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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO Al NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA, ALLE CITTA* PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CERIMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI , CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MORONI ROMANO


SECONDO AIUTANTE DI CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

VOL. LXI.

BtWmcrvò, fi».

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCLIM.
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

ST OR CO -ECGLESI ASTICA
I

S
SAL SAL
SALVATORE (s.) della Baia di lela alla costa, tagliata da parecchi viot-
tutti i Santi nel Brasile (s. Salvatoris toli traversali: non vi sono che vecchie
in Brasilia). Città con residenza vescovile case mal fabbricate, immensi magazzini
del Brasile (V^neW America meridiona- e alcuni edifìzi pubblici, i più importanti
le,con porto di mare,capoluogodella pro- tra'quali sono la borsa, ch'è bella, la chie-
vincia e della comarca di Bahia, sopra li- sa di Nostra Signora, la dogana, l'arsena
na lingua di terra, che avanzasi all'est del- le ed i cantieri di costruzione. Vie rapi-
la Baia di tutti i Santi, a 280 leghe da Rio dissime lastricate di mattoni conducono
de Janeiro s. Sebastiano, capitale del- da questo quartiere alla città Alta,meglio
l'impero del Brasile. La situazione di que- fabbricata, più ventilata, e donde si gode
sta città, che dalle sponde del mare sorge d'amena vista sul porto e sulla costa. I

in forma d'anfiteatro sul fianco d'una col- principali edifìzi sono : la chiesa già dei
lina, il cui ripiano superiore trovasi a cir- gesuiti, a'nostri tempi convertita in cat-
ca 200 piedi sopra il livello del mare, gli tedrale, tutta rivestita di marmo giallo
edifìzi e le case frammiste a cocchi ed a europeo, e risplendente d'ornamenti d'o-
banani, i numerosi forti che la difendo- ro, d'argento e di bronzo, la quale è sot-
no sopra tutti i punti, ed il porto ch'è dei to l'invocazione di s. Ignazio Loiola, con
più belli del mondo, piacevolmente sor- fonte battesimale. Il capitolo si compone
prendono il mare se
viaggiatore che per di 5 dignità, lai/ essendo il decano, di
le accosta; ma l'interno non corrisponde 9 canonici comprese le prebende del teo-
proporzionatamente a si splendido aspet- logo e del penitenziere, di 4 canonici con
to. La città ha circa una lega di lunghez- metà della congrua, di 12 cappellani del
za, compresi i borghi di Vittoria e di Bom- coro, e di altri preti e chierici addetti alla
fim.Dividesi in città Alta e Bassa, la qua- divina uffiziatura. Un canonico esercita
le ultima denominata Cidade Baixa o l'uffizio di curato nella parrocchia. Fra
Praya, consiste in una lunga via paral- le reliquie si venera parte della vera ss.
4 SAL SAL
Croce. Alquanto distante è il comodo e- tano più di 2000 bastimenti, portoghesi,
piscopio, posto in mirabile situazione. Vi americani, francesi, inglesi, tedeschi e di
sono altre chiese parrocchiali e tutte mu- altre nazioni, che ogni anno entrano nel
nite di battisteri, 2 chiese collegiate, 7 con- porlo. La popolazione ascende a circa
venti di religiosi, 4. monasteri di monache, 1 20,000 abitami, compresi quelli de'bor-
3 conservatorii, 3 ospedali, diverse con- ghi,de'quali quasi 4o,ooo bianchi, 3o,ooo
fraternite, il collegio, una biblioteca ed mulatti, e il resto negri.
il seminario. Sono pure rimarcabili, il pa- Questa città, detta Soteropolis, fu fon-
lazzo del governo per la sua estensione, data da Tommaso de Souza sotto il re di
il teatro novellamente costruito, l'ostello Portogallo Giovanni III neli549.Secou-
di città, la zecca, l'ospedale civile e la ca- do altri storici, Manuel Pigneiro porto-
sa degli orfani. Vi hanno parecchie piazze ghese, da furiosa tempesta battuto, ven-
e fontane pubbliche: la piazza regia, ov'è ne quivi felicemente a salvarsi il giorno
il palazzo governativo, supera le altre in di Tutti i Santi, e per atto di gì atissima
importanza, ed ivi si trovano ancora il memoria, di essere scampato da mortale
palazzo della Ragione e le carceri, vasto pericolo/intitolò la spiaggia Baia di Tutti
e solido fabbricato. Vuoisi che il numero i Santi, ed incominciò la fabbrica della
di tutte le chiese e conventi sia 52, es- città 200 braccia dal porto, che chiamò
sendole chiese parrocchiali tutte bene or- del ss. Salvatore. Gli olaudesi nel 1623
nate internamente,e tra'cou venti primeg- la presero, la saccheggiarono, e infine le
giano, il francescano estesissimo, quello dicrono fuoco. Vi stabilì la residenza il

de'carmelitani,chesi distingue per la sua viceré, e l'udienza reale, col consiglio so-
chiesa moderna, e quello de'benedettini. vrano, e fu capitale del Brasile fino al
11 cimiterio è degno di figurare tra'mo- 1773, che simile titolo passò a Rio Ja-
numenti di questo genere. Vi è una ve- neiro o s. Sebastiano. Neil' aprile 1 83 1

traia, e molti artisti d'ogni professione, i scoppiata nella città una rivoluzione, eb-
quali pel gusto che hanno di lavorare in be per risultato il cambiamento del go-
istrada, angustiano molto il transito. Tra vernatore, ch'era portoghese, e non me-
i forti che difendono il porto,i più impor- no la strage e l'espulsione di tutti gl'in-
tanti sono il forte do Mar, sotto la pro- dividui di quella nazione. PapaGiulio III
tezione del quale vengouo a dar fondo i a'25 febbraio 55 1 1, ad istanza di Giovan-
vascelli, i piccoli forti di Antonio do
s. ni 111 redi Portogallo, istituì la sede ve-
Barro, s. Maria e s. Diego; barinovi pure scovile di s. Salvatore, e la dichiarò suf-
batterie, tra le quali più considerabile è fraganea dell'arcivescovo di Lisbona. Di-
quella di s. Philippe ; il forte s. Pedro è poi per le domande di Pietro li reggente
il maggiore di tutti quelli che difendono poi re di Portogallo, Innocenzo XI colla
la città: in generale tali difese sono poco bolla Inter pastorali? qffìcìi, de' 16 no-
formidabili, perchè mal provvedute d'ar- vembre 1676, Bull. Rotti, t. 8, p. 3, ele-
tiglierie e con deboli guarnigioni. Con- vò questa sede al grado arcivescovile ,

siderabilissimo è il traffico di questa città, previo il consenso dell'arcivescovo di Li-


riceve essa annualmente dai porti del- sbona, e salvo il giuspatronato regio:
l' Europa , America settentrionale,
dell' stabilì per su (fraga nei i vescovi di 1. Lo-
dell'Africa e dell'Indie mercanzie di lutti dovico de Maragna/iOj Olinda di Fct-
i generi e produzioni territoriali; mentre nambucoj e s. Sebastiano di Rio Janeiro
si fanno anche considerabili esportazio- (^.). In seguilo gli furono da alili Papi
ni in oro, pietre preziose, zuccaro, tabac- eziandio assegnati per suffragante i ve-
co, legno del Brasile, cuoi, balsamo di co- scovi di B eie ni de Para oParà y
lì J aria n-
paiba, ipecacuana e altre droghe. Si con- ne, s. Paolo, Coyax, Cuyaba } Angola
SAL SAL ì
e.v.Tommaso^.). Gvegor'ioW] colla di- elica o voi. LVII, p. 1 4 f ei46, sembra
sposizione di cui parlai nel voi. XXXVIII, che s. Salvatore sia ancora capitale di sua
p. 3 8, nel 844 sottrasse dalla metro-
1 1 repubblica. E' situata amenamente in una
politana di s. Salvatore i suffragane! e se- bella valle, circondata da montagne im l
di vescovili di s. Tommaso, ed Angola o boseate, una delle quali al nord-est, è un
Angora di Africa, e li sottopose al pa- vulcano che si ebbe il nome della città,
triarca di Lisbona. Finalmente il regnan- ed il quale in diversi tempi cagionò colle
te Pio IX, colle lettere apostoliche Ad o- sue eruzioni gravissimi danni. Le vie so-
ves dominicas rite pascendas, de'7 mag- no dritte , e le case ben fabbricate e co-
gio 848, eresse la sede vescovile di s. Pie-
1 mode. La cattedrale, ottimo edifìzio,é de-
tro nel Rio Grande (/z.) e la fece su (Ira- dicata alla Trasfigurazione di GesùCristo,
ganea dell'arcivescovo di s. Salvatore, il ed è l'unica parrocchia della città, ed ha
quale perciò ha 9 vescovi suflPraganei. Dal il battisterio, con cura di anime che si

j 843 la sede metropolitana di s. Salva- amministra dal parroco. Il capitolo ha una


tore è vacante. Ne furono ultimi arcive- dignità , e tre canonici con conveniente
scovi: nel 74 Giuseppe Botelho de Ma-
1 i dotazione , ed altri preti e chierici pel di-
tos di Lisbona. 1770 fr. Emanuele di s. vino servizio. Vi sono quattro case reli-

A gnesecarmelitanoscalzo,delIa diocesi di giose, alcune confraternite, ospedale , se-


Lisbona, traslato da Angola. 1773 Gioac- minario, altre chiese e cappelle, decente
chino Borges di Figueiroa di Lisbona, tra- palazzo vescovile ch'è prossimo alla cat-
sferito da Ma ria n ne. 1779
fi'. Antonio tediale. Ben provveduto n'è il mercato.
Correa agostiniano di Porto. 1 804 d. Giu- E' questo l'emporio dell'indaco del dipar-
seppe da s. Scolastica monaco benedet- timento, nel quale sommamente n'è este-
tino di Porto. 18 i5 Francesco di s. Da- sa la coltivazione: conta più di 4°, 000
maso di Guimaraes, traslato da Malac- Fu fondata neli5i6 in un luo-
abitanti.
ca. 820 d. Vincenzo de Soledade dell'or-
1 go chiamato Bermuda, ma trasferita 12
dine di s. Benedetto di Porto. Dopo se- anni dopo nel sito che occupa attualmen-
de vacante Leone XII nel concistoro dei te, per essere più a portata di assicurarsi
a 1 maggio 182 7, a presentazione dell'im- della sommissione degl'indiani; crebbe e
peratore del Brasile, preconizzò arcive- fiorì prestamente, e Carlo V le concesse
scovo Romualdo Antonio de Seixas, del- il titolo di città nel r545. Papa Gregorio
la diocesi di Belem di Para, della quale XVI, colle lettere apostoliche Universa-
eia stato vicario generale e capitolare, e lìs Ecclesiae procurano, de'28 settembre
arcidiacono della cattedrale. Ampia è l'ar- 1842, l'eresse in sede vescovile, suffraga-
un gran numero di
cidiocesi, e contiene nea dell'arcivescovo di Guatimala. Per
parrocchie. Ogni nuovo arcivescovo è tas- 1

vescovo, nel concistoro de' 1 7 gennaio
r
sato in fiorini 1 1 6, ascendendo le rendite 1 843, nominò mg. Giuseppe Giorgio de
dellamensa a circa 16,000 cruciatorum Viteri-y-Ungo nato in s. Salvatore, già
monetae illamm partami. rettore del seminario arci vescovile diGua-
SALVATORE (s.) nell'America Cen- timala; e inviato dal governo alla s. Se-
trale (s. Salvatoris in America Centra- de per trattare gli affari ecclesiastici per
le). Città con residenza vescovile della re- l'arcidiocesi, e provvedere le sedi vescovi-
pubblica di Guatimala, e chiamata pure li vacanti; il perchè a'29 gennaio fu con-

s.Salvador o Consolatali nell'America sagrato vescovo in Roma, nella chiesa di


meridionale, capoluogo dello stato e di- s. Francesca romana delle oblate di Tor
partimento del suo nome, sopra un fiume de'specchi, dal cardinal Giacomo Filippo
tributario del grande Oceano, a 5o leghe Fransoni prefetto di propaganda. Ma es-
da Guatimala. Per quanto dissi a RErue- sendo qualche tempo che la sede era va-
6 S A L SAL
caule,da circa 4 auni, imperocché il re- no molti animali selvaggi, feroci e vele-
gnante Pio IX a'5 novembre 1849 lia * nosi la vaghezza e varietà degli uccelli
:

sferì l'encomiato prelato alla sede vesco- rapisce Io sguardo. Gli abitanti vivaci e
vile di Nicaragua, capitale della repubbli- allegri, seguono la poligamia. Il sovrano
1
ca omonima , egualmente nell America è dispotico ed ereditario, e i grandi del
centrale, il medesimo Papa nel concistoro regno hanno le provincie infeudate. Uu
de' io marzo 1 853 nomino vescovo l'at- grossolano feticismo regnava nel Congo,
tuale mg/ Tommaso Michele Pineda-y- quando nel 1484 Diego Cam oCanus por-
Zaldana,traslatandolo dalla chiesa vesco- toghese, visitando colla sua squadra le co-
vile d'Anligona in partìbus, già parroco ste, discoprì il Congo, sotto Giovanni II

d'Isalco nell'arcidiocesi di Guatimala,da re di Portogallo, e chiamò la capitale col


lui conferitagli nel 1848. La diocesi com- nome di s. Sai vatore.Quel navigatore por-
prende la provincia di s. Salvatore, e con- tò a Lisbona parecchi negri e li fece istrui-
tiene molte parrocchie e luoghi. Ogni nuo- re nel cristianesimo, mentre portoghe- i

vo vescovo è tassato ne'iibri della came- si rimasti nel Congo catechizzarono il con-
ra apostolica in fiorini 33, ascendendo le te di Sonho zio del re. Ritornati i negri
rendite della mensa a quasi 8ooo scudi con ricchi donativi, Seguiti da sacerdoti
romani. per compiere la conversione degl'idolatri,
SALVATORE Congo, Sotero-
(s.) di il re e tutta la sua famiglia abbracciarono

polis. Città vescovile della Guinea infe- l'evangelo, e cambiarono i propri nomi.
riore nell'Africa, capitale del regno di Con- Fu allora, e nel 1 49 1 al dire di Com man-
go o Bassa Guinea, chiamata ancora Bau- ville, che vennero istituite le sedi vesco-
za Congo o Panza Congo. Sorge sul rial- vili di s. Salvatore, e Loanda poi unita
zo o pendio d'una montagna pietrosa e ad Angola. Nell'articolo Nigrizia parlai
molto elevata, a circa 6 leghe dalla spon-
1 di tali sedi e de' progressi che vi fece la

da sinistra del Zairo. 11 palazzo del re si fede cattolica, che sebbene vi rimise il pie-
eleva in un vasto ricinto, che abbraccia de l'idolatria, poi vi rifiorì in modo, che
pure abitazioni separale per le donne e il vescovato di s. Salvatore, soggetto al-
pe' famigli è una munita cittadella. Le
: la sede di s. Tommaso, fu assoggettato a
case de'nativi sono irregolarmentedisper- quella di Lisbona unita a quella d'Ango-
se, costrutte di canne e paglia, e nell'inter- la, per opera di Clemente Vili, ad istan-
no guernite di stuoie. I portoghesi vi oc- za di Filippo II, riservando ai re di Por-
cupano un quartiere separato e fabbrica- togallo la nomina del vescovo e de'cano-
to di pietra, dove sono due chiese , una nici; anzi da altri si crede quel Papa isti-

de'missionari, l'altra fabbricata da alcu- tutore del seggio vescovile. Parlai pure
ni gesuiti. Questo vasto quartiere è cinto delle relazioni tra're di Congo e diversi
di muraglie e conteneva la cattedrale, for- Papi, che riceverono ambascerie d' ub-
se una delle accennate due chiese. Crede- bidienza, e pel i.° Paolo V, cui re Alva-
si la città abitata da 40,000 individui. Il ro pregò di mandargli missionari per la
regno di Congo è grande ed appartiene propagazione del vangelo. Urbano Vili
all'Etiopia (V). Il suolo è ubertoso, il e Innocenzo vi spedirono X
cappuccini, i

clima temperato e salubre; quindi molte- e se ne resero tanto benemeriti , per la


plice e singolare è la sua flora. Abbonda prefettura stabilitavi nel 1640, talvolta
di erbaggi, di frutliedi preziose piante : composta di 5o missionari, che ad un cap-
di pini, cedri e palmizi si compongono i puccino fu attribuito il diritto di corona-
maestosi boschi. La parie montuosa è ric- re il re, il quale prima di questo atto era
ca in miniere di ferro e di rame; i mar- perseguitato dal popolo. Ma negli ultimi
mi più fini hanno cave inesauribili. Vi so- tempi, il solo bene che tali religiosi polo-
SAL SAL 7
vano fare,consisteva nel battezzarci bam- per ìa 1 .'volta fu recitata inBologna. Haec
bini, essendo i popoli immersi in un mi- Antiphona primum Bononiae in grandi
scuglio di ridicole superstizioni. Conside- frequentia populi, et sub ingenti celebri-
rando sudditi il re come una divinità,alla
i tempio s. Dominici
tate fui t recitata in
sua morte gl'immolanodeglischiavi.I por- frat. praedicatorum ad vesperam pervi'
toghesi esercitano nel regno la più gran- giliiNativitatis Domini,A. 23g.Nel con- 1

de influenza e potere, avendolo consoli- cilio di Pennafiel (V.) del i3o2 fu ordi-

dato con V erezione di fortezze con arti- nato il canto quotidiano ad alta vocedel-

glierie, che sono lo spavento degl'indige- laSalve Regina, dopo la Compieta, ap-
ni. Congo al presente è prefettura apo- partenendo quest'antifona alle antifone
stolica delle missioni pontificie. finali, di cui parlai ad Antifona : dell'al-
SALVE REGINA. Antifona antichis- tra antifona Beata Dei genitrix, che do-
sima in onore della B. Vergine Maria, po tale ora ordinò che si cantasse Gre-
che siccome divotissima preghiera la Chie- gorio IX, lo ricordai alla sua biografia.
sa ha inserito nell' uffizio divino, e con Sull'origine e sull'autore della Salve Re-
essa lo termina nella maggior parte del- gina diversi sono pareri. Secondo alcu-i

l'anno, particolarmente dal sabbato pre- ni e Giovanni eremita, in vita s. Bernar-


cedente la domenica della s. Trinità, si- di lib. 2, § 8, p. i3o4i R> composta dal
no al vcspero del sabbato precedente la dottore Bernardo abbate, morto nel
s.
a
domenica i dell'avvento. Le affettuose
. 1 153, che l'intese da un Angelo, e quan-
espressioni che con tiene, l'ardente fiducia to egli dice sulla Salve Regina, Io notai
che ispira verso Maria,l'hanno a ragione a Regina, ove riportai altri attributi del-
resa comune fra i fedeli, i quali di conti- la B. Vergi ne; secondo Alberico in Chrón,
nuo la recitano anche separatamente dal adan.i i3o,daAimaroo AimarddiMon
ss. Rosario (F.). La riporterò volgariz- teil vescovo di Puy in tempo d'Urbano

zata.»» Dio ti salvi, o Regina (V.), madre II, del quale era legato degl'armata dei
di misericordia; vita, dolcezza e Speranza crociati, che come dissi nel voi. XV11I,
nostra, Dio ti salvi. A te alziam la voce p. 282, fu il 1

a prendere la croce e mo-
esuli figliuoli d'Eva; a te sospiriamo ge- rì nel 1098; secondo Durando, Ralional
mendo e piangendo in questa valle di la- lib.4,cap. 22, e Mabillon, Armai. Bened.
grime. Su via adunque, o nostra avvo- ad an. 986, §89, da Pietro di Moson ab-
cata, rivolgi anoique'tuoi occhi pietosi. bate di s. Pietro, poi vescovo di Compo-
E dopo quest'esilio mostraci Gesù, frut- stella;e secondo altri e Arnoldo Wion,
to benedetto del tuo ventre. O clemen- inLigno vitae lib.5, cap. 1 o5,'eBona, Di-
te, o pia , o dolce Vergine Maria ". La vin. Psalmod. cap. 16, § 20, p. 53o, da
chiesa romana riconosce l'uso delle Anti- Ermanno Contratto monaco benedettino
fone (V.) da s. Celestinol Papa del 4^3, nelro59- Vedasi Lambertini, De Festis
come eruditamente dimostrò l'Ensche- B.M. F. § 1 74, p. 3 1 3. Pio VI nel 1786
nio, Ada ss. t. i Aprii, die sexta : ne approvò il pio esercizio introdotto e pro-
prendesse l'idea dalle chiese orientalo ne pagato nGermania, sulla recita della Sal-
i

avesse eccitamento dal recente uso della ve Regina 3 e del Sub tuurn praesidium
chiesa Ambrosiana diMilano.Gregorio IX 1 00 gior-
e concesse ogni dì l'indulgenza di
nel ! 2 38 ordinò, che terminati i Vesperi, ni, domeniche 7 anni e 7
ed in tutte le

ogni venerdì si cantasse la Salve Regina: quarantene, a tutti cattolici, quali mos- i i

1'Advocat attribuisce l' introduzione di sida vero spirito'di religione, per ripara-
quest'uso al p. Giordano generale de'do- re in qualche modo alle ingiurie fatte con-
menicani morto nel 1 237. Nel 1. 1 4» p- 346 tro l'onore della Madre di Dio e de' san-
degli Opuscoli del p. Calogerà, si dice che ti, e per difendere il culto e la venerazio-
8 SAL SAL
ne verso le loro sagre immagini, recite- Maria Salviati divenne granduchessa di
ranno di mattina la Salve Regina coi ver- Toscana, Giannozzo fu viceré di Cipro,
setti D'ignare me, e Benedictus Deus in Francesco fu gran maestro dell'ordine di
sanctis suisj e di seta il Sub tuum praesi- s. Lazzaro, Alemanno neli5oo fu com-
dium t
co* detti versetti. A coloro poi che re- missario nella guerra diPisa,che soggiac-
citeranno ogni giorno lesuddette preghie- que a Firenze, Giacomo sposò Lucrezia
re,Pio VI accordò parimenti in perpetuo de Medici sorella di Leone X e zia di Lo-
T indulgenza plenaria d' acquistarsi due renzo duca d'Urbino, Francesca fu ma-
volte ogni mese, cioè in due domeniche dre di Leone XI de Medici, e la quale era
a proprio arbitrio, nelle quali confessati nata da Lucrezia, Bernardo priore gero-
e comunicati pregheranno secondo l'in- solimitano di Roma, generale delle gale-
tenzione del Papa. Di più Pio VI conces- re di Malta, ed espugnatore di Corone e
se indulgenza plenaria, colle stesse con- Modone inMorea, poi cardinale.Per non
dizioni, in tutte e ciascuna festa della D. dire d'altri, i nobilissimi Salviati ebbero
Vergine e nella festa d'Ognissanti. Final- cavalieri de' più cospicui ordini, diversi
mente concesse l'indulgenza plenaria in vescovi ed i seguenti 5 cardinali. Si poti-
articulo mortiSyù tutti quelli che avendo no consultare: Garmnv'im, Isloriagenea-
in vita recitate le detti preci, si siano al- logica delle famìglie nobili toscane e um-
lora confessati e comunicati, o almeno sia- bre, t. Majoratus, et F!«
5. Fiorentina
no di vero cuore contriti. Tanto si legge deicommissi Philippi de Salviatis. Di-
nella Raccolta delle s.
Indulgenze ,p.263. scorso genealogico sulla discendenza le-
Oltre commentatori di altre preghiere,
i gittima e naturale de* nobilissimi mar-
spiegarono la Salve Regina: Giovanni Pe- chesi Tommaso e Leonardo fratelli Sal-
troso, Spiegazione sopra i titoli delle Li- viati, da un comune stipilo, con le linee

tanie della Madonna, e della Salve Re- maschili. Albero genealogico della «0»
gina, Roma 1792. P. Bartolomeo Sorio, bilissima famiglia Salviati di Firenze,
Esposizione della Salve Regina, Verona colla discendenza de' marchesi Tomma-
i85a. so e Leonardo, comprovala per gradi di-
SALVIATI G\ov A*m,Cardinale. No- stinti, legittimi e naturali, con autentici
bilissimo fiorentino d' illustre famigliac- e genuini documenti, con V estinte linee
ene celebra il Marchesi, nella Galleria mascoline de' marchesi e duchi Salviati,
dell' onore, ed anticamente denominata Fideìcommiilenli, Firenze 1795. Senten-
Caponsacchi, traendo la sua origine da za data in Firenze nella causa Salviati,
Fiesole, ove ne'circostanti monti ebbero 1796. Giovanni nipote di Leone X pei'
il dominio di Poggio Croce, e di Luccole canto di sorella e zio di Cosimo I gran-
fortezza fabbricata neh 187 dal cav. Ca- duca di Toscana, avendo dato saggio di
ponsacco eprincipalissimo cittadino. Fra robustezza di giudizio, meritò che Leo-
i Salviati fiorirono 20 gonfaIonieri,e mol- ne X neli5i6,e avendo 26 anni, gli af-

ti uomini segnalati e celebri nella toga, fidasse l'amministrazione della chiesa di


nella spada, e uelle lettere, tra' quali il Fermo: indi nel i.° luglio 1 5i 7 lo creò
cav. Lionardo valente filologo, istituto- .cardinale diacono de'ss.Cosimo e Damia-
re della famosa accademia della Crusca, no, e dopo 3 anni gli conferì il vescova-
ed autore di opere pregiate. Furono po- to di Ferrara. Nel i53o
il parente Cle-

tenti nella repubblica fiorentina, e signo- mente Vllgli conferìgoverno del la dio-
il

ri di castella. Molti de'loro personaggi si cesi di Volterra, e neh 53 r lo destinò a


resero rinomati ne'comandi politici e mi- presiedere alla chiesa di Teano (che al-
litari. Ebbero parentele e attinenze colla cuni confusero conTrani)e s. Severina,
primaria nobiltà e con principi sovrani. e neh 532 a quella di Bitelto, Francesco I
SAL SAL 9
re di Francia, di cui era affine, ebbe per fiorentino fu ad ornare le finestre
il i.°

lui singolare predilezione, ed esso colle con frontispizi, e le porte con colonne e
insinuanti e amabili sue maniere si gua- con cornicione. Questa novità fu da prin-
dagnò tanto il cuore del monarca, che di- cipio biasimata e poi imitata da tutti. Ag-
cesi lo nominasse verso ili53o, ai vesco- giunge che quelle bugne troppo grosso-
vati di s. Papoul e d'OIeron,e vuoisi pa- lane e di malgarbo, que' mensoloni alla
re di Beziers e di Vaison, ma nella Gal- ringhiera, e quel cornicione goffo (tale
lio, Christiana non se ne fa alcuna men- sempre riesce, quando ha mensole in ve-
zione. Il cardinale fu tenuto in altissima ce di modiglioni), rendono l'apparenza di
slima anche da altri sovrani. Clemente questo eclifizio più mastina che greve. E
VII lo incaricò di splendide legazioni a perchè que'risalti al cornicione? Del re-
diversi principid'Europa, e singolarmen- sto le divisioni sono in grande; le fine-

te all'imperatore Carlo V in Madrid, pel stre sono ben guarnite; il cortile è spa-
richiamodelle truppe spagnuole dagli sta* zioso, e tutto il resto magnifico". Nel voi.
ti della Chiesa e per la liberazione dalla II, p. 288 (e non 228 come per errore ti-
prigionia di Francesco I. A questo dipoi pografico si legge a Palazzo Salviati) ,
si recò due volte, per interporlo presso notai che il governo acquistò poi il pa-
Carlo V, per la libertà di Clemente VII lazzo e vi collocò l'archivio Urbano, cioè
assediato in Castel s. Angelo, e perchè gli gli atti pubblici de'notari, i di cui uffici
imperiali partissero da Roma, stabilendo furono chiusi. Dicesi che il cardinale pri-
un abboccamento tra il Papa e l'impe- ma di detto palazzo, già ne possedeva al-
ratore in Bologna. A tale legazione suc- tro in Roma per ragioni ereditarie; nel
cesse quella di Parma e Piacenza solto ntiovo tra gli artisti che v' impiegò ad
Paolo III, con vantaggio e decoro della abbellirlo, vi fu Francesco o Cecco Rossi
s. Sede, e con alta riputazione e fama del fecondo pittore a fresco protetto dal car-
suo nome, avendovi con somma pruden- dinale, che ne coltivò ì talenti e ne age-
za quietato i rumori che si erano susci- volò lo sviluppo, onde comunemente vie-

tati. Destinato di nuovo legato a la te re ne chiamalo Cecco Salviati. Il cardina-


a Carlo V per concludere la pace d'Eu- le fu grandemente encomiato, essendosi
ropa, ricusò di andarvi, temendo di cader reso celebre pe' suoi meriti, talenti, dot-
nelle mani dell'imperatore, e così salvare trina, erudizione, benignità, modestia e
ildecoro della dignità cardinalizia. Nel- morigeratezza di costumi ; detto perciò
l'anno santo 1 55o, essendo già vescovo di dal cardinal Sadoleto, uomo chiarissimo,
Porto, aprì la Porta santa di s. Paolo. 11 sommamente pregievole perla sua affa-
Palazzo Salviati(F.) fu da lui riedificato bilità, pel suo sapere, per l'integrità del-
in Roma, quasi incontro la chiesa di s. la vita, e pel possesso di tutte le virtù. F

Leonardo de'camaldolesi (di cui nel voi. letterati e i ebbero nel cardinale un
dotti
XXVIII, p. 260) e rimpetto al presente caldissimo mecenate, ricevendo da luia-
Porto Leonino, con architettura di Bra- silo e conforto; ne aveva sempre piena la

mante,secondo alcuno, ma parediNanni di casa, e molti di essi gli dedicarono le loro


Baccio Bigio certamente; altri ciò attribui- opere, tenendo con esso corrispondenza
rono al seguente cardinal Salviati suo fra- letteraria. Furono sue delizie Giraceli, Pi-
tello, il quale sembra meglio ritenersi che gna, Gagio, Ariosto, e Teresa Foscari che
soltanto l'ingrandisse per ricevervi Enrico gì' intitolò le gesta di s. Francesco in ver-

III re di Francia, che pensava di portarsi si eroici. Dopo essere intervenuto a'eon-
in Roma. Di questo palazzo Milizia, At- clavi di Adriano VI, Clemente VII, Pao-
tila degli scrittori,nella Roma delle belle lo III e GiulioIII, in quest'ultimo sareb-
arti p. 1 46, dice ; « Che Baccio d'Agnolo be stato senza meno eletto Papa, se uon
io S A L SAL
si fosse opposto Carlo V, geloso dell'af- niere,si portò in quel geloso impiego con
il cardinale avea col re diFran tale integrità e prudenza, che meritò di

finità che
eia Enrico II, raccomandato dalla regina essere nominato nel 1 549 alla chiesa di
di Francia, dalle ricchezze e potenza de- s. Papoul per rinunzia del cardinal fra-
gli Strozzi. Finì di vivere gloriosamente, tello, che in progresso rinunziò al nipote
ma non già nella memoria de'posteri, nel Anton Maria; quindi Pio IV neh 56 Io 1

i553, nel monastero di Porto di Raven- trasferì a Clermont, il quale Papa a'26

na de' canonici Lateranensi, d'anni 65. febbraio ad istanza di detta regina lo creò
Trasferito a Ferrara suo vescovato, fu cardinale prete di s. Simeone, titolo che
sepolto nella cattedrale onorevolmente, poi cambiò con l'altro di s. Prisca. Per-
pressoUrbanoIII,a destra dell'altare mag- fezionò il sontuoso palazzo Salviati posto
giore, con iscrizionemarmorea, ove per sulTevere,sul fine della viaLungara,per
isbaglio si dice morto nel 55o. 1 ricevervi Enrico III re di Francia, che
SALVI ATI Bernardo, Cardinale. Pa- pensava recarsi in Roma. Prestò la sua
trizio fiorentino, fratello del precedente assistenza agli stati del regno tenuti in

e cavaliere gerosolimitano, quantunque Parigi nel i55^, e poscia al conclave di


assai giovane,fu pel suo valore fatto am- s.PioV. Abbandonò inRoma questa val-
miraglio delle galere del suo ordine, e le di pianto nel i568, ed ebbe onorata

postosi in corso per vendicare la luttuosa sepoltura in s. Maria sopra Minerva. Pao-
perdita di Rodi fatta da'suoi, rese il suo lo Giovio Io celebrò prima d' essere ec-

nome tremendo a'turchi; mentre rovinò clesiastico, come uomo di spirito intre-

Tripoli, ed entrato nel canale di Fagiera, pido, d'animo ben composto, e della mi-
ridusse in un mucchio di sassi tutte lefor- lizia marittima assai pratico e sperimen-
tezze, che si opponevano al suo passag- tato.

gio e alle sue conquiste. In altra occasio- SALVIATI Aston Maria, Cardinale.
ne comandando la flotta di sua religio- Nobile fiorentino, pronipote di Leone X
ne, prese l'isola e città di Corone e di e de'precedenti cardinali, per la costante
Modone Morea, e scorrendo sino allo
in sua virtù ed eccellente dotto-ina , singo-
stretto di Gallipoli, abbruciò l' isola di larmente nelle materie legali, fu fatto da
Scio, e molti schiavi ne condusse seco. In Pio IVneli 56 r, ad istanza del re diFran-
premio di tanta militare intrepidezza e cia vescovo di s. Papoul. Intervenne al

segnalato valore, ottenne dal gran mae- concilio di Trento, dopo il quale rinun-
stro il priorato di Capua, e poi quello di ziata liberamente la sua chiesa senza pen-
Roma. Quindi con Filippo Strozzi e Lo- sione, affinchè venisse provveduta oVua
renzo Ridolfi fu spedito dal suo ordine prelato, che per ovviare con maggior ef-
ambasciatore a Carlo V
in Barcellona, in- ficacia alle nascenti eresie, sapesse me-
nanzi a cui perorò con grande efficacia ed glio di lui conoscere costumi
l' indole, i

eloquenza a favore della libertà di sua e l'idioma de'francesi, ottenne da s. Pio


patria.Col medesimo Strozzi trasferitosi V nel maggio 1 571 un chiericato di ca-
Francia, f:i promosso al gra-
alla corte di mera, nel quale uffizio studiossi che tan-
do di capitano, e combattè da prode in to in Roma, che nello stato ecclesiastico
parecchie campagne. Quivi la regina Ca- regnasse perpetua abbondanza. Nell'istes-
terina de Medici sua congiunta, lo esortò so anno fu spedito internunzio in Fran-
vivamente a rinunziare alla professione cia a re Carlo IX per gli affari della le-
«Ielle armi, e ad arruolarsi alla milizia ec- ga contro il turco, dove molto operò a
clesiastica. Vestito quindi l'abito clericale, vantaggio della religione e allo sterminio
fu provveduto dal re di alcuni benefizi. degli eretici, anche presso principi d'I-
i

Dichiarato dalla regina suo i.°-elemosi- talia, co'quali dovè trattare nel viaggio
SAL SAL li

che Intraprese in dicembre , Invece del piuttosto da lui tenuto a vile e spregiato.
cardinal Condii legato in detto regno. Conosciute però nella fondazione dell'or-
Gregorio XIII appena eletto nel 1^7 2 ri- dine le belle imprese, che da s. Camillo

spedì il Salviati in Francia con caratte- e suoi virtuosi figli si operavano a prò
re di nunzio ordinario, dove si tratten- delle anime, cambiò il disprezzo in amo-
ne sino al 1 578,e in tal congiuntura pre- re e stima, si diede a venerare il fonda-
stò il suo favore a' cappuccini, che in- tore, ed a proteggere con grande impe-
trodusse nel reame. Si acquistò gran no- gno nascente utilissimo ed esemplare
il

me nella nunziatura, per le fatiche so- istituto. Benefico e magnifico, ampliò e

stenute in que'turbolentissimi tempi, nei dilatò nel 1600 V Ospedale di s. Giaco-


quali accadde la memorabile strage degli mo in Augusta detto degl'Incurabili (^.)>
ugonotti nella notte di s.Bartolomeo,che già avendovi nel 1 5c^5 rifabbricata la ma-
frenò ma nonabbattè Y audacia di tali gnifica chiesa (che descrissi nel citato ar-
crudeli eretici. Caterina de Medici regina ticolo, colla medaglia monumentaleco-
di Franciariconobbe per parente, e
lo niata pel cardinale), e gli accrebbe le ren-

divenuto decano de' chierici di camera, dite, e Io stesso fece con l'Ospedale di s.
Gregorio XIII a* 11 dicembre i583 lo Rocco {V.)' Inoltre nella chiesa di s.Gia-
creò cardinale diacono di s. Maria in Ac- como istituì un collegio di cappellani be-

quiro, e Sisto V nel 1 585 legato di Bo- neficiati, per cantare ogni giorno il divi-

logna, dove procurò che il suo governo no uffizio e la messa, aver cura della sa-
facesse godere in quella cospicua città grestia e della chiesa, ed i Papi gli con-
un'invidiabile pace, col mezzo di sua in- cessero diversi privilegi. Gettata a terra
corrotta giustizia. Quindi parti da Bolo- la Chiesa di s. Maria in Acquiro (F.),
gna con estremo rammarico de'ciltadini, che minacciava rovina, con isplendida
che lo accompagnarono per lungo tratto munificenza nel i5cji ne fabbricò altra
di viaggio, chiamandolo ad alta voce pa- più ampia. Indi come pietoso e amante
dre della patria e liberatore della pro- degli orfani, per la loro istruzione negli
vincia. Passato alla legazione di Roma- studi ecclesiastici e scientifici, ivi eresse il
/r
gna,vi sterminò diverse masnade di ban- Collegio Salviati (T .) i assegnando al me-
diti e malviventi, che infestavano il paese. desimo rendite particolari, con una villa

Mentre era legato ricusò generosamente per ricreazione degli orfani non lungi dal-
1
i donativi soliti farsi a'iegati, e se dovette la Chiesa de ss. Quattro (P-), nel cui
accettarli subito li distribuì a'poveri. In- contiguo monastero eransi collocate le or-
nocenzo IX gli die la presidenza su tutti fane, e di ambedue gli Orfanotrofi [V.)
i romana, unitamen-
tribunali della curia fu benemerito e generoso protettore que-
te al cardinale Pierbenedetti; e Clemente st'amplissimo porporato, che celebrai in
VIII, oltre all'averlo annoverato tra'car- tutti i citati articoli. La sua liberalità si

dinali della segnatura di grazia, gli affi- estese alle basiliche patriarcali Lateranen-
dò la presidenza di tutto lo stato ponti- se e Liberiana, alle quali donò possessio-

ficio, la quale il cardinale volle pronta- ni, denari e luoghi di monte. La Chiesa
mente dimettere appena il Papa creò car- de' ss. Gregorio e Andrea al monte Celio
dinali nipoti: ma Clemente VIII aven-
i (Fùy di cui era abbate commendatario,
done conosciuta l'integrità, la prudenza sperimentò la generosità del cardinale,

e il valore, volle onninamente che con- formando la strada e la piazza innanzi ad


tinuasse nell'ufficio. Ebbe intrinseca ami- essa, ed eresse contigua alla chiesa bel-
cizia con s. Camillo de Lellis, e fu pro- lissima cappella, che descrissi nel citato
tettore del nascente suo ordine <\z Mini- articolo. Essendo la di lui madre Costan-
stri dcgl' Infermij che in principio era za Conti signora di Giuliano, nella de-
i2 SA L SAL
legazione diFrosinone, il cardinale lo po- riose fatiche incontrate a prò della s.Se-
polò e ornò di fabbriche, e nel secolo se- de, per tante opere cospicue ed egregie
guente il duca Francesco M/ vi fabbricò di cui fu autore,giammai desiderò alcun
dai fondamenti il convento e la chiesa dei premio, né tampoco avanzò ai Papi istan-
frati minori, nel modo narrato dal p. ze per essere provvisto di beni ecclesia-
Casimiro da Roma, Memorie dr conventi stici, avendo le sue mire rivolte al pub-
della provincia romana p. 1 5j. La casa blico vantaggio, e non mai a 'cuoi privati
del cardinale era la sede della carità e interessi. Di lui ninno vi fu più giusto nel
l'asilo de'poveri, non avendo giammai li- proferirei! proprio sentimento,niuno più
cenziato da se alcun bisognoso senza il verace nel dare adequate interpretazioni
sussidio di qualche limosina, per la quale alle Iegi»i, ninno che nel fare giustizia al
virtù avea tale trasporto, che non con- merito fosse di lui meno eslimatore delle
tento de'poveri che a lui ricorrevano in persone. Il cardinal Bentivoglio nelle sue
fòlla, gli andava rintracciando nelle pro- Memorie scrisse, che per comune giudi-
prie case, e quelli precipuamente che per zio era stimato degno di sopravvivere a
vergogna non comparivano in pubblico, un Clemente VI 11, e di succederlo nella
generosamente provvedendoli del biso- maggior dignità, come tanto lo imitava
gnevole, mostrandosi splendido eziandio in tutte le altre virtù.
co'letterati, e molto benefico co' propri S A LVI A T A l am anno, Cardinale. SoV'
I

domesticane voleva modesti egravi. Cle- ti nobilissimamente i natali in Firenze


mente Vili si portò a visitarlo e bene- dall'illustre e celeb.re prosapia de' mar-
dirlo al primo avviso ch'ebbe di sua pe- chesi di Montieri, e divenne il decoro e
ricolosa malattia, la quale con amaro cor- lo splendore di essa e della patria. Am-
doglio di quel gran Papa, non meno che rnaesUato nelle scienze dagli uomini più
di tutti i buoni, lo tolse di vita in Roma suo tempo, e tra gli al-
dotti e insigni del

alla pubblica beneficenza nel 1602, in e- trida Pascasio, Giannetti, e da Giusep-


tà di 66 anni non compiti, divenutoi. pe Averani, il quale nel 1696 in Pisa gli
cardinale prete di s. Maria in Trastevere. conferì la laurea di dottore, e di essi di-
La luttuosa perdita di questo amplissi- venne poi impegnatissimo fautore e me-
mo porporato fu pianta a calde lagrime cenate. Dopo aver scorse le provincie più
da ogni condizione di persone. Diede il colte dell'Europa, e visitale le corti dei
suo voto ne'conclavi di Sisto V, Urbano principi e le accademie de' letterati, re-
VII, Gregorio XIV, Innocenzo IX e Cle- Firenze ricco di lumi e di nuo-
stituitosi a

mente VlU,ed ebbe sepoltura nella sud- ve cognizioni, si die vieppiù a coltivare
delta chiesa di s. Giacomo innanzi all'al- gli studi e la conversazione delle persone
tare maggiore,sotto una lapide adorna di le più erudite, senza lasciare di adempie-
metalli, sopra di cui leggesi un breve e- re nel tempo stesso i doveri della cristia-
logio. Gli scrittori più parchi nell'eneo- na pietà, che lo rendeva così generoso coi
non potero-
iniare le azioni de'cardinali, poveri, che non contento delle larghe li-

no a meno di commendare le virtù di An- mosine che loro somministrava, voleva


ton Maria, che dal grave propendeva al servire colle proprie mani suoi dome- i

severo,integerrimo di vita e di sentimen- stici, allorquando cadevano malati. Mor-

to, fornito di singoiar talento e molta to in Roma suo fratello Giovanni uno ,

attivitàjgrand'amatore e benefattore dei de' più rispettabili prelati della corte ro-
poveri, nemico capitale dell' abbomine- mana, fu persuaso dagli amici a portarsi
vole lusso, della vanità e d'ogni esterna nell'alma città. Eseguito quantunque di
apparenza. Fu notabile in questo porpo- malavoglia il loro consiglio, nel 1707 fu
rato insigne e glande, che per tante glo- ainmessoda Clemente XI tra'protouotari
tSAL SAI i3
apostolici, ed essendo in età di 3j anni qua! si conveniva all' elevata sua condi-
fu subito destinato nelTistesso anno a por- zione, mostrando inclinazione di servire
tare in Francia le Fascie benedette (V.) la s. Sede, Benedetto XIV lo ammise in
al duca di Borgogna, col carattere di nun- prelatura, e spedì inquisitore a Malta nel
zio straordinario. JVel 1711 ilPapa lo fece 1754. Clemente XIII nel 1760 Io pro-
\ice-legato d* A vignone,ovecolla sua spec- mosse a vice-legato d'Avignone. Occupa-
chiata religione, giustizia, mansuetudi- ta questa città dalla Francia neh 766, fu
ne, liberalità e buona grazia, si guada- dichiarato chierico di camera e presiden-
gnò l'affetto di que'popoli,che lo riguar- te delle armi. Poscia fu nominato udito-
davano come amatissimo padre. Ivi ac- re generale della camera da Clemente
colse con grande onorificenzaGiacomolII XIV, finche Pio VI in premio delle sue
re cattolico d'Inghilterra, che dallaFran- benemerenze, a'23 giugno 1777 Io creò
cia trasferì vasi a Roma, per la cui vali- cardinale diacono di s. Maria della Sca-

da protezione ottenne neìiyiy la presi- la, donde passò alla diaconia di s. Maria

denza d'Urbino; cariche da lui sostenute in Via Lata, quando divenne il .° del- 1

con gran lustro e decoro, e pari dispen- l'ordine de' diaconi. Lo stesso Pio VI lo
dio, finche sul compiersi del pontificato annoverò alle congregazioni cardinalizie
di Benedetto XI li recatosi inRoma,quan- del concilio, de' vescovi e regolari, di pro-
luuque non fosse al Papa cognito se non paganda, de'riti, dell'immunità, del buon
per fama, nondimeno esso ammirando governo, della fabbrica, di Loreto e Avi-
nel prelato singoiar illibatezza di costu- gnone, della consulta, della disciplina re-
mi, senatoria e prudente sincerità, gli golare, della ceremoniale, dell'indice, e lo
piacque agli 8 febbraio 1 780 crearlo car- fece prefetto della segnatura di grazia. In-
dinale prete di s. Maria d' Araceli, e Io oltre successivamente lo nominò protet-
ascrisse alle congregazioni del concilio ,
tore del regno d'Irlanda ecollegio irlan-
propaganda, immunità, e riti. Questo de- dese di Roma, degli ordini gerosolimitano
gno porporato in tanta varietà d'impie- ede'minori conventuali, delcollegio Mori-
ghi, si fece amare da qualunque ordine taltodi Bologna, de'luoghi santi di Pale-
e condizione di persone. Dopo aver avu- stina, del collegio de' caudatari, degli e-
to la consolazione di contribuirecon tut- remitia Porta Angelica, delle arciconfra-
ta l'efficacia del suo valore, e col proprio ternite della ss. Trinitàde'pellegrini, del-
voto allelezione del concittadino e affine la Morte, e di altri 12 sodalizi in Roma
Clemente XII, questi nel 1 73 1 lo dichia- e nello stato, di 4 università artistiche,di
rò prefetto della segnatura di giustizia, 7 terre della s. Sede, delle religiose del
legato d'Urbino, e gli conferì alcuni ric- Bambin Gesù di Palestrina, di s. Tom-
chi benefizi. Ma nel 1733 passò all'altra maso di Fabriano, di s. Apollonia d'A-
vita, in età di 64 anni non compiti, espo- sisi, dell'Assunta di Viterbo, ec; pro-pro-
sto nella sua chiesa titolare, ed in luogo tettore del collegio di s. Bonaventura di
di deposito ivi futumulato. Trasferito a Roma. Fu lodato per mirabile pietà e ze-
Firenze il cadavere, a tenore di sua te- lo religioso, commendato per generosità
stamentaria disposizione, fu sepolto nella senza fasto, grande senza alterigia, faci-

chiesa di Marco nella cappella di s. An-


s. le senza viltà ; esercitò la liberalità con
tonio, dentro la tomba de'suoi antenati, viscere di compassione, e per altre virtù,
con elegante iscrizione. che d. Luigi Cuccagni rettore del collegio
SALVIATI Gregorio Anton Maria, irlandese celebrò con lettera dedicatoria
Cardinale. Nobile fiorentino de'duchi di dell'opera : Dell'autorità e giurisdizione
tal famiglia, uacqueiu Roma a' 12 dicem- rfe//aC7i/esa,chealporporatointitolò,par-
bre 1722. Educalo e istruito nelle scienze ticolarmente rimarcandola sollecitudine
j
4 SA L SAL
premurosa e l'impegno che avea pel col- ta rimola, dalla quale fu poi tratto per
legio irlandese. Nel n.° 2046 del Diario collocarlo sulla sede episcopale di Albi.
di Roma del 1794 si riporta, che il car- Continuò a vivere in povertà, ricusando
dinale per 6 mesi pali gravi incomodi di di accettare i volevano
presenti che gli si

peggiorando il male, munito dei


sa Iute, e fare; e sera sforzato a prendere qualche
sagt amenti della Chiesa e della benedizio- cosa, la dispensava tosto a'poveri. A ven-
ne apostolica, a'5 agosto rese l'anima a do il patrizio Moriamolo generale di Gon-
Dio in Roma nel palazzo Salviati, d'an- trano re di Borgogna, fatto un gran nu-
ni 72 non compiti, con dispiacere degli mero di prigionieri in Albi, il santo ve-
ammiratori delle sue egregie qualità. Si scovo li seguì e tutti li riscattò. Nel 1
8.°

narrano suffragi e gli onori funebri, che


i anno del suo episcopato, essendosi svi-
accompagnato dal parroco e vice-parroco luppata in Albi una malattia contagiosa,
di s. Spirito, il corpo fu portato in car- che faceva grandi stragi, s. Salvio, ani-
rozza nella chiesa di s. Maria sopra Mi- mato da instancabile zelo, nulla ommise
nerva apparata nobilmente a lutto. Dopo pel sollievo e per l'assistenza del suo greg-
il funerale, in cui celebrò la solenne mes- ge. Sentendosi vicino all'ora estrema, si

sa di requie il cardinal Caprera, colle so- fece fare uncataletto, cangiò vestimenti,
lite 3 casse fu deposto nella tomba gen- e si preparò con tutto il fervore alla mor-
tilizia ivi esistente, nella cappella di gius- te. Sopravvisse di poco al sinodo di Bren-
patronato de'duchi Salviati e dedicata a nac, al «quale assistette uel 58o. Il mar-
s.Antonino arcivescovo di Firenze. Nar- tirologio romano indica la sua festa ilio
rai all'articolo Borghese famiglia, che di settembre, che si crede il giorno della
nel principe d. Francesco, come figlio di sua morte.
d. Marianna ereditiera de' duchi Sal- SALVIO (s.), vescovo "di Amiens.Con-
viati, passarono le facoltà di questi, i ti- dusse in sua giovinezza una vita assai
toli, le prerogative e le onorificenze, di mondana;ma avendogliDio toccato il cuo-
cui morendo nel 1839 ne investì il suo ra, egli distribuì i suoi beni a'.poveri, e
terzogenito d. Scipione Maria Gio. Bat- fece fabbricare un monastero sotto l'in-

tista duca Salviati, nato a Parigi. All'ar- vocazione della B. Vergine e di s. Pie-
ticolo poi del Collegio Giuslieri raccon- tro, nel quale si ritirò. Ivi passò molti an-
tai,che fu posto sotto la protezione dei ni nelle pratiche della penitenza e della
duchi 'Salviati prò tempore e che dopo ,
carità; quindi secondando l'impulso del
la morte del cardinal Gregorio Salviate suo zelo, si dedicò al ministero della pre-
essendosi in lui estinta la nobilissima stir- dicazione, e ne ritrasse copiosi frutti. Pel
pe, restato il collegio senza la protezione suo merito fu eletto a successore di s. O-
de'duchiSalviati, di questa GregorioX VI norato sulla sede di Amiens, e disimpe-
reintegrò la medesima nella persona del- gnò tutti i doveri episcopali cou molto
l'encomiato odierno duca, il quale ripri- zelo e pietà fino alla sua morte, che av-
stinò leesequie anuiversarie al fondatore venne a'28 ottobre del 61 5, secondo l'o-
del collegio, e quanto altro dissi nel voi. pinione più comune, o del 695, secondo
XLV, p. 238. molti altri autori. Qualche secolo dopo
SALVIO (s.), vescovo di Albi in Lia- venne il di lui corpo trasferito da Amiens
guadoca nel VI secolo. Dopo aver eser- a Motitreuil sul mare nella bassa Piccar-
citata una delle primarie magistrature dia, dove egli è pure oggidì venerato con
della provincia, si ritirò in un monaste- gran divozione. Il martirologio romano
ro, ove divenne il modello dei fratelli,che registra il nome di s. Salvio aglii 1 gen-
lo elessero abbate. Egli abbandonò que- naio, che sembra essere stato il giorno
sta carica per rinchiudersi in una cellet- della traslazione delle sue reliquie.
SAM SAM 1 .7

SAMARCANDA o SAMARKANDA. io tribù d'Israele (V.), II paese di Sa-


Città della Tartaria indipendente, nella maria comprendeva le tribù d'Efraira e
Bukaria, in riva alSogd o Zer-AJscian. di Manasse al di qua del Giordano, egli
Ha due recinti di mura, assai ben fabbri- abitanti presero nomedi samaritani. E'
il

cata, sovrano risiede nella cittadella* Vi


il un paese, montuoso ma fertilissimo, e le
sono da a5o moschee, con 4o madresseh sue vallate sono irrigale da più fiumi-
dove professori del culto maomettano fan- celli che contribuiscono alla sua fecondi-

no corsi di legislazione e di lingua araba. tà ; gli olivi soprattutto vi sorpassano il

Si osserva il sepolcro di TimuroTamerla- numero delle piante d'ogni specie; la sel-

no,bellissimo monumento in diaspro, sor- vaggina quadrupede e volatile non vi è


montatoda un'immensa cupola,equelli di rara. La città era situata sul monte Se-
parecchi altri personaggi illustri. Samar- merone o Samaria,e fu fabbricata da A m
canda presa nel 1220 da Gengiskan con- ri o Homri 6.° re d'Israele, che incomin-

tro il sultano Mehemet, divenne sotto Ta- ciò a regnare l'anno del mondo 3079, a-
merlano la capitaled'uno de'più vasti im- vanti Gesù Cristo 9 18, e fu la sede di tut-
peri del mondo, e questo conquistatore, ti i re suoi successori, de' quali riportai
per avervi fissato la sua principale sede, aGiuDEi, sino alla caduta di que-
la serie

la rese il centro della più alta civiltà, in- storegno ; mentre la residenza de' re dt
troducendovi le arti e le scienze di tutta Giuda continuòdopo la separazione del-
F Asia; fiorendo ancora per l'immenso le tribù ad essere Gerusalemme ( ^.).Am-
commercio che faceva colla Russia, colla ri o Homri per costruire Samaria comprò
Turchia, Cina e India. Unita verso la me- il suo monte per due talenti d'argento o
tà del secolo XVI alla Bukaria, per ope- 9734 lire di Francia. Tutti i resi erano
ra del kan Abdullah, perde colla sua in- compiaciuti d'abbellirla, per cui era la più
dipendenza l'antico suo splendore, e vi si bella, la maggiore e la più forte città del
cerca indarno presentemente la traccia de- regno di Samaria, oltre l'esserne la me-
gli antichi e magnifici suoi edifizi, de'qua- tropoli, invece di Sichem ediThersa già
li gli storici arabi ci lasciarono descrizioni residenze de're d'Israele. Sostenne parec-
meravigliose. Al tempo della conquista chi assedi contro Benadad redi Siria; ma
fu ancora la capitale della Bukaria, ma quello ch'ebbe a sostenere contro Salma
poi questo titolo le è stato tolto per dar- nazar red' Assiria durò 3 anni, dopo quali i

lo a Bukara; nondimeno il kan la visita egli la prese 724anni avanti G.C., e con-
ogni anno, ed al suo avvenimento al tro- dotti ne'suoi stati il re e gli abitanti tut-
no vi si reca pure per la ceremonia del ti
?
distrusse intieramente il regno. I chu-
Ruktasc, che consiste nel farlo sedere so- tei furono mandati, non pensaro-
che vi

pra la pietra d'un marmo azzurrognolo, no a ristabilirla, e si fermaronoin Sichem,


coperta di feltro bianco ,
per mezzo del che diventò la capitale del loro stato. Ta-
quale viene 3 volte alzato dai rappresen- le era la condizione di Samaria, quando
tanti delle 5 classi della società. Samar- Alessandro Magno entrò nella Giudea.
canda fu una delle provincie ecclesiasti- I chutei in seguito ristabilirono qualche
che della diocesi de'caldei, e si conosco- sembra che diventasse
casa a Samaria, e
no due suoi vescovi Giorgio ordinato dal
: nuovamente capitale al tempo de'Macca-
cattolico Sebarjesu II, ed N. metropoli- bei, giacchéAlessandro Baleo re di Siria
tano della provincia di Samarcanda. O- restituì aGionata Maccabeo molte città
riens chr. t. 2, p. 1296. che avea distaccate dal paese di Samaria.
SAMARIA. Paese e città vescovile del- Quando Salmanazar distrusse la città,
la Palestina(r.)e de\\a Giudea (F.^gm i popoli israeliti fatti schiavi portarono
capitale del regno del suo nome delle seco i 5 libri di Mosèo Pentateuco, scrii-
,6 SAxM SA IVI

li in antichi caratteri ebraici, ed è il te- sercito la diede al sacco, la spianò intie-


sto chiamato Samaritano. I chutci erano ramente, e sulle sue rovine fece passare
qua-
popoli abitatori di là dall'Eufrate, i i torrenti, in castigo d'essersi confederata
li da principio continuarono ad adorare co'suoi nemici: ma Aulo Gabiuio procon-
solamente gl'idoli, e frammischiarono in sole della Siria, cominciò a ristabilirla, ed
seguito il culto del Signore con quello Erode il Grande, restituitole l'antico lu-
ch'essi rendevano ai falsi dei ma dopo : stro, vi fabbricò un rem pio e diversi e-
il ritorno degli israeliti dalia schiavitù, difizi, la cinse di mura e la chiamò Seba-
la sagra Scrittura, che non dissimula la ste in onore d'Augusto, che gli avea do-
loro gelosia contro gli ebrei, e i cattivi nato la provincia* In questa città lo stes-
uffici dai cimici o samaritani fatti centro so Erode fece morire i suoi figli Alessan-
loro alla corte di Persia, non che le insi- dro e Aristobolo, facendoli poi sotterrare
die tese per impedire la riedificazione del- ad Alexandrion. A Samaria furono se-
le muradiGerusalemme,non rimprovera polti profeti Eliseo ed Abdia: Isaia, E-
i

loro mai in alcun luogo che adorassero zechiele e altri profeti più volte la minac-
gl'idoli. Non sembra altres'i che questi po- ciarono de'fulmini del cielo. Samaria fu
poli abbiano avuto un tempio comune assegnata da Augusto al tetra rea Arche-
prima dell'ingresso di Alessandro Magno lao, indi fu aggiunta dall'imperatore Clau-
nella Giudea ma in seguito a vendo com-
: dio al regno d'Agrippa. A'tempidiGesù
a
preso colla lettura de 'libri santi, che Dio Cristo, Samaria era la 2. provincia di
voleva essere adorato nel solo luogo che Palestina , e comprendeva gli antichi e
avea egli scelto, e gli ebrei non volendo memorati territorii della tribù d'Efraim,
permettere loro di andare al tempio di Manasse possedeva al di qua
e quelli che
Gerusalemrne,fabbricarono i samaritani-, delGiordano. Essa occupava tutta l'esten -
col consenso di Alessandro,il tempio di sione da oriente a occidente, compresa tra
Garizim, Manasse figlio di Jaddo
di cui quel celebre fiume e il Mediterraneo, ciò
fu nominato gran sagrificatore. I sama- che la ponevanord della Giudea e al
al
ritani si ribellarono poi contro Alessan- sud della Galilea, separando quelle due
dro, il li cacciò da Samaria, mandò
quale Provincie. I samaritani, non essendo com •

i suoi macedoni ad abitarne la città, e die- posti che di chutei, e perciò non della stir-
de la provincia agli ebrei. Questa prefe- pe d'Abramo, si opposero ai giudei per
renza d'Alessandro per gl'israeliti servi la ricostruzione del Tempio, e poi di not-
ad aumentare l'animosità fra'due popoli te lo profanarono. I samaritani aveano
ebreo e samaritano; ed allorché un ebreo la legge del vero Dio, ma erano scisma-
avea meritato un qualunque castigo, ri- tici della legge Mosaica,e non si attene-
tira vasi perevitarloa Sichem, ed abbrac- vano che ai 5 libri di Mosè, ossia al Pen-
ciava il culto di Garizim. Quando gli e- tateuco samaritanojdividevansi in 4 sette,
brei erano nella prosperità, i samaritani che non differivano tra loro quanto alia
non tralasciavano di chiamarsi pure essi legge,raa soltanto circa alla solennità del-
ebrei ed al contrario quando venivano
:
le loro feste e circa la qualità delle carni
oppressi da qualche disgrazia, sosteneva- che loro era lecito o vietato di mangia-
no di non aver nulla di comune con I- re. Non avendo alcuna relazione co'giu-
sraele. E' questo ilcontegno da essi tenu- dei, perciò Gesù Cristo, che voleva ave-
to al tempo di Antioco Epifane.Gioseffo re un riguardo a questi ultimi, proibì ai
nelle sue antichità dice che Samaria fu suoi discepoli d'entrare nelle città i\esa-
presa da Giovanni Ircano I, figlio di Si- maritani. Nondimeno li chiamò, ma osi
mone 111, uno de'sommi sacerdoti e redi opposero tosto un grande ostacolo alla
Giuda Maccabei, che con formidabile e- loro vocazione con un rifiuto ostinato e
SAM SAM i
7
<li Ge-
sprezza nte della divina parola che landò quanto era stato loro accordato. La
sù Cristo loro portava, e non fu che dopo nazione samaritana, senza aver mai avu-
la conversione della peccatrice Fotina o to una parte molto importante sul teatro
Samaritana, che modificarono alquanto del mondo, si è nondimeno conservata fi-
Questa conversione
le loro prevenzioni. no a'riostri giorni, ed in mezzo agli scon-
avvenne al pozzo o fontana di Giacobbe, volgimenti avvenuti nella Palestina, i sa-
quando ilSalvatore si pose a sedere sull'or- maritani serbarono la loro religione,!» lo-

lo di esso: e perchè la samaritana si fece ro lingua, i loro libri sagri, i sacerdoti, ed


meraviglia di ciò, essendo egli giudeo, i di il luogo principale del lorocultq. Ripeto,
cui connazionali non a veano alcun consor- che qualche scrittore afferma, che la reli-

zio e relazione coi samaritani, s'impegnò gione dei samaritani,acerrimi nemici degli
quindi dal Salvatore quel mirabile collo- ebrei, è un mescuglio di giudaismo e d'i-
quio, che operò la prodigiosa conversione dolatria. Vedasi Nuove illustrazioni sul-
della samaritana e di molti samaritani l'origine del Pentateuco de* Samaritani
da lei chiamati a conoscere chi erasi ma- d'un religioso benedettino della congre-
nifestato pelMessia,e Gesù dimorò con gazione di s. Mauro (d. Maurizio Pon-
essi due giorni. Giacomo e Giovanni a- cet), Parigi 1760. I critici hanno notato
postoli prima volevano far discendere il alcune differenze tra il Pentateuco degli
fuoco dal cielo, perchè gli abitanti avea- ebrei e quello de'samaritani. Rinaldi negli
no ricusato ospitalità al lorodivin mae- annali ecclesiastici, dice che i samarita-
stro, il quale però represse il poco illu- ni si divisero in 4 sette. Quanto all'origi-
minato loro zelo. Dopo la discesa dello ne dell'inimicizia tra i giudei e samari-
Spirito santo sopra gli apostoli, il diaco- tani, essa derivò dall'avere i nuovi abi-
no s. Filippo andò a predicare ai sama- tanti diSamaria continuato nell'idolatria,
ritani la dottrina di Gesù Cristo, e s. Pie- anche dopo che un sacerdote giudeo man-
tro vi si recò dopo a cresimare conver- i dato da Salmanazargl'istruì nella legge di
titi, equivi ebbe la prima disputa con Si- Mosè, che in parte osservarono colle loro
mone Mago(V.) samaritano, che voleva superstizioni. Dipoi Sanaballat, mandato
ottenere a prezzo d'oro il donode'mira- in Dario 307 anni avanti
Samaria da re
coli; impostore che co'suoi prestigi avea G. C.,edificòsul monte Garizim un tem-
sedotti alcuni de'primi cristiani dopo la pio sontuosissimo, a persuasione di Ma-
partenza degli apostoli. Ma i samaritani nasse fratello di Jaddo sommo sacerdote,
rinunziando alia loro antica legge, non che apostatando dai giudei dopo aver spo-
ammisero mai francamente la nuova del sato una straniera contro la legge, s'ac-
vangelo; in seguito furono i più crudeli costò ai samaritani, e cosi facendo sci-
persecutori de' cristiani, abbruciarono i sma, si fece chiamare sommo sacerdote.
loro templi , ne trucidarono i vescovi , i Altre notizie sui samaritani si ponno leg-
sacerdoti ed i cristiani d'ogni età e sesso, gere nello stesso Rinaldi. I samaritani o-
al punto che l'odio loro spinto agli estre- ra non si trovano che a Napoli o Na-
mi, accese sovente lo zelo degl'impera- poluza (F.) l'antica Sichem, ed a Joppe
t

tori greci e particolarmente di Zenone, (F.) o Giaffa, benché essi credano di a-


Anastasio! eGiustiniano I, chesi videro vere tuttora numerose colonie di confra-
costretti a rovinare le loro città, e dare telli in Egitto. Eranvi altre volte sama-

ai cristiani il monte Garizim. Dopo che Damasco e a Gaza (y.)j ve u'e-


ritani a
T
Giustiniano I li castigò, avendo sama- ì rano pure in Ascalonae'm Cesarea(P .)
ritani dichiarato di volersi far cristiani, di Palestina. Si distinguono i samaritani
concesse loro de' privilegi; ma pel finto dalle altre nazioni o sette, per un turban-
loro contegno li punì Giustino li, annui te che portanp^sempre nel sabato euel-
VOL. LXI.
m^f\
i8 SAM SAM
le feste; quando vanno alle sinagoghe lo- gelte a Gerusalemme ed ai re di Giuda
ro portano vestimenti bianchi, e seguono le sole tribù di Levi e di Giuda. Espu-
alla lettera ciò che hanno conservato del- gnata la città dagli assiri e medi, le 10
la legge di Mosè. La loro legge è la sles- tribù in pena di loro infedeltà furouo tra-
sa, e contiene come presso gli Ebrei(P.) smigrate in Babilonia, per cui la città fu
6 1 3 precetti; ma vi è qualche divario nel- popolala insieme al paese non solo dai po-
l'adempimento de'medesimi, tra il rito e- poli chutei idolatri, ma dagli elamiti, cal-
braico e il rito samaritano. I samaritani dei, assiri, persiani e medi, iquali seguen-
cosìrimangono segrega ti dai turchi, dagli do i patrii riti associarono i loro falsi nu-
; non
ebrei e dai cristiani si ammoglia- mi al culto del vero Dio del paese occu-
no che fra loro. Occupano aNapolioNa- pato. Terminata la monarchia degli assi-
poluzaoNaplousa, uu quartiere separato ri e caldei, e dato principio a quella dei
assai vasto e che prese il loro nome; le persiani e medi, per clemenza di Ciro mol-
case comunicano le unecolle altre: in una ti delle tribù tratte in ischiavitù torna-
di esse al i .°piano è la sinagoga. Il i .°gioruo rono in Samaria, ove procurarono estir-
di Pasqua samaritani celebrano
i a mez- pare l'idolatria, ma poi moltissimi cad-
za notte la festa del sagrifizio dell'agnel- dero ne'medesimi errori e superstizioni,
lo, che fanno cuocere, distribuiscono agli costituendo una nuova setta che parteci-
assistenti e mangiano nella chiesa, non po- pò de*riti mosaici e degl'idolatri. Terzi

tendolo più fare, sono ormai 4o anni, sul narra pure che nel centro di Samaria, s.
monte Garizim. Come gli ebrei, i sama- Elena costruì ragguardevole chiesa in o-
ritani aspettano la venuta d' un profeta, noie di s. Gio. Battista, con regolare ar-
che manifesterà il suo spirito e dovrà li- chitettura di perfetto quadrato: nel mez-
berarli dall'oppressione, ed essi inoltre zo della gran nave vi collocò il suo vene-
credonoavere certi prodigi pe'quali lo ri- rando busto trasferito dal castello di Ma-
conosceranno quando si annunzierà. La cheronte presso il lago Asfaltide, ma poi
città di Samaria, affatto distrutta, fece la il santo corpo sotto Giuliano apostata fu
fortuna della ricordala Napoli o Naplou- tratto dai gentili di Gaza, e giltato nelle
sa che si è arricchita sulle sue roviue. Vi fiamme ne dispersero le ceneri al vento,
si vedono ancora delle colonne in piedi, ed preservando Iddio il sagro capo, che mi-
altre semisepolte; ma in luogo di sontuo- racolosamente più tardi rinvenne il sa-
si magni lìdie, di cui altre
palazzi e di case cerdote Marcello sotto l'impero di Valen-
volte andava superba, non si trovano che te , come restò preservato il dito indice
caverne, ove gli arabi cercano ricovero. della mano destra. Neil' istessa chiesa si

Il Terzi, Siria sagra, p. i56, tratta di veneravano i ricordati sepolcri de'profe-


Samaria antica e quale sede vescovile di ti, ove orando s. Paola ebbe un'orribile

Palestina, che con voce greca fu detta Se- visione, di che scrisse s. Girolamo. In Sa-
basteìiy per significare il culto o sagrifi- maria nel declinar del i.° secolo nacque
zio, che nel vicino monte Garizim offri il filosofo s. Giustino, eminente in pietà
Abramo al Signore, ovvero ciò derivasse e di rara dottrina, grande apologista dei
dal tempio erettovi da Manasse, dicendo cristiani, onde Io celebrai anche a Roma.
pure degli altri nomi cui fu chiamata Sa- Altri santi uomini e per virtù mirabili
maria. Celebra lesueanticaglie e rovine fiorirono nel monastero presso la celebre
delle mura, già fiancheggiate da 20 tor- valle diSichem. Era in Samaria il famo-
li, e di altri avanzi del fasto di sue ma- so Leprosorio rammentato dalla sagra
gnificenze che primeggiarono nella Pale- Scrittura, ove da ogni parte affluivano i

stina dopoGerusalemme, come reggia del- languenti infermi : le sue acque minera-
le 1 o tribù d'Israele, restando di essesog- li scorsero poiobbliquamente per la vai-
SAM SAM r
9
le, senza restarvi memoria di sue fabbri- Chiude essa al sud il golfo di Scala No-
che, sebbene a pubblico beneficio le ri- va,ed è separata dal continente dallostrel-
storarono i romani. Narra di più ilTerzi, to Piccolo Boghaz. In gran parte coperta
che divenuta Samaria sede vescovile suf- dimontagne altissime, con belle pianure
fraganea della metropoli di Cesarea del- ben coltivate e doviziose di prodotti. Vi
a
la i. Palestina, nel 53 1 i samaritani e- si trova del marmo, e vuoisi anche minie-
lessero tumultuariamente per loro re un re d'oro, argento e piombo. E' governa-
tal Giuliano implacabile nemico de'cri- ta da un agà turco: Megali Chora u'è la
stiani, che molti ne uccise, altri esiliò, tra capitale; ma la principale città è Vathi,
ì quali Basilio zelantissimo vescovodi que- con porto grande e comodo. L'isola quan
sta chiesa; altra persecuzione ferocissima do era abitata dai cariichiamavasi Par-
fu quella del 6i4>»n cui dal ferro e dal thenios, il nome di Samo,che
né ricevette
fuoco di Cosroe 1 1 re di Persia (V.), re- dopo varie vicissitudini, avendo portato
starono vittima 480 campioni della fede. anche quello di Dryusa, per la quantità
Gli altri vescovi di Samaria ricordati da di quercieond'è coperta. Ebbe i suoi pro-
Tei zi, sono: Marino che fu al concilio Ni- pri re, il più celebre de'quali fu Policra-
ceno, Pristiano intervenne al 1 .°di Costan- te, e vogliono alcuni che sotto di lui sia
tinopoli., Pelagio a quello di Gerusalem- nato il che si alzò a tan-
filosofo Pittagora
me. Indi la sede vescovile fu unita a quel- ta sapienza quanta forse non era stata
,

la di Napoli o Naplousa. A suo tempo, il prima nel mondo pagano: compose d'o
patriarca eterodosso de* greci vi manda- gni cosa un corpo di sue dottrine, cui die
va un vescovo, ma cattolici ubbidivano
i nome di filosofia, e soleva dire : Vana
al patriarca che risiede in Monte Libano. essere emenzognera ogni sapienza che
La s. Sede fecedi Samaria, Samarien, un non è operativa di bene, e non operativa
titolo vescovile in partibus, sotto l'arci- a buona norma esser quella, che dopo
vescovato pure.' in partibus di Cesarea. aver fatto migliore chi la professa, ogni
Questo titolo fu conferito a diversi vesco- artenon volge a far migliori gli altri. Si
vi suffraganei del cardinal vescovo subur- può vedere Augusto Bernardo Krische,
bicario di Sabina (f.). Essendo restato De socielatis a Pylhagora in Urbe Cro-
vacante per morte di Domenico de Jorio, tonatiarum conditae scopo politico cotn
Leone XII nel concistoro de'31uglio 826, 1 mentatio, Gotlingaei83o. Questo vanto
lo die a Carlo Adalberto barone di Be- è questionato, e s. Tommaso d' Aquino
yer della diocesi di Colonia, abbate pre- lo dà a Samo Itala-Calabra: di egual sen-
inostratense,deputandolo.suffraganeo del- timento furono, il can. calabrese Miche-
l'arcivescovo di Colonia. Gregorio XVI langelo Macri, Discussione storico-critica
agli 11 agosto i843 dichiarò vescovo di sulla italo-greca città di Samo vera pa-
Samaria, e coadiutorecon futura succes- tria di Pittagora, Napoli 1 83 1 ; e di recen-
sione del vicario apostolico di Lancaster, te il cav. Ferdinando Deluca celebre ma-
Giacomo Sharples. Il regnante Pio IX nel tematico, geografo e storico, segretario
1 85o fece vicario apostolico di Natal e delle accademie del regno delle due Si»
vescovo di Samaria mg/ Francesco Al- cilie, che si dichiarò in favore di Samo
lard degli oblati della B. V. Immacolata. della Magna Grecia. In seguito l'isola di
SAMBORIA. F.PREMisLiAdi ritogre- Samo passò successivamente sotto la do-
co ruteno. minazione dei persiani e degli ateniesi ,

SAMO o SAMOS.
Sede vescovile e i- e fu rinomata per la sua fertilità. All'e-

sola dell'Arcipelago nella Turchia asiati- stremità orientale sopra una montagna
ca, sulle coste dell' Anatolia, sangiaccato si vede il sito ove fu la città di Samos, la
di Soglia, ora chiamata Susam-Adassi. cui magnificenza fu tanto vantata dagli
20 SAM SAM
antichi. Sonovi ancora avanzi de'suoi edi- l'arcivescovo di Smirne, come vicario a-

fizi, della cinta di mura con torri quadra- postolico dell'Asia minore.

te,d'un teatro, del tempio di Giunone, una SAMOGIZIA (Samogitien). Sede ve-
delle sue meraviglie, la quale dea finsero scovile con residenza in Wornia o IVIin-

i poeti nata in quest'isola all'ombra d'un dick, nella Russia prima lo era in Ros-
:

albero d'Agnocasto.La statua di Giunone, siena o R.ossieny capoluogo di distretto,


cui si attribuirono prodigi, la scolpì Smili- presso la sinistra sponda del Dubisa, che
de. I persiani incendiarono e saccheggia- sotto i re di Polonia era la capitale della

rono il tempio, e poi ne innalzarono altro Samogizia e la sede di una dietina. Ave-
più. splendido, in seguito depredato da va la cattedrale e due altre chiese. La Sa-
"Vene. A tenere vi eressero un tempio le mogizia è un antico paese d'Europa, li-

cortigiane, col prezzo di loro attrattive. mitato al nord dalla Curlandia, e dal Bal-
Vi ebbe culto anche Nemesi. Bello n'era tico all'ovest ,da quest'ultimo e dalla Prus-
l'acquedotto, d'antico porto, di cui resta sia al sud,ed all'est dallaLituania propria-
un molo artificiale. Samo fece coniare me- mente delta. Formò esso una provincia
daglie a Decio. Secondo AuloGellio sono dell'antico regno di Polonia, ed era an-
stati i samii inventori delle stoviglie, e nesso alla Lituania (V .); ed oggi trovasi
quelle di quest'isola erano molto ricercate in gran parte fuso nel governo russo di
presso romani. Per l'abbondanza de'suoi
i Vilna. I russi ed polacchi chiamano que-
i

vasi, derivò il proverbio: E che volete por- sto paese Imond. I cavalieri porta-spade
tar vasi a Samo? Negli Atti degli aposto- l'hanno posseduto dal i4°4 al \^\\. E'
li si Paolo approdò a quest'i-
legge che s. un paese gran parte coperto di boschi,
in
sola andando verso Gerusalemme. Nel V ed abitato dai ciudi, o tchoudes come scri-
secolo vi fu eretta la sede vescovile, sotto vono i francesi. Questo paese fu ili.° che
la metropoli di Rodi, indi nel XV diven- di tutte le provincie polacche unite alla
ne sede d'un arcivescovo onorario greco. Russia, alzò nel 1 83 1 lo stendardo dell'in-
Il i.° vescovo fu s. Leone, celebre per la surrezione; e gl'insorgenti lituani in apri-
sua vita austera e pe'suoi miracoli, il di le s'impadronirono di Rossiena, dopoa-
cui corpo fu trasferito a Venezia, come ri- ver disfatto un corpo di truppe russe. La
porta Bollando a'9 aprile. Ne furono suc- città di Wornia è nella Samogizia nel go-
monaco d'eminente virtù,
cessori, Isidoro verno diRowno, distretto di Telsce: tra
altro Isidoro che fu al concilio di Trullo, le città che ora sorgono celeremenle in
Eraclio che intervenne al7. generale, An- Russia, noverasi pure la città di Rowno,
timo deli 638, Giuseppe Georgirene che che dal i843 viene costruita in nuovo si-
fu cacciato in principio del secolo XVII, to e giusta un piano sanzionato dall'im-
ri ti rossi in Londra, ove in una chiesa e- peratore Nicolò I. La cattedrale è sotto
sercitò le funzioni nel suo rito, e pubbli- l'invocazione de' ss. Pietro e Paolo apo-
cò in greco la Descrizione dello slato at- stoli, edilìzio ampio e decentemente or-
tuale dell'isole di Samos, Nicaria e Pa- nato, e 1 000 passi distante è l'episcopio di
lemos. Oriens christ. t. 1, p. 929. Al pre- legno. Il capitolo è composto di 6 dignità,
a
sente Samo, Samosaten, è un titolo vesco- Iai. essendo l'arcidiacono, di 3 canonici
vile in partibus, sotto il simile arcivesco- e delle prebende del teologo e peniten-
vato di Rodi. Gregorio XVI a'27 maggio ziere, di
9 preti e de' chierici pel
, divino
1 846 fece vescovo di Samo e vicario a- servizio. La cura delleanime non si eser-
postolico del Giappone mg. l'AgostinoFor- cita nella cattedrale, ma nella chiesa di s.

cade, alunno del seminario delle missioni Alessandro martire,ov'è l'unico fonte bat-
straniere di Parigi. I cattolici dimoranti tesimale. Non vi sono altre chiese, bensì
iu Samo ed in Nicaria sono soggetti al- confraternite, seminario con alunni, e o-
SAM SAM 2i
spedale. La sede vescovile fu eretta nel occasum mari Baltico, ad orientem flu-
1 4 o 01 4 1 3 suffraganea della metropoli
1 vioNiewiaza.Enumerabatidcircoi iopa-
di Gnesna, dopoché il re Jagel Ione o Vla- roecias, 7 monasteria virorum, quorum
dislao V riunì alla Polonia la Samogizia. 6 cum adnexa cura ammarimi, et 1 mo-
Pio VI colla bolla Maximis undiquepres' nialium,atque universum quingen-
ita in
si, nel 1798 avendo riordinate le diocesi tum milliacatholicorum. Veruni juxta lit-
passate nel dominio della Russia, sottras- teras apostolicasdiei 3 juliii848, Univer-
se il vescovo di Samogizia da Gnesna, e sale Ecclesiae, comprehendet unfversam
io sottopose al nuovo metropolitano di regionem,quaepraesentibuslimitibusgu-
Mohilow. Al vescovo di Samogizia venne bernii Kownensis,et Curia ndiae contine-
dato un suffraganeo col diritto di succe- tur; qua de causa praeter duos suffraga-
dergli, ed eziandio un coadiutore* La sua neatus actu existentes tertius constituen-
provvigione ammontò a 5,ooo rubli di cIlis eri t, qui in Curlandia resideat, ad pre-
argento, da ritrarsi dai beni ecclesiastici. scriptum in citatis litteris apostolicis ".
Fino agli ultimi tempi e prima di detta Ecco vescovi
i riportati dalle annuali No-
epoca, la mensa vescovile avea conserva- tizie di Roma. 1 736 GiosafatRarp. 1 740
to nella sua integrità tutti i suoi beni, che Antonio Tyszkievicz di Vilna, traslato da
producevano T annua rendita di 16,000 Mennìlinparlibus.ì 762 Giovanni Lopa-
zecchini ossiano 5o,ooo rubli. Il clero se- cinski di Vilna. 1778 Stefano de'principi
colareavea in capitali 1, 33o rubli, che 1 1 Giedroyc di Vilna, traslato da Livonia :

annualmente davano di rendita 37,820 nel 1 782 suffraganeo de'decanati di IVfed-


rubli : i servi addetti a 'suoi villaggi era- nik, Antonio Malinowski domenicano di
no 538o. Il clero regolare possedeva fon- Grodno, vescovo di Cinna in partibus :

72,754 rubli, che ne rendeva-


di valutati nel1786 altro suffraganeo Taddeo Giu-
no annualmente 10,328, con g52 servi seppe Bukaty di Wilna, vescovo di Te-
addetti ai villaggi. Nella diocesi ultima- spia in partibus : nel 1 79 1 coadiutore con
mente vi erano 1 4 conventi, due monaste- futura successione Giuseppe Arnolfodei
ri abitati da 34 religiose, una casa delle principi Giedroyc di Vilna, vescovo d'Or-
sorelle della carità, il seminario con /[o tosia in partibus. Un tempo i detti due
alunni, 4o scuole : i preti secolari nel 1 834 suffraganei governarono la diocesi, vacan-
erano 432; vi erano i benedettini, i re- te del vescovo, e nel 1804 in vece del Bu-
ligiosi del 3.° ordine, i carmelitani del- katy fu fatto suffraganeo e vescovo inpar-
l'antica osservanza, i francescani, gli sco- ftZwsd'Adramito,Sinione de'principi Gie-
lopi; nella totalità erano 186 religiosi. Nel droyc di Wielczka diocesi di Samogizia,
detto anno le parrocchie in tutto il vesco- che col Malinowski. continuarono a reg-
vato sommavano aio5, le chiese succur- gere la diocesi. Nel 18 9 però divenne ve-1

sali a 5g, e le cappelle a 92. Nella con- scovo effettivo il suddetto vescovo d'Or-
venzione tra i regnanti Papa Pio IX, e tosia. Nel concistoro de'28settembre 1
849
Nicolò I imperatore delle Russie, de'3 a- Papa Pio IX fece vescovo l'odierno mg. r
gostoi 847, fu riconosciuto che la diocesi Mattia Wolonczewski di Nantray dioce-
di Samogizia oTelsce suffraganea di Mo- si di Samogizia, per morte del predeces-
hilow, abbraccia i governi di Curlandia sore, già per 20 anni professore erettore
e quello di Kowno, entro que' limiti in del seminario di Wornia. Ogni nuovo ve-
cui oggi si trovano. Nell'ultima proposi- scovo classato in fiorini 33, ascendendo
zione concistoriale è detto. » Dioecesis Sa- le rendite della mensa a circa 6000 scudi
mogitiensis erat hactenus circumscripta romani, senza aggravio di pensioni, iique
ad septentrionem Curonia, ad meridiem proven iunt ex bonis immobilibus aliisque ì

ftuvium Niemen et regno Borussiae, ad, juribus.


22 SA M SAM
SAMOSATA. Sede vescovile u° Asia, cattolici, e regolando saggiamente tutte
città antichissima egià capitale della Co- le cose. Ad istigazione degli ariani rice-
magene, sulla riva destra dell' Eufrate, vè un messo di Valente che lo confinava
presso il monte Tauro. Come capi tale del -
in Tracia, che accolto con sembiante ila-
la Comagene, fu residenza di re Antioco, re,paternamente ammoni di sottrarsi a-
quando Pompeo gli accordò quella pro- popolo che lo a-
gl'inevitabili insulti del
vincia, ed i suoi successori ne furono pa- mava, prima che si divulgasse il decreto,
droni sino a Tiberio che la ridusse in pro- Secondo il Terzi, Siria sacra, p. 1 4 tra r ,

vincia romana. Caligola e Claudio la re- idisagi e l'angustie morì nell'esilio illu-
stituirono di suoi re. Vespasiano di nuo- stre confessore della fede nel 370 : al di-
vo la ridusse a provincia romana la chia- ; re del p. Le Quien, Oriens christianus
mò Flavia e le confermò le leggi muni- t. 2, p. 934, fu richiamato a Samosata nel
cipali, con l'aggregazione all'italiche. E- 378 dopo là morte dell'imperatore; assi-
raclio nella spedizione contro la Persia ,
stèal concilio d'Antiochia nel 379, e por-
ne fece la sua piazza d'armi. Samosatafu tatosi in seguito aDolichio o Dolico fu qui-
patria di Luciano sofista, e dell'eresiarca vi ucciso da una tegola gittatagli sul ca-

Paolo di Samosata; ora chiamasi Semisat po da una ariana, come si ha dal martiro-
città della Turchia asiatica. Diventò me- logio a'2 giugno. Durante la sua assenza
1

tropoli della provincia Eufratesia, allor- s'intruse Eunomio ariano, ma gli abitan-
ché si formò tal provincia, corrispondente ti Samosata non vollero avere comuni-
di
all'antica Comagene; grado che poi passò cazione con lui, non riconoscendolo per
a render più celebre Gerapoli{V) di Si- legittimo pastore; ed altrettanto fecero
ria, nella nuova divisione delie provincie. coli' empio successore Lucio, che fu ca-
Là sede vescovilefu eretta ne'primi anni gione dell' esilio di molti cattolici dalla
del IV
secolo, sotto la metropoli di Ge- città. Finalmente fu nominato Antioco,
rapolioMembisc,e nei XII divenne arci-» nipote di s. Eusebio,ed egli pure si mostrò

vescovato onorario. Teodoreto esaltò la zelante difensore della fede cattolica con-
laicità del popolo nella difesa del clero tro gli ariani. Quanto agli altri vescovi di
e de' prelati cattolici, contro l' insolenza Samosata, sino ad Abramo II che ne oc-
degli eretici ariani. Peperio è ili.° vesco- cupava la sede nel 942 , vedasi il citato
vo conosciuto di Samosata, che si trovò Oriens christianus 3 ove a p. 1 462 si legge
Niceno e d'Antiochia nel 335
ai concilii la serie de'seguenti vescovi giacobiti che
o 34i. Indi s. EuseMth^y.) del 36 1 a- pur ebbe Samosata. Severo 1 ordinato
mico di s. Basilio, e nel 363 sottoscrisse nel 5$5 o 597, Teodoro sedeva nell' Vili
la lettera sinodale del concilio d'Antiochia secolo, Costantino dal 746 al 765, Seve-
all'imperatore Gioviano sulla consustan- ro scomunicato verso il 797 dal pa-
II fu

zialifà, e nel 872 la lettera de'vescovi di triarca Ciriaco per avergli fatto chiudere
oriente agli occidentali : per l' eminente le quando voleva entrare nella cit-
porte
spirito di questo santo vescovo, tutto ar- tà Timoteo dell' 878, Tommaso vivea
;

dente di zelo e di carità , fugò dalla sua nel secolo XI, Atanasio del 1 075, Timo-
chiesa gli avanzi dell'arianesimo e gli er- teo II deli i43, N. del i583. Samosata,
rori de'samosateni; propugnò le dottrine Samasaten, è un titolo vescovile in par-
apostoliche e i decreti del concilio Nice- tibus che conferisce la s. Sede, sotto l'ar-
no, contro gli editti di Costanzo e di Va- civescovato egualmente //2^flrf/&M9 di Ge-
lente fautori degli ariani; munito di au- rapoli. LeoneXl I nel concistoro de'3 inag-
torità apostolica, visitò con abito milita- gio 1824 lo conferì a mg. r Giacomo M. a
re le chiese di Siria, Fenicia e Palestina, du Pout di Villafranca, che Pio Vili ai
creandovi molti vescovi, preti e diaconi 5 luglio 1 83o trasferì a s. Diez, Gregorio
.1
SAM S A N 23
XVI ad Avignone e Bourges, ed il Papa trovò coi Massimiauisti uel 394 al con-
Pio IX creò cardinale. cilio di Calbarsussa, e nel quale fu con-
SAMOSATENI, SAMOSATENSI o dannato Primiano, sottoscrivendo la let-
SAMOSATIANI. Eretici così chiamati tera mandata a tutti i vescovi d' Africa.
dal loro capo Paolo di Samosata, vesco- Morcelli, Ajr. chr.
vo d'Antiochia verso il 262. Siccome poi SANCTA SANCTORUM. V. Scale
furono pur detti Paulianisli, a quest'ar- sante, Tempio di Gerusalemme, Ghiesa,
ticolo parlai de* loro errori condannati. Sacrario.
S AMPSEI o SH AMSEI. Settariorien- SANCTUS,SANCTUS,SANCTUS.Io-
tali, de'quali in Haeres. 53 scrisse s. Epi- no e cantico angelico (diversodall'altro,
fanio, non è facile conoscere le opinioni, Trisagio, V.) del Prefazio (F.) della Mes-
non potendosi porre nella classe degli e- sa, che i greci chiamano inno trionfale;
brei,nè in quella de'cristiani,nède'pagani, e si dice e fa parte anche dell' inno del
sembrando i loro dommi un miscuglio de- ringraziamento Te Deum lauda mus^V.):
gli uni e degli Pare che adorassero il
altri. quest'inno si trova in tutte le liturgiegre-
sole; altri credono che ammettessero l'uni- che e latine. E un cantico di lodi e di
tà diDio,f acessero delle abluzioni e seguis- gloria che il profeta Isaia dice che canta-
sero molte altre pratiche della religione vano serafiui ad alta voce alternativa-
i

ebraica: s. Epifanio credette che fossero mente davanti al trono della Maestà di-
gli Esseni (V.), o gli Elcesaiti o Elcesia- vina. Santo, Santo, Santo il Signore Dio
ni,o Samseani, eretici che insorsero nella degli eserciti : della gloria di lui è piena
Chiesa in principio del secolo II. Essi eb- tutta la terra, cantavano alternativamen-
bero per autore l' ebreo El cesai , che si te i serafini, riferisce s. Cirillo, non per-
unì ai seguaci di Ebione (V.) eretico, e chè si stancassero nel cantare, ma perchè
che per farsi autore di setta inventò alcu- si lasciavano l'un l'altro l'onore di cele-
ni nuovi falsi dommi. Nemico della vir- brare le lodi del Signore. E quello che
ginità, obbligava i suoi proseliti a mari- diceva l'uno lo diceva l'altro; onde s. Gi-
tarsi pretendeva che si potesse esterna-
: rolamo per questi due cori di serafini in-
niente adorar gl'idoli, purché il cuore non tese due Testamenti, perocché quello che
i

vi avesse parte. Oltre diversi errori su canta il vecchio è ripetuto e si dice nel
Gesù Cristo, tranne i sagrifici,osserva va- nuovo : nulla è in essi discordante e di-
no la legge di Mosè, rigettando quasi tut- verso. La ripetizione fatta tre volte del-
ti i libri dell'antico e nuovoTestamento. la voce Santo indica il mistero delle tre
Si stabilirono gli elcesaiti principalmen- divine persone in una sola sostanza, per
te nella Palestina al di là del Giordano. cui quest'inno de'serafini fu sempre nel-
SAMUELE (s.) , martire. Sofferse il la bocca della Chiesa. V. Coro degli An-
martirio insieme ai ss. Elia, Geremia, geli. Questa triplicata voce di lode, isti-

Isaia e Daniele(V.), coi quali erasi por- tuita dagli apostoli, fu introdotta a far par-
tato a visitare i confessori condannati ai te del s. Sagrifizio e segue il prefazio; s.

lavori nelle minieredi Cilicia. Ritornan- Sisto I Papa deli 32 comandò che si os-
do a Cesarea nella Palestina, fu arrestato servasse, ovvero ordinò che il popolo la
del pariche i suoi compagni, e con essi cantasse col celebrante, come riporta Ba-
crudelmente tormentato e condannato a roli io, Annal. eccl. ad an. 142, n.°i2; e
morire da Firmiliano governatore della Micrologo, De ecclesiast. observat. cap.
provincia, nell'anno 309. Il martirologio 1 1 : vedasi Santo , e Bona , Rerum H~
romano ne menzione il 16 di febbraio.
fa turg. 1. 2, ciò, ove tratta del rito e ori-
SAMURDA.
Sede vescovile d'Africa, gine di quest'inno. Il Magri, Notìzia dei
poco conosciuta. Donato suo vescovo si vocaboli ecclesiastici, al vocabolo Sanctus
24 SAN SAN
avverte :« Per errore del volgo ignoran- so diconsi sandali, tranne il Papa che nei

te, da alcuni si batte il petto, quando nel- sandali non adopera il colore paonazzo,ma
la messa si odono le sopraddette parole; il rosso e il bianco, dagli altri essi si usano
il chenon fanno le persone intelligenti ". di 5 colori, bianco, rosso, rosaceo, verde e
Il medesimo alla parola Campana (/^.), paonazzo, precisamente secondo il colore
disse che è un abuso il suonarla al San- de'paramenti; essendo tanto le scarpe che
ctus^ perchè non si suona nella cappella lecalze di drappo di seta frammista ad oro
del palazzo apostolico, celebrando il Papa o argento. Ai cardinali quando celebra-
la messa bassa o udendola ; ma siccome no in cappella pontificia coi sandali rosa-

in e c sa non si suona neppure il Campa- cei, questi a loro li somministra la sagre-


nello (V.) all'elevazione dell' Ostia (F), stia papale. I sandali del Papa quando ce-
tranne messe dette nella cappella se-
le lebra pontificalmente, cioè scarpe e cal-
greta,ne seguirebbe do vei\si tal suono pu- zari, sono ricamati decorosa mente con or-
re tenere per abusivo. Avverte peròLam- nati di diverse foggie,col segno della ero*
bertini, Della s. Messa,sez. i, cap. xi, che ce sulla tomaia delle scarpe. Quando il

fu esteso il rito di suonar la campanella al Papa celebra pontificalmente, dopo aver


Sanctus del prefazio,ed all'elevazione del- intuonato l'ora di terza e sedente nel tro-
l'Ostia (e del Calice), per eccitare gli a- no piccolo , frattanto che si prepara per
stanti a divozione (l'origine la riportai ne- la messa, nel modo che dissi nel voi. IX,
gli articoli citati); non sapersene il prin- p. 17, l'uditore di rota suddiacono apo-
cipio , ma doversi mantenere il rito in- stolico ministrante, ricevendo dalsagrista
trodotto ove esiste, essendo ne' sagri riti i sandali ossia scarpe ed i calzari pontifì-
perniciosa la variazione. Celebrandos. Fi- cii sopra un piatto d'argento e coperti di
lippo Benizi, nel tempo della consagrazio- un velo, si reca al trono; ed ivi mentre
ne furono udite dagli astanti le voci degli due votanti di segnatura quali accoliti a-
angeli, che cantavano Sanctus, Sanctus,
: postolicitengono alzate le fimbrie ante-
Sanctus, Domine, Deus Sabaoth. V. Ho- riori della falda,con l'aiuto d'un aiutan-
sanna, ed commentatori e volgarizzatori
i te di camera del Papa stesso (e qua! cu-
degli Inni sagri, come il can. Giandome- stode generale delle sue vesti,che il Chiap-
nico Giulio , Poetica versione degV inni poni in Ada canonìzationis, p. 226, chia-
sacri della s. Chiesa, Torino 1816. Sa- ma sub custode vestium),a questo gli met-
muele Biava, Melodie sagre ovvero inni te i sandali e calzari del colore proprio
volgarizzati,^. 7; ed altri riportati airi- della solennità, avendo già il nominato
cordati articoli, ed eziandio all' articolo cubiculario pontifìcio levate dai piedi del
Trisagio, altro inno insegnato pure per Pontefìcele scarpe usuali; quindi egli cal-
divina rivelazione, chiamato altresì Che- za al Papa altre più nobili scarpe o san-
rubico e trionfale. dali con croce pure bellamente ricamata,
SANDALI, Sandali. Sorta di scarpe e soliti adoperarsi ne'medesimi pontificali.
e calzari, che usano il Papa, cardinali de-
i Questi terminati, dopo aver il Papa depo-
gli ordini de'vescovi e de'preti, non che i sti i sagri paramenti sul letto de'medesi-
vescovi ; gli abbati, altri prelati ed altri mi, gli sono tolti i detti sandali o scarpe ed i

ecclesiastici per privilegio ,


quando por- calzari dall'aiutantedi camera nella stanza
tano gli abiti pontificali. Sono nella for- detta della Ftf/d^/^jCalzaudogli le scar-
ma come le scarpe e le calze , e di que- pe usuali che glia vea levate al detto trono.
ste più comodi perchè ad esse si sovrap- Qualche Papa costumò assumere i sanda-
pongono, fermandosi sopra il ginocchio li ole scarpe e calzari analoghi, avanti di
con fettuccia o nastro. Tanto le scarpe prendere paramenti pontificali, per mi-
i

che le calze dette calzari, che in coojples- nore incomodo, ponendoglieli l'aiutante
SAN SAN 25
di camera. Negli articoli Calze e Calcef, come esprimente le attraversature delle
Scarpe, Fascia, trattai delle antiche co- fascie in croce, di cui formavansi silfalti

perture delle gambe e de' piedi, civili e calcei : ne'calcei de Patrizi si facevano si-
sagre; ed essendo gli antichi sandali ocal- no a 4 di tali intrecciamenti,che Ulpia-
cei de'Papi,e loro odierne scarpe, orna- uo chiamòfasci ae cruales pedulesque, le
te del salutifero segno della Croce, que- quali erano ravvolte una sopra l'altra e
sta si bacia nel Bacio del piede (F.) che si coprivano le gambe; come fra molti mo-
fa loro per venerazione, del quale omag- numenti si vede nell'immagine del buon
gio riparlo a Scarpa, ed eseguito anche Pastore effigialo ne' vetri cimiteriali e nei

senza l'ornamento della croce. Notai nel sarcofaghi di marmo. Alcuni calcei ser-
XL1I, p. 70 ed altrove, che quando i
Voi. i vi vano solo per difendere le piante de'pie-
7
Papi prendevano il Possesso (Z .) coi sa- di dall' asprezza delle strade, e tal sorte
gri paramenti, calzavano pure sandali, i di calceo o sandalo dai greci chiamavasi
e con questi di colore rosso sono sepolti : subligo ,
perchè consisteva in una suola
anticamente si usavano tumulare coi san- che ricopriva la sola piantade'piedi, e in
dali neri, e lo rimarcai nel voi. VI, p. 2 o5, alcuni legacci per fermarlo. Dice Magri
parlando del Cadavere del Papa. I car- al vocabolo Compagi, eh' erano sandali
dinali vescovi ed i cardinali preti, nonché usati dagl'imperatori e senatori romani,
gli altri vescovi, si espongono e seppelli- cosi detti per le varie legature e fascie a
scono coi sandali paonazzi, o scarpe e cal- modo di rete formate; onde alcuni leg-

zari di drappo simile, con quelle avver- gono Campagi. I calcei caligae serrati
tenze che notai all'articolo Funerale. I affatto nel piede, simili allacaliga, la qua-
cardinali diaconiche non hanno l'uso dei le vestiva il piede e quasi mezza gamba,
sandali, si espongono e seppelliscono co- con apertura nel collo del piede per più,
gli altri sagri paramenti loro propri, ma agevolmente calzarli, la quale apertura
con iscarpe nere. Agli altri cui per privi- si affibbiava, dice Buonarroti nelle Osser>

legio fu accordato l'usode'sandali, doven- vazioni sui vasi antichi di vetro, che ta-
dosi stare ai termini della concessione, se lora impropriamente furonodelti sanda-
dessa è stabilita soltanto per la celebra- li. Il Piazza nella Gerarchia cardinali-

zione di alcune feste edivini uffizi, gl'in- zia, p. 708, riferisce che i sandali o sor-
dividui che ne hanno 1' uso non ponno te di calze chiamate calighe furono usati
seppellirsi coi sandali. E regola generale dai soldati antichi romani, e gli diede pre-
per chi ha l'uso demandali, che questi non gio nell'uso Caio imperatore, che da esse
si mettono nelle messe pei defunti, come fu chiamato Caligola, perchè da fanciul-
neppure si fa uso de' guanti nelle mede- lo portò sempre questa specie di scarpe,
sime. I sandali ocalceio calzari degli an- ed anco per acquistarsi con tale uso l'ap-
tichiromani, e propri principalmente dei plauso popolare, come rimarcò Tacito.
senatori, erano scarpe o stivaletti di pel- Tali calighe o calze furono poi usate per
le nera chegiungevano sino a mezza gam- segno d'onore dai cardinali diaconi regio-
ba, con una specie di mezzaluna nelle le- nari della chiesa romana, ad esempio de-
gature, ossia un C, che simboleggiava il gli apostoli, e furono piuttosto appellale

numero cento, quanti furono in origine compagi, per le varie legature e fascie in-
i senatori in Roma, e quanti furono per trecciate a modo di relè, ed aperte di so-
ordinario nelle colouie e ne' municipi! i pra, usate ancora dagl' imperatori e se-
decurioni; perciò si chiamarono calcei lu- natori romani; per cui s. Gregorio I scri-
nati. Fra gli ornamenti de'consoli si com- vendo al vescovo di Siracusa suo legato,
presero i calcei o calzari, detti anche coni' fortemente si querelò contro i diaconi
pagi, vocabolo di greca derivazione, sic- della chiesa di Catauia, perchè avessero
26 SAN SAN
ardire di usare simili sandali apostolici, nudi i sopra piedi : nel santuario di San-
essendo questo privilegio solamenlecon- età Sanctorum di Roma, afferma Maran-
cesso dai predecessori ai diaconi della chie- goni che si conservano i sandali o scarpe
sa di Messina. Magri riferisce che cano-
i di Gesù Cristo; e nella tavola lapidea e-
nici di Messiua, facendo l'uffizio di dia- sistentenella chiesa di s. Paolino alla Pie-

cono calzano tuttofai sandali; e che que- gola di Roma, tra le reliquie vi sono re-

sto privilegio proprio degli antichi diaco- gistrati de' vestimenti di Gesù Cristo e dei
ni romani, laSede concesse ad altridia-
s. suoi sandali. Quando il divinMaestro proi-
coni, ed il Toledo dichiarò:
concilio di bì a'suoi apostoliche non portassero cal-
Compagis vero calceari absque aposto- zari, deve intendere di que'calcei ser-
si

lica licenlia non permittitur diaconis. Il rati che coprivano tutto il piede, non già

p.GiacomoPovyard carmelitano ci diede di quelli che difendevano le sole piante,


l'eruditissima Dissertazione sopra V an- solee o sandali; onde quando l'Angelo li-

teriorità dclbacio de*piedi de' sommi Poti- berò s. Pietro dal carcere, gli disse: Cai-
leficiy all'introduzione della croce sulle cea le caligas luas. Il Torrigio , Grotte
loro scarpe o sandali) e sopra le diverse Vaticane p. 3 52, non solo parla della re-
forme , colori ed ornati di questa parte liquia de' sandali di Gesù Cristo, ma ri-

del vestiario pontificio 3 Pvoma 1807. Pro- ferisce che nella chiesa delle monache di
va l'anteriorità del bacio de'piedi de' Pa- s. Bernardo di Milano si conserva uno
pi, all'introduzione del segno della croce demandali di s. Pietro.I'primi sommiPon-
sulle loro scarpe o sandali, richiamando tefici ed
primi vescovi, imitatori zelan-
i

questo segno alla mente di quelli che si tissimi degli apostoli, immersi anch' essi
prostrano Papi per rendere loro tale
ai nelle persecuzioni e nei patimenti , co-
omaggio Y idea di Gesù.
di venerazione, stretti a fuggire o a nascondersi nelle ca-
Cristo, la sua Croce, e quanto ha patito tacombe, ne'cimiteri e in altri luoghi sot-
per noi, onde 1' atto si riferisca secondo terranei,non ebbero tempo, ne campo
l'intenzione de'medesimi Papi, non alla di abbellire i loro rozzi sandali. Però non
loro persona, ma a Gesù Cristo di cui qui ostante que' tempi infelici , e il ritenere
in terra sono vicari. Indi dichiara cheta- che allora non fossero diversi vestimen- i

le bacio o omaggio ebbe principio con ti degli ecclesiastici da que'de'laici o se-


quelli resi a Gesù Cristo medesimo e a- colari,siccome poscia nella mitra e in al-
gli apostoli, a s. Pietro e successori. Ciò triornamentisi trovauo esempi di abbel-
si praticò innumerabili volte anche dai limenti, quindi pare verosimile che fos-
più potenti sovrani Imperatorie Re(F.) } sero essi solleciti per maggior decoro di
i quali si fecero altresì un pregio di eser- ornare pure i loro calcea menti, nou con
citare diversi uffizi ossequiosi verso il ro- sandali ricchi, perchè questi lasciandosela-
mano Pontefice, sia in quello di Palafre- pre i sopra piedi nudi, non sarebbero con-
niere (V.) con addestrare il loro cavallo, venuti alle sagre funzioni , ma probabil-
sia nella Lavanda delle mani (F.) col mente calcei nobili e onorevoli comuni
versar 1' acqua su di esse, sia ne' Pranzi ai laici; ed inconseguenza ch'essi adope-
(/^.),sia nel sostenere lo strascico de\ Man- rassero a foggia- di scarpe pontificali il

to (F.) pontificale, oltre l'esercizio di al- calceo cavo, ch'era il distintivo de'nobili,
cuni uffici di diacono, vestiti colla pom- senatori e consoli , ora col nome di cai-
pa delle loro sovrane insegue e al cospetto ceus lunatus, ora di mullcus, il quale co-
della gerarchia ecclesiastica, e de'Ioro po- priva tutto il piede dal calcagno sino al-
poli e corte. Le più antiche immagini di la punta del medesimo, senza verun ti-

Gesù Cristo e degli apostoli trovatisi di- rante ne' fianchi, e assai simile al calcea-
pinte con sandali, che lasciano scoperti e mento moderno detto pantofola, come si
SAN SAN 27
vede negli antichi monumenti, eziandio di Ercole erano scalzi, que'di Fenicia u-
de'Papi, enumerati dal p. Povyard. I cal- savano scarpe di lino, gli egiziani avevano
zari di porpora era il i.° distintivo degli scarpe di papiro o scorza d'albero. 11 Pa-

imperatori greci: Du Gange fli risalirne pa però sagrifica col piede coperto, per
l'uso a'primi trionfatori romani; e Baldo- varie ragioni spiegate dai liturgici, e ri-
vino I imperatore latino di Costantino- portate dal p. Bonanni: cioè come com-
poli, li assunse nella sua coronazione. Di- pimento della dignità sacerdotale, per la
venuta la Chiesa libera sotto Costantino il verecondia, perchè come capitano della
Grande3 e<\ il culto cattolico reso pubbli- milizia cristiana dev'essere sempre pron-
co, s. Silvestro I per rendere le sagre fun- to a perseguitare il demonio, ed a cor-
zioni più maestose,incomiciòad usare ve- rere per propagare l'evangelo; inoltre le

stimenti sagri più ricchi, e perciò da se scarpe si vogliono segno d'animo e co-
stesso, o d'ordine di Costantino, come di- stanza, mentre chi è scalzo cammina ti-

cono i suoi atti, sostituì ai calcei cavi sem- mido e tardo, e che il Papa tiene coper-
plici, altri più preziosi per la materia e to il piede, per significare Ja libertà e la
per gli ornati, di lino bianco, calceos seu grazia acquistata da Cristo co'suoi viaggi.
sandalia curii linleis, come i senatori, ed Il Magri poi, Notitia de 'vocaboli eccle-
altrettanto a 'cardinali della chiesa roma- siastici, all' articolo Sandalia, dichiara
na concesse. Uno de'suoi calcei di velluto che i sandali sono usati da'vescovi nella
in seta verde oscuro, con ornamenti, ed messa, per denotare che devono teuere
altro di s. Martino I di color rosso oscu- i piedi calzati e preparati alla predicazio-
ro, che si conservano tra le reliquie della ne; erauo però que' de'primi secoli aper-
chiesa de'ss. Silvestro e Martino a'Monti ti dalla parte superiore, come quelli dei
di Roma, d'uopo convenire, che in gè-
fa cappuccini. Inoltre significare i sandali
neredi scarpe pontificali, sono più anti- i l'incarnazione del Verbo, ricoperto colla
chi monumenti di questo genere che pos- spoglia della nostra umanità; ed alcuni
sa offrire l'antichità ecclesiastica. Quan- scrittori li chiamarono pedules, calcei,
to alla forma della scarpa di S.Silvestro soleae. L'uso di portar la croce ne'sanda-
I, essa è conforme a quella delle scarpe li è antichissimo, come si vede nelle pit-
o calcei cavi delle figure de'monumenti ture di mosaico delle chiese di Roma. Ne!»
del 2. , 3.°, 4^° e 5.° secolo, e simile alle la tribuna di s. Prassede si vede la figura
imperiali esenatorie de'primi secoli. Me- di s. Pasquale I dell'8 r
7 con una crocet-
glio parlo de'sandali all'articolo Scarpa, ta bianca nella punta de'sandali, secondo
Il p. Bonanni, La Gerarchia ecclesia' il costume di que'secolij così ancora nella
stica, considerata nelle vesti sagre, cap, tribuna di s. Agnese, riedificata nel 62^
55: Delle vesti usate dai vescovijdìce che da Onorio I nella via Nomentana, si ve-
in primo luogo si prescrivono le scarpe, de quel Papa colla medesima crocetta.
col nome di sandalia e calighe con cui Nella cappella di s. Maria adfontem, vi-
si comprendono le scarpe e le calze, u- cino al battistero Lateraueuse,eretta da
sandosi le une eie altre dai vescovi, qua- i Giovanni IV del 640, si osservano due
li volendo celebrare solennemente, pri- Papi colla crocetta nelle punte de'sanda-
ma si pongono li calzari de'sandali di taf- li. Aggiunge che anticamente tutti gli ec-

fettanoo altro drappo paonazzo,e dopo le clesiastici usavano sandali per modestia,
scarpe o sandali. Ai sacerdoti ebrei non sebbene con qualche differenza secondo
era lecito orni re sagri fìzi co'piedi calza- la diversità dell'ordine, leggendosi né'ca-
ti,costume che non fu sempre osservato Magno, lib. 5, cap. 219;
pitolari di Carlo
dai sacerdoti gentili, che per lo più sa- Ut unusquisque presbyter missam or-
grificavano col piede coperto: i sacerdoti dine romano cum sandalis celebret. 11 ve^
28 SAN SAN
scovo prima portava i sandali allacciati rochi, t. 2, riporta che i sandali erano di-
per denotar l'accennata prontezza in pre- stintivo de' canonici antichi. Giovanni
dicare la parola divina, così pure il dia- XIII nel conciliodi Ravenna del 967 con-
cono; ma il sacerdote e il suddiacono a- cesse all'arci vescovo di Magdeburgo, che
doperavanoi sandali senza legatura. Ma i suoi 12 preti, 7 diaconi e 24 suddiaconi
sull'introduzione della croce sulle scarpe cardinali, cioè cattedrali, nelle feste po-
o sandali pontificii, con critica e partico- tessero usare sandali. Dal medesimo Pa-
i

lare erudizione, Povyard confuta Ma-


il p. pa ottenne Teodorico vescovo di Metz,
gri, ed il gran numero de' vari scrittori, per l'abbate di s. VincenzodiMetz, di po-
che male interpretarono monumenti an- i tere usare la dalmatica e i sandali. Nel
tichi,travedendo negli ornati demandali o 1049 s* L eoQ e IX trovandosi iu Colonia,
scarpe la figura della croce, la quale prò* accordò 1-7 preti della cattedrale, che ce-
priamente solo comparisce nel Papa In- lebrando ogni giorno all'altare di s. Pie-
nocenzo VII del i4°4> come dico a Scar- tro i divini uffizi, assumessero i sandali :

pa, parlando di quella del Papa. Voglio- l'uso di questi Re-


accordò al l'abbate di s.

no alcuni che s. Clemente 1 Papa del migio di Reims; nelio5o a Ricario ab-
93 tra le sagre vesti prescritte ai vesco- bate di MonteCassino e successori, la dal-
vi vicomprendesse sandali. Il p. Bo- i matica, i sandali ed i guanti nelle prin-
nanni dice che s. Bonifacio 1 del 4 8 pre- 1 cipali feste messe solenni; nelio53
per le

scrisse l'uso dei sandali a tutto il clero, concesse ancora l'uso de' sandali all' ab-
ma differenti da quelli de* vescovi, cioè bate di s. Giustina di Padova. Alessan-
una specie di scarpe, come pianelle, e dro II nel 1062 accordò la mitra e san- i

senza legatura. Ma perchè tale uso si co- dali al capitolo d' una chiesa di Boemia.
minciò a praticare indifferentemente dai Urbano II nel 1088 conferì il privilegio
diaconi e suddiaconi, con l'abuso anco- demandali all'abbate di Cluny. Lucio II
ra di altri indumenti propri de' vesco- del 1 44 accordò a Ruggiero I re di Si-
1

vi, fu proibito 1' uso dei sandali ai sacer- cilia 1' uso del bacolo, anello, dalmatica,
doti, diaconi e suddiaconi. Tale proibi- mitra e sandali. Eugenio III confermò nel
zione deduce particolarmente dalla let-
si 1 145 ai canonici di Colonia il privilegio
tela 28 del lib. 2, di s. Gregorio I del 590. dell'uso delle mitre, dalmatiche, e sanda-
Restarono quindi i sandali còme orna- lisecondo Nardi ma Novaes narra die :

mento de'vescovi, ed in progresso furono a'7 canonici che da s. Leone IXaveano


accordati dai Papi per singoiar privilegio ricevuto i sandali, aggiunse la dalmatica
ad alcuni abbati di monasteri insigni, e e la mitra, assistiti da altrettanti diaconi e
poi a tutti gli abbati regolari secondo l'Or- suddiaconi, con l'uso demandali. Per non
dine Romano, come avverte Bona e. 24,
§ diredi altri, all'abbate di Corbeia, cui nel
9 della sua Liturgia, assegna i sandali agli 1 154 Anastasio IVavea accordato il pri-
abbati, dicendosi ove si tratta della loro vilegio dell'anello., il successore Adriano
ordinazione : Episcopos dal ei baculiun, IV aggiunse quello demandali e della dal-
et pedulas, per la quale parola dice do- matiea. A Ravenna dissi dell'uso deman-
versi intendere i sandali. Anastasio Bi- dali concesso a'eanonici, così parlando di
bliotecario dice nella vita di Stefano IV altre cattedrali, e negli articoli denomi-
del 768, incombere al suddiacono met- ornamenti vescovili propri dei
nati e altri
tere i sandali al vescovo. Prima dell'ele- vescovi. Notai a CAHORSche il vescovo,co-
zione di quel Papa s'intruse l'antipapa me conte della città, celebrava pontifi-
Costantino, al quale nella deposizione fu calmente cogli stivali muniti di speroni in
strappata la stola e tagliati i sandali, co- vece demandali, ed accanto all'altare te-
me notai nel voi. II, p. i86.Nardi,£fc'/*xr- neva la spada, la miccia accesa e la ma-
SAN SAN *9
nopola. A Sarsina che quando pon-
dissi, Magni, ejusque parentum imaginesaere
tifica il vescovo, si pone sulla credenza incisas et a Joanne Diacono diligentis-
un elmo, la spada e gli speroni, in memo- sime descriptas, atquc in corwndem ve-
ria della sua antica signoria temporale. stimenta, etcalceamenta,praesertim ve-
Nella casa imperiale eranvi gli oflizi dei ro in sandalia s. Gregorii I, hoc est, in
sandalari, de' sandaligeri e sandalige- calceos Ponlificios Cruce insignilos ad
ridi, e puerì a pedibus. Si chiamavano stimmi Pontificis pedes osculandasj ncc
Sandaligeriili gli schiavi che portavano non in Pallium Pontificium, ac denique
e custodivano i sandali de'loro padroni, in tabulam quadralam ad occiput ejus-
mentre questi stavano collocati sui letti dem sancti, ec. Romae 1 5g5». Caerem.
ne* Pranzi (P^.), quando sortivano di ca* Romanum, lib. 1 ,c. 1 5. Giorgi, De Liturg.
sa, ec. Plauto annovera questi schiavi tra Eom. Pont. e. i4> p- 1 17- Sarnelli, Lett,
quelli che più avvicinavano loro padroni. i ecclesiastiche : t. 3, lett. 28. De femorali
Il quartiere di Roma ove stavano mani- i dell'antico Pontefice, e se loro corrispon-
fattori demandali, ed anche i librari, co- dono-i sandali de 'vescovi : t. 7, lett. 34-
me afferma A ulo Gellio, si chiamava San- Dell'uso de'femorali. Giulio Negroni, De
datario. Galletti, Del Primicero, p. 266, caliga veterum disserlatio, Amstelodamii
parla della scuola de sandalari di Sabi- 1667. Jo. Christop. Sagittarii, Disserta-
na, avente il priore e il protettore. Nel- vo de quaestione an Hebraei nudis pe-
V Elogio storico di mg.r Fabi vescovo di dibus incesserint? Jenaei644- Ant. By-
Amelia, di mg. r Fabi Montani, a p. 8 si 1 naey, Dissertano de calceis Hebraeorum,
narra, che Pio VI ad altri doni co'quali Dordraci 171 5, ma è un maligno com-
onorò quel vescovo, aggiunse 3 paia dei mento a'sandali usati da'Papi.J.Cristoph.
suoi medesimi calzari con sandali di vari Vithmanshausen, De calceo Hebraeo-
colori (cioè scarpe e calzari), dandogli fa- rum deponendo, Jenae 1721.
in sacris
coltà di usarli nelle sagre funzioni, colla Guill.Volandus, De sandaligerulis He-
stessa croce papale; privilegio singolaris- braeorum, Wittembergae 1 7 1 2. J.Adam.
simo ch'egli usò come grazia veramente Konig, De ritti portandi calceos, Amste-
particolare; ma nella repubblica del 1 798, lodamii 1702. Menochio, centuria V, e.

per avidità d'oro, furono tolte le croci che 1 2: Seche entravano nel Tempio
quelli
a perpetua memoria si .doveano custodi- di Gerusalemme per farvi orazione, o per
re gelosamente. Si chiamano pure san- offerir sagrifizi, vi entrassero e stessero a
dali quelli formati con semplice suola con piedi nudi? Jo. Fred.Durrii,Dmerf. duae
fascia di cuoio o di canape, usati dai re- de veterum calceamentis, Altdorfiii682.
ligiosi e dai confrati de'sodalizi,come no- Heur. Tob.Bi ttneri, Commentarla de cal-
usando zoccoli
tai ai loro articoli, altri i ceis veterum, Altdorfii 1740. Ant. Jul.
di legno. Nel i43 ei44 r, P or "
voi. II, p. Vanderhardt, De more calceos subiiga-
tai l'edificante modo comeLeone XII an- cu lis suis solvendi in dissert. de sludiis per
dò in processione nell'anno santo 1825, colloquia cum eruditis, Helmstadii 728. 1

coi piedi nudi e i detti sandali. Burette Sk^BOMm(Sandomirien). Città con


nette Dissertazioni sullamusica degli an- residenza vescovile nella Polonia, voivo-
tieni, dice che si servivano de' sandali d :
dia del suo nome, capoluogo di obvodia,
legno o di ferro per battere la solfa, af- a circa 20 leghe da Radom e da Lubli-
fine di rendere più sonora la pe»\,ussio- no, sulla sinistra spondadella Vistola, che
ue ritmica. Su questo argom*\ito, oltre i la separa dalla Gallizia, a 2 leghe 174 dal
citati, fra gli altri scrissero; Angelo Roc- confluente. E' cinta da un muro e da una
ca, De calceis PoM^ciis ernee insigni- fossa, ma fabbricata in legno. Anticamen-
ùs, ec. uè' suoi Scholia in s. Gregorii I te vi fecero residenza i re di Polonia. La
3o SAN SAN
voivodia di Sandomir o Sandomirz, che via;laonde nel concistoro de*25 gennaio
ha per capoluogo Radom, offre un suolo i844 1° trasferì a questa sede di Sando-
piatto e generalmente sabbioniccio, che mir che governa. La diocesi si estende
dividesi con ampie foreste, paludi egran per larghezza in 24 miglia polacche, ei 8
numero di stagni. Ricco e svariato è il per lunghezza, con 200 parrocchie e altri
regno minerale : vi si lavora particolar- luoghi. Ogni nuovo vescovo è tassato nei
mente il ferro, il piombo, il rame, ilzin- libri della camera apostolica in fiorini
co. La cattedrale di Sandomir è intitola- 1 1 12, con scudi 4ooo per mensa, secon-
ta alla Natività della B. Vergine, con bat- do 1' ultima proposizione concistoriale,
tisterio e cura d'anime che si amministra mentre nella precedente si dice 6000 e pa-
da un vicario. Il capitolo si compone di gati dall'erario.
3
4 dignità, lai. delle quali è il decanato, S ANDO VAL Bernardo, 'Cardinale.
di 8 canonici colla sola prebenda del pe- Spagnuolo de' marchesi di Denia, dive-
nitenziere, di 6 vicari e altrettanti man- nuto per la specchiata sua virtù e can-
sionari, e di altri preti e chierici pel divi- dore di costumi, celebre e famoso in tut-
no Vi è un' altra chiesa parroc-
servizio. ta la Spagna, guadagnatosi colle sue vir-
chialecols. fonte, due conventi di religio- tù l'animo del re Filippo IH, fu successi-
si, un monastero di monache, l'ospedale, vamente nominato a' vescovati di Jaen,
il seminario, il ginnasio. Manca di episco- Pamplona, Città Kodrigo.Quindi in gra-
pio verum supremum Poloniae regimen
: zia del duca di Lerma favorito del re,
ea auaeadsplendidam habitatìonem ne-
3
Clemente Vili a'3 marzo i5q8 lo creò
cessaria sunt , episcopo suppeditat. Pio cardinale prete di s. Anastasia , arcive-
VII colla bolla Ex imposita 3 òe'3o giu- scovo di Toledo , divenendo ancora su-
gnoi8i8, Bull. Rom. cont. 1. 15, p. 6t, premo cancelliere di Casliglia, inquisito-
istituì la sede vescovile, ne circoscrisse le re generale in tutti i domimi della mo-
parrocchie e la diocesi, eia dichiarò suf- narchia spagnuola e regio consigliere, i
fìaganea dell'arcivescovo di Varsavia. Di- quali impieghi furono da lui esercitati con
poi nel concistoro de' 17 dicembre 18 mirabile fedeltà e piena soddisfazione del
19
nominò 1

vescovo fr. Prospero Burzyn- sovrano. Nel governo di sua metropoli-
skiminore osservante riformato,di Thor- tana si studiò con impegno di dare ese-
zewc diocesi di Uladislavia. Dopo il 1 83 cuzione a'decreti del Tridentino; in con-
restò lungamente la sede vacante, però seguenza de'quali visitò la diocesi, cele-
amministrata dall'ausiliare Alessandro brò il sinodo e il provinciale concilio, nei
Debranoki di Premislia , fatto in detto quali furono stabiliti ottimi statuti, con-
concistoro da Pio VII vescovo di Leon- ducenti alla disciplina del clero e alla ri-

topoli inpartibus. Gregorio XVI nel con- forma del popolo, la quale affinchè si
cistoro de'24 gennaio 1842 credette di mantenesse costante e durevoIe,studiossi
por fine alla vacanza del vescovo preco- di promuovere con ardore la pietà e le
nizzando Clemente Bakicwicz di Chmiel- lettere, non collesole parole, ma ancora
nik diocesi di Cracovia, ma egli era mor- con l'esempio.Imitalore de'santi vescovi,
to a'2 gennaio, per cui l'imperatore Ni- adempì religiosamente i doveri imposti
colò 1 nominòcon ukase,che si legge nel- al pastorale ministero, anche con predi-
Y Allocuzione di Gregorio XFJde 22 care sovente, istruire i fanciulli e gl'i-
r
luglio 1842, n.°88, l'odierno mg. Giu- dioti ne' misteri della fede, ed ascoltare
seppe Gioacchino Goldtmanndi Veyhe- le sagramentali confessioni. Eresse nella
ropoli diocesi di Cuja via, che lo stesso Pa- sua metropolitana una sontuosa cappella
pa nel 838 avea eletto vescovo di Cali-
1 in onore della B. Vergine, fondò in Al-
sto in partibus e suflrnganeo di Uladisla- calà un monastero di religiose, e un con-
SAN SAN 3i
vento di cappuccini in Toledo, dove pa- di religiosi, ed i suoi famigliari erano per-
rimenti istituì diversi benefizi ecclesiasti- sone pie, oneste, esemplari, ed il cardi-
ci. La chiesa titolare di s. Anastasia pro- nale un modello di probità, di zelo e di
vò gli effetti di sua munificenza, edifi- Promosso all'arcivescovato di
religione.
candone il portico,che però rovinò in una Toledo e dichiarato supremo cancelliere
notte d'inverno. Le chiese povere furono di Castiglia e consigliere di stato, ritenne
da lui provvedute delle necessarie sup- sempre lo stesso tenore di vita, lasciando
pellettili, sovvenuti i bisognosi, tra'quali in morte eredi que'poveri che con tanto
distribuiva ogni anno 5o,ooo scudi: in amore aveva sovvenuto e beneficato vi-

19 anni di vescovato, oltre il già detto, vendo. Chiamato dal Signore a godere il

si che impiegasse in opere pie e


calcola frutto di quelle limosine, che per le mani
limosinei5o,ooo scudi. A torto dunque de' miserabili erano già state depositate
l'Amydenio calunniò questo cardinale di ne'tesori del cielo, passò da questa all'im-
soverchia avidità in cumulare denaro. Fi- mortale vita in Toledo nel 1 665, d'anni
nalmente nel 1618, d'anni 72 e pieno di 78 non compiti, e 5o di cardinalato, e fu
meriti, passò dalla transitoria all'eterna sepolto nella sua chiesa. Diversi letterati
vita in Madrid, e trasferito il suo corpo gli dedicarono le loro opere, tra'quali De
in Toledo,fu sepolto nella metropolitana, Lugo poi cardinale. Nella chiesa di Cal-
con prolisso e ben meritato elogio. cata vede una lapide in sua memoria.
si

SANDO VAL MOSCOSO Baipassare, Il gesuita Alfonsod'Andrada pubblicò,


Cardinale. Nato d'illustre prosapia nella Idea del perfedo prelado en la vida del
Spagna, compiti con successo suoi studi i carderia l d. B alias sar de Moscoso-y-
nell'università di Salamanca e nel colle- Sandoval arcobispo de Toledo, Madrid
gio d'Oviedo, ottenute le insegne di dot- 1668.
tore, fu incaricato della presidenza di tale SANDO VAL ROJAS Francesco, Car-
università e fatto decano della metropo- dinale. Spagnuolo de' duchi di Lerma,
litana di Toledo, arcidiacono di Guada- abbracciati fino da'primi anni gl'impie-
laxar e regio cappellano. Quindi ad i- ghi della corte, pel suo ingegno si avan-
stanza del re Filippo 26 anni fu
III, di zò presso re Filippo III a tal potente gra-
da Paolo V a'2 dicembre 6 1 5 creato car-
1 do d'autorità, che disponeva a suo talen-
dinale prete di s. Croce in Gerusalemme, to della monarchia di Spagna. Perduta
vescovo di Jaen e di Seez, celebrando nelle la moglie, s'invaghì dello stato clericale,
due chiese il sinodo, e visitandone le dio- onde per le premure regie a* 26 marzo
cesi, vi fondò conventi pe' cappuccini, e 1618 Paolo V lo creò cardinale prete,
un ospedale pe'poveri. Largo e profuso ma senza titolo per non essersi portato
co'miserabili,avea sempre le mani aperte nella curia romana. Ciacconio però affer-
per sovvenire alle loro necessità, e non ma ch'ebbe iltitolo di s. Sisto, che forse
giammai che si partisse dalla sua pre-
soffrì col cappello avrà conseguito per distin-
senza alcun mendico malcontento, som- zione, e trattato pel suo credito e pote-
ministrando loro assai più che non chie- re come i principi regi. Delle immense
devano o spera vano.Non vi fu bisognoso o ricchezze che avea cumulato, gran parte
tapino che sfuggisse agli occhi penetranti ne impiegò in onore di Dio e vantaggio
di sua generosa carità ; onde fu un pro- del prossimo, avendo tra le altre cose as-
digio che le sue rendite fossero sufficienti segnato alle università di Salamanca, di
per tante e sì profuse elemosine. I soli po- Vagliadolid e d'Alcalà annue rendite per
veri che alimentava in Roma, nel tempo 29,000 scudi. Finì di vivere nel 1 625 in

in cui soggiornò, ascesero a più migliaia. Vagliadolid, in credito d'uomo grande


La sua casa era simile ad un monastero e singolare nel maneggio degli affari pò-
32 SAN SAN
Narra l'Amydenio, che mentre era
litici. ronza alla s. Sede non volle mai valei

i.° ministro di Spagna, oltre l'immensa del diritto di farsi precedere dalla croc<
copia di regali, aveva una rendita di Nel i5o8 divenne vescovo di Sabina, e
800,000 scudi l'anno. Altri scrivono che chiuse in pace i suoi giorni in Roma nel
il cardinale fu accusato per vari capi di 1 509, di 60 anni, dopo essere stato in
suo stesso figlio il duca
delitti atroci, dal due conclavi. Venne sepolto con elegante
di Uzedo, e da Luigi Alliaga confessore iscrizione avanti l'altare maggiore della
del re, fino di aver cagionata la morte collegiata de'ss. Celso e Giuliano, di cui
della regina Margherita, per non aver e- era stato arciprete amorevole. De' suoi
moli nella grazia del re, il quale non po- averi istituì erede la confraternita d\San-
tendolo più sostenere in faccia al mondo eiaSanctorum , lasciando 6 volumi di
con tante macchie, ne punirlo per riguar- commentari sulle leggi canoniche. L' Ar-
do al grado cardinalizio e per difetto di gelati produsse il catalogo di sue opere
prove,deliberò d'allontanarlo dalla corte. edite ed inedite.
SAN GENES IO. Luogo presso Lucca SANGRO Oderisio, Cardinale. Nac-
ovefu tenutoun concilio nel i074» con ro ' que nella provincia di Campagna dalla
ì canonici diLucca. Reg. 1. 26; Labbét. 1 o; nobilissima famiglia de'conti di Sangro,
Arduino t. s. Ginesio della Marca
6. Di ed abbracciò giovinetto la regola di s. Be-
parlai ne' voi. XL,p. 290; dell'abbazia di nedetto in Monte Cassino (V.). Divenu-
s. Genesio nel voi. LVil, p. 34 e 35. to prevosto di quel celebre monastero,at-
SANGIORGIO Gio. Antonio, Car- tese con indefessa applicazione allo stu-
dinale. Nacque nobilmente in Milano, fu dio delle lettere, talché fu incredibile il

professore de' canoni in Pavia, e prevo- profitto e I' avanzamento che in pochi
s. Ambrogio in Mila-
sto della basilica di anni fece nell'acquisto delle scienze, pel-
no. Sisto i4?9 '° ^ece vescovo di
IV nel le quali si rese celebre e famoso, non che
Alessandria della Paglia, ad istanza del tenuto in somma riputazione in detto
duca di Milano, il quale lo spedì oratore monastero da' suoi confratelli, quali fe- i

a Matteo Corvino re d'Ungheria. Risentì cero sempre di lui grandissimo conto, e


ben presto la sua chiesa gli effetti della spesso Io impiegarono in rilevanti alfari.
sua generosità e beneficenza, avendo ar- La fama di sua dottrina propagata da per
ricchito la sagrestia di preziosi arredi, ab- tutto, mosse Pasquale 1 nel 1 1 o 1 1 1 1 1 1

bellita la cattedrale, e per essa acquistato a crearlo cardinale diacono di s. Agata.


ampio sito per fabbricarvi comoda abi- Indi nel concilio di Laterano del 1 1 22 fu
tazione pe'canonici. Siccome riputato per da Calisto II trasferito nell'ordine dei
uno de' più eccellenti e dotti giureconsul- preti, col titolo di s. Ciriaco alle Terme,
ti tempo, come ne fanno fede le
del suo e nel seguente anno fu eletto successore
opere legali da lui date alla luce, lo stes- di Gerardo abbate di Monte Cassino.Du-
so Sisto IV lo chiamò in Roma, lo am- rante il suo governo introdusse la disci-

mise tra gli uditori di rota, finche Ales- plina monastica nella Dalmazia, fondan-
sandro VI a'2 agosto o settembre 1493
1 do un monastero in Ragusi e molti be-
lo creò cardinale prete de' ss. Nereo ed nefizi nel suo monastero di Monte Cas-
Achilleo,eneli5oo vescovo di Parma, do- sino. Compose un volume di sermoni, e
ve risarcì quasi da'fondamenti l'episco- si trovò presente all'elezione di Gelasio II

pio, e fornì di nobili suppellettili la cat- e Onorio II, del quale non potè scansare
tedrale. Inoltre gli fu accordato il titolo l'indignazione, per averlo tenuto in poco
di patriarca di Gerusalemme, colla lega- conto nel cardinalato e meno nel ponti-
zione di Roma (/'.), in assenza di Ales- ficato. Accusato a Onorio 11, da Adenol-
sandro VI e di Giulio li, dove per rive- fo conte d'Aquino, d'ambizione e prepo-
SAN SAN 33
lenza, il Papa intimò al cardinale di re- rocche insospettito Urbano VI che il car-
carsi in Roma per giustificarsi. Ma egli dinale avesse cospirato con Carlo III con-
dimostratosi contumace a tale intimazio- tro la sua vita, lo fece chiudere in tetro
ne, che per tre volte gli fu replicata, pel carcere,dove afflitto con gravissimi tor-
prelesto che Onorio
mal preve- II fosse menti, dopo essere stato trasportato a
nuto,nellu 5/ settimana della quaresima Genova, venne condannato insieme con
del 125 fu deposto dal governo di Mon-
i 4 suoi colleghi air ultimo supplizio nel
te Cassino. Ricusò il cardinale di sotto- i385. Questa orrenda tragedia descris-
mettersi a quella sentenza,e obbligato dal sero, Maimbourg nella Storia dello sci-
J
popolo del vicino s. Germano a ritirarsi, sma d occidente} t. 1, p. 14; Becchetti, 1

si assicurò di alcune fortezze dipendenti Storia ecclesiastica, 1. 1, p. 207.


dal monastero, e cominciò a invadere o- SAN GIOVANNI DE LA PEGNAo
stilmente i feudi del medesimo ; laonde DE LA ROCCA. Monastero nell'Arago-
Onorio II si vide obbligato a procedere un concilio nel 1062,
na. Quivi fu tenuto
coll'anatema. Mori in Monte Cassino nel in cui fudeterminato che i vescovi d'A-
1 126, senza sapersi se si ravvedesse dei ragona sarebbero scelti fra* soggetti di
suoi falli, al dire diCardella; ma ho let- quel monastero. Reg. t. 5j Labbé t. 9;
to altrove che si pentì e abdicò a Onorio Arduino t. 6.

li l'abbazia. SANGUE, Specie sacramentale e fle-

SANGRO Gentile, Cardinale. Na- liquia del preziosissimo Sangue di Gesù


poletano di nobilissima e antichissima fa- Cristo e de' santi. 1 1 sangue è quel liquido o
miglia, essendo protonotario apostolico, fluido rosso vermiglio, che scorre nelle ve-
Urbano VI 8 028 settembre 1 378 lo
a'i ne e nelle aitevìe-.Sanguis^ruor. Dìo proi-
creò cardinale diacono di s. Adriano, e moudo di mangia-
bì sino dal principio del
legato di Napoli, dove si mostrò severo e re sangue o rappreso nelle membra de-
il

crudele contro i vescovi, abbati e altri ec- gli animali, o da essi separato, perchè il

clesiastici del partitodiGiovanna I e del- sangue è quasi la vita dell'animale^ per-


l'antipapa Clemente VII: alcuni ne car- chè la vita animale dipende talmente dal
cerò, altri tormentò, altri spogliò delle sangue, che l'anima non può vivere sen-
dignità e prebende, in modo che Urbano za il sangue stesso. Da ciò derivano i di-
VI potè in un giorno creare Zi napole- versi significati di questa parola nella s.

tani fra vescovi e arcivescovi, seguaci di Scrittura. Dio erasi riservato nella legge
Carlo HI Durazzo da lui riconosciuto re antica il sangue delle vittime, come pa-
di Napoli. Ne di questo contento,il cardi- drone assoluto della vita e della morte:
nale alla presenza del re e de'baroni del permise però il mangiarne le carni. Gli
iegno,come d'immensa moltitudine, nel- apostoli rinnovarono la proibizione di
la chiesa di s. Chiara obbligò Leonardo mangiare il sangue ma questa legge fu
:

Giffone già generale de'minori osservan- fatta per regolare i giudei, e diminuire
ti, e Jacopo d'Otranto anticardinale di l'orrore che avevano di trattare frater-
Clemente VII, il vescovo di Chieti e Mas- namente coi pagani convertiti. Isagrifizi
sello abbate, altri partigiani dell'antipa- che consistevano nell'offrire a Dio frutti i

pa, a gettare colle proprie mani nel fuo- della terra, e nell' immolare sugli anti-
co ivi apparecchiato i cappelli cardinali- chi altari diverse sorta d'animali, e in of-
zi, e le insegne vescovili e abbaziali, non frire a lui il sangue, furono quale figura
che ad abiurare il falso Pontefice e rico- del sagrifizio sanguinolento di Gesù Cri-
noscere il legittimo Urbano VI. In se- sto, per cui T uomo dovea essere riscat-
guitoDio permise, che a lui toccasse peg- tato, e del gran sagrifizio dell'Eucaristia,
gio di quanto avea fatto ad altri. Itnpe- che dovea appartenere alla nuova allean-
VOL. lxi. 3
34 SAN SAN
za. Nell'evangelo di s. Ma Ileo, pre zzo di ti. A Eucaristia parlai del domma che
sangue sono chiamati i 3o Denari (l.)> ilcorpo e sangue di Gesù Cristo è nel
che Giuda gettò nel tempio pentito di Pane o Ostia e nel Fino, che il sacerdote
aver tradito Gesù campo di sangue fu
: cousagra nella Messa. Degli eretici che
chiamato quello che fu comprato da'sa- impugnarono tale domma parlai ai loro
cerdoti coi medesimi 3o denari. Come articoli, come de' Sagramentari , che se-

nell'antica legge vi erano de'sagrifizi per guendo gli errori di Berengario eresiar-
il peccato, e che nel giorno della solen- ca, pretendevano che il Sagramenlo del-

ne Espiazione (V.) giudica vasi falla la l'Eucaristia rappresentasse solamente in


remissione de'peccati del popolo coll'a- figura il corpo e sangue Gesù Cristo,
di
spersione del sangue di una vittima, s. e che nella Consagrazìone non accadesse
Paolo fa un paragone Ira questi sagrifì- mutazione alcuna nella sostanza del pa-
zi e quello di Gesù Cristo. Osserva che ne e del vino. Anche gli Albìgesi caddero
i peccati non potevano essere cancellali nell'errore in rigettare la preseuza reale
col sangue degli animali; che quest'asper- di Gesù A Ostia
Cristo nell'Eucaristia.
sione del sangue non altro poteva puri- sagra non solo ricordai che dicesi ezian-
ficare che il corpo; ma che il sangue di dio Corpo e Sangue di Gesù Cristo, che
Gesù Cristo cancella veramente peccati, i dal sacerdote si spezza ed una parte si
purifica le anime nostre, e ci rende de- pone nel calice, tanto dai latini che dai
gni di entrare nel cielo, di cui 1' antico greci; ma ancora delle sagre ostie di Boi-
santuario non era che la figura. Leggia- sena, di Daroca che stilla-
e altri luoghi,
mo nel nuovoTestamento cheGesù Cri- rono sangue vivo. La ss. Eucaristia è quel
sto è il Redentore del mondo, e che die- ritrovato ammirabile della mente del-
de la sua vita, e sparse il suo preziosis- l'Uomo-Dio, col quale ha saputo rinve-
simo sangue per la redenzione di tutù, e nire il modo di ritornarsene all'Eterno
che il nostro riscatto fu fatto col sangue di vin suo Padre, e restarsene con noi fino
dell'agnello immacolato Gesù Cristo i : allaconsumazione de'secoli,di sagrifìcarsi
beati gli dicono nell'Apocalisse, ci hai ri- continuamente su nostri altari per con- i

scattati a Dio col tuo sangue. Essendo servare le sue vittorie sopra l'inferno: è
stato Gesù sul Monte Calvario (V.) CiO' quell'effetto amoroso del cuore di un Dio,
ce/isso (/^.),dopo spirato un soldato spie- pel quale è arrivato ad apprestare le sue

tatamente colla [cincia (V.) gli aprì il carni medesime ed il sangue a cibo e be-
costato, donde usci sangue e acqua. Dice vanda preziosa per sostentamento e spiri-
Rinaldi all'anno 34, n.°i 32, che da Me- tuale nutricazione nostra, perchè ci man-
tafraste si riferisce , che Maria Vergine teniamo nella vita di grazia. Si cerca da-
raccolse, per quanto le fu lecito, l'uno e gli eruditi, se nel venerdì santo si conser-
l'altra, e che aiutò intrepidamente colle vava, oltre la specie del pane, anche quel-
proprie mani a deporlo dalla Croce ( F.) la del vino. s. Ge-
Nel Sagramentario di
e pose nel suo santo seno i Chiodi (F.) Tommasi, Opere p.
lasio I, del cardinal
che gli ferirono le mani e i piedi. Anche 63, si legge Procedunt curii Corporc et
:

Niceforo greco attesta che la B. Vergine Sanguine Domini, quod ante die remali'
sotto la croce raccolse in un vasetto del sit, et ponunt super altare. Il Martene ,

sangue del divin Figlio. 11 Salvatore isti- De antiq. Eccl., 3,p.24, 276, con l'au-
t.

tuendo la ss. Eucaristia (V.), disse ai torità di altri sagramentari sostiene, che
suoi discepoli, presentando loro il calice si conservava l'uno e l'altro. Ma il Mabil-
del Vino Questo è il mio sangue,
(V.): lon, Mus. Ilal. anche ilVez-
t. 2, p. 7 i,ed
il sangue di una nuova alleanza, che sarà zosi ne't. 5, p. 84, t. 6, p. 66, Opere del
sparso per molti in remissione de'pecca- cardinal Tommasi, pretendono, che sot<
SAJNT SAN 3 7

10 l'indicazione del Corpo e del Stagne patriarca di Costantinopoli eretico mono-


di Cristo, debba intendersi la sola specie telita, accostandosi al sepolcro di s. Pie-
r
del pane. All'articolo Comunione trattai tro, ed ivi dal Calice (f .) consagrato slil

di quella sotto le due specie del pane e del landò nel calamaio del sangue di Cristo,
vino, segnatamente ne'§§ II e VII. La va- scrisse con questo liquore la sentenza di
ria disciplina circa la comunione sotto l'u- scomunica e di deposizione contro quel-
na e l'altra specie si costumò tanto in o- l'ostinato eretico* Che la Chiesa usò al-
riente che in occidente. Anticamente i fe- trettanto nelP 869 nel concilio Vili di
deli per lo più si comunicavano sotto am- Costantinopoli, per ordine dell'imperato-
bedue le specie^ e sotto l'unao l'altra, non reBasilio,nella condanna del patriarcaFo-
essendovi in delta epoca alcun precetto zio. Questi comparve nel sinodo co'suoi
ne divino, nèecclesiastico,il quale astrin- partigiani col bastone in mano, ma gli fu
gesse come che sia alla comunione sotto ordinato da Marino legato apostolico che
le due specie, ed in conseguenza era in lo deponesse, perchè era segno di pasto-
libertà de'cristiani partecipare della s. co- rale dignità. Quindi gli furono lette le sco-
munione o sotto ambedue o so-
le specie, muniche fulminate dai Papi ed vescovi ; i

lamente sotto di una, senza che per que- per sottoscrivere la condanna contro di
sto lesa mai fosse o la sostanza del sagra- lui, per maggior detestazione de'suoi er-

mento, o l'integrità de'suoi santissimi ef- rori e ostinazione, intinsero la penna nel
Specialmente agl'infermi si permet-
fetti. sagro sangue di Cristo.
teva d'intingere l'Eucaristia nel Sangue, Leggo nel p. Benoffi, Storia Minori
per maggior facilità d'inghiottirla, come tìca, p. 1 3g,che poco dopo il 1 35o nacque
osservarono molti liturgici. Nel voi. LI, p. tra'religiosi francescani e domenicani la

1 13 cenno come le immagini de'ss.


feci disputa del Sangue di Gesù Cristo. Il p.

Pietro e Paolo furono rappresentate col Francesco Baiuli guardiano francescano


labbro superiore assai accorciato, secon- in Barcellona mosse la questione se il :

do Vettori per maggior decenza nell'uso sangue di Gesù Cristo (f.) versato da lui
della s. Eucaristia sotto le due specie, e nella sua Passione^.) rimanesse unito
particolarmente per prendere il sangue o separato dalla sua divinità; e se sepa-
senza pericolo. Dicesi che s. Pio I (F.) rato nel triduo di sua Passione, gli si do-
stabilì pene ai sacerdoti negligenti, che a- vesse il Cullo (V.) di latria. Nicolò Ro-
vessero versato qualche parte del Sangue selli domenicano e poi cardinale, ne scris-
di Cristo nella celebrazione della messa. se al cardinal Giovanni Molendini, altro
11 rito che deveosservare il sacerdote nel- domenicano, e n'ebbe in risposta: che il
l'assunzione del sangue, lo riportali Mes- Papa Clemente VI avea condannato a vi-
sale romano par. 2, tit.io, robe. 4, e d. va voce l'opinione del guardiano mino-
DiclichjD/z. sacro-liturgico: Sangue sua rità come eresia. La disputa allora andò

assunzione. Nell'articoloFisTotA dico co- in silenzio, e si risvegliò 100 anni dopo


me con essa il Papa ne' pontifica li sorbi- inBrescia da S.Giacomo della Marca fran-
sce il sangue, secondo l'antica disciplina. cescano. Apprendo da Novaes nella Sto-
A Penjia narrai quando il Sangue di Cri- ria de' Pontefici, che menti eGregorio X 1
sto fu mischiato con inchiostro per sot- governava la Chiesa e l'infestava l'antipa-
toscrivere gravi atti e condanne. Il p.Me- pa Benedetto XIII con orrendo scisma,
nochio, Stuore, centuria 4, cap. 4 Del : nel 4o8fu eccitata nella provincia diSan-
1

Sangue del Signore infuso nel calamaio tongiaoXaintongra,dicui fu capitale del-


per scrivere con esso certe scomuniche, l'alta la città ò'xSaintes, la controversia: se
riferendo ancor lui che Papa s. Teodoro in terra sia rimasta alcuna particella del
I nel 647, volendo scomunicare Pirro già sangue che Cristo versò nella sua Pas-
36 SAN SAN
sione. Risposero i teologi parigini , che to alla sua presenza, colla hoWa Ineffab i-
il crederlo non era contrario alla pietà, lissummiprovidentm óe\ 1 ,° agosto 4^4» t 1

come riporta Dupin , Bibliotheca auct. Bull. Rom. t. 3, par. 3, p. 1 16 Proibido :

eccles. t. 12, cap. 8,p.i45>. Si può vede- praedicandij disputandi3 aul suadendi^
re, il cardinal De Lugo, De Incarnai di- haereticum, vet peccatimi esse, credere,
sput. i4, sect. 6, n.° 91, ove abbraccia Jesu Chris ti Sanguinem t in triduo suae
l'opinione de'domenicani;Gaetano,Com- Passionisi ab ipsa Divinitate divisimi, vet
mtnt. in d. Th. par. 3, quaest. 5/\., art. non divisimi fuisse. Pertanto Pio II or-
2; e Lambertini, Deserv. Dei beatif.Wb. dinò sotto pena di scomunica, che ambe-
4, par. 2, cap. 1 o, n.° 8 e 9, p. 5 1 e 52. due le patti dissenzienti osservassero su
Poco dopo questo tempo il sacerdote G io - questa materia e questione un alto eper-
vanni Huss boemo, capo degli eretici £/s- petuo silenzio ,finche dalla s. Sede non
sm(/^.),fu condannato e poi punito col fosse definita. Di questo argomento trat-
fuoco pei suoi errori, fra'quali sosteneva tano, Natal Alessandro, Hist. Eccles. t. 8,
necessaria la comunione sotto le duespe- p. 7jl'annalistaSpondano all'anno 1 462,
1

eie, e l'esistenza del pane e del vino dopo n.°i2; Lambertini che ne fece la storia,
anche fatta la consagrazione. Dipoi Pio nell'opera, Deserv. Deibeatif. lib. 2, cap.
11 condannò nuovamente tali errori, ab- 3o, n.° 3; il cardinal Petra nella citata
bracciali in seguito dai Protestanti (F.). bolla di Pio II, Consta. Apost. Nell'arìi-
Nel suo pontificato nuovamente levossi colo Mantova o voi. XLII, p. 2o3 rac-
grande questione tra i francescani e do- contai, come s. Longino dopo aver tra-
menicani se il sangue di Gesù Cristo
: fitto colla sua lancia il sagro costato di
che fu separato dal suo corpo durante Gesù Cristo, portatosi in delta città viri-
la sua Passione, fosse sempre rimasto i- pose suo ss. Sangue, il quale scoperto
il

postaticamente unito al Verbo. Fu de- miracolosamente sottoCarlo Magno, que-


nunziato all'inquisizione S.Giacomo del- sti pregò s. Leone III a certificarsene: che

la Marca, perchè avea sostenuta la ne- il Papa nelP8o4 vi si portò coi cardina-
gativa, ma se ne difese con onore, come li, e trovato presso le ceneri di s. Longi -

narra Tiraboschi , Storia letteraria dal no la venerabile e insigne reliquia, dichia-


1 400 al 5oo, lib. 2,cap. 1 Dell'ipostatica
1 . rò essere il vero sangue di Gesù Cristo
unione dell'umana e della divina natura uscito dal suo costato, e perchè fosse gè •

nella persona del divin Verbo, tratto nei losamente custodito sì inestimabile teso-
luoghi che la riguardano e parlando del ro, istituì il vescovatodi Mantova. Carlo
mistero dell'incarnazione. Novaesdice in- Magno ricevè dal Papa una particella del-
sorta la questione econtroversia nel 1462, la insigne reliquia, clic fu poi deposta nel-
ed agitata con gran calore tra'francesca- la santa cappella di Parigij indi si portò
ni e domenicani, nella quale primi so- i a venerare Sangue
il ss. iu Mantova. Ve-
stenevano Che il sangue di Cristo spar-
: dasi i Bollandisti, Acuì ss. die 1 5 mari,

so nel triduo di suaPassione,e separato dal p. 378; Lambertùii, De canoniz. ss. lib.
suo ss. Corpo non era stato unito posta 4, par. 2, cap. ro; ed il p. Onorato da

i

ticamente col Verbo divino, e che perciò Maria, t. 3 in Reg. critic. lib. 5, disser
non gli sidovea prestare il culto di la- 5. Altre notizie, oltre le riferite a iletto ar-
tria. Laddove i domenicani affermavano ticolo, si ponno leggere in Donesmoudi,
r*
il contrario, spalleggiati dal maggior nu- Istoria di Mantova par. 2, p. 1 1 e seg., 2
mero degli eruditi, fra'quali lo stesso dot- e seg., ove riporta che lo venerò pure
tissimoPio II, com'egli stesso dice ne'suoi riconobbe Pio II, ordiuaudochese nefa
Commentari, lib. 2, p. 537. Questo Pa- cesse Y ostensione nel dì dell' Ascensione,
pa,avendo fatto esaminare sì grave pun- esponendosi pure nel venerdì santo. E-
SAN SAN 37
ziandio discorre della disputa succennata, tissima, che nell'orlo di Getsemani, pres-
colle opiuioni di diversi
ss. Padri e teo- so Gerusalemme (V.) sudò veramente ,

analoghe al culto, istituen*


logi, e nozioni sangue mescolato col sudore ordinario,
dosi a Mantova in onore del ss. Sangue umore che esce dal corpo anco per so-
una confraternita cui concesse indulgen- verchio affanno e afflizione d'animo ri- :

ze Pio II. Dice pure della piccola parti- porta alcuni e«empi di quelli che per es-
cella che trovavasi nella chiesa de' frati sere condannati a morte,o per aver pian-
francescani presso Saintes,da tempo im- to quella di qualche stretto congiunto
memorabile; come di quelle che si vene- sudarono e piansero sangue.Aggiungecon
ravano in Bruges nella chiesa di s. Ba- s. Girolamo, che la veemenza e ardore

silio, raccolto da Giuseppe d' Arimatea, dell'orazione di Gesù nell'orto, furono la

e recatovi neh 148 da Tierrico conte di cagione del suo sudore sanguigno: il Ca-
Fiandra reduce dalla Palestina; ed inMar- jetano sul cap. 22 di s. Luca è di parere
siglia in un vasetto mescolato con terra, che Cristo sudasse sangue, perchè la ma-
e portatovi da s. Maria Maddalena, e che teria ordinaria del sudore era venuta me-
secondo il Pierio, nel venerdì santo si ve- no. Conclude col p. Su arez, che sudò san-
deva bollire. Inoltre chespruzzati di san- gue. Il venerato Sangue di Gesù Cristo
gue divino, oltre le Scale sante {V) e le di cui finora ho parlato, secondo alcuni
sagre Spine (V.\ sono in Torino la Sin- non è che quello che prodigiosamentestil-
done {V) 3 il Volto santo (V), che si a- lò alcuna volta dalle spine della Coro-
dora nella basilica Vaticana in Roma, na di Spine 3 e dai Crocefissi che i giu-
ov'è pure e nella chiesa di s. Prassede la dei o i pagani empiamente trafissero in
Colonna (V.) dove fu percosso con Fla- ischerno dell'adorabile Salvatore. Si può
gelli^.) il Redentore stesso; e che nella vedere s. Tommaso d'Aquino, par. Ili,

basilicaLateranense sia un'ampolla con quaest. 54, art. 2 ad 3; et Quodl. V, art.


del sangue e acqua usciti dal sagro petto, 5 Sanguis ille 3 qui in quibusdam ec-
:

forse dono di s. Leone I X che ne prese clesiis prò reliquiis conservatur3 nonflu'
quando fu in Mantova. In diversi altri ar- xit de latere Chris ti; sed miraculose di-
ticoli notai dove si venera il preziosissimo citur affluxisse dequadam imagineChri-
Sangue, come a Volterra, e nel voi. LI, sti percussa. Il Onorato, De Re-
citato p.
p. 247, dicendo che Celestino III ne pose t. 3, 243 dice
liquiis, dissert. 5, § 2, Nul- :

nella chiesa di s. Salvatore delle Coppel- lum alluni in terris superfluisseJesu Chri-
le, ora del collegio de'parrochi di Roma; sli Sanguinem praeter parliculas Mas,
)

e nel voi. LVII,p. 117, in cui parlando quae vel Passioni instrumentis , vel sacris
delle reliquie tratte daCostantinopoIi nel- sepolturae linteis adhaeserunt. E sem-
l'occupazione latina, enumerai parte del- bra che così l'intenda la s. congregazio-
la vera Croce con
istille del prezioso San- ne de'riti, nel decreto per la diocesi di Ve-
gue^ molte reliquie insigni che eb-
fra le rona de'22 settembre 1827, la quale vie-
be Venezia, vi fu pure del ss. Sangue. Il ta, inconsulta sede Apostolica , un pub-

Rinaldi negli Annali ecclesiastici , all'an- blico culto a quelle reliquie che si dicono
no 247 parla del Sangue di Cristo spar-
1 tinte del Sangue prezioso, le non so-
quali
so sulla Croce e trasportato in Inghilter- no degl'istrumenti della Passione, purché
ra, non che de'grandi onori fatti dal re e non godano una pubblica antica venera-
dai popoli. Il p.Menochio, Stuore 1. 1 cen- zione. Nondimeno uon sarebbe lodevole
turia 4> trattò nel cap. 22: Del sudore di una qualunque novità in tale proposito,
sangue di Gesù Cristo, e se fu sudore na- se non venisse fatta con tutta prudenza,
turale. Riportati il testo di s. Luca e al- e senza che v' intervenga la licenza del-
cuni pareri, dichiara tenersi per cosa cer- l'ordinario, come vuole il citato decreto.
38 SAN SAN
À Crocefisso parlai di quello di Belilo le, cioè una triplice pel Crocefisso, ed una
oltraggialo sacrilegameu te dagli ebrei, e per la detta reliquia, ma una volta sol-
che feritone il costato, ne uscì sangue e tanto, com'è di metodo; dappoiché la par-
acqua. Il Rinaldi dice anno l\ \(\ n.°
all' i
ticolare venerazione della Chiesa per la

1 7 e 1 8, che in Costantinopoli avendo un ss. Croce con quel culto che notai nel
,

ebreo percosso con coltello il volto d'una voi. XVIII,


p. 238, è propria del vener-
Immagine (V.) del Salvatore, ne scaturì dì santo. Il suddetto rito si pratica ancora
sangue abbondanza; ed all'anno or) i,
in ì alle reliquie che si ritengono per intrise
n.° 4? parla del sangue uscito in Pioma mi- nel sangue prezioso di Gesù Cristo, e mol-
racolosamente da un'immagine del Sal- to più per quelle della B. Vergiue e dei
vatore, percossa da un altro ebreo; di più santi, come si ricava dal l'accennalo decre-
all'anno 5oc), n.°io ei i, ragiona del san- to perla diocesi di Verona. Per altri de-
gue uscito dall'immagine di s. Teodoro, creti de' s. si potrebbe con tali
riti, non
per una freccia tirata da un saraceno pres- reliquie benedire il popolo, dicendo To-
so Damasco. In onore del ss. Sangue fu- nelli udì' Etichir idioti lib. 2, che tal be-
rono istituiti diversi sodalizi; la congre- nedizione non si dà che con Gesù Cristo
gazione delle Bemardone o monache ci» sagramentato. Tutta volta il Lambertini,
Q
sterciensi del Sangue prezioso ,di cui par- Notificazioni 47, t» 2, n. 45, sostiene il
lainel vol.XUl,p. 227; la congregazio- contrario, dicendo,che seTonelli fosse sta-
ne de'niissionari del Sangue preziosissi- to piùstudioso delle antichità della Chie-
mo di N. S. Gesù Cristo (^.), nel quale sa, prima di decidere avrebbe meglio pen-
articolo dico di altre pie istituzioni, come sato. In fatti nella descrizione dell'osten-
della festa e uffizio Sangue con- i\e\ ss. sioue delle reliquie (alla da Clemente XI,
cessa dal regnante Pio IX; non che l'or- furono raccolte tutte le autorità de'dot-
dine equestre del Sangue prezioso di Ge- tori, che approvano di benedire general-
sù Cristo (V.). Nel già citalo Diz. litur- mente il popolo colle Reliquie (F.) dei
gico di d.Diclichj vi è l'articolo : Reliquie santi, come osservò Morettine ritti osteu-
del Sangue prezioso, della ss. Croce,
ss. sionìs reliquiarum § 60. Tale consuetu-
e di tutti gV istrumenti della Passione t noti dine si pratica anche in Roma , e nella
che de santi, e loro culto da prestarsi. Av- basilica Vaticana col Volto santo, sagra
verte che non si pouno esporre sopra il Lancia, e ss. Croce Pio II dopo la soleu-
:

tabernacolo del ss. Sagra mento, mentre nissima Processione {V.) 3 benedì il po-
cioè si conserva in esso rinchiusa la ss. polo colla testa di s. Andrea. Questo e-
Eucaristia. Che le reliquie degl'istrumeii- ziandio è il rito de'greci, come si vede nei
li della Passione non si devono esporre loro Menologi. Da tultociò chiaramente
sotto il baldacchino o portare con Otti- rilevasi, che collesagre reliquie si die sem-

bfellino^V.), se nonché ove ne sia la con- pre una benedizione generale soltanto.
suetudine. Crede conveniente che il sa- A Martirio ed a Martire osservai la
cerdote che dovrà esporre tali e altre sa- gran di vola premura ch'ebbero primi i

gre reliquie, vesta cotta e stola e sia ac- cristiani di raccogliere sangue de'mar-
il

compagnato da due accoliti con torcie ac- tiri, e con somma venerazione, spremen-
cese.Dovendosi cantar messa e vespero dolo dalle loro vesti raccogliendolo con
solenne all'altare ove sia esposta la reli- ispugne, per collocarlo ne' loro sepolcri;
quia della ss. Croce, il celebrante e i sagri eche ilsangue nell'ampolla di vetro o nel
ministri non debbono genuflettere alti i- vaso di creta aspersi di sangue, unito alla
nienti , come se celebrassero ove si con- pai ma, segno di trionfo e di vittoria.pres-
serva rinchiuso il ss. Sagramento. Per- so il corpo d'undefunto, èsicurissimodo-
tanto l'incensazione non si farà due voi- cumenlo del suo martirio , auzi talvolta
SAN SAN 39
fu trovato sangue ancora rosseggiante,
il Dio conveniva; ponno avere anche a-
si

come riporta il p. Lupi, Dissertazioni t. nalogiaal vas electionis di s. Paolo, per


I, p. 1676 248, dicendo ancora che il va- indicar l'elezione e la predestinazione dei >

so di sangue ne'sepolcri è indizio di cri* santi, e con maggior frequenza trovansi


stianesimo,e che il sangue
il sepolto die ne'sepolcri degl'innocenti bambini e fan-
per la fede di Gesù
Di ciò trattano
Cristo. ciulli. Belleerudizioni in argomento scris-
pure,il Paoli, Notizie di s. Feliciano mar- se Buona rruoli, Osservazioni di vasi an-
lire; ed il Cancellieri, Dissert. sopra le tichi di vetro trovati ne* cimiteri di Roma.
ss. Semplicia e Orsa trovate co* vasi del O Chiesa beata, esclamava s. Cipriano,
sangue, ove riproducendo il decreto dei illustrata dal sangue de'gloriosi martiri.
s. riti, che il simbolo della palma e il va- Sangue prezioso Io chiamò s. Agostino,
so di sangue sono segni certissimi di pa- C reso tale, benché vile di sua natura 3
tito martirio, vi aggiunge le opinioni se perché simile a quello sagrosanto, che fu
i due segni definiti si devono prendere cu- sparso da chi non poteva aver peccati.
mulativamente o separatamente, preva- Sangue fecondo, scrivea Teodoreto, che
lendo quella pel solo vaso tinto di sangue, innaffiando il campo mistico della Chie-
che la pietà de' cristiani soleva murare sa facea germogliare e moltiplicarsi la na-
ni di fuori del loculo de* ss. Martiri, depo- scente cristianità. I miracoli operati dal
sti nelle catacombe. Poiché le replicate e capo dei martiri il divin Redentore pei
scrupolose esperienze chimiche, fatte da meriti del sangue sparso da'suoi seguaci,
Goffredo Liebnitz e da molti altri sopra cominciarono fino da quelli strepitosi ac-
Vali vasetti, hanuo posto fuor d'ogni dub- caduti nel trasporto di s. Stefano proto-
bio, che le deposizioni sanguigne, di cui martire, e gli abbiamo successivamente
sono tinti, sono di vero sangue, e non di in tutte le storie,che ne riportarono i più
composizioni minerali, come dimostrano edificanti meravigliosi esempi. Nel voi.
Fabretti , Lupi , Boldetti, Vettori. Fino LVI1, p. 107, dicendo della venerazione
dagli antichi tempi questa prova , ogni in cui furono tenuti i veliobrandei, che

qualvolta si édubitato della verità delle si ponevano sui corpi o sepolcri de'mar-
reliquie, è stata preferita ad ogni altra. I che
tiri, dissi s. LeoneI e s. Gregorio I,

fedeli che assistevano ai mera vigliosi com- forandoli con forbici e coltello, ne uscì
battimenti de'ss. Martiri, lo raccoglieva- vivo sangue. Iddio glorificò molti santi,
no a gara con santo fervore e trasporto con prodigiosamente conservare il loro
di voto, ovunque cadeva, e fin anche spre- sangue, lo che rimarcai ove si venerano
mevanlo dalle vesti degli stessi spietati car- molte di tali miracolose reliquie. Nel voi.
nefici, che ne restavano spruzzate e asper- XL VI I, p. 1 74 parlai del sangue di s. Gen -

se. Cancellieri a p. 39 e /\.o ci dà molle naro, che in ampolla tuttora si liquefa e


antiche testimonianze del santo uso di bolle, venerato nel 1849 dal regnante Pio
raccogliere studiosamente, e di conser- IX, come toccai nel voi. LUI, p. 216. 11
vare il sangue prezioso de'ruartiri ne'lo- dotto Benedetto XIV giustamente scris-
10 tormenti, in vaso di vetro e di creta. se, che se ogni altro prodigio ravviva di

Questi vasi però debbono distinguersi da ordinario la fede, e confonde l'incredu-


quelli che trovansi in disegno , o veri o lità in un sol paese o in una provincia,

reali, anch'essi incastrati nella calcina da il celebrato sangue di s. Gennaro é uno

qualche lato de* sepolcri, ripostivi senza strepitoso portento del mondo cattolico.
reliquie o vestigio alcuno di sangue in , Un sangue di s. Genna-
bell'articolo sul
significato che il defunto ivi deposto a- io si legge nel n.° 29 del Giornale Ro-
vea custodito il suo corpo moudo e im- mano del 1848, ove si loda la dotta dis-
mune da ogni sozzura, come al tempio di sertazione su questo argomento pubbli-
4o SAN SAN
1
cata in Napoli da mg. ' Antonino de Lu- ogni anno nella chiesa delle monache di

ca vescovo d' A versa. Questo stupendo s. Ligori di Napoli, conservandosi del san-
sangue denso e concreto, dall'arca in cui gue del s. Precursore e patrono dell'or-
è custodito si ripone sull'altare incontro dine, nella festa di sua decollazione con
al capo dello stesso santo martire, e per gran miracolo si liquefaceva, del colore
lo più in breve ora si scioglie e ferve co- come vivo rubino, quindi si vedeva nella
si liquido come allora spiccasse dalla ve- sua ampolla brillare e bollire; il perchè

na. Nel voi. LU, p.255, dissi del sangue nel i586 l'ordine gerosolimitano statuì,
fresco e vivido di Antonino, che si vene-
s. che tutti i dignitari e cavalieri trovandosi
ra in Piacenza. All'articolo Ra vello par- in Napoli, co'manti di punto dovessero as-
lai del sangue di s. Pantaleoneche prodi- sistere alla festa in detta chiesa. Delle re-
giosamente si liquefa nel giorno preceden- liquie del s. Precursore parlai in molti
te la festa, parte del quale si venera nella luoghi, come ne' voi. XXVIII, p. 287 e
chiesa óe filippini di Roma e si mantiene 296, LVII, p. 117.
sempre fluido, al modo che ivi notai. In- SANGUE PREZIOSISSIMODI N. S.
oltre in Roma nella basilica de'ss.XII A- GESÙ' CRISTO, Congregazione dimis-
postoli è un'ampolla contenente il sangue sionari. Ne fu fondatore il ven. servo di
fluido di s. Giacomo maggiore apostolo Dio d. Gaspare del Bufalo, canonico del-
delleSpagne,e per la sua festa si espone al- la basilica di s. Marco di Roma e missio-
la pubblica venerazione. 111. che ne fece nario apostolico. Nacque egli in Roma ai
menzione è l'Ugonio, nel libro delle Sta- 6 gennaio 17 86, dai pii e onesti coniugi
zioni di Roma ivi stampato neh 588, ma Antonio, ed Annunziata Quartieroni, ad-
non lo dice fluido. Lo conferma quasi un detti alla corte de'principi Altieri. Edu-
secolo dopo il p. Malvasia conventuale cato per ispecial cura di essi nella pietà
nella Storia della basilica de' ss. XII A- e nelle lettere, alle quali applicò con tut-

postoli, pubblicata in Roma neh 665, di- to l'impegno, crebbe alla virtù e diede fi-

cendo che si ammirava liquefatto e ru- no dalla più tenera età chiari segni di fu-
bicondo come se allora fosse cavalo dal- tura santità. Vestito degli abiti chiericali,
le vene. Anche Piazza ne\Y Emerologio di frequentò con assiduità le scuole del col-
Roma ricorda tale reliquia; ed in un an- legio romano, e ne riportò premi ed enco-
tico codice di memorie dellabasilica, nel mii. Ritraendo non ordinario profitto dal-
catalogo delle reliquie, è qualificato colle lescienze,e bramoso di viemmaggiormen-
parole, scmperjluens. E' poi antica tra- te erudirsi negli esercizi del sagro mini-
dizione del contiguo convento, che ne fos- stero a cui voleva dedicarsi, fu uno dei
sedato parte ai re di Spagna, che gli spa- più assidui alle radunanze accademiche
gnuoli tentarono una volta di rubarlo, e di teologia, che teneva nelle sue camere
r
che in seguito di ciò i Papi nel giorno di il dotto mg. Gio. Marchetti arcivescovo
s. Giacomo maggiore, in cui con grande d'Ancira,con tanto vantaggio dell'eccle-
pompa esponevasi, vi mandassero la loro siastica gioventù. Per la qual cosa si rese
guardia svizzera per custodirlo; uso che carissimo a quel prelato, come altresì al-

poi venne meno nel secolo passato. Il ram- l'egregio oratore e vescovo mg. r Baccolo,
mentato Paoli a p. 60 dice che s. Grego- dal quale apprese sì eccellentemcule l'ar-

rio diTours descrive la premura di quel- te difficilissima della predicazione, a cui


la dama, che senza riguardo corse a rac- si dedicò prestamente e con rapidi succes-
cogliere in una ricca conca il sangue .gron- si, per cui fu chiamalo un giovane apo-
dante dalla recisa testa di s. Giovanni Bat- stolo; il proprio parroco di s. Marco tal-

tista. Dal Pozzo, Historia della s. Reli- volta gli faceva fare in sua vece il cale-

gione di Malta par. i, p. 275, nana che chisoto dopo l'insegnamento della dotili*
SAN SAN 4i
na cristiana, e dopoché fu ordinato dia- ma, ove Pio VII. Riassunse to-
si restituì
1*
cono supplì a mg. Marchetti, facendo le sto l'apostolico ministero, e con maggior
lezioni scritturalicon comune soddisfa- fervore tutte le opere di pietà che avea
zione nella chiesa del Gesù. Non ancora precedentemente praticate, con tanta e-
sacerdote, il canonico di detta basilica di dificazionee vantaggio pubblico. Ampio
s. Marco d. Carlo Pace, lo nominò per ca- frutto raccolse dalle sue zelanti fatiche e
nonico coadiutore, e per la morte del me- predicazioni, si die ogni cura perchè ve-
desimo poco dopo lo divenne proprieta- nisse ristabilita la Pia unione di s. Paolo e
rio; Prima di questo tempo e nell'età di quella di s. Galla, adoperandosi perchè o-
1 7 anni avea chiesto ed ottenuto di farsi gni anno si stabilisse di dare prima della
monaco silvestrino, ma i genitori ne im- s. Pasqua gli esercizi spirituali agli stu-
pedirono l'effettuazione. Ordinatosi pre- denti dell'università romana, alle milizie
tesolimaggior assiduità si die a frequen- pontificie ed alle guardie nobili, ed egli
tare Ospizio di s. Galla ed a provve-
l'
t
stesso più volte ne fu incaricato; in una
dere per mezzo di catechismi alla istru- parola non si lasciava sfuggire occasioni
zione di que'miserabili, a'quali ivi si dà per operare il bene. Pieno di venerazio-
ospitalità e ricovero,divenendone poi su- ne per la benemerita compagnia di Gesù,
periore. Indi con d. Gaetano Bonanni, poi per s. Francesco Saverio, luminare di es-
vescovo di Norcia, eresse un oratorio not- sa e suo special protettore ch'erasi preso
turno neila chiesa di s. Maria in Vincis a modello, ebbe singoiar propensione per
all'arco de'saponari presso piazza Mon- entrarvi e professarne le regole; ma ester-
tanara, e si die ad esso principio cogli e- nata sua vocazione al Papa, questi gli
la

sercizi spirituali, onde ben presto fu fre- disse che dovea occuparsi esclusivamen-
quentato da molti con gran fervore (Es- te nel ministero delle missioni, laonde de-
sendo padrone diretto della chiesa il ca- pose tale pensiero e preseil detto da Pio

pitolo di s. Nicolò in Carcere, nel i83o VII come manifestazione divina. Dopo
con autorità di Pio Vili ne fu data l'in- aver dato nell'ottobre 18 14 gli esercizi
vestitura con 1' annesso fabbricato alla alle agostiniane di Frascati, si condusse
confraternita e ristretto dell'Immacolata in Giano diocesi di Spoleto per baudirvi
Concezione e s. Francesco Saverio. II so- la divina parola. In tal circostanza veden-
dalizio colle limositie fece eseguire nella do quasi abbandonata la maestosa chie-
chiesa molti restauri, cosi ai suoi annessi. sa e contiguo convento di s. Felice vesco-
Neli84o manifestatesi nel fabbricato al- vo di Spello, la brama di guadagnare a-
cune fenditure, si accorse alle debite ri- nime a Dio gli fece nascere l'idea di po-
parazioni). Invasa Roma e lo stato pon- ter in quel luogo riunire in comunità que-
tifìcio dai francesi, deportato Pio VII in gli ecclesiastici che amassero di dedicarsi
terra straniera nel 1 809, nel luglio del se- al ministero delle s. missioni, le quali si-
guente anno anche il canonico del Bufalo no dalla sua prima età aveano in lui for-
subì la sorte comune di quelli che non mato il più gradito pensiero; trovando il

vollero aderire al giuramento,onde Miol- sito opportuno al suo pio scopo, lungi da
lis l'esiliò a Piacenza, donde fu trasferito ogni strepito e adatto allo studio, perciò
a Bologna, quindi e successivamente nel- si propose domandarlo. Tornato in Ro-
le carceri di s. Gio. in Monte, d'Imola, e ma espose il suo divisamento all'ottimo
diLugo ristretto in una segreta, trattato prelato poi cardinal Cristaldi, col qua-
con estremo rigore e sorveglianza. Dopo leavea contratto grande amicizia, come
tanti patimenti, sul punto d'essere tra- zelante per le opere pie.11 Cristaldi, che

sportato in Corsica, cadde l'impero fran- fu poi uno de'benefaltori più insigni del
cese, ricuperò la libertà e ritornò in Ro* suo istituto, uou solo lo incoraggiò all'ini-
42 SAN SAP*
presa, ma si ofhì di coadiuvarlo coi far- ti, al modo che
Frosuone, pen-narrai a
ne domanda a Pio VII, il quale ravvisan- sò Pio VII alla morale colturadi que'po-
do il proponimento utile alla cristianità, poliper mezzo di ministri evangelici ; e
\i accondiscese, ed a mezzo della commis- volgendo la sua attenzione alla novella
sione amministrativa de'beni ecclesiasti- istituzionedelle missioni, con chirografo
ci, con rescritto de'3o novembre i8i4> degli 8 ottobre 821, ordinò al can.° del
1

accordo al canonico del Bufalo la chiesa Bufalo di aprire in quella provincia 6 ca-
e convento di s. Felice di Giano, venen- se. Prontamente si eseguirono le fonda-

do intestatala cessione, per di lui deside- zioni di Terracina, Sonnino e Sermone-


rio, al proprio compagno sacerdote Bo- ta ; in Velletri fu aperto un ospizio, e
nanni, come a superiore di questa casa. quindi le cjse di Fresinone e di Valle -
Ambedue nel luglio del seguente anno si corsa, con efficaci successi e dilatazione
recarono dal Papa a implorare la bene- dell'istituto, il cui spirito indefessamente
dizione apostolica sull'opera che andava- il fondatore rifuse ne' compagni che gli

no a cominciare; e Pio VII li esaudì e a- riuscì aggregare.Quindi colla sua attività


ni oiò all'i m presa, concedendo grazie spiri- talmente attese alla propagazione dell'o-
tuali e una somma di denaro per le prime pera delle missioni, che alla sua morte la-

spese. Portatosi il can.°del Bufalo a Gia- sciò aperte e bastevolmente fornite d'in-
iiOjColBonanni ealtri due compagni, prov- dividui 1 3 case. Volendo stabilire le rego-
vide all'occorrente per riordinare l'ab- le pelgoverno della congregazione, chia-
bandonato locale, ed a'i5 agosto, dopo mò a compagni, e diede
consiglio alcuni
esercizi e comunione generale, andò eoi forma a quelle inprincipioabbozzate per
compagni processionalmenteal vicinosao- la casa di Giano; quindi precedendo col-
t uario della Madonna del Fosco, ove do- Tesempio a tutti, vivamente ne racco-
po la predica si cantò il TeDeum^ in rin- mandò l'esatto adempimento: lequali re-
graziamento a Dio per la nuova istitu- gole dopo lunga esperienza, maturo con-
zione, ed ecco perchè poi la congregazio- siglio e continua orazione, perfezionò nel
ne de'missionari celebrò ili 5 agosto co- finir di sua vita. Per facilitare meglio al
me il giorno natalizio dell'istituto. Dispo- giovane clero la via di applicarsi alle mis-
ne le cose al buon andamento della fon- sioni, nel 1824 aprì nelle case di sua con-
dazione, e dopo statuito un metodo uni- gregazione convitti ecclesiastici, ne'qua-
i

forme di vita pe'suoi missionari, il cano- li i giovani sono istruiti mediante un cor-
nico ritornò in Roma per aprire in ogni so regolare di studi, e si esercitano an-

provincia una casa di missione con du- cora in uffizi analoghi allo stato di loro
plice scopo, cioè di dilatare bene che siil vocazione. Opportune regole stabilì ezian-
fa col ministero apostolico, e che questo dio pe'con vittori, i quali aumentarono il

fosse continuato e non interrotto. In Ro- numero degli operai. L'infaticabile mis-
ma adoperò pei le altre fondazioni, e
si sionario che per lo spazio di 22 anni e-
per aprirvi una casa centrale, pel som -
ivi vangelizzò i popoli, non solo senza inter-
ino utile che ne verrebbe a tutta la con- ruzione percorse quasi tutto lo stato pon-
gregazione. I desiderii del can.°del Bufa- tificio, ma fu pure in molti luoghi del re-
lo per allora non furono del lutto appa- gno ed a Benevento ove poi si
di Napoli,
gati, ma nel 18 19 potè aprire la 2.* casa aprì una casa; e da per tutto con acceso
Camerino, ed al-
in Pievelorina diocesi di zelo occupossi della santificazione altrui,
quanto dopo si fece pure la 3." fondazio- in maniera da potersi dire essere stato
ne nella chiesa abbaziale di s. Paolo di l'intiero vivere suo un esercizio continua-
Albano. Frattanto infestata la provincia to di apostolico ministero. Attirate dalla
di Marittima e Campagna dai mal vi veti fama di sue fruttuose missioni, da viciui
SAN S A N 43
e lontani paesi accorrevano a tonne le solse e dette opera sollecita a diffónder-
persone ad udirlo, in guisa che fatte an- la, pei' santamente accenderne ogni ani-
guste le chiese dovea predicar nelle piai* ma ; imperocché nel riprodurre le glo-
ze,e queste pure piene zeppe dalla mol- rie e la passione del Crocefisso, intende-
titudine. Divideva il pulpito col confes- va aprire le fonti della divina misericor-
sionale, senza interruzione e riposo; ed dia,mercè l'applicazione de'merili del di-
ehbe il contento di vedere tornali a Dio vin Sangue, ch'è appunto quello che de-
non pure ostinati peccatori,donne di mal ve placare la giustizia di Dio Padre; so-
affare, pubblici viziosi, ma eziandio più lendo dire sovente, la divozione al San-
corifei d'iniquità, lutti scossi dalla sua e- gue preziosissimo di Gesù Cristo essere
loquenza , dall' ingegno, dalla dottrina, l'arma de'tempi perversi in cui viviamo.
dalla perizia delle s. scritture, dall' irre- Del che intimamente persuaso, con votosi
prensibilità de'suoi costumi, dal disiute- legò a Dio, per operare tutto che possibile
resse, dal mirabile zelo che lo animava gli fosse per propagare questa divozione.

senza tregua, e dalla vita laboriosa e pe- Al qual fine si pose con accuratezza a leg-
nitente che menava per la salvezza de'po- gere le s. Scritture, i padri e dottori del-
poli. 11 metodo delle sue missióni e che la Chiesa, per raccogliere il fiore di quan-
stabilì per gli ascritti alla sua congrega- to vi è scritto intorno all'augusto miste?
zione, egli lo formò sulle traccie de' ce- ro, affine d'illuminarne meglio il suo in-
lebri e benemeriti operai evangelici, e telletto, erapirsene il cuore, ed avere air
principalmente de'Segneri, di Baldinuc- tresi ampia materia a favellarne. In fatti
ci; diPinamonti, de' ss. Alfonso de Li- era questo il precipuo tema vagheggiato
guori e Francesco di Girolamo, e del b. e gradito, anche de'suoi famigliari discor-
Leonardo da Porlo Maurizio; metodo che si. divampava il suo
Nelle missioni poi
sipuò leggere in uig. r Gentilucci, Coni- tenero affetto pel Sangue, e pieno di
ss.

pendiot par. 2, cap. 4, il quale celebra ol- fervore e zelo ne disvelava le glorie per
tre le virtù praticate dal servo di Dio, i modo, che gli attenti uditori si sentivano
doni singolari oude venne dal medesimo accender di amore verso tale divozione.
arricchito in ordine alla predicazione, le In sul finir della predica si faceva pre-
particolari conversioni seguite nelle sue sentare il Cristo morto con solenne e di-
missioni, gli avvenimenti prodigiosi che vota pompa , ed allora narrava con mi-
le accompagnarono, mezzi adoperati per
i rabile e commovente facondia , come il

rendere permanente il frutto ricavato dal- Redentore,che mostrava lacero e svenato,


le missioni, lo studio singolare nel pro- offrendo nel suo divin sangue un prezzo
muovere le glorie del preziosissimo e rea- infinito per la colpa infinita di sua ma-
le divino Sangue di Gesù Cristo (F.). Fi- lizia, fosse morto sulla Croce per riscat-

no dagli anni più verdi, il cau.° del Bu- tarci da eterna schiavitù, avesse vinta la
falo dimostrò divozione tenerissima ver- morte (perchè questa o sia la testa di mor-
so il prezzo infinito dell'umano riscatto, to si pone sotto piedi del Crocefisso, lo
i

la quale crebbe sempre più con lui iu spiegai nel voi. XV III, p. 269), debellato
modo da formare il primo e diletto suo ildemonio, chiuso l'inferno, aperto il pa-
pensiero; considerando che il sangue del- radiso, dove pur noi., egli duce, entrere-
l'Agnello immacolato, il quale fu prezzo mo trionfanti partecipando alle sue vit-
della comune redenzione dalla diabolica torie. Con sì infocati accenti, gli animi de-
schiavitù, sarebbe valevole a disarmare restavano inteneriti, compunti
gli astanti

il braccio di Dio irato, e propagandone e mossi a lagrime esospiri. Così egli pro-
la bella divozione fra'popoli si porrebbe pagando la divozione in lui tanto prezio-
un freno alle nequizie degli empi, si ri- sa e preponderante, aumentava ilnume-
44 SAN SAN
1*0 de' venera lori del Sangue, infervo-
ss. dicalo alle sue glorie, e si sogliono esegui-
rando pure i sacerdoti che lo coadiuva- re nella chiesa di s. Nicola in Carcere dal
vano a diffondere la prediletta divozione- capitolo e dall' arciconfraternita, con a-
E siccome il servo di Dio, che tanta par- naloghi sermoni; pio esercizio, che viene
teaveo a vuto'neirrstituzionedeirarcicon- pure eseguito in altre chiese di Roma.
fraternita del divin Sangue eretta da d. Quindi si occupò perchè il Boriarmi il ,

Francesco Albedini nella Chiesa di s. Ni- can.°Palma, ed il p. Amici oli vetano pub-
cola in Carcere, canonico di questa e poi blicassero colle stampe 3 diverse operette
vescovo di Tei racina, come dissi a quel- di brevi ragionamenti e meditazioni per
notando la reliquia che pos-
l'articolo (e ogni giorno di detto mese; di alcune delle
siede, avendo il sodalizio ottenute indul- quali, come della corona e 7 offerte, fece
genze da Pio VII, per la recita della Co- più volte la ristampa egratuitamente di-
rona divozionale del Sangue prezioso, al spensò. Desiderando poiché perenne fos-
modo che dichiarai in quell'articolo, qui se in tutto l'anno il culto al divin Sangue,
dirò che anco Leone XII ne accordò ai si affaticò perchè le nominate pratiche

minori osservanti d'Araceli, per l'offerta mensili, ove fosse possibile, avessero* luo-
del ss. Sangue. Nella corona poi si con- go successivamente in 1 2 chiese, o leggen-
siderano in 7 misteri le altrettante volte do le meditazioni contenute in que'libret-
in cui Gesù Cristo versò sangue dal suo ti, o meglio ancor predicando. Inoltre det-

venerabile corpo, cioè nella Circoncisione, te al suo istituto il nome di Congregazio-


nell'Orto di Getsemani presso Gerusa- ne de' Missionari del preziosissimo San-
lemme, nella Flagellazione per la Coro-
-, gue, affinchè viva e continua rimanesse
na di spine, nel viaggio che fece al mon- ne'suoi figli la memoria e la cura nel pro-
te Calvario, nella crocefissione per la la- muoverne senza interruzione le glorie e
cerazione óeChìodi} e quando gli fu aper- nel divulgarne i trionfi. L'anima innamo-
to il sagro costato colla Lancia), era sta- rata del servo di Dio ardeva del pio de-
to scelto apromotore della medesima di- siderio di veder con uffìzio e rito proprio
vozione con opportune facoltà, così de- celebrata in tutta la Chiesa la festa del
putava gli ecclesiastici suoi collaboratori ss. Sangue di Gesù Cristo (che in Roma
in aggregatoli per estenderla ovunque, particolarmente si celebra nelle chiese di
promulgazione che raccomandava tene- s. Nicola in Carcere, di s. Andrea delle
ramente pure ai missionari delle Missio- Fratte, e di s. Salvatore in Campo del-
Laon -
ni pontifìcie nelle parti più remote. la congregazione), esprimendosi che al-
de la divozione al preziosissimo Sangue lora avrebbe potuto dire: Nunc dimillis
di Gesù Cristo, per le zelanti e non inter- servimi luuni Domine. Ma ciò non fu a
rotte cure di lui, è diffusa non solo in I- suo tempo voler di Dio, il quale però di-
talia e in Europa, ma eziandio in più re- spose che brama di lui avesse compi-
la

gioni d'Asia, Africa e America, e si conta mento a'o agosto 1 849, quando il Papa
1

un numero prodigioso di ascritti ad essa, Pio IX, per mezzo della s. congregazio-
i quali venerano particolarmente il prez- ne de'rili, emanò solenne decreto, ordi-
zo ineffabiledell'umana redenzione. Nep- nando che in tutto l'orbe cattolico se ne
a
pur questo bastando all'ardente zelo del celebri ogni anno con rito di 2. classela
can.°del Bufalo, fece di tutto perchè nel- festività nella 1." domenica di luglio (pei
le chiese si recitasse la detta corona, non grandi restauri che si operano nella chie-
che le 7 offerte del divin Sangue, e per- sa di s. Nicola, neh 852 la festa con so-
chè s' introducesse la pia costumanza di lenne pompa fu celebrata dal capitolo e
far delle pratiche di vote nel mese di giu- dal sodalizio nella chiesa dis. Maria del-
gno, che è tutto il mese specialmente de- la Consolazione). L'infaticabile e virtuo-
SAN SAN 45
sissimo can.°delBufalo,daIla graduata de- scheria ,
gli fu celebrato il funerale , al

cadenza delle sue forze, se non anche me- quale accorse il popolo e specialmente
glio da Dio, conobbe non esser lontano il clero, dicendo gli uni agli altri, essere
il termine del suo vivere terreno, sebbe- morto un santo, aver perduto Roma un
ne in fresca età, per que' particolari nar- vero apostolo. La sua spoglia mortale ve-
rati dalsuo biografo mg. r Gentilucci. Mi- stitada missionario, fu chiusa e sigillata
nacciando la Pestilenza (V.) del cholera in una cassa di legno, e trasportata nella
l'alma Roma, Gregorio XVI per placare chiesa di s. Paolo d'Albano. Ivi alla pre-
sdegno di Dio e frastor-
colla penitenza lo senza dell'intera comunità de'missionari
nare il tremendo castigo, ordinò pubbli- fu aperta la cassa, e si rinvenne il cada-
che preghiere e missioni, che notai al ci- vere non solamente intatto, ma esalante
tato articolo. Il vicario cardinal Odescal- gratissimo odore , onde si tenne esposto
chi affidò al can.°del Bufalo la cura di pre- in chiesa per altre esequie, che si ripete-
dicare nella chiesa di Maria in Valli-
s. rono due altre volte a sfogo del pubblico
cella, ed egli avvampantedi carità pel be- affetto e venerazione, e per conservarsi il

ne dell'anime, e per nulla curante la sua corpo incorrotto. Nelle prime esequie un
affievolita salute, volontieri ne accettò l'in- missionario recitò l'orazione funebre; le

carico e fu l'ultima sua missione, termi- seconde furono celebrate dai confratelli
nandola a grave stento. Ma quanto più della pia unione del ristretto di s. Fran-
egliveniva affranto nel corpo, meglio si cescoSaverio; nelle ultime, che furono più
infervorava nello spirito, e tutti i pensie- solenni e con musica, oltre gli albanesi in
ri e gli affetti rivolgeva alla eternità, al folla, intervennero il capitolo della catte-
paradiso, a Dio. Ogni giorno più decli- drale, i seminaristi, e molti del clero se-
nando in salute, tornò a predire la sua vi- colare e regolare, e ripetuto l'elogio fu-
cina morte dimorando nella casa di s.
, nebre, mosse a generale tenerezza, edifi-
Paolo d'Albano, e tornato in Roma, op- cazione e pianto. Tutti fecero a gara per
presso da estremo languore, dopo avere avere qualche cosa a lui appartenuta, con-
esemplarmente ricevuti tutti sagramen- i tenti almeno il suo corpo con
di toccare
ti della Chiesa, assistito dall'altro servo fazzoletti, corone,medaglie e altri ogget-
di Dio d. Vincenzo Pallotti, istitutore del- ti. Passati
7 giorni dalla sua morte, sic-
l' Apostolato cattolico o congregazione e come la conservazione del cadavere non
pia società della Regina degli apostoli fu riputata naturale, per cui con tutte
(V .), placidamente esalò l'anima benedet- le legalità si conchiuse, che la sua totale
ta a Dio, a'28 dicembre! 837, d'anni 52 conservazione non era certa mente cosa or-
meno 9 giorni, dopo essere stato visitato dinaria, cosi la cassa mortuaria fu mu-
dal cardinal Giacomo Filippo Fransoni nita de'sigilli della curia vescovile e de-
amorevole protettore di questa congre- posta nella cappella di s. Girolamo. Già
gazione de' missionari del preziosissimo nel voi. XLV, p. 224 e 2 25, nel parlare
Sangue; amato dai buoni e rispettato dai del sodalizio eretto nel pontificato di Gre-
malvagi, fu splendido modello del clero, gorio XIII in ossequio al ss. Sangue, di
avendo consumato l'intero suocorso mor- quello esistente in s. Nicola in Carcere, e
tale, occupato sempre per l'onore di Dio, di questa congregazione de'missionari,feei
e perii bene del suo prossimo, dispiacen- parola degli onori funebri resi al servo di
te soltanto di non poterne fare quanto più Dio. Inoltre ricordai diverse delle sue pie
avrebbe avuto desiderio di farne. La sua istituzioni , e dichiarai quanto riguarda
gravissima perdita fu compianta da tutti, quella de' sacerdoti missionari , che non
massime dalla sua congregazione. Nella sono obbligati a voti, e dell'abito che ve-
chiesa parrocchiale di s. Angelo in Pe- stono, col Crocefisso che pendente a una
46 S A N SAN
collana tengonosul petto. 01 Irea ciò, nel n.° 22 del Giornale di Roma del 18^2
voi. XLIX, p. i83, feci parola delle A- Dipoi a' i-5 settembre, nell'adunanza del-
doralrici del d'win Sangue di Orte, isti- la stessa s. congregazione, fu proposto il

tuite dallo stesso servo di Dio. Grande dubbiò: Ansententia lata a judicibus de-
ed estesa ancorché vivente fu la fama di legatis ab Eni. ° cardinali Patrizi episco
santità del can.° del Bufalo, come di vir- pò Albanensi super cultu dicto ven. ser-
tuosissimo, di angelo in carne, di santo, vo Dei non exhibilo sive super paritio-
y

di uomo straordinario e singolare; 1' eb- ne decreti sa. me. Urbani Papae Vili
bero pure in venerazione, il servo di Dio siiconfirmanda in casa et ad efjfectum
mg. r Strambi vescovo di Al acerata (V.), de quo agitur? I cardinali risposero, che
ed il pio edottomg/Piervisani vescovo dovea confermarsi la sentenza data da»
di Nocera. Iddio a sua intercessione con- giudici, cioè che constava del non culto,
cesse non poche grazie, che registrò l'en- ed il Papa a* 3o settembre confermò il
comiato autore di sua vita in bel nume- rescritto della s. congregazione, come si

ro. Tante meravigliose guarigioni mos- legge nel n.° 233 di detto Giornale. Chi
sero gli ammiratori delle grandi virtù del ama conoscere in dettaglio quanto fino-
ven. Gaspare del Bufalo, a consigliare la raho accennato può trovarlo nel bel Com-
formazione de'processi sull'esercizio delle pendio della vita del ven. servo di Dio
medesime, come de'prodigi ottenuti dal- Gaspare del Bufalo canonico della ba-
la divina onnipotenza pel suo patrocinio, silica di s. Marco di Roma 3 edinstiluto-
affinchè con l'andar del tempo non aves- re della congregazione de' missionari drì
sero a mancare di vita quelli che di fatto preziosissimo Sangue di N. S. Gesìi Cri-
proprio potevano contestarli giuridica- sto, scritto da mg. r Emidio Gentilucci ca-
mente. I missionari di sua benemerita meriere d'onore di sua Santità e benefi-
congregazione, che più da vicino aveano ciato della ss. basilica Vaticana, Roma
ammirato il complesso luminosodisueec- t852. Fecero gran conto del ven. servo
cellenti qualità,se ne occuparono alacre- di Dio, i cardinali Cristaldi, Doria, Er-
mente; di conseguenza si compilarono 3 colani, Bussi, Odescalchi (altro servo di
Ancona, in Roma, in Alba-
processi, in Dio, che ci sbalordì colla rinunzia della
no; compiuti quali giusta le pontificie
i Porporaeòì tutte le sue dignità), eFran-
prescrizioni, ed in seguito di più che i oo soni vivente. Fu inoltre accettissimo ai
lettere postulatorie presentate alla s. Se- Papi Pio VII e Leone XII, quali fu- i

de per l'introduzione della causa di bea- rono benemeriti della congregazione da


tificazione e canonizzazione, cioè da car- lui fondata di questa e del servo di Dio
:

dinali, arcivescovi, vescovi, capitoli, con- fu pure ammiratore Gregorio XVI, dap-
gregazioni eordini religiosi, sodalizi e no- poiché oltre l'approvazionedella congre-
bili secolari, i cardinali componendi la s. gazione, dopo esame fatto dalla s.congie-
congregazione de'riti li presero ad esame, ne de' vescovi e regolari con decreto di ,

essendo ponente il cardinale Altieri; e questa de' [7 dicembre 84' e dal Papa 1

quindi riunitisi ai io. gennaio 18^2, al confermato, riportai nel voi. L, p. 29, che
dubbio proposto: An signanda sit com- a'27 luglio i84' avea concesso alla con-
missio inlroductionis seivi Dei Gasparis gregazione la chiesa dis.SalvatoreinCam-
del Bufa lo 3 risposero concordi: Signan- pò nel rione Regola, colla casa o ospizio
dttm esse commissionem 3 si Sanctissimo contiguo che divenne residenza del diret-
placuerit. Papa PiolX,essendosi degna-
11 tore generale e del procuratore generale
mano la commis-
to di segnare di propria dello stesso istituto, percui notai che nel-
sione,a'i5 gennaio di detto anno ne fu la chiesa vi fu sepolto d. Biagio Valen-
pubblicato il corrispondente decreto dal tin! del Porto di Recanati, che associato-
SAiN SAN 47
si al fondatore, era divenuto unito con lui gni e maestose colonne, e siccome sorge-
in tal modo, che dai suoi stima vansi non va in una piazza e isolata fu denomina-
essere due, ma un solo spirito, per lo che ta in Campo (della stessa opinione era
dopo molte fatiche apostoliche avea me- stato Panciroli, Tesori nascosti di Roma,
ritato d'essere eletto neh 838 a dirigere p. 74^), ed era situata incontro la chie-
la congregazione de* missionari del pre- sa della ss. Trinità de'pellegrini che al- :

a
ziosissimo Sangue. Ivi citai i luoghi ove l'attuale chiesa neh 690 pose la i. pie-
parlai di tale chiesa, già parrocchiale (e tra il cardinal Francesco Barberini (per-
«oppressa nel 1824 da Leone XII), nei ciò errò nell'epoca, essendo questi morto
quali narrai che s. Filippo Neri fondato* nel 1
679), quale vice-cancelliere e titola-
re della congregazione dell' Ora/ono^'.), re della basilica di s. Lorenzo in Dama-
nel 1 548 v'introdusse l'esposizione del ss. so, di cui è filiale la chiesa di s. Salva-
Sogramento poi detta Quarant'ore (?.), tore, come lo era la diroccata , dicendo
e vi trasferì il suo meraviglioso istituto che a suo tempo la parrocchia conteneva
dell'arciconfraternita e Ospizio della ss. 3o8 famiglie. Anche Venuti, Roma mo-
Trinità de pellegrini (F.), ed appartene- derna, p. 549, aflerma che in luogodel-
va alla celebre abbazia di Farfa, e alla la distrutta chiesa, neh 639 fu eretta l'e-
co ngregazione de'benedettini berretta™, sistente, e trasferite in essa le ragioni par-
che soppressi da Clemente Vili, la chie- rocchiali e dell'abbazia di Farfa, tuttora
sa fu data in governo a sacerdoti seco* vigenti. Marangoni che nell'Istoria del-
lari In faccia ad essa stendeasi ampia piaz-
. l'immagine del ss. Salvatore ci die il ca-
za, posto fìsso degli ortolani, che vi spac- talogo delle chiese al medesimo dedica-
ciavano glieibaggi, e dalla quale la chie- te,conferma che nel 1 639 la presente chie-
sa avea preso ilnomedel Campo, anche sa di s. Salvatore in Campo fu costruita
per allusione alla Cantica ò\Co\u\ che ven- nella piazzetta contigua al Monte di pie-
ne a salvar il mondo, dicendo Io sono il : tà e in sostituzione della precedente. I

fiore del campo. Indi con autorità d'Urba- recenti descrittori delle chiese diRoraa di-
noVIIIfu demolita la chiesa e incorporata cono altrettanto, ma con relazioni senza
l'area all' edifizio del Monte di pietà di Ro- importanza. Però si legge nel Bombelli,
ma onde renderlo isolato, ed in vece nel Raccolta delle Immagini della B. Vergi*
1
63g poco lungi dal medesimo Papa con ne t. 4> P- 1 7 • cne da Urbano Vili dal -
l' antico nome venne edificata la sussisten- l'antica chiesa demolita, fu trasferito nel-
te,con disegno e semplici ornati di France- la nuova quanto vi era. « Il pregio pio.

sco Paparelli (architetto che nelle sue fab- stimabile fu un'immagine antichissima di
briche tenne proporzioni giuste e gran- greco stile dipinta in tavola, rappresen-
diose, e le ornò con eleganza e sobrietà), tante Maria (con una stella nella parlesi-

e che a'nostri giorni fu restaurata, essen- nistra del petto) con in braccioli divin Fi-
do abbate commendatario di Farfa il car- gliuolo. Una corona di argento che la fre-

dinal Ercolani. Qui aggiungerò,che leg- giava, ed un'altra di voti sospesi intorno,
go in Martinelli, Roma sacra (stampata faceva fede de'prodigi che per essa ope-
neh 653), 298, essere statala chiesa
p. rava il tempo le
Signore. In progresso di
antica atterrata per ampliare il fabbri- fu aggiunta da
la custodia di cristallo
cato del Monte di pietà, e nel 1639 dai Giammaria Santucci per favore da Ma-
fondamenti costruita la nuova sulla pic- ria ricevuto. Se voi, oromani, a qualun-
cola piazza di detto Monte. Riferisce Bo- que chiesa, a qualunquealtare correte in
vio, La pietà trionfante,^. 179, che l'an- folla ad onoratela Vergine Madre, a que-
tichissima chiesa e) s. Salvatore in Cam-
i st'immagine v'invitano parecchi motivi.
po era a tre navi sostenute da varie Ì119Ì- Guardate in quel quadro appiè di Maria
48 8 à N SAN
il vostro gran protettore ed apostolo s. come narrai nel voi. LVH, p. 220. Ni
Filippo Neri. Qui egli, se noi sapete, die voi, XXXI II, p. 141 notai, che nel i84'
principio al suo apostolato. Innanzi a que- nella chiesa de'ss. Vincenzo e Anastasi<
sta Madonna con alcuni com-
ei si ritirava del rione Regola, vi fu ammessa la con-
pagni a far conferenze di spirito. Quivi fraterni la del sagro Cuore di Gesù, ch't
una volta con un discorso quanto privo ra prima nella chiesa di s. Salvatore in
di profani ornamenti, altrettanto ridon- Campo. Attualmente è direttoregenerale
dante di unzione divina, convertì t«e gio- di questa congregazione di sacerdoti mis-
vani licenziosi. In questa chiesa cominciò sionari, il r*mo d. Giovanni Merlini mis-
egli tuttora secolare a far pubblici ser- sionario apostolico.
moni in diverse ore del giorno, per ub- SANGUE PREZIOSODIGESIT CRI-
bidire al comando di questi zelanti eccle- STO, Ordine equestre. Vincenzo I duca
siastici che v'introdussero l'esposizione del di Mantova (Tr.), divotissimo dell'insigne
ss.Sagramento. Dal fervore di que'divo- reliquia del $s<Sanguedi GesuCristo (V.),
tiromani, che in questa chiesa udivano che si venera in tale cospicua città nella
Filippo, a questa immagine oravano con gran chiesa di s. Andrea, in occasione del
lui. Per le insinuazioni del santo ebbero matrimonio di Francesco suo figlio con
priucipio gli spedali de' pellegrini e dei Margherita di Savoia, nel 1608 istituì ,
convalescenti, opere che illustrano Roma con approvazione di Paolo V, l'ordine
assai più che non ammirate moli del
le di 20 cavalieri del ss. Redentore e del
Colosseo e delle Terme. Posso aggiunge- ss. Sangue, e nel giorno della Pentecoste

re ancoraché dall'orar frequente alla Ma- nella cappella ducale di coite ne ricevet-
donna di s. Salvatore del Campo s'infiam- te l'abito dall'altro figlio cardinal Ferdi-
mò di affetti divini, si accese di tenero a- nando Gonzaga, óoè\\ manto, la collana
more verso la gran Reina, la quale poi in e la spada. Quindi portatosi nella chiesa
una gravissima sua infermità proclama- di Andrea, con solenne pompa ammi-
s.

tamortale da'professori, gli apparve sul se all'ordine 1 4 cavalieri, che prestarono

letto del dolore, il consolò, ed in istante nelle sue mani il giuramento di esercita-
gli rese perfetta la sanità ... Le notizieri- re opere cristiane e virtuose, e di difen-
portate in questa leggenda, le raccolse già dere la religione cattolica, la dignità del
diligentemente d. Clemente R.ossi cura- Papa e il proprio sovrano indi fu falla :

to zelantissimo di questa parrocchia ". l'ostensione del vasetto col ss. Sangue e
Questa venerabile immagine tuttora è in della sagra Spugna, dopo il canto del Te
gran venerazione nella stessa chiesa, per Deum. Fu stabilita per insegna una col-
cui nel 184^ si pubblicò in Roma Noli' : lana in cui erano espresse in figure ovali
zie isteriche della chiesa in Roma di s. cartocci o verghe d'oro poste nelcrociuo-
Salvatore in Campo, e della immagine lo sopra le fiamme, e alternativamente il
di Maria ss. ivi venerata sotto il titolo del- motto del salmo Domine probasti me.
:

la Madre della santa Speranza, estratte Da essa pendeva una medaglia in cui si
fedelmente dalla Raccolta delle Immagi- rappresentavano dueAngeli che tenevauo
ni della B. Vergine di P. Bomhelli inciso- un calice, con 3 goccie del ss. Sangue, co-
re nel 792. Inoltre nella
1 medesima chie- ronato, e posto in un tabernacolo elegan-
sa è pure esposta alla pubblica venerazio- tementesraaltatOjColl'epigrafe: TV/Vu'/ js/0

ne una copia della Madonna della Mise- triste receplo. Volle con ciò esprimere ,

ricordia di Rimini, che nel maggio del conforme alla sentenza d'Ovidio, doversi
1 85o aprì gli occhi nella chiesa dis. Chia- sempre mantener la concordia, anche nel-
ra di detta città e appartenente a questa le cose avverse. L' abito da usarsi nelle
congregazione del preziosissimo Sangue, soleuuità, fu prescritto d'un manto di ra-
SAN SAN 49
so cremisi foderato di bianco, con mani- quale avea fondato un magnifico palazzo,
che larghe, or lato di ricamo in modo, che ne accolse la fredda spoglia, che fu collo-
fossero espressi i crociuoli come nel col- cata nella cappella della Madonna. Fab-
lare o collana; il vestito interiore di drap- bricò pure con immensa spesa il castello
po tessuto di seta, oro e argento; li calzo- di Meudon nelle vicinanze di Parigi.
ni., le calze e le scarpe di colorerosso.il SANNESIO Jacopo, Cardinale. Nac-
p. Bonanni, Catalogo degli ordini eque- que oscuramente in Belforte nella Marca,
striane tratta a p.io3e ne riporta la fi- e fatta prima qualche pratica nello studio
si ponno leggere in
gura. Altre notizie della legge,fu deputato a presiedere al giu-
Donesmondi, Istoria di Mantova par. 2, dizio delle cause civili delle appellazioni
p. 4 18 e seg. in Camerino. Portatosi a Roma per ten-
T
S ANGUI JN Antonio, Cardinale. De'si- tar la fortuna, con l'interposizione del fra-
gnori di Meudon, nacque in Francia da telloch'era assai amato daClemente Vili,
nobilissima prosapia, cui le rare preroga- gli riuscì di essere ammesso tra'famiglia-
tive, la vivacità dell'ingegno, e lasingolar ridel suo nipote cardinal PietroAldobran-
destrezza nel conchiuderei più delicati af- dini, allora prefetto di Castel s. Angelo,

fari, come lo die a conoscere in occasione il quale poi gli procurò un canonicato nel-
di trattar la pace tra Francesco le Carlo la basilica Vaticana, e il posto di segreta-
V, renderono caro estremamente alla
lo rio di consulta, adoperandolo inoltre in
sovrana casa di Francia , dalla quale fu affari di molta importanza, ne'quali aven-
nominato nel i533 a Clemente VII ve- do corrisposto non meno alla volontà del
scovo d'Orleans, e ad istanza di detto re, cardinale che del Papa,coll'impegno del
a'i 1 dicembre 1 53g Paolo III Io creò car- proprio fratello, che molto lo giovò, a'9
dinale prete di s. Maria in Portico. Inol- giugno 1604 Clemente VIII lo creò cai*
tre fu fatto governatore di Parigi, che sep- dinaie prete dis. Stefano al Monte Celio.
pe guardare e difendere dall' insidie dei Paolo V neh6o5 lo ascrisse alla congre-
nemici, non che dell' isola di Francia, e gazione de' vescovi e regolari e fece ve-
nel i543 venne dichiarato elemosiniere scovo d'Orvieto, cheseppegovernarecon
del regno. Fatta dal re la pace con Carlo mirabile dolcezza e prudenza; eVjuantun-
V,il cardinale con diversi principi, e il car- que non fosse di molta letteratura, sup-
dinal Carlo di Lorena, furono dati in o- plì a questo difetto colla costante probità
staggio. Nel i546 fu trasferito alla sededi di specchiati costumi, ma fu poco gene-
Limoges, eneh55o
da Giulio III all'ar- roso. Il cardinal Bentivoglio, nelle Memo-
civescovato di Tolosa ma le bolle solo , rie, ne biasima il basso lignaggio, il roz-
l'ebbe neh 553. Neh 547 con suoi colle- zo aspetto, le rustiche maniere, la debo-
ghi assistè ai solenni funerali di Francesco lezza dell'ingegno. Intervenne ai conclavi
I, la cui morte diminuì la possanza degli di Leone XI, Paolo V e Gregorio XV, e
amici della duchessa d'Estampes, impe- finì di vivere in Roma nel 1691,000 piti

gnatissima pel cardinale, e fece che il me- di 60 anni. Fu sepolto nella chiesa di s.

desimo ri uunzia ta la carica di grand'ele- Silvestro al Quirinale, avanti la cappella


mosinieresi ritirasse in Italia, quantun- del Rosario, sotto lapide splendidamente
que dopo alcuni anni ritornò in Francia. ornata, col solo suo nome inciso.
Intervenne al solo conclave di Giulio ITI, SANNIO o SANNITI, Sam/uum,Sa-
e morì in Parigi neh 55g, d'anni 57, nel- mnites. Patrimonio antico della s. Sede,co-
la sede vacante di Paolo IV, con che la me si ha da s. Gregorio I del 590, a cui la
Francia perde un valido sostegno, per le chiesa romana dava un distinto ammini-
sue insigni qualità. La chiesa di s. Cate- stratore o rettore, che soleva essere uno dei
rina della Valle degli scolari, presso alla primari chierici della medesima, nel mo-
voi. LXI. '

4
5o SAN SAN
do che notai a Patrimoni della chiesa robusto carattere che si segnalò per un ge-
romana, ove rimarcai che tra quelli che neroso disprezzo del pericolo e della mor-
cambiarono nome vi furono il Sannite e te; mentre le loro liberali istituzioni, ed i

l'Apulo o Puglia, che si dissero patrimo- lodati e virtuosi costumi, riuscirono a nu-
nio di Salerno e di Benevento (F.).\\ San- trire ed esaltare l'amor, proprio dellapa-
ino o Molise è ora una provincia del re- tria, che in se comprendendo ogni subli-
gno di Napoli, paese generalmente mon- me e ragionevole sentimento, sostenne con
tuoso, attraversato nella parte sud ovest gloria la virtù sannitica per tutto il corso
dalla catena degli Apennini, che lo copre della loro politica esistenza, e confedera-
colle sue ramificazioni e vi stabilisce la zione sannite, la quale si componeva dei
divisione delle acque tra il mare Adriati- pentii, caudini, irpini, caraceni e fren-
co e il mare Tirreno. Poco ritagliata è la tani, ancorché ciascuno di questi popoli
costa dell'Adriatico, ne offre che un capo formasse una lega a parte. Sono celebri
notevole, quello di Termoli (F.) con città le città di Telese, A lifé Isernia, Tr ven-
t
i

vescovile. Olirei prodotti dell'agricoltu- to , Caudium, Avellino, Conza, Beneven-


ra, vi sono grandi selve e quantità di pa- to, Orlona r Larino, Lanciano (^.), ed
scoli dove si allevano poche bestie cornu- altre celebrate anche ne'fasti ecclesiastici
te, ma moltissime pecore, capre e maiali: Grandi ed estese
pe' loro seggi vescovili.
assai diffusa vi è l'educazione delle api. furono anche sugli
le conquiste de'sanniti,

Questa provincia si divide in 3 distretti, etruschi della Campania. A Roma accen-


Campobasso, Isernia e Larino,\ quali ul- nai le loro guerre coi romani, principal-
timi hanno per capiluoghi le due città ve- mente quella che durò più di 70 anni, o
scovili omouime. Nelle varie vicende che 100 secondo Livio, e che finì colla con-
commossero V Italia (V.) tutta, in secoli quista che fecero i romani delle loro re-
non ancora spogliati dallebarbarie, ebbe gioni dopo averli soggiogati. Benché il ca-
il suo cominciamento la potente nazione rattere morale de' sanniti fosse molto con-
de' sanniti o samniti, la quale stabili con venientemente sostenuto dalla costituzio-
più certezza lo stato politico delle nostre ne fìsica d' un paese aspro , montuoso e
provincie. Una colonia di Sabini (V.) det- silvestre, non però trascurarono le arti, né
te certamente principio alla stirpe sanni- la pompa, in ispecie nelle cose da guerra.
te, mediante il solenne voto d'una sagra SANOCHIA. /^.Premislia di rito gre-
primavera. Secondo insegnano le tradi- co ruteno.
zioni di una età superstiziosa , si presero SANSATURNINO Nicolò, Cardina-
gli dei la cura speciale dell'infanzia de'sa- Ze.NativodiClermont, domenicano e mae-
biui , e mandarono un toro selvatico di stro del s. palazzo, fu creato cardinale pre-
singoiar bellezza ad animare e condurre i te da Urbano VI nel dicembre 38 1, ma 1

passi di quella gioventù guerriera nelle presto rinunziò la dignità avanti Giovan-
terre degli osci. Ivi dunque, in quelle ter- na I regina di Napoli seguace dell'antipa-
re degli osci , la nuova società
ordirono paClemente VII, che alla presenza di gran
de'sabelli, di cui formava la gente osca il moltitudine di popolo erroneamente ri-
pieno della popolazione, che avanzandosi conobbe per vero,avendolo fatto anticar-
in felicità , fece poscia sì gran figura nel dinale,per cui meglio ne parlai ne' voi. Ili,
mondo sotto nome di Sanniti, dando
il p. 211, XLI, p. 210.
origine ai non men celebri irpini e luca- SANSEVER1NO Teodino, Cardina-
ni, che tutti celebrai ne' relativi artico- le. Nacque nella provincia diCampagna,
li. Avvezzi i sanniti alla temperanza, al- secondo Ciacconio, Ammirato e altri, di-

l'ubbidienza, ai faticosi lavori de' campi, scendente dall'antichissima e nobilissima


dierono a que'popoli l'impronta di quel prosapia de'conti de'Marsi, dai quali av-
SAN SAN 5i
verte Corsignani, Reggia Manicano, par. Severino scrisse due sermoni per la festa

i , p. 266, uscirono pure i Berardi, i Sau- de'ss. Stefano protomartire e Placido.


gro , i Sa ose véro e altri principi, e che i SANSEVERINO Roscemanno o Ro-
Sanseverinode'principidi Bisignano e un smANOjCardinale. De'conti de'Marsi, che
tempo anche di Salerno, presero il cogno- alcuni dicono nato nella provincia di La-
me di Sauseverino dal castello omonimo. voro, e altri nella città di s. Severino nel-
Tuttavolta lo stesso Corsignani a p. 370, la Marca ,
professò la regola di s. Bene-
chiama questo cardinale, figlio di Berar- detto in Monte Cassino, e da Pasquale II

do conte de'Marsi. Professò fin da giova- del 1099 fu creato cardinale diacono di
ne la regola monastica in Monte Cassino^ s. Giorgio in Velabro. Si trovò ai concilii

ed attese per sì fatto modo alla coltura di Guastalla e di Lalerano, e all'elezione


delle scienze e delle buone lettere, che di- di Gelasio II, cui restò costantemente fe-
venne uno de'migliori soggetti di quel ri- dele, indi lo seguì da Roma in Francia
nomatissimo ordine; talché per la bontà al monastero di Cluny, dove essendo il
de'coslumi,per la chiarezza del lignaggio, Papa passato all'altra vita, fu eletloCa-

per generosa sua indole, e per la pro-


la listo II. I cardinali elettori spedirono in
fonda cognizione della sagra e profana Roma Sanseverino,non tanto per dar par-
dottrina, meritò di essere a insinuazione te agli altri cardinali che soggiornavano
del gran Ildebrando e pois. Gregorio VII, nell'alma città, della già fatta elezione,
creato cardinale diacouo di s. Maria in quanto per richiederli del loro consenso,
Portico, e forse secondo alcuni arcivesco- che da essi fu concordemente prestato.
vo di Sipontoda Alessandro II deli 061. Ritornato in Francia, accompagnò il Pa-
Divenuto Papa Ildebrando nel 1073, Io pa in Italia, che lo fece rettore di Bene-
promosse ad arcidiacono di s. Maria in vento , dove si può credere che morisse
Dòmnica, grado da lui stesso già occu- dopo il 1 123, mentre in quell'anno a'6
pato. Si mostrò però ingrato as. Gregorio aprile sottoscrisse una bolla di Calisto II.
VII, che vilmente abbandonò, persegui- SANSEVERINO Stefano, Cardina-
re il partito dell' antipapa Clemente HI. le. De'conti de'Marsi, nacque in Napoli,
Penetrato il santo di dolore per l'enor- ed essendo protonotario apostolico , da
mità di tale indegna azione, si studiò per Urbano VI a' 8 o 28 settembre 378 fu
1 1

mezzo di lettere piene diamore,di richia- creato cardinale. E' fama che alla pre-
marlo a più sani consigli , ma indarno. senza di Giovanna I regina di Napoli, la-

Scorgendolo adunque ostinato e pertina- sciasse la porpora, per passare alle nozze,
ce nell'iniquo scisma, si determinò di ful- al dire di Contelori.Baluzio però protesta
minarlo con 1' anatema e di degradarlo apertamente di non trovare autentico tale
da tutti gli onori, per iscuoterlo a ravve- fatto; nondimeno il contemporaneo An-

dersi. Visse in questo deplorabile stato si- gelo ministro generale de'minori, in una
no a Pasquale II, sotto il quale finalmen- lettera al re di Castiglia, de' 29 maggio
te peutito e dolente di sua apostasia, fu i38o, afferma di averlo veduto deporre
benignamenteassolto dallecensure incor- la porpora, ed io aggiungerò, come fecero
se, e alla perduta dignità restituito. Mori altri pei turbolenti tempi dello scisma, che
nel 1
099 o nel 1 1 00^ o meglio più tardi, seguiva Giovanna I. In vece Marchesi
poiché trovasi sottoscritto ad una bolla Del protonotariOy scrive che la morte non
deli 106, ma semplicemente come cardi- gli. permise goder lungamente la dignità
nale diacono di s. Maria in Portico. Al cardinalizia.
dire di Corsignani vi fu altro cardinale SANSEVERINO Federico, Cardina-
Teodino,puredi Alessandro II, che glo- le. Napoletano e non pare milanese , in

riosamente seppe mantenersi fedele. San- grazia del padre conte di Caiazzo,che era
52 SAN SAN
stato generale delle milizie pontificie nel- scudi di benefizi ecclesiastici, e liberale ol-
la guerra fatta da Innocenzo Vili a Fer- tre misura. Vide il fine di sue vicende in
dinando I Papa eletto
re di Napoli, fu dal Roma 5 6, essendo divenuto 1 .° del-
nel 1 1

vescovo di Malaga, e a'g o 1 4 marzo 1 489 l'ordine de'diaconi, ed ebbe sepoltura nel-
creato cardinale diacono di s. Teodoro, la chiesa di s. Maria d'Araceli, senza al-

ma non pubblicato. Nel 49 2 per morte


1 cuna funebre memoria.
d'Innocenzo VII I,il cardinal AscanioSfor- SANSEVERINO kmomo, Cardinale.
za bramando creare un successore a suo Napoletano,chiaro nou meno per nobilis-

talento, operò co* cardinali in modo che simo sangue, che per virtù, cavaliere del-

il s. collegio lo riconoscesse per legittimo l'ordine gerosolimitauo, fu creato ma non


cardinale, ammettendolo in conclave per pubblicato cardinale da LeoneX, mentre
l'elezione d'Alessandro VI, il quale aveu- era semplice laico, e ciò fu fatto sotto cer-
do in seguito formato sospetti non meno te determinale coudizioni, quali nou es-

di lui che dello Sforza, ritenneambedue sendo state da lui adempiute, uè da detto
in una specie d' onesto carcere, ma ben Papa, ne dal successore Adriano VI non fu
presto restituì loro la libertà. Intervenne giammai riconosciuto percardinale. Cle-
poi a' conclavi di Pio HI, e di Giulio II, mente VII però essendo assediato in Ca-
contro del quale, come nemico acerrimo, stel s. Angelo, ivi a'21 novembre 1527

sacrilegamente impugnò le armi, e con al- con tutte le formalità lo pubblicò in con-
tri4cai d inali ribelli die principio nel 1 51 cistoro cardinale prete di s. Susanna , e
al couciliabolo di Pisa (Z^.), spalleggiati fece protettore dell'ordine de'serviti. In-
dall'imperatore Massimiliano 1 e da Luigi di il cardinale ricevè la tonsura dal car-
XII re di Francia, infelicemente poi tra- dinal Farnese poi Paolo III, e quindi dal
sferito a Milano e Lione (V.). Per lo che cardinal Campeggi legato alatere'in To-
Giulio li lo spogliò del cardinalato e di ma ebbe ueh528 uello stesso castello le
tutte ledignità,non che scomunicò. Leo- insegne cardinalizie, essendo la città an-
ne X quindi nel concilio di Lalerano V cora invasa dai nemici, ed ottenne l'ar-
7 civescovato di Cosenza, l'amministrazio-
(Z .), lo ripristinò cogli altri ai preceden-
ti onori, dopo avere in iscritto e colla vo- ne perpetua di Conversano, ed anche l'ar-
ce detestato l'esecrabile attentato,in espia» civescovato di Taranto. Dopo 10 anni e
ziouedel quale fu loro imposto un digiu- nel 1 538 Paolo III, alla cui elezione con-
no al mese finché vivessero : Ciacconio tribuì, lo dichiarò vescovo di Lacedonia.
nella biografia di questo cardinale ne ri- Cambiati diversi titoli, fra i quali quello
porta la ritrattazione, e la furinola della di s. Maria in Trastevere, al cui capitolo
pontificia assoluzione. Pare che il cardi- applicò in perpetuo lerenditeegli emo-
nale nel 1496 ottenesse da Alessandro lumenti che appartenevano al cardinale
VI i vescovati diTero vanne e di Piochelle; titolare della medesima, a condizione che
e da Giulio II nel 1 5o5 quello di Novara, con essi si dovessero mautenere 4 sacer-
nel i5o8 l'arcivescovato di Vienna nel doti e 2 chierici in servizio di quella ba-
Delfìnato, e quello pure di Rouen, che ap- silica; alla fine nel 1 539 divenuto vescovo
pena ottenuto rinunziò al cardinal Gior- suburbicario di Sabina, nel 543 passò al
1

gio d'Amboise Ciacconio pretende che


: vescovato di Porto. Fu benemerito del-
fòsse vescovo anche diLacedonia,maU- l'illustre ed esemplare ordine de' Cappuc-
ghelli non lo registra tra que' pastori, lib- cini, che sotto Paolo III corse pericolo di

he la legazione della provincia del Patri- restare soppresso e unito all'ordine Fran-
monio, e Paride de Grassis ne'suoi Dia- cescano, se nou avessero prevalso i suo^
ri, dice che il cardinale fu d'animo gran- Imperocché, avendo il Papa in-
consigli.
de, altissimo di statura, ricco di 26,000 timalo una congregazione di G cardinali
SAN s a;n 53
per deliberare Se fosse spediente tale u- ni va all'elevata sua condizione. Sino dal-
nione, 5 di essi esternando sentimento af- la tenera età die saggio di quelle molte
fermativo, il oppose
solo Sanseverino si virtù, che dipoi fulgide risplenderono in
al comune e concorde parere; perorò con lui nel difficile esercizio del potere; come
eloquenza persuadente, ed espose sua sen- dello svegliato ingegno e dell'animogran-
tenza con tale energia e forza di ragioni, de da cui fu eminentemente ornato. A-
che gli riuscì di persuadere i cardinali a vendo nella savia sua condotta propen-
decidersi in favore de'cappuccini. Fu as- sione di servire la s..Sede,si recò in Roma
sai generoso co'poveri, mecenate de'dotti nel pontificato di Pio VI, il quale Io am-
e degli eruditi , i quali nobilmente sov- mise in prelatura , e successivamente lo
venne e aiutò sino alla morte, che losor- fece reggente della cancelleria apostolica,
prese in Roma nel r 543, ed ebbe tomba come apprendo dalle annuali Notizie di
nella chiesa della ss. Trinità al Monte Pin- Roma, e ponente di consulta. Leggo in
cio, senza alcun monumento. Nicolai, Sulla presidenza delle strade e
SANSEVERINO Lucio , Cardinale. aeque, t. 2 3 p. 1 49, che a'3o ottobre 1 800

Nacque in Napoli dai principi di Bisigna- Pio VII lo promosse al chiericato di ca-
no, e melilo che Filippo III lo nominas- mera, e nel 1807 Io nominò presidente
se all'arcivescovato di Rossano, a cui nel delle strade. Invasa Roma e lo stato pon-
i5g2 lo preconizzò Clemente Vili. Nel tificio da'francesi, e deportato Pio VI I nel

1598 vi celebrò il sinodo, e fu largo con 1


809 , soggiacque alla sorte di tutta la
monumenti di pietà, di munificenza e di prelatura, cioèai patimenti e alle vessazio-
pastorale sollecitudine , arricchendo la ni che in tanti luoghi deplorai. Neli8i4
metropolitana di preziose suppellettili e ristabilitoPio VII nellasua sovranità tem-
nobili arredi. Paolo V nel 1 6 2
1 lo trasferì porale, nello stesso anno e come dissi nel
alla sede di Salerno, di cui visitò con mi- voi. XXXII , p. 46 j Io reputò degno di

rabile diligenza l'arcidiocesi, e non con- dichiararlo pro-governatore di Roma. In


tento di avervi tenutoil sinodo,neli6i5 questo grave uffizio^ come ne'precedenti,
vi celebrò il concilio provinciale, che fu essendosi diportato giusto, diligente, at-
poi confermato dalla s. Sede, con immen- tivo e zelante, a premio delle sostenute fa-
so vantaggio di quel clero. Con somma tiche e delle sue esimie qualità, nel con-
lode disimpegnò la nunziatura di Fian- cistoro degli 8 marzo 1 8 6Pio VII locreò
1

dra, ónde in premio Gregorio XV a*2i cardinale dell'ordine de'dinconi, indi in


luglio 1621 lo creò cardinale prete di s. quello de'22 del seguente luglio lo pub-
Stefano al Monte Celio. Alla santità dei blicò, conferendogli per diaconia la chie-
costumi congiunse scienza ed erudizione sa di Maria in Portico, donde passò al-
s.

non ordinaria, singolarmentenelle facol- l'altra di s. Maria ad Martyres. Inoltre

tà teologiche. Intervenne al conclave dì Io annoverò alle congregazioni cardina-


Urbano Vili, dopo il quale lasciò questa lizie del concilio,di consulta, del buon go-
misera vita in Salerno nel 1623, d'anni verno, e delle acque; assegnandolo in pro-
58, e rimase sepolto nella metropolitana tettore della città di Jesi, e dell'arcicon-
con elegante iscrizione, che vi pose il ni- fraternità delle Anime del Purgatorio e-
pote Luigi Sanseverino principe di Bisi- retta nella chiesa di €resù e Maria di Ro-
gnano. ma , Io che rilevasi dalle citate Notizie.
SANSEVERINO Stanislao, Cardi- Afflitta la legazione di Forlì della traslo-
naie. Dalla celebre e nobilissima sua fami- cazione del cardinal Spina a quella di Bo-
glia , vide la luce in Napoli a' i3 luglio logna, Pio VII considerando la gran ri-

1 764. L'educazione e l'istruzione cristia- putazione che godeva il cardinal Sanse-


na, morale e scientifica, fu quale si conve- verino, e l'acume del suo intelletto, nel
54 sAM SAN
1 8 8 lo elesse legato apostolico di Forlì,
1 di Leone XII. Nel 1826 ottenne da que-
coti gran soddisfazione di quell' illustre sto Papa la facoltà di ampliare, restau-
provincia, e gliene die pubblici attcsta- rare e abbellire il palazzo pubblico, me-
ti, diesi ponno vedere uelle Memorie sto- diante erezione dai fondamenti dell'ala
riche del forlivese Placucci a p. 2i4eseg. sinistra del medesimo nella piazza di s.

Affettuoso e vigile preside, presto si gua- Carlo, il che celebrarono i forlivesi con
dagnòraniorede'suoi amministrati, pres- quanto riporta Placucci , parlando del-
so quali il suo nome ancora splende, re-
i l'aumento del palazzo apostolico, pel qua-
so perenne eziandio per averlo essi im- le l'appartamento nobile che fa di pro-

posto con marmorea lapide neli825 al- spetto alla piazza maggiore si accrebbe
la strada interna di Forlì , la quale co- di altro, corrispondente al già campo
steggiando le mura della barriera della di s. Carlo. Inoltre si aggiunsero nuove
demolita porta Gottogni, conduce a por- adiacenze al palazzo, colla erezione di al-

ta Ravaldino , per servire a qualunque tra ampia scuderia, e colla sistemazione


passeggio pubblico , anche di carrozze, della casa del pio istituto di s. Carlo, ac-
praticabile prima ai soli pedoni. Gover- quistata dal governo per le cure del car-
nando la provincia, al riferire di Placuc- dinale, perricovrare in essai famigli del-
ci, con somma sagacità, rara dottrina e la corte legatizia. All'articolo Forlì, nel
incorrotta giustizia, trovo nelle sue Me- celebrare questo porporato, non solo no-
morie, che ad emulare la gioventù allo tai che donò alla cattedrale il corpo di s.

studio, alla fine d' ogni anno scolastico Severina vergine è martire, ma eziandio
volle fare sotto il trono la pubblica so- rimarcai gli accennali restauri, ingrandi-
lenne distribuzione de'premi ai giovani menti e ornati fatti al palazzo pubblico,ove
del ginnasio, nella sala maggiore del pa- oltre la legazione risiede la magistratura
lazzo pubblico, coll'iutervento della ma- comunale, la quale, siccome l'edifizio ap-
gislratura,della commissione degli studi, partiene al connine, ne paga epagò sem-
e di tutti professori e maestri del mede-
i pre le tasse prediali , sebbene col patrio
simo stabilimento, distribuendo per sua islorico Bonoli, Io dissi edificato dal car-
particolare munificenza ai premiati me- dinal Albornoz legato, aumentato coll'e-
daglie d'onore. A suo tempo nella bella legante appartamento rispondente a det-
e colta Romagna fatalmente! capi-setta ta piazza di s. Carlo dal preside Fantino,

incominciarono ad allarmare il governo ed ingrandito con accrescimento pure del


col tar travedere i loro deplorabili pro- loggiato, dal cardinal Donghi legato. Nel
ponimenti; e pei sconvolgimenti di Na- Diario di Roma del 1826 co'numeri 39
poli e Piemonte, nel febbraio 82 1 1 passa- e 44 s' riportala narrazione minuta del-
rono per Folligli austriaci, diretti a re- l'ultima malattia del cardinale, la pianta
primere la ribellione de carbonari napo- sua morte , ed i solenni funerali che gli
letani. Non è quindi immaginabile quan- furono celebrati in Forlì , laonde mi li-
to il cardinale con senno e prudenza ve- miterò ad un cenno. Con singolare for-
gliasse pel mantenimento dell' ordine e tezza d'animo sostenne per molti mesi i
della pubblica tranquillità. Nel 1822 eb- travagli di lenta e penosa infermità d'i-
be il contento di] ossequiare in Forlì il drope di petto, e mentre ognuno si rat-
re Ferdinando 1 monarca due Sici-
delle tristava di vederlo consumare e disfarsi,
lie, che recavasi in Bologna. A'20 agosto egli solo mostrava di non avvedersene,
1 82.3 passato al riposo de'giusti Pio VII, parlandone di rado e come di leggiero
il cardinale si recò a Roma pel conclave, incomodo. Ne in tutto questo tempo vol-
e poscia nel gennaio 1824 si restituì alla le «iai concedere a se stesso alcun ripo-
legazione di Forlì, per nuova conferma so, o intermissione dalle cure pubbliche
SAN SAN $$
e dalle fatiche del governativo reggimen- VII, e nella lettera dedicatoria celebrò
to. Ma la intrepidezza sua non valse ad le magnanime doti del cardinale, ed fa- i

allontanare il pericolo estremo,inchefu sti de'suoi splendidi avi.


condotto più presto che dagli altri non SAN-SIMONISMO o SA1NT-SIMO-
si temesse. Allora volle ricevere il ss. Via- KESIMO. Setta che nacque e morì a'no-
tico in forma solenne, ond'essere agli al- stri giorni, il cui nome le derivò dal con-
tri di eccitamento ed esempio. Avendo- te Enrico di Saint-Simon francese e loro
r capo, il quale abbandonata la carriera
glielo somministrato mg. vescovo, lo rin-
graziò vivamente in uno al clero e alle delle armi e le speculazioni commerciali,
magistrature che l'aveano seguito, invo- si die a comporre diverse opere sulla po-

cando perdono d'ogni mancamento com- litica, sulla morale e sulla industria. Se-

messo; implorando con ardore dalla di- guaci delle sue idee principalmente fu-
vina misericordia non la salute del cor- rono Thierry, Comte, e Olindo Rodri-
po, di cui poteva forse abusare, ma quel- gues. Alcuni de'suoi discepoli inseguito
la dell'anima che con fiducia sperava pei sibeffarono di sua riputazione, e pubbli-
meriti del Redentore e per l'eilicacia dei carono che Saint-Simon, come industria-
sagramenti queste parole trassero le la-
: le erasi rovinato, come pensatore erasi e-
grime da tutti i circostanti. Dopo rice- saurito nel prender tutte le forme senza
vuto V olio santo, fra gli atti di benefi- mai muovere gli spiritiche fi-
riuscire a
cenza verso i suoi famigliari, a cui rivol- nalmente come moralista a vea tentato uc-
se puranche parte de'suoi pensieri, chiu- cidersi da se stesso. Come moralista egli
se in pace gli occhi suoi nell'ancor fresca die pel 1

l'esempio di quella emancipa-
età di 62 anni, agli 1 1 maggio 1826 (a zione, che suoi discepoli predicarono al-
i

Forlì dissi marzo, seguendo le uftiziali la donna. L'influenza ch'ebbe durò colla
Notizie di Roma del 82 7 e 1 1 828, laonde vita, e morì ignorato nel 1825, lasciando
qui rettifico l'abbaglio, come feci a Liceo diverse opere stampate, piene di sue em-
per l'Ateneo di Forlì per amore del vero), pie e sterili dottrine sociali. Allora alcu-
Lisciando di se desiderio ed esempio du- ni suoi amici vollero tentare di sviluppa-
rabile ne'superstiti, ed in grave dolore chi re alcune idée positive, che avea egli e-
lo conosceva e l'intiera provincia di For- sposto nelle sue opere o ne'suoi discorsi,
lì, dalla quale era amatissimo. Essa perde col foglio periodico il Produttore, e n'eb-
un preside d'antica sapienza e virtù, un be Comte la principale compilazione,che
generoso benefattore, un teuero padre; tentò di ridurre le questioni a sistema. I
siccome perde la s. Sede un amplissimo principii foudamentali di sua- dottrina e-
porporato, in cui non saprebbe dirsi s'e- rano che il genere umano era passato da
ra o più grande lo zelo della religione principio per un'era di teologia e di poe-
o più nobile il senno, o più esemplare l'in- sia. l' immaginazione che re-
Allora era
tegrità e la giustizia. Portato il cadavere gnava uomini; poscia era venuta
sugli
con gran decoro alla cattedrale di Forlì, un' era di filosofia ovvero di astrazione
gli furono celebrate magnifiche esequie, pura, e fu questo il regno del pensiero.
decorando il maestoso catafalco bellissi- Dallo stesso Comte doveva poi incomin-
me e onorevoli iscrizioni. Pontificò la mes- ciar l'era della scienza delle cose positive
sa il vescovo, accompagnata da commo- e il regno della realtà. Quanto alle idee

vente musica lugubre, recitandole lodi religiose, sosteneva che quell'idee sì sa-
dell'illustre defunto il can.° Sante Agel- lutari in epoche lontanissime, non poteva-
li. Indi con tutte le ceremonie fu sepolto no più avere nello stato virile attuale del-

davanti all'altare dis.Severina.il ch.E- la ragione umana , se non un' influenza


rasmo Pistoiesi gl'intitolò la Vita di Pio retrograda,che per conseguenza bisogna-
56 SAN SAN
va sostituir loro delle idee positive. Im- carne. L'abolizione dell'eredità. La sop-
perciocché, a'suoi occhi, era impossibile pressionedi qualunque luogo di punizio-
di ottenere una vera rinnovazione delle ne dopo la morte. Finalmente la deifi-
traccie sociali e quindi delle ^istituzioni cazione di Saint-Simon e del padre En-
politiche, se non, innalzando quelle che fantin.Passando di errore in errore, il
chiamansi scienze morali e politiche alla san-simonismo accusò la religione antica
dignità delle scienze fìsiche, e ciò coll'ap- d'aver oppresso la donna tenendola schia-
plicazione conveniente del metodo posi- va, e rimproverò alla religione cristiana
tivo, fondato da Barone, Descartes, ec. di aver cercato solamente di proleggerla,
In seguito la discordia divise bentosto i e non già di emanciparla; ciò che veniva
compilatori del Produttore y e successe a fare il san-simonismo, il quale procla-
X Organizzatore, ch'ebbe per ."missione i mava la donna libera e indipendente. la
d'introdurre l'elemento religioso nella tultociò questa setta travisava ancora la
scienza positiva; indi i compilatori assun- storia, il cristianesimo, e la donna stessa.
sero un tono mistico e ispirato. Dio, il Bazard ed Enfantin, dopo aver fondato
sentimento religioso, la coscienza, l'ispi- la gerarchia in cui sviluppa vasi la religio-
razione, l'umanità, la rivelazione perso- ne nuova, fondarono anche le ceremonie
nale, erano le parole più loro famiglia- che doveaho accompagnare i differenti
ri. Ed accorgendosi ben tosto che una re- atti della vita. Il padre supremo Enfan-
ligione senza gerarchia, senza preti, non tin pubblicò un corrispondente simbolo,
era vitale, si divisero essi in apostoli e di- poscia si separò da Bazard, e pretese che
scepoli, in padri e figli. La riunione de- la donna dovesse anch' essa partecipare
chiamò famiglia, la reli-
gli affigliati si del sacerdozio, e fu dichiarato l'uomo il

gione prese il nome di Chiesa San-Simo- più morale del suo tempo, il vero suc-
niana: l'autorità suprema fu concentra- cessore di Saiut Simon, il capo supremo
ta nelle mani di Bazard e di Enfantiu, della religione sansimoniana. La polizia
i quali portarono titoli di padri supre-
i non tardò a far sospendere le insulse pre-
mi. Sì aprirono in Parigi sale di conferen- dicazioni de' san-simonisti, che anzi fu-
ze e di predicazioni, ed alcuni giovani ab- rono accusati di truffa. Seguì altra scis-
bracciarono la novella fede, ripiena di sione tra Rodrigues, e Enfantin che con
empie assurdità. Acquistarono il giorna- morale stravagante cercò la donna Mes-
le Globose cui dottrine politiche si chia- sia tra le prostituite; quindi sursero tre
mavano allora un liberalismo avanzato e chiese san-simoniane, de'due nominati e
intelligente; dichiarando che era passato di Bazard, e nuovamente la polizia fece
il tempo del cristianesimo e ch'era mor- cessare le riunioni di questi esaltati. La
to,dovendosi fondare una nuova religio- corte di giustizia compilò un processo con-
ne: questa consisteva in una specie di e- tro i settari, di aver fatto e pubblicato di-
clettismo filosofìcojcomposto delle filoso- scorsi contrari alla morale pubblica e ai
Fichte alemanuo, e di Réid scozzese.
fìe di buoni costumi : furono condannati i ca-
Intanto i san-simonisti pretesero niente- pi a prigionia ed ammende. L'anarchia
meno che di cambiar Dio, la rivelazione, nella sedicente gerarchia giunse al colmo;
l'umanità, la storia, la regola de'costu mi, tentarono missioni tra gli operai del mez-
le nozioni del bene e del male. Stabilirono zodì e fuori di Francia , ma furono ac-
in rimpiazzo del cristianesimo, per loro colli coi fischi, i sassi e i bastoni. Indi i

principali domini, o ributtanti abberra- san-simonisti rinunziarono al loro nome


zioni il loro Dio-tutto o Panteismo (F.) e presero quello di Compagni della don-
universale. La negazione del peccalo u- na. Alcuni partirono per l'orienta a cer-
rigiaale. La preteusioue di riabilitare la carla donna Messia. Etifauliu uscito dal»
SAN SAN 57
la prigione, neh 833 passò in Egitto con dida evidenza i benefizi economici arre-
5 compagni, alcuni de'quali apostatando cati dalle dottrine e istituzioni catto-
si fecero mussulmani. Si può conchiudere, liche.
cheilsansimonismo come religione nuo- SANSONE (s.), vescovo. Nacque ver-
va, ossia rivelazione di Dio per mezzo di so l'anno 49° nel paese di Galles in In-
Saint Simon e d'Enfantin, andò a collo- da ragguardevoli geuitori, che
ghilterra,
carsi in serie con quegrinnumerevoli er- per bene allevarlo lo posero sotto la di-
rori, quali dopo aver stranamente ger-
i sciplina di s. lltuto abbate. Fatti rapidi
mogliato in alcuni uomini, dopo di aver progressi nelle scienze e nella virtù, fu or-
menato qualche rumore e di essersi at- dinato prete da s.Dubrizio vescovo diCaer-
taccato qualche discepolo, grazie a'bi ani leon. Nel 5 11 si ritirò in un'isola vicina
qua e là dal cattolicismo, svanirono
tolti per menarvi vita eremitica, con molti al-
in fumo, come tutti pensieri degli uo-
i tri servi di Dio, che avevano per maestro
mini infelicemente separati da Dio.Tut- e reggitore un santo prete chiamato Pi-
tavolta diversi sansiinonisli, inclusiva- rone. Essendosi recato a visitare suo pa-
mente a Bazard, rientrarono nel grembo dre, eh' era caduto pericolosamente am-
della nostra madreChiesa, e con iscritti
s. malato, gli rese la salute mediante le sue
difesero poi apertamente il cattolicismo. orazioni, e lo distaccò perfettamenle dal
La storia del san simonismo fu pubbli- mondo, per cui si ritirò tra gli eremiti
cata negli Annali di filosofia cristiana, co'qualiegli vivea. Guadagnò purea Ge-
che si stampano a Parigi. Negli Annali sù Cristo molte persone della sua fumi-
delle scienze religiose di Roma, nel 1. i5, glia , e le collocò iu vari monasteri. Nei

p. 243, riportandosi la dissertazione del- 5iG fece un viaggio in Irlanda a fine di


l'ab. F. Cerberi sul Razionalismo ( /"'.), perfezionarsi cogli esempi e colle istru-
si parla del sansimonismo, sue dottrine zioni di un gran numero di santi che a-
economiche e sociali: nel 1. 16, p. 3 vie bitavano iu quel paese. Tornato dipoi nel
riprodotta la dissertazione di mg. r Anto- deserto, si chiuse in una caverna ; ma s.
nino de Luca, ora vescovo d'Aversa, sul- Dubrizio lo fece venire al sinodo che si
l'empie e sterili dottrine sociali di Saint- tenne a Caerleon nel 52 o , e lo consacrò
Simon, con questo titolo: Non si pub mi- vescovo regionario. S. Sansone continuò
gliorare la condizione economica de'po- a praticare le stesse austerità, vietandosi
poli senza V aiuto delle dottrine e istitu- affatto l'uso delle carni,ed alcune volte
zioni della chiesa cattolica. Empietà e stando digiuno per due o tre giorni. Pas-
sterilità delle opposte dottrine e istituzio- sava sovente le intiere notti- ad orare in.
ni de' eoa detti socialisti moderni, Saint- piedi, pigliando soltantoqualche poco di
Simon, Carlo Fourier e Roberto Owen, riposo coll'appoggiare capo ad una pa-
il

tre solenni sognatori che si millantarono rete, allorché Motivasi oppresso dal son-
di aver trovato alla fìnfìne il segreto per no. Per trovare più ampio campo al suo
accorrere alle miserie economiche delle zelo, passò nell'Armorico cousuo padre,
odierne società; ma inoltre affermarono co'ss. MaglorioeMacutosuoi parenti.Qui-
che questo novello Eden non poteva ri- vi colla sua predicazione eco'suoi miracoli
fiorire quaggiù iu terra, se non ne dispa- convertì moltissimi idolatri, e fondò una
risse il cristianesimo, e segnatamente il badia, che appellò Dol o Dole, ove stabili
vero, il compiuto e l'efficace cristianesi- la sede episcopale. Sottoscrisse il 2. con-
mo, cioè il cattolicismo. Delirante bestem- Parigi nel 55?, e morì verso l'an-
cilio di
mia Queste ciance da farnetici , buci-
! no 564» Una considerabile porzione del-
nate dall'uno all'altro polo, non han par- le sue reliquie fu portata a Parigi uel se-

tori lo altro v lidio che il pone iu più spleu- colo X, ed è onoralo a'28 di luglio.
58 SAN SAN
SANSONI Raffaele, Cardinale. V. rubbio di grano che in quell'anno di ca-
Ili amo Raffaele. restia costava 20 scudi, e alcune monete
SANSULP1ZIO Michele Ebrardo, per sovvenire alle necessità in cui trova -
Cardinale. V. Ebrardo. vasi. Sollevato alquanto da queste corte-
SANTA CASA DI LORETO^ V. Lo- casa d'un suo amorevole,
sie, si ritirò in

reto e Reca nati. dove si trattenne finche le milizie nemi-


SANTACROCE PUBLICOLA Pro- che abbandonarono Roma. Ritornato in
spero, Cardinale. Di antichissima e no- patria, pei disagi patiti soggiacque a gra-
bile famiglia romana, datosi fin dall'a- vissima malattia che lo travagliò 8 mesi,
dolescenza allo slato chiericale, applicos- e riavutosi con fervore riprese gì' inter-
sicon tal fervore agli studi,che di 12 anni rotti studi. Frequentò quindi le case dei
Iraduceva con istupenda facilità dal gre- primi letterati di que'tempi, stringendo
co in latino le Con-
orazioni d'Isocrate. con loro sincera amicizia, non lasciando
tratta intima amicizia con Antonio Teo- trascorrere giorno senza vederli, procu-
baldi ferrarese, colla sua direzione si a- rando di trarre sempre da essi nuove co-
vanzò siffattamente nelle umane lettere, gnizioni. L'insigne sunnominato letterato
che divenne oggetto di comune ammira- Teobaldi, confinato in casa dalla poda-
zione. Perduti nel 1527 i genitori, in oc- gra, avea molto diletto di conversare con
casione che la peste penetrata in Roma Prospero e impiegava di verse ore del gior-
vi fece orribile guasto, e spogliato in pa- no a istruirlo, infervorandolo all'appli-
ri tempo nel sacco di Roma di gran par- cazione de'lunghi e fastidiosi studi. Ben
te delle sostanze paterne, con due fratelli presto il discepolo pe'suoi scientifici pro-
ancor bambini e due piccole sorelle di gressi si acquistò fama di eccellente in-

cui si prese cura, rifugiossi in Toffia nel- gegno e perito nella lingua latina, onde a
la Sabina. Gli abitanti che aveano obbli- persuasione del vescovo di Segni Grana,
gazioni e affetto pel defunto genitore Tar- si determinò a comporre e recitare un'o-

cjuinio avvocato concistoriale, mossi a razione nella chiesa di s. Maria Nuova, al-
compassione del giovane figlio e delle sue la presenza di molti cardinali e con ot-
gravi sciagure, fecero a gara per ospitar- timo successo, ed altra con molto spirito
lo, si protestarono apparecchiati a per- pronunziò il i.°gennaioi53o in Bologna
dere per essoquanto aveano e la stessa vi- avanti Clemente VII e Carlo V. Indi si
ta se facesse d'uopo, e gli assegnarono u- trasferì a Padova con tenui mezzi per ap-
na determinata somma per ogni settima- prendervi la giurisprudenza, ed ove per
na, affinchè potesse decentemente man- le strettezze in cui vivea,per sollecitare il

tenersi, in uno ai fratelli e sorelle. Non compimento di sue lezioni, con mirabile
appena trascorsi otto giorni dal suo ri- perseveranza notte e giorno era immer-
fugio in Toffia, si seppe che avvicinava- so nello studio, poco riposando e non cu-
si l'esercito che avea desolata Roma, on- rando i sollievi. Questo tenore di vita po-
de spaventati e atterriti gli abitanti cele- se in pericolo la sua salute, e per ricupe-
remente si ricovrarono nelle vicine mon- rarla dovette interrompere il suo siste-

tagne. Prospero colla sua debole e tene- ma. Ricuperate le forze si die a frequen-
ra comitiva, e col suo precettore, fu co- tare il celebre d. r Zannecchini e lo segui
stretto a ritirarsi in Vallecupohi, appo- a Vicenza, ove con pena intese la morte
diato di Rocca Sinibalda, dove non mol- dello zio Pompilio Santacroce avvocato
to prima erasi condotto Antonio Orsini concistoriale, e poi la piacevole notizia
duca di Gravina, il quale per l'amicizia d'essere stato a lui sostituito in età di 23
passata col di lui padre, a cui professava anni,ad istanza del collegio e annuendovi
grandi obbligazioni, gli somministrò un il Papa, come ricordevole dell'eloquente
SAN S A N 59
orazione che avea udita in Bologna. Pre- gnatosi il favore della regina Caterina de
sa la laurea dottorale ripatriò, e poscia Medici, ottenne che il cardinal di Lorena
accompagnò il collega Mignanelli a Niz- co' vescovi diFrancia si portassero al con-
za,ove Paolo III si portò per pacificare cilio di Trento. Riuscì di tanta soddisfa-

Cario V e Francesco I. Questo Papa in zione a Pio IV l'operato in questa con-


età di 28 anni lo ammise fra gli uditori di giuntura, che ad istanza della stessa re-
rota, ed il nipote cardinal Farnese recan- gina a' 1 2 marzo 1 565 lo creò assente car-
dosi in Germania dall'imperatore Carlo dinale prete e arcivescovo d' Arles, dio-
V in legazione, volle che Io seguisse, ma cesi che studiossi a tutto potere di preser-
poi in altro viaggio Io pospose a altri. Scos- vare dal contagio dell'eresia che furiosa-
so da questo avvenimento, conobbe che mente imperversava in Francia, a segno
non sempre il corteggiare apre la via agli chetrovossi in pericolo di perdere la vita
onori, ma la sola virtù, per cui con tutto per insidie tese dai fieri ugonotti, da lui
impegno si dedicò all'esercizio dell' udi- rigorosamente perseguitati e per cui ne
torato, mostrandosi pronto alle udienze, fu detto il martello. Restituitosi in Ro-

paziente nell'ascoltare anche gl'importu- ma, ricevè da s. Pio V il titolo da luie-


ni e gl'indiscreti, onde si conciliò l'affetto retto di s. Girolamo degli Schiavoni. II
e la stima della curia romana. Fatto ve- Bayle, Dizionario t. 4, p. 1 28, e Lucen-
scovo di Cissamia o Chisamo (sembra che zi nell'Italia sacra p. 2 ig,riferisconoche
per errore di stampa,occorso nel suo.Com'> il cardinal Santacroce fu che
il 1 .°fra tutti
mentano delle guerre civili della Fran- dal Portogallo recasse in Italia Tabac- il
7
cia, e ripetuto dal Mattei nella Storia deh co (T .), detto perciò dal suo nome Er-
la chiesa Pisana, sia stato detto arcive- ba santa e Erba Santacroce, riportando
scovo di questa,provando il conti arioCar- Bayle in proposito alcuni versi del cele-
della), fu spedito nunzio a Ferdinando I bre medico Castor Durante, ricavati daU
re de'romani, per determinarlo alla re- la Biblioteca del Mandosio. Altri col p.
stituzione di Piacenza; nella dieta di Pra- Carlo de'contiLodoli, negli Apologhi p.
ga pronunziò elegante orazione che si leg- 78, dicono che Giovanni Nicotdi Lingua-
ge in Ciacconio, e si affaticò con molto doca ambasciatore di Francia in Porto-
zelo per ricondurre gli eretici al seno del- gallo, portò da Lisbona a Parigi nel se-
la romana, confutando la necessi-
chiesa colo XVII l'erba trovata in Tabngo nel-
tà della comunione sotto le due specie. l'America settentrionale, una delle An-
Richiamato aR.oma da Giulio III, fu in- tille o Caribi e scoperta da Acozendez di

viato nunzio à Enrico II re di Francia Toledo, la quale erba fu detta prima Ni"
per la pace con Carlo V, ma senz'effetto. cotianao Nicoziana, indi del Gran prio-
Ritornato al suo tribunale,riprese l'eser- re, poi della Regina, per avere Nicot pie -
cizio d'uditore di rota, indi a mezzo del sentata V erba prima al gran priore di
cardiual Galli ottenne da Pio IV il go- Lorena, e poi alla suddetta Caterina re-
verno della città di Bologna, enei i56o gina di Francia. Certo è che in Roma
la nunziatura di Portogallo, con istruzio- per la costante tradizione che il cardinal
ne di fermarsi per alcuni mesi presso Fi- Santacroce portò pel 1 .° il tabacco in I-
lippo II re di Spagna,a fine di trattare la particolarmente inRoma,sino agli
talia e
continuazione dei concilio generale, e fu ultimi anni dai venditori di tabacco si è
accolto con dimostrazioni di particolare tenuta per insegna una croce bianca, ch'è
stima. Nel seguente febbraio 1 56 1 giunse lo stemma della nobile famiglia Santa-
Lisbona, dalla quale poco do-
alla corte di croce. Il cardinale dopo 8 anni rinunziò
po fu obbligato d'ordine pontificio a tra- l'arcivescovato d'Arles; fu a' conclavi di
sferirsi in quella di Parigi , ove guada- Gregorio XIII e Sisto V, il quale nel 1589
6o SAN SAN
lo fece vescovo d'Albano. Finalmente pie- con abbondante limosina. Nel tempo del-
no di meriti mori in Roma a'7 ottobre la peste che afflisse Bologna, fece un vo-

di tale anno, con 76 anni di età. Fu se- to alla B. Vergine del Rosario, interven-
polto nella basilica Liberiana, con quella ne a piedi scalzi ad una processione isti-
iscrizione cberiportaUghelli,donde poi la tuita in onore della medesima, da prati-
spoglia mortale fu trasportala nella chie- carsi in perpetuo ogni anno. Essendo ar-
sa di s. Maria in Publicolis, giuspatro- ci vescovo d' Urbi no celebrava ogni sabato

nato de' Santacroce, e collocata insieme nella chiesa al suo nome dedicata la s.

con quelle degli altri cardinali della stes- messa. Finalmente lenta febbre lo ridusse

sa prosapia,al destro lato dell'altare mag- alla tomba iuRorua neli64-i, d'anni 44>
giore, dove sotto l'effigie del cardinale, e- e non ?4 come scrisse l'Amydenio (altri
spressa assai al vivo in pittura, si legge un errori commisero Sanmartani auche
i ,

magnifico elogio. Scrisse questo cardina- pel luogo di sua morte), e rimase sepol-
le i Registri de suoi viaggi, stampati al- to nella chiesa di s. Maria in Publicolis,
l'Afa nel 1718; le Decisioni Rolalij il ri- dove al destro lato dell'altare maggiore
cordato Commentario] alcune Lettere a si vede la di lui effigie dipinta in tela e
Federico Nausea e a s. Carlo Borromeo fregiata di magnifico elogio.
Co ns lilutio nes laneae artis a Sixto V in SANTACROCE Marcello,£W//^.
Urbe erectaej De officio Legati. Abbia- le.Di antica e illustre famiglia romana,
mo la sua Vita compilata da Antonina nipote del cardinal Antonio,dopo aver ce-
ria Oraziani vescovo d'Amelia. leremente percorso la laboriosa carriera
SANTACROCE Antonio, Cardina- degli studi, e singolarmente della teologia
le. Nobile romano e nipote del prece- di cui die con pari spirito e valore pub-
dente, tosto ch'ebbe vestito l'abito pre- blica conclusione, ed essendosi versato nel-
latizio, ottenne da Gregorio XV la vice* le lingue greca e latina, si rivolse ad ap-
legazione di Viterbo , e poi da Urbano prendere la giurisprudenza, di cui meri-
Vili il governo di Marittima e Campa- tò la laurea dottorale. Annoverato tra i
gna come protonotario apostolico fu
, e canonici Vaticani e fra i prelati del buon
compagno del cardinal Barberini legato governo, Innocenzo X lo destinò com-
a latere in Francia. Dopo venne incari- missario a quietar le liti insorte tra Rieti
cato della nunziatura di Polonia, dove si e i popoli confinanti per acque del Ve-
le

acquistò i meriti , che mossero Urbano lino, nel quale spinoso affare ebbe molto
Vili a' 19 novembre 1629 a crearlo car- a soffrire prima di venirne a capo. Con-
dinale prete de'ss.Nereo ed Achilleo.Quin- chiusa al fine la sospirata concordia con

di venne ascritto alle congregazioni de' ve- gran soddisfazione del Papa, fu inconta-
scovi e regolari,di propaganda e della con- nente spedito vice legatoa Bologna, e di-
sulta. Nel i63i fu fatto arcivescovo di chiaralo commissario generale nelle 3 le-

Chieti, donde nel i636 venne trasferito gazioni di Bologna, Ravenna e Ferrara,
a Urbino, colla legazione di Bologna, don- come ancora dell'esercito pontificio,, adu-
de poj parti onorato dal cordoglio uni- nato e raccolto per l'espugnazione di Ca-
versale de' bolognesi, che ne piansero a- stro. Dopo due anni richiamato a Roma,
marameute la perdita. Lodato per gl'in- fu ascritto tra i prelati di consulta, e poi
tegerrimi costumi, professò sino dai pri- ad istanza di Gio. Casimiro re di Polo-
mi anni singoiar divozione alla B. Ver- nia, Innocenzo Xa'19 febbraio 652 Io 1

gine, ed essendo nunzio di Polonia, nelle creò cardinale prete di s.Stefano al Mon-
sue feste principali convitava poveri i teCelioe vescovo diTivoli, dove con l'am-
nella propria casa, e dopo averli amore- ministrazione da' sagramenti, colla pre-
volmente serviti a mensa, li congedava dicazione della divina parola, colla cele-
SAN SAN 61
brazione del sinodo che tenne e stampò Pnblicolis dalla famiglia Publicola San*
nel 658, cogli esempi d'un integerrimo
1 tacroce che n'è proprietaria; altri dicono
costume, e coll'abbondanza e generosità perchè ivi fu la casa del celebre P. Va-
delle limosine,si studiòdi promuovere po- lerio Publicola, che credesi ascendente
tentemente la salute eterna del proprio della nobile famiglia Santacroce; ma Pan-
gregge. Arricchì la cattedrale di preziosi ciroline' Tesori nascosti di Roma, p. 557,
arredi, e di nuova sagrestia con disegno avverte chegli antiquari pongono la casa
del celebre Bernini. Neil 656 propagato* di quel romano alle radici del Palatino
si contagioso morbo in Roma e nell' A- sotto il Palladio, e piuttosto doversi chia-
bruzzo, del quale egli pure fu attaccato, mare la chiesa inPubblico^óa] ClivuusPu-
Alessandro VII lo scelse a supremo pre- blicus o calata pubblica del Campidoglio,
sidente del tribunale sanitario, nel quale che era in questo sito. Martinelli la dice
pericoloso incarico ebbe tutto il campo in Publicolis e congiunta al Palazzo San-
di mostrare la sua carità e 1' apostolico tacroce (P .) nel riones. Angelo,ed io ag-
zelo di cui era animato. Preservò la dio- giungerò tra le vie del Pianto e de'Fale-
cesi dalla pestilenza per le sue preghie- gnami. Il quadro del i.° altare a destra
re, e voto fatto alla ss. Concezione, in o- è de| cav. Vanni, ed è pur suoquellodel-
noie della quale edificò magnifica cap- l'altare maggiore, rappresentante la Na-
pella nella cattedrale , e compose a sua tività della B. Vergine. Il s. Francesco
gloria un'orazione per cantarsi nella sua sull'altare a sinistra è buona copia di Ca-
festa. Altre memorie in Tivoli del suo il- iacci, eseguita dal bolognese Gio. Fran-
lustre casato, sono una porta della città, cesco Grimaldi/il qualediedei disegni del-
ed un sontuoso palazzo suburbano ina- le sepolture de'Santacroce,ove di sua ma-
mena situazione. Clemente IX lo deputò no ne dipinse i ritratti : suo è pure l'af-

con altri cardinali allacongregazioneso- fresco sulla porta della chiesa. I due de-

pra lo stato de'regolari, e Clemente Xgli positi del marchese Santacroce seniore,
assegnò quella di consulta e altre. Favo- e dql principe d. Scipione furono archi-
rì colsuo suffragio l'elezione di 3 Papi; tettati nel secolo passato, e il medaglio-
finalmente in R.oma con pia morte coro- ne co'putti in quest'ultimo furono esegui-
nò la lodevole vita nel 1674, di 56 anni. ti da Gio. Battista Maini.

Sebbene presso la porta laterale della ba- SANTACROCE Andrea, Cardinale.


silica Liberiana, al destro lato dalla par- Nacque in Pioma a'22 novembre i655,
te della tribuna gli fu eretto un magni- de'marchesi oggi principi di Santogemi-
fico monumento col suo busto di marmo ni, nipote del precedente. Postosi in pre-
e onorevole epitaffio , nondimeno fu tu- latura, dal governo di Tivoli assegnatogli
mulalo nella chiesa di s. Maria in Pw- da Clemente X, passò sotto Innocenzo XI
blicolis patronato' di sua famiglia, nella a vice-legato di Bologna. Alessandro VIII
tomba de'suoi antenati, con nobile iscri- avendo tolto al marchese Antonio suo fra-
zione, posta al destro lato dell'altare mag- tello il posto di capitano de'cavalleggieri,
giore, col ritratto del cardinale dipinto, in compenso promosse Andrea alla nun-
il quale fino dal i643 la riedificò dai fon- ziatura di Polonia, dalla quale nel 1696
damenti con sua facciata, coi disegni del- Innocenzo XII Io trasferì a quel la di Vien-
l'archi tetto Gio. Antonio de Fiossi, e l'ab- na, in cuisi adoperò con tutto calore pres-

bellì magnificamente con pitture, come so l'imperatore, affinchè fosse rimosso da


dichiara una lapide. Di questa chiesa feci Roma V Ambasciatore [V.) conledi Mar-
parola altrove, come nel voi. XX, p. 249, tinitz,che colle sue insolenti e temerarie
ed a Parrocchia, dicendo che questa la pretensioni iuquielava il Papa, il Gover-
soppresse nel 1824 Leone XI I. Si dice in natore, e il Principe assistente al soglio
C'2 SAN SAN
(F.) t come di fallo gli riuscì, surrogan- scrittori greci collocano la sua morte in
dosi il conte di Lambergb die si mostrò Ararat. Quanto però al corpo vi sarà sta-
devotissimo della s. Sede. Quindi Inno- to nella cattedrale di San Taddeo, poiché
cenzo XII >4 novembre 1699 lo creò
a* è certissimo che si venera in Pioma nella
cardinale prele di s. Maria del Popolo. basilica Vaticana, con quello di s. Simone
Fu al conclave di Clemente XI (cbe nel apostolo : anche la cattedrale di Tolosa
17 18 fece il marchese Santacroce duca ritiene di possedere parte de'corpi d'am-
di Oli veto, quando l'imperatore Io dichia- bedue. Si conoscono 3 vescovi armeni che
rò grande di Spagna), il quale nel 1701 occuparono la sede di San Taddeo: Gio-
lo nominò vescovo di Viterbo, dove per vanni in principio del secolo XIV, Zac-
sovvenire i poveri più volte impegnò la caria poco dopo e neh 32i, N.acui Be-
domestica suppellettile, per poter gene- nedetto XII scrisse nel 1 34* d'unirsi col
rosamente dotare non poche zitelle, la cui cattolico d'Armenia, per tenere un con-
onestà pericolava. Compose le discordie cilio contro gli errori di quel tempo. Que-
insorte tra il clero e il popolo, dando sem- sta chiesa ebbe pure degli arcivescovi la-
pre saggio di vigilanza e pastorale solle- tini, ih. de'quali fu Cachana, cui Gio-
citudine. Morì in Roma agli 1 1 maggio vanni XXII scrisse neh 32i, N. ne occu-
17 12, d'anni 56, e rimase sepolto nella pava la sede nel 1 34- 1 > Bertuccio, Gio.
chiesa gentilizia di s. Maria in Publico- Battista dell'Isola domenicano nominato
Vis, colla sua effìgie dipinta, fregiata di da Bonifazio IX, Girolamo il quale aven-
maguifìco elogio. Ai nostri giorni Leone do apostato, Martino V elesse in sua ve-
XII con breve de' 12 luglio 182 7 dichia- ce nel 424 Giobbe di Macho domenica-
1

rò duca di Corcbiano d. Luigi de' prin- no. Oricnschr. t. 2, p. 1 44^» *-^a P- x 386.
cipi Santacroce, come leggo nel n.°58 del SANTA GIUSTA. F. Oristano.
Diario di Roma: a Macerata parlai di SANT'ALBANO, Fantini s. Albani.
un suo palazzo. Città d'Inghilterra, nella contea di Iiert-
SAN TADDEO MA CU. Sede arci- ford,hundred di Cashio, sulle due rive del
vescovile dell'Armenia maggiore, nella Verulam o Musa, a più di 7 leghe da Lon -
provincia d'Artaz, sotto il patriarcato di dra, sulle rovine del Ferulammm de ro-
Exmiazin (7^.) o Ecsmiasin, cui furono mani, edove Cesare disfece Cassibelauno,
assegnale per suffragante le sedi vesco- anzisipretendecheivi la regina Boadicea,
vili di Auhar,Hoi,Jormi,Maralha e Sal- battuti romani ne fece trucidar 70,000,
i

maste. Fu dato il nome di s. Taddeo a unitamente ai bretoni che si erano loro


questa sede, perchè nella chiesa cattedra- sottomessi. Il suo moderno nome deriva
le si conserva corpo di quel santo apo-
il da un magnifico monastero fondato da
stolo, secondo alcuni. L'apostolo s. Giu- Offa nel 793 in onore di s. Albano (V.)
r
da .) ebbe il soprannome di Taddeo,
(/ i.° martire della gran Bretagna. Questo

ed è venerato dagli armeni, come s. Bar* santo ed il fondatore aveano, per quanto
tolomeo, per lóro apostolo. Dalla Meso- si dice, le loro tombe nella chiesa del mo-
potamia passò in Persia,mar- ove patì il nastero, che contiene altresì un gran nu-
tirio. Quelli che lo fanno morire nella Fe- mero di monumenti e di antiche iscrizio-
nicia e in pace in Cerilo lo confondono , ni. Molti uomini illustrivi sono sepolti, e
con s. Taddeo uno de'72 Discepoli, che fra gli altri Humprey duca di Gloccster,
dicesi predicò la fede a Edessa, e di cui il più giovane de'fìgli d'Enrico IV; il ce-
parlasi ne' Menei a'2 agosto; tuttavolta 1 lebre Francesco Bacone, lord Verulamio,
con Butler aEDEssA e nel voi. LI, p. 3 1 fu sepolto nella chiesa di s. Michele, e sul-
e seg. dissi che s.Taddeo apostolo fu quel- la sua tomba il famigerato Tommaso Mo-
lo che vi promulgò l'evangelo,edalcuni ro vi fece erigere la statua in marmo ne-
SAN SAN 63
io. Nel 793 l'abbate ottenne da Papa A- capitolo formasi di 18 capitolarle di 14
driano I la precedenza su tutti gli altri beneficiati. Vi è la cura d'anime propria
abbati <X Inghilterra (^.). Offa nel conci- del capitolo, che si esercita dai cappellani,
7
lio di Ceichyth (J .) gli donò beni consi- con battisterio. Vi sono altre chiese, un
derabili. L'abbate di s. Albano sedeva al ospizio, un ospedale, alcune confraterni-
parlamentoinnanzi a tutti gli abbati mi- te, 2 case caserma e scuola di
di carità,
trati, la qual precedenza vuoisi concessa navigazione : mancava
il seminario ed il

neh 1 54 dall'inglese Adriano IV molti : monte di pietà. Vasto è il porto, Porius


re confermarono questo privilegio; aven- Blendìum, sicuro, ben riparato, di facile
do l'abbazia 2 02 1 lire sterline di rendita, accesso, anche ne'tempi grossi,per le navi
avanti la lagrime vole pretesa riforma. La d'ogni grandezza le fregate di 4° can-
:

città deve l' origine a Ulsino 6.° abbate noni vi trovano pure un buon ancorag-
che costruì 3 chiese sulle 3 principali stra- gio, e vi giungono a marea alta. Le navi
de che conducevano al monastero. Nel ch'entrano nel bacino interno si legano
i45i e 1461 vi seguirono due battaglie, ad una bellissima riviera che le separa
tra'partigiani delle case di Lancaster e di dai magazzini e da'cantieridi costruzione.
a
York, ed in conseguenza della 2. la re- Viene difeso il porto da due castelli mu-
gina Margherita liberò dalla prigionia il niti, e da parecchie batterie. La città ha

re suo sposo. Nel 44^ in Sant'Albano fu diverse fabbriche di gomene e altri cor-
tenuto un concilio contro l'eresiarca Pe- dami, di cappelli , di maioliche e altre :

r
lagio, ed Pdagiani(f .)suQ\ settari. Reg.
i vi sono fucine, fonderia regia per ancore,
t. 7; Arduino t. 1; Labbe' t. 3. cannoni, bombe e palle. E' una delle piìt
SANTA mmK\Santanderien). Città importanti piazzedi commercio della Spa-
con residenza vescovile di Spagna, nella gna, che dall'indipendenza dell'America
Castiglia vecchia, capoluogo della provin- meridionale ha molto perduto, poiché il

cia omonima formata colla parte setten- suo porto era uno di quelli che aveano
trionale di quella di Burgos e con por- il privilegio di fare ogni sorta di traffi-
zione di quella di Toro , a 28 Seghe da co con quella immensa parte del mon
Burgos in una penisola, sulla costa setten- do ; e ne fa ancora uno considerabile col
trionale della baia del suo nome, formata nord dell'Europa. Il cabottaggio conBil-
dal golfo di Guascogna. E' sede di tribu- bao, s. Sebastiano e Baiona è attivissimo.
nali civili, commerciali, e di guerra, di Fra i suoi uomini illustri vannoricorda-
marina e politico; residenza pure d'un go- ti, il dotto teologo M. Suarez,e il pittore
vernatore civile e militare, e di consoli MadrazÒ. Nel suo territorio si ricava del
stranieri. Sorge sul pendipd'una collina, vino assai buono. I francesi entrarono in
con vie larghe, case ben fabbricate, cou Santander a' 1 6 novembre del 1 808, e la
ameno passeggio e sobborgo. La chiesa conservarono sino alla loro ritirata dal-
cattedrale è un antico edilìzio di stile go- la Spagna. IlPapa Benedetto XIV, ad i-
tico, dedicata alla B. Vergine Assunta in stanza di re Ferdinando VI, a' 12 dicem-
cielo, e non molto distante è l'episcopio. bre) 754 eresse il vescovato di Santander,
a
Il capitolo si compone di 5 dignità, 1 del- . e lo dichiarò suffraganeo della metropoli
le quali è il decano, di 1 1 canonici colle di Burgos, e lo è tuttora. Clemente XIII
prebende teologale e penitenziaria, di 1 nel concistoro de'29 marzoi762 dichia-
razionali, di 4 cappellani, e di altri preti
1 rò i.° vescovo Francesco Laso des. Pedro,
e chierici addetti all' ufficiatura, secondo di Poza diocesi di Leon. Gli successero,
l'ultima proposizione concistoriale. Inve- come si ha dalle Notizie di Roma: nel
ce si legge nel recente concordato, con- i784RaffaeleTommasoMendezdeLuar-
cili uso tra la Spagna e la s. Sede, che il ca, di Luarca d'Oviedo; nel 1820 Gio-
64 S A | SAN
vanni Gomez Duran, di Valde diocesi di crede esservi stato battezzato nel IV se-
Toledo; nel 829 Filippo Gonzalez Abar-
1 colo. Un muro di 180 piedi di lunghezza
ca religioso della Mercede, d'Avila d'O- sopra 3o di altezza è il solo avanzo della
viedo e traslato da Ivizada Pio Vili. Per sua magnifica cattedrale , costrutta dal
sua morte e dopo lunga sede vacante, il 1 1 62 al 1 320, ed in un sol giorno distrut-
regnante Pio I X nel concistoro de' 1 7 gen- ta dai feroci e pretesi riformatori nel 1 55g.
naio 1848 preconizzò l'odierno vescovo Questa chiesa si stimò essere una tra le

mg/ Emanuele Raimondo Arias Teigei- più grandi della cristianità, poiché dicesi
10 de Castro, di Cavanelas diocesi Oren- che avesse 7 piedi di lunghezza e 2 di lar-
se, già priore e dignità della cattedrale ghezza più che quella di s. Pietro a Ro-
di Pamplona e arcidiacono della metro- ma, dunque sarebbe stata la più vasta.
politana di Valenza. Ogni nuovo vescovo E' certo che la straordinaria sua altezza
è lassato in fiorini 700. La diocesi si e- eia bella sua simetria le diedero ili.* luo-
stende per più di2 5 miglia, e contiene 453 go fra'più pregiati edifìzi di gusto gotico.
parrocchie coi battisteri, ed altri luoghi. Questa città ha diverse fabbriche, vi è co-
SANT' ANDREA o S. ANDREWS o mune il giuoco della palla : ha mercati
S. ANDROUo SANTANDEB, Sanctis settimanali, e 5 fiere annue. Gli scozze-
Andrene Famim, A ndrea polis Rrgim lin- y
si onorano s. Andrea apostolo come pro-
r
da. Città arcivescovile della Scozia (P ) 9 tettore principale del loro paese.Gli storici
capoluogo della contea di Fife, sede d'un di questa nazione narrano che s. Regolo
un monticello, all'estre-
presbiterio, sopra abbate portò nel 369 da Patrasso o Co-
mità d'una baia spaziosa, a leghe da 1 1 stantinopoli le reliquie del s. Apostolo, e
Edimburgo, non molto discosta dal (na- fece fabbricare una chiesa per riceverle,
ie d'Alemagna. Fu un tempo assai con- con il monastero d' Aberneth (/^.) o Ab-
siderabile e la capitale della Scozia sotto bernethy, nel luogo dov'è ora la città di
il regno di Malcolm III: ora conta circa Sant'Andrea. Usserio dice che si veniva
5ooo abitanti. Congiuntamente a Perth, da'paesi stranieri in pellegrinaggio a que-
Dundee e Forfar, essa nomina un mem- sta chiesa, e che i monaci che la ufficia-

bro al parlamento. Il suo piccolo porto è vano furono pei primi appellati Culdei.
comodo e sicuro ma non pei grossi na-
: Poco dopo e nell'800 Hungo rede'Pitti
vigli ha un ingresso ristretto e trovasi e-
; donò de'beni considerabi alla stessa chie- li

sposto ai venti. Questa città ha circa 3 sa, in rendimento di grazie a Dio della
leghe di circuito. La sua celebre univer- vittoria riportata soprai nortumbri. Ken-
sità è la più antica della Scozia , fondata neth li re degli scozzesi, dopo dispersi i

nelr4 12 dal vescovo Enrico Wardlow, pitti e distrutta intieramente la loro po-
mentre la città era florida il Papa la con- : tenza nelsettenìrione della Bretagna, uel-
fermò. L'università acquistò nuovo splen- T845 ristorò e dotò riccamente la chiesa
dore sotto Giacomo Kennedy successore di s. Regolo, nella quale si pretendeva a-

d'Enrico, che fu reggente del regno du- vere un braccio di s. Andrea , delle cui
rante la minorità di Giacomo III. Ha 3 reliquie trattai nel voi. LV, p. 261, e di
collegi che produssero molti uomini in- altre sue notizie nel voi. LIX, p. 279;
signi in ogni ramo di scienze e lettere. anzi nel V e VI secolo la città riteneva
Presso quello Maria sta una bibliote-
di s. possederne il corpo. Quest'abbazia diede
ca composta di 36,ooo volumi questa : origine alla città di Sant' Andrea. I ca-
ha diritto ad un esemplare d'ogni libro nonici regolari succedettero ai culdei nel
stampato. Moltesono le antichità che qui monastero di Sant'Andrea, il quale di-
ancora si vedono, e fra le altre la torre venne una filiazione dell'abbazia di Sco-
e la cappella di s. Regolo s. Rulo, che si nc. L'abbate di questa casa avea uel par-
/

SAN S AN 65
lamento la precedenza sopra tutti gli ab» nel 1 191 confermò tale disposizione, e le
bati di Scozia, come si può vedere in Rei tli cose rimasero in quello stato fino all'infe-
p. 237; però nella Scozia erano più cele- lice sedicente riforma, che nel 1 56o abolì
bri le abbazie di Scone e di Holy. la gerarchia della chiesa cattolica. Prima
La sede vescovile vi fu trasferita nel di questa fatale epoca, il vescovo Patrizio
IX o X secolo da quella dì Aberneth isti- Graham successoredel sunnominatoKen-
tuita già nel V, per la gran venerazione nedy , ottenne dalla s. Sede la decisione,

de' re di Scozia verso le reliquie del pa- che l'arcivescovo di York non avea giu-
trono s. Andrea : Commanville riferisce risdizione sulla sede di Sant' Andrea, e
che il trasferimento seguì nell'85o. Gli che Sisto IV nel 1 47 1 l'erigesse in arcive-
arcivescovi di York ediCantorbery ten- scovato , con grado e titolo di primazia
tarono più volte di rendersi soggetti i ve- sul regno di Scozia, ciò che lo stesso Papa
scovi di Scozia, e per ciò ottenere tutto confermò nel i483. Indi l'arci vescovo go-
posero in opera sotto Enrico II re d' In- dè il diritto di consagrare re, ed i vesco- i

ghilterra, che loro era in ciò favorevole. vi del reame. L'arcivescovato di Sant'An-

Questo principe avendo convocati ve- i drea ebbe per suffraganee le seguenti se-
scovi di Scozia a Northampton, esigette di vescovili. Edimburgo, Brechin, Aber-
da essi che prestassero alla chiesa angli- don, Murray con residenza a Elgìn (f^-)j
cana lo stesso giuramento che avevano ed inoltre i vescovati, dell' Isole Orcadi
prestato a lui medesimo,e che si sottomet- eretto nel V secolo, di cui fu vescovo s.

tessero ai metropolitani del suo regno : Magno (V-) y con residenza a Kirkeval;
ma gli scozzesi risposero costantemente Dumblain istituito verso il 1 3ojDonkeld 1

che non vi avrebbero mai acconsentito, o Dunkeld eretto nel secolo VII, e rista-
e che tanto essi che i loro predecessori bilito neh i3o; Rosse istituito neh i3o,
non avendo mai dipenduto da altri che con residenza in Chanonri; Catnes eretto
dal Papa, conserverebbero inviolabilmen- nel secolo XI, con residenza a Doinok;
te le immunità delle loro chiese. Rug- Murtlac istituito nel secoloVII, venne tra-
giero arcivescovo di York produsse titoli sferito ad Aberdoh.
co'quali egli pretendeva di provare che SANTA SEDE. F.Sede Apostolica.
i vescovi di Glasgow e Galway (V.) gli S ANTESE, Aedituus, Mansionario.
erano sottoposti; ma il vescovo diGlasgow Quello che ha cura del santo, cioè della
protestò , che essendo la sua chiesa una Chiesa (V.) s
detto anche Mansionario
romana, essa non
delle figlie della chiesa (V\ Le sue attribuzioni sono diverse se-
si allontanerebbe punto dall' ubbidienza condo luoghi, e viene il più delle volte
i

che a lei doveva. L'arcivescovo di Can- confuso col fabbriciere e col Sagrestano
torbery , il quale pretendeva che tutti i (Vi). In Italia il vocabolo applicossi piut-
vescovi di Scozia gli fossero sottoposti tosto al custode d'una chiesa o d'un San-
persuase il re di rimettere ad altro tem- tuario (V.) y che non all'amministratore
po il giudizio di quella vertenza, speran- del medesimo, o al Deputato (V.). Non-
do che l'arcivescovo di York desistereb- dimeno in più ampio significatosi disse-
be dalla sua domanda, e che quando que- ro santesi i deputati della fabbrica o fab-
sti non portasse le sue pretese se nonché bricieri della chiesa, detti in latino Ma-
sopra due sedi, egli potrebbe facilmente Incularti, così nominati o perchè erano
attirarle tutte a se ma Clemente III Pa-
: scritti nella Matricola (V.),o perchè que-
pa del 1 187 pose fine ad ogni disputa, sta custodivano o il registro pubblico, nel
dichiarando che tutta la Scozia restereb- quale erano scritti i nomi de'poveri che
be sottomessa nello spirituale alla s. Se- chiedevano la limosina alle porte delle
de. 11 Papa Celestino III che gli successe chiese. Alcuni opinano che tra'poveri re-
VOL. LXI. 5
66 SAN SAN
gistrali neir elenco delle limosine, se ne pongano lo stesso titolo, mentre per a-
scegliessero alcuni per spazzar le chiese, verlo legalmente, dopo questo riconosci-
addobbare gli altari, suonar le campa ne, mento si deve riassumere la causa dalla
ec. Dicesi inoltre, cbe in appresso i depu- medesima congregazione de Riti (^/or-
tatio fabbricieri non ^sdegnassero di pi- mare l'apostolico processo anche sopra i

gliarsi essi medesimi quelle cure, il che Miracoli J^.J.questi debbono andare sog-
potè ancora contribuire ad attribuir loro getti al consueto esame, conseguire l'ap-
il nome di matricolari, giacché inquesta provazione, e quindi procedere alla for-
parte pigliarono il luogo de'poveri della male cauonizzazione, come si praticò da
matricola, che in addietro erano incarica- Pio VII nel 807 per s. Benedetto da Fi •
1

ti di quelle funzioni. Ma col propagarsi ladelfia, s. Angela Merici, s. Coleta Boi-


e consolidarsi il cullo cattolico, essendo let, beati di culto immemorabile. Avver-

state dotate le parrocchie, fu d'uopo che te il Gara m pi nelle Memorie ecclesiasù-


alcune persone s'incaricassero di ammi- c/*e,che l'ommissiouedel titolo di Beato
nistrare Beni di chiesa (F.) e la Ren-
i
y
o Santo, non deroga punto al culto che dai
dita ecclesiastica {V'.), per cui furonoan- Venerabili {F) servi di Dio si godeva, co-
che appellati Difensori (F.); e fu allora me può eziandio confermarsi coll'illustre
ch'essi si scarica ronodelle indicate incom- esempio dell'ordine de' Crociferi {F.) t
benze, le quali addossarono ai bidelli, ga- che vantandosi di essere stati istituiti da
staldi e altri ministri inferiori della chiesa, s. Cleto, Papa di sì antica venerazione
e si stabilirono quegli amministratori col nella Chiesa, che meritò d'essere espres-
nome di deputati alla fabbrica della chie- so nel canone della messa, nondimeno fi-

sa o fabbricieri. Questi in principiosi sta- no dal 1


1
70semplicemen •
s'intitolavano
bilirono nelle chiese parrocchiali, ma in te Cruciarli Bonae Memoriae Cleti. An-
appresso sene introdussero ancora nelle ticamente non si era riservata la s. Sede
cattedrali, ed anche nelle chiese de'mo- la facoltà di permettere qualunque sorta

nasteri; iti alcuni luoghi furono e so-


ed di pubblico culto verso i servi di Dio, de-
no fabbricieri laici ed ecclesiastici. I fab-
i funti con opinione di santità, e illustrati
bricieri sono riguardati come ufficiali del- dalla divina onnipotenza con segni so-
la chiesa ed a quelli di Francia venne
, prannaturali e miracoli. Ma salvo il pri-
assegnata nelle funzioni una specie di to- vativo diritto al Papa, di cui parlasi nel-
ga e un berretto, per distinzione. la decretale d'Alessandro III, di propor-
SANTI. 1 santi sono tutte le creature re cioè i detti servi di Dio alla venera-
ragionevoli, angeli (di cui a Coro degli zione della Chiesa universale con titolo di
Aggeli), o uomini, che Dio ammise \nPa- Santi, previo un rigoroso esame innanzi
radiso (Agalla partecipazione dell'eter- alla stessa Sede apostolica, eseguito sopra
na sua gloria, e specialmente quelli che le loro virtù e miracoli, per via d'una so-
sono stati canonizzati da'sommi Pontefi- lenne sentenza, che Canonizzazione si ap-
cicon solenne Beatificazione e Canoniz- pella, lasciavasi allo zelo e prudenza dei
zazione ( F.) 3 ovvero con riconoscerne a vescovi de' luoghi l'arbitrio di regolare
mezzo Congregazione de' Riti (F.)
della s. in questa parte la divozione deFedeli(F.)
il loro culto immemorabile, che equivale alla loro cura soggetti; supponendosi che
a equipollente beatificazione. I Beati(F.) per l'introduzione di questo nuovo culto
che hanno avuto dalla s. Sede il decre- non si ommettessero le diligenze neces-
to di conferma del culto immemorabile, sarie per assicurarne il fondamento, colla
da essa non ricevouo che il titolo di Bea* prova delle virtù e de'miracoli insieme:
to t benché ne'rispettivi luoghi lo abbia- ma sivolle però sempre, che nelle espres-
no di Santole nelle Immagini (F.) vi ap- sioni ed alti del culto medesimo si ossei-
SAN SAN G7
vasse quella giusta differenza, che ragio- tal mezzo ne stato riconosciuto degno dal-
nevolmente dovea passare tra la venera- la s. Sede, benché ancora non dichiara -

zione permessa da un vescovo particola- to santo colla solenne canonizzazione. Non

re al suo popolo, in conseguenza di una, così avveniva rispetto a' beati de' tempi
per così dire, privata cognizione fra esso antecedenti, godendosi da ciascuno senza
vigente nella santità del soggetto, a cui timore dirimprovero una piena libertà
si prestava, e fra il culto universale, a di fare o non far uso della permissioneac-
cui veniva eccitata dal sommo Pastore la cordata di onorarli e venerarli. A Con-
Chiesa tutta verso d'un servo di Dio, la gregazione dell'Inquisizione o s. Offi-
cui santità era stata solennemente da lui cio, narrai che anticamente si oppose al
approvata. Quindi la denominazione di falso culto de'santi,ciò che poi eseguì l'al-
Beati s l'ornamento de' raggi, Diadema tra de'riti. Inoltre il vocabolo di Santo
o Nimbo (/^.) nelle pitture, la venerazio- si dà a Dio stesso, il Santo de' santi, che

ne de'corpi e Reliquie (Tr.) de' servi di invochiamo col trisagio SanctusfJ^.), ed a


Dio, e tralasciati i suffragi e le dimostra- quelle cose chelo riguardano e da lui deri-
r
zioni di lutto, la celebrazione festiva del- vano, non che alla Chiesa[F .)\ comune-
le anniversarie loro memorie,i Lumi(V.) t mente il Papa si appella Santo Padre (f.).
usandosi per divozione l'0/zo(^.)che loro Santa si dice l'anima ch'è in luogo di sal-
arde dinanzi, ed anche l'invocazione delia vazione. Santo si suole chiamare chi iti

loro intercessione ne' divini uffizi, erano questo mondo vive santamente. Santo si

cose che dall'autorità ordinaria de'vesco- prende anche per pio, religioso, e per
vi potevano permettersi. Ma riconosciu- quanto dissi a Santità'. Entrarein santo
tosi poi per esperienza, che alle volte il o andare in santo,si dice delle partorien-
persone,o illuse o a torto im-
falso zelo di ti che si recano la \* volta dopo il parto

pegnate, giungeva a far violenza a'vescovi, in chiesa per la benedizione del sacerdo-
per introdurre senza le precedenti neces- te, di che parlai a PuRiFicAZioNE.Nell'an-
sarie cautele, oper accrescere oltre il do- fico e nel nuovo Testamento fu in uso la
vere simili culti, non senza scandali, dis- parola Santo, la quale in origine non si-
sensioni e pericolo d'inganni;UrbanoVIII gnifica altro, che una cosa qualunque se-
con provvida legge riservò allas.Sede an- parata dall'uso comune, e però si diede
che la facoltà di accordare la permissione a tuttociò ch'era consagrato a Dio spe-
di onorare i Servidi Dio ( ^.)col mero ti- cialmente, e che apparteneva alla sua re-
tolo di Beatile dentro que'limiti che se- ligione: quindi è, che tutt'i cristiani nel-

co porta semplice Beatificazione. Cosi


la la primitiva chiesa nascente si denomi-
con la generale riserva fatta da Urbano narono per essere eglino la fami-
santi,
Vili alla s. Sede, di qualunque permis- glia di Dio, ed il suo popolo prediletto
sione di culto, e stabilitesi le rigorose leg- separato dalla comune del secolo idolatra.
gi, con le quali ponderatamente e con o- Essendo quindi stato tralasciato questo ti-
gni scrupolosa cautela si procede anche tolo di Santo rispetto a'cristiani general-
aliamera beatificazione de'servi di Dio, mente,si trova poi adoperato peresprime-
non solamente si sono rimossi temuti i regli uomini giusti ed eminenti per le vir-
inconvenienti e pericoli; ma è cresciuta tù cristiane, in modo particolare ne'tempi
talmente di pregio la qualità di Beati, e di s. Paolino e di s. Girolamo; non però in
l'onore della formale beatificazione, che tal guisa e con tal non so-
distinzione, che
nel comune concetto non andrebbe esen- lamente tali padri, ma gli altri ancora non
te dalla taccia di temerario, chi impu- dassero un simile titolo a'vescovi, a'preti,
gnasse il culto, o ricusasse di prestarne a'diaconi, a'monaci ed alle monache; e se
alcun atto in parole od in fatti a chi per questo titolo non era allora un distintivo
68 SAN SAN
uomini perfetti, mollo me- 7
tire, dice Doni o Domnus (Z .) Stepha-
speciale degli
no si costumava, come ne* tempi nostri, di nusj e dagli spagnuoli si dava il Don ai
porlo quasi sempre a guisa di prenome a- santi, ad imitazione di Evodio nel 4'^j
vantii nomi de'santi. Per la qualcosa nel siccome gli antichi toscani dicevano Mes-
calendario romano dato fuori da Buche- ser (F.) s. Agostino. Gli arabi dicono ai
rio, sopra il canone di Vittore, e dal Rui- .santi Mar prò Domnus, e così a s. Mat-
nart dopo i suoi Atti sinceri de' martiri, teo. Donde si scorge, dice il Baronio al-
i!quale calendario viene già creduto del l'anno 4'6, n.°2 3, che secondo l'uso di
mezzo del IV secolo e de'tempi sotto Pa- favellare, la voce Dominus [V.) era pro-
pa s. Liberio, tanto nella deposizione dei pria di Dio, e l'altra Domnus comune ai
sommi Pontefici, quanto in quella de'ss. santi ed agli uomini, non che alle matro-
Martiri (V), mai avanti il loro nome non ne d'alta condizione, e non a'soli vescovi
vi è l'aggiunto di Santo, il quale però si o altri chierici d'ordine inferiore. A Dom,
legge quasi sempre nel calendario carta- parlando del Domnus Apostolicus , di-
ginese, che viene creduto del V secolo, chiarai che questa voce fu poi esclusi-
,

a
stampato la i . volta dal p. Mabillon nel vamente consag'rata a denotare il Papa ;
t. 3 de'suoi Analecli, e poi riportato dal ed altrettanto avvenne del titolo di San-
citato Ikùnart a p. 693; e vedendosi in to, anzi per eccellenza e per la venerazio-
questo calendario ad alcuni santi ancor ne che gli dobbiamo, lo chiamiamo San-
tralasciato, dà a divedere il costume, che tissimo ( P\),Beatissimo (F), e per astrat-
si andava allora introducendo, e
mostra to di santo, Santità (/^.): che santo e san-
per avventura che foss' egli 'copiato ed tissimo fu dato pure ad altri ed ai ve-
accresciuto da 'altro calendario più anti- scovato dico a Santissimo. L'annalista Ri-
co, che mai non avesse questo aggiunto naldi, all'anno 1076, riportando al n.°3 1

di Santo, il quale si vede poi sempre po- il Dictatus Papae, cioè le brevi sentenze
sto nel calendario del Polemio del 449* dichiarate nel concilio da s.Grego rio VII
Tanto rilevo dall' Adami, Ricerche^, io 3. (V.\ si legge che il romano Pontefice,
:

Sarnelli, LetL eccl. 1.


1, p. 20, conferma canonicamente ordinato, Santo diviene
che anticamente tutti i cristiani erano ap- per li meriti di s. Pietro, ciò affermando
pellati Santi, perla grazia santificante,che s. Ennodio vescovo di Pavia, ed essendo

per mezzo de'ss. sagra menti ricevono. Co- favorevoli al detto di lui molti ss. Padri,
sì loro disse l'Apostolo, omnibus, quisunt secondochè si contiene ne'decreti del b.
Romae,dilectis Dei,vocalisSanctis: Nunc Simmaco Papa. All'anno 5o3, n.i 6 e 7
Jerusalem ministra»
igitur proficiscar in riporta queste parole di s. Ennodio. Pre-
reSanctis: Ecclesiae Dei, quae est Co- dicando l'innocenza e le meravigliose vir-
rinthi, cum omnibus Sanctis qui sunt in tù di Simmaco, dice che l'indusse a tanta
universa Achaja: Salutate omnem San- fidanza la santissima vitade'romani Pon-
cium in Christo Jesu: Salutat vos omnes tefici passati, che dichiaròessere stati tras-

Sanctis, maxime qui de domo Caesaris fusi i meriti della vita di Pietro ne' suc-
sunt.JL negli Atti apostolici si legge: Fa- cessori suoi. Inoltre soggiunge: Chi du-
cium aulem, ut Petrus dum per tran-
est bita non esser santi quelli che sono a tan-
siret universos, deveniret adSanctos, qui ta dignità innalzati? e se mancano in al-
habilabanl Lyddae. Allora i cristiani e- cuno i meriti propri, bastano quelli che
rano veramente santi di costumi. Nel t. dati gli sono dal predecessore, cioè da s.

4 parlando a p. 1 3 del titolo di Don(V.), Pietro. Imperciocché, o egli innalza a que-


dice che si trova negli scritti di Evodio st'altezza coloro che sono per meriti il-
vescovo Uzalense nell'Africa, che parlan- lustri, oppure che senza
illustra quelli
do delle reliquie di s. Stefano protomar- meriti sono stati innalzati, prevedendo e-
SAN SAN 69
gli chi sfa per essere fondamento abile del- dine de'suoi disegni ad innalzare gli ani-
laChiesa. All'anno poi i i8o,n.°i 9, ripor- mi nostri verso la sua adorabile provvi-
ta Rinaldi, parlando di Papa Alessandro denza, e a farci dar lode alla sua potenza
III, che l'imperatore Federico I rampo- e alla sua bontà, e furono spesso operali
gnando Emanuele Comneno imperato- per .eccitare gli uomini a dare omaggio

re greco, perchè rendesse il dovuto ono- alla verità. Dice Buller, che certi critici
re all'impero d' occidente ristabilito dal fanno una guerra aperta a tuttociò che
Papa, l'invitò pure a rendere la dovuta viene chiamato miracolo; in ciò si avvi-
ubbidienza e riverenza al sommo Ponte- cinano agl'increduli ed a'nemici del cat-
fice, che il greco chiamava Santo. tolicisrao. Non si deve però tacere che so-
ACulto, a Reliquie (ove ancora par- novi stati de'falsatori tra i cristiani, ma
laidi quellerubate,ondealcune sono dub- sarebbe ingiustizia il far la Chiesa colpe-
biose), e meglio negli articoli in questo vole del loro.delitto. Ella ha sempre ab-
citati, parlai del culto de'santi, che noi o- borrito le frodi, dette pie da certuni per
noriamo come gli amici e i servi di Dio, un chiaro abuso di vocaboli; poiché esse
ha colmato de'suoi
ch'egli pm eletti doni contengono menzogne formali che , ol-
e delle sue .più preziose grazie. Il culto traggiano la verità ed essenza, e che non
che noi rendiamo loro è per conseguenza ponno essere tenute per leggiere quando
un culto religioso, e fondatosuli'eccellen- sono fatte in materia di religione. Mel-
za soprannaturale de' santi che ne sono chior Cano, sebbene si lagni amaramen-
l'oggetto, e chiamasi culto di dulia y di- te de'falsifìcamenti di alcuni scrittori di

verso da quello di latria che rendiamo a vite de'santi, tuttavia difende i monaci
Dio, e perciò non contrario al coman-
i.° dall'accusa loro data da alcuni ignoranti
damento, che ci ordina di adorafeDio e o maligni. Con maggior diffusione fecel'a-
di non adorare che lui solo. Il culto che pologia de' monaci il p. Mabillon. I più
rendiamo a'santi a motivo della loro san- noli degli antichi compositori o raccogli-
tità si riferisce a Dio che n'è il principio, tori di vite de'santi sono: Simeone Meta-
quale sorgente suprema della loro eccel- che fiorì nel 9 12; il b.Giacomoda
fraste,

lenza e santità. Egli è propriamente Dio Voragine, autore della Leggenda dorata,
quello che noi onoriamo ne' santi, giac- della quale parlai, oltreché nella biogra-
che essi non sono onorabili che per un fia, voi. XXVIII, p, 339, e fio-
anche nel
riverbero della santità di Dio in essi. E' rilo nel 290; Lippomano vescovo di Ve-
1

a questo centro di perfezione che va a ter- rona del 1 55o; Surio certosino di Colonia
minare tutta la gloria che noi rendiamo del 1570; Ribadeneira gesuita del i54o;
a'santi. E perchè non onoreremo noi i GiovanniCapgrave agostiniano morto nel
santi che sono nel cielo, giacche onoria- 1484, fece una leggenda de'santi d'In-
mo quelli che sono sulla terra? Se la san- ghilterra, pare seguendo il Sanctilogium
tità incominciata in questo esilio, rende di Tinmouth; i Bollandisti dotti agiogra-
gli uomini che la possedono tanto rispet- fi ossia scrittori di vite de'santi o libri sa-

tabili, qual rispetto non merita la santità gri, che pubblicarono gli Acta sanato-
consumata de' cittadini del cielo, tanto rum con note critiche e interessanti dis-
strettamente uniti a Dio nella partecipa- sertazioni, e di cui si giovò Butler. Vanno

zione della sua gloria? Il culto de'santi è pur ricordati Mabillon eMulteau pedan-
antichissimo nella Chiesa, e lo afferma s. ti benedettini; Nain e Touron per quelli
Cipriano parlando della Commemorazio- cisterciensi e domenicani; Ruinart per gli
ne (V.) do* Martiri. Nei miracoli operati Acta sincera Mar ty rum j Stefano e Giu-
damanti, noi vediamo le opere di Dio per seppe Assemani, che ci diedero gli Acta

eccellenza, le quali sono dirette nell'or- Martyrum orientalium et occidentalmm t


7o SAN SAN
e la BibUotheca orientale^ il 2.°ziodel cilegium Romanum, pubblicato dal dotto
precedente pubblicò , Italicae historiae cardinal Mai, si leggono nuove testimo-
scripiores, ed i Calendario ecclesiae II- nianze in favore dell'invocazione de'san-
niversae. Ma degli agiografi riparlerò in ti, e del culto delle loro immagini, e ri-

lineili quest'articolo. A Confessore dell* portate nel 1. 1


8, p. 240 degli Annali del-
fede, ne feci la distinzione dal martire che le scienze religiose. Già nel t.i3, p. 23
r
patì la morte per professarla. A Festa e ragionarono della dissertazione di mg.
descri vendo i di versi riti che la Chiesa as- Badia Sull'antichità, sito e uso delle sa-
:

segna a 'santi per onorarli nel Natalt( F.) t gre immagini ne'primi tempi della Chie-
parlai di tuttociò che riguarda tale ar- sa. Il culto che noi rendiamo alle imma-
gomento, come pure a Protettore, per gini, è un culto religioso e rispettivo. E'
que' santi che si concedono dalla stessa un culto religioso perchè è fondato sopra
Chiesa in patroni; e ad Ognissanti dissi l'eccellenza soprannaturale o sopra la san-
della festa che celebriamo in onore di tut- tità che i beati hanno acquistata co'soc-
ti i santi. Le chiese e gli altari gl'in inalzia- corsi e la virtù della religione. E' un cuU
mo a Dio, in nome e sotto l'invocazione to rispettivo perchè non si limita punto
di qualche santo che si vuole particolar- alle immagini, ma perchè passa agli ori-
mente onorare,ed a taleeffetto nella men- ginali, a' santi rappresentati dalle im-
sa e Pietra (/^dell'altare si devono por- magini. Noi salutiamo un'immagine, la
re le loro sagre reliquie, non perchè deb- baciamo, l'incensiamo, ci prostriamo a-
ba credersi esservi in esse divinila o vir- vauti ad essa; ecco la riverenza esteriore;
tù, ma perchè l'onore, la venerazione e ma il nostro pensiero, la nostra stima e
culto che ad esse si presta è riferibile a affezione, la nostra confidenza ci porta*
Pio, quale pe'meriti e intercessione dei
il no al prototipo, all'originale, al santo che
santi, ch'è in essi mirabile, compartisce rappresenta l' immagine ; ecco la nostra
le grazie: da ciò provengono due beni, intenzione, la nostra disposizione interio-
cioè che dalle orazioni e Preghiere (V.) re, ed il punto preciso della dottrina del-
se ne ritrae utilità e vantaggio, poiché e- la Chiesa concernente il culto delle san-
saminando e ponderando le virtù, de'sau- te immagini, ch'ebbero a nemici gV Ico-
ti siamo tratti a imitarli, come aperta- noclasti (F.) e tanti eretici. La divozio-
mente lo dimostra e stabilisce il concilio ne verso i santi non consiste ne'soli atti
di Trento, il catechismo romano, e gra- esterni di religione e di culto, ma bensì
vissimi autori. L'invocazione de'sanli fu principalmente nella pronta e efficace vo-
sempre in uso nella Chiesa. Il detto conci- lontà d'eseguire tuttociò che appartiene
lio ordina a' vescovi e a'parrochi, ed a tutti al culto di Dio, all'osservanza della santa
quelli che hanno l'obbligo d'istruire, che sua legge, come insegna s. Tommaso. I

diligentemente insegnino al popolo, facen- santi sono benefici verso tutti, che siano
dogli conoscere necessaria l'intercessione e loro veri divoti, a tenore de' bisogni, e
l'invocazione de'santi, la riverenza alle re- de'doni ne'quali un santo si mostra dal-
liquie^ il ritenere le sagre Immagini ( F.) l'altro distinto, per cui suole eccitarsi la
de'santi, legittimi mediatori presso Dio; divozione e il ricorso piuttosto ad un sau-
ed a Pittura parlai del modo come si de- to che all'altro. Perchè la preghiera sia
vono rappresentare,a vendo Urbano Vili non basta ch'essa sia accompa-
efficace,
vietato dipingere le immagini de'servi di gnata da tutte le condizioni richieste;
Dio e de' venerabili con V Aureola {V.) conviene altresì indirizzarla a quelli che
nel capo, finché non sono canonizzati. Le possano esaudirla in via di mediazione o
effigie de'santi si devono venerare per con - d'intercessione. Dio solo essendo l'autore
fessione degli stessi protestanti. Nello Spi- di tutti i beni, e soprattutto della grazia
SAN SAN 7
e della gloria, che sono l'oggetto princi- hanno comunione colle anime del pur-
pale della preghiera, è lui solo che noi gatorio, pregando Dio pei quelle, offeren-
dobbiamo pregare, come il solo allo ad do le buone opere,e specialmente il s. Sa-
esaudirci, coli' accordarci le cose che gli gn/zszo^.Jdell'altarepersoddisfarea'de-
domandiamo. Ma polendosi impetrare da biti ch'esse ritengono colla divina giusti-
Dio per via d'intercessione, e perchè vi anime purganti,gratissime de'suf-
zia; e le

sono tra'santi che regnano in cielo, ed i fragi, piegano Dio pe'fedeli che sono sul-
fedeli che sono in terra, una comunione la terra. Per godere beni compresi nel-
i

formata dallo spirito di carità, questo spi- la comunione de' santi, non basta avere
rito ci spinge ad implorare la intercessio- ricevuto validamente il battesimo, ma- è
ne de'santi, affinchè essi ci aiutino ad ot- necessario anche essere uniti al corpo del -
tenere da Dio le grazie, delle quali ab- la chiesa cattolica romana, per cui ne so-
biamo bisogno per giungere com'essi al no esclusi gP Infedeli, Ebrei, Apostati,
termine della felicità che possedono. Egli Eretici, Scismatici e gli Scomunicali^ f^.).
è dunque permesso ed utile di pregare i I fedeli cattolici sulla terra si chiamano
santiche regnano in cielo, perchè inter- sauti, perchè tutti sono chiamati alla san-
cedano per noi presso Dio. E' questo un tità e perchè tutti sono santificati dal bat-
punto di fede che fu definito dal^'concilio tesimo : hanno comunione fra loro con
di Trento nella sess. i5 contro
y
i Vicle- partecipare a vicenda de'beni spirituali
fisti, Luterani, Calvinisti (Z^.) e altri e- individuali, e comunemente godendo dei
relici. La Chiesa considerata in un aspet- beni generali e propri di tutta la chiesa
to generale e proprio d'ogni stato, d'ogni militante. Conviene pensare dell'invoca-
luogo, d'ogni tempo, è la società de'san- zione de'santi che sono in cielo, comedi
tiradunati sotto Gesù Cristo nel culto del quella de'santi che sono ancor sulla ter-
vero Dio. In questo aspetto si divide nel- ra, giacché i beati possono e vogliono a-
la società de'Santiìn cielo, e si dice Chie- iutarci presso Dio co'loro suffragi, al pari
sa trionfantej in quella delle anime dei de'santi che sono ancor sulla terra, de sua
Defunti (f.) nel Purgatorio (/'.), e chia- sorte securi, dice s. Cipriano nel suo libro
5

masi Chiesa purgante; in quella de Fe- Della moralità. Ora è certo che le pre-
deli cattolici (F.) sulla terra, che si ap- ghiere che si fanno a'sanli che sono anco-
pella Chiesa militante, come dissi altro- ra sulla terra, d'intercedere per noi pres-
ve. Queste tre parti componenti una sola so Dio, sono permesse ed utili, come ap-
gran società, sono animate dallo spirito pare da moltissimi testi dellaScrittura che
di Gesù Cristo, e fra di loro congiunte le autorizzano. La Scrittura inoltre non
co' vincoli della carità. Emerge da questo autorizza meno chiaramente l'invocazio-
spinto e da questa carità il principio e la ne de'santi che sono in cielo. Le Litur-
causa efficiente della Comunione de'santi, gie {V?) di s. Basilio e di s. Gio. Criso-
cioè una partecipazione de'beni spiritua- stomo, di cui si servirono le chiese d'o-
li gran società, e
fra le 3 parti di questa riente nel IV secolo, per la celebrazione
specialmente risulta a favore decompo- de'santi misteri, contengono frequenti in-

nenti la chiesa militante, una comunica- vocazioni dellaB.Vergineede'santi. Quel-


zione reciproca di molti e di diversi be- le di cui si servivano nel tempo stesso le

ni, che propri sono di loro esclusivamen- chiese d'occidente, ne fanno pure men-
te. I fedeli sulla terra hanno comunione zione, come lo assicura s. Agostino nel
co'santi del cielo, perchè ad essi offrono suo sermone 17. sulle^parole dell'Apo-
i loro ossequi e venerazione; ei santi del stolo e. r. E' altresì certissimo chei ss. Ci-
cielo intercedono grazie da Dio pe'fedeli priano, Girolamo, Agostino, Ambrogio
che sono sulla terra. I fedeli sulla terra e quasi tutti gli antichi Padri hanno par-
72 SAN SAN
che alcun al-
lato di questa pratica, senza è del pari un precetto l'invocarli, ma il

tro Padre siasi opposto, e senza che al- concilio di Trento decise esser buono e u«
cuno abbia detto che fosse una novità, tile l'invocare i santi, decretando: « I san-
il che dimostra evidentemente che essa tiregnano con Gesù Cristo, ed offrono a
era usata universalmente ne'primi tempi Dio preghiere per gli uomini quindi e ;

della Chiesa. Gli antichi Padri non solo cosa buona e utile l'invocarli e supplicarli
hanno fatto menzione di tal pratica, ma umilmente; ricorrere alle loro preghiere,
l'hanno anco consigliata, lodata e racco- al loro aiuto e assistenza particolare, per
mandata. In tutt'i tempi vennero prega- ottener grazie e favori da Dio, per mez-
ti i santi nella Chiesa, giacché i Padri del zo del suo figlio Gesù Cristo. Tale è l'u-
IVsecolOjCheraccomandavanodi pregar- so della chiesa cattolica, ricevuto da'pri-
li, non pretendevano d'introdurre alcuna mi tempi della religione cristiana, e con-
novità, ma seguire bensì l'esempio di forme il sentimento unanime de'ss. Pa-
quelli che gli aveano preceduti. L'invoca -
dri, e a'decreti de'santi concilii". Ricor-
zione de' santi venne spesso autorizzata derò un canone di quellodiSensdeh528,
da miracoli verificatissimi, sino dal prin- decr. 1 3: « I santi intendono le nostre-pre-
cipio della Chiesa: s. Agostino nel lib. 22 ghiere: sono penetrati dalle nostre mi-
Dio
della Città di }
d\ce d'essere stato testi- serie: sentono della gioia in vedendoci pro-
monio oculare di quelli avvenuti nell'in- sperati; il che è provato dalle s. Scrittu-
venzione del corpo di s. Stefano i.°mar- re. Si può dunque onorarli; si può cele-
tire, e li enumera. Se l' invocazione dei brar le loro feste, e leggere nella chiesa
santinon fosse ne permessa, né utile, ciò la storia de'lóro patimenti". Sarebbe poi
sarebbe perchè essi mancherebbero di po- contro la pietà, e assai pericoloso il non
tere di volontà per aiutarci. Il potere invocarli -mai, e la Chiesa istituendo feste
loro non manca. Essi sono potenti nel cie- in loro onore, c'invila a ricorrere alla lo-
lo, più che noi fossero sulla terra, giacché ro intercessione colla preghiera e altre o-
vi sono più graditi e più strettamente u- pere buone. Inoltre la Chiesa chiaramen-

niti a Dio. Essi hanno la volontà di aiu- te mostra la sua intenzione che s'invo-
tarci, perchè la loro carità è più viva, più chino i santi, giacché nelle sue pubbliche
ardente di quello che lo era quaggiù, e preghiere essa si volge spesso a loro, e
perchè fatti certi della loro propria feli- perchè i sagri ministri, a' quali impone
cità, essi intercedono sempre più la uo- l'obbligo di recitare il Breviario (/'. ),non

stra. L'invocazionede'santièdunque fon- possono adempiere un tale obbligo senza


data sulla Scrittura, sulla tradizione, sul- pregare i santi. Antichissime sono \e Li-
la pratica della Chiesa e sulla ragione. I tanie de' santi (^.)j antichissima è l'invo-
santiconoscono in particolare le preghie- cazione de'santi nella Messa (F.), %YIn-
re che loro sono indirizzate, siccome cose ni (F~.), le particolari Preghiere (F.); di
che hanno rapporto con essi, sia che Dio più la Chiesa onora i santi con moltissi-
le faccia loro vedere nella sua essenza, sia me pratiche pie, come sono le Novene, ì

che egli stesso loro* le riveli immediata- Tridui, gli Ottavari (/^.), ed altri lode-
mente, sia che impieghili ministero de- voli e di voti esercizi, non che permette i

gli angeli per farle conoscere ad essi, sia Pellegrinaggi (Tr.) a'ioro Santuari (V }3
final niente ch'egli si serva a tal fine de- anzi col premio delle Indulgenze^.) che
gli altri molti mezzi ch'egli ha ne' tesori pur concede nelle pratiche divozionali ad
inesauribili di sua onnipotenza e sapien- onore de'santi. 11 concilio di Trento, che
za infinita. Non è però articolo di fede, autorizza ed encomia 1' invocazione dei
che santi conoscano specialmente le pre-
i santi, ordina però di toglierne gli abusi e
ghiere che loro souo dirette ; come non 7
le Superstizioni (f .) che troppo spesso vi
SAN SAN 73
siframmischiano. Tra' principali abusi rina, e ad altri luoghi e cose, egualmente
ches'introducono sull'invocazione decan- per sottoporre gli uni e le altre alla loro
ti, i rimarcano i seguenti. Se il po-
teologi potente protezione.
polo semplice ripone maggior confiden- Sarnelli nel t. 3, p. 121 tratta, se ai
za ne'sauti che in Dio, e che invocandoli santi del vecchio Testamento fu promes-
non pensa quasi mai che nulla egli può sa la felicità eterna o la temporale sola-
ottenere da Dio senza la mediazione di mente citandola lett. 23 del 1.
: Perchè 1 :

Gesù Cristo. E' abuso se il popolo dimo- i Maccabei sieno annoverati fra'mar-
ss.

strasi più bramoso di ottenere i beni e al- tiri cristianie meritamente; conclude, non

tri vantaggi corporali coli' intercessione essere stata ai sant'idei vecchio Testamen-
de'santi, che di ottenere le grazie neces- to promessa la felicità o vita eterna, ma
sarie alla salvezza dell'anima; se è lode- essere loro dovuta come premio appar-
vole il ricorrere a' santi nelle malattie e tenente al nuovo Testamento, e come do-
altre afflizioni, è necessario invocarli pei no singolare di questo. Nel t. 5, lett. 35,
beni spirituali e per la salute eterna. So- n.° 4, rende ragione perchè de' santi del
no abusi titoli esagerati che alcuni dan-
i vecchio Testamento non se ne celebra la
no a'santi, e recitando certe preghiere non festa in ogni chiesa,ed enumera quelli che
autorizzate dallaChiesa, ed alle quali pre- dalle chiese latina e greca sono venera-
tendesi siano attaccate infallibilmente del- ti per santi, e quelli registrati nei Mar-
le grazie speciali. E' una superstizione, se- tirologio Romano (F .)j notando, che nel
condo diversi teologi, il credere che cia- Canone della. Messa (F.) si fa menzione
scun santo abbia il privilegio esclusivo lo- di Abele, Abramo e Melchisedech;dove
roattribuito, di sanare certe specie di ma- si celebrano le feste de'santi del vecchio
lattie, ad esclusione di altri. 1 santi s'in- Testamento quale Uffizio (F.) deve farsi;
teressano tutti a' mali ed a'beni de? fedeli che Dio conser-vò di diversi le reliquie,
che sono sulla terra; il potere della loro che talvolta sono apparsi a'moribondi, e
iutercessione non è già limitatoad un so- che si sono ottenute grazie da Dio a loro
lo soggetto. Egli si estende indistiutàmen- intercessione. Inoltre Sarnelli discorredi
te a tutto,perchè il potere di Dio, in vir- varie'erudizioni riguardanti i santi, come
tù del quale isauti possono soccorrerci, è che in questa vita non sipuò sapere chi
esso pure illimitato. Nondimeno è di fat- sia santo; che i santi non tutti hanno da
to, come l'esperienza prova, che avven- Dio i medesimi doni circa la sanità dei
gono al sepolcro e all'altare d'un santo, corpi; quando avanti le loro immaginisi
de'miracoliche non si verificano a quello recita il Paternoster che si deve intende-
d'un altro santo, e che Dio ha restituito re, cioè che preghiamo quel santo che ori
molte volte, per intercessione d'un san- insieme con noi e che per noi chieda quel-
tola salute a persone afflitte da una data lecose che si contengono in detta orazio-
malattia; quindi si può rivolgersi benis- ne domenicale, e che sia nostro interpre-
simo a quel santo piuttosto che ad un al- te e oratore appresso Dio, giusta il dichia-
tro, purché non si creda ch'egli abbia il rato dal catechismo romano. Avverte che
privilegio d'ottenere la guarigione ad e- i santi-co'loro meriti nelle indulgenze, non
sclusione degli altri santi. Sull'uso d'im- liberano dalla colpo, ma dalla pena. Sopra
porre i nomi de'santi a'fedeli nel Batte- il culto de'santi del vecchio Testamento,
simo, onde ne sperimenti il patrocinio abbiamo di mg/Prospero Bottini la dis-
chi lo ricéve, ne parlai a Nom£ e in fine sert.: De publicu culti s. Jobi, aliorum-
di Parrocchia, e ne'propri articoli trattai qac Sanctorum veteris Testamenti, ripor-
de'nomi de' santi che s'impongono alle tata da' Bollandisti nel t. 7 Acla SanctO'
Campane, alle Città, a' legui della Ma.' rum del mese di maggio, p. 665. 11 Sol\
7Ì SAN SAN
lerio traila, De Eleazaro Sene, septem gli Annali delle scienze religiose, p. 65,
tnartyribus, et eorum Matre, Bollandisli si legge un bel trattato su\V Invocazione
Aug. 1.
1 ,
p.5,a vendo riunite le lodi di Fi- De inquisitione mi-
de' santi. Castellini,
lone ebreo , di s. Leone I, di s. Gregorio raculorum Martyrum canoniza-
in ss.
]Nazianzeno,di s. Gaudenzio, di s. Ambro- tione, Romaei62g. Trombelli, Decultu
de santi
gio in onore loro. Baillet, Vite Sanctorum, Bonooiae 1740- Lapio, De
cidi antico Testamento, Parigi jo5. Be- i heroicitate virlulum in beatificandis , et
nedetto XIV, De Canonizatione Sancto- eano nizandis requisita, Romae 67 So- 1 1 .

rusparla a lungo De culla Sanctorum ve- no XIX secoli che Gesù Cristo, essendo
te.ris Testamenti. Il senatore Cornaro nella per lasciare la terra, fece a'suoi discepoli,
dissert.: Qnomodo ordinanda sunt Ve- e nella persona loro a tutti i cristiani, que-
netiis officia Sanctorum veteris Testa- sta consolante promessa: Io sono con voi
menti, ha distribuito le proprie lezioni infino alla consumazione de' secoli. I tem-
tratte dalle loro profezie, a ciascun santo pi che sono passati da quest'epoca già si

di quelli , ai quali sono dedicale alcune rimota, l'hanno veduta costantemente ve-
parrocchie di Venezia, cioè s. Mosè,s. Da- rificarsi, e tutte le anime che si mostra-
niele, s. Samuele s. Geremia
Giobbe, s. , rono fedeli alle impressioni della grazia,
e s. Simeone. Questo metodo fu avvalo- ricevettero dallo spirito di Gesù Cristo i

rato per la sua esecuzione da mg. r patriar- soccorsi necessari per giugnere a quel per-
ca Bragadino, facendo pubblicare un li- fezionamento sublime che noi ammiria-
bretto degli uffizi propri di detti santi mo negli amici di Dio. Fino dallo stabi-
.'/quali aggiunse anche quello di s. Laz- limento del cristianesimo sonosi accura-
zaro da Gesù Cristo risuscitato. Andrea tamente raccolti que'belli esempi di virtù
Micheli, Vite de' santi e personaggi illu- chetanti pii personaggi diedero alla terra,
stri dell'antico Testamento, Roma 1 786. iucom'fnciando dai Protonotari apostolici
Epurando Giuliari, Notizie delle donne (V.). Questo è uno de'tesori della Chiesa,
più celebri della santa nazione, e sono E- che essamostra con egual confidenza ai
va, Sara 3 Rebecca, Rachele, Ruth, Giu- suoi figli ed a'suoi nemici. Zelatiti scrit-
ditta, Ester e Susanna, Verona 1783. tori tramandarono all'età successive Te -
Una biblioteca di scrittori sopra Mosè, si difìcante racconto delle gloriose gesta de-
legge a p. sopra la sta-
48 della Lettera gli eroi della religione cattolica. La storia
tua di Mosh,de\ Cancellieri. Ne' voi. 5 e de'santi è in parte compendio della sto-
il

6 degli Annali delle scienze religiose si ria del Cristianesimo {V .), è la storia del-
riprodusse dal pav. Paolo Drach ebreo le grandezze meravigliose della nostra di-
convertito, Dissertation sur l'invocation vina e santissima Religione (V.) nel t
dom-
des Saints dans la Synagogue, stampata ina e nella morale; è la storia delle gesta
egualmente in R.oma anche a parte nel di tutti quegli eroi, che la Chiesa madre
1 838, e nella quale si prova, che l'invo- benefica innalzò agli onori degli altari, e
cazione de'santi fu ammessa anche nella che celebra e propone all'imitazione dei
Sinagoga.L'Andreucci, Hierarchia eccle- Prediche (V.), mas-
fedeli eziandio nelle
siastica t. 1, ci diede la 7." dissert. : De sime nei Sermoni e Panegirici. Le vi-
praecepto invocandi Sanclos , an sit, et te de' santi vanno unite colla narrazio-
quale. Muratori, Dissert. t. 3, dissert. 58: ne de'trionfi della Chiesa, de' trofei del-
Della venerazione de 'cristianiverso i san- la virtù la più eroica, della conversio-

ti, dopo la declinazione del romano im- ne de'popoli, immensi vantaggi che dan-
pero. Carlo Scribanio, De cullu et invo- no loro alto luogo sopra tutte le storie
catone Sanctorum: De Imaginem vene- profane. Le vite de'santi ci mettono in-

rationem, Autuerpiae. Nella 2." serie de- nanzi iu ogni maniera di persone de'no-
SAN SAN 75
bili esempi di tutte ie magnanime opere lezione eminentemente interessante del-
e di ogni sublime virtù, che tali sieno in leazioni principali de' santi che la Chiesa
fallo davanti a Dio, e giusta la sua legge, venera ne'suoi fasti, si trovano modelli di
i

la quale di ogni giustizia e gloria è vera virtù di tutti i secoli, di tutti gli stati, di

regola degli uomini celebratissimi per ar- tutte l'età: alla istruzione va sempre con*
dente zelo, per austera mortificazione, per giunta una tale unzione, che fa gustare
prode coraggio, per larghissimo disinte- la morale dell'Evangelo, venendo rifiuta-
resse, per umile e viva fede unita alla più to ciò che talvolta per troppa credulità
profonda dottrina per ferma speranza, si adottò da qualche storico. Questo im-
,

e per caldissima carità verso tutti gli uo- menso lavoro d'alto pregio meritò mol-
mini, e più verso Dio, vera fonte di du- tissime edizioni, ed in diversi idiomi. In-
revole felicità. AH' articolo Leggendario oltrea Leggendario feci parola degli At-
parlai di diversi scrittori di leggende di ti de' Santi del gesuita p. Bollando (F.)

vite de' santi, fra i quali il sacerdote Al- e compagni perciò denominati Bollandi-
bnno Butler (F.) inglese (ebbe a tradut- sti. Questa preziosa, classica e volumino-

tori dall' inglese in francese, ed anche a sa raccolta, tanto apprezzata dai Papi e
commentatori il can. Godescard, e il prof. in particolareda Alessandro VII, da tut-
Marie)cbe primeggia sugli altri ,per quan- ti i dotti cattolici, ed ancora dai più eru-
to si legge nella prefazione del traduttore diti tra' protestanti, restò infaustamente
che pure l'arricchì di bellissime
italiano, per le vicende de'terapi sospesa e inter-
ed erudite note. Questo grande, dotto e rotta nel 1 794, dopo la pubblicazione del
benemerito agiografo, in uno alle sue Fe- t. 6.° di ottobre degli Acta Sanctomm,
T
tte Mobili (perfezionate da mg. Giallone!* ch'è il 53.° della magnifica collezione. Nei
vicario apostolico di Londra, e tradotte voi. 2, p. i 33,
5, p. 3o4de'memorati An-
dall'inglese in francese dal sacerdote Na- nali , si notificò con tripudio de' cultori
got) presi per principale guida nelle bre- dellescienze massime religiose, l'intrapre-
vi biografie che pubblico in questo mio sa cotanto bramata della continuazione
Dizionario , insieme alla Continuazione de'celebrati Alti de' Santi de' Bollandisti;
di Carlo Butler nipote ed erede de'mss, che il governo del Belgio accordò ai re-
di Albano e distinto giureconsulto, e di ligiosi della compagnia di Gesù, succes-
una società di sacerdoti francesi (e dedi- sori naturali e legittimi degli antichi BoU
cata dall'editore cav. Giuseppe Battaggia, landisti,una somma sui fondi destinati al-
al cardinalCappellaio poiGregorio XVI), le scienze e alle lettere, per porli in ista-
supplendo con lo stesso Butler e con altri to di cominciare il gran lavoro, in pro-
agiografi al laconismo negli articoli re- seguimento dell'insigne raccolta; e che la
lativi. Io quelli poi delle città, vescovati, compilazione non si farà come la pubbli-
regni, ordini e congregazioni religiose di cata in Anversa, ma in Brusselles, dove si
ambo i sessi, ed altri articoli, tratto del- stamparono già alcuni volumi del mese
le gesta di molti di cui l'encomiato Bu- di ottobre. I nuovi Bollandisti, egualmen-
tler non ragionò.Questo sapiente scrittore te gesuiti,risiedono al collegio di s. Miche-
e sommo
critico, ma moderato, senza en- le. Questi odierni Bollandisti di Brussel-
tusiasmo e non intemperante, è lodevo- les ora hanno terminato la stampa del
leeziandio per le massime morali che pose t. 8.° di ottobre de'medesimi Acta San-
a
opportunamente in fine alla i. vita dei ctorum, che contiene le vile de'santi o-
santi d'ogni giorno dell'anno,con cornalo- norati ne' giorni 17, 1 8, ig e 20 di tal
ventiepiemanierejedinmodod'jstruiree mese. Altri fra'tanti agiografi sono i se-
edificare i fedeli, colle sue laboriose e stu- guenti. Frion, nipote del celebre Baillet,
diose fatiche di3o anni. In questa gran col- ci diede il ristretto di sua òpera : RUtreh
76 SAN SAN
lo delle, vitede santi , Parigi 17 io. C de f
riamente col titolo di Padre (V.) }
dicen-
P., Vite delle sante donne, delle marti- dosi Papa, Sanctus Pater o Sanclissi-
il

ri e delle vergini, per tutti i giorni del- mus Pater, non già con quello di Papa
l'anno, Parigi 1822, opera che difetta di o Sanctus Papa. Il Novaes, Disserl. alle
critica. Vigliega, // perfetto Leggendario vite de' Pontefici, p. 7, riferisce che il car-

della vita e fatti del Pf. S. Gesti Cristo dinale eletto Papa, dopo accettato il pon-
e di tutti i 1640. Ribade-
santi, Venezia tificato, comincia a chiamare Santissi-
si

ncira, Flos Sanctorum o Vile de santi, mo e Beatissimo, non solo a cagione del-
Venezia 778. 1 fasti della Chiesa nelle
1 la suprema dignità, come osserva Duar-
vile de* santi in ciascun giorno dell'anno, do, Commentar, in bulla Coenae, lib. 1
opera compilata da una pia società di cap. 4 quaest. 2,0. "17, ma anco perchè
5

ecclesiastici e secolari, cor redata di tavole tale viene creduto, al dire del cap. Cleri-
ùiramc,M.i[*ùQ 1 82 ^.Compendio annua- cos, dist. 21, verbo Ponlifex, e come e
le delle vite di lutti i santi, Colle 843.1 per quanto notai a Santo. L'Adami, Ri-
SANTIFICAZIONE. V, Canonizza- cerche p. io3 e seg.,nel parlare delle voci
z/one, Beatificazione e Santi. Sanclissimus e Sanctus, dice che Sanclis-
SANTINO (s.), vescovo di Meaux. Se- simus e Beatissimus, trattandosi non dei
condo alcuni scrittori, sarebbe stato di- sommi Pontefici ma de* Santi, non si tro-
scepolo di s. Dionigi di Parigi; ina se è vano usate che sul fine del IX e sui prin-
vero ch'egli abbia occupato la sede di Ver- cipii del secoloX. Sarnelli, Lettere ecc/. t.7,

dun, prima di quella di Meaux, sarebbe p. 8.1, parla del titolo di santissim.0 che si

invece vissuto nel IV secolo, cioè un se- dava agl'imperatori gentili, anchedai cri-
colo dopo che s. Dionigi aveva portato stiani, e secondo l'uso comune, per cui s.

nelle Gallie il lumedella fede. Altri han- Dionisio vescovo d' Alessandria, dicendo
no distinto due santi dello stesso nome, di Valeriano e Gallieno, li chiamò Cesa-
l'uno vescovo di Meaux, l'altro vescovo ri Augusti, uomini santissimi, non per ra-
di Verdun; ma nulla si può dire di cer- gione de'costumi, ma dell'ufficio e dignità;
to su questo punto di storiache risale ad ed aggiunge, che se gli empi furono così
un tempo così rimoto, e sul quale l'anti- appellati, con piùdi ragione si devouodi-
chità non ci ha lasciato alcun documen- re santissimi tutti i vescovi, almeno pel
to. S. Santino è nominato negli antichi grado, sedi condotta biasimevole. Il con-
martirologi ai 22 di settembre, benché al cilio romano del 5qi die a Teodorico re

presente se ne faccia la festa agli 1 1 di ariano i titoli di piissimo e santissimo.


ottobre a Meaux ed a Verdun. Egli è al- Rinaldi riferisce che per onore i gentili
tresì onorato nelle diocesi di Tours e di chiamavano santi i loro Sacerdoti (V),
Chartres. Eravi a Meaux una badia col ed all'anno 260, n.° 22, già aveva detto
suo nome nel IX secolo. il riportato da Sarnelli, poiché se cloni i

SANTISSIMO, Sanclissimus. Titolo da'ti da Dio si dicono santi, come accenna

d'onore e di venerazione che si dà al som- Cicerone favellando d' Ennio, il quale


mo Pontefice (V.) superlativo di Santo
t
chiamò santi poeti, essendo certo che Dio
i

(/".), col quale pure viene chiamato e di- talora dai principi eziandio cattivi per
stinto, anche dagli acattolici o eterodos- castigo de' peccatori : Dabo libi Regum
si. Gara m pi, Sigillo della Garfagnana, in furore hieo : Qui regnare facit homi-
p. 59, dice essere questo titolo e quello nem hypocritam. Inoltre osserva all'an-
di santo proprio del
Papa, avvertendo che no 109, n.° 56, che s. Dionisio Areopagi-
eziandio anticamente l'aggiunto di San- ta chiamò Timoteo, non il vescovo d'Efe-

lo e il superlativo di Santissimo, secondo so, ma quello che forse fu discepolo dei


il più comune uso, accoppiavasi ordina - ss. Pietro e Paolo Sanctissime fili Zi-
:
SAN SAN 77
mothcej ed all'anno 3?.5 3 n.°i2j, che il Panagiotato, vocabolo greco che signifi-
concilio Niceno chiamò santissimo Co- ca tutto santo, santissimo, non che Au-
stantino 1 il Grande. Parisi nelle Istru- tenta o signore, Despota padrone, Ecu-
zioni t. 3, p. 1 5, 56, narra che gl'impera- menico o universale, di Digitassimo, di
tori Arcadio, Antemio e Giustiniano I, Per grazia di Dio prestantissimo. Inol-
ed altri principi dierono nelle leggi il ti- IvePanagiotalo, Santissimo padrone mio
tolo di Santìssimo e di Beatissimo, tanto Papa e Patriarca d'Alessandria, si dice-
al Papa, quanto ad altri Pesco\'i(V.). Che va dagli altri patriarchi scrivendo a quel-
i latini riservarono il titolo Sanctum alle li ^'Alessandria, ed a quelli d'Antiochia
false deità e quindi agi' imperatori, cia- e di Gerusalemme, cambiato il titolo del-
scun de'quali chiamavano ora Sanclissi- la chiesa. Gl'imperatori di Costantinopo-
nÈtnij ora Sanctum Pa treni, ed Ovidio li assunsero il titolo di Santo e Santità,
vivente Augusto lo disse novum 3 et re- a motivo della sagra unzione che riceve-
centoni caelitem,ed appellò Santo. Si leg- vano nel loro incoronamento. Trovo nel-
ge nel testo civile, Sanctum CassiumPrae- la Memoria del can. Mancini, Giornale
torem } probabilmentejper Jasua integri- Arcadico X. 6o,p.i3g, che ad Ottone IV
tà e illibatezza. Nell'istesso senso Cicero- nel 12 io si attribuì inun diploma il ti-
ne chiamò Lateranense Virum sanctis- tolo inusitato a prendersi dagl'imperatori
simum, chiamò Erucio Virum
e Plinio medesimi, cioè Imperatorìs sanctissimi.
sanctum. Qualunque uso ne abbiano fat- Nella Storia del concilio di Trento del
to gentili, certo è che il Santo e San-
i Pallavicino, lib. 17, cap. 7, n.°i2, si dice,
tissimo fu in appresso comune ai vesco- che proponendo aldini che non si«omi-
r
vi, ed Alvaro netta ? ita di s. Eulogio dis- nasse la ss. Eucaristia (V.) senza qual-
y

se : Omnes sancti episcopi , non tamen che titolo d'onoranza, v'ebbe chi riprovò
omnes episcopi sanctij finalmente dichia- quello d' Augustissima , perchè l'Augusto
ra Parisi, fu ristrettoal solo Papa che , (V.) e Augustissimo fu assegnato agl'im-
veneriamo col titolo di Padre Santo e peratori secolari, e richiese in vece* quello
Santissimo, cui come capo visibile della di Santissimo , eh' è proprio del vicario di
Chiesa veramentecon viene. EziandioNar- Dio, senza aver in conto che il significa-
di,De' parrochi, 1. 1 p. 5 e 1 4 afferma
,
1
1
to diAugusto è lo slesso che ài Sagro, e
che il titolo di santissimo fu dato antica- non ponendo mente che secondo una tal
mente ai vescovi, non che santo, beato, ragione non dovrebbe dirsi la maestà di
beatissimo e benedetto, notando che sem- Dio, perchè il titolo ìYì Maestà (V.) è ora
bra veramente cosa strana quella di certi dato ai re temporali. Si disse dunque nel
novatori, a'quali dispiace che detti titoli i Sagra-
concilio sacrosanto e Santissimo
oggidì sieno rimasti e si diano al vescovo mento (V.), non assolutamente Venera-
di Roma {V.), che per essere il Pastore bile come oggi dicono alcuni ,
perchè si

(F.) universale li merita più di tutti; Io legge nella segreta della messa del dì del-
stesso dicasi della Genuflessione avanti le ceneri Venerabilis Sacramenti /poiché
di lui, e del bacio de'piedi o della croce il venerabile assolutamente denota Beda
delle loro Scarpe (V.): la chiesa romana come prete, e si dà ad altri servi di Dio;
è stala la più tenace degli antichi usi, ed si dovrebbe dire piuttosto mirabile con
in ciò ne convengono più arrabbiati ne-
i s. Tommaso, e dicesi continuamente nel-

mici suoi. Il clero di Fiandra nel 1091 l'orazione. Santissima diciamo la Trini-
die i titoli di Pastorum nostrorum, e di tà, e Maria Vergine(V.), e questa anche
Sanctissimi Patres ai vescovi. Scrivendo- Regina (F.). V. Nome de'Papi.
si al patriarca di Costantinopolidai me- SANTISSIMO SAGRAMENTO. V.
tropolitaui greci, gli davano il titolo di SAGR AMENTO, SANTISSIMO.
78 SAN SAN
SANTITÀ' Sanctimonia, , Sanclitas, Beatitudine. Per quanto ho già detto, e
Sanclitudo. Titolo del romano Pontefice pel narrato a SANTissiMO,non pare che a
(V.)t esi dice ancora per virtù e qualità tale epoca fosse divenuto il titolo Santità
congiunte nell'individuo, astratto ài San* esclusivo del Papa, bensì in seguito dai ve-
io (V.) y il quale vocabolo significa puro, scovi andò a finire o a concentrarsi nella
esente da ognispeciedi macchie e di pec- persona del sommo Pontefice, il che però

cati, che possono rendere l'uomo incapa- non avvenne in un tratto, ne improvvi-
ce di accostarsi alle cose sante. Con voce samente. Ne'prtmi secoli successivi Papi i

antica, secondo Magri, si disse Almilas per continuarono a dare questo titolo a' ve-
santità e beatitudine, ed Almjficus. Sic- scovi, come praticò con 3 vescovi Giovan-
come il vocabolo di santità e di santo si ni Vili dell'872. Vi ebbero persino degli
era costumato da prima di applicare a tut- abbati, a'quali si attribuì il titolo di San-
te le persone viventi, che col sentimento tità, e questo sinoa'tempi di s. Bernardo
di pietà e divozione professavano la reli- nel secolo XII. Ma i Papi furono assai
gione cristiana , come si legge negli Atti più spesso che tutti gli altri qualificati con
degli Apostoli, ed in molti passi dell'e- I l'epiteto diSantità^e rimase quindi giusta-
pistole di s. Paolo, in processo di tempo fu mente di assoluta loro proprietà, almeno
attribuito a' vescovi. Allorché a questi s'in- dal secolo XIV in poi, e lo ricevono da
dirizzava la parola, ciò facevasi come una qualunque monarca e principe, eziandio
specie di onesto elogio, e dicevasi Mostra dagli eterodossi. Abbiamo di Giulio Otto-
Santità. Papa s. IIaro,scrivendo verso il nel li, Discorso sopra l'abuso di dire Sua

465 a Leone vescovo d'Arles, usò il tito- Santità, Sua Maestà, Sua Altezza, sen-
lo di Sanctilas Vestraj indi s. Gregorio za nominare il Papa, V Imperatore, il
I ^go, scrivendo al patriarca d'Antio-
del Principe, Ferrara i586.
chia, si servi talvolta delle parole Veslra SANTO (s.), martire. V. Potino (s.).
Beatiludo, tal altra delle parole Vestra SANTO (il beato). Nacque nella dio-
Sanctitas, ed egualmente scrivendo al ve- cesi di Urbino di ragguardevole famiglia,

scovo di Milano che grandissima dignità e si era dedicato alla professione delle ar-
teneva in Italia , lo apostrofò pure colle mi. Essendo stato nella sua giovinezza
parole Mostra Santità. Dal popolo cristia- trattato aspramente uu di dal suo padri-
no questo titolo d'onore si rese partico- no, sguainò la spada e lo feri mortalmen-

lare de' vescovi; Carlo Magno nel 789 nel te. Questa disgrazia Io afflisse tanto, che

capitolare d'Aquisgrana, parlando de' ve- lasciò il mondo, si consagrò a Dio nell'or-
scovi, usò le parole, Sanctitas vestra. Va- dine di s. Francesco, e per umiltà non vol-
risi, Istruzioni t. 3, p. 57, osserva che Sari' le essere che frate laico. Egli praticò nel*

ctitas tua dicevasi ai vescovi della chiesa la sua novella professione le più grandi
primitiva; e sebbene nel 326 Costantino austerità , e versò continue lagrime pel
1 il Grande, per far onore al senato ro- delitto che aveva commesso. Per meglio
mano/ dicesse aver stabilito, circa all'or- espiarlo pregò Iddio di mandargli una pia-
dine senatorio : Veslrae sanctitali judi- ga simile a quella del suo padrino , e la
cium,examenque mandare, ut voseliga- sua preghiera fu esaudita, perciocché eb-
tis, qui splendori vestro patrimoni i viri' be a soffrire uu'ulcera che gli rimase in-
bus t et honestate vivendi, et nataliumdi- fino alla sua morte, avvenuta a'i4 a g°"
gnilate respondentj tuttavia dice Parisi, sto 290. Egli è onorato in questo giorno
1

per quanto sappiamo, citando DuCange, dal suo ordine, colla permissione di Pa-
CmIoss. verbo Sanctitas sin dal 349 trat- ,
pa Clemente XIV.
tavasi cosi il solo Pontefice, cui dicesi io- SANTO. V. Sanctus, Santi, Santis-
distinta mente la Santità Vostra e Vostra simo, Santità'.
SAN SAN 79
SANTO SEPOLCRO. V. Gerusalem- tinopoli e l'istituzione dell'impero latino,
me, Guardiano del s. Sepolcro, Sepolcro fatte dai francesi e veneziani, fece parte
Santo. del ducato di Naxos, ed in seguito si ar-
SANTOLO e SANTOLA. V. Padri- rese aBarbarossa, sotto Solimano impe-
no, Madrina. ratore de' turchi. In oggi Santorino fa

SANTORINO (Sanctorinen).CiHacon parte del nuovo regno di Grecia (V.), e


residenza vescovile nell'isola del suo nome, dipende dalla divisione amministrativa
nel mare Egeo. Santorino o Sant'Ermi delle Cicladi meridionali. Vi sono due ve-
o Degìrmenlik } isola dell'Arcipelago nel- scovi, uno greco scismatico, l'altro latino
le Cicladi meridionali , al sud di Naxos, cattolico, ambedue suffragatici del rispet-
lia la forma di mezzaluna, che offre una tivo arcivescovo di Naxos. Il i.° vescovo
baia o rada riparata dalle isole Therasia greco fu Dioscoro del IV secolo, che sot-
e Aspronisi. Le coste ne sono in gran par- toscrisse la lettera del concilio di Sardi-
te inaccessibili. Il suolo, d'origine vulca- ca. Andrea che ne occupava la sede nel
nica, è un mescuglio di pietre pomici, di 1642 si unì in comunione colla s. Sede,
ceneri e altre sostanze di tal natura : rie- e fece fabbricare alcune case pe' gesuiti
sce secco e difficile da lavorare , ma col- missionari nella sua isola. Zaccaria n'era
tivato bene produce in abbondanza orzo, vescovo nel 172 1. La sede vescovile lati-
cotone, frutti e principalmentebuonvino na fu istituita nel secolo XI II, dopo la fon-
che forma la ricchezza dell' isola e la sus- dazione dell'impero latino. III. vescovo
sistenza del vescovo. Vi si allevano molte fu Giovanni I, ma non si trovano altri fi-

pecore, capre e porci. Contiene borghi di i no a Giovanni de Nardo domenicano del


Pyrgos, e Skaro antica residenza del ve- i4^3, cui successero Domenico di Tor-
scovo ( che ora la fa in Fiià), ove hanno tona dell' istesso ordine neli52i, Marco
per lo piìi domicilio i cattolici, non esi- Laurens altro domenicano nel 1 555, indi
stendo più la città di Santorino, ed oltre trasferito a Campagna nel 56o. Bernar- 1

a ciò parecchi villaggi abitati quasi tutti do di Tropea domenicano nel 1 565,Ango-
da individui di rito greco, laboriosi, sobri e lo Calepiodi Ciprodomenicanoneli583,
industriosissimi; pii sono i cattolici, men- Antonio de Marchi di Scio domenicano
tre il clero scismatico è malvagio. Anti- morto nel 6 ed a lui fu sostituito Pie-
1 1 1 ,

camente quest'isola chiamata Thera,a\ea tro de Marchi, da Urbano Vili traslato a


prima portato il nome di Caliste ossia la Smirne nel 640, ed in vece nominò An-
1

Bella. Pretendevi che questa e altre ad drea Soffiano di Scio che passò alla sua
essa vicine sienosorte dal fondo del ma- pallia nel 1 64 1> Girolamo da Padova del
re : niente piùprobabilein un luogo ch'è 1648, ec. Orìenschr. t. 3, p. 1008. Nelle
stato spesso sconvolto dal fuoco e che of- Notizie di Roma sono registrati dopoLui-
fre in mille siti tracce di vulcani. Thera, gi Guarchi di Scio: 1789 Francese' Anto-
dicesi, prese il nome Theras, principe
di nio Razolitode'conveutuali. 1746 Dome-
della schiatta di Cadmo, che non poten- nico Mainetta di Scio. 758 Gio. Battista
1

do accomodarsi al soggiorno di Lacede- Crispi di Naxos. 1774 Pietro Delenda di


mone, dove menava vita privata, passò in Santorino. 1 8 1 5 succeduto per coadiuto-
quest'isola allora occupala dai discenden- ria Gaspare Delenda di Santorino. 1826
ti di Membliari,i quali l'abitavano i55o Francesco da Leonessa francescano rifor-
anni prima di nostra era. Se il suo nome eia prefetto delle missioni di Co-
miato, già p
attuale non sia un'alterazione dell'antica stantinopoli. 1829 Luca de Cigala o Si-
Thera, pare che tragga il nome stesso da galla. 11 PapaPioIXa'io settembre 847 1

santa Irene sua protettrice, che vi fu mar- nominò l'odierno vescovo mg. 'Francesco
tirizzata nel 3o4- Dopo la presa di Costan- Cuculia di Sita. Iti Fità vi è la bella cat-
80 SAN SAN
tediale proprietà de'lazzaristi, che vi han- varrà, lo che fu cagione di gravissime con-
no un ospizio con scuola pubblica, è de- troversie col Papa che lo scomunicò, e pri-
dicata a Dio sotto l'invocazione di s.Gio. vò del regno che venne occupatoda Fer-
Battista, col batlisterioecura d'anime af- dinando V re di Spagna. Acquistò l'ora
fidata ad un sacerdote deputato dal ve- Palazzo Pamphilj sul Corso (F.), ed ot-
scovo, il quale in poca distanza ha l'epi- tenute per scudi 2000 dal capitolo della
scopio. 11 capitolo ha 5 dignità, la ." del- i contigua chiesa di s. Maria in Via Lata
le quali è il decano, due canonici col- alcuneadiacenticase, l'aumentò. Essendo
le prebende penitenziaria e teologale, ed il palazzo oltremodo piaciuto a Giulio 11,

altri preti e chierici pel divino servizio. lo chiese eottennea buoni patti dal cardi-
a
Vi è un monastero di monache domeni- nale,per Francesco M. duca d'Urbino suo
cane che istruiscono le fanciulle, con chie- nipote. Ma le belle speranze date dal Pa-
sa di s. Caterina; forse anche le suore del- pa al porporato per ottenere l'intento,non
la Carità francesi, ed una confraternita. avendo corrisposto ai. fatti, anzi egli scor-
Alquanto ampia è la diocesi e contiene gendosi decaduto o vacillante nel ponti-
molli luoghi, come i villaggi di Condoco- ficio favore, sorpreso da profonda malin-
rì, Cartereado, Tirostephani, Milontade- conia, cadde in un'infermità che lo tras-
no e Mesevilà, che hanno le loro cappel- se alla tomba in Roma neli5io, in età di

le ed alcune digiuspatronato. Prima del 62 anni. Sepolto nella cappella del coro
1 8 o
i la cattedrale era in Skaro o Castel- della basilica Vaticana,sotto Urbano VI li
lo di Scauro, ma fu distrutta. Nell'isola fu trasferito in quella del ss.Sagramen-
di Nio, che dipende da questa diocesi, vi to, col solo nome inciso sulla lapide sepol-
sono alcuni Ogni nuovo vescovo
cattolici. crale.
è tassato in fiorini 33, corrispondenti a SANTORIO Giulio Antonio, Cardi-
a
scudi 240 di mensa, diminuiti d' una 4- naif.. Vide la luce in Caserta, nella villa
parte per le usurpazioni del vescovo gre- d' Ercole nel regno di Napoli, da nobile
co scismatico. fluniglia.Datosi allostudiodella giurispru-
SANTORIO Fazio, Cardinale. Nato denza sotto eccellenti professor^ ne meri-
in Viterbo da onesti e miserabili genitori, tò la laurea. Per alcun tempo si die a di-
si trasferì in Perugia occupandosi in fare fendere le cause nel foro, ma come quello
il pedante con alcuni de'giovani ch'erano ch'era molto dedito alla divozioue, ama-
applicati agli sludi nell'università, a'quali tore della purezza e candore de'costumi,
egli pure datosi di proposito, vi fece rapi- lasciata sì clamorosa professione, abbrac-
di progressi. Mentre però a fine di pro- ciò la vita ecclesiastica, e fatto giudice del-
cacciarsi il sostentamento , andavasi eser- l' inquisizione, e vicario generale del car-
citando nel molesto uffizio , tra gli altri dinal Alfonso Caraffa arcivescovo diNapo-
faceva da pedante a Giuliano della Rove- lienipotediPaolo IV,mosse all'eresia col-

re, che nel i/\.j 1 fatto dallo zio Sisto IV la voce e cogli scritti implacabile guerra,
cardinale, lo ammise tra i suoi famiglia- per cui più volte fu in pericolo di perdere

ri. Divenuto poi nel i5o3 Giulio 11, gli la vita, e tra le altre cose fu iniquamente
conferì diversi benefizi ecclesiastici, e nel calunniato da un perfido, d'aver cercato
i5o4 il vescovato di Cesena, cui aggiunse de' veleni per togliere la vita a Pio IV,
le cariche di chierico di camera e di data- severissimo contro i Caraffa, come raccon-
rio, e neli.° dicembre i5o5 lo creò car- ta a lungo l'Ughelli. Citato quindi a Ro-
dinale prete, promulgandolo agli 1 1 col ma, fu manifestata l'orribile calunnia dal-
titolo di s. Sabina. Lo
anche vescovo fece lo stesso calunniatore, che prima per due
di Pamplona, ma non potè prenderne il volte laconfermò con giuramento, e poi
possesso conti astato da Antonio re di Na- in pena fu impiccato per la gola. Restalo
SAN SAN 8r
assoluto come innocente, s. Carlo Borro- dinaie gli rappresentò doversi dare tale

meo lo presentò al zio Papa, che lo accol- protettoria piuttosto a un ricco e facol-
se con singolari dimostrazioni di benevo- toso cardinale, é il Papa rispose che gli
lenza, e lo regalò di cinquanta scudi con concedeva un porporato ricco di carità.
benigna cortesia, e gli offrì due cariche. Questo amplissimo cardinale, dottissimo
In tale occasione il cardinal Ghislieri poi nella liturgia, per cui gli fu commessa la
s. Pio Vebbe tutto l'agio di conoscere
, nuova coni pilazione del /tawfl/e Romano
la virtù di Santorio, onde assunto al pon- (F".) , assai zelante per la propagazione
tificato lo chiamò due volte a Roma, lo della fede, come dissi a Congregazione ni
fece suo cameriere, consultore del s. of- propaganda fide soggetto per bontà e
,

fizio, e nel 1 566 arcivescovo di s. Severi- prudenza segnalatissimo, fu a 6 conclavi,


na', prevalendosi della sua opera in affari nell'ultimo de* quali dovea essere eletto
di somma importanza. Ottenuto a gran- in luogo di Clemente VIII, per quanto
de stento il permesso di portarsi alla sua narrai ne' voi. XXI, p. 220, XXII, p. 88,
chiesa, partito da Roma e appena giunto a segno che gli fu saccheggiata la cella.
a Marino,ricevè lettere pressantissime del Il nuovo Papa rimessa a di lui arbitrio
cardinal Borromeo, che l'obbligarono su- la scelta dell'arcivescovato di Napoli o la

bito a retrocedere e tornare in Roma, do- propria carica di penitenziere maggiore,


ve appena giunto fu a' 17 maggio 1570 questa preferì, e poi nel 1
597 gli conferì
creato cardinale prete di s. Barbara, edal la sede di Palestrina. Alla dottrina e allo

suo arcivescovato fu detto il cardinal di zelo per la religione, accoppiò la pratica


s. Severina. Due anni avanti avendo s. delle cristiane virtù , ed una grandezza
Pio V designato di crearlo cardinale, dis- straordinaria d'animo, che gli facevadi-
se a un suo cameriere , si chiami il car- sprezzarelecose terrene. Tale fu la divo-
dinal di s. Severina, ed avendo quello ri- zione per la B. Vergine,che nella basili-
sposto non esservi tra i cardinali chi si ca a lei dedicata in Trastevere fece costrui-
chiamasse con tal nome , soggiunse tosto re quella partedi soffitto dorato, che cor-
il Papa, dico l'arci vescovo di s. Severina. risponde sul coro e sull'altare della con-
Gli conferì l'abbazia del b. Anastasio Car- fessione. Illibato ne'costumi, severo nelle
bone nella contea diClermonto Chiara- mortificazioni, oltrei digiuni e le peniten-
monte, diocesi d'Anglona, il cui monaste- ze colle quali macerava la sua carne, tal-
ro pressoché rovinato restaurò , richia- volta ad imitazione di s. Fraucesco, tra i

mandovi l'osservanza regolare, e lo stes- pruni e le spine si ravvolgeva per rin-


so fece colla chiesa di s. Maria Egiziaca tuzzar le diaboliche tentazioni. Mai ora-
degli armeni di Roma. Inoltre s. Pio V metteva celebrar la messa, tranne il ca-
lo fece protettore degli ordini de'basilia- so di grave malattia. Generoso co'po veri,
ni, serviti e cappuccini, della nazione gre- distribuì loro sopra 70,000 scudi, oltre
ca e illirica, e di tutta la chiesa orientale; le somme immense che impiegò ne' re-
laonde d' ordine di Gregorio XIII nella stauri e abbellimenti de' sagri templi; e
via Paolina aperta da Paolo III e poi det- quando non avea denari per sovvenire ,

ta Babuino, nel 1 58o pose la .' pietra nel- 1 i miserabili loro dava le vesti , la bian-
la chiesa del Collegio greco, e terminata cheria, i fazzoletti e sino i guanti. Final-
nel 1 583 la benedì. Con permesso di det- mente pieno di meriti fu chiamatoinRo-
to Papa a' 25 novembre i584 consagrò ma all'immortal vita nel 1 602, di 70 an-
la sontuosa chiesa dei Gesù di Roma, in- ni, e fu sepolto nella basilica Lateranen-
sieme coll'altare maggiore. GregorioXIII se in una cappella da lui fondata, con pro-
assegnandolo in prolettore alla confra- lissa ed elegante orazione postavi dai ni-
ternita di s. Girolamo della (parità, il car- poti Paolo Emilio arcivescovo d'Urbino,
vol. txr. 6
82 SAN SAN
e Giulio Antonio arcivescovo di Cosen- cuni gentili chiamarono ora Arcana, or a
za. Scrisse questo pio cardinale un gran Sanctuarìa le parti più segrete e riser-
numero d'opere, di cui l'Oldoino nell'y^- vate de'Ioro Tempii (F.yLa Chiesa adot-
teneo Romano ne die il catalogo, llcar- tò questo vocabolo in vari sensi.Si chiamò
dinal Baronio nelle note al Martirologio santuario un velo o pannolino detto bran-
chiamò il Santorio, uomo per erudizione deo, di cui parlai in tanti luoghi, che fa-

e santità di vita chiarissimo, e Paolo V cevasi anticamente toccare le sante Reli-


nella prefazione al Rituale Romano , lo quie (V?) de'martiri, e che poi si collo-
dice insigne per dottrina e per zelo di cava rispettosamente come una reliquia
pietà, lodando quello da lui con lungo nella chiesa che si dedicava in suo onore,
studio e fatica composto. Fu il cardinale quando cioè non era permessa la trasla-

fornito eziandio di prodigiosa memoria, zione delle reliquie. 11 santuario levato


onde quante cose avea lette, tutte agevol- dal sepolcro di s. Martino, fu trovato di
mente rammentava. Amante di faticare, maggior peso di prima, come si fosse in-
non fu mai veduto in ozio. Parco nel son- zuppato del suo Sangue ^.), e diversi
no, frugale nella mensa , ebbe orrore a brandei ne stillarono allorché furono in-
prendere regali, lo che soprattutto gli cisi. I Papi solevano mandare tali santua-

meritò gli encomi degli scrittori contem- ri o veli, eh' erano stati sui sepolcri dei
poranei. martiri o altri santi, come dono prezioso
SANTUARIO, Àdyta Sacrosancta, a'principi. Inoltre dai cattolici chiamasi
Sacrarium Sancta Sanctorum fiancuta-
y
santuario d'una Chiesa (V.) la parte del
r
rium. Luogo santo, reliquia di santi, par- Coro(V.) più vicina aìi'J Ilare (l .) mag-
te principale delle antiche basiliche,cbiese giore,, e nella quale stanno il celebrante e
e luoghi insigni, più sagri e di gran vene-
i gli altri sacerdoti in tempo del s. sagrili-
razione, poiché per denotare la santità del zio; in alcune chiese il santuario é chiu-
luogo fu applicato questo vocabolo.Presso so da una balaustrata ed laici non vi , i

gli ebrei il santuario era la parte più in- dovrebbero mai entrare. Questa maniera
terna e più segreta del tabernacolo e poi di disporre le chiese è antica, giacché cor-
del tempiodi Gerusalemme (VI), che con- risponde al disegno che diede s. Giovanni
teneva l'arca dell'alleanza e le tavole del- delle assemblee cristiane nell'Apocalisse.
la legge,e nella qual parte per conseguen- Sul santuario e sue parti, ed usi, special-
za degnatasi Iddio di abitare più parti- mente presso gli antichi cristiani, trattai in
colarmente che altrove chiamavasi an- : più luoghi analoghi, ed anche a Sacrario,
co il luogo santo, o il luogo santissimo, ed eziandio e particolarmente a Sagre-
SanctaSanctorum. Niuno ardiva entrar- stia,dicendo del Segretarium delle anti-
vi, fuorché il Sommo sacerdote, ed an- che basiliche. La parte principale del san-
ch'egli appena vi entrava una volta l'an- tuario era l'altare, ed a questo si riferi-

no, nel giorno cioè della solenne Espiazio- vano le altre parti, menti egli altari s'in-
ne. Secondo diversi passi della s. Scrittu- nalzavano sui sepolcri e memorie de'mar-
ra e dell'apostolo s. Paolo, quel santuario e perciò il tumulo o Confessione (/ '.),
tiri,

era la figura del cielo,e il sommo sacerdote con sua Fenestrella(V.) donde si calava-
che vi entrava l'immagine di Gesù Cri- no i brandei, fu una parte principale dei
sto; il vero Pon-
questo divino Salvatore è santuario. Nel mezzo del santuario stava
che entrò ne'cieli per essere nostro
tefice l'altare, dove il sacerdote oil vescovoof-
mediatore presso l'eterno suo Padre. Tal- friva il , voltando la
sacrifizio faccia al
volta però la parola santuario significa popolo assistente. Intorno all' altare do-
solamente il tempio, od in generale il luo- veanosolo distribuirsi gli addetti alsagii-
go in cui il Signore é adorato. Anche al- fizio, secondo il loro grado digeruicliia.
SAN SAN 83
Le basiliche del IV o V secolo della for- mente si chiamano santuari quelle chie-
ma più semplice aveano i santuari nello se e luoghi di generale divozione pei mi-
spazio racchiuso dentro I' arco della tri- steriche vi si operarono, come la Santa
buna; il quale spazio di alcuni gradi ele- Casa di Loreto e il Santo Sepolcro {V.)\
va vasi dal suolo, ed era separato dal re- per celebri memorie, per le sante imma-
sto della chiesa per una balaustrata, per gini e reliquie insigni che vi si venerano,
impedirne l'accesso al popolo, ed evitare per le indulgenze che vi si lucrano, econ-
confusione. Nel mezzo di questo spazio era cesse largamente da'Papi, ed a'quali da
il recinto dell'altare determinato dalle co- lontane parti i divoti si recano in Pelle-
lonne, che reggevano il baldacchino con grinaggio(F.). Tali sono in Roma princi-
tendine. In fondo della tribuna addossato palmente Scale Sante (F.), e contiguo
le
al muro era il trono co'sedili che dirama- santuariodi Sancta Sanctorum, Limino, i

vansi in semicircolo verso l'altare. In que- Apostolorum(F'.); in Subiaco(F.) il sa-


sto trono sedeva il vescovo nella sedia al- gro Speco, in Assisi (V.) la basilica e la
zata, circondato dai suoi sacerdoti, men- Porziuncola ( J'.), nella Spagna Compo-
tre intorno all' altare stavano i diaconi. stella (F.) ta Manfredonia (F.) il Mon-
a
Lai. modificazione di questa forma eb- te Gargano, per non dire di altri innu-
be luogo quando avanzato 1' altare o la merabili, che descrissi a'ioro articoli. E-
confessione fuori della tribunali fu d'uo- gualmente numerosissimi sono quelli sa-
po di cancelli laterali. La 2. "modificazio- gri alla B, Vergine, e de'quali trattarono
ne avvenne quando ingrandita una basi- Guglielmo Cuppenberg gesuita Atlan- :

lica, e restando dove prima era il tumulo, te M


ariano ossìa origine delle immagini
si dovè discostare il recinto dell'altare dal miracolose della B, Vergine Maria ve-
Presbiterio (Z7.), unendolo però a questo nerale in tutte le partì del mondo , Ve-
con cancelli che racchiudevano una par- rona 1839. Preposto Antonio Riccardi,
te dell' intercolunnio della navata della Storia de' santuari più celebri di Maria
a
basilica. La 3. variazione accade allorché ss. sparsi nel mondo cristiano, Milano

si aggiunse la navata traversale fra l'alta- 1840. Ab. Pouget, Storia de santuari
re e il presbiterio. Quindi dalla diversa più insigni della Madre di Dio, Parigi
origine e dall' uso differente delle parti 1847- Il nome di santuario fu usato iti

del santuario, derivò la diversa nomencla- un senso particolare dagl'inglesi, per si-
tura ch'ebbero i vari templi, e la confu- gnificare le chiese che servivano d' Im-
sione che trovasi ne* vari scrittori. Quan- munità (V.) e asiloa'malfattori,od a quel-
to alla costruzione de' santuari minori, li ch'erano considerati come tali. In ori-
i principii che regolarono la costruzione gine erano destinati soltanto
siffatti asili

de' santuari delle basiliche furono regola per rifugio agi' innocenti accusati e op-
e scorta anche nella costruzione delle tri- pressi ingiustamente, e per esaminare
bune minori e de'semplici oratorii. Con quindi la loro causa ne'casi dubbi e diffi-
questo vocabolo di santuario da non po- cili a giudicarsi; per impedire che si a-

chi fu indicato il presbiterio, le urne, gli gisse contro di essi con vie di fatto, o per
altari, le chiese nelle quali si conserva- dar tempo a' vescovi d'intercedere a fa-
no le reliquie de'martiri ; le sagre Im- vore de'delinquenti. Fino alio scisma di
magini (f/ .),\ simulacri più celebri detti Inghilterra, succeduto per Enrico VIII, i
eziandio taumaturghi, pei grandi mira- colpevoli rifugiati in tali asili o santuari
coli ivi operati dal Signore; i vari simula- vi erano sicuri da qualunque ordine o
cri dellaB. Vergine Maria che si venerano inquisizione giudiziaria,purchè nello spa-
sotto diverse denominazioni, i corpi stessi zio di 4o giorni riconoscessero i loro falli

de'santi,come de'ss. Pietro e Paolo.Final- e si assoggettassero al bando. Un laico che


84 SAN SAN
gli avesse strappati da quegli asili nel cor- s.Pancrazio d'IIamersIeve, per l'eccelse
so de' 4° giorni sarebbe stato scomuni- sue doti fu destinato a reggere la catte-
cato, ed un ecclesiastico per lo stesso fat- dra di teologia. Profondo e insigne teo-
to sarebbe incorso nella pena dell' irre- logo, e dottissimo interprete delle divine
golarità. scritture, fudenominato il 1. °s. Agostino,
SANTUCCI Jacopo, Cardinale. Na- ed in ricompensa del sublime suo meri-
to in Lucca, fu creato ai 1 7 dicembre to fu eletto abbate, e poi nelle tempora
1295 da Bonifacio Vili cardinale dia- di dicembre del 1 1 38 da Innocenzo II fu
cono di s. Giorgo in Velabro, e morì nel creato cardinale vescovo Tuscolano. Per
i343. Il Cordella dubita dell'esistenza di testimonianza di s. Antonino arcivescovo
questo cardinale, per le ragioni che ad- di JPirenze, fu tale la sautità di sua vita
duce. e l'eccellenza del suo sapere, che a' suoi
SAN VITALE ANToNioFRANCEsco,Ctfr- tempi non era vi chi potesse emularlo. Pri-
dinale. Nobile di Parma, ove nacque da ma d'essere cardinale fu onorato dal dot-
antichissima e assai illustre famiglia, ap- tore s. Bernardo, di cui godeva l'amici-
plicatosi allo stato ecclesiastico si trasferì zia, d' una lunga lettera , in cui il santo

in Roma dove ammesso da


, Innocenzo gli dà il titolo di Maestro titolo che in
,

XII in prelatura, ottenne un posto tra i bocca d' un s. Bernardo significava ben
votanti di segnatura e i consultori del s. altro da ciò che vale al presente,onde dagli
offizio, e da Clemente XI un canonicato uomini più eruditi di sua epoca venne ri-
Vaticano. Passato quindi alla vicelegazio- guardato oracolo di scienza e di dottrina.
ne d'Avignone, neh 704 fu fatto arcive- Scrisse diverse opere piene di pietà e di e-
scovo d' Efeso e nunzio di Firenze, e nel rudizione, delle quali i venerabili cardi*
1 706 assessore del s. offizio, mae»
poscia nali, Baronio ne'suoi Annali, e Bellarmi-
stro di camera dello stesso Clemente XI, no negli Scrittori ecclesiastici, fanno ono-
ilquale a'i5 aprile 1709 lo creò cardi- rata menzione fra tutte la più insigne è
:

nale prete di s. Pietro in Montorio, e lo il suoTrattato de 'sacramenti. Altre sono

ascrisse alle congregazioni del s. offizio, Commentari sulla s. Scrittura, e Trattati


de' vescovi e regolari, del concilio e altre, di pietà. Furono tutte stampate in Vene-
non che dichiarò arcivescovo d'Urbino. zia, colla vita deH'autore,dal Garzoni. Mo-

L'arcidiocesi ammirò in questo pastore il rì in Parigi della morte de'gi usti nel 1 1 3

suo zelo nella visita, nella generosità del- o 1 i4o, ovvero nel 1 142, di 44 aQni -

le limosine, e nella celebrazione de'sino- Qualche storico dubitò che morisse pri-
di, cui decreti con generale soddisfazio-
i ma di ricevere le insegne cardinalizie, ed
ne furono stampati. Giunto alla fresca età i mentovati cardinali lo escludono dal lo-

di 54 anni, cessò di vivere nel 1 714 tra ro novero, ma senza buona ragione, dice
le braccia di sua chiesa, e rimase sepolto Cardella. Si legge di questo pio cardinale,
nella metropolitana con semplicissima i- che prossimo al punto estremo, richiese
scrizione, che vivente erasi apparecchiata instantemente il ss. Viatico, ma siccome
modestamente. non poteva ritenere alcun cibo, gli fu re-
SANV1TTORE Ugone, Cardinale.^ cata una particola non consagrata; lo che
pri nelle Fiandre o la Sassonia Io vide na- avendo egli conosciuto per divina rivela-
scere, essendovi divergenza per la sua pa- zione, dopo avere altamente condannata
tria tra gli storici.Consagratosi aDiodi 1 quell'indegna simulazione, pregò il sacer-
anni tra i canonici regolari di s.Agostino dote che gli portasse il vero Corpo di Cri*
nel monastero di s. Vittore diParigi,quan- sto, ma non potendo riceverlo pel suoag*
tunquc altri vogliano che tale istituto ab- gravato male , allora egli disse : Venga il

bracciasse in Germania nel monastero di Padre al figlio, il Signore al suo servo; e


SAP SAP 85
prodigiosamente sparirono dalle mani del Il Mireo, Notala episcopatuum, registra
sacerdote le specie sagramentali. tra i vescovati suffragane! di Anlivari,
SAPORE (s.), vescovo di Beth-Nica- SuacinOy Suacinensis episcopus. Lo Sta-
tor,martire.Fu preso per comando del re del, Compendium geographiac ecclesia
Sapore II, insieme con Isacco vescovo di stìcae, conferma il su (fraga neato del ve-
Belli» Seleucia,essendo stati entrambi ac- scovo Suacinensis all'arcivescovo d' Anti-
cusati da' magi, perchè inalzavano delle vari. Nella Geographìa sacra, sive Nò-
chiese, e convertivano molte persone alla tuia antiqua episcopatuum ecclesiae li-

fede di Gesù Cristo. Condotti dinanzi al niversae, del p. Carlo da s. Paolo abba-
re, cou altri tre cristiani,nomati Maane, te fuliense, trovo registralo il vescovato
Abramo e Simone, ch'erano pure stali Suacinensem sotto la metropoli Ana-
arrestati, e volendo persuaderli di adora- narensis, e secondo altra notizia anti-
re il sole, dichiararono tutti ad una voce, ca, suffraganeo Antivarensis. Comman-
che non conoscevano che un solo Dio, e \ille, Histoire de tous les eveschez, di-
non adoravano che lui. Il santo vescovo ce che Suacium fu eretto in sede vesco-
Sapore venne quindi per ordine del re di vile da Papa Alessandro II nell' anno
Persia battuto sulla bocca sì fortemente, 1 062, con residenza del vescovo a Sappa

che gli saltarono fuori tutti i denti; poi gli o Satta borgo d'Albania, che a suo tem-
venne percosso tutto il corpo, erottegli le po si chiamava Nostra Dama di Sciatta,
ossa a colpi di bastone ; finalmente fu ca- vicino ad Antivari(V.), per cui dev'essere
ricato di pesanti catene, e caccialo in pri- presso il mare Adriatico e nell'Albania
gione, ove mori due giorni appresso : il turca, dopo che i mussulmani se ne impa-
barbaro principe per accertarsi della sua dronirono, a'quali fu tolta dai veneziani,
morte, gli fece mozzare la testa, e ordinò che perdendola nel i5y3 t e ricuperata
che gli fosse portata. Isacco fu lapidato. da'turchi, questi tuttora possiedono. Far-
Maane fu scorticato dalla sommità del ca- lato, Illyrici sacri3 riferisce che Alessan-
po sino all'ombilico, e spirò in questo sup- dro li elevò Anti vari a sede arcivescovile
plizio. Ad A bramo furono forati gli oc- nel 1062, e fra i vescovi suffragane! che
chi con ferro arroventato, e morì dopo le sottomise, vi comprese il vescovo Sua-
due giorni. Simone fu interralo inflno al censem. Nelle Notizie di Roma trovo ripor-
petto, ed ucciso a colpi di freccia. Questi tali i seguenti vescovi, eziandio risultato
santi martiri soffersero nell'anno 33g. I delle mie ricerche. Nel 729 Basilio Lindi
1

cristiani seppellirono segretamente i loro di Sappa.1 746 Lazzaro Uladagni della

corpi, e la loro festa si celebra a'3o di no- diocesi di Scutari. 1750 Giorgio Uladagni
vembre, della detta diocesi. 1765 Nicola Lindi di
SAPPA (Sappen). Vescovato d' Alba- Sappa. 1 791 Giovanni Logorezzi di Bri-
nia nella Turchia europea, nel governo no diocesi di Scutari, traslato da Pulati.
e pascialatico di Scutari. Quanto al luogo 1796 Antonio Angelo Radovanidelladio-
di preciso nulla posso dire, sebbene l'ab- cesi di Scutari.1808 Marco Negri. 1820
bia cercato sotto i nomi di Sappa, Salta, A léssandro Stimma. 1827 LazzaroUlada-
Sciatta, Suacino, e altri; dappoiché nul- gni Bianchi. 1829 Pietro Borzi della dio-
la ne dicono, Tolomeo uella Geografia cesi di Scutari ,
già alunno del collegio
universale, Baudrand nel Lexicum geo- Urbano e parroco in detta diocesi. 1840
graphiciwijLe Quien, Oriens christianus, fi*. Giorgio Labella di Narni, minore ri-

Casle\\aQo t Specchio geografico , il Dizio- formatOjfatto da Gregorio XVI, il quale


nario geografico universale stampato in a'26 novembre 843 gli surrogò l'attuale
1

Venezia, oltre altri dizionari geografici. vescovo mg. r fr. Pietro Severiuide'mino-
Solo mi riuscì riunire le seguenti notizie. ri riformati. Ecco poi le più recenti no-
86 SAP SAR
zioni sulla diocesi di Sappa. Tuttora il buee di cinghiali, attaccavano grosse spi-
vescovo è suffragane© dell'arcivescovo di ne nelle cinture e nelle scarpe; abitava-
Antivari, e fa 1' ordinaria sua residenza no nelle fenditure delle rupi , ove ban-
in Sappa. Vi sono la scuola pei chierici, chettando lautamente si abbandonavano
ed un ospizio fondato nel 1 837 dalla con- a tutti gli eccessi dell'intemperanza, im-
gregazione di propagandante, la quale piegandovi il denaro che raccoglievano
dà annui scudi 200 al vescovo e sussidia questuando. I ss. Girolamo e Benedetto

il bisognoso clero. La
popolazione catto- chiamarono sarabaiù i monaci vagabon-
lica è numerosa di più che 24,000 ani- di del loro tempo.
me. Le parrocchie sono 2 1, coi rispettivi SARACENI Gian Michele, Cardina-
parrochi. Esse trovatisi in piano e sulle le. Venuto alla luce da nobilissima fami-

montagne. Le parrocchie in piano sono glia di Napoli, e detto Girifalco da alcu-


quelle di Bliuisti, Ghiadri, Gramsci, Co- ni scrittori, fornito d'aurea indole, po-
delli, Daici,BaIba, Vierda, Sadegna, Na- tè ne'gravi studi far lieti progressi, ed es-
raci, Hoemeli, Demsciata, Trosciani con sendo arciprete di Torella, fu nominato
chiesa dedicata alla Presentazione e con da Carlo V all'arcivescovato d'Acerenza
possessione, Schiese, e Pistolli. Le parroc- e Matera, chiese unite che ottenne nel
chie nelle montagne sono quelle di Scel- i53i da Clemente VII. Intervenne sotto
lasù, Vigi, Chieci, Comani, Chielsa, Alsci- Paolo III al concilio generale, dove per
chic, Fiersa. Nella montagna trovasi la la sua eminente dottrina fece una lumi-
chiesa dell'Ascensione del Signore. nosa comparsa, e si acquistò la riputazio-
SAPPIRIO. Sede vescovile della dio- ne d'uno de'più dotti prelati di quell'au-
cesi dell'Armenia maggiore, sotto il cat- gusta assemblea. Giulio III prima del pa-
tolico di Sis. Pietro suo vescovo sedeva ai pato, essendo legato a latere dello stesso
tempi del cattolico Nierse. Oricns christ. concilio, preso dalle rare prerogative del
t. i,p. 1444. Saraceni,creatoPapalochiamòaRomae
SARA. Sede vescovile del Ponto Eusi- destinò a coprire parecchi decorosi impie-
no, di cui conoscono due vescovi fran-
si ghi^ tra gli altri quello di governatore del-
cescani Stefano nominato da Giovanni
: l'alma città,ue'quali avendo ampiamente
XXII nel 1 32 1 ,Cosimo trasferito da Cam- corrisposto all'espettazione formata di sua
balu o P.ekin da Urbano V nel 1370. O- prudenza, a'20 dicembre 1 55
abilità e
riens chr. t. 3,p. 1 101. Wadingo ne'suoi ne coronò il merito col crearlo cardina-
annali chiama il 1 .° episcopus Saraicen- le prete di s. Maria in Araceli, donde nel
sis Armenorum 3 il 2. episcopus Sarai- 1 565 Pio IV lo traslatòal vescovato di
censis Tartarorutn. Sabina. Già tal Papa nel i56o gli avea
SARABAITI. Falsi apostolici che com- affidato l'amministrazione di Lecce, che
parvero nell'Egitto subito dopo la mor- dopo un anno rinunziò a favore del ni-
te degli apostoli. Vennero chiamati Sa- pote Annibale Saraceni, con altri gravis-
rabaiti dalla parola ebrea sarab,die si- simi carichi, e quello singolarmente d'e-
gnifica ribelle j perchè col pretesto di se- saminare gli atti del concilio di Trento,
guire la via apostolica e di osservare fe- e quelli per la canonizzazione di s. Diego,
delmente la legge, disprezzavano i supe- insieme colla congregazione del s. offizio.

riori della Chiesa. Sostenevano che Ana- Con due altri cardinali fu destinato a com-
nia e Satura non avevano peccato nascon- porre i litigi tra'canonici regolari Latera-
dendo una parte de'loro be-
agli apostoli nensi e i monaci benedettini di Monte
ni, e pretendevano che la proprietà dei Cassino, e decise co'colleghi in favore dei
beni era permessa colla professione di po- primi. Inoltre fu de' 7 cardinali prepo-
vero e di povertà. Si vestivano di pelli di sti all'infelice processo de'Caraifa nipoti
SAR SAR 87
di Paolo IV. Dopo essere stato a 4 con- licosi e famosi pel valore col quale fecero
clavi, chiuse il periodo de'suoi giorni in tante conquiste, non senza grandi crudel-
Roma neIi58o, di 70 anni non compiti. tà, come lo furono nella letteratura e nel-
Trasferito il cadavere a Napoli, fu sepolto la medicina; e saraceno fu detto uno sti-

nella chiesa di s. Maria a Formello, nella le piuttosto che un genere d'architettu-


tomba di sua famiglia: nella chiesa di s. ra, che da'mori della Spagna si chiamò
Maria sopra Minerva di Roma si legge talvolta ancora moresca il suo carattere :

un epitaffio eretto alla sua memoria. essenziale consiste in forme svelte d'una
SARACENIoSARÀCINI.Popoli del- eccessiva leggerezza, e in costruzioni ar-
l'Arabia, che pretendono discendere da dite. Saracinesca si dice una sorta di ser-
Ismaele figlio di Agar e di Abramo. La ratura usata da' saraceni, ed anche una
moglie di questi, Sara, vedendosi sterile e porta o cancello pensile di legno o di fer-

avanzata in età, indusse il marito, onde ro, collocata sull'entrata d'una città o di
aver figli, a prendere e adottare per mo- una fortezza, e sostenuta da corde o da
glie di 2. ordine la sua serva Agar egi- catene avvolte ad un subbio, dimodoché
zia, la quale avendo concepito prese a svolgendosi medesimo, o anche taglian-
il

dispregiare la propria padrona; ma Sara do le saracinesca cade con im-


corde, la

con cattivi trattamenti l'obbligò a fuggi- peto, scorrendo dentro due canali o in-
re di casa. L'Angelo del Signore incon- castri laterali, incavati nelle spallette del-
tratala nel deserto la costrinse a tornare la porta : l'uso delle saracinesche è quel-
presso Sara e ad umiliarlesi. Quindi A- lo d'escludere al nemico l'entrata delle
gar die alla luce un figlio, cui pose nome porte. Delle conquiste, irruzioni, invasio-
Ismaele; ma quando Sara partorì Isacco, 11 i, stragi e atrocità de'saraceni ne parlai ai
da cui uscirono gì 'Isra e liti (I7 ), non po- loroarticolijlaondequi mi limiteròa qual-
tendo veder più di buon occhio Ismaele, che cenno indicativo. La storia araba es-
locacelo di casa colla madre,e di venne pa- sendo avvolta d'infinite nubi sino a Mao-
dre d'un gran popolo, che abitò l'Arabia metto, nulla se ne può dire di preciso; si
Felice, o la Deserta, o la Petrea,e furono i sa però che gli antichi arabi ebbero dei
discendenti chiamati Amareni o Agarei principi particolari che li governarono,
o Orientali. Ismaeliti, Saraceni, Arabi, e chedierono spesso a'ioro vicini de'gran-
Nabatei, Cedareni. Alcuni pretendono di soccorsi contro i loro nemici. Questi
che saraceni abbiano preso questo no-
i principi arabi furono vinti da' persiani,
me quali discendenti da Saia. La prelesa dagli egiziani e da' re dell'Assiria. Ales-
religione che Ismaele insegnò a' suoi 12 sandro il Grande sottomise l'Argia, e
figli, padri di altrettante tribù, si chiamò voleva stabilirvi la sede del suo impero.
lsmaelismo (^), diversa dall'Islamismo Jerotino re degli arabi si rese potente coi
o Maomettismo (/^.), che poi abbraccia- suoi 600 figli di tem-
madri diverse, nel
rono i Veramente il nome di
saraceni. po che i successori d'Alessandro si face-
saraceno non fu da prima comune a tutti vano la guerra. Ircano re de'giudei im-
gli arabi, ma fu proprio degli arabi del- plorò il soccorso di Aretas re degli ara-
l'Arabia Petrea, indi anche agli si estese bi, che assediava Gerusalemme, da dove
arabi dell'Arabia Felice, sebbene questi lo cacciò Sca uro luogotenentediPompeo.
venissero con altri nomi chiamati, cioè Qualche tempo dopo Aristobolo sconfis-
Omenti, Indiani, Sabei e Cusei. Simo- se Aretas ed Ircano, ed il medesimo Scau-
ne Assemani ci die Saggio sulV origi- : ro: essendo entrato nell'Arabia,questo re
ne, culto, letteratura e costumi deglia- gli die 3 00 talenti per obbligarlo a sgom-
rabi avanti il pseudo-profeta Maometto^ brare la contrada. Abodas, che successe
Padova 1 787. Gli arabi furono assai bel- ad Aretas/u fatto morire da Silleo per re-
88 S A R SAR
gnare in suo luogo. Contro Silleo, Ero- nia, e còme Mosè
ricusò di farsi consa-
de il Grande re di Giudea fece la guer- grare dall'eretico Lucio persecutore dei
ra, perchè proteggeva ladri traconiti.i cattolici, indi fu concesso per pastore al-
Naceb generale degli arabi venne ucciso la regina e suoi saraceni nel pontificato
in battaglia, il tiranno Silleo fu messo a di s. Siricio. La conversione però de'sa-
morte, ed Eneo detto Aretas gli succes- raceni,al dire dell'annalistaRinaldi all'an-
se per ordine d'Augusto,il che prova che no 372, n.° o3, si deve as. Uarione abba-
1

iromani erano già padroni di questo pae- te, il quale illuminò la regina che chiama

se, e che suoi re dipendevano da loro:


i Mauuia sul culto che co'suoi sudditi ren-
ma veramente tale conquista non fu com- deva a Venere, colla predicazione del van-
pila che sotto Traiano: Palma governa- gelo e colla liberazione di diversi inva-
tore della Siria sottomise gli arabi nel sati dal demonio. Dopo aver stabilito la
io3, ed allora abbandonarono le leggi loro chiesa il santo mori, e fu allora che
barbare, onde ricevere quelle de* romani, la regina volle un vescovo cattolico,men-
come più ragionevoli e umane. Gli ara- tre l' imperatore perseguitava la Chiesa
bi spesso si ribellarono, e Settimio Seve- per seguire l'arianesimo. Altro vescovo
ro, Macrino e Aureliano li ricondussero fu Eustachio, che sottoscrisse ai decreti
sempre al dovere. All'articolo Arabia ri- del concilio di Calcedonia del 45 1, ed al-
a
cordai la predicazione di s. Paolo, e la la lettera sinodale della 2. Fenicia all'im-
chiesa da lui fondata, pel popolo il più an- peratore Leone. Essendosi i saraceni di-
tico del mondo, che non cambiò mai se- visi in varie tribù, essi ebbero altri ve-
de, lingua e costumi. Dissi pure di altre scovi, i quali si sottomettevano a'metro-
conversioni al cristianesimo e del conci- politani più vicini, o a quelli da'quali e-
lio tenuto in Arabia nel secolo III, con- rano stati ordinati. Oriens christ. f.2,p.

tro gli eretici Arabi o Arabici (F.). Vi 85 1. A Parembola, sede vescovile de'sa-
fu una tribù di saraceni che al tempo di raceni, dissi che divenne vescovo lo stesso
Valente imperatore del 364, essendosi principe Pietro ordinato da Giovenale
convertita alla fede di Gesù Cristo, le fu patriarca di Gerusalemme, e assistè nel
assegnato un vescovo, che fu qualificato 43 1 al concilio d'Efeso. Auxilio o Auxo-
vescovo de'saraceni o della tribù de* sa- lao gli successe, fu al concilio di Efeso
il metropolitano di Damasco,
raceni sotto del 449> e S1 un > a Dioscoro eutichiano.
e Mosè ne fu fatto vescovo a richiesta di Giovanni intervenne a quello ricordato
Maria regina de'saraceni. Questa princi- di Calcedonia. Pietro II sedeva nel 47^.
pessa dopo aver devastata la Fenicia del Valente sottoscrisse nel 5i8 la lettera si-
Libano, la Palestina, ed una parte del- nodale di Giovanni patriarca di Gerusa-
l'Arabia, e dopo aver sconfitto i due ge- lemme, contro Severo e suoi aderenti.
nerali dell'armata di Valente, non volle Pietro III sottoscrisse la sentenza che il

far pace se non che che sa-


a condizione concilio delle 3 Palestine, tenuto in Ge-
rebbe dato a'saraceni per vescovo il det- rusalemme, decretò contro Antimo e al-
to monaco Mosè. L'imperatore vi accon- tri monofìsiti. Il Terzi,vS7ràz sagra p. 3 1
1

senti, e Mosè venne consagrato dal me- parla di Saracene città vescovile dell'A-
tropolitano di Damasco, non avendo vo- rabia, suffraganea del metropolita di Da-
luto recarsi a tal fine in Alessandria, giac- masco, e che ne fu vescovo Eustatio che
ché quella sede era in allora occupata da pose il suo nome all'epistola sinodica del-
Lucio intruso dagli ariani. 11 Platina, Vi- la provincia. Dice che questi saraceni trae-
te de Pontefici) in quella di s. Siricio del vano I' origine dagli antichi sceniti, dai
385 parla delle conquiste e vittorie sui madianiti, da Sara, da Ismaele, da Agar
romani di detta regina che chiama Mmi- secondo le di verse sentenze. Aggiunge che
SAR SAR 89
i saraceni erano avvezzi a vivere di ra- buto. I saraceni presto abbracciarono il

pi iie,riportando queste parole di Ammia- maomettismo e cooperarono moltissimo


no lib. 1 2: Saraceni, nec amici nobis un- a dilatare le conquiste stesse, essendosi a
quam, nec hostes optandi, ultro citroque lui assoggettati. Dopo la morte di Mao-
discurrentes, quidquid inveniri poterai, metto, Abou-Beker suo suocero prese il

momento lempovis vastabant, eie. Omnes nome di Califfo, che significa successore,
pavi sovte bellatores } saeminudi, coloratis erede, vicario.Muhavia generale del sul-
sagidis pubetenus amidi, equorum adju- tano Omar, altro suocero di Maometto.,
mento pernicium, graciliorumque carne- nel 632 sconfisse Ormisda Gasdegird re
lorum per diversa raptantes. Si può ve- di Persia {V.\ e fece passare questa mo-
dere Pellettier, Histoire des Sarrasins. narchia sotto il dominio de'saraceni, del
Nel 4^o saraceni si recarono col loro
i ramo degliArtassercidi.Omarpoi ne!632
re Alamondaro, d'animo grande e bel- invase la Sèria ed Antiochia {V?), e nel
licoso, ad aiutare i persiani contro l'im- 635 s'impadronì dell'Egitto (F.)e fu 2.
pero greco d'oriente, ma prodigiosamen- califfo e successore di Abou-Beker. Omar
te Dio gli pose tanto spavento che si tra- lasciò il titolo di califfo e prese quello di
boccarono in numero di 00,000 nell'Eu- 1 Etnir Maumeninjche significa Signore o
frate, come leggo in Jlinaldi, il quale principe de' credenti. Tuttavia i successo-
moltissime notizie riporta de'saraceni, e ri legittimi di Maometto ritennero il no-
qui le accennerò. Nel 5og danneggiarono me di Califfo, ed essendo primari capi
i

l'i m pero e martirizzarono alcuni san ti mo- della religione mussulmana, riunivano
naci ;mai saraceni profana tori del la chiesa nelle persone loro 1' autorità spirituale e
di s. Teodoro furono tutti da Dio puniti temporale, l'impero e il sacerdozio, a gui-
colla morte. Nel 6121 saraceni invasero sa de' primi imperatori romani, per cui
le provincie dell' impero, guastarono la sovranamente decidevano di tutti i punti
Soria, e grandi rovine fecero nella regio- dominavano sui popoli e ac-
di dottrina,
ne Gazense. Frattanto il fanatico Mao- cordavano investiture ad altri principi
metto idolatra dibassa nasci ta,o secondo maomeJtani.Treramisi conoscono di ca-
Mecca, che si diceva
altri de'signori della i.°i Rachedi o Rachedis, cioè discen-
liffi:

derivare da Ismaele, divulgò la sua nuo- denti in linea retta da Maometto, quali i

va religione, mostruoso miscuglio di cri- posero la sede del regno a Medina, città
stianesimo e di giudaismo, immaginato celebratissima d'Arabia nell'Hedjaz, o-
per distruggerli ambedue. Siccome l'Ara- ve nella principale Moschea [V.) o tem-
bia era divisa nella credenza nelle reli- pio de'turchi (de'più magnifici e rinoma-
gioni ebrea, cristiana e idolatra, perciò ti parlai ne'luoghi ove sono), eretto dallo
furbescamente accordò a ciascuna qual- Maometto, questi vi fu sepolto con
stesso
che cosa, lasciando a' voluttuosi arabi li- Abou-Beker e Omar, e perciò in gran ve-
bera dissolutezza di costumi, onde più fa- nerazione presso i turchi. Nella Meccaco-*
cilmente trovar seguaci, anzi promise tut- me patria di Maometto è pure rivolta la
ti i piaceri del senso nell'altra vita. La sua loro divozione con pellegrinaggi, deno-
Era{V.) incominciò nel 622, quindi ac- minata la Santa, come prima sede di sua
compagnò le sue predicazioni e legisla- potenza,con famosa moschea e la più bel-
zione colla spada, il ferro e il fuoco, onde la del maomettismo: è residenza di uno
rapide ed estese ne furono le conquiste; a sceriffo che di cesi discendente diMaomet-
motivo di avere l' impostore Maometto to;vi è sovrano e sacerdote,godendo gran-
esaltato i suoi settari a prender le armi diose rendite, oltre i doni che inviano i

per obbligare tutte le nazioni ad abbrac- principi e turchi doviziosi. 2. 1 Califfi


ciare la loro religione o a pagare un tri- propriamente detti Omniadi, che si sta-

voi. LXI. 7
go SA 11 SAR
7
bilirono nella Siria (T .), ed ebbero Da- mente sono, e le regioni che abitano, pro-
masco per capitale. 3.°Gli Abbassidi che fessanti il maomettismo. Nel 672 sara- i

lisuccedettero, si stabilirono a Bagdad ceni si sforzarono più volte di vincere Co-


r 7
(T .) o Babilonia (Z .), e di là estesero ben stantinopoli, ma furono rotti e moltissi-

lungi la loro potenza, sino in Africa^.), mi perirono sommersi. Nel 675 entraro-
in Sicilia (V) e nella Spagna (V). Ma no nellaSpagna,ma furono superati e vinti
l'autorità loro fu in appresso abbattuta ed dal piissimo re Vamba. Per averpace,nel
annientata da'governatori delle provincie 676 divennero tributari dell'imperatore

più lontane, i quali sollevatisi scossero il greco Costantino 111 Pogonato, il cui suc-

giogo de'loro capi, e presero essi medesi- cessore Giustiniano II nel 685 li vinse e
mi il titolo di califfi, non più riconoscen- soggiogò; ma colla perdita che nel 6q2
do ne'loro sovrani se non che capi della i fece dell'Armenia, si aprì un ampio adi-
religione maomettana, a'quali tributava- to ai saraceni, che nel 696 operarono al-
no vani omaggi. I maomettani d'Egitto, tre conquiste in Africa. Nel 707 rientra-

scosso il giogo de' califfi di Bagdad, nel- rono nella Spagna, cioè saraceni che a- i

1*870 posero loro califfi al Cairo: mori


i i veano sottomesso le coste dell'Africa lun-
dell' Africa furono loro soggetti fino al- go il Mediterraneo, la Sicilia e altre iso-
l'invasione turchesca. Laonde la barbara le. Agli articoli delle città e stati maritti-
nazione de' saraceni non va confusa con mi del Mediterraneo e Adriatico, parlai
quella de'turchi, co'quali ne'secoli poste- delle scorrerie e piraterie de'saraceni, co-
riori si trasfuse. Essendosi finalmente i me purea Schiavo dicendo come frenate,
Turchi (V.) impadroniti di tutte le con- eziandio quelle posteriori de'barbareschi
quiste de' saraceni, il califfato fu intera- 11 conte Giuliano era stato spedito ad essi

mente abolito, e l'autorità spirituale dei come ambasciatore, allorché la sua figlia
califfi passò nelle mani del muftì, ricono- fu violata da Rodrigo re di Spagna. Il con-
sciuto in oggi come capo supremo della te vedendosi oltraggiato , invocò la ven-
religione mussulmana. Pare che la vasta detta de'saraceni, e questi comandati da
potenza de'saraceni terminasse nel secolo un emir conquistarono gran parte
loro
XVI, quando perderono l'Egitto. I tur- della regione, e nel712 Cordova (F^che
chi venuti dal Turchestano dopo
in Asia, poi divenne califfato e.sussistè sino al o3 1 1

aver abbracciato la religione mussulma- in cui o prima si operarono gli smembra-


na de'saraceni, formarono l'impero otto- menti con l'erezione de' regni di Badajoz,
mano, e di Costantinopoli [V.) fecero la Murcia, Granata, Saragozza, Ma/ori-
sede de'loro imperatori o gran sultani. ca Valenza,Siviglia, Toledo e Cordova
y
r
Nel 63gi saraceni si resero tributaria (Z .). Immensi furono i mali, gli oltraggi e
l'Africa, occupando quanto aveano con- le crudeltà fatti da'saracenia'cristiani, co-
quistato i Fondali (V.), Verso il 660 co- me ovunque, pel fanatismo di far loro ab-
minciarono a dare il guasto alla Sicilia, bracciare per forza e con violenza l'assur-
e poco dopo in vari tempi si resero pa- do maomettismo; i sagri templi, come al-

droni di quest'isola, come anco della Ca- trove furono manomessi, profanati e ri-
,

labria (V.)e di altre vicine contrade : nel dotti a moschee, oltre quelle che essi edi-

669 grandi uccisioni di cristiani fecero i ficarono. In questo secolo , certi cristiani

saraceni in Sicilia. Altri riportano al 668 apostatiavendo adottato il maomettismo


r
la conquista dell' Africa, ovvero di altre o islamismo, si dissero Agareniani {J .).
provincie già possedute dai romani, come Nel 7 7 i saraceni cinsero d' assedio Co-
1

la Barbaria e le Mauritiane(V !), cui a- i stantinopoli, ma per virtù divina furono


bitanti si chiamarono perciò saraceni e miracolosamente sconfitti e ributtati; ab-

mori. Nell'articolo Mori dissi chi propria- bandonato l'assedio, l'armata fu distrutta
SAR SAR 91
dalle tempeste marittime, e dalia pioggia quisto dell' isola di Sicilia, ove i saraceni
di grandine infuocata: i particolari si pon- aveano fatto di verse irruzioni con immen-
iloleggere nell'annalista Rinaldi. Nel 7 1 so bottino, eziandio a danno Ut Patrimo-
Pelagio redi Leone e delle Asturie di Spa- ni della s. Sede (V-). Laonde i saraceni,
gna con manifesto aiuto di Dio, vinse
, cacciati i greci che la signoreggiavano, si
completamente i saraceni che volevano dilatarono indi in Calabria, e più tardi in
invadere suoi stati. La prima occupazio-
i altre regioni, con lunghi e incredibili di-
ne dell'isole di Sardegna e Corsica sembra V Italia (P.), che restò inon-
sastri di tutta

che 722. Chiamati


l'effettuassero verso il data di sangue, di stragi, di rapine e d' o-
a danno della Francia (^.), ne furono uc- gni eccesso deplorabile. Soggiacendo alle
cisi 5o,3oo 725; indi rin-
col loro re nel loro scorrerie anche Ostia (F.) nel lito-
forza ti,nel7 29 fecero nelle medesime Gal- rale de'dominii della chiesa romana, Papa
He (V.) grandissime stragi. Però verso il Gregorio IV nell' 828 la cinse di mura
73i furono vinti e messi in fuga da Car- e fortificazioni, onde impedirle e servire
lo Martello, cioè i saraceni di Spagna con a Roma come antemurale. Dissi a Porto
Abderamo loro re, il quale con 400,000 che Gregorio IV portò a Roma corpi dei i

combattenti avea occupato la GalliaNar- ss. Marlin che vi si veneravano , e fece


bonese, e ciò ad istigazione di Eudone du- smantellare la città, affinchè non si anni-
ca d'Aquitania ; questi dipoi pacificatosi dassero i corsari saraceni, che poi distrus-
con Carlo, contribuì alla quasi completa sero la città vescovile di s. Raffina o Sel-
distruzione che ne fece quel prode, e fu la va Candida (F.). A Ramiro I re di Leo-
salute della Francia. Avendo i saraceni in- ne e delle Asturie, nell'844 riuscì col di-
vasa la Provenza, e dato il guasto a Nizza, vino aiuto di respingere le forze saracene^
nel 738 li cacciò Carlomanno. Nel 781 che miravano a usurparne il dominio. Il
l'impero greco divenne tributario de' sa- Severano, Memorie delle sette chiese di
raceni,! quali nutrivano implacabile odio Roma, p. 167, narra che i saraceni afri-
contro greci, onde ne di ven nero i più
i fie- cani, nell'846 all'improvviso saccheggia-
ri e arrabbiati nemici. L'origine di que- rono Roma con istrage, non che saccheg-
sto risentimento cominciò sotto l'impera- giarono la Chiesa di s. Paolo (F.), e le-
tore Eraclio, il quale nell'impresa di Per- varono dalla Chiesa di s. Pietro (V.) tut-
sia avendo assoldato i saraceni, dopo aver tigli ornamenti, gli ori e gli argenti che

questi date prove di gran valore e fedel- decoravano la confessione e le porte, ma


tà, fece lorodiminuir le paghe, e chiaman- l'Apostolo li castigò. Imperocché, porta-
doli cani, grandemente gì' irritò. Allora tisi i saraceni a depredare anche Monte
i saraceni s' infiammarono di vendetta, e Cassino (V.)) essendone impediti miraco-
non respirarono che l'esterminio degli sta- losamente da un fiume cresciuto all'im-
ti greci sì in oriente che in occidente, come provviso, bruciati per dispetto di versi luo-
osservò Rodolà, DelC origine del rito gre- ghi del monastero, s'imbarcarono per tor-
co in Italia, lib. 1, p. 35. All' 820 si ri- nare in Africa, ma mentre erano vicini al-
porta la presa di Palermo capitale di Si- la costa giubilanti per la ricca preda, gli
cilia, fatta dai saraceni; neU'82 2 occupa- apparvero i ss. Pietro e Benedetto, e ram-
rono Candia (7^), e nell'82^ nuove in- pognandoli delle commesse depredazioni
vasioni patì la Sicilia, nelle parti domina- e atrocità, li minacciarono di punizione.
te dai greci. Dice Borgia, Breve istoria Questa non tardò, poiché insorta terribile
del dominio della s. Sede nelle due Si- tempesta, le navi urtarono ne'scogli e tut-
cilie, p. 1 04, che il greco Eufemio recato- to peti, tranne alcuni naufraghi per nar-
si nell'Africa, operò in modo che quel re rare il miracolo. A Salerno parlai della
maomettano s'invogliasse del pieno con- divisione del principato Beneventano e ,
92 SAR SAR
come contendenti chiamarono ciascuno
i Macedone furono superati nell'88o,e vin-
in aiuto i saraceni d'Africa, ed i saraceni ti nel mare di Napoli. Tuttavolta furi- i

di Spagna, i quali con impeto commisero bondi barbari disperatamente incendia-


molte barbarie. Nell'847,dice Rinaldi,che rono l'insigne monastero di s. Vincenzo
i saraceni sconfìssero l'armata navale dei di Volturno, e posero a ili di spada 1 mo-
veneziani. Neil' istesso anno, pel timore naci. Presso la basilica di s. Paolo, per
del ritorno de'saraceni, i romani ommise- metterla al coperto de'saraceni, Giovanni
10 certe formalità nell'elezione di s. Leo- Vili fabbricò Giovannipoli(F.).\x\o\ivQ
ne IV. 11 Papa magnificamente reintegrò Giovanni Vili nell'882 donò a Docibile
le spogliate basiliche e chiese di Roma, il duca di Gaeta ed al suo figlio Giovanni,
che saputosi dai saraceni, nell'849 con ar- il patrimonio che la chiesa romana pos-

mata navale si avviarono alla città per sedeva diTraetto e Fondi, acciocché guer-
predarle. Il Papa partì per Ostia ad affron- reggiassero contro i saraceni , come poi
tarli 5 e con l'aiuto de'napoletani e di que- fecero. Continuando i successi de' greci
gli altri che notai a Porto, distrusse edi- contro i saraceni, nell'884 ricuperarono
sperse la flotta, facendo molti prigionie- le città di s. Severina, Amantea e Tropea
ri. Con questi dipoi s. Leone 1 V (F '.) si già loro nido, ed i saraceni che presero li

servì per fortificare le mura di Roma, e passarono colla spada, gli altri si rifugia-

nella fabbrica della Città Leonina (F.) t rono in Sicilia. Nicolai, De' bonificamenti
nella quale comprese la basilica di s. Pie- delle terre Pontine, p. 1 07, deplora le fre-

tro, oude salvarla da altre aggressioni, a - quenti e feroci scorrerie, le rapine e le stra-

vendo applicato un'orazione pei napole- gi de'saraceni nel IX secolo, i quali occu-
tani che in mare combatterono i sarace- pati i luoghi marittimi, specialmente del
ni. Nella biografìa di s. Leone IV ricor- Lazio (V.)> piombavano nelle città e cam-
dai pure, che nuovamente avendo i sara- pagne prossime, saccheggiando e talmen-
ceni occupata la Corsica (V.) e la Sar- te spaventando gli abitatori, che dispersi
degna (V.), die ai fuggitivi abitanti luo- si rifugiavano altrove, costringendo a pa-
ghi per abitare , e terre per coltivare e gar loro tributi anche Roma. Per sì in-
trarci il sostentamento. Dipoi la Corsica festi ladroni le popolazioni delia Campa-
fu liberata da Ugo Colonna, speditovi da gna e Agro di Roma^F.), massime delle
Papa Stefano V. Racconta Severanoa p. città e mare, per le suc-
luoghi vicini al

295, che Lodovico 11 imperatore cacciò cessive devastazioni o per evitare massa-
d'Italia i saraceni, ossia dalla Puglia, Be- cri, gli abbandonarono, onde luoghi e le i

nevento e altre provincie; ed ì soldati suoi terre restarono desolate e divennero mal-
eh' erano morti nel conflitto, furono se- sane. In questo secolo anche la Sabina
polti nella Città Leonina, ove fu poi eret- (V.) più volte fu invasa e rovinata dai
ta la chiesa de' ss. Michele e Magno. Fa- medesimi barbari. A'saraceni non man-
talmente i saraceni furono richiamati in carono fautori e collegati, e perchè Ana-
Italia da Lamberto duca di Spoleto, e da stasio vescovo di Napoli fece lega con lo-
Adalberto marchese di Toscana, danneg- ro, Giovanni VIII lo scomunicò. Nell'885
giando le Alpi marittime. Non andò gua- il contedi Capua Atenulfo spedì in Roma
ri che gì' irrequieti saraceni stando per ambasciatori a Stefano VI, perchè l'aiu-
occupare Roma, Papa Giovanni V III nel- tasse a bandire i saraceni dal Garigliano.
1*877 li quietò con prometter loro l'anuuo Se deve credersi a Novaes, i saraceni sac-
tributo dÌ25,ooo mancuzi d'argento, mo- cheggiarono barbaramente Roma nel-
neta di quel tempo. Indi i saraceni fecero 1*896 (comedice nella Sloriadi Clemente
gravissimi danni per l'Italia, ma combat- VII, n.° 9). In questo stesso secolo e se-
tendo contro l'imperatore greco Basilio il guenti, gli ungheri ed i saraceni posero a
SAR SAR 93
ferro e fuoco il Piceno (^) 3 non anelan- polo cristiano, volle in persona interve-
do che prede e sangue, come riporta Co- nire a questa guerra. L'esercito de'cristia-
lucci in tanti luoghi delle Antichità Pi- ni in due bande divisOjStrinse da ogni la-
cene, Papa Giovanni X confermò ai no- to saraceni, e per 3 interi mesi ne tenne
i

minati duchi di Gaeta i concessi patrimo- forte e vigoroso l'assedio. Privi questi di
ni per aver gloriosamente combattuto
,
viveri, attaccato il fuoco alle proprie case,
contro i prò amo-
saraceni, e procurato sbucarono impetuosamente fuori de'loro
re christianae fìdei delere saracenos de recinti,esi dierono a precipitosa fuga,riti-
cuncto territorio A postolorum, seu et de
'
randosi nelle montagne e vicine selve: i

Beneventanis partibus. L' epoca del di- gl'inseguironoene sagrificarono


cristiani

scacciamento de' saraceni dal castello di un gran numero. Nel 938 Ramiro II re
Garigliano è gloriosa per Giovanni X, ed di Spagna ottenne una miracolosa vitto-
avvenne nel 91 5, recandovisi in persona ria sui saraceni; in seguito fu bruciata iu
alla testa della Milizia ( P '.), e assistito non Italia una loro armata da quella de'gre-
solo dai baroni di quelle contrade, ma a- ci, e furono cacciati dall'isola di Candia.
iutato eziandio opera subditorum fide- Dalla lunga dominazione de'saraceni nel-
lium suorunij praecipue marsicanorum 3 laSpagna, i cristiani furono chiamati mi-
cquivulorum i hernicorum, ve li terno rum- xti arabes, per cui la particolare liturgia
ane. Rodotà riferisce che i saraceni fatti di quel paese prese il nome di Mozzara-
forti nel Garigliano, scorrendo da per tut- bica (F.). Nel 972 Guglielmo I conte di
to, aveanodevastato lo stato romano, ca- Provenza sradicò dalle Alpi marittime e
puano e beneventano; echei danni gra- dalla Provenza i saraceni, animato all'in -
vissimi da loro recatasi debbano in gran presa das. Maiolo, che avendo sperimen-
parte attribuire alla malvagità di alcuni tato nella propria persona le crudeltà che
particolari conniventi, singolarmente di questi barbari erano solili usare, compian-
quei di Gaeta, i quali per trarre profìtto geva que' poveri cristiani che di quando
de* loro ladrocini, contro ogni dovere di in quando a costoro cadevano nelle mani.
religione e di giustizia , loro prestavano Ottone I imperatore d' occidente cacciò
aiuto e soccorso. 1 principi di Benevento d' Italia i saraceni, e ritenne la Puglia e
tentarono più volte di snidar tali masna- la Calabria, ch'erano della s. Sede, a ti-
dieri, ma siccome questi ricevevano rin- tolo di conquista. I greci cederono le loro
forzi dalla parte del Mediterraneo, face- pretese su queste provincie, ingrazia del
vano sempre valorosa resistenza. Anzi di- maritaggio d'OttoneIIconTeofania,figlia
venuti oltremodo insolenti, si gittarono di Romano imperatore greco, alla quale
con funestissime scorrerie sul ducato ro- fu data in dote la Puglia e la Calabria.
mano, desolando le chiese e le famiglie Questo non tolse che greci, unitisi poi coi
i

degl'infelici cristiani, fecero languire nel- saraceni, procurassero di spogliarci tede-


le miserie i popoli , e divorarono le ren- schi di questo paese. Ma nel 1008 Tan-
dite delle terre pontifìcie. Questi nuovi credi gentiluomo normanno passò nella
eccessi indussero Giovanni X , uomo di Puglia co'suoi 12 figli, e con un'armata
gran coraggio, a stringer lega co'principi di prodi avventurieri riportò considera-
confinanti e vicini, per isterminarli dal bili vantaggi sui saraceni e sui greci. Da
Garigliano. L'armata navale che a vea ri- quel tempo in poi i Normanni (P.) di-
chiesta alla corte greca di Costantinopoli, vennero signori della Sicilia e di Napoli,
guidata da Nicolò patrizio, venne a chiu- e ne riceverono l'investitura dai Papi, an-
der loro la via del mare e ad impedire i che in premio di aver debellati i saraceni
soccorsi che potevano sperare dall'Africa. e per difendere quegli stati dalle loro ag-
11 Papa per maggiormente animare il pò- gressioni. Le convenzioni coi normanni
94 SA R S AR
per cacciare i saraceni incominciarono da diante la quale fu ricuperata da'saraceni
Sergio IV Papa del 1009. Benedetto Vili Gerusalemme (V.) e diverse provincie,
che gli successe, non potendo tollerare che ond'ebbero luogo accani te e lunghe guer-
i saraceni di frequente assalivano i lidi del re, l'istituzione del regno di Gerusalem-
dominio della s. Sede, radunato copioso e- me e d'altri principati sovrani latini, non
sercito navale,li attaccò nel mar Tirreno che l'erezione di molte sedi vescovili. Stre-
e ne riportò mirabile vittoria. Prima di pitosi avvenimenti che narrai a Crocia-
questo tempo e nelioo4, Pisa(F.) d'or- te e articoli relativi , riportando tutte
dine di Mugeto re de'saraceni di Sarde- quelle combattute contro i saraceni, dal-
gna, fu messa a sacco e fuoco. Benedetto le quali derivarono insigni Ordini mili-
Vlllper la devastazione di Luni{F.) ec- tari (F.) t
principalmente per difendere
citò i pisani e Genova (F.) a liberar la gli stati conquistati dai saraceni e far lo-

Corsica e Sardegna dai saraceni, come


la ro continua guerra. Non Urbano II,
solo
eseguirono valorosamente. Nel io63 Pa- ma anche i successori accordarono am-
pa Alessandro II ricevè dai normanni, per piamente grazie spirituali e indulgenze a
la gran vittoria riportata sopra saraceni,
i quelli che avessero combattuto sarace- i

4 cammelli, ed egli mandò loro uno sten- ni. Contro di questi prima e dopo tale
dardo benedetto, acciò colla protezione di epoca, anche iconcilii promulgarono cro-
s. Pietro potessero distruggerli, conceden- ciate, e presero molte provvidenze sopra
do indulgenze a quelli che avessero guer- gl'immensi danni che recavano sarace- i

reggiato per liberare! luoghi di Sicilia an- ni, e sopra le funeste conseguenze della
cora occupali dai saraceni. Nondimeno loro coabitazione coi cristiani. Pisa e Ge-
i normanni talvolta assoldarono i sarace- nova colle loro flotte assai danneggiarono
come Roberto Gui-
ni nel loro esercito, i saraceni, e furono benemerite della cri-

scardo^! quale portatosi inRoma nel 1084 stianità. Neh i3g Alfonso I di Portogal-
per liberare s. Gregorio VII dai tedeschi, lo (F.) divenne re dopo la strepitosa vit-

i saraceni di Lucerà (F) vi commisero toria riportata sui saraceni : a tale arti-
quelle carnificine e devastazioni che mai colo riportai benemerenze de're por-
le

avea provato l'alma città in modo tanto toghesi Dell'aver tante volte combattuto
vol.LVIII, p. 166.
terribile e lo rilevai nel i saraceni, ed altrettanto dico a Spagna,

Vittore HI spedì nel r 086 una formidabi- pel zelo col quale fecero il simile i suoi re.
le flotta navale in Africa, composta prin- L'imperatore Federico II si col legò coi

cipalmente coi navigli di Pisa e di Ge- saraceni delreame di Napoli, a' quali $.
nova (F.) }
e riportò completa vittoria sui Chiara mostrandola ss. Eucaristia, libe-
saraceni, acerrimi nemici del nome cri- rò dall'assedio il suo monastero, ed /èssi-

stiano,che nelle loro frequenti invasioni si dall'eccidio. Gregorio IX mandò mis-


facevano Schiavi (F.), che obbligavano sionari per convertire i saraceni alla vera
al maomettismo e trattavano crudelissi- fede : a Missioni pontificie celebrai i Pa-
mamente: vi perirono 100,000 nemici, e pi come sempre furono solleciti della lo-

fu presa Mahdia all'oriente di Tunisi (F.) ro conversione; ed a Vescovi in partibus


e questa città ancora. Alfonso IV re dr dico di quelli cui i Papi conferiscono i

Leon espugnò la città di Toledo (F.) che y


titoli delle sedi vescovili, i cui luoghi so-
da 36o anni soggiaceva al dominio sa- no occupati dai maomettani. Furono i-

raceno. Urbano II nel 095 attuò il gran1 slituiti per la liberazionedegli schiavi fatti

pensiero ò'xs.Gregorìo FIl{F^fi\ libera- dai saraceni , i benemerentissimi ordini


re il Santo Sepolcro (F.) e gli altri luoghi de\hMercede(F.) ì
e della ss. Trinità della
di Palestina (F.) dalle mani de'sarace- redenzione degli schiavi o Trinitari (F.).
»i,con promulgare la Crociata (F.), rac- Manfredi usurpatore del regno di Sicilia
SAK s a a 95
e naturale di Federico li, per mantener- alle forze navali degli ordini equestri Ge-
si nel potere invocò l'aiuto de' saraceni, rosolimitano e di s. Stefano (V.) i : Papi
onde Papa Urbano IV vedendo assalite furono assai eminentemente benemeriti
le città di Romagna (?), fece predicar per impedire ai saraceni ed ai turchi la
la crociata e la sagra guerra, per cui mol- dilatazione delle loro conquiste. Mi gode
ti furono Crocesegnati ( V); ma per l'idi» l'animo a onore del papato di avere pel
peto de' saraceni nel 1262 dovè ritirarsi i.° raccolto e pubblicato notizie sulla Ma-
a Orvieto. Luigi IX (V) re di Francia, rina pontificia t nelle proporzioni impo-
ardente di zelo religiose, partì per la cro- stemi dalla natura essenziale di questa
ciata onde ricuperare i luoghi santi ri- mia opera. Nondimeno tutti gli altri ar-
conquistati da'saraceni, ma ne restò vit- ticoli ed relativi ponno
io esso citati , i

tima e meritò gli onori dell'altare. Nel di molto compensarne la brevità, e sup-
1 267 i saraceni di TSocera de 'Pagani(P'.) plire a tutte quante le notizie che la ri-
siribellarono a Carlo I re di Sicilia, a som- guardano, come Porto o Porti dello sta-
mossa del pretendente Corradino; ma fu- to pontificio, Malta e altri. Fra le na-
rono dispersi e costretti a farsi cristiani. zioni che si distinsero nel combattere i
Carlo II dipoi con severe leggi nel 1295 saraceni con poderose flotte, certamente
cncciò dal regno di Napoli superstiti sa- i primeggia Venezia (I7.). Ferdinando V
raceni, pel grave danno che ne derivava re di Spagna ebbe la gloria di estinguere
alla religione. Papa Giovanni XXII soc- nella Spagna il dominio saraceno, colla
corse i re di Maiorica contro i saraceni, presa di Granata(F.) e suo regno, caccian-
e inviò missionari per convertirli. Il suc- do da tutti suoi domimi 800,000 ebrei e
i

cessore Benedetto XII ricevè molte spo- saraceni. Vuoisi che Alessandro VI abbia
glie e schiavi saraceni, per la insigne vit- confermato V Inquisizione (V.) istituita
toria nel 1 34i riportata su di loro dai re nella Spagna, per impedire l'orribile me-
di Portogallo e di Castiglia. Urbano V scolanza di cattolicismOjgiudaismo e mao-
provocò gli aiuti di principi cristiani in mettismo per le false Già la
conversioni.
difesa dell'isole di Rodi e di Cipro (V.), storia de'saraceni si compenetra con quel-
che i saraceni d'Egitto e di Babilonia vo- la de'turchi. Laonde mi limiterò a dire,

levano aggredire. Nel 1 4 8 Martino « V fe- che nel 1 6 1 oFilippo III espulse dalla Spa-
ce bandir la crociata, per la guerra che gna 900,000 saraceni che vi erano an-
Giovanni II re di Portogallo intraprese cora qua e là annidati, ad onta delle 5 00 o
per lo sterminio de'saraceni. Papa Nicolò battaglie date loro dai suoi predecesso-
V fece di tutto perchè l'impero d'orien- ri. I gitanos, tribù nomadi della Spagna,
te non fosse conquistato dai maometta- il capo risiede in Saragozza (V.) 9 di-
cui
ni, che però nel 1 453 presero Costantino- scendono dai mori o saraceni conquista-
poli. Il successore Calisto III(V.) aven- tori della regione. Presentemente gli a-
do fatto giuramento di far guerra ai sa- vanzi degli antichi saraceni sono in par-
raceni ed ai turchi, e liberare Costanti- te soggetti ai turchi, ai persiani, e a prin-
nopoli quando diveniva Papa , lo man- , e molti fra essi
cipi particolari pagano
tenne: pertanto fece allestire una flotta un tributo a'primi. Così terminò la loro
navale, ond'ebbe la gloria d'essere ili.° estesa e formidabile potenza, che fece tre-

Papa che pose in mare un'armata poten- mare l'Europa, l'Asia e l'Africa, che do-
r
te. La I\larina(f .) militare pontificia eb- minò in tante parti e ne fu per tanti se-
be origine per raffrenare la baldanza sa- coli il terribile flagello. A gloria del vero
racena e turchesca, a vantaggio del cri- non debbo però tacerebbe questa nazione
stianesimo ovunque minacciato; e pugnò guerriera, che aspirava a diventar padro-
più volte con successo e valore, insieme na del mondo, si dichiarò in modo par-
96 SAR SAR
ticolare in favore delle scienze. Essa of- l'invocazione della B. Vergine Maria del
frì un ricovero alle lettere, ed agli studio- Pilar, nondimeno costituiscono una me-
si, cacciati o fuggiti da Roma e da Ate- tropolitana. Quella della Madonna trae
ne. Si coltivò tra i saraceni o arabi la fi- il suo nome dalla statua della ss. Vergi-
losofìa, e si insegnarono le scienze natu- ne che ivi si venera, eretta sopra un' alta
rali nelle accademie del Cairo, di Costan- colonna di diaspro,e di gran divozione so-
ti na, di Bassora, di Fez, di Tunisi, di A- prattutto in Aragona: è adorna di pietre
lessandria, ec. Si tradussero allora in a- preziose, e circondata da una quantità di
rabo le opere principali declassici greci lampade d'argento sempre ardenti. 1 1 ca-
a
e latini ; si tradussero pure varie opere pitolo componedii3dignità,la i. del-
si

matematiche, especialmente la geometria le quali è il decano, di i5 canonici, colle

d'Euclide. Gli ebrei medesimi ebbero il prebende del teologo e del penitenziere
permesso di stabilire le accademie o le in ciascuna, edalternativamente ufficiano
loro scuole di Flora e di Piendebita, nel- la cattedrale del ss. Salvatore e quella del-
a
le vicinanze di Bagdad, sotto
Coufah e di la B. Vergine. Nella i. vi sono partico-
il dominio de'saraceni, e unitamente ad larmente addetti 4 rationarios de men-
essi si dedicarono con qualche frutto allo sa^ 4 altri ecclesiastici, oltre
1 1 3 medio
studio dell'astronomia e della medicina. rationarios, cappellani del coro, e benefi-
Non è quindi strano se tanti lumi a noi ciati. Nella cattedrale della B. Vergine,
passarono dagli arabi nella medicina, nel- vi sono 17 rationarios} 16 beneficiati, e
a
la chirurgia,nella farmacia, ed anche nel- diversi altri sacerdoti. Nella i. chiesa la
la chimica, e se molte arti furono da es- cura d'anime 1' amministra il parroco
a
si introdótte, e molti oggetti d'arte furo- eletto per concorso, nella 2. do vicario
no fabbricati a loro imitazione. perpetuo nominato dal capitolo, in am-
SARAGOZZA(Ctìe?<zrdwgwsta«).Cit- bedue essendovi il baltisterio,e molte sa-
tà con residenza arcivescovile della Spa- gre reliquie e corpi santi. Oltre le men-
gna, capitale dell'Aragona (F.) e capo- tovate, vi sono moltissime altre chiese, 12
luogo della provincia del suo nome, a 33 delle quali parrocchiali, ma solo 6 hanno
leghe da Pamplona, 5f da Barcellona e il fonte sagro. Sono bene fabbricate di
60 da Madrid, in magnifica pianura, sulla pietra, al pari di tutti gli altri edifizi reti*
destra sponda dell' Ebro, che si trapassa giosi, e sono delle meglio ornatedella Spa-
sopra due belli ponti, uno di legno, e l'al- gna. Il palazzo arcivescovile è grandissi-
tro di pietra di 7 archi, e che vi riceve il mo e magnifico. Vi sono 9 monasteri di
fìumicelloHuerba, presso il canale Impe- religiose, ed altri di religiosi: si distin-
Sede del capitano generale dell'A-
riale. gue quello di s. Domingo sulla piazza di
ragona, d' un intendente militare, d'un questo nome osservabile pel mausoleo
,

sotto delegato di polizia,e de'tribunali su- di marmo d'un cardinale e per aitar ,
1'

periori della provincia.il recinto di questa maggiore della chiesa, pure di marmo
città, che l'Ebro bagna al nord el'Huer- bianco. Fra'5 ospizi il più bello è quello
ba al sud, viene formato da un muro po- della Misericordia, vasto edifìzio di pie-
co grosso, sovente interrotto da chiese, tra, nelquale circa 700 persone d'ambo
da conventi e da altri edifizi, ed aperto i trovano cure per le loro malattie,
sessi
da 8 grandi porte e 2 piccole. Saragoz- e mezzi di sussistenza con un facile lavo-
za è divisa in 4 quartieri, ed ha 2 sob- ro quando hanno ricuperalo la sanità; e
borghi , con molte strade. Si distingue l'altro degli orfani, dove un'infinità di
per due cattedrali, ampie, solide e ma- questi sventurati ricevono tutti i soccorsi
gnifiche: una è dedicata al ss. Salvatore, ed i mezzi di essere per l'avvenire al sicu-
volgarmente detta LaSeOj l'altra sotto ro dalla miseria. Numerose sono le con»
SAR SAR 97
fraternite, come le pie istituzioni; vi è il merse, hanno molta analogia coi vaga-
monte di pietà, il collegio per la pubbli- bondi conosciuti sotto il nome di zingari,
ca istruzione, e secondo l'ultima propo- ma co'quali non si devono confondere;
sizione concistoriale mancava di semina- come non si devono confondere cogli a-
rio. L'università fu fondata nel i474i e d ci tani, popoli antichi delle Spagne, che si

avvi ancora una società regia economica credono essere i lacetani di Plinio forse :

con cattedre di matematiche, d'econo- il vocabolo Gitanos, provenne in qualche

mia, di botanica, di chimica e d'agricol- modo da essi , secondo alcuno. I gitanos


tura; l'accademia regia delle belle arti, discendono dagli antichi mori o saraceni
che produsse parecchi grandi pittori; la conquistatori delle Spagne, ed il loro no-
biblioteca pubblica, ed altri stabilimenti me presente non è che un diminutivo di
utili e benefici. La borsa è un antico mo- Egypcianos. Sono di colore olivastro, di
numento quadrato, ornato de'busti de're costumi rozzi, e si occupano a predire la

d'Aragona, e che contiene una sala soste- buona ventura, essendo anche inclinati
nuta da 5o colonne doriche. Trovansi e- al ladroneccio. Il disprezzo, i pregiudizi
ziandio due caserme, una delle quali per del popolo, ed una cattiva politica con-
la cavalleria; e fuori della città 18 bei tribuirono forse a porli nello stato d'im-
passeggi pubblici, tra gli altri quello di s. moralità in cui si trovano. Le saggie or-
Encratide o Engracia. Circa ioo lese al- dinanze di Carlo III, verso la fine del se-
l'ovest giace il forte d'Aljaferia,[così deno- colo passalo, aveano per oggetto d'incor-
minato dal suo fondatore il re moro Ben- porarli al restante della società; ma es-
Aljafe, che ne fece la sua residenza. Oltre sendo il male troppo inveterato, non ot-
questa fortezza, e la torre nuova, anche tenne quasi alcuna modificazione. I gi-
1' antico palazzo dell' inquisizione serve tanos hanno una specie di polizia, alcuni
di cittadella. Un bell'acquedotto si osser- capi ed anche il sunnominato. Tempe-
va in vicinanza delle mura della città. rato è quivi il clima, ed contorni sono
i

L'industria, un tempo tanto fiorente, tro- feracissimi di grano, maiz, vino di buona
vasi ridotta ad alcune fabbriche; ed il qualità, frutti e legumi eccellenti, racco-
commercio, che favorito dalla situazione gliendovisi pure alquanto di seta. Rino-
mezzo ad un paese ricco e
della città in mati ne sono i pascoli, che trovansi in ma-
fertile, dalla navigazione dell'Ebro e dal no àeganaderos o proprietari d'armenti
canale Imperiale esser dovrebbe rag-
, di Saragozza, j quali formano una corpo-

guardevole, rimane limitato alle cose


si razione delle più antiche e meglio privi-
di consumo.Saragozza fu patria degli sto- legiate del regno.
rici G. Garcia di s. Maria, G. Zurita,G. Questa città antichissima, e che dicesi
Blanchas, e B. Leonardo di Argensola ; fondata dai fenicii,porta va il nome di Sai-
del poeta latino Prudenzio Clemente, del duba allorché giunsero nella Spagna i ro-
poeta Diaz di Fo ncalda; dello storico, o- mani. Giulio Cesare l'ingrandì, la popolò
ratore e poeta J. F. A. di Uztarroz; dei di veterani, e le diede il nome di Caesarea
pittori G. di Mora, A. Horfelin, J. Marti- Augusta, col titolo di colonia immunis: fu
nez, eD. J. Luzau Martinez ec; e final- abbellita di templi, d'un foro, d'un teatro,
mente di D. J. diPalafox-y-Melci, eroico d'un circo, e di bagni, de'quali non resta
difensore di Saragozza nel 1808 e 1809. piùvestigio;ma vedonsi ancora alcune par-
Si è in Saragozza che risiede il capo o re ti delle sue mura ,
particolarmente una
de' gitanos, tribù nomadi della Spagna porta oggi chiamata Puerta del Sol; quan-
e del Rossiglione, che pe'loro liberi co- to ai tre forti che la proteggevano al nord,
stumi, per la loro vita indipendente, per all'ovest e al sud, non se ne trovano più
la miseria e avvilimento in cui sono im- reliquie di sorta. 11 regno d'Aragona, che
98 SAR SAR
comprendeva l'antico paese de'celtibe- censo di25o maomezzeltini, ognuno e
ri, passò nel 47° dal dominio dei roma- reali, come attesta-
quivalente a 6 soldi
ni a quello dei goti. Nel 5^.1 si presen- no Roderico di Toledo, De rebus Hi'
tò dinanzi a Saragozza Childeberto I re spaniarum lib. 6, Surita lib. 2, e Maria-
di Parigi e Clotario I redi Soissons, ne na, De rebus Hispaniarum lib.i 1. Nel

spinsero vigorosamente l'assedio, cui le- 1 3 divenne re d'Aragona Giacomo I,


2 1

varono dopo essere entrati in accordi, nel nel1276 PietrolII, nel 1285 Alfonso III,
momento di prendere la piazza. Nel 7 1 nel 29 1 Giacomo II coronato in Roma
1

i saraceni discacciarono i impa-


goti, s' da Bonifacio Vili, che l'investì della Sar-
dronirono della città, e nel 714 compi- degna e dellaCorsica, ch'erano della chie-
rono il conquisto d'Aragona. Saragozza sa romana, come la Sicilia e Napoli, di
nel 1017 divenne capitale d' uno stato cui pure in appresso furono investiti re i

moresco de'saraceni, indipendente dagli d'Aragona; onde per tante intime rela-
altri maomettani. Nondimeno l'Arago- zioni colla s. Sede, in moltissimi articoli
a
na fu lai. a scuotere il loro giogo, e nel trattai dell' Aragona, degli aragonesi e
io35 fiorì Ramiro I suo re o conte, cui de'suoi re, come de'cardinali alle biogra-
successero nel io63 Sancio Ramiro re di fie. Nel 1327 salì al trono Alfonso IV, nel
Navarro, (A7 .), nel iog4 Pietro I re di i336 Pietro IV, nel 1387 Giovanni I,
Navarro, cui successe 1' altro re di Na- nel 1395 Martino I gran fautore dello
varro Alfonso I il Pugnace nel 1 1 o4-Que- scisma dell'antipapa Benedetto XIII, nel
sti dopo un assedio d'otto mesi, nel 1 1 1 1412 Ferdinando I, nel 1416 Alfonso
tolse Saragozza a'saraceni,con molte vi- V che guerreggiò nello stato pontificio,
cine castella, in seguito dell'intera scon- massime nel Piceno, nel 1^58 Giovanni
fitta ch'ebbero gP infedeli ne' suoi din- II redi Na varrà, nel 1479 Ferdinando II
torni. Secondo alcuni autori, il suo no- il Cattolico. Pel suo maritaggio con I-

me attuale è d'origine araba; al diredi sabella I regina di Castiglia e Leon(V.),


sarebbe una corruzione di quello
altri, si chiamò Ferdinando V re di Spagna
che portava sotto i romani. I re d'Ara- e fu avo dell'imperatore Carlo V. A suo
gona in processo di tempo divennero po- tempo fu in Roma a'9 gennaio 1 522 e-
tentissimi, e signoreggiarono molti stati, letto Papa Adriano VI suo maestro, men-
la Catalogna, Valenza,
principalmente tre trovavasi a governare la Spagna in
Majorca, Minorica, Iviza, Sardegna, Vittoria nella Biscaia;ed essendo raro il

Corsica, Sicilia, Napoli, ai quali arti- caso d'un Papa che viaggiò per la Spa-
coli ed a Spagna tratto di loro. Qui ne gna, mi farò lecito dirne qualche cosa,
riporterò la serie. Nel 1 i34 divenne re relativamente a Saragozza, ove alquanto
d' AragonaKamii o 1 1 che abdicò nel
r 1
37 soggiornò,del suo breve pontificato,e per-
e morì nel 1 47
1 i3y Raimondo
; nel 1 ciò importa l'operatovi al complesso del-
Berengario e Petronilla, nel 162 Alfon- 1 la storia. Narra l'Ortiz, testimonio ocu-
so II, nel 1 196 Pietro II. Questi neli2o4 lare, nella Descrizione del viaggio di A-
da Papa Innocenzo III fu fatto ungere driano VI dalla Spagna fino a Roma,
nella Chiesa di s. Pancrazio di Roma, p. 19, che da Tudela, per Mallen, giun-
e poi lo coronò nella basilica Vaticana, se a Pedrosa, ove battezzò la figlia del
come notai nel voi. XVII, p. 229, colla conte Ribagorsa e le impose il proprio

disposizione pontificia che d'allora in poi nome; laonde tanto per l'arrivo del Pa-
i re d'Aragona fossero coronati in Sara- pa, quanto per la neonata bambina, fu-
gozza dall'arcivescovo diTarragona: per rono celebrate feste grandissime, tra le
gratitudine il re fece tributario il suo re- quali all'usanza de' mozzarabi si fecero
gno d'Aragona alla s. Sede, coll'annuo delle danze, che rallegrarono Adriano
SAR SAR 99
VI benché di gravi costumi. Incammina- tro il palazzo, da dove e sulla più alta
tosi poi nel dì seguente per Saragozza, loggia compartì poi formalmente la be-
uscì all'incontro in lontananza di 9 mi- nedizione apostolica. Tale e tanto fu il

glia il viceré d'Aragona con tutto il tre- concorso degli spagnuoli per ricevere le

no di sua magnifica corte, colla soldate- palme e la benedizione papale, che non
sca e con tutte le insegne reali, e in que- è dato veridicamente di poterlo descri-
sta forma si accostò a baciare il piede del- vere, essendo POrtiz di sentimento, che
la Santità sua. Indi fu proseguito il viag- fu maggiore di quello ch'è solito vedersi
gio sino alla città, e per tutto quel tratto in Roma, e ciò pel proverbio: Omne ra-
di stradaconcorreva d'ogni parte la mol- mni pretto sus est. Nel lunedì santo il Pa-
titudine per vedere il Papa. A'^8 mar- pa si ritirò nel monastero girolamino di
zo giunse verso mezzodì Adriano VI al- s. Engrazia, ove come tutto dedito agli
le mura di Saragozza, e si fermò nel pa- esercizi di pietà, passò tutta la settima-
lazzo Adiaferia o Aljaferia, che sta sulla na santa sino agli 8 di maggio, lontano
strada prima d'entrare nella città, pre- da tutti i negozi temporali. Volle non-
parato con molta magnificenza. Dopo al- dimeno Adriano VI, che neh.° maggio
cuni giorni il santo Padre fece il suo in- fossero nella metropolitana solennemen-
gresso in città con quest' ordine. Perso- te pubblicate le regole di cancelleria da
ne scelte, uomini titolati, ed alcuni al- lui composte e stampate: io vigore di es-
tri signori assai nobili restiti in reale fog- se venivano ri vocale tutte le riservee tut-
gia d'abiti, che giudicati li avresti piut- te le aspettative^ e da quel giorno s'in-
tosto principi, che magnati ,
portavano cominciarono a spedire negozi sub Ari' i

il santo Pontefice in sedia pontificale ge- nulo. Alcuni dipoi vollero porre in dub-
statoria. Il popolo e il clero colla croce bio se le dette regole potevano aver va-
alzata erano i primi in questa specie di lore prima della Coronazione del Papa ,
processione, e poi seguiva l'ordine eque- ma esso già era stato tolto dall'estrava-
stre coi nobili del regno. La gente era sì gante di Clemente V, ove si decido: Che
folta che non poteva muover passo, e con le cose in questo genere stabilite dal Pa-
assai stento si potè reprimere V accorsa pa eletto, debbono aver valoreanche pri-
moltitudine. Ma
maggior travaglio fu
il ma di sua coronazione. Quindi il Papa
quando entrando il Papa nella città qua- scelse a deputati per esaminar le suppli-
si a passo di testuggine, si vide la comi- che e pel maneggio degli aflari pontifi-

tiva molto ristretta, perchè tutti voleva- cii, Tavera vescovo di Città Rodrigo e
no almeno toccare il piede pontificio, e poi cardinale, Coldesanzu già vicario del
le strade erano in proporzione pel nu- Papa quando era vescovo di Tortosa, il
mero delle persone troppo anguste. Fi- canonico e abbate di s. Pia della colle-
nalmente in mezzo alla calca si arrivò giata di Vittoria Diego Paternia, e Io sto-
alla basilica Cesareaugustana, ove fatta- rico d. r Ortiz,a'quali aggiunse il proprio
si breve orazione, cercò il Papa di scan- uditore. Il Papa fece datario il suo se-
sare tanta confusione; e però volle riti- gretario Teodorico Ezio, al registro as-
rarsi al palazzo dell' arcivescovo, e poi segnò il fiammingo Pietro di Roma, e si

sull'imbrunir della sera se ne andò alla mostrò parco nelle grazie, non ap-
assai
meglio che potè e in privato al magnifi- provando le troppo facilmente concesse
co suo ospizio. Nella domenica delle Pal- da Leone X, il quale amò mostrarsi trop-
me il Papa conformandosi al rito di tut- po liberale con tutti. Nell'inclita città di
la la Chiesa, si determinò farne la solen- Saragozza, per la singolarissima ventu-
ne benedizione come si usa in Roma, e ra del soggiorno a" un Papa, si radunò
distribuirle agli astanti, il che seguì den- gran numero di prelati, di cavalieri e di
oo SAR SAR
altri nobili soggetti , i primi potendosi polta una catasta di corpi di cristiani truci-
leggere in Ortiz. Inoltre vi giunsero d'I- dati per la fede, e poscia in mezzo a que'ca-
talia diversi personaggi, ed il cardinal daveri disse: Exullabunt sancii in gloria j
Cesarini legato del sagro collegio, in no- ed cadaveri ad una voce risposero: Laeta-
i

me ad esibirgli il suo ossequio


di questo bunturìn cubilibus suisj indi chinando il
e riverenza. Per le premure rinnovate corpo,riposò in mezzo ad essi.Dunque ben
al Papa, di sollecitare il viaggio a Ro- a ragione Adriano VI esultò in Vittoria
ma, Adriano VI a'i3 giugno partì 'dal- quando ricevè il dono di sua insigne re-
la celebratissima Saragozza, avviandosi liquia, che in tutta la sua vita avea de-
con gran corte per Tortona. Racconta De siderato, sino a dire che non cura vasi per-
Lagna, annotatore d'Ortiz, a p. 93, ri- ciò che si verificasse la voce sparsa di
ferire Giovio, che trovandosi Adriano sua esaltazione al pontificato. Ma Sara-
VI in Saragozza, visitando il corpo di s. gozza vanta pure altri atleti cristiani, cioè
Lamberto, s' infranse all' improvviso il s. Encratide (V.) martirizzata in Sara-
cristallo d'una lampada che ardeva in gozza d'ordine di Daziano, che pur fece
mezzo al tempio, il cui olio macchiò gli uccidere i 18 ss. Martiri di Saragozza
abiti de'sacerdoti e dello stesso Papa, e (F.) nel 3 04. Del resto Saragozza seguì
fu preso per sinistro presagio di breve i destini dell' Aragona e della Spagna.
vita del Papa. Con Rinaldi riporta pu- Nella guerra di successione, avendo l'A-
re, che donò ad Adriano VI la
la città ragona e Saragozza parteggiato per l'au-
mascella di Lamberto, che molto l'a-
s. striaco arciduca Carlo, controil duca di

vea ardentemente desiderata, ma nel ta- Angiò Filippo V, questi a'20 agosto 7 1 o 1

gliarsi dalla testa alla presenza del Pa- ne'dintorni di Saragozza patì grave dis-
pa stillò vivosangue; prodigio che si ren- fatta dall'esercito dell'arciduca, per cui
de dubbioso, poiché veramente tale re- la sua fortuna ne risentì un gran tracol-
liquia, e in superba teca d'argento e oro, lo. Tuttavia cambiata la fortuna della
Saragozza mandò a Vittoria appena sep- guerra, e consolidatosi Filippo V nel po-
pe l'elezione del Papa, giacché prima tere, con editto del 1714 abolì ogni pri-
non l'avea potuta ottenere da'sacerdoti vilegio che godeva l'Aragona e Saragoz-
di Saragozza, ad onta della interposizio- za, e leleggidel paese assoggettò a quel-
ne di Leone X
e Carlo V. Perché non si le della Castiglia. Il canale Imperiale di
confonda questo s. Lamberto coi 3 ve- Saragozza, incominciato da Carlo V nel
scovi riportati nelle biografie, e ad ono- 1 52g, essendo restato abbandonato, nel
re di Saragozza, dirò ch'egli fu un cri- 1770 una compagnia d'olandesi lo pro-
stiano schiavo e gentile, cittadino di Sa- seguì, finché lo ricostruì Carlo III ed ,

ragozza. Il tiranno Deciano o Daziano, incominciò ad essere navigabile nel 1784.


crudele ministro della persecuzione di Somma celebrità ebbe ad acquistare Sa-
Diocleziano egovernatore d'Aragona,Ca- ragozza ne' memorabili assedi sostenuti
talogna e Valenza, pubblicò un editto, contro francesi: il i.° incominciò a'i5
i

obbligando tutti a denunziare qualun- fu levato il 4 agosto,quan-


giugno 1808 e
que cristiano per costringerlo a rinunziar do dopo 49 giorni di trincera aperta e
la fede. Lamberto che l'avea abbraccia- 21 di bombardamento, il giovine gene-
ta ne fu avvisato dal padrone, ma per- rale Palafox soprallodato,energicamente
severando nella fede, fu da lui decapita- aiutato dalla popolazione e sin dalle don-
to fuori della città. Il santo martire pre- ne, riuscì a ribattere l' inimico, ed a co-
se colle sue mani il proprio capo già tron- stringere il generale Verdier ad allonta-
cato dal busto, e in questa positura entrò narsi; il 2. più terribile, principiato ai
inSaragozza sinoalluogoovegiacevainse» 20 dicembre dello stesso anno, non eh-
SAR SAR 101
he termine che il 22 febbraio 1809, che i. Neh 1 18 Papa Gelasio II in Clugny
gli spagnuoli oppressi dai ripetuti assalti consagrò Pietro in vescovo di Saragoz-
e disperati d'ogni sorta d'aiuti, resero le za, efuili.°dopo che re Alfonso I tras-
armi e la fortezza con [straordinari e non se la città di mano dai saraceni. Questo
ancora riparabili danni. Dopo di Saguo- pio principe zelando il ripristinamento
to e di Numanzia, non si era mai veduto del culto cristiano, mandò
Pietro al Pa-
un accanimento così straordinario nella pa acciocché l'ordinasse, e Gelasio II do-
difesa di nessuna piazza, e sopra ogni co- po averlo consagrato lo rimandò a Sara-
sa con sì scarsi mezzi : ammirarono gli gozza con un'epistola che scrisse a'fedeli
assedianti il valore e l'audacia degli asse- della città, concedendo la remissione dei
diati che ancor dentro difendevano la cit- peccati a chiunque confessato fosse mor-
tà, disputandola colle armi alla mano di to combattendo i saraceni ; e che quelli
edifizio inedifizio, ed il più delle volte ì quali avessero faticato in quell'opera
facevansi seppellire sotto le rovine di essi, santa, o dato limosina per rifare la di-
in mezzo alla più orrenda carnificina. Sti- strutta chiesa di Saragozza e mantenervi
masi che in conseguenza di questo assedio de' chierici, acquistassero secondo le fati-
vi perdessero la vita meglio che 3o,ooo che e limosine proporzionatamente quel-
persone, tra le quali più di 8,ooo com- la quantità di remissione di peccati e pe-
battendo, e il resto da una specie di ma- nitenze, e quelle indulgenze che il vesco-
lattia pestilenziale e per gli stenti. La per- vo avesse giudicato bene di concedere,
dita de' francesi non fu grandissima, se nella diocesi in cui dimoravano. Questa
non tra gli artiglierie ingegneri militari. concessione d'indulgenze Pietro promul-
La sede vescovile fu fondata nel i.° se- gò con sua lettera per tutta la cristiani-
colo della Chiesa, e poi divenne suffra- tà, e sembra che la chiesa riedificata sia
ganea di Tarragona. Vuoisi che ne fosse quella di s. Maria del Pi laro* antico cul-
primo vescovo s. Giacomo Maggi ore a po- to. L'ultimo vescovo fu XimenodeLuna,

stolo della Spagna. Furono suoi succes- nominato nel 296 e morto nel 1 3 2 Pa-
1 1 .

sori, s. Atanasio greco discepolo di s. Gia- pa Giovanni XXII considerando che nel
como, e soffrì novembre
il martirio ili.° regno d' Aragona non eiavi altro arci-
dell'anno 5g; Teodoro altro discepo-
s. vescovato che quello di Tarragona nel ,

lo di s. Giacomo, che passato in Africa 1 3 8 eresse in metropoli la cattedrale di


1

ricevè la palma del martirio a'26 mar- Saragozza capitale dello stesso reame, as-
zo dell'anno 71 ; s. Epitelio o Epitazio segnandole 5 suffragane*! de' 1 2 che avea
ottenne il martirio a'23 maggio deh o5. Tarragona, quali poi si aumentarono,
i

Qui vi è una lacuna nella serie dei ve- perchè i seguenti 8 registra Commanvil-
scovi di Saragozza, per cui Commanvil- le: Huesca, Jaca } Barbastro, Rota e-
le la disse eretta più tardi. Trovasi però retta nel g5o e unita a Barbastro nel
nel 2^5 s. Felice lodato da s. Cipriano, 1 loiyJlbaraziìiy Segorve, Temei3 Ta-
e morì martire; gli successero s. Valerio razona (F). Dice inoltre, che l'arcive-
I martire verso il 280; s. Valerio II pa- scovo di Toledo volendo esercitare la sua
trono della città e del vescovato di Sara- primazia su Saragozza, gli arcivescovi di
gozza, morì esiliato nella città d' Aneto questa avendo ricorso e appellato alla s.

nel 3 1 5; Valerio IH trovossi al concilio Sede, i Papi avocarono a loro la questio-


d'Elvira nel 324 e morì nell'istesso an- ne e mai la decisero. Al presente 6 sono
no; Casto nel 347 assistè al concilio di i vescovi suffraganei di Saragozza: Alba-
Sardica, ec; nel 646 morì s. Braulione razin, Temei, Tarazona, Huesca, Ja-
che 20 anni. Dopo l'occupa-
fu vescovo va, Barbastro. Il i.° arcivescovo di Sa-

zione saracena non vi furono più veseo- ragozza fu Pietro de Luna, succeduto al
Ica SAR SAR
-vescovo Ximeno nel i3i4> e nel 1 3 1 di Saragozza, che l'avea incorse per aver
da Giovanni XXII dichiarato arcivesco- dato il consenso a tali irregolari imposi-
vo; morì nel i345: successori sono ri-
i zioni, invitandolo a domandarne l'asso-
portati dagli storici di questa metropoli, luzione al nunzio di Madrid, all'uopo fa-

e diversi furono cardinali, come rimar- coltizzato, altrimenti intimava la sospen-


cai alle biografie. Nel i/^io ingiustamen- sione dall'esercizio episcopale; per cui
te fudata morte violenta al degnissimo e scrisse al capitolo metropolitano, che ad
venerando arcivescovo Garzia Heredia , un cenno del nunzio procedesse subitoal-
da d. Aulonio de Luna, il quale con una l'elezione del vicario capitolare.Nelle No-
truppa d'assassini V assalì a tradimento tizie di Roma novero dei
è riportato il

in uu bosco vicino ad Almunia, 12 leghe seguenti arcivescovi. 174^ Francesco A-


lungi da Saragozza. Ne fu il motivo, per- noa y-Busto di Calahorra, traslato da
chè l'arcivescovo non voleva aderire alle Pamplona. 1764 Luigi Garcia Manero
pretensioni al regno d'Aragona del con- d'Osma, trasferito da Torlosa. 1 768 Gio-
te d'Urgel , fieramente sostenuto da d. vanni Saes de Betragua di Calahorra, tra-
Antonio e dal suo parente Pietro de Lu- slatoda Lugo. 1779 Bernardo Velarde
na o iniquo antipapa Benedetto XIII. deSantander,trasferitodaTortosa.i783
La Spagna oltre essere lacerata da lun- Agostino de Lezo Palomeque di Lima ,
go scisma, era allora in grandissime rivo- già vescovo di Pamplona. 1 806 Raimon-
luzioni, e molti insorsero pretendenti al- do Giuseppe de Arce di Sanlander, e pa-
la corona aragonese, dopo la morte del triarca óeh'Jndie orientali. 1816 Ema-
re Martino. Gli stali d'Aragona, radu- nuele Vincenzo Martinez-yXimenes di
natisi in Saragozza per l'elezione del nuo- Siguenza, traslato da Astorga. 1 824 Ber-
vo re, dierono esempio di consiglio e di nardoFrancesco Caballero di Madrid, tra-
prudenza nella loro condotta, che sarà sferito da Urgel. Per sua morte, e dopo
ì' eterno onore di questa nazione, e fu lunga sede vacante, il Papa Pio IX nel
quale in simile congiuntura preso 1' a- concistoro de' 17 dicembre 1847 dichia-
v rebbe il saggio senato romano. Fu bia- rò l'odierno arcivescovo mg.r Emanuele
simato Sisto IV del 147 perchè permi-
1 > M." Gomez de las Rivas, di s. Maria de
se che Alfonso bastardo di Ferdinando, Garrona arcidiocesi di Burgos, traslato
figlio di Giovanni II re d' Aragona, es- da Jaca. Ogni nuovo arcivescovo è tassa-
sendo fanciullo di men che 6 anni, posse- to in fiorini 5ooo.L'arcidiocesi è amplis-
desse in commenda perpetua l'arcivesco- sima, e si estende per 35o miglia, nelle
vato di Saragozza, che un tempo avea quali sonovi molti luoghi e numerosissi-
di rendita 3o,ooo scudi almeno, mentre me parrocchie.
altri li fanno ascendere a 45,ooo, ed anco Concita di Saragozza.
a 5o, 000. Abbiamo dal p. Bonanni, Ca- Il i.°fu tenuto contro i Priscillianisti
r
talogo dagli ordini religiosi p. 24, che ,
(P .) 3 dai vescovi di Spagna, con l'inter-
la ven. m. de Villa Siniplis spagnuola, nel vento di quelli d'Aquitania, in numero
1 53 fondò il monastero delle monache
1 di 12, il i.° de'quali è chiamato Fitado,
di Saragozza, le quali usavano abito gri- che credesi sia s. Febado d'Agen. Non si
gio della forma ch'egli riprodusse.Neir/?- hauno tutti gli atti di questo concilio, ma
pistolae ttBrevia di Clemente XI, ve ne soltanto un frammento che sembra esser-
sono di querele a Filippo V,per aver sen- ne la conclusioue,in data 4 ottobre, e con-
za il beneplacito apostolico imposto tasse tiene diversi anatemi e vari regolamenti

al clero d'Aragona e di Valenza, le quali che riguardano i prisciìlianisli. Nel 1 so-
inoltre avea esatte colla forza militare. no condannate le donne che conversa-
D' intimazione di censure all'arcivescovo no con uomini stranieri sotto pretesto di
SAR SAR io3
dottrina, ovvero che tengono esse mede- Salviano, lungi dal sottomettersi a que-
sime delle riunioni per istruire le altre sto giudizio, levarono lo stendardo della
donne. Nel i.° sono condannati quelli che ribellione, e stabilirono Priscilliano ve-
digiunano nel giorno di domenica per su- scovo d'Avila. Il 2. concilio fu tenuto il

perstizione o che si assentano dalle chie- i.° novembre 592, dominando Recare-
se in tempo di quaresima per ritirarsi do Ire visigoto di Spagna. V'intervenne-
nelle montagne o in camere appartate, o ro 1 1 due diaconi che rappre-
vescovi, e
per tenere delle riunioni in case di cam- sentavanodue vescovi assenti. Artemio ar-
pagna. Nel 3.° è condannato quello il qua- civescovo di Tarragona e metropolitano
le sarà con vinto di non aver consumatola della provincia, presiedè il concilio. Fu-
ss. Eucaristia che ricevette in chiesa. Il rono fatti 3 canoni. III. statuì, che i pre-
4-° proibisce di assentarsi ne* 2 1 giorni ti ariani che torneranno in grembo del-
che vi sono dal 1 7 dicembre al 6 gen- la chiesa cattolica, potranno se sono puri
naio, cioè 8 giorni prima di Natale fino nella fede e ne'coslumi, esercitare le fun-
all'Epifania. Il 5.° esclude dalla comu- zioni del loro ordine, dopo di aver nuo-
nione i vescovi che avranno ricevuto vamente ricevuta la benedizione dai pre-
quelli che altri vescovi avranno esclusi ti, ed anche da'diaconi. Quelli però la cui

dalla chiesa. Nel 6.° è proibito agli eccle- vita non sarà regolare continueranno a
siastici di abbandonare il loro ministero, restar deposti abbenchè si considerino ap-
,

sotto pretesto di praticare una maggior partenenti al clero; ciò perchè ben pochi
perfezione colla vita monastica ; quindi osserva vano la continenza. E' ordinato nel
se lo abbandonano saranno espulsi dalla 2. che le reliquie trovate presso gli a-
chiesa, saranno più ricevuti se non
ne vi riani saranno portate a'vescovi e purgate
dopo che avranno chiesto e dato soddi- col fuoco che coloro i quali le terranno
:

sfazione per lungo tempo. II 7. è contro presso di se o le nasconderanno in qual-

quelli che attribuì vansi il nome di dotto- che luogo non conosciuto, incorreranno
re senza autorizzazione legittima. Nell'8.° nella penadella scomunica. 113.° prescri-
è proibito dare il velo alle vergini prima ve, che se vescovi ariani consagrarono
i

dell'età di ^.o anni, e coll'autorizzazione qualche chiesa, prima d' avere ricevuta
del vescovo. Gli eretici priscillianisti pro- la benedizione, siano nuovamente consa-
fessavano molti errori, con misteri infami grate da un vescovo cattolico. Dopoque-
e abbominevoli, tutto nascondendo con sti canoni, segue una lettera di 4 vesco-
l' ipocrisia. Abbonivano il matrimonio, vi del concilio, nella quale acconsentono
ed a mezzo delle donne ingrossarono tal- che i ricevitori del fìsco riscuotano un cer-
mente la lorosetta,che in poco tempo tut- to diritto per ogni moggio di grano, pro-
ti gli angoli della Spagna si trovò infetta veniente dalle terre della chiesa. Il 3. Con-
di questa eresia; e fi a'vescovi che vi si la- tenuto nel novembre 691, essen-
cilio fu
sciarono sedurre vi furono Istanzo e Sal- do vescovo di Saragozza Valdedredo o
viano. Gli eretici non osarono presentarsi Valdefrido. Furono fatti 5 canoni. Nel
al concilio e al giudizio de' vescovi. Ciò i.° si ordina a' vescovi di consagrare le
non ostante, furono condannati dal con- chiese ne'soli giorni di domenica : nel 2.
cilio e nominatamente Istanzo e Salvia- viene ingiunto a'vescovi di consultare il

no vescovi, Priscilliano eElpidio laici: an- primate tutti gli anni ,


per saper da lui
che Igino di Cordova fu scomunicato. I- quando debbano celebrar la Pasqua: nel
dacio vescovo di Merida,che avea com- 3.° è proibito di far servire i monasteri per
battuto con moderato zelo Istanzo e Sal- taverna da ricevervi secolari: il 4-° ri- i

iano, ebbe ordine di pubblicare da per guarda gli schiavi destinati al servigio del-
tutto il decreto de'vescovi. Ma Istanzo e la chiesa, e che venivano messi in libertà
io4 SAR SAR
alla morte del vescovo : nel 5.° si rinno- cavalli. Molti gelsi si coltivano ne'contor-
vò la proibizione alle vedovede're di ma- ni, e le montagne vicine contengono del-
ritarsi di nuovo, e si ordinò che prende- l'allume,e pressoTzaritzyn trovansi le ac-
rebbero l'abito di religiose e chiudereb- que minerali d'Iekaterin. Gli abitanti del-
bousi in monastero pel resto della vita. la cittàsuperano i 7000 quelli del go- :

La ragione del concilio è la mancanza di verno di Saratow a circa i,35o,ooo,tra


rispetto, ed anche gl'insulti, a'quali si e- i quali i russi formanomaggiornume-
il

spoi rebberotali vedove restando nel mon- ro; le colonie straniere di tedeschi, arme-
do.ll 4-° concilio fu adunato nel i o58, per ni e altri, vi contano più di 62,000 in-
riunite una crociata contro i mori sarace- dividui; gli altri sono tartari, ciuvassi e
ni, e fu una delle più antiche crociate di morduani. Questa città fu da prima co-
questo genere. Labbé t. 2, 5,6. Arduino strutta neli5gi dal czar Fedor I Ivano-
t. 1. Aguirre t. 3. witch sulla sponda sinistra del Volga pres-
SARAIVA Fbancesco, Cardinale. V. so il ruscello Saratouka, donde trae il
Soraiva. suo nome; dappoiché trovasi sulla destra
SARATOW (Saralowia). Città con sponda del fiume, è stata quasi ridotta
residenza vescovile nella Russia europea, in cenere nel 7 74 da un incendio. I frati
1

capoluogo del governo e distretto del suo cappuccini da lungo tempo vi hanno la
nome, a 160 leghe da Mosca, appiè di prefettura apostolica della missione, di-
montagne calve, sulla destra sponda del pendente da quella di Mosca (V.). Nei
Volga. E' cinta d'un muro con fossa che voi. LI, p. 324, LIV, p. 77 narrai come
la separa da un sobborgo. Le strade sono il PapaPio IX nella convenzione conclu-
r
larghe, regolari e ben allineate, ma la sa colla Russia (f
.) a'3 agosto 847 sta- 1

maggior parte delle case sono di legno. Che per provvedere anche al gran
bilì.

Indipendentemente dall' abitazione del numero de'cattolici armeni, che ne'domi-


governatore,e dai fabbricati de'tribunali, nii russi sono privi del proprio vescovo, e-
vi sono bellissime case di nobili ,
grandi resse la sede vescovile diCherson o Ker-
magazzini pubblici, ed una vasta piazza son di rito latino, con un vescovo suflra-
di mercato. Conta 6 chiese, un convento ganeo in Saratow, con quelle particola-
di frati e uno di religiose, un ginnasio e rità e regolamento ecclesiastico, che ri-
diverse scuole. Questa città è centro d'un portai ne'luoghi citati, insieme all' asse-
commercio grandissimo che si fa tra Mo- gno d'ambo i vescovi. Quindi il Pontefi-
sca e Astrakan pel Volga, fiume che nel- ce colla bolla Universalis Ecclesiae cu~
la bella stagione si vede coperto di bar- ra s de'3 luglio 1848, effettuò l'erezione
che cariche d'ogni sorta di mercanzie, e del vescovato di Cherson e del suffraga-
nell'inverno passano nella città migliaia neato di Saratow. Dipoi nel concistoro
di carrette di sale, poiché una grande pro- de'20 maggio i85o dichiarò vescovo di
T
duzione del paese è il sale, in copia mag- Cherson mg. fr.FerdinandoElanoKaha
giore somministrato dal lago d'Ielton, di domenicano, nato nella Galizia austriaca.
pesce tratto dalle fecondissime pesche del SARDEGNA, Sardinia. Isola, e Re-
Volga, e di caviale, che recansi nell'inter- gno d'Italia. Questo si divide in regione
no dell'impero. Sino dallo stabilimento continentale, o stati di Terraferma, com-
delle colonie alemanne la sua prosperità presi principalmente nel nome collettivo
cresce quotidianamente, e l'esportazione di Piemonte (f^.)j ed in parte d' Oltre-
de' prodotti al territorio particolari, più. mare o Insulare del Mediterraneo, eh'
importante ne rende il commercio. Vi si appunto la Sardegna e sue pertinenze,
tiene agli 8 luglio una fiera frequentatis- formanti porzione considerabile del rea-
sima dai calmuchi che vi conducono dei me. Non potendosi tali regione e parte
SAR SAR to5
con breve descrizione amalgamare non tranquillo nelle sue speculazioni il com-
senza confusione inevitabile, per maggior merciante; fra' più importanti golfi tro-
chiarezza e come in altri modi pratica- vasi quello di Cagliari sua capitale, come
rono i geografi, parlerò prima dell' iso- fra'porti meritano special menzione quel-
la, poi nel seguente articolo propriamen- li di Palmos, di Porto Conte e di Terra-

te del reame o complesso della monar- nova. Molte sono le montague che ingom-
chia sarda, la quale componesi de'popoli brano la superficie della Sardegna, quel-
di Sardegna, di Savoia, di Piemonte, del- le della parte settentrionale essendo aspre
la Lìguriaj tanto più, che a ciascuno di e scoscese, e quelle della parte meridio-
tali articoli trattai delle speciali e indi- nale meno elevate presentano dolci de-
viduali notizie che sono loro proprie. La clivi e amene valli. La principale catena
ragguardevole e celebre isola di Sarde- attraversa l'isola in tutta la sua lunghez-
gna, che ha titolo di regno e couferì a'pos- za, dallapunta di Longo Sardo, sino al
senti, nobilissimi e antichissimi duchi di capo di Carbonara: nel Gennargentu è il
Savoia (f\) effettive reali prerogative, si punto più alto della Sardegna, ergendosi
innalza maestosa sul mare Mediterraneo, agio tese sopra il livello dei mare, e le
Ira 38°52'e4i° 18' di latitudine nord, cui nevi che conserva sino a mezzo giu-
e tra 5°45 e 7°35'di longitudine. Già* gno, sono prime ad annunziare l'astro
ce in posizione vantaggiosa , mezzodì
al del giorno che spunta ad indorarle. Le
della Corsica, isola che le Bocche di Bo- più spaziose pianure che le montagne la-
nifazio la dividono per circa 3 scarse le- sciano tra di esse, sono quelle di Campi-
ghe , e la continuazione delle montagne dano verso Cagliari. Il maggior fiume,
subacquee, e le varie piccole e deliziose anzi il solo che propriamente ne meriti il
isolette da lei non altrimenti divise che nome, è l'Oristano chiamato anche Tir-
per brevissimi intervalli di mare, dierono so,che scaturendo dal clivo orientale del
ai geologi materia di congetture, che fos- Goceano, per la costa occidentale mette
se un tempo l'isola di Sardegna a quella foce sopra Oristano, nel golfo sottoposto.
di Corsica congiunta. Fra tali isolette che Ricorderò il Rio di Porto-Torres, rino-
la cingono d'intorno e dipendenti le fan- mato per conservare tuttora un ponte ro-
no gentil corona, primeggiano quelle di mano. Non vi souo veramente laghi, ma
s. Antioco, di s. Pietro, della Maddalena, sibbene stagni considerevoli, che hanno
della Caprera, d'Asinara, di s. Stefano, e comunicazione col mare mediante uu ca-
di Tavolara. Per la sua felice situazione nale, come la Scafa di Cagliari: altri men
di cui è favorita dalla natura, fusempre grandi sono pescosi, e nell'autunno ridon-
la Sardegna un punto centrale pel com- danti di uccelli acquatici, fra'quali si no-
mercio, sia per l'Italia e la Francia, sia tano i cigni e sino i pellicani che vi con-
per la Spagna e la Barbarla. Imperocché corrono a svernare. Le più nocive paludi
Livorno, Genova, Marsiglia formano la sono nelle valli della Nurra e nelle vici-
sua prospettiva settentrionale. Roina,Na- nanze della Scafa. Le sorgenti d'acqua
poli, Palermo le fanno barriera setten- dolce, che formano per un'isola la più in-
trionale. Guarda Tunisi e Bona dal lato teressante prerogativa, sono al nord più
australe; everso occidente le stazioni Ba- limpide e fresche: ne'luoghi ove si asciu-
leari più rendono il tragitto
agevole le gano o corrompono in estate, si supplisce
alle spiaggie di Valenza e di Barcellona. colle cisterne. Non mancano in vari punti
Vuoisi lunga da 60 a 65 leghe, larga da dell' isola le acque termali , salmastre e
20 a 3o, secondo le varie posizioni. La ne le acidule e ferruginose, che
solforose;
naturale formazione di vari golfi e porti furono presso i romani in gran credito.
nelle intagliale sue coste rende vieppiù Come accennai, quasi tutti i geologi con-
VOL. LXI. 8
] 6 SAR SAR
cordano a considerare quesf isola come no abitare in qualsivoglia stagione sen-
quella che colla Corsica abbia formato un z alcun morboso accidente. La malattia
solo paese, cui abbia diviso in tempi sco- più comune che ivi domina è la così det-
nosciuti qualche grande commozione, es- ta intemperie, che ordinariamente infu-
sendo quasi identica la formazione delia ria dal principio di luglio sino a tutto no-
suddetta catena di montagne che traversa vembre, e sul finire aumenta di maligni-
grande centrale di quella di
l'isola, colla tà e forza. La malattia che ne deriva, e
Corsica, che pare ne sia una continuazio- manifestasi con febbre intermittente e
ne. Si trovano in più punti dell' isola dei spesse volte continua, mena talvolta stra-
vulcani estinti; alcuni sembra che abbia- ge. Si suole ascrivere siffatta morbosa af-
no bruciato ad un'epoca posteriore al- fezione ai miasmi che dalle terre paludo-
l'ultimo scavamento delle valli, ma vari se si svolgono in estate, ed alla gran dif-
ai tri, e soprattutto nella parte meridiona- ferenza che vi passa tra la diurna e not-
le, hanno l'origine più. recente: grande è turna temperatura; poiché di sovente, al-
poi la varietà delle sostanze vulcaniche. Il l' insopportabile calore del giorno, succe-
suo clima quantunque si voglia general- dono notti freddissime con rugiada equi-
mente dagli storici insalubre, non trala- valente a pioggia. Fra'mezzi più atti a di-
scia tuttavia di possedere varie regioni io fendersi da queste inlemperie, è la pre-
cui si gode aria salutifera, così che varia cauzione di sempre conservare il capo e
la sua temperatura a norma della mag- il petto coperto qualunquesia la tempera-

giore o minore elevatezza de' luoghi , e turate di stare nelle proprie case, le qua-
mutazioni de'tempi, in modo che quan- li si disinfettano con fumigazioni d'aceto
tunque siano gli abitanti delleamene pia- e ginepro, non che astenersi da carni e
nure oppressi da un'atmosfera troppo pesci provenienti da regioni soggette a
calda che le dolci sorgenti disecca e cor- tale malattia. Si suole pure accendere dei
rompe, allontanando villici dalle interne
i grandi fuochi in vicinanza delle città, per
regioni dell'isola nude di vegetali, si re- dissipare le esalazioni del suolo. Nondi-
stituisce ben tostouna temperatura nor- meno la Sardegna, dalla natura larga-
male e propria alla conservazione della mente fornita d'ogni cosa, si merita sem-

vita, al ricomparir che fanno le autun- pre l'antica sua riputazione di fertilità, e
nali pioggie, che l'innovellano le acque e se le sue produzioni non sono quanto al
annientano completamente le morbifere tempo de' romani considerevoli, per cui
esalazioni. Il corso delle stagioni è rego- siebbe l'isola il pregio di considerarsi co-
lare ;ne'mesi di dicembre e gennaio, che me un granaio della repubblica, hanno a
sogliono altrove essere rigidissimi, quivi cercarsene le cagioni negli avvenimenti
alcontrario la temperatura è più dolce, de' quali è stata il teatro, nello scema-
^atmosfera più serena: in febbraio, mese mento di sua popolazione, e nella condi-
per la Sardegna il più tristo e disaggra- zione bisognosa in cui trovasi l'agricolto-
devole dell'anno, si fa sentire tutta l' in- che alla sua prospe-
re, oltre altri ostacoli
costanza e importunità delie lunghe e
l' rità si provvido governo a
oppongono. Il

noiose pioggie. Sogliono i sardi scegliere migliorare l'agricoltura ha adottato mi-


per villeggiare il maggio , epoca in cui sure per favorirla, dissodando vari ter-
delle migliori apparenze si adorna la ve- reni incolti, convertendo in boschetti di
getazione, e rientrano in città sul fluir di olivi diverse selve, facilitando con istra-
giugno. Ad onta però di queste variazio- de le comunicazioni , e adottando lode-
ni, nou tralascia di avere alcune parti, voli misure di miglioramenti: tuttavolta
quelle in ispecie montuose, che non ponno il riscatto de'feudi,dopo la loro abolizio-
a meno di essere sanissime, e che si pou- ne, non migliorò la sua condizione, th»p-
SAR SAR 107
poiché riuscì gravoso ai sardi di pagare mi ad onta di loro piccolezza. E-
servigi,
in moneta il dazio feudale imposto, che gualmente numerose e piccole sono le be-
prima pagavano in natura de' prodotti stie cornute. Da per tutto si allevano por-
agricoli; fu fatta la legge che i feudatari ci gran numero, oltre selvatici, la cui
in i

dovessero risiedere mezz'anno nei loro carne è più stimata. Particolarità nota-
feudi a pena di privazione della corri- bile si è l'assenza totale da quest'isola d'o-
spondente rata, ma non si attuò, onde gni bestia feroce, d'ogni animale veleno-
due milioni d'imposta feudatari li con- i so; non esistendo che il cinghiale, la volpe
sumano nel continente. Quest'isola pro- e pochi altri animali alquanto nocivi, ol-
duce sempre in abbondanza il grano d'u- tre alcuni insetti. Rari non vi sono i pic-
na qualità pei fetta, e moltissimo orzo. Gli coli volatili ; tra gli uccelli di rapina si

erbaggi d'ogni specie vi riescono eccellen- fanno distinguere 3 specie d'avoltoi; vi è


temente: mol tip licatissimi sono gli alberi il vespiere, uno de'più belli uccelli d'Eu-
fruttiferi e svariatissimi; i melaranci ed ropa ; tordi, merli, usignoli, storni e co-
i limoni vi acquistano straordinaria gros- lombi sono comuni; ma la caccia più co-
sezza e squisitezza, altissime divenendo le piosa consiste in oche, pernici e quaglie.
piante; i melogranati danno frutti d'enor- Singolare spettacolo presenta negli stagni
me grossezza; le vigne e i giardini sono meridionali il regolare periodico arrivo
pieni di mandorli, di brugne, di cerase, di numerose schiere d'anitre rosse, che
di lazzaruole,di fichi, di persiche, di coto- diconsi fiammanti le quali volando in
,

gni e altri pomi ; una specie d'albicocco marzo con simmetria dalle spiaggie afri-
produce l'albicocca lucente che a Caglia- cane, vi si soffermano sopra e discendono
riè stimatissima. Pochi paesi convengo- quindi a schierarsi nelle sponde per ri-

no meglio di questo all'olivo, per l'ab- partirne in agosto. Ne' fiumi sono in ab-
bondanza e ottima qualità degli oli. Le bondanza le trotle, le anguille e le laccie;
feraci vigne danno preziosi vini di varia grande varietà di pesci offrono le coste :

specie, e con gusto aromatico. Si coltiva le pesche più importanti sono quelle del
il tabacco d'ottima qualità, massime nei tonno, delle acciughe e della sardella. Al-
dintorni di Sassari. La B* parte circa del- cuni bassi fondi delle spiagge dell'isolette
l'isola è coperta nella superficie d'ampie d'Asinara, s. Pietro, e s. Antioco, som-
selve, popolate di piante che danno stu- ministrano in quantità assai grande la pin-
pendo legname da costruzione, di molte na marina: si trovano tartarughe di ma-
differenti qualità. Il ranuncolo di palude re e d'acqua dolce. Ricchissimo riesce H
trovasi da per tutto ne'fossi e sulle sponde regno minerale della Sardegna, ma le mi-
degli stagni: gli antichi lo chiamavano er- niere d'argento che vi si scavavano un
ba di Sardegna o erba scellerata^ pei che tempo, adesso sono del tutto ignote; pre-
coloro che ne aveauo mangiato morivano sentemente quelle di piombo formano la
in mezzo a convulsioni che attaccavano maggiore ricchezza minerale dell' isola,
estremamente muscoli della faccia, ge-
i contandosene circa 1 o. Sta il ferro sparso
nere di morte cui fu dato il nome di riso in parecchi punti, ed ha già dato belli
sardonico. Possiede la Sardegna un gran prodotti; sonovi anche vene di rame, mer-
numero d'animali domestici, quali ad i curio vergine, e antimonio puro. Il gra-
eccezione de'cavalli, delle mandrie nobi- nito può gareggiare con l'egizio, quello
li, e delle capre, le quali danno formaggi che contiene grossi cristalli di feldspato
pregiatissimi, generalmente sono sogget- rosa e incarnato e bel quarzo bianco : vi
ti a degradazioni nella forma e nella sta- Sono pure porfidi, diaspri bellissimi, a-
tura. Considerevole è il numero degli a- gate, ametisti, basalti, marmi, tra' quali
sini, che prestano all'agricoltura utilissi- diversi bianchi e atti all'architettura non
io8 SAR SAR
meno che alla scultura; dell' alabastro, chie, e talvolta la sede vescovile non assu-
gesso, nitro, allume, vetriolo. Le coste ab- me il nome dalla città ove risiede il ve-
bondano di coralli, e sonovi grandi saline scovo, ma dalla provincia chegoverna. Ec-
a Cagliari, nel golfo di Palmas, a Orista- co il novero delie sedi, le quali tutte han-

no, e nell'isola dis. Pietro e Carloforte. no articoli, ed in conseguenza con notizie


Le acque minerali eziandio vi sono in ab- spettanti alla Sardegna. Arcivescovati :

bondanza. Diverse manifatture esercita- Cagliarij Sassari, che si unì a Torres;


no l'industria, la quale in proporzione è Oristano, a cui si unì Santa Giusta. Ve-
corrispondente a'memorati prodotti del- scovati :A les } a cui si unì Ter-
Alghero j
l' isola. ralba j Ampurias trasferita a Castella-
La Sardegna trovasi amministrativa- ragonese ora Castel Sai do, ed a cui si u-
mente spartita in due grandi divisioni, nì Civita o Terranova, al presente stabi-
il Capo-Cagliari al sud, ed il Capo-Sas- lito in Tempio j Bisarchio; Bosa; Gal-
sari oLogudoro al nord. La suddivisio- telly-Nuoro j Iglesias j Ogliastra. Altre
ne è in provincie, che divise in distretti sedi vescovili di Sardegna, e delle qua-
comprendono 365 comuni. Le provincie li pure feci articoli, sono: Castro , Do-
del Capo-Cagliari sono Busachi^ Caglia-
: Ha, OtanayPloaghe, Sorra, Suelli,Sulciy
ri la cui città omonima è la capitale del- Tegula, Temo, Usci. L'arcivescovo di Ca-
l' isola , Iglesias, Isili , Lanusei, Nuoro. gliari è pure vescovo di Dolia , primate

Le provincie del Capo Sassari, sono: Al- di Sardegna e di Corsica , signore delle
ghero, Cuglieri, Ozieri, Sassari. Chiama- baronie di s. Pantaleo, Santadi e Snelli,
si pure il Capo-Cagliari, Capo di sotto ; priore di s. Saturnino, e consigliere del
ed il Capo-Sassari, Capo disopra deno- : re : la chiesa di Cagliari è la più antica
minazioni che bene indicano la situazio- della Sardegna. L'arcivescovo di Sassari,
ne ispettiva delledue parti, ma non am-
i come quello di Cagliari, da Commanvil-
messe negli atti pubblici. Da alcuni anni le, Histoire de tous les archeveschez, fu
tali divisioni soffrirono alcuni cambia- pure chiamato primate di Sardegna. Ma
menti; essendosi nella divisione del Capo- il Mattei non lo riconosce per tale, solo
Cagliari formata la provincia di Lepori, dice: Archiepiscopus Turrita nus non se-
e nella divisione di Capo-Sassari la pro- cus, ac Calaritanus gaudet ùlulo Vexil-
vincia di Tempio. Le ultime circoscrizio- pure quello d'Orista-
larii S. R. E.: lo è
ni di divisioni e ordinamento provincia- no o Arborea. Già notai a Cagliari, e ne
riporterò nel seguente articolo, par-
le, le riportai la questione in uno al giudicato
lando della monarchia sarda, e riguar- del tribunale della rota, che ad onta di
dano principalmente gli stati di Terrafer- eguale titolo che vanta l'arcivescovo di
r
ma. Il can.° Dima che pubblicò la sua o- Pisa (T .), l'arcivescovo di Cagliari s'in-
pera nel 845, dice che l'isola era divisa
1 titola primate. I canonici della sua me-
per naluralesua posizione in dnecapi, me- tropolitana sono tutti protonotari apo-
ridionale e settentrionale, ed in undici per indulto di Pio VII: con l'ul-
stolici

provincie per quantospetta alla parte am- tima proposizione concistoriale li enu-
ministrativa ed ecclesiastica, e sette sol- merai a 22, ma il can.° Bima afferma che
tanto riguardo alla giudiziaria, quale ha sono 29, oltre la dignità del decano. Ul-
6 tribunali di prefettura e una reale go- timamente il clero secolare si faceva a-
vernazione; le prefetture si suddividono scendere a 1 875 sacerdoti, ed il regolare
in mandamenti. Quanto all'amministra- a 1200 individui : le reudite ecclesiasti-
zione ecclesiastica si divide tuttora in un- che sommavano a scudi 200,000, delle
a
dici sedi, cioè tre arcivescovili e otto ve- quali una4. parte era assegnata alle men-
scovili ,
quali si suddividono io parroc- se vescovili. Fra le deplorabili iunovazio-
SAR SAR 109
ni civili, per le quali geme la Chiesa ne- ministrazioni ; come capitano generale,
gli stati sardi, debbo rammentare l'abo- ha il comando delle forze armate di ter-

lizione delle decime del clero di Sarde- ra e di mare, e durava 3 anni ordinaria-
gna, senza preventivo concerto e assen- mente. Il viceré in qualità di capo della
so delia s. Sede, decretata dal senato del magistratura ha il diritto di presiedere
regno, cioè da 38 de'58 votanti, ad onta ai tribunali, ed alla sua persona si ren-

della memoria offerta al senato dal se- dono i medesimi onori che si comparta-
natore Collegno, e dell'arringo sostenuto no al molte prerogative che
re; e fra le

dal senatore Castagnetta a'6 marzo 8 5 1 1 gode, una delle più belle è quella di far
giorno precedente all'adozione della leg- grazia, quale suole esercitare in due epo-
ge che abolisce le decimeecclesiastiche so- che fìsse dell'anno, e talvolta a suo pia-
pra ogni genere di frutti, e ascendenti a cimento. Il magistrato supremo dell'iso-
lirenuove 2,3oo,ooo; proposta alla ca- la e residente a Cagliari, porta il titolo

mera de' deputati fino da' 18 dicembre di RealeUdienza, nome originato dalla
1849 dal deputato Angius, nella quale dominazione spagnuola venne istituito :

tornata deputato Fois, accedendo alla


il nel 1 66 da Filippo IV, e ricevè
1 in segui-

legge, dichiarò le difficoltà che s'incon- to varie forme e miglioramenti, sino al-
trerebbero per eseguirla. E' da sapersi, l'organizzazione del 1 838 fatta da re Car-
che fino dal 1297 la Chiesa possedeva le lo Alberto, con cui pose la Sardegna in

terre abbandonate dai saraceni infedeli, ordine all'amministrazione della giusti-


e nel i3o4 concedeva le decime a Gia- zia quasi uniforme agli stati di Terrafer-
como II re d'Aragona e di Sardegna; in- ma, e la elevò a quello splendore a cui
di neh 349 egual concessione fece al re non giunse mai per l'addietro. Leggo nei
Pietro IV. Dipoi a'3o marzo 1409 nella descrittori della Sardegna, che il presi-
convenzione fra re Mattino e l'arcivesco- dente del tribunale Reale Udienza, par-
vo di Cagliari Antonio Descart, previo tecipando pure al potere legislativo, si
l'assenso della s. Sede, fu statuito, che chiamava reggente, ed avea grandi attri-
delle decime spettanti al clero di Sarde- buzioni. Ch'era a Sassari altro tribuna-
gna 3.° se ne dovesse consegnare al re,
il le, detto Reale Governazionet à\ cui è ca-
ossia due parti spettassero alla Chiesa ed po il governatore; giudica questa corte
a
una al re, onde la percepirono tutti suc- i in 2. istanza, ed è subordinata alla Rea-
cessivi governi. A fronte che 8 secoli par- le Udienza. In ciascuna delle due città

lavano a favore della Chiesa e del suo pos- principali vi è un tribunale di commer-
sesso, ne fu spogliata senza 1' annuenza cio, ed a Cagliari un tribunale chiamato
della s. Sede, ritardandosi così la sospi- del Patrimonio, che conosce tutte le cau-
rata riconciliazione con essa, che rende- se dicontrabbando, moneta falsa, e falso
rebbe il governo più forte nell'interno e nelle scritture. La giustizia amministrasi
più rispettato all' estero, come dichiarò nelle provinciedai prefetti, che tengono
il savio senatore Castagnetta. Si ponno presso di loro un viceprefetto ed un se-
leggere pe'dettagli il n.° 3 della Gazzet- gretario; giudicano sovranamente di tut-
ta di Roma1849, ed n.i 74 e 100
del i te le cause al di sotto di 5o franchi, ed
dell' Osservatore romano del 85 Inol- 1 1 . in 1/ istanza le cause criminali. Anche o-
tre apprendo dal can.° Dima, che l'au- gni distretto ha compostoun tribunale,
torità suprema in Sardegna viene rap- d'un delegato d'uno o più
di giustizia e
presentata da un viceré decorato della di- cancellieri non conosce che delle cause
:

gnità di luogotenente generale del re e di poca importanza, e rimanda a'prefetti


capitano generale.Come luogotenente del le cause maggiori civili e criminali. Dal-

re, è capo di tutte le civili e militari am- le sentenze de' tribunali inferiori si ap-
no SA R SAR
Udienza o alla Reale Go-
pclla alla Reale bera isolatamente intorno alle cose pub-
vernazione, secondo le divisioni; si poteva bliche e sopra quelle del proprio ordine,
dai giudizi di questi tribunali superiori ne cogli altri comunica se non per mez-
appellare al consigliosupremo di Sarde- zo di due deputati presi dal suo seno ;

a
gna, che siedeva a Torino e giudicava in T arcivescovo di Cagliari è i. voce dello
ultima istanza tutti gli affati di quest'i- staraento ecclesiastico. La riunione degli
sola. Soppresso il consiglio supremo nel statuenti forma le Cortes , ma non può
1847, e istituita la corte di Cassazione, avvenire se non per ordine espresso del
a questa fu attribuita la competenza de- re. Non si convocano gli stamenti se non
gli affari di Sardegna. Le leggi in vigo- in gravi casi : lo furono all'epoca dell'at-
re,prima delle ultime legislazioni , che tacco de'francesi nel 1 793, all'arrivo del-
accennerò nel citato articolo , erano la la famiglia reale di Vittorio Emanuele I,

Carta di Logu,i Capitoli di Corte, leRe- all'avvenimento al trono di Carlo Felice


gie Prammatiche, egli Editti e Pregoni. neh 821 :convocansidel pari tutte le vol-
Le pene sono le stesse che nelle altre par- te che si tratta di rinnovare od accresce^
ti degli slati sardi, dove la tortura fua- re le specie d'imposta diretta, che chia-
bolita nel 182 1. Le provincie, senza i mano donativo. Sono i sardi d'ingegno
prefetti incaricati della giustizia, hanno fertilissimo e ricchi d'immaginazione, a-
intendenti pegli affari amministrativi e manti delle scienze, dell'amena letteratu-
sono soprattutto per le finanze. Cagliari ra, e per particolare istinto coltivano la

è la residenza dell'intendente generale, poesia, con cui le ore del lavoro cambia-
che non dipende se non dal viceré, e tro- no in dolce trattenimento, e serbano qua»
vasi nelle sue mani intieramente l'ammi- si innato quell'antico entusiasmo nazio-
nistrazione delle finanze della Sardegna. nale che formò sempre uno de'più belli
Le provincie del Capo-Cagliari hanno caratteri degli abitatori dell'isola. I sardi
ciascuna un intendente e il sotto inten- sono ospitali, inchinevoli di propria vo-
dente, che non stanno però sotto i suoi glia al lavoro, costanti nel risentimento
ordini immediati.il Capo?Sassari ha un come nelle affezioni : se raro è il duello,
vice-intendente, che dipende dall' inten- non infrequenti sono le liti. Sotto i riguar-
dente generale, e le altre provincie di que- il sardo poco differisce dallo
di religiosi,
sto Capo hanno pur esse un intendente spagnuoloedal siciliano, co'quali un tem-
ed un sotto-intendente, subordinati al po fu in gran relazione, comechè sogget-
vice-intendente. Amministransi le città, un comune sovrano. Prima che l'au-
to ad
da corpi municipali divisi in due sezio- mento delle strade fornisse maggiori mez-
ni, col suo capo per ciascuna, denomina- zi di comunicazione, sussistevano mali u-
to capo-giurato; ciascuno degli altri co- mori tra gli abitanti delle due divisioni.
muni ha un consiglio municipale di 3, 5 Il comune Teresa di Gallura trae
di s.

o 7 membri, a norma della popolazione l'origine da un'antica emigrazione di cor-


e il capo ha il titolo di sindaco. Al tempo si, i quali avendo contratto grave inimi-

della dominazione spagnuola, Pietro IV cizia coi galluresi e coi banditi corsi,creb-

convocò nel i355 la 1/ assemblea degli be a segno da porre in repentaglio la tran-


stati generali di quest'isola, ch'ebbe il no- quillità non meno del paese, che della pro-
me di Statuenti; forma di rappresenta- vincia. A mediazione de'ministri regi, del

zione nazionale, che quantunque modi- rettore parrocchiale e del sindaco, nell'ot-
ficata, esiste composta degli ordini eccle- tobre i85o i sardi e i corsi si giurarono
siastico, militare e regio : ciascuno di ta- scambievole pace, e mutua dimenticanza
li ordini formando uno stamenlo separa- dell'offese ricevute. Generalmente sardi »

to che tiene le sue sedute a parte, deli- sono di statura poco elevata, sono però
SAR SAR ni
ben fatti e vigorosi, ed hanno gli occhi della Maddalena il corso, ed in quella di
vivaci, e la fisionomia spiritosa e nobi- s. Pietro il genovese. Sono le mode fran-
lissima: le donne sono osservabili pe'bel- cesi assai esattamente nelle città seguite
li occhi neri e scintillanti, e per la svel- dopoché ab-
dalle classi elevate e medie,
tezza della persona, non che robuste. L'e- bandonarono il costume spagnuolo; il po-
ducazione fra le classi uobili e agiate si polo conserva generalmente le antiche
uniforma in tutto a quella di Terrafer- foggie dell'isola, massimamente usando
ma, poiché si dà alla gioventù medesi- i il colletti o giustacore senza maniche, la
mi principii; si coltivano gì' ingegni , le cintura e il berretto frigio. La pubblica

menti si perfezionano, e si procura di se- istruzione si coltiva in Sardegna per lo


condare nobili istinti; perciò molti fra
i stabilimento di ben regolati istituti scien-

isardi salirono ad una non ordinaria ce- tifici, e innumerabili istituti per la mo-
lebrità nelle lettere, nella filosofìa, nella rale e civile educazione, che a'sardi con-
storia e nella teologia, come molti pure cessero monarchi dell' augusta casa di
i

furono gloriosi nelle armi, e alcuni nel- Savoia non pochi sono i monumenti
, e
le arti. Fiorirono pure in santità di vita con cui in un secolo e mezzo sempre tali
e nelle dignità ecclesiastiche, ed oltre un principi si dedicarono per richiamare a
gran numero di vescovi, abbiamo : s. Ila' nuova vita la nazione sarda, fra i quali
ro Papa del 461 di Cagliari, s. Simmaco hanno distinto luogo quelli che tendono
Papa del 498 di Samagia diocesi d'Ori- alla pubblica istruzione. Sin dal princi-
slagno; inoltre di Oristagno fu il cardi- pio del secolo XVII , nella dominazione
nal Agostino Pipia, e di Cagliari i car- spagnuola,vennero fondati due collegi, u-
dinali Benedetto Cao o Cajo, Diego Gre- no in Cagliari , l'altro in Sassari, per le
gorio CadellOy ed il vivente cardinal Lui- il 1. ° Reale o dei
scuole di latinità, detto
gi Amatdi s. Filippo e Sorso, vescovo di nobili, Canopoleno per essere stato
il 2.
Palestrina e vice cancelliere di s. Roma- fondato da Antonio Canopolo arcivesco-
na Chiesa. Dalle varie nazioni che a più. vo d' Oristano poi di Sassari , ambedue
riprese hanno popolato la Sardegna, de- sotto la benefica e saggia direzione dei
Mimesi il tnescuglio e complesso della lin- gesuiti; oltre a due altri detti di s. Giu-
gua sarda alterato dal greco, dal latino, seppe e diretti dai benemeriti scolopi: in
dall'arabo o africano, dall'italiano, dallo questi 4 collegi cominciano gli allievi dai
spagnuolo e dal francese. Si di vide la lin- primi elementi della lingua italiana e la-
gua sarda in due dialetti principali, cioè tina sino alla rettorica inclusivamente,
in quello di Cagliari nelle regioni meri- non ommessa l'interessante storia patria,
dionali dell'isola, che dopo la lingua ita- quella sagra e profana, e la geografia.
liana viene considerato la lingua del pae- Quasi tutte poi lecittà vescovili sono prov-
se, come più dolce; ed in quello di Logu- viste de'seminari pe'chierici. In pari tempo
doro che parlasi al Capo Sassari e detto furono erette due universitàjUna inCaglia-
Turritano, dialetto il più antico e puro, ri, l'altra in Sassari, ove un più largo cam-

nella parte settentrionale. Sebbene que- po si somministra agl'ingegni di quello fos-


gli dialetti sieno un ramo della lingua i- se per lo innanzi onde arricchire le men-
l diana, serbano in gran parte le desinen- ti loro di peregrine cognizioni, quali fu-
ze e la sintassi della latina. Oltre poi la rono da re Carlo Emanuele IH di molto
lingua italiana diesi pai la benissimo dal- ampliate di privilegi e facoltà, acciò po-
le persone colte e civili, ed ai diversi dia- tessero formare una solida base della pub-
letti loro propri, si parlano altresì in Sar- blica istruzione che sempre stette a cuo-
degna altre lingue e altri dialetti, come re ai regnanti di Savoia, e le munì am-
in Alghero il dialetto catalano, nell'isola bedue di particolari costituzioni, per cui
ni SAR SAR
ricevettero nuovo
uniforme re-
lustro e servendo di guarentigia per la restituzio-

golamento i supremi studi. Per le poli- ne. Barancellato è una specie di com-
11

tiche vicende che sul finire dello scorso pagnia d'assicurazione ai mata,che rispon-
secolo funestarono l'Europa, i progressi de di qualunque guasto rurale, furto e
scientifici restarono inceppati, se non che abigeato, quando non riesce ad arrestare
cessati gli ostacoli e tornata la pace, nuova il colpevole. Nelle primarie città vi sono
vita ripresero gli studi, ed un ordine mi- ospedali, ed i fanciulli esposti sono man-
gliore si die ai magistrati, si decretarono tenuti per contributo dal signore rispet-
onorificenze a fa vore de'pro fessori per ser- tivo del paese , dal parroco e dal corpo
vizi e per sapere benemeriti, nuove scuo- de' cittadini tassati in 3 eguali rate. Le
le si aprirono di medicina e chirurgia, vieche dopo il decadimento del romano
chimica generale, farmaceutica, e storia impero erano andate in rovina, risorsero
naturale. Si decretarono onori accademi- su nuovo magnifico piano, per istabilire
ci per varie facoltà, si formarono colle- più agevoli le interne comunicazioni. 11
gi e nuovi se ne crearono, e leggi parti- progetto che nel 1 780 incominciò la stra -

colari si stabilirono per gli esami pubbli- da verso Oristano, sospeso pe'torbidi del
ci e privati, per la condotta morale e re- 1 793, fu ripreso nel 820 con abbando-
1

ligiosa de' giovani, acciò nulla avesse la narsi le traccie dell'antica strada romana,
Sardegna a desiderare per l'istruzione del •
e fu stabilito di costruire una via centra»
la gioventù e pel benessere d'ogni scien- le che da Porto Torres per Sassari e Bo-
za. L' eccellente istituzione delle scuole norva, attraversasse il Marghine inferiore,
normali ne' dono di re Carlo
villaggi, è e quindi per Pauli-Latino si dirigesse a
Felice: i fanciulli di8 anni vengono am* Oristano, e per San Luri giungesse diret-
messi al corso triennale, ed padri di 5
i tamente a Cagliari. Facilmente pratica-
figli,che sono per leggi esenti da molti da- bili sirendono da vari punti di essa le
zi, perdono ogni privilegio, se non giusti- vie secondarie per Alghero, Bosa e Igle-
ficano che almeno due tra essi abbiano sias da un lato, e per la Gallura, Ozieri,
frequentato in tempo debito la scuola nor- Nuoro e la Ogliastra dall'altro. Sì felice-
male. Gli altri stabilimenti interessanti mente progredirono i lavori,che nel 1827
di quest'isola sono il consiglio di sanità, oltre la strada di piùche 127 miglia da
e la società agraria ed economica di Ca- Pauli Latino a Ursa, eransi compiti un,
gliari. "Vi sono i monti di soccorso stabi - gran numero di ponti o piccoli acquedot-
liti abanticonella Sardegna ed estesi qua- ti. Quindi lodevole emulazione si accese

si ad ogni comune, perfezionati dal fa- in vari circostanti comuni dal canto set-
moso Bogni no ministro di Carlo Emanue- tentrionale dell'isola, per costruire a pro-
le 111, sottoponendoli a varie giunte lo- prie spese le vie di diramazione. Negl'in-
cali , dipendenti dalle giunte diocesane, tervalli poi da uno ad altro villaggio, la
che concentrano nella giunta genera-
si regia munificenza imprese a costruireca-
le di Cagliari. Distinguonsi in monti fru- se di rifugio, che offrono al viandante op-
mentali o granatici , per la prestazione portuna stazione. Nella camera de'depu-
delle sementi agli agricoltori, restituibili tati del marzo i85o fu convenuto di do-
con lieve interesse dopo il raccolto, ed in tare laSardegna d'un sistema di strade,
monti di pietà o nummari, che sommi- che coordinate in una rete stesa su tutta
nistrano denaro per un anno ai richieden- l' isola, assicurino una facile e pronta co-

ti , modica corrisposta dell' uno e


colla municazione di tutti punlidell'isola stes-
i

mezzo perioo, onde supplire alle spese sa tra loro e le coste marine. Il governo
delle messi, ovvero comprar bovi, armen- sardo va a stabilire il telegrafo sottoma-
ti e istrumenti aratorii, le cose acquistate rino e terrestre, tra la Spezia e Cagliari
SAR SAR n3
per la via della Corsica. Da Cagliari il ciare i barbareschi dalle rive delI'Oglia-
telegrafo sarebbe condotto fino a Bona stra. In Torino, residenza del mouarca, è
nell'Algeria, e da Bona verrebbe prolun- un reggimento di cacciatori reali sardi,
gato fino a Malta. Da questa pare che il che riguardasi come corpo militare di-
governo inglese voglia stabilire con Lon- stinto nell' esercito piemontese, ed a cui
dra la stessa comunicazione del telegra- viene affidata la guardia del regio palaz-
fo sottomarino. La comunicazione diret- zo: il suo valore risplendetle sommamen-
ta per la via di telegrafo tra Malta e Lon- te nelle campagne di Savoia e di Nizza
dra sarebbe per seguenti punti, con van-
i dal 1 793 al 798. Non contiene la Sarde-
1

immensi Bona Cagliari, Spezia ,


taggi : ,
gna che tre città fortificate, Cagliari, Al-
Genova, Ginevra, Basilea, il Reno, il Bel- ghero e Castel Sardo; le città d'Iglesias,
gio, ed Ostenda. 11 re a* 19 marzo i853 Oristano e Sassari ha imo sol tanto una cin-
approvò la convenzione per lo stabilimen- ta murata; sono inoltre de'forti sopra pa-
to di una linea telegrafica elettrica, sotto- recchie isole, ma di poca importanza e ,

marina e terresti e } dalla costa di Spezia 67 torri fabbricate lungo la costa, alcu-
sino a Cagliari e al Capo Teulada, traver- ne delle quali non servono se non ad osser-
sando prima Corsica. La Fran-
l'isola di vare ciò che in mare accade; le altre per
cia nel seguente mese pubblicò un pro- la difesa della costa stessa, sono munite
getto relativo allo stabilimento d'un te- di artiglieria e hanno un piccolo presidio.
legrafo elettrico traFrancia stessa, ela La forza marittima ordinariamente con-
l'Algeria suo dominio, colla quale ranno- siste in un brick da guerra di 24 • più.

derà il continente europeo, traversando cannoni, ed in due specie di grandi scia-


l'isole di Corsica e di Sardegna; immen- luppe, armate ciascuna d'un pezzo d'ar-
sa via telegrafica che potrà prolungar- tiglieria. Vi è pure la marina mercanti-
si dall'Africa fino ad Alessandria d'Egit- le, ma le importazioni ed esportazioni si

to, per poi da questo punto arrivare al- fanno quasi intieramente su navi geno-
l' Indie orientali ed all'Oceania. La for- vesi che inalberano la stessa bandiera. Al-
za armata consiste di truppe regolari, e l'epoca fiorente del dominio romano, que-
di milizie nazionali; le prime composte st'isola conteneva, secondo i migliori sto-
in gran parte di piemontesi formano pro- rici,1,200,000 abitanli,che taluni voglio-
priamente la guarnigione. La popolazio- no aumentare sino a 2,000,000; del che
ne valorosa corre agevolmente alle armi, fa certa fede l' immenso novero di città
e sino dal secolo XV ad un segnale so- e villaggi distrutti, che il barone Manno
nosi riuniti numerosi battaglioni o per con tanta esattezza tracciò. Nel 1720, e-
respingere leorde africane, o per com- poca in cui finita la sovranità spagnuo-
battere i nemici degli aragonesi. Queste la, incominciava quella della casa di Sa-

milizie nazionali s'incominciarono a or- voia, non ne contava più che 327,000 :
ganizzare e nel 1799 furono poste in un neli775eragià salita a 426,380, ma sce-
piede uniforme ,comandate da capitani mò poi sino al 1 8 6, in cui più non eia
1

di fanteria e cavalleria : i semplici militi se non di 251,870. Dal 1817 non cessò
portano soltanto la coccarda nazionale, il movimento d'essere progressi vojbenchè

solo gli uffiziali indossando la montura. lento, sicché verso il i83o ascendeva a
In tempo di pace rendono molti servigi. 5oo,ooo. Ora vuoisi che l'isola compon-
Nel 1792 fu mirabile l'accordo col quale ga un 6.° clella popolazione degli stati sar-

i sardi, sospesi i particolari rancori, cor- di. una statistica del 1849 lessi che la
In
sero tutti dai più rimoti e montuosi re- Sardegna contava ormai circa 600,000
cessi a coprire la capitale dall'invasione. abitanti. Nella statistica pubblicata dal
Anche nel 1809 si segnalarono nel discac» regio governo sardo nel 1802 si dice, che

mbmmh ©offese
1
1
Silfi SAR
laSardegnain 3 divisioni ha 388 comuni, guisa di piccole torri coniche alte circa 6
1 8,074case, 1 34>o63 famiglie,547, i f i
1 piedi,ed innalzati con grosse pietre sen-
abitanti; la superfìcie è di chilometri qua* za cemento e con un'apertura dalla parte
drati 24,096,06 : 3 1 località stavano per superiore, destinati furono a racchiude-
essere erette in comuni. re le ceneri di que' popoli pastori che con-
L' isola Cadossene od Imma, detta ducevano vagando loro giorni e ripone-
i

poscia Sardegna, al riferire del p. Bre- vano la gloria nella stabilità del sepolcro.
sciani, fu ne'primordi del mondo cerca e Di una prima argiva colonia, da cui ebbe
abitata dai venutivi dall'oriente, come la Sardegna georgici precetti, viene salu-

tutto il litorale cui lambe la parte setten- tato condottiero il famoso Aristeo, e se
trionale del Mediterraneo, e come le altre può spargersi dubbio sulla venuta del
isoleche popolano questo nostro mare. personaggio, certo è d'altronde l'arrecato
Co'primi abitatori che furono Phalegi benefizio dell'agricoltura che nella nar-
dispersi ,come suona la parola ebrea pie- razione di adombra. Dall' Iberia condus-
gata poscia a Pelasgi, vennero le costu- se Norace nel canto meridionale dell' iso-
manze, le tradizioni, le religioni, i riti di la altre genti, che da lui si dissero Noresi,
quell'antico oriente culla che fu dell' u- e Nora si appellò la città primamente co-
mana famiglia. Dicono geografi che dal- i struita in vicinanza dell'odierna Pula; do-
l' apparenza di umano vestigio, che si vendosi forse anche alla venerazione in
fceorge nella sua figura geografica, trasse che questo capitano si avea,il somiglian-
l'isola l'antico nome greco à'Ichnusa, del te vocabolo col quale si designarono le
quale è sinonimo il Sandaliolin, che in innominate moli sepolcrali già ricorda-
Plinio citato dal p. Mattei e in altri auto- te, onde molti presero motivo di attri-

ri s' incontra ; ma quel di Sardegna, dal buirne al medesimo la fondazione. I se-


fondatore di una delle colonie poco dopo guaci Troiani del fuggitivo Enea, i Celli
acquistato, si è con raro esempio mante- dalla Gallia, gli Etruschi dalla Populo-
nuto senz'alterarsi per decorso di secoli e nia, i Siculi italiani dalla patria discac-
per variar di vicende. Sceverando il fa- ciati, approdarono tutti in vari tempi e
voloso dalle antiche tradizioni sulla po- su diverse spiagge della Sardegna ; ma
polazione sua primitiva, non può impu- delle famose migrazioni di Jolaocoi Te-
gnarsi che di molte migrazioni meta non spiadi e di Sardo coi Libici rimangono
fosse la terra sarda,la qualei nuovi venuti più gloriose le memorie e meno incerte.
allettava colla copia de'naturali suoi do- La numismatica fornisce medaglie, colle
ni.E del più. remoto tragitto hanno cer- quali ne'tempi romani venne onorato il
tamente l'onore gli arditi navigatori Fe- Sardus paterj Tolomeo accenna il tem-
n'icii, e gli esteri commilitoni associatisi pio a sua venerazione edificato, presso il

a'ioro conquisti. Fatti essi nelle Spagne capo di Frasca, sull'ingresso del golfo di
opulenti, dedussero ne'luoghi piii oppor- Oristano, Sardopatoris Fanum: Pausa-
tuni numerose colonie, né la Sardegna nia descrive la statua metallica diSardo
che serviva di posa nel veleggiar dall'o- in oblazione mandata dagl'isolani al tem-
riente, poteva essere tralasciata. Quanto pio di Delfo, né può il nome durevole del-
la vita pastorale continuassead essere in l' isola pronunziarsi senza che di questo
pregio presso quegli abitatori, ne fanno suo rigeneratore si desti la rimembran-
fede più vetusti monumenti che diconsi
i za ; del pari che i popoli Jolaesi sovente
noraghes, e che frequenti s'incontrano menzionati e detti poscia Dialesbi \a città }

nelle eminenze sarde, sino al numero di d'Jola e le gesta loro, sebbene oscurate
700. Questi edilìzi , intorno a'quali gli da tenebre mitologiche, ne rammentano
antiquari meno si accordarono , fatti a Jolao. I Corsi finalmente dell'isola vici-
SAR SAR iti
tia, in occasione di patrio tumulto, ripa- fo navale di Duillio, divisarono di con-

rarono ne' boreali angoli sardi, e quivi quistarla; avendo accennato a Pisa come
stanziarono con celebrità, per testimo- da questa i romani veleggiavano per l'i-
nianza di Plinio. Sì frequente concorren- sola colle legioni, essendo già alleati dei
za di nuovi ospiti mostra al lume dell'e- pisani. Lucio Cornelio Scipione die nel-
videnza in quanta stima nelle più lonta- la battaglia d'Olbia, colla morte di An-
ne età si tenesse la Sardegna, che Ero- none, principio al corso di quelle gesta
doto non dubitò di chiamare per bocca ch'essere doveano sì fatali a'dominatori
di greci capitani la massima delle Isole. dell'Africa, e tanto si addentrò nell'isola

Una libica irruzione arrecò agli abitatori vittorioso, che conseguì l'onor del trion-
della Sardegna, che sebbene di varia de- fo, menando dietro il suo carro in Cam-

rivazione, immemori delle nazionali ri- pidoglio i primi schiavi sardi, l'anno 2 5g
valità, pacificamente viveano, il terribile avanti l'era nostra. Proseguì con sorte e-
flagello della guerra, ed i greci special- guale il console Caio Sulpicio nella se-
mente soggiacquero ad esterminio, men- guente campagna il corso delle vittorie,
tre gl'iliesi o troiani ed i corsi ripararo- sicché Annibale di Giscone, appeso alla
no nell'ardue cime, e quivi sostennero la croce nella cittàdiSoIcioSulci dalle am-
propria indipendenza. E dalla Libia stes- mutinate sue genti, pagò la pena di sua
sa, salili già ad alto grado di potenza i mala ventura. Scoppiava intanto sulle li-
Cartaginesi, da quegli stessi antichi in- biche arene, la guerra de' mercenari, ed
vasori discendenti, verso l'anno 58o a- il fuoco della sedizione appiccossi anche

vanti l'era nostra, assalirono di bel nuo- alle milizie di Sardegna, le quali uccisero
vo l'isola guidati da Macheo; ma tale vi Bostareloroduceecrocefissero un secon-
trovarono resistenza, che volti in fuga, do Annone spedito a reprimerle, facendo
tornar dovettero ai patrii lidi, ed il du- di tutti cartaginesi dimoranti nell'isola il
i

ce pagò coli' esilio il disastro. Tentò A- più orrendo macello. Ma ne'sardi l'odio
a
sdrubale di riparare l'onta con una 2. della militare tirannide, succeduta all'a-
spedizione, che tornò del pari infelice; ma bituale governo punico, affrettò una ge-
dopo l'occupazione delleSpagne,potè un nerale esplosione, ed i mercenari ribelli

più avventurato condottiero vendicarse- furono da ogni angolo discacciati. Rima-


ne con forze superiori, ponendo a ferro e sta era così la Sardegna in balìa di se stes-

fuoco la contrada. Fermatovi così il pie- sa, troppo pingue preda perche! roma-

de, cartaginesi la sottoposero a dura do-


i ni conquistatori se ne astenessero per la

minazione, e con barbara non meno che fede detrattali ; non mancarono in fatti
stolida politica adoperarono d' isterilir* pretesti per dichiarare la guerra a Car-
la, ecomandarono le esistenti piante di- tagine, che dai sofferti anteriori disastri
struggersi, ogni nuova seminagione im- riaveva6i a stento, e bastò la sola minac-
pedirsi. Solo i corsi ed i troiani vissero cia a fare che Y isola venisse ai romani
imperterriti nelle solinghe loro rupi, ove ceduta in pieno dominio. Se non che sif-
furono ben presto raggiunti da una ma- fatta violenza operò dipoi la terribile rea-
no di spagnuoli ausiliari, che soperchiati zione di Sagunto, onde scoppiò tanto più,
dalla punica prepotenza, cercarono nella micidiale guerra punica. Roma pos-
la 2."

fuga lo scampo e col nome si distinsero sedè così Sardegna, ma que'tanti po-
la

di Salari. Tumultuosa, malferma e sem- poli che mai aveano piegatoancora il col-
pre a malincuore sofferta fu la signoria lo ad intiera soggezione, aizzati da' car-
cartaginese in Sardegna per lo spazio di taginesi, inalberarono di nuovo lo sten-
268 anni, quando Romani dopo
i la pro- dardo della rivolta , per il che volato a
spera guerra punica di Sicilia, ed il trio»* domarli Tito Manlio Torquato e riuscito
n6 SAR SAR
felicemente nell'impresa, ebbe a n ch'egli sopravvivere alla perdita della patria e
l'onore del trionfo, e la Sardegna fu la del figlio. Questa fu una vittoria di som-
i.* estera contrada che venisse dichiarata mo conto per la perigliante repubblica
provincia romana nell'anno i3 1 avan- romana, a cui recò Torquato trionfatore
ti l'era nostra. Da quest'epoca per altro itributi, le vettovaglie e gli schiavi. Tan-
incominciò la più ostinata e sanguinosa ta sciagura terminò di conquidere le po-
lotta tra' popoli , nemici ad ogni estra- polazioni sarde, che dovettero adattarsi
nea dominazione, e gli orgogliosi domi- coltempo al nuovo giogo e servire alla
natori pronti a vendicare col sangue e romana preponderanza. Vero è però, che
colle catene ogni resistenza. Non vi fu per a ricondurle a moderati sentimenti, ed
molti e molti anni console alcuno che non a rivolgerle a studi di pace, soprattutto
a vessead occuparsi nella pacificazionedel- contribuì la virtù di M. Porcio Catone,

la Sardegna, o che colà non si spedisse- della cui pretura ebbe tanto a gloriarsi
ro eserciti con sovente alla testa il con- la Sardegna. La sua temperanza e l'affa-

sole stesso, o che non si largissero i trion- bilità, la fermezza e lo studio delle gre-
fali onori al vincitore,ecopia non si traes- che lettere, da lui con Ennio coltivate,
se dall'isola di cattivi, che venduti poscia cambiarono l'aspetto dell'isola e vi get-
con fatica, attesa la soverchia moltitudi- tarono semi d'una
i civiltà sino allora non
ne, all'incanto, si dissero proverbiando: conosciuta. Gl'iliesi ed i baiati tuttavia
Sardi venales. Gli animi però sopra ogni rinnovarono dalle loro balze i commo-
credere si esaltarono dopo i vantaggi di vimenti, che repressi per un tempo con
Cartagine nella guerra Annibalica, ed vittorie dal pretore PinarioRusca, ven-
ai principi sardi Amsicora e Josto suo fi- nero poi dal consoleTiberio Sempronio
glio, sagrificati alla patria, non mancò che Gracco, con altre strepitose battaglie, nel
la penna d'uno storico che ne eternasse sangue ammorzati di più migliaia di vit-
le infauste sì ma assai gloriose azioni, trop- time del furore disperato. La quiete dei
po d;i<] ne! punto essendo deviato lo sguar- sepolcri quindi successe al fragor delle
do di Europa, pegli eventi di maggiore pugne, sì che a meno di qualche altra
importanza ond'erano le menti occupa- temporanea scaramuccia co'montagnar-
te. Uno slancio di ardor giovanile fece di,un lungo intervallo di finanziere espi-
toccare al prode Josto notabile perdita lazioni, solo rischiarato dalla famosa que-
nel i

scontro colle gentiromane condot- stura di Caio Gracco, ne conduce alle fa-
te dallo stesso T.M.Torquato intorno a tali civili gare di Roma, che alle più lonta-

Cagliari, e fu essa di augurio sinistro alla ne parti propagarono semi di sedizione. I


decisiva battaglia, che riunito al padre e luogotenenti de'due competitori Mario e
ai rinforzi punici comandati da'maggio- Siila bagnarono di sangue le terre sarde,
ri duci Asdrubale, Annonee Magone, ac- eQ. Antonio perì nel campo di battaglia
cese ne' dì seguenti presso la distrutta cit- per le mani del sillano L.Filippo. Vi eb-
tà di Cornus, non lungi dall'odierno vil- be quindi asilo e vi finì miseramente una
laggio di Pitinuri, in riva al fiume di Bo- vita angosciosa il console Marco Emilio
ga. La pugna fu combattuta con valore, Lepido, dopo le novità vanamente ten-
ma la fortuna romana prevalse; perì Jo- tate. Maggiori scosse dette alla Sardegna
sto nelle prime file, e vuoisi che dal fa- la guerra piratica, ne vi mancarono par-
moso poeta Ennio, centurione nell'eser- tigiani di quegli audaci, che il valore di
cito romano, partisse il colpo micidiale: Pompeo Magno potè con tanta gloria in
le disordinate schiere non iscamparono breve ora snidare dal mare Tirreno e dal
alla strage, i capitani cartaginesi furono Libico. Memoranda è pure per l'isola la
prigioni, ed il misero Amsicora non volle missione dello stesso illustre condottiero,
SAR SAR 117
e di Q. Tullio Cicerone suo legato, per to Augusto pose la Sardegna fra le pro-
l'incetta dell'annona,onde supplii ea'gra- vincie pacifiche, delle quali dallo stesso
vi bisogni della repubblica, sotto la pre- imperatore fu lasciato il governo al se-
tura acclamatissima di Marco Azio Bal- nato romano che v'inviava un preside.
bo, avo materno d'Augusto; e la corri- Non vi rimasero che masnade di malvi-
spondenza del padre della romana elo- venti a turbare il pubblico riposo, e vi do-

quenza M. Tullio col nominato suo fra- vettero perciò stanziare delle truppe; lo
tello, il quale tenne in Olbia lungo sog- stesso incarico pure avendo ricevuto di
giorno, fa fede di quella avversa preoc- frenarvi i ladronecci que'4ooo proscritti
cupazione con cui egli pungeva provin- i egizi e giudei, che Tiberio vi confinò sot-
ciali sardi, preoccupazione avversa cui to il suo regno. E sovente a luogo di de-
maggiormente ebbe egli occasione a sfo- portazione e di esilio si fece servire que-
gare nella robusta sua difesa a prò del st'isola, ove fu condannato a nascondere
succedutoMarcoScauroaccusatodi mal- i suoi delitti il vile Aniceto ministro del-
versazione. Ma già volgeauo le cose di le crudeltà di Nerone, e per politici so-
Roma a nuovi destini, quando il gran G. spetti CaioCassiodiscendenteda uno de-
Cesare e Pompeo snudarono i brandi. Le gli assassini di Cesare. Disputandosi l'im-

parti del i sostenne la Sardegna sino dal pero nell'anno 68 circa, Ottone e Vitel-
principio, tranne gl'incauti sulcitaui che lio, per la vittoria che il 1 ,° riportò pres-

furono larghi di soccorsi a'marsigliesi so- so le Alpi, l'isole di Sardegna e di Cor-


stenitori di Pompeo. Decisa poi ne'piani sica, ed altre de'vicini mari, ne seguiro-
memorabile contesa sul
di Farsaglia la no il partito. L' isole di Sardegna e di
primatodelmondOjCesare approdò a Ca- Corsica formavano una provincia chia-
gliari, e tanta n'ebbero i sardi dimostra- mata Sardegna, la quale disgiunse l'im-
zione dolcissima di alletto, quanto aspra peratore Adriano ne' primordi del 1.*
vendetta sperimentò la nemica città di secolo di nostra era. I principali popoli
Sulci, che la straordinaria multa di cen- enumerati nella circoscrizione della Sar-
tomila sesterzi e il raddoppiamento di o- degna, furono balari, corsi, gli aco- i i

nerosi tributi ridussero ad estremi tali niti, i tarati, i sossinati, i pelliti, i diate-
che non potè mai più risorgere. 1 due fa- sbi egl'iliensi. Ebbero però talune delle
mosi liberti sardi, Tigellio in cui il dono città sa relè distinti privilegi: Cagliari eSnl-
rispondeva d'improvvisare versi, e Fa- ci dichiarate municipii; grado di colonia
llica suo zio, seguirono a Roma la corte romana, Torres e Uselli.
del dittatore Cesare, di cui e del suo ni- L'introduzione salutifera del cristia-
pote e successore Ottaviano sommamen- nesimo nella Sardegna risale ai tempi a-
te li onorò la benevolenza. Nel famoso postolici, se non che gì' istorici sono di
triumvirato toccò a Ottaviano insorteli diversi pareri. Un'antica tradizione attri-
possesso della Sardegna, travagliato ben- buisce lo stabilimento della religione cri-
sì un tempo rapitogli dalle
e quindi per stiana ai ss. un breviario
Pietro e Paolo;
armi di Sesto Pompeo, col qualedovè Ro- armeno del Giacomo apostolo;
1 o53 a s.

ma venire ad accordi per conservare l'al- altri dicono a s. Bonifacio, seguace e non
to dominio dell'isola ma fugato poi que- ; discepolo di Gesù Cristo: si puòvederGa-
sti in navale battaglia, potè la Sardegna zano nella sua Storia. In Annalibus Sar-
liberata soccorrere Ottaviano, divenuto diniae^ Vitale sostiene che nell'anno 35
emulo di M. Antonio, colle sue armate di nostra era vi predicò il vangelo s. Bo-
nell'ultima lotta, e la strepitosa vittoria nifacio discepolo di Gesù Cristo,che prin-
d'Azio assicurò finalmente sotto ili. la cipalmente promulgandolo in Cagliari,
stabilità de'sardi destini. Ottaviano fat- ne divenne i.° vescovo, chiamandolo pe-
n8 SAR SAR
io il can.° Binia discepolo di s. Pietro, rio diacono, Gavino, Lussorio, Cisello,
cui nell'anno 60
Clemente, al-
successe s. Carnei ino, Saturnino, Restituta, Effisio,
tro discepolo di s. Pietro, che nel 5o si non che Giovenale. Tra gli esuli confi-
vuole già essere stato 1 .° vescovo di Tor- nati dagl'imperatori inSardegna,per pro-
res, dicendosi aver egli bandita la fede in fessare la dottrina di Gesù Cristo, ram-
ambedue le città, e poscia nel 93 diven- menterò il Papa s. Ponziano, che nel 237
ne Papa s. Clemente I. Sopra l'aposto- nell'isola Bucina, oggi Tavolarao Tavo-
lato di s. Bonifacio si può leggere il p. lato, lasciò la vita in mezzo ai tormenti :

Maltei a p. 4°, il quale aggiunge.»Non Papa s. Antero che gli successe, da alcu-
conlentus Vitalis gloria propriae patriae ni è creduto mona co della Sardegna. Tut-
tributa,quod nimirum nostrae fìdei my- ti questi e altri insigni campioni della fe-
steria a Christi discipulo edocta sit, con- de, sono giustamente nella più alta ve-
tenda praeterea,christianisinstitutisim« nerazione. Però non debbo tacere l'av-
butam etiam fuisse a tribus aliis ejusdera vertenza di M tiratori, che la Sardegna ab-
apostolis. Quare pedibus,ac manibuspro- bonda di molti non veri martiri. Nella
bare nititur, ss. Petrum Romani, Pau- Dissert. 58." Della venerazione de cri-
lum, et Jacobum Hispaniam petentes pri- stianiverso isa/ifc',censurail libro: Trium-
mum ad urbe in Calaritanam in Sardi- pho de los sanctos del regno de Cerden-
nia diversis temporibus appulsisse, ibique na dello spagnuolo Bonfante e stampa-
t

aliquandiu moratos catholicae doctrinae to in Cagliari nel 635. Pertanto riferi-


1

lucesardos illustrasse. Turritanus inSar- sce, che tale scrittore con singolare stu-
dinia a praefatis apostolis in veram reli- dio e fatica raccolse tutte quante potè le
gionem adductos esse opinatur quoque antichissime iscrizioni de'cristiani esisten-
Franciscus Vicus, in Histor. Sardìniae". ti in Sardegna incise in marmo; ma con
ludi produce testimonianze, che s. Gia- massiccio e moltiplicato errore, in ben
como prima di passare nella Spagna pre- molti marmi avendo trovato le lettere B.
dicasse la fede in Sardegna, come di quel- M. ne formò tanti martiri e sauti, spie-
li che ciò negano. Se non può giugnersi gandole Beatus Martyr, mentre null'al-
ad eliminare ogni dubbiezza intorno al- tro significavano quelle sigle, che Bonae
l'avere i sardi attinto dall'apostolo s.Pao- Memorine, ovvero Bene Merens s o Be-
lo i primi germi del cristianesimo, è pe- ne Merilus, o Bene Moriens. Laonde re-
rò certo che un copioso novero di soste- galò alla Sardegna più di 3oo martiri,
nitori della fede illustrarono col proprio che nel loro scoprimento corsero avida-
sangue la chiesa sarda nelle prime per- mente con pie istanze piacentini per a- i

secuzioni degl'imperatori romani acerri- verne, e furono esauditi. Narrai a Roma


mi propugnatori del falso culto degl'ido- le diverse divisioni dell'impero romano,
li che si adoravano in Sardegna, e por- ed a chi appartenne la Sardegna; riuni-
tati dalle differenti nazioni che la popo- tesi tutte le provincie sotto la dominazio-

larono. Tra gì' innumerabili martiri che nedi Costantino I il Grande, questi pro-
vanta l'isola, il p. Maltei nomina i ss. E- fessando la religione cristiana donò la so*

milio, Priamo, Felice, Luciano, Fortu- spirata pace alla Chiesa: nella circoscri-
nato, Giocondiano e Lucio, che chiama zione che fece delle provincie, dichiarò
protomartiri di Sardegna. Quindi regi- la Sardegna presidiale, sotto il vicario di
stra i ss. Saluziano, Eutrico, Crescenti- Roma,che dipendeva dal prefetto del pre-
no, Tiziano, Quinto, Stabulo: i ss. Ga- torio d'Italia, amministrando uno stesso
binio,Crispolo, Giusta, Giustina, Enedi- soggetto i fondi patrimoniali delle gran-
na, Salustiano, Crescenziano , Antioco, di isole del Mediterraneo, vale a dire Si-
Potilo, Ippolito e Proto preti, Gianua- cilia, Sardegna, Corsica. Costantino I
SAR SAR 119
dopo aver fatalmente trasferito la se- ma questo tempo e sino dal 3cj5 di
di

de dell'impero romano dall'occidente in nuovo l'impero erasi diviso in orientale


oriente, ossia in Costantinopoli (F.),ne\ e occidentale, al i.° assegnandosi la Sar-
335 divise l'impero medesimo tra' suoi degna. Intanto i P'andali (V.) nel 4^9
figli e nipoti : al secondogenito Costante invasero l'Africa, ed in breve tempo fe-
I toccò Sardegna, ed a lui successe il
la cero altrettanto colle isole vicine, come
fratello Costanzo che nuovamente riunì la Sardegna, che nel 484 era la loro 7.*

l'impero sotto alla sua dominazione. Ben provincia,e nuovamente quando soggiac-
presto le illustri sedi vescovili diSardegna, que all' impero greeo d' oriente fu sog-
ed in ispecie quelle di Cagliari, di Tor» getta alla prefettura d'Africa. Avanti che
res,di Olbia o Terranova, furono gover- la Sardegna fosse occupata dai vandali,
nate da vescovi di merito eminente. Né servi di asilo a molti de'tanti eroi della
guari tardò la celebrità de'due sardi dot- perseguitata chiesa africana: vi traspor-
tori, s. Eusebio vescovo di Vercelli, s. Lu- tarono le ossa di s. Agostino da Ippona,
cifero ( vescovo di Cagliari, a riempire e le collocarono nel monastero apposita-
i che entrambi nel con-
fasti ecclesiastici, mente edificato in Cagliari nel borgo di
cilio di Milano anteposero la verità alle Villanova, da Fulgenzio illustre vescovo
minaccie dell'imperatore Costanzo, gran di Ruspa. Dipoi Marcellino generale del-
fautore degli ariani, e per la causa di s. l'imperatore greco Leone, molestò i van-
Atanasio, ch'era quella dell'innocenza e dali nel possesso di Sardegna. In seguito
dell'ortodossia, il quale fu da loro vali- il re de* vandali Unnerico, fautore degli
damente difeso, ma perciò subirono pe- eretici, spietatamente incrudelì non solo
nosa rilegazione. Che se fatali circostan- contro la chiesa cattolica d'Africa, ma pure
ze portarono per un tempo que'due pa- contro laSardegna,il perchèPapa s.Felice
stori a diversa opinione, e memoria la II detto III, scrivendo nel 482 all'impe-
di s. Lucifero fu soggetto di contesa, non
I ratore Zenone, lo pregò ad interporsi col
venne meno la divozione de'cagliaritani barbaro principe in favore di quest'isola
alla sua tomba, ed Urbano Vili vietò con e della chiesa africana. Papa s. Simma-
decreto 0V20 giugno 641 ulteriori con-1 co,mosso a compassione de'vescovi afri-
troversie. Tuttavolta non debbo tacere, cani rilegati in Sardegna dal re deman-
che Lucifero alcuni lo fecero morto nel- dali Trasamondo e ch'erano da 2 25, o-
lo scisma, altri lo difesero ravveduto, an- gni anno fece loro avere denaro e le ne-
zi alcuni ne fecero un santo. L'unica ca- cessarie vesti, consolandoli nelle loro af-
gione dell'accennato scisma del celebre flizioni con amorevole lettera. Discaccia-
e zelantissimo vescovo Lucifero, fu il ri- ti i vandali dall'isola pel valore di Beli-
gore col quale ricusò di comunicare coi sario, tornò all'ubbidienza degl'impera-
vescovi infetti una volta d'arianesimo, tori d'oriente, ma non tardò ad essere oc-
non ostante che furono restituiti dal con- cupata dal re goto Totila. Dice l'anna-
cilio di Alessandria. Inoltre pare che Lu- lista Rinaldi con Procopio, De bello go-

cifero tornasse a comunicane con s. Eu- thico, che nel 552 i Goti (/^.) recarono
sebio. Due insigni sardi, i già celebrati sotto il loro dominio la Sardegna e la Cor-
Papi s. Ilaro e s. Simmaco, dopo la me- sica, ed il p. Mattei citando Pagi, anti-
tà del secolo V risplenderono in propu- cipa l'occupazione d'un anno, e aggiun-
gnare la purezza della fede, contro gli e- ge che nel 534 l' imperatore Giustinia-
retici e scismatici di loro epoche ; il r.° no I la tolse da tali barbari e ricuperò al-
meritò succedere ad un s. Leone I, il 2. l'impero d'oriente, insieme alla Corsica,
ricevè testimonianzeonorevolissimeal su- mediante le vittorie di Narsete : il pre-
blime primato del romauoPontefice. Pri- fetto che fu allora spedito da Costantino-
iso SAR SAR
poli per governarla, fu fatto dipendente longobardi di preservare a prezzo d' oro
dal pretore d'Africa. I Longobardi (/'.) le spoglie venerande di s. Agostino, tras-
divenuti padroni di quasi tutta ltalia,non ferendole solennemente in Pavia sua re-
tardarono molto a farsi vedere in Sarde- sidenza. Città deserte, campi abbando-
gna, ed a recarvi considerabili danni, mas- nati, monumenti distrutti, formano il qua-

sime nel 598, come rilevasi dd\V epist. fa dro Sardegna, du-
desolali te dello stalo di
lib. 9 di Papa s. Gregorio Ij tuttavolta rante le frequenti irruzioni saracene, che
non riuscì loro d'impossessarsi d'alcuna si ripeterono per ben 3 secoli. I miseri a-
città. Ne'monti di Sardegna in tempo dei bitanti superstiti soggiacquero ad inaudi-
vandali erasi rifugiato dall'Africa un po- te crudeltà in tuttequesle triste invasioni.
a
polo chiamato Barbarici, i quali final- E incerto il tempo della i. scorreria,alcuni
mente abbandonarono la pagana super- l'anticipano al 707, altri la ritardano al
stizione per lo zelo di S.Gregorio I, e pel- 725, altri al 720: la traslazione del corpo
le cure del duce sardo Zabarda; laonde di s. Agostino sembra essere avvenuta nel

prima Ospitone loro capo, quindi i di lui 722; certo è che non può essere prima del
seguaci col cristianesimo abbracciarono 7 1 2,epoca in cui ascese al tronoLuitpran-
più civili costumanze, poiché vi veano co- do. Lo storico Gazano riferisce che greci i

me i bruti. Altri dicono che i barba; icini furono padroni di Sardegna fino al 720,
erano una parte de'sardi,e che s. Gre- riportando un esatto catalogo de'cousoli,
gorio I ne scrisse al vescovo di Cagliari pretori, presidi e legati ch'ebbero il go-
Gianuario o Gianuavio metropolitanodi verno de'popoli sardi. Aggiunge che al-
tutta la Sardegna, ed a Zabarda duca di cuni pretesero che Luitprando cacciasse
essa, inviando nell' isola a istruirli Feli- i saraceni dalle isole di Sardegna e Cor-

ce vescovo di Porto, e Ciriaco abbate del sica, e vi stabilisse il domiuio longobar-


suo monastero di s. Andrea di Roma. In- dico ; ma invece afferma, che i sardi al
oltre s. Gregorio I permise ai preti della solo loro valore dovettero la liberazione
Sardegna l'amministrazione della cresi- da sì infesti nemici , e che i longobardi
ma, in mancanza di vescovi, come rile- non ebbero mai impero sui sardi. Aven-
vasi àaWepìst. 26, lib. fa Dalle medesi- do s. Leone III nell'800 ripristinato l'im-
me Epistole si apprende, che a tempo di pero d'occidente, ch'era stalo estinto nel
s.Gregorio I già la chiesa romana pos- 4.76, ne proclamò e coronò imperatore
sedeva ampli patrimoni nelle isole diSar- Carlo Magno, il quale divotissimo della
degna, Corsica e Sicilia, anche con diver- romana prima o dopo tale epoca,
chiesa,
si diritti di sovranità e supreme regalie, le donò le isole di Sardegna, Sicilia e

a ciascuno de' quali si dava un distinto Corsica, la quale anzi vuoisi già donata
amministratore col nome di Difensore o dal padre, anche perchè la s. Sede vi pos-
Rettore, che soleva essere uno deprima- sedeva da antichissimo tempo pinguissi-
li chierici della romana chiesa, come no- mi e vasti patrimoni, ciò che con diplo-
tai a Patrimoni della s. Sede. Tranquil- ma confermò a s. Pasquale I Lodovico I
la rimase l'isola sotto gl'imperatori gre- il Pio. I sardi nella desolazione in cui e-
ci sino alla tremenda comparsa de'mao-
, rano, aveano implorato il soccorso bene-
incitimiSaraceni (f£), dopo avere oc- fico de'Papi e del possente Carlo Magno,
cupato la Sicilia. 11 Sigonio ne descrive acciò li difendessero da' saraceni crude-
la deplorabile strage, le rapine, le pro- lissimi. Il p. Mattei invece riferisce, che
fanazioni di que' barbari al loro primo i 5 spedirono legali a Lodo-
sardi nell'8 1

approdare : laguarnigione greca fu pas- vico I,esponendo la loro misera condizio-


sata a (Il di spada, e dall'universale ec- ne, ed a lui spontaneamente si dierono,
cidio ebbe la gloria Luitprando re dei e che l'imperatore donò l'isola a s. Pa-
SA II SAR i2i
squale F, riportando gli scrittoriche im- giogo mussulmano. All'invito della reli-

pugnarono o difesero il corrispondente gione e della gloria non fu sordo il va-


diploma. Imperocché leggo nelli Monu- lore italiano, che appunto inque'tempi
menta Patriae,che poco prima della mor- sorgeva a nuova graudezza. I pisani alle-
te di Carlo Magno, padre di Lodovico I stirono una flotta formidabile nehoo5,
che gli successe nell'8i4, i saraceni era- ma con isfortuna; poscia vi tornarono nel
no tornati a corseggiare i mari di Pro- 1 o 1 2 con sorte più prospera, cacciando-

venza e rinnovarono le ante-


d'Italia, e ne barbari col loro re, e facendosene si-
i

riori desolazioni, e che la Sardegna fu gnori stabilirono un giudice nell'isola; ma


nuovamente assalita,essendociò preludio poco dopo e nel io 1 5 il barbaro re Mu-
di più deplorabili sciagure. Osserva Ga- geto comparso all'improvviso in Sarde-
zano, che dopo la divisione dell' impero gna e rinvenutala mal provveduta la ri-

fatta tra'suoi figli da Lodovico I, perle cuperò, indi con inauditi tratti di fero-

fatali conseguenze che ne derivarono,! sa- cia segnalò il suo ritorno. Allora alto al-
raceni fecero ritorno nell'isola e le reca- zò la voce Papa Benedetto Vili, e po-
il

rono crudelissime molestie. Nella biogra- tè indurre le due rivali e potenti nazio-
fìa dis. Leone IV dissi della vittoria da ni marittime, pisana e genovese, a con-
lui riportata nel 1' 849 a Ostia (V.\ e co- giungere insieme al santo scopo le loro
a
me die a'corsi fuggiti dalla loro isola ter- navi, con legge che alla i. si dovesse il
a
reni e bestiami in Porto (V.)-, ed inoltre paese riconquistato, alla 2. spettasse in-
che a' sardi rifugiati in Roma concesse tieramente il bottino. Favori il cielo la
un borgo detto Vico Sardonum da loro. buona causa, ed i saraceni assaliti dal na-
Si apprende dall'annalista Baronio, che vile de'collegati per un lato, e da'cristia-
circa l'852 costretti i sardi ad abban- ni di Sardegna dall' altro, nel io 18 re-
donare adatto la loro patria, quelli che si starono sconfitti, e Mugeto fu imprigio-
ritirarono in Roma abitarono il Vicus nato, fuggendo i perdenti ne'lidi africa-
Sardorum. Neil' 865 regnando Papa s. ni. Però con manifesto scandalo e contro
Nicolò I, dice l'Anastasio, che venne re- le pattuite convenzioni , i genovesi ed i

lazione de ìnsula Sardinia 3 quod Judices i pisani si disputarono colle armi 1' am-
ipsius insulae cum populo gubernatio- bito conquisto. E non appena accorda
nibus suis sub/ectOj cum prò ximis ac san- vansi all'infelice Sardegna nuove istitu-
guinis suis propinquis incestas et Mici- zioni, il re Mugeto profittando delle ri-
tas contralierentnuptias. Pertanto s. Ni- cordate differenze riuscì ad evadere, e
colò I inviò colà de'legati per rimediare ricevuti poi grandi rinforzi da' saraceni
a questo disordine. Dal che s'intende pu- d'altre parti, tornò all'impresa e vinse i

re, che anco allora già fiorivano in Sar- cristiani nel 1 020 circa, rinnovando le più
degna de'principi e questi cristiani e chia- crudeli carnificine.Nuovamentei pisani si
mati Giudici. Frattanto versoli 1000 il collegarono co'genovesi, e malgrado l'ar-

feroce Mugeto o Musaito o Musatto re dore e la rabbia de'mori, questi furono del
de' saraceni, dall'Africa si recò ad occu- tutto fugali. A Genova, a Pisa narrai que-
pare la Sardegna, e fissò in Cagliari la ste e le successive imprese delle repubbli-
sua residenza. Commosso il Papa Gio- che pisana e genovese nell'isola, il domi-
vanni XIX dell'infelice sorte de'sardi,fe- nio che vi esercitarono, e le fiere e lun-
ce promulgar la sagra guerra della cro- ghe guerre che tra loro sostennero per
ciata contro tali nemici del nome cristia- disputare e dividere la signoria di Sar-
no, promettendo come signore supremo degna. Dell'ultima sconfitta di Mugelo
dell'isola d'investire del possesso della re- alcuni storici ne danno la gloria a'soli pi-
gione chiunque giungesse a liberarla dal sani, i quali si accinsero ad un estremo
vot. LXI. 9
122 SAU SAR
conili tlo, ed arrise l'evento al loro valo- ne degl'imperatori/in pregiudizio dell'al-

roso coraggio : il celebre console pisano to dominio e ragioni sovrane della chie-
Ranuccio o Guadaluecio potè sbarcare a sa romana, ed ancora si collegarono coi

sostegno di Cagliari le sue truppe, e nel- genovesi quasi sempre nemici de' pisani.
la decisiva battaglia combattuta ne'din- In sostanza 4 giudici non furono che
i

torni, il terribile Mugeto cadde ferito in grandi vassalli della s. Sede, e delle due
mano de' vincitori, che lo condussero a repubbliche dominatrici in Sardegna, le

morire a Pisa, altri dicono al-


tra* ceppi quali prolungarono per ben tre secoli le

trove. Molli feudi furono quindi istitui- contese, e si videro ora schiacciati, ora e-
ti a favore de'con federati pisani e geno- saltati, talvolta proscritti, tale altra col-

vesi gran parte del territorio di Caglia-


: piti dagli anatemi della Chiesa, ed anche
ri fu ai signori della Gherardesca;
dato uccisi secondoi rovesci odi trionfi del par-

gli -avi del celebre economista e storico tito cui si attaccavano. Ebbero però un
Sismondi ebbero l'Ogliastra; genovesi i supremo assoluto potere, tranne quello
Alghero; il conte di Muttica spagnuolo di coniar moneta, e lo trasmisero soven-

la città di Sassari ; ed ai Malaspina di te a'disceiidenti, servendosi talora anche


Lunigiana furono aggiudicate le monta- di titoli e insegne regie. Re di fatti fu pro-
gne. Il rimanen te,compresa la città diCa- clamato Torchi torio, 6 giudici
il i.° de' 1

gliari, rimase sotto l'immediato dominio di Cagliari, la cui famiglia imperò sino

della repubblica di Pisa, e tutta l' isola ali 164, e trasfuse poi per matrimonio i

fu distribuita ne'4 giudicati o gran pre- suoi diritti a Pietro di Torres che ne ven -
fetture di Cagliari, di Arborea ov'è l'o- ne spogliato da Guglielmo marchese di
dierno Oristano, di Torres o Logudoro in Massa. Vacillò in seguito la signoria tra

cui è Sassari, e di Gallura ne' superiori alcuni membri della giudicatura d' Ar-
monti orientali, da'quali derivarono al- borea, e vari cittadini di Pisa, de' quali
trettante potenti dinastie. I pisani princi- Ubaldo il più possente, dominò quasi tut-

pali dominatori, posero a governate i


4 ta l'isola, finché occupata da Ugolino de-
Giudicati altrettanti signori delle loro gli Scotti ,
pisano e giùdice di Gallura,
più illustri famiglie con titolo di Giudi- sposo di Beatrice d'Este e famoso per le

ci, la cui serie riportano il p. Mattei e al- sue gare coll'infelice Ugolino della Ghe-
tri storici sardi. CredeMuratori,nella Dis* rardesca e co* suoi figli, la memorabile
sert. 32, che i giudici in Sardegna già e- sventura de'quali tratteggiai a Pisa, riu-
sistessero prima che i pisani e genovesi nironsi ambedue colle nozze di Giovan-
vi fissassero il piede; bensì prendevano il na loro figlia nella famiglia Visconti. Tra
titolo di giudici dai 4 giudicati dell'isola, i 17 giudici di Logudoro, che prima in
insieme usando quello di regi, e come re Torres e quindi in Ardara ed in Sassari
o regoli erano onorati da'popoli, eguali soggiornarono, ebbe real potere Enzio
ai principi sovrani, assoluti e non dipen- figlio naturale dell'imperatore Federico

denti dalla giurisdizione d'alcuno. Anche II, che nel 12 38 s'impalmò con Addasi a

qui Muratori fece vedere la sua contra- vedova d' Ubaldo, e morì nella torre di
rietà alla sovranità papale, volendo dis- Bologna (F.), per averlo bolognesi fat- i

conoscere il supremo dominio della ro- to prigione nella guerra con Modena. Al-
mana chiesa sull'isola, e gli atti col quale lora Michele Zanche, sposo di Bianca di
lo esercitò. Non passò molto tempo, che Monferrato madre di Enzio, sostenne la

questi giudici divennero quasi regoli e si somma delle cose, ma trovò un assassino
resero signori assoluti delle lorogiurisdi- nella persona di suo genero Brancaleo-
zioni, e per meglio stabilirsi nelf usur- ue Doria, e dopo questo tragico fatto la
pato dominio si misero sotto la prolezio- signoria venne divisa in modo, che la ci t
% A E SAR 123
là di Sassari si eresse in repubblica, e del arcivescovo di Torres (non di Cagliari),
leni Iorio ebbero parte ineguale i Doria, gli die il pallio, lo dichiarò legato della s.

i Malaspina, ed il senato di Genova. Un Sede Sardegna, e gli consegnò lettere


in
Mariano, stabilitovi dai pisani, fu il i.° pei giudici che in quel tempo dominavano
giudice d' Arborea, ed essendo uno dei nell'isola, ammonendoli che dovessero ri-

figli di Onroco Zori sposato a Maria Or- conoscere per madre la chiesa romana;
rù, nella famiglia di essa continuò la si- a'quali spedì poi il vescovo di Populonia
gnoria sino allo stravagante re Barisone, per legato con lettera per Orzocco prin-
che dall'imperatore Federico I ebbe nel cipe de'giudici, notificandogli d'aver co-
1 164 la corona indi la famiglia de'Ser-
: stretto Giacomo arcivescovo di Cagliari,
ra, de' Doria, e de' Visconti di Narbona cui avea dato il pallio, a radersi la barba
conlimmi uno lino al numero di 26 la se- secondo l'antichissimo uso di tutta la chie-
rie de'giudici, che per lo innanzi in Jar- saoccidentale,domaudando che altrettan-
Do-
ras e poi in Oristano fecero residenza. to facessero i chierici del suo dominio :

po parecchi giudici indipendenti, che se- di più ammonì Orzocco a continuare ad


guirono Manfredi stabilitovi dai pisani, essere fedele suddito di s, Pietro, essendo
spesso giudici di Logudoro impadroni
i ildominio sovrano dell'isola di Sardegna
ronsi anche della Gallura, la quale ven- della chiesa romana, la quale isola mol-
ne dipoi compresa nel regno d'Enzio, e ti desideravano e chiedevano a lui, offren-
progredì appresso allo Scotti sino al nu- dogli la metà di quella terra libera, e tri-
mero di 23 nella famiglia Visconti. Né buto per l'altra parte. Altrettanto e me-
questi ebbero sede fissa, che o nelle ca- glio già riportai nella biografia del Papa,
pitali delle altre giudicature stanziarono, o voi. XXXII, p. 207. Urbauo II nel 1 09 1
oppure nelle private loro castella. Sotto come notai a Pisa, all'arcivescovo di que-
il lungo governo de' 4 regoli avvantag- sta sottopose i vescovi di Corsica , della
giarono alquanto gli abitanti di Sardegna, quale e della Sardegna dichiarò primate
col prender parte all'estesissimo e florido e legato apostolico. Ivi ed a Genova pu-
traffico delle due possenti repubbliche di re dichiarai quanto fece Iunocenzo II per
Pisa e di Genova; ma inque'fieri isolani, pacificare pisani e genovesi, confermando
che tanto sangue aveano versato sotto il all'arcivescovo di Pisa la dignità di lega-
punico o cartaginese e sotto il romano to apostolico in Sardegna, di primate del-
reggimento a sostegno dell'indipendenza, la provincia di Torri o Sassari, e suesuf-
videsi ad un tratto cambiata la natura e fraganee le sedi di Galtelly e Civita, ciò
sottenlrata all'amor patrio l'indifferenza che ratificarono altri Papi, ed anzi Ales-
per qualunque sorta di soggezione. Tan- sandro III ampliò il primato sulle pro-
to potè 1' astuto sistema della divisione vincie di Cagliari e Arborea, lo che ap-
che i pisani adottarono. Dopo aver trac- provarono alcuni successori; non senza
ciato 1 istituzione desiamosi giudicati di avvertire, che dopo espulsi pisani dal- i

Sardegna e loro principali cenni, retroce- la dominazione dell' isola, i loro arcive-
derò al secolo XI, per narrare le relazioui scovi perderono di fatto ogni giurisdizio-
de'Papi con detti giudici e la Sardegna, e ne spirituale, continuando nondimeno a
precipuamente riguardanti la loro sovra- intitolarsi legati e primati. A Corsica ac-
nità sulla medesima. cennai le pretensioni dell'imperatore Fé*
Il Borgia, Memorie t. 1, p. 3i, narra derico I sull' isola e su quella di Sarde-
come s. Gregorio VII del 107 3, fece va- gna, appropriandosene il diritto e riscuo-
lere i diritti della chiesa romana sulla tendone tributi , considerandole feudi
i

Sardegna. Rinaldi a detto armo,n.°67, dell'impero; per cui si rinnovarono i di-


racconta che il Papa ordinò Costanlino sgusti fra il sacerdozio e l'impero, onde
124 SAR SAR
Adriano IV minacciò di scomunica l'im- Rimarcai a Pisa, che i pisani fecero va-
peratore, se non restituiva le somme ri- lere con l'imperatore le loro antiche ra-
scosse di ragione della romana chiesa, e gioni sullaSardegnacoll'offerta dir 5,ooo
se non desisteva dal l'impacciarsi negli af- fiorini d'oro, onde ilcomune di Pisa fu
fari di tali stati. L'imperatore Federico I, investito dell'isola neh i65, e così il po-
non cedendo alleminacce, diede ad isti- tere e grado di Barisone fu veramente
gazione de'genovesi suoi alleati neh 164 effimero. Pare poi che nuovamente Fe-
il titolo di redi Sardegna a Barisone giu- derico I arbitrariamente facesse un nuovo
dice d'Oristano e lo coronò in Pavia, ri- partaggio di Sardegna, tra pisani e ge- i i

cevendo da lui in pagamento 4000 mar- novesi per pacificarli, per la quale con-
che somministrate in imprestito dagli cordia diversi Papi interposero la loroau-
stessi genovesi, i quali poi non potendo torità, senza confermare le usurpazio-
riaverle, come debitore dello stato im- ni di Federico I sui loro sovrani diritti.
prigionato Barisone lo condussero a Ge- Non andò guari che le due nazioni tor-
nova. Riporta Muratori che già neh 064 narono a combattere. Hurter nella Sto-
col nome di Barisone e il titolo regio do- ria d'Innocenzo 777, 1. 1, p. 586, descri-
minava Sardegna altro giudice, dal
in ve la condizione della Sardegna a'tempi
quale i monaci cassinesi ottennero una di questo Papa, checompendierò. L'iso-

chiesa in Sardegna per fondarvi un mo- la da tempo remotissimo trova vasi in pre-

nastero. Barisone che fiori un secolo do- da a discordie intestine, le quali su di lei
po e che fu fatto coronare da Federico trassero mali grandissimi, ed i suoi giu-
1 re di tutta la Sardegna , era figlio di dici abbandonarono a molte enormi-
si

Gunnario giudice Turritano: essendo e- tà. Uno di essi , il marchese Guglielmo,

gli giudice d'Arborea, e perseguitato dai rapì madri e fanciulle, e dopo averle di-
giudici di Torri e di Cagliari, fece ricor- sonorate le chiuse a languire in carcere;
so ai genovesi e all' imperatore, ed eb- usò cogli ecclesiastici come fossero servi,
be a moglie Algaburga che prese il titolo non ebbe rispetto alcuno per le chiese,
di regina, ed il loro figlio fu Costantino e si fece lecito verso l'arcivescovo di Ca-
re o giudice, come lo fu il figlio Maria- gliari tali sopraffazioni che provocarono
no; osservando Muratori che nomi di i la scomunica sopra di lui. I pisani pure,
giudice e re erano indifferentemente usa- qualunque volta irrompevano nell'isola,
ti da que'principi, e gli spagnuoli davano vi commettevano ogni sorta di eccessi, e

il litolodi giudice al loro re. Inoltre Mu- sì poca ivi era la tutela delle persone, che

ratori trovando nelle vecchie carte un re in un sol giorno vi furono assassinati un


Berlinghieri signore di Corsica e Sarde- vescovo, un abbate, e un rappresentante
gna nel secolo XI 1, congettura che forse del priore de'camaldolesi ma benché fre- :

fosse conte di Barcellona investito delle quenti fossero consimili delitti, ne arcive-
due da Papa Alessandro III, per e-
isole scovi, ne vescovi alzavan la voce a farne
ludere le pretensioni di Federico I sopra richiamo. L'arcivescovo di Pisa preten-
di quelle, in pregiudiziodelle ragioni pon- deva d'aver diritto di farsi prestaroraag-
tifìcie. Sopra queste congetture di Mu- gio dai giudici di Cagliari e di Torri, in-
ratori non conviene il citato Borgia. I tantochègli ecclesiastici rinunziavano leg-
pisani non soffrendo V ingrandimento e germente al privilegio di non esser giudi-
l'influenza de'genovesi in Sardegna, riac- cati dal foro secolare, mentre pendevano
cesero contro di essi la guerra. Federico innanzi a questo foro questioni di diritto
1 s'intromise per la pace, e partì l' isola per essi importantissime. In mezzo a tut-
tra i guerreggianti , che tosto tornarouo to questo Innocenzo III già aveva più du-
a combattere con iscambievoli perdite. lia volta dichiarato che la Sardegna di-
SAR SAR 12?
pendeva dall'alto dominio della s. Sede; non come signore spirituale, ma s»
solo
che se suoi predecessori conferirono la
i ancora come sovrano temporale eh' egli
legazione dell'isola agli arcivescovi di Pi- era. Così pure decretò che gli ecclesia-
sa , non poteva che per le ragioni
esser stici avessero ad essere giudicati solo da
ecclesiastiche. Bene è vero che pisani a- i ecclesiastici nelle cause civili; e perchè
veano costretto in certo accordo il giu- negli altri stati i matrimoni delle gran-
dice di Torri a prestar giuramento all'ar- di ereditieresi facevano solo per mezzo e

civescovo loro, e ad avere per nemici suoi beneplacito dell'alto signore, cosi egli pu-
i loro nemici : ma Innocenzo 111 tenne re rivendicò a se stesso quest'importante
questo patto per un'usurpazione d'omag- prerogativa della corona, cogliendo cagio-
gio che spetta all'alto signore, e vietò al ne dalle nozze della figlia del giudice di
giudice di sottomettersi a verun ordine Gallura, protestando che la s. Sede darà
di questa natura, senza averne prima da- alla donzella o vedova ereditiera un mari-

to parte a Roma, promettendogli inoltre to della cui fede possa essere sicura, e tale
d' averlo in protezione; e rammentò al- che non darà ombra ad alcuno, né più ca-
l'arcivescovo di Pisa il debito che gli cor- gione di discordie intestine. La chiesa ro-
reva d' impedire ne' suoi diocesani ogni mana pose altresì un canoneannualesul-
atto ostile contro persona posta sotto la l'isola, tanto a titolo di podestà spirituale,
sua autorità. Con la medesima fermezza quanto di temporale, e a quest'ultimo ti-
il Papa si oppose alle concussioni che i tolo dichiarò invalida la vendita di certi
pisani volevano esercitar sugli ecclesiasti- privilegi fatta da una comunità di Cagliari
ci e sui laici, ed elesse a suo rappresen- a'pisani, siccome quella che intaccava idi-
tante l'arcivescovo di Torri, affinchè fa- ritti della s. Sede. All'arcivescovo di Pi-
cesse rispettare i diritti della s. Sede, in- sa poi, che ostina vasi ancora a ricevere
caricandolo di ricevere in suo nome il il giuramento dai giudici, Innocenzo Ili
giuramento d'ubbidienza, e commetten- scrisse energicamente, minacciandolo di
do a tutti prelati di provvedere conve-
i privarlo delle giurisdizioni che gli erano
nientemente al suo sostentamento nei state conferite sull' isola. Si può vedere
viaggi che facesse in servigio della sede ilRinaldi all'annoi 204, n.°79 e 80. Al-
apostolica. Quanto poi all'arcivescovo di l'annoia 17 riporta la lettera che Bene-
Pisa, non dovea essere riconosciuto se non detta marchesa di Massa, et Judicissa Ca-
per primate e legato in materia spiritua- laritana et Arboreti, scrisse a Papa Ono-
le, ne spesato se non quando visitasse la rio III come a suo sovrano, in occasione
provincia in persona. Cercando poi anche dell'invasione de'pisani, per vieppiù ac-
altri modi a far valere i suoi diritti d'al- certarsi del diritto pontificio in quell'i-
ta signoria sulla Sardegna, Innocenzo III sola. Questa medesima Benedetta si ob-
richiese l'arcivescovo di Cagliari d'alcu- bligò poscia nel 1224 di pagare il censo
ni alberi genealogici delle famiglie de'giu- di 20 libbre d'argento alla chiesa roma-
dici, di notizie intorno alle loro parente- na prò Regno meo Calaritano sive Ju-
le e successioni, e d'una relazione intor- dicatu, comesi leggenellostrumentopres-
no alle diverse occupazioni dell' isola, e so del codice di Cencio, e riferito da Mu-
alle catture, ai soprusi, ai misfatti com- ratori nella Dissert. 71. Il diritto pon-
messi dai giudici ; indi citò il giudice di tificio negli altri 3 giudicati vi è mani-

Cagliari a Roma dinanzi al suo tribunale, festo per due strumenti riportati dallo
onde rispondesse a più capi d' accusa, e stesso Muratori. 11 r.° è del 12 36 col qua-
segnatamente a quelli di cui il suo colle- le Adelasia regina Turritana et Gallu-
ga di Torri aggravavalo, dichiarando so- rensis,dona e concede alla chiesa romana
lennemente essersi avocata questa causa prò salute animaesuae,et remissione pec*
ia6 SA R SAR
raiorum parenlum suorum tutta la (erra vescovo d'Arborea a impedire che i Vi-
del giudicato di Tur ri, dichiarandosi vas- sconti turbassero la vedova giudicessa e
salla della s. Sedeinsieme con Ubaldo giu- si guardassero bene di occupar la provin-
dice di Gallura e Turri suo marito, e nel- cia di Gallura. Che prendesse così pos-
l'anno appresso 1237 s' obbligò eziandio sesso della Sardegna perla chiesa roma-
a pagare il censo di 4 libbre d'argento pel gna , e ne riscuotesse i censi ed dazi. i

detto giudice di Turri. L'altro strumento Ma ochealcuni popoli sardi si oppones-


è dello stesso 1237 con cui Dominus Pe- sero agli atti sovrani del legato e perciò
trus Judex Arboteae si dichiara vassallo invitassero l'imperatoreFederico II, me-
del Papa per il giudicato d'Arborea, e pro- glio perchè questi affacciò pretensioni sul-
mette di pagar censo in avvenire di 1 100 la regione, considerandola feudo dell'im-
bizanti d'oro. 11 giudice poi di Gallura pero, ovvero per aver dato Enzio o En-
non pagava altro censo che di 2 sole lib- rico suo bastardo per marito alla vedova
l>re d'argento, siccome si legge nel codi- Adelasia, co'principa ti prefetture o giu-
ce di Cencio presso eziandio Murato- il dicati di Gallura e di Torres, che perciò
ri, Dissert. 69. Judex Turritanus 3 iv li' si dichiarò feudatario dell'impero, la Sar-
bras argenti singulis annis, Judex Ar- degna tem-
fu sottratta dall'ubbidienza
horensis 3 mc bizantìos auri singulis anni. porale della s. Sede. Gregorio IX ne fu
Judex Gallurensis, ulibras argenti. Nei gravemente addolorato, ed avendo altri
voi. XXXII, p. 261, LUI, p. 267, ed il e molti motivi di malcontento contro Fe-
Rinaldi ne parla all'anno 1238, n.° 67, derico II, inutilmente avendolo ammo-
riportai come Gregorio IX neh 236 ve- nito, lo dichiarò usurpatore di diverse si-

dendo i pisani intenti a sottomettere la gnorie della Chiesa e di Sardegna, solen-


provincia di Torres o Sassari, vivamen- nemente scomunicandolo nel 1 239, onde
te reclamò come feudo della chiesa ro- vieppiù imperversò l'iniquo principe, che
mana, e scomunico il suddetto pisano U- con re Enzio estese le usurpazioni de'do-
baldo giudice di Gallura, che oltre diver- minii della Sede. Volendo Gregorio
s.

se ostilità lesive la sovranità della s. Se- IX procedere alla daposizione di Fede-


.de, avea dichiarato il comune di Pisa tu- rico II, intimò il concilio di Laterano nel
tore de' suoi figli e possessioni, il quale 1 240; ma cardinali, vescovi e altri pre-
i i

perciò ravvedutosi sottomise al Papa le Iati che vi si recavano per mare, furono

sue terre di Sardegna, come fece la mo- dai pisani comandati da Enzio affogati o
glie Adelasiao Agnese pel giudicato di recati in prigione, d'ordine pure di Fe-
Torres e per tutta la sua eredità. Mor- derico II; onde Gregorio IX nel 1 24 ful- 1

to Ubaldo, secondo il decretato d' Inno- minò contro tutti le scomuniche, privan-
cenzo III, dopo aver Gregorio IX conso- do pisani de' dominii che possedevano
i

lato Adelasia con paterna lettera, le de- in Sardegna, avvenimenti che toccai pure
stinò a nuovo sposo Guelfo da Porcaia, nel voi. XXVI 1, p. 29 Indi a poco En-
1 1 .

nobile, divolo e fedele alla s. Sede, per zio pagò il fio di sua fellonia, poiché trat-
impedire rivollure nell'isola. Di più Gre- to prigione dai bolognesi, morì in squal-
gorioIX spedì in Sardegna per legato lida carcere. I pisani favoriti dalla fazio-
Rolando suo suddiacono e cappellano, in- ne imperiale ricuperarono la Sardegna,
citando con lettere tutti i principali ec- e continuarono a tenervi per giudici i lo-
clesiastici e laici sardi, ed popoli dell'i- i ro cittadini, lasciandoveli come signori e
sola , che dovessero riceverlo col conve- insieme quali vassalli di Pisa. Uno di que-
nevole onore. Al legato ordinò che si fa- sti fu Nino Scotti giudice di Gallura, che

cesse dare alcune castella appartenenti al morto senza figli lasciò erede la moglie
governo di Cagliari, che invitasse l'arci- Beatrice d'Este, la quale recò le sue ra-
SAR SAR 127
gioni a Galeazzo Visconti suo i.° mari- dare un oompenso alla casa d' Aragona
to. Alla sua volta Federico II fu deposto per la cessione fatta a Carlo II d'Angiò
da Papa Innocenzo IV. Il successore A- sulle pretensioni al reame di Sicilia con
lessandro IV perle guerre rinnovatesi tra investitura della s. Sede ed anche per
,

i pisani e genovesi, nel 1 258 spedì nunzi sedare le turbolenze di Sicilia fomentate
in Sardegna, come arbitro delle parti e dal partito aragonese, determinò di con-
per quanto dissi nel voi. XXVIII, p. 293, cedere a Giacomo II in investitura l'iso-
LUI, p. 267; ove pur notai, che pisani i le di Sardegna e di Corsica coli' annuo
con l'aiuto de' veneziani aumentarono ì tributo di 2000 marche d'argento, borio-
loro domimi in Sardegna, a segno che que- rum etlegalium sterlingorum, dice Rinal-
sta fu ivi per loro l'epoca più potente pel di;ed il Papa l'effettuò nel 1297 segreta-
pieno esercizio della signoria , avendo i mente, olirei compensi d'una gran quan-
^euovesi ceduto i loro diritti sulla mede- tità di moneta che ricevette il re d'Ara-
sima. Intanto le gare di alcuni potenti pi- gona. Sopra di che può vedersi il catalo-
sani giudici di Sardegna produssero la ,
go di molte antiche carte nell'archivio
tragica fine di Ugolino della Gherarde- Vaticano fatto nel 366, di che fanno me-
1

sca, suoi figli e nipoti, che Dante con moria Muratori nella Dìssert. 7 1 ed il ,

1orribile canto immortalò. Nel £296 pi- i Rinaldi agliannii3o3ei36o,dove narra


sani furono assaliti dai genovesi in Sar- le controversie quindi insorte tra' pisani
degna^ Corsica, in modo tale che furo- e genovesi per una parte, e gli aragonesi
no costretti a ceder loro la Corsica e il per raltra,sul dominio dell'isole di Sar-
giudicato di Sassari. La Sardegna sem- degna e Corsica, salva quella metà della
a
ine più progrediva nel decadimento,ecol- 2. , della quale i genovesi erano stati in-
V antica gloria sarda quasi spento rima- vestiti dai Papi, e per la quale fino al 1 36o
se anche il nome della nazione, dappoi- furono soliti prestare il giuramento di fe-

ché non solo que'di Cagliari, di Arborea, deltà alla s. Sede e pagarle il censo. Que-
i lurritani e galluresi separarono loro i st'argomento in parte già lo toccai a Pi-
interessi, ma eziandio in.ogni angolo del- sa, a Genova, e di più a Corsica, laonde
l'isola s'introdusse quella peste di muni- riportandomi a tali articoli e precipua-
cipali rivalità, che nel recinto di quattro mente all'ultimo, qui indicherò il più in-
mura soffoca lo slancio patrio. A ricon- teressante.I pisani vedendoche erano per
durre la nazione al dimenticato vincolo essere espulsi dalla Sardegna, coll'oro e
di unità, nerbo degli stati, giovò la con- col dichiarare Giacomo II capitano della
dizione ghibellina de' pisani, e perciò la repubblicane stornarono il divisamente,
poco amichevole corrispondenza della re- e per alcuni anni continuarono nella si-

pubblica con Roma, che dopo varie cen- gnoria. d'Aragona neh 3o4da'suoi
Il re
sure indusse Bonifacio Vili a privar Pi- ambasciatori fece giurare in concistoro a
sa della dominazione sarda, decaduta dal- Benedetto XI fedeltà alla romana chie-
la sua potenza, e far valerele supreme ra- sa pergl'investiti regni di Sardegna e Cor-
gioni della s. Sede sulla Sardegna. sica, ed in persona nel i3o5 ne fece l'o-

Considerando Bonifacio Vili che Gia- maggio a Clemente V, e nel 1 3 7 lo rin- 1

como Il re d'Aragona avea qualche ra- novò pe' suoi ambasciatori a Giovanni
gione sulla Sardegna, per discendere da XXII. Non debbo tacere, che Platina nel-
Costanza di Svevia figlia di Manfredi fra- la Fila di Clemente riferisce, che ve- V
tello bastardo di re Enzio,egià redi Si- dendo genovesi e pisani in ostinata guer-
i

cilia, sebbene Gregorio IX avesse condan- ra, per cui ne profittarono saraceni con i

natoli governamene di Enzio, e più Pa- invadere la Sardegna, questa concesse a


pi l'usurpazione di Manfredi; o meglio per Federico II d'Aragona re di Sicilia e fra-
ia8 SAR SAR
fello di Giacomo II. Indi AlfonsoIV, che ria, dai Malaspina e da altre famiglie ge-
poi successe sul trono d'Aragona a Gia- novesi stabilite in Cagliari e nemichedel
como suo padre, intraprese nel i323
II nuovo governo, allestì contro AlfonsoIV
il conquisto di Sardegna con sanguinosa una poderosa flotta e si accese una for-
guerra contro i pisani, e l'occupò mal- midabile guerra. Morto però neh 336 il
grado il contrasto de' popoli stimolati dai re, e congiuntosi il suo figlio Pietro IV
pisani e dai genovesi, tranne il giudicato coi veneziani, furono dopo molti fatti di
di Cagliari, che rimasto per poco ai pisani armi sconfitti genovesi, e ridotti ribel-
i i

cadde tosto in potere degli aragonesi, do- li non senza grandedimcoltà all'ubbidien-

po una sanguinosa battaglia data sotto le za, come riportai a Genova. Pietro IV
sue mura, che fruttò il possessodella pri- neh 33g fece rinnovare a Benedetto XII
maria metropoli dell' isola. Non cosi fu l'omaggio di fedeltà e il pagamento del
del giudicato d' Oristano, il cui signore tributo, proseguendo l'uno e l'altro pei
Mariano, e con lui quelli della famiglia feudi di Corsica e Sardegna, non solo con
Doria che molti beni possedeva nell'iso- detto Papa, ma ancora coi successori Cle-
la, aiutati dai genovesi fecero guerra coi mente VI e Innocenzo VI, e ne'modi più i

nuovi conquistatori, edopo aver loro tol- solenni in Avignone (V.) allora residen-
to non poco li obbligarono ad un acco- za de' Papi, ed ove si recò personalmen-
modamento poco onorevole a'medesimi e te. Ma Urbano V si dichiarò gravemen-

assai svantaggioso. Molto giovò agli ara- te malcontento di lui, non solo per esser-
gonesi la defezione da'pisani di Ugo Ser- si appropriate in Aragona le rendite pon-

ra giudice d'Arborea, e l'omaggio reso ai tificie e della corte romana, e subastato

nuovj signori dalla città libera di Sassa- i beni degli ecclesiastici assenti; ma ezian-
ri, allorché l'armata d'Alfonso discesa nel dio per aver tralasciato da io anni il giu-
golfo di Palmas, dopo aver occupato il ramento e il pagamento de'tributi annui
territoriod'Ogliastra, intraprese l'assedio per la Sardegna e Corsica. Lo condannò,
che fu costretta a capitolare il
d'Iglesias e minacciò di privarlo di que' regni e di

7 gennaio 1824. La tregua mantenne i scomunicarlo: finalmente, come dissi a

pisani in possesso di vari luoghi; ma ben Corsica, il re fece prestare il giuramen-


presto si corse nuovamente alle armi , e to di fedeltà, confessando riconoscere i

nel i326 furono intieramente discaccia- due feudi dalla s. Sede. Retrocedendo di
ti dallo stesso Giacomo li. Appena il fi- alcuni anni, dirò che Mariano giudice di
glio ne occupò il trono, fece giurare fe- Arborea già conte di Goceano e collega-
deltà a Giovanni XXII, e nel 1 335 a Be- to con Brancaleone o Matteo Doria ma-
nedetto XII, e pagare il consueto annuo ritodisua figlia Eleonora, sollevòdi quan-
tributo di 2000 marche d'argento. Alcu- do in quando la Sardegna, per cui spesso
ne fomentate dai genovesi trava-
rivolte Pietro IV dovè discendervi a reprimerò
gliarono Alfonso IV, il quale per nuove le turbolenze. Alghero soffrì acerba ven-

rotture co'pisani,probabilmente cagiona- detta , e la sua popolazione fu costretta


te dalle ostilità che usarono gli spagnuoli riparare a Genova, lasciando libero il pas-
a que'pisani che nella pace eransi permes- so ad una colonia di catalani provenien-
so abitare l'isola, produsse nuova guer- ti dalla Catalogna che vi fu trapiantata.
ra, che terminò con una sconfitta in ma- Ebbe luogo allora ih. stabilimento del-
re patita dai pisani, per cui nella concor- la rappresentanza nazionale detta degli
dia i superstiti pisani dovettero evacuar Statuenti, composta de' ricordati 3 ordi-
ia Sardegna. Liberatosi il re da loro, fu ni; l'ecclesiastico, che conteneva tutto l'al-

costretto poi difendersi contro la repub- to clero, presieduto dall'arcivescovo di


blica di Genova, la quale eccitata dai Do- Cagliari; il militare, dove aveano luogu
SAR SAR 129
tutti i nobili e cavalieri del regno; ed il fratello del re d Martino, dopo molte vi-

reale, che veniva formato dai deputati cende, ridusse dovere colla pri -
i ribelli al

delle città sarde, de'quali era i.° il capo- gioniadcl Doria, succeduta dopo la mor-
giurato di Cagliari. Il re Pietro IV radu- te di Eleonora e del loro figlio. Per tale

nò fiuo dal 1 355 quest'assemblea, ch'eb- ribellione i discendenti perderono il mar-


be nome di Cortes o Parlamento, e si oc- chesato d'Oristano, per cui col resto del
cupò de'nuovi pubblici ordinamenti, co regno di Sardegna si riunì ne're d'Ara-
stringendo colle armi il renitente giudi- gona, i quali oltre l'intitolarsi re di Sar-
ce d'Arborea ad accettare umilianti con- degna, presero anche il titolo di marche-
dizioni. La rivolta per altro continuò le si d'Oristano. Nel 1 395 divenne re Mar-

sue esplosioni, poiché Mariano nel 1369 tino I,efu gran fautore dell'ostinatissimo
s'impadronì di buona partedell'isola, ne antipapa Benedetto XI li. La peste clie
potè Pietro IV ripararvi, distratto da af- avea desolato la Sardegna nel 1367, e nel
fari più importanti. Dopo la morte di tal 1376 principalmente, tornò a infuriare
giudice passò Oristano con titolo di mar- nel4o3 decimando la popolazione e nel-
1

chesato alla sua ma- figlia Eleonora, il cui la quale perì ilDoria vittime egualmen- :

rito Dora sostenne la rivolta, e dopo es- te della peste erano stati il suocero Ma-
sersi sottomesso alla regia ubbidienza, E- riano, e la moglie Eleonora l'ultima dei
leonora subentrò ad agitar la Sardegna, Serra. Nel i4'2 per morte di Martino,
finché per capitolazione ottenne mar- il il visconte di Narbona Guglielmo, che
chesato d'Oristano in feudo dalla corona nella ribellione erasi unito al Doria ed a
aragonese per se e discendenti. Nel 1 370 Leonardo Cubello, restato anch'esso dis-
Pietro IV fece giurare fedeltà per la Cor- fatto, per mancanza de'discendenti al re

sica e Sardegna, al nuovo Papa Gregorio defunto, approfittandosi de' torbidi del-
XI, il quale dipoi restituì a Roma la re- laCatalogna, venne nuovamente in cam-
sidenza pontifìcia, che dal 3o5e da Cle- 1 po per impadronirsi della Sardegna. Ma
mente V ne mancava. Dopo la sua mor- assunto al regno Ferdinando 1 infante
1378 insorse il lagrimevolee lun-
te e nel di Castiglia, furono da questi composte
go scisma, sostenuto contro Urbano VI tutte le differenze : però non adempien-
e successori, prima dall'antipapa Clemen- do i patti della concordia col visconte
te VH(V.\ e poi dall'antipapa Benedet- seguitò questi a contrastargli il regno; eb-
to XI11 (F.) spagnuolo, che stabilitisi in be luogo una tregua, finché per la mor-
Avignone trassero nello scisma la Spagna te del visconte, il re compose le differen-

e i loro dominii. Pietro IV sino ali 383 ze col suo erede. Nel i4i 6 Alfonso V suc-
restò indifferente per Urbano Vr e per cesse al padre, e nel 142 estese a tutta 1

l'antipapa Clemente VII, ma avendo in- la Sardegna la Carta de Logli promul-


.° suoi ambasciatori perchè l'in- gata da Eleonora Serra, riconosciuta qual
viato al 1 i

vestisse del regno di Napoli ,


gli perdo- base del diritto sardo. Il nuovo re con-
nasse il non pagato tributo per la Sar- quistò nell'isola tutte le terre che conti-
degna, e gli accordasse altri diritti pon- nuavano la ribellione. Sebbene nel 4^7 1

tifìcii., e non avendo Urbano VI a niuna coli' elezione di Martino V fu estinto il


cosa condisceso, il re si dichiarò del par- grande scisma, tuttavolta gli aragonesi
tito dell'antipapa, e seguendo la sua ub- continuarono a seguire il falso Benedetto
bidienza ottenne V esonerazione di tale XIII, e dopo la sua morte il successore
r
tributo feudale e altre cose vantaggiose. Clemente f III antipapa rinunziò nel
Nel 1387 divenne re Giovanni I, al cui i4^g, per cui gli aragonesi rientrarono
tempo nuovamente Doria e sua moglie nel grembo della vera Chiesa sotto Alfon-
Eleonora ricominciarono le discordie : il so V. Si mossero contro di lui i genove-
i3<> SAR SAR
si, e nella navale battaglia vinta nel i435 lo V, nipote de'precedenti monarchi, rac-
presso l'isola di Ponza sconfìssero gli a- colse anche il reame sardo cogli altri suoi
ragonesi e fecero prigionero lo stesso re, e vasti domimi, e convocò le cortes per la
gli altri che raccontai a Genova: Alfonso V 2. a volta neh 5 19. Avverso fu il successo
però fu condotto a Milano dal duca, e po- della santa Lega fatta a Cognac (F.) e
scia liberato. Papa Nicolò V a' 1 6 settem- presieduta da Clemente VII per impedire
bre e 9 dicembre 1 447 pubblicò molti de- nell'isola questo cambiamento di dinastia,
creti contro gli usurai de'regni d'Aragona e insieme toglierle il dominio di quella
e di Sardegna. Nuove spedizioni furono di Sicilia; poiché il generale Orsini dovè
traprese per la Corsica e per la Sardegna
i ti levare l'assedio posto colle truppe confe-
dai genovesi in nuova guerra con Alfon- derate a Castello Aragonese, e dopo gli

so V, che in breve finì di vivere nel 1 458. effimeri successi di Sorso, ebbe dal valo-
11 fratello Giovanni II che gli successe ri- re sassarese decisiva sconfitta , andando
volse la sua attenzione all'inquieta Sar- debitoredi sua salvezza a'generosi nemi-
degna, ma il provvedimento da lui pre- ci. Nel 1 5^8 arrecò nuove stragi il flagel-

so d'incorporare assolutamente la Sicilia lo pestilenziale, che forse pel contatto del-


elaSardegna alla corona d'Aragona, non le armate dilatassi dall'Italia in Sardegna,
bastò a sedare i torbidi, poiché Leonar- e sublimandosi frattanto Carlo V al som-
do famosa casa d'Arborea, ch'e-
II della mo della gloria, meditava la spedizione
rasi fatto nell'isola potentissimo a segno contro il felice corsa roBarbarossa di Tu-

di far fronte al sovrano, prese le armi per nisi a sostegno del re detronizzato; circo-
vendicarsi de'feudi d'Oristano e diGocea- stanza che portò nell'isola colla venuta del
no che pretendeva a lui appartenere. Pri- potentissimo sovrano una pace durevo-
ma vincitore Leonardo giunsecon buona le, e Cagliari vide con esso riunita la più
capitolazione ad aggiustare i suoi affari brillante flotta nel magnifico suo porto.
col re, ma quindi per le cavillazoni del Neh 54o altra pestilenza desolò la Sar-
viceré di Sardegna d. Nicola Carroz suo degna, con funeste conseguenze. Contri-
nemico, dovè riprender le armi, e dopo buirono a rendere prosperosa la nazione
essere stato con solennissima sentenza di- iprovvedimenti di Carlo V, il quale ot-
chiarato reo di fellonia dal re, cadde al- tenne a'20 marzo 1 55 1 un breve da Pa-
la mani, e morì natural-
fine nelle diluì pa Giulio IH, perchè fosse esteso nell'i-
mente una fortezza colla sola gloria
in , sola di Sardegna il concordato conchiu-
di aver lungamente resistito alle forze so neh 372 fra Gregorio XI e l'Arago-
contrarie. Neil479 montò sul trono Fer- na ossia quel Capitolato stabilito sotto
,

dinando V,cheriunìin lui la monarchia tal Papa fra la regina Eleonora d' Ara-

spaglinola pel matrimonio con Isabella gona e il nunzio apostolico, previa l'an-
ereditiera del regno di Castiglia, ed in- nuenza pontificia, convenzioneo trattalo
cominciò la serie de' re di Spagna (V.), che si può leggere nel t. 5, p. 3 eseg. del-
co'quali procederono destini diSardegna. i la Civiltà Cattolica ,
pubblicato per 1 i-

Questo re nel 1481 confermò l'incorpo- spondere ai Cinque Sillogismi con cui l'Iii-

razione della Sardegna alla monarchia di diCtf/ore&zrcfo, giornaleCagIiarilano,pre.


Spagna, e per suo ordine e della regina tese di dimostrare nullo il monitorio di
Isabella si estese all'isola la legge sull'e- scomunica, giustamente e secondo anche
spulsione degli ebrei, che colpì purquelli il gius particolare della Sardegna lan-
che vi avea Tiberio esiliati, e l'altra sullo ciato contro i violatori dell'immunità dei
stabilimento dell'inquisizione, quivi però beni ecclesiastici, dall'ottimo e zelante o-
r
rimasta in vigore soltanto sino i562.
al dierno arcivescovo di Cagliari mg. Ema-
Il famoso imperatore e re di Spagna Car- nuele Marongiu Murra, il quale con for-
SAR SAR i3i
tezza sacerdotale per non averlo voluto di essa ne'duhbi di non credersi autoriz-
allontanato dalla sua chiesa
riti-altare fu zati a fare delle leggi contrarie al diritto

con glorioso esilio. I vescovi d' Aragona comune de'canoni in materia d'immuni-
mossi dal vedere che l' immunità della tà personale o reale, come quando ebbero
chiesa nelle loro diocesi era di continuo bisogno di attemperare le disposizioni ca-
violata emanomessa dalla prepotenza dei noniche al sistema legislativo, giudiziario
magistrati civili, reputarono del proprio e amministrativo de'loro dominii, si vol-
dovere avanzarne reclamo al trono rea- sero fino a questi ultimi tempi alias. Se-
le, lamentando disordini riprodotti dal-
i de per averne da lei benigno permesso.

la Civiltà Cattolica. Queste rimostranze Citerò a modo


esempio le richieste che
di

de' vescovi persuasero Eleonora regina di di sessennio in sessennio il governo sardo

Aragona della necessità d'un accomoda- l'innova alla s. Sede per ottenere la pro-
mento, ene scrisse perciò a Gregorio Xf, rogazione a favore dello stesso governo
ilquale nel breve di risposta dato da A- de' due donativi annui, l'uno ordinario,
vignone vkal. decembris ponti ficatus an- l'altro straordinario, che fa il clero sardo
no i.°, dopo aver encomiato lo zelo e la stille sue rendile ecclesiastiche; ed il bre-
pietà della regina pel desiderio che nu- ve de' i o dicembre 1 84 diGregorioX VI,
1

triva di comporre le insorte vertenze, con- col quale annuendo all'istanza del gover-
discese a permetterle di trattare su questo no, autorizzò il clero a pagaie in denaro
affare col cardinalBertrando di Cosnac quelle stesse prestazioni, cheavea fin al-

o Conach o Convegnes nunzio apostolico lora pagale in natura, per tacere di altre
a Pietro IV per le gravi discordie susci- analoghe concessioni fatte dai suoi imme-
tate tra il re e il clero e prelati di Cata- diati predeecessori successore Papa re -

logna, a motivo dell'immunità ecclesia- gnan te.Ma singolarmente giova anche qui
stica violata dal re, per cui ancora 1' ar- ricordare il concordato concluso nel 1 84 r

civescovo di Tarragona altamente erasi fra la s. Sede e re Carlo Alberto sulla im-
querelato. Gregorio XI pertanto prescris- munità personale del clero in materfe pe-
se la condizione, che i diritti delle chiese nali,.il precedente breve di Clemente XI II

e delle persone ecclesiastichesi conservas- e il concordato di esso con re Carlo E-


sero illesi, condizione che impose al car- rnanuele III, art. 23 sull'immunità, dei
dinale pure nell'autorizzarlo a venire ad quali solenni atti meglio parlerò nell'ar-
un accordo colla regina che governava Sardegna o stati sardi mentre a.
ticolo ,

pel re } servata tamen semperlibertate ec- Spagna tratto di altre notizie riguardan-
clesìaslicaj ed in fatti fu tutelata e posta ti la Sardegna.
in salvo l'immunità personale e reale del- Filippo li successe al padre Carlo V
la Chiesa contro le usurpazioni dell'au- nel 1 556 dopo la sua memorabile abdi-
torità politica, come si legge nel concor- cazione: le guerre che dovè sostenerecon-
dato applicato poi alla Sardegna, in con- tro la Francia, i Paesi Bassi, contro il Por-
formità del gius comune de's. canoni, re- togallo per riunirlo alla monarchia, e con-
stando eziandio inibito al potere politico tro i turchi, insieme alle escursioni dei
di occupare sotto qualunque prelesto i pirati barbareschi, che infestavano il ma -

beni temporali della Chiesa. Fu inoltre re Mediterraneo con gran pericolo delle
concluso, che ne' dubbi poi doveva il re isole, proporzionatamente ne fecero sen-
astenersi da ogni rappresaglia contro la tire gli effetti anco alla Sardegna. Il li-
Chiesa, e rimettetela decisione della sen- torale dell'isola fu munito di torri; i ci-

tenza ad arbitri di comune fiducia. Fat- vili e legislativi ordinamenti in processo


to il concordato del la Spagna quindi pro- di tempo mirarono al pubblico vantag-
prio della Sardegna, i rispettivi sovrapi gio, come Capitoli i della Corte, la Regia,
i32 SAR SAR
Prammatica, ed vari decreti vicereali,
i diesa coli' Aymerich svelato a veano pie-
che dal banditore pr a eco si dissero Pre- namente il turpe mistero. Ma essi non ces-
goni, eziandio sotto i regnidi Filippo III savano per questo dalle macchinazioni,
incominciato nel 1598, e di Filippo IV ed a fomentare l'interno partito spediva-
principiato nel 162 1, il quale involto in no a quando a quando emissari sulla co-
comandati dal
molteplici guerre,! francesi sta sarda, intanto duca di San-Ger-
che il

conte di Horecurt operarono uno sbarco manogià volato era colle truppe spagnuo-
e presero Oristano, ma poco dopo si ri- le a vendicare la crudele uccisione e ri-

tirarono. Assunto al trono nel 1 665 Car- bellione. Il tristo commissario d. Jacopo
lo II ancor pupillo, Marianna d'Austria Alivesi al fermo braccio della giustizia vol-
ne fu reggente, e la sua debolezza presto le surrogare più ignobile mezzo per com-
si converti in pubblica sciagura. Soste- pire la serie decadimenti, e fingendo di
neva d. Agostino di Castelvi marchese entrare a parte degl'interessi della cospi-
di Laconi privilegi della nazione nella
i razione, tanto seppe usare d'astuzia, che
Spagna in faccia alla reggente, quando dipingendone a'principali proscritti im-
questa domandò straordinari sussidi per minente lo scoppio, tutti sotto buona fe-
Ja guerra contro la Francia , col mezzo de li trasse dal sicuro tei reno di INizza,ove
del viceré marchese di Camarassa. Du- eransi rifugiati, sull'isola Rossa del golfo
rante la sua missione divampò senza ri- Turritano, ed ivi deposta la maschera li

tegno l'illegittima e riprovevole fiamma sopraffece colle armi. Caduti i più nella
ondeardeva da qualche tempo la sua mo- mischia, fu riservato al supplizio l'ottua-
glie d. Francesca Setrillas marchesa di genario marchese di Cea^ compassionato
Sietefuentes, per d. Silvestro Aymerich non meno per l'ingannevole maniera onde
de'conti di V illamar patrizio di Cagliari, fu spinto al delitto, che pel modo con cui
ed il reduce marchese di Laconi, nonap* fu strascinato al supplizio. Al commissa-
pena posto il piede nella terra natia, da rio Alivesi furono dati alcuni feudi pei*

vili s'irà ri fu atrocemente spento. Si bu- premio del suo ignobile operato. Nel de-
cinava fra molti la verità dell'intrigOj ma clinar del secolo XVII la Sardegna si tro-
i più caldi patriot ti, visto a mancare in vò involta ein preda nuovamente alle fa-
lui il difensore delle nazionali guarenti- zioni, per la famigerata successione alla
gie,incolparonocalunniosamenle il vice- monarchia spagnuola, comechè Carlo II

rè e la sua consorte del proditorio man- si trovò privo di successione. Le guerre


dato. Si ordì quindi una terribile congiu- incominciate lui vivente per la divisione
ra, e fra i più eminenti personaggi la scal- de'suoi stati, nel 1700 arsero in tutta Eu-
tra e iniqua druda, a ricoprire la propria ropa per la sua morte, chi seguendo l'Au-
vergogna e reità, vi trasse il virtuoso e ca- stria e l'arciduca Carlo, chi parteggian-
nuto suo zio,d. Jacopo Artaldo di Castel- do per Francia e per Filippo di Borbo-
li marchese di Cea,già procuratore rea- ne, ambedue pretendenti alla monarchia,
le, di più decorazioni insignito, e ciò che il i.° per parentela più prossima al defun-
più vale nobilitato da fama incorrotta. Né to, il 2. testamento del tra-
in forza del
andò guari che una mano di satelliti posti passato. La Sardegna fu occupata dagli
in agguato scaricarono le armi micidiali austriaci, con l'aiutodegl'inglesi. Preval-
contro il viceré Camarassa, mentre colla se in Sardegna la parte austriaca, ein mez-
moglie e figli aggiravasi in cocchio, e lui zo alle più desolanti scene di civile di-
estinto i congiurati concitarono il popolo scordia, l'arciduca divenuto imperatore
vanamente a novilà, ma dovettero ad u- Carlo VI inaugurò il suo dominio che ,

no ad uno porsi in salvo colla fuga, men- col trattato d'Utrecht del 17148" vennc
tre le seconde nozze della profuga mar- assicuralo. Ma dopo 3 anui, sotto il mi-
SAR SAR i33
nistero del cardinal Alberoni, un colpo nuele III suo figlio lo scettro, indefessa-

di mano gettò improvvisamente in Sar- mente occupò a fare risorgere 1' agri-
si

degna le truppe spagnuole guidate per coltura, commèrcio, le scienze, sicché


il

Filippo V dal marchese di Leida, men- ne'45 anni circa del suo dominio, sardi i

tre veleggiavano contro ottomani neigli s'inoltrarono a gran passi nella carriera
mari di Levante, nell'agosto 7 1 7, e den- 1
dell'incivilimento, ed il conte Bogino ri-
tro il mese di ottobre tutta l'isola fu già nomato ministro di re migliore, ebbe la
ricuperata. Quest'improvvisa occupazio- soddisfazione di sperimentare nell'univer-
ne, che gli austriaci non erano parati a sale prosperità il fruttode'suoi savi di visa-
impedire, riaccese gli sdegni, e si unirono menti.La nazione lamentòassai la sua par-
all'imperatore duca d'Orleans reggente
il tenza nel 1773 per l'avvenimento al tro-

di Francia, Tlnghilterrae il duca di Savo- no di Vittorio Amedeo III; imperocché


ia Vittorio Amedeo li. Dopo molte guer- non avendo le receuti istituzioni preso la
resche contese, la Sardegna come isola e necessaria consistenza, andarono insensi-
come regno, a'2 agosto 17 18 venne ce- bilmente degenerando, senza che l'abuso
duta dall'imperatore Carlo VI, a Vitto- de' privilegi potesse da forza imponente
rio Amedeo li re di Sicilia e duca di Sa- rimanere compresso. Tale era lo stato del-
voia, la quale egli a vea conseguita ne'pré- la Sardegna quando la repubblica fran-

cedenti accordi d'Utrecht; e ciò in forza cese minacciò d'invaderla nel 1792, affi-
delia quadruplice alleanza sottoscritta a dando all'ammiraglio Truguet la non fa-
Londra dal re di Spagna Filippo V, a Pa- cile impresa. Ma non mancarono a se sles-

rigi firmata a' 18 novembre di detto an- si sardi nel duro frangente, e sebbene
i

no, ed a Vienna il 29 dicembre. L'at- ninno aiuto potessero sperare dal monar-
to però dell'immediata cessione che si fe- ca intento a preservare i suoi stati conti-
ce dal governo imperiale al rappresen- nentali dall'aggressione, colla nobile con-
tante del re Vittorio Amedeo II, alla pre- dotta imposero al nemico, il quale per-
senza degli stamenti, successe agli 8 ago- seguitato dagl'infuriati elementi, salvò a
sto 1 72o;e questo re ne fece il giorno stes- mala pena pochi avanzi dell'allestito na-
so la permuta colla Sicilia, prendendo il vi le. Al funesto successo risvegliossi ca-
titolo di re di Sardegna e il complesso pace di magnanimi sforzi in difesa della

de' suoi stati quello di regno sardo. La patria il nazionale entusiasmo. Si motivò
Sardegna divenuta ed essendo tuttora do- la convocazione degli stati generali, ma il

minio dell' augusta casa di Savoia (^.), partito ministeriale di Torino si volse in-
ne seguì destini sì politici che religiosi,
i cautamente a comprimerne il movimen-
che riporterò nel seguente articolo, e ri- to : quindi fra gli amministratori e gli am-

cevè da essa que'tanti miglioramenti in ministrati reciproca diffidenza, frequen-


ogni genere d' industria che accrebbero ti dispareri, aperta rivolta. Tutti gl'im-
la sua fortuna e la portarono a quel gra- piegati piemontesi vennero espulsi dal-
do di celebrità in cui oggi trovasi, facen- l'isola, tranne alcuni membri dell'alto cle-

do risiedere a Cagliari un viceré. MaN ro,ne l'arrivo del nuovo viceré conte Vi-
grado che dal caso e dai bellici eventi ri- valda fu sufficiente a comporre gli ani-
conoscesse il nuovo sovrano Vittorio A- mi; e nella esplosione del 5 luglio 179^
medeo II il possesso della Sardegna, ne il marchese della Planargia generale del-

comprese subito assai bene l'importanza, l'armi, ed il cav. Pitzolu intendente ge-
e tutto si fece a migliorar la sortede'po- nerale del regno, caddero vittima del fu-
po li, anche in mezzo ai perturbamenti del- rore popolare per sospetto d'intelligenza
l'italiana penisola; ed avendo poi nel 730 1 co'novatori. Non però venne meno ne'sar-
per l'avanzata età ceduto a Carlo Eraa- di la fede verso il sovrano, che procede-
1
34 SA R S AR
vano anzi gli eccessi da zelo inconsidera- dopo la vedovanza si fece gesuita, appro-
to per la reale autorità. Nel 1796 si fer- dò in Sardegna di bel nuovo a' 1
7 feb-
marono vantaggiosi accordi colla corte braio 1806. Forte per la sua posizione e
di Torino e tutto ritornò sull'antico pie- assicuralo dall'amicizia inglese, egli non
de. Saliva intanto in tale anno Carlo E- passò in ozio gli altri 8 anni d'infortunio.
inaimele IV sul vacillante soglio, donde Distratto dalle pacifiche occupazioni per
irancori a veano anzi tempo balzato il pre- le scorrerie de'barbareschi, organizzò la
decessore, e nel 798 abbandonò gli aviti
1
milizia nazionale e crebbe la reale mari-
possessi inondati dal rivoluzionario tor- neria che in più scontri cogl' infedeli si
a
rente. Vanto singolare Sardegna fu della coprì di gloria. Nel 1 8 4 1
la regina M. Te-
se non cessò mai, ne' tristi tempi in cui resa ebbe la reggenza dell'isola, mentre il

i principi assai più potenti errando va- re Vittorio Emanuele I riprendeva il pos-
gavano in terre straniere, l'esercizio del sesso degli ampliati dominii di Terrafer-
sovrano potere nella famiglia di Savoia. ma, e quindi il principe CarloFelicedu-
Nel porto di Livorno la raggiunsero de- i ca delGenevese riassunse le vicereali fun-
putati degli stamenli, ed offertole omag- zioni; e sebbene ueh8 18 fosse sostituito
gio di divota sudditanza, ebbero il con- da un luogotenente, ne conservò il titolo
tento di appagare comuni voti colla pre-
i sino alla sua reale inaugurazione avve-
senza del pio monarca e della ven. regi- nuta a' 19 aprile 1 821, cui successe a'27
na sua moglie, che sotto la scorta d'una aprile 1 82 reCa rio Alberto, che
1 nel 1 84
fregata inglese sbarcò in Cagliari a'3 mar- visitò l'isola e vi ritornò nel 1 843, e per
zo 1 799, ove trovò nella sincera esultan- sua abdicazione il monarca suo figlio re-
za de' suoi popoli dolce conforto alle a- gnante Vittorio Emanuele II. A Schiavi

cerbe sventure. Il duca d'Aosta e il duca ho narrato, che per quelli falli da'barba-
di Monferrato fratelli del re furono pre- reschi nell'isola di s. Antioco, l'ammira-
posti al governo de'due capi meridiona- glio inglese Exmouth nel 1816 costrin-
le e settentrionale dell'isola. Ma avendo se le 3 reggenze di Barbarla, cioè Alge-
i successi degli eserciti coalizzati contro ri, Tunisie Tripoli, a liberare tutti gli
la Francia fatto rinascere le speranze, tor- schiavi, ad abolire la schiavitù ne'cristta-
nò Carlo Emanuele IV sul continente, ni, ed a ricevere consoli sardi, con quel-
preceduto dal duca d'Aosta, il quale eb- le convenzioni ivi riportate. Ripeterò in

be il rammarico di perdere nell'isola Tu- breve, che la natura ha prodigato al-


nica prole maschile, su cui fondavasi il la Sardegna que' più larghi doni, di cui
proseguimento della linea diretta. Ed il può essere dotato un paese. Singolare e
duca di Monferrato avrebbe pur egli se- può ben dirsi meravigliosa ubertà di suo-
guito il re in quella male augurala pere- lo; notevolissima ricchezza minerale, dol-
grinazione, se la morte non lo avesse in cezza di clima che la rende atta ad ogni
Sassari sul più bel verde dell'età rapito produzione, sviluppo grande di costiere
al comun desiderio. Rimasero peròal reg- marine; frequenza di porti, posizione cen-
gimento dell'isola gli altri due fratelli del trale nel Mediterraneo che la mette a por-
monarca, cioè il duca del Genevese Car- tala della Spagna, della Francia, di tutta
lo Felice fatto viceré e capitano genera- Italia, della Grecia e dell' Africa, sicché

le del regno, ed il contedi Moriana mor- pare destinata a servire d'anello e legame
to nel1802 nel suo governo di Sassari. per tante nazioni ; popolazione vigorosa
Perduta la speranza di rientrare in To- e intelligente; in una parola tutto concor-
rino, il re Vittorio Emanuele I, succedu- re insieme in quest' isola per costituirla
to nel 1802 par rinunzia al virtuoso fra- un florido stato. Lo stemma di Sardegna
tello che cercò pace religiosa in Roma e si forma del campo d'argento, con croce
SAR SAR 1 35
rossa ^ e con 4 teste di mori ai Iati fascia- Torino 842 1 : Serie cronologica degli ar-
ti d'argento. Le rendite dell'isola da ul- civescovi e vescovi del regno di Sardegna,
timo Graberg le fece ascendere a 4 m '* Asti i835. P. Antonio Bresciani gesuita,
lioni di franchi. Fra gli scrittori della Sar- De' costumi dell'isola di Sardegna com-
degna nominerò i seguenti. Filippo Oli- parati con gli antichissimi popoli orien-
verio, Sicilia antiqua, Sardinia et Cor- tali, Napoli i85o. Fra gli altri illustri sto-
sica , Lugduni Batavorum 1619. Gio. rici contemporanei, vanno ricordati il eh.
Francesco Fara, De rebus Sardis, Cala* cav. Cibrario, e m. r Mimaut già console
ri 58o. Francesco de Vico, Historia ge-
1 francese nell'isola.
neral de Sardenna, Barcellona 1 620. Le- SARDEGNA REGNO o Stati del re
yes-y- Pragmaticas Reales de Reyno de diSardegna. Monarchia dell'Europa me-
Sardenna, Napoles 1640. Dionisio Bon- ridionale in Italia, composta di due par-
fant, Triumfo de los sanclos de Bey no tidistinte: 1. "l'isola di Sardegna^.), al-

de Sardenna, Cagliarli 653. Anton Fé- la quale deve il suo nome, e situata nel
lice Mattei, Sardinia sacra, seu de Epi- mare Mediterraneo al sud della Corsi-
r
scopis Sardis historia, Romae 1 758. Ge- ca(f .),óa cui è separata mediante le Boc-
melli., Rifiorimento della Sardegna, To- che di Bonifacio; 2. gli stati di Terrafer-
rino 1776. Michele Antonio Gazano se- ma che comprendono nel nord ovest del-
gretario di stato per gli affari del regno, Y Italia (V.)\ paesi anticamente conosciu-
La storia della Sardegna col catalogo ti sotto i nomi di Piemonte (f^.), ducato

de* luogotenenti generali, viceré e presi" di Savoia (F.), contea di Nizza (#*») e
7
denti che governarono la Sardegna, Ca- repubblica di Genova (Z .), e che disten-
gliari 1777. Gio. Francesco Lascaris, De donsi tra 43° 39' e 46° 24 di latitudine
Chorographia Sardiniae, Augustae Tau- nord, e tra 31767°
4°' di longitudine
rinorum 835. V. Raimondo Porru, Sag-
1 est. Sono essi limitati al nord dalla Sviz-
gio di grammatica sul dialetto sardo me- zera, da cui li separano le Alpi e il lago
ridionale, Cagliari 8 Non Diziona-
1 1 1 : di Ginevra ; all'ovest dalla Francia, col-
rio, universali sardu-italianu, Casteddu la quale hanno per limite le stesse mon-

i832. Antonio Purqueddu,// tesoro del- tagne, il Rodano ed il Varo; al sud dal
la Sardegna ne bachi e gelsi, poema sar- Medilerraneo;fiualmente all'est dal gran -

do e italiano, Cagliari 1779. Giuseppe ducato di Toscana, dai ducati di Mode-


Rossi, Elementas de gramatica de su dia- na e di Parma, non che dal reg'no lom-
meridionali e de sa lingua
le ttu s ardii bardo-veneto, verso il quale la frontie-
italiana, Casteddu1 842. Giovanni Spa- ra resta determinata dal Po, dal Ticino e
no, Ortographia sardu nationale, siat dal Iago Maggiore. La lunghezza di essi
gramatica de sa limba Logudoresa cuni- dal nord-ovest al sud-est è di 90 leghe,
parada cum s' italiana, ÌLa\av\s 1 84o.Mg. r e la massima larghezza dal nord est al
Albertino Bellenghi, Sulla storia natu- sud-ovest è di 73 leghe quanto alla su- :

rale di Sardegna notizie, 833. Ba- Roma 1 perfìcie totale del regno si valuta di4, 1 94
rone Giuseppe Manno, Storia di Sarde- leghe quadrale, delle quali 2,634 pel ter-
gna, Torino 1825. Usi e costumi della ritorio continentale, ei,56o per l'isola.
Sardegna^ Torino 1 843 con figure colo- Avendo detto ai citati articoli quanto li

rite. Cav. Alberto della Marraora, Voya- riguarda ne'singoli stati, oltre gli articoli
ges en Sardaigne, Paris 1839. Can. Pa« Liguria, Monferrato, Monaco princi-
lemoneLuigi B ma, Serie cronologica de-
i pato particolare
, Masserano principato
gli arcivescovi e vescovi di tutti gli stati della s. Sede, e altri analoghi e relativi, e
di Terraferma e di sua sagra reale mae- con più dettaglio a Sardegna per la par-
stà, e di alcuni del regno di Sardegna, te insulare, qui oltre qualche altra no-
136 SAR SAR
ziouc che la riguarda, dirò soltanto in nord dalle Alpi Leponzie e Perniine, che
globo e genericamente quanto si appar- offrono su questo punto il Monte Rosa, il
tiene alla parte continentale o Terrafer- Cervino, il Grande S. Bernardo; all'ovest
ma. Circa poi alla storia avverto: chea dall'Alpi Pennine, dall'Alpi Graie e dal-
Savoia riporto la serie de'conti e duchi, le Alpi Cozie,ch'esibiscono sulla frontiera
e narro le loro principali gesta sino al- della Francia i monti Pelvoux, Ginevra e
l'epoca che diventarono re di Sardegna, Viso; finalmente al sud-ovest dalle Alpi
dalla quale appunto qui in questo arti» Marittime, men alte delle altre catene.
colo ne scrivo la continuazione sino al Forma il Piemonte un'immensa e ricca
presente; che a Piemonte indicai i tempi valle, cheapresi all'est, e di cui il Po deter-
e comeformò il complesso degli stati
si mina il thalweg, ricevendo innumerevo-
che formano la monarchia sarda, le cui le quantità di torrenti e di fiumi, tra'qua-
compendiate storie parziali riportai ado- li a sinistra la Dora-Riparia eBaltea,Ia
rni articolo, rammentando diversi degli Sesia, l' Agogna, il Ticino a destra la ;

individuali autori, che ne compilarono IVI a ira ed il Tanaro ingrossato dalla Stu-

le storie, così pure delle rispettive me- ra e dalla Bormida. La contea di Nizza,
morie ecclesiastiche, e sedi arcivescovili appoggiata sul clivo meridionale delle Al-
e vescovili. Gli stati di Terraferma sono pi Marittime e dell'Apennino settentrio-
la parte più considerabile della monar- nale, appartiene ai bacini di diversi fiu-
chia sarda. Il Mediterraneo forma sulla mi poco estesi, diesi perdono nel Medi-
costa di questo territorio il golfo di Ge- terra neo,essendo i più importanti il Varo
nova, il quale in se contiene quelli della e la Roia. Il paese di Genova è il solo del-
Spezia e di Rapallo; presentando. inoltre le dette divisioni che non appartenga ad
questo litorate un gran numero di cale una regione fisica particolare; la catena
naturali, ossiano parti di coste ove il ma- dell'Apennino settentrionale, invece di li-

re forma un piccolo seno poco profondo, mitarlo,lo altra versa dall'ovest all'est,non
fra le quali citerò Porto Venere, il Por-
il lasciando tra se e il mare che una stret-

lo Manara ed Porto Maurizio. Pai-


il ta lista, e manda
d'acqua di poco i corsi
maria è la sola isola che merita ricordo, conto, che il paese innaffiano, al nord nel
ed esistente nel detto golfo di Genova. Po, e al sud nel golfo di Genova. Vari
Le antiche divisioni di questa contrada laghi baguano questi stati, e nella mag-
corrispondono piuttosto a fìsiche divisio- gior parte sono essi notabili per bellissi-

ni: in fatti la Savoia trovasi dal resto del- mi punti di vista : il lago Maggiore è sul
lamonarchia separata per mezzo delle limite orientale del regno, il lago Orla
Alpi Cozie (F'.) già Patrimonio della s. presso e all'ovest del precedente, il lago
r
Sede (J .)> delle Alpi Graie o Greche, e di Viverone nel centro del Piemonte, i
delle Alpi Perniine che aggettano su que- laghi di Annecyedi Bourgetnel nord del-
sto limite il Monte Bianco , alto 244^ la Savoia, e quello di Ginevra sul limite

tese sopra il livello del mare, e l'Iseran, settentrionale di questa contrada. I due

il Monte Cenisio ed il Piccolo S. Bernar- terzi degli stati diTerraferma sono mon-
do, men alti del precedente, ma contati tagnosissimi, e l'altro offre una vasta pia-
tuttavia tra le principali vette della gran- nura l'aspetto, il suolo, il clima dell'in-
:

de catena alpina: èdessa compresa tutta sieme diventano sommamente diversifi-


intera nel bacino del Rodano, ed irriga- cati. La montague eleva-
Savoia, irta di
ta da duellagli affluenti più notevoli di te, maggior parte delle cime ignu-
colia
detto fiume, l'Arva e PIsero. Il Piemon- de o coperte di neve e ghiaccio una gran
te che costituisce il centro è la parte più parte dall'anno, e che non lasciano il più
considerabile di questi stati, ed è cinto al delle volte tra esse che anguste valli, go-
SAR SAR i3 7
le o precipizi, ha un clima aspro, ed un fissimi. Molto vino raccolgono * ma non
suolo in generale pietroso e poco favore- si conserva, edèdi qualità mediocre; più
vole all' agricoltura; nonostante le valli, pregiati essendo i vini di Monferrato: so-
nelle quali il freddo ha molto minore du- no decantati quelli di Asti, Valenza e A-
rata , offrono in primavera una vegeta- lessandria; quelli del Genovesato ponno
zione che contrasta colla sterilità delle stare a petto di que' di Spagna, Cipro e
circostanti montagne. Nelleparti che com- delle Canarie; in generale la vinificazione
prende Nizza e Genova la superfìcie è ben- va perfezionandosi. L'olivo non si coltiva
sì anch'essa coperta di montagne, le cui in Savoiae pochissimo in Piemonte, men-
cime vedonsi generalmente nude; ma i tre a Genova ed a Nizza è il primario og-
fianchi ne sono imboscati o coperti di pa- getto di coltura genovesi segnatamen-
: i

scoli, e le radici piantate di viti, d' olivi te sanno ricavare un olio eccellente, di
e di limoni; meno angustesono quivi ge- cui fanno ragguardevole esportazione; be-
neralmente parlando e più fertili ie valli; nissimo riesce il gelso in questo paese al
il suolo quasi da per tutto arido, pietro- pari che nel Piemonte, ed è appunto in
so, talvolta paludoso e sabbioniccio sulle quest'ultima contrada che si raccoglie la
coste, torna in generale poco atto all'a- massima quantità di seta , e gode fama
gricoltura, ma è favorito d'un dolce clima d'essere la migliore d'Europa: si calcola
che vi assicura più brillante vegetazione. d'un 4o milioni di franchi il reddito an-
Quanto al Piemonte il suolo si trova pin- nuo della seta; tanto è in fiore la colti-
gue del pari che profondo, eben umet- vazione de'gelsi. Non avvi nel Piemonte
tato da una moltitudine di torrentelli che che alberi fruttiferi, gelsi e qualche olmi
discendono dalle montagne circostanti e pioppi circondano i campi e prati i i :

de'quali si è saputo profittare per l'irri- fianchi delle Alpi e dell'Apennino vedon-
gazione, appartenendo questa parte, per si per lo contrario coperti di castagni e

riguardo al clima, alla regione settentrio- d'alcuni legni da costruzione. La Savoia


nale dell'Italia; l'inverno vie corto, poco racchiudeva un tempo immense foreste,
inteusoii freddo, e nell'estate il caldo sop- ma state ultimamente devastate in gran
portevolissimo.A Torino il caldo e il fred- parte, ora più non se ne valuta l'esten-
do nelle loro estremità sono di corta du- sione che in 3 10,000 jugeri. Nel Piemon-
rata. In generale in questi stati 1' aria è te e nella Savoia si alleva molto bestiame,
pura e salubre, tranne luoghi in cui so- i però facendosi più burro e cacio in Sa-
nostabilite risaie. Può questo regno esser voia; i cavalli sono scarsi di numero, più
posto nell'ordine de'paesi agricoli, ma il comuni sono muli come in tutti paesi
i i

sistema per ogni dove seguito non am- montagnosi. 11 Piemonte alimenta poche
mette la coltura in grande, perchè il ter- pecore, mancando di pascoli; grandissimo
ritorio è tra le mani di pochi proprieta- numero ve ne ha in Savoia : capre, por-
ri, e diviso in frazioncelle di fittaiuoliche ci, pollame in gran quantità; vi sono api
avendo poco spazio da coltivare, solo go- da per tutto, e di più in Savoia come an-
dono quando possono ricavarci la seta; che nel litorale, e moltissimo se ne pre-
nondimeno l'abolizione de'diritti feudali gia il miele. La pesca, che non ha luogo
in questi stati ne ha di molto migliorato la se non sulle coste, riesce poco abbondan-
sorte. Sono principali produzioni il riso, te. Considerabili sono le ricchezze mine-
il maiz, il grano e altri cereali, il lino, la rali di questi stali, ma assai negligente-
canapa, e in alcuni siti il tabacco; molti mente poste a profitto molto ferro di :

frutti, specialmente que' de' climi caldi, buona qualità,piombo, rame, zolfo, man-
come melaranci, fichi, mandorle, ec. : le ganese e cobalto; trovansi nelle provincie
castagne e i tartufi si trovauo abbondan- d' Ossola e di Valsesia delle miniere di
VÙL. LXI. io
i38 SAR SAR
ferro solforato che danno dell'oro e del- suoi prodotti Torino e Alessandria so-
:

l'argento. Si raccolgono particelle d'oro no le piazze più importanti di commer-


nell'Orco ,nellaDora-Baltea,e in alcuni al- cio del Piemonte. Le relazioni commer-
tri fiumi. L'alabastro e soprattutto il mar- ciali tra queste contrade sono malagevo-

mo abbondano nel Piemonte e nelle pro- li per 1' alte montagne che le dividono;

vincie d'Oncglia, di Mondovi, di Levan- nondimeno si può comunicare assai fa-


te, di Genova e diTarantasiajil carbon cilmente da Genova a Torino per la stra-
fossile, la torba, la calce, il gesso, le ar- da della Bocchetta, e da Torino colla Mo-
desie non sono rari, soprattutto nella Sa- ria na per la bella via del Monte Cenisio.

voia e nel territorio di Genova. La pro- Però tali relazioni ora si sono agevolate
vincia d' Alba è ricca di solfato di ma- per l'introdotte strade ferrate,, e vieppiù
gnesia, il sale abbonda in diversi punti; col loroaumento miglioreranno. Sono
il cristallo, i granati, il serpentino, l'a- egualmente in aumento telegrafi, anche i

mianto, l'argilla e altre terre utili in mol- elettrici, cotanto utili al governo e al pub-
ti siti s'incontrano. Si sono nel Piemon- blico. Nelmarzo 1 853 la linea telegrafica
te e in Savoia stabilite parecchie usine e fra Genova, Alessandria, Novara, Tori-
fonderie, dove si lavora una parte de'sud- no e Chambery s' incominciò ad aprire
detti minerali; nel litorale ed in Piemon- anche la notte. Il governo è sul punto
te si utilizza il marmo. Le più importan- di stabilire tra la Spezia e Cagliari, per
ti fabbricazioni di questo regno sono quel- la via di Corsica, il telegrafo sottomari-
le delle stoffe di seta, di velluti, di calze no. Leggo in un contemporaneo scritto
di seta ec. che siconsumano in Italia, giac- re.»Negli stati sardi,incui magistrati, du-
ché per l'alto prezzo non potrebbero sos- ci e sapienti dedicano i loro ozi tranquil-
tenere la concorrenza colle straniere. Nel li fra la beatitudine de'campi, fra la sem-
territorio di Genova
Piemonte si fab- e plicità del contado, fra le sempre nuove
bricano molti panni comuni e belle ra- bellezze della natura; in questa regione
tine; la Savoia somministra stoffe grosso- svegliata ed industre, chela Francia con-
lane pegli abitanti delle campagne. Si fab- finante ha maestra nel movimento com-
brica tela per uso domestico, e tessuti di merciale non solo, ma negli agronomici
cotone di comune qualità. Avvi parecchie sperimenti; in questo paese che ha so-
vetraie, cartiere, fabbriche di pergame- cietà d'agricoltura, scuole agrarie e po-
ne, di sapone, di cioccolata, di paste; da deri-modello, si perfeziona viemmeglio e
Le con-
Nizza essenze e profumi rinomati. sempre più la suprema delle arti, la più
cie di pelli sono in gran numero ma il , antica dellescienze,l'agricoltura! Nel Pie-
corame generalmente non è perfetto; si monte specialmente ne'lavori delle sete,
fabbricano liquori, maiolica, vasellame nella fabbricazione delle lane e di cotone,
di terra. Ha ilPiemonte una manifattu- ne'fabbricati di ferro e nelle conce è qua-
ra di specchi, una gran polveriera, e una si proverbiale ne' suoi abitanti. Notevoli
fabbrica di porcellana : Genova è rino- sono le stoffe di seta di Torino; il vellu-

mala pel suo bianco di cerusa, pe' vetri, to, i guanti di pelle, i merletti di seta, ed
pegli stromenti d'ottica e chirurgia; vi si i fiori arlifiziali di Genova. Torino som-
lavorano bene il marmo, l'alabastro, il co- ministra molti gioielli finamente lavo-
rallo, i fiori finti. Le esportazioni sono in rati, e Genova parimenti smaltisce mol-
proporzione della sovrabbondanza degli te maniglie d'oro e d'argento, ed elegan-
accennati prodotti. PerGenovasi fa il com- ti lavori in corallo. Così Torino e Vercel-
mercio marittimo più considerevole. La li danno biancherie di tavola le più ben
Savoia spedisce principalmente in Fran- lavorate : ai genovesi assicurano un rile-

cia ed a Ginevra la maggior parte dei vante prodotto i berretti di lana ad uso
SAR SAR 139
de'popoli di Levante. I porti mercantili e Brugnato sono immediatamente sog-
di Genova, Cagliari e Nizza offrono tale gette alla s. Sede. Le altre sedi vescovili

un movimento di navigli e naviganti, di sono suffraganee de* citati arcivescovati.


merci e di mercanti, che attesta il com- In tutto il regno e compresa la Sardegna
mercio degli stati sardi, il quale oltre alle sono 7 arcivescovati e 34 vescovati, non
piazze marittime e alla loro capitale, pro- compresi quelli uniti. Ad eccezione dei
spera anche nelle città interne, ed in i- vadesi,in numero di circa 20, ooo, ultima-
specialità in quelle d'Alessandria, Arona mente nessun'altra setta religiosa posse-
eChambery.Quando poi sarà meglio for- deva templi: gli ebrei in numero di cir-
nita di strade la Sardegna insulare, aven- ca 4ooo vi sono tollerati con diverse re-
do allora maggior facilità a trasportare strizioni. La religione cattolica romana è
dall' interno i prodotti del suo suolo u- la dominante in tutti gli stati sardi. Darò
bertoso alla costa del mare che la circon- prima un prospetto della di visione ammi-
da, potrà di leggieri aspettarsi un reddi- nistrati va com'era avanti la recente sud-

to più importante dall'industria non so- divisione, che egualmente riporterò, di


lo, ma dall'agricoltura. In generale il re- tutta la monarchia di cui è capitale To-
gno di Sardegna, e per la sua posizione, rino , ordinaria residenza del re e della
e per l'attività de'suoi abitanti, esercita corte, che talvolta si trasferisce in Geno-
un commercio vivissimo, di cui Genova va, non che delle primarie autorità del
può dirsi il centro, come lo era fino dal- reame. Dell'isola di Sardegna, a quest'ar-
l'epoca della famosa repubblica, eh' era ticolo ne trattai. Le divisioni formansi

pel suo movimento marittimo ricchissi- di provincie , esse pure composte d' un
ma e potente , ed estendeva le sue con- numero di mandamenti o governi, i qua-
a
quiste nel dovizioso Levante, e le erano lisono composti di diverse comunità. i.
inesauste minieredi opulenza la Crimea divisione Torino: provincie Torino, I-
a
e bagnate dal mar Nero e dal mar
le città vrea, Biella, Pinerolo,Susa. 2. di visiona
di Grecia; e quanto essa fino, dai tempi Savoia : provincie Savoia propria, Ge-
andati fu maisempre peritissima in ma- nevese, Tarantasia, Moriana, Sciablese,
re, altrettanto fu abilissima nel traffico". Faucigny 3 Savoia superiore, Carogue.
a
La società costituitasi a Genova il 4 ot- 3. divisione Cuneo : provincie Cuneo,
tobre i85i, per lo stabilimento d'un ser- Mondovi, Saluzzo, Alba. 4-" divisione A-
vizio regolare di navigazione a vapore lessandria : provincie Alessandria^ Asti,
coll'America settentrionale e meridiona- Casalej Acqui, Voghera, Tortona. 5/di-
le, sta per vedere favoriti i suoi proponi- visione Novara: provincie Novara, ^er-
menti. ceZ/r, Lomellina,Pallanza,Domodossola,
a
La parte continentale degli stati sardi si Valsesia. 6. divisione Aosta : provincia
a
partiva in 8 divisioni, che traevano il no- d'Aosta. y. divisione Nizza: provincie
a
me dai rispettivi capoluoghi, ad eccezio- iV/zztfjOneglia, s. Remo. 8. divisioneGe-
ne di quella di Savoia, di cui è capitale nova: provincie Genova, Savona, Novi,
Chambery [V.): le divisioni e provincie, Chiavari, Levante, Albenga, Bobbio. Ma
governate da intendenti, che riporterò in il re Carlo Alberto con regie lettere pa-
carattere corsivo, hanno sedi vescovili, e date inGenova a'2onovembre 1 847,
tenti
perciò ne scrissi articoli in questa mia o- modificò la circoscrizione delle intenden-
pera, oltre le altre innominate, ma ricor- ze generali, e stabilì che in vece avesse-
date a Piemonte, a Savoia, ed altri ar- ro denominazione di Divisioni ammi-
la
ticoli di come ne' suoi arci-
questi stati, nistrative, sopprimendo quelle di Casale,
vescovati Chambery Genova Torino,
, , Saluzzo e Chiavari, ed in ciascuna di que-
Vercelli. Le sedi unite di Lwii Sarzana }
ste 3 provincie ristabilì un'intendenza di
i4o SAR SAR
i
."
classe. Soppresse i sotto-intendenti ge- volle e dichiarò abolito ogni privilegio
210
nerali, ed approvò una nuova pianta pel di foro civile, non solamente pe' privati,
personale dell'intendenze, perla compo- ma ben anco pel regio patrimonio. Re-
ampliando alquanto
sizione degli uffizi, stituita così la giurisdizione ordinaria, il

la competenza degl'intendenti di provin- re la chiamò all' unità delia giurispru-


cia nel provvedere per l'esecuzione de'bi- denza nell'ampiezza dellesue naturali at-
lanci comunali, al fine di semplificare e tribuzioni , mediante la creazione d' un
di rendere più spedita l'azione ordinaria magistrato di cassazione, che terrà il i.°
dell'amministrazione. Pertanto i circon- rango dopo il consiglio di stato. Fu ezian-
dari delle intendenze generali o divisio- dio compreso in queste viste di provvida
ni amministrative sono composti come unità governativa il regno e isola di Sar-
segue. 11 circondario di Torino compren- degna, così che abolito il consiglio supre-
de provincie di Torino, Pinerolo e Su-
le mo residente in Torino per gli affari di
sa.Quellodi Genova, leprovinciedi Ge- quel regno, fu estesa al medesimo la com -

nova, Chiavari, Spezia e Novi. Quello di petenza della corte di cassazione nelle co-
Chambery, le provincie di Chambery, Al- se giudiziarie, come pure quelle del con-
ta Savoia, Moriana e Tarantasia. Quello siglio di stato nelle altre. Alle riforme nel-
di Annecy, le provincie di Annecy, Fau- l'ordine giudiziario si accompagnò una
cigny eChiablese.il circondario d' Ales- compiuta sistemazione del contenzioso
sa nel ria, quelle di Alessandria, Asti, Tor- amministrativo. Giudici ordinari in que-
tona, Voghera e Bobbio. Quellodi Cu- ste materie furono dichiarati i consigli
neo, le provincie di Cuneo, Alba, Mon- d'intendenza. La camera de'conli dichia-
dovi e Saluzzo. Quellodi Novara, le pro- rata tribunale d' appello e supremo pel
vincie di Novara, a cui saranno restitui- contenzioso amministrativo, indipenden-
ti i mandamenti di Blandiate e Borgo- te dal magistrato di cassazione. L'uffizio
vercelli, di Lomellina, Pallanza , Ossola di procuratore generale del re conservò
e Valsesia. Il circondariodiiV/zzfl, le pro- solo le incombenze di pubblico ministero
vincie di Nizza,Oneglia e San Remo.Quel- e centro di tutti i consigli d'intendenza.
lo d'Ivrea, le provincie d'Ivrea e di Ao- Le regie aziende furono rappresentate da
sta. Quello di Vercelli , le provincie di un avvocato patrimoniale. Si abolirono
Vercelli, Biella e Casale.Ed in fine quello i magistrati sanitari, supplendosi con or-
di Savona^ le provincie di Savona, Acqui dinamenti appropriati alle condizioni dei
ed Albenga. 11 medesimo Carlo Alberto paese. Fu stabilito un consiglio superio-

nel precedente ottobre avea sanzionato re nella capitale, presieduto dal i segre-
il codice di procedura penale, appoggia- tario di stato dell' interno, per vegliare
to al sistema de'pubblici dibattimenti. Ed agl'interessi sanitari di tutto lo stato. La
avvisando nello stesso tempo a rendere direzione superiore di polizia fu staccata
più semplice e più regolare l'organizza- dal dicastero di guerra, e aggiunta a quel-
zione giudiziaria, il re soppresse le giu- lo dell'interno. Si provvide altresì al si-

risdizioni eccezionali del consiglio e degli stema di amministrazione comunale e


uditori generali dell'ordine de' ss. Mau- provinciale, capi delle comuni essendo i
rizio e Lazzaro, dell' uditorato generale sindaci magistrati municipali. Prima del-
di corte e delle regie cacce , della regia le recenti variazioni, il redi Sardegna era

delegazione per le cause dell'economato assistito nel governo da 5 ministri degli :

generale, e de'magistrati di sanità. Nel ri- aifari esteri, dell'interno, della guerra e
mandare ai loro giudici naturali gli af- marina, delle finanze, e del gabinetto del
fari , che antiche leggi aveano riservato re: il consiglio regio adempì va le funzio-
ai suddetti Iribuuali di eccezione , il re ni di consiglio di stato e di corte supre-
SAR SAR i4i
ma. L'amministrazione della giustizia era vono al commercio genovesi la loro prò»
i

confidata a 4 corti superiori di giustizia, sperila, né si può rimproverarli di eser-


sedenti a Torino, Genova , Chambery e citarlo senza la dovuta accortezza ed e-
Nizza, e ad un numero sufficiente di tri- conomia. Pi ima l'esercito in tempo di pa-
bunali di 2. "ordine, come anche di tri- ce era di circa 3 1 ,ooo uomini, ed in tem-
bunali di commercio o consolati. La ca- po di guerra di quasi 62,000, non com-
pitaneria generale è un tribunale che co- prese le milizie nazionali. Di tutte le piaz-
nosce tutti gli affari una volta attribuiti ze forti del continente, Alessandria è la
all'ammiragliato di Genova. L'elezione più importante. La marineria del 1827
de'giudici e di tulli i pubblici funzionari consisteva di 3 fregate, e 5 galere stanzia-
appartiene al re, che li revoca a suo gra- te nel portodi Genova; in seguito di mol-

do. Gli abitanti ponuo dividersi in 4 clas- to si accrebbe. Nel 1 834 ^ a f° lza armata
si : il clero che non pagava imposte, e go- in attività era di 4^,000 uomini, che poi
deva i suoi diritti e privilegi; la nobiltà si aumentarono. IlGraberg fece ascen-
che possiede gran beni e privilegi; la cit- dere le rendite di tutti gli stati sardi a
tadinanza abitatrice delle città e de'bor- 4o milioni, cioè Savoia, Piemonte, ec. 27
ghi, ed i contadini, che prima dell'abo- milioni e mezzo; Geuova 7 milioni emez-
lizione del sistema feudale erano aggra- zo; Sardegna 4 milioni; Nizza un milio-
vati. L'istruzione pubblica fa progressi, ne. Una statistica pubblicata nel1849 fe-
massime ne^li stati del continente: havvi ce ascendere le rendite a circa 5j milio-
un'università a Torino, ed altra a Geno- ni di franchi; chei domimi si estendeva-
va , e parecchi collegi con molte scuole no sopra una superficie di 4 '94 leghe
primarie; l'insegnamento reciproco vi fu quadratela popolazione totale sommare
introdotto nel 1 8 1 5, e vi presta grandi a 4,682,700. Ma nella statistica pubblica-
servigi. Al di là delle Alpi si parla l'idio- ta dal governo sardo neh 852, si diceche
ma francese, al di qua l'italiano; ma il la Terraferma conta 271 1 comuni, fa-

popolare dialetto è difficile ad intender- miglie 908,792, abitanti 4,368,972 a :

si : ponno anzi dirsi i piemontesi bilin- Sardegna dissi circa 600,000 abitanti.
gui, dacché specialmente verso la capita- Formano gli stali sardi una monarchia
le,non è persona mezzanamente colta che ereditaria di maschio in maschio, il cui po-
non si valga d'ambedue le favelle, e il bel tere sino al 1 848 non era limitato, tranne
sesso ne porge V esempio. Sembra però nell' isola di Sardegna che veniva mode-
che l'eloquenza e l'amor patrio del Na- rato dall'assemblea degli stati, e nelle pro-
pione, se non sono riusciti del tulto a ban- vincie nuovamente incorporate da anti-
dire i gallicismi, che la invasione poste- chi privilegi particolari. Il reassumevai

riore alla sua opera ha invece moltiplica- seguenti titoli: Sicario perpetuo dell' Ini'
ti,abbiano tuttavia destato una commen- pero in Italia, e luogotenente dell'Impe-
devole emulazione ne' sani ingegni, che ratore, cioè fino a che durò il sagro ro-
tutto pongono in opera per ricondurre mano Impero(V.). Il .°ch'ebbe quest'o- 1

almeno negli scritti la lingua italiana al- nore fu Beroldo, stipite della casa di Sa-
la nativa purezza. I piemontesi sono spi- voia nel secolo XI. Il conte Amedeo VI
ritosi, allegri, bravi nelle armi, non me- ebbe un simile titolo perpetuo ne' suoi
no che nelle scienze : si fanno i savoiar- discendenti da Carlo IV imperatore. Il
di distinguere pel dolce carattere, sem- duca Vittorio Amedeo I ne fu spogliato
plicità di costume, amore al lavoro, ma per essersi collegato coi francesi contro
in genere la popolazione è più povera, e l'imperatore Ferdinando II, ma lo rieb-

ne emigra spesso una parte in Francia be il figlio nel trattato di Westfalia. S'in-
aiin tracciar col lavoro la sussistenza. De- titolava pure Principe dell Impero in I-
i4* SA li SA li
lalia, benché non s'intromettesse negli af- reali stemmi parlo a Savoia. La s. Sede
fari della Germania, essendo prima du- i suole tenere in Torino un nunzio aposto-
chi di Savoia annoverati tra 4 Conti del- i lico. 11 re di Sardegna tiene in Roma pres-

ti mper ò,secondo la celebre divisione del- so las. Sede un cardinale Protettore^.)


le dignità fatta dal detto Carlo IV. Pre- degli antichi e nuovi stali sardi, talvolta
sero il Altezza e di Serenìssimi
titolo di un inviato straordinario e ministro ple-
(V.), allorché entrarono i duchi di Savoia nipotenziario con sua legazione , ed ora
nelle ragioni del regno di Cipro (/^.-as- un incaricato d'affari. Inoltre iu Roma
sunsero il titolo del regno di Gerusalem- vi sono, la chiesa nazionale di s. Gio. Bat-
me per quanto dissi in queir articolo o tista de'genovesi, che descrissi a Genova;
voi. XXX, p. 72 ; presero ancora quello e la chiesa nazionale del ss. Sudario (V.)
di Re d' Armenia pe' motivi e diritti e- de'savoiardi e piemontesi che descrivo a
reditati, che dichiarai nel voi. LI, p. 3o8. Savoia, ove dico ancora della chiesa di
11duca Vittorio Amedeo I assunse il ti- s. Maria della Purificazione de'savoiar-
tolo à' Altezza Reale j il duca Vittorio A- di, francesi e transalpini. Anche il re di
medeo li il titolo di re di Sicilia, poi di Sardegna, comealtre corti, peraprire un
re dì Sardegna , il quale tutt'ora usano campoai giovani suoi sudditi che studian-
i suoi discendenti che ne' loro diplomi
, do le belle arti si potessero perfezionare
s'intitolano così. N.N. per grazia di Dio, nella splendida sede di esse l'alma Roma,
Re di Sardegna, di Cipro e di Gerusa- ivimantiene con pensioni alquanti gio-
lemmej duca di Savoia, di Genova, di vani pittori, scultori e architetti. Eglino
Monferrato, d'Aosta, del Chiablese, del nou hanno luogo apposito, ma sono tut-
Genevese, e di Piacenza (per que'moli- tavia diretti negli studi dal soprintenden-
viche notai in tale articolo); Principe di te generale e distinto pittore cav. Ferdi-
Piemonte e d' Oneglia ; Marchese d'Ita- nando Cavalieri, che meritamente suc-
lia, di Saluzzo, d'Ivrea, diSusa, di Ce- cesse al dotto marchese Luigi Biondi. Gli
va, del Maro, d! Oristano, di Cesana e stati sardi gloriarsi d'un gran nu-
ponno
di Savona j Conte diMoriana,di Gine- mero di eccellenti artisti, non meno che
vra, di Nizza, di Tenda, di Romonte, d'A -
d'illustri scienziati, che assai lungo sareb-
sti,d'Alessandria, di Goceano, di No- be il noverarli. De'trapassati che pur ne
vara, di Tortona, di Vigevano e di Bob- formano la gloria, de' principali feci o-
bio jBarone di Vaud e del Faucigny ; norevole menzione agli stati e città in cui
Signore di Ver celli, di Pinerolo, di Ta- fiorirono, insieme a quelli che risplcndet-
fantasia, della Lomellina, e della Valle tero per santità di vita, nelle più eminen-
di Sesia, ec. ec. 11 primogenito o l'erede ti diguilà ecclesiastiche, come nel ponti-
presuntivo della corona suole intitolarsi ed iu altre prelature
ficato e cardinalato,
Principe del Piemontej tuttavolla 1' at- della Chiesa. Innumerevoli poi sono gli
tuale re Vittorio Emanuele li portò il ordini e congregazioni religiose d'ambo
titolo di principe reale e duca di Savoia: i sessi, che fanno decoro e rendono utilis-
ilprincipe Ferdinando suo fratello è du- simi servigi alle popolazioni,esislenti negli
ca di Genova, e avente per moglie la prin- stati sardi, anche istituiti a'uoslri tempi,
a
cipessa M. Elisabetta di Sassonia, Il pri- de'quali tutti trattai ai loro articoli, e feci
mogenito del medesimo re Vittorio E- menzione iu quelli delle sedi vescovili ear-
iii a miele li, è il principe reale e principe ci vescovili ove sono per operare il beue,per
di PiemonteUmberto; il i.° genito è il istruire, per edificare, con vaulaggi indici-
duca d'Aosta Amedeo; il 3.° genito è il bili spirituali e temporali di tutti. Feci pu-
duca di Monferrato Ottone; il 4-° genito re articoli degli ordini equestri e cavallere-
? il duca di Chablau Carlo Alberto. Dei schi che si conferiscono dal re di Sarde-
SAR SAR 143
gna, ed istituiti dai suoi antenati. Essi so- principe, e 6 dagli elettori scelti dai 3 co-
no: i.° l'ordine supremo della ss. Annun- muni : il consiglio sarà presieduto dal-
ziata j i.° de' ss.Maurizio e Lazzaro e l'erede presuntivo o dal governatore.Nel-
sagra religione; 3.° il reale ordine mili- la stessa Gazzetta a p. 1
1
4 si legge che ai
tare di Savoia, istituito con lettere paten- sudditi non piacque la costituzione per
ti de' 1
4 agosto i8i5 dal re Vittorio E- le sue restrizioni, e perchè ninno rende
tnanuele I, per ricompensare le persone responsabile, ad onta che nella costitu-
che si erano distinte sui campi di batta- zione medesima fosse dichiarato, che il

glia, o segnalali per azioni prudenti e va- principato non potendo considerarsi co-
lorose; 4-.° il realeordine civile di Savoia, me una grande famiglia, non si poteva-
con lettere patenti a'29 settem-
istituito no applicare le istituzioni liberali che reg-
bre i83i dal re Carlo Alberto, per de- gono grandi stati, quindi dover essere
i

corare gl'impiegati, gli artisti e letterati proporzionata ai mezzi e costumi degli


benemeriti assegnò : al medesimo 4o pen- abitanti. Questi però malcontenti delle
sioni, i o delle quali d'annue lire i ooo, al- limitate concessioni, inalberarono ban-
trettante di 8oo, e 20 di 6oo. Inoltre il diera nera, sottoscrissero una protesta,
re Carlo Alberto a'26 marzo 1 833 istituì reclamando l'appoggiodi re Carlo Alber-
la medaglia militare d'oro e d'argento, to, a cui poi si dierono, onde il principato

con l'incisione della croce e corona, ed il fu quasi in parte riunito al regno. Ma leg-
motto Al Valor Militare. Nel rovescio
: go Almanach de Gotha pour Uan-
nell'

tra due lauri s'incide il nomedi quello che néeiS53 quanto appresso: » Il principe
ne viene decorato; l'azione, e il giorno in di Monaco è sotto la protezione della Sar-
cui la fece, sono intagliati sul bordo. Quel- degna pel trattato de'20 novembre 1 8 1 5.
li che ricevono la medaglia d'oro godono 11 principe risiede 6 mesi a Monaco e 6
d'una pensione annua di 100 lire, edi5o mesi a Parigi. Il re Carlo Alberto pel de-
medaglia d'argento, ri-
gl'insigniti della creto 18 settembre 1848 riunì provviso-
vedove o ai loro orfani
versibili alle loro riamente agli stati sardi duecittàdel prin-
per goderla sino al loro anno i5.mo cipato di Monaco, che a vea fatto prece-
Nel Piemonte e nella provincia di Niz • dentemente occupare dalle sue truppe il
za vi è il principato sovrano di Monaco. 12 febbraioi848. Il governo piemonte-
Il principe Florestano I a' 12 febbraio se presentò alla camera de' deputati uu
1848 promulgò la costituzione pe' suoi progetto di legge per la riunione defini-
sudditi, che si legge neln.°34 della Gaz- tiva di queste due città, ma gli avveni-
zetta di Roma. In essa si dichiara reli- menti di quell'epoca avendo impedito di
gione dello stato la sola cattolica aposto- eseguirlo, il 2 1 ottobre 1
849 ne presentò
romana,con libertà di professare qua-
lica un nuovo basato su altri motivi, e il io
lunque culto. Tutti gli abitanti del prin- seguente novembre questa camera adot-
cipato sono eguali avanti la legge,ed han- tò il progetto, in seguito del quale Men-
no tutti diritto agi' impieghi. Si garan- tone e Roccabruna doveano essere go-
tisce la libertà individuale, quella della vernate come le altre parti degli stati sar-
stampa; interdette le ricerche sulle pri- di, come facendone parte integrante.Que-
vate opinioni. Al principe appartenersi il sto progetto di legge portato al senato il

potere esecutivo , V iniziativa delle leggi 2 febbraio i85o, fino al 5 maggio i85s
e la nomina agl'impieghi. Doversi sta- ne ha sospeso 1' esame, in seguito delle
bilire un consiglio di stato, per delibe- rappresentanze delle potenze segnatario
rare sulle leggi e ordinanze d' ammini- del 8 1 4 e del 1 8 1 5, alle quali il princi-
1

strazione, con sanzione del principe; esso pe di Monaco si è diretto protestando con-
sarà composto di 13 individui, eletti 6 dal tro la condotta del re di Sardegna, sotto
i44 SAR SAR
lei protezione del quale lo posero i trat- i regolamenti necessari per l'esecuzione
tati del 1 8 1 5, e che per mezzo di un trat- delle leggi, senza sospenderne l'osservan-
tato particolare fatto neh 817 il re si è za o dispensarne. 7. Il re solo sanziona
obbligato a mantenere la sovranità di le leggi e le promulga. 8. Il re può far
principe sopra Monaco, Meritorie e Roc- grazia e commutar le pene. 9. Il re con-
cahruna". Oltre il principato di Mona- voca in ogni annoleduecamere; può pro-
co, pochi giorni dopo anche gli stati sar- rogarne le sessioni, e disciogliere quell
di ricevettero la costituzione. A'4 mar- de'deputati; ma in quest'ultimo caso ne
zo1848 inTorino il re Carlo Alberto pro- convoca un'altra nel termine di 4 uiesi.

mulgò il seguente statuto costituzionale, io. La proposizione delle leggi appar-


il cui testo riporta il supplemento al n.° terrà al re, ed a ciascuna delle due ca-
39 della Gazzetta di Roma, che per es- mere. Però ogni legge d'imposizione e di
sere in vigore negli stati sardi lo ripro- tributi, o di approvazione de'bilanci e dei
durrò. Avendo tante volte parlato delle conti dello stato, sarà presentata prima
moltissime forme di governo antiche e alla camera de' deputati. 1 1. Il re è mag-
moderne, e non avendo mai descritto in giore all'età di 18 anni compiti. 12. Du-
dettaglio le costituzioni compilate negli rante la minorità del re il principe suo
ultimi anni, e di cui più volte mi occorse più prossimo parente nell' ordine della
ragionarne, mi sia dunque permesso di successione al trono, sarà reggente del re-i

qui inserire il testo di quella della mo- gno, se ha compiti 21 anni. i3. Se per
narchia «arda. In conseguenza del pro- la minorità del principe chiamato alla
clama degli 8 febbraio, il re di Sardegua reggenza, questa è devoluta ad un paren-
pubblicò le istituzioni rappresentative e te più lontano, il reggente che sarà en-
lo statuto o legge fondamentale della mo- trato in esercizio conserverà la reggen-

narchia. Art. i.° La religione cattolica a- za lino alla maggiorità del re. i/±Aa man-
postolica romana è la sola religione dello canza di parenti maschi la reggenza ap-
stato. Gli altri culti ora esistenti, sono tol- parterrà alla regina madre. i5. Se man-
lerati conformemente alle leggi. 2. Lo ca anche la madre, le camere convocate
stato è retto da un governo monarchico fra io giorni da'ministri nomineranno il

e rappresentativo. Il trono è ereditario reggente. 16. Le disposizioni precedenti


secondo la legge salica. 3. Il potere le- relative alla reggenza sono applicabili al
gislativo sarà collettivamente esercitato caso, in cui il re maggiore si trovi nella
dal re e da due camere, il senato e quel- fisica impossibilità di regnare. Però se l'e-

la de' deputati. 4- La persona del re è sa- rede presuntivo del trono ha compito 18
gra ed inviolabile. 5. Al re solo appar- anni, egli sarà in tal caso di pieno diritto
tiene il potere esecutivo. Egli è il capo il reggente. 17. La regina madre è tu-
supremo dello stato 5 comanda tutte le trice del re, finché egli abbia compila l'e-

fòrze di terra edi mare; dichiara la guer- tà di 7 anni; da questo puntola tutela
J
ra, fa i trattati di pace, d alleanza, di passa al reggente. 18. I diritti spettanti
commercio ed altri, dandone notizia alle alla podestà civile in materia beneficiaria
camere tosto che l'interesse e la sicurez- o concernenti all'esecuzione delle prov-
za dello stato lo permettano, ed unendo- visioni di ogninatura provenienti dall'e-
vi le comunicazioni opportune. I trattati stero,saranno esercitati dal re. 19. La
che importassero un onere alla finanza o dotazione della corona è conservata du«?
variazione di territorio dello stato,non a- ranteil regno attuale quale risulterà dal-
vranno effetto se non dopo ottenuto l'as- la media degli ultimilo anni. Il re con-
J
senso delle camere. 6. Il re nomina a tut- tinuerà ad aver l usode'reali palazzi, vil-

te le cariche dello stato, e fa i decreti e le, giardini e dipendenze, non diedi lut-
SAR SA II 145
ti indistintamente i beni mobili spettan- libera, ma una legge ne reprime gli abu-
ti alla corona, di cui sarà fatto inventa- si. Tuttavia le bibbie, i catechismi, i libri
rio a diligenza d' un ministro responsa- liturgici e dipreghiere non potranno es-
bile. Per l'avvenire la dotazione sarà sta- sere stampati senza il preventivo permes-
bilita per la durata d' ogni regno dalla so del vescovo. 29. Tutte le pi oprietà, sen-
prima legis!atura,dopo l'avvenimento del za alcuna eccezione,sono inviolabili. Tut-
re al trono. 20. Oltre beni clie il re at-i tavia quando l'interesse pubblico legal-
tualmente possiede in proprio, formeran- mente accertato lo esiga, si può essere te-
no il privatosuo patrimonio ancora quel- nuti a cederle in tutto od in parte, me-
li che potesse in seguito acquistare a ti- diante una giusta indennità conforme-
tolo oneroso e gratuito durante il suo re- mente alle leggi. 3o. Nessun tributo può
gno. Il re può disporre del suo patrimo- essere imposto o riscosso se non è stato
nio privato sia per atti fra vivi, sia per consentito dalle camere e sanzionato dal
testamento,senza essere tenuto alle rego- re. 3i. 11 debito pubblico è guarentito.
le delle leggi civili che limitano la quan- Ogni impegno dello stato verso i suoi cre-
tità disponibile. Nel rimanente il patri- ditori è inviolabile. 32. E' riconosciuto il

monio del re è soggetto alle leggi che reg- diritto di adunarsi pacificamente e sen-
gono le altre proprietà. 21. Sarà prov- z'armi, uniformandosi alle leggi che pos-
veduto per legge ad un assegnamento an- sono regolarne I' esercizio Dell' interesse
nuo pel principe ereditario giunto alla della cosa pubblica. Questa disposizione
maggiorità, ed anche prima, in occasione non è applicabile alle adunanze in luoghi
di matrimonio; all'appannaggio de'prin- pubblici od aperti al pubblico, i quali ri-
cipi della famiglia e delsangue reale nel- mangono intieramente soggetti alle leg-
le condizioni predette; a Ile doti delle prin •
gi di polizia. Del senato. 33. 11 senato è
cipesse, ed al dovario delle regine. 22. composto membri nominati a vita dal
di
11 re salendo al trono presta in presenza re, in numero non limitato, aventi l'età
delle camere riunite il giuramento di os- di 4oanni, e scelti nelle categorie seguen-
servare lealmente il pi esente statuto. 23. ti : gli arcivescovi e vescovi dello slato,
11 reggente prima di entrare in funzioni, il presidente della camera de'deputati; i

presenta il giuramento di essere fedele al deputati dopo 3 legislature o 6 anni d'e-


re e di osservare lealmente lo statuto e sercizio; i ministri di stalo; i ministri se-
le leggi dello slato. De
de dove* diritti e gretari di slato; gli ambasciatori; gl'in-
ri de cittadini. 1^. Tutti regnicoli, qua- i viati straordinari dopo 3 anni di tali fun-
lunque sia il loro titolo e grado, sono e- zioni ; i primi presidenti e presidenti del
guali dinanzi alla legge. Tutti godono e- magistrato di cassazione e della camera
gualmente diritti civili e politici, e sono
i de'conti; i primi presidenti de'magistrati
ammissibili alle cariche civili e militari, d' appello; 1' avvocato generale presso il

salve le eccezioni determinate dalle leg- magistrato di cassazione, ed il procura-


gi. 25. Essi contribuiscono indistiutamen- tore generale, dopo 5 anni di funzioni; i

te, nella proporzione de'loro averi, a'ca- presidenti di classe de'magistrati d'appel-
richi dello stato. 26. La libertà indivi- lo, dopo 3 anni di funzioni; i consiglieri
duale è guarentita. Ni uno può essere ar- del magistrato di cassazione e della came-
restato o tradotto in giudizio, se non nei ra de'conti, dopo 5 anni di funzioui; gli
casi previsti dalla legge, e nelle forme che uflìziali generali di terra e di mare; tut-
essa prescrive. 27. Il domicilio è inviolabi- tavia i maggiori generali econtr'ammira-
Niuna visita domiciliare può aver luo-
le. gli dovranno avere da 5anni quel grado
gose non in forza della legge, e uelle for- d'attività; consiglieri di stato, dopo 5 an-
i

me ch'essa prescrive. 28. La stampa sarà ni di funzioni; i membri de'consigli di di-


i4<> SAR SAR
•visione, dopo 3 elezioni alla loro presi- I deputati sono eletti per 5 anni : il loro
denza; gl'intendenti generali, dopo 7 an- mandato cessa di pien diritto alla spira-
ni d'esercizio; i membri della regia acca- zione di questo termine. 43- li presiden-
demia delle scienze, dopo 7 anni di nomi- te, i vice-presidenti e i segretari della ca-
na; i membri ordinari del consiglio supe- mera de'deputati sono da essa stessa no-
riore d'istruzione pubblica, dopo 7 anni minali nel proprio seno al principio d'o-
d'esercizio; coloro che con servizi o meri- gni sessione per tutta la sua durata. 44*
ti eminenti avranno illustrato la patria; Se un deputato cessa per qualunque mo-
le persone che da 3 anni pagano 3ooo tivo dalle sue funzioni, il collegio che l'a-

lire d'imposizione diretta in ragione dei vea eletto sarà tosto convocato per fare
loro beni, o della loro industria. 34- 1 prin- una nuova elezione. 4^. Nessun deputa-
cipi della famiglia reale fauno di pien di- to può essere arrestato, fuori del caso di
ritto parte del senato: essi seggono im- flagrante delitto, nel tempo della sessio-
mediatamente dopo il presidente; entrano ne, né tradotto in giudizio in materia cri-
in senato a 2 anno e hanno voto a 2 5 nel
1 minale senza il previo consenso della ca-

medesimo. 35. 11 presidente e vice-presi- mera. 46. Non puòeseguirsi alcun man-
denti del senato sono nominati dal re. Il dato di cattura per debiti contro un de-
senato nomina nel proprio seno i suoi se- putato durante la sessione della camera,
gretari. 36. Il senato è costituito in alta come neppure nelle 3 settimane preceden-
corte di giustizia, con decreto del re, per ti e susseguenti alla medesima. 47- La ca-
giudicare de' crimini d'alto tradimento mera ha il diritto di accusare i ministri
e di attentato alla sicurezza dello stato, del re, e di tradurli dinanzi alla corte di
e per giudicare i ministri accusati dalla giustizia. Disposizioni comuni alle due ca -
camera de'deputati. In questi casi il sena- mere. 48. Le sessioni del senato e della
to non è corpo politico. Esso non può oc- camera de'deputati cominciano e finisco-
cuparsi che degli affari giudiziari, per cui no nello slesso lempo. Ogni riunione di
fu convocato, sotto pena di nullità. 37. una camera fuori del tempo della sessio-
Fuori del caso di flagrante delitto, niun ne dell'altra, è illegale, e gli atti ne sono
senatore può essere arrestato, se non in intieramente nulli. 49' I senatori ed i de-
forza di un ordine del senato. Esso è solo putati, prima di essere ammessi all'eser-

competente per giudicare de'reati impu- cizio delle loro funzioni, prestano il giu-
tati a'suoi membri. 38. Gli atti, co'quali ramento d'esser fedeli al re, d'osservare
si accertano legalmente le nascite, i ma- lealmente lo statuto e le leggi dello stato,
trimoni e le morti de'membri della fami- e di esercitare le loro funzioni col solo
sono presentati al senato che
glia reale, scopo del beneinseparabile del re e della
ne ordina ildeposito ne'suoi archivi. Del- patria. 5o. Le funzioni di seuatore e di
la camera de deputati 3g. La camera deputato non danno luogo ad alcuna re-
elettiva è composta di deputati scelti dai tribuzione od indennità» 5 1. 1 senatori ed
collegi elettorali conformemente alla leg- i deputali nou sono sindacabili per ragio-
ge. 4o. Nessun deputato può essere am- ne delle opinioni da loro emesse e de'vo-
messo alla camera, se non è suddito del ti dati nelle camere. 52. Le sedute delle

re, non ha compito l'età di 3o anni, non camere sono pubbliche. Ma quando io
gode diritti civili e politici, e nou riu-
i membri ne tacciano perisci itto la doman-
nisce in se gli altri requisiti voluti dalla da, essepouno deliberare in segreto. 53.
legge. 4 1 • 1 deputati rappresentano la na- Le sedute e le deliberazioni delle camere
zione in generale, e non le sole provincia non sono legali, ne valide, se la maggio-
in cui furono eletti. Nessun mandatoim- rità assoluta de' loro membri none pre-
perativo può loro darsi dagli elettori. 4^. seule. 54. Le deliberazioui non pounoes-
SAR SAR i4 7
sere prese se nou alla maggiorità de' vo- hanno voto deliberativo nell'una o ne!»
ti. 55. Ogni proposta di legge debb'esse- 1"
altra camera, se non quando ne sono

re dapprima esaminala dalle giuute, che membri. Essi vi hanno sempre l'ingresso
saranno da ciascuna camera nominate pei e debbono essere sentiti semprechè lori*
lavori preparatori*!. Discussa ed appro- chiedano. 67. I ministri sono responsa-
vata da una camera, la proposta sarà Ira- bili. Le leggi e gli atti del governo non
smessa all'altra per la discussione e ap- hanno vigore, se non sono muniti della
provazione, e poi presentala alla sanzio- firma d' un ministro. Dell' ordine giudi-
ne del re. Le discussioni si faranno arti- ziario. 68. La giustizia emana dal re, ed
colo per articolo. 56. Se un progetto di è amministrata in suo nome dai giudici
legge è stato rigettato da uno de'3 poteri ch'egli istituisce. 69. I giudici nominati
legislativi, non potrà essere piti riprodot- dal re, ad eccezione di quelli di manda-
to nella stessa sessione. 57.Ognuno che mento, sono amovibili dopo 3 anni di e-
sia maggiore d'età ha diritto di mandare sercizio. 70. I magistrati, tribunali e giu-
petizioni alle camere , le quali debbono dici attualmente esistenti sono conserva-
farle esaminare da una giunta e dopo , ti. Non si potràderogare all'organizzazio-
la relazione della medesima , deliberare ne giudiziaria, se non in forza d'una leg-
se debbano esser prese in considerazio- ge. 71. Niuno può essere distolto dai suoi
ne; ed in caso affermativo , mandarsi al giudici naturali. Non potranno perciò es-
ministro competente, o depositarsi negli sere creati tribunali o commissioni straor-
uffizi per gli opportuni riguardi. 58. Nes- dinarie. 72.Le udienzede'tribunali in ma-
suna petizione può essere presentata per- teria civile,ed i dibattimenti in materia cri-
sonalmente alle camere. Le autorità co- minale, saranno pubblici conformemente
stituite hanno solo il diritto d'indirizza- alleleggi. 73. L'mlerpretazioue delle leg-
re petizioni in nome collettivo. 5g. Le gi in modo per tutti obbligatorio spelta
camere non possono ricevere alcuna de- esclusivamente al potere legislativo. 74»
putazione, uè sentire altri fuori de'propri Le istituzioni comunali e provinciali, eia
membri, de'ministri, e dei commissari del circoscrizione de'comuni e delle provin-
governo. 60. Oguuna delle camere è so- cie, sono regolate dalla legge. Disposizio*
la competente per giudicare della validi- ni generali. j5. La leva è regolata dalla
tà de'titoli di ammissione de'propri mem- legge, 76. E istituita una milizia comu-
bri. 61. Così il senato come la camera de- nale sopra basi fissatedalla legge. 77. Lo
termina per mezzo d'un suo regolamen- stato conserva lasua bandiera; la coccar-
to interno del modo, secondo il quale ab- da azzurra è la sola nazionale. 78. Gli or-
bia da esercitare le proprie attribuzioni, dini cavallereschi ora esistenti sono man-
62. La
lingua italiana è la lingua officia- tenuti colle loro dotazioni. Queste non
le dellecamere. E' però facoltativo di ser- ponno essere impiegate in altro uso, fuor-
virsi della francese dai membri che ap- ché in quello prefìsso dalla propria isti-

partengono a'paesi, in cui questa è in uso, tuzione. Il re può creare altri Ordini e pre-
od in risposta ai medesimi. 63. Le vota- scriverne gli statuti. 79. 1 titoli di nobil-
zioni si fanno per alzata e seduta, per di- tà sono mantenuti a coloro che vi hanno
\isione,e per isquittiniosegreto. Quest'ul- diritto, 11 re può conferirne de'nuovi. 80.
timo mezzo sarà sempre impiegato per le Niuno può ricevere decorazioni, titoli, o
votazioni del complesso d'una legge,e per- pensioni da una potenza estera senza l'au-
ciò che concerne al personale. 64. Nessu- torizzazione del re. 8 1 . Ogni legge contra -
no può essere ad un tempo senaloreede- ria al presente slatutoèabrogata. Disposi-
putato. De ministri. 65. lì re nomina e zioni transitorie. 82. 11 presente statuto
revoca i suoi miuistri. 06. 1 miuislriuou avrà il suo pieno effetto dal giorno della
i48 SAK SAR
rt

i. riunione delle due camere, la quale a- XIV nel 1690 fece entrare in Piemonte il

vrà luogo appena compite le elezioni; fi- maresciallo di Catinat con 18,000 uomi-
no a quel punto sarà provveduto al pub- ni, domandando le fortezze di Torino e
blico servizio d'urgenza con sovrane di- di Verrua,come pegni della divozionedel
sposizioni, secondo i modi e le forme sin duca. Questi rigettando tali umilianti con-
qui seguite, ommesse tuttavia le interi- dizioni, si unì in alleanza a'con federali di
nazioni e registrazioni de'magistrali, che Augusta, coll'imperatore Leopoldo I,con
sono fin d'ora abolite. 83. Perl'esecuzio- T Inghilterra e l' Olanda. Il suo cugino
ne del presente statuto il re si riserva di principe Eugenio, nipote di Tommaso di
far leggi sulla stampa, sulle elezioni, sul- Savoia Carignano,che divenne tantocele-
la milizia comunale, e sul riordinamento bre pel suo gran va loie e prodezze meravi-
del consiglio di slato. Sino alla pubblica- gliose, di 26 anni fu incaricato di coman-
zione della legge sulla stampa rimarran- dare le truppe imperiali,mentreilducafu
no in vigore gli ordini vigenti a quella fatto generalissimo degli eserciti alleati.
relativi. 84. I ministri sono incaricati e Non avendo ancora veduto nessun com-
responsabili della esecuzione e della pie- battimento, sebbene capitanasse numero-
na osservanza delle presenti disposizioni se milizie, fu superatoli duca da Catinat, il

transitorie. Segue la sottoscrizione del re, quale occupòSaluzzo,Fossano,Sa vigliano


del ministro ei.° segretario di stato per eSusa; altri francesi invasero laSavoia, on-
gli affari dell'interno; e de'primi segreta- de si vide ridotto il duca a estrema rovi-
ri di stato, per gli affari ecclesiastici ; di na; tuttavia coraggioso fieramente riget-
grazia e giustizia, reggente della gran can- tò le proposte d'accomodamento, che gli

celleria; per gli affari di fìuanze; de'lavo- furono fatte anche colla mediazione di
ripubblici,deiragricolturaedelcommer- Papa Alessandro Vili. Con nuovi rinfor-
cio;per gli affari esteri;per gli affari di guer- zi fu quindi in istato di fermare i progres-
ra e marina; per la pubblica istruzione* si di Catinat, il quale però neh 691 as-
La storia degli stati sardi principia con soggettò altri luoghi. Il principe Eugenio
quella dalla Savoia, ore la riportai, ch'è liberò Cuneo assediato, e riprese diversi
stata la culla dellamonarchia di Sarde- luoghi. Nel 1692 il duca volle recar la
gna; laondequicomincieròdal direquan- guerra in Francia, ma assalito dal vaiolo
lo precedette l'assunzione al grado e titolo si fece portare a Torino, ritirando l'eserci-
di re in Vittorio Amedeo II, che fu il i.° to che avea arse varie città; solo nel 1693
re di Sardegna, e innalzò colla sua politi- potè riprendere la campagna, bombardò
ca la propria casa al più alto segno di po- Pinerolo, indi fu disfatto da Catinat. Non
tenza e di splendore; indi tale storia la pertanto Vittorio Amedeo II volle resta-

proseguirò sino a' nostri giorni. Questi re fedele a 'suoi alleati, ricusando l'offer-
nacque dal duca Carlo Emanuele 11 e da ta pace, e con vantaggio pose in difesa le
a
Giovanna M. di Nemours, e successe a sue piazze, mentre gì' inglesi colla flotta

suo padre nel 1675; la madre fu reggen- minacciavano Catinat. Nel 1695 il duca
te per 5 anni, ed il duca nel 1684 sposò costrinse Casale a capitolare, dopoché i

Anna figlia di Filippo duca d'Orleans fra- francesi ne distrussero la fortezza , forse
tello di Luigi XIV re di Francia, il qua- lapiù rinomata d'Italia, che Francia a-
le ùvea bramato questo matrimonio per vea acquistato dal duca di Mantova, per
rassodare il duca nel suo partito, che mo- cui solo in forza di segreti concerti non
strava più inclinazione per lacasad'Au» duca l'inquietudine che
fu difesa. Tolta al
stria. La sua corrispondenza co'nemici di gli dava Casale, pensò seriamente a cam-

Francia eccitò i sospetti delie, edopo 60 biar partito, esortandoloalla pace con di-
anni di pace tra Savoiae Francia, Luigi versi brevi apostolici Innocenzo XII. Nel
SAI! SAR 149
marzoi696 il duca, sebbene non slimato doti di quel luogo, della qualità e capa-
divoto, fece un pellegrinaggio a Loreto, cità della persona e donde tosse oriunda.
ove con un negoziatore francese segreta- Innocenzo XII procurò a mezzo dell'ar-
mente fece un vantaggioso accordo: la sua civescovo di Torino Michele Antonio Vi-
a
primogenita M. Adelaide fu promessa bò, che fosse rivocato tale editto; ma in
sposa al duca di Borgogna primogenito vece venne. rinnovato nel 1699 con a S* '

del delfino; la Savoia, JNizzae Villafran- giunta, che tutte le chiese parrocchiali a-
ca furono restituite, e 4 milioni di fran- Tessero un numero determinato di chie-
chi gli si pagarono in compenso delle per- rici, e che loro patrimoni non eccedes-
i

dite fatte. Ne restarono dispiacenti gli al- sero la norma del concilio di Trento, onde
gridando al tradimento; nondimeno
leati, l'arcivescovo si credè in dovere di dichia-
l'imperatore e Carlo II re di Spagna con- rare la nullità dell'editto. Un altro tut-
vennero alla neutralità in Italia, e servi di tavia si pubblicò nell'istesso anno in I vrea,
preliminare alla pace diRiswickde'^o set- e poi per tutto il Piemonte, nel quale co-

tembre 697, ch'ebbe corta durata per la


1 mandavasi che tutti Beni ecclesiastici i

mortediCarloIIneli .°noverabrei 700 sen- {f.\ persone,comunilà e collegi, che pri-


za successione, e si sovvertì per questa di ma erano esenti, fossero soggetta ti all'an-
nuovo l'Europa. Piiserbandomi descriver- nua lassa di quel dominio, procedendosi
ne poi le vantaggiose conseguenze pel du- frattanto sopra di essi col sequestro. Vi
ca, reputo meglio prima di riportare u- si opposero alcuni vescovi con editti, ma
nite,sebbene appartenenti a di verse epo- il patrimoniale ne pubblicò altro, nel qua-

che, gravi vertenze che Vittorio Ame-


le le pretese mostrare la nullità di quelli dei

deo lì ebbe colla s. Sedene'pontificati di vescovi, ed ammonì questi a desistere di


Innocenzo XII e Clemente XI che ne re- perturbare il ducale, patrimonio savoiar-
stò tanto afflitto e angustiato, discordie do, minacciando di punizione laici che i

insorte in tempo del predecessore pe'di- ad es9Ì in ciò si unissero. Per trattare que-
ritti dell'Immunità ecclesiastica (Jz.)j ol- sta causa Innocenzo XII nominò una con-
tre le pretensioni del duca di Savoia d'es- gregazione di cardinali, e nel 1
700 confer-
sere trattato dal Papa cogli onori dovuti mò il decreto da essa emanato, nel quale
ai re coronati, per cui nel 701 il suo am-
1 si ordinava ai vescovi, che procedessero
basciatore in Roma conte Granier, per secondo il diritto mi-
canonico contro i

ottenere le distinzioni proprie de'regi am- nistri delduca di Savoia. Quindi l'arci-
basciatori , usò inutilmente uuo stratta- vescovo di Torino pubblicò contro di essi
gemma in portarsi all'udienza pontifìcia. un Monitorio ( V.\ ma eglino, come anco-
Per l'opposizione ricevuta senelagnòa- ra il senato di Torino, pubblicarono altro
maramente, e il duca cacciò da Torino editto contro l'arcivescovo Vibò, dichia-
AlessandroTitoBeuf(lochiamaLafiteau, rando non offendersi punto la libertà ec-
de ClementXI, p. 79, che narra l'av-
Ilist. il duca Vittorio A-
clesiastica nel volere
venuto)^ quale faceva le funzioni d'inter- medeoll, che dai beni delle chiese gli fos-
nunzio dopo la morte d'Alessandro Sfor- se pagata la tassa, e ordinando allo slesso
za arcivescovo di Neocesarea e nunzio al- arcivescovo che fra due mesi rivocasse il
la corte di Savoia. Nel 1
697 era uscito in suo editto. Nuovi colpi frattanto si die-
Savoia un editto, che governatori non i rono all'ecclesiastica immunità dal senato
concedessero ad alcuno il placet o Regio di Nizza. Avea ricorso ad esso il parroco
r
Exequalur'P .) 3 per prendere l'abito chie- della terra di Rocasteron Gaetano Alba-
ricale o promuoversi agli ordini sagri, se nelli, pretendendo d'impedire l'esazio-
prima non constasse all'uffiziale, delio pa- ne de' Rutti di detta chiesa alla Camera
trimoniale generale, del numero de'sacer- apostolica (V.) appartenenti. Ne prese la
i5o SAR SAR
protezione il senato e decretò il sequestro Chiesa e cqrreggere i suoi ministri, inter-
col rilascio in favoredel parroco. Volendo ponendo ancora gli uffizi del cardinale
allora il nunzio di Torino e il vice legato FrancescoBarberinicaro al duca; ma tut-
d'Avignone sostenere i diritti della s. Se- tociò a nulla valse. Disprezzate all' op-

de, l'arcivescovo d'Ambrun metropolita- posto amorevoli ammonizioni del Pa-


le

no di Nizza dichiarò lecito il ricorso del pa, nello stesso 1 702 il duca pubblicò un
parroco al senato, e l'assolvè. JNullameno editto eguale a quello deli 563 del duca
ingiurioso alla sede apostolica si vide pur Emanuele Filiberto, nel quale molto piìi
nel 1699 una ^ r0 editto del senato me- si restringevano i diritti ecclesiastici sul-

desimo, in cui si comandava che i sudditi le successioni, sul diritto di testare e su


del dominio temporale di Nizza non po- altre cose. Oltre a ciò, il patrimoniale ge-
tessero presentarsi avanti la curia vesco- nerale impose con editto a'sudditi e feu-
vile di Ventimiglia. 11 vescovo di questa datari della s. Sede ne' 7 luoghi di Mori-
1

Pastore scomunicò que'ministri, ed il se- tafia, Cisterna, Cortanze ed altri situa-


nato con altro editto ordinò che gli scomu- ti nella diocesi d'Asti, e appartenenti al
nicati dal vescovo comunicassero cogli al- principato di Musseremo (^.), che rico-
tri, come non fossero dalle cen-
se affetti noscessero dominio del solo duca di Sa-
il

sure. Nel pontificato di ClementeXI enei voia, mentre non eravi dubbio alcuno
1701 il senato di Nizza si appellò dalla che essi erano della chiesa romana. Il du-
sentenza del nunzio apostolico e del vice- ca dunque impose le tasse agli abitanti
legato d'Avignone, data per la revoca del di tali luoghi come se fossero propri sud-
decreto irregolare e incompetente dell'ar- diti,onde il cardinal Giambattista Spi-
ci vescovod' A mbrun. Cominciò Clemente nola camerlengo di s. Chiesa, con moni-
XI a fare replicate istanze perchè nel Pie- torio degli 8 agosto 1702, riportato nel
inonte si dasse opportuno riparo a tante Bull. Magri, 268, comandò a quei
t. 8, p.
ingiurie, fatte alla Sede nella più volte
s. vassalli della Sede che non riconosces-
s.

offesa immunità ecclesiastica, onde il du- sero fuori di essa altro dominio, non pa-
ca Vittorio Amedeo II propose che fosse gassero in modo alcuno le tasse imposte,
deputata una congregazione di cardinali, e che reclamassero e protestassero per
la quale esaminatala causa di queste con- qualunque peso. Non ostante le proteste
troversie, deliberasse ciò che credeva con- del marchese di Cortanza e di quel po-
venire. Fu incaricato il cardinal Sperelli polo , che essendo eglino sudditi unica-
per trattare co'ministri del duca, quando mente del Papa, non doveano al duca di
in questo tempo nuova controversia nac- Savoia pagare le imposizioni, furono tut-
que tra la curia vescovile d'Aosta suffra- tavolta costretti da'soldati ducali a pa-
gunea di Chambery, ed i canonici rego- garle. In vista di ciò il cardinal Spinola,
lari di s. Egidio di Varese, sul diritto di a difesa delle ragioni della camera apo-
conferire alcune chiese parrocchiali. Fu stolica, a' con atto che
28 genna'10171 1,
introdotto il giudizio di questa causa nel- si riporta a p. 269 del citato Bollano,

la nunziatura di Torino, ma il procura- rinnovò il mentovato monitorio, denun-


tore fiscale della corte Io avocò al senato ziando le censure ecclesiastiche a quelli
di quella città, il quale rivocò la sentenza che indebitamente esigessero imposizio-
del nunzio e vietò che per l'avvenire non ni, come fece nuovamente a' 1
7 ottobre,
più ad esso si ricorresse, anzi fu espulso loco citato p. 27 1; e più tardi a's3 mag-
l'uditore della nunziatura da tutti i du- gio^ 16, loco citato, p. 272 e scg.; agli
cali dominii. Clemente XI scrisse al du- 1 1 dicembre 17 17, loco citato p. 277; ed
ca assente nel 1702, paternamente esor- a' 1 3 agosto 1 7 1 8, loco citato p.28oe 282,
tandolo a non dare sì gravi ferite alla aggiuntavi la pubblicazione della scomu-
SAR S A R 1 7 r

nica a'ministri del duca che non desiste- timiglia CarloRubidi , mandò subito a
vano di molestare que' vassalli della s. Soargio, dominio del duca di Savoia, un
Sede, alla quale erano stati dati i feudi vicario colle facoltà di giudicare tutte le
in discorso da're e imperatori; come di- cause ecclesiastiche e miste, e di far quan-
mostrò Clemente XI nel pontificio bre- to avesse creduto espediente perciò che
ve de'20 ottobrei 7 17, loco citato p.2go, recava grave dannoalla sua diocesi. Die-
nel quale dichiarò nulli tutti gli editti e de pure a Vittorio Amedeo II un memo-
atti del duca di Savoia sopra i detti luo- riale, acciò gli permettesse di prender pos-
ghi , ricordando 1' esempio di s. Pio V sesso de' beni vescovili ch'erano nel suo
che frastornò il duca Emanuele Filiber- dominio, e che rilasciasse il sequestro mes-
to dall' imporvi le tasse che intentava; so su di loro sotto il vescovo suo prede-
quello di Paolo V che rescisse certa con- cessore. Il duca vi acconsentì, e il senato
venzione fatta dal vescovo d'Asti col du- di Nizza levò il sequestro. Ciò saputosi da
ca Carlo Emanuele I, sulla permutazio- Clemente XI, colla costituzione Cum si-
ne di alcuni di que'beni; quello di Ales- CM^de'3gennaioi7i i BuU. cit. p. 249, t

sandro VII, che dichiaro nullo del tutto condannò tutti questi atti come contrari
il preteso diritto, che diceva avere Car- a's. canoni, ingiuriosi a'vescovi e pregiu-
lo Emanuele II in alcuni di detti luoghi. diziali alla s. Sede, comandando nel tem-
Inoltre nel 1702 il senato di Torino avea po , che tosto da detto
stesso al vescovo
ammonito cou editto il vescovo d'Acqui luogo rimovesse il vicario , a cui impose
Carlo Gozzano, perchè richiamasse nello il precetto di ubbidienza per non agir più

stato il parroco di Mombaldone, per suo in cosa alcuna in quell'impiego. Il Papa


decreto sospeso adìvìnis, e dichiarato ir- significò altresì al duca, con lettera assai

regolare per aver violata la sospensione, patetica, che trovasi nel t. 2, p. 24 Epist.
ed insieme ri vocasse il corrispondente de- et Brev. Clem. À7, ch'egli si era sempre
creto. Un altro editto avea il senato to- mai prestato benignamente al conte du
rinese emanatone! 1702, col quale vietò Cubernatis suo ministro in Roma , nel
a'minori conventuali il dare esecuzione trattare 1' accomodamento delle contro-
alla sentenza di scomunica contro fr. Car- versie de' suoi stati colla s. Sede, in che
loAgostino Mallet dell'ordine medesimo. protestò d'essere arrivato fin dove glielo
Di nuovo il senato di Nizza proibì al ve- permetteva la coscienza, nell'ammettere
scovo di tal città, d'impedire che fr. An- tutto quello che potesse giovare a termi-
tonio Arnaud domenicano e uffiziale del- narle. Si dolse poi che certi adulatori, a-

l'arcivescovo d'Ambrun esercitasse la cari- vidi della grazia del principe, avessero
ca di vicario nella terra di Barcellonetta spacciato molte dottrine erronee , colle

della stessa diocesi. Tutte queste e altre quali la podestà secolare si estendeva ol-
ingiurie fatte alla libertà ecclesiastica nel tre ai termini dai maggiori prescritti, e
Piemonte, troppo affliggendo l'animo di la libertà ecclesiastica si coartava a certi
Clemente XI, però immutabile nel difen- limiti molto più ristretti. Esortò pertanto
dere diritti dellaChiesa,colla costituzione
i il duca a tenersi lontano da questi scia-
/4lias dei jma^\oi joj Bull.Rom. t.io t
ì
r f
}
gurati consiglieri, e mettere pronto rime-
par. 1, p.168, rescisse e annullò gli atti dio a tutto quello che ne'suoi stati si era
suddetti, e sottopose alle censure ecclesia- operato contro l'immunità della Chiesa,
stiche tutti quelli che ne aveanoavuto par- per liberare una volta il capo di essa da
te, dalle quali non potessero essere asso- questa molestissima cura. Ma anziché li-
luti, se non che dopo d'aver dato conve- berarsene, nuove molestie sopraggiunsero
niente riparo a'dauni cagionati all'eccle- a Clemente XI. Incerta causa benefizia-
siastica immunità. Fatto vescovo di Veu- le, spettante al solo vescovo d'Asti, nella
i5i SAR SAR
cui diocesi era il benefizio, ricorsero al- fermare la sua deputazione fatta sulle 4
cuni al senato di Torino. Il vescovo lidi- terre di s. Benigno, Montanaro, Falleslo
chiaro incorsi nella scomunica , espressa e Lombardoro spettanti al regio padro-
ad ogni passo nelle bolle pontificie, ed il nato, e di sopprimere quella del sudde-
senato ordinò al vescovo che rivocasse la legato del prelato tesoriere della came-
sua sentenza e assolvesse i rei. Saputosi ra apostolica, con cui si eleggevano i de-
in Roma questo attentalo, la congrega- putati per amministrare la giustizia ai
zione dell'immunità pubblicò a'5 luglio vassalli di detta badia, e l'economo per
17 12 il decreto presso il Bull. Magri, t. riscuotere tempo della vacan-
i frutti in

8, p. 4^8 e dal Papa confermato, nel qua- za. Per questa supplica pubblicò il duca
le dichiaravasi nulla quell'assoluzione, e nel i7 1 o un decreto nel quale conferma-
che per conseguenza i ricorsi alia podestà va i giudici e l'economo eletti dal patrimo-
puramente ecclesiastiche
laica nelle cause niale, ed escludeva i nominati dal sudde-
erano scomunicati, e perciò si dovea ne- legatodel tesoriere pontifìcio. Ma Clemen-
gare a chi li avea fatti la partecipazione te XI, sempre sollecito del suo apostolico
de'sagramenti. Indi Clemente XI col bre- ministero, col bveseAccepitnusjùQi'j ot-
ve C«w sicut deg luglio 1 7 ii^Bull. Roni.
}
tobre, Bull. Magno loco citato, riprovò
t.io, par. 1, p. 824, dichiarò nulla la con- quel decreto come lesivo de'diritti eccle-
venzione fatta tra il senato di Nizza e gli siastici, sottopose alle censure ecclesiasti-
ecclesiastici della stessa diocesi sull'impo- che il patrimoniale co'suoi delegali, e ri-
sizione d'alcuni pesi messi a' beni eccle- validò il decretato dal suddelegato apo-
siastici e patrimoniaIi,minacciando lecen- stolico,ordinando a questo suo economo
sure a quelli che l'esigessero o le pagas- che dovesse riscuoterei frutti della vacan-
sero. Nel 1 7 1 3 portando Giambattista Vi- te badia. Ciò non ostante il patrimonia-
sconti vescovo di Casale il ss. Sagramen- le ordinò , che il frumento raccolto nei
to in una processione, tale fu
il susurro granari badiali e presso i coloni fosse le-
provocato dalcav. Giacomo Nemones che vato. Fu percosso e posto in carcere il

restò interrotta. Il prelato ne riprese il procuratore fiscale per la camera aposto-


cavaliere, e questi lo caricò d'ingiurie, per lica, e furono commessi altri eccessi con-
cui il vescovo lo scomunicò. Uscì in se- tro il monastero, onde il commissario del-
guito un editto del duca, in cui ordinò al la s.Sede nel principato di Masserano, con
vescovo che sotto pena del sequestro dei editto affisso alla chiesa abbaziale, ordinò
beni della mensa vescovile rivocasse la sco- a tutti i sudditi della sede apostolica che
munica, la quale diceva nulla perchè in- ne difendessero i diritti. Fu con mano ar-
giustamente fulminata. Inteso ciò dal Pa- mata lacerato l'editto, maltrattati i pre-
pa pubblicò il breve Nonsine, a' 18 luglio, lati della Montanaro, e il suc-
chiesa di
Bull. Magri, t. 8, p. 1 14> annullando il collettore della camera apostolica dai bir-
ducale editto, perchè non appartiene alla ri fu condotto nel Milanese. Per tutti que-
r
podestà secolare il giudicare se la scomu- sti attentati mg. Patrizi tesoriere gene-
nica sia o no giusta, e riserbò a se l'as- rale del Papa a'6 ottobre 17 pubblicò 1 1

soluzione dalle censure incorse dal cava- contro que'minislri il monitorio riporta-
che aveano pubbli-
liere e dagli ufliziali to nel Bull. Rom. t. io, par. 1, p. 24^, nel
cato 1'
Seguitavano nondimeno i
editto. quale li citò a presentarsi in Roma nel
ministri della corte di Savoia a commet- termine di 45 giorni per render conto dei
tere nuovi attentati contro diritti della i loro eccessi contro i diritti della Chiesa,
Chiesa. Vacando l'abbazia di s. Benigno e non comparendo furono dichiarati pub-
di Fruttuaria, il patrimoniale presentò al blicamente scomunicati. All'opposto la
duca un memoriale, supplicandolo a con- podestà laica dichiarò nulle le censure di
SAR SAR i53
r nuove ingiurie commi- senza presentarsi restasse pubblicamente
mg. tesoriere, e
se contro la Chiesa. Imperciocché vacan- scomunicato; come con altro monitorio
do il giudice della mentovata badia, ne de'29 settembre, loco citato, p. 378, di-
surrogò altro, avanti al quale furono co- chiarò scomu nicatoViltorio AmedeoTro-
stretti gli affitluali badiali a presentarsi na, ch'era statodelegato giudice nelle ter-
per esporre cheaveano.
i crediti e debili re della badia, nelle quali non avea la po-
Il patrimoniale inoltre pregò il duca a di- destà secolare nessun diritto. Con due si-

chiarare anche egli nulle le censure del mili monitori del tesoriere mg. r Collico-
tesoriere pontificio, come fece con editto, la, de' 18 maggio 17 19, loco citato, p. 379
nel quale aggiunse che niuno ubbidisse e 38o, furono citati nella stessa forma il

se non ai ministri ducali. Furono citati fiscale e tutti gli Milìzia li della badia elet-
a Torino gli aflittuali della badia e mol- ti dalla podestà laica, come scomunicati
to anche malti aitati, come altresì preti i per violatori de' diritti ecclesiastici. Per
e sudditi della medesima, commettendo- ordine di Vittorio Amedeo li , nel detto
si dai soldati molte violenze. Per tutto anno il senato di Torino pubblicò a' 21
questo mg. r Pati izi a*2o giugno 7 1 Spub- 1 giugno un editto, nel quale si prescrisse
blicò altro monitorio, riportato nei Bull. che tutte le bolle^ costituzioni e brevi pon-
citato t. 8, p. 368, nel quale nominando tificii fossero portati nell'avvenire al se-
i rei di questi attentati, li citò a presen- nato medesimo, ilqualeavrebbe esamina-
tarsi a Roma tra 4 5 giorni, dopo i quali to se in essi fosse alcuna cosa opposta al
non presentandosi restassero pubblica- governo politico o economico degli stati di
mente scomunicati. Con due altri simili Savoia* quindi porvi il Regio exequatuij
monitori de'3 agosto 1 714, loco citato, p. aggiungendo gravi pene a quelli che l'im-
374e376,mg. r Patrizi pubblicò scomu- petrassero dal Papa se prima non aves-
nicati 3 canonici della stessa badia, qua- i sero fatto consapevole il senato. Clemente
li aveano celebrato la messa in presenza XI colla bolla Ad Apostolatus (\e 18 a- t

di Giovanni Blaucardi ch'era scomuni- gosto 1 7 1 9, Bull. Boni. 1. 1 1 , par. 2, p. 46,


cato, e con esso comunica vano con gran- dichiarò nullo questo editto come lesivo
de scandalode'buoni; eDomenicoGumar- alla pontificia autorità, condannò il Re-
ra Brunetti procuratore fiscale della came- gio exequalur, e gravi pene ancora im-
ra de'con il quale accompagnato da due
t i , pose a quelli che l'osservassero. Nel vob
birri avea estratto dalla chiesa parroc- LV1I, p. 62, ricordai come il dotto e ce-
chiale di Croce di detta badia, il fiscale
s. lebre Fontanini, Ragioni della Sede apo-
della camera apostolica, e ferito grave- stolica, provò che i ministri di Vittorio
mente medesima chiesa il parroco
nella Amedeo II confusero col Regio exequalur
accorso ad ammonirli, che non violassero l'indulto di Nicolò V, di cui a Savoia, e
l'asilo ecclesiastico. Espulsi frattanto dal- che prima di quest'epoca in Piemonte non
la badia gli affitluali, il patrimoniale mi- eravi vestigio dell'abusivo exequalur.se
se in Torino all'incanto i beni di essa, e non che nelle provviste de'benefizi conci-
li deliberò al maggior ollerente. Allora il storiali, o di altri conferiti agli esteri; e
cardinal Patrizi prò tesoriere pontificio, che per tutte le altre materie la preten-
aglii giugnor 7 16, con atto presso il ci-
1 sione di soggettarle al Regio exequalur
tato Bull.p. 377, rescisse taleafifisso come nacque pel bollore delle contese che va-
di niun valore, comechè fatto dalla po- do accennando, percui a premunirsi con-
destà laica che in que'beui non avea di- tro le censure il senato di Torino impose
ritto alcuno, e Citò lo stesso giudice a com- la necessità òeW'exequatur, per vedere se
parire in Roma tra il suddetto termine si contenga cosa al-
ne' pontificii diplomi
per renderne conto, passato il qual tempo cuna pregiudizievole alla corona e ai sud-
VOL. LXI.
i54 SA II SA 11
diti. Soltanto adesso mi è dato di ammi- sulRegio exequatur; non che l'articolo
rare la dotta e interessante dissertazione ScoMUNiCA,overiporteròquantosul/?fg/o
del p. Camillo Tarquini gesuita, pubbli- exequatur scrisse s. Pio V a Filippo li re
a
cata nel fase. 3o della 2. serie degli An- di Spagna. Poco dopo l'atto emanato da
nali delle scienze religiose , bimestre di Clemente XI, il vicario capitolare del ve-
novembre e dicembre 1 852, a p. 32 ed f , scovato di Nizza, allora vacante, scomuni-
intitolata Egli è un errore non compor-
: cò alcuni ufficiali o ministri del senato di
tabile annoverarefra i regi diritti la fa- quella città, perchè con mano armala e-

coltà di assoggettare al così detto Exequa- strarono dalla chiesa un sacerdote, come
tur le bolle e i brevi Pontificii e qualsi- violatori del sagro asilo e del carattere
voglia atto appartenente al governo del- sacerdotale. Ricorsero questi dalle censu-
la Chiesa. Oh l'avessi potuta leggerepri- re al vicario generale dell'arcivescovo di
ma di pubblicare mio articolo, per gio-
il Ambrun, il quale benché conoscesse non
varmene e ingemmarlo coi veri che mi- apparteneva se questa causa,per cautela,
rabilmente racchiude! Il p. Tarquini di- com'egli diceva, assol ve que'ministri. Pro-
chiaròabusivo,incomportabile e mostruo- testò il vicario capitolare contro il vicario
so il preteso diritto del Regio placet o Re- d' Ambrun, come intruso nella giurisdizio-
gio exequatur, il quale mette il bavaglio ne che nona vea, sentenziando in favore de-

alla Chiesa, l'incatena, l'aggrava, l'afflig- gli scomunicati edichiarando nulle lecen-
ge, l'umilia; quindi non ridire, non fia- sure del vicario capitolare. Informato di
tare ella può, se umile non si presenti al tuttociò Clemente XI, col breve Non sine,
governatoreo al sindaco perchè l'assolva. de'5 gennaio 1 720, Bull.
Rom. 1. 1 1, par.
Jn breve, la Chiesa pel Regio exequatur 2, p. 56, annullòe cassò tutti gli atti del
1

è ridotta allo stato pretto di macchina. vicario d' Ambrun, come procedenti da
Anche il lodato p. Tarquini conviene che persona che non avea competente giuris-
laSavoia col suo editto deh r giugno 17 19 dizione; confermò le censure imposte dal
condannato da Clemente XI colla bolla vicario capitolare,edichiarò pubblici sco-
AdAposlolatus, in quell'epoca introdus- municati i ministri del senato di Nizza.
se il fatale Regio exequatur j quindi egre- Ora passo a riprendere il filo della sto-

giamente passa a dimostrare, che è erro- ria politica di Vittorio Amedeo 11 , e di


re incomportabile l'annoverare tra regi i quelle vicende che lo costituirono re di
diritti, il trarre la Sposa di Cristo in ceppi Sardegna.
dinanzi a'figli suoi; provando altresì che Per la morte di Carlo II re di Spagna,
posto il preteso diritto del placet, la co- di Sardegna, delle dueSicilie,duca di Mi-
stituzionedella Chiesa è rovesciata, e per- lano e di altri domimi, l'immensa monar-
ciò fu dottrina implicitamente ed espli- chia spagnuola in forza di testamento fu
citamente condannata da essa prima e- devoluta a Filippo duca d' Angiò figlio

ziandio che nascesse; ricorda pure le 9 co- del delfino, e nipote di Luigi XIV re di

stituzioni di altrettanti Papi che lo ri pro- Francia, che poderosamente lo sostenne


varono e dannarono, mentre espressamen- colle armi, in lunga e micidiale guerra,
te lo definirono Leone X, Clemente VII, contro le pretensioni di casa d'Austria fon-
Clemente XI, Benedetto XIV, opposto ad date sulla prossimità di parentela del de-
ogni giustizia, indecente, assurdo, teme- funto, per cui l'imperatore Leopoldo l
rario, scandaloso, pravità intollerabile, difese le sue ragioni che' cede in favore
4

degno di eterna pena e però colla piìi , dell'arciduca Carlosuofiglio.il marchese


grande pena, ch'è Tana tema, la Chiesa Io Ottieri nel 17 28 pubblicò: Istorie delle
punisce. Oltre il citato articolo, si può ve- guerre avvenute in Europa per la suc-
dere quanto dissi anche nel voi. V,p. 279 cessione alla monarchia delle Spagne,
SA li SAR i55
e dove si tratta ancora di quanto riguar- Savoia sdegnato, si vendicò dell'affronto
da la parte che neprese Vittorio Amedeo con guardare a vista gli ambasciatori
far

li e il nuovo regno sardo. Vide il duca di Francia e Spagna, e in onta al diritto


in tale strepitoso avvenimento un'occa- delle genti fece arrestare tutti i francesi
sione di crescere la propria potenza, ma che passavano pe'suoi stati, e sequestrare
truppe francesi lo circuivano, mentre gli i loro magazzini; indi agli 8 novembre

austriaci erano distanti. Aderì dunque al- conchiuse alleanza coll'imperatore, l'O-
le parti del più forte con apparenza di landa e l'Inghilterra; perciò gli fu pro-
soddisfazione, e diede in moglie la sua se- messo il Monferrato, Alessandria, Valen-
condegenitaM/GabrielIa al duca d'Augia za del Delfinato, la Valsesia e la Lomel-
che prese il nome di Filippo V re di Spa- ed un sussidio d'80,000 ducati al
lina,
gna, di Sicilia, di Sardegna, duca di Mi- mese finche durasse la guerra. Il conte
lano, ec. Inoltre il duca assunse il titolo Staremberg con ardita impresa a
riuscì
di generalissimo degli eserciti collegati condurgli nel gennaio 1 704 l'esercito im-

francese e spagnuolo, di conseguenza con- periale ed a provvederlo di cavaIleria,non


tro il principe Eugenio di Savoia, che pel aveudone. Ma il duca di Vendòme pre-
suo gran valore aveva il supremo coman- se successivamente diverse città e for-
do delle truppe imperiali ; promise pure tezze fra le quali Verrua sul Po stimata
8000 fanti e 2000 cavalli mediante un imprendibile, e Mon tinelli ano in Savoia :

sussidio di 5o,ooo scudi al mese. Catinat Benvich nel r 706 demolì il eastellodi Niz-
arrivò in aprile 701 con l'oste francese
1
za dalle fondamenta. Il duca di Savoia
a Torino, e Villeroi si unì poi a lui, ma impotenled'impedire tanti progressie ve-
avendo questi assalito a Chiari il principe dendo Torino minacciato d'assedio, non
Eugenio restò battuto. Vittorio Amedeo dubitò che Luigi XIV volesse rovinarlo
II die prova d' abilità e coraggio iu tale per sempre; laonde mandò tutta la sua
battaglia, e si condusse con quella intie- famiglia a Genova, e dopo aver munito
pidita che gli era naturale ; dicono che si la capitale Torino, si pose a Cuneo, per
compiacque in segreto della vittoria riu- essere in grado di liberarlo, e vedendosi
scita a seconda della sua politica partico- inseguito da Fevillade, andò finalmente
lare. Fu suo malgrado che entrò nella a commettersi alla fedeltà di que'Barbetli
lega con Francia e Spagna, perchè vede- o Valdesi protestanti della valle diLuzer-
va con terrore la casa di Borbone serrare na, che da lui e dai suoi antenati erano
i di lui stati tra il Delfinato e il Milanese, stali fieramente perseguitati. Frattanto

e sebbene avesse maritato due figlie ai fra- il principe Eugenio era calato in Italia
telli duca di Borgogna e Filippo V, entrò con l'esercito imperiale di Giuseppe 1 suc-
in negoziazioni con la casa d' Austria, e ceduto al padre, per soccorrere Torino,
coi potenti marittimi. Luigi XIV fu av- e gli riuscì unirsi al duca, il quale dopo
vertito delle sue pratiche,quindi nel 1702 aver mirabilmente per lungo tempo di-
presso Mantova dal duca di Vendòme fe- fesa la sua capitale, mentre questa stava
ce disarmare 4ooo uomini di sue milizie, per essere presa, si trovò in grado di li-
e poi pubblicò una specie di manifesto berarla, il che in Francia espresse il for-
sulla condotta del duca, o Lettere del re zato scioglimento della guerra. Il giorno

Francia a Papa Clemente XI, il qua-


di stesso della splendida vittoria 8 settem-
le in questa lunga e tremenda guerra, bre, il duca di Savoia e il principe Eu-
avendo inutilmente procurato d'impedir- genio entrarono nella giubilante Torino
la, restò neutrale, anche per l'investitura al suono delle campane, allo strepito dei
delle Sicilie domandata da Leopoldo I e cannoni, e fra le acclamazioni di un po-
da Filippo V. Per tale disarmo il duca di polo pieno di gioia. Andarono a smoo-
i56 SA II SAR
tare alla metropolitana, dove l'arcivesco- Rastadt de'G marzo 7 14, Vittorio Ame- 1

vo Vibò intuonò il TeDeum: Vittorio deo II con accrescere i suoi domini col i

Amedeo 11 riconoscendo la protezione di- ducato Monferrato realizzò le preten-


di
vina, fondò annue solennità per tal giorno sioni che vi avevano i suoi avi, le quali
sagro alla Natività della B. Vergine, in erano state causa di tante guerre, e sicco-
cui aveva riportato sì compito trionfo. In me l'Inghilterra lo voleva redi Spagna e
breve tempo ricuperò la massima parte delle Indie, fu riconosciuto il suo diritto
de'suoi stati e delle sue fortezze, ed Ales- eventuale alla corona di Spagna. Luigi
sandria si rese ai 1 1 ottobre. 11 principe XIV avrebbe amato vederlo piuttosto re
Eugenio sottomise il Milanese all'arcidu- di Lombardia per deprimere l'Austria.
ca Carlo: Valenza, la Lomellina e la Val- Vittorio Amedeo II assunse solennemen-
sesia furono quindi date al duca di Sa- te a Torino il titolo di redi Sicilia, e die-
voia secondo i trattati, e Luigi XIV, pen- de quello di duca di Savoia al primoge-
dendo la speranza di ricuperare l'Italia, Amedeo, già principe di Pie-
nito Vittorio
ne ritirò le soldatesche mediante capito- monte. L'ammiraglio inglese Jennings
lazione fatta a Milano a' 3 marzo 1707. 1 lo condusse a Palermo, ove sbarcò a'ro
Susa cadde in potere del duca, respinto ottobre, e fu incoronato colla regina dal-
alla sua volta nell'assedio di Tolone; pre- l'arcivescovo a'24 dicembre. Tale acqui-
se poscia le fortezze di Perouse,Exiles e sto era più glorioso per la casa di Savoia,
Fenestrellea'francesi, negli stati de'quali che vantaggioso pe' suoi sudditi; il tra-
erastata portata la guerra. Nel 709 non
1
sporto della corte in un'isola lontana ca-
fece il duca impresa di rilievo, come mal- gionò un gravissimo dispendio, che ag-
contento dell'imperatore, chepadronedel gravò le imposizioni di Piemonte. In se-
Milanese non volle più cedergli il pro- guito V ittorio A medeo 1 1 pretese d'essere
messo territorio di Vigevano. Anna regi- indipendente dalla s. Sede cui apparte-
na d' Inghilterra volendo profittare del neva l'alta sovranità della Sicilia, ma il
suo mal umore per indurlo ad una pace clero e gli ordini religiosi principalmente
separata, nel 1 7 1 o gli offrì il regno di Si- sostennero gli antichissimi diritti del Pa-
cilia(F.). Vittorio Amedeo 1 1 che ambiva pa ; il nuovo re volle godere
e siccome
soprattutto il titolo di re, volendo che tal del famoso privilegiodella Monarchia di
corona gli venisse accordata col consenso Sicilia (^.),pel quale tribunale pendeva-
di tutti i potentati, mandò i suoi amba- no questioni lesive la s. Sede, Clemente
sciatori al congresso d'Utrecht incomin- XI a' 20 febbraio 17 15, colla bolla Ro-
ciato nel gennaio 1 7 1 2, ed ove gli assicu- manus Pontifex y
cassò e annullò il pri-
rò la restituzione della Savoia, delle valli vilegio e monarchia ecclesiastica di Sici-
di Pragéles, d'ExileseFenestrelle,deI ca- lia. Il re bandì tutti quelli che non vol-
stello Delfino, e della contea di Nizza; fi- lero assoggettarsi al soppresso tribunale
nalmente Filippo V suo genero gli cede ecclesiastico ch'egli riguardava esistente,
l'isola e il regno di Sicilia, e lo riconobbe ed il Papa fulminò le scomuniche contro
per suo successore, se non avesse lascia- gli agenti del potere secolare e laico, l'in-

ti discendenti legittimi. Tali convenzio- terdetto sopra parecchie chiese diSicilia,


ni che fecero perdete al duca la valle di per cui più di 4°° ecclesiastici si rifug-
IWcellonetta, furono confermate contat- giaronoa Roma. I redi Francia e di Spa-
tati di Madrid e d'Utrecht degli 1 1 aprile gna interessati dal re Vittorio Amedeo
1 7 1 3 ; essendo poi I' arciduca Carlo di- II, non poterono vincere la mirabile fer-

venuto imperatore Carlo VI, re di Na- mezza di Clemente XI. Meutre il re lot-
Sardegna, non che duca di Mi-
poli e di tava anche pel novello dominio colla I.
lano per la susseguente pace di Badeo o Sede, Dio fece sentire la sua mano sopra
SAR SAR i5 7
di lui, che fidava negl' indovini, toglien- terminò Benedetto XIII con un trattato
do la vita al primogenito ai 22 giugno stipulato coi ministri regi; ma Clemente

1 7 i 5 a mezzo del
vaiuolo; e il secondo- XII che a lui successe dichiarò l'atto sur-
genito Carlo Emanuele prese allora il ti- rettizio,onde le controversie presero mag-
tolo di principe del Piemonte. Continuan- gior vigore nel regno di Carlo Emanue-
do il cardinal A Iberoni .° i ministro di Spa- le III, per cui le riporterò al suo tempo
gna a rinvigorire il regno,e ricuperare col- per conservare unità ad argomento tan-
le armi e colla politica dominii tolti i alla to grave. Il re nel 1 722 ammogliò il det-
monarchia dal trattato di Utrecht, nel- to ufiico suo figlio colla principessa pa-
l'agosto^^ la sua flotta conquistò su- latina Polissena Cristina d'Assia Pihein-
gli imperiali Pisola di Sardegna, indi la sfeld ; schivò le occasioni che potevano

«tessa flotta a'3o giugno 17 18 comparve condurlo a nuove guerre, e si limitò al-
dinanzi Palermo che fu costretta ad ar- le cure amministrative de'suoi stati, cui

rendersi a' 1 3 luglio. Catania e Messina fé die un corpo di nuove leggi. Protesse l'in-
cero poi altrettanto. Il re non essendo in dustria, il commercio, le arti, le scienze

grado di difendere il regno ricorse a Car- e letterati, ed amò gli artisti d'ardito
i

lo VI, e a' potentati marittimi : ili." non concepimento; abbellì e rese inespugna-
volle combattere pel vantaggio altrui, in bile la sua capitale, fondò o ristorò l'u-
vece domandò che gli fosse restituita la niversità di Torino, ove istituì il colle-
Sicilia, per riunirla al reame di Napoli, gio delle provincie e ristabilì quello dei
ed ollrì soltanto a Vittorio Amedeo II nobili. Avendo ereditato 7 milioni di ren-
le sue pretensioni sulla Sardegna come dita, frutto della savia amministrazione
isola e come regno a* 2 agosto 1718. Il del padre, la raddoppiò, anche per esser-
re fu costretto accettare tale svantaggio- si suoi stati ingranditi più d'un terzo,
i

so cambio, ed entrò nella quadruplice al- le cui finanze pose in ordine mirabile,
leanza controia Spagna, con l'imperato- per l'arte che avea in governare. Ad imi-
re, la Francia e l'Inghilterra. La disgra- tazione di Luigi XIV, il re cacciò dai suoi
zia del cardinal A Iberoni, avendo dispo- stati quelli tra'suoi sudditi che professa-
sto Filippo V alla pace, accettò il trattato vano il calvinismo. Furono essi accolti
di Londra, ossia la quadruplice alleanza, dalla repubblica di Ginevra, e dai canto-
con una dichiarazione fatta all'Aia a' 17 ni svizzeri protestanti; furono protetti dal
febbraio 1720; indi agli 8 agosto in pre- re di Prussia e soccorsi dall'Olanda, nel
senza degli stamenti,Pisoladi Sardegna fu modo narrato da Bercastel, Storia del cri-
consegnata al re Vittorio Amedeo II dal stianesimot. 3o, n.i/^ eseg. Ma giunto

principe d'Ottaiano,che l'aveva ricevuta Vittorio Amedeo II all'età di 64 anni,


dagli spagnuoli in nome dell'imperatore, rinunziò formalmente corona a'3 set-la

a condizione che tornasse alla Spagna in tembre 1730 Carlo


in favore del figlio
mancanza di sua discendenza, ed assunse Emanuele III. Essendo vedovo, un mese
il Sardegna, prendendo poi
titolo di re di prima avea sposato segretamente la ve-
il complesso de' suoi dominii il nome di dova del conte di s. Sebastiano, che avea
stati sardi e di monarchia sarda. Carlo 5o anni, ed era scaltra e destra : le do-
VI riunita la Sicilia al reame di Napoli, nò il marchesato di Spino, e non serbò
di tutto domandò e ottenne l'investitura che 5o,ooo scudi di rendita. Con ristret-
da Innocenzo XI li, con omaggio di fe- ta famiglia partì per la Savoia. 11 re fi-
deltà e annuo censo; il quale Papa pel suo glio che uon voleva accettare il potere,
breve pontificato, non potè accomodare si mostrò assai divoto del genitore, fin-

le vertenze che ancora esistevano tra la che il marchese d'Ormea lo fece raffred-
«. Sede e Vittorio Amedeo II, che però dare. Intanto Vittorio Amedeo II anno-
i58 SAR SAR
iato dall'ozio, la moglie ambiziosissima re che sapeva ad un tempo regnare e com-
gli mise in capo l'idea d'impossessarsi battere. Nel 17 33 si collegò alla Spagua
nuovamente del trono. A tale effetto ri- ed alla Francia, che aveano progettato
tornò a Torino, tentò di riprendere il po- indebolire la casa d'Austria, e si uni ai
tere, ma gli fu impedito dal figlio, il qua- francesi alla guida di sue truppe, speran-
le dopo aver consultato il gran consiglio do di poter tenere la bilancia dell'influen-
de'ministri di stato, per consiglio dell'ar- za in Italia, e di profittare di tali grandi
civescovo di Torino Francesco Gattina- contese per ingrandire i suoi stali. Duce
ra, che piacque a tutti, cioè di ritenere degli eserciti gallo-ispani fece la conqui-
il potere e non esporre i sudditi ai ca- sta del Milanese, vinse gl'imperiali a Gua-
pricci d'una femmina ambiziosa; quindi stalla,dove comandò da generale, com-
per la quiete del regno, con pena fu co- battè da soldato, e si segnalò per eminente
stretto ordinarne non senza ripugnanza capacità durante l' intiera guerra. Con-
l'arresto: la marchesa di Spino fu rile- seguenza di questa, tra le altre cose, fu
gata nel castello di Ceva, ed il re traspor- lo stabilimento del regno delle due Sici-
tato a Rivoli e custodito rigorosamente, lie, e del ducato di Parma e Piacenza in

quindi nel palazzo di Moucalieri, ove si favore de'due figli di Filippo Vie di Spa-

rassegnò, ma triste e silenzioso. Si fece di gna quando negli ultimi di sua vita sep-
:

tutto da Carlo Emanuele III per addol- pe che si effettuava il 2.°,Vittorio Ame-
cire 1' amarezza di sua situazione, e gli deo li esclamò: Oh casa mia hanno fer- !

venne moglie.Mori a Monca-


restituita la mato la tua perdita. II re Carlo Emanue-
lieria'3i ottobre 1732 con sentimenti di le III aspirava al Milanese, ma di esso non
pietà: la marchesa si chiuse tra le reli- ottenne che il Novarese, il Tortonese, e
giose di Carignano. La sua passione do- alcuni feudi dell'impero verso Monferra-
minante era quella di veder tutto, rego- to. Riformò nel suo governo gli abusi, ret-
lar tutto da se, di far che tutto cedesse tificò l'amministrazione della giustizia e
alle sue mire, per attribuirsene i buoni delle finanze, ristabilì nell'esercito l'or-
successi. Nato per regnare, fu amante del- dine e la disciplina, ma stette in rottura
l'ordine, esatto nell'adempimento de'suoi con Papa Clemente XII e si pacificò col
doveri, assai economo e sobrio : piutto- successore, per quanto vado a narrare,
sto destro e politico che grande genera- dovendo risalire a Nicolò V e Benedet-
le, non rifulse nella guerra che pel valo- to XIII.
re personale. Temuto da tutti i sudditi, Non riuscì a Clemente XII di termi-
fu amato dalla più parte. Dopo il regno nare le pregiudizievoli dissensioni rinno-
più agitato, dopo d'aver veduto tante vol- vatesi nel suo pontificato. Per meglio in-
te la sua potenza nel maggior pericolo, tendere tutto, trovo indispensabile il ri-
è rimasto nella storia il più grande tra cordarle.Il sommoPontefice Nicolò V per
i principi di sua stirpe, e quello che più dimostrare la sua gratitudinead Amedeo

efficacemente contribuì al suo innalza- VIII duca di Savoia (F.) che il concilia-
mento. Carlo Emanuele gioventù
III in bolo di Basilea (F.) aveva innalzato al-
per non suscitar gelosie, tenne lonta-
si ianti- pontificato, per cui prese il nome
no dagli affari e dissimulò talenti avu- i dì Felice F(F.) y
d\ sua posteriore rinun-
ti dalla natura per la guerra e la poli- zia allo scisma, colla bolla Etsi ex pa-
tica, ad onta che eccellenti maestri aveano terna, de' io gennaio 1 4^2 presso Lunig,
cooperato che sviluppassero per tempo. Cod. diplom. Ital. t. 1, p. 71 4» e Guer-
Divenutole e vedendosi rassodato nel po- ra,Epk. Bullar. t. 2, p. 3 18, concesse al
tere si applicò intieramente alle cure del- di lui figlio duca Lodovico, che bene- i

l'amministrazione^ non tardò a mostra- fizi maggiori detti concistoriali, csistculi


SAR SAR 159
non si sarebbero conferiti
ne'di lui slati, i.° Sulla materia giurisdizionale, che il

du'Papi, se non dopo avuto il consenso Papa chiamava lesa immunità ecclesia-
del duca di Savoia: Sabaudiae duci ad- stica. 3.° Sul dominio diretto de'menlo-

promisit se cathedrales , et monasleria vati luoghi e feudi del Piemonte e Mon-


infra districtum ejus temporalis domi- ferrato, particolarmente Cortanze, Cor-
mi, neminijUisi de illius consensu colla- ta nzone, Cisterna, Monta fi a e abbazia di
turimi. Ne'quali termini sì ampio indul- s. Benigno, sopra i quali il re pretende-
to e singoiar privilegio fu confermato da va di avere assoluta sovranità, ed il Pa-
Sisto IV neli474> Innocenzo Vili, Giu- pa all'opposto sosteneva, che fossero di
lio II, Leone X, Clemente VII, Grego- suo pieno diritto come feudi della s. Sede,
rio XIII, Clemente Vili. In virtù di que- onci' è che i vassalli di tali luoghi citati
s'a bella concessione nacque in seguito il a prestare il giuramento di fedeltà al re,
dubbio, se vi restassero compresi gli al- aveano per timore ubbidito, ma Roma
lobrogi ed i subalpini. Nel pontificato di al contrario dichiarò nulli quegli atti, e
Alessandro VII questopuntoad e-
si die intimò le censure e altre pene a chiun-
.viminale a' 3 celebri canonisti Fagnano, que per detti feudi riconoscesse la corte
de Rossi e Ronconi, quali risposero non
i di Torino. Questi erano i 3 punii prin-

essere quelli compresi nella grazia di Ni- cipali della lunga discordia. Benedetto
colò V. Poscia Innocenzo XII,per togliere XIII provando grandispiacere,chea mo-
di mezzo ogni controversia, dichiarò che tivo dell'interrotta relazione e corrispon-
l'indulto di Nicolò V comprendeva lesole denza fra le due corti, non si potesse ac-

cattedrali ed abbazie esistenti ne' domi- comodar la discordia, per la quale le chie-
mi oltremontani posseduti allora dal du- se da gran tempo erano prive de'loro pa-
ca Lodovico indullatario, salva la libera stori, per togliere quindi qualunque o-
facoltà alla s. Sede di riserbarsi sopra det- slacolo alla concordia, inviò al re Vitto-
ti benefizi le pensioni, a favore di qua- rio Amedeo II il p. Tommaso da Spole-
lunque persona ancorché estera. Ma il du- to minore osservante riformato, per assi-
ca Vittorio Amedeo II pretese in vigore curarlo di sua sincera disposizione alla
di detto indulto di avere diritto a nomi- totale riconciliazione, e presentargli alcu-
nare le persone per le pensioni riserva- ni articoli a'quali il re dovea risponde-

te, e di nominare similmente le persone re. Tosto che il religioso entrò in Tori-
a detti benefizi ; ed invece Clemente XI no, il re per lo stesso fine spedi a Roma
resistè sempre con costanza a queste sue il marchese d'Ormea Vincenzo Ferreri,
pretensioni, protestando che l'indulto di dichiarandolo suo ministro in questo af-
JNicolò Vera puramente personale al du- fare, il quale cominciò a trattare perla
ci Lodovico figlio di Amedeo Vili, su più difficile materia giurisdizionale. In

di che può vedersi nella Biblìoteque Ger- breve tempo fu questa accomodata, par-
Tuanigue,\\ t.32,p. 5o e 5 1. Tre capi duu- te coll'istruzione dal re data al ministro;
que formarono la causa delle dissensio- parte col breve del Papa,nel quale si con-
ni che non potè terminare Clemente XI, tenevano i vescovati, che trovandosi fuo-
malgrado le diverse bolle e brevi sum- ri del dominio del re di Sardegna, vi era
mentovati, ed a questo fine da lui pub- tuttavia qualche parte della diocesi ne-
blicati per condannar la condotta de'mi- gli slati sardi, come Ventimiglia, Alben-
nistri della corte di Torino su questa spi- ga, Savona, Pavia, Novara, Vigevano e
nosa controversia, cioè: i.° Sopra il re- Tortona, ne'quali la giurisdizione spiri-
gio padronato che il re di Sardegna pre- tuale dovea ad essi vescovi appartenere;
tendeva sopra tutte le chiese de'suoi sta- onde questi si avvisavano in detto breve,
li, fondato nella concessione di Nicolò V. affinchè in que' luoghi al re soggetti do-
160 SAR SAR
vesserò mettere i vicari generali, i quali Valetta stampatore del re 73 1 Ri .
tista 1 .

a
però non potessero decidere cosa alcuna manevaa trattarsi la 2. controversia,cioè
d'importanza, senza prima averne infor- la materia de'benefizi. In questa preten-
mali i rispettivi loro vescovi; e parte fi- deva il re Vittorio Amedeo II, che con

nalmente con una regia notificazione, ri- lui su di ciò si dovesse praticare quello
guardo alla quale fu d'uopo spiegare gli che si usa cogli altri sovrani, e però Be-
editti ducali del 1620 di Carlo Emanue- nedetto XIII a'29 maggio «727 emanò
le I, e del 1640 Carlo Emanuele II,
di il breve Dudum, col quale accordò al re

pubblicati intorno che secondo


ai tributi di Sardegna duca di Savoia il privilegio
i catasti in quegli anni fatti dovevansi ca- di nominare a' benefizi concistoriali del
vare da'beni ecclesiastici ; dichiarandosi Piemonte, interpretando l'indulto di Ni-
ora in questa concordia, che col consenso colò V col breve Aposlolicaesedis, de'24
della i detti beni compresi nel-
s. Sede, marzo 724, cioè che le parole Nonnisi
1

1620, restassero soggetti nella


l'editto del habilis prius per non intenlione,et con-
forma che in esso si stabiliva, ma che i sensu ipsius ducis de personis idoneis
patrimoni di tal natura, e costituiti dopo ad hujusmodi regimina 3 seu dignitates
questo editto, rimanessero esenti da det- promovendis, vel de quartini personis ta-
to tributo, ed i debiti degli stessi eccle- les provisiones fuerint faciendae 3 signi-
siastici che fino a quel punto non fosse- ficavano vero e legittimo giuspadronato
ro stati pagati, fossero dal re generosa- o sia diritto di nominare. Concordassi in-
mente condonati. Inoltre Benedetto XIII oltre che le pensionida imporsi dalla s.
a' 26 ottobre 1725 concesse allo stesso Sede non dovessero sorpassare la somma
re Vittorio Amedeo II il gius padronato di scudi i5oo, la quale si dovrebbe ri-
di nominare i soggetti idonei a tutte le servare sull'abbazia di Lucedio,o su qual-
chiese cattedrali e monasteri concistoriali che altra di regio padronato, per quella
come avea già fat-
del regno di Sardegna, somma che alla detta badia di Lucedio
to Bonifacio Vili conGiacomo li redi non si potesse imporre. Intorno a'frutti
Aragona, e Gregorio XV con Filippo IV vacanti di qualunque benefìzio, compre-
re di Spagna, nelle investiture loro ac- so nell'indulto di Nicolò V, questi si do-
cordate di quell'isola e regno, soggetto al vrebbero riservare,secondo il comodo del-
dominio diretto della s. Sede. Conclusa le stesse chiese e dei successori in esse
a' 24 marzo 1727 da Benedetto XIII la coll'amministrazione d'un economo, che
a
1 . parte della concordia, con un proget- dal re sarebbe nominato. I frutti poi pen-
d'accomodamento sopra le controver-
to denti, mobili e altre cose acquistate dagli
r
sie, a mezzo di mg. Francesco Antonio antecessori e ch'esistano nella loro morte,
Fini poi cardinale, e allora arcivescovo sarebbero conservali secondo l'uso ch'e-
di Damasco e maestro di camera , ed il ra nel paese prima di queste differenze.
marchese d' Ormea, gli articoli poi fu- La 3. 'controversia che restava sul dirit-
rono pubblicati nella Relazione isterica to feudale e sulla sovranità de'luoghi più
delle vertenze, che si trovavano tra la volte di sopra nominati, che ciascuna del-
corte di Roma e quella del re di Sarde? le due corti si attribuiva, fu allora diffe-
gna, allorché fu assunto al pontificato rita poiché proseguivano le divergenze fra
Benedetto XIII di sa. e gì. me. Detrat- le due parti. Fu inoltre a'29 ma S8'° 1
727
tati su di esse seguiti, e delle determina- firmato dal cardinal Lercari segretario di
zioni prese , coi motivi a' quali si sono stato un concordato a parte sopra gli spo-
appoggiali j come anche di luttociò che gli, pensioni e vacanti, che si legge nella
h succeduto nel pontificato della santità citataRelazione isterica. Furono pure
di Clemente XII, Torino per Giambat- stampati Documenti da' quali fu coni-
:
SAR SAR 161
provato, che la vacanza apud sedem re- materia feudale o dominio supremosia

sti compresa nelC indulto conceduto da sull'abbazia di s. Benigno e sui luoghi


Nicolò V alla real casa di Savoia, sen- di Cortanze, Cortanzone e altri, sopra i

za il luogo ove fu impressa. Sacra con- quali il suo predecessore non aveva de-
gregationi particulari a SS. D. N. de- ciso cosa alcuna, altro non fece il Papa
putata, Vercellen, Gebennen et aliarum che pubblicare alcuni decreti, in virtù dei
proDataria apostolica, typis Giannini et quali si dichiarava l'alto e diretto domi-
Maiuardii728. Succedendo però a Be- nio di detti luoghi appartenenti alla s. Se-
nedetto XIII neIi73oGlementeXn,que- de, si vietava a'vassalli de' medesimi di
sti nel concistoro degli 8 gennaio iy3t prestare al re il giuramento di fedeltà, e
pubblicò, che l'accomodamento e le con- siannullavano i giudizi contrari del tri-
dizioni stabilite tra Benedetto XIII e il re bunale secolare di Torino. Allora fu che
di Sardegna sopta I' immunità ecclesia- la regia corte pubblicò la suddetta Rela-
stica, la nomina di varie chiese e bene- zione slorica j nonché Scritture che sono
fìzi, l'esercizio della giurisdizione de've- state segretamente distribuite dalla corte
scovi, e sopra la controversia per diversi di Roma agli eminentissimi signori Car-
feudi ecclesiastici nel Piemonte e Monfer- dinali per avere il loro sentimento sulla
rato, specialmente Cortanze, Cortanzo- controversia con quella di Torino, e ri-
ne, Cisterna, Montafìa e badia di s. Beni- sposta alle medesime 3 in Torino per Gio.
gno, si do vesserò di nuovo esaminare per- Battista Valetta stampatore distia Mae-
chè state concluse senza le convenienti stà e de'regi magistrati. Per dignità del-
solennità e senza perfetta notizia del me- la s.Sede si trovò opportuno d'incaricare
r
desimo Benedetto XIII. Laonde il Papa il benemerito e dottissimo mg. Giusto
fece prendere ad accurato esame con- i Fontanini, arcivescovo di A ncira e cano-
cordati fatti sotto il predecessore colmar- nico Liberiano, della compilazione e pub-
chesed'Ormea e impugnati, commetten- blicazione della seguente importantissima
dolo allo stesso sagro collegio, dopo di che opera anonima ,ma col ritrattodiClemen-
in concistoro col parere de'cardinali abro- te XII sul frontispizio: Ragioni della Se-
gò il de apostolica nelle presenti controversie
concluso sull'immunità ecclesiasti-
ca e altro ne' trattati de'24 marzo 1727 To r ino, tom. 1, par. i. a In-
colla corte di
e 21 febbraio 1728, sottoscritti da detto formazione istorica 17Z1. Ragioni della
marchese e da'cardinali Fini e Lercari. Sede apostolica nelle presenti controver-
Riguardo alla materia benefiziale, decisa sie colla corte di Torino, tom. par. 2.* i
,

dalla costituzione Dudum di Benedetto Riflessioni sopra la scrittura della cor-


XI li, ed esaminata bene che fu, dichiarò. te di Torino intorno ai fogli che hanno
Clemente XII a'6 agosto 731 con allo- il titolo di Progetto di accomodamento.
1

cuzione tenuta nel concistoro segreto, che Discorso sopra la materia beneficiale
comincia colle parole Post accurate, ma- concernente il breve Dudum della sa. me.
tureque investigata j essere sua intenzio- diBenedello XIII, ed il preteso Concor*
ne, che l'adempimento di quella non si dato del signor cardinal Lercari^ e si-
ritardasse, e che le nomine fatte e da far- gnor marchese d' Ormea. finalmente E
si pel medesimo indulto, non sarebbero altro discorso intorno al giuramento dei
ammesse se non che scevre dal diritto di vescovi del Piemonte prestato al modera
padronato, e senza la riserva di altre pen- no re di Sardegna 1732, Ragioni della
sioni fuori di quelle imposte dalla s. Se- Sede apostolica nelle presenti controver-
de: Suae intenlionis non esse, quod illius sie colla corte di Torino, tomo 2. Ra-
exequutio retardelur additisque se Da- gioni sopra i feudi ecclesiastici nel Pie-
tario aliisque ministris. Intorno poi alla monte prodotte in due tavole cronologi-
l6* SAR SAR
che, in risposta alle due rimostranze del- quale consegnò al re un breve apostoli
l'avvocato generale del re di Sardegna co in nonas januarii 1~{ in cui il Papa
' >

al senato residente in Torino, seguite da- lo costituì vicario apostolico in tempora-


gli arresti nel mese di marzo 7 3 1 t
; par- libus e perpetuo nella linea primogenita-
a
te 1 . Sopra i feudi ecclesiastici dell' A- le,de'feudi ecclesiastici che la s. Sede pos-
sleggiana, 1 y 32. Ragioni della Sede apo- sedeva nel Piemonte e Monferrato, come
stolica nelle presenti controversie colla già erasi convenuto con Clemente XII,
corte di Torino, Ragioni sopra tomo 2. dovendoli il re riconoscere come dipen-
i feudi ecclesiastici nel Piemonte prodot- denti dalla chiesa romana, con l'annuo
te in due tavole cronologiche, in risposta tributoalla camera apostolica di se. 2000,
alle due rimostranze dell' avv? generale e colle clausole che riportai aMAssERA-
del re di Sardegna al senato in Torino no, ove notai tuttora vigente e solvibile
sedente, seguite dagli arresti da questi tale censo e contribuzione, equivalente
pubblicati nel mese di marzo 73 1 1, par- all'imposto calice d'oro. Carlo Emanuele
a
te 2. Sopra l'abbazia di s. Benigno e suoi III giurò nelle mani del nunzio aposto-
feudi, 1732. Fu inoltre pubblicata la De lico Merlini, chesi riconosceva dipenden-
fense du Siege apostolìque contre les Con- te dalla s. Sede, di bene e fedelmente e-
cordats sur le matières deSavoie et de Pie- sercitare il vicariatoci pagare il detto an-
iiìont 3 par le cardinal Fini et le marquis nuo censo, e di doversi rinnovare il giu-
(l'Ormea, an.ijij, stampata nel 1734. ramento mutazione della linea dal
nella
Tuttavia Clemente Xllper dimostrare a suo capo. Indi inviò a Benedetto XIV un
Carlo Emanuele 1 1 re di Sardegna, il de- calice d'oro, come legittimo e supremo
siderio ch'avea di veder terminata la dis- signore di detti feudi. NeW Epitome Pon-
r
cordia gli spedì mg. Guglielmi, ma que- tificiarum Constitutionum di Luigi Guer-
sto sovrano assai offeso per vedere per- ra nel t. 2, p. 3 1 7 e seg. vi sono quelle ri-

turbato 1' accordo dal genitore di lui già guardanti i duchi e ducato di Savoia, la
fatto con Benedetto XI II, proibì l'ingres- spiegazione dell'indulto di Nicolò V, fat-
so del prelato ne* suoi stati, e richiamò ta da Innocenzo XII, gli atti di Clemen-
da Roma il suo ministro °onte di Gros- te XI e suoi ministri nelle narrate ver-
so. il Papa a dispor-
Seguitò nondimeno tenze, quelli di Benedetto XIII, cogli ar-
re ilad una pace stabile, e però otten-
re ticoli concordati ; a pag. 3 [9 i diplomi
ne il permesso di spedirgli a questo fine pontificii spettanti al principato di Mas-
un altro nunzio particolare, poiché non sellano, e dei marchesati di Crevacour
apparisce nel novero de' nunzi delle No- e di Montafia, notandosi che Benedetto
tizie di Roma del suo pontificato, come XIV pose fine alle controversie. Neil' in-
fece altresì 1738, inviando inRo-
il re nel dice di detto Epitome a p. 636 all'arti-

ma il conte Riviera col carattere di suo colo Sardinia, sono citali i luoghi ove si

ministro, il quale per la sua rara pruden- riportano le pontificie bolle spettanti al-

za e integrità avrebbesenzadubbio con- la Sardegna,così a p.646.Nel voi. XLIV,


clusala pace conClemente XII, se la mor- parlando dell'ordine insigne de'ss.
p. io,
te noi rapiva a' 6 febbraioi74o. Bene Maurizio e Lazzaro, riportai le disposi-
dettoXIV Lambertinicheglisuccesse,su- zioni di Benedetto XIV sui beneficii, e
bito con zelo applicò l'animo a por fine come il re per grato animo concesse una
che la s. Sede avea col re
alle differenze commenda in padronato alla sua famiglia
Carlo Emanuele III e con altri sovrani, Lamberti ni e altro. Nel voi. XL Vili, p.
ed a Torino destinò per nunzio mg.r Lo- 165, accennai le premure di Carlo Ema-
dovico Merlini consagrato perciò arcive- nuele III, perchè Benedetto XIV creasse

scovo d'Atene agli 8 dicembre 174°* »1 cardinale il suddetto nunzio Merlini, bra-
SAR SAR i63
moso sua corte godesse il privi-
clie la non Di più, avendo penetrato che
estesa.

legio delle altre, i cui nunzi sono eleva- il santo Padre era inclinato per ragioni

ti alla porpora ; ma essendosi esse e altre personali col re di Sardegna ad accordar-


opposte, il re fece chiudere la nunziatu- gli tale prerogati va propria solamente del-
ra di Torino, l'uditore di notte calò le le4 primarie corti, fecero protestare a
armi pontificie, il nunzio si ritirò a Forlì mezzo de'rispetti vi ministri controia pro-
sua patria, e fatto poi presidente d'Urbi- mozione al cardinalato di rng.'Merlini co-
no ebbe il cardinalato da Clemente XIII me nunzio di Torino. Benedetto XI V non
ne! 1759. D'allora in poi i ministri della volendo disgustare gli altri re e quegli sta-
s. Sede presso il re di Sardegna non eb- ti e principi che godevano regi trattamen-

bero più il carattere e grado di nunzio, ti^ insieme non mancare all'impegno del
ma d' incaricati di affari e non prelati, monarca sardo, propose a questo il pro-
finché nel 1839 Gregorio XVI ripristi- getto di creare prima alcuni cardinali pei
nò il nunzio e insignito della dignità ve- loro particolari meriti, fra' quali inten-
r
scovile, per la divozione alla s. Sede non deva comprendervi mg. Merlini, e poi
menò di re Carlo Alberto, che del reli- dopo qualche tempo eseguire la promo-
giosissimo suo degno 1

segretario di sta- zione de'nunzi delle 4 corone privilegia-
to il conte Clemente Solaro della Mar- te e de'soggetti che occupavano cariche
gherita. Sullanuova vertenza insorta col- le quali ordinariamente si premiano col

la s. la storia. Nel 1750 il


Sede, eccone cappello cardinalizio. Approvato questo
re di Sardegna fece urgentissime istan- temperamento dal re di Sardegna, non-
r
ze a Benedetto XIV perchè mg. Merlini dimeno si rinnovarono nuove proteste dal-
nunzio alia sua corte fosse incluso nella le altre corti, fra le quali rammenterò la

promozione cardinalizia. Queste premu- lettera scritta al cardinal Albani protet-


re producendo un impegno simile a quel- tore della corona di Polonia, dal conte
lo da poco esaurito della corte di Por- Accora m boni segretario in ti model re Au-
togallo [V.) per mg. r Bichi nunzio di Li- gusto III monarca polacco ed elettore di

sbona, furono cagione che il Papa non Sassonia ; e l'altra più forte del duca di
pubblicò promozione che avea desti-
la Ceresano ministro di Carlo III redi Na-
nata nell'anniversario del suo pontificato, poli e infante di Spagna, presso las. Se*
e nemmeno nel resto dell'anno santo, che de, al cardinal Valenti segretario di sta-
con tale lieta esaltazione si suole conde- to, del quale ancora si divulgò una ri-

corare. Neil' agosto recatosi in Roma il sposta acciò le altri corti non privilegiate
nunzio Merlini, avvertì il Papa che il re sospendessero ulteriori istanze per riguar-
nell'insorta divergenza si proponeva gio- do alla promozione de' nunzi loro. Per
varsene per formare colle rendite delle tutte queste dispute, Benedetto XIV fi-

più ricche badie di Piemonte un pingue nalmente a* 26 novembre 1753 fece la


patrimonio al duca di Savoia suo figlio. tanto bramata promozione di 16 cardi-
Saputosi dalle altre corti regie e non go- nali, senza includervi mg/ Merlini. Fa
denti la prerogativa delle 4 di i,° ordine, allora che il re di Sardegna essendosi di-
che i loro nunzi non partono se non car- sgustalo fece chiudere tosto la nunziatu?
dinali, i preliminari che si maneggiavano ra in Torino, per cui il Papa ordinò al

da Roma con Torino, per includere nella nunzio Continuando però


di ripalriare.
prima promozione de' nunzi monsignor il conte di Riviera ministro di Sardegna

Merlini, si disposero a reclamare eguale a dimorare in Roma, senza esserne ri-


trattamento, ed in caso di ripulsa, impe- chiamato dalla sua corte, fece sperare vi-
dire e opporsi con vigore alla pretesa di- cinoaccomodamento delle corti che si op-
stinzione da Carlo Emanuele III a loro ponevano alla sarda, cui si pretendeva fos-
l64 SAR SAR
se aperta la via, per la dichiarazione fat- principe seppe negoziare con aceorgimen-
ta dalienedetto XI Vnell'allocuzione, cioè to, ed acquistò parte del Pavese, Vigeva-
di non creare ne di ritenere in petto due i no e il territorio di Bobbio, in forza del
cardinali che restavano a compiere il nu- trattato di Worms. Nel 1754 rettificò i
mero de'cappelli vacanti, affine di crear- confini colla repubblica di Genova, ter-
li quando le circostanze del tempo lo per- minando con trattato le frequenti e reci-
mettessero. Queste s'inora non furono fa- proche lagnanze. Nel 1755 mostrò ener-
vorevoli ai desiderii della corte di Tori- gia e ricevè soddisfazione, per la violazio-
no. Continuando le differenze fra Roma ne de'cofì ni fatta dai francesi della con-
e Torino sui nunzi, svanirono le speran- finanteVa lenza. Saviamente resistè ai ten-
ze rimaste colla narrata promozione, im- tativi di Federico II redi Prussia, che nel

perocché non riuscì all' ottimo cardinal 1 759 volle indurlo a rompere guerra al-

delle Lanze, già elemosiniere del re e be- l'Austria, assaltando il Milanese e il Pia-
nefico abbate di «.Benigno di Fruttarla, centino. Però sempre vegliando alle Alpi,
di far risolvere Benedetto XIV a mette- nelle quali specialmente consiste la con-
re il nunzio di Torino al pari di quelli siderazione militare del Piemonte, attese
delle altre 4 corl ' maggiori. Dall' altro allo stabilimento d'una linea di fortezze
canto il re di Sardegna, fermo nel sen- sulle medesime per accrescerne la natu-

timento di non cedere dal suo impegno, rale difesa. Costruì la Brunetta edificò ,

perseverò nella sua pretensione, lascian- quella d'Exilles, l'altra di Fenestrelle, in-
do chiusa la nunziatura. nalzò l'antemurale di Demont nella val-

1738 tenne dietro una


Alla pace del le di Stura, e rettificò i confini con Fran-
guerra che divampò in tutta l'Europa nel cia per rendere meno facili contrabban-
i

1742, per morte dell'imperatore Car-


la di. Carlo Emanuele 1763 ebbe il
III nel

lo VI e successione di sua monarchia, per vanto d'essere mediatore della pace che
aver solamente lasciatola gran Maria Te- assicurò per allora il riposo d'Europa, per
resa sua figlia, onde una lega formidabi- cuj i re di Francia e di Spagna a' io giu-
le minacciò l'Austria. Carlo Emanuele III gno col trattato di Parigi soddisfecero al-
alcun tempo restò irresoluto qual partito le sue pretensioni sul Piacentino. Fu sta-

seguire, finche si dichiarò contro Fran- bilito, che il regresso del Piacentino sino
a
cia e Spagna, per M. Teresa riconosciu- allaNura era limitato ai casi, che la li-
ta regina d'Ungheria, che gli offrì aumen- nea mascolina del duca di Parma e Pia-
to di territorio. Egli unì le sue forze al- cenza Filippo di Borbone si estinguesse, o
l'esercito austriaco in Lombardia, invase pure che essoo alcuno de 'suoi discenden-
il Modenese e prese la Mirandola; ma con- ti passasse ad una delle corone della fa-
temporaneamente gallo-ispani penetra- i miglia : frattanto Francia eSpagna avreb-
ti oltre le Alpi, preso Castel Delfino e De- bero pagato al re sardo per compenso
inont, cinsero d'assedio l'importante for- 8,200,000 lire tornesi, proporzionato al-
tezza di Cuneo. A salvarla vi accorse il la rendita della divisata parte del Piacen-
re, che nella battaglia de' 3o settembre tino, il quale conseguito dovrebbe resti-
1744» ma lgr ac'o sa S8' e(US P 081z,on '> v P er '
*
tuirsi tal capitale. Nel /?«//. Rom.conl. t.
de col campo 5ooo uomini , ciò che lo 1 ,p. o5 vi è il breve Pastoralis officiV, da
1

mosse alle lagrime. Gli alleati non ebbe- Clemente XIII spedito a*2i marzo 1759:
ro reale vantaggio per la vittoria, bensì De criminibus, et locis, quia ecclesiasti-
furono con minori forze travagliati e tri- ci asyli beneficio juvari minime poterunt
bolati dal re, il quale con prudente atti- in Sardinia regno peculiaria adillius re-
vità fermò i loro progressi] nel Piemon- gn iarchiepiscopos }
et episcopo s sign ifica t.

te e li vinse senza combatterli. Questo A p. 2 54 si legge l'altra costituzione di


SAR SAR iG5
Clemente XIII, Ad Supremum, del i /"ot- tanti inconvenienti che ne provenivano,
tobre 759, colla quale confermò
i la con- pubblicò la costituzione Romani Ponti'
cordia tra mg. r Tommaso Natta arcive- ficis, de'21 novembre 1769, presso YE-
scovo di Cagliari, il regio patrimonio, e pitome del Guerra t. 2, p. 265. Con que-
la sagra religione de'ss. Maurizio e Laz- sta Clemente XIV ordinò, che una sola
zaro,sulla cessione del gius temporale del- chiesa parrocchiale potesse essere unita
l'isola di Salci os. Antioco al medesimo ai luoghi pii suddetti, con libertà di rite-
ordine per erigervi una commenda. Nel nere qual volessero e lasciassero nel ter-
t. 2, p. 49 viene riprodotto l'importante mine di 6 mesi le altre, conservando ai
breve Paternae, o concordato di Clemen- vicari presenti finche vivessero i proven-
te XIII col re Carlo Emanuele III, dei ti che aveano. Aggiunse il Papa, che al-
1?. gennaio 1761 sull'immunità ecclesia- la chiesa ritenuta da questi luoghi pii u-

stica. In esso dice il Papa, che dopo ave- nita si dovessero eleggere per concorso
re col breve Pastoralis offìcii procuralo i piti degni a norma del Tridentino con

di secondare le regie intenzioni, nel pro- deceute congrua, e che i vicari ad esse e-
vedere ai gravissimi disordini che succe- letti fossero perpetui. Erasi introdotto an-

devano nell'isola e regno di Sardegna, per cora uelle diocesi di questo regno l'abu-
comodo coniugio de' rei nell'asilo delle so,che tanto vescovi per le ordinazio-
i

chiesee altri luoghi immuni, eccitato nuo< ni, consagrazionidi altari, olii santi e cri-
"vamentedal pio zelo del re non meno alla sma, quanto parrochi per le benedizio-
i

conservazione della disciplina della chie- ni, matrimoni, funerali e battesimi, pre-

sa ne'suoi domimi, che pel bene de'suoi tendevano somme grandi di denaro, sic-
sudditi, con nuovo provvedimento pub- ché fedeli che non le potevano sommi-
i

blicava X Istruzione sopra diversi prov- nistrare, più volte si astenevano dai sa-
vedimenti per governo delle cure ecclesia- gra menti, onon ne ricevevano se non con
stiche nel regno di Sardegna. Inoltre a p. sensibile incomodo quelli ch'erano indi-
86 il breve Ubi al-
dello stesso Bull, è spensabili. Per togliere dunque questi a-
iatimi, de'28 marzo 76 r , col quale Cle-
1
busi, che partecipavano d'avarizia e si-
mente XI II sollecitò il redi Sardegna, per monia, Clemeute XIV col breve Sollici-
?
aiutare l'isola di Malta minacciata dai tudo, de 23 novembre 769, loco citato, 1

turchi. Di più a p. 3 18 si riporta il bre- comandò espressamente, che non meno i


\e Humanissimas , scritto al re da Cle- vescovi che pastori inferiori, altre som-
i

menteXIIIa'27 novembre 1 762, colqua- me non pretendessero da' fedeli, se non


lesi dichiara pronto a rimediare per l'in- quelle che al loro conveniente sostenta-
columità della religione in Sardegna, su mento fossero bastanti. Colla bolla Offì-
quanto avea deplorato il vescovo d'Alghe- cii nostri, de* 5 marzo 17^1, Bull Maga.
1

ro Giuseppe del Becchio. Il successoreCle- 1. 1


8, p. 1 6 1 avea Benedetto XIV dichia-
,

mente XlVavendo saputo per ricorso del rato alcuni dubbi circa l'immunità eccle-
re Carlo Emanuele III, che tutte le chie- siastica, ch'erano nati per le costituzioni
se parrocchiali del regno erano unite al- Ex quo, degli 8 giugno 1725, Bull. Rom.
le mense vescovili, ai capitoli, alleabba- 1. 1 2, p. 1 , emanata da Benedetto XIII; In

zie, ai collegi, alle università, e ad altri supremo ,<\e\ 1 .°febbraio 1 j35 Bull. Rom. t

luoghi pii, onde nasceva, che vicari in i 1. 14, p. 17, pubblicata da Clemente XII.

esse posti essendo amovibili, aveano te- Quindi Benedetto XIV avea mandata la
nuissime rendite e congrue, e però non bolla al nunzio di Torino (o chi ne face-
venivano eletti se non che ignoranti o va percomunicarla a'vescovi de-
le veci)

imprudenti per vicari, con grave danno con una compita istruzione
gli stati sardi,

della cura delle anime, per rimediare a mediante la quale non solo si doveanose-
iGG SAR SAR
dare le queslionl ira munitane, ma si pre- voia, e fu sposo dell'infante M." Antoniet-
scrivevano ancora molte regole, per mez- ta figlia di Filippo V re di Spagna e di
zo delle quali si dovea conservare l'im- Elisabetta Farnese. Religioso, temperan-
munità ecclesiastica. Nati però nuovi a- te, era stato sempre figlio rispettoso d'un
busi sulla stessa materia, ricorse Carlo E- re geloso della propria autorità. Diede
manuele Illa ClementeXlII,il quale assi- nuova organizzazione alle truppe, ed in
curò il re che avrebbe col consiglio d'alcu- isposa al pio Carlo Emanuele suo primo-
ni cardinali a ciò deputati, trovatoe pre- genito e principe del Piemonte, la ven.
scritto l'opportuno rimedio,locchè avreb- Maria Clotilde {V.) sorella di Luigi XVI
be fallose la morte non glielo avesse impe- due
re di Francia, ai cui fratelli maritò
a
dito. Clemente XIV dunque, appoggian- sue M. Giuseppina a Luigi
figlie , cioè
a
dosi alle regole di Benedetto XIV, e non XVlII,eM. Teresa a Carlo X, ambedue
da quei le già preparale daCIe-
iscosta ndosi poi re di Francia. Eresse la fortezza di
menteXI li, col copioso breve fagiani ma- s. Vittore di Tortona, terminò quella di
jestatem } de2S gennaio I 770, Epitome del Alessandria; fondò 1' accademia reale di
Guerra t. 3, p. 7 5, indirizzato al medesimo scienze, l'accademia reale di pittura e scul-
monarca,prescrissecon 7 regole quanto si tura; costruì l'osservatorio di Torino, le
dovea operare negli stati sardi, affinchè cui strade illuminò magnificamente, tra-
l'immunità ecclesiastica fosse esattamente sferendo fuori del suo recinto le pubbli-
osservata, senza che agli abusi restasse pili che sepolture. Con riparare e scavare il

luogo alcuno, nèa quella fosse recato pre- porto di Nizza, ne accrebbe l'importan-
giudizio. Godendo pace Carlo Emanue- za, come r estensione e la popolazione :

le III volse tutta la sua vigilanza all'am- migliorò pure assai Carouge alle porle di
ministrazione de' suoi stati, intendendo Ginevra. A Chambery riedificò il vecchio
con assiduità ad ordinar le finanze per palazzo ducale, e fabbricò un teatro. Ab-
sollevar i popoli dall'imposteche la guer- bellì i bagni d'Aix, econ dighe l'attenne
ra avea rese necessarie. Riformò la rac- V Arve nel suo letto e il Rodano. Forman-
colta delle regie costituzioni pubblicata do specialmente la sua attenzione Savo-
da Vittorio Amedeo li , e contenenti le ia culla di sua augusta famiglia, da per

leggi civili, criminali e ammirasi rative ,


tutto ne abolì pedaggi, per cui quando
i

comechè.insudicienti in molti articoli e , la visitò le acclamazioni e benedizioni del


ne formò un nuovo codice; indi fece la popolo vivamente lo commossero. Io Pie-
legge feudale,con cheprovvideal bene u- monte i sudditi non erano meno affettuo-
riversale senza ledere i diritti di alcuno, si per lui; solo si mormorava l'essersi git-

stabilendo per indennizzo a'possessori dei tato nelle braccia di Francia, che tante
capitali e diritti feudali
il
4 per 100. Or- volte avea messo la sua casa sull'orlo del
dinò pure saggi regolamenti pel progres- precipizio, mentre i matrimoni l'aveano
so delle arti e del commercio; abbellì la dispendiato. Stimato ancora dal Papa Pio
capitale, e morendo a'2 1 febbraio 1773 VI, il re ottenne il breve Pastoralis offì-
fama d'uno de'piti saggi so-
lasciò di se cii, de'29 marzo 779, Bull. Roni. cont.
1

vrani cheabbianoavuto suoi stati. Pro- i t. 6, p. 86, col quale ampliò il privilegio

bo, esatto, economo e insieme splendido concesso al suo avo da Benedetto XIII
alla circostanza, fu lontano dal fasto e dai con breve de'24 maggio 7^7,di nomina- r

piaceri. Gli successe il primogenito Vit- re a Ile cattedrali, metropoli tane e alt redi-
torio Amedeo III, che per tempo deliziò gnità ecclesiastiche persone idonee. Quin-
il padre colla vivacità del suo spirito e la di Pio VI spedì pure il breve Alias /eli-
facilità de'suoi stmli,a malo perla sua bon- ci.v, degli giugno 791, Bull, citato, t.
1 1 1

tà e affabilità: portò il litolodi duca di Sa- 9, p. 36, col qualecoufcrmò ai re di Sar-


s a n Sài 167
«legna la concessione di nominare perso- rio, e restòcoslernato pel supplizio di Lui-
ne idonee alle chiese cattedrali, metropo- gi XVI, della sorella Elisabetta, della re-
litane, e alle dignità abbaziali in univer- gina Maria Antonietta, del duca d'Or-
so ejus temporali dominio. Il re nel 1
782 leans e d'altri insigni personaggi nel 1 793.
concorse a pacificare i ginevrini , agitati Ai 14 febbraio suscitate turbolenze nel
dalle intestine fazioni de'deuiocratici rap- principato di Monaco, fu unito alla Fran-
presentanti, e degli aristocratici negativi. cia e attribuito al dipartimento delle Al-
Appena scoppiò la rivoluzione francese pi marittime di Nizza, mentre della Sa-
del 1
789, uno de'fratelli di Luigi XVI fug- voia era stato formato il dipartimento di
gendo da'popolari furori, tolta la moglie, MonteBianco. Intanto la convenzione na-
riparò dal suocero a Torino: tale princi- zionaledi Parigi proclamòdopo la repub-
pe fu indi a poco seguito dai suoi figli blica l'indipendenza de'popoli,che dagli
da suo fratello, e da un gran numero di emissari furono posti in fermento per la

gentiluomini francesi. Vittorio Amedeo democrazia. Il resi alleò con l'Inghilter-


HI detestava i
p ri nei pi i, come primi
i ef- ra, e stipulò una convenzione coll'Austria
fetti della rivoluzione, onde non volle ac- per combattere insieme e poi dividersi le

cettare per ambasciatore Semonville in- conquiste, dovendo assumere il comando


viato dai primi motori di essa, e veden- in capo l'austriaco general Devins. Il re
dosi poco dopo minacciato, mandò rin- volle prendere l'offensiva per ricuperare
forzi in Savoia ed a Nizza. Osservando i il perduto e già unito alla Francia, ma
negoziati tra sovrani d'Europa per pre-
i in balia ai generali austriaci, infelice ne
munirsi contro la rivoluzione francese, e fu il risultato. A'6 aprilei 794 francesi
considerando i suoi stati l'antiguardo d'I- dierono un assalto generale alla linea di

talia, e perciò ili.° ad esserne esposto, si Savourges e la superarono. In Torino si


rivolse ai diversi governi d' Italia e pro- ordì una congiura contro la famiglia rea-
pose loro una Lega -Italica: fatalmente sì le, perchè la setta ri voluzionaria avea fau-

giusta previdenza fu presa per esagerato tori pure nel Piemonte e in tutte le classi

timore, così niuno fu apparecchiato alla del la società, non mancando censori e mal-
guerra, che stava per furiosamente irrom- contenti ; e la Sardegna insorse contro i
pere. Minacciando i francesi le limitro- ministri, vedendosi non curata, anche do-
fe provincie, il re procurò guarnirle, ma po la difesa dell'isola; tuttavolta restòde-
44 ann ' pace aveano estenuato quel-
di vota re,ma il potere si esercitò dagli sta-
al

lo spirilo militare che soltanto guerreg- menti; indi anarchia per la commozione
giando si acquista e si mantiene. I fran- del popolo basso in Cagliari, percui l'an-
cesi nel 1 792 dichiararono la guerra •Vit- tica emula Sassari prese occasione di se-
torio Amedeo III, e verso il fine di set- pararsi dalla capi tale, aspirando a regger-
tembre la Savoia e la contea di Nizza ven- si con immediata corrispondenza della
nero invase, ed Oneglia saccheggiata le : corte. Il re non risparmiò sagrifizi, espo-

truppe sarde precipitosamente si ritira- se la sua persona e figli nell'esercito; man-


i

rono e il re ne fu addolorato, restando dò alla zecca le sue argenterie, vendè i


con l'erario vuoto e le milizie scoraggia- suoi equipaggi, e al dire di Novaes nella
te. Pochi aiuti ricevendo dall'imperato- Storia di Pio FI, questo Papa nel 1 79^
re Francesco II e dall'Inghilterra, facen- con bolla lo facoltizzòad alienare per 3o
do degli sforzi armò 60,000 uomini, mu- milioni di beni ecclesiastici, colla soppres-
nì egregiamente le fortezze, essendo l'ar- sione delle certose, delle badie e de'mo-
senale di Torino inesauribile. Il triste ri- nasteri, per difendere i suoi stati. Il diret-
sultatodellaspedizionefrancese contro l'i- torio esecutivo di Parigi nel principio di
sola di Sardegna gli parve di buon augu* detto anno leiitò di staccare il re dalla
168 SAR SAR
lega, offrire pace, colla condizione di per- ciala nella capitale. Il re fu scosso dai con-
mettere il passaggio pel Milanese; ed in sigli de'pusillanimi che doveano perder-
compenso, oltre la restituzione delia Sa- lo, essere in pericolo lo stato e il trono,
voia e altri paesi conquistati, gli avrebbe per l'incredibile celerità de'progressi ne-
ceduto parte della Lombardia austriaca; mici, e perciò in ogni modo concludere
non essendovi sicurezza da una repubbli- la pace: le contrarie più savie rimostran-
ca che avea dichiaralo guerra a tutte le ze furono, di non aver preso francesi i

monarchie, ne rigettò le proposizioni, e fortezze, essere l' armata battuta non di-

ricusò la mediazione di Spagna che per sfatta, doversi continuar la guerra e non
necessità erasi pacificata con Francia. In- mettere la corona in balia della Francia
tanto Devins perde la battaglia di Loano rivoluzionaria, sempre avendo evitato i

a* 22 novembre, per la quale il litorale principi di Savoia il giogo di Francia co-


sardo e ligure fu padroneggiato dai ne- me di Austria. Prevalse il parere per la
mici, e per altri progressi de' fraucesi la pace, e molto influì nell'animo del re per
corte di Torino fu in preda alla coster- determinarvelo, il cardinal Costa arcive-
nazione per una serie di disastri che re- scovo di Torino. Colla mediazione del mi-
gistrò la storia. Nel 1 796 l'imperatore in- nistro di Spagna si domandò a Napoleone
viò il general Beaulieu al comando supre- la sospensione delle ostilità e armistizio,

mo dell'armata di Lombardia rinforzata, e fu concesso con l'umiliante sagrifìzio del-


ed il re oppose alle vantaggiose posizio- le fortezze di Cuneo e Tortona su tali :

ni occupate dai francesi, nuove truppe e basi ebbe luogo a'28 aprile il malaugu-
il campo trincerato a Ceva con 37,000 rato armistizio di Cherasco, pel quale ai

uomini; intanto che il direttorio, non ab- 1 5 maggio nel trattato di pace di Parigi
bastanza soddisfatto delle operazioni del il direttorio impose condizioni a suo pia-
general Scherer, destinò comandante al- cere, di rinunziare il re di Sardegna alla
l'armata d'Italia il general Napoleone Bo- lega contro Francia, cedere ad essa la Sa-
naparte, avendolo conosciuto fornito di voia, colle contee di Nizza, di Tenda, di
profonde cognizioni nella strategia au- , Eenil, oltre altre pregiudizievoli esigenze
dace e di tuono imperioso che suppliva per cui il Piemonte restò a disposizione dei
all'età di27 anni, con l'istruzione di fare francesi, cheoccuparonopureAlessandria
il meno male possibile al Piemonte per e altri luoghi, venendo smantellate le for-

collegarlo a Francia. Napoleone col fra- tezze di Susa e della Brunetta. Quando
tello Luigi, e fra gli aiutanti di campo Mu- Napoleone partecipò il suo operato al di-
rat, si recò a'20 marzo a Nizza, e prese il rettorio, lo pregò non dimenticare l'iso-
comando di 3 ,000 uomini o 45,ooo,mal
1
letta di s. Pietro, che in appresso sareb-
vestiti e nudriti ,
peggio pagati , indisci- be stata per loro più utile della Corsica
plinati : rimediati subito gli sconcerti più e della Sardegna insieme unite L'afflit- !

gravi, si mise in movimento a'2 aprile per tissimo Vittorio Amedeo III si rasserenò
rompere nel centro la linea de'collegati, alquanto pel ristabilimento della tran-
e dividere gli che
austriaci dai piemontesi, quillità in Sardegna, a mediazione di Pio
attaccati a Ceva con diversi combattimen- VI e implorata in Roma a nome degli sta-
ti respinse a Carmagnola. Espugnati da tuenti da mg/ Vittorio Melano di Por-
Napoleone gli Apeuuini,il rapido passag- tuia. Pertanto il re agli 8 giugno promi-
gio delle Alpi de' francesi, le vittorie ri- se oblio del passato, la celebrazione delle
portate, misero in costernazione la corte di cortes o stamenti in ogni decennio sotto
Torino che avea perduto già la più ricca la presidenza del viceré; lo stabilimento
parte del Piemonte e molti uomini, e si della milizia nazionale, la nomina de'soli

vedeva separata dagli austriaci e minac- sardia tulli gl'impieghi, eccettuala laca-
SAli SAR 169
rica del viceré, il quale avrebbe però a- i più energici consigli, e nel 1 794 1° man-
vuto presso di se un consiglio di stato : tenne nell'alleanza coll'Austria.Giammai
confermò inoltre tutte le leggi, le consue- la monarchia sarda si era trovata in si-

dini e privilegi di quel regno. Vittorio tuazione più critica, all'epoca in cui sali
Amedeo III esposto a tutte le violenze e al trono, spogliato di un 4-° de'suoi stali

rigori del direttorio di Parigi* come i suoi e delle migliori fortezze, depauperato e
popoli, gemendo treman-
sul presente e indebitato il regno. Consigliando Napo-
do pel futuro, non sopravvisse che circa 6 leone di mantener la scontentezza nel re
mesi alla funesta capitolazione, morendo di Sardegna, e di assicurarsi della distru-
inMoncalieri a'16 ottobre, e fu seppelli- zione delle fortezze limitrofe alle Alpi
to a Superga tra isuoi maggiori. Questo il direttorio le fece invadere, vivendo a
principe amante delle scienze e delle let- spese del Piemonte il continuo passaggio
tere, le protesse efficacemente* e sotto il di sue truppe, le quali istigavano i po-
suo governoprima prospero, poi torbido, poli alla ribellione, i cui primi moti si riu-
salirono in Piemonte ad alta rinomanza. scìa reprimere,massime dalla fedeltà del-
Non ebbe mai né favorito, né favorita, e le regie truppe. Il re privo di qualunque
de'suoi 5 figli gli successe CarloEmanue- risorsa fece frontea tutte l'esazioni ed ai
le IV il duca
Pacìfico^ gli altri essendo il bisogni collesole personali e risparmi del-
d'Aosta poi re Vittorio Emanuele I, du- il la cassa privata, respingendo con indigna-
ca del Genevese poi re Carlo Felice, il du- zione il progetto di fallimento, che rea-
ca di Monferrato e il conte di Moriana o lizzò nel1799 il governo provvisorio.
Maurienne. Per tale perdita Pio VI ne re- Sprovveduto d'armi tolte dal vincitore,
stò inconsolabile, la deplorò con allocu- seppe nondimeno sopperireall'armamen-
zione, celebrando nella cappella Paolina to delle truppe con quelle dell' arsenale,
del Quirinale il funerale, e assistè all'o- posto nella necessità di difendere il potere;
razione funebre che vi pronunziò. mg. r Ti- e mostrandosi forse più inesorabile, che
berio Testa Piccolomini. se fosse stato assai più potente, ordinò dal
Carlo Emanuele IV, dotato di alcune vacillante suo trono di passar per le ar-
felici disposizioni, e di un carattere sag- mi tutti i ribelli presi colle armi in ma-
gio e riflessivo, ebbe a precettori il bali no. Le congiure fomentate e protette dai
di s. Germano, e il gran cardinale Ger- francesi ripullulavano appena represse, e
dil, che non prevedendo le funestissime si giunse a meditare l'assassinio del re
circostanze in cui egli dovea trovarsi a dai fanatici rivoluzionari* per cui molti
regnare, s'occuparono assai più per sua perirono per tentatesedizioni anche fran-
ventura ad ispirargli virtuosi sentimen- cesi, il re restando inflessibile a'richiami
ti di religione e umiltà, che a farne un del loro ambasciatore e generali. Napo-
guerriero o un destro politico, com'era- leone il
1° marzo 1797 l'indusse ad un
no stati la maggior parte de'suoi. Con- trattato d'alleanza offensiva e difensiva,
forme alla sua pietà, edificazione e be- che sottoscrisse il marchesedi San Marza
a
neficenze fu la regina moglie ven. M.
, no, col l'espressa clausola,che'non sarebbe
Clotilde. Disapprovando disordini pe- i portato dannoall'integritàdegli stati del-
netrati nell'amministrazione sotto il pa- la s. Sede, donde rilevasi l'affettuosa ve-
dre, gli acquistò fama di popolarità, ma nerazione di Carlo Emanuele IV al Pa-
era incapace abusarne per ambizione. pa. Ma il direttorio forse ingelosito che
Previde le conseguenze della rivoluzione ilsuo generale s'insignoriva di tutti po- i

di Francia, e disse quelli che desidera- : teri, evolendo abbattere il re di Sarde-


no regnare non hanno che a sbrigarsi ! gna, negò la ratifica* e soltanto a'5 apri-
Die al padre per salute della monarchia le negoziò altro trattato sottoscritto a To-
VOL. LXI. rà
170 S AR SAR
rinomi quale poi non fu riconosciuto per- batterla i soldati regi posero il piede snl
chè Napoleone fece sapere al direttorio, territorio genovese, la cui repubblica di-
che pel trattato di Leoben stabilito col- chiarò guerra al re con plauso del diret-
l'Austria, il re di Sardegna era intiera- torio di Parigi. Incoraggita così la ribel-
mente in podestà di Francia: tultavolta lione fece rapidi progressi, sostenuta dal-
a consiglio di Napoleone fu riconosciuto la»repubblica francese, per cui vedendosi
ai5 ottobre. Il re quindi abolì i diritti CarloEmanuele IV impotente a domar-
feudali, per accomodarsi alquanto alla la, e che il suo destino dipendeva dalla
condizione de'popoli confinanti, ordinan- repubblica fra ncese,franca mente fece di-

done T affrancazione ; proibì d' istituire chiarare al direttorio che non era lonta-
nuovi fidecommissi, e restrinse i già isti- no da ll'abdicare. Invece la protezione dei
tuiti; procurò riordinar le finanze, e per ribelli divenne più scoperta , esigendosi
accreditare la carta moneta eresse un nuo- per loro amnistia, pei fedeli 1' arresto e
vo monte con l'ipoteca di 100 milioni di l'espulsione; ed inoltre il direttorio volle
lire, assegnata sui beni del clero, con l'as- la cittadella di Tot ino, ultimo baluardo
senso di Pio VI;al quale inoltre mise una della monarchia piemontese, e vi pose per
a
imposizione di 5o milioni, e che una 6. guarnigione i più esaltati repubblicani ,

parte de'beni ecclesiastici si vendesse in tormentando l'ottimo re con villanie e mi-


parziale estinzione del debito pubblico, naccie continue. Questi patimenti giun-
il tutto con beneplacito pontifìcio, come sero al colmo sotto V ambasciatore Ey-
si può vedere ne'brevi Exponi nobis, dei mar e il generale Joubert, che adottaro-
18 luglio 1797, Bull. Rom. cont. t. io, no il partito di terminarla difiniti vilmen-

p. 101, col quale Pio VI estese il breve te con quest'ombra di re, per cui non si

de'4 seltembrei795 sulla vendita de'be- risparmiarono violenze, frodi e altri atti

ni ecclesiastici concessa al re di Sardegna, iniqui, e si finì col dichiarargli la guerra


ed Exponi nobis deli. dicembre 797, 1 a'6 dicembre, e col presentare al re una
Bull, citato p. 28, sull'estensione d'ipo-
1 forinola d'abdicazione e convenzione clie
teca de'beni ecclesiastici del regno di Sar- forzatamente si fece sottoscrivere a'9 di-
degna. Multò gli ebrei dimezzo milione, cembre 1798. Con questo atto Carlo E-
diede disposizioni per ridurre la moneta manuele IV dichiarò rinunziare all'eser-
erosa, impose la tassa del 4 pe** I0 ° sul- cizio d'ogni suo potere, ordinò a'sudditi
la vendita de'beni stabili. Però le circo- di obbedire al governo provvisorio, che
stanze non permisero che avessero il loro stabilirebbe il generale francese, coman-
pieno effètto tutte queste operazioni di fi- dò all'armata piemontese di considerarsi
nanza. Intanto il principe della Pace, in- parte della francese. D'altronde si con-
fluente della corte di Spagna, divisò di e- venne, che non si farebbe alcuna innova-
levare il duca di Parma alla dignità reale, zione che offendesse la religione cattoli-

ed ingrandirlo colle proviucie dello stalo ca omettesse in pericolo la sicurezza delle


pontificio, trasferendo la residenza del Pa- persone edelleproprietà;cheil re e lu rea-

pa in Sardegna. Ne intavolò il negozialo le famiglia potrebbero trasferirsi in Sar-


con Francia: Napoleone se ne mostrò con- degna passando per Parma; che se il prin-
tento, e sebbene se ne ritardasse la con- cipe di Carignano restasse inPiemonte
clusione, che non ebbe mai luogo, il prin- godrebbe tutti i suoi beni, e potrebbe u-
cipe della Pace insistè sempre nel suo in- scirne a suo arbitrio; che i vascelli delle

giustissimo e prepotente disegno. 11 diret- potenze combattenti contro Francia non


torio di Parigi alacremente proseguì a potessero essere ricevuti nell'isola di Sar-
provocar la ribellione che scoppiò in Pie- degna. La convenzione fu approvata dal
monte eapei temente colle ai mi. Per coni- re e dal duca di Aoiln,e accettata dal gè-
SAR SAR. 17 e

nerale Joubert. La corte partì nella se- alziamo i nostri sguardi al cielo, ove ci
guente notte alchiaror delle torcie e of- attendono troni, che gli uomini non pos-
frì una triste immagine de' funerali della sono rapirci. In questo lungo abbocca-
monarchia qualche ora più tardi un or-
: mento il re più volte eccitò Pio VI a se-
dine di Parigi avrebbe fatto prigioniero guirlo in Sardegna, per convivere assie-
il re, la regina che non lasciava mai di me nella reggia di Cagliari. A queste cal-
confortarlo, e tutta la reale famiglia. Su* de istanze unì le sue non meno fervorose
bito francesi occuparono militarmente
i la mirabile regina, dicendogli con effusio-
Torino, e si rallegrarono di aver trovato ne di cuore :» Venga santo Padre con noi,
nell'arsenale 1800 cannoni, 00,000 1 fu- che ci consoleremo reciprocamente, e vo-
cili e abbondanti provvigioni d'ogni ge- stra Santità troverà ne'suoi figli tutte le
nere. Joubert stabilì il governo provvi- cure rispettose, che souo dovute a un sì

sorio. Eymar divenuto commissario,tolse tenero Padre, e all'alta sua dignità". Al-
da'musei e biblioteche il più raro, prese le dimostrazioni così obbliganti di questi
in ostaggioi primari nobili e li fece tras- sovrani, Pio VI si commosse tan-
infelici

portare in Francia, per imporre al popo- to, che poi per più giorni ne restò indis-
lo che si mostrava generalmente malcon- posto. Colle lagrime sugli occhi rispose
tento. Caduto in desolazione il Piemon- loro: «Il cielo lo volesse miei cari prin-
te, si tentò riunirlo alla Francia, ma in- cipi 1 Ma voi conoscete le mire che ha so-
sorse fiera opposizione ne' piemontesi, e pre di me il direttorio francese. Io devo
la provincia d'Acqui si sollevò. 11 re nel ormai essere la vittima de'miei persecu-
suo viaggio si trattenne a Parma sino a- Non è possibile passare in Sardegna,
tori.

gli 1 1 gennaio 799, e passando per Bo-


1 quando anche la mia vacillante salute me
logna si recò a Firenze, dove colla degnis- lo permettesse, mentre colà verrei a riac-
sima consorte si portò ad ossequiare Pio quistar la mia libertà, laddoveè decisa la
VI detronizzato, e dimorante nella vici- mia schia vi tu. Non è possibile, che i france-
na Certosa a'28 gennaio, come accennai si che hanno in loro potere,vogìiano la-
ini

ne' voi. XXV, p. 4°» LUI, p. io5. I due sciarsi scappare un vecchio ottuagenario,
sovrani furono accompagnati da Ferdi- che non ostante considerano come il mag-
nando III granduca di Toscana, avendo- gior de'loro trionfi. Non è più tempo da
lo con istento permesso il ministro fran- lusingarsi. La mia sorte è decisa, e la mia
cese Piheynard.il re eia regina si prostra- morte sola è quella che può dar fine alle
rono religiosamente a' piedi del sommo mie disavventure". Terminato il collo-
Pontefice, che con pena erasi recato a in* quio, nel partire gli esuli sovrani offriro-
contrarli alle scale del suo appartamen- no all'uffiziale francese, che con numero-
to, ed inutilmente si sforzò ad impedire so distaccamento di dragoni li scortava
cheli baciassero. Doloroso fu il colloquio da Torino, di visitare il Papa; ma egli se
tra'due sovrani deposti, col granduca che ne dispensò, dicendo che avea tutta la
stava per subire la stessa sorte. Il re e la ragione di credere, che la sua montura
regina espressero la gioia e la consolazio- avrebbe prodotto spiacevoli sensazioni.
ne che provavano in venerare di perso- Non credendo il direttorio francese sicura
na il supremo capo della Chiesa, iu mo- la sua preda nella Toscana, temendo del-
do che dimenticavano le tante loio sven- l'Austria, ordinò che Pio VI fosse tras-
ture, e si penetravano di quelle cui era portato altrove: si trattò allora nel diret-
segno Papa. Questi rispose, che in que-
il torio di condurlo inSardegna, lusingan-
sto mondo tutto è vanità, ed essi potevano dosi i suoi più accaniti membri, Revail-
dirlo piùdi qualunque altro, fuorché nel- ler Lepaux e Merlin diDuvay, che rile-
l'amare e servire Dio datore d'ogni bene: gato in quell'isola separala dal conti nen-
iy2 SAR SAR
te, egli vi restasse affatto oblialo e quasi te di Vienna Io consigliò a non avanzarsi
sepolto in una tomba, qualora non pe- ulteriormente,proseguendosi la guerra su
risse pei disagi della navigazione, atteso diversi punti, e perchè gli alleati avevano
10 stato di sua età e infermità. A questo preso altre determinazioni. Carlo Ema-
progetto oppose Rheynard, pel timore
si nuele IV non tornò più in Sardegna non
che vascelli inglesi padroni del Mediter-
i confacendo il clima ne a lui né alla regi-
raneo non l'involassero; onde il diretto- na, ed avendo indispensabile bisogno di
rio decise che si conducesse nel cuore del- calma. Di venuto Napoleone primo conso-
la Francia per maggior sicurezza, e tra- le della repubblica francese,nel 1 800 si di-
versando il Piemonte e la Savoia fu tras- spose a proseguire energicamente la guer-
portato a Valenza, ove morì. Il re colla ra. Propose al re accomodamenti pel suo
famiglia reale, imbarcatosi a Livorno ai ritorno in Piemonte, ma doveansi com-
24 febbraio, a' 3 marzo approdò a Ca- battere alleati che stimava, e sottomet-
gliari. IV credet-
Allora Carlo Emanuele tersi o collegarsi con una potenza, ch'e-
te di dichiarare solennemente: Non aver gli avea tuttala ragione di temere. Ri-

mai infranto i tratta ti conFrancia,e smen- fiutò quindi ogni cosa, e si ritirò in Ro-
tire la supposta intelligenza co'nemici di ma , soggiorno che alternò con Napoli ;
essa.Che l'adesione a quanto gli venne cioè nel luglio dalla Toscana si portò a
imposto dalla preponderante forza fran- Roma, e quindi in novembre passò a Na-
cese, era stata puramente momentanea poli. Proseguendo la guerra iu Italia, Na-

e provvisionale, per evitare ai sudditi poleone volle portarvi un colpo straor-


del Piemonte maggiori calamità. Recla- dinario, e ristabilirvi il potere anteriore
mare a tutte le potenze d'Europa il ri- di Francia. A' 17 maggio incominciò il

sarcimento dovuto per la reintegrazio- memorabile passaggio delGran s.Bernar-


ne ne' dominii de' suoi antenati. li duca do, e colla vittoria di Marengo riportata
d'Aosta emise altra protesta, per annul- a'i4 giugnosuMelas generale austriaco,
lare l'impostagli dichiarazione lesiva dei cambiò nuovamente le sorti della regio-
propri Pochi mesi dopo il soggior-
diritti. ne. Circa Piemonte, la politica di Napo-
il

no di Sardegna, si aprì una nuova cam- leone fu alquanto oscura, avendo prima
pagna in Italia, fra gli austriaci alleati dei promesso all'imperatore delle Russie per
russi e altri, contro i francesi, prendendo blandirlo, di restituire lostatoal suo pro-
il comando de' primi Souwarowfeld -ma- tetto re di Sardegna, ma invece ne inca-
resciallo russo; entrarono vittoriosi inMi- ricò del governo provvisorio una com-
lano i collegati a'29 aprile, e Souwarow missione. Ad onta che a' io ottobre Na-
con essi penetrò in Piemonte, e dopo va- poleone e la Russia concordarono* d'in-
rie conquiste fecero il loro ingresso in To- dennizzare il re di Sardegna delle sof-
rino a'26 maggio. D'ordine dell'impera- ferte perdite, il Piemonte fu ridotto pie-
toredi Russia Paolo I, il feld-maresciallo namente agli ordini francesi, stabilendosi
ristabilì l'antico governo in nome del re che formasse la2 7. "divisione militare del-
diSardegna, nominando un consiglio su- la Francia, dividendosi lo stato in (1 di-
premo; indi Souwarow spedì in Sarde- partimenti; poscia, nel 1802 il Piemonte
gna un suo aiutante per invitare Carlo fu unito alia medesima, e ridotto a pro-
Emanuele IV a ritornare ne' suoi stati. vincia francese. Fra le deplorabili cata-
11 re destinò in suo luogotenente genera- strofi cui soggiacque il Piemonte sotto la
le de'medesimi il conte di Sant'Andrea straniera dominazione, narra l'ab. Bellu-
presidente di detto consiglio ; dipoi nel ino, nella Continuazione della storia del
settembre colla regina e il duca d'Aosta cristianesimo che per comando del go-
%

passò in Toscana e in Firenze, ma la cor- verno provvisorio, il celebre santuario di


SA 11 SAR i
73
Superga dedicato alla 13. Vergine, fu cam- presuntivo della medesima, univa le vir-
biato in mausoleo nazionale e chiamato tù e prerogative più proprie per ben re-
il Tempio della Riconoscenza. Vi furono gnare; riservandosi il titolo e la dignità
demoliti gli avelli in cui riposavano i rea- di re, e l'annua pensione di 200,000 li-

li di Savoia, ed invece fu destinato a rac- aumenlarsi proporzionatamente a


re, d'

cogliere le ceneri de'patriotti morti per misura che col ritorno degli stati di Ter-
la sedicente libertà. Ai canonici custodi raferma sotto il dominiodella casa di Sa-
della basilica furono sostituiti commissa- voia o in altra guisa migliorasse lo sta-
ri del governo, uno de'qnali col titolo di to delle regie finanze dell'isola e regno
curato. Con diversi decreti fu abolita l'im- di Sardegna. 11 duca con atto fatto in Na-
munità ecclesiastica, e perchè il pubbli- poli agli 8 giugno accettò la corona , si
co insegnamento fosse totalmente repub- denominò Vittorio Emanuele I e poco
blicano, furono soppresse le cattedre di dopo passò anch'esso in Roma, ove nel
teologia e di gius canonico, e obbligali i seguente anno Pio VII battezzò le due
professori di filosofìa a spiega re \aDichia- figlie gemelleM.'Anna imperatrice d'Au-
a
razione de'pretesi diritti dell'uomo e del stria (V.)e M. Teresa duchessa di Luc-
cittadino. A tanti spogli e innovazioni de- ca e Parma (V.), nel Palazzo Colonna,
vesi aggiungere la soppressione degli or- come notai nel voi. IV, p. 21 3. lire Cai*
dini religiosi, inclusivamente a quelli del- lo Emanuele IV restò in R.oma a finirvi
la ss. A nnunziata,de'ss. Maurizio e Lazza- in continui esercizi di carità cristiana i

ro, e Gerosolimitauo. Ma l'infelice condi- suoi giorni, solo occupandosi di pietà e


zione politica degli stati sardi sotto la fran- beneficenza, per cui più volte parlai di
cese dominazione, ben la descrisse il eh. lui in diversi articoli riguardanti il suo
A. Coppi ne pvez\os\ Annali d'Italia. In- edificante soggiorno nella capitale del
tanto la casa di Savoia , mentre vedeva mondo cattolico , massime dicendo del-
allontanarsi sempre più la speranza di ri- l'altaestimazione in cui l'ebbe Pio VII.
cuperare il Piemonte, era afflitta dalle Si narra che più non essendo in grado
disgrazie di famiglia. Carlo Emanuele IV di far limosi ne, si pose più d' una volta
di salute debolissima era privo di prole; alla porta delle chiese a sollecitarvi a prò
a
ilduca d'Aosta che avea per isposa M. de' poveri la carità de' fedeli, in tempo
Teresa d'Austria avea perduto 1' uuico che imprigionato da Napoleone, Pio VII,
maschio; in Sardegna erano morti il du- Roma ubbidiva alla sua potenza. Si ag-
ca di Monferrato e il conte di Moriana. giugneche nel 18 12 fu costretto vendere
Ma più di tutto afflisse l'animo del re la i galloni già serviti al suo trono, e che il
a
perdita della regina sua consorte ven. M. general Miollis governatore della città,
ClotiIde,che soavemepte e come visse san- non solo glieli fece restituire, ma rappre-
tamente morì di tifo in Napoli a' 7 marzo sentò il suo stato a Napoleone, il quale lo
1802. Questa perdita mise Carlo Ema- costrinse a ricevere a titolo di prestito an-
nuele IV al colmo degl'infortuni!, meutre nui franchi 180,000. Il re di frequente
si trovò oppresso da infermità la vista : andava a sfogare la sua profonda pietà
gli s' indebolì onde poi negli ultimi anni nel monastero di Subiaco presso il s. Spe-
di sua vita divenne quasi cieco, le sue af- co, finche nella primavera deli8i5 ab-
fezioni nervose si aumentarono. Ritorna- bracciò con semplici voti il venerando i-
to in Roma, e disgustato del tutto delle stituto della compagnia di Gesù (in so-
cose terrene, a'4 giugno alla presenza dei stanza fu una promessa di professare nel-
principi Colonna e Boria suoi cugini ri- la compagnia l'istituto religioso; ma si
nunziò la corona a favore del fratello du- concertò la cosa in modo che continuasse a
ca d'Aosta, poiché alle qualità di erede vivere con modesta corte, e potesse pos-
1 74 sa a SAR
sedere e testare); abitò nella casa del no- I rigettò la stravagante proposizione, e poi
viziato, morendovi santamente a'6 otto- fece una convenzione di riparare i danni
bre 1 8 1 9, onde il suo corpo vestito da re- che i bastimenti francesi avessero soffer-
dopo funerali, ivi fu sepolto in
ligioso, i to sulle sue coste per fatto degl'inglesi. II

modesto monumento marmoreo: tutto duca del Genevese Carlo Felice fratello
riportai nel voi. XXX, p. i58, 168. del re, da Cagliari si recò a Palermo e vi
a
Emanuele I fu grave da gio-
Vittorio sposò JYI. Cristina figlia del re Ferdinan-
vine, mostrò per tempo inclinazione per dolVjCelebrandosi il matrimonio nel gioì-

le armi, ed il padre Vittorio Amedeo III noanni versano della nascita del duca. In-
lo fece capitano generale, quindi nemico tanto il re di Sardegna nella stretta sfera
de'novatori guidò le truppe sarde contro de'suoi stati insulari, fece spiccare quello
i francesi repubblicani, mostrando valore spirito d'umanità e giustizia, ch'era ine»
e cognizioni ne'diversi combattimenti, o- rente ai principi di sua prosapia. Si affe-
perati sotto infausti auspici! e sospesida zionò in un modo singolareall'isola, edu-
pace disastrosa, ad onta ch'egli opinò for- rante tutto il tempo della sua residenza
temente nel consiglio pel proseguimento non cessò di perfezionarvi l'amministra-
energico della guerra. I francesi lo teme- zione e di migliorare la condizione del po-
rono pel suo risentimento contro la re- polo.Creò un supremo consiglio, e una
pubblica, e come capace di tentare qual- commissione per l'estinzione de'debiti. In-
che grande impresa. A Piemonte notai coraggiò la coltura degli olivi, de'gelsi e
come PioVIl neli8o3 ad istanza di Na- delle praterie artificiali. L'isola fu divisa
poleone fece un nuovo ordinamento di ini 5 riparti, a ciascuuo de'quali il re pre-
diocesi in Piemonte, acciò la giurisdizio- pose un prefetto. Formò un esercito, con
ne ecclesiastica fosse regolala secondo ili- 6 reggimenti di cavalleria, ei5di fante-
miti de'dipartimcnti civili, previa la di- ria provinciale; attese alla marina e vife^
missione de'rispettivi vescovi de'g vesco- ce nuovi regolamenti. Poco traendo dal-
vati soppressi, oltre 6 abbazie. Nel 8o4 1 l'isola, si resse co' sussidi! dell'Inghilter-

Napoleone fece partecipare a Pio VII non ra : fece scopo di sua politica di mante-
piacergli che il re di Sardegna continuas- nersi indipendente e gli riuscì, mentre i

se a dimorare nclloslato pontifìcio, onde- troni più potenti crollarono innanzi agli
Vittorio Emanuele I nel giugno ne par- eserciti di Napoleone. Questi a'7 febbraio
li, e passò a fissare il suo soggiorno in 1808 governo del Piemonte e del
eresse il

Gaeta; ma minacciata d'assedio da Napo- Genovesato gran dignità dell'impero,


iu
leone, già divenuto imperatore e padro- e poi ne nominò governatore generale il
ne del regno di Napoli, neli8o6si recò principe Camillo Borghese suo cognato,
in Sardegna e vi approdò a' 17 febbraio il quale fissò la sua residenza in Torino.

in Cagliari. Nella primavera fece un giro Vedendo Napoleone che il re veniva co-
per l'isola, e diede di verse disposizioni per stretto permettere provvisioni per Malta
migliorarne il governo, specialmente nei e Gibilterra, e che non poteva impedire
dicasteri delle finanze e delia guerra : gl'in- gli atti ostili che si commettevano sulle

glesi offrirono un presidio, ma il re li rin- sue coste alle navi^ francesi, pose un em-
graziò, amando la neutralità. Tutlavolta bargo sui bastimenti sardi ne' porti di
in conseguenza dello stabilito a' 9 luglio Francia, cioè proibì che uscissero da essi.

1807, per la pace tra Napoleone, Russia In detto anno 1808 morì iu Roma, ove
a
e Prussia, il re ricercò la restituzioue dei soggiornava, lo zio del re, Benedetto M.
suoi dominii o l'adequato compero; ed duca di Chablais; la cui moglie M." A lina
allora Napoleone offrì di compensarlo sul- ritornò poi a dimorare in Roma, lascian-
le coste di Barbarla. Vittorio Emanuele dovi memorie di sua generosità alMuseu
SAR SA Pi 175
Faticano, ne' pregievoli monumenti A- te popolo, risalendo sul millenario trono
maranziani, trovati negli scavi d'ordine degl'ili us tri a vi. Subito ri stabilì il governo
suo operati aTorMarancio nell'Agro ro- coll'antico sistema, riservandosi fare va-
mano, ed illustrati dalla dotta penna del riazioni dopo maturo esame,adatte a'tem-
march .Biondi I monumenti Amaranzìa-
: pi e alle circostanze; abolì la coscrizione,
ni. Nel 1809 riaccesala guerra tra Napo- e rivolse le cure per un'armata naziona-
leone e l'Austria, per diminuire il i.° l'in- le; poscia si effettuò l'unione del Geno-
vidia di cui era divenuto segno, promise vesato agli stati sardi,ed a'7 gennaioi8i5
agl'italiani un governo nazionale e costi- il re ne fece prendere possesso. Riconobbe
tuzionale, partecipando al re di Sardegna i debiti aboliti dai governi rivoluzionari,
the non sarebbe stato alieno dall'accou- e restituì i beni e le rendite alle corpo-
sentire, che nel ricuperare il Piemonte razioni religiose, eccettuati quelli cui Pio
sino alle Alpi, vi aggiungesse il Genove- VII dispensò di restituire nel seguente an-
sato, il Piacentino e il Parmegiano sino no,, col breve Datis ad Nos, de' 20 dicem-
all'Enza, e le provincie del regno Italico bre, Bull. Rom. cont. t.i4, p. 261. Ben
sino all'Adige. Nel 1812 il re die sua fi- presto Torino e il Piemonte ricompar-
a
M. Beatrice in moglie al duca di Mo-
glia vero con l'antico loro splendore; la capi-
dena (V.) Francesco IV, virtuosissima tale fu ingrandita e abbellita, e superbe
come le altre sullodate auguste sorelle. strade si aprirono in diversi punti. All'e-
Tutto ad un l'uomo straordinario
tratto vasione di Napoleone dall'isola dell'Elba
di Napoleone divenne nel 1 8 14 colla sua e suo sbarco in Francia, il re entrò nella
caduta uno de'più grandi esempi delle vi- lega contro di lui contratta, domandan-
cissitudini umane. Le potenze collegate do la restituzione della parte della Savoia
e vittoriose nel trattato di Parigi dei 3o restata a Francia. Napoleone invase tutta
maggio, ed in conseguenza de'preceden- laSavoia sarda, ma vinto a Waterloo,ter-
ti trattati, statuirono ristabilir 1' ordine minòdel lutto la sua potenza: il redi Sar-
politico d'Europa sulle vecchie basi, per degna fu reintegrato della Savoia intiera-
cui Vittorio Emanuele I ricuperò una par- mente, meno alcune cessioni alla Svizze-
te della Savoia, restando a Luigi XVIII re ra, ed regno sardo divenne la principa-
il

di Francia le sotto- prefetture di Cham- le potenza d'Italia, per essere un più forte

bery e Annecy, tranne alcuni cantoni; la antemurale contro Francia, al quale ef-
contea di Nizza, il Monferrato, il Piemon- fetto si collegò con Austria. Inoltre Luigi
te, e tutta quella partedi Lombardia che XVIII cede diritti di prolezione al prin-
i

aveano acquistato Vittorio Amedeo III e cipato di Monaco che furono trasferiti
,

Carlo Emanuele III; di più con articolo nel redi Sardegna. Pei tentativi di Murat
segreto si convenne l'aumento del terri- re di Napoli, Pio VII si ritirò a Genova
torio con l'unione del Genovesalo. A'
9 ( V.) ed a Savona (/"'.), ove fu ossequiato
maggio gli austriaci occuparono Torino, dal re e dalla regina, e dal principe di
Alessandria e Feneslrelle; Savona o-Gavi Savoia Carignano Carlo Alberto, e dipoi
gl'inglesi. VittorioEmanuele I in sequela si recò a Torino (/\) a visitare la fami-

di quanto precedette e accompagnò que- glia reale. Il Papa cedendo alle pie istanze
a
sti avvenimenti, lasciata la regina M. Te- del re, convenne a riordinare le diocesi
resa (della quale e non del re fu confessore di Terraferma col conte Barbaroux mi-
l'illustre ecclesiastico di Riccia, che lodai nistro plenipotenziario , il quale stipulò
nel vol.LVII ,p. 1 92) inSardegna col titolo gli articoli d' un nuovo concordato, che
direggente,partìdaCagliari,esbarcòaGe- riportai nel voi. XVI, p. 53, in conseguen-
nova,e già fino da'20 maggio era rientrato za del quale ebbe luogo una nuova cir-
inTorino fra le acclamazioni dell'esultane coscrizione di diocesi, che Pio VII promul-
176 SAR SAR
gò breve che citai a Piemonte, de' 1
col slrazione di rispetto e di amore; ma in
luglio 1 8 1 7. Poco dopo col breve Eccle- mezzo a tali acclamazioni si notarono gri-

siarum jura 3 de' i/\ agosto, Bull, citato, da foriere della procella, ch'era scoppiala

p. 38 1, il Papa confermò la convenzione nella Spagna, hi Portogallo, nelle due Si-


fatta sull'abrogazione de'diritti feudali e cilie, tutto facendo temere che la gioven-
giurisdizionali della chiesa vescovile diNo- tù piemontese sovvertita, avrebbe mani-
vara, mediante compensi assegnati dal re, festato eguali commozioni in Torino. I

restando vescovo di Novara il titolo di


al rivoltosi stretti dal bisogno di fare una
r
principe di s. Giulio e Orta, e di Vespo- dimostrazione a prò de' Carbonari (f .) 3

late che prima era di marchese. Inoltre minacciati daU'Austria,contro questa inu-
Pio VII, colla bolla Singularis Renano- tilmente istigarono il saggio re, e per le

rum Pontificurn, de'24 marzo 8 S 1 1


t
Bull. loro faziose mene posero il poco illumi-
Boni, cont. 1. 1
5, p 1 5, fece una nuova di- nato governo sull' orlo d' un precipizio.
stribuzione della diocesi di Cagliari; indi Cominciato nel 1821 a esplodere il cupo
col breve Aliasfel. ree. de' 1 3 luglio 1 8 1 9, fermento di misteriosi maneggi, la sco-
Bull. Rom. 15, p. 228, ampliò al
cont. 1. perta di alcune fila della trama divenne
re Vittorio Emanuele 1 l'indulto conces- un vivo stimolo pei cospiratori, per cui si
so da Nicolò V, acciò re di Sardegna i concertarono di non differir oltre e pro-
nominino e presentino alla s. Sede perso- posero a'6 marzo al principe di Carignano
ne idonee a tutte lechiese cattedrali e me- erede presuntivo del trono egran maestro
tropolitane, non che alle dignità abbazia- dell'artiglieria, di costringere il re a mu-
li, in universo ejus temporali dominio e , tar la forma del governo e romper guer-
perciò vi fu compreso il ducato di Geno- ra all'Austria; ma dicesi che il principe
va. Ma, in mezzo agli elementi d'una ge- ne rese avvertito Vittorio Emanuele I, e
nerale prosperità, una specie di disagio e che per allora il movimento fu stornato,
fermento andava molestando tutto il cor- finché scoppiò la sera del 9. I congiura-
po sociale europeo; appari va evidente che ti s'impadronironodella cittadella, e pub-
tutte le fazioni nate nel seno della rivo- blicarono la costituzione di Spagna, pel

luzione francese, si erano nuovamente or- Piemonte e per tutta l'Italia; laonde il re
ganizzate nelle contrade che ricovrati a- a' io adunò un consiglio per ristabilire

veano i vecchi governi. Verso la fine del l'ordine, e il principe di Carignano inter-
1819 fu dato il segnale nella Spagna, e rogato del suo parere, rispose: essere op-
già il i.° febbraio 1820 stendardo d'u-
lo portuno di concedere qualche cosa alle cir-

na ribellione ivi fu inalberato. Il disegno costanze. In fine si concluse di non cede-


generale era d'abbassare i re, col prete- re ai rivoltosi, uè di offrire a loro il per-
sto di riforme, e sottoporli al giogo d'una dono, ne di manifestare al popolo il ve-
democratica costituzione, simile a quella ro stato delle cose. Fatalmente essendo
che avea condotto al patibolo Luigi XVI. stateguadagnate parte delle milizie, se-
Il contagioerasi esteso al Piemonte, mas- guì defezione, perchè il re volle rispar-
la

sime fra i giovani militari più facilmente miare il sangue dei sudditi, credendo il
necessitili alle innovazioni. Il re non era sollevamento generale, onde restò irre-
alieno dal prestarsi a miglioramenti che soluto il suo
: trono fu rovesciato ai i3
non distruggessero la monarchia dalle sue marzo, e rinunziò la corona piuttosto che
basi, pubblicò diverse analoghe provvi- cedere all'insurrezione. Questa fermezza,
denze e riforme; ed intanto maritò la fi- colla quale dignitosamente discese dal tro-
a
glia M. Teresa al duca di Lucca^ye il re no, e la fortunata assenza del duca del Ge-
si recò ad accompagna ria, e tornando alla nevese, salvarono la monarchia piemonte-
(•pitale dovunque fu accolto con dimo- se. Il re intanto dichiarò reggente il priu-
SAR SAR 177
cipe Carlo Alberto tli Carignano suo cugi- to delle circostanze , nella fiducia che il

no, riservandosi il titolo tli re, la proprie- re mosso dalle'medesime considerazioni,


tà e disponibilità derubi beni, e la pen- fosse per rivestire quella deliberazione di

sione d'un milione di lire nuove di Pie- sua sovrana approvazione. La costituzio-
monte. Si allontanò da Toriuo eolla re- ne fu giurata dal reggente, indi divulgata
gina e le figlie; a Nizza confermò il 1 9 a- per tutti gli stati di Terraferma, ma nou
prile la sua rinunzia cheavea sconcerta- divenne punto popolare, poiché molti ne
to i capi della ribellione; passò quindi a avrebbero desiderato filtra più popolare.
Modena, eritirato poi a Moncalieri vi mo- Conosciuti tutti questi avvenimenti dal
li a' io gennaio 182.4, venendo la sua spo- nuovo re, a' 16 marzo dichiarò solenne-
glia portata nella basilica reale di Super- mente in Modena Avere assunto l'eser-
:

ga, pianto sinceramente dal re fratello, per cizio del potere reale, ma sospendere di
aver anteposto la cessione de' suoi dirit- assumere il titolo di re, finché il fratello
ti anziché piegare dinanzi alla ribellione. Vittorio Emanuele I posto in istato per-
La regina vedova colle reali figlie si riti- fettamente libero, gli avesse fatto conosce-
rò poscia inRoma,alIoggiata da Leone XII re la sua volontà. Dichiarare che ben lun-
nel Palazzo apostolico Quirinale (V.) t gi dall'acconsentirea qualunque cambia-
avendo abitato anche quello della Villa mento nella forma del governo pi eesisten -
Massimo^ ove il Papa le mandò in dono te all'abdicazione del re fratello, conside-

la Rosa d'oro (I.): trasferitasi in seguito rava sempre come ribelli tutti que'sudditi
a Genova, "vi terminò la vita nel i832. che a\essero aderito o aderiranno ai se-
11 duca del Genevese, che un tempo por- diziosi, o si saranno arrogati di proclama-

tò il titolo di conte d'Asti dopo il trattato re una costituzione o commettere qualun-


d Cherasco, fu di carattere semplice e mo-
i que innovazione offensiva alla pienezza
desto, viceré di Sardegna quando ChiIo dell'autorità reale; dichiarare nullo qua-
Emanuele IV se ne allontanò, e proseguì lunque atto di sovrana competenza fatto
"per alcuni anni sotto l'altro fratello Vit- dopo la rinunzia del re, quando non ema-
torio Emanuele I, e vi si rese accettissimo nasse da lui o non fosse da lui sanzionato;
per la sua giustizia e beneficenza. In se- confidare ne'sudditi restati fedeli e ne'so-
guito non prese parte al governo, ed e- vrani alleati per ristabilire il trono, l'or-
sclusivamente occupossi nel coltivare le dine e la Iranquillilà.jCarlo Felice invocò
arti. Trovavasi a Modena colla principes- realmente il soccorso de'monarchi radu-
a
sa M. Cristina sua moglie, per vedere ri- Lubiana, e l'imperatore Francesco
nati in
spettivamente il suocero e padre re delle 1 immediatamente fece marciarle truppe

due quando scoppiò la rivoluzio-


Sicilie, verso il Piemonte sotto il comando di Bub-
ne del Piemonte che teudeva al rovescia- na. Il principe di Carignano ricevette la
mento di tutte le monarchie d'Europa, dichiarazione di Carlo Felice, e di più l'or-

come collegata con quelle di Spagna e Na- dine di mettersi alla testa delle truppe fe-
poli. Appena seguita l'abdicazione del fra- deli. Il principe immediatamente rinun-
tello per non condiscendere alla richiesta ziò all' autorità di reggente , e si recò a
costituzioue, il principe di Carignano reg- Novara ove dal conte della Torre si adu-
gente spedì a Modena al nuovo re Carlo navano le truppe fedeli; quindi protestò
T'elice, suo scudiere a prendere suoi
il i che nell' accettare la reggeuza, il primo
ordini. Nel giorno stesso i faziosi senza at- suo giuramento solenne fu quello di fe-
tendere le intenzioni del reggente, lo ri- deltà al re Carlo Felice, altro non ambi-
chiesero della promulgazione della costi- re che dimostrarsi il primo sulla strada
tuzione di Spagna : il reggente cedette e dell'onore che il sovrano gli additava, e
l^lla stessa sera si pubblicò, per l'inipe- dare così a tutti 1' esempio della più ri-
178 SAR SAR
spettosa ubbidienza ai sovrani voleri. Per ministrazione, pubblicò un codice milila-
questo contegno i liberali ribeili furono re,e ordinò studi per migliora requelli ci vi-
sconcertati, come per l'esortazione di sot- le e criminale. In appi esso ebbe a giovarsi
tomettersi al re. Poco dopo la Savoia ri- per governare d'un mezzo più efficace an-
tornò all'ordine antico, così altri luoghi, cora^ special mente più faci le di quello del
dopo la dichiarazione regia. La Sardegna terrore e de'supplizi, valeadire non lasciò
non si scosse al primo annunzio della ri- senza premio alcuna prova di ossequio e
voluzione, e la celerità degli avvenimen- di fedeltà. A' 1 4 dicembre fu statuita una
ti diretti al ristabilimento dell'antico si- convenzione, per ritirare la linea milita-
stema, impedì qualunque turbamento. re austriaca dal Piemonte e il suo sgom«
Frattanto il re, dopo aver mostrato denti i bramento da tali milizie, per la ristabili-
alla ri votazione, pubblicò proclami per di- ta tranquillità, il che si effettuò sul fine

chiarare un'amnistia condizionata, men- di settembrei823. Prima di questo tem-


tre Bubna Torre si avanzarono coi
e della po il principe di Carignano si recò nell'e-
loro corpi furono disfatti a No-
: i liberali sercito francese a combattere la rivolu-
vara, abbandonarono Torino e Alessan- zione nella Spagna, ed a' 3 1 agosto inter-
dria, ritirandosi a Genova, dondeemigra- venne all' assalto e presa del Trocadero
rono altrove. L'autorità regia dappertut- presso Cadice. Dopo l'unione del Geno-
to ristabilita, Vittorio Emanuele I con- vesato agli antichi dominii della casa di
iermò la sua abdicazione, e Carlo Felice Savoia, regnanti di questa Vittorio E-
i

prese il titolo di re, e nell'ottobre 82 ri- 1 i manuele I e Carlo Felice attesero a pro-
tornò in Piemonte in mezzo a numerose muovere la marina mercantile ed a sta-
acclamazioni, già eseguiti in gran parte bilire la militare perproteggerla.Nel 1 825
gli atti di rigore: tre soli capi ribelli su- inoltre il re concluse un trattato di com-
birono la pena di morte. Dicesi che il prin- mercio coll'imperalore di Marocco, acciò
cipe di Mettermeli si espresse allora : Che pure non si facessero più schiavi dagli sta-
avea bastato per reprimere una grande ti barbareschi. Affacciando indiscrete pre-
rivoluzione, un re che avea saputo dir tensioni il dey di Tripoli e facendo ves-
di no ed un altro che avea saputo dir di sazioni ai sardi, il re l'indusse a desistere
su 11 reggimento quindi di Carlo Felice a mezzo d'una divisione navale. Avendo
non fu meno felice che pacifico non si : bisogno l'isola di Sardegna, di chi rista-

mostrò clemente che dopo la vittoria, il bilisse nelle case religiose la decaduta di-
che è sempre la più saggia e la più con- sciplina, il piissimo re impetrò da Leone
venevole delle cose. Avendo il predeces- XII un visitatore apostolico, ed il Papa
sore fatta istanza a Pio VII per l'amplia- vi mg. 1 Ignazio Ranaldi filippino e
spedì '

zione della dote all'università di Caglia- arcivescoxo d'Urbino, ma poco visse. Già
ri, il re la rinnovò e il Papa l'effettuò col per riguardoall'educazione della gioven-
breve Discendi cupidi tatem, de' i3 luglio tù insulare, erano
stati ripristinati bene- i

1821, Bull. Rom. coni. 1. 1


5, p. 40 1 • Nel meriti gesuiti a Cagliari ; ivi dall'arcive-
1 822 Carlo Felice pubblicò diverse leggi scovo in tempo più antico era stato fon-
fra quelle di già preparate da Vittorio dato loro un collegio, e altrettanto avea
Emanuele I, e che l'insurrezione gì' im- fatto l'arci vescovo di Sassari. Per tale
mor-
pedì promulgare: pubblicò eziandio nuo- te dipoiLeone XII mandò in Sardegna
vi regolamenti per le università di Tori- per nuovo delegato e visitatore apostoli-
no e di Genova, e per le scuole inferiori; co mg/ Albertino Bellenghi camaldolese
dipoi le fece riaprire, fissando la dotazio- arcivescovo di Nicosia,di Forlimpopolì, al
ne dell'accademia delle scienze di Torino. al quale articolo ne celebrai la dottrina,
Ristabilì l'ordine iu tulle le parti dell'ara- con l'iucarico di riordinare tuttociò che
SAR SAR 179
apparteneva alla disciplina de'regolari, la sione di unione a Francia. Trovandosi pe-
quale per colpa de'tempi avea bisogno di rò il re in Savoia potè subito prendere

qualche riforma, onde lo munì di ampie le opportune precauzioni, e vi prolungò


facoltà: lo zelo che spiegò, la carità cristia- il suo soggiorno, per cui impedì rivolto-
na e la prudenza da cui era guidato mol- se dimostrazioni. Alcuni sudditi sardi an-
to giovamento recarono alla difficile mis- dando creditori della reggenza di Tunisi,
sione.Prima di questa epoca Carlo Felice avendo imploratola regia protezione per
liei1826 ottenne da Leone XII, che si essere soddisfatti, il re spedì avanti Tu-
estendessero al ducato di Genova le di- nisi 3 fregate e alcuni bastimenti leggie-
sposizioni relative all'immunità ecclesia- ri, e con mezzo l'indusse al pagamen-
tal

stica, ch'erano in vigore negli altri stati to. i83o fu compito il mi-
In quest'anno
di Terraferma.Avendo Vittorio Amedeo rabile ponte sulla Dora presso Torino,
IH incominciato la compilazione del co- in pietra d'un arco solo. Carlo Felice l'ul-
dice dell'isola di Sardegna, o riunione in timo agnato della linea primogenita del
uu sol corpo delle antiche sue leggi civi- ramo della casa di Savoia detto reale, eb-
li e criminali, la proseguì Vittorio be un regno che può noverarsi tra i più
Ema-
nuele I, e compì Carlo Felice nel felici della monarchia sarda, malgrado la
1827
col pubblicarlo colle stampe. Già nel voi. condizione de'tempi; morì in Torino a*2 7
XXXVIII, p. j5 narrai come il re inviò "aprile 83 senza prole. Fu costantemen- 1 1

a Leone XII il conte Filiberto Avogàdro te avverso ai liberali, sostenne in tutte le


diColobiano incaricato di missione straor- circostanze il decoro del trono, fu religio-
dinaria, per istabilirela definitiva restitu- sissimo e di costumi illibati. Avendo fat-

zione de'beni ecclesiastici, e corrispoude- to restaurare la chiesa de'benedettini di


re alle vive premure
del Papa. Questi de- Altacomba inSavoia, ov'erano molte tom-
putò per analoghe trattative i cardi-
le be de'suoi antenati, ivi elesse la sepoltu-
nali Bertazzoli, Cappellari, poi Gregorio ra con iscrizione da lui stesso composta.
XVI, e mg.rSala poi cardinale. Fu dun- Vedasi la Storia e descrizione della reale
que in base del progetto di divisione fat- abbadia dì Altacomba antico sepolcro
to l'equitativo riparto fra i diversi ordini de principi di Savoia,fondala da Ame*
religiosi, stabilimenti pii e istituti eccle- deo III e rinnovata da Carlo Felice e
siastici, non che per gli indennizzi sui be- Maria Cristina, con documenti, Torino
ni alienati, colle necessarie sanatorie, e si i845. Magnifica edizione con bellissimi
concluse entro i limiti prescritti da Bene- rami. Si deve altresì al re Carlo Felice
detto XIV. Il Papa approvò il convenu- li pubblicazione e l'illustrazione di Gian-

to, colbreve Gravissimae dei 14 mag- francesco Galeaui Napione della storia ,

gio 1828. lire die attestati di sua munifi- genealogica della real casa di Savoia, rap-
cenza e soddisfazione ai lodati personag- presentata nelle sue medaglie, e con que-
gi che contribuirono alla sistemazione di sto titolo ; Storia metallica della real ca>
questo delicato punto,riguardante il Pie- sa di Savoia, Torino 1828 dalla stampe-
monte Genovesato, poiché si trattò
e il ria reale. Comprende quest'opera la col-

di circa 40,000,000
di lire indemaniate. lezione delle medaglie da Beroldo a Vit-
Neh83o perla strepitosa rivoluzione di torio Emanuele I inclusive.
Francia, ne divenne regiua la sorella di Carlo Alberto principe di Savoia Cari»
quella di Sardegna. In conseguenza di tal gnano, sposo dell'arciduchessa d'Austria
commozione politica, la Savoia coflnau- M. a Teresa figlia del granduca di Tosca-
te in modo particolare ne fu scossa; per na Ferdinando che avea comune la
III,

situazione, lingua e costumi ne insorse , stipile col defunto per Carlo Emanuele
^iau fermento e si ridestò l'aulica propea* J, dopo avere ricevutole più commoveiv
i8o SAR SAR
ti raccomandazioni per la felicità de'suoi gna Ferdinando VII, il re Carlo Alberto
popoli dal re inoliente, gli successe pas- apertamente sostenne le ragioni e diritti i

sando nella sua linea il trono. Confidando al trono del suo fratello d. Carlos, per cui
pienamente nella fedeltà de'suoi popoli, dovette lottare colle corti avverse , con

dopo avere ricevuto il giuramento dal guerra di principii e di convinzioni. Nel


presidio di Torino, ne dispensò tutti gli i834la detta setta fece tentativi in Savoia,
altri. Fece subito vari importanti miglio- in Genova e altrove. Indi il re entrò nella
ramenti ne'giudizi civili e penali, abolen- convenzione con Francia e Inghilterra ,
do le pene troppo rigorose e la confìsca per impedire la tratta de'mori o vendita
generale de'beni, istituì il consiglio dista- degli schiavi. Fece levare dai sotterranei
to, e prese altri provvedimenti e»
utili , della cattedrale i mortali avanzi de'duchi
sercitando diversi atti di clemenza. Nel Amedeo Vili ed Emanuele Filiberto, e
i832 die nuovo ordinamento alla fante- tumulare nella regia cappella della ss.Sin-
ria piemontese, e fece un trattato di ami- done,dove eresse loro magnifici mausolei.
cizia e di commercio col bey di Tunisi. Es- Indi si diede organizzazione ai consolati
sendo morta la regina vedova M. a Teresa, all'estero Carlo Alberto nel 1 836 comin-
a
la superstite virtuosissima figliaM. Cristi- ciò a promulgare nell' isola di Sardegna
na,sposòil regnanteFerdinandoII re delle varie leggi, analoghe allo spirito del se-
due Sicilie. Avendola il cielo raccolta nel colo; autorizzò in Sassari lo stabilimento
fiore dell'età, come già matura per lui,ora d'una camera di commercio, arti e agri-
Iddio l'ha glorificata, con operare a in- coltura; pubblicò un nuovo ordinamen-
tercessione diM. a Cristina diversi prodigi; to pei consigli civici ; abolì la servitù di
oud'è a sper»rsi,che voglia altresì degnar- quelle popolazioni che doveano scavare,
si, con essa aumentare il bel novero dei formare e trasportare il sale nelle regie
beati reali di Savoia. Gl'italiani fuorusciti saline; soppresse la giurisdizione feudale
che con Giuseppe Mazzini genovese avea- civile e criminale, e la riunì alla regia.
ìio nel 1 83 fondato in Francia la setta
t Nel 838 promulgò un codice
1 di leggi ci-
della Giovine Italia, dalla Svizzera ov'e- vili : nel titolo preliminare fra le altre co-
ransi rifuggiti nel 1 833 ordirono una tra- se il re dichiarò: La religione cattolica a-
ma per rivoltare tutta la penisola, inco- postolica romana è la sola religione dello
minciando dall'esercito piemontese, e dal stato. Il re si gloria di essere il protetto-
napoletano il quale dovea marciare suRo- re della Chiesa, e di promuovere l'osser-
ma, ed ivi impadrouirsi delle ricchezze vanza delle leggi di essa nelle materie che
del clero e de' nobili, promulgando dal alla podestà della medes'ur.a appartengo-
Campidoglio la libertà italiana. Scoperta no. Il matrimonio trarre la validità dalie
la trama rei furono puniti, ed alcuni col-
i norme prescritte dalla Chiesa. I magistra-
la morte, alla quale furono condannati ti supremi veglieranno affinchè si man-
diversi contumaci compreso il direttore tenga il miglior accordo tra la Chiesa e
Mazzini ; fra i sospetti espulsi da'regi sta- lo stato. Gli altri culli attualmente esi-
ti vi fu l'abbate Vincenzo Gioberti, che stenti nello stato sono semplicemente tol-
poi pubblicò il primato d' Italia [V.) e al- lerati. Al re solo appartiene la podestà di
treopere sovvertivo. A Mentoneuel prin- fare le leggi dello stato. Nel codice si vie-
cipato di Monaco posto sotto la prolezio- tòqualunque sostituzione fidecom m issa-
ne del re di Sardegna, certi congiurati mela che vi sarebbero maggioraseli! e lì-
gridarono: Viva la repubblica. Gli emis- deco rum issi regolati da legge. Il re fece to-
sari della Giovane Italia, ascrissero molti gliere dai sotterranei della metropolita-
soci per tutta l'Italia e stabilirono centri na di Torino 27 spoglie mortali di prin-
di cospirazioue. Per la morte del redi Spa- cipesse della casa di Savoia, e trasferire
SAR SAR 181
all'antica abbazia echiesa de'benedettini te dc'fondi che possedeva nelle viciname
di s. Michele della Chiusa, da lui risto- di Roma. Per l'otti ma corrispondenza che
passò tra Gregorio XVI e Carlo Alber-
f

rata e affidala alla custodia de preti della


congregazione Rosminiana della Carità to, notai nel voi. XLV11I, p. 168, che fi-

(F^jj poiché il santuario e la basilica di nalmente neh 839 fu ristabilito il nunzio


Soperga era destinato alle tombe de're da apostolico di Torino e con carattere epi-
Vittorio Amedeo ILSi può vedere l'inte- scopale. A questo ristabilimento l'influen-
ressante opera di Borgonovo, Le tombe za di massime erronee avea sempre op-
reali diSoperga ,T orino 1 847 Nel restau- . posto ostacoli insuperabili, le quali ama-
rarequel sagro monumento Carlo A Iberto vano di aver meno possibili relazioni col-

ebbe pure un altro pensiero, e fu di prepa- la santa Sede,esi temeva presso il re l'in-
rarsi un luogo di ritiro, quando stanco di fluenza d'un rappresentante del Papa di
regno rinunziasse alla corona, la quale co- grado elevato. Ciò eminentemente onora
minciava a divenirgli grave, e propende- i religiosi sentimenti del re e del suoi.
va a seguir 1' esempio di diversi di sua segretario distato, lo zelo e l'amore ch'eb-
stirpe in cui più d'uno abbandonò lo scet- be Gregorio XVI per Carlo Alberto, ed
tro. Inoltreneh 836 dal conte Solaro del- ilsenno del cardinal Lambruschini segre-
la Margherita fu intrapresa la stampa dei tario di stato. Per quanto si disse, pare
Trattati della real casa di Savoia, acciò che in qualche modo mutuamente si con-
si conoscesse come i principi di Savoia a- venisse, che i nunzi di Torinodopo aver e-

veano fatto sempre grande, degna e no- sercitato per un congruo tempo la nunzia-
a
bile comparsa nella storia, ed in testimo- tura,ch'è considerata dÌ2. classe,sarebbe-
nianza di amor patrio e di divozione al- ro promossi a carica,dalla quale si sogliono
la real casa.Egualmente neh 836 fu da- esaltare alla sagra porpora. 11 re nel 184»
ta una nuova organizzazione al servizio promulgò un codice penale,essendo il rior-
delle poste; ed in omaggio a Dio si eccet- dinamento della patria legislazione spe-
tuarono le domeniche dalla distribuzio- ciale sua sollecitudine. Convenne coll'im-
ne delle lettere, non escluso il re. La pia peratore d'Austria Ferdinando I per ga-
a
regina vedova M. Cristina nel 18 38 si re- rantire la proprietà delle produzioni del-
cò in Roma : il suo soggiorno fu edifican- l'ingegno e dell'arte, ed impedire la con-
te e benefico. Gregorio XVI la visitò nel traffazione: aderirono all'utile e acclama-
suo palazzo, ed in Frascati nella sua vil- ta convenzione, il Papa, il granduca di
la della Ruffinella, e ricevè splendide di- Toscana, la duchessa di Parma, ed du- i

mostrazioni di venerazione. Essa era ac- chi di Lucca e Modena. Non solo il re per*
compagnata dal sullodato contedi Colo- mise da'iS a'3o settembre in Torino la
biano ora senatore del regno, conserva- a. riunione degli scienziati italiani, ma
tore generale di sua casa, ed a cui il re li fece trattare con onorevole munificen-
Carlo Felice che loamò affidò la cura del- za, e conferì al presidente conte Alessan-
l'esemplare suacousorte. Quanto riguar- dro di Saluzzo , le insegne del supremo
da questo soggiorno lo celebrai in più luo- ordine della ss. Annunziata, ch'è il som-
ghi, enei voi. LIX, p. y3, non che a Scar- mo degli onori nella monarchiasarda. Nel
pe, per le preziose offerte con altri doni al precedente congresso di Pisa incominciò
a
Papa. M. Cristina acquistò pure molti a ordirsi la tela, le cui trame erano da
terreni presso Veio e fu benemerita dei lungo tempo preparate per una genera-
suoi scavi (come lo fu di que'del Tuscolo, le rivolta onde spezzare i troni. Tranne

indicali a Frascati), contiuuali dalla re- GregorioXVI, tutti sovrani i d'Italia per-

gnante impreatrice del BrasileTeresaCri- misero quelle apparenti letterarie riunio-


stina sua nipote,cui lasciò la maggior par- ni, e furono coìti all'amo. Le deci/ne ec-
182 SAR SAR
clesiastiche sono di diritto divino, non di stro e i.° segretario di stalo per gli affari
competenza de'governi secolari, pure non esteri del re Carlo Alberto, e come il suo
mancarono magistrati che al re attribui- signore esemplarmente attaccato alla s.

rono il potere di toglierle e dotar altri- Sede cui die luminose testimonianze. Nel
menti il clero, in opposizione ai giusti prin- i843 il re prese diverse disposizioni, colle
cipii della s. Sede. Gran desiderio siavea quali aumentò il numero delle intenden-
di sopprimere le decime che in Sardegna ze generali da 7 ai 4, e ciascuna con un
formano la principale rendita ecclesiasti- consiglio di cui fosse ca pò l'inlendente ge-
ca, ma il re voleva che la s. Sede decides- nerale, stabilendo il congresso provincia-
se il modo di procedura, ad onta che il le per Pesamede'preventivi, bilanci econ-
supremo consiglio dell'isola insisteva con ti provinciali. A'i5 marzo concluse una
massime indipendenti dalla suprema au- convenzione col Papa, per la quale si sta-
che pose insupera-
torità del Papa,a.segno bilì : che le navi mercantili de' due stati

ad un esito ragionevole. Dis-


bili ostacoli sieno ricevute ne'loro porti come le nazio-
si a Sardegna che le decime furono abo- nali, quanto ai diritti di porlo, ancorag-
lite nel 85 r malgrado quanto ivi nar-
1 , gio, tonnellaggio e simili.. Fu pubblicata
rai. Nel 1841 il re promulgò un codice colle stampe in Sassari l'operetta : Moti-
penale militare, riformando l'antico : ri- vi di consolazione perla Chiesa Sarda,
gorose pene furono stabilite per fare ri- ossia la Circolare della s. congregazione
spettare le proprietà e specialmente le sa- de' vescovi e regolari de' 2 ottobre 1 S/\.2 so-
gre, anche in paese nemico. In ulteriore pra i seminari della Sardegna. Con det-
solenne testimonianza della pietà di Cur- ta circolare, indirizzata ai vescovi di Sar-
io Alberto, della divozione verso la Chie- degna, si prescrissero le consuete regole
sa e personale di Gregorio XVI, dal savio intorno al buongoverno e disciplina dei
suo ministro plenipotenziario in Roma, seminari ecclesiastici, inculcandone la fe-
conte Federico Broglia di Mombeilo, fe- dele e pronta esecuzione. Il libro venne

ce stipulare il concordato de' 27 marzo lodato daglh Annali delle scienze religio-
1 84 1
,
quindi dal re formalmente promul- se 1. 44> ove P ur Sl leggono enco-
17, p. 1

gato. Esso riguarda l'immunità ecclesia- mi che nell'isola di Sar-


agli ecclesiastici
stica personale, che sebbene provveduta degna pongono diligente cura nel ravvi-
nel concordalo di Benedetto XIV in pra- vare lo spirito e lozelo religioso fra il cle-

tica non si osservava, e nel voi. L, p. 92 ro. » Del qual merito grande parte deb-
indicai i luoghi ove uè parlai e diedi un be riferirsi all'alta mente ed illuminata
sunto, ragionando delia natura e carat- pietà dell'eccelso principe che governa
tere essenzialede'concordati, che sonoatti quel regno; essendoché egli strettamente
solenni e includono coscienziosa osservan- si atlicne a due fonda mentali massime che
za. Nel 1 842 il regnante re Vittorio Ema- sono : i.° Lo scegliere e presentare alla s.

nuele duca di Savoia e primo-


li, allora Sede ecclesiastici di saldo giudizio, di sin-

genito del monarca, sposò l'attuale vir- cera pietà e di non volgar dottrina per es-
a
tuosa regina M. Adelaide arciduchessa serinsigniti della dignità vescovile.2.°L'a-
d'Austria, figlia del teste pianto arciduca ver ricorso semprealla suprema cattedra
Ranieri. Poco prima era stata conclusa di s. Pietro per ottenere gli opportuni

una convenzione tra la corte di Torino provvedimenti, per estirpar gli abusi e le
e il governo pontificio, per la reciproca zizzanie della vigna del Signore; senza il
consegna de'malfatlori, compresi rei di i quale ricorso, il rimedio apportato dalla
lesa maestà sì divina che umana, sotto- sola civile autorità sarebbe peggiore del
mentovalo rispettabile conte
scritta dal male istesso ".Neh 844 »1 re ordinò mi-
Clemente Solaio della Margherita, mini- glioramenti per le strade di Sardegna, es-
SAR SAR i83
sendogli a cuore il rifiorimento dell'iso- rara dagli austriaci, e governo ponti- il

la, ove avea del tutto abolito il feudali- fìcio invocò l'aiuto del re di Sardegna con

smo, riformato municipii, migliorato il


i successo. IntantoilPapaPiolXavendo fat-
sistema monetario e la pubblica istruzio- to da Padrino alla principessa M." Pia fi-

ne. Ebbe luogo un trattalo, riguardante donò all'au-


glia degli odierni regnanti,
r
la riversibilità del ducato di Piacenza^?.) gustamadre la Rosa d'oro {T .). Crescen-
al redi Sardegna, i cui diritti furono ga- do enormemente l'agitazione in tutta Ita-
rantiti. Presi i concerti col re, Gregorio lia, dimostrazioni fragorose ebbero luogo
XVI con breve de* 17 dicembre, ripristi- successivamente nelle principali città, ad

nò negli stali sardi l'ordine Gerosolimita- esempio di Roma; ed il re fu infiammato


no per cui il monarca istituì 5 commende dagli agitatori per l'indipendenza italiana,
da conferirsi a'ca valieri professi dello stes- venne entusiasticamente portato alle stel-

so ordine, ad istanza del Papa medesimo le dappertutto, ed al fine di ottobre in-

che già avea ottenuto dalle corti d'Austria cominciò a far pubblicare delle riforme.
e delle due Sicilie, cheal benemerito or- Di sopra ho riportato la costituzione che
dine fossero restituite le sue rendite e be- il re diede ai suoi stati il
4 m arzoi848,
ni non alienati, come beni ecclesiastici sui con governo rappresentati vo;indi a' i8del-
quali Leone XII non avea dato al re Car- 10 stesso mese accordò piena amnistia e
lo Felice alcun diritto. 11 i.° nunzio di restituzione d'ogni esercizio di diritti pò"
Torino nominato da Gregorio XVI era litici e civili, a tutti i sudditi condanna» 1
stato il non mai abbastanza encomiato per titolo politicoanteriormente alla prò"
mg. r Vincenzo Massi arcivescovo di Tes- mulgazione fondamenta"
di detto statuto

salonica, che per la tanto compianta sua le. Nel marzo 1848 incominciò la guerra

morte nel 1841 ebbe a successore mg. r contro l'Austria, ed il re successivamente


Pasquale Gizzi arcivescovo di Tebe già ,
occupò la Lombardia,! ducati di Parine
stato vari anni in Torino, come incarica- e Piacenza (J '.), e Modena (di che par'
to d'affari della s. Sede. Questi nel 1
844 lai a Reggio) con altri luoghi, per forma-

fu pubblicato cardinale da Gregorio XVI, re colla Venezia un regno d'Italia monar-


che gli sostituì nella nunziatura mg r Be- chico-costi tuziouale^ come pure descrissi
nedetto Antonio Antonucci arcivescovo nel voi. LUI, p.ig6eseg. Nella genera-
di Tarso, ora vescovod'Ancona,ed il qua- le conflagrazione, l'Austria offrì al re di
le usò ogni modo per rendersi gradito, e cedergli la Lombardia fino all'Adige, ma
le sue ottime qualità furono sempre dal fu ricusata esigendosi lo sgombro de'te-
re apprezzate. Il i.° giugno 1846 per la deschi da tutta l'Italia, onde con più di
fatale Gregorio XVI cambiò di
morte di vigore si continuò a guerreggiare. Avendo
condizioni l'Italia, e ne risentì l'Europa l'Austria ripreso l'offensiva successero mol-
le deplorabili conseguenze. La rivoluzio- li combattimenti memorabili, ed in con-

ne colle sue mene subito fece progressi in seguenza delle vittorie riportate da'suoi
Torino e Genova, massime ne'primi del eserciti, il re fu costretto a'9 agosto a con-
1 847, sotto l'autorità che doveano frenar- venireadun armistizio col conte Radelzky
la, come altrove; contro l'Austria che on- feld-maresciallo. Laonde i tedeschi occu-
ninamente si voleva espulsa da Italia, e parono tutta quella parte di stati e for-
contro le istituzioni delle monarchie ita- tezze d'Italia, presi o datisi a Cai lo Alber-
liane : a Carlo Alberto s'indirizzavano tut- to, tranne Venezia per essersi nuovamen-
ti i voti, per inaugurare il preleso risor- te costituita in repubblica indipendente.
gimento italiano. Mentre tanto incalzava- 11 duca di Modena rientrò ne'suoi dominii,

no gli avvenimenti e tutta l'Italia era sul come ricuperò proprii duca di Parma
i il

cratere d'un vulcano, fu occupata Fer- e Piacenza. Nel seguente anno il re riprese
i84 SAR SAR
i combattimenti, e per la disastrosa perdi- le Romano del 1849- Le principali con-
ta della battaglia di Novara, de'23 mar- dizioni furono: Che il re diSardegna scio-

zoi849> vinta dallo stesso conleRadetzky, glierà i corpi ungheresi, polacchi e lom-
veduto lo stato infelice cui erasi ridotto l'e- bardi, pe'quali si domanderà l'amnistia
T impossibilità dì resistere ulte-
sercito, e dall' imperatore. Che 20,000 austriaci
riormente, abdicò la corona al suo figlio occuperanno il territorio compreso tra il
reVittorio Emanuele li; e partito pel Por- Po, il Ticino e la Sesia, e la metà della
togallo, prese soggiorno in Porto (V.) e vi cittadella d'Alessandria. Che saranno e-
mori a' 28 luglio, venendo il suo corpo vacuati dalle truppe sarde ducati di Mo-
i

portato nelle regie tombe de'suoi antena- dena, Parma, Piacenza e Toscaua, cioè
ti. Fu rimproverato di avere inaugurato tutti i territorii che prima della guerra
la rivoluzione italiana, altri l'applaudiro- non appartenevano al Piemonte. Che la

no come di magnanimo, per aver tentato flotta sarda lascierà l'Adriatico con tut-
il gran pensiero del risorgimento italiano. ti i vapori, rientrando ne'suoi porti, e ri-

Altri deplorarono la prosperità degli stati chiamare i piemontesi che fossero in Ve-
sardi dileguata, diminuita la confidenza nezia, dovendosi reciprocamente restitui-

politica dell'augusta casa di Sa*oia, crol- re tutti i prigionieri. Nel n.° 44^ e Gior-
^

late le basi dello stupendo edifìzio della nale di Roma del 1849 si riporta il trat-

monarchia, onde per 8 secoli furono fio- tato di pace tra la Sardegna e l'Austria
venti i dominii reali. Su questo grave av- fatto a Milano il 6 agosto 1849. Si con-
venimento, si può leggere: Memorandum fermarono precedenti trattati e conven-
i

storico-politico del conte Clemente Sola- zioni ch'erano in vigoreah.°marzoi848.


I della Margherita ministro e 1 .° segre- Il re promise all'imperatore 75 milioni

tr-io di stato per gli affari esteri del re di franchi a titolo d'indennità per le spe-
Carlo Alberto dal 7 febbraio 835 #/ 9 r se della guerra e pe' danni sofferti anche
ottobre 1 847, Torino 85 1 .Nell'anno pre-
1 dai duchi di Modena, Parma e Piacenza.
cedente la Civiltà cattolica t. 1, p. 179 Si convenne la evacuazione degli stati sar-
annunziò la pubblicazione di 3 operette di dopo 8 giorni per parte degli austria-
riguardanti la vita di Carlo Alberto, det- ci, ed altre cose di comune soddisfazio-
tate con tre spiriti diversi, dell'estrema si- ne. A tanti guai politici, or con pena de-
nistra, del centro e dell'estrema destra, e vo aggiungere le pendenti vertenze eque-
di tutte ne fece la rivista eccone il titolo. : stioni religiose, fra il real governo e la s.

Vita di Carlo Alberto scritta da Alfonso Sede. Nel marzo e maggio i85o il cardi-
AndreozzijTovìno i85o. Ricordi d'una nal Anlonelli prosegretario di stato del
missione in Portogallo al re Carlo Al- Pontefice Pio IX, nel suo veuerato no-
berto per Luigi Cibrario senatore del re- me protestò contro la fatale e anticano-
gy*o,Torinoi85o. Lettres de Beauseant, nica legge Siccardi, prima discussa e poi
ctudes de philosophie sociale etpolilique, emanala in Torino a'9 aprile, pe'6 arti-
Genève et Paris 1 85o. coli riguardanti l'abolizione del foro ec-
Dopo l'abdicazionedel re Carlo Àlber- clesiastico, l'immunità locale delle chie-
to,il figlio e successore Vittorio Emanuele se sull'attribuzione a' tribunali laici, in
II a'26 marzo concluse un armistizio col pieno detrimento della preesistente legis-

feld maresciallo Puidefzky, comandante lazione sulle immunità ecclesiastiche sì


generale delle truppe dell'imperatore d' personali che reali ; come pure del giu-
Austria Francesco Giuseppe 1, onde sta- dizio sulle nomine de'patroui ai benefizi
bilire prontamente un trattato di pace ecclesiastici, e sull'osservanza delle feste,
durevole sulle baside'capitoli di detto at- altra competenza unicamente ecclesiasti-

to, riportato nel n.° 4o del Costituziona- ca: appellando a'coneoidati conclusi per
sa a SAI! ibi
Ja Sede da Benedetto XIII, Benedetto
s. il pastorale loro ministero avevano dato
XIV e Gregorio XVI. Oltre questo alto a* parrochi istruzioni sul modo con cui
ebbe luogo la protesta dell'episcopato del provvedere in cospetto della nuova leg-
regno, il quale ricordò le sagre leggi che ge auti- canonica alle coscienze loro, ed a
fulminano solenni scomuniche contro co- quelle delle loro greggie timorate di Dio.
loro che fanno violenza a 'ministri del san- M. r Emanuele Marongiù Nurra arcive-
tuario. Il Papa nel concistoro de^20 mag- scovo di Cagliari a'24 settembre soggiac-
giocon gravealloeuzione deplorò con do- que a eguale esilio per aver dichiaralo cou
lore il vedere ne'dominii del re di Sar- parole generali, che avevano contratto le

degna abbattere e conculcare diritti del- i censure ecclesiastiache coloro quali vio- i

la s. Sede e della Chiesa, come per il la- lando l'immunità della residenza episco-
grimevole avvenimento dell'arresto e tra- pale, aveauo osato entrare a forza in una
duzione nella cittadella di mg. r Luigi parte dell'archivio arcivescovile, per cui
Fra uso ni arcivescovo di Torino,per esse- fu come l' illustre collega sardo privato
reanimatodallospirito di Dio e da mira- del possesso e amministrazione de' beni
bile zelo per la causa della Chiesa, il cui e delle rendite temporali della mensa e-
senno e fermezza furono ammirati da tut- piscopale e costretto a recarsi in Pioma<
ta la Chiesa, e uè ricevè gloriose e solenni Inoltre il Papa deplorò le altre cose falle
testimonianze, oltre i pontifìcii conforti. dal governo subalpino contro i diritti del-
Nel concistoro poi del .°
novembre dello
i la Chiesa, della religione e del pubblico
stesso i85o, il Papa con commovente e insegnamento; e per le pestifere opinio-
ragionata allocuzione tornò a lamentare ni e vertenze sulla dottrina della Chiesa
le cose fatte e decretate dal real governo cattolica, protestando nuovamente cou a-
sardo contro i diritti e l'immunità della postolica energia pel deliberato, decreta-
Chiesa, la fede de'patti e il solenne con- to e fatto a danno della Chiesa stessa in
cordalo (che difese ancora nel precedente disprezzo de' sagri cauoui, contro le solen-
breve de'6 settembre all'arcivescovo di ni couveuzioni,controi sacerdoti ed i prin-
Vercelli) convenuto con assai indulgen- cipali pastori della Chiesa che facevano
te coudiscendeuza dal predecessore Gre- il loro dovere pastorale nel regolarle co-
gorio XVI pei domimi di Terraferma e scienze e amministrare i sagramenti. Al-
d'Oltremare del re di Sardegna, dal qua- tre deplorabili innovazioni seguirono, fra
le fu accettato liberamente, e con espres- le quali sono precipuamente a notarsi, l'a-
sa riserva guarentito dall'istesso statuto bolizione delle decime ecclesiastiche di
fondamentale del regno, narrandone tut- Sardegna, le leggi sul matrimonio civile
ta la storia e le rimostranze vane fino al- e altre anti-canouiche: di tutto ne tratta
lora praticate contro tante innovazioni, la Civiltà cattolica, pubblicazione perio-
massimamente reclami avanzati pel giu-
i dica di Roma per tutta l'Italia. Per non
dizio e la pena inflitta a danno degli ar- dire di altro, nel t. 2, p. 434» serie a." la
civescovi di Torino, di Sassari e di Ca- Civiltà cattolica rende ragione e giusta-
gliari. Il i .'tradotto a mano armata in car- mente loda la Teorica dell'istruzione del
cere e poi esiliato da'regi sta ti e costret- matrimonio e della guerra multiforme
to a'i5 settembre a passare in Francia, cui soggiace. Per Emiliano A vogadro con-
ponendosi i beni dell'arci vescovato sotto te della Motta già riformatore delle regie
sequestro. A mg. r Alessandro Donieuico scuole provinciali, Torino i853. Inoltre
Veresiuo arcivescovo di Sassari, fu dato combattono strenuamente, massime ne-
per carcere l'episcopio, e coudanualo co- gli stati sardi, per la causa della religio-
me il precedente a pena civile, e ciò non ne e della giustizia, come nelle memora-
per altra cagione, se uou perchè secondo te vertenze tra il governo costituzionale
VOL. l*i. i3
1 86 s a a SA II
sai do -piemontese e la s. Sede, tre altri vo beato che ora vanta il regno e vene-
ut»-

eccellenti Giornali, che riscuotono l'am- riamo sugli altari, e fondatore della be-
mirazione de'savi e de'buoni, per la pu- nemerita congregazione de' Passionisi!,
rezza della dottrina cattolica, pel nerbo il b. Paolo della Croce di Ovada diocesi

della soda polemica e per l'accuratezza d' Acqui nel Monferrato, la cui solenne
della lodevole compilazione. Essi sono: beatificazione fu celebrata in Roma nel-
a
X Armonìa di Torino, che forse fu lai. 1'augusto tempio Vaticano il i.° mag-
a levare uno stendardo cattolico in pae- gio 1 853. Sulla monarchia sarda, oltre
se minacciato da invasione eterodossa, e le opere citate in questo articolo, ed in

si guadagnò pure 1' affezione dello spec- quelli di Sardegna, di Savoia e in lut-
chia tissimo e forte episcopato diPiemon- ti gli articoli riguardanti le città vesco-
te. Il Genova, alla sanità dei
Cattolico di vili che la compongono, si può vedere:
principii, ad un'aggiustatezza non comu- Hisloriae palriae Monumenta edita jus-
ne nel far stima delle opinioni e degli uo- su regis Caroli Alberti, AugustaeTau-
mini, aggiunge copia rilevante di fatti rinorum eregio Typographeoi 836. Cav.
contemporanei e di notizie. La Bilancia Luigi Cibrario, Storia della monarchia
di Milano, va encomiata per la squisita di i5m>oiV7,Torinoi84o. Descrizione sto-
saviezza delle generali vedute e per la for- rica degli ordini cavallereschi , Torino
za della polemica: tratta pure delle cose 1 85o. Degli stati generali e d'altre isti-

d'Austria e della Svizzera egregiamente, tuzioni politiche del Piemonte e della Sa-
onde meritò che il dotto e zelante vescovo voia; Saggio storico corredato di docu-
di Treviso lo chiamasse di recente in una menti di Federico Sclopis, Torino 1 85 r

pastorale, Periodico modello ,menti e avea II chiaro autore senatore del regno me-

già proclamato la Civiltà cattolica, come ritò gli encomi della dotta Civiltà catto-
dissi nel vol.LVIII,p. i52,riproducendo lica di Roma3,p. 78. Tavole gene a-
t.

il di lui elogio Giornale modello. Vo-


, logichedella realcasa di Savoia,descrit-
glia Iddio che le tante e profonde ferite te e illustrale da Felice Carrone mar-
fatte alla s. madre Chiesa cattolica sieno chese di s. Tommaso, Torino 837. Lau-
1

sollecitamente e convenientemente ri- tari, Storia monarchia di casa di


della
marginale, a edificazione del mondo cat- Savoia, Torino 835. Domenico Promis,
1

tolico, ed io possa celebrarlo con isplen- Monete de'reali di Savoia, edite e illu-
dide e calde parole in questa mia opera. strate, Torino 1840. Mémoires histori-
Me ne dà certa lusinga, che nelle vene del ques sur la maison royale de Savoye et
regnante Vittorio Emanuele II scorre il sur lespays sonni is à sa domination dc-
sangue de'beati Umberto III e Amedeo puis le commencement du onzihne siede,
IX, come di Carlo Emanuele IV, onde jusqu'à Uannéeirjcfo inclusivement, par
indubitatamente nella sua saggezza ne m.T le marquis Costa de Beauregard,Tu-
emulerà le virtù doni di Dio, con difen- rin 1816. Davide Bertolotti, Istoria del-
dere la religione cattolica, proteggere la la real casa di Savoia, Milano i83o.
sua Chiesa e l'osservanza di sue leggi, e D'Arlincourt, V Italia Rossa, storia delle
riverire nella persona del Papa il vica- rivoluzioni di Roma, Napoli, Palermo,
rio di Gesù Cristo in terra; poiché la me- Messina, Firenze, Parma, Modena, To-
moria d'un che
re divoto della Chiesa, e rino, Milano e Venezia, Livorno 1 85 r.
rese felice il suo popolo, indelebile tra- SARDI o SARDI A Sardis , Sardi s.
,

versa i secoli registrata nella storia e sin- Sede arcivescovile della Lidia, nell'Esar-
golarmente con aurei caratteri ne' fasti cato ecclesiastico d'Asia, eretta nel I se-

ecclesiastici, e viene benedetta da ogni colo, divenne metropolitana nel V, esar-


generazione. Ne sia felice auspicio il uno- ca di Lidia nel XIII, indi trasferita a Fi-
SAR S A R 187
ìthlelfia (V.). Sardi fu altresì l'antichis- ralasua fondazione remota, non cedendo
sima e celebre metropoli civile della Li- in gloria e splendore a nessuna città del-

dia (F.) chiamata già anche Tarna e


,
l'Asia , come riferisce Stia bone , che la

Ilyda. Giaceva al settentrione del mon- considerò posteriore a Troia per quanto
te Tmolo,sul fiume Pactoloo Pattòlo, di- alla sua antichità. Divenne la residenza
stante 27 miglia da Filadelfia e 36 da de' re di Lidia , e fu presa dai cimmeri
Tiatira Floro la chiamò la 2/ Roma, e
: sotto il regno d'Ardi Gige e i.°
figlio di

sulle medaglie è qualificata metropoli del re di Lidia della stirpe de'Marmandi che
l'Asia. Gli antichi poeti celebrarono mol- occuparono il trono dopo gli Eraclidi il :

tissimo il Pattòlo, che scorrendo colle sue regno d' Ardi, che avea cominciato 680
onde sopra un Ietto di marmo, scavato anni avanti la nostra era, durò 5o anni.
inmezzo al foro di Sardi, volgeva ricche Rimase Sardi in potere de'cimmeri sino
arene miste con grani o pagliette d'oro. al regno di Aliatte II del 619, che cacciò

Gli aridi e circostanti monti che ergono dall'Asia que'popoli; quindi i tirii ed i li

le loro vette superbe verso il cielo, fanno cii conquistarono Sardi, la quale passò in
parte della lunga giogaia del fumosoTmo- potere de'sovrani di Persia^.) nel 548.
lo, i cui fianchi secondo la mitologia e- Nella pianura dinanzi alla città Ciro il

rano un giorno coperti di vigneti, che Bac- Grande anuo vinse nella memo-
in tale
co medesimo piantò colle proprie sue ma- rabile battaglia contro il famoso Creso re
ni divine. Oggi non più pampini sui col- di Lidia. Ribellatosi Istico re di Mileto
li, non più messi nelle pianure, non più contro i persi nel 5o4? Aristagora suo luo-
oro nel Pattòlo divenuto serpeggiante ru- gotenente s'impossessò di Sardi, ma Arta-
scello, non più templi e sontuosi edifizi, ferne ritirato nella cittadella, avendo fat-

non più reggia di possenti re. Gli antichi to incendiar la città, si scagliò sugli io
numi, gli antichi re sono del pari in pol- nii e li costrinse ritornare ai loro vascelli :

vere; la natura è inselvatichita, l'arte è e- in questo incendio perì il tempio di Cibe-


siliata appena alcuni armenti vannocar-
: le. Nel 333 di detta era, dopo la strepi-

pendo qua e là le rare erbe, che spuntano tosa battaglia delGranico,riguardataSar-


penosamente fra tanti marmi mutilati. Vi di come la più forte città de' persi, per
si distinguono ancora gli avanzi delle su •
tradimento si arrese ad Alessandro I il
perbe sue mura,due colonne ionichesoste- Grande. Tutta volta il conquistatore la-
nenti la trabeazione, che sono le reliquie sciò libera Sardi, e le permise governar
del tempio di Cibele,molteruine d'un tea- si colle proprie leggi. Indi se ne impadro-
tro, dello stadio e de' suoi numerosi già nì Seleuco, con tutti tesori di Lisimacoi

splendidi edifizi.Vi fu onorata anche Dia- nel 283. Antioco il Grande V occupò e
na Sardica, cui gli abitanti resero un cullo gli servì di asilo neh go dopo aver perdu-

particolare. Si trovano residui d'un gran-


i to la famosa battaglia di Magnesia; ma
dioso fabbricato, con prodigiosa quantità presto cadde in potere de'romani,e sotto
di pietre enormi e ben tagliate, che fa sos- Tiberio essendo quasi distrutta da un ter-
pettare essere la Gerusia o palazzo di Cre- remoto, l'imperatore donò agli abitanti
so che sardi consagrarono all'assemblee
i per ristabilirla 6 milioni di sesterzi, e con-
e alla quiete de'cittadiui oppressi dal pe- donò i per5 anni,moderandoue pe-
tributi
so degli anni, e perciò detto Gerusia o se- rò privilegi. Adriano pure beneficò Sardi
i

nato e collegio de' vecchi. Nelle campagne e la chiamò Neocori, onde il suo successo-
sivedono circa 60 grandi tu moli o tom- re e figlio adotti vo Antonino fu particolar-
be de're di Lidia, fra'qualisi crede esiste- mente onorato dagli abitanti. Ogui 5 an-
re quello di Aliatte padre di Creso. Que- ni si celebravano in Sardi giuochi Crisan- i

sta ricca e tanto rinomata metropoli igno- temi,, così detti pei fiori dorati della corona
i88 SAR SAR
del vincitore. Sardi produsse parecchi uo- Marc'Aurelio,come notasi alla biografia:
mini i!Iustri,idueDiodori oratori,Eunapio e s. Girolamo ne fece menzione nel Ca-
e Polieno.il suo ten itorioprodusse la pie- talogo de* scrittori ecclesiastici. Artemi-
tra preziosa chiamata Sarda o Sardonica; doro fu al concilio di Nicea nel 325. Or-
l'incenso vi era comune per la copia dei tasioo Ortensio assistè a quello diSeleu-
suoi alberi. Gli abitanti furono industrio- cia: Acacio di Cesarea e Giorgio d'Ales-
sissimi e rinomati per celebri manifattu- sandria, da' quali erasi disgiunto, lo de-
re: avendo i lidii inventato l'arte della la- posero nel concilio di Costantinopoli, col
na,in Sardi si eressero le prime fabbriche. pretesto ch'era stato preposto alla chiesa
Sardi arricchita anche dai romani di ma- di Sardi senza il consenso de' vescovi di
poco a poco andò deca-
gnifici edifìzi, a Lidia. Meonia partigiano di Nestorio sot-
dendo, e finalmente nel 1 402 fu col ferro toscrisse poi la condanna di quell'eresiar-

e col fuoco interamente distrutta dal fe- ca nel concilio d' Efeso. Fiorenzo fu al
roce Tamerlano, in pena di sua resisten- concilio di Costantinopoli nel 44$, quin-
za. I turchi la chiamarono Bosdag o mon- di a quello di Calcedonia. Per gli altri ve-
te del ghiaccio, e poi Sart che rammen- dasi l' Oriens christianus t. i,'p. 860, men-
ta l'antico suo nome, riducendosi l'opu- tre nel t. 3,p. 1067, parla di alcuni ve-
lentissima metropoli ad un villaggio del* scovi latini ch'ebbe Sardi, non conoscen-
la Turchia asiatica nell'Anatolia, sangiac- dosi però che Giacomo e Francesco fran-
cato d'Àidin a 20 leghe da Smirne. cescani. Sardi o Sardia, Sardien, è ora un
Il cristianesimo fin dal suo nascere fu titolo arcivescovile in partibus che con-
abbracciato in Sardi, e fu una delle 7 chie- ferisce la s.Sede, avente addetti o sulfra-
se d'Asia o Angeli citati nell' apocalisse ganei i titoli vescovili pure in partibus di
di s. Giovanni. Quest'apostolo ed evan- Apollonia, Attalia, Gerocesarea, Tripoli,
gelista la convertì a Gesù Cristo , e di- Aureliopoli, Tiatira. Molto tempo portò
venne presto celebre anche ne'fasti eccle- il titolo arcivescovile di Sardi mg.r Vin-
siastici, perla dignità di sua chiesa, e sic- cenzo Coressi vicario patriarcale di Co-
come sussistono gli avanzi d'una grande stantinopoli, morto a' nostri giorni. Nel
chiesa , si suppongono appartenere alla concistoro di Gaeta de' 2 aprile 1849 il

sua illustre metropolitana ch'ebbe a suf- regnante Pio IX trasferì dalla chiesa di
r
fragane^poltre Filadelfia,! seguenti 28 ve- Araiens a questa di Sardi mg. Giovanni
scovati. Tripoli, Tiatira, Setum o Magi- M.' Mioland di Lione,dichiarandolo coa-
dio, Aureliopoli o Pericoma, Gordo, Sa- diutore con futura successione dell'arci-
tala o Sala, Silando, Meona o Opicio, A- vescovo di Tolosa, per la cui morte suc-
quila o Fammi Apollinis,MostenaoHir- cesse a'29 settembre85 r. 1

tacomia, A crasso o Lipara, Apollonia, A t- SARDICA o ULPIA SARDICA. Sede


talia, Bana o Baga, Gerocesarea, Bladia, arci vescovile dell'antica 7///Wtf,in oggi del-
Daldia Hialsa, Stralonica o Calamo, Ca- la Bulgaria, e metropoli della Dacia me-
rasa o Cerasia, altra Salala, Gabula, Era- diterranea,già grande città dellaBassaMe-
clea, Ellene, Standita, Trallis o Troallis, sia presso l'Emo; rifabbricata dall'impe-
Ircani o Miro, Mesotimoto,Ermocapelia. ratore Traiano, fu patria deli'imperato-
11 1 .° vescovo di Sardi fu s. Clemente, di- re Galerio. Dopo l' incursione de'bulga-
scepolo di s. Paolo, di cui l'antico Meno- ri fuchiamata Triaditza.ed turchi che i

logio de' greci famenzione a' 22 aprile. la posseggono denominarono Sofìa dal
W... cui s. Giovanni ebbe ordine di scri- nome della vicina città capitale della Bul-
vere, come si ha da\V apocalisse cap. 3. garia. E' situata sulla Boiana o Bogana
s. Melitone occupava questa sede verso la affluente dell'lsker,a 00 leghe daCostan-
1

metà del 11 secolo, sotto Antonino Pio tinopoli, ma dell'antica città non riman-
SAR SAR 189
gono che alcune rovine, sulle altre sorgen- e abbate mitrato di s. Michele di Gor-
doSofìa. Divenuta sede vescovile ne'primi bojan. Ardente di carità verso il prossi-
tempi dellaChiesa, fu elevata a metropoli mo, la dimostrò nell'amorevole assisten-
nel I V seco!o,quindi nel XIII l'arcivescovo za di cuifulargoancheintempodel cho-
passò a risiedere in Chipprovaz o Chipro- lera a Vienna e altrove: eloquente ora-
vas,città dellaTurchia europea nella Bul- tore, i suoi sermoni furono stampati, per
garia in mezzo a'monti di Prede] sopra un la sublimità di cristiana perfezione che
piccolo fiume che si congiungeall'Ogost e vicampeggia. Morìa Voslau a' 1 4 novem-
si getta nel Danubio,fra Nissa e Sofia. Sar- bre 849 e fu pianto da tutti, come leggo
1

dica chiamata anche Sofia, la


dunque è nella splendida e breve necrologia pub-
qualeèsucceduta all'altra, peraverla l'im- blicata nel n.°i32 del Giornale di Ro-
peratore Giustiniano I fabbricata sulle W01849. Sardica o Sofìa è pure sede di
rovine dell'antica Sardica, ed è capoluo- un arcivescovo greco-scismatico, e lo fu
go del sangiaccato turco del suo nome, ancora d'un arcivescovo latino, secondo
posta in una pianura, presso e al nord del- Comman ville, aggiungendoci^ si preten-
lemontagne Balkan. E' grande, ma stret- deva a suo tempo di aver soggetti 1 5,ooo
tene sono le vie, avendo le case medio- cattolici sparsi nelle montagne del paese.
cremente fabbricate vi abbonda l'acqua, : La giurisdizione dell' antico arcivescovo
ma l'aria ora non è perfetta. Vi sono pa- di Sofiao Sardica si estendeva nella Bul-
recchie moschee, bellissimi bagni pubbli- garia eFallachia(F). Attualmente So-
ci e vastissimi ha ns. Estesissimo il suo com- fia è un vicariato apostolico della Turchia
mercio, sta per gran parte in mano dei europea, cui è unito quello di Filippo-
greci e degli armeni : conta più di 5o,ooo poli ; ed al vicario apostolico p. Giovan-
abitanti, e possiede ne'dintorni due sor- ni Nepomuceno de'liguoristi diVienna,
genti termali. Il i.° vescovo di Sardica è ai quali è affidata la missione, Gregorio
Protogene, che ne occupava la sede ver- XVI neh 841 die per successore il p. An-
so 3 1 6, e fu al concilio di Nicea ne
il : drea Canova da Garesio cappuccino, che
furono successori Bonoso fautore dell'ere- il regnante Pio IX fece vescovo in par-

sia Elvidiana, perciò condannato da Pa- tibus di Croia nel dicembre 1847, e vi fa
pa s. Damaso I; Giuliano partigiano di la sua residenza. Questo vicariato apo-
Nestorio, deposto nel concilio d' Efeso ; stolico estende la sua giurisdizione nella
Zosimo cui scrisse l'imperatore Leone re- Romania, cioè ad oriente fino a Jenissaa-
lativamente alla morte di s. Proterio di ra, a mezzogiorno al sangiaccato di Gal-
Alessandria: quanto agli altri prelati di lipoli, ad occidente a quello di Sofia stessa,
Sardica, fino ad Anastasio che sedeva nel a settentrione ai monti Balkan. Sofia pro-
1721 vedasi l'Or. dir. t. 2,p. 3o2. Sardica, priamente non ha cattolici, ma ne conta
Sardicen ehhe due vescovati suffragane'!,
}
più di 5o,ooo ne' seguenti luoghi della
INisa oNissa,eRemesiana. Divenuta tito- missione e vicariato apostolico. Filippo-
lo arci vescovile inpartibus, gli ha conser- poli, parrocchia,cappel la e ospizio,che po-
vati eziandio con titolo i/i partibus. Con- polata di 3o,ooo abitanti, ha 1200 cat-
ferendo la s. Sede tali titoli, per ultimo tolici viventi in un rione separato dai tur-
insignì di quello arcivescovile di Sardi- chi. Balascia, abitata da tutti cattolici che
r
camg. Alessandro Hohenlohe-Walden- ascendono a più di 5oo. Calascia, egual-
bourgh Schillingsfurst, di nobilissima e mente tutta cattolica, con una popolazio-
principesca prosapia, assai dotto e pio,u- ne di circa 1 1 5o. Selgidovo con cappella,
mile e amante del ritiro; gran prevosto, abitato da turchi, da scismatici, e da qua-
canonico del capitolo, vicario generale del si 5oo Dovanlia, con circa 400
cattolici.

vescovato di Gran Varadino in Ungheria, cattolici. Ambaslia con cappella e quasi


190 JSAR S A U
5oo cattolici, ed altrettanti si può eli 1 e Massimino vescovo di Treveri, e il gran-
che ne ha Dauschow. I cattolici coltiva- de Osio vescovo di Cordova aveano re-
no e osservano meglio di quelli de'vicini centemente pregato questo buon princi-
vicariati i doveri di religione: divoli al- pe di scrivere a Costanzo suo fratello, af-
la s. Sede, amano il digiuno, l'onestà, la fine di convocare di concerto un concilio
divozione alla 13. Vergine. Dopo le sagre generale dell'oriente e dell'occidente, in
funzioni, hanno il pio costume di bacia- cui venissero fondatamente discusseegiu-
re la croce. Gli addetti alle arti e al com- dicate finalmente senza appellazione le
mercio per lo più sono di rito armeno, accuse dei prelati scacciati dalle loro se-
e questi sono soggetti al superiore terri- di. Questo progetto cagionava terribili in-
toriale. A' missionari della Bulgaria, per quietudini ai vescovi ariani; ma il loro
mancanza di medici, se sono periti nel- protettore Costanzo era stimolato in ma-
l'arte, la congregazione di propaganda fi- niera, che non avea coraggio di ricusa-
de accorda l'esercizio della chirurgia e re. Fu reciprocamente convenuto di te-

medicina, purché l'esercitino senza emo- nere il concilio in Sardica nell'Illiria, sui
lumento, e senza incisione o adustione. confini de'due imperi, affinchè i vescovi
Nel i836 vi fu introdotta 1' uniformità de'l' uno e dell'altro vi si potessero tra-
del Calendario Gregoriano, mentre pri- sferire comodamente, e non allegare al-
ma alcuni si servivano del Giuliano, altri cun pretesto di rifiuto. Il Papa avendo
del riformato I bulgari cattolici ordina- così procurato la convocazione del conci-
riamente sono servi de' turchi, che sono lio, stabilì di più di concerto cogl'impe-
ingiusti sopra le loro fatiche.Chi indot- ratoriillempo della celebrazione nel347.
to dalla necessitàprende dal turco dena- Sebbene il tempo fosse assai breve, per-
ro ad imprestilo, deve obbligarsi di ser- chè temevasi qualche cambiamento per
virlo due, tre o quattro anni, secondo la parte delle potenze, almeno di quella
somma che riceve. Quest' infelice porta ch'era male intenzionata, non lasciarono
seco la sua famiglia, alla quale poi riesce però di concorrervi i vescovi di più che
difficilecomunicare col missionario, se 35 provincie, eziandio delle più rimote;
questi spesso là non si porta a confortarli tultavolta s'ignora il numero preciso di
cogli aiuti della religione. Tutti i missiona- questi padri, esagerato da alcuni autori,
ri hanno casa ne'suddetti luoghi essi : vi- e troppo da altri diminuito. La più ve-
vono delle obblazioni de'fedeli, delle pi- rosimile opinione li fa accostare ai 200,
gioni delle case ove risiedono, e di quan- senza numerar furono spedi-
quelli a cui
to ricevono dal vicario apostolico, il qua- te copie del concilio, e che insieme con
le ha alcune possessioni. Vi si parla un quelli che pronunziarono, si sottoscrisse-
dialetto, che si avvicinaalloslavo-illirico. ro in numero di più che 3oo. Fra' vesco-
Celebre è il concilio tenuto in Sardi- vi presenti meritano particolar menzione

ca per ordine degl'imperatori Costante I prima di tutti Osio, chiamalo fin d'al-
e Costanzo, a'22 maggio del 344 ° 347 lora il padre de'concilii,Protogene della
per pacificare la Chiesa e far cessare le stessa città di Sardica, Vincenzo di Ca-
querele suscitate dagli eiel'icid ria ni (F .), pua, Verissimo di Lione, s. Massimino di
dopo che s. Atanasio patriarca d' Ales- Treveri, Eufratas di Colonia, Grato di
sandria e primario difensore del ealtoli- Cartagine, Protasio di Milano, Severo
cismo, recatosi in Milano dell'i operatore di Ravenna, Lucilio di Verona, Genna-
Costante ì, colla narrazione dello stato ro di Benevento, tutti venerabili per età,
deplorabile della religione in Egitto e iu esperienza, dottrina e virtù. Il Papa s.

tutto l'imperio d'oriente, terminò d'in- Giulio I, non potendo senza pericolo al-
fiammare il suo zelo. Papa s. Giulio I,s. lontanarsi da Roma, centro degli affari ec-
SAR SAR i
9 f

clesiastici, spedi i suoi legati Archidamo eusebiaua imputava agli altri i propri ec-
eFilosieno preti, e il diacono Leone. Dal- cessi; mostravano alcuni i colpi di spada
r
la patte degli Eusebìani (I .) eretici di- e altre ferite,ancora grondanti di sangue,
fensori d'Ario, i principali di circa 80 dei che aveano ricevuto. Non solamente par- i

loro vescovi furono Teodoro d'Eraclea, ticolari ma le intere chiese si lagnavano

Menofante d'Efeso, Narciso diNeroniade degli ultimi oltraggi fatti al santuario, ai


nella Cilicia, Stefano d'Antiochia, Gior- chierici e alle vergini, per non a ver voluto
gio di Laodicea, Acacio di Cesarea del- comunicare co' seguaci dell'empio Ario.
ia Palestina, Ursacio e Valente della Pan- Due vescovi dell'Arabia, Asterio e Maca-
nonia, e il famoso Ischi ras che il suo par- rio, i quali erano arrivati fino a Sardica in
tito avea innalzato all'episcopato, in pre- compagnia degli eusebiani, sottraendosi
mio de'suoi intrighi contro s. Atanasio. dalle loro violenze gli a veanoabbandonati
Siccome gli eretici conoscevano molto be- per unirsi agli ortodossi, e svelarono le o-
ne la debolezza della loro causa, così in diose trame di que* perfidi settari. Tante
mancanza di buone ragioni seco condus- inaspettate rimostranze cagionarono a co-
sero due uflìziali decorati della dignità di storo le più crudeli inquietudini : si ten-
conti, affinchè dominassero come avea no nero chiusi nel palazzo che alloggiavano,
fatto al conciliabolo di Tiro. Ma trova- e determinarono fra di loro di non en-
rono un'assemblea affatto diversa, inte- trare nell'assemblea generale, d'impedir
ramente ecclesiastica, ed incapace di la- a tutti gli orientali di comparirvi, e di ri-

sciarsi atterrire da persone armate e dal- tirarsi col pretesto che pel primo si pre-
l' imponente apparecchio della forza se- senterebbe loro. Amavano piuttosto di
colare. Per l'altra parte l'imperatore Co- dovere arrossire di loro fuga, che aspet-
stante I avea proibito nella più forte ma- tare una condanna che vedevano inevi-
niera ad ogni laico di entrare in concilio, tabile : essi compresero subito che il con-
o di vincolare in verun modo la libertà cilio sarebbe puramente un giudizio ec-
de' voti. Atanasio, ch'essi pensavano che clesiastico,dove nou ci entrerebbero né
non avrebbe neppur coraggio di presen- soldati,né conti; si avvidero quindi che
tarsi, compariva con tutta la sicurezza del- non potrebbero sostenere né la loro dot-
l'innocenza riconosciuta, e sembrava che trina, né la loro condotta in un'assem-
sfidasse i suoi superbi nemici, aggravati blea dove si temeva Dio assai più di Co-
a vicenda da accusatori deputali di mol- stanzo. Essendo in dolo, già aveano ri-
te chiese, venuti al concilio ad esporre i cusato recarsi in Roma, benché chiamati
mali che aveano sofferti ; erano inoltre
vi dal Papa. L'onore essendo ad essi poco a
una gran quantità di persone venute pa- cuore, e il loro stato, che ad essi impor-
rimenti a rappresentare i loro lamenti pei tava infinitamentedipiù, restando in si-

loro parenti e amici, esiliati o tolti di vita curo sotto la protezione di Costanzo, il
dagli eusebiani; tutti questi non voleva- quale non avrebbe giammai sofferto che
no essere intesi che colla prova e l'evi- fossero realmente privati delle loro sedi;
denza alla mano. Molti ecclesiastici oltrag- invano fu rappresentato agli eusebiani
giati con violenza, rammentavano le ca- ch'era d'uopo o non venire al luogo del
tene di cui erano stati caricati; si espo concilio, o comparire alle sue sessioni; che
11 èva fra le altre particolarità le oppres- loro importava di essere confrontati co-
sioni del vescovo Teodulo che peri nella gli avversari, contro a'quali si vantava-
fuga; altri si querelarono delle
che lettere no di avere sì buono in mano; che dopo
erano state supposte, come Teognidi che questo giudizio contradditorio, questi
ne avea scritte per irritare gì' imperato- non avrebbero più a recare il pretesto di
ri contro s. Atanasio, poiché la perfidia essere stati condannati senza venire iute-
irp SAR SAR
si, e die sentenze cotanto solennemente seguitato. Furono sul momento spedite
confermate resterebbero per sempre ir- lettere sinodali, per notificare alle chie-
revocabili. Ma la voce della loro coscien- se dell'Egitto e della Libia, e specialmen-
za gridavaad essi molto più alto, che non te a quelle d'Alessandria, In giustificazio-
uscirebbero giammai con vantaggio ad ne del santo patriarca, e i voti di tutta
un'assemblea canonica. Risposero sulle la Chiesa,affinchè egli fosse ricevuto con-
prime gli eusebiani, che non potevano forme si meritava. Il concilio avendo di
prender parte in un concilio, il quale co- poi esaminato le querele portate contro
municava con Atanasio, con Marcello di gli eusebiani, le trovò sì bene fondate e

Ancira, e cogli altri vescovi già condan- così potenti, che privò 8 de'principali lo-?

nati; rigettando la risposta del concilio ro vescovi non solo dell'episcopato, ma e-?

su queste osservazioni, che non si poteva- ziandio della comunione de'fedeli. Ognu-
no trattare come rei de' vescovi dichiara- no era rimasto così convintola non poter
ti innocenti da un giudizio autentico che più dubitare del disegno eh' essi aveano
il concilio di Roma avea reso a loro fa- di far trionfare l'arianesimo, comunican-
vore, e dalla testimonianza che 80 vescovi do cogli ariani condannati dal concilio di
dell'Egitto aveano reso alla loro innocen- Nicea; non meno che delle perpetue loro
za, anche colla lettera scritta a s. Giulio violenze e imposture contro chiunque ri-
l. Ma sostituendo ad un tratto i raggiri cusava di entrare a parte della loro ere-
della politica a quelli dell'ipocrisia, fin- tica comunione. Ecco in qual forma Gre-
sero gli eusebiani che il loro imperatore gorio odioso cappadocech'erasi impadro-
li chiamasse per la celebrazione d' un nito della sede patriarcale d'Alessandria
trionfo sui persiani. Il concilio senza ar- con una crudeltà eguale all'empietà, ven-
restarsi a questa frivola scusa, rispose che ne deposto ed escluso per sempre dall'e-
dovessero venire a difendersi dalle accu- piscopato, e tutte le persone da lui ordi-
se intentate contro di loro, o che si aspet- nate, private delle funzioni di loro ordine.
tassero pure di essere giudicati a rigore, Dopo la causa di s. Atanasio, il concilio
e di vedere assolti quelli ch'essi persegui- esaminò quella Marullo vescovo d' An-
di
tavano. Una tale denunzia non cambiò cira, e quella di Asclepio vescovo di Ga-
cosa alcuna nelle loro misure ;da presi za, deposti anch'essi dagli eusebiani. Fu-
spavento partirono di notte tempo con rono ristabiliti nelle loro chiese, dalle qua-
somma fretta, e si ritirarono a Filippo- li si discacciarono Basilio e Quinziano e-
poli (F.) nella Tracia, città dell' impe- letti dagli eretici. Papa s. Giulio I avea
ro d'oriente, assai vicina a Costantino- ambedue, come s. Atanasio, già ricevuti
poli, e dove ebbero la chimerica preten- alla sua comunione, perchè primi non i

sionedi formare essi medesimi e soli il con- erano perseguitati dai loro nemici, che pel
cilio ecumenico, e in vece celebrarono loro allontanamento dall' arianesimo. Il
un iniquo conciliabolo. Non era necessa- concilio scrisse ai due imperatori, per sup-
rio per s. Atanasio alcun'altra giustifica- plicarli a mettere in libertà que'che ge-
zione; ma egli dimostrò sì chiaramente mevano ancora sotto l'oppressione della
la sua innocenza, con la indegnità de'mez- prepotenza e della calunnia ; di fare in
zi impiegati contro la sua persona e con- guisa che le chiese non fossero più infet-
tro suo clero, che padri del concilio
il i te dal contagio degli ariani; scrisse altresì
non poterono ritenere le loro lagrime, e una lettera circolare a tutti i vescovi del-
si fecero una premura di consolarlo colle la Chiesa, pregando i padri di unirsi ad
testimonianze del più tenero affetto, con- essi, e di sottoscrivere alla loro dottrina.
ici numdolo nella comunione dellaChie- Eglino vi chiamarono la eresia ariana,
sn, siccome innocente ingiustamente pcr- l'eresia d'Eusebio;(lichiararono che imor-
SAR SAR Kj3
ti per ìa persecuzione degli eusebiani,a- demaeslre,arl informarsi,quando vedran-
veano acquistato la gloria del martirio. no passare un altro vescovo, qual sia il
Alcuni membri del concilio proposero di- termine e il motivo del suo viaggio. Co?
poi che venisse composta una nuova for- loro i quali avranno qualche domanda
inola di credenza, ma venne immediata-* o preghiera da fare all'imperatore a fa-
mente rigettata tal proposizione, come in- vore de'poveri e miseri della loro chiesa,
giuriosa alla confessione di Nicea ( F.) che debbono contentarsi di mandare un dia-
essa dava per difettosa, e come autoriz- cono; questo si porterà dal metropolita-
zante la pericolosa smania di ritoccare i no della provincia per manifestargli il mo-
simboli antichi. Non fu però così della di- tivo del viaggio, e domanderà a lui let-
sciplina ecclesiastica, la quale si cambia tere di preghiera e raccomandazione. Ven-
secondo i tempi, e di cui furono formati ne altresì regolata la maniera generale
2 canoni. Osio che fu l'anima di questo
i di procedere contro i vescovi, ed ecco i

famigerato concilio, e che proponeva le termini di questo canone, il più famoso


materie, fece sentire quanto sarebbe dan- di Sardica. » Se un vescovo condannato
noso introdurre il costume di cambiar di nella sua provincia si crede mal giudicato,

vescovato, giacche era manifesta la ragio- coioro i quali avranno esaminato l'affa-
ne interessata di queste traslazioni, in re scriveranno al vescovo di Roma, per
quanto che quegl' incostanti pastori non onorare la memoria del B. Pietro suo pre-
abbandonavano mai una gran sede per decessore'; e se il Pontefice stima neces-
una meno ragguardevole; facendoessi ve- sario di rinnovare il giudizio, questo ver-
dere che conseguenza delle traslazioni
la rà ripigliato, ed egli stesso darà de' giu-
era l'avarizia o l'ambizione, non doven- dici sulla faccia de'luoghi; ma se eglinon
dosi badare alla scusa ch'essi furono in- troverà cosa degna di riforma nella ema-
vitati dai fedeli della seconda chiesa. Que- nata sentenza, questa resterà con ciò con-
st'abuso sembrò così scandaloso ai padri fermata, e la causa sarà finita ". Venne
di Sardica, che ordinarono contro quelli soggiunto, che il Papa potrà commette-
che se ne rendevano colpevoli in avveni- re il giudizio di queste appellazioni a' ve-
re, la privazione della comunione, anche scovi della provincia vicina, e spedirà an-
in morte : circostanza cui fa d'uopo in- che un prete colla qualità di suo legato,
tendere o della riconciliazione solenne, o come sembrerà più conveniente alla sua
del caso in cui l'infermo ostinato si ren- saviezza. Era questo non già un attribui-
desse indegno di riconciliazione. Senza di re alla Sede una nuova giurisdizione,
s.

ciò non potrebbe seco stesso accordarsi ma un regolarne l'uso pel buon or-
bensì
questo saggio concilio, il quale spiega o dine della gerarchia. Se non vi resta che
mitiga ciò che gli era sembrato eccessi- un sol vescovo in una provincia, e que-
vamente rigoroso in alcuni particolari re- sto per negligenza trascura ordinarne, i

golamenti, riguardo all'apparente abban- vescovi della provincia vicina devono in-
dono di certi peccatori negli ultimi loro vitarlo a provvedervi, altrimenti essi ne
momenti. Non si usò quasi minor seve- ordineranno uno senza il suo consenso.
rità riguardo alla residenza. Questo con» Altri canoni rimarchevoli e approvati so-
cilio proibì assolutamente sotto pena di no. Neil 6.° si rinnovò la legge che proi-

deposizione tutti i viaggi de'vescovi alla biscead un vescovo l'accordare la comu-


corte, qualora non fosse intervenuto o un nione al prete, diacono o chierico scomu-
ordine espresso dell'imperatore, o un'evi- nicato e condannato dal suo vescovo, e
dente necessità. Affine di procurar l'ese- ciò per conservar la pace e la concordia.
cuzione di questa legge, restano autoriz- Bensì il 1 7 ordinò, che per impedire l'op-
zati i vescovi de'luoghi situati nelle stra- pressione de'vescovi collerici o focosi, e
'<j4 SA R 3 A B
perchè V innocente non sia vittima, un le di fede, condannando s. Atanasio, aven-
diacono o un prete da loro condannali do Osio la debolezza di sottoscrivere il 1
.",

potranno ricorrere al giudizio de'vesco- ma poi protestò della violenza che gli era
\i della provincia.il 1 8.°prescrisseche nes- stata fatta e anatematizzò l'arianesimo.
sun vescovo non solleciterà i chierici di L'epoca de'concilii di Sardica e di Sirmio
un altro vescovo per ordinarli nella sua fu nel secolo passato l'oggetto d'un'eru-
diocesi, e ciò a motivo delle discordie che dita controversia fra'dottissimi pp. Ma-
potranno insorgere per cui il i g.° dichia-
: machi e Mansi (^.). Quest'ultimo avea
rò nulla tale ordinazione, e che il vesco- stampato la dissertazione che citai nella
vo sarà punito. Col canone 20. ° si pre- sua biografia, nella quale coli' autorità
scrisse la residenza anche ai preti e dia- di anonimo ma antico scrittore pubbli-
coni nella propria diocesi, secondo il re- cato da un vetustissimo codice di Vero-
golamento fatto pei vescovi. Il 2 1.° deter- na dal march. Maffei (P.) nel t. 3 delle
minò, che il vescovo espulso dalla dioce- Osscrvaz. letterarie, e ristampato da lui
si per la difesa della disciplina ecclesia- negli Opuscoli ecclesiastici, dimostrava
stica, della fede o della verità, possa di- che il concilio di Sardica dovea porsi nel
morare nella diocesi d'un altro vescovo 344 o sul principio del 345. Contro que-
finche sia ristabilito nella sua. Dopo que- sta dissertazione il p. Mamachi subito die
J
st'ultimo canone, tutti i padri del conci- nel Giornale de letterati di Roma del
lio esclamarono La Chiesa : cattolica spar- 1747 due articoli, a' quali rispose il p.
sa in tutta la terra osserverà ciò che vie- Mansi stampando in Lucca nel 1747 V A~
ne ordinato. Tale fu il vero concilio di pologia ad ci. virimi Ephemerìdum eru-
Sardica, non il conciliabolo di Filippo- dita rum, quaeRomae vulgantur, aneto-
poli, che gli eusebiani ebbero l'impuden- rem anonimum, Jo. D. Mansi prò Dis-
za di chiamare concilio di Sardica, e fa - sert. sua: De epochis conciliorum Sardi-

talmente trovò alcuni creduli e inganna- censisetSyrmiensium, Lume edita 1


r
]^ ].
T

ti dai fraudolenti eusebiani : la confessio- A questa apologia replicò il p.Mamachi


ne di Filippopoli, scritta furbescamente con 4 eruditissime lettere : De ratione
in senso ortodosso, tranne l'ommissione temporum Athanasiorum, deque aliquot
delterminedi consustanziale, si trova nei Synodis ir saeculo celebratis Epistola e
frammenti di s. Ilario di Poitiers, sotto IP) Romaei748. Vi rispose ancora il p.
il nome di Simbolo di Sardica. L'auto- Mansi per la 1* volta : ... Pro sua de an-
rità de' canoni del vero concilio di Sar- no habiti Sardicensis concilii sententia
dica è riguardata come grandissima, per- ad V. ci. f. T. M. Mani a chiù rn asser-
chè furonoadottati in appresso tanto dalla tio altera, Lucae 1749- Ma non tacque

chiesa latina, chedalla chiesa greca. Quan- il p. Mamachi, e con questo opuscolo in-

tunque il concilio che gli ha fatti non sia serì nel suddetto Giornale del 748 due 1

stato annoverato tra gli ecumenici, esso Lettere indirizzate all'ab. A. Bandini, le

fu convocato per rappresentare tutta la quali furono poi inserite dal p. Zaccaria
Chiesa, secondo l'intenzione del Papa e nella sua raccolta di Dissert. di storia ec-
degl' imperatori. Dice Tillemont, che a clesiastica, 1. 1 o, dissert. ix e x. Se a fa vo-

questo concilio non si die il uomedi gene- re delp. Mansi in questa controversia sta-
rale, perchè riguardato come conseguen- vano i celebri Malfeie Muratori (V.) coi
za, appendice e compendio del i.°di Ni- valenti giornalisti d'Amsterdam t. r,p. f

cea,e perchè non vi si fecero nuove for- 363, al p. Mamachi che sosteneva la cele-
inole di fede.Furono dipoi celebrati con- i brazione del concilio di Sardica nel 3.^7
ciliaboli di Sirmio e di Rimini^.), ove non mancava erudizione e forza per far
gli ariani con dolo fecero nuove formo fronte a letterati cotanto rinomati. Vedasi
SAR SAR 95 i

il p. Sarleschi, De scriptoribus congr.Ma- fragnneo del vescovo di Culma. Manca-


tris Dei, ar.55, De J. D. Mansio p. 354- lo a* vivi, il regnante Pio IX nel conci-
Inoltre abbiamo gli atti del concilio diSar- storo de' 17 febbraioi85i lo conferì a
dica nel Labbé t. 2, Arduino t.r, Regia t.3, mg. r Francesco Zenner di Vienna d'Au-
e nell'ab. Giovanni Marchetti, Del conci' stria già esaminatore di quell'università,
lio dì Sardica J storia i Roma 1 783. canonico e prelato di quella chiesa, lo-
SAREPTA,SARETTAoSARIJ HAT. dato autore deW'Instrucùo practica con»
SedevescoviledellaFenicia marittima nel- fessarii, dichiarandolo ausiliare dell'at-
la Palestina, situata fra Tiro e Sidone, tuale arcivescovo di Vienna.
eretta nel secolo XII sotto l'arcivescova- SARESTCDIO oSARESCUDERIO
to di Tiro, a! diredi Commanville. La Pastore, Cardinale. Nacque in A Iberna
città fu illustre e celebre per l' antichità co di Provenza, o in Serrate diocesi di
e per 1' origine ; giaceva in largo piano Viviers, e fin da giovane professò la re-
prossima al mare di Siria, munita di mu- gola francescana, dove si avanzò talmen-
ri e di ripari, memorabile pel soggiorno te negli studi, fino a divenir professore di
che vi fece il profeta Elia in casa di quella teologia nell'università di Parigi. Pel suo
povera vedova, cui in ricompensa, oltre merito eccellente e straordinario fu elet-
l'aumento delle sostanze, per virtù divi- to provinciale del suo ordine, quindi nel
na risuscitò l'unico figlio morto. La pie- i337 da Benedetto XII fu fatto vescovo
tà de* fedeli in seguito eresse un tempio d'Assisi, colla commissione di condur se-
sontuoso fuori della porta australe al prò co 20 monache di età provetta, tolte da
feta Elia. Sarepta nel VII secolo nella un monastero di Provenza, per trasferir-
tremenda irruzione de' saraceni fu ade- le a Napoli ad istanza della regina San-
guata al suolo furono celebrati suoi squi-
; i cia, nel monastero del Corpo di Cristo, a
Terzi nella Siria sacra p. 77, di-
siti vini. fine d'istruire e dirigere nelle regole pro-
ce che Sarepta fu decorata sino dalla na- prie del loro istituto le più giovani. Nel
scente chiesa della cattedra vescovile; ma 1 338 fu elevato ad arcivescovo d' Am-
il p. Le Quien, Oriens chr. t. 3, p. 1 33g, brun, quando il Papa Io chiamò in Fran-
registra soltanto i seguenti vescovi latini, cia per servirsi di lui per trattare gravi
in epoca assai più tarda. Radolfo che di- affari.Neil 347 ^u ^ a Clemente VI spe-
ventò patriarca di Gerusalemme nel prin- dito legato apostolico col vescovodi Char-
cipio del secolo XI li; Bartolomeo diDor- les a Filippo VI re di Francia, per sup-
bato agostiniano morto nel i3go; Ven- plicarlo di restituire la libertà a que'car-
ceslao, Nicola di Besminz francescano del dinali che teneva sotto custodia, quan-
1 3g4- Ebbe Sarepta anche de' vescovi ma- tunque Baluzio nelle note alle Vite dei
roniti, come Gabriele Aldoense che nel Papi d'Avignone t. r, p. 892, con buone
1
699 sedeva nel monastero di s. Sergio di ragioni dimostri che isoli famigliari dei
Edena. Sarepta, Sareplen, è ora un tito- cardinali e non già le loro persone era-
lo vescovile inpartibus, sotto l'arcivesco- no ritenuti dal monarca; non che a ri*
vo pure mi parlibus di Tiro, e che si con- vocare alcune leggi contrarie alla immu-
Papa. Leone XII nel 1825 Io
ferisce dal nità ecclesiastica, quindi colTinterposizia-
die a Enrico Milz di Treveri pro-vicario ne della regina Giovanna, dopo lungo pa-
d'Aquisgrana, e suffraganeo del vescovo zientare, ottenne quanto chiedeva. Intjr
di Treveri. Per sua morte Gregorio XVI mò poi guerra implacabile agii eretici val-
nel 1 836 lo conferìa Giovanni de Ku- desi, i quali con l'aiuto del delfino Um-
lowski di Wentsie diocesi di Culma, ca- berto gli riuscì di cacciare dai confini di
nonico consultore concistoriale e parroco sua diocesi. Clemente VI in premio delle
di tal città, eziandio deputandolo a suf- sue fatiche e zelo, a' 1 7 1 8 dicembre 3 5q 1
196 SAR SAR
lo creò cardinale prete de'ss. Marcellino tolo del ss. Salvatore, ed in seguito di s.

e Pietro, ed i Sammarlani dicono che poi Sacerdote (P.) di Bordeaux e vescovo


passò al titolo de'ss. Silvestro e Martino. di Limoges, volgarmente detto in Fran-
Commentò parecchi libri di scrittori sì cia s. Sardos, che essendo morto nel mo-
sagri che profani, e scrisse una storia ec- nastero il corpo si venera nella cattedra-
clesiastica de' fatti più rimarchevoli del le di Sarlat. La città sostenne parecchi
suo tempo. Morì in Avignone nel i356 assedi durante le guerre di religione; in-
e non prima, restando nella chiesa del suo darno tentò il visconte di Turenna di as-
ordine onorevolmente sepolto. soggettarla al re di Navarra dopo la bat-
SARIFEA. Sede vescovile della Pale- taglia di Coutras. L'esercito de' principi
a
stina i. sotto la metropoli di Cesarea, la prese nel i65i. L'abbazia in principio
eretta nel VI secolo, situata ne' contorni del secolo X abbracciò la riforma di Clu-
di Gaza e Ascalon, e poi rovinata. Ste- gny,ePapa Giovanni XXII nel 3 7 la e- 1 1

fnno suo vescovo del 536 sottoscrisse al resse in sede vescovile, dismembrandola
decretocontro Antimo, nel conciliodi Ge- dal vescovo di Perigueux e facendola suf-
rusalemme. Oriens christ. t. 3, p. 63o. fraganeadella metropolitana diBordeaux.
SA RKl. Sede vescovile nella diocesi di 11 capitolo restò regolare sotto la regola
JVloscovia, eretta poi in arcivescovato, e di s. Benedetto sino al 1 559, nel qual an-
unita con Pondoski e Rrontiski. Si cono- no Paolo IV lo secolarizzò. Consisteva in
scono 3 vescovi : cioè, Stefano che i mo- 6 dignitari e altri 11 canonici. Il i.° ve-
scoviti onorano per santo e di cui cele- Raimondo de Roca o
scovo di Sarlat fu
brano la festa a' i5 dicembre; Metodio Rocequorne d'Agen, monaco della Chai-
che scrisse sull'origine de'tartari; N. che se Dieu,poi abbate diGalliar, eletto nel
assistè all'incoronazione di Demetrio gran 1 3 8 da Giovanni XXII, indi nel
1 i 3^4
duca di Russia nel 1478. Oriens chr. 1. 1, lo trasferì a Pons, sostituendogli Ber-
s.

p. i3i8, trando Berengario. Gli successero 2 7 ve- i

SARLAT, Sarlalum. Città vescovile scovi registralida Chetiti, sino a Lodo-


di Francia in Guascogna nel basso Pe- vico de Salignac nominato nel 161 6, nel-
rigueux, dipartimento della Dordogna ,
YHist. Episcoporum Galli ae p. 4^2. La
capoluogodicircondarioedicantone,cir- Gallia Christiana nel t. 2, proseguì la se-
ca 1 2 leghe da Perigueux in fondo ad una rie sino a Paolo di Caulne, consigliere al
valle rinserrata tra colline aspre e diru- parlamento di Grenoble, nominato nel
pate, ed innaffiata dal Sarlat piccolo af- 170 etraslatoaGrenoblenel 1721. Nel-
1

fluente a destra della Dordogna. Vi so- le Notizie di Roma sono registrati due i

a
no il tribunale di 1 . istanza e di commer» ultimi vescovi, Enrico Giacomo di Mont-
ciò, conservazione delle ipoteche e dire- squion Poylebon di Miranda diocesi di
zione delle contribuzioni indirette. An- Auch, preconizzato nel 1747 da Benedet-
guste sono le vie, le case antiche, poco sa» to XIV; e Giuseppe Anna Luca de Pon-
1 ubre è il soggiorno. Possiede l'antica cat- te d'Albaret, della diocesi di Perpignano,
tedrale e altre chiese, comuna- il collegio eletto da Pio VI
5 dicembre 1777 e
a' 1

le,l'ospedaIe, e 5 cartiere, facendo un com- consagrato neh 778. Pio VII nel 180 pel 1

mercio ragguardevole d'olio di noce e di concordato di Francia, soppresse questa


bestiame, e tiene due fiere annue. Fu pa- sede e la Perigueux (Z7 Il ve-
riunì a ".).

tria d'alcuni illustri, come di Baudot sto* scovo era signore tempora le di Sarla t, go -
rico,di Stefano Ietterato,dela Boèlie, e di deva 12,000 liredi rendita, e pagava 742
Fénélon. Sarlat deve la sua origine ad un fiorini per tassa di bolle. Nella città eranvi
famoso monastero di benedettini fonda» 4 comunità religiose, contenendo la dio-
to da Pipino o Carlo Magno, sotto il ti» cesi roo parrocchie e molte chiese sussi-
SAR SAR 197
diarie divise in 3 arcidiaconalh L'istoria esaltando ì suoi talenti e le universali sue
de' vescovi di Sarlat, la scrisse Giovanni cognizioni massime nelle materie eccle-
Tarde canonico teologo della cattedrale. siastiche.Durante il suo soggiorno in Ro-
SAKMIENTO Pietro, Cardinale. Dei ma si guadagnò la stima de'pi incipali car-
conti di Salinas spaguuolo, cappellano re- dinali, quali nel 1692 gli ottennero da
i

gio e limosiniei e di Carlo V, fu promosso IunocenzoXII il vescovato diBisceglia.Di-


prima al vescovato di Tuy nella Galizia, vise poscia il suo tempo tra la zelante am-
e poi a quello di Pace in America} inve- ministrazione di sua diocesi , e l'indefessa
ce ilRichard lo dice canonico di Tuy e
p. coltura delle lettere, per cui ci diede diver-
vescovo di Badajox. In appresso fu Ira- se opere eruditissime, di cui mi sono gio-
slato a Palencia, indiad arcivescovo di vato non poco. Compianto da tutti per
Compostella. Ad
Margherita
istanza di le sue virtù pastorali e domestiche, come
d'Austria e del nipote imperatore Carlo pel vasto sapere, morì nel 172^ e Giaco-
V, a'18 otlohre i538 Paolo 111 Io creò mo Gimma suo collega nell'accademia
cardinale prete de'ss.XII Apostoli, dichia- degli Spensierati di Rossano ne recitò
randolo pure amministratore d'Anagni, che fu stampato neli.°vol. della
l'elogio
ma per breve tempo. Prima del cardina- Raccolta di quella società letteraria. Ol-
lato avea viaggiato per l'Italia e Germa- tre diverse edizioni, corrette e aumenta-
nia con Carlo V, fu presente in Bologna te,de\\e AntichitàdiPozzuolo,d\ Fe« rante
allasua coronazione, e poi l'accompagnò Loffredo, della Storia di Napoli del Sum-
all'espugnazione di Tunisi. Da cardinale moute, ec. abbiamo di questo benemeri-
l'imperatore l'inviò in Italia, e morì poco to ed esemplare prelato le traduzioni di
dopo in Roma nel 54o, e non in Lucca 1 varie opere di grammatica, di letteratu-
ne più laidi come pretesero altri. Tra- ra e storia, che il p. Niceron registrò in
sportato il cadavere nellaSpagna, per ope- n.° di 33. Le principali sue opere sono:
ra di Giovanni Sarmiento presidente di i.°Parafrasi elegiaca de 7 Salmi peni-
Granata e dell'Indie, fu deposto in ma- tenziali j Napoli 1672. 2. Donato distrut-
gnifico avello, nella chiesa abbaziale del to, rinnovato, ivi 1675. 3.° Specchio del
Ben vi vere. clero secolare, ovvero vite de' ss. Chieri-
SARNELLI Pompeo. Nacque a' 1 6gen- ci secolari, ivi 1 678. 4-° Il clero secola-
naioi649 a Polignano nel regno di Na- re nclsuo splendore 3 ovvero della vita co-
poli. Destinato dai genitori alla vita ec- mune del clero, Roma 1688. 4° Bestia-
clesiastica, fu mandato in Napoli per con- rum schola ad hotnines erudiendos, ab
tinuarvi gli studi. Sino da'più teneri an- ipsa rerum natura provide insultila, Ce-
ni diede saggio d'ingegno e di vivissimo senae 1680. 5.° Cronologia de' vescovi e
amore per la letteratura e per ogni ge- arcivescoviSipontinijMafih'edoiùa 1 680.
nere di erudizione; trasporto che non ral- 6.° Guida de'forestieri nella città di Na-
lentò punto 1' applicazione alla teologia poli, ivi i685. 7. Lettere ecclesiastiche,
e alla giurisprudenza. Il cardinal Orsini divise imo tomi, i vi 1 686, Venezia 1 7 1
6,
vescovo di Cesena, indi arcivescovo di Be- 1740. 8.° Memorie dell'insigne collegio
nevento e poi Benedetto XIII, invaghito dello Spirito santo della città di Bene-
di sua bell'indole e pei versi fatti in
onore vento, ivi 1688. 9. Memorie cronologi-
di s. Anna, si dichiarò suo protettore, gli che de vescovi e arcivescovi della s. Chie-
1
procurò de'benefizi, e poscia nominò vi- sa di Benevento, colla serie de duchi e
cario generale. Si distinse pure nella fa- principi longobardi della stessa città, e
condia del pergamo, ondeiconlemporanei memoriedellaprovinciaBenevenlanaJSa-
lo celebrarono non meno dotto predica- poli 691 io." Memorie de vescovi del-
1 .

tore, che profondo erudito, e facile poeta, la città di BiscegliaftapoM 1 693. La Ba-
i<i3 SAR S A R
silografia, ec. Altro catalogo delle sue o- acque. Nel centro della città vi sono sor-
pere si legge in fine dtWIst. delle Perruc- genti solforose, ed una ferruginosa che
the, stampata in Benevento nel 1722, e vengono frequentale. E' patria de'lettera-
dedicata all'illustre prelato. ti Colli, Altobella, Corbis e altri illustri :

SARNO (Sarnen). Città vescovile del Mariano da Sarno fu uno de' i3 prodi
regno di Napoli, nella prò vincia del Prin •
italiani, che a gloria d' Italia vinsero la
r
cipato Citeriore, distretto di Salerno, da disfida co'francesi a Barletta (T .). Di qua-
cui è distante circa 5 leghe, e capoluogo lità superiore è la molta seta che si rac-
di cantone. E' posta alle falde degli Apeu- coglie ne'suoi dintorni, ed il Sarno pro-
nini nell'estremo pendio occidentale del duce ottimi e decantati granchi. L'atti-
Monte Saro, donde il fiume che scatu- vità dell'industrioso suo traffico, e l'uber-

risce ha lo stesso nome di Sarno, e viene tà del territorio la mantengono in fio-


ingrossato da un torrente il quale fluisce re. Ignorasi l'origine di questa città, che
presso le sue mura, e va a scaricarsi nel pare certo abbia avuto gli stessi signori
golfo di Napoli.La città è assai bene fab- di Salerno, ebbe poi il titolo di ducato
bricata, ed ha un vecchio castello appar- in favore della principesca famiglia Me-
tenente ai duchi di Sarno. La bella cat- dici d' Ottaiano. Virgilio celebrò i suoi
tedrale e basilica adorna di pitturede'mi- antichi abitanti : Sarrasles populos, et
gliori maestri, è sagra all'arcangelo s. Mi- quae aequora Sarnus.'ÈU°\ìe\\\ ri-
rigat
chele,con battisterio e cura d'anime spet- ferisce che è memorabile il fiume Sarno,
tante al capitolo che vi nomina un prete ineoque quae arte ,quae casa ) quae proti-
approvato dal vescovo. Il capitolo ha le ciuntur miraculosa naturae omnia in la-
dignità del primicerio, arcidiacono, can- pides eonve.rluntur, ut Slrabo, et Plinius
tore e arciprete, di 12 canonici comprese scribunt.Ncronein imperalorem Sarni sa-
le prebende del teologo e del penitenzie- lubres aquas per 45 ni. p. Baj'a, ac Mi-
re,di 6 ebdomadari, e di altri preti e chie- seno deduxisse ad delitias fcrunt. Nelle
rici per l'ufficiatura. Il capitolo della cat- vicinanze della città e presso la sponda del
tedrale di Cava è composto di eguale cle- fiume, Teia re de'goti fu preso e dato a
a
ro, ma la 1 . dignità è l'arcidiacono : l'e- morte da Narsete generale di Giustinia-
piscopio, ottimo edifìcio, è prossimo alla no I, con che finì la dominazione gotica
cattedrale, olire la quale vi sono 8 chie- in Italia nel 553, onde greci ne restaro- i

se parrocchiali senza battisterio, che sol- no padroni. Dopo che longobardi con- i

tanto ha la chiesa parrocchiale apparte- quistarono la regione, Gisolfo principe di


nente alla stessa cattedrale. L'episcopio di Salerno sottomise Sarno alla sua pode-
Sai no da ultimo era in cattiva condizio- stà, e lo donò al suo nipote Rodolfo nel
ne.Vi sono altre 3 chiese parrocchiali, ma 975. Ne'seguenti secoli, dopo la domina-
una sola ha il s. fonte, essendo già colle- zione normanna , lo signoreggiarono gli

giata quella di s. Matteo. I conventi so- Orsini conti di Nola, i Coppola, i Tuta-
no due,e nella chiesa di Maria de Face
s. villa, ed i Colonna con titolo di contea,

di quello, de' conventuali è sepolto Gual- finche lo ricuperarono re di Napoli. Pres-


i

terio figlio di Giovanni di Brenna re di so la foce del fiume Sarno fu sconfitto


Gerusalemme: tre sono monasteri delle i Ferdinando d' Aragona dalle truppe di
monache; vi sono un conservatorio, l'o- Giovanni d'Angiò.
spedale, diverse confraternite, il monte di La fede cristiana non si conosce quan-
pietà, il seminario, due cartiere, fonderia do fu introdotta in Sarno, ma certamen-
di rame, gualchiera, e vari mulini stati te avendo comuni le vicende colle vici-

rinomati prima del 1 63 1, in cui il Vesu- ne contrade, deve risalire ai primi seco-
vio devastò l'alveo pel quale riceveano le li della Chiesa. La sede vescovile cou au-
SA fi S A R 199
torità apostolica di Alessandro II fu eret- gio Maccafaui di Pereto, il quale coll'ap-
ta nel 1 066 da s. Alfonso I arcivescovo di provazione di Leone X fondò il monaste-
Salerno, col diploma che riporta Ughelli; ro di s. Maria moua-
delle Grazie per le
e perciò divenne suffraganea di quella me- che ueh5i3. Indi furono ammini- fatti

tropolitana, essendo principe di Salerno stratori il cardinal Francesco Remolino


Gisulfoll, ultimo signore longobardo che (V>\ nel i5i8 il cardinal Silvio Passe-
dominò in Sarno, cui successero norman- i rini (V )^ neh 52 7 il cardinal Andrea Pal-
ni. II i.° vescovo fu Riso, ordinato da det- mieri (?'.), neh 53 il cardinal Pompeo 1

to arcivescovo, che edificò la cattedrale Colonna (/'.). Clemente VII nel 534 di- 1

di s. Michele e vi fu tumulato. Ignoran- chiarò vescovo Luigi Gomez spaguuolo


dosi l'epoca di sua morte, trovasi 2. ve- uditore di rota, che introdusse ne'cano-
scovo Giovanni I del 1 1 1 9, indi Pietro del nici della cattedrale l'almuzia paonazza,
1 1 34 che sottoscrisse una donazione di e quella nera ne' canonici della collegia-
Enrico conte di Sarno Giovanni II del: ta di s. Matteo. Gli successe nel 1 543 il

1 1 56 sotto Papa Alessandro 111 neh 179 cardinal Francesco Sfondi ali (J7 .) da cui
intervenne al concilio di Luterano. Un- uacqueGregorio XIV prima del cardina-
frido ordinato neh 180, fece un dono al lato; trasferito ad Amalfi neh 544 m sul '"
celebre monastero della ss. Trinità della rogato Mario Ruffini romano prefetto di
Cava. Riporterò successori degni di par-
i Castel s. Angelo, traslato a Melfi nel 1 547-
ticolare ricordo. Angelo Cachavolpe no- Paolo 1 II neh 548 nominòGuglielmo Tu-
bile d'Aquino nel 255 eletto dal capito- 1 tavillade'conti di Sarno, benemerito pa-
lo e raccomandato da Innocenzo IV fu store che aumentò canonici. Indi nel i 1569
approvato. Il successore Giovanni IV nel fr. Vincenzo Ercolani domenicano diPe-
1265 si trovò alla fondazione dell'abba- rugia, pieno di dottrina e virtù, che pas-
zia di Valle Pieale, dell'ordine de'cister- sando neh573 ad Imola, degnamente ne
ciensi, fatta nella sua diocesi da Carlo I occupò il luogo il corre4igioso fr. Vincen-
redelle due Sicilie con diploma presso l'U- zo da Ceprano probo e sapiente. Nel 583 1

ghelli, il quale riprodusse pure quelli ri- GregorioXIIl fece vescovo GirolamoMat-
guardanti l'altra abbazia cisterciense di s. teucci di Fermo arcivescovo d'Epidauro,
Maria della Vittoria fondata in Scurcola chiaro per virtù, poi traslato a Viterbo.
dallo stesso re, in memoria della vittoria Antonio d'Aquino neh 595, erudito e a-
riportata sul competitore, come riportai matore delle antichità, fondò il semina-
a Pescina. Teobaldo già arcidiacono, nel rio, ornò la cattedrale,ed aumentò la men-

i35o nominato da Clemente VI il


fu : sa d'annui scudi 75o. Gli successe, per
successore Giovanni V deh 371 infelice- essere passato a Taranto neh 6 8, Stefa- 1

mente seguì lo scisma dell'antipapa Cle- no SolisCastelblanco napoletano teatino,


mente VII. Neh4o8 era vescovo Fran- dotto e pio; compì la cattedrale e l'epi-
cesco della nobile e chiara famiglia na- scopio incominciali a rifabbricare dal pre-
poletana Mormili, e Gregorio XII lo tra- decessore e con solenne rito la 1/ consa-
sferì al vescovato di Cava. Nel 1 43g il dot- grò : avendo il Vesuvio nella memorata
to fr. Andrea di Nola francescano. Sisto eruzione del 1 63 1 quasi distrutto il semi-
IV neh 478elesse vescovo AntoniodePaz- nario, dai fondamenti lo riedificò, ampliò
zi nobilissimo fiorentino;allroAndreadel- il capitolo stabilendola 12 secondo il nu-
la stessa prosapia fu vescovo egregio e vir- mero degli apostoli, restaurò la collegia-
tuoso neh 482 : Alessandro VI neh 499 ta di s. Matteo, ingrandì il convento dei
gli sostituì Agostino Tutavillao Estoute- domenicani, rifece egualmente la chiesa

ville de'conti di Sarno, indi neh5oi da di s. Maria de Face, la cui immagine è ce-
Orla e Civita Castellana vi trasferì Gior* lebre pei miracoli, siccome rovinata dal
200 SAB. SAR
Vesuvio; istituì due monti dì pietà, la- le grazie, preminenze e privilegi; non che
sciò beni pe'suoì suffragi, e la memoria la bolla Salvatoris nostri di Bonifacio IX,
in perpetua benedizione quando morì nel de^agosto 394,colla quale eresse la chie-
1

1 658. Alessandro V 1 1 a*2 7 gennaio 1 639 sa della ss. Trinità in cattedrale,dichiaran-


con elogio in concistoro preconizzò An- do peri. vescovo Francesco Aiello cano-
tonio Matlei nobile di Cori* celebre dot- nico salernitano, traslato da Gregorio XII
tore in giurisprudenza, benemerito vica- neli4o8 a Todij e poi nel 1 4^6 divenne
rio generale di Genova, per cui si dice che arcivescovo di Bari. Gregorio XII gli sur-

lo consagrò il Papa; insigne in pietà, fu il rogò Francesco Mormili già di Sarno, e


padre de poveri ed esemplare pastore. Nel perciò di sopra rammentato. Nel 4i 9$a- 1

1673 fu vescovo Nicola de Tura di Solo- gax Conti romano, abbate commendata-
fra dottissimo; nel 706 gli successe M. An-
1
rio di Subiaco, traslato poi a Carpentras-
tonio Attaifi di Squillace, che rifece il se- so. Neh4-26 il cardinal Angelollo Foschi
r
minario, riformò la disciplina ecclesiasti- (P .)j nel i444 l'ebbe in commenda il
ca del clero e delle monache, accrebbe la cardinal Lodovico Mezzarota Scarampo
r
mensa e passò a governar la patria nel (/ .), cui successe nelj 465 nella commen-
1718. Clemente XI gli sostituì V egregio da il cardinal Giovanni à' Aragona (F.) t

giureconsulto Diego de Pace napoletano, e neli485 il cardinal Oliviero Caraffa


col quale nell'Italia sacra d'Ughelli, L j, (/^.), che tentò d'introdurre monaci di i

p. 56o, si com pie la serie de' vescovi di Sar- Monte Cassino (1^.) nel monastero della
no, potendosi leggerei successori nelle No- ss. Trinità. Per le insorte contestazioni,

tizie di Roma. Ne furono ultimi vescovi Leone X colla bolla Sincerae devotionis,
Gio. Saverio Pirelli napoletano del 1760, de'22 marzoi5i4, presso l'UghelIi, sop-
e LorenzoPotenza di Marsico Nuovo, tras- presse la cattedrale nella chiesa del mona-
Iato da Ariano nel 1792. stero, e trasferì questo titolo nella chiesa
Pio VII colla bolla De inilìorit de'2& della B. Vergine Maria della Visitazione
giugno 1818, per la nuova circoscrizione della vicina città di Cava, che come dissi
delle diocesi del regno delle due Sicilie riu- al suo articolo era stata fondata verso il

nì la sede di Sarno all'altra vescovile di 1 080 dall'abbate Pietro,aggiudieando le


a
Cava(F.) conservando allai. la sua cat-
y
rendite sul monastero per mantenimento
tedrale^ che il vescovo lo fosse d'ambedue del vescovo e del capitolo. Inoltre Leoue
le diocesi che dichiarò immediatamente X dichiarò perpetuo commendatario del-
soggette alla s. Sede. Della celebre con- la nuova cattedrale della città di Cava il

gregazione e insigne abbazia de'benedet- cardinal Luigi d' Aragona (f.) ; avendo
tini della ss. Trinità della Cava, sottratta quindi rinunziato neli5i5 s fece vescovo
dalla giurisdizione dell'arcivescovo di Sa- Pietro Sanfelice nobile napoletano, il qua-
r
lerno (P .) e poi eretta in sede vescovile, le con regresso cede la sede neh 52o al ni-

ne trattai ne'due citati ed in tut-


articoli, pote Gio. Tommaso Sanfelice e molto vir-
ti gli altri relativi, riserbandomi in que- tuoso, per cui dalla s. Sede fu impiegalo
sto di parlare de'suoi vescovi. La serie de- nel governo di diverse provincie. Tutta-
gli abbati della Cava, l'Ughellila riportò volta dopo avere rinunziato nel i55o,per
nel t.7,p. 367 dell'Italia sacra, insieme calunnie in materia di fede Paolo IV Io

al Breve Chronicon Monasterii Cavea- s. fece carcerare, indi Pio IV lo liberò e di-
òis; quella de' vescovi nel Li, p. 607, ove chiarò innocente, inviandolo commissario
pur si legge la bolla Cam universis di Ur- al concilio di Trento, fatto poi vescovo di
bano II, del 1

ottobre 1 092, colla quale Venosa.Neh55o gli successe fr. Tomma-
tolse l'abbazia dalla giurisdizione Saler- so Caselli di Rossano, iusigue teologo do-
nitana e la dichiarò esente, concedendo- menicano, già vescovo d'Oppido; indi lo
SaR S A R 201
furono, nel 07 1 1 Cesare La Magna o Cai- Cesena ,governo del suo nome che
nel
dona nobile napoletano; nel 1G06 Cesare comprende Mercato Saraceno ed annessi.
Lappi di Mordano diocesi d'Imola, dot- E situata l'odierna tra gli A pennini che se-
tissimo conventuale, gran difensore del- parano l'Emilia dalla Toscana, non mol-
l'ini munita ecclesiastica nelle vertenze per to lungi su elevato colle scosceso, ma pia-
l'interdetto di Venezia; uel 1620 Matteo cevole e in aria buona, alle cui radici e
Granito nobile ecanonico di Salerno, tra- dalla parte sinistra scorre il celebre fiume
slato ad Amalfi; nel 1637 GirolamoLan- Savio. L'antichissima Sarsina, chiamata
franco napoletano, letterato illustre; nel dai latini Sassina, giacque in diverse po-
1660 Luigi di Gennaro nobile napoleta- sizioni che variò colla forma a seconda
no, sapiente pastore; nel 1670 Gaetano di delle politiche vicende, diche trattarono
Afflitto nobile di Scala , celebre teologo i suoi storici fanno testimonianza della
:

teatinoe autore d'egregieopere; nel 1 683 passata sua grandezza le molte vestigia
Gio. BattistaGiberti di Camerino, poi tra- che restarono; Fu già compresa tra le an-
a
slato a Fano; nel 1696 Giuseppe M. Pi- tiche città dell'Umbria transapennina, e
gnattelli nobile napoletano e dotto teati- nelle storie si fa spesso memoria del po-
no; nel 1 703 Marino Carmignani patrizio polo sarsinate, come dall' umbro total-

napoletano, col quale Ughelli termina la mente distinto, ma non pare. Imperocché,
serie de'vescovi di Cava, che compirò col- dice il Fantini, siccome l'antica Umbria
a
le Notizie di Roma. ij3ó Domenico M. si estendeva al di là degli A pennini verso
di Lfguoro teatino napoletano traslato , il MediterraneOj e parte al di qua de'ine-
da Nocerade'Pagani.1751 Nicola Borgia desimi fino alle onde dell'Adriatico, è ma-
napoletano. 1765 Pietro di Gennaro na- nifesto che l'aulica Sarsina e popoli sar- i

poletano. 1778 Michele Taffuri di Lecce, sinati erano compresi fra gli umbri, uè
trasferito da Ravello e Scala, ultimo ve- facevano da quelli un popolo differente,
scovo di Cava. Dopo moltissimi anni dac- ciò che conferma colle autorità di Plinio,
ché vacava la sede, Pio VII nel concistoro Straboue e Festo, che annoverano tra gli
de'6 aprilei8i 8 preconizzò i.° vescovo di umbri i sarsinati^eperciòdi remotissima
Cava e Sarno, Silvestro Granito de'mar- antichità. La maestosa cattedrale è sagra
chesi diCastel dell'Abbate napoletano.Gli all' Aununziazioue della B. Vergine Ma-

successe, nel 1 834 Tommaso Bellacosa di ria, ha 3 navate e sembra eretta verso il

Napoli dichiarato daGregorioXVIjil qua- VII secolo, essendovi tra le reliquie iu ve-
le però dismembrò dalle due diocesi No- nerazione il corpo del suo i.° vescovo e
cera de* Pagani (F.) che Pio VII vi avea patrono s. Viciuio. A tenore dell'ultima
riunito, ed egli nuovamente eresse. Inol- proposizione concistoriale, il capitolo si

tre Gregorio XVI nel concistoro de' 25 compone della dignità dell' arcidiacono,
gennaio 844 ^ece vescovo di Cava e Sar-
1 e di o altri canonici compresele preben-
»

no l'odierno mg. r Sai vatoreFertitta di Ce- de del teologo e del penitenziere, di al-
falù , ove era professore di varie scienze cuni mansionari e chierici inservienti al
nel seminario, canonico teologo della cat- divin culto. I Canonici usano la mozzetta
tedrale e vicario generale. La mensa ve- di seta paonazza sopra il rocchetto, e l'ar-
scovile ascende a circa 3ooo ducati napo- cidiacono l'indossa orlata di pelli d'arniel-
letani. Le due diocesi unite si estendouo liuo, e nelle solennità per distinzione as-
per molte miglia,e contengono 20 luoghi. sume la cappa magna. Le insegne del ca-
SARSIN A (Sarsinalen). Città con resi- pitolo della già concattedrale Beri inoro (a
denza vescovile dello stato poutifìcio,nella questa sede essendo stata Sarsina finora
legazione di R.omagna e provincia diFoi lì, riunita, divisai riparlare qui diBertino-
da cui è distante 8 leghe, nel distretto di 10; laonde sebbene Sarsina fu recente-
VOL. L<t. «4
202 S A II SA li.

mente da essa separata, come poi meglio fecero nell'Italia, la fondazione e l'acqui-
dirò, è indispensabile che io effettui il sto di tante belle città. E' fama che tes- i

mio proponimento), consistono nel roc- sali antichi abitatori di Ravenna, non po-
chetto, e mozzetla di lana paonazza. Nel- tendo più tollerare le atroci ingiurie dei
la cattedrale vi è il battisterio e l' unica toscani, stabilirono darsi agliumbri, on-
cura d'anime, che si amministra dall'ar- de probabilmente e come più vicini, des-
cidiacono; nella città non vi è altra chie- si furono sarsinati potenti, chiamati an-
i

sa, tranne l'oratorio del Suffragio. Ben- cora umbri sapini sarsinati, perchè col
sì in Bertinoro, oltre la parrocchia del- loro valore respinsero le audaci scorre-
la cattedrale iti cura d'un prete, vi sono rie, avendo poi Plinio denominata Ra-
altre tre chiese parrocchiali, ma senza il venna, Sapinorum oppidum. E forse fu
sacro fonte, che esiste soltanto nella cat- allora, che la comodità del porto Raven-
tedrale. In Sarsina il palazzo vescovile è nate o altro adiacente, fornì a Sarsina
aderente alla cattedrale, in Bertinoro è la gran copia di colonne, di cippi, ed al-

alquanto distante. Inoltre in Sarsina vi tri marmi greci e orientali, che si trova-
è una confraternita ed il seminario. Nel- rono ne' tanti scavi eseguiti ne'dintorni,
la piazza si vedono alcune antiche lapi- che fornirono di preziose anticaglie alcu-
di, poiché dalle antichità di Sarsina e ni musei d'Italia. Quello pure che fa cre-
suo territorio si trovarono copiose dovi- dere a detta epoca rispettabile la potenza
zie archeologiche che esercitarono gl'in- de'sarsinati,si è la forza e il coraggio col
vestigatori antiquari. Uno di questi fu quale si opposero romani, come pure
ai

ilbenemerito sarsinate e parroco di Sa- d'essere stati gli ultimi fra gli umbri, do-
pigno in diocesi, vicario generale del ve- po lunga e ostinata guerra, ad arrendersi
scovo Peruzzi, d. Filippo Antonini, il a que'vincitori, quali onorarono la cit-
i

quale nel 1606 pubblicò in Sarsina Ai : tà de' sarsinati col titolo di municipio.
discorsi delle antichità di Sarsina e dei Quindi nederivò la libertà di vivere colle
costumi romani, introduzione , dedicando proprie leggi, con facoltà di suffragio nel-
questo opuscolo a d. Olimpia Aldobran- la rustica tribù Pupinia a cui fu aggrega-

dino Quindi nel 1607 stampò: I discorsi ta, colla romana cittadinanza; ebbe poi la
dell* antichità di Sarsina, e de costumi propria tribùSapinia,così detta dal liume
3
de romani, con dedicatoria al cardinal Savio. Avanzi dell'opulenza, dignità e im-
Aldobrandini.Dipoil'altrosarsinateGian- portanza di Sarsina, sono le reliquie dei
nantonio Azzalli Frediani aumentò e il- suoi antichi templi, terme, sepolcri e ur-
lustrò dette opere e lepubblicò intitolan- ne, cinerarie; i frammenti di statue eque-
dole a d. Paolo Borghese Aldobrandini stri e pedestri, le iscrizioni riportate da
principedi Sarsina, con questo titolo: Del- Antonini e Fantini, i graziosi pavimenti
le antichità di Sarsina, e del Trionfo e di musaici, il numero prodigioso di me-
Triclinio de* romani, Discorso di Filip- daglie di bronzo e d'argento, greche e la-
po Antonini sarsinate. Ristampato ed ac- tine d'ogni età; non che una copia non
cresciuto di rilevanti notizie spettanti al- ordinaria di corniole di pregievole lavo-
la storia, e privilegi della chiesa di delta ro, le lucerne antiche, i sigilli di bronzo,
città, e duna erudita Memoria del d. r e altri illustri monumenti di che è ferace
Giuseppe Fantini sulV antica Sarsina, ed il suolo, potendosene leggere le descri-

altri inipor tanti monumen ti, Faenza 1 769. zioni ne' citati storici. Tutto testimonia
Crede Fantini che il popolo sarsinate sia l'antichità, grandezza e magnificenza del-
stato il più celebre fra gli umbri, e per- l'anteriore Sarsina, ch'ebbe suoi tribuni, i

ciò doversi a lui particolarmente ascri- edili, centurioni, questori, patroni., cava-
vere que' rapidi progressi che gli umbri lieri pubblici; ed i collegi augustali, dei
S AR SAR ao3
flamini, de'centonari, de'dondrofori, dei ragiona della città di Sarsina detta Sassi-
fabbri, de'medici di straniere e rinomate na e sassinati suoi popoli, del suo nome,
i

nazioni. I templi che sorgevano in Sar- ove surse, delle sue memorie, e da chi sue-
sina furono quelli di Giove, Apollo, Er- cessivamente dominata.
cole, Summano nume ignoto e misterio- Ignoto è il fondatore di Sarsina, ed An-
so^ altre deità tutelari del pubblico, co- tonini e Fantini pretesero che ne'tempi
me le dimostrano le rinvenute iscrizioni vicini alla sua origine forse ebbe i suoi re,
anche votive. Sarsina produsse molti il- o almeno sigovernòa repubblica: diven-
lustri cittadini, come M.AccioPlauto prin- ne in seguito famosa per la lunga resisten-
cipe de'cotnici latini, C. Cesio Sabino, Au- za fatta alle armi de'vicini galli, ed a quel-
lo Pudente, de' quali molto parlò Mar- le de' romani. Sforzandosi i romani, per
Regina a cui il detto
ziale, così della ninfa giungere all'impero del mondo, d'impa-
sarsinateSabino innalzò un sontuoso tem- dronirsi di tutta l'Italia, superarono gra-
pio nel luogo medesimo ove sorgevano vi difficoltà e impiegarono lungo tempo
le calde acque de'famosi bagni umbri o per conquistare V Umbria (F.) e soggio-
sarsinati, che l'Antonini credette prossimi gare sarsinati, cioè circa
i 44 Mini; e quan-
alla città, ma sembrano quelli di s. Maria do il console G. CornelioScipione con l'e-

in Bagno non molto distanti, come vuole sercito espugnò nell'anno 4S3 di Roma,
li

Fantini,nel vicino territorio toscano. Mar- tuttavolta sarsinati e altri umbri, insof-
i

ziale celebrò pure la selvaSarsinate, e del- ferenti del giogo, insorsero e la guerra prò-
le preziose mete di latte di squisito e de- seguì altri 4 anni,ediconsoliD.Giunio Pe-
licato sapore, che veni vano desideratene! ra, eN.Fabio Pittorecapitanando 5o,ooo
più rimoti paesi per lepiù splendide men- uomini, costrinsero i sarsinati ad arren-
se. Silio Italico chiamò Sarsina ricca e dersi con due battaglie de'26 settembre
doviziosa, ferace di popolo forte e belli- e 5 ottobre 487 , come si apprende dai
coso. L'Antonini alcap.6 tratta delle fa- marmi Capitolini, per cui scrisse Livio,
miglie e cittadini che nobilitarono l'an- segui la dedizione de'vinti umbri e salen-
tica Sarsina, cioè l'Appea, la Cesia, la Te- tini, i quali raccomandatisi alla fede dei
zia, la Bebia, la Cetrania, la Veturia, la romani ebbero da questi con Sarsina
, i

Destimia, la Valeria, la Gigennia. A cap. 1 memorati privilegi di municipio, cittadi-


8 discorre sull'antica giurisdizione di Sar- nanza romana e suffragio. I sarsinati si
sina, e crede che si estendesse nell'intie- mostrarono fedeli ai romani, e li serviro-
ra diocesi del vescovato, cioè sino a 109 no valorosamente nelle militari spedizio-
luoghi, terre e castella, nella maggior par- ni, massime nelle guerre contro galli boi i

te in seguito passati sotto altre giurisdi- dellaGalliaTogata, che impadronitisi con


zioni, che enumera Antonini. L'antico ter- gl'insubri della Gallia Cisalpina, tenta-
ritorio sarsinate siestendeva da Arezzo e rono distruggetela potenza romana; non
Tiferno, fino al mare Adriatico. Oltre il che contro cartaginesi e Annibale, in cui
i

territorio della presente diocesi, al domi- pure si distinsero nella trista giornata di
nio di Sarsina appartenevano ancora, una Canne. In questa circondati da'galli,dagl i

vasta porzione della provincia feretrana, spagnuoli e dai cartaginesi, cadde ancora
e tutti que'territorii ove attualmente so- il prode Pisone capitano sarsinate, e ben-

no poste le ragguardevoli terre toscane ché ferito e oppresso da' vicini cadaveri,
di Galeata, s. Sofia, e s. Cassiano, oltre acceso da fervente ira per l'aspetto bal-
l'ampio e montuoso paese del territorio danzoso del vincitore, sollevatosi a stento
Bagnese,che trovasi distinto ne'diplomi sulla propria asta, ne infisse la punta sul-
di Carlo Magno, Ugo re d'Italia, e Rodol- la coscia del cavallo d'Annibale, facendo
fo I imperatore. Negli altri capitoli egli uscire quel duce di sella e provò di mon-
204 SA R SAR
torvi sopra, nel quale atto fu dalla sua do longobardi l'intiero conquisto della
i

spada trafitto. Narra Polibio, che fra gli regione e di Roma, Papi ricorsero prima
i

umbri e i sarsinati si arrotarono più di a Pipino re de' franchi, poi al suo figlio
20,000 sotto le insegne romane, essendo- Carlo Magno, che vinti i longobardi resti-

si per comune difesa collegate tutte le


la tuirono alla chiesa romaua le usurpate
città umbre contro Annibale. Vinti que- terre, e amplificarono il suo principato
sto e i galli col valore e prudenza delle con altri luoghi di quelli da loro conqui-
armi qualche tempo paci-
latine, fu per stati. Nelle quali vicende guerresche, Sar-
ficata l'Italia, immobili si conservarono sina fu di nuovo saccheggiata e quasi di-
i sarsinati nella divozione romana, goden- strutta dal furore militare. Nel I X e X se-
do per ben sei secoli circa questa città ,
colo involta l'Italia tra fierissime turbo-
della dolcezza delle leggi e governo di Ro- lenze e in particolare tutta l'Emilia, Sar-
ma; ebenché vi sia motivo di credere che sina si sottrasse dal legittimo governo dei
ai tempi degli ultimi imperatori molto si Papi, reggendosi pressoché ogni città di
diminuisse suo antico splendore,poichè
il quell'ampia provincia colle proprie leg-
sotto Settimio Severo fu in gran parte di- gi, e non riconoscendo quasi il potere di
strutta da voracissimo incendio, e deva- alcuno, tranne quello degli arcivescovi di
stata poi dal terremoto nel secolo seguen- Ravenna investiti dai Papi,de're d'Italia
te a tempo di Decio, vale a dire nella me- e degl'imperatori per l'alta signoria che
tà del secolo III di nostra era, è però cer- si erogavano. Entrò frattanto Sarsina sot-
to che Sarsina risorse come prima grande to il governo del suo vescovo, con tutta o

e magnifica. In prova di che si adduce, la maggior parte della diocesi ancora nel
che dopo l'abbandono del profano culto temporale, o forse separata dal governo
degl'idoli si rese cristiana, e meritò d'es- generale della provincia. Pare che ve- i

sere onorata della cattedra vescovile nel scovi ottenessero questo dominio dopo la
declinar di detto secolo. Invasa nel IV l'I- distruzione di Sarsina dagli esarchi, dai
talia dai barbari del settentrione, cadde re o dagl'imperatori, essendo divenuta di
sotto il loro giogo anche Sarsina, ed è pro- poca entità; ovvero l'ottennero dagli stes-
babile checome tante altre fosse abbattuta si Papi in dono o per prezzo secondo co- i

in tempod'Alarico re de'goti, e dipoi sot- stumi di que'ternpi, ed anche può darsi


to Odoacrere degli eruli, dal quale passò che ne acquistassero il territorio con com-
col resto dell'Emilia nel dominio del go- prile parziali fatte dai diversi signori e
to re Teodorico. L'Antonini pensa che i conti delle castella e altri luoghi, come si

ravennati contribuirono alla distruzione legge in vari istromenti di acquisti fatti


di Sarsina mentre le truppe della città
, in diversi tempi dalla chiesa di Sarsina,

erano partite per assalire Ravenna, colla e forse pure con l'aiuto delle armi, come
quale erano in rottura e municipale ini- rileva Fantini; diplomi e istromenti che
micizia. Distrutto il regno de'goti colle riprodussero Ughelli, Muratori, e 1' An-
armi greche di Giustiniano T, per mezzo tonini nell' Appendice^ insieme a quelli
di Belisario e Narsete,la città ubbidì agli de'privilegi e investiture de' Papi. E per-
imperatori d'oriente. Calati in Italia i lon- chè a que'ternpi erano assai tiranni, e chi
gobardi, ed invasa tutta l'Emilia, ed an- non avea o gran forze o buon difensore
che parte feW Esarcalo e della Pentapo- soccombeva, dovendo i Papi lottare cogli
7 si crede che Sarsina rimanesse sot-
WJ .))
scismi, cogli usurpatori e colle fazioni, non
to il loro impero,donde per dedizione del- potendo difendere questo loro dominio,
l'Esarcato di Ravenna (J^.Je della Peti- procurarono vescovi di Sarsina d'aver la
i

tapoli, fu compresa ne'dominii tempora- protezione degl'imperatori che venivano


li e protezione della s. Sede. Minaccian- spesso in Italia e loto concedevano privi-
SAR SAR 2uì
legi, chiamati da essi Mundburghi come t
piglio ogni cosa. Devesi premettere, che
si legge nel privilegio di Corrado II ilSa- nel ricordato diploma di Corrado II e in

lieo del 1028 ad Uberto vescovo di Sar- molti istromenti è fatta menzione della
sina a intercessione dell'imperatrice Gi- contea di Bobio, ancora sotto nome di co-
sla Noster fidelis Ubertus episcopus s.
: mune, di territorio e di valle; cioè di Sar-
Saxenatis Ecclesiae humiliter postulan- sina con tutta la sua giurisdizione tempo-
do nostrani adiit majeslaiem, quatenus rale, anzi con tutta la sua diocesi, la qua-
praedictae Ecclesiae onines res imrnobi- le era già del vescovato nell'uno e l'altro
les3 et mobiles, seq. moventes, seu etiam foro, poiché Bobiense era come il cogno-
castella 3 sicut a noslris praedecessoribus me del vescovo di Sarsina come dicesi
,

recepla sunt, ne a pravis hominibusva- Feretrano il vescovo di s. Leo, dalla pro-


siarentur, sub nostrijuris tuitione recipe- vincia o regione del Monte Feltro; onde
remus. Così ancora 200 anni dopo fece il vescovo di Sarsina talvolta s'intitolò £*-
Federico II imperatore, che nel 1220 pi- piscopus Bobiensis) ciò che indusse in er-
gliò sotto la protezione imperiale il vesco- rore alcuni, e il dotto Sigonioconfonden-
vo Alberico eie sue *jZ castella che no- dolo con Bobbio di Piemonte. Questo Bo-
minò tutte; ei2 anni dopo fu conferma- bio sarsinatefu già uu corpo solo della cit-

ta quella concessione dal Papa Gregorio tàcon tutta la diocesi, sinché il suo vesco-
IX, con lettere scritte al popolo e nobili vato ne fu assoluto signore anche nel lem*
Ut episco
della città ediocesi di Sarsina: porale, eziandio per autorità di pontificie
pò Saxinae de temporalijurisdictione ab infeudazioni; per divisione poi della giu-
imperatoribus Ecclesiae praedictae con* risdizione venuta in mano di vari padroni
cessa piene respondere curarent. Questo quando la tolsero al vescovato, fu diviso
Papa avea già con altre lettere raccoman- in varie parti che tutte però si dissero del
dato il vescovo a Federico II. L'accettarsi contado Bobio, con Sarsina per capi-
di

le chiese, co' loro castelli e beni sotto la tale e signora del medesimo, ed in par-
protezione imperiale, dicesi ebbe princi- ticolare castelli restati al vescovo, qua-
i i

pio in Ottone dopo aver spenta la ti-


I, lifurono sempre chiamati contado di Bo-
rannia de'Lerengari che aveano per lun- bio, quindi il vescovo s'iutitolò Episco-
go tempo travagliato l'Italia, e ciò accese pus Sarsinae3 et Comes Bobìi, e tutto-
un tal credito e benevolenza ne' popoli ra 1' usa: prima che Sarsina fosse rein-
verso il nome imperiale, che secondo l'An- tegrata della sede, usava il medesimo ti-

tonini, non vi fu vescovato, monastero, tolo il vescovo che


governava, insie- la

collegio e città, che non volesse un privi» me al titolo di Marchese e Conte di Val-
legio dall' imperatore Ottone I, corona- dopio come vescovo di Bertinoro. Ed è
to nel 962 da Papa Giovanni XII, per- perciò che raccontala storia,che nel 1 266
chè restituì alla Chiesa l'usurpato da Be- il comune di Cesena con Filippo arcive-

rengario I, Berengario II e Adelberto; e scovo di Ravenua accesserunt in Bobium,


così venne continuato per lungo tempo cioè si recarono in Sarsina per vendicar
da un imperatore all'altro. Il vescovo di la morte di Guidone eletto vescovo, ed

Sarsina restòpoi padrone della città e dio- a viva forza obbligarono all' ubbidienza
pacificamente,anchecon accrescimen- que'che 1' aveauo ucciso, e il comune di
cesi

to della giurisdizione de' luoghi dell' A- Bobio a giurare fedeltà, facere citadi-
pennino, per autorità apostolica e impe- nantiani) e ciò anche da molti luoghi del
riale nel 1 259 di Tommaso Follano con- contado, tanto all' arcivescovo che al co-

te di Romagna, godè quietamente,


e la mune di Cesena, quali luoghi l'Antonini
i

finché morto nel settembre 1 266 Guido- enumera a p. 1 5,aggiungendo che il conta-
ne eletto di Sarsina, venue posta iniscom- do di Bobio si formò di più che 00 castcl- »
206 SAR SAR
li e tutti sottoposti al vescovo. E' comune della città e talvolta con quello del terri-
opinione, che avendo i galli boi abitati i torio, per l'autorità ecclesiastica e civile
dintorni diSarsina,per cui vuoisi che la tri- che in ambedue esercitava. Pacificate poi
bù Sapinia fosse una delle 20 de'boi, que- 1 le cose riebbe il vescovo i suoi luoghi, an-
sto paese prese da loro il cognome di Bojo corché in parte smembrati, e con difficol-
o BoiOy poi corrottamente detto Dolio e tà bisognando al vescovo Enrico e poi al
Boibo. Antonini suppose chetale etimo- vescovo fr. Uguzio di comparire più vol-

logia potesse derivare da certo Bebio Ge- te alla corte romana e avanti i giudici a-
mellino, marito di CetraniaSeverina, ri- postolici che gli furono assegnati, per di«
cordato ne'marmi sarsinali; ma a questa fendere e ricuperare le loro ragioni. Tras-
opinione ripugna Fantini, e neppure con- ferita poi nel i3o5 la residenza papale
viene nell'altra, osservando che galli non i in Avignone, ne profittarono tùannetti i

si stabilirono mai nella tribù Sapinia, o- di mettere sossopra l'Italia, e particolar-


pinando che il vocabolo Bobio sia più re- mente Nerio figlio del famoso ghibellino
cente,e forse si deve alla dominazione im- Uguccione della Fagiuola, insorse in vir-
periale greca nel VI o VII secolo, e nel tù de'privilegi concessigli da Lodovico il
principio deli. Lorenzo vescovo di
l'usò Bavaro che si faceva chiamare impera-
Sarsina. Fantini crede non improbabile tore,ed occupò alcuni luoghi e castelli del
chela denominazione di Bobio provenisse vescovato, de' quali dipoi i vescovi rien-
dalle voci bove e pascolo, essendo l'anti- trarono in possesso. Ma Francesco Orde-
co territorio sarsina te feracissimo e di pa- laffo da ForCì (V?) ne usurpò molte ca-
scoli ubertoso, con gran copia di latte, stella, avendo inimicizia con Francesco da
squisiti formaggi ebovi; così prese nel me- Calbolo vescovo di Sarsina, perseguitato
dio evo il titolo di contado di Bobio la daFrancesco dell'Abbate suo arcidiacono
piccola provincia situata a pie dell' Apen- che con un esercito si mosse per combat-
nino, e contenente circa 1 00 castella, tut- terlo e levargli le castella : il vescovo pe-
te soggette a'vescovi sai sinati. Altri prete- rò valorosamente ricuperò la signoria, e
sero che Bobio fosse antica città vescovile godè Sarsina per lungo tempo. Verso il
da Sarsina distinta, la quale fu capo d'un 1
369 patì il vescovo gran danno dai suoi
vicariato Confinante col territorio Fere- ufficiali e ministri, che avea deputati al
trano, e che distrutta ne ereditasse gli o- governo del contado di Bobio per la sua
nori e le preminenzeSarsina. Altri poi cre- chiesa di Sarsina; quindi per loro arte,
derono che ove sorge Galeata fosse la de- fu tolta al vescovo la giurisdizione tem-
cantataBobbio,appoggiati ad un diploma porale di Sarsina e di molte castella , e
di CarloMagno, ma non vi conviene Fan- sottoposta alla chiesa romana; onde il ve-
tini,in favore degli ostiari diRavenna; solo scovo Giovanni Numai si trovò costretto
sospetta che quel principe rendesse suf- di litigare colla camera apostolica, e prò vo-
fraganeadiRavennaSarsina diBobbio. Di- carne favorevole seutenza nel 1872, nella
rò una mia opinione siccome più tardi
: quale fu ordinata la restituzione al vesco-
la sede di Bobbio di Liguria del 1014 fu vato di o castella. Fu confermata daGre-
1

fatta sulfraganea di Pia venna, come Io era gorio XI, ma in seguito essendo vescovo
Sarsina , motivo alla
forse poi ciò diede U\ Benedetto da Todi, Cecco ePinoOr-
diversa interpretazione del diploma Ca- delaffi s'impadronirono di nuovo di Sar-
rolino, tanto più che il Bobbio ligure fu sina e di molti luoghi del contado nella
confuso con quello sarsinate. Sarsina nou sede vacante perla mortedel Numai nel
cambiò mai propriamente il nome, il ter- 1 385. Continuando ad esserne padroni
ritorio piuttosto fu denominato Bobio, in- nel 388 si procurarono la conferma pon-
1

titolandosi il vescovo talvolta col nome tificia, onde nel 1390 Bonifacio IX li di-
SAR S A R 107
chiare) per 12 anni vicari di s. Chiesa di dola, e dopo la sua morte l'ereditò il fi-

Sarsina e alcuni luoghi del contado diFor- glio Alberto, al quale nel 1 58o successero
lì e Forlimpopoli. Morto fr. Benedetto, i di lui Rodolfo e Leonello, che es-
figli

l" impadronirono anche di Ciola e altri sendo minorenni, governò la madre Ip-
luoghi ch'erano restati al vescovato pro- polita Rossi. Divenuto maggiore Rodolfo
fittando della sede vacante che si prolun- assunse la signoria di Sarsina, e morto net
gò, domimi tutti che gli Ordelaffi riten- i586 il fratello ne restò assoluto padro-
nero sino al 1402. Il vescovo successore ne per molti anni, ne'quali patì assai tra-
non potè ricuperare tutti i luoghi, anzi vaglile dopo aver governato con grandis-
oltre l'usurpazionefatta dalla repubblica sima soddisfazione de'popoli, come suoi i

di Firenze, in occasione di spogliar il con- antenati, vendè Sarsina e Meldola, loro


te Pietro da Romena loro ribelle, che te- contadi, possessioni e rendite per 1 47,000
neva molti luoghi di ragione del vescovo scudi al cardiual Pietro Aldobrandiui, a
tli Sarsina, ch'egli avea tolto ai nobili di d.Gio. Francesco e d. OlimpiaAIdobran-
Fagiuola e Monte Oriolo,
di i fiorenti- di ni nipoti di Clemente Vili, in nome
ni sottomisero quasi la metà del conta- de'quali Giannandrea vescovo di Bertino-
do Bobio ; quindi Sarsina con molti
di ro prese possesso di Sarsina a* io giugno
castelliprima del febbraio 1 4o6 si arrese i5g7 con gran tripudio de'cittadini per
alle armi di Malatesta <\a Rìmini (V .) si- le felici speranze che concepirono d' un

gnore di Cesena e altri .luoghi, dai quali governo giusto, clemente e benefico, pre-
passarono nel dominio de' Malatesta si- ludi che egregiamente si verificarono. Pel
gnori di Rimini, finche Pandolfo di Ro- maritaggio di d. Olimpia Aldobrandini
berto fu nel 1 5o 1 cacciato da Rimini da erede dell'immensa sostanza di sua illu-
Cesare Borgia duca Valentino, venendo stre potente casa, della quale parlai pure
Sarsina e gli altri luoghi sottoposti al suo a Palazzo Aldobrandini, prima con d.
dticato,unitamente a Meldola. Nell'agosto Paolo Borghese (V.) nipote di Paolo V,
i 5o3 morto il suo padre Alessandro VI, poi con d. Camillo Pamphilj (F.) nipo-
i veneziani s'impadronirono diRimini per te d'Innocenzo X, in questa 2.* casa pas-
permute fatte con Pandolfo, dal quale eb- sò il dominio di Sarsina e suo contado,
bero pure Sarsina, e la tennero sino al spenta la quale fu conteso e controverso
1
509 , in cui furono disfatti nella formi- il possesso tra le principesche famiglie ro-
dabile guerra loro mossa da Giulio li. mane Borghese e Colonna^.), e fu ag-
L'Antonini a p. 76 enumerai luoghi che giudicato al principe d. Paolo Borghese
aveano goduto i Malatesta di Cesena si- Aldobrandini dopo la metà del secolo pas-
no dal 1 45 e quelli signoreggiati dai Ma •
1
, sato, finche ne'primi anni del corrente re-
Infesta di Rimini, pochi che ritornarono
i starono abolì te tutte le giurisdizioni feu-
iu potere del vescovato, e alcuni presi da dali,che nuovamente si riconcentrarono
Federico duca d'Urbino nella guerra coi nel dominio sovrano della s. Sede, e se-
Malatesta di Rimioi. Ritornata Sarsina nel guì le vicende di Romagna e di Forti.
dominio della s. Sede, Leone X ili. no- L'introduzione della religione cristia-
vembrei5ig donò per investitura feuda- na in Sarsina si attribuisce a'discepoli di
le Sarsina ad Alberto Pio signore di Car- s. Apollinare Ravenna, cir-
1. "vescovo di
pi, ad onta delle proteste della comune di ca dopo la metà onde poi la
del 1 .°secolo,
Rimini.Vifuun interregno nel fatale pas- sede vescovile che vi fu eretta venne di-
saggio che nel 1 527 fece il contestabile di chiarata suffraganea di quella celebre me-
Borbone per l'eccidio di Roma, privan- tropoli. Dice Fantini, che la chiesa Sorsi-
done del dominio Pio, finche Leonelloi nate per molti secoli fu onorala della pre-
fratello d'Alberto la ricuperò con Mel- cedenza fra le altre comprovinciali città,
2o8 SÀR SAR
succedendo essa nella dignità e nell'ono- conti e marchesi. In tempo di detto edi-
re dopo la ravennate metropolitana, e se- tore, il vescovo di Sarsina dell'antico so-
dendo allora i suoi vescovi ne'pi ovincia- vrano dominio essendosi riservalo il feu-
li dopo la persona dell'arcivesco-
concilii do e contea di Ciola, vi esercitava piena
vo immediatamente. Così nel diploma di giurisdizione a mezzo de'suoi governato-
Valentiniano HI in favore della chiesa di ri, inclusivamente alle sentenze capitali.
Ravenna, fra' suffraganei di tale chiesa In quest'Appendice inoltre si riporta la
per lai. "si dà la precedenza a Sarsina, il serie cronologica de'69 vescovi di Sarsi-
quale onore le fece pure s. Gregorio I nel- na inserita nel sinodo del vescovo Calbet-
Y Epistola a Marìmano arcivescovo diRa- ti, inclusivamente al successore del 1 769,
venna, confermando il diploma imperia- più accurata e più completa di quella di
le e il suo contenuto. Nella famosa dona- Ughelli, Italia sacra t. 2, p. 65 1
, di cui
zionecon cui Giovanni arcivescovo diRa- se ne riprodusse un estratto per far ri-
venna donò l'isola Palazzuola a' monaci levare gli om messi e gli errati, insieme
di s. Vitale, fra gli 8 suffraganei sotto- a' versi che a pie delle pitture de' ritratti di
scritti, in i.°luogo trovasi Apollinare ve- moltissimi vescovi predecessori fatte ese-
scovo di Sarsina. 11 simile si osserva nei gui re dal vescovo Peruzzi, questi vi fe-

diplomi di Carlo Magno agli


diRa- ostiari ce scrivere nella rocca della già contea di
venna, e degli altri imperatori Lodovico Ciola,dellaqualeappena restano la chiesa
1, Lamberto, Ottone I, Ottone Ili, s.En- parrocchiale e un diruto palazzo. Nondi-
rico 11, Rodolfo I e di molti altri. De'pri- meno col sempre benemerito Ughelli sup-
vilegi e feudi concessi a' vescovi di Sarsi- plirò a qualche lacuna o contraddizione.
na da'Papi e dagl'imperatori già parlai, Il più antico vescovo di Sarsina conosciu-
né mai fu loro abrogato il diritto di crea- to è s. Vicinio ligure del 3oo, che per le

re conli e marchesi, esercitandolo anco- sue virtù e santità di vita meritò l'onore
ra. Nel proemio dell'editore Azzalli Fre- dell'altare,celebrandone sarsinati la fe- i

diani, a\Y Appendice all' Antonino in cui sta a'24 agosto: l'Ughelli ne pubblicò la
si tratta di molte cose spettanti alla chie- leggenda, che dice esistere nella biblio-
sa di Sarsina, si parla del privilegio del teca Vaticana. Governò 27 anni e 3 me-
vescovo di Sarsina di creare feudatari, e si, ma fino al 4^6 non si trovano succes-

si dice che sei tempie le vicende hanno sori che in s. Rufino, indi nel 43o abbia-
tolto al suo vescovo le terre e luogi già i mo Valerio,nel 437 Fausto, nel 460 Pro-
da lui possedute con pienezza di giuris- bo, nel 495 Lorenzo che nel concilio ro-
dizione, non gli hanno però levati i di- mano si sottoscrisse Episcopus Bobiensis.
ritti e privilegi già a lui concessi. A p. 3o6 Nel 5i5 fu vescovo Adeodato, nel 532
si legge la forinola colla quale i vescovi Felice, nel 55o Sergio dalmata, nel 6 1

di Sarsina concedevano le investiture dei Giusto etrusco, nel 637 Donato di Popu-
fèudi. Il vescovo di Sarsina era feudata- lonia che fu al concilio che s. Martino I
rio imperiale e feudatario maggiore, ed i celebrò contro monoteliti. Nel 670 fu e-
i

beni che infeudava erano feudi nobili e letto Stefano, indi intervenne al concilio
non beni allodiali, come dichiarò la de- diS.Agatone del 679, poscia nel 702 For-
cisione Sarsinaten devolutionis , de* 29 tunato veneto, nel 734 Vittore, nel 770
marzo 65 1 avanti Molino, che
1 , li quali- Beno in tempo del quale già esisteva la

ficòsemplicemente meri allodi, contra la cattedrale e il culto di s. Vicinio che in


quale si riportano diverse ragioni, per pro- essa riposa. Sono poi registrati dopo 1*8 1

vare ch'erano veri feudi imperiali, e per- S.Apollinare già monacodi Ravenna, che
ciò con espressa facoltà di creare altri no- si sottoscrisse Saxinen nella detta dona-
bili feudatari con giurisdizione e titolo di zione di Palazzuola ncll'858, e fu al con-
SAR SAR 209
cilio di Giovanni Vili contro il suoar- tropolitano per delegazione del capitolo
ci vescovo, ove si sottoscrisse Bobiensisj confermato da Clemente
di Sarsina, e fu

Lupo dell'875 che il nominato Papa fe- IV: questo vescovo strenuodifensore del-
ce consagra e dai suo metropolitano. Nel
1 la libertà ecclesiastica, scomunicò i Otte-
980 fu eletto Fiorenzo, nel 956 Placido nati pe'gravi danni recati alla città e ter-

monaco, Giovanni del 969, Alessandro ritorio di Sarsina, e per l'occupazione di

del997 Episcopus Sarsinae, Uberto del alcune terre dell'episcopale giurisdizione,


1 oo5 che fece la solenne traslazione del ed il Papa approvò il suo operato. Nel
corpo di s. Vicinio,nelio5i Martino, nel 1271 degnamente gli successeEnrico ar-
1 o54 altro Uberto Episcopus Sassinae, cidiacono di Sarsina, il quale non solo ri-

io56 EnriGo, nel 070 Alboardo, nel


nel 1 cuperò i beni e ragioni di sua chiesa, ma
io85 Geremia piceno, neh io3 Dome- costrinse gli stessi ministri della camera
nico napoletano, nel 1 1 39 Divizzo che do- apostolica a restituire i castelli del vesco-

nò alcuni beni al prevosto e canonici del- vato da loro sottratti. Morto neh3o2 dur
la cattedrale, e neh i5o gli successe U- rò la sede vacante sino ah3o5, pei dis-
berto.Continuandoad appartenereal cle- pareri del capitolo nella scelta del vesco-
ro e popolo sarsinate Telezione del vesco- vo, parteggiando alcuni per Enrico, altri
vo, secondo la disciplina di que' tempi, per Teodorico. Invece Clemente V esclu-
nel i 1 63Anuzo o Anozio francese,
elesse dendo ambedue creò fr. Uguccio di Mon-
dopo il quale fiorirono neh 76 Alberico 1 te Augusto, che compì la ricupera de'be-

che donò Rancia a'benedettini e acqui- ni; ma presto insorse Nerio ad impadro-
stò pel vescovato la rocca di Ciola e altri nirsene come notai di sopra, insieme a
castelli; neh 222 Alberto, nel i23o Ru- quanto fecero gli Ordelaffì col successore
fino che energicamente difese i diritti di Francesco de'conti Calboli forlivese del
sua chiesa, per cui Gregorio IX scrisse let- 1327, non che a quanto soffrì Giovanni
tere a Federico li e al popolo di Sarsina, Numai che nel i36o occupò la sede del
perchè lo assistessero: ma mentre Fede- concittadino e ne rivendicò diritti. Perlo i

rico II avea donalo possessioni e conces- scisma dell'antipapa Clemente VII, que-
so privilegiai vescovo Alberico, per le sue sti neh 385 v'intruse Marco, che morto

violenze contro la Chiesa e suoi ministri nel medesimo anno, Urbano VI neh 386
che difendevano le ragioni della s. Sede, nominò legittimo vescovo fr. Benedetto
perciò anche il zelante Rufino fu per suo JMatteucci Accorselli di Todi domenica-
comando iropi •igionato da'conti Tigri no no^! cui tempo gli Ordelaffì nuovamen-
e Guido suo figlio, quali essendo perciò i tes'impadronirono di Sarsina e altri luo-
incorsi nella scomunica, Innocenzo IV li ghi, e d'allora in poi, per quanto già ri*

fece assolvere dal priore de' camaldolesi portai, i vescovi di Sarsina perdeiono il

diFontebuona. Neh 258 occupò la sede temporale dominio. Dopo tal vescovo,
Giovanni, che aumentò la chiesa di beni morto afflitto e nello squallore, gli suc-
egiurisdizioni;neI ii65 Guido cistercen- cesseneh 397 Jacopo da Sanseverinq
fr.

se che infelicemente poco dopo fu truci- maestro generale de'crociferi, che abdi-
dato da Alessandro Aldobrando e da Re- cando nel 1 398 fu eletto il correligioso fr.
nerio avidi rapitoli de'beni delle chiese, Gio. Filippo Negusanti di Fano, che do-
per impossessarsi di quelli di Sarsina va- vette procedere con molta prudenza nei
lidamente sostenuti dal sagrificato pasto- tempi calamitosi in cui si trovò, sia per
re.Clemente IV eccitò l'arcivescovo di lo spoglio della signoria di Sarsina, sia
Ravenna e il suo legato, per punire l'or- per il perversante scisma.Neh 44° ^uve "
rendo assassinio. Nel 1 ?.66gli successeGra- scovo fr. Gubbio domenicano,
Pietro da
zia arcidiacono di Ravenna eletto dal me- e nell'is.tesso anno Daniele de Arluuoo A.-
2 o 1 SA R SAR
Ulano lodigiano, canonico regolare di s. dolfo, che lasciò nella rocca di Gola la

Agostino, poi vescovo di Forlì neh449> bella memoria delle effigie e delle gesta di

cVa dove invece fu traslato a Sarsina il ve- quasi tutti i predecessori, ed egli pure vi
scovo Mariano Farinata seuese. Neh 45 fu poi collocato, con versi che lo celebra-
Fortunato Pellicani nobile di Macerata, no benemerito,anche di aver amplialo le

il quale raccolse in un volume i diritti case vescovili e restaurate le chiese. Nel


concessi alla sua chiesa dagl'imperatori 1602 Clemente Vili elesse il letterato e
e Papi, sebbene pare che a quest'epoca i a lui ben affetto Nicola Brauzi raguseo,
vescovi ancora possedessero alcuni castel- sotto del quale fu rinnovata la questione
li. Scrisse l'Ughelli: Quo praesule Plau- sui diritti feudali del vescovo sarsinate,
ti comoedias Caeulana Arce repertas
in per la quale Paolo V emanò il breve Ec-

fuisse, inveterata tradilio est apudsas- clesiarum Praelatos, de'7 gennaio 1612,
senalensts. Nel i474 Antonio Monaldo riportato a p. 2g3 dell' Appendice d'An-
di Rimini, nel i5o3 Galeazzo o Galesio tonini, in favore del vescovo, e fu poi con-
Cor vara di Ferrara che poco visse, nel fermato sotto Clemente XII, al rinnovar-
1 5i 5 il nipote Antonio Ronchi che fu al si le questioni giurisdizionali sull'esenzio-
conciliodiLnterano, ed avendo eletto per ne da qualunque tributo ne'castelli di Go-
coadiutore Gio. Antonio suo nipote nel la,Musella, Cerfoglio, Finocolo, Pozzo e
i 523, cessò di vivere poco dopo, ed egli Monte Jottone: la sentenza si legge a p.
lo segui nella tomba neh 524- Nel mede- 3o4 di detta Appendice. Ma accusato il
simo anno fr. Raffaele degli Alessi o A- vescovo Nicola a Paolo V di gravi delitti,
lessandrini daCarpi de'miuori osservanti, fu posto in Castel s. Angelo: nel tempo di
benefico colla sua chiesa, corresse costu- i sua prigionia compose in versi e poi pub-
mi del clero e fece rifiorire l'ecclesiasti- blicò nel 63o: Martyrologium poeti rum
1

ca disciplina, zelò il decoro del divin cul- sanctorum totius Italiae et eorum qui in
to, e riparò i sagri templi in parte caden- Marlyrologio romano continenlur} curii
ti : mori nel 1 53o. Indi si registra il car- Christi genealogia et quindecim mysteriis
dinal Pompeo Colonna probabilmente )
si. Rotarti, Eletto nel 1 62 Gregorio XV, 1

amministratore, come lo era di altre chie- Nicola fu restituito alla sua chiesa che pru-
se, la non lodevole consuetudi-
secondo dentemente amministrò, passato quindi
ne suaepoca. Lelio Pio Roteili di Ma-
di a Ragusa vi lasciò la vita nel i632. Gli
cerata fu fatte vescovo agli r i dicembre successe Amico Panico di Macerata, che
i53o e governò 5o anni con lode; per la trasferito a Recanati neh 634, quivi ven-
fermezza colla quale sostenne propri di- i ne da Bagnorea Carlo Bovio nobile bolo-
ritti co'ministri della camera apostolica, gnese nel 635, lodato per prudenza e
1

e per la sentenza favorevole che ottenne- pietà. Nel 646 Innocenzo


1 nominò Ce- X
ro i suoi reclami, egli e successori furono sareRighiniligure,cui successero nel 1659
eli nuovo tempo-
riconosciuti signori nel Francesco Gaetano romano; nel 66 1 Fe- 1

rale de'castellispetlauti al contado di Bo- derico Martinoni nobile senese già vica-
bio, il quale fu dichiarato esente da tri- rio generale di Sarsina; neh 678 o 1679
buti e gravezze come feudo imperiale, nel Francesco Crisolini di s. Sofia; neh 683
pontificato di Pio IV con decreto ebe ri- Bernardino Marchesi forlivese; nel 1699
cevè conferma in quello diGregorio XIII. Gio. Battista Braschi nobile di Cesena e
Morendo nel i58o gli successe il fratello canonico di quella cattedrale, il quale ri-

Leandro che fino dal 556 avea preso per 1 nunziò nel 17 18; ritiratosi in Roma, fu
coadiutore, indi nel i5j5 fatto vescovo nominato arcivescovo di Nisibi in parti-

ÒV A rgo in partibus, poco visse,e nel 58 1 bus, e morto neh 736 fu sepolto nella ba-
eli venne vescovo Angelo Peruzzi di Mon- silica Liberiana ; fu dotto autore di di-
SAR SAR 2i[
verse opere, che ricordai a Brascui fami- solò! sarsinati, promulgò vescovo di Ber-
glia. Clemente XI deputò nel 171 8 am- tiuoro Federico Bencivenni cappucci-
fr.

ministratore Pietro Giacomo Pichi pesa- no di Giovanni in Persiceto. Nell'allo-


s.

rese, vescovo di Civitaducale. Nel iy33 cuzione Quo sensus Nos, che il Papa pro-
Clemente XII nominò vescovo Gio. Ber- nunziò in dello concistoro, Bull. Rom,
nardino Vendemmi cesenate; indi Io fu- cout.1. 1
4, p- 3o4, si legge; » Nunc ad ea
rono nel 1 749 Gio. Paolo Calbetti di Ci- veniamus, quae a Nobis apostolici mini-
vitella diocesi di Bertinoro, che celebrò il sterii sollicitudodesiderat,ut nempe va-
sinodo; nel 1760 Gio. Battista Marni di cantibus ecclesiis eos praefìciamus, quos
Foro o Mercato Saraceno diocesi di Sar- pietate, acdoclriua praeslantes dignos e-
sina, nobile di Cesena, col quale neW'dp- xistimavimus, quibus episcopale munus
pendice si termina la serie de'veseovi di commi tteretu us. Mirari autem nemo de-
Marsina, che continuerò colle Notizie di bet, cum audierit episcopali um quoque
Roma. Pio VI a'23 aprile 1787 fece ve- Sarsinae et Briclinori ecclesiarum, qua-
scovo il concittadino Nicola Casali di Ce- rtini suppressionianno i8o3 indulsera-
sena, e fu l'ultimo secondo concordalo il mus, episeopos a nobis instilui. Memo-
de' 16 settembre i8o3 concluso tra Pio ratas enim ecclesias ex episcopalium ec-
VII e la repubblica italiana e voluto da clesiarum albo numquam expunctas fuis-
Napoleone ove nel § 3, e come riportai
I, se inde patet, quod nullas nos apostolicas
nel voi. XVI, p. 43, furono soppresse le unquam dederimus,
literas, si ve bullas,

chiese vescovili di Sarsina e Bertinoro. quibus Sarsinae et Brictiuori episcopali^


Nondimeno, siccome fu pure convenuto, a nobis abolitosdeclararemus.Atquehinq
che se vescovi non erano trasferiti ad al-
i factum est, ut episcopus Sarsinae quoad
tre sedi riceveranno un compenso ade- vixit, ecclesiae suae tranquille praefuerit,
quato alla congrua che godevano, così il ineaqueregendaextremumobieritdiem,
vescovo Casali vi restò invecedi passargli Quare cum episcopales Sarsinae etBri-
la pensione. Ma vivendo ancora quando ctinori sedes m
praesens vacent, suura
Pio VII fu restituito alla sua sede, e mo- cuiqueepiscopum praefìciendum nunc es-
rendo nel 8 5quando non esistevano più
1 1 se judicavimus". Considerando Pio VII
ne la repubblica, ne Napoleone I, il Papa la mediocrità delle mense vescovili cui e-»

nel concistoro de' i/\. aprile 8 7 gli die 1 1 rano ridotte quelle di Sarsina, e partico-
in successore Carlo Monti d'Imola. Nel larmente di Bertinoro perchè molti dei
seguente annoa'25 maggio avendolo Pio suoi beni erano stati alienati nella stra-
VII trasferitoaCaglie Pergola, nello sles- niera invasione, destinò di riunirle, ma
sogiorno provvide la chiesa di Sarsina col la morte glielo impedì. Il degno succes-
vescovo Pietro Balducci di Forlì.e fu real- sore Leone XII effettuò il divisamenlo
mente l'ultimo vescovo, essendo stato nel colla boWa Dominicigregis procuralo hu-
1822 traslato a Fabrianoe Maidica. Dap- militati nostrae, de'28 agosto 1824, riu-
poiché, quando nel detto concordato fu nendo canonicameute le sedi di Sarsina
soppressa anche la sede di Bertinoro, Pio e tfi Bertinoro, lasciando intatte le loro
VII l'affidò in precaria amministrazione cattedrali e prerogative, e decretando che
all'arcivescovo di Ravenna Codronchi, il un solo vescovo dovesse governarle, suf-
quale non fu sturbato dal governo fran- fragane© dell'arcivescovo di Ravenna, e
cese di cui si mostrò di voto. Dopo l'ac- peli.°vescovo di Sarsiua e Bertinoro no-
cennato fausto ritorno di Pio VII, a lui minò lo stesso fr. Federico Bencivenni che
caldamente ricorsero bertinoresi perchè i lo era della secouda.Per sua morte, Pio
volesse ristabilire il pastore, e finalmente VIII nel concistoro de'i5 marzo i83q
nello stesso concistoro del 1 8 1
7 in cui con- dichiarò vescovo l'attuale rispettabile e
212 SA R SAR
zelante mg. r Gio. Battista Guerra di Ra- na la portò in Forlimpopoli s. Apollina-
venna, già canonico penitenziere di quel- re di Ravenna discepolo di s. Pietro, ed
la metropolitana, stato vicario capitola- ebbe a i.° vescovo 33o. La
s. Rullìi lo nel
re delia medesima, professore di storia ec- stessa fede fiorì in Bertinoro ne'primi tem-
clesiastica e direttore del collegio de'no- pi della'Chiesa, ed una pia donna cristia-
Lili, predicatore egregio, e lodato per dot- na vi ricovrò Illuminata vergine raven-
trina e virtù nella proposizione concisto- nate, liberata da un angelo miracolosa-
riale. Ma il regnante Pio JX, colla bolla mente dal carcere, ove i crudeli e fanatici
Super oecumenica agri dominici procu- pagaui suoi genitori l'aveano fatta chiu-
ratione3 emanata nel 1 853 in data 1 3 kal. dere, in odio alla religione di Gesù Cri-
aprilis, ripristinò la sede di Sarsina, se- sto da lei professata, ed in Bertinoro per
parandola da Bertinoro; laonde si legge virtù divina operò alcuni prodigi, il che
nel Giornale di Roma maggio
degli 1 1 avvenne nel 3o3 circa. A Forlimpopoli
1 853, che la deputazione di Sarsina com- promisi in questo articolo di riportare la

posta di mg. r Gio. Muccioli canonico La- serie de'vescovi di tal sede, che precedet-
teranense, del can. d. Dionigio Baronio tero quelli di Bertinoro, cioè di quelli di
e dell'arciprete d. Vicinio Angelini, i qua- cui non parlai. 11 5.° vescovo fu Fortu-
li rappresentavano il i.°la città, gli altri nato, in tempo del quale il magnifico tem-
il capitolo cattedrale e il collegio de'par- pio d'Ercole consagrato a s. Ruffillo per

roehi dell' intera diocesi, ebbe V onore esservi slato deposto il suo corpo, fu con-
d'essere ricevuta dal Papa per umiliargli cesso ai monaci benedettini verso 582, il

vive azioni di grazie, per lasegnalatissi- onde la chiesa divenne abbazia: il vesco-
ina grazia concessa alla popolazione sar- vo mori nelGoo. Mailocoera vescovo nel
sinate dividendola da Bertinoro, e resti" 622,e si vuole nunzio di Onorio I in Por-
tuendole l'antica sede vescovile. togallo. In tempo di Stefano, ricordato a
In molti articoli e particolarmente in Forlimpopoli, dopo aver la città ne'pri-
quelli riguardanti la nobilissima Roma- mi del V secolo patiti gravi danni col ter-
gna e l'Esarcato di Ravenna, parlai di- ritorio per le incursioni gotiche d'Alari-
verse volte di Sarsina e di Bertinoro. Per co, soggiacque a roviua e orrendo macel-
unità di argomento ci lai nell'articolo Ber- lo perGrimoaldo re de'longobardi, che
tinoro, quelli di Forlimpopoli e di Sar- abbandonò la città al saccheggio e alle
sina, ne'quali come ho notato nel prin- fiamme: il vescovo Stefano scampò quasi
cipio, mi riserbai di trattare dei vescovi e per prodigio. Nel 68o Magno fu al con-
sede vescovile di Bertinoro, ed ora vado cilio di Roma. Ansauco vescovo e abbate
a elFetluarlo in questo, ad onta che pel di s. Ilariodi Galeata, nel j53 ospitò Pa-
narrato non è più unita a Sarsina. A For- pa Stefano II, che si recava in Francia a
limpopoli citai l' opera di Besi, e le due domandar soccorso contro i longobardi,
di Vecchiazzani, colle quali oltre la sto- che usurpavano domimi e patrimoni! del-
i

ria di Forlimpopoli difese contro Besi il la Chiesa, fra'quali {'Esarcato di Raven*


titolo di città vescovile proprio di Forlim- na, che già si era sottoposto alla piote*
popoli. zionede'Papi, e perciò insieme a Forlim-
Bertinoro antichissima e illustre, per popoli e Bertinoro divenuti domimi del-
la sua vicinanza a Forlimpopoli, da cui la chiesa romana. Grato il Papa al ma-
è distante tre miglia, ebbe quasi comuni gnifico trattamento e agli aiuti ricevuti,
con essa le vicende, e finché non diven- gliconfermò l'abbazia, e nel ritorno al-
ne sede vescovile le fu soggetta nello spi- loggiò di nuovo da lui. Paolo I fratello
rituale, riconoscendo per metropolitano e successore di Stefano II, confermò ad
l'arcivescovo di Ravenna. La fedccrislia- Ansauco l'abbazia benedettina di s.IiariOj
SAR S A R 1 1

e gli concesse Civitella nobile terra, che LiMPOPOLi, fino a Roberto del 1 35o, cano-
poi dominarono gli arcivescovi di Raven- nico e cittadino di Forlimpopoli. Dipoi il

na. All'epoca di Carlo Magno era vesco- successore fi*. Roberto de'Resinelli degli
vo Anfriso dei 774, ed Agilulfo. Dell'858 eremiti di s. Agostino, per l'estrema ro-
o più tardi vi vea Giovanni, e ne feci men- vina della città operata da Francesco Or-
zione a Forlimpopoli; cui successe Arnal- delafiì, neh36o si trasferì in Bertinoro
do che fu a diversi concilii dal 9^4 in poi. e incominciò a esercitare le pastorali fun-
Indi Guinicino o Guimigiso, pure ram- zioni nella chiesa di s. Caterina, che ven-
mentato nel 980 a detto articolo. L'im- ne eretta in cattedrale e vi accolse la spo-
peratore Ottone I, come Benedetto VII, glia del vescovo quando morì nel 1377.
concesse privilegi all'abbazia di s.Ruffillo Gli successe col titolo di 36.° vescovo di
già divenuta celebre, ed il i.° vi pernottò. Forlimpopoli, come lo portarono dopo di
Nel 998 fu al concilio di Ravenna Teu- lui alcuni altri pastori,Teobaldonellostes-
perto. L'arcivescovo di Ravenna Gebear- so anno,che restò fedele a Urbano VI
do nel 1078 concesse al vescovo Onesto quando Clemente VII,
insorse l'antipapa
la chiesa e il monastero di s. Cipriano in ed ebbe pure la temporale giurisdizione
Piavenna, nella regione del palazzo diTeo- su Bertinoro e su Cesena, delle quali s'in-
dorico, co'suoi beni, colla condizione di titolò conte. Volle affrontare colle armi
restaurare le fabbriche e pagare una di- l'esercito scismatico del pseudo Papa, ma
screta pensione alla sua mensa. Essendo soccombette e fu fatto prigione, donde si
vescovo neli073 Pietro, visitò la chiesa redense con una somma imprestatagli da
di Forlimpopoli s. Pier Damiani,e vi pro- Rodolfo Varano di Camerino. Nel gene-
nunziò nella festa di s. Ruffillo quell'elo- rale abbattimento gli abitanti nel 1393
quente sermone che riporta Ughelli: Pie- furono confortati dalla meravigliosa ap-
tro nel 1 106 fu al concilio di Guastalla. parizione d'una croce azzurra sul batti-
De'successori feci ricordo a Forlimpopo- steri© di Bertinoro, che per 1 1 giorni il
li; solo omisi Lanfranco che nel 1 1 79 in- popolocostantementeammirò, indi scom-
tervenne al concilio di Laterano di Ales- parve all'avvicinarsi delle genti di Pino
sandro III (questo Papa neh 177 mandò OrdelaffisignorediForlì. Bertinoro era dei
a prendere possesso di Certi noro e suo con- Calboli potenti forlivesi e nemici degliOr-
tado, nel modo detto al voi.
p.4 2 ) } e LV, delaffi,allorchènel 3o6iMainardi non po-
1

Guardo deli2o3. L'Ughelli riprodusse i tendo comportare loro signoria, quan-


la

diplomi delle concessioni fatte a s. Ruffil- tunque del loro partito, chiamarono gli
lo di chiese, beni e giurisdizioni dai ve- Ordelaffi ghibellini, e cacciato da Berti-
scovi, e particolarmente daUrbetel Io, con- noro il partito Calbolesco,senza riguardo
fermate monaci dell'abbazia da Papa
ai ai benefici*! ricevuti, si die la terra a Pi-
Onorio III. Il successore Egidio di For- no Ordelaffi che vi edificò molte case di
limpopoli e preposto della cattedrale, ra- delizia pel soggiorno estivo,siccome posta
tificò le donazioni fatte dal vescovo Gre- su ameno colle. Mainardipoi
Tuttavolta i

gorio all'eremo de'camaldolesi di s. Ma- prevalsero, per cui neli35o furono cac-
ria d'Urano, liberandolo dalla giurisdizio- ciati a viva forza da Lodovico Ordelaffi,
ne del vescovo e dalle decime. Il vescovo oltre le barbarie e V eccidio che empia-
Giovanni sottoscrisse il concilio di Raven- mente vi com mise Francesco Ordelaffi nel
na del 1253: lo precedettero e successero memorato e fatale anno 36o. Fu dunque 1

i notati a Forlimpopoli. Ravaldino del dopo queste dominazioni, che il vescovo


1270 si recòalconcilioprovinciale d'Imo- era divenuto signore di Bertinoro, ma feu-
la nel1280; e gli successe nel 1286 Tad- datario del Papa, giacche si ha da Bonoli,
deo lodato pastore,e poi riportati aFoR- i Storia di Forti, che nel 1 3 94 Papa Bo-
at4 SAtl è km
Dilanio IX por le vicende de' tempi, di Servorum Dei gratin Epìscopus Berlino-
guerre e scisma, in Romagna non posse- riensis.Lo stesso Papa nel 14^8 con isplen-
deva che la città di Bertinoro, e questa di do elogio vi prepose il virtuoso e dotto
per penuria di denaro espose in vendila Ventura degli Abbati canonico di Cesena
a' principi limitrofi. Gli Ordelaflì offriro- sua patria. Nel 1477 Sisto IV fece vesco-
no 22,000 il Papa promise loro
fìorini,ed vo di Forlimpopoli
e Bertinoro il suo fa-
la terra. Ma
Antonio Tomacelli di lui ni- migliare Giuliano da Volterra france-
fr.

pote e nemico ai forlivesi, tanto seppe a- scano, chiaro in teologia e filosofia, reg-
doperarsi col Papa che lo indusse ad onta gente delia penilenzieria per2 5 anni, in-
della parola data, a consegnar Bertinoro timo del cardinal Bessarione; perciò forse
per 22,000 fiorini ai Malalesta da Rimi- era assente quando il vescovo di Sartina
ni (V.). II paese erasi talmente impove- Antonio Monaldo solennemente consagrò
rito, che il vescovo Teobaldo, per man- la cattedrale di s. Caterina nel 1 489 mo- :

tenersi in qualche decenza, dovè nel 3o,5 1 rì in Roma nel i5o5, mentre Giulio II

assumere l'incarico di vicario amministra- l'avea fatto arcivescovo di Ragusi. Il det-


Ravenna per l'arci-
tore della chiesa di to Papa fece amministratore il cardinal
vescovo Cosimo Migliorati poi Innocen- Alessandro Farnese poi Paolo III (F.) t
zo VII. Egli moiì in questo anno, dopo che dopo poco tempo rinunziò, onde ai
avere sino dal 1879 ricuperato alla sua 18 apriledello slesso anno fu vescovo Gio-
sede vescovile la rocca di s. Cassiano, ca- vanni Ruffo Teodoli forlivese egualmente
duta nella signoria de'Calboli, sulla qua- per volere di Giulio II, il quale nel i5l !
le tuttora i vescovi di Bertinoro hanno trovandosi in Forlì tolse l'arcivescovato
la spirituale giurisdizione, sebbene sia al ribelle cardinal Borgia e lo conferì al
neldominio del granduca di Toscana per Teodoli, che poi passò ad altre dignità,
quanto narra Ughelli. Bonifacio IX nel come di tesoriere, ma seguendo con trop-
1 3q5 al defunto soslituìOrso o OrsilIoAf- po ardore la parte ghibellina, cadde in
flitti di Scala protonotario apostolico, di disgrazia delPapa Adriano VI o Clemen-
gran pietà e prudenza, benefico colla sua teVII che l'avea destinato alla porpora,
chiesa. Intanto risorgevano le chiese e le e morì in Roma nel 527, come appren- r

abitazioni di Forlimpopoli, ed egli vi con- do da Bonoli. L'CJghelli in Foropopilicn


tribuì col suo peculio perchè il luogo tor- et Bertinorii Episcopi, t. 2, p. 5go Italia
nasse all'antico lustro. Per cui vi ritornò sacra, scrisse di Giovanni : Adriano vero
il clero ch'erasi disperso, e si applicò al Vidimi cardinali* esxet, ita familiariter
suo ministero, eccitato dallo zelo dell'ot- utebatur ec, e che a suo tempo il magi-
timo pastore. Celebrò diversi sinodi per strato di Forlimpopoli concesse ai france-
riordinare la disciplina ecclesiastica, re- scani nel territorio la chiesa di s. Maria
staurò nobilmente ìa cattedrale di s. Ca- del Popolo, e nel 5 o fu consagrata quel-
1 1

terina, e fornì la sagrestia di preziose sup- la di s. Michele sul Ronco, ed in Forlim-


pellettili. Nel i 4-o5 fu traslato a Monopo- popoli si ristabilì la confraternita del ss.
li, ed il vescovo di Teramo Marco venne Sagramento: questo benefico vescovo,
trasferitoaBertinoro,dondeneli4i8 pas- rifabbricò la chiesa di s. Giovanni Bat-
sò a Sarno, dopo aver veduto sorgere in tista che poi fu data alle monache. L'U-

Bertinoro chiesa di s. Rocco. Martino


la ghelli ornò il suo stemma col cappello car-
V gli surrogò fr. Marco religioso servita dinalizio, ma in Cusentina metropoli* t.

di Verona, insigne teologo usò il sigillo :


9, p. 260 lo riprodusse colle sole insegne
con l'inimagme di s. Rulfillo patrono di arcivescovili, dicendolo episcopus Foro-
Forlimpopoli, ed egli genuflesso, con l'i- popilìensis et Bertinorii : Adriano vero
scrizione in giro ; S. D. Marci fratruin VI (e non IV) dum cardinali* essct, ita
~
SAR SAR 2 1

famìliariler utebatur. Teodoli non fu car- ma per la tenuità della mensa avendola
dinale, e perciò non conosciuto dai bio- ricusata a'20 agosto, nello stesso giorno
grafi de'eardinali. Giulio li a'2g ottobre la concesse a Girolamo Vernilo (F-), che

i5i i gli sostituì il canonico Bartolomeo dopo un anno fu traslato a Caserta e poi
Morattini nobile di Forlì, ma dopo circa ereato cardinale. A' 4 novembre 54 di 1 1 1
-

3 mesi rinunziò la sede io amministra- venne vescovo fr. Cornelio Mussi conven-
zione al cardinal Alfonso Petrucci (^), tuale piacentino, eloquente predicatore,
ma Leone X passati pochi giorni invece dotto autore d'opere e di santa vita. Tras-
l'affidò a'28 gennaioi5i2 al di lui fra- ferito a Bilonto, a'27 ottobre 1
544 g M de-
telloAngelo Petrucci nobile senese, die cesse fr. Tommaso Caselli di Rossano, in-

intervenne al concilio di Lalerano. Fu ri- signe teologo domenicano, ex episcopo


cevuto in Forlimpopoli con dimostrazio- s. Leonis, passando nel 1 548 a Oppido,
ni di straordinaria allegrezza, e supplica- onde da Scala qui fu trasferito Lodovico
to di ristabilirvi la residenza, di porvi un Vannini de Teodoli nobile forlivese a'7
ottimo vicario e di obbligare i canonici maggio 548, e ne parlai nel voi. XLI, p.
1

ad esercitare i consueti divini uffici. Eb- 256,come maggiordomo di Paolo III. Per
be nel governo della diocesi per assisten- sua morte, a'29 gennaio i563 fu traslato
tee amministratore colla speranza di fu- da Caorle Egidio Falzetta di Cingoli dotto
tura successione Bernardo Federici nobi <
giureconsulto; fu al concilio di Trento e
le fiorentino, ma morì prima di Angelo, sapientemente governò, morendo il i.°
che lo seguì nella tomba nel 1 5 1
4- P er luglio 1 564- A'28 Pio IV lo fece succe-
la congiura alla vita di Leone X, tramata dere da Agostino Folignatti di Vercelli
dal cardinal Petrucci, erano co'suoi beni già vescovodiTrevico,cheperlasuascien-
stati confiscati anche quelli della mensa za legale figurò nel concilio di Trento.
del fratello, che persostentarloZampeschi Egli fece residenza in Forlimpopoli, ove
signore di Forlimpopoli gli ottenne dal avea giurisdizione per metà della città col-
Papa quella pieve di s. Pietro apostolo, la suddetta parrocchia di s. Pietro, l'altra

previo consenso del suddetto Teodoli


il spettando all'abbazia nidlius di s. Ruflil-
che n'era arciprete il pontificio decreto
: lo, la quale a'20 giugno 1 564 Pio IV da-

fu poi emanato a* 12 marzo i5i 7. Leone gli abbati commendatari l'attribuì «11*
X benché facesse punire col supplizio del- basilica Vaticana. A suo tempo e nel 578 r

la forca il cardinale, 1 5 giorni prima elevò per morte di Brunoro Zampeschi signore
alla medesima dignità il di lui fratelloRaf- di Forlimpopoli, le milizie papali occu-
faele Petrucci (V.) e gli conferì poi l'am- parono il suo stato : le affrontò la vedova
ministrazione della sede, che passati po- Battistina Savellì (F.), per quanto dissi
chi mesi rassegnò neli5ic) in favore del a tale articolo, ed ottenne varie conces-
nipote Pietro Petrucci nobile sanese, il sioni da Gregorio XIII. Malcontento il ve-
quale fu dispensato dal difetto dell'età di scovo di alcuni nel 1
579 partì da Forlim-
20 anni epromossoa'i4marzoi 52 o, col- popoli, accompagnato da quel clero sino
la condizione che fosse consagrato a 27 a Faenza, donde recatosi in patria, poco
anni. Morto nel 1 537 gli successe Bene- dopo vi morì. Gregorio XIII a'i4 otto-
detto Conversini di Pistoia, chiaro per e- bre nominò successore Gio. Andrea Cali-
rudizione, nel 1 5/±o trasferito a Jesi e fatto gari di Brisighella, che trovandosi nun-
presidente di Romagna. Paolo HI nomi- zio in Polonia, fu consagrato solennemen-
nò il Maestro delle ceremonie (V.) Bia- te dal vescovo di Wladislavia nella col-
gio Martinelli da Cesena (forse per con- legiata di s. Giovanni in Varovia, alla pre-
solarlo dall' atroce ingiuria ricevuta da senza di re Stefano, della regina Anna e
B uonarroli e narrata nel voi. Yl II,p. 1 1
3), della corte. Fu inoltre nunzio, prima di
216 SAR SAR
questo tempo a Sebastiano re di Porto- del pastorale ministero,e come di delicata
gallo, poi a Carlo arciduca d'Austria, e complessione,l'ariadiBertinoro di venuta-
segretario di Sisto V, Urbano VII, Gre- gli pregiudizievole, passò a soggiornare in
gorio XI Ve Clemente VHI^per cui trattò Forlimpopoli ove avea giurisdizione sul-
affari gravissimi della s. sede. Benemerito la pieve di s. Pietro, ed ivi nel settembre

pastore, aumentòmagnificenza e il de-


la 1640 istituì l'accademia ùe^Y Infiamma-
coro della cattedrale di Berlinoro, che rie- ti e se uè dichiarò patrono. Nel seguente

difìcòda'fondamenti in unoal campanile, anno avendo intrapresa la visita della dio-


con gli aiuti eziandio del comune e de'dio- ammalò, e condotto a Forlimpo-
cesi si

cesani, fornendo la sagrestia di preziosi u- poli terminò i suoi giorni ai5 ottobre:
tensili sagri: accrebbe il numero de'cano- fu tumulato in s. Pietro nella cappella dei
nici ede'mansionari, e meglio li provvi- ss. Innocenti, ove avea fondato tuia cap-

de di rendite, come migliorò la mensa ve- pellaniai e fu ili. vescovo di cui si trovi
scovile. Trasferì in Berlinoro la residen- in Forlimpopoli il sepolcro, dopoché fu
za, nella rocca ove si mantiene, avendola diroccala la tremendo incendio
città pel
ottenuta da Clemente Vili, e poi da lui datovi dal cardinal Albornoz, dopo aver-
ridotta a conveniente episcopio. Volendo la tolta al ricordato e feroce Francesco Or-

il vescovo arricchire la cattedrale delle ve- delaffi, il quale scomunicato vi avea fatto

nerabili spoglie di s. R.u(fillo, dalla chiesa bruciare le statue del Papa e de'cardina-
di sua giurisdizione dis. Lucia di Forlì, li, e scorticare 7 sacerdoti e altrettanti ap-
ove l'avea trasportate il vescovo Rober- pendere,per essersi ricusati celebrare nel-

to de'Resinellij si oppose il vescovo diFor- l'interdetto di cui era allacciata la città,


lì,onde ebbe luogo grave lite; nondimeno laonde gli altri atterriti da sì enorme cru-
il corpo di s.Ruffillo rimase in Forlì, dove deltà cederonoalle brame del tiranno. Nel
ancora esiste. Morì neli6i3 a' 19 genna- 164^ Urbano VI II elesse per vescovo Isi-

io assai compianto, e fu sepolto nella cat- doro fratello del defunto, abbate bene-
tedrale di Berlinoro. Nella chiesa collegia- dettino dell'abbazia Fiorentina e di soavi
ta di s. Michele di Brisighella vi è un mo- costumi, che fece residenza nella rocca di
numento onorario con isplendida iscrizio- Berlinoro e la restaurò perchè minacciava
ne, perchè la rifabbricò, le donò ricche rovina. Vigilò per lo splendore del culto
suppellettili e le assegnò pingui rendite. divino, e morendo nel 1 656 fu sepolto in
Paolo V nominò vescovo Bartolomeo U- s. Proculo del suo ordine. Alessandro VII
golini, che morì senza esserne ordinato; nel 1 659 deputò a'2 1 aprile vescovo eccle-
quindi a'20 marzoi6i3 gli surrogò In- siis Brìctonorien et Foropopulien unilis t

nocenzo Massimi nobilissimo romano, or- Ottaviano Prati nobile di Parma, già lo-
nato di virtù, che restaurò la rocca e de- dato governatore di Benevento, e morì
liziosamente rabbellì, ma pregiudicò as- nell'agosto. Nel 1660 gli successe Guido
sai la mensa mentre credeva avvantag- Bentivoglio teatino nobile di Gualtieri
giarla, trovandosi costretto venderne i ca- che nel 1675 rinunziò, e morì in Ferra-
stelli al marcheseZerbinati: Gregorio XV ra nel seguente anno. In questo fu eletto
lo fece vice-legato di Ferrara, nunzio in Vincenzo Gaballi nobiledi Ravenna e ca-
Toscana e Spagna, ed Urbano VI II lo tra- nonico arcidiacono della metropolitana,
slalò a Catania nel 624. Nominò succes-
1 morendo in patria nel 1 70 1 . ClementeX I
sore il Giovanni della
proprio parente fr. gli sostituì Gio. Battista Missiroli di Ber-
Robbia nobile fiorentino e domenicano, linoro, che era arciprete della cattedra-
il quale con somma vigilanza amministrò le, e vicario generale e capitolare, lodato
la diocesi e di frequente predicava nella pastore : intraprese la causa coutro il ca-
cattedrale; ma per l'infaticabile esercizio pitolo Vaticano, per ricuperare l'insigne
SAR SAR 217
abbazia di s. Ruflfìllodi Forlì
m popoli, ma perpetuo, e si può ritenere che saranno
n'ebbe contraria senlenza.Con questo nel- aumentate dalla saggia amministrazione
V Italia sacra si termina la serie de' ve- memoria delle an-
dell'odierno vescovo.ln
scovi, che seguiterò colle Notizie di Ro- tiche giurisdizioni temporali del vescovo
ma. Clemente XI F a'24 marzo 17 34 fece di Sarsina, il vescovo di Bertinoro e Sar-
vescovo GaetanoGalvanidi Massa diocesi sina quandocelebrava pontificalmente, li-
di Pescia : per sua rinunzia a'20 novem- sa va il privilegio di tenere sopra una cre-
a
bre 1747 successe Francesco M. Colom- denza l'elmo, la spada e gli speroni, come
bani di Forlì; indi a' \5 settembre 1788 altri vescovi già sovrani. PerSarsìna si pos-
Giacomo Boschi di Tivoli, al cui tempo sono leggere anche i seguenti autori. Gio.
come notai fu soppressa la sede da Pio Battista Braschi già suo vescovo, Relatio
VII neli8o3, dipoi nel concistoro de' 18 status Ecclesiae Sarsi natensU, Clementi
settembrei8o7 fece il Boschi vescovo di XIexhibita,Txomae 1 704. Copiaquorun-
Carpi. A rimuovere Pio VII gl'inconve- dam prwilegiorum Ecclesiae episcopali
nienti che di frequente nascevano in For- Sarsinae cóncessorum,¥óvomL\v\\ 16^:
limpopoli per la giurisdizione del vesco- questi privilegi si leggono ancora nell'An-
vo e dell'abbazia, nella vacanza della se- tonini e nell'Ughelli. Annibale Olivieri,
de della incolla bolla In supremo, de '5
1

Esame d'alcuni diplomi e carte stampa-


novembre 18 16, Bull. Rom. cont. t. 14, te già daW Ughelli\e nuovamente nelì A p- \

p. 25o, unì la parte della città di For- pendice alla Storia di Sarsina pubblica-
limpopoli o parrocchia di s. Pietro all'ab- le in Faenza 1 7'69: si legge ancora nella

bazia mutimi del capitolo Vaticano e vi nuova Raccolta degli opuscoli scientifi-
aggiunse quella di s. Cristoforo di Salba- ci, Roma 1778. Per Bertinoro, oltre gli
gnone nel suburbio di Forlimpopoli, to- storici citati a Foblimpopoii, ne trattano
gliendole ambedue dalla diocesi di Ber- gli altri di Romagna, e particolarmente

t'inoro, e componendosi di circa 1400 ani- Simone Chiaramonti, Cesena trionfante,


me. A questa poi diede in compenso 7 che ricordai a Cesena ; e Pietro Tondini,
parrocchie appartenenti alla stessa abba- Della città di Bertinoro.
zia e poste nel suo territorio, cioè s. Ma- SARUGoBATNA. Sede vescovile del-
ria diTordinano, s. Vitale di Busecchio, la Mesopotamia, vicino aEdessa, residen-
ss. Pietro e Paolo di Grisignano, s. Apol- za d'un vescovo giacobita.De'suoi vescovi
linare di Collina, s. Ruffìllo di Vitigna- si conoscono Atanasio del 688,Giorgio del

no, s. Andrea apostolo di Fratta, e s. Ma- 708, Sergio del 965, Gabriele Sciamabir
ria della Selva, in tutte contenenti circa deh 139. Oriens chr. t. 2, p. 1 5 7 1

1 5oo anime. Terminate così per sempre SkRZkNk(Sarzanen).C\ttà con resi-

le vertenze, nel 18 17 Pio VII restituì a denza vescovile degli stati sardi, divisione
Bertinoro il suddetto vescovo, il quale lo e ducato di Genova, provincia di Levan-
divenne pure di Sarsina quando Leone te, capoluogo mandamento, a 3 leghe
di
XII nel i824riunìleduediocesi,chequan- dalla Spezia, inuna bella vallee ridente
do erano congiunte si estendevano per pianura, a pie dell' Apennino o Alpe A-
quasi 60 miglia di territorio e contenenti puana carrarese, sulla sponda orientale
più luoghi. Ed in aggiunta al riportato a e poco lungi dalla foce della Magra, che
Bertinoro e di sopra,dirò: che vi è un con- il piccolo naviledel Mediterraneo puòri-
servatorio, diverse confraternite,il monte montare sino alle sue mura. E' sede d'un
a
di pietà e il seminario: nel 1 83o le rendite vice intendente dii. classe, e d'un tribu-
a
unite diBerti noto e di Sai sina, ascendeva- nale di i. istanza e di appello dalle giudi-
no a 38oo, gravate d'annua
circa scudi cature mandamentali della provincia di
pensione di scudi 00, nec non alio onere
r Levante, di cui in certo modo divide le

voi., lxl i5
218 SA lì SAR
prerogative di capoluogo colla città diSpe- comprese leprebende teologale e peniten-
zia. Questa bella e nobile città della Lu- ziaria, di due canonici soprannumerari,
nigiana sorge propriamente alla base me- e di altri preti e chierici per l'oflìziatura.
ridionale della collina di monte d'Arme- La chiesa antica di s. Andrea , ove crede
Io delta de'cappuccini, e poco lungi dal l'Ughelli fosse slata da Innocenzo III tra-
poggio vitifero e olivifero di Sarzanello, a sferita la cattedrale di Luni, serve di par-
5 miglia dalle rovine di Luni (^.), ove rocchia alla cattedrale ed ha l'unico bat-
parlai pure della Lunigiana. La chiesa cat- tisterio della citlà. La cura delle anime
tedrale è dedicata alla B. Vergine Assun- spetta al capitolo, che vi deputa due sa-
ta, formata di 3 navate con colonne eli cerdoti parrochi approvati dal vescovo.
marmoe arditissime arcate, meravigliose Un tempo vi furono i paolotti, che abi-
per le larghezze della loro corda. La sua tavano l'annessa canonica. Vi sono, il con-
a
i . edificazione risale al secolo XII, men- vento di S.Francesco, coi riformati; quel-
tre esisteva nel 1200 sotto la duplice in- lo de'cappuccini, come il precedente, con
vocazione di s. Maria, e di s. Basilio, quin- chiesa e fuori della città ; in questa è il

di fu ampliata e decorata nel XIV seco- collegio de'missionari, ove i chierici rice-
lo. Un buon secolo dopo perla pietà e mu- vono l'istruzione religiosa, moraleescien -

nificenza del celebre cardinal Filippo Ca- tifica, di cui ne fu lurgobenefattoreil ve-
r
landrini, fratello uterino del gran Ponte- scovo mg. ScarabelIi. L'episcopio alquan-
fice Nicolò V Parenlucelliy fu compita la to lungi dalla cattedrale, ed il seminario,
metà superiore della facciata colla statua sono due fabbriche ingrandite, rese assai
di Nicola V, e con finestrone a raggiera comode, e decentemente ornate, dallo ze-
(scolture deirinsigneLorenzodiPietrasan- lo e generosità del vescovo Agnini (la cui
quale è tuttora incastrata di vec-
ta), la perdila fu pianta agli 8marzo 1 853), che
chi marmi di Carrara, che si vuole fosse- v'impiegòsomme vistose, per cui rese l'e-
ro di quelli esistiti intorno all'anfiteatro piscopio uno de'migliori della Liguria, ed
maestoso e di eccellente lavoro dell'anti- il seminario è vasto e fiorente per l' inse-
chissima Luni vi fece pure la soffitta bel-
: gnamento. Vi sono l'ospedale, il monte di
lissima, lavoro di Pietro Giambelli pisa- pietà, diverse confraternite, e altre pie i-

no. Devesi pure allo stesso cardinale la stituzioni. Il palazzo pubblico é isolato e
grandiosa cappella della famiglia Calati- di buon disegno, già residenza del com-
di 'mi, dedicata a s. Tommaso, ornandola missario o governatore della repubblica
di bassirilievi antichi e di belle statue, che di Genova. Il teatro nuovo occupa il luo-
sono assai stimabili (ma Gerini deplorò, go de'domenicani, e sorge avanti la piaz-
che per abbellire tale facciata il cardina- za ch'era clausura delle Clarisse; è vago
le manomise i superbi avanzi dell'etni- per formeeperornato.All'antica rocca di
sca Luni, perchè conservandoli sarebbero Sai zana , che fu distrutta dai fiorentini

stati più mirabUi).ll cappellone della Pu- nel i486, successe la cittadella che ancora
rificazione fu posteriormente decorato di esiste. Prima le sue mura erano difese da

un altare di marmo, con varie statue e torri e da baluardi. Fuori di Porta Nuo-
bassorilievi. Ricca altresì di marmi fini, va vi è un a menissimo passeggio. Sarza-
di statue e di pitture è la cappella del pre- na fu patria di uomini illustri nella gerar-
ziosissimo Sangue; essendo ancora forni- chia ecclesiastica, nelle armi, nelle scien-
ta di copiosi marmi, quella del ss. Cro- ze e nelle lettere. Oltre il b. Onofrio da
cefisso. Di recente vi fu aggiunto il gran- Sarzana francescano, ed altri di santa vi-
dioso organo del valente Serassi. Il capi- ta, vanta Sarzana il Papa Nicolo
r
(T ) t V
tolo si compone delle dignità dell' arci- e vi fiorirono i seguenti cardinali : Filip-
diacono, e del preposto, di 12 canonici po Calandri/li, Lorenzo Cfljo/i/',, Filippo
SAR SAR 219
r
Casoni, Giuseppe Spina (/ .), e l'attuale che si abbandonava l'etnisca rovi nata Lu-
vescovo di Siuigaglia cardinal Domeni- ni, divenuta malsana per la palude ch'e-

co Lucciardi. Di Vezzano Lunese,furono lisi formata nelle sue vicinanze, onde fu


tre cardinali Paolo Emilio Laudi vio, e , una delle ragioni per traslocare il seggio
r
Giuseppe A ntonio Zacchia (F .). Onora- episcopale di Luni, che veniva chiamata
rono egualmente la patria, Giovanni Me- coll'epiteto di gloriosa ciita t à\\a. crescen-
dusco maestro di grammatica, Antonio te Sarzana -.ciò avvenne al modo che dis-
Ivani scrittore latino, Agostino Benucci si a Luni nel 1202 per opera d'Innocen-
giureconsulto e poeta, Giuseppe Mascar- zo sebbene il totale abbandono di Lu-
III,

di altro giurisperito, equegli altri illustri ni seguì più. tardi. Allorapare che in Sar-
che celebrò, oltre i nominati, l'ab.Gerini, zana fossero due chiese battesimali, s. An-
colle Memorie sloriche d'illustri scrittori drea e s. Basilio rammentate. L'impera-
e di uomini insigni, dell'antica e moder- tore Ottone I, con diploma del 963, avea
na Lunigiana. Questi trattò pure di Gio- concesso ad Adalberto vescovo di Luni
vanni e di Cesare Bonaparte, dell'antica e suoi successori, diverse corti e paesi, in-
e nobilissima stirpe di Sarzana, fino dal clusivamente al castello di Sarzana : po-
1264 rifugio e culla avventurosa de'più scia nel 1 1 85 si trova ch'erasi aumentata
rimoti antenati dell'imperatore de' fran- la popolazione col borgo, il quale col ca-
cesi Napoleone I, e del regnante impera- stelloFederico I imperatore accordò e con-
tore Napoleone III, non che della discen- fermò cogli altri privilegi imperiali al ve-
denza e propagazione della medesima, ri- scovo di Luni Pietro, cui donò anche il

portando l'albero genealogico di Sarzana borgo di s. Stefano di Magra lungi più


e di Corsica, fino e inclusi ve ai figli di Car- di 3 miglia da Sarzana e sue giurisdizio-
lo e di Letizia, da cui nacquero Napoleo- ni signorili domimi temporali che ben
:

ne I oltre altri 4 figli e 3 figlie; della qua- presto furono quasi paralizzati dalla cre-
le prosapia ne parlai a Corsica, a Pari- scente forza de'municipii, e colla coope-
gi, a Francia, a s. Miniato, ed in altri ar- razione de'medesimi imperatori tedeschi
ticoliove fiorirono e si diramarono Bo- i pe'privilegi che con tanta facilità dispen-
naparte. Sarzana è circondata da ridenti savano, insieme alle regalie al loro com-
colline, e da fertilissima e sana pianura, parire in Italia, e talvolta a più persone
discorrendo de'suoi prodotti e delle qua *
o luoghi. Ed in fatti Federico I 22 anni
lità fisiche del territorio, non meno che prima avea ricevuto sotto la sua imperia-
delle notiziestoriche, l'accurato Diziona- le protezione il borgo e gli abitanti di Sar-
rio della Toscana 3 de\ benemerito E. Re- zana, concedendo un mercato settimana-
petti. le, che Luni e ad altri paesi di Lu-
tolse a
Sarzana, già Serezano, deve forse l'ori- nigiana; quale privilegio nel 1226 con-
il

gine o almeno il suo incremento all'ecci- fermò a'sarzanesi l'imperatore Federico


dio e rovine della famosa Luni, tanto ri- II con diploma dato in Sarzana nell'ago-

nomata per l'ampiezza de'suoi porti, per sto di detto anno. Dipoi l'imperatore Car-
l'esercizio dell' auruspicina ( della quale lo IV nel i355 accordò al vescovo Ga-
parlai nel vol.LX,p. 129), come rilevasi briele Malaspina per la sua mensa, tutto
da molle vetuste iscrizioni che si vedono il concesso da Federico I neh i85; e re-
nel vicino Sarzanello,che vuoisi da alcu- galò tuttociò, quasi nel tempo stesso in
ni corrispondere al suo sito, e per quanto cui dall'imperatore si davano in feudo ai
riportai al suo articolo, oltre la sede ve- marchesi Malaspina e altri, molti luoghi
scovile. Sarzana in origine castello, quin- nel diploma del vescovo Pietro nomina-
di borgo, dopo il secolo XII crebbe in ter- ti. Sarzana era già di venuta in potere dei

ra e finalmente in città in proporzione pisani, dai quali Carlo IV ottenne la li-


22o SAR SAR
bera guardia, e vi mandò Y imperatrice tosto il dominio della città a Bernabò Vi-
colle snegenti,concedendo il titolo di prin- sconti signor di Milano, a palio che i fuo-
cipi ai vescovi di Luni. I vescovi di Luni rusciti non potessero più ripatriare. Nel
subentrati fino dal secolo IX o X col ti- i385 successe il nipote Gio. Galeazzo Vi-
tolo di conti al dominio temporale sopra sconticome padrone più assoluto, ed alla
varie terre di loro diocesi, non poterono sua morte nel 402 Sarzana e Pisa col lo-
1

mantenersi nelPacquistatosi splendore e ro territorio per disposizione testamenta-


farla da principi molto al di là del secolo ria furono assegnate di parte al figlio suo
XI li; poiché Enrico VII imperatore e ca- naturale Gabriele Maria. Recossi costui
poparte ghibellino,neli 3 i3daPoggibon- a prenderne il possesso assistito dal gene-
si destituì de'diritti temporali Gherardi- rale Giovanni Colonna, il quale neh4o4
no Malaspina vescovo di Luni; quindi i arbitrariamente alienò a Paolo Guinigi
sarzanesi profittarono della depressione signoredi Lucca per un ini prestito di4ooo
del partito guelfo, cui allora aderiva il ve- fiorini la rocca di Ripafratta. Avendo Ga-
scovo ritiratosi aFirenze, dal quale otten- briele venduto Pisa, neli4o5 si ritirò a
nero nel i3i8 in perpetuo i diritti e gli Sai zana,e ad insinuazione de'genovesi po-
usi spettanti alla curia e chiesa di Luni se se e lo stato di Sarzana sotto la pro-
sulla loro città, e quelli del suo distretto tezione del re di Francia. Nel 1 ^1 1 per la

giurisdizionale. A questo enfiteusi di Sar- dedizione di Genova al duca di Milano,


zana e suo territorio, accederono i cano- fu ceduta in compenso all'ex doge Tom-
nici per vedere dissipati tali diritti , e il maso da Campo Fregoso la signoria di
vescovo impotente di difenderli, ma con Sarzana con tuttala sua giurisdizione e
l'obbligo che il comune di Sarzana pagas- territorio, il quale si posò poi sotto l'ac-

se5o fiorini d'oro, ed inoltre la pensione comandigia di Firenze. Nel 1 436 per det-
a
annua dii 2 denari al vescovo dentro l'8. to duca, Nicolò Piccinino assaltò e prese
di Natale. I sarzanesi a più o meno lun- Sarzana, ma non gli riuscì di espugnare
ghi intervalli, dovettero dipendere ora dai la fortezza di Sarzanello difesa da Tom-
loro vescovi, più spesso dai pisani e dai maso. Un anno dopo Sarzana con varie
lucchesi o dal loro capitano Castruccio, castella del suo distretto, fu occupata pei
qualche volta anche dai marchesi Mala- fiorentini da Francesco Sforza, e nel 438 1

spina e dai Visconti signori di Milano, nel tornò sotto il dominiodella repubblica di
tempo in cui la rabbia de'partiti Guelfi Genova che di nuovo avea acclamato pei*
e Ghibellini (F.) dilaniava l'Italia. Fu al- doge Tommaso; e Sarzana domiuata dai
lora specialmente, quando non solo i feu- di lui parenti fu nuovamente rimessa sot-
datari della Lunigiana, ma le terre, luo- to l'accomandigia di Firenze, a cui la ven-
ghi e castella si dominio ve-
sottrassero al derono nel 1468 per 35,ooo fiorini, con
scovile, in guisa che infine non rimase al Sarzanello, Borgo s. Stefano, Falcinelli e
capo della chiesa lunense se non che il luoghi della giurisdizione. Nel seguente
nudo titolo di contee la giurisdizione spi- anno il sarzanese cardinal Calandrini, a-
rituale della Lunigiana. Intorno all'istes- vendocon magnificenza albergato inBolo-
sa epoca gli abitanti della città di Sai za- gna l'impera toi eFedericoIII, ottenne per
na seguaci della parte ghibellinasi posero la patria Sarzana la prerogativa di città, e

sotto la protezione dell'imperatore Carlo la conferma degli altri privilegi antichi.

IV, ma al suo ritorno in Boemia nacque Neh 483 potenti Adorni di Genova, con
i

tra'sarzaneside'due partiti gran sedizione, un colpo di mano tolseroai fiorentini Sar-


per effetto della guelfi cheavea-
quale i zana e coi Fregoso la venderono al banco
no preso le governo furono e-
redini del di s. Giorgio di Genova, con Sarzanello
spulsi dai ghibellini, quali dierono ben
i e altri paesi. Neh 486 s'interpose Inno-
S A E SAR 221
ccnzo Vili, ed accordarono
i fiorentini si l'Ughelli Italia sacra 1.
1 , p. 833, in La-
coi genovesi, cedendo Sarzana e Sai zanel- nenses et Sarzanenses Episcopi, e l'ab. Se-
le), ricevendo in compenso Pielrasanla ,
meria, Storia ecclesiastica di Genova e
ciò che non ebbe effetto per questione dei della Liguria. Ora col cari. Bima, Serie
confini; laonde i fiorentini dierono il gua- cronologica de vescovi di lutti gli stati del
sto al territorio di Sarzana, e si prepara- regno di Sardegna a p. 270 aggiungerò:
rono alla guerra per ricuperare onnina- Che la religione antica de'lunesi essendo
mente Sarzana. Questa si ruppe, e ad on- l'idolatria, ed in cui fiorirono famosi in- i

ta die genovesi aveano provveduto alle


i dovini Tagetee Aronte, essa dominò sino
difese e predato Sarzanello, nella batta- al principio del III secolo, avendosenear-
gliacampale de' i5 aprile ifòj furono gomento dal tempio eretto dailunesial-
Lodovico Fiesco loro capitano
sconfìtti e l'imperatore Antonino che morì nel 161,
cadde prigioniero. La vittoria de'fioren- e nella iscrizione posta agl'imperatori Set-
tiiii inasprì i sarzanesi, che si ostinarono timio Severo e Caracalla nel 209. Crede
a difendersi, I vincitori,dopo aver libera- che l'evangelo vi fu promulgato sul flui-
to la rocca di Sarzanello, assaltarono la re del secolo II di nostra era, e sul prin-
cittàcon grande impeto e 1' ebbero per cipio del III perchè la sede vescovile esi-
capitolazione, con molto tripudio di Fi- Pa-
steva nel 279, anzi la vuole eretta da
renze, che celebrò tale ricupera. Per cui pa Eutichiano di Luni eletto nel 275
s.

gravemente si sdegnarono con Pietro de per condecorarne la patria, quindi regi-


Medici, quando neh 4g4 arbitrariamen- stra per primi vescovi s. Solario del 279
te consegnò a Carlo Vili re di Francia che morì martire nel 3o4, e s. Basilio del
Sarzana, Sarzanello, Pietrasanta e altri 3 oo secondo l'iscrizione che si legge nell'e-
luoghi; quindi colla famiglia espulsero da piscopio, il cui corpo si venera nella catte-
Firenze, confiscarono i beni e dichiararo- drale di Sarzana già plebs s. Basilii. Laon-
no ribelli. Il re neli495 vendè ai geno- de anticipa di due vescovi laserieUghellia-
vesi Sarzana e il forte di SarzaneIlo,e d'al- na, nella quale s. Basilio e s. Solario sono il

Jora in poi il territorio sarzanese rimase 7.°el'8.° vescovi, mentre il can.°Bima per
riunito stabilmente al dominio della re- I o.°e 1 1 .°vescovi riporta altroBasilio eal-
pubblica di Genova, meno i casi di tem- tro Solario o Solorio ma non santi;di più
porale occupazione. Tale fu quella avve- pubblicò altri vescovi non conosciuti da
nuta nel principio del secolo corrente p'er Ughelli, come il b. Apollinare dell' 835,
parte de'francesi, che ne fecero la residen- e ne riordinò però nell'Ughelli si
la serie;

za d'un sotto -prefetto del dipartimento leggono diplomi de'privilegi coucessi al-
i

degli A pennini, terminata col trattato di la sede di Luni dai Papi, dagl'imperato-
Vienna del 1 8 4, in forza del quale il ter-
1 ri e dai re. InoltreaLuni parlai della tra-
ritorio della repubblica ligure fu incorpo- slazione della sede a Sarzana nel 1 202 per
rato al regno di Sardegna. autorità d'Innocenzo III, essendo vescovo
All'articolo Luni trattando della sede Gualtiero, trasferendo la cattedrale di s.

vescovile fondata a'tempi degli apostoli, Maria e di s. Basilio di Luni, nella chie-
dopo l'introduzione del cristianesimo nel- sa dis. Andrea apostolo di Sarzana, ri-

laLunigiana, divenendo poscia suffraga- ducendo canonici a 16. Notai pure che
i

nea dell'arcivescovo di Genova (prima es- Nicolò V


statuì che il vescovato si chia-
sendo immediatamente soggetta alla s.Se- masse di Luni-Sarzana, e nel 465 Paolo 1

de, ciò che confermò Eugenio III neli 149 II con bolla de*2 luglio trasferì da s. An-
1

colla bolla In eminenlis sedis Apostoli- drea nell'odierna cattedrale della B. Ver-
cae), incominciai la serie de'vescovi con gine che eresse in cattedrale, tutti suoi i

g. Ebbedio fiorito nel secolo V, seguendo privilegi e prerogative. Il vescovo Guai-


222 SAR SAR
tiero prese ad enfiteusi dai marchesi Ma •
marchesi Malaspina, gli altri canonici nel-
laspiua varie tene e castella della Luni- la chiesa di Ponzanello nominarono fr.
giana, ottenne dallo stesso Innocenzo III Guglielmofrancescano: di queste postula-
zioniClemente V nel 3 1 2 approvò
a
laconferma de'privilegi d'Eugenio III, 1 la 1 . e
morì nel 2 1 2 con lode, pensanti suoi
1 co- rigettò la 2.": il vescovo avendo abbraccia-
stumi, per le savissime costituzioni che to la parte guelfa contraria all'impero, in-
pubblicò,per l'ottimo regime di sua chie* contrò l'indegnazione d'Enrico VII capo
sa, degno d'eterna memoria. Innocenzo medesima. Neh 32i Bernabò o Bei ••
della
111 nel 121 3 lo fece succedere da Marzuc- nabono Malaspina, e morì avvelenato nel
co o Marzino Gaetani nobile di Pisa, il 1338; per cui Benedetto XII gli surrogò
quale nell'anno seguente frenò i sarzane- il suo cappellano Antonio Fieschi geno-
si che a lui eransi ribellati, e quietate le vese canonico di Parigi. Nel i 344 Clemen-
controversie ne ricevè giuramento di il te VI avendo rigettata la postulazione del
fedeltà Onorio III con diploma confermò
: capitolo fatta per fr. GiovannìChierici do-
l'unione del monastero A rclense alla chie- menica no, creò vescovo Agapito Colonna
sa diLuni,fatta da Innocenzo III. Il can.° romanosuocappellano, che morendo nel-
Bima dice che Marzucco fu crudelmen- 1' islesso anno, il Papa subitogli sostiui
te assassinato, e gli successe nel 22 1 No- 1 GiordanoColonna romano arcidiacono di
randino;indi nel 224Buttafava,nel
1 1 228 Tulle; indi neh 35 1 lo fece succedere da
Guglielmo, nel 1241 Goltifredo. Grego- Gabriele de'marchesi Malaspina canonico
rio X nel 1273 elesse Enrico Fucecchio di Verona. Neil 363 divenne vescovo fr.
Tuschio, il quale ottenne nel 1285 dal- Antonio senese domenicano dottissimo, e
l'imperatore Rodolfo I il diritto della zec- nell'istesso anno il can.°Bima riporta per
ca; raccolse tutti i diplomi, bolle, conven- successore Barnabò Griffi, anticipando al
zioni e donazioni relative alla chiesa di i36iil vescovato del precedente. Nel 13yS
Luni, facendole trascrivere da un notaio da Trani Urbano VI trasferì fi*. Giacomo
nel famoso Boltettone o Codice Pallavi- Scottini domenicano senese, suo nunzio
cino, che si conserva nell'archivio del ca- inLombardia e morto nel 386, secondo 1

pitolo qual copia autentica. Ciò fece il ze- Ughelli. In vece il can.°Bima riferisce che
lante vescovo,perchè trovò moltissimi be- GiacomoScottini eletto nel 369, morì 1 al-
ni della mensa e le migliori donazioni fat- l'improvviso nel 1377, egli successe nel
che tranquillamente si
te alla sua chiesa, 1378 il b. Giacomo Campana domenica-
possedevano da diversi facoltosi e prepo- no, traslato ad altra sede nel 1
379; quin-
tenti, per cui il divin culto era negletto, di nel 1 38o Giacomo Piccolomini, e nel
e i poveri non erano soccorsi. Avendoli 1 383 Gerardo Pasqualoni : di questi 4
tutti spogliati dei beni ecclesiastici usur- vescovi l'Ughelli ne fece uno nella per-
pati,ad eliminare nuovi spogli e molestieai sona di Scottini, avvertendo non essere
successori, eseguì la detta diligente raccol- de'Piccolomini.Neli 386 Francesco La li-
ta di documenti. Bonifacio V III nel 1296 te nobile pisano, nel trasferì toaBre-
1 390
nominò Antonio da Cannila già vescovo di scia, poi a Cremona
Bergamo. Bonifa-
e
Baiona, che disperando di sua salute, col cio IX subito gli surrogò Martino de Fer-
solo tatto del sepolcro di s. Celestino V raris preposto del monastero di s. Ago-
guarì prodigiosamente: avanti questo ve- stino di Mortara; e nel 1 3g5 o 396 Gio- 1

scovo nell'ottobre i3o6, trattò il poeta vanni Mollino o Monturio.Nel 4oo l'an- 1

Dante Alighieri le condizioni di pace con tipapa BenedeltoXIII v'intruse Aragonio


un ramo de'manhesi Malaspina. Per sua Malaspina, ed InnocenzoVII nelijo(> no-
morte, adunati porzione de'canonici nel- minò il legittimo Andrea da Siena non co-
la sagrestia elessero vescovoGerai di no dei nosciuto da Ughelli,acui Giovanni XXIII
SA 11 SAR 223
die per successore e poi trasferì a Napoli blicato diverse costituzioni pastorali , in
Giacomo de Rossi de'marchesi di s. Se- cui rifulge il suo zelo per la disciplina ec-
condo diParma, dopo a ver questi con fer- clesiastica eriformade'coslumi.Neh632
mezza cacciato il pseudo vescovo. Nel il Domenico Spinola^.),
cardinal Gio.
i4 5 Francesco di Pietrasanta e canonico traslato poi a Mazara, neh 63 gli succes-
1
7
di Lucca cubiculario di Giovanni XXIII, se degnamente Prospero Spinola genove-
in tempo del quale il sarzanese Nicolò V se, insigne dottore nelle leggi e referen-
perpetuamente unì Luni a Sarzana con- dario di segnatura. Alessandro VII nel
servandone la denominazione.Paolo II nel i665 elesseGio, Battista Spinola genove-
a
1 4^5 elesse vescovo Antonio M. Pareti- se, referendario e vicelegato di Romagna,
tucelli di Sarzana cugino di Nicolò V, ca- commendabile per ogni genere di virtù,
nonico di Bologna, insigne giureconsulto somma prudenza e integrità, indi passò
e di somma prudenza, già governatore di a Genova. Invece nel 1 695 da Ventimiglia
A vignone,e fu il l .°a sottoscriversi T'esco- qui venne Gio. Girolamo Naselli di Sa-
no di Limi'Sarzana, avendo il Papa con vona, sollecito ed esemplare pastore -.nel

bolla de'21 luglioi465 trasferita la cat- 1 7 1 o gli successe Ambrogio Spinola ge-
tedrale di Luni in s. Maria di Sarzana. novese già di Ventimiglia , che visitò la
Nel i486 Tommaso Bonitto o Benetti o diocesi, e neh 7 1 7 celebrò il sinodo tutto-
Benedetti lunense, indi abdicò nel 1
497 ra in vigore. Ilnipote Gio. GiroIamoTor-
in favore del nipote Silvestro; morto que- re barnabita ne occupò il luogo nel 1 726;

sto neh 537, Paolo III nominò Gio. Fran- ed ebbe a successore nel 1 757 Giulio Ce-
cesco Pogliasca suo referendario. A suo sare Lomellini, insigne prelato che visitò
tempo Paolo I II onorò Sarzana della pon- 3 volte la diocesi, allora vastissima e com-
tifìcia preseuza e vi pernottò nel viaggio prendendo luoghi di difficile accesso, pro-
di Piacenza e Nizza neh 538. Leggo nel mosse l'istruzione della dottrina cristia-
Diario di Martinelli, presso il p. Gallico, na, istruì il popolo con frequenti omelie,
Iutiera Rorn. Poni., p. 83, che 1 il Papa da fece fiorire il seminario, e gli studi del cle-
Massa cavalcando si recò martedìgaprilea ro, amò assai i poveri e facilmente udiva
Sarzana e colia curia vi dormì; partì nel cu tutti: sotto di lui la diocesi perde 12 3, o
seguente, pranzò a Goli e riposò a Pontre- 1
24 parrocchie comprese nella Lunigia-
moli. Pio IV neh 56 1 fece vescovo Simo- na e nella Versilia di Toscana, le quali
ne Pasqua (A'.) di Taggia la cui famiglia furono assegnate da Pio VI al nuovo ve-
fu ascritta a quella de'Negri genovese, e scovato di Pontreinolì (V .) da lui eretto;
poi creò cardinale; trasferendo neh 565 come giusto provò non poche amarezze,
da Ventimiglia a questa sede il cardinal per difendere contro governo energica- il

Benedetto Lomellini (/^.) genovese. Tra- mente furono


la libertà ecclesiastica. Indi
slato da Gregorio XII 1 ad Anagni, gli suc- vescovi, neh 791 Francesco M. a Gentile
cesse Gio. Ballista Bracelli ligure proto- genovese, già di Brugnato,e nel 1 795 Vin-
notano, nunzio a Giovanni d'Austria, pre- cenzo M. a Maggioli, poi di Savona a suo :

side di Campagna, chiaro per ingegno pie- tempo fu di passaggio per Sarzana il car-
tà e prudenza celebrò sinodi diocesani,
: i ro mortuario colle venerande spoglie di
e fu dotto e vigilante pastore. Nel i5go Pio VI, che l'illustre sarzanese mg/ ar-
Sisto V nominò vescovo Gio. Battista Sai- civescovo Spina da Valenza accompagna-
vago patrizio genovese, già nunzio all'ini- va a Roma, con quella pompa funebre
peratoreRodolfo II, benemerentissimo pa- che descrissi a Pio VI. A'2 febbraio 1802
store per avere eretto dai fondamenti il giunse il convoglio funebre in Sarzana, ed
seminario, istituito le prebende teologale il prelato nella cattedrale gli celebrò ma-
e penitenziaria, celebrato 3 sinodi e pub- gnifiche esequie. Nel 1804 Pio VII fece
224 SAR SAR
vescovo Giulio Cesa re Pallavicini genove- fu mirabile, prudente e sollecito pastore.
se, e dipoi nel i8i5 il Papa per quanto Sotto di lui Pio VII colla bolla, Solari-
narrai alla biografia, si recò a Sai zana il tà, quam prò apostolici muucris, degli 8
i. "aprile proveniente da Massa e vi giun- dicembre 1 820, Bull. Boni. cont. 1. 15, p.
se a ore 23. Il suo arrivo destò in tutti i 349 unì al vescovato di Luni-Sarzanu
>

sentimenti della più viva e religiosa gioia : quello di Brugnato, dichiarando queste
dal vescovo e dal capitolo con ogni manie- sedi immediatamente soggette alla s. Se-
ra di ossequio fu ricevuto alla cattedrale, de; quindi colla bolla Singularis, de' 18
e la guarnigione inglese fece gli onori mi- febbraio 1821, Bull, citato, p. 395, di-
litari al Pontefice, come apprendo dal n.° smembrò dalle diocesi di Luni-Sarzaua e
32 del Diario di Roma. Narra il cardinal Brugnato 1 1 2 parrocchie, per costituire
Pacca, Relazione del viaggio di Pio FU quella di Massa di Carrara (P.), che si
a Genova, p. 4-5, che fuori della città di effettuò da Leone XII, come riferisce pu-
Sarzana si trovò in mezzo ad una molti- re l'ab. Semeria. Invece il Repetti dichia-
tudine di popolo marchese di s. Satur-
il ra, che 92 parrocchie per detto nuovo ve-
nino ministro del re di Sardegna Vitto* scovato furonoseparate da Luni Sarzana,
rio Emanuele I ehe complimentato rive-
v
cioè 66 esistenti nella Lunigiana, e 26 nel-
rentemente il santo Padre, rivolto al po- l'alta Garfagnana(F.)j e che in compen-
polo ivi adunato, disse ad alta voce Io : so si riunì a Limi -Sarzana la diocesi di
ho ordine dal mio Re di dirvi che ora , Brugnato, conservandosi privilegi delle i

dovete ubbidire al Papa, eli e ili .° de' so- due da un solo vescovo.
cattedrali, rette
vrani e il supremo capo della Chiesa. In- Così mg.r Scarabelli fu il i.° vescovo di
tauto alcuni del popolo staccarono i caval- Luni-Sarzana e Brugnato. Avendo rinun-
li dalla carrozza pontificia e la condusse- ziato nel 1 836 per attendere nella solitu-
ro alla cattedrale, dove fu data la bene- dine all'anima sua intieramente, Grego-
dizione col ss. Sagramentq. Pio VII per- rioXVI nel concistoro de' igtnaggio i83y
nottò in Sai-zana alloggiato nel palazzo preconizzò il teste defonto già lodato e ze-
vescovile, il cardinal Pacca in casa Spina, lante vescovo mg.*" Francesco Agnini di
gli altri del seguito in altre case. Nella mat- Genova, cav. de'ss. Maurizio e Lazzaro,
tina seguente ascoltò la messa nella cap- ch'era preposto è dignità, non che zelan-
pella dell'episcopio, e parti poi per Lerici tissimo curato dis. Maria delle Vigne nel-
ove S'imbarcò in decente feluca per Ge- la sua patria, e già di quella ancora di s.

uova. Vacata nel 1819 la sede, Pio VII Marcellino. Di presente è perciò la sede
vi sostituì nel 1820 Pio Luigi Scarabei- vacante. A vendo in fine dell'articolo Ermi
li della missione di Castelnovo di Seri- e per quanto indicai a Brugnato espres-
via, che pel suo zelo dovè patire non po- samente dichiarato, che in questo avrei
che opposizioni e controversie col capi- parlato de'vescovi di Brugnato e sua se-
tolo, e promosse l'istruzione domenicale de vescovile, vado ad eseguirlo.
nella cattedrale e in tutta la diocesi, dan- Brugnato è piccola città vescoviledella
done egli stesso Y esempio soavemente. Liguria vicino e sulla destra del Varo, ca-
Pubblicò un catechismo uniforme, vegliò poluogo di comune, nel mandamento di
sui doveri degli ecclesiastici, riprodusse nel Godano, provincia di Levante del reame
calendario i decreti egli articoli più. im- di Sardegna. Nel suo articolo accennai la
1
portanti dell'ultimo sinodo di mg. Spino- sua origine dall'abbazia dipendente dai
la; ingrandì e restaurò il seminario, e mi- vescovi di Luni, la quale fu da Innocen-
norò la spesa per esservi ammessi ani- , zo 11 eretta in cattedrale vescovile, colla
mandogli studi degli alunni e facendo os- botta Quemadmodum de 2 7 giugno 1 i32
servare la disciplina con frequenti visite; o 1 1 33, presso Ughelli, Italia sacra t.
4>
SAR SAR 225
p.979 i/i Brugnalenses seu Brumacen- tenne. Nel ii5i fiorì Balduino Fieschi,
ses Episcopi, insieme a'diplomi concessi nel 1262 Filippo Pallavicini, neh 265 fr,

all'abbazia e poi al vescovato. Notai pu* Serio o Sovleone domenieano,insigne teo-


re che Gregorio IX 1' unì a Noli^F.) e logo ed esimio vescovo: nel 1281 Filippo
che Innocenzo IV la separò colla bolla Passano nobile, nel 288 Arduino Fran-
1

Cum ohm, de' 1 3 agosto 24^, e riporta-


1 chi, nel i3oo Giacomo da Pontremoli.
ta dall'Ughelli. Il Repelli che ne tratta e Secondo la disciplina d'allora, avendo il
descrive il paese e la diocesi, dice che il capitolo eletto e postulato a Giovanni
luogo suo più importante è Sestri di Le- XXII, Bernardo abbate benedettino di
vante dove risiedeva quasi costantemen- Genova, non fu accettalo, ed invece il Pa-
te il vescovo di Brugnato, città capoluo- pa sostituì neh 32i Gherardo Spino-
fr.

go di mandamento, sopra una penisola la francescano. Nel 1 34o Lamberto Gui-


del golfo di Genova, formata da quello diccioni bolognese, canonico regolare di
di Rapallo e dal porto di Mauara, ed al- s. Frediano di Lucca; neh 344 Torpele
l'estremità del quale sorge un castello mu- Cancelli, genovese,dottissiino monaco be-
nito, in luogo eminente ha una buona : nedettino di s. Venerio; neh 35o Lodo-
rada ed attivo vi è il canottaggio. Nella vico Pallavicino, nel 1 362 fr. Nicolò, nel
collegiata di s. Maria di Nazareth, quan- 1 363 fr. Lodovico Gandolfo francescano,
do il vescovo vi risiedeva,celebrava pon- i che intervenne al sinodo provinciale del
tificali. Brugnato pare che ne'tempi re- suo metropolitano arcivescovo di Geno-
moti appartenesse alle tribù de'liguri bri- va nel 375.GIÌ successero,nel 390 Lan-
1 1

niati.Divenne dominio del vescovo di Lu- done Plancio canonico della cattedrale,
ni, e fu uno de'luoghi che il vescovo Gu- nel i4oo Francesco Cotica monaco be-
glielmo nel 1252 vendè a Nicolò Fiesco. nedettino di s.Michele diBrendo,uel 1 4 1

La cattedrale e già abbaziale di Brugna- fr.Simone Tommasi di Brescia e dome-


to è sotto l'invocazione di s. Pietro apo- nicano, nel i4i8 Tommaso Frigoni di
stolo,di vecchiaslrutturacome lo èilcon- Pontremoli, priore de' benedettini de'ss.
tiguoepiscopio.Vièilbatlisterio,elacura Giorgio e Benedetto di Parma. Nel 1 438
d'anime che si amministra da un canonico Antonio Vergafalce rettore Maria de di s.

approvato dal vescovo. 11 capitolo si com- Parochiolo di Limi, nel 47 2 Bartolomeo 1

pone di 7 canonici e di altri preti e chie- Ugeri di Pontremoli, nel i4^4 Antonio
rici prima avea la dignità dell'arcidia-
: Valdeltaro nobile di Savona, preposito di
cono. Vi è pure una con fra terni la. Inno- s. neh 492 Simone Chiavari no-
Fiorino,
cenzo II peri. "vescovo fece neh 33 1 stes- bilegenovese e priore benedettino di s.
so l'abbate del monastero Ildebrando val- Croce, nel 1 5o2 Lorenzo Fieschi de'conti
lombrosano, che morto neli 1 4-7 gli suc- di Lavagna, governatore di Roma trasla-
cesse Girolamo Lomollini , indi Alberto to ad Ascoli, nel i5io Melchiorre Gri-
nel 1 172, nel 1 190 Guglielmo Spinola, maldi nobile genovese. Giulio lì neh 5i 2
nel 1 220 Sinibaldo Fieschi de'conti di La- nominò amministratore Filippo Sauli no-
vagna. Dopo la sua morte nel 23o fu e- 1 bile genovese di 2 anni, età compensata
1

letto Guglielmo Contardi genovese, che dalla scienza in tutte le facoltà sagre e
nel 1239 divenne anche vescovo di Noli profane, perizia nelle lingue antiche, fa-
quando seguì 1' unione di questa chiesa condia e sodezza ne'coslumi. Meritò che
con quella di Brugnato. Avendole poi dis- Leone X e Clemente VII lo stimassero
unite Innocenzo IV nel detto 1245 ac- assai, Mandato a Carlo V per la pace del-
ciocché fossero ambedue indipendenti, la- la repubblica di Genova, e impiegato in
sciò a Guglielmo la scelta ove gli piacesse altri rilevanti ailari die saggi di pruden-
rimanere,ed egli preferì Brugnato che ri- za e abilità. Per lui ebbe decoro il cultu
216 SAR SAR
de! Signore, e magnificenza la cattedra- do domenicano, di A lbengo o Alassio,do t-
le, i poveri abbondatiti limosine: istituì to autore d'opere che dedicò a Innocen-
in aumento del capitolo canonicati e be- zo X: morì lodato in Sestri, e fu tumu-
neficii, che Leone X approvò con diplo- lato da'suoi domenicani. Alessandro VII
mi riportali da Ughelli. Siccome la dio- nel 1 655 elesse Gio. Battista Paggi o Pog-
cesi di Brugnato è situata in luoghi al- gio figlio di nobilissimo pittore genove-
pestri, disparata in terre sterili, e per vie se, egregio barnabita, dotto predicatore,
allora quasi impraticabili, così egli stu- virtuoso pastore. Gli successe nel i663
diò di accrescervi qualche borgo ameno Gio. Battista Dadecio genovese, teatino e
e salubre. A questo fine entrò in tratta- qualificatore del s.offizio, predicatore in-
tive con Giovanni Sforza Visconti arcive- signe nelle più cospicue città d'Italia, ot-
scovo di Genova, e cedendogli le terre di timo prelato, vigilante pastore, celebrò
Castiglione con alcune altre, acquistò il il sinodo di sua diocesi tuttora osservato:
borgo ragguardevole di Sestri di Levante l'Olcloino x\e\\' Atheneo Ligustico riporta
con altri territori, ove poi successori di- i 317. Neh 697
l'elenco di sue opere a p.
morarono nell'inverno, col beneplacito di Francesco Sacco savonese teatino: dimo-
Leone X. Avendo rinunziato al vescova- rò sempre in Brugnato ad onta del clima
to nel 1028 si ritirò in patria, e lasciò la malsano per cui suoi predecessori gran
i

sua scelta biblioteca all'ospedale degl'in- parte dell'anno allontanavansi dalla loro
curabili. Clemente VII deputò ammini- residenza. Con questo nell'Italia sacra si
stratore cardinal Girolamo Grimaldi
il termina la serie de' vescovi di Brugnato,
(V.) 9 indi neh 535 lo fu il cardinal Ago- che compirò co'sullodati can.°Bima e ab.
stino Trivulzì(V.y Nel 1 548 divenne ve- Semeria. Nel 722 Nicolò Leopoldo Lo-
1

scovo Antonio Cogorno de'conti Lu-


fr. monelli genovese e benemerito vescovo,
cnrrì domenicano, celebre oratore e ot- poiché ornò la cattedrale, ristorò l'epi-
timo teologo, che intervenne al concilio scopio in Brugnato e in Pontremoli, eres-
di Trento: per vecchiezza ottenne il coa- se la collegiata di Sestri e vi fu sepolto.
diutore e si ritirò nel suo convento di Se- BenedelloXIV prepose a questa sede nel
6tri, e fu sepolto nella chiesa dell'Annun- 754, Domenico Tatis, abbate olivetano
1

ziata de'domenicani. II coadiutore Giu- di Genova, che confermò e fece aggiunte


lio Sauli genovese morì tesoriere aposto- al sinodo di Dadecio, in quello da lui ce-

lico, comechè di egregie doti. Neh 570 lebrato nel 1762; eresse il seminario di
i5yi gli successe fr. Antonio Palietti- Brugnato e Io lasciò erede: morì in Le-
no Moniliano, conventuale dottissimo e vante e fu sepolto nella collegiata di Se-
lodato. Neh58o Nicolò Mascardi nobile a
stri. Neh 767 Francesco M. Gentile di

di Sarzana, autore di opere e traslato a Genova, dopo aver ristorato una parte
Mariana. Gregorio XIII neh 584 nomi- 1 79
dell'episcopio fu traslato nel a Luni - 1

nò vescovo CamilloDoddeo di Mondovi, Sarzana: gli 1792 Gio. Luca


successe nel
poii.°vescovodi Fossano Gli successene! Solari diChiavari, vicario generale di Ge-
1 5q2 StefanoBaldano Baliano genove- nova, preposto di s. Maria delle Vigne, e
se, e arcidiacono nella patria ; nel 1609 fu l'ultimo vescovo titolare di Brugnato.
FrancescoMoltinidiLericijnel [623 Gre- Zelante e dotto pastore, versatissimo nel
gorio XV trasferì da Tageste il sagrisla gius canonico, ingrandì l'edifizio del se-
fr. Gio. Vincenzo Spinola, genovese ago- minario e di molti altri vantaggi Io be-
stiniano; nel 1 640 Francesco Durazzo fi- neficò, anche con un capitale di 4ooo li-
glio del doge di Genova, di soavi qualità, re: morì a'26 settembre 18 io in Chiava-
celebrò il sinodo e pubblicò utilissime co- ri e fu trasportato nella cattedrale, cui la-
stituzioni. Neh 652 fr. Tommaso Gastab sciò preziosi utensili sagri. Dopo sede va-
SAS SAS 227
cinte, Pio VII a'22 settembrei8i5 no- nome a 4° leghe da Cagliari, ed a circhi

minò amministratoreapostolico il celebi e 4 leghe dal porto di Torres situato sulla


x
Cardinal Giuseppe Spina (A .) di Sarza- costa settentrionale dell'isola. Giace sul
un e arci vescovodi Genova. Tutte le ren- piede e pendio d'una montagna che porta
dite della men«a impiegò generosamen- il suo nome in un assai ridente cielo, ir-

te a vantaggio del seminai io a decoro del-


}
rigata da un alveo di molte sorgenti e ru-
la cattedrale, al soccorso de'poveri di tut- scelli , che alimentano la vegetazione o-
ta ia diocesi, e fu acclamato vero soste- vunque scorrono, e si riuniscono poi tutti
gno massime nella carestia
de'miserobili, al rio d'Ottava prima di gettarsi nel Tur-
tleli8 7. Sebbene fino dal declinar del
1 ritano. E' cinta da poggetti che aggiun-
1820, epoca in cui Brugnato fu riunita gonoamenitaalla mitezza e alla salubrità
alla sede di Luni-Sarzana, non fosse più del clima, ed offrono la vista più delizio-
amministratore, in morte donò alla cat- sa, dominando pure due golfi del porto i

tedrale di s.Pietro preziosissimi paramen- Torres al nord, e di Alghero al sud ovest.


ti per cui il capitolo riconoscente a
sagri, E' sede d'una vice intendenza generale,
m munifico e pio benefattore, decretò un d'una d'una corte superio-
vice- tesoreria,

perpetuo e solenne anniversario suffragio re di giustizia e d'un tribunale di com-


aliasua anima. Le due diocesi unite di mercio, residenza altresì de! governatore
Luni-Sarzana e Brugnato si estendono a della divisione. Ha una cinta di muri an-
più di 5o miglia di territorio, e conten- tichi aperti da 5 porte principali, ed un

gono molti luoghi. Ogni vescovo è tassa- castello vecchissimo come le mura di gu-
camera apostolica in fio-
to ne'libri della sto gotico nell'architettura, fiancheggiato
rini 2i83, ascendendo le rendite a più di da 5 da fosse. Il fiumi-
torri e circondato
i5oo scudi. cello diFiaminargi che le scorre da pres-
SASIMO ZAZIMA. Sede vescovile so, agevola le sue comunicazioni col porto,
a
della 2. Cappadocia, sotto la metropoli dove mette foce. Una moltitudine di re-
di Tiana, eretta nel IV secolo nella dio- golari edifizi, di templi eleganti, di como-
cesi di Ponto, da s. Basilio in favore di de vie l'abbellisce, e le case vi sono bene
s. Gregorio Nazianzeno (I'-), tra Cesa- fabbricate : vi si notano il palazzo del go-
rea e Tiana. Ebbe per vescovi, s. Grego- vernatore, nuovarnentericostruito, il pa-
rio Nazianzeno, Ambrogio che sottoscris- lazzo dell'arcivescovo ottimo edilìzio al-
a
se la lettera al concilio della 2. Cappa- quantodistante dalla metropolitana, quel-
docia all'imperatore Leonesull'assassinio lo del duca d' Asinara, l'università e la
di s. Pioterò d'Alessandria; Cleusio sede- biblioteca pubblica. Oltre alla sede arci-
va sotto l'imperatore Anastasio, e fu uno vescovile, possiede ledueabbaziedis. Mi-
di quelli che si dichiararono contro il con- chele di Sai venero e s. Maria in Cea l'una,
cilio di Calcedonia; Clemente del 1 143. l'altra della ss. Trinità e s. Maria di Sac-
Orlens chr. t. i,p. 4o5. cargia, eretta da Costantinogiudice diLo-
SASNO, Sasnum. Sede vescovile ar- gudoro e marito di Marcuse di Gunale,
mena sotto il Vertan-
cattolico di Sis, e consagrata da 3 metropolitani sardi nel
no suo vesovo fu al concilio di Sis. Oriens 1 1 16, data poi ai monaci camaldolesi, ed
chr, t.i,p. i444- Comman ville diceche in fine devoluta al clero secolare. La cat-
Sasan era un vescovato armeno, suffra- tedrale sotto l'invocazione di s. Nicola ve»
gane© d* A damar. scovo di Mira è di un nobile prospetto,
SASSARI (Turritan). Città con resi- ed imponente per la sua architettura, con
denza arcivescovile dell'isola di Sardegna, due sagrestie, pe' canonici e pe' bene-
capoluogo della divisione del Capo Sas- ficiati: vi è il fonte battesimnle, e la cu-
sari, della provincia e del distretto del suo ra d'anime viene esercitata da un ca«
228 SAS SAS
nonico, e da tre sacerdoti vice -parrochi se ne fa gran commercio, essendo indu-
che lo coadiuvano. II capitolo si compo- striosissima la città, le esportazioni ese-
ne di 3 dignità, lai." delle quali è l'ar- guendosi nel porto di Torres. Sassari si

ci prete, le altre il decano e l'arcidiacono; divide in 5 rioni, ed ha gli abitanti forti,


di 24 canonici, comprese le prebende del laboriosi, vivaci, spiritosi, amici de* fore-
teologo e del penitenziere, di 14 benefi- stieri, alquanto emuli degli abitatori di
ciati, e di altri preti e chierici per l'uffi- Cagliari, ma però molto meno d'una vol-
ziatura. Vi sono altre 24 chiese, 4 delle ta, in grazia delle agevolate comunicazio-
quali sono parrocchiali e munite del bat- ni, che gli hanno posti più di frequente
tisterio; dieci conventi di religiosi, 3 mo- vicini. La felice temperatura di questa cit-
nasteri di monache, 7 confraternite, l'o- tà e la bellezza de' suoi siti vi hanno at-
spedale, il monte di pietà, il seminario, tiralo una gran parte della nobiltà del-
il collegio per l'educazione della gioventù l'isola : vi si parla il sassarese corruzione
denominato Canopoleno perchè fondato dell'italiano; ma del linguaggio sardo ra-
Iieli6i4 da Antonio Canopolo sassarese gionai a Sardegna isola. La più bella e
e a rei vescovo d'Oristano e poi dellapatria, svariata vegetazione offronoi dintornijche
e da lui affidato ai pp. gesuiti ; altro col- producono in quantità grani, vino, olio,
legio de'religiosi delle scuole pie. Nell'o- legumi, tabacco, frutti, ec. non vedendosi

spedale, molto bene sistemato per opera in qualunque punto che aranci, limoni,
de' benfratelli, il prof. Pitulis medico, a olivi e altri alberi fruttiferi. Nulla più bel-
vantaggio dell'umanità, fondò due posti lo de'viali d'alberi che contornano la città

gratuiti per l'esercizio di medicina e chi- e formano bei passeggi pubblici che tutti
rurgia. La regia università in nulla in- mettono capo a fontane magnifiche, tra
feriore a quella di Cagliari, fu ristabilita le quali quella di Rocello, notabilmente
dal re di Sardegna Carlo Emanuele III rimarchevole perla bellezza dell'architet-
col diploma de'4 luglio 1 760, ed ha 3 catr tura e per l'abbondanza delle acque, può
teche di teologia, 5 di giurisprudenza, 2 stare a confronto delle più ammirate di
di medicina,una di chirurgia, 3 di filosofia Roma. gran numero vi si trovano
In sì

e 2 di eloquenza: la cattedra di chimica re- le sorgenti che nello spazio di circa una
centemente aperta fiorisce,egià fu forma- lega se ne contano sino a 4°°- H Capo-
to l'apposito gabinetto provveduto de'ne- Sassari oLogudoro è una delle due grandi
cessari strumenti, essendosi ancora com- divisioni della Sardegna, formata presso
pilo quello di fisica pel quale si acquista- a poco dalla metàsettentrionaledell'isola,
rono da Francia macchine moderne,
le Men grande delCapo Cagliari è più ricco
Vi fu aggiunta una scuola di matemati- e più sano. IlCapo Cagliari è l'altra gran-
che pure ed applicate. Copiosa è la biblio- de divisione dell'isola di Sardegua e forr
teca, particolarmente nelle scienze legali masi della sua parte meridionale. Quasi
e teologiche, e si va giornalmente arric- dovunque l'interno è montuoso e per lun-
chendo anche per le materie filosofiche e go tempo coperto di neve questo Capo :

letterarie. L'arcivescovo di Sassari, oltre è la parte più popolata dell'isola. Ma dei


figli altri titoli e prerogative di cui godono due Capi meglio trattai all'isola di Sar-
tutti i vescovi della Sardegna, è pure ca- degna. Porto Torres è Io sbocco maritti-
po del magistrato, e cancelliere della uni- mo delle provincie settentrionali dell'iso-
versità. La caserma è nell'antico palazzo la, ed offre sicura stazione allenavi infou-
dell'inquisizione, vi sono magazzini va- do al suo golfo, che viene determinato da
r
stissimi di riserva, la fabbrica di tabacco Castelsardo o Castel? aragonese (f .) t e
più ragguardevole del regno, del quale dal Capo Falcone. Era quivi l'antica co-
come dell'olio comechè d'ottiqia qualità, lonia dedotta dai romani, che Plinio di-
SAS SAS 229
ce una delle più rimarcabili 1 7 città del- V e Francesco T re di Francia, fu occu-
l'isola e al di re di lui chiamata Turris Li' pata nel 1 527 e data al sacco dai francesi,
hi ssoni so
Turris Byssonis secondo Tolo- i quali nel corso di pochi giorni ne ven-
meo, o Turris Librisonis, o Turris sem- nero discacciati dal valore de' cittadini ;

plicemente,ch'ebbe antichissima sede ve- come prima seguì le


indi e sorti del ri-
scovile poi metropolitana e trasportata a manente dell'isola, per cui la sua storia
Sassari, che perciò si chiama Turrilana vi è strettamente collegata. Nel 1
294 per
Civitas, ove vescovi già facevano la loro
i trattato tra gli abitanti, ed i genovesi, as-
residenza. Il capitolo turritano regge la sunse Sassari il titolo di repubblica, e nel
chiesa principale e già magnifica dedicata 1 3 16 si munì di saggi statuti, fondati sul
ai ss. Gavino, Crispolo, Proto e Gianua- giusto ed equo, con corone di giurati e
rio martire della Sardegna: il p. Mattei molta benignità nelle pene, specialmente
neUaSardinia sacra seu de.Episcopis sar- riguardo alle femmine. Pochi anni dopo
dis p. 38 de Ecclesia Turritana diceche
1
}
ubbidì al governo monarchico de' re di
questo tempio fu edificato verso il 473, Aragona, investiti dell'isola dai Papi, e
finito e consagrato nel 5 1 7, alla quale so- poi de'loro successori re diSpagna, ai qua-
lennità assisterono i vescovi dell'isola. Vi li ne' primi anni del decorso secolo suc-
si osserva un antico tempio della Fortuna, cessero nella sovranità i re di Sardegna,
una iscrizione sui restauri della via roma- che vi operarono moltissimi vantaggi, cu-
na, ed alcuni avanzi di acquedotti. Qui rando il lustro e l'incremento della rag-
approda la corridora regia, che porta le guardevole città di Sassari. Degli uomini
lettere del continente, e ne salpano i re- illustri e di santa vita che vi fiorii ono, trat-
golari corrieri diretti negli stati sardi di tano gli storici della Sardegna^ che citai a
Terraferma.E' lontano 5 leghe al nord di tale articolo, ove pure trattai dell'intro-
Sassari; il p. Mattei dice circa 12 miglia. duzione del cristianesimo, e di chi lo pro-
Ne'due articoli Sardegna isola e regno, pagò nell'isola ne'tempi apostolici.
e Sardegna regno o stati del re di Sar- La chiesa arcivescovi le diSassari è quel-
degna, riportai eziandio quanto riguarda la stessa dell'antica città di Torres, la cui
la storia ecclesiastica, e quella civiledi Sas- esistenza risale con certezza al i.° secolo
sua divisione, come delle diverse do-
sari e da memorie di non dubbia fede. Venne
minazioni cui soggiacque,e principalmen- questa sede nel 1 073 eretta in metropoli,
te de'romani, della s. Sede, de'giudici fa- su di che può leggersi il p. Mattei cap. 5:
mosi, de'pisani, de'genovesi, degli arago- Quot fuerunt in Sardinia Metropolitae
nesi e dell' augusta casa di Savoia (F.) ante decimuniEcclesiaesaeculum. Quan*
che n'è la sovrana; ed ancora vi riprodussi do haec insulam Metro politanaui primo
notizie esclusivamente appartenenti alla adepta est. In quas Ecclesiasjurisdictio-
città e metropoli ecclesiastica di Sassari : nem ille exercebat. Nel 1 4° circa all'arci- 1

altrettanto feci per ciò che spetta a Caglia- vescovo fu attribuito il titolo di primate
Laonde per la parte
ri capitale dell'isola. dellaSardegna che godevanopuregli arci-
r
civile,mi limiterò qui ad una breve in- vescovi di Pisa eòi Cagliari {f .). Notai a
dicazione. Sassari Sasser, Sassaris può Cagliari, che per le questioni antiche e
essere d'origine antica, ma non figura co- gravi tra gli arci vescovi diCagliari eSassari
me città se non dal secolo XIII o 1293, sul primato, il s. tribunale degli Uditori
in cui fu cinta di mura. Patì molto nelle di rota di Roma, si contentò di stabilire:
irruzioni saracene,eper le guerre tra i pi- Sedem Calarinatam esse Metropolim,
sani e genovesi che si disputarono il pieno et antiquiorem. Commanville , Histoire
dominio dell'isola. 1 genovesi la saccheg- de tous les archeveschez, dice che l'arci-

giarono nel 1 166. Nella guerra tra Carlo vescovo di Torres nel secolo XII XIII,
2JO SAS SAS
fu dal Papa
suo legalo apostolico in
falto Turrilanae infuri is affici ab ho-
clesìae.

Sardegna o meglio nella sua divisione e minibus Theodori magislri militimi qui
irgioue.Di più, come l'arcivescovo diCa- diix, etpraeses insulae erat. Nel 64')Pen-
chiama primate di Sardegna; ma
ijiiari, lo tusio, che il p. Mattei pone al 602; molte
il p. Mattei non Io riconosce per tale; bensì sue date e vescovi discordano con il pub-

gode il titolo di Vessillifero di s. romana blicato dal benemerito can. Bima, ma si


Chiesa. Neh 44 { la metropoli di Torres deve a questo la preferenza,senza detrar-
fu trasferita a Sassari, conservando però re alla bell'opera del dotto religioso che
il suo nome di chiesa Turritana. In tem- ben meritò della storia ecclesiastica di Sai-
pi posteriori furono a questa unite le dio- degna, e nel quale si ponno leggere leuo-
cesi, e poi alcune separate, dì Ploaga, Am- lizie de'vescovi e arcivescovi. Valentino
purias, Civitale, Bosa e Bisarchio (V.). fu vescovo nel 65o, Tommaso nel 659,
Comrnanville registrò i seguenti vescovi Floreio del 697 trovasi sottoscritto in una
suffragane! dell'arcivescovo di Torres, re- antichissima carta conservata dalla fami-
sidente in Sassari. Sorra, Ploaga> Onda, glia Olive*, ove si raccomanda alle preci
Flumiiia Castel? Aragonese, Ampurias, del vescovo di Genova Pietro, acciò sia
Terra Nova diesi unì ad Ampurias, Al- liberata la sua chiesa dall'invasione ostile.
ghero, Otana, Castro, Bisarchio, Bosa Felice del 627 per la invasione de'sara-
(V.). Al presente sono sufFiaganee della ceui dovè abbandonar la sua sede e riti-
metropoli di Sassari, le sedi vescovili di rarsi a Genova, ove si crede morto nel
Alghero , Bosa } Bisarchio } Ampurias che 743 -.tanta lunghezzadi vita in Felice non
fu unita alla cattedrale di Tempio (V.). può essere, ed il 627 è certamente errore
La serie de'seguenli vescovi e arcivescovi tipografico, forse dovràdire727. Il p.Mat-
di Torres, la compilerò con quella esat- tei dopo Tommaso, invece di Floreio e

tissima del can. Bima, Serie cronologica Felice, registrò Novello del 685 ordinato
degli arcivescovi e vescovi del regno di da Citonato arcivescovo di Cagliari, poi
Sardegna p. 56 tenendo presente ìaSar-
}
Giusto, e Pagano delio33. Delle inter-
dinia sacra del p. Mattei. Dal secoloVIII ruzioni delle sede vacanti, furono causa
al X, siccome nelle altre sedi di questa le memorale occupazioni e stragi de'sa-
isola e regno, anche in questa trovansi non raceni. Il can.° Bima dopo Felice morto

poche lacune, locchè successe per le ter- nel 743, niuno nomina sinoa Simone del
ribili invasioni fatte dai saraceni che l'in- 1 o65, sotto il quale Papa s. Gregorio VII

festarono e miseramente malmenarono neho73 eresse Torres in arcivescovato.


dall'833 alio5i, quindi vinti dai pisani Invece il p. Mattei pone Si mone nel 10 Jo
e genovesi, furono cacciati dall'isola : al- e per semplice vescovo, dichiarando i.°
tri assegnano lai." irruzione de'saraceui arcivescovo Costantino sassaritano che il
in Sardegna al772, altri anche prima ma can.°Bima vuole 2. °: Costantino fu trasla-
non pare. Il i.° vescovo di Torres fu s. lo da Bosa nel 1075, lodato per egregie
Clemente romano dell'anno 5o, il 2. s. virtù, per avere fabbricato la magnifica
Gavino o Gabino martire di Torres del- cattedrale, onde meritò che s. Gregorio
l'anno 1 00, s. Proto del 290, s. Gaudenzio VII lo dichiarasse suo legato apostolico
del 3or, Protogene del 324 intervenne io 090 Cristo-
Sardegna.Gli successe nel 1

al sinodo ecumenico di Nicea, Felice del foro, neh neh 1 36 Manfredo,


1 12 Vitale,
4o4-SamsuziodeI4 io trovasi sottoscritto nel 1 53 Atlone, nel
1 55 Pietro de Ca- 1

in undiploma della biblioteca Ambrosia- neto, neh 176 Alberto monaco di Monte
na Episc. Turrit. Nel 5o2 Giovanni, nel Cassino, nei 1 199 Nicolò eletto ma non
590 Manniano a tempo di Papa s. Gre- consagrato, governò in qualità di ammi-
gorio I, il quale scrisse relig'osos viros te- nistratore apostolico.Opizzone di Genova
SAS SAS 23i
era arcivescovo nel 1 23o, Pietro nel 1 253 genio IV nel 1 44 ! traslata la sede arcive-
celebrò un concilio nazionale in Bonarca- scovile di Torres nella città di Sassari, e
do,a cui intervennero tutti gli arcivescovi nella chiesa di s. Nicola di questa città la

e vescovi dell'isola di Sardegna, e dell'iso- metropolitana, Pietro fu l'ultimo arcive-


la di Corsica. Nel 1278 Torgodorio no- scovo di Torres e il 1

di Sassari, ed ebbe
bile di Sassari, d'insigne virtù, eresse in in metile di fondare ilsemioario.Nel i44^
Sassari la chiesa di s. Nicola attuale me- gli successeAntonioCanò trasferito da Bi-
tropolitana, costituì nella medesima citlà sarcio, nel i463 tenne il sinodo provin-
le parrocchie di s. Caterina, s. Sisto, s.Dò- ciale in cui convennero tutti vescovi suf- i

nato e s. Apollinare, e fabbricò il palazzo fragatici, e Pio li considerando la difficol-


diSassari pergli a rei vescovi. Nel 1 292Teo- tà e pericoli della navigazione da Sarde-
dosio pisano aumentò il detto palazzo, e- gna a Roma, lo costituì giudice aposto-
difìcò l'oratorio o chiesa di s. Andrea.Nel lico delle appellazioni ad quinquennium.
1295 Giovanni francescano traslato da Nel i484BerengariodeFosoSosspaguuo-
Nicosia, si recò in Roma ad limino, Apo- lo e decano di Barcellona, neli49oFran-
stolorum. Teodorico Teodoro del 1 3 06 cesco Pellicers già di Sorra, nel 1 5 2 An-
1

genovese, cui successe nel 1 336 Pietro de gelo Leonino nobile traslato daTivoIi sua
Portilo francescano, odomenicanosecon- patria, prolegato di Bologna, erudito e
do il p. Mattei che essendo francescano facoiulo, intervenne al concilio di Lutera-
anch'egli, sembra più probabile, lodan- no ove sedè tra' patriarchi e gli oratori;

dolo insigne in dottrina, prudenza e san- indi rinunziò, fu nunzio a vari principi e
tità, confessore di Giacomo II re d'Ara- giace sepolto nella cattedrale di Tivoli.
gona e della moglie Bianca. Nel 1 36o Ar- LeoneXnel 1 5 1 5 gli sostituì Emilio Fran-
naldo, nel 1 362 Giovanni francescano e cescoMinorettioMinerbettideMedici no-
confessore di Pietro IV re d'Aragona, sot- bile fiorentino, di rare doti, con apostolico
to il quale insorse l'orrendo scisma d'oc- indulto e in compagnia di Giovanni Sau-
cidente dell'antipapa Clemente VII che na sardo, ma non cardinale come lo dice
seguito dai re d' Aragona, per più anni il cari. Di ma: nel i5
7 per rinunzia diEmi-
1

la chiesa Turritana, alias Sassarilana lio, gli successe Sanna trasferito da Ales,
fu vessata a motivo che vi furono in pari già inquisitore del regno e riformatore a-
tempo arcivescovi legittimi, ed intrusi e postolico di tutte le case religiose di Sar-
scismatici.Antonio Cipolloni fiorentino degna, contro l'eretica pravità. Neh 523
celebre domenicano del 1 382, F.France- Salvatore Alepo o Salepusio spagnuolo,
sco del 3g , Giovanni Passano domeni-
1 1 che fu al concilio di Trento, ed ebbe con-
cano del 392, Priamo o Primo del 1 399
1 troversie con l'arciprete della metropo-
già vescovo di Bosa, fu fatto arcivescovo litana; fu di mirabile dottrina, ecompose
da Bonifacio IX; sembra che contempora- l'uffizio de'ss. Gavino, Proto e Gianuario.
neamente l'antipapa Benedetto XI li se- Da s. Pio V nel 1 568
fu traslato da Cri-
guito da'suoi connazionali aragonesi v'in- sopoli ih partibus,Giovanni Sègria spa-
troducesse un Antonio.Neli4 1 1 Giovan- gnuolodi Valenza, ma poco dopo passò a
ni Alheneso Athenasdi Sassari. Il p. Mat- Tulle. Gli successe nel 1 569MarlinoMar-
tei gli dà per successore nel medesimo an- tinez Villard d'Aragona, visitatore della
no, fr. Nicola romano e francescano, e nel s. inquisizione, di somma prudenza,chefu

1422 riporta Pietro Spano di Sassari e poi vescovo di Maiorca. Neh 57 3 Michele
canonico di essa, che nell'istesso anno ce- Ibanes connazionale del predecessore, e
lebrò il concilio provinciale per la riforma visitatore apostolico de' regolari; morì in
del clero, in cui confermò leanliche costi- Cagliari e fu sepolto nella chiesa della B.
tuzioni e ne fece 33 nuove. Avendo Eu- Vergine di Boniaceri. Indi nel 1577 Ai-
33* SAS SAS
fonso de Lorca di Murcia, inquisitore di niano spagnuolo Giuseppe Siccardo. pru-
Sardegna, zelante e intrepido pastore, lo- dente e di costumi probi neli7i5 Ga- :

dato da Clemente Vili neh 58 5 celebrò


: spare Fuster spagnuolo di Tortosa filip-

il sinodo provinciale, coll'intervento dei pino e preposto della metropolitana di Va-


suffragatici, e degli abbati di Sacargia e di lenza. Benedetto XIII nel 17260 1729
Salvenaro; vuoisi che fosse ili. a intito- dichiarò arcivescovo e consagrò Costanzo
larsi primate di Sardegna, ciò che produs- Giordano carmelitano scalzo torinese, do-
se dissensioni coli' arcivescovo di Caglia* po lunga sede vacante per le questioni tra
ri. Neli6o4 Andrea Bacalar di Cagliari las. Sede e il re Vittorio Amedeo II redi
e decano della metropolitana, già vescovo Sardegna, e per la lite de'canonici per l'e-

d'Alghero; dottissimo e peritissimo nelle lezione del vicario capitolare. Nel 1730
lingue orientali, celebrò il sinodo provin- Bernardo de'marchesi Rocro d'Asti, defi-
ciale. Neoccupò la sede nel i6i4, Gavino nitore e predicatore cappuccino; nel 1 74
Manca de Cedrellas,già trasferito da quel- traslato a Novara con ritenzione del tito-
la di Bosa ad Alghero: pubblicò la Re- lo arcivescovile, Benedetto XIV preconiz-
lationem dell'invenzione de' corpi de' ss. zò Matteo Bertolini di Mondovi, già ve-
Gavino, Proto e Gianuario patroni della scovo d'Alghero; e nel 75o Carlo Fran-1

chiesaTu» ritana. Fu successore nel 62 1 cesco Casanova pure traslato d'Alghero.


Antonio Canopolodi Sassari e arcivesco- Quindi neh 764 divenne arcivescovo di
a
vo d'Oristano, che fu benefico nel modo Sassari Giuseppe M. Incisa Beccaria di
di sopra accennato. Egualmente di Sas- s. Stefano Belbo già preside di Soperga,
sari fu GiacomoPassamar traslato d'Am- indi del collegio delle provincie, traslato
purias, del 1622, quindi tenne il sinodo d'Alghero. Morto nel 1782 gli successe
diocesano nel 1625, ancora in pregio in neh 784 Giacinto Filippo OlivierodiCar-
tutta l'isola; governò con somma pace e magnola; nel 1 7goGiacinto dellaTorredi
tranquillità. Neh 652 Andrea Manca, già Saluzzo agostiniano,il quale nel 1 797pas-
vescovo d'Ampurias; nei i656 Gaspare so ad Acqui;nel 7g9Gio.Battista Simone,
1

Li lago già vescovo di Bosa, e poi d' Am- aleni tempo Pio VII ristabilì la sede di Bi-
purias; neh 658 Onofrio Girona di Ca- sarchio e dichiarò sulFraganea di Sassari,
gliari e decano di quella metropolitana; colla bolla Divina disponente , de'9 mar-
per sua rinunzia subentrò neh 66oIgna- zo 180 3, Bull. Rotn. coni, t, 1
1, p. 1 63.
zio de Rogo oRoyo Calatagud spagnuolo, Per morte di questo arcivescovo, vacò la

abbate di s. Vittoriano di Barbastro; nel sede io anni, e nel 1818 da Bosa vi fu

1 67gGavinoCatayna provinciale de'car- traslato Gavino Muro di Sassari, cavalie-


melilani di Sardegna, priore generale del re gran croce de'ss. Maurizio e Lazzaro;
suo ordine, consultore del s. offizio, e ve- gli successe nel 1822 Carlo Arnosio già
scovo di Bosa ove fece la visita della dio- canonico parroco della cattedrale di To-
cesi e celebrò il sinodo; ricevè il pallio dal rino, dotto in ogni scienza, pio, prudente,
vescovo d' A iaccio, e fu inquisitore del re- generoso nelle benificenze pubbliche pei
gno. Nel 1680 Antonio Vergata o Berga- suoi diocesani. Gregorio XVI nel i833
r
ra spagnuolo e domenicano, poscia Ira- preconizzò mg. Gio. Antonio Gianotti, già
slato a Cagliari, poi a Zamora.Gli succes- canonico d'Ivrea e pievano di s. Giacomo
se nel i685 Giovanni Morillo Velarde, di Rivarolo canavese, indi canonico della
neh 701 Giorgio Satgia o Sogia di Sas- metropolitana di Torino avendolo il Pa- :

sari, generale de'servi di Maria e vescovo pa nel 837 traslato a Saluzzo che pater-
1

di Bosa, ma morì prima d'essere canoni namente governa, poscia nel concistoro
camenteistituito,e messo in possesso; laon- de' 3 settembre 838 dichiarò l'odierno
1 1

de neh 702 gli venne sostituito l'agosti- arcivescovo mg.*" Alessandro Domenico
sas SAS 233
Varesino di Casale Cernello diocesi d'A- ramente ecclesiastica, s. Pio V avendo e-
lessandria, già prevosto della cattedrale retto la sede vescovile di Ripatransonenel
d'Aosta, da re Carlo Alberto fattocom- 1571, lo dichiarò i.° vescovo della mede-
mendatore de'ss.ManrizioeLazzaro. Que- sima. Tripudiante Ripatransone pel ri-

sto zelante pastore die saggio di petto sa- cevuto lustro e per la destinazione di pre«
cerdotale, per quanto a sua lode narrai lato di tanta felice esperienza e saviezza^
nell'articolo Sardegna Regno. Ampia è ne celebrò il solenne ingresso con nobilis-
l'arcidiocesi, e contiene i5 luoghi con 32 sima pompa,che ben descrisse il marchese
parrocchie, oltre quelle di Sassari. Ogni Bruti Liberati, ne' Cenni biografici de' due
nuovo arci vescovo è tassato in fiorini 583, primi vescovi ripani elevali alla s. por-
ascendendo le rendite n 'scudi gooo,c7m- pora. Di ciò feci parola all'articolo Ripa-
ctis deductis oneribus. transone, insieme a quanto operò a di lui

SttSSI o SASSO Lucio, Cardinale. vantaggio, ed allo zelo pastorale che spie-
Nacque nobilmente in Nola e fu educato in gò per la sua chiesa, animato dal promo-
Napoli, ove fatti molti progressi negli stu- vere la divina gloria e dal fervore d'una
di, si acquistò reputazione di uomo del pa- costante pietà, per cui giovò al gregge più
ri dotto e prudente; indi passò in Bologna coll'esempio che colle parole nella visita
a perfezionarsi e per istudiare la giuris- che intraprese. Gregorio XI II, contando
prudenza: ivi ebbe la ventura di contrarre nel complesso delle prerogative che in lui
amicizia, coabitare e studiare insieme col rifulgevano, nel 157 5 lo chiamò in Roma
romano Giambattista Castagna poi Ur- per servirsi di sua opera, ed allora rinun-
bano VII. Pare che tornassea Napoli, ove ziò il vescovato con sensibile dispiacere
pel profitto fatto in Bologna, fu occupato de' ripani, che su di lui aveano formato
in diverse prefetture del regno, e vi riuscì le più liete speranze. Il Papa lo fece vi-

con lode. Trasferitosi poscia in Roma fu cario della basilica Lateranense,e reggen-
accoltoamorevolmente in propria casa dal te della penitenzieria ove perseverò per
cardinal Girolamo Verallo zio del Casta- lo spazio di 20 anni e più. Morto Grego-
gna,il quale Io avea raccomandato;di più il rio XIII nel 1 585, il sagro collegio l'in-

cardinale lo scelse per uditore e consiglie- caricò di assicurare gli ambasciatori del
re negli ardui e gelosi affari che trattava, Giappone (^*.), che il successore del de-
sia nella legazione di Francia, che nella funto avrebbe come esso avuto per lorOj
prefettura di segnatura. Col patrociniodel per la nazione e pel re eguale paterno af-
cardinale,Giulio III lo ammise in prela- fetto. Dipoi passato a miglior vita Sisto
tura e fra i referendari, onde ben presto V, fu eletto Papa a' 1 5 settembre 1 5o,o il
fece conoscere le sue cognizioni e la rara suo antico amico cardinal Castagna che
prudenza di cui era fornito. Divenuto pro- prese il nome di Urbano VII. Volendo
tonotario apostolico soprannumerario, da questi riformare la dataria vi prepose 4
Pio IV gli furono affidati alcuni governi cardinali, e per la fiducia e benevolenza
delle città dello stato ecclesiastico, e fu de- che avea per Lucio lo nominò datario;
putato a comporre e conciliare le questio- ma com3 giorni di pontificato il nuovo

ni insorte pe'confìni territoriali, fra la cit- Papa cesssò di vivere. Nondimeno suc- i

tà di Fano e il duca d'Urbino, con feli- cessoriGregorio XI V, I nnocenzo I X e Cle-


ce riuscita e soddisfazione delle parti. Nel mente Vili lo confermarono in proprio
governo di Perugia egualmente si dimo- datario. Finalmente quest'ultimo Papa>
strò con integrità e valore, ivi pure com- penetratosi delle molte fatiche dal prela-
ponendo le liti insorte sui limiti della con- to sostenute per la s. Sede e pe'suoi gran
tea di Giulio Bufalini e città di Castello. meriti, a' 17 settembre i5o,3 pel i.° del
Per tutto questo e per la sua condotta ve- suo pontificato locreò cardinale prete, in
vol. txi. 16
234 s A s SAS
di gli die per titolo la chiesa de'ss. Qui- vere, avendo goduto il cardinalato 12 an-
rico e Giuditta; lo conservò nella carica ni, ne* quali diede chiare prove del suo
ma con titolo di pro-datario, e l'ammise gran senno e perizia nel trattamento di
a diverse congregazioni cardinalizie, oltre gravi affari.

quella del s. offizio. Essendo da tutti ama- SASSOFERRATO, Saxoferralum,


to e riverito, ebbe fine la sua vita in Ro- Senlìnum. Città vescovile dell'Umbria
ma, con alta reputazione che ne fece de- perchèsuccedutaallafamosaSentino,nel-
plorare la perdita nel 1 6o4, d'anni 83 non la legazione della Marca, delegazione di

compili. Fu sepolto nella basilica Latera- Macerala, distretto di Fabriano da cui è


nenseacui aveva appartenuto, laonde per distante4 leghe, nella diocesi di Nocera,
affetto le lasciò tutti gli utensili sagri di sua con governo da cui dipende il comune di
cappella domestica, alcuni argenti, molti Genga (J7 .), signoria e contea della no-
luoghi di monte, avendo trasandali affat- bilissima famigliatile derivando da òn il-
to i suoi congiunti. Nella parte interiore lustre sentinate, e nella quale fiorironoce-
deli. "pilastro posto al manco lato di quel- lebri personaggi, da ultimo die al Vati-
la i." chiesa del mondo, vedesi alla sua cano l'insigne Papa Leone XII (F.), che
memoria collocato un eleganteavello, col- celebrai pure inaltri luoghi, come nel voi.
la effigie del cardinale dipinta in tela as- LIX, 69, ed all'odierno sagro collegio
p.
sai al naturale con breve iscrizione, alla l'amplissimo cardinal GabrieleDellaGeu-
quale dal nipote Mario ne fu aggiunta al- ga Sermettei vivente e prefetto della s.

tra prolissa. Di questo cardinale dottis- congregazione de'vescovi e regolari: al co-


simo, costantemente virtuoso, e infatica- mune di Genga sono annessi 1 1 casali e
bile sino all'ultima età, ne fece eziandio l'appodiato Pierosara, di cui parlai negli
memoria il cardinal Bentivoglio nelle sue articoli Fabriano e Genga. Si contano nel
Memorie, e di recente nzW Album di Ro- territorio e nella comune di Sassoferrato
ma, 1. 19, p. 107, pubblicò un bell'artico- 96 villaggi, 5 castelli,26 parrocchie, ed
lo biografico il prof. d. Alessandro Atti. una popolazione di piò d'8ooó individui
SASSO Pietro, Cardinale di Anagni. nella città. Giace Sassoferrato tra'monti
Essendo cappellano pontificio, Innocenzo e la catena degli Apennini, ne' confini del
III suo concittadino nel dicembre 1207 buo-
già ducato d'Urbino,in colle e in aria
lo creò prete cardinale di s. Pudenziana, na con suo borgo costrutto nel i55i, in-
arciprete Liberiano, e legato in Germa- naffiato dal fiume Senlino. Poco lungi era
nia negli ultimi anni del suo pontificato. posta la gran città di Sentino, al cader
Tornato dalla sua legazione intervenne della quale molti in questa erma rupe pie-
al conclave d'Onorio III, che lo elesse vi- seroasilo. Vi sono la residenza governati-
cario di Roma e di nuovo l'incaricò della va, quella municipale, l'episcopio e tribu-
stessa legazione,afBne di aggiustare ècom- Viene divisa in
nali ecclesiastico e laico.
porre lo stato dell'impero assai sconvolto due parti o contrade: ilBorgo e il Castel lo,
e agitato. In tale occasione fulminò la sen- l'una nell'estrema falda del colle, l'altra
tenza d'interdetto contro i canonici di s. nella sua cima: la i.
a
è più popolosa, ma
Maria ai Gradi della città di Colonia, per nella 2. "sono diversi belli edilìzi e chie-
avere ricusato di riconoscere per loro col- se, fra le quali si distingue la insigne col-
lega un soggetto da lui nominato cano- legiata di s. Pietro, che Clemente XIV
nico di quella chiesa. Confermò il cardi- riconobbe con breve de'29 luglio 1772
nale colla sua sottoscrizione alcune bolle essere stala cattedrale, e le memorie di
de'memorali duePapi, l'ultima dellequa- Nocera l'appellano sovente concattedrale,
li è deli 1 18, dopo il quale anno circa come afferma l'avv.° Castellano,Lo sla-
quel tempo si suppone che finisse di vi- to pontificio p, 4 io; chiamandola ezian-
SAS SAS 2j>
dio concattedrale, il Calindri nel Saggio duto da un gonfaloniere, anche quando
storico sul Pontificio stato p. i /)2,che inol- questo titolo era riservato alle città più
tre la dice fatta città fino dal 1 007 da Pa- ed ha un cardinale per protet-
distinte;

pa Giovanni XIX. La detta collegiata ha presentemente il cardinal


tore, essendolo

12 canonicali prebende, la dignità aven- Luigi Lambruschini. Nel breve di Cle-


do il titolo d' arciprete parroco, indos- mente XIV si diceche Sassoferrato è rag-
sando ognuno rocchetto e mozzetta pao- guardevole per antica nobiltà, pel mae«
nazza, ed in mezzo a'Ioro distinti stalli vi strato senatorio,il cui gonfaloniere quan-

è la sedia pel vescovo. Neil a chiesa de'con- do incede in forma pubblica è preceduto
ventilali di Francesco furono istituiti
s. da un putto colla mazza d'argento, e in-
4 beneficiati, quali sono ora canonici
i dossa catena con croce d'oro, perchè al
titolari della collegiata, colle insegne co- capo della pubblica rappresentanza è ine-
rali eguali a'ti tolari. Il circuito attualedel- rente il titolo di cavaliere. Ivi pure è det-
le sue mura eccede di poco una lega; vi to, che esistevano 3 ospedali, 24chiese, 3
sono gli ospedali civico e militare, altro parrocchie interne e 23 esterne, il mon-
pei vecchi e poveri calzolai, l'orfanotrofio te di pietà e quello frumentario. Gli alti

per 12 zitelle, scuole con maestri, oltre un pubblici ritennero sempre l'antico nome
ospizio pe'sacerdoti oltramontani o altri dellacospicua città cuiSassoferrato è suc-
pellegrini di passaggio, le monache di s. ceduto, intitolandosi sempre con questa
Chiara, quelle di s. Bartolomeo, mona- i epigrafe : Senatus Populusque Sentinas.
ci camaldolesi in s. Croce, i monaci sii - O v'eraSentino e ne'suoi campi si trova-
vestrini alCrocefìsso,i minori osservanti, no marmi, tronchi di colonne, lapidi,due
i cappuccini e 6 confraternite. Il p. Ci- superbi musaici uno de' quali nel 1829
valli, presso Colucci, Antichità picene t. acquistato dal principe Eugenio già vi
25, p. 1 1 5 nel riportare le notizie su Sas- cere d'Italia e portato a Monaco,non che
soferrato e sul già convento di Fran- s. molte e d'im-
similianticaglie,delle quali
cesco de'minori conventuali, riferisce che portanza si trovarono negli scavi. Sasso
poco distante da Sassoferrato vi è la chie- ferrato vanta diversi uomini illustri, per
sa del ss. Crocefisso de'silvestrini in gran- santità di vita, dignità ecclesiastiche, nel-
dissima divozione; ma essa passò poi al le armi, nelle scienze e nelle arti, il b. U-
vescovo,ed i monaci furono trasferiti ove go degli Atti benedettino e vescovo di s.
erano gli agostiniani di s. Maria, i quali Sii vestro, il b. Alessandro Vincioli, il mar-

in unoa'carmelitani scalzi di s. Teresa,ed lire s.Nicolò uno de' 7 francescani mar-

alle monachedis.Margherita,furono sop- tirizzati in Ceuta nella Mauritania dai

pressi per le vicende politiche de'primor- maomettani neh 221, il cui culto appro-
di del corrente secolo. Il p. Civalli par- vò Leone X, essendo registrati nel mar-
lando del convento francescano lo dice tirologio romano a' 1 3 ottobre. Il marti-
grande di sito, che vi furono tenuti 3 ca- re b. Pietro di Sassoferrato laico france-
pitoli provinciali nel secolo XVI, e no- scano, neli23o circa fu martirizzato col
mina alcuni distinti religiosi che vi fiori- b. Giovanni da Perugia, in Valenza di
rono. Inoltre riporta alcune antiche la- Spagna, ove l'avea mandato s. France-
pidi situate nell' abbazia di s. Croce dei sco,d'ordine d'Azoto re moro,il quale ve-
camaldolesi, in s. Pietro di Scorzano, al- dendo poi ch'era continuamente vinto da
cune delle quali seminati, come nell'ab- Giacomo I re d'Aragona, si converti al
bazia dell'Avellana, essendo sulla porta cristianesimo e nel suo palazzo ov'erano
del luogo scolpito questo verso: Saxum stali martirizzati molti cristiani eresse un
ferro jungor : cordis constantia firmor. convento: Clemente XI ne riconobbe il

il magistrato comunale fu sempre presie» culto immemorabile, e Benedetto XIII


236 SAS SAS
concesse alle loro patrie l'uffizio e messa Lorenzo Parigini vescovo d'Urbania es.
a'3 settembre. Pio li creò cardinale A- Angelo in Vado. Nel 1 35g Ungaro di Sas-
lessandro Oliva (^.),che fu amministra- soferrato fu senatore di Roma. Dalla fami-
tore di Camerino e legato d'Ancona. Ro- glia antica e potente degli Atti,cui con Sas-
mano monaco di Sassoferrato del mona- soferrato molte castella del territorio sen
stero di Sitria e discepolo di s. Romual- tinaie ubbidirono,derivaronoi conti della
do, nel io 12 fu vescovo di Nocera. An- Genga, quali sino al 1 700 ebbero domici-
i

tonio Castriani o Castrini fu prima ve- liopermanente in Sassoferrato, derivazio-


scovo di Cagli, poi di Monte Feltro. Ni- ne che riconobbeLeone XII nel suo cardi-
colò Perotli già segretario del cardinal nalato, quando la magistratura sentinate
Bessarione, fu arcivescovo di Manfredo- l'invocò a cardinal protettore, risponden-
nia e lodato autore d'opere, restauratore do così a'20 novembre 8 6 da Spoleto: 1 1

dellegreche e latine lettere, Assiemo di nuovo le SS. LL. che anche


per cui fu co-
ronato colla corona d'allorodall'impera- senza questa veste, io mi gio riero d'essere
toreFederico III. Pietro Antonio Perotto il primo cittadino della lor patria, se pia-

nipote del precedente fu celebre nell'arte cerà a Dio di conservarmi in vita, e mi


mjlitare,vaIoroso comandante nelleguer- farò un vero piacere di soddisfare ogni
re di Fiandra, onde meritò dal famoso loro comando. Nel secolo XV! molte me-
Alessandro Farnese il titolo di Paladino morie vi sono de'conti della Genga, che
dì Italia. La famiglia Tommasi di cele- ebbero luminose cariche e vissero in cor-
bre origine bizantina, e da Costantino- te de'duchi d'Urbino, e la poetessa Eleo-
poli emigrata per la rivoluzione d' Era- nora che fiori neli4oo è citata con lode
cleona, prese stanza ad Ancona d'onde un da Tiraboschi ma di tali conti trattai a
:

ramo sotto Ottone III passò a Sassofer- della Genga Famiglia. Il p. Ci valli ri-

rato e ne derivò prode Ridolfo gene-


il corda Nicolò da Sassoferrato capitano a-
rale di s. Chiesa nel secolo XII, che vin- nimoso e valoroso; il medico Gio. Loren-
citore de'turchi, colle armi d'Eugenio III zo Chirurgi assai celebre nello studio di
e Luigi VII re di Francia s'impossessò Padova ; Pierleone medico eccellente in
d'Osimo, ed è lo stipite della nobile fa- quello di Macerata. Da Sassoferrato ri-
miglia Leopardi, nome con cui si distin- petè i natali il principe de'giureconsuhi
se il ramo primogenito di Ridolfo, men- dell'età sua Bartolo della famiglia Den-
tre labranca cadetta tornò a stabilirsi in ti voglio (della quale tratta Sansovino), al
Ancona, ne il ceppo originario di Sasso- quale per testimonianza d'aver ammira-
ferrato mancò di produrre altri illustri ta la sottigliezza del suo vasto ingegno,
personaggi. Osserva Calindri, che le fa- nella compilazione della bolla d'oro,Car-
miglie Tommasi di Cortone e di Sicilia, lo IV imperatore die l'insegna de' re di

conoscono il medesimo ceppo di quella Boemia. Fu inoltre onorato cogli epiteti,


di Sassoferrato. Lo sventurato e famige- di luce del Foro, padre e maestro del di-
rato Pandolfo Collenuccio, dice 1' avv.° ritto ^colonna di verità, oracolo di Apol-

Castellano, che dev'essere rivendicato al- lo. Faceva pesare gli alimenti per non ag-

la nobile e antica famiglia sassoferratese gravare io stomaco nella sua infaticabile


di questo nome, la quale fu erede di gran applicazione,e fu atrocemente punto dal-
parte de'beni de'Chiavelli signori di Fa- le calunnie dell'era uloBaldo,perchè trop-
briano per matrimonio della superstite, po alto sentiva di se. Per non dired'alti i,

ed ebbe il dominio della contea d'Alba, aumentò la patria gloria l'eccellente pit-
che i\x più vicina aSenlino,e del
la citlà tore Gio. Battista Salvi di Sassoferrato
castello di Col della Noce, posto all'ovest che vi nacque neli6o5, tanto celebrato
di Sassoferrato, del quale luogo fu mg.' per la sublime arte colla quale effigiò re-
SAS S A S 287
pacatamente laB. Vergine, e in modo da mente trattò il ricordato Colucci nel t.
7,
muovere a tenera divozione. In Sassofer- p. 3, colla dissertazione : Dell' antica cit-
rato di privato diritto, esistono molti e tà di Sentìno j ed a p. j5 colla disserta-

pregievoli suoi dipinti. Agnese Veronici zione Del luogo chiamato sepolcro dei
:

nel 1 806 istituì nel monastero di s. Chia- galli ossia Busta gallorum nell'agro Sen*

ra la cappellania di s. Maria delle Gra- tinate e della sconfitta ivi data da Nar-
t

zie, dotandola di fondi e oggetti di belle sele a Totila re de' goti. D'ambedue da-
arti, fra'quali una buona raccolta di tele rò un breve cenno. E" molto rinomata nel-
dipinte dal concittadino Sassoferratese, l'aulica storia romana la città di Sentino

e conferendo il padronato per la nomina fondata dai siculi, una volta posta tra i
del reltorecappellano,al gonfaloniere del- confini delPicenOjdell'Umbria e dellaGal-

la città. Mentre lo era Pier Francesco Fer- lia Senonia; ed oggi il sito in cui sorgeva
retti, col votocomunede'concittadini sta- viene compreso tra i limiti che circoscri-
bilì di offrire un de' migliori quadri di vono la Marca Anconitana, non essendo-
detta collezione al Papa Gregorio XVI, vi controversia tra moderni geogi fi che
i 1

e si scelse uno de'più belli cioè quello es- Sassoferrato, luogo risorto già da Senti-
primente la B. Vergine Maria col Diviu no , sia una delle terre più. rispettabili

Figlio chegl'imprime un soave bacio. Ot- della provincia. L'anonimo Nintoraa nel-
tenutane facoltà dalla s. congregazione le sue Lettere fece molle ricerche sulla
del concilio, e l'assenso del vescovo di No- città di Sentiuo, che Colucci tenne pre-
cera e del rettore cappellano, di poi ef- senti nelle sue discussioni, rigettando al-

fettuò il donativo il gonfaloniere Nicola cune opinioni, come del nome di Sentina

Armenzani,a mezzo del p.ab. Marini ca- in vece di Sentinum e Sentino. L'origine

maldolese, e riuscì graditissimo al Pon- di questo nome derivò dal fiume che lo

tefice, tanto per l'insigne pregio artisti- bagnava, dettoancor oggi Sentino, se pu-
co, che pel sagro argomento. Il p. Bran- re la città lo die al fiume, il quale ha sca-
dimarte afFerma che Sassoferrato ricono- turigine dal Monte Cucco nel contado di
sce la sua origine dalle rovine di Sentino, Gubbio, e poi si va a riunire al Fiumesi-
da cui è poco lontano e che conserva lo noa sinistra di Pierosara. Noterò, che al-
splendore de'suoi antenati, perchè ha for- la porla di s. Maria confluiscono 3 fiumi

mato in ogni secolo nobiltà generosa, e che somministrano abbondante e peren-


gli ascritti a tale cittadinanza hanno sem- ne quantità di acqua, cioè il Sentino, la
pre conseguito gli onori dell'ordine ge- Marena o Maurena (così detta dalla tra-

rosolimitano ed altri equestri. Nell'archi- dizione che vi si trovassero granellini o


vio della città si trovano registrati più di arena d'oro), ed il Sanguerone denomi-
70 cavalieri che appartennero alle fami- nato con tal vocabolo perchè vuoisi scor-
glie Perotti, Tommasi, Adriani, Alessan- resse rosso del sangue de'goti nella loro
dri, Alovolini, Oliva, Bentivoglio, della sconfina. Laonde vi si potrebbero con suc-

Branca ec, le ultime due delle quali ter- cesso erigere non pochi opificii , mentre
minarono in donne che entrarono in casa vi sono soltanto delle fucine da ferrajo.

de* signori Benamati di Gubbio. Anche Tufico, Atlidio, e Sentino sorsero ove tro-
Leone XII chiamò città Sassoferrato, con vasi il castello Sentino, poco meno d'un
breve de' 1 8 ottobre 1 823 e diretto al gon- miglio dalla popolatissima e rispettabilis-
faloniere Dionisio Onofri chea nome del- sima Sassoferrato, come si esprime Coluc-
la comune gli presentò i sentimenti di fe- ci, e 6 miglia circa da Fabriano. A que-

deltà, di ubbidienza e di giubilo per la di sta ubicazione oltre il convenirvi i prin-


lui esaltazione al pontificato. cipali geografi, concorrono a provarlo i

Dell'antica città di Sentiuo, erudita- ruderi di antica città ancora esistenti, le


s38 SAS SAS
lapidiche vi si scoprono, e il nome stesso conoscono i collegi de'fabri, e scolpite in
rimasto al castello, come quello d'Altidio bronzo esistono nel Museo Capitolino, ri-
Anche Tira-
resta al villaggio d'Attigio. prodotte da Colucci con tutte le altre ri-
boschi fu di parere, che essendo risorto guardanti Sentino e da lui illustrate, par-
Sassoferrato dall'anticoSentino,non mol- ticolarmente quella spettante all'ospita-
to lungi dovea essere tale città, come in lità dovuta agli stranieri, e dai romani
fatti fu riconosciuto senza controversie. riputata santa e religiosa; quindi passa a
Sentinofufondata probabilmente dai pri- descrivere la guerra precedeutemeute ac-
mi abitatori della regione sulla sponda caduta fra i romani e i galli, e sanniti nel-

del fiume da cui prese o die il nome, e l'agro di Sentino e.sullerive dell'omoni-
dagli antichissimi siculi quando vi si sta- mo fiume, con qualche particolare detta-
bilirono. Da'monumenti si apprende che glio tolto da T. Livio. Essendosi collegati
i sentinati idolatri adorarono Giove, e un i galli, i umbri ed etruschi con-
sanniti, gli
nume appellato Frondosio, forse tutelare tro la crescente potenza romaua, in detto
degli alberi e delle selve; e che ebbero i luogo nell'anno458 di Roma ebbe luogo
sacerdoti, e gli auguri. Se Sentino fu città la famosa battaglia de'romani contro la
dell'Umbria, dopo sottomessa questa dai formidabile lega, e da loro vinta. I roma-

romani nell'anno 44$ di Roma, la città ni con 4 legioni, un buon numerodi squa-
perde la libertà che per lo innanzi avea droni di cavalleria romana, 1 000 scelli ca-
sempre goduta e divenne prefettura e
, valieri campani, e un grandissimo numero
poi colonia romana. Se Sentino in vece di confederati, che superavano il numero
fu città della Gallia Senonia, tuttociò ac- degli stessi romani,formaronoi loro quar-
cadde dopo gli annidi Roma
4yo, epoca tieri nel territorio della città di Sentino in
in cui sottomessi gatti dai romani furo-
i distanza di 4 miglia. Dipoi due consoli i

no cacciati dalle terre che possedevano. romani divisero i loro eserciti, formando
Nel famoso triumvirato che precedette ognuno il proprio campo con reciproca
l'impero, versoil 7 1 3 di Roma Lucio An- comunicazione. Anche i nemici si separa-
tonio vi dedusse unacolonia militare, pel rono, quindi i sanniti si unirono co'gal-
triumviro M. Antonio suo fratello, onde li, gli umbri agli etruschi. Indi ebbe luo-
Senlino neseguì le parti controCesare Ot- go la terribile, e sanguinosa lotta. Non vi
ta viano,con grave danno de'possessori dei furono però impegnati che galli ed isau- i

campi pel riparto di essi fatli cogli sfrenati niti,meutre con abile di versione pro-pre- i

e prepotenti legionari. Pare certamente tori Fulvio e Postumio invadendo e sac-


che Ottaviano, mentre la presidiava Caio cheggiando l'Elruria, ne tennero lontani
Furnio, con grandi forze assediasse, ed e- gli umbri ed etruschi, che corsero a di-

spugnasse Sentino, a mezzo di Q. Salvi- fenderla. Nondimeno le forze collegale e-


denio Rufo, indi mettendola a ferro a fuo- rano preponderanti; ma il console P. De-
co ed a sacco; o almeno è indubitato che cio Mure, il di cui esercito piegava nota-
dopo aver vinto il competitore ad Azio bilmente all'urto de'galli e de'loro nuovi
vi eseguisse altra militare deduzione, con carri, ristabilì le sorti del combattimen-
nuovo riparto di terre , cacciandone gli to, consagraudosi in sagrifizio a' dei Ma-
Autoniaui, ed allora potè ristorarside'pa- ni elufernali,ed alla morte sull' esempio
titi danni cagionati dalla sua resistenza. del padre suo, per la salvezza di Roma,
Sentino divenne poscia municipio di 2. e fu eroicamente vendicato; mentre il pru-
ordine, quindi il suo governo politico non dente e altro console Q. Fabio Massimo
fu dissimile da quello di altre città; ebbe Il ubbiano, stancò il primoimpeto de'san-
i quinquenuali, gli edili, gli scribi, come nili con intrepido contegno, e giltandosi
iilevasi dalle lapidi; dalle quali pure si poi vigorosamente sui stanchi soldati ne
SAS SAS i3q
fece carneficina, e riportò quella coinpiu* cuore dell'agro sentinate si avanzassero
ta vittoria che tanto influì sulla romana i due grandi eserciti per venire a batta-
grandezza. Ebberogli al!eatÌ25,ooo mor- glia. Quanto propriamente al sito ove si
tisul campo, insieme col celebre Gellio effettuò la pugna, piuttosto propende per
Egnazio condottiero de'sauniti e cagione l'antichissima Busta Gallorum, pianura
principale della guerra;5,ooo sanniti pre- poco distante dagli A pennini, luogo allo-
sero la fuga, e de'galli e de'sanniti rima- ra del contado Sentino, ed oggi non sen-
sero da 8000 prigionieri; invece i romani za qualche fondamento dell'agro di Fa-
ebbero 9200 soldati posti fuori di com- briano, ossia nel superstite castello di Ba-
battimento. Q. Fabio fece bruciare tutte stia; ma a Fabriano con
altri storici, do-

le spoglie nemiche in sagrifizio a Giove, vetti direparlando di Bastia, non essere


rese gli onori della sepoltura al collega succeduto a Busta Gallorum, denomina-
1*. Decio, e col ritratto del bottino premiò zione che le fu data dai cadaveri de'galli
i vittoriosi soldati, d'uno de'più gloriosi ivi appunto bruciati, come sito presso il

trionfi. Quindi l'anonimo Nintoma acca- quale successe il combattimento tra loro
r
demico disunito, ossia mg. Filippo Mon- e i sanniti, contro i romani. Si disse Bu-
tani, con Lettera che riprodusse Colucci, sta, per derivazione da Bustoni che signi-
enumerando i combattimenti , dichiarò fica propriamente il luogo in cui il cada-
impossibile a poterli contenere la pianu- vere fu bruciato e sepolto, quasi bene w-
ra ove giaceva l'antico Semino; indicò stuni come avverte Festo : Cicerone poi
due luoghi accouci per la battaglia nel- intese per Bustoni, lo stesso sepolcro o mo-
l'agro Sentinate,ed escludendo la pianu- numeuto. Il Compagnoni nella ReggiaPi-
ra frammischiata da qualche piccolo col- cena, p. 7, dice che sotto i suddetti con-
le verso SentinoeSassoferrato,determinò soli romani militarono come amici e so-
che seguisse nella pianura dove esiste Fa- ci, più piceni che romani, essendo resta-

briano pure nell'agro sentinate, cioè nel- ti campi sentinati non meno famosi dal-
i

la parte del territorio più distante da Sen- la morte di Decio, che dal trionfo di Fa-

tino; imperocché tale pianura essendo di- bio. Su questo memorabile luogo, anche
stante 4 miglia da Senlino perciò non può
,
per la sconfitta data ai goti da Narsete
essere neppur vero quanto asserirono al- capitano dell' imperatore Giustiniano I,

cuni, che i confederatisi erano ritirati in il Colucci ci diede nello stesso tomo la ci-

Sentino. Dopo aver Nintoma esaminato tata dissertazione : Del luogo chiamato
gli storiciT.Livio e Polibio, si confermò sepolcro de'galli ossia Busta Gallorum
nello stabilire che la gran pugna seguisse nell'agro Sentinate, e della sconfitta ivi
nella pianura dove esiste ora Fabriano, data da Narsete a Totila re de'goti. Con
come uno de'due soli piani adatti ad al- questa dissertazione, Colucci volle ven-
loggiamenti, ed a battaglie nel contado dicare l'esistenza e ubicazione del luogo,
di Sentino o almeno sui confini, sorgen- e pose in miglior punto di vista le circo-
do la città 5 miglia da quella dov'era Sen- stanze, che accompagnarono la seconda
lino, ed escludendone con alcune ragioni battaglia , una delle più segnalate nelle
altri luoghi, anche con congetture relati- storie de'bassi tempi, intendendo cosi di
ve all' origine di Fabriano e suo nome. compiere il trattato che riguarda Senti-
Colucci all'erudita lettera di Nintoma fe- no, di cuiil sepolcro de'galli fu come una

ce delle osservazioni, dichiarando che se- parte.Con ProcopioeCluverio, vollepro-


guita nell'agro Seutinate la riferita cele- vare l'esistenza di Busta Gallorum (seb-
bre battaglia, in qualunque parte del ter- bene noti il primo di grave abbaglio, at-
ritorio sia avvenuta rispetto a Seutino,va- tribuendo a Camillo la vittoria di Q. Fa-
le la stessa cosa; tultavolta crede, che nel bio), come luogo ove prima i galli furo-
a4o SAS SAS
no sconfìtti e bruciati, poi i goti guida- no e approdò in Ra-
ausiliare di barbari,
ti da re Totila, pel quale i.° avvenimen- venna, vinse presso Rimini (Jsdrila capi-
to deve tenersi presente quanto dissi a tano goto, e proseguì il suo cammino per
Gualdo Tadino e altrove. Infatti confes- venire co'goti invasori di Roma e d'Italia
sa Colucci, che più luoghi antichi por- a decisivo combattimento, per la via Fla-
tarono il nome di Busta Gallorum, ma minia lasciando a destra l'inespugnabile
due ne volle riconoscere; cioè nel silo di fortezza di Pietra Pertusa occupata da'go-
'.Ilo ma ove Camillo fugò igallisenoni, po- ti, cioè passò dalla sua parte sinistra os-
co meno d'un secolo prima ali.° fatto di Furio. Alcuni opinarono
sia della via del
Sentino , ed ivi fece bruciare i cadaveri che l'accampamento dell'esercito di Nar-
de'galli morti anche di peste dopo la sor- sete fu in Lombardia non lungi da Reg-
presa del Campidoglio, onde il luogo pre- gio alTenedoo a Brescello, ma li confutò
se il nome di Busta Gallorum (secondo Colucci con prove storiche; così fece di
Varrone, una contrada di Roma antica Alberti che asserì succeduto il conflitto
dicevasi adBusta Gallica, perchè ivi do- ad Aqualagna non lungi da Cagli. Certo
po la liberazione di Roma erano state am- è, dice Colucci, che Narsete col suo eser-
massate e chiuse le loro ossa: si vuole che citoavvicinatosiagliApenninipreseallog-
ne occupi il luogo la chiesa già parroc- giamento presso i sepolcri de'galli, ch'e-
chiale di s. Andrea in Portogallo nel rio- sistevano nel territorio Sentino, a Busta
ne Monti, poi beneficio semplice del ti- Gallorum. Ciò saputosi da Totila re dei
tolare del vicino s.Pietro in Vincoli, quin- goti,da Roma si recò all' A pennino e si
di conceduta all' ZThiVerf irà de' recattieri fermòaTagina. Poco dopo vi giunse Nar-
che la riedificarono nel principio del se- sete e si fermò a Busta Gallorum lungi
colo passato; che abbandonata dopo il 1 2 miglia, indi gli spedì ambasciatori per
1798, fu occupata dall' Arciconjralenti- intimargli guerra se non isgombra va l'I-

ta di s. Maria delle Neve, e ne prese il talia. Totila preferendo il combattere, nel


nome alcuni piuttosto fanno derivare il
: dìseguentesi avvicinò a Narsete collesue
nome di Portogallo, non da Busta Gallo- genti. Prima d'attaccar la pugna, i due
rum, ma dalla chiesa di s. Stefano Cata- generali pronunziarono analoghe allocu-
galla patrilia, così delta come edificala zioni ai loro eserciti, e li schierarono con
da Galla matrona romana), e per que- diverse disposizioni. Finalmente appicca-
sto esempio lo prese poi il sito dell'agro ta la mischia, Narsete co' suoi fece gran-
Sentinate, dopo essersi praticato altret- dissima strage de'nemici, ne uccise 6000,
tanto, che forse eraun vico o un pago, molli ne fece prigionieri, altri scamparo-
ma non pare e fu campagna aperta. La no colla fuga. In seguito Totila reslò fe-
contrada dopo la famosa giornata campa- ritomortalmente, e dopo 84 stadi di cam-
le de'romani, vincitori de'galli e de* san- mino arrivò aCapras dove fu curalo, ma
niti , fu quindi ripiena di sepolcri eretti in pochi giorni mancò di vita, ed ebbe se-
alla gente che vi perì, ed agli stessi roma- poltura dai suoi. Lieto Narsete della con-
ni de'quali pure molti ve ne morirono, e seguita compiuta vittoria ne rese i dovu-
perciò un vero sepolcreto. Quindi Colucci ti ringraziamenti a Dio, ed alla B. Ver-
spiegata pure l'etimologia di tale ripetu- gine a cui professava singolare divozione,
to vocabolo, passa a parlare della batta- dal suo possente patrocinio ripetendo il

glia che diede Narsete a Totila presso tal trionfo. Termina Colucci, con dichiara-
sito nel 55 1 o 55a, i motivi che la de- re : chequesta pugna seguì nell'agro Sen-
terminarono, ed preparativi fatti per lai tinate, oggi nel territorio di Sassoferralo,
medesima, argomento chein tanti luoghi poco lungi dal sito in cui seguì la più an-
narrai. Narsete coll'esercito greco-roma- tica de'galli e sanniti coi romani, appun •
SAS S AS 2/£r

to presso Sentino e presso al luogo ove do, per dare romani co-
il suffragio ne'
ora sorge Sassoferralo, indi proseguì le mizi, come si apprende dalle lapidi che
sue ricerche per trovare il sito di Tagina riportò. Fu ancora colonia, nel riparto
e Capras, trattando dell' antica città di de' terreni fatti da' triumviri a' loro sol-
Tadino. dati, i quali ostilmente occuparono assai
Il p. Brandimai te, Piceno annonario di più del loro promesso^cioè nell'anno
o Gallia Stnonia, tratta nel cap. 2, Del* 7i3 di Roma allorché il console Lucio
la guerra de'galli, sanniti e romani;, suc- Antonio fratello del triumviro M. Anto-
ceduta nelC agro sentinatej nel cap. 4> nio, divise i terreni di Sentino e della vi-
Della disfatta di Tolda re de goti acca- cina Alba a'suoi soldati. L'altro triumviro
duta nell'agro seminate. Incomincia dal ed emulo Cesare Ottaviano assediò Senti-
dire che Sentino fu la più celebre e la più no, ma avendo sapulo che Lucio era par-
rinomata nella storia romana, delle città tito per Roma lo segui e lasciò Q. Salvi-
distrutte nel Piceno Annonario. Riporta dienoRufo per espugnar Sentino. C.Fur-
gli storici che affermano di sua esistenza, nio che presiedeva a tal città , essendosi
e che ruderi poi e le molte anticaglie che
i discostalo lungi da essa per perseguitar-
si sono ritrovate, e che tuttora si ritrova- lo, all' improvviso Salvidieno dando un
no nella contrada chiamata la Cistite di- assalto alla città, la prese, la saccheggiò e
stante circa un miglio dall'inclita città di le diede fuoco. Cosi perì Sentino, che fu
Sassoferralo, ci dicono che ivi essa rima- fondata da'siculi, celebre per la battaglia
neva. Dopo Faleronia o Falena ( V.) del succeduta innanzi alle sue mura tra'galli
Piceno, il Brandimarte non vide altro
p. e romani, e fu riedificata da Ottaviano,
i

luogo così abbondante di memorie, come il qualedopod'aver vintoad AzioM. An-

quello in cui rimaneva Sentino, e le de tonio, per premiare suoi soldati spogliòi

seri ve riportandone le lapidi. Ecco poi co- quelli del debellato, laonde per queste pos-
me spiega da che il luogo prese il nome sidenze acquistate dai vincitori, Sentino
di Sentino. Sentinoe Vitumnoerano dei- divenne poscia colonia Augusta, nome che
tà che presiedevano alle partorienti,eche davasi a tutte quelle che furono dedotte
davano il senso e la vita a'bambini. Sen- da Ottaviano. Indi il p. Brandimarte nel
ta detta ancora Dea bona, Fauna, Fa- riprodurre le lapidi appartenenti a Sen-
tua a fando, e dagli auguri, da cui pre- tirlo, avverte che sono state disperse qua
sero il nome le fate, fu una dea cosi pu- e là, alcune ritrovansi in Sassoferrato, al-
dica, che niun uomo potè mai vederla e tre ci conservarono gli scrittori, molte ri-

perciò le donne a lei sagrifìcavano in luo- mangono sotto terra, molte furono infran-
ghi segreti e chiusi. Forse questa città pre- te. Queste lapidi riguardano gli dei vene-
se il nome da qualche tempio che ivi ri- rati dagli antichi sentiuali, i loro sacer-
maneva al dio Sentino o alla dea Senta? doti e sacerdotesse ad una delle quali per
Negativamente risponde il p. Brandimar- merito fu eretta ima statua dall' ordine
te,epensachelo prendesse dal fiume Sen- municipale de' seviri; il governo politico
tino che la bagnava, il quale a guisa delle di Sentino, quinquennnali, gli edili, gli
i

sentine delle navi che riuniscono molte scribi; quelle di diverse famiglie sentina-
cose, cosi il fiume fu chiamato Sentino, ti; quella sui precetti morali che deve os-
perchè nel sito stesso accoglie tutte le ac- servare l'ospite e l'ospitato, forse d'un col-
que che vengono da'vicini monti, e quel- legio composto delle persone più ricche
le de'fiumi Sanguerone e Marena. Sen- di Sentino, le quali eransi obbligate alber-
tino fu città municipio, e fu ascritta alla gare anche gli ospiti concittadini,, distri-
tribù Lemunia, inforza della legge trium- buendo fra essi i rioni della città. Parla
virale di Ottaviano, M. Antonio e Lepi- ancora e riproduce le già memorate la-
242 SA S AS
vole di bronzo del collegio de' fabbri di la Gallia togata, ebbero tutto il comodo
Sentino, per conferire il patronato a Cor- di fare i sepolcri nell'agro sentinate. Ma
rezio Fusco decurione di Sentino e per- io anni dopo, essendosi mossi di nuovo
sona di sommo merito, essendo i 3 prin- contro i romani, ed avendo vinto L. Ce-
cipali collegi ivi accennati, quelli de'fab- cilio pretore e fatta grande strage di es-
bri, de'centonari o fabbricatori di lana, si, i romani inaspriti e comandati dal con-
o de'dendrofoii o impiegati nel mestiere sole Dolabell a fecero un macello di essi,
del legname. Da queste memorie e dai li cacciarono dalle loro terre, e condusse-
superstiti rottami, anche il p. Brandiinar- ro una colonia in Sinigaglia ch'era la lo-

te dichiara, essere evidente che Sentino ro capitale. Quauto alla disfatta di Toti-
fu città di gran considerazione, e ch'ebbe la re de'goti accaduta nell'agro sentinate,
tutte quante quelle prerogative, che pos- il p. Brandimarte incomincia col dimo-
sedevano le città insigni; ma il di lei agro strare la strada, tralasciata la via Flami-
però nellestorieèpiù rinomato della stes- nia, che fece Narsete nel portarsi nell'a-
sa città, imperocché in esso si consolidò gro sentinate, perchè gli autori sono di-
la gran potenza romana pel trionfo ripor- scordi fra loro, e ni uno colse il punto, nem-
tato dai romani sui galli e sanniti, e per meno Colucci che seguì Sigonio. Che la

la sconfitta data a Totila. Dalle partico- tradizione che la battaglia tra


ci notifica,

descrizioni che di ambedue fa il p.


la ri Totila e Narsete accadde nella pianura di
Brandimarte, rileverò le sole varianti per Serragualdo,in prossimità del colle Can-
quanto dissi conColucci, o riportando co- derico, e dell'altro di Colle Accanito oggi
me ho fatto sulla città di Sentino,alcun'ai- Colcanino vicino a detto fiume. Questa è
tra nozione opportuna all'argomento. confermata da alcuni vestigi di antiche
Confutò mg. r Montani sotto il nome ana- trincere, dai cimieri di bronzo ivi trova-
grammatico di Nintoma,che impugnan- ti, e dal nome Sauguirone oSanguerone,
do la battaglia essere avvenuta vicino a con cui chiamasi il fiume, mentre è fama
Sentino, pretese che accadde nell'agro di che così fu nomato perchè si riempì di
Fabriano, il quale surse nell'agro attidia- sangue umauo, perchè oltre a restar sul
ledue miglia e mezzo lungi da Attidio, e campo 6000 combattenti , moltissimi di
più di 8 miglia da Sentino, mentre mouti quelli che si arresero prigionieri furono
non piccoli di vidono le due pianure di Fa- dannati a morte. Totila pose gli accam-
briano e di Sentino : come dunque la pia- pamenti a Tagiua da Plinio chiamata Ta-
nura di Fabriano può prendersi per agro dino, che secondo Borgia rimaneva nella
Sentinate? Busta, Gallonivi non fu l'o- pianura tra il monte A peoni no e la città
dierna Bastia di Fabriano, ed in ciò con- di Gubbio, Assisi e Nocera sulla via Fla-
futa pure Colucci che inclinò a credere minia distante circa un miglio da Gualdo
che il castello prese il nome e derivò dal di Nocera, e precisamente nel luogo ora
sepolcro de' galli. La battaglia propria- chiamato la possessione di Tadino. Il vico
mente successe lungi circa un miglio dal- Capras, ove morì Totila, è l'odierno ca-
la città, nel campo o piano ora chiamato stello di Capraia lungi due miglia da Gual-
di Toveglia , o Campo della Battaglia, do di Nocera, vicino a Fossato. Quivi si
che forma le parrocchie di Gaville e di verifica la distanza degli 84 stadi accen-
Colle della Noce, ed ove perirono 8200 natida Procopio, ossia 4 leghe, dichia-
romani e 3o,ooo nemici oltre 8000 pri- rando Seragualdo il luogo della battaglia
gioni. Dalla storia inoltre si rileva, che i tra Totila e Narsete.
romani contentarono d'aver vinti gal-
si i Pdpigliando Colucci, sulla decadenza e
li, e che partirono dalle loro terre. Quin- distruzione di Sentino, chiama oscura co-
di i galli rimasti padroni di Sentino e del- sa il poterlo rintracciare con certezza ina u-
SAS SAS a43
candosi di prove positive. Il Nintoma ri- chiaramente sua nobile discendenza, è
la
ferisce, che dopo la devastazione patita il castello di Seutino uon più che uu mi-
sotto Cesare Ottaviano, n'ebbe la secon- glio distanteda Sassoferrato. Ma questo
da da Alarico re de'goti nel /±oS o 4°9 luogo daSentino anticamente risorto, non
di nostra era recandosi a Roma, nel qua- fu poi di molto considerato dai popoli per
le viaggio devastò Scolino e con esso le ingrandirlo. Questa sor le era riservata al-
popolazioni couvicine, che ripetutamente la ragguardevolissima terra di Sassofer-
furono segno al furore delle guerre, e pa- rato, la quale siccome prossima ai sito io
tirono fame e peste. La terza devastazio- cui reslòfra le proprie rovine sepolta Seu-
ne la ricevè per comando di Desiderio ul- tino, da Sentiuo medesimo potendo rico-
timo re de'lougobardi, la quale dai cro- noscere a buon diritto l'origine sua, giun-
nisti di Fabriano e di Sassoferralo, ed an- se coll'audar de'tempi a quel grado d'in-
cora da alcuni storici viene fissata nel 7 y4> grandimento ch'è noto a tutti. 11 p. Bran-
ma però vuoisi avvenuta prima nel 772 di marte nel cap. i4 Si indaga il tempo,
:

o 773. Imperocché il barbaro priueipe in cui furono distrutte tali città, e se tutte
irato contro Papa Adriano I comechè fa- tbbero la cattedra vescovile, ritiene che
vorevole a Carlo Magno, mosse le armi al 553 tutte le città distrutte che rima-
contro i domimi della chiesa romana, e nevano nel Piceno Annonario e da lui de-
dopo aver occupato, come narra Sigonio scritte, a tale epoca sussistevano ancora
all'anno 772, Ferrara, Comacchio, Faen- in piedi, ma ridotte a immagini e ombre
za, ed intimorito Ravenna, s'incamminò di città, perchè vicino ad esse si accam-
verso Roma recaudo il guasto alle cam- parono gli eserciti de'goti e dell' impero
pagne di Sinigaglia, Jesi, Montefeltro, Ur- romano. Riporta le diverseopinioni sulla
bino, Gubbio e altre città, frale quali de- loro rovina, non valutando la lapide che
ve annoverarsi anche Sentine Avendo A- dicesi trovata nel fiume Sentiuo, dichia-
driano I invocato il soccorso di Carlo Ma- rante cheDesiderio nel7 74distrusse la cit-

gno, calato questi iu Italia nel 778 vinse tà omonima, quando già il re era prigione
e fece prigioniero Desiderio, e die termi- in Francia. Censi dopo il 574 per l'in vasio-
ne al regno longobardico in Italia. Laon- ne de'longobai di avvenne successivamen-
de prima delia battaglia di Carlo Maguo te la totale rovina delle città, per le guer-
dovea Desiderio avere rovinato Seutino, re, fame e peste, non che pel furore dei
colle altre limitrofe città. L'avv. Castel- nuovi invasori cui soggiacquero, abban-
lano riferisce, che restaio iutatlo Seutiuo donate dai pochi abitatori che vi erano
dopo la battaglia di Totila, il longobar- restati, perdendo eziandio le loro catte-
dico furore di Astolfo ne operò poco ap- dre ed propri vescovi; dappoi-
vescovili, i

presso la distruzione. Questo re reguò dal ché presto penetrò nel Piceno Annona-
749 al756,cui successe Desiderio. Certo rio la fede, pel Navigante che fu presen*
è, ripiglia Colucci, che Seutiuo fu distrut- te alla dilapidazione del protomartire s.

to da popoli barbari, dopo diverse rovi- Stefano, che raccolto un sasso lo portò ad
ne finché lo ridusseroal suo totale ester- Ancona, come pure per s. Feliciauo e per
minio. Da Seutino però sursero altri luo- quelli anconitani da lui convertili al cri-
ghi i quali raccolsero in prima i miseri stianesimo. Quindi secondo la disciplina
uomiui avauzati dalla desolata città, e dell'antica chiesa, opina che Sentiuo come
quindi furono oggetto d' ingrandimento, città iusigne , ebbe la cattedra vescovile
in tempi meno torbidi e barbari, a genio e il suo vescovo, e poscia Seutino e Alba
aucor più. felice. Uno di questi luoghi più. ingrandirono il vescovato di Nocera. Pe-
prossimi alle rovine dell'antica città, e che lò \\e.Yi Italia sacra di Ughelli, non trovo
coll'averne ereditalo lì nome mostra più memoria uè delia sede vescovile di Senti-
244 sas SAS
no, ne ùVsuoi vescovi. Altri attribuisco- lui, presso Colucci, Antichità Picene t.

no a s. Crispoldo discepolo di s. Pietro, 16. 11 Caliudri crede che Sassoferrato sia


la predicazione del vangelo nell'anno 58. stata edificata coi cementi della distrut-
L'avv. Castellano pretende, che la serie ta Seutino. Sassoferrato seguì come Sen-
de'vescovi di Scolino giunse sinoal 1 007, tino, i destini e le.vicende della Marcae
dopo di che la sede fu congiunta a quel- del Piceno (^.). Papa Innocenzo III nel
la di Nocera. Leggo nel Turchi, De Ec- 1208 investì della Marca Anconitana Az-
clesiae Camerinensis, p. 3j. » Intra hos zo VI di Este, il quale per goderla in pa-
fine* Treia, Tudìcum, Attidium, et Sen- ce o per essere protetto, chiese e ottenne
tinum sita sunt, quae in nostra dioecesi nel 1 2 1 o dall'imperatore Ottone IV l'in-
continenturadhuc. An Episcopos habue- vestitura , e fra le città che vi sono spe-
ri ut, non liquet". Ed a p. 4&« » Sentinas cificate nel diploma si nomina Sassofer-
Ecclesia adCamerinensemEpiscopum.for- rato; ma Federico II ben presto e prima
tedatafuit legenda post eius ruinarn ... che si abbandonasse' alle violenze contro
Dioecesis Sentinas hodie divisa est inter la s. Sede, volle che le popolazioni della
Cameiinensem Episcopuin etNucerinum. Marca riconoscessero e solamente ubbi-
Nobile oppidum Saxoferratum e Sentini dissero al Papa loro antico sovrano, non
riunis ortutn habuisse crediderini. Anti- avendo alcun diritto gl'imperatori sulla
quae Sentinatis dioeceseos confìnes forte Marca, onde fu biasimato l'ingrato Azzo
fuerunt dioeceses Tadinas, Nucerina, Se- VI parente d' Ottoue IV, come riporta
nogalliensis, et Ager Attidias, et aliae for- Compagnoni a p. 87. Pochi anni dopo, ai
san dioeceses Eugubium versus ". A p. i5maggioi232 dai deputatidi Sassofer-
166 parla ancora della devastazione di rato e altri luoghi , fu stipulato solenne
Sentino, ma l'asserzione del Turchi provò istrumento, essendo Papa Gregorio IX,
eccezioni, che gli dierono Colucci e il p. di scambievole e strettissima alleanza, di

Brandi marte. Si può vedere il Jacobilli, offesa e difesa, ad honorem Dei et eccle*
JSocera nell' Umbria e sua diocesi. Al pre- ciae romanae et summi Pontificisj ma
,

sente 2 1 parrocchie appartengono alla in effetto altro ne fu il fine, che può ve-

diocesi di Nocera, e 2 a quella di Came- dersi in Colucci, Treia ilbislrata ì p. 78.


rino. Appresi dai cittadini di Sassoferra- In seguito Sassoferrato trovasi denomina-
to, che anticamente ivescoviNocerini s'in- to anche Sasferrato 3 ed ebbe suoi signo- i

titolavano, vescovi di Nocera e di Senti- ri particolari per pontificie investiture ,

no; e che l'ultimo a intitolarsene fu il ve- come Io furono i ebbe pure


degli Atti :

scovo Marco Battagliai, dottissimo auto- i suoi tirannetti che ne usurparono il do-
re della Storia de' concilila traslato a Ce- minio alla s. Sede, profittando delle cir-
sena nel 17 16. E' indubitato che dal 1 364 costanze de'tempi. Compagnoni racconta
al1527, vicari generali de'vescovi di No-
i a p. 333, che Francesco Sforza marche-
cera vi ebbero residenza nel palazzo ve- se della Marca, nel settembre 1 438 ven-
scovile. Quanto al nome di Sassoferrato, dicò l'ingiurie già ricevute dal signore di
narra l'avv. Castellano, che nella disper- Sasferrato,commettendone il sacco ai suoi
sione de'senlinali, il nuovo luogo che sur- soldati.Ricavo da Reposati, Della zecca
se fudenominato Sassoferrato o dalla for- di Gubbio i. i,p. 170 cheneli44 2 •' con "
tezza de' propugnacoli con che si difese, te Federico di Monte Feltre guerreggian-
o dalla materia ferruginosa, di cui era im- do pel Papa Eugenio IVepel duca di Mi-
pregnato il suolo che gli servi di area, o lano contro Sforza, con altri capitani an-
per la moltitudine degli opificii di ferro. dòa Sassoferrato,erimise nella Terra l'A-
Sull'etimologia di Sassoferrato, si può ve- bate, e Luigi degli Atti. 11 Ciacconio nel-
dere Painphili, De, Piceni Laudibus, p. la vita del cardiual Francesco Piccolo-
SAS S&S 245
mini poscia Pio III e nipoledi Pio II, di- bestiame e di biade, che in gran copia
ce: Quadriennio foto legati onem Pirenam erano allora nell'aie, ma col tagliare an-
summa benevolenza rexit , Saxoferra- che olivi, viti e altri alberi fruttiferi, ed
tumque oppidum, quod in potestale ty- abbruciare le abitazioni, e rompere e fra-
rannorum eral3 recepiL Noterò con Leo- cassare tutto quello che non potevano
pardi, Series Bectoru ni A n con itan a eMa r- portar via. I sassoferratesi ricevuti questi
chiae, che il cardinale fu legato dal 146 1 mali dai Fellreschi e temendo di peggio,
ali465. Ri ferisce Reposa ti a p. 293 eseg. immantinenti spedirono a farne doglian-
che nel 1488 insorse rottura tra gli eugu- za e schiamazzo col Papa, il quale adira-
bini e sassoferratesi pei confini territoria- tosi molto ne parlò risolutamente con lo
e premendo a Guid' Ubaldo I duca di
li, Staccoli agentedelduca, ma essendogli da
Urbino l'aggiustamento,perchè tra gli eu- lui rappresentate le ragioni del suo prin-
gubini sudditi suoi, e i sassoferratesi sud- cipe, e la necessità che gliene aveano da-
diti della non seguissero maggio-
Chiesa, to i mostrò di placarsi al-
sassoferratesi,
ri sconcerti,scrissea Papa Innocenzo VIII quanto, e duca Guid'UbaldoI
scrisse al
supplicandolo a ordinare, che per parte dolendosi degl'inconvenienti seguili, eoa
sua vi mandasse persona colle autorità ricercarlo a deputar persona colle facol-
necessarie, come farebbe egli ancora, per- tà necessarie, che fosse al luogo della dif-
chè ne seguisse l'accomodamento quanto ferenza con Enrico Panici uditore di suo
prima ciò si potesse; e ciò per togliere ai fratello, a cui ne avea già dato l'ordine per
confinanti in avvenire ogni occasione di troncare pacificamente questa controver-
altra rottura. Piacque al Papa la ragione sia: commettendogli che intanto procu-
del duca, ed impose a Maurizio Cibo suo rasse di fare restituire a'sassoferratesi le
fratello governatore di Spoleto, che de- cose adessi usurpate, a'quali fece anche
putasse persona a tale effetto; ma tardan- sapere,che lasciata la via del fatto si rimet-
do Maurizio nell'esecuzione dell'ordine, tessero a quella della ragione. Il duca ri-

insorsero altri inconvenienti di maggior spose al breve pontificio, giustificandosi


considerazione. Imperocché stando così diquanto avea fatto, mostrando che sas- i

indecisa la contesa , ciascuna delle parti mal procedere l'aveano ri-


soferratesi col
procurava di mantenersi in possesso, e in petutamente irritato acerbamente, quin-
particolare i sassoferratesi, come più vici- di obbligatoa provvedervi secondo natu-
ni al luogo controverso, i quali di conti- ra, di resistere colla forza alla forza; egli
nuo vi facevano cavalcate, ed atti di osti- soggiunse,che essendo il Papa il padre co-
lità contro gli eugubini, i quali avvisato- mune e giudice giusto, non dovea condan-
ne ilduca l'indussero a commettere aica- nare i suoi alla restituzione delle cose tol-
pitani delle milizie di Gubbio e di Cagli te, senza prima sentirli, poiché essendo
e d'altri luoghi circonvicini, che stessero scambievoli i danni , scambievole dovea
in pronto ad ogni suo cenno attendendo essere eziandio la restituzione che dovea
cautamente il tempo, nel quale gli avver- cominciar da coloro che primi erano sta-
sari erano soliti di fare le loro cavalcate; ti a depredare; protestandosi nel rima-

perciò fatte porre in agguato le sue mili- nente d'esser pronto a ubbidire la sua
zie, colsero all'improvviso i sassoferrate- beatitudine come buon vassallodellas.Se-
si, e impetuosamenteassalili, senzaverun de. Mostrò Innocenzo Vili d' accettare
ostacolo non contentigli
gli sconfissero; e queste giustificazioni, e subito rinnovò gli
eugubini di ciò, spinti dallo sdegno, dopo ordini a Maurizio per la spedizione del
aver ucciso alcuni di quei che vollero fa- suo uditore, il quale giunto al luogo del-
re resistenza, si misero a scorrere il ter- la controversia, dov'era Dolce de' Lotti
ritorio nemico col far non solo preda di di Spoleto uditore e vicario generale del
2Ì6 SAS SAS
duca u" Urbino, questi con l'intervento soferrato un forte smantellato, con vesti-
ancora Ubaldo di Battista deputato di
di gia di fortini e sotterranee comunicazio-
Gubbio, e Marco di ser Girolamo depu- ni. Ebbe mura castellane e si mantenne
tato de'sassoferratesi,terminaronosul luo- indipendente dai limitrofi ducali di Spo-
go stesso le differenze, e posero i termini leto, Urbino e Camerino, e forse a tale
ai confini con soddisfazione d'ambo le par* effetto fu costruito il forte. Il territorio
ti, tra le quali seguì eziandio la pace. Nel si estende per 60 miglia, compresa la par-
secolo seguente Sassoferra tosi trovò espo- te montagnosa ch'è ben aspra. Perciò ivi

sto a più gravi vicende, nella minacciata il suolo è alquanto sterile e poco coltiva-
devastazione deli 55 1 per l'esercito impe- to, abbondante di fruttuose boscaglie e
riale di Carlo V,ma al conte Giovanni pascoli utili alia pastorizia che abbastan-
dellaGenga suo concittadino riuscì a stor- za vi fiorisce. Non manca di cereali, vino
nare il nembo; ij quale inviato dalla sua e altre derrate, bestiame, combustibili, e
patria oratore al generalissimo dell'eser- legnami da costruzione navale.
cito conte Ottaviano suo congiunto, sep- SASSONIA Tommaso Oliviero, Car-
pe co' vincoli del sangue, e colla forza del- dinale. Nacque nella Sassonia o in We-
la parola, persuaderlo a torcere altrove stfalia secondo Mallinckrot, ne' Cardinali
il cammino, e così liberò il pacifico popolo della Germania p. i5o, canonico scola-
Sentinate dalle inquietezze e dai disagi. stico, ossia teologo di Colonia; dottissimo
Questa bella impresa fu ricordata al di- insigne e zelante predicatore, dopo aver
scendente Papa Leone XII, e riuscì gra- nel Brabanle, nella Fiandra, e nella Fri-
devole,quando il pubblico consiglio diSas- sia eccitato i popoli a prender la croce con-
soferralo deputò i prelati Alessi e Santuc- tro i saraceni, egli medesimo visi trasfe-
ci suoi patrizi, a manifestare al Pontefice rì insieme con essi, e trovossi alla presa
l'esultanza e la divozione dell'intiera po- diDamiata fatta dai crocesignati. Nel 1 2 1

polazione, perla sua assunzione alla cat- circa, eletto vescovo di Paderbona,vi con-
tedra di s. Pietro, nel modo che si legge sentì di buon grado Onorio III, come ap-
nel n.° 28 del Diario di
824. Roma deli parisce dalle sue lettere indirizzate al ca •

I due prelati nell'elegante orazione che pitolo della cattedrale, e poi lo consagrò
pronunziarono, rammentarono eziandio vescovo. Indi nel 1 220 o nel 1 22 1 ,Io stesso

a Leone XII, come la nobile famiglia del- Papa lo creò cardinale, e vescovo di Sa-
la Genga fosse antica della città di Sasso- bina, ed insieme col cardinale Nicolò ve-
ferrato; come sieno sepolti nelle sue chie- scovo Tusculano, lo spedì legato a Fede-
se parecchi gloriosi antenati, e molte ivi rico II imperatore a fine di eccitarlo alla
rimangano memorie e monumenti della guerra santa di Palestina, e per rimuo-
pietà de'medesimi in fondazioni di chie- verlo dall'incrudelire contro ogni ordine
se, di monasteri, ed istituzione di padro- di ecclesiastici, molti de' quali ne aveva
nati ecclesiastici; continuando sempre i puniti ingiustamente coll'ultimo suppli-
discendenti a riempirla di splendore, sino zio, e molti esiliali dalle loro chiese. Lo
a tenerne a'nostri giorni la magistratura. che avendo fedelmente eseguito cessò di
Del resto Sassoferrato, proseguendo a se- vivere pieno di meriti, e consumato dalle
guire le vicende politiche del Piceno > nel- faticherò Paderbona neli227,dopoaver
l'invasione francese,e formando parte del- per la disciplina di quel suo clero, scritto
l'Umbria soggéltoalla provincia di Peru- alcune sinodali costituzioni.
gia, fece parte del dipartimento del Mu- SASSONIA Cristiano Augusto, Car-
sone,finchè nel 1 8 5 dopo
1 la restaurazio- dinale. Nacque nel 1666 terzogenito del
ne del governo papale fu incorporalo al- duca Maurizio, il quale era 4-° figlio del

la delegazione di Macerata. Vi è in Sas- celebre elettore Gio. Giorgio I, e che die-


SAS SAS 247
de origine nlla linea collaterale de'duchi testanti grave costernazione, fece nascere
diSassonia Zeilz del ramo^&er/ma.Ben- nella chiesa cattolica le più belle speranze
chè allevato fra le tenebre e gli errori del- Mentre egli per considerazioni di fami-
l'eresia e destinato alla professione delle glia dovea tener celata la sua conversio-
armi, fin da'suoi più teneri anni avea mo- ne, attendeva col più vivo desiderio il fe-

strato per la chiesa di Gesù Cristo mol- lice momento, in cui gli fosse concesso di
tissima inclinazione, poichèavea prestalo poterla confessare pubblicamente al mon-
i suoi servigi all'Austria contro i turchi, do intero. Nell'agosto 1
69 1 egli fece la so-

sotto il gran capitano Carlo duca di Lo- lenne professione di fede innanzi all'ar-
rena, in compagnia del conte Lodovico civescovo e elettore di Coionia, rinunziò
palatino di Neuburg
gran maestro del-
e alla sua splendida carriera militare, e de-
l'ordì neTeutonico, e del suo cugino Fede- dicossi allo stato ecclesiastico cui ilSignore
rico Augusto di Sassonia poi re di Polo- avealo chiamato con doni spirituali stra-
nia. JVel 1 686famosa conquista di
per la ordinari. Da quel momento in poi la sua
Buda, Cristiano si segnalò precipuamente più gran premura fu quella di ricondurre
pel suo valore. Intanto l'inclinazione che nel seno della chiesa cattolica, fuori della
mostrava per la cattolica religione, veni- quale non vi è salute eterna, i membri di
va ridotta saviamente a maturità dal pio sua illustre famiglia, e segnatamente quel-
e dotto cari. Ignazio barone di Pletten- li della linea elettorale, e di ristabilire nel-
berg, sotto la direzione del quale non è l'intiera Sassonia la cattolica religione, co-
a direi rapidi progressi che il giovanedu- me si espresse in diverse lettere ai Papi
ca faceva nella cognizione delle dottrine Alessandro Vili e Innocenzo XII. Que-
cattoliche. Quello poi che maggiormente sti eh' erasi consolato grandemente del-
influì a persuaderlo della falsità della cre- l'acquisto fatto dalla Chiesa nella perso-
denza in che vivea, si fu l'assiduo e dili- na di un principesì illustre,e disentimenti
gente studio delle conti oversie de'segna- tanto nii, non solo "li espi esse in molte
lati scrittori cattolici. La grazia divina, lettere con le significazioni più cordiali il

che di giorno in giorno gli rischiarava l'in- suo contento, ma lo incoraggi eziandio ad
telletto, valse a distoglierlo onninamente effettuare isantisuoi proponimenti. L'im-
dai legami della falsa dottrina da cui era peratore Leopoldo I, ed i 3 elettori ec-
avvinto. La santità della dottrina catto- clesiastici di Magonza, Treviri e Colonia
lica apparve nella sua anima veramente gareggiarono tra loro nell' accordar di-
angelica con tale splendore che non gli fu stinzioni al giovine chierico. In breve di-
possibile il poterle resistere, né ad altro venne preposto e tesoriere dell'arci vesco-
volse suoi desideri se non a riunirsi alla
i vato di Colonia, e canonico delle catte-
chiesa materna, che suoi avi avevano fa-
t Munstere di Breslavia. Ri-
drali di Liegi,
talmente abbandonata giunse il sospi- : cevuti appena gli ordini minori, Innocen-
rato momento nel novembre 1689. La zo XII con breve del 1693 Io abilitò a po-
conversione al cattolicismo di questo prin- ter accettare qualsivoglia dignità ecclesia-
cipe, il quale sino dalla sua giovanile età stica nell'impero Germanico, e negli stati
erasi attirata l'attenzione de'suoi coetanei imperiali, e a poter essere eletto vesco-
non che per lestie virtù, ma eziandio perla vo e arcivescovo, senza riguardo alla sua
modestia sua, per le intellettuali sue qua- età di27 anni. In virtù di tale indulto,
lità, e specialmente per un'incantatrice e- Leopoldo lo nominò nel 6^5 alla sede
I 1

loquenza,che aveangli altresì procacciato vescovile di Già varino, approvandolo il

la venerazione e l'amore de'mem bri e pa- Papa, anzi colla facoltà di ritenere le an-
renti dell'illustre sua casa; la sua conver- tecedenti cariche ecclesiastiche ;
quindi il

sione dunque, se produsse ne'principi prò» cardinale Kollonilz primate d'Ungheria


248 S A S tà $
lo consagro vescovo a Vienna. Conoscito- l'imperatore Giuseppe I. TI pio porporato
re del peso del sagro carattere impostogli, divotissimo della B. Vergine titolare di
pochi prelati come egli con tanto zelo a- sua metropolitana e patrona d' Unghe-
dempirono a'doveri della sublime digni- ria, destinò il i5 agosto per la religiosa

tà: egli* fu il perfetto esemplare del vesco- ceremonia ; ma gli affari non avendogli
vo, e nelle svariate contingenze della sua mai permesso di recarsi in Roma, neppu-
vita agitata e ricolma d'avvenimenti, die re ne'due conclavi avvenuti a suo tempo,
prova di tali virtù, che secondo la testi- non ebbe il titolo cardinalizio, ne il cap-
monianza che ne fece il nunzio di Vienna pello. 11 papa nel 1707 gli diresse un bre-
ni Papa, si sarebbero ammirate anche in ve, in cui lo esortò a dolersi amaramente
un religioso il più edificante. Operò con col cugino re di Polonia, per la pace con-
istancabile fatica nel restauro delle chiese, clusa col re di Svezia con patti dannosi
nel ristabilimento della disciplina del cle- al cattolicismo; esibendogli tutta l'opera
ro di sua diocesi ita in decadenza, ne pro- sua per contribuire alla spirituale salute
mosse lo studio delle scienze, lo esortò a del re congiunto. Benedì le nozze tra Carlo
menar vita virtuosa e illibata, onde ema- VI, e la principessa Elisabetta Cristina, e
nò ordinazioni disciplinari, le quali tutte ad ambedue impose in Presburgo la co-
partecipano dello spirito di quelle di s. rona ungarica. Alla sua sperimentata pru-
Carlo Borromeo. L'affabilità del conte- denza riuscì di spegnere la sfrenata ri-

gno per cui segnalavasi in ogni sua azio- voluzione che nel 1709 scoppiò nell'Un-
ne, gli procacciò l'onore e la benevolenza gheria. Egli fu il difensore più fedele, e
comune: il clero, la nobiltà, il popolo ve- più ingegnoso degli interessi di casa d'Au-
nerarono in lui il padre, il difensore, l'a- stria, e dagli imperatori come dai Papi,
mico. Le qualità sue intellettuali, oltre le fu consultato qual oracolo sugli affari re-
virtù, gli procacciarono il favore dell'im- ligiosi dimaggiore importanza. Come mi'
peratore, il quale si valse di lui negli af- nistro plenipotenziario e commissario del-
fari più rilevanti della chiesa, e dello sta- la dieta di Regensburg o Ratisbona, ca-

to. Lo stesso Leopoldo I nel 1700 lo no- rica da lui occupata per 20 anni, ristabilì
minò coadiutore con diritto di successio- replicatamele la pace tra gli elettori, e
ne al detto primate arcivescovo di Stri- i principi ecclesiastici e laici dell' impero,

gonia, e gli successe in morte divenendo e riconciliò coli' imperatore l'impetuoso


supremo cancelliere del regno d'Unghe- arcivescovo, e elettore di Colonia, unitosi
ria. Nel 1 703 essendo amministratore del- col duca e elettore di Baviera suo fratello,
la chiesa di Colonia, allora vacante, poco contro gl'interessi imperiali. Al cardina-
mancò che da alcuni traditori penetrati le sarebbe riuscito assai gradevole il cam-
segretamenteinquella città, non fosse da- biar l'alta sua dignità con una sede elet-
to in mano de'francesi suoi nemici. Cle- torale, ocon un principato ecclesiastico
mente XI a' 7 maggio 706 lo creò car-
1 r in Germania, a fin di trovarsi più vicino
dinale dell'ordine de'preti, e commise al alla sua illustre famiglia, per operare con
prelato Mosca suo parente, di recarne la più attività la conversione di lei alla cat-
notizia all'imperatoreeal re di Polonia, e tolica chiesa. Nondimeno allesuefervoro-
di consegnare al cardinale la berretta ros- se preghiere a Dio, al costante suo zelo
sa. Dimorando il Cardinale in Colonia pei religioso, si deve la celebre conversione
negozi di stato, ricevè tale insegna dalle al cattolicismo del cugino elettore Fede-
mani del nunzio nella sua privata cap- rico Augusto I e re di Polonia col nome
pella senza pompa alla presenza dell'alto di Augusto II, ed in conseguenza la glo-
clero edella nobiltà, non potendo portar- riosa riunione della linea elettorale e reale
si m Vienna a riceverla dalle mani dei- diberlina di Sassonia alla s. romana chie-
SAS SAS 249
sa. Potentemente contribuì pure a quel- piana. L'Elba che traversa questo regno,
la del suo nipote, e figlio del precedente si è il solo corso d'acqua navigabile, e vi
Federico Augusto II poi re di Polonia, cammina primieramente in una valle pro-
del proprio fratello Maurizio Guglielmo fonda, tra ripe scosce sissi me, dopo aper-
duca di Sassonia Zeitz, non che del ni- tosi un passo tra le due catene delle ri-
pote Maurizio Adolfo duca di Sassonia. cordate montagne; vi accoglie essa tra gli
Tanto giubilo fu dolorosamente amareg- altri affluenti, la Mòglilz,e la Weistritz,che

giato dall'apostasia malaugurata del fra- scendono dall' Erzgebirge, dond' escono
tello. Quantunque l'imperatore e il Papa parimenti per la più parte gli altri fiumi
si fossero in ciò impegnati, ri uscironosem- di questo paese, come l'Elister,la Pleisse,

pre frustranee le loro brame: l'impegno e la MuldaZwickau, che inaffiano la


di
col quale egli propugnò diritti imperia-
i parte occidentale, laMuldà di Freyberga,
li, sembra gli avesse eccitato contro la ge- ed il suo tributario la Zschopa, che ba-
losia de'principi dell'impero, per cui an- gnano il centro, come anche la Flohe; le
dò a vuoto il concepito desiderio. Mori montagne della Lusazia danno origine al
in Ratisbona d'anni
5(), nel 1725, gene- Roder, alla Sprea ed al Neisse. Assai gran
ralmente compianto dagli amici e dai ne- numero di stagni si trova al nord e al nord-
mici. L'imperatore Carlo VI ne fece tra- estjma nessuno considerabile. E' il clima
sportare il cadavere in Presburgo, e tu- più mite che trovasi nella maggior parte
mulare nella chiesa di s. Martino ov'era delle contrade d'Europa, situate sotto la
stato da lui coronato, ed ivi gli fu eretto medesima latitudine. Belle Selve mante-
un sontuoso avello, fregiato di nobile e- nute con premura, trovansi sparse su per
pitaffio. Questo principe ecclesiastico fu le montagne che lasciano tra esse amene

tenuto l'angelo di pace dell'Ungheria, il valli fertili, ben coltivate, e ricche di pin-

genio tutelare della casa d'Austria, l'or- gui pascoli ; le pianure che occupano le
namento e il sostegno della chiesa catto- parti centrale e settentrionale sono prin-
lica in Germania. cipalmente l'oggetto di una coltura atti-
SASSONIA, Regno e Principati, Sa- va e ben intesa la vite tappezza alcune
:

xoniaeReguo del centro dell'Europa nel- esposizioni favorevoli. Vi attendono purè


la Gerrnania(J
y tva 5o° io', e 5i°28' di all'educazione de' bestiami e de' cavalli,
.) } i

latitudine nord, e tra g° 34 , e 1 44 di ma particolarmente a quella delle pecore,


longitudine est. Confina cogli stati Prus- la cui razza migliorata mediante l'inoro*
siani, la Boemia, la Baviera, il principa- ciamento coi merini, in questo paese im-
to di Reuss-Greitz, e col ducato di Sasso- portati verso il 1768, somministra una
nia- Altenburg. Ha 938 leghe quadrate di lana giustamente rinomata e ricercatissi-
superficie, e presenta appresso a poco la ma, onde per la sua eccellenza, vuoisi nel-
figura di un triangolo. Corrono su tutto il la sua qualità migliore di quella di Spa-
limite meridionale le montagne dell'Erz- gna; numerosi sono ancora porci. i La sel-

gebirge, ed abbassandosi in assai dolce vaggina, senz'essere abbondante non è ra-


pendenza, mandano nelP interno, sopra ra e si pregiano particolarmente le allo-

tutto al sud-ovest, alcuni rami poco ele- dole di Lipsia. Ma quello chepiùdi tutto
vati senza porgere nessuna vetta notevo- forma la ricchezza del paese sono le pro-
lissima,eformano numerose valli; le mon- duzioni minerali che racchiude l'Erzge-
tagne della Lusazia che pare formino una birge : la base di queste montagne è un
continuazione dell'Erzgebirge, non sono granito coperto da strati di gneiss, di mi-
separate che dal letto dell' Elba, e sono ca e d'argilla, tra'qualisi trovano prezio-
esseun ramo dei Puesengerbirge. La parte si metalli, come dell'argento, stagno, co-
settentrionale del regno è generalmente balto* ferro, rame, piombo, arsenico e zin-
voi. III. '7
a5o SAS SAS
co, antimonio e manganese, ec.; le minie- soniate vi sono gli uffizi centrali della so-
re d'argento dierono nel 1828, 61,391 praintendenza delle miniere del reame.
marchi d'argento fino. L'oro,stante la sua La città di Glauchau, residenza de'conti
rarità, non è oggetto di veruna ricerca di Schoenburg che dipendono dal re di
particolare. In diverse partisi mostrano Sassonia, ma godono speciali privilegi nel
roccie di quarzo e di serpentina, pietra cal- loro territorio. 2. Lipsia, che ha per ca-
carea, marmo, asbesto, amianto, berite, poluogo la città omonima, e assai illustre,
allume, zolfo, borace, carbon fossile, tor- già molto ben fabbricata, ma ora non con-
ba ec. ed il basalto talvolta vi s'innalza in serva che il castello di Pleissenburgo. La
colonne regolari e piramidali; incontran- sua università fondata nel 1409 è delle
visi di sovente topazi, crisoliti, ametisti, più frequentate di Germania. Vi è un o-
calcedoni, e corniole ed agate, del diaspro, spedale clinico-omiopatico. Ne' suoi din-
granale, e tormaline. Vi si osservano pu- torni si combatterono il 16 ottobrei8i3
re pietrificazioni curiose. Ne' contorni di le sanguinose battaglie dette di Vachau,
JMeissen, raccolgesi la bella terra di por- della Partha e di Lindenau, ove 3 eser- i

cellana che serve a fabbricare la tanto fa- citicomandali da Napoleone I, da Ney e


mosa porcellana di Sassonia. Attivissima da Bertrand, forti dii3o,ooo uomini so-
l'industria, la tessitura della tela occupa stennero con vantaggio l'impelo de'3 ca-
sopraltuttola maggior parte degli abitan- pitanati da Schwartzemberg, da Blucher,
ti, principalmente nel circolo di Lusazia : e da Gyulai, componenti nell'insieme
a Ziltau,a Bautzen ed aHernnhut, pure 23o,ooo armati. A' 18 poi sotto le mu-
è importantissima la fabbricazione delle ra di Lipsia stessa ebbe luogo la battaglia
stoffe di lana. Chemnitz, Plaven e altri detta di Probslheida, nella quale all'eser-
luoghi confezionano molte cotoncrie. Li- cito di 33o,ooo alleati, non erano con-
psiaedalquantealtre città posseggono ma- trapposti chei 23,ooo francesi, che mal-
nifatture di seterie. Moltissime sono le grado il passaggio al nemico del corpo
macchine, diverse fabbriche sono in molti sassone e wurtemberghese nel calor del-
siti. Le ricchezze minerali di questo regno la mischia, difesero per tutta la giornata
hanno fatto erigere un numero grande di il possesso di Lipsia. In quella notte si de-
usine importanti come fucine, trafile, fab- cise però la ritirata sulla via di Francia,
briche di lamina, d' acciaio, di vetriolo, e nella mattina del 19 l'imperatore dei
di attrezzi ec. Freyberg, che la sua situa- francesi congedò da Federico Augusto
si

zione nel paese montagnoso rese il centro 1 monarchi


re di Sassonia e nestore de'
di questa specie d'industria, contiene una europei. Procedeva la marcia in buon or-
fonderia di cannoni e di palle,comeDresda dine, e disputavasi in ogni passo il terre-
eziandio,ilcui commercio deve soprattut- no alle truppe, che d'ogni banda accer-
to alla navigazione dell'Elba il suo splen- chiavano l'esercito; ma la prematura e-

dore. Lipsia tanto rinomata per le fiere splosione del ponte dell'Elster separò in
che vi si tengono due volte l'anno, è il mal punto i diversi corpi francesi, ed iu
luogo più commerciante di questo stato, quelle acque, che ingoiarono il prode po-
ed il centro del commercio de'libri del- lacco Poniatowski, fu distrutta la supre-
l' Alemagna. Viene il regno di Sassonia mazia del conquistatore. 3.° Lusazia mar-
diviso in 5 circoli che comprendono 38 graviato che dividesi in alta e bassa Lu-
baliaggi, due baronie, e una signoria. I cir- sazia, che nella più parte ora appartie-
coli sono i.° Erzgebirge, eh' è il circolo ne aPrussia.N'è capoluogo Bautzen oBu-
più. vasto di tutto il regno ; n' è capoluo- dissina già città imperiale e libera, munita
go la bella e ricca città di Freyberg. Vi di buone fortifìcazioni,pressola quale a'20
si osservano i mausolei della casa di Sas- e 2 1 maggio 1 8 1 3, Napoleone I si misurò
SAS SAS 25i
co'prussianie russi,che perderono 3o,ooo coli secondo una statistica ascendono a
uomini e i5,ooo erano i francesi: diBaut- circa 1,894,431 e divisi: in 2,200 pretesi
zen meglio parlai a Meissen già città ve- riformali, 3 1,000 cattolici, circa 1000 e-
scovile. Ne! 1 853 fu eretto nelle vicinan- brei,il resto luterani ed evangelici, come-
ze del cimitero di Bautzen, in memoria chè questo paese fu per sua sventura la

di detti due giorni, un obelisco di gra- culla di detta riforma. Il resto della Sas-
nito, coi nomi incisi de* 1916 guerrieri sonia è diviso come vado ad indicare, ed
francesi e alleati caduti in que'combatti- in fine collo stesso oidi ne brevemente de-
meuti. La città Biscoffswerda fu ridot- scriverò, percompiere l'indicazione della
ta iu cenere a' 9 maggio 1 8 1 3, onde Na-
1 monarchia sassone. Geograficamente la
poleone I die 100,000 franchi per la sua contrada sassone si estendeva ab antico
riedificazione. Zittau è città piace volmen- fino alle sponde marittime dell'Annover
te situata evanta utili stabilimenti. 4-° e di Mecklemburgo del Mare del Nord:
Misnia, prima che la Prussia nel 1814 era abitata da que' popoli germani set-
ne avesse diminuita l'estensione, era un tentrionali abitatori del Weser e dell'El-
circolo de'pi ù considerabili e vasti; tutta- ba, i quali da Amburgo alla Moravia e
via è il più. popolato del regno, avendo il dal Busso-Reno al Mare Baltico aveano
più ferace territorio. Dresda (V.) n'è il dilatato il confine. L'illustre e celeberri-
capoluogo, e insieme capitale del regno e ma maggior an-
casa di Sassonia contala
residenza della corte, come lo fu di quel- tichità e rinomanza nella genealogia a-
la de'duchi; veramente città deliziosa. La lemanna, e dalla quale derivarono molte
regia gran chiesa cattolica fu eretta alla dinastie sovrane, ed alcuni pretendono
metà del secolo passato,ed in essa la fami- anche quella di Savoia(V.). Nella lunga
glia reale fa eseguire le messe cantate in serie de'suoi duchi riguardasi come il cep-
musica, che sono celebri in Germania. Ai po dell'odierna famiglia, l'elettore Fede-
29 giugno 1 85 1 vi si celebrò la festa del rico 1 1 denominato il Buono e il Pacìfico,
cenlenne giubileo dell'inaugurazione, in il quale lasciò due figli Ernesto ed Uberto

presenza di gran numero di gente, e con forniti di ricco appannaggio per le rispet-
corrispondente solennità. Altre città di tive linee e branche. Quindi si contano
questo circolo sono Hoenigslein, colla fa- nella discendenza nobilissima, i due ra-
mosa nome, creduta già
fortezza del suo mi,che diconsi V JErnestìno Ducale e l' Al-
> inespugnabile, estendendosi per mezza le- bertino Reale. Sebbene l'anteriore sia il
ga le sue opere esteriori; Pirua assai for- primogenito, e l'altro il cadetto, pure sot-
te; e Pilnitz villaggio delizioso, ove sorge- to rimperatoreCarlo Ve verso ili 547 8 U
vano due eleganti castelli,dimora autun- Ernestini perderono la sovranità, ed in
nale del sovrano: in uno di essi fu firmata processo di tempo gli ^/tarttVH aggiunse-
la convenzione dell'agosto 1 791 fra Au- ro alla dignità elettorale quella reale. Il

stria e Prussia per porre un argine al tor- granduca di Sassonia-Weimar-Eisenach,


rente della rivoluzione francese : l'altro è il capo del ramo£raes//«0.Pertanto pro-
perì quasi del tutto per l'incendio deli. seguirò a descrivere compendiosamente i
maggio 1 8 1 8. 5.° Voìgtland che produce cenni, prima dell'odierno regno di Sasso -
gran quantità di legname da costruzione, macche il legittimo discendente d'Alberto
e nell'Elster-bianco che bagna la contra- possiede, inserendovi diverse notizie co-
da si pescano bellissime perle: una parte muni a tutta la Sassonia e nazione,e poscia
del territorio trovasi diviso colla Prussia, gli stati ereditari*! ereditati da'successori
collaSassoniaDucaleecogli stati diHeuss. d'Ernesto,e che formano oggi: 1 .° il Gran-
N'è capoluogo la città di Plaven, cinta di ducato di Sassonia-TVeimar-Eisenachj
solide mura. Gli abitanti di questi 5 cir- 2.°il Ducato di Sassonia- Coburg-Gothas
i52 SAS SAS
3.° Ducato di Sassonia- Meiningen-
il gari, che minacciavano invadere l'Euro-
a
Hìldburghausen-Saalfeldjly. il Ducato pa; la 2. neh 632 fra gl'imperiali e Gu-
diSassonia- Altemburg ,%\ìx Hildburghau- stavo Adolfo redi Svezia, che vi perde
II

sen. Vi fu il ducato di Lauenburg o La- la vita e tolse un formidabile nemico ai

wenburgo nella Danimarca, che acqui- cattolici; la 3.' e forse la più strepitosa è
statodalducadiSassoniaEnricoilLeofle, quella del 2 maggio 1807 in cui Napoleo-
Tenne poi posseduto da un ramo dei du- ne I co' francesi disfece l'esercito russo-

chi di Sassonia Lawemburgo 3 ossia del- prussiano comandato in persona dall'im-


la Bassa-Sassonia: giace sulle due sponde peratore Alessandro I,e dal re Federico
del fiume Elba, da Doroitz nel Mecklen- Guglielmo III. Torgau , forte città con
burgo fino a 3 leghe presso Amburgo. I munito castello, la cui chiesa protestante
suoi duchi presero il loro titolo dalla cit- racchiude il monumento di Caterina Bo-
tà di Lawemburgo che forma co'suoi due ra, che deposto il velo monastico si rese
sponde del fiume, un
castelli, situati sulle responsabile di apostasia colle nozze di
passo di grande importanza sull'Elba. Martin Lutero (/^.). Wittemberga città
Havvi pure Ratzburg (F.) città già ve- ben munita da forte cittadella, nella qua-
scovile, situata su d'un'isola del lago, che le Federico III elettore di Sassonia eres-
porta lo stesso nome. All' estinzione del se l'università nel i5o8poi riunita ad
ramo Sassonia-Lawemburgo, nel 1 689 il Halla, vi è però ottimo liceo, ed i prote-
ducato passò alla casa d'Annover, e nel neh 821 v'innalzarono un monu-
stanti

1 8 1 5 fu ceduto alla Danimarca y e ne feci mento all'eresiarcaLutero(pare anche una


anche parola all'articolo Schleswig. Inob statua a Innocenzo XII ^V^ che ivi inse-
Ire nella monarchia di Prussia vi è la pro- gnòi suoi perniciosissimi errori, fu il prin -
vincia di Sassonia- Prussiana formata di cipale teatro di sue aberrazioni religiose
molti paesi nella maggior parte dismem- essendo professore dell'università, e vi fu
brati dalla monarchia sassone all'est del sepolto nel i546; perciò Wittemberga
"Weser. Comprende essa la principal por- divenne infelicemente famosa, e fu già ca-
zione dell'antico circolo elettorale di Sas- pitale del ducato o circolo elettorale di
sonia, quasi tutta la Turingia, i già ve- Sassonia. Erforl (V.), già città vescovile,
altre Northausen (J
7
scovati di Merseburgo eNaumburgo(F.) e per direnon di .),

e Zeitz, il ducato di Magdeburgo (F.) e ove si tenne un concilio. Altra sede vesco-
già arcivescovato illustre, parte de'terri- vile sassone, ossia della Bassa Sassonia, ed
toriidiMisniaediLipsia,le contee diMans- ora nel regno d'Anno ver, è Hildesheim
feld e Stolberg, parte della vecchia Mar- (V.) con attuale residenza del vescovo.
caci principato Halbersladt (F.) già
di t)el vicariato apostolico di\ Sassonia 3 \\ cui
sede vescovile, l'abbazia di Quedlirnbur- prelato è pure vicario apostolico di ftlìs-

go (/^.) celebre pe'suoi concilii, la contea nia e Lusazia o di Budissina trattai a ,

di Wernigerode, la baronia di Schauen Meissen o Misni a, essendolo ancora il ve-


ed i baliaggi di Rloetze, Barby e Gom- scovo di Corica o Coria in partibus; giù
mern. In questa provincia di Sassonia- nel voi. XXIX, p. io3 avea riportato al-

Prussiana sono rimarchevoli le città di tre notizie sul vicariato apostolico di Sas-
Ualla, grande e bella, cospicua pe' suoi sonia e numero de'cattolici, dicendo che
stabilimenti scientifici e per la sua famo- comprende tutto il regno tranne PaltaLu-
sa università fondata uel 1699. Lutzen sazia appartenente all'altro vicariato; e-
città celebre poiché ne'suoi dintorni ac- stendesi pure al granducato di Sassonia-
caddero 3 grandi battaglie: lai. "nel 943, Weimar, col ducato di Sassonia-Alten-

in cui Enrico I 1' Uccellatore sconfisse burg, non che ad altri paesi soggetti ai

l'immensa armata di slavi, vandali e un- principi del ramo Erneslino- Residenza
SAS SAS 253
del vicario apostolico è Dresda, ove sono fite regno di Sassonia. A' 19 settem-
pel
due chiese cattoliche; tra le molte scuole bre 1847 '1 vicario apostolico mg.r Giu-
e case di educazione pe'cattolici, merita seppe Dittrich vescovo di Corica, con nu-
pai ticolar menzione la Giuseppina perle merosa assistenza di ecclesiastici, consa-
figlie de'cattolici; varie altre scuole sono grò in Lipsia la nuova chiesa per la gran-
ne' vicariati apostolici, come degli orfa- de fabbrica della comunità cattolica in
notrofi. Del vicariato apostolico di Misnia detta città, alla quale contribuì l'Au-
e di Lusazia o di Budissina, fu beneme- stria. Tutte le autorità, non che un con-
rita la casa d' Austria. Il vicariato apo- siderabile numero di sommità protestan-
stolico di Sassonia fu istituito dopo che ti, assisterono alla funzione in chiesa.Fuo-
la famiglia reale tornò in grembo alla chie- rì del tempio si radunò grande concorso
sa cattolica nel 1 697, e con zelo vi si man- di spettatori, ed il vescovo in abiti pon-
tenne. Prima di sua conversione catto- i tificali, alla testa del suo clero, fece tutto
lici si trovavano in uno stato di oppres- il giro dell'edificio senza che la folla ca-
sione, non potendosi professare aperta- gionasse il minimo imbarazzo; che anzi
mente il culto cattolico, imperocché nella essa rimase silenziosa, ed in modo con-
Sassonia culla del protestantismo,piùche veniente ad un atto sì solenne, il quale
altrove vi sono i luterani e fanatici, per era il che avesse luogo in Lipsia dopo
i.°
avervi Lutero fondato la sua setta: essi la sedicente riforma. Quale differenza dai
vi hanno 5 chiese
1 e 3 concistori. Il vica- tempi in cui i protestanti nutrivano pei
rio apostolico riceve Sede le fa-
per la s. loro fratelli cattolici, un irragionevole o-
coltà dalla s. congregazione di propagan- dio implacabile ed esaltato, il quale au-
da ^w/c. Il parroco regio di Dresda ed i mentava e predominava soprattutto ne-
confessori della famiglia reale ne godono gli ultimi anni durante le pratiche della
appena sono nominati a tali offici, per pri- setta così delta Germano-cattolica! Nella
vilegio pontificiojma di queste facoltà pos- Sassonia prima del-
la religione cattolica
sono usare colla sola famiglia reale. Forse l' infelice Lutero fu floridissima, e tra i
in Altemburgo fu fabbricata la chiesa cat- sassoni fiorirono santi e beati d'ambo i

tolica che protestanti un tempo impe-


i sessi, moltissimi personaggi ne'gradi più:
divano,ad onta ch'essi vi abbiano 4 chie- elevali della gerarchia ecclesiastica,i Papi
se, un capitolo, un monastero per l'edu- Gregorio Ve
Clemente II {VI), i cardi-
cazione delle fanciulle, un ospitale pegli nali Oliviero di Sassonia, Federico e Cri-
orfani e illustre ginnasio. Leone XII col stiano di Sassonia (/^.): Novaes dice sas-
breve Supremum hoc aposlolatus,de 1
7 sone il cardinal Ugo di Sanvittore (F).
maggio 826, Bull, de Propaganda fide
1 Immenso poi è il novero de'sassoni illu-
r
t. 5, p.16, commise a mg. Ignazio Ber- stri nelle armi, nelle scienze e nelle ar-
nardo Mavermann vescovo di Pella e vi- ti, de'quali trattano gli storici della Sas-
cario apostolico di Sassonia, la giurisdi- sonia. Quivi accuratissima è l'educazio-
zione ecclesiastica nel ducato di Anhalt- ne, come l'istruzione è diffusa nel popolo;
Koethen, di cui parlai a Germania^ ma la letteratura e le belle arti coltivate con
di poi fu affidata al nunzio di Monaco in buon successo, ne' loro stabilimenti che
Baviera.Lo stesso Papa col breve Incly» in gran parte accennai, avendo accade-
taSaxoniae domus, degli 1 1 dicembre mia anche le miniere, ed essendovi un i«
1827, citato Bull. Appendix t. 2,p. 377 stituto boschivo, e scuole pure militari.
confermò in perpetuo, e ampliò tutti i Gli uomini si distinguono per una fran-
privilegi da Benedetto XI V e Pio VII ac- chezza tutta particolare, e per carattere
cordati alla regia casa di Sassonia. Dipoi minuzioso, e le donne per lodevole mo-
a'3o novembre 1 8 3o furono ridotte le fé- destia; a Lingua feci parola del linguag-
254 SAS SAS
gio sassone, eh' è il puro tedesco, eli cui rico Augusto elettore di Sassonia, si rese
parlai a Germania; poi tornerò sull'argo- eccellente nell'arte del governare, seppe
mento. Le rendite del regno si riscuoto- rendere felici i popoli e li preservò da'di-
no dagli stati provinciali che sostengono saslriche a suo tempo afflissero l'Euro-
le spese locali, ed il soprappiù restitui- pa. Di venuto i.°re di Sassonia e ricono-
scono al governo. L'esercito nel quale si scendo ogni bene dalla Provvidenza di-
fanno osservare de'belli corpi di cavalle- una
vina, volle lasciare a'suoi successori
componesi di 12 ,ooo
ria e di artiglieria, memoria perenne della protezione da essa
uomini sul piede di pace; ed è questo me- concessa a'suoi stati; come pure deside-
desimo numero che la Sassonia sommi- rando di attestare in faccia al pubblico
nistrar deve per suo contingente, all'e- quanta fosse la sua stima e la sua affezione
sercito della confederazione Germanica. per quelli che simostrarono benemeriti
11 governo è una monarchia ereditaria e del re e della patria, istituì a' 20 luglio
costituzionale, e reggendosi col sistema 1807 l'ordine cavalleresco de' cavalieri
rappresentativo, il re divide cogli stati le della Corona Verde di Sassonia. 11 ree
funzioni legislative. Tre sono le classi de- ilgran maestro dell'ordine, ed principi i

gli stati: la i /comprende prelati, prin- i i della famiglia reale ne sono cavalieri ap-
a
cipi, i conti, i signori; la 2. i cavalieri e pena nati. La decorazione consiste in una
a
possidenti nobili; la 3. i deputati civili. croce a 8 raggi o punte, smaltate di ver-
Si convocano essi a piacere del sovrano, de chiaro il centro di essa è bianco, e in
:

ed ordinariamente in ogni sessennio, ove una delle facce ha la corona o ghirlanda


diversamente il bisogno non lo esiga. Le sassone di erba ruta con in mezzo la ci-
imposte sono acconsentite dagli stati; se fra F. ^.iniziali di Fridericus Augnstus
le negano può il re per un anno continua- istitutore. Nel rovescio è l'epigrafe: Pro-
re a levare le antiche, ma 6 mesi prima videntiae Memor. Il nastro da cui la cro-
dell'espiro di tale termine, deve in questo ce pende sul petto de'cavalieri è di color
caso convocare gli stati straordinari. Gli verde smeraldo. 2. Di s. Enrico (V). Ol-
altri uffizi dell'amministrazione sono con- tre quanto dissi a tale articolo, aggiun-
fidati a un consiglio di gabinetto, un con- gerò, che Augusto Federico III elettore
siglio di finanze, un consiglio militare, di Sassonia riconosciuto nella dieta di pa-
un'alta corte di appello ed un concistoro cificazione della Polonia, tenuta in Var-
superiore ecclesiastico;ogni circolo ha una savia nel 736, per re di quel regno, ri-
1

corte di giustizia e un' amministrazione correndo il suo onomastico a'7 ottobre,


particolare. I contadini godono libertà in- e volendo ricompensare le imprese me-
dividuale completa. Il re di Sassonia co- ravigliose degli uffiziali sassoni, da'quali
me membro della confederazione Ger- in molte circostanze era stato assai ben
manica, in cui tiene il 4«° grado, ha un servito,fondò l'ordine di Enrico II impe-
voto nell'assemblee ordinarie e 4 nell'as- ratore detto il Santo aHubertsbourg; ne
semblea generale; la corte che una volta investi se stesso, lo couferì al principe e-
sfoggiava molta magnificenza, dali8i5 lettorale ed a molti suoi generali. Ma per
in poi è di grande semplicità, e risiede a levicende politiche e pregiudizievoli alla
Dresda capitale del regno e sede delle pri- Sassonia, sebbene amasse più risiedere a
marie autorità. Il re mantiene in Roma Dresda che a Varsavia, tralasciò di di-
presso la s. Sede un agente regio ed un stribuire le decorazioni dell'ordine. Dopo
console generale che di presente si riuni- lesua morte, nella reggenza del principe
scono nello stesso agente. 11 regno di Sas- Saverio di Sassonia, e nella minorità del-
sonia ha i seguenti 3 ordini equestri: i.° l'elettore Federico Augusto poi re, fu ri-
Della Corona Verde di Sassonia. Fede- stabilito l'ordine nel 1768 cambiandosi
SAS SAS 255
l'insegna equestre il giornodella festa del- e da Ernesto duca di Sassonia Meiningen:
la fondazione. Il dello elettore se ne in- lo conferiscono i duchi di Altenburg e
vestì, ed in seguito fece distribuire molte di Meiningen.
grandi croci, come pine com-
croci de* I uno de'popoli tra più anti-
sassoni, i

mendatori e piccole croci.Poco dopo si chi di Germania, un giorno occupavano


cessò dal conferirlo nuovamente e sino al cogli angli, l'ingresso delChersoneso Cim-

1796, quando di fatto si distribuirono 7 brico, ed erano sparsi lungo il mare del
croci di cavaliere, e poi nel 1807 l'elet- Nord, alla destra della foce dell'Elba; ma
toredivenulore conferì tutte e tre le clas- per le conquiste che fece questa bellicosa
si. A*23 dicembre 1829 furono messi in e valorosa nazione, presto si estese sino
attività gli statuti, e vi si aggiunsero al- allesponde dell'Oder, dividendosi poi in
cuni commendatori di 2.°ordine. La de- 3 tribù principali, i Sassoni Osfalici, \
corazione dell'ordine di s.Enrico consi- Sassoni TVestfalici, edi Sassoni Angri-
ste iu una croce d'oro a 8 raggi, con un varicì i tutti soggetti alle stesse leggi e co-
lungo filetto smallato in bianco; il cen- stumi. Altri dicono, che la Sassonia ab-
tro della croce è giallo, da una parte ha bracciava altre volle quasi tutta la parte
l'immagine del santo titolare con intorno settentrionale dell'Alemagna fra l'Oder,
il suo nome s.Enricus, e la leggenda: Fri- la Sala,l'Issel,ed il mar germanico.Usciti i
da icus Augustus D. G. Rex Saxoniae, sassoni dall'Holstein(dicuiaScHLESWiG) e
inslauravit.DaW a\lva pai te si vede lo scu- dal Jutland,occuparono questo territorio;
do di Sassonia col molto, Firtuti in bello. quelli che fra essi passarono il Weser dalla
11 nastro a cui la croce si appende è bleu- parte d'occidente furono appellati FFest-
celeste-ondato. Dipoi fu istituita e unita faliiy quelli in vece che presero stanza fra
a quest'ordine, 17 maggio 1796, la
il Me- l'Elba e l'Oder furono detti Ostfalii.X bas-
daglia del merito militare, per gli offi- si sassoni soggiornarono fra il Weser e
ziali e soldati, affine di compensarli delle l'Elba fino alla foresta d'Hartz Harz, gli

azioni straordinarie operate in faccia al alti sassoni invece abita vano fra questa sel-
nemico. La medaglia è in oro ed in ar- va e quella di Boemia. Tolomeo mette do-
a
gento^ forma la 5. classe dell'ordine sles- po cimbri, sassoni, quandocominciaro-
i i

so, avente I* epigrafe : Benemerito della no ad essere conosciuti da'romani. Grozio


patria. 3.° Del Merito civile. Fondato nel prova nella Storia de'goti, che la loro o«
1 8 1 5 dal reFederico A ugusto I; ne trattai rigine eracomune coi geti o goti, che pas-
nel voi. XL1V, p. 244* Gli a ^ tr ' principi sarono dalla Svezia nella Germania; e di-
della casa di Sassonia, istituirono 3 altri mostra anche che goti della Scizia fonda-
i

ordini equestri, e sono: l'ordine della Pas- rono nazione gotica. Le grammatiche
la
sione (F.) o de'cavalieri di Cristo e della delle antiche lingue settentrionali, pubbli-
Passione, istituito nel 1 704 da Gio. Gior- cale da Hickes, non lasciano alcun dub-
gio IV principe di Sassonia- Weissenfels. bio che la lingua anglo-sassone non sia
L'ordine del Falcone Bianco (F.) ossia derivata da quella de'geti della Scizia, la
della Vigilanza, istituito nel 1 732 da Er- quale nel suo principio era la celtica. Pel-
nesto Augusto duca diSassonia- Weimar. loutier nella Storia de' celli, pone per cer-
L'ordine£77ie$f/>2o( /^istituito nel 1 690 to che la lingua de'celti passò dalla Sci-
sotto il titolo dell'Integrità Germanica, zia nell'Asia durante l'emigrazioni delle
da Federico duca di Sassonia-Gotha-
I prime colonie di questi popoli, e che es-
Alteuburg, col simbolo di due mani unite, sa divenne il fondamento e l'origine della
e l'epigrafe: Fedelmente e Costantemen- teutonica, edi quelle che si parlavano an-
te/indi l'ordine venne rinnovato nel 1 833 ticamente nelle Gallie, nella Scandinavia,
da Federico duca di Sassonia- Alteuburg. iu Brettagna, e quasi iu tutta l'Europa.
a56 SAS SAS
Mallet però De eccettua la lingua sarma- rita venne a finire in Edoardo III nel
ta e la greca, derivate io parte dall'egi- 1066 dopo , di avere regnato quasi 600
ziana; e il latino, venuto in parte dal gre- anni. Gli anglo sassoni recarono in Inghil-
co. Quest'antica lingua celtica si è con- terrail culto degl'idoli de' goti, che non

servata quasi intiera ne'paesi che non fu- erano punto diversi da quelli che adora-
rono mai assoggettati dai romani, e so- vano danesi gli svezzesi, norvegi, popoli
i
,
i

prattutto nell'Irlanda e nel settentrione che traevano tutti la slessa origine. I no-
della Svezia. [Il teutonico o gotico dal IV mi de'principali di quest'idoli sono, Thor
o V secolo in giù ha molla somiglianza dio del tuono, le funzioni del quale somi-
colla lingua gallese, con quella de' bassi gliavano a quelle del Giove de' romani,
brettoni e de'baschi, e sembra averne an- Wodeo dio della guerra, Friga o Frea sua
cora alcuna coll'irlandese. Gredcsi ezian- moglie e dea dell' amore come Venere
dio che f antica lingua etrusca fosse un presso i latini. Gli svezzesi, i danesi, i galli
dialetto della celtica; della quale lingua e tutti i celti sagrifìcavano degli uomini al
ritengono tuttavia alcune parole il fran- loro dio Thor, prima d'imprendere alcun
cese moderno e lo spagnuolo. Il linguag- aifare importante. Inoltre i sassoni, aven-
gio danese, il norvegio, e Io svezzese so- do valicalo il Weser, si fecero un nuovo
no evidentemente dialetti del celtico, ed stabilimento presso il mare dal lato delia
hanno molta somiglianza col tedesco,mas- Frisia, ecol loro corseggiare diedero mol-
sime con quello che si parla nella bassa to spavento ai romani nel IV e V secolo.
Germania. Gli asiatici, colonia degli sci- Sembra che gli angli fossero una tribù
ti, i quali sotto la condotta di Odinoo Wo- di cimbri; i iuti così detti dai goti loro
den si stabilirono nelle provincie meri- maggiori, abitavano il Jutland. Si legge
dionali della Scandinavia, e al settentrio- ne'storici danesi, svezzesi e sassoni, che O-
ne dell'Alemagna, v'introdussero una lin- dino goto di nascita, tornando alla testa
gua celtica, ma più dolce degli altri, e vi d' una truppa di venturieri dalla Scizia
aggiunsero alcune parole e termini loro asiatica o dalla Giorgia, posta al di là del-
propri, cb'è appunto la lingua degli an- la palude Meotide, si fermò col suo po-
glo-sassoni. Gelosi i sassoni della loro li- polo nel Jutland, e si rese celebre per le
bertà, ed entusiasti della gloria , crudeli sue conquiste 70 anni circa avanti la no-
ma casti, sconfissero tutti i popoli che vol- stra era. Da questo Odino si fanno discen-
lero invadere il paese loro e portarono le dere i primi re anglo sassoni, che fonda-
armi in regioni lontane. La loro prodezza rono 1' Eptarchia in Inghilterra. Mallet
si procacciò nel V secolo altissima fama, e sospetta,che siccome Odino o Woden a-
colla precipua migrazione portarono l'ul- vea preso il nome dell'antico dio del suo
tima rovina a' bretoni ne\V Inghilterra paese, credendo ciò favorevole alle sue
r
(/ .), della quale si resero ben tosto pa- mire ambiziose, così altri principi anglo-
droni, e vi fondarono con gli angli la fa- sassoni se lo fossero appropriato a suo e-
mosa Eptarchia o sette regni Anglo-Sas- sempio, e ne avessero fatto nome di di-
soni. Un loro re Engislo fu quello che gnità. Che che ne sia , vuoisi convenire
passò nella Gran Brettagna , in soccorso che tutti primi re anglo-sassoni scende-
i

de'breltoni nel 449 C0 8 n augi» e iuti po- vano da questo famoso conquistatore. Eri-
poli idolatri della Germania, costrinse i gistoi.°re di Rent, era il 5.°de'suoi di-
brettoni a ritirarsi nelle montagne, e s'im- scendenti. 1 brettoni abbandonati dai ro-
padronì della massima parte del paese, mani, che li aveano sfiniti di uomini e di
vintich'ebbe i pitti e gli scozzesi da lui : forze, si trovarono incapaci di resistere ai
discesero i re dell'Ettarchia sassone che pitti e agli scolti. Questi brettoni per gua-
si spartirono l'Inghilterra, e la cui poste- rentirsi dal furore de'uemici, imploralo-
SAS SAS 25 7
no il soccorso de'sassoni, i quali capitana- predarono la Turingia e ne furono discac-
ti dai due fratelli Engisto e Orsa, scon- ciati da Carlomanno figlio di Pipino il

fissero i pitti nella contea di Lincoln, in Piccolo re di Francia, il quale nel 749
compenso del qual servigio il re Vortir- nuovamente li disfece, insieme co'popoli
gemo donò loro delle terre per istabilir- di Westfalia, in vari combattimenti; quin-
si nel paese di Reni. Vedendo sassoni la i di nel 757 soffrirono altre perdite, e sog-
debolezza e dappocaggine de' popoli fra i giacquero a contribuzioni imposte da Pi-
quali viveano, fecero venir dalla Germa- pino cheli vinse anche nel 760. I sassoni
nia i loro compatrioti per unirsi ad es- furonoanticamente retti dai loro capi che
si, e s'insignorirono del paese de'brelto- portavano il titolo di ree poscia di duchi,
ni, che cacciarono nelle montagne del pae- e gelosi sempre della propria libertà la
se di Galles. Dopo la morte di Vortirger- difesero lunga pezza contro ire di Fran-
a
no e di Vortimero principi viziosi, i vin- cia della 1 . stirpe,e contro Carlo Martello,
ti ripresero cuore e si difesero con gloria Pipino e l'altro suo figlioCarlo Magno, pe-
pel tratto di 27 anni sotto Aurelio Am- netrando nella Gallia Belgica. Le scorrerie
brosio che da comandante d'armata per- che i sassoni fecero sulle terre di CarloMa-
venne al trono, e poscia sotto il re Artu- gno,provocaronoilsuosdegno, cheli vinse
ro. Sebbene Engisto arrivò nel 449 nel- adOsnabruck e gli obbligò a sottomettersi
la Brettagna, secondo alcuni non venne e pagare il tributo nel 772: narra Rinaldi,
eletto re di Kent che nel 4^7; Etelberto che nel combattimento patendo l'esercito
4." de'suoi discendenti, montò sul trono regio molta sete, scaturì acqua viva mira-
nel 56 1. Dai vennero popoli che a-
iuti i colosamente, durando finché i sassoni re-
bitarono il paese di Kent, 1' Hampsire e starono disfatti. Essi aveano steso le loro
l'isola di Wight; dai sassoni, i sassoni o- conquistedall'Oder sino alReno,e al mare
ri en tali, occidentali e meridionali; dagli d'Alemagna, occupando la più gran par-
angli, gli angli orientali, i merciani e i nor- te delle provincie settentrionali di Ger-
tumbri. Intanto lo Sassonia era ancora i- mania. Benché divisi iu parecchi cantoni
Rinaldi all'anno 7 1 1
tlolalra, e l'annalista o tribù che si governavano separatamen-
n.° 2, diceches. Swidberto (V .) vescovo te, tutti però aveano le stesse usanze e i

regionario gittò fondamenti delta chie-


vi i medesimi costumi; e quando insorgeva al-
sa sassone, recando molti all'ubbidien- cuna guerra generale, tutti riunivausi sot-
za della s. Sede, mediante la sua predica- to un solo capo, ed allora lo erano sotto
zione, ed i miracoli che per virtù divina il famoso Witikindo duca o re di Sasso*

faceva, fino a risuscitare un morto , per nia, il più valoroso de'loro capitani e in-
cui si convertirono diversi sassoni dal pa- vincibile. Witikindo ritiratosi iuDauirnar-
ganesimo alla religione cristiana. Fu s. ca, di là eccitò poi i suoi compatrioti al-
Egberlo che spedi nella Frisia 2 missio- 1 la vendetta, e che si mostrassero non men
nari in uno a s. Swidberto, con s. Wil- prodi de' catti, de'cherusci, e de' bructeri
librordo per capo fino dal 690 la Frisia : loro antenati, che guidati da Arminio di-»

allora era stata conquistala da Pipino di strussero le legioni romane Varo, eoa
di
Heristal prefetto del palazzo di Francia, e tanto dolore di Augusto. In questa guerra
siestendeva sino all'antica Sassonia. Per Carlo Magno rovesciò il famigerato loro
una trista ventura i successi di s. Wid- idolo Irmensul e il suo tempio ch'era nella
bei to furono arrestati dalla scorreria dei fortezza d'Ebresburgo.cui alcuni mettono
sassoni, che s' impadronirono di tutto il presso ilWeser,altri poco distante da Piati-
paese de'boructuariaui o ducato di Berg e sbona. Si crede dal Roterò, che l'idolo Ir-
contea della Marca, dopo avervi fatto or- mensul de'sassoni rappresentasse Mercu*
ribili guasti, 1 sassoni dipoi nel 745 de- rio, venerato massimamente dai germaui
258 SA S S A 9
al dir di Tacito. Spelman pensa che fosse di paterno giubilo per la conversione dei
una colonna dedicata a Marte; esso era a sassoni. Carlo Magno di nuovo sconfisse
giudizio di Tercier,un monumento innal- Witikindo ed i sassoni, e di nuovo lo re-
zato in onore del valoroso Arminio, che spinse tra i suoi cimbri, salvandosi colla
bene la libertà del suo paese con-
di Tese così fuga, che costò la prigionia a 4>5oo dei
tro romani, e che per sì lungo tempo fu
i suoi, i quali sull'Alter ebbero mozzate le
l'argomento de'canti e de'romanzi tra gli teste. A fronte dell'inferiorità delle forze
alemanni. Herman significa guerriero e e della disciplina militare, intrepidamen-
saulosul, com'è pronunziato in basso sas- te insorse piti volte Witikindo alla disu-
Perder congettu-
sone, significa colonna. guale lotta,opponendo aCarloMagno vin-
ra, che da irman o herman, si possa aver ferma e dispe-
citore di tanti popoli, la più
formato Arminio, che non sarebbe più. uu rata resistenza. Finalmente dopo 3o o 32
nome proprio ma appellativo. Ebresbur- anni di combattimenti, riuscì a Carlo Ma-
go da Rimio si crede Stadsberg in West- gno di domare le frequenti ribellioni dei
falla. Carlo Magno prese d'assalto questa sassoni , lasciando il ducato d' Angria a
piazza dopo lungo assedio, e vi trovò un Witikindo, il quale coi sassoni per lo ze-
ricco bottino. Ma fu tolta la colonna e po- lo del vincitore ricevèil battesimo nel785;
sta nella nuova chiesa,cheCarloMagno fe- Crusio ci diede Y Istoria e la vita di IVi-
ce fabbricare a HiLDEsnEiM,ove si vede au- tikindo il Grande, ceppo delle case di Sas-
che oggidì, ed è coperta di ceri, quando sonia, di Brandeburgo ed altre. Avendo
la chiesa è illuminata ne'giorni di grandi Carlo Maguo ricacciato i sassoni nel lo-
solennità. Si aggiunge, che Carlo Magno ro paese, di cui si rese padrone, per in fiac-
volendo costringere i sassoni ad abbrac- chi ili ne trasportòuna parte nella Tran'
ciare il cristianesimo, dopo l'uccisione del siUania (/^.),dove danno ancor oggi il
duca di Sassonia Bertoldo abbattè pure nome ad una divisione di quel principa-
il tempio di Venere col simulacro della to, cioè il Paese de'sassoni che conta più
dea. In questo tempo fu apostolo della Sas- di 36o,ooo abitanti : si divide ne'9 luo-
sonia s. TVillealdo (P-), che dicesi ili.° ghi di Hermanstadt , Leschkirch , Med-
missionario che valicasse l'Elba, il quale wisch, Muhlenbach, Reissmarkt, Reps,
con gran zelo predicò 7 anni il vangelo Schasburg, Grande-SchenkeSzaszvaros,
a que' popoli, ma la sua missione fu in- e 2 distretti, Bistritz e Cronstadt. Altri
terrotta da altra ribellione de'sassoni con- sassoni Carlo Magno trasferì in Fiandra,
tro Carlo Magno nel 782. I sassoni sem- in Francia, altri ne mandò in Roma, o-
pre sconfitti, non rimanevano mai d' in- ve fu dato loro per abitazione un luogo
sorgere, e formando una generale allean- presso la basilica di s. Pietro, come atte-
za coll'indomabile Witikindo per capo, ri- sta Anastasio Bibliotecario. Si vuole che
tornato in Sassonia nelle contrade rena- CarloMagno abbia trapiantalo 10,000 fa-
ne, rinnovarono le ostilità con maggior fu- migliesassoni fuori della patria. Ristabilita
rore; maltrattarono i predicatori del cri- lapacenellaSassonia,iIsuoapostolos.Wil«
stianesimo, e fecero morire tutti quelli che lealdo vi ritornò, ed implorandoli patro-
cadeano loro nelle mani. Tra quelli che cinio di Carlo Magno questi gli permise
soffrirono allora il martirio , si contano ilsuo soggiorno a Wigmore, tra il Wesel
Folcardo prete con Emmingo che lo ac- e l'Elba; e siccome egli veniva continua-
compagna va,Beniamino,Atrebano e Ger- mente fondando nuove chiese, fu consa-
vallo co'loro compagni. Per far conosce- grato vescovo de'sassoni a'i5 luglio del
re lo stato di questa missione s. Willeal- 787, indi stabilì la sua residenza a Brema
do si recò a Roma da Papa Adriano I,e vi (F.). La vita di s.Willealdo, scritta das.
fu accollo con dimostrazioni di onore e Alascano suo 3, "successore e i.°arcivesco»
SAS SAS i5 9
vo d'Amburgo, fu pubblicata dal p.Ma- gli Apostoli, acquistò la Sassonia, ne fece
billon, Armai. Bened. lib. 24, § 36. Ab- subito generosa offerta con tributo allo
biamo daRinaldi, all'anno 782, n.°6, che stesso Apostolo,cedendone parte alla chie-
Carlo Magno riconoscendo dall'aiuto di sa di s. Pietro di Roma, e parte all'altra
s. Pietro il soggiogamento degli indomiti di s. Pietro di Brema, cattedrale fabbri-
sassoni, gli offrì la medesima provincia, e cata e dedicata da s.Willealdo, il cui suc-
ordinò ancoraché ciascuna casa delle Pro- cessore s. Willorico da legno che era la
vincie delle Gallie, pagasse ogui anno uua fece rifabbricare in pietra. Borgia nel Do-
moneta alla chiesa romana. Il Gretsero, cumento 2. riporta quello di s. Grego-
De Magnificenlia principimi in sedem rio VII,incui parla dell'offerta della Sas-
Apostolicaniy cap. 2, tra i regni tributa- sonia fatta a s. Pietro di Roma; Adamo
ri della chiesa romana, enumera pure la Bremense, Hist. eccles. septentrion. inter
Sassonia. Il Borgia, Memorie di Beneven- scriptores rerum Gemi, septentr. cap. g;
to, t. r, p. 1 06 conferma tale asserto, e ri- Alberto Kranzio, Metropolis lib. i,cap.7;
porta la testimonianza dell' epist. 2 3 di e Melchiorre Go\daslo, Imperator. Con-
s. Gregorio VII, in cui è detto: Idem ve- siitution. t. 3, p. 1 37, riferiscono il dono di
ro magnus imperator Saxoniam obtulit quella parte diSassonia, che Carlo Magno
b. Petro cujus eam devicitad/utorio. Inol- destinò alla basilica edificata ad onore di
tre Borgia, Breve istoria del dominio tem- s. Pietro da s. Willealdo i.° vescovo di
porale delta sede apostolica, p. 82, rife- Brema in questa città. In Roma vi fu una
risce che s. Nicolò I nell'867 informò Lo- contrada presso la basilica Vaticana, chia-
dovico I il Tedesco re di Germania, d'es- mata Sassonia, dove sassoni abitavano, i

ser egliconvenuto col suo legato di spedire cioè nella Città Leonina (/"'.), una delle
messi per raccogliere le rendite delle cose cui porte fu detta de'sassoni, eretta da s.

di s.Pietro, ch'era no nella Germania, di- Leone 1F (V.) t


della quale e dell'ospizio
cendo nett'epist. 55: Statuii pratterea no- o scuola de'sassoni in tanti luoghi tenni
liscimi excellenliae vestrae legatus,ut me- proposilo, come a Germania descrivendo
diante maio mense huius primaeindiclio- gli stabilimenti pii de'teutonici in Roma,
nis prò unius anni reditibus rerum s.Pe- gli antichi de'sassoni. Degli Effetti, Me-
regno vestro sitarum recipiendis 3 no-
tri in morie de Borghi di Roma, parla della co*
slros missos direxissemus: cimi duoruni Ionia de'sassoni ivi stabilita, della Se /io Li
annorum jam tempora praeterierint,ex Saxonum e del Fico Saxonum, deri va«»
quo reditus ex illis debuerunt esse col* ta da Carlo Magno vincitore di quella bel-
lectij et nos ex eis nihil recepimus. Ag- licosa nazione, e lasciati inRoma a istruir-
giunge Borgia,cheasserìLiutprando, am- si nella fede; parla pure della traslazione
basciatore d' Ottone I a Nieefoto Foca, del corpo di s. Vito martire, da Parigi
parlando de'possedimenti di ragione della in Sassonia. Della chiesa, scuola e ospizio
romana chiesa mSaxonia, Baioaria ed di s. Salvatore de Ossibus o del Torrio-

che puntualmente allora


in altre parti e ne eretta da Carlo Magno e da s. Leone
corrispondevano al Papa; et si est, ut do* III. parlai in diversi articoli, come ne'vol.
minus meus Otho, ex his omnibus rivi- LH, 44>LI1I, p. 83. Fu detta de ossi-
p.
lateSyvillas^niliteSj aulfamilias oblineat, bus dalle molte cataste di ossa ivi sepol-
Deum negavi. E perchè non si creda cosi te, de'sassoni e altri che nel pellegrinaggio
ciecamente alle parole di Liutprando cir- di Roma essendoivi ospitati vi morirono.
ca i diritti della s. Sede nella Sassonia e Da un privilegio di Carlo Magno, scritto
Baviera, dice Borgia, vogliamo ricordare, da Alcuiuo, si legge Questa chiesa è sta- :

che quando Carlo Magno, intieramente bilita per dare sepoltura a'poveri e ricchi,
confidando nel patroci nio del pri ncipe de- a* nobili e ignobili, che d'oltremonli veu-
2G0 S A S SAS
gono in Roma e vi muoiono. Questo lo- tore di LuigiIV il Fancìullosuo cognato.
cale, ch'era una specie di ciraiterio, incor- Nel 9 1 1 per sua morte gli fu offerta la
porato poi nell'edifizio della Congrega' corona, che a motivo dell'inoltrata sua
z'one del s. Offizio (P.)', io tempo del- età rifiutò, proponendo in vece Corrado
l'ultima e recente repubblica romana, si I conte di Franconia, che venne da tutti
pretese con calunniosissima eclatanza, dai riconosciuto. Ottone I cessò di vivere nel
nemici della s. Sede e ribelli al Papa, di 9 1 e da Edwige figlia d'Arnolfo gli na-
r

far credere che fosse un iniquo e miste- cquero Enrico I l'Uccellatore, Adelaide
rioso deposito di vittime colpite dalla in- abadessa diQuedli mburgo, e Barbara spo-
quisizione; mentre non vi ha bisogno di sa del conte Enrico, stipite degli antichi
grandi investigazioni per accertarsi, che margravi d'Austria. I beni ereditari cui
mai il rispettabile tribunale della roma- successe Enrico I, consistevano nelle terre
na inquisizione avesse affatto esercitato il diBrunswick e di Zeli. Però Corrado I
diritto di sangue. Della romana contrada temendo di renderlo troppo potente col-
di Saxia o Sassonia, come della scuola l'affidargli tutti i feudi d'Ottone I,si con-
e chiesa di s. Maria in Saxia, eretta nel- tentò d'investirlo soltanto del ducato di
la sua venuta in Roma da Ina re degli Sassonia, e donò quello diTuringia a Bui-
anglo-sassoni, nel pontificato di s. Grego* kardo;laondeEnrico I,sollecitato dagli sta-
rio II, parlai a Ospedale di s. Spirito in ti armi per vendicar
di Sassonia, prese le
5assia, meraviglioso stabilimento che lo tale ingiuria, ed entrato nella Turingia
successe, esistendone la chiesa ampliata ne discacciò il nuovo duca. Allora Cor-
e abbellita. Altro apostolo della Sassonia rado gli spedì contro Eberardo, il quale
1

e celebrato s. Ludgero (F.) vescovo di avendogli presentato battaglia presso Eb-


M mister il quale dovè abbandonare le
, resburgo, vi ricevè tanta terribile rotta e
sue fatiche apostoliche nella Frisia, pei con siffatto macel!o,chei sassoni per ischer-
guasti che col ferro e col fuoco vi fecero no proposero il dubbio se l'inferno fos-
i sassoni, per cui si recò in Roma a visi- se grande abbastanza da contenere quel-
tare il Papa Adriano I e consultarlo sul la moltitudine pressoché infinita che in un
parlitoda prendere pereseguire la volon- sol giorno vi aveano inviata. Corrado I

tà di Dio. Dopo aver Carlo Magno de- volle in persona rendergli la pariglia, ma
bellato i sassoni, e nel 787 conquistata senza riuscita. La Sassonia non solo re-
la Frisia, s. Lugdero vi tornò a ripren- stò vincitrice sotto il governo d'Enrico I,

dere le sue missioni; indi predicò il van- ma divenne eziandio fiorente mercè le cu-
gelo ai sassoni e ne convertì un grandis- re ch'egli si prese di darle leggi e d'ab-
simo numero. La Sassonia restò soggetta bellirla. Se prima di lui non era in questa
ai discendenti di CarloMagno, che vi man- alcuna città, egli ne fabbricò parecchie,
darono de'duchi a governarla. fra le quali Goslar nella bassa Sassonia e
Ludolfounode'discendentidiWitikin- la più ragguardevole per le sue fortifica-

do, fu conte di Sassonia e poi duca; mo- zioni; egli tolse anche dalle campagne la
rendo nell'864 lasciò dalla sposa Atwige 9." parte degli abitanti liberi, e li trasferì
figlia di Eberardo duca del Friuli, due ti- nelle città per incivilirli e esercitarli nelle
gli, Brunone e Ottone I, il i.° de' quali cambiò quasi del tutto la fac-
arti: in fine

mori nell'800 in un combattimento con- ciaed costumi di questo ducato. Morto


i

tro normanni, ed ebbe a successore il


i Corrado I, nel 919 fu eUtto imperatore
fratello Ottone I che peli. possedè per Enrico I noterò che per le gesta de'prin-
;

eredità il ducato di Sassonia. Questi rese cipi sassoni divenuti imperatori, si può ve-
grandi servigi ad Arnolfo il i.° impera- dere l'articolo Germania ove le riportai,

tore tedesco pelle guerre d'Italia, e fu tu* ed i relativi articoli, Gh successe nel 936
SAS SAS 261
alla sua morte nel ducato il figlio Otto- casa di Sassonia. Al duca Bernardo 1 nel
ne Il nato da Matilde, il quale nel c)36 io o successe in Sassonia il figlio Bernar-
1

eziandio fu elettore di Germania. Que- do II, il cui governo fu assai agitato; es-

sti allorché imprese nel g5 1 il suo i viag- sendosi ribellato all'imperatore s. Enrico
gio in Italia, affidògoverno militaredel-il li, trascinò nella sua rivoluzione tutta qua-
la Sassonia settentrionale sull'Elba ad Er- si la Sassonia; maltrattò le chiese di Bre-
manno figlio di Billing o Billung conte di ma ed Amburgo, ed oppressegli slavi. Nel
Stubenskorn,e nel 960 o 961 lo creò du- 1 024-intervenne all'elezione dell'impera-
ca proprietario ed ereditario ne'suoi ma- tore Corrado II il Sali conduca diWorms
schi della stessa provincia, riservando so- e di Franconia, il quale sostenne lunga
lamente alla sua famiglia i beni che a ti- guerra contro i principi della casa di Sas-
tolo di eredità avea essa posseduti. Otto- sonia. Tuttavia Bernardo lì, nel 1039
ne II come Germania si chiamò Ot-
re di soccorse nella guerra il suofratelloo figlio
tone 1 il Grande, nel 961 divenne re d'I- imperatore Enrico III; e nelio4i lo gio-
talia, e nel 962 fu coronato imperatore vò contro quella che mosse a'boemi. Al suo
r
da Papa Giovanni XII in Roma (^ -)> Er- tempo, e nel 1 046 il sassone cardinal S ve-
manno gli prestò il suo braccio in tutte dero o Sindagero di Mayendorf de'signo-
le di lui guerre con valore, fabbricò la cit- ri di Meresleve e Horneburch, fu creato

tà di Luneburgo, e difese le sue frontiere Papa Cle mente Ile coronò Enrico III sud-
contro le scorrerie de'danesi e degli slavi; detto, il quale per sua morte nel 104S,
nel 965 divenne burgravio di Magdebur- in Polata di Sassonia propose a' romani
go, e morì nel 973 a Quedlimburgo, nel per successore Damaso II, eletto poi ca-
quale anno Ottone II di Sassonia succes- nonicamente in Roma. Bernardo li mori
se al padre Ottone I nell'impero. Il pri- nel 062, e nel ducato di Sassonia gli suc-
1

mogenitoBennone o Bernardo I fu duca di cesseil figlio Ordulfo o Ottone, contro il

Sassonia, e si distinse tanto pel suo valore, quale ribellatisi gli slavi ritornarono al
che per zelo nella difesa della Chiesa; ten- paganesimo, ond'egli per molti anni guer-
ne in dovere gli slavi, aggravò d'imposte reggiò contro di questi popoli, ma sempre
i popoli, che furono vinti dai danesi presso con esito sfortunato. Alla sua morte nel
Stade. A suo tempo e nel 983 a Ottoue 1072, fu duca di Sassonia il figlio Ma-
II successe il figlio Ottone HI di Sassonia guo, che appena investito del ducato, si
nel seggio imperiale; e nel 996 la Sasso- pose a capo de'signori sassoni, insieme con
nia si rallegrò in vedere elevalo alla cat- Ottone di Sassonia duca di Baviera, con-
tedra di s. Pietro, il connazionale cardi- tro l'imperatore Enrico IV prepotente;
nal Brunone d'Ottone duca di Ca-
figlio per le cui scelleraggini, si ribellarono coi
rintia e di Franconia che prese il nome loro principi, tutti i sassoni, che l'impe-
di Gregorio V, e subito coronò impera- ratore però sottomise nel 107 3 impadro-
tore il suo parente Ottone III, atti ibuen- nendosi di Magno, e degli altri capi, ed
do alcuni a lui l' istituzione del collegio inviandoli in varie città dell'impero per-
degli Elettori del sagro romano Impero chè vi fossero custoditi a vista. Ma aven-
(VX Gregorio V dichiarò protettore del- do principi sassoni ricuperata nell'an-
i

la Chiesa Ottone III, e l'appellò grande no seguente la libertà, il duca Magno spal-
braccio del cristianesimo ossia del catto- leggiò ognora i diritti di sua nazione, la

licismo; morto questi nel 1002, gli succes- quale nella disastrosa, celebre e lunga lot-
se s. Enrico II (/^.) duca di Baviera della ta tra l'iniquo imperatore Enrico IV, ed il
casa di Sassonia, che morendo senza pro- Papa s. Gregorio VII, questi seguirono
le, si estinse allora la stirpe mascolina dei al modo che in dettaglio narrai all'impor-
primi re e imperatori di Germania della tante sua biografia nella clamorosa ver-
262 SAS SAS
lenza del le In vestitureEcclesiaslicheiJ^.). tichi possessori, ed i principi di Sassonia
Magno nel 1 093 soggiogò gli slavi ribelli, si riconciliarono con lui. Enrico V non
dopo aver loro presei4 citlà, e morì nel meuo persecutore della Chiesa del padre
1 figlia di Bela I re d'Ungheria
io6.Sofia Enrico IV, dopo aver fatto violenza a'Pa-
lo resepadre di Vulfilda sposa di Enrico piPasquale 11 e Gelasio II (V.) e pa-
il Nero duca di Baviera, a cui portò indo- cificatosicon Calisto li, morì nel 1 12J
te i beni allodiali di sua famiglia, onde e fu eletto imperatore nella dieta di Ma-
formava parte il principato di Lunebur- gonza Lotario di Sassonia, che si chia-
go; di Eikilde o Elike, la quale avuti in mò Lotario li. Il Papa Onorio II scomu-
sua porzione i margraviati di Saltwedel nicò Federico e Corrado nipoti di Enri-
e di Brandeburgo, dipendenti allora dalla co V, i qualicolle armi disputavano il re-
Sassonia, sposò Ottone ceppo della casa guo a Lotario li, nonché scomunicò e de-
d'Ascania, ossia di Anhalt; e finalmente pose Anselmo arcivescovo di Milano per
di Riccarda, maritò a Eckart conte
che si avere osalo coronare in Monza re d'Ita-
di Scheyren Magno
fu l'ultimo duca di
: lia Corrado. Avea Lotario II sposata Ri-

Sassonia della casa di Billund. Enrico V chenza figlia ed erede di Enrico il Gras-
imperatore nell'istesso anno donò il du- so duca di Sassonia sul Weser, il cui pa-
cato di Sassonia a Lotario conte di Sup- dre Ottone di Nordbeim duca di Bavie-
plemburgo,che nella giovinezza avea da- ra e di Sassonia sul Weser, discendeva da
to saggi del suo valore in diverse guerre. Enrico diSassonia fratellocadetto dell'im-
Governò i sassoni, e gli slavi con molta peratore Ottone I: questa principessa riu-
prudenza, e per malcontento nel 1 1 13 si niva in sua mano beni allodiali di questa
staccò dal servizio imperiale, e lo spinse parte della Sassonia e di Brunswick. Gel-
eziandio a stringere contro di esso una le- trude unica di lei figlia portò in dote que-
ga nella quale prese parte Sigefredo conte sta ricca successione ad Enrico d'Este il
palatino del Reno. 11 perchè Enrico V, Superbo duca di Baviera, che venne al-
proscrisse i ribelli nella dieta d' Erfurt, tresì investito nel 1 1 36, da Lotario li suo
onde Lotario si trovò ridotto dalle armi suocerodella contea di Nordbeim sulWe-
di Uggero contedi Mausfeld di presentar- ser e della signoria di Brunswick; ai qua-
si al monarca a piedi nudi, e iu camicia li onori aggiunse pure il ducato di Sas-
per chiedere perdono neh 1 14 «ella die- sonia, rilevantissimo dominio che alcuni
ta di Magonza. Ma ben tosto macchinò storici dicono passato in Enrico nel 1126,
nuova cospirazione, con vari principi e si- perchè era costume che l'eletto re dei ro-
gnori, la quale riuscì più dell'altra dan- mani rinunziasse e conferisse ad altri il
nosa. Il conte di Mansfeld corse a dare suo ducato; ma il matrimonio suo con
il guasto alla Sassonia, e alla Westfalia, Geltrude non seguì che nel 1 127 come
ma venne poi rotto dai ribelli presso la narra Muratori, Delle antichità estensi t.
foresta di Welfenshelts nella propria con- 1, p. 286. Sembra che Lotario li volesse
tea, e tale sconfitta degli imperiali venne attendere d'essere incoronato con Richeu-
seguita da quasi generale diserzione. Nel za, da Papa Innocenzo II, dopo la quale
1
19 principi raccolti a Fritzlar intima-
1 i funzione gli eletti re de'romani propria-
rono all' imperatore che far dovesse ra- mente s'intitolavano imperatori, onde di-
gione a'ioro lagni minacciandolo se stava lazionasse di spogliarsi del ducato di Sas-
in forsea soddisfarli di destituirlo, per cui sonia. Enrico il Superbo figlio di Enri-
egli a pacificarli nella dieta
diTribur pub- co il Nero duca di Baviera, e di Wulfil-
blicò una pace generale, restituì ai mal- de di Sassonia divenne oggetto a molti
contenti feudi e le terre che avea assog-
i d'invidia, avendo riunito nella sua fami-
gettate all'impero, senza riguardo agli au- glia i due nobilissimi ducati di Baviera
SAS SAS 263
e di Sassonia, eh' erano in estensione di sovrani indipendenti; altrettanto fecero i

gran lunga più assai che a 'giorni nostri. vescovi dipendenti da Sassonia, come gli
Nel i 37 alla morte del suocero ricusando
i arcivescovi di Brema e Amburgo, quel-
di riconoscere l'eletto re de'romani Cor- lo di Magdeburgo, ed i vescovi di Osna-
rado III duca di Franconia, e già com- bruck, Paderbona, Verden, Munster, Al-
petitore di Lotario II, lo condannò al ban- berstadt, riunendo alla spirituale la tem-
do dell'impero, e donò la Sassonia ad Al- porale autorità. Il ducato di Sassonia per
berto l'Orso margravio di Brandeburgo: tal modo degradato, venne concesso da
dalla rivalità e gelosia che da lungo esi- Federico I neh 180 a Bernardo III d'A-
steva tra le famiglie di Hohenstaufen, di scania o Anhalt figlio d'Alberto 1' Orso
cui era capo Corrado HI, e Guelfo d'Este margravio di Brandeburgo, e nipote di
di Baviera cui apparteneva Enrico il Su- Eilike o Eikilde figlia del duca Magno di
perbo a\cum storici pretesero l'origine del-
t
Sassonia,venendo investito del ducato del-
le funestissime e pestifere fazioni de Guel- la Sassonia orientale, e del circolo di Wit-
fi e Ghibellini (V.) che per secoli dilania- temberga, ove tenue la sua residenza. Mu-
rono orribilmente anche l'Italia. Ma gli ra tori dice, che sebbene Federico I si mo-
Sassonia, che dapprima avevano
stati di strasse con Enrico il Leone dolente quan-
approvata la proscrizione d'Enrico, ria- do lo vide a'suoi piedi, pure solo gli per-
vutisi alquanto, si congiunsero a lui per mise di ritenere gli slati patrimoniali di
discacciare il suo antagonista, già in parte Brunswick e Luneburgo tentò la sorte :

signore del ducato; laonde Enrico rima- delle armi, e ad onta di qualche succes-
sto vincitore d'Alberto, concluse neh i3g so che fece fuggire Bernardo 111, l'impe-
una tregua col re de'romani, e mori nel- ratore colla sua presenza lo fece cadere,
l'anno stesso. Enrico il Leone mi-
Il figlio e Bernardo III restò pacifico possessore
norenne fu raccomandato all'ar-
lasciato del ducato. Morto neh 190 Federico I,
civescovo di Magdeburgo, e altri princi- gli successe figlio Enrico VI, onde En-
il

pi sassoni, sotto la tutela di Guelfo suo rico il Leone in breve tempo riprese la
zio poi marchese di Toscana, ma non ven- Sassonia, ma fu dichiarato nelle diete di
ne confermata che neh \^i alla dieta di Merseburgo e di Goslar pubblico nemi-
Francfort. D'allora in poi si videro in lui co, ed il nuovo re de' romani si dispose
splendere molte eminenti prerogative,con a spogliarlo di Brunswick e Luneburgo,
un grande ardore per la ricupera del- quando Enrico si sottomise e restò in pa-
l' intiero retaggio de' suoi maggiori. Nel ce con Bernardo III. Neh 197 morto En-
1 147 colle armi ricuperò la contea di Sta- rico l'impero fu offerto al duca di Sasso-

de nell'Holstein, ma non potè allora fa- nia che lo ricusò; però fu conteso tra Fi-
re il simile colla Baviera occupata dai si- lippo di Svevia, fratello del defunto e tu-
gnori d'Austria. Neh i5i divenuto re dei tore del di lui figlio Federico II; gli elet-

romani il cugino Federico 1 Hohenstau- tori essendo divisi ne'pareri si dichiara-


fen nipote diCorrado III, fu ristabilito rono chi in favore del zio, chi pel nipote,
nel ducato bavaro Enrico, che gli dimo- altri proclamarono Ottone di Sassonia, e

strò in più incontri la sua riconoscenza. diBrunswickfigliod'Enricoil£eo«e.Que-


In seguito gli opposti interessi talmente sti fu sostenuto validamente da Innocen-
7
l'inimicarono, che Enrico si vide dal cu- zo III (Z .), con quell'energia che diffu-
gino spogliato, bandito, proscritto e co- samente dichiarai alla biografia di quel
stretto a vita errante per più anni. Allora Papa. Laonde morto Filippo, fu ricono-
i nemici che l'imperatore gli avea susci- sciuto Ottone IV, che Inuoceuzo III co-
tati, ed i grandi vassalli della Sassonia si ronò inRoma nel 1 209, ma con uera ingra-
divisero La loro gli stali, e si eressero in titudine usurpando i dominii della Chie-
a64 SAS SAS
so, lo scomunicò e sciolse dalgiuramento cesse nel 1 356 quando terminò di vive-
di ubbidienza i vassalli e principi di Ger- re, e per sua morte ne occupò il luogo il

mania, che in suo luogo elessero Federi- Wenceslao, ed a lui Carlo IV con
fratello
co li nel in 2. In quest'anno morì Ber- diploma del 376, definitivamente con-
1

nardo III duca di Sassonia, cui successe cesse il diritto all'imperiale elezione, che
il figlio Alberto I, mentre l'altro figlio En- in termalmente, e per alternati va era stata
rico il Grasso e il Secchio creato prin- accordata col duca di Sassonia -Lawen-
cipe di Anhaltnel 1218 da Federico II, burgo. Nel 1 388 il figlio Rodolfo III con-
fu lo stipite da cui discende tutta l'odier- seguì il ducato e l'elettorato di Sassonia,
na principesca famiglia di Anhalt. Alber- fu principe saggio e magnanimo, ma sfor-
to I di smisurata altezza nel 1 227 congiun- tunato nella guerra, che imprese contro
se le sue armi a quelle de'confederati con- l'elettore di Magonza. Delle prerogative
tro Waldemaro II re di Danimarca, s'im- del duca di Sassoniacome Elettore del s.
padronì di varie città, e riportò a Born- romano impero di cui era gran marescial-
havet una gran vittoria. Nel 1228 accom- lo,^ trattai a quell'articolo, e specialmen-
pagnò Federico II in oriente, e combattè te nel voi. XXI,
p. 184, e nell'articolo
con valore contro saraceni. Morì nel 1 260
i Imperatore. Frattanto fin dal 1 378 era
lasciando i figli Alberto II duca di Sas- nella Chiesa insorto il funestissimo gran
sonia, Giovanni cui toccò parte della bassa scisma d'occidente, poiché contro Urba-
Sassonia, e fu il ceppo de'duchi di Sas- no VI insorse 1' antipapa Clemente VII
sonia Lawenburgo estinti nel 1689, Fe- che in Avignone (f^.) sostenne lo scisma
derico vescovo di Merseburgo. Alberto II e fu riconosciuto da più nazioni; però la
ebbe l'alia Sassonia, e pose la residenza a Germania in uno alla Sassonia, alla Sve-
Wittemberga, indi per morte del mar- via ed ai regni del Nord, continuarono ad
chese di Misnia,dal suocero Rodolfo I nel ubbidire al legittimo Papa di Roma. Nel
1 288 ottenne l'investitura del palatinato concilio di Pisa si volle estinguere Io sci-
di Sassonia, che rimase nella sua casa, e sma nel 1409 con deporre il Papa Gre-
il vicariato dell'impero, ed intervenne al- gorio XII, e l'antipapa Benedetto XIII,
le elezioni degli imperatori Rodolfo I, A- quindi fu eletto Alessandro V a cui poco
dolfo e Alberto I, per lo che i suoi suc- dopo successe Giovanni XXIII; per cui
cessori sostennero in seguito di possedere invece di uno a un tempo s'ebbero 3 che
essi soli nella loro famiglia il diritto d'e- si trattavano da Papi. Non sapendo i fe-

leggere gl'imperatori. Morì nel 1 3o2 o deli più a chi ubbidire ragionevolmente,
1 3o8; e gli successe Rodolfo I suo figlio, nel 1 4 4 incominciò
1
il celebre concilio di
che ottenne il burgraviato di Magdebur- Costanza per esaminare sì grave argomen-
go, essendo stato investito finodali2go to, e restituire l'unità alla Chiesa. V'in-
della contea di Bren e di Wettin. Fu al- tervenne l'imperatoreSigismondoconRo-
l'elezione di Enrico VII, e nel i3i4 alla Gregorio XII
dolfo III e altri principi :

dieta di Francfort si spiegò a favore di Fe- eroicamente rinunziò il pontificato, Gio-


derico d'Austria, inimicandosi perciò Lo- vanni XXIII fu deposto, l'antipapa Be-
dovico V il Bavaro che prevalse, ma non nedetto XIII scomunicato, ed eletto som-
riconosciuto e scomunicato da Papa Gio- mo Pontefice nel i4' 7 Martino V, che
vanni XXII. Nel i346 die il suo voto per ridonò la sospirata pace alla Chiesa. L'im-
Carlo IV, che lo favorì contro le preten- peratore inviò in Boemia il duca Rodol-
sioni de'duchi di Sassonia -Lawenburgo, fo III per trattare cogli Z7^/(^.)icui
che volevano godere del diritto di eleg- errori erano stati condannati nel conci-
gere l'imperatore unitamente a'duchi del- lio, ma ivi nel i4»8 perì di veleno. Gli
l'alta Sassonia. Il figlio Rodolfo II gli suc- successe il fratello Alberto III nell' elet-
SAS SAS 265
forato,confermalo nel 1^22 a Breslavia in possesso di questo stato, come piti pros-
da Sigismondo, e cessò di vivere in tale simo erede. Guglielmo suo fratello spie-
anno senza prole, onde fu l'ultimo elet- gò pretensioni a tal successione, e dopo
tore di Sassonia della casa d'Ascania. En- lunga e sanguinosa guerra, neh 45 1 gli

rico IV duca di Sassonia-Lawenburgo fu ceduta la Turingia, ed egli rilasciò la


aspirò all'elettorato di Sassonia, come di- Misnia all'elettore. Federico II morì nel
scendente da Alberto I elettore di Sasso- i464,e da Margherita d'Austria sua spo-
nia, ed inoltre perchè i suoi antecessori sa, figlia d'Ernesto duca di Carintia che

a veano sempre ricevuta simultaneamente a lui s'era unita nel i432, nacquero oltre
l'investitura degli stati eh' ei reclamava. diverse figlie, l'elettore Ernesto, Alberto

Però l'imperator Sigismondo non ebbe il Coraggioso capo-stipite del ramo Al-
alcun riguardo alle sue pretensioni, e si bertino, da cui nacque Giorgio il Ricco
credette in diritto di poterdisporredi una e il Barbuto (dal quale nacque il duca
tal dignità. Non possedendo l'imperato- Giovanni che nel i47^ Sl reco in Roma
re né denaro, ne genti per proseguire con- per l'anno santo del giubileo e mori nel
tro gli ussiti la guerra, Federico I il Bel- i537 senza figli ), ed Enrico il Pio che
licoso i.° figlio di Federico il Valente, reduce dai viaggi ai santuari di Terrasan-
landgravio di Turingia e marchese diMi- ta e di Compostella disgraziatamente in-
snia gli somministrò questo e quelle,e rup- trodusse il luteranismo nel suo paese, e

pe gli ussiti a Brixen nel i^i\ ; laonde dal quale uscirono Maurizio che neh 547
Sigismondo per ricompensarlo, a'6 gen- ottenne da Carlo V l'elettorato di Sasso-
naio o giugno 14^3 gli concesse l'elettora- nia, dopo che Giovanni ne venne spoglia-

to in preferenza agli altri competitori, cioè to, e Augusto il Pio che successe al fra-

il detto Enrico IV, Luigi conte Palatino tello, e de'quali riparlerò. Ernesto dun-
del Reno, e Federico elettore di Brande- que fu il ceppo del ramo Ernestino il mag-
burgo; il quale ultimo impadronitosi di giore fra tutti quelli della casa di Sasso-
Wittemberga e de'suoi dintorni, costrin- nia , e divenuto elettore di Sassonia nel
se il marchesediMisnia a rilasciarglieli per 1464 per la morte del padre Federico II,
28,000 marche d'argento,oltrea 00,000 1 fu il paciere neh 474 delle discordie in-
fiorini in oro, ch'esborsò sul momento a sorte fra ire Mattia d'Ungheria, Casimi-
Sigismondo. Neh 4^5 Federico I il Bel- ro IV re di Polonia e Uladislao V re di
licoso ricevè l'investitura dell'elettorato Boemia, e forse per queste benemerenze
a Buda in Ungheria, coll'assenso del col- il Papa Sisto IV lo distinse col dono della

legio degli elettori. Egli trasmise poi l'e- Rosa d'oro (V.) benedetta. Neh 476 ri-
lettorato di Sassonia a'suoi discendenti, dusse a dovere la città diQuedlimburgo
che lo posseggono ancora. ribellatasi contro la badessa Edwige sua
Nel 1426 Federico I cogli elettori di sorella; e neh 478 costrinse quella di Hal-
Treveri e di Brandeburgo, mosse guerra la a sottomettersi all'arcivescovo di Mag-
in Boemia contro gli ussiti, ma fu disfatto, deburgo.Questo principe formò varie leg-
e gli ussiti penetrarono nella Misnia e nel- gi intorno alle monete e alla polizia, enei
la Lusazia ponendola a guasto. Federico 1482 vietò alla uobiltà di esercitare il

I non sopravvisse molto a tal disastro e commercio. In quest'anno morì lo zioGu-


morì neh4^8. Tra i suoi figli ebbe Si- glielmo landgravio di Turingia senza pro-
gismondo vescovo di Wurtzburgo, e Fe- le maschile, onde Ernesto e suo fratello

derico II il2?uo/2oeilPtf6'//zcochegli suc- Alberto in virtù del suo testamento glisuc-


cesse, ed ebbe a soffrire gravi danni dagli cessero nella Turingia dividendola fra lo-
ussiti. Nel 1439 per morte di Federico il ro, inmaniera però che la miglior parte
Pacifico landgravio di Turingia, si mise cadde in potere del maggiore.Ernesto mo-
voi. LXI. 18
266 SA S SAS
ri nel i486, e tra i figli oltre due succes- se per la fondazione dell'uni versila dì Wit-
sori, lasciò Alberto arcivescovo e elettore temberga, si dice che presentiva un colpo
diMagonza ed Ernesto arcivescovo di
, funesto aquellostabilimento, per l'allon-
Magdeburgo. Federico HI il Saggio che tanamento di Lutero, il quale era citato
successe al padre, fu capo del consiglio e a Roma per ricevere il suo giudizio; il per-
governatore generale dell' impero sotto chè protesse l'infelice eresiarca, il quale
Massimiliano!. Questo imperatore aven- superbo di tanto appoggio, non serbò più
do diviso la Germania in o circoli, fu que- i veruna moderazione nella sua erronea e
sto paese diviso tra i circoli dell' Alta e pestifera dottrina, nella sua riprovevole
Bassa Sassonia. Nel 5o2 Federico 1 1 1 fon-
1 condotta e ne'suoi dannosi parlari. Leone
dò l'università di Wittemberga, e fra il X per muovere l'elettore a porgere un ar-
numero de'suoi professori egli pose ezian- gine all' eresia di Lutero ,
gli mandò in
dio Martino Lutero agostiniano, nato
fi*. dono la Rosa aV oro (/^.) benedetta nel
da un fabbroferraio ad Islebe nella con- i5i8, per affezionare vieppiù, duca a- il

tea di Mansfeld in Turingia. Lutero die- gl'interessi della religióne cattolica. Dice
de lezioni successivamente in quest'acca- Bernini, nell' Historia dell' eresie, che per
demia di filosofìa e di teologia con molto maggior disgrazia morto neliSig Mas-
buon successo, e soltanto ebbe ad osser- similiano I, l'elettore restò vicario dell'im-
varsi in lui una gran tendenza alle inno- pero in Sassonia, il quale compiacevasi
vazioni. La lettura delle opere dell'ereti- ormai delle correnti controversie, per es-
co Giovanni Hus gli aveano ispirato un sere disgustato del clero in genere, del-
violento odio contro le pratichedellaChie- l'arcivescovo diMagonza e del Papa per
sa e massime contro teologi scolastici; i un duplicato pagamento impostogli in oc-
e confondendo gli abusi, fino allora pur casione d'una coadiutoria di commenda
troppo frequenti, colle regole ed opinioni per un suo figlio naturale, malamente spe-
della scuola e coi dommi sanciti dalle de- dita dopo la morte del commendatore ;

cisioni della chiesa universale, attaccò gli sicchèLutero colla protezione del duca po-
uni e le altre, e volle tutto ridurre sotto tècon più franchezza radicare nella Ger-
T autorità della Scrittura interpretata a mania i suoi perniciosi errori che andava

suo modo, indipendentemente dalla tra- propagando. Ben sapeva Leone quanto X
dizione.Eccoquantosivennesensibilmen- si è detto dell'elettore, ma lusingavasi di
te scorgendo nelle tesi eh' ei pubblicava poterlo rimuovere dal preso impegno, at-
nel 1 5 1 6. Nel seguente anno poi cominciò tesa la di lui pietà dimostrala nell'erige-
a levarsi in cattedra contro i promulgato- re un magnifico tempio in onore d'Ognis-
ri dell*» indulgenze, concesse da Leone X santi nella fortezza di Wittemberga, ar-
a quelli che avessero con obblazioni con- ricchito di rare reliquie, di gran rendite
tribuito al proseguimento della fabbrica e ornato d'una collegiata. Papa Adriano
della nuova sontuosa basilica Vaticana, VI scrisse uu breve all'elettore, esortan-

e fini con iscagliarsi contro le indulgenze dolo a tralasciare di sostenere Lutero, e


medesime e contro il potere di quello che invitarloaritornareal grembo dellaChie-
le concedeva. Di qua passò poi ad altre sa; e nel i523 canonizzò s. Bennone ve-
materie di dottrina, sulle quali promosse scovo di Meissen e gran difensore con al-
novità pregiudizievoli e scandalose. Per- tri sassoni di s. Gregorio VII, contro le

seguitatodai suoi avversari e minacciato persecuzioni d'Enrico IV. Federico IH


dalla s. Sede, egli trovò un asilo nella pro- dopo avere rifiutato la corona imperiale,
tezione dell'elettore suo sovrano. Fede- die il suo voto in favore di Carlo ar- V
rico HI non prendeva interesse a siffatte ciduca d'Austria che restò eletto, e mori
dispute, ma siccome avea fatto grandi spe- nel 1 5i5 senza aver preso moglie.Gli sue-
SAS S AS 267
cesse il fratello Giovanni il Costante, on- vanni a Carlo V le loro lagnanze, in uno
de Lutero si abbandonò ai maggiori ec- alla confessionedi loro fede, ch'essi ap-
suo eretico fanatismo e sposò l'ab-
cessi del pellavano Evangelica, e che fu poi detta
badessaBora, aumentando immensamen- V Augustana Confessione (^.), la quale
te il numero de'proseliti, con permettere l'imperatore fece proscrivere dai deputati
la moglie ai chierici} e concedendo ai prin- cattolici. L'elettoremori nel i532,e la-
cipi i beni temporali de'vescovati e delle sciò due Giovanni Federico I detto il
figli:

chiese, chiamandosi i di lui seguaci Lu- Magnanimo che gli successe, e Giovannir
terani (Z7.). La Sassonia fu il principale Ernesto duca di Coburgo. Giovanni Fe-
focolare di questo deplorabile incendio derico I fece rientrare nella sua famiglia
religioso, e principalmente Wittetnberga, il margraviato di Magdeburgo, discacciò

Lipsia, e Wartburg presso Eisenach, ove dalla Sassonia Enrico IH duca di Bruns-
predicò la pretesa riforma religiosa che wick, e s'impadronì nel 1 542 di Wolfen-
produsse tante orribili catastrofi e la per- buttel. Trovandosi alla dieta di Spira nel
dita dell'eterna salute a tanti milioni di 1 544> e g'i Vi ottenne l'aspettativa del du-
anime. Lo stesso Federico che avea cal-
I II cato di Juliers;ma essendo stato non gua-
deggiato gli errori di Lutero, provò gli ri dopo scelto a capo della lega di Smal-
effetti del furore e dell'audacia de'nuovi kalde, formata dai protestanti per guer-
eretici, poiché la Sassonia fu contamina- reggiare i cattolici, fu da Carlo V con-
ta con laidezze e sacrilegi , colla distru- dannato al bando dell'impero. Non isgo-
zione degli altari, colle profanazioni della mentalo per nulla da tale sentenza, e-
ss. Eucaristia, e delle immagini e reliquie gli portò la guerra insieme col landgra-
a
de'sanli; la Sassonia fu la i . a vedersi af- vio d'Assia all'imperatore collegalo col
flitta dalle rapine e dalle uccisioni, e mes- Papa Paolo III che avea promulgato il

sa a ferro a fuoco,dappoichè l'eresiarca col- concilio di Trento (^.), per riparare gra- i

la sua pestilenziale dottriua vi avea tira- vi danni delle molteplici eresie; perdette

to da tutta Alemagna la feccia de' mal- in suo confronto la battaglia di Muhlberg


fattori, ed i più impudenti novatori che a'24 aprile 1 547, e v * resto prigioniero col
agognavano pescare nel torbido. Avendo landgravio d'Assia. Ricusò di aderire al-
sovvertito Germania e avvelenato gran interim (/^.), proposto da Carlo V sicco-
l'

parte del cristianesimo, Lutero nel 526 1 me mezzodì conciliazione fra le comunio-
sostenuto dai suoi protettori ottenne nel- ni cristiaue,che disgustò cattolici e prote-
la dieta di Spira la libertà di coscienza ai stanti. Durò la sua cattività 5 anni,e per u-
suoi settatori, fino alla celebrazioue del scinse egli dovette nel 1 552 rinunziare al-
concilio generale. Nell'altra deli 529 al- l'elettorato, ed a tutti i suoi stati senza al-
la presenza del nunzio di Clemente VII, cuna eccezione. Carlo V lasciò a lui e suoi
Ferdinando I fratello di Carlo V stabi- figli soli 5o,ooo fiorini, pe'quali gli cedet-
lì l'osservanza del decreto di Worms con- te alcuni domini! sino alla concorrenza di
tro Lutero e suoi settari, ma principi
i questa somma. Nel medesimo anno 1 552
infetti di luteranismo, fra i quali V elet- Giovanni Federico I essendo alla testa del
tore Giovanni Costante con 14 città,
I il partito protestante, nella dieta di Passa-
tutti protestarono contro il decreto del- via forzò Carlo V alla con venzione, defini-
la dieta, appellandosi all'imperatore e al ta poi iu Augusta, e chiamata la Pace (V.)
futuro concilio, perla quale protesta fu- religiosa, la quale fu considerata come il
rono denominati Protestanti (F.),cheim baluardo della libertà religiosa in Germa-
tempo dagli altri eretici li distingue va. Nel nia. Nel 553 fece di tutto per ricuperare il
[

i53o nella dieta d'Augusta protestanti i perduto, ma inutilmente; nondimeno il re


presentarono a mezzo dell'elettore Gio- di Danimarca Cristìerno III, ed altri prin-
268 SAS SAS
cipi poterono ottenergli il titolo d'eletto- Giof anniCasimiroduca di Sassonia-
figli,

re, vita sua durante, le contee d'Altari- Coburgo, e Giovanni Ei nestoduca di Sas-
burgo, di Sachsemburgo, d'Isenberg, ec. sonia-Eisenach; la loro successione ricad-
dell'elettore Augusto il Pio in mancanza de ne'cugini già nominali, Giovanni Gu-
della cui linea Albertina avesse a ritor- glielmo duca di Sassonia- Weimar, e Gio-
nare alla sua quanto avea appartenuto a vanni Federico III. Ora passo a trattare
Giovanni Federico I. Questi appena sot- del ramo cadetto elettorale, poscia re^le
poche ore dopo
toscritta tale transazione, di Sassonia, appellato Albertino, che nel-
mori a'3 marzo 1 554 ne " castello di Wei- la deposizione di Giovanni Federico I il

mar, dopo aver dato saggio di singolare Magnanimo ricevè la dignità e lo stato
grandezza d'animo nell'infortunio. I figli di Elettore di Sassonia, i cui discendenti
nell'anno seguente ratificarono conve-
il sono gli attuali re di Sassonia. Maurizio
nuto nell'assemblea di Naumburgo; per figlio di Enrico il Pio secondogenito di
tal modo fu rinnovato in pari tempo l'an- Alberto il Coraggioso capo-stipi te del ra-
tico patto di affratellanza ereditaria , di mo Albertino 3 si distinse nella sua gio-
successione e di reciproca difesa, soventi ventù in di verse guerre, e prestò nel 1
544
volte violato in fino allora per la malva- servigio a Carlo V contro Francia, e nel
gità de' tempi fra la casa di Sassonia, di i546 contro la lega di Smakalde, élla
Brandeburgo e d'Assia. Giovanni Federi- quale comechè protestante, come il padre,
co I il Magnanimo
lasciò 3 figli, Giovan- non volle giammai unirsi. A'24 febbraio
duca di Sassonia-Gotha;
ni Federico II, 1 548 l'imperatore Carlo V lo investì nel-
Giovanni Guglielmo, duca di Sassonia- la dieta di Ratisbona dell' elettorato di
Weimar, che prosegui il ramo maggiore Sassonia in luogo del suocuginoGiovan-
della casa di Sassonia, di cui parlerò di- ni Federico il Magnanimo. Carlo V però
cendo della linea regnante; Giovanni Fe- nel nuovo elettore non trovò un partigia-
derico III che morì celibe. Il primogeni- no così ligio a'suoi voleri come avea spe-
to Giovanni Federico II si rese più odio- rato, imperocché Maurizio sdegnato con-
so del padre all'imperatore, per avere of- tro di lui per non aver liberato di prigio-
ferto asilo a Guglielmo di Grurobach ed ne il proprio suocero landgravio d'Assia,
a'suoi complici, proscritti per l'assassinio nel i55o ordì una lega contro di lui con
del vescovo diWurtzburgo, ed anche per Francia e vari principi tedeschi. Quindi
avere cospirato contro la vita di Augusto con forte esercito marciò alla volta d'In-
ilPio per ricuperare il perduto retaggio. spruck, per sorprendervi Carlo V, il qua-
Essendo pertanto condannato al bando le benché infermo con pena riuscì fug-

dell'impero da Massimiliano II , fu dallo gire a Villacco. Rimproverato dai confe-


zio Augusto il Pio assediato in Grimme- derati perchè avesse favorito lo scampo
stein e morì prigione in Neustadt nel 1 5q5 dell'imperatore, Maurizio si contentò ri-
dopo 28 anni. 1 beni confiscali erano sta- spondere, chenonavca gabbia per sì bel-
ti aggiudicati al fratello duca di Sassonia- l'uccello. Fu allora che Ferdinando I re
Weimar, se non che ad istanza degli e- de'romani e fratello di Carlo V, essendo
lettori di Sassonia e Palatino, nella dieta munito di pieni poteri, venne a trattative
di Spira del 1570 furono restituiti a'suoi co'capi della lega, e a'2 agosto i552 fu
figli, i quali nel 1 572 fecero collo zio Au- sottoscritta la pace di Passavia : avendo
gusto il Piouna nuova partizione, in for- ricusato Alberto margravio di Brande-
za di cui ricuperarono i principati d'Ei- burgo, Carlo V lo pose al bando dell'im-
senach e di Coburgo, insieme alle prefet- pero , e da Maurizio fece dare il guasto
ture di Gotha, di Tenneberg e di Wol- alle sue provincie. Lo vinse nella batta-
kenrode:Giovanui Federico II lasciò due glia del 9 luglio 1 553 a Siveiòhuscn, ma
SAS SAS 269
in conseguenza delle ferite ricevute Mau- IV re di Francia contro la lega : morì nel
rizio morì due giorni dopo, con riputa- 1591 di venendo elettore il tìglio Cristia-
zione di grande capitano e di abile poli* no II, che restando sotto la tutela diFe-
tico.Gli successeil fratello Augusto il Pio derico Guglielmo duca diSassonia Altem-
duca di Sassonia, già amministratore del burgo, questi gli fece riabbracciare la re-
vescovato di Mersburgo, quindi concluse ligione luterana in luogo del calvinismo
la ricordata convenzione di Naumburgo introdoltodalgenitore. Morendo neh 6 1 £

coll'antico elettore Giovanni Federico il senza figli, gli successe il fratello Giovanni
Magnanimo, e rinnovò poi il patto diaf- Giorgio I amministratore del vescovato di
fratellanza colle famiglie di Brandeburgo Naumburgo,che fece celebrareih. 'cente-
e d'Assia, rimise al secolo neh 56 1 tutti simo de'Iuterani, nel modo che narrai nel
i vescovi del territorio che gli era sogget- voi. XXXI, p. 25. Questo elettore adottò
1

to, con che la Sassonia perde la sua ge- il partito imperiale contro i boemi, e nel

rarchia vescovile.Nel 1 566 ricevè dall'im- 1 620 s'impadronì di Bautzen nella Lusa-

peratore Massimiliano II l'investitura dei zia: asuo tempo Ridolfo Massimiliano du-
suoi staticonio stendardi, ceremonia che ca di Sassonia si con vertì alla fede cattolica
fu l'ultima di tal genere in Germania, es- nel 1 62 3, e ne scrisse a Papa Gregorio XV
sendosi le investiture solenni in seguito a- con lettera presso Marcanzio, Hort. Past.
bolite per dissuetudine. Avendo i pretesi lib.i, tract. 4- L'editto poi di Ferdinan-
riformati calvinisti tentato d' introdursi do II deh 629 per la restituzione de'be-
ne'dominii elettorali, questo principe li re- ni ecclesiastici lo fece entrare nell'allean-
spinse, e fece poi compilare il famoso cor- za della Svezia, e le sue truppe contribui-
po di dottrina chiamato Formuladi Con- rono alla vittoria del re Gustavo II Adol-
cordia, ad oggetto di riunire fra loro i lu- fo, ri portata a Lipsia a'7 settembre 1 63 1 ;

terani che incominciavano a dividersi. Nel aii3 l'elettore prese questa città e inse-
1 579 Augusto cede a Gioacchino II eletto- guito riconquistò tutta la Misnia, di che
re di Brandeburgo il burgraviato di Mag- gl'imperiali loaveano spogliato. Di là en-
deburgo, riservandone il titolo con alcuni trò in Boemia, s'insignorì di Leitnieritz,
baliaggi, ed ottenne neh 583 una porzio- e fece il suo ingresso in Praga agli 1 1 no-
ne della contea vacante di Henneberg a vembre. Tutto il rimanente della Boemia
titolo di risarcimento per le spese della seguì allora l'esempio della capitale, tran-
guerra di Gotha, fatta contro il nipote du- ne Pilsen, Budweis e Tabor. Gli esiliati
ca Giovanni Federico II pe'suoi uiacchi- boemi tornarono al possesso de'loro beni*
namenti che rammentai di sopra. Nel 1 582 que'del contado sollevatisi posero a gua-
si oppose nella dieta d'Augusta che fosse sto territori! degli ecclesiastici che se n'e-
i

adottato il Calendario Gregoriano dimo- , rano allontanati, e trucidarono i soldati


strando non potersi ammettere senza re- dell'imperatore. Però nel 1 5 maggio 1 63 1
care offesa alla libertà germanica , ed il Praga venne ripigliata da Walstein,il qua-
suo avviso venne dai protestanti seguito. le subito compì la conquista del regno.
Morì Augusto nel i586 lasciando le fi- Tutta via l'elettore proseguì la guerra sen-
nanze in buonissimo stato e 7 milioni nel 1 za lasciarsi muovere dalle avversità, né
tesoro,dopo aver abbellito la Sassonia con dagli eccitamenti per discioglierlo dal par-
vari pubblici edifizi, e con ragguardevo- tito delia Svezia. Finalmente neh 635 si
li somme costruito il castello d'Augusten- pacificò a Praga coll'imperatore median-
burgo. Gli successe il figlio Cristiano I, te assai vantaggiose condizioni, di cui le
il quale abbandonò la setta luterana per principali furono; che l'esercizio della re-
abbracciar la riforma calvinista di essa, ligione protestante sarebbe libero nell'im-
e spedì alcune genti al calvinista Enrico pero , eccettuati i paesi ereditari di casa
270 S A S SAS
d'Austria; che l'elettore di Sassonia go- d'Europa, dopo quella di Luigi XIV re
drebbe per 5oanni le rendite ecclesiasti- di Francia. Quesloelettore già perito nel-
che; ch'ei disporrebbe di tre piazze nel- l'arte militare,neli695 trattola guerra
l'arcivescovato di Magdeburgo, e che il inUngheria contro turchi, come coman-
i

figlio ne sarebbe l'amministratore a tale : dante dell'esercito imperiale, edove con


trattato aderirono vari principi e città im- 8000 sassoni costrinse il sultano a riti-

periali. Giovanni Giorgio I ottenne inol- rarsida Lippa nel 1696, e venne presso
tre per le spese della guerra, l'alta e bas- Pesth ad una sanguinosa battaglia co'tur-
sa Lusazia, a condizione di conservarvi chi, che salvò la Transilvania.
il libero esercizio della religione cattolica, Il pio cardinale Cristiano Augusto di
e che i cattolici godessero i loro impieghi Sassonia^.)) de'duchi di Sassonia-Zeitz
e privilegi. Poco dopo fu esposto a difender del ramo Albertino, allora semplicemen-
i propri stati dagli svedesi, che lo disfece- te vescovo di Già varino, altra maggiore
ro. Ma nel i643 aiutò gl'imperiali a sba- premura non ebbe, niente altro si prese
ragliare i francesi a Dutlinga; e fatta tre- tanto a cuore dopo la sua mirabile con-
gua cogli svedesi,durò sino al 1 648 pel fa- versione al cattolicismo, quantoilconvin-
moso trattatodi Westfalia,incui fu con- cere gli altri componenti dell'illustre sua
cessa la libertà di coscienza ai protestan- famiglia , della santità e infallibilità dei
ti, e con molti beni ecclesiastici delle se- dommi della chiesa cattolica, e ricondur-
di vescovili, e delle abbazie secolarizzate, li al soave suo grembo per la loro eterna
abolendosi ancora le metropoli di Magde- salvezza. Volgeva del tempo, che nell'e-
burgo e di Brema, come riportai nel voi. lettorale famiglia di Sassonia mediante ,

XXIX, p. 1 67.De'suoi figli, GiovanniGior- la stretta sua relazione colla sempre di-
gio II gli successe nel 1 656, Augusto fu vota imperiai casa d' Austria, erasi svi-
autore della linea di Weissenfels, Cristia- luppato un sentimento più mite e più tol-
no divenne stipitedel ramo Merseburgo, lerante per la religione cattolica. L'elet-
Maurizio fu l'autore del ramo Zeitz; que- tore Giovanni Giorgio III, indivisibile
sti3 ultimi rami sono oggidì estinti. Gio- compagno d'armi dell'impera toreLeopol-
vanni Giorgio II esercitò il vicariato del- do I, nelle guerre contro francesi, e con-
i

l'impero ne'dueseguenti anni, e nell'ulti- tro i turchi in Ungheria, nonché uno dei
mo di essi fu all'elezione dell'imperatore 3 immortali eroi che salvarono Vienna
Leopoldo I, contribuendo nel 1 664 nella dalla rabbia mussulmana, mostrò non po-
dieta di Ratisbona perchè la guerra fosse ca inclinazione alla chiesa cattolica, ed un
intimata ai turchi. Nel 1 680 per sua mor- anno prima di sua morte, manifestò al-
te gli successe il figlio Giovanni Giorgio l'imperatore con bella e commovente let-
III, il quale contribuì neh 683 a far le- tera, la risoluzione d'abbracciare il catto-
vare ai turchi 1' assedio di Vienna : nel licismo, e di concederne il libero esercizio
1686 entrò nell'alleanza tra l'imperato- a'suoi sudditi: l'esecuzione di questa san-
re, la Spagna, la Svezia e altri principi, ta opera fu impedita dall'improvviso suo
fece le successive campagne, e nel 1689 termine. Tanta ventura era riservata al
intervenne all'assedio di Magonza, capi- magnanimo suo secondogenito Federico
tanando nel 69 1 l'esercito imperiale sul
1 Augusto I, degno erede del suo trono, del-
Reno, nel qual anno cessò di vivere e fu lesue virtù e del suo valore militare, che
elettore il figlio Giovanni Giorgio IV, che dimostrò al servizio dell' Austria assai per
morto senza prole nel 1 6q4 ebbe a succes- tempo. Mentre ei dimorò alla corte im-
sore il fratelloFederico Augusto I, pel gusto periale e neirUngheria,difrequeutesi tro-
del quale verso learti e il lusso, in seguito la vò a contatto co'più ragguardevoli vesco-
corte di Sassonia divenne la più brillante vi e prelati della chiesa cattolica, e fiat-
SAS SAS 27
tando seco loro domesticamente potè con- rea'a7 giugno e prese il nome di Augu-
vincersi degl'ingiusti pregiudizi contro la sto li. A Polonia narrai non solo l'ubbi-
credenza cattolica. Grande poi si fu l'in- dienza da lui resa a Papa Innocenzo XII,
fluenza che esercitò sul suo animo religio- che ne fu paternamente commosso sino
so il cugino poi cardinal di Sassonia, col alle lagrime, ma tutte le sue gesta come
quale più volte segretamente si abboccò re di Polonia, ed anche con alcune noti-
nell'està te del 1696 in Vienna, e fu in que- zieriguardanti la Sassonia. Il prelato cu-
st'incontro che egli esternò il suo deside- gino pose a fianco del re per consigliere
rio d'abbracciare la religione de'cattolici e direttore di spirito, il celebre e beneme-
avi suoi, differendone a tempo più pro- rito p. Maurizio Vota gesuita, che con lo-
pizio l'esecuzione. Informato l'imperatore de avea esercì tato più gravi incarichisot-
i

dal cardinale de'buoni sentimenti dell'e- to il re predecessore Giovanni I II. Il p. Vo-


lettore, avanti il suo ritorno in Sassonia ta ed nunzi apostolici di Varsavia, por-
i

lo chiamò a
se e gli mostrò la lettera che tarono Augusto II a sì alto grado di cri-
gli avea diretta il di lui padre per ritor- stiana perfezione, che egli col suo rispetto
nare al cattolicismo, e ne rimase non po- per las. Sede e pel successore di s. Pietro,
co contento e confortato. Il cardinale an- col suo attaccamento e onorealla religio-
dò a trovare l'elettore a Dresda, e viep- ne, non che col suo zelo pel mantenimen
più lo confermò nelle verità cattoliche; ne to, difesa e propagazione della fede catto-
mancò colti varloal ritorno dell'elettore in lica, non solo nel regno di Polonia , ma
Vienna e Ungheria,istruendolo nelle mas- ancora ne'suoi stati ereditari, come pure
sime fondamentali della fede cattolica in nell'oriente, a niuno perfino de'più glo-
lunghi e frequenti ragionamenti. 1/ ar- sovrani della Polonia può re-
riosi e pii
dente desiderio di Federico Augusto I di putarsi secondo, e può essere ben a ra-
unirsi colla chiesa cattolica eminentemen- gione seco loro a confronto collocato. In-
te si accrebbe, ed avrebbegli data solle- nocenzo XII nel concistoro de' 1 8 gennaio
cita esecuzione, se il cardinale suo mae- 1698 partecipò ai cardinali la conversio-
stro e cugino non avesse voluto menarlo ne dell' elettore di Sassonia, divenuto re
a questa fortuna colla saggia scuola della di Polonia, ed ordinò a tutte le chiese di
prova. Finalmente ili. giugno 1697 nel- Roma solenni rendimenti di grazie a Dio,
la cappella del palazzo imperiale di Baden ed il Papa col sagro collegio li fece nel-
presso V ienna, fece segretamente nelle ma- la cappella Sistina. Nell'autunno il re ac-
ni del cardinale l'abiura de' suoi errori compagnato dal nunzio apostolico por- si

eterodossi, emise la professione della fe- tò nella Sassonia, ed il magistrato lutera-


de cattolica , e ricevè la cresima e la ss. no ne dimostrò singoiar gioia, ove la me-
Eucaristia. Niuno seppe tutto questo,tran- moria de' rappresentanti della s. Sede da
ne l'imperatore, ed i suoi più fidi, il ve- oltre 160 anni parea essersi cancellata. Il
scovo di Cuiavia e nunzio pontificio di
il buon popolo di Sassonia, battuto disgra-
Polonia Davia, affinchè nel caso che l'im- ziatamente dal turbine della pretesa ri-
minente elezione del re di Polonia per le forma nel laberinto degli errori, si assue-
sollecitudini di Przependowiski castellano fece alla presenza e alla dimora delle più
di Culm fosse caduta sull'elettore, com'e- alte dignità della chiesa cattolica nel suo
ra da supporsi,ì due prelati potessero con- centro di Dresda, trattandole con sincera
fermareagli stati della repubblica polacca venerazione. Il nunzio, il vescovo di Cu-
il di lui felice passaggio alla chiesa catto- iavia e altri prelati, durante la dimora del
lica e rimuovere in conseguenza tutti gli re in Sassonia, ottennero da lui alcune li-

ostacoli, poiché qualunque re polacco do- bertà e privilegi a favore de'cattolici, av-
vea essere cattolico; ed infatti fu eletto valorati dall'autorità del principe Egone
171 SAS SAS
di Fùrstenberg governatore di Sassonia, ra dell'infelice scisma nelle vaste provincie
e zelantissimo cattolico. Il re nella pi ìi spa- di Germania, vi riconducesse la fede nel

ziosa sala del suo palazzo di Dresda, fece luogo medesimo da dove la separazione
erigere magnificamente un prezioso alta- dell'unità cattolica erasi dilatata per tutta
re sotto il trono reale,ove d'allora in poi Germania. 11 re abbellì la sua chiesa con
alla presenza dell'edificante monarca, fu- ornamenti e sagri utensili, e vol-
preziosi
rono celebrate messe e le altre eccle-
le le egli stesso scrivere gli statuti per la sua
siastiche funzioni, con gran concorso per direzione e amministrazione, dichiarando
la novità dell'azione non più veduta da le libertà che vi doveano godere i catto-
due secoli, assistendovi tranquilla-
circa lici. Sinatta rubrica in certi rapporti è la
mente anche il clero luterano. Donò il re carta di libertà della chiesa cattolica ri-
ai cattolici la magnifica chiesa edificata pristinala in Sassonia, data e giurata dal
per lacorledal padre a Morizburgo,real re in presenza del suo popolo ai cattolici

castello presso Dresda, che fece consagra- de'suoi stati, per se e pei suoi successori.
re dal p. Vola al pubblico culto cattoli- Queste disposizioni si riprodussero dal p.
co, e la forni di ricchissime suppellettili Theiner, nella Storia del ritorno alla chie-
e rendite; indi vi festeggiò pomposamen- sa cattolica di Federico Augusto II elet-

te il s. Natale, con musica sagra vocale e tore di Sassonia e re di Polonia, che fece
ìstrumentale, non che le solennità della direttore di questa chiesa e cappella rea-
Circoncisione e dell'Epifania. Così ebbe le di Dresda Vota suoi. "elemosinie-
il p.
il bel principio del ristabilimento della re. Il Clemente XI permez-
re volle che
chiesa cattolica in Sassonia , ove prima zo del suo ministro baroneSchenk, appro-
non eravi che la cappella dell'ambasciata vasse tali statuti, ed il Papa l'eseguì con
d'Austria. Clemente XI che allora gover- inesprimibile contento, inviando a Dresda
nava la Chiesa,espresselasua gioia e sod- il suo nipote prelato Annibale Albani per
disfazione per sì prospero avvenimento, le gratulazioni e raccomandazioni per la
al re e al governatore , raccomandando chiesa cattolica in Sassonia. Il pontificio
loro caldamente la causa de' cattolici in inviato straordinario, fu ricevuto dal re
Sassonia. Quietatele gravi vicende di Po- colle più distinte dimostrazioni, ed a sue
lonia, il re tornò a occuparsi per la chie- istanze accordò anche ai cattolici di Lipsia
sa di Sassonia e migliorarne la condizio- una pubblica chiesa nel suo castello rea-
ne. Ridusse a chiesa il magnifico teatro le, facendo il prelato a gara col re in or-
di corte ch'era in Dresda, ed il re stesso narla magnificamente, e in donarle pre-
co'suoi disegni ne diresse i lavori, e fu a- ziosi vasellami e paramenti per le eccle-

perta perle indefesse cure del p. Vota nel siastiche funzioni. 11 re provvide di sa-
giovedì santo del 708 con innumerevo- 1 gri ministri e di annuo stipendio anche
le concorso di popolo; il quale religioso questa chiesa, come a vea fatto per quel-
dal Papa per organo della congregazione le di Morizburgo e di Dresda. 11 nunzio
di propaganda/zV/e era stato nominatopre- apostolico straordinario Albani, fu inca-
felto delle missioni di Sassonia, onde con- Papa oltre la consolidazione e
ricato dal
sagrò la nuova splendida chiesa coi con- propagazione della chiesa cattolica in Sas-
sueti riti. Vi si celebrarono tutte le sagre sonia, di trattare circa il ritornodel prin-
funzioni decorosamente, e dopo la Pente- cipe ereditario Federico Augusto II nel
coste venne ad accrescere il tripudio dei grembo della romana. La relazione
chiesa
cattolici il cardinal di Sassonia. In tal mo- di questa conversione, egualmente si leg-
do dispose la Provvidenza, che un discen- ge nel citato opuscolo pubblicato dal p.
dente della casa elettorale di Sassonia, la Theiuer, col lodevole intendimento, di o-
quale perlai.' aveu inalberalo la baudie- norare la pietà del re Augusto lì, glori-
SAS SAS 273
ficaie la veneranda compagnia di Gesù, za, assicurandoli che al più presto possi-
e di pubblicare in vantaggio de'cattolici bile avrebbe resi paghi i giusti voti del
sassoni un documento prezioso e vero pal- santo Padre sull'educazione del principe
ladio, per difendere i loro santi e invio- ereditario, ciò che confermò al Papa con
labili diritti della propria chiesa, contro lettera del 2 3gennaio 1 7 1 o. 1 n questa gli
qualunque oppressione. Dopo che Augu- notificò che avrebbe chiamato il figlio iu
sto 11 rientrò nella chiesa cattolica, volse Polonia appena ivi si fosse ristabilita la
tosto la sua attenzione perchè il figlio e- tranquillità, e assegnato istruttori catto-
rede presuntivo deik'elettoralo venisse pa- lici di provata scienza e pietà, formando
rimenti educato nella religione cattolica, il suo corteggio di tutti cattolici. Il Papa
ed Innocenzo XII ne fece le più calde rac- non potè per la gioia contenersi dal ren-
comandazioni pe'suoi nunzi di Polonia e derne consapevoli cardinali in concisto-
i

pel vescovo di Già varino Cristiano Au- ro, ma ciò fece sollevare un'universale a-
gusto di Sassonia-Zeitz, non che pel p. gitazione fra'principi protestanti pel col-
Vota gesuita. Il re ordinò al pio secerdo- po cheslavaperdarsi al luteranismo. Ve-
tcGiovanni Cristiano Pa Ida m sassone già nula la madre del principe in cognizione
alunno del collegio urbano di propagan- che il figlio slava per abbracciare il catto-
da e cappellano diMorizburgo di coglie- licismo, cede alle minaccevoli rimostran-
re ogni propizia occasione per ispirare nel ze de'vicini regnanti luterani, e permise
cuore del gioviue principe amore alla re- che ricevesse la comunione protestante.
ligione cattolica, e Augii a poco a poco Ne fu trafitto l'animo del re,che ne ester-
conoscere le sue dottrine. Ma la corte di nò subito il dolorea Clemente XI per giu-
Sassonia attraversando sì lodevoli dispo- stificarsi contro ogni sospetto; per ripa-
sizioni, Clemente XI nel 701 ne avvisò i rare alla quale calamità promise di re-
per lettera il re a Varsavia; facendo poi carsi iu Sassonia, e poi condur seco in Po-
di tutto la madre e la moglie del re ze- lonia il figlio, per sottrarlo onninamente
lanti protestanti per circondarlo di lute- da'luterani, e vegliare egli slesso alla sua
rani e segregarlo da'catlolici, nuovamen- educazione cattolica, risoluzione che pre-
teil Papa lo notificò al re nel 1 703, esor- gò il Papa a tener segretissima. Nel 1711
landolo con gravi parole a educare il fi- perla morte dell'imperatore Giuseppe I,
glio nella fede della vera chiesa, metten- i principi protestanti procurarono ad o-
do da parte ogni rispetto umano, aflidan- gni costo di dargli in successore uno del-
dosi solo alla divina protezione. li cardi- la loro credenza. A ugusto 1 1 in viò aFranc-
nale di Sassonia in ogni incontro fece eco fort il figlio per sostenere gì' interessi di
a'pontificii consigli, per oggetto di sì alta casa d'Austria, valendosi di questa con-
importanza, pel quale il Papa scrisse cal- giuntura per trarlo fuori diSassonia,'scri-
de preghiere all' ottimo governatore di vendo a mg.r Albani nunzio alla dieta di
Fiirstenberg.il re commosso dalla costan- disporre il principe ereditario alla fede
te sollecitudine di Clemente XI per la sa- cattolica, secondo l'inclinazione che nei
lute eterna del figlio, spedì a Roma per suoi teneri anni aveagli ispirata il cardi-
ambasciatore straordinario Michalowski, nal di Sassonia. Quindi il re mandò se-
per narrargli le vicende politiche e le dif- grete istruzioni al palatino di Li voniaGiu-
ficoltà che ritardavano l'effettuazione del seppe Kos, e al barone Guglielmo di Ha-
suo proponimento, lutanto il Papa inviò gen che accompagnavano il figlio, onde
a Dresda il nipote mg. r Albani, in com- sottrarlo al suo seguito protestante e in-
pagnia del p. Giovanni Battista Salerno durlo a un viaggio in Italia, avvisandone
gesuita e poi cardinale, che furouo rice- il principe con lettera. Eletto imperatore

vuti dal re con grandissima benevolen* Carlo VI d'Austria, Federico lliutrapre-


274 SA S SAS
se il viaggio voluto dal padre co'nomi- cipe, e lui trafugar in Isvezia, il viaggio
nati personaggi nel declinar del i 7 1 1 .Vi - ebbe altra direzione. Allora il Papa esor-
de Venezia e la Lombardia, e nella pri- tò l'Austria e la Francia a sostenerlo in
mavera del 1 712 si trasferì in Bologna, tutti gli eventi chepotessero minacciar la

accolto dal cardinal Casoni legato con i- Polonia e lo Sassonia, ed inviando a Vien-
splendidi modi. Ivi lo attendevano i ge- na il p. Salerno intavolò il matrimonio
suiti p. Salerno e p. Antonio Vogler o- del principe con M. a Gioseffa d'Austria
riundo sassone, co'quali passò il tempo in primogenita del defunto Giuseppe I, che
colloqui e considerazioni religiose, onde poi si effettuò, essendo divenuto lo zelan-
conosciute le verità cattoliche divenne te Clemente XI lo spirito regolatore di
impaziente di professarle. Il Papa assicu- tutti i suoi interessi. Luigi XIV ricevè il

rò il re die lo avrebbe spal!eggiato,se nel principe con istraordinarie onorificenze,


passaggio del figlio alla chiesa cattolica che confermarono i protestanti alemanni
fosse insorta qualchecommozione in Sas- del suo seguito passaggio al cattolicismo;
sonia, invocando l'aiuto di tutti i sovra- corsero a Parigi e posero in opera ogni
somministrando qualunque
ni cattolici, e seduzione per affievolirlo nella religione
somma, offrendosi sino a vendere perciò cattolica. 11 matrimonio fu concluso aven-
ipiù preziosi vasi della chiesa non escluso done riportato il p. Salerno l'annuenza
il triregno. Anzi per agevolare alle fami- del re Augusto II, e l'imperatore Carlo
glienobili protestanti il ritorno alla Chie- VI zio (e non padre, come con altri dissi
sa, promise di lasciarle nel pacifico pos- ne' voi. XXX, p. 1 28, e LI V, p. 69) del-
sesso de'beni ecclesiastici illegittimamen- l'arciduchessa tra le condizioni volle che
te appropriatisi. Clemente XI scrisse pu- il principe dichiarasse col pubblico eser-
re al palatino di Livonia, dichiarandogli cizio la religione che avea abbracciato,
il giubilo che stava per provare nella con- mentre colla morte dell'ava erasi tolto il
versione del principe, pregandolo a solle- principale ostacolo a tutto, essendo essa
citamente promuoverla. L' avventurato slata giurata nemicadelcattolicisrao,ein-
giorno spuntò a'2 7 novembre in Bologna, fluentissima in Sassonia. Portatosi quin-
ove il principe nella cappella del cardinal diFederico Augusto II a Vienna aglii 1
Casoni, abiurò gli errori, fece la profes- ottobrei7i7 per lai." volta assistè pub-
sione di fede nelle mani del p. Salerno, e blicamente alla s. messa nella cappella
fu cibato del pane degli Angeli, tra un imperiale, e ricevè la ss. Eucaristia alla
profluvio di lagrime. Quindi inviò in Ro- presenza della corte, e Clemente XI con
ma il p. Salerno per annunziare al Papa allocuzione annuuziò a tutta la cristiani-
la sua felice unione colla chiesa vera, e tà il solenne atto. Il principe quindi con
tributargli i suoi omaggi di filiale ubbi- lettera palesò a suo padre, ed alia madre
dienza, tutto manifestando con commo- la sua conversione. Ritornato nel 17 18 in
vente e divota lettera. Clemente XI gli ri- Sassonia palesò agli slati generali il suo
spose con inesplicabile contento, ma ap- prossimo matrimonio, e n'ebbe ilconsen-
pena il p. Salerno portò la lettera in Bo- so,eda'20 agostoIo celebrò inVienna,con
logna, il principe dovè tornare in Sasso- immenso gaudio di Clemente XI, pel pro-
nia ove i principi protestanti comincia- spero successo disi lunga negoziazione. A
vano a tumultuare, dolente di non po- Dresda furono ricevuti dal re e
gli sposi

tersi recare in Roma. Invece il re per tor- dalla regina,quindi sollecitarono pel bene-
re il da qualunque pericolo dispose
figlio merito p. Salerno il cardinalato a cui lo
che viaggiasse per V Olanda, il Belgio e esaltò Clemente XI, inviando a Dresda
la Francia; intanto essendosi scoperta uua il prelato Merenda uditore del nunzio di
congiura per uccidere i compagni del prin- Vienna colla berretta cardinalizia, ma il
SAS SAS 275
re volle fare la funzione a Varsavia ove mente. Per la conversione di questi altri
si recò col cardinale, per essersi questi a- due principi di Sassonia, si menò gran ru-
cquistalo meriti non ni cu grandi per la more nel campo protestante. AppenaMau-
Polonia che per la Sassonia, e gli donò una rizio Guglielmo si palesò cattolico, la mo-
a
croce di brillanti che il cardinale vendè glie M. Amalia di Brandeburgo zelan-
poi periooo doppie d'oro per aiutare il tissima eterodossa si separò da lui e pro-
gran maestro di Malia contro i turchi. vocò il redi Prussia suo fratello a costrin-
Qui celebrerò altre due conversioni alla gerlo al ritorno nel luteranismo : diversi
chiesa cattolica, di Maurizio Guglielmo principi e teologi protestanti lo circuiro-
duca di Sassonia-Zeitz, e del suo nipote no, ma l'ultima spinta alla sua miserabi-
duca Maurizio Adolfo, la cui descrizione le apostasia la die il cugino Augusto II
pur ci diede il p. Theiner, nel citato li- re di Polonia ed elettore di Sassonia, di-
bro. Maurizio-Guglielmo duca regnante chiarandolo incapace di possedere il ve-
di SassouiaZeitz, chiamato da Dio al ve- scovato di Naumburgo, appropriandose-
ro ovile, pei frequenti abboccamenti col lo egli stesso, siccome fondato sul trattato
venerando suo fratello cardinal di Sas- di Westfalia e sul testamento di Giovanni
sonia, come amministratore del vescova- Giorgio I elettore. L'impera tore,Clemen-
to di Naumburgo, in forza del trattato te >y, ed il cardinal fratello, altamente
di Westfalia dovea, se convertivasi, ri- rimproverarono al re siffatto procedere,
nunziare alle pingui rendite di quei ve- pel pericolo cui esponeva il cugino, limo-
scovato, che formavano la più gran par- re che disgraziatamente si verificò. Il re
te delle sue entrate. L'imperatore lo as- di Prussia suo cognato, protestò che col-
sicurò d' indurre gli slati dell' impero a le armi lo avrebbe rimesso nel possesso

continuarne godimento, e dopo 3o an-


il de'suoi stati, per cui l'angustiato duca si
ni che sospirava la sua unione colla chiesa gitlò nelle braccia del suo potente difen-
cattolica, l'effettuò a'26 dicembre 17 i5 t sore, e videsi costretto a ricomprarsi il pa-
deponendo nelle mani del cardinal fratel- trimonio terreno colla perdita eterna del-
lo la professione di fede, e ricevendone la la sua anima.La moglie e il detto re suo
cresima e la ss. Eucaristia. Il cardinale lo fratello raddoppiarono i loro sforzi, e la
a
notificò aClementeXI conia più gran- i. glidiè 100,000 talleri onde pagare i

de contentezza, e tale pur fu quella che suoi debiti, a condizione che fosse ritorna-
provò il Papa. Questa gioia in ambedue to alla setta luterana. L'infelice duca ri-
si rinnovò nella conversione di Maurizio pugnante e quasi impazzito, a' 16 ottobre
Adolfo ultimo rampollo maschio della li- 1718 nella chiesa di s. Lorenzo a Zeitz
nea ducale di Sassonia-Zeitz, figlio dell'al- voltò di nuovo le spalle e riuunziò alla
tro fratello del cardinale suo zio, dall'e- fede cattolica. Agitato nella coscienza, am-
sempio virtuoso del quale, fu mosso a'2 3 malò e mori poco dopo16 novembrea'

marzo 17 16 a fare al medesimo la pro- di 54 anni, nel giorno di s. Leopoldo no-


fessione di fede. Indi non curando il du- me che avea preso nel convertirsi con tan-
cato di cui era presunto erede, abbracciò to zelo alla chiesa cattolica. L'inconsola-
divenne canonico di
lo slato ecclesiastico, bile cardinal fratello, intraprese un pel-
Colonia, preposlod'Otlinga vecchia, enei legrinaggio per Eichstadt al sepolcro di
1730 fu consagrato arcivescovo di Far- s.Walburga, e vi si trattenne alcune set-
saglia in partibus; nel ij 3 1 fu traslato al- timane.
la sedediRònigsgratz,eneli732 a quel- Dopo la con versione di A ugusto 1 1, nel-
la diLeitmeritz,e finalmente amministra- la tremenda guerra che gli mosse il bel-
tore dell'arci vescovato diTreveri model- : licoso Carlo XII re dì Svezia, la Sassonia
lo de'pastorie padre de'po veri, morì pia- come la Polonia fu invasa dagli svedesi,
276 SAS SAS
opprimendola di calamita 6Ìno al 1708 , poter cantare un De profundis per un uo-
che veri ne a liberarla Tesi to disastroso del- mo, che per le sue brillanti vittorie avea
la spedizione di Carlo XII in Russia al- fatto cantare tanti Te Deum, perchè egli
leato d'Augusto li, il quale potè ricupe- professò il culto luterano. Augusto III ai
rare anche la corona polacca, ch'era più 5 ottobre fu eletto re di Polonia, al qua-
facile conquistare che conservare. Gran- le articolo raccontai quanto lo riguarda
de e lunga fu la lotta che sostenne coll'e- quale sovrano polacco, e quanto poteva
roe di Svezia, ed ne patirono
i suoi stati avere relazione al suo elettorato di Sasso-
i motivo del suo genio
tristissimi effetti a nia, venendo sostenuto contro il suo com-
guerriero; egli fu poco amato dai polac - petitore da Papa Clemente XII. Ligio co-
chi che voleva piegare a servitù, e impe- me il padrealla Russia, preferì il soggior-
rare con assolutismo e arbitrio. Disperan- no di Dresda a quello di Varsavia capi-
do di assoggettare l' indomabile nazione taledellaPolonia,perchèappassionaloper
colla forza, si diede in braccio alla mol- la caccia, le foreste sassoni gli erano più
lezza e al lusso, onde per fasto e gentilez- gradevoli, e perchè nemico delle ceremo-
za divenne insigne la sua corte; il più delle nie uon era a Dresda obbligato a tener
volte a spese dellaSassonia diede feste ma- corte. Alla morte dell'imperatore Carlo
gnifiche e meravigliosi spettacoli. Essen- VI si pose nel 1740 fra gli aspiranti alla

do ancora Augusto II re di Polonia e elet- successione di casa d'Austria, come ma-


tore di Sassonia, il Papa Clemente XII rito della figlia maggiore di Giuseppe I,
pubblicò Sedes Apostolica, de'9
la bolla ma in seguito rinunziò le sue pretensio-
a
luglio 1732, BulU de propaganda fide t. ni per trattati a M. Teresa figlia del de-
2, p. 77, cioè la Constitutio qua Saxo- funto imperatore, essendo restato neutra-
nibus, ab haeresi ad calholicam fideni le nella guerra tra 1' Austria e Federico
conversis ecclesiastica bona, quae possi- II re di Prussia. Ingelosito questi da tale
dente condonantur, come aveva dichiara- alleanza, e convenzioni a lui nocevoli, nel
to Clemente XI. Ivi è ancora riportata 1 745» gli intimò la guerra Lipsia e Dre- :

l'allocuzione Charitas Chrìsti, pronunzia- sda furono occupate dai prussiani, e con
ta dal Papa in concistoro, e la lettera Ut sagrifìzi si fece la pace.Nel 1706 senz'atto
Nostri che scrisse al re. Questo mori in di ostilità e senza intimazione di guerra,
Varsavia il i." febbraio 1733, e gli succes- con generale stupore d'Europa, in mez-
se il figlio Federico Augusto 11 come e- zo alla più profonda pace, il principe di
lettore, e Augusto III quale re di Polo- Brunswickentrò in Sassonia con 60,000
nia; riformò l'amministrazione di Sasso- prussiani di Federico li, che accampò per
a
nia e la giurisprudenza, creò nuove cat- pretesto i disegni ostili di M. Teresa, e
tedre nelle università, fondò un collegio nuovamente oltre Lipsia occupò Dresda,
di educazione per la nobiltà; per la sua il re essendo passato in Varsavia. La Sas-
protezione fiorirono le lettere, eDresda sonia restò in pienissima, rigorosa e pre-
ricevè da lui sontuosi edifizi; ebbe dalle potente balìa di Prussia sino alla pace di
diverse sue amanti un gran numero di fi- Hubertsburgo del 1 763, che die fine alla
gli naturali; il più celebre de'quali fu il famosa guerra de'7 anni. AugustoIU rien-
conte Maurizio maresciallo di Francia, e trò nell'elettorato, e nell'istesso annoino-
uno de' più illustri guerrieri del passalo li in Dresda, lasciando successore uell'e-
secolo, nato inDresda dalla contessa Au« lettoratoFedericoCristianosuofiglio,per-
rara di Koenigsmarck. Combattè glorio- chè in Polonia fu eletto Stanislao Ponia-
samente per Francia, e rese fulgido il re- towski pel favore di Russia onde allon-
gno di Luigi XV, la cui moglie alla sua tanarvi i principi sassoni divenuti alleati
morte disse: ch'era ben trista cosa di non di Francia. Altri figli furono Francesco
SAS SAS 277
Saverio Augusto, poi amministratore del- finanze. Dotò l'accademia del disegno di
l'elettorato nella minorità di FedericoAu* Dresda, unendovi quella delle belle arti
gusto III suo nipote che perde presto due di Lipsia, e fondò di versi utili stabilimen-
figli, avendo mari tato 5 figlie cioè inFran- ti; laonde l'ordine e la prosperila in Sas-
cia la primogenita al duca di Esclignac, sonia si videro rinascere fino dal governo
che fu l'ultima a morire; in Napoli al duca saggio del reggente. Nel 1772 la madre
Riario- Sforza, ed inRoma al principe Al- M. a Valburga di Baviera, figlia dell'im-
tieri, ed ai marchesi Massimo e Patrizi peratore Carlo VII, si recò in Roma, ac-
(le notizie de'quali sono nel vol.L, p.2g5, colta con distinzioni e regalata da Cle-
3o8, 3 j 7);Alberto Casimiro duca di Sas- mente XIV, nel modo che notai nel voi.
a
sonia-Teschen, che sposò M. Cristina di L1X, p. 4 2 Nel 1777 morendo
- l'eletto-

Austria, colla quale recandosi in Pioma, re di Baviera Massimiliano senza prole


donòPio VI all'arciduchessa la Rosa d'o- maschile, l'elettore di Sassonia collo sco-
ro {V.) benedelta,e quanto altro descris- po di sostenere i diritti materni a tal suc-
si a quell'articolo; Clemente Wenceslao cessione, si collegò con Federico li re di
vescovo di Frisinga e di Piatisbona, elet- Prussia contro l'Austria; la guerra ebbe
a
tore di Treveri e vescovo d'Augusta; M. corta durata e finì nel 1779 col trattato
A madia che sposò Carlo III re di Spagna, di Teschen, ottenendo l'elettore un com-
M. a Gioseffa che fu madre di Luigi XVI, penso di 6 milioni di fiorini dall'eletto-
Luigi XVIII e Carlo X re di Francia; re palatino che lodivennediBaviera. Fe-
per non dire d'altra prole. Augusto III derico Augusto 111 rimase in seguito at-
spese mollo in magnificenze, in musica, in taccato al'sistema politico della Prussia,
porcellanee principalmente in quadri. Nel ed avversò l'Austria quando tentò d'in-
suo palazzo fondò una magnifica galleria, corporare la Baviera tra' suoi stati. Nel
ma essendo il luogo stretto e oscuro, nel 1791 dopo la i.
3
spartizione della Polo-
i85o camere sassoni votarono 420,000
le nia tra l'Austria, Russia e Prussia,! po-
scudi pel compimento del bell'edifizio o lacchi mandarono a Dresda il principe
museo in cui nel 1 853 sarebbe trasferita Czartorisky per offrire la corona di Polo-
la preziosa collezione di 200 dipinti, fra nia all'elettore o a sua figlia, ma il prin-
cuicontansi molli capolavori di Raffaele, cipe circospettissimonon die gran pregio
come la Madonna di Dresda, diGiorgione a un trono vacillanle,minacciato da Rus-
del Correggio, di Tiziano, di Paolo Ve- sia, e sorvegliato da Austria ePrussia. Nel-
ronese, di Wan-Dick,ec. ec.L'elettore Fe- l' istesso anno l'imperatore Leopoldo li

derico Cristiano trovò un debito enorme, e il re Federico-Guglielmo li convenne-


conseguenza principale delle guerre e de- ro in Sassonia a'27 agosto nel castello di
vastazioni prussiane, e delle prodigalità Pilnitz,per determinare le misure onde ar-
di Augusto III, ma
appena visse dal 5 ot- restare i progressi della rivoluzione fran-
tobre al 17 dicembre 1763. Gli successe cese. L'elettore fu semplicemente ospite
il primogenito Federico Augusto III che de'sovrani austriaco e prussiano, ricusan-
governò nella sua minorità sotto la lode- do poi di concorrere all'alleanza offensi-
vole reggenza del suddetto zio principe va da essi conclusa soltanto quando nel
:

Francesco Saverio fino al 1768 in cui di- 1 793 la dieta Germanica dichiarò in Ra-
venne maggiore. Prima cura di questo tisbona guerra aFrancia, l'elettore in qua-
principe fu quella di far rifiorire il com- lità di membro dell'impero fornì il con-
mercio e l'industria, e di perfezionare la tingente che agì in molti combattimen-
legislazione, abolendo la tortura; esausto ti, come a Wetzlar nel 1 796 in cui il ce-
il tesoro, curò l'ammortizzazione del de- lebre arciduca Carlo d'Austria restò vit-
bito pubblico, ed il riordinamento delle torioso. Ma ben presto le truppe repub-
278 SAS SAS
blicane francesi, capitanate da Jourdan e tolo di re assunto dall'elettore di Sasso-
Moreau, fecero conoscere a'principi ale- nia, osservò che questo principe di reli-

manni essere prudente seguire l'esempio gione cattolica, e sovrano d'un popolo in
di Prussia,e lasciar l'Austria sola alle pre- cui era dominante il luteranismo, conven-
se co'francesi. Ili 3 agosto 1796 tutto il ne con Napoleone I: » Le leggi le quali
circolo dell'alta-Sassonia concluse infat- determinavano i reciproci diritti de' di-
ti colla Francia un armistizio e un trat- versi culti stabiliti in Germania essere sta-
tato di neutralità, in forza del quale l'e- te abolite pel fatto stesso della dissoluzio-

lettorerichiamò le sue truppe per occu- ne dell'antico Corpo Germanico; non es-
par la convenuta linea di demarcazione. sere d'altronde le medesime conformi ai
Restò fedele al sistema prussiano che in principii sopra de'quali la Confederazio-
unione a Francia e de'principi del nord ne era Quindi 1' esercizio
stata formata.
d'Alemagna, intendeva a indebolir l'in- il regno di Sas-
del culto cattolico in tutto
fluenza d'Austria sull'impero. Dipoi nella sonia sarebbe pienamente eguagliato a
divisione e spoglio degli stati ecclesiastici quello del culto luterano, ed sudditi del-
i

tedeschi, la Sassonia nulla ottenne e con- le due religioni avrebbero goduto senza
servò la sua antica circoscrizione. L'elet- restrizione degli stessi diritti civili e po-
torato avanti la rivoluzione francese ab- litici, facendone l'imperatore de'francesi
bracciava il ducato o circolo elettorale di una condizione particolare di questo og-
Sassonia, il margraviato di Misnia, parte getto". duchi de'rami collaterali di Sas-
1

del Voigtland, della Turingia, della Lu- sonia accedettero anch'essi alla Confede-
sazia e della contea diHenneberg. Ma do- razione Renana a' 1 5 dicembre 1 806. Na-
po lo scioglimento dell'impero Germani- poleone I quando volle effettuare l'inva-
co e del collegio elettorale, e dopo la scon- sione della Russia, vagheggiando 1' uni-
fitta de' prussiani avvenuta a Jena a'23 versale monarchia, partito da Parigi a'9
ottobre 1 806, Federico Augusto III segnò marzoi8i2, fissò alcuni giorni la sua cor-
pace separata con Napoleone I re de'fran- lea Dresda, dove l'imperatore Francesco
cesi, ed avendo acceduto alla Confedera- I suo suocero, il re di Prussia Federico
zione Renana, di cui Napoleone I si di- Guglielmo III, e tutti sovrani d'Alema-
i

chiarò protettore, fu innalzato alla digni- gna vennero ad inchinarsi avanti alla sua
tà reale, e la Sassonia in regno agli 1 1 di- potenza e alia sua fortuna, ed egli li ten-
cembre 1806, prendendo a'20 l'elettore ne alla gran mensa; ma la campagna di
il titolo di re e il nome di Federico Au- Russia gli riuscì disastrosa e rovinò. Il re
gusto I, che Napoleone I riconobbe nel grato a tanti vantaggi ottenuti, rimase in-
1807 nel trattato di Tilsit,in uno a'rcgni violabilmente attaccato ai destini del con-
di Westfalia, Baviera e Wurtemberg,per quistatore, e godè del regno e granducato
tenere infreno l'Austria, aumentandogli con tutta sicurezza fino al 181 3, in cui
notabilmente suoi i stati. Imperocché con videsi spogliato de'suoi stati dalla coali-
detto trattato fu distaccato dalla Prussia zione deli. marzo contro Francia, e fu
il granducato Posen o Polonia Prus-
di costretto a fuggire dalla capitale del suo
siana, si congiunse il medesimo con talu- regno. Ma Napoleone I nel maggio aprì
ni brani della Galizia ceduti dall'Austria, la campagna diSassonia che divenne il tea-
e se ne formò il granducato di Varsavia tro della guerra, colla brillante vittoria di
poscia aumentato come dissi a Polonia, Lutzen, e io giorni dopo l'imperatore ri-
nel 1 809 coi territori! ceduti dall'Austria, condusse in trionfo il re di Sassonia nella
investendone Napoleone 1 il re di Sasso- sua metropoli, riportando quindi la vit-
nia con titolo di duca. L'annalista Cop- toria di Bautzen. Nuovamente i coalizza-
pi parlando all'auno 1806 n.°4° del ti- ti guerreggiando Napoleone I, egli battè
SA S S AS 279
e disfece a Dresda i nemici, ma per le per- to protestante, da lungo tempo nutriva
dite de'suoi luogotenenti dovendo ritirar- contro le truppe regie e contro la corte
si, e per non rovinare il re lo consigliò cattolica. 11 re Antonio ritiratosi a Pil-
ad entrare nella nuova alleanza della con- nitz, pubblicò a'i3 settembre un editto,

federazione del Reno contro di lui, ser- in virtù del quale si associò in qualità di
bandosi a tempi migliori. 11 re fedelissi- correggente, suo nipote Federico Augu-
mo a Napoleone I di malincuore l'ubbi- sto duca di Sassonia, giovine principe caro
dì, ed a Lipsia nel bel mezzo dell'azione alla popolazione, ed in favor del quale suo
campaIe,congiunselesue truppe con quel- padreMassimiliano erede della corona co-
le delle potenze, colle quali unitamente me fratello del re, abdicò allora suoi di-
i

combattendo decisero clella vittoria rima- ritti al trono : queste disposizioni furono
sta lungo tempo indecisa, e Napoleone I accolte con entusiasmo,nullameno per
restò vinto per sempre, ed il re potè sal- qualche tempo ancora continuò a domi-
tare maggior parte del regno conser-
la nare nel regno una grande fermentazio-
vatogli nel congresso di Vienna.Dopo 20 ne, ed in parecchi punti insorsero som-
mesi il re rientrò ne' suoi domimi dopo mosse che furono prontamente represse,
aver dovuto cedere nel 8 5 alla Prussia 1 1 lire Antonio morì a'6 giugno i836,e gli
la suddescrilta provincia prussiana di Sas- successe l'encomiato nipote re regnante
sonia con 85o,ooo abitanti oltre il gran Federico Augusto li. 11 suo padre duca

ducato di Varsavia, cbe divenne base del- Massimiliano cessò di vivere a'3 gennaio
l'attuale reguo di Polonia devoluto alla 1 838, lasciando numerosa prole, nata dal-
a a
Russia. I sassoni in vista della loro con- la i. moglie Carolina M. figlia di Fer-
dotta alla battaglia di Lipsia, speravano dinando duca di Parma, fra la quale l'al-
mantenere l'integrità dell'antico territo- tro figlio Giovanni Nepomuceno è l'erede
e
rio, ed avendo inutilmente protesta-
il re presuntivo della corona. Neh 825 in 2.
a
to sul notabile smembramento, dovè poi nozze avea sposato M. Luisa Carlotta in-
acconsentirvi. Federico Augusto I morì fante di Spagna e sorella del regnante du-
senza prole maschile a'5 maggio 1827, e ca di Parma (P-), la quale colla sua vir-
gli successe il fratello Antonio Clemente. tuosa saggezza contribuì alla rinunzia dei
Jl Papa Leone XI 1 quando era nunzio di sovrani diritti dell'illustre consorte, e ri-

Colonia, nel declinar del secolo passato siede in Roma sotto il nome di principes-
si recò in Sassonia per affari della s. Sede sa di Sassonia. Per altre notizie sulla no-
per commissione di Pio VI, e vi ritornò bilissima e vetusta stirpe di Sassonia, e
nel 1 80 1 con vantaggio de'cattolici, come della regione sassone, si ponno consulta-
rilevai nel vol.XXVM,p. 253, 254-Quin- re i "seguenti storici. Henuinges, Genealo-
di in attestatodi stima e benevolenza ver- gia aliquotjamiliarum nobilumi inSaxo-
sola religiosissima casa reale di Sassonia, nia quae vel comilibus 3 vel baronibus or-
emanò il breve Inclytae Saxoniae do- tae, Hambi i5go. Cala, Istoria de' svevi
mus 3 degli 11 dicembre 1827, Bull, de nelconquislo del regno diNapoli^\\ 1660.
propaganda fide, Appendix t. 2, p. 377, Palatio, Aquila Saxonica sub qua Ini- ì

col quale ampliò e confermò in perpetuo, peratores Saxones ab Henr. Aucupe, u-


i privilegi concessi da Benedetto XIV e squeaà Henr. Sanctum elogiis, hierogly-
da Pio VII, al re, alla regina, ed a tutta phicis eie. ad vivum exhibenlur insculpti,
la reale casa cattolica di Sassonia. Que- Venetiisi673. Jo. Georgius Eccardo,//*-
sto regno godè quiete sino al settembre storia genealogica principimi Saxoniae
i83o, quaudo scoppiò a Dresda un'in- superioris, Lipsiaei 722. Deorigine Ger-
surrezione, provocata dall'animosità che manoruni, eorumque coloniis y et migra-
un popoloquasi tutto intierodivoto al cul- tionibitSf ec. Studia C. L. Schedii} Goet-
280 SAS SAS
tingae 1 75o.Umpecando,iStonVz dellaSas- senach. Comprcndeil granducato 33 cit-

sonia e della Germania, Milano 1826. tà, io borghi, 697 -villaggi. Ha l'agricol-
Storia della Riforma d' Alemanna dal tura da lottare in questo granducato, con-
i5i 7 al 845, di G. A. Boost, Ausbur-
1 tro le difficoltà che offre la natura del suo-
goi846. Storia de riformatori luterani, lo , e lotta con vantaggio: il circolo più
Martin Lutero,Filippo Melantone, Mat- produttivoè quello di Weimar, massime
tia Flaccio Illirico, Giorgio Maior e An- di grano, e più ancora il baliaggio di A II-
drea Osiandro, diGaspare Ulemberg an- stedt. Il lino e il colza abbondano gene-
ticamente parroco di s. Colomba in Co- ralmente; numerosi sonoi frutti hanno :

lonia, Magonza 846. Storia e 1 antichità riputazionepomi di Borsdorf, e le cerase


i

della Chiesa Anglo- Sassone, contenente d'Ostheim,come anche le prugne. Il le-


un racconto della sua origine, governo gname è una delle primarie ricchezze del
dottrine, culto, rendite, e istituzioni cle- paese. Le bestie cornute presentano mol-
ricali e monastiche di GiovanniLingard, ta importanza; vie una bella mandria di
Londra 844* ^ ra passo a
1 riportare cen-
i cavalli, e le pecore sono la parte più in-
ni sugli stati e sulla genealogia de'4 super- teressante del regno animale della regio-
stiti rami della linea Ernestina di Sas- ne, somministrando lana finissima detta
sonia regnante. elettorale. I porcisono numerosi, così la
Granducato e granduchi di Sassonia- selvaggina, ed il pesce. Il migliore ramo
Weimar -Eisenach. d' industria consisteva nella escavazione
Granducato del centro di Germania, delle miniere, e purificazione de'metalli.
composto di 3 parti staccate, ciascuna ac- Altre volte scavavansi argento e rame; an-
compagnata da alcuni getti. Si compren- cora si estraggono ferro e manganese;han-
dono in questo stato i principati di Wei- novi una salina, e una miniera di carbon
mar, e d'Eisenach,' parte della contea di fossile, non che legno bituminoso. Molto
Henneberg, e de* territori di Fulda, e di più importanti sono la terra da vasaio e le

Erfurt, quasi tutto l'antico circolo sasso- cave di pietra; la terra da follone, la tor-
ne di Neustadt , le signorie prussiane di ba, l'alabastro. Vi sono fabbriche di cal-

Blahkenbain,edel bassoK.ranichfeld,i ba- ze, panni, tele, birra, stoviglie, potassa, e


liaggi assiani di Vach e Frauense'e. Gli un gran numero di distillerie. Nel prin-
stati prussiani, i ducali diCoburgo-Gotha, cipato d'Eisenach l'industria è più ope-
con altri piccoli potentati germanici circo- rosa, riuscendo considerabile il commer-
scrivono la contrada. Il paese è assai mon- cio di transito, essendo buone le strade.
tuoso, e l'ingombrano in parte foltissimi La popolazione ascende a circa 260,000,
boschi. Le valli e le pianure però sono fre- de'qualicirca83,ooo spettano al principa-
quenti e feconde, massime quelle di Wer- to d'Eisenach. Quelli del culto riformato
ra, Saale, e llm, contribuendo alla ferti- ascendono a 7000, icattoliciai 1,000, gli
lità loro i fiumi Saale, llm, JNeiss, ed Or- ebrei ai5oo,gli altri sono protestanti os-
ba. Havvi un gran numero di stagni, ma siano luterani, cui appartiene il granduca.
ninno di qualche conto. Il clima è rigido Gli abitanti sono laboriosi, semplici, e di
e freddo la valle della Saala gode favo-
: spirito vivace e sciolto; parlano il dialetto
revole temperatura; l'aria è sana dapper- turingio dell' alto tedesco, con una pro-
tutto. Rinomate sono le sorgenti minera- nuncia delle più pregiate di Germania.
li di Berka e di Bufala. Quasi tutte le al- Diffusissima è l'istruzione e bene ammini-
ture sono rivestite di belle selve. La su- strata : oltre la celebre granducale uni-
perfìcie di tutto il granducato è di 184 versità di Jena, di cui è rettore il gran-

leghe quadrate, delle quali 127 pel prin- duca, si trovano due ginnasi, 69 scuole
cipato di Weimar, e 5f per quello d'Ei* borghegiane, 545 di campagna, e 2 nor-
SAS SAS aSr
mali; L'islituto geografico di Weimar è mostrarono predilezione alle scienze e al-

rinomato, la cui citta dotta e letteraria me* le arti belle. Weimar città capitale del

rito il nome d' Atene dell' Alemanna, e fu granducato giace in bella valle circonda-
il soggiorno abituale degli illustri poeti ta da colline, sull'llm che vi si varca so-
Schiller, Wieland, Herder, Gòthe, Mu- pra 2 ponti. E' residenza del granduca,
saeus, Falk, Rotzebue che vi nacque, ec. dell'alto concistoro del principato, della
Il governo è costituzionale, e rappresen- soprintendenza generale, e del tribunale
tativo il granduca concentra in se il po-
: criminale. Si distinguono il castello abi-
tere esecutivo, e viene assistito dal mini- tato dal sovrano, di stile semplice e ele-
stero, mentre consulta per la legislazione gante, con bel parco; la casa de' princi-
i suoi stati. Il granduca capo del ramo pi o palazzo ducale di Belvedere, la bi-
Ertieslino dì Sassonia, fa parte della Con- blioteca con 1 1 0,000 volumi, diversi sta-
federazione Germanica; ha egli un voto bilimenti, un ospedale magnifico, il gin-
nelle assemblee generali della dieta,si uni- nasio. Vi sono due chiese, la primaria del-
sce ai duchi di Sassonia Coburgo Gotha, le quali contiene le tombe de'granduchi :

Sassonia- Meiningen, e Sassonia-Alien- i cattolici hanno il luogo pel loro culto,


burg pei* mandare un voto alle assemblee e gli ebrei la scuola. Il teatro primeggia
particolari, ed occupa con essi ili 2. "gra- fra quei di Germania. Weimar è il cen-
do in detta Confederazione. La forza ar- tro della letteratura, venendo riguardata
mata consiste in circa 2164 uomini, e il uu focolare scientifico; si distingue anco-
contingenteperlaConfederazione in^o 1 o. ra pel suo tipografico lusso, essendo ira-
Si divide l'amministrazione del grandu- portante il traffico de'libri. Eisenach ca-

cato ne' due principati di Weimar, e di poluogo e già capitale del principato del
Eisenach; vi sono due soprintendenze e- suo nome, è sopra un'altura presso la ri-
vangeliche, ed un decanato cattolico. Je- va sinistra delNeiss, che quivi riceve l'in-

na ha una corte superiore d'appello, al- fluente Hoersel. E' la sede del governo
la quale ricorrono tutti i ducati di Sas- e delleautorità superiori del circolo. Cin-
sonia, ed i principati di Reuss. Weimar ta di mura è ben fabbricata, con bellis-
è la capitale dello stato. I duchi di Sasso- sima piazza del mercato. Vi è il castello
nia Weimar sono capi del ramo Ernesti- ducale, molto ingrandito dal duca Gio.
7100 Ducale di Sassonia^ che incominciò Ernesto, e già residenza de'duchi di Sas-
allametà del secolo XVI. Col trattato 1 sonia-Eisenach, sino a Guglielmo Enri-
dicembre 1806, 5 rami (ora sono 4) del
i co ultimo duca di questo ramo morto nel
ramo Ernestino entrarono a far parte del* 1 74 1
, epoca in cui il ducato passò ai du-
la Confederazione Renana sotto la pre- chi di Sassonia- Weimar. Si vedono Schie-
sidenza del re di Sassonia, di cui era no al- se, la zecca, due ospedali, diversi stabili-
leati, e l'abbandonarono nel 1 8 1 3. 1 du- menti, il ginnasio con famosa biblioteca,
chi di Sassonia- Weimar pel congresso di la scuola del disegno. Ne'dintorni si vede
Vienna, nel 1 8 1 5 acquistarono il titolo di il rovinato castello di Wartburg che nel
grand uchi, ed un aumento considerevole i52i servì di rifugio a Lutero, che altri
di territorio. Nel settembre 83o, la tran- 1 chiamarono il suo Patmos in vece di Co-
quillità pubblica, come nel regno di Sas- burgo. Quest'antichissima città rovinata
sonia, fu turbata un momento da alcune dagli unni, fu rifabbricata nel 1060; da
sommosse popolari, ma presto si ristabilì Luigi il Salvatore , conte di Turingia e
la quiete. Una folla di letterati e scienzia- Assia , dopo aver edificato il castello di
ti distinti, nel regnante granduca trova- Wartburg. Jena o Iena capoluogo del ba-
rono sempre ospitalità e protezione, come liaggio nel circolo di Weimar, è posta iu
ue'&uoi predecessori, i quali in ogni tempo deliziosa valle,sulla riva sinistra delia Saa-
vol. >xi. '9
282 SAS SAS
Je che si attraversa su bel ponte di pie- di Gustavo II Adolfo nella famosa guerra
tra, cinta di muro fiancheggiato di toni. di Germania contro l'impero e i cattolici,
Rinchiude il castello ducale, con bibliote- ove si distinse con gran valore e perizia,
ca, museo, gabinetti di mineralogia e sto- ed ebbe in ducato vescovati di Bainber-
i

ria naturale. Vi sono 3 chiese luterane, ga e Wurlzburgo. Poscia ebbe il coman-


una cattolica, ospedali e altri stabilimen- do supremo delle truppe svedesi e prote-
ti, fra i quali eminentemente si distingue stanti di Germania, e combattè in unione
l'università fondata nel 1 558 dall'elettore col cardinal Luigi Nogaret la Vallette co-
Gio. Federico, e che nel 1826 contava 5 mandante de'francesi, vincendola famosa
professori, con osservatorio, deposito di battaglia di Rhinfeld, e morì nel 1 639 di
archi vi, ricca biblioteca, collezione d'istru- 36 anni. La sua perdita fu somma pel par-
menti di matematica e fìsica, una di mo- tito protestante, e pe'suoi alleati : dopo
delli, ospedale anatomico, scuola d'oste- Gustavo II Adolfo che avea preso pere-
tricia, 2 istituti di clinica, ed un bel giar- semplare, fu il generale più attivo, più
dino botanico. Vi sono una società di mi- abile, e più valoroso di sua epoca; fu il

neralogia, altra latina, altra di storia na- padre de'suoi soldati, si mostrò pio, e fu
turale; scuole di veterinaria, di disegno, l'eroe che meglio secondò i vasti progetti
di equitazionee altre. E patria di celebri del cardinalRichelieu, che preparò losvol-
uomini, come del medico Gontiero Schel- gimento di quelli di Luigi XIV. Al duca
hammer. I dintorni di Jena sono celebri Guglielmo suofratello,successe il figlio di
pel dirutoe vecchio castello di Kirchberg, questo Giovanni Ernesto II nel 1662, che
e per la segnalata vittoria che i francesi ramo d'Ai ten-
ereditò porzione de'beni del
sotto il comando di Napoleone I, ripor- burgo.Neli683 il figlio Gu-
gli successe
tarono sui prussiani a' 1 4 ottobre 1806. 1 glielmo Ernesto, ed a questo neh 728 Er-
genealogisti incominciano la serie del ra- nestoAugusto figlio di suo fratello Gio.Er-
mo maggiore Emestino de'duchi di Sas- nesto,che istituì il suddetto ordine del Fai-
sonia-Weimar, da Giovanni Guglielmo cone, e nel 1 741 riunì a'suoi stati il princi-
figlio di Gio. Federico I il Magnanimo pato d'Eisenach. Ernesto Augusto
Il figlio

deposto dall'elettoratoche passò nel ramo Costantino diventòduca neh 748,al qua-
Albertino nel 1 548;dopo esser stato al sol- le nel 758-successe il figlio Carlo Augu-
1

do militare d'Enrico II re di Francia, mo- sto generale di cavalleria al servigio di


rì nel i573 e lasciò i figli Federico Gu- Prussia, che nel 1806 entrò a far parte
glielmo I autore del ramo de'duchi di Sas- della Confederazione Renana, indi a'4 a-
sonia- Alteuburgo, il quale proseguì per prile ovvero a'9 giugno 8 5 peli .° prese 1 1

3 gradi e si estinse in Federico Gugliel- il titolo di granduca di Sassonia- Weimar,

mo III nel 167 2; e Giovanni duca di Wei- e siccome anziano della linea Erneslina
mar, ch'ebbe neli6o5a successore il fi- di Sassonia, ebbe il godimento del sena-
glio Gio. Ernesto I il Pio, e Guglielmo toriato d'Oldisleben: cultore delle scienze
che successe al fratello neh 626: tra gli e mecenate de'dolli, Weimar per lui di-
altri figli, Ernesto fu stipite de' duchi di venne la sede delle Muse, la novella Ale-
Sassonia-Gotha, e Bernardo uno de'più ne t la novella Ferrara non vi fu forse ,

il quale
grandi guerrieri del suo tempo; corte come la sua, in cui le lettere rice-

dopo aver operato meraviglie in diversi vessero splendido accoglimento, fino dalla
combattimenti passò al servigio d'Olanda reggenza della madre Anna Amalia di
contro gli spagnuoli,indi a quello di Cri- Brunswick-Wolfenbuttel che governò si-
stiano IV re di Danimarca per sostenere no al 17 75. Carlo A ugusto sposò suo figlio
l'unione evangelica contro l'imperatore. Carlo Federico regnante granduca, alla
Bernardo passò poi sotto le insegue svedesi granduchessa Maria Paulowna sorella
SAS SAS 283
dell'imperatore Nicolò I,e morì nel 1828: federazione Germanica, e si unisce al gran
è granduca ereditario, il loro figlio Carlo duca di Sassonia Weimar, ed ai duchi di

Alessandro. Sassonia Meiningen, e di Sassonia Altem-


e duchi di Sassonia
Ducato burg, per un voto nelle assemblee par-
Coburgo- Gotha. ticolari;occupa egli con questi principi,
Ducato diGermania, la cui parte prin- il 1 grado nella Confederazione,al cui
2.

cipale, situata nel centro della Confede- esercito somministrai 366 uomini. I du-
razione, comprende principali di Cobur- i chi di Sassonia Coburgo dopo fatta parte
go e di Gotha; l'altra parte formante il della Confederazione Renana presero una
principato di Lichtenberg, sta all' ovest parte attiva all'affrancamento della Ger-
della Germania. II suolo Coburghese è in mania, verso il fine della dominazione di
gran parte montuoso, ma in diversi luo- Napoleone I,e ne furono guiderdonati nel
ghi fi sono fertili e spaziose valli. Il du- 18 16 colla signoria di Baumholder che
cato di Gotha occupa una vasta e fertile presentemente si chiama di Lichtenberg
pianura, che fiumi Leine e Neiss vanno
i da un vecchio castello del cantone. Per
irrigando. 11 territorio di Lichtenberg è effetto della morte di Federico IV duca di
montuoso, e vi sono molte foreste, fra le SassoniaGotha,nel 1 825 possedimenti di
i

quali si distinguono quelle di Schwandel questi principi s'accrebbero cousiderevol •

e di Spimont. Produce gran quantità di mente: stante una convenzione del 1826
grano, spelta, pomi di terra, lino, caro- co'duchi diSassonia-Meiuingen e diSasso-
te rinomate, e buon vino il Lichtenberg, nia-Hildburghausen,conservaronoil prin-
oltre altri prodotti. bestiame grosso è Il cipato di Coburgo, tranne il baliaggio di
una dellesue ricchezze importanti, abbon- Themar,e quello diLichtenberg,e ricevet-
dano le pecore, i porci e le oche. Le pro- tero il principatodi Gotha tranne baliag- i

duzioni minerali consistono in carbon fos- gi di Rranichfeld e Chamburg che passa -

sile, magnesia, ferro e pietre da macina rono alla Sassonia-Meiningen, avendo a


di porfido.L'industria è soprattutto atti- quest'ultima ceduto il principatodi Saal-
va nel principato di Gotha, e special men- ield e il baliaggio diThemar;al duca diSas-
te nella parte montagnosa : vi sono diver- sonia-Hildburghausen toccò quasi tutto
se fabbriche di telerie, panni, carta, tabac- ilprincipatodi Àltemburg. Coburgociltà
co, oggetti di ferro, porcellana, stoviglie, capitale del ducato occupa un'ameua val-
istrumenti di musica ec, e vi hanno mol- le dal fiume Itzsch irrigata. Neil' antico
te seghe. La popolazione del ducato di cui castello regolarmente costruito, fa il prin-
è capitale Coburgo è di circa 56,ooo abi- 1 cipe l'ordinaria residenza. Ha una bella
tanti,de'quali 38,ooo ne ha il principato di chiesa, la biblioteca di 25,ooo volumi, il

Coburgo, 88,000 il principato di Gotha, teatro, l'arsenale, il palazzo pubblico, il

3o,ooo l'altro di Lichtenberg. Essi pro- liceo, l'accademia, il gabinetto di storia


fessano il luteranismo, tranne 12,000 cat- naturale e di fisica, l'osservatorio, due o-
tolici, 3,ooo riformati, e 1200 ebrei. L'i- spedali, fonderia di cannoni. I protestanti
struzione vi è invigilata con attenzione e chiamarono il castello WPalmos diLutcro,
buon successo souo 4 ginnasi e scuole
: vi perla lunga dimora che vi fece quell'ere-
latine, un ginnasio accademico, 5 scuole siarca. Vi si fanno bei lavori con legno im-
normali, 3j borghigiane, e 38 1 di cam- pietrito. Il fino marmo delle vaste cave
pagna. Gotha è la città principale pegli de'suoi dintorni, è molto in pregio. Go-
istituti scientifichi e letterari. Ilgoverno tha capitale del ducato che comprende
èmonarchico costituzionale;il duca mem- quasi tutta la Turingia meridionale, è cit-
bro del ramo Ernestino di Sassonia, ha tà che fa vaga mostra sul pendio d'una
un voto nelle assemblee generali dellaCon- collina, a pie della quale scorre il Leine;
a84 SAS SAS
è una delle piti belle di Sassonia. Vi so- cui fratello principe Alberto è sposo della
no belle fontane, e la domina e difende il regina d'Inghilterra Vittoria che regna.
castello di Friederìslein incominciato nel Siccome il duca che regna non ha figli, il

i643 dal duca Ernesto il Pio, ove stava successore eventuale nel ducato è il prin-
Gì immestein. Ha una biblio-
la fortezza di cipe Alfredo, secondogenito del principe
teca di i5o,ooo volumi e più di 2000 Alberto e della regina Vittoria, essendo
wss., oltre altra biblioteca numismatica i) principe Alberto l'erede presuntivo dei

di 6,000 volumi, il celebre ginnasio, il ducali di Coburgo e Gotha. Ora si sta


rinomato osservatorio, il vasto gabinetto discutendo nella dieta, il consenso degli
di storia naturale, e di numismatica ric- agnati alla legge fondamentale pe' me-
co di 6000 rare e preziose medaglie, un desimi ducati , onde regolare i rappor-
museo di quadri e di antichità, l'arsena- ti delle parti. I cugini del duca Ernesto
le. Ha 7 chiese luterane, la cappella cat- II Augusto, si congiunsero in matrimo-
tolica di s. Margherita che contiene i se- nio: il principe Ferdinando con la regina
polcri de'duchi di Sassonia-Gotha, ed è di Portogallo Maria II da Gloria che re-
ragguardevole. E' patria de'celebri me- gna; il principe Augusto con Maria Cle-
dici Gasparo Hofìmann, e Tommaso Rey- mentina d'Orleans, figlia di Luigi Filip-
nesius, non che del poeta Gotter. Si at- po re de'francesi; la cugina Vittoria spo-
tribuisce la fondazione della città a Gu- sò il duca di Nemours Luigi d'Orleans al -
glielmo arci vescovo di Magonza nel 964. tra figlio di Luigi Filippo;finalmente Leo-
In Gotha si pubblica il rinomatissimo e poldo è re del Belgio regnante, ma la sua
interessatile A IrnanachdeGolha^tìno dal dinastia è cattolica,come pur notai a Pae-
1763. governo del ducato è rappre-
Il si Bassi, riparlando del Belgio. Tranne
sentativo, ed il sovrano gode il potere e- erano figli del duca Fer-
questi, gli altri
secutivo: ogni 4 anni si tiene una dieta dinando Giorgio fratello d'Ernesto I, ge-
composta de'deputati eletti fra'possidenti, neral madore di cavalleria al servizio
e i cittadini. 11 culto luterano vi domina d'Austria, che sposando M." Antonietta
esclusivamente. Oltre la rappresentanza pri nei pessadiRohary ottenne questo prin-
ordinaria nelle diete, comune a tutto il cipato nell'Ungheria e morì da ultimo.
ramo Ernestino, il duca emette ili3.mo Dal suddetto duca Francesco Giosia, nac-
voto nelle assemblee generali. Nel suo ter- que il celebre Federico Giosia feld-ma-
ritorio trovasi la famigerata foresta di Tu- resciallo al servizio dell'Austria. Militò la
a
ringia. capoluogo del principato di Li-
11 i. volta con distinzione nella guerra dei
chtenberg è la città di s. Wendel già del- 7 anni; combattè poi coi turchi in Va-
l'elettorato di Treveri: è ben fabbricala lachia 11611789. La guerra della rivolu-
in riva al fiume Blies. Il ramo di Sasso- zione di Francia non tardò a porgergli
nia- Coburgo-Saalftld Io formò nel 67 5, 1 occasione di fare un' assai più luminosa
o almeno genealogisti l'incominciarono
i figura nel Belgio, ove a Nenvinde vinse
con Giovanni Ernesto 7. figlio di Erne- la battaglia deh 793;
nuo- indi sconfisse
sto di Sassonia- Gotha; nel 1729 gli suc- vamente repubblicani francesi aFamars,
i

cesse il figlio Cristiano Ernesto, ed a que- conquistando vari luoghi morì nel 8 5. : 1 1

sto neh 745 il fratello Francesco Giosia. Il ramo di Sassonia- Gotha lo formò il

11 figlio Ernesto Federico divenne duca duca Ernesto I il Pio 7. figlio di Gio-
nel 764, cui successe nel 1 800 il figlio Fe-
1 vanni IV duca di Sassonia Weimar e in-
derico Francesco A ntouio,dopo del quale cominciò a regnare nel 6o5 con lode di 1

nel 1806 diventò duca il figlio Ernesto I pietà, saggezza, dotto, economo e poli-
Antonio Carlo Luigi,ed a questo neh 844 tico profondo. Fece le guerre d'Alema-
il regnante figlio Ernesto li Augusto, il gua sotto Gustavo II Adolfo re di Svezia,
SAS SAS a85
e meritò pel valore gli elogi e la stima di le, e della Werra. Oltre prodotti vege-
i

quel grati capitano. Favorì le scienze e le tali, vi è molto legname. Ricchissimo è il

arti, fondò scuole per l'istruzione anche paese di bestie cornute e pecore; vi si al-
religiosa de'poveri : adorato dai sudditi, levano de'buoni cavalli. Comuni la sel-
fu venerato nella Sassonia; dai suoi figli vaggina ed il pesce; nella Steinach si pe-
derivarono diversi ceppi e rami di prin- scano talvolta delle perle. Havvi minie-
cipe sassoni, come di Sassonia-Meiningen, re d'oro, d'argento e di piombo, ma non
e di Sassonia- Hildburghausen : Alberto assai importanti perchè poco lavorate; le
nato nel 1642, fu duca di Sassonia-Co- miniere di ferro sono numerose e ricche;
burgo. Ad Ernesto I nel 1675 successe inoltre si scava alquanto rame. Vi sono
il figlio Federico I, che istituì il suddetto duesaline interessanti; possiede zolfo, co-
ordine equestre òe\Y Integrità Germani- balto, carbon fossile, pietre da lavoro, ar-
ca, ed a lui nel 169 1 il figlio Federico II, desia, marmo, pietre da fucile, allume, ec.
il cui fratello Gio. Guglielmo militò in Ha fabbriche di mattoni coloriti, di birra

Olanda, e al servizio dell'Austria sotto il in gran numero, di distillerie, di seghe e


principe Eugenio, che ne fece grandis- altre : Sonneberg soprattutto è la sede di
simo conto. Nel 1732 a Federico II SUO- un' industria fìorentissima. Il ducato di
cesseil figlio Federico III, duca di Go- Meiningen si componedi gran parte della
tha e di Altenburgo, ch'ebbe a successo- contea di Henneberg, e di qualche tratto
re nel 1772 il figlio Ernesto II, che seppe di quella di Coburgo si divide in Ober-
:

governare con saviezza,amò la pace, pro- land, o paese alto, e in Unterland o pae-
fessò le scienze e le matematiche, fondan- se basso; il 2.° è più considerevole, e il

do l'osservatorio diSeeberg uno de'più Werra lo attraversa. Un gran numero


belli e utili di Germania, e fu benedetto di boschi ingombra tutto il territorio. Ha
dai sudditi. Il figlio Augusto Emilio di- per capitale Meiningen, coi baliaggi di
venne duca neh8o4 e morì nel 1822 : Themar e di Ròmhikl, oltre Kranichfeld.
col fratello Federico IV nel 182 5 si estiu- Il ducato di Hildburghausen si compone
se la liuea, riunendosi il ducato di Go- del territorio di Saalfeld,e del baliaggiodi
tha a quello di Coburgo al modo detto. Camburg, occupando la parte boreale un
A Faldistorio feci menzione di quello in brano della foresta di Turingia. Nel 1826
forma di genuflessorio, donato dal prin- il ducato di Meiningen avea 70,6 io abi-

cipe Federico nel 8 6 a Pio VII, e del


1 1 tanti, quello di Hildburghausen 58, 980.
proprio ritratto dal Papa a lui regalalo, Da ultimo idueducati contavano 157,000
onde ricambiarne la singolare affezione. abitanti, compresi 1000 cattolici, 1600
11 principe amò il soggiorno di Roma, o- ebrei,8omennoniti o riformati. Vi domi-
ve nel 18 i5 gli fu dedicato il Notiziario na il luteranismo, con illimitata tolleran-
di Europa, ossia la traduzione in italia- za. In istato florido trovasi V istruzione,
no deli' Almanach de Gotha. Dipoi il avendovi 3 ginnasi, due scuole normali,
principe divenne duca Federico IV, e in una boschiva, 7Scuole borghigiane e 2 1
1

lui finì il ramo


Gotha.di scuole di campagna. Il governo è monar-
Ducalo e duchi di Sassonia Meiningen- chico costituzionale tanto nel ducato di
Hildburghausen- Saalfeld. Meiningen,che in quello di Hildburghau-
Ducato del centro di Germania gene- sen la nuova costituzione il duca la pub-
:

ralmente montagnoso, composto de' du- blicò a' 1 4 settembre 18 25. Ha il duca un
cati Meiningen e Hildburghausen. Vi so- voto alle assemblee generali della Confe-
no parecchi laghetti, e alcune sorgenti mi- derazione Germanica, e si unisce al gran-
nerali. Rigido il clima nelle parti eleva- duca di Sassonia -Weimar, ed ai duchi di
te, riesce mite nelle grandi valli della Saa- Sassonia Coburgo Gotha, e di Sassonia-
286 SAS SAS
Allenburgo, per un voto nelle assemblee nealogistiincominciano il ramo deMuchi
particolari occupa egli con detti princi-
: di Meiningen,con Bernardo I duca di Sas-
pi il i2.° grado della Confederazione. I sonia-Meiningen e poi di Coburgo, 3.° fi-
duchi di Sassonia-Meiningen, membri del glio di Ernesto il Pio duca di Sassonia-
ramo Ernestino, entrarono nel 1 806 nel- Gotha nel 1675 il figlio Er-
:gli successe
la Confederazione Renana, e ne uscirono nesto Luigi 706, ed a lui figli Er-
I nel 1 i

in ottobre 181 3. Non comprendevano i nesto Luigi I nel 1724, Carlo Federico
possedimenti loro che l'Oberland, allor- nel 1729. Lo zio di quest'ultimo Antonio
ché la morte di Federico IV duca di Sas- Ulrico nato da Bernardo I, ereditò il du-
sonia- Gotha, nel 825 loro procacciò co-
1 cato nel 1 743 : il suo figlio Augusto Fe-
me retaggio un ragguardevole incremen- derico gli successe nel 1763, quindi l'al-
to di territorio. Quindi, per una conven- tro figlio Giorgio Federico nel 782, che 1

zione che stipularono a'5 agosto 1 826 coi istituì il diritto di primogenitura. Da que-
duchi SassoniaCoburgo- Gotha,eSasso-
di sto nacque Bernal do li Enrico e gli suc-
niaHilclburghausen, acquistarono tutto il cesse nel 1 8o3, il quale ebbe il principato
paese di Hildburghausen, l'altro di Saal- di Hildbui ghausen-Saalfeld e tuttora re-
feld ed ibaliaggi di Rranichfeld,di Cam- gna : n'è principe ereditario il figlio Gior-
burgediThemar.Meiningencittàcapitale gio. La duca è la regina Ama-
sorella del
del ducato di Sassonia-Meiningen Hild- lia Adelaide, vedova di Guglielmo IV re

burghausen, capoluogo di baliaggio nel- d'Inghilterra e d'Annover.


l'Unterland, in mezzo di montagne, giace Ducato e duchi di Sassonia- Altenburg }
in riva al Werra, ed è contornata da folti già Hildburghausen.
boschi. Ha de'bastioni e fosse, e dal 1 681 Ducato del centro di Germania, che si
è la residenza de'duchi che vi possiedo- compone di due parti principali, separa-
no il vasto forte e elegante castello con- te dalla signoria diGera. La parte orien-
tenente una biblioteca di 24,000 volumi, tale è generalmente formata di belle pia-
un gabinetto di curiosità, e un deposito nure; l'altra olire montagne pochissimo
diarchivi.Lacittàèben fabbricata,sonovi elevate, come lo sono le altre de'ducati
un bell'edilìzio per l'assemblea degli stati, sassoni. Tutto il paese appartiene al ba-
chiese luterane, il ginnasio, il decoroso li- cino dell'Elba; la Pleisse è il principale
ceo, e delle fabbriche. La città di Hild- corso d'acqua della parte orientale, e la
burghausen capoluogo fino dal 1 685 del Saale quello della parte occidentale, do-
principato omonimo sulla riva destra del- ve si notano pure la Roda e l'Orla. Mite
la Werra, è cinta di mura e circondata il clima soprattutto all'est, il suolo è fe-
da due sobborghi. II castello ducale già racissimo di grano nella parte orientale,
residenza de'suoi duchi, ha un bel giar- quella dell'ovest ha bei boschi. Le pecore
dino. Vi sono due chiese luterane, una danno una lana finissima; vi si allevano
calvinista, il ginnasio, l'orfanotrofio e al- molte api. Trovatisi del ferro, magnesia,
tri stabilimenti. Saalfeld è città sull'Ai- cobalto, rame,carbon fossile, sale, gesso,

tenburghese o paese di Pleis, e trovasi in porfido e della terra da porcellana. Vi so-


amena situazione lungo il fiume Saale, no fabbriche di tele, di tessuti di lana, co-
da cui prende il nome, e due castelli la toncrie, di porcellana, salnitro e varie fu-
difendono. Ha diverse tintorie, fabbriche cine : attivissimo è il commercio di tran-
di vetriolo e di azzurro prussiano. Nel sito. La popolazione i3o,ooo
è di circa
combattimento delio ottobre 1806, che abitanti, compresi baliaggi d'Altenburg i

ebbe luogo sotto le sue mura.tra'fi ancesi e di Ronneburgo,e quelli di Kahla, Eisen-
e l'avanguardia prussiana, vi perì il prin- burgoeRoda. 1 cattolici ascendono a 20Q
cipe Luigi Ferdinando di Prussia. I gè- circa, wendi ai 1,000, il resto sonolu»
i
SAS S A S 287
lerani.La pubblica istruzione possiede un za ed un terreno ineguale sul Pleiss. Es-
ginnasio, un liceo, e diverse scuole, anche sa è la sede dell'amministrazione supe-
d'industria e manifatture. 11 governo è riore del baliaggio , e di un concistoro.
monarchico- costituzionale. II duca mem- Contiene 4 chiese, il convento nobile di
bro del ramo Erneslino di Sassonia, tie- s. Maddalena, destinato alla educazione
ne un voto nelle assemblee generali della delle povere nobili donzelle, un orfano-
Confederazione Germanica; si unisce al trofio, ed un ginnasio illustre e fornito di
granduca di Sassonia-Weimar ed ai du- un gabinetto di curiosità naturali e arti-
chi di Sassonia-Coburgo, e Sassonia- Mei- d'un ricco museo e d'una bella bi-
ficiali,

ningen per un voto nelle assemblee par- blioteca. Vi sono diverse fabbriche, ed è
occupa egli il 2.°grado nellaCon-
ticolari; 1 piazza di qualcheconsiderazione commer-
federazione, all'esercito della quale som- ciale. Il suo antico ca^telloè rinomato non
ministra un contingente di 982 uomini. A solo per essere stato la residenza degli e-
questo paese era stato dato il nome di prin- letlori e duchi, ma anco perchè nel 1 /\.55
cipato, quando il duca Federico Gugliel- vi furono rapiti da Runz di Kaufìungen
mo I figlio maggiore di Giovanni Gugliel- i due giovani principi Ernesto e Alber-
mo duca di Weimar, fondò la linea di Al- to, che poi divennero gli autori delle due
tenburg nella casa Erneslina^ che nel 1 638 lineeprincipali della casa di Sassonia. Ora
divenne la più anziana, ed ebbe una con- è la residenza de'duchi d'Altenburgo. La
troversia colla casa di Weimar per digni- città fu libera e imperiale, e capitale del
tà. Essa però si estinse nel 1672 in Fe- paese detto Pleissner-Land, ed ebbe i suoi
derico Guglielmo III, laonde il principa- burgravi sin dal 1
1
72, e vi si tennero del-
to d'Altenburgo passò nel ducato di Go- le diete imperiali poiché gl'imperatori vi
tha Ernesto il Pio, il quale però cedette soggiornarono più volte. I genealogisti
volontariamente, con altri diritti, diver- principiano la linea de'duchi di Sassonia-
se prefetture ai 3 figli di suo fratelIoBer- Hildburghausen,oraAltenburg,neh675
nardo di Weimar, duchi di Weimar, i con Ernesto 6.° figlio di Ernesto il Pio
Eisenach e Jena. Quando questi si divi- duca diSassonia-Gotha, diesi distinse poi
sero i beni paterni, il principato d'Alten- al servizio d'Olanda, nel 1690 alla bat-
burgo fu pur diviso nelle parti di Gotha, taglia di Fleurus, ed in quella di Leuze
Eisenburgo e Saalfeld,elaporzionedi Ei- nel 1
69 1 Fra 'suoi figli
. il primogenito Er-
senburgo ritornò alla casa di Gotha. Que- nesto Federico I gli successe nel l'jiS;
sto paese faceva parte del ducato di Sas- Giuseppe Mi" Federico Guglielmo Olan-
sonia-Gotha, sotto il titolo di principato dino nato nel 702, che servì negli eser-
1

allorché la morte di Federico IV duca di citi come generale d'artiglieria,


imperiali
quest'ultimo accaduta nel 1825 ne cam- abiurò inlVapoli nel 727 la religione pro- 1

biò la disposizione politica: per una con- testante e abbracciò la cattolica, sposan-
venzione conclusa il 5 agosto 1826 tra i do nel 1734 Luigia principessa di Sois-
duchi diSassonia-Coburgo,Sassonia Mei- sons, e morendo nel 784-AdErnesto Fe- 1

ningen,eSassonia-Hildburghauseti, que- derico I maggior generale dell'imperato-


sto ricevette il principato d'Altenburgo, re, successe nel 1 724 il figlio Ernesto Fe-
tranne il baliaggio di Camburgo, lascian- derico II,ed a questo nel 1745 il figlio Er-
do il suo proprio ducato di Hildburgb.au- nesto Federico Carlo. Nel 1780 divenne
sen duca di Sassonia- Meiningen. In set-
al duca il figlio Federico, di cui fu tutore
tembre 83o, scoppiarono delle turbolen-
1 il pro-zio duca Giuseppe M." cattolico,
il

ze popolari, che presto furono quietate. il quale continuò a governare finché visse

Altenburgo capitale del ducato omonimo benché maggiore il pronipote ; indi nql
è assai bene edificata, sopra un'eminen- 1 826 divenne .°duca d'Allenburg, e mo-
1
288 SAT SAT
rendo nei 834 gli successe il primogeni-
i furono vescovi, Andrea rappresentato al
to regnante duca Giuseppe Federico. Non concilio di Calcedonia da Cosimo di Ge-
avendo figli maschi, è duca ereditario il rocesarea, Giuliano che sottoscrisse alla
fratello Giorgio-Carlo, che ha figli. lettera del concilio di Sardi all'impera-
SATAF1. Sede vescovile della Mauri- tore Leone, Michele fu a quello di Lidia
taniaCesariense, sotto la metropoli diGiu* forseFilippo di Satala d'Armenia. Oriens
lia ebbe a vescovi Donato nel
Cesarea , chr. t. 1, p. 896.
446, e Crescenzio esiliato da Unnerico re SATANI ANI. Eretici cos'i nominati dal
de' vandali per avere ricusato sottoscrive- culto che rende vano a Satana, ossia al De-
re l'erronee proposizioni de'donatisti, nel- monio (^.). Essi dicevano ch'egli era mol-
la conferenza di Cartagine nel 484- Mor- to potente e che meglio valeva rispettarlo
selli, Africa chr. 1. 1. e adorarlo che maledirlo , e che questo

SATAFI. Sede vescovile della Mauri- era il mezzo per renderselo propizio. Van-
tania di Si tifi, sotto tal metropoli. Ne fu- tavano d'osservare il vangelo,e interroga-
rono vescovi Adeodato del 4' 1» e Festo ti sulle loro qualità, si dicevano patriar-
esiliato da Unnerico re demandali nel484 chi, profeti, angeli di Cristo. Non aveano
per nonaderireai donatisti. Morcelli, Afr. beni, viveano di limosine, dormivano per
chr. t. 1. le strade ne'giorni sereni confasi colle don-
8
SATALA. Sede vescovile della i. Ar- ne.Comparvero verso il 390 e proveni-
menia nella diocesi di Ponto, sotto la me- vano dai Messaliani{fr.) unitamente ai i

tropoli diSebaste, eretta nel V secolo.Gi u- quali furono condannati.


sliniano I fece riedificare le mura della SATIRE. V. Pasquinate.
città, rovinate per essere state non soli- S ATPi A PO, Satrapes. Governatore di
damente costruitele furono vescovi,Evi • provincia od' eserciti. I persiani chiama-
che fu al concilio di Nicea nel 325,
zio rono anticamente satrapi generali di ar- i

Elpedio deposto dagli ariani nell'assem- mata navale, poi i governatori delle pro-
blea di Costantinopoli del 36o, Poeme? vincie, ed i ministri del re di Persia. I sa-
nio cui scrisse s. Basilio nel 379, Anato* trapi de'filistei erano come re che gover-
lio rappresentato al concilio di Calcedo* navano con potere assoluto le loro 5 città
nia dal prete Doroteo. Epifanio suo suc- principali osatiapiedi Gaza Ascalona 3
t

cessore sottoscrisse la lettera di sua prò-? Azoto, Accaron^ e la rinomata Gelh, tut-
vincia all'imperatore Leone, Gregorio fu te presso il lido del mare Mediterraneo o
al concilio di Trullo nel 680, Filippo in- mare Tutte divennero sedi ve-
di Siria.
tervenne al conciliabolo di Fozio. Oriens scovili, sotto la metropoli di Gerusalem-
chr. t.i, p. 432. Satala, Satalen è un ti- me. Non avendo parlato di Accaron e di
tolo vescovile in partibus sotto l'arci ve* Gelh, qui ne darò un cenno. Accaron cit-
scovo purei/i/KZrftóMfdiSebasle.Per mor- tà grandee celebre, nella 1." divisione fat-
te di Nicodemo deKozielsk princi pe Pusy- ta da Giosuè toccò alla tribù di Giuda,
na, Gregorio XVI nel concistoro de' 1 7 dir in appresso passò a quella di Dan. Avea
cernbre i832 nominò, ed insieme di*
vi limpide sorgenti e clima salubre, adoran-
chiaro in suffraganeo di Praga mg. r Gio, dosi in superbo tempio il dio Mosca o Bel-
Francesco TippmanndeU'arcidiocesi,col- zebù, al quale essendo ricorso in una ma-
la ritenzione del canonicato di quella me? lattia Ocozia re di Giuda, Elia gli annun-
tropolitana e di altro benefìcio, che an* ziò la morte in pena di sua infedeltà. La
cora gode. città fu poscia espugnata da Giuda Macca-
S AT ALA o SATALION. Sede vesco- beo, e vi perirono 20,000 filistei; sara- i

me-
vile della provincia di Lidia, sotto la ceni nel G36 la presero e desolarono. Fra
tropoli di Sardi, eretta nel IV secolo. Ne i suoi vescovi Olimpio fu al sinodo di
,
S AT SAT 289
Gerusalemme. Geth fu edificata sopra un di nel 1 480 Pietro Orseoli, nel 1 484 mo-
colle dominante il mare, famosa per es- rì Ladislao, a cui fu sostituito Giorgio ab-
servi nato il gigante Golia che Davide uc- bate di s. Benedetto di Siponto, traslato a
cise.Questo re la conquistò in principio Castro d'Otranto. Nel 1 49 » fr. Tommaso
del suo regno, e la spianò dalle fondamen- Altari domenicano, virtuoso e dotto; nel
ta. Roboamo la rifabbricò e la fortificò; i5oo fr. Agostino Orti domenicano di
essendosi sottratta aldominiodel regno di Gaeta cathedralem dedicaci j nel 52 fr. 1 1

Giuda, Ozia ne fece nuovamente la con- Cherubino Gaetani di Gaeta, sotto il qua-
quista, ed Ezechiaanch'egli la ridusse sot- le Papa Clemente VII essendo la città a-

to il suo dominio. Pare che appartenesse dequata ormai al suolo, ad istanza di Car-
alla tribù di Dan. Nel VI secolo vi fiorì lo V colla bolla Pro excelienti de' 19 gen-

la religione cristiana, e perciò fu decora- naio i525, presso Ughelli, eresse la con-
ta della cattedra vescovile. Terzi, Siria termine città di Campagna (fy .) in sede
sacra, p.266.265 e vescovile, l'unì a Satriano, e ambeduedi-
SATRIANO, Satrianum. Città vesco- chiarò suffraganee di Salerno, stabilendo
viledella Lucania nel regno di Napoli, nel- che il vescovo s'intitolasse di Satriano e
la provincia di Basilicata o meglio nel ,
di Campagna.L'llgheU'i riporta ne\Y Ita-
Principato Citeriore, già contea, poi prin- lia sacra la serie de' vescovi di Satriano

cipato della famiglia Ludovisi} per acqui- nel t. 852, quelli di Satriano e Cam-
6, p.
sto fattone dal principeNicolò.Di presen- pagna nel t.7, p. 452. Ne fu 1 .° vescovo Io

te porta il titolo di principe di Satriano stesso fr. Cherubino vescovo di Satriano,


ilduca di Taormina luogotenente del re al quale nel 1 544 Paolo III die per suc-

Ferdinando II in Sicilia (/'.). Abbattuta cessore Camillo Mentuati piacentino, dot-


quest'antica città, trovasi ora semplice toe prolegato di Bologna. Successivamen-
borgo. La cattedrale fu dedicata a Dio, sot- te lo furono, nel 1 56o fr. Marco Laureo di
to l'invocazione di s. Stefano protomar- Tropea esimio teologo domenicano, che
tire, e vi si veuerava il corpo di s. Feli* con plauso fu al concilio di Trento per la

ciano martire. Il capitolo si compose di sua dottrina; nel 1 57 Girolamo Scaram-


1

4 canonici, e di 12 chierici, coll'arcidiaco- pi di Casale; nel i584 Flaminio Rove-


no; fu suffraganea dell'arcivescovo di Sa- rella di Ferrara nato a Cesena, lodato per
lerno. III. ° vescovo fu Pietro che neh 179 prudenza; nel 591 Giulio Cesare Guai-
1

intervenne al concilio di Laterano, Leone neri nobile earcidiacono diCampagna,ot*


eletto dal capitolo venne confermato da timo pastore; nel 1607 Balzellino de Bar-
Clemente IV 276, Lorenzo morì nel
nel 1 Zellini di Cesena prelato referendario, go«
1 3o3,indi Francesco e Arduino nel 1 332, vernòegregiamente; nel 6 8 Alessandro 1 1

T
J\ ell'islesso anno gli successe fr. Francesco Scappo patrizio bolognese^ insigne giure-
da Spoleto francescano, nel 1 349 Giovan- consulto, traslato a Piacenza; nel 1628 fr,

ni, Angelo Bartolomeodi Monte Fiascone Costantino Testi domenicano e nobile di


nel 1369, Tommaso del 388, Riccardo 1 Modena, dotto predicataree commissario
deli4oi; quindi Martino V conferì il ve- dels. offizio, a tutti riuscì caro e introdus^.
scovato in commenda al cardinal Antonio se in Campagna i francescani della stret<
Pancerini (/^.). Nel \^i\ fu vescovo fr. ta osservanza. Urbano Vili nel 1637 tra-

A ndrea da Venezia domenicano, cuius in - sferìda Guardia Alessandro Liparoli na-


tuitu comes Satriani ladini Satriani ter? poletano, cui successero; nel 644 Frau* 1

rilorium mensae episcopali largilus est. cesco Cord ucci nobile fiorentino, poi di
Nel 1 44° fu eletto Pietro canonico diCon- Sulmona; nel 1649 ^'* Giuseppe A vila do-
za, e gli successe nel 1 443 il fratello Già-» menicano romaiiOjchiaro teologo e esimio
corno abbate dj s. Angelo di Fqsanello; in^ oratore, riformò il clero e il popolo; nel
290 SA T SAT
1 657GÌ0 vanni CaramuelLobkowitz spa- demonio. Combattè tutti i suoi errori s.

gnuolo nobile, abbate cisterciense dottis- Epifanio, Haeres. 2 3.


simo e zelante, autore di opere il cui ca- SATURNINO (s.), martire. Prete di
talogo riporta Ughelli, traslato a Vigeva- Abitine in Africa, al tempo della perse-
no. Clemente X nel 1673 gli surrogò fi*. cuzione di Diocleziano fu arrestato men-
Domenico Tafuri napoletano e trinitario; tre celebrava una domenica i divini mi-
indi lo fu neh 68oGirolamoPrignani del- steri nella casa di Ottavio Felice, con al-

la famiglia nobilissima d'Urbano VI; ze- tri 48 cristiani di ambedue i sessi. Fra
lantissimo edotto, introdusse i francesca- questi vi erano 4 figliuoli dello stesso Sa-
ni riformati in Angelo di Satriano, ove
s. turnino, cioè Saturnino il giovine e Fe-
istituii] monte frumentario, pubblicando lice, ambedue Maria, verginee re-
lettori,
istruzioni pel clero e pei diocesani. Nel ligiosa, ed Ilariano, il quale non era an-

1697 fr. Giuseppe Bondola conventuale cora uscito d'infanzia; conta vansi inoltre
di santa vita e chiaro letterato, aumentò fra i principali Dativo senatore di Abiti-
lerendite della mensa;glisuccessenel 1714 ne, Ampelio, Rogaziano e Vittoria. Con-
Francesco Saverio Fontana rispettabile dotti davanti ai magistrati , confessaro-
per dottrina e pietà, nato nella diocesi di no sì intrepidamente la fede diGesù Cri-
Bari e discendente dal celebre Fontana sto, che gli stessi giudici ammirarono il
architetto di Sisto V; zelò il divin culto loro coraggio : tuttavia furono caricati di
e i diritti episcopali, eresse in Campagna ferri, e mandati a Cartagine, ove il pro-
il seminario, rifece la chiesa di s. Maria console faceva la sua residenza. Tradotti
Nova presso la città, ed in questa ristorò quindi innanzi al proconsole Adulino, tor-
quella delle monachedis. Maddalena, ri- narono tutti a confessare d'essere cristia-
fabbricò e ampliò gli episcopi di Satriano ni, e di essere intervenuti alla colletta os-
e di Campagna, e fupadrede'poveri.Con sia sagra radunanza. 11 prete Saturnino
questo nell'Italia sacra finisce la serie dei fu posto sopra il cavalletto, e gli si squar-
vescovi di Satriano e Campagna, che com- ciarono le membra con unghie di ferro.
pirò colle Notizie di Roma. Nel 736 Gio- 1 Anche la maggior parte degli altri con-
vanni Anzano d'Ariano, nel 1770 Nicola fessori soffersero questa dolorosa tortura;
Ferri diSassano diocesi di Capaccio tra- e le donne non si mostrarono meno de-
slato di Bitonto, nel 1773 Marco de Leo- gli uomini coraggiose,rispIendendo in mo-
ne di Barletta. Dopo lunghissima sede va- do particolare l'intrepidezza di Vittoria,
cante di circa 20 anni, Pio VII nel 1 8 1 la quale avendo avuto la bella sorte di
soppresse la sede di Satriano, e quella di conoscere la verità fino dai suoi più ver-
Campagna sottopose alla perpetua am- di anni, aveva rinunziato ad uno splen-
ministrazione dell' arcivescovo di Con- dido matrimonio, e consagrata a Dio la
za (F). sua virginità. Vani riuscirono gli artifizi
SATURNI ANI o SATURNILLIANI. di Anulino per sedurla, per cui fieramen-
Eretici Gnostici^.), così chiamati da Sa- te adirato rimandolla in prigione cogli al-
turnino o Saturnillo loro capo e filosofo ad attendere la sentenza di morte,ch'e-
tri,

d'Antiochia, che pubblicò verso ili i5gli gli pronunziò poco dopo contro di tutti.
errori di Menandro famoso gnostico e au- Questi valorosi combattitori di G.C. mo-
tore della setta Ae? Menandriaw^F. ^dan- rirono in prigione di tormenti, che sofferi-
do un nuovo ordine al suo sistema sulla rono pazientemente, l'anno 3o4- Il loro
creazione del mondo. Saturnino compose nome ricordasi agli 1 1 febbraio nell'antico
un libro che asserì pieno d'oracoli det- calendario di Cartagine e nel martirologio
tati dall'Angelo buono, sostenendo che i romano, con tuttoché l'uno e l'altro Feli-
nostri sagri libri sono false ispirazioni del ce fossero morti il dì stesso della tortura.
SAT SÀU agi
SATURNINO (s.), vescovo di Tolosa, SATURNINO (s),martire in Creta.
martire. Fu mandato da Papa s. Fabia- V. Martiri (ss.) di Creta.
no a predicare la fede nelleGallie intor- SATURO (s.), martire. /^.Armogasto,
no all'anno i^d, qualche tempo innanzi Archiamo e Saturo (ss.).

all'arrivo di s. Trofìmoi .° vescovo d' A r- SaULIBajtdinello, Cardinale. Nobi-


les; e nel a5o pose la sua sede episcopa- le genovese, illustre non meno pei nata-
le a Tolosa. Sappiamo da Fortunato, che li, che per le doti dell'animo e della per-
£. Saturnino convertì gran numero di pa- sona, Giulio II nel 1 509 lo creò vescovo

gani colle sue predichee co'suoi miraco- di Gerace (altri dicono Alessandro VI e
li; ma null'allro si conosce di lui iusino nel 1499), ed a' io marzo i5ii cardina-
al suo martirio. L'autorede'suoi atti rac- le diacono o prete di s. Adriano, donde

conta ch'egli radunava il suo gregge in passò al titolo di s. Sabina , dignità che
una piccola chiesa, e che il Campidoglio di volendo conferirgli nel 1 5o5 se ne asten-
Tolosa, tempio principale degl'idoli, era ne perchè non trovòallora l'unanime as-
in sulla via che dalla sua casa conduceva senso del s. collegio. Il candore e la mode-
a questa chiesa; laonde il santo passando stia de'suoi costumi gli procurarono ezian-

spesso per di là, faceva colla sua presenza dio la grazia di Leone X, che lo riguardò
ammutire i demoni, che in quel tempio tra i suoi più cari ediletti, trasferendolo
rendeano gli oracoli. Irritati perciò i sa- neh5i3 al vescovato d'Albenga. Il car-
cerdoti pagani s'impossessarono di s. Sa- dinale ebbe in alto pregio i dotti e i lette-
turnino, e lo condussero nel tempio, di- rati, quelli singolarmente che di lettera-
chiarandogli che gli conveniva sacrificare rieo erudite produzioni arricchivano il
per riparare la prelesa sua empietà, od pubblico, non pochi de' quali trattenne
espiarla col sangue. Le sue coraggiose ri- presso di se con magnifica splendidezza,
sposte mossero a furore gl'idolatri, i quali e con larghi stipendi : con questo mezzo
dopoavergli fatto soffrire ogni sorta di vil- potè fare notabili avanzamenti nella co-
lanie, Io legarono a' piedi d'un toro, che gnizione delle scienze e della sagra eru«
punzecchiato trascinò il martire con tau- dizione,tanto necessarie a un principe del-
a
ta violenza, che ben tosto si videro le cer- la Chiesa, Tra i beneficali vi fu Gio. M.
vella schizzargli dalla testa, e le viscere Cataneo, il quale in grazia del cardinale,
uscirne dal corpo, che restò sbranato. Al- compose un poema sulle lodi della città,
cuni mettono il martirio di s. Saturnino di Genova di lui patria. Ma il corso di sue
nella persecuzione di Valeriano del 257; felicità fu interrotto, come denunziato a
ma l'antica tradizione della chiesa di To- Leone X consapevole della congiura con-
losa, confermata da parecchi gravi scrit- tro di lui tramata dal cardinal Petrucci,
tori, lo pone sotto il regno di Decio nel onde fu spogliato della dignità cardinali-
2.5o. Le sue reliquie si conservano a To- zia, e chiuso in Castel s. Angelo. Venuto
losa, nella magnifica chiesa che fu eretta poi il Papa in chiaro dell'innocenza diSau-
in suo onore , e se ne celebra la festa il li,ecomealtri riferiscono solo colpevole di
29 novembre. Il martirologio romano fa non aver manifestato la trama, fu restitui-
menzione in questo giorno d'un altro s. to agli antichi onori, ricevendo nuovi be*
Sa turni no, che fu decapitato a Roma con nefìeii. Pertanto a'3 luglio 1 5 1 8 fu libe-
1

s. Sisinnio diacono sotto il regno di Dio- rato dal carcere, quindi a' 25 dicembre
cleziano nell'anno 3o4, e fu sepolto sul- reintegrato nella voce attiva e passiva. k\-
la via Nomentana, due miglia fuori di tii scrittoridicono, che il cardinale restò
Roma. condannato a perpetua prigione, da cui fu
SATURNINO (s.), martire in Ales- liberato a istanza de'suoi fratelli, ediFran-
sandria. V. Napoleone (s.). Cesco Cibo cognato di Leone X, coli'am-
292 S A U SAU
menda di 25,ooo scudi. Il cardinale poco gregazioni di Roma cui era ascritto , ed
sopravvisse alla sua disgrazia, e morì non alle quali anche nella sua decrepita età,
$enza sospetto di veleno propinatogli nel non lasciò d'intervenire con indefessa e e-
carcere, in Monte Rotondo nel declinar semplare assiduità e frequenza, neli59i
del 1 5 1 8, e non pare nel 5 1
1
7 come vuo- rinunziò l'arcivescovato dopo avervi ce-
le Ughelli. Trasferito il cadavere in Ro- lebrato ilsinodo. Passatoal titolo dis. Ma-
ma, restò sepolto nella chiesa di s. Sabina ria in Trastevere, successivamente diven-
suo titolo, in cui restaurò il chiostro del* ne vescovo suburbicario, nel 1607 d'Alba-
l'antico monastero, facendolo circondare no, nel 6 1 1 di Sabina, nel 6 5 di Por-
1 1 1

d' archi sostenuti da sottili colonne, nel to, nel 1 620 d' Ostia e Velletri, e decano
vacuo dei quali fece dipingere le azioni del s. collegio dal quale come dai Papi
più memorabili di s. Domenico. fu assai stimato e singolarmente da Gre-
SAULI Antonmaria, Cardinale. Nac- gorio XV e dal nipote cardinal Ludovisi
que da una delle famiglie più. nobili e do* il quale riguardava i suoi consigli come
viziose di Genova, e dopo aver acquistato altrettanti oracoli ,
per la specchiata sua
nelle primarie università d'Italia molta prudenza, fina politica, maturo giudizio
scienza, potè per alcun tempo servire u- e profonda esperienza. Fu protettore de-
tilmente la sua repubblica. Trasferitosi gli eremitani di s. Agostino, a* quali nel-
in Roma Pio IV fu impiegato in va-
sotto la loro chiesa di s, Maria del Popolo, con
rie cose, e Gregorio XIII che più de'pre- ecclesiastica magnificenza eresse il nobile
decessori ne conobbe la dottrina e pru- altare maggiore, in cui pose la tanto mi-
denza, lo deputò alla nunziatura di Napo- racolosa immagine della Madonna , co-
li, e dopo 5 anni internunzio in Porto- stante oggetto della divozione del popolo
gallo al re e cardinaleEnrico, affine di de' romano. Intervenne ai conclavi e alle e-
terminarlo a nominare il successore alla lezionidiS Papi, ed avrebbe vissuto di più
corona, per togliere le gravissime differen- se una caduta dal letto non gli procac-
ze che sarebbero insorte dopo la sua mor- ciava in Roma la morte nel 162 3 di 82
te, e così mantenere la pace d'Europa. In anni, sotto Urbano Vili. Il cadavere tra-
sì geloso incarico fece spiccare a meravi- sportato a Genova, ebbe sepoltura nella
glia la sua abilità e destrezza, onde si ac- chiesa della famiglia Sauli nella tomba
quistò credito di uomo nato fatto per trat- de'suoi antenati. Pretese l'Amidenio, che
tare e condurre a fine i più interessanti la soverchia confidenza accordata dal car-
sjffari. Dopo essersi trattenuto presso Fi- dinale al suo famigliare Antonio Manfro-
lippo II redi Spagna, chesuccesse al car- ni, fu cagione che lo escluse dal pontifi-
dinale nel trono portoghese, e guadagna- cato. A
questo dovea essere esaltato pel
tosi suo favore, ritornò in Roma. Gre-
il ConcIaved'Urbano Vili, al modo narrato
gorio XIII e poi Sisto l' impiegarono V nel voi. VII I,p. 46, per cui il cardinal Ban-
in altri ardui negozi, ed il 2. nel 1 585 lo dini in una notte incanutì; ivi essendo sta-
fece arcivescovo di sua patria Genova, e to ommesso il nome di Sauli, sembra che
a' 1 8 dicembre 1 587 lo creò cardinale pre- il Bandini fosse decano, mentre egli sia-

te di s, Vitale, Nel medesimo anno col ca- doprava pel decano Sauli.
rattere di legato a laleve ebbe il coman- SAULX Nicolò, Cardinale. De'mar-
do della flotta marittima apparecchiata chesi di Tavannes, famiglia assai distinta
contro i turchi e i corsari che infestavano di Parigi. Nell'università di Sorbona tale
il Mediterraneo , Io che eseguì con pari fu il profitto che fece negli studi,chein bre-
prontezza, che felice esito. Per essere me- ve superò pel suo talento i condiscepoli.
glio a portata di tutto pi estarsi agli affa- Dopo essere stato vicario
generale dell'ar-
ri gravissimi che dovea trattare nelle con- civescovo di Rouen, nel 1
72 1 da Innocen-
SAU SA V 293
zo XITT fupromossoal vescovato di Cha- impadronì Folco Nerra e l'unì al demanio
lons, dondeClemente XII nel j33 Io tra- i d'Angiò, non meno del Saumerese, pae-
sferì a Rouen. Usuo zelo per la salute del- setto di cui era capitale; passò quindi a
le anime, l'amore perla religione, e un'in- diversi principi. Avendola Enrico di Na-
comparabile soavità di costumi, gli gua- varrà ottenuta da Enrico III re di Fran-
dagnarono il favore e la stima della regi- cia, vi pose a governatore il famoso Du-

gina di Francia che lo dichiarò suo ele- plessis-Mornay, che vi fondò un'accade-
mosiniere. In tale occasione Luigi XV lo mia protestante, e fece fiorire l'arti e il
decorò dell'ordine dello Spirito santo, e commercio, prosperità che durò sino alla
pregò Benedetto XIV a crearlo cardina- rivocazionedell'editlodi Nantes. Saumur
le prete a'5 aprile 1756. Inoltre il re gli è celebre pe'4 concili che vi si tennero. Il

conferì la carica di grande elemosiniere i.° nell'abbazia di s. Fiorenzo Fioren-


del regno e di provvisore dell'università te nel 1253, da Pietro di Lamballe arci-
di Sorbona, e Io arricchì di pingui bene- vescovo di Tours, co'vescovi di sua pro-
fizi, le cui rendilefurono dal cardinale im- vincia, e furono fatti 32 canoni riguardan-
piegate nelsollevare le altrui miserie e ne- ti nella maggior parte il clero secolare e
cessità; e ben poteva farlo agevolmente, regolare, e venne ordinalo sotto pena di
essendo seco medesimo così ristretto, par- scomunica di osservare tulli canoni già i

co e temperante, che recava stupore a tut- promulgati dall'arcivescovo di Tours. 11


ti. Diligente e sollecito nel governo di sue 2. nel 1276 a'3 1 agosto da Giovanni di
chiese , si diportò in maniera che fu da Montsoreau arcivescovo di Tours co've-
tutti amato e riverito. Dopo aver presie* scovi di sua provincia, e furono fatti 14

duto all'assemblea straordinaria del cle- canoni sopra vari articoli di disciplina, su-
ro, e menata vita costantemente santa e gli abiti de'religiosi d'ambo i sessi, sui giu-

virtuosa, morì in Parigi nel 1759, di 69 dici secolari e ecclesiastici. Il 3. concilio


anni, ed ebbe sepoltura nella chiesa di s. fu tenuto nel 1 294 da Renato di Monlba-
Sulpizio senza alcuna funebre memoria. son arcivescovo di Tours, e vennero falli

SAJJMUK Salmurìum. Città di Fran-


t
5 regolamenti riguardanti il vestito dei
cia nell'Anjou, dipartimento di Maina e monaci, l'assoluzione dai peccati in pun-
Loira,capoluogodicircondario e di 3 can- to di morte, la percezione delle decime,
toni, sullasponda sinistra della Loira, se- gli abusi delle pene pecuniarie. Il 4-°nel

de di tribunali e di autorità, ai 7 leghe 1 3 4 o 1 3 1 5 a'9 maggio da Goffredo de


1

da Tours e j5 da Parigi. E' assai bene la Haye arcivescovo di Tours, e vi si pub-


edificata in pietra, con castello bastionato blicò un decreto di 4 articoli per la con-
che incorona una rupe sommamente pit- servazione de' beni della chiesa , contro
toresca e serve d' arsenale. La chiesa di quelli che turbarono la giurisdizione ec-

s. Pietro ha bel frontespizio, e ardita gu- clesiastica , proibendosi agli arcidiaconi di


glia la sormonta. Ha diversi rimarchevoli non esiger nulla da quelli, ch'esaminano
edilizi e stabilimenti, biblioteca pubblica pegli ordini opei benefizi.Regiat.28,Lab-
e bagni pubblici. Possiede 3 sobborghi, bé t. Arduino t. 7.
1 1,
diverse fabbriche, essendo l'emporio del SAURA. Sede vescovile de' giacobiti
paese, ed è patria di Anna Lefevre, con- della diocesi d'Antiochia, nella Mesopola-
sorte di Andrea Dacier, conosciuta per le mia. Ebbe per vescovi Giovanni Barsila
sue eccellenti traduzioni di parecchi poe- deli47ij «odi patriarca nel 1 4§4 co no " '

ti greci e latini. Quest'antichissima città me d'Ignazio XI e morì nel i^3; Mina


fu già fortificata, Pipino il Breve nel 775 del 1 58 3, Ephrem, ec. Oriens chr. t. 2, p.
vi fondò una chiesa, che terminò il nipo- l520.
te Pipino re d'Aquilania. Nel 1026 se ne S AVANNA U{Savannachen). Città con
294 S A V SAV
residenza vescovile negli stati uniti tl'À me- stabilimentOjdesignò la città diSavannah,
rica, stato diGiorgia,capoluogo della con- concluse alleanza cogl'indigeni , visitò il

tea di Chatham, a 3o leghe da Charle- littoralee l'interno, ed ebbe la compiacen-


stown, sulla destra sponda del Savannah, za di vedere aggiunto nello stesso anno
a 6 leghe dalla sua fóce; in pianura are- a 720 il numero de'popolani. Tornò in
nosa elevata di circa 4o piedi sopra lebas- Inghilterra, presentando a re Giorgio II

se acque del fiume. Dopo ili 825 si è in- taluni capi indiani. Nel 736 Oglethorpe
1

cominciato a fortificarla sopra un nuovo visitò i coloni, e vi trovò accorsa una ma-
piano; il forte Waynee ne difende il lato no montanari di Scozia, che in riva al-
di
orientale. E assai regolarmente fabbricata l'Altamaha fondato aveano Darien e Fe-
di mattoni, e dopoi crudeli incendi ch'eb- derica, come altresì molti agricoltori pro-
be a provare nel 1829, scomparso è il mas- profughi da Salisburgo, che sul
testanti,
simo numero delle casedi legno; le piaz- Savannah edificarono Ebenezer, e molti
ze pubbliche ed i passeggi vi sono pian- svizzeri volontariamente emigrati,chedal
tati d'alberi chemoltocontribuiscono al- loro capo Pury, il qualeavea antistato al-

l'ornamento e alla salubrità. Gli edilìzi le spese di trasporto, lo stabilimento loro


più osservabili sono la cattedrale, il colle- sul Savannah stesso denominarono Pury
gio di mattoni e pietra, la borsa e la nuo- sburgo, ed egualmente surseroaltre città
va chiesa presbiteriana : vi hanno altri e luoghi. Savannah verso ilcaderdeli 778
luoghi di culto pegli episcopali, lurerani, nella guerra dell'indipendenza, venne in
metodisti, battisti, ed ebrei. Visono lacor- mano degl'inglesi che nell'ottobredell'an-
te di giustizia, la prigione, la casa di carità, no seguente vi furono assediati dagli ame-
l'ospedale, il teatro, la biblioteca pubbli- ricani e dai francesi, ma senza effetto. Nel-
medica, e 3
ca, l'osservatorio, la società lo stato di Giorgia la costituzione analo-
banche, compresa quella che fa parie del- ga al sistema rappresentativo, vi fu pub-
la banca generaledegli Slati Uniti. E' que- blicata nel 1798, nondifferendo nella so-
sta città il grande emporio dello stato, e stanza dagli statuti delle due Caroline, dai
fa un estesissimocommercio nel suo inte- quali neppure differisce nel clima, tem-
ressante porto, massime di cotone,riso, ta- peratura, e produzioni vegetali. Risentì
bacco, legname. Le grandi navi si ferma- Savannah nel 1804 i funesti effetti del
no ad una lega di distanza, ma le minori turbine che desolò le Antille, e si valutano
giungono alla ri va. Versoil y3o parecchi 1 le perdite da essa fatte in tale occasione
proprietari ricchi formarouo in Londra a più. di 25 milioni di franchi. Essendosi
un'associazione per fondare una colonia aumentato il numerode'caltolici nella cit-
americana ad ometto
OD di assicurare la ne- tà e nello stato, il Papa regnante Pio IX,
cessaria sussistenza a'debilori bisognosi, con brevede' 19 luglio i85o stabilì in Sa-
liberandoli dalla prigionia. Il re Giorgio vannah la sede vescovile, dichiarandola
li accordò con lettere patenti tutto il ter- suffraganea della metropolitana di Balti-
reno compreso fra il Savannah e l'Alta- mora; quindi a' 23 luglio nominò per i.°
maha al sud della Carolina, e dal sovrano vescovo l'odierno mg/ Francesco Saverio
concedente ebbe la contrada il nome di Gartland. A motivo della receute istitu-
Giorgia. Cospicui fondi si radunarono, ed zione di questo vescovato americano, s'i-

il famigerato filantropo Giacomo Odoar- gnorano altre notizie.


do Oglethorpe salpò a'6 novembre 733, 1 SAVELLI Famiglia. Una delle 4 pri-

guidando 100 coloni d'ambo sessi, che i marie di maggior nobiltà, antichità e po-
a' i5 gennaio 734 approdarono in quei
1 tenza. La storia di Roma (V.) de' bassi
paraggi. Riconobbe il duce quale luogo tempi è collegata con quella de' Savelli e
fosse meglio alto alla formazione d'uno altre principali famiglie romane, comedi-
SAV SAV a95

chiarai nel voi. LVIII, p. 17 ,


parlando i Ghibellini (F.), cambiando spesso fazio-
delie diverse case ch'ebbero i Savelli. Tre ne; nondimeno Ratti crede che fossero co-
sono i principali palazzi Savelli di cui ab- stantemente guelfi. In prova, egli narra
biamo notizia, imperocché in Roma eb- che 1' arme più antica de' Savelli è quel-
bero altre abitazioni. II più antico s\i\ Mon- la del deposito d'Onorio IV il cui scudo

te Aventino, del (piale ragionai a Palazzo nella metà inferiore rappresenta 3 fascie
apostolico di s. Sabina, ed a Monti di Ro- o sbarre rosse in campo azzurro, e uella
ma. Ivi dissi dell'altro palazzo sul Monte superiore due leoni che sostengono una
Savelli, edificato sul teatro di Marcello, rosa con una colomba sopra,ed anche que-
di cui si trovano istromenli del secolo XV. sti rossi in campo azzurro. 1 leoni come
11 palazzo nel vicolo Savelli nel rione Pa- propri de'guelfi furono adottali dai Savel-
rione, che come il precedente die nome li, unendovi poi la lineola serpeggiante e
alla via, diesi nomina in un istromento la rosa degli Orsini colla quale furono
deh 3 luglioi 371, in cui sono enunciati sempre uniti, tra di loro essendosi fatti
Nicolò e Antonio, figli d'Alessandro pro- scambievoli matrimoni. I Savelli posse-
nipote di Pandolfo fratello d'Onorio IV. derono molti feudi, massime ne'dintorni
Il Ratti nel convenire che lai. "abitazione di Roma, e tenevano tribunali con giuri-
de'Savelli fu Monte Aventino, dubita
il sdizione di mero e misto impero; aveano
che il palazzo abitato da Onorio IH e O- fortezze e torri ben guarnite, fortifican-
norio 1 V e anuessoalla chiesa di s. Sabi- dosi anche ne'loro palazzi romani, secon-
na fosse de'Savelli, ma piuttosto de'car- do l'uso de'tempi prepotenti. Ne'conflitti
uno de'quali divenuto Eu-
dinali titolari, delle fazioni assai figurarono i Savelli, ed
genio II continuò ad abitarlo da Papa : occuparono di frequente le municipali
bensì Onorio IV fabbricò vicino ad esso magistrature di Roma> al quale articolo
altri magnifici palazzi e sontuosi edilizi, ho enumerato e parlato de' loro senatori
invitando i romani a fare lo stesso bramo- dell'alma città. 1 genealogisti dierono u-
so di render popolata quell'antica regione na favolosa e troppo antica origine a que-
della città. Da quel tempo in poi l'abita- sta illustre famiglia , come notò il savio
rono i furono sepolti molti nella
Savelli, e storico di essa Ratti. Si pretese derivata
detta chiesa, e nell'altra vicina Chiesa di da Aventino re d'Alba, il quale essendo
s. Alessio (P'.), nella quale Pandolfo fece sepolto nel Monte Aventino di Roma, i

costruire una cappella a s.Giacomo e un Savelli si chiamarono nobili del Monte


cenotafio in memoria d' Onorio IV suo Aventino che signoreggiarono, ed anche
fratello; perchè egli parve persuaso di di- de Quintiliis. Secondo tali poco critici, ed
scendere da s. Alessio. Sul grandioso pa- esagerali genealogisti, non erano ancora
lazzo de'Savelli eretto sul teatro di Mar- gettate le fondamenta di Roma, quando
cello, visono diverse memorie nell'archi- i Savelli non solo esistevano, ma erano

vio Sforza Cesarmi preziosissimo, e colla potenti signori e principi sovrani Aven- :

autorità de'suoi documenti Ratti compilò tino coetaneo di Latino re del Lazio (V.),
dottamente le suestorie. Egli riferisce che e che fu in di lui soccorso nella guerra
nel palazzo di Pariene eranvi delle torri, contro i troiani, si vorrebbeili.°stipite co-
ed Alessandro rinnovò la chiesa di s. Pan- nosciuto di questa prosapia, alla quale e-
taleo posta nel medesimo rione, ed ora gli stesso come capo e condottiero de'po-
de'religiosi delle Scuole Pie. I Savelli or- poli Sabelli diede il nome di Savella. Il

dinariamente seguirono gli Orsini {V.) Sansovino parlò nell' Origine delle fami-
emuli de' Colonna {V?), del partito dei glie illustri d! Italia, de' Savelli rivestili
Guelfi (^.), benché Savelli parteggian- i delle prime magistrature romàne sino al
do talora per l'imperatore -figurarono tra consolato ; affinchè poi non le mancasse
2 96 S A V SA V
anche l'onore delia corona imperiale, ol- ne trascurasse un discreto ingrandimen-
la medesima pure vollero alcuni, cheap* to. Qual fosse il fratello d'Onorio III, che

parlenesse l' imperatore Marc' Amelio. continuò la successione non si conosce, ,

Terminata la repubblica, esparsa nell'im- bensì i di lui nipoti cardinal Tommaso


pero la luce salutifera del vangelo, ecco (del quale edi tutti i cardinali «Sa i'<7//, do-
dai genealogisti sostituiti agl'illuslriSavel- po questo articolo riporterò le biografie)
li altri più gloriosi campioni, Papi, vesco- e Lucajsembva però che ambedue fossero
vi, e santi dell'uno e l'altro sesso; cioè i figli d'altro Luca fratello del Papa. Luca

Papi s. Marcello I , I. Liberio , s. Euge- nipote di Onorio III fu assai celebre e di


nio /, s. Benedetto II, s. Gregorio II ( V.) ; gran potere in Roma, consegui più volte
i ss. Caio e Mansueto arcivescovi di Mila- il senatorato, qual partigiano dell'impe-
no, Marino I vescovo di Ferrara, Fabio ratore Federico II, contribuì all'esilio di

1 vescovo di Bevagna, s. Gavino martire Roma Gregorio IX, perciòscomunica-


di
della Sardegna , s. Alessio, s. Lucina, s. toe poi assolto nella pace co' romani. Nel-
Sabina. Mancano prove per autenticare l'iscrizione al suo sepolcro nella Chiesa
tante gratuite asserzioni, e per fissare la di s. Maria d'Araceli è chiamato de Sa-
vera origine, per quanto si può con do- bello: forse egli avea acquistato Castel Sa«
cumenti stabilire, della nobilissima fami- vello o perdono dellozio Papa o per com-
glia Savelli, certamente delle più distinte pra fattane, e da quel tempo cominciò a
tra le patrizie romane. Onofrio Panvinio chiamarsi de Sab elio : cioè Domi rais de
lasciò fra i suoi mss. Genlis Sabellae Mo- Sabello. Sposò Giovanna Aldobrandesca
numenta Jacobo Savtllo S. R. E. cardi- de'conti di s. Fiora, ed è sepolta incontro
nali diacono dicala. In questo egli racco] -
ni suo deposito. 1 figli di Luca furono O-
se tutte le memorie che sussistevano su norio IF (F.) , Giovanni morto prima
tale famiglia, per incombenza datagli dal che il fratello fosse Papa, e Pandolfo po-
nominato cardinale, uno de'suoi segnala- destà d'Orvieto nel 1275. Pandolfofu un
ti protettori. In questo suo opuscolo pre- signore de' più compiti del suo tempo, e
gievole del pari eli tutte le altre di lui o- di tanta fermezza che il popolo romano
pere, dopo premessa l'opinione del Vola- lo riguardò come suo unico difensore e so-
terrano, che parlando d'Onorio IV, sulla stegno, per reprimere i furori della plebe,
testimonianza di alcuni autori, ch'egli non e gli eccessi de'facinorosi che infestavano
cita nel!' Antropologia lib. 1 3, afferma ve- senatore di Ro-
la città: replicate volte fu

nire i Savelli da Castel Savello, opinione ma. Di Giovanni nacquealtro celebre Lu-
che si protesta di non voler discutere, sta- ca Gregorio X fece Luca i.° custode o
:

bilisce per il i

soggetto conosciuto della Maresciallo di S. R. Chiesa, custode per-
famiglia Almerico padre del celebre car- petuo del conclave, nel quale articolo ne
dinal Cencio Camerario del 192 epoiO-
i riportai la serie e di tutti marescialli Sa- i

norio IU(F.) nel 12 1 6. Sembra dunque velli, o meglio già lo era nel conclave in

con Panvinio doversi fissare in Almerico cui quel Papa fu eletto, per incombenza
il principio de'Sa velli, nel cui figlio salito con Raniero Gatti, dovendo
de' viterbesi e
al trono pontificio, cominciò il lustro e la somministrare ai cardinali chiusi nel con-
potenza delia famiglia, avendo lasciato nei clave di Viterbo i necessari alimenti, e
fasti ecclesiastici un nome glorioso chece- stare alla loro custodia. Pare anche pro-
lebrai in moltissimi luoghi. Sebbene la babile che ciò fosse opera di Carlo I re di

casa di Onorio III pare che fosse al di lui Sicilia ch'erasi portato in Viterbo con Fi-
nascere non solo nobile, ma anche facolto- lippo III re di Francia per fare accelera-
sa.sipuòcredere chesull'esempio del pre- re l'elezione. Carlo I era allora senatore
decessore Innocenzo III Conù^V.), uon di Romane vi esercitava tutta l'autorità;
SAV SAV 297
e Luca vivea ai di lui servigi, e ne ricevè torneano il testamento, ma niente vi ag-
in investitura nel 1272 la città e stato di giunse del patrimonio di s. Pietro; in que-
Venajro. La dignità di maresciallo in Lu- sto documento come tutti gli altri presso
ca fu poi confermata da Gregorio X; in il Ratti, sono espressi quasi tutti i domini i

principio goduta interrottamente dai Sa- che formarono l'appannaggio de'Savelli.


velli, si perpetuò in essi per diritto ere- Fra questi sono nominali beni de Castris i

ditario, dopo qualche secolo. Alcuni pre- Albani 3 Sabe.lli, Castris seu Turris de
tesero che il 1 .°maresciallo fosseFabioSa- Gandulphisj Castrimi Leonis in dioecesi
velli di Luca, ma non se
contemporaneo Sabìnensit Castrimi Fa/ole; Casti um A-
neha docurnento.AU'articolo Marescial- rignani, et in medietate Castri Cesaniin
lo seguendo l'accurato Ratti, dissi Luca dioecesi Civitatem Casiellanen ; Castri
nipote d'Onorio IV, che allora era cardi- Scrofani, et medietate Castri Turrite po-
nale, e fu Papa più tardi nel 1285, ed an- siti in dioecesi Nepesina (al detto nel voi.

che egli fu detto de Sabello, nuovo argo- LVIII,p. 129 su Torrita, olire questa no-
mento che la di lui famiglia prese il co- tizia aggiungerò conDegli Effetti, Memo-

gnome da Castel Savello suo feudo. O- rie de' luoghi convicini a Roma, p. 49, che
norioIV da Cardinale fondò l'abbazia e fu colonia condotta dalla Torre d'Ito, se
priorato di s. Paolo in Albano, nelle pro- questa ha da credere a Monte Fiasco*
si

prie possidenze e in quelle di Pandolfo e ne, o prese il nome dal suo recinto di Tor-

Luca rispettivamente fratello e nipote, e ri, o da qualche tempio della dea Rea o
la concesseai Guglielmitijedè tuttora pa- Cibele delta Torrita; inoltre dirò, chedo-
dronato degliSforza-Cesarini eredi de'Sa- po la pubblicazione di tal volume, Torri-
velli fu poi data ai Girolamini nel 1 492
: ta l'ha comprata neh 853 il principe d.
da Alessandro VI che n'era stato abbate Alessandro Torlonia per scudi 48,000 );
commendatario. Onorio IV meglio avea Castris Palumbariae 3 Castrimi Castel-
stabilito il monastero e priorato di s. Pao- leonis, et Montis Viridis in dioecesi Sa-
ponendo guglielmiti anche nel
lo, inoltre i binensi. Di tuttii luoghi de'Savelli, an-

ragguardevole priorato di s. Giovanni di corché qui non nominati, trattai a'rispet-


Argentella presso Palombara, altro pa- tivi articoli, secondo le località ove sono,
dronato de'Savelli, e sotto Alessandro VI come a Roma descrivendone la Comarca,
l'ebbero Silvestrini. Onorio IV aumen-
i a Sabina, Riccia, Genzano(ovc parlo an-
tò la grandezza di sua casa, e le vaste sue che di Civita Lavinia), Albano, Castel
possidenze,ma deve sapersi ch'egli da car- Gandolfo. ATivmi parlando di Palom-
dinale, dignità a cui fu elevato nel 1261, bara dirò altre notizie de'Savelli signori
si trovò alla lesta d'un ricchissimo patri- della medesima, ne'quali si estinse la no-
monio, del quale una porzione e forse la bilissima famiglia. Qui però va avvertito
maggiore erano beni paterni, gli altri ec- chel'albero genealogico de'signori di Pa-
clesiastici. Volendone perpetuare il domi - lombara incomincia daOddoneldel 1 064,
dìo nella famiglia, domandò e ottenne da quindi Oddone IV sposò una Savelli , e
Clemente IV la facoltà di testare, laonde d'allora in poi questo ramo prese il nome
nel 1279 fece il suo testamento, col qua- di Savelli- Palombara, come derivante da
le istituìeredi di tutti suoi beni Pandol- i un medesimo ceppo, usando ambedue le
fo suo fratello, e Luca suddetto nipote famiglie nello stemma la Palomba, cioè
figlio di Giovanni altro suo fratello già la Savelli con quelle altre insegne che in-
defunto, e i loro figli maschi, in mancan- dicai, Savelli Palombara colla sola Pa-
i

za de'quali escluse le femmine, espressa- lomba in campo azzurro, impressa nelle


mente chiama sua erede la chiesa roma- monete senatorie, come prova il Marti-
Papa confermò in Castro Pa»
na. Creato nelli , Anliquit, Rom, Pont. Denarii, p.
voi. LXl. 20
298 SAV SAV
36 dipoi cambiandone
: i colori, l'aggiun- Gregorio XI nel 1375 il vicariato di Ci-
sero sulla Rosa degli Orsini in mezzo a vita Castellana, che già erasi in addietro
due Leoni attribuiti loro dal Sansovino, goduto dalla famiglia Savelli, ed in essa
Origine delle famiglie illustri d' Italia, continuò : in fatti a tempo di Giovanui
p. 3 1 o.E' dubbio se Palombara prendes- XXII n'era vicarioLuca il quale ottenne
se il suo nome dalla Palomba di questi dal Papa che fosse levato l' interdetto a
Savelli, ovvero se essi prendessero lostem- Civita Castellana, per avere ommesso di
ma cognome da Palombara. Di tutto
e il pagar il solito censo alla chiesa romana.
questo Pialli non ne parla, temendo forse Gregorio XI nella concessione a Luca as-
di pregiudicare i suoi signori, poiché nep- segnò 8 anni e 1 6,000 fiorini d'oro d'an-
pur fece menzione di d. Barbara de' Sa- nua provvisione da prendersi dalle rendi-
velli Palombara, ultima superstite della te di quella città econtado, col solo obbli-
nobilissima famiglia. La discendenza di go di pagarne 1 oa titolo di censo nel gior-
Luca si propagò per due sole generazio- no di Renzo fu marito di Ma-
s. Pietro.
ni, dopo il qual tempo essendo del lutto rina Trinci nobileromana e sepolta in A-
mancala, l'eredità d'Onorio IV passò in- raceli 5 furono i suoi figli maschi, Te-
:

tieramente aidiscendenli di Pandolfo, che seo, Paolo, Francesco, Antonello e Cola.


inutilmente pregò il Papa fratello perchè Il i.° vivente il padre abbandonò la casa
creasse altri cardinali, per quanto rimar- paterna e si mise al soldo del re di Na-
cai nel voi. LV, p. 297 : nella sua linea poli, dalquale fu pensionato, e la di lui
entrò il Maresciallato di s. Chiesa. I Sa- discendenza finì in Morellosuo figlio im-
velli essendosi collegati co'Colonnesi, eb- piegato collo stesso monarca. Dagli altri
bero parte dell'iniquo attentato di Sciar- 4 discendono le linee de'signori di lagna-
ra-CoIonna verso Bonifacio Vili. 11 figlio no (di cui nel voi. L VI II, p.126), Riccia,
di Pandolfo che continuò la successione, Albano (^.).,e Palombara (di cui a Tivo-
fu Giacomo più volte senatore di Roma li), ne'quali terminò la famiglia. Palom-
vicario del senatore Roberto re di Na- bara però appartenne per vari anni alla
poli , di grandissima autorità e potenza linea di Rignano, e molti degli altri feu-
nell'assenza de'Papi da Roma, onde da di riconobbero nello stesso tempo più pa-
Avignone (/'.) gli scrisse Benedetto XII droni di diverse linee. Paolo die origine
3 a
affinchè trattasse la pace tra'CoIonnesi e aliai. , Francesco alla 2. Antonello alla ,

a
gli Orsini : egli assistè alla coronazione in 3. , Cola o Nicola Di ognuna con
alla 4-*-

Roma di Lodovico il Bavaro. Da Giaco- Ratti do qui paratamente breve notizia.


mo sino a Lorenzo, o Renzo Sa velli mor- Paolo fu capitano generale di Carlo III

to circa ili 4oo, i Savelli non fecero Ira re di Sicilia o Napoli, di Gio. Galeazzo
loro stabile divisione di stati, donde la fa- Visconti duca di Milano, della repubbli-
miglia si diramasse in varie linee distin- ca di Siena, edi quella di Venezia checoi
te, come seguì dopo la morte di Renzo. suoi nel i4o5 l'annoverò
al patriziato, ed

1 discendenti di Giacomo nella linea pri- morì nel 4o5 nella guer-
ai di cui servigi 1

mogenita , furono Giovanni di lui figlio ra contro Padova. Dal testamento di Pao-
dettoancheBattista, Francesco diGiovan- lo si ricava il numero considerabile dei
ni o meglio suo fratello, Luca di Fran- feudi che possederono dal figlio e nipo-
si

cesco, e Renzo di Luca. Giovanni come ti. Essi sono Civita Castellana j Rignano

il padre fu vicario del senatore reRober- e Nazano (in Comarcd)j seguenti sono i

to,ed a lui Innocenzo VI nel i35s con- lutti inSabina (P.), cioè Tarano, Mon-
fermò la carica di Maresciallo di Roma, te Buono, Rocchette, Palombara, Creto-

e Custode del Conclave (f^^j Luca fu se- ne suoappodiato, Castel Chiodato, Pog-
natore nel 1 348 e nel 1 355, ed ottenne da gio Molano t Castiglione, Mon torio, Pog-
SAV SAV 299
gio Donadeo, Aspra, Cantalupo, Mon- primogenitura e fidecommisso di tutti i

tasola. Poggio Catino, Forano, ed altri suoi beni ne'discendenti maschi. I Savelli
castelli. Avvertirò, che in tallii luoghi sta- della Riccia furono tutti personaggi rag-
ti signoriede'Savelli, parlai eziandio di lo- guardevoli, e nel militare si acquistarono
ro notizie. Le imprese di Paolo sono com- moltissima gloria : Silvio divenne cardi-
pendiate nell'iscrizione, collocata sotto la nale. Di poco più lunga durata fu la li-
sua statua equestre d'ordine del senato, nea d'Antonello, che si chiamò de'signo-

nella chiesa de'Frari in Venezia. Forse ri d' Albano (di cui parlai ancora a Ric-
Paolo fu Maresciallo, di certo Io fu il figlio cia e ne' luoghi citati nel voi. LVIII, p.
Gio. Battista, che nel conclave per l'ele- 1 1 5, anche per la celebre Albalonga), e-
zione di Nicolò V
pretese avervi parte, co- stinta anch' essa nel declinar del secolo
me notai nel voi. XXI, p. 2 1 3, ed a Ma- XVII. Tanto Ratti, che Lucidi nelle Me-
resciallo : avverto, che in questo artico- morie sloriche dell' antichissimo munì'
loavendo riportato le notizie di que'Sa- cipio dell' Ariccia } dichiarano falso l'as-
che furono marescialli, ora le tacerò
velli serto dall'autore delle Memorie storiche
per non ripeterle, ed acciocché si possa- della città d Albano (seguendo il quale lo
no conoscere, indicherò chi fu marescial- ripetei anche io ad Albano), che un Vir-
lo delle altre linee. La linea di Gio. Bat- ginio Savelli ne fu investito nel 964 dal-
tista di frignano, avendo perpetuato tale l'imperatore Ottone I, di cui era capita-
dignità, fu delta pure la linea de* Mare- no. Souo diplomi in ventati, poiché de'Sa-
scialli.Mancata la sua linea, passò il Ma- velli avanti Onorio III non si conoscono,
resciallato in Mariano di Palombara e di ne' quali pur si dice che Virginio fu in-
Riccia, dalla quale più non uscì sino alla vestito della Riccia, mentre a quest'arti-
3
sua estinzione. Luca nipote di Gio. Bat- colo provai che fu per lai. volta acqui-
tista continuò la casa di Rignanoefu fa- stata dai Savelli nel secolo Del me- XV.
moso generale de' fiorentini contro i pi- desimo conio, dice Ratti, è diploma di il

sani, e di Massimiliano Sforza duca di Mi- Federico II d'investitura d' Albano del
lano; a lui successero 4 generazioni, con lazi, a favore di Giacomo nipote d'O-
Paolo, Onorio, Lucio, e Luca ultimo di norio III, che non ebbe tale nipote, anzi
questa linea che morì dopo la metà del il Papa avea investito d'Albano il vesco-

secoloXVII, non avendo molto figurato. vo Pelagio, perchè suoi predecessori go-
i

I signori della Riccia, che ripetono l'ori- devano il dominio della città quasi da un
gine dal mentovato Francesco altro figlio secolo addietro. Opina Ratti che il pos-
di Renzo, furono ancora di più corta du- sesso d'Albano ne'Savelli,soltanto comin-
rata di que'diRignano. Essi contano 6 ge- tempo del cardinal Giacomo poi
ciasse in
nerazioni, cioè il detto Francesco I, Fran- Onorio IV e di Pandolfo suo fratello, di-
cesco li, Pier Giovanni, Silvio, Camillo, chiarando falso il narrato dal p. Casimiro
e Mario la cui discendenza terminò nel- da Roma, Memorie istoriche delle chiese e
le figlie Caterina e Virginia, lai/ mari- de' conventi de'frati minori^. 1 g3,cheCri-
tata a Paolo, la a." a Federico, de'Sa velli stoforo Savelli colla forza delle armi s'im-
signori di Palombara : con questi matri- padronì di Nemi, Albano, Ariccia, Castel
moni fu ereditalo il feudo della Riccia, Gandolfo,Ardea(diquesta trattai aGEifz a-
con tutti gli altri stati a tali signori ap- NO,cioènel voi. XXIX, p.3o, ma per erro-
partenenti. I signori di Palombara già e- re tipografico nel vol.LVII,p. 1 2g,si legge
rano chiamati alla successione de'Savelli voi. XXXI7li), Civita Lavinia e altri ca-
della Riccia , per testamento di Camillo stelli. Quanto a Castel Gandolfo, il Lucidi
in mancanza della sua linea di Rignano, diceche nel medio evo tra le ville Aibane
e secondo l'istituzione da lui fatta d'una che servirono di amenodipoito agl'impe-
3oo S A V SAV
retori eravi Castel Gandolfo, e vi si reca- legi e prerogative. Ilsuddetto Cola figlio
vano a diporto quando venivano in Ro- di Renzo, che formò il ceppo della lini
ma. Che dopo d'esserne stati spogliati i di Palombara, ebbe per successore Buz'h
Sa velli, nel i44* m
dato a Roberto di e questo un altro Cola, al quale per ave
Montella creditore della s. Sede coll'ob* dato ricetto al conte Antonio Pontedera
bligo annuo o censo d'una libbra di cera ribelle di s. Chiesa ( impiccato a Prosi-
da darsi nella festa de'ss. Pietro e Paolo. none), furono confiscati da Eugenio IV
Restituito Castel Gandolfo a'Sa velli, ver- Castel Gandolfo {^.), Rocca Priora (di
so ili 460, il cardinal Scarampo Mezza- cuiaFRAscATi),Borghetto e Faiola(di cui
rota (V.) vi edificò più ville per comodo a Riccia), restituiti da Nicolò V a'di lui
di villeggiarvi, di maniera che acquistò figli Mariano, Gio. Battista, Francesco e
la forma di castello. I primogeniti della Battista. Gio. Battista fu poi cardinale:
linea d' Albano dopo il ricordato Anto- Mariano fu ili.°della linea diPalombara,
nello I, furono: Cristoforo I, Antimo che ottenne il maresciallato di Roma, e la

(così Ratti, ma forse Antonello II), An- custodia del conclave. A loro tempo de-
tonello .III, Cristoforo II, Marc'Antonio, vesi riferireil dominio della loro linea di

Onorio. Molti di questi si distinsero per Palombara, già posseduta sino alla metà
gloria militare e singolarmente Antonel- del secolo XV
dai signori di Rignano: in
lo II, le cui possidenze d'Albano essendo principio essi ne godettero porzione, poi
state occupate dalle milizie di Sisto IV, i loro discendenti l'acquistarono intiera-
nel 1 48 1 colle armi volle ricuperarle, ma mente. Giulio figlio di Mariano fu buon
fu respinto d'ordine del Papa da Paolo generale, e morì nella giornata di Ghiaia-
Orsini e Giorgio Santacroce: dipoi fu ca- dadda, fatale a' veneti nella guerra con
pitano delle guardie d'Alessandro VI, ed Giulio II. Erede del suo valore militai e
al suo tempo la di lui linea acquistò l'in- fu Troilo maresciallo, e lo fu pure il fi-

tiero dominio di tutta la città d'Albano. glio Tulio Ostilio nella cui famiglia e al-
Nel 1 485 Antonello II fececo'fratelli una tre linee lo rese ereditario Paolo III. Ber-
divisione d'Albano, e Castel Savello del nardino duca di Castel Gandolfo, nipote
fratello Pier Francesco della linea Pa-
di di Giacomo, primogenito di Giulio, fu
lombara, la quale con quella d' Albano maresciallo. Da lui nacque Gio. Battista
sino d' allora possedette indivisa tal cit- maresciallo e insigne personaggio, capi-
tà,dopo la qual concordia Albano diven- tano di Clemente VII contro i Colonnesi
ne propria di sua linea, di quella di Pa- e spagnuoli sotto Frosinone(F.) colon- t

lombara Castel Savello. Dalla linea d'Al- nello di fanteria dell' imperatore Carlo
bano uscì Cristoforo prolonotario e go- V, dal quale fu rimunerato col feudo di
vernatore di Cesena. Cristoforo vendè II Antrodoco con diploma del 1529, d'una
Albano a'signori di Palombara, che per- pensione d'annui scudi 1000, e fatto vi-
ciò n'ebbe il dominio avanti che man- cerèd'Abruzzo.PaoloIII lo nominò capi-
cassero di lei più immediati padroni.
i tanodi sue guardie e generale nella guer-
La linea de'signori di Palombara, parte ra contro i turchi, lo investì d' Otricoli
a
per eredita, parte per compre lo fu an- a 3. generazione, e fu distinto con altri

che d'Albano e di Riccia, la più feconda carichi luminosissimi da altri sovrani d'I-
di uomini grandi in pace ed in guerra talia e d'Europa:morì inFirenze nel 55 1

quella che si elevò e ingrandì al di sopra lasciando illustre e numerosa prole. Dal-
di tutte le altre, e che finita in parte nella l'albero genealogico de'signori diPalom-
casa Cesarini, portò in essa e per di lei bara uscì Gio. Lucido, il quale essendosi
mezzo nella Sforza gli avanzi del suo ric- sposalo con dispensa d'Alessandro Vìa
co e esteso patrimonio, eoo molti privi- Clarice Savelli, Caterina loro figlia sposò
SAV SAV 3oi
Costanzo del Monte fratello di Papa Giu- inconsolabile per l'assassinio dell* unico
lio HI. Oltre Bernardino primogenito, fu- suo Antonio accaduto in Riccia per
figlio

rono suoi figli Giacomo cardinale; Ma- gelosia. Federico ambasciatore imperiale
riano vescovo prima di Nicastro, poi di in Roma di Ferdinando III e suo consi-
Gubbio, pel quale la famiglia fu ascritta gliere, generale di s. Chiesa e capitano di
alla nobiltà d'Orvieto; Gio. Federico, e molto valore,moiì senza prole, onde l'in-

4 femmine, fra le quali Battistina. Que- tiera rappresentanza della famiglia si riu-
sta maritata al celebre Brunoro Zampe- nì in Paolo, che superò la gloria del fra-

schi signore di Forlinipopoli, s. Mauro tello, essendo celebrate le sue imprese nel-
e Giovedio, fu donna virile e magnani- l' epitaffio posto al suo sepolcro in Ara-
ma, che divenuta vedova nel i5jS alla celi, poiché militò quale generale pe'Pa-
lesta di armati ebbe il coraggio di resi- pi, fu ambasciatore imperiale, e ornato
stere alle milizie papali che porta vansi a di molte virtù : di sue esequie parlai nel
occupare gli stati di Brunoro devoluti al- voi. XXVI li, p. 61. Paolo e Federico
la s. Sede per mancanza di prole: tuttavia furono i primi che portarono il titolo di

ottenne da Gregorio XIII la rocca, il fi- principi d'Albano, essendo stata questa
sco e altre prerogative a vita, dappoiché città eretta in principato a favore d'am-
s. Pio V nel 1572 aveale concesso finche bedue e successori da Paolo V nel 1607,
vivesse governo e rendita di Forlimpo-
il prima i non essendo che signori
Savelli
poli sopravvivendo al marito, pe'meriti d'Albano. Nel 1 6i5 anche Poggio Nativo
di Brunoro, e del suocero Antonello che appartenente a Federico, fu eretto in du-
somministrò a Paolo III 10,000 scudi calo da Urbano Vili, e la città di Fer-
d'oro nella guerra co'turchi; il marito l'a- rara grata a'due fratelli pei molti servigi
vea lasciata erede universale. Il fratello a lei prestati, e per aver Paolo presiedu-
Bernardino fu maresciallo dopo la morte to all'edificazione della fortezza, neh 621
di Troilo suo cugino, erigendo Sisto V a li no-
ascrisse co'discendenti alla propria
suo favore in ducato Castel Gandolfo, ed biltà,con amplissimo diploma. A Paolo
in marchesato Rocca Priora pei primo- si deve pure la fondazione del monaste-

geniti; di più volle il Papa che in tale du- ro di Galloro nel territorio della Riccia,
cato e marchesato fossero compresi i lo- pe'vallombrosani.DaPaolonacqueroBer-
ro territori, la metà d'Albano e di Pog- nardino maresciallo, Fabrizio cardinale,
gio Catino. Ma
due feudi quando
questi e Carlotta che sposò prima Pietro Aldo-
appunto cominciarono ad essere di mag- brandino duca di Carpinete, poi Scipione
gior onorificenza per la casa Savelli, ne Spinelli principe di Cariati. Bernardino fu
perde dominio per debili sotto Clemen-
il marito di Maria Felice Peretti, pel di cui
te Vili, che li riunì alla camera aposto- mezzo ereditò il patrimonio della casa di
lica, nel cui pontificato fu troncata la te- Sisto V(F.) y e dalla quale lasciò figli Pao-
sta a Troilo de'Savelli, per quanto dissi locardinale,Giuliomaresciallo,e Marghe-
nel voi. LIX, p. 3o. Dipoi Castel Gandol- rita che sposò il duca Cesarini, ed essendo
fo divenne Villeggiatura de Papi (V.). mancata la successione del nipote, portò
ludi furono marescialli Giovanni e Pao- nella casa del marito la pingue eredità del
lo suo fratello, figli di Bernardino de- : padre e del fratello. Bernardino è il i.°
gli altri suoi figli furono più ce!ebri,Giu- i che si trovi decorato del titolo di duca del-
lio cardinale il detto Paolo e Federico
, la Riccia, e siccome il più antico docu-

che sposarono le due figlie ereditiere di mento è del 6iS t così sembra che un tal
1

Mario signore della Riccia, come già no- privilegio lo conseguisse da Urbano Vili:
tai. Lucidi riporta che la Riccia passò nel- sotto di lui Innocenzo X soppresse il tri-

1' altra linea, dopo la morte di Camillo, bunale della Corte Savella, che andava
3oa SAV SAV
annessa al maresciallato e ne formava la la Gerarchia cardinalizia a p. 3oo ne
rendita principale, avendo le sue carceri tratta, chiamandolo Castel Savelli o Sa-
annesse come quelle del senatore di Ro- bino, situato in affienissimo colle, ma già
ma; la giurisdizione del tribunale di cui a suo tempo rovinato e restato privo di
il maresciallo era capo, si estendeva so- abitanti.Crede che desse origine al fe-
pra tutti i laici della famiglia pontificia, condissimo ceppo della gran famiglia Sa-
ristretta o ampliata a beneplacito de'Pa- vellijche celebra pe'suoi illustri fasti. Non
pi, come variarono secondo tempi mi- i i all'influsso dell'aria che dice buonissima,
nistri del tribunale.Le carceri essendoclel- ma a qualche grande infortunio attribui-
la casa Savelli, presero il nome di Corte sce il suo abbandono.
3

Ne Commentari lib.
Savella: di questa, del tribunale e curia, io di Pio II, si dice che fosse edificato
delle prerogative del Maresciallo, a que- colle rovine dell'antica città d' Alba, ia
sto articolo ne ragionai non che a Meri- forte sito, e dove gl'imperatori fabbrica-
trice. Morto Bernardino, il figlio Giulio rono sontuose terme, e se ne vedevano gli
rimase capo della famiglia, e nel 66 1 1 ri- avanzi. Aggiunge che da' Commentari si
fabbricò l'antico Castel Savello già diru- rileva pure che fu fatto demolire dal pa-
to, avendone ottenuto un breve facolta- triarca Alessandrino (no, ma d'Aquileia
J
tivo da Alessandro VII, il quale nell i- Pltelleschie nel 1 436), perchè: Ecclesiae
stesso anno con suo breve eresse il castel- romanae erat infensum. Pio li si com-
lo in ducato in favore del principe d. Giu- piacque nel visitarlo, per li suoi folti e
lio e suoi discendenti. Ma parve una si- ombrosi boschi, prodotti dalla natura e
nistra combinazione, che quello appunto regolati dall'arte. Crede che ivi fosse il
in cui dovea terminar la famiglia, avesse Iago di Giuturna, in cui mori Turno re
ad essere il ristoratore e i.° fondatore di de'rutuli, che regnava in A idea. A tem-
quelcastelIo,da dove forse essa avea trat- podi Piazza esistevano le chiese di s. Ma-
to la sua prima origine. Ora di esso da- ria Porta Coeli parrocchiale, le cui en-
rò un cenno, avendolo promesso a Ric- trate il cardinal Chigi applicò in parte per
cia. Questo castello ora diruto e affatto la fondazione di due mansionari nella cat-
deserto, il quale si vede sopra un monte tedrale d'Albano; di s. Gregorio I Papa,

circa i miglia ad oriente d'Albano, e ch'è eretta nel dalla famiglia Sodani nel
1 6y 1

l'ultima lacinia del gruppo de'monti Al- territorio; di Maria d'Oli velia cappella
s.

bani da quella parte, nelle vecchie carte rurale posta sulla via pubblica che condu-
è chiamato Castrimi Sabelli , Castrimi ce ad Albano, edificata nel 1662 da Pie-
Sabellum. Esso presenta la stessa costru- tro Antonio Porri. Il già citato can.° Lu-
zione e lo stesso aspetto di quello dcCae cidi, Memorie dell' A riccia e delle sue co-
tani presso il sepolcro di Cecilia Metella lonie, a p.3o5 discorre di CaslelSavel-
vicino a Roma, opera del secolo XIII; i lo, e osserva che rimane indeciso se il ca-
fabbricati sono di opera saracinesca di pe- stello abbia dato o ricevuto il nome dal-
perino, e le torri del recinto erano qua- la famiglia Savelli, dicendo Sansovino che
drale. Dentro si vedono ancora avanzi prima di sua erezione già essa chiamava-
delle case, e quelli della chiesa, ch'ebbe si Savella. Risulta da documenti che il

il suo arciprete: le pitture dell'altare prin- castello formava un sol corpo con l'Aric-
cipale mostrano ch'era sagro alla B. Ver- cia, ed il governatore di questa lo era pu-
gine. Le rovine di questo rinomato castel- re di Castel Savello; ed in fatti il comune
lo coperte di edera e di arbusti, sono mol- di Riccia fissava le tasse nel suo territo-
lo pittoresche. Altre volte fu sotto la giu- rio, ed i priori dell'Aricela davano il pos-
risdizione dell' Ariccia,ora lo è sotto quel la sesso ai governatori tanto dell'Ariccia, che
d'Albano. IlPiazza che pubblicò nel 1703 di Castel Savello, ed eletti dai signori Sa-
SAV SAV 3o3
velli. Nel l63i si divise la giurisdizione la quale si ricordano vigne in Sabello, ma
de'due luoghi, perla divisione seguita tra non si fa menzione del castello. Quindi
i Savelli, per cui Castel Savello passò in gli sembra ragionevole, che Savelli piut- i

proprietà di Federico, ed in esso gli ari- tosto che dare ricevessero il nome da que-
ani principalmente aveano possidenze, e sto colle che fino dal secolo XI si diceva

case da loro fabbricate per attendere al- Sabellum, e che poi divenne ilnoraedel-
la coltura delle vigne nel tenimenlo delle lafamiglia, formandosi il De Sabello s De
Cese e canapi contigui. I Savelli procura- Sabellis, Sabellus e Sabelli Inoltre Nib-
rono conservare il castello e aumentarne by congettura che il castello l'edificò Gio-
la popolazione; rna la sua totale rovina vanni fratello del cardinale poi Onorio
pare originata nella separazione della giu- IV, e che fu diroccato neh 436 non dal
onde gli aricini lo
risdizione dall'Ariccia, patriarca Vitelleschi ma da Giuliano Ric-
abbandonarono. Nella metà del secolo ci arcivescovo di Pisa legato d'Eugenio
XVII il castello era divenuto asilo di mal- IV; dipoi nel 1482 occupato per qualche
viventi, esuli e banditi, non risiedendovi tempo dal duca di Calabria e dai Colon-
alcun magistrato. Gli aricini loro affida- nesi, dovè arrendersi alle milizie di Sisto

vano la coltura de'campi e de'vigneti; ma IV a' 19 agosto, abbracciando l'opinione


divennero cosi audaci, che non rispettaro- che nel 640 fu intieramente abbandona-
1

no nemmenoi signori del luogo, onde es- to per mancanza d'acque. Ritornando al-
si non ne curarono più la conservazione, l'ultimo de'Savellìd. Giuliodacui mi era
né proprietari delle case attesero a ri-
i allontanato, dirò che dal suor. matrimo-
sarcirle, quindi a poco a poco cadendo o nio con Caterina Aldobrandini pronipo-
minacciando ruina, gli abitanti nella più. te di Clemente Vili, nacque Bernardino
parte passarono a domiciliarsi nella Ric- cui fu dato il titolo di duca di Castel Sa-

cia. 11 cardinal Paolucci vescovo d'Alba- vello, il quale premorì al padre non la-

no, nella visita che vi fece nel i 720, dice sciandoproleda Flaminia Pamphilj, pro-
che il castello restò disabitato nel 1 640 pei* nipote d'Innocenzo X;d. Giulio dalla 2/
mancanza d'acqua; della quale opinione moglie Caterina Giustiniani non ebbe fi-
fu pure Ricci nelle sue Meni orie sloriche, gli onde restò solo germoglio maschile
,

aggiungendo che gli abitanti vennero a de'nobilissimiSavellijchein esso si estin-


vieppiù popolare Albano. Lucidi non ci sero a'5 marzo 1 7 1 2 quando morì di 86
con viene intieramente, per la cisterna tut- anni. Nell'epitaffio che si preparò in vita,
tora esistente, per l'acqua ch'è copiosa sot- sonoindicate le ultime sue vicende e quel-
to il colle,e sostiene che sino ali 636 fu a» le di sua famiglia, ed
il titolo che porta-

bitatOjchei suoi pochi abitatori nella mag- va ; cioè di principe di Venafro e Albano,
gior parte si recarono all' Ariccia, come duca de'Marsiedi Castel Savello, conte
risulta da'libriparrocchiali,echenel 1787 di Celano e di Cincione e come tale pa-

la chiesa arciprelale di s. Maria de Porta trono di tutto l'ordine francescano, baro-


Coeli cominciò a cadere e poi rovinò. Nib- ne marchese di s. Martino, Ma-
di Pescina,

by, Analisi de' dintorni di Roma, 1. 1 , p. resciallo di Chiesa, grande di Spagna,


s.

65, racconta che fin dal 02 3 1 si fa men- cavaliere del Toson d'oro, ambasciatore
zione d'un fondo o luogo, (juivocalurSa- di Spagna alias. Sede per la presentazione
bello, posto nel territorio albanese, in una della Chinea in nome di Carlo II, ec. Lo
carta che riporta Galletti nel Primicero stato di Cincione nella Spagna era forse
a p. 2^7. Questa stessa denominazione l'uuico rimasto alla casa Savelli, e che a-
s'incontra nella bolla diCalistolI deli 12 3 vea ereditato neh 683; tutti gli altri era-
a favore di s. Maria in Trastevere, poi con- no stati alienati per debili, e per non di-
fermata da BenedettoXlIneli33c); neI- re di tutti, rammenterò che Palouibara
3o4 SAV SAV
nel i5y6 per metà ricadde alla camera
la Lucido eClariceSavelli del 1 495summen-
apostolica, enei 1637 con Stazzano fu del tovati, per averli dispensati dai gradi di
tutto venduta ai Borghesi; X Aricela fu parentela Alessandro VI, quindi ne furo-
venduta ai principi Chigi, sino dal 1 661; no discendenti Traiano,Camillo, Oddone
^/&tfnoordinaria dimora di d. Giulio, per V, Massimiliano morto nel 685, Federi- 1

debiti fu venduto nel 1697 e acquistalo co che da Barbara Colonna ebbe Massi-
da. Innocenzo XII, per quelle particolari- miliano il quale congiuntosi in matrimo-
tà che riportai a quell'articolo. Gli Sfor- nio a Porzia Gabrielli, nacquero due fi-
za Cesarmi come più prossimi parenti, glie, la suddetta Barbara,e Clemenza che
per parte della duchessa Margherita so- rnoiì fanciulla. Questa Barbara portò nel-
rella di d. Giulio, succedettero nella di lui la nobile famiglia Massimo oltre la me-
eredità, mail Maresciallato Clemente XI morata Villa Palombara il palazzo Pa-
ì

loconcesse alla nobilissima famiglia Chigi lombara nel rione Colonna, nella via del-
(F.) che ancora lo gode, non avendo vo- l'Impresa de Lotti, che il Bernardini, Dei
luto esaudire le istanze di d. Giulio, che Rioni di Roma chiama salita di monte Ci-
lo domandò pel suo erede. I genealogisti Pa-
torio; è l'edifìzio palazzo de'marchesi
ripetono dalla famiglia Savellidivetse di- lombara, ed ove nel i85o dal Palazzo
ramazioni, che Ratti rifiuta, narrando che Camuccini (F.) fu trasferita la Deposi-
comparvedopolamortedi d.GiuiiOj cer- te ria Urbana. La marchesa Barbara fu

to principe Domenico Filippo Savelli di sepolta nella cappella di padronato de'si-


Francia, che facevasi discendente di Gio- gnori diPalombara, esistente nella Chie-
vanni duca di Castel Gandolfo della li- sa di s. Silvestro in Capite. La cappella
nea di Palombara, ma non potè provar- è sagra as. Francesco d'Assisi, e nell'al-
lo. Il palazzo di Pvoma sul Monte SaveI- tare Orazio Gentileschi pisano lo espres-
lo, nel 17 17 l'acquistò il duca d. Filip^ se in atto di ricevere le stimmate : Luigi
pò Orsini per 29,000 scudi, prezzo giu- Garzi dipinse in alto il santo in gloria, e
dicato meno di quanto meritava. Notai a nelle pareti laterali quando vestì il suo
Palazzo Massimi, che la marchesa Bar- istituto, e la sua predicazione. Nel marmo
bara Savelli della linea di Palombara, che si legge: Sabellorum
sepolcralegentilizio
entrò nella nobilissima casa Massimi, fu de Palumbaria ex clariss. Romanoruni
propriamente l'ultimo superstite illustre gente sepulchrum. Tanto appresi da Car-
rampollode'Savelli,ed allaquale Cancel- letti, Memorie di s. Silvestro in Capite^
lieri dedicò le Dissertazioni sopra la sta- p. 4 *• Alfonso Ceccareili neli58o scrisse
tua del Discobolo scoperta nella villa di le Memorie dell' antichissima casa Sa-

Palombara &\\\YYL$(\\i'\\\x\o quale statua


y
\dL velli. Enea Rasi, Raccolta nelle nozze di

si ammira in detto palazzo. Essa sposò il Paolo e Caterina Savelli 3 con annotazio-
marchese Camillo mandato da Pio VI nel ni sulla nobilissima istoria di questa an-

3 Cesena e Ferrara
1
797 fra suoi plenipotenziari al trattato
i tichissima famiglia
di Tolentino, poi ambasciatore a Parigi, 1620. Nicola Ratti, Della famiglia Sfor-
quindi posto dai napoletani con 3 altri za, Roma 1 794, par. 2 p. 297, Della Fa-
:

distinti soggetti alla testa del governo di miglia Savelli.


Roma nel 1
798, morto nel 80 1 1 lasciando SAVELLI Licinio, Cardinale. Da Ur-
vedova la marchesa Barbara in cui si e- bano II del 1088 fu creato diacono car-
stinse l'antica fa miglia de'Sa velli a'26 di- dinale di s. Giorgio, secondo l'CJghelli, e
cembre 1826; mortechecon elogio fu de- ilNomenclatore de' cardinali. Però né
plorata, nel n.° 1 del Diario di Roma 1827. Panvinio,nèCiacconionon uefannomen-
La marchesa Barbara discendeva dalla li- zione: Sansoviuo erroneamente lo dice
nea Savelli Palombara, del ceppo diGio. diacono di s. Candido, diaconia non mai
SAV SAV 3o5
esistita, facendo senza prove giungere a maggio 122 3 fece stipulare l'acquisto che
3i i cardinali Savelli, fino dai tempi di egli fece dai Malabranca in favore della
s. Silvestro I. s.Sede,enon pei parenti,del castello della
SAVELLI Innocenzo, Cardinale. In- Riccia^.) e sue pertinenze, perGiovanni
nocenzo II deli i3o lo creò cardinale pre- Leone Scrinarium.
te di s. Marco, ma incerto è che sia dei SAVELLI Bertrando o Bartolomeo,
Savelli. Crede l'Ughelli che fosse esaltato Cardinale. Da Onorio III nel dicembre
nel concilio di Clermont, ed allora avreb- 1 2 16 fu creato cardinale prete de'ss.Gio.
be vissuto 12 anni nel cardinalato, poi- e Paolo, e legato in Francia nelle pro-
ché si congettura morto nel i43. i vincied'Ambrun, Vienna, Arles, Narbo-
SA.VELLI Cencio, Cardinale.^.Oxq- na , Auch, e specialmente nelle diocesi
rio III Papa. di Mande, Puy e Alby, con ordine d'in-
SAVELLI Cencio, Cardinale. Nel di- vigilare che non si facesse in quelle parti
cembre^ 6 Onorio 1 III lo creò cardina- cosa alcuna che potesse pregiudicare alla
le vescovo di Porto, e legato a latere nella fede cattolica, e che fosse contraria alle
Spagna, donde restituitosi a Roma do- leggi della pace, con amplissime facoltà di
po 36 mesi di cardinalato, chiuse il pe- riconciliar gli eretici albigesi colla s. Chie-
riodo de'suoi giorni nel 2 9, dopo aver 1
1 sa, e di sentenziare sopra alcune contro-
sottoscritto una bolla del Papa, a favo- versie, la decisione delle quali richiedeva,
re de* canonici di s. Frediano di Lucca. che fosse fatta sulla faccia del luogo. Nel
SAVELLI Tommaso, Cardinale. Ni- tempo stesso condusse a buon fine altri

pote di Onorio III e romano, nel 12 16 gravissimi affari di cui era stato incarica-
lo creò cardinale prete di s. Sabina, for- to dal Papa, che pure gli ordinò di sen-
se figlio di Luca fratello del Papa, che tenziar l'anatema e l'interdetto control
Ratti crede il 1" vero cardinale della fa- cittadini di Marsiglia, i quali oltre all'al-
miglia dopo Cencio Camerario poi Ono- to disprezzo da essi fatto delle sagre e di-
rio III, e che sia l'unico ch'egli creò do- vine cose, aveano quel clero malmenato
po assunto al pontificato. II Ciacconio, i e vilipesole nou avessero dato convenien-
suoi illustratori e continuatori noi conob- te soddisfazione. II cardinale vietò sotto
bero, non convenendo sul cardinalato del- pena di scomunica a Giacomo I re d'A-
l' altro Cencio precedente e di Bertran- ragona, e altri principi seco lui collegati,
do seguente. Il Panvino chiama questo 2. d'invadere ostilmente le terre del conte
Bartolomeo del titolo de'ss. Gio. e Paolo, diMonfort, come aveano determinato, cou
ma poi nomina il solo Tommaso di cui estremo pericolo de'poveri abitanti, e con-
fa questo elogio: Fu
massima pruden-di tro l'espressa proibizione dell'ultimo con-
za, ed in estimazione nella chiesa roma- cilio ecumenico, che avea stabilito la tre-
na, e le cui virtù, di (l'use la fama in mo- gua. Pel gran concetto in cui Io teneva
do, che chierici e laici di Gerusalemme
i ilPapa, meritò altra legazione nella Spa-
di cornuti consenso lo elessero patriarca ; gna, compita la quale nel ritorno che fe-
ma Gregorio IX loro non Io concesse, poi- ce in Italia mori nel 1222. Nelle molte
ché per la sua dottrina nelle umane e di- lettere che Onorio III gli scrisse nelle le-
vine lettere, per la sua esperienza credet- gazioni, lo dice uomo di molta probità di
te più opportuno che servisse la s. Sede, costumi fornito, e di eminente scienza, po-
nelle calamitose circostanze per cui era tente nelle opere come nelle parole.
esposta alle persecuzioni di Federico li. SAVELLIGiacomo, Cardinale. V.
) I suo nome si trova sottoscritto nelle bolle Onorio IV Papa.
d'Onorio III e di Gregorio IX, Avanti SAVELLI Gio. Battista, Cardinale.
ii cardinal Tommaso, Onorio III a' 20 Uomo di gran credito e autorità, di spi-
3o6 SAV SAV
rito pronto e vivace, assai attivo nei ma- castro nel i54o,e di quella di Teramo
neggio degli affari, protonotario aposto- nel 1 545> che rinunziò
prima d'un anno,
lico, venne dai Papi incaricato delle le- e poi di quella di Gubbio che nel i555
gazioni di Perugia, Ravenna, Bologna e gli fu assegnata da Paolo IV, la quale do-

Marca, e di quella di Genova per sedare po 5 anni rinunziò a favore di Mariano


le discordie che infierivano tra le due prin- suo fratello. Prima di questo tempo Giu-
cipali famiglie della repubblica, l'Ador- lio 1 II lo destinò alla legazione della Mar-
no e la Fregoso, e per ottenere da quel se- catila quale restituì la pace, per le inte-
nato una squadra di galere contro i tur- stine discordie da cui era agitata, e la li-

chi per la ricupera d'Otranto : dapper- berò dalle angustie e insidie del capo-cor-
tutto lasciò presso ciascuno opinione van- saro della flotta di Solimano II, il famoso
taggiosa del suo valore. Era stato desti- Dragut. Pio IV neli56o lo fece arcive-
nato al cardinalato da Paolo limala mor- scovo di Benevento, dove eresse il semi-
te glielo impedì, ma Sisto IV a* 5 mag- nario, enei 1 567 vi celebrò il concilio pro-
gioi48o lo creò cardinale diacono de'ss. vinciale coll'intervento di 12 vescovi suf-
Vito e Modesto, e arciprete della basili- fragane'^ fu stampato in Roma. Lo stesso
ca Liberiana. Entrato poi in sospetto il Papa Io dichiarò vicario di Roma, nel qual
Papa, che tenesse segreta intelligenza col ministero perseverò sotto gli altri Papi fi-

redi Napoli Ferdinando I, che riguarda- no alla morte, e lo annoverò tra gli in-

va come nemico per l'aiuto dato al du- quisitori della fede. Col cardinal Farne-
ca di Ferrara, lo fece porre in Castel s. se ottenne da Gregorio XIII, diverse con-
Angelo per 8 mesi. Riconosciuta la sua in- cessioni su Forlimpopoli, in favore della

nocenza venne liberato dal carcere. Aven- sorella Battistinavedova dell'ultimo feu-
do contribuito all'elezione d' Innocenzo datario Zampeschi. Fece ristabilire nella
Vili, questi gli die in feudo Monticelli. basilica Lateranense le imposte di bronzo

Alessandro VI credendolo infedele e fa- della porta principale, opera eseguita sot-
vorire il nemico del pro-
re di Napoli, e to il suo antenato cardinal Cencio Came-
prio figlio Cesare Borgia, lo mandò in Ca- rario. Passato all'ordine de'preti e al ti-

stel s. Angelo e privò della dignità car- tolo di s. Maria in Trastevere, divenne
dinalizia; nondimeno lo liberò poi dalla vescovo suburbicario, nel 1 577 di Sabina,
prigionia, e reintegrò nelle onorificenze nel 1578 di Frascati, neh 583 diPorto e
e grado. Mori nel i4g4 ottuagenario in s. Ruftina. Si trovò presente a 7 concla-
Castel Gandolfo feudo di sua illustre fa- vi e mori in Roma nel 1587, di 65 anni,
miglia, dopo essere intervenuto a duecou- lasciaudo per testamento che si terminas-
clavi. Trasportato il cadavere in Roma se la chiesa di s. Pietro d'Albano patro-
sua patria, fu sepolto nella tomba genti- nato de' Savelli. I funerali furono cele-
lizia posta nella chiesa di s. Maria d'A- brati nella chiesa del Gesù, coll'assisten-

con iscrizione da lui preparata e


raceli, za di 39 cardinali e 5o prelati, il che fu
che accenna le palile peripezie. raro esempio, recitando l'orazione fune-
SA VELLI Giacomo, Cardinale. No- bre Pompeo Ugonio, indi fu sepolto avan-
bilissimo romano de'signori di Palomba- ti l'altare di s. Ignazio da lui eretto. Coi
ra e Castel Savello,consanguineo di Pao- molti acquisti che fece rese assai rispet»
lo 111 e suo cameriere d' onore, mentre tabile il suo asse ereditario, pervenuto ai
d'anni 16 studiava in Padova la giuris- di lui nipoti, in vigore della facoltà di te-
prudenza, e la letteratura greca e latina, stare ottenuta da Giulio III. Fu uomo
a'12 dicembrei53g il Papa lo creò car- grave, libero nel proferire sua sentenza,
dinale diacono di s. Lucia in Septisolio, risoluto, circospetto e di gran dottrina, ac-
coll'amministrazione della chiesa di Ni- curato in modo singolare nelle sagre e-
SAV S A V 3o 7
ecclesiastiche ceremonie, e geloso custo- gina vedova e Carlo II loro figlio), Urba-
de della dignità cardinalizia. no Vili neli63o gli conferì l'arcivesco-
SAVELLI Silvio, Cardinale. Roma- vato di Salerno, il quale dopo aver go-
no de'signori dell'Aricela ove nacque, di vernato 1 2 anni, nel 1 64.2 rinunziò al ni-
genio placido e mite, fornito di soavissi- pote Fabrizio che segue. Lo stesso Papa
mi costumi e inclinato alla magnificenza, lo mandò legato in Bologna, Ferdinan-
essendo cameriere d' onore di Gregorio do III imperatore lo nominò protettore
XIII fu fatto canonico di s. Pietro, e nel dell'impero e Uladislao VII re di Polo-
i583 nominato arcivescovo di Rossano, nia di quello del suo regno presso la s.

nunzio di Napoli, e poi di Parigi a fine Sede, che in iscabrosie diihcili tempi so-
di presentare a Carlo IX in nome delPa- stenneconsomma integritàesaviezza.Nel
pa Stocco e Berrettone benedetti (P\).
Io 1 629 fu fatto vescovo subui bicariodiFra-
Rinunziata dopo un lustro la chiesa diRos- dopo aver concorso all'elezione di
scati, e
sano, fu eletto patriarca di Costantinopo- due Papi, chiuse il periodo de'suoi gior-
li, i5g4 vice-legato d'Avignone, in-
e nel ni in Roma nel 1
644» no " ne 634> d'an- '

di a'5giugno 1 596 Clemente Vili locreò ni 70, da tulli compianto per l'incompa-
cardinale prete di s. Maria in Via, e de- rabile soavità di costumi, e fu sepolto in
putato sopra gli affari di Germania e Un- Araceli nella tomba de'suoi, con iscrizio-
gheria, colla legazione di Perugia e del- ne in cui il pronipote duca Giulio com-
l'Umbria, dove si acquistò credito d'in- pendiò ledi lui gesta, con altra unita pel
tegro e illibato costume. Trasferitosi da seguentecardinale L' A midenio oltre aver
Perugia alla Riccia, un improvviso male sbagliato l'epoca della morte e dell'età,
lo trasportò nell'altro mondo ueli5gg,di colla sua penna satirica, censurò questo
5oanni non compiti, con incredibile ram- porporato come proclive a vizio disdice-
marico di tutte le persone dabbene, che vole al sagro carattere.
lo riguardavano come lo specchio e il mo- SA VELLI Fabrizio, Cardinale. Ni-
dello del sacro collegio. Trasferita la sua pote del precedente ebbe con lui comune
salma in Roma, ebbe sepoltura in Ara- 1642 ricevè per sua ras-
la patria, e nel
celi nella tomba de'suoi illustri congiun- segna da Urbano VIII l'arcivescovato di
ti, con magnifica iscrizione posta vi dal fra- Salerno, quindi Innocenzo X a'7 ottobre
tello Federico. 1647 1° creo cardinale prete di s. Ago-

S A VELLI Giulio, Cardino /e.De'prin- stino, e legato di Bologna ove non sod-
cipi d'Albano e patrizio romano, da Pao- disfece il Papa, e rinunziata dopo 1 5 o 1

lo V fu incaricato della nunziatura di Sa- anni la sua sede a Gio. Torres nipote del
voia, nella quale essendosi diportato con cardinal Cosimo, il re di Polonia Giovanni
pari prudenza e valore, ne riportò in pre- Casimiro lo destinò suo ministro presso
mio oltre la pingue abbazia di Ripalta, la s. Sede. Si trovò presente al conclave
la sagra porpora nell'ordine de' diaconi, di Alessandro VII, nel cui pontificalo e
a cui lo elevò il Papa a'2 dicembre 6 1 1 5; ne'priucipii del 1609 vide il fine di sua vita
di più lo fece vescovo d'Ancona nel 6 1 1
6, in Roma, in età di 02 anni, e fu sepolto
dopo averlo trasferito all'ordine de'pre- nella cappella di s. Francesco in Araceli
ti e col titolo di s. Sabina. Amministrò nella sepoltura de* suoi maggiori, senza
per 16 anni con tal dolcezza e
la diocesi alcuna funebre memoria. Il Caferro nei
moderazione, che lasciò ne'suoi diocesa- suoi Fiori della Storia, compassionando
ni un vivissimodesiderio e un amore ine- la breve vita del cardinale, gli aggiunse
sprimibile verso di lui. Ad istanza di Fi- 12 anni, e resta smentito dal dichiarar-
lippo IV redi Spagna, assai munifico ver- si che nacque a' 1 4 giugno 1607.
so la sua famiglia (come lo furono la ìe- SAVELLI Paolo, Cardinale. Trasse i
3o8 SAV SAV
natali dalla sua eccelsa famiglia romana, essendo cardinale di s. Maria in Cosme-
primogenito di Bernardino ed erede del din cui donò una pianeta d'oro di mol-
cardinal Francesco Perelti,il quale l'avea to valore. Con gran pompa
cadavere fu il

adottato nella sua opulenta famiglia; ma portato nella chiesa d'Araceli, ove si ce-
a vendo sino da fanciullo mostrata inclina- lebrarono i funerali a' 2 di detto mese, 1

zione per lo stato ecclesiastico, rinunziò e il p. Mabillon che vide ed errò nel-
li

i suoi diritti al (Vatello Giulio. Fu provve- l'epoca, si meravigliò nell'osservare a' 4


duto della ricca abbazia di s. Maria diChia- angoli del feretro 4 famigliati con ampli
ravalle di Milano, e da Alessandro VII flabelli, agitar questi per cacciar le mo-
fatto chierico di camera, e poco dopo ai sche dal cadavere. Giulio Savelli rinno-
1 4 gennaio 1664 fu creato cardinale di s.
vò la memoria del cardinale, con epitaf-

Maria della Scala, chiesa che fu allora per fio che fece incidere nella cappella gen-
lai." volta eretta in diaconia cardinalizia, tilizia di s. Francesco, e riprodotta dal p.
io luogo della soppressa di s.MariaNuova. Casimiro, con tutte le altre che ivi si ve-

Inoltre il Papa lo fece legato di Roma- dono. La cappella di s. Francesco nella


gna, ma al dire de' continuatori di Ciac- crociera, fu edificata dai Savelli nel seco-
conio non vi andò per la sopravvenuta lo XIII in onore di s. Francesco d'Assisi,
morte d'Alessandro VII, e per mancan- ed ivi venne collocata una di vota sua sta-

za di mezzi onde figurare decorosamente. tua di legno poi trasferita in sagrestia, e


a
Il Bavaglini ne'suoi Annali lasciò scrit- vuoisi che fosse la i. al santo innalzata
to, che le urgenze di sua nobilissima ca- in Roma : le pitture delle pareti e quelle
sa provveduta già di somme ricchezze, de' vetri rappresentavano i fatti di sua vita
allora gravata di debiti e involta in liti, esemplare. Essendo divenuta indecente,
a
lo costrinsero a ricusare la legazione, per nel 1727 il p. Giuseppe M. da Evora,
assistere in Roma gl'interessi domestici, poi celebre vescovo di Porto (V.) in Por-
a'quali tuttavia non riuscì di gran pro- togallo, con altri benefattori la restaurò
fìtto. Cardella non si sa indurre a prestar e abbellì. Fra questi vi fu Benedetto XIII
fede alle asserzioni di tali scrittori sulla che ne consagrò l'altare e vi ripose le re-

condizione economica del cardinale, che liquie de' ss. Florido e Diletto. Ivi sono
invece crede sia stato assai ricco, tanto pur sepolti i genitori di Onorio V, I la cui
più che il cardinal Peretli suo zio per can- statua Paolo III fece trasferire in que-
to materno, lo avea istituito erede uni- sta cappella dalla basilica Vaticana, ed
versale de' suoi beni che ascendevano a è interessante per la forma del pallio e
considerabile valore, come attesta l'Eggs, degli altri indumenti pontifìcii del suo
il quale aggiunse che nel 1667 appena e- tempo.
JettoClemente IX, questi loconfermò nel- SAVERDUi\FEDERico,Crt/'^7w/e. No-
la legazione, ed il cardinale prontamen- bile de'conti di tal nome, arcivescovo di
te si recò al governo della provincia di Treveri, giovine d'età ma vecchio di sen-
Bologna. E' falso però che detto Papa gli no, celebre per la scienza del diritto ce-
conferisse la carica di camerlengo di s. ro- sareo, fu poi arcivescovo di Colonia, e co-
mana Chiesa, come pretese il p. Casimiro ronò 3 imperatori colla corona Germa-
da Roma nell'erudite sue Memorie islo- nica. Governando santamente il gregge
richa della chiesa d'Araceli, ove riporta suo, meritò che Urbano VI nelle tempo-
diverse notizie de'Sa velli, loro cappella e ra dell'avvento 38 lo creasse cardina-
1 1

sepolcri. 11 cardinale favorì col suo voto le prete; dignità che stimò bene di non

le elezioni di Clemente IX, di Clemente accettare, pei torbidi tempi del gran sci-
X, e d'Innocenzo XI, e terminò in pace sma che in Avignone sosteneva 1' anti-
a Roma i suoi giorni nel settembre 1 685, papa Clemente VII. Compì itf Colouia
SAV SAV 3o 9
r
il corso de' suoi giorni nell'anno i4»4> SAVOIA Amedeo, Cardinale. J An- .

ed ebbe sepoltura iti quella metropoli- tipapa Felice V, Losanna e Savoia.


tana. SAVOIA Maurizio, Cardinale.Nac-
SAVINIANO(s.), i.°vescovo di Sens, que da Carlo Emanuele I duca di Savoia
martire. Fu mandato da Roma nelle Gal- (F.) fratello a Tommaso principe di Ca-
lie nel 111 secolo, insieme con s. Poten- rignano ed al duca Vittorio Amedeo I.
ziano e s. Aitino. Recatosi con essi a Sens, Inclinato per le scienze e le arti, educato
alloggiarono in casa di Vittorino, uno dei da Giacomo Goria, poi vescovo di Ver-
principali abitanti della città , e lo con- celli, divenne principe, che all'esteriore

vertirono con parecchi altri pagani , tra eleganza della persona accoppiò le inter-
gli aliti Eodaldo e Serotino. Si è attri- ne doti dell'animo, fra le quali primeg-
buita a s. Saviniano la fondazione della giarono, la tenera divozione verso la B.
chiesa detta poscia di Pietro il Vivo. Si
s. Vergine, per la salute che ricuperò da
dice che s. Potenziano e s. Serotino sieno quella venerata in Mondovì,e incompa-
andati a predicare a Troyes, e che s. Ai- rabile clemenza che a tutti lo rese ama-
tino e s. Eodaldo, dopo aver passato qual- bile e caro.Paolo V mentre aveva 4 an- 1

che tempoad Orleans,siensi recati a Char- ni, a' o dicembre 1 607 lo creò cardinale
1

tres e poscia a Parigi. Essi operarono da diacono di s. Maria Nuova, donde passò
per tutto un gran numero di conversioni, alla diaconia di s. Eustachio. Fu arric-
e vennero dipoi ad unirsi a s. Saviniano chito dal padre di i5o,ooo franchi di ren-

a Sens, ove furono martirizzati con alcu- dita provenienti da un prodigioso nume-
ni de'loro discepoli.Nell'847 ' oro corpi rodi benefizi ecclesiastici e abbazie tra le

furono disolterrati e portati nella chiesa quali quelle di s. Benigno di Frultuaria,


di s. Pietro il Vivo : in seguitosi nasco- di Casanuova, di s. Michele della Chiu-

sero per sottrarli al furore de'normanni. sa, di s. Stefano d'Ivrea, di Soissons e al-
Nelio3i s. Saviniano ven-
le reliquie di tre, oltre i canonicati di Colonia e di Lie-
nero collocate un'urna preziosa, nella
in gi. Fino dai primi anni si mostrò impe-
quale si posero pure quelle di s. Eodal- gnassimo mecenate de'letterati, che fu-
do. Tutti questi santi sono nominati ne- rono dà lui sovvenuti e in ogni maniera
gli antichi martirologi a'3i dicembre; ma favoriti. Contava appena 2 anni quando 1

laloro festa principale si celebra a* 19 ot- il duca padre dovendosi recare a Nizza
tobre a Sens e a Parigi. Essi si onorano di Provenza, gli affidò il governo del Pie-
insieme ,
quantunque non pare che ab- monte e della Savoia, nel quale grave in-
biano tutti sofferto lo stesso dì. carico portò con tale integrità e pru-
si

SAVINIANO (s.), vescovo di Troyes denza che giunse a meritare l'approvazio-


in Sciampagna, martire. Sembra che ab- ne universale, superando col senno e colla
bia sofferto il martirio nel III secolo; ma sodezza de'costumi la pochezza dell'età.
non è conosciuto se non per il culto an- Nell'abbazia di s. Benigno istituì una col-
tico che gli si rende. Le sue reliquie si legiata, e le assegnò ampie rendile. Por-
conservano nella cattedrale di Troyes, ove tatosi in Roma nel pontificato di Grego-
furono trasferite verso il 640 dal villag- rio XV, vi fu accollo con tanto plauso e
gio di s. Sira sulla Senna, il quale porta- onore, che forse altrettanto non fu mai u-
va anticamente nome
Saviniano.
il di s. sato con altro principe cardinale, volen-
Ilmartirologio romano, dopo quello di dolo il Papa presso di se per molti giorni
Usuardo, ne fa menzione ai 29 di gennaio, nel palazzo apostolico, trattandolo con
in cui si crede che fosse martirizzato; pe- reale magnificenza. NellaSede vacante
rò la chiesa di Troyes ne fa la festa ai 24 per morte del Papa, che avea i soldati
dello slesso mese. condotto seco per guardie, commisero
3io SAV SAV
quell'insolenze e ribalderie/che deplorai domandò la tutela del nipote Carlo Ema-
in quell' articolo. Dichiarato protettore nuele II e la reggenza durante la sua mi-
non solo degli stati di Savoia, ma ancora norila,ad esclusione della madre duches
della Francia pressola s. Sede, promosse sa Cristina di Francia. Si oppose ai due
con impegno l'esaltazione del cardinal fratelli il gabinetto francese, per cui se-
Barberini, che divenuto Urbano Vili ne guì lunga e disastrosa lotta civile. Final-
rese grazie a Luigi XIII rediFrancia,pro- mente per quietare le diuturne guerre che
testandosi obbligato di sua elevazione al avevano desolato il Piemonte e ridottolo
cardinal di Savoia. Insorte poi alcune dif- ad estrema miseria, furono dalla prudenza
ferenze in Roma tra il cardinale e i mi- della duchessa Cristina divenuta vedova,
nistri della corona di Francia, che lo pre- combinate le nozze con pontificia dispen-
sero in sospetto, deposta la protettoria as- sa, tra il cardinale, e la principessa Lui-
sunse quella dell'impero e della casa d'Au- gia Maria sua figlia, e al cardinale nipo-
stria, lo che in seguito die motivo a mol- te si riunivano i diritti al trono, se mo-
le guerre in Piemonte. Nel tempo in cui riva l'infermo nipote duca Carlo Ema-
sitrattenne in Roma, fu certamente sor- nuele lì. Furono celebrate a'2 1 seltem-
prendente la magnificenza, Io splendore brei642 per cui l'afflitto stato potè re-
con cui si trattava e incedeva pubblica- spirare, e poi tornare a perfetta calma e
mente: tra le altre sontuosità e pompa da tranquillità, laonde rinunziata prima li
lui usata, fu rimarchevolel'intervenloalle porpora cardinalizia, fu da indi in poi de-
cappelle pontificie, alle udienze del Papa nominato il principe Maurizio di Savoia.
o a qualunque altra pubblica funzione : Ebbe la luogotenenza di Nizza, e la prin-
per lo più era accompagnalo da un se- cipessa si recò in Roma nell'anno santo
guitodÌ20ocarrozze,einnumerabiIecor- i65o, albergata dalle oblate di Tordei
teggio di cavalieri e gentiluomini, vestiti Specchi, ed accompagnala da nobilissimo
nobilmente, e cavalcando generosi caval- equipaggio di dame e cavalieri. Il princi-
liriccamente bardati. La sua casa al Qui- pe non ebbe figli, visse colla moglie 5 an- 1

rinale divenne un' accademia di scienze ni, emorì d'apoplessia a'4 ottobre 1657.
ed arti, onde a lui si dedicarono molte Sul colle di Torino edificò una bella vil-
opere; era frequentata dal celebre Pal- leggiatura, oggi villa della Regina, ove
lavicini poi cardinale, e da Rospigliosi poi avea formato un'accademia di dotti, e di

Clemente IX. Le diaconie di s. Eustachio artisti.

e di s. Maria in via Lata, provarono gli SAVOIA Pio Carlo Emanuele, Car-
effetti della generosità e munificenza di dinale. V. Pio Carlo Emanuele.
."
questo regio porporato, poiché ornò la t SAVOIA Pio Carlo, Cardinale. V.
di vaghe pitture d'eccellente autore, e ar- Pio Carlo.
a
ricchì la 2. di preziose suppellettili. Due SAVOIA, Ordine Reale milita re. Fu
volte intraprese il viaggio di Parigi, do- istituito a' 4 agosto 8 5 dal re Vittorio
1 1 1

r
veconcluseil matrimonio tra Cristina so- Emanuele I re di Sardegna (I .),pev pre-
rella del re di Francia, e Vittorio Ame- miare coloro che lo avevano assistito nelle
deo I suo fratello che si celebròneh 619: precedenti vicende politiche, nella mili-
per tale trattati va ebbe a compagni e con- zia, e per poi con questo nobile grado e
siglieri il presidente Fabre e s. France- decorazione rimunerare quelli che con fe-
sco diSales. Per morte del duca fratello, deltà, prudenza, valore e prodezze si di-
sostenuto dagli spaglinoli, ed insieme al- stinguessero nelle guerre, pubblicandone
l'altro fratello Tommaso principe di Ca- anche gli statuti. Lo formò di 4 gradi, di
rignano, e capo-stipite della famiglia re- gran croci, di commendatori edi altre due
gnante di Sardegna, giusta le leggi patrie classiche distinse ancora nella diversità
SAV S AV 3 1

dell'insegna equestre. Capo


mae- e gran periori che abbiano adempito egregia-
stro ne dichiarò il re regnante, ornando mente alle commissioni del governo; co-
della gran collana dell' ordine, lo stem- me pure ai dotti e letterati, agli autori e
ma della real casa di Savoia. Consiste la agli artisti che resero di pubblica ragio-

decorazione in una croce di oro o di ar ne qualche opera importante, osi siano


gento, nella cui faccia è una croce bian- procacciati una rinomanza illustre nelle
ca, sovrapposta ad altra croce smaltala in belle arti, oppure siano riusciti a perfe-

rosso, e pendente da nastro di seta ros- zione essenzialmente in qualche scoper-


sa. I gran croci, oltre la decorazione del- taimportante e veramente utile alla so-
la croce d'oro, portano una piastra, di cui ed eziandio per l'acquisto di bella
cietà,

lo scudo presenta la cifra, e la epigrafe : fama nel pubblico insegnamento. La de-


Al Merito, ed al Valore. I commenda- corazione dell'ordine è una croce d'oro
tori usano la croce d'oro più piccola di piena smaltata d'azzurro, caricata d'uno
quella propria de' gran-croci. I membri scudetto rotoudo colla cifra del fondato-
a
della 3. classe portano la croce d'oro di re da un lato, e dall'altro le parole: Al
forma ancor più piccola di quella de'com- Merito Civile i83i. E' sostenuta da un
a
mendatori. 1 membri della 4- classe han- nastro bianco, attraversato da una lista
no la croce d'argento. Chi aspira ad es- azzurra in palo nel centro. L'ordine non
sere annoverato a quest'ordine deve in- ha che una classe, e non si conferisce che
vocarlo nella cancelleria della guerra, ove a un limitato numero di nazionali, non
si prendono ad esame i requisiti de'can- avendo mai passalo il n.° di 4o, onde ren-
didati,indi a secouda de'meriti l'aspiran- de desiderato l'onore di appartenervi. Nel
a a
te viene proposto per la i . per la 2. o per 1840 il re volendo segnalare con una no-
la 3/ o 4'" classe, secondo che la sua azione vella grazia la sua propensione per l'or-

nel campo di battaglia fu personale, ov- dine, permise ai cavalieri di vestire nelle

vero unita al comando di un distaccamen- occasioui solenni, equando vanno a cor-


to, d'un reggimento, d' una divisione o teun abito uniforme di panno turchino,
d'un esercito. I soldati comuni cristiani, ornato di copiosi ricami di palme d'oro.
benché non cattolici, possono concorrere Inoltre il re stabili 4o pensioni, cioè io
all' acquisto dell' ordine, e decorazione. di lire 1000; iodi lire 800, e 20 di lire
L'annua solenne festa dell'ordine, si ce- 600, per l'annua complessiva somma di
lebra con pompa nel giorno del b. Ame- 3o,ooolire.Anorma degli statuti, cava- i

deo IX duca di Savoia. lieri nell'essere insigniti dell'ordine, sono

SAVOIA, Ordine Reale civile. Lo i- obbligali giurare fedeltà al re, ubbidien-


stituì il re Carlo Alberto a'2
settembre 1 za alle leggi, e promettere riservatezza e
o meglio a'3i ottobrei83i per premia- moralità nelle loro opere, e di nulla in-
re col nobile titolo di cavaliere, con cro- segnare o pubblicare di contrario alla cat-
ce di decorazione, e con pensioni i bene- tolica fede. II re è capo supremo dell'or-
meriti delle classi civili. Lo destinò agli dine, ed i cavalieri godono l'onore del sa-
amministratori, magistrati e impiegati su- luto militare.

FINE DEL VOLUME SESSANTES1MOPRIMO.


286079
BX 841 .M67 1840
SMCR
fioroni Gaetano,
,

1802-1883.
Dizionario di erudizione
storie o-ec e lesi astica
AFK-9455 (awsk)

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