con
s'immerse un pugnale nel cuore. Alcuni Collatino , e furono i primi consoli, cosi
gravi scrittori accusarono la virtù di Lu- detti a consulendoy perchè furono istitui-
crezia, diceudo che rendersi al fallo e poi ti per provvedere agl'interessi e governo
}

j 90 ROM ROM
della repubblica e farne eseguire le leggi, esercizio godeva di tutte le onorifiche di-

o perchè consullavono il senato e gli prò- stinzioni e preceduto da' 12 littori, l'altro

jDonevano gli dovea de-


oggetti, sui quali non ne avea che uno. I conioli coman-
iiberare. Fu Bruto, che radunato il po- davano gli eserciti, conferivano le cariche
polo, gli propose il piano d'un governo militari, ed il governo delle provincie e

repubblicano, di creare de' magistrali, e delle città : convocavano il senato, do-


per procedere regolarmente si convenne mandavano ai sonatori ilvolo e ne face-
di nominare un capo, il quale rappresen- vano eseguire i decreti. Aprivano le let-
tasseil re , che solo legittimamente po« tere che i governatori delle provincie, le
tesseconvocare le assemblee del popolo città ed i popoli scrivevano al senato
chiamale comizii, le quali erano di due davano udienza agli ambasciatori, ed a-
specie, una per curie, l'altra per centurie. veano potere di stipulare trattati d'al-
Per Ciipo fu scello Lucrezio con titolo di leanza colle altre nazioni, di far leggi che
interrtgc o re per modo di provvisione, portavano loro nomi,i di convocare il po-
e la sua commissione fu chiamata inter- polo e proporgli delle leggi. I consoli di
regno. Lucrezio quindi propose che si e- rado uscivano da Roma ambedue nello
leggessero due capi della repubblica sot- stesso tempoj e quando la repubblica in-
to il dello nome di Consoli. D'allora in traprendeva una guerra, tiravano a sorte
poi gli anni cominciarono ad essere con- chi di loro dovesse andare al comando
tati anche dai consolati fino a Giulio Ce- delle truppe, e chi rimanere in Roma per
sare, il quale cambiò quest'ordinee rifor- vegliare agli affari della repubblica; quan-
mò il Calendario. I consoli erano capi i do tutti e due trovavansi nell'armata co-
della repubblica, ed aveano un'autorità mandavano alternativamente. Non pote-
sovrana , in modo che tutti gli altri ma- vano condannare a morte un cittadino,e
gistrati , tranne il Dittatore e i Tribuni poleasi dai loro giudizi appellare al popo-
del popolo, erano loro sottoposti :ìl loro lo, ed i tribuni potevano opporvisi. Quan-
potere esecutivo bene spesso passò nelle do la repubblica era in grave pericolo, il

mani non solo de' dillatori e de* tribu- senato decretava tutto il potere a'consoli :

ni, ma
ancora ne' decemviri e ne' tribu- questa suprema autorità talvolta fu cu-
ni militari. Al magistrato de' consoli fu- mulativamente esercitata coi Pretorie coi
rono allribnile le prerogative e le inse- tribuni del popolo. Ordinariamente non
gne della cessala digailà regia. Sul prin- si poteva essere eletto console prima di 4^
cipio erano preceduti da i^ littori coi fa- 043 anni di eia, e se non si fossero eserci-
sci, ma essendosi il popolo alquanto in- tate, con intervallo di due anni, le cariche
sospettito, ne ritennero soli 12. Al loro di Questore^ pretore e di edile: la edili-
passaggio il popolo si alzava in piedi per zia magistratura soprintendeva ai pubbli-
rispello nelle asseoiblee sedevano su se-
: ci edifìzi, alle feste, a'giuochi, agli spelta-
<lia d'avorio, tenendo in mano un simile coli (ne parlai a Maestro di strada e luo-
bastone, e vestivano abito ornato di por- ghi analoghi agli argomenti chediscorro),
pora detto praetesta (questa portavano ed ancora alle vettovaglie, pesi e misure,
anche con qualche dilferenza que'giova- e ve n'erano curuli e plebei, secondo le
ni nobili romani che usavano la Bolla famiglie donde erano traiti, con l'uso del-
doro degli antichi romani). coman-
'E'ìSì la La dignità consolare si po-
sedia curule.
davano e governavano a vicenda per un teva domandare, e dopo esercitala pote-
anno: quello ch'era di maggiore età o vasi riavere. Appena consoli erano no- i

avea più figli, era ili.°ad esercitare l'au- minati, traevano a sorte le provincie e le
torità suprema durante un mese, l'altro armate, convocavano il senato per sapere
lo era il mese seguente; quello ch'era in lo stato della repubblica , ed entravano
ROM ROM 191
in esercizio del potere ih.*' di gennaio (an- li. Ma poiché allora eragià introdotto il

ticamente il r.^di marzo dicono alcuni), computo dell'era volgare, perciò rarissi-
nel qual giorno accompagnati dal senato ma occorre 1* indicazione dell' anno per
e popolo si recavano al Campidoglio per consoli. Pare che
si protraesse con qual-

imnjolare due bovi a Giunone Ospilalie- che altro esempio, finche terminò neir8oo
ra, e sagrifizi a Giove Capitolino, quindi quando s. Leone III conferì l'impero di
prestavano giuramento d'osservai e le leg- occidente a Carlo Magno.
gi, di conservare i privilegi del popolo ro- Tarquinio il Superbo vedendosi bandi-
mano, e di procurare in ogni cosa il van* to da Roma, si ritirò prima a Gabio, do-
laggio e ben essere della repubblica. De- ve avea messo per re il figlio Sesto; di là
ponendo la carica, protestavano con giu- si trasferì a Tarquinia sua seconda pa-

ramento, di non averfatlo nulla volonta- tria , e vi fu accolto con distinzione da

riamente contro il bene e le leggi della tutti gli abitanti, superbi della gloria che

repubblica. La dignità di console per i ^i Tarquinio Prisco avea procacciata al no-


anninonsidièchea'palrizi,manel387 fu me della loro città. Un'ambasciata de'tar-
conferita anche ai plebei, laonde si eleg- qninesi andò anzi a Roma a chieder il ri-

geva un patrizio e un plebeo. Nel 58 1 i slybilimento della famiglia di Tarquinio.


due consoli erano plebei. Sotto l'impero il Tale domanda essendo stata rigettata, i

consolato fu assunto o conferito dagl'im- deputati chiesero almeno la restituzione

peratori, ma non durava che 6 mesi, 3 de'suoi beni, perchè le di lei ricchezze e-
e 2, ed anche giorni, acciò il principe po- ranostate poi-late in Roma da Tarquinio
tesse gratificar molli,i quali dicevansi con- Prisco. Il senato inclinava per la negati-
soli minori. L'imperatore Giustiniano 1 va, ma rimisela discussione della doman-
nel 541 dell'era volgare oboli questa di- da al popolo, che nell'assemblea con gè*
gnità, dicesi a istigazione di Triboniano, nerosa equità e colla maggioranza d'una
per cui si attirò l'odio degli amanti l'aur voce, per un certo partito che favoreg-
lichilà, sebbenealloranon era che nume- giava il re proscritto, decretò la restitu-
ro titolo d'onore. 11 successore Giustino li zione. Già il decreto cominciava ad ave-
per guadagnarsi il favore del popolo ri- re il suo elTetto ,
quando deputati
i lar-

stabilì nel 566 il consolato e creò se stes- quinesi, rimasti a Roma per raccogliere i

so console, ma il suo disegno non fu se- beni del principe deposto, in suo favore
condalo. Nella storia d'occidenle nulla è fomentarono una cospirazione. Scoperta
più esatto e certo, che la serie de' con- la trama da Vindice schiavo, Bruto ne
solati, dalla repubblica a Giustiniano I, punì severamente gli autori, compresi i
dignità che durò io5i anni. Vi furono due propri figli Tito e Tiberio, che in-
diverse specie di Fasti: i celebri fasti con- flessibile e per amor patrio fece morire

solari erano quelli in cui i romani su ta- alla sua presenza nella pubblica piazza. Il
vole di maru)o ricordavano alla posteri- suo collega Collatino, perchè portava l'o-
tà, Tepoche e nomi de'consoli ede'ditla-
i dioso nome di Tarquinio e n'era prossi-
lori d'anno in anno, le guerre, le vittorie, mo parente, venne ingiustamente esilia-
i cambiamenti fatti nella repubblica , i to, e nel consolato gli fu sostituito P.Va-
giuochi secolari e altri avvenimenti me- lerio Publicola. La fermezza di Bruto
morabili. All'anno 565 dell'era volgare nel governare, e sopra tutto la prontezza
si suole chiudere dai cronisti la serie dei nel punire i colpevoli di adesione a Tar-
consoli, alcuni però prolungano sino al
la quinio Superbo, furono cagione che la
il

668 e 1421 di Roma, trovandosi nomi- repubblica si consolidasse sin da principio,


nato qualche altro console, e gli anni in- e per l'esempio virtuoso di uomini som-
termedi coniandosi dalla distanza di quel- mi, giungesse a quell'altezza di grado,
iga ROM ROM
possanza e rnmn,clie la resero un model* s*impadronì del loro catnpo, ed ottenne
lo di politico reggi mento alle altre nazio- l'onore del trionfo. 11 coraggio di Tarqui-
ni , e la fecero signoreggiare ben presto nio superiore a qualunque sinistro even-
sopra tutti i popoli del mondo. L' ordine to, non disperò di sua fortuna. 1 re vici-
de'patrizijche principalmente avea fatto ni che considerarono l'esilio suo come una
la rivoluzione, onde il senato ne avea [)ro- ingiuria fatta a tutti i principi, ne pre-
fìltato per suri-ogare il suo potere arislo- sero le parti : principalmente Porsenna
monarchico, per rendere accet-
ciatico al re di Clusio o Chiusi, unode'piìi polen-
to al popoloil nuovo ordine di cose e , ti d'Elruria, nel 248 armò contro di Ro-
segnatamente per impedire ogni ricon- ma 40)000 soldati , esercito sino allora
ciliazionecoi Tarquinii,abbandonò il sac- mai veduto in Italia. Essendo Roma in
cheggio de'loro beni alla moltitudine, che procinto d'esser presa_, fu liberata dal va-
subito profittandone tumultuariamente, lore straordinario d'Orazio Coclite (cosi
nel precipitare nelTevere un mucchio di dello come cieco da un occhio), il quale
covoni , tratti dal campo dell' ex re, si solo sostenne l'impeto dell' esercito sul
formò col tempo l'isola Tiberina, di cui Ponte Siiblicio, finché tagliato da* suoi
feci già menzione. Tarquinio il Superbo, concittadini il ponte, saltò nel Tevere e
sebbene di yS anni, la vecchiezza non l'a- si salvò a nuoto : Publicola gli eresse
vea infiacchitOjOnde non pensò che a rien- una statua di bronzo nel tempio di Vul-
trare colle armi al potere. Alla sua vo- cano. Mentre il re era accampato all'as-
ce, Tarquinia, Veioe altre città etrusche sedio di Roma e stava nella sua tenda,
o tirrenie fecero leva di truppe per la vi s' introdusse Muzio Scevola per tra-
sua causa. Questo esercito marciò contro figgerlo, ma avendoin veceper equivoco
Roma, ed i due consoli si recarono a re- ucciso il segretario, fu preso per punirlo
spingerlo. Appena Rrulo ed Arunte fi- col supplizio. Allora l'eroico romano in-
glio diTarquinio si* trovarono a fi ónte, trepidamente pose la mano destra sul
animati da odioscambievole,con veemen- braciere ardente e la lasciò bruciare per-
za s'avventarono l'uno sull'altro. Ciascu- chè avea sbagliato il colpo, dicendo che
no pensando meno a difendersi che ad 3oo giovani romàni aveanocon lui giu-
uccidere il suo nemico, si trafissero nello rata la mortediPorsenna. Atterrito que-
stesso istante: ciò fu nel i/\.5. Roma de- stida tanto coraggio, ed annoiatodal lun-
cretò grandi onori funebri al suoi. "con- go assedio, lo fece porre in libertà, tolse
sole, portandone i cavalieriil corpo nella l'assedio e si determinò a conchiudere la
città. I senatori, cui Bruto avea riportali pace colla repubblica, ed abbandonar la
al numero 3oo, andarono a riceverlo,
di causa de'Tarquinii. A Muzio Scevola il

e le matrone romane onorarono con un senato die tanti terreni quanti in un gior-
lutto d'un anno il vendicatordi Lucrezia. no potè tracciarne il solco d'un aratro,
Gli fu eretta nel Campidoglio una statua poi detti prati Quinzii, e fece patrizia la
col pugnale in mano, e nel consolatogli sua famiglia : altri dicono che i prati di
venne sostituito Lucrezio, che pochi gior- Scevola si dissero Mucia, Quinzii essen-
ni sopravvivendo, gli successe M. Orazio do quelli del virtuoso L. Quinzio Cincin-
Pulvillo. La lotta de'due eserciti non fu nalo, come notai nel voi. LIV, p. i66. Al
meno ostinata Sesto e Tito Tarquinio
: trattalovi contribuì 1' ammirazione che
che comandavano l'ala destra, ruppero avea concepito pel valore de'romani, e
quella sinistra de'romani, e furono in pro- ne agevolò il compimento anche il fatto
cinto di sforzare i loro trinceramenti; ma di Clelia. Questaavvenente giovinetta ro-
nella notte seguente, V. Publicola sor- mana, durante la tregua era slata data
presi i tirreni, ne uccise gran Dumero, nelle trattative per ostaggio a Porsenna
ROM ROM if)^

con altre io romane e io giovinelli ro- a furia di presenti e di liisinglie pei'sua-


mani dicono alcuni , che entrata nella
; se i capi a propugnare gl'interessi dì sua
tenda del re francamente lo minacciò,
, famiglia, e fece entrar nella lega Came-
che quand'anche ella fosse restata sola in ria e Fidene. Dichiaratone Sesto genera-
Roma, egli non vi sarebbe slato sicuro. lissimo, mentre meditava sorprendere di
Certo è che Clelia piena di coraggio, in- notte Roma, avendo un disertore scoper-
vitò le compagne a seguirla per ripatria- to tutto al console, restò in vece soprapre-
re, e gittatasi a nuoto nel Tevere con es» so e vinto. Indi i sabini aprirono al tra cam-
searditamente lo trapassò, sotto una gran- pagna con riportare un vantaggio segna-
dine di freccie nemiche. V. Publicola dis« lato sul console P. Postumi©, il quale ffi
piacente del fatto, perchè non si conside- seguilo colla vittoria de'romani dei i5i
rasse violata la tregua, rimandò a Por- presso E reto, ora Grotta Marozza o Mon-
senna le giovinette con Valeria sua figlia te Rotondo. I sabini sempre eccitati da

ch'eia del numero. ITarquiniisi appo- Tarquinio non deposero le armi, ma vinti
starono per rapirle, ciò che saputo da A- di nuovo nel 252 vicino a Curi, dal Con*
runle figlio di Porsenna, grande ammi- sole S. Cassio Viscellino, chiesero la pa-
ratore de'romani e che considerava in- ce. Dopo tanti tentativi, Tarquinio tro-
giusta quell'impresa, corse co' suoi a li- vò mezzi di com movere contro Roma 36
berarle. Ciò conosciuto da Porsenna che nazioni della confederazione latina , con
avea animo generoso, sdegnato contro i guerra che durò 4 anni. Prima d' inco-
Tarquinii li campo; volle
fece uscire dal minciarla, Tarquinio col genero O. Ma-
conoscere Clelia, donò un bel cavallo
le miliodiTusculoora Frascati, ov'erasi ri-
riccamente bardato, e rimandò colle al- tiralo^ordironouna cospirazione, con l'o-
tre ostaggie a Roma^ e con que' giovani ro corrompendo molti plebei romani, mal-
ostaggi e prigionieri che gli piacqtie sce- contenti del governo degli nvidi patrizi,
gliersi. A
venne eretta una statua
Clelia Que'di Laurento rivelarono al console la
equestre nella Via Sagra, e fu la i.^ del congiura, onde furono uccisi fìutori. La i

suo sesso ad avere in Roma tal distinzió- guerra de'romani contro latini, che col- i

ne. Stabilita la pace con diverse condizio- le altre descrissi in tanti luoghi del Lazio,
ni, Porsenna nel ritirarsi donò ai roma- incominciòcoH'assedio di Fidene, che nòli
ni, che ne pennriavano, tutte le vettova- cadde se non Tanno dopo, pel diversivo
glie di cui abbondavano i suoi alloggia- fatto a Signia o Segni ch'era de'romani.
menti nel Gianicolo;e per non tornare nel 1 Ialini raddoppiando i loro sforzi pel ri-

regno senza aver fatto qualche impre- stabilimento de' Tarquinii, giurarono di
sa spedì Arunle all'espugnazione d'Aric- non deporre armi finché non avessero
le

cia, ove in vece trovò la morte come ri- conseguito l'intento, essendosi Tarqui- i

cordai. nii colla loro attività instancabile guada-

Il vecchio Tarquinio non avea anco- gnati ivolsci e gliernici. Il popolo romano
ra esaurito tutte le sue risorse, né stan- malcontenlo del governo de'patrizi, e forse
cato tutti i suoi alleati. L* anno dopo sordamente istiga lo da'Tarquinii,ricusò di
l'impresa di Porsenna,! romani ruppero prender le armi. Intanto vedendosi la re-
guerra coi sabini , che aveano profittato pubblica in pericolo, il senato creò la su-
del periglio della repubblica nascente per prema carica di dittatore nel 253,che altri
devastarne il territorio. I romani ebbero protraggono al iScf, con assoluto potere,
il vantaggio in due combattimenti, ma i e pel i.** nominò Tito Larzio Flavo. Il

sabini dopo un'assemblea generale della nuovo magistrato, insignito de' distintivi
nazione, deliberarono proseguir la guer- dell'autorità reale, impresse ta'nto rispet-
ra a sollecitazione di Sesto Tarquinio, che to ai plebei, che si lasciarono seri vere nel-
VOL. LVIII. i3
194 ROM ROM
la milizia e condurre contro Ialini. Il ì tirannìa degli usurai, che battcvanocome
dittatore, giunto dinanzi a'nemici, intese schiavi i loro debitori. Allora il savio Me-
meno a combatterli chea spargere traessi nenio Agrippa si recò in mezzo al popolo
la dissensione. Dopo un vantaggio ripor* che ricusa va ripatriare, e minacciava pio-J
tato presso Tusculo, seppe sì bene calti- rompere ai fatti; e ad alta voce raccontò 5
Tarsi gii animi de'Iatini, colia sua urna* questo apologo. Un giorno le membra del
nilà verso i feriti e prigionièri, che otten- corpo si ribellarono contro lo stomaco.
ne dalla confederazione un anno di tre- Vedete, dicevano le gambe, quell' ozioso
gua; nel qual tempo Tarquinio e Mamì* che non s'affatica mai, mentre noi siamo
lio, visitando le città latine, rianimarono obbligale a camminare per lui, ed aiutar-
10 zelo de' magistrali pel monarca deca- lo a moversi. Invero, soggiunsero le brac-
duto, essendola plebe avversa allaguer* cia, tocca a noi pigliarci ogni maniera di
ra; di più gli riuscì armarci volsci contro il quale altro non
brighe per quell'inerte,
j romani. In tale frangente e per la tem- fache mangiare , mentre noi dobbiamo
pesta che minacciava, il senato romano continuamente adoperarci per suo van-
nel 258 ricorse per la seconda volta alla taggio. Faremo dunque così noi braccia :

dittatura, che conferì ad Aulo Postumio. non lavoreremo più, e voi gambe rimar-
11 quale colla strepitosa vittoria decisiva, rete immobili. Ecco che dopo lai." gior-
riportata presso il lago Regillo, terminò nata, lo stomaco a cui le braccia non da-
la guerra e fece svanirle ultime speran- vano più da mangiare, e che non poteva
ze di Tarquinio (ne parlai anche ne'vol. andarsi a cercare alimenti, perchè le gam-
XXVII, p. i83, XXXVII, p. 218; le be rifiutavano di portarlo, cadde in uno
condizioni della pace avendole riportate slato di sfinimento assoluto. Nel principio
nel voi. XXXVI, due suoi fi-
p. 202). I le membra, benché indebolite ancor esse,
gli , Sesto e Tito, non che Mamilio suo si rallegrarono di vedere il loro nemico ri-
genero, perirono in quella terribile gior- dotto a tale termine ; ma il dì seguente
nata, combattendo col più luminoso va- non fu più così e si pentirono, però trop-
lore. I latini cacciarono dal territorio lo po tardi, di quello cheaveano fallo, poi-
sventurato vecchio, rimasto solo della sua ché non ricevendopiù nulla dallo stoma-
numerosa famiglia : andò a morire a Cu- co, le une e le altre perdettero affatto la
ma, presso Aristodemo tiranno di quella forza d'operare, ed il corpo intero morì.
città, che gli chiuse gli occhi e fece reali Ecco o romani, continuò Agrippa, la vo-
esequie. Il popolo romano di fatto nona- stra storia e quella del senato: i patrizi
•vea guadagnato nulla nella libertù colla sono Io stomaco, e voi siete le membra del
cacciata de'Tarquinii, se non d'aver mol- medesimo corpo. Se persistete nella vostra
ti tiranni invece d'un solo che si chiama- ribellione, lo stomaco certo ne patirà, ma
Tare. Dopo la morte di Tarquinio, le ves- in pari tempo egli non vi potrà piùsoc-
sazioni da parte della nobiltà smisurata- correre nelle vostre miserie, e la repub-
mente si accrebbero. Stanco il popolo del blica perirà. Il popolo vinto dal discorso
contegno de' grandi e della barbarie dei d'Agrippa, ritornò a Roma e venne agli
suoi creditori, si ritirò armato sul monte accordi. Colla legge sagra furono adun-
Sagro, ne volle più tornare in città se non que creali a tale efielto i tribuni civili del
dopo essere stato assolto dai debiti, ed au- popolo o sia della plebe, perché la difen-
torizzato a crearsi nel 209 o 260 de'ma- dessero contro la violenza cle'senatori,nel-
gistrati che sostenessero il suo interesse ed le persone di C. Licinio e L. Albino in ,

i suoi privilegi contro gli attentati de'pre- seguito aumentati e con grande autorità
potenti patrizi. Principale motivo e ca- come capi del popolo. La loro casa era
gione di questa tenibile sommossa fu la aperta giorno e notte, affinché il popolo
,

ROM ROM 195


potesse reclatnaread ogni momento.Inol- nisse liberamente. Ciò sapulo da L. Vir-
Ire vi furouo allre specie di Tribuni^ co- ginio, si presentò nel foro vestito a lutto,
me dell'erario,de*celeri,de'divertimeuli, i dichiarò sua legittima paternità su Vir-
la

liibuni mililaii che erano alla testa delle ginia, ed abbracciando teneramente que-
legioni, anche essi molto autorevoli. Qui sta, la condusse a poco a poco verso la

dirò di altri potenti e primari magistrali bottega di macellaio; ivi alferrò un coltel-
della repubblica romana, quali furono i lo, e dicendo ad alta vocealla figlia esser
decemviri ed i censori. I decemviri erano quello l'unico mezzo di conservarla libe«
magistrati sovrani eguali nel potere, crea- ra e casta, glielo immerse nel seno; e tor
ti dalla repubblica per scegliere e fare le sto alzandolo grondante di sangue, rivol-
Essendo Roma mal governata e non
Jeggi. toad Appio cob\ gridò: Con questo san-
avendo che pochissime leggi, Ermodoro gue innocente^ consagro il tuo capo agli
d'Efeso, che pel suo merito distinto cac- dei infernali. Da questo atroce avveni-
ciato dal suo paese per invidia erasi riti- mento originò la tremenda rivoluzione
rato in Italia, consigliò i romani di spe- che fece abolire il decemvirato. I decem-
dire ambasciatori in Atene e nelle città le virifurono parte cacciati, parte uccisi, e
meglio governate dellaGrecia, per appren- lo stesso Appio fu ammazzato nelle car«

derne i costumi e descriverne le leggi, il ceri. Dipoi furono creatilo giudici, det-
che fu eseguito. Tornati gli ambasciatori ti pure decemviri, per amministrar la
in Roma, si nominarono o personaggi sa-
i giustizia in assenza del pretore. Quanto
vi e illuminati per eslrarre quelle che cre- ai censori, erano
primari magistrati
altri

devano opportune e confacenti ai roma- della repubblica romana, creati nel 3 io


ni.Quelle che scelsero incisero in 12 ta- per riformare i costumi e correggere gli

vole di rame, le presentarono al popolo abasi che erano insinuati nella repub-
si

da cui furouo approvate. Questa raccolta, blica. Si eleggevano ogni5anni dueceu-

ch'è il fiore di tutte le migliori leggi di sori, persone per lo più di condotta ir-

Grecia, divenne il fondamento della Giw reprensibile e di gran fermezza, di fami-


risprudenza e di tutto romano,
il diritto glia patrizia e che fossero stati consoli ;

col nome di Leggi delle XII tavole. Di dipoi ottenne il popolo che uno fosse ple-
queste e delle altre leggi romane parlai a beo, quindi furono creati censori sebbene
Legge. I detti io individui furouo chia- non fossero slati consoli. Era loro prin-
mati Decemviri. Nel 3o2 si conferì loro cipale incarico di fare l'enumerazione del
il potere stesso che avevano avuto ire ed popolo, con formare uno stato esatto dei
i luogo de' quali pel breve tem-
consoli, in beni, nomi, età, condizioni, professioni
po di circa 3 anni governarono la repub- figli, schiavi ; di stabilir la tassa e l'esti-
blica con autorità sovrana che alternati- mo de'beni di tutti i cittadini, afiinchè Io

vamente esercitavano; ma avendone a- contribuzioni fossero imposte in propor-


busato, furono ristabiliti consoli. Ciò av- i zione; di creare il principe del senato; di
venne per la violenta passione e pei cri- alfittar le rendite della repubblica, di fis-

minosi disegni concepiti dal decemviro sare il prezzo delle derrate, di reprimere
Appio Claudio Crassino, per l'avvenente il lusso, d'impedir le spese superflue, e di
e onesta romana donzella Virginia, pro- dividere il popolo in centurie eallre clas-
messa in isposa a Icilio e figlia del plebeo si. Aveano altresì la cura de'giuochi e dei
e onorevole militare Lucio Virginio. A- sagrifizi, che si facevano a pubbliche spe-
vendo il decemviro subornato M. Clau- se; la sorveglianza sulle pubbliche strade
dio suo dipendente di reclamare a lui Vir- interne ed esterne, sui ponti e acquedot-^
ginia come sua schiava, ed abusando di ti. Quando i senatori e i cavalieri com-
sua autorità, decise che se oe impadro* mettevano qualche azione indegna al loro
ROM
lungo, potevano cacciare i primi dal se* glio. Indi i volsci furono interamente vin-
uato, adilucendoue il molivo, e degiudu- ti e disfatti da S. Cassio. Questi per me-
re i secondi, togliendo loro l'anello e il ritarsi il favore del popolo propose la tan-
cavallo, che la repubblica gli aveva dato to celebre legge agraria, che fu poi una
in seguo della loro dignità, e rimettendo- sorgente di guerre con cui voleva
civili,

li nel rango del popolo. Ninno poteva es< far distribuire al popolo le terre conqui-
sere censore più di due volte. Il luogo ove state. Nel 27 I cominciò la famosa guerra
i censori adunavano II popolo per fare il co'veienti. La sola famiglia de'Fabii ch'e-
censo, era il Campo Marzio;
ordinane le rano 3o6, aveano soli preso l'assunto di
assemblee le tenevano nel tempio della condurla a fine; ma dopo aver sovente
ì
Libertà, e terminavano con una ceremo- battuto i loro nemici, in un'imboscata fu-
iiia religiosa, che chiamavasi lustro o pu- rono 3oo Fabii uccisi da'veienli. 11 giorno
rificazione, e come questa ceremouia avea in cui avvenne questo fatto fu annoverato
luogo ogni 5 anni, romani si servirono
i x\G nefasti, e la porta perlaquale erano

della parola lustro, per indicar tale spa- usciti da Roma fu cliiamata scellerata. I n

tempo. La censura durò fino al tem-


zio di seguito il console Servilio terminòlu guer-
po dell'imperatore Decio. ra, colla totale sconfitta de' veienti. Ri-
Nel 259 incominciò
lunga guerra la tornati questi in campo, il dittatore M.
de'volsci e degli equi o equicoli contro i Furio Camillo dopo io anni d'assedio si
romani in questa si segnalò Q. Cincin-
: impadronì di Velo: perchè in questa guer-
Dato che fu tolto dall'aratro per esser fat- ra fu fatto il celebre emissario al lago Al-
to dittatore. Egli liberò l'esercito del con- bano, Io dissi a Castel Gandolfo. Inoltre
sole Minucio, tenuto come assediato dai il prodeCamillo ridusse in potere de'ro-
volsci, e dopo aver sconfitto gli equi, li mani i fldenati; indi prese la città di Fal-
fece passare sotto il giogo, e poscia si ri- leri o Faleria (vi furono due città omo-
tiròvirtuosamente di nuovo alla campa- nime e ne trattai ne'vol.XIII, p. 289 e
gna. In questa guerra vi fu di singolare seg.,XXVIlI,p.i i7,XLVI, p. 2o3,2io
l'avvenimento di C. Mtyzio capitano ro- e seg. , ove riportai come l' ottenne Ca-
mano, il quale dopo di aver prestato se- millo pe'fìgli restituì ti a'cittadini,XL VII,
gnalati servigi alla repubblica e conqui- p. 283 e seg.), indotta alla resa per aver-
stata Coriola metropoli de'volsci, si me- gligenerosamente rimandalo figli delle i

ritò il soprannomediCoriolano. Per forti primarie famiglie, che un traditore pe-


disgusti ricevuti da'romani, fu esiliato, si dagogo gli avea condotto per cupidigia
gittò nel partilo de'volsci e fece guerra a di ricompensa, onde con quegli ostaggi
Koma alla testa de'nemici, stringendola agevolare l'insignorirsi delle città : Ca-
di assedio e minacciandola di estrema ro- millo fece spogliar l'iniquo e lo consegnò
vina. Inesorabile alle preghiere degl'in- colle mani legate di dietro a'fanciulli ac-
viati romani, lasciatosi finalmente piega- ciò a colpi di frusta lo conducessero in
re a quelle di Veturia sua madre e di patria. Nell'anno 363 incominciò la tre-

Voluuniasuamoglie,deposelearmi,levò menda guerra co'galli sotto la condotta


l'assedio e liberò l'ingrata patria dall'ir- di Brenne, il quale attraversate le Alpi
reparabile sua perdita; il che, come avea venne in Italia. A Gallia, e in tutte le
preveduto, gli costò la vita, avendolo i città e luoghi invasi da' galli, con diffu-
condannato a morte qual reo di tra-
volsci sione narrai le loro conquiste, l'assedio di
dimento. Perciò le donne romane prese- Roma e del Campidoglio, e come Camil-
ro il lutto per più mesi, ed il senato fece lo liberò la città. L'esercito romano con-
erigereun tempio uel luogo medesimo dotto dal console Fabio, fu disfatto in-
ove Veturia avea placata l'ira di suofl- tieramente presso il fiume Allia; i fuggili
1

ROM ROM 197


tlalla strage sparsero il terrore in Roma, lezione. I sanniti non potendo superare
ove pei la Porla Collina entrali galli nel i colla forza romani, ricorsero all' artifi-
i

luglio, la trovarono abbandonata, tran- cio: fecero condurre l'esercito romano,


ne da'senatori che uccisero, e poi l'incen- da alcuni soldati iravestiti da pastori, nelle
diarono verso il365,o priaja. Manlio mal Forche Caudine ossia Caud'uiniy ove nar-
difendendo il Campidoglio fu assedialo ruicomei romani sorpresi in quello stret-
per 7 mesi, e stava per essere espugnala to, dovettero passare sotto il giogo. Re-
la rocca di notte, quando il grido delle o- stati perciò gravemente olfesi, con nuovo
cUe avvisòi romani del pericolo, che per- esercito ,
pel valore di Fabio e Papirio,
ciò furono onorale. Dimenticando Camil- sconfissero adatto i Poco dopo il
sanniti.

lo le ingiurie della patria, che loaveae- principio di questa guerra e nel 4^3 o
siliato , accorse a difenderla; costrinse i 41 4 insorse la 2." guerra coi latini, pel
galli ad allontanarsi, e poi li sconfisse. Su motivo toccato nel voi. XXXVII, p. 2 18,
questo punto può vedere il voi. LVII,
si perchè latini volevano il diritto di cit-
i

p.254. Camillo avendo curalo il restau- tadinanza e r ammissione nelle cariche.


ro della rovinata città, ne fu chiamato n- Furono vinti da'consoli M.Torquato e De-
aloratorc e 2.° fondatore dopo Romolu; e cio: il i.°de'quali fece morire il figlio per
Manlio fu precipitato dalla sommità del avercombattulo contro il di vielo,sebbene
Campidoglio per la cattiva difesa, e pei con successo; il 2." si sagriQcò agli dei in-
sospetti che agognasse al potere regio. Ver» fernali per la salute e vittoria dell'eser-
so questo tempo o più narrano gli
tardi, cito, gitlandosi in mezzo a'nemici per cer-
storici, che apertasi nel mezzo della pub- carvi la morie, ondei soldati animali da
blica piazza o Foro una profondissima tali esempi combatterono da eroi. I lali-

voragine (nel luogo detto lago Cui zio do- ui.sollevatisi la 3.' volta, furono per sem-

po TimpaludamentodiMezio Curzio) che pre sconfìtti presso Astura da C. Menenio,


non si potè colmare per quanta terra vi onde si sottomisero a' romani che li ag-
fosse stata trasportata, ed avendo il con- gregarono alla cittadinanza. Io qui noti
sultato oracolo risposto, che quell'aper- fo che appena ricordare le grandi guer-
tura non potevasi riempire se non col git- re, avendo trattato delle parziali di espu-

larvi dentro quanto i romani aveano di gnazioni di città, ne'raoltissimi loro ar-
più prezioso, se Roma si volesse eterna; ticoli.Perpetuamente in guerra prodi i

allora Marco Curzio cavaliere romano ,


romani, uel472 la dichiararono a'tarenti-
per salute della patria, tutto armato e col ni che gli avevano depredata una tlolla, e
suo cavallo, e dopo essersi ccnsagrato a- maltrattali gli ambasciatori inviati dal se-
gl'iddii Mani, si precipitò in quell'abisso, nato a reclamarla. Furono tarenlinicom- i

dicendo che il popolo niente avea di più pletamente sconfitti, puniti e soggettati
prezioso che le armi e il valore: dopo di a Pioma, malgrado il soccorso de'loro al-
che il popolo vi gitlò sopra fiori e fruita, e leali, e di quelli poderosi di Pirro re d'iS*-

tostola terra, dicesi, si rinchiusedi nuovo. piro, che in particolar modo provò il va-
T.Livio che racconta questo portento,ag- lore romano in due battaglie: una la vin-
giunge che il voto del valoroso Curzio pro- sero presso Eraclea nella Campania, ove
dusse nullameno l'effetto d'incoraggiare i suoi elefanti posero il campo in disor-

il popolo e d'esaltare le sue speranze sul- dine e agevolarono a'romani la vittoria;


la gloriaimperitura della patria. Nel 4 1 l'altra nella Lucania a cagione degli slessi
ebbe incominciamento la guerra de'san- elefanti, perchè C. Minilo avendo tron-
nitijlapiù lunga di tutte perchè durò 70 cata la proboscide ad un elefante, questi
anni. 1 romani l'affrontarono a difesa dei gitlò grida così acute e grandi, che gli al-
cumpanijch'eransi posti sotto la loro prò- tri si rovesciarono sopra la fanteria ma/
KjB ROM ROM
ccdone di Pirro, e dierono campo a* ro- seguilo vivamente i cartaginesi e li co-
mani di rompere la leni bile /<7/^///^^em^z- strinse a domandar la pace; ma egli la of-

icdonica, I loaiani non aveano mai ve- frì sotto condizioni sì dure, che i carta-
duto elefuntf, equando al console Fabii- ginesi preferirono arrischiare lutto, piut-
cio all'inipiovviso Pirro ne mosUò uno, toslochè accettarle. Pertanto ricorsero al-
egli allallo nonscompose con sorpre-
si l' aiuto de' lacedemoni, che loro manda-
sa del re. Essendosi il medico di quel re rono bravo Xanlippo che battè ro-
il i

offerto al console di avvelenarlo, Fabri- mani e fece prigione Regolo coni 5, 000
cio Io mandò a Pirro che Io fece impic- uomini del suo esercito. Bramando car- i

care, restando ammiralo della virtù ro- taginesi la pace inviarono a Roma am-
mana, e sperimentando quanto aveagli basciatori per trattarla insieme a Regolo,
dello il saggio consigliere Cinea, cui era- nella lusinga che per amore della hberlù
glisembralo ilsenaloromano,«/i'rt.y5e//i- vi avrebbe contribuito. Invece Regolo ne
blea di semi-dei Pirro ritornò nell'Epi- dissuase il senato, e con veemente pei ora-
ro dopo aver inutilmente impiegate per zione lo tenne fermo a proseguir la guer-
6 anni tulle le sue forze nella guerra ta- ra. La moglie, i figli, gli amici lo scon-
rentina e siciliana. Fra i vincitori di Pir- giurarono a restare in Roma, ma Regolo
ro merita menzione il valoroso console pieno di probità e fedele al giuramento
e cittadino Manio Curio Dentalo, vinci- che il pontefice avea prosciolto, as-
fatto,
tore altresì de' sanniti, sabini e lucani. I solutamente volle tornare tra'suoi impla-
romani avendo disfatto.! tarentini ed i cabili nemici, che invece d'ammirare il
saiuiili, ì vinti si soggettarono a'vincito- suo eroismo, al ritorno barbaramente lo
ri ed entrarono nella romana alleanza nel tormentarono con diversi supplizi, indi
482. Ed eccoci aliai.' ftimigerata guer- lo chiusero dentro una botte piena di a-
ra punica o cartaginese incominciala nel cutissime punte laglienli e di chiodi, e mi-
490, e alacremente proseguita per 24 an- seramente vi perì: su queste crudeltà gli
ni. Anche di questa molti sono gli arti- storici sono discordi. Finì la i ."guerra pu-
coli che vi hanno relazione, per le guer- nica mediante il console C. LutazioCatu-
re combattute: delle 3 guerre puniche o lo, il quale guadagnò una battaglia con-
fenicie, ne diedi un cenno a Cartagi.ve. tro i cartaginesi, e questa vittoria li co-
Gelosi i cartaginesi dell'enorme ingran- strinse a concludere la pace, colla condi-
dimento della romana potenza, ne assa- zione di cedere a'romani tutte l'isole che

lirono gli alleati, onde romani corsero


i erano fra l'Italia e 1' Africa, e di pagare
a difenderli, e pe' primi i messinesi, es- per lospaziodi 20 anni 2200 talenti ogni
sendosi Jerone re di Siracusa collegato anno: il tempio di Giano allora fu chiuso.
con Cartagine. La fortuna per qualche Frattanto in Roma cominciarono a na-
tempo fu divisa, facendo vin-cere romani i scere le lettere, e il liberto Livio Andro-
in terra, mentre dava la vittoria a' car- nico vi compose la suai." rappresentazio-
taginesi in mare, in cui erano polenti e na leatrale,che in sostanza fu una trage-
spertissimi.TuttavoltaDuilliopeli.^gua- dia traslalata dal greco. Il poeta Nevio,
dagnò un combatlimenlo navale, e per- che comparve S^anni dopo, lavorò su que-
suase romani ad applicarsi seriamente
i sto i.° modello, e diede alcuni componi-
alla marina; lo fecero e vi riescirono in menti teatrali un anno prima della cele-
modo, che divennero padroni del mare, brazione de'giuochi secolari, che ricorre-
lenendo poi le loro formidabili flotte prin- vano ogni I IO anni. Circa il medesimo
cipalmente in Miseno e Ravenna. In que- tempo istituironsi giuochi i di Flora, per
sta i.' guerra punica M. Attilio Regolosi otlen&re dasli dei la conservazione dei
o
copri di gloria per terra e per mare. Per- frutti della terra. Dopo 24 annidi pace
ROM ROM 199
co'caiiaginesi nel536 scoppiò la a. "guer- Irar profitto dallo spavento e desolazio-
ra punica per Amilcare l^arca,il quale pri- ne che sì terribile disastro avea prodotto
ma d'entrarein Italia coDclus&e lesile trup- in Roma, il formidabile vincitore si ar-
pe nellaSpagna con suo figlio Annibale restò a Capita, dove le delizie di quella
di [ 3 anni, che fece ammaestrare nell'ar* provincia rallentarono il coraggio e af-

te della guerra e giurare sugli altari odio fievolirono le forze de'suoi cartaginesi, e
eterno a'romani. Divenuto Annibale ge- dierono tempo a'romani di riaversi dallo
nerale dell'eseicito, dopo la morte di A- sbalordimento e dalle immense perdite
milcare suo padre e del cognato A sdra- fatte. K nolo pure che credendosi in Ro-
rompere la pace co'romani,
iale, cercò di ma periti tutti i romani nella strage di
assediando la citlà di Sagunto nel Tarra- Canne, que'che vi ritornarono dalla sor-
gonese, confederala de'medesimi. I roma- presa e inatteso piacere cagionarono la
ni perciò inviarono ambasciatori a Car- morte di molti de'loro parenti. Quindi il

tagine, la quale dichiarò guerra. Annibale console M.Claudio Marcello prese ly/m-
dopo ostinatissimo assedio, prese Sagun- citsa dopo 3 anni di assedio, difesa dal-
to, che produsse gran sensazione nel
il l'acuto ingegno del celeberrimo filosofo
senato romano; indi con 1 00,000 fanti e Archimede, il quale profondamente ap-
20,000 cavalli prese il cammino per le plicato allostudio delle malematiche,non
Alpi, e peli.*' le superò calando in Italia, udì lo strepito dell'espugnata città e fu
facendosi strada col ferro e col fuoco, mal- ucciso con gran dispiacere del console.
grado la neve, il ghiaccio e altri oslaccli Allora P. Cornelio Scipione Africano, già
della natura. Presso alle sponde del Ti- divenuto Proconsole di Spagna, ov'erasi
cino ottenne lai. ^vittoria, con battere 1 distinto non meno colle sue vittorie, che
romani comandati da P.Cornelio Scipio- colle virtù, e restituendo inlatta l'avve-
ne, il quale vi sarebbe restato ucciso, se il nente prigioniera di cui erasi invaghito e
celebre suo figlio detto poi l'Africano non destinata a sua sposa ad un principe cel-
Io avesse tolto a'nemici. La 2/ battaglia tibero, ottenne dal senato il consolato e
Annibale la die vicino al fiume Trebbia, l'assenso di portare il teatro della guerra
come notai nel voi. Lll,p. aSg, con un'im- nell'Africa e in Cartagine, per allontana-
boscata sul prosontuoso console T. Sem- re Annibale dall'Italia; a tale effetto es-
pronio, eia sconfitta fu più decisiva della sendosi procurato l'alleanza di Sifacere
precedente. Inoltrandosi Annibale nella della Maurkiana e dì Numidia. Frattan-
Toscana, dopo aver camminato 4giorni to Q. Fabio Massimo,fatlo dittatore dopo
e 3 notti in mezzo a paludi senza ripo- il disastro del Trasimeno, tenne a bada
sarsi, e con tali disagi che vi perde un oc- Annibale e lo stancò senza combatterlo;
chio, vicino al Iago Trasimeno, al modo onde fu chiamalo V indugiatore e lodalo.
che narrai nel voi. Lll, p. iSy, vinse la Così regolandosi lo strategico e cauto dit-
3." strepitosa battaglia , colla morte del tatore, fece perireun numero maggiore
console C.FIaminio,il cui esercito fu com- di nemici non pugnando, che se avesse
pletamente distrutto. Indi passalo nella guadagnato molte battaglie. Infastidito
Puglia tì ottenne presso Canne la 4." san- Annibaledinon poter mai venirealle ma-
guinosa memorabile del-
vittoria, e fu piti ni con Fabio, marciò su Roma per asse-
le precedenti. romani erano C.
I generali diarla ma sopraggiunta una tempesta
;

Terenzio Yarrone e L. Emilio Paolo: il nell'alto che stava percombatlere il con-


i.° vi fu ucciso con numero sì grande di sole Q. Fulvio Fiacco, fu obbligato riti-
cavalieriromani, che Annibale mandò a rarsi senzaaver fatto nulla. Venendo A-
Cartagine tre staia d'anelli d'oro tolti ai sdrubale a raggiungere il fratello Anni-
medesimi sul campa Invece Annibale di bale, ritirato nella l?uglia, con possente
200 ROxM ROM
fscrcilo fu tlisf.jllo sul Melnuio compie- Poco dopo la pacede'cartagiiicsi e nel
lamenle pel valore de'coiisoli Claudio Ne- ')54 romani intrapresero la guerra di
i

rone e Livio Salinatoi-e: Asdrubnie vi re- Macedonia, non tanto per l'antiche que-
stò ucciso, onde romani tagliata la testa
i rele che aveano col reFdippo,per essersi
la fecero gettar nel campo di Annibale, unito ad Annibale quando era padrone
il quale a vista così acerba e disgustosa, d' Italia, quanto per le doglianze che di
e pei replicati avvisi che riceveva delle lui riceveano dagli alleati e precipuamen-

perdite de*cartaginesi nell'Africa, il gian te dagli ateniesi. Filippo con l'assedio di


conquistatore con sommo doloredovè ab- Abido ridusse gli abitanti alla disperazio-
bandonar l'Italia e volò a soccorrere la ne, riportò alcimi vantaggi, e dopo 4 an-
patria Cartagine gravemente minacciata, ni di combattimenti fu sconfitto del tutto
nel poco die restava di sua grandezza. Si dal console T. Quinzio Flaminio ai Ci-
"volleabboccare con Scipione che tante nocefali in Tessaglia : questa vittoria die
eminenti cojjquisle a vea fatto e minaccia- Grecia^ tran-
la libertà a tutte le città di

va di estremo eccidio Cartagine, non ve- ne Sparta che restò in ischiavitù per al-
dendo salute che nella pace; rammentò lora. Nel 562 Antioco III il Grande re di
all'eroe romano l'incostanza della forlu- Siria , incoraggito da diverse conquiste,
Tia, ma Scipione rispose da vincitore, e pegli stimoli ricevuti da Annibale quan-
che le armi doveano decidere della con- d'erasi ritirato presso di lui, e spinto da-
tesa. Nel dì seguente successe la battaglia gli etolii, ch'erano irritati contro romani,
i

nelle pianure diZama tra 28,000 roma- a questi mosse guerra. Dopo diversi com-
ni e 5o,ooo cartaginesi, e per le saggie battimenti in cui i romani mostrarono la

disposizioni di Scipione,a dispetto di tutti loro superiorità, gli fu concessa la pace;


gli sforzi del suo grande rivale, ne riportò ma non volendo abbandonarl'Asia di qua
piena vittoria, rimanendo morti 20,000 dal Tauro, Cornelio Sci pione, con suo fra-
cartaginesi e altrettanti prigionieri. Do- tello eluogotenente l'Africano gli presen-
po clamoroso avvenimento Scipione
sì , tarono in battaglia 3o,ooo romani. II re
dettò condizioni umilianti per Cartr7girie, ne oppose 70,000 e fu vinto con strepi-
avanti alla quale fece ardere 700 navi da tosa perdita, in cui morirono 5o,ooo dei
guerra. Scipione e le sue splendide gesta suoi, dovendo accettar la pace a dure con-
furono celebrate dal poeta Ennio, delle dizioni e dare 20 ostaggi, fra'quali il fi-

cui opere si giovò Virgilio: ebbe però in- glio Antioco IV, che fu allevato in Ro-
grata la patria. Annibale fu esiliato e fug- ma, non che cedere tutte le provincie a-
giselo presso Antioco IH re di Siria, e poi qua dal Tauro. Gli etolii poi
siatiche di
dal re di Bitinia in Prw.?^^ e avendo sco- furono puniti dal console Fulvio, e Sci-
perto che quel principe lo voleva dare ai pione s'ebbeil titolo d'Asiatico. Fu in que-

romani, prese il veleno che portava nel sto tempo che a R^oma fiorì Terenzio, al-
castone del suo anello e morì d'anni 65. ilo elegantissimo scnttore dicommedie,
Così terminò la lotta per 1* impero del dipuro stile e candido nel discorso; co-
mondo, nella quale il sommo M. Porcio me pure le belle arti incominciarono a
Catone non perorava in senato colla sua mostrarvi la loro distinta maestria e buon
robusta eloquenza senza terminare con gusto. Essendo la storia della possentis-
queste Tpnvo\e:Fa d'uopo distruggere Car' sima repubblica romana una serie crono-
tngiue. Fu emulogrande e magnani-
del logica di guerre, nel 6o5 ebbe incomin-
mo Scipione, anche dopo morto. Verso ciamento la 3.* guerra punica, perchè i
quest'epoca fiorì in Roma Plauto, che col- cartaginesi trascuravano Tesecuzione dei
le sue eleganti commedie dipinse i costu- trattato di pace, e molestavano Massinis-
mi popolari, non senza indecenti scherzi. sa re di Numidia fedele allealo de* roma-
1

RO M IlOiM 201
aveano conlraiio l'iireiiiovibile Ca-
ni, etì diàperataiiieiìtc sj gitlarono in mezzo ai
tone che sempre esclamava Pera CaV' : romani e difendendosi morirono valoro-
lago, se si voleva vivere in pace : tt ita samente. Scipione fece demolir la città e
censeo; aiqiie Carlaginem esse delendam. prese il nome di Numantino, che altri ag-
J consoli L. Marcio Censorino e M. Ma- giungono all'Africano, altri all'Asiatico,
Nipote attaccarono i cartaginesi, e do-
Ilio sembra erroneamente: colla caduta della
po 4 ^^i"i d'ostinata resistenza Cartagi- celebre Numanzia, tutta la Spagna di-
ne fu presa e totalmente distrutta col fuo- venne provincia romana. In Sicilia nel
co da P. Scipione Emiliano, figlio di Pao- 61 gfu famosa la guerra contro gli schia-
loEmilio e nipote adoltivodi Scipione A- vi, che in numero di 70,000 ribellatisi

fricano.Quasi contemporaneamente e nel a suggestione dello schiavo Enno di Si-

607 romani dichinrarono guerra a Co-


i ria, finse che gli dei l'avessero ispirato a
rinto, per aver malamente ricevuto de- i procurare laloro libertà. Pugnò con va-
putati del popolo romano, ed aveano ti- lore, battè 4 pietori romani, e fu poi vin-
rato gliachei nel loro partito. I corinti! fu- to dal console P. RupilioNepote.Nel 62
rono vinti dal pretore Metello in due bat- Attalo re di Pergamo, uno de'piti ricchi
taglie alle Termopili e nella Focide. Il bel- monarchi, morendo lasciò per testamen-
licoso ma zotico console L. Mummie es- ta erede il popolo romano, in uno a'suoi
sendosi impadronito di tutta TAcaia, fece stati. Arislonico figlio d'Eumone si op-
incendiar Corinto sua maestosa capitale. pose a questa donazione,racco]se truppe,
Per essersi liquefatti diversi metalli del-
i s'impadronì di que' dominii, dove colse
le molte statue e colonne che decorava- all'improvviso il pretore Crasso e tagliò
no quella bellissima citlà,al miscuglio che a pezzi tutta l'armata. Ma nel 624 '" con-
formarono fu dato il nome di metallo di sole M. Perpenna vendicò tanta strage,
Corinto, che poi si volle imitare. Dopo il e M. Aquilino terminò di disperdere il

608 romani compirono la


i conquista del- partito d'Aristonico, il quale condotto a
la Lusitania o FortogallOy vitaidùia dal Roma fu strangolato. Nel 629 i romani
valore di Viriato, che da semplice peco- combatterono contro i galli transalpini;

raio avea col suo ingegno guerriero in- e nel 633 il console Q. Fabio Massimo
dotto a fiera resistenza lusitani, onde l'or i
- Allobrogo battè Bituito re d'Alvernia in
goglio romano per le perdite fatte avea battaglia ordinata,ove perirono 120,000
dovuto riconoscerlo per amico ed alleato. nemici presso riser,laondela Gallia Nar-
Tutta volta presero romani un pretestoi honese fu ridotta in provincia romana.
per rompere il trattato; dopo diversi com- Tra le tante sedizioni cui in diversi tem-

baltiruenti, sorpreso Viriato dal console pi soggiacque Roma, una delle principali
Q. Servilio Cepione, fu vinto e ucciso a fu quella de'famosi fratelli Tiberio e Caio
tradimento nel 614. Nel precedente an- Gracco, nati da T.Sem pronio console due
no cominciò la guerra a danno di Numan- volte,che guerreggiò nelle Gallie e vinse
zia, città la pili forte della confederazio- nelle Spagne, e da Cornelia figlia di Sci-
ne Ibera o Spagna Tarragonese, per la pione Africano. Questa matrona che li a-
ripulsa de'numanlini di consegnare se- i mava teneramente, per la loro saviezza e
gidiani che aveano ricoverali. Scipione il progresso che facevano negli sludi,essendo
distruttore di Cartagine fu mandato con- giovanetti, mentre una donna della Cam-
tro quella nazione, e dopo molti vantag- pania gli mostrava suoi gioielli, Corne-
i

gi in campo, rinchiuse numantihi nella i lia chiamati i due figli, glieli presentò e
loro città, ma
opposero tanta o-
essi gli disse : questi sono i miei. Fatti adulti, svi-
slinata resistenza, che giunsero a man- lupparono spiriti sediziosi e turbolenti r

giarsi i cadaveri de' propri figli ,


quindi Tiberio divenne tribuno del popolo, e fé*
VOL. LVIll. 4
201 ROM ROM
ce di lutto per ristabilire In legge agra- gante scrillore latino, ed uno de* più c-
ria. Sebbene autorizzata non si potè et- loquenli oratori del mondo; e Tito Lu-
felluare, e Scipione Nasica cb'era ponte- crezio Caro filosofo e poeta, scrillore gra-
fice massimo, acconipagnato da molti ar- ve e sentenzioso, e insieme elegante, per
mati assalì il sedizioso Tiberio e ruccise non dire di vari altri illustri letterati. La
con molli suoi satelliti, mentre usci va dal rinomata guerra italiana o sociale, detta
Campidoglio. A Mora CaioGracco suo fra- Marsicana perchè Marsi (de* quali an-i

tello promise al popolo le riccbezze che che a Pescina) provocarono la lega delle
gli avea lasciate re Aitalo, se uccideva nazioni italiane, ebbeoiiglne nel 663 per
l'uccisore di Tiberio, e ne divenne arbi- conseguire il diritto del Lazio, ossia la
tro. Il senato se ne sdegno, e promise di cittadinanza diRoma
con suffragio e par-
pagare a peso d'oro la lesta del turbo- tecipazione degli onori goduti da'rouia-
lento Caio a chi l'avesse portala recisa. ni. Si aprì la campagna con apparato ter-
Vedendosi Caio slrellauienle perseguita- ribile nel &(ò(jy in principio della quale i

lo dal console L. Opimio, nel 633 si fece romani fecero gravi perdite, le quali però
uccidere da uno de'suoi schiavi. Setlimu- furonosuccessivamente riparale dai com-
Icio, già suo partigiano, gli tagliò il capo battimenti di C.Mario,Lucio CornelioSil-
e su d' una picca lo portò per Roma, e la,Gneo Pompeo ed altri celebri generali.
dicesi che poi estratto il cervello l'empì di Finche Lucio Giunio Cesare, per sedare
piombo onde avere maggiore preuìio. il del tutto questa tremenda guerra, fece la
Avendo Giugurta re ó'i Numidi a , figlio legge Giulia, per la quale si concesse la
illegittimo di Micipsa, usurpalo il regno perfetta cittadinanza romana a tulli i po-
a'fratelli legittimi, questi ricorsero a' ro- poli che potevano provare d'essere alleati

mani implorandone il soccorso. Nel 643 di Roma. Tutto narrai nel voi. XXXVM,
Roma dichiarò la guerra a Giugurta, che p. 2o4e2o5, ed in molti dentanti articoli
in diversi incontri vinse i romani più col- delle città che formarono siffalla lega. Po-
l'oro che colle armi. Allpra romani af*
i chi anni prima e nel 660 Roma comin-
fidarono l'esercito al console Q. Cecilie ciò la guerra contro il famigerato Mitri-
Metello, il quale assalì Giugurta, Io dis- date VII il Grande re di Ponto Polemo-
fece in molte occasioni, e gli fu dato il no- Iliaco j dotato di vasto ingegno, che par-
me di Numidico. Indi il famoso console lava 11 linguaggi diversi, capace di ab-
Caio Mario Nepote col suo valore finì di bracciare i più grandi disegni, ambizioso
distruggere la potenza di Giugurta, con- senza limiti, pieno di odio e rancore con-
tribuendovi Boccoredi Mauritiana^pies- tro i romani. Questi vollero soggiogarlo
so il quale si era rifugiato , dandogli in per aver cacciato Ariobarzane redi Cap-
mano il debellalo principe. Giugurta fu padocia e Nicomede redi Bitinia, ed es-
portalo in Roma, ove dopo aver servito sersi impadronito de'Ioro regni. 1 detro-
al trionfo di Mario fu cacciato in prigio- nizzati invocalo il polente patrocinio dei
ne e vi morì di fame. Essendo C. Mario romani, fu loro spedito coll'esercilo il pre-
console per la 4-^ volta, sterminò tutti i tore L. Cornelio Siila, di distinta fami-
teutoni e ambroni; in compagnia del
gli gliaromana, ma povera avea ricevuto :

console L. Lutazio Calulo disfece cim- i buona educazione, ed eccellenti maestii


bri che volevano calare in Italia, ucciden- di lettere greche e latine, in cui fu dot-
done 26,000 e facendone 60,000 prigio- tissimo;aveva animo grande e ambiva as-
nieri. Tornalo in Roma, il popolo lo gridò sai la gloria, era eloquente, destro e insi-
3.° fondatore della città dopo Romolo e nuante, impenetrabile ne'suoi segreti e di
Camillo. In quest'epoca fiorirono il gran molla dissimulazione, prodigo e gran ca-
M. Tullio Cicerone, il più dotto ed eie- pitano. Siila assalì Mitridate, pose in rotta
ROM ROM 2o3
tutta la sua armata e lo vìnse^ salvandosi tempo figurarono nelle scienze, M. Te-
il re colla fuga in Mililene per non cader renzio Varrone, reruditìssimo fra'roma-
prigione; quindi Siila reintegrò i rede'lo- ni; C. Valerio Calullo, leggiadro poeta,
ro stati. Mitridate domandò pace, e gli che colla bellezza e delicatezza de' suoi
fu concessa colle condizioni, che pagasse versi si acquistò la stima dello stesso Ci-
a' romani 3,ooo talenti d'argento,edas- cerone; C. Crispo Sallustio, colto ed ele-
se loro 70 vascelli. Siila nel ricondursi gante storico, che Quintiliano paragonò
in Italia coH'armata, in Atene acquistò le a Tucidide.
opere originali d'Aristotile e le portò in La romana repubblica, gloriosa al di
Roma, Andronico col gram-
indi Livio fuori, fu lacerata nell'interno dall'ambi-
matico Tirranione si occuparono in rior- zione de'suoi cittadini e dalle sue feroci
dinarle e commentarle. Non andò guari guerre intestine, ognuno volendo godere
che Mitridate tornò ad inquietare Ario* la preponderanza nel dominio. Mario e
harzane e Nicomede re di Cappadocia e Siila cominciarono, e fecero troppo valere
di Bitinia, di nuovo occupandone gli sta- i servigi che aveano alla patria loro pre-
ti, che romani ricuperarono e restitui-
i stati. Per l'ambizione smisurata di que"

rono alla sua morte Nicomede re di Bi-


: stiduedistinli personaggi, e per le loro ri»
linia per testamento lasciò il regno al po- valila si accese una forte guerra. Mario
polo romano. Essendo insorti fieri con- si fece dare il comando dell'armata con-
trasti fra Siila e C. Mario, tardò il soc- tro Mitridate per mezzo del tribuno Sul-
corso che il senato avea destinato a'due pizio, che per la sua autorità l'avea fallo
re per affrontare Mitridate,!! quale estese togliere a Siila. Questi sdegnato entrò in
le sue conquiste, onde Macedonia, Tracia Roma colle armi, fece uccidere Sulpizio,
e Grecia inlesero il peso di sue bellicose e cacciòMario che si ritirò in Africa, do-
armi. Nel 6S0 il console L. Licinio Lu- po aver scampato molti pericoli. Di poi
cullo passò in Asia, battè Mitridate per Mario radunò gente, si associò con L. Cor-
tei ra e per mare, e lo costrinse a ritirarsi nelio Ciuna già console, cacciato da Ro-
nel suo regno di Ponto, dove lo inseguì ed ma dal collega Gneo Ottavio partigiano
obbligò a ripararsi presso Tigrané II re di Siila, per aver fatto una legge pel ri-

d'Armenia, il quale s' indusse a soccor- chiamo de'banditi: ad essi unironsi Ser-
rerlo. L'unione di questi due principi non torio e Carbone con molti schiavi, ed an-
impedì a Lucullo di trionfar di loro, co- dati a Roma vi fecero per vendetta spa-
me narrai nel voi. LI, p. 3o5 ed altrove. ventevole stiage. Mario si fece quindi di-
Prese Nisibi e Tigranocerta capitale di chiarare console la 7.^ volta con Cinna,
Armenia; però poco dopo fu battuto, es- e nel seguenteanno morì di crapula, la-
sendo slato abbandonato da'suoi soldati. sciando C. Mario suo nipote e figlio a-
Terminò gloriosamente la guerra Gneo dottivo, che nel 672 ottenne il consolalo
Pompeo Magno quanto mirabilmente
,
e segnalò di crudeltà. Ritornato in Italia

valoroso, altrettanto eloquente, con una dopo la sconfitta di Mitridate, ed


Siila,
sola campagna. Avendo Mitridate intesa avendo vinto Carbone Norbano, e C. Ma-
la ribellione di suo figlio Farnace 1 e del rio a Sacriporlo,entrò trionfante in R.o-
suo esercito, si die da se stesso la morte ma, si fece creare dittatore e cominciò
col ferro, poiché col veleno cui erasi av- lesue famose proscrizioni, nelle quali ver-
vezzalo non avrebbe raggiunto lo scopo, sò più sangue di Mario. Perirono in for-
dopo 4o a"ni di regno: moriente invocò za delle sue liste fatali 4700 romani, tra

gli dei vendicatori contro il figlio, che poi i quali i due consoli,! 5 consolari, 80 se-
fu vinto da Cesare, indi ucciso in un com- natori e 1600 cavalieri. Proscrisse città
baltimeuto contro Asaudro. In questo iutiere che mise a ferro e fuoco e distrus-
-•

2o4 ROM ROM


se con scempio, fra le quali Prcneslc ora Antonio collega di Cicerone nel Of) (; al-
Palestrina, piicliè vi si era ritiralo Ma- tri dicono che si uccise da se celie fu imi-

rio, il quale si fece uccidere dal servo. Do- tato dai suoi satelliti. Cicerone fu applau-
po queste atrocità prese il nome di Fe- dito dal popolo e proclamato Pater Pa^
ed eletto consoie non
lice, volle accettare: triae. Sebbene spento Cntilina, già la re-
dopo 3 anni con piacere di tutti rinun- pubblica toccava il suo tramonto; l'am-
ziò la dittatura, rientrò nella vita privata, bizione di 3 potenti soggetti fu la sorgente
e poi si ritirò in campa-una sua casa di di nuovi mali, che la rovinarono affatto.
gna presso Cuma a scrivere le sue me- Verso l'anno 6g4 fu istituito ili." trium
morie, ed ove morì. Al suo tempo se- i TÌrato,governo assoluto sovrano che durò
natori, che da 3oo erano stati aumentati circa 1 2 anni, formato daPompeOjda Caio
a ^i5f furono da lui portati al numero Giulio Cesare, e da Marco Licinio Crasso
dì 600.* Nella Spagna eravi rimasto Ser- il più opulento tra'romani del suo tem-
torio della fazione di Mario, che fu vin- po, i quali si divisero tutto il goveino e
to da Metello e da Pompeo, ritornando l'impero della repubblica romana (in l\o-

la provincia all' ubbidienza de* romani. ma vi furono ancora i triumviri giudici


Pompeo dopo diverse gloriose imprese, delle cause criminali, come i decemviri;
anche contro suddetti schiavi ribelli,
i i triumviri notturni per vegliare agl'in-
purgò i mari dai pirati, che infestando il cendi come notai a Pompieri; i triumviri
commercio affamavano l'Italia, e li sfor- della salute,creali particolarmente in lem
zò sino ne'nascondigli di Cilicia, e debel- pò o contagio; i triumviri delle
di peste
lato Mitridate, andò nella GmJ^rt per ter- colonie che le dirigevano come i decem-
minare alcune differenze tra'fralelliAri- viri). Pompeo si prese il governo di Spa-

stobolo e Ircano intorno a quel regno; gna,ove mandò luogotenenti, restando in


ma essendo stato malissimamenle ricevu - Roma cheriempì di truppe, e si rese colla
to dal primo, espugnò Gerusalemme nel forza arbitro degli affari: sposò Giulia fi-

664, ne fece abbattere le mura e alcuni glia di Cesare, ed in principio ciecamente


luoghi, ordinando ai soldati di rispettare si sottomise a'suoi voleri. Giulio Cesare si

il Tempio. Rese la Giudea tributaria a prese il governo della Gallia e vi andò. M.


Roma, fece regnare Ircano, e seco condus- L. Crasso si prese il governo dellaSiria,e
se Aristobolo pel suo trionfo. Licenzialo poi nelGggperì col figlio vittima del siioco-
l'esercito, rientrò inRoma da privato, raggio nella spedizione contro parti, do- i

moderazioneche gli guadagnò tutti cuo- i po aver predato tempio di Gerusalem-


il

ri, facendo tutti sbalordire quando nel me e rapile tutte le sue ricchezze: per
trionfo che durò 3 giorni, fece passare alludere a ciò,quando aOrode re de'par-
sotto gli occhi de'romani le imponenti te- ti gli fu portata la testa, gli fece aprir la
stimonianze delle vittorie riportate nelle bocca e versandovi dell'oro disse: Satol-

3 parli del mondo. Frattanto Cicerone lali di fjueUoro^ di cui avesti lauta sete.

scuoprì la tremenda congiura del patrizio Cesare che


dell'illustre famiglia Giulia,
Lucio Catilina,che avea per iscopo di uc- riferiva la sua origineda Enea e da Ve-
ciderlo co'principali della città, ardere nere, era nato nel 654 tra gli uomini '•

Roma e rendersene padrone: vi erano a che la storia onora del titolo di grandi,
parte Lentulo Sura, Caio Cetego e molti niuno forse lo meritò più di lui, perchè
altri senatori. L'ambizioso, crudele, su- come dirò cambiò il governo di R.oma,
perbo e facinoroso Catilina fu cacciato e il cui nome Cesare vale ancora nelle
da Roma, e poi ucciso colla sua armata moderne lingue a destar l'idea della po-
composta di ribelli sui confini della To- tenza, della sovranità e del valore. Nipote
scana, da Petreio d'ordine del console C. del famoso Mario, Siila l'avea proscrillo,
RO ]M ROM 2o5
e solo a iiiteicessione delle vestali rìvocò gio che fece arditamente Cesare del Ru-
ii decreto. Ben presto si fece ammirare bicone, ed ove fosse questo fiume, come
per la sua soiprendenle eloquenza, che marciò su Roma e s'impadronì del pote-
avea studiata in Rodi (nel tiagillo fu pre- re, e delle conseguenze, lo narrai a Ri-
so dai pirati di Cilicia, che gli domanda- mimi. Pompeo coi consoli ed i principali

rono IO talenti pel riscatto, ed egli ne die senatori avendo abbandonato Roma e poi
60: ne'3 8 giorni che fu tra loro usò modi l'Italia, passarono in Grecia. Cesare s'im-
da padrone e minacciò di farli metterein possessò del pubblico tesoro, e nelle spo-
croce, come elfettuòappena liberato colle glie delle nazioni vinte trovò i mezzi di
navi che armò) da Apollonio Mollon, e soggiogare il popolo vincitore. La guerra
questo dono della parola gli agevolò la si estese in breve tra' due partiti in tutti
sirada al potere, come l'unione a Pom- i luoghi della repubblica. Mentre i luo-
peo ed a Cicerone. Era divenuto succes- gotenenti di Cesare andavano conquistan-
si vaujente tribuno militare e pretore, ri- do le proviuciedissidenli,egli andò in trac-

stabilendo quale edile in onore la memo- cia di Pompeo per combatterlo io Gre-
ria diMario; colmò il popolo di doni e cia. Sapendo la sua flotta battuta, risolse
abbelfiRoma; divenne pure pontefice diandar incontro a Marc'Antonióche gli
massimo, ebbe il governo della Spagna dovea portare nuove legioni, e si pose solo
e ne dilatò i dominii; fu fatto console, e in un battello da pescatore in cui corse
in tutte le occasioni lece trapelare che a- i piij grandi pericoli, per cui disse a quel-
spirava al supremo potere. Tale era stato lo che lo guidava: IVon temere j Cesare

Cesarequandofece partedel triumvirato. porli e la sua fortuna. Finalmente la gran


Nel suo decennale governo trionfò della contesa fu decisa nel 706 nelle pianure
Gallia o Francia 3 dell'Elvezia o Svìz- di Farsagliaj eia vittoria fece incomin-
zera^ del Belgio (di cui meglio a Paesi ciare ['Era Cesarianad' Antiochia, h' a '
Bassi), e piantò le aquile romane sul ter- bililà e la prodezza di Cesare durante la

ritorio d'Inghillerra: a ed a
tali articoli, memorabile pugna, fa singoiar contrasto
quelli delle loro numerosissime città, ri- dopo la splendida vit-
colla sua generosità
portai le guerre che feceCesare,i suoi com - toria: rimandò a casa prigionieri, e bru-
i

battimenti, le sue vittorie e i monumenti ciò le lettere trovate nella tenda di Pom-
grandiosi che vi eresse. Ridusse alla sua peo. Avendo inseguito Pompeo in Egit-
ubbidienza 800 città, soggiogò 3oo po- to,ove era fuggito, il re Tolomeo gli fece
pugne 3 milioni
poli, disfece in differenti troncar il capo, che presentato a Cesare

d'uomini-, né trascurò d'ammassare enor-, volse la faccia e fece ritirare chi Io por-
mi ricchezze: d'incomparabile valore e tava ; pianse e gli fece erigere un magni-
perizia militare, era l'idolo de'soldaii, per fico sepolcro. In Alessandria fu alquanto
l'amore che avea per loro, che ricolma- ritenuto dalle seducenti attrattive della
va di magnifici doni. I suoi felici succes- bellissima Cleopatra, per la quale(ché gli
si, tante prodigalità che diffondeva al po- partorì Cesariòne, di che e del resto me-
polo romano, cominciarono a svegliare glio aEgitto) per allora abbandonò il
la diffidenza di Pompeo, tuttavìa non pre- pensiero della sua gloria: sdegnato di ciò
se che^eboh cautele per resistergli, cer- il fratello Tolomeo tese insidie a Cesare,
cando in vece le occasioni per umiliarlo. il quale avendolo disfatto, nella fuga si

Finalmente Cesare non potendo soffrire annegò nel Nilo, onde Cesare mise il re-
^
un padrone, ne Pompeo alcun eguale, si gno nelle mani di Cleopatra. Indi marciò
manifestarono. Pompeo indusse il senato contro Farnace figlio di Mitridate re di
a richiamarlo ed a licenziar la sua arma- Ponto, perchè avea dato soccorso a Pom-
la. Quesla risoluzione, il fumoso passag- peo nella Tessaglia, cui disfece colla ce»
-

ao6 ROM ROM


lerilà ch'egli slesso descrive: f^eni^vicii, dia spagnuola, contro il parere de'suoi ve-
vici. Gli rimanevano ancora forinidabili riamici; pel suo belTanimo fitalmenle
nemici dn comballere, Scipione Labieno, prestava facilmente fede a'suoi adulatori,
Catone d'Ulicn e Giuba re<lella Mauri- che gli dicevano essere nell'interesse della
liana, seguaci del partito di Pompeo e di- repubblica la sua conservazione: Testre-
fensori delTagonizzante repubblica ro- ma sua fidanza fu cagione di sua morte.
noana. Cesare sottomise l'Africa, vinse gli Accrebbe il numero de'senatori sinoacjoo:
emuli, per cui Catone morte insì die la finche era durata la repubblica, i senato-
Uticacon un pugnale, e fu compianto dal- ri ne furono chiamati custodi, protettori
l'eroico vincitore. Tornato in Roma, gli e difensori. Vettori nel Fiorino d'oro p.
furono decretati 4 trionfi, con un fasto 2 3, osserva che per la grande abbon-
I

prodigioso, fra le acclamazioni del senato danza dell'oro e argento ch'era in Roma,
epopolo romano, die per le sue segnalate si alterò esorbitantemente il prezzo delle
imprese nel 707 lo creò dittatore perpe- cose; per cui Cesare ad onta delle sue pro-
tuoe console per IO anni. IntantoG. Pom- digalità, ripose nell'erario 4o milioni: di
peo e Sesto figli del defunto Pompeo Ma- poi M. Antonio donò ai soldati 200,000
gno, aveano radunate grandi forze nella talenti. Pensava a soggiogare parti, quan- i

Spagna; Cesare vi si trasferì e nelle pia- do suoi partigiani per disporre romani
i i

nure di Munda ebbe luogo la battaglia, a vederlo insignito del titolo di re, pro-
confessando Cesare che dovè combattere palarono leggersi ne' libri sibillini, che i

meno per la vittoria, che per la vita,epei parti sarebbero vinti quando romani i a-
suoi gran prodigi di valore forzò alla fi- vesserò un re per generale. I nemici di
ne la fortuna a dichiararsi in suo favore. Cesare profittarono di tal voce per affi et

D'allora in poi lutto piegò sotto la sua po- tarne la perdita, coi fanatici repubblicanti
tenza; egli si restituì in Roma signore del tramarono una congiura, alla cui testa si
mondo intero: il senato lo dichiarò Prt- posero l'ingrato Marco Giunio Bruto eL.
dre della patria, e Imperatore in signifi- Cassio. Fu penetrata e se ne fece avver-
cato di generale supremo, titolo che passò tito Cesare, ma egli si ricusò di prendere
a'successori, e si vuole che sotto Caracal- alcuna precauzione. Sua moglie Calpur-
la cominciasse a significare signore di lut- nia (ne avea avute altre 3, Cossuzia che
to l'impero romano.Si dichiarò la sua per- ripudiò, Pompea, e Cornelia che puie ri-

sona sagra e inviolabile, e si fece da tutti pudiò) n'era così persuasa, che lo scon-
giuramento non solo di non macchinare giurò colle lagrime a non uscir di casa il

cpntro di lui, ma difenderlo contro chiun •


giorno degl'idi di marzo, stabilito per l'as-

que osasse molestarlo; gli fu accordato il semblea del senato. Avea ceduto, quando
privilegio d'assistere agli spettacoli in se- il congiurato Decimo Bruto con simula-

dia dorala^ con Corona d'oro sul capo zione e perfidia da vero traditore, perchè
(essendo alquanto calvo, per tenere rac- Cesare l'avea fatto pretore a preferenza
colti i usava ordinariamente una
capelli di Cassio, gli fece cambiar risoluzione per
corona d'alloro, che divenne il distintivo le cose importanti che vi si doveano trat-

degl'imperatori) e si decretò che Tuna e tare. Nell'uscir dall'abitazione, molti bi-


l'altra in essi si sarebbero conservate do- glietti gli svelavano la iniqua trama, ma
po la sua morte, per renderne immortale egli senza aprirli li passò ai segretari. Ap-
la memoria. Nondimeno conservò le for- pena entrato in senato, tutti i congiurati
me delle istituzioni repubblicane, in mez* come per fargli onore lo accerchiarono e
zo ad un governo assoluto, ma ridestava- gli menarono più colpi di pugnale; Cesa-

no le idee della libertà che avea oppres- re si difendeva come un leone colla spada
sa. Per mostrar fiducia licenziò la sua guar- (altri dicono col puntone o stilo delle la-
ROM KO M 207
volclle cheavea in mano, delle quali par- espose decorosamente nel pubblico foro
lai aPEjiNA) che avea tolto a Casca o Cas- il corpo di Cesare colla sua veste insan-
sio che pel i.Tavea ferito, quando Tul- guinala, e pronunziò la sua orazione fu-
lio Cimbro preso con impeto il lembo del- nebre, nella quale per infiammare la mol-
la veste lo pregava pel ri torno del fratello litudine,paleticamenteecon lamenti con-
da lui confinalo altrove: ma scorgendo tò ad una ad una le pugnalale di Cesa-
Marco Giunio Bruto (che avea avuto da re, e ne lesse il testamento. Con questo
Servilia sorella di Catone, salvato dalla dispose, che adottava per figlio, colla con-
morte nella battaglia di Farsaglia, bene- dizione che prendesse il nome di Cesaie,
ficalo e amato) colla spada alzata contro ilnipote Caio Giulio Ottavio o Ottavia-
di lui,il cuore gli restò abbattuto, ed e- no, nato da Atlia figlia di sua sorella Giu-
sclamò: E
tu ancora, mio figlio Bruto! lia, e gi.i lasciava 3 quarti delle sue for-
Nel punto stesso si coprì il volto colla toga tune; Q. Pedio e L. Pinario altri nipoti
(lasciandosi Uccidere dagl'ingrati e trala- per la 4" parte: se morisse, Decio Bruto Io
sciando di difendersi quando vide tra 'suoi succedesse. Legò al popolo romano suoi i

uccisori tanti che stimava più a lui affezio- giardini di làdel Tevere e 3oo sesterzi per
nati, come da lui beneficali e più favoriti) testa, ec. Tutto questo commovenleappa-

per morire condignitàenon veder più tan- rato, l'amorediCesareanchein morte pei
ta ingratitudine iniqua, e cadde percosso romani ridestò nel popolo suoi sentimen- i

da l'i colpi a pie della statua di Pompeo ti d'odio e di vendetta: furente con faci
(della quale è a vedersi Palazzo Spada), ai alla mano corse per abbruciar le case dei
I5 marzo del 7 1 1 di Roma, avanti l'era congiurati, perciò gli uccisori furono co-
volgare 43 anni, avendone egli 56. 1 sena- stretti a fuggirdaRoma.il popoloalzò nel-
tori che ignora vano la congiurale ch'erano la pubblica piazza una colonna in onore di
restati sbalorditi e vilmente immobili, pre- Cesare, con l'epigrafe: Pater Patri ae. Fu
sero la fuga e portarono lo spavento nel po- poi ordinato, che tutte le porte del luogo
polo, raccontando l'assassinio, il corpo di ove era stato assassinato fossero murate,
Cesare fu portato in sua casa da 3 schia- che leidi di marzo fosserochiamate/7^rri-
vi: il popolo palesò il suo dolore e mi- cide^e che il senato mai più si radunasse
nacciò i congiurati, ma un'arringa diM. in quel giorno. Cesare nato fatto per do-
GiunioBrutolocalmò, Indi il senato ten- minare e regnare, la natura gliene con-
ne un'assemblea coi congiurali nel di se- cesse con tutte le doli anche il maestoso
guente, adottando l'obblio dell'avvenuto: personale: tra uno splendido complesso
tutto si trattò pacificamente, però gli uc- di grandi virtù e magnanimità, non gli
cisori ottennero il governo delle provin- mancarono de'vizi e fu dato ai piaceri.
eie dell'impero, o per le disposizioni pre- Coltivò tutte le scienze a'suoi tempi co-
cedenti di Cesare o per altri motivi. M, nosciute, riformò il Calendario e gli die
Giunio Bruto ebbe la Macedonia, Cassio il suo nome, in uno aWEra Giuliana,
la Siiia, Trebonio l'Asia, Tullio Cimbro come lo prese \\3Iese di luglioJn cui nac-
la Bitinia,Decio Bruto fu mandato al pos- que. Pubblicò alcune opere sulla gram-
sesso della Gallia Cisalpina. Questa cal- matica, l'astronomia, la religione, la sto-
ma fu di breve durata. I funeraU di Ce- ria e la letteratura: non ci rimasero che
sare vennero celebrati con gran pompa, ì SUOI Commenta ri sulla guerra delle Gal-
ed il senato riconobbe gli atti del suo go- lio e sulla guerra civile, ed alcune Lette-
verno, e lo Marc' An-
pose fra gli dei. re. Scriveva e leggeva nel tempo stesso
tonio della famiglia di Cesare, suo colle- che dava udienza e dettava a 4 segretari
ga nel consolato, aspirando al potere, e o amanuensi sopra differenti materie. Ve-
per promuovere il popolo a vendicarlo, di Renato A. Vertot, Storia delle rim-
?.o8 ROM ROM
luzwni (ìclln repubblica romttnti^ Roma no della Gallia Cisnlpinn, conferitogli da
1785. Histoire et figures de la republi- Cesare, dopo essere stato uno de'suoi uc-
que romaine, Paris 1 799. cisori. Ottavio Cesare con titolo di pro-
OUavio Cesare poi celeberrimo Angu- console accompagnò i consoli C. V. Pansa
sto (lo fooìiglia paterna era di Felletn, e A. Irzio in soccorso di Decimo l'ruto,
Ja materna di/^m'rm), dopo avere rice- ove non mostrò gran valore, ma adem-
vuto in Roma eccellente educazione, pel pì tutti i doveri di generale e di soldato:
suo precoce senno e circospetta condotta i consoli vi perirono, onde Ottavio Ce-
erasi meritato il favore dello zio Cesare. sare restò solo padrone dell'esercito. Non
Sta vasi in Apollonia d'Epiro a studiare durò Ottavio Cesare nel partito del se-
eloquenza sotto il celebre rettore Apol- nato che gli preferiva Decimo Bruto, uno
iodoro, (piando intese la tragica morte degli assassini dello zio, epe'suoi segreti \
dello zio e la sua adozione, avendo 19 an- disegni trovò opportuno di riconciliarsi
ni. Farti subito per Ron)a, ed a Brindisi con M. Antonio, ch'erasi rifugialo presso
fu acclamato erede e vendicatore di Ce- Lepido governatore della Gallia Transal-
sare: approssimandosi a Roma fu incon- pina; quindi armata mano si condusse a
trato dalla maggior parte de'magislrali, Roma, a chiedere il consolato a fronte di
soldati e cittadini. Giunto in Roma la tro- sua giovanile età; fu ricevuto dalle accla-
vò divisa in repubblicanti, e nella trion- mazioni del popolo e dichiarato console
fante fozionediM. Antonio, e di L, Emilio con unanimità di suffragi. Subito fece con-
Lepido cbe nel consolato era successo allo dannare legalmente tutti que' che aveano
che pretendeva vendicar l'imperato-
7Ìo, avuto parte nella morte di Cesare, rivoca-
re e dittatore sagrifìcato, o di farsi su- re decreti contro M. Antonio e Lepido,
i

periore alle leggi, onde M. Antonio eser- recandosi ad incontrarli nel luogoche de-
citava un'autorità quasi assoluta, ed avea scrissi a RiMiNi, in uno alla formazione

aumentato senatori al numero di 1 000.


i del loro triumvirato per. dividersi l'im-
Ottavio Cesare si recò prima a visitar Ci- pero, e alla convenuta terribile proscri-
cerone nella sua villa di Cumo, indi fece zionede'Ioro individuali nemici, sebl)ene
legalmente confermar l'atto di sua ado- parenti o amici de'colleghi: Ottavio Ce»
zione, poscia recòda Antonio,gli ofiii
si sare dovè cedere a M. Antonio il gran Ci-
la sua amicizia e domandò il denaro di cerone (che fu ucciso da PopilioLena che
Cesare. M. Antonio che già vedeva nel avea difeso), ripudiar Servilia e sposar
giovane erede un contegno che formava Clodia figlia di Clodioe di Fulvia moglie
ostacolo alla sua aml)izione, lo tratiò con diM. Antonio. Quanto alla divisione del-
orgoglio, ma non potè impedire l'ascen- l'impero, M. Antonio ebbe la Gallia,tran-
dente che Ottavio Cesare prendeva sul ne Narbona, che fu data a Lepido colla
popolo, colle feste e profuse bberalità, che Spagna; a Ottavio Cesare toccò l'Africa,
presto assorbirono l'eredità di Cesare e la Sicilia e le altre isole. Il terrore pre-
ilproprio patrimonio: gli amici procu- corse i triumviri alle mura di Roma: que-
rarono riconciliarli, tutlavolta poco do- sto 1!^ triumvirato affrettò la definitiva
po ciascuno assoldò truppe. Ottavio Cesa- rovina della repubblica, e portò l'ultimo
re allettava di governarsi co'consigli di Ci- Roma fu inondata
colpo alla sua libertà.
cerone, e lo chiamava padre; vedendolo dal sangue di 3oo senatori e di 2000 e
il senato potentissimo, si unì ad esso, ed più cavalieri,per le numerose e feroci pro-
ebbe il comando dell'esercito contro M. scrizioni:Ottavio Cesare e M.Antonio,
Antonio, che dichiaratosi nemico dello siprepararono per combattere M. Giunio
felatoeraandatoinModenna assediar De- Bruto eCassio,ch'eransi impadroniti delle
cimo Drutoch'erasi portato al suo gover* Provincie d' oriente. Avendo condotto il
ROM ROM 209
loro esercito in Grecia, scontrarono Bruto si rallentarono, ed Ottavio Cesare fece ri-

e Cassio capi de' repuljhiicanli in Tessa- tornare i fuggiti, recandosi nelle Gallio
glia vicino a Filìppiy ove ebbe luogo la per sedare alcune provincie insorte, e la
|)(igi)a,eia gran conlesa
tra il trinm viralo guerra marittima di Sesto Pompeo, che
e la repubblica fu decisa in due campali durava con alternativa sorte. Al suo ri-
battaglie. Sul principio Cassio fu respinto torno, avendo ripudiato Scribonia, sposò
da M.Antonio,eOltavio Cesare da Bruto, la famosa Livia moglie di Claudio JNero-

ma un falso spavento che si sparse nei ne, il quale non potè negargliela, e già
rcpubblicanline alfretlòla rovina; Cassio madre di Tiberio poi imperatore, sebbe-
debellato credette che anche Bruto fosse ne Druso Germanico, che
fosse incinta di
soggiaciuto alla stessa sorte, e si fece uc- partorì dopo 3 mesi. Indi Lepido inimi-
cidere da un liberto. Bruto avendo con catosicon Ottavio Cesare, per essersi im-
molto coraggio resistito qualche tempo a padronito della Sicilia tolta a Sesto, fini
Ottavio Cesaree a M. Antonio, fu disfatto; con essere spogliato del triumvirato, ri-
temendo di cader in mano de'suoi nemici legandolo a Circeo poi s. Felice. Mentre
anch'esso si uccise: tale fu la fine di M. Ottavio Cesare si dimostrava vero uomo
GiunioBrutOjUomo di slato, guerriero e di stalo e si faceva amare, il collega M.
filosofo: fuonorato da M. Antonio nelle Antonio, ripudiata la di lui amata sorella
ceneri, non pare da Ottavio Cesare, che Ottavia, si die in preda all'amore e alla
alcuni dicono ne insultasse la spoglia. voluttà con Cleopatra, e in favore de'fi-
QuantoaDecimoBruto, non essendo riu- gli avuti con essa fece il testamento. In-
scito d'unirsi all'altro Bruto, passò iuGer- vanito M. Antonio di conquistar tutto
niania e fu arrestalo al Reno da un si- l'impero della terra, dichiarò guerra a
gnore colmato di benefizi daldefunloCe- Ottavio Cesare, o come altri dicono que-
sare, eh e gli fece mozza re capo e lo man-
i l sto la mosse alla regina d'Egitto. Fu nei
dò a M. Antonio. Ritornalo a Roma Ot- 724 e in Azio promontorio d'Epiro, che
l^jvioCesare si trovò in molti pericoli, per s'incontrarono le formidabili flotte de'due
l'avidità de'soldati, nella divisione delle rivali; quella di Ottavio Cesare era com-
terre de' vinti, e per legravi differenze che posta di 4oo vascelli comandati da M.
ebbe con Fulvia, di cui avea ripudiatala Agrippa, quella di M. Antonio di 200.
figlia Clodia; mentre M. Antonio passato Il combattimento per l'impero del mon-
in Egitto s'innamorò perdutamente della do fu atroce: Cleopatra che avea segui-
regina Cleopatra, che dominandolo fu ca- tato l'amante, spaventata fuggì, e M. An-
i^ionedisua rovina. Frattanto Lucio An- tonio gli tenne dietro, lasciando la batta-
tonio Cognato di Fulvia, prese l'armi per glia navale. Ottavio Cesare la vinse e in-
sostenerla, e dopo diverse battaglie sì ri- seguì l'emulo in Egitto, oveM. Antonio
fugiò in Pcntgia, che in punizione Otta- vedendosi perduto si uccise, e altrettanto
vio Cesare fece distruggere con far ucci- fece Cleopatra; facendo poi perire per sua
dere 3oo senatori, e poi rifece la città. sicurezza Cesarione e il figlio di Fulvia,
R.eslituitosi in Italia M. Antonio, aggiu- risparmiando gli altri della famiglia di
stò le ditferenze con Ottavio Cesare spo- M. Antonio: la battaglia d' Azio die oc-
sandone la sorella Ottavia, essendo morta casione aWEra Aziaca. Vedi Carlo R.0I-
Fulvia: inoltre fecero un nuovo riparto lin. Storia romana, Venezia i833. Ri-

del mondo romano, lasciando al debole dotto l'Egitto in provincia romana, rior-
e insignificante Lepido le provincie d'A' dinati gli affari d'oriente, Ottavio Cesare
frica, Antonio ebbe tutto l'oriente^ Otta- tornò trionfante in Roma signore dell'u-
vio Cesare l'occidente fino a levante di niverso, ricevuto con indicibile gaudio:
Codropoli in illiria. Allora le pioscriziom esercitò la clemenza, abbeUì Roma di son-
2IO ROM ROxM
tuosi eclifizi,nbori le leggi del Iriumvira- tranne le esposte ai nemici e ove stan-
to, e nel 7.° suo consolato nel 727, volle ziavano le legioni; conservò al popolo il

rinunziare al supremo potere, per consi- diritto di eleggere i principali magistra-


glio di M. Agrippa che avea contribuito li, essendo lo spirito della sua politica
nisuo innalzamento, e di Caio Cilnio Me- di conservare gli antichi
nomi e le anti-
cenate suo degno amico favorito, che u- che forme: ebbe cura che non fosse sen-
iiitosi a lui in Apollonia mai più si di- tito il suo dominio, e di nascondere la
vise, cooperando co'suoi consigli alla sua mano che reggeva il mondo, esentando
gloria e felice governo, anche come ge- l'Italia dai tributi, come notai nel voi.
nerosissimo protettore delle lettere (onde XXXVI, p. 206. Il popolo accolse con pia-
il suo nome divenne immortale e appel- cere e festa un'autorità, nella quale tra-
lativo di chi favorisce e protegge le let- luceva alcuna cosa dell'antico regime. So-
tere e le arti), che fece fiorire in Roma stenne molte guerre in Africa, in Asia e
e nell'impero, non andando esente da soprattutto nelleGalIie e nelle Spagne,do-
molti vizi. Pertanto, recatosi Ottavio Ce- ve le legioni animate dalla sua presenza,
sare in senato, con isludiato discorso, pro- durarono molta fatica a trionfar de'can-
pose di rinunziare al potere: ammirò il labri nel Tarragonese, donde principiò
senato la sua moderazione e lo scongiurò VEra di Spagna. I suoi eserciti sottomì-
che si tenesse l'impero, ciò che die prin- sero l'Aquitania, la Pannonia, la Dalma-
cipio uWEradegli Augusti.
Gli venne po- zia, l'Illiria; essi contennero i dacii, i nu-
sto allora il nome
Augusto (che lo di- di midii, gli etiopi; fece alleanza co'parti,
\enne degrimperalori e dell'imperatrici, i quali cederono l'Armenia, e restituiro-
come quello di Cesare pel suo zio), per no le bandiere tolte a Crasso ed a M. An-
esprimere la dignità del suo potere e gra- tonio. Com'ebbe pacificata la terra e il

do, e della sua persona, non che iV Im- mare. Augusto chiuse per la 3.^ volta il
peratore pel dominio militare dell'impe- tempio di Giano nel 744- questa pace
ro, di tutte le forze di terra e di mare, non tardò adessere turbata per la scon-
ed arbitro di far la pace e la guerra; suc- Varo, che perde 3 legioni in Ger-
fitta di

cessivamente fu dichiarato proconsole, mania, onde Augusto si afflisse tanto che


donde gli derivava una supremazia lega- lasciatisi crescere la barba e i capelli, so-
le sopra tutte le provincie,che poteva vi- vente esclama va nel suo dolore: Faro ini-
sitare; tribuno perpetuo, per cui invio- prudente^ rendimi le mie legioni! I ger-
labile n'era la persona, ed avea diritto mani nondimeno furono contenuti da Ti-
di opporsi a lutti gli atti pubblici; cen- berio. Nel tempo che Augusto avea chiu-
sore e sorveglia tore de'costumi; sovrano so le porte del tempio di Giano e che tut-
pontefice e capo della religione. Inoltre to l'impero godeva profonda pace, pub-
fu dispensato dalla legge secondo la sua blicò un editto con cui intimò che si fa-
•volontà, venne nominato Padre della pa- cesse la numerazione di tutti sudditi del - i

tria^ per cui si considerava il suo popolo l'impero. Perciò e in ubbidienza di tal
e l'uman genere come sua famiglia. In ordine, nella Giudeasi partirono da Na-

vece Augusto pose egli slesso il termine zaret Giuseppe e Maria Vergine^ por-
s.

di I o anni alla sua autorità, lasciando al- tandosi a Betlemme, ove Maria nel Pre-
le circostanze la cura di rinnovarla, e ri- sepio partorì Gesù Cristo Salvatore del
cusò il titolo di Signore, come notai a Im- mondo, re de'regi e signore de'dominan-
peratore; governò l'impero mediante il ti.Questo salutifero avvenimento illustrò
senato, il quale si condusse sempre a nor- il regno d'Augusto. Cancellieri nelle iVb-
ma de'suoi voleri, e Augusto gli lasciò Te- iizie sulla festa di Natale^ trattò questi

lezione de'goverualori delle proviucie, due punti: Se nella naacila del Salvato-
ROM ROM 211
re seguisse il silenzio degli oracoli: Se fos- soavità de*suol versi, ma per le licenziose

se nota ad Augusto la nascita di Gesìt elegie l* esiliò nel Ponto. Amò in modo
Cristo, e se da lui fosse eretta Ara Pri- particolare Virgilio e Orazio, i due piti
mogeniti Dei, rinchiusa poi nella chiesa gran poeti latini d'Italia. Fiori sotto di
d'Araceli. Si p»iò vecìlsre Natale, Ora- lui l'elegantissimo Tito Livio, autore del-
colo, ed il voi. XÌI, p. 9^, 9^,96. L'nv- la Storia romana. Fondò molte città e
venliuosR nascita citi Redt^iUore di lutto colonie, come narrai ai loro articoli;i po-
il genere umano die origine ^\V Era cri- poli gli eressero altari, e per decielo del
stiana o Era voìgare^ch'è l'altnale nostra senato il Mesesextilis prese il nome d' A u-
era. grande avvenimento, peico-
Seguì il gusto: la sua epoca fu detta per eccellen-
niuneconsenso la notte del Qi4^' veniredel zai7 secolo d Augusto e // secolo d'oro.

25dicembre dell'anno 753 dalla fondajio- La sua generosità fu fortunata, perchè


ne di Roma, computo che segue ancora aumentò l'affelto per lui ne'romani,esce«
l'odierno senato romano. Tutlavolta si mò il numero de'malcontenti. Non fu pe-
può leggere l'accennato articolo Era cri- rò felice nella propria famiglia;edi Ira-
stiana o Era volgare, dove riportai l'o- viamenti di Giulia sua figlia nata da Seri-
pinione del dottissimo camaldolese San? bonia, li toccai a Reggio di Sicilia, ove
clemente, che stabilisce la gloriosa nasci- il marito Tiberio la fece morire di fame.
ta all'anno 74? ^' Roma; forse da que- Nella sua vecchiezza si lasciò governare
sto deriva, che le annuali iVb//zz> ^i/?o- da Livia, che veramente amò e consultò
ma non sono d'accordo col calcolo segui- in gravi affari, la quale a rara bellezza
lo dal municipio romano, registrando in accoppiò gran senno, ed assicurò il trono
meno due anni. Nondimeno per concor- a suo figlio Tiberio col farlo adottare da
dare coi fasti consolari e gli antichi cro- Augusto, e gli corrispose con ingratitu-
nisti, nelle seguenti epoche non solo ab dine. L* indebolita sua salute lo fece in
bandonerò l'era di Roma e seguirò l'era un viaggio fermare a Nolaj sentendo il
nostra volgare, ma proseguirò questa dal termine della vita, chiamò gli amici in-
dello anno 753 di Roma, o per dir me- torno al suo letto, e nella costante fred-
glio dal 754 ili poi. Riprendendo i bre- dézza del suo carattere loro domandò se
vissimi cenni delle gesta d'Augusto, dirò avea bene rappresentato la parte sua nel
ch'egli fece un gran numero di utili re teatro della vita; e ricevutane l'alferma-
gelamenti e di leggi, per perfezionare il tiva, riprese;addio, battete le mani. Par-
governo, correggere gli abusi e riforma- litiche furono, fece a Livia teneri addio
re i costumi, precipuamente sul matri- e spirò frale sue braccia a'ig agosto del-
monio e sul lusso; regolò la disciplina del- l'anno i4, di Roma 767, dell'età di circa
l'esercito, l'ordine de'giuochi e degli spet- 75 avendone regnato 43. La storia
anni,
tacoli, e ridusse i senatori a 600, rimo- disse di lui che non dovea vivere mai,
:

Tendo quelli di bassa condizione. Per gli ovvero non morire mai. Fu compianto
abbellimenti con cui avea ornata Roma, dall'universo la casa ove nacque e quel-
:

si vantava che avendola trovata di mat- la ove morì furono convertite in templi,
toni, la lasciava di marmo. Rianimò l'a- oltre quelli eretti altrove. I funerali si fe-
gricoltura, incoraggi le arti e le fece a- cero con sontuosa magnificenza, insieme
mare: dotato di gusto squisito, coltivò e all'apoteosi (di cui a Funerali). Si era e-
prolesse fondò una biblioteca
le lettere, sercilato nella poesia, avea una memoria
sul Palatino. Gli furono assai cari Cor- prodigiosa, e lasciò degli scritti intorno ai
nelio Nipote biografo elegante e chiaro; suoi funerali, alle sue principali azioni,
Tibullo candido poeta; Properzio grave alle forze e spese dell'impero, ed istru-
poeta; il celebre Ovidio mirabile perla zioni pe'successuri,cui consigliava dì noQ
e

:ii2 ROM ROM


iiiltaprendere nuove conquiste. A Livia destro, capriccioso, di gran spirilo e tut-
per le sue viilìi era stato dato il nome di tavia malinconico; prode nelle armi ed
JiJadrc (Iella patria. eccellente nella musica. Ne'primi del suo
Tiberio figlio adottivo d'Augusto nel* governo si mostrò assai moderalo, ma po-
l'anno i4 di nostra era gli successe, an- co dopo s'abbandonò alle crudellà e ad
che nell'eredità con Livia sua madre. Fu ogni sorla di turpitudini. Riempì Roma
cstremauiente crudele, debosciato, ca- di stragi e del sangue de'principali del-
priccioso, diflldente, perfido, finto: suo l'impero, ed era solito dire, che deside-
degno favorito fu l'infame Sciano, che fi- rava che il popolo romano avesse una te-
nì strangolato da Burro, e il suo corpo sta, pel piacere di troncarla, e con un sol
venne strascinato per Roma. Sotto di lui Colpo far morire tutti i romani. Pel suo
precipitò l'anfiteatro di Fidene, e dicesi grande orgoglio e vanità, si fece innal-
the restassero sotto le rovine 5o,ooo per- zare templi e adorare come un Dio; van-
sone. In Roma un terribilissimo incendio tava che la Luna discendeva a carezzar-
distrusse gli ediflzi del Monte Celio e dei lo, e che avea segreto colloquio con mol -
luoghi vicini, ma l'imperatore fece ripa- tealtredeità.Ebbe4mogl'>GiuniaClau-
tare liberalmente tutto a sue spese. Eb- dilla, Livia Orestilla, Lollia Parisina e
be due mogli, Agrippina figlia del cele- Cesonia. Fu ucciso da Cassio e Sabino ca-
bre Agrippa, e l'impudica Giulia figlia pitani delle guardie nell'anno 41* Men-
d'Augusto. Promulgò leggi sulla riforma tre i senatori deliberavano se si dovesse
de'già troppo corrotti costumi; pose freno eleggere un altro imperatore, ovvero ri-
ai pantomimi che romaniamavano.Sotto
i en-
stabilire la repubblica, alcuni soldati
il suo impero e nell'anno 33 Gesù Cristo trarono nel palazzo per saccheggiarlo, ed
dopo aver predicato la celeste sua DoUrl- avendo trovato T. Claudio Nerone figlio
iKij pafi la ^\MxPas sione, mon in Croce, di Druso secondogenito di Livia e perciò
gloriosamente risorto volò al Paradiso, nipote di Tiberio, ch'erasi nascosto per
Nel voi. XXXVI, p. 206 dissi come Tibe- timore d'essere ucciso, lo condussero al
rio voleva porre tra gli dei il Redentore, campo e lo proclainarono imperatore. Il

ma s'oppose il senato; bensì ordinò che non senato ebbe mol la difficoltà di riconoscer -
si molestasse chi seguiva la sua dottrina. \o, perchè era vile, amava con passione
Egualmente sotto di lui s. Pietro prin- i giuochi di fortuna, la crapula e altri
cipe degli Apostoli e i." sommo Ponte- sconci vizi. Ebbe 6 mogli, Lepida, Ca-
fice incominciò ad esercitare la sua au- milla, Urgulanilla, Petina, Messalina, e
torità, fondò la cattedra apostolica d'^/i- Agrippina di grandi spiriti e vedova di
tiocliia, città la piti famosa dell'oriente, Domizio Enobarbo, dal quale ebbe Ne*
e la 3." dell'impero romano dopo Roma rone che gli fece adottare in pregiudizio
o Alessandria, e cogli altri apostoli e di- di Brilaunico nato da Messalina. In tem-
scepoli incominciò in diverse parti del po di Claudio, Roma ammirò per insigni
laondoa promulgare l'evangelo. Nell'im- scrittori, Q. Asconio Pediano commenta -

pero di Tiberio fiorirono Velleio Pater- tore di Cicerone, Pomponio Mela elegan-
colo storico pregevole e conciso; Valerio te scrittore di corografìa, e Q. Curzio Ru-
Massimo che scrisse 9 libri de'fatti più fo autore della Storia di Alessandro Ma-
memorabili; e Fedro elegantissimo scrit- gno. Nella divisione che gli apostoli fe-
tore di favole. Morì Tiberio nell'anuoSy, cero delle diverse provincie del mondo
avendo adottato sue nipote Tiberio, di- per dilfoudere la Religione di Gesù Cri-
chiarandolo erede nel testamento; ma il sto, s. Pietro scelse Roma nell'intendi-
senato nominò invece imperatore Cali- mento d'assalirvi il demonio, che ne a-
gola figlio del celebre Germanico, molto vea fatto il ceutro della superstizione e
ROM KO M 21 :)

dell'errore, e per piantarvi la rocca della dintorni, nell'Italia e in altre regioni, ed


Fede, siccome metropoli del mondo, on- egli slesso si recò nelle città suburbanc
de da essa si potesse spargere con mag- e in altri luoghi. Dopo 7 anni di dimora
giore rapidità ne'popoli soggetti ai suo in Roma, per editto delTimperatore Clau-
dominio, indi conquistar alla croce tutto dio I che esiliava gli ebrei di sua nazio-
l'universo. Vi giunse verso l'anno 45 ai ne, dovette s. Pietro partirne. Di poi a-
i8 gennaio, e vi stabilì la pontificia sua Tendo Agrippina avvelenato Claudio I

sede, trasferita da Antiochia/rutti par- i nell'anno 54, ed imprigionato Britanni-


ticolari e la critica, li riportai alla bio* co, promosse l'innalzamento del proprio
grafia di s. Pietro^ che vi predicò l'èva n- figlio Nerone. Questi recatosi al campo
gelo, e ne fu il i
.° vescovo e Papa: si può si proclamare im[>cratore di 17 an-
fece
vedere ancheil 207. Ac-
voi. XXXVI, p. ni, e fu mostro di crudeltà. Avvelenò Bri-

canto al Irono de'Cesarila sua vi piantò tannico, fece morire sua madre, uccise
umile cattedra, che inaffiata poi dal suo con un calcio Poppea ch'era incinta, che
glorioso sangue e da quello fecondo di dopo Ottavia avea sposata, e poi prese in
tanti martiri^ in breve da essa si diffuse moglie Messalina. Ordinò la morte di M.
per l'universo tale una luce chea se atti- Anneo Lucano autore del poema dellat

rò tutti gli sguardi, e fece parer tenebre guerra di Farsaglia,edel suo maestro L,
lo splendore del trono imperiale; quin- Anneo Seneca famoso filosofo, ma di cor-
di al colossale Impero, successe il Ponti' rotta eloquenza: sotto di lui vissero an-
yZcflfópacifico, caltolicoedeterno.il prin- cora Seneca figlio del precedente, scrit-
cipe degli Apostoli nel suo arrivo in Ro- tore di tragedie, ed A. Persio Fiacco scrit-
ma fu albergalo in Trastevere presso la tore satirico ed elegante. Tuttavia fece di-
chiesa di s. Cecilia, ma appena conver- verse opere magnifiche, come il sontuo-
tito il senatore romano Pudenle, questi sissimo Porto d' A nzo.L'aposlolos.P^7o/o
lo condusse nella sua casa de'^Corneli Pu- imprigionato per la predicazione del van-
denti sul Monte Viminale, ove poi furo- gelo in Gerusalemme e perciò tenuto pc»**
no Chiesa di s. Pudenziana
edificati la sedizioso, come cittadino romano appellò
e Palazzo di s. Pudenziana. Ivi aven-
il all'imperatore; pertanto nell'anno 6 fu 1

do s. Pietro stabilito la sua dimora e se- condotto in Roma, accompgnato da s.


de, ed esercitandovi le cure pastorali del Luca, ed ivi nella prigione istruiva nella
suo supremo ministero, fece costruire per dottrina cristiana chi andava da lui. Do-
altare un'ara di legno in foggia d'arca po l'annoGS fu liberato, si recòin oriente
(forseadottò tal forma in figura della chie- e poscia si reslifuì in Roma. Sulle epoche
sa di Dio, già adombrala dall' arca di delle ven u!e in Roma de'ss. Pietro ePaolo,
Noè, o in memoria dell' Arca santa del vi è differenza tra'cronisti. Dopo 5 anni
Testamento che si venerava nel tempio di esilio anche s. Pietro tornò in Roma,
di Gerusalemme) e sulla quale celebrò la e vi trovò Simone mago che avea pro-
messa. Sebbene poi fossero da s. Evari- messo a Nerone e al popolo, che sareb-
sto proibiti gli altari di legno e sostituiti mezzo de'suoi an-
besi innalzato in aria a
que'di pietra, l'altare di s. Pietro si erede geli. Mentre ciò eseguiva, ss. Pietro e i

che divenisse portatile pei successori, i Paolo fecero orazione perchè Iddio ne sco-
quali lo adoperarono in tempo delle me- prisse l'inganno, onde l'impostore preci-
morate persecuzioni, nel centro de' sot- pitò a terra,si fracassò le membra, e mo-
terranei oratorii delle catacombe e cimi- rì presso la Riccia piobabilmenle. Per
teri, ove si rifugiavano a celebrare col questo clamoroso fatto avvenuto alla pre-
divino sagrifi/jo le sagre sinassi. Da Ro- senza di Nerone e di folto popolo, l'im-
ma s. Pietro mandò molti discxjpoli nei peratore che avea saputo che i due ar
2 «4 HOM ROM
postoli predicavano una nuova dottrina tutta questamia opera. Anche delle gesta
contraila ai munì de'romani, ed n favo* degl'imperatori romani sarò laconicOjCioè
le della castità, cominciò lai." generale delle loro virtù e vizi, delle loro guerre
Persecuzione di Ila Chiesa: a quest'artico- e opere che fecero, massime monumen-
lo riportai le i 2 e altre prime persecuzio- tali,avendone parlato in tutto quanto
lii degl'imperatori contro icristiani,i quali questo mio Dizionario, cne\\*ìnd\ce spero
dovettero nelle Catacombe e neCiuiileri riunire l' immenso numero delle sparse
celebrare i Divini uffìzi, ed esercitare gli nozioni, sotto ciascun nome. In tempo di
otti di religione. Dipoi perle conversioni al Nerone, Clodio Lucio Mai co pro-pretore
cristianesimo operaledai ss. Pietro e PaO' in Africa, ad esempio delle ribellioni di
loy fra lequali una o due concubine dcl- Vindice nelle Gallie,e di Galba nelle Spa-
l'imperalore e il suo coppiere, per ordi- gne, impugnò le armi col pretesto di re-
ne di Nerone furono posti in carcere e stituire a Roma la libertà. Coniò meda-
condannati a morte, che subirono a'29 glie che indicano questa sua intenzione,
giugno prima dell'anno 69 circa, cam- trattenne il frumento per affamare Ro-
pioni del cristianesimo. Dopo la morte ma, ma non si conosce che fosse procla-
di s. Pietro, la sede romana fu occupata mato imperatore, sebbene alcuni croni-
dal 2.° Papa s. Lino di Volterra, e per- sti lo pongono nella serie di essi, col no-

ciò il i.°Papa italiano, al quale senza in- me di tiranno. Di poi fu assassinato d'or-
terruzione successero in Roma gli altri dine di Galba, da Triboniano intendente
romani Pontefici. Alle biografie d'ognu- d'Africa. Nerone, mentre stava a Porto
no riportai anche le notizie riguardan- d'Anzo, fece incendiare Roma nell'anno
ti Roma, tanto nel civile che nel religio- 64 circa, durando il tremendo fuoco 9
5o, laonde mi limiterò a indicarli con ca- giorni continui: delle XIV regioni della
rattere corsivo, come articoli di rinvio, città in cui r avea divisa Augusto, 4 "e
ripetendo o aggiungendo soltanto le cose rimasero illese, 3 furono intieramente in-
principali per la cronologia storica dei cenerite, le altre patirono gravissimi dan-
più importanti avveniuienti di Roma, del ni. Accusato Nerone dal popolo qua le au-

suo impero,edel suo benefico pontifica- tore di tanto eccidio, sebbene erasi por-
to. A Crobtologia de'Romani Pontefici, tato in Roma a soccorrere il popolo, ne
iiou solo feci il novero di tutti con l'epo- rovesciò la colpa sui cristiani, quali con
i

che della loro elezione e morte, procu- orribili tormenti di Martirio perirono
rando concordare le discrepanze di date, nel modo che narrai a Martiri di Roma
ma vi riportai ancora la cronologia de- ed altrove. Vedendosi Nerone in odio di
gli Antipapi, che insorsero co Scismi a tutti, ed abbandonato fin dalle sue guar-

lacerare la chiesa romana, quali tutti i die, fuggito da Roma andò a nascondersi
eziandio hanno biogiafie, con notiziecon- in una caverna, si uccise per non cader
cernenti Roma. Pel dettaglio degli av- nelle mani degli irritatissimi romani, e
\enimenti d'ogni Papa e A ntipapa, óaWa fu l'ultimo della stirpe de'Cesari, benché
storia della in breve nelle loro biografìe, Cesari si chiamassero gli altri imperatori
come citai o come facilmente si può com- sino a Domiziano, restando poi il nome
prendere, meglio mi diffusi negli articoli appellativo degl'imperatori e di quelli
e luoghi che vi hanno relazione. Tutte che associarono all'impero: di sua mor-
queste avvertenze qui le noto per evitare te, e di sua vera e supposta sepoltura par-
inutili ripetizioni, ueiriutendimento di- lai in più luoghi, come nel voi. XII, p.
chiarato in principio di riunire in questo 1 53. Per le sue eccessive liberalità, poco
articolo le indicazioni principali, per tro- dopo fu pianto dalla plebaglia e dai pre-
vare il complesso della sluriuche sparsi in toriani. Nell'anno 6S circa dalla sua ar-

R O M ROM 2.5
mala fu elello imperatore Galba, ch'eb- sicomporlo con molla giustìzia e clemen-
be in moglie Lepida; ma la sua grandissi- za. Nel 2.°anno del suo impero il figlio
ma severità fu cagione che solo regnasse Tito terminò la guerra degli Ebrei, prese,
6 mesi e 7 giorni ; assassinato dalle sue deveislò e arse Gerusalemme, distruggen-
guardie dei Pretorio^ esse gli tagliarono do il celeberrimo Jèw^/o. Indi Vespasiano
ia lesta, quindi corsero al campo ad ac- edificò il tempio della Pace, e l'anfileatro
clamare Ottone imperatore nelTanno 69, che Augusto si era proposto fabbricare,
perciò fu il i.° ad essere eletto dai pre- ed è il superstite Colosseo. Vespasiano
potenti pretoriani. Questi, oriondo di E- ebbe in moglie Domitilla, madre di Tito
truria, appena acclamato si portò in se- e Domiziano. Avaro, aggravò di dazi i
nato, dove ricevè col titolo d' Augusto romani, e ne impose anche sulle orine;
tutti gli onori, così la sua moglie Pop- avendogli Tito fatto notare la sconcezza
pea. Uomo dissoluto, pel grande amore di tale tassa. Vespasiano trasse di tasca
ch'ebbe pel pubblico bene, rimasero co- ima moneta, gliela accostò al naso e do-
perti molti de'suoi vizi. Vilellio gover- mandò se puzzava. Rispose il figlio di noj
natore diGermania, a ITesallazione di Gal- eppure, riprese Timperatore, deriva dal-
ba dalla sua armata era slato proclamato le orine. Morì nell'anno 79 e gli successe

imperatore; colle sue truppe calalo in I- Tito per ventura del mondo: tulli suoi i

talia, assalì Ottone, lo disfece nella bat- pensieri non tendevano che al vantaggio
taglia di Bebriaco, vicino Cremona o Pia- e riposo de'suoi sudditi} era tanto por-
cenza, onde Ottone si uccise da se stesso lato a fare il bene, che stimava perduto
dopo 5 mesi e 5 giorni di regno, in età quel giorno in cui non avea compartito
di 37 anni. Vilellio nell'anno 69 entrò alcun Nel suo impero e nell'anno
fiivorev

in Roma da trionfante, salì in Campido- 80 fu eletto Pajia s. Cleto, il quale divise


glio, convocò il senato e ricevè il giura- le 2 5 chiese di Roma: sulle prime chiese
mento da tutti i senatori ; brutale e cra- di Roma si può vedere Parrocchia, Chie-
pulone, non pensava che a bere e man- sa DI S. PUDENZIAI»A (e PaLAZZO APOSTOLI-

giare lautamente; la sua ubbriachezza CO DI 9. Pudenziana), Chiesa di s. Maria

talvolta lo rendeva così bestiale, che di- IN Via Lata, s. Matteo, ec. Tito era ver-
menticava d'essere imperatore; aveva il sato molto nell'eloquenza, e nellapoesia
ventre di straordinaria grossezza. Perse- scrisse poemi e tragedie: fiorirono sotto
guitò i letterali, e particolarmente i ma- di lui, Plinio il Vecchio autore d'una isto-

tematici. Ebbe in mogli Pelronia e Ga- ria naturale; M. Fabio Quintiliano, il più
lena Fundana. Divenuto stolido pe'suoi giudizioso critico e il più eccellente mae-
eccessi della gola, le legioni d'oriente ac- stro di eloquenza, essendo un capo d'o-
clamarono imperatoreFlavio Vespasiano, pera le sue istituzioni oratorie; Cornelio
«alo presso Rieti, che fiìceva guerra nella Tacito celebre storico, gran politico, e u-
Giudta^Q(\ avea conquistato tutte le piaz- no de'più grandi uomini del suo tempo,
ze tranne Gerusalemme ; vi pensò mollo innalzato alle prime dignità da Tito e Ve-
tempo, e poi accettò. Quindi allidò la con spasiano, e pretore in tempo di Domizia-
tinuazior>e della guerra a Tito suo figlio, no-Questi avendo cospiralo contro il fra-
spedì in Roma i suoi luogotenenti e passò tello, Tito lo perdonò e dichiarò suo suc-

in Egitto. Vitellio fu preso dai capitani cessore: perdonò purea due altri cospira-

di Vespasiano, che lo strascinarono per la tori. Nel suo impero il Vesuvio distrusse
scannarono e giltarono nel Tevere,
città, Ercolano e Pompei, lasciandovi la vita il

dopo 8 mesi e 5 giorni di regno, nel mede- naturalista Plinio Vecchio. Tito ebbe
il

simo anno 69. Venuto in Roma Vespa- uìoltissima stima pel senato e pel popola
siano, intraprese il suo governo, nel quale ron)ano, a riguardo de'quali non sposò la
1

?.j6 BOM ROM


regina Berenice che amava con jwssìone. mìzia, figlia di Domizio Corbulonc, uno
Kello della persona, dolce, insinuante, con de'più distinti personaggi che mai avesse
aria nobile clic ispirava amore e rispello: veduto Roma dalla sua fondazione. Fu
ilcomplesso delie sue virtù gli meritaro- ucciso nel suo gabinetto nel 9G da vari
no il titolo di Delizia ddgeneif: umano, congiurati, d'anni 45», avendone regnati
e la sua clemenza divenne proverbiale. i5 e G giorni con lui terminò la serie
:

Bcgnò 20 giorni; dicesi


2 anni, i mesi e de'primi XII Cesari. Vissero nel suo tem-
avvelenato dal fratello Domiziano per im- po, olire M. Fabio Quintiliano già lodato
paziente ambizione d'impero: morendo, e che insegnava in Roma l'eloquenza, i
disse che si pentiva di non aver fatto una poeti Valerio Fiacco che fece il poema
cosa sola, cioè si crede di non aver fatto sugli Argonauti, M. Valerio celebre pei
J
morire Domiziano, aflìncliè l'impero non suoi epigrammi, Publio Stazio di cui e- ^
dovesse. restare sotto un uomo così mal- sistono poemi Achilleide e Tebaide, e
i

vagio e crudele. Nell'anno 8 1 salì al trono Giovenale satirico mordace e impetuoso,


Domiziano, totalmente di carattere op- e insieme pieno di spirito e di bellezze:
posto al padre e al fratello. In lui si vide osservano gl'intendenti, che in tali scrit-
rivivere la ferocità di Nerone, abbando- ad eccezione di Quintiliano, si ri-
tori,

nandosi ad ogni sorta di eccessi e di cru- marca la decadenza del buon gusto pres-
dellà:diè principio alla 2." flerissima per- so i romani,ciie splendette ne*grandi scrit-
secuzione della Chiesa, pel suo odio con- tori del bel secolo d'Augusto.
tro i Cristiani. Dicono ch'era talmente Nell'anno gGfu elevato di Qt^ anni al-
destro nel tirar d'arco, che faceva passare l'impero Marco Cocceio Nerva, nato ia
ì dardi tra due dita della mano, senza of- Narni e originario di Creta, rinomalo per
fenderle. In tutti i giorni solo impiegava la sua benignità e munificenza. Annul-

nn'ora nel suo gabinetto a prender le mo- lò le pessime leggi di Domiziano, e ri-
sche, infilzandole in uno spillo: fra le bef- compose la cosa pubblica in ottimo sla-
fe di cui era segno, rispose un tale al per- to. Fu affezionalo ai cristiani, e vietò che

sonaggio che domandò chi era con lui: fossero molestati: s. Giovanni apostolo ed
neppure una mosca. Volendo spaventare evangelista eh' era rilegato neli' isola di
i senatori, ne invitò un buon numero a Patmos, ritornò in Efeso ov'era vescovo.
cena: furono introdotti in una sala le cui Regnò solamente un anno, 4 ™6si e 1

pareti erano coperte a bruno e illumina- giorni. Avendo adottato M. Ulpio Traia-
ta solamente da alcunelanguide lam pade, no nativo di Siviglia, ili.° straniero che
ai i)arlume delle quali videro molli se- ascese al soglio iraperiale,ueiranno 98 gli
polcri co'loro nomi. Filmasti per qualche successe nell'impero, che resse con molta
tempo in ispaventosa apprensione, que- lode, onde si meritò 1' attributo d'ottimo
sta aumentossi all' improvvisa compar- principe, e fece dire die s. Gregorio I per
sa di persone nude
corpo tutto tinto
col le sue orazioni Io liberasse dall' Inferno.
di nero, tenendo nella destra ma no la spa- Ciò non è vero, che anzi incominciò la 3.*
da, nella sinistra una face ardente,le quali persecuzione contro la ChieSci, e punì i
dopo essersi fermate alquanto si posero cristiani con molli tormenti, consideran-
a ballare intorno a'senatori, indi apriro- doli nemici de' suoi dei: rallentò poi la
no loro le portee lì mandaroncfvia. Nel- persecuzione, dopo che Plinio il Giovane

l'anno 93 fu eletto s. Clemente /, il i da lui amato, gli scrisse una celebre let-
Papa Ira'romani e di sangue imperiale: tera in favore de'cristiani, e io persuase
divise RomaVII regioni ecclesiastiche,
in dell' incolpabile loro vita; nondimeno la

ed istituì Notari per scrivere gli atti dei


i persecuzione continuò sino al i iG. Fu-
martiri. Domiziano avca in moalie Do- 01959 e altresì il maguifico panegirico di
-

ROM ROM 217


Plinio a Traiano; al cui tempo fiorì an- sofi stoici, fecero brillare la loro eloquen-
cora Frontino, chescrisse sugli acque- za; Giuliano giureconsulto, autore dell'E-
dotti esui strattagemmi della guerra. Nel ditto perpetuo; Svetonio e Floro illustri
j o3 f u Papa's. Anacleto^ che nel Vaticano storici, il i.° della Storia de XII Cesari,
eresse sul corpo di s. Pietro un oratorio o il 7.° d'un com'^QViàio fX\ Storia romana.
piccola chiesa, convertita poi in iiiagui- Nel 1 2 fu eletto Papa s. Alessandro 7,
I

ficabcìsilica da Costanti no.Neli 12 gli suc- che convertì alla fede Eimete prefelto di
cesse Papa s.Ztv'^m^o, che fece una nuo- Roma con tutta la famiglia, e molti dei
va divisione delle chiese di E.oma e distri- più distinti cittadini: nel 182 gli successe
buì JiVo//. Traiano avendo abbracciato
i Papa s. Sisto / di stirpe senatoria di Ro-
sino dalla puerizia l'arte della gueira, fu ma. Morì Adriano nel 1 38 in Bàia, d'anni
gran capitano, e dopo le molle imprese 62 e 2 di regno, e gli successe Antonino
1

operate in Germania, per cui fu detto Ger- oriondo di Niraes, ma nato in Lavinio o
manico, disfece dacii, soggiogò l'Arme-
i Lanuvio, che si acquistò il nome di Pio,
nia, la Colchide, i sarmati, gli aslrenieni, solendo dire che amava più il conservar
gli arabi, gli assiri, i persi : sulla colonna la vita a un cittadino, che uccidere 1000
monumentale che in Roma gli fu eretta nemici. Ripreso da sua moglieFaustina,
pei trionfi nella Dacia , fu poi collocata delle frequenti liberalità, rispose: Nonsai
la statua di s. Pietro pacifico conquista- tu die saliti all' impero y noi non abbiamo
tore di Roma cristiana. Plolina ne fu la più nullUf ma' tutto è del popolo. Oltre il
moglie, e dopo 20 anni d'impero e 63 di recare molti sollievi a Roma e alle prò-
età mon in Selinonte nella Cilicia nel 1 1 7. vincie afflitte da calamità, fece molte ope-
11 degnissimo cugino e concittadino A- re pubbliche, come il porto di Gaeta , il

driano , marito di Sabina nipote del de- compimentodiquello di Traiano (il qua-
funto, fu eletto imperatore per destrezza le ne edificò pure a Ci vita vecchia, a Por-

di Plotina imperatrice. Dotato di molto to, ad Ancona) in Terracina, bagni ad i

spirito, colto nelle lingue greca e latina, Ostia, e parecchi acquedotti. Adottò pei*
nella buona letteratura, istruito in tulle figli Marc'Aurelio Antonino e Lucio Ve-

le scienze; era di carattere dolce, col quale ro. Sotto di lui Appiano di Alessandria
si procacciò l'affetto d'ognuno,piti amante scrisse le Guerre de romanij Giustino ci
della pace, che della guerra: ciò non per- die un compendìo della storia universa-
tanto perseguilo terribilmente i cristiani, le, compostala TrogoPompeio, primario

colla 4-'' persecuzione contro la Chiesa, fi- scrittore dell'aureo tempo d'Augusto. An-
no al 129. Quadrato e l'ateniese Aristide a- tonino coU'ascendere al trono promulgò
vendo presentalo all'imperatore due Cora crudeli leggi contro il cristianesimo, inco-
inendevoli apologie de'cristiani, gli fecero minciando la 5.' persecuzione contro la
tale impressione nel suo animo, che proi- Chiesa questa restò sospesa per l'editto
:

bì di ulterioi mente perseguitarli. Ad Ita- che pubblicòjdopo la robusta apologia che


lia parlai delle magistrature da lui asse- gli presentò s. Giustino. Nel 14*2 fii eletto

gnate alla bella regione. Edificò diversi Papa s. Tdesforo, cui nel i54 successe s.

templi ai falsi dei, il famoso muro di 4o /g://2/oPapa, che scomunicò Cerdone au-
leghe per separare gringlesi dagli scozzesi, tore degli errori de' Marcioniti, che nel
in Egitto un magnifico sepolcro a Pom- suo tempo venne inRoma; indi nel 1 58 fu
peo, in Roma
il mausoleo per riporvi le Papa s. Pio /.Morì Antonino nel 6 1 d'an- 1

sue ceneri, ora Castel s. Angelo, con pro- ni 74 e 23 di regno, succeduto dal figlio
pinquo e omonimo ponte. All'epoca sua, adottivo di Marc'Aurelio Antonino, di al-

Flegonte compose molte belle opere, in tissimo legnaggio romano e nipote d'An-
prosa e in versi; Epitelio e Ariano filo- nio Vero, di lodevole condotta , di gran
voL. Lvnr. i5
3

2i8 ROM ROM


saviezza, nmanlc tlellosliulio e soprallut- rclio vissero, Apuleio filosofo, vari poe-
to della filosofia, per cui si acquistò il so- ti, diversi grammatici, e molli altri scrit-
prannome di Filosofo. Egli volle per col- tori d'ogni sorte, greci e latini, che nel-
lega siiofralcllo adottivo Lucio Vero fi- l'imperatore trovarono un possente pro-
glio d'Elio e di Domizia Lucilla, e divi- tettore, ed un giudice intelligente e ap-
se con Ini la sovrana podestà. Si videro prezzàlore del loro ingegno. Morì questo
allora per la .^ volta operare di concerto
i illustre principe nel 180, d'anni 59 e 19
pel benedell'imperodue imperatori egua- di regno, che lasciò al figlio Lucio Elio
li in potere, ed aiutarsi reciprocamente Aurelio Comodo, bello, robusto, destro
a portare il peso degli affari tanto inter- in tutti i suoi esercizi, massime «el tirar
ni,che esterni. Con molta dolcezza e u- d'arco, di spirito pronto, ma violento e
nioneal collega, Marc'Aurelio si fece a- impetuoso. Da principio governò con lo-
mare, verificandosi in lui il detto di Pla- de, ma poi diventò uno de'piìi crudeli ti-
tone: Gli stati sarannofelici^allorchc ranni che sedessero sul trono e sregolato.
ìfi'
losofi regneranno. Ebbero guerra contro Costrinse senatori ed
i i primi cavalieri ro-
i parli, dopo aver trionfato de'qualij la mani a battersi seco nell'arena: faceva lo-
dichiararono ai marcomanni. Contro di ro provvedere d'armi di piombo, mentre
loro marciò Lucio Vero che in viaggio , esso le impugnava di ben affilalo acciaro,

morì d'apoplessia, neir8.° anno del suo per cui senza rischio ad ogni colpo sten-
regno: gli si rimproverano dissolutezze, deva un competitore sul terreno e poi \q
profusioni, e ridicola passione pel suo ca- beffava colle risa. Fece anche adunane ìq
vallo. Anche Caligola amò stranamente il un recinto tutti i ciechi e zoppi misera*
suo cavallo Incitato, cui fabbricò una stal- bili di Roma, a ciascuno de'quali in vece
la di marmo con rastelliera d'avorio: lo di pietra fecedare una spugna. Entrava
volle ascriveie tra'consoli, l'invitava a ce- poiarmato d'una gran clava tra loro, e
na , dandogli orzo indorato e facendolo dopo averne fatto grandissima strage, ce-
bere in coppe d'oro. Maro* A urei io per tal lebrava il trionfo su quell'infelici, come
perdita marciò solo contro i marcoman- d'un'eroica impresa, Per tante nefandez-
ni, a'qnali si erano uniti i vandali, i sar- ze divenuto odiosissimo ai romani, gli die-
niali, gli svedesi e altri barbari, che dopo 3 rono il veleno, ma operando questo len-
anni di guerra disfece e intieramente sog- tamente, fu strangolato nel 192, dopo 1
giogò. Tornato in Roma fece gran bene anni d'impero e 3 d'eia. Allora fu fatto i

alla popolazione, distribuì 8 monete d'o- imperatore Publio Elvio Pertinace d'o-
ro per lesta, e premiò tutti quelli che si scuri natali, d'Alba in Monferrato, fiero
erano distinti nella guerra. Nemico dei e terribile ifi presenza del nemico, dolce
cristiani, riprese la 5.^persecnzione contro e officioso cogli amici, grave e senza tri-

la Chiesa,nella quale perde la testa s. Giu- stezza, prudente senza artifizio, esattosen-
stino per le nuove apologie de'crisliani che za severità j sostenne degnamente il suo
indirizzò all'imperatore. Nel i ^j fior) Pa- grado, senz'alterigia, ed ebbe uno spirilo
pa Aniceto j neh 75 s. Solere^ il quale
s. eli economia, che non degenerò in avari-

Papa seguendo gli esempi de'predecessori zia,ne toccò la prodigalità. Volendo ri-
sovvenne cristiani di remotissimi luoghi
i formare tutti ì disordini della milizia, fu
e perseguitali: in vantaggio di questi, de- ucciso dai soldati , entrati tumulluaria-
gli esiliati e de'condannati a scavai^ i me- menle nel suo palazzo, dopo 3 mesi me-
talli si facevano le Collette dì questua. Nel no 2 giorni di regno, d'anni Q&. Gli as-
179 divenne pontefice s. Eleutero ^ che sassini posero l'impero all'incanto, e spac-
fece rifiorire la fede in Inghilterra, amez- ciarono di venderlo al miglior offerente:
zo de'missionari. Inoltre sotto Marc'Au- l'ebbe Didio Giuliano nobile di Milano,
ROM ROM 219
perchè offrì somme maggiori degli altri si servì di questo mezzo per impadronir-
concorrenli, indi cercò di cattivarsi il po- si de* beni di molte persone di qualità,
polo co' donativi. Ma C. Pescennio Ne- Questo
professanti la religione cristiana.
gro, che cohiandava l'esercito nella Siria, imperatore fece moltissime imprese mili-
D. S. Clodio Albino che ne avea altro in tari^ e dopo aver vinto molti popoli nel-

Inghilterra-, e L. Settimio Severo d' A- l'Asia e nell* Africa, passò in Inghilterra


frica, ch'era alla testa delle legioni nella « morì in York nel 2 1 1 0212, d'anni 66
Pannonia, risolvettero di cacciare dal tro- e d'impero 17, 8 mesi e 3 giorni, esclai-
no quest'imperatore mercenario, il quale mando Io sono stalo tutto quello diesi
:

dai soldati fu ucciso d'anni 56, dopo 66 poteva essere ^ ma questo non mi serve
giorni d'impero. Indi furono proclamati più a nulla. Gli successero figli M. Au- i

i tre nominati, ciascuno dal loro esercito : relioAntonino Bassiano Caracalla (fu det-
prevalse Settimio Severo, chefu anco ri- to Caracalla dalla veste che usava, co-
conosciuto dal senato, ed il quale trovò me notai a quell'articolo), e P. Settimio
il modo di liberarsi dai suoi competitori. Gela , soci dell' impero e assai discordi
Prima sconfìsse Pescennio Negro, in Ci- nel governare perla diversità dei carat-
licia nella battaglia d'Isso, restando uc- teri ; Caracalla era torbido e feroce, Ge-
ciso nella fuga dopo piùd'un anno dalla la ingenuo e piacevole, il quale dopo un
sua proclamazione. Inoltre Settimio Se- anno fu ucciso di propria mano dallo
vero si portò destramente con Clodio Al- snaturato fratello, che adombrato dalla
bino, finche vintolo nella città di Lione, popolarità che godeva e non essendogli
mandò la sua testa a Roma sulla punta riuscito avvelenarlo, Io trucidò in seno
d'una lancia. Nel 198 Settimio Severo si alla propria madre Giulia, a cui Geta co-
impadronì impero col pvelésto di
dell' ,
me ad creduto sicuro erasi rifugia-
asilo
Tendicar la morte di Pertinace. Piuttosto to. Giuliane restò ferita, ed romani pian- i

crudele, amministrò bene la giustizia, sa- sero pubblicamente Geta a dispetto del-
peva benissimo le leggi, ascollava eama- la tirannide, che fece perire più dÌ20,ooo

va PapinianoiI piti celebre tra'giurecon- di quel partito, insieme aPapinianopei*

pure al suo tempo il celebre


sulti: vissero essersi ricusato di giustificare colla legge
Galeno medico , e Diogene Laerzio che l'orrendo fratricidip.L'impero non fu mai
compose le vite de'filosofi.NèI g4 fu crea- i così aggravalo di gabelle, come da Ca-
lo Papa s. f^illore /, il quale peli.° nel racalla, dicendo questi che non dovea il
196 01 97 0198 tenne un concilio in Ro- denaro restare in manode'particolari,ma
ma per la celebrazione della Pas<jiia : al- tutto nelle sue mani. Passò in oriente e
tri dicono che ne tenesse alcuni, ne'quali ordinò sanguinosa strage in Alessandria^
scomunicò diversi eretici, fra'quali Teo- perchè gli abitanti lo derisero nella pre-
doto Conciatore di pelli, che altri erro- tensione di farsi eguale ad Alessandro Ma-
neamente aveano riportato ali46,econ gno : tentò distruggere le opered*Aristo-
altro errore ali 70 quello della Pasqua. tile, col pretesto che questo sapiente fos-
Ma de'numerosi conciliidi Roma tratto se stato complice della morte di quell'e*
nel fine di questo articolo, secondo il mio roe. Il gli dedicòdue poe-
poetaOppiano
sistema. Nel 2o3 fu Papa s. Zeferino,e mi sulla pesca esulla caccia. Sorprese frau-
come il predecessore pati nella 6.' per- dolentemente Artabano re de' parti , e
secuzione, incominciata con grandissima saccheggiò il suo regno. Finalmente es-
crudeltà da SeltimioSevero, facendo mo- sendo divenuto esecrabile a tutti per le

rire i cristiani che non adoravano i falsi sue inaudite crudeltà, nel 2 1 7 o 2 1 8 fu
dei, come gli altri imperatori: lo spinse 3o anni, a*
ucciso da Marziale, in età di
a tanti eccessi Plau zianosuo favorito, che vendone regnati 6, 2 mesi e 5 giorni. O-
220 ROM R OM
cìiato tla tulio qnnnlo il popolo, era a» dolo far morire, le guardie che ne ven-
malo dai soldati cui prodigava benefizi : nero in cognizione lo trucidarono colla
fu chiamato il ^istnittorc degli nomini. madre,edopoavcrstrascinalo loro corpi i

Gli successe M. Opelio Severo Macrino, per le stradedi Roma, li gittarono nel Te-
d'Algeri e di bassa nascita mentre era , vere. Regnò Eliogabalo 3 anni e
9 gior- I
prefetto del pretorio proclamarono
: lo ni. Nel 222 Alessandro Severo pervenu-

quelli ch'egli avea indotti ad uccidere il to all'impero, cacciò dalla corte tulli gli
predecessore. Si associò all' impero Dia- adulatori e buffoni, perseguitogli assas-
dumeno suo figlio. Per la sua severità, si sini, i falsi testimoni e i giudici corrotti.
sollevò contro di lui una parte delle sue A lutti rese giustizia, amò le scienze, sti-
truppe, che elessero M. Aurelio Antonino mò grandemente letterali e ne atnò lai

Eliogabalo llgliodiCaracalla. Questi an- conversazione: proibì sevei>iimenle ia ven-


dò incontro a Macrino e lo vinse; essendo dila degl'impieghi, pagando bene gl'im-
Macriuo fuggilo in Antiochia, Eliogaba- piegati acciò non accattassero doni dal
lo lo inseguì, ed egli restò ucciso in Arche- popolo. Nell'anno precedetJte era stato c-
laide col figlio Diadumeno, dopo un an- leltoPapa s. Calisto 1, che fabbricò la
no e circa due mesi d'impero. Eliogaba- Chiesa dis. Maria in Trastevere con re-
lo di i 5 anni nel 218 divenne imperato- scritto dell'imperatore, che riportai a ta-

re, che demente in tutte le cose tentò di le articolo, per favorire i cristiani, la cui
distruggere la religione de'romani, ordi- religione avea abbraccialo la madre; e
nando clie si adorasse il Sole, e come dis- fu lai /che si eresse al pubblico cullo in
si a Corona ne usò una con raggi qual sa- faccia al paganesimo. Non ostante le per-
cerdote del Sole. Per la sua impudicizia secuzioni duravano, e s. Calisto I ne fu
e lussuria, fu chiamato il Sardanapalo di martire nel 226, in cui gli successe Pa-
Roma. Stabili sni Quirinale un senato di pa s. Urbano /, ed al quale nel 233 s.

donne, del quale fece presidente Ja ma- Po/izirt/2oPapa,altra gloriosa vittima del-
dre Giulia Soemia, con l'attribuzione a la persecuzione della Chiesa; ma è credi-
tal consesso sopra gli ornamenti, le costu- bile che derivasse dai gentili, forse irritati
manze, l'incedere e gli amori delle don- in vfider il nuo-
l'imperatore proteggere
ne. L'unica sua azione lodevole fu l'edu- vo cullo, onde medaglie coniale sotto
le

cazione del cugino Alessandro Severo si- di Alessandro Severo coll'epigrafe: Op-
riaco suo figlio adottivo, nato da Giulia probriiun C/iristianornm , devonsi attri-
Ma mmea sorella di detta sua madre; ciò buire al fanatismo del paganesimo, e per
fece a consiglio di Mesa sua propria mo- derisione de'crisliani e del loro protetto-
glie che non gli avea dato figli. Elioga- re. Certo è che Alessandro Severo avea
balo accompagnalo dalla madre e mo- presso di lui il suo maestro Ulpiano e mol-

glie, portò in senato Cesare Alessiano e ti cristiani, al consiglio de'quali volontieri


dichiarò che lo adottava per figlio quan- aderiva; conservava l'immagine di Gesù
tunque non avesse che due anni più di Cristo nel maggior larario del suo palaz-
prendere il nome d' Ales-
lui, e gli fece zo, e gli voleva innalzare un tempio; de-
sandro Severo. Questi era ben fatto, di cideva sempre le liti in favore de'cristia- •

amabile figura , di carattere dólce e u- ni, cui avea concesso ampia libertà reli-
mano; avea spirito vivace, gran penetra- giosa e o^ni condiscendenza. Questo im-
zione, prodigiosa memoria: era ben istrui- peratore fu onorato, come Augusto e Tra-
to nelle lettere greche e latine, nella poe- iano, col titolo di Principe ottimo. Era
sia e nell'eloquenza. Usuo merito distin- assai frugale, non amava il lusso, e proi-
to gli guadagnò l'affetto di tulli i roma- bì che gli si dassero i titoli di Signore, di
ni, per cui Eliogabalo ingelosito volen- Dio, e allri nomi boriosi che si davano
e

ROM ROM 221


a' suoi predecessori : di quelli di Divo e Gordiani, e intnnseco di Massimìnol, at-
DwinissimOj parlai a Divinità, di altri taccò Gordiano II il figlio, Io sconfisse e
ne'loro articoli. Diminuì sommamente le uccise; il morte del figlio
padi e intesa la

gabelle, provvide all'istruzione della gio- per disperazione si uccise, dopo 2 mesi di
venlù, ed impiegò i suoi risparmi per regno. Il senato intanto scelse personeper
fondar scuole in ogni sorta d'arti e scien- governare e difendere la repubblica e ,

ze. Fiori sotto di lui lo storico Dione Cas- spedì legati per ritenere le provincie del-
sio di JVicea, che scrisse in greco tutta la l'impero sotto la sua podestà. Massimino
Storia romana^ dall'arrivo di Enea in 1 ch'era in Geimania, di ciò irritato calò
Italia^ sino al regno d'Alessandro. Insor- in Italia, e nell'assedio di Aquileia i sol-
se al suo tempo il tiranno Uranio Anto- dati stanchi di sue crudeltà , lo trucida-
nino, ma non si sa altro di lui. Marciava rono insieme al figlio, il quale fu com-
alia testa de' soldati a piedi , e con essi pianto, dopo 2 anni d'impero. Nel 238
mangiava il loro cibo, per dare buon e- furono eletti dal senato Balbino e Pupie-
scmpio e animarli ai disagi inerenti alla no imperatoriji quali dichiararono che do-
milizia. Andò contro Artaserse redi Per- po la loro morte avrebbero desideratoche
sia, perchè molestava l'impero romano, fosse adottato per loro successore il pic-
lo vinse. Mentre portavasi con sua madre colo Marc'Antonio Gordiano nipote del-
a guerreggiare gli alemanni, nel 2 35 fu l'ucciso. Nel 237 era stato eletto Papas.
ucciso in Monza da' suoi soldati guada- AnterOy cui successe nel 238 Papa s. Fa*
gnati da Caio Giulio Vero Massiinino fi- hiano. L'imperatore Balbino era di na-
glio d'un pastore di Francia. L'indegno scita distinta, fii liberale e benefico, ma
Massi mino I successe per volere dell'e- solo atto agl'impieghi civili: il collega Pu*
sercito e degli assassini di Alessandro, non pieno d'ignobile nascita, non era capace
per consenso del senato: dopo aver termi- che della guerra. Indi i soldati e il popo-
nato felicemente la guerra d'Alemagna, lo vollero che con loro regnasse il detto
si recò in Roma ad esercitarvi le sue cru- Gordiano III d'anni 16. Passato circa un
deltà, facendo perire tutti quelli che Io anno, Balbino e Pupieno ingelositi del
aveano conosciuto pecoraio. Aveva una nuovo collega, pel plauso e dimostrazioni
forza prodigiosa, eguale al suo coraggio; che da tutti riceveva, pensarono disfar-
mangiava ^o libbre di carne al giorno, sene; ma furono prevenuti dai soldati che
e beveva un* anfora di vino. Associò al- li uccisero, dopo un anno d'impero. Re-
l' impero il figlio C. Giulio Vero Massi- stato solo Gordiano 111, fu principe di
minojbellissimo e delle pili liete speranze. singoiar condotta e ottima indole : fece
Perseguitò terribilmente i cristiani, e in- cambiar d'aspetto all'impero co'savi suoi
fierì specialmente contro i sacerdoti, spe- regolamenti, avendo per consigliere Misi-
rando in tal guisa più facile l'intiera distru- te di somma prudenza. Aprì il tempio di
zione della religione cristiana, e fu questa Giano, e poi marciò con Misite contro i
lay.^'generale persecuzione contro laChie- persiani che aveano invasa la Soria, e li
sa, assai sanguinosa. Per le sue crudeltà, respinse col loro re Sapore f nel proprio
il senato lo dichiarò nemico della repub- paese. Avvenne che Marco Giulio Filip-
blica, l'esercito d' oriente si ribellò e co- po diBostri nell'Arabia, d'oscura famiglia,
strinse Marco Antonio Gordiano I afri- che occupava i primi gradi nell'esercito,
cano e proconsole d'Africa nel 287 ad as- fece perireinsidiosamente Misite e sotten-
sumere il grado d'imperatore dopo aver : trò nel posto di i

ministro, ed avendo
accettato associò all'impero il figlio Marco fatto uccidere nel 244 anche Gordiano
Antonio Gordiano 11. Ma Capelliano go- IIIdopo 6 anni di regno, si fece procla-
vernatore della Mauriliana , nemico del mare imperatore. Filippo mascherò il de-
,

ROM
commesso, seri vendo al senato ch'era
litio nun^ lo chiama exccrabile animai. Mori
morto di mabtlia naturale, e ciò gii fece fuggendo in una palude, trafitto dai dar-
ottenere la conferma dell'elezione che l'ar- con cui combatteva, dopo 1 an-
di de'goti
mata avea fattadi lui, associando all^im- ni e6 mesi d'impero. Nel 25 Caio Vi- 1

pero il proprio figlio Marco Giulio Filip- bio Treboniano Gallo luogotenente del
po detto Agelasio. Notai nel voi. XXXI V, defunto, e alcuni dicono pure suo assassi-
p. 1 16 che i due Filippi furono i primi no, o almeno del di lui figlio Decio Osli-
imperatori roihani che professarono oc- liano, cui alcuni danno 18 mesi d'impero,
cultamente il cristianesimo, ricevendo il fu dai soldati proclamato imperatore e
battesinao da Papa s. Fabiano, al quale, approvato dal senato. Associò all'impero
dice Eusebio, il padre fece pubblica con- il proprio figlio Caio Vibio Volusiano
fessione pel suo cattivo ingresso nell'im- perseguitò cristiani e fu crudele anche
i

pero. Frenò le detestabili laidezze radi- cogli altri : indolente nella ribellione del-
cale in Roma; e le lingue licenziose e in- le Provincie e nell'irruzione de'barbari,
solenti de'poeli che laceravano la fuma di solo andò contro i scili per fare una pace
uomini onestissimi, e infettavano la gio- vergognosa, per cui nel 253 venne truci-
Tentìi. Le azioni dell'imperatore Filippo dato col figlio dai propri soldati, dicesi a
per invidia degli scrittori gentili non ce le Terni, dopo 2 anni e 4 mesi di regno, in
tramandarono, chese fossero state cattive principio del quale vi furono i 3 seguen-
non le avrebbero taciute. Nel 249 due i ti tiranni e usurpatori. L. Prisco; Giulio
imperatori celebrarono con grandi feste e Valente, che pochi giorni dopo aver pre-
giuochi, con segnalati spettacoli, l' anno so la porpora fu ucciso in Roma o nel-
millenario della fondazione di Roma, e rilliria; e M. Aufidio Perpenna. A Vo-
ne lasciarono monumento nelle loro mo- lusiano successe Caio Giulio Emiliano di
nete, con le epigrafi:Miliarium saeciilum: Mauritiana, d'oscuri natali, governatore
Saeculares Aug. Dopo 5 anni e 1 mesi della Pannonia, eletto dai soldati e dal se-
d'impero, furono uccisi quasi nello stesso nato perchè a questo promise di liberare
tempo due imperatori nel 249, il padre
i la Tracia e le vicine provincie dai barba-
in una sedizione a Verona, il figlio in Ro- ri, di domare i persiani , di dar la pace
ma. Nel declinar del loro regno e nel 249 all'impero e di lasciare al senato la so-
insorsero tiranni, nelle Gallie T. Clau-
i vrana autorità; ma dopo 3 mesi di regno
dio Marco Pacaziano, acclamato impera- fu ucciso presso Spoleto. Nello slesso an-
tore e visse poco; inMesia P. Canilio Ma- no 253 le legioni delle Gallie e di Ger-
rino acclamato dalle legioni, che dopo al- mania acclamarono Publio Licinio Va-
cuni mesi lo trucidarono. Ieriano,di nascita illustre, di somma pru-
Successe nell'impero Gneo MesioQuin- denza, modestia, disinteresse e buoni co-
lo Tiaiano Decio di Bubalia presso Sir- stumi, onde avea meritalo la magistratu-
mich nella Pannonia, assai coraggioso e ra di censore ristabilita da Decio; il sena-
di nobilissima famiglia : essendo senatore to applaudi tale scelta, e Valeriano asso-
e governatore della Mesia, fu mandato da ciò all'impero e dichiarò Cesare il figlio

Filippo in Pannonia per quietare l'insor- Publio Licinio Egnazio Gallieno di mol-
ta sedizione, ove dagli autori di essa fu to spirilo, colto nella poesia, eloquenza e
eletto imperatore e fece poi ristabilire la belle arti, e soprattutto nella filosofia che
censura. Die principio Decio alla 8." per- avea appresa da Plotino filosofo platoni-
secuzione contro Chiesa,ed infierì tanto la co ; era pure liberale, benefico, di mollq
barbaramente contro cristiani, anco per- i coraggio ,
qualità soffocate da indicibile
chè Filippi gli aveano protetti, che L.
i inclinazione ai piaceri, che lo rendeva in-
Cecilio nel libro : De mortibus perseciUo» dolente. Nel 254 fu Papa s. Cor/ie//o,con-
ROM ROM 223
tro il quale Insorse ili." antipapa iV'bi'^* tore,avea fatto morire il di lui primoge-
ziano che die principio al i
.**
scisma della nito Publio Licinio Cornelio Salonino
Chiesa : malgrado le persecuzioni, sotto s. crealoCesare dall'avo Valeriano; ma Gal-
Cornelio era numeroso il clero romano, lieno venne respinto, e fu costretto a ri*

ed i cristianierano giù innumerabili; non* tirarsi. Odenato re di Palmira, come nS'


dimeno da Gallieno rilegalo a Ci-
fu poi sai generoso, si mosse contro i barbari,
vita vecchia, per la 9/^ persecuzione mos- prese Nisibi e Cares, strappò la Mesopo-
sa alla Chiesa, benché Valeriano avesse tamiaai persiani e ne pose il re in fuga,
mostrato propensione pe'cristiani.Nel255 gli uccise un gran numero di soldati e

in Civitavecchia gli successe s. Lucio I^xw mandò a Gallieno molti satrapi incatena-
di furono Papi, nel 257 s. Stefano /, nel ti. Per ricompensa Gallienoassociòall'im-
260 s. Sisto II 3 che patirono il martirio pero Odenato, ma la gelosia d'uno de'suoi
nella furiosa persecuzione. Valeriano ot- parenti per questa gloria. Io fece assassi-
timo principe, pe'mollissimi disordini ca- nare con suo figlio Erode. Prese le redi-
gionati dai barbari nell'impero, dopo a- ni del governo in Palmira sua moglie la fa-
\er assaliti i sciti che aveano preso Cal- mosa Zenobia, donna di valore, dotta nel-
cedonia, bruciata Nicea e il celebre tem« le lingue e nelle lettere, che avea apprese
pio di Diana in Efeso, rivolse le sue armi da Cassio Longino filosofo distinto. Gli
contro Sapore 1 re di Persia, di cui ri- uffiziali dell'armata romana, vedendo che
mase prigioniero. Fu dal barbaro tratta* Gallieno non era capace di difendere l'im-
to con crudele indegnità , servendosene pero, l'uccisero presso Milano nel 268,con
di sgabello quando montava a cavallo, suo fratello Licinio Valeriano , mentre
indi lo fece scorticar vivo e salare o im- combattevano contro il tiranno Aureolo,
balsamare, nel 260 dopo circa 7 anni di dopo quasi 8 anni di regno,in cui con gran
impero, venendo la pelle e il corpo posto magnificenza celebrò i giuochi decennali.
in un tempio persiano qual trofeo. Il fi- Sotto di luiun Sulpizio Autonino ancora
glio Gallieno non ne fece alcun caso e so* fu Cesare; di più, nel 261 venne creato
lodisse: Che sapeva essere suo padre na' Papa s. Dionisio. Que'medesimi che fe-
to mortale, e soggetto alle vicende della cero perire Gallieno,elevarono all'impe-
fortuna. Non potendo il suo aio Postumo ro M. Aurelio Flavio Claudio II il Go-
vincerne l* indolenza , tutte le provincie tico, uomo di qualità e di merito, giun-
dell'impero scossero il giogo, ed i loro go- gendo a dire Pollione, che avea la mode-
vernatori si fecero proclamare imperatori razione d'Augusto, la virtìi di Traiano,
e presero la porpora dal 26o,al 268,dimo- e la pietà d'Antonino. Per prima cosa fe-
dochè tali insorti furono 3o usurpatori co- ce morire Aureolo, che erasi proclamato
nosciuti sotto il nome di Trenta Tiran- in Milano imperatore; indi marciò contro
ni e sono i seguenti : siccomealtri li ridu- i goti,li sconfìsse per terra e per mare,
cono a 18, questi distinguerò col corsivo. uccidendone più di 820,000 e affondan-
Ciride, Ingenuo , due Macrini, Quieto, do più di 2,000 vascelli, per la quale stre-
Pisone, I^alentCy Balista^ Regiliano, Emi- pitosa vittoria ebbe il soprannome di Go-
liano, TrebellianOj Celso, Saturnino , O- tico; ma la peste che faceva gravi danni

denato,Erodiano,Zenobia,Ereniano,Ti- ai goti, si comunicò ai romani, e fra quel-


molao, 3Ieonio, Leliano due Postumi^ , li che vi perirono vi fu Claudio II, in Sir-

LollianOfdue Filtorini, Vittoria, Mario, mich d'anni 56, quasi nel 3.° del regno,
Aureolo, Appio Claudio Cen^orino, due nel 270. 1 soldati proclamarono il fratel-
Tetrici. Pertanto Gallieno marciò nella lo o figlio del defunto, M.A.Claudio Quin-
Gallia per cacciare e punire Postumo, ii quale sentendo che il fratello a-
tilio, il

quale oltre d'essersi proclamato impera* vea designato per successore Aureliano,
224 ROM ROM
dopo 1 5 o 17 giorni si fece svenare, altri dal quale ebbe origine e progresso l'an-
dicono che in una sedizione lo assassina- tica romana grandezza, fu rispettato sem-
rono quelli che Io aveuno esallato. Lucio pre come il gran consiglio della i^izione,
Doinizio Aureliano natoin Sirmich di o- finche l'autorità imperiale fece del lòtto
scuri parenti, giunseai più aiti gradi del- svanire l' immagine dell'antico governo.
la milizia; eragrande nella persona, ner- Tacito volle ristabilirlo com'era a'tempi
boruto , ben fatlOj w ngiava e beveva d'Augusto, di Traiano e degli Antonini,
molto, ma era regolato ne'costumi. Crea- reintegrandolod'alcuni suoi antichi dirit-
to imperatore, ^vese lì Diadema ciò che , ti, tra'quali l'elezione d'uno de'suoi mem-
niuno de'predecessori aveano fatto, come bri per comandante generale degli eserci-
notai pure all'altro articolo Corona, di- ti e governatore delle provincie frontiere,
cendo che prima gl'imperatori e trion- i l'approvazione degli edilli del principe, la

fatori usavano la corona di lauro, e poi nomina de' proconsoli e de' presidi delle
i Poeti. Vinse gli alemanni, ed marco- i Provincie, il conferire a'magistrati la giù*
manni nella Yindelicia ; andò contro la risdizione civile, il ricevere l'appellazione
possente Zenobia regina di Palniira, di- di tutti i tribunali dell' impero a mezzo
sfece il suo esercito di piti che 70,000 del prefetto della cillà, formare il col- il

uomini, assediò Palmira, e presa la regi- legio de'consoli, l'avere qualche ispezione
na ch'era fuggita, la condusse in Roma a delle finanze. Nondimeno dopo la morte
ornare ilsuo trionfo, con Tetrico tiranno di Tacilo, si nuovamente
vide la deca-
delle Gallie. Punì severamente alcuni che denza della dignità senatoria: da quel tem-
aveano suscitate in Roma sedizioni nella po in poi cominciò a soffrire varie e di-
sua assenza, e mostrò severo co'sena-
si verse vicende, che si ponno leggere in Vi-
tori, i quali cominciandoa temerlo si pro- tale, Storia de senatori di Roma. Tacito
posero di farlo assassinare, ciò che nel 2 7 5 dopo avere regnato 6 mesi morì d'anni
effettuò Mnesteo suo liberto in Tracia tra 70 in Tarso, per febbre cagionata dalle
Bisanzio e Eraclea, ov'era andato contro fatiche della guerra che sosteneva contro
ipersiani con possente armata regnò 4 : i sciti. Virluoso, avea fatto di tulio per
anni e 9 mesi, ne*quali operò il grande esimersi dalla dignità; amava e coltivava
aumento del circuito di Pioma, con nuo- le lettere , fece utili regolameuli contro
ve mura e torri per metterla al coperto gli eccessi del lusso, dandone l'esempio.
degli assalti de'minaccianti barbari; e fu Vendicò la morte d' Aureliano, ma per
autore della 10.^ persecuzione contro la timore che facesse altrettanto per quella
Chiesa, della quale nel 272 era stato fatto del governatore di Siria, di notte lo tru-
capo s. Felice /Papa, succeduto nel 275 cidarono quelli che l'aveano eseguita, se-
da s. Euiichiano Papa. Sotto di lui vis- i condo alcuni. Nel 276 slesso prese la por-
sero letterati Longino e Porfirio, non
i pora imperiale M. Anneo Floriano, fra-
che Dassippa sublime oratore ed eccel- tello di Tacilo , il quale dopo 2 mesi si
lente storico,assai pratico della scienza mi- tagliole vene quando intese che tulta l'ar-
quale fu duce degli ateniesi e
litare, nella mata erasi dichiarata a favore di M. Au-
combattè contro i goti. Inoltre nell'im- relio Valerio Probo di Sirmich nella Pan*
pero d'Aureliano insorsero seguenti ti- i nonia, figlio di Massimo che da agricol-
ranni. FirmioneirEgitto, il nominatoTe- tore era divenuto tribuno militare , nel
trico, Atenodoro redi Palmira, e A. Set- quale il figlio si distinse per coraggio, co-
timio. Dopo 8 mesi d'interregno nel 276 stumi e probità, per cui fu acclamato im-
fu elevato all'impero Marco Claudio Ta- peratore e il senato confermò. Andò con-
cito dal senato, e riuscì gradito all'arma- tro gli alemanni che si erano impadroni-
la. Il senato romano , augusto consesso, ti d'una parte della Gallia, li cacciò, en-
ROM ROM 225;

trò in Germanin,la soggiogò nelI«T mag- ziano di Salona, che dal nulla era dive-
gior parte e la ridusse in provincia ro- nuto pel suo valoreprimarioudìziale del-
mana. Passò poi neir A.sia , vinse i per- l'esercito, avea in Tpngres ucciso Apro
siani, sconfisseSaturnino governatore del- assassino del fratello, ed erasi fatto pro-
la Siria che si era ribellato; vinse Pro- clamare imperatore, andò contro di lui

colo e Bonoso, che come il precedente a- in Asia per combatterlo nella Mesia, ove
veano usurpato l'autorità suprema nella essendo stato vincitore, rhentre insegui-
Gallia di cui erano governatori, e li fece va i venne ammazzato da un
fuggitivi,
impiccare. Trattando i soldati con molta tribuno avea sedotto la moglie,
, di cui
severità, fu ucciso nel 282 dopo 6 anni dopo aver regnato circa 3 anni^ Al suo
e 4 inesi d'impero. Gli successe M. Au- tempo era stato creato Papa s. Caioj ed
relio Caro, il quale si associò i figli IM. A. erano fioriti i poeti M. A. Olimpo Neme-
Carino e Numeriano, e li fece chiamare siano autore di molle egloghe, e dei poe-
Cesario Era Caro abilissimo nella guerra, mi sulla pesca e la caccia, dedicati a Ca-
troppo austero e di umore tristo; era sta- rino e Numeriano; e T. Galpurnio autore
to eletto dalla truppa senza aspettare la di 7 egloghe, indirizzate a Numeriano. Al
consueta autorità del senato. Carino era tempo diCaririo tiramioM. Aurelio
vi fu il

codardo, fiero, crudele, vendicativo, cor- Giuliano Sabino.Nel284>'estò imperatore


rotto ne* costumi e dissoluto; trattò i se- Diocleziano, molto destro, di mente fecon-
natori con grande alterigia, e come asso- da di grandi idee e di molla prudenza:
luto padrone. Numerianoera buono, con quantunque non avesse ricevuto ed ucazio-
virtìi degne del trono, avea talento per ne,protesse lescienzee le belle arti, giudi-
l'eloquenza e per la poesia; ma persegui- cando saviamente che la loro coltura con-
tò i CI istiani, come notai a Reliquie. Ca- tribuirebbe a illustrare il suo regno ed a
ro andò contro i sarmali, li vinse, e li- perpetuare la nome. Ve-
gloria del suo
berò la Tracia e l'Ulirio. Marciò contro dendo che l'impero era attaccato da tut-
i persiani e ricuperò la Mesopotamia: si te le parti, e ch'egli non poteva resistere
inoltrò sino a Ctesifonte e per le sue vit- ai tanti barbari che tentavano invaderlo,

torie ebbe il nome di Persico e di Par- per mantenerne l'integrità associò all'im-
lieo. Ivi essendo accampato sulle rivedel pero nel 286 il suo antico amico M. Aure-
Tigri, si ammalò
e morì o colpito dal ful- lio Valerio Massimiano dettoErculeo, d'a-
mine, nel 283 dopo 6 mesi di regno. Gli 1 nimo soldatesco,di spiriti feroci e modi roz-
successero detti i figli. Numeriano lo pian- zi. Ambedue altìdarono il comando delle

se tanto che gli produsse forte malattia arraatea Flavio Valerio Costanzo Cloro di
d' occhi, a segno di non poter solFrir.e la sangue illustre illirico,nipote diClaudio If,
luce, per cui si faceva portare in una let- valoroso e prudente; ed a Caio Galerio
tiga serrata, nella quale lo fece strango- ValerioMassimianodi Sa rdica,delto l'Ar-
lare il suocero Apro prefetto del preto- mentario perchè già mandriano d'armen-
rio che aspirava all'impero, e per nascon- ti , feroce , crudele e dedito alla crapu-

dere il delitto faceva portare per tutto la la : per impegnarli vieppiù alla loro di-
lettiga come fosse vivo, e intanto in suo vozione, i due imperatori li crearono am-

nome comandava, finché il fetore mani- bedue Cesari, gli fecero ripudiare le loro
festò l'eccidio dell'infelice principe che a- mogli, e poi Diocleziano die Valeria sua
vea regnatocirca 9 mesiopìii. Alla mor- Massimiano la propria
figlia a Galerio, e
ie diCaro, l'indegno Carino si trovava figliaTeodora a Costanzo Cloro, che già
nelle Gallie, ove non soddisfaceva che le avea abbandonata la bellissima s. Elena
sue brutali passioni. Avendo saputo che che gli avea dato C. Flavio Valerio Au-
nel284 GaioAurelio Valerio Jovio Diocle- relio Claudio, e Costauliuo 1 il Grande.
2i6 ROM ROM
1 due imperatori ed i due Cesari furono Severo II, nato oscuramente nell'Illiria,

così fortunali, che in tulle le battaglie ri- e asceso pel suo zelo militareai primi gra-
portarono vittoria, onde dopoioanntdi di dell'esercito : Massimiano lo fregiò del-
guerra , entrarono trionfanti in Roma : laporpora in Milano, e gli fu conferito il
Diocleziano prese il nome di /oi'm^, Mas- governo dell' Italia e dell' Africa. Nello
simiano quello di Uercnleus e slabilì la slesso anno 3o5 Galerio ottenne dal me-
sua residenza in Milano. Questi due im- desimo Diocleziano di creare in altro Ce-
peratori fierissimamente nemici de'oristia- sare il proprio nipote C. Galerio Valerio
ni, mossero la r i." persecuzione contro la Massiaiino II cognominato Daza, derivan-

tremenda delle precedenti,


r,Iiiesa,la piìi te da una famiglia d'agricoltori dell'Illi-
nella quale patì il martirio il Papa s. Mar- ria. Gli fu dato in governo la Siria, l'E-

cellino eletto nel296, cui perciò nel 3o4 gitto, e altre Provincie d'oriente. Siccome
successe Marcello I. Fu tanto immen-
s. debole, timido esuperslizioso, s'abbando-
Srimenle grande il numero de' confessori nò presto alla crapula, e s'imbrattò d'o-
della fede per detta persecuzione, che die gni sorta di delitti. Perseguitò i cristiani
il nome aWEra di Diocleziano o de' Mar- con -furore, e oppresse i sudditi con im-
tiri. Diocleziano volendo formare di TV/- poste per arricchirei soldati,di cuisi ve-
comedia un'altra Roma, vi trasportò mol- le va guadagnare l'afTetto. Egualmente nel
ti senatori romani, con Galerio vi fece re- 3o5 con universale stupore, Diocleziano
sidenza, ed ivi pubblicarono que'feroci e- e Massimiano rinunziarono l'impero, e si

dilli contro il cristianesimo, di cui parlai ritirarono a vita privata e tranquilla, il

all'indicato articolo. Diocleziano ornò di i.° a Salona, ove passò i suoi giorni nel
molli e superbi edifizi diverse città, come coltivare de'giardini; il sbandò nella Lu-
Roma, Nicomedia, Milano e Cartagine, cania di maTanimo, cedendo all'influen-
ed in Roma si ammirano ancora gran- i za della rinunzia del suo collega : il i
."
a-
2.**
diosi avanzi di sue terme. Al suo tempo vea regnato 20 anni, e quasi 6 mesi, il
viveano i 6 storici, la raccolta de' quali più di 18 anni. Ad essi successero Galerio
chiamasi Sioria Augusta , cioè Sparzia- e Costanzo Cloro: questi dividendosi l'im-
no, LauipridiOjVolcacio, Capitolino, Tre- pero, Costanzo ebbe in governo l'Inghil-
beHioPollione,eVopisco. Diocleziano ten- terra e le Gallie; Galerio il restante del-
tò di togliere ai senatori il poco di potere l'impero. Verso questo tempo la storia ri-

e di considerazione che era loro rimasto, corda 2 tiranni, Alessandro e Maiiiniano.


commettendo a Massimiano che domina- Nel 3o6 morì Costanzo Cloro, celebre pei
va in Italia, d'abolire l'indipendenza pro- trionfi riportati in Inghilterra, e su parec-
pria dell'ordine senatorio : per l'assenza chi popoli di Germania, avendo in York
de'due imperatori da Roma, non consul- agonizzante dichiarato Cesare e succes-
tandosi più il senato sulla condotta genera- sore il figlio Costantino I il Grande in ,

ledel governo, cornei. "e principal magi- luogo de'figli di Teodora, e mostrata sem-
strato della repubblica romana,comincia- pre molta propensione pei cristiani. Ga-
rono a prevalere i ministri che presso lo- lerio si associò all'impero il nominato Se-
ro risiedevano. Sotto questi due impera- vero II, uomo brutto a tutti i vizi, tiran-

tori insorsero diversi tiranni, quali furo- no e vile, egli ritirandosi nell'Illiria. Nel
no Silvio Amando Pomponio , Eliano ,
3o6M. Aurelio Massenzio, figlio dell'im-
Cardosio, Alleto,Epidio Achilleo, Domi- peratore Massimiano Erculeo, ribellan-
zio Domiziano. Nel 3o5 Galerio forzòDio- dosi a Galerio suo suocero, dai pretoria-
cleziano, in pregiudizio di Costantino fi- nisi fece proclamare imperatore ricom- :

glio di Costanzo Cloro e di cui talenti i parve allora Massimiano colla pretensio-
temeva, di creare Cesare Flavio Valerio ne di riprendere Timpuriale podestà. Pe-
e

noM ROM 227


rb Massenzio tenne in basso il genitore, sferimenloaBisanzio della sedeìmperìalei
l'irato Galerio che avea marciato su Peo- donde Roma divenne la veneranda reg-
nia , vinse colle arOìi, che lo favorirono gia de* Papi, il centro sublime dell' uni-
come prodigo e licenzioso. Rassodato al- tà cattolica, con un potere infinitamen-
quanto nel potere, Massenzio disertò l'A- te più esteso, più splendido, più possen-
frica, sfogò in Roma la più sozza avari- te e di maggior durata del suo preceden-
zia, la più prepotente dissolutezza ; per- te impero. In questo gran complesso di
seguitò i cristiani e si meritò 1' odio e il cose straordinarie, avuto riguardoal mol-
disprezzo universale, anche per la sua co- tissimo già pubblicato e celebrato in tanti
dardia. Severo II si recò in Roma ad as- articoli, i principali de'quali continuerò a
sediare Massenzio suo rivale nel febbraio indicare in carattere corsivo,procurcrò di
del 807, ma la defezione delle sue trup- essere chiaro e breve. Costantino I il Gran-

pe guadagnate da Massenzio l'obbligò a de , dalla posterità così chiamato per le


ritirarsi. Nella sua fuga incontrò Massi- sue preclare e magnanime gesta, e per le
miano Erculeo che conduceva alcune le- sue virtù e talenti, divenne presto Tamo-
gioni al figlio, per cui si chiuse in Raven- re e la speranza de* romani, come l'ogget-
na, la posizione della quale lo poneva in to della gelosia degli altri imperatori e
grado di attendere aiuti da Galerio. Te- Cesari, onde anche pergelosia Galerio l'a-
mendo poi d'essere tradito da'suoi solda- vea ritenuto presso di se, nell'assunzione
ti, si pose nelle mani di Massimiano, col- all'impero di Costanzo Cloro suo padre, e
la condizione d'essere trattato onorevol- non mai acconsentire che questocol-
volle
mente. Invece lo portò prigione in Roma, lega lo dichiarasse Cesare. Circondato Co-
lasciandogli solo la scelta del supplizio, stantino I da insidie e pericoli, destinato
ond'egli si fece aprir le vene nell aprile ad ardue e splendide imprese, la divina
307, dopo aver portato g mesi il titolo provvidenza lo difese da quanto fece. Ga-
d'imperatore. In questo anno Galerio nel lerio per farlo perire, perchè 1' avea de-
novembre diede il titolodi Augusto a Fla signato Iddio a rinnovar l'aspetto al mon-
vio Valerio Liciniano Licinio, discenden dojdonarela pace alla Chiesa,e farla trion-
te da una famiglia di conladini di Da fue a dispetto del potentissimo pagane-
eia, che per lui era asceso ai più elevati simo. Col suo coraggio, fermezza, de-
uffìzi dell'esercito avea coraggio, talenti
; strezza e prudenza, gli riuscì di trarsi dal-
tla generale, e modi da fare eseguire la lo mani di Galerio, per volare dal padre
militar disciplina^ senz'allre qualità. Eb- e raccoglierne gli ultimi sospiri. Divenu-
be in governo
Pannoniae la Rezia.Di
la to Cesare, l'esercito applaudì, Galerio ne
ciò sdegnalo Massimino li, si fece dare fa addolorato , andò ma per
sulle furie,
dall'esercito il titolo di Augusto nel 3o8i politica dissimulò, e fece mostra di blan-
ma Galerio in vece Tassunselui, e tolse dirlo. Il primo uso che Costantino I fece
a Massimino II quello che avea assunto del potere, fu d'accordare ai cristiani, già.

ed il nome di Cesare, chiamando tanto numerosissimi nell'impero, il libero eser-


luiche Costantino I, figli d'Augusti. Nel cizio della loro religione. Si recò poi nel-

809 venne creato Papa s. Eusebio. leGalliea liberarle dalle scorrerie de'frau-
Qui la storia è un laberinto,con tanti chi, ed ove esercitò eccessivi rigori. Intan-
principi e aspiranti a disputarsi o a ripren- to tutto l'occidente si preparava a ricono-
dere il potere, sul punto d'incominciare scere la potenza del nuovo Cesare, e Ro-
un'era novella e gloriosa, il meraviglioso ma oppressa dai satelliti di Galerio, si a-
trionfo della chiesa cattolica cristiana, l'e- gilava sordamente. Ne profittò Massenzio
levazione del pontificato de'Papi,rav veni- per riprendere il grado, da cui i suoi bas-

mento strepitoso e provvidenziale del tra- si vizi r aveano allontanato, facendo di-
2!28 ROM ROM
chiarare l'Italia in suo favore. II suo pa- rano in preda ai furoni di Massenzio: le
dre Massimiano riprese il titolo d' impe- principali città dell'impero erano bagna-
ratore, ed essendosi disgusttìto con Mas- te del sangue de'martiri cristiani. Costan-
senzio, passò nelle Gallic a oHiiie la ma- tino chiamato dai voti segreti de'roma-
I

no di Fausta sua figlia a Costantino I, ni, e fatto consapevole dell' odio che gli

vedovo di Minervina che gli avea lascia- portava il cognato Massenzio, risolse di
to Crispo altri dicono che nacquedalla
: prevenirlo, e preparò a passare in Ita-
si

Massimiano, ma non pare affat-


figlia di lia con tuttesue forze , assicurandosi
le

to. Costantino 1 sposò Fausta, onorò il primadell'alleanza, o piuttoslodelia neu-


suocero, ma non col titolo assunto scris- : tralità di Licinio. Massenzio dal canto suo
sero alcuni, che dipoi per morte di Fau- segretamente si unì a Massimino II. Frat-
sta sposò altra Fausta figliastra di Mas- tanto Costantino I, trepidando fortemen-
simiai.oesorella di Massenzio, ma di una te sui risultamenti della grande contesa
Fausta ne fecero due. Poco dopo e nel in cui s'impegnava, volle interrogare la vo-
Sog, vedendo Massimiano il genero im- lontà del cielo; i numi de'pàgani restaro-
pegnato in una spedizione contro fran- i no muti, gli aruspici minacciarono. Co-
chi, ne profittò per impadronirsi del su- stantino I inchinava internamente alla fe-

premo potere e vestì la porpora in Ar- de cristiana; improvvisamente egli vide


les. Allora Costantino 1, lasciate le rive del con meravigliosa sorpresa nel cielo il sa-
Reno, volò a combattere l'insorto emolo, gro trofeo della medesima in una gran-
il quale spaventato corse a chiudersi in dissima Croce risplendente, intorno a cui
Marsiglia. Presa la città daCostantino I, stavano in lettere di fuoco queste parole:
sicontentò di spogliar della porpora il In hoc signovinces. Tale miracolo pro-
perfido suocero^ il quale con nera ingra- dusse allo stupore nell'esercito. Costan-
titudine tramò contro la vita del genero tino 1 adottò per bandiera, sotto il nome
e ne volle a parteFausta. Fedele essa al- di Labaro j il segnale portentoso che gli

lo sposo gli manifestò tutto, onde colloca- pron»etteva la vittoria, adldandone la cu-
to nel suo letto uno schiavo, Massimiano stodia a'suoi prodi. L'imperatrice sua ma-
si recò a pugnarlo, quando comparve Co- dres.£'/e/irtjl'imperatriceFaustasua spo-
stantino 1 colle sue guardie, e lo costrin- sa, suo figlio Crispo, e sua sorella Costanza
se a strangolarsi nel 3 io. Nel seguente ch'era promessa aLicinio,si fecero istruire
anno Galeriosi trovò colpito da orribile nella dottrina de'cristiani quanto al bat- :

malattia pediculare,cheattribuì»alla ven- tesimo di Costantino può vedere Ni- I si

detta del cielo per le tante crudeltà usate coMEDiA. Nel principio del 3 12 l' impe-
\ersoi cristiani. Ili.°marzo3i i fece pub- tore pieno della confidenza nel Dio de'va-
blicare un editto perchè cessasse la perse- lorosi cristiani, e dello zelo de'/ieo/?^/, pas-
cuzione, il quale fu promulgato anche in sò le Alpi, s'impadronì di Susa, schiacciò
nome di Costantino I e di Licinio ; indi nelle pianure di Torino l'esercito, che
moiri ili.° maggio, che altri protraggono Massenzio avea inviato contro di lui, pre-
al 3 1 2, dopo 6 anni e giorni come impe- se Milano, guadagnò una 2.' battaglia
ratore. Costantino I padrone delle Gallie, presso Verona, e penetrò fino a circa 6
fece la sua residenza in Tre veri che ab- miglia da Romajpresso Prima Porta, ove
bellì, riportando molte vittorie sulla riva si decisero i destini del mondo, nelle vi-
dritta del Reno. Mentre parte dell' occi- cinanze non sul Ponte Milvio : la strepi-
dente respirava sotto di lui, l'oriente ge- tosa battaglia dipinta mirabilmente da
noeva sotto la tirannia di Massimino II, Ralfaele in Vaticano, nel luogo dell'azio-
che con Licinio avea diviso le provincie ne principale e negli episodi alquanto si
soggette a Galerio; l'ilalia e 1' Africa e- allontana dalla storia, per cui inducono
ROM ROM 229
varietà, ma sono legali al soggetto eroi- de restituì la pace alla Chiesa e fece da
camente rappresentato con tanta somma per tutto trionfare Gesù Cristo, il di cui
ruaestiia.La pugna fu terribile, e Costan- culto rese pubblico e solenne. Inoltie Co-
tino I preceduto dai Labaro e fidente in stantino 1 fabbricò Chiese e Basilicliey
Dio, riportò completo trionfo sopra una massime quella presso il suo palazzo o
massa numerosissima di truppe, che pre- Chiesa di s. Giovanni in Laterano , in
sero la fuga con orribile disordine. Mas- onore del Salvatore, la Chiesa di s. Pietro
senzio avea fatto costruire sul Tevere un in f^alicano, la Chiesa di s. Paolo nella
ponte di battelli per facilitare la sua ri- via Ostiense 3 e le altre che descrissi a
tirala; i fuggiaschi si ammucchiarono su Chiese DI Roma. e ad altri relativi loro ar-
di esso, quando Massenzio lo traversava, ticoli, con dimostrazioni di eilificnnte re-

o per essere
dicesi co'suoi tesori, allorché ligione. Quanto alle rendite concesse o
stato tagliato il ponte da quei che l'inse- permesse alla Chiesa, ne parlo a RENDixà.
guivano, o pel gran peso si sprofondaro- ECCLESIÀSTICA. A Papa
MelchiadecWe- s.

no ed il tiranno fu ingoiato dal fìum.e,


, l'astato crealo nel 3 donò Costantino I i i,

onde ilsuo cadavere fu trovato nella mel- parte del Laterano o suo Palazzo Late-
ma. Dell'apparizione della Croce, e della ranense, con rendite bastanti a mantene-
memorabile pugna che vuoisi avvenuta ai re il decoro della suprema dignità, come
28 ottobre, parlai in più luoghi, come nel dichiarai a Famiglia PóNTiFiciA,perquella
vol.XI,p.266. Quando Diocleziano seppe che si formarono Papi. La basilica di det-
i

la sua morte e quella di Massimiano, ne fu to palazzo imperiale, ove l'imperatore di»


talmente impaurito,chesi lasciò morire di cebatjuSy oda per se o per mezzo Aq\ pre-
fame: i persecutori della Chiesa sempre tore, fu la prescelta e convertita in lem-
ebbero pessimo fine^e questi stessi cenni pio cristiano oarcibasilicaLateranense.A-
storici Io provano. T romani accolsero il vendo Massimino II provocato lo sdegno

"vincitore in trionfo, ma egli non sali se- di Licinio, questi nel 3i3 si mosse con-
condo il costume il Campidoglio per rin- tro di lui e lo sconfìsse intieramente; per
graziar Giove, bensì accettò il solito ti- disperazione Massimino II si avvelenònel-
tolo di Pontefice massimo, il quale fu e- l'agosto in Tarso, e tutta la sua famiglia
ziandio portato da qualche altro impera- venne trucidata : morì Massimino II di
tore cristiano, al modo che dissi a quel- dolori atrocissimi, e col rammarico d'aver
l'articolo. V Italia, r Africa e le provin- versato il sangue de'cristiani; il senato a-
cie riconobbero il nuovo imperatore, il vendolo dichiarato tiranno, le sue statue
quale subito si occupò della stabilità e e iscrizioni furono spezzate. Indi Licinio
felicità del suo impero. Ristabilì i mo- ingelositosi della elevazione e fama di Co-
numenti e li decorò, secondochè lo per- stantino I , benché ne avesse sposata la

misero le arti già in decadenza. Soppres- sorella Costanza in Milano, cercò tutti i

se la guardia del Pretorio ^ eh' era stata mezzi per irritarlo perseguitando i cri-

tanlo funesta all'autorità imperiale; pro- stiani. L'imperatore marciò contro diluì,
mulgò utili leggi, pose in uso Vlndizio- vinse lebattaglie di Cibale in Pannonia,
ne, formò una nuova Corona, restaurò e di Marvia in Tracia : sbigottito Licinio
le fortune de'privali e rianimò l'attività in chiese pace, e Costantino I la concesse a
tutte le classi. La religione cristiana che condizione che gli cedesse l' Illiria e la
,

av€a abbracciata, nel modo che celebrai Grecia che gli avea dato Massimino IF,
in moltissimi luoghi, fu una delle prin- tralasciassed'incrudeliresui cristiani e che
cipali sue cure; ottenne da Massimino H potessero liberamente professare il loro
e da Licinio, che convenissero sul libero culto, e deponesse il Cesare Valerio Va-
esercizio della medesima Qe'loro slati, oq- lente che avea creato dopo la battaglia di
23o ROM ROM
Cibale. Costnnlino 1 s* immiscltiò nelK; seguirono a celebrare Papi successori e i

vertenze religiose de Donatisti ^ clic assai racchiusa nell'altare papale, finche il re-
lo piéoccuparono, e foce celebrare il con- gnante Pontefice nello splendido restau-
cilio d'Arles; quindi operò alcune spedi- ro, di esso e del tabernacolo o ciborio che

zioni contro i goti ed i Sfumali. Nel 3 i


7 lo sovrasta, ed ove sono le Teste de' ss.
foce dichiarare Cesari, il proprio figlio Pietro e Paolo, volle che l'arca di s. Pie-
Crispo, e quello di Licinio e suo nipote, nuovo altare, di questo
tro inclusa nel
Flavio Valerio Liciniano : respinse poi i ne formasse la mensa la nuda tavola
barbari nella Tracia e nella Mesia. Di che dell'arca per celebrarvisi il santo sagrifi-
Licinio ne concepì sospetto, ricominciò a zio. Accusalo Crispo dulia matrigna Fau-
jìer.'^eguilare la Chiesa e riaccese la guer- sta, che da cristiana e virtuosa era dive-
ra nel 328: la battaglia d'Adrianopoii fu nuta «lebosciata, di averle spiegato una
sanguinosa e la perdette, e di nuovo fu passione incestuosa, mentre anzi Crisposi
battuto presso Bisanzio e friggi a Nico- era ricusato di corrispondere alla sua, Co-
inedia; tuttavia a mezzo di sua moglie stantino I fatalmente lo credette, lo fece

ottenne di vivere tranquillo in Tessalo- decapitare, e sentì poi tutto 1' orrore di
nica. Ma tramando una cospirazione con- tanta severità. Essendo Crispo di eccel-.
tro Costantino I, questi lo fece strangola- lenii qualità, la speranza deirimpero,l'or-
re nelK islesso anno,, annullò le leggi da goglio di sua casa, avendo battuto ifran-
lui fatte contro la Chiesa; egual fine ebbe ( hi , e riportato una vittoria navale su
poi il figlioLicinianopegli ambiziosi suoi Licinio, il suo tragico fine destò il dispia-
disegni, e ad eccitamento di Fausta. Co- cere di tutti. 1 rimproveri di s. Elena creb-
si Costantino I restò soloimperatore e bero i rimorsi dell'imperatore, e giunse-
padrone di tutto l'impero romano. Nel ro al colmo quando si scoprirono i disor-
\'o\. XXX VII, p. i36 e 187 narrai sulla dini pubblici di Faustà,e l'infame sua ca-
riferita concessione dell' aruspicine, per lunnia contro Crispo riconosciuto inno-
cui Dio percosse di lebbra Costantino T, cente: nel furore della collera, Costantino
e come ne guarì; della dubbiezza di tali I la insieme morire molti
fece soffocare, e
cose, non ammettendosi dai critici il sug- cospicui romani suoi complici. Pei gravi
gerimento del bagno di sangue de'bam- clamori di Roma sulle commesse crudel-
bini per esserne liberato. LaChiesa e l'im- tà, l'imperatore lasciò la città per non

pero provarono nuove perturbazioni per più tornarvi, partì per la Pannonia, e la-
l'eresia degli Ariani, onde Costantino I sciò l'intiero palazzo Lateranense per uso
che facilmente prendeva parte alledispu- de' Papi. L'imperatore secondò la pietà
te religiose, indusse s. Silveslvo 7, ch'eia insigne della madre pe»; rinvenire nella
stato elevalo al pontificalo nel 3 i4, di far Palestina il ss. Legno della Croce Vera,
convocare il i.** concilio generale diiV/cert, e per innalzare magnifiche chiese in quei
ove nuli' ostante la protezione eh' erasi santi luoghi. Morta s. Elena le rese som-
procurata Ario, l'eresia fu anatematizza- mi Fece di tulio per distruggere
onori.
ta. Nel voi. XII, p. 1 ie249 ragionai del- l'idolatria, senza dar vanto al paganesi-
reffettuata erezione delle basiliche Late- mo di contar martiri, perla moderazio-
ranense e Vaticana in cui l'imperatore ne e prudenza colla quale procedette. Ben-
edificò tulli per quanto fece; come an- sì ordinò la distruzione di parecchi tem-
cora della consagrazione delle due basi- pli, famosi per le loro superstizioni e o-
liche eseguila da s. Silvestro L Questo scenità. Costantino I meditando di tra-
Papa in tale occasione trasportò nella ba- sferire la residenza degl'imperatori e il

silica Lateranense l'arca di legno ove a- centro del loro governo in Oriente, ve-
\ea celebralo s. Pietro, sulla quale prò- niva a porre ad effetto i disegni die la
1

ROM ROM 23
provvidenza avea su Roma, acciò restas- Ma per quanto procurassero Coslauiìno
se libera in potere de'Papie divenissela 1 ed i suoi successori di pareggiare Co-
metropoli del callolicismo, pel maggior stantinopoli a Roma, tentando s'era pos-
suo decoro è universale propagazione. A. sibile superarla negli edifizi e ornamenti,
Costantinopoli narrai le cause che de- loro non riuscì. Per cui è verissima la sen-
terminarono l'imperatore ad alzare quel- tenza di Suida: Conslanliiiopolls tanto est
la sontuosa metropoli con magnifico por- aUis oinnibusverbibusmaiorf quanto Ro-
to, nel luogo di Bisanzio, precipuamente mae esse minor videtur. Quindi con ra-
per difendere meglio l'impero dai bar- gione fu ripreso Sozomeno, il quale sen-
bari , a motivo della sua centrale e in* za aver mai veduto Pioma antica, pretese
cantevole posizione la durala del nuovo
: preferiHe la sedicente nuova.Molti scritto-
impero, il quale non fu distrutto che piti ri, dalla traslazione della sede dell'impero
di XI secoli dopo, può valere a giustifica- dall' Occidente in Oriente, deducono la
re la politica dell'imperatore. Si preten- rovina del primo, venendo scossa l'unità
de che Costantino I fosse disgustato colla dell'impero dalle.fondamenta,atrrettando-
maggioranza de'romani per la loro pro- ne il disfacimento generale l'ammissione
pensione al paganesimo, ovvero che di- negl' imperiali eserciti de'barbari, le cui
sperasse di riformare un popolo ammol- orde s'invogliarono di stabilirsi nelle fio-
lilo, cui le crudeltà, il lusso e le dissolu- rentissime contrade italiane. Dalla vitto-
tezze de' suoi tanti tiranni aveano con- ria riportata su Massenzio e dall'abban-
dotto all'ultimo grado di corruttela, non dono di Roma
da Costantino I, seb-
fatto
avendo ormai ardore che pei pubblici bene restasse depauperata del fiore dei
giuochi e feste. Vuoisi ancora soggiun- suoi abitanti, delle sue immense ricchez-
gere, l'avversione che le disgrazie dome- ze, e de' sommi vantaggi che le deriva-
stiche di sua famiglia gl'ingenerarono pel vano dalla sua condizione di essere ca-
soggiorno di Roma. La maggior parte dei mondOjincominciò propriamen-
pitale del
senatori e delle famiglie magnatizie diUo •
te l'esistenza politica e la grandezza di Pio-
ma,co'loro innumerabili attinenti e schia- ma cristiana, la quale colle sue glorie of-
vi, passò a Stabilirsi nella Nuova Città dei fuscò quelle di Roma pagana. De'doni fat-
7 Colli^ ove Costantino l istituì un no- ti dall' imperatore a diverse basiliche di
vello senato. Quello illustre di Roma re- Roma, pel valore d'annua rendita 5i soldi
stò perciò del tutto danneggiato, rimase 3 1,680 equi valenti a circa scudi 3oo,ooo
debole, ed appena un venerando monu- si veda Bianchini nella prefazione al t. 2

mento d'antichità sul Monte Capitolino, i\e\V Anastasio, dove ne fa lo specchio, da


perchè Costantino 1 procurò d'innalzare Zaccaria riprodotto nella Disserl. x. De
all'antico suo lustro qiiello di Costanti- romanae ecclesiae patrimoniisl. 2, p. 67
nopoli. Ivi da Roma furono trasferiti i eseg., ed '\W\^x\o\\, Libro pontificale d A»
principali suoi tesori , e quelli delle arti naslasio 1. 1 , p. 77 e seg. Delle chiese fon-
greche e romane, colle preziose spoglie date in Roma da Costantino, egregiamen-
delle soggiogate nazioni; tutto fu traspor- te trattò Giovanni Ciampini: Veteramo'
tato nella Nuova Roma, ove Costantino nimenta etc. De s. aedifìciis a Constanti'
I eresse grandiosi edifìzi e basiliche, con no Magno conslructis. Siccome Papa s.
piti magnificenza che gusto , dopo aver Silvestro I fu il primo tra' romani Pon-
fatto spianare tutti i templi profani del- tefici che trovasi effigiato colla Tiara o

l'antica Bisanzio. Intrapresa la fabbrica corona , diversi scrittori sostengono che


dell'immensa città nel 826, potè Costan- gliela concedesse Costantino 1, e vuolead-
tino I terminarla e solennemente dedi- ditarne la ragione il cardinal Stefaueschi
carla col suo nome agli 1 1 maggio 33b. presso Muratori, Script, rer. Italie, t. 3,
m

23a nOM ROM


p. 648, qual segno di libertà, per quel- M. imp. donatio I Papae Boni,
Sylvestro
la chcnvca acquistala la Chiesa dall'iui- inscripta, nonutaGratiano truncntim,
peralore slesso nel farsi cristiano e nel sed integre edita : cum versione graeca
proteggerla apertamente. Sembra ch'egli duplici. IVicadoro Balsamonis palriar-
l'abbia ricavato dall' editto iìiaioso della chae /antiocheni et Matthaei Blastaris ,

donazione di molte proviiicie e partico- J. C. gravai Item Otto ni s III imp. do-
.

larmente della città di Roma alla chiesa natio Silvestro II Papae facta,in qua de
romana ed ai Papi, fatta da Costantino fide et auctore Constantinianae testimo-
I, presso Labbé, Concilior. 1. 1 538,
, p. 1 nium commentariis amplissimi illustra-
dove si legge Decrevimus et
: hoc, ut idem ta, typ. Gotthardi Vacgelini. Bartolomeo
i'enerahilis Pater nostcr Silvester siunnius Picerno,/-^e donàlione Conslantini. La di-
PontifeXy etomnes cjus siiccessores Pou- resse a Giulio II tradotta dal greco in la-
tifices diademate y vidtlicet corona, qua tino : al libro vi è unito il parere di Val-
ex capite nostro Hit concessimus,c.x auro la, cui seguono il favorevole sentimento
purissimo 3 et gemniis pretiosis , uti de- del celebre cardinal de Cusa, e quello di
beantj et in capitt.ad tandem Dei, et prò s. Antonino arciv.°di Firenze.Ulrico fluì-
Jionore b. Petri, gestare. Sulla donazione tenio, Praefatio ad libellum Laurentii
di molte provincie e di Roma fatta da Falla contra effictam^et ementilam Con-
Costantino 1 a s. Silvestro I e successori, stantini donationem ad Leonem X Pont.
scrissero molti autori prò et contra , al- Max. Exst. cum Pmcerni, Valentis, eta-
cioni de'quali riporterò. Pagi stima apo- liorumopusc. Agostino Steuco, De falsa
crifo 1' editto di tal donazione; Barunio, donatione Constantini libri duo. Ejusdeni
comedice Schelstrate, lo giudica fìnto dai de resti Uienda navigalioìie Tyberis^ L"g'
greci prima di lui io dichiarò supposto
: duni 1 547'Girolamo RotaSchekenstrain,
Girolamo Paulo cameriere d'Alessandro De ver ìtale, firmamento, etstabililate do-
VI. Del supposto editto trattò pure Na- nationis Constantinianae ad Pium IF.
tale Alessandro, Hist. eccL saec. 4> J^ì^s- Dilingae excudebatSebaldus Mayer. En-
sért. 25, art. 2. I primi però a fare men- rico Mattia Schrodero, Donatio Conslan-
zione di questo editto furono, secondo il tini M. imp. Sylvestro I Papaefacla ex-

parere degli eruditi Adone arcivescovo , plosa, Helmstadii 17 16. Papas. Silve-
di Vienna, morto nell' 882 e parte di , stro I mori nel 336 e nel medesimo an-
esso fu ancora partecipato da s. Leone no gli successero i Papi s. Marco cardi-
IX del 1049 a Michele Cerulario pa- nale romano , nel cui tempo già era in
triarca di Costantinopoli. Il Papebrochio uso il nome di Cardinale , e s. Giulio I
per altro sembra che si dichiari per l'e- cardinale romano. Nel 332 Costantino I

sistenza reale dell'editto, m Conatuniad ebbe il piacere di vedere il suo figlio Co-
s. Sylvestrum /, n.°^, p. 128. Tratta- stantino Il sconfiggere i goti e forzare A-
rono della donazione delle provincie e di riarico loro re a dare ostaggi; i sarmali che
Roma ai Papi Lorenzo Valla, Tratta-
: aveano voluto soccorrerli furono disfatti
to della donazione , die volgarmente si e sottomessi. Fecero omaggi alla poten-
dice fatta da Costantino Magno a Pa- za e saggezza dell' imperatore gli amba-
pa s. Silvestro 1, 1 546 senza nome di sciatori dell' Etiopia, dell' India e della
luogo e stamperia. Gio. Girolamo Alba- Persia. Nel 335 Costantino I, sia che cre-
ni, L'djcr prò oppugnata Rom, Pont, di- desse il peso dell'impero troppo grave per
gnitate, et Conslantini donatione, Ilomae uno solo, sia che temesse le divisioni che
1 547. Gherardo Boselli, Della donazio- potevano insorgeredopo di lui,diviseritn-
ne del Magno Costantino fatta alla chie- pero al modo che descrissi in tanti arti-
sa romana, Bologna i64o. ConsLanùnus cóli, tra i suoi 3 figli e 2 nipoti assegnò :
ROM ROM 233
le Gallie, la Spagna e la Grati Bretagna Crevier , Storia degV imperatori roma-
a Costantino lì primogenito; rilliria, l'I- ni, Venezia 829. Contedi Segar, Stòria
1

talia e I* Africa a Costante I secondoge- romana, Roma 182 i. Carlo Fea, Consi-
nito ; la Tracia, l'Egitto e l'Asia a Co- derazioni storico- filosofìcO'Critiche sul-
stanzo I terzogenito : ai nipoti diede , la l'impero romano, e del sommo pontifica-
Macedonia e V Acaia a Dalmazio; l'Ar- to della religione cattolica apostolica ro-
menia, il Ponto e la Cappadocia ad An- mana, Roma iS^'y. Gio. Battista Casali,
nibaliano. Avendo Sapore li re di Per- De Urbis ac romani imperii splendore^
sia reclamato 5 provincie cedute ai roma- Romae i65o.
ni 4o anni prima, Costantino I con un e* Costantino II malcontentode'paesi che
sercito marciò contro di lui, ma inferma- gli erano toccati , e dell' ingrandimento
tosi presso Niconiedia, vi morì a' 2 mag- del fratello Costante I, che per morte di
gio 337, in età d' anni 63 e dopo 3 1 di Dalmazio avea riunito le sue provincie
regno. Tutto l' impero fu compi eso dal ai propri stati, con un esercito si portò in

più vivo dolore, econsolennissima pom- Italia per fìir valere i suoi diritti, e perì
pa fu portato a Costantinopoli e sepolto presso Aquileia nel 34o, per cui Costan-
nella sua basilica de' ss. XII Apostoli. I te I restò padrone di tutto l' occidente.
pagarti di questo principe ne fecero un Costante I dopo aver sottomesso i popo-
Dio, cristiani lo riverirono quasi per san-
i li oltramontani , difeso s. Atanasio ve-
to: le sue grandi qualità e le infinite bene- scovo d' Alessandria, proscritto dagli a-
merenze colla Chiesa universale, da que- riani protetti da suo fratello Costanzo,
sta lo fecero riguardare come suo i.°
il fu fatto uccidere in Elna nel Rossiglione
protettore, e ricoprono le azioni che gli dal ribelle Magnenzio nel 35o. Nellostes-
si rimproverano. Siccome la sua vita fu so tempo insorsero gli altri tiranni Ve-
circondata di gloria, così la memoria è triano e Nepoziano. Questi tentò d'im-
in l>enedizione presso la posterità, qual padronirsi della porpora e di Roma, ma
eroe del cristianesimo. Eusebio di Cesa- fu vinto e ucciso da Magnenzio. L'eser-
rea, il principale dotto del suo secolo, che cito di Vetriano dichiaratosi per l'impe-
in occasione della celebrazione del 3o.° ratore Costanzo, ottenne una pensione e
annod'impero, avea inCostantinopoli re- la vita. Indi nel 35 1 l'imperatore assalì
citato un bellissimo panegirico ad onore Magnenzio e lo vinse , non senza gravi
di sì gran principe, dipoi ne scrisse la vita; perdite, finche il tiranno da se stesso si

ed il gesuita Mambrun il poema: Coru tolse la vita, restando Costanzo padrone


stanlintis siveidolatria debellata. J. Vogt di tutto r impero; divenne crudele, su-
pubblicò sottoil titolo ò'Histon'a literaria perstizioso e perseguitò la fede cattolica.
Constantini Magni, una bibliografia ra- In Roma nel 352 fu creato Papa s. Li-
gionati» di 80 autori chescrissero intorno
1 berio, che Costanzo fece condurre a Mi-
a Costantino I il Grande. Avendo a Co- lano, ove risiedeva, e poi esiliare perchè
stantinopoli riportato colla serie degl'im- difendeva s. Atanasio contrarissimo degli
peratori successori di Costantino I, fino ariani. Recatosi l' imperatore in Roma,
ali453 in cui ebbe termine l'impero o- le matrone romane implorarono e otten-
rientale o greco, i principali fatti, massi- nero il ritorno del Pontefice; ma ripu-
me se riguardanti Roma ed i Papi, alle gnando poi di sottoscrivere il conciliabo-
biografie de'quali come notai vi sono le lo di RiminiàQÌ 350, Costanzogran fau-
altre notizie, qui appresso mi limiterò tore degli ariani nuovamente Io fece cac-
semplicemente ad accennare gì' impera- ciare da Roma , e sostituire nel 355 s.

tori che regnaronosino all'istituzione del- Felice 11, il quale non tardò ad essere
l'impero occidentale. Vedi Gio. Battista anch'egliesiliatodalla città, per aver con-
VCL. LVIII. i6
-

234 ^OM ROM


dannato gli errori dell'imperatore. Que- le luogo in cui fecero la divisione delle
sto indegno principe unon nel 36 1 presso provincia dell'impero romano. Valenti
Mopsuerana, vicino al monte Tauro, e gli niano l lasciò al fratello Valente quelle
successe l'i niqu issi moGm//tìfno l'Aposta- che avea da principio possedute Costan-
ta, filosofo di grande ingegno, nato a Co- zo, cioè r Egitto, tutta r Asia e la Tra-
stantinopoli da Costanzo fratello di Co- cia, il che fu chiamato impero d'Oriente.
stantino I il Grande. Dalla fede cristiana Riservò a se tutto 1' occidente, il quale
passò alle superstizioni del gentilesimo, con>prendeva l'Illirio in tutta la sua am-
e dopo aver abiuralo la fede di Gesù Cri piezza, l'Italia, l'Africa, la Spagna, e la
sto, si dichiarò suo nemico, e di tutti i Gran Rrelagna, onde Roma diventò caf
cristiani ferocemente, onde die principio pitale dell'impero d'Occidente. Nel 867
alla 12." persecuzione generale contro la fu creato Papa s. Damaso I ^ contro il
Chiesa,ed aboPi tutti i privilegi ad essa con- quale insorse l'antipapa Orsicino (del-
cessi da Costantino I, di che feci ricordo a la fiera zuffa, ch'ebbe perciò luogo col-
RKNDiTA.Come infestissimo apostata ne fé la morte
187 persone, parlai anco-
di
ci la biografia, e parlai in tutti gli articoli ra nel voi. XIII, pag. 71), che fu ban-
cheloriguardanojmorì infelicemente nei dito dal prefetto di Roma e da Valen-
la guerra di Persia nel 363. Con questo tiniano I: essendosi convertito il prefet-
ìmperatoretérminò la famiglia diCostan- to Gracco, l'infame spelonca del dio Mi-
tino I il Grande, nella quale il cristiane- tra fu abbattuta. Valenliniano I ebbedue
simo trovò il suo più generoso protetto- Graziano che dichiarò Angusto in
figli,

re, ed il suo più crudele nemico: a Giu- Amiens, e Valentiniano li detto il Gio-
liano non si possono negare molte eccel- vine mentre trattava co'Iegati de'nemi-
:

lenti prerogative e profonda dottrina, o- ci montò in tanta collera che ne mori


,

scurate da quanto ho accennato. L'arma- nel 375, lasciando l'impero a Graziano,


ta al di là del Tigri elesse imperatore Gio- ottimo, magnanimo, savio, pio e pruden-
TÌano, il quale con destrezza e prudenza te. Il suo zio Valente combattendo con-

distolse i soldati dalle riprese superstizio- tro goti, fu preso e brucialo nel 378,
i

ni pagane, si mori
pacificò coi persiani, e onde Graziano si trovò padrone tanto del-
in Costantinopoli dopo 7 mesi buoni nel l'oriente che dell'occidente, che vedendo-
364. In Nicea l'armata proclamò Vaien- lo disluibato dagli alemanni, dai goti, da-
liniano I,che si associò all'impero il fra- gli unni, dai vandali e da altre barbare
tello Valente e gli diede il governo del- nazioni, per potere a tutti resistere, nel
l'oriente, con Costantinopoli per capita- 379 associò all'impero Teodosio I il Gran-
le, tenendo Valenliniano 1 quello dell'oc- de. Era questi insigne condottiero di ar-
cidente, con Roma per metropoli, ch'era male, di eccellenti virtù fornito e vera-

da gravi guerre sconvolto, e fermò in Mi- mente magnanimo. Marciò contro i ne-
lano la sua sede: principe virtuoso, os- mici, li vinsetultie ridonò la paceall'im-
servatore della giustizia edivotodella cat- pero, per cui Graziano gli conferì il tito-

tolica fede. Valente in vece ebbe delle qua- lo di Augusto, e gli die ilgoverno dell'O-
lità, ma protesse l'eresia ariana, sostenne riente e della Tracia. A sua istanza s. Da-
molte guerre e fu crudele. La divisione maso 1 fece celebrare in Costantinopoli
dell'impero fu nel364 e avvenne in que- il
2.** concilio generale e per quella me-
sto modo.due imperatori partirono da
I tropoli il i.°, nel quale a contemplazione
Costantinopoli enei principio di giugno della residenza imperiale die al vescovo si

arrivarono a Naisso , ove si trattennero il titolo di primato dopo


Patriarca e il

quasi un mese. Il castello di Mediana, una il Papa, ciòches. Damaso I non approvò,

lega distante dalla città, fu il memorabi- uè i successori fino a Innocenzo ///. la


RO M RO M 235
Roma alcuni senatori leularonodi rista- prese in Aquileia, rtibbandonò all'ira dei

bilire il gentilesimo, con innalzare nella soldati che lo trucidarono nel 388, ri-
curia l'ara della Vittoria, ma il Papa Io stabilendo Valentiniano II. Questidiven-

impedì in tempo di s.Damaso I la chiesa


: ne saggio e fece di tutto per riacquistare
romana era divenuta già tanto ricca, che la benevolenza de'sudditi; ma Arbogasto
il console Preteslato soleva dire a (juel che Teodosio I gli avea dato per consi- ,

Papa Falerni vescovo di Eoma^ ed io


: gliere, essendosi impadronito del potere,
mi furo subito cristiano. Essendo insorto sidetermìnòValentinianoII a punire tan-
nel 383 il tiranno Massimo, s'impadro- ta audacia con ispogliarlo di tutti gl'im-
ni dell'Inghilterra e delle Gallie. Marciò pieghi '.
però pochi giorni dopo fu trova-
contro di luiGraziano, ma a tradimento to morto in Vienna delle Gallie nel 3go,
fu ucciso da Andrasio generale di Massi- per opera del tiranno Eugenio già pro-
mo. Ciò assai dispiacque a Teodosio!, pu- tetto da Arbogasto. Allora tutto i'impe-'

re per*le arti di Massimo ne i*ìconobbe ro si riunì in Teodosio I, il quale debellò


r usurpazione, restando nella sua residen- e uccise Eugenio e Arbogasto,e portò al
za di Costantinopoli, mentre Valentinia- colmo la potenza romana. Morendo nel
no II regnava in Milano enei resto del- 395 divise l'impero tra i figli Arcadie ed
l'Italia che gli avea ceduta il fratello fin Onorio, il i." ebbe l'oriente, il 2.° l'occi-
dal 383. Nel medesimo 383 in Roma e dente, incominciando la serie degl'impe-
in Italia fu tanta carestia che costrinse il ratori d' occidente. Onorio prima fece re-
popolo a mangiare ghiande e radici d'er- sidenza in Roma, poi in Milano, indi in
be, e da Roma furono cacciati poveri, i Ravenna. Sotto i due deboli imperatòri
di che assai si rammaricò s. Ambrogio. Io l'impero decaddeprecipitosamente, mas-
tempo d'Augusto per somigliante cagio- sime quello d' occidente per tradimento
ne furono mandati 8o miglia lungi da di Flavio Stilicone vandalo, sposo di Se-
Roma i gladiatori e servi venali. Da que- rena nipote di Teodosio I, e tutore del ti-

sta fame Simmaco zelatore del gentilesi- mido Onorio, suo ministro o piuttosto so-
mo prese occasione di direnella relazio- vrano dell'impero occidentale ondeggiò :

ne a Valentiniano II, che in ciò era ma- tra il cristianesimo e il paganesimo , ed


nifesta la vendetta d^'numi, per le ren- in questo fece educare suo figlio Euche-

dite tolte ai loro sacerdoti e le possessio- rio, ed agognò d' succedere ad Onorio.
ni alle vestali, studiandosi d'indurlo a ri- Colla morte del gran Teodosio I il genio
pristinarle; però s. Ambrogio, ad insinua- di Roma le rimembranze
era disparso,
zionedi s.Damaso 1, eccellentemente com- della sua gloria perqualcheanno protes-
battè all'imperatore sì frivole ragioni. sero due fanciulli suoi figli, che non pos-
i

Scrisse s. Ambrogio : Dove Pietro^ cioè sedevano alcuna delle sue virtù; l'impe-
il sommo Pontefice, ivi è laChiesa. I n Ro- ro fu assalito da ogni parte dai barbari.
ma nel 385 venne eletto Papa s. Siricio. Pel zelo religioso diTeodosio I il culto cat-
Valentiniano II favoreggiandola settade- tolico divenne unico in Roma, essendosi
gli ariani, perde l'amore de'sudditi, laon- abolita intieramente l'idolatria : atterra-
de Massimo ne profittò per impadronir- te le statue delle divinità pagane, molli
si nel 387 di parte dell' Italia. Valenti- edifìzi furono dai' Papi consagrati al cul-
niano II si ritirò in Aquileia, e poi passò to cristiano, e gli stessi Papi generosamen-
inCostantinopoli a invocar l'aiuto di Teo- te li provvidero di ricchesuppellettili, on-
dosio I. Questi ne sposò la sorella Galla, de i sagri misteri fossero celebrati con
mosse contro Massimo che stava perim- pompa che in tanti luo-
ecclesiastica, di
padronirsi di Milano e del resto d'Italia : ghi ragionai descrivendo tali magnifici
lo inseguì nella Pannonia e vinse, indilo donativi. A questa particolare sollecilu-
236
(line dei Papi ,
ROM
di cambiare in uso sagro
ROM
pardi venuti dalla Libia. Intanto Alarico
1
buona parie de'lempli e nllri edifìzi pro- re de' Go^/ penetrò con numeroso esercito
fani del paganesimo, deve Roma la con- in Italia e assalì il cuore dell'impero, per
servazjone di lanli preziosi avanzi della cui nel 4f>3 assediò Roma , ed il senato
romana splendidezza , i quali probnbil- mandò a lui due ambasciatori per ti-ot-

nienle sarebbero lutti periti, se i barbari tarela pace. Allora Onorio, lasciato il pa-
che tante volte distrussero e saccheggia- lazzo di Milano, cercò un ricovero nelle
rono Roma , non avessero rispettate le fortificazioni d'Asli sulle rive del Tana-
chiesealmeno nel materiale e per le vi- ro, e Alarico lo assediò. Slilicone accorse
ve premure de'Papi, che divennero pro- i a soccorrere Onorio, e lo liberò colla bat-
de'romani,
tettori autorevoli della città e taglia di Pollenza presso lai fiume aglii i

abbandonati dai loro indegni sovrani : aprile. Onorio rientrò in Roma in trion-
con queste paterne sollecitudini de'Ponte- fo ne'giuochi che celebrò in tale occa-
:

fìci, la provvidenza dispose a poco a po- sione, il sangue de' gladiatori lordò per
co il principio del loro dominio tempora- l'ultima volta l'anfiteatro della capitale
le, per esercitare con piena indipendenza del mondo, che poi fu consagrato al di-
il loro apostolico ministero, fare rispet- vino culto. Non essendo più Roma e Mi-
tare meglio la religione cristiana nelle lano un soggiorno sicuro perla corte im-
diverse parti del mondo, ed agevolarne periale, la sede del governo stabilmente
]a progressiva propagaaione. Teodosio I fu trasportata a Ravenna sul litorale del
fu chiamato l'ultimo de'prodi, ma fatali mare Adriatico, in cui v'era meno perico-
niente riempì gli eserciti imperiali di a- lo delle imprese de'barbari. Diversi scia-
Inni, goti, sciti e altre razze di barbari. mi di essi andavano inondando l'impe-
JXel 398 fu elevato al pontificato s. A- ro,massime nelle Gallie e nelle Spagne.
nastasio /, che nel 402 ebbe in succes- Avendo Olimpio supplantato nell'animo
sore Innocenzo I. In detto anno Ono-
s. di Onorio l'affezione che questi aveaper
rio cheavea alternato la sua residenza in Slilicone, divenuto anche suo suocero,
Roma, Milano e /?rtrt^e/7Aitìf, in questa ulti- il quale d'intelligenza con Alarico si a-

ma città avendo edificalo un palazzo vi sta- doperava per succedergli sul trono, l'im-
bill la sua residenza, e poi la dichiarò se- peratore in Pavia spilo suoi occhi fecei

de e capo dell'impero occidenlale,''percui trucidare gli amici del ministro, il quale


in queir articolo riportai le notizie del- trovavasi in Bologna, e passato in Raven-
l'incapace principe, dell'impero medesi- na ivi nell'agosto 4^8 gli fu troncato il

mo, le notizie e serie de'suoi successori: capo. Alaricodispiacentissimo della mor-


ad Italia poi avendo narrate le imprese te di Slilicone, ne profittò per ricomin-
principali de'suoi re e dominatori, biso- ciare la guerra, indi nel4o8 assediò Ro-
gna sempre tenere presente quell'artico- ma strettamente. Dopo lunga resistenza,
lo, hiollre nel ^01 fu terminalo il risar- ed a motivo della fame e della peste, il

ei meo lo delle Mura di Roma e riflitte senato romano concluse col


una capito- re
diverse Porle di Roma da Onorio, onde lazione, che s. Innocenzo I portò a Raven-
fortificarla con merli e torri dalle incur- na per farla ratificare da Onorio. Questi
sioni de' barbari. Imperando Slilicone , trallenendolo ne restò irritatissimo,quan-
trastullava l'indolente Onorio in Roma doseppechenellapaceerasiconvenuloda-
con feste e lodi, mentre disordini del-
i re 5ooo (altri dicono 5oo,ooo) libbred'o-
l'impero ne schiudevano le vie a'barbari. ro, 3o,ooo d'argento, 4,000 vesti di seta

L'imperatore dovette abbandonare Ro- e 3,000 pelli rosse (o vesti tinte di porpo-
ma, e portarsi in Milano, ove die al popolo ra). Ed essendo l'erario esausto, furono
lospeltaccolod'un combattimento di ieo- spogliati i simulacri de' falsi dei dell'oro
ROM ROM 237
e delle gemme di cui erano ornati, lìque- Serena moglie di Stilicone, per aver chia-
facendosi gl'idoli d'oro e d'argento. Ciò mato barbari all'assedio di Roma, Ai-
i

fu giudizio divino, imperocché avendo talo che da prefetto di Roma era stato
gì' imperatori cristiani ordinalo la chiu- fallo da Alarico proclamare imperatore
sura de'templi, e la distruzione degli alta- dal senato, non ne fu che un'ombra, solo
ri e degl'idoli, i gentili favoriti daEuche- per concedere al vincitore e suo compa-
rio figlio di Stilicone (che aspirando al- gno Ataulfo leprimedignilà dell'impero.
l'imperofomentava l'idolatria e prepara- Deposto dal suo promotoreAlarico, e ri-
va persecuzioni a'cristiani), di recente ne stabilito neltitolo da Ataulfo, fu preso

aveanoformati più preziosi e ornati ricca- prigione da un generale d'Onorio, che fat-

mente. Nel seguente anno 409 ritornato tagli recidere la mano destra lo rilego nel-
all'assedio della città, invitato dagl' ido- l'isola di Lipari : il resto può vedersi a Ra-
latri, Alarico co'suoi Golipev tradimen- venna, colla quale è collegata la storia di
to sorprese Roma, e vi entrò per la Por- Roma Tor-
in questa e seguenti epoche.
ta Salaria a'24 agosto, del4i o secondo nato in Roma s. Innocenzo I nel 4^0, o
altri: incendiarono i giardini o orli sai- più probabilmente nel 4 1 r, si applicò con
lustiani del Monte Pincio e gli altri edifi- tutto l'impegno a sollevare e consolare i

zi prossimi a detta porta, sfogando la lo- romani dalle disgrazie sofferte, e restau-
ro rabbia con ogni maniera di uccisioni, rare le chiese ornandole di nuovi lavori, e
devastazioni e incendi. La loro avidità di preziosi mobili d'oro e d'argento. Do-
restò satollata col saccheggio delle abita- po la partenza de'barbari non mancò la
zioni de'ricchi cittadini doviziosi, e gli e- città di riprendere vigore e risarcire le
difizi avanzati dal fuoco vennero spoglia- perdite fatte, cosicché dopo alcuni anni
ti de'monumenti preziosi delle arti e del- quasi non si conoscevano più le traccie
le scienze, e delle materie più ricche la- delle devastazioni sofferte. Onorio che vi
sciate nel trasferimento della sede impe- si era portato mollo contribuì al risarcii
riale in Costantinopoli eRavenna. Ber- mento di Roma, e tornò in seguito a Ra-
nino ufiWIsloria ddCeresie, osserva che venna. Nel 417 divenne Papa s.ZosimOy
Alarico, sebbene ariano, volle che si ri- il quale ottenne da Onorio che fossero
spettassero le basiliche di s. Pietro e di cacciati da Roma gli eretici Pelagiani. Il
6. Paolo, in uno a quelli che vi si erano Pontefice s. Zosimo, fu ili.°cheal titolo

portati a prendervi asilo ; e siccome gli di Fescovo o di Papa aggiunse il nome


arredi d'oro e d'argento della chiesa di di Romay come rileva Papebrochio, in Co-
s. Pietro si conservavano in casa d' una nat, Chron, hist. p.i49> scrivendo al ve-
sagra vergine, con l'assistenza de'suoi sol- scovo di Salona Zosinuis Episcopus Ur-
:

dati lifecerestituirealla basilica. In que- bis Roniae, Hesichio episcopo Salonita-


sto secondo assedio la fame fu maggiore, no j saluteni. Però osserva Roderico da
e le madri si satollarono colle carni dei Cugna, in Commentar., che ne'due cap.
propri figli ; indi successe fìerissima pe- Stalidmus, n.° 2, dist. 4» e Transmari-
stilenza. I senatori furono incatenati ed «o^jdist. 98, si trova Thelesphorus Epi-
esiliati, altri fuggirono; cosi e pe'senatori scopus Roniae, il quale già era stalo Pa-
che aveano seguito Onorio a Ravenna, il pa nel 142; ma ognuno sa quante impo-
senato romano restò del tutto depaupe- sture nelle supposte Decretali lasciò Isi-
ralo, e solo dopo la morte d'Alarico po- doro Mercatore. Nel 4'8 fu crealo Papa
tè alla meglio riunirsi negletto e senza s. Bonifacio Ijcoulvo il quale insorse l'an-

potere. Tra' prigionieri vi fu Galla Placi- tipapa £*a/rtt//o, spalleggialo da Simmaco


dia sorella d' Onorio, della quale trattai prefetto di Roma da questa contesa che
:

a RivENNA, la quale avea fatto strozzare volle decidere Onorio in Ravenna, deri-

I
-

238 ROM ROM


\ò Tenorme « prepotente abuso, che pri- del defunto Eudossia a sposarlo, e poi ma-
nia Onorio, e poi re ò'JtaUa, indi gV Im-
i uifestossi per autore dell'assassinio di Va-
peratori si fiammiscliiarono ueW Elezio- lenljnianolII,per cuiEudossia chiamò nel-
ne de Papiy con tanto danno deirecclesia- r istesso anno in Roma Genserico re dei
stica libertà, e più tardi per altri scismi Vandali vendicarlo. Non fu questi tar-
Q,

ebbe origine l'abusiva avvertenza dell'^"- do all'invilo, e mosse dall'Africa con po-
sclusiva. Dice Papebrochio, che s. Boni- derosa flotta, sbarcò alle spiagge romane,
facio I continuò a intitolarsi Vescovo di onde Petronio fuggì, venendo trucidato
llomay così i successori, e s. Leone I vi d'ordine d' Eudossia, e gillalo nel Teve-
aggiunse : Vescovo di Roma e della chie- re. Papa S.Leone uscì incontro a Gen-
1

sa catlolicay scrivendo a Teodosio li im- serico 6 miglia da Rouia, aflinchè trala-


peratore greco d'oriente. Nel 4^3 gli suc- sciasse le barbare ostilità contro i citta-
cesse s. Ce/e5/mo /che raffrenò e condan- dini , e per le sue preghiere si contentò
nò molti eretici, e non potendo tollerare del sacco della città peri 4 giorni e altret-
che Novazioni tenessero molle chiese
i tante notti. Genserico senza difficoltà en-
aperte in Roma, rilegò Rusticola ultimo trò in Roma priva di difesa a' 12 giugno
loro vescovo in una vile casa, e gli vietò 455, incominciando il saccheggio che riu-
qualunqueadunanza co*suoi settari. Lan- scì il più desolante di lutti, e quanto era
guendo T)norio in ozio deplorabile in Ra- scampato alla furia de'goti rimase preda
venna, vi morì nel 4^3 senza prole, ben- de' vandali, con gran quantità d'oro e di
ché avesse avuto due mogli, Maria e Ter- statue preziose; poiché imbarcato il bolli-
manzia figlie di Stilicone gli successe Va : no inviarono il lutto a Cartagine, insie-
lentiniauo 111, nato in Ravenna da Galla me all'iniperatrice prigioniera, colle sue
IMacidia figlia di Teodosio L In Ravenna figlie Placida e Eudossia, ed a gran nu-
fu acclamato Giovanni usurpatore, dopo mero di romani in ischiavitù , compre-
la morte del quale nel 4^5^ Valentiniano si molli senatori, co' quali poi fu crude-
III, ricevuto il titolo di Cesare, si recò in lissimo nella persecuzione che mosse alla
Roma ad assumere
porpora in presen-
la Chiesa. Il palazzo imperiale fu totalmente
za del senato, e poi fu coronato in Raven- preda lo; tolsero barbari i la metà delle te-
na, che dopo Roma dichiarò capo d'Ita- gole di bronzo dorato che coprivano il

lia. Nel 432 fu creato Papa s. Sisto 111^ tempio di Giove Capitolino, e demolirono
cui successe nel 44^ s. Leone I Magno, con insana rabbia buona parte de' pub-
il quale colla mirabile sua presenza otten- blici edifìzi. Non rispettarono neppure le
I
ne, non mi)\{o\uvì^ì {\a Mantova^ che At- chiese, e ne tolsero le dovizie più prezio-
tila re degli unui,chiamaroy7f7^e//<fm Dei, se, particolarmente i vasi d'oro e d'argen-
ritirasse il suo formidabile esercito da I- toche Tito avea p^-esi nel tempio di Ge-
talia. Valentiniano III essendosi portato rusalemme, e conservati sino allora con
in Roma nel 449» nell'anno seguente vi somma diligenza. In grazia peròdis. Leo-
morì la madre Galla Placidia, trasporta- ne I, preservò Genserico dallo spoglio le
ta a Ravenna. Intanto Valentiniano III tre principali basiliche Laleranense, Va-
passando la vita in vergognosi piaceri, vio- ticana e Ostiense : di più Genserico volle
lò per forza la bellissima moglie di Pe- che godessero l'immunità nella vita e nel-
tronio Massimo potente patrizio romano, la roba, tutti quelli chesi erano nelleme-
che ne fece atroce vendetta, facendolo uc- desime rifugiati. Dalle rovine cagionate,
cidere in Roma nel 4^5ij al modo narra- senza riguardo a pregio d'arte, da' vanda-
to a Ravenna, e con lui terminò la stir- li, si disse poi vandalismo il distruggere le

pe del gran Teodosio I. Petronio usurpò più belle cose. Fu acclamato imperatore
l'impero d' occidente, obbligò la vedova Avito,cui depose il valoroso e polente goto
,

ROM ROM 239


(l'origine svevaRicimeienel4^7; quindi conferì l'impero a Giulio Nepote procla-
consenti chegli succedesse inRavennaMa- malo in Ravenna, che vinto Glicerio lo
iorauo, ma oscurando questi colle sue vir- costrinse alla rinunzia e poi fu vescovo di
tuose azioni Ricimere lo
la di lui gloria, Salona. Il nuovo imperatore attese a ri-

fece perire nel 4^1, e diede il Irono che formare molti abusi in Roma, e per gua-
disprezzava all'inetto Severo III elettoin dagnarsi un appoggio fece patrizio Odoa-
Ravenna, che rilegò nel palazzo di Roma, cre re degli Erulij 'md\ Giulio Nepote da
onde fu lui il vero imperatore. Nel me- Ravenna ordinòad Oreste patrizio di Ro-
desimo anno venne creato Papa s. llaro. ma di respingerei barbari, da lungo tem-

Avendo l'onnipotente Ricimere rilegato po padroni di tutte le provincie d* occi-


Severo III in Roma, qual fantasma d'impe- dente ma invece Oreste concepì il dise-
:

ratore, a'i5 agosto 4^5 vi mori e dicesi gno d'impadronirsi del trono, e Nepote
di veleno propinato da Ricimere. Non si neppure gli oppose resistenza, abbando-
curò di dargli successore, per cui vi fu in- nando Ravenna a' 18 agosto 475. Oreste
terregno, gemendo l'Italia sotto il dispo- subito vientrò,ea'3i fece accia mare im-
tismo di Ricimere. Di ciò indignato Leo- peratore il proprio figlio Romolo Augu-
ne I imperatore d'oriente, nel 4^7 pose sto, che perla sua debolezza romani chia- i

sul trono d'occidenteAntemio, colla con- marono Momillo Augustolo. Intanto la


dizione che prendesse per genero Ricime- fazione di Nepote provocò Odoacre a im-
re. Avendo il nuovo imperatore condot- padronirsi di questa ombra della romana
to in Roma alcuni eretici Maccdoniani^ potenza; per cui Odoacredalla Scandina-
i quali vi volevano introdurre i loro erro- via calato in Italia con numeroso esercito,
ri, virilmenteoppose Papa s. llaro, che
sì composto di molti popoli diversi del set-
ottenne da Antemio con giuramento di tentrione e de'suoi eruli, entrò nel 47^
non più permettere l'adunanze di que'set- in Ravenna e dicendo bastare il solo
,

lari. Morto nello stesso 467 si zelante Pa- Zenone imperatore d'oriente a capo del-
pa, gli successe s. Simplicio.^ala discordia l'impero romano, a'4 settembre depose
tra Ricimere e il suocero, parti il i.° da RomoloAugustolo,edin!ui terminò l'im-
Roma e si stabili in Milano; temendo poi pero d'occidente, né andò guari che so-
che Antemio lo volesse fare uccidere, ri- pra le sue rovine furono piantate le fon-
solse di prevenirlo. Aumentato il suo e- damenta di quegli stati, i cui annali for-
sercito d'un corpo numeroso di borgogno- mano la storia moderna d'Europa. Ve-
ni e di svevi, nel 47 ^ assediò il suocero das i M i se , Storia de doni in ii slra nieri in
in Roma. L'imperatore sostenne a lungo Italia dalla caduta dell'impero romano
l'assedio, finche Ricimere aglii i luglioen- d'occidente fino à'nostri giorni^ Firenze
Irò in Roma, uccise il suocero, ed abban- 1839.
donò la città al saccheggio, tranne due Odoacre nello stesso anno 47^ occu-
regioni diqua dal Tevere ove alloggiava- pò Roma da sovrano, e indusse il senato
no le sue genti. Vedendo che Leone I a- romano a scrivere a Zenone imperatore
\ea mandate legioni in soccorso d' Ante- greco d' oriente , acciò lo decorasse del-
mio, fece acclamare imperatore Olibrio la dignità di patrizio di Roma, di che
loro capo: ma /^o giorni dopo l'assassi- venne investito, quindi la sua armata Io
nio del suocero mori Ricimere. Lo segui proclamò re d'Italia ai 22 agosto; in
nellatomba Olibrio dopo 3 mesi e 1 2 gior- tal modo fu formata una nuova monar-

ni di regno, venendo nel473 elevato in chia, ed egli fissò la sua sede in Raven-
Ravenna all'impero Glicerio: irrita tol'im- na. Dal che ne avvenne che Roma fu
peratore Leone I di tale esaltazione, sic- considerata come una città secondaria
come fatta senza il suo consenso, nel 474 sottoposta al governo de' luogotenenti
j

24o ROM ROM


regi, e le sue città e provincie limitrofe che ariano riconobbero per legittimo s,
foroiarono il ducato romano cpsì la : Simmaco. Nel 5oo Teodorico si recò iu
provvidenza vieppiù andava maturan- Roma, accolto solennemente dal Papa,
do destini di Roma, perchè divenisse pa-
i dalsenatoedal popolo; venerò la tomba
cifico e principesco dominio della chiesa di s. Pietro nella sua basilica, si occupò
romana e de'Papi. Cosa fece Odogcre lo premurosamenlea fare ristorare gli ediQ«
dissi a' citati articoli Ravenna e Italia : zi mura della città, al quale eiletlo as-
e le
dice Remino, cheOdoacre scelse 3 regio- segnò 200 libbre d'oro annue, da rica-
ni diRoma per farvi esercitare liberamen- varsi sul dazio del vino. Onorò il senato
te l'arianesimo, onde la città e le vicinan- romano e prescrisse una formola colla
,

ze s'infettarono di eretici; alzandovi la lo- quale si doveano ammettere i nuovi se-


ro sinagoga i samaritani. Nel 483 venne natori all'ordine senatorio; stabilì pro-
eletto Papa s. Felice II detto III, e fu il fessori per l'insegnamento delle scienze;
i.^che scrivendo all'imperatore lo chia- inoltre die al popolo un congiario , e si
mò Figlio, come fece con Zenone: nel 492 prese cura de'giuochi circensi per dargli
gli successe s. Gelasio I, che abolì e levò piacere, come notai nel voi. XXXI, p.
da Roma le feste lupercali , confutando 1 7 3. Il senato sotto i regoli benché ristret-
con un libro il senatore Andromaco e quei, to nella giurisdizione, perchè il loro do-

romani che ne aveano mostralo ramma- minio era iitnilato all'Italia ed a poche
rico, ed inslituendo invece la festa della provincie adiacenti, pure batteva ancora
Purificazione. Intanto Teodorico re dei moneta ed esercitava alcime distinte pre-
Goti o ostrogoti, mal soffrendo che O- rogative, decretava l'erezione di statue a
doacre regnasse in Italia, dopo d'aver ot- persone qualificale, riceveva il giuramene
tenuto l'assenso dell'imperatore grecoZe- lo da' re goti nel principio del loro go-
none, che nulla far poteva per mantene- verno, acconsentiva col clero e popolo al-
re r occidente sotto la sua dipendenza , l'elezione del Papa, e quando fu incendia'
mosse con poderoso esercito a combat- ta la sinagoga degli ebrei, Teodorico gli

terlo. L'assediò in Ravenna, lo prese e fe- ordinò che punisse gli autori della sedi-
ce perire, venendo acclamato re d'Ilalia anche a Ravenna. Nel
zione: di ciò parlai
in Ravenna a'5 marzo 49^ e la dichiarò 5i4 papato s. Ormisda
fu innalzalo al
sua reggia, che alternò con Pavia, come che mandò una corona d'oro a Clodoveo
fece qualche altro suo successore: da Ro^ I re diFrancia o de' franchi: solto di lui

ma vi fece' trasportare molte statue, co- venneistituito il meraviglioso ordine di s.

lonne, marmi e ornamenti preziosi. Per Benedetto. Nel 524 gli successe s. Già-
conciliarsi l'amore degl' italiani prolesse i'^^^ii/, che Teodorico chiamò in Raven-

le arti e le scienze, conservò il senato e i na per mandarlo in Costantinopoli all'im-


magistrati di Roma, si vestì alla roma- peratore Giustino I,che venerandolo qual
na con tutti i suoi, e sebbene eretico a^ vicario di Gesti Cristo, volle essere coro-
riano, come lo era la sua nazione, non nato da lui, con semplice corona d'oro,
perseguitò cattolici,
i ma sul finire del suo onde fu la i
.^ Coronazione d'imperatore ?
regno divenne sospettoso e crudele. Nel fatta dal Papa. Con gran pompa l'onorò
496 fu creato Papa s. Anastasio II, e nel dell'uso delle vesti augustali, e l'estese ai
498 s. Simmaco: contro di questi e colla Papi successori; gli fece magnifici l'egali,
protezione del senatore Festo, s'intruse che s. Giovanni I die alle patriarcali di

l'antipapa Lorenzo, poi favorito anche Roma. Non avendo il Papa potuto otte-
dal senatore Probinó. Re Teodorico or- nere quanto bramava Teodorico, questi
dinò che la loro causa si decidesse da un lo cacciò in prigione ove rjiorì, sostiluen-»

concilio in Ravequa; il quale e il re bea-> dogli pel 526 s, Felice ///dello lY, alla
ROM ROM 241
quale nomina acconsenlì colla sua ratifi- mandò all'imperatore. Il senato e popolo
ca il clero romano, per evitare uno sci- romano accolse con festa Belisario, che
sma. Pochi giorni dopo inori Teotlorico, ridotta Roma all'ubbidienza dell'impero,
e fu acclamato re d Italia il nipote Ala- prima sua cura fu il risarcimento di gran
laiicOjil quale onoròil senato romano. Nel parte delle Mura diRoniaeàtWe Porte
53o diventò Papa s. Bonifacio Ilytnen- di Roma : parlando della Pinciana no-
tre alcuni scismatici elessero V antipapa tai della diceria, che ivipoi Belisariochie-
Dioscoro: ah.** nel 532 successe s. Gio- desse limosina. Per timore del ritorno di
vanni II, pel quale confessò Giusliniauo Vitige il lavoro fu eseguito tumultuaria-
I essere Papa // capo^ di tutte le sante
il : mente, ed appena alla meglio fu compi-
chiese , ed il primo di tutti i sacerdoti. to, Vitige si presentò nel marzo 538 eoa
IVel 534 saPi sul trono de'goli con Ama- i5o,ooo goti: formò 7 campi, co' quali
lasunta re Teodalo, il quale, come avea elusela città; 6 ne collocò fra le porte Fla-
fatto il predecessore, partecipò la sua e- minia e Preneslina, ed il 7.° lo pose al di
levazione al senato e popolo romano; là del fiume ne'(>iali di Nerone e nel cam-
indi ascese nel 535 sulla cattedra di s. po Vaticano. Belisario si stabilì sul Pin-
Pietro, Papa s. /Agapito I. Essendo Pxo- cio,ond'essere a portata di accorrere do-
ma sotto il dominio de' goti, l'impera- ve il bisogno della difesa lo chiamasse.
tore d' oriente Giustiniano 1 si propo- Trovandosi Vitige tra'due acquedotti, li

se di ricuperare l' impero d' occidente. tagliò per privare dell'acqua la città, e
Riuscite inutili le trattative con Teoda- soprattutto per togliere il moto a'molini
t», nel 536 l'imperatore spedì in Italia che sono sotto il Gianicolo, come pure
il celebre e valoroso Belisario con l'eser- s'impadronì del Porto di Ripa Grande.
cito, che sbarcato in Calabria incominciò L'assedio durò 12 mesi e ggiorni, esareb-
le sue conquiste nella bassa Italia. Allora be stato più lungo se romani impazien-
i

Teodato Agapito I a portarsi


costrinse s. ti non avessero dato a Vitige battaglia
in Costantinopoli, per indurre Giustinia- e ucciso 3o,ooo goti ; quindi Vitige levò
no I a richiamare Belisario con Tarmala, l'assedio per soccorrere le provincie del-
ma non potè restare esaudito: ivi morì l'alta Italia minacciale da' greci, e dove
enell'istesso anno fu eletto in Roma Papa i suoi goti bruciarono e saccheggiarono
s, proseguendo le suo
Stlverio. Belisario moltissimi luoghi. In questo lungo asse-
conquiste , Teodato e gli
i goti uccisero dio le basiliche di s. Pietro e di s. Paolo,
surrogarono Vilige, nella lusinga che co- fuori del circuito della città, furono ri-
me prode capitano gli avrebbe difesi dal spettate da'goti sebbene ariani : Bernino
formidabile nemico. Vitige stimò meglio narra i prodigi accaduti durante questa
ritirarsi da Roma e lasciarla presidiala da guerra; tutta quanta la descrisse minu-
4,000 soldati, sotto gli ordini di Laude- tamente Procopio di Cesarea uffiziale del-
re, e raccomandata a s. Silverio. Belisario l'armata di Belisario:La guerra de'gotìy
nel 536, ocome altri vogliono nel 537, Venezia i544- L'indegna imperatrice
pose l'assedio a Roma e ne intimò la resa. Teodora e Antonina moglie e domina-
II Papa per impedire un massacro, e che trice di Belisario, imposero a questi di
le sostanze de'romani, co'vasi sagri delle prendere qualche pretesto e deporre s.
chiese divenissero preda de'greci, si ac- Silverio, sostituendogli l'ambizioso f'^igi'

cordò con Belisario, ed a* io dicembre lìonunzio in Costantinopoli. Belisario


s'introdusse in Roma per la Porta Asi- quindi accusò s. Silverio di aver segreta
nariaj mentre i goti uscivano dalla Por- intelligenza co'goti, l'esiliò e pose in pos-
ta Flaminia, restando prigioniere Lau- sesso del papato Vigilio. Benché illegit-

dere, che colle chiavi della cillù Belisario timoil elero romano Io riconobbe, mosso
9.\-2 ROM ROM
tlall'amoie pace e dalla potenza di
tleìla co condusse i senatori, e quasi tutto il

Belisario. Questi passò poi a Ravenna ,


popolo cacciò dalla città. Belisario con
prese Vilige e lo mandò in Costantino- lettera gravemente rimproverò a Totila
poli, licupernndo la città all'impero; ed la distruzione della più niagivfica tra le

i goti elessero successivamente Ildebal- città che sono sotto il sole, celebrandone
do, Erarico, e il feroce Tolila. ^^on ces- l'importanza ed i suol fasti: il re ne restò
sando i goti di [)OiTea sacco e strage l'in- scosso e ordinò che si tralasciasse il diroc-
felice Italia, entrato Totila in Toscana, camento. Portandosi Totila nella Campa-
impadronitosi di parte della regione che nia e nella Lucania, Belisario da Porto
fu poi regno di Napoli, giunse a Tivoli, dov'erasi ritirato, occupò di nuovo Ro-
e presa la città si dispose all' assedio di nìa. La sua prima sollecitudine fu di jial-
Boma, che cominciò regolarmente nel zare le Mura distrutte, il che fece nello
54^. La resistenza fu valida e ben diret- spazio di 25 giorni, fìicendo uso per ma-
ta, ma romani patirono così crudele fa-
i teriali d'ogni sorta di pietre, frammenti
me e penuria di viveri, che si recavano di marmo e terre, senza calce e rinfor-
a ventura se potevano mangiare la car- zati con pali. Dopo ciò gli abitanti pote-
ne de'cavalli, de* cani, de'gatti e di altri rono restituirsi in città. Pentiti goti d'a- i

animali schifosi, vendendosi il grano 5o ver lasciata Roma, vi tornarono nel 549
scudid'oro un4.*'di rubbio. La plebe vis- ad assediarla, difendendola Diogene va-
se. d'ortiche cotte, e molti morirono d'i- loroso capitano lasciatovi da Belisario.
nedia; un padre e 4 fig'' dalla dispera- Priva però di vettovaglie, stretta sempre
zione si gittarono nel Tevere. Finalmen- più, e malcontenti isoldati, parte di que-
te la desolazione essendo giunta all'ecces- sti e isauri che guardavano h Porta O-
so, alcuni soldati isauriche custodivano stiense, per la 2.^ volta tradirono, dan-
Porta Asinaria, per tradimento di Ero- do l'ingresso all'esercito di Totila. Però
diano, l'aprirono a Totila che v'entrò ai questo principe impedì che si devastasse
I
7 gennaio 546, altri dicono a'9 aprile, la città, e conciliossi invece l'amore dei
e per pri(na cosa volle fare orazione in s. cittadini, riparando le mura e restauran-
Pietro, dove Pelagio poi Papa gli si pro- do gli edifizi rovinati. Ridusse a fortezza
strò col libro degli evangeli, implorando il Mausoleo d'Adriano, ov'eransi rifugia-

misericordia pe'romani,ed il re comandò ti greci al suo arrivo, e vi unì con un


i

all'esercito che si cessasse il saccheggio e le recinto una piccola parte della città. An-
uccisioni, e si rispettassero tanto le ma- che in questo assedio Pelagio rese grandi
trone romane che le plebee. Fece un'allo- servigi a'suoi concittadini romani col di-

cuzione al senato, lo rimproverò dell'in- stribuir loro de'viveri, e con ottenere dal
gratitudine colla quale avea corrisposto re molti favori in loro vantaggio. Totila
a'benefìzi de' re goti, e ch'era giusto di per ripopolare Roma vi stabilì molle fa-

togliergli la magistratura per darla agli miglie di sua nazione,e fece ritornare i se-

isauri. Le primarie famiglie eransi ridot- natori e gli altri romani che non erano -

te in tanta miseria, che le più cospicue stati tradotti nella Campania. Mostran-
dame furono costrette a mendicare alle dosi benevolo co'romani, li rallegrò col-
portedelle case degli stessi goti. Erasi pro- la celebrazione dei giuochi equestri ed
posto Totila d'incendiar la città, ma ad in altri modi. Sino al 552 Totila ri-
insinuazione di Belisario desistè dal di- mase pacifico possessore della città, fin-
visamento. Dipoi mal soddisfatto di Giu- che Giustiniano I, avendo affidato il co-
stiniano I, tolse le porte alla città, atter- mando della guerra gotica in Italia a
rò buona parte delle mura, incendiò il Narsete, sostituito a Belisario, quel gran
celtberrimoCampidoglio. e partendo se- capitano dopo aver battuto completa-
ROM RO M 243
menu ncll' Umbria ove in una
i goli, ratore Giustiniano I per le grandi ricchez-
hallaglia Totila restò ucciso, marciò so- ze che cumulava, e per ledere la loro
pra Roma. Ne scalò le mura e assediò i autorità. Però il consolato romano, dice
goti nel Mausoleo d'Adriano, in cui eransi Muratori, era cessato fino dal 54 1 d'or-
ritirati con tutte le loro ricchezze , e li dine di Giustiniano I, per ambirne lui
costrinse ad arrendersi per capitolazio- solo il lustro del comando. L'abolì in oc-
ne, salvando loro la vita. Tornata la cit- cidente a motivo della spesa eccessiva che
tà dì nuovo sotto il governo de'gi-eci, Nar- portava, poiché ogni console nell' assu-
sete diede opera a ristorare le mura e i mere l'esercizio della carica dovea spen-
ponti suir Aniene, che goti aveano di- i dere almeno 2000 libbre d' oro nel ve-
strutti. La sede però del governo restò a stire molti famigliari di ricche livree, nel
Ravenna j e formatosi dipoi 1' Esarcato dare spettacoli, e gittare per le vie mo-
d' Italia e di Ravenna y vi -fecero lungo nete d'oro e d'argento. Da tale epoca dun-
soggiorno gli Esarca o luogotenenti de- que incominciò l'uso che gl'imperatori
gl'imperatori in Italia. Ne'due primi ar- greci solevano solo provvedere consoli nel
ticoli, ed in particolare a Ravenna, non i.° anno del loro impero, e quindi conla-

solo riportai colle loro notizie la serie degli vano gli anni seguenti colla formola post
esarchi, ma quelle pure che riguardano consolalain. Tuttàvolta di tanto in tanto
lioma e i Papi di quell'epoca. Imperocché ebbe Roma qualche console, e l'andrò no-
Roma spogliata del grado di capo e sede tando. Nel 554 Giustiniano ^ dispose che si
della prefettura, fu ridotta a capoluogo aprissero in Roma scuole di filosofia, me-
del ducato romano , di ristretti confini, dicina, giurisprudenza e belle lettele, sta-
soggetta sempre a gravosi tributi e alle bilendo gli stipendi a'professori fondati
estorsioni de'ministri imperiali, e trascu- già da Teodorico; raccomandò al Papa e
rata dovette da se sola provvedere poi al senato l' ispezione de' pesi e misure ,

alla propria difesa contro le incursioni dei proibendo a'militari d'ingerirsi ne'giudi-
limitrofi longobardi, che i Papi spesso fe- zi civili. Indi nel 555 il benemerito dei
cero retrocedere a forza di doni. Nel 553 romani Pelagio I fu Papa; ma già era
colla morte di Teia, ultimo re de'goti in incominciata l'enorme prepotenza degli
Italia, di questa restarono padroni i gre- imperatori greci, di dare l'assenso alla se-
ci. La caduta del governo de' goti in I- guita Elezione del Papa, abuso che u-
secondo Procopio, portò il più gra-
talia, surparono pure gli esarchi con facoltà de-
Te sterminio al senato e popolo romano; legata degl'imperatori. Nel56o fu creato
imperocché fuggendo que'barbari senza Papa Giovanni IH. Delle condizioni am-
speranza di conservarsi piìi nell' Italia, ministrative di Pioma in tempo dell'E-
uccisero quanti romani incontrarono, sarcato, pubblicò un articolo erudito Pao-
non perdonando ad alcuno, massime nel- lo Mazio nel ^yr/^g^/tìt/o/ej giornale roma-
la Campania, ove Totila avea condotto no, t. 32 1, ove tratta della penuria
3, p.
diversi senatori e patrizi. Di più Teia po- in cui siamo di documenti per stabilire
se a morte Soogiovani romani, che To- propriamente l'epoca del principio del-
tila avea raccolti per ostaggi in ciascuna l'Esarcato, della quale sono discordi co-
città, quando andò incontro a Narsete. loro che ne trattarono, con dillerenze no-
A fronte di tante stragi, e sebbene Roma tabili, che procurai anch'io di concorda-

ed a vedere co-
fosse ridotta a ducato, re ne'citali articoli ed in altri che vi han-
mandare Ravenna che a lei avea ubbi- no relazione; sia pure chi fosse il i .''degli
dito, una parte del senato scampato da esarchi, cioè se Narsete, o Longino che
tanti eccidii continuò a decorare la città, glisuccesse nel 568, e che adidò il gover-
e giunse ad accusare Narsete all' impe- no delle Provincie a dei magistrati chia-
244 ROM ROM
muti Duca. Diiscorre ancora dell' ai*dua da Nai'sete, ed è perciò che ad iilanza dei
impresa, nello stabilire e deteitniiiaré i romani atterriti pei progressi de' longo-
conflui ducato beneventano, del ro-
tiel bardi minaccianti 1* I falla, aveano invo-
luano, del napoletano e dell'Esarcato; ar- cato l'aiuto di Narsete che sì a lungo gli
dua eziandio essere sopra ogni altra cosa avea difesi : dopo molte conquiste de'Ion-
e malagevole impresa, lo stabilire le con- gobardi, i loro re stabilirono la residenza
dizioni civili e le forme amministrative a Pavia. Negl' indicati tre articoli tratto
di Roma finche durò la signoria de'greci di loro, così in quelli analoghi, in uno al-
nell'Emilia e nel Lazio. Conclude e cre- la serie de'loro re. Nel 574 fu eletto Pa-
de, che dall'istituzione dell'Esarcato fino pa Benedetto 7.1 longobardi adescati dal-
alla morte di s. Gregorio I o 6o5, duchi, la speranza di preda di estensione di ,

in Roma non furono; che vi furono dipoi conquiste e di vittorie, avendo già nel
inviati, ma dall'imperatore, non dall'e- 570 fatto una scorreria nelle vicinan-
sarca, restando a sapersi, se questi duchi ze di Roma, la ripeterono ue'primi del
quantunque inviali'dall* imperatore, di- 578, e furono tenuti lontani dall'auto-
pendessero sempre e regolarmente dagli rità, vigilanza e sollecitudine diGiovan-
esarchij per istituzione di polizia,
non per ni III e di Benedetto I, ed altrettanto in-
maggiore. Su questo pun-
effetto di forza defessamenteoperarono successori. Que- i

to ancora rimettendomi a' nominati ar- sto ultimo, vedendo longobardi mano- i

ticoli, sono di parere, che una certa di- mettere la campagna e i luoghi vicini a
pendenza duchi di Roma, i maestri dei
i Roma, e giungere sino sotto alle mura,
militi e altri magistrati, l'avessero dagli sprovveduta la città di duca o gover-
esarchi, lo che rilevasi a Ravenx\a e altro- nante di milizie, comedi viveri, fece vi-
ve, e da diversi tratti istorici. ve premure ali* imperatore Tiberio II,

Dopo tante vicende, a quest'epoca si che se per la lontananza non poteva im-
vuole che cessasse propriamente in Ro- pedire il guasto delle terree l'assedio del-
ma un corpo civico di patrizi e senatori, la città, almeno senza indugio provve-
il senato romano, un corpo regolare e in- desse alla carestia delle vettovaglie. Da
tiero; ma bensì ritengo che alcuni sena- ciò si che sebbene V esarca avea
rileva,
tori o patrizi più o meno ve ne fossero. giurisdizionesu tutta l'Italia, non avea pe-
Kelleelezioni de' Papi di que'tempi si dice, rò sudiciente e proporzionata forza ma-
che morto ilPapa, dopo un digiuno di teriale e morale; ed ecco i Papi già trat-
3 giorni, si radunava il clero, il senato tare gli affari civili di Roma, direttamen-
romano, i nobili, i soldati, il popolo, ed te col signore supremo, per le beneme-

eleggeva il in seguito non si


successore ; renze e pel protettorato che si erano ac-
nominò più Però va avvertito
il senato. quistato, per le loro qualità paterne e a -

che l'elezione la faceva il clero romano, morevoli, massimamente con quelli che
alla presenza del popolo di Roma, il qua- aveano la ventura di vivere sotto i loro
le soltanto vi prestava il consenso, senza occhi. Nel 578 a'3o novembre divenne
suffragio, finche i Papi restrinsero ne'soli Papa Pelagio II, mentre i longobardi
cardinali il diritto dell'elezione. Il sud- stringevano d'assedio la città: il suo pon-

detto Papa Giovanni III passò a Napoli tificato fu pienodi vicende aflliggenli, an-
in cui erasi ritirato Narsete, e lo indus- che per l'inondazione del Tevere, pei ter-
se a tornare inRoma nel ^Qj^ ove l'anno remoti, per la carestia e per la peste del-
stessomorì in Campidoglio di 95 anni. la quale morì. Per tuttociò Pelagio H
Questo Papa vide la calata in Italia dei dovette accorrere al soccorso de'romani,
Longobardi nel 568, condotti da A.lboi- fu generoso co'poveri, massime co' vec-
no loro re, chiamato per allo tradimeulo chi che accoglieva nel suo palazzo come
H M li OM 24 T
fosse un ospeclale,quindi parfecipò a*pub* dato dall*esarca o dalla corte perchè la
Roma. Nel 58o o58iscjis*
Mici affari di governasse ; e sebbene gli esarchi ebbero
se ad Aunario vescovo d'Auxene, chea- somma autorità sopra tutte le terre ita-

vea grandissima autorità nella corte di liane, riguardo a Roma il Papa provve-
Childebei'lo II re d'Austrasia e de'fran- deva come meglio poteva alla difesa e al
chi, poi anche d'Orleans, e descrivendo- governo della città, liberamente e senza
gli il misero sialo di Rtìma e delle terre né eccitamento, né subordinazione o di-
romane, procurò di eccitare la sua pietà, pendenza immediata. Questo punto vie-
nel raccomandargli la città destinata a ne pure eruditamente trattato da Bor-
spargere il lume della fede nell'universo^ gia, nella Breve istoria del domìnio tem-
pregandolo a contribuire perchè Childe- porale della sede apostolica p. 25 eseg. 1

berto II rompesse l'alleanza co' longobar- descrivendo il Diicato Romano , anche


di e si ritirasse dalla loro amicizia. Sembra coll'autorità di Orsi, Orìgine del domi-
che il re prestasse orecchio al Papa e si de- nio e della sovranità de' romani Ponte-
terminasse di portare la guerra contro i fici. La I .^menzione che trovasi delle ter-
longobard" zhe gli davano tante angu- re che formarono il ducato romano e dei
stie. Ciò saputosi da'Iongobardi, conven- luoghi che in esso si comprendevano, co-
nero con Pelagio II per una tregua e per me separati dai rimanenti dell'impero
la pace, giurando di non fare più scor- in Italia, appartiene a' tempi di Pelagio
rerie nellaCampagnadi Roma e nelle ler- li, anzi pare che i longobardi per avere
re ad essa confinanti. Ma avendo essi vio- colle loro occupazioni divisa Roma dal-
lati i giuramenti, nel 584 Pelagio II tor- l'Esarcato ne fossero la cagione. Per que-
nò con lettera ad Aunario, ad esporgli sta separazione fattosi difficile l'accesso
le tribolazioni e calamità cagionale alla dell'esarca al ducato romanOjCredeltePe-
romana chiesa* dalla perfìdia deMongo- lagio II di doverlo rappresentare all'im-
bardi. Nello stesso anno il Papa scrisse a peratore, perchè destinasse il n)aestro dei
Gregorio suo nunzio presso l'imperatore militi, e un duca al reggimento politico
Maurizio e poi successore. » Parla dun- e militare di Roma e delle vicine sue con-
que e tratta così con Maurizio, che noi trade: fna in que' tempi, secondo alcuni
abbiamo sovvenimento prontissimo ai scrittori, nonapparisce ancora il nome di
rostri pericoli ; perchè Roma è assalita Ducato. Però il de Magistris, autore del-

ed afflitta di modo che se Iddio non ispi- le Osservazioni sul libro di Carli, Origi-

ra al pietosi ssimo imperatore di largire ne e commercio della moneta, per quan-


a'suddili l'usata sua misericordia, e s'e- to appartiene alla zecca pontifìcia, a p.
gli non
degni mandare un duca ed un
si 1 1 , dichiara che l'origine del ducato ro-
maestro di soldati che governi e difenda mano falsamente fu attribuita a Longi-
questa provincia (disgiunta pe' dominii no;ma che fu istituito per opera di Pe-
de'longobardi dall'Esarcato), noi siamo lagio llj confermandolo con valide ragio-
disertid' aiuto e stretti da ogni parie : ni, e confutando Biondo egli altri scrit-

perchè la Campagna di Roma è sprov- tori che a Longino dierono l'invenzione


vedutadi milizie, e l'esarca ne scrivech'e- del ducato romano. Inoltre aggiunge l'au-
gli non può soccorrere alle miserie no- tore delle Osservazioni. «Ma per quanto
stre, non bastando egli slesso a difendere allora s' romana grandezza,
avvilisse la
la Flaminia". Dunque dal 568, epoca non mai però giunse a ricevere leggi e ma-
più ragionevole per l'istituzione dell'E- gistrati dalle città suddite, siccome han-
sarcato, ancora non era in Roma patri- no falsamente credulo molti per deridere
zio o magistrato imperiale, né maestro a loro talento, non per compassionare le
de'scldali, uè duca italiano o greco, man- vicende a cui Roma soggiacque", Mauri^
246 ROM ROM
ziomandò Castorio per maestro de'sol- tò sulìilo verso Roma ad assediarla, on-
cìali,epare clic volesse mandare anche il de s. Gregorio 1 ordinò ai capitani im-
dnca, quando nel 5go divenuto Papa s. periali di combatterlo. Agilulfo, riuscen-
Greg^or/o/, figlio di Giordano senatore ro- dogli vana T impresa, sciolse l'assedio,
roano,ed egli stesso pretore di Roma e non menando seco alcuni romani prigionieri
prefetto, essendo allora Prefetto di Romd legati colla fune al collo a guisa di cani,
Germano, che arrestò la sua lettera al- che mandò poi a vendere in Francia per
l'imperatore per sottrarsi dal pontificalo, ischiavi, altri avendone mutilati, altri uc-
se ne astenne d' inviarlo, come vuole il cisi ; ne si curò d'usurpar di nuovo le cit-
Mazio lodalo, avendo pienissima fiducia tà e castella che l'esarca gli avea tolte. A-
nella sagacità di s. Gregorio I sul gover- vendo Agilulfo devastatola campagna ed
no delle cose civili , e commettendo al icontorni di Roma, negli scritti di s. Gre-
maestro de' soldati la cura delle milizie gorio I si trova in più luoghi esposta la
e la difesa della città. Nondimeno trovo gran miseria che allora dominava, aven-
nell'Adami, Storia di f^olseno t. 2, p. do le tribolazioni ecceduto ogni misura.

64, che Maurizio, oltre Castorio mae- >» Mi trovo costretto acomandarealla mia
stro delle milizie, maiìdò in Roma Gre- voce silenzio, perchè l'anima mia è stan-
gorio per duca, co* quali nomi chiama- ca di questa vita". 11 zelante s. Gregorio I

\ansi coloro che prima dicevansi in Roma perlantovieppiù si affaticò per conciliare
Prefetti. Respirò alquanto la vicina To- r imperatore col re longobardo, e final-
scana Tirrena epoi pontificia fìnoal5c)3, mente vi riuscì, con concludere egli quella
tranne un moto de'confinanti longobar- pace, che tenne lontana da'popoli l'ultima
di, fatto da Faroaldo I o Ariulfo duca di rovina, evi comprese romani, che col Pa-i

Spoleto nel -^92, che vi passò per impa- pa attribuirono alla prolezione di s. Pie-
dronirsi di Roma, ma fu inutile impre- tro che la città non fosse presa dai longo-
sa. Nel 593 mentre s. Gregorio I tratta- bardi, non che alle orazioni delle mona-
va la pace traMaurizio e Agilulfo redei che ch'erano allora 3, 000 e sostentate da
longobardi, Romano esarca di Ravenna s. Gregorio I. Dipoi il Papa, in memoria

seniprela frastornò, reputandola non o- della pace fatta a'


19 giugno fra'romanie
norevole per l'impero; quindi ruppe con longobardi, compose l'introito della mQ%-
essi la guerra, per ricuperare Perugia e sa, Loquetur Dominùs pacem,(ìe ss. Ger-
altre vicine città usurpate dai longobar- vasio e Protasio, la cui festa ricorreva in
di. A tale effetto Piomano incitò Mauri- quel giorno. Osserva Borgia, che in prova
zione duca di Perugia a ribellarsi ai lon- che Maurizio ascoltasse le istanze di Pe-
gobardi, e rivolgersi all'imperatore. In- lagio conmandai-ede'ministri a Roma,
il

tanto Romano con fioritissimo esercito s. Gregorio I nel trattar la pace coi con-
recatosi in Roma, vi fu onorevolmente finanti longobardi, protestò contro l'esar-
ricevuto,e dopo breve dimora, passò a ri- ca Romano che non la voleva approvare,
prendere Sulri, Orle, Todi e altre città, che ciò non ostante l'avrebbe conclusa a
ritornando in Ravenna. Re Agilulfo se nome de'soli romani : circostanza che fa
ne adirò fieramente, e per vendicarsi dei vedere che 1'
esarca non avea in Roma
romani, comedi Maurizione, nel SgS fe- la pienezza del dominio, forse pei mini-
ce portare la guerra nel Perugino, indi imperiali spediti da Maurizio. Questo
stri

assediataPerugia la prese col suo duca, gran Pontefice benemerito di Roma e di


quantunque fosse difesa dal presidio ve- tutta la Chiesa, ridusse a miglior forma il
nuto da Roma, e spedito da Gregorio du- celebre Canto ecclesiastico o romano, che
ca o prefetto della città. Agilulfo, ucciso impararono tante nazioni, e del quale par-
Maurizione e presidiata Perugia, si por- lai ancora a Musica sagra. Il suo Palaz-
5

ROM ROM 247


zo apostoUco\o ridusse un (empio d*arli e eravi contagio di lebbra, oltre il Terre-
di scienze, e la sua Famiglia pontificia moto che si fece pili volte sentire, flagel-
un' accademia di scienziati ; tutlavolta li che furono comuni all'Italia. Nel 619
fu calunniato di aver distrutto molti e- fu creato Papa Bonifacio VjiìeìSiS O-
difizi profani e superstiziosi. Quanto fece norio /, il quale contribuì a riporre sul
pe'romani, nelle mortalità pe'sbadigli e trono Adaloaklo re cattolico de'longobar-
sternuti , lo dissi a Pestilenze, venendo di, deposto Ariovaldo ariano : in questo
lionia anche afflitta dalia lebbra. Fu il tempo i longobardi imposero agli esar-
Gregorio I che adoperò le parole
i.^s. : chi di Ravenna annuo tributo di tre-
l'

Loqui ex cathedra, loqui de Petrisede. cento libbre d'oro. Onorio I sommamene


Ordinò la festa de'ss. Pietro e P^o/o, prin- te magnifico nell'edificare e ristorare le
cipali protettori di Roma. Già fino dal chiese, coprì il tetto di quella di s. Pietro,
IV secolo la chiesa romana possedeva i colle superstiti tegole di bronzo del tem.
Patrimoni della s. Sede^ beni e possessio-» pio di Giove Capitolino, e levate col per-
ni che avea in oriente e in occidente. In messo del pio imperatore Eraclio, che in
tempo di s. Gregorio I erano 2 3, e ad o- Persia ricuperò Croce /^er^, e rido-
la ss.

gnuno vi mandava per l'amministrazio- nò l'antica gloria alle armi romane fu :

ne e governo primari i chierici Difensori padre di Eraclio (Costantino e di Eracleo»


eRettori, esercitandovi in diversi l'ammi- na, eh' ebbero infelice fine. Fatalmente
nistrazione civile e le regalie superiori; e Eraclio divenne poi capo di setta e pro-
nel napoletano l'alto dominio, con l'eser- tessei Monoteliti,'m favore de'quali ere-
cizio eziandio della sovranità, funzioni che tici pubblicò l'editto Ectesi. Perciò nel-
lo stesso s. Gregorio 1 esercitò,inviandovi l'elezione di Papa Severino àe\ 640, lun-
un governante col nome e carica di pre- ga fa la Sede vacante dtWsi chiesa roma-
fello. iVel602 divenuto imperatore Fo- na, perchè pose per condizione nel rati-
ca, a Gregorio le non ad altri mandò
s. ficarla che approvasse l'iniquo editto, ciò
la propria immagine e quella di sua mo- che ricusando Severino, l' imperatore lo
glie Leonzia,perchègiu8la il costume fos- fece vessare dall'esarca Isacco o Isacio, e
sero esposte ai pubblici ossequi equiva- da Maurizio duca o governatore di Ro-
lenti a riconoscimento, onde si ponevano ma, il quale saccheggiò il tesoro della ba-
nell'oratorio di s. Cesareo nel palazzo La- silica e palazzo di Lalerano, tenuto sino
teranense e seguivano le Laiidio Accia- allora per inviolabile e santissimo, ma l'e-
7/2flz?Ort/, come pure si attaccavano alle ro- sarca ebbe quel fine che dissi a Ravenna.
mane insegne militari : di che trattai nei Morto Severino per tanti oltraggi nel ,

voi. XXXI V,p.i4j 20,1 \'ò^Iu,i^.i\5^ì:o- medesimo anno gli succes^eGiovannilV^


me òeW Adorare purpiiram principis jde- indi nel 642 Teodoro /, e nel 649 s. Alar-
gì' imperatori pagani. Nel 6o4 fu eletto ti no I , che avendo nel celebre concilio La-

Papa SabinianOy nel 607 Bonifacio 111, leranense condannato i monoteliti,fu per-
sotto quale l'imperatore Foca decretò,
il seguitato, imprigionato e rilegato in Cri-
che al solo romano Pontefice appartenes- mea, da Teodoro Calliopa esarca di Ra-
se il titolo di Vescovo Universale ^ che venna e dall'eretico imperatore Costante
Pelagio li avea vietato ai patriarchi, co- li. A s. Eugenio 1 nel 654, sostituito al

me unicamente proprio del romano Pa- precedente, nel 657 successe Papas. Vi"
pa. Nel 608 fu creato Papa Bonifacio
?>. taliano, nel cui pontificato venne in Ro-
IF^ che col consenso di Foca consagrò ma nel 663 Costante II, incontrato a'
alla B. Vergine, ed a tutti i ss. Martiri luglio dal Papa, dal clero, dal senato e dal
il Pantheon. Venne succeduto nel Gì 5 popolo romano, con quella pompa che ri-
da s. Adeodato /, al cui tempo in Roma portai a Costantinopoli , nel descrivere
1

o.\S ROM ROM


le principali nolÌ7.ie degl'i mperalori gre- Pasquale che per essere sostenuto chiamò
ci, insieme aI!o spoglio che fece ne' 1 1 gior- a Roma l'esarca Giovanni, il quale l'ab-
ni elicvi si trattenne, di una quantità di bandonò quando vide legittima l'elezio-
oggetti preziosi, di lutti i bronzi che a- ne di Sergio I, da cui volle il promesso
dornavano gli edifizi antichi, come delle dall'altro. Però il Papa ricusandosi diap*
tegole dorale di tal metallo che copriva- j>rovare il concilio di Trullo, Giustiniano
no il tetto del Pantheon, per adornarne ordinò a Zaccaria prolospalario di con-
1 1

Costantinopoli, che non potè rivedere, ve- durre di forza il Papa in Costantinopoli;
nendo soffocalo in Siracusa. Nel 672 fu ma ignominiosamenle fu da'soldali di Ra-
Papa .(^<'/eofì?^/o //, che confermò ai ve- venna e altri romani cacciato da Roma,
neziani il diritto di eleggersi il doge; nel dovendo la salvezza della vita alla beni-
676 Dono Ijiìeì 678 s. Jgatone, in gra- gna intercessione di Sergio I; e questa fu
zia del quale l'imperatore Costantino III lai.'' volta che la gente italiana si oppo-
Pogonalo tolse agli esarchi il preteso dirit- se virilmente alla potenza cesarea in fa-
to di confermare l'elezione pontificia. Per vore de' Papi, come rimarcarono Paolo
la fiera Pestilenza fuggirono da Roma Diacono, De gest. longohard.Wb. 6, cap.
quasi tulli gli abitanti, e si vide crescere 1 1, presso Muratori, Rer. Italie, script.
l'erba nelle sue piazze e contrade : fu al- 1. 1
, p. 4 '
4> 6 Ciacconio in P^ita Sergii. Nei
lora che i romani invocarono il patro- suoi comizii eransi intrusi, nuovamente
cinio di s. Sebastiano, al modo che dissi il falso Teodoro f e l'antipapa Pasqualej
nel ricordato articolo. Divenne Papa nel gran porzione del clero, giudici ed pri- i i

687. Leone lij nel 684 s. Benedetto II


s.
^
mati della milizia eslinsero lo scisma. Nar-
verso il qual tempo cessò l'antico costu- rai a Inghilterra che sotto s. Sergio I
me, che nella morte o assenza del Papa, si portò io Roma Ceadwalla re de' bre-
e nell'intervallo dall'elezione alla consa- toni in pio pellegrinaggio; lo battezzò il

grazione, il governo della chiesa romana Papa, e in sua morte lo fece seppellire nel-
risiedesse nell'arciprete, nell'arcidiacono, la basilica Vaticana. Galletti riporta un
e nel primicero de'nolari,de*quali trat- documento del 68g, nel quale vi è qual-
taiancora a Preti Cardinalf, a Priore, che indizio che in que'tempi esisteva mi
a Primicerio DELLA s. Sede. II nominato senato in Roma. Giovanni VI nel 70
Costantino III, in ossequio a Benedetto eletto, fu esposto alle violenze dell'impe-
II lasciò nell'antica piena libertà il clero ratore Tiberio Apsimaro, per essersi ri-
romano sull'elezione del Papa, rinunzian- cusato all' approvazione di certo affare;
do all'abusodella conferma che si erano poiché r esarca spedì a Roma Teofilato
usurpala gl'imperatori. Nel 685 divenne patrizio e cubiculario per ottenerla col-
Papa Giovanni Fj nel 686 Conone, rin- la forza. Ma 1' esercito italiano vi si op-
novandosi nella sua elezione il prepoten- pose con tanta risolutezza e indignazio-
te abuso della ratifica dell'esarca di Ra- ne, che se il Papa non si fosse caldamen-
venna, onde essere consagrato il nuovo te interposto, l'avrebbe ucciso, come no-
Papa, e ciò per ordine di Giustiniano II; tò ilPaolo Diacono lib. 6, e. 26.
citato
come ancora per essa insorsero gli anti- Osserva Baronio, Annal. eccles.an. 701,
papi Pietro e Teodoro, ili.° portato dal n.°io,che la provvidenza divina propizia
clero, il 2."" dai Giudici e dalle Milizie, ai romani Pontefici, si manifestava a fa-
onde per levar ogni briga, il clero elesse vor loro in tal guisa, che quando contro
un 3.° che fu Conone e di comun con- di essi insorgevano gl'imperatori, allora
senso. Nel 687 innalzato alla cattedra a- i soldati italiani ai medesimi si ribellava-
poslolica s. Sergio /, tornò a insorgere zo, volendo piuttosto soffrirei maggiori
I' ambizioso Teodoro, e 1'
altro antipapa pericoli per la salvezza de 'Papi,che lasciar
ROM ROM 249
questi senza difesa nelle mani de'sovei'- "vole carestia. Papa Costantino soccorse
chianti greci, come notai anche a Raven- generosamente .i romani. Con l'uccisione
na. Da questo tempo pertanto cominciò a di Giustiniano II, avendo Filippico Bar-
mancar la forza degli esarchi, ed a cresce- dane usurpalo l'impero, ed essendo infet-
re di molto quella de' romani Pontefici, to dell'eresia de'monotelili, il Papa con-
pe'quali la milizia si dichiarava, senza che dannò la sua professione di fede che gli
perciò i Papi nella loro saggezza e virtù avea mandalo, ed il popolo romano coif-
si abusassero di loro influenza autorevole venne con esso, non volle introdurre nel-
e favore militare. Avendo Gisulfo I prin- la chiesa il suo ritratto, ne farne men-
<;ipe di Benevento, preso Arpino, Sora, zione nella messa solenne, ciò che face-
Arce e altri luoghi della Campania, e fat- vasi cogl'imperatori ortodossi, registran-
to delle scorrerie nelle terre romaue,gi un- dosi ne'sagri Dittici, affinchè la chiesa u-
gendo fino al luogo chiamato Horrea (dai niversale facesse Preghiera per loro. Nel
magazzini di grano del Foro Pistorio, on- decreto pontifìcio trovasi menzione del
de la contrada era tra l'Aventino e la ri- senato romano, le cui memorie si leggo-
va del Tevere chiamata Marraorata, del- no di quando quando. Essendo allora
in
la quale parlai nel voi. LIV, p. J94)> in duca di Roma Cristoforo, si volle rimuo-
esse fece molti prigioni, che Giovanni VI vere per sostituirgli Pietro; ma il popolo
riscattò dalla schiavitù, dopo averlo per- ricusò di riconoscerlo, non volendo ap-
suaso a retrocedere. Gli successe nel 7o5 provare l'usurpazione di Filippico. Nella
Giovanni VII^ cui restituì le Alpi Cozze, fiera zuffa che perciòinsorse, il Papa man-
patrimonio della romana chiesa, A riper- dò i sacerdoti coi vangeli e colle croci per
lo II re de' longobardi. Dopo di lui nel pacificare i romani. Di più questi non volle
708 fu crealo Papa Sisinnio , che amò porre in corsola moneta battuta coll'im-
assai i romani e Tabbellimento di Roma, pronta di Filippico, e da ciò si deduce che
a vendo preparato! materiali per ristora- altra Moneta propria di Roma era già
re i templi e le Mura di Roma; al qua- iu corso o si coniò.
che già in questo tem-
le articolo rilevai, Nel 7x5 il grans. Gregorio II (a su-
po Papi aveano una specie di dominio
i blimato alla veneranda cattedra di s. Pie-
su Roma, per tutto quanto essi facevano tro, che tanto illustrò col suo zelo e colle
in vantaggio della città e degli abitanti, suevirtù,con somma concordia del clero
difendendoli continuamente dai ministri e popolo romano. Restaurò le Mura di
imperiali, e dalla prepotenza de'governi Roma, e le pose in valido stato di difesa;
limitrofi. Nel 708 fu creato Papa Costan- col soccorso del principe di Napoli, ricu-
tino , il quale ebbe a soffrire le crudeltà però la città di Cuma, patrimonio della
usate dall' esarca Giovanni Rizonio, so- s. Sede; e ricevette in Roma Ina re dei

pra 3 uffiziali palatini suoi. Dipoi il Pa- sassoni occidentali, per venerare Ztwimtì!
pa accolse in Roma Coenredore di Mer- Apostolorum, rendendo tributario al Pa-
da e Offa re de'sassoni orientali, e rice- pa il suo regno, nel modo che riportai a
vè la loro professione monastica. Porta- Inghilterra e Denaro di s. Pietro. Nel
tosi il Papa in oriente, l'imperatore Giu- i.° articolo parlai ancora della posterio-
stiniano Il colla corona in testa s'inchi- re venuta in Roma di Offa re di Mercia,
nò al Bacio de piedi j e die principio a cui alcuni attribuiscono il principio del-
quest'atto di riverenza de' sovrani verso l'offerta del denaro di s. Pietro, praticala
il vicario di Gesù Cristo; confermandogli poi anche da altre nazioni, e l'istituzione
con ampio diploma i privilegi eh' egli ed della scuola d'anglo-sassoni fondala in
i suoi predecessori aveano concesso alla Roma, la quale altri altribuiscono ad I-

chiesa romana. In tempo d'una la|^rime- na. Fialtaulo l'empio imperatore Leone
VOL. Lvm. '7
i5o ROM ROM
III Tsaurico, da Costantinopoli dichiarò lìdamenle venne difeso dai romani, co-
guerra crudele ol culto delle sagre Im- me narrai a RAvnifXA e alla biografia del
magini, onde S.Gregorio il con petto sa- Papa, dicendo a quali ufijziuli imperiali
cerdotale si oppose a questa eresia degli fu commesso l'esecrabile attentato, fiai
Iconoclastij ed a sì ostinata- e feroce per- quali l'esarca e Maurizio spalarlo che go-
secuzione della Chiesa. Ultnlia inori i« vernava il ducato romano. Inoltre l'im-
dita dagli eccessi commessi dal fnrihon- peratore ordinò all'esarca di Ravenna,
do Leone 111 contro la statua del Salva- di obbligar gl'italiani a rimuovere dalle
tore, Timmagine della 13. Vergine, e al- loro chiese tutte le sagre immagini e re-
tre sagre immagini, e Reliquie de'santi, liquie de'santi, come specie d'idolatria.
giltò a terra le statue che gli avea innal- Seguila la pubblicazione dell'eretico ban-
zate.Luitprando re de'Iongobardi, piglian- do, il Papa considerando l'imperatore a-
do motivo da questo generale commovi- perto neuuco della religionecatlolica,sco-
mento, occupò Ravenna e altri luoghi. municò l'esarca ed esortò gl'italiani e i

Il Papa scrisse a Leone III e al vescovo longobardi mantenimento della fede


al
di Costantinopoli gravissime esortazioni. cattolica. Tulli gl'ilaliani si mostrarono
Invece l'imperatore, con le sue lettere lo ubbidienti, i rouìaoi specialmente, co'po-
maltrattò, minacciò di deporlo, d'esiliar- poli della Marca d'Ancona, unitisi coi ve*
lo, e di far levare dalla basilica Vaticana neziani e con quei della Pentapoli, eles-
e fare in pezzi la statua di bronzo eret- sero nuovi magistrati e determinarono
ta a s. Pietro, di cui erano teneramen- di creare un altro imperatore e di con-
te divoti i romani. Nondimeno
Grego- s. durlo a Costantinopoli per deporre il ti-

rio II, non disperando del ravvedimento ranno persecutore della Chiesa, invece
dell'iniquo principe, impedì che tutta I- d'esserne il protettore. Gli esarchi Paolo
talia si ribellasse, e s'interpose con la re- ed Eutichio formarono altre insidie alla
pubblica di Venezia, aflìnchè cooperasse, vita del Papa ed ai principali romani, e
come seguì, a fare restituire Ravenna arl- colle armi invasero il ducato romano: in
l'esarca. L'imperatore non gradì l'opera- vece i romani combatterono valorosa-
to del buon Pontefice, che anzi oltrag- mente, ed uccisero Paolo, il duca di Na-
giò i legali apostolici, latori delle ponti- poli e il figlio. Avendo Eutichio guada-
fìcie lettere, li fece porre in carcere ove gnato Luitprando re de'Iongobardi, que-
perirono Ira'disagi; perchè in esse il Pa- sti nel 729 marciò nel ducato romano e

pa gli avea detto, dopo averlo fervore- contro Roma, si accampò ne' prati di
samenteinvitato a ravvedersi, che Raven- Nerone, ove recandosi il Pontefice, col
na e la Penlapoli non erano governate suo parlare gli ammollì talmente il cuo-

più dai suoi magistrati, da que'no- ma re, che il resi gittò a'suoi piedi, li baciò
minati dai longobardijche per occupare e promise di non offendere alcuno, recan-
Roma e vendicarsi de'romani gli era ne- dosi a far doni alla tomba di s. Pietro.
cessaria una flotta, e quando anche ciò Finalmente, vedendo il Papa che Leone

gli fosse riuscito, con breve cammino di III era ostinato ne'suoi errori, in un con-
circa 3 miglia, dalla Campania si sareb- cilio condannò l'eresia degl'iconoclasti,
be messo in sicurezza; che tutto l'occi- confermò il culto delle s. Immagini, nel
dente vegliava alla difesa di sua persona ySo scomunicò l'imperatore, proibì ai ro-
e dell'immagine di s. Pietro^ ed era al- mani e agl'italiani di pagargli tributi, i

tresì pronto a vendicare le ingiurie fatte sciogliendoli dal Giuramento di fedeltà,


ai cattolici d'orientfe. Quindi imperver- qual ribelle alla Chiesa. I Centuriatori di
sando Leone 111, fece ordire diverse con- Magdeburgo e altri nemici della chiesa
giure per uccidere s. Gregorio II, ma va- romana censurarono l'operato di s. Gie-
ROM ROM 5^f
gorlo II, che in vece fu aìlamenle lodalo do, non regnando in quel tempo nessu-
(la insigni scrillori, anche greci, con ro- na delle famiglie ora dominanti. Inco-
buste difese. Il celebre Orsi summento- minciarono i Papi ad unire al grave in-
valo, ha dimostralo, che fu allora lecito carico delle cose ecclesiastiche, quello an-
ai popoli di difendere eziandìo colle ar- cora del civile reggimento di Roma e suo
mi alla mano la cattolica religione, dalle stato,al quale attesero costantemente, on-
violenze e dagl'insulti degli eretici impe- de preservarlo dagli attacchi checontro di
ratori, i quali per più secoli aveano tra- esso meditavano i greci e soprattutto i lon-
scurate le terre e luoghi del ducato ro- gobardi confinanti. Ilducatoromano, co-
mano; per cui s. Gregorio II nelln per- me osserva il Sigortio e conferma il Mura -
turbazione di tutte le cose, s'incarico (Iel- tori,afIermaNovaes ch'abbracciava 1 6 cit-
la cura non solo di questi popoli che nei tà, coi molti castelli e terre loro soggette.
detti secoli aveano sperimentato la pro- Roma che n'era il capoluogo, e per essersi
tezione e benevolenza de'Papì, ma degli sottratta da'greci, riacquistò la dignità di
altri pure d'Italia, ad oggetto di tenerne capitale di stato indipendente, e residen-
lungi la nuova eresia, adoperandosi ef- za del 1.° sovrano del mondo, per la su-

ficacemente perchè non si dipartissero blime dignità di cui è insignito; Porto,


dall'amore e fedeltà verso il romano im- Civitavecchia, Cerìj Bieda^ Manturano,
pero. Dopo la sentenza pontificia l'Italia si SiitrijIVepijGjllese, Orte, Bomarzo oPo-
sottrasse dall'ubbidienza del greco impe- liniarzio , Amelia j Todi, Perugia, IV a mi e
ro, molte città si eressero in signorie par- Otricolijcon altre 7 delia Campania e loro
ticola! i, crearono loro duchi, per mettere
i dipendenze, cioè Segni j Anagni, /^ere/z^Z-

in salvo le loro vite e la loro religione, e si /20,////'ifn,Palrico(dicuinel vol.XXXVII,


goveinarono con particolare reggimen- p. 2 33 e 2 36), Prosinone e Tivoli. S^h-
to; ed il ducato romano con Roma spon- bene non nominate, facevano parte del
taneamente si assoggettarono a s. Grego- ducalo romano' le città suburbicarie ed
rio II, che romani ed popoli del du-
i i i luoghi adiacenti, come si può riscontra-
cato, stanchi di tanta persecuzione, rico- re ni loro articoli. A questo patrimonio
nobbero persovrano.Alcuni scrivono, che di s. Pietro e della romana chiesa, altri
in R.oma il senato e il popolo intieramen- popoli per dedizione, re PipinOjCarlo Ma-
te si dierono al Papà, al quale benché ri- gno, la gran conlessa Matilde ealtri prin-
pugnante,conferiiono l'alto dominio del- cipf, aggiunsero quelle al tre Provincie che
la città. Alili sostengono che non sussi- formano lo stato .pontificio. Quanto alla
stesse il senato, ma un ceto di nobili e pri- città di "Manturano, di cui non feci arti-

mari cittadini; piuttosto vogliono che al colo, perchè non solo non esiste più, ma
cominciare della Sovranità pontificia yhi pochissimi scrittori neparlarono,diròsol(>
quale ha origine definitiva da s. Gregorio con Degli Ellfetti, Memorie p. 18, alcune
li, risorgesse il senato romano, aflidan- parole.Manturano, Maturano oMatera
dogli il Papa parte dell'amministrazio- sorgeva i5 miglia da Roma, vicino a Ca-
ne. Cosi iPapi che da gran tempo erano pracoro nel territorio Veientano, nella
considerali quasi signori e benefici pro- tenuta di Pietra Pertusa, vicino al Bor-
tettori di Roma, ne divennero i sovrani, ghetto della Flaminia. Se ne fa menzione
per provvidenza divina che fece in que- nella donazione di Lodovico I e suoi suc-
sto tempo sviluppare quanto avea preor- cessori(rOlslenio lo credette succeduto da
dinato, con una serie di stupendi avve- Bail>ara no, nella delegazione di Fiterho).
nimenti, per l'indipendente esercizio del Ebbe la città i suoi vescovi, e si conosco-
pontificalo; laonde i Papi senza contro- no quelli del 660, 721, 825, 853. No-
versia sono i più antichi sovrani del mon- terò, che Nibby, parlando di Pietra Per*
,

252 ftOM ROM


tusa, vasto lenimento dell'Agro ronvnno, turamim. Simili modo in partibus Cani'
j)Osto circa o miglia da Roma n sinistra
i /jtìfwiV7<*,comprendendovi le memorale cit-
della via Flaminia, del capitolo Vatica- tà, cum omnibus Jlnibus Campnnine o
no, nulla dice di Manturano,che nel IX provincia di Campagna. Anche Borgia ri-
secolo avea nome di castello Pietra Per* porta la dedizione del ducalo romano an-
tusa, nel59 Terrani de Macerano pò-
1 1 teriore al 780, e produce l'opinione di
Sìtam ad Petram Pertusam. Quanto a GroziOjSul diritto de' popoli in flir la guer-
BorghettooBorghettaccio, 12 miglia lun« ra ai principi, manifestamente rei d'em-
gì da Roma, detto Borgo di s. Nicola, Nib- pietà e irreligione, contro la comune ve-
by egualmente nulla dicediManturano, nerata divinità; e che tutto il mondo cat-
sebbene descriva il luogo e citando Degli tolico ne' secoli Vili e IX approvò, che
Effetti, altro tenimento Vaticano. Qui l'Italia per motivo di religione si fosse sot-
rammenterò che d'un Monterano parlai tratta, e scosso avesse l'indegno giogo de-
di sopra, dicendo d,i Canale nella delega- gli eretici imperatori persecutori della
zione dì Civita Vecchia. 11 citato Amati cattolica religione, con che la Chiesa ri-

riporta la dedizione del ducato romano acquistò ben presto la sua piena libertà
e dell' Esarcato di Ravenna al 726, co- nell'elezione dell'augusto suo capo. Indi
s'i altri storici. Aggiunge che tal determi- l'autorità del governo e la direzione degli
nazione dispiacque al Papa, come quella affari di Roma e suo ducato risiedette
che moveva sospetto d'aver egli per altra sempre ne'Papi, che l'esercitarono libe-
cagione, che di religione, alienato sud* i ramente assai prima delle spedizioni che
diti dal proprio principe, per cui rigettò fece poi in Italia Pipino contro i longo-
per lungo tempo questo principato seco- bardi, contro i quali essi sostennero il do-
lare, come impedì che gl'italiani elegges- minio, e nel 728 s. Gregorio II ricuperò
sero un altro imperatore con divieto. Ma Sutri da Luitprando. Inoltre osserva Bor-
non ostante la renitenza del Papa, i ro- gia, Breve istoria del dominio temporale
mani nel 727 ad ogni modo lo vollero della s. Sede,p. 2 58, che in alcuni di-
per principe, onde nel seguente anno con plomi il ducato romano fu chiamato Ro-
solenne giuramento si obbligarono a di- mania, o almeno una parte di esso, de-
fendere la vita del romano Pontefice, ed nominazione che si trova continuata fino
ubbidire ad ogni cenno della sua autorità al secolo XV. Rimane però ancora incer-
sovrana; affermando Amati, che Volseno to e dubbio qua! parte abbracciasse, ma è
o Bolsena era compresa nel ducato ro- però dimostralo che riguardava e conte-
mano, della quale parlai anche a Orvie- neva alcune terre del distretto di Roma.
to, il Borgia, Memorie di Benevento 1. 1 Sembra che la Romania si estendesse da
p. 5, riporta il testo del diploma dell'B 16 Roma verso la Sabina, in quella parte che
di Lodovico I colle pertinenze del ducato era dell'abbazia ó'i Farfa, in una piccola
romano, di anteriore e antico diritto dei contrada delia Sabina stessa, non indi-
Papi, che riconobbe ed a loro confermò: cando il nome di Romania tutto il tratto
Civitalem Ronianam cimi Ducatii suo, che formò il ducato romano, il quale si
et suhurbanis, atque viculis omnibus , et estese ampiamente nella Toscana detta
territoriis ejus montanis, ac mariliniis^ Patrimonio, e meno ampiamente nella
littoribuSfacportubusj seu cunctis, avita- Campania o provincia Campagna; non
di
tibusy castellisi oppidiSy ac viculis. In Tu' però vi comprese la parte Marittima. Su
sciae partibus (cioè nella Toscana de* ro- questa Romania, affatto diversa da Ro-
mani, parte allora del ducato romano det- magna j preziose notizie si ponno leggere
ta oggi Patrimonio) idest: qui seguono in Garampi, Memorie p. 549 e *^*S- ^§''
le città che enumerai di sopra con /l/^r- dice che questo nome fu dato al distretto

i
,

ROM ROM a53


e vicinanze di Roma, e talvolta alla Cam- berlo Petasio profittando delle rovine del
pania o Campagna di Roma. Osserva che romano impero, si fece salutare impera-
da alcuni documenti rilevasi che della pro- tore, s'impossessò d'alcune città dalla par-
vincia diRomauia faceva parte una porzio- te di Toscana, che ridusse sotto la sua ti-

ed anche Ginestra e Monte


isedi Sabina'^ rannia; ed essendo perciò l'esarca assai
Calvo, confutando Muratori e altri gravi amareggialo, s. Gregorio II gli fece co-
scrittori e geografi che confusero Roma- raggio e lo assistè col proprio esercito ro-
nia con Romagna, perchè Rotnaniam in mano, che di suo ordine marciò a domare
qualche monumento è detta Romangie il ribelle.

e Romagna. Petrini, nelle Memorie di Nel 73 1 degnamente successe a s. Gre-

Paleslìina p. i36, da un istromento del gorio li, Papas. Gregorio III, il quale
1 252 ci fa sapere, che Palestrina non so- vedendo che l'imperatore greco continua-
lo è compresa nel distretto romano, ma è va la persecuzione alle sagre immagini
situala entro quel tratto di paeseintorno a avea usurpato i patrimoni della chiesa
Roma da'nostri antichi chiaraato/?owfl/2- romana in Sicilia e Calabria, ed attizzava
^m.11 p. Casi mi roda Roma iieWe Memorie il re de'longobardi ad invadere lo stato
della provincia romana de* frati mino- temporale della stessa chiesa, ricorse al-
ri, narra che in una bolla d' Alessandro l'aiuto delle armi di Carlo Martello, che
IV comprendeva Romanianì^ Marsiam, sotto il titolo di maggiordomo governava
Campaniam, ec. Noterò per ultimo, che da sovrano la Francia, il quale costrinse
Romania, fu anche detto l'impero Latino Luilprando ad evacuar subito Io stato ro-
di Costantinopoli, incominciato nel 1 204. mano, per cui il Papa lo creò Patrizio
Quanto ai luoghi che entravano nel du- di Roma, dignità che portava l'obbligo
cato romano, il Borgia dice che non è age- di sostenere i diritti della romana chiesa
vole cosa l'indicarli, attesa la frequenza e di difendere la città di Roma. Essendo
de' cambiamenti che vi si fecero durante soliti i romani di onorare grandemente
le ostilità de'longobardi, per cui riporta gli uomini celebri per santità di vita che
le invasioni di diverse città e luoghi del venivano a Roma, quando nel ySB ci fu
ducato e loro restituzioni, di che io trattai s. Bonifacio apostolo di Germania, accom-

a'ioro articoli e nelle biografie de'Papi, pagnato da molti franchi, bavari e bret-
ed ancora per essere intralciata e oscura toni, s. Gregorio III e tutti romani gli i

la corografìa d'Italia ne'bassi tempi. Nel fecero la più distinta accoglienza. 11 santo
difendere Borgia s. Gregorio II del suo ottenne dal Papa tuttociò che volle, molti
operato, sostiene che non vietò ai popoli doni e reliquie. Fu antica usanza de'ro-
che si pagassero i consueti tributi a Leone mani di trattare con venerazione servi di i

111, ma gli stessi popoli non si crederono Dio, come gli antichi a veano fatto co'ss. A -
più tenuti a tale obbligo, dopo aver cac- tanasio, Epifanio e Girolamo, con Pietro
cialo i magistrati imperiali, ed eletti altri; Alessaudrinoe altri molti.Nel 741 f»^ crea-
che anziil Papa nello sperato ravvedi- to Papa s. Zaccaria l'ultimo dei greci (se
mento dell'imperatore, cercò con ogni in- si eccettui Alessandro V da quelli che lo
dustria di contenere i popoli, per quanto vogliono tale, ma meglio pare bolognese),
le circostanze portavano, nell'ubbidienza della qual nazione l'infiuenza degli esarchi
all'impero, pel quale contegno indusse avea fatto esaltar molti, col fine di possi-
Luilprando ad abbandonare l'impresa.Fu bilmente dominare la chiesa romana, nel
poi l'esarca Eulichio, per interposizione modo che dichiarai nel voi. XXXII, p.
del re longobardo pacificato col Papa, be- i36. Zelante della integrità de'dominii
nignamente accolto in Roma, e gli per- della chiesa romana, si recò a Terni da
mise di abitarvi. Allora avvennc^cheTi* Luilprando e l'indusse a restituire quan-
254 ROM ROM
to ancora riteneva ,
pei' cui nel ritorno tere l'origine della sovranità de'Papi, o
jromani lo riceveruuo cuine in Uiunfo. almeno ritardarla o attenuarla. Alcuni
Divenuto r£i>urcalo per dedizione ()i'ulet- pretesero farla coniinciareda Stefano 111,

toraloc principato de'Papi, perchè lo oia- dicendo che fino a lui gl'imperatori greci
uometleva Luitprando, s. Zaccaria intra- dominavano nell'Esarcato, e nel ducato
prese il viaggio di Ravenna e ottenne romano, ove invece non aveano più mi-
quanto bramava, lasciando il governo di nistri. Altri poi osarono asserire che il du-
Roma nella sua assenza, a Slelìino patrizio cato romano fu pure donazione di Pi-
e duca. Indi s. Zaccaria depose come i- pino, non volendo usare il veritiero vo-
iiabile dal trono di Francia Childerico cabolo di restituzione. Ma il citato p. de .

III, e vi sostituì ySa fu Papa


Pipino. Nel Magistris prova, che il ducato romano
SltfanoIIjCÌìti essendo morto dopo 2 gior- non fu compreso nella restituzione o do-
ni, gli successe Stefano II detto 111, con nazione, o ampliazione del principato di
tanto giubilo de'romani che sulle spalle Pipino, perchè già signoreggialo da' ro-
lo portarono alla basilica Lateranense, mani Pontefici, come Roma, che posse-
donde ebbe origine Sedia gestatoria. la devano. Ed diploma di Lodo-
infatti nel
Non potendo questi ottenere da Astolfo vico I, parlandosi del ducato di Ruma e
re de' longobardi, che cessasse le stragi di quantoallro da'Papi si possedeva pri-
nella provincia romana, né di minacciare ma di Pipino e Carlo Magno, non si ra-
l'occupazione di Roma, che con poderoso tifica alcuna loro concessione, masi dice:
esercito si portò ad assediare, violando « Slatuo et concedo per pactum Confir-
la fede de'lratlati, dando il guasto ai din- mationis, libi b. Pelro principi apostolo-
torni e alle chiese ch'erano in quelli, ri- rum, et prò te vicario tuo D. Paschali I

solvette di recarsi in Francia. Pertanto sommo Pontifici, et universali Papae, et


Stefano III nel 7.53 fu il i.° Papa che successoribus ejus in perpetuum, sicut a
Talicò le Alpi, preceduto dalla ss. £"«6^7- praedecessoribus vestris usque nunc in
rislia, a domandar
soccorso a Pipino re vestra poteslate et dictione tenuistis et
che lo ricevè con sommo ono*
di Francia, Roman» cum Du-
disposuistis, civitatera
le e fece da Palafreniere al suo cavallo, catu suo,etSuburbanis, eie." 11 Papa o il
ed egli consagrò re due figli Garloman- i successore, permorte d'Astolfo, contribuì
no e Carlo Magno, dichiarandoli co'loro che il quale però non
fosse re Desiderio,
successori patrizi di Roma, protettori e restituì che Faenza e Ferrara, delle città
difensori della Sede Quindi apostolica. riunite da Pipino alla chiesa romana. Si
Pipino si portò in due volle, costrin -
I talia dice che questo re inculcò a quel senato
se Astolfo a restituire l'Esarcato di Ra- romano ch'erasi potuto formare, di essere
venna alla chiesa romana, alla quale die- fedele e costantemente ubbidiente al Pa- ;

de le ricuperate terre, ed oltre tutte le pa, suo padre e signore. Nel ySy l'eletto

città dell'Emilia altre 22, colle quali am- s. Paolo I si rivolse a Pipino perchè co-
plificò il principato del romano Pontefi- stringesse r ingrato Desiderio a rendere
ce, consolidandosi in questo maggiormen- intieramente alla romana chiesa tutti i

piena amministrazione e il dominio


te la patrimoni, città e luoghi usurpati. Nel-
assoluto delle cose civili, sì in Roma e suo l'elezione di Stefano I/"^ insorsero gli an-
ducato, che nell'Esarcato ed altri luoghi. duca diiVe-
tipapi, Co^tó/zf/wo fratello del
Per dato da Pipino contro lon-
l'aiuto i pif e Filippoabbate della Chiesa dc'ss,
gobardi, dice Vitali, che lo ringraziarono Fito e Modesto. Nel 769 Desiderio con
il senato e popolo romano. Vi sono stati pretesto di venerare il sepolcro di s. Pie-
storici, come Muratori, i quali si ^ono af- tro, imprigionò alcuni nobili romani, ed
faticati con cavillosa critica per combat- alcuni li fece accecare, come Cristoforo
,

ROM ROM 255


Primicerio della Sede^ per aver impe-
s. tales. Leone IH nel 795, di cui abbiamo
ti ito l'uccisione del Papa. Nel 770; venne la descrizione della solenne Coronazione
creatoPapa il celebre Adriano /, che ri- de' Papiy e del loro Possesso: a questo
chiamò a Roma alcuni magnati condan- articolo rimarcai, che i romani s'impa-
nati all'esilio, ed altri liberò dal carcere, droniionodelcavallo,dellasediaedelbal-
esercitando già i Papi tutti gli atti pro- dacchinoche aveano servito aiPapa,noa
pri della sovranità, come fecero in segui- senza tumulti gravissimi. A Presbiterio
lo, quando non ne furono impediti dal ragionai de' donativi che in tale e altre
furore delle ribellioni. Travagliatoil Pa- funzioni dispensavano Pontefici romani, i

pa da Desiderio, e minacciando questi l'e- e quanto distribuivano al popolo. Pre-


ilrema rovina di Roma,ricorse al possente gato il Papa da Carlo Magno di confer-
oiulodi Carlo Magno, il quale nel 778 ca- margli il titolo di patrizio romano, lo e-
lalo in Italia^ vinto e fatto prigione il re, saudì e gli mandò la limatura delle ca-
j)ose fino al regno de'ZLo/?^oZ>tì!rr//. Nell'an- tene di s. Pietro in Chiavi d'oro, e lo
no seguente Carlo Magno si recò in Ro- Stendardo di Roma e di s. Pietro, donde
ma, e Adriano I lo fece incontrare e ospi- gli proveniva 1' obbligo di difendere la

tò nel modo che narrai nei voi. XXXV, chiesa romana, nel civile e nell'ecclesia-
p. i7i,L, p. 255; vi ritornò nel 78r, in stico, e non altrimenti come pretendono
cui il Papa coronò figli in re ^Italia e
i i novatori, e lo dimostrai in tanti luoghi.
di Lombardia^ ed in ved'Aquitania, non Difensore e protettore della Chiesa si di-
che nel 787. In queste occasioni il ma- mostrò Carlo Magno in ogni occasione
gnanimo protettore della chiesa romana recandosi neH'Soo in Roma per punire
solennemente confermò a questa ed ai i ribelli che aveano tentato di uccidere s.

Papi i sovrani dominii, e l'aumentò col- Leone III^ e tranquillare le fazioni, per
l'intiero territorio di Sabina, colle isole cuiil Papa erasi portato in Francia, ve-

di Corsica e Sardegna, ove come nella nendo ricevuto nel suo ritorno dai ro-
Sabina la s. Sede già possedeva diversi mani con pompa trionfale che descrissi
patrimoni, e coi ducati di Benevento e di nel voi. XXXV, p. 171. Dell'incontro fat-
Spoleto. Così ne'primi tempi della con- to dal Papa al re, parlai Nomento ove
a
solidata sovranità della chiesa romana, pranzarono. Nel giorno di Natale s. Leone
la Sabina fu riunita nuovamente a Ro- III unse e coronò con corona d'oro gio-
ma, come incominciò ad esserlo ne'suoi iellata in s. Pietro, Carlo Magno in Ini'

primordi, onde la storia di Sabina si col- peratore de'romani, rinnovando in lui


legò colla romana in modo, che fa d'uo- l'impero di Occidente. Come tutto pro-
po* tener presente quel!' articolo tanto cedette, lo narrai nei voi. XVI I,p. 212,
congiunto alle vicende de' romani. Que- XXXIV, p. I 18, ed articoli relativi, tra
sto gran Papa Adriano I fece condanna- le acclamazioni de'cardinali, de'primati
re gì' iconoclasti dal concilio generale di del clero, de'magistrati, del senato e del
Nicea , fondò diversi ospizi per gli stra- popolo romano che l'aveano incontrato
nieri, la colonia di Capracoro, rinnovò nella sua venuta. Carlo Magno lasciate
gli acquedotti di Roma, risarcì le torri l'insegne e il l\io\o ^ì Patrizio di Ronia^
eie Mura: nell'inondazione del Tevere assunse i titoli d'imperatore e di augu-
soccorse il popolo con barche e con ogni sto. Fu magnifico questo Papa colle chie-
maniera di aiuti; colle chiese fu vera- se di Roma, che ornò di Musaici, pitture
mente magnifico, come notai a'iuoghi lo- e I^etri colorati : perciò grandissimo fu
ro: il nipote Teodoro o Teodorico era allora il numero delle chiese in Roma,
console e duca e lo spedi a Carlo Magno. le quali nella maggior parte non più e-
Suo ben degno successore fu l' immor- sistono, oltre 44 oionasteri. Inoltre s.Leo-
256 ROM ROM
ne Ilf fu amatore e premìalorede'lelte- in Roma e altrove. Tornato in Roma, fu-
rali. Indi fiorì Stefano V eletto nell'S 1
6, rono richiamati gli esiliati perla causn di s.

il quale per evitare i tumulti de'romani Leone III. NeirS 7 salì al soglio pontificio
i

contro i Papi, li costrinse a giurare fe- s. Pasquale /, che coronò in Roma im-

deltà a Lodovico! redi Francia,quale av- peratore Lotario I, figlio di Lodovico 1 il


vocato e Difensore della chiesa romana ^
qualecon solenne diploma confermò tulio
affinedi reprimere l'audacia de'medesimi quello che suoi predecessori aveano re-
i

romani, facili a insorgere in quei tempi di stituito o donalo alla chiesa romana, ag-
fazioni; però senza derivarne agl'impera- giungendovi di [nhUSiciliaehSardegna,
tori alcun diritto sovrano, lo che provai cioè di quest'ultima confermò particolar-
in molli articoli, come a Placito, a Mo- mente completa donazione che neavea
la

nete PONTIFICIE, sia pei placiti tenuti da- fatta il padre Carlo Magno,tanto beneme-
gl'imperatori in Roma o in altri dominii rito della s. Sede e de' romani Pontefici,
della Chiesa, e sia per il nome che i Papi per cui il suo nome risplende in eterna be-
fecero col proprio incidere nelle monete, nedizione nella Chiesa di Dio: nella Sicilia
degli augusti da loro creati e coronali. Il poi ancora già la s. Sede possedeva pin-
lutto soltanto per contrassegno d'onore gui e antichissimi patrimoni. Eugenio II
verso il protettore della Chiesa, e di con- fu creato neir824, e siccome erasi ecci-
federazione tra la Chiesa e l'impero, sen- tato lo scisma dell'antipapa Zinzinio nella
za affatto alcun indizio d'autorità sovra- sua elezione, Lotario I vi fu mandato dal
na, il che può vedersi purea Imperatore padre per estinguerlo; per cui a preveni-
e nel voi. LH, p. g. Protestai altresì nei re in futuro simili intrusioni e la prepo-
luoghi relativi, che qualche esempio di tenza delle fazioni, fece Eugenio II una
autorità esercitata' dagl* imperatori, de- legge, che alla Consagrazione e ordina^
vesi intendere delegata dagli stessi Papi, zione del sommo Pontefice vi assistessero

dimostrandolo colle debite prove, doven- gli Ambasciatori imperiali, per esamina-
dogl'imperatori prima della coronazione re se l'elezione era proceduta canonica-
giurare di difendere e proteggere la chie- mente, e reprimere i tumulti e le dissen-
sa romana ed il supremo suo capo, con sioni. In tali articoli notài come promul-
quelle formole che riportai a Imperato- gò il decreto pontificio Lotario I, quali
re. Perchè Roma talvolta si dicesse città Papi lo ratificarono, quali lo rivocaro-
dell'impero, lo spiega Borgia a p. 47 e no, finché del tutto fu annullato, di che
seg., avvertendo che i Papi cogi'impera- meglio e più diffusamente trattai nel voi.
tori tedeschi variarono e modificarono XXI, p. 2o5 e seg. Riferisce Vitale, che
la formola, che riporta, del giuramento Lotario I con piacere e consiglio di Eu*
che prestavano i romani, imperocché se genio II, stabilì in Roma il magistrato,
i Papi di loro consenso permisero ai Ca- che esercitasse la giurisdizione e decides-
rolingi l'esercizio di qualche autorità, co- se le cause dei litiganti; e che perciò i ro-
me d'invigilare che si facesse dai ministri mani perderono quella libertà, che gode-
giustizia ai popoli e che questi ubbidis- vano prima delle accennate dissensioni.
se^^o al Papa, Io fecero per le loro bene- F^alcniino fu creato Papa neir827,al cui
merenze nella restituzione, arapliazione, tempo giàaveva luogo in ogni nuovo Pa-
difesa e protezione del principato della pa un Banchetto f e la distribuzione dei
romana chiesa. Stefano V indi andò in regali al senato e al popolo ossiano pre- i

Francia a fare la Coronazione dell' ini' sbiterii ricordali. Gli successe nell' 827
perafore Lodovico I, e d'Irmìngarda sua Gregorio //^, che fortificò O^/z^qualeau-
moglie : a tple articolo, come a Corona- lemurale di Ptoma nelle scorrerie de'tSa-
zioitede're, riportai quelle dei Papi, falle raceni. Noterò che nelf 828 vivcano,
ROM ROM 25:7
Petrus in Dei nomine consul : Johannes ne IV cinse di mura e comprese nel fab-
in Dei nomine consul et tahcllìo Urbis. bricato di Roma la basilica Vaticana, gli
Indineir844 ^ori Sergio II che in Ro- adiacenti Borghi, e gli Ospizie Ospedali
ma coronò le d'Italia e di Lombardia Lo- propinqui delle nazioni straniere, per to-
dovico quale piegandolo di permet-
II, il gliere il pericolo di essere invasi dai sa-
tere che romani gli giurassero fedeltà,
i raceni, che approdavano ai lidi romani
il Papa non vi acconsentì finche vivesse rimontando il Tevere: questo ingrandi-
il padre Lotario I,che soltanto voleva ri- mento e nuovo recinto con porte e torri,
conoscere per difensore e protettore del- fu detto Città Leonina. Dopo questo Pa-
la Chiesa. Ip che consistesse siffatto giu- pa si pone la favola di Giovanna Papessa.
ramento, lo dichiara eziandio Cointe, ne» Neir855 dopo che gli ambasciatori di Lo-
{*li Annal. eccl. Francor. all'anno 824, tario I desisterono dal sostenere lo scisma
§ r, cioè che ai re di Francia promelte- dell'antipapa Anastasio (di che feci cen-
vano i romani di ubbidireai Papi, come no nel voi. LV, p. 228), fu eletto Bene-
Roma; il Papa e il popolo ro-
signori di detto III, nel principio del cui pontifica-
mano promettevano ai re di Francia, co- to Roma fu afflitta da una grande inon-
me difensori e protettori di Roma, di es- dazione del Tevere, e da un contagio di
sere costanti nella loro amicizia. Sergio male di gola, la quale chiudendosi dava
li fu assai amante del popolo, e di ogni pronta morte, ed il Papa ebbe campo di
specie di Pos'eri^ al qtiale articolo cele- esercitare la sua insigne carità. Narra Ber-
brai Timmensa carità de'Papi verso i ro-^ nino, che Benedetto III ricevè ambascia-
mani, ed i Neir847
Pellegrini bisognosi. toli con preziosi regali, di Michele III im-
fu eletto s. Leone
romani IV ^ mentre i peratore greco; e che sotto di lui (ma de-
erano in gran timore che venissero in Ro- ve essere Etelulfo venuto a tempo di s.
ma saraceni, quali aveano già dato il
i i Leone IV) il re de'sassoni orientali con
sacco alle basiliche de'ss. Pietro e Paolo molto popolo si recò in Roma per sua di-
ch'erano fuori della città, portando seco vozione, fece ricchi donativi a s. Pietro,
loro tutti gli oggetti preziosi che le de- ai vescovi, clero e primati; e tornato che
coravano. Ricevette Elelulfo,cui confer- fu al suo reame, prima di morire testò che
mò il titolo di re à' Inghilterra, ed il qua- in perpetuo si mandassero ogni anno a
le rinnovò i suoi regni tributari alla ro- Roma 3 00 mancuse di denari, cioè 200
mana chiesa, coll'annuo censo del dena- da dividersi tra le chiese dis. Pietro e di
ro di s. Pietro. Il di lui figlio Alfredo il s. Paolo, e le altre al Papa per fìrne li-

Orande fu cresimato e coronato da s. Leo- mosi ne. Fu creato neir858 s. Nicolh I


ne IV; altri dicono da Adriano II. Col Magno, e fu consagrato alla presenza di
segno della croce s. Leone IV smorzò wr\ Lodovico II, che fece da palafreniere al
furioso incendio che rovinava Roma, e fe- suo possesso e quando andò il Papa coi
ce sparire un mortifero serpente che a- magnati romani a trovarlo nel suburbano
vea fatto morire molti;perciòordinòr8.* Tor di Quinto (di questo luogo e dell'an-
alla festa dell'Assunta, e la Processione tica propinqua chiesa, parlai ancora nel
celebre nella quale il Prefetto di Roma voi. LV, p. 221 e 223, ed altrove): sic-
e 12 romani scelli, 6 colla barba lunga come il Papa gli avea dato un solenne
e 6 colla barba rasa, rappresentanti il convito, l'imperatore lo servì di sontuoso
corpo del senato, portavano fiaccole ac- Pranzo. Si vuole che propriamente s. Ni-
cese innanzi la prodigiosa immagine a- colò I fosse il I .° Papa che fu coronato colla
cheropita del ss. Salvatore, che si con- tiara pontifìcia, tuttavolta i ritraiti di s.

serva nel santuario di Sancta Sanclorum. Gregorio li si vedono fregiali con corona
lilfettuando l'idea dis. Leone lll,s. Leo- jegia; altri credono che s. Leone 1 1 1 fosse il
a'iB ROM ROM

1 ceremonio della coronazione
cui nella (che alcuni dicono coronato imperatore
fosse imposto il Begnum^ siiiìbolodella si- da Formoso : cerio è che la sua unzione
gnoria temporale: fu magnidco nel risla- fu ratificalada Giovanni IX) figlio del
I)ilimenlodellechiese di Koma,e con lutti defunto imperalore Guido, segretamente
iromani bisognosi. Gli successe nell'SSy chiamò in Roma Arnolfo redi Germania.
JdrianoII^e nell'Sy 2 GiovanniFIliache Questi d'intelligenza col Papa nell' 89^
coronò Carlo I il Calvo re di Francia in 896 assediò Roma dalla parte della Cit-
Roma, alla presenza del senato e popolo tà Leonina, e presa questa d'assalto, il re-
romano: indi per le insidie di alcuni si- stante della città fu costretta a rendersi
gnori romani fugg'i in quel regno, dopo per capitolazione; altri dicono che fu sac-
essere evaso d.dla prigione di Lamberto cheggiata, almeno la Città Leonina. Fatto
1 duca di Spoleto e di Adalberto I mar- l'accordo, secondo Vitale, il senato intro-
chese di Toscana, da lui condannati co- dusse in Roma Arnolfo, il quale avendo
me predatori dello slato pontificio. Fra subito cacciati i nemici di Formoso, que-
i nemici di Giovanni Vili si devono com- sticoronò imperalore Arnolfo, che dopo
prende rei famosi conti delTusculo, qua- i aver dimorato nella città 1 5 giorni, part\
li già figurano nella storia di que'tempi da Koma. Bonifjcio FHi\ eletto 0^1*896
potenli e prepotenti : ne riportai le noti- dalla furiosa plebaglia, e dopo 20 giorni
zie a Frascati, succeduta al Tusculo. Lo Stefano 7^7/ per la potenza di Adalberto
ricondusse in Roma Bosone conte d'Ar- II marchese di Toscana; indi cacciato ia

les, che avea adottato per Figlio. Che sot- carcere dalla fazione contraria fu stran-
to questo Papa i saraceni devastarono i golato. Neir897 Romano, nipote di Mar-
contorni di Roma, e Stefano Secondicero tinoII.Neir898 7>o<^o/o//, ad onta del-
nprì loro la porta s. Pancrazio, costrin- le brighe de'conti Tusculani. Neir898
gendolo a tributo, lo dissi alla sua bio- Giovanni IX, per la potenza di Teodora
grafia, e nel voi. LV, p. 224. Il Papa per 1 moglie del senatore Costantino (si con-
mettere al coperto dalle irruzioni di quei gettura) de'conti Tusculani e impudica,
J)arbari la basilica Osliense, fabbricò a- dal vescovato di Bologna fece passare alla
diacenleuna piccola ciltàchechiamòGw- chiesa di Ravenna Giovanni, ed approvò
vannipoli. Inoltre Giovanni Vili coronò la dignità imperiale in Lamberto, ch'era
Lodovico 111 e Carlo 111: di che,come del- in Roma quando Papa si ritirò pei par-
il

le altre coronazioni, parlai a Coronazione tigiani di Sergio. Benedetto IP^ cvealo nel
degl'imperatori, ed a Francia, essendo 900, fu di rara virtù e coronò in Roma
principi Carolingi. Marino Io Martino Lodovico III o IV imperatore.
//"fu creato Papa neir82 2, per influenza Eccoci al lagrimevole secolo X, per l'in-
dc'conli Tusculani; ed altrettanto fecero felice condizione de'tempi, per la sua roz-
con/^^r/rt/io///neir884,che emanò due zezza e malvagità, chiamato ferreo, di
fimosi decreti in favore della libertà dei piombo, oscuro. Per la scarsezza e diffe-
romani e degl'italiani, contro i principi renti opinioni degli scrittori, la storia è un
stranieri, che ricordai nel voi. XXXVI, p. vero laberinto: gli uni affermano, ciò che
22 5. Gli
successe nell'885 Stefano /^/, il altri negano, e sono in un continuato con-
quale coronò imperatore Guido duca di flitto; quindi durissima è la mia condi-
Spoleto suo figlio adottivo, ripristinando zione, da vaghi cenni, farne risultare pos-
in quest'italiano l'impero d'Italia: teneva sibilmente il più probabile e veridico. Le
a pranzo i nobili romani caduti in pover- perturbazioni della sede romana furono
tà. NeirSgi fu Papa Formoso, che per frequenti, la sede del principe degli Apo-
lo scompiglio delle cose d'Italia, e per re- stoli divenne quasi in babà di alcuni am-
primere la nemica fazione di Lamberto biziosi e soverchianli principi e signoiot-
ROM ROM 259
ti, e Hi alcune famose donne, la cui sfie- gomenlo m'impone parlarne, e nulla a-
iialezza, avvenenza e ricchezza, lese ar- vrebbe giovato occultare o dissimulare ciò
bilre del dominio Roma. L'ambizione,
di che da tnille penne si trova propalato, anzi
la simonia e la coiiutlela dominola mag- con malignità ed eccessive esagerazioni.
gior parte del clero; tanta fu l'ignoran- Kon temerò dunque di farlo con quella
za, che ai preti eletti vescovi si doman- moderazione, che lascia intero il suo luo-
dava se sapevano leggere bene: forse i Mo- go alla verità, e la pietà non offende, ne
nogr animi, G^W spacchi della croce in luo- la giustizia. Così fecero il gran Baronio,
go di sottoscrizione, derivarono dagl'illet- i due critici Pagi, egli altri che traman-

terati di questo secolo; si può vedere il darono a noi le gesta de' Papi, e quelle
voi. XVIII, p. 246 e 247, Laico e Let- de' romani ne' tempi turbolenti, crudeli
terato. Nonostante, la divina e sempre e ambiziosi, fomenlatida civili discordie»
bei)efìca provvidenza, col suo onnipotente che macchiarono l'alma Roma di citta-
biaccio, benignamente conservò illibalo dinesco sangue. Dice il de Magislris, che
Io splendore della romaiia cattedra, nella Xsi usò il titolo di
nel secolo senatore in
})urilà de' suoi dommi; impedì ch-e pul- Roma, non per l'ordine che vi fosse del

lulassero pochissime eresie, e dispose, che senato, ma unicamente e solo per digni-
quando meno pietà si trovava nel capo, tà; perciò le donne piti ambiziose degli
allora si unissero alla Chiesa molli prin- uomini, non potendo storcere al sesso loro
cipi e nazioni, venerando e riconoscen- i nomi Consule DuXy ne fecero poi Da-
di
do Mal-
la santissima dignità pontificia. romani. Leo-
c<2^/7X e senatrici di tulli i

grado l'uni versale sregolatezza, nondime- ne Vappena eletto nel 908, fu messo in
no fiorirono in santità insigne alcuni Pa- prigione da Cristoforo c^e invase il pon-
pi, molti vescovi, abbati, monaci e mo- tificato: gli rese la pariglia nel 904 ^^^jr-
nache. I difetti, le debolezze, le biasime- g7o/7/de'conti Tusculani, i quali già lo
voli azioni di ben pochi, non diminuiran- volevano innalzare in vece di Teodoro lì,
no giammai l'immacolata gloria delia s. e in altre elezioni. Alla fazione loro au-
Sede; essendo un niente in confronto del» torevole, era unita quella di Adalberto
l'eminente santità di tanti altri, e della lo- Il marchese di Toscana, potentissima in
devole e magnanima condotta di moltis- Roma. Dicesi cheSergio III fosse influen-
simi, oltre quelli che si distinsero per i- zalo da Maria detta per vezzeggiati voMa-
scienza e munificenza. Meglio e con eru- rozia, dama romana, eguale in poteie o
dita critica tratta questo grave punto il bellezza delle due Teodore di lei madre
benemerito gesuita Novaes, nella Storia e sorella. A quest'epoca i conti Tusculani
df' Pontefici t. 2, p. 1 5i. Il p. Fedele Sol- pervennero colla violenza alla signoria di
dani poi difese Adalberto II, le due Teo- Roma, per le arti e intrighi di dette fa-
dore madre e figlia, Sergio III e Giovanni mose femmine di loro famiglia. Maiozia
X,con uudk Letterale, Arezzo 17 53. Ri- senatrice romana, sposò Albejico I conio
peterò ancora la prolesta che fece il con- Tusculano marchese di Camerino e con-
te Vendeltini, nella Storia del senato ro- sole romano: vagheggiata dai principali
vianOy dedicata a Pio VI. Con pena do- baroni romani, li seduceva colla danza e
vrò descrivere i romani spesso sagrilega- colla musica. Vendeva i suoi favori, per
mente ribelli a* Papi, ed alcuni di que- torri, fortezze, castella e possessioni. La
sti non corrispondere per i'infclidtà dei resero signora di Roma, e persino del Ca-
teuipi al sublime e sagro carattere di cui stel s. Al/gelo j ove fm'mò la sua dimora.
erano rivestili. Avrei io desiderato di po- Essa s'intitolava: Marozia Senatrice ed
ter nascondere in eterne tenebre si V u- eccellentissima femmina. JVel 911 fu Pa-
no, che l'altro; ma necessariamcutè Tar- pa d'integrità di cosluiui Anastasio III:
26o ROM ROM
gli successenon (legna mente nei 9 3 £«a«- 1 dre in un monastero, ed in esso terminò
*/o, ad istanza di Teodora 1 diuna sena- di vivere. Alcuni credono, che il senato
toria. Questa e Marozia nel 914 g'' ^^' d'allora si formasse di conti e tribuni, i

cero dare in successore Giovanni X^ do- quali presiedendo ai rioni della città, si

procurato l'arci vescovato diRa-


jio avergli dicessero di essi senatori o principali, e
venna: esso coronò in Roma imperato- che loro presidente fosse Alberico li. Nel
re Berengario I re d'Italia, e peli.° come 936 fu creato Leone fll virtuosissimo,
un generale si pose alla testa delle Mili- che procurò pacificare Ugo con Alberico
ziCf colle quali cacciò i saraceni dalia Ter- II principe di Roma. Gli successe Stefano
ra di Lavoro. Per le avanie e scelleratez- IX 939, odiato da Alberico II e dai
nel
ze commesse da Marozia e da Alberico suoi fautori, che lo nckalmenarono; non-
I, popolo romano cacciò da Roma Ma-
il dimeno essendosi rotta la pace tra quel
rozia, e mise a morte Alberico I. Tutta- principe e Ugo, procurò di rannodarla.
•via riuscì a Marozia di sposare verso il Lodevole fu Martino Illòel 943,cui suc-
925 Guido duca di Toscana, come di ri- cesse nel 946 Agapito II pure encomiato:
tornare a dominare Roma dopo la morte abbiamo di lui monete, nel cui rovescio
(li Teodora I sua madre: questi coniugi, è il monogramma col nome d'Alberico
imprigionato Giovanni X, lo soffocarono li, come luogo citato. Usuo
descrissi nel
liei928. Leone Fiche gli successe fu as- figlio Ottaviano dopo la sua morte nel
sai modesto: al suo tempo si ristabilì il 954 ereditò il principato di Roma; quin-
Prefetto di Roma, in compagnia di due di divenne Giovanni XII, perchè di 16
consoli e de'tribuni della plebe. Pieno di o 18 anni nel 956 ad insinuazione de'ro-
religione fu Stefano Vili del 929. In mani si fece Papa, e fu il i.° a cambiarsi
giovanissima età diventò Papa Giovanni il Nome: Chiesa tollerò quest'invaso-
la

XIx\q\ 93 1, figlio del defunto Alberico re, per evitare uno scisma. Con ardore
J e di Marozia, la quale divenuta vedova giovanile guidò le milizie contro il prin-
(li Guido, nel seguente anno ne sposò il cipe di Capua,e restò vinto. Essendo tra-
fratello uterino Ugo re d'Italia e conte vagliato da Berengario II re d'Italia, che
d'Arles, il quale aspirava alla signoria di voleva signoreggiare Roma, e dal figlio
Roma, che governò colla moglie; ed in- Adelberto chiamò a liberarlo Ottone I
,

mostrò che non avea mol ta tenerezza


fatti re di Germania; ma temendo che potes-
per subitamente disgustandosi grave-
lei, se aspirare aqualche autorità soprai ro-
mente per lo schiaffo dato al suo secon- mani, con pregiudizio della suprema si-
dogenito Alberico II, onde i coniugi si se- gnoria de'Papi, volle che prima prestasse
pararono. Alberico llcoU'aiuto de'roma- quel giuramento, che riportai, in un alla
m fugò Ugo dal Castel s. Angelo, facen- pompa del suo ingresso in Roma, nel voi.
do a pezzi le sue guardie. Alberico II a- XXXV, p. 172: quindi coronò in Roma
vea sposato la figlia di Ugo, e restato ve- Ottone I, passando l'impero ne'tedeschi.
dovo si congiunse inmatrimoniocolla se- Malgrado gli aiuti prestati da Ottone I,

natrice Stefania. Sostenuti Alberico II e il Papa abbandonò per seguire Adel -


lo

Marozia dalla loro fazione, governarono berto, onde l'imperatore nel 963 si portò
Roma, dominando il fratello e figlio Gio- in Roma con un esercito, ricevuto dai ro-
Tanni XI; loposero in prigione, e allora mani, essendo il Papa fuggito. Adunato
Alberico II divenne tiranno di Roma nel quindi un conciliabolo illegalmente fu de-
982, co'suffragi del popolo di sua fazio- posto Giovanni XI 1, ed iutruso'l'antipa-
ne, intitolandosi con quella formola cihe pa Leone FUI,
quale dai romani fu
il

riportai nel voi. XXV li, p. i^3,principe poi cacciato e ristabilito Giovanni XI I,che
€ senatore di tulli i romani. Chiuse la ma- fece tagliare il naso e le dita ai due prin-
e

ROM ROM 26r


cipall promotori di sua deposizione, sco- Benedetto F^Ijùì cui tempo ribellatisi gli

municando Ottone I, l'antipapa ed suoi i italiani, pel tumulto insorto ìnR.oma, al


consagratori in un concilio: di questo, del modo che notai nel voi. XXXVI, p. 229,
conciliabolojCome di tutti i conciliidiRo- al fine di ricuperare l'antica libertà, in-
nia, tratto in fine. Dice Vitale, che alcuni fiammati dagli eccitamenti del potente
pretendono d'avere romani nel g63ripri*
i Cencio o Crescenzio Nomentano (di cui
stinata la repubblica, ovvero alcuni ma- parlai in tanti luoghi e nel voi. LV, p.
gistrati pei Rioni di Romaj a\\r\ vi ripu- 123 che dove la data 794 fw
gl'indica, e
gnano, come notai nel voi. LV, p. i23. sbagliata nella composizione posponendo
Wel 964 gli successe Benedetto V^ senza il il
9), figlio della ftiraosa Teodora II so-

consenso d'Ottone I, a cui romani avea- i rella diMarozia de'conli Tusculani su-
no per forza giuratodi domandarlo nelle perbi del titolo consolare che si vendeva
elezioni future. A dira lo rimperatore,ven- a Costantinopoli; il quale Crescenzio vo-
ne ad assediare Roma con un esercito, leva un Papa di stirpe plebea che calpe-
vintala colla fame, fece strage de'romani stasse i nobili, e seco lui marciasse alla
che gli tendevano insidie, imprigionò il testa dellamoltitudine pe'suoi ambiziosi
Papa e lo rilegò in Amburgo: a'24 giu- fini didominare. Quindi imprigionò Be-
gno l'antipapa invase di nuovo il ponti* nedetto VI, che morì strangolato. Nel 974
fìcato, dopo aver deposto in un concilia- invase il pontificato Bonifacio A^// anti-
bolo il buon Benedetto V. Morto Leone papa, ma temendo la possanza de'conti
Vili, nel 965 fu creato Giovanni XlIT^ Tusculani dopo un mese fuggì, onde nel
che incorse nell'odio della nobiltà roma- 975 con l'aiuto della fazione de' nobili fu
na per trattarla con alterigia. Insorto tu- cvealo Benedetto FU de conti Tusculani
multo, il prefetto Roffredo l'imprigionò, e amante de'poveri; indi nel 983 porta-
e poi cacciò dalla ciltà. Nel 966 Ottone tosi in Roma vi morì, e ne trattai a Ger-
I parti per Roma onde punire i ribelli, MAMA, insieme a tutto quanto riguarda
ed allora i romani richiamarono il Papa: gl'imperatori di cui vado parlando. Fu
tultavolta r imperatore fece disotlerrare esaltatoal papato nel ^Sj^Giovaniii XI F,
il cadavere del già defunto Roffredo, e per favore del partito imperiale, che do-
squartato fu appeso in varie forche, sulle po 8 mesi da Bonifici© VII ritornato in
quali fece morire iSde'principali roma- Roma fu posto in Castel s. Angelo, ove pe-
ni o tribuni. Pietro poi allora prefetto dì rì. Bonifacio VII nel 985 cessò di esiste-

Roma, lo fece attaccare al cavallo di Co- re, pare nel marzo, e l'odio de'romani in-
stantino ossia di M. Aurelio (allora esi- fierì in maniera atroce contro il suo ca-
stente nel Foro romano) e girare per la davere, pei delitti che gli si apponevano:
città, nel modo obbrobrioso e curioso che di recente ne scrisse erudita difesa quel
narrai nel vol.LV,p. 1 23. Giovanni XIII eh. scrittore che lodai nel voi. LI, p. 1 5o.
per riconoscenza, nel Natale 967 coronò In detto anno fu Papa Giovanni XF'^e
imperatore Ottone II, figlio d'Ottone I, siccome visse pochissimo, molti non lo
insieme alla moglie Teofania figliastra o confano. Gli succedette Giovanni XVI^
nipote di Niceforo imperatore de'greci, mal veduto dal clero perchè arricchiva
la quale ebbe in dote la Sicilia e la Ca- troppo iPtìf/<?72//de'Papiche tol-
(scoglio
labria, ultime Provincie che tenevano an- ti aveano un nome
dal seno della nobiltà
cora occupate gl'imperatori d'oriente in da sostenere,e una parentela importuna
Italia. Col favore de'conti Tusculani, nel da satollare), onde alcuni ricavarono l'o-
972 fu eletto Papa l'ottimo Dono II; che rigine del nepotismo. Travagliatoda Cre-
poco vivendo fu succeduto nel dicembre, scenzio che con titolo di senatore e con-
per influenza della fazione de'nobili,da sole occupava Castel s. Angelo, evase in
2G2 ROM ROM
To<5cana e ricorse a Ottone UT, il che sa- gravissimo oltraggio di essere stala ab»
puto dai romani, per timore subilo lo ri- bandonata alla brutalità de'soldati tede-
chiamarono, celcljrancìo in Lnterano In schi,o per quanto notai a Germania. Iti
I
." solenne Canonizzazione. Nel
996 de- questo tempo grandissimo era in Roma
gna mente gii successe reccellente Grego- ilnumero delle chiese e de'moiiasteri, di
rio Fj figlio del tedesco Ottone duca di questi 20 ne possedevano le monache,
Carintia,chein Roma coronò il suo paren- 4o monaci, 60 canonici, oltre quelli
i i

te imperatore Ottone Ili coll'imperatrice fuori le mura, come leggo neirannalista


Maria, sebbene alcuni dicono che non a- Rinaldi. Nel ioo3 la fazione de'contiTu-
vesse mai preso moglie. Nel 997 Crescen- sculani, secondo! migliori storici, fece e-
zio cacciato da Roma Gregorio V, e se- leggere Papa GiovanniXVIII^ con gran-
condalo dal senato, di prepotenza gli sur- de allegrezza de'romani, pe'suoi merili
rogò l'antipapa G/oi*tìf/i«iA^^//,colla con- e dottrina. Gli successe nell'istesso anno
dizione espressa di esercitare soltanto la Giovanni A'//Y zelante, in tempo del qua-
giurisdizione spirituale, riservandosi il li- le era senatore Eiguoco, che pur fungeva

ranno la temporale, sotto la protezione l'uflìzio di Festarario del s. palazzo ( in

dell'imperatore greco, che avea promes- questo tempo fioriva un Melioso console
so dimandare truppe. Ottone III nel 998 educa); indi nel 1009 Sergio /F adorno
riportò in Roma Gregorio V, nel marzo di virtù. Qui noterò con Galletti, Z>e/^n-
fece mozzar la testa a Crescenzio, che ri- micero p. 82, che parlando di Giovanni
tirato in Castel s. Angelo vi si era difeso primicero del roi i, dice che allora le

con vigore, e solo ceduto per capitolazio- cause terminavano da'consoli e duchi.
si

ne: l'imperatore die tanta importanza a Le parti altercanti ricorrevano al Papa, il


questo Fatto, che lo reputò glorioso, se- qunle deputava in Giudici que' consoli e
gnando un diploma per la badia di Ein- duchi che voleva, ed eglino per la tobale
sidel colla data : taluni Romae quando dipendenza cheaveano dal loro signore,
Creseenliiis decolla tus suspensus fuìtAn- qual era Papa, adempivano al proprio
il

oltre r imperatore fece impiccare \i del uffizio. 2 Benedetto FlTIóe covili


Nel I o I

suo pallilo, non che cavar gli occhi, tron- Tusculani, subito cacciato dall' antipapa
car le orecchie e il naso all'antipapa, e Gregorio, per cui si recò in Germania a
sul somaro lo fece girare per Roma. Gre- domandare soccorso a s. Enrico II, il quale
gorio V deputò poi il senato, perchè de- lo fece ripiistinare; e recatosi egli colla

cidesse i litigi insorti contro gli usurpa- moglie s. Cunegonda in Roma nel i o 4,
1

tori de'beni del patrimonio della Chiesa. vi furono coronati dal Papa: perla parte
Silvestro li pervenne al pontificalo nel che vi ebbero magistrali, e intervento
i

999, insignemente dotto. Ottone IH aven- de'senatori romani, si può vedere il voi.
do determinalo di cacciare greci ed i i XVII, p. 21 5. Il senatore Romano era
saraceni, si fermò in Roma ad attendere fratello del Papa. Questi a vantaggio dei
Je sue truppe. Intanto romani si solle- i sudditi riportò una vittoria sui saraceni,
varono, ed assediarono l'imperatore ove e pi ovocò i Normanni a frenare i greci
abitava; appena ebbe tempo di fuggire che devastavano la P uglia; e siccome an-
col Papa, per sottrarsi al furore della ple- davano occupando le terre de'confini ro-
be insorta contro tedeschi, e morì a*i 7
i mani, Benedetto Vili ricorse all'impera-
gennaio 1002 in Paterno, avvelenato da tore. Gli successe il fratello Giovanni XX.
Stefania vedova di Crescenzio, che erasi nel 1024, che coronò imperatoreCorra-
insinuata nella sua grazia, anche per gua- do li nella Pasqua 1027, nella quale oc-
ririoda un'infermità, per meglio trovare casione era n vi pure in Roma Rodolfo 11
l'occasione di vendicare suo marito, ed il re di Borgogna, e Canuto re d'Inghilterra
ROxM ROM 263
il) abito da pellegrino, che altri dicono bene della chiesa universale: ordinò che
nel io3o, come notai nei voi. XXXV, p. le donne ree di prostituzionea*preti den-

33, narrando che si pretende erigesse u- tro le mura di Roma, fossero schiave in
na chiesa in Pionia. Nel io33 pei denari servizio del palazzo Lateranense, essen-
che giltò al popolo Alberico III conte Tu- dogli assai a cuore la continenza e il Celi'
sculano (per la grazia di Dio eminenlis- baio de'chierici, in un tempo che la sre-
simo console e duca ; prima di questo golatezza ne'costumi toccava l'eccesso. Il

tempo si trova pure, Romano console e grande Ildebrando che avea condotto in
duca, senatore di tutti i romani ; di piii, Roma S.Leone IX nel suo avvenimento
un Rai nero console), fu fatto Papa il suo al pontificato, di cui era stato il beneme-
indegno figlio Benedetto IX d'anni i8 o rito consigliere, fu deputato dal clero e

20, poi deposto dai romani stessi nel i oSy, popolo romano a trovare in Geroiania col
indi nell'anno seguente restituito da Cor- consiglio di Enrico 111, un idoneo succes-
rado II venuto in Roma. Insorte ivi poi il sore che fu littore II dti' covìù di Kev/
i.°maggioio44 ("^1 precedente anno vi- in Isvevia, nelio55, dopo lunga sede va-
veaGregorio console) due fazioni de'conti cante, nella quale Benedetto IX tornò a
Tusculani e di Tolomeo console romano, sturbare sagri comizi, e terminò di vi-
i

per le sue dissolute7ze fu di nuovo espulso; vere penitente in Grotta Ferrata. Nel
e col favore diToIomeo s'intruse per simo- loSy per acclamazione fu eletto Papa
niaiy/^ev^ro/Z/tm tipa pa, che passati 3 o 4 Stefano X, che profondamente stimando
mesi venne cacciato dalia fazione contra- Ildebrando, ottenne dei vescovi, clero e
ria, facendo ritornare Benedetto IX. Que- popolo romano di non procedere dopo
stiemise /?/«///zz/V2 per denaro, che gli pa- la sua morte all'elezione del successore,

garono Gregorio FI e il clero nel mede- senzachè dalla sua legazione di Francia
simo io44j acciò si ritirasse: Gregorio fosse tornato T illustre Ildebrando. Ma
VI si vuole istitutore della milizia papa- nel io58 avendo terminalo di vivere, la
le, in un tempo che i laici invadevano le fazione de'conti Tusculani elevarono l'i-

possessioni di s. Pietro, e le fozioni di Ro- gnorante loro parente Benedetto X an-


ma dilapidavano beni ecclesiastici. Gre-
i tipapa, fiancheggiati da' conti di Galera
gorio VI rinunziò nel concilio di Sutri del e altri potenti romani. I primari del clero
1046, alia presenza di Enrico HI re di e Ildebrando, considerando il lega le si (l'ul-
Germania, il quale persuase il clero a e- ta intrusione, nel concilio di Siena Ilde-
. leggere Clemente 7/sassone, de'signori di brando designò Nieolo 7/pieno di meriti,
Meresleve ed Horneburch, dotto, e^-udifo che fu collocato sulta cattedra di s. Pie-
e d'ottimi costumi,che coronò quell'impe- tro nel gennaio 1009, e depose l'antipa-
ratore colla moglie Agnese: nel sinodo ro- ° usò la pon-
pa. Nicolò 1 dicesi che pel
1 i

mano di tale anno, fu approvata l'elezio- tifìcia tiara, con due corone. Nel concilio

ne di Enrico IH a patrizio di Roma, che Lateranense di dello anno, Nicolò II pri-


aveano fatta senatori e popolo roma-
i vò il clero e il .popolo romano della pre-
no. Clemente II morì nel 1047, dicesi at- rogativa di fare V Elezione del Papa, qua-
tossicato da Benedetto IX, che tornò a le attribuì solamente ai Cardinali, cui

occupare per la 3." volta il pontificato. il clero inferiore e il popolo prestassero


Nel luglio 1048 fu Papa Daniaso II dì la nuda approvazione, secondo le saggia
gran mente, e visse 23 giorni: l'im^pera- insinuazioni d'Ildebrando, che sottrasse
tore Enrico IH che l'avea raccomanda- la grand'opera deH' elezione dai capricci
to, fece il simile per s. Leone IX de' coa- delle fazioni e della podestà secolare, e
ti d' Egesheim nell'Alsazia, che impie- la rese intieramente indipendente come
gò tutto il suo pontificalo in Fiaggij^ev ne'primi 4 secoli della Chiesa, con un me-
264 ROM ROM
morabilc decreto, che racchiutlc un capo Ildebrando o il gran s. Gregorio fll,
d'opera di unliveggenle prudenza eccle- il benemerentissimo della sede apostoli-
siastica. Nel 06 1 Alessandro Udì santa
1 ca, virtuosamente ripugnante, vi fu subli-
vita fu creato Papa, secondo Io stabilito malo degnamente nel 1078. I suoi glo-
dal predeeessore, perciò con rancore dei riosi fasti li celebrai con biografia di i65
conti Tusculani e di Galera , capoparti pagine, oltre gl'innumerabili luoghi ove
della fazione de'prepotenti romani, che ne dovetti riparlare, in con.feguenza qui
volevano signoreggiare il santissimo pon- non posso, pegli angusti limiti, neppure
tificato: per cui provocarono il risenti- leggermente accennare quellecose che e-
mento Enrico IV re de'romani (titolo
di sclusivamente riguardano la città di Ro-
che portavano quelli che doveano essere ma, sebbene al suo coraggioso e magna-
eletti imperatori; una specie de' Cesari nimo operato, ed infaticabile eseujplare
sotto gli antichi imperatori romani, ed zelo, essa deve moltissimo del suo lustro e
anche di ciò trattai a Imperatore, come grandezza, avendola liberata dal giogodei
di sue prerogative), cui non era slata suoi oppressori, e dai pericoli che da ogni
partecipala la seguita elezione; il quale parie la minacciavano. L'immortale Pon-
di concerto cogli ambiziosi romani, nel tefice fu l'anima de'5 lodevolissimi ponti-
conciliabolo di Basilea fece eleggere l'an- ficali lo precedettero, che col suo me-
che
tipapa Gadolao o Onorio II, con immen- morabile fecero dimenticare l'infelice se-
so tripudio di tutti i simoniaci e concubi- colo X, e ripararono alle sue funeste con-
nari. L'antipapa colle truppe d'Enrico IV seguenze. Ildebrando semplice monaco,
si portò in Roma nel 1062 a'24 aprile, e abbate e poi cardinale, colla vasta sua
con notturna aggressione assali con molta mente concepì il gigantesco e mirabile di-
strage la Città Leonina; respinto però dal visamento di sottrarre la Chiesa dallo sta-
popolo, potè rifugiarsi nell'adiacente Ca- to, il potere spirituale dal temporale, far
stel s. Angelo^ accoltovi da Cencio o Cin- quello maggior di questo, rendere il Pa-
zio iniquo figlio di Stefano prefetto di Ro- pa indipendente dall'imperatore, collocar
ma, di parte imperiale. L'antipapa aven- anzi il primo, secondo sua natura,piìi su-
do corrotto col denaro Pier Leone roma- blime dell'altro. Far derivare dall'unità
no personaggio autorevole, ed altri pos- della Chiesa la riforma salutare de'coslu-
senti romani, potè fuggire, dopo la disfat- mi, e promuovere in tutto l'orbe cristia-
ta de'tedeschi, operata da Goffredo duca no l'eterna salvezza. La restaurazionedel-
di Toscana e Lorena, e dai romani fedeli la disciplina ecclesiastica, la guerra im-
ad Alessandro li, che ricordai ancora nel placabile alla s'ìmoma^ aWe Investiture ce-
voi. XXXII, p. 195 e 198. Il duca unito clesiastiche, all'incontinenza de'chierici,
a Ildebrando, lo difese ancora da un'in- ed a tutti i vizi. Rendere l'elezione del
vasione de'normanni, che da S.Leone IX successore di s. Pietro indipendente dal-
e da Nicolò li erano stali investiti della le intrusioni della podestà laicale, elimi-

Puglia, Calabria e Sic ili a ydoimQi'ì della nando eziandio la pregiudizievole influen-
romana chiesa, con annuo censo e giura- za del popolo, d'ordinario guidato dalle
mento di fedeltà, quali feudatari e vas- fazioni. La costanza de'suoi eroici sforzi,
salli della medesima. Nel 1070 un Pietro e il suo genio religioso, gli fecero giltare
era senatore di Roma, console e duca. Vi solide basi e fondamenta d'una gloria pe-
fu pure un Gregorio console de'romani : renne per la sede apostolica; riformò il
il suo figlio Tolomeo s'intitolò eccellen- suo secolo ancor ferreo, con incompara-
tissimo console de'romani. Più tardi ab- bile zelo, imperturbabile energia e san-
biamo, Leone Frangipane per grazia di tità d'intenzioni, cooperandovi la sua fa-

Dio console de lomaoi. conda eloquenza. UaggiuDSC con lode e-


2 1

ROM ROM 265


terna pienamenle suo scopo neirim-
il 8.Gregorio VII, che s'interpose pel perfi-
porlanza de'suoi grandi disegni, raassinne do suo persecutore: lutto narrai ne' voi.
nelle conseguenze, ch'ebbero tutti per fi- XXXI I, p. 2 1 6, 1 7, LI V, p. II 6.Traditi
ne la giustizia, la virtù, l'onore di Dio, i sassoni da Enrico IV, ricorsero alla pro-
il trionfo della chiesa romana, da lui esal- tezione del Papa, il quale ammonì il prin-
tata a quel sublime stato di possanza, che cipe;ma egli rispose con insolenze, e quftl
compie le profezie degli apostoli e le pro- patrizio di Roma fatto dai romani, pre-
messe diGesù CristOjCome disse il cardinal tese di dichiararlo decaduto dal pontifi-
Ugo Candido, nell'arringare i romani che calo, con indignazione de'primari di Ro-
con fervore tutti uniti acclamavano Ilde- ma, del prefettOjde'giudicijde'soldati. Il
brando per sommo Pontefice, ed sagri i Papa gli lanciò la scomunica, e sciolse i
elettori Cardinali elessero supremo signo- sudditi dal giuramento, che produsse un
rédi Roma, padre e giudice della cristia- portentoso effetto in Germania contro il

nità: il popolo i'\s\)Ose collaudiamo. Ap- principe, quale vedendosi a mal par-
il

pena s. Gregorio VII divenne Papa, in- tito, colla mediazione di Matilde, si portò

cominciò a lottare col suo secolo o per dir nel suo castello di Canossa presso Reggio,
meglio a proseguire l'opera sua sviluppa- a prostrarsi a'piedi di s. Gregorio VII si-
ta ne* 5 precedenti pontificati, ne' quali mulando pentimento. Indi tramò contro
vieppiù avea infiammalo il pietoso zelo di lui a Bibianelio e gl'intimo guerra: ri-

e l'attaccamento alla s. Sede, della sua e- tornando il Papa in Roma, fu incontrato


roina la gran Contessa Matilde^ moglie al dal senato e popolo romauoa modo trion-
suddetto Goffredo (per le sue gesta e pa- fale. Intanto Italia e Germania si divisero
trimonio si può vedere anche Mantova, in partiti, papisti si dissero i veneratori
Lucca, Ferrara, Reggio, Garfagnana, s. del Papa, enrichiani i partigiani d'Enrico
Gregorio VII, Pasquale II), la quale fu IV, poi funestissime fazioni di Guelfi e
per lui e per la Chiesa un propugnacolo Ghibellinij e s. Gregorio VII riconobbe
inespugnabile, un campione invincibile, Rodolfo di Svevia, e nuovamente scomu-
una generosa e nobile benefattrice, per nicò il suo competitore, condannando le
l'ampio suo patrimonio e principato of- investiture ecclesiastiche da lui sostenu-
ferto a s. Gregorio VII e donato alla ro- te. Allora Enrico IV fece eleggere l'an-

mana chiesa, che in gran parte tuttora tipapa Clemente III, e con formidabile e-
possiede. Come si vide riconosciuto dalla sercilocalò in Italia portando seco il pseu-
cristianità, promulgò le sante sue inten- do Pontefice. Il Papa erasi chiuso in Ro-
zioni, di sopra accennate, mentre Ger-
la ma , colle truppe di Matilde e di alcuni
mania deponendo Enrico 1 Vie de'roma- feudatari, deliberato di resistere sino agli
ni, designò successore Rodolfo di Svevia: estremi. Nella vigilia di Pentecoste 108
quindi rinnovò le infeudazioni di Bene- comparve il re con l'esercito e l'antipapa
vento e de'principi normanni, con che si sotto le mura di Roma, accampandosi nei
assicurò la divozione di que'potenti.Gui- prati di Nerone, ed il giorno dopo comin-
berlo Correggio arcivescovo di Ravenna e ciò l'assedio della 07tóZ/eo«mflr, chein-
poi antipapa C/eme/ite ///, agognando al terroltamente dmò un biennio,depredaa-
pontificato, indusse il facinoroso romano do i luoghi adiacenti. I romani ed i to-
Cencio già ricordalo, qual fautore dell'an- scani fecero valorosa difesa e vigorose sor-
tipapa Onorio II, ed anche partigiano di lite, con molta mortalità di tedeschi, an-
Enrico IV, ad uccidere il Papa mentre di- che per essersi viziata l'aria: può ve-
si

ceva messa nella notte di Natale del 1 075; dere il voi. XXXII, p. 342>243, ovepur
Io malmenò e ferì, indi strascinò nella sua dico deh rinnovato assedio con altre for-
torre; accorso popolo furibondo, liberò
il ze, ed a p. 244 e seg. le particolarilà del

VOI. Lvm. 18
266 ROM ROM
3.* incomincinto nel gennaio io83 con cendiando lutto quanto eravi di abitato
florida ariijata,risoIuloEnnco IV (l'espii. fra il Colosseo e il Laferano,ei\eìq\ìcsito
gnare Roma ad ogni costo, avendo gua- a Castel s. Angelo. Questa deplorabile de-
dagnata In plebe e buona parie de'prin- vastazione fu riputata la piìi terribile che
cipaii, annoiati dall'assedio e dalla for- Roma abbia solferto : grande fu la carni-
tezza d'animoGregorio VII, il qua-
di s. ficina,i mussulmani non rispettarono né
le perciò si Castel s. Angelo. La
ritirò in monasteri, ne vergini, ne matrone. Il Pa-
corruzione de'romani arrivò tnnto avan- pa celebrò un concilio, scomunicando di
ti, di giurare al re, che se il Papa non lo nuovo il re, l'antipapa e loro fautori; e
coronava imperatore ne avrebbero eletto disprezzando i romani, come codardi e
un altro, e gli avrebbero fatto imporre la venali, abbandonò Roma e si recò a SU'
corona dal senato romano: luttavolta poi lernOj ove nel seguente anno mOrì acer-
si pentirono e ritornarono alla ponlificia rimo difensore della libertà ecclesiastica,
ubbidienza. Essendosi assentato il re dal- dopo aver determinatoche ninno fuorché
l'assedio, vi ritornò nell'autunno. Presso il Pontefice si chiamasse Prt'^rt. Nel 1086

alle festedi Pasqua 1084, quando Enrico gli successe Vittore III, il quale rinnovò
IV disponeva a tornare in Germania,
si. la proibizione agli ecclesiastici di riceve-
si recò al suo campo una deputazione di re investiture da'Iaici : morì forse avve-
vescovi a offrirgli le chiavi di Roma, le lenalo da Enrico IV. Urbano II ùì eletto
cui porte spalancarono a'2 marzo; altri I nel 088 in Terracina, scomunicò in Ro-
1

dicono che si aprì la breccia, e che Gof- ma Enrico IV e sedicente Clemente III,il

fredo di Buglione montò il baluardo e e poi ne partì: fino al iog3si trattenne


piantò la i." bandiera, e che ferito mor- fuori di Roma, a cagione dello scisma che
talmente facesse voto di combattere per agitava la città, tenendo Ferrucchio per
Genf^<7 /emme. L'antipapa fu intronizzato l'antipapa il Laterano e Castel s. Angelo;
nel Laterano, e nel giorno di Pasqua in vi si recò nascostamente in casa del po-
s. Pijetro coronò Enrico IV, ed romani i lente Giovanni Frangipani, e poi per de-
l'acclamarono di nuovo patrizio di Ro- na.ro ottenne due luoghi. Questo Papa
i

ma. Furono espugnali il Campidoglio e pel i." promulgò le celebri Crociale, per
il Settizonio. Essendo il Papa in Castel liberare dagl'infedeli i luoghi santi di,Ge-
s. Angelo coi cardinali e molti vassalli, rusalemme.Nel 099 1 gli siiccefisePasqna-
il re l'assediò strettamente; venne a ma le II, in tempo del quale essendo morto
liberarlo il normanno Roberto Guiscardo l'antipapa, Enrico IV successi va mente glie
con 80,000 fanti e 7,000 cavalli, la prin- ne* oppose altri 3, Alberto, Teoclorico,e
cipal parte saraceni di Lucerà: per cui di- Maignulfo o Silvestro IF, perchè conti-
spettosamente partirono il ree l'antipa- nuava la fimosa differenza dell'investi-
pa, con dolore de'romani vedendosi espo- ture ecclesiastiche. Avendole anche con-
stialla vendetta de'fìeri normanni, dopo dannate Pasquale II, Enrico V succeduto
aver levato l'assedio al Castello e deva- ai padre in principio mostrò disapprova-
stalo in parte il recinto della Città Leo- re la di lui ostinazione, fece istanze per-
nina per renderlo inutile'al nemico, e tro- chè rivocasse tali sentenze, usando anche
vare piùfacile l'accesso al ritorno che si minacce,finchèricorseairinganno.Si por-
proponevano. Avendo Roberto trovate tò neh icon numeroso esercito in Ro-
I r

chiuse le porte, intimando la resa, le mi- ma per coronare imperatore, aven-


farsi
liziepapali battendo le reali, gli aprirono do prima dagli ambasciatóri fatto concor-
la Porla Flaminia: da questa pose a fer- dare con Pasquale lì, che nel giorno del-
ro e fuoco quanto incontrò, lungo la via la coronazione cederebbe a tuttociò ch'e-
che conduce a s. Silvestro in Capite, in- ra /«5 ecclesiastico nell'elezione de'vesco-
ROM ROM 067
tì,ed il Papa cedesse a ciò ch'era jus re- per tanta pusillanimità e funeste conse-
gio appartenente alle Regnile. Stabilito guenze. Non andò guari, che Pasquale U
e giurato il trattato da ambe le parti, En- scrisse lettere per tutto il mondo, dichia-
rico V entro in Roma, e fece due giura- rando nullo il privilegio ed estorto per
menti al popolo Roma, per l'onore e la
di violenza, e nel concilio di Laterano solen-
libertà della città. Fu ricevuto alla por- nemente lo condannò. Neil 18 fu creato i

ta dal clero, nelle scale di s. Pietro dai Gelasio II, contro il piacere d'Enrico V,
vescovi, dai cardinali e dal Papa cui ba- laonde Cencio Frangipani suo fazionario
ciò i piedi, e venne ammesso al bacio della e potentissimo, sacrilegamente lo insultò,
bocca, fronte e occh'i^ et dexterani Ponti- percosse e portò prigione in sua casa,Gnchè
ficis tenenSj entrò nella basilica, ove in il prefetto di Roma con altri nobili lo fe-
ginocchio recitò la confessione di fede e cero rilasciare;'Papa temendo la furia
il

dal Papa fu acclamato impeiatore. Ma deirimperatore,che poco dopo giunse in


poi richiesto da Pasquale 11 a quanto era Roma fuggi prima a Gaeta, e poi per
,

stato concordalo sopra l'investiture e re- Porto passò a Cluny. Enrico V entrato in
gaIie,rispose Enrico V: Antecessoreni suo- Roma, pose sulla sedia pontifìcia il pseudo
rum dignitates, et fura simuL ac imperli Gregorio Vili da lui creato, occupan-
coronani a romano Pontifice armata ma- do Laterano e suo patriarchio. Morto
il

nu postulaturus. Onde il Papa vedendosi in ClunyGelasio II, ivi nel 1 1 igfu eletto
ingannato e m.ancar di fede nel convenu- Calisto li, che confermarono cardinali i

to, ricusò di coronarlo; e l'imperatore col- restati in Roma, col /^/c^ no cardinal Pie-
le guardie fece stringerlo fino a notte a- tro vescovo di Porto, lasciatovi dal pre-
vanti alla Confessione di s. Pietro, e di decessore, benché in essa dovea farsi l'e-
là con alcuni cardinali lo fece rinchiude- lezione o ne'luoghi vicini, secondo il co-
re in piccola casa vicina. Intanto ordinò stume romano. Calisto II scomunica ti l'im-
il sacco alla città; per cui i romani sen- peratore, l'antipapa e l'investiture, nel
tendo carcerato Papa, uccisero quanti
il I 120 si portò a Roma : la pompa e ar-
tedeschi erano sparsi per Roma, e molti chi trionfali pel suo ingresso, li descrissi
dell'esercito, venendo Enrico Vgittato da nel voi. XXXV, p. 172. Quindi si con-
cavallo e ferito in faccia: per le molte zuf- dusse con un valido corpo di truppe ro-
fe con varia fortuna, il Tevere fu linto mane ad assediar Sutri, ov'eiasi fortifi-
di sangue. Per la costanza di Pasquale II, calo l'antipapa, che prese e imprigionò.
inasprendosi l'imperatore, fece strapazza- Tutto sembrava declinare a una genera-
re gli ecclesiastici ed i romani. Molti scrit* le perturbazione, per la controversia tra
loriaffermano che il Papa coi cardinali il sacerdozio e l'impiero sulle investiture,
furono portati prigioni in Sabina, ma Ber- quando si terminò colla Ptì!ce d'un Con-
nino ciò non riporta; a Sabina però me- cordato.
glio sviluppai l'argomento, parlando del Onorio Ili eletto nel 1 1 24, confermò
castello di TribucooTribucco,ove effetti- l'elezione fatta di Lotario II in re de'ro-
va mente Pasquale II co'cardinali ed altri mani, non avendo figli Enrico V defunto.
furono portati prigioni se non che, sen- : neh 3o Papa Innocenzo 11^
Gli successe i

tendo Pasquale II le chiese pollute,le cala- che dovette subito partire da Roma, non
mità della chiesa romana e de' romani, potendo resistere alla fazione dell'insorto
e che sovrastava lo scisma , aderendo il antipapa Anacleto II, figlio del ricchis-
senato al Papa, condiscese alle brame del- simo Pier Leone, che spogliò le princi-
l'imperatore con concedere l'investiture, pali chiese di Roma, per guadagnar con
sottoscrivendo il privilegio, che die la pa- l'oro i romani a sostenerlo ; ed ebbe a
ce a Roma, e la guerra al cristianesimo successore l'antipapa Vittore IF, che poi
268 ROM ROM
rinunziò e fu pcnlonnlo dal Pnpn, cui i questa possono vedere anche in quel-
si

suoi aderenti giiu aiono fedeltà. Nel 1 1 33 l'articolo. Questa moneta fu colle imma-
Innocenzo 11 rilornh in Roma con Tim- gini de'ss. Pietro e Paolo,che il senato
peratoi^ Lotario II e la moglie, che co- avea eletto per principi e protettori di
ronò nella basilica Lateranense, essendo Roma, e coll'iscrizione Scnat. P. Q. R.
la Vaticana occupata da Anacleto 11: par- La restaurazione dell'intiero corpo del
tito r imperatore, gli scismatici costrin- senato romano accadde tra ili.^ed 2 3.° il

sero Papa a ritirarsi a Pisa, e vi dimo-


il giorno di gennaio: pare che i primi se-
rò sino alla morte del potente antipapa. Giordano figlio di Pierleo-
natoli fossero
'

Tornato alla sua sede, il Papa assegnò ne, e Guidone. Innocenzo II mori ai^
un' annua somma ai giudici e avvocati settembre la storia dice che tal morte
:

romani, acciò giudicassefo e difendesse- fu cagionata dal grave dispiacere prova-


ro le cause secondo giustizia, prescriven- to, in sentire che i romani istigati dal-
do il giuramento che prestarono, la cui Arnaldo, erano insorti e vole-
l'agitatore
formola riportai a Procuratori di col» vano marciare su Tivoli, avendo rista-
lEGio, siccome ebbero origine in questo bilito neJ primiero onore e autorità il se-
pontificato. Sdegnando ormai i romani nato. Da tale anno s'incominciò a segna-
di essere governati dal Papa, e di soffrir- re nelle carie di que'tempi, l'epoca della
ne il giogo, cercavano occasioni di scuo- restaurazione del senato. Della ripristi-
terlo, fomentati dal famoso Arnaldo da nazionedel Senato romano^ per la quale
Brescia, le cui false e perverse dottrine si cominciò l'epoca degli anni del sena-

Innocenzo li condannò nel 1 1 39 nel con- to. Muratori parlò w^Wd^Dissert. ^5.^) e
ciliogenerale di Laterano, quale fanati- Galletti nel Primicero p. 3 06, riportan-
co eresiarca, e nemico furioso della so- do questa formoU: Renovationis vero sa-
ranità papale e delle possessioni eccle- cri senatus anno... Bensì il senato la fa-

siastiche. Delle ribellioni promos- da lui ceva precedere dall'invocazione della ss.

se e che vado a ricordare, parlai a Pre- Trinità, dall'anno della nascita di Gesù
fetto DI Roma che lo fece tìaorire. 1 roma- Cristo, e dall'anno del pontificato del Pa-
ni cominciarono a tumultuare nel i4i; i pa vivente. Indisi diceva: Nos senatores
nell'anno seguente avendo guerreggiato inferìus serip ti una ciwi omnibus aliis con-
con Tivoli, per avere il Papa perdonato senatoribus a domino nostro Papa N. lo-
i tiburtini e stabilita la pace con dichia- taque veneranda apostolica curia, et re-
rarla soggetta a Roma, e perchè avea fat- verendo populo romano prò regimine Ur-
to poco conto del senato romano, il qua- bis annuatini in Capitolio constituti. Se il

le, come sono andato rimarcando, lalvol- senatoe popolo romanod'allora in poi non
ta fu rappresentato da un solo individuo, ebbe più facoltà d'intervenire,unitamente
con attribuzioni poco rilevanti. Indispet- alclero romano, nell'elezione del Papa,
titi i romani di non poter proseguire la cioè col suffragio dell'acclamazione dopo
guerra e chiamandosi di ciò offesi, nel la canonica elezione fatta da'cardinali, e
1143 tumultuariamente si ribellarono, quando definitivamente ne fu spogliato
corsero in Campidoglio, proclamarono da Alessandro III , lo riportai nel voi.
la libertà, cambiando la forma del go- XXI, p. 2 1 2. Dopo 3 giorni fu consagra-
verno e indipendente dal Papa, ripristi- to Papa Celestino IIy senz' alcuna per-
nando con autorità e giurisdizione il cor- turbazione ; indi nel i i44 l'Ucio II sot-
j

po deir antico senato romano, ed inva- to il quale con nuova ribellione iroma-
dendo la zecca papale coniarono Mone- ni, abolendo la dignità di Prefetto di Ro-
ta e la proseguirono in tutto il tempo ma, ripristinarono quella di Patrizio e
della ribellione, per cui i particolari di ne rivestirono il detto Giordano. Lucio
1

ROM ROM 269


II, facendo uso del suo coraggio, marciò come legittimi padroni : dipoi con limo-
con alquante soldatesche sul Campido- sine e benefìzi si conciliò l'amore de'ro-
glio per cacciarne i senatori, ma non solo mani; nondimeno sollevati i romani dagli
colle armi romani e con
fu respinto da' arnaldisti, nel 1 146 fu costretto lascia-
tale esorbitante tumulto, che il Papa fa re il Laterano e ritirarsi in Trastevere,
percosso da piti sassate, e ne mori a'2 5 e poi in Castel s. Angelo, allora tenuto
febbraio 1 145. Al 1 144 npoi'ta Vitale la da'suoi amici i figli di Pierleone. 1 sena-
lettera scritta dal senato e popolo roma- tori si eleggevano ogni anno; nel i 148
no a Corrado III Dei gratta Romano- erano 25, nel 1 1 49 furono 9, nel 1 1 5 1 e-
rum /Jeg^ij partecipandogli la restaurazio- rano 17. Di tutti fino a' nostri giorni se
ne del senato e per sostenerne V antica ne può leggere l'interessante serie crono-
forma, dichiarandosi in vestra fidelilate logica , con annotazioni giustificative e
permaneamus. 1 romani arnaldisti man- cenni storici, nel cav. Luigi Pompilj O-
diuono un'ambasceria a Corrado III per livieri romano
segretario del magistrato
tirarlo dalla loro parte e farlo venire in o conservatori Roma, che rappresen- di
Roma, ma furono spregiati e rigettali. tava il senato // Senato romano nelle:

Eletto Eugenio III nel dì seguente, e 7 epoche di svarialo governo, da Romo-


divenuti romani piti orgogliosi e insof*
i lo finoa noi, Roma 84o. La quale opera 1

ferenti del dominio pontificio, dichiara- con onorevole lettera dedicatoria, si com-
rouo impugnar la sua elezione, qualora piacque intitolarmi. Eccitatosi nuovo bol-
si ricusasse di confermare la rinnova- lore ne* romani, nel i iSoaldiredi Vitale,
zione fatta del senato, per cui il Papa se- per essere restati torbidi gli animi e per-

gretamente uscì di Roma e si recò in Far- chè il Papa voleva abbattere il ristabilito

fa per la consagrazioue. Sdegnato s. Ber- malcontento della nobiltà indus-


senatOjil
nardo contro i romani per la contrarie- se Eugenio Illa dimorare nella Campa-
tà e molestie che recavano a Eugenio gna romana. Rinnovatala, pace co'roma-
III, scrisse a questi. « Non ha cosa più no- ni, nel settembre o ottobre i iSi Euge-
ta negli andati secoli della protervia e nio III ritornò in Roma. Nel seguente an-
del fasto de' romani. Gente non avvezza no fu Papa Anastasio IV^ mentre Ar-
alla pace, e assuefatta a tumulti. Gente naldo da Brescia contro il divieto dimo-
asprae intrattabile,e che insinoad ora non rava in Roma, protetto e sostenuto da al-
sa star soggetta, se non quando non può cuni perversi potenti, massime dai sena-
resistere. Ecco la piaga; a te tocca la cura; tori. Nel 1 54 fu creato Adriano IF^ sot-
non è lecito dissimulare ". Ritornato in to il romani arnaldisti in-
quale avendo i

Roma Arnaldo vieppiù sparse le sue ve- sultato e ferito a morte ilcardinalGAertìtr-
lenose dottrine, e ne fu deplorabile conse- do di s. Pudenziana ed eccitate nuove ,

guenza quanto notai nel vol.LV,p. 124, perturbazioni , il Papa sottopose all' la-
parlando della concordia conEugenio HI, terdetto tutta Roma, gravissimo gasligo
che volle abolito il patrizio, i senatori de- chemaiavea provato, ed in cui cessarono
putati dalla pontificia autorità , e ripristi- idivini uffizi fino a'2 3 marzo 1 155, allor-
nato il prefetto di Roma, che ivi fu ricevu- ché i senatori , mossi dal clero e popolo
to con istraordiuaria allegrezza, come de- romano, si portarono da Adriano IV per
scrissi nel voi. XXXV, p. 1 78. DiceVitale, giurare , che caccerebbero Arnaldo ed i

che Eugenio III costrinse i romani a tal suoi eretici settari!; indi gli arnaldisti man-
concordalo, con iscomunicare il patrizio darono un'insolente ambasceria a Fede-
Giordano, e colle sue armi congiunte a rico I, il quale fatto arrestare Arnaldo, fu
quelle de'tivolesi, e di Ruggiero lì redi brucialo e gittate le ceneri nel fiume. Av-

Cicilia, obbligaudoU a ubbidire a' Papi viaudosi nel 1 155 per Roma Federico I
-,

270 ROM ROM


per esservi coronato imperatore, con uu- mano acclamarono l'antipapa yUtoreV,
iiieroso esercito, il Papa esìgette ad cau- che poi Federico I sostenne colle armi :

telani prima giuramento di fedeltà e che altra parte del popolo prese le difese, e
gli avrebbe prestato consueti ossequi del- i costrinse i senatori a liberare Alessandro
Tuffizio di Palofremere : particolaii di i III e i cardinali assediati nella basilica
queste difTerenze sul ceremoniale e altro, Vaticana, che furono condotti in trionfo
come del tumulto fru'romani arualdisti e per la città. Tutlavolla non iìdandosi il
i tedeschi, con molte uccisioni, onde i ro- Papa, passò in Ninfa, ed ivi venne con*
mani insorti si rifugiarono in Castel s. An- sagralo e coronato. Neil iGo si trovano

gelo, li notai ne* voi. I, p.io2,io3, XIII, 2 senatori, ed uno neli 162. In quest'an-
p. 293, XVII, p. 216, XXIX, p. 142, a- no Alessandro 111 tornò in Roma, ma ve-
vendoil Papa per loro interceduto il per- dendo che gli scismatici seguitavano nel-
dono dall'imperatore. Da queste citazio- le sedizioni, ne ripartii, lasciando a Roma
ni si può comprendere quanto avvertii in vicario il cardinal Giulio vescovo di
chea queste brevi indicazioni possono sup- Palestrina, altri dicono il cardinal Gual-
plire i tanti articoli relativi. Prima che tiero vescovo d'Albano, che in morte me-
l'imperatore entrasse in Roma, romani i ritò che il popolo romano per 3 giorni
gli aveano nuovamente spedito tra Sulri vestisse pubblico lutto. Il Papa vedendo-
e iSepi i loro ambasciatori, per rallegrar- si perseguitato da Federico I, lo scomu-
si del suo arrivo, ollrirgii la loro sogge- nicò e sciolse i sud.diti dal giuramento ,

zione, chiedere la conferma del senato e prendendo le sue parli V Italia, con quel-
molti soprattutto che ri-
altri privilegi, e le guerre e con quella celebre Lega Lom-
stabilisse governo temporale di Pioma
il barda, che iviein tanti luoghi descrissi. Nel
come ne'secoli antichi, escludendone Pa- i I 1 64 i senatori erano 4, i" cui o nel 1 1 Q>^
pi. E siccome Federico I fu consigliato essendo morto il cardinal Giulio, Alessan-

non fidarsi del popolo, e la coronazione drolllnomitiò vicario il cardinalG/o^'^^z/mt


segui senza il suo intervento, cos'i per rab- de'ss. quale mosse il clero
Gio. e Paolo, il

bia diede di piglio alle armi e furiosamen- e popolo romano a spedire in Francia un'
te fece man bassa sui tedeschi, i quali at- ambasceria al Papa, supplicandolo di ri- .

taccarono terribile zuffa. Poii romani per tornare alla sua sede ed popolo da Dio al
riconciliarsi coU'imperatore, gli spediro- specialmente commessogli; mentre essen-
no nuovi legati, ed egli ne mandò in Ro- do morto l'antipapa, Federico 1 gli avea
ma, acciò di consenso del Papa rinnovas- dato in successore Pasquale ///, ch'eb-
sero il senato; ma romani si ostinarono i be in successori gli antipapi Calisto III
di non voler dipendere dal Papa uell'am- e Innocenzo III. A'23 novembre 1 165
minislrazione del governo temporale. Nel Alessandro III con gran festa de'romani
I i^'j eranvii 1 senatori, che restauraro- si restituì in. Roma, dopo aver scampato

no le mura presso Porla Melronia. 11 ci- le insidie dell' imperatore; ed avendolo


talo Muratori riferisce che Adriano IV nuovamente anatematizzalo, nell'agosto
per soddisfare il debito di 2000 marche 1 ^j ripartì, dopo essersi ritirato nelleca-
I

d'argento, contratto dal prefetto di Ro- se di Frangipani presso il Colosseo. Vi-


ma e suoi consorti, per sostenere la par- tale non paria di delta ambasceria, ben-
te de'Papi, pagò 000 marche d'aigento e
1 si di quella del i 1 64 e mentre il Papa e-
per l'altra metà impegnò CivilaCastella- ra nel Tusculo,per conservare con un trat-
pa. Nel 1 59 per l'elezione à' Alessandro
1 talo il governo de'Ioro consoli: Alessan-
i// accadde serio tumulto, ed alcuni car- dro 111 solo permise, che si continuasse
dinali, parte del clero, i giudici, gli scrina a eleggerli con titolo di senatori, colla con-
ri, i senatori , e porzione del popolo ro- dizione di non poter esercitare il magi-
,

ROM ROM 271


strato prima di giurare al Pontefice di es- Lucio III, che giunto in R.oma poco vi
sere fedeli alia chiesa romana, e di non dimorò, temendo le dissidenze de'romani
trattar cosa pregiudizievole alia dignità che si rivoltarono, domandando colle ar-
papale. Poco durò questa pace, tanto più mi di ripristinare il senato colla presiden-
che dopo la sanguinosa guerra fatta dai za d'un patrizio,ecoirintiera amministra-
romani ai tusculani, come aderenti ai te- zione della città e dello stato indipenden-
deschi, Federico I trattò di ridurre i ro- temente da'Papi, onde Lucio III si trovò
mani a'suoi voleri, con giuramento. Ales- nella necessità di riparare da un luogo al-
sandro III era partito da Roma, perchè l' altro. Racconta Rinaldi, che avendo i
l'imperatore recavasi ad assediarlo; questi romani riempito di ruberie e d'incendi le
in fattivenne nel 167 per costringere i i terre del Papa, accorse in sua difesa Cri-
rom^mi a riconoscere il falso Pasquale III, stiano vescovo di Magonzà cancelliere di
da cui si fece nuovamente coronare, e fu Federico I, con un grande esercito, dan-
forzato ad abbandonare Roma per quel do guasto a tuttociòche loro apparte-
il

contagio che decimò suoi,il quale raccon- i neva, ardendone sobborghi. Vedendosi i
i

tai ne' voi. XX


43, LI p.2 2 3. Nar-
I
X, p. 1 I
,
romani perduti, ricorsero all'inganno per
ra Rinaldi all'annoi iGgjU.^Sg, che ro- i togliere la vita a Cristiano, avvelenando
mani potendo vendicarsi de'tedeschi,
i)on la fonte colla quale egli e soldati tem-
i

si rivolsero contro Albano che seguiva la peravano il vino : il vescovo ne mori con
parte dell'imperatore e gli avea offesi. Gli piò di 1000 tedeschi, disperdendosi gli al-

mossero guerra, e recata in propria forza tri romani si


e dandosi alla fuga. Indi i

la città, l'abbatterono e ridussero al niea- levarono più fieramente contro il Papa,


le. Qui la storia non è senza imbarazzi e il quale chiese soccorsi ai re e principi
contraddizioni quanto alle epocheipergli anche ecclesiastici, e ricevendo cospicua
scrittori sudi esse discordi, come si può somma d' oro e argento da Riccardo re
vedere a Frascati, ove con dettaglio de- d'Inghilterra e altri principi, si pacificò

scrissi le guerre col Tusculo confederato co'romani. Lucio III nel 1 1 83 tornòinRo-
di Federico I, nelle quali furono involti ma, tentò di pacificar gli abitanti, e no-
diversi popoli convicini. Pare chea' i3giu- minò senatore il conte Raimero : costret-
gnoi 1 7 1 Alessandro III giungesse in Ro- to ad andarsene, si recò a Verona ove ,

ma, fra le acclanjazioni de' romani, coi mori nel II 85, e fu eletto Urbano IIIj
quali, avendo patito tanti danni nella sua senza eh* egli mai si accostasse a R^oma,
assenza, erasi pacificato, convenendo sul- perchè le turbolenze continuavano. Nel-
lademolizione delle mura-di Tusculo: ciò l'anno precedente si elessero 6 senatori,

lìou ebbe per allóra elfetlo , che anzi il e 9 neh 186. Morto in Ferrara il Papa,
Papa ne predilesse il soggiorno. Trovan- ivi neh 187 gli successe Gregorio FIH,

dosi il Papa in Anagni, neh 172 01 quale potè ottenere dai rohiani per in-
173, il

i romani tornati in discordia per contra- terposizione d'Annibale degli Annibaldi


stargli l'autorità temporale, si quietaro- (di questa potente famiglia parlai nel voi.
no e gli .spedirono 7 delle persone prin- XXVII, p. 171) del Colosseo, c\\Qà'\ nuo-
cipali per chiamarlo in Roma, promet- vo fosse tolto il patrizio e restituito il pre-
tendo i senatori di giurare fedeltà nel- fetto. In Pisa neh 187 fu creato Clemen-
l'entrare io carica il i
°
settembre. FinaU te ///Scolari romano. Neh 188 aveauo
mente 177 ebbe luogo in P^enezia
nel 1 il governo di Roma 1 2 senatori e consi-
la famosa pace fra Alessandro III e Fede- glieri, indi 46 senatori consiglieri. Il se-
rico I, e ne'primi di marzo 178 il Papa i nato e popolo romano dopo 5o anni cir-
ritornò in Roma, morendo nel 1 181 in ca di discordie civili co'Papi, a'3 1 mag-
Civita Castellana, lu Vellelri gli successe gio concluse formale e definitiva coneor-
27» ROM ROM
dia col suo conciUadino Clemente IIF, e mortalità, anche di cardinali ede'piii ric-
perciò ai popolo ben afiello, il quale lei- chi romani, oltre una grande moltitudi-
lerando il senato, convenne ch'e si doves- ne di popolo. Neil i8*g
erano 19 sena- i

se dal Papa dare ai senatori e al prefetto ton, IO nel 90, e 5 nel 1 9


I i In que- 1 1 1 •

rinvestitura per Mantam^ cappa o veste st'anno Celestino III Orsini ascese il so-
magnifica, con solenne attogiuratoecon glio pontifìcio; e siccome per l'ambizio-
altre particolarità che riportai ne'Iuoglii ne di quelli che vi aspiravano il numero
che citerò : eccone compendiati i capito- de'senatori erasi accresciuto più di quel-
li. I. L'inclita città di Roma sarà sotto lo ch'erasi stabilito cioè 56, i quali sola-
la podestà del sànlissimoPapa. 2. Levato mente doveano conseguire benefici e i i

il titolo e la dignità di P^z^n'z/o, sarà re- presbiterii pattuiti, il Papa dichiarò al


stituito il Prefetto. 3. 1 Senatori ogni an- senato, che tale accrescimento non doves-
no saranno eletti coH'autorità del piissi- se passare in esempio e molto meno ridur-
mo Papa, cui giureranno fedeltà, pace4J si in consuetudine. Nel medesimo anno
aiuto alla sagrosanta chiesa romana , ai Celestino III ad istanza de'romani coro-
cardinali, ai vescovi, a tutta la curia. 4- nò Enrico VI colla moglie, il quale im-
II senato e popolo romano restituirà la peratore avendo invasa l'Italia, ed occu-
Vaticana eie rendite di s. Pietro,
basilica pata gran parte de'doraioii ecclesiastici,

occupate in tempo di guerra. 5. 1 pub- volle creare il Prefello di Roma, ed alle


blici tributi saranno in podestà del Pa- rimostranze de'romani lasciò nelle mani
pa, che ne cederà la 3." parte per uso del del Papa il Tusculo, ritirandosi dal pro-
popolo. 6. Il sagro senato ed il formida- teggerlo; laonde Celestino IH l'abbando-
bile popolo romano difenderà la mae- nòaliadiscrezionede'romani, salva la vita

stà, onore e podestà della chiesa romana degli abitanti. In vece i romani co' tivo-
e del Papa. 7. Il Papa ne'tempi consueti lesi entrati in Tusculo, ardenti di ven-
darà Presbùerìi. 8. Il Papa contribuirà
i detta, fecero strage e saccheggio; Io di-
al ristabilimento delle Mura di Roma. roccarono e incendiarono, indi ebbe ori-

9. Il Papa permetterà la distruzione di gine Frascati deliziosa per j le sue nobili


Tusculo. IO. Il senato e popolo romano che descrissi a lalearticolo. Neh 192
ville

restituirà al Papa suo padre in Cristo e erano 9 senatori consiglieri e 28 senato-


signore, la Moneta che farà coniar den- ri, nel II 93 il senatorej5e/2e^e/^o,nel 1195
tro la città, e le Regalie sì dentro che il senatore Capuchi, e nel 1 196 Pietro
fuori dell'eccellentissima città, tranne il Leone. Tutta volta osserva Vitale, che
ponte Lucano che conduce a Tivoli. 1 1. gl'instabili romani neh 194 e nel 1 195
Jl Papa eleggerà per ogni contradadi tut- elessero 56 senatori; dipoi non contenti
ti quartieri della città, i o uomini since-
i di tal governo, tornarono a crearne uno,
ri che presteranno giuramento; non ri- indi altri 56 : del i 197 se ne conoscono
ceverà Tivoli con detrimento e danno di 1 2, inclusi vamenle aGiovanni Papero-
J\oma, e sei romani vorranno attaccarlo «e signore di Civita Castellana. In tempo
non gli farà parte contraria. 12. Resta sal- di Celestino III il senatore di Roma e al-
va la proprietà che la chiesa romana ha su tri giudici laici si erano intromessi nel-
Palestrina. Soggettati i romani all'ubbi» le pause e beni degli ecclesiastici, men-
dienza del Papa, Clemente III prima della tre non doveaoo esercitarvi giurisdizio-
sottoscrizione del concordato a'i 3 marzo ne: ciò meglio si può vedere in Galletti
era entrato in Roma, ricevuto con ogni p. 88 e 337.
dimostrazione di gioia. Però nell* agosto Innocenzo III Conti, altra somma glo-
per una gravissima infeziooed'aria, in Ro- ria del romano pontificato, vi fu assunto
ma e nel $uo distretto vi fu uumerosa nel 1 1 98 fu tanto eminentemente bene -
;
ROM ROM 273
memorando, che nella biografia
naerllo e done l'amministrazione. Investì della Si-
impiegai 86 pagine in descrivernelema- cilia, Puglia e Capua Federico li la cui ,

guanime gesta. Perchè meglio ne risul- madre Costanza ne aflìdò al Papa la tutela.
tasse l'importanza riparlai de'pontificatì Nella lotta tra Filippo di Svevia, fratel-
di Alessandrolll e successori ne'quali vis* lo d' Enrico VI, ed Ottone IV di Sasso-
se, ed in ispecie del predecessore Cele- nia, per questi si dichiarò, come divoto

stino III, per lumeggiare la qualità e gra- alla Sede, nella quale circostanza Inno-
s.

ve condizione de' tempi in cui assunse le cenzo III colla sua magniloquenza e sic-
mistiche chiavi del governo della chiesa come profondo giureconsulto nel diritto
universale, e le redini della sovranità del- canonico, provò j che il consagrante sta
la romana chiesa, in un ali 'Italia minac- sopra al consagrato, la preminenza della
ciata nell'equilibrio politico, dalla gigan- chiesa sull'impero, del sacerdozio sul prin-
tesca possanza degli Hohenstaufen, por- cipato , corroborando il suo dire cogli e-
tata a tanta estensione da Federico I e da sempi della s. Scrittura e della storia dei
Enrico VI suo figlio; quindi in pericolo suoi predecessori. Chiamando gli ebrei
il grandioso ediflzio innalzato dalla sa- testimoni viventi della fede cristiana , li
gacità e perseveranza di s. Gregorio VII. difese dagli oppressori, come aveano fat-
rrimamente Innocenzo III riformò il pa- to altri Papi, ed emanò leggi su di loro, e
lazzo apostolico, e la famiglia pontificia pei rapporti coi cristiani. JNeli 199 abbia-
licenziando i Paggi; non che le venalità mo Gregorio di Giovanni di Leone di
e sporlule della curia, dalle quali prove- Rainero, senatore di Roma; questi occulto
nivano a Roma papale tanteamare cen- nemicod'lnnocenzo III,nel seguenteanno
sure. Infrenò l'arrogante cittadinanza ro- promossela guerra de'romani contro Vi-
mana, ordinò il censo e 1' enumerazione terbo che assediava Vitorchiano, il quale
." dopo la
della popolazione, forse il i ca- per la pace fatta tra* viterbesi e romani a
duta dell'impero romano. Innanzi di ri- questi si diede, essendo senatore Pandol-
stabilire l'autorità sovrana nelle provin- fo della Suburra. Nel 1202 provvide alla
cie signoreggiale dagl' imperiali, del de- carestia che minacciava Roma, ed ai biso-
funto Enrico VI e del fanciullo Federico gni de*poveri;indi costrinse i polenti Or-
II suo figliOjComeda altri prepotenti, vol- sini della famiglia di Celestino III a paci-
le prima ristabilirla in Roma. Chiamò il ficarsi co' suoi propri parenti. Ildelto se-
prefetto di Roma e l'obbligò al giuramen- natore avea preso in consegna le torri dei
to di fedeltà, troncando l'autorità usur- due partiti/ed abbattuta quella degli Or-
pata dagl'imperatori; altrettanto esigette sini, i quali sollevando poi il popolo, s'im-
dal senatore diR.omaN. da lui creato, ri- padronirono delle torri degli avversari te*
movendone il precedente, e costringendo- note dal senatore e le spianarono.Neli 2 o3
lo a non più esercita re il suo ministero a dovendo 1 innovarsi il senato nell'uscita di
nome romano, sibbenein quel-
del popolo Pandolfo, per l'ambizione de'concorrenti
lo del Papa: volle pure'il giuramento di vi furono tumulti, mentre il Papa era ia

vassallaggio dagli orgogliosi baroni roma- Anagni;lornatoaRoma nel marzo fu ac-


ni. Indi mandò i cardinali legali nelle pro- colto con festa. Non però cessarono le fa-

vincie, e diversi uffiziali in altri luoghi a zioni che desolarono la città, con incendii,
ricuperarne i dominii, togliendoli a quelli uccisioni, case atterrate, ed erezioni di nuo-
che illegalmente gli occupavano, sia eoa ve torri. Il Papa pacificò gli animi, e non
l'autorità papale,che colla forza delle ar- trovandosi per senatore persona grata ai
mi e delle censure ecclesiastiche; quindi due partiti, per contentare ifpopolo no-
di persona visitò diverse provincie eri- , minò 56 senatori , che gli prestarono il

gendo dappertuUo forlificazìouije curan- g'uranientoj ma ben presto si verificò il


374 R^-H ROxM
da preveduto, che tanli avrebbero fiit-
lui per 3 anni. Riconosciuto da Germania Ot-
to confusione, onde il popolo lo supplicò tone IV, neh 209 si portò in Roma a ri-
sceglierne uno; dopo di che Innocenzo III cevere la corona; il Papa si trovò ad ab-
divenne veramente pieno e assoluto pa- bracciarlo a Viterbo. due capi della cri-
I

drone di Uoina, il cui senato non fu più stianitàmossero per Roma, e l'imperato-
di Roma, raa del Papa; dicendo Vitale, re piantò il suo padiglione presso Monte
citando Gigli, che tali discordie diedero Mario. Nel dì avanti la coronazione scop-
motivo al Papa di levare il senato e il pre- piò una gran sollevazione fra il popolo ed
fetto (su di che può ledersi quanto notai i tedeschi^ colla peggio di questi, pei mo-
nel voi. LV, p. 127), ed in luogo di loro tivi che notai nel voi. XXXV, p. 270, e
istituire la presente dignità di Senatore pel malcontento del magistrato romano
di Ronia^eà a lui rimise l'intiera giurisdi- che non era stalo consultato, onde voleva
zione del senato e dell'antico pretore ur- impedire la coronazione. Ivi descrissi la
bano. Osserva Hurter nella storia d'Inno- bella funzione che seguì a'4 ottobre in s.

cenzo III, che come il prefetto di Roma Pietro, con gettito di monete al popolo,
avea debito, pel suo giuramento, d'invi- precedendo la pompa il prefetto di Roma
gilare principalmente e fedelmente sulle e il conte Palatino del palazzo Lateranen-
proprietà e sulle rendite della chiesa ro- se, nel quale poi il Papa tentie a mensa
mana fuori della città, così il senatore di l'imperatore. Questi imbandì un banchet-
Roma avea debito, per giuramento an- to a tutti gli abitanti di Roma. Ma i te-
ch'esso, di difendere la persona del Ciìpo deschi credendo la città cosa loro, negli al -

della Chiesa, de'cardinali e de'loro fami- loggi usarono violenze ed esorbitanze di


gliari; e obbligavasi solennemente a non spese, irritando un popolo che ancora sen-
tramare ne cogli atti,.riè co'consigli, mac- tiva dell'antico eroismo e grandezza, e che
chinazione di sorta contro la vita del Pa- si reputava superiore agli altri per abita-
pa, a manifestargli ogni tentativo di que- re la capitale del cristianesimo. Insorta
sto genere, ed a difenderlo nel posses- perirono molti baroni del-
fiera zuffa, vi

so della dignità pontifìcia. Pel primo nel l'impero, e Ottone IV vi perdette i 00 1

i'2o4 Innocenzo IH elesse nuovamente cavalli. Pretendendo che il Papa Io rein-

Pandolfo, w unendo 1' uffizio di pretore tegrasse, pel rifiuto abbandonò furibon-
lubano: ne'precedenli annii202 ei2o3 do s'impadronì di diversi luoghi
la città,

furono conosciuti nomi di 3 e di 12 se-


i della Chiesa, che avea giurato difendere,
natori. Nel medesimo anno 1204 ebbe e finì con essere scomunicato. Tutto rac-
principio l'impero Latino di Costantino- contai nel luogo citato, ed a Germania..
poli, per essersene impadroniti i crocia- Il Papa impiegò il suo zelo ad estingue-
li veneti, fiamminghi e francesi (a tale ar- re l'eresia dt:' Patari ni ch'erasi propaga-
ticolo ne riportai la serie, nella biografia ta in varie sue città : il seocitore e il po-
d'Innocenzo IH le interessanti notizie), il polo romano imitandoli zelo d'Innocenzo
Papa consagrandone il patriarca, con che III, fecero severe leggi contro tali eretici.

terminò le pretensioni di quella sede, di- Ottone IV avendo colla sua condotta di-
chiarandola i.^ dopo la romana. Nello sgustato rimpero,fu deposto, ed principi i

stesso annoinnocenzolll fece ungere nel- alemanni avendo nel 1 2 2 elettore de'ro- i

la Chiesa di s. Pancrazio ^ Pietro II re iiiani Federico II, ne domandarono al Pa-

d'Aragona, e poi lo coronò in s. Pietro; pa l'approvazione; ad onta delie tribola-


ed il re fece tributario il suo regno alla zioni die gli Hohenstaufen aveano dato
s. Sede. Nel i2o5 fu senatore Giovanni alla Chiesa, Innocenzo III nella speranza
di Leone, e continuò fino 1209, in cui
al che ad essa fosse grato l'eletto, pei mol-
fu eletto Filippo Lombardi ohe proseguì tissimi beaefìcii che avea ricevuto, vi ade-
1

ROM ROM 275


rY, e Federico li passò in Roma a ringra- le praticata con altri. Approvò l'insigne
ziarlo, ricevutocon grande onore, anelici ordine de' Predicatori. Ne\ 2 1 i
7 nella pa-
dal senato e popolo romano: il Papa prov- triarcale Chiesa di Lorenzo fuori del-
s.

vide a tutte le spese nel suo soggiorno, le mura, coronò Pietro di Courtenay in

e gii diede una somma di denaro e altro. imperatore latino di oriente, colla sposa
Nel 12 12 fu senatore Romano Bonaven- Violante, affinchè questo non acquitasse
tura^ dalla qual carica Innocenzo III lo diritti o preminenza su quello dell' occi-

creò cardinale; e nel 1 2 1 3 Giovanni del dente. In quell'anno fu senatore Nicola


Giudice^ nel 1 2 1
4 Pìetruccio di Setliso- di Parenzo^ indi nel
1 2 SLorenzo di Pro-i

liOy 5 Giovanni d'Jlberlesco, nel


nel 1 2 1 1219 Stefano Malabranca, nel
cessUy nel
1 6 Guidone Bonionle. Essendo in Ro-
1 1220 Giacomo Oddone e Parenzodi Pa-
ma per affari Maria regina d'Aragona, renzOj eletti insieme per raffrenare le in-
vi fece testamento a'20 aprdei2i3je poi solenze de'romaui.ll Papa nel 1220 nella
mori in fama di santa vita. Ebbe sepol- basilica Vaticana coronò Federico 11 im-
tura in s. Pietro nella cappella di s. Pe- peratore de'romani, colla moglie Costan-
tronilla,cliesi diceva anchede' redi Fran- za. Furonosenatori nel 1221 Annibalda
cia. Bosio e Arringhi feceio il catalogo e Napoleone j nel 1222 Annibaldo; nel
de'sovrani sepolti in s. Pietro; e ne parlò 1223 Bone onte di Monaldo Monalde-
anche Grimaldi nel suo mss. : Inslnimen' 1224 Annibaldh^ Napoieone^
scià j nel
ta translationum. Innocenzo III appro- Giovanni Colonna j nel 1 2 2 5 Parenzo di
vò il mirabile ordine Francescano j con Parenzo e Angelo di Benincasa, doven*
r immensa sua attività governò la chie- do sotto ili.°ilPapa patire mólti dispia-
sa universale, amministrando la giustizia ceri per le rinnovate turbolenze de'roma-

senza riguardo alla possanza di chi la le- ni, e si trovò obbligato di passare in Ti vo-
deva nelle leggi della Chiesa, comedi tan- li. Onorio HI chiamò a Ro-
In quest'anno
ti sovrani si può ampiamente leggere nel- ma Giovanni Brienne re di Gerusa-
di

la biografìa. Tutte in Innocenzo HI si tro- lenirne^ cui die il governo di tutto il Pa-
varono congiunte le qualità dell'uomo ec' trimoniOjcheavea la chiesa da Radicofa*
celiente, del gran principe, del vero Pon- ni a Roma, per sostentamento di sua per-
tefice n)assimo e supremo reggitore del sona. Neil 226 il Papa coronò colle inse-
mondo cristiano. Sotto il suo celebratis- gne imperiali Jolante figlia di detto re,
simo pontificato cominciarono a rifiorire che uni in seconde nozze a Federico II.
le arti, ad onore di Roma, massime l'ar- In quell'anno divennero senatori MaUi'
chitettura ; restaurò e ampliò il grande branca di Malabranca e Giovanni Co-
Ospedale di s. Spirilo, e fu benemerito lonna j e nel 1227 Annibaldo degli An-
di più altri edifìzi , massimamente nelle nibaldi e Gentile. Gregorio /Jl nel 1227
chiese. Dopo s. Gregorio VII , fu chia- fu eletto Papa, e scomunicò Federico lì,
mato il più potente e il più saggio che il- già in grave dissensione colla s. Sede e col
lustrasse il romano soglio pontificio; e- predecessore, ed ancora per aver usurpa-
ziandio per l'accrescimento di autorità e te le terre della gran-contessa Malildcj e
di splendore alla s. Seàe: seppe sogget- perchè non partiva per la sagra guerra
tarsi quasi tutti gli stali e principi d'Euro- di Gerusalemme. Indispettito l'impera-
pa, i quali da lui come oracolo dipende- tore neli228, iucui era senatore Oddo'
vano. Mori in Perugia. ne di Pietro di Gregorio , procurò colla
Onorio III Savelli lomano d'uno del- sua fazione di fomentare contro il Papa
le 4 principali famiglie, fu eletto Papa in il senato e popolo romano; ed in fatti a

Perugia, e ricevuto dai concittadini con mezzo de'Frangipani alcuni scellerati ro-
lauta venerazione e allegrezza mai simi- mani l'assalirono mentre celebrava in s.
n'jò ROM ROM
Pietro, e costrinsero a fuggire in Perngia; fesa di Viterbo ch'era attaccala dai ronaa-

quiD^i il Papa colle arnii ricuperò 1' oc- papale dierono una gran
ni, coll'esercito

cupato. Allora Federico 1 1 s'indusse a par- rotta a'romanione riportarono vittoria,


tire per Gerusalemme, ove tradì gli affa- indi ricuperarono la Sabina. Il Papa scris-
li de'caltolici, e tornato in Italia lai-iemp\ se ai vescovi di vari regni per una collet-
di odii e di fazioni provocate dai guelfi ta onde sostenere la guerra e con uua ,

e ghibellini, indi si pacificò col Papa. Nel costituzione proibì l'alienazione delle ter-
229 fu 8enatore/?/cctìr</o signore di Gal-
1 re della Chiesa. Neh 235 romani piom- i

lese, nel23o Giovanni Cenci : in questo


1 barono sui popoli fedeli al Papa, per sot-
tempo Dio punì romani con una dan-
i tometterli alla loro servitù, assai tribo-
nosissima inondazione e pestilenza, onde landoli, specialmente i velletrani. Tutti il

supplicarono Gregorio IX a perdonarli e Papa confortò con lettere a mantenersi ub-


tornare in Roma, e li esaudì. Nel 1 23 1 per bidienti, assolvendo i giuramenti a cui gli
un forteterremoto che afflisse Roma an- aveano costretti romani ribelli, a repri-
i

dò a Rieti , essendo senatore Annibaldo mere la baldanza de' quali proibì l'erezio-
degli Annihaldi y cui successe nel i2 32 ne di qualunque castello in Sabina. Pre-
Giovanni di Poli. Intanto i romani isti- valendo in^Roma romani di voti al Pa-
i

gati dall'imperatore volevano distrugge- pa, questi impostediverse condizioni alla


re VJlerbo, che Papa difendeva come
il richiesta pace, essa fu conclusa dal sena-
fedelej e per fargli maggior oltraggio as- tore Angelo Malabranca, per decreto e
salirono la provincia di Campagna o Pro- autorità del senato e popolo romano , e
sinone^ finche riuscì al Papa di pacificare la giurò col governatore o pretore della
i viterbesi coi romani. Nel i233 essendo città in nome del popolo da questo si ;

senatori Pandolfo di Suburra e Jannol- apprende, che esisteva un corpo morale


to di Ottone Candulfi, Gregorio IX tor- che esercitava l'autorità del senato e po-
nò in Roma, ma ben presto levati ì ro- polo roraano,e che quella del senatore non
mani a nuova ribellione, principalmente estende vasi negli affari politici se non per
la fazione nemica di Viterbo tornò a .vo- l'effetto esecutoriale de'decreti di quel cor-
lerlo onninamente abbattuto e rinnovate po, che coir andare del tempo passò nei
la repubblica romana; onde parti il Papa conservatori di Roma, restaudo al sena-
per Rieti nel 234i nel senatorato di Luca
1 tore la giudicatura in rappresentanza del-
Savelli scomunicato dal Papa coi consi- l'antico pretore e l'intervento ai pubblici
glieri autori della ribellione, ed anche per consigli. Il senatore concesse al capitolo
avervi istigati que'delle provinole, edella Valicano giurisdizione sui pellegrini che
Sabina e Toscana pontificia, dai quali a- venivano in Roma e dimoranti presso la
\endo raccolto una gran quantità di mo- basilica. Nel 1236 fu senatore Giovanni
neta, per quanto dissi alla biografia del di Cencio Frangipani; nel 1237 Patras-
l*apa, fdbbi icarono in segno del preso do- so conte deW Angaillara q Annibaldo An-
minio un'altissima torre in Montalto di /i/^a/(i/j'nel maggio Giovanni di Poliycon -

Castro. Esseudo usciti in campo romani, i tro il quale congiuratosi il popolo, rinun-
Federico lì per guadagnarsi la benevo- ziò e gli fu sostituito nel luglio Giovan-
lenza di Gregorio iX,si offrì di condurre ni di Cencio i'ìì quale corrotto da Federi-
la guerra contro romani, per la quale
i co II fece di tutto per impedire il ritorno
gli fu concesso per legato il cardinal Ca- del Papa, che i buoni romani aveano ri-
pocci; ma ben presto neabbandouò la cau- chiamalo con ossequiosa ambasceria; ma
sa e si ritirò. Nondimeno esseudo presso assalito da essi il Campidoglio,forzato il se-
il Papa alcuni nobili tedeschi zelanti del- nato a rinunziare e cacciali i nemici, Gre-
la libertà ecclesiastica, alfìdò ud essi kdi- gorio IX entrò in Roma accolto congraa-
1 -

ROM ROM 277


^\ dimostrazioni di giubilo. In quest'anno cardinali dal senatore e da'romani erano
Federiceli, ecomedissi nel voi. VII, p. 123 stati rinchiusi, e avvenne quanto dissi nel
e 124 parlando delCaiTOCcio, regalò al pò* voi. XV, Questa chiusura forseeb.
p.2v^9.
polo romano comesuo alleato, quello tolto be luogo per costringerli a sollecitare l'e-
a Milano nella famosa giornata di Corte- lezione, e dar pronto rimedio alle incur-
Nova come il più illustre e singoiar orna-
, sioni di Federico I, il quale accampato a
mento del suo trionfo, ch'era gelosamen* Grotta Ferrata devastava tutti luoghi i

te custoditoda que'popoli che l'usavano adiacenti a Roma. Celestino IV visse 17


nelle guerre come un palladio. Tale dono giorni, e restò vacante la sede sino a' 24
Tenne accompagnato da una lettera, nella giugno 1 243, perchè cardinali temevano i

quale dopo aver esaltata la sua vittoria e il furore di Federico lichene aveva im-

l'acquisto fatto del Carroccio, ingiunse ai prigionati alcuni. Nel 1242 era stato se-
romani di custodirlo gelosamente sotto natore Giovanni Poli , e lo fu pure nel
pena della testa a chi l'avesse mandato a seguente anno con Matteo Rosso: que-
male. Ma diversi storici affermano, che stipiù volte senatore e di gran bontà, per
l'imperatore trovò il Carroccio nella mas* difesa della patria e della s. Sede fu capo
sa delle altre carrette sfasciato e sguarni- de'crocesegnati contro l'imperatore, e me-
to. Iromani a perenne memoria fecero ritò il nome di Magno e di Padre della
scolpire un epigramma in Campidoglio, patria; era della famiglia Orsini, efu pa-
composto da Pietro delle Vigne segretario dre a Nicolò 111. Nel medesimo anno ro- i

dell' imperatore, qual segno d' amore di mani si confederarono coi perugini e coi
quell'augusto, il qualeanche in quest'an- narnesi, ed ambedue popoli giurarono
i

no fomentò suoi ghibellini romani con-


i fedeltà al popolo romano con pubblico i-
tro la Chiesa, dì cui avea occupato diver- Strumento. In Anagni fu eletto //i/2orf /z
se terre e perciò fulminato da altre sco- zo 7/^, nel quale articolo narrai i saccheg-
muniche. Nel 1238 furono senatori Gio- gi e le devastazioni degl' imperiali d'Al-
vanni Conti di Poli e Oddo Colonna; nel bano e altri luoghi che entrò in Roma ;

1289 Giovanni del Giudice j nel 1240 a' 5 novembre incontrato con onore dal
1

Trasmondo di Pietro Jnnibaldi e Gen- senato e popolo romano, e dal clero seco-
tile di Matteo Rossi ^ nel qual anno Fe- lare e regolare. Poco dopo nel palazzo La-
derico II occupato Spoleto, voleva farcii teranense con indicibile temerità si pre-
simile con Roma, e l'avrebbe eseguito se sentarono alcuni mercanti romani do- ,

Dio non moveva il cuore de'romani, per mandandogli 60,000 marche d'argento
quella Proce55/o/?e fatta dal Papa, i quali imprestale a Gregorio IX, seguiti dagli
con invitto zelo si armarono a sua difesa, schiamazzi dell'insolente popolo; mossi a
prendendo la croce contro l'imperatore. compassione del paziente esofferentePa-
Dai documenti di questi tempi si appren- pa,si contentarono di una piccola porzio-
de la formo la che usavano i senatori nei ne di denaro e partirono, SiccomeFede-
loro alti: N. N. Dei gratin alme et vene- rico II gli era amico, mandò in Roma gli
rande Urbis Illustres Senatores.^cS 1 24 ambasciatori, che in presenza del senato
nel senatorato di Annibaldo degli ^nni- e popolo romano, e di Baldovino II impe-
baldi, àx Oddo Colonna, ome^Wo cVi Mat- ratore latino, giurarono di dare soddisfa-
teo Rosso eletto nel luglio, morì Grego- zione al male fatto; indi tornò subito alla
rio XI, dopo avere adornata Roma, con primiera perfidia, onde Innocenzo IVper
abbattere ancora molte case e torri che evitare le insidieche gli tendeva partì da
«lelurpavano la maestà del Patriarchio Roma, e nel 1245 nel conciliogeneraledi
Lateranense. Nel 124» a'22 settembre fu Lione lo scomunicò, depose dal regno e
eletto Celestino IV nel Seltizonio, ove i impero , vietando a tutti i fedeli di
dall'
278 ROM ROM
riconoscerlo per sovrano. Nella assenza nnanc, che ne seguirono le prepotenze e
del Papa furono senatori, nel i ^44 /4nni' ambizioni per appagare le loro particola-
baie degli Annibaldi e Napoleone de'fl- ri, rafforzati da estese cittadine clientele,

gli d'Orso, anche nel 245; nel i 1 246 P/e- che noverai nel vol.XLIX, p. i54 ed al-
irò Frangipane e Bobone figlio di Gio- trove, rendendosi immuni nelle Torri e
vannij nel 247 Pietro Caff(iroj\\t\ 248
i \ luoghi che possedevano, dalle quali
forti

Pietro d
Annibale eAngeloMalabranca: impiuiemenle sortivano e rientravano.!
nitri non si conoscono fino al 252, in cui 1 Colonna avevano, posseduto il Mausoleo
i romani malcontenti del governo de'pro- di Augusto, divenuto injportante fortez-

pri concittadini prefeiirono un forestie- za, chedopo Castel s. Angelo non avea l'è

re in Brancaleone d' Andato bolognese guale Roma,e fu due volte distrutta, nel
in

de' conti di Casalecchio, il quale volle la I 1


67 quando romani incolparono Co-
i i

dignità per tre anni, ed ostaggi. Pregato lonna della rotta presso il Tusculo ; nel
e minacciato Innocenzo IV di tornare in 1241 quando i Colonna parteggiarono
Roma, vi entrò nell'ottobre 1 253 con ri- per Federico II. Le abitazioni de'Colon-
verenti dimostrazioni di osseqtiio. Dopo na si estendevano dalla piazza di s. Mar
avere ricuperato il regno di Napoli , ivi cello , XII Apostoli,
sino a quella de' ss.

morì nel 1254. H senatore Brancaleone verso il Monte Quirinale, ed al modoche


amministrò la giustizia con gran rigore, dissi a Palazzo Colonna, ed articoli ivi

frenò l'animosità de'più licenziosi, e battè citati. Panvinio scrisse ch'eransi trince-

la sua moneta che descrissi nel voi. XL VI, lati nelle terme di Costantino sulQuiri-
p. I i5, colla figura di Roma, d'un Leo-
e nale. Gli Orsini divenuti potenti per Ce-
ne in atto di camminare, il quale veden- lestino IH, e maggiormente per Nicolò IH,
dosi pure in altre monete senatorie, fe- che fiorì poi, si divisero in più rami, co-
ce congetturare che i Ghibellini per aver me dissi al loro articolo. In Roraaeran-
preso l'Aquila imperiale e regina de' vo- Monte Giordano, quelli di s.
vi quelli di

latili per insegua, i romani G?/<°//? adot- Angelo, così detti dal monte s. Angelo
tassero il Leone re dei quadrupedi. Ma presso Tivoli, e da Castel s. Angelo, che
delle insegne, colori, altre particolarità, e per lo più era in loro potei-e; oltre gli Or-
torri delle due fazioni, meglio è vedere i sini di Monte Rotondo in Sabina, di Vi-
voi. XXIV, p. 246 e 247, XXXIII, p. covaro e altri luoghi. In Roma avevano
i85. Qui noterò che negli articoli delle le loro case sul Monte Giordano, a Cam-
famiglie Colonna, OrsinijSavelli, Conti, po di Fiore, ora Piazza di Campo di flo-
le piìi antiche e principali di Roma, la re, ed anche un palazzo sulla riva destra
cui storia urbanaè intieramente collega- del Tevere. Lodovico V il Bavaro tolse
ta colla loro, dichiarai : che gli Orsini loro Castel s. Angelo, ma lo ricuperaro-
furono in Roma i capo-parte del partilo no dopo la sua ritirata, e continuarono
guelfo seguace del Papa, i Colonna capo- a possederlo senza contrasto.Come dun-
parte della fazione ghibellina; sempre tra que Colonna signoreggiavano la parte
i

loro più o meno accanitamente rivali ed di Pioma dalla via del Corso sino a Por
emule, per contendersi il primato e di- ta del Popolo, così gli Orsini quella che
fendere i lorofazionari, laonde colla loro da Campo di Fiore volge a Ponte s. An-
possanza piti volte imposero
Papi e fe- ai gelo, e di là alla strada verso s.' Pietro.
cero tremare la malmenata Roma con i- In potenza dopo le due famiglie de' Co-
scandalo della cristianità. Si resero ambe lonna e degli Orsini, veniva la Cactani o
le famiglie più forti e più influenti per Gaelani, ch'ebbero per rocche la Torre
la federazione che avevano coi primari delle milizie e la suburbana del già se-
baroni, signorotti, e cospicue famiglie ro- polcro di Cecilia Metella, ed avevano un-
e

ROM ROM 279


che l'abitazione nell* Isola Tiberina. A jVTtA, che tante volte alterarono la quiete
settenlrione poi di Roma erano i Prefelli della città e de'savi cittadini, e compro-
di Vico, spesso Prefitti di Eoma^ che si- misero i Papi.
gnoreggiarono gran parie della Toscana Alessandro IF\n Napoli nel 1 254 f'i

Palrimonio di s. Pietro. I Sa-


pontificia o innalzato alla sagra tiara. Sotto di lui fu-
velli avevano case sali' Aventino, e die- rono senatori nel I256 altri forestieri,
tro la Cancelleria , indi anche il teatro Martino della Torre milanese, ed Ewa-
di Marcello o Palazzo Orsini, s,\l\ de'po- miele Maggi o Gladio biesciano, il qua-
tenli Pier Leoni. I Conti possedevano la le lo fu pure nel 1237. Con l'aulorilà di

Torre de'Conli; gli Annibaldeschi tene- Novaes narrai alla biografìa di questo Pa-
vano il Colosseo e la torre del Palazzo pa, che nel 1257 ^'' '" Roma tumulto
di s. Marcoj i Frangipani avevano tor- pronìosso da' fautori di Manfredi natu-
re e case presso l'arco di Tjto e il Setti- rale di Federico li, e usurpatore del rea-
zonioj ebbero pure l'arco di Costantino, me di Napoli e Sicilia j capo de' quali fu
già di proprietà de'monaci di s. Grego- un fornaro che incitò il popolo contro il
rio, e lo ridussero a torrejCome quelli ch'e- senatore Madio, come parziale della no-
rano i baroni della contrada, per cui un biltà. I sollevati corsero quindi alle car-
tempo occuparono anche il detto Colos- ceri e cavarono fuori Branca leonesche
seo: altri potenti signorotti romani furono per la severità avevano deposto dal sena-
gli Stéfatieschi, i Papareschi, i Norman- torato e cacciato in prigione, reintegran-
di di Trastevere, pernon diredi altriba- dolo nella carica; ed egli acceso di veu-
roni. 11 volubile popolo poco grato alle detla, cominciò a perseguitare gli autori
incessanti beneficenze, a larga mano sem- di sua prigionia. Il Papa lo scomunicò
pre inutilmente prodigale dai Papi, si di- co'suoi sostenitori, i quali disprezzando
videva inseguire le due principali fazio- le censure, costrinsero il Papa e i cardi-
ni Colonnese e Orsina, allettato e sedotto nali nel1257 a passare in Viterbo, e nei
dai donijda dannose protezioni, edaiprin- primi di setlembrei258 in Anagni, ove
cipii che professava. Talvolta tanto il po- si portò il nuovo senatore con un eser-

polo, quanto nobili variarono fazione,


i cito per distruggere la città, come già a-

poi vi ritornarono, come più tornava lor veva fatto ai4o torri d' nobili romani.
conto, e fra'tanti luoghi in cui ne parlai, Mosso Alessandro IV dalle lagrime degli
si può vedere il voi. XXXI 11, p. 182,183, anagnini, fece pare col senatore, il quale
184, ove i potenti Savelli compariscono morto nel 1258 stesso, il popolo pose la

guelfi e ghibellini. In sostanza, come os- sua lesta dentro un vaso di marmo e col-
servano parecchi storici, e da ultimo Pom- locò nella piazza del Campidoglio, sopra
peo Lilla,' le due più grandi romane fa- una colonna, per esservi empiamente ve-
miglie, sebbene vantino una lunga serie nerala, in premio di aver troncale quelle
di eroi, non protessero unicamente gl'in- de'principali romani; indi elessero sena-
teressi dei Papi e dcgl' imperatori, ma t/)re lo zio materno del defunto, come si

piuttosto i loro propri, siccome costante- ha ancora da Matteo de faiìs^Hist. Angl.


mente intenti all'individuale loro ingran- a detto anno. Differenti sono i racconti di
dimento, che fomentavano appunto col tali fatti, che si possono leggere in Vitale.

tenere divisi il sacerdozio dall'impero, di Nel 1259 erano senatori Napoleone di


che abbondanti esempi presenta la san- Matteo Rosso e Riccardo di Pietro de-
guinolente e turbolenta storia de' secoli gli AnnibaldijCo\ consenso de'quali il po-
XII, XIII, XIV, XV. Reliquie di prepo. polo romano fece de' patti e condizioni
lenze poi furono quelle fatali franchigie, con Tivoli. Nel 1260 Castellano di An-
giurisdizioni e asili, che descrissi a Immu- dato zio di Brancaleone fu eletto sena-
28o ROM ROM
lore dal popolo loaiano, senza il oonsen* di Napoli e romani pro-
Sicilia; inoltre i

so del Papa cui poco ubbidivano: o per pendevano per Pietro IH poi re d'Ara-
calunnia, o pel suo calli vo operare, o per- gona, che stando molto lontano da Pio»
chè Alessandro IV non lo poteva solTiiie, ma non faceva temere alterazione alla li-
i romani si sollevarono nel 1 26 r, ed egli bertà. Proseguendo la discordia, buoni i

si v'ìùvh ili una fortezza di Roma.I nuo- uomini che presiedevano al govèrno di
vi senatori Giovanni Poli e Oddone Co- Roma, elessero Carlo, con poco piacere
lonna furono creali per assediarlo, ed a* d'Urbano IV, perchè col chiamare al se-
vendolo preso lo nnisero in carcere. Ciò natorato i principi stranieri si ledeva la
saputo da'bolognesi suoi concittadini,im* maestà pontificia, per cui ordinò che non
prigìonarono tutti i romani ch'erano in in perpetuo fosse senatore, ma per un
Bologna, chierici e laici. Alessandro IV triennio o quinquennio, e con varie con-
perciò interdi la città e ne sospese lo stu- dizioni , che accettate da Carlo, questi
dio. Gli ambasciatori bolognesi portatisi mandò Giacomo Contelino o Cantelmo
dal Papa ottennero l'assoluzione e la li- per vicario e pro-senatore, con buon nu-
berazione di Castellano. Si vide poscia di mero di soldati per opporsi al competi-
nuovo sconvolta Roma per l'elezione del tore Manfredi e suoi confederati, ad uno
nuovo senatore, essendo diviso il popolo de'qualiPietrodeVico tolse subito Sutri,
in due partiti; uno voleva Riccardo fra* riportandone elogio da Urbano IV. Nel
tello del re iV Inghilterra già eletto re dei 1 264 morto altro vicario,Carlo sostituì di

romani, altri insistevano per Manfredi nuovoGiacomo Cantelmo, della cui eco-
re di Napoli e Sicilia^ che avea procura- nomia non furono contenti romani, av- i

to rendersi benevoli i romani, col soste- vezzisempre a magnificenze e grandezze.


nere pubblicamente che al solo senato e Urbano IV promulgò la guerra crociala
popolo romano apparteneva il diritto di contro Manfredi, e morì in Perugia a'i
eleggere l'imperatore de'romani: l'ingle- ottobre 1264, ed ivi a'5 febbraio 1 265 fu
se cardinal Toledo prese tale impegno eletto Clemente IV, al quale ricorsero i
per Riccardo, che dopo aver consumato romani pel gran disordine in cui era Ro-
quanto avea, vendè e distribuì la sua ar- ma,agitata da'guelfi e ghibellini, onde con
genteria e presQ denaro a prestito. Niu- grande ansietà bramavano Carlo. Questi
no prevalendo, furono eletti ambidue nel visi recò, non curando le insidie di Man-
1261. Allora in Roma venne tutto in di- fredi, e fece il suo solenne ingresso a'24
sordine, ninno nella propria casa era si- maggio,ricevuto con sommi onori, epre-
curo, pe'furti e rapine. Di ciò commosso se possesso della dignitàsenatoria nel con-
A lessandro IV procuròstabilir la quiete e vento della Chiesa di s. Maria in Ara-
la pace, eleggendo alcune persone dabbe- celi Campidoglio. Andò ad
propinqua al
ne dettecomealtrove5f/om Uoniini:ce%sò abitare nel palazzo Lateranense con dis-
il furore popolareeritornòla tranquillità. gusto del Papa, ingelosito di sua dignità
Morto il Papa in Viterbo nel ia6i, r7r- e temendo che potesse pregiudicare alla
hano If^chc gli successe vid^ il termine sovranità pontifìcia, per cui da Perugia
dell'impelo latino di Costantinopoli e gliene scrisse doglianze. Venuto in Ro-
rinnovarsi il greco. Per l'elezione del se- ma il Papa, a'6 gennaio 1 266 coronò Car-
natore nel 1263 grandi furono le contro- lo I re delle due Sicilie con infeudazione
versie: il Papa francese e nemico a Man- e censo annuo della Ghinea. Allora il re
fredi,che preferivano i romani, voleva rinunziò il senatorato, ed i romani eles-

Carlo d'Angiò conte sovrano di Proven- sero senatori probabilmente Luca Sa-
za e fratello di s. Luigi IX re di Francia, vellie Cittadino Beltrame Monaldeschi
col quale slava 4rattando per investirlo d'Orvieto. Nel 1267 Angelo Capucia no-
ROM ^81
l)ile romano e ghibellino, suscitò in Ro- ma esercitava in Roma questo dignita-
ma grave sedizione. Avendo ricevuta da! rio, trattai al citato articolo. Il Papa da
popolo facoltà di eleggere il senatore, no- Orvieto scrisse al vicario Cantelmo, per-
minò Enrico fratello o figlio di Alfonso chè si astenesse dal costringere le comuni
X 16 di Castiglia, contro la volontà dei di Terracina, Piperno e del castello di
nobili e le opposizioni di alcuni cardinali, Acquaputrida, a mandare gli uomini pei
poi da lutti gradito. Venuto inRomaEn- giuochi di Monte Te^tócc/o, che si face-
1 ico come unito a Coiradiuo pretenden* vano ogni anno. In Losanna ricevette il

corona delle due Sicilie, ne spiegò


te alla giuramento di fedeltà daRodolfo I d'Hab-
pubblicamente l'insegne, abolendo quan- sburg re de'romani, e l'invitò a portarsi
toaveva Carlo I. Cercò il Papa da
fatto in Roma per la coronazione. Rodolfo I

Viterbo calmarne il furore, ma inu-


di col pieno consenso de'principi dell'impe-
tilmente, eleggendo il senatore per vica- ro,con ampio diploma a Gregorio X, in
rio Guido di Monte Feltro. Clemente IV Losanna confermò le temporalità della
scomunicò ambedue, con Corradino e a- s. Sede, riservandosi le /^roa^rtìfz/o/iz e il

derenti; quindi restituì il senatorato per /oc?/o dovuto all'imperatore quando pas-
un decennio a Carlo /, ad effetto di ri- sava per le terre dello stato ecclesiastico,
tornare pace alla città rovinata dalle
la cioè lo riserbò indue soli casi, valea di-
sedizioni. Venuti a battaglia gli emuli, re quando venisse a Roma ad incoronar-
vinse il re, fece morire Corradino, impri- si, e quando fosse chiamato in soccorso

gionò Enrico, indi riassunse la dignità se- della chiesa romana. Le procurazioni e
natoria, ricevuto da'romanì in trionfo; il ^<i?ro riguarda no ciò ch'era dovuto per
per gratitudine al Papa gli donò un pre- sostentamento dell' imperatore e di sua
zioso Faldistorio. Nominò vicario Gia- corte, come dichiara Borgia, Istoria del
como Cantelmo o Contelino, successori dominio temporale^. 88, e aggiunge: Fra
del quale furono Surnmaroso , Banzio, gli articoli proposti nel trattato di pace
Sauseverino, Raiano, Fasanella, Barnis; tra Adriano IV e Federico I, vi fu il se-
elessepure vari officiali e ministri, come guente. De dominicalihus Apostolici fo'
camerlenghi, marescialli, giudici e notari. dram non esse colligendum, nisi tempore
Morto Clemente IV in Viterbo, dopo i suscipiendaecoronae. Altrettanto ripor-
anni, 9 mesi e 1 giorni di sede vacante vi tò Muratori nella Dissert. 19.^* dicendo
fu eletto il I .° settembre 1 2 7 1 Gregorio X^ delle lagnanze del Papa contro Federico
il quale in Roma accolto con venerazione 1, poiché pretendeva il fodro anche dai
si fece coronare, addestrandogli il cavallo beni propri quindi dichiara cosa strana
;

Carlo I, che poi nel Pranzo servì de'pri- che non si concedesse a un sommo Pon-
iiii piatti secondo il ceremoniale. Cosa dis- queir esenzione
tefice di Regalia, ch'era
se Gregorio X per coronarsi inRoraa,per accordata a tanti vescovi e abbati. Del
quanto fece Costantino I con s. Silvestro mantenimento in Roma dell'imperatore
],sipuò vedere nel voi. XXXlI,p. 269. In- e sua corte, e ne'viaggi da'feudatari, par-
di partendo dalla città vi lasciò per legati i lai nel voi. XXXIV, p. 145 e 146. Del fo-

cardinali V^xccdivào Annibaldi^e Orsini poi dro poi,come regalia maggiore de'sovra-
IVicolò III. Dipoi per evitare simili fune- ni, ne trattai nel voi. LVII, p. 1 9. Morto il

ste sedi vacanti fece le leggi pel Concia- Papa in Arezzo, ivi nel 1276 fu eletto /«-
ve, e per l'osservanza della clausura no- nocenzo V , che portatosi in Roma a co-
minò Maresciallo di s. r. Chiesa, custode ronarsi, terminò di vivere dopo 5 mesi di
perpetuo del Conclave Luca Savelli ro- governo : Carlo 1 ordinò suo camer-
al
mano e suoi primogeniti: del suo tribu- lengo Besuntio, di erigergli un convene-
nale con carceri e giurisdizione che pri- vole sepolcro nella basilica Lateranense.
VOL. LYIII. '9
ROM
Gli successe /Adriano P^yche poiialosi in e giurisdizione. Carlo I prontamente al-
Viterbo, morì con 89 giorni di ponlifì- lo spirare del decennio si dimise dal se-
calo: Gregorio XI che ivi gli successe, natorato, cioè nel settembre 1278. Il Pa-
roorendo il giorno dopo, non viene comu- pa dichiarò se stesso senatore perpetuo,
nemente contalo. A'iSsetlemhre 1276 facendo esercitar la carica da' suoi pa-
salì al papato Giovanni XXI \x\ Viterbo, renti, e per vicario il nipote Orso; altri
ove lenuinò di vivere a' 16 maggio 1277. dicono che costituì Giovanni Colonna
Carlo 1 bramando che il successore fosse e Pandoìfo Savelli vice-senatori ; altri
a lui ben adetto , in qualità di senatore che il Papa fu senatore nel i ."anno, e nel
fece differire l'elezione sino a'aS novem- seguente abdicò l'officio e nominò i sud-
bre, in cui fu creato Nicolo IH Orsini. detti ; altri che nel 1279 non iVzco/ò ///,
11 nuovo Papa di alti spirili, avendo so- ma Matteo Rosso d'Orso fu se-
de'figli
spetta la potenza di Carlo I, come sena- natore di Roma. Si può concludere che il
tore e come vicario di Firenze fatto da Papa assumesse il senatorato, e ben siste-
Clemente IV, cercò prima di togliergli il mato lo stalo politico, lo conferisse a per-
vicariato come offensivo a Rodolfo I im- sone meritevoli, come nominali, e che i

peratore ,
perchè colia sua elezione era Orso e Matteo fossero suoi vicari quando
cessata la vacanza dell'impero, indi lo ri- ritenne 1' officio. Tutlavolla non debbo
chiese di lasciare il senatorato di Roma. occultare la grave avvertenza che fa su
Gio.Villani attribuisce tale richiesta, per- questo punto Garampi, Memorie p. 534-
chè Carlo I rifiutò la mano della nipote Pertanto scrive quel dottissimo, che non
del Papa. Certo è che Nicolò III in ri- sussisteavere Nicolò III dichiaralo sesles-
flesso del governo di Roma pubblicò la so senatore perpetuo a imilazionedel per-
costituzione, cap. Fundamenla, lib. 6 De- petuo consolato degl'imperatori romani,
cretal.y tit. De elecLione et elecli poteslate, come suppose l'autore del libro : Delle
o bolla Fundajuentaj óe iS luglio 1278, monete e zecche d Italia, poiché la sua
Bull. Rom. t. 3, par. 2,p. 23. Con essa costituzione nulla contiene di ciò, appa-
dichiarò e proibì, che in avvenire non si rendo il contrario dall'essere slato sena-
potesse eleggere,nominare e assumere al- tore nel settembre 1278 Matteo Rosso
la dignità senatoria di impe- Roma alcun de'figlid'Orso fratello di Nicolò 111 e Io
ratore o rede'romani, o altro imperato- era nel 1279, provandolo con documen-
re o re, principe, duca, marchese, conte, ti. Conclude, che Nicolò III non fu pun-

baroneequalunquealtrodi notabile pre- to senatore, non si arrogò tal grado, né


minenza, fratello, figlio e nipote de'sud- pensò giammai diperpetuarlo nella per-
detti, a tempo o in perpetuo; qualifican- sona dei Papi. Nicolò HI curò l'abbel-
do nulle tali elezioni, con pena di scomu- limento del Vaticano con sontuoso pa-
nica da incorrersi ipso facto dall'eletto e lazzo e con rifare la basilica : morì nel
dagli elettori o promotori. Ordinò an- 1280 a Soriano, e siccome il i.°oltobre
cora, che ad altre persone non si potesse spirava l'anno del senatorato di Colon-
dare l'esercizio del senatorato più d'un na e Savelli, entrarono in carica gli eletti

anno, senza espressa licenza pontificia; e Pietro del Conte e Gentile di Bertoldo
finalmente prescrisse, di poter essere se- de'figlid'Orso. Memorabile fu il Concla-
natori i cittadini romani o oriundi, e del ve di Viterbo per 1' arresto de' cardinali
distretto e territorio romano, ancorché nipoti del Papa defunto, contrari alla fa-
fossero fratelli, figli o nipoti di detti prin- zione di Carlo I, che voleva un Papa a suo
cipi, qualora però non possedessero fuori genio e fu il francese Martino IV, eletto

di Roma e suo territorio, contadi e ba- a*2 I febbraio 1 28 1 . Il popolo romano per
ronie o altri luoghi di gran preminenza terminare le discordie insorte durante il
ROM ROM 28'}

conclave, in ciascuna delle polenti fami- nihaldo di Pietro e Pandolfo Savello :


glie Annibaltli e Orsini, non trovò mi- altri dicono che il popolo fece senatori

glior partito che rimettere in potere del Pietro di Conte e Gentile de' figli d'Or-
Papa la dignità senatoria. Pertanto i det- so. MorìPapa a'29 tnarzoi 28? in Pe-
il

ti senatori furono deputati dal popolo ad. rugia, ove dopo 3 giorni fu eletto OnO'
eleggere senatore a vita Martino IF, il rio IV Savelli, che subito sì recò in Ro-

quale avendo revocata la costituzione del ma, e trovandosi la città desolala a cagio-
predecessore, e sebbene a lui spettasse il ne della lunga assenza de'Papi, egli abitò
supremo dominio di Pioma, come l'eleg- il Monte Aventino nel Palazzo apostoli-

gere e rimuovere i senatori, accettò co- co di s. Sabina ed il Palazzo apostoli-


y

me uomo Simone di B riè e fu


privato e ^ co dis. Maria Maggiore. Tanto piacque
pubblicato a' IO marzo con flicoltà di no- ai romani l'esaltazione del concittadino,

minale altro o altri senatori in sua vece, che fece 0/?or/o //^senatore a vita .-que-
ed egli elesse inlerinalmente per rettore sticonfermò Pandolfo suo fratello, che
del senatorato Filippo dcLavena^ e poi probabilmente continuò nel senatorato
re Carlo /stabilmente senatore, per ac- nel 1286 e 1287. Il Papa morì a'3 apri-
comodarsi alia condizione de'tempi,per lei287. WConclave cominciò nel Palaz-
soggiogare i ribelli colla di lui potenza, zo apostolico di Sabina j abbandona-
s.

come per accrescere forza ad eseguire i to dai cardinali per la Pestilenza, qneWo
suoi grandi consigli. Carlo I nominò per che vi restò a'22 febbraio 1288 fu crea-
vicario de Lavv » e poi Stendardo, indi to col nome di Nicolò IV. Cessale le di-
Dragoni: il vicariato si concedeva a per- scordie in Roma, pare ch'egli reintegras-
sone distinte, essendo in grandissima sti- se la sede pontificia della dignità senato-
ma; si esercitava con magnificenza e con ria. Nondimeno trovasi nel 1288 senato-
corte. Volendosi introdurre nuova mo- re Giovanni Colonna^ che sembra aver
neta senatoria, differente dalla preceden- proseguito a tutto 1290, tanto più che
il

te, da Orvieto il Papa l'impedii : Vitale Nicolò IV Golofme-


fu assai propenso ai
riporta la serie delle figure o incisioni del- si. Riporta Vitale, che tumultuando il po-

le monete senatorie, colla descrizione, ed polo romano, e conoscendo l'affetto che il


alcune colle immngini de* ss. Pietro e Papa avea pei Colonna , lusingandosi di
Paolo coniale dopo la rinnovazione del- non dargli dispiacere, investiti però di
l'antico senato, intendendo i romani di spirito sedizioso, nel f 290 crearono Gia-
non avere altri sovrani che essi. Nel 1282 como Colonna loro signore, trasportan-
in Sicilia accaddero i famosi vesperi si- dolo per Pvoma sopra un cocchio all'uso
ciliani, in cui furono uccisi tutti i fran- imperiale, e lo chiamarono Cesare : nel
cesi ; il Papa ne scomunicò gii autori in 1291 furono senatori Giacomo Colon-
3Jonte FiasconCy insieme a Pietro IH re na e Pandolfo Savelli che confermaro-
d' Aragona che s' impadronì del regno, no gli statuti de' mercanti di panni; nel
restando a Carlo I quello di Napoli. Nel 1292 Stefano Colonna, e Orso de' figli
1285 sollevatosi il popolo contro il vica- d'Orso. In detto anno a'4 aprile morì il
rio del senatore (a'7 gennaio morì Carlo Papa vacò la s. Sede 2 anni, 3 mesi e
:

1), lo pose in carcere, ed elesse Giovanni 2 giorni, per la discordia de' 12 cardinali
Cencio Turchi oTarchi per capitano del- che componevano il Sagro Collegio ^ 6
la città e Que-
difensore della repubblica. romani,4 italiani e 2 francesi, di visi in due
sti poco governò, per essere romani tor- i partiti: uno diretto dal cardinal Matteo
nati all'ubbidienza dì Martino IV^ dan- Rosso Orsini, voleva un Papa a piacere
dogli l'autorità senatoria, il quale elesse di Carlo II re di Napoli ; l'altro seguito
in sua vece come vicari del senatorato Aa- dal cardinal Jacopo Colonna, bramava il
284 ROM ROM
conti*ario. Aumentarono le discordie i se- Francia^ ehìyero funesto principio le ter-
natori e le malattie che infestavano Ro- ribili controversie tra il Papa e Filippo
ma, per cui ivi restarono 3 cardinali, pas- IV, argomento che ho pure trattalo in
sando gli altri a Rieti e Anagni. In que- altri articoli oltre i citati. Nel 1
297 fu
sto tempo furono senatori, nei 1 2C)3 Mat- senatore Pandolfo Savello ^ ed è questa
teo di Rinaldo de'figli d'Orso, e Riccar- l'epoca fatale delle lagrimevoli diflerenze
do di Tebaldo; indi Orsini e /4gnpìlo Co- tra Bonifacio Vili ed i Co/o««/2, scomu-
lonna: mortoli i.° temendo Colonna di nicando e deponendo due cardinali di tal
venire alle armi per avere dal popolo o potente famiglia, che perdonati e ribel-
dagli eredi del defunto i sigilli senatorii lati di nuovo, il Papa colie armi ne oc-

eie divise della dignità, rinunziò il sena- cupò e rovinò i feudi, massime Palestri'
torato^e così questo restò vacante 6 mesi. na.Ncl 298 fu senatore Oddone di s. Eu-
I

Nel 1 2g4 vennero eletti Pietro di Stefano stachio, nel 299 Pietro di Stefano e An-
1

Gaetano [Colonna)^ e Ottone di s. Eu- drea de' Normandia nel 1 3oo Riccardo
stachio, dopo che«i romani aveano preso Annìhaldi del Coliseo, e Gentile de'figli
perciò le armi, rinnovando incendi, sac- d'Orso. Questo è il celeberrimo anno, in
cheggi , e ammazzamenti nella vacanza cui incominciò la serie degli Anni santi
senatoria, la quale terminata tornò una cofìV Indulgenza del Giubileo, poscia con
apparente quiete. Nel Conclave di Peru- apertura e chiusura delle Porte sante. \n
gia a*5 luglioi2g4fu eletto s. Celestino tali articoli ne feci la storia di ciascuno,

V^ con soddisfazione di Carlo II, che si con quanto di singolare e rimarchevole


coronò in Aquila : creò I2 cardinali , 6 avvenne in Roma, il numero immenso dei
francesi, 4 napoletani, un anagnino, un forestieri e pellegrini che si i-ecarono nel-
bergamasco, con grave malcontento degli r alma città a lucrare i tesori spirituali,
nitri, anche per la sua poca attitudine al indicando quali principi sovrani in cia-
sommo peso. Virtuosamente s. Celestino scuno fecero altrettanto, e tutte quante le
V fece la solenne e memoranda Rinun- provvidenze prese dai Papi che li promul-
zia al Pontificato y a'iS dicembre in Na- garono e celebrarono, con accrescimen-
poli, cui a' 24 fu eletto Bonifacio Vili to di venerazione e lustro alla capitale del
Gaetanì ove portatosi e parti-
d' Anagni, mondo cattolico ; laonde nel ricordare i

to nel gennaio 295 per Roma, non lun-


1 mi aslerrò dal dire le notizie dei
successivi,
gi dalla sua patria incontrato dalia mag- medesimi, potendosi apprendere secondo
gior parte de'nobili romani, gli offrirono gli anni santi che citerò. Bonifacio Vili

il senatorato, con arbitrio di eleggere due venuto in cognizione, che ogni 100 anni
senatori,e nello stesso anno nominò Ugo- in Roma per tradizione eranvi stati al-
lino de Rossi di Parma. Nella funzione tri simili giubilei, ad istanza de'cardinali

del Possesso scoppiò un gran tempora- edelpopoloromanoli ristabilì, e con gran


le, e per tremenda rissa restarono uccisi successo celebrò il i.° anno santo, con tan-
4o uomini Carlo II e suo figlio gli ad-
: ta gloria del suo nome. Neli3oi essendo
destrarono il cavallo. Conclusela pace fra senatori Giacomo di Napoleone de'figli
Carlo II e Giacomo II re d'Aragona, am- d'Orso, e Matteo Rossi di Raìnaldo dei
bedue investi con censo annuo, il i.° di figli d'Orso, s'inasprirono le discordie tra
Napoli e Sicilia e giurò in Roma vassal- il Papa e Francia con tristissimi risul-
laggio, il 2.° della Corsica e della Sarde- tati : Bonifacio VIII definì, che non po-
gna. Neh 296 si trovano senatori Pietro teva dirsi senza colpa di eresia, che i cri-

di Stefano e Andrea di Romano (da' No r- stiani tutti non sieno soggetti al Papa; sco-
mandi),ne\ quale anno per l'ini munita dei municò lutti quelli che avessero i/npedilo
chierici gravemente lesa nelle Decime in a chiunque di venire a Roma, avendo pu-
1

ROM ROM 28 j
re scomunicalo il regno
re, e interdetto il esso. Il Papa essendosi portalo in Peru"
chedièairimperatoreAlbertoI.Neli3o2 già, volendo provvedere energicamente
furono senatori Stefano Colonna signore alle guerre riaccese dai guelfi e ghibelli-
di Genazzano , e Francesco di Matteo ni, dai Bianchi e dai Neri (delle quali
Rossi de'fìgli d'Orso; neli3o3 Guido de fazioni, come di simili nomi odierni, ri-
PileOf Gentile de'fìgli d'Orso, Luca Sa- parlai a Pistoia), scomunicò i guelfi e i

velliy Tebaldo di Matteo de figW d'Orso, neri, e con essi i cittadini di Lucca e di
/Alessio di Giacomo di Bonaventura j e Prato. 11 b. Benedetto XI essendo in Pe-
Giovanni de Poj'anì conte de'Marsi. In- rugia morì neli3o4, nel quale anno e-
tanto essendo Roma sconvolta dalle fa- rano senatori Gentile de figli d' Orso, e
zioni ,
principalmente degl' irritatissimi Luca Savelli, gemendo Pi.oma per le fa-

Colonna, non vedendovisi sicuro, il Papa zioni e pei prepotenti, primi de* quali e-
passò in Anagid sua patria; ma Nogaret rano cardinali delle famiglie grandi del-
i

mandato dal re di Francia, con Sciarra che a modo loro volevano gover-
la città,

Colonua,per quella congiura tramata nel- nare la corte, laonde restavano impuni-
la provincia di Frosinoneya''j settembre ti i misfatti di sfrenata licenza. Nel 1 3o5
entrarono in Anagni con armati e arre- i romani per ambasciatori richiesero ai
starono il Papa, benché vestito pontifi- milanesi un senatore per un anno da co-
calmente e colle Chiavi della chiesa in ma- minciare in marzo e aprile, ed ottennero
no, scagliando su di lui esecrande contu- Paganino di Mosca della Torre milane-
melie. Indi liberato il Papa, e portatosi in se, discreto e sapiente,
il quale si portò in

Roma Matteo Rosso Orsini,


col cardinal Roma con grandissimo onOre. I romani
con una comitiva grande de' suoi vassalli, doveano pagare il fio della loro ingrata
fu ricevuto dai romani con somma pom- insubordinazione ai Papi^e ne furono a-
pa e apparecchiamento d'armi. Tuttavia maramente privi fino al 1377, con tanto
il Papa consumato dalle ricevute ingiu- grave danno di Roma che restò in balia
rie, vi morì accorato aglii ottobre. Co- r delle sue turbolenze e de'suoi disordini.
sì terminò un Pontefice profondo giure- La chiesa romana vacò re mesi e 28
consulto, di vasta mente, e che conoscen- giorni pei due contrari partiti de'cardina-
do tutta l'immensa potenza di sua digni- li, de' quali erano capi Napoleone Orsi-
tà, la volle sostenere e difendere dal po- ni e Prato , che volevano un Papa favo-
tere laicale,con un coraggio e intrepidez- revole a Francia ed ai Colonna; Matteo
za che fece stupire i contemporanei ed Rosso Orsini e Francesco Gaetani nipo-
i posteri. E' poi falsissimo quanto scrisse- te di Bonifacio VIII procuravano di ono-
ro i nemici di Bonifacio Vili' e copiaro- rare la memoria di questi, con un Papa

no i moderni avversi alla santissima di- ad esso propizio: la fina politica e le bri-
gnità papale, ch'egli per l'eccessivo dolo- ghe del cardinal Prato prevalsero, il qua-
re si rodesse le proprie carni ; la quale le segretamente giunse a far disporre del-
impostura fu scoperta nel 1606 agli 1 l' elezione Filippo IV, il quale con pre-
ottobre, quando apertosi il suo sepolcro cedenticondizioni(nel voi. Ili, p. 170) vo-
legalmente, il suo corpo fu trovato incor- lute dal designato, ottenne ì suoi intenti,
rotto, di che fece pubblico istrumento il fra* quali lo stabilimento della residenza
notaro Grimoaldo. Nel conclave del pa- pontificia in Francianella Provenza, fer-
lazzo Vaticano gli successe a 12 ottobre mandosi in Avignone. Questo strepitoso
1 3o3 il b. Benedetto XI , che si pacificò avvenimento, le cause che lo determina-
con Francia e coi Colonna, difendendola rono, la storia de'7 Papi che vissero in A-
memoria del predecessore, e fulminando vignone,le dannosissime conseguenze che
di scomunica i sagriltghi oltraggiatori di ne derivarono alla Chiesa, a Roma, all'/-
286 ROM ROM
Uìlia^ le descrissi in tali articoli, e in quelli la milizia; ed ess'endosi sollralli all'ubbi-
che nominerò, segnutumente a Avignone, dienza di Toscanella, ciltà soggetta allo-
con particolari dettagli, anche riguardan- ra al senato e popolo romano, alcuni ca-
ti la storia urbana dell' abbandonata e stelli da essi dipendenti, massime Cellere

umiliata Roma; laonde riportandomi a e Musignano, il capitano de'senalori li co •

quell'articolo, qui noterò le cose prin- strinse a giurare fedeltà. Nel i3o9 erano
cipali.Nel Conclave di Perugia a' 5 giu- senatori, Tebaldo di s. Eustachio j e Gio-
gno 3o5 fu elettoli francese arcivescovo
I vanni di Pietro di Stefano; nel 3 o For- 1 1

di Bordeaux, Clemente r, il quale ordi- te Braccio de'figli d' Orso, Giovanni di

nò ai cardinali di portarsi a Lione per co- Riccardo degli Annibali^ e Lodovico del
ronarlo, mentre incardinali l'aveauo pre- regio sangue di Savoia; il quale fu come
galo di recarsi a Perugia ^ con estremo un precursore e legato d'Enrico VII impe-
stupore di tulio il mondo cattolico e in- ra tore,che do vea venire inRom a a prender
dignazione degl'italiani, che nelle calami- la corona imperiale, onde fu ricevuto con

tà che agitavano la Chiesa vedevano nuo- molta allegria e fallo senatore, indi ap-
ve tempesteapparecchiarsi.Creò un gran provalo dal Papa. Nel i3i i continuava
numero di cardinali francesi, ed altrettan- il senatorato di £fO^Oi>ico, che essendo an-
to fecero i successori per consolidare la dato ad incontrare l' imperalore, al suo
residenza in Avignone, onde gli altri 6 Pa- campo vicino a Brescia, i ghibellini Co-
pi furono tulli di quella nazione : Roma lonnesi lo richiesero d' affrettar la di lui

nello spiiitualefupei Papi governata dai venuta e mandar genica sedare le civili
Ficarij insigniti della dignità vescovile. dissensioni,e lasciò per vicari Rizzardo Or-
Clemente V da Poitiers entro l'S-^dcH'E- sini e Giovanni Annibaldi, a'quali allìdò
piflmia del i3o9 passò co'cardinaIi,la cor- il Campidoglio per restituirglielo. In que-
te e la curia in Avignone, contigua a! con- sto tempo già esistevano i Conservatori
tado VenaìssinOydiomnùo della s. Sede, e della Camera di Roma, oltredue sindaci,
Io dichiarò sua residenza ,
preferendo le imperocché invalso il costume di creare
rive del Rodano, ai lidi famosi e forhi- senatori forestieri, ignari delle leggi e con-
nati delTevere che per lungo tempo non suetudini di Roma, erasi introdotto l'uso
rividero Papi. Clemente V addusse per
i di scegliere tra' nobiliromani 3 sindaci,
motivo a COSI strana risoluzione, le fazio- che poi furono chiamali Conservatori, on-
ni che laceravano Roma e l'Italia, aleni de raffrenare il senatore tro})po imperio-
governo prepose 3 cardinali con titolo di so; ma meglio è ritenere che Sindaci fos- i

senatori, i quali però non ebbero luogo. sero ben diversi dai conservatori, i quali
In Roma furono eletti senatori, nel \ 3o6 erano addetti all' amministrazione e con-
Gentile àtiì^W d'Orso, e Stefano Colon- servazione della camera, ossia erario del-
na; neli3o7 Riccardo di Tebaldo degli la città; come non si può convenire che i

Annibali^ e Giovanni Colonna signore^di conservatori in quell'epoca avessero par-


Genazzano; nel 1 3o8 Giacomo diSciarra te ai restauri de'ponti e delle mura, ciò
Colonna^ e Giacomo Savelli, nel quale che fecero un tempo i senatori, bensì i

anno si bruciò la Chiesa di s. Giovanni in conservatori ne provvedevano i fondi.


Lacerano restando solo illesa dal fuoco
, Tornato nel 1 3 1 2 il senatore Lodovico in
la cappella di Sancta Sancloruni, in cui Roma , la trovò tutta tumultuante, ed i

stavano le sagre Teste de'ss. Pietro e Pao- vicari disposti a ribellarsi contro Enrico
lo : il Papa concesse indulgenze a chi con- VII, ed a non volere rendere l'esercizio
corresse alla riedificazione. In questi tempi del senatorato e il Campidoglio; preten-
i senatori non solamente amministravano dendo il rimborso di 4oot) fiorini , che
la giustizia, ma comandavano ancora aN asserivano spesi per averlo custodito. Ne
3

RO M ROM 287
fu data notizia all'iiiiperatore, che quan- siicon autorità dittatoriale a favorire il
tunque subilo mandasse tale somma, i vi- popolo, e cercando di deprimere e oflen-
cari restarono nella negativa. Entrato in derei nobili, per maggiormente conciliar-
Roma Enrico VII a'y maggio, si videro si l'amore popolare, fu cagione di far sol-
demolir le non erano
case di quelli che levare gli oppressi, i quali in compagnia
del partito di Giovanni principe di Mo- di molti aderenti, l'assalirono di notte e
rea, fratello di Roberto re di Napoli, il qua- fecero prigione. Clemente V dopo aver
le avea mandato un esercito per impedi- fallo vicario di Romagna Roberto re di
re la coronazione, ed essendo i dissidenti Napoli, capoparte de'guelfi, lo destinò se-
del suo partilo, a lui cederonoil Campi- natore di Romaj indi nel i3i4 si trova
doglio; per cui Giovanni l'occupò, e for- Poncello Orsini suo vicario, cui successe
tificò il propinquo convento de' france- Scareno,quiudi neh 3 loSpinola genove-
scani, per essere luogo da cui poteva ri- se. Morto nel i3i4 Clemente V , Papa
cevere danno. Riuscì a Eurico VII d'im- Giovanni XXII che gli successe nel 1 3 16
padronirsi del convento, laonde intimo- riservò per se il vescovato d'Avignone e
rito Giovanni coi dissidenti, e vedendo di- Io fece governare dai suoi vicari; altret-
sposto Lodovico col popolo a dare l'assal- tanto praticarono i successori. Questo Pa-
to alCampidoglio, lo lasciarono in abban- pa elesse nuovamente per senatore Ro-
dono. Allora Lodovico fece vicario Nico- bertOy il quale successivamente ebbe per
lò Buonsignoridi Siena, e capitano Gio- vicari, nel i3i7 Rinaldo di Reietto; nel
vanni di Savigny. Clemente per questa V 1 3 1 8 Fasanella e Lontino; nel 3 9 nuo-
1
1

coronazione , come meglio dissi nel voi. vamente Scareno; nel 3'2o Giacomo Sa- 1

XVII, p. 217, narrando anche i lumub velli; nel 1 32 1 Annibale Annibali e Ric-

ti, deputò il cardinal jPiczwg'eno legato per- cardo di Fortebraccio (questi fecero un
chè in suo nome 1' eseguisse, con altri 4 decreto in Campidoglio,col quale inflisse-
cardinali legati; e mentre il i.° attendeva ro la pena capitale e l'abbatlimento della
la risposta dove fare la funzione, diversi casa,a'capide'notturni assalti per odio di
romani ribellandosi assalirono le guardie parte, ed altre pene a'complici); nel 1 322
dell'abitazioned'Enrico VII. Il Papa pre- Giovanni Savelli e Paolo Conti; nel 1 323
scrisse che si coronasse in s. Pietro, se- Giovanni Colonna, Poncello Rossi Orsini,
condo il rito , ma nata nel popolo altra Nicolò Conti, Stefano Colonna e Bertoldo
sollevazione, con alla testa gli Orsini per Orsini; nel i324 Annibaldo Annibaldie
opporvisi , Giovanni
seguì in vece in s. Giovanni di Stefano; nel 325 Francesco 1

a'29 giugno 1 1 2, e subito partì da Roma Bonaventura, Giovanni Conti , Giacomo


l'imperatore con Lodovico che terminò il Savelli e Matteo Orsini; neh 326 Giaco-
senatorato, lì popolo trattenne il Savigny mo Savelli Romano Orsini Riccardo
, ,

a custodire il Campidoglio, fino all'elezio- Frangipane, Francesco conted'Anguilla-


ne che del nuovo senatore dovea fare il ra; neh 327 Pandolfo conte d'Anguilla-
Papa, Senza che terminassero le discordie. ra, Annibaldo Annibaldi, Buccio Proce,
Discacciato il capitano Savigny, per ope- Orso Orsini. Questi vicari, come diversi
ra di Giovanni Colonna detto Sciarra^ senatori, esercitavano per 6 mesi l'uffizio,
questi nel i3i3 divenne senatore con o meno s'erano rimossi o se si ritiravano,
Francesco di Matteo Orsini, e Giacomo ed ecco perchè se ne trovano diversi in
Arieti de Stefaneschi per capitano con un medesimo anno. Nello stesso 1327 le

estesissima giurisdizione due senatori : i genti pontificie entrarono nella citlàLeo-


si crearono per contentare il popolo diviso nina, rompendo il muro presso il mona-
in due fazioni; ìndineppur contento di es- stero delle incarcerate, ed occuparono da
si, elesse il detto capitaoo. Impegnato que- Porla Castello fino as. Pietro, con mol-
,

288 ROM ROM


tissimi armati: altro non dice il Garampt doglio fa acclamato re de'romani, ed e-
nelle Memorie. Narrai a Germania, a Ba- letto dal popolosenalore di Roma per un
viera e aldi articoli relativi, che gli E' anno. Stabilita la coronazione pel
7 gen^ 1

lettori del sagro romano impero succes- ^ naio, seguì nella basilica Vaticana al mo-
sore a Enrico VII, parte elessero Federi- do narrato nel voi. XVII, p. 2 18, men-
co d'Austria, parie Lodovico V di Bavie- tre notai nel voi. XIV, p. 284 e altro-
ra, il quale senza aspellare la conferma ve,che Giacomo Colonna guelfo affisse la
pontifìcia Irallandosi da imperatore e pontificia scomunica alla portadis. Mar-
prendendo la difesa degli eretici Fraticel- cello, nel tempo che si celebrava la fun-
li, indusse Giovnnuì XXII a scomunicar- 2Ìone, contro il Bavaro e suoi fautori : il

lo. Disprezzando Lodovico V tali censu- perchè molti cattolici romani, ed eccle-
re, accettò r invito de' romani di recarsi siastici secolari e regolari partirono da
inRoma. Bisogna premettere, che ro- i Roma, ove pel fulminato interdetto non
mani erano ricorìrt al Papa perchè resti- si celebrarono più i divini uffizi. Allora
tuisse loro la papale residenza, e si con- il Bavaro fece in suo luogo senatore Ca-
tentò di lusingarli con isperanze. Non ve- slruccio che prese possesso con grandis-
dendole effettuate, aumentarono le la- sima pompa, lo dichiarò poi duca di Luc-
gnanze, quando si divulgò la venuta del ca, india'i4 marzo conte palatino, do-
Bavaroin Roma. I vicari regi Annibaldi e po aver decretato il palazzo Lateranense
Pandolfod'Anguillarascrisseroa Giovan- devoluto al suo fisco e all' impero, alla
ni XXII, pregandolo che senza ulterior presenza di Giacomo Colonna diSciar-
dilazione venisse in Roma, obbligandosi /'tìf^di Giacomo Savelli divenuti senato-
con tutto popolo a resistere
il al Bavaro ri , e del duca di Brunswich. Partirono
nemico della Chiesa. Procurò il Papa di subito da Roma Castruccio per Pistoia,
incoraggire romani a prendere le parti
i e il Bavaro per Velletri , lasciando per
della Sede contro il sedicente impera-
s. senatore Uguccioneo Ranieri della Fag-
tore , assicurandoli che a tempo più op- giuòla capoi^ayle ghibellino. Ritornato a
portuno sarebbe venuto in Roma. Ciò non Roma Lodovico V, a' 12 maggio creò
ostante segui una manifesta ribellione antipapa Nicolò F eretico, che per man-
furono rimossi dalle magistrature tutti i tenersi con decoro rubò i vasi delle chie-
nobili guelfi partigiani del Papa e di re se, vendette i ed be-
privilegi, le dignità i

Roberto, eleggendo 26 buoni uomini, 2 nefìzi, con gran dolore de' buoni roma-
per rione, ed alcuni consoli del celo de- ni; essendo il popolaccio amante delle no-
gli agricoltori e de'mercanti. Tale siste- vità e facile a sedursi, fu favorevole a'sci-
ma poco durò, perchè il popolo costituì smatici. Furono condannati alle fiamme
per capitano Sciarra Colonna,con 52 con- due che intrepidamente sostennero Gio-
siglieri, 4 per rione. Fra questi insorse vanni XXII vero Papa, Nicolò Ve com-
grave questionenell'approssimarsidelBa- plici tulli scismatici. Vedendo il Bavaro

varo , parte riconoscendolo per signore^ che scemavano i suoi ghibellini, comegli
parte non volendolo per non operare con- aiuti e il denaro, e che romani oppressi i

tro s. Chiesa ; un 3." partito propose ac' dalle esazioni fremevano, a'4 agosto pre-
cordi, e questo prevalse, inviandosi al Ba^ cipitosamente partì ,
perseguitato dalle
varo ambasciatori per trattare. Ma Lo- sassate de'romani; entrando in Roma nel-
dovico V
favorito da Sciarra Colonna, da l'istessa notte Bertoldo Orsini e Stefano

Giacomo Savelli, Teobaldo di S.Eu-


e da Colonna, che furono falli senatori, fug-
stachio, corrotti dall'oro delfamoso Ca- gendo l'antipapa, fra le grida morte agli ;

struccio signore di Lucca ^ entrò in Roma eretici : in Pisa si ritrovarono il Bavaro,

peli 328, e nel gran consiglio diCappi*» e l'antipapa che fu mandato prigione in
,

ROM ROM 289


p Avignone. II re Roberto tornò ad essere Eetomnnte la Corte in Ronia^ la diade
Roma, ed a'23 agosto entrò
senalore di deserta et destructa retornerà in estatooj
in Roma, con 800 cavalieri e altra gen- et inpercio li romani degono pregare Dio,
te, e il suo vicario Guglielmo d' Ebole che dapona lo core de lo sancto Pa^
onde la città ritornò in quiete e alTubbi- tre, che retorni alla citade propria. Nel
dienza pontifìcia. JVel seguente 1829 a' 4 1 334 Raimondo di Loreto fu vicario, nel
febbraio popo-
la carestia fece sollevare il quale anno divenne Papa il b. Benedetto
lo contro il vicario, corse al Campidoglio XIIj in vece del cardinal Giovanni Rai'
e se ne impadronì, gridando muoia il se- mondi francese, che con eterna gloria del
«<3 /o/e, perchè non gli mandava dal regno suo nome non volle accettare l' indegna
le vettovaglie. Indi elesse vicari (Vitale condizione di restare in Avignone, ove ri-

dice senatori) messer Stefano dellaCoIon- teneva essere il pontificato fuori della sua
na e messerPoncelIo Orsini, quali som- i sede naturale : il Papa die 5o,ooo fiori-
ministrando grano e facendolo dare da ni per le riparazioni dA\e chiese e palaz-
altri possenti romani, ritornò la calma. zi di Roma; ed a lui alcuni attribuiscono
Pochi mesi dopo successero vicari regi, i l'aggiunta della corona alla Tiara, for-
S.''

Bertoldo de'conti di Nola, Bertoldo Pon- mandosi cos'i il Triregno pontificio. Nel
cello Orsini, Napoleone de' figli d'Orso, 1 335 furono vicari regi, Riccardo Forte-
Stefano Colonna. Nel i33o esercitarono braccio Orsini e Giacomo Colonna, anche
nuovamente il vicariato pel re Roberto neh 336; nel i337 Petrasso conte d'An-
'
i due Bertoldi, quali spedirono amba-
i guillara e Annibaldo Annibaldi. AH' esal-
sciatori al Papa in Avignone , a doman- tazione di Benedetto XII Promani per am-
dargli perdono a nome del popolo e del basciatori Taveano pregato a ristabilire
senato, per aver dato il dominio e il se* la residenza papale in Roma, ma non ve-
nato di Roma al Bavaro, e di aver aderi- dendo alcun effetto dell'indeterminata af-

to all'antipapa, supplicando d'essere as- fermativa promessa, per l'opposizionedei


soluti dall' infamia e altre pene incorse, cardinali francesi, nel detto anno con let-

promettendo ubbidienza al Papa e in sua tera de'3i luglio gli esposero l'infelice sta-
A'ece al re : giurati sul vangelo vari capi- to della città, cioè di essere affatto deso-

foli ,. fu emanata bolla assolutoria. Nel lata e ridotta a totale rovina, per le po-

1 33 furono vicari Nicolò Conti e Stefa-


1 tenti fazioni de' Colonna e degli Orsini;
no Colonna, che confermarono gU statu- quindi per disporlo a venire, gli offrirono
ti dell'arte della lana; per un altro seme- la piena amministrazione e governo di Ro-
stre continuarono nel i332. Neil 333 fu ma, dichiarandolo senatore, capitano, sin-
confermato senatore Roberto che fece , daco e difensore sua vita però durante,
vicario Simone di Sangro, avendo roma- i con piena facoltà di esercitare il senatora-
ni per indurre Giovanni XXII a venire to per mezzo di officiali e vicari ch'-egli

in Roma, conferito a lui il diritto e l'au- nominerebbe, e coH'esercizio del mero e


torità de' magistrati urbani, restituendo- misto impero (parole che dichiarai nel
gli gli antichi diritti usurpati nella lunga voi. XXXIV, p.i48). Tali offerte furono
assenza de'Papi. Giovanni XXII erasi ri- dal Papa accettate, ma costretto ad aspet-
soluto di contentare i romani, come più tare il tempo opportuno per venire in Pio-
volte era stato costretto promettere, alle ma, ritenendo il senatorato, nominò in
incessanti istanze del cardinal Napoleone sua vece a senatori cioè vicari Giacomo di
Orsini; ma non lo pose ad effetto. Dal vo- Gante Gabrielli, e Rosone Novello de'Raf-
to chevado a riportare, pel ritorno del insigne e amico di Dante,
faeli letterato

Papa inRoma, siavrà un saggio del par- ambo di Gubbio, che lo furono ancoia nel
lave che allora si usava in questa città. 1 338^ e neh 339 ne'primi mesi : essi eh»
290 ROM ROM
bero gravi contestazioni coH'altansla del- toratoper 5 anni a Stefano Co/o/z/Jflt dal-
la basilica Vaticana Giovanni Pesce, per- l' imperatore destinato a suo vicario, ed

chè avendo trascurale le ristorazioni di uno de'più celebri personaggi del suo tem -
essa, i niarescialli fecero cose che sembra- pò, con questo però che dovesse esercitar-
rono lesive all'immunilà ecclesiastica, ne lo in unione
di altro collega, il quale va-
valsero leesibite soddisfazioni; poiché Tal- riar dovesse ogni anno sino al termine
si

tarisla fece pubblicare in tutte le chiese del quinquennio. Questa offerta conan-
di Roma essere incorsi nelle censure, scri- nuenza del popolo romano, con piacere si

vendone acerbamente al Papa. Questi a accettò da Stefano, a cui diede in collega


loro sostituì Matteo Orsini e Pietro Co- il conte Orso dell* Anguillara^ e quindi si

lonna, quali vicari vice-senatori. Conferì recò in Avignone a ringraziare il Papa; il

ad essi tale dignità, per consolidare la tre- quale per non pregiudicare la sua sovra-
gua che per molti anni avea concluso tra nità proibì agli eletti d'imporre dazi e tri-
le due famiglie, a mezzo del cardinal Ber- buti senza l'autorità della s. Sede, e mo-
trando D'Eux legato per pacificare la cit- derò o revocò le imposte contro la sua in-
tà, e vicario generale di lutto lo stato ec- tenzione. Nell'assenza di Stefano fu anche
clesiastico, il quale perciò ottenne chela senatore Giordano de'fìf;lì d'Orso, e l'al-

tregua si estendesse fra'guelfi e ghibellini tro senatore O/'JO amorevolissimo del ce-
baroni romani, con atto stipulato con gran lebre Francesco Petrarca, a' 1 3 aprile(che
solennità nella chiesa d'Araceli. Solleva- sembra la più vera tra le diverse date) lo
tosi poi il popolo, ad istigazione d'alcuni coronò poeta con corona di lauro in Cani'
cittadini, si spinse in Campidoglio, arre- pidoglio ( ove parlai di altre simili coro-
stò Matteo, lo pose in carcere, diede in al- nazioni ivi eseguite, dicendo nel voi. XIV,
tri eccessi, ed elesse senatori ift^ aio Co- p. 284 che vi contribuì Giacomo Colon-
Ioana e Giordano Orsini, senz* alcun ri- na) a premura e istanza di Pioberto re di
guardo al Papa senatore a vita. Perve- Napoli, dopo avere il poeta gridato : /^t-
nuto ciò a notizia di Benedetto XII, creò va il popolo romano, viva il senatore, e
interinalmente nel 1 34o per vice senato- Dio mantenga in libertà. Postosi poi
li

ri o vicari Napoleone Tiberti priore ge- in ginocchio, Orso si levò la corona dal
rosolimitano in Venezia e governatore capo e gliela impose, dicendo Corona^ :

rettore delle ProvinciediMarillimaeCam • premia la virtù. Allora Petrarca recitò un


pagna, e Pietro di Lorenzo altarista del- belsonetto in lode de' valorosi antichi ro-
la basilica Vaticana, con ordine di rimuo- mani. Il popolo con acclamazioni disse :

vere Stefano e Giordano, comminando lo- Fiva Campidoglio ed il poeta. Petrar-


ro scomunica se renitenti a dimettere
la ca col cardinal Giovanni Colonna, alla cui
l'officio.Nel medesimo 1 34o furono vica- casa era teneramente alfezionato,con gran
ri Tcobaldo di s. Eustachio e Martino Ste- piacere visitò le antichità romane ed mo- i

fcineschi,i quali volendo reprimere le sfre- numenti cristiani, e vicendevolmentes'i-


natezze di Bertoldo Orsini e Jacopo Sa- struirono, perchè il poeta era eruditissi-
velli, loro partigiani armati si portarono
i mo delle cose antiche, il cardinale delle
in Campidoglio, onde spaventati vicari i moderne. Tutti i Colonna rispettarono le

si dimisero e fuggirono;solIevandosi poscia romane antichità, e furono de'pochi ma-


il rimanente del popolo a difesa del sena- gnali abbandonarono
romani che non le

Io, cacciarono gli Orsini e i Savelli co'lo- anno furono


alla distruzione. Neil' istesso

ro seguaci. Neh 34
1 Benedetto XII per senatori Francesco Savelli e Paolo Aii-
frastornare mire manifestate da Lodo-
le nihali.
vico V il Bavaro, sul governo temporale Nel 1 342 fu creato Papa Clemente VI,
di Roma, pel cardinal legato o£frì il sena- al quale i romani spedirono 18 legati o
ROM ROM 391
atiibasclatori, 6 del i." celo, 6 del a.", 6 dendo Roma in somma confusione, e qua-
del 3.°,fra'iiobili essendovi il senatore Sle- si oppressa dalle due memorate fazioni,

funo, e Francesco de Vico, pregandolo di dopo aver fatto parte della 2.* ambasce-
venire a risiedere in Roma colla sua cor- ria (al dire di alcuni scrittori, ma noa
te, ed a fissarsi presso la basilica Latera- pare) a Clemente VI col Petrarca ( voi.
Dcnse, madre di tutte le chiese e sua pro- III,p. 180 e 1 85), per pregare nuovamen-
pria sede , e per conciliarsi la sua bene- te il Papa al ritorno in Roma, colla sua
volenza gli offrirono, non come Papa, ma facondia cominciò a spargere fra la no-
come Pittro Roger, il senatorato e tutti billàeilpopolosentimentidi libertà, pro-
gli offici, della città durante la di lui vita. ponendo in vari eloquenti discorsi il cam-
Quantunque fosse persuaso che il gover- biamento di quel miserabile stato, dal-
no di Roma era a lui dovuto, senza bi- l'antico glorioso della repubblica roma-
sogno del decreto del senato e del popolo, na; che il popolo romano era il i.'' del
stimò bene per le vicende del tempo ac- mondo, e se non usava della podestà, e non
cettare l'offerta, ed elesse persone che co- era colla maestà de'tempipassali,ciòav-
me suoi vicari esercitassero il senatorato, veniva per debolezza e negligenza de'cit-
senza pregiudizio di sua sovranità. Però tadini che lo governavano. 11 popolo ne
in tale anno, oltre il Papa, si trovano se- restò persuaso e con generale applauso
natori, Bertoldo Orsini e Stefano Co- si sottopose al governo di lui, dichiaran-
lonnaj nel 1 343 Matteo Orsini e Paolo dolo tribuno e liberatore della sagra re-
Conti ; nel 1 344 Giovanni Colonna e pubblica, ponendolo in signoria nel Cam-
Giordano Orsini j nel 1 345 Bertoldo Or- pidoglio : come procedette tale rivoluzio-
sinif Orso contea' Anguillara, Raimondo ne, lo notai nel voi. VII,p. 1 36, insieme

Orsini^ Nicolo Annihaldlj ue\ i346 Or- ai titoli che assunse, e chi citò al suo tri-
so de^figli d' OrsOj, Nicolò Conti, Nicolò bunale, come capo del rinnovato impero.
Annihaldif Giordano de figli d'Orsoj e Protestò di non voler tiranneggiare la pa-
per vicari, Bartolomeo Varani e Andrea tria,uè usar violenze, solo sollevarla dal
de'Massimì, i quali erano anche giudici suo abbattimento e misera servitìi, volen-
palatini. Nel 1 347 Pi^^'^o Colonna signo- do governare con equità e giustizia. Prin-
re di Genazzano, e Roberto de figli d! Or» cipiò il suo governo con tanta prudenza
soj Sciarra Colonna, e Giovanni Orsini e lode, castigando i delinquenti, che cam-
figlio d'Orso capi di fazioni, quali furono i biò la faccia di Roma. La sua fama si spar-
eletti da Clemente VI, per conciliare le se da per tutto: Petrarca gl'indirizzo la
due fazioni Colonna e Orsina. Essendo i celebre canzone : Spirto gentilj dicendo
detti due loro capi ideati di mutar condi- in un'epistola, che sotto di lui ^justitia
zione, facilitarsi la strada al principato ,
et pax osculata santj e diesi provò l'e-

e di venir sovrani; l'improvvisa comparsa tà dell'oro rinnovata. Principi e gran si-

del famoso agitatore Cola di Rienzo(Ni- gnori si recarono in Roma a prestargli


colò di Lorenzo Gabrini) sconvolse ogni ubbidienza. Osòscriverea Clemente Vi,
disposizione. Nato questi di bassa condi- che se senza dilazione non veniva inRoma
zione (la notai in più luoghi; genitori vi- i colla corte, avrebbe col popolo romano
veaijo, Lorenzo il padre col fare il taver- provveduto la sedia di s. Pietro d'alti'o
Daro , la madre Maddalena col vendere Papa. Dichiarò Roma capo del mondo e
r acqua per Roma e lavare panni a- i : fondamento della fede cattolica; dichia-
vanzi di sua abitazione sono quelli che rò libere tutte le città d'Italia, e godere
accennai ne'vol.XLVl,p.i i5,LI,p.325), della cittadinanza romana; appartenere
divenuto pubblico cancelliere , e dotato l'impero a Roma, come la creazione del-
di spirito generoso e intraprendente, ve- l' iujperatore; che se alcuno si stimasse
^

39» '
ROM ROM
aggravalo, li citava a comparire al suo io dissi con altri storici nel voi. IH , p.
tnbunale, allrinieiiti provvcderebbe co- 1
87 e 1 88. A* I 7 di detto dicembre entrò
me contuinaci. Si tèce creare C^i'/i/Zere, in Roma Stefano della Colonna, abolì tut-
come già dissi a quelTarlicolo, nella not- ti gli atti dell* odiato tribuno, a riserva
te cioè avanti l'Assunta, terminandosi la delle paci fatte, rimise la città all' ubbi-
funzione nel di seguente nel palazzo La- dienza del Papa, e furono poi creati tre
leranense, con solenni banchetti, coH'in- senatori, un Colonna, un Orsini, ed il le-
tcrvento de' baroni, della nobiltà, e del gato pontificio, forse il cardinal Bertran-
vicario del Papa. Diede al popolo una fe- do d'Eux che avea scomunicalo il tribu-
sta , in cui fece gitlare vino rosso dalla no. Certo è che neh 348 erano senatori
narice destra del cavallo di M. Aurelio Bertoldo de figli d' Orso e Luca Savelli
e acqua dalla sinistra, per quasi un intie- che assunsero il popo-
titolo di capitani del
logiorno. Fece coniare monete, indi spar- lo romano; aggiungono 0/^o/ie mi-
altri vi

gerle nella pomposa cavalcata che fece a lanese : in quest'anno Clemente VI fece
s. Pietro; di tutto parlai nel voi. XLVI, acquisto dellacitlàdi Àvignotie^rendeiì'
p. 15 ei i6. Nelle lettere che scriveva
1 do così piti difficile il ripristinamento del-
ui potentati, da cui esigevasolenni amba- la residenza pontificia in Roma. Nel 1
349
scerie, boriosamente le incominciava con furono senatori Nicolò de Zogato d*A.na'
questa formola: Il candidato dello Spi- gni, e Guido di Francesco conte palati-
rito santo, il cavaliere Nicolò severo e no; nel i35o Pietro Colonna signore di
clemente liberatore di Roma, zelatore di Geniizzaao, e Giovanni da'figli d'Orso^
Jlalia, amatore del mondo e tribuno au- sotto de'quali si celebrò ad istanza de' ro-
come rilevai nel voi. HI, p. 187.
gusto, mani 06) in Roma il 2.° y//i-
(voi. llj p. 1

Commise l'errore di non profittare d'u- ;io 5rt/ztojavendo Clemente VI ridotto la


na vittoria riportata contro i Colonna e sua rinnovazione ad ogni 5o anni. Il Pa-
altri potenti di Roma suoi nemici, anzi pa perciò spedì suo legato in Roma il car-
ebbe la debolezza d'insuperbirsene tanto dinal Annibaldo Gaetani da Ceccano,
da ostentar disprezzo perloro. Laonde e oltre altri due cardinali legati per presie-
sebbene avesse in principio amministra- dere alla celebrazione, per curare la pub-
to consaggezza^ esatta e pronta giustizia, blica quiete, e il comodo de'pellegrini, di

pel suo tirannico dispotismo, romani i cui fu immenso il concorso. Platina di-
tornarono a dividersi in due partiti, V u- ce, che il Papa incaricò cardinali ezian- i

noa lui favorevole, l'altro contrario; ed dio di formare lo statuto di Roma; a que-
avendo sperimentalo che niente giovava sti scrisse Petrarca, che per togliere mo- i

per riunirli a conservare la riacquistata tivi alle sedizioni si stabilissero meglio gli

libertà, raffreddandosi i suoi sostenitori, ordini de'nobili, de'cittadini ede' plebei,


e che i tramavano alla di lui
suoi emoli per essere quasi tutti forestieri ; ma i

vita, perciòdopo 7 mesi dell'assunto go- cardinali non aderirono al consiglio, per-
verno e tribunizia podestà, a' i5 o 16 chè trovarono in Roma, come altrove, la

dicembre 1 347 nascostamente e travesti- distinzione de'signori e de' popolani, ori-


lo fuggì in Puglia da Luigi I re d' Un- ginata dalla parola Seniores ^zoWdi quale
gheria; ma poi cambiato consiglio si re- gli antichi romani chiamarono i nobili, vo-
cò in Boemia dal marchese di Moravia ce usata in Roma istessa ne'bassi tempi.
o nuovo re de'romani Carlo IV per con- Neil 35 1 si elessero senatori Rinaldo dei
certarsi con lui, il quale per vieppiù me- figlid'Orso, Stefano del quondam Ste-
ritarsi la grazia pontificia, lo fece prigio- fano Colonna, Pietro Sciarra Colonna,
ne e mandòin Avignone. Sull'espulsione Giordano definii d' Orso, per l'eraulazio-
e fuga di Cola di Rienzo, va aolatoquau- ne nata fra'roraani di voler comandare:
UOM ROM 293
neh 3 Giordano dal Monte Orsini e
5» 2 ruba il palazzo, specialmente i cavalli del
Rainaldo Orsini. L'opulenza de' romani senatore. Allora insorsero altre e maggiori
ricavata dal 2.° giubileo,nella vendila del- turbolenze, perchè i nobili tra loro con-
le vettovaglie e ne'fitti degli alberghi, fu trastavano per avere il governo della cit-

causa che i principi e altri gentilotti co- tà: Luca Sa velli coi Colonna e alcuni Or-
Dìinciarono a ricettare malandrini nelle sini si opponevano agli altri Orsini, onde
loro tenute, e questi rubando, uccidendo, in Roma tutto era guerra etumulto. Fi-
e facendo altri mali posero a conturba- nalmente il popolo non potendo più sof-
mento tutto il paese; e poiché il senatore frire il governo de'nobili, creò nell'agosto
Giordano era inviso ai romani, gli mosse^ nuovamente il tribuno del popolo roma-
ro guerra in un suo castello, onde fu co no nella persona di Francesco Baroncel-
stretto abbandonar la carica. MesserPon li di nascita vile, di poca scienza, altri lo

zo di Perotto vescovo d' Orvieto e vica dicono di ragguardevole famiglia, essen-


rio del Papa in Roma vedendo abban , do scriba senalus o scrivano, o meglio no-
donalo il senato entrò in Campidoglio, taro del senato, il quale s' intitolò Nos :

per tenerlofìnchè Clemente VI avesse no Franciscus deBaroncellis scriba senatus,


minato il senatore, ma Jacopo Savelli con Trìbunus secundus, ac Roman. Constd.
gente armata ne lo cacciò. Vacando il sena Illustrisi decreto et auctoritate sacri Se-
toratOjSi commettevano impunemente de natus confirniamns. I senatori GioK'awii
lini dentro e fuori di Pioma, per cui pò il Orsini e Pietro Sciarra Colonna , poco
polo elesse Giovanni Cerroni, vecchio pò prima eletti da' nobili, dal popolo, e col
polano di s. Maria Maggiore di gran ere consenso pontifìcio, non poterono eserci-
dito, a rettore, con piena facoltà di gover tare il senatorato. Ne'vol. Ili, p. 187, VII,
nare e amministrare la giustizia. Si vuo p. 137 raccontai la delta rivoluzione, l'e-

le che vi fosse anche il senatore Rainaldo lezione del tribuno, e che venuto a saper-
Orsini, il quale perchè nel settembre Cer lo Innocenzo VI, per provvedere energi-
roni adunò popolo per rinunziare a mo
i I camente a tanti disordini, e frenar l'au-
tivo degli oltraggi ricevuti da Luca Sa dacia del Baroncelli, stimò opportuno di
velli, questi e suoi seguaci cacciò da Ro
i sprigionar Cola di Rienzo, che promet-
ma col popolo armato; Colonna parteg i teva mettere tutto in calma, e di man-
giando pe'Savelli, gli espulsi rientrarono darlo in Roma, col celeberrimo cardinal
poco dopo, per cui Cerroni fuggi in A Egidio Albornoz. Questo lo dichiarò le-
bruzzo e comprò un castellocon 6ooo fio gato e vicario generale di tutto lo stato
riui. Frattanto in Avignone essendo indi ecclesiastico per ricuperarlo dai tirannet-
cembre morto Clemente VI, venne elet li che l'aveano usurpalo nella lontanan-
lo Innocenzo FI. In Roma, dopo la cac za de'Papi,con amplissime facoltà, trup-
ciata di Cerroni, romani nel 1 353 eles
i pe e denari. 11 cardinale giunto a Monte
sero senatori Bertoldo Orsini e Stefano Fiascone, dichiarò Cola di Rienzo serMì-
Colonna; ma a'i5 febbraio mentre lene tore di Roma a' 28 agosto, d'ordine del
vasi il Mercato presso Campidoglio es , Papa, altri diconoa richiesta di Cola. L'in-
sendo il grano a carissimo prezzo, fu at gresso loro aRoma fu solennissimo, ed ac-
tribuito ai senatori per aver venduto la clamato dal popolo, pare dopo il 4 no-
tratta, e lasciato prendere il grano dalle vembre perPorta Castello con archi trion-
loro maremme, per cui sollevatosi in fiero fali, venendo condotto il senatore nel pa-

tumulto, corse popolo ad assalirli nel


il lazzo di Campidoglio. Baroncelli fu depo-
palazzo senatorio Stefano scampò colla : sto, cacciato di Campidoglio, e posto in
fuga, e Bei toldo fu ucciso a colpi di pie- prigione. Variando poi in Cola di Rienzo
tre, colle quali Io coprirono, mettendo a il favore del popolo, Baroncelli venne ri-
,•

294 ROM ROM


messo in lihertìi, Indi ben presto la Fazio non avrebbe pregiudicato alla sua lama.
uè conlraiia lo fece ammazzare. Ma co- Tuttavolta Cola di Rienzo raccoglie so-
me liporlai ne* luoghi citali, il senatore pra di se tante simpatie, che il trattar la
appena si vide in islalo di potersi vendica- sua storia è un'impresa piena di difìicoltà,
re de* suoi nemici, specialmente contro i avendo la sua fama empito tutto il mon-
Colonna, lo fece e con istrage nel modo do al suo tempo, e dura ancora. Furono
che raccontai ne'vol. XIV, p.283,L[, p. suoi biografi: il contemporaneoanonimo
37: gli riuscì prendere il famoso Fr. IMor- sotto il nome di Tomao Fortifioccascri-
reale invasore e ladrone de'dominii ponti- basenato, Fila di Cola di Rienzo tribu-
ficii, massime della Marca^ e lo punì con no del popolo roniano,Jiv(\cc\ano 1624,
1' ultimo supplizio, con soddisflìzione di 1 63 .P.Brumoy,ovvero il p. Du Cerceau
I

tanti popoli da lui manomessi e angaria- gesuita, Conjuration de Nicolas Gahrini


ti. Bandì dalla città pressoché tutti i no- dit de Ritmi tyran de Rome en 347, i

bili, e con temerario ardire commise mol- Amsterdam 1734. P. Tommaso Gabrini
te stravaganze. Gravò il popolo di ga- ex generale de' chierici minori regolari,
belle per mantenere gli armati cheavea Osservazioni storico-critiche sulla vita
assoldato, e commise molte prepotenze. di Cola di Rienzo j Roma 1806. 11 cese-
11 Papa So agosto, congra-
gli scrisse a' nateZefìrinoRe, La vita di Cola diRien-
tulandosi seco lui, perchè non sapeva che zo tribuno del popolo romano, scritta da
l'infrenamento de' faziosi, ed esortando- incerto autore nel secolo XIT, ridotta a
lo a non invanirsi di gloria, ed ammini- migliore lezione, ed illustrata con note
strare bene la giustizia; invece egli erasi ed osservazioni storico- critiche con wico-
inorgoglito, e procedeva tirannicamente. mento sulla canzone del Petrarca ^ Spir-
Per impulso de'perseguitati superstiti Co- to gentil che quelle membra reggi, Forlì
lonna, ribellatisi romani, con furore an-
i 1828.
darono in Campidoglio) Cola di Rienzo Dopo l'eccìdio di Cola di Rienzo, Inno-
ebbe la fortuna di salvarsi
travestitosi cenzo VI commise al cardinal A Ibornoz le-
però poco dopo riconosciuto venne ucci- gato, di deputare un solo senatore, e fu
so, strascinalo per la città, fatto a pezzi, eletto con universale approvazione G?kV/o
e bruciato agli 8 settembre; altri ritarda- Giordano Patrizi sanese. Finito appena
no questo tragico fine del famoso roma- l'anno del senatorato, per soddisfare alle
no. Nella storia del medio evo di Roma, duefiizionide'guelfieghibelIinijConvenne
di cui essa manca. Cola di Pvienzo fu una al Papa variare proponimento, ed elegge-
delle più solenni apparizioni di quella tor- re nel 355 due senatori, cioè Orso de'fi-
I

bida epoca, ed il prestigio che lo circon- gli d'Orso e Giovanni Tebaldo di s.Eu'
da tuttora e lo fece e lo fa l'eroe de'poe- stachio, ch'erano capi delle stesse fazioni;
ti, de'romanzieri ede'vagheggialori della dopo di questi successero. Luca Savelh
repubblica » fu effetto della qualità del- e Francesco de figli d'Orso. In quest'ann
l'impresa tentata, e del luogo che ne fu il no nel giovedì santo giunse in Roma l'irne

principale teatro. Secondo gii amici della peralore Carlo IV colla moglie, ove nei
libertà, la magnanimità del principio fe- seguenti due giorni vestito a bruno e ii

ce dimenticare la miseria del fine, ed in istretlo incognito visitò le chiese princi


modo che nel fantastico e tirannesco tri- pali di Roma, indi a'5 aprile, giorno d
buno e poi senatore, più non si vide che Pasqua,ambedue furono coronati,per de
un redentore di Roma ed'Italia, unmar- putazione pontificia dal cardinal Pietre
tiie della libertà. Se Cola di Rienzo in- Bertrando, dovendo dormire subito fuo
vece di tiranno, fosse stato uomo prode, ri di Roma per espresso volere d'Inno^
generoso e svegliato, la sventura del fine cenzo VI: i particolari li riportai a Co
ROM ROM 2q^
DONAZIONE degl'imperatori, e GERMArriA. di Stefano, confermati come i precedeuli
Alcuni romani invitarono l'imperatore a ed i seguenti dal cardinal legato Albor-
insignorirsi di Roma, ma egli non die o- noz. Nel i36i furono riformatori. Nitro-
reccliio- a siffatte suggestioni. Nel 1 356 il lino de Bargarentiis, Gio. Paolo Capizuc-
sagacissimo cardinal Albornoz, sebbene chi, Antonio Cocchia, Pietro di Gugliel-
conosceva che la passione di dominare mo, Paolo Bucamazza, Paolo di Jacobel-
trasportava le principali famiglie a con- lo, Cecco Saba. Mal soffrendo Innocenzo

trastarsi la senatoria dignità, e che que- VI tal improvvisa novità, e l'affronto fat-
sta restandonelle mani de'piùpotenti pre- to al suo senatore, come pure rifletten-
giudicava alla sovranità papale, non po- do al pregiudizio che ne risentiva la sua
tè fare a meno che fossero eletti Pietro sovranità col nuovo magistrato de'rifor-
Sciarra Colonna e Nicolo dt figli d^ Or- malori, lo soppresse, e per mortificare i

so, a'quali dopo 6 mesi successero Orso romani e sostenere per forza la dignità
de'figli d' Orso e Pietro Capocci.^eì i 357 senatoria, creò senatore Ugo di Lusigna-
lo furono Pietro Colonna e Nicolò An- no re perchè col suo potere si
di Cipro,
nibaldij nel i358 Giovanni Conti e Rai- facesse rispettra'e. Mentre il re da Avigno-
mondo Tolomei di Siena: il i.°fu eletto ne si recava in Roma, il Papa lo richia-

solo dopo i precedenti per discordia nata mò, avvertendo i romani che presto sa-
nella plebe, ed esentatosi da Roma, lo rebbe tra loro, e riuscì a tenerli in freno
supplirono come vicari 7 riformatori del- per timore di castighi, come a ricevere
la romana repubblica. Poi fu cieato il sa- l'altro senatore Paolo d'Argento conte di
nese, perchè fu introdotto l'uso di con- Campellospoletino per un anno. Indi nel
ad un solo e fo-
ferire l'ofllcio di senatore i362 Papa destinò senatore Lazzaro
il

restiere, e non attinente a nessuna delle Cancellieri di Pistoia. Tornarono gl'ir-


famiglie patrizie romane, dovendo con- requieti romani a tumultuare, ed a sot-
dursi seco 6 giudici, 2 de' quali collate- trarsi dal don)inio pontificio per mezzo
rali,2 marescalchi, 4 molari pei malefici!, del calzolaio Lello Pocadote o Bonado-
altro notaro, 4 marescalchi aggiunti, 8 te, che li commosse, e si arrogò l'ammi-

famigliari, 20 cavalieri armati: i mare* nistrazione delle cose pubbliche. Ma cac-


scalchi erano gli esecutori della giustizia. ciati da Roma i nobili, e questi postisi al-
Nel 1359 furono eletti successivamente la testa d'una di quelle compagnie di pre-

per 6 mesi, Lodovico de Rocca pisano, doni che allora vagavano per lo stato del-
Ungaro diSassoferratoj nel ^60 Tom- i la Chiesa, o formata per la guerra tra'pi-
maso di Pianciano spoletino, il quale sani e fiorentini, fuil popolo talmente
benché personaggio di merito, non con- spaventato che tornò subito alla sogge-
facendosi ai costumi romani, fu costretto zione del Papa, colla condizione che il
a rinunziare il senatorato prima del suo cardinal Albornoz non ne avesse alcuna
termine; ed i romani non piacendogli giurisdizione, pel gran timore che avea-
questa consuetudine volutadalPapa,crea- no della fermezza e severità di quel gran-
rono 7 cittadini, cui diedero il titolo di de uomo, che vittoriosamente andava ri-
riformatori della romana repubblica^ cuperando le signorie usurpate alla Chie-
cioè Buccio Sanguinei, Giovanni Quat- sa, pubblicando le sue famigerate co5//-
lraccia,BartoluccioLelli, Giovanni di mae* tuzioni Egidiane [}e\ governo dello stato
stro Angelo, Pietro Paparone, Silvestro della Chiesa, che Sisto IV confermò colla
Vecchi, Nardo di Nicola: a questi suc- bolla Etsi cunclorum jde'3omu^o^ìo 477» 1

cessero a' 18 dicembre, Cintio Cancellie- Bull. Rom. t. 3, par. 3, p. 162. Morto
ri,Lello dì Bobone, Cola de Buccabbelis, Innocenzo VI, a'28 ottobre i362 fu elet-
Giovanni Bosso, Paolo Leonardo, Nicola to Urbano V^ il quale ricusò nel giorno
296 RO M ROM
della coronazione di comparire per Avi- Paolo, Nicola Cecco, Lorenzo Fiorda-
di
gnone nella solenne cavalcata, perchè ri- more, Giovanni Sutor, Matteuccio Cec*
guardava la dignità pontificia, come esi- chi. Per quanto avvenne in questo anno

liata al di là dei monti. Nella sede va- ad Avignone /\\ Petrarca prese argomen-
cante i romani essendosi ribellati di nuo- to di eccitare Urbano V a restituire la
vo, tornaronoad eleggere 7 riformatori j i residenza papale a Roma, di cui luoghi i

conferendo a questo magistrato podestà santi il Papa bramava visitare, e perciò


più assoluta della precedente, abolendo il cardinal Albornoz avea reso sicuro il

del tutto la dignità senatoria: essi furo- cammino. Non contenti i romani del go-
no, Saba di Gocio, Lello Buccio, Giovan- verno de'riformatori, elessero nel i366
ni del Rosso, Giacomo Camiscia, Loren- ilsenatore Nanni di Rodio dell'Aquila,
zo Baroncello nolaro, Giovanni Gottifre- ricevuto con onore e fatto cavaliere; non
do, Pietro Bobone, Lorenzo di Cecco det- ostante di nuovo ripristinarono i
7 rifor-
to Zilone. Nel i 363 ottenne il senatora- matori, esercenti il senatorato a benepla-
toRosso di Riccardo de' Ricci fiorentino, cito d'Urbano V. Osserva però il cav,
che dalla sua repubblica fu fatto cavalie- Pompilj Olivieri, che l'elezione del se-
re dello speron d'oro, e fu severissimo, natore Bindo de Bardi {ìoveni'mo^ùì co-
poiché avendoscoperto in Roma un fatto noscere che 7 riformatori, magistratu-
i

contro il Papa, in cui erano intrigali mol- ra allora permanente, esercitarono l'of-
li principali romani, ad onta che si al- ficio senatorio nella vacanza tra l'eserci-

lontanarono, i 4 che potè prendere li fe- zio de'due senatori, come poi avvenne nei
ce impiccare alle finestre del palazzo se- tempi a noi più vicini, che nella vacan-
natorio, di che fu lodato dai buoni e pru- za del senatorato esercitarono la carica i

denti cittadini; ma minacciato da'parenti conservatori di Roma. Nel 1367 si cono-


terminar dell'uffizio de-
de'giustiziati, sul scono nomi de' soli riformatori Cecco
i

stramente partì da Roma. Gli successe Taragone e Nuccio Astalli, ed il senato-


Guelfo Bolsenti di Prato, ma nell'istesso re Biagio di Belviso senatore per suni-
anno si trovano 7 riformatori (i quali
i munì Ponlificem deputatus. Riflettendo
coi Banderesi scrissero onorevolmente al seriamente romani ai gravi danni che
i

Ricci), Raimondo Tomarozzo, Cecco di cagionava alla città l'assenza del Papa,
Tebaldo,Gio vanni dìLeonenolarOjTom- più volte con incessanti preghiere l'invi-
maso Musciano , Cola Rapiganni, Pie- tarono di riportare colla sua venuta la
truccio Anitalo. Indi è nominato il se- residenza pontificia in Roma, colla corte
natore Bonifacio Riccardi di Pistoia; e curia. Urbano V che ne avea disposi-
laonde si deduce che 7 riformatori e- i zione, nondimeno per varie cagioni ne
serci tasserò l'uffizio nella vacanza del se- diffi^riva l'esaudimento; finalmente mos-

natorato, che nel x'òQ^iunse Francesco so da que'che ricordai ad Avignone^ e


di Angelino Ugolino Arcipreti cavaliere dalla ambasceria de'romani, che gli of-

perugino, essendo riformatori Bonanno fv'ìi'OììO plenum Urbis dominium,e\ec\ì\a-


dimaestro Luca, Nuccio di GiovannijBar- vi del Castel s. Angelo che ritenevano!
lolomeo Tosti, Giovanni Catalano, An- romani slessi, considerando le condizio-
drea di Celano, AngelotloPalipario, Ros- ni d'Italia e de'dominii della Chiesa la-

so Albertini. Nel i365 riformatori Pie- cerati dai guelfi e ghibellini, essere della^
tro Falci, Nuccio Gibelli, Buccio Baslar- più grande importanza la conservazione
dello, Giovanni Cinquedeuti, Oddone della sovranità dello stato eccleslasticc
Buccaccioli, Pietro Grisetti, Pietro Vaja- pel più libero esercizio del potere spiri-
nicavalieie; li successero, GiacomoMar- tuale, deliberò di farvi ritorno; rompen-
ccUij Buzio Castellini, Giacomo di Gio. do gl'indugi, e non curando gli ostacoli
ROM ROM 297
opposti dal re di Francia, che vivamente vollero restare 5 cardinali sebbene senza
braiìiava la conservazione del Papa nel autorità, partì per Roma accompagnalo
regno pei grandi vantaggi che gliene de- dplle galere italiane de' veneti, genovesi e
rivavano, e per grande influenza che
la pisani. Da Marsiglia approdò a Genova^
esercitava sulla corte papale, anche col indi sbarcando a Cornelo, fu ricevuto ai
s. collegio composto quasi intieramente 4 giugno da un gran numero di prelati
di cardinali francesi, come lo erano la cor- e nobili italiani e nel modo che a quell'ar-

te e la curia, tutti i quali poi si dimostra- ticolo descrissi, insieme ai deputati ro-
vano troppo attaccati alla quiete e deli- mani che formalmente gli consegnarono
zie di Provenza, ed ai vant.iggi che pro- le dette chiavi di Castel s. Angelo, alla
cacciavano alle loro famiglie, alle loro pa- presenza del cardinal Albornoz. R.ipreso
trie e nazione, nella quale e presso le qua- il viaggio, per Viterbo giunse in Roma
li pieni di onori e ricchezze dimoravano. a' 1 6 ottobre, accolto in trionfo e con que-
Urbano V ben comprese quali e quanti gli onori ed applausi dovuti al sovrano
felici risullamenti nell'ordine spirituale, e al capo della Chiesa, che toglieva dalla
non meno che nell'ordine temporale a- desolazione in cui era caduta Roma, pel
vrebbe influito la sua presenza in Roma. soggiorno fatto in Francia dai Papi per
Questa influenza della romana grandezza più di 62 anni. Il clero e il popolo ro-
ad aumentare la maestà del Pontefice so- mano solennemente riceverono Urbano
\rano, sedente sulla divina cattedra del V ciim magno gaudio, et Deuni laudan-
principe degli Apostoli, sostituita al pos- de Jucundo advenlu, per l'avveni
tihiis •

sente trono degl'imperatori del mondo, mento che tanto aveano sospirato. Questo
fu portata al cielo egregiamente dal Pe- memorabile ingresso in Roma d'Urbano
trarca, rispondendo a quel sofista fran- V, lo celebrai in tanti luoghi, e fu deco-
cese, che ad istigazione di re Carlo V per rato dalla presenza di alcuni potenti feu-
i stornare Urbano V dal proponimento di datari, e da circostanze che descrissi nel

recarsi alla sua nobilissima e celebratis- voi. XXIV, p. 88. L'entrata di Urbano
sima residenza, avea detto: Ubi Pontifex V nella basilica Vaticana, preceduto da
ibi Roma; il gran poeta e letterato con- 2.000 cavalieri e da splendida corte, tra
ci use: che sebbene il Papa come succes- gì' inni del clero ed i viva de! popolo, fu
sore di s. Pietro, ovunque si trovi sia il un simulacro della pompa trionfale, colla
Pastore de' pastori e stenda il suo scet- quale gl'imperatori reduci dalle vinte na-
tro su tutte le chiese del mondo, pure zioni incedevano al Campidoglio. Alzò il
deve avere il trono e la cattedra nella cit- capo dall' abbiezione l'antica regina del
tà di Roma regina del mondo stesso, ove mondo, e mentre al lampo della risorta
per divino comando trasporlolla s. Pietro sua gloria prediceva al mondo il vicino
i.° Papa da Antiochia; e che il sommo risorgimento delle lettere e delle arti bel-
Sacerdote non può essere tanto grande le, come del buon costume nella ravvi-
quanto lo è nella città de'Cesari, in ma- vata fede illanguidita e nella rinvigorita
gna Roma. Pertanto Urbano V commi- morale rilassata, ebbro di gioia l' italia-

se al cardinal Albornoz di fare i conve- no Petrarca con panegirica orazione ne


nienti preparativi e allestire il palazzo Va- die grazie e plauso a Urbano V sedente
ticano , annunziando pi popolo romano nella vera e immobile cattedra del b. Pie-
la consolante risoluzione di recarsi tra es- tro,ed esclamando: « Or sì che fermo sei
so colla corte e curia. A'20 maggio 867 j il Romano Pontefice, or sei veramente
Urbano V,lasciando vicario dello spiritua- Urbano, il successore di Pietro, nel di cui
le e temporale d'Avignone e contado Ve- seggio ti assidi; ora sei veramente il vi-
naissino il cardinal Cabassole, col quale cario di Gesù Cristo redentore e re del-
VOL. LVIII. 20
298 ROM ROM
l'uniTcrso, ed ora per le Roma rivivrai chiuse in due preziosi busti le Ttsle dei
suo primo splendore, ed al tuo lato sictle ss, Pietro e Paolo. Anianle delle lettere

regina veneranda ilei montìo cattolico, e e delle arti, de'letlerati e degli artisti, sot-
più bella e più gloriosa che quando Ili to i suoi fausti auspicii incominciarono
regina del mondo pagano coronala de- nuovamente a risplcndere. La letizia di
gl'insanguinati allori de'Cesari." Di fatti, che Roma riboccava per la presenza del
al movimento di Roma parve scuotersi munifico ebenignoUrbanoVjSi diifuseper
quasi destata da lungo letargo, non die tutte le Provincie degli stali della Chie-
Vltalìa^ X Europa intiera, e da ogni parte sa romana, più che mai sottraendosi dal
si corse in Roma, a fare omaggio al suo dispotico giogo de'prepolenfi signorotti
illustre ristoratore Urbano V, aumentan- cheleaveano usurpate nell'assenza de'Pa-
done la sua gloria e la sua esultanza, e pi, e per le cure diUrbano V ritornaro-
fu spettacolo religioso e commovenle. In no all'ubbidienza della pontificia e pater-
Roma si portarono diversi sovrani a vi- na sovranità; ponendo un argine al tor-
sitare Papa, come l'imperatore d'occi-
il rente impetuoso delle fazioni, alimentate
dente Carlo IV, e vi fece coronare Eli- da quelle de'guelfi e ghibellini, o bianchi
sabetta sua altra consorte, nella cui fun- e neri, e rimarginando le piaghe larghe
RÌone con Amadeo VI conte di Savoia, e profonde, che romani e gli altri sud-
i

fecero quelle rimarcabili dimostrazioni di diti aveano ricevuto, dall'infuriar delle

profondo ossequio, che narrai nel voi. guerre e delle civili discordie. Tali furo-
XVII, p. 2 19 e articoli relativi. Vi furo- no i felici risultamenti della presenza di
no pure Pietro 1 re di Cipro, e la famosa Urbano V in Roma, per la solidità del
Giovanna I regina di Napoli^ che ince- dominio temporale, e pei vantaggi recali
dette per Roma in Cavalcata coi cardi- alla religione. Col riportare il seggio apo-
nali, onorata da Urbano V col distinto do- stolico in Roma, fece risorgere la chiesa
no della Rosa d' oro. anche II Papa fu romana da lungo lutto di vedovanza, es-
venerato dall'imperatore d'oriente Gio- sendone sempre il Papa il suo vescovo
vanni 1 Paleologo, che si condusse da Co- particolare, e colla sua augusta presenza
stantinopoli in Roma con ispleudido cor- le restituì 1' antico splendore di regina.
leggio, abiurando nella Chiesa di s. Spi- Roma d'altronde colla grandezza dei suo
rito lo scisma de'greci, nel modo che ri- gran nome aumentava la maestà d'Ur-
portai ancora nel voi. XVIll,p. 38. Ur- Ì3ano V, valeva mirabilmente à conciliar-
bano V bandì la simonia, imbrigliò il feu- gli il rispetto dovutoalla sublime dignità
dalismo in Italia, richiamò al primo vi- di capo dell'orbe cattolico, e ne accresce-
gore i canoni disciplinari riguardanti la va la potenza morale, come sovrano dei
residenza degli ecclesiastici nelle proprie belli e floridi stali romani. Per cui ii Pa-

chiese, la modestia del vestire, la casti- pa in Viterbo strinse lega poderosa con
gatezza ne'costumi: abrogò il simultaneo l'imperatore Carlo IV,LodovicoIre d'Un-
possesso di più benefizi tra loro incom- gheria, Francesco Carrara vicario di Pa-
patìbili, tolseai cardinali la franchigia che dova,Fellre e Belluno, cogliEsteusi mar-
davano ai facinorosi nelle loro abitazio- chesi di Ferrara e coi Gonzaga signori
ni, e proscrisse molti altri abusi che mac- di Mantova, contro Bernabò Visconti si-
chiavano nel formale la casa del Signo- gnore di Milano usurpatore di molle ter-
re e la santità de' suoi ministri. Avendo- re della Chiesa, che per conservare la pre-
ne a cuore anche il materiale, restaurò da erasi collegato cogli Scaligeri di Vero-
con sontuosa magnificenza le basiliche na e altri finitimi signori; perciò il potente
Lateranense, Vaticana e Ostiense, nella Visconti piegò alla pace, e restituì il tolto

I.' erigendo quel tabernacolo in cui rac- alias. Chiesa. Tanta universale allegrezza
7

ROM ROM 299


fu funestala per lamorte accaduta in Vi- Mtliosì, Conservaiores Canierae Urbisy
terbo a'24 agosto 1367 del gran cardi- et romani populij non che con 1 2 Capo
nal Albornoz tanto benemerito dellaChie* Rioni qualificali nobilis vir. Nel 2." se-
sa .e del principato delia s. Sede, per cui mestre del iSyo esercitarono il senato-
lo celebrai in lutti i luoghi che ne spe- rato 3 couscr vaioli Nuccio IbelliyRen-
i

rimentarono il valore, il potere e la giu- zio Nardi Venettini^ Giacomo di Meo


papa dal dolore per due giorni
stizia. Il calzolaio, cioè dopo la partenza del Papa.
non volle ammettere alcuno alla sua pre- Urbano V fece la sua ordinaria residenza
senza, e ne onorò straordinariamente il in Roma, ma nell'estate soggiornò aiWoa-
cadavere, nel modo che notai nel voi. VI, teFiascone^ ove ebbero luogo due pro-
p. 208. Le sue gesta comprendendo le mozioni di cardinali; fu anche a Viterbo
notizie storiche di Roma e dello stato pa- comeaccennai. Nell'aprile i37olasciòRo-
pale, non riuscirà discaro l'accennarne gli ma eandòin Viterbo, e poi a Monte Fia-
storici. Gio. Francesco Savaro, Compen- scone. All'improvviso Urbano V intimò
dio della guerra memorabile fatta in Ita- alla corte di essere pronta per partire nel
liadalcardinalAlbornozyBoìo^na 664- 1 principio di ottobre per Avignone, per le

J. Genesio Sapulveda, IJ istoria debello pressanti istanze de'cardinali francesi cbe


adniinistrato in Italia per annos et XV ^ sospiravano le amenità di Provenza, di
confedo a card. Aegidio Albornotio, Bo- ritornare fra'loro parenti e connaziona-
noniae i55g. Cav. Escale, La verta re- li,che tanti immensi vantaggi riportava
siisciiée,ou la Vie du cardinal Albornoz no dalla presenza del Papa in Avignone.
siirnommé Pere de s. Eglìse, Paris 1629. Addusse il Papa per motivo le riaccese
Avendo romani restituito a Urbano
i V guerre tra're d'Aragona e Navarra, e per
senza riserve e condizioni il pieno domi- quelle che fervevano tra gl'inglesi e fran-
nio di Roma, nel 1 368 fu fatto dal Papa cesi, per meglio applicarsi ad estinguer-
sewdiiovQBertrando di Rainaldo, proba- le: Petrarca lo disse prelesto. Tutte le

bilmente romano, per dare una qualche lagrime de'romani non ebbero più forza
soddisfazione ai romani che non voleva- sopra Urbano V, che per fargli dichiarare
no il senatore forestiere, e dai quali vo- con breve dato in Monte Fiascone a' 2
leva in compenso l'abolizione del magi- luglio, ch'egli e la sua corte erano ad essi
.stratode''riformalori,come troppo ingiu- sommamente tenuti per la loro cortesìa
rioso per la sua origine alla sovranità del e rispetto, e che solo separa vasi da loro pei
pontificato. Bertrando si sottoscriveva: bisogni della Chiesa universale, promet-
Pro s. Romana Ecclesia Senator illiistris. lendo di ritornare. A' 5 settembre s' im-
A questi Urbano V medesimo anno
nel barcò a Corneto sopra una bella squadra
die in successore Gentile F arano de'si- di diverse nazioni, e giunse in. Avignone
gnori di Camerino, ch'ebbe il titolo an- a'24. Roma appena avea gustato gli ef-
che di governatore di Roma, e ridusse al- fetti della pontificia residenza, ricadde
l'ubbidienza duca di Ronciglione. Nel
il nella desolazione. Il Papa coU'esempio
1 369 fu senatore Lodovico di Sabrano^ delle sue virtù e colla sapienza de' suoi
conte della città d'Ariano e di Apici, Z)t^f decreti, vi avea rialzata e rassodata la re-
gratia almae Urbis Senator illustris: nel ligione e il trono pontificio, il quale per

iSyo Berardo Monaldeschi dì Orvieto, la sfrenatezza de'tempi inclinavaa rovi-


il quale inlerveVine alla traslazione delle na; dappoiché il popolo non vedendo piti
ss. Teste, da Sancta Sanctorum alla ba- sul soglio romano la maestà papale, più
silicaLateranense,fatta da Urbano V, coi facilmente si faceva dominare dallo spi-
conservatori di Roma nobilis vir Nicolo rito di libertà ereditato dagli antenati,
ValeiUinìf Nicolò de Jodontri, Cencio cedendo allesuggeslionide'più arditi am-
,

3oo ROM ROM


biziosiche lo volevano dominare, onde ad esistere in tempo de'banderesi, igne
era preda decnpoparle delle fazioni e ber- randosi con quale autorità. Frattanto ai
sagliu delle frequenti sommosse a cui ve- 3o dicembre venne eletto Papa Gregorio
niva incitato. Urbano V, com* era stato XI arciprete della ba iilicn Lateranense,
minacciato se partiva da Roma, da Pie* nipote dì Clemente VI, che nel iSyi e-
tro d'Aragona di santa vita, e da s. Bri- lesse senalorediRonia FtnanzioMoron-
gida per rivelazione della B. Vergine, lo ti di s. Geminiano in Valdelsa toscano:
che ricordai nel vol.JII,p. 194, morì po- furono conservatori, Pietro de Andreot-
co dopo il suo disapprovato ritorno, a* 19 iinis, Cecco Pellegrini^ Paolo Pandolfi,

dicembre. i quali , come i senatori ed i banderesi,


Avea Urbano V governo
sistemalo il confermarono gli statuti de' mercanti di
di Roma, dai gravi disordini che vi si e- panni,esercitandorofiìciodi senatore, nel-
lano introdotti, con prescrivere al sena- la quale epoca il conservatorato era tri-
tore ed ai conservatori limiti della giu-
i mestrale. Ad essi successero i conservatori
risdizione, perchè l'arbitrio troppo asso- Malleolo de Buccabellisy Stefano Saler-
luto non degenerasse in tirannia, racco- ni, Paolo Teolo Muti, Indi fu creato se-
mandando tutto lo stalo al fratello car- natore Giovanni Malvolli dì Siena. Gre-
dinal Anglico o Egidio GrìmoardiìegSL' gorio XI colla bolla Super universas Or-
to e vicario di lutto lo stato ecclesiastico. bis ecclesiasy de*23 gennaio 1872, Bull.
Ma appena il Papa approdò a Marsiglia Rom. t. 3, par. 2, p. 335, dichiarò che
a*i6seltembre,intese che ogni sua opera la basilica Lateranense era la sede prin-
si era resa inutile, perchè Roma coU'in- cipale del sommo Pontefice, e la prima
tiero stato era involta in nuove turbolen- nella dignità fra tutte le chiese di Roma
ze.Ciò avvenne perchè la repubblica fio- e del mondo. anno furono con-
In detto
rentina, credendo cheil cardinalGrimoar- servatori Nuccio di Tamarozzo, Calisto
diavesse somministrati aiuti a Prato nel- Calisti, Paolo Ollavianij senatore Rai'
la guerra mossale, e volendosene vendi- mondo Tolomei di Siena. Nel 13^3 se-
care, spedì alle città ritornate sotto il do- Tìator'ì Pietro de Marina ò'\ Recanati,For-
minio pontificio e che tuttavia vacillava- tunato di Pramondo Raimondo di To-
no, alcuni vessilli o bandiere colla parola dij Federico Lavelongo di Brescia a cui
Lihertas in lettere d'oro. Furono dai ro- la morte impedì l'esercizio della carica.
mani ricevute con giubilo, e trovandosi Nel 1 374 senatore Antonio da s. Rainion-
ancora la città divisa in decurie, e ciascu- do, al quale ordinò Gregorio XI di dare
na avendo un capo chiamato Decurione il suo braccio secolare all'altarisla Vali-
fu distribuita ad ogni decuria una ban- cano, acciò Nicolò Savelli adempisse il le-

diera, che alla casa del decurione dovea galo della moglie pei lumi della basilica.
restare appesa. In sequela di tal fatto i Nel 1375 conservatori esercenti l'offizio

decurioni dalle bandiere ripresero il no- senatorio, Guglielmo de RuheiSj Nicolò


me di Banderesi,'ì quali uniti formarono Tor denerij Puccio di Pietro j indi Jaco-
il magistrato de'banderesi. Pretende Gi- bello Capizucchi, Matteo di Federico y Lo -
gli che da ciò abbiano avuto origine le renzoPaluzzelli: senaioveFrancesco con -
bandiere d'ogni Rione di Romaiche poi te di Canipello di Spoleto. In questo tem-
ebbero in consegna Capo /J/o/z/ succeduti
i po che iPapi risiedevano Avignone, in i

a' banderesi. Quindi i banderesi presero Senatori di Roma vàlutahdo di


più la lo-
Ja guardia della città e l'amministrazio- ro carica, l'esercitavano con reale gran-
ne delle cose pubbliche, lasciando al se- dezza e magnificenza. Nel 1876 conser-
natore la sola podestà di rendere giusti- vatori Nuccio Massaroli, Giovanni Bia -
zia al popolo. I conservatori coìilinuarono ni, Saba Saragono; indi Antonio di Leo •
1

ROM ROM 3ó t

nardo, Antonio Impoccia, Lello Rosei: le gli disse: E voi che file quij che non
senatore Simone Tornasi di Spoleto. I ro- tornate a Roma, la quale douéìe amare
mani anche con Gregorio XI fecero re- come vostra sposa, infinitamente più as-
plicate istanze e solenne ambasceria, per- sai illustre, e tanto piìi attraente della
chè tornasse in Roma e vi ristabilisse la mia f La libertà di questa ardita rispo-
corte e la curia; e per indurlo e stimo- sta servì a confermare il Papa nella sin-
larlo ad effettuar ciò, in conseguenza del cera risoluzione ch'egli a vea da gran tem-
privato e generale consiglio, e de'consi- po presa, di por fine a quella specie di
gli delle società di Roma o università ar- vedovanza in cui languiva la s. chiesa ro-
tistiche e altre corporazioni, con l'appro- mana, fuori del suo luogo naturale stra-
vazione del popolo promisero varie cose namente trasportata. Narrai le frequen-
richieste da'cardinali d'Ostia, di Porto e ti esortazioni del francescano Pietro d'A-
di s. Sabina, da eseguirsi nel suo appro- ragona figlio di Giacomo II (di cui nel
do a Ostia o altro luogo, del pieno do- voi. XXVI, p.93), di s. Brigida del san-
minio della città. Pertanto offrirono di gue regio di Svezia, di s. Caterina da Sic-
rassegnare la disposizione, custodia e or- na, ambasciatrice de'fiorentini che avea
dinazione de'ponti, delle porte, delle tor- scomunicati, a restituire a Roma la re-
ri e fortini, Te-
e di tutta la parte di là del sidenza pontificia. Narrai che il Papa do-
vere, e della Città Leoni na che liberamen- po aver manifestato la sua risoluzione,
te si sarebbe sino d'allora rassegnata al restò impassibile all'energiche e contra-
cardinal di s. Sabina, od a chi deputasse rierimostranze e suppliche de'sovrani di
il Papa: di più, che le società degli ese- Francia, delle Spagne e di quegli altri
cutori della giustizia, de*4 consiglieri, dei cui giovava che restasse vicino a loro: che
balestra ri, degli scudieri,che chiamavansi non curò i tanti reclami de'cardinali e
ballistarii e pavesatores, dovessero pre- vescovi francesi; come purea resistette
stare il giuramento di fedeltà e ubbidien- tutte le seduzioni de'molti e ragguarde-
za a GregorioXI.il tutto fu convenuto, voli suoi parenti, ed alle preghiere repli-
con capitoli formati poi dai presidenti e cate e vivissime de'suoi famigliari e mi-
dai reggenti della città a* 12 dicembre nistri, tutti francesi. Narrai che finalmen-
1 376, riferiti da Rinaldi a detto anno n.° te Gregorio XI, in mezzo al dispiacere
1 Il Papa da sua parte promise di man-
. ed alle lagrime degli avignonesi e de'po-
tenere le dette società pel buono stato e poli contermini, ch'eransi arricchiti colla
aumento di Roma,ad esaltazione ed o-
e dimora de'Papi, mosso pure dalle fazio-
uore della sagrosauta chiesa romana. Nei ni che tenevano agitata l'Italia, ed in ri-

i99,XXXII,p.282,283,
vol.III,p. 198, volta lo stato ecclesmstico cui non basta-
284,XLVI,p.i78, dettagliatamente nar- vano gli eserciti da lui spediti per do-
rai, che stanchi i romani di vedersi privi marlo,vinta la lotta delle opposizioni,par-
del Papa, segretamente stabilirono di e- tì da Avignone a' io settembre iSyG coi
leggere per tale Pietro de Tartaris pa- cardinali (meno 6 che vi si trattennero),
trizio romano, abbate di Monte Cassino, colla corte, curia e famiglia pontificia. Ai
uomo di merito e d'alti spiriti, che alcu- I 2 s'imbarcò a Marsiglia sulla nave del-
ni dicono cardinale, e che egli convenis- l'ordine Gerosoliniitano,ed accompagna-
se di accettare i^ pontificato, se Gregorio to da 3ogalere,approdò ^Livorno e sbarcò
XI non portavasi in Roma. Narrai co- a Cor«eto. A' 1 3 gennaio 377 giunse a O-
1

me il Papa ingiungendo ai prelati dimo- stia e pel Tevere si recò alla basilica O-
ranti in Avignone, di tornare onninamen- slieuse, ove a* 1 7 celebrò e ascoltò la messa
te tra due mesi al governo e residenze sull'altare di s. Paolo, dopo avere rice-
delle loro chiese, un vescovo francamen* vuto i magistrali di Roma tripudianti di
1

3o2 ROM RO M
gioia e riveienli, seguili dai Landeresi Pasqua nella basilica Vaticina, nella Pen-
colle loro insegne die deposero a'siioipie* lecosle in s. Maria Ma^jiriorc, come e me-
di. Nello slesso giorno con nobilissima ca- glio dissi nella biografìa di questo bene-
valcata, seguito dai magislrati romani, merito Pontefice. Ordinò Gregorio XI
fece il suo solenne ingresso in Roma, che che ilon s'introducesse alcuna novità nel
traversò con 1 3 cardinali, Ira'fragorosi governo di Roma, permettendo che fos-
applausi e dimostrazioni di venerazione se governala dal senatore, dai conserva-

e d'indescrivibile allegrezza de'giubilanti tori e daibanderesi come prima. Pacifi-


romani, che l'onorarono con ogni manie- candosi con de Vico prefetto di Roma, fe-
ra di osseqiii. A.lla Porta Ostiensedai ma- ce da Padrino ad una sua figlia. La re-
gistrati e dai banderesi, nìagnificamenle pubblica (ìiFirenze,benchèdi recente as-
vestiti, gli furono presentate le chiavi del- solta dalle censure, temendo che potesse
la città, con parole di divota sudditanza, cambiarsi il suo governo indipendente e
ed in segno di consegnargli il dominio di libero, amareggiò poco dopo il contento
Roma, eccheggiantedi cantici, di lodi, del del Papa, eccitando con lettere enfatiche
suono di tutte le campane e de'musicali e sediziose i banderesi a non farsi im-
isirumenti. Preceduto da solennissima porre e allucinare dalla presenza del Pa-
processione militare, civica, ed ecclesia- pa, dovendo essi non ridursi per le sue
stica de'cleri secolare e regolare, nella se- insinuazioni in ischiavilù, ma impavidi
ra arrivò in s. Pietro, o v'era aspettato dal sostenere il diritto di libertà del popolo
clero e dal popolo con insiumerabili ler- romano, propria ed ereditaria dell'illu-
cie, che uniteai lumi delle lampade som- stre sangue de'romani eroi; non doven-
marono a più.di 8000 fiammelle, dimo- dosi curare di magnificenze, né di veder
doché sembrava risplendente giorno. Do- fregiate d'oro le muia della città. Pel
po avere orato innanzi la tomba del prin •
mantenimento poi della libertà offrì loro
cipe degli Apostoli, passò nel propinquo ogni aiuto e favore. Incoraggili i bande-
Palazzo Vaticano f e nel dì seguente calò resi, ripresero le loro insegne e soslen-
a celebrare pontificalmente nella basilica, nero con vigore il loro magistrato, prò-
ricorrendo l'anniversario in cui s, Pietro fittandodell'assenza del Papa che per sol-
vi stabilì la sua veneranda cattedra, non levarsi dal viaggio, ed evitare il caldo,
senza particolare disposizione dell'ado- con tutta la corte era passato in Anagni.
rabile provvidenza; imperocché se un Alcuni nobili romani scoprendo le tra-
Pietro la fondò, un altro Pietro (tale es- me de'banderesi, uniti mi- come dicesi ai
sendo il nome del Papa nel cardinalato), nistri del Papa, stabilirono di distrugger-
le restituì con lui, quelli che vi doveano li, per cui nacque tra il popolo e Gregorio
sedere. Così il glorioso e immortale Gre- XI grave discordia. In sì affliggente sta-
gorio XI ristabilì nella desolata e afflit- lo di cose, il Papa deputò Gomez Albor-
ta Roma, rovinala negli edifìzi, diminui- noz fratello o nipote del celebre cardina-
ta nella popolazione,la benefica residen- le e maggiordomo del re di Castiglia, non
za pontificia, fonie perenne di grazie, di solo per senatore, ma a capitano genera-
onori, e di lustro che adombra quello le del popolo romano ad guerram et pa-
splendidissimo de'suoi memorabili anti- cem, e rettore del ducato di Spoleto. Que-
chi fasti, dopo che i Papi eransi tratte- sti deputò a suo vicario J^arlolomeo da

nuli in Avignone 71 anni, 7 mesi e 1 Narni. Nel novembre tornato in Roma


giórni. Nel dì seguente Gregorio XI an- GregorioXI,fece senatore Guido de Piai-
dò a s. Giovanni in Laleranoa venerare /ir oltramontano, che continuò ad esser-
- le leste de'ss. Pietro e Paolo, pontificali» lo nel fatale anno 1378. Frattanto il cru-
do poi solenni messe, per *. Agnese e per delissimo cardinal di Ginevra, poi anli-
ROM RO M 3o3
papa Clemente /^//, che Gregorio XI in- va, suo antico titolo, ove restandovi se-
nanzi la sua venula avea mandato con polto di poi il popolo romano gli eresse

liti esercito nello slato,per le ferocità com- un monumento di gratitudine,in cui ven-
messe particolarmente nella Romagna, ne espresso il suo trionfante ingresso in
gli alienò l'animo degl'italiani, benché il Roma. La sua memoria sarà sempre in
Papa curasse il restauro delle principali benedizione, per avere reintegrato Roma
chiese di Roma, come descrissi nella sua della pontificiadimora. Deplorabile con-
biografìa, si occupasse de'bisogni di Ro- seguenza del suo trasporto in Francia fu
ma e dello stato, spedisse varie ambasce- eziandio il pernicioso e lungo scisma che
rie per l'Italia, e facesse altre utili cose. in tanti luoghi e con tutte leparlicolari-
Ivi notai,che sebbene di 47 anni, cadde tà raccontai, del quale vado a dare un
in languore e malinconia, non solamente cenno, potendosi trovarne l'intiera storia
per la debole sua complessione, ma co- negli articoli che indicherò.Tutta laChie-
me assai afflitto per le mene de* fioren- sa ne risentì i pregiudizievolissimi effet-
tini, per lo stato di rivolta in cui conti- ti, ed modo
in peculiare l'Italia, e più di
nuavano mal-
lecittàribel!i,e soprattutto tulli Roma.
contento del contegno de'romani che po- Passato a miglior vita Gregorio XT, i

co l'ubbidivano, sempre inclinati a liber- cardinali chiamati il senatore Proini e al-


tà. Per (jHesto complesso di cose, abitua- tri officiali della città, richiedendo il loro
to in Avignone a vedersi venerato da tut- giuramento di osservare il decreto: Ubi
ti,nel 1878 formò l'idea di ritornarvi, periculum, juramenta, subilo lo presta-
fomentata dai cardinali francesi. Preve- rono, rinnovando le offerte fatte. Nel dì
dendo il ctiso di morte, pure dispose che seguente essendo cardinali congregati in
i

in Roma si dovesse eleggere il successo- s. Maria Nuova, il senatore e altri offi-

re, con quanto dissi nel voi. Ili, p. 200. ciali, in loro nomee del popolo romano,
Divulgatosi per Roma lo stato pericoloso supplicarono i cardinali di degnarsi eleg-
del Papa, il senatore Proìni, coi conser- gere un buon Papa chefosse italiano, di-
vatori (probabilmente) Nicolò Porcari^ cendo essere ciò espediente e utile alla
Antonio Guerroni e Giovanni Ilperinij Chiesa universale: l'istessa supplica repli-
ed banderesi, si portò dai cardinali ra-
i carono più volte ne'giorni Seguenti, espo-
dunati nella chiesa di s. Spirito, condo- nendo tutti mali avvenuti alla sede a-
i

lendosi del male che pativa il Papa, of- postolica ed a Roma, per la lunga as-
frendosi d'essere pronto ad assisterli, ub- senza de'Papi, e per la loro residenza in
bidire ed eseguire in tutto loro ordini. i Avignone. I cardinali sempre, pienamen-
Tutti uniti poi li supplicarono, che in te e con docilità ascoltarono tutto: richie-
caso di morte, si degnassero eleggere per- sero il senatore e gli officiali a custodire
sona utile alla Chiesa. I cardinali resta- il conclave del palazzo Vaticano e l'adia-
rono molto appagali; ringraziarono il se- cente Borgo, ed ì ponti che vi conduce-
natore, l'assicurarono di eleggere Papa vano. Il gli officiali immedia-
senatore e
il più idoneo e quello che Dio avrebbe tamente deputarono custodi alcuni ban-
loro ispirato, e gli raccomandarono la deresi e 4 probi cittadini, che prestarono
buona custodia della città se avveniva la giuramento di custodire cardinali ed i i

sede vacante. Il senatore, i conservatori loro famigliari. Come procedette la cano-


edibanderesi risposero di farlo puntual- nica elezione, da quanti e quali cardinali
mente, e non mancare per qualunque
di fu fatta, come insorse il popolo, e come
causa. Morì Gregorio XI a'27 venendo assalì il conclave, diffusamente si può leg-
il 28 marzo 1878, gli furono celebrati gere ne'vol,III, p. 20 1 e seg., IV, p. 84>

i uoveadiali nella Chiesa di s, Maria Nuo- laonde qui appena l'accennerò. A'7 apri-
-

3o4 ROM ROM


le i cardinali entrarono in conclave, nel Papa col nome di Urlano /Y, clie con
dì seguente vi 8Ì recò un ardito bandere- l'acqua benedetta solennemente be^icdi
se,e per parte del popolo inlimò loro con il popoloj per assolverlo dalle incorse ccn
minacce, che romano volevano il Papa. sure. Il senatore egli
officiali del popolo
Appena si ritirò, concordemente elessero romano recarono ad ossequiarlo, e nel-
si

l'arcivescovo di Bari Prignani napoleta- la funzione del possesso gli addestrarono


no, benché non cardinale, ed a tale ef- il cavallo, secondo il consueto, facendo il

fetto lo chiamarono segretamente in con- senatore il giuramento nella basilica La-


clave per riceverne il consenso. Per que- teranense. Nel medesimo anno fu sena-
sto movimento sì concitò nel popolo un tore Tommaso da Sanseverino. Intanto
tumulto presso il conclave, o per istiga- Urbano VI alquanto aspro, correggendo
zione de'parziaii al cardinal JacopdOr- i costumi de* cardinali e raffrenandone
sìnìromano clic volevano Papa, o te- l'avarizia, mentre essi richiamavano il

mendo che l'eletto non fosse romano, o soggiorno d'Avignone, aÌ7zati da Carlo V
sospettando che cardinali volessero usci-
i re di Francia, divisarono di eleggere ini
re senza aver fatta l'elezione, per le ar- altro Papa. Colla scusa di evitare i caldi
genterie che mandavano via. Strepitan- dell'estate, i i cardinali francesi e lo spa-
do il popolo, Romano lo volemo, un mi- gnuolo de Luna si ritirarono in Jnagni^
nistro del conclave per quietarlo gli no- indi portatisi \n Fondi, ricevuti dal con-
tificò l'elezione del Barense. Allora creb- te Onorato Caetani, a'20 settembre 1878
be la furia del popolo, credendo che fos- elessero l'antipapaClemente VII già car-
se Giovanni di Bargia cameriere di Gre- dinal di Ginevra, il quale passando in A-
gorio XI, indegno e a tutti esoso, onde vignone vi stabih una cattedra di pesti-
si accinsero alle violenze. I cardinali che lenza e die incominciamento all'infestis-
ignoravano motivi della sedizione, pre-
i simo, glande e lungo scisma d'occiden-
garono il cardinal Tehaldeschi romano te, sostenuto anche da'suoi pseudo suc-

e decrepilo, di vestirsi da Papa, accioc- cessori, i quali tutti crearono anticardina-


ché mentre il popolo l'avrebbe venerato, li, le biografie de'quali, in uno a tutto ciò
essi provvederebbero alla loro sicurezza. che riguarda gli antipapi avignonesi, ri-

Sparsasi l'elezione del Tehaldeschi, si cal- portai ad Avignone. Ne'5i anni che du-
mò la procella e corse la moltitudine ad rò lo scisma, molti principi sovrani e na-
adorarlo, il che non potendo egli più sof- zioni riconobbero gli antipapi, onde vi fu-
frire pel male che facevano alle chiragrose rono in quella infelice epoca due ubbi-
sue mani, palesò dii era il vero Papa. Ciò dienze, quella vera de'Papi di Roma, l'al-
inteso, forsennato il popolo si scagliò colle tra falsa d'Avignone, Ingannati i fedeli
armi sul conclave, esigendo che si elegges- dai fautori dello scisma, talvolta non sa-
se un romano, e minacciando cardinali di i pevano chi fosse il legittimo Papa; quin-
morte, riconducendovi obbrobriosamen- di guerre, fazioni desolanti, e generale
tealcuni di quelli che fuggi va no.Pretesero confusione. Urbano VI depose e scomu-
con violenza fare rinunziare reletto,ed an- nicò l'antipapa, ì suoi fautori, ed i car-
che tentarono di ammazzarlo, se non si na- dinali ribeili; altrettanto fece l'antipa-
scondeva; ma i cardinali restarono irre- pa con Urbano VI; ed il simile scam*
movibili. Per l'intervento di alcuni prin- bievolmente praticarono Pontefici e gli i

cipali romani, l'inviperimento del popo- antipapi che li successero,comprendendo-


lo si calmò, onde cardinali rifugiati in
i vi i seguaci e fautori. Nel 1879 fu eletto
Caslel R.Angelo e nelle vicine terre, tor- senatore Fr. Guglielmo Maramaldi na-
nali al Vaticano, con quiete fecero le ce- poletano, cavaliere gerosolimitano; con-
recnonie dell'elezione, e fu pubblicato il servatori Archìonc Jrchioni j Lello di
ROM ROM 3o7
Gìanmizzo, Lorenzo del Conte; altri se- ri airimprovviso in Roma. Dì nuovo fu
natori furono Brancaccio de Bonaccorsi senatore Pietro Lante^'nxiW Rogante To'
di Monìe IIJ ìlone,e Barlolomeo Rìccoman- dini di Massa. Nel i382 senatore Tom-
no di Siena. Essendosi romani levati in i maso Angelellis detto Minotto bologne-
ftuore contro Urbano VI, furono grave- se. si eccitò in R.oma una
In quest'anno
raenle ripresi da s. Calei ina da Siena ,
de'romani contro Urbano
fiera sedizione

con lettera maggio 879 a'ban-


scritta a'6 1 VI ed molli cardinali da lui creati , i
i

deresi, ed ai 4 buoni uomini mantenito- quali furono costretti appiattarsi ne'na-


ri della repubblica di Romn, che riporta scendigli : ma il Papa vestito pontifical-
Rinaldi al n.° 34. In dotto anno l'antipa- mente colla croce in mano, andò incon-
pa mandò un esercito contro Urbano VI, tro ai sollevati nell'atrio del palazzo, eoa
che fu sconfìtto presso Marino da Albe- volto grave e truce, per cui ribelli re-
sì i

rico conte diBarbiano colle milizie pon- placarono e lo prega-


stali sbalorditi, lo

tificie e gli aiuti de'romani, onde fran- i rono di perdono, che loro concesse. A-
cesi che occupavano Castel s. Angelo, lo vendo Giovanna I avanti di morire a-
consegnarono ai romani, che irritati pei dottato per figlio Lodovico I d'Angiò se-
danni che ne aveano ricevuto lo sman- guace dell'antipapa, Urbano VI sapendo
tellarono: il Papa celebrò con processio- che voleva deporlo, bandì la crociata con-
ne a piedi scalzi tal vittoria. Nel i 380 fu tro di lui e lo scomunicò. Nel 1 383 furono
senaloie Giovanni de Cinlìiìis o Cenci, conservatori Petruccio Castellano , An-
che celebrò con tutto il popolo romano tonio Impoccia, Matteuccio Bocchino: se-
solenni esequie a s. Caterina di Siena mor- natore Giovanni Falconi dì Norcia, elet-
ta in Roma, in riconoscimento dell'aver to daUrbano VI. Sotto di loro una mor-
contribuito al memorabilebenefizio, per tale epidemia afflisse Roma, per cui Ur-
Roma e Italia, del ristabilimento della bano VI a' I
g aprile ne partì malconten-
residenza del Papa in Roma: altre solen* to de'romani. Questi gl'inviarono amba-
ni esequie gli avea fatte Urbano VI, che sciatori in Ferentino, per pregarlo, anche
\i mandò tutto il clero secolare e rego- con minacce, di ritornare in Roma; il Pa-
lare. Egualmente in tal anno fu senatore pa Io promise, ed in vece per dispetto pas-
Pietro Lante pisano, ben affetto al Pa- sò in A versa ^ in Napoli, in Nocera, pa-
pa. Oltre i francesi, ubbidiva all'antipa- tendo molte da Carlo III: diversi
sevizie
pa Giovanna I regina di Napoli, che de- cardinali avendo congiuratocontro di lui,
posta dal regno da Urbano VI, questo li fece uccidere e si portò a Genova.ì:^ei
ne investì Carlo Durazzo principe IH I 384* furono conservatori, prima Fran-
reale d'Ungheria; venuto in Roma nel cesco de Guidoni, Paoluccio Millino, Pie-
1 38 r, il Papa lo dichiarò senatore e Gou' truccio Sciospoj indi Lello di Pielruccio,
faloniere di s. romana chiesa, prestò il Nuccio di Cecco, Giovanni Galloni. Nel
giuramento di fedeltà, e nel i.° giugno 1 385conservatoriP<:/o/o.1/eo//, CeccoTa-

gli conferì il regno di Napoli, solenne- sca, Cecco cV Alperinis quindi Cecco Pel-
mente coronandolo. Il re dichiarò viceré- legrini, Paolo Meoli, Giovanni Ottavia-
rente del senatorato Lapo da Castiglion- nij ed ancora Paolo Naro, Cencio La-
chio, poscia Raimondo da Montebello ca- tino, Teolo di Giuliano Cecchi Teuli. Nel
\«»liere gerosolimitano e priore d^Unghe- 1 386 senatore Bente Bentivoglio bologne-
ria, perchè i banderesi cacciarono il pre- se. Nel 1387 conservatori Cola di Poli,
decessorCy minacciandolo di tagliarlo ia Pietro di Giuliano, Paluzzo di Giovan-
minuti pezzi, benché l'avesse eletto il Pa. ili. Nel 388 conservatori Natalo dì Ce-
1

pa, secondo altri: vuoisi iuoltrechea Lapo sario, Nuccio della freccia. Cola bello-
fosse propinato il veleno, certamente aio- na: altri conservatori, Z?«z/o Piscioni, Ste-
3oG ROM ROM
fanello Cnpogallì^ Biagio di Pietro Pao- inercndoal disposto daGregorioXI,il qua-
lo. Urbano VI conducendosi da Perugia le a ciò si era determinalo per secondare le

«Tivoli, romani gli andarono incontro


i vive istanze de romani, non essendosi po-
e supplicarono caldamente di ritornare tuto celebrare nel 383 per lo scisma. Vi
1

in Roma, e vi rientrò neirollobre con concorsero molli pellegrini, tuttoché non


gran pompa. Nel 1889 divenne senatore vi si portassero i francesijglispagnuoli egli

Damiano Caiani genovese; conservatori altri divisi dall'unità cattolica, che indi-
Gregorio Pierleoni, Cecco Filippini, N.,. cai nel citato articolo insieme alle nazioni
I banderesi nella festa di s. Pietro si por- che in essa vivevano riconoscendo il Pa-
tarono dal Papa in abito di penitenza, pa di Roma, sebbene alcuni stati e popoli
dal Campidoglio Vaticana a
alla basilica sovente cambiarono ubbidienza, quaiìdo
piedi nudi, senza cappuccio, con cintura lo crederono opportuno al loro vantag-

di cuoio e candele in mano, per essere as- gio, altri restando neutrali finché dal con-
soluti dalla scomunica, nella quale erano cilio fosse riconosciuto il vero dal falso
incorsi per non aver voluto ammettere Papa. NelTistesso anno Bonifacio IX, dal
all'offìzio il senatore eletto da lui. Ui bn- suo legato fece in Napoli coronare il re
no VI non li volle udire, ma li mandò Ladislao figlio di Carlo
III, il quale nel

dal cardinal penitenziere maggiore ch'era ricevere il regno feudo dalla Chiesa,
in
nella chiesa; il quale /« y^« P<7^^e ascese a questa e al Papa giurò di soccorrerli
nella sedia di marmo di s. Pietro, e te- contro l'antipapa Clemente VII e suoi
nendo la verga in mano e dicendo: Mi- anticardinali, i quali sostenevano il com-
serere niei^ pubblicamente li assolse. Men- petitore Lodovico II d'Angiò. Nel i39r
tre Urbano VI, dopo tanti viaggi e vicen- erano conservatori della camera di Ro-
de del suo inquieto pontificato, godeva ma, poi detta Capitolina, e quali gover-
pace, per polente veleno rese lo spirito natori della città, N'ardo Spedano^ Ca-
a Dio a' 1 5 ottobre 1 889, senza che niu- listo Calisti, Antonio Sordo esercenti l'of-
no versasse una lagrima per lui. Però si ficio del senato, ed amministratori della
legge neir Ordine Romano di Amelio, cap. pace e della guerra. Nel 1892 conserva-
27: de. panno disiribnendo post morteni tori Cecco Testa j Giannotto Primocerio,
Papae, parlando dell'abito funebre: Se- Nudo di Cola Orso: senatori Giovanni
nalor Urbis propter officiuni non utitur, de^ Cinthiis ^\a cancelliere, e Donato Ac*
nec vestitiir, nisiface.re velletpro amore ciaJHoli fiorentino. In quest'anno chia-
Papae.EsercWavano il senatorato i 3 con- mato il Papa da PerMg/^r, per pacificare
servatori nominati. Eletto a*2 novembre idue partiti, gli servi di onesta occasione
Bonifacio IX, d\ gran coraggio nel soste- per star lontano dalla vista de'magistrati
nere la maestà del suo grado, cominciò banderesi caporioni, nuovamente intro-
ben presto a soffrire gravi molestie dai dotti nel potere con tanto pregiudizio e
romani, poiché molti banderesi uniti al disprezzo della sua dignità e del pubbli-
j)opolo e armati andarono al palazzo a' co bene: parli da Roma a' 1 7 ottobre con
postolico, e dalla camera de'paramenti 12 cardinali, la corte e una turba di pa-
del Papa violentemente cacciarono i ca- renti. Nell'agosto i 898 la magistratura
nonici di s. Pietro, i quali alla vendita del- del senato era presso Oddone di Falco,
la basilica Vaticana non volevano con- Pietro di Giuliano j e Pietro della Sos-
sentire. Nel 890 trovasi senatore Nicola
1 sarà conservatori. Agli 8 di detto mese
de Beano Triamo di Napoli. In questo ce- Bonifacio IX trovandosi in Asisi^ aderì al
lebrò Bonifacio IX il 3. '^ Anno santo y^vo- ritorno in Roma, essendone stato caloro-
inulgalo dal predecessore che avea ridot- samente pregato più volte dai romani.
to la sua riuQovazione ad ogni 33 anni^ Pertanto si fece la segueote concordia e
ROM R M 3o7
capitolazione Ira Papa. Cbeil senato e il Roma, come in criminale così incivile non
siformasseiin consìglio privalo composto potessero essere chiamati che innanzi ai
almeno di loobuoni uomini, presi da o- loro legittimi tribunali, cioè i cortigiani
gni rione; ed altro consiglio generale co- chierici avanti V uditore della camera,
gli officiali caporioni e imbussolatori se- quelli laici avanti il maresciallo pontifi-
condo il consueto, ed in essi si trattasse cio, ed i chierici di Roma avanti il vica-
e deliberasse a nome di tutto il popolo, rio del Papa o altri giudici loro propri.
dal quale se ne ottenesse prima le facol- Ninno de'suddetti poi potesse essere ves-
tà, e per via di contratto si promettesse- sato né convenuto dai ministri degli edi-
ro al cardinal Palosio Normanni roma- fìciicome in avanti era accaduto, con po-
no, vescovo di Todi e camerlengo di s. co onore del Papa e della sua curia. Che
Chiesa, ed all'abbate del monastero di s. si deputassero due buoni uomini, uno del

Paolo vicario pontificio in Roma, con so- Papa, ed altro degli officiali del popolo,
lidale obbligazione di tutti i congregati in ogni anno per presiedere alla grascia
per quelli che non avessero potuto inter- ed impedire gli eccessivi prezzi delle gra-
venire alle adunanze, e con giuramento scie e altre biade, vino, carne, pesce e al-
da prestarsi da ognuno per l'osservanza tri commestibili, con facoltà di punirei
de' capitoli, i quali principalmente furo- contravventori. Questi capitoli mandali
no: Che Bonifcjcio IX potesse a suo pia- dal Papa, finono ricevuti dai conserva-
cere eleggere il senatore giusta il costu- tori, banderesi, e dai consiglieri della fe-
me de'suoi predecessori, col solito salario lice società de'paveresi e baleslrari; quin-
da pagarsi dalla camera della città, e di stati pienamente approvati
essendo
quando non volesse eleggere il senatore, ne'due consigli nella sala maggiore del
esercitassero tal carica i conservatori prò palazzo Capitolino, vennero ratificati con
tempore, con obbligo di prestare nelle giuramento,firme e sigilli. Furono con- i

inani del Papa in principio del loro of gregati, oltre i.conservatori, i i caporio-
fìcio giuramento d'esercitarlo fedelmen-
il ni, 2 banderesi, 6 imbussolatoli e 1 3 1 con-
te. Che
il senatore deputato non potesse siglieri. Pei lOjOOo fiorini richiesti dal
nel suo officio e nell'amministiazione dcl- Papa in prestito, principalmente per fa-
lii giustizia essere impedito dai bandere- re il viaggio di Roma, ne furono accor-
si, né dagli altri officiali della città. Che dat-i6,000 ; ed egli vi si restituì a' 1 5 set-
i marescialli del senatore ode'conserva- tembre iSgS. Nel seguente anno erano
tori esercenti l'officio senatorio, non po- conservatori, Giovanni Palosci, Pietro
tessero togliersi le armi di cui fossero de- MaliicciOy TV... Nel 1894 stesso in Avi-
latori i cortigiani del Papa tanto chierici gnone morì l'antipapa Clemente Vii, e
che laici, ed i chierici di Roma, se prima gli successe nell' antipontificato l'ostina-
il Papa non avesse permesso di processar- tissimo Benedetto XIII. In Roma il Pa-
li. Che il popolo romano fosse obbligalo pa pubblicò una crociata in favore di La-
colle proprie rendite di tenere del tutto dislao, e contro Lodovico li d'Angiò, il

sicure ai viaggiatori due «trade verso le quale si sforzava di volersi ristabilire nel-
Rieti e Narni o almeno una di esse, e nel l'usurpato regno di Napoli. Non passò mol-
tempo che potevasi navigare tenesse per to tempo dalla concordia e ritorno di l3o-
la sicurezza del mare ai viaggiatori una nifacio IX,che gl'incostanti e volubili ro-
galera armata, la quale spesa potesse far- mani, stimolati dallo scismatico Onorato
si con un aumento sulle gabelle de'porti Caetani conte di Fondi^ nel iSgS si ri-
di Ripa e Ripetta, e con il ritratto degli bellarono, prefendendodi governare a lo-
utili della stessa galera. Che i cortigiani ro modo la città, commisero vari eccessi,
tanto chierici che laici, ed i chierici di e poco mancò cbe il Papa non restasse
3o8 ROM ROM
oppresso nel lu multo. Ladislao corse a con paltp espresso che dovessero abolire
Iluma e vi giunse a 16 gennaio per im- i banderesi, ricevere il senatore da lui e-

pedire lulto l'en'eUo delia congiura del letlo nella cospicua persona di iValafesta
contedi Fondi, e faiono decapitati i3 di Rimini figlio di Pandulfo, ed atnmet-
romani, nelle case de'quali furono trova- terei conservatori. Le speranze e le vedu-
le le insegue nemiche; quindi il re rista- te de' vantaggi indussero romani ad ac- i

IjIIì la pace tra il Papa, i banderesi e il cordare tutte quante lecondizioni volute
popolo. In quest'anno abbiamo senatore dal Papa, e cos'i questi si reslituìin Ro-
angelo Urgiisieri senese. Nel 896 l'an- 1 ma. Subilo ridusse Castel s. Angelo a mu-
tipapa Benedetto XI li furbissimo,col pre- nita fortezza, fortificò il Campidoglio, co-
testo di voler rendere la pace alla Chie- struendovi il palazzo senatorio a foggia
sa, spedi in Roma alcuni suoi ministri, di rocca sopra l'antico Tabulario, con tor-
i quali entrati senza saputa di Bonifacio re ove poi Leone XII fabbricò l* osser-
IX, tramarono contro di lui una congiu- vatorio; come pure fortificò il palazzo a-
ra. Altra ne intentò nel 1897 Martino re postolico, e col suo coraggio si fece ri-
i\* Aragona gran fautore del falso Bene- spettare in modo chegli storici dicono che
detto XIII, che voleva condurre in Ro- fu il i.° a domare
romani, e ad essere
i

ma con un'armata, d'accordo col conte di veramente assoluto signore diRoma. Con-
Fondi, e con Giovanni de Vico che gli a- tribuirono alla pacificazione Paolo Or-
vrebbe consegnalo Civitavecchia. In que- sini ed i Colonna, come ancora perchè la
stoanno furono conservatori Simeone Bu- città fosse intieramente del Papa, e che
sca, Pietro di GiuliaiiOy Antonio Jaco- tulli i magistrati fossero creali da lui. A
bellij poi Pietro di Cinthiis, Luca d' A- Fondi parlai del processo fatto dal Papa
lessio^ Natolo Natoli. Ma Bonifacio IX al conte, e crociata predicata contro di
ristucco dalle frequenti sedizioni era par- lui nel 1399, in cui furono senatori An-
tito da Roma, perchè i prepotenti ban- gelo Alaleoni di Monte s. Maria in Gior-
deresi, sollevato il popolo, dichiararono gio, e Zaccaria Trevisano veneto, il qua-
di non voler più senatori di estera nobiltà, le sagacemente scuoprì l'impostura d'un

edalormodoaveanoeletti conservatori i ebreo che si annunziava pers. Gio. Bat-


della camera. Questi nel 1 898 erano Già- tista, ed aveva uq Crocefisso, che con ar-

cobello di Paolo Santolo di Berta , Gio-


y tifizio gittava goccie di sangue, onde sco-

vanni Buzio. Riflettendo romani che si i perto l'inganno fece ardere nel fuoco ana-
avvicinava l'anno i4oo in cui dovea ri- l3edue, e restituì la calma al Papa ed a
correre l'anno santo, secondo la riduzio- tutta la città ch'erano perciò in grandi
ne di Clemente VI, e non ostante l'altra apprensioni. Nel f4ooì senatori furono
di Urbano Vie il celebrato 3.° anno san- Francesco Gabrielli eii^uh'mo, eBenutti-
to, si lusingarono doversi fare la pubbli- ni Cimi cingolano che Bonifacio IX fece
cazione anche del giubileo i4oo, riflet- domicelloosuo nobile cameriere,e per 0-
tendo all'utile che proveniva a loro nel norarlo gli donò la rosa d'oro. Sotto di lui
concorso di molti forestieri in Roma, per furono formali gli statuti de'banchieri di
le ricchezze acquistate ne'precedenti an- Roma. In questo tempo il conte di Fondi
ni. Pertanto tutti umiliati ricorsero in A- con alcuni Colonnesi tentò d'occupare
sisi a Bonifacio IX, il quale riconoscen- Roma per arrestare il Papa, male guar-
un sole vivificante la città di Ro-
dosi per die di Campidoglio valorosamente lo re-

ma, come si esprime Vitale, e che in av- spinsero al i.° assalto. Nel medesimo an-
venire non ci sarebbe stato ormai chi ri- no dunque Bonifacio IX celebrò il 4-° ^'^ *
fiutasse il suo calore, si prevalse dell'oc- no santo con molta affluenza di stranieri
casione e promise di portarsi in Roma^ e di francesi per allora sottrattisi dahse-
noM ROM 3o()
elicente Benedello XIII, ad onta del con- suaso il Papa e i cardinali. Sta pure in
tagio e delle strade infeste da'ladri. Nel fatto, che nella solenne capitolazione che
i4oi fui onoseimlov'ì Bartolomeo Caraf- ebbe luogo a'27 ottobre, il re vi figura

fa napoletano, priore gerosolimitano del come mediatore di essa, e gli si die facol-
pi iorato di Roma, Pier Francesco Bran- tà di stabilir la residenza degli officiali

c^/<"0«zdomicello romano di Castel Du- e governatori della camera capitolina e


rante, e Antonio Avuti corite di Monte altro. Nella concordia vi furono inseriti i

Verde: il Carafia confermò gli statuti dei capitoli di quella stipulala con Bonifacio
mercanti di panni e de'banchieri. Nel i4o2 IX: eccone i principali, potendosi legge-
Brancaleoni continuò il senatorato, cui re in parte nel Rinaldi all'anno i4o4jn-°
fu sostituito nel i4o3 lìiccardod'Jyel- I 6, ed intieri nel Vitale. Che il senatore
lo salernitano. Nel i4o4 furono senatori di Roma debba sempre e possa eleggersi
dV7ro//;o conte di Monte Dolce,indiZ?e«/e dal Papa, ed abbia tutta la giurisdizione
Bentn'oglio bolognese. de'precedenti senatori,secondogli statuti
Mollo Bonifacio IX ili." ottobre, tan- e ordinazioni di Roma, tranne quella su-
to in sede vacante, quanto nell'elezione gli interessi, negozi e stato del Papa, della
ò,^ Innocenzo PU^che accadde a' 17, in- Chiesa e del popolo romano, e sui delitti
sorsero grandi tumulti in Roma, volendo di lesa maestà, ne'quali s'intenda aver
il popolo scuotere la soggezione del Pa- quell'arbitrio che avea sottoBonifacioIX,
pa. Per la città tutta sbarrata si conibat- e che finito l'officio debba co'suoioflìciali
lè più volte, gli Orsini in difesa di s. Chie- sottoporsi al sindacato secondo gli statuti

sa , i Colonna contro il suo dominio: si di lloma. Che alla presenza del senatore
ribellò tanto la guardia (\e\ Campi do glia, o di altro dal Papa deputato si eleggano
quanto quella Mercato
della Torre del e debbano eleggere 7 officiali romani (cioè
ode'mercanti. Avendo Ladislao redi Na- i 7 riformalori)a tenore degli antichi sta-
poli saputo che Innocenzo VII avea giu- tuti, idonei e fedeli ai Papi, alla Chiesa
rato rinunziare se fosse necessario per ter- e al popolo romano, e debbansi chiama-
ni inare l'orribile scisma, ed in tal caso re Governatori della Camera di Roma
correndo rischio il suo trono, si portò in (gnhernatores lihertaiìs Reipublicae ro'
Roma col pretesto di congratularsi di sua manorum j sacri Senatus offlcium regen-
esaltazione, quindi indusse il Papaa di- tesj si sottoscrivevano): questi poi non
chiarare con bolla, che non avrebbe mai possono in alcuna cosa ingerirsi, la quale
rassegnato il papato, senza che il re con- appartenga a quegli officiali che presen-
servasse i suoi stati. Non contento di que- temente devono eleggersi dal Papa e pre-
sto e del censo condonato, brigò per insi- star giuramento in sue mani nelle debite
gnorirsi di Roma, comequello che pieno forme. Che quesli governatori, tanto al
di coraggio, dissimulatore, niun pericolo presente, quanto in futuro, debbano pre-
ne frenava il valore, niun legame d'ono- stare in mano del senatore o di altro de-
re e di probità noi tratteneva nell'esecu- putato dal Papa, il loro giuramento di
zione de'suoi ambiziosi progetti d'ingran- fedeltàsecondo la solita forma, e di eser-
dimento. Gli storici però non sono d' ac- citare bene e legalmente il loro ofìlcio.
cordo se Ladislao vieppiù fomentò pel suo Che nel prossimo futuro trimestre,comin-
scopo i romani contro il Papa, o se real- ciando dal giorno in cui presteranno il
mente s'interponesse per un accordo: è giuramento, detti officiali assumeranno
certo che romani gli mostrarono sim-
i essi l'esercizio insieme con altri 3 citta-
patia, incontrandolo coi caporioni a Por- dini romani da eleggersi e deputarsi dal
ta s. Giovanni, ai quali il re poi fece re- Papa, odal re Ladislao, talché in tutti file-

stituire il Campidoglio, per averne per- no IO, e non debbano in altro modo chia*
3iO ROM lì M
inarsi die Go\'crnaloti della Camera di i4o^ a* Il giugno il Papa nella proin-T^-
/?o//m, l'oflìclo ile'quali debba tJuraiepel zione di 1 i romani,
cardinali, 5 ne fece
corso non maggiore di 2 mesi, e non ab- cioè Giordano Orsini (che alcuni dicono
biano altra facoltà e iugerenza che die- senatore in quest'anno), Calvi, Archioni,
sigere e percepire, di spendere e conver- SlefaneschiAnnibaldi, Colonna poi Mar-
tire in cose di evidente necessità ed uti- tino V: tra gli altri uscirono Gregorio
lità del popolo romano, tulle e singole XII e Alessandro V. Usò il Papa tanta
rendite, n-ulti e proventi di delta catnc- preferenza ai romani, affine di vincerci
ja,con peso di amministrare negozi della i concittadini co* benefìzi, mai essi desisten-
medesima e paga re ne'debiti tempi eafor- do da macchinazioni di ribellioni, prin-
rua degli statuii della città i salari, prov- cipalmente mossi dai ghibellini Colonna,
visioni, emolumenti, ec. al senatore e a- che per dominare spacciavano il prele-
gli altri ofììciali.Che questi slessi gover- sto di ristabilire l'antico sialo della re-
natori o altri officiali non abbiano ardire pubblica, e promovevano la libertà go-
d'intromettersi in qualsivoglia modo in duta coi banderesi, secondali dai Savelli
negozi civili, cri uìinali o misli, ma le loro e con federati; di che pare che li lusin-
facoltà sieno solamente limitale in.quel- gasse l'indegno antipapa, con rimettere
le cose che de fitre spellano a della came- l'assoluto governo di Roma in mano dei
la. Che il popolo romano o gli officiali nobili, e simulando di favorirlo erano ac-
di Roma, qualunque essi sieno, non pos- campali intorno alla città. Gli Orsini guel-
sano commettere, concedere, delegare e fi co'seguaci, erano poi in armi a sugge-

suddelegare per se o per altri, diretta- slionediLadislao,e tormentavano il buon


inenlé o indirettamente, qualsiasi gover- Innocenzo VII con ripetute esigenze, co-
no, amministrazióne e preminenza. Che me pure rilevai nella sua biografia, nar-
la custodia di tulli e singoli ponti fuori rando il doloroso avvenimento del 5 o 7
di Roma e di qualunque porla della cit- agosto e la sua fuga a Viterbo. Non per-
tà, eccelUiato solo e riservalo pei Papi il tanto trovo indispensabile qui riferire,
ponte Mdvio e le porle della Città Leo- che essendo governatori della repubblica
nina» tener debba dai romani fedeli al
si e reggenti l'officio senatorio Maccarani,
Papa e al popolo romano. Che finalmen- Cesareo, Cosciari, Schiavo, Marolini, Toz-
te al i)opolo romano, o agli altri magnali zoli e Carletti, istigarono il popolo a li-

e officiali presenti e futuri non sia lecito bertà, richiedendo arditamente al Papa
o permesso senza special licenza e con- il Campidoglio e Castel s. Angelo. A tal
senso del Papa fare e ordinare statuti, fine 2 de'y reggenti con altri principali
leggi, plebisciti, ordini, riforme e decre- del popolo, in detto giorno si portarono
ti.Siccome in alcune monete battute sot- da Migliorali nipote d'Innocenzo VII a
to Innocenzo VII, nel rovescio vi sono le parlamentare; ed egli senza perdere tem-
sigle del senato e popolo romano, ciò di- po fece [)assare 2 reggenti colla spada
i

mostra avere avuto romani facoltà di


i e gillar dalla finestra i cadaveri, dicendo
nuovamente batterle. Ad onta di tulio- freddamente agli altri, che solo in quella
ciò, la condiscendenza d' Innocenzo VII maniera si poteva dar fine alle sedizioni.
non servì che maggiormente a darcorag- Divulgalo per la città l'infelice avveni-
gio al popolo indiscreto di tumultuare, mento, si suonò a stormo la campana del
mai essendo contento; onde un giorno il Campidoglio, corse il popolo alle armi, e
Papa disse ai romani, se volevano l'abito trucidò que'corligiani che gli venne fatto
che indossava, come a dire: miriuscireb- di sagrificare; non avendo maggior ri'
bemen penoso spogliarmi del papato, che guardo per gli ecclesiastici e pei vescovi, li

il tollerare tante frequenti ingiurie. Nel strascinarono per le vesti lacerale peri-
ROM ROM 3n
gnominia maggiore alle carceri di Cam- a'5 novembre creò senatore Pier Fraii'
pidoglio, spogliandoli de' beni loro. Ma Cesco Brancaleone^ conte di Monte Ver-
Migliorati, collo zio innocente, non fi- de, al riferire del cav. Pompilj Olivieri,
dandosi del castellano di Castel s. Ange- il medesimo che e-
dicendo Vitale essere
lo, si sottrassero da tal furore rifugian- Terminò di vivere
ra stato altre volte.
dosi a Viterbo, ove il Papa dicbiarò se- Innocenzo VII a'6 novembre i4o6 d'a-
natore Gio. Francesco Paiicialici di Pi- il i." dicembre gli successe
poplessia, ed
stoia, il quale secondo il contemporaneo Gregorio XII, che nel possesso splendi -

diarista Antonio di Pietro ('che ci die il dissimo fu accompagnalo da dello sena-


Diario Romano dal i4o4al i4'7)>sari tore,che proseguì ad esserlo nella i.'' me-
il Campidoglio a' 1 5 novembre; e sicco- tà del 1407, dichiarando il Papa succes-
me egli concesse la cittadinanza romana sore Giovanni Cima figlio diBenullino.
a 3 valenti Medici Ebrei, come con altri L'antipapa Benedello XIII volendo illu-
aveano praticato i senatori R^'alatesta e dere Gregorio XII, l'invitò ad «in al)boc-
Benlivoglio, si crede che fra'privjlegi del camenlo in Savona, per deporre lanti-
senatore vi fosse quello di conferire tale pontifìcato. 11 Papa disposte le cose pel
onore: Vitale afferma, che Innocenzo VII viaggio, dichiarò legato di Roma e suo
riconobbe siffatta prerogativa nel sena- vicario nel temporale e spirituale, il car-
tore. Cosa fecero, Giovanni Colonna che dinal Pietro Stefanesclii Annihaldi^ con
occupato il palazzo Vaticano lo pose a mensili 5oo scudi di provvista e amplis-
sacco, e dornìendo nelle stanze papali si sime facoltà. Prima di sua partenza il se-
fece chiamare Giovanni XXII (perchè natore Cima rinunziò l'officio e rassegnò
quello di questo nome alcuni lo dicono il bastone o bacchetta senatoria al Papa,
XXI), è Ladislao per impadionirsi di Ro- il quale la passò al cardinale legato, ed
ma avendo corrotto il Castellano di Ca- a'9 agosto uscì di Roma. Il cardinale si

stel s. Angelo, lo notai ne' voi. XIII, p. recò ad abitare il palazzo ponlificio, e por-
252, XXXV,
p. 3 5, L, p. 257. In fine I tando con grande onore la bacchetta, fu
accortosi popolo delle mire di Ladislao,
il aócompagnato dai tiombetli colle armi
e pentitosi di quanto avea operato, an- del popolo romano, d'ordine de'conserva-
che ad insinuazione del cardinal Stefa- tori Cristoforo Gì ozio, Lorenzo Staglia,

neschi Annibaldl, frenò nemici del Pa- i Luca d'Alessio che esercitavano la cari-

pa, al quale inviò in Viterbo a'12 gen- ca senatoria. Ad essi successero neli4o8
naio 14065 igde'primari citladinia chie- Domenico Palone, Lello Ottaviani, Lucio
dergli perdono e supplicarlo di ritorna- 7^<^///.Intanlo il perfido eingialoLadislao,
re in Roma, offrendogli le chiavi di essa, cui Gregorio aII avea confermato nel re-
il sigillo e tutte le insegne del dominio. gno, temendo che il congresso di Savona
Novaes dice che il Papa tornò in Roma terminasse a suo daimo {benché l'astuto
a' 3 marzo
1 ^06, altri scrivono a'3
1 ri- i , antipapa non ci si porlo), o profittando
cevuto con grandissimo onore;indi al mo- dell'assenza sua,mosse rumori nelloslato
do narralo nella biografìa, Itmocenzo VII ecclesiastico per impadronirsene, indu-
condannò i rei de'memorati allentali e cendo con frode Gregorio XII a dargli
Uadimenti, dichiarò fellone e privò del ilgoverno della Marca; quindi con in-
regno Ladislao, il quale poi fu assolto tendimento di prendere Ronia, vi spedì
dall'eccessiva bontà del Papa, e anzi da un esercito. In questo frangente il cardi-
lui fu nominalo gonfaloniere e difensore nale legato per opporgli resistenza, trovò
di s. Chiesa A'7 agosto furono devastati
! di creare di nuovo i banderesi, ma Car-
i baluardi intorno Castel s. Angelo, ed a'g della lo fa favorevole al re, e forse con
il Papa ebbe in potere quél forte; poscia segreta intelligenza del Papa, e che gli ce-
3.2 noM ROM
tiesse le fortezze dello stalo ecclesiastico. nere alla sua ombra il dominio di Roma.
Se crediamo a Novacs, i napoletani as- Nel «409 conlinuando nel senatorato De
sediarono Roma, aprirono la breccia e Tortis, riporta Vitale, che Paolo Orsini
tI entrarono liberamente, col consenso sdegnato di Ladislao per avergli prefe-
di Paolo Orsini che il Papa avea dato per rito in quella carica un suo suddito e pel
aiuto al legato. Invece gli storici di Roma rigore che questi usava co'romani, prese
narrano, che Ladislao con navi e galere le armi e imprigionò in Campidoglio il

prese Ostia jCcon 5,ooo cavalli e 8,000


i senatore, indi battè i capitani regi e gri-
fanti (o più come riportai al l'indicato ar- dando il popolo: l^iva la Chiesa e muo'
ticolo), si avvicinò a Roma ch'era guar- iano i tirannìy le genti del regno si riti-

dala da Paolo Orsini; indi dopo molte rarono, senza dire quando ciò avvenne,
battaglie l'ebbe a patti onorati, e vi en- ne altro : laonde i nuovi officiali gover-
trò a'25 aprile i4o8 come padrone, ri- natori della camera di da Roma , eletti
cevuto sotto baldacchino di drappo d'o- Ladislao 16 marzo 14^9, l'essere Uè
a'
ro, portalo da 8 baroni romani, e fu con- Tortis ancor senatore a' i 5 settembre, e
dotto in Campidoglio ove alloggiò la se- confermato cogli altri officiali a'4 novem-
ra. Nel dì seguente patteggiò con un fio- bre, sembra che posteriore a tali epoche
rentino che teneva Castel Angelo pel s. sial'avvenimento dell'espulsione. Suppli-
Papa, e n'ebbe in compenso Quarato ter- rò a questa lacuna e sterilità di notizia,
ra di Puglia. I banderesi dimisero la ca- e rischiarerò questo punlo storico, cou
rica, ed il re nominò senatore Giovanni quanto leggo in Cancellieri , // Mercato
fle Tortis, barone di molte terre io A- p. 241. Nella notte de'27 dicembre 1409
bruzzo: a'23 luglio Ladislao tornò in Na- Paolo Orsini venuto nel Borgo, uscì e s'in-
poli, dopo avere riparato le mura di Ro- camminò verso Trastevere; e non poten-
ma. Considerando GregorioXII, che l'an- do per la vigilanza degli avversari espu-
tipapa l'avea deluso e voleva opprimere, gnare le mura, pose fuoco alla Porta Set-
the quelli cui gli doveano maggiore fe- timiana, e di nuovo rilirossi nel Borgo,
deltà si ribellavano, che i cardinali avea- in cui il Castello con l'artiglieria bersa-
no concepito per lui dell'odio, volendo gliava i lavori degli assedianti. I nemici
eguagliare il suo collegio cardinalizio al intornosi preparavano perandar ad asse-
pseudo di Benedetto XllI, contro > giu- diare l'Orsini, che credevano solo. Poi-
ramenti falli, a'9 maggio creò in Lucca ché il campo del Mala testa si era allon-
4 cardinali. Irritali i vecchi lo abbando- tanato, e di già dalla Porta Settimiana
narono, ed incominciò una lotta tra essi erano usciti fuori e ordinavano le loro
e il Papa, il quale dipoi in Siena fece al- truppe, Pietro conte di Troia (che altri

tri 9 cardinali, e passò in Rimini dai veri pretese senatore), Nicola Colonna e Bat-
amici i Malatesla. I cardinali de'due col- tista Savelli. Ma l'Orsini per prevenirli,
legi, uniti ai sovrani, convennero di cele- co' suoi fanti e cavalli per la porla del
brare il concilio di Pisa, ove furono depo- TorrionedellaCiltà Leonina, salito il Già-
stiGregorio XI I e Benedetto XI 1, ed elet- 1 nicolo e disceso nella strada, allora non
to a'26 giugno 1 409 Alessandro V, così a compresa nella città, che ora della Lun-
un tempo si ebbero 3 Papi il piti legittimo ; gara si appella, animosamente s'iunoltrò
era il i.**, il 2." un antipapa. Alessandro verso i nemici, co'quali venne alle mani.
V depose dal regno Ladislao, e lo die a Seguì questa battaglia fra la chiesa di s.
Lodovico li d'Angiò, dichiarando il i.° Leonardo, poi degli eremiti camaldolesi,
tiranno e usurpatore dello stato ecclesia- e quella di s. Giacomo ora delle agosti-
stico, il quale si avvicinò al ramingo Gre- niane. Fu
combattimento lungo, osti-
il

gorio XII e l'accolse in Gacia^ perrite- nalo e sanguinoso.Ma avendo piegalo l'or-
, 3

n o ì\i ROM 3 1

(linnnza del re, l'Orsini rinforzando l'ira •


lo faceva morire nel luogo in cui era nato,
pelo, dopo d'aver fatta de'nemici molta mentre da tutti era tenuto di Candia,per-
strage, e presine assai prigionieri, rimase chèin tenerissima età v'era statocondotto.
vincitore. Cagionò questa vittoria molta Ivi a' 17 gli fu sostituito Giovanni XXIII,

commozione ne'romani. Quindi nella not- il quale confermò nella legazione il car-

te stessache precedeva l'ultimo dell'an- dinale Annibaldijcome apprendo da Car-


no, alcuni putti incominciarono a grida- della, avendo riparlato di lui nel voi.
re per le vie: Vittoria, viva il popolo e XXVII, p. 173. Giuntane a Roma la no-
la s. Chiesa. Le quali voci essendo repli- tizia, i conservatori Lello Capoccia^ Ba*
cale dagli uomini, dopo poche ore si vide stino di Regola, Nicola Cervelli ordina-
in moto tutta la città, e suonando del con- rono feste per tutta la città, fuochi e la
tinuo all'armi le campane delle chiese, campana Campidoglio suonata a festa,
di

ciascuno si armò sotto le insegne del suo come narra nella Mesticanza, Paolo di
rione. Il conte di Troia ed i Colonna ve- LielloPetrone,presso Muratori, Rer.Ital.
dendosi venir sopra sì fatta piena, e cre- script. Indi fu senatore Conte Ruggiero
dendosi perduti, scamparono colla loro diAntigliola^che uscito dal palazzo apo-
gente. A questo rumore l'Orsini suhito stolico colla bacchetta in mano, si recò a
a cavallo corse senza contrasto in Traste- cavallo in Campidoglio e salì alla sua re-
vere, e spedì I oc cavalli pel Ponte s. Ma- sidenza a' 1 5 luglio; poscia a'2 agosto ri-

ria nella città, per assistere il popolo, che cevè il giuramento cle'conservatori e. al-
si trovò radunato in Gampodi flore, sotto tri officiali. Nel i4i » proseguì nel sena-
i suoi caporioni. Venuto il giorno, vi si torato, e gli successe Riccardo Jlidosi d' 1 -
recò l'Orsini e veduta la città vuota delle mola, che 3*27 agosto fu ricevuto nel pa-
truppe e di Ladislao, diede nuovo rego- lazzo apostolico da'caporioni con grande
lamento governo della medesima. Nel
al onore. Trovandosi Roma in pericolo di
1.° del i4io facendosi da per lutto gran ricader nelle mani di Ladislao, che col
fesJe, ed innalzandosi le armi di Alessan- suo conquisto mirava alla signoria d'Ita-

dro V, con togliere quelle di Gregorio XII lia e all'impero, Giovanni XXIII risolvet-
e di Ladislao, vi entrò MalatestacoUegen- te nel i4i I di persona a difenderla. Vi
ti fiorentine, e fu alloggiato in Campo di giunse agli 1 1 o 12 aprile, non come dice
fiore, siccome quelle della Chiesa erano Cancellieri ne Possessi, in compagnia di
state collocate in Monte Giordano presso Ladislao, che avea privato del regno, ma
l'Orsini. Narrai altrove che Alessandro sihbene con LodovicoII d'Angiòcui l'a-
V ricuperò Roma per mezzo del cardinal vea dato. Fu accolto sotto baldacchino
Coscia poi Giovanni XXIII ^ e di Paolo a Porta s. Pancrazio, seguito dai cardi-
Orsini valoroso capitano, ed i romani in nali e dai baroni, da Paolo Orsini e Fran-
segno di soggezione gli mandarono le cesco o meglio Muzio Sforza, addestran-
chiavi delle porte, i sigilli e lo stendardo do il suo cavallo il detto re, con grande
del popolo romano, con gran piacere d'A- giubilo de'romani, che fecero i giuochi
lessandro V, che ringraziò romani. Di- i del Carnevale, e per 8 giornisuonarono
ce Novaes che Alessandro V commise il le campane a festa. Dipoi a'g dicembre

governo di Roma al cardinal Calvi, con Giovanni XXI II scomunicò Ladislao, e


facoltà di assolvere tutti dal giuramento pubblicò contro di lui la crociata in quasi
prestato a Gregorio XII ed a Ladislao tutti i regni d'Europa. Allora il sagacis-
indi ne dichiarò legato il suddetto cardi- simo Ladislao abbandonò GregorioXII,
nal Stefanesclu ^t^\ Annihaldi coxì ^oo che fuggì a Riniini ov'era venerato, e nel
scudi il mese. A lessandro V morì a'4 mag- i4i2si sottomise a Giovanni XXIII, che
gio i4io in Bologna e dicendo che Dio lo ristabilì nel regno e dichiarò Generale
1 1

I :
9

3i4 ROM ROM


ilclla chiesaromana, con altri distinti f.i- Tevere, giunto a Napoli vi morì a'6 ago-
vori. In detto mino fu posto 1* orologio slo, succedendogli la sorella Giovanna II,
pubblico sulla tacciala della chiesa di s. colla speranza di soggiogar l'Italia e di
Maria d' Araceli , di poi trasportalo al cingersi la corona imperiale, onde avea
campanile di Campidoglio, come riferisce fatto mettere sulle sue bandiere il motto:
Cancellieri, Delle campane e orologi ^]ì. Aut Caesar aiit niliil^cìie poi pigliò
per
56; dicendo pure (nel 806) eh 'erasi for-
1 impresa il famoso Cesare Borgia. Appe-
mato r orologio destinato per le nuove na in Roma ne giunse la notizia, a'q fu-
campane di Campidoglio. Nondimeno rono tolte le sue armi, ed il senatore partì
non tralascio di riportare quanto leggo dal Campidoglio e dalla città, restando
nel p. Casimiro da Roma, Memorie della il governo ne' conservatori Jacobello di
chiesa d* Aracelij p. 242. «L'orologio so- Mastro Giacomo, Lorenzo Teoli^ Gio-
pra la porta grande fu fatto nel 1728 vanni Bari. Dipoi mossi romani a tu- i

(forse uno nuovo), e nel medesimo tempo multo e gridando tutti J^iva il popolo,
:

fu trasferito l'altro nella facciata esterio- molti perirono uccisi. Licenziati i conser-
re della chiesa, dal sito soprala porticella vatori, subentrarono Palazzo diMatteOy
contigua al convento (l'opera si stampò Buzio Stinchi, Pietro di Matuzzo cui i
nel 1736) ,in quello ove presentemente si romani fecero grande onore, esercitanti
vede'MlsenatoreAlidosicontinuandoneb l'ofiSzio di il popolo Ma-
senatore. Distinse
Giacomo Boscari di
la carica, gli successe tuzzo, perchè impedì a Battista Savelli
Foligno, che proseguì fino al giugno del e Giacomo Colonna che s'impadronissero
seguente anno. L'inganno di Ladislao ben del governo di Roma, quali vi avevanoi

presto apparve: rotti i trattati fatti con fatto entrare le loro genti d'arme. Ma la
Giovanni XXIII, nel i4i3 si recò con di lui signoriapoco durò per opera dei
un esercito a Roma, e per le segrete in- baroni romani, quali posero al gover-
i

telligenze che vi avea, entrò per un'aper- no della città signori di Roma, ove a'
i
1

tura fatta di notte nella muraglia agli 8 novembre entrò il cardinal Jacopo IsO'
giugno e la saccheggiò, costringendo Gio- /tìtm bolognese, legato e vicario nello spi-
vanni XXIII e i cardinali a fuggire in Vi- rituale e temporale di Giovanni XXIII.
terbo e poi altrove. Ladislao creò gli of- Il cardinale con 1 3 signori a'24 fece nuo- i

ficiali governo a suo modo, e per sena-


pel vi conservatori che scelse fra quelli. Nel
tore Nicolò de Diano e nel i4i4 S^' ^^'
^ medesimo anno i4i4con autorità diGre-
slitul nuovamente Giovanni de Tortis gorio XII, annuenza di Giovanni XXI II,
che prese possesso il r.° gennaio. Essendo de'cardinalide'3 collegiede'sovrani e na-
morto il senatore a' 24 febbraio, nella zioni cattoliche, si aprì il celebre concilio
chiesa d'Araceli gli furono celebrate ma- di Costanza per troncare l'orrendo scisma
gnifiche esequie e vi restò sepolto. Re Za- e restituire l'unità alla Chiesa. Il Papa
dislao assunse il senatorato e nominò vi- GregorioXII eroicamentea'4luglioi4i5
cario Domenico Astalli vescovo di Fon- solennemente rinunziòil pontificato, eda
di. A'i4 marzo venne il re in Roma, e Rimini si recò a Recanati ove morì. Gio-
ne parli a'25 aprile. 11 vicario mori a'2 vanni XXIII, essendo fuggito, fu deposto
maggio, e fu senatore Antonio de Grassis a'29 maggio; l'antipapa Benedetto XIII
detto Baccelleri di Castronovo, sembra scomunicato e dichiarato deviato dalla
prima di tal epoca. Ladislao si ammalò fede. In Roma nel 1 4 1 5 Giovanni de Fio-
a Perugia o in Narnì per stravizzi, e vo- rihiis di Narni esercitò l'offizio di sena-
lendo ritornare a Napoli senza attraver- tore, ed il cardinal Isolani nella vacanza
sare Roma, pernottò in Passerano nel ter- della sede,come legato di tutto il s.collegio
ritorio di Gallicano^ e imbarcatosi nel de'cardinali riuniti nel concilio di Costan-
ROM ROM 3i5
za dichiarò senatore
, Riccardo lidosì d'I A •
t. 4> che Sforza il Grande da Gio-
1, p.

mola a'6 ottobre, e continuò ad esserlo vanna II fu opposto a Braccio quando


nel 4 6.ISfel 1 4 7 senatori Ruggiero con-
1 1 ^ tentava di farsi re di Napoli, e quando se-
tea' A ntignola dì Perugia, poi Giovanni gretamente macchinava d'impadronirsi
di Spinello senese, fatto da Sforza il Gran* diRoma d'accordo col sum mentovato car-
de, secondo il diarista Di Pietro. In questo dinal Stefaneschi Annibaldi, e che Roma
avventuroso anno, e agli 1 1 novembre più d'una volta assediata da Braccio do-
collacclamata elezione in sommo Ponte- vè la sua salvezza a Sforza. Dobbiamo
fice di Martino ^Colonna romano, ven- però le vere epoche della presa di Roma
ne estinto il lungo e furioso scisma, e ri- e sua evacuazione a Girolamo Baldassi-
donata la pace alla Chiesa e all'Europa. ni. Memorie di Jesi p. 1 25; ma ancor lui
La regina di Napoli Giovanna II inviò a cadde nell'errore di attribuire la libera-
Roma Francesco o Muzio Sforza per aver zione al figlio che avea allora i6anni, e
cura e proteggere Roma e le altre città non a Sforza padre. Egli dice così: Venne
della chiesa romana, finché il Papa non in pensiero a Braccio da Montone, dopo
fosse giunto in Italia, destinando al go* l'acquisto di Perugia e di altre piccole cit-
verno di Roma il cardinal Isolani, al dire tà, e dopo la vittoria riportata contro Car-
di Vitale, il quale aggiunge col diarista lo Malatesta signore di Rimini, di con-
contemporaneo Stefano Infessura, che fu quistare anche Roma, e a questo effetto
dai romani ricevuto come signore, e che nel dì 1 6 giugno i4i7 vi entrò trionfal-
fece in Roma gli officiali. Ma la vera sto- mente. Ma fu questa sua pompa di corta
ria la riportai alla biografia del cardina- durata, imperciocché giunto nel dì i o a-
le; dirò dunque Braccio da Montone
: di gosto sino alle di lei mura Francesco
Perugia e'signore di Montone, di cui nel Sforza l'obbligò tosto a battere la ritirata,
voi. LII, p. i43, valoroso e celebre ca- per non azzardare la battaglia a cui sfida-
pitano, servi nell'esercito di Ladislao, si loravea;e perciò a'26 di detto mese s'av-
affezionò poi a Giovanni XXIII che gli viò alla volta di Perugia. Concludo, che
commise la custodia e difésa di Bologna, siccome Francesco seguì il padre e tro-
e restata la Chiesa senza capo, ed egli alla vossi con lui in tutte le battaglie, come
testa di florido esercito, occupò Io stalo attesta Ratti, così è probabile che lo ac-
di Perugia, e s*impadronì di Roma nel compagnasse all'impresa diRoma.L'In-
giugno i4^7> onde il cardinal Isolani che fessura riferisce che l'elezione di Marti-
aveva impedito che Paolo Orsini s'insi* no V rallegrò tutto il mondo, massime
gnorisse di Roma, cavea fatto sgombrare Roma che ne fece gran festa, e che mes-
ilCastels. Angelo dalle truppe di Giovan- ser Giordano Colonna fratello del Papa,
na II, in esso si rifugiò invocando aiuto subito ebbe lo slato pacifico di Pioma.
dalla regina. Questa bramosa di rendersi Nel 1 4 1 8 Spinello continuando nel se-
benevolo il futuro Papa, vi spedi il va- natorato, furono conservatori Giovanni
lorosissimo Muzio Attendoli Sforza di Co- Baroncelli, Egidio Panza, Lorenzo di
tignola detto il Grande, padre di France- Pietro; poi Tommaso Arcioni j Cristofb'
sco che gli nacque nel i4oi in s. Miniato, ro GroziOj Paolo Casatta, esercitando
che in un baleno espulse da R.oma Brac- l'officio senatorio, come seguenti nel i

cio nel mese di agosto; quindi eletto Mar- 1


4 9 Lorenzo di Martino Nuccio San-
1 : ,

lino V, confermò la legazione di Roma guigniy Paluzzo Palonej poi furono se-
e le facoltà del cardinal Isolani. Questa natori Giovanni Ranieri di Norcia crea-
breve occupazione fece chiamare Braccio to da Martino V, mdìNerio Vettori fio-
da diversi scrittori, tiranno o senatore. rentino per 6 mesi. In detto anno mori
Rilevo dal Ratti, Della famiglia Sforza in Firenze il cardinal Co§cia, già Giovaa-
3i6 ROM ROM
ni XXIII. Neli4ao fu senatore G/oivm- decessore, »$imo«e conte Pianciano spo-
ni de Bertholinis di Gubbio, anno fausto letino, con breve dato da Tivoli a'i o lu-
per Roma, dappoiché Martino V, come glio, per compiere il contento di Roma.
narrai nella sua biografia, vi entrò a'28 Nel 14^3 senatore Massimo Roberti di
Mìtteinbre, fermandosi nei convento di s. Borgo s. Sepolcro: in quest'anno e in con-
Maria del Popolo, incontrato dai festeg- formità della legge d'Urbano VI, celebrò
gianti romani; indi nel di seguente do- Martino V il 5.'' Anno santo j indi nomi-
menica,© a*3o secondo Novaes, sotto il nò senatore Giovanni de Ludovisiis covi-
pallio o baldacchino, tra le clamorose ac- le d' Arinonte bolognese, vice senatore
clamazioni de'concittadìni e grandissimi Romano d'Orvieto, come fece vice-sena-
onori, si recò a s. Pietro, facendosi per o- tore nel 14^4 Marino di Rogeriis, e se-
gui rione giuochi da'geuliluomini roma- natore pei soliti 6 mesi Livio de Rocca
iii. I conservatori ed i caporioni a perpe- d'Ascoli nel Piceno. Nel 4^5 senatori U-
1

tua memoria fecero registrare in Campi- golino conte di Pianciano spolelino,.C«/'-


doglio quel giorno come felice: per mol- lo de Lapis cesenate, Valerio de Loschis
te sere, insieme a buon numero di citta- ca valiere viceutino,eccellente ed eloquen-
dini, girarono con torcie accese per la tissimo giureconsulto; in quest'anno mo-
città gridando : F'wa Papa ciarlino F, rì inPaniscola e pertinace nello scisma
viva, viva. Neli.° concistoro Martino V l'antipapa Benedetto Xlll, ordinando ai
pubblicamente dichiarò le grandi bene- suoi due anticardinali di eleggere il suc-
merenze del cardinale Isolani legato di cessore che fu Tanti papa Clemente VIII^
Roma, e lo ricolmò di lodi. Il Papa con solo riconosciuto dagli scismatici arago-
breve apostolico del 27 novembre (ri- nesi. Nel 1426 senatori Pietro Corrado
portato in un estratto di diversi brevi del de Corradis di Todi, conte di Arilano, e
Diversorum Carnei alium, deli' archivio Ciò. Paolo di C^/Vr//iO,il quale continuò
Vaticano, e concernenti la deputazione pel compimento del semestre nel i4^7>
del senato di Roma), deputò senaloveBal- e gli successe Francesco Coppoli di Pe-
classare conte delia Bordella d' Imola, rugia, a cui il vice-camerlengo commise

che proseguì per alcuni mesi del 14^1, di severamente punire tosatori e falsi- i

io cui fu vice-senatore Tommaso di Ser- ficatori delle monete. Nel 1428 col con-
nano ; quindi senatori Stffano de Braii' sueto breve, Martino V elesse senatore
chis di Gubbio, e Giovanni Nicola Sa- Simone Bondelnionti fiorentino conte di
lerno veronese, ornato di cospicue virlù Grotta Francola, poscia Nicolò d' Alagno
e tanto eloquente, che nell'orazione re- di Napoli; nel 1429 Ugolino da Farneto
citata a Martino V quando fu elevato al di Perugia, indi Francesco di Liverotio
senatorato, per l'applauso che ne riscosse Ferretti d'Ancona. In quest'anno rinun-
il Papa derogò allo statuto di Roma con ziò l'antipontificato Clemente Vili, e il

dargli subito le insegnesenatorie,lequali si superstite Carriere anticardiuale di Be-


conferivano al fine dell'esercizio della ca- nedetto Xlll si credette in autorità di e-
rica. Nel 14^2 MartinoV a suo beneplacito leggersi antipapa, prendendo il nome di

destinò con breve vice-senatore Cola Ma- Benedetto XI F^iànlùsva-ò che rientrò pre-
gni anagnino,comecelebre avvocato con- sto nelle tenebre, e fu del tutto termina-
cistoriale, a sollievo di Roma abbattuta to lo scisma. Neli43o in marzo fu sena-
dalle fazioni, dagli scismi e da altre ca- tore Atto degli Atti signore di Sassofer-
lamità. Nell'istessoanno il Papa fece se- rato, successo in ottobre da Onofrio Fi-
natori, prima Barlolonieo Gonzaga di iclli di Città di Castello. Per le orazioni
Mantova,poi pel 2. "semestre, e da comin- di s. Francesca romana, e per l'interces-

ciare dopo terminalo il sena lorato del pre- sione di s. Gio. Battista e de'ss. Pietro e
ROM ROM 317
Paolo, neIi43o Roma fu preservata da Nell'infelicissimo breve del io
1434 t^o"

mi grande eslerminio, che V ira di Dio febbraio elesse send^iovQ Biagio da Narni
stava per mandargli. Tutto riporta P«.i- forse de'Cardoli. Intanto Nicolò Forte-
naldi a detto anno al n."* 8. A.'2o febbraio braccio condottiero d'armi e nipote del
i43i morì Martino V, dopo aver paci- suddetto Braccio, essendo stato al soldo
ficata l'afflitta Italia, restaurata negli e- di Eugenio IV colle truppe dello zio, si

difizi e basiliche la desolata Roma, estin- disgustò e ritiratosi pretese alcune paghe
to lo scisma e meritato il glonoso titolo per la ricupera di Velralla e Civitavec-
di Padre della patria, ceÌGhiaudos'i qual chia; laonde sino dal precedente anno fa-

felicità de'suoi tempi. Dopoi i giorni, il ceva guerra al Papa, occupando diverse
degno nipote dell'egregio Gregorio XII danneggiando laCam-
terre dellaChiesa e
fu Papa Eugenio IP", il quale come rac- pagna romana (battagliando poi nel 435 1

contai nella sua biograna,incominciòsu- a Capo di Monte vi mori). I romani pel


bito ad essere segno alle avversità in cui molto che ne sodiirono ricorsero al car-
passò il pontificato, costretto poi a vaga- dinal Condulinieri nipote del Papa e Ca-
re in più luoghi, perchè Colonna nipoti
i merlengo di s. Chiesa, il quale pare che
di Martino V
s'impadronirono del teso- non facesse conto di tali lamenti. Inaspri-
io che lo zio aveva preparato per sagre ti da tanta insensibilità e spinti da' ne-
cause, e colle armi a' 22 aprile tentaro- mici del Papa e dai Colonna, i romani si

no d''insignorirsi di Roma, per cui furono ribellarono furiosamente. Si sparsero pei*


scomunicati : restituito parte del tesoro e la città gridando Fiva il popolo e la
:

le terre occupale, furono assolti. 11 Pa- libertà romana^ indi tolsero a forza dui
pa a'24 luglio fece senatore Cecco Ba- fianco del Papa il cardinal nipote e lo po-
filoni conte di Castel Pierio ; indi venu- sero in carcere, circondando di guardie
to in Roma Nicola Acciajoli gran sini- il palazzo apostolico. Assalito poi il Cam-
scalco di Lodovico 111 d'Angiò re di Na- pidoglio, caricarono di ferite il senatore
poli, contro Giovanna 11, per comporre Biagio, lo deposero dall'ollicio, insieme a
alcuni afIarijilPapa per distinzione gli do- tutti gliolliciali posti daEugeniolV.Que-
nò la rosa d'oro e uoiiiinò senatore, retto- sli per paura lasciò ogni cosa e si vestì da

re del Patrimonio e conte di Campagna, fraticello in Trastevere, e con fr. Arsenio


dignità che accettò dopo licenza del suo si miseuna barchetta e fuggì pel Te-
in
signore. Neil 432 ne'consueli due seme- vere a Ostia, donde giunse a'23 giugno
stri furono senatori Rinaldo de Albicis a Firenze: romani appena seppero l'im-
i

fiorentino, e Carlo deMillis bresciano; barco sacrilegamente l'inseguirono per


,
nel 1433 Cecchino de conti di Cantpello la riva del fliune scoccandogli saette, indi
spoletiuo. Cavalca di Giovanni Massei crearono un nuovo magistrato di 7 cit-
«arnese. Come dissi nella biografia ed a tadini che chiamarono governatori della
Coronazione degl' imperatori, Eugenio libertà de" romani esercenti l' officio sena-
JV fece quella di Sigismondo, che gli re- torio,con amplissima podestà della mor-
se soliti omaggi, creando (\q Cavalieri
i te e della vita essi furono Matteo de
: ,

sul Ponte s. Angelo, giusta il costume di Mattheis, Lello Stasi, Cecco Strocco, An-
questa funzione. In quest' anno conti- tonio Rusticelli, Pietro Jacobelli, Tom-
nuando la celebrazione del concilio t\'\Ba- maso Jannetto, Giovanni Velli, che a'23
silea, ad onta che il Papa lo voleva trasfe- luglio confermarono gli statuti dell'arte

rire altrove, divenne solenne Concilialo' della lana. Dopo 5 mesi meno 2 giorni,
/Oj fonte di tribolazione per l'ottimo Eu- trovandosi romani più malamente go-
i

genio! V, e velenosa arme de'nemici del- vernati per loro medesimi, che non lo c-
la s. Sede, pei- cui lo riprovò allamenle. rauu dui Papa, la maggior parie dc'cit-
3i8 ROM ROM
tadini deliberarono di voler tornare alla cennati articoli. Neh
436 furono senatori
di lui divozione.» Sentendo Eugenio IV Francesco de CoppoUs e Giovanni Da •
die Roma voleva restituirsi alla sua ub- glioni ambo di Perugia. In quest' anno
bidienza,per rimuoverne gl'impedimenti avendo i Colonna accolto nel loro feu-
ordinò a Luca vescovo d'Aquino dimo- do di PalestrinaV onQ^Wiiiio Venernnieri
rante in Roma, di dichiarare a'pentiti ro- prijicipaleautoredella rivoluzione di Ro-
mani che non erano incorsi nelle censure, ma, e continuando a niostrarsi avversi a\
e che assolvesse quelli che n'erano allac- Papa, Vitelleschi assediò la città, e dopo
ciati. I ribelli senza aver fatto ammenda aver occupato gli altri feudi, la prese ai
mandarono un'ambasceria al concilio di 1 8 agosto, fece morire Poncelletto, e poi

Basilea e vi fu accolta dai padri, ciò che per nuovi moti d'insurrezione distrusse
dispiacque a Eugenio IV. Indi questi a Palestrina all'insaputa del Papa, che in
Roma spedi prode patriarca Giovanni
il l^irenze a'c) agosto 1437 lo creò cardina-
f^Helleschi dìCovimio oriundo di Foligno le. Il senato e popolo romano facendo
colle milizie poutiOciejCheadontade'ghi* plauso a questa promozione, molti citta-
bellini Colonna e Savelli, entrò in Roma dini nella notte girarono per la città con
come in trionfo. I caporioni e il popolo lo torcie a cavallo, andarono in Araceli, e
riceverono con somma onorificenza al- poi vi fa giostra con pallio. Indi spedi-
l'arco di s. Vito, dopo di che sembra che rono al cardinale un onorevolissimo di-
fòsse eletto il senatore Baldassare de Ba- ploma, ordinando che in Campidoglio gli
roncelli d' OfFida che proseguì in parte si erigesse una statua con questa iscrizio-

del 1435. Vitelleschi andò soggiogando ne: Joanni Fitelleschi pairiarchae Ale-
e manomettendo romani av- i principali xandrlno tertio ab Romulo Urbis Pa-
versi al papato, ed Eugenio IV successi- rentij che si aggregassero alla cittadinan-
vamente elesse senatori Paolo de Maino za romana i cornetani suoi concittadini,
e Giacomo di Costanza; poia'2 novem- col godimento delle prerogative e privi-
bre nominò maresciallo di Roma Gaspare legi inerenti; e che nel giorno di s. Lodo-
di Gio. di Lello Pelroni, pe'servigi pre- vico annualmente il senato facesse i'O-
slati nel ricupero della città e liberazio- hlazione d'un calice d'argento (secondo
ne dalle Carceri capitoline del cardinal il costume del senato romano con diver-
Coudulmieri. A
Governatore di Roma se Chiese di Roma) alla chiesa di s. Ma-
narrai come Eugenio IV nel partire da ria in Araceli, in memoria d'aver fugato
Roma, e per la prigionia del camerlen- a Palestrina l'esercito di Lorenzo Colon-
go, costituì Vice -camerlengo governa-
il na, come già e meglio riportai a Corne-
tore dj Roma con le facoltà del marescial- To. In quest'anno furono senatori Paz'
Roma, che
lo della curia e del senatore di Zino de'Strozzi di Firenze, Troilo Ban-
laonde questo magistrato,
ivi descrìssi, co mpagni di Visso, e Francesco Salim-
quasi equivalente a un Legato apostoli- beni di Siena che prosegui a esercitar la
co, da straordinario, conoscendosi neces- carica nel 1 438,succeduto da AngeloBon •

sario alla quiete pubblica della città, di- ciari o Bonacciari fiorentino. Nel i439
venne ordinario, e d' allora incominciò Angelo prosegui nel senatorato, indi lo
sensibilmente a diminuire la giurisdizio- ebbe il veneto Eustachio Gritti. In detto
ne del senatore, mentre la carica di Pre- anno mentreEugenio IV celebra va il con-
fetto diRoma era divenuta più onorifica cilio generale,che da Ferrara aveva tra-
the autorevole. Pare che ili." fosse Ca- sferito a Firenze, per l'unione della chie-
vacela, il 2." Vitelleschi, il 3.° Giuliano sa di Grecia, e per opporlo al concilia-
arcivescovo di Pisa, eletto nel 1 436, dei bolo di Basilea, gli scismatici conciliari ai
quali e di tutta la serie trailo a'due ac- 5 novembre 1439 elessero antipapa A-
1

ROU ROM 319


niadeo VII! duca di Savoia, che preso il la corte, e per le guerre avute. Ritornan-
nome di Felice /^fu riconosciuto dal Pie- do poi il Papa con una bella corte, i ro-
monte e Savoia suoi stali, e dagli svizzeri mani si rivestirono, e rassellorno la mag-
confinanti, creando quegli anticardinali gior parte, et ebbero piò riverenza alla
che descrissi a Basilea. J\eli44o P»'ose- s. Sede, che non avevano avuto per lo

guì Eustachio il senatorato, ricevendolo passalo ". Del i444 si hanno senatori,
poi Paolo Imperiali di Genova, che es- Cristino di Camporeale di Terni, conte
sendo console in Catfa si adoperò pel ri- della Rocca di s. Giovanni, letterato e
torno degli scismatici armeni alla chiesa prudente, Baldassare de RamboUis di
cattolica ; neh 44 ' continuò per qualche Siena, Masio Romano, Ancorotto Con-
tempo nella carica fino all'elezione di Jn- dulmiero veneto, forse parente del Papa:
toniuccìo Camponeschis, indi fu senatore nel 1 44^ Giovanni de Ufreduccis proba-
di nuovo Francesco Salimhini senese, bilmente di Fermo, indi Costantino de
anche neli442 ^^ cui gli successe Lo^o- Salutiis da s. Damiano in Piemonte, in
vico de Petronìbiis. I senatori del i443 tempo del quale Eugenio IV con sua bol-
sono Marino de Reguardalis di Norcia , la diretta al senatore, conservatori e ca-
e Pietro de Corradis di Todi. Ridotta porioni presenti e futuri, ordinò ch'essi
Roma in istato compassionevole, i roma- dovessero essere perpetui avvocati, pro-
ni implorato e ottenuto il perdono da tettori e difensori del convento e de're-
Eugenio IV, con calore pregarono a
lo ligiosi di Araceli. La bolla è riportata da
consolarli di sua presenza; ed egli beni- V i tale.Nel 1 446 tornò nel senatorato V LI'
gnamente dopo 9 anni, 3 mesi e 23 gior- freduccisy e l'ebbero Lorenzo Micheli, Pe-
ni dacché ne mancava, \i ritornò a' 1 rino Dentici di Spoleto, e Giovanni de
settembre,altri dicono a'28, ricevuto con Filingeris di Catania, che prosegui nel

generale esultanza e venerazione. Il suo i447- 1" questo a' 23 febbraio morì in
biografo Vespasiano, presso Muratori de- Vaticano Eugenio IV,colla gloria di aver
scrive la condizione della città all'arrivo trionfato de'tanli possenti suoi nemici, e
del Papa.« Era tornala Roma per l'as- di essere ricorsi a lui gl'imperatori d'o-
senza di Eugenio IV, come una terra di riente e occidente per venerarlo padre e
"vacca j, perchè
tenevano le pecore e le
si pastore universale; non che di avere ri-
vacche, ìnsino dove oggi sono i banchi storato le chiese romane, eretto l'ediflzio
de'mercanti, e tutti erano in capperone per l'università, e di essere slato protet-
(capperuccio contadinesco oda vetturali, tore de'virtuosi, e òe Letterati che teme-
il quale era appiccalo al saltambarco, ve- va per la potenza della penna e della pa-
stimento rustico, per portarlo in capo so- rola.
pra il cappello quando pioveva), et in i- (La continuazione e fine di questo ar-
stivagli, per essere stati tanti anni senza ticolo, nel volume seguente). .

FINE DEL VOLUME CINQUANTESIM OTTAVO.


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