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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIALMENTE INTORNO
i.
H
BEtLA
PHmc,P.L, Si,T., BEAT.,
PIX, CELEBRI
CHIESA
SCRITTORI
CATTOLICA,
MARTIRI, PADRI,
ECCLESIASTICI,
ALLE CITTA
A.
AI
VARII
PATRIARCALI,
,0M„, PONTEFICI
CRAm r>Zl' «
ARC.tESCOV L,
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CARDIHA,,

VESCOVILI, .GLI SCISMI, ALLE ,


BRESIE, A. CO.CILII, .LLE
^I BITI, ALLE CERIMONIE
'pEST P.^So
««"-E^»!,
«,
SACRE, ALLE CAPPELLE PAPATI ^.V
PRELATIZIE, AOLI ORDINI BEL.OIOSl',
CH. ..,, CORTE B C„RU
MILITARI,
ROMANA RD ,,,,
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PONTIpZ, BC Jc. BC

COMPILAZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MORONI


ROMANO
SECOiroO AIUTANTE DI CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

VOL. LXII.

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCLIII.
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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO -ECCLESIASTICA

SAV SAV
suo affluente; principali fiumi sono la
OAVOIA, Sahaudla. Ducato e pro- i

vincia del regno di Sardegna, tra la Fran- Dranse, l'Arve che s'ingrossa col GilTre, il
cia e Piemonte. T)W\s\onede^\\sla{\sai'
il
Pier, la Savierre, e l'Ise're col suo affluen-

di, tra 45° e /^6° 1^ di latitudine nord, te l'Are. Oltre al lago di Ginevra, che ba-

e tra 3° io' e 4° 5o' di longitudine est. K gna la parte settentrionale se ne trovano


altri due assai importanti e situati nel-
la Savoia limitata al nord dalla Svizzera,
l'interno; quelli d'Annecy e di Bourget.
da cui la separa quasi intieramente il la-
go di Ginevra; all'est dal medesimo pae- Riesce la superfìciedella Savoia non men
ammirabile per la bellezza che
de'suoi siti,
se e dalle divisioni diAosta e di Torino,
al sud da quest'ultima e dallaFrancia, che per la sublimità de' quadri che ad ogni
la limita pure all'ovest. Misura 35 leghe passo presenta, e che sull'anima del viag-
dal nord al sud,i2 leghe nella massima giatore producono impressioni continue

sua larghezza, e la superfìcie n'è di 4^7 di meraviglie, di tristezza e di terrore an-

leghe quadrate. La parte più colossale del- cora montagne ora- ignuda e dirupate,
:

la catena delle Alpi traccia una granpar- ed ora coperte di boschi, per mezzo delle
tede'limiti orientale e meridionaledi que- quali precipitansi fragorosamente corren-
ti che qua e colà formano belle
cascate,
sta contrada, sotto il nome di Alpi Pen-
nine, d'Alpi Graie Greche, e d'Alpi Co* e vanno poscia a serpeggiare in fondo ad
Rie già patrimonio della s. Sede, presea* una valle; preeipizii la cui profondità i-

tando il Monte Bianco, il Piccolo s. Ber- spira massimo spavento; e finalmente


il

nardo, il Monte Iseran, ed il Monte Ce- rupi di prodigiosa altezza quasi sempre ta-
nisio, dalla qual catena si staccano in quan- gliate a picco e coronate da una massa e-

tità rami che cuoprono la Savoia per tut- norrae di neve e ghiaccio tal'è in gene-
:

ti i versi. Appartiene questo paese al ba- rale la prospettiva che il paese presenta,

cino del Rodano che segna una parte del insieme con fredda temperatura. Quasi
limite occidentale, come ancora il Guiers sempre anguste sono le valli, coltivale a
4 SAV SAV
grani o a \ìti, ed a grandi intervalli co- stupendo trovato della scienza.Per le stra-
perte di piccoli casali o di capanne isolate; de impraticabili per le vetture, fardelli i

alzansi de'pascoli dalle radici della mag- sono trasportati a schiena di muli e ca-
gior parie delle montagne, sino ad assai valli, che vi si allevano in copioso nume-

grande altezza de'fìanchi; estese selve, ma ro. Questa divisione, formata dall'antico
più delle volte radissime, quindi succe-
il ducato di Savoia, secondo l'antico ripar-
dono. Il bisogno dall'industria assistito, locomprendeS provincie: Carogue,Chia-
giunse a fertilizzare alcuni di que* pendii blese, Faucigny, Genevese,Moriana, Sa-
di montagne, dalla valle trasportandovi, voia propria, Savoia superiore, e Taran-
con eroici stenti, della terra cui ingras- tasia,suddi vise in 5 1 mandamenti che rac-
sano continuamente con letame, e che si chiudono 629 comuni, e circa 570,000
é usata l'attenzione di guarentire in quan- abitanti. Chambery n'è la capitale, ed è
to era possibile dalla caduta delie acque il capoluogo della provincia delia Savo*

per mezzo di muricciuolidi pietra, a po- ia propria j della Savoia superiore o alta
chissima disianza schierati gli uni dagli Savoia è capoluogo Conflans. A Sarde-
altri; nondimeno le valanghe e la cadu- gna regno oStati del re di Sardegna, par-
ta delle roccie vi cagionano ancor di so- lai ancora della condizione fìsica della Sa-
vente gravissimi guasti così è che : i savo- voia, de'suoi prodotti, del governamento
iardi giunsero a restituire alla coltura una amministrativo; della circoscrizione del-
porzione assai considerabile di rupi, e che l'intendenzeo generale divisione ammini-
questo paese naturalmente uno tra i più strativa, e dello statuto costituzionale da-
poveri d'Europa, arrivò punto di sov-
al to da re Carlo Alberto, e comune anche
venire quasi quasi al bisogno de'suoi a- allaSavoia,chesomministra deputati e se-
bilanti. Consistono le raccolte principal- natori alle duecamere. 11 medesimo prin-
mente in grano, avena, orzo e canapa. Le cipe divise la Savoia in duedivisioni am-
bestie cornute in assai gran numero, col- ministrative: lai.^'di Chambery ^cUecoai'
le pecore ne'pascoli, somministrano buon prende le provincie di Chambery o Sa-
burro e quantità di formaggi. Nelle mon- voia propria, l'alta Savoia, Moriana,eTa-
tagne si ti ovanoferro,rame, argento ecar* Fantasia; la 2.* di Annecy , che coni pren-
bon fossile, oltre 4 sorgenti minerali con de le provincie di Annecy, Faucigny , e
bagni. L'industria manifattrice è di poca Chiablese. Nella Savoia vi sono 4 sedi ve-
importunza; riduconsi le esportazioni a scovili, Chambery, Montierso Taranla-
bestiami, lana, cacio, burro, canapa, cuoi. sia, Annecy, e s. Giovanni di Moriana
Il commercio di transito tra la Francia e (/^.) : Chambery è arcivescovato, le altre
l'Italia, si fa per la nuova strada del Monte sedigli sono sulfraganee, non che Aosta
Cenisio. Altre comunicazioni si aprirono (F.)dal 8 I 1 7jla quale dicesi C/i/<7i'ec/e/r/-
con nuove strade, ed anche colle ferrovie, talia. Chambery fu eretta in sede vesco-
essendo stalodecrelatonel maggio 853 la 1 vileda Pio VI, colla bolla Universa Do-
linea delle strade ferrate in favore di que- minici gregis, de' 18 agosto 1779, Bull.
sta eletta e nobile parte della monarchia Rom. cont. t. 6, p. 129, e poscia Pio VII
sarda. 11 telegrafo elettricoèin piena atti- colla bolla Beati Pelri, de 1 7 luglio 1 8 7,
1

daTori no capi tale del regno, aCham-


vi là Bull, citato 344» l'elevò al grado
1. 1
4, p.
bery capitale della Savoia, donde fra po- metropolitico. La Savoia è stata la glo-
co sarà protratta la linea finoa congiun- riosa culla dell'augusta, antichissima ece-
gersi coi telegrafi parigini, quindi in co- leberrima casa di Savoia e della monar-
municazioneimmediata non solo con Pa- chia sarda, che si compone del Piemon-
rigi, ma anche con Londra, come già Io te, dell'isola di Sardegna, della Liguria
è Torino con Genova, mediante questo (f^.J e della Savoia. Di tutlociò che ia ri-
SAV SAV 5
guarda, ne trattai a Sardegna regno o i regni di Cipro, Gerusalemme, e Arme-
°
Stati del re di Sardegna, massiale dal i nia, a duca di Savoia e suoi suc-
Carlo l

duca di Savoia che divenne i.° re di Sar- cessori. Da quel tempo in poi
duchi di i

degna e fino al presente; laonde qui ap- Savoia, s'intitolarono redi Cipro, di Ge-
presso riporterò la serie de' con li e duchi rusalemme e di Armenia, e posero neh.**
di Savoia sino a detto re. Col nome di quarto delle loroarmi gli stemmi di quei
Savoia abbianao due ordini equestri, che 3 regni. Lo scudo sovrano della casa di
descrissi ne'due articoli precedenti a que- Savoia è inquartato, e ciascun quarto è
sto; a ss. Annunziata e ss. Maurizio e Laz- partito comesegue. lli.°quarto è contra-
zaro, trattai di questi principali e insigni inquartato: i dello stemma diGerusalem-
ordini istituti dai conti e duchi di Savoia. me, d'argento, con croce potenziala d'o-
De'titoli del redi Sardegna ragionai alci- ro, accompagnata da 4 crocette simili 2 :

tato articolo Sardegna regno, inclusiva- di Lusignano, fascialo d'argento e di az-


mente a quelli che portavano i duchi di zurro di 8 pezze , con un leone di rosso
Savoia, prima che divenissero redi Sar- armalo, lampassato, ecoronato d'oro, at-
degna, compresi quelli di redi Cipro^Ge- traversante sopra il tutto: 3 d'Armenia,
rusaleinme^ ed Armenia (^.), pei quali d'oro con leone rosso armato e coronato
aggiungerò. Lodovico figlio e successore d'argento, lampassato d'azzurro: 4diLu-
del duca Amedeo Vili nel ducato di Sa- xemburgo, d'argento con un leone rosso,
voia, fino dtdi432 essendo conte del Ge- collacoda annodata, forcata e passala in
nevese sposò Anna di Cipro da cui ebbe croce di s. Andrea; il tutto pel regno di

"vari figli. Il primogenito fu il b. Amedeo Cipro. Il 1° quarto è di origine partito


IX, il 2.° Lodovico conte del Genevese ed innestalo in punta :i di Weslfalia, di
preseper moglie nel 1458 Carlotta di Ci- porpora con un puledro d'argento rivol-
pro, figlia unica di Giovanni III re di Ci- tato o spaventato : 2 di Sassonia, fasciato
pro e vedova di Giovanni di Portogallo d'oro e di nero di 8 pezzi , con un cran-
duca di Coimbra. Lodovico in seguito cellino o ghirlanda di verde con fiori di
a questo matrimonio assunse il titolo di rosso posto in banda : 3 l'innesto d'An-
principe d'Antiochia. Morto poi neiristes- grie in punta, d'argento con 3 puntali di
so anno Giovanni IH, Carlotta fu ricono- rosso. Il 3.°
quarto contra-inquartato, i
sciuta e coronala regina di Cipro, Geru- d'Aosta, di nero con un leone d'argento
salemme, e Armenia il i.° settembre in Ni- armato, e lampassato di rosso 2 di Ge- :

cosia capitale del regno di Cipro. Lodo- nova, d'argento colla croce rossa 3 del :

vico di Savoia suo marito si recò a Cipro, Chiablese,d'argentosemraatodi plinti ne-


e nel seguente 1459 fu solennemente co- ri, con un leone di nero armato e lam-

ronato re di Cipro, Gerusalemme, e Ar- passato di rosso, posto sopra il tutto: 4


menia nella chiesa di s. Sofia di Nicosia. con un'aquila rossa co-
di Nizza, d'argento
Ma Giacomo li bastardo del defunto re ronata del medesimo. Il 4-° quarto contra-
di Cipro, dopo aver sposa lo Caterina Cor- inquartato, i di Piemonte, di rosso con
iiaro dama veneta, con l'aiuto della re- croce d'argento, ed un lambello di azzur-
pubblica di Venezia e del sultano di E- ro con 3 pendenti posto nella parte supe-
gitto, avendo obbligato armi e colle
colle riore : 2 di Monferrato, d'argento col capo
dissenzioni a fuggire da Cipro tanto Lo- di rosso: 3 del Genevese, con 5 punti d'o-
dovico che Carlotta, ili.° si ritirò al ca- ro equipollenti a 4 d'azzurro 4 d» Sa-
:

stello di Ripaglia in Savoia ove mori nel luzzo, d'argento col capo d'azzurro. Nel
1482. Carlotta si recò in Roma, eda'^S centro dell' inquarlalura, sopra il tutto,
febbraio 1 485, nella chiesa di s. Pietro fe- uno scudetto Savoia antica d'oro, con
di
ce cessione solenne de'suoi diritli, sopra un'aquila spiegata di nero, coronata dal
6 SAV SAV
medesimo; e sopra il tutto del lutto nel si riconoscesse similmente il culto imme>
cuore dell' aquila uno scudino di Savoia raorabile del b. Umberto III conte di Sa-
moderna, di rosso colla croce d'argento, voia, del b. Bonifacio de* conti di Savoia
e nel punto di onore sopra il tutto lo scu« arcivescovo di Cantorbery,e della b. Lo-
do di Sardegna, d' argento colla croce di dovica de' conti di Savoia monaca fran-
rosso,accantonala da 4 teste di mori di ne- cescana riformata. 11 Papa diede ad esa-
ro,attortigliale d'argento. Attorno a lut- minare le cause alla s. congregazione dei
.'
to lo scudo vi sono 3 collane; la i e più riti , e co' decreti che accennai nel \oI.
vicina allo scudo è quella dell'ordine mi- XXXIl, p. 328, confermò il loro culto
litare di Savoia, ed è un nastro rosso al- immemorabile. Se ne pubblicarono no-
lacciato in vari punti colle cifre FE^dà bilmente le vite, e le effigie : in lode del
cui pende la sua croce che è rossa coll'al- re promotore, il conte Solaro della Mar-
tra bianca sopra alla rossa, ed è circonda- gherita ne fece onorevole menzione, nel
ta da una ghirlanda d' alloro e coperta Memorandum storico politico a p. 52 1;
dalla corona chiusa reale; la 2." è quella ed il cav. A. M. Ricci, che celebrai a Rieti,
dell'ordine de'ss. Maurizio e Lazzaro, ed pubblicò un bellissimo : Inno pe* cinque
è un nastro verde allacciato in vari pun- Beati della real casa di Savoia, con no-
ti con trofei militari, da cui pende la sua te storiche, riportandola sentenza di Gre-
croce ch'è bianca pomata, ai 4 angoli del- gorio XVI sulla casa di Savoia que- : Ma
la quale sorgono le 4 punte di altra cro- sta cuna Casa di Santi! Altri servi di Dio
ce stellata che è quella di s. Lazzaro u- fiorirono fra i savoiardi, e valga per tutti
nita all'altra di s. Maurizio, e questa pu- ilnominare s. Tommaso abbate di Farfa
Xe è coperta d'altra corona chiusa e rea- (F.),e s. Francesco di Sales, al quale il re
le; la 3.^ è la gran collana dell'ordine del- Carlo Alberto innalzò nella basilica Vati-
Annunziata, da cui pende la sua me-
la ss. cana tra le statue de'fondatori, quella che
daglia. Ai due lati dello scudo del sovra- egregiamente lo rappresenta, scolpila dal-
no della casa di Savoia, stanno due leoni, l'insigne prof. Adamo Tadolini, colla spe-
uno in piedi con sotto un ramo di quer- sa di 3o,ooo La Savoia die al s. col-
lire.

cia, è l'altro seduto con sopra un ramo legio i seguenti cardinali, le notizie de'qua-
d'oliva.Finalmente tale scudo è coperto li si possono vedere alle loro biografie.
della corona chiusa reale. Della divisa che Amedeo d'iSavoiayGìOvannìArmetoBro*
prese Amedeo V il Grande e che trasfu- gner,F'ì\ipi^ode\\a.Chambre,AniomoCha-
se a'suoi discendenti, le 4 lettere Fert, la lant (Carlo Vincenzo M." Ferrerì e Ja-
spiegai nel voi. XXIX, p. 266. Protetto- copo du Puy registrò Cardella tra i car-
re principaledella casa di Savoia ès./lfrt!w- dinali savoiardi, ma essi sono di Nizza di
rizio (V.) martire, le cui reliquie si vene- Provenza), Maurizio di Savoia, Pietro di
rano nella metropolitana di Torino. Nel- Tarantasia e nel 1276 Papa Innocenzo
l'augusta casa di Savoia fiorirono un gran V, Roberto di Ginevra poi antipapa 67e-
stuolodieroi,di cui trattarono gli scrittori mente VII 3 ed il celebre Giacinto Sigi-
che riporleròin fine di quest'articolo, ed smondo Gerdil, Ne mancarono tra i sa-
anche in santità di vita che la Chiesa ve- voiardi letterati, artisti e altri illustri, se-

nera sugli altarì,e speriamo di vedervi pu- gnatamente valorosi guerrieri. I savoiardi
re la ven. M." Clotilde regina e moglie del hanno in generale bruna carnagione, che
piissimo re Carlo Emanuele IV. Nella ca- devono alla frequente loro esposizione in
sa di Savoia venerano sugli altari il b.
si grande aria. Sono rinomati per la sem-
Amedeo IX, e la b. Margherita terzia- plicità de'costumi, per la frugalità e so-
ria domenicana. Il religioso re Carlo Al- brietà; parlasi pure con elogio della loro
berto fece istanze a Gregorio XVI perchè franchezza e probità. In gran numero ab •
SAV SAV 7
bandonano da giovani montagne, le loro ebbe principio neli6o5, il quale le con-
per impiegarsi in Francia o altrove, o per cesse molte indulgenze^ come pur fece A-
fare un piccolo tradìcoche richiede atti* lessandroVlIconbrevede'27luglioi66o.
vita. Parlano un linguaggio ch'è un mi- Inoltre narra le opere divote e di pietà
scuglio di francese, e d'italiano corrotto. cristiana in cui si esercita il sodalizio, e
Ne' voi. XXVI, 23o, XXXVIII, p.88,
p. dice che celebra le feste a'4 maggio e co-
parlai della chiesa di s. Maria della Pu- me si fa in Torino della ss. Sindone o Su-
rificazione di Roma, de'transalpini, fran- dario, quella di s. Maurizio patrono del-

cesi e savoiardi. Ad Arcicowfraternita la casa di Savoia, e di s. Francesco di Sa-


DEL ss. Sudario, parlai della confraterni- les cui eresse un altare e cappella. Venu-
ta nel i537 eretta in Roma, enei iSgy ti, Roma moderna, p. 632 racconta, che
elevata al grado d'arciconfraternita, dai neli6o5 l'arciconfraternita del ss. Suda-
savoiardi e dai piemontesi, per onorare rio di Nostro Signore de' savoiardi, fab-
la ss. Sindone, e riportai i suoi privilegi bricò dai fondamenti la presente chiesa e
concessidalduca Carlo Emanuele la' 19 contiguo oratorio, con lodevole pensiero
giugno 16 19. Il Piazza neW Eusevologio di Carlo Rainaldi architetto, la quale poi
Romano y^, 42 5, e nelle Opere pie di Ro- verso la mela del decorso secolo fu re-
ma 3 493 DelV Arciconfraternita del
p. : staurata. La Sudario sul-
pittura del ss.

ss. Sudano de' Savoiardi, riferisce che la l'altare maggiore, fatta alla stessa misu-
confraternita si stabifi nella chiesa nazio- ra di quella che si venera in Torino, è do-
nale di s. Luigi re di Francia, dopo che no di Clemente Vili , che lo ricevè dal
i francesi fabbricarono la maestosa odier- celebre cardinal Gabriele Paleotli, il qua-
na chiesa, come descrissi nel voi. XXVI, le con s. Carlo Borromeo era stato a ve-

p. 228 e 23 1 insieme alla precedente po- nerarlo in della capitale : il quadro poi
sta nella contrada della f^alle o in Alo- di sotto, esprimente il miracolo del ss. Su-
//«/^.Parliti i francesi convenne nella chie- dario, è opera eseguila con istudio e dili-
sa il sodalizio de'credenzìeri, come notai genza da Antonio Gherardi. 11 s. Fran-
nel voi. XXllI,p. 1
39, che per aver edifi- cesco di Sales nell'altare a dritta, è di Car-
cato la vicina chiesa dis. Elena, fu allora lo Cesi : in quello a sinistra si vede il b.
che subentrarono nella piccola chiesa di Amedeo IX duca di Savoia, dipinto dal
s.Luigi sa voiardijfinchè venendo distrut-
i Cerrini. Gli altri sei quadri intorno alla
ta, forse per costruirvi nell'area la sontuo- chiesa, collocati in alto fra i pilastri, sono

sa Chiesa di s. Andrea della Valle ( V.)^ tutti lavori di Lazzaro Baldi.


ovvero ove fu poi fabbricata la loro casa Il nome di Savo/a o Savoia dev'iva dalla
religiosa ai teatini, da essa poco distante voce latina Sapaudia che non trovasi in u-
e nello stesso rione di s. Eustachio, edi- so se non dal IV secolo per designare la
ficò il sodalizio de' savoiardi 1* esistente parte settentrionale degli allobrogi, il^
Chiesa del ss. Sudario deSavoiardi^ di I-addolcendosi in ^equindi in v, e mutan-
cui leggo in Martinelli, Roma
sacra, p. dosi il resto col variar de'dialetti. La sto-
3 IO : ss. Sudarli in regione s.Eustachii ria di questa celebre regione che fu cul-
anno 597
in platea senensi, seu pis torli, 1 la della real casa di Savoia, e de'sovrani
a natione Sabauda excitaium. Afferma divenuti re di Sardegna, legasi strettamen-
inoltre Piazza, che la confraternita nazio- te prima a quella del Piemonte, Monfer-
nale di tutti i sudditi di Savoia e Piemon- rato, Saluzzo, Susa ec. (^.), e altri adia-
te d'arabo i sessi, nel 1 597 formò suoi i centi stati, poi a quella del regno sardo,
statuti e fu dichiarata arciconfraternita, cui fasti e destini compendiosamente rac-
i

quindi la chiesa che tuttora possiede fu contai nel più volte citato articolo. I più
fabbricala nel pontificalo di Paolo V, che antichi e principali popoli di questo pae-
8 SAV SAV
se savoiardo, furono gli anobrogi,che pe- vennero poi eglino stessi ad attaccare gli

rò si estendevano molto nel territorio di allobrogi nel 632 di Roma. Ne dierono


/^tc«/irtt(/^.), nel resto delDelfinato (paese motivo le irruzioni de'salii della Belgica,
di cui a Delfino), e nel paese di Gine- nelle terre marsigliesi. Pertanto il console
vra (f^.)' Gli allobrogi furono antichi po- Gneo Domizio Enobarbo piombando su
poli della Gallia(P^.)Narbonese e F'ieti' loro, subito per lai.' volta li vinse; dopo
nese, abitanti originariamente il Delfi- di che il console Fabio Massimo, rolli gli

nato e la Savoia fra le Alpi Greche, il Le- arverni ausiliari presso all'lsero.che prese
mano, il Rodano e l'Isero, macheinse- perciò il nome di Allohrogo,\\ ridusse a far
guitomaggiormentesiestesero.Lapiìico- parte dellaProi^eriSrt(/^.). Egli fecedi que-
ixiune opinione vuole ch'essi sieno i sa- sto paese,della provincia e d'una pa rte del-
Toiardi, quelli del Delflnato, edpiemon- i laLinguadoca, una provincia poscia chia-
tesi. Si diceche chiamaronsi ancora ^no- mata Narbonese e provincia romana. Au-
brogij nome derivante da parola greca e gusto compì la sollomissione de* centro-
gaulese,chesignifioaflrc?/fteZ'e//iC05/,po- nijgarocelli, veragri, nantuati e allri po-
polo e nazione. QiìeW'i però che giudicano, poli confinanti, tranne i salassi soggioga-
che questi popoli sienostati chiamati allo- ti poi sotto lo stesso suo regno da
Teren-
brogi, danno a questa parola un'origine zio Varrone, e tutti furono compresi nel-
ben diversa: certo è che gli allobrogi furo- la Gallia Narbonese. Le città principali

no nazione celebre per coraggio e valo- degli allobrogi erano Chainbeiy^ Gine*
re. Sotto il generico nome di allobrogi vi vra, Grenoble^ s. Giovanni di Mauritn'
si compresero i popoli inganni o agauni, ne, Moiuier^ e Vienna (V.). Allorché gli
intemeii, niconi, Iricori, vocontri, lecon- elvezi forzarono lo stretto passaggio fra il

zi, latobrigi,meduali,centroni, salassi, ta- monte lura e il Rodano, onde entrare dal
rantesi,seduni. Racchiusa la contrada fra loro paese in quello de'sequani, si getta-
il Rodano formava una specie
e V Isero, rono sulle terre degli allobrogi. L'inlro-
d'isola ove il cartaginese Annibale si ar- duzione del cristianesimo nella Savoia, è
restò prima di superare il memorabile pas- comune a qnanlo dichiarai a Francia, e
saggio delle Alpi, per punire voconzi che i Gallia, anche parlando delie provincie di
abitavano il Dellìnato che ardivano op- Vienna e di Narbona. La chiesa di Vienna
porsi all'audace capitano. Erano costoro fu debitrice del lume della fede ad alcu-
governati da un re,ocomandante d'armi, ni preti greci e asiatici, che avevano rice-
mentre il senato veniva investito della su- vuto la missione dalla Sede, e ne fu i .**
s.

prema autorità, offrendo a diverse deità vescovo s. Crescenzio, ordinato da s. Pao-


isagrifizi superstiziosi, specialmente a Gio- lo apostolo. La chiesa di Narbona ripe-
ve ed a Mercurio. Un'antica lapide tut- te una stessa origine, poiché la s. Sede vi

tora esistente vicino al borgo di Bard pres- mandò a predicare il vangelo, e l'aposto-
so Aosta ci ricorda il passaggio fatto da lo Paolo vi costituì per i.° vescovo s.
s.

Annibale in Italia transitando le Alpi, ed Paolo suo discepolo. Chambery antica-


ÌD essa leggesi : Transitus AnnibaLis. Fu- mente era in parte compresa nella dioce-
ronodunqueg^i allobrogi chiamati dai car- si di Grenoble, il vescovo della quale era
tagi nesi i u loro soccorso, contro la crescen- suffraganeodi Vienna, ed estendeva la sua
te potenza de* romani, che disputavano giuiisdizionein Savoia. Esisteva però nel-
Joro il possesso di Sicilia. Due de'loro re la Savoia da tempi antichi un' autorità
o capitani penetrarono in Italia, e si con- episcopale, che esercita vasi sotto il nome
giunsero poscia con Annibale in guerreg- di decanato, e questo era superiore de'ca-
giarci romani, che memori sempre di tan- nonici regolari di s. Agostino, di cui era-
ta iogiuriai e delle gravi sconfitte patite vi un capitolo e dimorava nella piccola
SAV SAV 9
città di Andrea, che fa poi nel 1 348 ro«
s. di s. Barnaba apostolo portarono il lu-
vinata. Fu il decanato di Savoia traspor- me della fede; e meritò la sede vescovi-
talo in Grenoble, dove teneva la a.* di- leche già nel 36o occupava s. Eustazio
gnità, e sotto r immediala giurisdizione o Eustachio, cui successero ss. Crispla- i

del vescovo di Grenoble veniva esercitata no, Protasio, Eustachio Grato 1, ec. 11,

rautorità episcopale in Savoia da un ar- Finalmente anche Maurienne, o s. Gio-


ciprete, sinché Pio VI smembrò il deca- vanna di Moriana,può vantare di gode-
nato di Savoia da Grenoble, e ne alììdò re sino dai primi secoli il salutifero e pre-
l'amministrazione al cardinal GerdiI dot- zioso lume evangelico, e nel 3 i4 già era
tissimo nel 1775, dipoi confermando ta- residenza episcopale con Luciano per ve-
lesmembramento del decanato di Savoia scovo, che fu sottoposto all'arcivescovo di
dalla diocesi diGrenoble, come notai, re- Vienna. 1 savoiardi illuminali dalle te-
l'esse in vescovato, divenendo quindi an- nebre e superstizioni del gentilesimo in
che metropoli ecclesiastica della Savoia. cui gemevano, furono dirozzati, incivili-
Questa nei ° secolo della Chiesa con l'e-
i ti e addomesticali dai soavi e morali pre-
Tangelo, ebbe pure le sedi vescovili. Ge- cetti del vangelo, onde riuscirono virtuo-
Beva o Ginevia ultima città degli allobro- si, e di semplicissimi costumi, colti nelle
gi e vicino alla Svizzera, pochi anni do- Inondata la
lettere e valorosi nelle armi.
po s. Pietro fu rigenerata alla dottrina di Savoia e provincie limitrofe, dopo l'epo-
Gesù Cristo, poiché s. Nazario discepolo ca romana, rimasero popoli preda dei
i

di s. Pietro, battezzò S.Celso cittadino ge- borgognoni, nazione bellicosa d'origine


nevese, vi predicò il cristianesimo, e ne fu incerta o vandalica, che nel 4^7 passato
1.° vescovo nell'anno 98, onde la catte- il Reno entrarono nelle Gallie e s'impa-

drale fu dedicata al principe degli apo- dronirono del paese tra il Rodano e le Alpi.
stoli 2 nel 1
9 gli successe s. Paracode, che Quivifondaronoilregnodi5o/'g^ogAi/7(/^.)
poi passòa Vienna, di cui Ginevra divenne di cui tenni proposito pure a Francia, ver-
suffiaganea. Più tardi e nel 1 535 caccia- so il 43o, che poi si compenelròcon quello
to il vescovo dfigli eretici calvinisti segua- de'franchi, e soggiacque a divisioni come
ci di Zuiiiglio, col capitolo si recò in ^u- di Borgogna Tranfjurana^ che comprese
necy (/^.) conservandoli nome di vescovo la Svizzera, e Borgogna C'iajnraaa, che
di Geneva o Ginevra, finché Pio VII nel racchiuse i paesi compresi dalla Soana,
1 82 2 eresse/^Hner)/' sede vescovile,e riunì dalle Alpi, dalMediterraneo e dal Roda-
quindi il vescovato di Ginevra a quello di no, e perciò appartenne la Savoia. Bo-
gli

Losanna {^.). Presto eziandio la fede fu sone conte d' Arles o di Provenza dopo
abbracciata in Tarantasia, e sua antichis- aversposatoErmenegilda figlia unica del-
sima provincia, ma del i.° suo vescovo so- l'imperatore Lodovico 11, dagli stali radu»
lo se ne trova memoria in Domiziano o nati in concilio nell'ottobre 879 a Mark'
Donaziano del 3 3 cui successe s. Giaco-
i tala [F.) forse Montinelian ora capoluo-
mo apostolo de'centronlche intierametile go di mandamento della provin(;ia di Sa-
la convertì alla religione cristiana. Ta- voia propria, si fece eleggere re della Bor-
rantasia fu sullraganea prima d'/^/7ev(/^^''.) gogna Cisiurana, meglio conosciuta sot-
poi di Vienna, e nell'VllI secolo divenne to il nome di regno d' Arles di Proven»
arcivescovato, e metropoli della provin- zrtTj al quale incorporò i savoiardi e circo-
cia ecclesiastica del suo nome, con Aosta stanti popoli. Da questo principe, che Pa-
e Sion nella Svizzera per chiese suifraga- pa Giovanni Vili adottò per Figlio {F.\
nee. Soppressa nel principio del corren- alcuni fanno discendere per via di Luigi
te secolo, Leone XI 1 la ripristinò sem- III il Cieco re d'Italia e suo figlio, di Carlo

plice vescovato. Ad Aosta vari discepoli Costantino principe di Vienna e figliuolo


IO SAV SAV
suo, da Amedeo suo nipote, non che dalla Alberico li conte di Macon. Altri final-

genealogia del sassone Vitichindo, il ce- mente ordinano la cronologia così. Bovo-
lebre Umberto I conte di Moriana o Mau- ne conte di Ardenna fu padre di Bosone
rienne stipite dell'augusta casa di Savo- re di Provenza, che dalla moglie Adelai-
ia. Sono su tale origine incertissime le o- de Egina ebbe Carlo Costantino questi :

pinioni degli scrittori, e le notizie che po- dalla sposaTulberga ebbe Umberto I pro-
teonsi avere più accertale intorno alla me- pagatore della famiglia. Leggo in Galea-
desima rimasero inceneritene! castello di ni Napione, Storia melallica della real

Susamessoafiammedall'imperatore Fe- casa di Savoia^ che secondo l'osservazio-


derico I. Nondimeno la più comune opi- ne di uomini dottissimi, non si potè pro-
nione, che novera a suo favore più di 80 priamente conoscere il nome del padre del
scrittori, fa derivare la casa di Savoia da potentissimo conte Umberto I, nullame-
Beroldo Bertoldo discendente da Viti- no non si dovea escludere Beroldo dalla
cliindo celebre duca de' Sassoni. Alcuni serie genealogica della serie metallica ,

danno a Vitichindo 3 figli, cioè Vique- ordinata da re Carlo per Emanuele III

berlo, Brunone stipile degli imperatori ridurre in compendio la storia genealo-


sassoni e Valberto di cui fanno figlio Be- gica di sua casa in altrettante medaglie,
roldo progenitore de* duchi di Savoia. non solo perchè Guichenon lo pose per
Ma in questa genealogia. Ira l'avo Viti- base di sua storia, ma ancora perchè du-
chindo e il nipote Beroldo passano più di rante interi secoli, i cronisti di Savoia, e
200 anni. Altri però tessono la genealo- altri storici, posero ognora Beroldo peli.**
gia diversamente, e fanno Vitichindo pa- e per ceppo della real casa, derivandolo
dre di Umberto, questi di Lutolfo, que- da antichissima origine sassonica, conclu-
sti di Ottone, questi d'Enrico I impera- dendo doversi rispettare un'opinione in-
tore ['Uccellatore, e questi infine di Ot- valsa da tanti secoli. Avvertesi nella stes-
tone I re d'Italia e imperatore, padre di sa opera, che non meno splendida, oltre
Beroldo capo- stipite de'sovrani di Savo- ad essere meglio fondata, si è l'altra opi-
ia. IlGuichenon accurato scrittore della nione, che dai re d'Italia deriva l'augu-
storia di questa casa la forma in questo sta casa di Savoia, e non si sa come da
altro modo, avvertendo Muratori che a- certuni siasi scambiata tale origine, con
"vrebbe desiderato alla real casa una pen- quella di chi la deriva dai sovrani della
na più critica. Vitichindo fu padre di Va- Borgogna, quando che in questo ultimo,
queberto, questi di Brunone, e di Val- e diverso sistema un discendente di re Be-
berto duca di Angria e di Rengelbert. Da rengario bensì sarebbe di venuto re di Bor-
Valberto nacque Immed duca d' Angria : gogna, ma del sangue di questo, ed agna-
da questo, e da Inna contessa di Schiren ti, non discendenti di lui,e principi mai
se
il marchese Ugo, padre di Beroldo con- sempre della stirpe di quel re, e marchesi
te di Morienna. Certo è che tale origine d'Italia, si congettura con forti argomen-
sassone , come alle case di Sassonia e di ti, che sieno stati i progenitori di questa
Savoia,fu ammessa nel secoloXV da'prin- real casa. Nella Storia delle Alpi Marit-
cipi delle due case, e quella di Savoia nel- time, di Pietro Gioffredo pubblicata nel
l'istesso tempo, mise in capo del suo scu- t. 4 de'classici Monumenta hìstoriae pa-
do learmi di Sassonia. Altri voglionoque- triae edita jus su regis Caroli Alberti, si
sia casa derivare da Ancario marchese tratta ancora di Beroldo, oGuglielmoGe-
d'Ivrea neirSoo, ovvero da Ugo re d'I- raudo, creduto stipite della casa di Sa-
taliapadre di Costantino conte di Vien- voia, e de'racconti sul medesimo poco sin-
na. Alcuni moderni francesi fanno capo ceri. Sia comunque, questo Beroldo eb-

della famiglia Umberto figlio minore di be la contea di Morienna da Ridolfo III


SAV SAV II
re di Borgogn.i, o da Ottone III impera- li, e dopo varie sconfìtte date al conte di
lore che lo fece ancora suo vicario per- Sciampagna, ed R Geroldo inGinevra stes-
petuo d'Italia dell'impero, e luogotenen- sa, ricevette dall'imperatore in guiderdo-
te dell'imperatore nel 999. Guichenon vi ne nuovi feudi nel Faucigniy, nel Basso
aggiunge la donazione della Savoia, mer- Chiablese e nella valle d'Aosta. Erano gli
cè il valore e le militari imprese di Be- avanzi del regno di Borgogna, di cui l'im-
roldo, che salvòa Ridolfo li n'invasa Bor- peratore disponeva tanto più liberalmen-
gogna. A Beroldo si dà per moglie Cate- te, quanto che poteva meno conservarli
rina. Sì vuole morto Beroldo nella badia per se stesso. Il conte pare che morisse nel
di s. Vittore di Marsiglia, o secondo al- 1 048 o più tardi, e fu sepolto nella chie-
tri nella città d'Arles nel 1027 : gli si at- sa di s. Giovanni di Moriana a cui il ca-
tribuisce l'erezione del forte diCharbo- pitolo eresse la tomba con epitaftlo. Eb-
nière in Morienna, o s. Giovanni di Mo- be per moglie Ancilla, che lo rese padre
riana {A^.).Chasot di Nantigny, Genea- di 4 figlij ed Amedeo o Amato 1 detto Co^
logie storielle^ e Koch , Tavole genealo- da perchè voleva sempre seco una comi-
giche, danno il ragguaglio di undici siste- tiva di nobili, gli successe nella sovrani-
mi sull'origine della casa di Savoia ; un tà del contado della Savoia e della Mo-
12.° sistema lo propose Rivaz, nelle Ri- riana. Donò all'abbazia di Clugny la chie-
cerche critiche e storiche intorno alla ca' sa di s. Maurizio eque' beni, co'quali si
sa di Savoia. Il cav. Cibrario nella Sto- eresse il priorato del Bourget. Enrico III
ria della monarchia di Savoia t. i,cap. imperatore recandosi in Roma per l'in-
2 dimostra l'origine italiana e regia della coronazione, passò per la Savoia, e fu ri-
casa di Savoia, che stabilisce con irrefra- cevuto dal conte con magnificenza reale,
gabili prove j per cui da ora in poi sem- ed accompagnato nel viaggio alcuni noa :

bra indubitabile il padre di Umberto 1 ammettono l'accesso in Savoia di Enri-


Biancam ano, esseve stato Ottone Gugliel- co HI, ed altri forse lo confusero con quel-
mo figlio d'Adalberto, nipote di Beren- lo del figlio. Nel 1060 morì Amedeo I sen-

gario II re d'Italia, e che quindi questa za che la moglie Adela l'avesse fiuto pa-
illustre casa, pel dominio avuto fino dal dre, onde gli successe l'ultimo de'fratelli
3.° anno del secolo XI di si nobile par- Oddone come superstite, che unito tutto
te d'Italia, può dirsi la più antica stirpe il retaggio della casa di Savoia l'accrebbe
che viva de'principi italiani, ed anche la col ricco patrimonio di Adelaide contes-
sola nelle cui vene trascorra il sangue re- sa di Torino, figlia unica e erede di Man-
gio di Berengario I, di Guido II, di Be- fredo marchese di Susa(F'.yy vedova pri-
rengario II e di Adalberto I, tutti re d'I- ma di Ermanno duca di Savoia, che per
talia italiani. Umberto I óaWe Bianche disposizione di Corrado II era succedu-
mani è il 1° conte di Moriana e il i ."sti- to al suocero nelmarchesato, poi d'En-
pite della casa di Savoia riconosciuto da Guglielmo marchese di Mon-
rico figlio di
da Ridolfo III
tutti, e ricevè re di Bor- ferrato.Questo matrimònio seguì pel van-
gogna possedimenti nellaSavoia propria,
i taggioche risultava d'unire insieme il do-
e nella Moriana. Morto il re nel 1 082 cir- miniodell'una e dell'altra parte delle Al-
casenza prole, lasciò erede del regno l'im- pi, in luogo di tanta importanza. Così la

peratore Corrado II il Salico, cui mos- casa di Savoia acquistò il diritto sui paesi
sero guerra il conte Eude di Sciampagna, subalpini delle ricche possessioni di Pie-
Geroldo conte del Ginevrino, e altri si- monte, che i^vivono suoi primi dominii iq
i

gnori, che ne pretendevano la successio- Italia, componenti l'ampio retaggio del-


ne, o aiutavano gli aspiranti. Umberto I la consorte: l'antico arco romano di Su-
difese gagliardamente le parti di Corrado sa, il Poe laDora indicano le regioni com-
li SAV SAV
prese nel marchesato d'Italia, che dal con- tempo cedette; ed una intiera provincia
te Oddone passò a' suoi discendenti. La di Borgogna, il più bel paese dell'impe-
potenza della casa di Savoia fu più che ro germanico, fu il pedaggio pagato da
raddoppiata, divenendo padrona del pas- Cesare per iscendere scortato in Italia. Os-
saggio delle Alpi. Il conte fu largo di be- serva Denina, Rivoluzioni d* Italia^ che
ni alla Chiesa, e suoi ministri, ed alle ca- fu per l'eredità di Adelaide e per aver-
se religiose de'suoi dominii. La marche- ne seguito l'esempio di vendere a prez-
sana pure colmò di beni moltissime chie- zo d'intiere provincie e contee, il passag-
se, e pe'suoi virtuosi costumi meritò l'e- gio pe' loro dominii agli imperatori ca-
logio di s. Pier Damiani. Inoltre ripose lanti in Italia, che gli antenati della real
sulla sede d'Asti il vescovo Giilemo, cac- casa di Savoia cominciarono ad acquista-
ciato dai ribelli aslegiani , che vigorosa- re stabile signoria, al di qua delle Alpi.
iBente pim'i colle armi. Adelaide fu fecon- Amedeo II e Adelaide accompagnarono
da con Oddone di 4 figli» e restò vedo- Enrico IV a Canossa castello del ducato
va per la 3.' volta nel 1072, o dopo il di Reggio (F.), ove dimorava il Papa, e
1076: padre successe Amedeo II nel
al s'interposero pel perdono dopoaverlopro-
contado della Savoia e della Moriana e tetto nel passaggio del gran s. Bernardo,
del marchesato d'Italia, governando in- e della valle d'Aosta, nell'attraversare t

sieme alla madre la quale esercitava l'au- loro stati. Amedeo li morì nel 080 o più
1

torità principale in nomedel figlio,ed am- lardi, e lasciò successore il figlio Umber-
ministrando la giustizia sotto al baldac- to Il nato da Giovanna figlia di Girol-
chino alle porte di Torino. La contessa do II conte di Ginevra e sua moglie: la

maritò la figlia Berta all'imperatore En- madre di Amedeo II la grande Adelaide


rico IV, ch'era in gravissima rottura con morì poi nel logi. Il conte Umberto II
s. Gregorio VII (F.): ma ella saggia- il Rinforzato^ ne ereditò marchesato di il

mente seppe osservare lutti gli ufTicii di Susa, che si estendeva sopra grande parte
suocera verso il re suo ge-
"vassalla e di del Piemonte: poteva contrastargli que-
nero e signore, e nel tempo istesso non sto retaggio Enrico IV, che per via di ma-
dispiacque al Papa. Scomunicato Enrico dre discendeva dalla casa di Susa, ma per
IV dall'imperturbabile Pontefice, si de- le nuove deplorabili scissure cheavea col-
terminò con lui nel 077; tra-
riconciliarsi 1 la s. Sede, gì' importava di avere unito
versò Borgogna, non potendo passare
la alla sua casa un signore che dominava il
per altre vie occupate dagli italiani. Al passaggio delle Alpi. Prima di tale epo-
Moncenisio trovò la conlessa Adelaide, la ca e nel1082 fu indotto a prender lear-
più potente marchesana tKltalia come la di contro Aimeri signore di Briancon,
chiama Voigt, Storia di Papa Gregorio che desolava la valle di Tarantasia, onde
FU, e le domandò il passaggio d' Ita- colla cooperazione dell'arcivescovo gua-
lia : ma vanamente, dice tale storico^ le dagn(y la sommissione volontaria di tut-
donò un gran tratto della Borgogna im- ta la valle, e l'aggiunse alla Savoia. Il
periale, perchè la contessa esigeva in com- paese di Vaud, una parte del Vallese, ed
penso 5 vescovati con tutte le pertinen- il Chiablese, dipendevano nella stessa e-
ze e ragioni, cioè Ginevra, Losanna, Sion, poca dal conte di Savoia, che già poteva
(o Lilten cioè l'alto e il basso Vallese), enumerarsi tra più grandi feudatari del-
i

Taranlasia, ed un altro: Guichenon di- l'impero. Il conte fu uno di que'principi


ce il territorio di Bugey; dicono altri, che che furono segnati colla croce da Papa
un quarto della Svizzera riguardò la ces- Urbano II, per lai.'' crociata di Palesti-
sione. Dure parevano a Enrico IV que- na, ove si portò valorosamente, trovan-
ste prelese, ma finalmente anguslialo dal dosi nel 1099 al conquisto di Gerusalera-
SAV SAV i3
me. Inoltre Umberto II fu benefico colle ispirò profonda pietà e distacco dal mon-
abbazie e i morì a
priorati della Savoia, do, per cui il conte passò la maggior par-
a Mouliers neli io3 dov'è sepolto nella te di sua vita ne'monasleri che arricchì,
cattedrale. Avea sposato GisJa di Borgo- e particolarmente Altacomba. Tultavol-
gna dalla quale ebbe Amedeo III, chegli ta il suo regno fu torbido per le guerre

successe, Alice o Adelaide maritata a Lui- ch'ebbe a sostenere contro propri feu- i

gi VI re di Francia, dalla quale unione datari, che nella sua minorità cercavano
nacque una gloriosa posterità e la stessa usurpare nuovi diritti, onde obbligò col-
augusta casa di Borbone. la forza Manfredo marchese di Saluzzo a
Amedeo III nel 1 1 1 1 seguitò in Roma giurar fedeltà, non che contro Guignes
l'imperatore Enrico V, che fece violenza VII conted'AIbon edelfinodi Vienna nel
a Pasquale II [F.) imprigionandolo in I i53,il quale disfece a Monlmelian, dove

homa (F.)e portandolo in Sabina (F.): suo padre avea battuto il delfino Guignes
Enrico V eresse i suoi possedimenti in VI. 11 conte avea accompagnalo l'impe-
contee dell'impero. Fino allora i principi ratore Federico I nelle sue prime spedi-
di Savoiaerano intitolati conti di Mo-
si zioni in Italia, ma poi tenne conlrodi lui
riana, ed anche conti di Borgogna e di le parti di PapaAlessandrollI edellalega

Lombardia come dipendenti da que'due lombarda, mentre il vescovo e la città di


regnij quindi Amedeo III e successori s'in- Torino parteggiavano per l'imperatore.
titolarono principalmente conti di Savo- Umberto HI avea ereditato come mar-
ia. Neil 119 Amedeo III vide elevato al chesed'ltalia edi Susaalcunepietensioni
pontificato Calisto II suo zio, fratello di su Torino, la quale però si governava re-

sua madre, il quale ebbe la gloria di ter- pubblicamente; e la contesa generale del-
minare le grandi dilFerenze tra il sacer- l'impero e della Chiesa era inacerbita da
dozio e l'impero per le Investiture eccle- odii personali per le tremende fazioni dei
siastiche {^F .). Non avendo prole implorò Guelfi e Ghibellini[F.). In quelle luttuo-
il divino patrocinio, per cui fondò l'abba- se circostanze, i vescovi di Savoia con bel-
ziad'Altacomba,eqiiellediTamièes.Sul- la condotta seguirono i generosi esempi
pizio nel Bugey, ristorando quella di s. del loro principe, cui rimasero fedeli, e
Maurizio d'Agaune nel Vallese. Il cogna- disprezzando le suggestioni imperiali si

to Luigi VI voleva assicurarsi colle ar- dichiararono apertamente per Alessan-


mi la di lui successione; ma la di lui mor- dro 11 I,e contribuirono alla salvezza della

te e la nascita di un figlio chefu il b. Um- Chiesa, e riuscirono di sollievo alTanimo


berto III, posero fine a tal guerra. Tro- angustiato del Papa. Non così fecero al-

vandosi nel 1 45 alla corte del nipote re tri vescovi,! quali per aver seguilo Fede-
Luigi VII, alle persuasioni di s. Bernar- rico I ebbero da lui delle sovranità tem-
do prese la croce per la crociata di Pa- d'Umberto III. Tali
porali, a pregiudizio
lestina, partendo per Gerusalemme colla guerre furono fatali al Piemonte deva-
maggior parte de' grandi di sua corte e stato alternativamente dall'imperatore e
de* suoi vassalli, ma nel ritorno morì a dal conte di Savoia: Susa, come dissi, fu
Nicosia nell'isola di Cipro neli 149 e fu arsa da Federico 1 nel i i
74 cogli archivi
sepolto nel monastero di s. Croce. La sua della casa di Savoia/forino fu assoggetta-
moglie Matilde, figlia de'conti d'Albon e toda Umberto HI neli i75,e lutto il Pie-
di Grenoble, oltre il b. Umberto IH, par- monte devastato neli 187 dall' impera-
torì y figli, e Matilde una delle figlie spo- tore Enrico VI, che prese e arse il castel-

sò Alfonso I re di Portogallo. Umberto lo di Vegliana: Umberto 111 non soprav-


Jll detto il Santo fu educato da s. Ame- visse lungo tempo a tale sinistro, e dopo
deo d'Altari va vescovo di Losanna, che gli aver colla preghiera allontanato altri fla*
i4 SAV SAV
gelli di Chambery a'4 marzo
Dio, mori a splendè ornalo delle piti eccellenti qua-

I 188 santamente e come avea predet- lità d'animo e di corpo venendo reinte-
lo, avendo professato la regola cistcrcien- grato del tolto da Filippo di Svevia, re
se in Altacomba. Dopo aver perduta la de' romani, indi creato dall'imperatore
I /moglie Faudi va figlia del conledi To- Federico li vicario dell'impero nel Pie-
losa, per la quale beneficò la prepositura monte e nella Lombardia, col quale s'in-
dis. Lorenzo d'Oulx istituita dalla mar- terpose elHcace mediatore pei marsigliesi
chesana Adelaide, si ritirò nell'abbazia e altri popoli. La sua [."moglie Beatrice
d'Aulps de' cistcrciensi nel Chiablese, a de'conti di Ginevra, eresse e dotò il con-
piangere la sua morte e prendervi l'abito vento e la Francesco di Susa;
chiesa di s.

religioso. 1 suoi sudditi l'indussero an- la 2.^ fu Margherita de'conti diFaucigny,

nunziar al celibato, e sposò Germana fi- di cui fu erede, madre di numerosi fi-

glia di liertoldo duca di Svevia, che si di- gli, fra'quali il b. Bonifacio. Tommaso I
ce sepolta in Altacomba. Morta ancor estese i suoi diritti nel paese di Vaud nel
essa, e non avendo che figlie, si ammo* Bugey e nel Vallese. Seguendo l'impera-
gliòcon Beatrice de' conti di Vienna, la tore per la i .^ volta mescolò gl'interessi di
quale finalmente secondo la benedizio- sua casa con quelli della repubblica di Ge-
ne invocata dal conte da sani' Anselmo nova, in cui sostenne il parlilo de'ghibel-
vescovo di Belley, per le sue orazioni e lini contro quello de'guelfi.Nel 1226 pre-
predizioni, partorì il conte Tommaso I. se sotto la sua prolezione, Savona, Alben-
Le virtuose azioni del b. Umberto IH che ga e i marchesi di Carretto; fece la guer-
veneriamo sugli altari , si leggono nella ra ai milanesi d'accordo agli astigiani e
Vita ilehb. Umberto e Bonifacio di Sa- col marchese di Monferrato, ma volendo
voia, Torino 839. 11 b. Bonifacio fii ni-
1 ridurre Torino sotto la sua assoluta di-
pote del b. Umberto IH denominato per pendenza disgustò suoi alleali, e nel pas- i

la sua bellezza V Assalonne di Savoia, fu sare monti alla guida d'un esercito, per
i

certosino, fondatore di chiese e di badie, assalire quella città,infermò in Aosta, do-


arcivescovo di Cantorbery, felice scritto- ve mor\ nel i233 o prima assai, ma fu
re canonista, compose le discordie tra i sepolto nell'abbazia della Cinse. Da Ber-
principi e vescovi in Italia, in Inghilterra, lione de la Rochette comperò il castello
in Francia; fu chiamato a Roma, dicesi di Chambery ed i diritti su quella città
da Innocenzo IV (
questo Papa die sua che dichiarò capitale de'suoi stati, le ac-
nipoteBeatriceFiesca in isposa a Tomma- cordò franchigie e un codice municipale.
so di Savoia conte di Moriana e di Fian- Il primogenito Amedeo IV gli successe,

dra restato vedovo) per difendere colle ar- prudente^ forte e generoso mantenne in-
mi la Chiesa da quelle imperiali, avuto violabili suoi diritlijCol promuovere sem-
i

riguardo alla di lui stirpe guerriera, ma pre il bene de'sudditi; protesse e arricchì
non è certo; calmò le dissensioni di sua le chiese. Obbligò Torino a riconoscerlo
famiglia, fu padre de'poveri e morendo
il per signore, accolse l'imperatore Federi-
ne 270 fu tumulato presso l'altare mag-
I co II nel 1238, dopo avergli impedito il

giore e l'avo b. Umberto III in Altacom- passaggio per tal città finche non gli re-

ba. Il conte b. Umberto III che l'ordine stituì l'occupato castello di Rivoli, ed ot-
cistcrciense novera tra'suoi santi, fu il 1
.**
tenne da lui l'erezionein ducalo delle con-
di sua casa, le cui monete portano l'im- tee e signorie del Chiablese e di Aosta :

pronta della croce trifogliata di s. Mau- però come i predecessori seguitò a inti-
rizio. Tommaso I minoren-
Del suo figlio tolarsi conte di Savoia yC\ò che fece nasce-
ne benemerito tutore Bonifacio mar-
fu re dubbi sull'auteuficità dell'imperiai di-
chese di Monferrato e suo cognato, e ri- ploma; gli antecessori con chiamarsi in-
SA V SAV 15
differenlemenle conti di Savoia o conti di fama acquistala in militari imprese fu pre-
Moriana, di sovente ne risultò confusio- ferito a'iigli di Tommaso di Fiandra suo
ne Seguendo le parli di Fe-
tra'cronisti. fratello maggiore. Pietro I era destinato
derico li nemico della s. Sede, si regolò per la Chiesa, nondimeno ricusò la con-
in roodo di non disgustarsi interamente dizione ecclesiastica ed ebbe dal padre
,

co*Papi. Nella sua assenza dalla Savoia e Tommaso 1 un appannaggio e il titolo di


mentre dimorava Piemonte, i vallesia-
in conte di Romont;
pel suo spirito intra-
ni per calmare alcuni tumulti, entrarono prendente e valoroso, in breve estese la
a mano armata nella valle d'Aosta; onde sua dominazione su Ginevra e Vaud. A-
accorso a rimediar il disordine, e fugali i vendo Enrico HI re d'Inghilterra sposalo
s'impadronì di Sion loro città,
vallesiani, la nipote Eleonora di Provenza, influen-
che sottomise. In prime nozze sposò An- zò il debole principe, e ne diresse il con-
na de'conti di Vienna ed' Aibon, che man- siglio e l'amministrazione: oltennesul Ta-
tenne la pace tra il conte ed i di lui fra- migi un palazzo eh' ebbe il nome di pa-
telli; in seconde nozze Cecilia de'conti di lazzo di Savoy^eìe contee di Richmond
Marsiglia, signori di Balzo o Baux e del e d'Essex. Ingelositi di lui gl'inglesi, nel
Venaisino, estremamente bella. Morì A- i25o avea dovuto tornare in Savoia, ove
medeo IV nel 1 253 inMontmelian, egli dichiaratosi protettore delle abbazie, col
successe di 9 anni il figlio Bonifacio sot- pretesto di mantenerne la giurisdizione,
to la tutela della madre e dello zio Tom- ampliò i suoi acquisti. Rotta la guerra fra
maso conlediFiandra,che poi aiutò per se- l'Inghilterra e la Francia, i cui re aveano
dare tumulti degli
i stati della moglieMar- sposato le sue nipoti, fu scello a media-
gherita conlessa di Fiandra. Questa reg- tore e vi fececomparsa brillante. In quel
genza non fu felice, perchè Torino esigen- tempo circa EbaI conledi Ginevra spo-
do privilegi di città imperiale e il godi-
i gliato dallo zio Guglielmo II, lasciò suoi i

mento di sua libertà, insorgendo ogni vol- diritti al conte Pietro, il quale aggiunse
ta chescopriva alcun sintomo di debolez- ai suoi dominii nel paese di Vaud le con-
za nella casa di Savoia, nel 1257 ribellò. cessioni del vescovo diLosanna, del prio-
D'altro canto Carlo d'Angiò che andava re di s. Maurizio, e del vescovo di Sion.
conquistando il regno di Napoli, profit- Divenuto conte di Savoia, vendicò il ni-
tando del furore del partilo guelfo, si^at- pote, assediò Torino e la forzò a rientrare
tribuì la signoria di varie città del Pie- solto la dominazione di sua casa; quindi
monte e tentava altri spogli sulla casa di ottenne dal nipote Riccardo conte di Cor-
Savoia. Tommaso,sebbene avesse rinun- novaglia e uno degli aspiranti all'impero,
ziato alla contea di Fiandra nella morte privilegi e diplomi che confermarono le
di Margherita, nelisSy fu fatto prigio- sue conquiste. Il retaggio dell'ultimocon-
niero da Asti che voleva sottomettere. Bo- te di Kybourg, che avea sposalo sua so-
nifacio detto Orlando per la forza del cor- rella Margherita, gli fu rilascialo dall'im-
po e per le sue inclinazioni cavalleresche, peratore: il paese di Vaud tutto intiero
allasua volta punì i torinesi, ma nel 1 263 Ve-
fu allora soggetto alla casa di Savoia.
assediandone la citlàfu preso in una sor- ro è che Pietro ebbe a difenderlo in
I ,

tita e in capo a pochi mesi morì in pri- unoaBerna chea lui si sottomise, da E-
gione. Non avendo preso moglie, il suo berardod'Absbourg conte diLaulTemberg
retaggio passò allo zio Pietro figlio del che pretendeva alle signorie di Kybourg,
conte di SavoiaTommaso l.La leggeSa- e lo vinse in due battaglie. Avendo spo-
lica già osservala nelle successioni de'rea- sato Agnese erede e figlia d'Aimone ul-
li di Savoia, escludeva le sorelle di Boni- timo conte di Faucigny, n'ebbe Beatrice
facio; e Pietro per la sua avanzala età e che maritò a Guido delfino di Vienna,
i6 SAV SAV
dandole in dote parte di tal provincia,che to in tenera età, che avrebbe potuto l'i-

passò cos\ ai delHni. Mori uel 1268 nel petere il trono per diritto di rappresen-
paese di Vaud nel castello di Chillon, che tanza. Amedeo V si dichiarò tutore di lui
avea costruito sul lago di Ginevra, e fu e de'suoi fratelli, e si mise in tal guisa per
detto il piccolo Callo Magno. ^on a\en- alcuni anni in salvo dalle loro p« etensio-
do discendenti maschi, ebbe a successore ni. Nel principio del regno sostenne una

il fratello Filippo 1 in età avanzata, già guerra contro Amedeo li conte di Gine-
preposto di Bruges e arcivescovo di Lio- vra e Umberto delfino di Vienna, nemi-
ne quantunque non avesse preso gli or- ciereditari di sua casa. Le sue armi fu-
dini sagri, che nell'anno precedente avea rono vittoriose,ed allorché fu conclusa la
rinunziato per isposarela virtuosa Alessia pace per interposizionedi PapaOnoriolV
o Alice erede della contea di Borgogna, e del re d'Inghilterra nel i 287, i suoi av-
onde prese il titolo di conte palatino di versari la comprarono con sagrifizi. Indi
Borgogna, ma la contea la moglie desti- si alleò cogli abitanti d'Asti e Alessandria
nò al primogenito dell. ° marito. Perve- perguerreggiare Guglielmo VII marche-
nuto Rodolfo I d'Absbourgall'imperOjfe- se di MonferrntOj'e la sua fortuna consue-
ce rivivere le pretensioni di sua casa al- ta lo favorì marchese fu fatto prigio-
: il

l'eredità di quella di Kybourg. Filippo I niero dagli astigiani, e morì in una gab-
volledifenderesuasorelialVIargherita con- bia di ferro. Dipoi volse le armi contro il
tessa usufruttuaria di Kybourg, ma ne- i marchese di Saluzzo, e lo costrinse a ren-
mici occuparono il di lui paese di Vaud. dergli omaggio. Intanto Filippo suo ni-
IlPapa Martino IV deputò ambasciatori pote giunto a età virile, domandoli retag-
a RodolfoI per disporlo ad un accomo- gio dellaSavoia. Non sentendosi abbastan-
damento col conte di Savoia, e con van- za forte per sostenere una guerra, prefe-
taggiodi tuttifu conclusa la pacenel 1282, rì il trattare: ed Amadeo V per la me-
con qualche detrimento per lacasa di Sa- diazione del re d'Inghilterra, cede a Fi-
voia. Il 1 morì nel 1285 a
saggio Filippo lippo il principato di Piemonte e tuttociò
Rossiglione nel Bugey senza prole,lascian- che la sua casa possedeva al di là dell'Al-

do la corona ad Amedeo V da lui alle- sedeedell'omag-


pi, sotto la riserva della
va to e adottato, figlio del fratello Tomma- gio.Taleriparto degli stali diSavoia,durò
so conte di Fiandra edi Moriana,ein pre- sino aglii I dicembre i4i8, in cui morì
giudizio del primogenito di questo Tom- Luigi di Savoia, principe d'Acaia, di Mo-
maso conte di Moriana; l'altro fratelloLo- rea e di Piemonte, ultimo di tale ramo.
dovicostabih la linea de'baroni di Vaud, Filippo avendo sposato Isabella di Ville-
feudo che gli die Amedeo V; ed il nipote hardovin, figlia e unica erede dell'ultimo
Filippo figlio di Tommaso conte di Mo- principe dell'Acaia e della IMorea, assun-
liana, quella de'principi d'Acaia e di Mo- se il titolo de'due principati e lo trasmise
rea in Grecia. Amedeo V il Grande, per a'suoi ma
ne vendè la sovranità nel
figli,

essere stato uno de'più celebri sovrani di i3o7 a Carlo d'Angiò re di Napoli, per
sua stirpe, che Irovossi a 22 assedii, ama- la prepotenza degli Angioini che aveano
to dallo zio Filippo I che gli fece sposare occupato varie città del Piemonte. Il con-
Sibilla ereditiera della contea di Bressa te di Savoia Amedeo V trovandosi dopo
e di Beaugè, gli affidò l'amministrazione tale divisione, in alcun modo esiliato dal-
della Savoia, investì del ducato d'Aosta l' Italia, volse la sua attenzione verso la
e pose in mano tutte le forze dello stato, Francia. Prese parte attiva quasi in tutte
onde non provò difficoltà in succederlo. le guerre e negoziazioni di quella corona,
11 fratello Tommaso conte di Moriana a- e condusse più volte le truppe di Filippo

vea lascialo il figlio Filippo già nomiua- IV contro i fiamminghi. Pareate de* re
SAV SAV 17
di Francia e Ingliilterraj ebbe l'onore di in favore di suo genero Andronico IH,
pacificarli. Più volte dovè respingere le si recò in Avignone e vi lasciò la vita ai
a^'gressioni de'vicini conte di Ginevra, e 16 ottobre 323, ed il suo corpo fu tra-
I

delfino di Vienna,il quale domandava in sferito ad Altacomba.Edoardoil Libera»

nome di sua madre Beatrice l'eredità di /e ereditò pure dal genitore l'animoguer-

iulla la Savoia, mentre il re invocava la riero, ma fu troppo prodigo j ed ebbe dif-

leg"eSalica che esclude le femmineai tro- ferente fortuna al par di lui poco dopo
:

ni; ma non era ancora nechia-


tale legge si trovò a fronte il conte di Ginevra, il

ramente stabilita, ne appoggiata sopra u- delfino di Vienna, ed il barone di Fauci-


na lunga esperienza. La spedizione in I- gny. Riportò da principio su loro alcuni
talia dell'imperatore Enrico VII, ricon- vantaggi, ma nel febbraio 1 325 fu disfat-
ciliòper un tempo principi rivali, per-i to in gran battaglia avanti il castello di

chè entrambi seguirono nel i3io e nel Varey : fatto per un momento prigione,
1 3 3 l'imperatore con la famiglia del qua-
I il valore e lo zelo de' suoi gentiluomini
le erano inìparentati. Precursore in Ro- lo liberò; ma il fiore della nobiltà savo-
ma ,
per ricevere Enrico VII la corona iarda e borgognone, condotta dal cognato
imperiale, fu Lodovico di Savoia figlio del conte di Tonnerre, rimase prigioniera del
suddetto barone di Vaud, eletto neli3io delfino, e.per riscattarla si pagarono gros*-

senatore di Boma e approvato da Papa sissime taglie. Sospese leostilità, Edoardo


Clen)enleV, che avea stabilito in Francia si recò inFrancia eseguì ilre nella guerra
ein y4vìgnone[F.) la residenza pontificia di Fiandra, combattendo coraggiosamen-
con tanto danno d'Italia. Del senatorato te nella rinomata battaglia di Montcasselj
di Lodovico, ragionai nel voi. LVllI, p. per cui il re lo creò cavaliere di propria
286, e sotto di lui Magliano di Sabina mano. Dopo essersi riconciliato col delfi-

(/^.) si pose nella protezione del senato no, essendo ancora in detta corte, mori
e popolo romano. Amedeo V ottenne dal- in Gentilly nel 32g. Questo conte acqui-
1

l'imperatore che avea accompagnato in stò dal vescovo e capitolo di Moriana, la


Roma, la signoria d'^5// (/^.), e il gover- metà della giurisdizione civile di quella
no Lombardia, cui in se-
di varie città di provincia; nel 1 325 autorizzò gli ebrei a
guito fu costretto abbandonare: delle sue stabilirsi in Savoia, e pel i.° pose le fon-
conquiste non conservò che la signoria damenta della legge che proscrive in giu-
à* Ivrea [F.). Col Bosioeallri storici, nel stizia i risarcimenti in denaro per la mag-
già citato voi. XXIX, p. 226, parlai del gior parte de'delitti. Dalla consorte Bian-
soccorso dato da Amedeo Vai cavalieri ca di Borgogna e nipote di s. Luigi IX,
motto di Savoia F. E. R. T.:
di Rodi^ e del ebbe Giovanna che maritò a Giovanni III
altri negano cbe vi si recasse e perciò non duca di Bretagna. Gli successe il fratello
derivare da tale aiuto l'orisrine
o di tal di- Aimone il Pacifico, che moderato e pru-
visa. Il conte dalla pia Sibilla, generosa dente,ristabilì le finanze esauste dalle pro-
colle chiese e monasteri, ebbe 7 figli dei digalità del predecessore, e ridonò la pa-
quali Edoardo, ed Aimone gli successero; ce a'suoi popoli affranti dalle guerre. La
dalla 2.' moglie Maria figlia del duca di nipote Giovanna aspirò suo retaggio,
al

Brabante, nacque Anna maritata ad An- e gli suscitò contro il delfino di Vienna;
dronico III imperatore d'oriente,efu ma- laonde guerra ricominciò su tutte le
la

dre di Giovanni IPaleologo;in 3.^ nozze frontiere del Delfìnato,delFaucigny e del


sposò Alessia figlia del delfino Umberto, Ginevrino; ucciso il 333, suo
delfino nel i

per sedare le reciproche discordie e paci- fratello Umberto barone Faucigny si di


ficarsi. Amedeo V per persuadere Papa pacificò col conte. Questi neli34o con-
Giovanni XXI I a promulgar la crociata dusse le truppe savoiarde in servigio di
"**^
\OL. LXII. 2
i8 SAV SAV
Francia, nella guerra contro ringhiller- gli esercizi, fu d'allora in poi denomina-
ra. Reduce in Savoia fece diverse pie fon- lo ilco/2/e /'erc^e. Lo stessospirilo cavalle-
dazioni, regolò premurosamente l'animi* resco gli fece istituire nel 36o o nel 3G2 1 1

nislrozione della giustÌ2Ìa,edinChambery l'ordine della Collana odt\ Collare, \)cv


rslituìuna corte suprema di giustizia per- avere in principio per insegna un collare
manente. Sposò Giolanda celebre per le simile a quello de'Ievrieri, in onore della
sue rare virtù e carità pe'poveri, onde fu ss. Annunziata (V.)y titolo che altri at-

chiamata Tornamento del suo secolo. Fi- tribuiscono a'suoi successori. Altri prete*
glia di Teodoro Paleologo marchese di sero,confutalidaGuichenon,che quest'or-
Monferrato, nel contrailo nuziale si sti- dine equestre ebbe pressoché la slessa o-
pulò, che gli slati del Monferrato in man- rigine di quello della GìarreUiera (F.)^
canza de'maschi della dinastia del mar- e in occasione che una dama da lui ama-
chese, si devolvessero a Giolanda o sua la gli donò un braccialetto inlessulo dei
prole. Essa partorì due maschi, e due fem- suoi capelli, intrecciati a nodo d'amore.
mine, una delle quali Bianca sposò Ga- L'ordine divenne nobilissimo e il supremo

leazzo Visconti il primogenito Amedeo


: di Savoia, ed i gran maestri furono con- i

VI successe al padre quando nel i343 ti e duchi di Savoia, poi re di Sardegna.


i

moiì in Monlmelian, lasciando pure sei Perle antiche rivalità de'conti di Savoia
figli naturali da diverse amanti. Ame- Vienna, le loro frontiere si
co'delfini di
deo VI il Verde ereditò il valor milita- confondevano, ed frequenti matrimoni i

re dell'avo Amedeo V
Grande^ìa pru- il fra le due famiglie in vece di unirli, com-
denza e r animo guerriero che spinsero plicarono i loro dirilli : in forze quasi e-
quel principe a gloriose imprese ; laon- guali, i rè di Francia impedirono che soc-
de le eroiche azioni del nipote, la savia e combessero nella lunga lotta. Ma Umber-
accorla condotta, memorabili e gene-
le to II ultimo Delfino del Viennese, aven-
rose gesta, ne resero immortale il nome. do perduto nel i338 il suo unico figlio,
Essendo di circa o anni rimase sollo la
i deliberò a persuasione dell'a rcivescovodi
tutela di Lodovico o Luigi di Savoia ba- Lione, di cedere il paese al re di Francia,
rone di Vaud suo cugino, e del conte di a condizione che fosse l'appannaggio del
Ginevra. Appena usci dalla sua tranquil- primogenito e s'intitolasse Delfino (/"'•).

la minorità, neh 347 po^'^ò le sue armi Questo trattato diede grande inquietudi-
in Piemonte, per profittare della deca- ne alla casa di Savoia,! di cui stati si tro-
denza della casa d'Angiò, la quale perde- vavano pressoché incastrati in quelli d'u-
"va sotto la famosa reginaGiovanna I, tut- na polente monarchia. In fatti l'odiodei
te le città che i re predecessori si erano delfinesi trasse presto il conte di Savoia
assoggettate in quella provincia. Amedeo in una guerra pericolosa col nuovo del-
VI accordo col suo cugino Jacopo di
d* fino se non che il re Giovanni II, non
:

Savoia figlio di Filippo, principe d'Acaia volendo costringere Amedeo VI a cercar


e Morea,e conte del Piemonte, conquistò l'alleanza inglese, s'intromise come me-
in brevetempo Chieri, Cherasco, Mon- diatore tra suo figlio e lui. Fece loro sot-
dovi, SavigliatioeCuneo,econ Jacopo ne toscrivere a Parigi un trattato a*5 gen-
divise il governo. Ptilornato Amedeo VI naio i355, col quale il conte di Savoia
datale vantaggiosa spedizione, nel torneo rinunziò a tutti i suoi possessi tra il Ro-
che die in Ghambery vi comparve vesti- dano, rìsero, ed il Guiero; mentre il del-
to d'un'armatura verde, col cavallo bar- fino cedeva al conte le signorie di Fau-
dato di verde, ed il suo scudiere in abito cigny e di Gex; di modo che
furono se-
pur verde siccome si segnalò in tale tor-
: gnati i confini precisi, e da ricono- facili

neo per la sua destrezza e abilità io tulli scere Ira le due dominazioni. Tale accor-
SAV 19 SAV
c!o fu rassodnto mediante il matrimonio le protesse! giovani Monfer- marchesi di

del conte con Bona di Bor)3one figlia del rato, contro polenti Visconti di Milano:
i

duca Pietro e cugina e cognata del re. Ja- siuni allora alla lega de' guelfi , e nella
copo di Savoia governava allora il Pie- guerra die nuove prove di valore e di a-
monte, e quantunque vassallo del cugino Urbano
bilità. considerando Roma la V
Amedeo VI, inorgoglito della guerra fat- vera e legittima residenza de' Papi, nel
ta alla regina Giovanna I d'Angiò, ed al 1367 partì d'Avignone, e fece il suo io-
marchese diMonferrato e Saluzzo, osò nel gresso nella capitale del cristianesimo ai
1 358 di mettere imposte sulle merci clie 16 ottobre. Fra i principi chesi recarono
provenivano da Savoia, e punì di morie a ossequiare in Viterbo, e ad ac-
il Papa
alcuni commissari del conte che aveano compagnarlo in Roma, vi fu Amedeo VI
protestato con troppa fierezza. Amedeo che fu accollo con molla distinzione, ad-
VI per vendicarli, valicò le Al pi con un e- destrò il cavallo del Papa, come notai nel
sercito: prese Torino,Samigliano e tulle voi. XXIV, p.88; avendo pure detto nel
le piazze del Piemonte; umiliò il marche- voi. XV li, p. 2 19, e altrove, che Amedeo
se di Saluzzo, che avea tolto le parli del VI tornò in Roma nel 1 368 e si trovò al-
cugino, e fece prigioniero il principe d*A- la coronazione che Urbano V fece di fi-
caia e Morea , conte del Piemonte , che lisa bella moglie deirmiperatoreCarlolV,
mandò a Rivoli, ed il quale non ricuperò e che con questo condusse per la briglia

la libertà, che rinunciando al Piemonte. il cavallo cavalcatodal Papajfacendol'uf-


Amedeo VI dipoi neh 363 lo ristabiPi nei fìzio di Palafreniere (/^.) per onorare il

suoi feudi, per valersi di lui contro il mar- Vicario di Gesù Cristo. Amedeo VI nel re-
chese di Monferrato. Qui però va notalo, carsi nell'alma città era reduce dall' o-
che Filippo il figlio primogenito di Ja- riente per commissione d'Urbano V e per
copo, alla sua morte fu supplantato dal ottenere l'abiura dello scisma che divi-
fratello di cui fu tutore Amedeo VI, e pro- deva la chiesa greca dalla latina, per cui
curò di ricuperare principati d'Acaia e
i nel seguente anno 369 si condusse in 1

di Morea; ma conoscendosi onerosi,si con- Roma r imperatore Giovanni I e nella


tentò di continuare a portarne semplice- Chiesa di s. Spirilo (/^.) fece la solenne
mente i titoli. Papa InnocenzoVI nel j 36 i abiura degli errori de' greci nelle mani
l'invitò ad opporsi con tutte le sue forze del Papa. Amedeo VI tornato ne' suoi
al passaggiodella compagnia bianca, com- stali, vide il marchese di Saluzzo chea-
posta di malandrini soldati di ventura che vea fatto omaggio al redi Francia, dicen-
rubavano e saccheggiavano; nia la com- do che suoi maggiori lo rende vano ai del-
i

pagnia bianca lo sorprese nella sua terra fini di Vienna mandò truppe nel mar- :

di Lanzo, l'imprigionò e pel riscatto volle chesato, ma poi per timore del re le ritirò.

180,000 fiorini d'oro. Frattanto per in- Urbano V essendo ritornato in Avigno-
Tito del Papa Urbano V, il conte raccol- ne, gli successe Gregorio XI il quale esor-
se un forte esercito per soccorrere l' im- lò con lettere il conte Amedeo VI a desì-
peratore d'oriente Giovanni 1 figlio d'An- stere dallo spoglio del vescovo di Ginevra
na di Savoia e perciò suo parente, impri- dalla signoria della città. Molestando Ber-
gionato dal re de'bulgari : s'imbarcò per nabò Visconti dominii dellaChiesa, Gre-
i

Grecia nel porlo di Venezia, colla maggior gorio XI lo dichiarò incorso nelle cen-
parlede'suoi vassallijballuti i lurchi,s'ìm- sure e gli mosse guerra, affidandone nel
padronì di Gallipoli, sconfìsse più volte 1373 con successo il comando ad Ame-
i bulgari, ed occupata Varna e altre città deo VI uno de'capoparli guelfo,col quale,
di Bulgaria, costrinse il re a restituire la con Carlo IV imperatore, e con Ottone di
libertà a Giovanni l. Tornalo in Piemon- Brunswick tutore del marchese di Saluz-
20 SAV SAV
zo si coìlegò. Indi nel 1877 stabilmente i383, dopo aver riunito a'suoi slati, ol-
Gregorio XI consolò 1* afflilla Italia, e la tre nominati, Valromei, Biella, Verrua,
i

desolala Roma, con ripristinarvi la pon- e Vaud il quale dopo 60 anni che avea
tificia dimora. Ma morto nel 378,conlro 1 servito d'appannaggio al ramo collaterale

illegiliimamente eletto Urbano VI, in- de'baroni di Vaud, questo sotto di lui si

sorse l'antipapa Clemente FII[F.), (ìgVio estinse inLodovico di Savoia già senato-
d'Amedeo conte di Ginevra, e parente di redi Roma, che nel 1359 gli avea vendu-
Amedeo VI, terminando in lui i conti di to la baronia. Lasciò di Bona il figlio A-
Ginevra , che poi ereditarono i conti di medeo VII ilA'o5^oche gli successe, men-
Savoia alla sua morte. Il pseudo Ponte- tre guerreggiava col signore di Beauieu,
fice passò in Avignone,e vi stabilì una cat- essendosi già segnalato alla battaglia di
tedra di pestilenza, dando principio al lun- Rosebeck, nella guerra che Carlo VI re
go e fi^inestissimo scisma che separò dal- di Francia fece ai ribelli gantesi. Paci-
l'unità cattolica, principi e nazioni con fu- ficatosi, in Chambery il conte Amedeo

talissime conseguenze. Sebbene la mag- VII formalmente prese possesso de' pa-
gior parte d'Italia ubbidì a Urbano VI terni dominii. Poco dopo si restituì pres-
e successori, Francia, Savoia e Piemonte so il re e die nuove prove di valore nella
con altri contermini stati seguirono lo sci- presa d'Ypres, ed in quella di Burburgo;
sma e riconobbero il falso Clemente VII scortò in Inghilterra il presidio di quella
e successori. Per sostenersi nella pretesa cittàche avea capitolato, e fu accolto a
dignità Clemente VII formò un pseudo si Londra nel più onorevole modo. Ritor-
collegio cardinalizio,creando 38 an ti car- nato in Savoia, fece guerra agli abitanti
dinali nella più parte francesi, ed anche del Vallese chea veano cacciato il vescovo,
spagnuoli, e vi comprese i seguenti. Ame- e ristabilì il prelato. Seguendo il partito
deo de'marchesi di Saluzzo, Giovanni de d'Angiò pel conquisto del regno di Napo-
Minolys vescovo di Ginevra, Giovanni di li, contro il ramo di Carlo HI Durazzo,
Broniaco presso Annecy, Lodovico Allo- nondimeno i partigiani di questo in Pro-
brox vescovo di Moriana. L'antipapa Be- venza, nella valle di Barcellonelta, e nel-
nedetto XIII che gli successe, tra suoi i lecontee di Nizza e f^enlimiglia (f^.), non
numerosi anticardinali, vi annoverò An- potendo ottener soccorsi daLadislao,ch'e-
tonio de Chalant savoiardo arcivescovo ra successo al padre Carlo 111, si offrirò*
di Tarantasia. Alcuni di questi anti-car- no al conte di Savoia di assoggettarsi a lui;
dinalifijronopoi riconosciuti per veri dai ed Amedeo VII non si fece scrupolo di
Papi. Di tutti feci le biografie nel voi. Ili, profittar della minorità di Lodovico II di
p. 21 I e 223. Amedeo VI ne abbracciò Angiò, pev accettare, a'2 agosto e 28 set-
il comunanza di patria e di pa-
partito per tembre 388, l'omaggio di que'popoli che
1

rentela, come per isperanza di signoria, ed vollero sottrarsi all' ubbidienza di quel
in fatti n'ebbe subito in dono il castello giovine principe; ma dall'altro canto,dice
di Diano. A persuasione dell'antipapa, A- Guichenon, i detti popoli non ricevevano
inedeoVI accompagnò in Italia Lodovi- soccorsi, e la loroindipendenza era espo-
co I d'Angiò, che avendolo coronato re sta agli Angioini che veramente non ri-
di Napoli voleva conquistarne il regno : conoscevano per legittimi. Il conte perini.
ottenne perciò da Lodovico 1 la cessione se che l'antipapa Benedetto XIII occupas-
di tutti i suoi diritti sul Piemonte, e seco se il castello di Nizza, in tempo della pe-
lui si collegò. Il conte ebbe parte a'iieti steche infuriava nella Provenza e nella
successi, che presagivano alla spedizione Liguria. Amedeo VII per caduta da caval-
felice riuscita; ma colto dalla pestea s. Ste- lo morì nel 1391 in Ripaglia, lasciando
fano presso Bitooto, ne morì a'2 marzo 3 figli nati dalla moglie Bona di Berry,
SAV SAV ai
dotato di singolari virtù, e di rara pru- nelle guerre civili di Francia tra le case
denza; e la fama di sovrano saggio e pro- d'Orleans e di Borgogna: genero del du-
de, che rese floridi i suoi slati. ca Filippo e cognato di GiovanniSenza
Amedeo Salomone del suo se-
Vili, il paura y secondò a lutto potere borgo- i

colo, nacque aChanobery a*4 settembre gnoni. In pari tempo estendeva da tulle
1 383, onde non avea che 8 anni quando le parli le frontiere de' suoi stati, che«i
suopadreAmedeo VII morì. Si disputaro- componevano della Savoia, del Ginevri-
no la reggenza Bona di Beriy sua madre, Vaud e di Gex, della Eres-
no, de'paesi di
Cona di Borbone sua ava, ciascuna delle se,delBugey e del Basso Vailese: il Pie-
quali avea un numero di aderenti. Preve- monte era posseduto da un ramo di sua
dendo Bona di Berry disordini che nella i casa, come appannaggio, laonde uno sta-
Savoia si sarebbero eccitatijSe continuava- to vasto non era più contea e presto

no simili contese, rinunciò a favore della divenne ducato. Mentre lo scisma sosle-
suocera ai diritti che come madre poteva nevasi dalT antipapa Benedetto XIII ia
avere, e maritò col conte d'Armagnac
si Avignone, e poi in altri luoghi, in Roma
contestabile di Francia, e morì nel 1 434' ad Urbano VI erano succeduti Bonifacio
Bona di Borbone d'animo virile e forte, IX, Innocenzo VII e Gregorio XII. Con-
governò saggiamente. Istituì parecchie ca- tro quest'ultimo ribellatisi i cardinali di
se religiose e molte utili istituzioni eres- sua ubbidienza, con quelli dell'antipapa
se: a difesa delFaucigny fece fabbricare unitisi a Pisa, con molli prelati, padri e
la fortezza di Bonneville. Amedeo VII gli ambasciatori de'principi, nel 1409 de-
avea pel figlio stipulato un contratto di posero Gregorio XII e Benedetto XUf, ed
matrimonio con Maria figlia di Filippo elessero Alessandro V.I fedeli restarono
X Ardilo duca di Borgogna: si celebrò nel delusi, poiché furono di più divisi nella

i4o[ solennemente aParigijColl'assisten- credenza, ed invece di uno ebbero 3 Pa-


za del re Carlo VI. Uscito Amedeo Vili pi; anzi morto nel 1 4 o Alessandro V,
' gli

dalla minorità prese le redini del gover- fu sostituito Giovanni XXIII, continuan-
no de'suoi stali, si dimostrò principe ge- do la confusione per venerarsi il vero Pa-
neroso, amante della giu6lizia,nemicodel pa. Intanto l'imperatore Sigismondo,do-
vizio e dedito alla pietà. Mantenne la pa- pò avere provocalo il celebre concilio di
ce ne'propri stali, mentre cbene'paesi vi- Costanza [F.) per estinguere lo scisma,
cini ardeva la guerra, e con mezzi legit- e nel quale concorsero tutte le nazioni e
timi accrebbe dominii avuti in eredità;
i gli ambasciatori de'principi, desiderando
fu sommamente stimalo anche dagli stra- conferire con Ferdinando I re d'Arago-
nieri, per la sua gran prudenza e saviez- na sostenitore deiranlipapa,onde cercare
za. Nel 1398 era terminala la reggenza i mezzi per far cessare tanto scandalo dal
di Bona diBorbone, che malcontenta del quale era desolala la Chiesa, e dappertut-
nipote si ritirò a Macon, e morì nel 1 402. to era perturbazione d'animi e di cose,
Amedeo Vili fece ben presto un acqui- perciò deliberò di partire per Francia :

sto importante per la sua casa. L'antica essendo passalo nel suo viaggio pegli stati
casa de'conti di Ginevra erasi estinta ai di Amedeo Vili, e ricevuto regiamente
16 settembre i3q4 colla morte dell'an- aChambery, a' 9 febbraio 1 4 1 6 con di-
1

tipapa Clemente VI I,cui successe nel gran ploma imperiale dato in tal città, Sigis-
feudo la casa di Villars per via di donne. mondo eresse il contado di Savoia in du-
Amedeo Vili ne profittò con comprare calo a favore di Amedeo Vili, che ne fu
a'5 agosto i4oi la contea di Ginevra da ili.** duca, e de'suoi discendenti. Nel con-
Oddo di Villars per 45',ooo franchi. Ne- cilioGregorio XII eroicamente fece la
gli anni successivi intervenne più volle Rinunzia del Pontificato (F.), Giovanni
22 SAV SAV
XXIII deposto e Benedello XIII sco-
fu l'abito d'eremita, e dichiarò che si ritira-

municalo e degradato: quindi agii i no* i va dal mondo senza rinunziare alla so-
embre i4'7 concordeoieute fu eletto vranità, nominando il figlio luogotenente
Martino V che restituì la sospirata pace generale di qua dai monti. Si chiuse in
alla Chiesa. Nel seguente anno in Pinero* Kipaglia con 6 cavaUeri,che scelse tra'suoi
Jo morì agli 1 1 dicembre Lodovico o Lui- consiglieri, si fece crescere la barba, ed
gi di Savoia ultimo della linea de' conti istituì l'ordine di s. Maurizio (V.). Che
diPiemonte, principi d'Acaia e Morea,che Amedeo Vili si fosse continuato a ricono-
a vea assisti to il parente A medeo Vili nel- scere per duca, lo rilevo dal breve Dignnni
le guerre coi marchesi di Monferrato, di atqiie nieriium, de' 1 2 aprile 1 436, Bull,
Saluzzo e di Ceva. Pel suo testamento e de Prop.ftdey A ppendix 1. .p.g, col quale 1

pei diritti cheavea,il nuovo duca ne ere- Eugenio IV confermò l'erezione fatta dal
ditò gli sta ti, Dipoi nel 1 4^6 A medeo Vili duca del collegio d'Aven in Savoia. Es-
entrò in lega co'veneti contro il duca di sendosi ordinato nel concilio di Costanza
Milano, su questi fece nuove conquiste, la celebrazione d'altro concilio generale,
e la signoria di Fercelli[y.) fu guarentita Martino V Io fece aprire in Pavia, e poi
dalla pace. Fino allora tutto avea prospe- trasferì aBasilea (^.), lo che confermò
rato per lui, ma perla peste propagata in IJugenio IV, ma questi poco dopo per di-
Torino nel 4*^8, Maria di Borgogna sua
1
versi motivi lo trasportò in Bologna in-
sposa e da lui amata teneramente fu nel di a Ferrara e Firenze ( F.\ ov'egli stesso
pumero delle vittime. Afflitto da tante intervenne. Resistettero i padri basileesi
calamità, il duca cercò consolazioni nella con aperta disubbidienza a tal decreto, e
religione, fondò parecchi conventi, si a- però continuandolo divenne Co/ici7/V2Ìo-
doperò per la riforma de'costumi, e pro- lo (/^'.)per le riprovevoli contese violenti
cede contro gli eretici con maggior zelo. contro degnissimoed esemplare Euge-
il

Tuttavia neli43Q pubblicò un codice di nio IF(F.)\ disputaronosulla suprema-


leggi o Slatula Sahaiidiae iC\\^àk^^^o am- zia tra'Papi ed concilii ossia del Prima'
i

miiazione in Europaj tentò d'impadro- to(^.), vollero riformare la Chiesa a mo-


DelAnalo, acquistò nuovi diritti
nirsi del do loro, ed inasprite le discrepanze, fini-
sul Monferrato con aiutare il marchese rono con deporre scismalicameule a'25
Giovanni suo cognato contro il duca di giugno 1439 il zelante Eugenio IV che
Milano, per cui con trattato de' i3 feb- gliaveaanatematizzati. Il duca di Savoia
braio 1 432 esigette l'omaggio feudale per non si era decisochiaramenletra'due par-
unire il marchesato alla sua corona. Un tili; i prelati de'suoi stali assistevano al
tentativo fatto nel 1434 contro la vita del concilio di Basilea, ma pareva ch'egli fa-
duca daGalois gentiluomo di Sura,che vorisse il Papa; e come seppe che questo
fu messo a morte, confermò A medeo Vili era stalo deposto, protestò a' 2q luglio
pel suo disgusto del mondo, e nel suo pro- contro un atto che gli sembrava attenta-
getto di ritiro. Avea fondato un conven- torio all'autorità del capo della Chiesa,
to d'agostiniani a Ripaglia presso Tho- e perciò riprovevole. Ma gli accorti padri
pon sulle sponde del lago di Ginevra; fe- basileesi per sostenere l'iniqua loro lotta,
ce colà costruire vicino un palazzo che desiderando il valido appoggio di Ame-

chiamò romitaggio. In un' assemblea di deo Vili, comechè polente, di gran men-
vescovi e baroni che vi convocò a'7 no- te e universalmente sliu)alo, lo elessero
vembre, depose le redini dello stato nelle antipapa a'5 novembre 1 439 e conferma?
mani del primogenito Lodovico o Luigi reno ai 17, introducendo un nuovo sci»
di eccellenti qualità, giusto, religioso e a- Sina, l 35 deputali che si portarono iq
nianle dell^eoe del suo popolo; egli vest\ Ripagliaa presealareal duca il decreto di
SAV SAV 23
tale elezione, provarono molle difficollà lomeo vescovo di Novara, cod altri 3. Tn
e opposizioni per parte (le'conslgliei'i d'A.- Basilea a' 12 ottobre ne creò altri 8, fra
DiedeoVlii, rnada lui ammessi atrudien> iquali Francesco vescovo di Ginevra. E-
za a'aS novembi'e,g!i domandarono con gualmenle in Basilea e nella congregazio-
molte ragioni il suo assenso, a prender il ne sinodale, a' 12 novembre i44o>P"l^l>l'"
governo delia Chiesa, ed egli vi acconsen- co altri 6 anticardinali. Nel 1 444 essendo
li ripugnante e dopo aver sparso molte Felice V
Ginevra promulgò altri due
in
lagrime. Preso il nome di Felice /^(^.), de'7 anticardinali che creò, comprenden-
6Ì lasciò salutare Papa nella chieda di Ri- dovi Giovanni Arsio arcivescovo di Ta-
paglia con istupore di tutta Europa, per Fantasia; gli altri li pubblicò io appresso.
vedere rinnovalo uno scisma che pochi an* Di questi 26anticardinali ne riportai le
ni prima era stato giudicalo falalissimo biografie nel voi. IV, p. i58, eseg.,alcuni
alla cristianità, e perciò non poteva mai de'quali furono poi riconosciuti per veri
sperare d'essere riconosciuto dalla mag- daNicolò V: la maggior parte furono fran-
gior parte della Chiesa. Nel dì seguente cesi, spagnuoli e tedeschi, e molti di quel-
si portò in Thonon capitale del Chiable- li che nel conciliabolo aveano dato il vo-
se, sulla riva meridionale del lago di Gi> lo per l'antipapa, che avea commesso la
nevra, non lungi dalla foce del Drame, debolezza di crederli legittimi elettori col
nella diocesi d' Annecy, il cui territorio Papa vivente, e dopo aver disapprovato
corrisponde al paesedegli antichi nantua- il loro contegno ribelle e scandaloso. Fe-
ti. Ivi come Papa assistè all'uffizio della lice V alternò la sua residenza tra Tho-
vigilia di Natale, e prese poi per segreta- non, Basilea, Losanna e Ginevra ove avea
rio Enea Silvio Piccolomini, il quale avea la sua Dateria (/^.). Ad Eugenio IV nel
comechiericodiceremonieassistitoalcon- 1447 f^ dato in Roma a successore Ni-
clave di sua elezione, e più tardi divenne colò V, le cui prime cure furono impie-
Pio II. Il cardinal di Lusignano parente gate per estinguere lo scisma della Sviz-
del figlio duca, aderì allo scisma. A'6 gen- zera, Savoia e Piemonte che ubbidivano
naio i44o rinunziò la dignità ducale per all'antipapa, oltre diverse università in-
investirne il suo figlio Luigi principe di fette degli orgogliosi errori basileesi; con
Piemonte, essendo l'altrosuo figlio Filip- bolla dei 1 7 dicembre, pre>so Labbé Con-
po conte del Genevese: avea maritato la cil.1. 1 2, p. 1 322, dichiarò eretico Felice

figlia Maria a Filippo Visconti duca di V; confiscò i di lui beni e quelli de'suoi
Milano e fiero nemico d'Eugenio IV. Da faulori,applicandoliaCarloVIIrediFran-
loro e da 3oo gentiluomini accompagna- eia, se questi volesse reprimerlo co' suoi
to, a'24 giugno fece suo solenne ingres-
il scismatici seguaci, concedendo indulgenze
so in Basilea^ ed a'24 luglio fu consagra- a quelli che per questo fine prendessero
to vescovo dèli cardinal ^0£/oi'/co(/^.) A- le armi; mentre Felice V con lettere ri-

lemand arcivescovo d'Arles,eda lui coro- portate da Marlene, Anedoct. t.


7, p. 989,
nato con triregno valutalo 3o,ooo scudi ingegnavasi di trarre il re alla sua ricon-
d'oro. Tultociò saputosi da Eugenio IV, ciliazione. Ma l'imperatore Federico III
scomunicò l'antipapa Felice V, il cardinal nella titubanza di alcuni suoi sudditi, co-
Lodovico e tutti loro fautori, annullan-
i mandò a tutti quelli dell'impero di rico-
do tutti gli atti del conciliabolo. Felice V noscere solo Nicolò V vero legittimo Pa-
non solo riconobbe per cardinale Lodo- pa; il che sconcertò i sostenitori dello sci-
vico, ma in Thonou avea già nell'aprile sma, e d'allora in poi Felice V, che cono-
creato anticardinali Lodovico della Palu, sciuto l'errore, amava la pace e l'unità
vescovo di S.Giovanni di Moiiaoa e am- cattolica, pensò seriamente a ristabilirla

ministratore di Losanna, non che Darlo- nella Chiesa, alla quale non cessava d'e-
a4 SA V SAV
sorlarlo il duca Lodovico suo figlio, prov- si in principio, lasciò alla casa di Savoia,

vedendo però aldi lui decoro, ed all'ono- i titoli di quelladiLusignano,e le ragio-


re di sua casa, come rilevasi da Mezeray, ni sui regni di Cipro, Gerusalemme e Ar-
/ibregéde l'hist. de France,an. 447-Su- 1 menia, per cui più tardi adottò la coro-
perale tutte le difficoltà nel congresso di na chiusa e la qualifica di Altezza Rea-
Lione^ Felice V esemplarmente a'9 apri- le. In tanti luoghi ragionai, e massime a

Iei449 Losanna (l^.),r\mirìz\ba\ suo


'" Sardegna Regno, come Nicolò V per ri-
antipontificato, che avea occupato San- compensare il duca Lodovico e suoi pre-
ni, 8 mesi ei 5 giorni. Nicolò Y in ricom- decessori de'grandi meriti che aveano col-
pensa ad azione così pia e generosa, al mo« la s. S^òe^ e per la celebrata virtuosa ri-

do che narrai ne'citali articoli, assolvè lut- nunzia del padre al pseudo-ponlificato,
ti dalle censure, e confermò benefizi di i colla bolla Etslex palernae charilalis af-
quelli che aveano aderito allo scisma, e fectUy de* IO gennaio i4^'> Lunig, CW.
tulle le cose fatte da Amedeo Vili nella Diploni. 1. 1
, p. 7
I
4j gli concesse il celebre
sua ubbidienza. Dichiarò questo cardina- indulto, di nominare per privilegio per-
le vescovo di Sabina f decano del sagro sonale, a tutti i benefizi ecclesiastici dei
collegio, legato di Savoia e di quegli al- suoi stali, persone idonee chedal Papa sa-
tri luoghi chenotai ne' voi. Ili, p. 2i4> IV, rebbero confermate, ed benefizi riser- i

p. 1 7 I , nel riportare le insegne pontificie vati alias. Sede verrebbero dal Papa con-
che gli concesse e quali eccettuò; in una feriti alle sole persone soggeUe al domi-

parola fu riconosciuto pel 2.** personaggio nio suo, e di suo piacere: indulto che fu
della Chiesa. Amedeo VIII dopo aver per confermato e ampliato da altri Papi, in
la 2.' volta rinunziato alle sue grandez- favore de'successori sovrani della casa di
ze, rientrò nellasolitudine di Ripaglia, vis- Savoia, inclusivamente allecatledrali, ed
se e morì santamente a'7 gennaio© 28 abbazie. Lo slesso Nicolò V a' 3o aprile
febbraio 1 45 1, e fu ivi sepolto. Dipoi la del precedente anno , avea accordalo ai
sua tomba fu distrutta dai bernesi in una collatori e padronati de' benefizi nel do-
invasione del Chiablese, onde il corpo fu minio della Savoia, che non fossero ob-
trasferito ne' sotterranei della cattedrale bligati ad ammettere le Aspettative fra
di Torino, donde re Carlo Alberto lo fece due anni. Persuaso il duca Lodovico che
collocare nel magnifico monumento che lo spartimento della dinastia rilardato ne
gli eresse nella cappella della ss. Sindone. avesse anteriormente V elevazione e l'in-

La sua vitaha per titolo: Ainedcus Pa- fluenza politica, onde evitare ogni divi-
cificus. Lodovico duca di Savoia secon- sione funesta per l'avvenire, dichiarò in-
dogenito de' suoi 9 figli, gli successe fin i dominii della casa di Savoia,
alienabili
dal 1 44oje fece morire il di lui già i ."ìDiì- perchè non soggiacessero più ad eredita-
nislro Bolomier odialo da tutta la nazio- rie divisioni, fissando in pari tempo l'or-
ne. Nella guerra d^ltalia contro Milano, dine della successione per diritto di pri-
ne profittò con alcune conquiste nel No- mogenitura; legge fondamentale che al-
Tarese e Alessandrino, ed avrebbe potuto cuno attribuisce al testamento di Amedeo
anco insignorirsi del ducalo Milanese. Si VI il f^erde. Acquistò in sovranità al-
trovò in conlese e compromesso nelle di- cuni luoghi, e sopra il mare da Grimal-
spule domestiche della casa di Francia, do signore di Monaco, la metà di Men-

e per la sua debolezza fu dominalo dalla Ione, e tuttoilluogodiRoccabruna, e poi


moglie Anna poco rispettato
di Cipro, e ne rinvestì lo stesso Grimaldo, con giu-
da' iGfigli, Carlotta avendo sposato ildel- ramento di vassallaggio eomaggio, riser-
fino poi Luigi XI il secondogenito Lo-
: bandosi porvi un presidiodisoldali, qiian-
dovico con te del Gene vese,per quanto dis- dofosse spediente.Fu iqoltre riconosciuto
SA V SAV 25
sovrano di Friburgo. Verso il fine del re- spetfiti contro i suoi favoriti e consiglie-
gno di Lodovico, lerrainarono santamen- ri, quali erano assistiti dal duca di Bor-
i

te di vivere due beate della casa di Sa- gogna. Luigi XI colle armi ristabilì l'au-
voia. La I
.' nel 1 4^3 fu la b. Lodovica ve- torità della sorella, e per la mediazione
dova del conte Ugo di Cabillone, la qua- de'cantoni di Berna e Friburgo, s'impe-
le inconsolabile morte del marito»
per la dì sanguinosa guerra, e la reggenza nel
vestì l'abito francescano, fondò orfano- 1471 f*^ divisa tra la duchessa e i prin-
trofi e monasteri, veniie cbiamata la ma- cipi. Amedeo IX fu divolo della s. Sede,
dre de'poveri, ed avvertita del suo tran- soccorse poveri in modo che giunse a
i

sito dalla B. Vergine, morì recitando Y A- vendere per essi la collana d'oro del suo
ve maris stella ^ e proferendo le parole: ordine li teneva a mensa e diceva for-
:

El hora suscìpe. La i' nel 1464


rnortis mar la pompa di sua corte. Visitò a pie-
fu la b. Margherita figlia d'Amedeocon- di la ss. Sindone in Chambery, concorse
te del Piemonte e principe d'Acaia eMo- alla crociala proclamata a Mantova da

rea, vedova di Teodoro li marchese di Pio 11 non solo per liberare il santo sepoU
Monferrato, la quale di votissima dels.Pio- ero, ma per infrenare turchi che minac» i

sario vestì l'abito di terziaria domenica- davano tutti. Ebbe sempre sollecitudine
na , e divenne celebre per la sua carità per la retta amministrazione della giusti-
verso gl'infermi e poveri; fu rapita da i zia, dolce, paziente, rassegnato, si guada-

frequenti estasi,scampò colle sue orazio- gnò il cuore de'suddili, pel sublime eser^
ni da gravi pericoli la campagna e la cit- cizio delle virtù cristiane, dopoaverlo am-

tà, ridonò la salute alla nipote Amedea, mirato in tenera età valoroso. Compian-
e la pace alla famiglia; disegnò chiese, o- to e venerato da'popoli morìa'3o mar-
spedali e chiostri; ricusò le seconde nozze zo 016 aprile i^ji Pasqua in
vigilia di

col duca di Milano, fece solenne profes- Vercelli. Dio ne onorò la tomba con di-
sione religiosa, e spirò pregando Dio per comparire seden-
versi miracoli, e lo fece
la pace della Chiesa e del mondo. Final- te in nuvola luminosa sulla città di To-
mente il duca Lodovico, dopo avere isti- rino. L'ape della Chiesa s. Francesco di
tuito il senato di Torino con autorità su- Sales attesta le di lui virtù eroiche, nel-
prema per giudicar le cause civili e cri- la supplica a Paolo V per la canonizza-»
minali, ristabilendovi 1' università degli zione,e nel 6 7 consagrò
1 1 in Thonon ove
studi ch'era stata trasportata a Chieri; e il duca nacque la chiesa de' cappuccini,
che pel I
.° di sua casa pose la propria ef- sotto l'invocazione di Francesco e del s.

figie nelle monete, morì a Lione nel 465. 1 b, Amedeo IX. Papa Innocenzo XI nel
La sua mo"lie
o Anna di rara bellezza fon- 1677 ne approvò il culto immemorabile
dò vari conventi in Savoia enei Piemonte. con titolo di beato, essendo invocato pa-
Amedeo IX Beato successe al padre,
il trono dalle partorienti. La sua vita di Sa-
ed ebbe in isposu Jolanda figlia di Carlo muele Guichenon pubblicarono! Bollan-
VII re di Francia, virtuosa, e affeziona- disti, Ada ss. martii t. 3, con altra scrit-

tissima alla corona di Savoia, salvando ta in italiano dal can. Maleti e stampa-
colla sua prudenza lo stato dai mali in cui la nel 161 3. Inoltre si ha del p.d. Carlo

sarebbe caduto, durante la malattia del Morozzo, J^'^ila e \>irlu delh. Amedeo IX
consorte e la minorità de'figli. Presto si duca di Savoia j Torino 1686. Filiber-
indebolì la salute del duca, finché diven- to I il Cacciatore primogenito de'suoi 9
ne incapace di governare. Assunta Jolan- figli ne occupò il trono, ch'essendo mi-^

da la reggenza coU'appoggio del fratello nore la madre Jolanda continuò a gover-


Luigi XI, fu costretta di fuggire a Greno- nare con titolo di reggente, secondo l'u-?
ble da Filippo, e altri suoi coguali iqdl- so di Savoia e la volontà espressa dal det
i6 SA V SAV
funto. Pero fu contrastata (la'cognali,tIal figli due conventi sotto la rego-
e fondò
re di Francia e dal duca di Borgogna : i la di s. Agostino, uno a Cavour, l'altro a

primi colle armi s'impossessarono del ni- Barge. Morì Carlo I a Pinerolo nel 1489
pote, ma il re di Francia aiutò la sorel- non senza sospetto di veleno propinalo dal
la a riprendere il suo grado, ma fu gra- marchese di Saluzzo. Carlo II suo figlio

Temente esposta nella guerra che gii sviz- in età infantilene ereditò gli stati sotto
zeri fecero al cognato Jacopo di Savoia la reggenza materna; però il marchese di

barone di Vaud suo appannaggio,e al suo Saluzzo, ed signoi'i di Raconigi e di Car-


i

alleato Carlo Temerario duca di Bor-


il dècheaveano sotto Carlo 1 perduti i loro
gogna. Questi temendo che per le perdi- beni vi si Carlo
ristabilirono colle armi.
te fatte la casa diSavoia si staccasse da lui, Vili re di Francia recandosi al conqui-
fece rapire Jolanle e i figli. Filiberto e suo sto del regno di Napoli, passò per la Sa-
fratello fuggirono dallo zio Gio. Lodovi- voia e pel Piemonte. La duchessa Bian-
co vescovo di Ginevra. Gli stati di Savoia ca per onorarlo, lo fece ricevere per tulli
nella cattività della reggente affidarono i paesi con pompa regia, e per dimostrar-
allo zio Luigi XI
duca in tutela, che
il gli il desiderio suo che l'impresa sortisse
si fece rappresentare da Filippo di Savo- felice esito, lo fornì di denaro e di gen-
ia e dal fratello vescovo di Ginevra. Il re te,e gli accordò la slessa ospitalità nel ri-
liberò la sorella che poco dopo morì, do- torno; il giovane Carlo II donò al re un
po di aver pubblicalo un nuovo codice: famoso cavallo, e morì poi d'una cadu-
Poeterà Sta tuta Sabaiidiae. La Savoia ta di letto nel 1496 a Torino. Il prozio
cadde maggior dissoluzione, perchè il
in Filippo II conte di Bresse figlio del du-
re di Fraticia suscitandovi la guerra ci- ca Lodovico e d'Anna di Cipro, gli suc-
bile mirava di riunirla a Francia. Intan- cesse in età avanzata e col suo accorgi-
to Filiberto 1 troppo giovane non atten- mento seppe porre riparo ai mali che mi-
deva che ai piaceri, sebbene buono e re- nacciavano popoli fino all' età di 22
i :

ligioso. Sisto IV gli mandò il dono del- anni si fece chiamare Senza Terra, per-
lo Stocco e berrettone benedetti (/'^.), e- chè non aveva appannaggio. Per 4 regni
sortendolo a proteggere la Chiesa. Mori fu capo de'faziosi della Savoia e nemico
per gli eccessi della caccia nel 4^2 di i 7 1 di sua madre, uccidendole il favorito Va-
anni a Lione. llsuofratelloCarlolil Guer- rai, e al tri spogliò de' tesori,quelli che do-
riero nato a Carignano soggiacque alla po averli accumulati li mandavano fuori
tutela di Luigi XI suo zio, che dominan- di stalo. Il padre lo fece imprigionare da
do da padrone, per ventura delTuìdipen- Luigi XI, finche liberato nel 1466 disim-
denza dello stato poco dopo morì. Car- pegnò fedelmente parte dell'animinislra-
lo I nel 1483 fece il suo solennne ingres- zione sotto Amedeo IX suo fiatello. Si
so a Torino, prese le redini del governo, collegò poi col duca di Borgogna suo pa-
e presto die saggio di valore e prudenza, drino contro Francia, ed ebbe -parte in tut-
fu generoso, colto e protesse i dotti. Nel te le sue guerre e in quelle di Savoia, in
breve suo regno ebbe dispiaceri col mar- cui rese formidabile. Morì poco dopo
si

chese di Saluzzo, e con Carlo VII! redi nel i497> lasciando il Irono a Filiberto
Francia, e si fece adorare dal suo popo- Il il Bello nato da Margherita di Borbo-

lo col suo vigore, liberandolo da influen- ne, che pure fu madre di Luigia da cui
ze straniere. Nella sua corte il famoso Ba- sortì Francesco I re di Francia. Fihber-
lardo ricevè la i." educazione, e poi ad o- to 11 era stato educato presso Carlo VIII,

iiore della duchessa Bianca di Monferra- che seguì col padre nel regno d» Napoli:
lo, moglie di Carlo 1, tenne a Carignano in seguito abbandonò Francia per par-
un torneo questa : principessa partorì due teggiare cou Massimiliano ioìperatore, di
SAV SAV ^^^7

cui avea sposala la figlia Marglierlla d*Au- tutti ì


partiti;! vallesani s'impadronirono
Siria, poi zia di Carlo V e celebre gover- di parte del Chiablese. Prospero Colonna
natrice de'Paesi Bassi. Perciò nel calare si recò in Piemonte im-
cogli svizzeri per
Luigi Xli in Italia dovè Iransitare per pedire ai francesi il passo delle Alpi. P'ran-
le valli delmarchesalo di Saluzzo, allri cesco mosse guerra per querele sul
I gli

invece dicono che si alleò con lui e ricevè retaggio materno. Volendo Carlo III con-
splendidamente in Torino. Recatosi quin* servarsi neutrale trail re e Carlo V, per

dia Roma, conferì con Alessandro VI sul lasua posizione non potè impedire il pas-
progetto di una nuova crociala contro i saggio alternato de'francesi e degl'impe-
turchi. Sì distinse per la clemenza, e in riali: tentò come parente pacificarli,esem-
ricompensare i servigi prestati alio stato; pre con infelice esito, poiché fluttuante
ma tutto perduto ai tornei, alle caccie, nella politica, seguiva la fortuna del vinci-
mori neIi5o4 di riscaldo a Pont-d'Ain tore.Tuttavia nel Sag la pace i di Chani-
nella stessa camera ov'era nato la mo- : bray fu opera di casa Savoia, ma fu detto il

glie che aveva eretto un monastero a s. Trattato Pace delle dame, perchè con-
Benedetto a Brou per la guarigione ot- clusa daLuigia madre del re e da Marghe-
tenuta in una di lui infermità, gl'innal- rita zia dell'imperatore. Clemente VII o-

zò in quella chiesa un superbo mausoleo. noròilduca del dono dellafìo.9rttì?'oro(F.).


Per mancanza di prole, divenne duca il Questo Papa si recò in Bologna per co-
fratello Carlo III il Buono ma nato dalla ronarvi Carlo V, con quella solenne pom-
conlessa di Penthièvre Claudia: questa a* pa e cavalcata che descrissi nel voi. XVI f,
vendo ricevuto dal ilglio'il paese di Biel- p. 221 e luoghi relativi, diceodocome ve-
la vi dimorò, e finché visse conservò la stiva il duca che v'intervenne nel sito il
preziosa reliquia della ss. Sindone. Carlo più distinlo,e portando in mano la coro-
III ebbe lungo e travaglioso regno che tol- na imperiale : quella però ducale che te-

lerò con animo costante. Assorbitele ren- neva il duca in capo, rilucente di perle,
dite di Savoia da 4 principesse usufrut- di smeraldi e di carbonchi, fu stimata pili
tuarie, fu costretto ad un riposo forzalo e che 100,000 ducati. Dopo la coronazione
ad una severa economia. Ricevè l'omaggio il duca recava un ricchissimo cappello da
de'Grimaldi signori di Bogiio, e si oppose porre in capo all'imperatore, quando vo-
ai genovesi nell'impresa di Monaco, e do- lesse deporre la corona; allri dicono che
po le contese, si pacificò con loro. Fu in- portasse la corona ferrea di Monza, col-
vitato nel 1 5o9 alla lega di Cainbray(V.) la quale Papa due giorni avanti avea
il

con Giulio lì, per ricuperare nella guer- fregiato Carlo V. 11 duca giunse a Bolo-
ra contro i veneziani il regno di Cipro per gna a'23 febbraio i53o con isplendido e
le pretensioni di sua casa. Tale lega l'in- numeroso corteggio come vicario dell'im-
dusse ad ostilità contro gii svizzeri, che pero subilo fu ammesso
; al bacio del pie-
dovè quietare con denaro e allearsi coi de dal Papa, e della mano da CesarCj i

cantoni nel 1 5 1 2 1 n questo tempo regna-


. quali l'ospitarono presso di loro, dopo a-
va Francia Francesco I figlio di sua
in verlo fallo incontrare dai cardinali e dal
veniva sposata da
sorella; l'altra sorella conte di Nassau in qualche distanza dalla
Giuliano de'Medici fratello di Leone X, città. Quando poi la serenissima Beatri-
il quale donò al duca la Rosa d'oro (^'.); ce duchessa di Savoiasi recò a Bologna
o
l'imperatore Carlo V eragli altresì paren- per visitarecogualoCarloV, questi gran-
il

te per Margherita d Austria sua zia e per demente l'onorò con incontrarla un mi*
la moglie Beatrice di Portogallo cogna- glio fuori di porta, levandosi la berretta
ta di Cesare, come sorella di sua consorte. e ponendosi alla sua sinistra: Beatrice an»
Non perlaulo fu esposto a gravi assalti di noverata fra le più avvenenti principesse,
28 S^V SA V
avea un mngnifico seguito di belle don- logglo fuori della città in un convento di
ne e di gentiluomini. T ducali coniugi fe- francescani. Nel i544 'a P^ce di Crespi
cero nuova istanza al Papa e Carlo V per rese alcuna tranquillità al Piemonte, sen-
la ricupera del reame di Cipro, e fu con* za restituirlo al duca, tranne l'ammini-
venuto che Carlo III inviasse perciò ono- strazione civile. Neil 55 ricominciatele
1

revole ambasceria a Venezia, alla quale ostilità, Carlo III ammalò di pena, e mo-
repubblica avea già fatto similedomantla. rì a Vercelli nel 1 553 de'9 figli di Bea-
:

]Vel palazzo Pepoli,ove alloggiava la du- trice, il superstite Emanuele Filiberto gli
chessa di Savoia, essa diede una sontuo- successe, mentre militava nelle Fiandre
sa festa con suoni e danze, e vi fu l'im- per Carlo V. Di aspetto maestoso, alfa-
peratore che sovente la visitava con mol- bile, amante della giustizia, celeberrimo

ta distinzione, Carlo V fece alcune dona- guerriero, moderato nello sdegno e reli-

zioni a Beatrice e l'investi in uno ai di- gioso , Emanuele Filiberto si guadagnò


scendenti del ducato d'Asti, del quale già l'amore de'sudditi, e il rispetto de'poten-
i duchi n'erano investiti per altri diplo- lati d'Europa. La sua autorità era ristret-
mi : altri vi aggiungono il marchesato di ta nella valle d'Aosta, nelle contee d'Asti
Ceva. Avendo cavalieri Gerosolimitani
i e di Nizza, in Vercelli, Cherasco, Fossa-
perduto Hodi^ Carlo III gli ospitò in Vil- no e Cuneo. Avea imparato l'arte della
la franca prima di passare a Malta. Volen- guerra, accompagnato l'imperatore in A*
do esercitare le sue ragioni su Ginevra, frìca, e militato in Germania contro la le-

Ja città abbracciò la pretesa riforma dei ga di Smalcaida, e vi si fece distinguere


calvinisti e cacciòil vescovo, aiutata da per valore. Tornato in Piemonte, di con-
Friburgo ch'erasi emancipata sotto Fili- certo con Ferdinando Gonzaga, tentò di
berto I. I ginevrini furono pure socporsi ricuperare sui francesi gli slati di Savoia,
da Francesco I malcontento del duca, con ma non vedendosi corrisposto, si restituì
guerra di pretesto per ricuperare Nizza e ne' Paesi Bassi, quando seppe la morte del
l'eredità sottratta alla casa d'Angiò e alla padre. Benché i francesi avessero preso
madre, ad onta della legge Salica in vi- Vercelli e Ceva, saviamente giudicò che
gore ne'due stali. Nel i535 tutta la Sa- meglio dell'importanza personale dovea
voia fu conquistata, tranne la Tarantasia. attendere il ricupero de' suoi stati j spe-
Berna occupò il paese di Vaud, Fribur- ranze che ritardarono la rinunzia di Car-
go la contea di Roraont, vallesani nuo- i lo V tregua di Vaucelles. I due po-
e la

Tamente parte del Chiablese il duca ab- : che fra loro tenevano divisa l'Eu»
tentati,
bandonò Torino e quasi tutte le piazze di ropa, convennero di conservare propri i

Piemonte e si chiuse in Vercelli. Carlo V possessi,onde Savoia ePiemonte restarono


accorse in aiuto del duca, ma aggiudicò in loro balìa. La tregua per la corta dura-
ilMonferrato che gli era caduto ai Gon- ta, e le prime ostilità crebbero gloria al
zaga di Mantova (^.). Il Piemonte al- duca generalissimo: io agosto i557
a'
lora divenne il teatro delia guerra, che guadagnò sui francesi, per Filippo II re
avea devastalo l'Europa, occupato e sac- diSpagna e figlio di Carlo V, la memo-
cheggiato dai francesi e imperiali. Carlo rabile battaglia di s. Quentìn(F.)^ che re-
III ritiratosi a Nizza, non senza gravi dif- seimmortale il suonome,e mandòaNizza
ficoltà vi ammise Paolo III (F.)^ che \\ le bandiere e artiglierie conquistate.Quin-
si era portato per pacificare il re e l'im- di per la pace del 3 aprile i55g, senza
peratore, dopo averlo ossequiato in Mo- rendere al duca di Savoia l'antica sua in-
naco ov' erasi fermato altri dicono che
; dipendenza, lo fece rientrare con gloria
il Papa non essendo stato ammesso inNiz- ne'suoi stati. Sposò Margherita di Fran-
?a per le gelosie de' savoiardi , prese aN cia sorella d'Enrico II; i francesi si riser-
SAV SAV 29
varono alcuni presidi!, gli spagnuoli riten- la seta, acquistò nel 1576 il territorio di
nero Vercelli e Asti; il resto del Piemon- Tenda, e comprò il principato d'Oneglia
te e tutta la Savoia furono restituiti al dai Doria. Morì nel i 58o, lodato altamen-
duca. Reduce ne'suoi stati, si occupò pri- te, ma lasciò 7 figli naturali come famo-:

ma d'ogni altra cosa, di ricondurre alia so capitano, meritò un busto marmoreo


fede cattolica que'sudditi ch'eransi fatti nella Protomoteca del Museo Capitoli'
Protestanti (^ .); oaa per la resistenza dei no {F.) di Pioma. Suo figlio Carlo Ema-
valdesi, dovette accordar ad essi nel 1 5G i nuele I ad istanza
Gregorio XIII s'im-di
il libero esercizio della religione loro nelle padronì di Cisterna che ricusava al suo
4 valli d'Agrogna, Luzerna,la Tour, e s. signore il debito vassallaggio e ricogni-
Martino, e costruì 3 castelli per impedir zione al Papa, sovrano di (juello e altri
loro il passaggio de'confini. Domandò a feudi nel Piemonte, come del pi incipato
Carlo IX re di Francia la restituzione delle di Masserano (F.)j e vi mise un gover-
piazze che occupava, per conservarsi l'in- natore in nome delPapa.Tenlòinuli Unen-
gresso in Italia, volendo toglierla dall'in- te ricuperare Ginevra protetta da Fran-
fluenza di casa d'Austria ; e si contentò cia,che teneva occupato Saluzzo dopo la
di ritenere Pinerolo, la Perouse e Savi- morte dell'ultimo marchese, onde il du-
gliano. Ma il duca non potè indurre gli ca assediò la città e cacciò francesi. Per i

svizzeri, a restituirle conquiste fattea suo la morte del re avendo la lega cattolica

padre; laonde con trattati cede il paese escluso il re d» Navarra e il principe di


di Vaud, e riebbe quello di Gex, il Ghia- Condè dalla successione come calvinisti,

blese e altri luoghi. Coi vallesani, conven- il duca vi concorse come figliodi Marghe-
ne a de' cambi, ed il confine si stabili a rita di Francia zia de'3 ultimi re: que-
s. Gingo. Nel 5'jo 1 mandò 3 galere ai ve- sta principessa come dotta, protesse mol-
neti per la difesa di Cipro contro i turchi, to i letterati e poeti. Per l'indulto di Nico-
che poi ebbero parte nella brillante vit- lò V il duca pretendeva nominare ve- i

toria di Lepanto j il che lo invogliò ad ac- scovi de'suoi stali, ma Sisto V nel 1587
crescere le forze navali, affidandole ad un elesse vescovo di Vercelli il cardinal Co-
ordine religioso e militare. Con approva- stanzo Boccafuoco di Sarnano. Rappre-
rione di Gregorio XIII rinnovò l'ordine sentò il duca al Papa le sue ragioni, e poi
di s.Maurizio (P^.), e l'unì a quello di diede suo consenso; ma nella bolla ap-
il

s. Lazzaro (/^.), assegnando Nizza per re- pose la formola Placet e protestò che l'e- ^

sidenza de'cavalieri,e diede loro le gale- lezione erasi fatta con preventivo accor-
re, che poi ad invito di detto Papa man- do- Abbonendo Sisto V che nelle bolle
dò Levante contro turchi, ed anche
iu i si esprimesse tale clausola, scrisse al du-

per servizio della s. Sede per tenere coq ca d'ignorare che godesse nomine di chie-
quelle di essa netti mari d'Italia dai cor-
i se, e se gliene facesse costare il privile-

sari. Nel viaggio d'Enrico IH re di Fran- gio l'aumenterebbe, mentre siffatto indul-
cia ottenne la restituzione delle piazze nel to in Italia fu solo concesso da Clemente
i574,facendo altrettanto gli spagnuolijed VII, a Carlo V per 24 chiese del regno
il duca subito le pose in istatodi rispet- di Napoli. Per la guerra della lega dichia-
tabile difesa : indi fabbricò quelle di To- rato vicario dell'impero, nel iSgo ricevè
rino, Bourg, dell'Annunziala, di Monlal- l'omaggio de' provenzali che lo elessero
bano, fortificando il porto di Villafran- per conte, e prolettore della cattolica re-
ca; stabilì fabbriche d'armi, e organizzò ligione, e fece il suo ingresso ad Aix dopo
regolarmente le milizie. Fece rifiorire l'u- aver combattuto le truppe d'Enrico IV.
Torino, fondò molti collegi,
ni versila di Avendo ottenuto soccorsi da Filippo II,
introdusse o migliorò la coltivazione del- di cui aveva sposato la figliaCaleriua,graa
3o SAV SAV
sostenitore della lega cattolica, continua Gregorio XV col titolo di nunzio straor-
la guerra; ma quando Enrico IV abbrac- dinario, che riuscì nella missione con sod-
ciò il catloiicismo fece tregua. Tutlavolla disfazione reciproca delle parti, cooperan-
si riaccese dai religionari a danno di Sa* do Luigi XIII re di Francia a costringere
vola, finché il duca si che
pacificò col re, il duca a sentimenti pacifici. Fu Paolo V

gli promise Salu7zo,e poi penlendosi, per che approvò l'ordine delle monache della
perdere l'ingresso d'Italia, tornò alle o- Visitazione i^r.)^^oxìòaUùx\ Savoia. Il du-
Per la pace di Vervins fu rimes-
slilità. ca per legare suoi interessi con Fran-i

so l'arbitrato aPapa Clemente Vili, sul cia, ottenne per isposa del figlio principe
contrastato marchesato il duca preferì ; di Piemonte, Cristina sorella del re. In-
trattare col re, che gli ofFiì di contentarsi tanto insorse la questione della Valtellina,
perla Bresse.Dopo molle brighe, nel 1 600 presa in deposilo da Gregorio XV, per-
i occuparono le piazze di Savo-
francesi chè sottrattasi dai grigioni voleva riunirsi
ia, e nel 1601 per mediazione del Papa al Milanese, come notai nel voi XLV,p.
si convenne: Che il duca cedeva a Fran- I I 5e I 1 6. Il duca, i francesi, i veneti ten-
cia la Brcsse, Bugey,Val Romei e il paese nero pei grigioni; e poichèGenova seguiva
di Gex; ed il re gli conduceva Saluzzo Spagna, il duca nel 625 ne assalì lo stato, 1

(/^.), colle fortezze di Demoni, Cental,e e col trattato di Moncon ebbe luogo la

RoqueSparviere : così furono fissate le pace. La successione de'ducati di Man-


frontiere di Francia e Savoia ; che se il tova e Monferrato (V.), accede in Italia
re guadagnò maggior estensione di paese, altra perniciosa guerra, ed il 2.° spettan-
commise l'erroredi chiudersi il varco alle do aSavoia, per cons<'guirlo il duca si colle-
Alpi, e abbandonò principi d'Italia al-
i gò cogli spagnuoli e s'impadronì di parec-
l'influenza di Spagna. A Ginevra narrai chie città del Monferrato, battendo i fran-
i ddca per impadronirsene,
tentativi del cesi. Allora Luigi XIlI,forzato il passo di
incoraggito da Paolo V, a cui avea man- Susa, entrò in persona nel 1629 in Pie-
dato ambasciatori d'ubbidienza appena monte, e convenne col duca per una par-
eletto; ed a Cipro come quel Papa l'aiu- te del Monferrato. Dopo questa conven-
tò per fare altrettanto, ma inutilmente. zione ritiratosi il re, il duca spinse gli spa-
J^er la morte del duca di Mantova (F,) gnuoli a cacciar i francesi d'Italia; onde
genero del duca, si ruppe guerra tra lui Luigi XIII s'impadronì di Pinerolo e sot-
e il successore, che protetto da Francia tomise la Savoia, mentre i tedeschi alleati
e Spagna, il duca dovè quietarsi. Indis- entrarono in Piemonte. Vedendosi duca
il

pettito il duca contro Spagna le riman- maltrattato sì dagli alleali che dai nemi-
dò l'ordine del Toson d'oro, e incomin* ci, punto di perder tutte le sue pro-
e sul
ciò una piccola guerra, che diversi prin- vincie, preso da rancore morì nel i63o
cipi, e Paolo V a mezzo del nunzio di To- in Savignano. Fu lodato per abile facon-
rino,prociuarono di sopire. Avendo il Pa- dia, a segno che sovrani temevano di i

pa nominato nunzio di Torino rag.'' d'A- trattare direttamente con lui, coltivò con
quino vescovo di Venafroe già degli svìz- amore le lettere, etra gliavvenimenli me-
zeri, Carlo Emanuele I ricusò riceverlo co- morabili del suo regno, si ricurda la fu-

me napoletano e perciò addetto agli spa- mosa difesa di Verrua, inutilmente per 3
gnuoli. Il contegno del duca col governa- mesi assediata dagli spagnuoli. Tra'suoi fi-

tore spaglinolo diMilano, provocava nuo- gli vi fu i! secondogenito Tommasodi Sa-


ve rotture. Ad impedirle Paolo V inviò voia Carignano, gran guerriero ch'ebbe
nel Piemonte Massimi, indi Giulio
l'ab. a nipote il celebre principe Eugenio. A
Savelli per nunzio, che creato cardinale Tommaso il padre die il castello di Rac-
uel 161 5, gli sostituì mg/ Ludovisi poi conigi, nella provincia dì Saluzzo ja\ qua-
SAV SAV 3 1

le articolo ne feci parola. Successe al du- d'ordine nelle sue fìnanze, fu continente
ca defunto Villorio Amedeo I inizialodal e sobrio. Lasciò due figli e 4 fighe sotto
padre in tulli gli affari dello stalo; pio. la reggenza della madre Cristina di Fran-
penso alla pace, con vigore intrapresela cia, che die prova d'animo virile, e di-

guerra, quando lo esigettero le circostan- mostrò singolare costanza nella guerra in-
ze. Urbano Vili nel 63 die 1 i a'caidinali sorta per Di 5 anni divenne du-
la tutela.

il titolo di Eminenza (V.), e duca j)re' il ra il primogenito Francesco Giacinto. Ma-


tese trattamento regio pei titoli che avea dama reale, così nomina vasi la reggente,
sui regni di Cipro, Gerusalemme e Ar- scrisse a'cognaticardinalMaurizio eTom-
menia, per cui assunse il titolo di Altezza maso principe diCarignano,che avrebbe
Beale, pose sugli slemmi la corona chiu- loro restituito l'appannaggio sequestralo
sa de're, e continuò a trattare i cardinali dal marito per essersi dati agli spagnuo
col titolo ò,' Illustrissimo, a seconda del- li, purché non rientrassero in Piemonte,
la pontifìcia disposizione perle teste co- perchè il cardinal Richelieu ciò avrebbe
ronate. Il duca montò sul trono sotto tri- l'iguardato come atto ostile. Cristina si

sti auspicii, essendo implicato in perico- trovò indi in critica condizione, perchè i

losa guerra : pure nel principio del suo principi volevano ritornare,mal soffren-
regno fece acquisto della città d' Alba. do che una straniera dovesse governare
Urbano Vili per indurrei {yiincipi alla lo stalo, ed francesi eia Spagna la mi-
i

pace, mandò a Parigi il celebre Mazza- nacciavano, questi coi progressi in Pie-
lini, che la concluse in Cherasco e pub- monte, quelli per la rinnovazione d'al-
blicata da lui dinanzi Casale, nel punto leanza che ottennero nel 638, e poco do- 1

che i iìue esei stavano per attaccarsi,


citi po morì il duca. Gli successe Carlo Ema-
avendo il duca in segreto abbracciato il nuele Il 4 anni, ed prin-
suo fratello di i

partito de'francem. INon andò guari che cipi di Savoia domandarono la tutela del
parecchi membri di sua famiglia si strin- nipote,ricorrendo all'imperatore che mai
sero alla Spagna, ed il fratello cardinal se n'era ingerito, per cui Ferdinando HI
Maurizio Savoia abbandonò il protet-
di ordinò a Cristina di staccarsi da Francia
torato di Francia ed assunse quello au- e di domandale la conferma della reg-
striaco. 11 famoso cardinal Richelieu do- genza. Le ostilità fra questa, il cardinal
minatore di Francia nel 635 trasse il du- 1 Maurizio e Tommaso di Carignano in-
ca a rinnovar guerra all'Austria, mentre cominciarono nel i63g: Cristina si chiu-
amava la neutralità, ed ebbe il coman- se in Torino, difesa dal cardinal La Val-
do supremo delle armate pel conquisto lette prode generale, e mandò i figli nel
delMilanese.Si condusse con singolare pe- castellodiCliambery. I principi di Savoia
rizia e distinto valore; celebre fra gli al- assistiti dagli spagnuoli, Tommaso s'im-
tri fu il coml)attimento di Mombaldone possessò di quasi tulle le piazze e della
vicinoa Bormida, in cui nemici spagnuo- i stessa Torino, passando la duchessa a Su-
liprovarono gravissima sconfìtta, con per- sa difesa da'francesi. Vedendo il figlio in

dita di bagaglioeartiglierie. Però fu l'ul- pericolosa malattia, negoziò col cardina-


tima gesta del duca, poiché dopo il pran- le di dargli la figlia Maria in isposa, per-
zo del maresciallo Crequi, con due suoi ché unisse così tutti i diritti al trono, e
ministri fu assalito da una crudelissima rinunciata la porpora si effettuò il matri-
malattia, e morì in Vercelli a'7 ottobre monio nel 164^ per pace conclusa ai
la
1637. Infaticabile di corpo e di mente, 16 giugno, per la quale contribuì mg.'
seppe rendersi assai accetto a'solduli, cui nunzio di Urbano Vili.
Calfarelli Dopo
dava l'esempio del valore e della costan- tante guerre, negoziazioni contraddito-
za uelie privazioni. Introdusse un grau- rie, malcoulenlo generale, Cristina restò
32 SAV SAV
ieggenle,Maunzloebbe la luogolenzn ge- lernria, ed un'accademia di pittura a To-
nerale di iNizza e Tommaso quella d'I- rino; promosse l'agricoltura e il commer-
vrea: COSI ebbe termine la guerra civile, cio. Nel 1675 sentendosi assalito da mor-
che avea desolato Piemonte, e la corle
il tale infermità, fece aprir le porle del pa-
si stabilì a La Francia restituì
Fossano. lazzo, ed entrare la moltitudine, perchè
le piazze e fece generalissimo Toiiunaso Io vedesse morire come l'avea veduto vi-
per cacciare gli spagnuoli, intanto che la vere. Spirò a I 2 giugno lasciando l'unico
reggente dichiarò maggiore il figlio nel figlio Vittorio Amedeo II sotto la tutela
1 648. Più tardi il duca dovette sostenere della madre Giovanna, la quale man-
M.""

la guerra contro valdesi o barbelti, e-


i tenne la pace, procurò l'abbondanza e fa-
relici che abitavano le valli delle Alpi, e cilitò il Irailìco. Siccome con Vittorio A-
fu generosamente soccorso da Papa Ales- medeo 1 1, la casa di Sa voia acquistò la Sar*
sandro VII. Ma l'intervento de'polenlali degna, il complesso degli stali fu costituito
protestanti pose fine alle ostilità ; dopo in regno, ed egli ne fu il i .°re, così di lui,
la conferenza di Pinerolo de' 3 1 luglio de' re successori, come delle vicende di Sa-
i655, Carlo Emanuele II pubblicò un voia ne trattai (ino a'nostri giorni nel ram-
indulto generale, e ristabilì tra loro l'e- mentalo articolo Sardegna Regino o Sta-
:

sercizio libero della religione calvinista ti DEL RE DI Sardegna. Solamente qui ag-
nelle dette valli, che già aveano goduto giungerò un cenno sulla successione di
la libertà di coscienza. Finalmente a' 7 Tommaso di Savoia figlio di Carlo Ema-
novembre 659, 1 il trattato de'Pirenei ri- nuele 1 e fratello del cardinale di Sai^o-
mise l'augusta casa di Savoia in possesso iVZjche attualmente regna sul trono diSar-
di tiittociò ch'ella avea prima delle ulti- degna Emanuele
in Vittorio 11. Il prin-
meguerre, ed popoli oppressi da sì lun-
i cipe Tommaso prese il nome dall'antica
ghe calamità, goderono alfine riposo. La città di Carignan o Carignano, nella di-
duchessa Cristina che per i5 anni avea visione e provincia di Torino, capoluogo
governato la Savoia, con un'autorità che di mandamento sulla riva destra del Po,
il figlio non le contese mai, morì in To- col titolo di principato. Le sue fortifica-
rino neh 663. Nel precedente anno il du- zioni furono smantellate dai francesi nel
ca avea sposato Francesca di Borbone fi- i544 dopo la battaglia di Cerisole, ma
glia del duca d'Orleans e cugina di Luigi tuttora esiste duca Fili-
il castello, ove il

XIV e per sua morte passò nel 644 '"^


: 1 berto Il il Bello dimorò lungo tempo, e
seconde nozze con M.^ Giovanna di Ne- vi die un famoso torneo neli5o4. Bian-
mours, d'un ramo cadetto della casa di ca moglie di Carlo I vi passò gli ultimi an-
Savoia che si estinse in lei. 11 duca in un ni, e vi fu sepolta. Il principe Tommaso
regno sì agitato, ebbe poca parte negli av- adunque di Carignano da Maria di Bor-
venimenti, ed anche meno quando Luigi bone-Soissons ebbe parecchi figli: il pri-
XIV non permise più ai principi suoi vi- mogenito Emanuele Filiberto continuò
cini d'aver volontà, egl'impedì d' impa- il ramo di Savoia -Cai ignano nel Piemon-

dronirsi di Savona. Carlo Emanuele li si te, ed Eugenio Maurizio fratello cadetto

guadagnò l'allelto de'popoli colla dolcez- colla mogiie Olimpia Mancini nipote del
za e la cortesia, per la generosità e mu- cardinale Mazzarini stabilì in Francia ,

nificenza. Abbelh la capitale Torino, rese quello ora spento de'conti di Soissons, che
inespugnabile Montmeliano, abbellì pu- produsse il famoso principe Eugenio, ge-
re e fortificò altre città; aprì una strada neralissimo dell'Austria, e uno de'più ri-
sulle Alpi della Savoia, detta della Grot- nomati capitani, che per aver vinto tur- i

ta presso Echelles, per la facile coniuni- chi Clemente XI gli donò \o Stocco e ber'
cazìoae de'popoli; istituì una società lei- reUoncbciiedcUi. Emanuele Filibeilo die-
SAV SAV 33
de prove di sapere e di valofe, sposo Ca- degna, nel 1792 fu invasa dai repubbli-
tecitia d'Esle figlia del duca di Modena. cani francesi, e riunita alla Francia for-
Il loro figlio primogenito Vittorio Ame- mò il dipartiniento di Monte Bianco : di-
deo fu tenente generale delle armate di poi nel 1 8 4 e
8 5 fu restituita ai suoi
1
1 1

Francia e di Savoia nella guerra della suc- sovrani legittimi. Abbisognando la Savo-
cessione di Spagna dalla moglieViltorina
: ia d'una maggiore ampliazione di dioce-
di Savoia^ nacque Luigi Vittorio che si si^ dopo quanto avea fatto Pio VII, il suc-

fece rimarcare perla piacevolezza del suo cessore Leone XII incaricò nel 825 mg.*" 1

spirilo, e per la sua alfabililà, e fu pro- Fiancesco Maria Brigex arcivescovo di


priamente lo stipite del ramo attuale re- Chamberypelristabilimenlode'vescovati
gnante, e di quello di Savoia Carignano. di s. Giovanni di Moriana e di Moutiers

Imperocché avendo sposatoEnrichettadi per la Tarantasia, co' quali unitamente


Hheinfels, sorella di Polissena regina di a quello d'Annecy già ripristinato da Pio
Sardegna, e moglie di CarloEmanuele III VII, la Savoia riacquistò le antiche sue
suo cugino, ebbe Vittorio Amedeo, ed Eu- sedi vescovili, che sotto dominio fran-
il

genio cadetto che formò ceppo cadetto il cese erano state soppresse. Egualmente
de' marchesi di Villafranca, che sussiste nel pontificato di Leone XII vennero ri-
ancora nel principe Eugenio Emanuele pristinati, in Annecy le monache della vi-
di lui nipote, i cui diritti alla corona ia sitazione, in Altacomba la celebre abba-
mancanza de' figli maschi del ramo che zia, per la pietà del re Carlo Felice, e della
regna, vennero riconosciuti con alto so- regina M.* Cristina di Borbone. Sulla Sa-
lenne del 26 aprile 1 834- La principessa voia e augusta reale casa, oltre gli scritto-

di lui sorella M.^ Gabriella di Savoia-Ca- ri che riportai a Sardegji a Regno, ora ag-
Tignano avendo sposato in prime nozze giungo i seguenti, avendola pure da ul-
l'odierno principe Massimo di Roma, re timo celebrata il conte Litta, Famiglia,
Carlo Alberto, e la regina consorte ten- di Savoia^ e nel suo Meniovandum il con»
nero al sagro fonte il loro figlio Carlo Al- te Clemente Solaro dellaMargherita. Fili-
berto, come notai nel voI.Ljp. 33: la 1 prin- berto Pignoni, SabaudiaeDuciimarbor
cipessa morì
1837, e fu tumulata nella
nel Augustae Taurinorum i58i.
gentilitia,
Chiesa di s. Lorenzo in Danmso. (^^.). Papiri© Massoni, Elogia Duciun SabaU'
Luigi Vittorio mori nel 1778, lasciando diae jPav'ìsnsiGi 1. Sabaudia Respiiblìca
il primogenito Vittorio Amedeo tenente et historia Lugduni Batavorum i634*
y

generale, e comandante di marina, che Me tho de facile pour apprendre Vhisloi»


sposalo a Giuseppina di Lorena-Arma- re de Savoye depuis son orìgine fusquà
goac-Brienne, n'ebbe Carlo Emanuele; presentf Paris 1707. Samuele Guiche-
questi diede prove dell'antico valore dei non, Histoire gencalogique de la mai-
suoi avi, e sposò M/ Carlotta Albertina son Royale de Savoye^ Lyon 660: Nou- 1

di Sassonia principessa di Curlandia, che velle edition avec des supplemens, Turin
nel 1
798 partorì Carlo Alberto, e nel 1 800 1778- 1780. Abregé de V histoire de la
M.^ Elisabetta poi maritata all'arciduca Royale maison de Savoye par Thomas
Ranieri viceré del regno lombardo-ve- BlanCf Turin J778. Vander Burchius
neto, la cui recente morte fu deplorata Lamhevtus^SabaudorumDucum^Princi'
per le sue grandi virtù. Morto Carlo E- pam historiae geniilitiae,ex officina Plau"
nianuele in Parigi, il figlio Carlo Alberto tiniana i5(^g. Gualdo Priorato, File dei
nel i83i divenne re di Sardegna, tro- Principi della real casa di Savoia (dal
no che cede nel 1 monar-
849 al suo figlio 1 528 al 1 765), Colonia. Ferrerò Labria-
ca regnante. La Savoia seguendo de- i no,Augustae Regiaeque Sabaudae do-
stini della monarchia e del regno di Sar- mas Oiborgenlilitia, Augustae Taurino-
3
34 SA V SAV
rum 1707. Francesco A Iberlini, Genea- più bel sito di Savona, e fu abbattuta nel-
logia e gesta dt sovrani di Savoia ^ To- la rifabbrica del castello l'annoi 543 con

rino 17 75. /ìJf moire de la li. maison de gran dolore de'savonesi, comechéera l'u-
Savoye, Turiti 1816. LodovicoMorgana, nica superstite della Liguria che attesta-
La reale casa di Savoia benefattrice d'I- va la conversione alla fede. Il senato di
talia, Livorno 1827. Gustavo Parolelli, Genova vollemunire Savona con furteca-
Storia della real casa di Savoia j Tori- slello, per dominarla con sicurezza, non
no 1834. che a difesa della riviera di Ponenteedi
Savona {Savonen). Cina con resi- Genova slessa, onde fece pure demolire
denza vescovile degli stali sardi, divisione il contiguo monastero di monache, l'epi-

di Genova da cui è distante 3o miglia, ca- scopio, la canonica, 3 ospedali, due altre
poluogo di provincia e di mandamento, chiese, i o oratori, il convento di s. Dome-
sul golfo di Genova, nella Liguria presso nico, molti palazzi e l'arsenale : si demo-
TA pennino dovecomincianoleAlpi.E'ba- lirono intiere contrade, e rovinarono mol-
guata dal mare Tirreno che altre volte li segnalati edifizi, dipoi nel i683 il ca»
leformava nobilissimo porto, con 3 bor- stello fu notabilmente accresciuto. Volen-
ghi con bellissimi giardini, in ferace pia- do la città, in più spazioso e perfetto di-
nura, e circondata di colli pieni di palaz- segno, erigere nuova cattedrale, le con-
la
zi e di delizie, in aria perfetta e clima as- venne distruggere la chiesa di s. France-
sai mite. E' pur sede d'una corte di giu- sco nel 1 58g, ed il vescovo Costa pose la
stizia, d'un tribunale di commercio e di prima pietra ne'fondaraenti a'2 2 giugno.
altre autorità. 11 re Carlo Alberto nel 1
847 Terminata nel 1 602 ed abbellita cogli or-
dichiarò Savona divisione amministrati- namenti dell'antica, come quella fu de-
va e circondario, comprendente le Pro- dicata alla B. Vergine Assunta con gra-
vincie di Savona, Acqui ed Albenga. Ha do di basilica e molti privilegi. La cat-
due castelli di poca importanza, perchè tedrale éun buon edifizio; tra le reliquie
da ogni banda dominati, e de' ripari di venerasi il corpo di s. Sisto I Papa, che
poca difesa, poiché nel declinar del se- altre chiese ancora credono possedere, e
colo XVI furono demoliti 3 forti che la quello del b. Ottaviano vescovo della cit-
fiancheggiavano, con altri baloardi che tà. Vi è il fonte battesimale colla cura di
duplicavano il suo recinto il quale è di anime affidata al parroco nominato dal
circa 3 miglia.Dacché la folgore cagionò, capitolo ed approvato dal vescovo. Il ca-
dopo la metà di detto secolo, lo scoppio di pitolo si compone di 4 dignità, lai.*del-
una torrecheservivadi polveriera, rima- le quali é il preposto, di 8 canonici colle

nendone intieramente diroccato uno dei prebende del teologo,e del penitenziere,di
più centrali quartieri,! risorti edifizi s'in- altrettanli cappellani denominati di Mas-
nalzarono in buona furma, ed hanno fra sa, e di altri preti e chierici. Le antiche
essi buoni palazzi con lode di architettu- dignità erano 5: il preposto, arcidiacono,
re e profusione d'ornamenti. I tetti sono arciprete e 2 cantori. Gli stucchi, le do-

ordinariamente coperti di lavagna, che si rature, i dipinti rendono pure maestose


trae in copia dalle vicinecave, essendove- e belle le varie sue altre chiese, 3 altre
ne pure di creta colla quale i numerosi dellequali sono parrocchiali e munite del
suoi vasai fanno ottime maioliche. L'an- s. fonie. L'episcopale palazzodi buona co-
tica cattedrale ricca d'indulgenze concès- struzione é aderente alla cattedrale. Vi
se da Sisto lV,riedifjcala cogli aiuti diGiu- sono 6 conventi di religiosi, 3 monasteri
lio 1 1, e ridotta a meravigliosa perfezione, di monache, un conservatorio, diverse
ed ornala di marmi entro e fuori con ista mon-
confraternile,iI seminario,ospedale,
lue e pitture assai pregiale, esisteva nel te di pietà ed altri stabilimenti benefici
SAV SAV 35
e scientifici. Ha fabbriche ragguardevoli pendio di memorie istoriche della città
di vele, cordami ed altri attrezzi marina- di Savona. Le memorie di uomini illu-
reschi, di sapone, stoviglie, merletti, con- stri savonesi, Roma 1697. Abbondano!
fetture, concie di cuoio, fucine di ferro, suoi dintorni, assai bene coItivati,di limo-
ec. Pel suo porto nella dominazione fran- ni, cedri e bergamotti, come di sapori-
cese ristabilito, si fa un traflico assai at- tissimi frutti, massime di albicocche. Di-
tivo, esportandosene seta, tanto del ter- stante 4 naiglia dalla città sorge il san-
ritorio, quanto del Piemonte, lana e frut- tuario della B. Vergine INTaria della Mise-
ti, che uno al vino sono squisiti. Glo-
in ricordia, ricco di belle scolture in marmo
riasi Savona di un gran numero di uo- e di pitture, ed in cui la divota statua del-
mini celebri nelle dignità ecclesiastiche, la ss. Vergine vedesi coperta di pietre pre-
nelle scienze, nelle arti, nelle armi. So- ziose. Questa superba chiesa fa eretta nel
prattutto di aver dato origine alle due il- luogo ove presso un ruscello la B. Ver-
lustri famiglie della Rovere e Riarìo(F.)y gine apparve nel 1 536
8 marzo e agli
a' 1

dalle quali uscirono tanti cardinali , ar- 8 aprile al contadino Antonio Botta, per
civescovi e vescovi (anche da altre fami- invitare i savonesi alla penitenza, e fu de-
due gran Papi iS'w/o //^
^lie),e dallai.*i cretato festivo il giorno anniversario di
e Giulio li (F.). La Rovere signoreg- sua apparizione, e pei tanti prodigi che
giò principalmente lo stato d'C/rZ>mo(/^.), essa ivi dipoi operò, divenne rinomato
la Riario principalmente Forlì e Imo- santuario di Liguria, e la Madre di Dio
la {V). I Rovere diedero al s. collegio i \ patrona benefica de' savonesi, ed anche
cardinali, i Riario 3 non compresi i due de'genovesi e altri che invocarono il suo
viventi; degli uni e degli altri trattai ai possente aiuto. In processo di tempo fu
citati articoli e loro biografie, cosi degli denominata la Madonna di Savona.
altri cardinali savonesi Marco Vigerio, Celebre nelle storie fu mai sempre la
Antonio Ferreria, A ^oslhìo Spinola. Sa- città di Savona, costruita secondo alcu-
vona è pure patria del poeta Gabriele no dagli antichi galli senoni, e chiamata
Chiabrera, caro a Urbano Vili: e del ce- quindi daLivio e Strabone Savona, cit-
leberrimo e benemerito discopritore del- tà antichissima con porto marittimo che
l'America Cristoforo Colombo, la di cui le accresce importanza e vaghezza. Chia-

patria è contrastata, ed alcuni pretendo- mavasi in ^vmc\i^'\oSabat/i,Sabatia ,Sab'

no che solo per qualche tempo risiedesse batiale secondo altri Savo^donde si disse
in Savona, ed il cui nome die alla 4*" iso- Savona. Distrutta da' romani, Sagone
la da lui scoperta per eterna memoria; cartaginese la riedificò, e pare che pren-
invece la città di Savona, chiamò Piazza desse il suo nome di Sagona o Saona/m-

Colombo quella eh' egli aveva abitato dì Savona j ricevendo poi aumento dalla
colla famiglia, poi detta di Canepa, Gli distrutta SabbaiiOj^^evcm succedendole
storici savonesi sostengono loro il gran in certo modo fu tenuta una stessa città,
Colombo, e ne hanno prove negli archi- e perciò si celebra Savona capitale dei li-

vi; altrove parlai sulle diverse opinioni di guri sabazii. Alcuni credono che quella,
sua patria. Di Vado Sabbatia nel territo- di cui si fa menzione nelle guerre puni-
rio di Savona, si vuole l'imperatore P. E. che, fosse un paese alpino, e non occupas-
Pertinace; Leonardo Aragonlo duca di se l'area attuale marittima. Soggiacque
Sera fu nipote di Sisto IV; savonesi ezian- alla romana dominazione,e fu esposta alle
dio furono Leonpancaldo, eccellente nau- irruzioni barbariche che desolarono più
tico, che scopri le isole Mol acche, e quei volte la Liguria e la bella Italia. La chie-
moltissimi che si riportano dagli storici sa romana assai prima di s. Gregorio [
patriijcomeda Agostino M.^Monti, Coni- del 590, tra i Patrimoni della s. Sede
36 SA V SAV
(/^.), possedeva quello di Liguria e del- vicario imperiale d'Italia il conte di Sa-
le jilpi Cozie (F.), che contenevano an- voia Tommaso, e gli giurarono fedeltà.
che Savona. Dopo varie vicende di quel- Fu del lutto dichiarata libera, e confer-
li che la signoreggiarono, e dopo essere mata re[»ubblica da più diplomi e privi-
slata distrutta in gran parte da Rotaiio legi d'imperatori, dichiarata camera del-
re dei longobardi, verso la metà del se- l'impero, con diritto della zecca e di bat-
colo VII, finalmente venuto a morte nel- tere moneta come fece. In seguito la cit-

l'anno 652, il figlio e successore Rodoal- tà fu lacerala dalle discordie de'cittadi-


do permise Savona e ad altre città ligu-
a ni,e talvolta vessata dalla preponderaa-
ri la munì. Distrutto il
riedificazione e la za che vi voleva esercitare la polente re-
regno longobardico, circa il 795 fij com- pubblica di Genova. In tempo delle fa-
presa iie'dominii di Carlo Magno, dopo zioni seguì la parte imperiale òt* Ghibel-
aver distrutta Sabbalia per essergli con- lini (V.)^ e die asilo a' fuorusciti di Ge-
trastalo il porto di Vado,e perseverò nei nova, come avea fatto de'nemici di essa.
suoi successori fino al 971 in cui l'im- Volendo la repubblica punire i savonesi,
peratore Ottone 1 la cede a titolo di mar- questi invocarono e riceverono aiuti dai
chesato in uno a Finale, ad Anselmo suo pisani e dall'imperatore Federico 11 nel
nipote, secondogenito d'Alerame e Ade- 1 243, onde ascrisse Pisa alla sua cittadi-

lasia sua figlia, in tempo cioè che venuta nanza, unione che simboleggiarono an-
in Italia per liberarla da'saraceni prese che nel proprio stemma. Ma genovesi i

dimora in questa città nell'episcopio. Fu con irruzioni molestarono il territorio di


allora ch'egli ritrovò la figlia ch'erasi fijr- Savona, manomettendo il contado, dap-
tivamente maritata ad Alerame figlio del poiché Genova teneva per inciampo alla
famosoVitichindo duca di Sassonia, quin- sua libertà l'alienazione da essa de'savo-
di fuggita dalla casa paterna, onde in fa* nesi; quindi colle armi costrinse i sa vonesi
vorede'suoi 7 figli l'imperatore donò al- a seco collegarsi, e ricevere il podestà che
trettanti marchesati, ed Anselmo die o- loro destina va,smantellando le mura. Nel
rigine ai marchesi del Carretto. Adelasia i327 Savona soggiacque all'ecclesiastico
restò in Savona con assoluto dominio di interdetto fulminato da Giovanni XXII,
tutto il paese delle Langhe, di Monfer- ignorandosene la causa; forse Ìi\ perchè
rato e di parte della Riviera, divenendo seguendo il partito ghibellino, parteggia-
Savona metropoli di tal principato. Nel va per l'imperatore Lodovico il Bavaro
1 3o Papa Innocenzo II, fuggendo le in- scomunicato dal Papa. Mentre però con
sidie dell'antipapa Anacleto li, nel riti- esattezza e rispetto il rigore di questa cen-
Francia dimorò alcuni giorni in
rarsi in sura osservavasi, tanto dalla cattedrale
Savona, ove attese a comporre le diffe- che dalle chiese parrocchiali e religiose,
renze e inimicizie tra* genovesi e pisani. Michele da Cesena già generale de'frali
Rimase Savona sotto i marchesi del Car- minori, fautore dello scisma dell'antipa-
retto sino ali 1
9 1 , in cui da essi si riscat- pa Nicolò Vjdeposlo e scomunicato come
tò per convenuta somma la sua libertà, e eresiarca, nel 1 328 usurpando un'auto-
si eresse in repubblica, solo essendo sog- rità che più non avea, mandò da Pisa un
getta a' genovesi in cose concordate per ordine a'frati minori del con vento di Sa-
godere il loro patrocinio. Nel 1 226 alcu- vona, perchè non più osservassero l' in-
ni popoli scossero il giogo de' genovesi, terdetto, né riconoscessero 1' autorità di
massime i savonesi e glialbenganesi in- Giovanni XXII che l'avea condannato.
sieme col marchese Enrico del Carretto, Avendolo i frali ubbidito, il Papa li chia-
credendo di far cosa grata all'imperatore mò all'osservanza del violalo interdetto,
Federico lì, per cui si sottoposero al suo dichiarando essere iucorsi nella scomu-
SAV SAV 37
nica maggiore. Neil 336 i savonesi Im- ne secolui a un congresso in Savona per
petrarono e ottennero da Benedetto XII trattare l'estinzione del pernicioso scisma
l'assoluzione dalle censure ecclesiastiche, che teneva divisa l'unità de'fedeli. L'an-
incorse per avere aiutato Lodovico il Ba- tipapa partito da Avignone nel 1 4o5,agli
varo contro la Chiesa. Nel 345 Clemen- 1 1 1 luglio approdò a Savona con 6 o piCi

te VI procurò di pacificare nobili col i galere accompagnato dai suoi anlicardi-


popolo, e nel (348 la peste estinse 8ooo nali e prelati, venendo ricevuto con ogni
cittadini. Rinnovandosi le dispute intesti- onore, non già perchè la città dissentisse
ne nel 1 354 Savona si die a Giovanni Vi- dall'ubbidienza d'Innocenzo VII, ma per
sconti signore di Mi/ano, anche pernon far cosa grata al re di Francia Carlo VI,
volere pii:i essere dominala da'genovesi, sotto la cui tutela reggevasi, e che allo-
i quali però nel i
35^ obbligarono i sa- ra riconosceva il pseudo Papa. Vi dimo-
vonesi agli antichi patti, ed a ricevere da rò sino a'26 giugno i4o6, alloggiatone!
loro il pretore. A punire i savonesi, Ga- convento di s. Domenico, e partì per Mar-

leazzo II Visconti nel 1 366 con formida- siglia pel timore della contagiosa dissen-
bile esercito si portò a espugnare Savo- che infieriva in Genova(f^.). Mor-
teria
na, laquale per iscampare l'estremo ec- to Innocenzo VII a'6 novembre, ili. "di-
cidio si redense a gravose condizioni e con cembre gli successe Gregorio XII, onde
annuo tributo di 4ooo ducati. Nel 1376 i principi cattolici ripresero le trattative
Gregorio XI restituendo da Avignone a pel congresso Ira questo e l'antipapa, al
Roma la residenza pontificia, a*i3 otto- quale doveano intervenire 25 prelati, 12
bre con 2 galere entrò nel porto di Sa-
r dottori in Ieggeei3 maestri in sagra teo-
vona. Sceso a terra coi cardinali, fu in- logia per esaminare la loro validità. L'an-
contrato dal clero e magistrato, che se- tipapa rilornòa Savona nel/407 il gior-
guili da innumerabilepopolo l'accompa- no di s. Michele a'29 settembre, ma non
gnarono al convento di s. Domenico do- comparendo Gregorio XII, per quanto
ve ripoiò un giorno; ripreso il mare corse toccai nel voi. Il, p.207 e nella sua bio-
grave pericolo per le insorte tempeste. grafia, per sospetti di diffidenza, Savona
Successore del Papa fu Urbano VI, il qua- spedì in Siena al Papa 3 ambasciatori con
le assediato in Nocera de* Pagani (F.) da doni per servirlo nel viaggio, ed assicu-
Carlo III re di Napoli, che parteggiava rarlo della sua fede. Gregorio XII, con-
per rantipapaClemente VII, fu liberato siderando che Savona era sotto la prole-
da'genovesi a cui Savona perciò sommi- zione di Francia, e tutta la Liguria ormai
nistrò 2240 fiorini. Tenuto Urbano VI segui vaBenedetto XIII,e che per non por-
a compensare l'armamento da lui richie- si nelle mani del suo contrario, era uopo
sto a Genova in 60,000 ducati, die ad es- stabilire altro luogo indipendente e neu-
sa in pegno Cornelo, ed assegnò ancora trale,ricusò di portarvisi, e in vece man-
alcunelerreecastelli del vescovato di Sa- dò a Savona un cardinale a dichiararci
vona e quellod'Albenga, aumentando
di suoi sentimenti all'antipapa. Seguì poi il

diGenova.ll vescovo diSavona


così lo stato concilio di Pisa (V.) ove ambedue ìuro-
inutilmente reclamò, e perde il dominio nodeposti, ed eletto Alessandro V. Frat-
temporale diSpotorno,della costa di Vado, tanto Boucichart governatore di Geno-
Teazzano,Varasca e Morosi,ch'erano luo- va pel re di Francia, neli4io tramò di
ghi i più belli del contado. Nel 1 396 dan- prendere l'assoluto dominio di Savona,
dosi Genova al re di Francia, vi fece sot- contribuendovi il vescovo F. Filippo O-

toporre anche Savona. A Clemente VII gerio francese; ma i savonesi penetrata


essendo succeduto l'antipapa Benedetto la congiura, imprigionarono il vescovo,
XIll,il legittimo Innocenzo VII conven- espulsero la guarnigione francese,e resti-
38 SAV SAV
luirono in liberlà la cillà, con piacere di verllla nella figura delle sue gentilizie ar-
Genova. Giovanni XXIII succeduto ad me,in un arboscello di rovere con ghian-
Alessandro V neli4i i rimosso il vesco- de, lavoralo tutto di finissimo oro, e si

vo, gli surrogò Pietro Spinola, venendo collocò tra le preziose suppellettili della
dai savonesi impiccati 5 complici. Ma la cattedrale. Fu riconosciuloEnrico dal co-
città liberatasi dai francesi, riprese le sue mune col dono di bacile e boccale d'ar-
sanguinose sedizioni e discordie tra i no- gento figurato. I savonesi e fiorentini si i

bili e il popolo, le paci essendo di poca scambiarono lacitladinanza,e neli47B il


durata, frequenti le uccisioni, gl'incendi doge di Genova Fregoso, ottenne al do-
e la rovina di più famiglie, onde dopo il minio genovese la restituzione di Savo-
1420 nuovamennle ritornò con Genova na. Perle persecuzioni di Alessandro VI,
al giogo milanese. Il duca Filippo M.'' a- si ritirò in patria il cardinal Giuliano del-

veudo a mezzo de'genovesi fatti prigioni la Rovere nipote di Sisto IV e poi Giu-

in conflillo navale Giovanni II redi Na- lio li; egualmente vi si rifugiarono in-
varrà, Alfonso V re d Aragona, suoi fra- i cogniti i cardinali Giovanni e Giulio de
telli e altri principi, li fece portare a Sa- Medici, poi LeoneXeClemenleVlI, per
vona ove i magistrati li riceverono ono- cui a un tempo Savona ebbe nelle sue
rificamente econ apparato di trionfo, in- mura 3 futuri Papi, ospitali dal r.^cardi-
di furono condotti a Milano. Sdegnata Ge- nal Giuliano. Neli495 Genova e Savo-
nova perchè il duca si appropriava il me- na si assoggettarono a Luigi XII re di
rito della vittoria, si sottrasse dal suo fre- Francia, indi neli5o3 il savonese Giulio
no, e aiutò Savona a farealtrellanto, ma II fu sublimato al triregno, che rese più
non tardò ad alternarela soggezione fran- temuto e potente, percui quando vitto-
cese e milanese. Nel i47i tripudiò nel- rioso de' suoi nemici ritornò trionfante
Tesallazioneal pontificato dei concittadi- in Roma fu cantato da'romani: Benedi'
no Sisto IV, fece segni d'universale alle- ctus qui venit in nomine Domini, Libe'
grezza einviò ambasciatori in Roma per raior Urbis, et ampliator imperii, con-
ossequi e congratulazioni. Corrispose il servatorque libertalis ecclesiae. Grandi
Pontefice con cortesissimo ringraziamen- festene fece la patria, eniandòaRoma
con promesse che autenticò in ogni
to, e sontuosa e magnifica ambasceria perle
eventodi pubblica utilità, couje lo dimo- pubbliche gratulazioni. La loro entrata
strarono il monte di pietà, il ponte di s. nella capitale del mondo cattolico fu so-
Giacomo, la cappella detta di Sisto ove lenne, decorata dai cardinali savonesi e
riposano le ossa de'suoi genitori, molti ca- principi nipoti del Papa, e dalla corte ro-
pitali per dote a zitelle, e altri sussidii da- mana. Giulio II li ricevette con grande
ti in aumento del molo del porto, tutte alfetto, li trallenne a mensa, ed in altra
opere di sua pietà e amore verso la pa- furono banchettati lautamente nel con-
tria, con averla decorala di moltissimi pri- vento domenicano dellaMinerva,con l'in-

vilegi, e arricchita la cattedrale d'amplis- tervento de'cardinali e prelati savonesi.


sime indulgenze, di sontuosa cappella e GiulioII giovò la fabbrica della cattedra-

di organo. Fece generale delle milizie di lecon 17000 scudi, arricchì il suo altare
s. Chiesa, ecapitano di nave, ilcav. Mel- con 6 statue di apostoli e candellieri di
chiorre Zocco savonese. Inoltre Sisto IV argento,oltre preziosi apparati: nella me-
inviò per Enrico suo cognato alla patria desima fece le sedie del coro con nobilis-
la Rosa d'oro (F.) benedetta, dono so- simeintarsiaturelavoralea musaico, e nel
lito a presentarsi a'grau principi, e per- i5o6 vi fu posta l'iscrizione: D. JuliiI/,
chè fosse più vivo testimonio del suo af- etReìpub. Saonen opus absolulum. Fab-
fetto e della sua origine, la mandò con- bricò in mezzo alla città un palazzo, ove
SAV SAV 39
ne!1675 passarono dal borgo di s. Gio- notte, dopo con tut-
essere stato trattato
vanni le monache di s. Chiara, e fa ri- to il corteggio di sontuoso pranzo e di
dolio a monastero, dopo essere stalo a- magnifica cena,avendo il magistrato del-
bitazione de'marchesi di Spingo. Nel col- la città fatto regali, e dato cose squisite
legio da lui eretto in Avignone, vi am- per la mensa del Papa. L'Orliz che de-
mise due savonesi. Tanta gioia fu ama- scrisse questo viaggio celebrò Savona per
reggiala da pestifero contagio, e ne fu li- una delle più belle città d'Europa, e ri-
berata a intercessione del patrono s. Mar- ferisce che Adriano VI dopo la cena sali
tino, al quale per grato animo fu eretta col seguito ne'suoi legni, e tutta la notte
una statua d'argento, e istituita annua navigò per Genova, notando che geno- i

processionedalmagislrato.InseguitoGiu- vesi avendo veduto che la loro città ve-


lio II si disgustò con Savona che voleva niva abbandonata dai negozianti^ quali i

assoggettare al dominio temporale dei più volentieri andavano a esitare le loro


Papi, con sottrarla al genovese. NeliSoy merci inSavona,acceccarono il suo ottimo
si recarono a Savona Luigi XII e Ferdi- porto, riempiendolo di gran macigni, on-
nando V re di Spagna pel memorabile de non potessero in avvenire accostarsi le
abboccamento di pacificarsi. Per la guer- navi cariche di mercanzie. Descrisse pure
ra contro il i.° di Giulio II, l'armata del- la sua fortezza o Castelletto che dichiarò
la pontificia lega fu invitata ad occupar guarnita e formidabile. Invece Muratori
la città, dopo l'uscita del presidio fran- riporta, che nel 1 528 i genovesi sul finir
cese; altrettanto fece Genova, a cui si sot- di settembre per rendere inutile il porlo
topose Savona colie antiche convenzioni, diSavona l'empirono di sassi, e spiana-
con ricevere il podestà e giudice genove- rono dai fondamenti il Caslelletto. Altri
se. ]Veli5i5 nuovamente Genova e Sa- soggiungono, che i genovesi affondarono
vona cederono il loro governo al re di nel porto due grandi e vecchi vascelli ca-
Francia,quindi nel 522s'insignorì d'am-
1 richi di pietre, per il che la sua popola-
bedue Carlo V imperatore. Frattanto per zione già sì florida e numerosa cadde al-
le dispute tra le due città, per la gabella lora a 6000, e adesso è più del doppio.
della ripa e per le gravezze imposte da Lo storico Monti narra, che nel 52 4 Car- 1

Savona a'genovesi,il doge la costrinse al lo V nella guerra contro i francesi for-


vincolo del vassallaggio, troncando tutte mò di Savona una piazza d'arme per le
le convenzioni e privilegi, con sentenza milizie imperiali, ma Andrea Doria, che
di decadimento per infedeltà, e per es- comandava la squadra per difendere a
sersi più volte alienata dal dominio della Francia la città di Marsiglia, gittò l'an-
repubblica. In detto anno eletto Adria- cora in Vado con 7000 uomini coman-
no VI mentre trovavasi nella Spagna na- dati da Renzo Orsini de'signori di Ceri,
vigò per Roma con grande accompagna- il quale domandò amichevolmente a'sa-
mento e5o legni: dopo essersi fermato a vonesi le vettovaglie. Benché fossero som-
Porto Marino, giunto all'isola Ruenga ai ministrate, controia data fede nella not-
16 agosto il Papa approdò a Savona ri- te occupò onde il re Francesco
la città,

cevuto neir ingresso dal magistrato che I ne affidò governo al marchese di Sa-
il

l'arringò edal clero sotto baldacchino sos- luzzo,checrudelmente la saccheggiò. Fat-


tenuto da'nobi!i,esi recò alla cattedrale to il re prigioniero a Pavia nel 52 5,il mar- 1

ove orò e compartì l'apostolica benedi- chese abbandonò Savona che si rese al ge-
zione alla moltitudine. Poscia Adriano VI novese doge Antonio Adorno, il quale ri-
fu condotto al palazzo dell'arcivescovo soluto di por freno ad ogni novità de'sa-
d'Avignone, Orlando del Carretto della vonesi, e preservare la repubblica da ul-
famiglia di Giulio H, nel quale riposò una teriori pericoli, fecesprofondare nelle hoc-
4o SAV SAV
che del porto 3 grosse navi ripiene e la- do le deplorabili discordie tra Carlo Ve
vorale tutte al di dentro di forte muro,neI Francesco I, turchi a danno del cristia-
i

principio di novembre, indi a'20 fece oc- nesimo ne profittarono. Paolo III per ri-
cuparlecasedel molo e diroccò quell'ar- mediare a tanti disordini s'impegnò di pa-
gine del porto, e colle sue rovine e col cu- cificare due potenti , e riunire le armi
i

mulo d'altre materie procurò disseccarne loro per affrontar il comune nemico. Li
le acque. Laonde rimase il porto inabile dispose a mezzo de'suoi legati di riunirsi

a ricevere vascelli di allo bordo e in bre- con lui a Nizza. A tale elìetlo Paolo III si
ve si ridusse a spiaggia, restando un ca- portò al luogo convenuto nel 1 538, ed ai
nale per le galere, al ricovero dellequali si I o maggio giunse a Savona inconlratoda

salvò la darsena,il cui ingresso con gravis- 6 ambasciatori, seguiti dal podestà, anzia-
simo dispendio occorse purgarlo dalle a- ni e nobili savonesi. Si trattenne a pran-
rene che l'ostruivano. Afflitta tutta quan- zo nel borgo di Lavagnola nel palazzo
ta la città per tanto disastro spedì 1 2 o- Grasso, ove gli fu imbandita lautissima
ratori alla repubblica con alti reclami sul •
mensa, dopo la quale ricevè alcuni car-
la privazione del porto e navigazione, e dinali, che qualche giorno prima erano
sulla rovina completa del Irafljco, da cui giunti in Savona ad aspettarlo. La pre-
deriverebbe la certa rovina della città e senza di 18 cardinali, di molli vescovi e
perdita del suo anticosplendore. Altro non prelati, di diversi ambasciatori, ed il loro
servirono queste rimostranze, che a trat- numeroso corteggio di titolati e cavalieri,
tenere peggiori risoluzioni, alle quali l'of- indussero il Papa a dare quest'onore alla
feso senato era per appigliarsi onde morti- città, e di farvi solenne ingresso, che riu-
ficare una cittàche seco avea emulato e scì felice, divoto e pieno d'acclamazioni
contesa la giurisdizione; indi furono sta- degli accorrenti. Nel monastero di s. Chia-
bilite nuove leggi con molte restrizioni, ra del borgo s. Giovanni, convennero con
come Tabolizionedelle monete di Savona, lumi tutti i sodalizi, tutto il clero secola-
e dichiarati i savonesi sudditi e vassalli di re e regolare colle sagre vesti, avviandosi
Genova. Nell'agosto 526 se ne impadro-
1 quindi processionalmente alla cattedrale.
nì la lega traClemente VII, veneti e Fran- i Succedevano loro nella pompa 12 chinee
cia, alla quale la ritolsero i genovesi nel riccamente bardale, una dellequali con-
i528a'29ottobre;ueli529 vi passò Car- forme l'antico uso de'Papi quando viag-
io V che recavasi in Bologna per essere giavano, reggeva con altarino portatile la
coronato da Clemente VII. Questo Papa ss. Eucaristia, venivano poi i prelati, i ve-
nel 533 dopo essersi imbarcalo a Porto
I scovi, i Papa, gli ambascia-
cardinali, il

Pisano pervenne a Genova, donde navi- tori di Venezia e Genova, principi, gli i

gando per Marsiglia, con molti cardinali, anziani, il podestà e molli nobili savone-
e conducendo Caterina de Medici sua ni- si. Data la benedizione Paulo 111 si portò

pote per isposarla al duca d'Orleans poi dal vescovo ad alloggiare e nella sua di-
Enrico II, a- 19 novembre fu costretto a mora spesso usc\ a diporto per la ci Uà e
prendere porto a Savona: ma trovandosi borghi, frequentando ponte delle Pile
il

dalla marea incomodato, nel di seguente per godere l'incantevole e romantica ve-
volle sbarcare e fu ricevuto nel palazzo duta nel declinar del mese giunse a Niz-
:

acquistatodai Rovere, sotto baldacchino za colle 18 galere comandale da Andrea


etralosparodelleartiglieriee suono del- Doria, che Carlo V gli aveva inviato a Sa-
le campane, dal clero, dal magistrato e vona per servirlo. Nel ritorno scese di nuo-
dal numeroso popolo. Il Papa vi si trat- vo a Savona a prendervi il breve riposo
tenne alcuni giorni alquanto in mal essere, d'una notte. Successivamente onorarono
e fu trattato decorosaiueute.Cootiuuau- di persona Savona, nuovamente Carlo V^
SAV SAV Al
Filippo II re di Spagna e nel 1585 la sua agli alberi, e sparando morlari. Fu rice-
figlia Caterina, col suo sposo CarloEma- vuto dal maire,dai magistrati, dal vesco-
iiuele I duca di Savoia, ai quali il vesco- vo Muggioli, e da qtiellodi Lodi Berret-
vo Fieschi in qualità di nunzio di Sisto V ta che ivi prendeva bagni. 11 Papa vi en-
i

presentò la rosa d'oro benedetta. Di- trò a* 17 agosto verso mezzodì accompa-
poi conservandosi Savona fedele all'ubbi- gnato dal maestro di camera mg.'' Gior-
dienza di Genova, il senato l'autorizzò a gio Doria (F.) poi cardinale, scortato dai
porre nel suo stemma Fede- il titolo di gendarmi e da altro distaccamento mili-
lissima. Nel secolo seguente Savona più tare. La custodia del Papa fu ailìdata al
Tolte fu in gravi apprensioni per la guerra colonnello de' gendarmiCoissard: poi l'eb-
che arse ne'vicini stati de' duchi di Savo- bero il conte Salmatoris,il general Cesa-
ia. Immensi e indescrivibili furono i dan- re Berlhier (fratello del maresciallo che
ni e l'orribile spavento cagionato a'7 lu- occupò Roma nel 798 e detronizzò Pio
i

glio 1648 dall'esplosione di 1020 barili di VI), Chabrol prefetto di Montenotte, e


polvere ch'erano nel castello di S.Giorgio il colonnelloLagorse o Lagosse: gli fecero
perla caduta d'un lukuine,conistrage dei quel trattamento che notai ai ricordati ar-
cittadini, du'occa mento e rovina di mol- ove riporto diverse particolarità ri-
ticoli,

tissimi edifizi: gii abitanti compresi dal guardanti la dimora di Pio VII in Savo-
terrore e dallo spavento credettero il fi- na. Smontò al palazzo del conte Egidio
nale giudizio. Gl'inglesi nel 174^ inutil- Sansoni maire della città, ove alloggiò si-
mente bombardarono nel luglio la città, no al 23 di detto mese (altri dissero a'2 7
ma alla fine del seguente anno fu presa settembre passò a quello della prefettu-
dal re di Sardegna Carlo Emanuele III ra), nella sera del quale d'ordine del go-

dopo un assedio di 99 giorni. I francesi verno, si trasferì col detto prelato e quei
d'ordine dell'imperatore Napoleone I se domestici, di cui parlai alla biografia, al-
ne impadronirono nel 1809, e ne fecero l'episcopio ove stabilì la sua dimora. In
poi il capoluogo dilVlonlenotte.ln Savo- principio 3oo persone munite di bigliet-

na fu che l'imperatore Napoleone I con- to furono ammesse ogni giorno alla di lui
finò per un tempo Pio VII, dopo avere messa e al bacio del piede, ma poscia per
occupati dominii della s. Sede e detro-
i sospetti la custodia divenne severissinm,
nizzato, ed il suo memorabile soggiorno efuronostabiliteguardie di vista nell'ui-

rese \ni\ rinomata Savona, da dove gover- terno del palazzo, al di fuori, e tutto in-
nò la Chiesa prigioniero. torno alla propinqua cattedrale, in segui-
A Pio VII ed a Francia narrai quan- to dichiarata cappella papale, come no-
to precedette, accompagnò e seguì la vio- tai altrove, Nondimeno era permesso al
lenta prigionia e deportazione del Papa, Papa di due volte al giorno ad una
recarsi
strappalo dal Quirinale a'6 luglio 1809, loggia, che congiunge l'episcopio allacat-
e portalo qua e là; finalmente da Nizza tedrale,percorapartireal numeroso popo-
presa l'alpestre salita del colle diTenda,e lo la sua benedizione:questoconcorso con-

corso il Monferrato, giunse alla città di tinuòperlungo tempo, accorrendo fedeli i

Savona destinata a sua rilegazione. Nel con religioso zelo, sì dallaLiguria,che dal-
\iaggio fu inutile ogni cautela per tenere la Lombardia, per vedere Pio VII che la

occulto il Papa : i montanari dell'Apen- prigionia e patimenti rendevano nell'u-


i

nino slavano dappertutto ad aspettarlo, niversale più venerabile; talvolta man-


e in numerose torme calavano dalle bal- cando gli alloggi pel gran numero, dove-
ze per contemplarlo, ed esser da lui he- rono dormire nelle proprie carrozze. Que-
nedelli, illuminando le capanne e facen- sto straordinario concorso a Savona, ven-

do suonar le campane che appendevano ne anche prodotto dal ritenere che Pio
43 SA V SAV
VII era favolilo del ilono onde di estasi, contro questa mascherala intrusione,scri
così lo I-appi esentarono le immagini sue, vendo a'5 novembre 1809 una gravissima
di visioni e di miracoli. Certamente il Pa- lettera all'ambizioso porporato, in cui gli

pa fu di santa vita, e vero prodigio era comandò di scendere da quella sede me-
la sua rassegnazione d'animo con cui sof- tropolitana, né più ingerirsi nelle funzio-
fri va l'ingiusta persecuzione, e la sollecitu- ni dell'episcopato, che dalla sola podestà
dine intiepidii colla quale provvedeva,an- laica eragli stato conferito. Per egualimo-
che sotto la più rigorosa custodia, ai bi- tivi scrisse ad altri, dichiarando aperta-
sogni de'pastori e delle chiese. Finché non mente, che la pretesa istituzione senza la
gli fu vietato, Pio VII si recò a visitare conferma pontificia era contraria alle leg-
il santuario della Madonna di Savona, li- gi della Chiesa e lesiva all'autorith della
mitandosi a passeggiare nelle sue camere e s. Sede. Quindi i fedeli non vollero rico-
nell'annesso giardino. Nel luogo di sua re- noscere gl'intrusi vicari capitolari, ed i ca-
sidenza astutamente s' imbandivano ban- pitoli cattedrali non li vollero accettare
chetti, e si facevano inviti in nome del nel proprio corpo. A'gottobreiSio il Pa-
Papa, senza che v'intervenissero suoi fa- i pa scrisseal pro-vicegerentediRoma una
migliari ricusanti. L'imperatore credeva luDgaistruzione,in cui scioglie molti dub-
che Pio VII dolce e mansueto, fosse in ve- bi che gli erano stati proposti, e fissò un
ce debole e timido, quelle azioni energi- sicuro regolamento pel clero e pei fedeli
che, coraggiose e di singoiar fermezza, do- in tutte le novità che arrogavasi di fare
versi piuttosto attribuire a'suoi ministri e nell'alma città dominante governo fran-
il

consiglieri, perciòcurò isolarlo per ottene- cese, ed anche pel Giuramento (V.) che
re suoi intenti e dominarlo, con richieste
i esigeva. Per celebrare il concilio nazio-
accompagnate da promessee lusinghe, ed nale di Parigi (f^.)^ fu in Savona nel 1 8 i i

insieme da tentativi eda minacele; peròe- a'9 maggio inviata al Papa una commis-
gli trovò maggior resistenza di quello che sione di prelati per accordare l'istituzio-
si era immaginato, salda costanza, buon ne canonica, che Pio VII accordò con-
senso e finodiscernimento. Voleva l'impe- dizionatamente e poi protestò contro: di
ratore che vescovi e arcivescovi da se già
i lutto parlai nel voi. XXVII, p. 127 e 128,
nominati alle chiese vacanti diFrancia ri- ed altrove. I vescovi deputali furono de
cevessero dalPapa l'istituzione canonica,e Barrai arcivescovo di Tours,Duvoisin ve-
per ottenerla commise al cardinal Capra ra scovo di Nantes,Mannay vescovo di Tre-
arcivescovo di Milano di pregarne Pio VII veri ad essi si unì ancora il vescovo di
:

coH'espressa protesta: che il Papa non di- Faenza Bonsignorì nominato alla sede pa-
chiarasse nelle bolle che quella istituzio- triarcale di Venezia, e ne avea preso pos-
ne fosse di suo moto- proprio, né fatta sul- sesso qual vicario e amministratore capi-
la nomina dell'imperatore. A questa do- tolare. Questi prelati se ottennero l'isti-

manda rispose Pio VII a'26 agosto 1809, luzione canonica condizionata, lo fu pel
con ricusare coslantementedi condiscen- quadro lagrimevole che fecero delle chie-
dere per gravissime ragioni. Allora fu con- se prive dei pastori, e per le loro quoti-
sigliato l'imperatore, che capitoli eleges-
i diane insislenze, per cui ebbero ezian-
sero a vicario capitolare il soggetto da lui dio la piomessa, di estendere il Concor-
nominato al vescovato, che in tal modo- dato del 1801, alle chiese di Toscana, di
ne rimaneva per diritto investito; quindi Parma e di Piacenza. Indi in Parigi ebbe
nominò il cardinalil/^wry (f^.)autoredel luogo il così detto concdio nazionale. E-
sotterfugio, arcivescovo di Parigi, onde gualraenle a Pio VII parlai dell'abboc-
dal capitolo fu eletto vicario capitolare. camento ch'ebbe in Savona colcav. Leb-

Altamente Pio VII reclamò da Savona zellero, per gli allari dell'impero ausliia-
SAV SAV 43
co; ivi pure ed a Francia, rncconlai la de- vi fosse. Avendo poi la batttaglia di Lipsia
pulazione di cardinali e di vescovi a Sa- in Sassonia posto fine alla formidabile
vona, e come il cardinal Roverella (/^.) potenza di Napoleone I,ed avvicinandosi
compilò e fece soltoscri vere il famoso bre- a Fontainebleau, per marciare
gli alleati

ve che approvava iidecretatodall'assem- su Parigi, l'imperatore nel i8i4»estilui


blea de'vescovi di Parigi, che forlunala- partede'dominii della s. Sede a Pio VII,
mente Napoleone I non accettò. I cardi- ed ordinò a Lagorse di ricondurlo in Ro-
che composero la deputazione li no-
nali ma,ondeparlìdaFontainebleaua'23 gen-
minai in detta biografia; i vescovi furono naio con mg.*' Bertazzoli. Dopo aver at-
oltre mg/ Berlazzoli aggiunto ai cardi- traversatola Provenza, il Papaagli i i feb-
nali quali consiglieri delPapa, quelli di braio entrò nella riviera ligure di Ponen-
Piacenza, E vreuXjTreveri, Nantes eFaen- te. Pernottò in Sanremo nel palazzo del
za, essendo morto prima di partire quel- marchese Borea, e la maltinad'ordine del
lo di Feltre; e gli arcivescovi di Tours, colonnello fu imbarcalo sopra una filuca,
Pavia e Malines; la deputazione giunse a con intendimento di portarlo a Savona,
Savona a*5 settembreiSi i, eda'20 ot- perchè le strade erano disastrose, o per
tenne il falalebreve, per cui vescovi fran- i evitarci religiosi applausi de'popoli ligiui.
cesi per telegrafo Io notificaronoa Parigi, Ma per l'insorto violento e pericoloso ven-
come una vittoria riportata sulla chiesa tOjfu necessitalo Lagorse di sbarca re il Pa-
romana. Giunta di ritorno la deputazio- pa, e fargli proseguire il viaggio in lettiga
ne a Torino, 4 vescovi riceverono l'ordi- e per terra con tripudio generale ; da tut-
ne di tornare a Savona, per far nuove do- te parti accorsero a torme le genti ad os-
mande al Papa in nome dell* imperato- sequiare il capo augusto della Chiesa, al-
re, ma inutilmente, ricusandole Pio VII. zando voci di lieta esultanza. Tutto il lit-
Narrai ancora a Pio VII le perquisizioni torale fu un continuo trionfo, inconhan-
fatte nelle sue camere , e la separazione doprocessionalmenle il Papa que'di Por-
de'prelali Doria e Bertazzoli, e prigionia lo Maurizio, d'Oneglia,di J3iano, di Al-
d'alcuni suoi famigliari, non che il divieto benga ove riposò la notte nell'episcopio.
di avere corrispondenze, e ciò pei brevi Giunse il santo Padre ai confini del ter-
emanali contro i vicari capitolari, e per ritorio di Savona a' 16 febbraio e vi fu
le dichiarazioni sui giuramenti. Avendo accolto dal clero, da* sodalizi, dal popolo
Napoleone I concepito la sua gigantesca e dalle bande musicali; e staccali i caval-
spedizione in Russia, temendo che gl'in- li dalla carrozza tra le più fragorose ac-»
glesi con un colpo di mano gli avessero ctamazioni e salmodie, a gara con cordo-
sottratto il Papa da Savona, all'improv- ni di seta per 3 miglia trassero il cocchio
"viso ordinò a Lagorse di condurlo aFon- pontificio. Tutta la strada era abbellita
lainebleau, ciò che saputosi dai savonesi d'archi, di festoni, di ghirlande; sparsa di
si ammutinarono in aspetto minaccioso, acqueodorose, ed illuminata con
fiori e di

e dovette Pio VII con dolci parole quie- fiaccole.Entrato Pio VII nella chiesa cat-
tarli; quindi a' io giugno segretamente fu tedrale, dopo la benedizione col ss. Sagra-
travestito di nero e sotto il nome del ve- mento, comparlila dalcardinal Spina ar-
scovo d'Albenga trasportato al nuovo de- civescovo di Genova, il Papa benedì so-
stino, facendogli trovare a Stupinigimg.' lennemente l'immensa moltitudine com-
Bertazzoli per tenergli compagnia. A' sa- mossa di tenerezza filiale, ed alloggiò co-
vonesi si nascose la partenza acciò non l'im- me lai.' volta nell'episcopio. iNapoleone
pedissero, per l'afletto e venerazione che 1 sebbene avesse dello che il Papa si ricon-
aveano pel Papa, continuandosi nell'epi- ducesse in Roma, nondimeno volle tratte-
scopio a praticarsi tutte quelle cose come nerloa Savona, finché pei rapidi progres-
44 SAV SA V
si delle armate alleate, si vide costretto a la Relazione del i^iaggio dì Pio T'IT n Ge-
resliliiirgii eireltivamente la sua libertà, nova j l'ab. Semeria, Storia ecclesiastica
ed i tJoiTiiiiutidorainii ecclesiastici con de- della Liguria j con notizie sulla chiesa e
creto dei o marzo. A'1 1 7 marzo mentre vescovi di Savona. Del ritornodi Pio V 1 1

tutta la città era illuminata per l'immi- per la 3.^ volta a Savona, e della coro-
nente solennità dell'apparizionedella Ma- nazione della Madonna, anche io ne trat-
donna Savona, e mentre le pubbliche
di tai allasua biografia, e nel voi. XVII, p.
strade e piazze risuouavano di cantici e 244} "°" che a Genova. Nel 1 8 1 5 Napo-
invocazioni divote, giunse da Parigi una leone I dall'isola dell'Elba si recò di nuo-
stad'elta con letteredel governo imperia- vo in Francia per riprenderne l'impero,
le, al prefetto del dipartimento marchese mentre Murat re di Napoli minacciava lo
Antonio Brignole Sale,ealcolonnello La- stato pontificio, per impadronirsi della
gorse, colle quali si annunziava che sua persona di Pio VII, il quale partì diKoma e
Santità era libero di recarsi in Roma, in- sì rifugiò in Genova per savie considera-
caricando il 2.° d'accompagnarlo sino a- Sardegna Vittorio
zioni, accolto dal re di

gli avamposti delle armate alleate. Par- Emanuele I con tutte le distinzioni. Qual-
tecipatosi subito il contenuto aPio VH, che giorno dopo il suo arrivo nella me-
e pregatolo de'suoi ordini per la parten- tropoli ligure , vennero alcuni deputati
za nel giorno seguente, rispose il Papa : della città di Savona a cooiplimentare il

domani non si parte, è la festa di Nostra santo Padre , e per pregarlo di onorare
Signora della Misericordia protettrice di nuovamente colla sua presenza la loro pa-
questa città, vogliamo celebrarlo in Savo- tria, e dar loro la consolazione di veder
na, e si partirà il giorno dopo. Partì real- da esso eseguita la funzione tanto deside-
mente nella mattina seguente, alla vol- rata d'incoronare la statua della miraco-
ta di Piacenza con dispiacere de'savonesi, losa Madonna della Misericordia, che si

a cui dichiarò la sua paterna all'ezione e venera 4 miglia lungi dalla città nella val-
benedì replicalaraente, quindi con viag- le di s. Bernardo. Il Papa gli accolse be-

gio trionfale rientrò in Roma a'24 mag- nignamente, e con grande amorevolezza
gio con isplendidissima pompa. Nel i ."con- dimostrò quanto ciò bramava. Avendo su
cistoro L^io VH altamente lodò la pietà ciò il cardinal Pacca interpellato il re, se

de'genovesi, milanesi e torinesi, che ac- poteva eseguirsi la funzione tranquilla-


corseroa Savona per vederlo e venerarlo, mente, il piissimo monarca rispose noa
con ogni manifestazione d'onore. « L'at- solo alliermativamente, ma che voleva as-
taccamento però de'savonesi verso di Noi, sistervi. Partì dunque Pio VII da Geno-
è tanto più commendevole , quanto più va per Savona agli 8 maggio, e lutto il

lunga e più grave è stata la cattività, che viaggio fu un continuato e solenne reli-
abbiamo sopportato presso di loro ".Nes- gioso trionfo, poiché tutto il littorate fu
sun conquistatore col terrore delle armi pieno di popolo, tutte le finestre delle ca-
ottenne giammai segni maggiori di osse se ne' molti villaggi che traversò erano
quiodi quelli, che la divozione de'popoli riccamente addobbate. S'incontravano di
tributò a Pio VII prigioniero. La storia tratto in tratto archi trionfali, e lunghi
interessante del lungo soggiorno di Pio viali d'alberi appositamente piantati. Gli
VII a Savona, e di quanto ivi operò, co- applausi e la gioia della moltitudine chie-
me del suo ritorno per coronarvi la B. dente la benedizione, assordava l'aria ec-
Vergine deilaMisericordia,ollrei suoi bio- cheggiante dalle musiche, dal suono del-
gralì, la fecero l'ab. Bellomo, Continua- le campane, dal rimbombo de'spari. Sei
zione della storia del cristiane Simo ;'\\ car- cardinali precederono il Papa al santua-

dmal Pacca uellc Memorie slorichey e nel- rio, 4 lo seguivano, eoo 8 prelati, olirei
SAV SAV i9
ceremonleii; il pontificio treno di 4 car- nova processionalmenle portò dall'altare
rozze era accompagnatoclaileguardie rea- maggiore la preziosa corona d'oro gem-
li. La guardia nobile formata a Savona, mala, eil Papa la benedì col consueto ri-

con alla testa il governatore, incontrò to,che descrissi a ConoNAzmNE delle sa-
Pio VII a Varazze. Giunto il Papa pres- gre IMMAGINI, e quindi la pose in capo alla
so il convento de'cappuccini, 60 ciltadi* statua marmorea della ss. Vergine, tra il

ni vestiti di nero staccati cavalli colle i suono delle campane e de'musicali stro-
braccia trassero la carrozza alla catledra- mentl, e le salve de'mortari. Pio VII in-
le,essendoalle porle diSavona archi trion- tuonato il Te Deuììiy piangendo di tene-
fali colle statue de'ss. Pietro e Paolo, col rezza, singhiozzando recitò le orazioni tut-
pontificio slemma. All'ingresso della chie- to commosso. Indi il sagrìsta mg.' Meno-
sa i 6 cardinali riceverono Pio VII, che chio celebrò la messa, che ascoltarono il

poi die la benedizione col ss. Sagramen* Papa, reali personaggi^ cardinali, pre-
i i i

lo. Passò quindi all'episcopio sua antica lati. Pio VII benedì l'immenso popolo

ri legazione,e comparti la solenne bene- nella chiesa e nella piazza, e passalo nel
dizione apostolica dalia tribuna o loggia contiguo ospizio de'poveri coi nominati
che sovrasta la piazza. Nel dì seguente ac- principi, ricevè dal presidente del luogo
compagnato da 8 cardinali e dai prelati, una medaglia d'oro e un libro esprimen-

celebrò la messa e comunicò i chierici e ti le apparizioni della B. Vergine; ai so-


seminaristi. Giunse il re a visitare il Pa- vrani, ai cardinali e agli altri diedero a-
pa, il quale per fargli grata sorpresa an- nelli e medaglie benedetti. Per esegui-
dò a incontrarlo sulla piazza, ove si pro- ta coronazione si verificò la predizione di
strò a terra per baciargli i piedi, ma Pio una pia contadina della diocesi. Così eb-
VII sollevandolo lo baciò in fronte: la fi- be compimento una funzione, che riu-
glia M.^ Beatrice duchessa di Modena, con scì nel suo complesso augusta e maesto-
divozione gli baciò il piede : gii astanti sa, a maggior gloria della Madre di Dio,
\ersaroho lagrime di edificazione, per ve- il cui patrocinio anche a favore dellaChie-
dere reso un omaggio con tanta pubbli- sa tante volte Pio VII avea invocato nel-
cità. Destinalo il giorno io maggio per la sua cattività, e riuscì indelebile pei sa-
la coronazione, partì il Papa coi cardina- vonesi e per Liguria tutta. Tuttala stra-
li Matleie Spina alla volta del santuario da che conduce al santuario fu ornata, e
con 3 carrozze e preceduto dal re, colla le 9 cappelletteche s'incontrano illumi-
figlia e il principe di Carignano poi Car- nate e decorate. Ritornato a Savona, nel-
lo Alberto,seguito dalla regina d'Elruria l'istesso giorno il Papa vieppiù si rallegrò,

col figlio poi duca di Lucca , e la figlia per la notizia che Murai sconfitto dagli
ora principessa di Sassonia. Nel presbite- austriaci fuggente avea sgombralo i do-
rio a destra dell'altare maggiore era il tro- minii della Chiesa. Neldì seguente il Pa-
no pontificio, alla cui sinistra presero luo- pa celebrò la messa dalle monache ago-
go io cardinali e dietro prelati, e la cor- i stiniane, e visitò il porto di Vado. Savo-

te papale nel resto del presbiterio, in uno na con replicate illuminazioni e in altri
al capo anziano e al governatore della cit- modi, entusiaslata solennizzò questo ul-
tà. A. sinistra di questo si collocarono la teriore soggiorno del sovrano Pontefice,'
regina col figlio e la lìglia, fuori della ba- le cui virili avea lungamente ammirale

laustra, il re, la duchessa e il principe no- nel tempo della prova, ed a'i 2 giorno di
minati. Dopo celebrata dal Papa la mes- sua partenza restò afflitta pel suo ritorno
sa, tutti s'avviarono alla nobilissima cap- a Genova, solo confortata dalle ripetute
pella sotterranea della Madonna di Savo- benedizioni. Tornato a Roma, Pio VII
na. Il cardinal Spiua arcivescovo dì Ge- celebrò la coronazione con allocuzione e
46 SAV SAV
con quelle parole che riprodussi nel voi. Nel 4^0 fu vescovo
Frodonio , nel 4^3
XXVllI,p. 332, e colla coniazione d'u- Annecio al cui tempo e nel 486 Gondi-
na medaglia monumentale, in cui da un baldo redi Borgogna infestando la Ligu-
Jalo è l'etìigie del Pontefice, e sotto l'epi- ria, s'impadronì di Savona, ed al quale

grafe : Dedit glorìam in loco islo. Nell'e- dopo le depradazionifu tolta nel 489 da

sergo è inciso: Deiparae Simulacrum Sa- Teodorico re de'goli, che quasi la distrus-
vonae solemnl rilu Coronavit. Nel rove- se, indi soggiacque alle altre barbariche

scio si vede la Religione genuflessa con tri- irruzioni, di cui fu segno la riviera ligu-
legno, in allo d'ofliire la corona alla B. re. II vescovo Pastore nel 5oi interven-
Vergine di Savona, ed ha nella sinistra ne al concilio romano, Pietro lo era nel
la croce. Il tipo e le epigrafi sono del cav. 547Ì forse a suo tempo e nel 558 respi-
Gio. Gherardo de Rossi. rò Savona quando Narsete per l'impera-
La fede cristiana riferisce Monti fu pre- tore greco la ricuperò; fu riparata e re-
dicata in Savona, nell'anno 46 di nostra stituita al suo lustro, ma nel 566 Alboi-
era da s. Siro discepolo di s. Pietro apo- no re de'iongobardi se ne impossessò e la

stolo ei.° vescovo di Pavia, e conferma- fortificò, e di nuovo la ripresero i greci.


ta in essa da S.Barnaba apostolo e dai ss. Natanallo era vescovo nel 571, Martino
IVazario e Celso che egualmente vi pre- nel 591 già di Accia in Corsica, Monta-
dicarono il vangelo. La principale chiesa no del 60 I . Con questi XJ^helWy Ita Ha sa-
era un tempio idolatra e fu dedicata alla cra t. 4, p- 730, incomincia la serie dei
B. Vergine di Priamar, come contigua al- vescovi di Savona, sebbene afferma che
la torre eretta dal capitano cartaginese la sede già esisteva a'tempi di s. Ambro-
di tal nome, la quale torre convertita in gio. Palemone monaco del 602 dopo due
Castello, la chiesa ne prese il nome, e poi anni ritornò 677 Bene-
al chiostro; nel
il Castello si disse di s. Maria si vuole
: detto che Ughelli chiama Episcopus Va-
che Costantino 1 il grande, recandosi nel dens{s;ae\'j 01 altroAnnecio,nel 737 Re-
3i3 a Milano e vedendola cadente la rie- mo, nel 773 Igiulfo, neir8o3 Pietro, nel-
dificasse. 11 can. Bima nella Serie crono- r8i3 Pastore, nel!' 84» Meninone, nel-
logica de' vescovi de* slati del re di Sarde- 1*875 Agatone, 11^901 Pietro, nel 977
gna, dice che vi fu eretta la sede vesco- Giovanni longobardo appellato talvolta
vile sufiraganea di Milano, e poi lo diven- vescovo di Vado, Savona, ed
tale altra di
ne di Genova, come lo è tuttora. Inco- a cui l'imperatore Ottone con privile-
I

mincia la serie de* vescovi con Imerio nel gio riportalo dà Ughelli, confermò beni i

3i2j che trovasi sottoscritto in un mss. della chiesa. Pisano del 963, Giovanni del
Inierius peccator Episc. Savonensis. In- 967, Bernardo savonese del 992 ottenne
di nel 347 377 Bonoso, nel
Anello, nel privilegi e donazioni da Ottone III. Nel

417 Tiberio. Monti narrando l'inva-


Il 999 Giovanni, cui successe nel ioo4 al-
sione d'Unnericore de' vandali nel 4^ '» tro Giovanni, nelioi4 Ardemoneo Ar-
dice che voleva costringere Savona ad a- deinaro che fu caro a s. Enrico li e gli
dorare di nuovo i falsi numi e la statua accordò un privilegio singolare a vantag-
d'un drago, mai santi vescovi Vindemia* giodella mensa. Nel 1028 Aniellino o An-
le, Fiorenzo e Eugenio esiliati nella per- Cellino, neh 046 Brixiano; nel 1049 '"^*
secuzione dall'Africa, sostennero energi- Amico, nel 1080 Giordano savonese, nel
camente la fede de'savonesi, e sommer- 1 098 Grossolano poi Iraslato a Milano,
sero in maredetta statua. Cherestato Eu- nel Ilio Guglielmo, nel i 9 il ca pitolo
i 1

genio in Savona, visse santamente e mo- elesse il b. Ottaviano monaco benedet-


rì nell'isola di Vado Sabbatio, ed il suo tino di Pavia, che Dio illustrò anche in
corpo si ripose nella cattedrale di Noli. Tita col dono de' miracoli. Questi trovò
SAV SAV 47
gravi (Jisgusll ,
perchè il b. Amico avea la diocesi, e l'eresse in vescovato, od a me-
donato molti beui ai canonici della catte- glio dire Noli essendo stala unita a Bru-
drale, col diritto deile decime nel territo- guato (di cui riparlai più di proposilo a
rio di Noli, a condizione che vivessero in Sarzana alla quale trovasi unita) dal pre-
comuoeaguisadi religiosa famiglia; ilclie dcccssoreGregoriolX,egli la dichiarò indi-
nonosservandosi ciascun canonico co'pro- pendeulemente sede vescovile, diminuen-
pri proventi e decime vivea in particola- do quella di Savona. Rollino d'Asti fu e-
re. Volendo il b. Ottaviano ripristinare letto nel 1 278, al quale fu surrogalo nel
il convitto canonicale e l'antica osservan- 1 296 il savonese Enrico Ponzone prepo-
za, incontrò non poche diflìcollà, per cui 3o3 fr. Gualte-
sto della cattedrale. Nel i

spogliò delle rendite i ripugnanti, finché rodeMans francese domenicano, nel i3o5
dopo 3 anni ripresero la vita comune, se- Giacomo Caradengo di Niella, neh3i7
condando lo zelo del pastore; il b. Otta- Federico Cibo nobile genovese, neh 34^
viano assai limosiniero morì nel 1 128 e fr. Gerardo Vascone di Bergamo agosti-

si venera nella cappella dis. Stefano nella niano, che giovò non poco alla sua chie-
cattedrale, ed i savonesi ne sperimenta- sa ed al popolo, massime nell'orribile pe-
rono, nelle pesti e altre calamità, senjpre stilenza deU348; egli trasse dalla soli-

l'efficace patrocinio. Il lodato can. Pale- tudine di s. Bartolomeo del Bosco gli a-
mone Luigi Bima pubblicò nel 1846 in gostioiani romiti, collocandoli in s. Ste-
Asti : Brevi cenni sulla vita del beato Ot- fano fuori della porla Guarda, e fu glo-
taviano vescovo diSavona.^eì i i 28 sles- riosonon meno per dottrina, che pel can-
so divenne vescovo Idizioo Ardizio, cui dore de'costumi. Antonio de'marchesi di
successe Vidone Lomello che fu al
il b. Saluzzo, e di Leonora di Savoia, fu poi
concilio di Laterano deli 179; nel i i83 arcivescovo di Milano; indineh 876 fr.
Ambrosio del Carretto figlio del conte En- Domenico de Lagne, domenicano teolo-
rico il Gae/c/o,chefuda Papa Urbano IH go insigne; nel i384 Antonio Viale ge-
delegalo a ridurre a migliore osservanza novese, nel 1894 Giovanni Firmano di
il rilassato monastero di s. Quintino di Fermo chiamalo Ugucciolo e traslato da
Spingo, la quale abbazia poi soppressa ne Sinigaglia, ottenne da Bonifaccio IX in-
vennero applicati i beni alla mensa ve- dulgenze per la cattedrale, e passò ad A-
scovile, con diverse obbligazioni alle par* scoli nel Piceno. Neli4o5 F. Filippo O-
rocchie adiacenti del monastero. A Uro sa • gerio francese,fu al concilio di Pisa e tras-
Tonese neh 198 fu vescovo, Bonifazio del lato a Damasco; per cui da Alesqui venne
CarrellOjche cede popolo il gius su Si-
al PielroSpinola nobile genovese, poscia dal-
gno; neh 199 Guala, neh 200 Elumosi- l'antipapa Benedetto XI lì nominato ar-
no già prevosto d'Asti, ed eletto dalla più civescovo di Cagliari. Neh4i3 Vincen-
parte del capitolo; neh 202 Antonio Sa- zo Viale genovese lodatissimo pastore, al
luzzo nobile savonese, trasferì nella cat- cui tempo Eugenio IV con diploma con-
tedraleil corpo delb. Ottaviano. Neh 206 fermò leimmuuilà del prepostoe capitolo
Pietro virtuosissimo, neh 221 il b. Bar- di Savona. Da Sagona vi fu trasferito nel
tolomeo di Novara a cui Onorio III per- 1443 Giambattista Calderiui, genovese
mise di ritenere la prebenda che godeva o savonese, prudente, erudito, giurecon-
per la povertà in che era caduta la chiesa sulto, .governatore di Todi e altre città
di Savona, che djovette difendere ne'suoi pontifìcie, passò poi ad Albenga. Paolo
diritti.Mortoneh2 3ogli fu sosti tuìtoEn- Il nel 1467 a'25 aprile nominò Giam-
rico, indi nel 124? Bonifacio, nel laSi battista Cibo genovese, da Sisto IV tra-
Corrado d'Ancisa, sotto il quale Innocen- sialo neh 47 2 a Molfetta secondo alcu-
zo IV disgiunse la plebania di Noli dal- ni, meglio al due di altri di JMelfi, e suo
48 S A V SAV
successore nel pontificalo col nomed'/«- re* Per sua rinunzia neh 58 7 gli succes-
nocenzo Vili. Gli surrogò Sisto 1 V il suo se Pietro Francesco Costa patrizio d'Al-
parente fr. Pietro Gara savonese dome- benga che restaurò decorosamente l'epi-

nicano i6 settembre, nel cui sepolcro


a* scopio, e mossi da* suoi impulsi i savone-
si legge il titolo di conte, pel dominio tem- si principiarono dai fondamenti la nuova
porale die vescovi per privilegio impe-
i cattedrale; dì soavi miniere, meritò che
riale ebbero sulla città. Nel i499 l'asse- Paolo V lo spedisse nunzio a Torino ove
gnò a'20 aprile il vescovato in favore del restò 18 anni con onore. Nel 1624 Fran-
cardinal Giuliano della /?orere savonese cesco M.' Spinola nobile genovese, e tea-
poi Giulio II. Prima di esserlo, a'38 gen- tino che incontrò gravi vertenze cogli or-
naio i5o2 rinunziò in favore del nipote dini e governatore della città per la pre-
Galeotto della Rovere di Lucca, e figlio minenza nelle pubbliche funzioni, e sic-

di sua sorella, anche vescovo di Noli e da come il governatore Passano pretendeva


lui Anche egli rinunziò
creato cardinale. collocare la sua sedia nel presbiterio in-
a'7 marzo i5o4> e Giulio II gli sostituì contro alla cattedra vescovile, nel i64i
il parente Giacomo della Rovere savone- interdisse il coro e l'aitar maggiore, cen-
se, già vescovo di iVIileto. Giulio li nel sura che irremovibile lasciò sino alla mor-
i5io conferì la sede al cugino cardinal te : in seguito di questa vertenza gli fu
Raffaele RìariOf che nel 1 5 1 6 cede la se- intimalo d'uscire dalla città e ritiratosi ia
de al consanguineo Tommaso Riario sa- Albisola, o Albizola (/^//>^ Docilla sul Me-
vonese, decano della metropoli di Pisa, or- diterraneo, ad una lega da Savona o me-
nato di prudenza, integerrimo e pio. Nel no: alcuni dicono Sisto IV nato a Celle 5
1 528 fu fatto amministratore il cardinal miglia lungi da Savona; altri lo vogliono
Agostino Spinola (^.) nato in Savona, nato ad Albisola, così affermano di Giu-
che resse pel suo vicario, facendo l'ordi- lio II), innalzò nella chiesa parrocchiale
naria residenza in Roma come camerlen- la cattedra che in memoria dell'avveni-
go, ma morto nel iSSy fu trasferito ia mento tuttora conserva. Richiamato dal»
Savona e sepolto nella tomba di sua fa- l'esilio nel 1 653 fece il suo ingresso a Sa-
miglia. Gli successe Ettore Fieschi nobi- vona in mezzo alle universali acclamazio-
lissimo genovese, celebre giureconsulto, ni, facendosi illuminazione generale. Go-
che Semeria chiama padre de'succes-
il vernò santamente più di 4o anni e morì
sivi 3 vescovi di Savona ; invece riporta neh 664- Alessandro VII gli sostituì Ste-
per vescovo Giacomo Fieschi il Rima, e fano Spinola nobile genovese somasco, e
lo dice fratello de'seguenti vescovi al suo : consultore di varie congregazioni di Ro-
tempo la cattedrale antica e maestosa, fu ma, come pieno di meriti e di dottrina,
atterrata per rediflcazione del forte. Nel egregio pastore. Neh 683
Francesco M.*
1 546 Nicolò Fieschi, che ottenne da Pao- Durazzo nobile genovese e teatino, cele-
lo IV la chiesa de'conventuali di S.Fran- brò il sinodo neh 699 il quale è ancora
cesco la quale per molti anni servì di cat- in vigore, e fu encomiato vescovo. Gli suc-
tedrale. Per sua rassegna nell'islesso an- cesse neh 722 Agostino Spinola patrizio
nOjil fra telloAmbrosio Fieschi fu vescovo. genovese somasco, traslato da Alacelo, dot-
Gregorio XI II elesse nel i SyG Cesare Fer- to, pio, zelante della disciplina ecclesia-
reriodi Biella de'signoridi Boriana trasla- stica, il cui busto si vede nella cattedrale
to in 1 vrea, e nel 1 58 1 nominò Domenico dentro la cappella di s. Giovanni Nepo-

Grimaldi patrizio genovese trasferito a muceuo. Nel 1755 Ottavio M." de'Masi
Cavaillon e poi ad Avignone. Da Moriana patrizio genovese, dotto somasco, valen-
vi passò nel 1 584 Gio. Battista Centurio- te predicatore, limosiniero a segno che si

ni uobile genovese, vigilantissimo pasto- spogliò di tulio, uou lasciuudo che il mi-
SA V SAV 49
sero letlo in cui giaceva, perciò da lutti aptid Saponaria/I e Tnllense, in presen-
amato e compianto. Nel 1776 Domenico za di Carlo 1 il Calvo re di Francia, e dei
Gentile, patrizio genovese, saggio e be- suoi nipoti Lotario e Carlo figli dell'im-
nemerito per avere sontuosamente risto- peratore Lotario I, e perciò de' sovrani
rato l'episcopio e riedificato il seminario de' 3 regni, assistendovi i vescovi di 12
che ampliò e rese elegante. Per sua ri- Provincie. Furono fitti 3 canoni, la mag-
1

nunzia nelj8o5 Pio VII trasferì da Sar- gior parte de'quali riguardano affari par-
zana fr. Vincenzo M.* Maggioli patrizio ticolari. 11 i.° ebbe per iscopo di procu-
genovese e domenicano, dinante il cui go- rare che fosse conclusa la pace tra Carlo 1
verno il Papa qua! prigioniero dimorò in il Calvo e suo padre Luigi II imperato-
Savona. Pio V 1 colla bolla Dominici gre-
1 re e re di Germania. Il 1° ordina l' u-
gis^ÓQ^W 8 dicembre %io,Biill.Rom.cont. 1 nione tra' vescovi, e che si tengano si- i

t. i5, p. 35f , essendo in tale anno per nodi interrotti da qualche tempo per la
lui fatto vescovo Giuseppe Vincenzo Ai- discordia che regna tra'principi. Nel 3.**
renti di Dulcedo, unì a Savona il vesco- si felicitano detti Carlo I e nipoti Lo-
i

vato di Noli (^.), onde il vescovo s'inti- tario e Carlo, per la concordia e pace tra
tola di Savona e di Noli : nella sala del- loro. Nel 4-° viene rimesso al giudizio di
l'episcopio, Papa celebrava la mes-
ove il Venilone arcivescovo di Sens e di 3 ve-
sa, per ricordare memorabite sua di-
la scovi, l'affare di Tortoldo già diacono di
mora, gli eresse un busto marmoreo con Sens, che avea voluto ingerirsi di fare le
analoga iscrizione. Trasferito neli83oa funzioni vescovili a Bayeux. Il 5.° Ordinai
Genova, nel 833 Gregorio XVI gli sur-
1 che il suddiacono Anscario,che avea vo-
rogò A gostino M.^de Masi nobile genovese, luto prender possesso della chiesa di Lan-
che fu amato dal clero e dal popolo. Per di gres, essendone ancor vivo il vescovo, do-
lui morte nel concistoro de' 24 gennaio manderebbe perdono e sarebbe ammesso
1 84^p»*econizzò l'odierno vescovo mg.^A- a prestar giuramento che non lenlerebbe
lessandro de'conti Riccardi di Netro,nato mai più nulla di simile. Nel 6. "sull'accusa
inBiella,cav. de'ss. Maurizio eLazzaro,ca- falla dal re Carlo I contro l'aicivescovo
nonico della metropolitana di Torino, ed Venilone come ribelle, venne ordinato che
elemosiniere del re Carlo Alberto. Le due gli sarebbero fatti i processi a norma dei
diocesi di Savona e Noli si estendono in canoni. Il 7.° ordina che si citerà innan-
circa 34 miglia di territorio, e contengo- zi al i.** concilio Attone, il quale di sem-
no più di 28 luoghi. Ogni nuovo vesco- plice monaco dell'abbazia di s. Germana
vo è tassato ne'libri della camera aposto- d'Auxerre,era stato fatto vescovo di Ver-
lica in fiorini 235, ascendendo le rendite dun, elezione non regolare. L'8.° e il 9."
a più di 1900 scudi. La Civillà cattolica riguardano i bretoni : viene proibito a'io-
nel t. g,p. 543, parla òeWa Storia del co- ro vescovi di sottrarsi alla giurisdizione
mune di Savona scritta daFrancescoTor- dell'arcivescovo di Tours loro metropo-
teroli savonese, Savona 1849- ^^ critica litano, avvisandoli altresì di non aver co-
la biasima, la qualifica scritta con ispirilo munione cogli scomunicati, e di esorlare
di parte, per un suo fine particolare, in il loro re Salomone a mantenersi fedele al
breve la chiama diceria della grandezza re Carlo L Sono pure avvisati gli scomu-
d'Italia una e indivisa. nicati, che viene loro accordato tempo di
SAVONNIERES. Antico luogo di dopo il quale
pentirsi fino al i.° concilio,
Francia presso Tool nella Lorena , nel verranno fulminati col più terribile ana-
quale più non rimane che una chiesa dedi- tema. Nel 0.° furono letti 6 capitoli del
1 i

cala a s. Michele. Vi fu tenuto un conci- concilio diValenzanelDelfinatodeir85D,


lio a' 1
4 giugno 859, chiamato Concilium sulla grazia, sopra de'quali alcuni del par-
VOL. txii. 4
So SAX SCA
tito d'Incmaro vollero fare alcune rimo- Brescia, fin dai più verdi anni vestì l'a-
slrnnze ma Remigio di Lione li quie-
; bito dell'ordine de'piedicatori, in cui ot-
tò, e il concilio pronunziò che questi ar- tenne per la sua rara dottrina diversi o-
ticolisarebbero esaminali neh .** concilio iiorevoli gradi; insegnò in Cremona e in
dopo rislabilila la pace; furono pure letti altre città di Lombardia con tale succes-

I o canoni del recente concilio diLangres. so, che fu annoverato Ira'più insigni teo-
Nell'i 1° si scongiurarono Carlo I e Ro- logi e i più famosi oratori del suo tem-
dolfo arcivescovo, per la croce e pel san- po. Siccome poi ad una profonda erudi-
gue di Gesù Cristo, di conservare il pri- zìoneaccoppiava una soda pietà, gran pru-
vilegio d' un'abbazia di s. Benedetto, di denza e pari 7elo per la purità della fede,
cui quell'arcivescovo erasi impadronito. il suo merito fu conosciuto nella corte di

Nel 12.° fu data commissione ad alcuni Roma, e Clemente Vili lo nominò inqui-
vescovi di compilare degli statuti partico- sitoreed incaricò d'invigilare sulla con-
lari per le diocesi. Finalmente nel 1
3." fu dotta degli eretici nelle diocesi di Pavia,
stabilito che vescovi,! quali hanno assisti-
i di Cremona e di Milano. In quest'in) pie-
tempo hanno contrat-
lo al concilio,in pari go egli si diportò con una saviezza e vi-

to un'unione di suffragi comuni agli tmi gilanza che gli fecero onore. Paolo V chia-
e agli altri, durante la loro vita edopo la matolo a R.oma io fece commissario del
loro morte, ed ordina che celebreranno la s. offizio.' In questo nuovo posto die al-

messa gli uni per gli altri nel mercoledì di tre prove di sua abilità, e si fece de'po-
ciascuna settimana. Cowc/V/or. t. 8,p.647' tenti amici nel sagro collegio. Colla sua
SAXO, Cardinale. V. Sasso. vigilanza potè impediieche nel luogo det-
SAXOLO, Cardinale. Tra'cardinali to leSelle sale presso il Colosseo, alcuni
che si trovarono al concilio celebrato da empi sagrifìcassero un innocente bambi-
s. Paolo I nel 761, vi fu il cardinal Sa- no al demonio per averlo propizio, facen-
xolo dell'ordine de'preli e del titolo di s. do arrestare gl'iniqui neli' atto di com-
Ciriaco. mettere l'orribile delitto, quindi furono
SBlDAoZUDA. Sede vescovile d'Isau- impiccati. Pe'servigi resi alla religione co-
ria nel patriarcato d'Antiochia, sotto la gli scritti e con l'impegno onde esercita-
metropoli di Seleucia, eretta nel V secolo. va il grave suo uffizio. Paolo V agli 1

Conone suo vescovo sottoscrisse la lettera gennaio 1621 lo creò cardinale prete di
sinodale del concilio di Calcedonia all'im- s. Clemente e vescovo di Melfi e Rapol-
peratore Leone, sulfassassinio di s. Pro- la, dove celebrò il sinodo, stabilì la con-
tero d' Alessandria. Oriens christ. t. 2 ,
gregazionedeila dottrina crisliana,accreb-
p. 1027. be le rendile della mensa episcopale e so-
SCIRRO. F. Cirro, Milizia e Fran- stenne con sacerdotale intrepidezza i di-
cniGiE. ritti di sua chiesa, a cui in gran numero
SCABlNO,iSrrtZ'/««5. Antico magistra- compartì altri benefizi. Nel 1622 Grego-
to,Giudiceo Governatore (F.) delle città rio XV lo trasferì a Como, che rinunziò
e Provincie, ed anche officiale del Alimi' per potersi tutto applicare alle congrega-
cipio [F.) incaricato dell'ordine pubbli- zioni e agli alluri di Roma, dove sid ter-
co e dell'amministrazione della città. In minare del 1626 fu chiamato da Urbano
Germania vi ebbero scabini anche nelle Vili. Intervenne a'conclavi di questi due
università, ed in altre civiche corporazio- Papi, ed all'elezione del 2." si mostrò co-
ni. A'. Conte, Comunità' Comune, Placi- .stantemenle contrario. Fu uomo di men-

to ed i relativi articoli. te quadra e di talento sottile e penetranle,


SCAGLIA Desiderio, Cardinale.^ alo grato verso i benefattori, ofìicioso cogli
nobilmeote in Cremona, e originario di umici e dotalo d'incomparabile aUàbilità
SCA SCA 5i
e cortesia, congiunta a soverchia muni- nnndo I re dì Napoli, per opera de'han-
ficenza e splendidezza. Però aggravato dai cesi. Vanta Scala il b. Gerardo, che altri

debiti, non meno che dall'età e dalle fa- fanno provenzale, fondatore o i.° rettore
tiche, finì di vivere settuagenario in Ro- dell'ospedale dell'insigne ordine Ceroso^
ma nei 1609, e fu sepolto nella chiesa di limitano [F.). Di più, fu in questa città
s. Carlo a| Corso con nobile epitaflio, po- che s. Alfonso di Liguori nel 1782 istituì

stovi dal suo nipote Deodato Scaglia ve- la benemerita congregazione del ss. Re-
scovo d'Alessandria, che l'aveva succedu- dentore (y.). L'evangelio fu predicato dai
to nella chiesa di Melfi. discepoli degli apostoli nel i ."secolo di no-
SCALA, Scalae. Città vescovile del stra era,ed i fedeli costruirono per i .' chie-
regno di Napoli, nella provincia del Prin- sa quella che dedicarono a Dio onore di in

cipato Citeriore, distretto e capoluogo di s. Sisto I Papa del 32,dis. Lorenzo e di s.


i

cantone, a 3 leghe e presso il golfo di Sa- Eustachio. Da questo santo invittissimo


lerno, alle falde di un ripido monte. Pos- romano vuoisi originata l'antica e celebre
siede l'antica chiesa cattedrale di bella ar- famiglia d'Afflitto, in cui fiorirono tanti
chitettura, ornata di stucchi, sotto l' in- illustri personaggi, che fecero onore alla
vocazione di s. Lorenzo, protettore della loro patria Scala, e siccome il santo fu af-
città, la quale dai fondamenti fu rinnova- flitto e cruciato dalle frezze,dicesi che tale
ta neh 4oo,
e compita del tutto nel 1 598. famiglia prese il cognome d'Afflitto. Pa-
Ivi venerano molte reliquie, ed un brac-
si pa Giovanni XV nel 987 vi eresse la se-
cio di s. Teodoro patrono della città. Mi- de vescovile,che fece sulfraganea della me-
rabile è la confessione con marmoree co- tropoli di Amalfi, ed in tale anno viene
lonne, e fra le cappelle primeggiano quella registrato per i." vescovo Sergio. Dopo
della B. Vergine Assunta, e quella del mi- di lui non si trova altri fino ad Alessan-
racoloso ss. Crocefisso. Celebri sono le due dro del 1 18, indi Orso neli i44> ^ll'o
torricampanarie.il capitolo si componeva Alessandro nel 1171, a contemplazione
delle dignità d'arcidiacono, arciprete, pri- del qualeCelestinollI neh 19 r colla bolla
lli icerio, cantore e tesoriere, e di 1 2 preti In Aposlolicae stabilì i confini della dio-
capitolari. Eranvi monasteri di monache, cesi. Neh 207 gli successe Costantino del-
conventi ed alcuni sussistono,
di religiosi la nobile famiglia d'Afflitto di Scala,dolto
con diverse chiese, rospedale,alcune con- e probo, che consagrò la chiesa di s. Mi-
fraternite e qualche stabdimento scienti- chele arcangelo padronato di sua famiglia.
fico.Questa città posta in aria salubre, tra Nel 1227 Matteo d'Afflitto di Scala, vir-

colliameni e ampio territorio,fu chiamata tuoso e di singoiar pietà confermando ,

negli antichi tempi Caniam^pev cui si pre- sotto di lui Federico II le immunità e
tese edificata da Cam figlio diNoè;dai ro« grazie concesse dal duca Ruggero; con-
mani fu denominata Scala,eda loro fu rie- sagrò la chiesa di s. Eustachio, e al suo

dificata all'epoca di Costantino I il Gran- tempo si fondò la maggior campana della


de: ebbe il suo Campidoglio, bagni, dei i cattedrale. Nel 1 3 1 3 fu vescovo A..., indi

templi, il teatro e altri edifizi di cui si ve- Teodoro Scacciavento di Cava; nel i328
dono gli avanzi. Fu munitissima, popola- fr. Guglielmo Lombardo domenicano in-

ta e splendida. Venne distrutta sotto Lota- tegro; neh 342 fr. Guglielmo francesca-
rio 1 imperatore e nuovamente rifabbri- no; nel 1349 ^*'' Giacomo Sazali o Ser-
cata dai pisani. Appartenne in seguito al sale di Sorrento domenicano dotto e assai
ducato di Amalfi, ed a Ruggero normau- illustre. L'antipapa Clemente VII v'in-
no, ed a' tempi di s. Bernardo era opu- truse fr. Guglielmo. Bonifacio IX elesse
lente e forte. Soggiacqiu^ a nuove rovine Andrea traslato a Ravello; nel 1 897 Pie-
sotto Federico 1 1 imperalore,e solloFerdi- tro, trasferito a Termoli; fr. Pietro Pie-
52 SeA SCA
truccio de Peoni domenicano
grande in dal purgatorio a chi avesse celebralo nel-
esliniazione a Ladislao redi Napoli; da lui maggiore del Nome di Gesù nella
l'altare

lechiese parrocchiali diScala ch'erano 3 o, ove il vescovo ornò il pulpito.


cattedrale,
furono ridotte a 8. Natale Mastini Afflit-
1 Gregorio XIII neh 583 elesse Francesco
nbbatee arcidiacono di Scala, Martino
ti, degli Afflitti nobilissimo di Scala, dotto,
V lo fece vescovo nel i4i8, insigne giu- pieno d'integrità e virtù cornei suoi mag-
risperito, esemplare pastore,che riuscì ca- giori; questi ripristinò la disciplina eccle-

ro a tulli, efu sepolto avanti l'altare di s. siastica con utilissimi decreti, unì diversi
Paolo da lui eretto in cattedrale. Gli suc- benefìzi al capitolo,eresse l'archivio dell'e-
cesse, neli45o fr. Evangelista Firiolo di piscopio,abbeHì la cattedrale;coireserapio
Amalfi, commendatore dell'ospedale di e colle parole edificò il popolo, divotissi-
s. Maria de'crociferi; indi neh 465 Mat- mo della B. Vergine fece una lascila ac-

teo de Dote d'Amalfi n'era vicario e ar- ciò nelle sue vigilie solenni si cantasse la
cidiacono, lasciò bella fama di se, e de'be- Salve Regina .'adornò magnificamente la
dì al capitolo per la celebrazione d'un an- cappella di Paolo eretta dal predeces-
s.

niversario in suo suffragio, e per la cele- sore Natale, ed ivi con esso volle essere

brazione di una messa cantata nelle do- sepolto. Clemente Vili neh594a'7 gen-
meniche all'altare maggiore della catte- naio gli sostituì fr. Gio. Battista Serigna-
drale. NeliSoo Giacomo Pisanello d'A- ni della diocesi di Salerno, insigne teo-
malfijcd ivi arcidiacono, di singolari virtù logo domenicano; per la breve sua vita ai
ornato; nel i5i i Ferdinando di Castro 7 novembre nominò Floriano Nanni del-
spagnuolo di Cordova, fu al concilio di la diocesi di Bologna, canonico regolare
Lalerano e abdicò nel 5 5; onde Leone j 1 Iateranense,dotto ed erudito, insigne pre-
Xgli sostituì Baldassare del Rio spagnuo- dicatore, autore d'opere, lodato pastore,
lo canonico e arcidiacono di Siviglia, al fu benefico colla cattedrale, cui donò di-
cui tempo Scala fu desolata dalla peste. versi sagri utensili. Nel 1598 Clemente
Clemente VII neli53o lo nominò gover- Vili creò vescovo di Scala fr. Francesco

natore di Roma, e pare che lo fosse sino Benni de'servi di Maria di Budrio, enco-
all'agosto i532 ; morì in tale metropoli miato per pietà e dottrina, in tempo del
nel i54o,fu sepolto nellachiesa di s.Giaco- quale il Papa a' 3i luglio i6o3 unì in
mo degli spagnuoli,incuiil fratelloFran- perpetuo a Scala la sede e diocesi vesco-
cesco o fr. Genuino gli celebrò i funerali, vile di ^tì!v'e//o( A'.), con questo però, che
e pose al suo sepolcro un epitaffio. Paolo Scala continuerebbe ad essere suifraga-
Ili neli54i fece vescovo Lodovico Van- nea di Amalfi, e Ravello resterebbe im-
nino deTheodoli nobile forlivese, canoni- mediatamente soggetto alla s. Sede. Il ve-
co regolare del ss. Salvatore, molto dot- scovo Benni morì in Scala, e fu sepolto
to e poi (raslato a Certinoro. Nel i548 nella cattedrale; il 2.° vescovo di Scala
fr. Gaspare de Fossa di Cosenza generale e Ravello fu fr. Michele Bonsi minore ri-

de'minimi, dottissimo, virtuoso e pruden- formato già penitenziere Lateranense, ed


te, indi trasferito a Calvi :• gli successero ebbe a successori riportati aRAVELLo,o-
i

nel 1 55
A IfonsoRomero spagnuolo dei
1 fr. ve pur notai, che Pio VII neliS 18 sop-
minioii; nel i552 fr. Costantino Veltro- presse le sedi vescovili di Scala e Ravello
ni di Monte s. Savino agostiniano, esimio e le riunì all'arcivescovo d'y^wi^//? (^.).
teologo, traslato a Cortona; nel iSSy fr. SCALA. Congregazione di religiosi o-
Feliciano Niguarda di Como, domenica- spedalieridellaMadonna della Scala a Sie-
no e insigne teologo, già vescovo di s. A- na. Alcuni ne fanno fondatore il b. Ago-
gata de'Goli, a cui Gregorio XIII concesse stino Novello, il quale dopo essere stato
il privilegio della liberazione d'un'auima cancelliere o giudice supieaiOj prefetto
SCA SCA 53
di tutti i tribunali di Manfredi re di Si- Madonna della Scala, cos'i detto, perché
cilia, sì fece dell'ordine degli eremiti di s. nello scavar la terra si trovarono 3 gra-
Agostino, poi Sagrista (F.)(\e\ Papa yiaov- dini di marmo creduti avanzi
di un tem-
maggioiSog nel romitorio di s.
to a'19 pio pagano.Compiuto il suo spedale e ,

Leonardo, 4 miglia fuori di Siena, dove grandemente aumentato, il b. Sorore non


molto accrebbe il vantaggio di quell'o- si contentòdi alloggiarvi ipellegrini,ma vi
spedale, come osserva il Novaes bene in- ricevè gli ammalati tanto delia città che
formato di tuttociò che riguardaSiena,di forestieri, e poi anche bambini esposti,
i

cui fu canonico ed ove dimorò. Quelli che medianlelepieoblazioniricevute,islruen-


celebrano il b. Novello istitutore di questi donellearlii fanciulli per procurar ad essi
ospedalieri, lo crederono tale per aver egli stabile sostentamento. Allepersone che si

persuaso Restauro ricco di Siena, a lascia- unirono al b.Sorore per la caritatevole as-
re tutti i suoi beni all'ospedale della cit- sistenza de'poveri, egli prescrisse partico-
tà, al quale nel 1 3oo il b. Agostino otten- lare vestito e alcune regole riguardanti la
ne dal Papa Bonifacio Vili molti privi- loro direzione,il serviziodenl'infermi.l'ac-
legi ed esenzioni, onde quelli che Io ser- celtazione de'pellegrini, e l'elezione degli
vivano presero il nome di religiosi, ed e- uffiziali. Allre regole riguardavano il ret-
gli prescrisse loro il tenore di vita e de- tore,altrelesuore.Tutlefurono approva-
terminò l'abitodel priore.Secondo ilTem- te dal vescovo di Siena Gualterano, e con-

Diasi nella Storia diSiena l'ospedale già fermate più tardi da Celestino III e altri
a vea religiosi neh 29-2, ai quali era slato Papi, facendosi in diversi tempi opportu-
affidato neh ig4 coll'autorità di Celesti- ne variazioni, pel vantaggio del pio luogo.
no III il governo dell'ospedale, rimoven- Tale fu la fama dell'ospedale della Scala
done canonici della cattedrale, e altri che
i di Siena, che diversi d'Italia adottandone
non bene Tarn ministravano, e sottomet- i regolamenti a lui si sottoposero, rico-
tendolo governo della repubblica sane-
al noscendolo per capo. I principali ospeda-
se, la quale forse a mezzo del b. Novello li dipendenti da quello di Siena furono

procurò migliore ordinamento a'religiosi, quelli di Firenze,di s. Geminiano, Acqua-


assegnando loro la regola di s. Agostino. I pendente, Rieti, Todi, s. Miniato, Poggi-
più però vogliono che il fondatore de're- bonsi, s. Savino, Barberino, e Città della
ligiosispedalieri della Madonna della Sca- Pieve, i quali però in processo di tempo
la di Siena fosse ilb. Sorore,ivi nato nel- si sottrassero dall'ubbidienza del rettore
1*832, il quale fino dalla tenera età me- ospedaliere di Siena. Tulli questi speda-
nò vita esemplare. Dedicandosi al soccor- lieri in seguito ebbero bisogno di riforma,
so de' poveri pellegrini, che passavano da ma come non vollero mai intraprender-
Siena per andare a Roma, assegnò loro la, furono soppressi verso la metà del se-
per ospizio una piccola casa che possedeva colo XVI. 11 b. Sorore si associò nell'am-
contigua alla cattedrale. 11 suo esempio e ministrativo duegentiluomini sanesi,chia-
zelo infervorò concittadini a contribuire
i raati i savi della Madonna della Scala,
alla sua ospitalità,a segno che potè ingran- emorìpiamentea'i 5 agosto 898. Di que-
dire l'ospizio. I pellegrini che ne sperimen- sti religiosi ospitalieri, cui diede nuove co-

tarono la benefica assistenza, tornali alle stituzioni il b. Novello, trattarono l'Ur-


loro patrie celebrarono i ricevuti aiuti, per gugieri,Lombardelli, il p. Helyot, il p.Bo-

cui non pochi mandarono al b. Sorore ri- nanni e altri, quest* ultimo descrivendo
levanti somme, onde si trovò in grado di l'abito nero che usavano e riportandone
innalzare spaziosa fabbrica per ricevere la figura nel Catalogo degli ordini reli-
un più gran numero di poveri, gettando giosi 1. 1, p.i4o, ove si vede nella parte
le fondamenta del celebre ospedale della sinistra della mezzetta una scaletta di se-
54 sex SCA
la gialla, sovrastata dalla croce, insegna lantìuni. Il can.*' del Sodo nelle Chiese di
dell'ospedale. Ronia^ di quella de'ss. Michele e Magno,
SCALAoSCALEA yScalae^Scalarum dice: Vi è una scala la quale si sale in gi-
grachis. Ordine di gradi avanti a Chiese o nocchio, conforme a quella di Giovan- s.

altro edifjc'o. Ne trattai a Chiesa, e descri* ni in Laterano o Scala santa. Che cosa
vendo i sa^v'i 2''empii rimarcai e descrissi le la si sia, non lo si sa. Solo vi è gran di-

scale più maestose di Roma e di altrove. vozione. L'AI veri, Roma in ogni stato t.

Delle scale delle chiese, notai nel voi. XI, 2, p. 243, trattando di detta chiesa nar-
p, 229, che di alcune le scale furono og- ra che fu chiamata anco in Cappella, per-
getto di particolare divozione, come le se- chè soleva pagareal palazzo pontificio cer-
guenti. La Chiesa di s. Pietro in /fatica- ta somma di denaro ogni anno. Che leg-
no (^,), i fedeli inclusivamenle a Carlo gesi sulla porta della chiesa, cioè di quel-
Magno solevano salire in ginocchio suoi i la per la quale si sale in essa con 33 sca-
24 antichi gradini postivi da Costantino lini, la seguente memoria, che ivi scris-

1 il Grande baciandoli ad uno ad uno


j se Luca da Fano celebre scrittore, già mu-
per lucrare l'indulgenza. La Chiesa di s. sico tenore della cappella pontifìcia: C/e-
Maria d' Araceli (/^.), formata di quei mente FUI Pont, Max. Ecclesiae b. Mi-
moltissimi gradini ivi enumerati. Fu as- chaelis Archang. et s. Magni episcopi et
sai stravagante e inumano l'operato da mart. Scala Populidevotione Celebris re»
Gio. Pietro Caffarelli, nel pontificato di stituta etpicturis ornala, pontificatus an,
Clemente Vili. I contadini nell'estate si 12 Chri. sai. i6o3. Il Venuti, Roma mo-
coricavano a dormire in dette scale, on- derna, p. 1 2 1 2, dice che salendo inginoc-
de CalTarelli fece chiudere in una botte chioni i 33 gradini di questa scala santa,
quantità di sassi, e poi dall'alto del ripia- e meditando la Passione di Gesù Cristo,
no la lasciò precipitare giii per le scale, sì acquistano moltissime indulgenze. Al
per ispaventarei contadini addormentati tempo Teodoro Sprengero, che pub-
di
coirimprovvisoslrepito; e non solo li spa- Roma nuova in Francfortnel
blicò la sua
ventò,ma ne stroppiò alcuni. Il p. Casimi- 1660, dice a p. 237 Mulieres rigoreni :

roda Roma, Memorie di s. Maria in Ara- mariloruni rependo a tempio s. Puden*


celi,p. 27, notò gli scrittori che errarono tianaeyusque ad Mariani Majorem miti»
nel numerarne i gradini. La Chiesa dei gari putabant. Questo costume durava
ss. Michele e Magno (^.)j di cui parlai ancora neh 722,in cui il p.Mabillon pub-
ancora nel voi. L, p. 269. Il Cancellieri blicò il suo Museo Italico, poiché nel t.

\\t\MercalOi^. o, riferisce che alcuni han


\ I, p. 49 attestò: Fidinius haud raro mu-
per costume di salire la scala di questa lieresreptando in genua, non solimi ad
chiesa in ginocchio, come la Scala santa Scalam sanctam,a d a nani vixunquam a-
(/^.), e come anticamente a'22 di giugno Ho modo ascenditur; vero etiam ads. Ma-
le zitelle per implorar la grazia di trovar riani Majorem ex vicinis domi bus pro-
inarilo, eie maritate per aver quella del- gredì ^ quod anliquae pietatis vestigiuni
la prole, salivano le scaie della vecchia ba- est. Idem in basilica, quae Ara Coeliap-
silica Vaticana. Perciò il Torrigio, Grot- pellatur, usuvenit. Ricordai nel voi. XI f,
te Vaticane^ p. 1 24, lasciò scritto; Ex ve- p.i22,che Clemente Vili fusi divolo del-
teri Kalendarioiijunii^ io milliaMar' la basilica dis.Maria Maggiore, che seb-
t^rnm. Habemus de eoriim reliquiiSj et bene podagroso, si recava a piedi scalzi ad
fo die multi ludo nudi er uni conjluiladba- essa prima dell'apparir del giorno, e più
silicamt flexis gcnibus gradus ascenden- volte sab genuflesso il monte£<quilinoe
(ìuniyetfaculasaccensas innianu geslan- le scale della basilica, e giunto alla porta
tiuNìj sacrumque prò Martyribus posta- aspettava che si aprisse. Già u Gradi o
SCA. SC A 55
Gradini parlai di quelli de* Fonti sngrt zione di Spine (P^.)j onde tutto grondan-
( ^.), delle iDemorate scale d'Araceli e dei te di sangue in alcuni gradini ne caddero
ss. Michele e Maglio, di quelle deli' /aliare diverse goccie, per andare al Calvario ad
(/^.), mentre per quelle dell'aliare mag- essere crocefisso,come notai in più luo-
giore lo loccai a Presbiterio, di quelle del ghi, e nel voi. XX^,p.i7, 20 e 2 i, di-
Trono (A'.), e del tempio di Giove salite cendo delle località santificate da Gesù
inginocchioni.DeH'originede'gradini del- Cristo e degli avanzi del palazzo: quindi
la Mensa dell'altare, cenno anche nel
feci questa scala fu per antonomasia detta 5Vz/z-
voi. XXXI V, p. 3. Della Solea dell'anti-
I ta. Ivi notai come s. Elena, madre del-
che chiese, o luogo rilevato da alcuni gra- l'imperatore Costantino I il Grande che

dini sopra il rimanente del coro, ragionai aveadatopacealla Chiesa e donato ai Pa-
a Pulpito ove riparlai óeU' Ambone, l'u- pi per loro abitazione il Palazzo Lalera"
no e l'altro avendo scale, e nel voi. XI, nense(P^.)y chiamato ^01 Patriarchio, vev-
p. 226. I Papi anticamente si facevano so il 326 in cui trovò in Gerusalemme
coronare sulle scale della basilica Vatica- la vera Croce (^.)j tolse dal palazzo di
na, il che riportai a Coronazione de'Papi Pilato i 33 gradini della scala, due co-
e artìcoli relativi. A Salmi Graduali dis- lonne e tre porte, e con altre importanti
si che furono così detti perchè venivano e preziosememorie di vote ne arricchì Ro-
cantati nel salire i i5 gradini del tempio ma, inviandole a Costantino I. La scala fu
di Gerusalemme. Delle più magnifiche dal Papa s. Silvestro I collocata colle tre
scale de'palazzi e altri edilizi, non mancai porte nel palazzo di Laterano, alferman-
parlarne a'iuoghi loro. do M. Attilio Serrano, Delle sette chiese
SCALA SANTA e Insigne Santuario di Roma, p. 72: Has secunduni majoruni
ri Sancta Sanctorum, o ss. Salvatore al- traditioneni accepimus quibus
ìlla esse,
ia Scala santa. Santuario, con chiesa o Christus praesidis domum tempore Pas'
oratorio e cappelle nel rione Monti di Pio- sìonis ascenditi quare ob ejus niemoriuni
ma, situato incontro alla basilica Latera- flexis genihus maxima pietate viri^ac mu-
nenseyUeWiì Piazza clis. Giovanni in La- lieres quotidie ascendunt. Qiiod quani
terano (V.), già contiguo al Palriarchio piuni sitfactu, quamque laudabile, uni-
Laleranense, e ad esso unito tanto l'ora- cuìque satis persuaderi potesl.^o\a^% lìiiì'

torio che la Scala santa. Nella metropoli la Storia di Sisto Elena po-
/^, dice che s.

della Giudea j\a celebre Gerusalemme i\\ se la scala santificata dal Redentore nel
era un gran palazzo destinato per abita- portico del palazzo di Laterano, presso la
zionedel preside, con iscala corrisponden- scala che conducevaal patriarchio del Pa-
te formata da gradini di marmo bianco pa. Il Marangoni e altri, riproducendo la
venato di Tiro. Per questa Gesìc Cristo Relazione della scala di Pilato, scritta nel
nella sua Passione [F.) salì e discese più IX secolo da Megisto monaco e abbate
volte spettacolo di pazienza sublime, es- del monastero di s. Gregorio al Celio, indi
sendo condotto nel pretorio innanzi Pon- nel pontificatod'Urbano V verso ili 36/
zio Pilato governatore romano della Giu- ritrovata nell'archivio della basilica La-
dea, cioè quando a lui fu portato dai giu- teranense, dal suo canonico Nicolò Pro-
dei con diverse accuse, ma trovato inno- cessi, il quale vi aggiunse altre memorie
cente l'adorabile Salvatore, da venne lui antiche, riferiscono che la Scala santa fu
mandatoad Erode re di Galilea, che allo- bagnata da Gesù Cristo nella sua passio-
ra trovavasi inGerusalemme,il quale prin- ne col suo prezioso sangue , che ancora
cipe lo rimandò a Pilato, ed allora risalì in pili luoghi di essa si vede, non senza
e nuovamente discese le memorabili sca- miracolo dopo sì lungo spazio di secoli,

le, dopo la Flagellazione (F.) e corona- il quale viene indicalo sotto alcune croci
56 se A SC A
ivi afllsse. Che ad istanza di s. Elena, s. &to artìcolo lo riportai. Novaes nella Sto-
Silvestro I concesse a tulli quelli che a ria di Sergio II racconta che nell' 844
capo scoperto avessero fatta orazione per in cui fu eletto Papa, dispose in forma di
ciascun gradino, un anno della remissio- scala con un. portico a più archi, avanti
ne de'Ioropeccati, indulgenza che vuoisi le porle della basilica Lateranense, i 28
confermala da s. Gregorio I e accresciuta gradini santi fi cali iiiGerusalemmedalSal-
a due anni per ogni scalino. Questo Pa- valore Gesù Cristo, mentre saliva in casa
pa tutte le volte che passava innanzi a que- deiromano preside Pi lato, quali traspor- i

sta scala, piangeva la passione del Salva- tati in Roma da s. Elena giacevano oc-

tore, narrandosi altrettanto di s. Grego- culti in quella basilica. Il Rinaldi all'an-


rio li del7i5, il quale era solito dire clie no 844» ^° ' 3, ecco come traduce quanto
non mai la saliva senza una grande coni • l'Anastasio riporlo del fatto alla basilica
piinzione. Sopra questa scala fu costume del Salvatore da SergioII. « Egli anche

a' peuilenti di far la pubblica loro Peni- feceun'ottima opera avanti le porte di
tenza ^ come si legge di Fabiola, la quale questa veneranda chiesa, perocché espo-
inginocchiata su quesli gradini, e nella ba- se alla divozione di tulli i sagri liminari,
sìlica del Salvatore, fra gli altri pubblici che stavano prima nascosti, edificandovi
penitenti, a vista di tutta Roma fece la dai fondamenti begli archi, e adornan-
i

sua penitenza nel 3go,pel pubblico scan- doli di varie pitture ". Il Rinaldi opina,
dalo dato nel prendere il 2.° maritoj qui- che l'Anastasio intendesse pei sagri limi-
vi ella comparve vestila di sacco col capo bari, quella che oggidì si chiama Porta
asperso di cenere, sgorgando dagli occhi .vrt/?tó(/'^.),ovverocheegli impropriamen-
gran copiadilagrime.il Panvinio, Dese- te pigliasse i liminari in cambio di scale;
ptem Urbis ecclesiae,ci'edelie dì trovare imperocché non si trova che per antico
menzione della Scala santa nella vila d'A- fossero altri liminari che quelli degli a-
driano I dèi 772, di Anastasio Bibliole- posloli s. Pietro e s. Paolo, i quali erano
cai io, il quale riferisce : che il Papa or- dai fedeli frequentemente visitali e bacia-
dinò di riunire ogni giorno 1 00 e piti po- ti; laddove si sa, che la basilica Latera-

veri nel Patriarchio Lateranense 3 e pre- nense fu illustrata per la scala santa. Si
cisamente nel portico, il quale è presso la legge nella Relazione dì Me^xsio pubbli-
scala, che mette nel patriarchio. Allequa- cata dal citalo Marangoni, che questa sca-
li parole d'Anastasio, aggiunge Panvinio, la fu salita di votamente da Pelagio li del
quani nane sanclain dicimus. Più di tale 578, portando le reliquie di s. Andrea a-
testimonianza ha maggior valore il se- poslolo e di s. Luca evangelista, che col-
guente passo della vita di Sergio li. « E locò nell'oratorio di s. Lorenzo, coll'assi-
fece un'allra opera veramente ottima a- stenza di tutti gli ordini della curia, ve-
vanti le porte di questa veneranda basi- scovi ecardinali. Papa s. Sergio l del 687
lica,che situò in luogo a potersi vedere salì a piedi scalzi questa scaia, portando
da tulli sacri Liniini, i quali pria erano
i il legno della vera Croce, che pose nel-
nascosti, costruendovi di pianta bellissimi l'oratorio dis. Lorenzo. Stefano III del

archi, i quali adornò elegantemente con 752 nudi calò per questa scala,
a piedi
Tarie pitture". Il Soresino, De scala sari' portando sulle proprie spalle con altri sa-,
day si propose dimostrare, che qui per cerdoli l'immagine Acheropita. Anche A-
Sacra Liinina si devono intendere le sca- driano I del 772 fu veneratore di que-
le sante, le quali essendo confuse e scom- sta scala, e spesso fu veduto salirla a pie-
poste, furono da Sergio II neir844 ^^'' di nudi, lo che fece il successore s. Leone
dinate e coperte di archi. Veramente ciò III nel
795 in ginocchione per la gran
che debbasi ioteuderepei* Liiniiuif a que- divozione che le prolcssava. Nelle sue Ui-
se A SCA 57
boinzioni s. Leone IV (leir847 , unendo lato avanti il palazzo Lateranense pres-
all'orazione la meditazione della passio* so il portico di tal nome, circondando il

ne del Signore, saFi spesso la scala di Pi- luogo di porte di metallo. Lo stesso Pa-
lato a piedi scalzi, particolarmente pro- pa nel giorno dell'Esaltazione della Cro-
strandosi su quel gradino che si ruppe , ce, a piedi nudi processionalmenle calò
quando il Redentore cadde sopra, e io vi per la medesima scala, mentre cardina-
i

bagnava di tenere lagrime, onde concesse li ancora portando il legno delia s. Cro-
3 anni d'indulgenza a quelli che la sali- ce, e le teste de'ss. Pietro e Paolo, discen-
vano meditando la passione del Salvato- dendo per essa si recarono alla basilica
re, e d'allora in poi più frequenti furono Lateranense. Celestino Ili più volte salì
le visite di quesla scala. Narra pure Me- la scala inginocchioni. Inoltre Novaes pu-
gislo, e il can. Processi, che a ten)po di re dichiara, cheCeleslino III dell 191 tra-
Stefano VII nell'Sgy, essendo caduta a sferì la scala santa in un altro luogo ap-
cagione d'un terremoto la basilica Late- presso il portico della basilica o Chiesa di
ranense dall'altare sino alia porla, la sca- s. Giovanni in Zrt/er<z/2o(/^'.).AngeloMas-

la di Pilato fu Papa Sergio


sconnessa; ina sarellodiceinunmss.che si conserva nel-
Ili (del 904) di nuovo la riattò e compose la basilica Vaticana Caeleslinus Papa :

avanti le porle della medesima chiesa, in 111fedi palaliuni apud s. Petruni, por»
segno della sua divozione persi venerato tas aereas LateranensisPalriarchii^etan^
monumento. Il Papa s. Gregorio VII del te sacro s gradus fecit. Panvinio per sa-*

1073 salendo inginocchioni questascala, eros gradus'miexìÒQ la scala santa, la qua-


baciava di vola mente ciascun gradino, e le Celestino \\\ fecit,c\oèfabricavit, coni-'
neli.°di essi recitava le parole : /^^o/y2- ^?o^z<i7, trasportandola forse, e riattando-
bimiis ubi stelerunlpedcs ejits. Quando s. la; se pure meglio non si voglia intende-
Anselmo vescovo Lucca dimorava nel
di re quella particella e/ posta per vezzo,qua-
palazzo Lateranense con Urbano II del si chedovesse essere, et porlas aereas La^
1088, quasi ogni giorno a piedi scalzi, e teranensis Patriarchìi ante sacros gra^
nella feria VI genuflesso, ascendeva la sca- dusfeciL Gregorio IX discese questa sca-
la santa, meditando la passione di Gesù la a piedi scalzi, come avea fatto il pre-
Cristo. Pasquale li del 1099 anch'egli ge- decessore Onorio! 11 del 12 16, e portò le le-
nuflesso safi la scala di Pilato, e confer- ste de'principi degli A postoli in processio-
mò l'indulgenza dì s. Leone IV, aumen- ne. Nicolò IH del I 277, non senza proflu-
tandola a 9 anni, cioè ne concesse 3 a quel- vio di lagrime, celebrava la messa, e pas-
li che divotamente l'ascendessero, e 6 al- sava i gradi di questa scala. Narra il ce-
tri a coloro che ciò facessero inginocchio- remoniere Paride deGrassis: « 11 venerdì
ni, con bolla de'5agostor loo, che ripor- 17 giugnoi5i3fu tenuta la 7.' sessione
ta Marangoni a p. prima
270 Lotario II nel concilio Lateranense, alla quale inter-
che fosse coronato imperatore nel i i33 venne Papa Leone X a 20 ore, seguilo
il

da Innocenzo li, sul giadino di questa sca- dai cardinali,come il consueto, ed essen-
la di Pilato fece il giuramento, avanti al- do giunto al Colosseo rimandò alla città
le porle della basilica Lateranense. Ripor- i cardinali, ed egli co'suoi pernottò presso
ta Marangoni, che per la gran moltitu-r il Laterano; nondimeno non entrò allora
dine di uomini e di donne, che salivano in chiesa, ma entrò in palazzo per le sca-
ginocchioni i gradi di questa scala, ren- le sagre, che volgarmente chiamansi di
dendosi molto diflìcile l'ingresso alla ba- Pilato ". Laonde ne' primi anni del seco-
silica Lateranense, e particolarmente nei lo XVI la Iradizionedellascojasanta con-
giorni di venerdì e per tutta la settimana tinuava ad essere comnnissima, e non da-
santa, Celeslinolll trasferì la scala di Pi- va luo2q ad alcun dubbio, chiamandola
58 . • SCA SC/V
Paride in altro luogo Scala sancia^ove gne,antichissima ecelebralissima cappel-
dice: »> Ho notato la divozione di Leone la, che sino dai primi tempi della crescen-
X,poichèa vendo salito \e Scale sante vo]- leChieSa, per la somma venerazione dei
garmente delle di Pilato, le quali dalle nostri maggiori, si appella SanctaSanclo-
donne non si ascendono se non ginocchio- n^Wj,- quale per la sua religiosità e divo-
ne, col capo scoperto e facendo sempre zione abbiamo voluto conservare atfatto
orazione, giinilo alia cima domandò in intatta, senza che fosse mossa dall'antica
certo modo a Dio perdono del non aver- sua sede,anìnchè le predette óV/i/e sante,
le salile inginocchiato". Allora la scala come in luogo mollo più decente e più
santa continuava ad esistere nel patriar- santo, lontano da ogni strepito, eccitasse-
chio Lateranense, Papa s. Pio Vera sì di- ro a maggiormente venerarle la divozio-
voto e bramoso di visitare la scala santa, ne de'fedeli. Ove appunto coloro, i quali
che riavutosi da una mortale malattia, ai genuflessi ascendono i di lei gradi, con-
2 1 aprile 1572 volendo fare l'ultima vi- forme è solito, orando, non avessero al-
sita delle sette chiese di Roma, giunto a cun oggetto, che divertire potesse la loro
s. Giovanni in Laterano tentò di ascende- divozione". Racconta il Fontana, prepo-
re la scala santa, ma trovandosi senza il sto alla costruzione del palazzo e del san-
necessario vigore, si contentò di baciare tuario delle scale sante o edifizio fatto in-
l'ultimo gradino.Frattanto il patriarchio, torno alla cappella di Sancla Sanctorum:
sede antichissima de'Papi, indebolito da- >» Quando si trasportò detta Scala santa,
volgendo
gl'incendi, screpolato ne'muri, che fu Tanno i58c), con canonici di li

a disfìicimentoead imminente mina, l'a- detta chiesa (s. Giovanni in Laterano) la

nimo grande di Sisto V volendo rifabbri- sera di notte, facendo divotissime proces-
carlo, prima atterrò gli avanzi rispetta- sioni, si tenne quest'ordine, che comincios-
bili del venerando edifizio, tranne le cap- sia Ievarerultimoscalinodisopra,seguen-
pelle di s. Silvestro, di SancUi Sanctorum, do a basso, tenendo il medesimo ordine
e di s. Lorenzo in vicinanza alla scala san- quandosi mettevano in opera, al contra-
ta, delle quali fabbriche formò un edifi- rio di quello, che ordinariamente far si
zio separato al modo che si vede, incon- suole, acciocché non vi si dovesse cammi-
tro alla basilica di s. Giovanni, ed al Pa- nare con li piedi sopra, giacché Pontefici i

lazzo apostolico Lateranense (^F.)^ da lui stessi van salendo quelle inginocchione,e

njagnificamenteeretlo, ed a'nostri giorni tutta l'opera fu in una sola notte posta in


restaurato nobilmente da Gregorio XVI, esecuzione". Noterò con Parisi, Istruzio-
che vi fondò il Museo Gregoriano La^ ni t.iy\). I 3o, che Sisto V pose alla dire-
teranense (P^.). Il motivo pel quale Sisto zione de'iavori per la scala santa, palazzo
V volle trasportare le scale sante nell'ap- Lateranense,cappellaSistina nella basilica
posito edifizio da luì costruito nel i58c) Liberiana, e per la biblioteca Vaticana, il

con architettura del cav. Domenico Fon- celebre Segretario apostolico Antoniano
tana, allro non fu se non di ri porle in luo- poi cardinale. A Medaglie benedette de-
go più tranquillo e lontano dallo strepi- scrissi quelle tl'oro trovate ne' fondamenti
lo, acciocché fedeli con raccoglimento
i dell'antico edifizio delle scale sante, che
neir ascenderle potessero eseguirlo eoa Sisto V benedì con indulgenza plenaria
particolare divozione. Nella bolla Cw/«^i«- concessa colla bolla Laudenius del 1 587,

giilarem rerum, de'24 maggio Sqo, che i edonò con distinzione. Il Severano, Me-
si riporta dal Ricci, De Giubilei univer' morie sacre, p. 543, descrivendo l'antico
sali p. 283, Sisto V come si espres-
ecco patriarchio e le scale sante, riferisce che
se: « In tal guisa abbiamo determinalo di queste si vedevano passato l'oratorio di
collocare le Scale satUe presso quell'insi- s.Sil veslro 1, ed arri va vano allo stesso cor-
SCA se A 59
ridere; per le quali scale, secondo Tantica il culto della celeberrima immagine A-
e conlinuata Iradizione, passò il Salvato- cheropi la {cioè fatta o dipinta senza ma-
re quando fu condotto per la i/ volta a no o ministero degli uomini) del ss. Sal-
Pilato, quando vi fu rimandato da Ero- vatore, di origine solenne, antica e arca-
de, e la 3/ volta quando condannato a na, sino ^^ tìtrtf/co denominata con tal vo-
morte, coronato di spine, ecollacroce sul- cabolo; ed anche aumentare venerazione
la spalla piovendo sangue la scese per
,
alla tanto famigerata cappella o oratorio

andare al Calvario: onde ne' due scalini di s. Lorenzo appellata dì Sancta Sancto-
di essa segnali colle croci d'ottone si vede- n/r/i, demolito il crollante antico patriar-
vano i segni delle goccie del suo prezio- chio, daquesto ead altra sua vicina par-
sissimo sangue. Aggiunge Severano, che te trasportò la scala santa, precisamente
queste scale mutate dal luogo ov' erano avanti la medesima cappella, acciò servis-
anticamente, cioè vicino alla porta del pa- se come di vestibolo a sì gran santuario,
lazzo nuovo Lateranense, che guarda ver- incominciando gradini dal suo piano, e
i

so tramontana, sonostateaccomodateda terminando in un pavimento ove s'inco-


Sisto V.Di là dalle dette scale sante, se- mincia a salirli ginocchione, decoralo di
guivano le altre scale del palriaichio, per una grande rota di porfido in mezzo, for-
le quali scendeva il popolo, dopo le quali mando alla scala l'ingresso dal portico due
era la basilica e Triclinio Ltoniaiio. Nel altrigradini di marmo, non però appar-
luogoclieal presente occupali portico Si- tenenti alla sagra scala. Ora innanzi di
slino, eravi anticamente il vestibolo del- progredire quanto riguarda la scala san-
l'oratorio di S.Lorenzo. I 28 gradini del- la,diròconMarangoni dell'oratorio o cap-
la scala santa sono situati nellostesso mo- pella di s.Lorenzo,detto di Sancta Sancto-

do, in cui erano nell'antico patriarchio, rum, a cui l'unì Sisto V, e della celebre
11 Marangoni tratta della scala santa, nel- immagine del ss. Salvatore che ivi si ver-
V Istoria delC antichissimo oratorio cap' nerà.
pella di Lorenzo nel Patriarchio Late'
s. DopoaverCostantino lil Grande do»
ranense comunemente appellato Sancta nato pe'Papi l'imperiai palazzo Latera-
Sanctorum, e della celebre immnginedel nense ^ al; modo che dissi pure nel voi.

ss. Salvatore detta Acheropila,cAe/Vi con- LVIIl, p. 2 29 e 2 3o, acciò fossero rispet-
servasi^ colle notizie del cullo j e vari riti tati da tutti nell'esercizio del loro sublime

pralicatianlicamente verso la medesima, ministero, vi edificò propinqua, anzi den-


e della nobile compagnia che ne ha la tro il palazzo,la basilica del Sai valore,e dei
custodia, Roma 1747- 1^' dice, che nella ss.Giovanni Battista ed Evangelista detta
pianta dell'antico palazzo Lateranense,ri- anch'essa di Laterano o [jateranense, ed
portata dal cardinal Rasponi e dal Seve- il palazzo prese il nome di Patriarchio,

rano, può riconoscersi ocularmente il si- e nel quale i Papi eressero oratorii, cap-
lo preciso, ove la scala santa fu traspor- pelle, triclini e basiliche, per celebrarvi
tata da Celestino HI, avanti al portico del- agiatamente le sagre funzioni , special-
lo stesso palazzo sopra la piazza incontro mente nel sontuosissimo portico del pa*
a tramontana, dimodoché era situata ap- lazzo, situato sopra la piazza verso tra-
punto alcune poche canne distante che montana, e ne'siti dell'oratorio di s. Lo-
per retta linea si stende verso il portico renzo fino al portico orientale della ba-
della basilica Lateranense,eperalUa ret- silica, il quale oratorio dalla sua remota
ta linea veniva a corrispondere al sito ove edificazione fu sempre nel sito che occu-
trovasi presentemente,benchè rivolta ver- pa al presente, e corrispondente nell'estre-
so occidente. Osserva ancora Marangoni, ma parte del palazzo Lateranense che de-
che Sisto V, per accrescere la maestà e molì Sisto V serbando l'oratorio e unen»
6o SCA SCA.
dovi la scala santa. Indagando Marango- chio sinoalToratorio di s. Lorenzo. In que-
ni,con quei che scrissero sull'origine del sto già S.Sergio I del 687 vi avea collo-

santuario di Sancta Sancloritm , l'opinio- cato quell'insigne pezzo della Croce vera
ne sul suo principio, rigettando quella che ornata di gemme preziose da lui trovata
lo vuole eretto da s. Pietro nel larario de- nella basilica Vaticana, ed a questa data
gì' idoli della famiglia dei Lateranì, non a' nostri giorni in custodia da Gregorio
crede come vuole Panvinio che possa es- XVI, come dissi nel voi. VIII, p. 3i4de-
sere slato consagrato Papa da Teodoro I scrivendola. Come ancora si ha che Ste-
del 642 poiché sostiene eh' esisteva 5o
,
fano II detto III del 752, con solenne pro-
anni innanzi, e fosse già in uso a tempo di cessione portò la sagra immagine del Sal-
Pelagion,il qualeavendo mandato apo- vatore Acheropita alla basilica Liberia-
crisario a Costantinopoli Gregorio I che na, che si s. Lo-
venerava nell'oratorio di
gli successe, questi nel 583 ottenne in do- renzo, Io che fece pure Leone IV del- s.

no dall'imperatore Maurizio un braccio r847. Stabilendo Marangoni, che la cap-


di s. Andrea apostolo, ed altro di s. Lu- pella di s. Lorenzo sia eretta nel ponti-
ca evangelista, i quali, tornalo in Roma, ficato di s. Silvestro I o poco dopb, dice
Pelagio II collocò nella chiesa di s. Lo- essere certissimo che sebbene ne'suoi prin-
renzo, entroil patriarchio. Quindi con- cipii quest'oratorio per molto tempo fu
getturaMarangoni che probabilmente il cappella privala edomeslica de'Papi, co-
Papas.Melchiade dopo il 3 o nel 824 i r , sì avendola eglino arricchita coU'imma-
il successore s. Silvestro I, destinassero gine del ss. Salvatore non fatta a mano,
per celebrare ils. sagrifizioe altri riti que- e di un immenso tesoro di altre reliquie,
sto sito posto nell'estremo lato del palaz- volleroeziandio che pubblica divenisse col
zo, come più rimoto e lontano dall'ap- celebrarvi unitamente col sagro collegio
partamento imperiale •, indi dopo avere de' cardinali, e col clero, varie e diverse
Costantino I edificato al martire s. Lo- funzioni neìie solennità maggiori dell'an-
renzo la basilica patriarcale sopra il di lui no; per cui Panvinio trattando dell'ora-
corpo nell'agro Varano, lo stesso s. Sil- torio di s. Lorenzo nel libro delle Sette
vestro I dedicasse al santo l'oratòrio con Chiese è di opinione che prima fosse al-
trasferirvi le sue reliquie, onde poi Nicolò quanto più grande del superstite almeno
III nei rinnovar la cappella, in mezzo ad nelle parli laterali, e forse Nicolò III del
altri santi Papi, vi fece dipingere l'imma- 1277 nel rinnovar la cappella la restrin-
gine di s. Silvestro I, come si costumava gesse, tanto più che in essa eranvi 3 allari
coi fondatori delle chiese, forse ripristi- che occupavano uno spazio più grande;
nando quella che già eravi. L'Anastasio il maggiore era in mezzo e innanzi l'im-

per lai.Nolla fa menzione dell'oratorio magine del ss. Salvatore, l'altro dedicalo
di S.Lorenzo nella vita diStefano III detto al titolare s. Lorenzo arcidiacono della
IVjOve narrando l'intrusione dell'antipa- chiesa romana e martire, e nel 3.° si ve-
pa Costantino j dice che si fece ordinare neravano le teste de' ss. Pietro e Paolo.
diacono e suddiacono nell'oratorio di s. Le funzioni pertanto che vi si celebrava-
Lorenzo entro il patriarchio Lateranen- no dal Papa sono descritte negli Ordini
se nel 768. iVella vita di Gregorio IV e Cerenioniali della chiesa romana, e da
deir82 7, racconta che fabbricò una stan- me a Cappelle pontificie, ed in tulli gli
za comedi riposo presso quest'oratorio articoli relati vi) per cui mi limiterò a sem-
di s. Lorenzo, dalla quale si potesse pas- plicemente ricordare, che in questo rino-
sarvi co'suoi chierici a salmeggiare, aven- matissimo oratorio il Papa nel giovedì
do pure ristorato le antiche fabbriche, le santo faceva la Lavanda de*piedi (F.) a
quali oscuravano quella parte delpatriar- 1 2 suddiaconi,cappellaui del Papa vesti-
se A SCA 6t
ti di rocchello e colla, e compreso il Prio- la cìtlàedel cristianesimo, quanto a quel-
re del santuario, passando poi nella vici- la per l'Assunta riferisce le diverse rela-
na basilica di Papa s. Zaccaria a fare la zioni e modi con cui fu eseguita in diver-
2.^ lavanda de'piedi aia poveri; nel gior- si tempi, lavandosi sino a 6 volte i piedi
no di Pasqua si vesliva ponlificalmente dell'immagine acheropita, che traspor-
sino alia dalmatica, e apriva l'immagine tala nella vigilia di delta festa in s. Maria
del Salvatore e le baciava i piedi, cantan- Maggiore , vi reslava la notte e il dì se-
do 3 volle: Surrexil Dotninus de septil- guente, quindi dopo la messa circa l'ora
chro: Alleluja. Hispondevano tutti: Qui di terzacon altra processione si riportava
prò nohis pependii in Ugno : Alleluja. Di- nel Sancta Sanctorum. Siccome afferma-
poi ritornalo alla sua sedia dava la pace no diversi storici che la sagra Tavola nei
all'arcidiacono e al i° diacono, i quali piedi dell'immagine faceva un miracolo-
la passavano agli altri per ordine gerar- so trasudamento, coll'aspersione del qua-
chico; il che terminatosi era vestito il Pa- le guarivano gl'infermi; cessalo quel pro-
pa con pianeta bianca, pallio e mitra, e digio, si volle lavare piedi della ss. Im-
i

scendendo dal palazzo in Cavalcata (P\) magine nelle processioni, colla quale ac-
processionalmenteandava a celebrar mes- qua si aspergeva il popolo, e bevuta da-
sa in s. Maria Maggiore. Narra Marango- gl'infermi, questi ricuperavano la sanità.
ni a p. 1 , che nella vigilia dell'Assunzio- Nel giornodell'Esallazione dellaCroce(di
ne della B. Vergine, il Papa e i cardinali cui nel vol.XVlIl, p. 236),da questa cap-
portavansi scalzi a questa cappella,ove do- pella il Papa a piedi nudi col sagro colle-
po 7genuflessioni ilPapa apriva l'immagi- gio, processionalmenle portavasi alla ba-
ne del Salvatoreelebaciavai piedi, intuo- silica di s. Giovanni, ed i cardinali por-
nando il Te Deurn laudamuSy e calava la tavano il Pr^^z^s/o taglialo nella Circoti'
medesima in luogo più basso, aHinchè o- cisione di Gesù Cristo (f^.)y poi rubato
gn uno potesse vederla e adora ria. Nel gior- e portato a Calcata nella delegazione di
no poi dell'Assunta, dopo di avere il Pa- Viterbo (V.)j i suoi Sandali^ e la s. Cro-
pa celebrati vesperi e le vigilie notturne
i ce ivi collocata da s. Sergio I suddetto.
in s. Maria Maggiore, ritornava al Late- Della funzione che ivi faceva il Papa nel
rano, e presa dalla stessa cappella la sa- venerdì santo, estraendo dall'altare le Te-
gra icona del Salvatore, che si portava da ste de ss. Paolo (V.) che si cu-
Pietro e
cardinali e diaconi, da vasi principio alla stodivano in questa cappella, e due Cro-
solennissima processione di lunghissimo ci, parlai nel voi. Vili, p. 3o5; ed a p.

giro sino a s. Maria Maggiore, con mae- 3 1 8 ricordai che nel sabbaio santo si rin-
stosa pompa trionfale, lavandosi i piedi novava il Fuoco[P'.)f colle lampade na-
dell'immagine con acqua rosata e d'erba scoste nel Sancta Sanctorum. Molte altre
odorosa di basilico, che descrissi nel voi. funzioni sicelebravano dni Papi io que-
LV,p. 25g,coirinter vento del 6e/ifif/o/o- sta cappella, che notai a'ioro luoghi; gran-
Wfl«o(/^.), e del popolo scompartito nel- de fu sempre verso di essa |a venerazio-
le sue arti e confraternite, o Università ne del clero e popolo romano, come dei
artistiche {f^-), di che si ha memoria nel- Pellegrini (F.) che reca usi a visitare san- i

la gran tavola di marmo affissa in Cam- tuari di Roma. Marangoni descrive la ce-
pidoglio a pie delle scale del palazzo dei leste apparizione seguila nell'oratorio, dì
Conservatori.Debbo a vverlire,che lo stes- s. Pietro che vi celebrò messa solenne, a-
so Marangoni a p. i 12 e seg. trattando vendo per ministri i ss. Lorenzo e Vin-
delle processioni e trasporti della sagra im- cenzo, e coli' assistenza della B. Vergine
magine del Salvatore a varie basiliche e circondala dagli Angeli e di molti santi,
chiese di Roma, ue'maggiori bisogni del- riportando il codice Lateraneose quanto
Gì se A SCA
piodiglosanienle vide un uomo di vita cipresso è unode'Pani della cena del Si-
molto lodevole. Giovanni Diacono e ca- gnore, e 3 grani di h^nte della medesima
I

nonico Laleranense, nel codice trascritto cena; e parte della Carma, e della Spon-
da altro anlichissimodella basilicaLalera- ga die inzuppala d'aceto fu accostata al-
nense d'ordine d'Alessandro 111 deh iSg, la bocca del Signore; edel legno sicomo-

nel cap. i4- Della Chiesa di s. Lorenzo ro, sopra di cuisaliZaccheo. E sopra que-
;ze/Prt/^g'/o, fa memoria dellereliquie po- sto altare è rimniaginedel Salvatore mi-
stevi da S.Leone III del 795, e dice così: rabilmente dipinta in una tavola che di-
» Nel sagro Palagio è l'oratorio di s. Lo- segnò s. Luca, ma perfezionala fu dalla
renzo, nel qualesi contano 3 santissimi al- divina virtù per angelico ministero: sot-
tari. lli.° con un'arca di cipressi», entro to i piedi della quale, in una linea o fi-
cuiPapaLeone HI ripose 3 casse. In una scia di pietre preziose, vi sono altre reli-

di essa serbasi la Croce d'oro purissimo, quie, i nomi delle quali sono i seguenti :

adornata di gemme, giacinti e smeraldi. Pietra sulla quale sedette s. Maria, Pie-
In mezzo della Croce ècollocatoTOmbel- tra di Betlemme, Pietra del monte Oli-
lieo (Prepuzio) di N. S. Gesù Cristo, ed veto ove orò il Signore, Pietra santa ove
è »u»to col balsamo, e questa unzione o- sedette l'Angelo al sepolcro, della s. Co-
gnianrjosi replica, quando il Papaco'car- lonna a cui fu legato e flagellato il Signo-
dinali nel giorno dell'Esaltazione di s.Cro- re, del sepolcro del Signore ove riposò il

ce portasi processionalmente da questa suo ss. Corpo, della Lancia con cui gli fu
chiesa nella basilicaLateranense oCostan- traforato il fianco, del legno della Croce
tiniana. Nell'altra cassa d'argento dorato del Signore, del luogo detto Littostrato
con istorie, è una Croce con ismalti, e nel (o litostrotoopavimentodipietradel luo-
fondo di essa serbasi della Croce di N. S. go in cui Pilato sedeva allorché pronun-
Gesti Cristo. Nella 3.^ eh* è di argento, ziò la sentenza contro Gesù Cristo), del
.sono i sandali cioè le scarpe di N. S. Ge- luogo del Calvario, Pietra del monteSion,
sù Cristo. \'ba un'altra cassa dorata, ov'è Pietra del luogo della Trasfigurazione dei
partedi quel legno della s. Croce, ch'E- Signore, legno del Presepio del Signore,
raclio imperatore dopo aver superalo Co- Pietra ove fu data la legge agli ebrei sul
sroe II re di Persia, portò di là col corpo monte Sinai, Pietra del sepolcro della B.
di s. Anastasio martire, egiace nell'alta- Vergine. Nell'altro altare del medesimo
re marmoreo di s. Lorenzo. I vi ancora so- oratorio sono Pietro e Pao-
le leste de'ss.

no il braccio di s. Cesario martire, due lo, e le teste delleAgnese (co'capelli


ss.

ossa di s. Gio. Battista, ed uno di s. Gi- e oltre le sue vesti) e Eufemia vergini. Nel
rolamo, una spalla di s. Dionisio Arco- 3.'*altare sonode'carboni aspersi del san-
pagita, un osso della gamba di s. Stefano gue tli s. Lorenzo, e del grasso colato dal
1 Papa, e delle reliquie di s. Daraaso Pa- 1 di lui corpo. Sonoeziandio nel medesimo
pa, e de' ss. Primo e Feliciano : la testa oratorio le reliquie de'ss. Quaranta mar-
di s. Prassede (assai conservata), e delle tiri, e di molti altri". Fin qui Giovanni

reliquie di s. Anastasia, con altre molte, Diacono, mi siccome poi alcune reliquie
e delle ss. Agape, Chionia, Irene, Piste mancarono in progresso di tempo, ed al-
ed Elpis vergini (in vece di queste 3 ul- tre non furono da lui nominate o in se-
time Marangoni corregge poi colle reli- guito aggiunte, dirò poi delle esistenti. 11

quie delle ss. Fede, Speranza e Carila, ver- Panvinio riprodusse il catalogo delle ri-

gini e martiri), e de'ss. Nereo ed Achilleo, portate reliquie, ed il Severano delle sole
Prisca e Aquila. Parimenti vi sono le re- principali, e congetturò che tra le innomi-
liquie del ginocchio di s. Tiburzio figlio nate vi ponno essere le reliquie de'ss. Cri-

diCromazio. Il) questa medesima arca di sanlo e Daria che neli't)8G vi pose Slefa-
SCA SCA 63
no VF, delle quali parlai nel voi. LVII, ni celebratevi dai Papi, questi sempre ri-

p. I i5, e quelle cle'ss. Diodoio, Mariano conobbero il santuario pel più venerabi-
e compagni martiri collocalevi da Slcfu' le di tutto il mondo; e per invitare tutti
no VII neirSgy pel sum mentovato lene- i fedeli a particolarmente venerarlo, ed a
moto che rovinando la basilica Latera- parteciparne gli effetti della più tenera
nense, fu necessario di trasportare nella compunzione, vi collocarono la seguente
cappella di Sancta Sauctontm tutte le re- iscrizione, rinnovata da Nicolò III sull'ar-

liquie postevi da s. Silvestro 1, fra le qua- chitrave del portico interiore sopra l'al-

li le teste de' ss. Pietro e Paolo, secondo tare, a caratleri grandi d'oro: Non est in

l'opinamenlo del p. Janningo, Bollando tota sanctior orbe locus. Fev tale consi-
^cia ss. ^^j'imii. Tuttavia Giovanni Dia- derazione proibirono eziandio, che in que-
cono scrisse che già a tempo di s. Leone sto santuario non mai fosse dato l'inares-
HI esistevano in detto oratorio. Il Pan vi- so a donne di qualsiasi condizione, le qua-
nio trattando delle reliquie poste da S.Leo- li ponno conseguire le grandi indulgenze
ne III sotto l'altare di questo santuario, che dagli slessi Papi sono concesse a chi lo

afferma che la memorata arca di cipresso, visita,orandoavanti le finestre, da Ile qua-


al di sopra era ornata con queste lettere li tutta si vede la sagra cappella. Nell'an-
d'oro Sancta Sancloruni. Questo titolo
: no santo i65od. Oli mpiaPamphilj cogna-
poscia fu comunemente appropriatoa tut- ta d'Innocenzo X, nella
visita delle 4 ba-

ta la stessa cappella. Sembra che di que- siliche,volendo più comodamente vede-


sta abbia parlalo l'AnastasioBibliolecario, re e venerare l'immagine del ss. Salvalo-
trattando in Benedetto III deir855 del- tore,dopo di avere colla principessa Giu-
l'intrusione dell'antipapa Anastasio, dì- stiniani sua figlia, altredame ecorteggio
cendo che questi portatosi al Lateranocoi di nobiltà, salila ginocchioni la scala san-
suoi seguaci, ardì gettare dal soglio pon- ta, giunta che fu avanti la ferrata della
tificale Benedetto 111, e spogliatolo delle finestra di mezzo, fu da 4 sacerdoti della
sagre vesti lo maltrattò con ingiurieehat- nobile compagnia custodi della ss. I mma-
titure; e che a talefunesloavvenimento, gine, levala questa dal suo tabernacolo e
tutti i vescovi, clero e popolo, entrati nel con gran copia di lumi trasportata sopra
Sancta Sanctorum, percuotendosi il pet- r altare eretto appositamente vicino al-
to e con abbondanti lagrime si prostra- la ferrata, ed ivi tolto anche il cristallo
rono avanti l'altare e vestibolo. Maran- sovrapposto al volto del Salvatore, fu la-
goni dichiara convenire a questo santua- sciata finchèagiatamenle fu veduta econ-
rio il Sancta Sanctorum (^f^.),a
titolo di templata da d. Olimpia, dalla figlia, dal-
similitudine di quello del tempio di Gè- le dame e dal corteggio.
rusalemmey nel quale come il luogo più Celebrandosi per diversi secoli nell'o-
santo non era lecito l'ingresso che al solo ratorio di s. Lorenzo le funzioni pontifì-
sommo Sa cerdote,eàa'\ suoi figli pure sa- cie, non può dubitarsi che molti Papi l'ab-
cerdoti, una volta l'anno; e che pare non biano più volte ristorato e abbellito, ed
gli fosseattribuito prinia di s. Leone III, arricchito con preziosi ornamenti; nondi-
onde da quel tempo in poi la cappella di meno solo ci è restata memoria de'seguen-
s. Lorenzo ne prese il tilolo, anche per ve- ti. Innocenzo IH del i ig8 divotissi model-
nerarsi sopra l'altare principale, come in la ss. immagine del Salvatore e delle re-
Irono di maestà, la celebratissima imma- liquie de'principi degli apostoli, vedendo
gine Acheropila del Salvatore, in somma che la tavola su cui è dipinta la i ."per la sua
divozione per l'antichità e per la copia antichità, e dal portarsi che facevasi ogni
de' suoi miracoli. Perciò, per le reliquie anno nelle processioni, notabilmente ave-
de'sauli che ivi sono, per le sagre fuuzio- va palilo, volle che tutta la pittura e prò-
64 se A SCA
spetto estenore di essa fosse ricoperta e se casse colle reliquie, e le collocò nell'u-
aclornatcì con lastre d'argento figurale, e nico altare di nuovo eretto nella mede-
tempestate di preziosissime gemme, la- sima basilica, e la consagrò a'4 giugno,
sciandovi solamente il volto del Salvato- o luglio secondo un codice. Avendo Ma-
re scoperto, che si potesse vedere da un rangoni con altri intelligenti attentamen-
terso cristallo, ed i piedi i quali potessero te visitato le parti inferiori della sagra cap-
vedersi e baciarsi per un finestrino. Inol- pella, da Nicolò III chiamata basilica, del-
tre Innocenzo III all'armario in cui erano la scala santa, e delle 4 laterali fabbricate
Je teste de'ss. Pietro e Paolo, fece lavo- da Sisto V, trovò le antichissime pareti
rare due sportelli di metallo, colle mede- e volte che le sostengono con pilastri, in
sime teste scolpite, da chiudersi con chia- gran parte dipinte con sagre immagini,
vi e serrature. Il successore Onorio III del stelle o cerchi, palme e rabeschi di rozza
1216 vedendo che questa cappella per maggiormente deperite),
pittura (ed ora
l'antichità minacciava rovina, la ristorò primeggiando nel muro orientale l' im-
e vi celebrò anche diverse sagre funzio- magine del Salvatore in piedi : altre pit-
ni; e trovandosi travagliata la Chiesa da ture esprimono s. Sebastiano e altri santi,

Federico II, da questa cappella portò pro- ed alcuni vescovi col pallio, la B. Vergine
cessionalmente a s. Maria Maggiore, per col Bambino, alcune vergini colle corone
implorare il di vino aiulo,le teste de'ss. Pie- radiate in capo e altre nelle mani. Inte-
tro e Paolo, il che fece altresì per la stessa ressante poij e forse la più conservata, è
ragione, portandole alla basilica Vatica- la pitturache rappresenta, secondo la tra-
na, Gregorio IX a piedi scalzi nel 1289, dizione, che la ss. immagine approdas-
e poscia restituendole a Sancta Sancto- se per mare alla riva, vedendosi la sagra
runij come notai a Processione. Il risar- tavola con due candelieri con candele
cimentooperatodaOnorioIII sembra non accese ed il Papa che sta per riceverla.
fosse di molta considerazione, poiché e- Inoltre dalle osservazioni praticale, i rto-

Ietto nel1277, Nicolò III, giudicò neces- minati investigatori furono di parere, che
sario quasi da'fondamenti di rinnovarla. Nicolò 111 non toccò il sotterraneo, ma
Per tale effetto narra il contemporaneo piuttosto fortificò fondamenti sopra gli
i

Tolomeo da Lucca vescovo di Torcello, stessi muri , sui quali e sui pilastri sta-
che il Papa tolse dai 3 altari le teste dei bilì la nuova cappella, ma restringendo-
principi degli apostoli, il prepuzio di N. laalquanto più dell'antica forma che pri-
S.,i capelli della B. Vergine, il capo di s. ma avea laonde non propriamente dai
;

Agnese, e per conseguenza anche le altre fondamenti Nicolò III la rinnovò, ma di-
reliquie, e le depositò in altra parte del roccata tutta la cappella superiore antica,
palazzo Lateranense, sotto la custodia di sopra i fondamenti di essa ristorati, tutta
persone religiose e degne di tutta la fede, la rinnovò. L' architettura è totalmente
finché fosse terminata la nuova basilica, del così deltostilegotico,dicendoTitiche
indi fece diroccare l'antica cappella sino ne fu architetto il celebre marmoraio A-
al snolo, e la fortificò d'ogni intorno con deodato Cosmati. L'antica cappella, sic-
fianchi di marnjo; ed erigendo le nuove come al presente, avea la sua porta e in-
pareti, anch'esse al di dentro vestite per gresso rivolto all'occidente, ove poi Nico-
ogni parte di vari marmi, e nella testu- lò HI aprì la finestra di mezzo, con due
dine o volta che la ricopre, l'adornò con altre dai lati, per le quali potesse vedersi
bellissime pitture. Finalmente ridotto a tutta la parte interiore, e la sagra imma-
perfezioneiltutlo,egli alla presenza di mol- gine del Salvatore elevata dietro l'aliare,
li prelati, del popolo romano e altre gen- aprendovi nel lato meridionale un nuovo
ti coucorse, persuualmcule riporlo le btes- ingresso cuu 6ua porta di lj eia Ilo corintio,
SCA SCA 65
per cui entrasi nel vesliho]o,con cine gros- s'introduce l'aria e la luce : quella della
si catenacci esteriori con loro serra Iure di parte occìdeniale venne poi chiusa dalla
ferro. Questa porta resta a destra dell'al- fabbrica di Sisto V sopra la scala santa.

tare di s. Lorenzo eretto da Sisto V, di Anche queste s. cappella da


pareti della
cui riparieròj e sopra la quale tal Papa cima a fondo ciascuna ha divisioni, poi-
pose la sua arnia di marmo. Ivi prima si ché dal pavimento sino all'altezza di cir-
vedeva l'immagine di s. Lorenzo in mu- ca 17 palmi, sono vestite di bellissime ta-
saico, al qua le è dedicato l'oratorio, entro vole di marmo, e sopra di esse principia
ciborio o piccolo tabernacolo sostenuto un giro tutto intorno di vaghi taberna-
da due belle colonne quadrate* Il vestibo- coletti, formati con colonne tutte di mar-
lo o corridore della cappella è a volta^ mo fatte a spira, sopra delle quali è so-
tutto vestilo intorno con tavole grandi di stenuto con vago intaglio
il suo timpano

porfido e marmi d'altri colori. Sopra l'in- collacima elevata tabernacoletti sono
: i

gresso nella cappella pende un'antichis- 28,ciascunoconuna figura dipinta in pie-


sima immaginedella B. Verginecol Bam- di, ed esprimenti le seguenti sagre imma-
bino, da cui Maratta prese l'idea di quella gini.Ne' 7 tabernacoli che occupano la
effigiata in musaico sotto l' orologio del parete di prospetto all'altare, sono. queste
cortile Quirinale. Sotto di essa dentro una figure : in quel di mezzo la B. Verginecol
cassetta si conservava parte di quella ta- Bambino, nel seguente a destra s. Gio;
vola, sulla quale il Redentore sedè nel- Battista^ a sinistra s. Gio. Evangelista; le

l'ultima cena co'suoi discepoli e istituì il altre due laterali alle medesime vengono
sagramento dell'Eucaristia, la quale af- occupate da due porticine o finestre chiu-
finchè fosse esposta alla pia venerazione se con due grate di ferro, le quali entrano
de'fedeli, nel 1825 fu collocata nel mezzo in una camera sopra l' altare ripiena di
della parete settentrionale della cappella. sagre reliquie, ed anche sotto le accenna te
Avanti arde continuamente una lampa- ferrate sono altre pitture sagre piìi pic-
da che illumina il vestibolo. Da questo si cole. In quello ch'è vicino al re Davide,
passa nella s. cappella, la quale rimanen- nella parte superioreèdipinto un angelo,
do come divisa dall'altare e tribuna con indi vi ha la porticina di legno con sua
un gradino, è perfettamente quadrata in serratura e chiave, ricoperta colla ferrata
eguale spazio di palmi 3i per ogni lato, dorata in mezzo, ov'è un gran lucchetto
compresivi anche i seditoi dimarmo,che e catenaccio dorati; sotto di questa si ve-
sono ne' soli due lati settentrionale e di dono le seguenti figure. Un chierico ia
mezzogiorno il pavimento è tutto va-
: cotta con cereo ardente nella mano destra;
gamente intarsiato di marmi coloriti di dopo di esso è una cassa aperta ripiena
varie sorti. In ciascuno de'4 angoli s'in- d' ossa e teste di santi che ivi si colloca-
nalzano 4 colonne formatedi pezzi di mar- no da un vescovo o Papa vestito di pi-
mo, alte palmi 25 e dorate: sopra i loro viale e mitra; dopo di esso altro simile
capitelli seguono i 4 cordoni o profili di vescovo in atto di tenere altra cassa, e fi-

marmo fino al centro della volta supe- nalmente segue la figura di donna col ca-

riore, ove formano la crociera con 4 archi po coperto. Nell'altro tabernacolo presso
acuti, fra' quali sono dipinti i 4 animali l'immagine d'Isaia profeta, nella cima è
che figurano gli Evangelisti, in campoaz- dipinto un braccio ch'esce dalle nuvole,
zurro seminato di stelled'oro. Divise per- e colla mano tiene pendente la forma di

tanto in questa maniera le 4 P^^'l» late- un canestro con due candidi pani;segue
rali, nella più alta parte e mezzo di cia- lo sportello di legno e ferrata, come nel-
scuna di esse è aperta una stretta e lun- l'altro tabernacolo, sotto di cui nello spa-
ga finestra, anch'essa acumiuata^per cui lio a destra sono 6 teste umane rivolte

VCL. LXII.
66
al cielo, di
se A
dove cade una pioggia come
di dalloli. Nell'estremo l.nbernacolo a de-
ga
I.**
scettro d'oro nella
quadrato dalla parte
SCA
mano sinistra. Nel
di mezzodì è rap-
n
lira è dipinto Isaia, tieirullimo a sinistra presentato l'apostolo s. Pietro crocefisso
Davide. JN'e'segiienli 7 tabernacoli della col capo verso la terra, e'con altre figure
parte meridionale sono dipinti 7 apostoli esprimenti quel martirio; e nel seguente
e per j." s. Pietro con lunga croce, indi quello di s. Paolo colla testa troncata. Sul-
seguono le altre 6 figure, e queste come la parte occidentale nel i

quadrato si ve-
l'altre 7 dipinte ne'labernacoli della pa- de il martirio di s. Stefano lapidalo dai
rete settentrionale opposta, crede Maran- giudei, e nel seguente quel di s. Lorenzo
goni che rappresentino i 12 apostoli co*ss. arrostito sopra la graticola alla presenza
Marco e Luca evangelisti. Negli altri 7 del tiranno in trono. Finaltnenle nella 4-'
tabernacoli della parte occidentale di rin- parete settentrionale nel i.° quadrato è
contro all'altare, in quel di mezzo appa- figurata come una stanza con due letti,

risce un s. Papa con barba folla, con abito in uno de' quali giacciono due persone,
pontificale e tiara, forse s. Silvetro I; nel ed una sola nell'altro, coll'apparizionedi
vicino a sua mano destra è un altro Pa- un santo nell'aria, e fuori di essa stanza
pa similmente vestito, ma senza barba, e altra apparizione d'un santo ad un uomo
pare the sia s. Gregorio I: nel tabernacolo che esce dalla porta, colla epigrafe S.Nt' :

a sinistra è un s. vescovo in abito ponti- colauSf il che fa credere rappresenti qual-


ficale con mitra; nel 4*' alla stessa mano che miracolo di s. Nicolò vescovo. Nell'al-
sinistra è l'immagine di un s. monaco e- tro quadrato si vede altra apparizione di
remita, probabilmente s. Antonio abbate un santo ad altre persone, forse lo slesso
o s. Saba abbate di cui qui serbasi la re- s. Nicolò. Tutte queste pitture sono a fre-
liquia; e nell'ultimo è l'immagine di s. sco e di buona maniera, che Marangoni
Domenico coU'abito stretto : ne'due ta- ritiene falle in tempo di Papa Nicolò III
bernacoli ultimi a destra è altro s. ve- e ne dichiara le ragioni; non ostante che
scovo con mitra, e nell'ultimo France- s. Tili trattando delle pitture della scala san-
sco d' Asisi colle stimmate e cappuccio ta dica : diversi santi in piedi, che stanno
attaccato all'abito alla forma de'cappuc- intorno alla cappella di Sancta Sanclo-
cini. Sopra questi tabernacoli vi ha il cor- runiy come in un fregio, furono a fresco
nicione che li divide dall' elevazione del con buona pratica lavorati da Girolamo
rimanente delle pareti sino alla crociera Nanni. Tutto al più questi nel pontificato
della volta, nel mezzo delle quali sono le di Sisto V
ritoccò e rimodernò le pitture
suddette 4 finestre, e da ciascuna parte de' tabernacoli, ed in tale occasione a quel-
di queste vedonsi come due grandi spec- le de' ss. Silvestro 1 e Gregorio I formò
chi o quadrati di pitture. Nel i.° sopra la il triregno, che ancora non era di tre co-
parte orientale si ravvisano le due imma- rone all'epoca di Nicolò III. Di alcuni ri-

gini de'ss. Pietro e Paolo, con in mezzo slauri del 1572, 1600, 1625 e 1704, falli
un Papa genuflesso con tiara, in alto di nella cappella di ty^^/c/rt ^^«c/orww, mas-
ofl'rire una chiesa a s. Pietro, il qualesten- sime ne'musaici e dorature, ne fa parola
de la mano per riceverla, e questo senza Io stesso Marangoni, col quale passo a de-
e tbbio esprime Nicolò 111 che presenta scrivere in breve la parte interiore del san-
la cappella da se rinnovata, donde si ar- tuario, consistente nel portico e altare col-
gomenta ch'egli dedicasse, oltre al Sal- la tribuna, ove si conserva la tavola colla
vatore, ai principi degli apostoli la stes- s.immagine del Salvatore, poiché il fin
sa basilica. Nel quadrato a sinistra è di- qui narrato può appellarsi il vestibolo di
pinta una venerabile immagine di Gesù questo santuario.
Cristo sedente in maestoso trono, con ver- Dal pavimento del vestibolo dividesi
se A SCA 67
Io parte interiore del santuario con un so- ove termina il musaico, tutte le pareli sino
lo gradino, e restringendosi quivi le pareli a terra sono vestile di tavole di marmo
laterali poco più di due palmi per parte, di vari colon. Nel prospello di mezzo, che
stendesi il vano alla larghezza di palmi i i, formasi dalle due colonne di porfido, s'in-
e formasi un portico sostenuto da due co- nalza l'altare isolalo per ogni parte, sicché
lonne di porfido, le quali lasciano divisa slaccalo rimane dulia tribuna, ov'èsituata
in 3 parli la facciala alquanto più larga la sagra tavola del Salvatore in disianza
nel QiezzOjche tutta aperta rimane nel suo di 4 palmi e più, e sopra di esso sono col-
prospetto esterno sopra le colonne posa : locatidue angeli al naturale dorali, in atto
l'architrave di marmo, in cui a caratteri di venerarla ginocchiati uno per parte. La
quasi palmari leggesi scritto in oro : Noa mensa come tulio l'aliare formasi di gros-
e.st in loto sancLior Sopra que- orbe /oci^5. se tavole di marmo, fuorché nel prospetto
sto architrave s'innalza la parete, con cui anteriore, ove due porticine di metallo fi-

resta formalo lo stanzino che occupa tut- gurano il paliollo a custodia delle sagre
to il sito superiore del portico, colle 7 nic- reliquie che vi sono depositate. Tutto que-
"chic eolio cui serbasi gran numero di sa- stoaltare, dalla mensa sino alla base, viene
gre reliquie, e sopra tali nicchie segue l'e- circondalo da una grossa grata di ferro,
levazione della parete colla finestra orien- che per ogni parte lo cinge, la quale ha
tale nelmezzo, per cui entra la luce nella pure il suo sportello con catenacci e ser-
cappella co'due quadrali dipinti e già de- rature. Questo venerabile altare fu coa-
scritti. Tutta la volta di questo portico sagralo da Nicolò III insieme con tutta la
falla a crociera e lavorata a musaico. E basilicao santuario, e quando essa anti-
primieramente nel mezzo, che corrispon- camente avea il proprio clero, vi si cele-
de sopra l'altare entro un gran circolo so- brava il divin sagrifìzio, e ciò anche fa-
stenuto da'4 lati da altrettanti angeli colle cevano canonici di s. Giovanni in La-
i

ali slese, efligiata si vede in grandezza gi- terano, dopo che Martino Va quel capi-
gantesca la venerabile immagine del Sal- medesima.
tolo assegnò l'ufiiciatura della
vatore. Nel prospetto poi della parete, ove Nullameno riferisce Marangoni a p. 35,
termina il convesso della volta, sono for* che nel moto-proprio deli 52 di Leone i

mali sopra la cornice 3 archetti o lunette, X fu ciò proibito a qualsivoglia persona


una nel mezzo che corrisponde sopra la di qualunque grado e condizione, eziandio
sagra tavola del Salvatore, e due ne'Iati cardinalizia, sottopena di scomunica da
di prospello, ed oltre a queste due altre incorrersi ipsofaclo, riservando la facoltà
di fianco corrispondenti verso i corni del- di potervi celebrare al solo romano Pon-
l'epistola e dell'evangelo. In queste 3 lu- tefice, particolarità che non è comune ad
nette, comprese anch'esse nel musaico, altri altari e nemmeno a quelli pontificii
sono espresse le seguenti figure. In quella delle patriarcali, in cui i Papi autorizzano
di mezzo sono le leste de'ss. Pietro e Pao- a celebrare mediante brevi. Ma apprendo
lo col diadema, e fra di esse una croce, es- dallo stesso Marangoni a p. 65, che Leone
sendo s. Paolo a destra per quanto dissi X nella bolla Ex'injunctiSy nel proibirà
nel voi. LUI, p. 23; nella lunetta a destra a qualunque dignità il celebrare nella sa-
è figurata a musaico s. Agnese; nella 3.* gra cappella, sotto pena di scomunica e
a sinistra di quella de'ss. apostoli, è l'im- perpetua sospensione rtc/fVmz.yj aggiunge:
magine di s. Lorenzo; nella 4-^ a destra fuorché al romano Pontefice, o ai cardi-
è l'effigie di s. Nicolò colla mitra; final- nali di s. romana chiesa, con licenza e au-
mente a sinistra è quella di s.Stefano, non torità dello stesso Pontefice, della quale
». Prassede come scrisse Millino. Sotto poi ne apparisca bolla piombata. Dopo lun-
il giro delle lunette, dal fregio o cornice go spazio di tempo, vi celebrò la messa
68 se A SCA
Benetlello XT V 0*7 74 ed al-
febbraio 1 1 , te dn Paolo Macoarani patrizio romano
Irei tanto fece Clemente XIII come leggo neh 558. Ora dirò de'due sportelli o por-
rìc\ n°'j i^G de Diario di Roma deli 764. ticine di metallo che chiudono l'altare, e

Per la scarsa raccolta fatta nello stato in conseguenza le sagre reliquie che ivi
pontificio, questo fu colpito da gravissi- si venerano. L" da sapersi, che le teste dei
Ca-
ma carestia, per cui Clemente XI li il I. ss. Pietro e Paolo prima che Nicolò HI ri-

prile si portò processionalmente,accompa- fabbricasse questa cappella, serba vansi in


gnato dal sagro collegio, dalla prelatura, un armadio distinto, sopra un altro alta-
dal clero secolare e coite, dalla chiesa di re laterale. Innocenzo 111 per maggior or-
s. M.^ della Trasponlina alla basilica Vati- namento e sicurezza a tale armadio fece
cana; quindi nel lunedi 2 aprile si portò i detti due sportelli, con catenacci e ser-
in forma semlpubblica alla scala santajove rature (le cui chiavi insieme a quelle della
si trovò a riceverlo il cardinal Corsini ar- grata esteriore si custodivano dai guar-
ciprete della basilica Lateranense alla te- diani della compagnia di Sancta SanctO'
sta di quel capitolo. Salilo il Papa alla cap- riim)^ e colle sagre Teste in bassorilievo
pella detta Sancta Snnctoriini,\i celebrò e i nomi de'ss. Pietro e Paolo intorno, ol-
la messa con l'assistenza de'cavalieri de- tre un'iscrizione analoga sotto la 1^ A-
putati della «flessa, vestiti de'soliti ruboni vendo poi Nicolò 111 rifabbricata questa
neri; dipoi si trasferì a visitare e salire la basilica, e tolti i due altari laterali ch'e-
scala santa, il che fece con esemplar divo- rano nell'antica, dentro quello restato, o
zione tutta in ginocchio, con avere umil- per dir meglio da lui riedificato, collocò
mente ricusato il consueto comodo del les. Teste, e si servi degUsporlelli d'Inno-
cuscino, e baciato ogni volta il sagro gra- cenzo 111, aggiungendo sotto la testa scol-
dino che ascendeva, col cardinal Corsini pila di s. Pielro relativa iscrizione, tutto
e tutta la famiglia pontificia. Di là poi si riproducendo Marangoni con più preci-
condusse alla visita della basilica Latera- sione di Panvinio. Compito l'edificio e ri-
nense, ove adorato il ss.Sagramento nel coperto di piombo, Nicolò III dopo aver
suo altare, scese poscia avanti alla cappel- solennemente consagralo l'altare, vi tras-
la (che a'noslri giorni fece riaprire Gre- ferì le sagre reliquie che nell'antica d'or-
gorio XVI al modo dettoa
Fenestrella) dine suo diroccala cappella giaceaoo eoa
sotto l'altare papale, e vi ascoltò la messa sistema diverso. Pertanto egli molte reli-
celebrata da mg.*' caudatario, e venerò quie delle antiche rinchiuse nello slanzo-
le leste de'ss. Pietro e Paolo. Osserva Ma- linoeretto sopra l'altare, ed in questo pu-
°
rangoni, che i cappellani delle confrater- re collocò le altre, ed in i luogo le 3 cas-
nite del Salvatore e quelli della Scala san- sette d' argento già postevi da s. Leone
ta, ed anche i canonici della basilica La- III, colle leste de'ss. Pietro e Paolo, e del-
teranense soddisfacevano ai loro pesi, ce- le ss. Agnese e Eufemia, e quelle che già
lebrando nelle due cappelle laterali l'una erano nel 3.° altare senza diminuirle, re-
di s. Lorenzo, l'altra di s. Silvestro I, a stando colla cappella prodigiosamente il-

destra questa, a sinistra l'altra del santua- lese dal fuoco che sotto Clemente V nel
rio, e fuori di esso secondo la prescrizio- 1 3o8 bruciò la basilica Lateranense e tut-
ne Leone X. Avanti l'altare del san-
di te le propinque fabbriche, con gran dan-
tuario pendono diverse lampade arden- no e perdite. Anche la scala santa restò
ti dinanzi la s. Immagine nel mezzo delie intatta dal furioso incendio, che distrus-
due colonne principalmente. Sopra il gra- se ancora il Pa-
portico che guidava al
dino dell'aitai e eranvi 6 candeliieri d'ar- triarchio. In seguiloUrbano V il ."marzo i

gento fatti nel 1698 dal senato romano, 1 368 celebrò la messa nel Sancta Sanato-

e le statue simili de'ss. Pielro e Paolo fat- rum, ricercò le Teste de'ss. Pietro e Pao»
SCA SCA 69
lo,e trovatele sotto l'altare, le trasferì con 1699 con approvazione de* superiori, e
preziosissimi ornamenti nella basilica La- del quale pure vi è la tabella fuori della
teranense maestoso tabernacolo che
, sul cappella, non senza qualche errore stori-
euifìcò sopra l'altare m;iggiore, ove tut- co corretto da Marangoni, nel riprodurla
tora le veneriamo, e nel modo nobilissi- a p. 4o. Qui mi limiterò a ricordare so-
mo che dirò a tale articolo, per munifi- lo quelle reliquie non mentovate da Gio-
cenza del regnante Pio IX. Pare che sino vanni Diacono, il cui elenco riportai di so-
da Urbano V le s. Teste sieno stale chiu- pra. JVella finestra I." dello stanzolino so-
se con 4 chiavi, le quali furono concedu- pra l'altare, vi sono de'corpi de'ss. Inno-
te una ai conservatori del popolo romano, centi, ed una cassa ripiena di vasi pieni
una agli ostiari e poi ai guardiani d'iSancta di reliquie de'ss. Martiri. Nell'altra fine-
Sanctorunìy 3/ la a chi poi fu succeduto stra contigua all'immagine del re Davide,
dal maggiordomo del Papa, la ^.^ ai ca- molte reliquie de'ss. Martiri, fra le qua-
nonici della basilica Lateranense. Le al- li una lesta meravigliosa intatta -.delle ve-

tre reliquie della cappella dipoi neli5i3 stidi «. Pietro apostolo, e di s. Stefano pro-
furono vedute da Leone X, nella quale tomartire asperse del suo sangue,edi quel-
occasione si può credere, che alcune di es- le di s. Lorenzo, oltre i memorati carboni

se fossero eslratte di sotto all'altare e ri- co'quali fu bruciato: un calice con patena,
poste in altri reliquiari. Oltre a ciò nar- ed i sacerdotali paramenti, lasciati sull'al-
ra Panvinio, che neh 52 7 pel funesto sac- tare di Sancla Sancloruni da s. Pietro al-
cheggio di Roma parte delle reliquie fu- lorché nella notte fra rS.^ dell' Assunta ce-
rono levate dal luogo, parte rubate, come lebrò la messa, nell'apparizione superior-
il Prepuzio di Gesù Cristo che con altre mente narrata. Sotto l'immagine Ache-
reliquie si custodiva in cassetta d'acciaio il mento di s. Bartolomeo aposto-
ropita,
e non più nella sua croce d'oro, mentre Io, la mascella di s. Matteo a postolo ed e-
parte restaronodal tempo consumate. Vi- vangelista, de'capelli di s. Gio. Evange-

cino alla tribuna e accanto alla custodia lista la Guida Angelica^ ma non
(secondo
dell' olio santo della basilica Lateranen- ricordati nel Sommario)^ un dente di s.
se , ossia nel portico Leoniano dietro la Gio. Battista. In una cassa di ebano so-
stessa tribuna, vi è la tavola magna La- no molte reliquie di santi diversi, cioè dei
teranense^ coH'indice o catalogo delle re- ss. sette Fratelli, de'ss. Processo e Marti-
liquie che sono in questa sagra cappella niano, de'ss. Abdon e Sennen, Felice e A-
di Sancla Sanclovum della di s. Lorenzo, daucto, Ireneo e Abondio,Pigmenio e Sa-
cioè le vedute e moslrate a Leone X, che turnino, de'ss. Damaso I e Felice I Papi,
Marangoni riporta a p. 89. Ma quest'an- delle vesti di s. Gio. Evangelista, delle re-
tica tavola espone piuttosto vasi che con-
i liquie di s. Sebastiano, de'ss. Aquila e Pri-
tengono le reliquie, che le reliquie mede- scilla, Marco e Marcel Iiano,ePonziano Pa-
sime, essendo probabile che delle reliquie pa. In una cassetta d'argento, la testa di
venera te daLeoneX ne fosse fatto a Uro più s. Barbara, delle reliquie di s. Eulalia, di
distinto catalogo, esprimendosi i nomi dei s. Brigida, e molte sponghe colle quali s.

santi delle reliquie ivi esistenti. In fatti nel Prassede raccoglieva sangue de'ss. Mar-
il

vestibolo del santuario è un'antica label- tiri, ed un'ampolla piena di loro sangue

la scrittacon diverso catalogo di reliquie e grasso. Nell'arca vi sono reliquie di s.


che si conservano nel santuario, assai si- Ciriaco, di s. Saba abbate, di s. Nicolò
mile a quella pubblicata nella Guida An- vescovo, ed un vaso di metallo con mol-
gelica da Gallonio, e nel libretto: Som- te reliquie di diversi santi. In un'altra cas-
mario delle reliquie^ che si conservano nel sa d'ebano sono molte reliquie, sponghe,
SanclaSoJictorunìy stampato in Roma nei e frammenti di vesti che si credono di s.
yo sex SCA
Pietro, e de'ss, Lorenzo e Vincenzo, con somiglianti cappelle, che nello stesso por-
molli carboni aspersi di grasso e sangue, tico delPalazzo apostolico Lateranen'
con quantità eli una tova-
ossa di santi, se, epoco lungi da questa di s. Lorenzo
glia bellissima con più diiooo reliquie, erano situale, e che enumerai e descrissi
ed altre aoipolle di sangue, e custodie di in tale articolo, a Laterano e luoghi re-
piombo con iscrizioni.Vi sono inoltre mol- lativi. Al Priore [V.) del santuario o ba-
te altre ossa di santi, con alcune ceneri silica, il Papa come notai lavava i piedi
e pielre,frammenti di legno involti in pan- nel giovedì santo: a lui incombeva al nuo-
ni : due tavole colla vera effigie dipinta vo Papa preparare il pallio, che impone-
de'ss. Pietro e Paolo. Ancora alcuni pan- va all'eletto pontefice il ^r/ore de'cardi-
nicelli, co'quali Furono veduti da s. Ippo- nali diaconi. Toccava al Priore di Sancla
lito gli Angeli astergere le carni di s. Lo- Sanctorunineì Possesso (^.)del Papa fa-

renzo nel suo glorioso martirio, ed un col- re a lui quelle ceremonieche descrissi in
tello di ferroconsumato. In una cassetta quello e altri articoli , e di consegnargli
di legno vi sono 3 Agnus Dei con molte le chiavi di questa basilica di s. Lorenzo
reliquie, molte ossa di santi infasciate in e del palazzo Lateranense, equivalenti a
panni bianchi. Entro un panno rosso ev- a dargli il possesso, dopo di che il Papa en-
viuna croce con carne, grasso e sangue; trava in detta basilica, e fatta orazione a-
molte saccoccie e cassette di reliquie dei vanti il Sanata Sa nctoruni^riiuavasi nel-
santi, con frammenti di vesti, sponghe,os- le proprie stanze. Quanto ai canonici di
sicelli e ceneri. Di altre reliquie che si ser- questa basilica la più antica memoria la

bavano in questa sagra cappella, che più riporlo Millino, ed èdeli323di Giovan-
non vi sono, discorre Marangoni a p. i5o. nicanoniciis basilicae ad Sancla Sancto-
Peressere questa basilica e cappella luogo riiniy sepolto nella chiesa di s. Eustachio :

santissimo e tullosaiito,e ripienodi tante di altrocanonico Bartolomeo Archarelli


reliquie,ripelo che meritamente e univer- morto nel 368, fu posta la lapide avan-
1

salmente da lutti viene il santuario chia- ti labalauslradellachiesadis. MariaNuo-


mato Sancla Sane toni ni. Qm da'Papi è
il va. Questi canonici a veano l'obbligo d'uf-
slato concessoa ciascuno, che divotamen- ficiar la cappella del Salvatore, ma non
te e piamente visita Ih cappella e entra s'ingerivano nella custodia della sagra Im •

dentro, Vìndulgenza plenaria e remissio- magine, ed impiego delle offerte e limo-


ne di tutti peccati in forma consueta; il
i sine ad essa falle dai fedeli pei lumi e al-
cheè anco concessoa ciascuna donna con tro occorrente al santuario; mentre lut-
l'appressarsi alle ferrale delle due finestre lociò era appoggiato alla cura del colle-
di fuori, giacche come dissi non è mai per- gio laicale composto di i-2 principali no-
messo a donna alcuna di entrarvi dentro. bili romani col titolo di Ostiari[f^.)<\^\
Sì conserva ancora in questo luogo l'im- ss. Salvatore, pel senato e popolo romano
magine Vergine col Bambino e
della B. antichissimo custode dell' immagine A-
s. Giuseppe, che fuggono in Egitto. cheropita e promotore principale del di
Sebbene questo santuario fu antica- lei cullo, per cui il senato con editti inti-
mente appellato or^/or/o e cappella^ pri- mava le solenni processioni, ed avea una
ma e dopo Nicolò III fu anche chiamato delle chiavi del santuario e dell'immagi-
basilica^ non perchè ne avesse la forma, ne Acheropila, quantunque vi fossero gli
ma solo per eccellenza, come cappella più ostiari ed i canonici. Nacque pertanto nel
che reale per uso de'sommi Pontefici, e priore e canonici di quesla basilica la pre-
per le molte solenni funzioni che vi ce- tensione di non liconoscere affatto gli o-
lebrarono co'cnrdinali; per la quale cagio- sliari, e che questi non potessero preten-

ne eziandio si appellarono basiliche altre dere giurisdizione alcuna intorno a detta


SCA se A 71
fogra Immagine, dichiarando nullo ogni questi per la loro vicinanza avrebbero po-
atto che avessero fatto contrario e pre- tuto, o co'Ioro beneficiati, servire il san-
giudizievole nlleragioni de'canonici e ca- tuario trascurato nell'ufficiatura dai suoi
pitolo, con protesta de'i3 agosto 1367, priore e canonici, ai quali il capitolo suc-
nella quale figurano il priore e 3 cano- cederebbe per cessione© morte. Nate dif-
nici, e 4 osliari; però questi ultimi conti- ferenze fra i superstiti ostiari, ed i fratel-
nuarono nelle loro incumbenze e libera li della compagnia surrogati ai defunti,
amministrazione. Ma poiché in progres- intorno la custodia e oblazioni di Sancla
so di tempo i nobili ostiari, benché godes- Saactoruni^ Martino V nel 1 4^4 decretò
sero emolumenti per la custodia dell'im- con bolla, che quando dovea restare a-
magine del Salvatore, non più per se me- perla la sagra Immagine dovessero star-
desimi, ma per mezzo d' un altarista lo vicontinuamente alla custodia uno della
custodivano, e per tal motivo seguirono compagnia e un ostiprio dentro la basili-
vari furti di preziosi ornamenti, Martino ca stessa, e che le due chiavi delle obla-
V nel 1422 colla bolla Anniiere solet, ad zioni dovessero tenersi una dalla compa-
istanza de'guardiani della compagnia pri- gnia e l'altra dagli ostiari; disposizione che
maria di Roma o Arciconfralernìla del fu confermata da altri Papi, anzi Sisto IV
ss. Salvatore (^.), istituita fin dal 1 332 con bolla del [475, pe' furti notabili se-
in sodalÌ2iio (della quale meglio riparlai guiti nel santuario, defini ti va mente incor-
a Ospedale del ss. Salvatore adSancta porò alla compagnia e suoi guardiani tut-
Saptctorum presso s. Gio. in Laterano, il toil rimanente degli ostiari, dopo che fos-
cui governo era ad essa a(fidalo), quali i sero mancali viventi, e Io convalidò nel
i

da molto tempo somministravano del pro- 1479 con la bolla ^"''^ i/Z/ws". Continuan-
prio! lumi alla cappella di i^fl^c/^ t5<3;2c/o- do la custodia promiscua del santuario
rwm, stabilì e ordinò che detti guardia- i de'guardiani e ostiari, ridotti questi a 4,
ni e compagnia fossero ammessi alla cu- AlessandroVI con moto-proprio del 1 49^
stodia della sagra Immagine e in morte intieramente unì ai guardiani la custodia
degli ostiari li succedessero, con tulli i pe- con tutte le sue ragioni e emolumenti, e
si ed emolumenti annessi; e cheogni mese loro la cederono i detti ostiari. Così tutte
fossero dai guardiani e compagnia eletti lechiavidelsantuario pervennero in mani
due della medesima, quali i fossero obbli- della compagnia,tranne l'ultima chechiu-
gati a risiedere vicinoall'allare della cap- de gli sportelli del tabernacolo, già per-
personalmente ogni giorno nelle
pella, e venuta nel capitoloLateranense,ed al qua-
ore congrue custodire la sagra Immagi- le conveniva, poiché secondo il disposto
ne.Marangoni inoltre corresse l'erronea di Martino V deli 4^3, spettava al capi-
mente asserto dal Rasponi, nelT Istoria tolo il canto di antifone e orazioni, ne'ri-
della basilica Laleranense. Per le cala» ti dell'apertura e chiusura dell'immagi-

mila de'tempi e malizia umana, nel prin- ne Acheropita. Essendo anche guardiani i

cipio del secolo XV diminuito nella ba- dellacompagnia delle famiglie senatorie
silica Laleranense il culto di vi no per man- romane, continuò il senato e popolo ro-
canza di rendite ai suoi canonicati. Mar- mano la sua comunicazione e corrispou'
lino V ad istanza de'canonici per rimet- denza in ordine alla custodia dell'imma-
tere il suo capitolo nell'antico splendore, gine del ss. Salvatore, come se fosse un
colla bolla Cunctis Orbis Ecclesiis , nel solo corpo, intervenendo i conservatori di
1423 soppresse il prioratoeiS canoni- R.oma nelle più onorifiche funzioni della
cati di Sancta Sanctoriim^ unì e incorpo- compagnia e fino all'elezione degli stessi
rò le loro rendite e ragioni a quelli di s. guardiani prò tempore j'x quali vestivano
Gio. in Laterano, anche pel riflesso che come i conservatori la veste senatoria, cioè
rjl S C A. SCA
di damasco nero nell' estate e di velluto sta primaria compagnia, che sono l*im-
nejrinverno, esclusa quella d'oro. Più tar- niagine del ss. Salvatore esposta sopra un
di Clemente XI si riserbo i' elezione di altare Ira due candellieri con candele ar-
questi guardiani. Prima che essi da Mar- denti, alcune delle quali prodigiosamente
tino V fossero sostituiti agli osliari ,
già non consumarono, e perciò lo rilevai a
si

esisteva la loro corrispondenza col senato Candela. Ad Ospedale del ss. Salvatore,
romano, giacché durante il gran scisma notai che il cardinal Colonna crealo da
e neh 386 invigilando il senato al buon Onorio III nel li 6, fondò un ospizio pei
1

governo della città, una quantità di mal- pellegrini presso il Laterano, ed un ospe-
viventi essendosi annidata per le vie che dale pegl'infermi contiguo alla chiesa di
dal Co /oJ5eo (al quale articolo indicai S.Giacomo presso il Colosseo, llcav. An-
quanto meglio qui dico) portano al La- drea Belli, a p.iyS del 1. 17 (ìtW'Jlbitfit
lerano, le aveano tajmente desolate che di /?o/7z^, pubblicò l'interessante lìJernO'
sembravano spelonche di ladri. Il senato ria islorica della demolita chiesa di s.

pertanto appoggiò l'incombenza di rime- Giacomo al Colosseo, e di alcune pilture


diarvi alla coQipagnia e guardiani del ss. che in quella esistevano ^ di Ferdinando
Salvatore, che aveano in cura il vicino Boudard, e da lui lucidate e delineate a
ospedale omonimo; quindi in premio del- penna con o disegni delle migliori pittu-
i

la vigilanza colla quale estirpando quei re del Giotto o della sua scuola e disce-
malviventi, ridussero quella parte della poli, prima che la chiesa fosse atterrata

città a quieto e pacifico stato , il senato neli8i5; la quale Memoria isterica fu


medesimo formò molti capitoli e ordina- riprodotta nel n." 85 del Giornale di Ro-
1

zioni, e concesse a'guardiani che tutta la «mi85o,col savio intendimento di con-


via del Colosseo e suoi abitanti soggetti servare la ricordanza de'pregievoli e anti-
fossero a loro, col gius del mero e misto chi dipinti che decorarono la chiesa di s.

imperOjCon facoltà di riconoscere e di ter- Giacomoal Colosseo,anche per essere sla-


minare tutte le cause, tanto civili, quanto ta trascurata dai descrittori di Roma. Se-
criminali, e di procedere contro qualun- condo tale memoria, la confraleinila di
que eccesso, fuorché di alcuni delitti ca- Sancla Sanclorum fino dal 4? o, a vea già 1

pitali riservati all'udienza del senatore di la cura di detta chiesa unitamente all'o-
Roma; dichiarando che per la via Lale- spedale ch'erale annesso fra gli archi stes-
ranense dovesse intendersi dall'arco situa- si del Colosseo, che si dividevano in lun-
to dietro la cappella di Sancla Sancto- ghi corridori, ilqualeospedalefu traspor-
rww, sinoa tutto il Colosseo, compresavi talo e riunito dopo molti anni in quello
anche la piazza del Lalerano ove trovasi di Laterano, cioè dopo il i5i8. Riporta
l'ospedaje; e per premio dell'opera sud- la Memoria (\{\òn\.o ho narralo con l'au-
detta donò ai guardiani eziandio la 3." torità diMarangoni, non senza però om-
parte del Colosseo. I capitoli e le ordina- missioni e alterazioni; dice ancora, che a-?
zioni furono in varie epoche successiva- vendo questo primario sodalizio la cura
mente confermati in Campidoglio dai se- della chiesa dis. Giacomoal Colosseo, ivi

natori, conservatori e caporioni, inclusi- stabilì il regolamento di toltele altre con-


vamente aliSio, Questa giurisdizione si fi-aternite diRoma, per le principali fun-
esercitòda'guardiani fìnchèdalPapa fua- zioni e processioni fra l'anno. Dalla qua-
vocata a'suoi speciali ministri, continuan- lità poi delle figure dipinte nella chiesa
do i guardiani nel possesso della 3.* par- di s. Giacomo in abito spagnuolo, e dalla
ie del Colosseo, ove in alcuni luoghi po- tradizione delle memorie Lateranensi e
sero in marmo e dipinte, unitamente a Capitoline.si vuoleche gli spagnuoli aves-
quella del senato vomano, le armi di que* sero il loro ospizio pei pellegrini che si re-!
SCA SCA 73
covano in Romn, e la loro confraternita portuno dovere ricordare, come Paolo II
nella chiesa di s. G iacomoal Colosseo, che neli4G6 avendo ripristinati nella biisili-
"veniva ancora appellala degli spagnuolial ca Lateranensei Canonici regolari Late"
Colosseo, sotto la prolezione di s. Giaco- ranensi del ss. Salvatore (F.)
rimosse ^

mo apostolo delleSpagne.Aggiungeiò con quelli secolari e deputò alla basdica di


li

Marangoni, che Roberto Guiscardo ve- s. Lorenzo ad Sancta Sanctorum cogli

nuto inRoma nel i 084 per liberare s. Gre- emolumenti cheaveano, finche fossero no-
gorio FU
(F.) assediato da Enrico IV, minati ad altri canonicati e vescovati. Pe-
pose a ferro efuoco diverse parti della cit- rò Sisto IV mosso a compassione dalle
tà,equantoeravi d'abitalo fra il Colosseo querele de' romani che vedevano i loro
e il Luterano, nel modo die deplorai nel figli privati de'canonicati Laleranensi i-
voi. LVIII, p. 266; e Marangoni crede stituiti dai loro maggiori, nel 1472 vi ri-
che propriamente il Colosseo ne restò il- stabiPi i canonici secolari, quali pel di- i

leso, ed è perciò che la compagnia de'ma* ritto acquistato sulla detta basilica di s.
celiai vedendo abbandonata la regioneLa* Lorenzo, seguitarono ad usare le insegne
leranense, presa la sagra immagine del e prerogative della medesima, e perciò il

Salvatore, la trasportarono nella chiesa capitolo della basilica Lateranense nelle


di s. Giacomo vicino ai Colosseo, volendo- processioni e altre funzioni si fa prece-
la conservare nell'abitato, benché sia cer- dere da due Campanelli, da due Croci,
to che dipoi fu riportala a Sancta SanctO' e da óue Padiglioni j all'origine di tali du-
rum. In pieniio di che fu concesso alla plici insegne proprie delle basiliche,di ver-
compagnia de'macellai il privilegio d'in- si autori danno altre derivazioni, che ri-
tervenire alla solenne processione della ss. portai ne'luoghi cilati nel voi. XLIX, p.
Immagine, con elmo in capo e usbergo, 8, dicendo pure l'opinione tti alcuni sul-
e con tizzoni o bastoni armati di fuoco, in- l'uso de'due padiglioni. Dipoi insorte dif-
torno e vicino alla sagra Tavola, per trat- ferenze giurisdizionali tra canonici Lale-i

tenere la calca del popolo, allìnchè non re- ranensi ed guardiani della compagnia
i

casse impedimento a quelli che la por- di Sancta Sanctorum, massime sulla ce-
tavano, e da que'bastoni infuocati furono lebrazione delle messe e altri divini ulìi-
appellati gli Suzzi e \a Compagnia degli zi, e sulla distribuzione e conservazione
Stizzi. Per tale benemerenza fu pure ad dell'elemosine, Leone X le con<pose e ri-
essa accordato di liberare ogni anno un stabilì la concordia ne)i52i colla citata
condannalo a morie. Conosciutosi dipoi, bolla Ex iiìjunclis. Lungo poi sarebbe il

che questi macellai ardimentosi e forti, riportare quanto eruditamente ha scritto


neir accompagnamento eccitavano delle il dotto Marangoni, sulla gran tavola col-

risse e tumulti scandalosi, massime nella l'immagine Acheropita del ss. Salvatore
processione del 1 55o, con poco decoro del- che si venera in questo santuario, per cui
la sagra funzione, la compagnia del ss. Sal- senza entrare ne'particolari dettagli dirò
vatore decretò alla Compagnia degli Sliz- soltanto le cose principali, potendosi nel-
zi tW non più intervenire alla processio- l'encomiato storico conoscere le varie opi-
ne, e che invece de'macellai, la s. Irama*» nioni, e tutte quante l'erudizioni ivi rac-
giue fosse accompagnata da 89 nobili ro- colte.
mani, colla stessa incombenza da prati- Oltre i tesori delle sagre reliquie e le
carsi con modi convenienti. Tuttonel 55 1 1 cospicue memorie ecclesiastiche che ren-
approvò Giulio III col moto-proprio IVu- dono insigne, venerandoe celebralissimo
per^ trasferendo i privilegi e prerogative il santuario di Sancta Sanctorum a tutto
perciò godute dai macellai, alla compa- il mondo, certamente in esso primeggia
gnia d^l ss. Salvator^. Qui mi sembra opi*» l'elligie del ss. Salvatore Gesù Cristo A-
74 Se A SCA
cheropila ossia non fatta per mano umn- pore e di vota allegrezza della sagra adu-
ua, diverse essendo le opinioni di sua pii» nanza, e tulli resero molte grazie al Si-

ma origine e autore. Molli de'piì^i antichi gnore per avvenimento sì prodigioso. Ma-
storici sono concordi in riconoscere la pit- niaculio crede che l'immagine restata nel-
tura Aclieropita, altri tengono che sia o- la camera della B. Vergine, e dopo la sua

pera di s. Luca Evangelista nel suo con- morte gloriosa in Gerusalemme, fosse po-
torno, ma che avanti di colorirla, ritro- scia da Tito portata in Roma, donde poi si
vata fosse dipinta per mano angelica e per collocò nella basilica Lateranense, e quin-
divina virtù. Altri dissero che fu portata di fu trasferita nell'altare di s. Lorenzo
in Roma da s. Pietro, altri da Tito colle ad Snuda Sanctoriun. Gli annotatori ap-
spoglie dell'espugnata Gerusalemme; al- posero diverse critiche su tale racconto,
tri che miracolosamente venne in Pioma e pungenti il Millino : invece Marangoni
per mare da Costantinopoli , inviala al- riporta gravi testimonianze e la tradizio-
l'alma città da s. Germano patriarca di ne de' fedeli d'oriente, che s. Luca deli-
Costantinopoli, per sottrarla diiU'empio neasse quest'opera sovraumana, e dichia-
furore des}' Iconoclasti (f^.) : ciascuna di ra non improbabile che gli apostoli pen-
queste opinioni incontra le sue dillicollà, sassero a conservare la memoria dell'ef-
ma quanto al suo titolo di Acheropila e fìgie del Salvatore a consolazione de'fede-
alla di lei venerazione in Roma sino dal- li, senza occultare che varie furono le an-

l' VI li secolo, ne fa chiara testimonianza tiche immagini delSalvatore celebrate in


Anastasio Bibliotecario, il più celebre e ri- oriente. Che se la nostra ss. Immagine
nomato scrittore del secolo IX, narrando non presenta l'eccellenza dell'arte, come
come Papa Stefano III del ^52, per im- altre fatte per mano angelica e in modo
petrar da Dio l'aiuto per la Chiesa afflitta miracoloso, osserva il p. Marracci,che des-
da Astolfo re de'longobardi, portò in pro- se per lo più sono di rozza manifattura;
cessione questa sagra immagine Achero- il che ordina la divina sapienza, acciò il

pila a s. Maria Maggiore, ed a piedi scal- cullo de'fedeli non si fermi nella bellez-
zi con tutto il clero e popolo. Dalla rela- za della figura, ma passi alla santità del
zione di questa sagra Immagine fatta nel figurato; ed è ben vero, che in quell'istes-
secolo XII da Nicolò Maniaculio canoni- sa rozzezza di somiglianti opere campeg-
co regolare della basilica Lateranense, si gia una certa maestà, la quale cagiona non
rileva che essendo nel cenacolo gli apo- poca riverenza e venerazione ne' riguar-
stoli colla B. Vergine, dopo l'Ascensione danti. In breve, delle di ver-;e opinioni, pa-
al cielo del Sai valore, per appagare le bra- re la più probabile, quella che narra la

me di molti fedeli che desidera vano di con- spedizione per mare della sagra Tavola,
servare e venerare le umane fattezze di fatta da s. Germano, e che prodigiosamen-
Gesù Cristo, risolvettero di farne dipin- te in i/\ ore giunse alla foce del Tevere,
gere l'immagine che in loro ben impres- ove per divina rivelazione si recò a pren-
sa ritenevano; pertanto ne appoggiarono derla il Papa s. Gregorio li nel 726 cir-
al discepolo del divin maestro s. L»jca l'e- ca. La sagra Tavolasi vuole di cedro, di
secuzione, il quale si contentò di accinger- palma, di olivo, è lunga 7 palmi, larga
si all'impresa, previo un triduano digiu- 3. La figura del Sai valore è al naturale,
no Vergine
e fervorose orazioni della B. con lunga barba, ed in piedi, benché di
e degli aposloli.Quindi preparata egli una essa poco o nulla si veda, dopoché l«»no-
tavola di palma, su di essa fece primi i cenzo HI la fece tutta ricoprire con lami-
lineamenti del suo disegno, ma prima di ne d' argento, tranne la faccia e piedi. i

colorirla tuttal'Immagine comparve per- Intorno alla lesta lo fregia un nimbo o


fezionala da divina virtù, con sommo stu- diadema, 01 nato di gemme, per figurare
se A se A 75
l'estremità della croce; poiché Gesù di- porfido, correggendo pure Ramponi. Con-
sio solo pei* mezzo clella croce salvò tut- clude, essere più verosimile, che la cicatri-

to il mondo. Elia è incassala entro un ta- ce dell'immagine di Snncla Sanctorunt^


bernacolo di legno dorato, e questo col- sia una percossa del barbaro furore de-
locato in una tribuna posta dietro l'alta- gl'iconoclasti, poi ripetuta nella copia so-
re e al suo livello; un terso cristallo di- migliante con la quale fu coperto il volto
fende la sagra effìgie dalla polvere. Però originale. Antico è il costume di tenersi
il sagro volto che noi vediamo è dipinto per venerazione chiusa la ss. Immagine
in tela o panno di seta grossa e sovrappo- del Salvatore, e di aprirsi alla vista e di-
sta nll'efligie dipinta e originale, e simile vozione de'fedeli alcune volte fra l'anno,
nella somiglianza ad esso; poiché o per con maestosa funzioneeindulgenze, aven-
maggior venerazione, ovvero perchè olFe- done concedute anche Nicolò IV nel 129 i
so dal tempo il sagio volto, vuoisi che A- e Giovanni XXII nel i3 17. Talvolta eoa
Jessandro II, o Innocenzo III secondo al-
1 indulto de'Papi si scoprì e mostrò straor-

cuni, ne ordinasse tal copertura, per im- dinariamente a qualche gran- personaggio,
pedire ulteriore tarlatura, onde poi Inno- come fece Clemente VI nell'anno santo
cenzo III coprì con dette lamine il resto i35o per Arnaldo visconte diCaramagn.
della figura, ed altrettanto fece Nicolò 111, Aumentata la divozione de'fedeli per la

riportandone il disegno di molta elegan- ss. Im-magine, fu stabilito dai Papi che si
za, in uno a quello degli sporteili,il Maran- aprisseinalcuni tempidell'annoaila pub-
goni insieme alla descrizione delle lastre blica venerazione, e questi sono: Nella vi-
d'argento figurate e degli altri preziosi or- gilia di Natale dopo la compieta cantata
namenti. La cicatrice chesotto l'occhio de- nella basilica Lateranense, e rimane aper-
stro del l'immagine apparisce, si crede sen- ta sinoalla domenica più prossima alla fe-
zadubbioesistereanche nell'originale,che sta di Antonio abbate, in cui dopo no-
s.

veneriamo coperto dalla somigliantissima na si chiude. Nelsabbato avanti la dome-


descritta copia del suo primo prototipo, nica delle Palme si apre nella mattina do-
Ja quale cicatrice si vuole operata dagli po vesperi (per ordine di Urbano V, poi-
i

empi e furibondi eretici iconoclasti. Ma ché prima, con pena de'pellegrini, si apri-
rangoni non segue il racconto di Millinoe va solo nel giorno di Pasqua), e chiudesi
Soresino, che nel i 55o insorto tumulto nelladomenica fra l'ottava del Corpus
nella processione colla Immagine, un s. Domini, dopo la processione del ss. Sa-
macellaio della suddetta C ompn ani a de- gjamen to e ostensione del le leste de'ss. Pie-
gli Stizzi per ferire alcuno, tirando un col- tro e Paolo, che si fanno indetta basili-
po colse la sagra Immagineecheneuscì vi- ca. Nella vigilia dell'Assunta siapr-edopo
vosangue.MdlinoeCasella opinanociòdo- compieta, e si chiude dopo recitata nona
versimeglio attribuire ad un ebreo, quan- neila.domenica dopo l'ottava della stessa
do scagliò nel venerando volto un pezzo solennità. Negli anni santi si apre nella
di mattone, in occasione che per miglio- vigilia di Natale in cui cominciano, dopo
rare gli ornamenti della sagra Immagi- la solenne messa cantata nella basilica La-
ne, era stata portata nella cappella di s. teranense, e resta aperta per tutto il ri-

tìilvestro I. Rigettando dunque INIaran- manente dell'anno del giubileo universa-


goni tali narrali ve, quanto all'ebreo, dice le, e poscia si chiude nella domenica più
che ferì in fronte, e non sotto l'occhio de- prossima alla festa di s. Antonio abbate
stro, altra immagine del Salvatore e ne dell'unno seguente. Inoltre ogni volta che
uscì sangue, cioè quella che stava sopra i I Papa ascende la scala santa, o visita que-
la porta dell'oratorio di s. Silvestro I, iu sta sagra cappella, si apre la custodia del-
tabernacolo sostenuto da due colonne di l'immagine del ss. Salvatore, senza pra-
76 se A
licarsi il solilo l'ilo e ceremonie che Iian- che quella del Crocefisso (F.).!)^ diversi
no luogo nelle aperture e chiusine della misteriosi ornamenti delle ss. immagini
sagra Icona, prima con quella maestà e de- del Salvatore, co'quali si rendono vene-
coro che descrive Marangoni a p. 1 07, ed rabili e maestose; di quelle antiche clie si

ora con con veniente e di volo rito; dappoi- venerano in Roma, e delle eflìgialene'sa-
ché a suo tempo v'intervenivano solenne- gri cimiteri. Del costume de'primi tempi
mente la nobile compagnia del ss. Salva- di dedicarsi principalmente le chiese al
tore non più esistente, gli alunni del col- Salvatore, benché erette in memoria e o-
legio Capranica da essa governato, e due i nore di qualche santo; del suo efllgiarsi
Priori di Smicla Snticlorum con piviale, in mezzo alla tribuna earchi trionfati del-
unode*quali benefiziato Laterane.nse elet- le chiese, e di molte chiese di Roma uni-
to dal capitolo, l'altro parroco di Roma camente erette colla denominazione del
eletto dai guardiani, insieme al capitolo ss. Salvatore, che io descrissi nella mag-
e clero Lateranense. Questo poi soltanto gior parte. Del culto verso il ss. Salvatore
si porta processionalmente nelle feste di esue immagini propagato nellefondazioni
s. Lorenzo e di s. Silvestro I al Stincla eziandio di abbazie e monasteri, col pren-
S.'inctonini jCawiando messa solenne nelle dersi la suaimmagine per stemma, o il
ca[)pelle esteriori laterali, dedicate a tali da alcun ordine religioso. Delle im-
titolo
come meglio dirò. Quindi erudita-
santi, magini del Salvatore, appellate comune-
mente Marangoni descrive le processioni mente UìPietà, e delle insegne e sigillo as-
e trasporlamenti della s. Immagine del sunti dai sodalizi e luoghi pii. Di altre si-

Salvatore a varie basiliche e chiese di R.0- mili imrnagmi esistenti in Roma, e del
ma, fatte da diversi Papi antichi ne'mag- costume di effigiarsi sui cenolafi e sepol-
giori bisogni del cristianesimo. L'ordine ture degli antichi fedeli. Delle immagini
dell'annua processione della s. Immagine delss. Sai valore effigiate negli anelli, nelle
per la festa dell'Assunta, soppressa da s. medaglie
o e monete antiche. Di due altre
Pio V del i566 per l'avvenuto neli55o,e immagini acheropite del Salvatore, che
pegli abusi rilevanti e sconcerti introdotti, in Roma si venerano nella Chiesa di s.
terminandosi di notte; poi parla delle pro- Silvestro in Capile (di cui trattai anche
cessioni e trasporti della sagra Immagine nel voi. LI, p. 809), e nella basilica Va-
ad altre chiese negli ultimi secoli, e [)arti- ticana nel Folto Santo (F.). Come nella
colarraente sotto Clemente XI; e di quelle cappella di Sanala Sanclorm/i si conser-
che per memoria Fanno alcune città e ter- vava r immagine della B. Vergine, che
re. Però s. Pio V ad esempio di altri pre- orasi venera nella Chiesa di s. Maria del
decessori donò al santuario, oltre le con- Popolo (F.); trattando pure di altre im-
suete coltri tessute d' oro che i Papi so- magini di Roma credule operedis. Luca.
levano mandare perla piocessione, la A'o- Della nobilissima Compagnia o /Ircicoìi-
ó'iic/^o/'o(/''.), al quale articolo parlai pure fralernila de' Raccomandati dfl ss. Sai-
delle altre 3 regalate al santuario dagli valore ad Sancta Sanctorum : sua origi-
altri Papi, e custodite a parte dai cano- ne nel secolo XIII per opera del cardinal
nici Lateranensi. Passa poi Marangoni col- Giovanni Colonna (F.) del 2 6, pi ima- r 1

la sua bella opera a trattare del titolo di rio fondatore dell' ospizio indi trasferito
Salvatore, ed a quali immagini di Gesù ove trovasi conie Ospedale che poi prese
Cristo propriamente si adatti, di sue fat- il nome del ss. Salvatore, e dell'ospedale
tezze corporali, della persecuzione degli di s. Giacomo contiguo al oper
Colosseo;
iconoclasti pruicipalmente diretta contro quella del cardinal Pietro Colonna (^.),
le immagini delSalvatore,e perchè ne'pri- che almeno ottenne da Nicolò IV la ca-
mi tempi si usassero più frequentemente uuuica erezione della compagnia; suo sta
SCA SCA 77
bllimentojprimi statuti e suo fervore nella Paolo. Edeccomi a riprendere la narra-
pratica della s. ospitalità, avendo in cura zione di quanto riguarda la scala santa
l'ospizio presso il Laterano fondato dal e sue dipendenze, da Sisto V trasportata
cardinal Colonna, l'ospedale di s. (ìiaco- avanti la cappella di Stincla Sanciorum^
ino, e quello da lei edificato nel i 348 solfo con altre notizie spettanti a questo san-
il titolo di s. Michele Arcan"elo
o odis. An- tuario e luogo santissimo.
gelo presso la chiesa di s. Andrea, stabi- Sisto V per aumento di maestà e ve-
limenti benefici riuniti poi nel ricordato nerazione all'imniagine Acheropita ed al-

del ss. Salvatore ed esistente per le don- la cappella di Sancla Sanciorum ^ì\\ùx\\\
ne, in uno a quello espressamente per esse a questa avendo trasferito la scala santa,
eretto dal sodalizio e ingranditone! iGSj. acciò come di vestibolo servisse a sì gran
Come fu derogatoallo statuto del numero santuario, e ne facesse ben degna parte,
de'ioo fratelli, per la copia di quelli che pel decoro di questo sagro e prezioso mo-
bramavano d'essere ascritti alla compa- numento, e per difesa dalle pioggie e dal
gnia, per godere del fruito delle grandi sole, dal suddetto architetto Fontuna fe-

opere pie praticate dalla medesima, alla ce erigere avanti un ampio


la scala santa
cui vigilanza e custodia fu dato il governo e magnifico portico d'ordine dorico, con
e r amministrazione di que' collegi, che 5 archi di travertino sostenuti da' loro
enumerai a Ospedale del ss. Salvatore. pilastri, quali guardano all'occidente, e
i

Delle aggregazioni a se fatte dalla com- due altri laterali, l'uno a mezzooiorno e
pagnia di altre adunanze, compagnie, con- l'allro a settentrione, tulli aperti e ripa-
fraternite, luoghi pii e religiosi, comuni- rati negl'ingressi con cancelli di ferro, i

cando loro le indulgenze, indulti e privi- primi 5 de'quali corrispondono: quello


legi da essa goduti, tanto per ragione del di mezzo alla scaia santa, e gli altri 4 ^d
cospicuo ospedale, quanto per la custo- altrettante scale ampie e spaziose, di tra-
dia della cappella di Sancla Sanciorum e vertino le annesse alla scala santa, di pe-
della sagra immaginedelSalvatore.Final- perino le altre due, e formate ogimna di
nientelMarangoni pubblicò il catalogo del- 3o gradini, per le quali i fedeli dopo di
le aggregazioni spedite dalla compagnia, aver salita ginocchioni la scala santa, pos-
ed il catalogo de'guardiani della mede- sono discendere dal santuario. Le pareli
sima, dal I 332 al I
747 inclusive. Nel più e volte delle due scale contigue alla scala
Ospedale o Arcispe-
volte citato articolo santa sono tutte dipinte a fresco di sog-
dale DEL ss. Salvatore ad Sancta San- getti dell'antico Testamento; ma le due
CTORUM presso s. Gio. IN Laterano, parlai ultime scale hanno nella volta dipinto lo
dell'immagine Acheropita e de'suoi cu- slemma di Sisto V soltanto. Nella som-
com-
stodi, ostiari e guardiani della nobile mità della scala santa e delle due scale
pagnia omonima; della solenne lavanda propinque vi sono avanti ciascuna un cu-
de'piedi, e mensa che facevano nel giovedì polino che illumina i ripiani. Inoltre Si-
santo a 12 individui, guardiani e il Se- i sto V a sua custodia e delle cappelle di-
nato Romatio[P\),a\ quale tuttora spetta poi stabilì un corpo di ecclesiastici o no-
imbandir la mensa, e eseguir la lavanda bile collegio SìsIìdo, cioè 4 cappellani, uà
quando non vi sia cappella papale; della sagrestano, 4 chierici, un ostiario e la di-
lavanda de'piedi della ss. Immagine e so- gnità del preposto superiore di tutti, i

lenne processione. Estinta la compagnia quali avessero la cura di celebrare nelle


nel pontificato di Pio VII, ad altri passò cappelle laterali il divino sacrifizio e d'in-
l'amministrazione dell'ospedale, ed il su- vigilare al decoro e polizia di questi santi
periore di Sancla Sanclonun tiene una luoghi, comedisposecolla bolla Ciini sin-
delle 4 chiavi delle teste de'ss. Pietro e gularem rerum, de'2 giugno 1 59o,ripro-
^8 se A se A
ciotta dal citato Ricci e dal Bull. Rom. t. verso da quello della scala santa, restan-
5, par. i.',p. 124, assegnando a tulli l'en- do la cura della cappella di Sancta San-
trate d'annui scudi 1 170. La nomina del clonun ai canonici Lateranensi, ed alla
jireposlo, cappellani e altri chierici, la di- nobile compagnia de' raccomandati del
chiarò giuspalronato di sua flimiglin Pe- ss. Salvatore, come avverte Marangoni.

relli, dalla quale poscia passò nella Sfor- Nelle pareti della cappella di s. Lorenzo
za-Cesarini, nel cui archivio si conserva sono dipinle le figure di 8 dottori, cioè i
la pergamena originale, come attesta il ss. Ambrogio, Agostino, Girolamo, Gie-

Ralti, Della famiglia Sforza, t. i,par. gorio I, Gio. Crisostomo, Basilio, Tom-
2.", p. 355. A tal fine Sisto V fece fab- maso d'Aquino e Bonaventura, oltre le
bricare delle stanne sopra il maestoso por- figure di 4 profeti. Anche la volta e pa-
lieo, nel 2.° piano decorato da un ordine reti della cappella di s. Silvestro I ha pit-
ionico, per abitazione de'delti sagri mini- ture a fresco. Adornò poi Sisto V il por-
stricon 7 fìneslre, e per memoria fece scol- tico, le parli laterali della sanla scala, sua
pire nel fregio, e sopra dello stesso 2.° or- volta e prospetto superiore colle istorie
dine della facciata questa iscrizione: Si- della Passione di Gesù Ciislo in 7 qua-
xlus F fidi Sanclioriqne locOj Scalani drati per ciascun lato di essa, che furono
sanclam posuit iSS^.Pont.ir. Inoltre in eccellentemente dipinti da Paris Nogari,
ambedue lati della cappella di Sancta
i e vi lavorò anche Vincenzo Conti roma-

Sanctonim il Papa fabbricò due altre no; nella volta vi dipinsero altri egregi
cappelle o oratori!, lai.'' a destra di chi pittori, e nel prospetto sopra la finestra

guarda il prospetto del santuario o parte che guarda entro la sagra cappella si ve-
meridionale, dedicata a s. Lorenzo arci- nerano le Gesù Croce-
pitture esprimenti
diacono e martire, con l'altare poggiato fisso, colla B. Vergine e s. Giovanni che
al muro del medesimo santuario, e Tal- stanno in piedi presso il medesimo, per
Ira nella parte opposta verso il settentrio- promuovere in quelli che salgono la sca-
iiededicata a S.Silvestro Papa, con altare la sanla, colla meditazione de' patimenti
similmente collocato, ne'quali due altari del Sai valore, sentimenti di compunzio-
si potesse celebrare la messa dal prepo- ne commessi peccati. Similmente le
pe'
sto e cappellani, poiché nell'altare del san- altre due scale laterali alla santa, furo-
tuario, essendo pontificio, al solo Papa è no adornale da storie della divina Scrit-
lecito celebrarvi. Nel quadro dell'altare tura siinboleggianli la passione del Si-
di S.Lorenzo è rappresenlatoquesto san- gnore. Si segnalarono in tulle quesle o*
to con dalmatica; quello di s. Silvestro pere e dipinti dell'antico e nuovo Testa-
1 in piviale e triregno: ambedue sono co- mento, oltre nominati, pittori Andrea
i i

loriti a fresco, e si crede che l'effigie di d'Ancona, Antonio da Urbino, Avanzino


s. Silvestro I sia quella dello stesso Sisto Nucci da Città di Castello, Baldassare
V. Il i ."altare di s. Lorenzo fu consagra- Croce bolognese, Ferrao da Faenza, Ja-
to da Benedetto XUl a'i5 otlobrei727; copo Stella bresciano, Gio. Baglioni ro-
il 2." di s. venne consagrato
Silvestro 1 mano,allora giovinetto, Gio. Battista No-
pure da tal Pontefice a' 1 8 oltobre di det- varrà. Paolo Guidoni hicchese, detto il

to anno, dichiarandolo anche privilegia- cav. Borghese, Antonio Viviani ed altri;


lo perpetuo pe' defunti. Clemente XIII Paolo Brilli fiammingo dipinse i paesi.
a* 18 agosto 1767 dichiarò privilegiato Ma lutti questi allVeschi per l'intemperie
l'altare di s. Lorenzo, per celebrarvi in- de'tempi, essendo il portico stato finora
determinato numero di messe, e ciascuna tulio aperto, e per l'umidità proveniente
per liberare un'anima dal purgatorio.il da'telli, hanno moltissimo solferto,ed al-
custode delle due cappelle fu stabilito di- cuni non sono risarcibili, anche pe' cat-
se A SC A 79
livi ritocchi e rcslauri clic li deformaro- tabella colla breve storia (Iella scala sonta»
DO. Secondo il Banibi, Sisto V spese in ed il ristretto di sue indulgenze per ec-
qiiesla fabbrica pili di 25,000 scudi. Sa- citare la pietà cristiana a venerarla con
bta che si è la scala santa, nel ripiano a frutto spirituale; questa tabella però ora
mano destra nella divisione delle scale, non esiste più. Dipoi si volle introdurre
si due porte per andare alia cap-
passa pei- amaggior venerazione i giorni per ascen-
pella e altare di s. Lorenzo, ed una si- derla i soli uomini, ed altri per le sole
mile a mano sinistra della scala santa, e donne, ma questo provvedimento ebbe
queste tre porte hanno stipiti e architra- corta durata. Papi, sovrani, cardinali, ve-
vi di grossi tnarmi lavorati con inlogli e scovi, prelati e grandi personaggi in ogni
fiorami; le quali 3 portesi tiene che fos- epoca furono divolissimi della visita del-
sero del palazzo di Pilato, per le quali la scala santa, salendola ginocchioni con
passòil Redentore nella sua Passione, co- edificante raccoglimento e pietà, pai ti

mealtestano anche il Marlinellijcd il Se- colarniente negli ^nnì sa/ili, ne'quali ar-
verano, il quale dice ch'erano nella ba- ticoli parlai di tali visite e della frequen-
silica Leoniana appellala eziandio sala za con che l'ascesero i Papi, conservando
del concilio, e che fedeli quali dalla
i i le indulgenze a questa divozione conces-
basilica Lateranense salivano in questa se. Oltre iPapi ricordali in principio,sin'

scala di votanienle passavano per tali por- golarmente furono di voti della scala san-
te: il Tiepolo nel catalogo delle reliquie ta, baciandone gradini, e salendola gi-
i

della passione del Salvatore aflerina al- nocchioni, Gregorio XI li, che più volle
trettanto. OsservaMarangonijche tutti gli ciò fece nell'anno sanloi575, Sisto V in
scalini della scala santa si vedono molto modospeciale,Gregorio XI Vchenel 1 5go
scavati, e quasi nel loro labbro logori, co- dopo aver preso possesso della basilica
niunemenleciòattriboendosi al continuo Lateianense, andò a fare orazione al ss.

salirvi ginocchioni de' fedeli, in venera- Salvatore e scale sante. Cancellieri dice
y.ione di essere stati santificati dal con- che il nuovo Papa anticamente entrava
tatto del Redentore, poiché salendovi dal- nel Sancta Sanclorum ad orarvi, e la-
l'uno all'altro, nel fermarsi le punte del- sciarvi l'oblazione, e per ultimo lo pra-
le scarpe, massime della gente di campa- ticò Sisto V che poi separò il santuario
gna, siano a poco a poco andati scavan- del patriarchio. Clemente Vili nel 1592
dosi con notabile detrimento, e forse an- dopo la funzione del possesso si recò al-
che per le scaglie o raschiature tolte per la scala sar»ta, fece orazione sopra un cu-
divozione dai fedeli, come rilevasi dalle scino posto sopra un tappeto a piedi di
loro ineguaglianze. Ad impedire moggio- detta scala, indi baciò la croce d' ottone
ri rovine il preposto del collegio Sistino eh 'è scolpita sul 1 .^gradino, si alzò e per
Marco Gigli d'Anagni,
della scala santa la scala sinistra andò alla cappella ài San-
persuase Innocenzo XI II a far coprire gli da Sanclorum ove orò sul faldistorio, e
scalini da grossi tavoloni di noce, lascian- poi scese per la scala a mano diitta; nel-
do nel davanti d'ognuno un'apertura ac- l'anno santo 1600 la salì 60 volte ginoc-
ciò si vedessero gradini, laonde nel yiS
i i chioni, come riporta Ricci, ad onta di sua
fu effettuata tale copertura con esito van- grave età e incomodi, e vi fu pure pei bi-
taggioso per la conservazione de' sagri sogni di s. Chiesa, come praticarono al-
marmi, e pel maggior comodo di quelli tri Papi. Replicate volte la salirono Ur-
che salgono inginocchioni. Il medesimo bano Vili, Innocenzo X, Clemente IX e
preposto fece collocare due vasi di mar-
i altri successori. Clemente XI l'ascende-
mo per l'acqua benedetta, a pie dell'in- va col capo scoperto, e nel 1709 ordinò
gresso della medesima scala santa, ed una una processione bolenne,colla quale ac*
8o se A SCA
compagno l'immagine Aclieropila, da la funzione potesse vedersi da tutto il po-
questo snnliiariolra>()()rlnta allndiiesadi polo situato sulla piazza che resta davan-
s. Maria sopra Mineiva,nlla basilica Vati- ti, fu innalzato un altare fuori di detta
cana, ove restò esposta suiraltai e papale cappella in cima alla scala santa; e quivi
per 8 giorni, con immenso concordo elei coll'intervento del Papa e del sagio col-
fedeli; quindi con altra processione la fe- legio, recitate le preci prescritte coll'ac-
ce trasportare alla basilica Lateranense, compagnamento del canto de'cappellani
e da questa alla sua cappella di Scinda pontifìcii, fu compartita la benedizione
Sanctoriim, come ricordai a Processio- col ss. Sagramento, le prime due sere dal
ne. Benedetto XI 11 nefuegualmente di vo- cardinal Soniaglia come arciprete Late-
lo, e compì la copertura di noce incomin- ranense, e la 3."* dal Papa dopo aver con
ciata dal predecessore Innocenzo Xlll. somma divozione salito in ginocchioni la

Alcune volte fra l'anno Benedetto XIV santa scala. Una dellesagre memorie del-
praticò di salire ginocchioni esemplar- la passione di Gesù Cristo è la scala san-
inenle la passando poi ad o-
scala sant/i, ta, ed è degna d'ogni atto di religione e
rare nel santuario, avanti l'immagine sco- di divozione, poiché non una volta sola
perta del ss. Salvatore. Questo i^apa re- fu salita dallo stesso nostro divinoReden-
staurò il propinquo Triclinio Leoniano, tore, e fu consagrata dal di lui sangue
riunendo il suo muro esterno a quello del- prezioso nelle ultime ore di sua vita; quin-
la cappella di s.^ Lorenzo. NeliyyS Cle- di frequentissima sempre fu ed è la pie-
inente XIV visitòginocchioni la scala san- tà de'fedeli d' oqni ceto e condizione in
ta, indi si recò a fare orazione nel San- salirla divotamente in ginocchioni. Il me-
da Sandorum. Nelle pubbliche calami- todo pratico di visitare con frullo la scala
la, per guerre, terremoti, pestilenze, i- santa, per viemmaggiormenle risveglia-
iìondazioni,i Papi straordinariamente fe- un santuario
re la pietà cristiana verso
cero scoprire l'immagine Acheropita, ac- tanto ragguardevole, da ultimo lo pub-
ciò i maggior numero accorres-
fedeli in blicò il can. Leonardo Mazzucconi pre-
sero a visitar santa, ciò che pure
la scala posto del ven. collegio Sistino della scala
praticò Pio VI. Il successore Pio VI 1, ad santa, colle lìlemorie storiche della sca-
istanza del capitolo Lateranense, con de- la santa f e dell'insigne santuario di San'
creto della s. congregazione delle indul- da Sandorum, Pioma 84o. In questo li-
1

genze de' 1 settembre 1817, confermò bro riprodusse il modo proposto dal Se-
l'indulgenza concessa da Pasquale 1 d'an- 1 verano, per visitare degnamente la scala
ni 9 per salire ginocchioni ciascun gra- santa con orazioni e meditazioni divotis-
dino, a chi ciò eseguisce orando e medi- sime, anche per le reliquie e immagine
tando la passione di Gesìi Cristo con cuo- del ss. Salvatore, che sono nella cappella
re contrito de' propri peccati, ed inoltre di Sanala Sandorum. Altri scrittori che
dichiarò potersi anche applicare alle ani- fecero la storia di questo santuario sona
nie del purgatorio. Leone XII nell'anno i seguenti: Gaspare Bambi, Memorie sa-
santo 182 5 salì genuflesso la scala santa, predella cappella diSanda Sandorum^
ed entrò a pregare nel Sancta Sando- e della scala del palazzo di Pilato delta
rum. Nel voi. Vili, p. 21 1 narrai, come volgarmente scala santa, con una notizia
Leone XII pei bisogni di s. Chiesa fece delle indulgenze e modo pratico di salir-
nel 826 una novena distribuita in 3 tri-
1 la divotamente, Iloma 775.GiuseppeM.*
1

dui eindulgenza plenaria,a s. Michele Ar- Soresini beneficiato Lateranense, Della


cangelo coi cardiiìali, ed i primi 3 giorni scala santa ante Sancta Sandorum in
20, 2 I e 22 settembre ebbe luogo nella Laterano eulta, Romae 672 1 ei 674- ^^
cappella di Sancla Sandorum, AlUochè iiuagincss. Salvaloris in basilica adSan-
SGA SCA 81
ctn Sanctorum cu sto dì la, Romae 1 602. Il so in diversi luoghi e nel 1.588 in s. Ma-
compendio delle cose piìi cospicue con- ria Liberatrice ihWeoblale oli velane, fin-
cernenti la scala santa, Roma 1674. Giu- chèda Clemente Vili fu di nuo- nel 1592
seppe Pazzaglia, Compendio istorico del- vo canonicamente eretta in confraterni-
le cose pili cospicue concernenti la scala ta, confermala nel 1626 da Urbano \\\l

santa^ele teste de ss. apostoli Pietro ePao- nella visita della chiesa Lateranense, e fi-

loj conun sommario delle reliquie e in- nalmente da Alessandro VII elevata al
dulgenze che sono nel Sane ta Sanctorum, grado d'arciconfraternita con breve dei
Koma 1684. Benedetto Stella, Ristretto 1 7 luglio 656, Questo Papa nel 66 gli
1 1 1

santa jB.oma i6j5.


dell'istoria della scala assegnò per oratorio il silo posto sulla piaz-
Leonardo Nardoni, Scala santa colloca- za Lateranense, vicino al portico della sca-
ta in Stincla Sanctorum, Roma 1 656. Ni- la santa e il Triclinio Leoniano, precisa-
cola Maniaculius, De sacra imagine ss. mente in mezzo e annesso a tali edifizi^

Sahatoris in Palatìo Lateranensif Ro- e sotto il vestibolo della cappella di s. Lo-


niaei 709. Brancati, Notizia della scala renzo edificata da Sisto V; nel quale luo-
santa, Roma iGgS. Benedetto Millino, go era anticamente l'oratorio di s. Seba-
DeWoralorìo di s. Lorenzo nel Lalcra- stiano fabbricatone! Patriarchio da Papa
no oggi detto Sancta Sanctorum^ discor^ Teodoro Idei 642 jcome si comprova dal-
ffOjRoma 666.Cance\\'\evìfMemorieslori-
1 le pitture delle pareti esprimenti il mar-

che delle sagre Teste. Nella Storia de' pos- tirio del santo, onde Panciroli errò nel di-
sessi de' Pontefici, a p. 1.48 riporta l'opi- re che Teodoro I edificò l'oratorio pro-
nione che dietro la scala santa vi sieno pinquo di Sancta Sanctorum. L'odierno
de'lesori nascosti. Molti monasteri di Ro- oratorio fu costruito e ornato colle limo-
ma hanno una scala, nel far la quale ac- sine di molti divoti, fra i quali i cardina-
quistano tutte l'indulgenze, cheacquiste- li Alfonso Litta e Francesco Barberini,
rebbero se visitassei'o la scala santa, per splendidamente contribuironoalla costru-
pontificie concessioni. A destra del por- zione dell'altare di pietre commesse, nel
tico della scala santa e contiguo all'edi- quale è collocata la miracolosa immagine
fìzio è l'ora torio dell'arciconfiaternita del della B. Vergine Maria delle Gioie, che
ss. Sacramento Giovanni in Lutera-
di s. anticamente si venerava nella Basilica La-
no, la cui storia apprendo da Piazza, £'a- teranense e consegnala dal capitolo al-
,

serologia Romano, p. 337. Diverse sono l'arciconfraternita, indi agli 8 luglio 1


679
le testimonianze di sua erezione, e lai.^ coronata con corona d' oro dal capitolo
risale al 14 novembre 1493 sotto Alessan- Vaticano. In questo altare d. Gio. For-
dro VI, icui confrati cominciarono a ve- tunati romano benefiziato Lateranense,
stir socchi nella vicina chiesa de'ss. Mar- benemerito assai del sodalizio, lasciò pei"
cellino e Pietro nel 1 5o6, portando una legato 6 candellieri con croce di argento.
di vota immagine Madonna, la quale
della I confrati ivi si adunano tutte le dome-
liberando miracolosamente un canonico niche e feste dell'anno, per la celebrazio-
Lateranense dalla cecità, venne in molta ne de'divini oflìzi e recita di orazioni» pra-
venerazione nel 1 5 1 7. Perciò Leone X l'o- ticando pure quegli esercizi di pietà cri-
norò del privilegio di liberare un condan- stiana, visita della scala santa, delle 3 pa-
nato, facendole portare lo stendardo di s. triarcali basiliche, delle 7 chiese, ed altri

Francesco di Paola nella canonizzazione; che descrive Piazza. L' arciconfraternita


indi da Clemente VII fu annoverata tra usa sacchi bianchi con cordone paonaz-
le compag»>ie. Essendo partita da' ss. Mar- zo, e r insegna del ss. Sagramenlo, ed i

cellino e Pietro, dopo aver conseguito le- ss. Gio. Battista e Gio. Evangelista tito-
gati pii pel mantenimento del culto, pas- lari della basilica Lateranense. Ha per i-

VOL. LXH. 6
Si SCA SCA
stìtulodi accompagnare il ss. Viatico a- Roma sagra di Panciroli, si dice T arci-
gl'infermi, d'intervenire alle processioni confraternita istituita per la parrocchia
del ss. Sograraenlo,e quandoè esposto nel- Lateranense, echecelebralefeste dell'As-
la basiIicaLateranense,ed alla solenne prò* sunta, e de'ss. Gio. Battista ed Evange-
cessione della domenica fra rS.^'del Cor- lista. Il Bombelli, Raccolta delle imma-
pus Domini come notai
y nel voi. IX, p. gini della B. Vergine ornate della coro-
65, e nella quale interviene il Papa col na d oro, nel t. 2, p. i\ ragiona della
sagro collegio. I cohfrati visitavano gl'in- Madonna delle Gioie nelV oratorio del ss.
fermi neir ospedale Laleranense, prima Sagramento contiguo alla scala santa,
che fosse stabilito esclusivamente per le dipinta in tavola col Bambino in braccio,
donne, a tale effetto avendo lasciato due ed ottenuta dal capitoloLateranense dal
luoghi di monte il benefico lodato For- suddetto beneficialo Fortunali perdeco^
tunati,il quale dispose ancora 3 vesti bian- rare l'oratorio di cui fu zelantissimo pro-
che annue da consegnarsi dal sodalizio al motore, il quale indusse il capitolo Vati-
capitolo Lateranense per concederle a 3 cano a coronare con corone d'oro del va-
zitelle, due della parrocchia, una di altre lore di 190 scudi la B. Vergine, e il divin
di Roma, figlie oparenlidegliassiduicon- F'iglio,permezzo de'canonici Palagi e Ric-
fratij le quali zitelle ordinò che facessero ci, dopo che il pio sacerdote ne avea spe-

la comunione nella basilica fra detta 8.", rimentato il patrocinio, quando ivi cadu-
intervenissero alla processione, e visitas- to dal terrazzo distante dalla terra 33 pal-
sero la scala santa. In ogni anno santo il mi che precipitò, ne invocò il possente a-
pioFortunati dispose che dalcapitolo ere- iuto che lo fece restare illeso, prodigioso
desidasseall'arciconfraternila il frutto di avvenimento che produsse altre grazie a
sua eredità. Inoltre Piazza riporta il di- quelli che ricorsero a questa divota im-
scorso di Fioravanti Martinelli, sopra il magine di s.Maria delle Gioie. Nel n.^107
sito delToratorio di questa arciconfrater- del Diario di Roma del 1802, si riporta
nita, secondo Panvinìoed altri già por- la descrizione del possesso preso dal car-
tico Lateranense,ove Adriano I ogni gior- dinal Leonardo^ Antonelli arciprete della
no faceva nutrirei co e più poveri e di- basilica Lateranense: di questa è Interes-
stribuire limosine, ciò che fu rappresen- sante, che dopo la venerazione delle ss.

talo con pitture nelle pareli, dicendosi e- Teste,e l'oblazione lasciata sull'altare pa-
sisterne avanzi in quelle dell'oratorio. Si pale, prese possesso della magnìfica cap-
vuole che propinqua fosse la basilica di pella Corsini come protettore, in man-
Papa s. Zaccaria, ove
Papi ricevevano le
i canza d'un cardinale di tal famiglia. Indi
jicclamazionie Laudi, essenóo\eueiìovse che si trasferì a prendere possesso della
memoria dai superstiti muri, e vi si ce- protettoria dell'arciconfralernita del ss.

lebravano quelle funzioni che notai a'Io- Sagramento alle scale sante, ricevuto dal
ro luoghi. Venerabile è l'antica immagi- prelato primicerio, dai maestri di ceremo-
ne del Salvatore ivi dipinta; altre vetuste nie e dalla fratellanza.
pitture sono quelle del martirio di s. Se- Leggo nella Ci\>illà cattolica t. 7, p.
bastiano, il Padre Eterno, lo Spirilo san- 390 e 509, e t, 9, p. y I che il regnante
I ,

to, la creazione del mondo e dell'uomo, Pio IX stabilì di fare col suo privalo pe-
i profeti GeremiaeOsea, ed altro. Ripor- culio grandiose riparazioni, segnalameli te
tate da Martinelli le accennate diderenli nel tetto, con analoghe decorazioni e ab-
opinioni, nel rigettarle conclude con ri- bellimenti, al venerabileedifizioditS'^7/ic/fi
tenere, chequesto ora torio successe a quel- Sanclorum e della scala santa. A tale ef-
lo di Papa Teodoro 1, dedicato al ss. Sal- ne incaricò il valente architetto ro-
fetto
vatore e in onore di s. Sebasliauo. Nella mano cav. Giovanni Azzurri professore
SCA SCA 83
di architelliira pratica dell'insigne e pon- denti alla loggia scoperta di recente co-
tificia accatlemia di s.Luca, perchè vieppiìi struzione,superate le difficoltà che presen-

nobilitasse un santuarioe monumento ce- rampanti delle 5 scale, me-


ta va no le voi te

leberrimo di ecclesiastica antichità, e nel diante degli archi basati sui muri divisorii
quale si riuniscono tante memorie augu- delle medesime scale. Tutte questestanze
ste di nostra religione e del celeste suo si riuniranno poi e si porranno in comuni-

fondatore. Oltre a ciò il Papa con oppor* cazione colla casa che va ad edificarsi. Ri-
limo provvedimento, destinando alla cu- porta il n.° 'j5 del Giornale di Roma del
stodia del santuario e della scala santa gli i853. « Da tempi antichissimi romani i

edificanti religiosi Passionìsti (F.)^ com- Pontefici nel sabato in Àlbis sogliono ba-
mise per loro abitazione all'encomiatoar- gnare e consagrare ceri detti Agnus Dei
i

fondamenti d'una
chitetto, l'erezione dai lavorati dai RR. monaci della congrega-
casa claustrale, dalia parte e contigua alla zione benedettina cistcrciense, che gode
cappella di s. Silvestro I. Già sono stati di questo privilegio.L'augustaceremonia
° anno
chiusi i 5 archi di prospetto del portico suole praticarsi nel i del pontifica-
e gli altri due laterali con muri, lasciando to, equindi ripetersi in ogni settennio. Es-
a ciascuno de'y archi aperte le estremità sendo questo appunto il 7.° anno del pon-
delle parti semicircolari degli archi e ri- tificato della Santitàdi Nostro SignorePa-
parate con cristalli, così venendo intiera- pa Pio IX, sua Beatitudine nello scorso
mente difeso il portico dalle intemperie sabato (2 aprile) alle ore 8 del mattino
de'tempi a difesa del santuario e de' di- partì dal Vaticano,si recòalla cappella in-
voti visitanti. Nell'arco rispondente alla terna di Sancla Sanclorum presso s. Gio.
scala santa, e nei due che sono imme-
gli in Laterano, e vi offrì privatamente l'in-
diatamente laterali sono state formate tre cruentosagrificio (dipoi ascoltò la s. messa
porte d'ingresso, leggendosi sui loro ar- celebrata da un cappellano segreto). Ac-
chitravi queste epigrafi: Anno Domini costatosi quindi alle acque benedette an-
i853 Piiu IX Pontifex Maximus In- ticipatamente da mg.'' sagrista, v'infuse
slaurmnl Pe^^a/.Già colle riparazioni dei balsamo e crisma; recitò le orazioni pre-
tetti è stato rimosso il grave danno cagio- scritte, ed assunto un grembiale, e presa
nato ai muri e alle pitture; già sono state una cucchiaia, incominciò il bagno. Mg.'^
rinnovate le due scale di travertino, late- Macioti arcivescovo di Colossi elemosinie-
rali alla scala santa ; e già si sono inco- re coadiutore, emg.^ Castellani dell'ordi-
minciate le escavazioni de'fondamenti per ne romitano di s.Àgostino sagrista, unita-
la casa religiosa de'passionisti, che ne sa- mente a due abbati cistcrciensi, gli reca-
ranno i custodi, e quando prenderanno vano gli Agnus Dei, la Sanfità sua l'im-
in cura tutto il santuario cesserà di esi- mergeva, ed estraendoli li consegnava ai

stere il collegio Sistino col suo preposto, monaci cistcrciensi, i quali li collocavano
ed i due terziari francescani eremiti cu- su tavole appositamente preparate eguar-
stodi delle scale sante. A taleeffettoilduca bianchissimi lini. LaSantità suane
iiite di

d. Lorenzo Sforza- Cesarini ha rinunziato bagnò una quantità considerevole, poscia


liberamente nelle mani del Pontefice il incombenzò prelodati abbati di bagnare
i

padronato di sua nobilissima famiglia, sul- i rimanenti (funzione che compirono nel
la nomina degli ecclesiastici di detto col- loro non lontano monastero di s. Croce
legio. Per detta casa religiosa, delle tre io Gerusalemme), benedigli astanti, par-
grandi cameresovrastanti il portico, sono tì e ritornò al Vaticano". Inoltreaggiun-
stateformaleS camere dalla parte del pro- gerò,che in tale giorno per la prima vol-

spetto esterno, ed altrettante da quella di ta fu posto innanzi 1' altare del santua-
dietro,divise da un corridore e corrispon- rio il paliotlodi lama d'oro e ricamalo^
84 se A se A
tionodel Papa, il quale prima di partire santo, veslilo di dalmatica calla presenza

die a baciare un reliquiario colia s. Spi« del Papa nel Laterano, e talvolta si fa-

na e olire reliquie, a quelli che avea am- ceva dai Papi medesimi che poi si riser-

messi nel santuario. A vendodi sopra det- varono la funzione in uno alla loro distri-
to delle sagre ceremonie eseguile da'Pa- buzione, togliendo alle chiese la facoltà
pi nell'oratorio di Sancta Sanctorum^ o- di distribuire le particelle del cereo Pa-

ra die vi si è fatta la narrata, mi sia per- squale foggiate a somiglianza d'agnelli (di
messo qui a compimento un breve riepi- questi trattai a Pallio, Pasqua, Pastore),
logo di quanto ho pubblicalo sugli /égniis senza la quale immagine tullora tali par-
Dei di cera lenedellì (^.), anche nel voi. ticelle si distribuiscono inMalta nella chie-
]X, p. 35 sulla loro benedizione, quindi sa di s. Giovanni dell'ordine gerosolimi-
sulla loro distribuzione nel sabato in Al- tano. Quando la funzione nella basilica
bis, ed in tulli gli articoli relativi, anche Lateranense la faceva l'arcidiacono nel sa-
per essere funzioni per molli secoli ese- bato santo, egli forideva le cere in un vaso
guite nel Laterano. L'origine e antichità mondo, vi mescolava l'olio, quindi forma-
degli Agnus Dei di cera benedetti, che si va gli Agnus Dei da distribuirsi nell'S.'
vogliono sostituiti alla Superstizione [V .) di Pasqua, dopo la messa e la comunione

degli amuleti de'gentili, è tuttora avvolta del popolo. Nel secolo XI l'all'arcidiacono
nelle tenebre. Nullameno non mancano fu sostituito l'accolito alla formazione de-
scrittori che alfermano, l'uso di benedire gli Agnus Dei; l'arcidiacono solo vi me-
gli Agnus Dei di cera introdotto ne'lempi scolava oltre ['Olio anche il Crisma ari'
vicini aquelli degli apostoli. lIMolano di- notino di Pasqua, coi\\\rì\\Bi\òo^\ a farla
ce che nell'epoca di Costantino I il Gran- funzione nel sabato santo e in s. Gio. in
É?c,già erano in uso tali cere nella chiesa Lalerano, distribuendoli il Papa. Verso
romana pare indubitato che nel secolo
: il fine di detto secolo gli Agnus Dei si fe-

IV (nel quale sembra introdotta la cera cero avanti all'altare di s. Pietro dagli ac-
come dissi a Lume, il cui più antico ali- coliti pontificii, e nel tempo del pranzo
mento è l'Olio) o almeno nel V già si co- de! Papa nel palazzo Lateranense, a lui
stumava di benedire e distribuire queste si presentavano acciò li distribuisse a'suoi
sagre cere. Anticamente forma vansi col C<?- cappellani e famigliari, ed impiegandovisi
reo Pasquale (/'.) che Papa s. Zosimo nel IO libbre di cera. Pietro Mallio nell'Or-
417 sembra di essere stato l'autore non dine romano XI dice Iteni Douiinus
: Pa-
di sua benedizione che già esisteva, e pare pa deceni libras ccrae prò Agnis in s.

pure in uno a\VExulltl(F.)\i\noo Pre- Laurentio de Palatio, ossia l'oratorio di


conio, ma della concessione di benedirlo Sancta Sanctorwn. Questa cera pare che
alle città, oltre Roma ove si benediceva fosse dovuta al Papa come oblazione, e
anteriormente, ed alle parrocchie; essen- forse sarà slata oflerta in tale oratorio. Nel
do inoltre la benedizione iìe^W Agnus Dei voi. LV, p. 4^ parlai come i cardinali ve-
anteriore a quella del cereo. Che col Lu- stivano al pranzo pontificio, per la bene-
men Christi, acceso colle lampade di i^tìt/i- dizione degli Agnus Dei. Nel secolo XIV
cia Sanctornm, si formarono croci di cera il Papa già stabilmente faceva la distribu-
benedetta (delle quali parlai eziandio a zione degli Agnus Dei nella basilica La-
Candela), lo dichiarai ne'vol. VI 1 1,p. 3 1 teranense nel sabato inAlbis,a'ì vescovi,
e 3 19, XXV, p. 180 e altrove. Dilferenli preti, e diaconi cardinali in paramenti, ba-
ftn ono i riti praticali per gli Agnus Dei ciando essi il ginocchio del Papa, dopo i

dal secolo V fino a noi. Ne'primi eseguili quali si davano ai re se vi erano, ed agli
dalla chiesa ronìana, la benedizione si fa- alui, tutti questi baciando il piede del Pa-
ceva dair arcidiacono di essa nel subalo pa nel riceverli. Dopo la messa tornalo
sex SCA , 83
il Papa al palazzo Lateranense, ivi ese- nisce Tuinzio di segreto maestro di casu
guiva la Jisti'ìbuzione ai suoi cappellani del Papa, riscuotendo la Rendita eccle-
€ lacuiglian cle'medesimi Agnus Dei. Ì!{e\ siastica [T.) e sovrana pel mantenimento
declinar dello stesso secolo XI V all'acco- e propria del Papa, provvedendo quanto
lito fu surrogalo il sagrista^ nel fare e be- occorre alla sua sagra persona, ed eseguen-
nedir gli Jgiius Deiy dispensandoli Ur- do quelle privale commissioni che riceve
bano VI in s. Maria in Traslevere, per dal medesimo Pontefice. Dappoiché è or-
abitare il palazzo contiguo alla basilica. dinaria consuetudine, che il cardinale e-
Nel secolo XV il Papa non delegava il sa- levato al pontificato per lo più suole no-
crista, egli slesso eseguiva la benedizione, minare scalco segreto il suo maestro di
die avea luogo però nel giovedì santo, il casa o agente di all'ari. Gode decente abi-
che si continuò a praticare nel heguenle tazione nel palazzo apostolico, V uso del
secolo ogni setlennio,rincbè Paolo li come frullone palatino, ed il mensile onorario

Urbano Vie altri suoi predecessori, ri- di scudi 5o,ed alcune propine come nella
pristinò la benedizione fi a l'B/ di Pasqua, canonizzazione. Prima avea la cosi detta
e la distribuzione nel sabato in Albis^os- parte di palazzo^ di pane, vino e altro,
servata sinoa'noslri giorni, e praticata dal che dichiarai in più luoghi e nel voi. L,
Papa che regna 1847. Clemente Vilinel p. 2o5. Nella distribuzione delle medaglie
die la gli Agnus Dei ai
cura di formare d'argento ne riceve due dal prelato mae-
Cisltrciensi Foglianti (^.), ciò che con- stro di camera, e fino al declinar del se-
fermarono Leone X 1 e Paolo V, eseguen- colo passato n'ebbe pure due d'oro. Usail
dola tuttora cistcrciensi, a cui si unirono
i completo abilodi mantellone paoDazzo,e
i foglianti nel 1802. Gregorio XVI a*22 la cappa rossa con pelli d'armellino,come

aprile! 842, dopo cioè il sabato in A Ibis i delti camerieri segreti e come gli aiu-
che cadde a' 2 aprdc (perchè la benedi-
1 tanti di camera, co'quali siede nelle cap-
zione degli y^g'/if^òZ^e/, oltre ogni settennio pelle pontificie, se c'interviene. Nella Tie-
si fa a beneplacito de'Papi, e straordina- Lazione della corte di Ronia^ del Luna-
riamente pure quanto al Consuelo tempo), doro accresciuta da Zaccaria, si legge nel-
si recò a benedirli nella sala grande pian- 2o3,che tutte le volte che il
la par. i.^p.
terrena del chiostro delta basilica e mo- Papa celebra solennemente, lo scalco se-
nastero cistcrciense di s. Croce in Geru- greto fa parte di quelli che si recano al
saleomie, a tale efletto decorosamente re- trono per la Lavanda delle mani (^.).
staurata. Per altre nozioni si può leggere: Riferisce Cancellieri, Descrizione de' fon-
Notizie storico morali sopra gli Agnus tifìcali paragr. V, che lo scalco segreto di
DeijiW d. A mbrogioCeresole cistcrciense, sua Santità,in abito rosso e cappuccio, ac-
Koma i 845. compagna quelli che si portano dal Papa
SCALCO SEGRETO DEL Papa, (ntimocu- per lavanda delle mani. Trovo nel Dia-
la

biculano pontificio, appartenente alla no- rio mss. del maestro di ceremonie di Cle-
bile famiglia palatina. Questo onorevole mente XI Cassina, che nella benedizione
ufljzio bi conferiscea beneplacito del Papa che feceil Papa degli Agnus Dei nel 1707,

ad un ovvero ad un ecclesiastico
secolare, vi assisterono li due camerieri segreti di
e allora ha Monsignore. An-
il titolo di servigio, e lo scalco segreto con le vesti e
ticamente era pure quasi sempre Came- cappucci rossi. Qualche volta intervenne
riere segreto partecipante (f'^.)', sotto Pio alla cavalcata del possesso de'Papi, come
Yl de Bussolanti (/^.)del
fu della classe dirò con Cancelleri parlando di molti scal-
Papa. Soprintende alla cura di quanto ri- ad altre funzioni palatine,
chi segreti, e
guarda la mensa pontifìcia domestica, vi che poi accennerò con l'autorità de'Z^/Vz/t
assiste a piacere del Papa; e talora riu- di Romaj e de' ruoli palatini da me letti ;
86 SCA SCA
ma in altre opere stampate o scritte, non particolarità ed erudizieni. Feci menzio-
mi riuscì trovare altre testimonianze oltre ne degli antichi uffizi del ISotnenclatore e
le ricordale : forse saranno stati compresi del Saccellario{F.)^Q}[ie invitavanoquelU
o Ira* camerieri segreti, che molte volte che il Papa ammetteva nelle solennità al-
lo furono,o tra' Cubiculari (F'.)^ vocabolo la sua mensa ; e del notaro del Vicedo-
generico col quale gli scrittori indicarono mino (F.) che invitava alla di lui tavola
gl'intimi e particolari domestici famiglia- commensali. Parlai de' dapiferi del
altri
ri de'Papi. Anticamente presiedeva alle Papa e della s. Sede, e de'paraceilari che
provvisioni e spese dellamensa pontifìcia distribuivanoa'/'oi^en(/^.) gli avanzi del-
ilMaestro del sagro Ospizio ( V,)^ ed a vea la mensa papale. Notai ch'eranvi pure i

perciò particolarmente addetto un chie- Subpulmentari, persone nobili che ser-


rico. Incombeva pure ad esso il vegliare, vivano il Papa a tavola; che i Subpul-
che nelle officine palatine non si ammet- mentari come i Paracellari dispensava-
tessero persone estranee. Nel tempo che noa'poveri i resti della pontifìcia mensa:
desinava o cenava il Papa, faceva chiu- pare che Dapiferi fossero preposti an-
i

dere le porte del palazzo apostolico, e po- che alla cura de'cibi. Che sotto Adriano I
neva le chiavi sulla mensa. Assisteva il del 772 si chiamava Paracellarium la
Papa finché durava la mensa, e presiede- dispensa pontificia; e de' paracellari di-
va all'assaggio delle vivande e delle be- spensieri feci eziandio menzione nel voi.
Taiide prima che si presentassero alla ta- XXr, p. i58. Che l'acqua ne'pranzi so-
vola pontificia, ciò che dicevasi probae. lenni la versa sulle mani del Papa il ca-
Osserva Renazzi,7Vb//z;/e degli antichi Vi- meriere segreto partecipante coppiere, ov-
cedonnni p. 20, che alle molte incomben- vero un cardinale,il maggiordomo,il mae-
ze di tali ministri era succeduto il mae- stro di camera, o un principe, ed antica-
stro del sagro ospizio, e le cui attribuzioni mente sovrani, comenotai anche nel voi.
i

uno riunite nel Maggiordomo (F.),


poi fui XXXVII, p. 188. Inoltre a Pranzo di-
coadiuvalo dal Foriere maggiore e dal chiarai chei medesimi sovrani ne' solen-
Maestro di casa de* sagri palazzi aposto- ni conviti servivano al Papa le due prime
lici (P\)j che è antichissimo e assai noto vivande, indi si ponevanoa mensa coi car-
il costume, che alle persone elevate, la cui dinali; nell'altro pur citato articolo Mae-
\ita è sommamente preziosa e interessan- stro DI CASA, enumerai le attribuzioni
te,qualiappunto sono sovrani, non si ap- i che questo uffiziale maggiore palatino, a-
prestasse cibo o bevanda alcuna, se prima vea sulla mensa pontifìcia e lavanda delle
dall'uffiziale a ciò destinato, che presso i mani del Papa come sui pranzi e cene
,

latini e gl'imperatori romani chiaraavasi che prima quotidianamentes'imbandiva-


Praegustator^ non se ne fosse premesso no nel palazzo apostolico ai famigliari pon-
il saggio, onde col mezzo di tal diligen- tificii e altri. A Pranzo ed a Mazzieri del

za si togliesse ogni sospetto d'insidie na- Papa (F,) dissi che due di questi colle
scoste. Talvolta il coppiere eseguì in tem- mazze accompagnavano ne'pranzi solenni
pi a noi meno lontani la pregustazione lo scalco e il coppiere, ed altrettanto pra-
del vino e dell' acqua che dovea bere il ticavano ne'primi 9 giorni del pontificato
Papa. Ne'ponlifìcali il Sagrista (F.) con- del nuovo Papa. Ciò lo confermo col p,
suma primadel Papa l'ostie che (leve con- Bonanni, La Gerarchia ecclesiastica p.
sagrare, e fa la pregustazione dell'acqua 45 1 , ove dice due mazzieri accom pagna-
:

e del vino. All'articolo Pranzo trattai an- no mg.*' scalco e mg.** coppiere con la maz-
cora di quelli domestici, e di quelli pub- za in ispalla, quando il Papa mangia in
blici e solenni de'Papi, e come ebbero ed pubblico. L'opera la pubblicò neli72o,
Jiauno luogo, insieme a tutte le relative mentre lo scalco di Clemente XI eraec^
SCà se A 87
clesiastico. Inoltre a Pranzo nel riportare stolico due porzioni di pane e vino, e l'uso
tutte le nozioni, eziandio sugli odierni sì- d'un cavallo. Ebbe nella sua coronazione
stemi riguardanti la naensa privata e pub- per vestiario : panno rosato o paonazzo,
blica del Papa, dissi ancora chesealiasua canne 4 e palmi 2, velluto nero 3 canne,
mensa si ammettonocardinali, prelati, per- raso cremesino una canna e 2 palmi. Nel
sonaggi laici e gl'intimi cubiculari del ce- i56o quello di Pio IV era il i.° degli
to nobile, in questi pranzi lo scalco e il officiali minori palatini. Nel 562 quello 1

coppiere prestano qualche assistenza in di detto Papa era prima del credenziere,
principio a piacere del Papa, presentan- del bottigliere e del soprastante ai cuochi,
do il 1° la minestra, il 2.** versando del ed altrettanto trovo ne'ruoli di Sisto V,
vino nel bicchiere, indi il Papa li fa assi- Clemente Vili e altri Papi si può vedere :

dere a mensa, ed in tutto il resto per la Famiglia pontificia. Devesa persi, che pri-
sua sola sagra persona serve l'aiutante di ma lo spenditore segreto del Papa acqui-
camera in lutto come ne'pranzi domestici. stava tutto ciò che serviva alla mensa del
JVe'pranzi poi solenni, il coppiereeloscal* Papa,e per ultimo così faceva quello diPio
co prestano particolare servigio alla per- VII: ora spende lo stesso cuoco, e lo scalco
sona del Papa, in tutto il tempo che dura segreto lo reintegra. Io e il Bultrini facem-
la mensa, coadiuvati dall'aiutante di ca- mo parte delle spese particolari, dispen-
mera, il quale è assistito dai famigliari sammo elemosine, regalie, raancie e altro.
pontifìcii detti impropriamente Scopato- Nel ruolo di Pio lì del 1460, che riportai
ri segreti (/^.). I Papi oltre loscalco segre- nel voi. XXIII, 55, leggo registratoli
p.
to, per le spese private e altre particolari provveditorede'viveripel palazzo aposto-^
incombenze che piace loro commettergli, lieo, ed altro provvisioniere delle vettova*
hanno l'altro intimo famigliare chiamato ambedue nobili personaggi. Antica-
glie,

Spenditore segreto, il quale eziandio eser- mente, come poi dirò, anche cardinali i

cita l'uffizio a vita del Papa, gode l'abi- avevano lo scalco, ed eziandio lo spendi-
tazione nel palazzo apostolico, l'onorario tore. A Famiglia de' cardijtali e prelati
di scudi 3o mensili, il compenso di scudi parlai pure de'loro coppieri, scalchi, cre-
5o pel vestiario, ed una propina quando denzieri e cuochi, e de'sodalizi di questi
i cardinali ricevono il cappello cardina- ultimi, ciò che ricordai nel voi. LV,p. 43-
lizio, la dispensa di cera nella loro morte, Le prime memorie dello Pa- scalco del
edaltri emolumenti. Rice ve le candele, pal- pa e di quelli del palazzo apostolico, de-
me ed Agnus Dei benedetti, e due me- vono essere certamente fra'nominati nei
daglie d'argento nelle dispense, una delle ruoli di Nicolò III del 1277 e di Pio li

quali prima di Pio VII era d'oro. Anti- deli46o, che riprodussi nel XXllI, voi.
camente eravi ancora il sotlo-spenditore p. 4o e 54: nelle seguenti pagine pub-
segreto del Papa. Pio FUI (/^.) conferì blicai diversi ruoli di tutti i famigliari pon-
questo incarico al suor.° aiutante di ca- tificii, e quindi vi sono compresi gli scal-

mera CandidoBultrini.GregorioXVI ap- chi segreti, gli scalchi palatini e gli speu-
pena eletto, dopo avermi dichiarato suo ditori. Nel ruolo di Nicolò HI si le"£ce:
I ." aiutante di camera, da mg.'^ maggior- Coquina parva ^ et magna: archicoqusj
domo mi fece scrivere biglietto di nomi- magìsterNicolaas supracoqus. Appren-
na di spenditore segreto di NostroSignore. do da Cancellieri ne Possessi p. 60, che
11 regnante Pio IX elesse suo spenditore in quello del i5o3 di Giulio II, nel so-
segreto Pietro Baladelli, ch'era suo mi- lenne convito: Magister donius,et Ma-
nistro nel vescovato d'Iraola.Lessine'ruo* gisier aidae, siveScalcus, bacidiim in ma-
li di Paolo 1 V del 1 555 che lo spenditore nibus tenentes in habitii statiti suo con-
segreto del Papa riceve dal palazzo ape- decenti deducimi Procurato res ferculo-
88 S C 4 se A
rum coopcrtorutn ad Papam tantum, a- cameriere segreto co' suoi compagni, in
liis vero detecta, et simUiter vinum. Dal vesti paonazze e cappe rosse. Lunadoro

suddetto ruolo di Paolo IV ricavai, die nell'edizione che pubblicò sotto Innocen-
lo scalco segreto ricevè per la sua coro- zo X, avverte che il Papa non dava mai
nazione a titolo del vestiario: saia rosala il titolo di scalco, coppiere, maestro di ca-

o paonazza, canne due e palmi 4j l'ascia sa, ma di sotto scalco ^ sotto coppiere, sot'
paonazza con pelo, canne due e un pal- to maestro di casa. Narrando poi le fun-
mo raso leonato, canne 4 e due palmi ;
;
zioni della coronazione d' Innocenzo X,
damasco rosso per le mostre grandi, una dice che dopo l'ora di terza e dopo lette

canna e quattro palmi;ormesinopaonaz- le orazioni per la preparazione della mes-


zo per le medesime mostre piccole, due sa, si lavò le mani, porgendogli l'acqua il

palmi. Il Maestro di camera di Pio IV i.°conservatore la prima volta, la 2.'' nel-


dell 559 era anche scalco segreto, come la messa d. Camillo generale di s. Chiesa
notai nella serie di qiie'prelati. Fare dun- suo nipote, la Z.^ volta l'ambasciatore di
que che l'ufiìzio di scalco non fosse allora Francia, la 4-^ quello dell'imperatore du-
più unitoal maestro di camera, come sotto ca Savelli, tutti con velo pendente dalie
Giulio II. Nel ruolo fatto per s. Pio V ap- spalle, e aiutali dalduca Conti maestro
pena eletto nel 566, trovo registrati: D.
1 San-
de'sagri ospizi, e dallo scalco di sua
Francesco Brinoso, scalco segreto confer- tità, con due mazzieri e maestro di ce-

mato. M.Matteo daFoligno coppiere. M. remonie avanti. Alessandro VII neh 655
Domenico Fanciullo primo aiutante di tra' suoi cinque camerieri segreti com-

camera: due aiutanti di camera di Piq


i prese lo scalco segreto cav. Angelo Cia-
IV confermati, e nel 156^ furono nove ia suo zio per canto materno, già cop-

e dieci, chiamati sotto camerariL huÓQ' piere nel cardinalato, mentre il maestro
vico Ceruso, spendi tore segreto, confer- di camera di esso lo fece coppiere, sicco-
mato. Giovanni cuoco segreto, confer- me registrai nel voi. XXI 11, p. 83 e 84.
niato. Nel 585 Sisto V dopo la sua ele-
1 Dice il Cartari, La Rosa d'oro p.
58, che 1

zione nominò Antonio Maria Galli (r''.)^ ilCiaia fu poi fatto priore gerosolimita-
ch'era slato segretario nel cardinalato, a no d'Irlanda, e quando Alessandro VII
fiuo scalco segreto e tesoriere privalo, del mandò la Rosa d' oro [F.) a Siena sua
quale uffizio parlai a Cameriefii del Pa- patria dal cameriere segreto e guardaro-
pa, ed a Famiglia pontificia, e fra le sue ba mg.^Bonzi, questi fu alloggiato dal cav.
incombenze distribuiva i donativi e le e- Ciaia scalco di sua Santità. Nella relazione
lemosine il Papa ben presto lo fece ca-
: del possesso diClementelXdeli 667 Ira 'ca-
nonico Valicano, vescovo e cardinale. Nel merieri segreti cavalcò mg.^Paolo Strada
ruolo di Sisto V, dopo il maestro di ca- che lo era,e scalco del Papa,cx.n abiti rossi

mera è registralo 2." cameriere segreto e pelliccie d'armellino. In quello diil 1670
lo scalco: questo era pure cameriere se- di Clemente X incedette a cavallo il ca-
greto in tempo di Paolo V nel i6o5, e meriere segreto e scalco mg.** Gentile di
di Urbano Vili deli 62 3: nota il Piazza Camerino, riportato pure dai ruoli pala-
nella Gerarchia cardinalizia p. 1 08, che tini: il Papa gli die due odici capitolini,

Giovanni Degli Etlelli fu scalco segreto cioè il commissariato dell'acqua Maria-


d'Urbano Vili e canonico Valicano, il na o Marrana, e quello di depositario delle
quale eresse l'altare del ss. Salvatore pa- porzioni, soppressi poi nel 1679 ^^ Inno-
dronato di sua famiglia, nella collegiata cenzo XI con chirografo. Nicola sembra
di Castel Nuovo nella diocesi di Porto. Nel che sia stato anche aiutante di camera del
possesso che Innocenzo X prese nel 1
644> Papa, almeno nel cardinalato, per quan-
cavalcò tug.r Fiaacesco Sacchelli scalco e to dichiarai nella biografìa del cardii^al
SGA se A 89
Antonio Gentili suo figlio; non pare ni- alto con ricca coltre, ardendo intorno 3o
pole. Innocenzo XI ebbe lo scalco came- ceri e 4 lorcie, e restando sepolto nella
riere segreto; il successore A lessandroVI 1 sepoltura da medesimo falla costruire.
lui

nel 1 689 nominòa cameriere segreto mg.r 11 tutto riportano in.i 801 7e8o2 5del£^/a-

Giuseppe Tempeslini romano. Nella lista rio di /i*ow/rt 1768-69. A Pranzo, nel de»
delle regalie e vesti pagale per ciascuno scrivere quello solenne dato da Clemente
cle'5 santi canonizzati da Alessandro Vili XIII nel 1758 per la consagrazione del
leggo perle vesti dati scudi 5oalloscalco, cardinal York, rimarcai che il Papa dalla
e scudi 120 5 aiutanti di camera del
ai sua tavola mandò a quella de' cardinali
Papa, oltre scudi 3o per le regalie: di- pel suo scalco segreto e accompagnalo dal
minuiti questi emolumenti, ne'5santi ca- coppiere, un bacile di sturione e altro di
nonizzati da Gregorio XVIj gii aiutanti di fagiani portali dai bussolanti, quali i som-
camera riceverono 5o scudi, e lo scalco ministravano le vivande trinciate. Cle-
segreto mi pare altrettanto, e per tutti mente XIII nel 1760 benedì nella chiesa
i detti santi. Nel ruolo di Clemente XI di Castel Gandolfo una campana, serven-
Io scalco era tra' camerieri segreti, e fu dolo da diacono e da suddiacono nì^S
annoverato ne' privilegi dal Papa con- Fantini cameriere e scalco segreto, e Mal-
cessi a' suoi cubiculari. Nel possesso del ici gtjardaroba e cameriere segreto. Pio

1721 d'Innocenzo Xlli, mg.^* Olinipio VI nel 775 ebbe a scalco segreto e della
1

Emiliani (non Milani come pubblicò il foresteria. Salvatore Tamberlichi busso-


Diario dì Roma, quando fu nominalo) lante, e Girolamo Taniberlichi spendilo-^
scalco e cameriere segreto, cavalcò fra re segreto, figli o parenti di Giuseppesuo

questi con vesti rosseecappucci. Nel pon- aiutante di camera. Il maestro di casa par*

tificato diClemente XH fu scalco segre- ticolare Antonio Fraltini (padre di Viu-»


to mg.*' Angelo Belli da Camerino e ca- cenzo che lo era del s. Palazzo), non fa
nonico di s. Lorenzo in Damaso: ne'ruoli scalco, ed è registrato ne'ruoli senza ono-
palatini, come nelle Notizie di Roma j fu rario palatino. Pio VII eletto nel 1800
regislrato presso camerieri segreti secola-
i non teime lo scalco segreto, e nominò bus-
ri partecipanti; avea però titolo di mon-
il solante e scalco della foresteria il suo cuo-
signoic e scudi ^5 come came-
mensili i co segreto Sante Targhini; mg.^'Gio. So-
rieri segreti. BenedettoXlV nominò scal- glia ora cardinale,suo cappellano segreto,
co segreto mg.*^ Antonio Presi bolognese gli faceva da maestro di casa particolare.,
e suo concittadino, registrandosi nelle No- Divenuto Papa nel 1823 Leone Xll fece
tizie di Roma per ultimo cameriere se- scalco segreto Agostino Viviani secolare,
greto partecipante, e primo di quelli di ch'era il maeslro di casa nel cardinalato,
onore. A Maestro di casa db' sagri pa- e continuò ad esserlo particolare nel pon-
lazzi APOSTOLICI, narrai che nel 1
749 ^®* tificato. Pio Vili nominò nel 1829 scalco
iiedelto XIV gli conferì tale carica. Elet- segrelo ilcav. Gioacchino Spagna roma-
loClemente XII I nel i 758 scelse per iscal- no che lo avea assistilo nel cardinalato co-
coecamerieresegrelo mg.» Pasquale Fan- me maeslro di casa, e proseguì dopo nel
tini di Treviso, restando mg.r Presi mae- papato, da Gregorio XVI e nel 83 1 i fatto
stro di casa, e prò- scalco senza emolumen- coadiutore del maestro di casa de' palazzi
to: nel detto articolo dissi che fu sepolto apostolici, e lo divenne eifeltivo nel 1 834-
in s. M.* in Trastevere di cui era cano- Gregorio XVI avendo preso da cardinale
nico, e cosa lasciò al capitolo. Ne'funerali nell'agosto i83o per maestro di casa il
celebrati in quella basilica, dal defunto sacerdote d. Giacomo Volpicelli di Segni,
arricchita con nobili utensili sagri, fu il divenuto Papa a'2 febbraio! 83 1, lo di«»
cadavere esposto sopra un ietto alquanto chiaro scalco segreto con titolo di mou-
go SC A. SCA
signore, proseguì ad assisterlo come mae- senza e autorità ordinasse il convito con

stro di cosa particolare, e fu dallo slesso modestia e quiete, e questo si chiamò Ar-
Papa fatto beneficiato Vaticano e mae» chitriclino. E che non altro fosse l'im-

Siro delle ceremonie Nel giu-


pontificie. piego del seniscalco, si ricava dalla lingua
gno 1846 elevato il regnante Pio IX al italiana, perchè questa parola fu mutata
pontificato, Benedetto Filippani romano, in SenescalchnSj e poscia in Italia divenne
già suo spedizioniere e agente di affari ,
Scalco jdì cui consiste il ministero, in trin-
fu eletto suo scalco segreto, onde 1' assi- ciare alla tavola de'principi, ed in fare il

ste anche come maestro di casa partico- saggio. Nel Dizionario delle origini, si de-
lare. Benemerito per quanto indicai nel finisce il vocabolo Siniscalco, maggiordo-
Tol. Llll,p. 2o3,il Papa Io ha creato ca- mo o maestro di casa, e anche talora que-
valiere e fatto coadiutore del depositario gli che ha cura della mensa e la imban-
generale de' vacabili. Ora passerò a dire disce. Nel secolo XIII il siniscalco in Italia
qualche cenno generico sullo scalco, su e massime in Toscana, era ancora titolo
quello degl'imperatori, de'cardinali e del che si da va a chi imbandi va la mensa, com-
palazzoaposlolico, anche con altre nozio- parendo ne'banchetli collegonnelleecol-
ni analoghe al riportato. ìa vivanda. Fu poi titolo di onore attac-

Scalco, Scalcus, Prae^itstalor^ Archi- cato a particolare uffizio nellecorti,e veg-


Irìclinns, Slruclor. Quegli che ordina il gonsi talvolta nominati ne'monumentian-
Convito (F.), e mette in tavola le vivan- lichi i siniscalchi, co'viscontieco'gastaldi.

de, e anche quegli che le trincia. Mura- JnFirenzefugransiniscalcoNicola Accia-


tori nelle Dissertazioni, dissert. 4-' de- il quale comandò le truppe,ed ebbe
inoli,

gli uffizi della corte, narra che nella leg- grandissimo potere. S'introdusse poi l'u-
ge A lemannica e nelle memorie degli an- so di chiamare siniscalchi i governatori
tichi re dei franchi , viene rammentato d'alcune provincie,e Siniscalcato si disse
l'uffizio di SeniscalcOj a cui si crede spet- la provincia che avea il governatore con
tasse la cura della casa e famiglia de'cor- quel titolo: abbiamo perciò nelle vecchie
tigiani, quasi eh' egli fosse il maestro di storie il siniscalco di Provenza, quello di
casa. In un diploma dell'imperatore Lo- Tolosa, di Napoli e dì altre parti;in Italia
dovico I deirS 1 7 s'incontra Jdalbertiun specialmente il Tesoriere fu anche detto
Seniscalcuni nostriunj ed in altro del re siniscalco. In Francia la carica di siniscal-
Pipino suo figlio, Erlaldus
è nom\xì?^\.o co, sino da Lotario dell'8 7, diventò e-
I i

gruitoris nostri Seniscaleus. Più d'uno ne reditaria ne'conti d'Angiò in que' tempi :

doveano avere re de'franchi, leggendosi


i era la primaria dignità dello stato, e riu-
in IVlarcolfo, essere il re in giudizio, cunt niva le funzioni di gran maestro del pa-
j('ferendariis,domesticiSjSeniscalcliis,cu- lazzo, del contestabile, e del conte del pa-
biciUariis. Per altro dottamente osservò lazzo medesimo. In un trattato conchiu-
il Eignon, che l'uffizio di siniscalco non so tra Luigi VI il Grosso del 1 108 e il

era diverso dai Dapiferi (F.), dal prefet- conte d'Angiò, fu stabilito che nelle ce-
to de* cuochi appellato pmcep.9 cocquo- remonie di gran solennità, allorché il re
rnni^ ossia il soprintendente ai cuochi (co- pranzava in pubblico, il conte dovea ri-
me vi h\ quellosopra fornai) o gran mae-
i nianei e seduto sino al momento che s'im-
stro delle cucine, e ìÌìxW Architriclinus de- bandiva la mensa; allora egli dovea ri-

gli antichi, i.° scalco e regolatore della cevere i piatti delle vivande per collocarli
mensa, o capo del luogo ove erano 3 Ietti sulla tavola, e dopo il pranzo doveva ri-

sui quali giacevano i convitati : fu costu- tirarsi e recarsi alla sua abitazione, mon-
me degli ebrei assegnare ne' ^tìf'2cAe«/(F.) talo su d'un cavallo di battaglia, del quale

delle no^ze un capo, acciò colla sua pre- faceva dono al cuoco del re, e questi gli
SCA SCA. 91
mandava in vece un pezzo di carne, al qua* no il coppiere, lo scalco e lo scudiere, per
le il panettiere del re aggiungeva due pie* le quali si addomanda il grado nobile. Già
coli pani con tre misure di vino. In oc- a Elettori dell' Impero ( f^.) dissi che il con-
casione di guerra il gran siniscalco dovea te Palatino (F.) era lo scalco e l'arcida-
far disporre pel re un padiglione che po- pifero che portava le vivande in tavola: il

tesse contenere loo persone. Alla parten- re di Boemia aveiì l'uffizio di gran coppie-
za dell'esercito, questo dignitario coman- re. Anche la 4S'cozm(^.) ebbe gran sini- il

dava vanguardia, e quindi nel ritorno


la scalco o gran maestro della reale famiglia,

la retroguardia. Qualunque suo giudizio gran Stwart, dignità che avendola eserci-
non poteva essere riformato : le sue de- tata la famiglia Stwart prese il titolo per
cisioni avevano il vigore di legge. In so- proprio cognome ora è gran Stwart l'e-
:

stanza il siniscalco, ora col nome di mae- rede del trono d'Inghilterra. Anticamente
stro, governatore, prefetto, e principe del l'elettore di ^^^Wertìteral'arcidapiferonei

palazzo di Francia, ora con quello di duca solenni banchetti, e pel i." portava alla
de'francesi, era ili." ufficiale della coro- mensa imperiale 4 scodelle d'argento coi
na, il I
." grado della coite; comanda va gli cibi. L'elettore di BrandcburgOjCiivdìeav-
eserciti, amministrava la giustizia e le ren- cicameriere ne'conviti solenni porgeva da
dite della casa del re. Divenuta la sua po- lavare le mani
imperatore. Notai di
al!'

tenza oggetto di gelosia ne' re di Francia, sopra che anco Papi antichi ebbero da-
i i

Filippo Augusto neli 191 abolì la di-


li piferi, come Alessandro III. L' antipapa
gnità di gran siniscalco, e ne divise le pre- Vittorio IV che insorse contro di lui nel
rogative tra il contestabile e il gran mae- i55g, nella sua corte avea il siniscalco,
stro di Francia. Il De Bue, Dell'origine onde probabilmente l'aveano pure Papi i

deir Araldica cap. io, discorre della ca- legittimi. Convien dire che fosse carica

rica di gran siniscalco di Francia, e che importante, poiché gl'ingiunse di scrivere


il gran siniscalco di Normandia era con- lettera al re di Francia Luigi VII, sulla
siderato come il giudice supremo; che in questione di sua intrusione contro Ales-
Inghilterra ve ne sono due, l'uno che ha sandro III, ciò che rilevo dal p. Tosti, ^/o-
speciale ufficio nella coronazione del re, ria della lega lombarda. In fatti nel voi.
l'altro presiede al giudizio de' pari impu- XLII, p. 2y3 parlai óe Seiiescalchi pon-
tati di capitale delitto, per cui crede che tificii, e che ì'ehhevoCe\eni\uoU\de\ I
191,
l'origine del gran siniscalco si deva pren- Innocenzo deh 198, Gregorio IX del
III

dere dalla magistratura; nondimeno di- 1227 e altri. Ne' voi. XIX, p. 3i, XXI,
chiara più probabile l'opinione, che sini- p. i6o er6i, narrai, che quando Papa il

scalco significhi tra gli ufficiali e cariche nel giorno di Pasqua da s. Pietro torna-
mense, e non
di corte, soprintendente alle va al Laterano, lo seguiva il Siniscalco
diverso dai dapiferi portanti le vivande e faceva il gettito qW Denari(F.), per im-
alla mensa reale, citando in conferma il pedire alla moltitudine d'affi>llarsi intor-

diploma ricordato da Muratori del reCar- no alPapa; inoltre dissi, chi altri poi sub-
lomannochefìorinel 768.Inquestosenso entrarono a fare tale gettito e dispensa di
egli conclude, non viene a dill'erire dalla denari. Ivi, ed a Cancelleria apostolica,
significazione attribuita a scalco, che è ap- pallai del Senescalco o custode di essa.
punto quello che ordina la tavola, la mette Nel Palazzo Apostolico {y.) anticamen-
in ordine e trincia. Fra grandi ufficiali
i te essendovi le mense pei famigliari pon-

creati nel 1 8 1 5 dall'imperatore d'Austria tificii e per la foresteria, eran vi gli scalchi
Fraocescol, pel regnolombardo- veneto, vi del tinello maggiore e del tinello minore,
è il gran siniscalco; le altre cariche uìinori significando il vocabolo tinello^ anche il

dette cslerne,come le chiama il DeBuc^so» luogo dove mangiavano i cortigiani nel*


9^ SCA SCA
le corti da' principi, e i fatnigliari nelle dinaii mangiavano con particoiari forma-
case tle'privali. A L'amigli a pontificia a- lità,narrando ciò che praticava il uìagoi-
veiicio pubblicato diversi ruoli palatini, fico cardinal Cinzio Passeri Aldohrandi-

si può vedere il numero nelle diverse epo- ni (F.) nipote di Clemente Vili di cui ,

che, degli scalcili e trincianti clieaveano era contemporaneo e famigliare ne da- :

l'ufficio di tagliar le vivande; dicendosi in rò un sunto, per memoria delta splendi-


latino^y^rwc/or l'ufficio di lrinciaiile,ey^r- dezza dell' antica corte romana. Questo
ehilndinii offìcinm la scalclieria,osia l'ar- cardinale faceva invitarci commensali dal-
te erufliciodelloscalco. Il Lunadoronel- lo scalco, ma dopo
che uno avea mangia-
Tedizione del 1646, ap. i3 dice, che nel to alla sua mensa, senz'altro invilo pote-
palazzoaposloiicoeranvi loscalcoeil trin- va andarvi liberamente sempre. La sua
ciante del s. collegio, che ambedue han» tavola era un'accademia e un seminario
lìo buona parteeprovvisione, cioè quelli di virtuosi, di dotli e di eruditi, la con-
addetti ai pranzi che i Papi facevano iui- versazione de'quali sempre istruisce e ral-
baudue ai cardinali nel palazzo apostoli- Il pranzo non era mai me-
legra lo spìrito.
co nel giovedì e venerdì santo, e la cena no ed avea luogo ancorché il car-
di 6,
laseradella vigilia di Natale, (]uestaequel' dinale pel male non v'intervenisse, ser-
li descritti ne'vol. Vlll,p. 3oi e3 i5, IX, vendosi colle slesse formalità, come vi fos-

p. io5, ed anche a Pranzo. Pio VI con se slata la sua persona. Al cardinale ver-
moto-proprio del i.° luglio I
797 abolì le sava l'acqua sulle mani il coppiere, e lo
parti di pane e vino che somuiinislrava scalco presenta va con due piallila salviet-
il palazzo apostolico. Pio VII col moto- ta per asciugarsi. Nel porsi a tavola, il Irin-
proprio de'20 novembre 800 confermò I ciante gli metteva la sedia distinta sotto,
tale abolizione, ed abolì tutti gli assegna lo scalco scopriva la posala, la quale ti-

menti iu generi che dal medesimo palaz- rava nella mano manca il trinciante, e il

zo solevano darsi ai famigliari del Papa coppiere poneva la bavarola. Ai pre-


gli

e del palazzo; quindi abolì la cantina pa - lati e altri commensali davano l'acqua al-

latina e (juella del carbone, le officine di le mani gli aiutanti di camera, e le salviet-

cucina, credenza e bottiglieria della fore- te per asciugarsi venivano presentale dai
steria, econseguentemente gli uffiziali di gentiluomini o scudieri, i quali poi servi-
esse; disponendo, che per qualche straor- vano ciascuno a mensa. Tutti stavano coi
dinaria occorrenza saranno tenuti a sup- capo coperto, tranne gli aiutanti di came-
plire a tali uffici soppressi, lo spenditore, ra; chi dava da bere si scopriva e tutti ,

cuoco, credenziere, bottigliere, ed aiutan- facevano allrettanlo quando bevea il car-


tisegreti della cucina e credenza, senza dinale, non però commensali, intanto
i

alcuna straordinaria ricognizione. Quan- che lo scalco con un piatto gli copriva la
do cardinali sono in conclave, con for-
i pietanza che avea innanzi, e dopo bevu-
jnalità portano ad essi le vivande i Dapi- to ogni volta gli presentava tra due piatti
feri {^F.). Dallo stesso Lunadoro a 3o4 p. una salvietta pulita, che ricevea da un aiu-
\iene narralo il modo come a suo tempo si tante di camera. Allo scalco toccava far
recava il pranzo ai cardinali in conclave, fare la credenza della vivanda al cuoco in
da due palafrenieri,dal mazziere con maz- cucina, e al credenziere in credenza; ed
za d'argento, e da'gentiluoraini dopo se- 2 il coppiere la faceva fare al bottigliere del
guiva lo scalco col tovagliolo sulla spalla, vino e acqua in bottiglia, ogni volla che
seguilo da due palafrenieri, ed altri por- portava da bere al cardinale. In tavola si
tando le vivande,lebotliglie,i vasi. Inoltre portava con quest'ordine prima veniva :

a p. i85 e seg. da Lunadoro pure si ap- un palafreniere colla spada, senza ferra-
pieudc il modo come anticumcnlc i cai* iuolocca|)pcllo,poi loscalco colla salvici-
SCA. SCA 93
la in ispalln, seguiva il sotto scalco colla Vj4ve Maria odi Regina Cor// gliela ri-
minestra del cardinale, di due o 3 specie; poneva in capo. Mg.r Bonifacio Va nnozzi
appresso tutti i gentiluomini o scudieri nel t. 2 delle sue £,f //ere, trattò delle buo-
portavano il resto delle vivande in tavo- ne creanze della mensa. Il Lunadoro fu
la, con ispada, cappa e cappello in testa; segretario de'memoriali e d'ambasciata,
gli altri gentiluomini in abito lungo non e perciò istruitissimo delle ceremonie del-
portavano ne servivano mai a tavola. Poi le corti. Nella biografìa del cardinal Pa*
gli aiutanti di camera in busto, discoper- teologo raccontai che morì per una leg-
ti. Il solo scalco metteva in tavola i piatti gera ferita fallagli inavvedutamente dal-
delle vivande. maestro di casa veglia-Il lo scalco. A Bussolanti notai che fino ai
va per l'ordine; il cappellano benediceva nostri giorni tra essi eranvi lo scalco della
la tavola, e faceva dopo terminata il rin- foresleiia e il trinciante; prima eranvi pu-
graziamento a Dio; il caudatario leggeva re il sotto scalco e lo spendilore.
qualche libro spirituale, finche il cardi- SCALONA o ASCALONA.Sede ve-
nale avea bevulo lai." volta, ed allorabe- scovile e titolo in parlibus solio Gerusa-
"vevano commensali un aiutante di ca-
i : lemme, di cui parlai ad Ascalona, /éxca-
mera levata la tovaglia, la poneva sopra lonen,ed a Satrapo, come già tma delle
un bacile e portava alla credenza, rice- salrapie de'fìlislei. Per morte dell'ultimo
vendola dallo scalco, al quale e al sotto- litolare, il Papa Pio IX nel concistoro di
scalco spettava lo sparecchiare la tavola, Portici del 28 settembre 1849» con ferì '^
aiutando i paggi : il coppiere levava la titolo a mg.r Ignazio de'marchesi de Bi-

bavarola al cardinale, di piti levava le po- sogno napoletano di Resina, canonicodel-


sate e la panetteria. I piatti colle vivan- la metropolitana di Napoli, elemosiniere

de erano coperti , e lo scalco le portava del cardinal arci vescovo e protonotarioa-


al trinciante, acciò le tagliasse, quindi por- poslolico.
tava al cardinale la porzione trinciata co- se ALZETTI. /^^.Penitenza ordine re-
perla, le altre e scoperte le distribuiva il ligioso.

sotto-scalco. Il cambiare i piatti al cardi- SCALZI. /^.Carmelitani scalzi, Ago-


nale incombeva al coppiere e li dava ad stiniani SCALZI, edaltriordini religiosi che
un paggio, o ad un aiutante di camera, si denominano scalzi perchè incedono coi
ovvero ad uno scudiere. Per le posate an- sandali di cuoio; cosìCarmelitanescal-
cora eranvi particolari consuetudini. Il ZE, Agostiniane SCALZE, ed altre simili mo-
cardinale cedeva la precedenza ai soli car- nache, che non usano Scarpe.
dinali, e non ad altri; neppure ad uiì ar- SCALZI. Eretici che andavano sem-
ciduca d'Austria. Terminalo il serviziodi pre a piedi nudi, e che sostenevano che
cucina lo scalco recavasi in credenza a
, non era permessa nessuna calzatura di
prender quello de'frulli, ed allora assiste- Sandali o Scarpe (^•)- Incominciarono
va alla tavola il sotto scalco, il quale do- nel iV secolo e si riprodussero cogli ana-
"vea levarci pialli dalla mensa, e lo scal- battisti, coi valdesi, cogli albigesi, coi be-
co vi poneva nuovi. La sera alla cenai guardi, coi nuovi apostolici. De'primi e-
si osservava il medesimo ordine del pran- retici scalzi parlò s. Agostino, Haeres. 68;

zo, precedendo lo scalco due palafrenie- ne trattarono pureSandero, Haeres. 7 3,


ri con torcie accese. Se mentre si stava ed il Prateolo, Discalceatoriim.
in tavola suonava 1' angelus Domini , i SCAMA o SQUAMMA. F. Squama.
commensali si scuoprivano, chi non era SCAMPI. Sede vescovile del nuovo E-
a tavola s'inginocchiava o restava in pie- piro, nella diocesi dell'I lliria orientale, si-

di secondo i tempi : il coppiere levava la tuata nell'Albania tra Lichnidae Duraz-


berretta al cardinale,e dopo la recita del- zo, eretta nel V secolo e sulfraganea di
94 SCA SCA
Durazzo. Si conoscono per vescovi, Ar- to da s. Benedetto a'suoi monaci per la

temio che sottoscrisse la lettera del con- fatica. Delloscapulare, habitus monacha'
cilio di sua provincia all'imperatore Leo- lis, traila lo Scappo, De B ir reto rubeo,
ne, sull'assassinio di s. Prolero, e Troio p. 72. A similitudine dello scapolare re-
che ne occupava la sede nel pontificalo ligioso, fu stabilito lo Scapolare di divo-

di s. Ormisda del 5i4- Oriens dir. t. 2, zione detto volgarmenle y^Z»/7mo. Negli ar-
p. 247. ticoli degli ordini religiosi e delle religio'
SCANNABECCHI DI FAGNANO se, parlai de'loro scapolari e particolari-
hkMBE^To, Cardinale. /'.Onorio II Papa. tà. F. Religioso, Religiosa.
SCAPOLARE, Scapulare. Parte del SCAPOLARE o ABITINO.Immagi-
vestito de' diversi ordini religiosi, detto ni di Gesù Nazareno, e della B. Vergme
anche Pazienza. Consiste due liste di
irt Maria del Carmine, della Concezione e
stoffa di lana o altro drappo, una delle Addolorata che si appendono al collo (co-
quali sul peflo e l'altra sul dorso o sul- me il ss. Rosario j Fedi) con due f^ttuccie
le spalle, o scapttle, dal chedeiivò il no- a guisa di piccolo Scapolare (F.), e be-
me di Scapolare^e fu detlo ancora Cap- nedette con particolari orazioni dai reli-

puccio (F.) e Cuculio, Cuculio, Cucullus^ giosi della Mercede, Trinitari, Carme li'
come notai a Cocolla. Ordinariamente taniy Ser\'i di Maria (F.)eÀ altri con in-
i religiosi professi l'usano lungo fino ai dulto de'Papi, i quali concessero a chi li

piedi, ed alcuni//Y7f/7rt/c/ più corlo. L'ab. portava e adempie le pie opere ingiunte,
Fleury ne indicò l'origine nel trattato sui indidgenzee grazie spirituali. Vi sono al-

Costumi de cristiani , n.° 54- H patriarca tri scapolari o abitini divozionali , ma i

s. Benedettodiede a'suoi religiosi uno sca- principali sono i nominati, precipuamen-


polare perii lavoro. Era molto più largo te dispensali dai ricordati ordini religiosi
e più pesante di quello usato presente- d'ambo i sessi, e dalle confraternite isti-

mente serviva, come viene indicato dal


: medesime invocazioni. Sic-
tuite sotto le
suo nome, a guarentire le spalle per so- come nella chiesa delle monache del ss.
stenere i pesi, ed a conservar la tonaca. Bambino Cesie (F.), si venera una pro-
Aveva suo cappuccio come la cocolla,
il digiosa immagine di Gesù Nazareno, così
e questi due vestiti porlavansi separata- le religiose per coltivarne e propagarne
mente; lo scapolare nelle ore di lavoro, la divozione, piamente dispensano la sua
la cocolla in chiesa e fuori di casa. In se- santa efllgie anche negli abitini o scapo-
guilo i monaci considerarono lo scapola- Ciò che fanno le monache del ss.Bam-
lari.

re come la parte la più essenziale del lo- bino Gesù, per l'adorabile Gesù Nazare-
ro abito. Il p.Bonanni, Catalogo degli or- no, lodevolmente praticano col medesi-
dini religiosi, par. 2, p. i3, nel riportare mo, oper la sua ss. Madre, altre religiose
la figura delle monache basiliane, riferi- e religiosi, pii istituti, congregazioni e so-
sce. » La veste di esse per lo più era ne- dalizi. Notorii sono gli ellelli provali da
ra, non tinta con arte, ma di colore na- quelli i quali divotamente indossano sif-

tivo. Il maforio, cioè un jo^///o angusto, fatti abitini, con mirabili prodigi operati
che volgarmenle si à\ce. scapulare o pa- dalla potenza divina, in premio della fe-
zienza, era del colore medesimo; le ma- de de'buonicristiani, veri edellicaci pre-
niche della veste coprivano le braccia, e servativi contro il peccalo, ed a preser-
quasi tulle le mani ". Il Borgia, Memorie vazione di disgrazie. La Snperstizione(F.)
1. 1, p. 3 r5, dice che la Pianeta (f\) dei pagana degl' idolatri costumò indossare
latini odierna, essendo stata a poco a po- gli Amuleti (F.), e altre Fdatterie (F.)

co ristretta e scortala, fu ridotta quasi a usate dagli ebrei, come preservativi dai
foggia dello scapolare mouaslico, ordina- Malcfizi {F.). La Chiesa condannando
se A se A 9^
questi abusi, e riprovandoli come falsi e rì- s. Maria del Carmine; e si racconta, che
clicoli,sostituì le veneìai\deImmagim(P^.) il Simone guarì molti malati con dar
b.
di Gesù Cristo, della B. Vergine, e de'san- loro lo scapolare. Edoardo I re d'Inghil-
ti; le Reliquie (F.) sn^vcjìe Medaglie be- terra, e s. Luigi IX re di Francia, si as-
nedette [P" .), gli Scapolano Abitini, nc\' sociarono alla nuova confraternita. Nel
l'intendimento lodevole e pio di destare Tol. X, p.57e inallri relativi luoghi par-
sentimenti religiosi ne'fedeli, onde meri- lai della celebre bolla detta Sabbntina
tare la divina e onnipolenla protezione. che si attribuisce a Giovanni XXII , di
I religiosi della Mercede, i Trinitari per quelle di Papi d' indulgenze e pri-
altri

promuovere la divozioneal nostro ss. Re- vilegi concessi agli ascritti alla divozione
dentorcy coll'immagine di Gesù Nazareno dello scapolare e abitino del Carmine, nel
ne formarono piccoli scapolari; come fe- quale come gli altri di questo genere la

cero i Teatini per propagare il culto al- sagra immagiiieèimpressa o ricamata; ed


l'Immacolata Concezione di Maria, Regi- in ispeciedella bolla di Paolo V, sulla gra-
na sine labe originali conceplaj ed i re- ve questione edisputa insorta, troncando
ligiosi Servi di Maria, per muovere i fe- la controversia, con rimuovere gl'invalsi
deli alla meditazione de'dolori patiti dal- abusi, e solennemente approvando que-
la B. Vergine, massime nella Passione del sta divozione,onde vieppiù si propagò per
suodivin Figlio. Pare che questo mezzo lutto il mondo, e quindi molti successori
di risvegliare omantenere la divozione la confermarono, in uno alle indulgenze;
ne* cristiani, sia derivalo dagli abitini e Launoy pubblicò una dissertazione per
scapolari de'carmelitani, per cui su que- combattere la verità di questa visione, ap-

sti qui dirò qualchecosa,oltrequantogià poggiandosi |>iincipalnìente sul silenzio


dissi a Carmelo, a Carmelo o s. Maria degli autori, i quali secondo lui avrebbe-
DEL Carmine, a Carmelitani, e ad altri re- ro dovuto parlarne. Novera fra questi
lativi articoli. Il b. Simone {F.) Stock o Tommaso Waldense, che fece l'apologia
Slosck (così chiamato per aver abitato en- de'carmelitani; ed ilp. FilippoRiboti car-
tro il piede d'un grosso albero) generale melitano, che morì nel i Sg e compose i ,

de'carmelitani, dopo il i 245 ebbe una vi- lo Speculum Ordmis Carnielitanarwu,


sione della B. Vergine, la quale gli diede oltre le Vite degli uomini illustri del suo
unoscapolare, come un segno
pro- di sua ordine. Ma e^W fu confutatoda Benedet-
Jezione speciale verso quelli che l'avesse* to XIV, De canonizat. t. 4> pa'- 2> e.
9,
ro portalo, almeno sotto l'abito, conser- p. 74 e 75; Defestis B.M. Firginis ìib.

Tando la castità del loro slato , recitalo 2,cap.6;edal p. Cosimo Villiers, Bibliot.
l'ufCziobreve della Madonna ogni gior- Carnielit. t.2,p. 753; ambedue citando
no, ovvero 7 Pater, Ave e Gloria jasle- la testimonianza di molli antichi autori
nendosi dalla carne il mercoledì, vener- carmelitani. Tulli i passi prodotti sulU
dì e sabbaio, e se impotenti recitare al- visione del b. Simone furono raccolti da
Iretlanli 7 Pater, Ave e Gloria j laonde Filippo R.iynaud x\t\ si\o Sca pula re Ma-
il b. Simone istituì la confialernila dello rianutn, OpA, 7. Ve n'ha uno del p. Pie-
Scapolare, afilue di riunire come in un tro Swaynton, che fu compagno e diret-
sol corpo , con esercizi regolati di pietà, tore del b. Simone per molli anni, e il
lutti quelli che volessero specialmente o- i.*'che scrisse la sua vita.Mosheim da ze-
iiorare la ss. Vergine. Si dice inoltre che lante protestante, sommamente prevenu-
la B. Vergijie promise al b. Siujone di to contro il culto della B. Vergine, con-
levare dal purgatorio, i\e\i° sabbato do- siderò la visione del b. Simone come una
po la loro morte, tulli quelli che fossero favola superstiziosa. Invece la sua reallà
ascritti alia fratellanza o confraternita di \enne stabilita non solo dalla bolla Sab-'
96 sex se A
Ialina i ma dall' approvazione die delle per insegna un Calice con TOstia, e cele-
confraternite del Carmine e dello Sca- bra la festa della Madonna del Carmine
polare fecero con bolle i Papi Clemente consolennissima processione. Nel pontifì-
VII, Paolo III, Gregorio XIII, Paolo V calodiClemente Vili fu eretta simile con-
e.Clemente X principalmente. Benedetto fraternita in ss. Martino e Silvestro a'Mon-
XIII eslese a tutta la Chiesa a'i6 luglio ti, con tutte le grazie e privilegi concessi

Ja festa della B. Vergine del Carmine e dai Papi alla divozione dello Scapolare
dello Scapolare Mariano. Vari autori Mariano. Iqpnfrati assunsero sacchi di co-
dotti e pii scrissero intorno a questo ar- lor lionato o tanè, con mozzelta bianca e
gomento, fra i quali si ponno consultare, cintura di cuoio nero, quindi edificarono
il p. Daniele della Vergine Maria: J^inea un decente oratorio o chiesa presso la con-
Carmeli. Il p. Gio. Feyxon de Villalbos : trada delle tre Cannelle e vi si trasferi-
His lorica -sacra el iheologico dogmatica rono, a motivo della lontananza della sud-
eiisserlatio, \n ciì\ stabilisce la realtà del- delta chiesa. Il Piazza discorrede'mento-
la visione del b. Simone Stock. Il p. Ire- vati sodalizi, anche neW Eusevologio Ro'
neo di s. Giacomo Tractalus tìieologi-
: mano, trat. 6, cap. 1 3. Innumerabiii sono
CHS de singulari Imniaculalae Virglnis poi le pie unioni della Madonna del Car-
protedione. Paolo Segeri, dir o nologià vi mine e suo Scapolare Mariano,nelle chie-
tae Simonis Stock. Daniele Papebro-
b. se dell'ordine carmelitano de'religiosi cal-
chio. De
b. Simone Stock yCommenlarius zati e scalzi, i quali benedicono gli scapo-
hrevis^ 3 maii Bolland. 653, VII,p. 790. lari, che gli ascritti debbono portare sem-
Il Piazza nelle Opere piedi Roma, trat. pre per godere de* privilegi e indulgenze
5,cap. I 2,parla delle arciconfraternite del annesse. Tanto queste pie unioni, come t

Carmine; della Chiesa di s. Grisogono che vestono il saccOjSono composti


sodalizi
(f^.)j della Chiesa de ss. Martino e SiU non solo di uomini, ma anche di donne.
vestroa' Monti[F.)j della chiesa di s. Ma- SCARA.Cittàvescovileeanlicadi Sve-
ria del Carmine alle 3 Cannelle nel rione zia, situata presso il lago Wener, ed re i

Trevi, eretta dairarciconfralernita di lai di Svezia anticamente vi fecero la loro re-


nome nel i6o5, quindi nel 1750 vi fece sidenza. Nel I 018 fu eretta la sede vesco-
aggiungere la d'Ange-
facciata co'disegni vile e dichiarata suffraganea dell'arcive-
Io Specchi il quadro dell'altare maggio-
: scovo di Brema, dipoi fu sottoposta alla
re è una delle migliori opere del cav. Ga- metropoli d'Upsula.
spare Celio. Vi si celebra la festa della SCAR AMPO MEZZAROTALoDovi-
Madonna del Carmine nella domenica fra co. Cardinale. V. Mezzarota.
rS.' della medesima. Antichissima è l'o- SCAROGNA, Scardona. Città vesco-
rigine della confralernila del Carmine e- vile di Dalmazia, circolo a io leghe da
retla ins. Grisogono in Trastevere, sotto Zara e una da Sebenico, sulla sponda de-
iltitolo di s. Maria Mater Dei del Car- stra del Rerka che forma una cascata ma-
mine , ma essendosi abbandonata, sotto gnifica alquanto più sopra, e che le gros-
Paolo III e nel i543 nella stessa chiesa se navi possono sin là risalire : è cinta di
fuistiluita altra confraternita denominata mura, ed lia due forti. Questa città si è
del ss. SagramenlOf e di s. Maria Maler considerevolmente accresciuta pel com-
Dei del Carmine, comenoifìi descrivendo mercio colla Turchia, e vi sono stabiliti
della chiesa,la qualeconfralernila fabbri- parecchi mercanti bosniaci e serviani. An-
cò un nobile oratorio e Vi pose una di vota novera circa 7000 abitanti. Sotto roma- i

immaginedelia Madonna. 11 sodalizioac- ni Scardona era il capoluogo della pro-


compagna divotaraenteil ss. Viatico, veste vincia di Liburnia ( F.), weWIllìria, ove
sacchi bianchi, cou mozzelte lionate, ed ha ne parlai insieme ai suoi popoli, ed ai ma-
SCA SCA 97
gìstratì romani che fecero residieiiia in SCARPA, Calceus^ Calceantentnm. 11
Scardona,non che delle principali vicende calzare del piede fatto per lo più di cuoio,
politiche cui andò soggetta, le altre aven- allaparte di sopra del quale diciamo to-
dole toccate a Dalmazia e Illiria. Il p. maio, e a quella che sta sotto la pianta
Fallalo, Illyrici sacri t. r, p.i 55, parla suolo o suola. Calzare, Calceus, Caliga,
di Scardona antica e di Scardona nuo- si dice il calzamento, Calceariunij, cioè
va chiama lai/ antichissima e celebre,
: lutto quel che cuopre il piede e la gam-
edificala presso il lago di Scardona, i^c^r- ba j così scarpe, comeCalzee Sandali{f^.).
donio, li miglia lungi dal mare^ e che A Calze parlai del calceo cavo che copri-
prima fu delta Varvaria. Posterioribus va tutto il piede dal calcagno sino alla
temporibus semidiruta ciijusdam iirbecu' punta di esso, simile alla forma dell'odier-
lae curii arcula incollerà venelisjam ari' na pantofola : come pure delle cuciture
noi 5 20 disjectae speciem referebat. Ae delle tornare sul collo del piede, e de'fer-
postquam poslremwn an. 683 confinia^ \ niagli delle fibbie o legacele. A Sandali di-
riorium milìtum ope turcìs ereptafuisset^ chiarai che si compongono delle scarpe, e
a Falerio generali veneto illico restiluta^ calzari dette calze de'sandali, diesi assu-
conimunitaquej adbarbarorum insuluts mono ne' pontificali e altre funzioni sagre
depellendos minime impar \>idetur. La se- da chi ne ha l'uso o gode il privilegio, cioè
de vescovile ebbe origine ne'primi tempi il Papa, i cardinali vescovi suburbicari,

della Chiesa, quindi tornò ad avere il ve- i cardinali dell'ordine de'preti, i vescovi,
scovo nel I i26j allorché vi fu trasferita gli abbati regolari e altri ecclesiastici che
quella di Belgrado,e fatta suffraganea del* ne hanno l'indulto» Queste scarpe e cal-
l'arcivescovo ó'\ Spala Irò (^.). Sebbene zari cumulativamente sono appellati san-
poi la sede di Belgrado fu ripristinata, dali, distinguendosi quelli del Papa per
quella di Scardona continìiò a sussistere^ la maggiore ricchezza e ornati, e pel se-
finche Leone XII colla bolla Locuni B. gno della croce espressa sulle scarpe. Inol-
Petri, de'3o giugno iBaS» per la nuova tre a Sandali parlai de'Ioro misteriosi si-
circoscrizione delle diocesi di Dalmazia, gnificati. Risalendo a'tempi più antichi,
la soppresse mentre era da molti anni va- veggonsi gli uomini camminare a piedi
cante. A SEMRiyDRiA,nel parlare di questa nudi. L'uso ch'era in vigore presso gli e-
sede vescovile unita a Belgrado, riportai brei di presentare a'viaggiatori, oltre l'O-
col p. Parlato, che ne tratta nel t. 4» i ve- spìZÌo[F.) per ospitalità, l'acqua oppor-
scovi di Belgrado, dell'origine di sua se- tuna per la Lavanda de'piedi [ì^.), ci som-
de vescovile, della sua unione con Scar- ministra una prova di tale asserzione. I
dona, e di quelli avuti dopo che se ne se- greci e i romani ne'secoli più remoti a-
parò, e gli ebbe comuni con Semendria. veano e non ben cono-
la stessa pratica;
Laonde in quell'articolo riportai tutti i scendosi prima origine de'calzamenti,
la

vescovi di Scardona, non che Scar-


di o delle scarpe, si suppone che tanto pres-
dona e Belgrado, ed ancora di Scardo- so greci, quanto presso romani, il lusso
i i

««sola, oltre molte notizie civili ed eccle- e la mollezza introducessero l'uso di mu-
siastiche riguardanti Scardona. I seguenti nire i piedi di scarpe. Ma senza supporre
ultimi vescovi di Scardona, li leggo nelle il lusso e la mollezza come origini imme-
Notizie di Roma, ySS fr.VincenzoBraga-
i diate di quell'uso, potrebbe immagi- si

dinocappnccinodi Venezia, i ^754 Antonio nare, che intraprendendo quegli antichi


Becich di Buda. 1760 Domenico Pasqua- popoli lunghi viaggi, o affrettandosi nel-
ligo di Venezia. 1767 A ntonioSlefanoTre- le loro marcie militari, massime allorché
visan di Venezia» 1802 Gio. Domenico muovevansi a combattere, il camminare
Allei di Zara» specialmente nell' isole montuose della
VOL. ixli.
7
98 Se A SCA
Grecia, ed in altri luogliì scabrosi o di- \aleUi. Dissi aFASciA,comeconfascie s'in-
rupali, o anche nelle paludi e ne'paiita- treccia vano nelle gambe i calzari. Quan-
ni, cagionasse oan-
loro ferite, lacerazioni to allo sii vale, calzare di cuoio per difen-
rhe malattie a'piedi, equindi immaginas- dere la gamba dall'acqua odalfango, che
sero d'involgersi entro corleccie d'albero si, usa per lo più nel cavalcare, si preten-
o entro pelli d'animali, che si assicurava- de che l'origine come del nome si debba
no con coreggie, costume in parte tutto- a Giulio Cesare. Si narra pertanto, che
ra osservalo da diversi popoli, e quindi questi proponesse premi a chi avesse tro-
può anche ne'primi tempi intro-
essersi valo un mezzo, muniti del quale i suoi a-
dotto a poco a poco l'uso delle scarpe malisoldali potessero difendersi dall'umi-
di calzamenti di altro genere. Accordano dità, che contraevano ne'luoghi paludo-
difTalti gli eruditi, che la materia prima si.Quindi gli fu presentato un calzamen-
delle scarpe presso gli antichi furono le to, il quale gli piacque; e provandolo se
corleccie degli alberi, i giunchi che forse calzava bene, trovò ottima l'invenzione,
servirono per legarle, e il cuoio e le pelli esclamando Isti valent, isti valente don-
:

degli animali : in questo conviene anche de dicesi venne il vocabolo stivali. I cal-
il Baldovini, De caliga velerum. A riguar- zolai diRoma antica riconoscevano qual
do forma delle scarpe, questa variò
della fondatore dell* arte loro un cerio Ticino
moltissimo secondo l' indole e costumi i della Beozia. Ne'primi secoli di Roma po-
delle diverse nazioni. Le scarpe deglia- chi progressi fece l'arte del calzolaio, co-
teniesi erano di cuoio preparalo, o di pel- me pochi ne fecero le altre professioni;
li conciate. 11 colore uniformedelle scarpe più tardi però essa giunse ad un alto gra-
pergli uomini era ilnerojledonne le por- do di perfezione,allorchè leconquiste por-
tavano di diversi colori, e talvòlta le ar- tarono ilLM5^o(/^.)nella capitale del mon-
ricchivano con ornamenti d'oro, d'argen- do. Laonde negli storici di que* tempi st
to, d'avorio e persino di gemme. In Ro- trova un gran numero di nomi, applica-
ma la materia più comune delle scarpe ti a specie particolari di calzature : Pe-
era parimenti il cuoio nero concialo o pre- rones, phoecasia^ caligae, soleae, crepi-
parato. Questo genere di calzamento era daeySandalia^ec.Vev moholewpoìehol'
quello de'senalori e de' magistrati, colla teghe de' calzolai si aprirono indifferen-
differenza però che questi portavano le temente ne' vari quartieri diRoma, appog-
scarpe rosse nelle ceremonie, e più alle giati a'muride'lempli, e degli altri monu-
di tomaio che non quelle degli altri. Le menti pubblici. Più lardi peròfiuono de-
donne portavano le scarpe come gli uo- finitivamente stabilite nell' A rgileto,quar.
mini, ma le adornavano talvolta di rica- tiere che faceva partedella regioneXI. A-
mi, di piccole punteggiature d'oro a gui- lessandro Severo costituì i calzolai in cor-
sa di chiodi,e qualche volta ancora di per- porazione, e diede loro difensori o magi-
le e di gemme. Secondo Winckelmann, strati particolari. Nella Roma papale i cal-
le persone più distinte di Roma portava- zolai si costituirono in Universitàartistica
no scarpe di cuoio rosso, che veniva dal (r'.),ed elessero a protettori i ss. Crispino
regno del Ponto -.quelle scarpe si chiama- e Crispiniano. Ma s. Deodato esercitò di
vano Mitllei, ed erano talvolta ricamate cerio l'arte del calzolaio, e del quale scris-
d'oro e d'argento, ed a Gemma narrai che se s. Gregorio I ne Dialoghi, che tutlo-

Giulio Cesare e altri imperatori neador- ciòcheguadagnava ogni settimana lo por-


narono i loro calzari, di sommo pregio e tava il sabbato a s. Pietro e lodava per
valore; d'ordinario però erano di cuoio limosina a'poveri che slavano alle porte
nero, ed arrivavano sino alla metà della della basilica, ove dicesi che fu sepolto e
gamba^ il che ibrmava una specie di sli- se ne fa memoria a' io agosto. Io non in-
se A se A 99
tendo di fare un articolo completo sulle il piede, portando una scarpa tutta gio-
scarpe, ma di parlare principalmente di iellata. Scrive Eutropio, che Diocleziano
quelle degli ecclesiastici; come e in modo dopo aver presa Alessandria, fu il primo
particolare delle scarpe del Papa, de'car* a sostituire gli usi de're a quelli della re-
dinali e de' vescovi. Nondimeno, parlan- pubblica: i predecessori si erano conten-
do de'costumi delle nazioni, in molti luo- tati del Salalo (^.)j ma egli volle che si
ghi ragionai de'Ioro calza menti, così feci prostrassero avanti a lui, e fece coprire
per quelli particolari, di principi, magi- di gemme le sue vesti e lesue scaipe, non
strali e cortigiani. Egualmente negli ar- contentandosi del mantello di Porpora
ticoli degli órdini e congregazioni dissi le (A^.),ch'era il degl'impe-
solito disluitivo
singolarità umili e penitenti de'Ioro cal- ratori : porpora usati dagli
de'calzari di
zari, come di quelli che usano i sandali imperatori e dai grandi, ne parlai anche
all'apostolica, ed i zoccoli. Altrettanto di- a Sandali e Porpora, ove riportai qual-
casi delle confraternite, come quella dei che esempio di scarpe rosse, di sandali e
Sacconi in s. Teodoro di Roma, e degli calzari simili negli antichi legati aposto-
Amanti di Gesù e Maria, confrati delle i lici. Ma l'imperatore Massimino I, ad i-

quali con sandali o zoccoli visitano 7 le raitazione di Traiano, rifiutò tale osse-
chiese. A'canonici Preniostrattnsi [m'ono quio. Si possono vedere: Jos. Gar. Wie-
prescritte le scarpe rosse. Dice Torrigio, seuha ver, De idolatria imperatorum ^WW-
Grolle J^aticaney p. 74? che la scarpa al- deph. 1743. Joh. Ottlob. Brehmius, Di^
l'apostolica detta sandalo, era formata di spiUatio de pedum deosculatione impe-
una suola per la pianta del piede, ed al- raloribiis romanorum quondam praesli-
cunefìbbie di sopra la fermavano. 11 Bor- ta, Lipsiae 757. 1

gia, Memorie l. 2, p. 199, riferisce che i Il carmelitano p. Povyard nel 1807


zoccoli furono delti anche socci, in gran- pubblicò l'eruditissima Dissertazione sul'
de uso presso la povera gente ne' secoli le scarpe o sandali de' sonimi Pontefici,
XlVe XV, massimamente di villa, ne sde- sulla quale il cardinal Brancadoro, pure
gnaronli affatto i nobili delle città più col- collestampeci diede una interessante Zie^
te, riconoscendoli mollo utili a preferen- tera sull'argomento e diretta al religioso.
za di qualunquealtrocalzare a preserva- In essa loda la dissertazione che ragiona
re i piedi dall'umido.Quindi nella Cro- particolarmente delle scarpe pontificie,
nica di Novara all'anno i356, è scritto giudiziosamentedislinguendogli usi del-
che Guglielmo capitano di Novara, sen- le scarpe degli antichi romani, da quelli
tendo presa la città dai nemici, z>z Caslriim introdotti dai longobardi, per meglio di-
fiigit in zocholis;ed il Muratori avverte, stinguere la foggia delle scarpe de'primi
Disscrl. 25: Delle vesli de secoli rozzi, dei più antichi Papi, anteriori all'inva-
che in una pittura del palazzo Estense di sione de'barbari, da quella che si usò in
Ferrara fatta nel i452, è rappresentato appresso. Parla pure il p. Povyard delle
l'imperatore FedericollI con queste scar- scarpe usate da diversi antichi popoli, e
pe di legno. 11 Magri, A'bf/z/a dc'vocaholi degli autori che hanno scritto delle scar-
ecclesiastici^ articolo Zanca^ dice ch'era- pe degli ebrei e de' romani e altre nazio-
no una sorte di scarpe preziose e di ripu- ni, che in buon numero riportai a Saiì-
tazione che usavano gl'imperatori greci, D ALI, aggiungendo che Lipsioflf/cye^ec^/»
ornate con gemmee aquile ricamate, del- lib. 3 de beneficasse. 2 i e aelVEpist. 1 3
,

le quali si serviva anche il Prefello di Ro- tratta de Phaecasia,oeneve di scarpa pres-


ma (f^.); onde il concilio d'Orleans proi- rammentato pure da altri, ear-
so i greci,
bì queste scarpe a'monaci. Ptacconta Sve- ìoZapùo neWaDissert. de abaride^UMp^ìae
tonio, che Domiziano si faceva baciare 1 7o6,ragioaò delle scarpe degli sciti.Tre-
joo se A SCA
"vei'o, irt Anastasii veieris germani , delle Tolevano dissuaderlo dal ripudiar la mo-
scarpe germaniche. Moscardi nel Museo, glie, con dirgli ch'era bella e sa via: Guar-

p. 3o3, delle scarpe degl'indiani. Zacca- date, loro disse, le mie scarpe esse sono :

gni nelle noie agli Atti d' Archelao ^ pro- belle e ben fatte; ma ciò non ostante bi-
"vò con Strabene, che i persiani adopera* sogna che le getti via, perchè niuoo fuor
rono scarpe moltoalle; e che l'eretico Ma di me sa, dove mi fanno male. Avverte
nete si serviva d'una specie di scarpa chia- Baluzio, Capitul. 1. 1 1, p.i53,che la scar-

mala quadrisolea. Presso gli eretici valde- pa nella Scrittura è presa per un segno di
si v'erano gl'insabbata ti oz«Z>tìt/e/25e^, che dominio, leggendosi ne' salmi extendam
si riconoscevano fra loro per un seguo che calceamentum meum super Idunieam. Si
portavano in zabata^ swesotulari.Mun- legge poi in s. Gregorio di Tours, che nel-
kero nelt.i, p. 3o della Mitografia^ à\- le Gallie eravi il curioso uso di presen-

ce: siquism'onocrepiSfidest unopede cai- tare le scarpe alle spose, coU'anello e eoa
cealus supervenissetj morteni appropin- un bacio. Tra gli ebrei, se un uomo mo-
quare responsum estyes]p\e^a la vera qua- riva senza figli, suo fratello era obbliga-

lità di si dava que-


questa scarpa. In greco to a prendere in moglie la sua vedova,
sto epiteto a Mercurio, che avea inapre- ed a sostituirgli de'fìgli, che facessero ri-

slato uno de'suoi talari a Perseo, che vo- vivere il suo nome; se ricusava di farlo,

lò alleGorgoni. Il Sìrmond'ì, adSidoniumf la vedova di suo fratello lo citava alle por-


p. 189, parla della Solca: Socrate lib. 7, te della città, gli levava la scarpa dal pie-

e. 36,eRubenio,£'/ec;. 39 fanno men-


p. de, gli sputava nel volto e gli diceva : Co-
zione de sparleis sandaliis. Majo traila si sarà trattato colui che ricusa di edifi-
dell'uso di deporre le scarpe in tempo di care la casa di suo fratello in Israele. Giu-
lutto, Observ. sacr. lib. 3, p; 1^. Deut- ditta cattivò l'amore del generale Olo-
si

schmanno, del rito di scalzarsi ne'conlrat- ferne,mediante l'eleganza de'suoi calcea-


ti, Z?mer^. Wittembergae 693. Stuchio, 1 menti. Il Ciampini, Pcter.monunienl. 1. 1

Anlichitàconm>ali\\h. 2,discorredel mo- tav. 76, e t. 2, tav. 16 riportò i sandali o


do odi levarsi le scarpe, sin-
di mettersi scarpe usati da Gesù Cristo e dagli apo-
golarmente alla mensa. I primari perso- stoli, figure che ricavò dai musaici di s.

naggi adoperavano più di un laccio per Andrea in Cala-barbara, ed in ss. Cosma


fermare le loro scarpe, e gli altri o quel- e Damiano; mentre per alcuni divari nei
li che amavano la semplicità uno solo. Se- t. 2, tav. 47 riprodusse i sandali espressi
nofonte nella Cyroped. 8, p. 208, narra nella tribuna di s. Prassede.Ne'due primi
che vi erano calzolai delle scarpe degli uo- musaici i sandali di Gesù Cristo (si con-
mini, e quelli delle scarpe delle donne; servavano nel santuario presso le Scale
altri tagliavano lesuole,altri le cucivano. sante y e porzione nella chiesa di s. Pao-

Eranvi servi e serve destinate alla cura lino alla Regola : anche Rinaldi all'anno
delle scarpe e de'sandali, lo che rimarcai 861, n.° 62 attesta che i sandali di Gesù
eziandio a Sandali. Per accrescere la sta- Cristo fossero nel detto santuario) e dei
tura, massime le attrici nella scena, come suoi apostoli, sono composti d'una suola,
talvolta facevano i sacerdoti ne' sagrifìzi, a cui viene attaccata una calcagnata, le-

solevano servirsi del sughero sotto le scar- gala al collo del piede con due coreggiuo-
pe: ma nelle loro camere usavano anche le, e con una terza, che passando sul so-
le pianelle. Le scarpe rosse solevano por- pra piede e fra le due prime dita, ferma-
tarsi dalle cortigiane. Abbiamo d'Angelo si alla parte anteriore della detta suola.
delli Oldradi, Capitolo sopra le pianelle ]Vei musaico poi di s. Prassede, i sandali
alla sua donna, Roma i55o. Fu celebre delle medesime figure hanno lecalcagna-
la risposta di Paolo Emilioagli amici, che te, le quah oltre il di dietro del piede,
sex SC A ìoi
abbracciano anche ia parte anteriore del ze a seconda del loro capriccio e della in-
collo senza indizio di coreggiuola. Soltan- dustriosa speculazione di chi inventa le
to vi è una porzione del cuoio che pro- mode, ovvero ingegnosamente riproduce
lungasi e passa pure fra le due prime di- le antiche costumanze modificate o am-

ta del piede, senza che si veda veruna par- plificatesecondoilpropriogenioecomodi-


te della suola. I longobardi secondo Pao-
, tà,spessoridicole,poche volte ragionevoli.
lo Diacono, portavano scarpe aperte sino Tuttavolta anche le persone savie soglio-
alla sommità de'piedi, con aperture che no accomodarsi all'invalso costume,quan-
dicevansi fenestrature; pare che laliscar- do esso è divenuto comune presso la ge-
pe, sandali o calcei fenestrati, avessero a- neralità, pel riflessodi non rendersi singo-
perlure o fenestrature non solo sulla to- lari con vestire diversamente; ma la trop-
inara, ma anche nelle fiancate e nella cal- pa frequente varietà sarà sempre biasi-
cagnata; le fiancate aperte e separate sul mevole, e anche pregiudizievole per Te-
piedesi chiudevano mediantedue bottoni conomia domestica. I Papi lodevolmente
e due lucchetti senza veruna coreggiuo- attaccati agli usi primitivi e più antichi
la, forse eguali alla scarpa di S.Gregorio derivanti dalla tradizione e dall'ecclesia-
] pubblicata dal p. Povyard nella tavola stica disciplina,abborrendo le leggiere no-
I ." Scaipe finestrate e reliculate fu-
p.i. vità, si studiarono costantemente di con-
rono usaleanche in tempo della gran con- servare colla semplicità il decoro e le co-
tessa Matilde e più tardi, così nel secolo stumanze de'loro venerabili predecessori.
XV nelle scarpe dette alla spagnuola. Di- Le variazioni si debbono attribuire piut-
Terse foggie di scarpe massime pontifìcie tosto agli arbitrii degli artisti, ed alle li-
ci die incise il p. Povyard, altre sene pon- cenze che si presero, le quali diverse va-
no vedere in Rocca, che citai a Sandali, riazionisembrando ogni volta di poca en-
ed il p. Bonanni nella Gerarchia eccle- tità, inprogresso di tempo divari riu- i

sia slica, aip. 91 : Delle scarpe ponli/lcìe, scirono notabili, come si vede non solo
pubblicò le forme d'un piede con sanda- nelle scarpe, maanche nelle altre sagre
lo e croce d'un antico marmo, e le scar- vesti e utensili: se la varietà non è sostan-
pe di s. Silvestro I, di s. Martino I, edi ziale, lo è accidentale, ma in modo, che
Onorio I in cui vi è la crocetta. La fog- facendosi i confronti di quelle eseguite in
gia delle scarpe de'secoli più antichi, per diversi tempi, presentano rimarchevoli
quelle posteriormente iulrodottedai bar- differenze. Non solo, come si rileva dalle
bari, in seguito produssero forme che par- tavole prodotte dal p. Povyard, variaro-
tecipavano d' ambo gli usi, e poi forme no le figure delle scarpe pontificie, ma
affatto nuove che soggiacquero a molte anche i loro ornati e le stesse croci eoa
variazioni. Il p. Povyard combinò una se- diflferenti disegni. Altrettanto si può dire
rie precisa, eprodotta in figure delineate della materia di che si formarono le scar-
e dilucidate col più esatto scrupolo, del- pe, e del numero delle stringhe e fettuc-
le scarpe de'Papi da Silvestro l ai nostri eie colle quali si legavano, dovendosi di-
tempi. Che se non potè produrre i dise- stinguere le scarpe usate da' Papi nelle
gni delle scarpe e loro ornati di ciascun sagre ceremonie, da quelle adoperale do-
Papa, in una
completa e cronologi-
serie mesticamente, l'une e l'altre di poi deco-
ca, sviscerò tanto bene questa parte del rate del salutifero segno della croce; an-
vestiario pontificio, che in certo modo vi che vescovi usarono e costumarono scar-
i

«upph. 1 Papi non furono leggieri e vo- pe comuni, e sandali con calzari pe'sagrì
lubili come le femmine, che appassionate riti. Riguardo al colore delle scarpe dei

per l'immorale e sempre rovinoso lusso, Papi antichi, non si può stabilire cosa di
cambiano frequentemente mode ed usan- preciso, e con fondamento storico. Se si
102 SCA SCA
dovesse ragionare sull'uso inlrodollo nel- non avea egli ancora adottalo il colore u-
la Chiesa ne'secoli posteriori, si potrebbe salo dagl'imperatori, ecomunicalo daCo-
dire che il colore delle scarpe almeno nel- stantino Grande ai Papi per la loro
I il

le sagre azioni, si uniformasse ai Colori dignità, ma


che usasse soltanto quel co-
Paramenli[ f\),
ecclesiaslicì[F^.) de'sagri lore, che usato avea durante la persecu-
conforme a'nostri tempi il colore de'san- zione in addietro nell'esercizio delle sagre
dali del Papa, de'cardinali, de' vescovi e funzioni, piuttostochè negli usi quotidia-
di chi ne gode l'uso per privilegio,che ce- ni e domestici, perciò si può chiamare me-
lebrano pontificalmente, si ujìiforoia al glio scarpa ecclesiastica che civile. L'im-
colore de' paramenti che prescrive il ri- peratore Aureliano del 270 avea proibi-
to delle rubriche, del qual colore e stoffa to lescarpe di colore rosso, turchino, bian-
debbono essere eziandio le scarpe o cal- co e verde, ma tale proibizione non era
zari propri de'sandali; cioè bianco, rosso, per le donne; prammatica forse determi-
rosaceo, verde, paonazzo. Ma se,come di- nata, per togliere il lusso straordinario
ce Gavanto, De color, paramenlor. par. che si era in questa parte di vestiario pro-
I, p. io6, vesles sacerdotales per incrc' babilmente introdotto, nella leggerezza
menta ad eiinij qui nunc liaheliir, orna- ed effemminatezza degli uomini. Tale di-
tutiìy prima d'Innocen-
aiictae sunt; e se vieto non poteva riguardare Papi, ed i i

zo 111 non v'ha chi numeri i diversico- fedeli, i quali viveano sconosciuti nelle
lori de'paramenti, com'egli ne conta 5; grotte e caverne della terra, nelle cata-
non si può perciò asserire con giusta cri- combe, che sei secondi viveano in pub-
tica, che ne'pnmi secoli delia Chiesa si blico incogniti, è indubitato che per il lo-

usasse questa varietà di colori, e molto ro cristiano fervore, e per la moderazio-


menò che al colore de'paramenti dovesse ne della loro vita,e per l'abiura alle pom-
corrispondere quello delle scarpe. Infatti pe mondane professata nel battesinio,non
se si vuol prender norma dalle antiche si occupavano di tali ricercate e eleganti
effigie colorale de'Papi, che tuttora si ve- costumanze. I Papi poi anlerioi i a s, Sil-

dono in varie chiese di Roma, i loro pa- vestro I, nella frugalità e santità della vi-
ramenti sono di color giallo a guisa d'o- ta, avranno usato scarpe semplicissime,
ro, e le scarpe all'incontro di color nero, senza squisitezza d' ornati e di singolari
con ornali bianchi, sino a Innocenzo II, colori; non avendo bisogno di distinzioni

che nella sua eHigie,la quale si osserva nel- esterne e delle scarpe speciali, per riscuo-
la tribuna di s. Maria in Trastevere, pre- tere venerazione da'devotissimi fedeli coi
senta le scarpe rosse fenestrate e ornate quali viveano, persuasi dell'ossequio che
di perle.Che però, non potendosi aver era loro dovuto, come successori del prin-
una ragione da provare, da che sia deri- cipe degli Apostoli, e come vicari di Ge-
valo posteriormente l'uso del colore ros- sù Cristo; conoscendo abbastanza le pe-
so nelle scarpe de'Papi, espresso nelle lo- corelle del loro ovile la preziosità de'pie-
ro pitture, si potrà dire col Baldovini, De di di chi evangelizza, e i beni spirituali,
calceo antiquo et mystico, cap. i o, p.8 1
indicati già da s. Paolo nella sua lettera
rubeorum ejusniodi calceorum usum ah ai romani, quam speciosi pedes evange-
Jmperatoribus ad. summos Pontifices lizanliuni paceni. Finite le persecuzioni
fiiìsse traductum. Che se esiste la scarpa e ridonata ai cristiani la pace, conveniva
di «. Silvestro I del 3i4 di color verde pur troppo che il supremo Gerarca, u-
oscuro e non rosso, si può concludere, che scendo dai nascondigli e dalle spelonche,
essendo egli il primo Papa a cui fu per- assiso nella prima cattedra del cristiane-
messo di spiegare al pubblico la sua au- simo, spiegasse con più decoro la maestà
torità, a differenza de'suoi predecessori, della sua divina rappresentanza, ed allo-
sex SCA io3
ra pare che sia nelle scarpe come in tulio sono traforale e longitudinalmente aper-
il resto, si cominciasse a introdurre qual- te, m^^mc ad summitni pollicem pedis , se-

che variazione, la quale come essere do- condo l'uso de'calcei longobardici. Gor-
vea lontana da qualunque ombra di va- diano essendo regionario è vestito eccle-
nità, dovesse servire soltanto ad accre- $iasticamente,e lesue scarpe saranno pu-
scerne la maestà e la venerazione, special- re come quelle degli ecclesiastici di quei
mente de'divini misteri e delle ecclesia- tempi; perchè di poi e in più secoli si tro-
blidie funzioni. vano pure indistintamente le medesime
11 p. Povyard per istabilire l'antichità scarpe pei Papi, pei vescovi, pei sacerdoti,
del bacio de' piedi de' Papi auteriore di diaconi e suddiaconi ne' monumenti sa-
molto all' introduzione della croce sulle gri. Siccome s. Gregorio I, coetaneo dei
loro scarpe o sandali, e tentare di rinve- longobardi, si fece dipingere viventecolle
nire qual è l'epoca più verosimile di lale scarpe longobardiche,con tal nomesi chia-
introduzione, fece incidere le diverse for- marono dal p. Povyard le scarpe de'se-
me, colori ed ornati delle medesime scar- guenti Papi, che offrono traccie di tale
pe, e le illustrò tanto nella citata sua bel- usanza. Tali sono quelle di Onorio l del
la dissertazione, che nella Leltera di: ri- 625, e di s. Martino Idei 649, con quegli
sposta al cardinal Brancadoro. Principiò ornati e variazioni rimarcate dal dotto
dali'esaminarei monumenti di Gesù Cri- religioso, ordinariamente di trifoglio e di
sto e degli apostoli, già ricordali; la scar- giglio, abbellimento che prevalse nelle
pa di s. Silvestro I, i calcei cavi di s. Ip- scarpe o sandali pontificii e vescovili sino
polito vescovo di /^o/Vo del secolo III, che a Innocenzo II del i i3o. Queste scarpe
imitano un cuoio o una stoffa sottilissi- per lo più figurano nere ne'monumenti.
ma, poiché sopra la tomara trasparisce Pertanto viene asserito, che da Onorio l
la forma delle dita de'piedi, scarpe sem- a Calisto li del 1 1
19, gli ecclesiastici di
plicissime e senza ornato. Pertanto crede qualunque rango eordine,inclusivamen-
che uguali sieno state le scarpe de'Papi tea'Papi, usarono scarpe nere anche nel-
con tempora nei di s. Ippolito, cioè s. Ur- le funzioni sagre; e quantunque possa es-
bano I del 226, s. Ponziano del 233, co- servi qualche esempio in contrario ne'ri-
me lo furono quelle di s.Anteio del 237. ti degli antichi Ordini romani, non ostan-

Finche la Chiesa divenuta libera sotto s. te si rileva da'monumenti sagri di Roma»

Silvestro I, ai calcei cavi e semplici so- che per quasi 6 secoli tutti gli ecclesia-
stituì altri più preziosi per la materia e stici non offrono che scarpe di color ne-
per gli ornati. Ma le scarpe pontifìcie su- ro e simili coreggiuole, e gli ornati però
birono mutazioni nella forma e negli or- bianchi. Anche santi personaggi secola-
i

nati, quando dopo la metà del VI secolo rine'medesimi monumenti sono rappre-
i longobardi calati in Italia, i costumi si sentati con iscarpe longobardiche nere. A-
alterarono con vicendevoli imitazioni. Pa- vendo Aureliano nel divieto agli uomini
re che i romani fra le altre cose, ne imi- comprese le scarpe rosse, turchine, bian-
tassero le scarpe, e che il clero sebbene in che e verdi, le lasciò portare alle donne,
ogni tempo più tenace ne' suoi usi, non le sembra preferissero il colore ros-
quali
potè sottraisi da tale influenza, a giudi- so,mantenendone l'uso per molti secoli;
carnedallescarpe dis.Gregorio I del ^90, onde così musaicisti rappresentarono la
i

e de' suoi genitori Gordiano e s. Silvia, B. Vergine, le sante e principesse : tutte


comesi vede nel rame pubblicato dalRoc- queste scarpe donnesche sono cornei cal-
ca t. 2, p. 368, dai Bollandisti in 1. 1 Illar- cei cavei, senza fenestratura, con punta
tii, lib. XI, cap. i5, e dal Cassio, Memo- cuspidata; le tornare coprono tutti i so-
rie di s. Sihia: queste scarpe o sandali prapiedi, a differenza delle scarpe degli
io4 Se A. SCA
uomini, che appena coprono ledila dei averli assunti, come nella più parie dive-
piedi. Tranne le scarpe de'ss. Silvestro I nuti principi e signori delle loro città ve-
eMartìno l,ie scarpe de'Papi furono ne- scovili, qual segno caratteristico di loro
re. Ricorda il p. Povyard, che i primi re sovranità, ad imitazione de'Papi e altri
di Roma magistrali curuli , usarono
e i principi. Nell'oratorio de'Pen/Vfrtz/enTia-
calcei rossi o punici, costume che passò teranensi (/^.), eretto da Calisto II nel
agl'imperatori romani e poi ai greci Au- 1 124 e ristorato da Anaslasiol V, essi con
gusti, quali ne formarono uno de'loro
i
9 loro predecessori si fecero dipingere col-
distintivi; quindi divenne privilegioesclu* le scarpe rosse, di cui sono esempi in alivi
sivo degl'imperatoii il portare le scarpe monumenti. Rosse sono quelle d' Inno-
rosse. Dissi a Calze, che il doge di Vene- cenzo li del I i3o, dipinto vivente in s.

zia ebbe le calze colle pianelle rosse nel M.'in Trastevere nel musaico, con iscar-
principio della repubblica dagl'impera- pe delia forma del calceo cavo de'primi
tori di Costantinopoli. Anche i patriarchi, tempi, cogli ornati introdotti successiva-
gli arcivescovi,! vescovi ottennero la stes- mente, con ricamo d'oro, e fila di perle
sa facoltà ; poiché nelle pitture greche cheornanoilcollodellalomara, alla pun-
de'secoli XI e XII si vedono i santi pre- ta della quale vi è uno scudetto d'oro e 3
lati della chiesa greca rappresentati colle trafori o fenestrature finte, quasi tonde in
scarpe rosse, uso adottato dal patriarca ciascuna parte della lomara, segnale col
di Costantinopoli, come afferma Valen- rosso più oscuro e con un bordo d'oro.
lini. De osculatione pedum Bom.Pont. A Uri esempi anteriori di scarpe ornate di
Tulli i prelati greci vestiti pontificalmen- perle di s. Martino l e di Gregorio IV si
te hanno calcei rossi simili alle pianelle vedono in un codice Vaticano, ma può
odierne, senza verun ornato; onde la di- essere arbitrio del miniatore. L'uso delle
versità fra le scarpe sagre e civili sarà in perle sulle scarpe, benché più frequente
ciò, che prime saranno state pianelle,
le in seguito del commercio del levante, do-
e le seconde niaximo formatii expollti, po le crociale reso più facile, era tutta-
saranno stali forse stivaletti rossi. Da que- via assai praticato dagli antichi, essendo-
sta differenza non si può credere che Pa- i vene esempi degl' imperatori romani e
pi abbiano voluto imitare prelati greci, i greci. Interessanti sono le scarpe degli al-
nell'assumerei calcei rossi. Piuttosto è ve- tri Papi, rappresentati con Innocenzo II
rosimile cheì detti patriarchi perle loro in della chiesa. Altre simili scarpe sono
orgogliose pretensioni, che in tanti luo- nel monumento d'Adriano V I del i 1
54»
ghi enumerai, si arrogassero anche le scar- COSI d'Innocenzo III deli 198, ma senza
pe rosse da loro stessi, o per concessione ornati e rosse. Questo dottissimo Papa,
degl' imperatori invidiosi della signoria parlando de'sandali fenestrati, nel cap. 1

dello stato romano conseguita dai Papi, di sue opere, lo dice d'uso comune a tut-
i quali quanto al temporale erano dive- ti i vescovi, e che egli suppone già da mol-
nuti successori degl'imperatori romani, to tempo stabilito. Ono» io Miche gli suc-
laonde a loro esempio a veano preso per cesse venne dipinto con iscarpe ro>se nel
calceameuto le scarpe rosse, come attri- portico di s. Lorenzo fuori delle mura;
buto principesco; ciò che forse essi fece- ma descrivendo l'elezione del Papa noq
ro, quando presero il Camauro {F.) con parla del colore delle scarpe o sandali pa-
bordi diarinellinOjbordi che Irovansi nei pali, benché dica del bacio del piede dei
vestimenti degli antichi e moderni sovra- cardinali all'eletto: però e come notai a
ni. Da alcuni scrittori si apprende, che le Calze, nell'Ordine romano XIII compo-
scarpe rosse furono comuni agli altri ve- sto d'ordine di Gregorio X del 127 i e ri-
scovi, Q per concessione pontificia, o per guardante la pontificia elezione, souq
SCA SCA io5
menzionate le scarpe rosse e prescritte; gorio XI eletto nel 1 370, le scarpe pon-
pare che vi fossero due sorte di scarpe ros- tificie principiarono ad essere meno acu-
se, cioè le sotto calzette che si aggiunge- te e piti accomodate alla forma naturale
vano alle calige de panno sine pedalibus del piede, come si vede ne* monumenti
e le altre saranno state le scarpe o Scin- de'3 suoi immediati successori. Le stesse
dali pontificali. Nel monumento sepolcra- forme portarono le scarpe degli altri Pa-
le d'Onorio IV deli 285, la statua ha il pi; e niente di particolare offrono quelle
calceo cavo con indizio di feiiestraturejSe* degli altri posteriori sino a Paolo IV, le

gnate con galloni d'oro, con semicircoli cui scarpe hanno forma semicircolare nel-
sulla punta e altro intero in amheduele la punta,quale è quasi quadrata, forse
la

parti della tomara, la quale come il re- per opporsi all'uso che regnava negli ec-
stante delle scarpe è d'una stoffa ricca con clesiastici, di portare scarpe lunate o cor-
disegni rabescati la lista o fregio di mez-
; nute con punta aguzzissima; in seguito i
zo è ornato con gemme, come anche le secolari passando da un estremo all'altro,
suole, né vie traccia di coreggiuole: mi adottarono la punta quadrata, che [)ati

sembra la scarpa più ornata degli anti- poche alterazioni. Le più antiche scarpe
chi monumenti, come si può vedere nel sono quelle di color verde di s. Silvestro
p. Povyard. Ricche furono pure le scar- T, di cuoio rosso oscuro di s. Martino I,

pe di Bonifacio Vili nel 294, alquanto


i di color nero d'Onorio I ; è da credere
acute e cuspidate; vi è di particolare che che da Innocenzo 11 si proseguì a usare
la suola ha di grossezza due dita e mezzo, il colore rosso, essendone tuttora la ma-
con ornati di rabeschi; tali suole si usa- teria il velluto, il raso, lo scarlatto, il pan-
vano in quell'epoca, ed erano di sughe- no, il marrocchino, al modo che meglio
ro coperto di pelle bianca o rossa, arric- poi dirò parlando pure delle scarpe bian-
chita con rabeschi d'oro. Dopo ili 3oq si che. Indi il p. Povyard passa a provare
rinnovò in Europa l'usanza delle scarpe con critica e pari erudizione, l'anteriorità

dette polacche, rostrate e cuspidate, cor- del bacio de'piedi del Papa, all'introdu-
nule, pei secolari d'ambo i sessi, armate zione della crocesulle loroscarpe, a fion-
con lunghe punte di ferro o d'argento, te d'una folla di gravi autori che cita, i

che parevano gran rostri d'uccello: e le quali nelle loro opere prelesero di vedei^
donne ricche le portavano almeno d'un la croce sopra le scarpe de' monumenti
palmo e mezzo, le principesse di 2 o di 3, pontificii più antichi, laonde dislintameu-
e durò tal moda nonostante gli sforzi dei esaminò, mostrando che gli orna-
te gli

principi, e la proibizione di vari concilii menti a guisa di fiori non furono croci,
per farla sparire, sino al secolo XVI. Il come motti creiletteroe soslennero, men-
clero regolare e secolare n'ebbe proibi- tre le croci de'palii furono benissimo e-
zione e pene da vari concilii, riportando- spressein que'Papi che si suppose averne

ne i canoni il p. Povyard a p. 53. Sar- pure sulle scarpe o di galloni o di ricami


oelli, Leu. eccl. 1. 1, p. 75, D^lle scarpe d'oro, di diverse forme secondo il genio
de che debbono essere mo-
chierici jò\ce, de'disegnatori o di chi le ordinò. Si deve
destissime e nere; non bianche ovvero tin- avvertire che i Papi antichi rappresen-
te di rosso nel giro o in altre parti all'u- tati ne'monumenli colle croci sulle scar-
so de'secolari; nèdebbonoimprendersi le pe, furono eretti dopo l'introduzione di
nuove mode che usano i laici; indi ripro- tal segno , il quale lo fu ad humìlilatis
dusse i canoni di parecchi concilii sopra ca li s a m^ acciò fedeli non
i il piede, ma la
diversi abusi de'chierici sulle scarpe. Ma croce baciassero; edificante motivo che
i Papi e il clero romano si guardarono già trattai a Bacio di piede ed a Sandah.
da simili eccessi. Verso il tempo di Gre- iXeii' islromeuto dell'apertura del se-
io6 se A SCA
polcro di Bonifacio Vili, vi è espressa- plicl econ galloni ristretti sono quelle di
niente detto che le scarpe o sandali era-
: Sisto IV; con simili galloni, ma indorati,
no senza croce (a Calze parlai di queste sono le scarpe d' Innocenzo Vili, come
e di tali sandali), come in quello di Adriano pure quelle de'successori. La croce delle
] V. Adunque il (
.^ monumenloche si trovi scarpe di s. Pio V
due gal-
è formata da
avere la croce sulle scarpe, è T eflìgie di loni d'oro, il di cui tessuto offre una fila
nifirniodel Papa Innocenzo VI Idei 1404, di piccoli romboidi in mezzo a due linee,
esistente nelle grotte vaticane, e sulle scar- i quali galloni occupano tutta la lunghez-
pe del quale vi è la croce oltiuiamenle e- za e la larghezza della tomara, sopra la

spi essa col gallone,occupando tutta la lun- quale sono fermati da una cucitura. Coa
ghezza e la larghezza della tomara, e sarà galloni leggiadri sono le croci della statua,
\erosiniilmentestataimitata,couiepurele di Benedetto XIV;
Clemente in quella di
scarpe, da quelle che usava q^uesto Papa; e XIV non occupano tutta la to-
i galloni
quando fu aperto il di lui sepolcro fu tro- mara, formano una croce greca, ornata
«ala l'immagine eguale alla marmorea,ed di raggi negli angoli, come l'usò Pio VL
in conseguenza che le scarpe colla croce so- 11 p. Povyard riprodusse pure le scarpe
no dell'islesso tempo del restante dell'efli- e le croci di Pio VII, tanto delle scarpe
gie. Con forma di croce sono le
l'islessa usuali che de' sandali o scarpe pontificali,
scaipe di Martino V morto nel i43i nella e sono eseguite con ricami, con lustrini,
sua edìgie in bassorilievo di bronzo nella e pagliette d'oro, dette dagli antichi cri-
basilica Lateranense. Simile alla medesi- socia vi. Pare che le prime croci fossero
ma è la croce, ch'è sullescarpediEugenio ben visìbili e di cuoio forse indorato, poi
IV nella statua del suo deposito in s. Sal- con galloni d'oro, indi con ricamo e lu-
vatore in Lauro. Nel monumento sepol- stri ni, e al tre industrie de'rica ma tori. Con-
crale di Nicolò V eletto nel i447> ^^^'l'c clude il p. Povyard, che non è certo, che

grotte valicane, si vede sulle scarpe del- r uso della croce sulle scarpe o sandali
la statua la stessa croce di quelle d'In- de* sommi Pontefici, sia egualmente, o
nocenzo VII. Sotto questo Papa abbia- poco meno antico dell'uso di baciar loro
mo un esempio luminosissimo dell' uso i piedi, attestando i monumenti pontifi-
della croce sulle scarpe ponlifìcali, il qua- cii d' una maniera chiarissima, essere il

le è che nell'abdicazione del pseudo-pon- bacio de' piedi de'Papi di molti secoli an-
tificato dell'antipapa FtUce V^ il legitti- teriore all'introduzione della croce sulle
mo Nicolò V
accordò molte preroga-
gli loro scarpe o sandali. In che pienamente
tive e insegne pontificie, ma fra quelle che conviene il cardinal Brancadoro, nella ci-
espressamente gli proibì, fu 1' uso della tata sua Lettera^ dichiarando l'uso del ba-
cruce sulle scarpe. Leggo in Gritio, Isto- cio del piede molto più antico dell' uso
rie di Jtsi p.72, che recandosi in essa della croce sopra le scarpe o sandali Pa-
nel 1464 Pio II, il popolo per divozione pali, e più antico on-
di secoli e secoli ;

gli andò a baciar le croci d'oro che il Pa- de senza alcun dubbio si può e si deve
pa suole portare sopra le scarpe. Passa asserire, che da tutt'altro, fuorché dalla
cjuindi il p. Povyard ad indicare le for- croce, avesse origine tale bacio. I sommi
me delle croci poste sulle scarpe de'Papi Pontefici come vicari di Gesù Cristo, e
ne'Ioromonumenti, quelle cioè che offro- come successori di s. Pietro, hanno in tutti
no qualche mutazione o qualche parti- i secoli riscossa la più alla venerazione da
colarità. Nella statua del n)agnifico Paolo tulli i fedeli, anzi dal I. ''secolo dellaChies.i,
]l le croci sono di galloni più larghi di ed introdotto per la somma venerazione
quelli delle croci de'precedenli Papi, or- e amore che primi fedeli portavano al
i

nate con perle o pietre preziose. Più sem- primo Gerarca di s.Chiesa. E siccome es«
sex se A. 107
sì dopo rigenerali alla grazia col mezzo croce sulle loro scarpe e sandali, intito-
delleacque salutifere del battesimo, pian- landosi Servo de servi di Dio (^.). Spie-
gevano ciò non ostante le colpe dell'uo- gò i misteri che comprende tale bacio, il
mo vecchio, così prostrati ai piedi di chi colore rosso, la croce ricamata, e l'intes-
teneva qui in terra le veci di Gesù Cristo, suto d'oro di cui si forma, in significalo

l'esempio imitarono della penitente Mad- della maestà e sublimità del suo grado
dalena, che prostrata a' piedi del Salva- sopra ogni altro della terra, come l'oro
tore, non contenta dell'intimo suo pen- sormonta ogni preziosità di metalli. On-
timento, e dell'interno amore del cuore, de il Papa portando nella cima del Tri'
esternava il primo colle copiose lagrime, regno (^.)e nella superficie de'sandn li la
e il secondo col baciare i piedi di colui, croce, fa vedere al popolo cristiano, ch'e-
da cui soltanto sperar poteva il perdono. gli è tutto intieramente da capo a piedi
Sul bacio de' piedi del Papa, abbiamo ; professore della dottrina e della vita di
di VCxcójD e giubilei cap. 6 yBacio de pie- r Cristo. Anche
IVIarangoni,Oe//e cose gen-
di antico e moderno praticalo da'perso- tilesche e profane trasportate aduso sa-
naggi. Riporta l'uso de'popoli antichi che gro, a p. i57 nel riportare che Pontefici i

lo praticarono, e di quello introdotto coi e gl'imperatori de'gentili esigevano il ba-


Papi incominciando da s. Pietro, afferman- cio del piede, per cui gli Augusti calza-
do che Costantino I il Grande \\ baciò a vano scarpe ornate d'oro e di gemme pre-
Silvestro I, il quale imperatore volle che ziose, e ciò espressamente comandò Dio-
i Papi, a similitudine de'sacerdoti e pro- cleziano; dichiara chequesto onore ai Pa-
feti antichi, portassero vestiti i piedi di pi non derivò dal gentilesimo, ma da Cri-
tela bianchissima, in modo di scarpette sto medesimo che permise alla Madda-
chiamate Udoni, che poi cambiarono no- lena che gli baciasse i suoi piedi, quindi
me in quello di sandali, ma però sempre fu che i primi fedeli tale dimosstrazione
dilferentida quelli che usano i vescovi nel- di venerazione filiale trasferissero nella
la celebrazione de' pontificali, [>er cui s. persona del suo vicario l'apostolo s Pie-
Antidio presso Sigeberto, epist. 48» co- tro, per cui siffatto ossequio è dovuto al
nobbe il Pontefice romano da'sandali, lo Papa per la persona di Cristo che in se
che non sarebbe potuto succedere, se que- rappresenta; e perchè ad esso si riferisce
sti non fossero stati distinti da quelli degli col bacio del piede, lo porge a baciare or-
altri vescovi. La mutazione poi dal bian- nato coir immagine della croce, intorno
co lino in calceamenti rossi col segno della alquale e ad altri onori copiosamente
ss.Croce fu introdotta e continuala dai scrisseil vescovo di Vesti mg.'' Giuseppe

Papi per duplice rispetto, con attribuire Stefano Va lenti ni De osculatione pedani
:

il bacio de'piedi de'fedeli non a loro, ma Romani Romae 588. 11 dotto


Pontiftcis, 1

al salutifero segno* di nostra redenzione. Gaetano Cenni, Dissertazione vi : De o-


Piazza, Emerologio di Romay a'i8 gen- sculo pedum Romani Pontificis, Pistoia
naio ci die la digressione 7.": DelV uso an- 1778, prova che al Papa è dovuto de fa-
tichissimo , e mistero di baciare i piedi al re da tutti i fedeli l'ossequio del bacio del
sommo Pontefice. Confuta gli eterodossi piede, non solo dalle più eminenti digni-
che calutmiarono i Papi di superstizione tà della Chiesa, patriarchi, primati, arci-
e idolatria, nell' ammettere al bacio dei vescovi e vescovi, ma eziandio dai prin-
loro piedi ancorché sovrani, e pri-
i fedeli cipi sovrani; aggiungerò dai cardi*
ed io
mati della gerarchia ecclesiastica; laonde naii in quelle circostanze che notai a'Iuo-
per umiltà, per attribuire e riferire tale ghi loro, anzi il cardinal Antonio Pallot-
ossequio a chi rappresentano, e per rin- la, sebbene di alti spiriti, tutte le volte

tuzzare r eretiche maldicenze, posero la che si presentò a Gregorio XVI gli volle
I o8 SC A SCA
baciare umilmente il piede. Loda il Cenni ciò del piede al Papa, e s. Gregorio VII
l'antichissimacostumanza ed il virtuoso nel 077 decretò Quo solius Papae pedes
1 :

contegno de'Papi, quali schivando sem- i omnes principes deosculentur^ anzi dissi
pre ciò che ridondai* potesse in loro pri- altrove che alcuni aggiungono che proibì
vata venerazione, adottarono la croce sui a' vescovi e a'preti ricevere simile distin-
calceamentì pontifìcii, affinchè l'omaggio zione, i quali portavano i calcei crucigeri,
rispettoso fosse tutto indirizzato a Gesù asserzione confutata dal padre Povyard.
Cristo di cui fanno le veci in terra. Molto A Elezione de'Papi e ad Ubbidienza, par-
meno nacque costume da imitazione di
il lando de' riti praticati col nuovo Papa,
fasto imperiale, oda consuetudine una vol- parlai del bacio del piede come adorazio-
ta comune a' vescovi, che anzi gli uni e ne e rito antichissimo. Cenni confuta To-
gli altri, da che vi è memoria, adorarono massini,che nella Feter. et nov.eccles.di'
il Pontefice, Prova Cenni l'antico e gene- sciplina, sostenne che il bacio de'piedi an-
rale costume del bacio de' piedi, princi- ticamente fu generalmente usato coi ve-
piando da quello reso al 1.° Papa s. Pie- scovi, ed anche coi sacerdoti, che porta-
tro, rimarcaitdo la sua antichissima statua vano impressa nella scarpa la croce; di-
di bronzo che si venera nella sua basilica cendoche per venerazione alla santità d'al-
Vaticana, in alto di dare il piede a ba- cuno soltanto ciò fu fatto, e si praticò an-
ciare, ed il quale con somma divozione che con s. Bernardo monaco e abbate seb-
baciano tutti i fedeli e lo stesso successore bene non vescovo, quando d'ordine d'In-
il Pontefice; del quale venerando simu- nocenzo li andò in Milano per riconci-
lacro parlai ancora ne'vol. LIV, p. 220, liare il clero e il popolo; termina Cenni
LVlll,p. 25o.NeiranticoOrdine romano, con provare la singolarità dell'adorazione
che si crede raccolto da s. Gelasio I del e bacio de'piedi al Papa, non convenendo
49*2, in cui si contengono i riti de'primi con chi la credette anticamente comune
secoli, si dicecheil diacono prima di leg- a tutti i vescovi. Degli autori che scrisse-
gere l'evangelo, osculans pedes Pontifi' ro sul bacio del piede, ne trattai purea Ge-
cis j laonde non solo nel IV secolo quan- NUFLEssioNE, nel quale atto si rende l'os-

do fu commesso al diacono l'uffizio di leg- sequio,a'quali aggiungerò Francesco Che-


ger l'evangelo, ma ne'secoli addietro fin villa rd,£)o/*^o/^ c/e calceOy seu prostra^
dalla prima istituzione di leggerlo nel di- tiene pedis swnmi Pontificis , adversus
vin sagrifìzio, baciavansi i piedi dal let- offendicula infidelium, Parisiis i656. II

tore al Papa, e ciò per tradizione aposto- Panciroli parlando della visita che Inno-
lica introdotto anche nelle sagre liturgie. cenzo IV fece nel 253 1 in Asisi a s. Chiara

Frequente poi ne' monumenti successivi vicina a morire, dice che avendo questa
si trova menzione di tale ossequio,ora con domandata la grazia di baciargli i piedi
nome di Adorazione (^^), ora di saluta- e non potendo la moribonda alzarsi, il Pa-
zione, ed ora di bacio del piede. Di Giu- pa sali sopra d'uno sgabello, ed accostò
stino imperatore abbiamo che nel 57.5^
I il piede alla di lei bocca. Alle messe dei

huniiliavil se pronuSj et adorava in Co- funerali non si bacia il piede al Papa,


stantinopoli s. Giovanni I; indi nella stes- ne la mano al celebrante, ancorché sia as-
sa metropoliGiustiniano I imperatore, nel sente il Papa. Da chi e quando nelle sa-
536, hiimiliavit se s. Sedi apostolìcae^ et gre funzioni si bacia il ginocchio destro
adorawil s. Agapito 1: nella stessa corte del Papa lo notai nella loro descrizione;
Giustiniano 7 i i colla corona in te-
II nel cioè dai cardinali, dai patriarchi, arcive-
sta se se proslravitj pedes osculans Pomi' scovi e vescovi nel ricevere la candela be-
ficis Costantino, per cui sempre più an- nedella,gli altri baciando il piede; altret-
che fra' principi divenne comune il bu* tanto fanno nel ricevere le ceneri, \cpal'
SCA SCA 109
niCy e gli Agnus Z>e/ benedetti. Quando lo della tomara, quelli delle fiancate com-
il Piìpa dispensava e distribuiva il Pre- prese le orecchiozze, la cucitura del cal-
sbiterio (/^.), nel giorno di sua coronazio- cagno o riunione delle due fiancate, sono
ne, nel giovedì santo e nel Natale, i car- ornati d'un galloncino d'oro, a spina, a
dinali e vescovi sivepraelatus dopo aver» scacchi o in altri modi: altro simile gal-
lo ricevuto gli baciavano il ginocchio, co- loncino cuopre il tacco, allo quanto è lar-
me attesta Gararapi, Sigillo della Gar- go il dito mignolo. Si allacciano con fet-
fagnana 76, citando i luoghi degli Or-
p. tuccia di seta di egual colore, alle cui e-
dini romani che ne trattano, presso Ma- stremità sono fiocchetti d'oro. La croce
billon, Musei Italici t. 2. A Processio- ch'è nel mezzo della tomara, d'ordinario
ne ho detto di que'Papi che v'incederono è di forma greca, con raggiera, tutto ia
a piedi scalzi, oco'sandali alTapostolica; ricamo d'oro con vario artifizio elegante.
nel voi. XXXVIII, p. 32 la frequenza di Le scarpe di pelledimarrocchino sono ros-
s. Leone IX in incedere scalzo dal Vati- se, della forma comune e con tacco rosso,
cano alla basilica Lateranense; a p. i55 orlate di fettuccia di seta simile, come lo
e iSy o Lettode'paramenti, dell'uso an- è quella de'Iacci con fiocchetti d'oro. La
tico de'Papi di andare a piedi scalzi alle croce è intessula d'oro e cucita sulla to-
chiese di Roma dove celebravansi le fun- mara : circa alla forma più o meno è co-
zioni, ed ove si lavavano piedi imbrat- i me le precedenti e ordinariamente senza
tati dal fango o dalla polvere, riposandosi raggi. Queste scarpe come le pantofole,
sul letto. Narrai nel voi Vili, p. 3o5 co- egualmente di marrocchino rosso, sono
me nel venerdì santo dal Laterano, il Pa- foderate di pelle bianca. Le pantofole so-
pa, i cardinali e gli altri andavano pro- no della forma loro propria, orlate di fet-
cessionai mente a piedi nudi alla basilica tuccia di seta uniforme, hanno semplici
di Croce in Gerusalemme; nel voi. LI V,
s. croci inlessute d'oro e cucite. Le scarpe
p. 295, che Alessandro VII voleva pren- di seta o velluto, di panno o saia s'indos-
dere il possesso a piedi, al quale effetto si sano dal Papa nelle sagre funzioni cui ce-
fece le scarpe all' apostolica per andare lebra o assiste, col regolamento che dirò;
senza calze: cosìa'nostri giorni Leone XII non che quando riceve a pubblica udien-
incedette ììtWAnno santo 825. Il Vaeri- 1 za, e quando incede per la città. Le scar-
ni, Z?e omnibus fere apud veterespeduni^ pe di marrocchino si sogliono usare nei
crurumquecalceamentisjap. 55 dice che passeggi e ne'viaggi, massime in tempi u-
i primitivi cristiani camminavano a piedi midi. Le pantofole di marrocchino si co-
nudi nelle solenni preghiere, per Peniten- stuma adoperarle privatamente, se piace
za {F.y usarle. Neh 778 fu pubblicato in Roma,
Le scarpe de'Papi tuttora quanto alla dedicato all' ambasciatore di Portogallo
materia sono di velluto, di raso o altro e inciso dal celebre Volpalo, il rame che
drappo di seta, di panno, di cambellotto rappresentaCIemente XIV vestito col così
o ciambellotto o saia fina, e di marroc- detto abito corto d'abbate, tutto di colore
chino: quanto ai colori sono il rosso scar- bianco,con cappello rosso ecclesiastico con
latto nel panno e nella saia, il rosso di vi- falde rivoltate da tre lati, come l'usano i
no se velluto o seta, ed il bianco. Deve no- preti, stivaletti di drappo abbottonali alle
tarsi che il velluto è un equivalente della gambe,escarpe rosse con croci, cavalcando
seta; il panno e la saia, della lana. Le scar- un generoso cavallo, mentre era alla vil-
pe di raso o seta, di panno o di saia nella leggiatura diCastelGandolfo.In egual mo-
forma sono semplici e comuni, piuttosto do è rappresentato, oltre il numeroso cor-
di collo e di fiancate alte foderale di seta teggio a cavallo e in vesti da villeggiatura,
del corrispondente colore. Gli orli del col- nelle eleganti pitture eseguite nel suo pou-
110 sex SCA
tifjcalo, nella stanza del bigliardo del Pa- te moltissime me ne restarono, ma tante
lazzo apostolico di Castel Gandolfo ( F,). furono le successive ricerclue che durai fa-
Al Papa Gregorio XVI, come ad altri Pa- tica a serbarne alcuna per divota memo-
donale ma-
pijdalla pietà de'fedeli furono ria : della scarpa richiesta e mandata al
gnifiche scarpe di seta, di velluto e di mai*- principe di Metternich, feci ricordo nel
rocchino. Quelle di seta e di velluto fu- voi. LIX, p. 74* Antichissima è la divo-
rono bianche e più ordinariamente rosse. zione de'fedeli per le scarpe usate dai Pa-
Di maiTocchino n'ebbe un paio squisite pi, F^icaridl Gesù Cristo (/^.), riunendo
per la loro singolarità, poiché mentre la ne
in loro la prerogativa che le croci che
croce si suole cucirla,quelle le aveano rica- formano sagro ornamento, furono bacia-
rnate eccellentemente, con altri ornati nel- te ossequiosamente da un gran numero di

le fiancate, cosa mirabile per chi conside- fedeli di tutti i gradi e anche sovrani. Le
ra la difficoltà del ricamo su tale pellecom- scarpe de'Papi sono tenute in pregio più
patta. Le scarpe di seta e precipuamente diqualunque altro indumento pontifìcio,
di velluto ebbero ornati tanto belli, ricchi esempre se ne fecero premurose ricerche:
e nobili, che io durava fatica citando eru- mollo più quelle di seta o di panno ch'es-
diti esempi in persuadere l'umile Grego- si indossano nelle sagre funzioni, che ce-
rio XVI a qualche rara volta adoperarle, lebrano o a cui assistono. La venerazione
almeno per mostrare gradimento al do- per le scarpe de'santì personaggi derivò
natore, e sebbene egli nella sua profonda dai prodigi operati per l'intercessione dei
virili soleva dirmi: tutti quest'indumenti santi che l'usarono. Alcune chiese di Ro-
chemiricoprono,lecrocisullescarpe, nul- ma si gloriano di avere fra le loro reliquie
la merita la mia persona, solo doversi alla le scarpe di alcuni Papi santi; di quelle di
rappresentanza augusta di supremo capo s. Silvestro I e di s. Martino I, la loro chie-
della Chiesa, ch'egli stesso venerava nella sa n'é la custode; di quelle di s. Pio V ne
semplicità religiosa de'suoi costumi in tut- sono nelle chiese di s. Lorenzo in Pane e
to veramente mirabili. Però non mi riu- Perna, e di s. Maria in Vallicella, oltre

scì fargli calzale le scarpe di seta rossa, quella che possiede la nobile famiglia Bo-
con tanta divozione offerte dalla regina nelli parente di quel Papa. Riferisce Ca-
vedova di Sardegna M.' Cristina di Bor- tena, Fila di Pio Fj p. 2 38, che dopo la
bone, perché con preziose croci di bril- sua morte, da molti personaggi furono do-
lanti e rose d' Olanda, di molto valore mandate scarpe, berrettini, ealtre sue co-
(circa mille e duecento scudi), come di se, che il nipote cardinal Bonelli concesse.
gentile e nobilissimo lavoro; le quali a In venerazione sono pure tenute le scar-
senso dell' olografo testamento mi ap- pe de'Papi, benché la Chiesa non veneri
partenevano e liberamente poteva appro- per santi, ma per la sublime dignità di
priarmi, e per moderazione e delicatezza cui furono rivestiti, e per le virtù che e-
noi feci. Lo sappiano i detrattori, e se han- sercitarono. Delle scarpe chiamate San-
no pudore ne restino confusi : di altro par- dali a questo articolo ne trattai, in uno
lerò francamente e con dettagli in più va- ai calzari delti calze de' sandali, e dello
sto campo; qui la carta è misurata, co- stesso drappo e colore di queste scarpe

me l'argomento è circoscritto. Fu tanta la pontificali, così qualificate perché s'indos-


venerazione de'fedeli per Gregorio XVI, sano allorché si celebrano, non meno dal
che per appagarla nelle richieste scarpe, Papa, che dai cardinali vescovi e preti,
anche da distinti personaggi, principi e dai vescovi, dagli abbati e altri per pri-
sovrani, di frequente senza bisogno ne fe- vilegio apostolico. Il Papa solo adopera
ci fare in gran copia: altrettanto dicasi sandali e calzari rossi e bianchi di seta,
de' benelliDi. Tutlavolla alla sua mor* a seconda delle feste; sugli altri colori si
se A S C A III
può vedereM ANTO pontificale e Piviale. stenosi significali. Disse bene il p. Bo-
DifFeiiscono sandali del Papa da quelli
i nanni che la materia dellescarpe deve es-
degli altri, non solo per la croce ricamata sere corrispondente a quella della /l7os-
in oro sul drappo della tomara, ma an- zella (ed anche quanto al colore alle ve-
cora per gli altri fregi e ricami d'oro che sti che notai in diversi luo-
cardinalizie, lo
li abbelliscono; anche i calzari pontifìcii ghi, come nel voi. XV, p. ^52), secondo
sono ornati da eguali ricami in oro, che le particolarità che io dichiarai in quel-

non si sogliono fìire a quelli degli altri, i l'articolo, ma non convengo che per san-
quali adoperano sandali e calzari bianchi, dali si debbano intendere le scarpe di vel-
rossi, paonazzi, rosacei e verdi. Chetante luto rosso, poiché mai si usa il velluto nel-
al Papa, quanto al vescovo convengano le scarpe pontificali con proprio vocabolo
scarpe particolari, cioè i sandali, qualun- denominate sandali, ma sempre di seta e
que volta devono celebrare, lo persuade sebbene il velluto sia consideralo simile
la ragione, poiché leggo in Bonanni, Del- alla seta. Errò pure nel dire, che il co-
le scarpe del vescoi'O cap. 7 i : Che se ap- lore delle scarpe segue quello del Berret-
presso gentili era costume l'usarle, quan-
i tiitOf il quale invece non varia mai ed è

do offrivano sacrifizi alle false deità, e ciò sempre bianco; piuttosto ciò devesi in-
per riverenza verso quelle, molto più si tendere pel Camauro (^.), quando l'u-
deve professare quest'ossequio al veroDio. sano i Papi. Inoltre il Bonanni, come al-
Riporta Erodiano nel lib. 5, che Antoni- tri, pretese più antica la gestazione della
no imperatore more vatum e/'iis regionis croce sulle scarpe de'Papi dall'epoca as-
ubi sactrdotiofungebatur calceos candid segnata dal bel trattalo del p. Povyard,
dissiinos ex lino pestasse j che perciò s. onde con Rocca dice che s. Grego- l'usò
Bernardo, Epist. 42, afferma che tra le ve- rio I del 5,90, e Giovanni VII del 7o5,
sti sagre del romanoPonf efice devono nu- ed altri Papi. A questo Giovanni VII al-
merarsi anche le scarpe, e lo slesso con- tri attribuirono la prescrizione,che al so-
fermò Rupcrto abbate, né ciò si deve in- lo Papa dovea baciarsi il piede, e che al
tendere delle scarpe continuamente usate suo tempo vescovi portavano le scarpe
i

dal Papa, le quali però devono essere in crociate. Diversi eretici biasimarono mali-
somma venerazione per il segno della s. gnamente il portare la croce sulle scarpe
Croce con cui sono fregiate. Aggiunge Bo- dai Papi, come inconveniente il porre in
nanni, che a questa pia e misteriosa con- luogo sordido il segnoadorabileanclie agli
suetudine non si può opporre Tuso con- Angeli. Nullameno, come osservò il cita-
trario del sommo sacerdote della legge to Valenlini, tal costume é lodevole, si

antica, il quale sagrificando con piedi af- perché la dignità pontificia lo ricerca, co-
fatto scalzi, seguiva Tordinamentodi Dio me per la riverenza dovuta ad essa dai
nelle sagre vesti, tra le quali nona vea pre- popoli. In ciò apparisce l'umiltà dei Po-
scritto le scarpe; perciò tra gli ebrei l'an- pi, che dovendo essere adorali dai fedeli
dare scalzo era segno di umiltà e som- prostrati a'ioro piedi, vollero che tale o-
missione, onde così procedevano ne' gior- nore si rendesse alla croce; ed essendo i

ni di digiuno. Nella legge nuova poi, a ven- Papi guida sicura nel propagare il van-
do Dio commessa la cura al suo vicario gelo, ben doveano colla guida della croce
in terra di governar laChiesa, con quelle portarlo in tutto il mondo. Siccome la cro-
leggi che più avesse giudicato opportune ce si pone in fronte ai cristiani, per ren-
a conciliar venerazione verso Dio e mae- derli formidabili al demonio, così il Papa
stà ne'sagri minislri,quindi tolta ogni om- r usa sui piedi, acciò avvalorato dal sa-
bra di antica superstizione, si sono stabi- lutifero segno, posvi sicuramente caauni-
lite altre leggi e riti diversi pieni di mi- nare e guidare i popoli nella via delia sa-
ìli sex se A.

Iute. Che se nnlicamente era lodevole il piace al Papa d'intimare che alle Cap»
pone la croce sulle porte, e sui piedi dei pe (F.) si levino le pelli d'armellino, se
morihondi si fa il suo segno con l'olio san- vorrà usare vesti di seta, depone le scar-

to, ed anche le bestie si segnano colla cro- pedi vellutoeassumequelle di seta. Quan-

ce, molto più è lodevole porre la croce do si dice, il Papa vestirà di seta^ sebbe-
sulle scarpe del Papa. Mazzaroni inipu- ne sia inverno o usi sottana di panno o
gnò il malevoloCuspiniano, provando tale cascemir, allora la mozzetta e le scarpe
usanza antica e non interrotta nellaChìe- sono di velluto, il quale vuoisi equivalen-
sa : lo stesso fecero Bosio, De signis Ec- te alla seta. Quando poi è prescritto, che
clesiae ci\p. 5j Grel8ero,Genebrardo,CoC' il Papa vestirà di lana, sia primavera,
cio,Suarez,e Stapletooio, De magnitudi- estale o autunno, e che la sottana è di se-
ne rom. Ecclexiae cap. 4- Il Papa come ta, allora la mozzetta e le scarpe dovran-
rappresentante di Cristo permette l'esse- no essere di saia ociambellotlo. Quando
re adorato, ed a suo esempio fa la La- nella stagione invernale devesi dal Papa
vanda de' piedi (f^.) ai poveri, ed umil- vestire di lana^ s'intende che dovrà as-
mente glieli bacia : come uomo si prostra sumere le scarpe e la mozzetta di panno.
a' piedi del Confessore del Papa (/'.), e Il vestiario di lana dal Papa si deve usare;

scalzo nel venerdì santo recasi all'adora- dalla settuagesima al sabbato santo sino
zione della Croce (^.), nel modo che de- dopo la funzione; e dnlla i.' domenica
scrissi ne' voi. 3o9,XVni,p. 23g,
VlII,p. dell'avvento ai primi vesperi esclusi ve del-
mentre si cantano ^V Improperi {^P^ .). O- la vigilia di Natale. Si devono però eccet-
gnianno il prefetto delle ceremonie con- tuare i seguenti giorni e circostanze in
segna al r." aiutante di camera del Pa- cui ha luogo la mozzetta e le scarpe di
pa un libretto, con questo titolo: Nola velluto. Se nella settuagesima ricorrela
de'giorni ne* quali il sommo Pontefice xV. festa della cattedra di s. Pietro. Se in tem-
N. userà gli abiti di seta o di lana nel cor- po di carnevale il Papa va a visitare il ss.
rente anno. Avendo esaminati tutti quelli Sagramento esposto, o altre chiese, mo-
stampati nelpontifìcatodi Gregorio XVI, nasteri e luoghi. Se nella quaresima ca-
vi ho trovato diverse inesattezze e con- de la festa dell' Annunziata. Se nell'av-
traddizioni. Ecco dopo tale studio e tenen- vento e nella vigilia dell'Immacolata Con-
do presente il prescritto dalle rubriche, cezione, nelle ore pomeridiane si reca alla
quanto posso dire sull'uso delle scarpe dei basilica de'ss. XII Apostoli, a compartire
l^api, circa alla materia e al colore. Il co- la benedizione col ss. Sagramento egual- J

lore rosso si usa in tutto l'anno, tranne mente nel dì seguente per tal festa, il Pa-
dal sabbato santo a quello in Albis^ che è pa usa mozzetta e scarpe di velluto. Se
bianco, anche nel camauro, nella stola e l'anniversario della creazione e corona-
nella mozzetta. Le scarpe bianche sono zione del Papa ricorre nella quaresima,
di lana o panno, e di seta usano le pri- : si nell'avvento, o in altri tempi in cui è pre-
me se la stagione è fredda, le seconde se scritta la lana, non ostante userà la moz-
temperata. Il Papa dopo la fimzione del zetta e le scarpe di velluto, e di seta se
sabbato santo, deposta \aFalda(f^.), nel- gli altri tempi sieno nelle stagioni in cui
la stanza chiamata con tal nome, depone si adoperi la seta. Di lana il Papa veste
le scarpe di panno rosso, e l'aiutante di nelle vigilie di Natale ede'ss. Pietro e Pao-
camera gli calza quelle bianche. Nel sab- lo, ma nella sola mattina, che se cadono
batoin /4lbis dopo la funzione, nella stes- in domenica ciò si osserva nel sabbato pre-
sacamera levatasi la falda, l'aiutante di cedente. Nelle vigilie della Purificazione,
camera gli toglie le dette scarpe, e gli po- dell' Annunziata e dell' Assunzione si usa

ne quelle di velluto rosso. Quando poi pure la lana nella sola muUiua, poiché la
sex SCA ii3
I.* festa (alvolla si celebra prima di set- toli e diaconie, per le feste de' ss. titolari

tuagesima,e la 2/ dopo Pasqua. Nel 83 i 1 di tali loro chiese. Ne' medesimi libretti

la festa dell'Annunziala, essendosi cele- sono prescritti senza uniformità e ragione


brata in venerdì di marzo, fu prescritta altri giorni in cui si avrebbe da usare la

la lana per la sola visita dellastazionenel- lana, che sembrami non doversi attende-
la basilica Vaticana. La lana userà nella re : si leggano e quindi si giudichi. 1 riti

manina della vigilia d'Ognissanti, e delle e le sagre ceremonie, come i colori eccle-
vigilie de' ss. apostoli Andrea, Simone e siastici, e le materie delle sagre vesti sono
Giuda, Barnaba, Giacomo, Bartolomeo; invariabili; vi sono delle eccezioni, ma le
le vigilie degli altriopostoli cadono in tem- conosco : tuttavia non potei ragionevol-
pi in cui si adopera la lana, come d'or- mente registrare altro.
dinario avviene per quella di s. Matteo De Sandali de' cardinali degli ordini
nelle tempora d'autunno. Eziandio de* de'vescovi e de'preti, ne feci cenno di so-
vesi assumere la lana ossia la mozzetla e pra e trattai all'indicato articolo, e l'usa*
le scarpe di saia, come estate, nelle mat- noquandocelebrano pontificalmente nel-
tine delle vigilie di s. Gio. Battista e di s. la cappella pontificia o altrove, e quando
Lorenzo martire. Ne'tre giorni delle quat- fanno ordinazioni eallresolenni funzioni^
tro tempora egualmente è prescritta la tranne il venerdì santo e nelle messe di
lana, come nella vigilia e ore pomeridia- requie : i loro cadaveri si seppelliscono coi
ne dell'anniversario de'fedeli defunti, co- sandali; non quelli de' cardinali diaconi,
me ne' successivi anniversari de' Papi e a'quali non è concesso l'uso de' sandali.
cardinali nelle mattine in cui si celebra- Anzi, benché cardinali diaconi hanno i

no, adoperandosi altresì la lana negli al- l'uso delle scarpe rosse, i loro cadaveri si

tri anniversari de'Papi, sia nella cappella espongono e si tumulano con iscarpe ne-
pontificia, sia nella basilica Vaticana, co- re, sebbene vestiti de'sagri paramenti lo-

me ancora nell'esequie che il Papa fa ce- ro propri. I cardinali vescovi, preti e dia»
lebrare nella cappella pontifìcia ai sovra- coni usano comunemente scarpe nere con
ni cattolici defunti, cioè re ed imperato- tacchi filettati di pellerossa,e fermate da
ri; e ne' funerali che si celebrano ai car- fibbie d'oro o dorate. Nel venerdì santo
dinali quando muoiono. Qualora il Papa tulli i cardinali per l'intiero giorno usano
nel giorno della commemorazione de'de- scarpe senza tacchi rossi, e fibbie d'argen"
funti vada a visitare la chiesa di s. Gre- lo o d'acciaro. Nella sede vacante prati*
gorio I al Monte Celio, per suffragio dei cano altrettanto finché dura, i soli cardi-
morti, incederà con mozzelta e scarpe di nali creati dal Papa defunto* Per l'ado-
lana. Ne'suddetli libretti non trovai no- razione della Croce in detto venerdì san-
tate, ne le vigilie di Pentecoste, né de' ss. to, come dissi ne' voi. citati di sopra, i car-
Filippo e Giacomo minore che apostoli, dinali incedono scalzi, avendo loro leva-
mi sembra doversi usare la lana nella mat- te le scarpe i propri camerieri, che poi gli
tina trovo però nel Seslini, Il maestro
: ricalzano: anticamente per questa fun-
£ficflmerrt,cap.8,che nella vigiliadi Pen- zione i cardinali si recavano alla cappel-
tecoste deve farsi un'eccezione sul colore la pontifìcia in pianelle, come riferisce Lo-
delle vesti de' cardinali, dovendosi usare nigo, Delle vesli purpuree ^ p. 8, per le-
il rosso, ma non parla della mattina, che varsele subito al punto dell'adorazione e
è ii punto in cui credo doversi usare la lasciarle a'Iorostalli, eseguita la quale col-
lana; pei vesperi convengo che si deve a- la stessa facilità ricalzarle. Anticamente
doperare la seta e il colore rosso dai car- nella funzione dell'adorazionedellaCroce,
dinali. Inoltre i cardinali assumono il co- non entravano i camerieri de' cardinali
loie rosso ne'tempi vietati, ne'propri ti- nella quadratura della cappella pontificia
VOL. IXII. 8

ICeòewM^ CdU/^
P.rnK^MVii^iii h A
ii4 sex SCA
per levare le scarpe a'Ioro cartllnaìi, ciò pe nere e non mai le rosse. Gli altri car-
che ha hiogo come descrissi a tale cappel- dinali assumono la i
.^ volta le scarpe ros-
la, ma ogni Caudatario (F.) levava al suo se, nella mattina che si recano al conci-
cardinale le scarpe, come leggo nel p. Bo- sloro pubblico per ricevere il cappellocar-
naiinì a p. 44^* Inoltre cardinali vesco-
i dinalizio, se del colore rosso sono le ve-
vi, preti e diaconi usano ancora come di- sti, come avvertii nel voi. XV, p. 252 e
stintivo le scarpe di pelle rossa, colle fib- altrove; altrimenti se il giorno cade nel-
bied'oroo doraleicd anticamente anche l'avvento, quaresima, tempora, vigilie, ec.
le scarpe di pelle paonazza queste ulti- : dovranno paonazze portare le
colle vesti
me erano della forma comune, con fìbbie scarpe nere, ora che non più si usano le

d'oro o dorate, e si assumevano dai car- paonazze. Le scarpe nere e non le rosse
dinali colie calze e vesti paonazze, poiché indossanoi cardinali nelle ore pomeridia-
come Lutto, con l'au-
notai a Calze ed a ne del giorno in cui hanno ricevuto il det-
Lunadoro, Relazione della corte
torità di tocappellocardinalizio, visitando la basi-
dìRoma^^. 8(ma dell'edizione del 1 646),
1 licaVaticana e poi il cardinal decano. Le
prima le scarpe doveano seguire il colo- altre volte poi che i cardinali assumono
re delTabito, altrettanto dicasi delle cal- le scarpe rosse, insiemeai sagri paramen-
ze, le quali come pure ivi avvertii si por- ti del colore corrente, sono le feste solen-
tarono sino al pontificato di Pio VI se- ni di Pasqua, processione del Corpus Do
condo il colore dell'abito, per cui la ge- miniy vigilia e festa de'ss. Pietro e Paolo,
rarchiaepiscopaleela prelatura, ne'lem- vigilia efesia di Natale. Qualora poi nel-
pi in cui i cardinali vestivano tutto di pao- le fesle in cui Papa celebra pontifical-
il

nazzo, indossa vano calze e vesti nere, cioè mente ciò non facesse, non avendo per-
in que'tempi e inciusivamenteall'avven- ciò luogo i sagri paramenti, ma le sole cap-
to che rimarcainel voi. VI, p. 287 e 288 pe rosse, non si calzano le scarpe rosse,
parlando dellecalze, ed ove rilevai che a- tranne la detta processione in cui cardi- i

dottate dai cardinali lecalze rosse con l'a- nali le usano coi paramenti, sebbene non
bito paonazzo, i vescovi ealtri prelati con- intervenga il Papa. Tuttavolta Pio VI e
tinuarono a portare le vesti e le calze pao- Pio Vili pe'ss. Pietro e Paolo solo assi-
nazze ne'tempi Le scarpe paonaz-
vietati. sterono alla funzione, e per decoro della
ze de'cardinali, sembrano andate in disu- solennità fecero indossare ai cardinali i

so per tale variazione. I cardinali frali e paramenti sagri e le scarpe rosse. Queste
monaci che non hanno 1' uso del colore eziandio e coi paramenti sagri si usano dai
rosso, paonazzo e rosaceo (questo colore cardinali nelle funzioni straordinarie del-
che si usa nella domenica Laelaree nel- l'apertura echiusura dellePortó5rt«fe(/^.),
la domenica Gaudete^se'xn tali giorni pe- della Canonizzazione, óeWa Consagrazio-
rò s'incontra l'anniversario della creazio- nCyCoronazione e Possesso{^V .) del nuovo
ne o coronazione del Papa, ed in quare- Papa.DebboricordarecheClementeXIV
sima lu festa dell'Annunziata, e ne' due nel giorno che si fece consagrare non si fe-
tempi qualche straordinaria solennità o cecoronare, indi non permise nella i. 'fun-

allegrezza, in vece del rosaceo i cardinali zione ai cardinali sagri paramenli, ma


i

adoperano il colore rosso, ed paramenti i le sole cappe rosse, e la messa fu sempli-


sagri del Papa, del celebrante e de'sagri Gemente letta. Gregorio X V I sebbene pre-
niinislri,come il restOjSonodel colore pro- se il possesso con poca solenni là, pure vol-
priodella ricorrenza ),edebbonousarsem- le che icardinali assumessero colle scar«
pre quello del proprioordine, di che par- pe rosse sagri paramenti. Nelle schedu-
i

kiipurea Religioso, massime per l'usodel le stampate, che il prefetto delle ceremo-
RocchetlQ (^.), adoperano soltanto scar- nie, d'ordine del Papa, manda a'cardina-
SCA SCE n5
lì e altri, per le feste solenni in cui si u- pazia; dal che ne venne il nome di mare
sano le scarpe rosse, è a vvertilocolle paro- Carpazio, nel dipartimento del regno di
le cani calceamenlis rubri coloris. Quan-
: Grecia delle isole Cicladi orientali : é pie-
do le scarpe rosse si debbano usare, non na di montagne e di scogli, con cave di
mancai notarlo nella descrizione delie fun- marmo, miniere di ferro, e parecchi pie*
insieme a luti' altro che riguarda
zioni, coli porti. La città di Scarpanto era l'an-
i 83, e XXXV,
cardinali. Ne' voi. IX, p. 1 tica capitale, ora Audemo sulla costa o-

p. 193, narrando l'ingresso solenne dei rientale è il sito principale.La città di Scar-
nuovi cardinali in Roma, dissi che lo face- panto fu pure della Carpato (F.), Car-
vano con abito viatorio paonazzo con i* pathen^^m sede vescovile, poi arcivesco-
scarpe senza tacco rosso. A Lutto procu- vile e metropoli delle Cicladi, ed ora ti-
rai di riunire tutte le notizie riguardanti tolo vescovile in partibus sotto Rodi, che
quello eziandio de'cardinali, ma non tro- conferisce la s. Sede. Inoltre i Ialini vi eb-
vai propriamente specificale le scarpe. La bero i seguenti vescovi residenziali : Ni-
gerarchia vescovile, olirei Sandali {K.), cola morto in Venezia nel i 326; gli suc-
usa scarpe di pelle nera della forma co- cesse NicolòMachi noia francescano nomi-
mune, con fibbie d'oro o dorale o di ar- nato da Giovanni XXII, indi Nicola Sor-
gento, che nel venerdì santo per l'adora- bole veneziano e carmelitano morto nel
zione della Croce depongono in cappella i368, Nicola d'Abrarao domenicano e-
pontificia(come fanno nelle loro cattedra- letto da Bonifaccio IX nel i4oo. Oriens
li, che celebrano tale funzione),
e gli altri chr. t. 3, p. io58.
al modo che dissi ne' voi. VI li, p. 3 1 o (ove SCARPIA o SCARPHIA. Sede vesco-
notai che in della cappella incedono scal- vile della provincia d'Ellade,solto la me-
zi all'adorazione della Croce, anche ge- i tropoli di Corinto, nella diocesi dell'llliiia
nerali degli ordini religiosi), XXXII, p. orientale. Zoilo, uno de'suoi vescovi, sot-
3o, ove megliodichiarai, che vescovi non i toscrisse la lettera sinodale di sua provin-
assistenti al soglio per tale funzione si u- cia all'imperatore Leone,suirassassinio di
niscono agli assistenti, come quando in- s. Prolero; trovasi pure negli atti del con-
dossano le sagre vesti mentre nel voi.
, cilio di Calcedonia, col titolo di vescovo di
XVIll, p. 339 riportai quanto lessi ne'ro- Carsia o Carfia,che credesi essere la stessa
toh o ceremoniali che regolano l'accesso che Scarpia. Oriens chr. l. 2, p. 212.
gerarchico all'adorazione, in cui i prela- SCEiNE oSCE^AE.IÌIandraeoMan-
ti di fiocchetli hanno la precedenza sui drorum. Sede vescovile della provincia
vescovi non assistenti : si può vedere Pro- Augustamnica 2.'', sotto il patriarcato di
TONOTARt apostolici. Finalmente gli altri Alessandria, fra A frodile e Babilonia, e-
ecclesiastici, oltre quatìlo già notai e con retta nel V secolo, sullraganea della me-
quelle avvertenze che riguardano i rego- tropoli di Leonlopoli. Pietro suo vescovo
lari, usano scarpe di pelle nera della for- sottoscrisse la lettera de'prelati d'Egitto
ma comune,allacciale con fibbied'oro, do- all'imperatore Leone, relativamente al-
rale, d'argento o d'acciaio. Le scarpe con l' assassinio di s. Prolero d' Alessandria,
fìbbie ancora l'usano gl'individui com- Oriens dir. t. 2, p. 563. Scene, vSb«f«ef/,

ponenti la Famiglia pontificia (^.) , la è ora un titolo vescovile in partibus^ sotto


Famiglia de' cardinali e prelati (F.)^ e l'arcivescovo pure in partibus di Leonlo-
che dichiarai a'ioro luoghi, an-
tutti quelli poli, che conferisce il Papa.
che per qualche varietà nella forma o co- SCEPSI. Sede vescoviledell'ElIespon-

lore delle scarpe. to sotto la metropoli diCizico,eretta nel i

SCARPAiNTO. Isola del mare Egeo, secolo, nel quale o poco dopo fu unita al
tra Rodi e Creta, chiamata altre volte Car* vescovato diXroade; chiese che furono poi
ii6 SCE SCE
separate, e nel 4^' ciascuna avea il suo le di Neil Lublan. L'industria è molto o-
vescoTO particolare, come apparisce dagli perosa nelle miniere, nelle fabbriche di
atti del concilio di Calcedonia. Enea abitò tela, terraglie e in numeroseconcie di pel-
alcun tempo nellacittà di Scepsi, la quale li. comitato è diviso in 4 niarche, Leut-
Il

fu patria di Demetrio il grammatico, e di schau è il capoluogo, e Scepusio città pri-


più altri uomini distinti pel loro amore maria. Contiene il distretto de' 16 borghi
alle lettere e alla filosofia. Vi erano alcu- privilegiati,sparsi in tutto il comitato, l'in-
ne ragguardevoli biblioteche, alcuni libri sieme de* quali forma un distretto indi-
delle quali passarono a Roma. Ne furono pendente dalla giurisdizione del comitato
vescovi Cornelio il Centurione battezzato di Scepusio, e gode vari privilegi, fra gli
da s. Pietro, il i ° de'gentili che ricevè tal allri quello d'essere governati da un con-
sagramento, e mori a Scepsi, dove avea te che borghi si scelgono la sede dell'am-
i :

predicato il vangelo. Alcuni lo venerano ministrazione è a Neudorf. In Scepusio si


a*2 febbraio per santo, altri lo dicono ve- contano circa 200 case. Tra i suoi edifizi
scovo di Cesarea. Scoperto il suo corpo è la bella cattedrale d'antica e gotica strut-
nel V secolo
da Silvano vescovodi Troa- tura, sotto l'invocazione dis. Martino ve-
de, fu collocalo in unachiesa che quel ve- scovo e confessore: non mollo distante sor-
scovo avea fatto fabbricare in un luogo ge l'episcopio. Il capitolo si compone di
chiamato Trigono-Scepsi, poscia delta la 10 canonici, comprese le 7 dignità, lai.*
città di s. Cornelio. Atanasio sottoscrisse delle quali è il preposto maggiore, la 2."
al concilio d'Efeso come vescovo diScepsi; è l'arcidiacono, il teologo, due cappel-
gli attide'saoti lo fanno vescovo di Troa- lani ede'chierici, assistendo al divino ser-
de, la quale era ancora unita a Scepsi. Fi vizio i seminaristi. Nella cattedrale, tra le
lostorgio, pel quale Diogene suo metro- reliquie, si venerano il cranio di S.Giorgio
politano sottoscrisse al concilio di Calce- martire, e quello di s. Margherita vergine
donia , in cui trovasi ancora il nome di e martire. Vi è il battisterioelacura d'a-
Ponio vescovo di Troade, il che prova che nime, di cui è parroco un canonico aiu-
queste due sedi già erano separate, come tato da due cappellani. Non vi èallra chie-
notai. Politeno sottoscrisse la lettera del sa parrocchiale, e vi è il solo seminario;
concilio di Cizico all' imperatore Leone, non conventi, non ospedale, non monte di
concernente l'uccisione di s. Protero. Sa- pietà. Pio VI ad istanza di M.^ Teresa re-
muele fu al concilio di Fozio, nel ponti- gina d'Ungheria,collabollaiF?om<z^?«5Po/i-
ficato di Giovanni Vili. Orienschr. t.i, tifix, de' 1 3 marzo 1776, Bull. Rom. coni.

p. 7B4. t. 5, p.2o3, dismembrò Scepusio e il suo


SCEPUSIO o ZIPS (Scepnsien). Cit- territorio dall'arcidiocesi di Strigonia, l'e-
tà con residenza vescovile in Ungheria, resse in vescovato e lo dichiarò suffraga-
nel comitato di Scepusio o Zips, marca neo dell'arci vescovo d'Agria o Erlau, e lo
di Hegy, sopra un'alta rupe in amena po- è tuttora. Nel concistoro de' 26 seltem-
sizione. Appartiene ai conti di Csaky, e brei776 preconizzò peri.** vescovo Car-
prese il nome dal comitato, circolo di qua lo deSalbeckdi Transilvania, traslato da
della Theiss in gran parte coperto dai
, Nemesi in partibus. Gli successero, nel
Carpazi, de* quali contiene il punto più 1788 Giovanni Revay dcRevay di Nitria;
elevato, il Lonnitz nel gruppo di Taira. nel 1807 Michele de Brigido di Trieste,
11 clima n'è freddo, onde la vite non vi trasferito da Lubiana; nel 8 8 Gio. La- 1 1

riesce : il paese è ricco d'orzo, lino, frut- dislao Pyrker cistcrciense d'Alba Reale,
ti, legname, bestiame, sei vaggina,polIami, poi nel 1820 patriarca di Venezia, indi
pesci, ferro, rame; vi sono parecchie sor- arcivescovo d'Agria o Erlau; nel1828 e
genti minerali^ e tra le più rinomate quel- dopo sede vacante^ Giuseppe de Belik di
SCE SCE 117
Nilriaj regnante Pio IX
per sua morte il che si pose anche in mano degli dei, co-
nel concistoro de*3o settembre i85o di- me de're per divisa di loro potestà; dei
chiarò vescovo l'attuale mg/ Ladislao governatori di provincia, de'capi del po-
Zaboisky di Eperies diocesi di Cassovia, polo, de'primari magistrati e dignitari in
già parroco, decano del distretto di Leiit- segno d'autorità e giurisdizione. In origi-
schau, ispettore delie scuole elementari e ne non era che una Cannai una Bacchet'
canonico onorario della cattedrale.La dio- ta^ un Bastone (^.), di cui i re, duci o i

cesi si estende in 3 comitati, hai 60 par- generali comandanti learmate si serviro-


rocchie, /^56 succursali, e molti luoghi. no per appoggiarsi, dagli antiquari chia-
Ogni nuovo vescovo è tassato ne'libri del« mato hasta piirayCÌoè una picca senza fer-
la camera apostolica in fiorini 800. ro, asta che ne'raonumenti antichi si ve-
SCETTICISMO. Setta e dottrina de- de nellemanidelledivinità e de're. A Pa-
gli scettici. Lo che dubi-
scettico è quello triarca o antico capo di famiglia, par-
ta d'ogni cosa, e propriamente dicesi di lando del suo domestico principato, dissi
quegli antichi filosofi, la setta de'quali sta- che tra le sueinsegned'autorilà e di giu-
biliva per principio, che non v'è nulla di risdizione era vi il bastone lavorato, con
certo, e che si ha da dubitare d'ogni co- pomo rappresentante un fiore, un uccello
sa. Lo scetticismo in materia di religione, o altro, dal che vuoisi derivato il liuto o
èia disposizione d'un filosofo, il quale pre- bastone augurale degli antichi Sacerdoti
tende di aver esaminate leprove della re- La bacchetta che i sacerdoti por-
(f^.).

Iigi4»ne, e che sostiene in seguilo che sono tavano quando andavano a sagrificare,&i
desse insufficienti, od almeno bilanciate chiamò secondo le Conimen-
varie lezioni,
da obbiezioni d'un peso eguale, e che e- tacolo , o Comniotacolo,
Coninietacolo ,

gli ha diritto di restare nel proprio dub- Credè Pesto che fosse per rimuovere la
bio fino a che abbia trovato argomen- ciurma della gente, ma pare che vi en-
ti invincibili, ai quali non siavi più nulla trasse qualche più recondito fine, e fosse
da opporre. Eglièevidente, cheunsifTat- con essa inleso alcun rito arcano di reli-
to dubbio cos'i pensato è un' irreligione gione. Col ministero d' una verga gl'in-
formale un incredulo abbraccia un tal
: cantatori e i maghi esercitarono la Ma-
dubbio a fine di essere dispensato dal ren- già (V.), Nella sagraScritlura diverse vol-
dere a Dio un qualunqueculto,eper non te si parla dello scettro. Giacobbe predi-
adempire così alcun dovere di religione. ce a Giuda che lo scettro non sortirà dal-
Ma simile modo di procedere non è sola- la sua tribù,finoalla venuta di Colui che
mente un'empietà, ma altresì un'assurdi- dev'essere l'aspettato delle nazioni. Ba-
tà, com'esprimesi Bergier, parlando del laam, predicando la venuta del Messia,
Scetticismo. Gl'increduli di tutte le sette dice che sortirà uno scettro da Israele.
non seppero mai far altra cosa, fuorché ri- Baruch parla dello scettro chei babilone-
volgere controil cristianesimo in generale si mettevano in mano de'Ioro dei. I pro-
ie obbiezioni chei protestanti fecero con- feti discorrono spesso dello scettro della
tro il oaltolicismo. Dice Bergier,non ispet dominazione, ed Amos designa il sovrano
ta dunque a questi ultimi di rimproverar- potere per colui che tiene lo scettro. Lo
ciche il nostro sistema, o il nostro meto* scettro nel prende per verga di
salmo si

do, guidino al dubbio universale in ma- correzione, per l'autorità sovrana che col-
teria di Religione (^.). pisce e abbassa. Lo scettro fu preso per
SCETTPiO, Sceptrwn. Bacchetta rea- una tribù, nel senso che patriarchi o prin-
i

segno d'autorià e di dominio, verga che


le, cipi delie tribù ne portavano uno per in-
con vocabolo greco si chiamò anche ^^tef- segna della loro autorità. Lo scettro, cioè
Lro e Bacolo (/^.). Bastone del comando l'ebraico Jc7jc^e^,signifiica la verga del pa-
ii8 SCE SCE
»lore, il bastone, il dardo, o la lancia d'un quilad'oro,ei consoli e i consolari Io por-
guerriero. Veri ficalesi le profezie in Gesù tarono d'avorio sotto il nome di scìpioj

Cristo, per ischerno nella sua Passione, o bastone di comando. Anche senatori i

gli fu posta in mano per isceltro una Can- usarono lo scettro d'avorio oltre fasci : i

na {^ ')• La mitologia rappresentò Gio- o mazzi di verghe de'magistrati, famoso


ve collo scettro, e Nettuno col suo triden- éìlbastonecon l'aquila in cima, che pres-
te.A Cheronea nella Beozia venerava- so i romani portavano trionfatori, da i

no sopra tutte le altre cose più sagre un Giovenale chiamato Sceptro eburno^ an-
bastone cbe cbiamavano lo scettro di corché non consoli,essendo precipuacnen-
Giove e degli Alridi. Secondo Giustino, le insegna consolare, per cui l'adottaro-
la lancia fu riguardata anticamente come no gl'imperatori romani pel consolato che
lo scettro degli eroi, che V una o l'altro riunivano. Tanto trionfatori che gl'im-
i

pigliavano allorché si presentavano nelle peratori usarono scettri eburnei , nella


pubblicheassemblee.Ne'tempi successivi sommitàde'qualieravi una piccola aquila
lo scettro diventò un ornamento regio, e posata sopra un globo. Vi sono scrittori
il distintivo caratteristico del potere so- che affermano di aver usato i primi im-
vrano. I re lo tenevano in mano allorché peratori lo scettro d'avorio, sebbene non
esercitavano qualche funzione inerente fossero consoli, come insegna d' onore e
allarealeauloritàeparticolarmentequan- di potere, come notò il p.Lupi nelle Dis-

do amministravano la giustizia. Lo scet- sertazioni , ed il Bagnolo nella Disseri,

tro fu riguardato come il simbolo della dell' Ortatore Nautico, presso Calogerà
verità, e per esso i monarchi giuravano t. 29. Gl'imperatori romani conservaro-

d'essere sempre giusti. Fino da principio nosino agli ultimi tempi dell'impero que-
fu vestito d'ornamenti d'oro, d'argento,
ri stodislintivodi potere, che i re eallri mo-
di rame, o d'avorio, e di figure simboli- narchi usano tuttora nellegrandi ceremo-
che. ^cWIllade d'Omero i principi gre- nie. Il Senatore di Roma (/^.) riceve dal
ci collegati alla espugnazione di Troia, Papa lo scettro d'avorio, dopo avere pre-
portano scettri d'oro. Quello d'Agamen- stato il giuramento di fedeltà. Lo scettro
none era un'opera impareggiabile di Vul- divenne anche insegna accademica e di
cano, che dato Io avea al figlio di Satur- supremazia artistica, poiché narrai nel voi.
no; da Giove era passato a Mercurio, po- XI, p.17, che nel 1 593 eletto il Zuccari
a Pelope, ad Atreo, a Tieste
scia fe final- principedeW accademia romana dis. Lu'
mente ad Agamennone: questo era lo scet- cay pel I." usò lo scettro accademico, il
tro oggetto di quotidiani sagrifizi a Che- conlePaolino Mastai Ferretti, /Vb//z/e del'
ronea. Tra le 7 cose fatali di Roma, dalla l'accademie d* Europa, p. 44 riferisce.
conservazione delle quali superstiziosa- wL'origine degli scettri, che indicano giu-
mente si facevano dipenderei destini del- risdizione,nou vi fu ne' primi secoli né tra
l'alma città, e qual pegno d'impero, era- gii ebrei, né tra i romani, ma l'abbiamo
vi il famoso scettro di Priamo re di Tro- dalle costituzioni degl'uiiperalori cristia-
ia, ucciso nella suddetta guerra da Pirro ni nel secolo XII, e lai. ^ costituzione so-
figlio d'Achille. suo scettro fu portato
Il pra ciò fu emanata da Federico I annes-
ìu Roma e conservato poi religiosamen- sa al codice di Giustiniano 1, tit. ne filius
te. Virgilio neWEneide fa presentare in prò patrel. F.,dovesi accorda agli scola-
Lavinio al re Latino, per parte di Enea, ri il privilegio del foro. Vedendo dunque
Io scettro e il diadema di Priamo, che pri- i romani, cbe lo scettro indicava giurisdi-
ma avea offerti a Didoue. Alcuni preten- zione, e vedendo altresì l'utile di tale e-
dono che Tarquinio Prisco peli.** portò senzione per attendere con più quiete agli
iu Roma lo scettro sormontato da uu'u- studi, vollero anch'essi aver l'iusegna di
SCE SCE 119
giurisdizione ... Nel secolo XV le accade- ed ilche pose sul globo la croce, come
I
."

mie si distinguevano solo pel diverso no* si apprende dalle medaglie, fu Vaienti-

me del loro fondatore; ma parve poscia, niano I del 364, P^i si scorge tal pio u*
che ciò non bastasse,enel secolo XVI cia- so in Teodosio II del4o8 col motto Glo-
scuna di essa volle avere il suo proprio ria Orbis Terrae, perchè nell'estremità
nome, e poscia ancora l'impresa sua pro- era vi un piccolo globo e sopra di esso la
pria, e lo scettro". Quest'insegna per pro- croce, simile alla posteriore verga pasto-
muovere l'emulazione, colla corona di al- rale de* vescovi Ruteni (^.), e de' vescovi
loro e altre imperiali,e col tìtolo d'impera- maroniti; indi nelle medaglie di Lucinia
tore ed una specie di trono, nelle scuole fu Eudos&ia, d' Anastasia, di Giustino I, di
data al migliore degli scolari che si distin- Giustiniano I e de' seguenti imperatori,
gueva non solo nelle cose che s'insegnava- non vedesi mai la croce impressa nel glo-
no, ma anche persaviezza; anzi vi è l'im- bo slesso, ma sovrastante. Cesare Augu-
peratore e con isceltro dorato dell'arci- sto fu il i.°che usasse tale globo tra i suoi
confra terni fa della Dottrina Cristiana segni di sovranità, e come dices. Isidoro
(/^.), vincitore nella sua disputa genera- lib. S^cap.3, propternationessibi in cun-
I

le, sulla quale ora si eseguisce con quel ctoorbesuhjeclaSyUtniagis (in veceLipsio
metodo, che indicai nel voi. LI li, p. 233. lesse rnalis)Jìgurarn Orbis ostenderet.^eV'
De'bastoni insegna d'autorità ne'dignita- ciògli Augusti talvolta appella vansiflec/o-
ri della Chiesa, secondo i loro uffìzi par- res mundi, e Costantino I nell' obelisco
lai a' loro articoli, come tuttora l'usa il di Roma viene chiamato Dominus mun-
cardinal i.° diacono nelle pontificie fun- c?/,siccome Valentinianol Orbis terraruni
zioni, che notai a Priore. Il Pastorale
il Dominus si dice presso Ammiano. Que-
(^.) fu chiamatolo scettro de' vescovi, la sti vedono sovente nelle medaglie,
globisi
/er«/«(/^.) scettro pontifìcio, Sceptrurn e spesso con delle piccole vittorie, le qua-
Pontificiuniy verga che veniva anticamen- li porgono agl'imperatori corone d'alloro,

te consegnata al nuovo ^a^di.in signutn e talvolta in vece delle vittorie vi stanno


correctionis et reginiinis^ nel d'i della Co- delle croci dopo l'epoca di Costantino \.

ronazionee Possesso{P^.)3da\ Priore (P^,) Egli però avea posto il segno salutifero
di Sancta Sanctorum (^.). H Papa non della croce sul labaro, ne'fori e sullaCo-
usò mai il Bacolo Pastorale^ il quale col- rona (^.). Gl'imperatori cristiani in luo-
la sua estremità curva signtfìca limitata go dello scettro consolare, ch'era d'avo-
giurisdizione, ma la semplice Croce con rio o anche d'oro, aveano una lunga cro-
una traversa, segno d'illimitata autorità, ce, e Foca del 602 fu ilr.° ad introdurre
e non altrimenti, per quantoavvertii an- questo di voto costume. Come l'usò per
che nel voi. LI, p. 298,onde impedire gra- isceltro Alessio Coraneno, si può vedere
vi abbagli. nella Dissert. diBricherio presso Caloge-
Il ^.Co%idiàQXì\^Osservazioni sopra una rà t. 37, p. 2 1 1. Oltre però la croce u-
tai'ola grecay t. 3 Opuscoli del p. Calo- savano la verga osia lo scettro, che poi
gerà, nel cap. 8 tratta del globo e dello dai greci fu chiamata «rtr/ece. L'annota-
scettro segni imperiali,e dice che gli anti- tore del Magri, alla Notizia de' vocaboli
chi imperatoriromani portavano il globo ecclesiastici f al vocabolo IVarlheXy ferula
nudo denotante il mondo, senz'altro or- o luogo assegnato nella Chiesa(l^.)a'pub-
namento ; ma quelli cristiani, molto do- blici Penitenti (f^.), ed anche un vaso, coa-

po Costantino 1 il Gr^Hc^e cominciarono tro questo ultimo lo corresse. Dice dun-


a mettervi sopra la croce, secondo pu- que, che il iVtìtr/Aej:, voce greca, equiva-
re le sue Osservazioni intorno alla chic- lente alla latina Ferula, significa la verga
Sa di Torcello, Calogerà t. 43, p. aS/, o bacchetta eoo che i maestri discuoia pe-
110 SCE SCE
nitenziano gli errori degli scolari, cosi è vano Nel
colta sinistra, l'altrocolladestra.

da credere che nella primitiva Chiesa si vol.LVII,p. 77, narrandoil rito della con-
ponessero in Penitenza(P^.)\ peccatori che sagrazionedel redi Francia, dissi che l'ar-
si chiamavano penitenti, con adoprare la civescovo di Reinis gli poneva nella ma-

bacchetta,come oggi ne abbiamo l'esem- no destra lo scettro, nella sinistra la ma-


pio nelle basiliche cattedrali (e nelle pa« no di giustizia -.sene servivano per la pub-
triarcali di Roma),dove i Penilenzieri(f^.) blicazione delle leggi; del letto di giusti-
usano al modo antico le bacchette (toc* zia parlai a Francia, specie di Trono (^.)
cando leggermente il capo per quanto dis- sul quale sìedeva il re alle riunioni so-
si e con quelTindulgenze che notai al ci* lenni per deliberarvi gli affari importanti
lato artìcolo) e più evidente esempio ne
I dello stato. Questa mano di giustizia la
danno i ministri ecclesiastici neirassolve- descrissi nel voi. XLl 1,
32, e parlai di
p. 1

re i scomuniche
penitenti pubblici dalle sua materia, forma, uso, e talvolta impu-
(e utWe assoluzioni deWe Censure ecclc' gnata colla destra. Sotto lai. ^dinastia dei
siasùche. Fedi, ma Giulio li nell'assol- re di Francia, lo scettro o il bastone reale
vere solennemente veneti avanti la porta
i era una verga d'oro, alquanto ricurva ad
di s. Pietro, non volle usare le verghe)con una estremità, come a un dipresso il pa-
batter ad essi le spalle con verghe; laon- storalede'vescovi, e quella verga era d'or-
de ove si adopravano le narlicio bacchet- dinario tanto lunga,quanto era alta la per-
te fu chiamato nartece,e ritenne il nome sona del re. Lo scettro di cui si serviro-
anche dopo che più non si adoperavano. no i re successivi nella loro consagrazio-
"Varie erudizioni sullo scettro leggo inVet- ne, e che sino all'epoca della rivoluzione
tori, // Fiorino d oro^ tratte principal- era custodito nel tesoro dell'abbazia di s.

mente dalle monete e da gravi autori, co- Dionisio, era un bastone assai lungo, alla
me Bulengero, Fabretti, Bonarroti e ab cui estremità vedevasi una piccola figura
Iri : ne indicherò le principali. Nel fiori- d'imperatore, che secondo alcuni rappre-
no della repubblica di Firenze fu rappre- sentava Carlo Magno. Come variarono le
sentato s. Gio. Battista suo patrono, te- formeegli ornamenti di altre insegne rea-
nendo nella mano sinistra una verga o li,così di molto variarono gli scettri; quel-

sia scettro, che termina in una croce lun- lo i\e^V Imperatori di Germania e di Rus-
ga. Lo scettro di Basilio console del 54 1, sia, è sovrastato da un'aquila con due te-
ha una croce in vece dell' aquila. Parla ste, della quale parlai a tali articoli. Lo
dellecrociusatedagrimperatoridiCoslan- scettro del gran signore de' turchi termi-
tinopoli invece di scettro , e altrettanto na in una mezzaluna. À Corona IMPERIA-
fecero poi i usarono scet-
re, vale a dire DUCALE,a Coronazione degl'im-
LE, REALE,
tri con la croce sopra , come Riccardo I peratori, de're, de'duchi, e negli altri ar-
re d'Inghilterra deli iSgj e prima di lui ticoli riguardanti le insegne della sovra-
l'imperatore GiovanniComneno dell i i8 nità, non che a Imperatore, Re, Duca e
nel suo trionfo, portando in mano la cro- altri Principi, parlai ancora degli scettri,
ce a piedi, seguendo il cocchio trionfale di chi li poneva nelle mani del sovrano,
ove fece porre
l'immagine della B. Ver- ed a chi spettava portarli innanzi alla sua
gine. I re di Francia, ed i re Angioini del- presenza. Solo qui genericamente ricor-
la medesima stirpe passati al dominio di derò: che a Coronazione IMPERIALE notai
C^apoli, hanno usato lo scettro terminan- che Papa Benedetto Vili formò lo scetr
do col fiore d'un giglio sopra, ed primi i tro imperiale, il pomo d'oro o globo cin-
anche un altro scettro con in cima la fi- to di gioie colla croce sulla parte superio-
gura d'una mano taglìnta (forse secondo re : che gì' imperatori vollero un tempo
il ^stiinìe de'lougobardi); questo stringe- daveìeinveslilure ecclesiasùcUe de'feudi
SCE SCE 121
e\e Regalie {F.), col bacalo e con Vanel- cipì dell'impero baciando la croce gli re-
loj ossia come alcuni pretendono, col ba- sero omaggio, e ricevendo con detto scet-
stone regio o scettro reale, sceptruni te- tro l'investitura de'feudi, gli fecero il de-
lale, in uno ai vescovati e alle abbazie, bito giuramento, come narrano Eberar-
ossia regalie ecclesiastiche anche di domi- do arcidiacono di Ratisbona, e Baronio
nii temporali, per cui insorse la gravissi- anno 1273, n.° 8. Papa Clemente V
all'

ma difl'erenza tra il sacerdozio e l'impero quando nell'anno 3 12 1 fece coronare in


nel secolo XI; controversia che terminò Roma limperatoreEnrico VII, volle che
neli 122 colla P^ce(/^.) tra Papa Calisto il cardinal vescovo di Sabina (f^.) lo con-

II e l'imperatore Enrico V, in cui si con- sagrasse , e che gli altri cardinali legati
tenne che le investiture si dessero soltan- gl'i
m ponessero la corona, dessero lo scet-
to collo scettro, lasciando quelle del ba- tro imperiale, la spada e il resto. In mol-

colo e dell'anello. Del preteso diritto sui ti luoghi descrissi Coronazione reale
la

beni di chiesa dalla podestà secolare, ol* e imperiale fatta da Clemente VII in Bo-
Ire il detto a Piegalia.ovc feci la debita logna su Carlo V; nel ricevere la reale Co-
distinzione di essa colle Investiture ecch' ro/2ri yèrre^, l'imperatore genuflesso in-
sìastic/ie, si può vedere Rendita ecclesia- nanzi alPapa, questi gli pose l'anello in di-
stica, ove ragionai sull'origine e suo pro- to,gli diede laspadajlosceltroe il globo, con
gresso ne'due cleri secolare e regolare. Ad queiieorazioni che riportai a Imperatore,
esempio de'suoi predecessori, Innocenzo indi la corona longobarda e le altre regie
III neli2o4creòiirede'bulgari,egliman- insegne, dichiarandolo re de'Iongobardi,
dò lo scettro e corona reale; indi coronò Nella coronazioneimperiale,Clemenle VII
in Roma Pietro II re d'Aragona, dando- die a Carlo V la spada, lo scettro e il glo-
gli pure lo scettro e il pomo reale. Elet- bo d'oro, essendo l'imperatore genufles-
to nel 1278 rede'romaniRodolfoId'Hab- so; l'uno fu preso da lui nella destra e nel-

sburgo, capostipite dell'augusta casa di la sinistra l'altro, perseguo del suo supre-
Austria o Habsburgo Lorena, durante la mo dominio temporale sulla terra, acciò
ceremonia di sua coronazione nella cat- fosse per lui retta con equità e giustizia,
tedrale di s. Maria A' Àquisgrana (cele- dicendogli il Papa:flcc/^ei'iV^rt/7J,ec.,rtc-
bre per averla edificata con architettura cipe poniitm ec; e finalmente gl'mipose
bizantina romana Carlo Magno che vi fu il sagro imperiai Diadema, e per esso ven-
sepolto, secondo il Oìodellodis. Vitale che ne Carlo V
ad acquistare il vero e real
descrissi aRavenna, consagrata da s. Leo- possesso del romano impero, e il privile-
ne ed ove furono poi coronati gl'im-
111, gio di poter usare giuridicamente il titolo
peralori successori del fondatore sino a d'Jiigusto, e con queste insegne baciò il

Carlo V,a vendo avuto suoi canonici car-


i piede al Papa, omaggio de* fedeli di cui
dinali, ed essendovi fiorito il Canto ro- parlo anche a Scarpa. Nella solennissima
mano che tuttora si osserva), mentre gi- cavalcata che seguì poi per Bologna, ca-
nocchioni a pie dell'altare stava per es- valcarono colle insegne imperiali i gran
servi coronato, avendo ricusato! princi- dignitari, come leaveano tenute nella ce-
pi dell' impero ecclesiastici e secolari di remonia della coronazione: marchese il

giurargli fedeltà perchè non v'era lo scet- di Monferrato,loscettro imperiale; il du-


tro imperiale; Rodolfo I spiccò dalla sa- ca d'Urbino, lo stocco o spada; il duca di
gra mensa dell'altare il Crocefisso, lo ba- Baviera, il globo o palla d'oro; il duca di
ciò, ead alta voce esclamò Il mio scet- : Savoia, il cappello dell'imperatore. A Co-
tro e cotesto! e v\so\io agli astanti disse: rona DUCALE trattai della coronazione fat-
// segno di nostra santa redenzione sarà ta da s. Pio V, di Cosimo I in granduca
dora innanzi ilmio scettro. Allora pria» i di ToscaDa, in cui'Maic' Antonio Colonna
,t2i se II SCH
durantela funzione lenne Io scettro gran- Irice neh 668 istituì pure l'ordine della
ducale, (li più il Papa donò a Cosimo I vera C/oce(/^.), ossia dame e cavalieres-
la /fo5n[f/Vo(A^.) benedetta. A vendoCri- se della crociera, che approvò Clemente
slina regina di Svezia rinunziata la coro- IX , ed in morte le successe come capo
na, efattasi cattolica, si recò a Loreto (^F.) dell'ordine delle Schìni'f; della virtù, enel-
e donò al santuario della B. Vergine il r imperatrice Maddalena Teresa
l'altro

proprio scettro e la corona ch'erano d'o- diNeoburgo moglie di Leopoldo I. \\ p.


ro nnassiccio, arricchiti di molli e grossi Bonanni ne tratta eriporta la figura del-
(^ diamanti. la cavalieressa, nel Catalogo degli ordini
SCHIAVE DELLA VIRTIT. Cava- equestri^ p. 1 3r
lieresse, ordine di dame istituito nel 1 662 SCHIAVO, ServuSy Captivus, Manci-
dall'imperatrice Eleonora Gonzaga, ve- pium. Quegli che è in intera podestà al-
dova dell'imperatore Ferdinando HI, e trui, avendo perduta la libertà, chiaman-

composto da 3o dame di nobiltà qualifi- dosi schiavitù lo stato e condizione di uno


cata , olire le principesse il cui numero Schiavo, SeruitiumfCaptiviias.Sch'mvodì'
non era limitato. Stabilì la fondatrice per cesi quello ch'è ridotto sotto l'autorità di

decorazione dell'ordine una medaglia d'o- un padrone, sia per mezzo delle sostanze
ro rappresentante il sole raggianle,circon- o della guerra, sia per qualche altra di-
dato da una corona d'alloro, avente al- sposizione del diritto civile. Vi erano più
l'intorno il mollo: Sola ubiquetriurnphat. sorte di schiavi; quelli che venivano pre-
Questa medaglia era appesa ad una catena si erano schiavi, detti in lati-
in guerra,
d'oroformata a foggia di braccialetto, la no o bello capti, e potevano es-
ctìf^Zm,
quale dalle cavalieresse si portava nel sere come tali venduti; quelli, ch'essendo
braccio al di sopra del gomito ne'giorni di rati liberi vendevano la loro libertà, ce-
qualche mentre negli
stabilita solennità, rano venduti perdebili, divenivanoegual-
altri giorni usavano solamente una sem- rnente schiavi, e chìamavansì mancipia. l
plice medaglia piccola pendente da un na- figli degli schiavi erano anche schiavi per

stro nero. Ebbe per fine l'istitutrice nel- nascita: appartenevano a' padroni de'lo-
la fondazione dell'ordine, di mostrare che ro genitori, e chiamavansi in latino ver-
anco le donne sono amanti della gloria, nae o vernacidi. Gli schiavi erano il do-
che vantano i progressi della virtù, non minio e la possessione del loro padrone,
già rendendosi schiave e prive di libertà e non potevano acquistare e conservare
riell'esercitarla. L'insegna del sole si adot- per se stessi che le gratificazioni che loro
tò perchè siccome quel grande astro raf- si facevano, e quel che potevano levare e
fina l'oro nelle viscere della terra, cosi la risparmiare sul loro vitto, ciò che si disse
virtù nell'animo si perfezione. Per la co- peculiiim. Autorizzata dalle leggi fu la
rona di lauro si volleesprimere il premio schiavitù, per la quale tanta parie del ge-
dovuto alle fatiche virtuose, che sempre nere umano venne sottoposta all'altra,
verdeggia in testa di chi l'esercita, obbli- qual vile gregge di bruti. A vendo padroni i

gandosi così le dame dell'ordine a sem- illimitato potere sugli schiavi, pareggiati
pre operare virtuosamente. Prometteva- dalla legge alle cose, pur troppo frequen-
no le cavalieresse di osservare le regole e ti ne furono più barbari abusi, che ia
i

gli statuti dell'ordine compilati dall'im- parlefatalmenleancora sussistono, ripro-


peratrice che n* era il capo, e morendo vati dall'indignazione di tulle quante le
una delle cavalieresse gli eredi doveano nazioni civilizzate. Fino dalle prime età
restituiread essa o successore la gran me- del mondo vi furono degli schiavi : la pa-
daglia, potendo conservare la piccola in rola ebraica che viene tradotta qualche
memoria del ricevuto cuore. L'impera- volta per^S'ifri'O (/^.),corrisponde propria*
SCH SCH ii3
mente al senso del vocabolo schiavo. Al- drone presentatolo ai giudici e accostato-
cuni autori hanno preleso di dimostrare, lo alla porta, forava a lui l'orecchio con
che anco prima del diluvio un certo nu- una lesina, e quegli rimaneva suo schia-
mero di uomini erano diventati la pro- vo per sempre; od almeno fino all'anno
prietà degli altri. Noè condannò Canaan del Giubileo (^.). Se uno vendeva la pro-
ad essere schiavode'suoi fratelli. Al tem- pria figlia al servigio altrui, non tornava
po di Àbramo è però incontestabile che essa in libertà nel modo che vi tornava-
i servi, sia che fossero stati comprali, sia no le schiave di altra nazione; e se diven-
che fossero nati nella famiglia, formava- tava sgradita agli occhi del suo padrone,
no parte delle possessioni del loro capo cui era stata data, egli poteva licenziarla,
patriarcale : in moltissimi passi lo storico ma non avea diritto di venderla ad altra
sagro, enumerando le ricchezze di quei gente, se l'a vea disprezzata; e se l'avea da-
capi, conta co'caraelli e colle tende i servi ta inisposaal suo figlio, dovea trattarla
dell'uno e dell'altro sesso. La legislazione come una sua figlia. La schiavitù de'di-
di Mosè facendo delle leggi in favore de- scendenti di Abramo in Egitto durò 4^0
gli schiavi, non condannò la servi tu. Egli anni : il rigore di essa incominciò dopo la
stabili diversi principi! per regolarizzare morte di Giuseppe, sotto un nuovo re di
quella condizione: veniva condannato a Egitto. In memoria della liberazione di
morte un uomocheavesse venduto un al- tale schiavitù, gli ebrei istituirono la fe-
tro uomo il di cui possesso non era sialo sta di Piisqua[F.). La schiavitù degli e-
Jegitlimamenle acquistato; fu limitala a 6 brei in Babilonia incominciò sotto il re-
anni la schiavitù d'un israelita, indi re- gno Gioachino nel SSgS, anno in cui
di
slava libero.Un ebreo poteva vendere la quel principe fu soggettalo a Nabuccodo-
sua libertà trovandosi in miseria; un fi- uosor,durÒ70 anni perchè ebbe fine re-
glio poteva essere venduto dal padre; un gnando Ciro nel 3468 : di altre schiavi-
debitore decotto o fallito, de' quali par- tù degli Ebrei [F.) parlai a Giudea. Gli
Jai a Mercante, diveniva schiavo del cre- altri popoli dell'antichità ebbero quasi
ditore; il ladro che non poteva restituire tutti degli schiavi particolari, e la cui de-
si vendeva. In qualunque di queste ma- nominazione ci fu conservata dalla sto-
niere un ebreofossedivenuloschiavo, egli ria : erano i penesli pressoi tessali, i cla-
non dovea servir più di 6 anni; perocché roli nell'isola di Cv^ìa^ìgininid ad Argo,
nel 7.° anno ricorrendo ogni settennio
, e gl'iVo// a Lacedemone, tutti meschini di-
l'anno sabbatico, dovea essere messo in scendenti dalle tribù anticamente vinte,
libertà, ancorché fosse slato fatto schiavo trattate spesse volle con barbarie, ma che
l'anno precedente. Se l'ebreo a vea una ve- non bisogna confondere cogli schiavi pro-
ste nuova quando fu fì\tlo schiavo, se gli priamente detti : erano quelli, per la loro
dava una veste nuova quando era messo condizione, simili ai servi del medio evo.
in libertà, eseavea moglie la menava se- La schiavitù antica, a! dire di Biot, divi-
co, e se avea figli li conduceva via. Ma se desi in due sorte '.schiavitù domestica, in
il padroneavea dato per moglie allo schia- cui lo schiavo è addetto al servizio del pa-
vo ebreo una schiava d'altra nazione, la drone della casa; schiavitù rurale, in cui
quale non poteva godere del privilegio è impiegato nella coltivazione delle terre
dell' anno sabbatico , lo schiavo, venuto di questo padrone. Nella i .^ condizione
quell'anno, otteneva la libertà; ma la mo- lo schiavo dipende più immediatamente
glie e figli non uscivano con lui e resta-
i dal padrone, che ogni giorno ne valuta
vano al padrone. Che se lo schiavo, vo- i servigi. Nella 1.^ è più discosto, più dif-

lendo bene al padrone e alla moglie ed ficilmente sopravvegliato, e questa lonta-


ai figli, ricusava la libertà, in allora il pa- nanza tende a renderlo, agli occhi del pa-
124 SCH SCH
drone, parte integrante del suolo che col- guerriero e conquistatore dovea dare o-
tiva. Io entrambi i casi, la persona dello rigine ad un diritto, il quale non era che
«chiavo è inlieraraente e fuor d'ogni ri- quello delia forza e della violenza sulla
spetto a disposizione del padrone, e que- debolezza e sulla sventura. Era Ercole il
sta disponibilità della persona caratteriz* dio tutelare degli schiavi,ed Erodoto dice
za la schiavitù assoluta nella sua bruta* che il tempio innalzato a quest'eroe dagli
lità, ossia la schiavitù personale. Alcuni egiziani, era un asilo per gli schiavi : nel
cercarono l'origine del costume di rende- voi. LX, p.129 dissi che il sacerdozio di
re gli uomini inischiavitùjUeirabusoche quel nume fu datoagli schiavi. Scrisse Ga-
i primi vincitori fecero delle loro vittorie roso nel lib. I de rebus Chaldaeoruniyché

e delle loro conquiste; quel prepolente e nel d\ 16 delle calende di settembre ri-
odioso diritto trovasi tuttavia stabilito sia correva una gran festa detta Scea in Ba-
quasi da tempi immemorabili. Origina* bilonia, che durava 5 giorni e nella quale
riamente in generale non si accordava eravicostumeche servi o schiavi coman-
i

quartiere ai vinti, nondimeno l'avarizia, davano ai padroni uno di essi vestito di


:

che trova accesso anche negli animi più ammanto, che deno-
stola simile a regio
feroci e sanguinari, venne in soccorso del- mioavasi zogana, sortiva come in trionfo
l' umanità. I vincitori non tardarono ad dalla sua casa. Cadendo in quel tempo le
aprire gli occhi sul loro interesse più rea* vendemmie, confondevano servi coi
si i

je e sul vantaggio che trarre potevano dal- padroni, il che imitarono anche altre na-
le loro vittorie. Essi dovettero bentosto zioni, massime persiani^ greci, ed ro-
i i i

accorgersi che in vece di trucidare i vin- mani co'Saturnali,ne'qualigli schiavi fa-


ti, era assai meglio farli prigionieri e pri- cevano da padroni per 5 giorni, oltre due
vare ì soggiogati della loro libertà, per in onore di Plutone, cioè dal 5 al 2 1 di- 1

impiegarli in lutti i diversi lavori ai qua- cembre, con allegrie, facezie e banchetti,
li si giudicherebbero opportuni. Altronde per rappresentare la libertà che si gode-
quegli schiavi diventavano una specie di va nel secolo d'oro di Saturno, donde poi
merce, perchè potevano prigionieri ven- i derivò la Festa de* Pazzi (^.). Secondo
dersi,se8Ì trovavano in troppo gran nume- Plinio, lacedemoni furono primi trai
i i

ro perchè convenisse il custodirli. L'abu- greci che introdussero l'uso degli schiavi,
so poichesi fece crudelmente della schia- o almeno furono quelli che cominciarono
vitù, ebbe luogo allorché al tempo stesso a ridurre in servitù i greci che nelle guer-
riguardossi la servilii come personale e re aveano falli prigionieri. Essi progre-
reale. Di questa natura era presso gli e- dirono ancora più oltre; trattarono colla
brei la servitù degli sti-anieri,cheIVlosè più maggior barbarie gl'iloti, popoli del ter-
d'una volta si studiò di addolcire co'suoi ritorio slesso di Sparta , eh' essi aveano
consigli, e della quale egli fu Hnatmente vinti e soggiogati, e che colla discendenza
costretto di moderare il rigore col mezzo lorocondannaronoad una perpetua schia-
delle sue leggi. Le nazioni però colle qua- vitù. Non era però questo il costume de-
ligli ebrei venivano sovènte in guerra non gli altri popoli della Grecia; il giogo del-
erano punto diverse ne'Ioro principii in- la servitù era grandemen-
presso di essi

torno alla schiavitù, esi vedeche gli schia- te alleggerito, e Plutarco e' insegna che

vi fitti da esse erano Iraltati colla mas- gli schiavi troppo duramente trattati dai

lima crudeltà. Sansone prigioniero de'fi- loro padroni potevano chiedere libera-
lislei e ridotto alla schiavitù, era condan- mente di essere venduti ad un altro. Gli
nato a girare una macina , dopo averlo ateniesi in particolare trattarono i loro
accecato. La schiavitù incominciò pro- schiavi con molta dolcezza. Essi puniva-
babilmente presso gli assiri : ili.° popolo no con molta severità, e talvolta ancora
SCH SCH 125
colla morte chiunque avesse maltrallalo pravanoda*mercanti,i quali facevanotraf-
Io schiavo di un altro; quindi è che non flco degli schiavi ne'pubblici mercati. Vi
si vide mai, che gli schiavi turbassero in avea ancora un'altra specie di schiavi, e
qualche tempo tostato politico d'Atene, questa era composta di coloro che essen-
mentre scossero dalle fondamenta la re- do liberi si vendevano volontariamente,
pubblica di Sparta. In Grecia si aumen- o ridotti erano in servitù dai loro credi-
tò talmente il numero degli schiavi, che tori; giacche una delle leggi di Roma per-

mentre Atenecomprendeva 20,000 citta- metteva ai creditori di farsi aggiudicare


400,000 schiavi;
dini, contavansi fino a per ischiavi i debitori che non trovavan-
daquestoesempiosipuòcalcoiarelaschia* si in istato di pagarli. Vero è però, che
villi delle altre nazioni della Grecia. Ol- nel declinar della repubblica quella leg-
trepassando comunemente gli schiavi il ge,riguardata come barbara, fu abroga-
numero degli uomini liberi, fece dire ad ta. Avendo Anco Marzio 4." re di Roma
Aristotile le diOìcoltà per governare tanta fatto nelle guerre co' popoli confinanti
moltitudine:» In verità la maniera di trat- molle femmine schiave, queste da Anco
tare questa classe d'uomini, è cosa diffìci- loro conquistatore furono dette /indite,
le e piena di cure; perchè se si usa la dol- come rilevò il p. Lupi, Dissertazioni t. 2,
cezza,s*imbaldanziscee vuole agguagliarsi p. 71; onde poi l'antichissimo verbo la-
ai padroni, se la durezza, concepisce odio lino inculare significò servire e mini-
e macchina insidie ". In Tiro ribellatisi strare.! romani facevanoislruire con mol-
gli schiavi a'ioro padroni, poterono sgoz- ta cura quei tra i loro schiavi, ne' quali
Ritornando gli sciti dalla Me-
zarli tutti. ravvisavano qualche disposizione per le

dia, non poterono rientrare in patria si- scienze, e in appresso confidavano loro l'e-

gnoreggiata da'loroschiavi,i quali ribella- ducazione de'propri figli, o li vendevano


tisi,ne scossero il giogo e poterono dive- in altri paesi, perchè se ne facesse 1' uso
nir padroni, onde gii sciti furono costretti medesimo, e quegli schiavi divenissero i-
a ceder loro il patrio terreno. Vi sono e- stitutori di altra gioventù. Notai aLEXTE-
sempi tra*greci, come presso altre nazio- RA o carattere dell' alfabeto, che Erodoto
ni, chedegli schiavi s'immolavano sul se- Attico, ebbe un figlio così inetto, che non
polcro de' vincitori; presso altre, alla mor- poteva mai apprendere le lettere dell'al-

te del padrone si uccidevano degli schia- fabeto; laonde gli die 24 schiavi, ciascu-
vi, cosi alla morte de'sovrani, come a s. no de'quali avea una lettera dell'alfabeto
Salvatore diCongo ho detto, parlando del dipinta sul petto: a forza di vederli e di
re di Congo, e di altri in diversi articoli. chiamarli, quell'imbecille conobbe l'alfa-

I romani aveano come greci degli


i beto, e imparò a leggere. Molti schiavi e
schiavi di 3 specie: quelli che in guerra molti liberti erano copisti, amanuensi, ed
erano fatti prigioni, a'piùcospicui de'qua- anche segretari, come rimarcai a Libraio.
li londavano i capelli e mandatili a Ro- Gli schiavi poi ne'quali non si riconosce-
ma, come altre nazioni, li facevano ser- vano disposizioni all'acquisto di cognizioni
vire ad ornamento de'lrionfi, cui segui- elevate, si facevano imparare e quindi e*
vano carichi di catene più o meno ricche sercitare mestieri a profitto de'loro padro-
secondo la loro condizione; se si uccideva- ni, o pure mandavansi a coltivare le ter-
no prima,si suppliva colla loro immagine; re, mentre riserbavansi i più ben fatti e
dopo il trionfo tutti gli schiavi prigionieri i più destri pel servizio del padrone in
di guerra si vendevano all'incanto. La 2.* città. Queste diverse destinazioni degli

specie degli schiavi tra i romani erano i schiavi contribuivano a rendere in Roma
nati da genitori esistenti in ischiavitù o generalmente la servitù più dolce ne'pri-
servitù; la 3.^ essendo di quelli che com- mi tempi, e non visi usavano trattamenti
126 SCH SCH
crudeli come TuUavolta
in altri luoghi. si trovò la repubblica nella guerra obbro-
gli schiaviromani non mancarono di am- briosa di Spartaco, moderò il numero dei
mutinarsi e insorgere, due essendo slate gladiatori, e ordinò che solo due volte si

le loro formali guerre, la 2.^ delle quali facessero gli spettacoli delle lotte;ma in se-
più terribile e in cui il famoso Spartaco guito altri imperatori meno prudenti o

gladiatore e schiavo fazioso, in Capua ri- più barbari ne aumentarono degli uni e
bellò quanto più potè di schiavi e gladia* il numero, con eccidio pure dei
delle altre
tori romani, e si fece l'autore e
contro i combattenti schiavi, finche Costantino il
capo d'una lunga guerra, dai romani li- Grande, Onorio e Teodorico abolirono
beri digni (osamente intitolata gwerrrt^er- questo crudelissimocostume e deplorabi-
wYe.Spartaco fu uomostraordinario, vis- le Giuoco (F.),combattendosi anche con-
se neiroscurità, tranne gli ultimi suoi 3 tro le fiere. Lo spettacolo de'gladialori,
anni, in cui appena si mostrò alla testa il più gradevole al popolo, traeva la sua
dell'insurrezione, che si acquistò fama, u- origine dai Funerali (A^.) per celebrarsi
iniliandoi roaiani nel momento appun- in onore de'morti, perchè un tempo era
to del maggiore loro orgoglio, e attentan- in uso, come ho indicato, di scannare dei
do a crollarne la grandezza. Le sue vit- prigionieri sulla tomba di quelli ch'era-
torie e i suoi proclami gli guadagnarono no stati uccisi inguerra, nella credula su-
sino a 70,000 seguaci, fra quali ger- i i perstizione di placare le anime loro. I gla-
mani galli guidati da Crisso eEnomao.
e i diatori da principio erano quegli schiavi
Corse e derubò tutta l'Italia, fermandosi condannati adluduni o ai giuochi, o^c^
alla sponda del Po a celebrare i funerali gladium. Questi ultimi doveauo essere
del perito Crisso, ed obbligando 4oo P»»- messi a morte nel corso dell'anno. Quegli
gionieriromani a combattersi intorno al schiavi poi, ch'erano stati condannati so-
suo rogo a guisa di gladiatori. Il popolo lamente ad /«^w/7/, per divertireil popo-
romano atterrito pei progressi di Spar- lo negli spettacoli e giuochi, potevano es-
taco, e pei vinti consoli e pretori, il solo sere dopo qualche tempo liberati. Pote-
Crasso osò di assumere il comando di 6 vano scegliersi i gladiatori da'prigionieri
legioni e degli avanzi delle legioni conso- dati da un generale d'armata o compra-
lari,onde impedì disegni che su Roma i ti. Coll'andar del tempo anche uomini li-

aveano fatto sollevati che aspiravano


i , beri, sia per guadagnar denaro, sia per
al suo saccheggio. Seguirono diversi com- desiderio furente di battersi, e le persone
battimenti nell'Abruzzo, presso Reggio, stesse di qualità per compiacere gl'impe-
nella Lucania, finche Spartaco dovè ve- ratori, si avvilirono a discender nell'are-
nire a una battaglia generale nella valle na degli anfiteatri e de'circhi e fare il me-
degl'irpini. Nel dareil segnale del con- stiere de'gladialori; tutti quelli che com-
flitto, suo cavallo con un colpo
uccise il misero tanta viltà, furono sempre riguar-
di spada, dicendo Se vinco, ne troverò: dati come infami. Gli uomini liberi, che
fra romani; se sono vinto, non voglio
ì si vendevano per discender nell'arena, e-

fuggire. La oìischia fu sanguinosa; Spar- rano chiamati auttorati,e<ì il loro salario


taco si circondòdi cadaveri nemici; cad- autlorantentiini o gladiatorium. I roma-
de ferito in una coscia, e si difese ancora ni facevano radere la testa agli schiavi, i

in ginocchio, finché rimase sepolto tra i quali vestivano la tunica. Nella formali-
morti e moribondi, non trovandosi più
i tà della manomissione o liberazione dalla
il suo corpo. La maggior parte de' suoi servitù, di cui riparlerò poi, il pretore toc-
perì sul campo di battaglia, egli avanzi cava lo schiavo con una bacchetta chia-
dispersi vennero in vari luoghi distrutti. mata vindì'cta, e gli dava un berretto di
Augusto fatto accorto del pericolo incoi lana bianca delto^i/ew^^ simbolo di liber-
SCH SCH 127
tà, e della forma di quello che scorgesi gli schiavi in vendita,si sospendeva loroal
nelle medaglie di Bruto.Non era però pi-oi- coUoun cartello, enunciantel'arleo il me-
bito ai padroni di dare agli schiavi altri stiere che ognuno di essi esercitava. Uno
vestiti, e di lasciarli co' capelli. Il vestito schiavo vignaiuolo pagavasiSooo sesterzi,
delle schiave eia pochissituo diCferente da ebastava a coltivare 7 iugeri di vigna, o-
quello delle cittadine, vale a dire ch'esse gnuno de'quali rendeva almeno un culeo
portavano una o due tuniche corte, ma di vino, che vendevasi circa 3 00 sesterzi a
senza mantello. Al principio però del se- tempo di Columella, De re rustica lib. 3,
colo nidi nostra era i diversi vestimenti cap. 3. Aggiunge questo scrittore nel lib.

erano talmente confusi dal Lusso (/^ •), I ijCap. I, che se lo schiavo parcamente
che più non si distinguevano con questi nutrilariceveva nelle malatliequalclieas-
le persone libere dagli schiavi; del resto, sistenza, se a questo uso nelle case de'ric-
siccome questi erano in maggior numero chi erano privale infermerie, come va- i

delle prime,il celebregiureconsultoUlpia- letudinarii, c\ò avveniva per quella stes-


no sagacemente consigliòrimperàtore A- sa sollecitudine che spinge alla conserva-
Jessandro a non ristabilire la differenza de- zione di qualunque proprietà da cui si ri-

gli abili, onde non servisse a farconoscere trae vantaggio, come già rimarcai nel voi.
agli schiavi la numerica loro superiorità! LV, p.io. Ciascuno degli schiavi in Ro-
Numerosissimi furono gli schiavi presso i ma suo peculio cioè la sua pic-
Qvea il ,

romani; ne aveano in gran copia nelle de- cola provvisione di denaro, che ognuno
liziose villeggiature, quali vi dimorava-
i possedeva sotto le cor>dizioni imposte dal
no sempre ; ed eranvi schiavi per la cu- padrone. Ciascuno si serviva di quel pe-
cina, per gli atrii,per le scale, per le ca- culio nel modo a cui loportavala sua in-
mere, per acconciarsi per servire a ta-
,
clinazione o il suo ingegno; l'uno faceva
vola, per le stalle, per gli orli, pel corteg- il cambio del denaro, l' altro dedicavasi
gio, perla vanità, pel libertinaggio, per al traffico; alcuni si applicavano alle arti

la buffoneria, ec. Augusto n'ebbe 20,000. meccaniche, altri pigliavano persino ad


Plinio, uomo moderato e filosofo, nel suo affitto alcuni terreni; ma alcuno non e-
testamento si scusa di non lasciare che raviche non si studiasse di trarre da quel
poco più di 4ooo schiavi, in grazia delle peculio un profitto, il quale gli procura-
perdite soff*erte nelle guerre ci vili. Puden- va al tempo stesso qualche comodo an-
tilla, donna d'Apuleio, aveasìgran nu- che nello stalo di servila, e la speranza
mero di schiavi, che potè donarne 400 d'una futura libertà. Tali schiavi dopo
a'suoi figli. Questo enorme numero fece di essersi arricchiti, si facevano manomet-
sì che questi disgraziati fossero chiamali tere e diventavano cittadini. Uno schia-
greges sen'oriim da Giovenale, e da Pe- vo fatto libero chiama vasi liberto /\n lati-
tronio e altri tiirba^ cohors, legio^fanii- no libertimis, ed i figli di lui, libertini. I

liarum naliones^ agminaj ce. Lo stesso libertiprendevano il nome e soprannome


Petronio ci dice, che la 10.'' parte degli de' padroni che li mettevano in liberlà ,
schiavi non conosceva il suo padrone. Si e si univano in qualche modo alla loro
compravano da tutte le parli del mondo, famiglia, come loro erano uniti se patrizi
e quanto erano a vii prezzo gli schiavi in- gl'ingenui o clienti, de'quali parlai a Pa-
digeni, altrettanto a prezzo enorme com- trizio ePBOTETTORE,essendo tenuti clien- i

pravansi quelli delle più remote nazioni, ti di riscattare i loro padroni se presi in
o quelli che per qualche abilità, o spirito guerra. Un padrone che voleva far libe-
butfonesco, ovvero per bellezza avessero ro il suo schiavo, si presentava al pre/o-
potuto servire a'piaceri più infami de'si- re dichiarando il motivo che lo determi-
^nori del mondo. Allorché si esponevano nava a dargli la libertà, metteva una ma-
11^ SCH SCH
no sulla lesta del suo schiavo, o lo teneva gi terribili e inesorabili per istabilire la

per il braccio, e dandogli colla mano un sicurezza degli schiavi , come quella dei
leggero colpo sulla guancia, diceva ch'e- padroni che ormai viveano tra di essi co-
gli era libero e ciltadino romano. Dopo me in mezzo a nemici. Roma che da prin-
di che il pretore toccava lo schiavo colla cipio erasi mostrata umana verso i suoi
suddetta verga, ed avendolo dichiarato prigionieri, e per lungo tempo seppe com-
libero faceva registrare il suo nome nel primere ne'suoi abitanti la tendenza che
catalogode'cilladini romani. Vi eranoan* spingevali alla durezza e alle barbarie, ia
Cora altri modi
di mettere gli schiavi in seguito disprezzò gli schiavi come la par-
libertà, ed
padroni potevano farlo sen-
i te più vile della nazione, per cui la loro
ta presentarsi al pretore, o facendo sede- condizione generalmente poco differiva
re seco loro a mensa gli schiavi, e dichia- dalle bestie da soma. Gl'impiegatialla col-
rando in presenza d'amici o nel testamen- tivazione delle terre portavano i ferri ai
to, ch'essi lasciavano loro la libertà di vi- piedi. Vili e scarsi alimenti erano loro sona-
\ere come volessero, e di fare ciò che lo- ministrati e durante la notte si caccia-
,

ro meglio piacesse. Come la libertà era vano da molti in sotterranei umidi o in-
il più gran compenso che i padroni aves- fetti. Talvolta gli schiavi della città, vit-
sero potuto dare ai loro schiavi, così que- time de'capricci di crudeli padroni, invi-
già liberi, riguardavano e vene-
sti fatti diavano quelli della campagna, ad onta
ravano come divinità quelli che li avea- della vita più laboriosa. I romani aveano

lìo messi in libertà. Non mancano però e- il diritto di vita e di morte sopra loro i

sempi di eroica a(fezione,data dagli schia- schiavi , ma tanta severità fu moderata


vi a'Ioro padroni durante la servitù o do- dalle leggi, e come talvolta alcuni padro-
po la loro morte, di che parlai a'Ioro luo- ni accesi d'ira abusavano della loro au-
ghi con altre notizie e particolarità ri- torità, ed uccidevano senza motivo i loro
guardanti gli schiavisi di Roma (/^.),che schiavi, così l'imperatore Adriano dopo
delle diverse nazioni antiche e moderne. aver abolito ne' padroni il detto diritto,
Nello stato di servitù eranvi schiavi che decretò morte contro coloro
la pena di
\iveano perle loro ricchezze in mezzo a- che li uccidessero senza ragione} e quando
gli agi e alla mollezza, e che si facevano un padrone trattava troppo crudelmente
persino portare da altri schiavi in LelU' i suoi schiavi, poteva essere obbligato a
ga (^.). Anche de'hberti non pochi per- venderli ad un prezzo ragionevole. Gli
vennero in isplendore; gl'ingrati però si schiavi romani allora entrarono quasi nel-
condannavano di nuovo al servigio e do- la condizione de'cittadini, perchè la pu-
minio del padrone, per legge di Costan- nizione capitale tu data esclusivamente al
tino I il Grande^ 1. i,c. de libertis. Tale magistrato il quale non ia comandava
,

era la schiavitù presso i romani, e tale con- senon dopo un giudizio. Autonino Pio
tinuò ad essere finche essi conservarono confermò le ordinazioni d'Adriano. Ma
i loro costumi virtuosi e la loro probità. non contenti que'principi di aver messo
IVla quando essi s'ingrandirono col mezzo la vita degli schiavi in sicuro contro la
delle conquiste, e diventarono ricchi del- violenza del loro padrone, vollero altresì
le spoglie di tutte le nazioni che soggio- porre de'limili alla sua violenza e bruta-
garono, gli schiavi loro non furono più i lità; templi si aprirono per servir d'asi-
i

compagni de' loro lavori, ma bensì gl'i- lo alle vittime; la statua del principe lo-
stromenti del loro lusso e del loro orgo- ro benefattore ch'essi, andavano ad ab-
glio. Siccome perduti erano icoslunii af- bracciare nella lorodisperazione, stende-
fatto, ebbe bisogno di leggi intorno al-
si va una manoprotettrice su di essi. Allor-
la servilù;si ebbe persino bisogno di leg- ché i germani ebbero fatta la conquista
SCH SCH 1
29
mandaionoglì schiavi lo-
delle Gallie,essi brava dover nascere, vivere, morite sol-
ro a coltivare terreni, che dopo fatta la
i tanto per soddisfare capricci di alcuni i

divisione erano loro toccati in sorte; e da esseri privilegiati, quali fondavano ogni
i

questi schiavi e servi vuoisi che in molte loro diritto nella forza brutale, ed aveano
piirli sia stala popolala laFrancia.La loro attinto il loro odioso potere nel sangue.
moltiplicazione formò quasi altrettanti vii- Era questo il diritto comune di tutte
iaggi de'poderi ch'essi colti vavano,e quel- le nazioni, era questo il triste stato della
le terre ritennero il nome latino di P^il- società, quando comparve sulla terra Co-
/czeche romani a veano loro imposto,don-
i lui chedovea rinnovarne la civilizzazio-
de vennero le denominazioni di villa, di ne, quando venne promulgalo il Vange-
villaggio, che si mantennero tanto in I- lo, nel quale il divin legislatore Ge5w Cri-

talia, quanto in Francia, e quella di vil- sto (^^.), colle sue massime di soave cari-
lani che indica persone della campagna tà, di dolcezza, di fraternità fra gli uomi-

o persone di basso legnaggio. Si videro ni, preparògli spirili a sentire,che la schia-

dunque in Francia due specie di schiavi, vitù, come era allora, feriva la legge di
quelli de'franchi e quelli de' galli. Quegli umanità. E' alia Chiesa, ai suoi ministri
schiavi appartenevano di diritto a' loro e al cristianesimo, che i popoli vanno de-
padroni, ma col tempo diventarono più bitori della mitigazione dapprima, ed in
infelici, poiché furono assoggettati a gran- seguito dell'abolizionedeila schiavitù; he*
di lavori, e così strettamente attaccali alle nefizio questo operato dalla/ie%/o/2e(/^.)
terrede'padronilorOjChesembra vano far- cattolica, edegno della riconoscenza del-
ne parte, onde non potevano stabilirsi al- umana. Per l'enorme mol-
l'intiera società
trove e neppure ammogliarsi nella terra titudine degli schiavi non potè la Chiesa
d'un altro padrone senza pagarne il di- ad un tratto pretendere l'abolizione della
ritto di matrimonio al di fuori; e anche schiavitù; se ciò avesse ordinato, si sareb-
i figli provenienti dall'unionedi due schia- be rovesciato tutto l'ordine sociale, ed a-
vi di diverso sesso, che appartenessero a vrebbe messo sossopra tutto il mondo. Se
diversi padroni, si dividevano,© anche av- ad un tempo si fosse posto in libertà uu
veniva che uno de'padroni, affine di evi- numeio innumerabile di schiavi, siccome
tare quella divisione, desse in cambio un la loro condizione li rendeva incapaci di

altro schiavo. Attesta Giulio Cesare nei riconoscere nella liberazione un beneficio,
suoi Commenlarl lib. 6, come il numero o almeno di valersi di questo in proprio
degli schiavi abbondava ancora uellaGal- vantaggio e in utilità della società, e sic-
lia. La schiavitù si era resa comune e u- come i loro cuori già trovavansi inaspri-
niversale, ed ovunque era immenso il nu- ti pe'cattivi trattamenti che aveano sof-
mero degli schiavi. Fino dal tempo dei ferto , sarebbero certamente rivoltati
si

fenicii, ed anche prima , i negri furono alla vendetta, ed avrebbero rinnovato le


comprati, ridotti inischiavitLi,ed oppres- tragiche scene da loro eseguite in diversi
si co'Iavori forzati : gli antichi egiziani a- tempi e con diverse nazioni. In tal caso
veano degli eunuchi neri al loro servigio, la società minacciata da costoro si sarebbe

come pure gli assiri e persiani Tiro e i : rivolta a que'mezzi più valevoli alla con-
Sidone tradicavano di simili schiavi, ed i servazione della pubblica tranquillità, e
cartaginesi gl'impiegavano nel commer- quindi avrebbe combattuto que'principii
cio e ne'Iavori delle miniere. Le conqui- che in qualche modo favorir potevano la
ste de' greci, quelle de' romani in Africa libertà, ed aggravale avrebbe, anziché ri-
trasportarono degli schiavi in Europa; gli lassate e infrante, le catene degli schiavi;
etiopi o negri furono frequenti Roma. in e cos'i la schiavitù si sarebbe conservata
La maggior parte del geuere umano seni- se ancora rimaneva, si sarebbe ristabi-
VOL. LXII. 9
i3o SCH SCH
lifii, ieeradi già abolita. La leligionecri- fuggitivo di Fdemooe, a questi lo riman-
fitiana a niolivo delle persecuzioni, delle dòegli disse nella lettera Io ve : lo rima/i'

guerre e delle irruzioni barbariche non do, non già come prima, ne come un ser-
polèchenelcorsode'secoli introdursi pres- vi te re ed uno schiavo, ma come un vostro
so i popoli, quindi a poco a poco dovette diletto fratello. Donde si vede che One-
promulgare la santa legge del divino suo simo, dopo restituito al suo antico padro-
Fondatore. La religione cristiana trovò nei ne, non fu più suo schiavo. In fatti que-
suoi principi! il mondo oppi esso da pesanti sto preteso schiavo dai sostenitori della
catene,eleprimeparolechefeceessa risuo- schiavitù, divenne poco dopo ministro del
nare, nella sagra sua missione, agli orecchi vangelo e vescovo d'Efeso. Le parole di
di quegrinfelici ne'quali rinvenne oltrag- s. Paolo manifestano il «neraviglioso mi-

giati i più santi diritti deiruomo,eche a si- stero delia redenzione del genere umano,
militudine delle bestie erano lenulia vile, dalle catene di servitù materiale emora-
furono di conforto e di promessa di vici- le, non meno che dal pec-
dalla schiavitù
na liberazione. Rispettoalla dignità del- cato, conducendo le nazioni egualmente
J'uomo essa dichiarò lo schiavo eguale al che gl'individui, senza alcuna distinzione,
libero, e lo dichiarò parimente partecipe alia sagra alleanza di cristiana fratellan-
delle grazie che dallo Spirito santo erano za e di perfetta eguaglianza in Dio. La
slatesullaterra profuse. Tutti gl'insegna- Chiesa guidata dallo Spirito santo comp\
luenli dell'apostolo delle genti s. Paolo, mirabilmente il disegno della liberazione,
fan sapere aTedeli, che innanzi a Dio non e mentre da una parte donò agli schiavi
v' ha differenza alcuna tra il libero e lo i perduti diritti naturali, eguagliandoli in
schiavo. Imperocché scrisse a'Corinti: In Dio a* potenti della terra, non tralasciò
un solo spirito siamo stali battezzati tut- dall'altra parte d'inculcar loro di adem-
ti noi per essere un sol corpo, o giudei piere a'Ioro doveri di sottomissione e di
o gentili j o servi a liberi , e tutti siamo
^ sudditanza con amore e con sincerila di
stati abbeverati di un solo spirilo. Ai fe- cuore. Similmente non tralasciò laCliiesa
deli di Calata scrisse: Tutti siete figli di d'insegnare a' padroni che avessero con-
Dio per la fede in Cristo GeshjimperoC' servati i vantaggi della nascita, della ric-

che tutù voi che siete stati battezzali in chezza e del potere al lume benefico del-
Cristo, vi siete rivestiti di Cristo. Non v'ha la dottrina del Salvatore di tutti; ma li

giudeo^ ne greco^ ne servo^ ne libero, non esortò nel medesimo tempo di rispettare
v'ha maschio^ ne femmina j tutti voi siete e di amare nell'umile povero fratello. il

un solo in Cristo Ge^w. Finalmente scris- La Chiesa insomma ridonò all'uomo libe-
se a que'di Colosso: Dove non è gentile ro come allo schiavo, al potente come al
e giudeo, barbaro e scita, servo e libero; debole, al ricco come al povero la perdu-
ma Cristo è ognicosa^ ed è in tutti. Pa- ta immagine di Dio, che da principio in
droni, con giustizia ed equità trattate i luiera slata creata, e che per il peccato
servijsapendo che avete anche voi unpa- Tavea abbandonata, lldettodel divin Sal-
dronein c/Wo. Sebbene il vangelo non par- vatore Ciò che farete a uno degli ultimi
:

Vi formalmente di schiavitù, è evidente miei fratelli, avretefatto a /«Cj do vea con -


che il principio di fratellanza fra tutti gli durre i cristiani tutti, ricchi e poveri, po-
uomini, posto come base fondamentale grande e santa convin-
lenti e deboli, alla
deir insegnamento del Cristo, condannò zione, che innanzi a Dio non vi è distin-
implicitamente la schiavitù: così Tinte- zione fra loro, e che ognuno porla in se
coloro che abbracciarono suc-
fiero lutti l'immagine del Salvatore fatto uomo, e
cessivamenle la fedenovella. Però s. Pao- rappresenta, come dice l'Apostolo, la per-
lo dopo aver convertilo Onesimo schiavo sona di Gesù Cristo.Dice il medesimo di-
SCH SCH i3t
vili Innanzi a Dio non viha
Redentore : eziandio del presente hanno voluto rim-
distinzione di persona. Quesia santa dot- proverare alla Chiesa, che nulla o poco h»
trina predicarono dovunque gli apostoli, operato per l'abolizione della schiavitù.
tanto agli ebrei che ai gentili, sì a'iiberi che Se costoro avessero consultato la storia
agli schiavi. Disse s. Pietro in pubblica dell'infelice condizione della schiavitù del
adunanza : Solo colui è accetto al Signo- gentilesimo, l'atroce guerra che fu fatta
re^ di qualsiasi popolo o condizione^ che alla religione cristiana per impedirle al
lo tetne^ e die esercita la giustizia: Cri' tutto la ^ua propagazione e
\n sua ope-
sto solo è il Signore di tutti. Così la reli- rosità, certamente non avrebbero osato
gione cristiana nobilitò la dignità della di fare sì ingiuste e calunniose doglianze.
uatura dell'uomo presso tutti, tanto libe- La Chiesa non ha mai voluto servirsi di
ri che schiavi. La religione cristiana a- mezzi ed ha prescelti inve-
di distruzione,
boli la disgraziata differenza tra' liberi e ce quelli ch'erano più efficaci d'ogni po-
non liberi, ed introdusse un ordinamento, tere mondano. Propagandole sue idee di-
che fondalo sopra principii santi, dovea vine sulla dignilà dell'uomo, sulla fratel-
condurre e innalzare il padrone egual- lanza esull'amore del prossimo, volle da-
mente che il servo a vera cristiana libertà re, come dissi, a poco a poco il colpo de-
ed eguaglianza. La religione inoltre santi- cisivo al sistema di schiavitù. Ripeto, una
ficò i rapporti scambievoli tra'liberienon subitanea abolizione non sarebbe stala
liberi , dando il solenne comandamento possibile, poiché l'ordine e la pace da cui
dell'amore del prossimo; poiché ordinan- è animata la Chiesa, non potevano consi-
do a' signori come agli schiavi, ai ricchi gliare una disperata impresa, e in vece di
come ai poveri, ai potenti come agli o- ottenere il prefìsso scopo, sisarebbe posto
scuri e deboli, (jue* doveri che debbono in isconvolgimento il montlo, nella lotta
scambiarsi l'uno verso ha fatto sa-
l'altro, morale. 11 miglioramento della sorte de-
pere alle genti chesolo l'adempimento di gli schiavi fu sempre oggetto delle tene-
que'doveri possono farle giungere al pos- re sue cure, come provò ultimamente il

sedimento dell'eterna beatitudine, e che dotto d. Giovanni Balmes, con l'opera che
ognuno sarà riguardato secondo il mag- citai nel voi. LV, p. 3 i4. ed altri bene-
giore o minor valore delle proprie opere, meriti scrittori che a'nostri giorni tratta-
e non già secondo la più o meno nobile rono questoargomento. Dovunque gl'in-
condizione eh' ebbe in questa vita. Così felici schiavi abbisognarono d'aiuto e dì

era stata sparsa la semente delle cristia* protezione, comparve loro la Chiesa, qual
ne massime nella società civile, che con angelo di salvezza. Con ardente amore si

il volgere de'secoli dovette prendere for- adoperò per que' cristiani, ch'ebbero la
za e tìorire. Però non senza grandissima disgrazia di cader nella schiavitù degl'in-
dilficoltà non crebbe che successivamen- fedeli, anche per casi e avvenimenti di
te a misura che la religione trionfava sul guerra: la Chiesa non risparmiò sagrifizio
gentilesimo, coll'innalzarsi a somiglianza alcuno per redimerli dalle loro catene, e
d'un albero vigoroso, che sotto la bene- restituirli alla primiera libertà ,
per cui
fica sua ombra raduna tutte le nazioni brevemente ne accennerò lesue principa-
quantunque di differenti condizioni socia- li e benefiche operazioni, che in tanti luo-
li,con eguali diritti e leggi d'amore in u- ghi già celebrai, dicendo pure quanto il

iia grande e immensa famiglia. Le cate- cristianesimo raddolcì assaissimo la con-


ne della schiavitù, in Europa principal- dizione degli schiavi, che non gli fu dato
mente, sono state disciolte e spezzate per emancipare.
la sola opera della chiesa cattolica. Alcu- La chiesa cattolica fino dalla sua ori-
ni malvagi scrittori del secolo passalo ed gine ristorò il mondo e l'abbellì di nuova
i32 SCH SCH
luce e (lì nuovo splendore , il quale era rispetto gì' insegnamenti soavi del van-
sopi'altullo oppresso dalla schiavitù, che gelo. Rapidi e felici furono cambiamenti i

deluipava la società e degradava la con- che produssero poche parole della Chie-
dizione deiruomo.Perfanlo la Chiesa pre- sa ne' rapporti di que'padroni diventati
se di mira la schiavitù e sparse sublimi cristiani co'Ioro schiavi, che nell'assem-
concetti intorno alla dignità dell'uomo, blea de' fedeli senza distinzione vedeano
il quale è grande per la sua origine, pre- a'ioro fianchi, pregando insieme con lo-
zioso pel suo riscatto, e nobile pel suo de- ro, e raccogliendo con essi le parole del
stino; ed inoltre con modo benefico e soa- vescovo o del Papa, o de'loro sagri rai-
ve insinuò que' dettami di fratellanza e nistri,che predicava a tutti la carila di Ge-
di carila, ch'è il carattere proprio del cri- sù Cristo. Gli schiavi sopraffatti della cam-
stianesimo,e potè quindi togliere di mezzo biata loro condizione, succedendo il dol-
ai popoli cristiani la schiavitù. Al nascer ce comandoalla crudeltà, correvanoa pu-
della Chiesa non solo l'uomo giaceva im- rificarsi al pari de' padroni ne'sagri fonti,
merso nell'errore e avvolto nelle tenebre, adorando con riconoscenza e fervore il Dio
e soggetto al giogo del servaggio, ma e- di carità, il Dio de' cristiani, e patirono
ziandio la donna si vedeva avvilita e ol- il martirio per essere saldi in confessare
traggiata dalla corruttela; alterati erano la fede di Gesù Cristo. 11 i.' segnalalo e-

i vincoli e le relazioni del sangue, accor- sempio della manomessione de'servi sug-
dandosi al padre in virtù di legge tal do- gerita ai padroni dal caritatevole spirito
minio sui figli, quale natura non gli avea deW Evangelo [F.) fu dato daErmele pre-
mai concesso; il povero e l'infermo pote- fetto di Roma, che fu convertito da Pa-
vano pur languire e venir meno nella vita, pa s. Alessandro I: nel giorno di Pasqua,
ninno v'avea che li sovvenisse; trionfava nel quale fu battezzato insieme con tut-
la crudeltà e la barbarie sotto il diritto ta la sua famiglia e ii5o schiavi, li ri-
della guerra, la società tutta quanta era lasciò in piena libertà, dopo averli larga-
oppressa da tirannide, il furor della qua- mente provveduti del bisognevole al loro
le dovevano sostenere gl'infelici popoli a sostentamento. Ermete con S.Alessandro
leisoggetti. In tale stato di cose la Chiesa I nel 13*2 sotto Traiano, con molti altri
con promulgare la dottrina di Gesù Cri- morirono della bella morte de' martiri.
sto, bandì l'errore, raddolcì costumi, ri- i Cromazio prefetto di Roma, convertito
chiamò l'umana famiglia alle giuste sue alla fede da s. Sebastiano, mentre Dio-
relazioni, riordinò la società colla santità cleziano reggeva l'impero (e l'abdicò nel
delle leggi, mitigò e poi cacciò la degra- 3o5) diede la libertà a i4oo schiavi, che
dante schiavitù, richiamando l'uomo nel- unitamente a lui erano entrati nella chie-
la cognizione de'suoi doveri e della pro- sa di Cristo. Ciomazio in rilasciandoli con
pria dignità. Ben presto il cristianesimo donativi proferì le seguenti parole: Co-
colla dolcezza e l'umanità che lo anima- loro che cominciano aver Dio per padre,
va penetrò insensibilmente in tutta la so- non devono I mo-
essere ser\'i dell uomo.
cietà, in tutti i giorni fece nuove conquiste tivi che indussero questo pio cristiano ad
col fecondo sangue de'gloriosi suoi mar- un'azione sì generosa, sono espressi in ter-

tiri,^ diffondendosi in pochi anni in tutte mini assai chiari comechè simbolici. Nel-
le parti; quindi annoverò discepoli eroici la pasquale solennità, nella quale Cristo
in tutte le classi, in tutte le condizioni : a noi si manifestò vincitore della morte,
i cristiani ben presto erano in senato, ne- e si fece mallevadore dell'essere stati li-

gli eserciti, nelle scuole di filosofia, ne'pa- berati i servi dal peccalo, e dell'averci il

lazzi de' Cesari, tra gli schiavi. 1 pagani suo padre celeste accetlali per figli, e la
e convertili raccoglievano con avidità e via ci aprì all'elei uà felicità, ben si eoa-
SCH SCH i33
veniva che in quel giorno slesso cadesse- rono UD asilo per quelli fra que'meschini,
ro le catene de' servi, ed al modo stesso iquali erano ancora maltrattati da'Ioro
col quale lo spirito dell'uomo liberamen- padroni, come
erano stati templi pa-
lo i

te e con gioia guarda verso il cielo, cosi gani. Le per vindiclam o per la
libertà
del pari il suo occhio corporeo dovea co- verga del pretore o del console, il che ren-
noscere di bel nuovo la sua originaria no- deva assai difficile la cosa, non furono più
biltà, e la sua libertà primitiva. La cari- accordate ne'templi de'falsi Dei, ma nella
tà de'primitivi fedeli verso gli schiavi fu chiesa del vero Dio a'piedi dell'altare, in
mirabile, e molti si fecero mettere nelle sacrosanclis ecclesiis, ed allora gli schia-
catene aflìnchè fosse conceduta a'ioro con- vi fatti liberi colla loro posterità, venne-
fratelli la libertà: lo attesta Papas. Cle- ro sotto la materna protezione della Chie-
nienle I del 98, come leggo nel p. Ma- sa. In seguito gli schiavi si manumette-
machi. De cosUuni de primitivi cristia- vano in mano del vescovo alla presenza
ni. A Colletta di questua parlai dello de' canonici, cioè de' preti e diaconi cat-
zelo ch'ebbero primi Papi per quelli con-
i tedrali, al qual atto gran parte avea l'ar-
dannati alla schiavitù, all'esilio e alle mi- cidiacono perchè fosse autentica, poiché
niere,per aver professato il cristianesimo, r arcidiacono era considerato come una
tra'quali si distinse s. SoteroPapadel 7 5; i persona pubblica anche in faccia al go-
quindi s. Dionisio Papa del 261 scrisse verno, ed a molti atti civili, come notò
lettere consolatorie all'abbattuta chiesa JVardi, De' parrochi. Più tardi la mano-
di Cesarea inCappadocia, inviando de- messione potè farsi nelle chiese alla pre-
naro per persone sicure, acciò fossero ri- senza del popolo, anche d'un solo sacer-
scattati gli schiavi di essa, come si ha dal* dote, e per tal modo vennero in disuso le
YEpisl. 70 al 220 di s. Basilio t. 3. L'im- antiche formalità, bastando una scrittu-
peratore Costantino 1 ne'primi del quar- ra, che segnata fosse di propria mano da
to secolo diventalo cristiano, ridonando un ecclesiastico. Già ai tempi di s. Gre-
la pace alla Chiesa, ed accordando a'cri- gorio I i Papi godevano del diritto di ri-
stiani il libero esercizio della loro religio- donar la libertà colla semplice spedizio-
ne, sentì la necessità di abolire la schia- ne di un rescritto, come si può vedere nel-
vitù, per ripopolare un impero devasta- le sue Opere^ epist. lib. 6, n.° 12. Delle
to da continue guerre, e nello stesso tem- manomessioni parlo anche a Servo: solo
po conobbe che il dono della libertà riu- qui noterò che quanto più il numero dei
scirebbe più prezioso se fosse consagrato manomessi crebbe, tanto più vivo si ac-
da motivi di religione; autorizzò la liber- cese il desiderio in quei che perdurava-
tà degli schiavi accordata in chiesa alla no nella schiavitù,di scuoterne il giogo di
presenza de' vescovi. Dall' epistola di s. cui eranogra vati, onde pastori delle chie-
i

Ignazio mai lire a Policarpo sappiamo che se con opportune prediche procurarono
molte volte i servi convertiti ricorrevano di quietare gli spirili, ed concilii decre-i

ai vescovi, affinchè col denaro della chie- tarono rigorose pene contro coloro che di
sa gli riscattassero. Quest'uso d'ottener la propria autorità pretendevano d'affi'an-
libertà per mezzo de'vescovi venne quin- carsi; mercédi questi savi provvedimenti
di dall'imperatore Costantino 1 solenne- gli schiavi tolleravano con pazienza la lo-

mente sanzionato. Il battesimo ben tosto ro avversa sorte. Osserva il p. Lupi nelle
diede agli schiavi la libertà civile, in un Dissertazioni 1. 1, p. 142, cheavendo Co-
colla libertà spirituale come figli di Dio. stantino I colla legge 17, Cod, de poenis,
Da questo istante la legislazione occupos- vietato il barbaro uso di scolpire col ferro
si assai meglio di moderare il potere dei rovente il nome del padrone o altro ob-
padroni sugli schiavi, e le chiese divenla- brobrioso marchio in fronte agli schiavi
,34 SCH SCH
clie fuggissero, e agli altri facinorosi con- gio ed altri simili stabilimenti pel Poi>e-
(launati a scavare i metalli, acciò potesse- IO (^.), che.!' impero romano non ave-
ro in avvenire essere riconosciuti, da quel va mai veduto prima d'allora. Non solo
tempo in poiusarono tanto padroni cri- i i ricchi, ma ben anche quelli che tali non
stiani, quanto gentili di porre al collo
i erano, onorarono la fede con soccorrere
degli schiavi fuggitivi de'collari di lamine gli schiavi; perciò nel V secolo frequenti
di metallo. Costantino I decretò inoltre furono manomessioni de'servi che ap-
le

per legge, che nessun ebreo potesse avere partenevano a famiglie non cospicue {>er
e schiavo un cristiano; questa legge di dovizie di fortuna. Anzi lo spirito cristia-
poi si estese ai pagani, ai samaritani, ed no punto non si appagò del fatto della re-
a lutti quelli che non erano cristiani ; ma stituzione della libertà a quelli che n'e-
essa non fu rigorosamente recala ad ef- rano privi, ma cercò pure d'impedire che
fetto, siccome si può arguire da alcuni i liberi cadessero in servaggio, e ricom-
passi riferiti da s. Giovanni Crisostomo. prava la libertà di coloro ch'erano pri-
H citalo p. Mamachi celebra la pietà dei gionieri. Una parte della Rendita ecclc
fedeli de' primi secoli, tanto della chiesa siastica (/^.) era dai santi vescovi desti-
romana, che delle altre, nel sovvenire gè nata a questo lodevolissimo uffizio, come
iierosamente gli schiavi di tutte le parli, testifica s. Ambrogio neWEpist. 8 all'im- i

massime condannati a cavare metalli,


i i peratore Valentiniano I. Memorabili so-
rendendone chiara teslimonianza s. Ci- no eziandio parecchi fatti narrali dalla sto-
priano, che narra le redenzioni e aiuti de- ria, di alcuni vescovi, i quali venderono
gli schiavi falli avendo perciò
da' barbari, i vasi d'oro e d'argento appartenenti alla
somministralo la chiesa africana 100,000 chiesa, per convertirne il prezzo in riscat-
seslerzi. Nel IV secolo della Chiesa mol to de'prigionieri : i fedeli medesimi con-
ti pietosi fedeli procurarono di riscattare tribuirono considerevoli somme a questo
dalle manide'goti quegli schiavi cristiani fine. Lo zelo del clero per questa sant'o-
che furono presi nella Tracia e nell'Illi- pera s'aumentò per modo, che alcuni pre-
rico, come si può vedere presso s. Ambro- li giunsero a rubare i vasi d'argento e
gio,nel 2.°lib. degli Uffìzi. Nel medesimo d' oro destinali al servìgio del Signore,
fiorìs. Melania la giovane, la quale col quando i loro averi non erano sufficienti

permesso di suo marito Piniauo, figlio di per la redenzione degli schiavi. 1 vescovi
Severo già prefetto di Roma, diede la li- d'Irlanda si videro perciò costretti in un
8000 schiavi: più tardi ne seguì il
bertà a concilio del ^5o, a porre un freno a si-

magnanimo esempio s. Sansone dello dai mile malinteso zelo, col minacciare gravi
greci r Ospitale j con alTrancare i suoi censure ecclesiastiche, perchè dicevano
servi provvedendoli del necessario. Dopo che la condotta del clero recava disonore
che gl'imperatori cristiani salirono il Iro- e danno alla Chiesa col procacciarsi la giu-
no de'Cesari, esempi di simil fatta si mol- sta taccia di ladri. Sempre più le leggi ci-
tiplicarono di giorno in giorno. La liber- vili de'successivi imperatori cristiani, ad-
tà agli schiavi soleva particolarmente e- dolcite dalla religione cattolica, da essa
seguii si Pasqua di ri-
nella solennità della ebbero un impulso a fìir sì che il nomeio
surrezione, come attesta
Gregorio Nis- s. degli schiavi un servo che
si scemasse :

«eno, die finì la beata sua vita verso il 4oo. fosse stato dal suo padrone abbandonato
Principalmenle si segnalarono le nobili in qualche malattia, la liherlà riacquista-
matroneromane, le cui virtù furono com- va. Gli eirelli della carità cristiana sareb-
mendate da S.Girolamo. Esse spendevano bero stali più pronti e più sensibdi, se l'ir-

le sterminate dovizie de'Ioro illustri an- ruzione de'barbari non avesse cambiato
tenati nel fondare ospedali, case di rifu- aHatto il diritto pubblico e i costumi di
SCH SCH i35
Kui opn. La specie di servith però die i avessero come mantenersi. La Chiesa a-
barbari introdussero fu più tollerabile e vendo aperto agli schiavi suoi santuari, i

mile della schiavilù domestica usata dai quando erano stali maltrattali dai loro
greci e romani ; per cui destando meno padroni, concesse loro la sua protezione.
compassione, sussistette più lungamente, Ogni schiavo quindi ch'erasi riparatoia
restandone ancora qualche avanzo in ^M5- una chiesa, veniva consideralo come in-
*ia (/^.) e in altre regioni, sebbene in det- violabile, e non poteva essere dato in po-
to impero vuoisi che sia vera schiavitù, tere del suo padrone, se prima non pro-
almeno in diverse parti ; altri avanzi sus- metteva di non punirlo con pene afflit-
sistendo in Polonia, in BoemiafWQW Un- tive,aila presenza del vescovo,e poscia tor-
gheria, ed in parecchi luoghi della bassa nava al suo servizio. 1 delti conciliid'A-
Germania. LaChiesa non lasciando di di- ranches e d'Epaona fulminarono la sco-
fenderegli schiavi a'qualii padroni aveva- munica contro i violatori di tale Ininiii"
no conceduto la hbertà, il godimento dei nìtà ecclesiastica (^.), e siccome in tale
loro sagri diritti, i padri de' concilii d'A- articolo mollo parlai degli asili, noterò
vranches o Aranches del 4» i,edi Agde colla Civiltà cattolica^ aver saviamente
del 5o6, minacciarono severe pene eccle- avvertilo il Phillips, Droit ecclésiastique,
siastiche contro chi ardiva di nuovo toglie- che se la Chiesa nei secoli principalmente
re A'tempidel2.°
la libertà ai fatti liberi. delle invasioni barbariche e del feuda-
fiorì Papa s.Simmaco,il quale con denaro lismo soverchiante moltiplicò gli asili im-
riscallò gli schiavi che dimoravano nella munitarii,a misura poi che la società e i tri-
Liguria,in Milano e altre provincie:a*225 bunali si riordinarono,ella slessa pose ma-
vescovi africani esuli in Sardegna per or- no a restringerli. Da principii caritate-
dine del re de' vandali, ogni anno mandò voli somiglianti ai rammentati sono ani-
denaro e vesti, e li confortò con paterna mati i decreti del concilio di Orleans del
lettera. Tutta volta ebbero schiavi le chie- 549. I padroni non potevano ricuperare
se e monasteri, facendo parte delie pos-
i i loro schiavi, che per timore delle pene
sessioni loro donate. Il concilio diEpaona afflittive si erano rifugiati nelle chiese, se
del 517, dichiarando nulle le vendite dei prima non avessero dato giuramento di
beni di chiesa, senza la permissione del ve- rilasciare ai medesimi minacciati casti- i

scovo, proibì di donare la libertà a quegli ghi; e coloro che non mantenevano il giu-
schiavi ch'erano stati dati a'monaci e alle ramento rimanevano per sempre esclusi
abbazie. Di più vietò a'nobili padroni sot- dalla comunione de' fedeli. Se poi pa- i

to pena di scomunica per vari anni, di mal- droni appartenevano a una sella o erano
trattare i loro schiavi o farli morire. In gentili, dovevano allora presentare un cri-
più felici condizioni però trovavansi d'or- stiano in qualità di malleveria, affinchè
dinario gli schiavi delle chiese e delle ab- egli avesse presta lo il giuramento. Inoltre
bazie; poiché pei vescovi e per gli abbati il concilio chiamò il procedere
scellerato
era divenuto un sagro dovere di restitui- di que'padroni, che toglievano di nuovo
re nel testamento la libertà ai loro schia- la libertà ai fatti liberi. Il codice delle leggi
vi, de'quali al solilo ne aveano tre al loro di imperatore e le istitu-
Giustiniano I

servizio. I padri del memorato concilio zioni del medesimo sono piene di titoli
d'Agde e di quello d'Orleans del 54 1 e- relativi alla schiavilù. Per facilitare al cle-
sortano con espressioni veramente amo- ro redenzione de'prigionieri cristiani^
la
revoli i vescovi, ì prelati e gli abbati a si- permetteva la Chiesa di vendere, in caso di
mile santo dovere, non senza consigliarli bisogno, i vasi d'oro e d'argento destinati
di lasciar a'ioro liberali alcun poco di de- pel divin culto,e d'impiegare poi ildenaro
naro,© alcun piccolo bene stabile, perchè per liberarli. I decreti de'padri del concilio
I 36 SC H SCH
diLione del 583 ediMagon del 585,e piti gli schiavi, e per l'intera abolizione della
tardi diReims nel 625, rendono la più lu- schiavitù, si hanno dall'aver essa sempre
minosa testimonianza intorno a quella pia conceduto agli schiavi di poter entrare
usanza. Lostesso concilio di Ma^on, quel- nel clero tanto secolare che regolare, pe-
io di Toledo del 589,6 l'altro di Parigi rò dovendosi prima procacciare la libertà.

del 6 4j vigorosamente difesero la liber-


1 Nel concilio di Roma del 597 decretò s.

tà che agli schiavi era stata accordata : i Gregorio I le più saggie disposizioni su
vescovi e i preti sono chiamati dalle ri- tale oggetto; e rivoltosi a' nobili li esor-
soluzioni di que'concilii, i deputati difen- lò caldamente che si facessero ad imitare
sori deliberati. La Chiesa rivolse ezian- il pio esempio della Chiesa incuorando i
dio le materne sue cure verso de'liberati loro schiavi, affinchè se avessero vera vo-
e liberi che trovavansi ridotti a somma cazione si dedicassero al servizio dell'al-
povertà. Se erano costretti vendere o im- tare, quando
fossero creduti degni di si-
pegnare la propria libertà, secondo i sa- mil grazia. Queste disposizioni e questi
gri canoni, era in loro arbitrio redimersi desideriivennero ancora promulgati dai
mediante lo sborso della medesima som- Toledo del 633 e 655 , il i.*"
concilii di

ma che aveano ricevuta dai loro padroni de'quali confermò le antiche disposizioni
quando loro si venderono. Se il marito in prò deMiberati, ordinando di proteg-
schiavo a vea la moglie libera, o la moglie gerli nel possesso de'loro averi contro le
schiava avea il marito libero, dovea es- pretensioni de'loro anteriori padroni. Ol-
sere conservata la libertà ai figli nati da tre a ciò s. Gregorio I animò con calore
simile matrimonio. Così la Chiesa ha fat- i vescovi a promuovere il riscatto degli
to sempre conoscere la sua disapprova- schiavi secondo le loro forze, anche in ca-
zione, e persino il ribrezzo che sentiva per so che le loro chiese fossero povere, ed
la schiavitù. Con rigore le leggi ecclesiasti- altresì colla vendita de'sagri vasi. Le e-
che punirono que'nobili e signori, che con sortazioni e i decreti di quel gran Pon-
dispregio degl'mviolabili diritti dell' uo- tefice divennero leggi per la Chiesa uni-

mo ardirono prendere per forza per-


di versale, e passarono in tutte le raccolte
sone libere e povere, e ridurle con mezzi delle leggi del medio evo, tanto civili che
violenti o di seduzione in istato di schia- ecclesiastiche; Carlo Magno le inserì nei
vitù. Il ricordato concilio di Reims e pri- suoi Capitolari^ e Graziano nelle Decre-
ma quello di Lione del 566 fulminarono tali. Trovo in Galletti, Del Priti licero p.
l'anatema contro simili rei, minacciando- 34, che s. Gregorio 1 nella lettera a Teo-
li della confisca decloro beni, se subito non doro suo consigliere, cui dà lode di uo-
restituivano agl'infelici V usurpata liber- mo eloquente, per rimunerarlo de'sudo*
tà. Forse non vi fu mai chi si prendes* riche spargeva nel servir utilmente nella
se maggior cura per la liberazione degli chiesa, sapendo che non aveva al suo ser-
schiavi di Papa s. Gregorio I, il quale nel- vizio veruno schiavo, gliene donò uno per
VEpist, lib. Vj ep. 1 2, con paiole veramen- nome Acofino siciliano. Quando franchi i

te auree e commovenlissime esorta tutti furono stabiliti nelle Gallie permisero ai


i fedeli, sì ecclesiastici che secolari, afiìn- romani che vi si trovarono, di vivere se-
chè si adoperino per cosi santa opera. E- condo le loro leggi, e per conseguenza di
gli diceva La natura fece da principio
: aver degli schiavi; quindi nel 655 di ve-
gli uomini liberi, e il diritto delle genti nuta reggente del regno di Francia la re-
li sottomise al giogo della servitù. Le mas- gina s. Catilde, abolì la sussistente costu-
simedi cristiana carità, coUequali la Chie- manza di aver degli schiavi, ne affranco
sa sino dai tetnpi più remoti si adopera- un gran numero, e dichiarò che da indi
va pel miglioramento della condizione de- in poi sarebbero capaci di possedere be-^
SGH SCH 187
ni propri. Rispelto ai servi che i franchi tempo ebrei, subilo perdevano su di quelli
inljotl ussero nelle Gallie, la loro condizio- il diritto di proprietà. Somiglianti avve-
ne era meno acerba eli quella degli schia- dute cure furono tenute eziandio rispetto
vi; i loro padroni li facevano lavorare nei ai cristiani schiavi di padroni gentili; che
propri poderi,e li obbliga vano,oltre il cen- alla fine fu vietato sì agli uni e sì agli al-
so, ad una specie di servitù. I re della 2.' tri di possedere schiavi. Ne'canoni de'con-
stirpe scaricarono da questo servaggio cilii mirabile è la profonda sapienza che
molti di costoro, e furono in ciò imitati vi si ammira, come il grande amore dal

dai privali signori. I padri del concilio di quale fu animata la Chiesa per migliora-
Merida del 666 obbligarono i parrochi re la sorte degl' infelici schiavi, e ricon-
delle chiese ricche a destinare uno degli durli insieme a poco a poco alla libertà.
schiavi della loro chiesa al servizio del- Nondimeno laChiesa raccomandando l'u-
l'ai tare, e di assegnar loro eziandio un con- manità a'padroni degli schiavi,ne rispettò
veniente benefizio, il concilio di Saragoz- i diritti, e co'suoi antichi canoni vietò che
za del 69 1 fece un canone riguardante gli si accettassero ne'monasteri, senza il con-
schiavi iieslinati al servizio della chiesa, senso de'Ioro padroni. La carità aposto-
e che venivano messi in libertà alla mor- lica di Giovanni VI del 701, lo mosse a
te del vescovo. Nell'Inghilterra aveano le riscattale tutti gli schiavi che avea in suo
questioni cilladine ridotto quel popolo a potere Gisulfo duca di Benevento, presi
I

sì infelice nìiseria, che alcuni padri com- nelle barbare scorrerie da lui fatte nelle
mettevano persino la scelleratezza di ven- terre romane. Papa s. Zaccaria del 741
dere i loro figli come schiavi in Irlanda. riscattò molli schiavi, che dai mercanti
A questo il clero irlandese si dimostrò al- veneziani voleansi condurre in Africa per
tamente sdegnatOjdi modo che stabilì che venderli agl'infedeli, come riferisce nella
tutti gl'inglesi, che nell'indicata guisa e- Storia de Papi il barone Henrion. Con
rano divenuti schiavi, dovessero avere in- elficaci parole e in più incontri i sagri mi-
contanente la loro piena libertà. A ri- nistri rappresentarono a'grandi della ter-
chiesta de* vescovi stabilì per legge il pio ra, il sagro dovere che aveano di riguar-
re Ina d'Inghilterra nel 692, che ogni si- dare i loro schiavi come fratelli in Ge-
gnore, che avesse obbligato il suo schia- sti Cristo, i quali con quel niedesimo pre-
vo a far contro alla chiesa, o corjtro suoi i zioso sangue erano stati redenti, e che era
comandamenti, come per esempio il la- loro obbligo di spezzare i ferri della loro
vorar ne'giorni festivi, perdesse affatto il schiavitù. venerando Smaraido abbate
Il

suo diritto di proprietà sullo schiavo, e di s. Michele di Verdun, consigliere e a-


ordinò di piìi che sì fatto schiavo entras- mico dell'imperatore Carlo Magno, disse
se subito in islato di piena libertà. Un con- a questi Rispetta e venera il tuo Dio, nel
:

cilio tenuto in Inghilterra nel 697 con- tuo schiavo e nelle tue ricchezze ; resti-
danna i padroni che avessero fatto man- tuisci a quello la sua libeità, e queste di-
giare al loro schiavo cibi grassi in tempi stribuisci a'poveri, e non cessar mai d'ub-
di digiuno, alla perdita del diritto della bidire a'suoi comandi. Il co«»ciliodi Cel-
proprietà di esso. Con amore e attenzio- chylhdeir8i6 ordinò la liberazione d'un
ne la Chiesa ha sempre veglialo pel bene certonumero di schiavi, per riposo delle
di quegli schiavi cristiani che trova vansi a anime de' fedeli defunti. Imperocché la
servire gli Ebrei(F',). Se questi si oppone- liberazione degli schiavi sino dai primi
vano al libero esercizio della religione dei secoli della Chiesa fu tenuta opera meri-
loro schiavi cristiani, facendo loro il più toria, e ne abbiamo prove ne'moltissimi
lieve ostacolo, o se cercavano di farli in atti di concessione di libertà, in testa ai
alcun modo giudaizzare. per ridurli Col quali si leggono le formule (che riportai
38 SCH SCH
anco a Regalia): Pro amore Dei, prò mer- nio crollo ch'ebbe a patire il sistema di
cede animae, prò remedio animae mene. schiavitù in Europa, fu quello delle Cro-
Fiallanlo \SaracenH^f^.)i\e\\e loro Ire- ciale (^^.), e quindi egualmente per ope-
mende irruzioni e conquiste di frequente ra della Chiesa. A questa grandiosa im-
fecero gran numero di schiavi, che la pie- presa pel i.° nel logS die l'impulso Pa-
tà de'fedeli e de'Papi procurò riscattare. pa Urbano II Clermont ;
nel concilio di
IVe!r849 con tm' annata navale appro- indi seguirono quellefamose sagre guerre
darono a Ostia e Porto (^.), per depre- per liberare e redimere dai maomettani
dare la basilica Vaticana Papa s. Leo- : i luoghi santi di P^/e^/m^j che riforma-
ne IV gli affrontò con mi esercito, li vin- rono la libertà e V indipendenza di Eu-
se completamente, restandone una parte ropa, e dierono affatto la preponderanza
suoi schiavi. Allora ponendo a profittola politica alle nazioni cristiane sui popoli
vittoria, dagli schiavi saraceni fece lavo- deH'islamismo.ll valore marziale delle na-
rare le mura e fortificazioni della Città zionieuropee acquistò nuovo vigore nel
Leonina (F.) a difesa della basilica Va- combattere per la causa di Dio, e la vasta
ticana, colle mani slesse di quelli che a- idea d'universale fratellanza le riunì in
\'eano niinacciato di rovinarla. I padri del un sol popolo. 11 principio feudale rice-
concilio di Senlis nell'863 concedettero vette il suo colpo raoKlale, mentre l'arte
agli schiavi di proprietà ecclesiastica un della guerra si perfezionò, la forza navale

privilegio quasi sagro, poiché fu da quelli fu accresciuta, il commercio si dilatò, e


proibito di essere cambiati cogli schiavi a'popoli cristiani si aprì la porta a quell'in-
di proprietà secolare ; e dissero che ciò civilimento nel quale progredisce. I Cro-
che una volta è slato dedicato a Dio, non cesignali abbandonando troni, signorie,
può più essere destinato a cose profane. patria e famiglia, si recarono a Gerusa-
Questa disposi/ione ebbe in processo di lemme, culla della religione, per conqui-
tempo forza di legge per quasi tutta la stare il Sepolcro di Colui, che per la re-
Chiesa, e fu inserita nelle più antiche rac- denzione del genere morire umano volle
colte de'canoni. il concilio di Wortns del- sulla Croce (/^.), la quale perciò da ob-
i'868 rinnovò le salutari disposizioni falle brobrioso strumento di supplizio divenne
a difesa degli schiavi più volte in Germa- il segno più santo e veneiabde del cristia-

nia. La schiavitù procede dalla metà del nesimo, e l'oggetto della nostra avventu-
X secolo in poi con passi rapidi verso il rosa redenzione salutifera. Ne derivarono
suo discioglimento, per hi possente forza le istituzioni de' celebri ordini equestri,
morale della chiesa cattolica, ed anche per massime Gerosolimitano (^.), che fu
il

l'insurrezione degli schiavi, quali oppres- i propugnacolo benemerito del cristianesi-


. sicon lavori e prestazioni, coi cattivi trat- mo contro la potenza formidabile de'tur-
tamenti de* piepolenti signori, ed anche chi, ai ([uali tolse più volle i cristiani falli
diqualche ecclesiastico che ne abusò, non schiavi, liberandoli eziandio dal pericolo
polendo più sostenere il giogo, fecero la di abbracciare l'islamismo, a cui sempre
memorabile ribellione, che agevolò loro furono inlenti i fanatici maomettani. Fra
in molte parti la liberazione. Nel conci- le belle opere esercitate dagli altri Or-
lio che s. Leone IX celebrò in Roma nel dini militari, equestri, religiosi e ospita-
I o5i feceim decretosulla continenza dei lieri stabiliti in quell'epoche in Gerusa-
chierici, ordinando che le donne trovate lemme, devesi celebrare la liberazione de-
lee di essersi loro proslituiledentro le mu- gli schiavi che maometlani facevano.
i

ra dell'alma città, incorressero la pena di Per ricordare il praticalo da uno di tali


essere schiave in avvenire pel servizio del ordini, dirò che quello de'cavalieri e reli-
Palazzo apostolico Laleranense. L'ulli- giosi del s. Sepolcro (P".), non solo riscattò
SCH SCH 139
gli schiavi, ma per liberarne un maggior reglì schiavi dal potere degrinfedeli;mos«
numero, inviò pel cristianesimo alcuni so a tenera compassione principalmente
cle'Ioro cavalieri per le apposite questue. versoi cristiani che gemevano solici mao-
Perlo slesso caritatevole e umano scopo mettani mori che domina vano la più gran
l'ordine teneva un ambasciatore ordina- parte della Spagna,anche per liberarli dui
rio e residente presso il soldano d'Egitto. 1 pericolo di rinegar la fede, onde furono
concilio di Londra del r r 02 chiamò traf- denominati redentori i religiosi espressa-
fico infame quello degli Schiavi, e seve- meiile deputati al pietoso uffizio «lei ri-
ramente lo vietò. I re di Francia che avea- scatto, non solo nella Spagna, ma in Africa
no un interesse nell'abbassare il potere e e altri luoghi di schiavitù, per spezzare le
l'orgoglio de'signori feudatari, e nel sot- catene de' fedeli caduti sciasfuratamenle
trane il popolo al giogo della loro poten- in potere de' barbari. Ne in ogni tempo
za, pigliarono il partito di manomettere mancarono religiosi di altri ordini bene-
gli schiavi. Il VI ne die ili." e-
re Luigi meriti dell'umanità, non solo di migliora-
sempio, e liberando colla manomessione re la cond izione di tali schiavi,e confortarli
j servi neli i35, egli riuscì in parte a ri- nella loro affliggente condizione, ma di re-
pigliare sopra i suoi grandi vassalli l'au- dimerli, ed in tulio furono efficacemente
lorilà di cuierano impossessati. Il gran
si imitali dai Missionari (A^.) del clero se-
Papa Alessandro Ili nel 1167 dichiarò colare, massimamente dopo la memora-
solennemente al re moro e maomettano bile istituzione della congregazione pre-
di Valenza, che tutti i cristiani dovevano posta dalla Sede alla Propagazione del-
s.

essere esenti dalla schiavitù; che tutti gli la fede Salito neli3r4 al trono di
(^^.).
nomini essendo stali creali liberi, ninno Francia Ltngi X, promulgò un editto per
era per natura destinalo a servitù. Inno- abolire nel suo regno intieramente la ser-
cenzo III dell 198 approvò l'ordine della vitù, dichiarando liberi tutti i suoi sud-
ss. Trinila dtlla redenzione degli schia- diti conforme allo spirito del vangelo. In
vi {f^.)j\ cui fondatori i ss. Giovanni de quel documento si dice: che siccon>e a
Malha e Felice di Valois si obbligarono termini del diritto di natura ciascun uo-
con voto alla questua di limosine per ri- mo deve nascere franco, cioè libero, il re
scattare gli schiavi cristiani, che nelle va- considerando che il regno suo era nomi-

rie parti del mondo erano caduti nella cat- nato il regno de Franchi, e volendo che
tività de' Maomettani (r .) turchi nemici la cosa fosse veramente d'accordo col no-
del nome cristiano, e de'pagani non me- me, con deliberazione del suo gran con-
ro di essi avversi. In Francia re Luigi Vili siglio ordina, che generalmente per lutto
nel 1223 segnalò il principio del suo re- il regno sia data franchigia o libertà ai
gno con altra manomessione di servi; la servì, a brevi e convenienti condizioni, af-
sua moglie la regina Cianca ed il suo fi- finchè qualunque signore territoriale che
glio s. Luigi IX ridussero i diritti di vas- possiede uomini di corpo, cioè attaccati
sallaggio in più stretti confini: questo san- alle terre, pigli esempio dal re di ricon-
to monarca nella crociala fu schiavo dei durre tulli alla franchigia o alla libertà.
turchi per alcuni anni. Prima Onorio IH, Nel i34i Benedetto XII ricevè in Avi-
e poiformalmente Gregorio IX nel 2 35 r gnone alcuni schiavi saraceni e parie del-
approvò l'ordine di s. Maria delia AJer-f le spoglie tolte ai maomettani nella in-
cede della redenzione degli schiavi (^.), signe vittoria riportala dai re di Porto-
istituito da s. Pietro Nolasco col sublime gallo.e di Castiglia. Ribellatosi nuovamen-
concetto di far volo onde offrire religiosi i te Malatesta de' Malalesli di Riniinij ed
nelle proprie persone in qualità dioslaggi, usurpando molle città della chiesa roma-
qualora fosse stato necessario per libera- na, nel 1 3^4 Boni(ì\cio IX Io dichiarò in-
i4o SCH SCH
corso nella scomunica, schiavo di chiun' di conseguenza rinnovamento del traf-
il

que lo potesse pi'endere,e lo privò di tulli fico degli schiavi negri,volgarmente di-
i beili. Essendo Giovanni conte d'Arma- stinto col nome di tratta di Negri o Mo-
gnac pertinace nello scisma dell'antipapa ri. Nel i5o3 alcuni schiavi furono spedi-

Clemente FU
J(f'\),Màvt'ìnoWo scomu- ti dalle fattorie de* portoghesi d'Africa,
nicò, privò de'beni, concedendo a chiun- nelle colonie spagnuole di America; po-
que facoltà di poterlo co'suoi seguaci ar- scia neli5o8 ne furono trasportati a s.

restare e venderli come schiavi; nel 1429 Domingo, e stìccessivamente il traffico


terminando lo scisma, il Papa assolvette prese maggior estensione, e nel 1 5 1 o an-
da tali sentenze e censure il conte e suoi che il Perù ebbe schiavi, permettendolo

fautori. Eugenio IV permise la guerra Ferdinando V re di Spagna. Dopo che i


crociata ad Edoardo re di Portogallo con- portoghesi ebbero dilatale le loro scoper-
tro gli africani, ma proibì severamente te e conquiste sulle coste dell'Africa, al
nel 1436 che nelle isole Canarie (f\) si di là del fiumeSenegaljStudiarono di trar-
continuassero a tenere in Ischia vitù i^Veo- re colla vendita degli schiavi qualche pro-
fìli (F.) o nuovi convertiti alla fede; nelle fitto dalle fondazioni che colà aveanosta-
quali isole i portoghesi colle loro navi ver- bilite: di versecircostanze fatalmente con-
so la fine del secolo XIV vi avevano tra- tribuirono a far nascere e consolidare sì

sportali schiavi Morio Negri o Neri[F.) ignominioso e riprovevole commercio. In


per la coltivazione delle terre, presi dal- tulle le parli dell'immensa America, di
l'Africa ne'luoghi ove sono popoli di tal cui s'impadronirono gli spagnuoli, si av-
colore. 11 Papa Pio 11 fortemente si op- videro che gl'indigeni superstiti alle or-
pose a chi cominciava a ridurre i neri in ribili stragi della conquista, colla debo-
servitù nella Guinea o Etiopia (F.) oc- lezza del loro temperamento, e colla ri-
cidentale, contrada d'Africa di cui trattai gida maniera in cui erano trattati, tro-
eziandio a Copti (F.)^ che Nicolò V avea vavansi inetti ai lavori necessari per lo
dichiarato appartenere alPor/(7g'«//o(/^.), scavo delle tante miniere, o per la coltu-
il cui re Alfonso V fu dello il Redentore ra delle vastissime terre. Impazienti di a-
degli schiavi o de'cattiviy per la cura che ver braccia più attive e più vigorose, gli
ebbe in riscattarli, dilatando la religio- spagnuoli si rivolsero ai portoghesi loro
ne cattolica in detta contrada. Pertanto vicini, dai quali comprarono degli schia-
Pio 11 a'7 ottobre 1462 diresse lettere al vi africani. L'esperienza in breve dimo-
vescovo Rubicen, di partenza per la Gui- strò chequesli erano uomini assai più ro-
nea, paese de'negri, nelle quali non solo busti e più capaci degli americani di sop-
concesse a lui le opportune facoltà per ivi portare ogni genere di fatica. Il lavoro
esercitare con maggior frullo il sagro mi- di un solo negro era eguale a quello di 4
nistero, ma in questa occasione acremenle americani, e dopo quell'epoca l'impiego
rampognò que' cristiani che traevano in che si fece de'negri nel nuovo mondo si
schiavitù delti neofili, come riporta Tan-
i aumentò sempre rapidamente con nu-
nalisla Rinaldi all' anno 1462 n.° ^1. , mero esorbitante. Questa pratica offen-
Quindi neh 481 Sisto IV accolse con par- siva l'umanità e la religione, sgraziata-
licolar tenerezza un'ambasceria del re de- mente passò dagli spagnuoli presso tutte
gli etiopi, per reintegrare l'antica unione quelle nazionid'Europa che ac([uistaro-
colla chiesa romana. no de'territorii in America, e più lardi
Le conquiste e scoperte del Portogallo vì^W Oceania (F.). La schiavitù popolò
neir Africa e Asia, quindi quelle dellai5]p fi- le colonie di quelle estesissime regioni,ed
gari {F.) nel declinar del secolo XV per i sofismi religiosi e politici non mancaro-
la scoperta deir/^//Zfnr<7 (/'.), portarono no di legillimare q<ieslo nefando abuso
SCH SCH 4i
della forza. S'impiegarono per confermare schiavi più robusti. Furono pure traspor-
la schiaviiù de'negri,!e stesse ragioni che tati molti schiavi dalsettenhionedell'A-
i maomettani impiegavano per la cattivi' frica, dai regni Fezzan e diBournou. Gli
tà de'cristiani. L'avarizia, perfida consi- amici dell'umanità e del cristianesimo pe-
gliatrice, accolse con gioia la tratta dei rò ripudiarono altamente questo servag-
negri; essa moltiplicò gli schiavi per mol- gio dell'umana razza, poiché il legislato-

tiplicare i prodotti e il lucro, essainter* re de' cristiani chiamò figli eguali d'uno
disse l'affrancamento per non perdere il stesso padre tutti gli uomini, e per la re-

prezzo degli schiavi. Le Missioni ponti- denzione eterna di tutti s'immolò sulla
ficie (/^.)con eroico zelo si affaticarono croce. Molti Papi di quando in quando
per rendere meno duro il servaggio del- allo alzarono la voce per riprendere gra-
la sagrificata umanità, all'ingorda sete di vemente un tale commercio. Paolo III si
un lurido e ributtante guadagno. Il traf- adoperò efficacemente a prò della libertà
fico de'negri fu successi va m,en te autoriz- degl'indigeni americani, con lettere apo-
zato dall'imperatore Carlo V, e più tardi stoliche del 29 maggio 1537, indirizzale
da Elisabetta regina d'Inghilterra, e da al cardinal arcivescovo di Toledo. Paolo
Luigi XIII re di Francia. Tutti que'prin- III dichiarò purechei conservatori ò\ Ro-
cipi l'adottarono con altri, sotto prele- ma facessero citladini romani gli schiavi
sto che i negri non essendo cristiani, ma turchi convertiti alla fede; ciò che con-
pagani o maomettani, non potevano pre- fermò s. Pio V nel 1 566, il quale rimo-
tendere alla libertà dell'uomo. I genovesi vendo gli abusi insorti su tali schiavi, pre-
in particolare si dierono con tutto il ca- sequelle energiche provvidenze che nar-
lore ad un commercio, eh esercì-
siffatto rai nel voi. XVIII, p. 70 ivi raccontai e
:

taronoaltresì di contrabbando. Bensì Gè- ancora nel voi. LiX, p. 16, la strepitosa
Jiova, Venezia e Pisa (/^.), colle armale vittoria navale riportata sopra i turchi
navali protessero i popoli cristiani con- dalla marina pontifìcia , collegata colla
tro i pirati e corsari barbareschi, liberan- veneta e spagnuola , che fecero 10,000
do gli schiavi; in che furono zelanti i Pa- prigionieri, e liberarono i5,ooo schiavi
pi colla Marina pontificia (V.), e colle cristiani, con tripudio delle loro fami-
autorevoli loro premure presso i poten- glie e del cristianesimo. Il Papa per pre-
tati, a sollievo dell'umanità, ricolmando miare il valore di Marc'Anlonio Colon-
di grazie e privilegi le confraternite isti- na comandante delle forze pontifìcie, gli
tuite pel riscatto degli schiavi, come in accordò gli onori del trionfo, secondo l'u-

Roma, in Pisa, in Firenze ed altrove. In so degli antichi romani, ed in esso ince-


dello articoloMarina pontificia (argo- derono 200 de'turchi legali e fatti schia-

mento che peli. "tra Hai in questa mia o- vi, strascinando per terra una loro inse-
pera, come posso dire di altri moltissimi, gna, e vestiti di panno rosso e giallo fino
principalmente riguardanti Roma e \as. al ginocchio per obbrobrio, con berretta
Sede yéposlolica),npovta'ì non poche no- marinaresca della stessa divisa. Inoltre s.
zioni analoghe alla schiavitù e alla pira- Pio V concesse al Colonna, per memoria,
teria, in uno alle eminenti benemerenze di mettere attorno delle sue armi genti-
de'Papi, sempre difensori del cristianesi- lizie degli schiavi turchi legati, co' loro
mo. Gli europei intrapresero il traffico stendardi e cannoni. Paolo Ghislieri ni-
de'negri in Africa,al settentrione e al niez- pote di s. Pio V, mentre navigava essen-
zodì della linea equatoriale, sulla costa do stato preso dai turchi, il Papa dopo il

d'Angola, a Cabinda,Loango, Malimba, riscatto lo fece entrare in Roma in arne-

s. Paolo di Loando, e s. Filippo di Ben- se da schiavo. Contro queste piraterie


gucla: la Cesia d' Oro somminislrò gli Paolo IH avea istituito l'ordinedi s. Gior'
i42 SCH SCH
gìo (f^.) e quello de* cavalieri Laiirela' acciò potesse redimere un numero mag-
ni (P".); Pio IV avea approvalo l'ordine giore di schiavi, sudditi del dominio del-
di s. Stefano (^'^.), a di tesa de' cristiani
ch'erano di continuo nelle irruzioni bar-
las. Sede: questo scopo venne poscia me-

no per l'abbassamento delle potenze bar-


,
I
baresche o nella navigazione predali e baresche, che poi dirò. Il p. Tempesti nel-
condotti schiavi ne'legni maomettani in la Storia di Sisto ^, 1. 1 , n.^sG e seg., nar-
Barbarla. A Scio ricordai come i turchi ra Tinsurreziune degli schiavi cristiani di
avendo occupala 1' isola e falli schiavi i Tripoli, pel servaggio in cui gemevano,
Giustiniani che n'erano signori, s. Pio V ma ne restarono uccisi i5o e feriti 00 1 cir-
ottenne loro la libertà, dopo che i giova- ca. Gli altri furono incatenati e serbati a
ni erano stati circoncisi e destinati al ser- più crudo scempio, fra i quali 3 sacerdo-
raglio. Gregorio Xiil all'ordine de' ss. ti, i quali implorarono e ottennero da Si-
Maurizio e Lazza ro[f^.)Un ^ose l'obbligo sto V il riscatto, con alcune migliaia di
di fornir due galere armale, a difesa del scudi che sborsò uniti a quanto potè da-
litorale ecclesiastico dai corsari turchi. re il sodalizio del Gonfalone. I cappuccini
Questo PtJ panel i5j3 im piegò grun quan- destinali al riscatlo,avendo trovato in Jl-
tità d'oro pel riscatto de'cipriolti schiavi gerì mollis>imi altri schiavi d'ambo i ses-
del turco, indi confermò la confraternita si, in pericolo di professar l'Alcorano pei
delGoiifalone(di cui riparlai nel voi. Li X, tormenti che pativano (alcuni da 4o anni
p.i 3o),reresse in arciconfraternita, ecol- erano schiavi), in nome di Sisto V pro-
ia bolla Christianae nobisciim relìgionis misero al pascià per la loro liberazione
consorleSj gravi caplivitatis, de'28 mag- scudi 5,000, ed egli per l'idea che erasi
1

gio I ^'è I ^Bull. Rom. t. ^'^^* formata di si gran Papa si fidò e li rila-
4, pai". 4» P- ^>
lorizzò a questuare limosine per liberare sciò. Saputosi ciò dal Papa, subito inviò
gli schiavi sudditi pontifìcii fatti dagl'in- il promesso , ed ebbe la consolazione di
fedeli, concedendole il privilegio di libe- vedere in Roma nel 1 587 200 i riscattali,
rare ogni anno due carcerali dalle Prigio- incontrali da'confralidelGonfdone e dal
iii[f^.). A tale elfetto il Papa invitò i ve- popolo romano commosso dalla pontifi-
scovi ed i superiori degli ordini regolari cia carità. ! liberati furono alimentati in
a promovere la santa inìpresa del riscat- Pioma per lanti giorni, quanti bastarono
to degli schiavi, ingiungendo ai predica- a visitarne i santuari, e nella domenica
tori di esortare i fedeli a contribuir limo- di passione furono dai confrali portati
sine per spezzare le catene de'loro fratel- processionai mente a visitare la C. Vergi-
li, liberarli dagli stenti che pativano e dal ne nella basilica Liberiana, ove il Papa

pericolo di apoNlatare dalla s. fede. Sisto celebrava la ammise


cappella: Sisto V li

V colla bolla, Cuin benigna Maler eccle- al bacio del piede, fece dare un buon pran-
sia filios 5«o*,del I .° aprile i 586, Bull, ci- zo e congrua limosina, indi ognuno tornò
talo, p. 193, approvando il decretato dal giubilante al propriopaese. Apprendo dal
predecessore, sul riscatto degli schiavi af- Pozzo, flisi. della s. relig. Gcrowliniita'
fidalo all'arciconfra temila delGonfàlone, na, p. 3og, 378 e 533 , die le galere di
le concesse ampia facoltà di deputare per quest'ordine etpieslre a' 16 luglio i588
tulio lo slato ecclesiastico ministri per ri- scorsero la spiaggia romana, in seguilo dei
cevere e raccogliere le occorrenti limosi- corsari infedeli che vi si aggiravano, nel-
ne, esortando gli ordinari de'luoghi a vo- la quale occasione il generale Sactiuen vil-
ler favorire un'opera tanto accetta a Dio, le sbarcò a Civitavecchia i3o schiavi tur-
e vietando la colletta di simili limosine ai chi, che richiesti da Sisto V per rinforzo
mercedari, trinitari ed a qualunque altro. di sua squadra navale, i cavalieri geroso-
Di più assegnò al sodalizio annuo redditOj hmilanì prontamente gli mandarono in
SCH SCH 143
dono, ricevendoli il comnrìissarìo pontifì- 6, par. a, p.i 83, dirette al collettore dei
cio. Nel iSgS l'ordine gerosolimitano in diritti della camera apostolica in Porto-
seguito del desiderio di Clemente Vili, gallOf gravemente biasimò coloro che a-
di bramare co schiavi turchi per
i rinfor- vessero ardito o presunto di ridurre in
modelle sue galere, i quali sarebbero com- ischiavilù gi' indiani occidentali o meri-
pensati con altrettanti forzali o anche in dionali, cioè gli abitanti dell'America o
maggior numero, il gran maestro e con- Indie occidentali (/^.) e quelli d'Asia o
siglio prontissimi a corrispondere ai vo- Indie orientali {^P^.),d'\ venderli,comprar-
leri del Papa, ordinarono che i procu- li, permutarli, oppure donarli: di separar-

ratori del tesoro facessero scelta di delti li dalle loro consorti e figli, di spogliar-
schiavi, e si spedissero a Messina ov'era li de'beni e robe loro, di trasportarli for-
il commendatorefr.Ecnilio Pucci coman- zatamente ad altri luoghi , o altrimenti
dante delle galere pontificie. Consideran- privarli della loro libertà, di ritenerli in
dosi da' cavalieri gerosolimitani quanto ischiavitù,di prestare sotto qualunque pre-
misera fosse la condizione de' cristiani lesto o colore aiuto, favore, opera, con-
schiavi, equanto pia l'opera di loro re- siglio a chi ciò commettesse, ovvero di so-
denzione, ad esortazione d' un religioso stenere od insegnare essere ciò lecito, op-
cappuccino predicatore in s. Giovarmi di pure di altrimenti o comunque coope-
Malta, fu istituito in luglio 1607, in Mal- rarvi. In questo tempo fiorì il b. Pie-
ta (P\) residenza dell'ordine, il monte del- tro Claver gesuita, che meritò il glorioso
la Redenzione degli schiavi, contribuen- titolo d'apostolo de' Mori e degli Etiopi,
dovi molte divote persone, tanto dell'or- e nel fare la professione religiosa aggiun-

dine che secolari, massime Caterina ve- se il volo d'impiegar lulta la vita in ser-
dova Vitale,che gli donò tutti suoi beni. i vigio de'negri, e si sottoscrisse nella for-
Il monte con poche rendile m principio, mola a aethiophum semper serviis, come
acquistò poi facoltà considerabili, e sotto poi praticò nelle lettere famigliari; fu iu
la presidenza d' un cavaliere della gran somma un vero benefattore dell'unìanità.
croce, in)piegò con profìtto le sue rendi- Queslostraoidinario servo di Dio inCar-
te in redimere ogni anno nella solennità lagena dell'America meridionale,ora par-
di Pasqua dalia schiavitù degl' infedeli te della repubblica di Colombia, intrapre-
un buon numero di cristiani. Il nomina- se la conversioile deglischiavi, quali ru- i

to Papa Cleraenle Vili generosamente bali sulle spiagge afiicane delia Guinea,
riscattò molli schiavi dalla cattività mao- d'Angola e d'altre terre, allorché ferveva
mettana. PaoIoV riempi di evangelici mis- il lagrimevole commercio degli uomini tra
sionari le terre idolatre, ove la schiavitù l'Africa e l'America, si portavano in nu-

era comune, per sollevare possibilmente merodi 2,000 all'anno in quel por-
circa i

gl'infelici cattivi co'conforli soavi della re- lo su navi, ammucchiali gli uni sugli al-
ligione,convertire quelli che non la profes- tri nel fondo della nave, per farne quasi
savano, e procurare il loro riscallo. 11 suc- di vili giumenlibarbaroe inumano mer-
cessore Gregorio XV, a dare slabile nor- cato. Durò oltrea /\.o anni ad aver tenera
ma alle pontificie missioni, nel 1622 isti- e inilefessa cura di quegl'infelici redenti
tuì il già celebralo meraviglioso e bene- come tulli col prezioso Sangue di Gesù
merentissimo stabilimenlo delia Congre- Cristo (^.), e non è dato a poche parole
gazione di propaganda fide, dalla quale l'accennare le immense fatiche, gli slenti,
in ogni tempo gli schiavi riceverono aiu- i patimenti che sostenne per giungere al
ti spirituali e temporali. UrbnnoVlll con benefico e penosissimo suo scopo, le qua-
lettere del 11 aprile i63g, Contniìssuni li appena adombrai nel mio tratto bio-
iiobis a Domino presso^
il Bull. liom. t. grafico, ond'ebbe la sorte di battezzar più
i44 ^*5CH se H
che 3oo,ooo schiavi con zelo veiamenle denzione degli schiavi e per 1' Ospizio
evangelico e carità prodigiosa. Oltre la w- apostolico. Meli 703 furono presi alcuni
ta e il compendio di tante meraviglie, che schiavi turchi vicino aiVorA?i/7,quindi por-
citai nel ricordalo mio cenno, la beneme- tati in Castel s. Angelo e catechizzali, 12
rita Civiltà cattolica nel t.
7 , p. &^ ne riceverono col battesimo laverà fede. Cle-
pubblicò le preclare gesta, con bellissimo mente XI a' 7.5 maggio 1709 col breve
articolo, riguardante eziandio la traila Cum sicut, presso il Bull, citato 1. 1 o, par.
de'negri, e le sollecitudini de'Papi per la 2, p. 21 1, rinnovò il disposto di Clemen-
sua abolizione, narrando la deplorabile te X per la questua in favore degli schia-
e terribile condizione de' poveri negri, in vi , ed aggiunse che le limosine raccolte
cui erano quando approdavano al porto fossero consegnate alle rispettive curie ve-
di Cariogena, e la triste loro situazione e come
scovili, di nuovo comandò a' 1 7 set-
barbari trattamenti nella schiavitù. No- tembrei7i3 coll'altro breve Cum sicut,
ta, che la Chiesa sempre compassionevole loco citato, p. 346. Inoltre penetrato dal-
verso gl'inreiici,nè potendo impedire que- le grandissime angustieche soffrivano gli

ste trasmigrazioni,solo la consolava il pen- schiavi cristiani nella Tartaria, con pater-
siero, che migliaia d'anime potessero es- na tenerezza scrisse nel 7 i4 all'impera- i

sere riscattate dal nemico infernale e do- tore Carlo VI, di cooperare con que'mez-
tate della libertà de' figli di Dio, mentre zi che avesse potuto, al proponimento dei
la loro venuta salvava dalla schiavilìi gli missionari gesuiti di quella regione, nel-
antichi abitatori del suolo americano. Si la costruzione d'un pubblico ospedale, pel
pretese, ed era vero almeno rispetto ai piti, quale avea somministrato considerabili
che i servi acquistati ne'mercati africani, somme di denaro, onde ricevervi gli schia
fossero già schiavi di altri africani, per lo vi inabili per vecchiezza, e di fornirlo di
più presi in guerra, e che comprandosi rendite capaci a redimere ogni anno un
daicoloni d'America, non facessero se non numero di fanciulli schiavi, per trarli dal
passar dalle mani di padroni barbari e pericolo d'abbandonare il calloiicistno.
infedeli, inquelledi uomini inciviliti e cri- Dall'ambasciatore di Francia in Costan-
stiani. Tuttavolta, il far schiavo l'uomo tinopoli, marchese d' A lleurs, ottenne pre-
libero per violenza o per frode, fu sem- mure pei principi confinanti della Tar-
pre detestato e dannato dalla chiesa cat- taria, a vantaggio non meno de' missio-
tolica, come fin qui ho dimostrato. Nel- nari, che degli schiavi. Nel trattato d'U-
lo stesso secolo fiorì labenemerita con- trecht del 1714 l'Inghilterra stipulò colla
gregazione della Missione (/^,) di s. Vin- Spagna paclodel assienlo dos Negros,
il

cenzo de Paoli, che in ogni modo si dedi- cioè il monopolio esclusivo dell'importa-
cò pure all'assistenza de' poveri schiavi. zione degli schiavi nelle colonie spagnuo-
Clemente X colla bolla Cunt sicnt, de' 3 le.Leggo nel p. Casimiro da Roma, Me-
gennaio 1775, Bull. Rom.t.'j, p. 28^5, or- morie di s. Maria d'Araceli di Roma, p.
dinò ai vescovi e superiori degli ordini re- 427, chea'2 giugno 1729 la compagnia
i

ligiosi, che inculcassero ai predicatori di delGonfalone entrò per la gran porta del-
raccomandare vivamente nelle loro pre- la chiesa, conducendo 3 schiavi, 2 5 dei i

diche,due volle all'anno, alla pietà de'fe- quali erano stali predati dai tunisini a'3
deli le liraosine per gl'infelici schiavi in maggio 1727 nella terra di s. Felice (F.),
potere degl'infedeli, aflinchè stanchi dai e tutti riscattati per opera del p. Pietro
tormenti e dalla servitù non lascino la fe- Paolo da Maidica cappuccino a' 19 apri-
de, ma sieno presto riscattati. Innocenzo le 729. Visitarono l'altare della B. Ver-
I

Xlf a'27 settembre 1700, giorno in cui gine che fu scoperta, si cantarono le li-
poi morì, applicò 4o>ooo scudi per la re- tanie e r anlifona, e allra in onore di s.
scn scn 145
Bonaventura islitulore di detto sodali- mori esistenti nelle colonie della repub-
rio, con orazioni solite recitarsi in simili blica. 1 coloni bianchi di s. Domingo fu-
congiunture. Benedetto XIV rinnovò e rono scannati e cacciati dai loro ribelli
anapliò le benefiche disposizioni de* suoi schiavi, tremenda e crudele insurrezione
predecessori, in vantaggio degli schiavi, che produsse felici conseguenze in favore
con lettere del 20 dicembre 741 1 dirette dell'affrancazione. Già l'Inghilterra nel
ai vescovi del Brasileedi altre regioni a- 1784 incominciò a migliorare la sorte dei
mericane, colle quali stimolò le religiose suoi schiavi americani, e finalmente nel
sollecitudini di que'pastori, come si legge 1807 ne abofi la tratta, quindi sollecitò
nel Bull. Bened. XIF ,X.\,co%l, 38, Im- le altre potenze ad aderire ad una misu-
mensa Pastorum. K interessante il rac- ra così analoga all'umanità e al cristia-
conto di Bercastel, Storia del Cristiane- nesimo, riconoscendone i principii gliSta-
situo, t. 33,n.° 74, dell'intrepido ardire ti-Uni ti nel trattato di Gand del 8 1
1
4- In*

e del coraggio di 73 schiavi cristiani dei contro per altro, dice 1' annalista Coppi
turchi, che nel canale di Stangiò essendo anno 1 1 5,n.° 22, molle difficoltà, poiché
in un bastimento ov'eranoSoo turchi di dovea contrastare contro gravi interessi,
equipaggio, li uccisero,dispersero e fecero ed il sospetto che procurasse con ciò di
schiavi, quindi approdarono felicemente diminuire alle diverse potenze raarillime
in Malta, lasciando il vascello a'eavalie* i coltivatori dell'Indie occidentali, affin-
ri, rilenendosi i tributi che conteneva e chè fossero in maggior pregio i prodotti
riscossi neir isole dell' Arcipelago. Dopo delle sue Indie orientali non temendo ,

che la tratta de'negriavea popolato i pos- l'Inghilterra nelle sue colonie la mancan-
sedimenti in America, massime le pian- za di braccie, tanto per la numerosa e-
tagioni dello zucchero, i Quacqueri (P\) migrazione, che per le sue macchine d'o-
fortemente innalzarono in Inghilterra la gni specie. Ma in fine nel congressodi Vien-
voce perchè si ponesse un termine all'o- na plenipotenziari dichiararono :« Che
i

dioso traffico della specie umana, e ad essi riguardando l'abolizione universale della
fece eco la religione e la filosofia,anche eoa tratta de* mori come una nuova misura
iscritti, per far cessare la crudele ingiusta conforme allo spirito del secolo e ai prin-
schiavitù del negro, che l'avidità ameri- cipii generosi de' loro sovrani, desidera-
cana e europea calcolava come un arnese vano sinceramente di concorrere all'ese-

rurale, e collocava a strumento interme- cuzione d'una misura con tutto quel
tal

dio tra il bue e l'aratro. Nell'America sles- zelo che doveano a si grande e bella cau-
sa, la cui scoperta fu cagione d'infiniti guai sa ". In conseguenza di che, e come an-
alle popolazioni africane, fa proibita la drò riferendo, con diverse convenzioni in
tratta de'negri nel congresso di Filadel- appresso la tratta de'negri africani fu di-
fia nel1774; poco dopo il 1780 inuovi poi quasi intieramente abolita, interpo-
Stati'Uniti dei nord vietarono ogni im- nendovi i suoi zelanti uffici Pio VII. Inol-
portazione di schiavi. Ma in Europa, co- tre nel 1 8 5 l'I nghilterra costrinse
1 il Por-
me notai a Danimarca, fu questo regno togallo ad abolir la tratta nelle colonie al
che peli.° nel 1792 decretò l'abolizione nord dell'Equatore, e ad abolirla intie-
del riprovevole mercato ai propri citta- ramente nel 1 826.Nel seguente anno 1 8 1

dini, che in 3 secoli avea trafficato circa e;lianglo- americani degli Stati*Uniti fon-
3o milioni di negri, e che in un decennio darono sulla costa dell' Africa una colonia,
ove
fosse estinta nelle sue piccole colonie, cui dierono il nome di Liberia, perchè vi

l'emancipazione fu di fatto concessa più mandarono a popolarla! negri da loro af-

tardi assai. Neli793 la convenzione na- francati: altri ne ritardano l'origine, e di-
zionale di Francia dichiarò liberi tutti i poi divenne repubblica, come dissi a Ki-
VCL. LXir. 10
i46 SCH SCH
r.RiziA, ed a Repubblica ove trai lai del- suddito, che allora fosseschiavo. Con Tu-
le repubbliche di Ampiica e sue notizie nisi determinò un annuo regalo di 5ooo
religio'ie, anche riguardanti superstiti i scudie3oo perla redenzione d'ogni schia-
schiavi. Ivi rimarcai, che la chiesa callo- vo.Con Tripoli stabilì, che il re pagasse
lica, tranne i luoghi d' istruzione in cui 5o,ooo scudi per tutti isuoi sudditi schia-
tiene separali gli schiavi dai liberi, non vi, e 4000 nella rinnovazione d'ogni con-
fa disliiizione nel resto di servo odi libe- sole. Pel re di Sardegna Exmouth con-
ro, di bianco o di nero. Gl'inglesi fonda» venne particolarmenlecon Algeri, che si

rono un'altra colonia di negri emancipa- pagassero 5oo scudi per ogni suddito al-
ti a Sierra Leone, di cui essi hanno la so- lora schiavo. Con Tunisi stabilì, che i ba-
vranità, collostessoinlendimento di spar- stimenti sardi fossero ammessi alla pesca
gere la civilizzazione Ira'negri dell'inter- del corallo lungo le coste, come le altre
no. Finora non partecipa veramente al- nazioni d'Europa. Con Tripoli promise,
la civilizzazione del mondo altro stato di che ilavrebbe pagato 4ooo scudi co-
re
negri che quello d'Haiti, di cui parlai nei me al dey a llorchè si sa •
regalo consolare ,

voi. XLVin, p. 248 e seg. rebbe stabilito il console, e la slessa som-


Riferisce il eh. Coppi, all'anno 1 8 1 Gjn." ma a ogni nuovo console. Anche la To-
I 3 e seg., che l'Italia ricevè un segnalato scana in tale occasione pel suo agente Nis-
favore dalla potenza inglese. Molli eran- sen concluse un trattalo con Tunisi, con-
si lagnali che nel congresso di Vienna del venendosi che gli schiavi fossero recipro-
precedente anno, non si fosse in qualche camente restituiti senza riscatto. L'ammi-
modo provveduto per frenare le pirate- raglio inglese insistette pure per l'abolizio-
rie de' barbareschi, lagnanze aumentate ne della schiavitù, ed ottenne : Che i dey
dopo che nelTottobre 1 8 1 5 una banda di di Tripoli e di Tunisi dichiarassero, che
tunisini, essendo sbarcata nell'isola di s. in considerazione del grande interesseche
Antioco presso la Sardegna, avea condot- il principe reggente d'Inghilterra mani-
to in ischiavilìi un centinaio di persone. festava per mettere fìnealla schiavilìi dei
Da tutto ciò ne venne, che in fine l'In- cristiani, volendo provar le sincere loro
ghilterra nella primavera del8 6 spedì 1 1 relazioni amichevoli, e dar segni d'mten-
l'ammiraglio Exmouth con una squadra zioni pacifiche e stima per le potenze eu-
nel Mediterraneo, per indurre que'bar- ropee,colle quali desideravano stabilir pa-
bari a stabilire cogli stali italiani relazioni ce durevole, dichiaravano che in caso di
forzatamente pacifiche come aveano col- guerra prigionieri non sarebbero ridotti
i

le grandi potenze. Di falli questo coman- in ischiavilìi, ma secondo gli usi d'Euro-
dante, nella qualità di mediatore inglese pa trattali con umanità sino al cambio
e d'incaricato de're delle due Sicilie e di e alla resliluzionesenza riscatto. Frallan-
Sardegna, concluse per questi due sovra- toTunisiconsegnòsenzariscalto'244schia-
ni altrettanti trattati con /^/^f/v, Trìpo- 83 romani. Anche Tripoli con-
vi sardi, e
li e Tunisi [r^.). Stabilì generalmente, che segnò nello stesso modo quelli che avea.
commerciale so-
vi fosse libertà di Irailico Algeri non volle acconsentire immediaJa-
pra basi reciproche, ed due re potesse- i mente all'abolizione della schiavi tu, e chie-
ro aver consoli in q«ielle reggenze di I3ar- se6 mesi di tempo per interpellare la su-
baria. Pel redelle due Sicilie poi conven- blime Porla ottonjana. Intanto collo sta-
ne parlicolarujente col dey d'Algeri, che bilito pagamento consegnò 5 schiavi sar- 1

il re pagasse ogni anno ?-4>ooo scudi e <li, e 357 delle due Sicilie. Appena però

un regalo consolare ogni due, nel modo la S(|uadra inglese allontanossi da Algeri,
cou)'era pagsito dal Portogallo. Inoltre ritornò a quel dey la presunzione, ed ai
sborsasse 1 000 scudi pel riscatto di ciascun suoi suddili l'audacia; ed in un tumulto
SCH se II 147
popolare accaduto nel maggio in Bona e ne'cristiani, e insieme la più alta ricono-
Orano, circa geo cristiani ch'erano colà scenza verso la nazione inglese, la quale
per la pesca cle'coralli furono saccheggia- inoltregenerosamente a propriespese con-
ti, arrestati e maltrattati. Allora l'Inghil- dusse i liberati alle proprie patrie. Per-
terra credè fosse del suo decoro d'esigere tanto una fregata inglese recò si no al A>rZa
particolare soddisfazione per gl'insulti fat- diFiumicino 1 69 sudditi pontificii,già vit-
ti ad europei, pendenti! negoziati per l'a- time della barbarie algerina. Ricevuti que-
bolizione della schiavitù. Quindi spedì sti dalle milizie, furono condotti in Roma

nuovamente nel MediteranneoExmouth, la sera de' 18 settembre e alloggiati nel-


il quale uni alla suaflotta una squadra dei V Ospizio della ss. Trinità de pellegrini
Paesi Bassi ch'era in questo mare, ed ai ordinando Pio VII che fossero ospitati
27 agosto si presentò avanti Algeri. Chie- convenientemente. Ne' IO giorni che vi re-
sta soddisfazione per l'affare di Bona e O- starono zelanti ecclesiastici li disposero
rano, ricevè una risposta insultante, e al- con prediche a ri.cevere i sagramenli del-
lora cominciò a bersagliar la città colle la confessione e comunione. Il cardinal
artiglierie. Gli algerini risposero con mol- vicario d'ordine del Papa dispose un so-
lo vigore, ma in poche ore patirono gra- lenne ringraziamento a Dio e alla B. Ver-
vissimi danni negli edifizi, e videro incen- gine a'24 settembre, festa appunto di s.

diati diversi loro bastimenti, fra'quali 4 Maria della Mercede della redenzione de-
fregate e5 corvetle.Finalmente il dey cede, gli schiavi, e per maggior sfogo de'fedeli

e nel dì seguente sottoscrisse un trattato, nella vasta chiesa di s. Maria sopra Mi-
nel quale in sostanza convenne quanto se- nerva. Agli schiavi liberati, nella sera pre-
gue. Acconsentì esso a riconoscere l'aboli cedente erano stati lavati i piedi nell'o-
zione della schiavitù degli europei, e in spizio, ed a spese del governo vestiti u-
conseguenza a rimettere immediatamen- nifòrmemente, indi nella mattina proceS'
te in libertà tutti gli schiavi. In riparazione sionalmente furono condotti in detta chie-
Bona e Orano, restituì il
de'torti fatti in sa accompagnati e in mezzo ai sodalizi
,

denaro pagatoda'napoletani e sardi pel ri- della ss. Trinità, del Nome di Maria isti-
scatto. Abolii regali consolari, ma essen- tuito per la liberazione di Vienna dai tur-
do in uso nell'oriente, potVebbero essere chi, del Gonfalone,
i superiori del quale

ammessi come personali, ma non più di vestivano rubbone; non che de'religio-
il

5oo Ifre sterline. In caso di guerra colle si del riscatto, domenicani, francescani e

potenze europee, i prigionieri non sareb- gesuiti che gli aveano assistiti nello spiri-
bero ridotti in ischiavìtù, ma trattati con tuale, oltre altri sacerdoti, tutto il popo-
umanità sino al loro cambio o reslituzio- lo essendo commosso di piacere e giubi-
\\e. Frattanto pose in libertà i5oo schia- lante per il lieto avvenimento. Ponlificò

vi, fra i quali 707 delle due Sicilie e 179 la messa mg.'^Frattini vicegerenle di Ro-
romani, cioè un romano e gli altri delle ma, ed il facondo missionario d. Filippo
città e luoghi marittimi dello stato. L'am- Fortuna infervorò i liberati a ricevere la
miraglio con cortese lettera ne die parte- s. Comunione dopo la messa il prelato
:

cipazione a Pio VII, e la riporta Pistoie- intuonò il Te Deum^ che proseguirono i


si, Fica di Pio Vili t. 4> P- 1
7^- Eguale cantori pontificii, indi processipnalmenle
lettera ricevè il cardinal Consalvi segre- i di voli liberati tornarono alla chiesa del-

tario di stato. Riporta il n.° 79 del Dia- l' ospizio , ove riceverono la benedizione
rio di Roma 1816, che la perpetua abo- col ss.Sagraraento dal cardinal Doria. Nel
lizione della schiavitù per tutta la cristia- dì seguente, i liberati schiavi, dalle sud-
nità, formò l'oggetto di aramirazioneper dette compagnie e nominati sacerdoti di
tutte le nazioni, produsse la più viva gioia ambo i cleri ,
processionalmente furono
i48 SCH SCH
portati alla basìlica Vaticana, ricevuti dai un convegno ove vollero
in Aquisgrana,
canonici e col suono delle campane, ve- prendere anche qualche provvedimento
nendo loro fatta l'oslensione delle reliquie per ovviare sempre più ai ladronecci dei
maggiori. Nel ritorno e pure in processio- barbareschi, già frenati dalle narrate spe-
ne recarono alla chiesa del Gonfalone,
si dizioni inglesi. Deliberarono pertanto di
overiceveronodalproteltorecardinalLit- spedire una squadra sulle coste dell'Afri-
ta la benedizione col ss. Sagramento, ed i ca, ed inlimare a quelle reggenze di aste- «
confrati donarono a ciascuno una meda- nersi dalle prede contro i sudditi di qua- m
glia e un piccolo crocefisso d'argento.Nella lunque potenza cristiana, e di mantenere
mattina del 26 in varie carrozze i liberati con tulle le nazioni d'Europa quelle re-
dalla schiavitù furono condotti da vari lazioniche si usano trai popoli inciviliti.
confrati alla visita de'principalisantuarije Questa spedizione fu eseguita con una
nelleore pomeridiane nella sala ducale del squadra inglese e francese nel 1 8 9, e s'in- 1

palazzo apostolicoQuirinale. Ivi schierati, dussero le reggenze di Tripoli e di Tu-


giuntovi Pio VII li ammise tutti al bacio nisi a promettere con due quanto trattati
del piede, gl'interrogò de'sofferti travagli, loro era statoinliuiato. Inoltresi rinnovò
accarezzò alcuni fanciulli, ed essendovene l'abolizione della traila de'negri, perchè
due orfani ordinò che fossero ricevuti,uno allamenle riprovala dalla religione e dal-
nell' orfanotrofio di s. Maria in Aquiro, l'umanità. Nel 1822 l'imperatore di Prus-
r altro neir ospizio apostolico, avendo a sia Alessandro I diede istruzioni a' suoi
ciascuno già fatto dispensare una corona inviali al congresso di Verona, perchè si

con medaglia d'argenlo benedetta. L'ex maneggiassero di concerto cogli altri rap-
regina d' Etruria M." Luisa coi reali fi- presentanti delle potenze europee, affin-
gli fu a visitarli con altri personaggi al- chè fosse tolto per sempre il vergognoso
l'ospiziojdonò a ciascunouno scudo ,e pen- traffico degli schiavi, contro il quale Pio
sionò di scudi 6 mensili un fanciullo, per VII avea nuovamente fatto le più ener-
avere perseverato nella fede ad onta del- giche rimostranze ai monarchi. Imperoc-
le lusinghe e battiture con cui fu provo- ché al pari de' suoi predecessori , mosso
cato a rinnegarla. A'27 settembre con dallo spirito di religione e carità, viva-
9
carriaggi, gli schiavi liberati partirono da mente inteipose propri i offici presso i me-
Koma e furono condotti alle loro patrie, desimi potentati, onde cessasse tra i cri-
chelor fecero la più affettuosa accoglienza. commercio de'negri. Nel
stiani l'infame
Nello slesso anno 18 6 l'highilterra de-
1 1823 Fowel Buxton fece stanziare dal
cretò la pena di morte a chi avesse eser- parlamento inglese alcuni miglioramenti
cita loia tratta deflagri. Nondimeno il ma- nello stato degli schiavi negri. Il sacerdo-
le aumentò in vece di diminuirsi, e si cal- te Salluslj, iSVor/Vz delle missioni aposlo-
cola dai 100 ai i5o,ooo negri rapili an- lichedel C/i/'/e, facendo parte di esse, nar-
cora ogni anno sulle coste africane pergit- ra nel 1. 1, p. 204, che navigando nel di-
3.**
larneil nelle colonie, che solo sopra- cembrei823 nella costa del Brasilea45>
vanzava alla schiavitù ed ai mali che pa- miglia dal Capo di s. Tommaso, vide un
tiva nel tragilto,moIti morendo di vaino- brigantino carico di negri dell' Africa, i

lo. L'Inghilterra neh 81 7 pagò alla Spa- quali si portavano a vendere al Piio Ja-
gna 4oo>ooo lire sterline per l'abolizio- neiro. « Erano condotti que'disgrazialis-
lìe da aver luogo compiuta-
della traila, simi uomini nudi con un semplicestrac-
mente nel 1820, mediante il diritto di vi- ciò,che cingeva loro lombi, e ne copriva
i

sita ne'legni.Nel 1 8 8 sovrani d'Austria,


1 i le pudende. E perchè non cospirassero
Russia e Prussia co' loro ministri, e coi contro del capitano, cheliconduceva, sta-
plenìpoteuziari inglesi e francesi , fecero vano legali prima a due a due, e dipoi
SCH SCH i49
tulli insieme un dopo V altro , con una guerre intestine, nelle quali vanno a e-
lunga fune, e così rimanevano esposti nel stinguersi famiglie inliere,gli altri facen-
giorno a tutte le intemperie del tempo, dosi prigionieri e schiavi; ed unendo a que-
senza potersi muovere dalla coperta e , sti massacri i tanti altri che muoionodo-
dormivano alla rinfusa la notte gli uni so- pò che sono stali presi dalla parte vitto-
pra degli altri come una mandria di vi- riosa, e quelli che periscono nel tragitto,
lissimo bestiame". Deplorandoealtamen- si calcolano 200 morti per ogni 100 ne-
te biasimando l'abbominevole commer- gri che giungono al loro fataledeslino nel-
cio esercitato in paesi collidei popolo cat- lo stato di schiavitù, incredibili essendo gli
tolicOjCon usurpazione degl'inviolabili di* strapazzi che soffrono dopo venduti e nel-
ritti che ilDio ha sopra dell'uomo,
solo la navigazione. Appena gli schiavi sono

lodò la magnanimità de'chileni, per aver acquistati dai commercianti africani, ven-
dato la libertà a tutti i negri dell'Africa, gono chiusi in tetra prigione o altro si-
che trovavano schiavi nella loro repub-
si mile luogo. Ivi si alimentano con poco e

blica, celebrando questo operato per ve- cattivo cibo, bevendo acqua alterata e il
ro amore di libertà e di perfetta eguaglian- più delle volte malsana. I negozianti eu-
za, propria de' governi democratici. Nel ropei o americani dopo averli comprati,
t. 4)P-i74 ® seg. l'ab. Sallustj racconta, li ricevono a bordo del bastimento e le-
che in Montevideo, come in tutta l'Ame- gano come già raccontai; quindi gl'inco-
rica da lui percorsa, tutto si ha da fare modi della navigazione, il pessimo tratta-
colle braccia degl' infelici negri, dal che mento, la mutazione del clima, ne fa mo-
avviene che dagli altri poco o nulla si tra- rire molli, se pure non sono uccisi dai cru-

vaglia, ed il poco lavoro che si fa viene deli ministri degli snaturati commercian-

eseguito quasi sempre male. Giacché ne- i ti. Giunti negri ne'porti ove si fa di loro
i

gri essendo schiavi sono gl'infimi de'mer- l'empio mercato, si mettono in vendita
cenari, quali lavorano per un vestiario
i nella pubblica piazza,riIasciandoli al mag-
miserabilissimo, e per un vitto grossola- gior offerente. D'allora in poi gli schiavi
noe ristretto, al che di frequente aggiun- devono ciecamente ubbidire alle stranez-
gendosi un pessimo trattametìto nel co- ze del padrone, sottomettersi a ogni fati-
mandarli, non è alfa Ito possibile che i ne- ca, ed a qualsivoglia genere di vita loro
gri travaglino con fedeltà e affetto. Inol- assegnato da chi li comanda: lo stipen-

tre afferma, che dopo il Chile, dove i ne- dio alle loro fatiche si riduce ordinaria-
gri son tutti liberi e considerali come i mente a scarso e cattivo nutrimento, ed
cittadini nativi, in tutta V America meri- a qualche cencio che cuopre parte di loro
dionale il solo Montevideo trattava ne- i nudità. Se si lamentano, piomba subito su
gri con carità e amore. Ma neppure que- loro il castigo; se vinti dagli strapazzi desi-

sta piacevolezza de'montevideani era suf- derano vendersi ad altri, per indennizzare
ficiente a vincere la ripugnanza che han- il barbaro padrone, tentando migliorar

no i negri a servire con affetto. La natu- condizione,corrono pericolo di restare uc-


ra produce nel loro animo l'alienazione cisi, poiché in più luoghi gli schiavi ne-
dai padroni, per l'iofame commercio di gri ponno punirsi comunque, senza leggi
loro vita contro ogni diritto divino eu- che li garantisca dalla morte, com'era nel
mano, dettami della ragione e le leggi
i Brasile. In altri luoghi é in libertà del pa-

di natura. Quando nell'Africa si vogliono drone di rilasciare il bollettino di vendi-


radimare una quantità di negri per ven- ta allo schiavo che vuol sottrarsi dal suo
derli agli europei e agli americani, si fan- intollerabile e duro dominio, ciò che pren-
no prima ordinariamente nascere tra i dendosi per ingiuria, concedendosi o ne-
loro re o capi di tribù frequenti zuffe e gandosi, molli padroni puuivano i chie-
i5o SCH SCII
denti con l'antico castigo di 200 ballilu- dell'isola. In Montevideo egli vide ì negri
ie,edallreUante poteva farnedare il nuo- trattati colla massima carità, e la loro ser«

vopadrone,acciocchèimparassea ubbidir vilù si riduceva ad uno slato di vita fa-


con prontezza. Inoltre le battiture pur si miliare che menano coi padroni. Incerti
davano se il negro non procacciava al pa- giorni dell'anno tutti i negri si riuniscono
drone, lavorando da altri, un guadagno insieme per celebrare le loro feste, e poi-
maggiore, e se si lamentava delle percosse ché sono quasi lutti o di Congo odi Ben-
ricevute,© censurava il padrone nelle sue guela nella Nigrizia (T^.), i negri di Con -

stravaganze; se gridava, veniva cacciata go celebrano la festa dis. Benedetto Mo-


la sua testa in un tubo di legno acciò più ro (^.), nel quale giorno si scelgono tra
non si udisse, mentre si puniva con altri loro un capo, cui danno il nome di re e
colpi,$otto i quali talvolta restava vittima. al quale tutti restano soggetti rispettosa-
Il trattamento delle negre era ancora più mente pel decorso dell'anno; negri poi i

infame,come nelBrasile,ove si tene vano in di Benguela celebrano la festa di s. Bal-


luogo appartatOjdando libero accesso agli dassare, uno de' ve Magi (P^.) e moro, nel
uomini, ondeprolifichinoa vantnggio del qual giorno anch'essi eleggono un re, di-
padrone che ne vende figli quando sonoi pendendo da lui soggetti per tutto l'anno
divenuti atti alia fatica : le negre sterili si sino alla nuova festa. Tra negri diMon- i

disprezzano, epuniscono con tali flitichesi* tevideosono tenuti inconsiderazione quei


no a soccombervi. 11 negro eia negra non che fanno da padrini nel battesimo e cre-
si ponnosposare senza il permesso de'Ioro sima, e da testimoni ne'matrimoni, giac-
padroni, quali sono in libertà di negarlo,
i che nelle differenze che insorgono Ira'co-
edintalcasoagli schiavi solo è concesso di niugi , ordinariamente si ricorre ad uno
vendersi ad altri, reintegrandoli padrone di loro, ed egli colia sua autorità e pru-
che lasciano. Se segue il matrimonio, lo denza compone amichevolmente dissa- i

schiavo e la schiava continuano nella sog- pori. Tale era la situazione degli schiavi
gezione de*loro padroni, e solo ponno u- di America, osservata dall'ab. Sallustj e
nirsi insieme quando essi lo permettonoj descritta con più dettaglio. Un quadro del-
laonde ne'Ioro matrimoni l'esigenza della la schiavitù nella repubblica degli Stati-
natura santificata dalla virtù del sagra- Uniti d'America, e della libertà fra i ne-
menlo, deve dipendere dal capriccio dei gri dell'Africa nella repubblica di Libe-
due padroni, il che è ingiurioso e tiran- ria, si può leggere nel 6 deW Album di
1. 1

nico, e contro IMslituzionedel gran sagra Roma^ p. 323. Neh 83o la Fr^/zaVz s'im-
mento, simbolo della stretta unione del padronì d' Algeri y indi grandemente este-
Redentore colla Chiesa. 1 figli nati dagli se la sua conquista, civilizzando quella va-
schiavi seguono la condizione della ma- sta regione e facendovi fiorire il cristia-
dre, il cui padrone ne dispone liberamen- nesimo. L'Inghilterra nel i83i forzò il

te, secondo laleggeciviledegli antichi ro- Brasile ad abolire la tratta de' negri, ed
mani. Il Brasile all'epoca dell'ab. Sallu* essa liberò tutti gli schiavi e stabilì l'a-
slj avea 4 milioni d'abitanti, de'quali due bolizione della schiavitù nelle colonie oc-
terzicompostidinegri,e mulatti cioè na- cidentali peli." agosto i834j con oppor-
ti da un europeo e da una mora, o da un tune discipline da eseguirsi per 4 anni,
moro e da un'europea, il colore de'quali onde prevenire gravi inconvenienti. La
partecipa del nero e del bianco, che se- Francia e ringhillerra,a seconda dell'ar-
condo tale scrittore tenevano in pericolo ticolo addizionale del trattalo di Pari-
l'impero per temuta solla?azione,com*era gi, con due convenzioni de'3o novembre
avvenuto nell'isola di s. Domingo, ove i I 83 I e 22 marzoi833, stabilirono alcu-
negri da schiavi diventarono i padroni ni palli per rendere più cflicaci i mezzi
SCH se II tSi
d'impedire la traila de'negri, dichiarando da altri ridotte a schiavitù, con opere in-
che avrebbero invitato le altre potenze degne. Che le premure amorevoli degli
ad accedervi; invitato il re di Sardegna antecessori perchè del tutto cessasse tra
\i accedette con convenzione degli 8 ago- icristiani l'infime commercio de'negri,
sto 1 834- Gli schiavi liberati dall'Inghil- avendo recato nun pocogiovameutoa tu-
terra nel i838 furono 700,000, il com- telare gli schiavi d.illa crudeltà degl'in-
penso pei coloni fu di 20 milioni di lire vasori de'diritli dell'uomo, nondimeno la
sterline. Intanto penetrato Gregorio XVI s. Sede non poteva consolarsi del pieno
dalle rimostranze de' zelanti missionari successo dovuto alle sue cure, perchè seb-
delle Provincie degli Stati-Uniti d'Ame- bene in qualche parte la tratta de'negri
ove continuava la schiavitù, contro
rica, era diminuita, pure ancora da molli cri-
l'inumano trafllcode'negrialto alzò la sua stiani si esercitava. » Laonde bramando

voce imperturbabile e apostolica, in prò Noidi eliminare daogni cristiana contra-


degli oltraggiati diritti dell'uomo rispet- da si grande ignominia, con apostolica au-
to a'negii; ed in nome del vangelo e del- torità ammoniamo e fervidamente scou-
l'urna nilà condannò l'infame mercatoche giuria mo tutti cristiani di qualunque con-
i

l'avidità e l'ingordigia andava facendo di dizione, che in avvenire nessuno ardisca


que'sventurati, a tale effetto pubblicando molestare ingiustamente indiani, negri e
il pontificio breve, In supremo ApostO' simili,o spogliarli de'loro beni, o ridurli
latus fastigio consUuui de' 3 dicembre ^ in servitù, o consigliare e favorire altri,

1839, che riprodussero gli Annali delie che tali ingiustizie commettano contro i
scienze religiose nel 1. 1 o, p. 3oo. In esso medesimi , od esercitare quell'inumano
dice, che rappresentando Gesù Cristo, il commercio, onde i negri quasi non fosse-
quale per eccesso d'amore fatto uomo de- ro uomini, ma semplici bruti, in quahm-
gnossi morire per la redenzione del mon- que modo ridotti a schiavitù, indifferen-
dilo, spettava alla sua pastorale sollecitu- temente contro doveri di giustizia e di
i

dine l'impegno di affatto distoglierei fe- umanità si comprano, si vendono, e tal-


deli dall'inumano commercio de'negri,ed volta a durissimi e oppressivi travaglisi
altri qualunque uomini. Che appena al- destinano; e di più per la speranza del lu-
beggiò la luce del vangelo, quegrinfedeli cro, cheun tal commercio presenta ai pri-
che gran moltitudine, specialmente
in sì mi usurpatori delle persone de'negri, si
per fortuna di guerra, cadevano in aspris- fomentano ancora tra que'popoli disunio-
sima serviiùjSperimenlaronopresso i cri- ni e quasi guerre perpetue. Noi dunque
stiani grandissimo alleviamento alla mi- con apostolica autorità riproviamo tutto-
sera lor condizione. Rammentò le prescri- ciò come affatto indegno del nome cristia-
zioni del vangelo sulla carità e amore ver- no, e colla stessa autorità severamente vie-
soi servi, specialmente cristiani, ed i pre- tiamo ed interdiciamo a qualunque ec-
cetti degli apostoli ai padroni di ben trat- clesiasticoolaico,il presumere di proleg-
tare i loro servi, essendo ne'cieli il Signo- gere e sostenere sotto qualunque pretesto
re degli uni e degli altri, presso il quale o ricercato colore,come lecito un tal com-
non avvi distinzione di persone. Ricordò mercio de'negri, od altrimenti predicare,
quanto Papi predecessori riprovarono
i od in qualsiasi modo in pubblico o in pri-
altamente la cupidigia dialcuni cristiani, vato insegnare, contro il tenore delle pre-
che accecali vilmente dal sordido lucro senti Nostre lettere apostoliche ".Quin-
non si vergognavano di rendere schiavi di per questo atto di pontifìcia sollecitu-
in separate remotissime regioni, indiani, dine, le potenze d'Europa facendo eco al

negri e altri infelici, ovvero istituendo e suo zelante contenuto vieppiù si misero
ampliando il mercato delle persone già in accordo nel procurare con ogni eucr-'
i5a SCH SCH
gico mezzo d'impedire un nefando traf- sì nìe danesid'America,il servaggio dei ne-
fico. L'Inghilterra con atto del parlamen- gri fosse intieramente abolito in capo a
to, nel declinar del i84o abolì compie- 12 anni, e che lutti figli de'negri che na-
i

tamenle la schiavitù in lutto il vastissimo scerebbero dopo il 28 luglio sarebberodi


impero Britannico, avendone già soppres- pieno diritto liberi.La repubblica di Fran-
so il commercio. Nel 1841 con trattato ciacon decreto de'2 7 aprile 1848 ordinò
l'Austria, la Russia, la Francia, l'Inghil- l'emancipazione generale de' negri nelle
terra, la Prussia, applicandola disposizio- sue colonie, pel principio che nessuna ter-

ne del congresso di Vienna^ si coHegaro- ra delia repubblica francesedee sostenere


no per impedire la tratta de' negri, che degli schiavi; decretoche solennemente
dichiararono pirateria, e stabilirono che fuproclamalo nella Guyana nell'isola di
navi inglesi incrocierebbero lungo le co- Cajenna dell'America meridionale. A Pri-
ste d'Africa per impedire il trafilco colla GioNie Prefetture APOSTOLICHE dissi che
forza. Quindi si convenne al diritto di v/- laGuyanafrancesefuslabilila persedede-
silay cioè al diritto del legno da guerra gli stabilimenti penitenziari diFrancia, so-
ch'è in crociera di visitare se a bordo di stituiti alle galere. Avendo la repubblica
un legno d' una delle nazioni stipulanti francese assegnato il termine per la schia-

esistano schiavi. La Sardegna vi accedet- vitù al i853, ordinò che intanto si edu-
te. Con trattato del 184*2 gli Stati-Uniti cassero gli schiavi che saranno libeii. In
riconobbero la immoralità del traffico e Bio Janeiro a'4 settembre i85o si pubbli-
quale pirateria, ma non acconsentirono cò il decreto dell'imperatore del Brasile
al diritto di visita. A' 19 giugno 1 845 la Pietro li per abolire il traffico degli schia-
dieta Germanica decretò la convenzione vi, pareggiatoalla pirateria,e perciò come
concernente la soppressione della tratta tale sarebbe punito, sebbene fu conside-
de'negri.Con un tratlatodel 845'laFrau- 1 rato il Brasile, come l'isola di Cuba, il

eia e l'Inghilterra riconobbero il diritto di quartiere generale della tratta e l'appro-


visita j ma per deroga a quelli del 1 83 1 e do de'bastimenti negrieri, essendogli ne-
i833, la Francia si riserbò di fare incro- cessarie le braccia de'neci pei fornire i

ciare nelle acque delie coste d'Africa una prodotti tropicali. Questa legge severa for-
Nel 1846 il dey di Tunisi, ed
flottiglia. se più che la squadra inglese che incro-
Ibrahim pascià d'Egitto, dopo loro viag- i cia sulle coste occidentali d'Africa (a ca-
gi in Europa, si disse che abolirono la rico delle cui popolazioni l'Inghilterra e-
schiavitù e dierono la libertà agli schia- sercila la sua influenza politica), produs-
vi. Nella Cina il numero degli schiavi è se un reale e definitivo vantaggio all'u-
ristretto, e sono trattali con benignità, pu- manità contro il barbaro uso, dappoiché
re l'imperatore nel 1846 ne migliorò la la sua vigorosa osservanza rendendo ai ne-
condizione, col prescrivere ai padroni di grieri impossibilelo smercio pubblico de-
non infliggerecaslighi, di vestirli, alimen- gli schiavi, non pochi si determinarono ad

tarli, averne cura, e farli lavorare in ista- impiegare altrimenti capitali che fino al- i

bilile ore del giorno; inoltre decretò, che lora a veano a ciò destinali. Anche la Fran-
se il padrone ricusa che lo schiavo o la cia prosiegue a tener sempre numerosi na-
schiava prendino moglie o marito^sul mo- vigli in crociera, per invigilare che i ba-
mento acquistino la libertà. Si disse an- stimenti negrieri non passino ima ri, e mol-
cora, cheil regnante gran sultano de'tur- te condanne fanno prova che il loro zelo
chi nei 1847 ordinò l'abolizione del mer- non è senza qualche frutto. Tuttavia e iu
cato delie schiave in tutto l'impero ot- onta agli sforzi degl'inglesi e francesi per
tomano. In quesloanno il redi Danimar- reprimere la tratta de'negri sulle coste di
ca Cristiano Vili orduiò, che nelle colo- Africa, ancora è considerevole la merce
SCH SCH i53
umana che sì porla annualmente sui mer- la Carila {F.),rìon dovea rimaner addie-
cati dell'America. Esiste in Parigi una so- tro a quest'opera pietosa: n'è una prova
cietà iiileriiazionale, sotto il nonìetl'/i/i- la recente Opera delRiscallOy che acqui-
luto d' Africa 3 fondata per l'abolizione sterà neir Egitto le schiave more, ed in
della tratta de' negri e delia schiavitù, e apposite case l'affiderà a zelanti religiose.
collo scopo di concorrere alla civilizzazio- Il vero e miglior mezzo di preparazione
ne e colonizzazione dell'Africa, mediante al totale riscatto degli schiavi èia bene-
l'agricoltura, il commercio, l'industria, le fica azione del Sacerdozio [F.)caì\o{\co'.
arti, le lettere e le scienze, non che per la lacommissione che riferìneli84o nelle
propagazione della fede. Nel 1 852 in Ni- camere diFranciasuU'emancipazione de-
mesda un sacerdote francese venneislitui- gli schiavi nelle colonie , dichiarò che il

Opera delRiscatto,\a qua le ha per


la la pia clero cattolico è per tutti il più grande
iscopo di trarre dalla schiavitù e dallab- istromento di civiltà, di pacificazione, di
bruti mento ledon ne e igio vinetti neri,e di ravvicinamento e di salute. Questa sen-
farli cristiani. La Chiesa ovunque si è sta- tenza contiene una grande poiché verità,
bilita, ha tratta la donna dall'odiosa schia- si vede con religioso giubilo che l'azione
vitù, a cui l'antichità l'avea dannala. Es- del clero cattolico e de'principii della re-
sa prosegue la sua opera d'incivilimento ligione di Cristo, mitigano dovunque ma- i

strappando alla vergogna quelle infelici li della schiavitù e a poco a poco la schian-
che nell'oriente gemono sotto il peso del- tano, distruggono i pregiudizi delle raz-
l'obbrobrio, della degradazione e della in- ze e del colore, sicché il bianco s'inginoc-
credulità.! bazar degli schiavi a Costan- chia nella confessione innanzial negro per-
tinopoli, in Alessandria e al Cairo, sono chè sacerdote, atto che nessuna forza, tran-
pel viaggiatore lo spettacolo più desolan- ne la religione cattolica, avrebbe potuto
te.! vispeciolmente si scorgel'immenso in- ottenere. La religione cattolica e il suoo-
tervallo che esiste fra la società cristiana perososacerdozio propagheranno col tem-
e la società maoraeltana. Chi non inorri- po nell'Africa la civiltà e la fede cristia-
disce al veder tante giovani donne esposte na. Ma le potenze cattoliche debbono se-
pubblicamente ad esser comprate comesi condarnegli sforzi: esse dovrebbero agire

farebbe d'una pecora, d'un cavallo,d'una concordemente sui governi di Persia, di


pianta? Una volta non era permesso ai Egitto e di Turchia (F.), affinchè sieno
cristiani di visitare il bazar delle schiave; successivamente aboliti mercati umani; i

ora da circa 4o anni essi ponno liberamen- dovrebbero far pratiche co'principi afri-
te percorrere questo mercato, ma è loro cani, e persuaderli perchè i popoli vinti
interdetto il comprare schiave. Questa fossero utilizzati nel lavoro delle terre, e
proibizione non impedì gli slanci della ca- alle arti utili alla patria, anziché venduti
rità cristiana, e non ne iscoraggiò la pie- come pecorelle da macello, e così diven-
tà, servendosi i generosi cristiani per l'ac- tare i pacifici educatori di tanti popoli
quisto dell'opera di mussulmani più uma- barbari, senza spender tanto nelle crocie-
ni.Con questa ingegnosa compassione si re navali con non corrispondente succes-
trovano parecchie di queste negre dive- so. Da tanti secoli i popoli dell'internodel-
nute cristiane, presso le suore di s. Laz- l'Africa si combattono a vicenda per far-
zaro, a Costantinopoli e aSmirne la ca- : si schiavi e per vendersi, fino al punto da
sa del Buon Pastore in Avignone ne rac- far credere a taluno, che la tratta sia u-
colsealcune. La Francia, ove nacque l'or- na specie di tristo Ijenefizio per l'Africa,
dine della redenzione, la patria di s. Vin- temperandola guerra e distruzione, e pre-
cenzo de Paoli fondatore de'signori della venendo pasti da cannibali. Se il bey di
Missione (F.) e del le Suore o Sorelle del- Tunisi, se l'iman di Mascata abolirouola
i54 SCH SCI!
liuUo, ese ili.** emancipò propri
1 scliia- in tanlo descrive con semplicità e cando-
vi, perchè non potranno imitare questi re, dando ragguaglio sulle riscattale ecol-
nobili esempi a tempo debito e colie ne- locale morette, come dissi LVIII,
nel voi.
cessanecautelelaPersia,rEgitloelaTur- p. 1
9, parlando delle due poste ne'mona-
chia? Trai principi cristiani che sembra- steri diWpalransone^oxe notai che fino
no aver colto il pensiero d'una religiosa al 20 marzoi852 ne avea redentei 53, ol-
influenza nell'Africa, è il giovane impera- tre 3 maschi. Nel n.** i63 del Giornale,
tore d'Austria Francesco Giuseppe, visi- di Roma de'20 luglio 1 852, si riporta la
bilinente protetto dalla divina provviden- descrizione della solenne e commovente
za. La missione del zelante p. IgnazioKno- ceremonia compila nel conservatorio del-
blecber nell'Africa centrale, prò- vicario ie filippine di
Firenze, sopra la morella
apostolicointerinodiquel Vicariato apo- Bakila riscattata per più di 3oo franchi
slolico (V.)^ ci è pegno delle sovrane in- nel Cairo dall'eroica carità del sacerdote
tenzioni. Quella missione può essere prin- Oli vieiijOnnai denominato l'y^^oy/o/or/e-
cipio d'una rigenerazione sommamente gli Etiopi^ Iraendola dalle tenebre della
proficua per la religione, per la civiltà e njaocneltana superstizione, e dalla tiran-
per la politica. Un altro principio della ri- nia crudeledi barbara schiavitù, e da lui
generazione africana, è la aiissioneche si afiìdata a dette buone religiose, avendo-
fu parimenti nell'Africa dal sacerdote ge- le amministrati isagramenti l'arcivesco-
novese d. Nicolò Gio. Battista Olivieri, vo. Il n." 249 del Giornale dì Roma dei
L'opera di questo uomo, pieno d'una sin- So ottobre 1 852 fa la descrizione del bat-
golare e ingegnosa carità, potrà essere tesimo conferito dal cardinal vicario nel-
principio di una nuova propagazione del la chieda dis. Caterina da Siena di Roma

cristianesimo e della civiltà nelle terre a- delle domenicane, alla moretta Sama re-
fi ioane. Finora la schiavitù fu pensiero e denta a prexzo di denaro ne'mercati d'A-
stromento dell'avidità di guadagno, ora frica, dall'infaticabile eroismo evangelico

mercè la carità del prete Olivieri, è di- del sacerdote Olivieri, e da lui consegna-
venuta pensiero e strumento d'amore. E' ta alla carità di delle religiose. Questo ec-
cosa mirabile il vedere questo povero sa- clesiastico si è adoperato a tutl'uomo per
cerdote battere alle pone de'ricchi fran- collocare le riscattate morette ne'mona-
cesi, liguri, lombardi, romani e altri ita- sleri e case religiose, e molte si trovano
liani, e chiedere un'elemosina pel riscatto già sparse nella Francia, nel Piemonte,
di povere fanciulle more; poi tragittare nella Lombardia, nello stato pontifìcio e
da Genova ad Alessandria;d'Egitto,e com- in altri luoghi italiani. Lode perenne ai
perare ora 20 oSofancìulledai 7 ai IO an- suo industrioso zelo, e del pari a quelle
ni, e condurle in Europa e distribuirle nei comunità regolari, che benefiche e pie a-
monasteri e nelle case pie, per farle edu- prono a queste fanciulle africane un asilo
care nella religione di Cristo, e a tutte le avveiituroso, e servono per tal modo alle
opere buone. Forse queste fanciulle, al- mire della provvidenza divina. Per non
levale che saranno, potranno riuscire in dire di altri luoghi, in Ascoli il vescovo
qualche stabilimento religioso dell'Africa mg.* Gregorio Zelli Jacobuzi, anch'egli
loro patria sommamente utili nella pro- ammiratoredell'angelo del riscallo,e im-
pagazione della fede di Cristo e dell'in- pavido conquistatore e protettore degli
civilimento, colla lingua natia e eoa l'e- schiavi ab. Olivieri, dopo averlo con pa-
dificante loroesempio.Nonèa dire come role apostoliche confortalo a proseguire
il benemerito sacerdote Olivieri, sebbene la santa impresa, die facoltà a'monasteri
cagionevole di salute, affronti i patimenti di sua diocesi di ricevere caritatevolmen-
di lunghi e penosi viaggi, che poi di lauto te le redente schiave; laonde nel 1 852 iu
SCH SCH i55
Ascoli stesso le monache benedettine di le monache con conferire ì delti
Clarisse,
Onofrio accolsero Idaia africana delRor-
s. 3 sagramenti all'altra fanciulla negra di
dosnn^e le religiose agostiniane di Nostra circa 8 anni, da qualche tempo educata e
Donna del buon Consiglio riceverono Sei- custodita da tali religiose. Questi 3 neo-
da, altra africana di Bornù capitale del- fiti furono ricondotti all'ovile di Gesù Cri»
l'impero del suo nome. Ambedue que* sto dal venerando sacerdote Olivieri, il

slemore,dopoche furono istruite nel cri- quale redimendoli dalla servitù a cui e-
stianesimo, nella cattedra le ascolana a' 17 rano destinali, e adoprandosi perchè di-
aprilei853 riceverono dal zelo de! vesco- vengano liberi e credenti, sempre più dà
vo di Ripatransone mg/Bisleti, a tal uo- a divedere quanto la carità cristiana, più
po invitato da! pastore d'Ascoli, i sagra- che la umana filantropia, giovi alla cau-
menti del battesimo, della confermazio- sa della civiltà, della religione, dell'uma-
ne e dell' Eucaristia, solennità che cele- nità. A 227 del Giornale diRoma 8 53
p. \

brò con due opuscoli ivi stampati, e con si riporta una statistica sul numero degli
notizie storiche delle due etiopi, il eh. ab. schiavi appartenenti alle fiey»?/Z>Z>//r/ie de-

AlessandroAltijollreunCantoe una Can- gli Stati-Uniti. L'abolizione totale della


zone. Leggo pure nel Giornale di Roma schiavitù è il volo comune della cristia-
lì.** I 36 dell 853, che nella cattedrale di na carità e della filantropia. La filosofia
Moiidovì mg.** vescovOjColl'assistenzadei e l'incivilimento ne'secoli pagani tult'al-
canonici, con solenne ceremonia conferì tro feceroche promuoverla; questo è van-
il battesimo e la cresima a tre morette to sublime della chiesa cattolica. Altre e
comprate al gran Cairo dal sacerdote O- più ampie notizie su questo vasto, grave
livieri. Ui»a chiamata Amna.fuaccolla un e interessante argomento, si ponno ap-
anno monastero delle benedettine,
fu nel prendere dalle seguenti opere, oltre Ray-
le altre due Faloassa e Falicherira eh- nal xxcWdi Storia degli stabilimenti europei
bero ricovero pochi mesi sono dalle mo- nelCIndiey ed il marchese di Condorcef,
nache domenicane. Il vescovo, con com- Rcflexions sur VesclavagedesNegrespar
movente discorso e calde parole, fece lo- M. Schwai^,c\iQ fra gli altri sul cadere
ro rilevare l'immensilà del benefizio che dello scorso secolo si distinsero. Clarkson,
aveano ricevuto, in ordine al corpo e al- Saggio sopra la schìavitìi ed il conimer-
l'anima. Inoltre trovo nel n.^i 45 del G/or- ciò della specie umana , ed in particola-
naie di Roma del 853, che in Jesi furo-
1 Londra i 786. Ramsay,
re degli africani j
no celebrale due funzioni divote a'22 e Ricerche sopra la soppressione della trat-
So maggio. Lai." ebbe luogo nella cat- ta de negri y e la liberazione di quei che
tedrale, ove dal vescovo cardinal Corsi si trovano alla culturadello zuccaro nel-
furono amministrati sagramenti del bat-i le colonie Britanni che, \40x\à\'di 1 78 5. Que-
tesimo, cresima e Eucaristia ad una fan- avea pubblicato Saggio
sto scrittore già :

ciulla negra di 12 anni, ricoverata da più sul trattamento e sulla conversione degli
mesi dalle suore di s. Giuseppe e da esse schiavi nell'Africa nelle colonie Britanni-
istruita ne'principii della s. religione cri- che. Analisi sulla giustizia del commer'
stiana. In pari tempo furono supplite le ciò della compra degli schiavi sulla co-
ceremonie del battesimo e amministrata sta d' Africa y di Giuseppe Gioacchino de
dal cardinale la confermazione a un fan- Cunha de Azevedo Coutinho portoghese,
ciullo negro della stessa età e dimorante vescovo di Fernambuco nel Brasile^ Lon-
nel seminario vescovile. Alla i.^fu impo- dra! 800. Egli però è uno di quelli che
sto il nome di M.^ Giuseppa, al 2.'*diGiu- difesero il commercio della tratta de'ne-
seppeM."La 2.^ funzione il cardinale l'e- gri, a norma de'principii del naturale di»
seguì nella chiesa della ss. Annunziata del- ritto e della morale filosofia. Qualora i
i56 SCH SCH
negli sieno realmente schiavi o perchè Annali delle scienze religiose l. r , p. 1 6
\inli e presi in legittima guerra, o per- e 352, si legge la dotta analisi che ne fece
chè rei di capitali delitti, alcuni opina- mg.*^ Antonino de Luca ora vescovo d'A-
no non doversi tal commercio riprendere versa. Nel 1. 3,p.224di detti Annali jC nel
1

quale ingiusto e inumano. Di fatti Cle- n.^G del Diario di Roma del
I 1 84 1 si parla
mente XI inunaistruzionedirelta ai cap- della Dissertazione letta nell'accademia
puccini missionari nel Congo, lecito ri- di religione cattolica da mg.' Giovanni
conobbe il contratto degli schiavi, quan- Corboli Bussi, nella quale da un'accusa
do le due indicate condizioni vi concor- data dal Sismondi al Papa Adriano I in-
ressero. Mi piace notare, che nel concilio torno al traffico degli schiavi, prese argo-
provinciale di Goadel 557, residenza del
1 mento di dimostrare, quanto si sia ado-
viceré di Portogallo, dopo mature e dili- perata la Chiesa nel mitigare e neW abo-
genti investigazioni si dichiaròchelaschia- lire laschiavitù.^ox\cQx\Wi\\.oA\ aver pie-
"vitLi de'negri all'Indie trasportati era per namente rivendicato l'onore di Adriano
la più parte ingiusta, e che fra 20 a ragio- I,col riportare la sua risposta a Carlo Ma-
ne si dubitava se 4 appena fossero legal- gno e col farvi sopra delle riflessioni, en-
mente schiavi. Dalle relazioni de'viaggia- trò in materia, e dalle vite de'Papi, dagli
lori delle coste dell'Africa si ricava, che ulti de'concilii, dalle opere de'ss. Padri,
alla notizia dell'arrivo degli europei colle e dalle leggi de'popoli cristiani, trasse le
merci desiderale, i capi di quelle popola- prove e i documenti per dimostrare la
zioni, senza dichiarazione o alcun ragio- continua carità della Chiesa a prò degli
nevole motivo di guerra, corrono armati schiavi. Quindi mostrò che la Chiesa fin
ad assalire il paese, e strascinare ruban- dai tempi apostolici usava di comprare
do deboli e incauti. Edoardo Biot, Sul- col denaro comune de'cristiani la libertà
l'abolizione della schiavitù antica in occi- di que'servi che a loro si accostavano; e
dente^ versione di C. Grolli, Milano 1 84 1 • che la sorte de'prigionieri tanto a lei sta-
L'opera è divisa in 5 parli : Della schia- va a cuore,che prescriveva persino la ven-
vitù in Europa innanzi /' era cristiana. dita de' vasi sagri per riscattarli. Discorse
Della schiavitù durante i primi tre seco- de famulijde pueri, degli oblali e d^ com-
li dell'era cristiana fino all'impero di Co - mendati, e fece vedere quanto andò cau-
slanlino. Della schiavi tìi sotto /' impero ta e prudente la Chiesa nel migliorarne
cristiano. Schiavitù neW Europa occiden- a gradi a gradi la condizione. R.ec6 in cam-
tale j dal principio dell'invasione de' bar- po le severissime leggi, che i Papi e i ve-

bari , fino ai regni di Carlo Magno e di scovi fecero adottare per tutta Europa, a
Lodovico il Pio. Investigazione dell'epo- fine d'iuìpedire la vendita de'servi; né di-
ca in cui la schiavitù personale^ scom- menticò l'agevolezza delle manomessio-
parsa daW Europa occidentale. P. Gio. ni, che santificate dal cristianesimo, con-
Giuseppe Ghisotti, Notizie sulla schiavi- corsero grandemente all'abolizione della
tù nell' Algeria e suW Algeri moderno^Vvo- scliiavitù. Ma l'istituzione degli ordini re-
mai842. Lorenzo Pignori, De servis ro- ligiosi dedicati a riscattare gli schiavi, e
manorum cotnmentarius^ Patavii 1694. la proibizione costante del traffico de'ne-
P. Agostino Theiner, La chiesa scisma- gri furono due più nobili provvedimen-
i

tica russa : § vi Schiavitù, p. 1 1 8 e p. 1 29 ti, con cui Papi misero l'ultima mano al-
i

e seg. Frammento storico sull'abolizione la grand'opera dell'abolizione della schia-


della schiavitù operata dal cristianesi- vitù. Della meravigliosa opera pia della
mo ne' primi 1 5 secoli : l^rattato storico Santa Infanzia pel riscatto e battesimo
del prof. Móhler inserito nel giornale teo- degl'infedeli della Cina, ne parlo a ScuO'
logico di Tubingenfasc. i del iS3^. Negli LE DI IlOMA.
SCH SCH 1^7
SCHIAVONIA o SLAVONIA, Illy- 8ce in quantità grande, e forma argomen-
ricunijSclavonìa. Regno d'Europa, uno to d'un assai buon traffico. Produce ezian-
degli slati della monavchìaJ ustrìaca,coiì' dio questo paese molte pianle per la tin-

sideratocome facente parte integrale del tura, ed una infinità di piante medicinali.
regno d'Unghena{P\). E' esso limitato al Sono pure sorgenti di ricchezze boschi i

nord dall'Ungheria propria, da cui tro- di quercia, i numerosi bestiami, cavalli,


Tasi disgiunto mediante la Drava e il Da- bovi, porci; e vi hanno pure molle bestie
nubio; all'est dalla detta contrada e dal come ancora uccelli selvatici.
selvaggie,
banato diTemeswar,coi quali ha per con- Le montagne sono calcaree, vi si trova-
fini la Theiss e il Danubio; all'ovest dalla no serpentini, porfidi e altri marmi, gran
Croazia, da cui lo separano in parte l'il- quantità di miniere di rame, e anche di
lova superiore, la Lonya inferiore e la Sa- ferro. L'industria non è gran cosa, bensì
Ta; sud la Sava stessa lo disgiunge dalla
al importantissimo riesce il commercio di
Turchia europea. La superfìcie è di 852 transito, pei tre corsi d'acqua che direlta-
leghe quadrate. K
questa contrada dun- menle comunicano o indirettamente con
que circondata quasi da tutti i lati da fiu- una grandissima estensione di paese.Si di-
mi, che ne fanno in certo modo un'isola, vide la Schiavonia in due parti principali :

e Tiene nella sua lunghezza traversata da la Schiavonia civile al nord, che ha per

una ramificazione delle Alpi Carnie, che capitale Eszek, e la Schiavonia militare
termina sulla sponda destra del Danubio, al sud,il di cui capoluogo è Petervaradino.
al confluentedella Sava. Le montagne so- La Schiavonia civile si divide ne'comitati
no generalmente poco alte, e coperte di diWerovitz,Posega,Sirmio:laSchiavonia
belle selve; alcune presentano delle nude militare ne' distretti di reggimento Gra-
balze quasi tutte tagliate a picco; il resto disca, Brod, Petervaradino, e nel distret-
della Slavonia,detta volgarmente con vo- lodi battaglione Tchaikistes. Gli abitanti
ce corrotta Schiavonia,componesi di bel- si fanno ascendere a circa 5oo,ooo slavi

lecollineguernitedi vigneti, d'alberi frut- o schiavoni stabiliti nel paese verso il se-

tiferi, ed'immense pianure che produco- colo VII; illirici venuti d'Albania e dalla
no in abbondanza ogni sorta di derrate. Servia , coloni tedeschi mandati da M.'
La temperatura della Schiavonia, in ge- Teresa e Giuseppe II, ungheri, egiziani,
nerale riesce mite, e in certe parli si av- boemi o maggior parte gli
zingari. JNella
vicina a quella dell'Italia; nelle monta- slavi professano la religione greca non u-
gne più viva è l'aria, ma è in pari tempo nita alla romana chiesa cattolica, ed han-
più pura e meglio salubre; in vicinanza no un metropolita a Carlowitz; gli altri

ai fiumi resta malsana quasi tutto l'anno, sono cattolici e sotto la giurisdizione spi-
a motivo delle paludi che formano i fre- rituale di /4gria o Erlau (/"'.), e di Bo-
quenti straripamenti. Questo paese natu- snia [P".) : havvi pure un piccolo nume-
ralmente bene innaffiato, raccoglie in ab- rodi ebrei. Di vidonsi gli abitanti in nobili,
bondanza del grano, e d'ogni sorta di ce- cittadini, contadini e soldati delle frontie-
reali e legumi; molto vino, particolarmen- re. La Schiavonia è stata in tutti i tempi
te nel Sirmio; ed il lino, la canapa, il la- un paese mal coltivato, ed i cui progressi
bacco, la robbia vi sono con buon succes- nella civiltà tornarono lentissimi, per le
so colti vati^Veggonsi foreste intere di pru- lunghe guerre devastatrici di cui la con-
ni, il di cui fruito distillato dà un liquo- trada è stata il teatro.Da che si trova sotto
re forte, chiamato Kaky, pregiatissimo la dominazione austriaca, se n'è miglio-
dagli abitanti: da per tulio sono abbon- rata la condizione. L'alto clero possiede
danti i gelsi, sorgente di copiosa raccolta grosse rendile, ma il clero inferiore è po-
di seta; la regolizia di buona qualità^ ere- vero e poco istruito. Sotto i romani for-
1^8 SCH SCH
mava questo regno una parie deHIlliria, di Polonia, di Boemia. A Schwerin, par-
e trae il suo nome attuale da una tribù lando dell'illustre e antichissima casa di

di Sinvìo Sciavi che vi si stabilirono. Pa- Mecklenburg Schwerin e Mecklenburg-


recchi autori alfermanoche gli slavi sieno Streelitz, la dissi la più antica delle case
antichi popoli della Sarmazia, la quale regnanti di Europa, e la superstite delle

dividevasi in europea ed asiatica. La Sar- stirpi principesche di razza slava. Rolio,


mazia europea abbracciava la parte della Kulcinio, Hofman e mg.' Giuseppe Asse-
Moscovia che si trova di qua del Don, la manni, in Orig.Eccles.Slavorunì,povta-
piccola Tarlarla, la Polonia, elaLiliia- no opinione che il nome di Slavi o Schia-
nia sino alla Vistola, il Baltico e la Li- vo ni dei '\\\ da Slava cì^e s\^n\(ica gloria
vonia. La*Sarmazia asiatica comprendeva nella lingua di questi popoli. Secondo i

la Circassia, laMoscovia che giace al nord citati e altri scrittori, gli slavi, scili d'o-
del Don, parte del regno d'Astracan, Bul- rigine, o tatari o tartari, erano usciti dai
garia o Razan di qua del Volga. Poco si dintorni dellePaludi Meotidi, dalle Boc-
conosce la storia del numeroso popolo dei che del Borislene oDnieper,e piombali
sarmati, e pare che somiglino molto agli sul nord della Germania, donde scaccia-
scili: le nazioni poste dai geografi nella rono vandali, i venedi e altri popoli. Si
i

Sarmazia, sono i venedi, i prussiani, gli stabilirono nella Pomerania e nelle con-
estici, i peucini, i bastami, gl'iazigi, i ros- trade vicine. Un altro sciame di slavi s'in-
solani o russi, gli amassolbii. Pertantogli signorì deirilliria, e sottomise i goli e gli
slavi o sarmali si sparsero per la Germa- unni, verso ilregno dell'imperatore Giu-
nia nel cader del secolo V e nel principio stiniano 1 del 527, come raccontano Pro-
del VI, possederono V llliria e più altri copio, Costantino Porfìrogenita e altri,
paesi; quantunque primitivamente valo- comeBudrio i\e\V Istoria di Ragusa, e Gio.
rosissimi, furono in seguito cosi agevol- Lucio, De regno Dalmatiae et Croatiae,
mente mostrarono tale codardia,
vinti, e Gli slavi acquistarono in processo delle
che il nome loro deriva da quello di schia" nuove provincienellaPolonia e nella Boe-
t'O, al diiedi alcuni.Trovansi il linguag- mia, e n'è prova l'aflìnità delle lingue che
gio e le abitudini di questi popoli in tutte parlansi in que' paesi. Si legge nel Chro-
le Provincie óeWIlliria, Ùn^hevia, Po- nicon Slavoruni. » I danesi e gli svedesi
lonia, Russia j Boemia i Moravia, Dal- abitano la costa settentrionale del mar
mazia, Croazia, Servìa^ Carinlia già Li- Baltico, ma la costa meridionaledello sles-
hurniaj Bulgaria, Macedonia, Epiro^ so mare è abitata dagli slavi. Sono com-
Dacia, Istria, AJesia, per cui sono a ve- presi sotto questa denominazione russi i

dersi i delti e alili articoli, e principjd- che si trovano all'oriente, i polacchi che
menteHussiA e Ruteni, massime per le li- hanno i prussiani al settentrione e al mez-
turgie slavoniche, celebrate in lingua il- zodì, boemi, moravi ed carinli. " As-
i i i

lirica o slavonica; non che quelli di di ver* sen)anni ha dimostrato nelle sue Origints
medesime, come
se città principali delle Slavorwn, che gli slavi originariamente
OcniDA, Praga, Lorck, Sirmio, Salona, abitavano una parie della Scizia e della
SARDicA,SrALATRo,ZARA, Ragusi ed altre. Sarmazia.donde uscirono per dilatarsi nel-
In tulli i memorali e altri non ricordati laGermania, nella Polonia, nella Boemia,
orticoli trattai di moltissime notizie civili nellaPannonia (o bassa Austria e bassa
ed ecclesiastiche, e riguardanti gli schia- Ungheria), nella Dalmazia e nell' llliria.
voni o slavi e la Sdiiavonia, ed eziandio Che il regno di Boemia fu fondato verso
i vescovati ilavonici, a vendo notato a Rus- ilGjodaZecoe Checo, quali erano slavi i

sia che dagli slavi principalmeule 3 po- e fratelli secondo alcuni autori. I palzi-

tenti regni ebbero erigi ne, quel lidi /?M55/V7, naciti, che erano parimeuli originari della
SCH afe se II 159
5cÌ2Ìa, si scagliarono sulle frontiere del- tajp p. ^4^: 0< sacris lihris ritu quidtni
l'impelo romano, impadronirono del-
s' romano j sed idiomale sclavonicojetcha-
l'anlica Dacia, e diedero molle brighe ai racteribus s. Hieronymi conxcriptis , qui
greci; ma finalmente furono vinti e som- opportuna indigeni recognilioneflracta-
messi da Giovanni Comneno greci die- : i turf-co\ quale breve Innocenzo X appro-
dero loro il nome di ulalies, che oggidì vò il Breviario e ne ordinò la recita agli
chiamansi vallachi. Nel 853 fu pubblica- 1 schiavoni. Laonde dirò qualche cosa in-
ta in Vienna la magnifica opera, Staro- tornoall'uso della lingua schiavona o sla-
ila Ha Slaviansha di Rollar professore di vonica nell'officio ecclesiastico, rammen-
archeologia slava nell'uni versila di quel- tando quanto sulla lingua già dissi nel voi.
la metropoli. Ivi sono iscrizioni anche e- XXXVlII , p. 156 e 261. Si celebra la
Irusche ed umbre, e con grande erudi- liturgia in lingua schiavona nelle chiese
zione si vuole dimostrare, che fra gli a- della Dalmazia e dell'llliria, le quali s'at-
bitanti originali d'Italia vi sono ancora tengono al rito latino, ed in quelle de'rus-
molti slavi. Nel voi. XL, p. 7, raccon- si, de'moscovili e de'bulgari che seguono
tai, come Carlo ]Magno fece annunzia- il rito greco. L'uso degli schiavoni di dire

re la fede agli schiavoni, e quali vesco- l'officio nella loro lingua, è stato appro-
vati fondò di poi Ottone I. Agli slavi fu valo dal sinodo di Zamosch nel 1720,6
dalla s. Sede permesso di fare l'officio di- confermato da Benedetto XI li, e da Be-
vino nella loro lingua, lo che vedesi tut- nedetto XIV colle costituzioni 5^ Etsi ,

tavia praticato nelle chiese di questi nu- Pastoralisj Sf Demandata Coeliiusj ed


merosi popoli, come pure ad Aquileia,ed Ex Pastorali munereóeì 'jS^, riportala l

in più altri luoghi dell'Italia. Si può leg- ancora nel Bull, deprop.fìde l. 3, p. 336 :

gere la lettera di Papa Giovanni Vili al Ecclesiasticis omnibus ritus Slavo- La-
conte Suatopulk preso Ansizio, Gernian. tini praecipitur, ut in missis, et divinis
sacr. t. I, p. i63; Assemanni, Orig.Eccl. slavum li Iterale idioma cu ni cha-
officiis
Slav. t. 3, p. 173. Pare dalle lelteie di racleribus Hieronymianis retincant, et
Giovanni Vili e dalle vile di s. Melodio, Missalibus, Breviariis eie. utantur typis
che l'affare della traslazione della litur- congregationis Propagandae Fidei edi-
gia in lingua slava, da lui flìlta col fratello tisi officio già approvato dai memorali

s. Cirillo per quanto tornerò a indicare, Giovanni Vili, Urbano Ville Innocen-
non fosse esaminato dai Papi s. Nicolò I zo X. Aggiungerò che Pio VI emanò il
e Adriano II, come il cardinal Bona e di- breve Suprema potestas, degli niaggio i 1

versi altri autori opinarono. Il messa le sla- 1791, Bull. Boni. coni. t.
g, p. 5, Bull.
vo fu riveduto nel 1 63 i per ordine di Ur- de prcp.flde, Appendix t. 2, p. 294 '^on
bano Vili, ed il breve Ecclesia CalhO' questa costituzione Papa ad istanza della
il

//r/7,de'2g aprile: Missalia slavonico coii' nazione illirica approvò e confermò il Bre-
scripta idiomale Romani accersit, ac e- viario Romano Slavonico, coi caratteri e
tìiendaiajubet typis mancìariys'ì legge nel idioma delti dell'illirico s. Girolamo, cor-
Bull, eie prop. fide, Appendix 1. 1 82,
,p. 1 retto e aumentato degli uffizi de'santipro
ed in fronte allo slesso /I/f.?5^/e stampato aliquibus locis ex indulto apostolico se-
in Roma nel r 745aspesee cura della con- paratim inipressis. Nelle chiese di Mora-
gregazione di propagatidayz^^'jla quale fe- via, di Dalmazia e d'Illiria, ove si dice la

ce stampare eziandio il Breviario Schia- nìcssa in Ialino, non si è appena letto 1' e-
vane a lionia r.eli688 per ordine d'In- vangelo in questa lingua, che lo si rilegge
nocenzo XI. In fronte di questo Irò vasi al popolo idioma schiavone. Su di che
in

il breve Ronianum Ponti/ìcenì,(\ei'?. feb- si può vedere Io stesso Assemanni, Coni'


braio 1 648, che pur si legge nel Bull, ci- meni, in Calend. univ. t. 4» p^^'- 2, e. 4>
i6o SCH SCH
p.i6. Un sinodo convocalo a Spalatro^d che appellasi Azhuquidariiini ovvero A'
un legato del Papa ordinarono verso il hecedariiun. Vi è pure una Grammati-
1070 che non si facesse uso della lingua ca della stessa lingua, coniposla da Smo-
slava nell'u/ìlcio divino; questo decreto triski, monaco russo di s. Basilio, la quale
fu confermato da Alessandro II; ma è/^'uo- fu stampata a Vilna nel 16 19, ed a Mo-
pò convenire che non riguardasse *
le sca nel 1721. Chi vuol sapere qual dille-
chiese situale verso la Polonia e la INIo- renza vi abbia tra l'antico schiavone, e
lavia, o veramente dire che non sia stato tutti moderni dialetti che ne derivarono,
i

giammai eseguito. Vi erano nella già ar- può leggere il p. Le Long Bibl. sacra ,

cidiocesi di Spalatro io capitoli e molte t. I, art. 6, saec. i, 2, 3, 4 e 5; e Reland

parrocchie che celebravano la liturgia in alla fine della 3.^ parte delle sue Disserta-
lingua schiavona, giusta Orbino citalo dal tiones miscellaneae. La lingua schiavona
dotto Caraman arcivescovo di Zara nella si usa nella Boemia, nella Moravia, nella
dissertazione, De lingua slavica liberali in Polonia, nella Moscovia, nella Russia, nel-
divinis ctlehrandis^i\.° 32. La slessa cosa laBosnia, nella Servia,nella Croazia, nella
è attestala da Roberto Sala nelle sue Oi- Dalmazia, nella Bulgaria, ec. Ma i dia-
servazioni sui libri liturgici del cardinal letti di tulli questi paesi differiscono fra
Bona, 1. , e. 9 questo ultimo autore ag-
: loro per siffatta forma che un polacco,per
giunge, che nella diocesi di Spalatro non esempio, non intende punto un dalmato.
vi sono che 8 parrocchie in cui facciasi Questa osservazione è del celebre cardi-
uso della lingua latina. Papa s. Gregorio nal Oslo, vescovo di W^armia in Polonia,

VII coW Epistola II, del lib.7, ad Tirati' Dial. de sacro vernaculo legendo : inoltre
slawìi Bohemiae duceni, proibì di dire è di parere, non esservi lingua si dilatata
la messa in lingua schiavona; ma questo come la schiavona, pei tanti popoli che
divieto non riguardò che i boemi, ed è l'usano, il perchè e delle sue liturgie al-

facilissimo l'indagarne il perchè. La per- quanto qui mi diffondo. Però devesi ec-
missione accordata da Giovanni Vili a cettuare la lingua araba, in uso presso i

8.Metodio di servirsi nella chiesa della lin- cristiani d'Arabia, di Siria, d'Egitto, non
gua schiavona, non erasi giammai estesa che presso i maomettani che abitano l'A-
nella Polonia e nella Boemia; non si deve sia, l'Africa e una gran parte d'Europa.
dunque meravigliarsi che siasi fatta con- Erbinio, De religiosis Kiovensibus Cry-
traddizione a coloro che volevano intro- ptisy di cui trattai a Rutenf, pretende che
durla nellechiese di questi due regni. Sem- loschiavone sia una lingua madre, che ha
bra che il cardinal Bona errasse nel con- dato l'origine agl'idiomi che si parlano
fondere, Litiirg. 1. 1, e. g, la lingua schia- nella Russia, nella Moscovia, nella Polo-
vona coirillirica,la quale é un dialetto par- nia, nella Vandalia, nella Boemia, nella
ticolare introdotto fra gli schiavoni d'Ih Croazia, nella Dalmazia, nella Vallachia
liria. La lingua schiavona di cui si fa uso e nella Bulgaria. E' opinione che questo
nella liturgia è Tantica, donde derivarono idioma tenga il mezzo tra l'ebraico e le
ì dialetti moderni, e che appellasi lo schia- altre lingue, s\ d'oriente, che d'occiden-
vone delle scuole ode'dolti Idioniaquod : te, e sia dicevole a tutti i climi. Alcuni sog-
nunc Sclavuni lillerale appellante disse giungono che sembra avere tutto quanto
Benedello XIV, dopo Urbano Vili e In- occorre per divenire una lingua univer-
nocenzo X ec. Allorché Caraman rivide sale. Si sono trovali autori, i quali hanno
il Breviario ed il Messale degli schiavoni attribuito al dottores. G/ro/^///o(^.) l'in-

stampali in Roma nel 174^, si attenne al- venzione dell'alfabeto schiavone, non che
le regole dell'antica lingua schiavona, di la versione della Bibbia; ma si vuole che

cui avvi un Dizionario ad uso del clero, graudemenle errassero, poiché s. Girola-
SCH SCH 161
mo stesso chiaramenle ci dice, ili aver
IP
ragioni, fu approvata la loro condotta, co-
egli tradotto la Bibbia nella sua lingua, me si vede nella 2." vita di detti santi a'9
e la lingua di s. Girolamo era la latina. marzo presso i Bollandisli, Enea Silvio,
Si può vedere Banduri, Animad. in Con- poscia Pioli, neW Istoria Boemìcay ale.
stantin. Porpliyrog.deadrninislr. Imptr. 1 3 racconta il seguente fatto. Ferunt Cy-
p. 1 7. Le leltereschiavone non hanno ve- rilluaii Clini Roma ageretj Romano Pon-
runa affinità colle gotiche; esse furono in- tifici supplicasse j ut Sclavorum lingua e-
ventate da s. Cirillo e da s. Metodio, che jusgentis honiinibus, quam baplizaveral^
le formarono giusta l'alfabeto greco. Gli reni divinamfaciens utiposset.De qua re
schiavoni hanno altri due alfabeti per u- duni sacro senatu disputaretur ^ essent
in
80 comune, l'uno di un carattere minuto, que non pauci contradictores^ auditani
ch'è in voga massimamente nella Dalma- voceni tamquani de coelo in haec verbo
zia, nella Carniola e nell'Istria; l'altro che ww5^/7z;OmnisspirituslaudetDominum,
non ha quasi niuna rassomiglianza air. et omnis lingua conflleatur ei indeque :

pare essere stato tolto dai croati e daiser- datuni Cyrillo indultuni. Neir872 fu e-
TÌani,comesi può riscontrare in A.sseman- letto Giovanni VII I, ed avendo questi fat-?
ni 1. 4? ed in Rollo, Introduct. ad hist. io passare i suoi rimproveri a s. Metodio
Sclavorum. Fra tutti i dialetti della lin- per mezzo di Paolo vescovo d' Ancona,
gua schiavona non ve n* ha uno che non perchè dicesse la messa in lingua schia-
sia più coltivato del polacco. Quelli di Li- vona, quando do vea dirla in lingua latina
tuania non hanno un'origine comune co- o greca {^Audivimus eliam^quod missas
gli schiavoni, lo che si prova per la diver- cantes in barbara^ hoc est, in sclavonica
sità del loro linguaggio, ch'è un dialetto lingua ^undejam litleris nostris per Pan-
della Sarmazia. Non riuscirà forse discaro lumepiscopum anconitanuni tibi directis
quanto il dottissimo Lambertini, poi Be- prohibuìmusy nein ea lingua sacra missa-
nedetto XIV,scrisse sulla liturgia schia- rum solemnia celebra res, sed vel in la-
vona e sue vicende,nel.suo trattato Della tina, vel in graeca lingua) sicut Ecclesia
s.Messa sez. i cap. 6, § 2. Parlando della
, Dei totum terraruni Orbe diffltsay et in
liturgia de'nuovi convertiti, diceche mag- omnibus gentibus dilatata cantat, prae-
giore sarebbe la difficoltà, se si dovesse dicare vero, aut sermonempopulofacere
discorrere della I .^ conversione di qualche tibi licet)f di poi ritrattò la querela, e di
nazione, cioè se a questa si dovesse con- nuovo gli permise di celebrar la messa
cedere l'uso della liturgia nella sua lingua nella detta lingua, purché la traduzione
volgare, ritenendo però il sistema di non purché l'evangelo si leggesse
fosse fedele,
variare idioma, allorché la lingua allora prima in latino e poi in lingua schiavona,
comune a tutti, diventasse poi particolare mostrando però sempre genio che piut-
de'dolti, e succedesse un'altra lingua vol- tosto la messa ci celebrasse in lingua la-
gare. Mentre era Papa s. Nicolò 1 dell'S 58 tina. Giovanni Vili disse inoltre che Te-
i due
santi fratelli monaci orientali Ci- vangelo in alcune chiese si leggeva in lin-
rillo e Metodio {F.), che aveano disse- gua latina, e dipoi in lingua volgare, il

minata la fede di Cristo nella TJ/o/YZ^/rt^ che è certissimo, come pure le profezie e
furono chiamati a Ptoma per essere con- l'epistole si leggevano in due lingue, es-
sagrati vescovi. Prima che arrivassero a sendosi ciò praticato nella chiesa roma-
Roma, mori Nicolò I, e nell'SGygli suc- na, nella quale in alcuni giorni si legge-
cesse Adriano II, sotto il quale furono i vano le profezie, le epistole e gli evangeli
due fratelli chiamati in giudizio, per aver in lingua greca e latina, come notai nei
introdotto il celebrar la messa in lingua rispettivi articoli, ed ancor oggi celebran-
schiavona; ma essendo state intese le loro do pontificalmente il Papa si recita i
.''
l'e-

VOI. LXII. II
i62 SCH IP SCH
pistola in latino dal suddiacono lailnQ^e dchere. Il che non osta all'indulto con-
poi in greco dal suddiacono greco, facen- ceduto da Giovanni Vili, per gius'i e forti
dosi il simile coir evangelo dai diaconi molivi ad una nazione particolare, di ce-
de*due riti: questo fu eseguilo anche in lebrar la messa in lingua volgare. Sicco-

Costantinopoli, per denotare l'unità fra me neppure si ponno dir fra loro contra-
le due chiese. Nati in seguito alcuni in* rie le lettere di Giovanni VII! e di S.Gre-
convenienti, sull'uso della messa in lin- gorio VIIj non essendo cosa nuova che
gua schiavona, il pontificio legato di A- in materia d'i Disciplina eccl<isiastica{l^.)y
lessandroll del 1061, tenne un sinodo di concedutasi una volta una cosa per buon
prelati della Dalmazia e Croazia, nel qua- fine, la stessa cosa o siasi poi levata a chi
le si stabilì che veruno in avvenire non l'aveajO negata ad altri per le cattive con-
osasse più di celebrare i divini misteri, seguenze che in pratica si è veduto deri-
che in lingua latina o greca, bandita la varne, non prevedute da chi ne avea fat-
schiavona, come dopo Tommaso arcidia- to la concessione. Lambertini cita in ap-
cono di Spalatro avverte Pagi nella vita poggio del suo asserto gravi autori.
d'Adriano ll.Nel 1080 S.Gregorio VII ri- La fede cristiana fu predicata nell'II-
prese Uladislao re di Boemia, perchè co- liria, nella Dalmazia, ed in altri luoghi
municava cogli scomunicati, e gli negò la da Paolo apostolo, il quale fu eziandio
s.

licenza che si celebrassero i divini uffizi l'apostolo di quelle contrade. Apostolo


in lingua schiavona; la quale licenza però degli sciti europei si celebra S.Andrea fra-
fu conceduta ad un certo vescovo nella tello di s. Pietro, come della Tracia. Nel
Schiavonia nel 1248 da Innocenzo IV. pontificato di s. Celestino I del 4^3 fiorì

Conclude Lambertini essere punto stabi- in Roma il cardinal Pietro schiavone, che
lito di disciplina, che non si vari l'idioma edificò la celebre Chiesa di s. Sabina ( /^.).
della messa, secondo che si varia la lin- L'annalista Rinaldi all'anno 548, n.** i,

gua volgare; ma si celebri in quella lin- narrando le rotte palile dall'escrcilo ro-

gua, in cui incominciossi a celebrare, an- mano, per opera dei goti, a tanti daimi
corché la detta lingua non sia comune a si aggiunse che i popoli slavi o schiavi,
tutti, ma fatta particolare di alcuni, cioè passando occuparono l'Illirico a-
l'Istro,

de*più dotti; e dipender poi da varie cir- gitato dalla famosa questione de Tre Ca^
costanze, l'esame delle quali appartiene piteli (V.), che turbavano l'episcopato.
alla 8. Sede, il concedere o il negare nella ]Vel55o nuovamente i popoli slavi, vali-
l.*conversionede'popoli alla fede cristia- calo r Istro, tornarono a dare il guasto
na l'uso del loro idioma ne' divini uffizi all'Illirico e alla Tracia, facendo a pezzi
e nella messa. Indi confuta il Soave, che senza misericordia gli abitanti; quindi sa-
nella Storia del concilio di Trento^ per le zi sangue umano si restituirono carichi
di
insufficienti riflessioni colle quali pretese di preda e di spoglie alle loro contrade.
notare di contraddizione Giovanni Vili Nel S^ I gli schiavoni sconfissero presso
e s. Gregorio VII, imitandolo nella tra- Adrianopoli l'esercito romano, e vitto-
duzione Courayrcon perfide note, sul de- riosi si recarono fino al muro lungo, di-
cretato dal concilio di Trento. Il decreto stante da Costantinopoli una giornata, ed
conciliare non può dirsi contrario alla let- essendone a grandissima fatica rigettati
tera di Giovanni Vili, non avendo il con- tornarono al paese loro. Anche nel 552
cilio detto altro, se non che non era cosa glischiavoni e gli unni tribolarono l'im-
espediente che la messa ordinariamente pero romano con nuove scorrerie, mentre
si celebrasse in lingua volgare; e non a- andavano stabilendosi nelle Russie. Nel
vendo condannalo se non chi asseriva ://>i- 598 l'esercito imperiale comandalo da
^iiam tantum vulgari missam cdthrari Prisco riportò vittoria sui popohscla^iuio
se II ^ SCH iG3
sciavi Scilla voni, con distruggerne ìlpne- li. L'imperatrice avendone conferito con
se ov'eransi stabiliti, e mentre tentavano s. Ignazio patriarca di Costantinopoli, ver-
ripassare l'Islro. Nel 600 i popoli schiavi so r848 spedirono una missione con alla
predarono uccidendo e imprigio-
l'Istria, testa s. Cirillo. Questi dopo aver impara-
nando i soldati che vi trovarono alla di- to la lingua turca, con zelo e successo pre-
fesa; per questo, e per le rovine cagionate dicò il vangelo, indi fu mandato in Bul-
dal re degli avari, s. Papa ne
Gregorio I garia col fratello Metodio, paese della
s.

pianse le conseguenze, scrivendo a Mas- Scizia, e popolo che avea comune l'ori-
simo vescovo di Salona. Nel 664 Vetlari gine cogli slavi, il quale erasi impadro-
duca longobardo piombò sugli slavi che nito della Mesia e della Dacia, cioè della
andavano stabilendosi in Italia, e Dio pose Vallachia, della Moldavia, e di parte del-
loro tanto spavento, che di 5,ooo ch'era- l'Ungheria. Il re Bogoris col nome di Mi-
no, a gran pena pochi poterono fuggire: chele ricevè il battesimo, e contribuì alla
neirilliria però eransi dilatati e fermata conversione de'sudditi; quindi mandòla
slanza. Avendo gli schiavi o slavi occupa- Roma un'ambasceria a s. Nicolò 1. Cirillo
to parte della Grecia e del Peloponneso, e Metodio andarono anche a promulgar
Staurarioduce imperiale li guerreggiò,ri- la fede in Moravia, i cui popoli come i

cuperò le Provincie invase, e nel 782 fece erano del sangue degli slavi, ed
carintii
Iriliulari barbari medesimi, conducen-
i avevano combattuto gli abari o unni della
done prigioni molti a Costantinopoli, es- Pannonia: abbracciato il cristianesimo, s.
sendosi l'esercito caricato di spoglie tolte Cirillo ne fu consagrato arcivescovo,© me-
a'vinli.Nell'8o5 Cagano o Teodoro prin- glio s. Metodio. Ambedue passarono ia
cipe cristiano degli unni o avari, ricorse Boemia, e la guadagnarono a Gesù Cristo,
in persona a Carlo Magno per aiuto con- poscia Iraslatarono la liturgia in lingua
tro i popoli anche beeman-
sia vi, chiamali slava, avendone formato Cirillo l'alfabe-
ni, ch'erano la rovina del suo regno di to e le lettere slave, e fecero celebrare la
Pannonia, e chiedendogli Sabaria e Car- messa nella lingua che parlavano popoli i

vanto per sua dimora. L' imperatore Io che avevano convertito, slavi oschiavoni.
a(|colse benignamente, lo contentò e ri- Gli arcivescovi di Salisburgo e di Magon-
mandò con molti doni. Tornato tra'suoi, za si sollevarono coi loro sulTraganei con-
morì e gli successe altro Cagano, il quale tro di questa novità, e ne portarono le
a mezzo d'un ambasciatore ottenne il go- querele a Giovanni VIII, il quale chia-
verno di tutto il regno, ed un esercito co- mato in Roma s. Metodio arcivescovo di
mandato dal di lui figlio Carlo, Questi Pannonia e de' moravi, gli proibì di dir
portatosi nel paese già detto degli schiavi la messa in lingua barbara. Altri attri-
o slavi o Schiavonia, ne guastò tutte le buiscono il da Adriano li,
divieto fatto
contrade, ed uccise Liconne loro duce. come benché Novaes nella sua Sto-
notai,
Frattanto i cazari e tartari, una tribù dei ria riferisce che concesse ai moravi l'uso
turchi, il più numeroso popolo e più pos- della loro lingua volgare slava negli uf-
sente tra gli unni della Scizia europea, es- fìzi divini e nella messa, ciò che confer-
sendosi stabiliti in una contrada vicina al- mò Giovanni Vili. Questo realmente di-

laGermania, confinante colla Bulgaria e poi ciò fece nel modo narrato, ma a s. Me-
la Moravia lungo il Danubio, avendo de- todio piuttosto che a s. Cirillo, secondo i

liberato di abbracciare la religionecristia- diversi pareri. Comunque sia,i ss. Cirillo

na,mandarono un'ambasceria all'impe- e Metodio sono venerati quali apostoli


madre la pia
ratore Michele III, e alla sua degli slavi, ed introduttt)ri della liturgia
Teodora, per domandar loro de' preti, i slava, ambeduedestinali alla propagazio-
quali volessero aver cura di ammaeslrar- ne del crislianesimo dai Papi s. Nicolò l,
i64 SCH * SCH
Adriano II e Giovanni Vili ove ne ri- : che Ottone I edificò Magdebiirgo (^.)j
posano sagri corpi lo dissi nel vol.XLVI,
i meglio è il dire l'aumentò, e con l'autO'
p. 29 rIl Dubravio, Hist. Bohein.y tratta
. rità di Giovanni XIII gli die in i.° arci-

di loro. Slredowski, nella sua Sacra Mo vescovo s.Adelberlo, facendo la slessa città
raviaehistoria, chiama s. Metodi e s. Ci- metropoli della Slavonia, provincia gran-
rilloapostoli della Moravia, dell'alta Boe- dissima di Germania, abitata dai vinoli,
mia, della Slesia,dellaCazaria, della Croa- già detti vandali, e che per opera di detto
zia, della Circassia, della Bulgaria, della principein quel tempo si convertirono tut-
Bosnia, della Russia, della Dalmazia, del- ti gli slavi. Noterò che Magdeburgo, an-
la Pannonia, della Dacia, della Carintia, tica capitale della bassa Sassonia, ora ap-
della Carniola, e della pib parie de' po- partiene agli stali piiissiani. Nel o 1 2 rac-
i

poli schiavoni. Come


ancora l'annalista conta Rinaldi, che Bernardo duca di Sas-
Rinaldi all'anno 880^ n.** ig e 20, parla sonia ribellandosi contro l'imperatoreEn-
della venuta in Roma di s. Metodio ar- rico II, trasse seco tutta Sassonia, mano-
civescovo di Moravia, accusato da male- mise le chiese, ed oppresse crudelmente
voli a Giovanni Vili, che insegnasse di- gli slavi, molti de'quali perciò apostata-
versamente da quanto avea professato al- rono dalla fede, atterrarono i sagri tem-
la s. Sede; laonde resa ragione della fede pli, perseguitarono i cristiani, e ne fecero
che predicava, fu approvato qual verace grande uccisione. Dice pure che nel i o 1
apostolo, ordinandogli il Papa di tornare Papa Benedetto V li die il pallio ad Un va-
1

tra gli slavi e riprendere l'opera incomin- no arcivescovo d'Amburgo, melropolita-


ciata. Nella lettera daGiovanni Vili scrit- node'danesi,svedesiealtripopoli,efu ze-
ta al principe degli slavi, lodò la pietà di lante pastore, per cui riunì le sparse pe-
s.Metodio, che l'avea trovato vero e per- corelle dispersecrudelmente dalla perse-
fetto cattolico, concedendo che possa can- cuzione slavonica. Verso il i o65gli schia-

tar la messa, leggere il vangelo, e le di- voni abiurarono di nuovo la religione cri-
verse lezioni del vecchio e nuovo Testa- sliana, e dierono la morte a quelli che la
mento ben tradotte, e cantare gli al tri uf- professavano. A tale anno riferisce Rinal-
fizi in lingua schiavoiia. Comandò peral- di che sotto l'arcivescovo di Amburgo o
tro, che in tulle le chiese del suo stato si Hamburgo la chiesa degli schiavoni po-
debba leggere per maggiore onore, pri- sta sotto la di lui diocesi ricevè gran deso-
ma l'evangelo in latino, e poi acciocché lazione da quegridolatri,riporlando molti
il popolo l'intendesse nella lingua schia- corona del martirio, fra'quali
cristiani la
Tona, secondo che si faceva in altre chie- Godescalco divotissimo principe e insigne
se, nondimeno doversi preferir sempre la propagatore della fede catlolica, perchè
messa idioma latino. All'anno 949 ri-
in si studiava di convertire i pagani slavi.
porta Rinaldi, che l'imperatore Ottone I Nella città di Magnopoli dagli slavi fu po-
sottomise al suo impero i popoli slavi, i sto in prigione Giovanni vescovo con al-
quali vinti che furono gli otfrirono tribu- tri cristiani, e percosso spietatamente con
ti, e di farsi cristiani quelli che non lo e- bastoni, fu condotto per ischerno in cia-
l'ano, onde molti riceverono il battesimo: scuna città di Schiavonia, e finalmente
in quell'epoca occorsero molle apparizio- lo sagrifìcarono a Radigast loro idolo, co-
ni d'anime, e riuscirono opportune agli me in titolo di vittoria. Da tulle queste
slavi in prova dell'immortalità dell'anima notizie rilevasi che gli slavi erano sparsi
da loro negata. Nel 958 insorti di nuovo in diversi stati e diocesi. Anche Rinaldi
gli slavi. Ottone 1 marciò con 1' esercito all'anno 1 080 quanto fece S.Gre-
tratta di
contro di loro, li vinse e die la morte al gorio VII «-on Uralislao duca di Boemia,
loro regolo. Allcsla Rinaldi all'anno 971, negandogli il poter dire {'
ufticio divino
SCH SCH i65
in lingua schiavona, perchè Dio aveva di- gheria la perde nel 1026 per averla oc-
sposto che la divina Scrittura in alcuni cupata i turchi, in conseguenza della bat-
luoghi fosse occulta, poiché se venisse a taglia di Mobacs. Nel voi. XXXlX,p.2o6,
tutti manifestata non producesse avvili- 243, 247 e in altri luoghi del medesimo,
mento, e ne prendessero gl'idioti cagione parlai del collegio illirico fondalo da Gre-
di errare: bensì il Papa gli confermò l'u- gorio XI II particolarmente perqtielle po-
so della mitra, concessagli dal predeces- polazioni slave ivi descritte, massiraedel-
sore Alessandro II. Già s. Gregorio VII la Schiavonia, anche in memoria della i.*

nel concilio di Salona avea fatto dare le felice traslazione del tesoro incomparabi-
insegne regie a Demetrio principe di Dal- le della s. Casa: sul collegio illirico va pur

mazia, Croazia e Schiavonia, dichiaran- letto quanto riportai a Collegio Clemen-


dolo re di quelle provincie , che Deme- TiNo. Sul cominciar del secolo tro- XV
trio in pia gratitudine fece tributarie del- vasi che in Roma dimoravano molti della
la santa Sede coU'annuo censo di 200 bi- nazione illirica impropriamente nominati
sanzi, oltre ilgiuramento di fedeltà a s. schìavoni, ma veramente slavoni. Verso
Pietro e di lui successori nel pontificato. la metà di tal secolo non pochi tra questi

In questo tempo fioriva s. Bennone [P".) illirici formarono una pia unione, racco-
vescovo di lìJeissen (F.) nella bassa Sas- gliendosi a vivere in una casa posta nel
sonia, canonizzato da Adriano VI qual be- Borgo vecchio presso la basilica Vatica-
ne merito apostolo degli slavi apostati o dona lo da un signore ric-
na, edifizio loro
ancora idolatri, e siccome acerrimo difen- co di Dalmazia, da più anni stabilito nel-
sore di s. Gregorio VII contro l'indegno l'alma città. SilTalta specie di pia e spiri-

e prepotente Enrico IV, che giunse a sco- tuale comunilàjda cui ebbeorigine la con-
municare. Nel medio evo la Schiavonia gregazione illirica, era diretta nel i44i
propriamente detta fu occupata dalla re- dal sacerdote dalmata Girolamo di Po-
pubblica di Venezia, dopo il conquisto del- lonia, e di essa facevano parte alcuni e-
la Dalmazia. Nel voi. XXXlX,p.2i8e remiti pure di Dalmazia, uomini di spec-
seg. narrai il mirabile trasferimento a' io chiata vita, e perciò venerali da'romani.
maggio, del 1291 come comunemente si A que'tempi quasi ogni nazione della cri-
crede, della s.Casa della B. Vergine da Na- stianitàavea in Roma l'Ospedale o O-
zareth nellaSchiavonia,posandosi traTer- spizio [V.) ove accogliere i poveri nazio-
satto e Fiume, presso Raunizza, per cui nali venuti alla visita de'luoghi santi. Di

la regione fu visitata dal concorso delle ciò penetrandosi i delti eremiti, e vedendo
divote popolazioni. Consommodolorede- come la nazione illirica mancasse di così
glischiavoni e dalmalini il portentoso san- proficuo benefizio,risolvellero di fondare
tuario, pure prodigiosamente, di nuovo un ospedale che fosse di rifugio ai poveri
gli angeli con altra traslazione lo porta- Dalmazì a jàtWdi Croazia^
pellegrini della
rono nel territorio di Recanati (V.) nel della Slavonia e della Bosnia, come pro-
luogo detto Loreto (^.), dopo 3 anni e vincie componenti lo stato illirico. Gli e-

7 n»esi dacché aveva consolato gli schia- remiti quindi adoperandosi con mirabile
voni, che di tanta perdita ne sono tutto- zelo per effettuare il concepito e benefico
ra inconsolabili, poiché sparì il i o dicem- disegno. Dio benedì le loro incessanti cure
bre I2g4 per bearne la nobilissima Mar- che impiegavano a prò de'poveri di loro

ca, ov' èsegno alla veneiazione di tutto nazione. In falli Papa Nicolò V donò ad
quanto il cristianesimo, come dilfusamen- essi una chiesuola diruta e mancante di
te e con minuto dettaglio dichiarai al ci- tetto, situata incontro all'attuale Porto
tato articolo. Dipoi la Schiavonia fu da- di Ripetla e intitolata s. Marina o Mari-
gli ungheresi tolta ai veneziani, ma TUn- nella vergine e martire, la quale venen-
i66 SCH SCH
do dagli eremili e congregazione illirica istituendovi la collegiata e capitolo com-
restaurata, fu dedicala sotto l'invocazione poslo di detti slavi e schiavoni, esclusiva-
di S.Girolamo dottore massimo deilaChie- mente per la nazione illirica il quale cor- :

sa, che fu di Dalmazia. Inoltre Nicolò V po ecclesiastico dichiarò essere atfatto di-
annuendo alle domande de'buoni eremiti, sgiunto dalla congregazione,eciò senza ag-
con breve de'20 maggio i ^53 concesse lo- gravio di lei e dell'ospedale illirico, a cui
ro la facoltà di fabbricare un ospedale pro- lasciò libero il dominio di questo e del-
pinquo alla chiesa, che tanto questa,quan- la chiesa, come ancora l'amministrazione
to l'ospedale fossero governati da una con- delle proprie rendite. Ivi narrai del pro-
gregazione d'illirici. Questa congregazio- pinquo ospedale e ospizio che avea rice-
ne si compose di ecclesiastici e di secolari vuto il principio sotto Nicolò V, quando
nativi e originari dal canto paterno delle fuggirono dalla Schiavonia, llliria e Dal-
4 ricordate Provincie illiriche; ma in pro- mazia i cattolici, dopo la presa di Costan-
cesso di tempo furono ammessi anche gli tinopoli, e altre conquiste falle dai turchi,
oriundi delle provincie medesime,purchè onde gli slavi in buon numero con 3 loro
pratici del linguaggio illirico. Ebbe ed ha vescovi si rifugiarono in Piotna. Che do-
per protettore un cardinale rappresenta- po restaurata la chiesa ed eretto l' ospi-
to da un prelato primicerio, godendo la zio e ospedale in onore del connazionale
congregazione eziandio la protezione del- s. Girolamo, la contrada di lìipetta (^^.)
l'imperatore d'Austria come sovrano del- si chiamò Schiavonia y\Qestv\dio%\ ospital-
rilliria.La congregazione illirica dopoa- mente, massime se infermi, gl'illirici, gli
vere colla generosità de'benefattorinazio- schiavoni,dalmati. Di altre notizie e dei
i

lìali risarcito intieramente la donala chic- restauri e abbellimenti eseguili nella chie-
Sina, vi pose alcuni sacerdoti ad offiziarla; sa parlerò in fine.
indi comprò dal cardinal Oliviero Caraffa Per la celebre pace di Carlowilz dei
protettore della medesima un'ampia vi. 26 gennaio 1699, furono stabiliti i con-
gna circondanteda due parti verso ponen- fini de'due imperi di Germania e d'Orien-
te il mausoleo d'Augusto. Entro quella te,fra Mustafà Ile Leopoldo 1, e la Schia-
'
vigna e in vicinanza della chiesa venne vonia fu riunita regno d'Ungheria.al

fabbricato l'ospedale degl'illirici denomi- Nel voi. XVIII, p. 82 ricordai la gran vit-
nato di s. Girolamo. Siccome però a ca- toria riportata presso Pelervaradino a'5
gione del prossimo Tei^f^re e del circostan- agosloiyiG dalle armi imperiali di Car-
te vigneto, l'aria del luogo riesciva assai lo VI contro i turchi. Avendo la Schia-
malsana, così la congregazione fece del vonia o Slavonia avuto suoi re parti- i

tutto spiantare la vigna,e sullo sgombrato colari, e la regione il titolo di regno, di-
terreno edificò case che die a pigione o in venutane sovrana l'eccelsa casa d' Au-
enfiteusi, procurandocosì una rendita cer- stria, la elevò nuovamente a tal grado,
taalpioislituto,e migliorando di molto le una parie assoggettò alla giurisdizione
condizioni dell'ospedale e della chiesa dal della camera regia, e l'altra ad una giu-
canlodellasalubrità. Gihagliarlicoli Dal- risdizione militare : nel i
747 la divisione
mazia e Chiesa di s. Girolamo de'Schia- attuale fu slabdita dall'imperatrice M."
voNi narrai che questa chiesa di Roma fu Teresa come regina d'Ungheria. Ogni co-
rifabbricata da Sisto V, che n'era slato mitato civile della Schiavonia tiene un
titolare nel cardinalato, ed in ricordanza governatore che avea voce negli siali di
secondo alcuni di derivar la sua famiglia Ungheria; la Schiavonia militare è sotto-
Pcrettì [F.) da origine dal ma lina illi- posta alle forme medesime di amniini-
rica, nonché per la divozione che nutrì si- strazione degli altri distretti degli stali
no da fanciullo verso sì gran santo; inoltre austriaci. Nel generale sovvertimento pò-
SCH SCH 167
litico del memorabile i848,neì marzo eb- le per gl'infermi d'ambo na- i sessi della
be luogo un'assemblea nazionale de'3 re- zione. Inoltre la compagnia sopperì an-
gni uniti di Dalmazia, Croazia e Slavo- cora a ciò che mancava alla rendita della
nia, convocala nel palazzo nazionale di A* mensa capitolare, non appieno assegnata
gria o Agram,ed elesse a bano de'3 regni dal Papa prima di morire alla collegiata
il valoroso barone Giuseppe Jellacic, con da lui istituita (e poi diminuita di molto
28 domande. Questo prode l'imperatore per le vicende politiche de'tempi), preci-
lo fece bano, edopo vinta la tremenda samente di quanto erasi proposto Sisto
insurrezione d'Ungheria è intento a mi- V. E siccome l'eredità di questo Papa col-
gliorare la condizione di questi suoi stati. le prerogative di sua famiglia Peretti pas-
Vedasi il Daniele Parlalo gesuita, II-
p. sarono in quella de* duchi Sforza-Cesa-
fyrici sacri, VeneliisiySi. Di recente è rini, per quanto avea fatto la congrega-
stata ristaurala e abbellita con nuove pit< zione illirica, a' patroni di delta illustre
ture a fresco la chiesa nazionale di s. Gi- casa appena rimase il diritto di nomina-
rolamo degl'Illirici in Roma, al modo che re due canonici e un beneficialo, mentre
si legge nel Giornale di Roma yWeX n.°298 la congregazione nomina 4 canonici e 3
dell 852, e ne'n.i 20, 59060 del i853. beneficiati; nomine ad essa cedute dagli
Ne farò un breve estratto, premettendo Sforza-Cesarini, in forza di transazioni,
alcune notizie per dichiarare l'anteriore approvate da brevi pontificii, ed a mezzo
sua condizione. Sisto V per ridurre il sa- didue dotazioni eseguite nel 782 e nel 1

gro tempio nella forma e ampiezza che 1826: la nomina poi dell'arciprete è ser-
si vede, atterrò parecchie case contigue di bata al cardinal protettore. La bella chie-
proprietà della congregazione illirica , sa di Girolamo, portata che fu al totale
s.

quindi lo fece decorare di pitture ad olio, suo compimento, venne sempre con ogni
iie'quadri degli altari, ed a fresco nelle cura governata dalla congregazione del-
pareti, eseguite da Antonio Viviani, da l'ospedale illirico, per possederla sino dal-
Andrea d'Ancona, da Paris Noga*
Lilio la sua origine. E siccome il terremoto del
ri, da Giuseppe Puglia dello il Bastaro, 18 1 1 recò ad essa de'danni, e in ispecie
da Michelangelo Cerruti, e da Benigno nelle volte, così la congregazione medesi-
Wangh, ed i triangoli dal Guidolti e da ma vide la necessità di riparare que'gua-
Avanzino Nuoci. Della collegiata da lui sii, quantunque i periti dell'arte non li

fondata nella chiesa, composta d'un ar- avessero giudicali tali da porre in peri-
ciprete, di 6 canonici e di 4 beneficiali, ne colo l'edifizio. Però essendo allora Roma
concesse padronato al suo pronipote d.
il priva del Papa e
governo impe-
sotto il

Michele Peretti, con bolla kal.aug. 1589, riale francese, e poscia essendosi dovuto
il cui originale è nell'archivio Sforza -Ce- pensare, prima che ad altro, al modo di
sarini, come afferma Ratti, Della fami- rimediare al grave dissesto causalo da det-
glia iSybrzrt par. 2, p. 355e 363. Ma nel- to governo nelle rendite del pio luogo,
l'agosto1590 morto immaturamente il fu forza indugiare le riparazioni fino al
magnanimo Sisto V, non essendo ancora 1846, tranne l'ottimo pavimento di mar-
ultimata la nuova chiesa da lui riedifica- mo bianco e bardiglio ben disegnato ed
ta,ed ilsuo munifico nipote cardinal Pe- eseguito nel pontificato di Gregorio XVI,
retti essendo da questo titolo già passato essendo visitatore apostolico il cardinal
a quello di s. Lorenzo in Damaso, la con- Zurla come vicario di Roma, e compito
gregazione illirica gli fece dare compi- nel 1 835 dal successore cardinal Odescal-
mento, caricandosi del bisognevole alle chi, il apprende dalla lapide posta
che si

spese pel culto divino, e congiuntamente sul medesimo. In detto anno furono chiu-
ad essa eresse un nuovo e comodo speda- se le fenditure delle volte, e si fecero i bi-
i68 SCH èCH
sognevoìi miglioramenli ad altre pai ti soggetti delle rimanenti pitture avessero
della chiesa. Si deliberò quindi dalla con- un legame con quel sublime argomento,
gregazione illirica il reslauio degli aflre- se ne scelsero degli acconcissimi all' uo-
scbi che ornano le volte sleste, e se ne af- po, e furono: alcuni fatti della vita della
fidò l'opera a Francesco Giangiacoino, B. Vergine, l'adorazione de'Magi, la mor-
professore di disegno e pittura nelTospi- te di Cristo, Teifigie de'profeli che vati-
zio apostolico. In tale occasione 4 ^i'a gli cinarono la redenzione, olire la rappre-
attuali canonici si offrirono generosamen- sentanza di alcune storie del vecchio Te-
te diornare a proprie spese 4 cappelle, stamento che simboleggiano il gran ri-

decorandole eziandio con pitture; ed a- scatto ; di più l'effigie di s. Gio. 13altisla


vutone l'assenso dalla congregazione il- che predicò la venuta delRedentore,e de-
lirica, posero in alto il lodevole divisa- gli apostoli. E' da notarsi, che gli antichi
mento.Da questo nobilissimo fatto,la con- affieschi del coro, es'^endo figurali come
gregazione medesima fu mossa a decre- opere tessute in arazzi, il Gagliardi nelle
tare r abbellimento della chiesa con di- sue nuove pitture seguì quella invenzio-
pinture a fresco e con altri ornamenti, in ne per conservare una certa tal quale ar-
tutte quelle parti che rimasero senza sif- monia nelle parti decorativecanteceden*
fatte decorazioni a causa della morte di ti della chiesa, e le altre pure ora abbel-

Sisto V, poiché le sue pitture e decora- lite dai suoi lavori. Laonde egli finse nel-

zioni non andarono oltre l'abside, il ca- la faccia di tutti i pilastri corintii che sor-
tino e loro archivolti. Nel 1847 ^^ c^"^' reggono r attico un addobbo di panni
,

gregazione commise al pittore romano d'arazzo, retto ne'iati da una cornice che

Pietro Gagliardi che dipingesse a fresco, forma all'innanzi taluni scompartimenti


nella quale arte è maestro pari a'sommi, di gentili fregi e arabeschi messi a oro.
il resto delle pareti e della volta, e diri- E sopra ciascuno de'finli arazzi ritrasse
gesse la parte ornativa di tutto il tempio. l'effigie di iui apostolo, il cui nome si leg-
L'egregio artista non solo pose ogni stu- ge nella cartella tenuta da un grazioso
dio ad eseguire le opere a lui affidate,ma angeletto dipinto superiormente. Entran-
così indefessamente léce progredire le al- do nella 2.^ cappella della B. Verginea
tre,sulle qualidovea vigilare, che riuscì diritta, colla sagra Famiglia del Paglia,
il tutto splendidamente, e con alti enco- sono due affreschi nelle pareli laterali,
mi di ammirazione. Gli abbellimenti rin- rappresentanti la Nascita e l'Assunzione
novati nella chiesa di s. Girolamo della della B. Vergine, con cornici, eseguili a
nazione illirica, consistono in ornati di spese del can.°d. Simone Percovich at-
chiaroscuro, in islucchi e fregi messi a tuale presidente della congregazione illi-
oro,e riuscirono ricchi,gentili e confacen- rica e decano del capitolo egli fece ri- :

ti grande delle pitture


allo stile severo e storare il quadro dell'altare e sua corni-
cui servonod'accompagnamento; ne'qua- ce, e contribuì in parte per l'ornamento
li adornamenti due deputati della con-
i dell'intera cappella. La cappella poi che
gregazione, ecclesiastico e laico, prepo- viene dopo del ss. Sagramento, fu tutta
sti alla regolar esecuzione de'iavori, con decorata a .spese dell'arciprete del capi-
successo lodevole v'impiegarono meglio i tolo d. Antonio Calebote, con ricche do-
pratici dell'arte. La congregazione, d'ac- rature, ornati diversi, candelabri messi a
cordo col Gagliardi, dispose che il princi- oro e altro, che la rendono magnifica: e-
pale soggetto degli affreschi fosse WTrion- gli non ci volle opere di pittura per la
Chiesa militante in virili della
jfb della santità del luogo, acciò i fedeli non ne sia-

6Voce,8ubbietlo che si vede espresso nel- no distralli avanti il Santissimo. La 2.'

la Tolta della nave maggiore. Perchè i cappella a sinistra entrando, avrà quan*
SCH Sdì 169
(o prima due pitture a fresco nelle pareti li delle nuove indicate pitture. Nel mezzo
laterali, esprimenti Gesù coronato di spi- si scorge gloriosa la Croce portata in al-
ne, e Cristo orante nell'orto, a spese, co- to dagli angeli attraverso un abisso di lu-
me la sua decorazione, del can,° d. Gio- ce. Presso il salutifero segno stanno in
vanni Despot; ma avendo cessato di vi- giro sedenti su lucide nubi e co'loro sim-
vere prima di effettuare tutto l'assunto, boli, le 4 virtù cardinali, fondamento pre-
supplì la congregazione ed allogò al Ga- cipuo della chiesa militante. Si vede quin-
gliardi i due affreschi. Le pareli laterali di un ampio serto
di palme, da cui gli an-
della cappella che segue di Girolamo,
s. gelisvelgono rami pei coraggiosi che so-
ilcui quadro colori il Paglia, contengo- stennero in terra la cristiana milizia. Do-
no due dipinti, s. Gio. Battista nel deser- po succedono le figure de'beali nativi del-
to, e Paolo nel portico dell'Areopago
s. rilliria, primeggiando l'imperatrice s.E-

d'Atene: ti can.°d. MarcoBunicich som- lena, il re d'Ungheria s. Ladislao, l'in-


ministrò le spese per tali pitture, e per signe dottore s. Girolamo, s. Petronio ve-
l'abbellimento e ornamenti della cappel- scovo, e less. Antemia e Serena, tulli con-
la. Nella nave di crocerà nella parte de- templando la trionfante Croce. Rimane
stra si ammira il grande affresco dell'a- così compiuta l'allegorica composizione,
dorazione de'IMagi, di nobile e dignitosa molto vaga pel concetto, e vieppiù appa-
composizione, con interessanti figure, lo- riscente in grazia dell'ardita esecuzione
dato anche per l'uni là dell' azione, con d'ogni sua parte. Tutte le pitture della
che si esprime la vocazione delle genti. volta sono circondate da elegante orna-
L'affresco nell'altra gran parete incontro mento, composto di grandi angeli volan-
stupendameuteesprimelaredenzionedel- ti, di putti alati, di ricchi festoni e di al-
le genti, compiuta nella crocefissione di tre simiglianti cose, con giudizio riparti-
Gesù sul Calvario, nell'istante che la di- te eche danno all'opera vaghissimo fini-
vina anima si è separata dal prezioso cor- mento. Da ultimo,volgendosi alla faccia-
po, e perciò in ogni parie del grave di- la della chiesa di rimpelto al coro, si os-
pinto si manifestano al vivo gli effetti tre- servano ne'sordini della finestra, sopra-
mendi di quel supremo momento chesgo- stante al nuovo bellissimo organo, le fi-

mentarono l'universo. Nella navata gran- gure colossali de' benefattori di questa
de abbelliscono i pennacchi cheiiifram- chiesa, Nicolò Ve Sisto V, vestiti ponti-
mettonsi alle lunette della volta, le effi- ficalmente e col lriregno,essendo nel sot-
gie colossali e maestose di 4 profeti se- toposto attico a chiaroscuro figurati la
denti in troni nobilissimi, cioè Daniele, concessione della chiesa e 1' approvazio-
Geremia, Ezechiele e Isaia. Neil' attico ne dell'ospedale illirico deli.°, la riedi-
ricorrente sotto i pelli della volta furono ficazione della chiesa e l'istituzione del
condotte a chiaroscuro sei storie dell'an- capitolo del 2.°Finalmenle il valenleGa-
tico Testamento: la i.^ a diritta di chi en- gliardi nella volta della sagrestia nobil-
tra in chiesa contiene il sagrifìzio diNoè, mente rinnovata, eseguì a fresco nel mez-
la 2.^ il Serpe di bronzo, la 3." Abramo zOjCon sapere ed eleganza, lo Spirito san-
che si accinge a sagrificare il figlio: la i
.^ to fra una gloria di serafini, e ne'4 lati
istoria dalla parte opposta rappresenta gli arcangeli Michele, Gabriele, Raffaele,
Mosè in alto d'addolcir le acque, la 2.'*
e l'Angelo custode.L'esecuzione del gran-
Davide che suona l'arpa, e danza avanti dioso concetto riuscendo pregevolissima,
l'arca, la 3.^ Mosèche fa scaturire l'acqua la composizione venendo giudicala inge-

dalla rupe. gran quadro della volta con-


Il gnosa e ragionevole, meritò pure gli elo-
tiene la rappresentanza del simbolico sog- gi della Civiltà catlolica, che in lode del
getto, da cui dipendono gli altri argomen-» Gagliardi li svolse nel l.i.° della 2.' serie
17© SCH SCH
a pi 19. Pei' tutti i narrali lavori essen- di sua imperiale soddisfazione gli conferì
do non breve spazio di
slata chiusa per la cavalleresca decorazione della croce del
ten»polachiesa di s. Girolamo degli schia- merito in oro.

voni, venne riaperta a' 8 dicembre 85a 1 1 SCHLESWIGo SLESWIG,^/e5i'**.


al culto de'fedeii, dandosi principio ad un cutn. Città vescovile di Danimarca, capo-
solenne triduo in onore del santo titola- luogo del ducato del suo nome e dei ba-
re, conamplissima indulgenzadel regnan- liaggio di Goltorp, a 3o leghe d'Ambur-
te Pio IX. In ciascuno de' tre giorni dis- goe 5o da Copenaghen, fabbricala ad an- I
se un'eloquente orazione il p. Domenico fiteatro intorno alla parte occidentale del
StoichdiRagusi de'minori osservanti, col- golfo di Schley o Schlez, fiume che mette
la benedizione del Sagramento com-
ss. foce nel Baltico, ed è navigabile median-
partita nel i.° giorno da mg.r Ligi vice- te l'aiuto del canale. Questa città molto
gerente, nel 2.° dal cardinal Piccolomini, irregolarmente costrutta, è di gradevole
nel 3.° dal cardinal Barberini. I primi ve- aspetto e componesi di 4 paiti: i.° il ca-
speri e la messa furono pontificati dal car- stellodiGoltorp,alsud ovest, grande fab-
dinal delia Genga Sermattei titolare della bricato formanteun lungo parallelogram-
chiesa, assistito non solo dall'insigne col- ma, ed accompagnalo da un giardino, da
legiale capitolo illirico di s. Girolamo, ma una cappella e da un teatrino; 2.° la città
da quello della basilica di s. Marco: pre- Vecchia (Altstad), in mezzo; 3.''ilLollfiiss,
sero parte alle sagre funzioni gli alunni che non consiste che d'una lunga via; ^°
del collegio germanico, e vi fu musica as- Fridrichsberg. Vi sono in Schleswig al-
sai scelta ed a cappella, facendo decoro- cuni bellissimi edifizi, 5 chiese, tra le qua-
sa guardia gli svizzeri del palazzo aposto- li è lacattedrale antichissima, edifizio seni -

lico e gli artiglieri pontificii. V'interven- plicissimo col sepolcro di Federico I, e nel
nero il conte Maurizio Esterhazy invia- qualesi ammira un bell'altare tutto di le-
to straordinario e ministro plenipotenzia- gno di quercia assai vagamente intaglia-
rio dell'imperatore d'Austria, mg."^ Silve- to, lavoro d'un artista di Schleswig per
stri decano della rota, stando a capo della nomebriiggeman che fiorì jiel secoloXVl;
congregazione illirica di cui è primicerio, ilmonastero di monache di s. Johann, la
in rappresentanza del protettore di essa scuola latina e alcune altre, 3 ospedali,
cardinal Federico ScliAvarzenberg arcive- l'orfanotrofio, una casa di lavoro, l'istitu-

scovo di Praga. I secondi vesperi poi fu- to de'sordo-muti, e lo stabilimento de'paz-


rono celebrali da mg."^ primicerio, ed il zi. Vi si trovano fabbriche di maiolica, di

p. Stoich recitò il panegirico : immenso calze, di baliste , ralllneria di zuccaro e


fu il concorso de'fedeii al triduo e alla so- altre ricche manifatture: vi si tengono 9
lennità. Agli II marzo i853 il Papa si fiere l'anno. Il porto ha soli
9 piedi di
recò a visitare la chiesa, e ad ammirar- profondità, e gli abitanti sommano a cir-
ne i magnifici restauri, gli affreschi, nuo- i ca 8000. Schleswig è stata città impe-
vi ornati e le sagre suppellettili di cui ri- riale; anseatica tre volle, cioè confedera-
splende decorosamente. Diiò per ultimo la con altre per proleggere la navigazio-
che il regnante imperatoreFrancesco Giu- ne contro pirati del Baltico, confedera-
i

seppe, avendo conosciuto tanto il merito zione ch'ebbe principio nel secolo XII e
artistico dimostralo dal Gagliardi nelle nel seguente si compose di 64 città; indi

suindicate pitture, quanto il disinteressa- fu assai commerciantee molto più impor-


to impegno col quale si prestò al restauro tante che ora non sia. Fu il castello diGot-
della chiesa, dirigendone anche maestre- lorp la celebre eav venturosa culla di quel-
volmente e senza alcun compenso gli or- l'augusto ramo della casa d'Holstein-Got-
nati architettonici; per pubblico altestalo lorp , che oggidì occupa il poteotissimo
SCI! SCH 171
Irono dell'impero di Russia (^.), intito- Ileo di Schleswig, ed i duchi ne seguiro-
landosi l' imperatole duca di Schleswig- no gli errori. I pochi cattolici del ducato
Holslein ed'Oidenbuigo. Il baliaggiodi di Schleswig, quelli de'ducati d'Holsteia
Gottorp, GoUorpiuniy prese il suo nome e diLauenburgo, e del granducato d'Ol-
dal castello di Gottorp che difende la cit- denburgOjSono amministrali dal/^ìC^nVz^
tà diSchleswig suo capoluogo, e che fu to ^^osto/fCo(/^.) della Germania setten-
residenza del principal ramo de'duchi di trionale oMissioni settentrionali,comeac-
Schleswig e d'Holstein,i quali da ciò pre- cennai nel voi. XXIX, p.ioa e altrove,
sero il nome Gottorp: ora è
di Holstein e ad OsNABRucH residenza del vicario a-
sede del presidente del governo danese, poslolico. In Frederikstadt vi è una mis-»
imperocché il ducato fu dapprima abita- sione pel ducato di Schleswig o Jullandia
lo dai sassoni,ederasotto ilgovernopar- meridionale, con chiesa, cimilerio separa-
ticolare di alcuni duchi; fu più volte riu- to, casa pel missionario, ed ultimamente
nito alla corona di Danimarca (^.), ma sicontavano più di 4oo comunicanti cat-
rei 1 386incorporatoalducatod'Holstein, tolici. II ducato di Schleswig comprende
foruìò d'indi in poi il ducato diSchleswig- una parte della penisola danese, essendo-
Holslein, ed appartiene al re di Danimar- ne la superfìcie generalmente piatta, pe-.
ca, sul quale regna col titolo di duca, do- rò la catena di colline separa il bacinodel
po essere stato eretto in ducato a'g ot- Word o mare Germanico da quello del ,

tobre i46o, ma alla Danimarca fu solo Baltico. Ha fiumi oltre fEydere nume-»
aggiunto il ducato nel 658. Nel 7 1 3 il 1 1 rosi laghi, Produce cereali, cavalli, bestie
re diDaniraarca Federico l V entrò in pos- cornute che formano una delle sue ric-
sesso di questo castello, che riunì poscia chezze, e si fa gran quantità di burro; le
in perpetuità alla sua corona nel 72 i i. La pecore danno una lana pregiata, facendo-
sede vescovile fu eretta nel 9^0, e falla si una pesca attivissima specialmente nel

sulfraganea della metropoli di Lunden mare del Nord, Il regno minerale offre
(^.), ed è conosciuta come il ducato di diverse produzioni. La principale piazza
Sch leswig anche col nome di v^M^/^^/^/jJ, commercianteèFlensburg, ove sono gran
perchè il ducato abbraccia lotta la parte manifatture di telerie e di merletti. Si e-
meridionale della Jutlandia. NelioSo il stende per una superfìcie di 38o leghe
vescovato fu ingrandito collo smembra- quadrate, contai i baliaggi regi, i 3 ciltà,
mento di quello vasto d' Oldenburgo, il 1 5qo villaggi, ed una popolazione di cir-
quale poi fu trasferito a Luhecca (/^.), di- ca 5oo,ooo abitanti, compresi quelli del-
venendo dopo la pretesa riforma ammi- l'isola di Femernealtre isole. La lingua
nistratori del vescovatoi duchi d'Holstein, alemanna vi è comune colla danese, e do-
anch'essi luterani. Quanto alla sede di po il 8o5 vi è stata abolita la servitù. Fra
I

Schleswig, Valdemaro suo vescovo fu in i baliaggi del ducato vi è quello di Son-


Roma nel 1208 da Papa Innocenzo III, derburgo, il cui titolo lo porta il duca di
e divenne poi arcivescovo di Brema, co- Schleswig-HolsteinSonderburg - Augu-
-

me notai nel voi. XXXV, p. 268. Gli er- slenburg, e comprende l'isole d'Alsen e
rori dei Luterani (/^.), che fatalmente in- d'Aeroe, Il suo capoluogo è la città di Son-
fettarono la maggior parte di Germania, derburgo nell'isola d'Alsen, la quale è si-

penetrarono pure nel ducato di Schleswigj tuala sopra un piccolo braccio di mare
che d'allora in poi professa il Proleslan- chiamalo Sonderburgen Sud, che separa
tisnio (/^'.) luterano. 11 perchè Cristiano l'isola dal continente. Vi si rimarca un an-

111 re di Danimarca, crudele persecutore tico castello ed un buon porto. Però il


del cattolicismo, e gran fautore dell'ere- ducarisiedeinAugustenburg, castello del
sia, nel 1 5SQ soppresse il vescovalo catto- ducalo diSchleswigecapoluogod'un di-
lya SCII SCH
Stretto nobile. Il castello fa edificato dal paese migliore d' Europa per tali razze.
duca Ernesto Guntero, nel luogo acqui- Tra le produzioni minerali vi è l'ambra,
stato dal re Federico III. Questo princi- abbondante torba e saline che sono le
,

pe è il capo della i .* linea collaterale della sole dellaDanimarca. La pesca, e princi-


dinastia d' Holstein - Gluckstadt Olden- • palmente quella delle aringhe, occupa di
burgo regnante in Danimarca. La 2.' li- molto gli abitanti. L'industria è concen-
nea si forma dal duca di SchleswigHol- trata in Altona con parecchie fabbriche,
stein-Sonderburg Glucksburg. Queste a ed è dopo Copenaghen la più ragguarde-
linee si chiamano Realìjìa Ducale d'HoI- vole città del regno danese; la quale sor-
stein Gottorpjl'antico ramo regna in Rus- gendo sull'Elba, ha il porlo eh' è il solo
sia,diqueIlocadellon'ècapoil principedi osservabile delTHolstein; però la naviga-
Wasa. Il granducad'Oldenburgodiscen- zione del ducato è assai estesa, e si esten-
dedalla stessa linea d'Holsteia-Schleswig, de sino commercio
alle Indie orientali. Il
ed è ancora principe diLubecca e di Bir- interno è favorito dal gran numero di ri-
kenfeld, facendo parte della dieta Germa- viere e dal canale di Kiel. Ha circa 4^5
nica. Nel i853 per morte del granduca leghe di superficie, 1 8 baliaggi, contee ed
Augusto, gli è successo il figlio granduca altri luoghi, 14 città, 5o6 villaggi: Kiel
Pietro. n'è la capitale, Gluckstadt città principa-
Il ducato d'Holstein, Holsatia^ di Ger- lecon porto e con forte cittadella eretta
mania^ forma una parte continentale del da Cristiano IV. La popolazione del du-
regno di Danimarca, e fa parte della Con- cato ascende a più di 36o,ooo abitanti,
federazione Germanica, per cui il re ha la maggior parte luterani. L'Holstein fu
voto nella medesima come duca d' Hol- abitato anticamente dai sassoni edagl'in-
stein. Confina collo Schleswig, col prin- glesi o angli, dicendosi anzi d'essere stata
cipato Oldenburghese diLubecca, col du- la culla de' primi. Ad Inghilterra, nar-
ca todiLauenburgoe altri stati. L'Holstein rando la loro invasione e quella de'sasso-
è attraversato da una catena di colline, ni, notai che gli angli erano antichi po-

che forma porzione della linea divisoria, poli dell'Alemagna settentrionale nel Jut-
fra i bacini del mare del Nord e del Bal- land, abitanti la parte del ducato di Sle-
tico. La parte orientale è montuosa ed swick, verso il Baltico; e che dopo tale
intersecata da numerosi laghi, e presenta conquista popolo misto da bretone o an-
il

situazioni assai pittoresche : il territorio glo-sassone più tardi prese il nome d'in-
occidentale al contrario è piano, basso ed glese, quindi la regione Bretagna e In-
esposto alle inondazioni del mare,dal qua* ghilterra. Governato prima da un mar-
le lodifendono le dighe, ma le quali fa- chese o comandante delle frontiere, con-
voriscono di molto la fertilità del suolo. quistato e spopolato da Carlo Magno, fu
La parte orientale è inoltre coperta in più tardi soggetto duchi di Sassonia,
ai

gran parte di foreste popolate di quercie che lo conservarono trascuratamente si-


e faggi , e fertilissima su qualche punto. no al principio del secolo Xll; a quest'e-
Tra le sue produzioni, i pomi di terra, la poca lo infeudarono con titolo di contea
canape e il lino sono i più abbondanti. nella casa di Schauenburg, icui membri
Principale sua ricchezza sonoi pingui pa- si affrettaronoa ripopolarlo,trapiantando-
scoli, che nudriscono bestiame di eccellen- vi fiamminghi, frisii, westfiìlici e che do- ,

te razza; le bestie cornute sono numero- po averne goduto il possesso per lungo
se, così i montoni ed i porci si allevano : tempo, non senza inquietudini dalla par-
molte api ,
polli e oche. Niente eguaglia te de'redi Danimarca duchi di Schleswig,
la bellezza de'cavalli, che ha comuni collo fu loroabbandonato in fine nel 1 4^9> "on
Schleswig, e si vuole che l'Holslein sia il riservanllosi che la signoria di Pinneberg
SCH SCH 173
con più di 40)Ooo abitanti. Neh 474 ai cato d'Holstein dato il nome alle case re-
i4febbraio l'Holstein da semplice contea gnanti di Danimarca, di Prussia, e di Ol-
fu eretto in ducato a favore di Cristiano I denburgo che nel 181 5 divenne grandu-
re di Danimarca, della casa d'Oldenbur- ca. Nel 1806 all'epoca della formazione
go e nipote materno dell'ultimo conte di delia Confederazione del Reno, l'Holsteia
Holstein, al quale si aggiunse nel i658, cessò di far parte del corpo Germanico,
altri dicono molto assai prima nel 1 386 o ed allora le leggi e istituzioni tedesche che
neh 52 3, il ducato di Schleswig, cioè for- reggevano questo paese, fecero luogo alle
se in queste epochealla Danimarca e nel leggi danesi. Nel 1 8 1 5 fu compreso nella
i658 due ducati. Nel secolo
essa riunì i Confederazione Germanica, in uno al du-
XVI dopo la morte del re Federico II si cato di Lauenburgo, che la Danimarca
formarono dell' Holstein due parti, una avea ricevuto per indennizzo della Nor-
delle quali rimase al ramo maggiore della vegia ceduta alla Svezia {L^.). Per que-
casa realeo Linea Reale^ che la possedet- sta porzione de'suoi stati riunita all'Hol-

te sotto il nome d'Holslein-Gluckstadt^ slein, il re di Danimarca Con- nella delta


e l'altra fu devoluta al ramo cadetto di federazione occupa il ha 3 vo-
io.° posto,
questa casa, che la godette sotto il nome ci nell'assemblea generale, ed una nell'as-

ó' HolsteinGottorp o sotto il titolo di Li- semblea ordinaria,somministrando il con-


nea Ducale j l'uno e l'altro di questi due tingente di 36oo uomini. Il capoluogo
rami aveano voto e seduta nelle diete di del ducalo d' Holstein è la città di Riel,
A lemagna,al collegio de'principi.Nel 64o 1 C7fj7o«/?/m,capoluogo eziandio del baliag-
per la Ottone ultimo conte di
morte di gio di tal nome, situata sopra una lingua
Scliauenburg,il re di Danimarca e il du- di terra all'estremità d'un porlo profon-
ca d'Holslein-Gottorp ereditarono la si- do formato dal Baltico, ed in cui viene
gnoria di Pinneberg. Infine nel 1773 la a sboccare il canale di Kielo d'Holstein,

corona di Danimarca acquistò tutto il du- il quale congiunge l'Eyder a questa ri-

cato d'HoIstein, cedendo la contea d'Ol- viera '.questo canale che stabilisce una co-
denburgo e di Delmenhorst, in cambio municazione tra il Baltico e il mare del
della parte ducale dell' Holstein ossia di Nord, fu incominciatonel 1777 e termina-
questo ducato. Federico Augusto vescovo to nel 1784. Kielè assai ben fabbricata,
luterano di Luhecca ottenne queste con- ed ha belle strade, una gran piazza di mer-
tee per esso e suoi discendenti maschi, per cato, un bel castello o residenza antica
cessione dell'imperatore di Russia Pietro de'duchi d'Holstein, 3 chiese, e altrettanti
111 suo cugino. Imperocché è necessario ospedali, uno de'quali militare, orfanotro-
notare, che il ducato d'Holstein fu diviso fio e ospizio per le partorienti. L'univer-
fra i figli di Cristiano 1 conte d'Olden- silà fondata nel 1 655conlava ultimamen-
burgo, d'una delle più antiche e illustri te 26 professori e più di 3oo studenti,
case d'Europa, il quale edificò la città di e rinchiude la biblioteca con 60,000 vo-
Oldenburgo, ora capoluogo dei grandu- lumi. Possiede inoltre un osservatorio a-
cato omonimo, cioè fu diviso fra Cristia- stronomico, un gabinetto di storia natu-
no 111 capo del ramo reale di Danimar- rale, un giardino botanico ed un teatro
ca, ed Adolfo capo di quello de'duchidi anatomico. Ha diverse fabbriche, di ta-
Holstein Gotlorp oSchleswigjchecon Pie- bacco, cappelli ed altro; ha un canliere
tro 111 montòsul tronodi Russia. Da que- da costruzione, e fa esportazioni di der-

sto ultimo ramosortirono duchi d'Hol- i rate e manifatture, col suo porto sicuro
slein-Eulini, il cui principe maggiore fu e comodo, essendovi il commercio assai
riconosciuto re di Svezia nel i75 col no-
1 attivo soprattutto in grazia del canale. Nel
uje d'Alfonso Federico li, avendo il du- gennaio vi si tiene gran fiera, con molto
174 SCH SCH
concorso degli abitanti de'ducoti eli Schle* denza, benché abbia avuto due mogli. La
sw'iged'Uoistein, i suoi ascendendoa cir- questione intorno ai ducati dello Schles-
ca 8000. 1 dinloriìi della città sono de- wigHolsteiu, tra la Danimarca e la Prus-
liziosi, e sopra un'altura vi è il castello di sia,incominciò nel B46 dalla lettera pa-
1

delizia chegliabilauti fecero costruire per tente del redi Danimarca Cristiano V IH,
Ja regina di Danimarca, e da dove si go- concernente i diritti di successione della
de amena veduta sul porto, sulla città e famiglia sua in questi ducati. I popoli del-
sulla circostante campagna. Credono al- lo Schieswig-Holstein essendo di nazione
cuni, che Kieleil castello sieno slati foa- tedesca, tolto pretesto da queli' atto , il

dati da Adolfo IV, che poi fu monaco. quale dicevano contrario ai diritti e alla
Mediante strada ferrata, Riel è stata con- costituzione del paese, a'2 i luglio 1846
giunta ad Amburgo. I ducati di Schle- protestarono contro nell'assemblea degli
swig, d'Holstein e di Lauenburgo (di cui stati d'Holstein, e se ne riportarono all'as-
parlai a Sassonia regno) posseduti dalla semblea della dieta di Francfort a'3 ago-
Danimarca, restano nel settentrione della sto, acciò difendesse le loro ragioni, come
Germania (^.): la religione dominante paese appartenente alla Confederazione
è la luterana, come nel reame, ove si tro- Germanica. Questa dieta, divenuta poco
vano molti vescovati luterani, suddivisi stante assemblea democratica d' Alema-
in molle prepositure. Nel congresso di gna, la quale come i democratici di tut-
Vienna fu stabilito, che i cattolici godes- ti gli altri paesi agognava allora all'indi-
sero i privilegi dellealtrecomunioni, ma pendenza di loro nazione e di ricostituir-
la religione cattolica difatto non vi è che la ad impero, portò le istanze de'due du-

tollerata. Le leggi del 1764 prescrivono, cati al re di Piussia, il quale sperando la


che i figli de'matrimoni misti fossero e- corona del novelloimperogermanico pro-
ducati nella religione luterana, e la parte mise ogni appoggio. Operò poi un inter-
cattolica dovrebbe nel sottoscri vere il con- vento armato con forte esercito, riguar-
tratto prometterlo al protestante, quando dando la questione come causa di nazio-
si celebra il matrimonio. I tre ducati han- nalità; erroie di fatto, perchè l'Eyder è
no due soprintendenti ecclesiastici, e di- il confine della Germania, alla quale non
pendono dal suddetto vicario apostolico appartiene lo Schleswig, ed il patto fon-
delle missioni settentrionali, amministra- damentale dell'unione fra i due ducati è
tore della chiesa d'Osnabruck, come ne un patto sepa"ato da quello che stringe i
dipendono i cattolici delle isole danesi. I paesi tedeschi, ed in primo luogo riguar-
pochi ducato d'Holstein so-
cattolici del da gì' interessi danesi, poi il diritto pub-
no campagne. Se
sparsi in alcune città e blico europeo. Mentre la pretensione di
netrovano nel contado di Gluckstadt, ove voler fare dello Schleswig un paese tede-
sono diverse famiglie cattoliche; in Alto- sco per essere legato all'Holstein, poteva
na che ha chiesa con cimiterio separato, affacciarla eziandio lo Schleswig e pre-
casa pel missionario e scuola, con più di tendere altrettanto. Frattanto nelle ge-
4oo cattolici atti alla comunione; in Kiel nerali commozioni politiche del 1848, in-
con chiesa fabbricata dalle limosine de'fe- sorse nel marzo anche lo Schieswig-Hol-
deli, e suo parroco, cimiterio separato,al- stein colla bandiera tedesca, ed il principe
cuni pii stabilimenti,e circa 600 cattolici. Federico duca di Schieswig-Holstein -Son-
Ora è necessario far cenno della recen- derburg-Auguslenburg, si pose alla testa
teeclatantee grave questione de'ducali di delmovimento. Nella bandiera dell'istal-
SciileswigHolstein,edella futura stabili- lato governo provvisorio fu scritto: Vo-
ta successione al trono di Danimarca, non ler difendere i diritti del popolo e del lo-
avendo il re Federico VII alcuna disceu* ro re duca, contro i danesi. 1 1 principe cou-
SCH SCH 175
vocò gli stali perchè si decidessero da chi swìg-lTolslein,riusci perfettamente rista-
colevano essere governali, o se volevano bilita la relazione tra i ducati e la Dani-
unirsi alla Germania, secondo la queslio- marca ch'eravi prima della guerra. Da
nedibattuta negli ultimi anni dalla stam- quel punto i sudditi che non deposero le
pa tedesca, che voleva uniti alla Germa- armi, diventarono più che mai ribelli, ed
nia tutti i paesi di lingua alemanna. Il re in istato di piena sollevazione, non com-
Federico VII solo promise, chel'Holstein battendo per la conservazione de'diritti
avrebbe una co.^lituzione liberale sua pro- minacciati, ma per l'ampliazione de'dirit-
pria, e lo Schleswig quella della Danimar- ti non esistenti. L'esercito danese colla vil:-

ca colla maggior possibile indipendenza toria d'idstdt, riconquistò lo Schleswig;


provinciale. Quindi fu minacciata una l'esercito dell'Holstein si rinforzò coi vo-
guerra europea, essendo la Danimarca lontari di tutta Germania e de'ribelli di
spalleggiata dalle grandi potenze, e prin- professfone. L'Austria e la Prussia, d'ac-
cipalmente dalla Russia, poiché si pretese cordo colla Danimarca e le altre poten-
ancora di unire parte dello Schleswig al- ze, occuparono ducati di Schleswig- Hol-
i

l'Holstein, e subordinare questo e quello stein, per far cessare la guerra e restitui-

alla Confederazione. Sipropose pure, che re l'ordine, ciò che essendosi conseguito,
Io Schleswig avesse una separata costitu- poi gli evacuarono. La Danimarca con ra-
zione, o almeno una particolare amujini- gione esigette, che lo Schleswig sia diviso

slrazione, malgrado che la Danimarca sol- daIl'fIoIstein,e governato senza il sinda-


La ragione
levasse le più gravi difficoltà. cato della dieta Germanica. Le potenze
per cui nel marzo 84B ducati impugna-
i i sostennero e garantirono l'integrità della
rono le armi contro la Danimarca, si fu monarchia danese, ed in certo modo an-
la volontàannunziatadal re duca d'incor- che dopo il cambiamento della casa re-
porare lo Schleswig alla Danimarca, vo- gnante, altrimenti il di Danimarca
regno
lontà che minacciava la pretesa de'duca- ridotto coi pretesi smembramenti a me-
ti all'inseparabilità loro, all'avere un reg- nome proporzioni, sarebbe stato fiìcile pre-
gimento da se,ed all'essere governati dalla da di qualsivoglia ambizioso vicino. A'24
linea maschiledegli Oldenburghesi. Giac- maggio 85 1 1 fu fallo in Varsavia un pro-
ché conviene sapere che una legge costi- tocollOjSullasucces<ìioneereditaria del tro-
tuzionale promulgata in Danimarca nel no di Da nimarca,coll'intervenlodellaRus-
1 665, dichiarò maschi come le femmi-
i sia. In esso si dice : Che per la buona in-

ne ereditari della corona; e non avendo telligenza dell'augusta casa d'Oldenbur-


il presente re Federico VII discendenza, go, l'imperatore Paolo I rinunziò per se
si crede che dopo lui sarà estinta la linea e suoi eredi, in favore di Cristiano VII e
mascolina, e l'erede presuntivo trova vasi di lui eredi alla corona danese, a tutti i

essere il principe Federico ó'Jssìn cugi- diiitti e pretensioni sul ducato di Schle-
no germano del re per mezzo di sua ma- swig e sid ducato d'Holslein, quindi per
dre, sorella dell'ultimo re. Federico VII la pace del Nord e dell'eccelsa casa d'Ol-
a'i4 luglio i85o pubblicò un manifesto denburgo, e pel mantenimento dell'inte-
che avrebbe dovuto troncar la guerra e grità della monarchia danese, si riconob-
pacificar gli animi, protestando che l'in- be: Che la discendenza aìaschile del prin-
corporazione del ducato di Schleswig al- cipe Cristiano di Schleswig Holstein-Son-
la Danimarca trova la sua definitiva e- derbiug-Glucksburg, e della sua consorte
sclusione,colla promessa che non avrà luo- la principessa Luigia d'Assia, riunisce in

go. Rilratlatadid re la sua volontà d'in- se i diritti di eredità, cheall'estinzione del


corporazione, cheavea dato occasione di ramo maschile regnante in Danimarca le
correre ali armi agli abitanti dello Schle- compelono in virlù delle rinunzie della
176 SCH SCH
langintin Carlotta d'Assia, di suo figlio VII a'4 ottobre 1 852 con messaggio alla
il principe Federico d'Assia, e di sua fi- dieta di Danimarca, comunicò il protocol-
glia la principessaMariad'AnhaltDessau. lo da lui accettato, riconoscendo per suc-
Che l'impeialore delle Russie, come ca- cessore al trono il principe Cristiano, sia
po del ramoprimogenilod'Holstein-Got- per le rinunzie fatte in suo favore, preci-
toip, era disposto a rinunziare ai diritti puamente per quella dell'imperatore delle
eventuali, riservando quelli de'due rami Russie,che qual capo della linea maggiore
cadetti d' Holslein-Gottorp, ed in man- della casad'Holsteih'Gottprp, espresse in
canza di discendenza maschile nel princi- oltre il desiderio di regolare l'ordine della
pe Cristiano, diritti di successione al tro-
i successione in favore del principe Cristia-
no danese farebbero ritorno alla casa im- no; sia per la sua bella e nobile condotta.
periale di Russia. Che in Londra si con- Finalmente fu dichiarato espressamente,
durrebbero le trattative necessarie per ,
che i diritti egli obblighi reciproci del redi
dare al convenuto il carattere di transa- Danimarca e dellaConfederazioneGerraa-
zione europea. Pretendeva alla successio- nica relativamente ai ducati d'Holstein e
ne della corona danese il duca Federico Lauenburg,qualisonot.tabiliti dagli atti fe-

di Sonderburg-Augustenburg per la sua derali del 18 i5e dalla vigente legge della
afiìnilàcolla famiglia regnanle,ecolla pro- Confederazione, non debbono essere mu-
lezione della Prussia. Bandito dallo stalo tali dal presente trattato. Mentre la dieta

per la parte avuta nell' insurrezione dei danese nel i853 procedeva al riconosci-
ducati, non lasciò di brigare a tult'uomo mento dello statuito ordine di successione
per afferrare quella corona. Per togliere al trono nel principe Cristiano, e la rinun-
tutte le questioni in affare di sì alto ri- duca Federico di Schleswig-
zia fatta dal
lievo, si tenneroin Londra nel 1 852 confe- Holslein- Augustenburg per se e famiglia,
renze diplomatiche trai ministri di Fran- e per una somma di denaro a tutti suoi i

cia, Austria, Russia, Inghilterra, Prussia, diritti alla successione al trono danese, il

Danimarca e Svezia per decidere intorno duca di Schleswig-Hol-


fratello di questi
al diritto.1 protocolli furono sottoscritti stein-Noer,da Londra ove dimora, scris-
agli 8 maggio, e fu stabilito il duca di : se al presidente della medesima una let-
Sonderburg-Augustenburg nonavere di- tera , dicendo Che avendo saputo dai
:

ritto veruno alla successione; il suo bando giornali soltanto questa rinunzia, prolestò
venne legalmente riconosciuto; che rice- contro formalmente e dichiarò voler so-
verà dalrediDanimarca 2,025,ooo tal- stenerci diritti ereditari della propria fa-
leri in compenso de' beni che possedeva miglia con ogni mezzo legale. Però egli,
ne'ducati,i quali divengono proprietà del- da parte sua, farebbe ogni sagrifizio,quau-
la corona. L'imperatore di Russia come do dovessero darsi provvedimenti, e fare
discendente degli Oldenburg di Kiel, e il in modo che lecorone di Danimarca e di
re di Prussia come discendente degli 01- Russia non sieno mai riunite sullo stesso
denburgdiGluckstadt,rinuuziaronoa*lo- capo,e che la Dani marca ed ducati Schle- i

ro probabili diritti di succedere anche in swig-Holstein non vengano così mai in-
parte al possesso de'ducati, in favore del corporati all'impero russo; imperocché
principe Cristiano di Schleswig'Holstein- l'imperalorenell'aderireal trattato avea
Sonderburg-Glucksburg, il quale diven- fallo delle riserve quanto alla sovranità

ne erede de'ducati. Per tali rinunzie, e d'una parte dell'Holstein in caso dell'e-
per quelle della principessa Luigia in fa- stinzione della linea di Glucksburg, men-
vore del suo sposo principe Cristiano, in tre il trattato pose per principio l'unione
luisi riunirono tutti i diritti di successio- indissolubile di tutte le parti della mo-
ue dcirmliera monarchia. Il reFcderico narchia dauese,sospetlandosi poi che firn •
SGH SC H X77
peratore avesse delle pretensioni da far tal fervore colle parole e coH'esempio, ed
valere sulla corona diDanimarca. Ma nel- eziandio per mezzo di zelanti sacerdoti,
le camere d'Inghilterra furono dichiara- che ben presto dappertutto rifiorì il di-
ti tali timori degli agnati sulla pretensio- vin culto, la morigeratezza de'costumi, la
ne di Nicolò I privi di fondamento, aven- coltura delle campagne e l'abbondanza
do egli ripetuto la rinunzia già fatta da de'viveri. Fondò un ampioseminario con
Paolo I. Nell'aprile 853 le camere riuni-
1 immenso vantaggiode'diocesani, olire u-
te di Copenaghen rigettarono il messag- na casa ove sì dovessero mantenereglio-

gio reale concernente la successione al tre- eìosì e i vagabondi, atFmchè s'impiegasse-


no;quii)diil re sciolse l'assemblea, applau- ro in qualche lavoro, e nel tempo stesso
dendo il popolo ai membri dell'opposi- venissero istruiti ne' misteri della fede e
zione. Ma quanto riguarda la questione ne'doveri della cristiana religione. In Bru-
delia successione, si ritenne che la dieta scaglia, castello di suadiocesi,fecefabbri-
non ci entrasse nulla, come un patto fa- care l'ospedale, e un palazzo pei vescovi
migliare che non ha d'uopo della revisio- con altri edifizi necessari perla famiglia
ne della dieta. Colle nuove elezioni for- domestica. Si mostrò costantemente re-
matasi un'altra dieta, questa a*22 giugno ligioso verso Dio, sollecito dell'altrui be-
nella maggioranza acconsentì, per quan- ne e diaientico del proprio, vivendo con
to è di sua competenza, che il re stabili- regola , e a norma delle più esalte leggi
sca r ordine di successione al trono per della temperanza e dell'ecclesiastica di-
tutta la monarchia, in conformità al teno- sciplina. Dalla diaconia di s. Nicola pas-
re del messaggio reale de'4 ottobre 1802, sò all'ordine de'preti, ed al titolodis.Paa-
C rinnovato a' i 3 giugno i853. crazio, venendo ascritto alle congrega-
SCHOENBRON BUCHAIN Dami aito rioni cardinalizie del concilio, di propa-
Ugo, Cardinale. Nato in Magonza dai no- ganda, de* riti ed altre. Promosso al ve-
nome, fu adoperato
bilissimi conti di tal scovato di Costanza, intervenne ai con-
dall'elettore di Magonza suo zio in rile- clavi d'InnocenzoXIIljdi BenedettoXlII,
vantissimi affari, nel maneggio de' quali di Clemente XII, e fu assente da quello
avendo corrisposto all'opinione che dei di Benedetto XIV, nel cui pontificato dal-
suoi talenti erasi concepita, venne eletto la caduca fu trasferito all'immortal vita
consigliere imperiale, commendatoredel- in Bruscaglia nel 174^> d'anni 67. Rima-
l'ordine Teutonico, preposto della chiesa se sepolto nella chiesa di s. Pietro da lui

di Weissemburg e di Odenheim,rainistro edificata, ove gli fu eretto nobile ed ele-


di stato dell'elettorato maguntiuo e del gante monumento, in cui fu posta una
gran maestro di detto suo ordine, nou lunga iscrizione.
che ambasciatore al congresso tenutosi in SCHRATTENBACH Wolfango An-
Brunswick nel 1 7 1 2 per la pace genera- NiBALE, Cardinale. Dai conti di tal nome,
le. Quindi ad istanza del re di Polonia Au- stirpe vetusta ed illustre,nacque nella dio-
gusto H, ovvero per le premure dell'im- cesi di Gratz nella Stiria, quindi fatti con
peratore Carlo Vl,a'3 gennaio 1 7 1 3CIe- riputazione gli studi nel seminario roma-
meote XI lo creò cardinale diacono di s. no, Cardella, o meglio nel col-
al dire di

Nicola in Carcere, e coadiutore del vesco- legio Germanico, e ottenuta la laurea di


Tato di Spira, dove nel 1 7 1 9 dopo la mor- dottore, fu nominato nel 683, di 23 an- 1

te del vescovo, a vendo trovato le cose del- ni, da Innocenzo XI canonico della catte-
la religione non meno che dell' ecclesia- drale d' Olmiilz , e della metropolitana
stica disciplina assai sconcertate, a cagio- di Salisburgo dall* arcivescovo cardinal
ne delle guerre che aveano ridotto la dio- Reimburg suo affine. Indi nel 1 7 1 1 ven-
cesi iaestrema desolazioue,si adoperò con ne precouizzato da Clemente XI ia ve-
VCL, LXII. 12
lyS SCI! SCH
scovo d'01mfitz,e guadagnatasi la grazia bombardamento, ed francesi l'occuparo» i

dell'imperatore Carlo VI, a sua istanza no nel 1806. Schwerin anticamente ap-
il dello Papa a'3o gennaioi yiS lo creò partenne alla Bassa Sassonia, e fu chia-
cardinale prete dis. Marcello che restau* mata anche iSHv<;rm. Il vescovato di Me-
rò, e l'annoverò alle congregazioni de' ve- cklenburg, Megalopolis, eveiiontì io5o
scovi e regolari,de'ritijdi propaganday^^é*, o nel 1060 suffraganeo di Brema, è for-
della concistoriale, dell'indice, dell'indul- mato con uno smembramento d'Oldea-
genze e sagre reliquie. Fu fatto protetto- burg, come parlando di questo dissi a Lu-
re della Germania, e deVegui e dominii becca ed a ScHLESwiG. Rovinata la flo-
ereditari della causa d'Austria, ministro rida città di Mecklenburg, e poi ristabi-

cesareo in Roma, consigliere di Carlo VI lita neh i5o, la sede vescovile neli igS
e per lui viceré del regno delle due Sici- fu trasferita a Schwerin, secondo Com-
lie. Nella sua dimora in Roma ottenne dal manville, Histoirede.s eveschez^owtvo al
Papa considerabili soccorsi e aiuti a favo- dire di Mirco, Noliùa epìscopatuuni, da
re deirimperatore,col mezzo de'quali riu- Enrico Leone neh 168 il vescovato di
il

scì a Carlo VI più agevole il sostenere la Mecklenburg fu traviato in questa citlà,


guerra contro il turco. Dopo le elezioni ridotta quella di Mecklenburg a villaggio
d' Innocenzo XIII, e Benedetto XIII che presso Wismar. Il vescovo fu principe del-
favori col suo suffragio, essendosi dispen- l'impero, e signore di parte di Schwerin,
sato da quella di Clemente X1 1 per la s uà ma nel 53o 1 disgraziatamente essendovi-
età ormai settuagenaria e per essersi re- si introdotto '\\ Protestantismo (F.) Lute-
stituito alla sua chiesa, a questa lasciò in- rano, il duca di Mecklenburg comprese
signi monumenti di liberalità e religio- nel suo ducato il dominio temporale del
ne, ed ivi chiusein pace il periodo de'suoi vescovo, e poi nellapacedi Weslfalia nel
giorni nel 1788, d'anni 78, e fu sepolto 1648 fu soppresso il vescovato, e defiai-
nel castello di Kremsier,di cui parlai a Oi/- tivamente compreso nel pri'nci palo seco-

MUTZ, nella tomba de'vescovi d'Olm^utz. lare. I Schwerin e del gian-


cattolici di

SCHWERIN, Suerinum. Città vesco- ducato diMecklenburg-Schwerin dipen-


vileecopitale del granducato di Mecklen- dono dal vicariato apostolico delle mis-
burg-Schwerin, parte nel ducalo di Me- sioni settentrionali come notai a Osxa-
,

cklenburg-Schvrerin e parte nel principa- BRUCH,e nel voi. XXIX, p. 1 02, descriven»
to di Schvrerin, capoluogo di baliaggio, done i granducato di Me-
luoghi, come il

sulla sponda occidentale del lago del suo cklenburg-Streelitz. Nel granducato di
nome, ad 1 1 leghe da Lubecca e 2 1 da Mecklenburg Schwerin obbliga la legge i

Amburgo. Si divide in tre parti, la Vec- maschi a seguire la religione del padre, e
chia città, Altstadtj la Nuova città, ÌV<?m- le femmine quella della madre; ma non
stadti o la Schelfe j ed il sobborgo, Vor- si osservò per le disposizioni cattolichedel
5;rt<f^ Cinta di mura interrotte da duepor- granduca Federico Francesco, assai favo-
le, ha buone strade, un castello del prin- revole al cattolicismo. Nel secolo XVII
cipe, la cattedrale del vescovato secolariz- il duca Crislianoabiurò il luteranismoal«
zato di Schwerin, due altre chiese lute- la presenza di Luigi XIV redi Francia,
rane ed una cattolica, la sinagoga, l'or- e rientrò nel grembo della chiesa catto-
fanotrofio, l'ospedale, la casa pe*poveri,la Roma di venne l'amico del
lica; recatosi iu

scuola detlaFei/er/CiVz/2w«/,elascuola nor- p. Kircher gesuita dottissimo. Il grandu-


male. £' residenza d'una soprintendenza, cato di Mecklenburg-Schwerin nella Ger-
\i è una società biblica, ed il monte di mania conta più di 520,ooo abitanti: il du-
pietà, fabbriche emanifalture.I prussia- calodiMecklenburg-StreelitrpureneH'A-
ni presero questa città nel 1759, dopo un lempgna, si compone del ducato di Stree-
SCH SCI 179
litz,e del principato di Ratzehiirgo (JT.) dot, nel secolo XII Enrico il Leone sac'
già sede vescovile,e coaliene 100,000 abi- cheggiò questo paese e lo divise in 4 coa-
tanti. In ambedue gli stali la religione do- tee,che diede a de'cavalieri; un poco do-
minante è la luterana; gii altri culti però po però il Mecklenburg ritornò in potere
sono tollerati; i sovrani di entrambi fan- del figlio di Niclot,PribisIav,che fu am-
no parte della Confederazione Germanica messo fra i principi dell'impero; più tardi
°
congiuntamente. Del i è capitaleScbwe- e agli 8 luglio i348 divenne il principe
rin.del 2.°StreelilZ"Neu,siccome dal 1701 duca dell'impero. Molte linee sovrane si
conta la sua esistenza politica ilMecklen- formarono nella posterità di Pribislav;ta-
burg-Streelitz, ed Adolfo Federico II ne li sono quelle
di Mecklenburg, di Werle,
fu ili. "duca, così nel 1733 fu dal figlio A- Wenden o Gustrow,di Rostock, di Par-
dolfo Federico III fabbricata Streelitz bel- chim, di Grabow,di Schwerin e di Stree-
con bellissimo castello gran-
la e regolare, litz: non rimangono più che queste due

ducale e parco molto ameno, avendo il ultime, le quali non cessarono mai di re-
ginnasio Carolinurn^con scelta biblioteca gnare, essendosi riunite alla Confedera-
e gabinetto di numismatica. Il Mecklen- zione del Reno nel 1808.
burgo già spellante nel circolo della Bas- SCIARLA. Decorazione onorifica. V*
sa Sassonia, è da lungo tempo diviso nel- Mano a sette dita, e Spada.
le due linee di Mecklenburg Schwerin e SCIAARCHADATA o SCIAARRA.
Mecklenburg Streelitz. Ambeduei sovra- Vescovato della provincia di Garma oBet-
ni si ressero incolumi nelle ultime lunghe Garraa nella diocesi di Caldea, di cui fu-
guerre europee e mantennero la loro so- rono vescovi Narsete martirizzato duran-
vranità. Nel congresso di Vienna a' 28 te la persecuzione di Sapore II re di Per-
giugno 8 15, ebbero ambedue duchi il
1 i sia,eBar-Saba discepolo del cattolico Mar-
granduca, ed a quello di Streelitz
titolo di Aba. Oriens chr. t. 2, p. 1241-
fu dato pure un aumento di territorio. II SCI ADR A. Vescovato maronita situa-
governo è temperato, dacché due sovra- i to verso il Monte Libano, il cui vescovo
ni dividono cogli antichi stati formati nel Giovanili ne occupava la sede nel secolo
1572 il diritto di flir le le^ 'ego- XVIL Orlens chr. t. 3, p. 98.
lare le imposizioni. Siccome la illustre ca- SCIATO o SRIATO. Vescovato nel-
sa di Mecklenburg si ritiene la piìi antica l'isola dell'Arcipelago, eretto nel secolo V,

delle case regnanti d'Europa, ed è la su- sotto la metropoli di Larissa, al quale fu


perstite delle famiglie principesche delle unito quello di Scopelo, e fu abitato da
antiche razze slave, ne darò un piccolo moltissimi monaci greci. Il vescovo De-
cenno, cosi del paese. Gli antichi abitan- metrio ne occupava la sede in principio
ti del Mecklenburg erano Fandali[V.)', i del VI secolo. Giuseppe vescovo di Sciato
a questi successero wendi o venedi, che
i e di Scopelo fu eletto nel 1721. Orlens
poscia furono anch'essi chiamati vandali, clirist. t. 2, p. 12 3.
ciò che confondere coi primi. Que-
li fece SCILLITANI. Martiri della città di
sti wendi erano divisi in molte tribù, es- Scilla nella provincia Proconsolare d'A-
sendo le più rimarchevoli quelle degli E- frica, i quali soffrirono il martirio sotto
ridi (f^.), de'warinijde'wilsie soprattut- ilregno dell'imperatore Settimio Severo
to degli obolrili, il cui regno nel IX seco- verso l'anno 200, a' 17 luglio, in Carta-
lo si estendeva da Steckenitz sino alla Pee- gine. Ne'loroatti si trovano nominati Spe-
ne. La città di Mecklenburg, che diede rato, Narzallo e Scittino, e tre donne Do-
il suo nome a tutto il paese, fu scelta po- nata, Seconda e Vestina. La memoria di
scia per la capitale di questo reame nel questi martiri era celebre nell'Africa, co-

969 da Mistewoy I. Sotto il regno di Ni- me apparisce dal sermone 1 55 di s. Ago-


i8o SCI SCI
slino a loroonore pronunziato in una cliie* non sono che una chiesa cattolica, alcu-
sa di Cartagine, ch'era dedicata sotto la ni conventi ed una moschea, tutto il re-
loro invocazione. 11 Rinaldi negli Annali sto appartenendo ai greci. Vi sono scuole
ecclesiastici anno 202, n.° i ^chiama que- pubbliche di lettere e scienze, una biblio-
sti martiri Sperato, Narzale, Cittì no,
Ve- teca di 12,000 volumi, una stamperia, e
turio, Felice, Acellino e Letanzio; le mar- diversi istituti di beneficenza; attivissima
tiri Gianuaria, Generosa, Vestina, Donila vi è l'industria. Il porlo piccolo e poco pro-
e Seconda, a'quali tutti il proconsole Sa- fondo, il cui angusto ingresso vedesi indi-
turnino, che pel I .° in Cartagine incomin- cato da due fari, viene chiuso dalla parte
ciò la persecuzione sotto il detto impera- delsud-est da un molo a fior d'acqua. La
tore, fece tagliare la testa, ed eglino re- rada è buona e può ricevere i maggiori
sero molte lodi e grazie a Dio. Essi pa- bastimenti, e presso ad essa sta il lazza-
tirono il martirio per non aver voluto ve- retto. Scio, o Chios o Skio antica aveva
nerare l'imperatore, né giurare pel genio 4o stadi di circuito. Attribuivasi essa l'o-
di Cesare, terribile giuramento a cui i ma- nore di aver dato natali ad Omero e per
i

gistrati gentili costringevano in que'tempi lungo tempo chiamaronsi le Scuole d'O-


ìcristiani. Il medesimo Rinaldi dice all'an- mero una certa caverna scavata nella roc-
no 806, n.° 3 1 jche in questo tempo furono cia del monte Epos, poco lontano e 4 mi-
trasportate da Cartagine le ossa di s. Ci- glia circa dal sito in cui oggidì è Scio. Se
priano con le reliquie de'marliri scillitani altre 6 città le contrastano il vanto di a-
in Lione, e collocate nella chiesa di s. Gio. \er dato natali al sommo Omero, è pro-
i

Battista;quando anche fu arricchita Ve- vato che produsse parecchi uomini illustri

nezia col medesimo tesoro delle reliquie Come Ione, Teopompo, Teocrito e Me-
di s. Cipriano, che gli ambasciatori aven- trodoro. In essa fiorirono molto le belle

dole ottenute da Carlo Magno in dono, arti, ed il eh. Mustoxidi dimostrò che i

portarono alla patria, ove i veneti nell'i- 4 superbi cavalli di bronzo esistenti sul
sola di Murano eressero nobile memoria pronao della basilica di s. Marco di Ve-
a I». Cipriano. V. Sperato (s.), e suoi com* nezia, sono lavoro egregio degli artisti di
pagni martiri Scillitani^ quella città. Al sud di Scio stendesi una
SCIO (Chien). Città con residenza ve- pianura di due leghe sommamente uber-
scovile nella Turchia asiatica, capoluogo tosa e coperta di belle case di villeggia-
dell'isola e del sangiaccato del suo nome, tura ornate di giardini, al nord ed all'o-

sulla costa orientale dell'isola. Presidenza vest la città è dominata da colline. Scio
eziandio di un vescovo di rito scismatico segui la sorte dell'isola omonima, nell'Ar-
greco, e di un ogà, che prima de'disaslri cipelago, e disgiunta dalla costa occiden-
del 1 822 si poteva descrivere nel seguente tale dell'Asia soltanto per un canale. Due
modo: però le recenti notizie ecclesiasti- grandi porli offrono le coste. Meste e Del-
che del vescovato cattolico le riporterò fino. E l'isola coperta di montagne poco
in fine. Scio è assai regolarmente fortifi- alte granitiche, e contenenti del marmo
quantunque antichi ne siano i ripa-
cata, rosso venato bianco: i poggi e le valli sono
ri, ed è dominala da un'antica cittadel- coltivaticon moltissima cura; alcuni tor-
la genovese, situata sopra una collina vi- renti e gran numero di sorgenti si ado-
cina. Grande è la città e bene edificata perano per l'irrigazione; piacevolissimo
sul gusto italiano, colle strade strette, ma e sanissimo é il clima. Produce l'isola mol-
bene selciate; i suoi edifìzi pubblici e le ti frutti, buon vino moscato, eccellenteo-
botteghe le danno un'apparenza di città lio d*oliva,pregiato miele,querciechedan-
europea, piuttoslochè di città asiatica. Vi no la noce di galla, mastice rinomato e al-
si contano 90 luoghi religiosi, uè' quali tro. Visi trovano fabbriche di stoffe di seta,
SCI SCI i8i
massime damaschi e be Tettarne, pre«
di bllca; ma non romani impe-
poterono i

parandovisi pure molli frutti canditi: con* dire che fossero oppressi da imposte per
siderabilissimo è il suo commercio. Scio, parte di Zenobio generale di Mitridate.
che pare sia stata antichissimamente stac- Siila vincitore di questo re gl'indennizzo
cata dal continente, portò prima il nome ampiamente, e conservarono la libertà e
di Aelhalia^ Macris, Plthyusa, e poscia i privilegi da lui ad essi concessi sino al

fu delta il Paradiso della Grecia. Pos- tempo di Vespasiano che ridusse Scio e
sedeva un tempio di Giove, che si deno• le altre isole del mar Egeo in provincia
miDÒ//f/;/^e^Pe//;^fle«y.Ancheanticamen- romana. Se non che fu loro permesso di
te n'era pregiatissimo il vino, e si disse vivere colle proprie leggi, sotto l'inten-
che quivi si apprese a coltivare la vite dal- denza di un pretore romano. Dopo la di-

lo stesso Enopio eh' era figlio di Bacco, struzione dell* impero greco, passò Scio
secondo la mitologia, ne minore reputa- sotto il dominiode'turchi nel 3o6, ed eb- 1

zione godevano i suoi fichi. Allorché ai be molto a patire sino al 1 346, in cui se
tempidiCiceronesi trovò nell'isola diScio ne impadronirono genovesi, e le resti-
i

del d iaspro, era a ncora sconosci u lo ai gre- tuirono la pace. Già nel 1260 circa l'im-
ci e ai romani. Vitruvio parlò d'una sor- peratore greco MichelePaleologo a vea do-
gente che toglieva la ragione, e presso la nato genovesi in ricompensa de-
l'isola ai

quale erano tracciati alcuni versi che av- gli aiuti da loro ricevuti per la ricupera
vertivano i passeggieri del pericolo. Si vuo- dell'impero; quindi passò in dominio al-
le in prima popolata da'pelasgi, dagl'ionii, la nobilissima famiglia Giustiniani geno-
i quali erano soggetti a de're,uno de'quali vese, possesso che fu loro confermato dalla
fu Ippocle, che fu assassinato per aver ol- repubblica di Genova (V.). Scrive l'Ami-
traggiato una giovane maritata, e quindi denio, che nel 1 346 la repubblica sotto
fu stabilitoil governo a comune. Ippo- il comando di Simone Yignoso ottenne

crate coadiuvò a darle la forma del go- r isola per forza, la quale poi fu data ai
verno d'Atene, ma certi tiranni domestici Giustiniani e altre famiglie per pagamen-
s'insignorirono dell'autorità. Dopo le con- to delle spese fattecon detta impresa, e
quiste di Ciro, l'isola fu quasi sempre sog- col tempo e con parentali, ovvero con pa-
getta alla Persia, e ricevè la città d' A- gamenti, i Giustiniani n'ebbero il libero
tarneus sul continente, qual ricompensa dominio oltre 200 anni,tenendoperòsem-
diun servigio reso a questo principe, aiu- pre corrispondenza colla repubblica. Nel
tando Dario nelle sue conquiste; nondi- 1398 01399 l'imperatore greco Giovan-
meno gli abitanti entrarono nella ribel- ni II Paleologo diede ai Giustiniani l'in-
lione degl' ionii contro persi, e vi tennero
i vestitura dell'isola come feudo dell'impe-
un posto ragguardevole stante le loro for- ro e con annuo censo. Altri rami de'Giu-
ze marittime. Dopo diverse rivoluzioni, stiniani continuarono a fiorire in Geno-
479 ^'^"' avanti l'era volgare per la bat- va, altro si stabili in Roma ov' é il Pa»
taglia di Micale ricuperarono la libertà lazzo Giustiniani (^.), celebre già per la
al pari degli allri ionii, e in breve si tro- sua galleria di quadri, statue e bassori-
varono in condizione più florida di lutti lievi antichi. Queste sculture furono \\\a-
gli altri stati di Grecia, tranne i lacede- straledaFilippoVisconti,//zc?ictìfz/o/2e</e/-
moni. Aveano fermala con essi una pace le sculture del palazzo Giustinaniglioma.
vantaggiosa, allorché caddero sotto la pos- 1 8 1 . Abbiamo di Gìo. Ballista da Diece,
sanza de're di Macedonia. Aiutarono poi Istoria della casa Giustiniani, Genova
i romani contro i principi dell'Asia, e ne 1 649' Altri scrittori li riportò Cancellie-
furono compensati conservando la libertà ri, /lierc^/op.i X i.S'imparenlaronoiGiu-
e col titolo di amici o alleali della repub- stiaiaui eoo potenti famiglie, come colla
i83 SC I SCI
ParnphiìJ (F.),ed ebbero 5 cnrdinali, tìi nìani signori dell'isola tratti in ischiavitìi»
cui pubblicai le biografie. Anche in Ve- de'quali 1 1 di giovanile età, dopo essere
nezia fiorirono i Giustiniani, tra'quali il stati per forza circoncisi, furono destinati
b. Nicolò Giustijiiani, di cui parlai a Di- pel serraglio di Costantinopoli, siccome
spense CELEBRI per quella ricevuta da A- riporta Bosio nella parte 3.' della Istoria
lessandro III per continuare la sua fami- della religione Gerosolimitana : q^[i'\nd\ s.

glia, la Lorenzo Giu-


quale poi vantò s. Pio V, con commovente breve interpose
stiniani (V,) 1.° patriarca di Venezia. A- l'autorità di re Carlo IX, per la quale i
vendo Maometto II conquistato l'impe* Giustiniani liberati si recarono a Roma
ro greco e Costantinopoli, il Papa Cali- a ringraziare il benefattore, ch'esaltò al
sto III colla squadra navale che pel i.° cardinalato Vincenzo domenicano. Pare
pose in mare, e die origine allaM^rma che tuttavia i Giustiniani i genovesi solo
militare pontificia, difese V isola di Scio nel 1 595 definitivamente perdessero l'i-

dalla formidabile potenza de'turchiji qua- sola diScio. Nella guerra de' veneziani con-
li finalmente nel 1 5^^ se ne resero signo- tro i turchi, Innocenzo XII somministrò
ri. Si legge nella F'itadis. PioT^à\ Ca- nel 1694 copiosi soccorsi e l'aiuto delie
tena e altri storici, che ciò avvenne men- galere della marina pontificia e dell'or-
tre i erano intenti a celebrare le
cristiani dine di Malta. All'arrivo di queste parti
feste di Pasqua, e dopo che i Giustiniani la flotta veneta alla volta dell'isola di Scio,
fino dal 1453 pagavano alla Porta ot- dove esegui lo sbarco agli 8 settembre, ed
tomana l'aumentato censo di 10,000 du- accampati i cristiani intorno alla capitale
cati, compresi i 4ooo che prima som- Scio, se ne impadronirono dopo 8 giorni
ministravano all'impero greco pel com- d'assedio, con gran piacere del Papa che
mercio coH'Asia. Sdegnato Mehemet pa- ne rese solenni grazie a Dio. Ma all'im-
scià per la fuga d'uno schiavo nelT isola peratore Acmet II succeduto Muslaftì li,

di Scio con molli danari, persuase Soli- questi energicamente combattendo i ve-
mano II imperatore de'turchi,che non po- neziani li fugò, e nel 1696 ricuperò tutta
tendosi conquistar Malta, era bene impa- l'isola. I turchi indispettiti da tale occu-
dronirsi di tutte le isole dell* Arcipelago pazione, privarono gli abitanti di parec-
soggette a'crisliani,facendo osservare, che chi privilegi che avevano loro concessi,
se si fortificavano e collegavano co'prin» e quelli che loro conservarono, come una
gran tesoro ed esercito sa-
cipi cattolici, specie di reggimento municipale, restaro-
rebbe occorso per ricuperarle; afferman- no in certo modo illusorii stante il dispo-
do che i Giustiniani erano in intelligenza tismo de' pascià. Perciò quando scoppiò
colla Spagna e con Genova. Laonde l'im- la rivoluzione della Grecia [F.) gli sciolti

peratore ordinò a Piali generale del mare, non tardarono a scuotere il giogo sotto il
che coni io galere vi andasse e amiche- quale gemevano. Ripigliarono turchi l'i- i

volmente l'occupasse come fece, non sen- sola nel 1822, sterminando quasi intiera-
za strage, mandandone i signori schiavi a mente la popolazione, laonde da 1 5o,ooo
Calfa, dove poi a intercessione di s. Pio ovvero 1 00,000 abitanti circa che faceva
V, e per mezzo di Carlo IX re di Francia l'isola, o meno secondo altri, si ridusse a

furono liberati. Racconta il Novaes, che poco più di 8,000. Le sue rendite spetta-
avendo inteso s. Pio V occupata Scio a no al manlenimentodella sultana madre
tradimento e il seguito eccidio, nel con- dell'imperatore. Il governo dipende dal
cistoro de'6 settembre con parole inter- capitan- pascià, come Candia, essendo sot-
rotte dal pianto, lutto partecipò al sagro to l'immediato dominio del sultano.
collegio; ma non potendo recarvi rimedio La sede vescovile di Scio o Chio, nella
jtdoperoisi per la liberazione de' Giusti provincia ecclesiaslica delle Cicladi, appiè
SCI SCI i83
de! monte Pellenao, diocesi d'Asia, fue- sotto l'invocazione di s. Nicola essendo sta-
relta nel V secolo sotto la metropoli di ta dai lui chi distrutta dai fondamenti per
Rodi, indi nel IX divenne arcivescovato incendio nel 1822, i divini uffici si cele-
onorario. La fede cristiana vi fu introdotta bravano nella cappella dis. B^elicede'cap-
nel suo piincipio; s. Paolo vide l'isola nel puccini, senza capitolo o sacerdoti seco-
recarsi dall' lUiria in Gerusalemme, ma lari ad essa addetti : vi era il battisterio con
non vi entrò,alraeno quella volta. Al tem- sacerdote per la cura delle anime. Man-
po delle crociale nel secolo XIII vi fu e- cante d'episcopio, il vescovo abitava in
retta la sede vescovile di rito latino, suf- casa a pigione. Vi erano 3 ospizi con cap-
fraganea dell'arcivescovo di Naxos e lo è pelle e r ospedale. Ogni nuovo vescovo
tuttora. L* Oriens chrislianus, 1. 1 , p. gS i anticamente era tassato in scudi 200, ma
riporta i seguenti vescovi greci. Trifone siccome in vece tale annua somma la con-
che fu al concilio di Calcedonia, Giorgio gregazione di propagandatile passava al
nel 68oinlervennea quello generale diCo vescovo per sostentamento, cosi fu esen-
stantinopoli, Teofilo fu all'altro del 754, tato dalle tasse. Il circuito della diocesi
Gabriele metropolita sedeva nel 1 575, in- ascende a circa 1 20 miglia. Nel voi. XVIII,

di N..., e poi Ippolito deh 590 Q)etropo- p.i IO ex 1 1 parlai dell'ospizio della pia
lita,Geremia del 642,Partenio del 1 656,
1 opera Calomati, con missione de' dome-
Ignazio del 1664 metropolita, Giacomo nicani; dell'ospizio di s. Antonio, con mis-
del 1679 roelropolita, Daniele del 1720 sione de'francescani riformali, e della mis-
metropolita. Nel 1695, dice il contempo- sione de'cappuccini. Altre più recenti no-
raneo Terzi, Siria sacra p. 4*^3, l'isola tizie sono. Nell'ultima catastrofe e distru-
contava 5o,ooo abitanti, i quali ubbidi- zione della cattedrale, si poterono salvare
vano ai loro vescovi latino e grecò, ma gli utensili sagri : l'ospizio de'lazzaristi pe-
erano in maggior numero. I
gli scismatici ri per opera de' greci scismatici e de'tur-
avevano due monasteri di mo-
cattolici chi, insieme a tutte le chiese urbane per
nachesenza obbligo di clausura, e 4 con- fatto de'medesimi nel 1827. Il clero se-
venti di gesuiti, domenicani, cappuccini colare si componeva di i3 sacerdoti: esi*-

e francescani riformali. Nelle Notizie di 6tonoinomìnatiospizi,duecappel!erurali


Roma è la serie de'seguenli vescovi latini. e scuole. La popolazione cattolica prima
Nel 1 720 Filippo Bavestrellidi Scio. 754 1 degli ultimi disastri ascendeva a 1,000, i

Gio. Battista Bavestrelli oriondo di Scio. indi fu ridoltaa 160 individui; molte fa-

1773 Gio. Antonio Wriclà di Scio. 1786 miglie poi vi fecero ritorno, onde già su-
Pietro Graveri minoi;e osservante, Irasla- peravano i 4oo« Formano parte di que-
to da Eno inpartibus. 1788 Nicolò Ti- sta diocesi le isole Ipsarh, Antipsarà,SpaI-
moni di Scio, 1797 Vincenzo Coressi di raandori, Samo eNicanao Icarìa.La con-
Scio. 8 1 4 Francesco Saverio Dracopoli.
1 gregazione propaga nday?^e e la pia as-
di

Per sua morte Leone XII col breve Quuni sociazione di Lione della propagazionedel-
necesse, de' 19 settembre 1826, Bull, de la fede mandarono diverse somme per la
propaganda fide t. 5, p. 22, deputò in am- cattedrale, la quale forse sarà slata rie-
ministratore apostolico di Scio nel mare dificata, e in generale migliorata la de-
Egeo mg.' Luigi M.' Cardelli arcivesco- scritta affliggente condizione.
vo Smirne. Quindi Pio Vili nel con-
di SCISMA, Schisma. Voce greca che si-
cistoro de' 18 marzo i83o vi trasferì l'o- gnifica in generale divisione, separazione,
dierno mg.' Ignazio Giustiniani di Scio e rottura, scissura ; ma nell'uso ordinario
vicario apostolico.Secondola relativa pro- lo scisma è un* azione per mezzo della
posizione concistoriale, ecco lo slato della quale un cristiano si separa volontaria-
chiesa in tale anno. L' antica cattedrale mente dall'unità della Chiesa (F.)^ per-
i84 SCI SCI
che questa unità consiste nella comunio- smatici sono semplici , e non solenni. 11

ne mutua de'raembri della Chiesa fra di nome di Chiesa è un nome di società, di

loro, e nella loro comunicazione col capo adunanza, di unione. I legami che strin-
universale e supremo il sommo Pontefi- gono ad essa lutti Fedeli (F.)^ sono l'u-
i

ce (/^.). Ecco la ragione per cui io scisma nità d'una slessa F(ec?e(/^.) in una creden-

può farsi in tre maniere : i separandosi za uniforme, la partecipazione degli stes-
dal capo supremo per non volersi più ri- si sagramenli , la subordinazione e l'ub-
conoscere, abbenchè non si separi espres- bidienza ai legittimi paslori sotto uno
samente da'mem bri, come succede quan- stesso capo eh' è il Papa vicario di Gesù
do s'insti tuisce o si favorisce un Atitipa' Cristo. Il rompere alcuno di questi legami
•pa (F.), oche si usurpa il Ponlificalo[F.)\ è un separarsi dalla Chiesa e cosi : lo sci-
2.° separandosi dai membri della Chiesa sma, cioè la divisioneo separazione, si fa o
che comunicano col Papa, sebbene non coU'eresia formale, che dividendo l'unità
si separi espressamente dal Papa , come della stessa fede, rompe il nodo più sagro
accade quando si separa dal proprio Ve- e più stretto che ci stringe alla Chiesa; o
scovo (V.) o da altri fedeli attaccali al con uno spirilo di ribellione e di disub-
romano Pontefice; 3.° quando si separa bidienza,quando scuotendoli soave giogo
espressamentedalcaposupremoe dai suoi della sommessionedovutaairauloritk ec-
membri a lui uniti, come fanno Prote- i clesiastica, la quale risiede principalmen-

stanti [F.). ho scisma è un gran peccato, te nel Papa, si tronca la comunicazione


perchè rompe l'unità dèlia Chiesa, ch'è fra le membra e il capo, fra il ruscello e
un sommo bene; e gli scismatici sono^yco- la fonte, come dice s. Tommaso. Aggiun-
munìcati {F,), ed inabili a conferire le- ge questo angelico dottore, che 1' unità
citamente gli Ordini (^.) sagri, e dare o della Chiesa consiste in due cose: nell'u-
ricevere validamente i Sagramenti (F.), nione delle membra della Chiesa fra es-
ed i Benefizi ecclesiastici ( F.). Lo scisma se, e nella subordinazione di tutte queste
è spesse volte unito aWEresia (^.), seb- membra ad un capo ch'è Gesù Cristo, di
bene possa esserne separato, come succe- cui sommo Pontefice tiene le veci nel-
il

de allorché conservando la intiera legge la Chiesa: denominano perciò scisma-


si

della chiesa romana, si separa solamen- tici coloro che non vogliono sollomettep-
te dal suo capo o dai suoi membri. Il ve- si al Papa, o non vogliono aver comuni-
scovo Sarnelli neWe Lettere ecclesi astiche j cazione colle membra che gli sono sog-
1. 1 o,lelt. 27 : iSe tutti gli scismatici sieno gelte. Il mezzo da preservarsi dal conta-
eretici^ e del conversar con loro^ dopo a- gio dell'eresia e dello scisma, è come dice
"vere spiegato e distinto lo scisma dall'e- il dottor massimo s. Girolamo, 1' unirsi
resia, riporta la costituzione di Martino più strettamente alla s. Sede{F.), centro

y^ Ad evitanda, emanata nel concilio di dell'unità cattolica; e il vietarsi assoluta-

Costanza, dalla quale si apprende, non mente la lettura di tulli i libri di fazio-

doversi evitare gli scomunicati notoria- ne. Si dice invano, non volersi separare
mente, se non sono specialmente denun- dalia società e dal capo della Chiesa; si è
ciati, o pure cheil notorio sorga dalla vio- veramente separalo, si veramente sci-
è
lenta iniezione delle mani ne'chierici. Nel- smalico, lyc/z/^mtìff/cw^, dacchècon una di-
la bolla in Coena Domini si fulminavano subbidienza formale alle decisioni dom-
lecensuregeneralmentecontrogli scisma- matiche della s. Sede, si rompe il sagro
tici, senza nominar le persone. Avverte in legame che ci unisce al capo. Basta pu-
oltre, che gli scismatici eretici non hanno re ad incorrere nello scisma, il fare un
giurisdizione, per essere membri ascissi decreto di fede indipendentemente dalla
dalla Chiesa, laonde i voti de'monaci sci- Chiesa, come principalmente avvenne io
SCI SCI 85
diversi òe* Conciliaboli (F.): si può vede- Tovile per formare un gregge a parte, van-
re Jl trionfo della s. Sede^óelp. Cappel» no direttamente contro la intenzione di
lari poi Gregorio XVI, cap. 20, n." 3. « Se Gesù Cristo. Ci fa osservare s. Paolo, che
un metropolitano, convocati tutti ì suoi uno de' grandi motivi della venuta del
vescovi in sinodo, pubblicasse un decreto, Redentore sulla terra, è stalo di distrug-
col quale dichiarasse essere di fede una gere il muro di di visione ch'era tra la na-
scienza media in Dio, tra quella di visione zione giudaica e le altre, di far cessare col
e quella disemplice intelligenza,ed a que- suo sagrifizio l'inimicizia dichiarala che
sto decreto dogmatico dichiarasse obbli- dividevate, e stabilire tra esse una pace
gati a credere, come ad articolo di fede, eterna. A cheavrebbe servilo questo trat-
i suoi sudditi, certo é che il metropoli* talo di pace,se dovea essere permesso ad
lano con tutto il sinodo romperebbe l'u- alcuni nuovi dottori di formare nuovedi-
nità, non uniformandosi alla professione visioni, ed eccitare tosto Ira'membri del-
della chiesa cattolica, che nel numero dei la Chiesa odii tantodichiaralicome quel-
suoi dogmi non ammette questa scienza lo chea vea regnato trai giudei ed genti- i

media ". Osserva il Bergier,chescisma si- li? In conformità alle lezioni di Gesù Cri-

gnifica separazione,e così il delitto di quei sto, s. Paolo, non solo rappresenta laChie»
che sono membri della chiesa cattolica, sa come un solo ovile, ma come una so-
e si separano per fare una società a parte la famiglia e un solo corpo; raccomanda
col pretesto ch'ella sia in errore, che au- ai corinlii di non fomentare tra essi sci-
torizzi de'disordini e degli abusi. Questi smi ne questioni, a proposito de' loro a-
ribelli di tal guisa separati sono scisma- posloli o de'loro dottori, riprova ogni spe-
tici; la Chiesa non è più il loro partito, cie di divisioni, che non vi sieno eresìe.
ma una setta particolare. In ogni tempo L'apostolo s. fedeli « che
Pietro avvisa i

furonvi nel cristianesimo spiriti volubili, tra essi visaranno pseudo-profeti, dottori
orgogliosi,ambiziosi di dominare ediven- di menzogna,che introdurranno selteper-
tare capi di partito, che si sono creduti niciose, che avranno l'audacia di sprezzar
più illuminati di tutta la Chiesa, che le l'autorità legittima, che per loro proprio
rimproverarono errori ed abusi, che se- interesse si faranno un parlilo colle be-
dussero una parte de'suoi figli e forma- stemmie... che strascineranno gli animi
rono tra essi una nuova società; gli apo- incostanti e leggieri ... promettendo loro
stoli stessi videro nascere questo disordi- la libertà mentre eh' eglino stessi sono
,

ne, lo condannarono e deplorarono. E- schiavi della corruzione ". Non poteva de-
saminandoBergier, se lo scisma in se stes- scrivere meglio gli scismatici, che voglio-
so sia un delitto, ovvero se qualche mo- no, dicono essi, riformare la Chiesa. 1 Pa-
tivo possa renderlo legittimo, alfermache dri della Chiesa seguaci della dottrina de-
non ve n' é alcuno, né giammai vi può gli apostoli, si suscitarono tulli contro gli
essere e perciò tulli gli scismatici sono
, scismatici e ne condannarono la temerità.
fuori della strada di salute eterna : tale Per mostrare la gravezza del delitto de-
è sempre sialo il sentimento della chiesa gli scismatici, trascriverò ciò chedisseBay-
catlolica, e ne produce le prove. Fu in- le, Siippl. del Coment, filos. >» Non so do-
tenzione di Gesù Cristo, di stabilire l'u- ve si potesse trovare un delitto più grave
nione tra i membri della sua Chiesa, per di quello di lacerare il corpo mistico di
cui disse: » Io do la mia vita per le mìe Gesù Cristo, della sua sposa che ha re-
pecorelle, ne ho delle altre che non per dento col proprio suo sangue, di questa
anco sono nell'ovile, è d'uopo che ve le madre che ci genera a Dio, ci nutre col

conduca, e farò un solo ovile sotto lo stes- latte dell'inlelligenza, che è senza frode,
so pastore". Dunque quelli ch'escono dal- che ci Gouduce alla beatitudioe eterna.
iSCd sci scr
Qual maggior delitto quanto di sollevar- il principio d'unità stabilito da Gesù Cri-
si contro una tal madre , infamarla per sto econ terribili conseguenze. Seguendo
tulio il mondo, fare ribellare i di lei figli poi il principio, su cui i protestanti avea-
se si può contro di essa, strapparlene dal no fondato il loro scisma, o la loro sepa-
seno a migliaia per trascinarli nelle fiam- razione dalla chiesa romana, alcuni dot-
me eterne, colla loro posterità, per sem- tori resisterono ad essì,sostenendo ch'era-
pre? Dove sarà il delitto di lesa maestà no in errore, e provarono ch'era d'uopo
divina nel pi imo capo, se non si trova più? separarsi da essi. Così dallo scisma deriva-
Uno sposo che ama la sua sposa e cono- rono innumerabili Selle (/^.), con aperto
sce la sua virtù si tiene più mortalmen- scisma anche tra gli stessi scismatici ed e-
te offesocoi libelli infamatorii che la fan- retici. Sebbene gli apostoli abbiano spes-

no passare per una prostituta, che per tut- so raccomandatoa'fedeli l'unione e la pa-
te le ingiurie che si dicessero ad esso. Di ce, pure hanno loro ordinato di separarsi

lutti i delitti, in cui possa cadere un sud- da quelli che insegnano una dottrina fal-
dito, non ve u'è uno più orribile che quel- sa : in generale proibirono a' fedeli di a-

lo di ribellarsi contro il suo principe le- scollare e seguire i seduttori, i falsi dot-
gittimo, e far sollevare tante provincie, tori, i predicanti d* una nuova dottrina.
che per procurare di detruderlo dal tro- Scrive s. Paolo a Tito; Schiva l'eretico,
no, sarebbe mestieri desolare tutte le pro- dopo averlo ripreso una o due volte: s.
vincie che vorrebbero restare fedeli. Ma Giovanni neppur vuole che si saluti. Inol-
quanto l'interesse soprannaturale supera tre s. Paolo dice anatema a chiunque pre-

ogni vantaggio temporale, altrettanto la dicherà un Evangelo diverso dal suo, an-
Chiesa di Gesù Cristo supera tutte le so- corché fosse un angelo del cielo. Di più,
Dunque altrettanto lo scisma
cietà civili. comanda fuggire la compagnia de'pecca-
colla Chiesa supera l'enormità di tulle le lori scandalosi. La Chiesa separò in ogni
sedizioni ". Daillé nel principio della sua tempo dalla sua società gli eretici e i mi-
apologia peri pretesi riformati, fa la stes- scredenti : i pretesi riformatori non han-
sa confessione circa la gravezza del delit- no la sua autorità, né quella degli apo-
to di quelli che senza alcuna grave ragio- stoli e de'pustori della chiesa universale,
ne si separano dalla Chiesa; ma erronea- quindi non ponno con bestemmia dichia-
mente sostiene che i protestanti n'ebbero rarla eretica persedurnei figli e condur-
d'assai forti, perchè non si possa più ac- li alla perdizione eterna, il più facendo
cusarli d'essere stati scismatici. Calvino enormeabusodellas. Scrittura, ed alzan-
slesso e i principali suoi discepoli non par- do altare contro altare.E' abbastanza pro-
larono diversamente. I protestanti fecero vato che predicanti errori, erano o mo-
i

ad un tempo stesso i'ulllzio di accusatori naci e frati disgustati del chiostro, del ce-
e di giudici, usurpandosi l'autorità di de- libato e del giogo della re^o/^,0 ecclesia-
cidere la queslione,mentre tutta laChiesa stici viziosi, sregolati, prevenuti dalla pre-
sosteneva il contrario, separandosi quin- tesa loro scienza; che la folla de' loro cre-
di dalla chiesa romana, ai sedicenti o ca- duli partigiani furono uomini di pessimi
lunniosamente assai esagerati abusi e su- costumi, e dominati da violenti passioni.
perstizioni della quale, dicevano essi, non E' parimenti certo che il motivo princi-
potevano prendere parte senza rinun- pale di loro apostasia fu la brama di vi-

ziare all'eterna salute, ed in vece la per- vere con più libertà, usurpare i beni di
derono, venendo loro errori condannali
i chiesa, saccheggiare chiese e monasteri,
nel sagro concilio di Trento, a fronte dei umiliare e rovinare il clero, vendicarsi dei
grossi volumi che composero per giusti- loro nemici personali, essendo permessa
ficare il loro deplorabile scisma , contro ogni cosa agli eretici e scismatici, contro
SCI SCI 187
i cattolici fetidi al P^pa e perciò deno- 11. Altrettanto non solo feci di quelli in-
minali da loro papisti. Alcuni teologi di- sorti parzialmente in alcun vescovato o
stinsero loscismafl/Zù'Oj dallo scisma ^/Tt^- stalo, ma anche negli ordini religiosi, nei
sivo.Col primo intendono la separazione monasteri e abbazie, come nel secolo XII
volontaria d'una parte de'membri della in quella celebre di Cluny[F.) del cardi-
Chiesadal corpo,e la risoluzione chepren- nal Ponzio Margoliesi (F.) suo abbate
dono da se slessi di non far più società anlico, contro l'abbate Pietro il Venera-
con esso appellano scisma passivo^ la se-
: bile, chedescrive il Bercaslel nella Storia
parazione involontaria di quelli che la del Cristianesimo ( F.) 1. 1 SjU.** 2 89 e seg.
Chiesa ha rigettato dal suo seno colla Sco- Nei n.i292 6293 fa altrettanto di quello
munica {V.). Qualche volta i contro ver- di Monte Cassino (F.)^ il quale pur cele-
sisi protestanti vollero abusare di questa bre monastero cadde in uno scisma non
distinzione dicendo : Non ci siamo noi se- meno scandaloso, a cagione di Oderisio
parati dalla chiesa romana, ella fu che ci suo abbate, represso come il precedente
rigettò e condannò; dunque essa è colpe- da Papa Onorio li , il quale dopo avere
vole dello scisma, e non noi. Ma è pro- acremente sgridato l'abbate nel castello
vato con lutti i monumenti storici di quel di Fumone, ove si trovava, poscia lo de-
tempo, e con tutti gli scritti de'luteranie pose e scomunicò. Insorse l'abbate Nico-
calvinisti stessi, cheavanti l'anatema pro- lò,Oderisio domandò e ottenne perdono,
nunziato contro d'essi dal concilio diTren- ma il Papa deposto e scomunicato Nicolò
to,aveanopubblicatoeripetutocento vol- e suoi aderenti, elesse abbate Signoretto
te che la chiesa romana ei^ la Babilonia e recossi a Monte Cassino per compartir-
dell'Apocalisse, la Sinagoga di Satana, la gli la benedizione abbaziale, che gli abbati
società dell' Anticristo, che assolutamente solevano portarsi in Uoma a ricevere. Fa-
era necessario uscirne per salvarsi; incon- mosi furono gli scismi de'iVbi'tìtz/tìt/jij dei
seguenza tennero tosto radunanze parti- Donatisti, de' Luciferiani , degli Ariani
colari, si guardarono d'intervenire a quel- (F.) e di altri. Ad Antipapa sono descrit-
le de' cattolici e prendere qualche parte ti 29 scismi, e meglio ne ragionai in lut-
nel loro culto. Dunque lo scisma è stato ti gli articoli e luoghi che li riguardano.
attivo e volontarissimo per parte di essi. Nell'anno 2 54 e P^^' ^' elezione di Papa
Chiamasi in \.Qo\o^\a proposizione scisma- s. Cornelio incominciò il i." scisma della
tica, quella che tende ad inspirare ai fe- chiesa latina, sostenuto dall'antipapa No-
deli la ribellione contro laChiesa,a intro- vazianOy che s'intruse nel pontificalo. Da
durre la divisione tra le chiese partico- siffatti scismi ebbe origine l'abuso dell'-É^-

lari e quella di Roma (F.) ch'è il centro sclusiva (^.), di cui trattai eziandio a Sa-
F. Condanne di er-
dell'unità cattolica. gro Collegio de'cardinali. Alcuni scismi
rori e Proposizioni condannate come e- furono sostenuti dagl'imperatori di Ger-
retiche o scismatiche. mania [V.) promotori e fautori di diver-
I diversi scismi sino dal principio della si antipapi, e per ultimo Lodovico V di
Chiesa derivarono da diverse cagioni, per Baviera fece eleggere l'antipapa Nicolò V
credenza religiosa, per punti di disciplina (^.) contro Papa Giovanni XXII (F.),
ecclesiastica, per questioni e dispute, per Vi furono involuti in questo scisma alcu-
V Elezione del Papa (F.); così per l'os- ni Francescani (F.) che impugnaronodi-
servanza della Pasqua (/^.), per la vali- verse dottrine sulla povertà di Cristo e
Tre Capitoli
dità del Battesimo (F.), pei degli apostoli : lo scisma devastò la Chie-
(F.), pel Primato del Papa (F.), ed altri sa e l'impero circa 26 anni e firn nel 1
347-
scismi derivarono per quelle altre cause L'ultimo scisma della chiesa latina prin-
o pretesti che trattai ai loro molti artico- cipiò nel conciliabolo di i?^z^//ert(^.), ove
i88 SCI SCI
nel novembre 1439 fu eletto antipapali questione del vero Pontefice restò allora
duca Amedeo Vili di Savoia (F.)^ che dubbiosa presso a molli. Conciossiacché,
preso il nome di Felice Vy conosciuto in sebbene sia necessario di credere, che sic-
appresso l'errore, a'9 aprile i449 abiu- come la cattolica chiesa è una sola, così
rato lo scisma, rinunziò al pseudo ponti' pure un solo dev'essere \\ Pastore di essa,
ficaio. Contro Giulio II (V.) ancora al- Vicario di Cristo, ciò nondimeno acca-
cuni cardinali scismatici ribellandosi, co- dendo, che per uno scisma sieno stati e-
spirarono per deporlo dal pontificato nel lelti più Pontefici nello slesso tempo, non
]5i I, denunziando il conciliabolo di Pi» sembra necessario di credere che questo
sa (J^.)i che per V Interdetto (/^.) fulmi- o quello sia il vero Papa,
sia ben- ma che
nalo dal Papa doverono abbandonare, e sì quelloche fu canonicamente eletto.
,

passando a Milano e Lione [F.) per com- Chi poi fosse canonicamente eletto, ninno
piere il detestabile congresso, eguali cen- è obbligato a saperlo, come non è obbli-
sure furono lanciate contro quella città, galo a sapere il diritto canonico, ma in
opponendogli Giulio 11 il conciliodi iSa- ciò possono seguire con sicurezza di co-
fertìno/^jComeEugeniolV a vea fatto con- scienza il sentimento e la condotta dei lo-
tro gli scismatici di Basilea con altro con- ro superiori o prelati". Per la stessa ra-

cilio generale. Fra i detti 29 scismi ch'eb- gione, dice Briziom Annal.adan.\Z'j%'.
bero luogo nella chiesa romana, e ne la- H Scriveva il cardinal Baronio al suo a-
cerarono gli ambiziosi antipapi l'unità, il mico Jacopo Sirmondo, che nulla più gli
piti funesto, il più lagrìmevole, il più or- rincresceva, che di arrivare a questi tem-
rendo fu quello chiamato il gran scisma pi, ne' quali non sapeva che cosa libera-

d' Occidente per la sua lunga durata, dai mente dovesse stabilire nello scrivere la
20 settembre 1878 al 26 luglio 1429, per sua storia ". 1 cardinali che abbandona-
le deplorabili circostanze che l'accompa- rono Urbano VI per eleggere l'antipapa,
gnarono, come per le sue infelici conse- s. Caterina da Siena li chiamò apostati

guenze. Non sapevano fedeli a qual ca- i e demoni incarnati. Da questo scisma de-
po della Chiesa ubbidire, e qual ricono- rivò il iùi^Ws^xmo Regio Exeqiiatur[F .)^
scere per legittimo pastore universale, del quale ragionaialtresì nell'arlicoloSAR-
perchè contro il legittimo e canonicamen- DEGNA REGNO, ed a SCOMUNICA. Altri Opi-
te eletto Urbano /^Y (F.) insorse l'anti- nano, che nessuno de' due parliti, roma-
papa Clemente P^II{F.)f che trasferen- no e avignonese, era colpevole di disub-
dosi in Avignone (V.) vi stabiPi una cat- bidienza verso la Chiesa, ne verso il suo
tedra di pestilenza, e tuttavolta per erro- capo, ambedue desideravano egualmen-
re o per malizia fu riconosciuto e ubbi- te di conoscere il legittimo Papa, pronti
dito da popoli e principi, mentre in Ro- a tributargli ubbidienza da che sarebbe
ma il Papaera ubbidito dal resto del cai- certamente conosciuto. Questo delicato
tolicismo, essendovi in Roma WSagro Col- punto, e col parere de'leologi e canoni-
legio (/^.) de'cardinali, ed in A vignone al- sti, lo toccai in di versi articoli, ove descris-
tro ma pseudo e di Jnticardìnalì, de'qua- si la storia di questo pernicioso scisma,
li parlai nel medesimoai ticolo.Anchesan- durato oltre 5o anni, che qui vado citan-
ti personaggi in buona fede seguironol'ub- do e in altri analoghi. Ad Urbano VI nel
bidienza d' Avignone, laonde fece dire a 1889 successe in Roma
Papa i9ort//«- il

Werneio Rollewtuc,//2 Fascicido lempo- c/o/.Y(^.),ed all'antipapa Clemente VII


rumadan. 878: E perciò non saprei qual
1 successe in /^i^^/20/ie l'antipapa Benedet-
fosse Papa,da Urbano VI fino a Martino to XIII (y,). Continuando quest'ultimo
V. Quindi s. Antonino contemporaneo, a sostenere il pernicioso scisma, neli4o4
in Chron. par. 3,lit. 22 osserva.» Che la in Roma fu creato ì^a^dL Innocenzo VII
SCI SCI 189
(F.)j cui successe nel i4o6 Gregorio XII pertinace nello scisma in Paniscola(F.)
(P.). Conilo di questi insorti i cardinali nel 1 4^4> avendoancora scismatici segua-
vecchi del suo collegio, ed unitisi con par- ci, e gli successe l'antipapa Clemente f^III

te di quello avignonese, con diversi ano- (f^.)j il quale vedendosi poi riconosciuto
basciatoridi principi, e moltissimi vesco* dai soli aragonesi, nel 1429 rinunziò l'an-
vi, prelati e dottori, adunatisi \nPisa(f^.) tìpapato,per estinguere onninamente del
in concilio (das. Antoninochiamatocon- tutto lo scisma che tanto avea lacerato la
ciliabolo, e dal cardinal Baronio ne ap- Chiesa, a cui Martino V ridonò l'unità e
provato ne riprovato: come fu qualifica- la pace, però poco dopo gravemente di
to nell'epilafiìo sepolcrale diGregorioXII, nuovo alterata dal memorato scisma Ba-
lo dissi a Sepolcro de'Romani Pontefi- sileese. I protestanti attentissimi a rileva-
ci,parlando del suo) nel 1409» deposti re tutti gli scandali della chiesa romana^
Gregorio XII e Benedetto XIII, elessero esagerarono le sciagure prodotte da que-
Alessandro /^(/^.)jil quale riconobbe per sto scisma, dicendo che nel suo tempo in
"Veri gli anticardinali. Si lusingavano gli molti luoghi si estinse ogni sentimento di
afflitti fedeli di vedere in tal guisa termi- religione, e si apri la strada ai più diso-
nato lo scisma e ricomposta Tunità cat- norevoli eccessi; cheil clero perde le ap-

tolica ; subito però dovettero deplorare parenze di religione e di decenza, che le


uno scandalo maggiore, poiché in luogo persone virtuose furono tormentate da
d'un solo chesi voleva, tre rimasero a un dubbi e da inquietudini; ed ebbero l'im-
tempo,ciascuno de'quali si tratta va da Pa- prontitudine di aggiungere, che siffatta di-
pa, ed ebbero ubbidienti e veneratori. Se- visione d' animi produsse però un buon
cóndo s. Antonino, il solo Gregorio XII effetto, poiché diede un colpo mortale al-
fu legittimo, non Alessandro V, il quale la podestà de* Papi, come scrive il famo-
morendo Bologna neli4io, ivi gli fu
in so Mosemio nemico acerrimo del catto-
dato a sixcctssoYQ Giovanni XXIII (F.). licismo. Non si può negare che il gran
L'imperatore Sigismondo per terminare scisma d* Occidente produsse infinite tur-
questo stato violento di separazione dal- bolenze, agitazioni negli animi, intrusio-
l'unità cattolica,persuaseGiovanniXXIII ni nelle dignità e benefizi ecclesiastici, per
Costanza
alla celebrazione del concilio di lenomine che simultaneamente faceva-
(A^.), e fu denunziato neli4i3. Gregorio no Papi e gli antipapi, usurpazioni dei
ì

XIJ, che sinceramente bramava l'unità beni di chiesa, abusi, odii di fazioni, guer-
della Chiesa, fece ridurre l'adunanza in- re intestine, crudeltà ed altre lagrimevo-
cominciata da Giovanni XXIII in for- li conseguenze; ma la storia di que'tem-
ma ed in esso per procura-
di concilio, pi nel resto smentisce le declamazioni e
tore deputò Carlo Malatesta signore di calunnie spacciate dai protestanti, e solo
Rimini; dimorando egli in Riniini(F.)^ rileva oltre le enunciate peripezie, scan-
eroicamente per tal mezzo fece la Ri' dali e diminuzione del sentimento reli-
niinzia del pontificalo (I^.) ; Giovanni gioso, ma male in sostanza non fu qua-
il

XXIII essendone fuggito fu deposto, e le ho detto,e non tanto eccessivo nella sua
Benedetto XIII egualmente venne depo- latitudine come pretendono i nemici del-
sto, scomunicato, come ostinato scisma- la Chiesa. In questa stessa epoca il clero
tico e devialo dalla fede. Indi da' cardi- secolare e regolare vanta presso tutte le
nali de* 3 collegi, e da 3o prelati delle 5 nazioni cattoliche,nella diversità eziandio
nazioni intervenute al concilio, nel 1417 delle ubbidienze, un gran numero di per-
fu dall' augusta assemblea degli elettori sonaggi qualificati per il loro sapere, vir-
creato Papa Martino V {T^.), universal- tù e santità di vita, come s. Vincenzo Fer-
meote ricunosciulo. L'autipapacuDtioub reri confessore deli' antipapa Clemente
I go SCI SCI
VII, ed il b. Pietro di Luxembourg dal sella la così chiamata chiesa ortodossa
medesimo crealo anlicardinale, olire al- greco-russa; scismatica ed eretica fazio-
tri rammentati dalloslessoMosemio. Ma ne la vantata chiesa anglicana, cóme lo
s. Vincenzo, avendo conosciuto che Be- sono le sette presbiteriana, la episcopa-
nedetto Xlll avea torto e si ostinava nel- liana, la morava, la metodista, non altri-
lo scisma, non solo l'abbandonò, ma con- menti che le dispregevoli congrege d'U-
sigliò re di Castiglig e d'Aragona a sot-
i trecht, di Chàtel e di Ronge,e malgrado
trarsi dalla sua ubbidienza, andare al con- de'magnifici titoli che si appropriano di
ci'io di Costanza, e tenere per Papa quel- chiesa cattolica, anglicana, germanica, in-
lo che vi sarebbe canonicamente eletto. dipendente e altri tali. Sono queste fa-
1 pretendenti alla dignità pontifìcia me- zioni eretiche o scismatiche ne più né me-
ritano d'esseredisapprovati, di non voler no di quel che fossero i Nicolaiti, i Si-
sagrifìcare il proprio interesse particola- monianif Menandriani, Docetiy Fa-
i i i

ree quello de'loro parenti al bene gene- lentiniani ì Novaziani, , Donatisti^ gli i

rale della Chiesa, ma non si ponno però Ariani^ Macedoniani^ Nestoriani e ^\\
i i

accusare d' essere slati senza religione e Eutichiani (/-^.).Non v'é che il tempo che
senza costumi. Gli antipapi d'Avignone li distingua: che gli eretici egli scisma-
ridotti ad una rendita lenuissima per so- tici de'tempi andati sono un funesto mo-
stenere la loro pretesa dignità, fecero un numento dell'umano orgoglio all'età loro
vergognoso tralìico de'benefìzi ecclesiasti- e a quelle che vennero appresso, e gli e-

ci e oltrepassarono ogni regola; dunque retici e scismatici più recenti lo sono per
nelle chiese di Spagna e di Francia, che l'età presente, e lo saranno alle future ge-
seguivanogliantipapi, il disordine dove va nerazioni. La funesta divisione de' greci
essere stato più sensibile, pure dalla sto- ha la prima origine dal IV secolo, cioè
ria non si conosce che il clero fosse gene- dalla loro vanità, gelosia e disprezzo con
ralmente né ignorante, ne d'incurabi- cui riguardavano i latini, onde il vescovo
le corruzione. Vedasi Wietrowski, Hi' di Costantinopoli (/^.)si arrogò il titolo

storia de magno schismale occidentis _,


di Patriarca (F.) e di Fescovo univer'
Pragae 1724. Filippo Angelo Becchetti, salej quindi fu fomentata dalle dispute
Storia ecclesiastica : Dello scisma d' Oc- sulle sagre Immagini (F.), sulla proces-
cidente t. r. Luigi Maimbourg, Hisloire sione dello Spirito santo (F.), sul Pane
da grand schisme d^ Occident ma ; è nel- azzimo (F.), sul Primato del Papa e sua
V Indice àQ\\hv\ proibiti. Gli altri princi- giurisdizione su tutta la Chiesa, sulla Li-
pali scismi che afflissero e tuttora fanno turgia (F.)t e su diversi punti di disci'
amorosamente gemere la chiesa cattoli- plina ecclesiastica: le celebri Crociale[F.)
ca, sono lo scisma de' greci e quello de- aumentarono il rancore e l'odio de'greci
gl'inglesi : chiamasi scisma de'greci la se- contro i nondimeno temporanea-
latini;

parazione della chiesa di Grecia (f^.) dal- mente si ristabilì, come altre volte, l'unio-
la chiesa romana, e di cui riparlai a Rus- ne colla chiesa romana e si ripetè nel con-
sia; e scìmìad' Inghilterra (F.) la sepa- cilio ecumenico di jP/re/ize (/^.),senza pe-
razione di questa monarchia dalla slessa rò un reale effetto, perché fu fatta per fi-

romana chiesa, e di cui riparlai a Reli- ni politici, onde i greci preferirono sog-
gione, a Repubblica, a Protestanti; ma giacere al durissimo giogo de'turchi nel
i greci e gì' inglesi uniscono allo scisma 1453 e perdere il loro impero, piuttosto
anche ed
sapiente p. Perrone,
l'eresia, il che riunirsi sinceramente ai latini: d'al-
nella Dwerfflz/owe di cui farò parola,chia •
lora in poi fu pressoché distrutto il cri-

ma fazioni e sette eretiche le così dette stianesimo in quelle contrade, dove un


chiese evangelica e riformala; scisaiulica tempo fu tanto florido. Ne' primi secoli
SCI SCI 191
non v'era cosa più rispettabile che la tra- buono e valido il matrimonio del re d'In-
dizione delie illustri chiese della Grecia, ghilterra conCalerina d'Aragona, scomu-
nella maggior parte delle quali gli apo- nicando Enrico Vili se persisteva nel di-

stoli n'erano stati i primi pastori: fu il pa- vorzio,qaestiseparatodallaChiesa diven-


triarca Acacio fautore degli eutichiani,cbe tò fanatico e non ebbe più alcuna mode-
scomunicato da Papa s. Felice HI, nel 4B4 razione nella sua condotta, e si dichiarò
formò il i.°scisma de'greci, per cui ne ho capo supremo della chiesa o Religio ne (^l^.)
parlato anche a Scomunica. La chiesa gre- anglicana, e proibì a'sudditi di riconosce-
ca al giorno d'oggi è composta di cristia- re alcun* altra autorità spirituale e tem-
ni scismatici soggetti nello spirituale al porale fuorché la sua; indi secolarizzò tut-

patriarca di Costantinopoli, e sono sparsi ti i monaci, e fece tutto quanto che con

principalraentenellaGrecia, nell'isole del- pena riportai a Inghilterra. Questa fu la


l'Arcipelago, nell'Asia minore e nelle re- I. 'epoca dellasedicente fatale riforma del-
gioni più orientali : nella Russiaìa chiesa la chiesa anglicana.La 2/ fu sotto Odoar-
greca scismatica è la dominante, ed in- do VI suo figlio e successore, quando nel
fluenza potentemente il resto de'greci non i547 con atto del parlamento fu deciso
uniti alla chiesa, nella Polonia^ in orien- che si riformerebbe la disciplina ecclesia-

te per quanto ho detto all'articolo s. Se- stica e la forma del culto, onde fu messo
polcro di Gerusalemme, ed altrove. Dei r ultimo sigillo allo scisma e alla pretesa
greci uniti alla chiesa romana ragionai riforma,colla soppressione delle messe pri-
a Ruteni ed a Grecia. Altri orientali sci- vate, delle sagre immagini, della confes-
smatici sono i Giacobiiij i Neslorianij i sione auriculare, collo stabilimento della
Copti o Etiopi (P'.) ec. I protestanti me- comunione sotto le dueSpecie pei laici, im-
nano trionfo della pertinacia con cui gre- i ponendosi ai vescovi d'esercitare la loro
ci e altri ù* Oriente (/^.) persistono nel- giurisdizione in nome del re. Finalmente
lo scisma e nel loro odio contro la chie- sotto la regina Elisabetta figlia d'Enrico
sa romana; nullameno gli scismatici sono Vili, educata e istruita nelle opinioni dei
unanimi nel condannare l'erronee dottri- protestanti luterani e calvinisti 3 il parla-
ne de'protestanti.Gli scismatici greci sono mento nel 559 rinnovò il decretato sotto
1

anche eretici, perchè errano nella fede for- OdoardoVI e proscrisse il cattolicismo che
malmente con pertinacia, contro l'artico- la regina Maria avea ristabilito neh 553.

lo Et imam sanciam Ecclesiam^ed ipso


: Fu nella medesima seduta, che il parla-
jure exconimunicati. Lo scisma d'Inghil- mento die alla regina il titolo di Cover-
terra ebbeoriginedal malaugurato divor- natrice suprema tanto delle cose ecclesia-
zio del re Enrico Vili colla regina Ca- stiche ^quanto delle temporali; iposcia nel
terina d'Aragona, nel burrascoso ponti- i562 nel sinodo di Londra fu approvala
ficatodi Clemente VII, per isposare la fa- la Conjessione Augastana (^.), forman-
mosa Anna Bolena tanto da lui vagheg- dosi una Professione di fede mezzo lute-
giala il parlamento nel i53i per com-
: rana e mezzo calvinista, con che fu rista-
piacere Enrico Vili dichiarò, c/ie il ree bilito il protestantismo. La nuova religio-
il protettore edil capo supremo della cliie ne costò fiumi di sangue, per istabilirla
sa e del clero d' Inghilterra; quindi nel neir Inghilterra, nel regno della Scozia
1 533 diede una nuova scossa all'autorità (/^.),edin tutta la sua monarchia. La chie-
pontificia, col proibire qualunque appel- sa episcopale conservò molti riti usati nel-
lazione alla s. Sede di Roma, ed ordinan- la chiesa romana, ma gli episcopali hanno
do che tutte le cause sarebbero giudica- a nemici i Presbiteriani e Puritani (f^,),
te nel regno dalle corti ordinarie di giu- che pur lo sono óePuseisti (F.), i quali
stizia. DichiaraudoClemeDteVlI nel 1 534 tendono al ravvicioameuto del cattolici*
192 SCI SCI
smo, e fònno meravigliosi progressi con slesseroriginedlvina da.cui proviene,edo»
professare dollrine semi cattoliche. Que- \rk cogli durare per tutti
stessi caratteri

sta nostra epoca è piena di confortanti spe- i secoli in avvenire. Ella sola
con l'augu-
ranze, dopo che il regnante Pio IX ha ri- sta non interrotta successionede'suoiPon-
pristinato la gerarchia ecclesiastica in In- lefìci, salda si mantenne tra più orribili i

ghilterra, con nuovamenteerigere 1 3 ve- contrasti, sempre combattuta e mai vin-


scovati, cioè la sede arcivescovile di West- ta; questa feconda ognora in santità e ia
mmster[F.)covì 2 chiese sufliaganee. An-
1 apostolato, dispiega il vessillo del Croce-

che nelle Repubbliche {P'.) d'America si fìsso tra le più remote lande dell'univer-
guarda in cagnesco il A/5e/.ymOjCome quel- so, dall'uno all'altro emisfero. Questa è la
lo che va minandole fondamenta dell'an- sola figlia eletta di Dio, la sposa imma-
glicanismo, e Dio ficcia che abbia per fe- colata dell'Agnello, l'arca unita di speran-
lice conseguenza il termine dello scisma. la e di salute. Dal che di necessità conse-
Dalle sette de'presbiteriani,ede'puritani guita che debbono dirsi spurie e false set-
de' quali meglio parlai a Scozia, ne de- te le comunioni tutte che nel lungo cor-
rivarono un infinito numero di altre: co- so de'secoli da essa o si divisero o furono
sì il cristianesimo in Inghilterra è diviso divelte, pel contrapporsi che fecero all'in-
iu due principali partiti : gli episcopali o segnamento, od alla individua unità sua;
chiesa anglicana oalta chiesa,ed non con- i sette o eretiche o scismatiche^ quali ap-
formisti o separatisti che comprende pre- i punto vengono dalla chiesa cattolica ap-
sbiteriani puritani calvinisti rigidi, e tut- pellate. Or questa denominazione stessa
te le altre sette de Quacqueri^ de Fratel- è quella che eccita un grido, un fremito di
li Moraviy Metodisti, Anabattisti, Soci- sdegno in queste comunioni siffatte, qua-
niani(V.) ec. Ai rispettivi articoli di stati si che con tal titolo s'improntasse su loro

o vescovati parlodi altri scismi colla chie- un marchio d'infamia ingiusto, indebito
sa romana, come quello della chiesa d'f/- a chi tiene per fermo professare la fede
trecht{y.)i la cui sede restò vacante dopo di Gesù Cristo; e però vorrebbero ornai
la metà del secolo XVI coll'inlroduzione cancellato ed abolito questo titolo dall'u-
àt\Calvinismo(V,). Successi i vicari apo- mana società, qual retaggio di secoli tene-
stolici, quellidel declinar del secolo XVII brosi e disdicevole al secolo de'lumi in che
favorirono il Giansenismo (^.), quindi viviamo, mentre essendo Eterodosse (F.)
7 chierici usurpato il nome di canonici pretendono denominarsi Ortodosse (P^.),
del non più esistente capitolo d'Utrecht, Il dottissimo gesuita p. Giovanni Perro-

neh 723 elessero un chimerico arcivesco- ne nel 1847 lesse nell'accademia di reli-
vo e dierono così principio allo scisma del- gione cattolica in Roma la dissertazione :

la chiesa d'Utrecht, proseguito sino ad o- Della denominazione che la chiesa cai'


ra. Intanto mi gode l'animo di qui regi- tolica dà alle comunioni da lei divise, di
strare, che il Papa Pio IX nel concistoro eretiche e di scismatiche. Meritò d'esse-
de'7 marzo i853, manifestò il ristabili- re pubblicata negli Annali delle scienze
mento della gerarchia episcopale nel re- religiose serie 2.',t- 6, p. 6 1 , t. 7, p. 28 1
1

gno d'Olanda, colla sede arcivescovile di Quindi nel t. 8, p. 5 degli stessi Annali si
Utrecht e 4 chiese vescovili sue suffraga- pubblicò ancora l'Appendice. Nel n." 77
nee. Tutte le comunioni che cristiane si del Diario di Roma 847 se ne legge il
1

appellano, tranne la sola cattolica, le al- seguente sunto.»» Si fece dottamente a mo-
tre sonofatturaetrovato dell'uomo. L'u- strare con quanta ragione la chiesa catto-
nica chiesa cattolica ha in se l'impronta lica qualifichi di eretiche e di scismatiche
de'caratteri divini e quel complesso dipro* le comunioni da lei divise. Apertasi il eh.
^Q armoniche, che appalesano di per se dissereuttt la via con un rapido sguardo
SCI SCI 193
sullo sialo delle coaiunioni oselle divise pliarono i loro cataloghi. Onde egli con-
dalla chiesa callolica, a provare il suo as- cludeva: mai non v'ebbe né può esservi
sunto slabiliva da prima il criterio o la scisma ed eresia, o questa è l'unica nonna
norma, onde s'abbia a determinare T e- del giudicarle; ma l'antecedente propo-
resiae loscisma. Risaliva all'essenzialeco- sizione è falsa, dunque irrepugnabile è la
slituzionedi Gesù Cristo, secondo la vera conseguente. Veniva quindi il dottissimo
nozione che ce ne diedero lo slesso divino professore ad applicare questa inflessibile
instilutore, e quindi gli apostoli, i padri norma alle comunioni tutte attualmente
apostolici e tutta l'antichità ecclesiastica. divise dalla chiesa cattolica. Passava per-
E qui mostrava, Cristo aver voluto, come ciò in rassegna la chiesa cosi detta greco-
essenza della sua Chiesa, una somma U' russa, la riforma del secolo XVI con tutte
nità dì fede e di carità, o sia comunionej le sette figliate da lei, l'anglicanismo, ed
a costituire e conservare questa doppia infine le spregevoli congreghe di Utrecht,
unità aver dovuto scerre un mezzo idoneo di Chàtel, di Ronge, e tal altra tentata
'^.Tlcace sino al finire de'secoli, in che dee anche più di recente. E da siffatta appli-

durare la Chiesa sua. Questo mezzo non cazione fatta con mirabile accorgimento
potè essere la Bibbia, perchè da se sola è traeva evidentemente la conclusione, che

anzi principio di divisione che di unità: esse tuttesono scismatiche ed eretiche, e


non lo Spirito santo,in quanto lo si consi- a gran ragione dannate e avute come tali
deri soggettivamente in ogni individuo, dalla chiesa cattolica. Scese da ultimo a
perchè principio soggetto alle più triste ricercare dallescritture medesime e dalle
illusioni non altro mezzo qualsiasi, tran-
: fonti della più veneranda tradizione qual
ne un'autorità visibile, infallibile e sem- sia la sorte minacciata da Dio e riserba-
pre vivente. Questa appunto avere il Sal- ta nella vita avvenire, a que' che colpevol-
vatore eletta e aver voluto che risiedesse mente o si dividono o si stanno divisi da
nel ceto degli apostoli e de'loro legittimi questaChiesa, cioè un abisso eterno : ter-
successori, cioè nel corpo gerarchico dei minando col fare i più ardenti voti, per-
Pastori uniti insieme in organica e vita- chè tolta di mezzo ogni dommatica di-
le unità, la qualeessenzialmente suppone versità di dottrina, ed ogni resistenza al-
congiunzione col sommo Pastore e capo la legiltimaautoritàstabilita da Gesù Cri-
visibile della Chiesa, Pietro e il successo- sto, sivenga a ricomporre quella doppia
re di Pietro : sebbene a rendere più spe- unità di fede e di comunione che faccia
dita e stringente la dimostrazione del suo di tutti cristiani una sola anima ed un
i

tema contro gli acattolici, egli prescinde- solcuove". Ne\PontificaleRornanum,pai\


va dall'incalzare esplicitamente questo ve- 3, vi è r Orcio ad recane illandum Aposta-
ro. Da queste inconcusse basi, fiancheg- taniy Schismaticuniy vel Haceticiu/i.
giate con argomenti biblici e tradiziona- SCISMATICO, r. Sr- .lA.
li d'ogni fatta, l'egregio accademico dedu- SCITOPOLI, Scytopolis. Sede arci-
ceva gran conseguente, che l'unica nor-
il vescovile e metropoli della Galilea, non-
ma per determinare l'eresia è l' opposi- ché della provincia ecclesiastica della Pa-
zione all'insegnamento della Chiesa, ossia ponente del. fiume
lestina 2.% situata a
del corpo organico e gerarchico de'Pasto- Giordanoanticameotechiamata5e/J^?tZ«,
ri,come quella dello scisma è l'opposi- quindiScilopoli dopo chegliscili oltrepas-
zione all'autorità di questo corpo medesi- sando i gioghi del Libano, sotto il duce
mo. Su questa norma gli apostoli e i suc- Bacco, pervenuti nella regione Aulantide
cessori giudicarono di tutte le eresie e di presso le rive del Giordano e del mare

tutti gli scismi : su questa gli antichi scrit- di Genesaret, quivi adottando a poco a
tori di ereseologia compilarono ed ara- poco i più miti costumi de'palestini, fon-
voi. LXII. i3
194 SCI SCI
tlarono colonie, Ira le quali riusci princì- tro dì Gerusalemme. Dipoi non esisten-
palissima quella di Scitopoli, o Città dei do più colla città neppur la cattedrale,
5C///, sulle rovine dell'antica Belhsan. Ciò Fasquale li neh 100 avendo eretto iV^-
avvenne soJto il regno di Giosia, figlio di zareth (V.) in sede vescovile, vi trasferì

Amos re di Giuda. La cillà fu la più im- il grado metropolitico di Scitopoli, nel-


porlanle della Z>cc^/7o// (/^.),appartenea- l'epoca che latini avevano conquistato
i

doaila tribù di Manasse, avendo portalo la Palestina (^.)j dopo quali ne ricupe- i

anche nomi di Melerà ^ Nisa e Doniiis


i rarono la giurisdizione patriarchi greci i

San, che Casa de' nemici, a ca-


significa di Gerusalemme. 11 i.** vescovo di Scito-
gione che popoli di della tribù non po-
i poli fu Falrofìlo, che assistè al concilio di
terono mai propriamente assoggettarla. Faleslina nel 3 16, ed al i.° concilio di
Begnando Davide la dominarono filistei, i Nicea nel 32 5, in cui si dichiarò a favo-
i quali sulle mura della cillà sospesero i re di Ario : si trovò pure al concilio di Ti-
cadaveri di Sanile e de' suoi figli uccisi ro del 355 contro s. Atanasio, nel quale
sul vicino monte di Gelboe. 1 belhsamiti, anno essendo stalo esiliato a Scitopoli s.

essendo altra volta assediati da' nemici, Eusebio di Vercelli, Fatrofilo lo trattò as-
ricorsero all'aiuto degli ebrei, i quali li sai indegnamente ; però fu ospitato con

\insero valorosamente, ma ingratamente amore dal conte Gioselfo propugnatore


i belhsamiti nel silenzio della notte crudel- intrepido del concilio Niceno, per cui fu
mente trucidarono i loro liberatori. Sci- vittima del furore degli ariani, e ne scris-
topoli fu celebre, magnifica e illustre, la se il martirio s. Eusebio stesso; alla fine

sua provincia fu santificata dalla presen- Fatrofilo fu deposto nel concilio di Se-
za di Gesù Cristo; nella guerra giudaica leucia del 35g, morendo nel 36 1 . Subilo
di Vespasiano romani i vi uccisero i 3, odo gli successe Filippo o Socrate come lo chia-
giudei, ed invasa più lardi dai barbari sa- ma Terzi, indi Atanasio del 376, Satur-
raceni nel 63o, cadde in preda alle fiam- nino nel 38 che fu al 1° concilio di Co-
1

me e fu sepolta nelle proprie ceneri, dal- stantinopoli, Teodosioa cui s. Gio. Criso-
le quali mai più risorse, un villaggio in- stomo scrisse nel 4o4> Acacio del 43 ,s.Se« i

dicandone il sito. Scitopoli ebbe molli mar- verianolrovossinel45i al concilio diCal-


tiri cristiani regnando gl'imperatori pa- cedonia, e poco dopo fu fatto martiriz-
gani, e divenne sede vescovile del patriar- zare in odio delle verità cattoliche dagli
cato di Gerusalemme nel IV secolo, indi eusebiani e da Teodosio usurpatore della
metropoli nel VI, colle seguenti sedi ve- sede patriarcale di Gerusalemme nel 456
scovili sufTraganee, secondo Terzi, Siria al dire di Terzi. 11p. Le Quien pone nel
sagra p. 27 1 . Capitoliade, Gabbe, Gade- 452 OlimpiOjChe Terzi crede intervenuto
ra o Gadara, Fella, Gaulon, Sozzusa^Mas- diCalcedonia, e morto
al concilio nel 466.
simianopoli, Elia, Amata. Invece Com- Cosimo mori nel 49^, Giovanni nel 497*
manville registra queste altre a p. 281 Teodosio governò lungamente e sotto-
des archeveschez. Tiberia o
i\f\V Histoire scrisse nel 5i8 la lettera sinodale di Gio-
Tabaria o Tibeiiade, Capitolia, Diocesa- vanni patriarca di Gerusalemme, contro
rea,Miro, Gadara, Monte Tabor, Fella, Severo d* Antiochia, e trovossi nel 536
]ppo,Carpalo o Cafarnao,Massimianopo- al concilio di Gerusalemme, contro An-
li, Amala, Elenopoli, Abila ©Belle, Te- timo e altri eretici. Teodoro fiorì nel 544*
tracomia,Climagulane,VicusNais. L'an- Oriens christ. t. 3^ p. 682. Al presente
nalista Rinaldi,aironno 553, n.°245,nar« Scitopoli, Scylopolilan,è un titolo arci-
re che i vescovi del concilio 5.° di Costan- vescovile in partibus della s. Sede, come
tinopoli sottrassero Scitopoli dal patriar- lo sono i due titoli vescovili suffraganei
cato d'Antiochia, e lo sottomisero all'ai- di Belle e Pclla, secondo i registri con-
SCI SCK 19Ì
cistoriali. In vece Nazareth, anch'esso ti- chela sua eloquenza veniva ammirala non
tolo iìic\vesco\\]e in pariibitSja tenore dei solo dai tedeschi, ma eziandio dagl'ita-
medesimi avea il solo dipendente di Ti- liani, nell'occasione di supplirete veci del
beriade. 11 cav. Petii nella sua Gerarchia suo precettore cagionevole e infermo. Or-
della s. Chiesa nel 85 ,non riporta Soi-
i 1 di natosi sacerdote, fa provvisto d'una par-
lopoli, ed a Nazareth allribuisce per ti- rocchia con tenue rendita, che ammini-
toli dipendenti quelli di Cafarnao (che i strò con singolare diligenza e sollecitudi-
registri concistoriali assegnano a Petra), ne, per cui si acquistò straordinaria ri-
Gadara e Tiberiade. putazione. Aggregato qiiindi tra'canoni-
SCI UM ALDO (s.), missionario in Ale- ci di Sion, ottenne poi il decanaio di Va-
magna. Nacque nella Scozia ed occupò un leria, si rese rispettabile tra'suoi per con-
posto ragguardevole tra i più zelanti mis- dotta d'integerrimo costume, onde fu da
sionari di quella regione, i quali colla lo- quel popolo nel i5oo nominato vesco-
ro predicazione e fatiche dilatarono il re- vo, per rinunzia del di lui zio Nicolò, la
gno Gesù Cristo nelT Aleniagna. Egli
di questo sublime ministero si rese esem-
fu per più anrji collega di s. Ruperlo ve- plare al proprio gregge, con grande au-
scovo di Salisburgo, al quale fu di molto mento di credito, per modo che nulla or-
giovamento nell'esercizio delle sue funzio- mai s'intraprese dagli svizzeri senza la sua
ni apostoliche.La chiesa di Salisburgo ne partecipazione e consiglio, e tutte le loro
ha sempre fìllio memoria giorno 27 set- il ditferenze e quelle de'popoli convicini e-
tembre; ma nella Scozia è onorato a'2 i rano rimesse al suo giudizio. Esalto nel-
di febbraio. l'adempimento de'doveri episcopali, pre-
SCIZIA. r. Tartaria. dica va sovente la divina parola, e tulle le
o SCHINER Matteo o
SCK.E1NER parti adempiva di zelante ministro del-
Marco, Cardinale. Denominato Longo l'evangelo. Non si deve tacere che i Sam-
o Lango, nacque miseramente nel picco- martani, Gallia Christiana t. i2,p. 752,
lo borgo Mulibacho nella Svizzera, e non parlando dell'elezione dello Sckeiner al
già in Sion, come pretesero altri, e sup- vescovato, narrano che correva fama ave-
plì alToscurità dell'origine colla grandez- re il clero e popolo di Sion dopo la rinunzia
za dell' animo. Portatosi in Setten e poi di Nicolò, eletto a vescovo altri, e non lo
a Zurigo per apprendere le lettere, prò- Schiner, il quale fu deputato a Roma per
cacciavasi il vitto col cantare le canzoni otlenere da Papa Giulio li la conferma
per le pubbliche vie, conforme al costu- del nuovo eletto, e che in tal propizia cir-
me de'poveri fanciulli di que' [feesi, nel costanza egli ottenne per se stesso il vesco-
quale esercizio osservato da un vecchio, valo, di cui non gli fu agevole prender-
e da lui interrogato del suo nome e pa- ne possesso per l'opposizione dei partigia-
tria, rivolto ai circostanti disse,quasi pre- ni dell'eletto, che alla fine ottenne col-

sago dell'avvenire : Un giorno questo fan- l'impegno e autorità di Gregorio Sopra-


ciullo sarà nostro vescovo e principe: pa- saxo primario tra gli svizzeri. Giulio II
role che fecero tanta impressione nell'a- nella guerra ch'ebbe col redi Francia Lui-
nimo di Matteo, che d'indi in poi si die- gi XII, ottenuto avendo dalla Svizzera va-

de con maggior fervore e impegno a col- lido soccorso di gente, per opera priuci-
tivare le scienze. L'evento verificò la pre- palmente di Sckeiner, che destro e accor-
dizione. Applicatosi in Bergamo allo stu- to esercitava un ascendente sull'animo
dio delle lingue italiana e latina, si a- de' connazionali, a segno che gli riuscì di
vanzò talmente nella dottrina, mediante slaccarli dai francesi e impegnarli al ser-
l'acuto e penetrante ingegno di cui era vizio del Papa, questi per mostrar loro
fornito, congiunto a prodigiosa memoria, gratitudine e rimeritarli del prestato fu-
ic)6 S CK SCL
\ore, in Ravenna a' o marzo 1 5 1
i 1 lo creò territorio Gomesiano, avendo sapulo che
cardinale prete di s. Pudenziana , onde era in disgrazia del popolo e degli otti-

fu dello dal vescovato il cardinal di Sion mati polenti, voltò strada e andò a Zu-
o Sediinense. Non sapendo Sckeiner co- rigOjdonde frequentemente portavasi dal-
me recarsi a Roma per ricevere le inse- l'imperatore, da cui veniva graziosamen-
gne cardinalizie, usò uno strattagemma te accolto e gli recò non poco giovamen-
che felicemente gli riuscì. Siccome fran- i to, e da lui fu fatto principe dell'impero.
cesi/di cui era acerrimo avversario il car- Inoltre il cardinale potè soccorrere con
dinale,guardavanocon rigore tutte lestra- buon nerbo di truppe svizzere anche Leo-
de che conducevano inltalia, e vegliava- ne X nel ricuperare Parma e Piacenza,
no precipuamente su di lui, restarono de- e nel cacciare i da Mi-
francesi da Pavia e
lusi quando tra loro passò con abito da lano.Finalmenle dopo avere col suo voto
povero, e felicemente giunse in Roma, e concorso all' esaltazione di Adriano VI,
fu al conclave per l'elezione di Leone X. celebre per tante egregie azioni e pei ser-
Neli5i3 intervenne al concilio di Late- s.Sede,mori nel 1 52 2 in Ro-
vigi resi alla
rano, dove gli riuscì di togliere la chiesa ma, non senza sospetto di veleno, ed eb-
di Sion dalla giurisdizione metropolita- be sepoltura nella chiesa di s. Maria del-
na degli arcivescovi di Tarantasia, e di l'Anima, senza alcuna memoria. Erasmo
farla dichiarare immediatamente sogget- di Rotteidam gli dedicò la sua Parafra-
ta alla s. Sede. A Luigi XIl successo Fran- si sull'Epistole de'ss. Giacomo e Giuda
cesco I, questi calò in Italia con numero- apostoli.Questo cardinale fu uno de'più
so esercito neh 5 1 5, ed il cardinale si po- grandi uomini del suo tempo, laborioso
se alla lesta degli svizzeri per contrastar- e infaticabile, attaccato agl'interessi della
gli il passo; ma restato sconfitto, il re s'im- chiesa romana, e gran nemico di Fran-
padronì di Milano. Irritali gli svizzeri da cia;il perchè soleva dire Francesco I, che

questa perdita e sollevali dal Soprasaxo, temeva più la penna di Sckeiner, che le
che avea abbracciato il partito di Fran- spade de' suoi nemici, Leone X lo ebbe
cia, esiliarono il cardinale, il quale alta- sempre in alta stima, e gli scrisse parec-
mente offeso ottenne da Leone X senten- chie lettere, nelle quah mollo commen-
za di scomunica contro gli autori di sua da la sua prudenza e costante fedeltà.
espulsione. Questi senza far conto delle SCLAFENATI o SCALFENATI
censure ecclesiastiche, in vendetta del ri- Gian Jacopo, Cardinale. Nato in Milano
cevuto affronto, dopo aver per 6 mesi as- di bassa o nobile condizione, secondo di- i

sediata la fortezza di Martenach, che a versi pareri, recatosi in Roma ebbe la sor-
lui apparteneva come vescovo di Sion, alla te di essere eletto da Sisto I V per suo ca-
fine acquistatala con alcunecondizioni,la meriere, canonico Vaticano, nel 14B2 ve-
consegnaronoallefiamme.llcardinalees- scovo di Parma, e mentre avea 33 anni,
scudo accettissimo a Leone X, fu fatto nel novembre o dicembre i483 lo creò
legalo diGermania e di Lombardia. Al- cardinale prete di s. Cecilia, e poi lo di-
cuni attribuiscono a Leone X la collazio- venne di s. Stefano al Monte Celio. Ol-
ne pure del vescovato di Novara; io segui- tre la sua attività e destrezza negli affari
rò i'Ughelli e il can. Dima, e dirò cheGiu- sì pubblici che privali, per cui nella cu-
lio 1 1 glielo conferì a' 5 febbraio 1 5 1 1 e , ria romana non eravi chi potesse egua-
poscia il cardinale lo rinunziò nel iSiy. gliarlo, fu pur dotato di naturale gentile,
Bensì Leone X
nel i52o lo nominò ve- di urbanità e bel costume che gli procac-
scovo di Catania. Desiderando il cardi- ciò la stima e l'alfetto di tutti. Assistè ai
nale di rivedere la patria, di cui gli sviz- comizi in cui uscirono eletti Innocenzo
zeri sono tanto appassionai)^ e giunto nel Vili ed Alessandro VI,e terminò di vive-
SCO SCO 197
re in Roma nel i497» tl*anni 47* Trovò luogo fosse primo monastero in cui ri-
il

il suo perpetuo riposo nel chiostro di s. A- tirossi, è certo che dimorò nei dintorni dì
goslino, dove alla sua memoria fu eretto Monte Cassino, poiché suo fratello vi si

da! fiatello Filippo cavaliere gerosolimi- fermò, ed ella fondò un convento di reli-
tano, un insigne monumento lavorato sul giose a Piombarola, ch'era al settentrio-
gusto antico, nella base del quale si legge ne e a 5 miglia dal monastero di s. Be-
una lunga iscrizione, che contiene in bre- nedetto, e che fu poi distrutto dai longo-
ve la serie de'principali tratti di sua vita. bardi. Soleva s. Scolastica recarsi a visi-
SCODRA.Sede arci vescovile della Dal- tare suo fratello una volta all'anno per
mazia mediterranea, nella diocesi dell'il- pregare con lui, e per consultarlo intorno
hria orientale, oggi Scutari (P\). alle cose spirituali; es. Benedetto nou po-
SCOIATTOLO, Ordine equestre. S\ tendo soflfrire ch'ella si portasse fino al di
attribuisce l'istituzione di questi cavalieri lui monastero, l'accoglieva con alquanti
a Carlo Martello, maestro del palazzo di suoi religiosi in una casa poco lungi da
Francia, dopo avere riportato nel 7260 Monte Cassino. Tre giorni dopo uno di
782 presso Tours una segnalata vittoria questi abboccamenti, verso il 543, la san-
su Abderamo generale de'saraceni, poi- ta morì nella sua solitudine, e s. Bene-
ché tra le spoglie dell'esercito infedele si delto,ch'era allora in contemplazione nel-
trovò un gran numero di pelli di scoiat- la sua cella, vide la di lei anima salire al
toli, ed anche molti di tali animali vivi, cielo. Egli mandò quindi alcuni de'suoi
che furono presentati a Carlo Martello, discepoli al monastero di sua sorella, af-
il quale gli ebbe in tanta stima per la bel- finché gli portassero corpo, che
il di lei
lezza de' lunghi peli di loro code, colle fece deporre nell'avello che avea per se
quali coprono propri corpi, che ne die»
i medesimo apparecchiato. Credesi chele
de per singoiar favore ai primi signori di sue reliquie sieno state trasportale inFran-
sue truppe. Quindi compose un ordine cia nel VII secolo con quelle di s. Bene-
equestre di 1 6 cavalieri denominati dello detto, e deposte nella collegiata di s. Pie-
Scoiattolo ^ a'quali assegnò collari d' oro tro di Mans, ove é onorata agli 1 1 di lu-
composti di 3 catene intrecciate di rose, glio, che fu il giorno di tale traslazione.
dallequali fece pendere uno scoiattolo d'o- La sua festa si celebra a' io di febbraio.
ro giacente sopra una prominenza semi- /^. Benedettine, Monte Cassino, Subia-
nata di fiori. 11 p. Helyot nella Storia de- co, Monaca.
gli ordini coi criticipone quest'ordine fra SCOLASTICO, Scholasticus. Titolo
i chimerici, benché non manchi di soste- d'onore e nome d'ufficio e di dignità ca-
nitori. pitolare. Prima fu dato a quelli che si di-
SCOL.\^E,AudiloryDiscìpulus.Qae\' stinguevano nell'eloquenza e weW Erudi-
lo che va a Scuola (F.) ad imparare, il zione {^F.)^ poscia a quelli che tenevano
Discepolo ( F.). Scolarità si chiamò il di- o governavano le tScao/e (/^.) ecclesiasti-
ritto o la facoltà che gli scolari delle Uni- che. Si chiamano teologi scolastici quelli
versità {F.) avevano d'appellarsi per le che professano Teologia (^.) scolastica,

loro cause personali avanti il conserva- cioè quella parte della teologia la quale
tore de' loro privilegi. F. Maestro. discute le questioni col soccorso della ra-
SCOLARI Paolino, Cardinale. F, gione e degli argomenti. La dignità dello
Clemente III Papa. Scolastico f^niìco m^e9>\Yo di scuola delle
SCOLASTICA (s.), vergine. Sorelladi cattedrali,ebbe principio dopo il conci-
s. Benedetto patriarca dei monaci dell'oc- lio diLaterano III e verso il 1 180 fu ;

cidente, si consagrò a Dio fin dalla sua detta pure Scolastria e Scolasteria, quin-
prima gioventù, e benché s'ignori in qual di venne introdotta nelle chiese collegia-
ig8 SCO SCO I
le, ed in molli luoghi questa prebenda fu V. Paolo III, conoscitore del suo merito e
unita a quella del Primìcero (V), o del virtù, a'20 maggio 1 535 lo creò cardinale
Teologo (f"^)' A Scuola dirò del suo uf- pretedi s. Sisto. Non rimase questo perso-
fìzio, tuttora in alcune calledrali esisten- naggioabbagliato dalla nuova dignità, ma
do la dignità dello scolastico. comparve, come per lo innanzi, regolalo,
SCOLOPI. r. Scuole pie. modesto, penitente, nemico del fastocdel-
SCOMBERGH Nicolò, Cardinale. l'avarizia. Persuaso che la residenza è uno
Nacque inMisnia nella Svevia d'illustri ge- de*più essenziali doveri del vescovo, scor-
nitori, \enuto in Italia per diportOjavendo gendo che la necessità che avea di lui il
udito predicare in Pisa fr.Girolamo Savo- Papa nel governo della Chiesa universa-
narola domenicano, si sentì supernalmen- le, non gli permetteva di risiedere nella

te ispirato a vestir Tabilo di quell'ordine, sua diocesi, con influito dispiacere del suo
come fece nel 1497 di 25 anni, nel conven- clero, ne fece spontanea rinunzia. Il Papa
to di s. Marco di Firenze, nel quale per di- invece gli conferì la ricca badia fiorentina,
versi gradi pervenne alle primarie cari- ch'egli non accettò se non ad oggetto di
the, e tra le altre a quella di procuratore ritornarla al suo antico lustro e spiondo-
generale (altri dicono pure generale), nel re. I preclari esempi di carità e di disin-
qual tempo sembra che recitasse alla pre- teresse che il pio cardinale incessantemen-
senza di Giulio II qne'5discoisi sulla ten- te porgeva, e le doti del suo spirilo ca-
tazione di Gesù Cristo, che per la loro ec- pace di concludere felicemente i più gra-
cellenza riscossero l'universale applauso. vi e gelosi atfari, lo rendevano prezioso
Leone X che avea aperto inRoma le scuole alla Chiesa, in un tempo in cui grande
òe.\\ìdS?i^\cr\7aoVniversìlàromana^Q{vdL' era il bisogno de'ministri di questo carat-
sceUeper uno de'teologi della medesima, tere. Paolo 111 contava molto sulla di lui
ed in piemio del le fatiche da lui sostenute abilità, e non dubitava che non fosse per
per la Se^Q apostolica, singolarmente nel essere uno de'più belli ornamenti del con-
conciliodi Laterano, gli conferì nel i520 cilio generale che aveva stabilito di con-

l'arcivescovato di Capua coll'abbazia di vocare. Ma dopo 24 mesi di cardinalato


Casamari. Dopo di che lo slesso Papa lo morì in Roma
d'anni 65, nel 537, chia- i

spedì nunzio nella Spagna e nell'Unghe- ro per virtù e dottrina. Fu sepolto nella
ria con esilo felicissimo. Nel voi. XV, p. chiesa di s. Maria sopra Minerva, al de-
286 e altrove rimarcai, che per l'eminen- stro lato, innanzi la porta maggiore, con
te slima e reputazione che godeva, ne'con- nobile iscrizione. Lasciò la sua suppellet-
clavi deli52i e del i52 3 per l'elezioni tile all' ospedale degl'Innocenti di Fu-en-
diAdriano Vie di Clemente VII, benché ze, a cui ottenne dalla s. Sede di poter

non decorato della sagra Porpora (/^.), in perpetuo unire un'abbazia, che teneva
ebbe non pochi voli pel pontificalo. Cle- in commenda. Fece altresì gran bene alla
mente VII cui fu carissimo, ed egli non sua metropolitana di Capua, che adornò
mancò con impegno di assisterlo così nella di elegante e decoroso sollìllo. Cardella
piospera come nell'avversa fortuna coi riporta le testimonianze di quelli che ri-

suoi consigli, gli alfulò la nunziatura al feriscono, essere il cardinale cugino della
re di Francia, al quale essendo poco gra- monaca sposata da Lutero.
dito, Francesco I Io fece trattenere in A- SCOMUNICA, Inter (lUtìo sacrorum
vignone, e poi gli permise d'intervenire coinmwiiiimj exconinmmcntlo. Censura
al congresso di Canibray, dove colla sua ecclesiastica gravissima della Chu'sa[f^.)^
prudenza e destrezza ottennechealla fine ossia pena spirituale in forza della quale
si stabilisse nel 1.529 la tanto desiderata taluno resta separato dall'ecclesiastica Co-
pace tra la Francia e l'imperatoreCarlo tiiunione (F.) o società de' Fedeli (/^^.).
SCO SCO 199
Tale è la definizione generale che della dal di lei corpo con la spirituale sua spa*
scomunica danno universalmente con s. da, e consegnarli nelle mani di Satana
Tommaso d'Aquino le scuole. La natura per morte della carne, affinchè lo spirito
adunque e la virtù di questa pena è tutta sia salvo nel dì del Signor nostro Gesù
spirituale, e nulla ha die fare col corpOjCui Cristo, come dichiararono, Paolo nella
s.

direttamente né riguarda, uè può riguar- sua I.' Epist. ai Corinti cap. 5, e s. Gi-

dare. Ed era in verità, dice il dotto car- rolamo nella sua 1


." Epist. ad Eliodoro.
dinale Lambruschini, cosa troppo conve- Che se tanta è la dignità e la nobiltà del-
nevole, che pena massima di cui fa uso
la lo spirito, che esprime in se stesso la bella
la Chiesa in terra per
punire dilinquenti 1 immagine di quell'Essere eterno, da cui
e contumaci sudditi suoi, non fosse di na- fu fatto; se il redimerla e proscioglierla
tura e d'indole dilFerente dalla natura e dalla infame cattività del Demonio, co-
dall' indole della sua ss. Religione (^.), stò a Dio, al riflettere di s. Gio. Crisosto-
la quale tutta è fondata sullo spirito. Il mo, niente meno che il prezzo inestima-
che dichiarò Gesù Cristo stesso, dicendo bile del prezioso Sangue dell' unigenito
alla Samaritana dell'Evangelo: Ferrali suo Figlio; quanto non dovrà dirsi ter-
tempo, e già e giunto, nel quale i verta- ribile e severa la pena della scomunica,
doratori adoreranno il Padre in ispirilo la quale direttamente investe ed attacca
e verità. Imperciocché siffatti adoratori lo spirito, e ne macchia le vaghe forme,
cerca appunto il Padre per essere da lo- e quanto è da se, il separa dal seno stesso
ro adorato. Le quali parole indicano cer- di Dio che lo creò ? gravezza di castigo
tamente, che la religione dal divino Re- che meglio si ravvisa dagli effetti che di
dentore fondata e stabilita nel bel regno sua natura produce. Dichiara il prof. Ver-
della nuova alleanza, è principalmente ed miglioli, che non ponno scomunicarsi i

essenzialmente fondata sull'anima e sullo morti, né ponno assolversi dalla scomu-


spirito, a differenza della religione giu- nica, non essendo questi soggetti al tribu-

daica e samaritana, la quale in sostanza nale ecclesiastico, mentre già sono stali
riducevasi a mere ceremonie, liti e sagi i- giudicati da Dio: se sono in paradiso non
flzi esteriori; sebbene non per questo de- hanno bisogno di assoluzione, se in pur-
ve dirsi che abbia voluto Gesù Cristo eli- gatorio non ponno privarsi de'sufifragi, se
minar dalla sua religione il culto esterno; all'inferno é tutto per questi ultimato. Può
siccome temerariamente e fuor di ragio- rapporto ai morti dal giudice dichiararsi,
ne affatto, vanno declamando certi ere- essere quelli cessati di vivere scomunicali,
tici, i quali arditamente interpretano a lo- affinché i loro corpi non si seppelliscano
ro capriccio la sagra Scrittura. Or dalla in luogo sagro, e seppelliti disumarli e i

natura appunto di questa principalissima loro corpi dispergere. La scomunica é uà


e massima pena della Chiesa ognuno può Anatema (F.), una pena o Censura ec-
di leggieri ravvisare,quanto sia sublime, clesiastica {^.)) colla quale si separano
grande ed estesa la giurisdizione della dalla società de'fedeligli Eretici, ^lì Sci-
sposa di Gesù Cristo. Dappoiché laddove smalici {I^.)i ed i peccatori ostinali nel
gli altri tribunali e magistrali della ter- comunione dellaChie-
Pecrfl/o(/^.), dalla
ra usar non possono di altro genere di sa e dall'uso dcSagramenti (/^.). Tertul-
pene contro malvagi perturbatori della
i liano chiama la scomunica, censura di^
società, che quelle solo che il corpo af- vina, e giudizio già fatto innanzi a Dioj
fliggono, e non oltrepassano la sfera delie ed Origene dice che tutti gli scomunicati
cose caduche e terrene; la Chiesa per lo rassomiglianoalDe/7iO/i/o(^.). Nella par.
contrario ha il grande potere di legare le 2, tit.ijCap. 2i,§ ? delle Opere dì s.An-
anime de'suoi sudditi ribelli, (f/^à'/V/e//i loniuo si legge: Excoinmunicatus est ic-
200 SCO SCO
paratus a scptern honis. i ." A coelo, 2.° non voglia separarsene e voglia restare
Ab omnl sacramento y 3 !^Ab ecclesiaesiif- nella sua comunione, n'è veramente se-

fragio, 4.° -^ divino officio, 5° A fiddium parato e realmente scomunicato, e non ha


consortiOj 6.° A quolibeL nctii^ j.^Afi- più unione col rimanente de'fedeli co- :

deliuni sepulc.ro. Ogni scomunicato, alie- me un figlio ribelle privato dell'eredità

nuSj abstentuSf a sacris exclusus, è sepa- da suo padre, non ha più ragione all'e-
rato dalla comunione de'fedeli e dal cor- redità, per qualunque volontà che abbia
po della Chiesa, e cosi non ha parte al- di avervi parte. La scomunica dividesi in

cuna nelle preghiere pubbliche, nelle ope- minore e maggiore, e vi passa gran di-
re buone,e ne'beni spirituali di cui laChie- versità fra l'una e l'altra. La scomunica
sa fa parte a tutti i fedeli ha parimenti : minore sospende in colui che v' incorre
perduto il diritto degli onori funebri e l'esercizio di una porzione soltanto di quei
della sepoltura ecclesiastica o sotterra- , preziosi diritti che acquistò nella Chiesa
mento in luogo sagro, ed è escluso dalla di Gesù Cristo, allorché per mezzo del-
partecipazione de'sagramenti, che se ne le acque battesimali fu ascritto alla cri-

ricevesse alcuno in questo stato commet- stiana milizia : la //mgg/ore separa total-
terebbe grave Sacrilegio (^.). Gesù Cri- mente il delinquente dal seno della me-
sto non lo considera più come parte del desima Chiesa, e produce V Irregolarità
suo popolo, la Chiesa non lo riconosce più (/^.). Dice l'encomiato cardinal Lambru-
per suo non ha più parte nella ce-
figlio, schiìii, che l' intrinseca diversità di sco-
leste eredità, è un membro putrido ch'è munica tra l'una e l'altra specie, viene
stato separato dal corpo; ogni scomunica dichiarala con gran profondità e chiarez-
è un'infamia per chi la riceve. L'8.° co- za dall'angelico dottore s. Tommaso; poi-
mandamento dellaChiesa ordina di fuggi- ché la gravezza della scomunica minore
re scomunicali, cioè coloro che la Chie-
gli è di gran lunga inferiore alla severità e
sa ha separati dal suo corpo e dalia co- gravezza della maggiore. Donde n'è av-
munione de' fedeli,e singolarmente gli sco- venuto, che la maggiore scomunica fu det-
municati pubblici e dichiarati tali, che si ta anatema con voce greca, la quale in-
chiamano denunziati. Da questo precetto dica appunto cosa del tutto esecranda, e
si viene ad essere obbligati a non aver pra- da'sagri usi per la sua abbominazione se-
tica alcuna con coloro che sono espres- parata e tolta; col qual nome di frequente
samente denunziati. Il 9.° comandamen- viene indicata nelle sagre Scritture, essen-
to dellaChiesa ordina, che quando alcu- do il più atto a ben esprimerne la natura
no ha avuto la disavventura di esseresco- e l'intensità. Il vescovo Sarnelli, Zef/. ec-
municato, faccia tutte le diligenze possi- clesiastiche t. 1, lett. i 3 : In che dijferi-
bili per farsi assolvere; il colmo di tut- sce la Scomunica dall' Analhema, seb-
te le morire allacciato dalla
disgrazie è il bene convenga che presso Hadri tanto i

scomunica. Gesù Cristo óìssti Se alcuno : vale anathema quanto scomunica, il cui
non ascolta la Chiesa, s'è ribelle alla Chic- effetto è di separare il membro cattivo dal
sa^consideratelo come pagano e pubblica- corpo mistico del Signore, altre volte si-

no, cioè come uno scomunicato. Soggiun- gnifica maledire ed esecrare, per la so-
se nello stesso tempo: f^i dico con tutta lennità colla quale si fulmina tale senten-
verità; tuitocio che avrete legato sopra la za per maggiore orrore. Narra, che an-
terra(onc\ tribunale della Penitenza, Fe- ticamente la {{xuTÀoviCiìicW anathema Sì fa-
di, nel foro esteriore colla scomunica e ceva dal vescovo in presenza di 1 2 sacer-
altre censure), sarà legato nel cielo.Quan- doti, avendone reso consapevole l'arci ve-

tunque colui al quale la Chiesa nega la scovoovcscovicomprovincialiji quali pre-


sua comunione con averlo scomunicato, ti erano vestiti di cotta e tenendo in mani
SCO SCO 2or
candele ardenti che in fine gittavano in do dicono, che la scomunica altre volte
terra. Inoltre della scomunica dai teologi è senlenliae lalae, ed altre sente n liae fe-
si fa altra distinzione, cioè di quella detta rendae. Il dotto vescovo Bronzuoli, Isti-
a jure^ da quella che chiamasi ah homi- tuzioni cattoliche sez. 82, Della scotnu'

ne. Scomunica a jiire è quella che s'in- nica, dice che vi sono de' peccati tanto
corre in forza d* una legge, o canone, o gravi, o per se stessi o per le loro speciali
costituzione, ossia decreto il quale coman- una
circostanze, che la Chiesa punisce con
da, ovvero proibisce alcuna cosa sotto pe- pena esteriore che chiama scomunica.
si

na espressa della scomunica ; laonde tal La scomunica, soggiunge, è una pena ec-
scomunica dicesi «ywrc, appunto per in- clesiastica medicinale, per la quale l'uo-
dicare che s'incorre a cagione d'aver con- mo battezzato viene reciso dal corpo dei
travvenuto al gius, ossia ad una prece- che loro compe-
fedeli, e privato de'beni

dente legge, a cui annessa è come per giu- tono come membri di quel corpo, e che
sta sanzione una tal pena contro i^viola- appartengono alla potestà e dispensazio-
tori della medesima. Per lo contrario, la ne della Chiesa. Questi beni consistono in
scomunica ab honiine si è quella che per tutti i suffragi della Chiesa, cioè messe,
sentenza del giudice competente si fulmi- pubbliche orazioni, digiuni, indulgenze,
na contro qualche delinquente per alcun sagramenti tanto pel ricevi mento che per
grave delitto, che meriti di essere con tale l'amministrazione di essi_, dignità e be-
severità punito. Quanto all'effetto, nulla nefìzi ecclesiastici, esercizio di ecclesiasti-

pregiudica che la scomunica sia a /ure, ca giurisdizione, ammissione dell'eserci-


ovvero ab honiine^ conservando sempre zio esterno del culto, ecclesiastica sepol-
egualmente la sua natura. Tale distinzio- tura. Noterò, che il Papa nella collazio-
ne fu introdotta più per indicare la quali- ne de' benefizi e di altre grazie, sempre
tà del fonte, e la cagione prossima, da cui per precauzione mette la clausola dell'as-
quella pena deriva, che per islabilire una soluzione dalle censure, onde sia valida
doppia classe di scomunica maggiore.Ben- la grazia ch'egli accorda, altrimenti chi

sì si suole dal superiore ecclesiastico nel la riceve, se fosse affetto dalle censure ec-
dichiarare incorso taluno nella scomunica clesiastiche, di sua natura la grazia riu-

a jiirCy aggiungervi la clausola, et si opus scirebbe nulla. Questa assoluzione però


est denovo exconimunicamus, et anathe- non profìtta né agl'irregolori, né agli sco-
malizamus, affine di togliere ogni appi- municati per causa d'eresia, perchè il di^
glio al reo di averla incorsa, e di non in- ritto vi si oppone, a meno che il Papa non

correrla, sotto il pretesto che la legge, per levi espressamente le censure ah nomine.

la cui violazione la incorse, pel lungo di- Sotto pena d'incorrere in una scomunica
suso di osservarla, o per la frequente tra- che dicesi minore^ e che solo priva del di-
sgressione della medesima, più non abbia ritto di ricevere e amministrare i sagra-»

vigore da obbligare. Le scomuniche ful- menti, e dell'elezione passiva all'ecclesia-

minate sussistono finche la legittima au- stiche dignità e benefìzi, è un dovere pei
torità non l'ha rivocale e abolite. Devesi fedeli l'evitare il consorzio del battezzato
avvertire, che la scomunica sia ajure, sia da quella scomunica che si appella
affetto

ah hominej alcune volte s'incorre subito maggiore,e di allontanarlo dal tempio neU
che si è commesso il delitto, e alcun'al- la occasione che vi si celebrano i divini
tre per incorrerla si richiede prima la di- misteri. Pregavi mieifratelli a guardar-
chiarazione del legittimo e competente su« vi da quelli che suscitano delle dispute e
periore, il quale può fulminarla assoluta, degli scandali contro la dottrina che ave-
o apporvi certe clausole e condizioni. E te appreso e di separarvi da essi. Tanto
questo è ciò che intendono i teologi, quau- si legge uQÌÌ'Epist. a'romauiiG, 1 7, 2, ai
101 SCO SCO
lessali 3, i4) ed in s. Giovanni 5, ro. E' dispensa a'subordìnali e amorosi. Aggiun-
assai raro però il caso di eseguire questo ge mg.' Bronzuoli, che con esagerare gli

doveie,perchè non esiste che a riguardo di abusi della scomunica e con ispargervi so-
cjue'soli scomunicali chediconsi non tol- pra il ridicolo della favola, si è preleso di
lerati o vitandi, di coloro cioè che sono renderla odiosa, futilee dispregievole. Ma
stali nomina tn mente dichiarati vitandi, se in certi tempi, in cui forse nessun'altra
ovvero notorii percussori de chierici con pena più di questa temevasi, ed era ca-
apposita e pubblica sentenza delsuperio' pace di tenere fra'limili di qualche mo-
re ecclesiastico. Anche in questo caso pe- derazione alcimi uomini licenziosissimi e
lò non s'incorre nella minore scomunica, ingiusti, da taluno se n'è fatto un abuso,
comunicando con essi loro tulle le volle questo certamente non toglie alla Chie-
che ciò si richiede dalla necessità o uti- sa la potestà di fulminarla, ne alla me-
lità di loro medesimi, o di chi deve con desima il suo valore. Qual è la cosa an-
loro comunicare, secondo la rinomatissi- che più santa di cui l'uomo non possa a-
ma bolla, Ad vitanda scandala, promul- busare ? Arroge quanto pur leggo nel dot-
gata da Martino V nel i4i^> "^^'^ sess. tissimo p. Cappellari poi Gregorio XVI,
43 del concilio di Costanza, che inserì nel // trionjo della s. Sede^ cap.i 3, parlan-
concordato fatto colla nazione germani- do della libertà, con cui alcuni padri scri-
ca, e poi lo fu in quello Ira Leone X e vevano ai Papi, il che non prova che li
Francesco I, quindi venne confermato nel credessero soggetti alf errore, s'incontra
concilio di Lalerano V : la bolla non fu talora avere ripreso i Pontefici per la trop-
compilata nel concilio di Basilea , come pa facilità nel fulminare, o anche solo nel
pretesero alcuni, e trovasi nell'antico mss. minacciar le scomuniche, le quali in vista
della biblioteca Brusvicense. Avendo la di estrinseche circostanze loro parevano
Chiesa il diritto di far leggi, è insepara- inopportune, come fece s. Ireneo con Pa-
bile quello del diritto penale. Aflìnchè le pa s. Vittore I nel fatto de'quartodecima-
leggi con le quali la Chiesa impone un ni; ma non mai si leggerà o negata la po-
\incolo morale, raggiungano lo scopo per destà di fulminarle, o difesa, come non
cui sono falle, è necessario che i sudditi, meritevole di censura, la dottrina per cui
ritenuto questo vincolo, si pieghino ad os- cagione venivano fulminate. Nel cap.25
servarle; laonde sarebbe inutile il potere tratta : L'elfetlo delle scomuniche impo-
di emanarle, se ellaun mezzo
mancasse di ste dai romani Pontefici nondipendedal-
percondurre all'osservanza medesima an- l'espresso consenso della Chiesa, ma dal-
co coloro, che predominali dalla forza del- l' intrinseca loro efficacia ; e quindi esso
le passioni, o non sentono quella di un pure dimostra infallibili Pontefici. Laon- i

tal vincoIo,o non vogliono subordinarvisi. de prova, che non sono semplici dichia-
Nulla di più chiaro ne'ss. Evangeli di que- razioni, come sono quelle de'concilii, pri-
sto diritto dato da Gesù Cristo alla sua ma della conferma del Papa; più, dimo-
Chiesa, il qual diritto si esercita da chi ha stra la differenza tra le scomuniche date
quello di emanar o a riguardo di
leggi dai vescovi, e quelle date dal Papa. Che
tulli i fedeli o di una parte solo di loro, un vescovo infalli abbia il diritto di sco-
secondo la rispettiva giurisdizione del su- municare, non v'ha chi n'è dubiti fra'cat-
periore che le emaiia: egli è fondato sui lolici; ad esso pure fu comunicalo il po-
passi già riportati, che costituiscono la tere delle mistiche chiavi. Che poi sco-
Chiesa govcrnatrice e legislatrice. La pe- municar egli possa egualmente che il Pa-
na più semplice e più giusta che la Chie- pa, per causa sia di costumi, sia di dot-
sa possa infliggere a'suoi figli disubbidien- trina, la quale sia definita o non definita
ti e refrattari, è di privarli de* beni che da'concilii ecumenici o da'roiuani Ponte*
SCO SCO 2o3
Ilei, e clie i suoi anatemi sìeno di eguale manica per autorità o sia giurisdizione
efficacia che quelli della sede apostolica, propria : che delega questa fa-
egli solo è
non può sostenersi, se non da chi voglia coltà, delegazioni che cominciano a tro-
tutta quanta sovvertire l'ecclesiastica ge- varsi più frequentemente nel secolo Vili.
rarchia. Riporta il venerando p. Cappel- Dal canone 5 del concilio Niceno del 32-5^,
lari in compendio l'essenzial differenza si vede che sc'i vescovi scomunicavano
i

fra gli uni e gli altri, sì quantoai loro og- qualunque del clero e popolo, e che da-
getti, che quanto alla loro autorità. Il ve- gli altri si doveano rispettare que-
vescovi
scovo scomunica per la reità de'costumi, stescomuniche, vale a dire, che non po-
il Papa scomunica eziandio per un erro- tevano ricevere alla comunione lo scomu-
re di fede, dichiarando eretico chi lo di- nicalo da un vescovo, e che dai soli ve-
fende. Scomunica è vero per questo mo- scovi potevansi assolvere scomuniche.
le

tivo anche il vescovo, ma soltanto riguar- Dice ancora, che la scomunica, (juam fa-
do ad un punto già definito e condan- Episcopale judiciunìj come scrive s.
ci t
nato autecedentemenledalla Chiesa lad- : Agostino, qua poena in Ecclesia nulla
dove il Papa scomunica per un articolo major est, non debba infliggersi, che co-
che definisce attunlnienteje nell'attostes- stretti dalla necessità. Lo stesso santo ri-
so di fulminar l'anatema, condanna co- ferisce chescomunica debba infliggersi
la

me eretico chiunque non accetta la defi- dalla Pastoralis ntcessitas, intendendo


nizione ; perciò se in tali scomuniche vi dal solo episcopato sulla parsimonia neU
:

fosse errore, quello del vescovo sarebbe l'imporre censure, si può vedere VEpist,
unicamente di fcitlo, quello del Papa di 12 di s. Pier Damiano al Papa Alessan-
vero diritto, le cui scomuniche, come as- dro II. Noteiò, che non hanno valore le
solutamente edlcaci prima d'ogni forma- scomuniche lanciate dai vescovi oda al-
le consenso della Chiesa, sono sempre va- tri, contro chi è in comunione colla s.

lide, anche quanto ad una dottrina non Sede. Anticamente gli arcidiaconi sco-
prima definita. Il Papa non solo dichia- municavano; i preposti e i decani scomu*
ra a tutti e singoli i vescovi la sua sen- nicavano nel furto occulto. I capitoli cat-
tenza, ma inoltre scomunica egualmente tedrali scomunica vano, e scom u nicano an-
chiunque fra essi ardisse di contraddirvi. che oggidì. I cardinali ne'Ioro titoli o dia-
II modo definitivo, assoluto e imperati- conie scomunicarono e ponno scomu-
vi

lo degli anatemi vescovili non può non nicare, anzi anticamente scomunicavano
intendersi, che diretto ai soli sudditi, cioè nel circondario del loro titolo o diaconia,
a'soli diocesani, a'quali può unicamente ove aveauoed hanno giurisdizione episco-
comandare quel vescovo. 11 p. Zaccaria pale. I capitoli di Pvoma scomunicavano
nell' Alili' Ftbbronio, l. 2, cap. i : Se il nel loro circondario. Oggidì soli ordi- i

diritto che il Papa aulicamente esercitò nari secolari e regolari scomunicano. Gli
di scomunicare fosse effetto di giurisdi- abbati monastici scomunicavano i loro
zione sopra gli scomunicati ? Dopo aver monaci, e scomunicano anco al presente
dichiarato di quante sorte è la scomuni- i loro sudditi : lo stesso dicasi di altri su-
ca, dichiara che nel Papa è atto di giu- periori regolari. Di tutte queste indica-
risdizione, diversa da quella che davano zioni, il Nardi riporta le prove, parlando
gli altri vescovi; se regolata con leggi del- pure delle due specie dell'antica scomu-
la Chiesa universale, e suoi ed'elti; se data nica, una penitenziale soltanto, l'altra di
a nome della Chiesa, dipenda dall'accet- separazione vera dalla cocnunione della
tazione della Chiesa. 11 iVardi, Dé'parro- Chiesa; e che vi era anco la dichiarazio-»

c/ii, dichiara che senza giurisdizione non ne o pubblicazione della scomunica fatta
si trova scomuuica; il solo episcopato sco-» dal superiore. Che ne'primi secoli il piete
2o4 SCO SCO
e diacono dichiaravano scomunicali quel- natura di questa pena, effetto dichiarato
li che hujusmodi poena tenebantur^o per così da Innocenzo III. « Alcuni trascu-

censura a jure, cioè de'concilii, o ab ho- rando la sentenza della Chiesa, non han-
mine, cioè del proprio vescovo, e ciò si u- no tema di ricevere gli ordini ecclesiastici.
sò ne'bassi tempi anche dai rettori delle Or per sapere in qual guisa si debba pro-
chiese, parrochi o non parrochi. In pro- cedere con costoro, si è spesse volte im-
cesso di tempo la scomunica fu lanciata plorato l'oracolo apostolico. Intorno ai
con più sobrietà. Nel concilio Sens del
di quali noi crediamo dover aver luogo u-
i528 fu decretato. I vescovi saranno ri- na distinzione. Imperciocché questi tali
servatissimi nel pronunziare scomuniche. o sanno di essere scomunicati, o non ri-
Noi faranno che per cause gravi, e dopo cordano il fatto per cui caduti sono nella
tutte le monizioni fatte in forma. In quel- scomunica di sentenza già proferita, o fi-
lo d'Augusta o Ausburgo deh 548 fu di- nalmente sapendo il fatto, ignari del gius,
chiarato. Non si farà uso di scomunicare dipoi non sanno se essere legati. I primi,
se non per cause criminali e gravi.il con- se saranno chierici secolari, giudichiamo
cilio di Trento, sess. 25, Dereforni. e. 3, doversi deporre in perpetuo dagli ordini
decretò. »» Quantunque la spada della sco- ricevuti : negli altri casi tanto gli arcive-
munica nerbo della disciplina eccle-
sia il scovi,quanto i vescovi sappiano essi di non
siastica, e sia salutevolissima per tenere aver facoltà di dispensare senza una spe-
'*.
a doverci popoii,bisogna tuttavia usarne ciale delegazione della sede apostolica
sobriamente e con grande circospezione, Lo dicono o confermano altri mol-
stesso
facendo vedere 1' esperienza, che se uno tissimi canoni antichi ; laonde s. Tom-
temerariamente e per leggieri
se ne serve maso dice espressamente che lo scomu-
motivi, è piuttosto disprezzala che temu- nicato non essendo partecipe de' sagra-
ta, e cagiona più male che bene. Won po- menti della Chiesa, non può essere asso-
tranno dunque essere imposte se non dal luto dal proprio prete da altre colpe, se
vescovo, e per qualche occasione straor- prima non sia assoluto dalla scomunica
dinaria, che ferisca lo spirito del detto ve- da chi ne ha l'autorità. Anzi se fosse egli
scovo, dopo averne egli slesso esaminata così ardilo di ricevere alcuno de'detti sa-
maturamente la cosa con grande appli- gramenti, si farebbe reo di gravissima col-
cazione, e non altrimenti, senza lasciarsi pa, secondo che dichiarano i sagri canoni.
indurre ad accordarle in riguardo di qua •
La quale regola ha sempre luogo, fuor-
lunque persona; ma il tutto sarà lasciato ché nel caso o pericolo prossimo di mor-
al suo giudizio e alla sua coscienza ,
per te; giacché in quel tempo la Chiesa, a cui

usarne secondo le circostanze della cosa, sta troppo a cuore la salvezza eterna dei
del luogo, del tempo, della persona". Per propri ha sempre inteso e intende,
figli,

maggiore chiarezza e precisione in argo- come anche definì il concilio di Trento,


mento cotanto grave, complicato e de- che ogni sacerdote eziandio non appro-
licato, aggiungerò ancora altre dichiara- vato possa compartire al moribondo pe-
zioni analoghe alle suesposte nozioni. nitente, purché abbia egli le disposizioni
11 cardinal Lambruschini, parlando de* a tale effetto necessarie, l'assoluzione da
gli effetti che la scomunica produce, li chia- qualsivoglia peccato e censura. Senonchè
ma perniciosissimi o mali piuttosto, e che non deve in talcasoil sacerdote tralasciar
sono pena
7, cioè quelli della gravissima di avvertire il penitente dell'obbligo che
della scomunica maggiore. In pn
primo luo- gli rimane di presentarsi al superiore ec-
go toglie affatto il diritto così di riceve- clesiastico, a cui incombe il prosciogliere
re, come di conferire i sagramenti della altri dalle censure, qualora si ristabilisca
Chiesa, uel che propriamente consiste la in salute, sotto peoadellareìocidenza dei-
SCO SCO 2o5
ie medesime censure, qualora noi facesse sterno. Non essendo ragionevole, che go-
secondo che fu dai sagri canoni stabilito; da del patrimonio di Gesù Cristo, e ab-
e ciò perchè riceva dal superiore mede- bia autorità sopra il corpo mistico del me-
simo quella correzione, istruzione e pe- desimo, colui che più non appartiene alla
nitenza che gli sembrerà poter convenire sua Chiesa. Sebbene la collazione di alcu-
al caso suo. Gii scomunicati non sono a na prebenda ecclesiastica, fatta in favore
parte delle orazioni e comuni suffragi che di uno scomunicato, sia di sua natura nul-
da'fedelisi fanno per le membra dellaChie- la, ne possa egli ritenerla ancorché dopo

sa,perchè non è dicevole chede'vantaggi fosse prosciolto dalla scomunica, quando


della Chiesa partecipi colui, il quale da non gli fosse di nuovo conferita, e debba
essa fu separato, come membro guasto restituire i frutti percepiti; tuttavia se al-

e cattivo, e perciò in certa guisa a lei più cuno esercitasse qualche parte di quella
non appartiene. Dice s. Francesco che seb- ecclesiastica giurisdizione, che prima di es-

bene non sia lecito pregar pubblicamente sere incorso nella scomunica gli era sta-
nella Chiesa per gli scomunicati, tuttavia ta commessa, sebbene peccarebbe grave-
è lecito e si deve pregare per loro privata- mente, pure a tenore della citala bolla di
mente, perchè Dio accordi loro spirito di Martino V, suoi atti si dovrebbero avere
i

peuilenza,acciòsianodalla scomunica pro- per validi, non però se fosse scomunica-


sciolti, siccome pregasi per gl'infedeli, per to pubblico e nominatamente denunzia-
impetrar loro la conversione alla fede. La to, o fosse notorio. Finalmente lo scomu-
Chiesa prega pegli scomunicati nel vener- nicato è interdetto da ogni civile e poli-
dì santo senza nominarli: si può pregare tica comunicazione cogli altri fedeli. Per
per essi privatamente, anche neìMemen- cui sagri canoni proibiscono di dargli il
i

to della messa. E' interdetto allo scomu- bacio di pace o qualsivoglia altro segno
nicato l'intervento alla messa, e ad assi- di speciale rispetto, amicizia e benevolen-
stere ai divini uffizi, ossia le ore canoni- za, diammetterlo a mensa, a familiare di-
che, le solenni preghiere, le pubbliche be- scorso,odi aver con lui alcun commercio,

nedizioni, e altri simili riti e cose sante. e neppure in iscritto, sia conversazione,
Ponno però recarsi nelle chiese per ascol- società o contratto. Le quali cose tutte for-
tare la parola di Dio nelle prediche, co- mano quella specie di scomunica che di-
me non lo è vieta toagli eretici, ebrei e gen- cesi in hunianiSj cioè a dire riguardante
tili. Lo scomunicato, il quale prima della le cose della vita temporale. Ma quest'ul-
morte non fu prosciolto dalla maggiore timo edetto della scomunica non ha luo-
scomunica, cosi morendo non può in al- go con lutti gli scomunicali indistintamen-
cuna chiesa o cimitero venire sepolto, co- te, né sempre e in lutti casi. In quali ca-
i

me prescrissero sagri canoni; mentre sa-


i si si possa usare civilmente e politicamen-
rebbe disdicevole che si collocasse a ripo- te cogli scomunicati, lo dirò poi seguen-
sare co'fedeli, su'quali tante benedizioni do nominato porporato, qui occorren-
il

e sagri riti si compiono. Ma questa ter- do significare quali sieno propriamente


ribilepena ha luogo soltanto contro gli gli scomunicati che devono fuggirsi, detti

scomunicati espressamente denunziati. Jl perciò vitandi. Secondo il gius antico, tut-


5.° e 6.° effetto della scomunica sono, che ti coloro contro de'quali la Chiesa fulmi-
Io scomunicato prima di essere assolto non nava qualche scomunica, o che incorre-
può essere nominato ad alcun benefìzio vano in quella a jure^ erano vitandi^ ossia
ecclesiasticOjO godere pensioni provenien- andavano soggetti a quella pena detta in
ti da beni di chiesa; e se egli fosse eccle- hiimanis. Con tale dill'erenza però,chegli
siastico, perde ogni giurisdizione avanti scomunicati pubblici e notorii pubblica-
acquistata, nel foro iaterao e nel foro e- mente e da tulli si fuggivano; quelli poi
2o6 SCO SCO
la scomunica de'quali era ancora occul- temporaneo s. Antonino, nella S.'pnr.jtil,

ta, erano vitandi per coloro solamenle ai i5y e. 3, riferisce la bolla di Martino V
fluali constava esser eglino scomunicali. con questa clausola. « Salvo, se alcuno
Producendo tale usanza e legge gravis- fosse incorso nella censura pronunciata
simi inconvenienti e agitazioni dubbiose dal canone contro i colpevoli di violenza
nelle coscienze de'fedeli, sul fuggire o no sacrilega verso de'chierici, di una manie-
gl'incorsi nella scomunica, perciò Marti- ra così notoria, che non possa per
il fatto

no V emanò per tutti i cristiani la ricor- alcun sutterfugio occultarsi, né in guisa


data celebre bolla j4d vitanda^ nella qua- veruna scusarsi. Perocché noi vogliamo
le dichiarò non doversi avere per vitan- che col medesimo, abbenché non denun-
di se non que'soli, che sono specialmen- ciato, veruno comunichi, secondo le leggi
te e nominatamente nella persona sco- canoniche ". Si raccoglie dunque da que-
municati,e pubblicamente denunziati dal sta bolla: I. "Che tutti gli scomunicali non

superiore ecclesiastico, ovvero che sono pubblicamente o nominatamente denun-


nolorii percussori del chierico, e per que- ciati non sono vitandi^ e che si può con

sta parte soggetti e incorsi nel canone, Si loro comunicare eziandio in divinis, mas-
quis suadente diabolo in clericuui^ vel in sime nelTamministrazione e ricevimento
monachuni violenlas manusin/ecerit^a- de'sagramenti. 2.° Che lo scomunicato si
nathematis vinculo subjaceat^eic. Ecco il deve fuggire, quando la scomunica da lui
tenore di sì celebre bolla. « Per evitare ricevuta abbia notorietà che non si possa
gli scandali e un gran numero di pericoli, occultare. 3.° Che con tal pontificio alto
e provvedere nello stesso tempo alla tran- non giovamento alcuno agli
s'intese recar

quillità delle coscienze timorate, in vir- scomunicati,bensì quanto al modo di con-


tù delle presenti a'cristiani misericordio- versare de'fedeli cogli scomunicati, fu a-
samente permettiamo che in avvenire niu- bolila l'antica disciplina ne'punti accen-
no sia tenuto di astenersi dal comunica- nali. L'uso poi e la consuetudine, eh' è

re con alcuno nell'amministrazione o per- sempre un'ottima interprete delle leggi,


cezione de'sagramenti, o in altri atti re- esclude dal beneficio della bolla il noto-
ligiosi qualunque essi siano, sotto prete rio percussore del chierico, come comu-
sto di qualunque sentenza o censura ec- nemente adermanoi teologi, oil colpevole

o sospensione dalla legge,o dal


clesiastica, qualunque per-
di violenza sacrilega, e di
superiore generalmente pronunziala; né cossa,ancorché non denunciato: questa
di fuggire alcuno, odi osservare l' inter- é una delle scomuniche riservate al Pa-
detto ecclesiastico, a meno che la senten- pa. Quanto poi alla pubblicità della de-
za, la proibizione, la sospensione o colai nunzia, onde fuggire lo scomunicalo, es-
censura non fosse pubblicata e denuncia- sa viene eseguita e piomulgata con sen-
ta specialmente ed espressamente dal giu- tenza o alto pubblico del giudice compe-
dicenominatamente contro una persona, tente, secondo le consuetudini de'luoghi;
un collegio, una università, una chiesa, quindi la sola certezza e notorietà del di-
un cerio determinato luogo, o una certa ritto può stabilir l'obbligo di fuggire lo
determinata comunità, eccettuato il caso scomunicato, notorietà ch'é pur necessa-
di colui, che fosse incorso nella scomuni- ria sul sacrilego percussore del chierico,
ca così notoriamente, ch^ non possa oc- che altri opinano bastare la notorietà del
cultarsi per alcun sutterfugio, ne scusarsi fattOy la quale sentenza é vigorosamente
con alcuna difesa. Pcf questo però non in- sostenuta dalla parte migliore de' teolo-
tendiamo di rilevare li suddetti scomuni- gi, e dallo stesso cardinale con molta dot-
cati, sospesi, interdetti, ossia proibiti, né trina, lauto più che la bolla di Martino
di giovar loro in alcuna maniera". 11 con* Y per la notoria percussione del chierico,
SCO SCO 207
parìa di notorietà dì fatto, e non dìdi- ciale. La Chiesa solo limita e circoscrive
rillOy non dicendo che il noloiio percus- per fini giustissimi la comunicazione de-
sore del chierico per di venire w7^mr/o fos- gli scomunicati col rimanente corpo dei
se denunciato, divenendolo subito nppe- fedeli, non la toglie affatto, né a riguardo

na commesso il sacrilegio. 11 cardinale do- di tutti; e vi sono pertanto de'oasi ne' quali
po avere sostenuto l'accennata sentenza si può, ede'casine'quali si deve a ver com-

passa ad esaminare l'ultra questione, che mercio da alcune classi di persone cogli
agitasicon molto calore nelle scuole, cioè scomunicati, i quali casi sono altrettante
seqnelliscpmunicatiji quali secondo ilg^m^ eccezioni alla legge. III.** titolo che dà ec-

nuovo non sono\'itandi\sìeuo tuttavia da cezione alla legge de'vitandi, si è V Utile


escludersi dalla partecipazione delle pub- che può riferirsi tanto allo scomunicato
bliche preghiere che si fanno nella Chie- quanto agli alili, quali sono te-
slesso, i

sa. Conclude, che le parole della bolki di nuti altronde di fuggirlo.Oude sia per mo-
Martino V, la quale stabilisce il gius nuo- tivo della corporale salute, se medico, né
"vo, non accordano agli scomunicati alcun si speri di aver da altri direzione tanto fa-
favore sul punto di cui si tratta. Quel Pa- vorevole quanto da lui; sia per un sicu-
pa, e il concilio di Costanza ove fu pro- ro parere legale, se distinto e rinomalo
mulgata, lasciarono intatto il gius anti- avvocato; sia per aver soccorso nella pro-
co quanto alle persone degli scomunicati, pria indigenza, se ricco e generoso signo-
ne migliorarono affatto la loro condizio- re, o per qualsivoglia altro fine eviden-
ne, solo avendo per iscopo di togliere gli temente utile e vantaggioso alla persona,

scandali, e di provvedere alle coscienze ti- lecito è di parlare in alcuna circostanza


morate. Laonde tutta l'estensione del gius con uno scomunicato, e benché vitando,
nuovo dovendo solo cadere in favore dei massime se v* è lo scopo di convertirlo.
non degli scomunicati, si ristringe
fedeli e Cos'i pure il vitando pel suo bene sì spi-

e sì limitaalla sola comunicazione esterna rituale che temporale, può lecitamente ri-
e non più. Per cui e in vigore dello stes- correre al proprio vescovo, al parroco, al
so gius nuovo è bensì lecito a' fedeli di giudice secolare e ad da cui speri lu-
altri

proseguire le loro pubbliche preghiere, me, consiglio e aiuti ne'suoi bisogni; che se
le loro funzioni religiose,abbenchè v'in- eglibramasse di ottenere l'assoluzione del-
tervenissero degli eretici ed altri scomu- l'autorità ecclesiastica, per averla può ri-
nicati non vitandi, ma non già di accor- correre,non che alle nominate persone,ma
dar ad essi la menoma partecij)azione dei a qualsivoglia altra, perla cui mediazio-
beni spiritualidellaChiesa, prima che ab- ne presso la Chiesa sperasse pili facilmen-
biano dalla medesima olt*enula la neces- te conseguir l' inlento. Ed
que- in tutto

saria assoluzione, e perciò in questa parte sto convengono lutti i dottori, a norma
il gius nuovo niente ha derogalo all'an- del can. 54 de Excom. Viene appresso
tico. Quanto agli scomunicati nominati e l'ai irò titolo di eccezione, che dicesi Lex^

denunciati,o che per essere notoriamente il quale comprende doveri e diritti con-
i i

incorsi nel canone Si quìsy souos'ì resi fuor iugali. Se l'uno o l'altro de'coniugi fosse

di dubbio vitandi, il cardinale fissando le scomunicato vitando, tra loro nondimeno


regole che a riguardo loro debbono se- ponno lecitamente aver libero commer-
guire i fedeli, ecco come si esprime. » E- cio, non solo quanto all'esercizio de're-

gli è certo che gli scomunicati, abbenchè ciproci diritti sui loro corpi, ma eziandio
vitandi, non cessano perciò di essere veri quanto agli altri uffici sociali e civili che
membri della civile società.Laondeniuuo debbono scambievolmente go- prestarsi,il

deve credere, cbe la Chiesa voglia loro verno della famiglia e della casa, ed an-
distruggere ogni e qualunque viucolo so- che per la conversazione ordinaria. E' pe-
2o8 SCO sco
rò necessario che Io sposo fedele faccia cezione dicesi Res ignorata, cioè a dire
air altro la fralerna correzione nelle oc- r ignoranza o l'inavvertenza del fatto o
casioni favorevoli, e non può qualche vol- del diritto. Sono d'accordo i teologi nel-
ta ornmeltere di farlo senza peccato, co- l'affermare, che qualsivoglia ignoranza o
me dichiarano alcuni teologi. Questa ec- inavvertenza non colpevole, sia di diritto,
cezione secondo altri non ha luogo, né sia di fatto, escusa coloro, i quali comu-
quando i due sposi hanno contratto ma- nicano con un qualche scomunicato vi-
trimonio, sapendo essi ch'erano entrambi tando. La questione però sta suU' igno-
scomunicati, ne quando sono scomunica- ranza affettata e colpevole: il cardinale
ti perchè si dubita della validità del loro pensa col Suarez che anco l'ignoranza
p.
matrimonio, né quando sono separati per vincibile sia bastante ad escusare net caso
divorzio. Seguita per 3.° il titolo detto i7w- di cui si tratta. Per ultimo é il titolo detto
riiiley che abbraccia i figli di famiglia, i IVecesse, del quale molto si parla nel ca-
religiosi, i soldati, i vassalli, i sudditi ri- none Quoniarn multoSj donde si rileva,
spettivamente alla dipendenza che devo- che qualunque grave necessità per mo-
no ai genitori, superiori, duci, signori e tivi COSI spirituali, come temporali, tanto
sovrani loro. E quanto ai figli di famiglia dalla parte dello scomunicato, quanto da
egli é certo, che tenuti sono di restar sot- quella del non scomunicato, fosse anche
to r ubbidienza e la soggezione de' loro tal necessità proveniente da grave timo-

genitori, abbenchè vitandi : si fa però que- re (come se uno sì trovasse obbligato di


stione Ira'dottori, se cotal privilegio si pos- parlare con un vitando, con minaccia del-
sa pure estendere ai figli già emancipati. la morte, caso ch'egli si ricusasse), basta
]| cardinale, seguendo l'opinione del dot- a sospendere i'efietto della scomunica sul
lissimo p. Suarez, dichiara che un figlio punto in questione. Molti teologi dopo a-
emancipato non pecca trattando suoi ge- i ver trattato della privazione della comu-
nitori vitandi, e porgendo loro consueti i nicazione politica, discutono gli altri ef-
segnali di filiale afìetto, anzi ancorché il- fetti accidentali della scomunica, che pro-
legittimo o adottivo, come pure nipoti i vengono da una nuova malizia dello sco-

e pronipoti rispettivamente all'avo ed ai municato. Essi sono : i l'irregolarità in-
progenitori. La dottrina fin qui accenna- corsa dallo scomunicato ch'esercita qual-
ta pe'figli di famiglia, deve estendersi col- che ordine nella scomunica; a.** il sospetto
la debita proporzione a'religiosi,a'soldati, d'eresia in colui che persiste per un an-
a'servi, a'suddili a riguardo de' loro su- no nella scomunica; 3.° la convinzione del
periori, duci, padroni e sovrani, i quali delitto per il quale egli é scomunicato ;

tutti godono altresì dell'indicato privile- 4.° la privazio'be dell'effetto dell'assolu-


gio, essendo lutti compresi nel titolo Hu- zione generale, che si usa di porre in prin-
mìle. Altri teologi vogliono che i padroni cipio de' rescritti delPapa. Il cardinalLam-
devono procurare che loro domestici sco- i bruschiui per ultimo discute la causa, per
municati si convertano; e se questi noi la quale il superiore ecclesiastico può pro-
fanno, devono licenziarli, a meno che ciò cedere colla pena della scomunica contro
facendo i domestici ne soffrissero un dan- alcun delinquente. Anche il porporato teo-
no considerabile. Aggiungono che un do- logo ricorda che la pena di scomunica è
mestico non deve entrare al servizio d'un medicinale, e che nel fulminarla altro fi-

padrone che é scomunicato, a meno che ne non si propone la Chiesa, se non di gio-

egli non possa rinvenirne un altro, che vare spiritualmente a quellostesso, cui per
sia meno pericoloso alla sua salute spiri- tal guisa punisce secondo la dottrina del-

tuale, o che non possa guadagnarsi altri- l'Apostolo, il quale scrisse ai corintii : sia

menti cou che vivere. 11 4-'' titolo di ec- eh' io venga a voi colia verga, sia eh' io
SCO SCO 209
adoperi ramore, lo spirito di raansuetu- e separati vengano dalla Chiesa. Di sopra
dinemisaràsemprecompagno.Dallequa. riportai altri canoni , e precipuamente
di s. Ago- quello del s. concilio di Trento. Che pe-
li parole, giusta l'osservazioni

stino, rilevasi che laChiesa quando an- rò è regola costante della Chiesa, di non

co mette mano alla spada del rigore, che iscomunicar chicchessia per la violazione
cosìappunto vien definita la scomunica, di alcuna legge oprecelto,benchè contro
violazione si fosse già stabilita la pe-
è animala dalla carità, prende forme di- tal

verse, e sotto diversi aspetti si mostra se- na della scomunica dai sagri canoni, quan-
condo la diversità delle circostanze.
Or do il violatore possa scusarsi da colpa gra-
medicinale essendo la pena della scomu- ve; dappoiché cessando la causa, ch'è il
nica, superiore ecclesiastico non può fui-
il
peccalo grave, deve pur cessare l'effetto

minarla senza grave motivo, e perciò si ossia la pena, o come dice il gius canoni-

scomunica deve ferire un co, non deve cadere in danno di chi la fa,
conosce, che la
gravezza sia proporzionata una cosa la quale in concreto non ha ra-
delitto, la cui
come la medicina è gione di colpa formale, rem^ quae culpa
a quella della pena,
in proporzione male a cui si applica.
al caretj in damnuni vocari non convenit.

La gravezza della scomunica essendo la Dalla natura ed effetti della gravissima

maggior pena che infligge la Chiesa con- pena della scomunica, i fedeli conoscano
tro dilinquenli, gravissimo pure dev'es-
i
quanto sia terribile, e pongano ogni stu-
dio ad evitarla, per non essere colpiti da
sere il delitto perchè venga punito con si
gran severità; ed anche si richiede la eoa- cotanto amaro spirituale infortunio. Si
può vedere Istruzione teologica sulla
lumacia del delinquente, sordo e indilfe-
l'

natura e sugli effetti della gravissima pe-


rente alle debite ammonizioni, ed a que-
contumacia na della scomunica, cavata dalle opere
ste resistente, e dopo la sua
emendarsi spirituali deirEni
° cardinal Luigi Lani'
in giudizio all'intimazione di
bruschini, Benevento 840. Fu riprodot-
e d'ubbidire a quanto fu a lui imposto.
1

neWJppendix n. 6,del Synodusdioe-


In tal caso devesi scomunicare dal giudi-
ta 1

ce competente, non essendovi più altro


cesana Sabina, dello stesso porporato ve-
rimedio da poter adoperare contro di lui. scovo della medesima. Il prof. Pietro Ver-
fu stabilito dai sa- miglio! i. Lezioni di diritto canonico, lib.
Laonde sapientemente
gri canoni ne'concilii generali e
panico- 5, lezione 89 : Della sentenza di scomu-
Che nemo Epì- nica. Pletlenberg gesuita ^ Notitia
Il p.
lari, fatti e confermati :

congreg. Curiae romanae. Più gli


et trib.
scoporiiniqiiemlihel sine certa) et manife-
articoli Penitenziere e Penitenzieri di
sta peccaticausa coinmiinìone privet ec-
clesiastica sub anathemale autem sine
:
Roma. Osserva Sarnelli t. 7,lelt. 64'. Che
conscìentia Archiepiscopi aiU Coepisco- vuol dire. Credo s. Ecclesiani Catholi-
canij Sanctoruni communioneni. Che so-
porum nullum praesumat ponere, nisi un-
no giustamente esclusi da essa veri sco-
de canonica docet auctoritasj quia ana-
i

(hema est aeternae mortis damnatio, et municati, ma se lo fossero ingiustamen-


benché sieno cacciati e esclusi dalla
nonnisi prò mortali dehet imponi crimine, te,

non potuerit corrigi. Que- Chiesa e dall' esterna comunione de' sa-
et illi quialiter
sto stesso canone fu poi confermato in due gramenti, vengono nondimeno, se sono
ecumenici concilii, ne' quali fu stabilito, buoni e ad essere partecipi di tutti gli
pii,

altri beni spiritualiche appartengono al-


che ninno de'sacerdoti per piccoli e leg-
gieri molivi tolga dalla comunione alcun la Chiesa, e così godono della comunio-

fedele, ma adopri una tal pena contro quei ne de'santi. Nel t. 5, leti. 12 tratta: On-
delitti soltanto, gli autori de'quali stabi- de avvenga, che le donne non entrino
lirono gli antichi Padri, che allontanati nelle chiese de padri certosini: E come
i4
VOL. LXII.
2IO SCO SCO
sono scomunicati di scomunica papale ro colpe, restando però debitori di sod-
quelle ch'entrano ne chiostri de religiosi. disfare e purgarsi prima d'essere ammes-
Di questo argomento parlai a Clausura, si nel Paradiso {V-).
Convento, Monastero, Chiostro e simili Per conoscere lospirito dellaChiesa nei
articoli. Il p. Menochio, Stuore, cent. 8.\ diversi tempi, e la sua disciplina peniten-
cap. 43 Se la scomunicafosse in uso nel
: ziale nelle censure ecclesiastiche, e della
Testamento vecchio; e quanto sia stala, scomunica, riporterò prima alcuni altri
sempre temuta dai buoni cristiani, ed ab' de'principali canoni de'concilii de'primi
borriti gli scomunicati, riporta vari pro- secoli, indi accennerò quanto dissi alti ove,
digi che confermano gli effetti tremendi e poi ricorderò le scomuniche più clamo-

della scomunica, ed altre analoghe nozio- rose lanciate dai Papi, ed ivi parlerò an-
ni. Nel cap. 44 S'è per rispetto della sco-
• cora della forma delle scomuniche, che
munica contralta in vita alcune anime va- consiste nelle severe parole, e nelle gravi
dano come vogando fra' viventi e diano ceremonie che l'accompagnano. Il conci
loro molestia. Pertanto narra, e lo riporta liod'Arles del 3 i4colcan.iy definì.»» Gli
anche il cardinal Lambruschìni , che s. scomunicati non possono rientrare nella
Gregorio I riferisce ne'suoi Dialoghi caip. comunione, che nello slesso luogo dove
2 3, che certe nobili monache, le quali s. ne sono stati privati, affinchè nessun ve-
Benedetto a cagione del loro linguaggio scovo sia calpestato dal suo confratello".
lascivo e protervo avea scomunicate, po- 11 concilio generale di Niceadel 325 col

co appresso assalile dalla morte senza es- can. 5 statuì. « La sentenza di scomunica
sersi emendate, e nella chiesa colle altre contro tutti i chierici o laici, dev' essere
seppellite, quante volte il diacono nel tem- osservata da tutti i vescovi d'ogni provin-
po delle sagre funzioni, come si pratica- cia, secondo il canone che proibisce, che
va nell'antica Chiesa (/'.), diceva ad alta gli uni ricevino quelli chegli altri hanno
voce : Siquis noncommunicatdetlocum, scacciato. Ma bisogna esaminale se il ve-
vedeasi tosto quelle misere sboccar fuori scovo gli ha debo-
forse scomunicati per
dai chiusi sepolcri, e partirsene dalla chie- lezza, per animosìlà o per qualche altra
sa (quasi un simile esempio riportai nel passione somigliante.Che però è stato giu-
voi. XXXVI, p. 5o). A vendo più voi le ciò dicato a proposito, di tenere ogni anno
veduto la balia di tali monache, ne fece dueconciliiinognì provincia, l'uno avan-
il racconto a s. Benedetto, il quale mosso ti quaresima, l'altro verso l'autunno, nei
a compassione, diede l'Ostia da offrire al- quali tutti i vescovi tratteranno in comu-
la messa per quelle anime, e fatta l'obla- ne siffatte questioni, e tutti dichiareran-
zione, non furono più vedute uscire co- no legittimamente scomunicati coloro che
me prima dal sepolcro. Saviamente riflet- saranno riconosciuti aver offeso il loro ve-
te il p. Menochio, che Dio talvolta per- scovo,sin tantoché piaccia all'assemblea di
mise alcune di queste dimostrazioni pro- pronunziare un giudizio più favorevole
digiose, perchè si comprendesse quanta per essi ". Il concilio d'Antiochia del 34
grande stima si deve fare delle censure ec- col can. 6 comandò. Che se un prete o un
clesiastiche, e quanto importi che con l'as- diacono, in onta del suo vescovo, si separa
soluzione, la quale si dà a'morli giù stati dalla Chiesa, tiene un'assemblea a parte,
scomunicati, i fedeli viventi offrine sagri- erge un aliare e ricusa d'ubbidire al ve-
fìzì, orazioni, digiuni, limosine e altreope- scovo, essendo chiamato una o due volle,
re satisfattorie,acciocchè que'defunti pos- sia deposto assolutamente senza speranza
sano essere liberati dalle pene del Pur- d'essere rimesso.Col can. 7 decretò.wQue-
gatorio (^.),se prima di morire con atti gli che sarà stato scomunicato dal suo ve-
di contrizione riceverono il perdono di lo- scovo, non sarà ricevuto dagli altri, se uou
SCO SCO 211
si è giustificalo in un concilio, e vi abbia di e le altrecose di pertinenza della diaco-
riportato un giudizio favorevole. Questa nia;quindi osserva, che non sempre le im •
regola è comune pe'chierici e pe'laici '*.
precazioni fulminate contro i devastatori
Il d'Orangedel ^^i dichiarò col
concilio de'sagri fondi o de*iS'e^o/cr/(/^.) impor-
can. 1 1. « Un vescovo che comunica con tano la scomunica in senso stretto e pro-
quello che un altro vescovo ha scomuni- priamente detto, ma sono il più delle vol-
catOjèreo, e si esaminerà la giustizia del- te, come pensa il Baronio, dirette a spa-

la scomunica nel prossimo concilio. I ve- ventare chi fosse mai entralo in pensiere
scovi non devono accusare o scomunica- di tentare alcuna cosa contro di ciò che
re leggermente. Pe* falli leggieri devono nelladonazione si conteneva, o a violare
facilmente lasciarsi piegare a intercessio- qualche sepolcro. Cita diversi Epitaffi d'i
ne altrui. Quanto a'delitti devono proce- tal natura esistenti in diverse chiese di
dere da accusatori per le forme. I vescovi Roma, costume che si usò non meno dai
non iscomunicheranno leggermente, ina cristiani,che dai gentili. Ma la lapide di
solamente per le cause espresse ne'cano- Romano nelle sue imprecazioni importa
ni". I primi esempi del rigore usato dai una vera scomunica, volendosi fra le altre
principi contro gli scomunicati si trova- cose, che resti il violatore delle sante sue
no in una costituzione di Childeberto li disposizioni, fatte in favore della diaconia
re d'Austrasia e d'Orleans del 5g5, nel- di s. Nicolò, segregato dalla partecipazio-
la quale si ordina pe'medesimi la confi- ne delCorpo e del Sangue di Gesù Cristo,
sca de'beni, seguita poi da altre pene gra- scomunica che fulminò come diacono car-
vissime ne'posteriori secoli. E quanto agli dinaledellamedesima;le quali sorli d'im-
eretici de' due sessi, si condannavano a precazioni e scomuniche concepite per lo
perpetua infamia e alla confisca de'beni, più sempre dello stesso tenore, furono fre-
ai quali non potevano succedere figli, i quentissime ne'secoli X e XI, come rileva
Clini longe gravius aeternam quani
sii ilNerini, e già usate ne'secoli più remoli.
temporaleni offendere majestatem. Ve- Ne'monuraenti antichi, la voce scomunica
dasiCodex Jnstln. lib. i, tit. 5, n.° 19 ; molle volte non significa censura, ma ma-
Pouvoir da Pape, cap. i, art. 2, § 2. ledizione, e così fu solita mettersi eziandio
A Maledizione parlai di quella di Dio, dai laici e dalle donne negl'istromenti di
della sagra Scrittura, di Gesù Cristo, e donazione e negli epitaffi sepolcrali. Si
persino di quelle de'pagani. Di quelle ma- trovano alcune pie donazioni fatte dai re
ledizioni praticatedallaChiesa negli ana- di Sicilia a chiese e monasteri, i quali pei
temi (Sarnelli dice che la scomu«iica fu privilegi della Monarchia diSicilia^ sco-
pure usata in significato di maledizione), municarono trasgressori, con questa for-
i

indi in gran parte soppresse da s. Grego- ni ola. Si qids hanc nostrani donationeni
rio VlI.Pviportai alcune formole delle ma- infregerit, anathemate condeninetur, ov-
ledizioni di s. Gregorio T di s. Paolo I, , vero: Aiithoritate apostolica anathemate
di Gregorio IX e altri Papi, anche in di- danmetur. Terribili maledizioni furono
fesa delle prerogative e de' beni di chie- usate ad terrorem, nelle vecchie carte di
sa e de'Iuoghi pii. Qui noterò che l'Ada- donazione da persone private a luo-
fatte
mi nelle Ricerche del carcere Tulliano^ ghi pii. Nelle sepolturesi ponevano iscri-
p. 126, parlando di quanto nel secolo XI zioni a spavento de' violatori, come fece
lasciò Romano alla sua diaconale Chiesa Teodino suddiacono nella chiesa dis. An-
dis. Nicolò in Carcere, cou assoluto do drea ad NiduniiW Napoli Si quisprnc- :

ininio,dice che al fine della donazione ful- sunipserit hunc tumnluni violare, erit a-
mina anatemi contro di quelli che aves- nathematis vincidis innodalttsJNeWa chie-
sero distrutto, alienati derubati i fon- sa dis. Gregorio di R.oma si leggeva nel-
212 SCO SCO
la tribuna l'epitaffio d*un cerio Anastasio le più orrende imprecazioni, dietro alle
lettore, nel cui fine era detto Siquishinc : quali ognuno evitava con orrore il con-
abslulerìtsepulchrum, sii excommunica- sorzio di costui. A Monitorio, lo dissi at-

tuSf et damnatus in infernum^ et habeat to emanato per invitare ad ubbidire al-

parlem cum Cain^etJuda traditore. Leg- la Chiesa, ciò che non eseguendosi dopo
go nel Borgia, Memorie di Benevento, t. la 3.^ intimazione, si procedealla senten-
3, p. 4o> che frequente fu il costume dei za di scomunica. Di questo genere furono
Papi in pubblicare scomuniche e indul- i processiji monitorii e scomuniche ge-

genze per difendere i beni dì chiesa^ ma nerali comprese nella bolla m CoenaDo'
non avendo egli trovato dottrina alcuna mw?, che Papi in alcune solennità pub-
i

che ne giustifichi l'uso, e sebbene sembri blica vano, con quelle particolarità che ivi
che la Chiesa allo stesso modo che adope* narrai e che poi meglio riferirò, oltre Ta-
ra le scomuniche per difendere gli altrui Tere nel citato articolo riportati moni- i

beni dagl'invasori, cosi mollo più le con- torii più famosi. Chiamasi reaggravazione

venga di farlo pe'suoi propri beni, prin- o ria ggrav azione Reaggravatìo, l'ultimo
y

cipalmente destinati a conservare la reli- monitorio che si fa fulminando la scomu-


gione; nondimeno perchè senza una qual- nica, ed anticamente era un nuovo grado
che grave autorità questo raziocinio po- di scomunica. La scomunica presa in se
trebbe non piacere a chi dà subito mala slessa non privava se nonché della par-

voce dove vede mischiarsi lo spirituale tecipazione del sagrifìzio, de'sagramenti


pel temporale, perciò riprodusse questa ede'suffragi della Chiesa. Se lo scomuni-
del dottore s. Tommaso, qit. 21, art. 3, cato perseverava nella sua ostinazione, nel
lib. 4 Sententiar. Nullus excommunicari suo indurimento davasi l' aggravazione,
debet nisi prò peccato morlaliy et quia in AggravatiOf cioè la 2.^* solenne fulmina-
damnificando aliquem corporalitervelin zione del monitorio, che lo privava del
rebus moralibus aliquis mortaliter peccata commercio civile de'fedeli; e finalmente
etcontra charitatem facit: ideo prò da- la reaggravazione,che proibiva sotto pena
mno temporali illato Ecclesia aliquando di scomunica agli altri fedeli qualunque
excommunicare potest, etc. Ed alla qu. commercio collo scomunicato. In oggi la
2.5yart. 3.Teniporaliaad spirilualia or- scomunica maggiore produce tutti insie-
dinanlur, quia propter spìritualia debe- me detti eftetti; per conseguenza l'ag-
i

inus uti temporalibus, et ideo prò tempo* gravaziooe e la reaggravazione sono inu-
ralibus simpliciter non potesl fieri induU tili. Il concilio di Laterano IV deli2i5

gentia,sedpro temporalibus ordinatisad col can. 47 definì. « E' proibito di pro-


spiritualiaysicutest repressio inimicorum nunziare scomunica contro chiunque, se
Ecclesiae,qu ipacem Ècclesiae perturbane non dopo la monizione convenevole, fat-

etc. Inoltre a M aledizione parlai pure del- ta in presenza di testimoni, sotto pena di
V Imprecazione originata ne'tempi i più essere privato dell' ingresso nella chiesa
remoti, come di quelle degli ebrei e loro per un mese. Quegli che pretenderà d'es-
Espiazione (^.),e presso ^\ì Esseni (F.) sere slato scomunicato ingiustamente
era terribile; de'greci, de' romani, de'gal- porterà i suoi lamenti al superiore, che Io
°
li. 1 DrMic?i (/'".), sacerdoti de'galli, tra gli rimetterà al i giudice per essere assolto,
usi che rendevano terribile la loro re- ose vi è pericolo nella dilazione lo assol-
ligione, eravi l' imprecazione. Se alcuno verà egli stesso dopo aver preso le sue si-

tra'nobili o popolo osava per avventu-


il curtà. La scomunica es-
ingiustizia delia
ra resistere a' loro decreti, ed incorrere sendo provata, quegli che l'ha pronun-
nella loro indignazione, i druidi pronun- ziata sarà condannato a'danni e interessi
ciavano tosto pubblicamente contro di lui verso ih.** giudice, e a quella pena inoltre
SCO SCO 2i3
die il superiore gìudicheiìi,e soddisferà tai più eclatanti interdetti fulminati dai
i

per causa della scomunica, o ricaderà


la Papi a città, regni e luoghi. Convertila
nella stessa censura.Che se il giudice ri- da s. Filippo la Samaria^ gli apostoli sli-
conoscendo il suo fallo, vuol rivocare la marono bene che visi recasse s. Pietro co-
sentenza, e quegli a favore del quale è ren- me capo e arbitro, e i .^sommo Pontefice,
duta ne appelli, il superiore non deferirà per istabilirvi più fortemente nella fede
air appellazione e assolverà lo scomuni- quella nascente Chiesa. Il santo apostolo
calo. E' proibito di scomunicare o di as- confermò isamarilanicolsagramento del-
solvere per interesse principalmente nel la Cresima, nel quale allo si vide scende-
paese, dove lo scomunicato ricevendo l'as- re dal cielo una luce sopra capo del cre- il

soluzione è incaricato d'ammenda pecu- simalo.Ciò vedutosi daSimoneHlago(f^.),


niaria. Quando dunque la ingiustizia del- ambizioso di poter far scendere anch'esso
la scomunìcasarà provata, il giudice sarà quella luce dal cielo o di salire alla digni-
condannato a restituire quest'ammenda tà episcopale, ardi di domandarlo a S.Pie-
per il doppio "". A Interdetto, censura tro, esibendogli perciò del denaro. Inorri-
e pena ecclesiastica, personale, locale e mi- dito il Pontefice di chi tentava sottopor-
sta, notai che
Chiesa fino dalla sua isti-
la re al prezzo de'denari i doni celesti, a lui
tuzione dichiarò indegni della sua comu- rivolto disse:Pecunia tua, tecum sit in
nione que'membri che non rispettassero perditionem; quonianidonuniDei exisù-
le sue dottrine e leggi, dopo averli ammo- masti pecunia possideri. Questa fu la i .*
nitianche coWe Pene ecclesiastiche (f.). scomunica fulminata da s. Pietro, e fu l'e-
Tuttavolta l'interdetto si vuole da alcuni semplare di quella che Papi di lui suc- i

che propriamente abbia avuto origine da cessori, armati della medesima suprema
s.GregorioVlI,non mancando anteriori e- autorità, vibrano contro gneretici,gli sci-
sempi, che enumerai e sino dal VI secolo. smatici e altri, còme osserva Bernini nel-
Ivi riportai come si pubblica questa terri- y Istoria dell'eresie. Papa s. Vittore I del
bile e gravissima sentenza nella città e luo- I^^%zom\Jimch\Quarlodecinìani{ V.) per
ghi, contro i quali si fulmina. In essi resta la questione sulla celebrazione della Pa-
proibita la celebrazione de* divini uflizi, squa (F.), ovvero privò gli asiatici della
cioè la messa, le ore canoniche, le pubbli- particolaresua comunione, interrompen-
chepreghiere, labenedizione delle nozze, do con loro il commercio delle Lettere a-
la sepoltura ecclesiastica, ec; soltanto è postoliche (F.) chiamate Pacifiche (F.)j
permessa la predica. Se il clero non è in- pensava pure di tagliarli dal corpo della
terdetto, deve come in addietro celebrar Chiesa, nel che precipuamente consisteva
la messa, dire le ore canoniche, ma con la scomunica, ma pregato dai vescovi e
voce sommessa a porte chiuse e senza il da s. Ireneo non progredì più oltre delle

suono delle campane, esclusi gli scomuni- minacce, e pare che li riammettesse alla
cali e interdetti. Nelle feste
per altro di comunione. Riporta l' annalista R.inaldi
Natale, Pasqua, Pentecoste, Assunzione, all'anno 257,n.°i2, che s. Cipriano eoa
e del Corpus Domini ed oliava si ponno altri vescovi celebrò un concilio, ove fra
suonar campane, celebrar a porte aper-
le le altre cose fu proposta la memorabile
te i divini uffizi solennemente e
ad alta querela della scomunica ad un morto.
Toce, esclusi gli scomunicati, ed ammessi Vittoremorendo nominò nel testamento
gì' interdetti purché quelli che furono
, GeminioFaustino prete per tutore de'suoi
cagione dell'interdetto non si avvicinino figlicontro decreti d' un concilio che
, i

all'altare. In tale articolo, oltre le cere- ciò vieta ai chierici, ondedalsinodo fu te-
monie e discipline propriedell'inlerdello, nuta la disposizione per gravissimo delit-
trattai de'suoi deplorabili effetti,eraccoa- to. E siccome tale concilio avea stabilito
2i4 SCO SCO
che in pena de'contravventori non si of- e lei dalla partecipazione degl'immacola-
frisse per iuij né si celebrasse per l'anima ti misteri di Cristo Signor nostro; e de-
sua il sagrificio, non meritando d'esser no- termino, che i vescovi e chierici complici
minato all'altare nell'orazioni de'sacerdo- vostri in tal delitto, dal punto che legge-
li, chi si sforza di ritrarre dall'altare i sa- rete questa lettera, privati sieno della di-
cerdoti e gli altri ministri; pertanto aven- gnità loro. In quanto ad Arsacio, che col-
doVi ttore disubbidito, fu decretato di non locaste nel trono del gran Giovanni, lo cas-
più fare oblazione e orazione nella Chiesa siamo eziandio dopo morte, insieme eoa
a nome suo. I principi che scossero il soa- tutti i vescovi, i quali hanno con esso de-
ve giogo della cattolica religione , rom- liberatamente comunicato. Alla scomuni-
pendo così il vincolo principale che li te- ca poi diTeofllo patriarca d'Alessandria,
neva a'suddili, furono scomunicati, ed e- aggiungiamo controdi lui la deposizione".
ziandio deposti da'Papi, anche a cagione All'anno 4 io,
n.° 85, Kinaldi parla del-
di altri delitti , quindi essi sciolsero dal che i vescovi riserbassero al
l'antico uso,
Giuramento [F,) di fedeltà i sudditi me- Papa vescovo della i ." sedcjl'assol vere dal-
Papa s. Felice II del 355 ana-
desimi. la scomunica in alcuni casi più atroci. Pa-
tematizzò l'imperatore Costanzo ariano, pa s. Felice IIInel484 celebrò il conci-
per le ingiurie fatte al predecessore s. Li- lio di ^o/7za(^.), ove tra i vescovi che de-
berio. Abbiamo nelRinaldi all'anno 350, pose, scomunicò e privò della comunio-
n.° 57, che Massimo \escovo di Napoli, ne de'misteri, più rigorosamente vi fu A-
forzato a patire un duro esilio, per aver cacio patriarca diCostanlinopoli, che avea
gli ariani eletto in sua vece Zosimo, que- fatti molti mali alIaChiesa per la sua gran-
stiscomunicò con sentenza approvata da de unione cogli eretici eutichiani. Veri-
Dio con visibile giudizio. Tutte le volte ficatosi dal concilio che Acacio era colpe-
che Zosimo entrava in chiesa per pro- volissimo loanatematizzò, ma la sentenza
nunziar le parole sacerdotali, gli usciva di condanna porta in fronte il nome di
dalla bocca la lingua in guisa, che non po- s. Felice III; fu tuttavia sottoscritta da 77
teva piÌA ritirarla finche non ne sortiva, vescovi, dappoiché per antico costume,
onde prese il partito di lasciare il vesco- tutte le volteche tenevasi concilio in Ilalia,
vato. All'anno 4o7> n."20 narra, che a- particolarmente intorno la fede, le deci-
vendo Papa s. Innocenzo 1 intesa la mor- sioni che formavano a nome di tutti
vi si
ledis. Gio. Crisostomo vescovo di Coslan- i vescovi d'Italia, non portavano in fron-

linopoli nell'esilio, ove 1' avea mandalo te che il nome del Papa. Fu sleso un atto
TimperatoreArcadio per compiacere Tira- di questa condanna, cioè una lettera di-
peratrice Eudossia, scomunicò ambedue, retta ad Acacio, nella quale s. Felice III
scrivendo ad Arcadie. « La voce del san- gli rimprovera di aver crealo Giovanni
gue del mio fratello Giovanni grida a Dio vescovo di Tiro, ed Incmaro prete; passa
contro di te, o imperatore, siccome gridò poi all'affare di PietroMongo pessimo per-
già quel d'Abele giusto contro a Caino; secutore degli ortodossi, indi alla maniera
e di questo ancora si farà in tutti i modi come avea egli trattato suoi legali, e con-
i

debita vendetta ".Indi gli rinfacciò sì gran- clude così.« Subite dunque con quej>ta sen-
de eccesso da lui commesso a sommossa tenza la sorte di coloro pe'quali ci avete
d'una donna, cioè d'Eudossiasua moglie, tanta inclinazione, esiate deposto dall'au-
che il Papa chiamò novella Dalila, e ful- torità del vescovato, privato della comu-
minando conti odi essi la sentenza di sco- nione cattolica, e reciso dal numero dei
munica soggiunse.» Adunque io minimo fedeli. Sappiate che voi non avete più né
e peccatore, a cui è stalo commesso il tro- il titolo, né la facoltà di vescovo, e che sie-
no del grande apostolo Pietro, separo tq te stato degradato per giudizio delloSpi-
SCO SCO 2i5
rito santo, e condunnato peraulorìlà a* cilio, come affermano Daronio, Bernini,
postolica, senza poter mai essere sciolto e altri col Novaes. II dotto vescovo Sar-
dai vincoli di questo anatema ". Oltre a nelli, Leti. eccl. 1. 1 4^ Se sia ve-
o, leti. :

questa lettera, s. Felice III fece un altro ro, che Papa Teodoro I stillasse del \>ino
atto per essere affìsso, dove si dice che la consagrato nell'inchiostro per sottoscri-
sentenza del cielo ha privato Acacìo del vere un anathema. V\.\%^o\ide: che altri
sacerdozio, per a ver disprezzato i duerno- l'afferma, altri lo nega, alcuni ne dubita-
uitorii che gli erano stati fatti, e per aver no, egli noi crede. Fonda il suo parere
carcerato il Fapa nella persona de'suoi le- negativo sul silenzio di alcuni scrittori del-
gati : quindi soggiunge. » Se un vescovo, le vite de'Papi, e pel riflesso: che stillato
un monaco,ovvero un lai-
ecclesiaslico,un il vino consagrato nel calamaio, cessava
co comunica con lui, dopo questa denun- d'essere Sangue di Gesù Cristo, perchè si

zia, sia e s'intenda anatematizzato, e sia perdeva onninamente la specie del vino
punito dalloSpirito santo". Acacio aven- consagrato, citando l'opinione di s. Tom-
do inteso che il Papa si separava da lui, maso. Di più crede, che gli Annali greci
(gli altresì separossi dal Papa, levò il suo di Theophanes,per mettere al coperto gli
nome dai sagri Dittici (r.)^ e fu l'autore abusi loro intorno alla ss. Eucaristia del
dell. "scisma de'greci, che per 35 anni in- Corpo e Sangue del Signore, attaccarono
felicemente divise le chiese d'oriente e oc- questo fingimento a Papa Teodoro I gre-
cidente. I difensori d' Acacio allegarono co di nazione, di professione romano e ze-
non avea nulla detto contro la fe-
ch'egli lantissimo della fede. Noterò che gl'im-
de; ma per questo appunto era egli più peratori greci ebbero per costumedi sot-
reo, perchè conoscendo la verità erasi u- toscrivere con inchiostro rosso i grandi
iiitoa coloro che arditamente la impu- atti, come fece Giovanni li IPaleologo col
gnavano. APoRPORA CARPiNALiziA,ho trat- decreto d'unionede'grecico'Iatini nel con-
tato de' cardinali scomunicati e deposti cilio di Firenze. L'imperatore Leone III

da'Papi.Uno de'prelati intervenuti al con- risaurico persecutore delie sagre /r/iwitìf-


cilio d'Orleans nel 5^o fu s.Alhino ve- gini (/^,), ammonito replicatamente da s.

scovo d'Angers,al quale essendo stata fat- Gregorio 11 ad emendarsi, e persistendo


ta istanza che benedicesse, comeaveano egli nella crudele eresia, il Papa nel 726
fattogli altri vescovi, VEidogie(P^.)o Pa- o nel 780 solennemente lo scomunicò e
ne benedetto (F.) che si mandavano in sciolse sudditi dal giuramento edai tri-
i

segno d'unione e di comunione, per in- but},qual ribelle alla Chiesa. A Giuramen-
viarsi a certo scomunicato,rispose il santo: to riportai il novero di que'Papi che con
Lo farò, perchè così mi comandate; ma autorità apostolica, per gravissime colpe,
Iddio vi può provvedere. Fu profeta, poi- scomunicarono parecchi sovrani, e sciol-
ché lo scomunicato fu tolto di vita prima sero loro vassalli e sudditi dal giuramen-
i

che ricevesse l' eulogie, al dire di Rinal- to di fedeltà, ed eziandio deponendolidal-


di. A Penna, a Sangue di Gesù Cristo, la podestà sovrana. INelvol.XXVljp. 271

narrai, oltre altri esempi, che Papa Teo- ricordai la lettera scritta verso il 771 da
doro 1 nel concilio di Roma del 648 sco- Stefano IV a Bertrada regina de'franchi,
municò e condannò Pirro già patriarca che prima d'inviarla la pose sulla tomba
di Costantinopoli e nuovamente eretico dis. Pietro, e fulminò terribile scomuni-
monotelita, sottoscrivendo il decreto e la ca e minacciò V Inferno [F.) a chi avesse
sentenza di deposizione e scomunica sul contro il tenore di essa operato. Riferisce
sepolcro di s. Pietro con l'istesso Sangue Rinaldi all'anno 778, n.° 2, che marcian-
di Cristo stillato dal calice consagrato nel do Desiderio re de'longobardi contro Ro-
calamaio, alla presenza de'padridelcoii- ma, il Papa Adriano 1 radunò molta gen-
2i6 SCO SCO
te per la difesa, levò gli ornamenti delle dell'istesso s. Pietro, in segno di volersi
basiliche Ostiense e Vaticana , a questa riunire e incorporare con quel corpo, dal
serrando tutte le porle. Quindi scritta la quale pareva fosse separalo. Il re rispose
sentenza di scomunica, la mandò al re per che l'avrebbe fatto. Allora Adriano 11 ce-
3 vescovi, vietandogli sotto pena di essa lebrò la messa nella confessione, in fine
e scongiurandolo per tutti i misteri divi- della quale presago della mala volontà e
ni, che ne egli ne al tri avessero ardito por- fìnta dimostrazione del re, preso in mano
re il piede nel distretto di Pioma. Appe- il ss.Sagramento, protestò di nuovo Che :

na i vescovi consegnarono al re il manda- se il re avea fermo proposito di non tor-


to apostolico, egli con riverenza si ritirò nare al male proibitogli, sì accostasse e lo
da "Viterbo e lutto confuso ritornò nel suo ricevesse a salute e remissione de'suoi pec-
stato. La scomunica minacciata dal Papa cali; altrimenii non ardisse riceverlo con
servì a frenare l'inftuialo Desiderio esuoi. cattiva coscienza, acciocché quello cheDio
Tanto inque*tempi era eziandio appres- avea ordinato per rimedio non fosse a lui
so gli empi e iniqui il timore della sen- di giudizio e dannazione. Accecato Lo-
tenza della scomunicazione, che a guisa tario dal demonio e dalla passione, senza
di folgore fulminar si suole dalla cattedra mutar proposilo, ebbe ardire di sacrile-
di s. Pietro, come dal trono di Dio, secon- gamente comunicarsi. La stessa protesta
do i Avendo s. Ni-
riflessi dell'annalista. fèce'il Papa a molti baroni e personaggi
colò I romano deU'BGi sco-
nel concilio complici e fautori del delitto del re, acciò
municato Giovanni arcivescovo di Ra- piti non lo aiutassero nel male, ne comu-
venna, questi si recò in Pavia a implorare nicassero con quelli che perciò erano sta-
l'aiuto di Lodovico II imperatore, veden- ti scomunicati. Tranne alcuni pochi, at-
dosi dal vescovo e dai pavesi sfuggito, ne- territi dalle pontificie parole, que'compli-
gata ospitalità e persino la vendita delle ci osarono ricevere la ss. Eucaristia, e poi
cose r imperatore gli fece sapere, che
: anno col re morirono infelice-
nell'istesso
andasse a Roma, ponesse già il fusto, si mente, solo scampando l'ira divina quei
umiliasse e ubbidisse al Papa, a cui egli e che si erano astenuti dal comunicarsi e dal
tutta la Chiesa s'inchinava.Giovanni tut- commettere il sacrilegio. Nel voi. XXVI,
to eseguì e fu assolto da s. Nicolò I, che p. 277 notai che Adriano II avea levata
imitando il Signore,disse non vultviorlem al re la scomunica inflittagli dal predeces-
peccatoris. Il Severano, Memorie sagre, sore,appunto con ammetterlo alla comu-
p. 1 8 7, racconta come Lotario re di Lore- nione nel narrato modo. A p. 285 e ad
na essendo stato scomunicato da s. Nicolò Interdetto narrai quello fulminato nel
I, e poi assolto con promessa giurata di concilio di Roma del 998 da Gregorio V
abbandonare il commercio della concU' contro tutto il regno di Francia, per a-

bina Waldrada,e riunirsi alla pia regina vere Roberto lì sposato Berta sua cu-
il re
TeutpergaoTietberga sua sposa, che nel- gina, alla quale avea tenuto al s. fonteun
1*867 *' «eco ad LitmnaApostoloruin[y .)y figlio eh' essa ebbe dal primo marito, e*
domandò e ottenne neir868 da Adriano perciò eravi un doppio impedimento al
li di poter venire in R.oma, ciò ch'eragli matrimonio, cheaveano in un sinodo per-
stato negato nel precedente anno da s. Ni- messo alcuni vescovi di Francia adula-
colò I. Il Papa lo condusse alla tomba di tori o persuasi forse dalle ragioni politi»
s. Pietro e gli disse : Che se avea uhbidi- che, pochi avendo declamato contro que-
to ai comandamenti del suo predecessore sta noncuranza de'canoni.LaondeGrego-
e voleva perseverare nell'ubbidienza del- rio Vcon inflessibile costanza volle sciol-
la Chiesa, era necessario riceveredalie sue te queste nozze, imponendo separazione
mani la s. Comunione nella confessione per 7 anni e la penitenza canonica, altri-
SCO SCO 217
menti minacciò scomunica di i regi sposi. per puerilità la scomunica contro gl'im-
Il pio re, amando teneramente Beila,cliie- pedimenti matrimonialijSposò una paren-
se dilazione e procrastinò. Non vedendo te, ma gettati pani della mensa nuziale
i

il Papa alcun risultato ai suoi minacciosi ai cani, questi non li toccarono,ed il dispre-
monitori!, finalmente scomunicò il re, e giatore fu ucciso dormendo da un fulmi-
sospese lutti i vescovi che aveano appro- ne per divina punizione.
Tato gli sponsali,finchè non si recassero in Nella mia diffusa biografia del gran s.
Roma a dar soddisfazione dell'errore com- F
Gregorio lische celebrai pure a Roma,
messo: quasi tutti i vescovi di Francia, per a Salerno, e in tulli molli articoli che
i

comune sentenza , scomunicarono tanto riguardano il tanto memorabile suo pon-


il re che la regina, come narra Rinaldi in tificato, descrissi le scomuniche, gl'inter-

uno alle tremende conseguenze, e al ter- detti, le censure ecclesiastiche che lanciò

rore da cui furono compresi tutti quanti i contro quelli che meritarono siffatte pene
francesi.Leggo in Segur, Storia déFran- dellaChiesa,anchecon isciogliere dal giu-
cJii, t. 6, cap. 4- " Divulgala la sentenza ramento i sudditi, quando dichiarò deca-
di scomunica, furono essi sposi compresi duti daltrono Enrico IV re di Germania
da un giusto timore.Puguardando con tut- (r.) , II re di Polonia (F.), e
e Boleslao
to il rigore Tobbligazione di separarsi dal- lo notai pure a Giuramento, cancellando
lo scomunicato, tulli sfuggono il re; la cor- dal novero de'regni la Polonia, già da lui
te lo abbandona, i servi si allontanano, nuovamente eretta in reame, onde suc- i

il palagio diviene un deserto, tre soli fa- cessori di Boleslao II non furono più re,
migliari restano per compassione con lui, ma solo principi fino ali 3 09 circa. Nel voi.
e questi medesimi gettano a'cani gli avan- XXXII, p. 220 eseg. narrai, come il con-
zi della sua mensa , e fanno passare pel romano scongiurò s. Gregorio VII
cilio

fuoco gli stessi utensili, di cui servivasiii a sguainare la spada di s. Pietro e scomu-
re. Non il favoloso avvenimento che si di- nicare il ribelle e tiranno Enrico IV; che
vulgò, d'aver la regina partorito un mo- allora il Papa pronunziò contro di lui
struoso bambino (col collo e la testa d'oca), quel terribile anatema, della cui forma ri-

ma l' orrore che concepì nel vedersi da portai la sostanza, interdicendogli il go-
luttiabbandonato, ridesiò la religione di verno del regno, e sciogliendo tutti cri- i

Roberto li. Dalla grandezza della pena, stiani daigiuramento a lui dato, di più
conosciuta quella del fallo, si separa da vietando a tutti l'ubbidirlo; ivi altresì par-

Berta, confessa pubblicamente il suo pec- lai del (am'ì^eraio Dictatiis Papae.óeWe
cato, e si sforza espiarlocollesue lagrime lettere da Gregorio VII scritte a'vesco-
s.

e con moUiatti di penitenza. 1 prelati tut- vi ed ai baroni dell' impero, adducendo


ti, condanna, corsero a Roma
colpiti dalla i molivi pe'quali avea percosso coU'ana-
per ottener perdono, e il re medesimo nel tema il monarca alemanno, pronto a ri-

ioo3 fece il suo pellegrinaggio al sepol- ceverlo nel seno di s. Chiesa, se farà pe-
cro degli apostoli. Berta volleseguirlo,spe- nitenza. Dissi pure, come l'indegno e sco-
randoforsedi ottenere dal Papaia dispen- municato arcivescovo d'Utrecht, ove tro-
sa di potersi unire legittimamente a Ro- va vasi Enrico IV quando gli fu intimata
berto li, ma s'ingannò a parlilo : Rober- la tremenda sentenza di scomunica, aven-

to li, vittorioso di sua passione, si era già do declamato sul pulpito nel dì della Pa-
sciolto daque'fatali legami, ed avea spo- squa fiere in velli ve contro S.Gregorio VII
sata Costanza figlia del conle d'Arles e di e posto in ridicolo il suo anatema, cadde
Provenza ". Lo stesso Rinaldi all'anno morto circondato dai demoni;riporlai an-
io65 riporta il racconto di s. Pier Da- cora altri terribili e spaventevoli prodigi
miani , di quel personaggio che Uoeudo perciò avvenuti, che manifestai 000 l'ira
2i8 SCO sco
di Dioconiro gli ollraggialon del suo vi- tedi quale corpo sono membra i principi,
cario, alti-impacciandola nullità della sco* gì'imperatori,! monarchi che alla giusti-
non contendendo al Papa il
Duinica, altri zia di Dio preferiscono le loro ragioni :

scomunicar l'imperatore, ma
diritto di perciocché siccome coloro che sopra ogni
desiderando un' altra forma di giudizio. cosa hanno cara la volontà dell' Kterno,
Altri sdegnosi segni del cielo, altre morti e piuttosto che agli uomini, prontamente
repentine di scomunicati, il terrore e la ubbidiscono a lui, sono membra preziose
costernazione di tutta Germania, con più di Gesù Cristo; così tutti gli altiisonoe
dettaglio descrisse l* acattolico ed egre- devono essere dell'Anticristo. Se dunque
gio biografo di Gregorio VII, Giovanni
s. il Pontefice giudica, e quando è d'uopo

Voigt,nella Storia di Papa Gregorio P^II, condanna gli ecclesiastici, perchè non do-
cap. 8. Ermanno vescovo di IVletz,si no al- vrebbero i laici render conto a lui solo
lora di voto a Enrico IV, si smarrì e con delle loro azioni malvagie? Credono essi
lettera ricercò al Papa cosa rispondere a forse che la dignità reale sovrasti alla di-
coloro cui pareva ingiustizia, che il Pon- gnità di vescovo? Quanto quella dista
tefice scomunicasse un sovrano, e scio- da questa, sì scorge a misura alle origi-
gliesse i sudditi dal giuramento: s. Gre- ni .... Leggano ciò che Papa s. Anastasio
gorio VII così rispose. « Leggano ciò che II scriveva all'imperatore Anastasio I;ciò
s. Pietro scrisse al popolo di Corinto nel- che s. Ambrogio predica nelle pastorali :

l'ordinazione di Clemente, riguardo al


s. La dignità di vescovo è tanto superiore
notorio nemico di questo vescovo. Dice a quella di re, quanto 1' oro al piombo,
l'apostolo Siate pronti a punire i disub-
: il diamante sapeva
alla pietra : e ben lo
bidientij e poco dopo: Non mangiate ne Costantino che nel concilio de* vescovi
I

bevete con quelli. Meditino perchè s. Zac- si assideva all'ultimo posto. " Nota il Ja-

caria Pontefice ha deposto ilrede'fran- ger al Voigt,che un gran gridare si è fatto


cesi e sciolti tutti i sudditi dal giuramen- contro questa lettera di s. Gregorio VII;
to. Leggano ne' Registri di s. Gregorio I, e tante declamazioni si sarebbero con ogni
ch'egli, in virtù de'privilegi dati alla Chie- poco di studio evitate. 11 Papa cerca in
sa, scomunica monarchi che quelli usur-
ì essa di stabilire il suo diritto di scomuni-
pano o negano, e li priva eziandio delle caie; imperocché la scomunica, secondo
loro dignità ed insegne. Si rammentino la giurisprudenza d'allora, si traeva die-
ches. Ambrogio non solo scomunicò Teo- tro immediatamente la deposizione. Ec-
dosio I, ma cacciollo presente il popolo co perchè tutti gli scrittori di quel seco-
dal presbiterio, sebbene re sovrano, e pei lo vanno disputando non già se il re po-
suoi costumi degno di vestir la porpora. teva essere deposto, ma sibbene se scor
Forse mi vorrano rispondere che qiiando municato dal Papa. Ed
partigiani d'En- i

Cristo disse a s. Pietro Pascile mie pe- : rico IV, chiamati enrichiani, condannati
corelle, sotto il nome di pecore non in- nel concilio di Quedlimburgo (A^.), si li-
tese di comprendere i re (a Schiavo trat- mitano tutti fino all' ultimo a sostenere
tai alquanto diHusamente, che innanzi a che un sovrano non poteva essere scomu-
Dio non vi ha differenza alcuna); ma non nicalo dal santo Padre. Noterò qui, che
veggono essi che Dio nel conferire a s. Pie- quel concilio fu presieduto dal cardinal
tro l'autorità di sciogliere e di legare nei Ottone poi Urbano II legato del Papa,
cieli, gii diede con ciò stesso l'autorità di che dopo decretata la scomunica contro
giudicar tutti quanti i mortali ? Che se la l'antipapa Clemente III, e diversi vescovi
s. Sede ebbe da Cristo il potere di giu- nemici di s. Gregorio VII, il cardinale
dicare nelle cose spirituali, perchè non do- messa la stola e fatti accendere lumi ne i

vrebbe nelle temporali ? Voi non iguoia- lesse la sentenza. Ne' voi VII, p. 206, e
SCO SCO 219
XXXVI, p. 5o riportai il quale
rito col che non fossero compresi nell' anatema.
si pronunziava la sentenza d'anatema, ed Parimenti fu concesso agli stranieri, ai pel-
intempo della lettura vescovi e preti te-
i ed ai poveri, quando non trovas-
legrini
nevano ceri accesi e poi li gettavano a
, sero ricovero altrove, che ricevessero dal-
terra smorzati, con quella formola e si- lo scomunicato vitto, ospizio e soccorso;
gnificato che riprodussi; non che il rito ed ai parenti, amici, concittadini di lui che
della pubblicazione della bolla in Coena gli potessero sovvenire per amordi Dio.

Domini, ove dopo lette le scomuniche, il Parecchi autori esposero queste partico-
Papa gettava dalla loggia Vaticana una larità, col pravo intendimento di rendere
candela accesa di cera gialla, altrettanto ridicolo il Papa; ma l'annotatore Jager
anticamente facendo i cardinali e prelati, replica, che a giudicare senza ingiustizia
suonandosi le campane alla rinfusa, e re- d'un uomo qualunque è d'uopo parago-
citandosi una formola che pure pubbli- nar le azioni colle opinioni generali del se-
cai. Lascomunica,dice Bernardi, O/vgme, colo nel quale è vissuto, ciò ch'è un pru-
lib.4, cap. 6, p. 275, era l'arma più for- dente canone nella critica. A'tempi di s.
midabile colla quale anticamente gli eccle- Gregorio VII era una legge di pubblico
difendevano l'autorità della Chie-
siastici diritto che nessuno praticasse con un uo-
sa tremendi n*erano gli effetti, essendo-
; mo scomunicato dalla s. Sei\e. Ciò posto,
ché quella implicava la privazione d/ di' allorché quel Papa temperò il soverchio
ritti civili, degradazione dagli onori
e la rigore della legge, non si deve deridere per
posseduti dal reo. Conclude il Jager ec- : frivolo, ma venerare per caritatevole. A-
co dunque svanite le accuse di falsità, che dunques. Gregorio VII fu quegli che pel
si danno alle citazioni di s. Gregorio VII. j. "permise alla moglie, a'figli e a'domesli-
Come Enrico IV ottenne nel 1077 dal cidi trattare collo scomunicato, decreto
Papa rassoluzione,e con quali condizioni, ampliato poi da'successori, finché Marti-
lo dichiarai nel voi. XXXII, p. 0.27; ma no V emanò la riportata benigna bolla.
ilsuo pentimento fu simulato, avendolo La condizione infelicee lagrimevole in cui
quasi dimostrato nel dispensarsi dal rice- fiori benemerito s. Gregorio VII, per
il

vere la ss. Eucaristia da s. Gregorio VII, cui bisognò far uso di severa impertur-
dopo grave discorso da questi pronun-
il babilità e con rigore delle pene ecclesia-
L'argomento sul valore della sco-
ziato. stiche, la dipinsi ne* citati e altri relativi
munica di quel tempo, lo riepilogò anche importanti articoli. Imperversando En-
Bercastel, Storia del cristianesimo t. 12, rico IV nella sua riprovevole condotta,
n. 240 e seg.,non del tutto esattamente contro di lui dagli elettori dell'impero fu
e con opinioni non del tutto a favore del in Forcheim (F.) eletto Rodolfo di Sve-
Papa. Nel concilio tenuto in Roma nel via in re di Germania, quindi divenuto
1078 da s. Gregorio VII, in cui furono Enrico IV inquietatore comune, nel con-
scomunicati alcuni indegni vescovi, e il cilio di Roma del 1 080, o nel 08 fu sup- 1 1

barbaro costume degli abitanti del lito- plicato Gregorio VII a fare giustizia.
s.

rale che solevano spogliare i naufraghi 11 Papa dopo aver narratola condotta del

scampati dalla procella del mare, venne re, divenuto capo de'ribelli eretici e sci-
alquanto temperato il rigore della scomu- smatici, contro la chiesa romana, che a-
mca,s ed tantum ad tempus temperamusj gognava a rendere sua schiava, e come
perchè la donna, la prole, domestici, i i accennai nel voi. XXXII, p. 288, termi-
gastaldi, i servi, i vassalli dello scomuni- nò col dire. » Ma poiché questo giorno
cato, e chi per la poca età non poteva es- (la dieta che avea intimato), chedoveva
sere guasto, o per ignoranza non si aste- essere aurora di pace, fu turbato da En-
neva dal commercio con luì, fu stabilito rico IV e da' suoi, Enrico IV ed i suoi
220 SCO SCO
pronunciarono la loro condanna. Perano non il caso, ma la vostra forza lo abbaile,

adunque gli empi, onde sia glorificalo il e che i suoi mali sono voci del cielo che
Signore. In nome di Dio Padre, Figliuolo lo chiamano ad espiare peccati, onde la i

Madre di "
e Spirito Santo, in nome della sua anima sia salva nel dì del Signore.
Dio, in nome de'ss. apostoli Pietro e Paolo Quando mai dal soglio di Roma era parti-
pastori della chiesa cattolica, io Gregorio la a spaventar laGermania una voce mag-

"vicario di Cristo scomunico Enrico IV, giore di questa? Un già monaco d'anima
chiamalo re de'romanijgl'iuterdico il tro- grande, il cui spirito era più efficace che
no d'Alemagna e d'Italia, lo spoglio della milioni e milioni di spade; un sacerdote
dignità di sovrano,e proibisco a tutti i con- senz'armi, fuorché la tremenda della sua
fessori della fede cattolica di ubbidirgli parola^ ma
una costanza formidabile
di
come a signore : libero tutti i tedeschi al mondo, che prima e dopo lui
fece ciò
gl'italiani e gli stranieri dal giuramento niun mortale avrebbe pensato di flirejsi
di fedeltà che gli hanno prestato o gli pre- costituì signore del pensiero ed arbitro
stano : maledico le sue armi e le armi dei della volontà degli uomini. Per la sua con-
suoi guerrieri. Voi santi apostoli, sanzio- dottas. Gregorio VII avea minacciato di

nate la mia parola. Voglio che il duca Ro- deporre ancheFilippo 1 ved\Francìa{P^.)f
dolfo , esaltato in onor vostro dai popo- il quale facendo poi divorzio colla moglie,
li, governi e difendi l'impero: accordo la rapì e sposò Bertrada moglie del vivente
remissione di lutti i peccati, e prometto conte d'Angers, e fu scomunicato dal le-
la benedizione di Dio salutare in questa gato d'Urbano II. Questo Papa nel con-

\ila e nell'altra a tutti coloro che gli si cilio diClermont del 095 fece altrettan-
1

manterranno fedeli;ea tutti guerrieri che i to: Brizio ne^Yi Annali a tale anno rife-
cadranno in campo per lui ascrivo l'onor risce, che la scomunica fu rigorosamente

del martirio. E siccomeEnrico V ha per- I osservala, ed in molte scritture pubbliche


duto lo scettro per fraudolenza, ribellio- in luogo della Covinola Regnante Philippou

ne ed orgoglio, cosi Piodolfo acquisti l'im- si Regnante fesa o Regnante Cliri'


iìsa\ a j

pero per ubbidienza, umiltà, verità. Ed sto. Di questa formola feci parola anche
ora supplico voi, padri e principi della nel voi. XXXVT, p. 33 ; però il p. Ma-
chiesa cattolica, che facciate conoscere al De re diploniat. lib. 2, cap. 26, §3,
billon.

mondojche voi sciogliete e legate ne'cieli, n.°28,pretendedimostrare che questo uso


e che in vostra mano sono gli imperi, i non avesse per cagione la scomunica. Co-
regni, i ducati, tutti i beni e gli onori de- me Enrico IV avea %Q%\.ew\x\.oV Investitu-
gli uomini. Imperocché, vivendo, avete re ecclesiastiche [F.),undi delle principali
tolto a'malvagi e conferito a'buoni pa- i cause della grave rottura fra il sacerdozio
triarcali, i primati e le sedi vescovili: e e l'impero, così fece il suo figlio Enrico
se ora, beati in cielo, sedete arbitri delle V, contro le pretensioni del quale le con-
cose dell'anima, che non potrete nelle cose dannò con iscomunica anche Pasquale II,
de'corpi ? Se tu, s. Pietro, giudichi gli an- il quale perciò sacrilegamente fu dal per-
geli sovrani aimonarchi del mondo, quan- fido principe arrestalo in Roma, e in Sa-
ta autorità non avrai sopra questi che so- bina [F.) condotto. La deplorabile con»
no servi degli angeli? Apprendano con
i troversia proseguì sino a Calisto 11 (^.),
terrore i troni e le dominazioni del mon- il quale neli 1
19 portatosi a Reinis{V)
do qual sia la vostra possanza; onde d'ora a celebrarvi il concilio, Io scomunicò nuo-

innanzi paventino di sprezzare la vostra vamente, ed 4^7 padri conciliari, dopo


i

parola. Versate la pienezza de'vostri ca- che il Papa fulminò l'anatema contro En-
stighi sopra t'empio capo d'Enrico IV, rico V e l'antipapa Gregorio VIII, e loro
aliìnchè tutti conoscano e sappiano, che scismatici fautori, smorzarono lelorocau-
SCO SCO 221
(lele giusta il rito; poscia la cììfferenza fu ne de'formidabili interdetti e scomuniche
del tulio terminala con Concordato d'i Pa- fulminate da Innocenzo III[J^.) nel 99 i 1

ce (^.)nel concilio di Lateranodeli 12 3. o nel 1200 contro la Francia e il re Fi-


Mentre l'imperatore era scomunicato,tro- lippo Augusto II, per l'adultero suo com-
vo in Rinaldi all'annoi 12 i, n.°7,che vo- mercio con Agnese di Merania; enei 12 13
lendo dimostrare il suo amore a s. Ermi- contro l'Inghilterra, e il re Giovanni op-
noldo abbate del monasteroPrufeningen- pressore de'diritti dellaChiesa. Inoltre nel-
se, Enrico V con molta pompa e comitiva la biografia d'Innocenzo III descrissi al-
si portò da lui. Ma l'uomo di Dio sapen- tre scomuniche, particolarmente quella
doloallacciato dall'anatema, chiuse le por- contro r ingrato imperatore Ottone IV
le della chiesa e del monastero, proiben- da lui coronato, ed usurpatore de'dominii
doa'monaci di uscire ad ossequiarlo.Egli temporali della Chiesa. Altro invasore di
però presentatosi all'imperatore franca- questi fuMarcualdooMarcovaldOjche sog-
mente gli disse, ch'era impedito di ono- giacque agli stessi fulmini spirituali, con-
rarlo, per esser lui scomunicato. Questa tro quale scrisse ai conti , ai baroni e
il

possente verità incusse rispetto aEnricoV, abitanti di Sicilia. « Se Marcualdo si pen-


che non solo non si adirò, ma impedì che sò di potere con l'astuzia sua ingannare
i suoi molestassero il pio luogo. Sollevati la s. Sede, questa ha preveduto tutti isuoi
iromani da Arnaldo da Brescia, acerrimo tranelli, ed egli ha invece ingannato se
nemico delle Rendite ecclesiastiche {V.)^ stesso. In conseguenza il Papa,in nome del
AdrianoIVneli 1 55 sottopose /?o/72tìt(/^.) Padre onnipotente, del Figliuolo e dello
a\V Interdetto, castigo giammai provalo SpiritoSauto.per la piena podestà de'prin-
per Taddielro dall'augusta città. Sotto di cipi degli apostoli Pietro e Paolo, e per la
tal Papa incominciò la fatale scissura tra la propria podestà sua, scomunica, anate-
s. Sede e l'imperatore di Germania (F.) matizza, maledice, condanna come sper-
Federico I, il quale contro il successore giuro, spogliatore delle chiese, incendia-
Alessandro III sostenne loscisma di 4^«- rio, tradilore,fellone ed empio, Marcoval-
tipapi {V.) con lui replicalaraenle scomu- do, insieme con tutti quelli che gli daran-

nicati; i quali pseudo- pontefici pretesero no aiuto, forniranno il suo esercito di vet-
di alternare contro del legittimo Alessan- tovaglie, di vesti, d'armi,di navi, di qual-
dro III, eguali ma inutili e inefficaci cen- siasi cosa insomma tornar possa in van-
sure. Papa dopo aver solennemente sco-
Il taggio di lui, ed ordina a tulli ì seguaci
municato di nuovo l'imperatore nel con- suoi di lasciarloincontanenle, in virtù del
cilio diLaterano del 1 1 67 o 1 1 68,dipoi si giuramento che prestarono, e di non più
pacificò in Venezia (^.), assolvendolo da unirsi con esso lui finche duri la sua per-
tulle le censure da cui era allacciato. Nei vicacia". Ad Innocenzo III nel 12 16 suc-
vol.XXlX, p. 45, e XXX V,p. 45 narrai,
1 cesse Onorio III, il quale in una sua let-

che avendo Leopoldo V duca d'Austria, tera a Federico II imperatore attesta, che
contro il diritto delle genti fatto prigione ter in annO) videlicetin die CoenaDomini'
Riccardo I re d'Inghilterra, e poi cedutolo cacj infesto Ascensionis, etconsecratione
all'imperatore Enrico VI,il quale lo lasciò hasilicae s. Petri.praesente totopopulo qui
mediante gran riscatto,PapaCelestino III de diversis mundi partibus lune concur-
scomunicò il duca e rimperalore,alla mor- ritj omnes violatores slalarum cum suis
te del quale il Papa impedì che fosse se- complicibus excommunicationibus vinca-
polto senza permesso di Riccardo I , e do- loinnodamus.Trovo ancorane] Garampi,
po la restituzione della somma del riscat- Sigillo della Gaifagnana p. 79, la me-
to. A Interdetto, a Francia, a Inghilter- moria dell'antica consuetudine de'Papi in
ra feci la patetica e affliggente descrizio- pubblicare i^rotewi non solo conumi\che
222 SCO sco
erano scomuniche generali, poi com-
le pò vespero si cantasse la Salve Regina per
prese nella bolla in Cocna Domini)^ nv.x interporre il patrocinio della B. Vergine
anche gli.?pm<2// contro qualche principe, per la sospirata grazia. Nel settembre i 2 3o
comunità oahra persona,de'quali ha eru- trovandosi il Papa in Agnani, vi si recò
ditamente ragionato il gesuita p. Lazzeri, Federico II con nobile corteggio di prin-
v\e\\Q Miscellanee della biblioteca del col- cipi e milizie ; fu ricevuto fuori la porta
legio romano l. 2, p. 3 1. Dopo che il Pa- della città da due cardinali, e da molli
pa avea fatto il suo sermone al popolo, patrizi anagnini; fu condotto nella cele-
un cappellano leggeva i delti processi o bre canonica, indi nella basilica ov'era at-
monitorii, e indi un diacono con mitra in teso da Gregorio IX. A'suoi piedi l'im-
capo rivolto verso il popolo lì volgarizza- peratore depose la clamide imperiale, e
va. Il Papa ripigliava quindi subito il di- ottenne l'assoluzione della scomunica,ra-
scorso, e colTassistenza de'cardinali e pre- tificando la concordia colla sede aposto-
lati, ognun de'quali teneva la mitra in ca- lica, stabilita già da'suoi ministri. Ritornò
po rivolti verso il popolo, si faceva da tutti poi alla canonica vi cenò e dormì, e nel
il gettito delle candele, di cui tratta il Ma- seguente giorno Gregorio IX lo trattò alla
billon, Musaewn Itali ciun t. 2, p. 237. sua mensa nel paterno palazzo di sua fa-

Tuttociò l'accennai a Monitorio. A pro- miglia Conti f/^.),


quindi l'imperatore si

mi piace qui aggiun-


posito di questo rito, congedò e partì per Napoli. Non tardò il

gere che il concilio provinciale adunato finto principe a mancare alle promesse ed
iieli227 da Pietro Amelino arcivescovo a fomentar le fazioni Guelfe e Ghibelli-
di Narbona, ordinò che Raimondo VII ne (F.), che non bastavano a sopire le sco-
conte di Tolosa ed i suoi aderenti albige- muniche de* Papi ; fece crude! guerra a
si tutte le domeniche e tutte le altre feste Gregorio IX e perturbò tutta quanta l'I-
sì denunziassero scomunicati con l'estin- lalia,occupandolaiSV2r<7eo'«rtdominiodel-
zione delle candele, e col suono della cam- laromana chiesa. Riuscendo inutili le pa-
pana in ciascuna parrocchia all'articolo : lerneammonizioni, nel 239 il Papa nuo- 1

Avignone riportai le cereraonie usate nel- vamente con formalità scomunicò Fede-
le assoluzioni dalle scomuniche, di Rai- rico II nella cattedrale d'Anagni, nella do-
mondo VI e di Raimondo VII conti di menica delle Palme, nel giovedì santo, ed
Tolosa. Nella biografìa di Gregorio /Jl del a'29 settembre festa di s. Michele Arcan-
1227, ricordai le scomuniche dai lui ful- gelo patrono di s. Chiesa; sottopose pure
minate in Anagni e in Roma[V .)^cou\vo air ecclesiastico interdetto tutti i luoghi
l'imperatore Federico II persecutore del- dove l'imperatore si recasse, e con lettere
la Chiesa, da cui era slato eminentemente apostoliche notificò a tulli i principi d'Eu-
beneficatOjCioè in Anagnia'29setlembre, ropa le scagliale Avendo Lucca
censure.
in Roma nel giovedì santo, e vestito degli usurpata la
(f''.) Garfagnana (^.), do-
abiti pontificali. Nella cattedrale d'Ana- minio temporale della s. Sede,per le vio-

gni il Papa predicò con molta eloquenza, lenze usate da* lucchesi contro quegli abi-
e ricordate le parole di s. Malico cap. 8: 1 Gregorio IX li privò della cattedra
tanti,

necesse est ut veniani scandala^àGnunùo punì colle censure, con diplo-


vescovile, e
scomunicato l'imperatore. Nel fine della ma riportato da Garampi a p. 18. Seb-
funzione ordinò, che nell'elevazione del- bene Federico II avesse imploralo da In-
l'Ostia sagra, come del calice consagralo, nocenzo! V l'assoluzione dalla scomunica,
nelle messe si suonasse la campana in se- e promesso soddisfazione alle commesse
gno di supplicare il sagramentato Signo- empietà, tornando ben presto alla sua per-
re acciò liberasse la sua Chiesa da tanta fidia, sino a insidiar la vita del Papa, que-

persecuzione, e volle che a tale eftctlo do- sti nel concilio di Lione [f^.) del 1 24 J» so-
SCO SCO 223
lennemenle lo scomunicò, e depose dal dal predecessore Clemente IV, fece non-
regno e dall' impero rimarcai nel voi. : dimeno alFiggere la bolla alla porta mag-
XXXV, p. 3o8,che nel tempo iu cui leg- giore della cattedrale. A Firenze (F.) ful-

gevasi la terribile sentenza, di cui ripro- minò V Inlerdello (^.)a motivo delle tu-
dussi la formola, i cardinali ed i vescovi D)ultuanti fazioni, assolvendola nel pas-
tenendo in mano le torcie accese le ab- sarvi e poi riallacciandola colla stessa cen-
bassavano verso la terra in segno d'appro- sura. Nel 1275 in Belcaire sul Rodano nel
Inazione e d'anatema. dì dell'Ascensione pubblicò nella chiesa
Notabili sono le scomuniche fulminate parrocchiale i consueti processi discomu-
dal b. Gregorio X[V.) del 1271,1! quale niche e interdetti, comeaveafattoin Lio-
inserì nella bolla ìnCoena Domini le cen- ne in diverse solennità. In Milano (V.)
sure contro quelli che somministravano nella chiesa di s. Ambrogio fulminò le so-
aiuti a'nemici de'cristiani. Dell'origine di lite scomuniche contro contumaci, nella i

questa bolla, del suo contenuto e delri- festa delle dedicazioni delle basiliche dei
locol quale si denunziava nel giovedì san- ss. Pietro e Paolo, e lasciò la città allac-

to,ragionai nel suo articolo Bolla § X: ciata dall'interdetto, censura che fulmi-
Bolla in Coena Domini^ e nel voi. VJII, nò pure contro il Portogallo (/^.). All'ar-

p.295.Pare che prima di Urbano IV del ticolo Manto pontificale, parlando del
1261 già esistesse, perchè nella Clemen- ceremoniale di Gregorio X, notai che il
tina I Dejudiciìs, di Clemente V, si di- Papa nello scomunicare e nell* assolvere
ce quibiisdam soleninibus anni diebus
: usava W piviale e la stola di colore paonaz-
romaiios Pontifices generales quosdani zo, come nella Quaresima (/^.) in cacciar

processus facere consiievisse, come osser- dalla chiesa ì condannati alla penitenza
va il citato Bernini a p. 548. Questi opi- pubblica, e poi nel riconciliarli e ammet-
na inoltre, chesebbenesienoantichi mol- terli alla partecipazione de' sagramenti,
ti de'canoni contenuti nella bolla, accre- dopo compita l' ingiunta pena. Martino
sciuta poi secondo le circostanze de'tem- IV, eletto in Viterbo, per essere la città

pi da diversi Papi, sembra verosimile che incorsa nell'interdetto, passò in Orvieto


l'uso di pubblicarla una volta l'anno prin- (/^.),ove a' 18 novembre 1 281 scomunicò
cipiasse da Martino V. Nella biografia di l'imperatore Michele Paleologo, e la sen-
Gregorio X
noverai le censure da lui sen- tenza rinnovò nel 1 282 nel giorno dell'A-
tenziate nel giovedì sauto del 1 27 1 avan- scensione,comprendeudovi insieme gli au-
ti la Piazza dis. Gio. in Laterano, con- tori della famosa congiura di Sicilia detta

troi perturbatori della pubblica pace; nel devesperi siciliani, con islrage deTran-
1272 in Viterbo contro Guido di Mon- cesijedin/l/o/z^e Fiascoììe{V.) couU'o Vie-
forte e complici, per l'uccisione di Enrico, tro III re d'Aragona occupatore di quel
figlio diRiccardo I re d'Inghilterra, elet- reame, ripetendo la sentenza in Orvieto^
to re de'iomani la citazione apostolica,
: lo depose dal regno e concesse l'indulgen-
che fece precedere alla sentenza, fu invia- za della Crociata (F.) a chi contro di lui
ta in più luoghi di Toscana e della Mar- combattesse e in favore del re Carlo I :

ca, asuono di tron)be e di campane, ra- queste scomuniche le fulminò il Papa nel
dunandosi il clero e il popolo nella cliie- giovedì santo,e nelle feste dell'Ascensione
sa maggiore o altrove, pubblicandola i e de'ss. Pietro e Paolo, e vi comprese chi
suoi cappellani e uditori di rola.Neli273 ubbidisse al re. Die il regno d'Aragona a
essendo il Papa in Orvieto, non potendo Carlo di Valois, figlio di Filippo 111 re di
per infermità pubblicare solennemente i Francia. Se i Papi deponevano i re, i prin-
consueti processi in Coena Domini con- y cipi accettavano legittimamente gli stati

fermali quelli emanati nel giovedì santo che a loro donavano j questo era un ri-
224 SCO SCO
conoscere nel Papa il dirillo di disporre con dolorose e orribili conseguenze; poi-
delle corone, il che prova che tale giuris- ché gli ubbidienti ai Papi erano anate-
prudenza era generalmente allora rice- matizzati dàgl'intrusijC gli scismatici fau-
vuta e non contrastata. Bonifacio Vili tori di questi si scomunicavano dai Pon-
(^.)a difesa (\e\\* Immunità ecclesiastica tefici; tempi di turbolenze e perniciosis-
(F.)eòe\\eDecime ecclesiastiche (F.) ful- simi. Urbano VI scomunicò
e depose dal
minò nel 296 la scomunica, ciò che pro-
1 regno Giovanna I seguace dell'antipapa,
dusse la fatalissima rottura con Filippo e die il reameaCarloIIIjCome feudo del-
IV re di Francia (F.); q\i\ndì colla bolla la chiesa romana. Lodovico I d'Angiò,fl-
Unam sanctam, scomunicò il re e gli op- glio adottivo della regina, fu dal Papa di-
pressori dell' autorità pontificia, senten- chiarato scismatico, scomunicato, e ban-
ziando l'interdetto al regno che die ad Al- di la crociala contro il suo esercito; egua-
berto I d' Austria. Gravissimi furono i le sentenza fulminò contro Giovanni I re
Monitora (F.) di Giovanni XXII (F.) e di Casliglia e di Leone fautore dell'anti-
lescomuniche lanciate da Avignone con- papa, concedendo indulgenza a chi si ar-
tro Lodovico Vii Bavaro, perchè non vo- masse contro di lui. Urbano VI nel 1 383
leva assoggettare alla s. Sede la contrasta- passò nel regno di Napoli e fu oltraggia-
ta suaelezioneairirapero,eproteggevagli III, onde il Pa-
to dall'ingratissimo Carlo
eretici e gli scismatici; recatosi Lodovico pa formalmente scomunicò que'che lo vo-
V in Roma [F.) a coronarsi, vi fece in- levano arrestare; i quali per divino giu-
trudere l'antipapa Nicolò V, col quale do- dizio restarono assiderati nella parte de-
vette fuggire, perchè fu pubblicata la sco- stra del corpo, come afferma Novaes. Per
munica e l'interdetto, onde non sì cele- interposizione de'magnati,iLre domandò
brarono pili divini i uffizi. Lodovico V perdono de'suoi eccessi efu pacificato. Nel
osò sacrilegamente di dichiarare il Papa 1 384 Urbano VI si recò a Nocera de' Pa*

decaduto e condannandolo a esser bru- grt«z(f^.),ove essendo malcontento di Car-


ciato vivo, dando piena facoltà alla po- lo Ill,si proponeva cacciarlo dal regno:
tenza secolare di castigarlo, come eretico il re congiurò contro di lui con alcuni in-
e reo di lesa maestà per avere usui pato i degni cardinali, ma il Papa ne fece arre-
diritti imperiali, col nominare de'vicari stare 6e poi li depose e punì severamente
all'impero. Invece il b. Benedetto XI I,che colla morte. Le regie truppe assediarono
successe nel 1 XXII, sco-
334 ^ Giovanni il castello ove risiedeva Urbano VI, ed
municò nuovamente Lodovico V per le allora questi procedette alla deposizione
sue iniquità e per essersi usurpato l'im- del re. Ne'5 mesi che durò l'assedio, il Pa-
pero, e considerando questo vacante no- pa a suono di campana compariva 4 voi*
minò diversi vicari; scomunica che rinno- te al giorno alla sua finestra, ed ivi con
vò Clemente VI nel giovedì santo 346, 1 una torcia accesa in mano scomunicava
dopo averlo ammonito a ravvedersi nel tutti i suoi nemici. Gli riuscì evadere, e
precedente giovedì santo con monitorio, pertossi a Genova. Finalmente col con-
quindi considerandolo contumace ordinò cilio di Costanza e coU'elezione di Mar-
agli Zi7eftori dell'impero di eleggere in sua tinoV, fu estinto il furioso scisma, e ri-
vece Carlo IV, e Lodovico V caduto da donata la sospirata unità alla Chiesa. Es-
cavallo morì. Dopo l'elezione di Urbano sendo ostinato nello scisma il conte d'Ar-
VI nel 378 insoi*se
1 gvande Scisma (F.)
il magnac. Martino V nel 1429 lo scomu-
d'occidente, sostenuto da 3 antipapi, che nicò, privò de'beni e autorizzò chiunque
scomunicati da'Papi, anch' essi lanciaro- ad arrestarlo co' suoi seguaci e venderli
no loro eguali censure, che si ripeterono come Schiavi ( F.). Pretese Domenico So-
insieme agl'interdetti per più di 5o anni lo che la bolla in Coena Domini, COSÌ det-
SCO SCO 225
ta dal pubblicarsi nel giovedì santo per par. i,p. 82, rubrica 8r,si legge. » Qui-
la cena che in tal giorno feceGesìi Cristo bus lectis,etexpositis veniunt multae can-
da Marti-
cogli apostoli, avesse principio delae accensae, ex quibus ipsed.Papa te-

no V, quando nel concilio di Costanza fu- nentaliquas,etquilibetcardinalis,etprae-


rono condannati gli errori de'boemi pro- latos tenetsuam accensam, et in terram
pagati da Giovanni Huss, fondandosi nel extinguendo,dicendo Praedictos
projicit :

non averne fatta menzione s. Tommaso. onines exconiniunicamusj et tunc cam-


Ma già col parere di diversi autori notai panae iusimul sine ordine compulsantur.
che lasua origine risale al secolo XIII, Et hic quaeri posset, quare sic candelae
e si pubblicava dai Papi coi processi ge- accensae extinguuntur , et respondetur,
nerali delle censure ecclesiastiche in certi quod sicut quam candela accensa projici-
giorni solenni dell'anno, come nel giovedì tur, extinguitur, sic per excommunica-
santo, i quali processi pure si pubblica- tionera ab ecclesia ejicitur Spiritus san-
vano nell'Ascensione, ed a' 1 8 novembre, quae signiQcatur per Incera,
ctus, gratia
festa della dedica della basilica Vaticana. quae abeoremoveturjet sicutin pulsati©-
Di questi solenni processi si fa a ncora men- ne campanarum ordinata ecclesia fideles
zione dal cardinal Ostiense del 1 254, "^^ congregat,sic inordinata infìdelesdisper-
titolo De crini, falsi, 1. git". Nella rubrica 5i, p. 198, Qualiler,
5,§ Qualiter, vers.
Porro. E' ben vero però che questa bol- et quibus diebusfiant Processus genera^
la ossia processo non conteneva tanti ca- les. Indisi legge, che « circa ultimum ver-

noni come oggidì, essendosi questi di ma- borum habens aliquot torticios accensos
no in mano aggiunti da Martino V, Pao- inmanu projicit ipsosd. Papa versus po-
lo II,Sisto lV,LeoneX,PaoloIII,Giu- pulum ad terram. Hoc idem faciuntsin-
lio 1Paolo IV, Pio I V, s. Pio V, Grego-
1 1, guli cardinales, et praelati tenentes tan-
rio Xlll ed altri. Intorno poi all' uso di tummodosinguli unum torticium in ma-
scomunicare solennemente casi che vi si i nu nihildicendo,etquumcandelaeproji-
comprendonOjè comune sentimento degli ciuntur, debent campanae ecclesiae inor-
scrittori, che l'uso annuale non è più an- dinate pulsare". Di fatti presso lo stesso
tico di Martino V, e che quello che si pra- p. Gattico par. 2, p. 72,5 2 exParidede
ticava 3 volte l'anno sembra anteriore a Grassis , De sacris functionibus mnjoris
Urbano IV. La pubblicazione di questa Hebdomadae Bononiae habitis a Julio
bolla pel giovedì santo 1770, fu sospesa li, si narra. » Papa voluit, quod finita
nel principio del pontificato di Clemente missa, cardinales, et praelati irentinca-
XIV, comechèelettoa*i9 maggio 1769, nieram ejus infirmantisin lecto.Lecta fuit
pe'tempi tempestosi che minacciavano la bulla fulminationis per subdiaconum in
catastrofe politica, che scoppiò nel decli- latinum tantum, Papa interim, et cardi-
nar di tal secolo. Sopra l'introduzione di nalibus,acpraelatìsparvascandelas,quasi
detta bolla e sue addizioni, può vedere si duaruro, seu trium unciarum quamlibet
Benedetto XIV, De/e s7i>,p. 147; Duardo, manutenentibus, et in finem ad terram
Conimentarius in bulla Coenaejed il Can- projectis-, et quoniara iste actus debuit
cellieri, De Secretariis, in Processìones publice ac solemniter, et cardinalibus,et
sententiae, p.925. La stessa bolla in Coe-
1
praelalos paratis fieri cumPontifice pa-
na Dominiy si pubblicava annualmente rato, et mitrato, quae omnia propter in-
anche dal patriarca di Venezia, colle con- firmitatem fieri non potuerunt; ideo su-
suete formalità delle cere nere tenute io per hoc aliam bullam fecit, et publica-
mano dal prelato e da'suoi canonici, nel- vit, in qua supplevit omnes defeclus ex
la chiesa patriarcale di S.Pietro di Castel- infirmitate causatos ". Ecco poi come si
lo. ^qW ActacaeremonialiaàQÌ p.Gattico spiegano i molivi, per cui si pubblicava
VOL. LXU. i5
226 SCO SCO
nei gìoved'i santo, per l'Ascensione e per detta bolla le censure contro gli oltrag-
la Festa de'ss. A postoli, riportati dal p. Gal- giatori de'Papi. Altra volgare tradizione
lico par.i, rubrica 8i,p. 83. » Ad hoc è che Papi facevano parare la basilica
i

Teroquaeripotest,quareI)acdie,inAscen- Vaticana di nero, quando volevano ful-


sioneDomini,etin feslo dedicationisba- minare le parziali scomuniche; però non
XII Aposlolorum hujusmodi ex-
silicae mi riuscì trovarnememoria. Bensì ad As-
coramunicationes fìant in ecclesia Dei; soluzioni dalle censure parlai di quelle
qiium magis viderenttirillisdiebussilen- date solennemente dai Papi nel portico
dae, quiimindiebusfestivìsactus judìcia- di quella basilica, avendo notato a Scet-
les non deceant exerceri.Etrespondetnr, tro che Giulio II non volle usare le ver-
quod est illa ratio festorum trium. Primo ghe quando assolse i veneti. Si fece que-
ac dies jovis, Sacramentum Corporis, et sta funzione nel Portico f/^.j,
perchè fu
Sanguinis Christi habuit principium, in il luogo assegnato anticamente ai peni-
quo omnes fìdeles communicant. Ad o- tenti chiamati Piagnenti (f^.). Nel Pon-
stendeodum vero, quod excommunicali tificale Romanunij vi sono i riti : De re-
in hoc non communicant, eo die ab eccle- conciliatione poenitentium, quaefit in v
sia exclusiostenduntur. In Ascensione ve- feria Coena Domini: Ordo excommuni-
ro legìtur, Deum rogasse prò iidelibus, candì^et absolvendi: Ordo ad reconci-
unde cantal ecclesia, Pater saiicte serva liandum apostatami scìiismaticum , vel
eos etc, unde ostendit ecclesia, quod prò haerelicum.A Porte di chiese ricordai
hisnon oravit,et eos tales denunciai. In che vi si affiggono i monitorii e le scomu-
festoveroDedicationisostenditur,locusil- niche, e che su quella della Chiesa di s,

leaptus non est, in ipsodie ab ecclesia ex- Bartolomeo all' Isolad'iRoìnas'esTponeva'


pelluntur. Et Ì»oc recte fit prò utilitate no nomi degli scomunicati, per non aver
i

exconimunicatorum,ut videnlesa tot bo- adempito il precetto della comunione per


iiis tantorum dierum excludi, faciiius ad la s.P^5^fm, consuetudine chesaggiamen-

reconciliationes gratiam condescendant. te rimosse Gregorio XVI, così negli altri


Addiem vero festum respondetur, quod luoghi dello stato pontifìcio. Si dice, che
hoc non estsententiae prolatio,sed exclu- quando BenedettoXlV transitava avanti
sionis ostensio, et non per viam judicia- detta chiesa, in veder la tabella degli sco-
lem, sed admonitionem etcorrectionem municati,esclamava: almeno questi ci ere-
materialem". Il diarista Valena narra di dono,esi astengonoda un enorme sacrile-
essere stato presente nel giovedì santo gio! Di questa pubblica denuncia degli
1 62 1 alla lettura della bolla in Coena Do- scomunicati parla ancora il p. Casimiro

mini d'ordine di Gregorio XV, e che ar- da ^oma^Memorie delle chiese e conventi
rivata la lettura ove si dichiarano le ma> de*frati minori^ p. 3 16, descrivendo tal
ledizioni , essendovi d. Filippo Colonna chiesa e convento la chiama consuetu-
:

principe assislentealsoglio,ilcardinalSer- dine molto antica, ma non fu Mabillon


ra imprudentemente gli disse: ora si leg- ili.° e unico scrittore a parlarne, com'e-
gerà la maledizione di casa Co/omza (del- gli riteneva. La tabella si esponeva nella
la quale pure a Roma). 11 principe gli ri- festa dis. Bartolomeo e vi restava per tut-
spose bravando; Tu computista della
sei ta 1*8.' «nella quale frequentissimo sem-
s. Sede; il cardinal Bellarmino è il croni- pre è stato il numero de'fedeli a venera-
sta; però non parlare di ciò che non sai. re le ossa venerande dell'apostolo s. Bar-
Fu quietalo il rumore dai principi presen- tolomeo,e nel medesimo tempo molle bot-
ti, ed il Papa si alterò contro il cardina- teghe di varie mercanzie erano distribui-
le. E' una credula favola che tremasse il te per tutta la piazza". Vi si faceva una
palazzo Colonna quando si leggevano in fiera, ed a'teaapi di Paolo Ili vari giuo-
SCO SCO 227
chi, narrali (ìaNovidio Fiacco, Fas li sa- tino, e da mg.^ Cenci uditore di rota in
cri, p. 1 04. Dunque grande era il concor- italiano, il Papa gettò la candela nera che
so de'di voli, fra i quali si propagava la co- in tempo della duplice lettura avea tenu-
gnizione di siffatti scomunicati. Qui credo ta accesa in mano, e compartì la consue-
opportuno di notare col Verniigliolijche ta papale benedizione. Nel 727Benedetto i

gli antichi pagani per Anatema intende- XI li recatosi a Benevento suo arcivesco-
vano il dono che si faceva agli Dei e si vato, nel giovedì santocollesoliteforraali-
sospendeva ne'loro templi, onde diveni- tà fece eseguir la lettura di detta bolla
e
va cosa sagra, né poteva più convertirai gettò poi candela. Delle benedizioni e
la

in cosa profana e comune. In questo sen- Esorcismi [F'.) contro gli animali noci-
so deve intendersi quantosi legge in Giu- vi, trattai a Bentediziom, riportando pure
ditta,che dedicò le spoglie acquistate so- quelle di Benedetto XIII, date sulla log-
pra Oloferne. E siccome tali donativi non giaLateranense, e prese dal mio mss., cioè
si potevano toccare, né convertire in uso contro i grilli e le locuste, accompagnato
profano, così da ciò in altro significato lo dal capitolo Lateranenseeassistitodadue
scomunicato, quale separato dalla comu- canonici; e chealtrettantofece in Albano.
nione de'fedeli, è abborrito e sfuggito da Nel voi. XLII, p. 146 narrai come Papa
tutti; e siccome tali donativi si sospende- Stefano VI con successo fece estinguere
vano alle pareti e colonne del tempio, così dai campi lelocuste, con l'acqua benedet-
ì nomi degli scomunicati per mezzo de'co- ta. La Chiesa colle Processioni deWe Ro-
sì delti cedoloni si affiggono e appendono gazioni (^.) domanda a Dio la conser-
nelle porle e pareti delle chiese e di altri vazione de'beni della terra, e la grazia di
pubblici luoghi, in esecrazione, ludibrio essere preservati da ogni flagello.
e abbominio, che tale suona la parola a- A Martino V successo Eugenio IV, co-
ìiatetnatizzalo. Piitornando alle ceremo- me altri vietò con iscomunica la schiavitù
nie e riti della pubblicazione della bolla de' cristiani; condannò il conciliabolo di
in Coena Domini, ricavo dal mss. da me Basilea (^.), e scomunicò gli scismatici

nel 835 compilato Estratddai Diari e


I : padri e l'eletto antipapa. Essendo stale ru-
Notizie o Almanacchidi Roma dali 7 1 bate sotto di lui le gioie delle Teste de ss.

rt/i835, quanto alla pubblicazione della Pietro e Paolo, dopo il ritrovamento ri-
bolla in Coena Domini nel giovedì san- portate nella basilica Lateranense, ivi il

to. Clemente XI nel 7 8, dopo la reposi-


I 1 senatore di Roma lesse la scomunica ful-
rione del Sepolcro, passò nella loggia Va- minata da Urbano V contro sacrileghi i

ticana della benedizione, dove vi fu l'ub- che avessero rubalo le medesime, come
bidienza de'cardinali e de' vescovi; si lesse rilevo dalSeverano. Apprendo da Rinal-
dal cardinal Olivieri diacono de'ss. Vito di, anno f463, n.° 84eseg., che Pio li

e Modesto e segretario de'brevi, e poi da nel dì della Cena del Signore die senten-
mg.r Coirò uditore di rota la bolla in Coe- za di scomunicazione contro alcuni prin-
na Domini, quindi il Papa gettò la can- cipi disubbidienti alla s. Sede e contuma-
dela nera accesa che avea tenuta in mano ci, quali eranoSigismondo austriaco eGre-

durante la lettura, e poscia die la solenne gorio d'Hamburg suo difensore, Dietero
benedizione apostolica. Benedetto XIII già arcivescovo di Magonza, il Palatino
nell'anno santo 1725 dalla cappella Pao- del Reno e collegati loro. Difendendo al-
lina si portò processionalmente nella gran tri colle armi Dietero, in Germania si ac-
loggia Vaticana, ove ricevè all'ubbidienza cese un gran fuoco, e il suo padre senten-
il Sagro collegio j e fatta leggere dal car- doloscomunicato morì di dolore. Laonde
dinal Alessandro Albani diacono di s. A- Pio II volendo separare da Dietero suoi i

driano la bolla in Coena Domini in la- sostenitori con l'ignominia della scomu-
228 SCO sco
nica, comandò che in tutte le chiese nel- dare, anche per la salvezza de'suoi regni-
le quali si diceva la messa conventuale, Che la bolla in Coena Domini antichissi-

dopo l'orazione domenicale che si recita ma, quantunque alcun Papa solamente
fra il s. sagrifizio, sonatesi le caa)pane,il inRomal'avea pubblicata, nondimeno a-
clero recitasse ginocchione colle candele vea forza per tutto il mondo come le al-
accese in mano il salmo : Deus laudem tre pontificie costituzioni generali, come
f?/fl«z/2etoc«em.Poicheilsacerdotedices- aveano dichiarato Paolo II e Sisto IV, per
se l'orazione : nostrorurn, quae-
Hostium cui diversi principi e popoli per avere con-
sitmus Domine 3 superbiamj e l'al-
elide travvenuto alla bolla, aveano domandato
tra: Ecclesiaetuae. Quindi finite tali pre» l'assoluzione a'suoi predecessori. Che del-
ghiere, gettassero in terra le candele spen- la bolla in Coena Domini sempre erasi
teedeslinte,insegnodi maledizione. Scos- fatta menzione nell'Indulgenze, ne Giu'
so Dietero, si sottomise al Papa, e cede ad bilei eneWaBolladella Crociata [F.) con-

Adolfo l'arcivescovato. Pel deplorabile cessa tante volte a richiesta de're di Spa-
scisma d'I nghillerra,il reEnrico VII IjChe gna. Che per cautela erasi costumatocol-
ne fu autore, venne scomunicato; morto le bolle antiche di comandare a'patriar-
neli547,la regina Maria suafiglia,che gli chi, arcivescovi e vescovi, che le pubbli-
successe e zelante cattolica, vietò che si cassero nelle loro chiese ; ciò che allora
pregasse Dio per lui, come morto scomu- non facendosi in diverse provincie, e con-

nicalo. Salita sul trono Elisabetta, ripri- travvenendosi alla bolla, molti stavano
stinò la sedicente riforma,onde fu scomu- avviluppati ne'lacci della scomunica, avea
nicata da s. Pio V, ed avendo il cav. Gio- voluto perciò prevenirne l'ignoranza a sal-

\anni Fellone nel giorno del Corpus Do- vezza delle anime; ammonendo i confes-
mini affissa la bolla ad una porla delle sori de'casi riservati al solo Papa e alla
chiese di Londra, pati il piùcrudele mar- sua Penitcnzieria apostolica (V,, ma la
tirio. Neil 568 pubblicando s. Pio V nel scomunica minore può assolversi da qua-
giovedì santola bolla in Coena Domini lunque Co/z/é^^ore approvato, come si ha
ordinò che si facesse altrettanto per tutti dal cap. Nuper 29 del cap. Si quem de
i regni e luoghi della cristianità, come si sentent, exconimunic). Che le nuove ag-

ha dal Catena, Fila di Pio P\ p. 98. s. giunte si facevano secondo bisogni, tem-
i i

]I re di Spagna Filippo li fece lagnanze pi e abusi insorti; che il preteso Extqua-


per la novità della pubblicazione ne'suoi tur regio alcuna licenza secolare non a-
dominii, massime di Napoli e senza il Re- vea luogo nell'esecuzione d'alcun ordine
gio Exequatur (F.)j non che per avere ecclesiastico, come dichiarano i sagri ca-
ordinato ai confessori di non assolvere noni, come sarebbe intollerabile chiedere
gl'incorsi nella bolla, e per avere aggiun- licenza ai secolari per la parola di Dio;
te moltecoseeclausoleuon coiitenulenel- che quantospetta alle gabelle riguardava
le precedenti, ch'erano molto gravi e ri- quelle contro le persone privilegiate ossia
guardanti eziandio i dazi e le gabelle, al- ecclesiastiche, e le eccessive che provoca-
tre pregiudizievoli ai privilegi della mo- vano l'insurrezione de'popoli;che circa al-
narchia di Sicilia, e riguardanti le cause lamonarchia di Sicilia un Papa non pote-
criminali control chierici. A queste rimo- va concedere quanto toglie l'autorità con-
stranze rispose il Papa, non per giustifi- cessa daDio a'Papisuccessori,ed essere ta-
care le azioni sue coi principi secolari, ma li privilegi in arbitrio degli stessi Papi,co-
perdimoslrargliche le ricevute informa- niecosa graziosa e rivocabile. Poscia s. Pio
zioni procedevano da alcuni ministri , i V per un Cursore apostolico (F.) citò in
qualipe'propri interessi volevano far buo- Fvoma il presidente del senato di Milano
ni i loro abusi, cui era obbligato emen- edue de'principali senatori, per avere al-
SCO SCO 229
cuoi ministri di essi lesa la giurisdizione siliche patriarcali, altre chiese e altri luo-
dell'arcivescovo s. Carlo, nel punire il suo ghi di Roma. Nel t. 3, p. i4i,i'iportan-
bargelIo,e gli tolsero le armi, onde n'era- done altro trasunto, si legge. * Noi di-
nostati scomunicati gli autori, senza pote- chiariamo che Napoleone 1 imperatore
re ricevere l'assoluzione arcivescovile ne de'fiancesi, e lutti i suoi aderenti, fauto-
del Papa, onde furpno costretti a sotto- ri e consiglieri sono incorsi nella scomu-
mettersi alla penitenza pubblica. Avanti nica di cui noi lo avevamo altre volte mi-
la chiesa fu eretto un palco,ove recossi l'ar- naccialo, e particolarmente nella nostra
civescovo vestito in pontificalecon tutto il ultima protesta de'3 aprile 809, e ciò per 1

clerojinsiemea'ministri scomunicati e il fi- avere col suo decreto de' 1 7 maggio ulti-

scale regio, i quali restituirono le toltear- mo, ordinata l'invasione della città di Ro-
mi.Alloras.Carlocolia bacchetta in Ulano, ma ". L'ab. Bellomo nella Continuazione
ecolia sua autorità solennemenlegli assol- della storia del Cristianesimo, t. 2, p. 38,
se dalle censure. Dipoi li portò in chiesa riporta un trasunlo di delta bolla di sco-
e dietro l'altare maggiore, e fece loro un munica, nella parte che riguarda il valo-
sermone della riverenza che si deve alla re e gli elFetti della scomunica , e le sue
scomunica, ed essi giurarono di non più notabili circostanze, contro le asserzioni
procedere in pregiudizio della Chiesa, né maligne e inesatte di De Pradt. Dichiara,
passò molto tempo che lutti morirono. A che Pio VII nel fulminarla maggiore del-
Monitorio e a Francia dissi di quello ter- le pene canoniche, contro chi squassava

ribile fulminato da Sisto V contro il re le fondamenta della Chiesa, lo fece senza

Enrico III, per la violenta uccisione del espressamente nominarvi Napoleone I.


cardinal Lodovico di Guisa (I^.)^ negan- Aggiunge chela pubblicazione della bolla
do alla morte del re la celebrazione del- destò entusiasmo in tutto il cristianesimo,
l'esequie; non che di quelli di Gregorio che Roma proruppe in applausi, ed il po-
XIF (F\) contro Enrico IV ugonotto. A polosi proposeosservarne scrupolosa men-
Venezia e a Paolo V discorro dell'inter- onde per non incorrere
te le prescrizioni,

detto da questo lancialo contro quella re- nelle censure fu d'uopo che la penitenzie-
pubblica, per qui nonricordarnealtri.Cle- ria apostolica dichiarasse con una istru-
mente XI e BenedettoXI V con bolle con-
1 zione, quali persone usando cogli scomu-
dannarono sotto pena di scomunica fa- i nicati cadessero nella medesima pena, es-

mosi settari Afuratori(P\), àa quali de- sendo designati con termini generali, sen-
rivarono altre non meno perniciosissime za che veruno fosse in particolare nomi-
sette. Nella biografia di Pio VII, e negli nato. Osserva, che De Pradt scrisse, che
articoli Francia e Roma, parlai della sco- per la generalità della bolla tutto il mon-
munica nello giugno 1809, pronunziata do, e nessuno era scomunicato; ne pago
dal Papa contro gì' invasori dello stalo del suo ridicolo esame della bolla, prele-
temporale della s. Sede, occupalo d'ordi- se di provare,che fosse nulla di fatto e di
ne dell'imperatore Napoleone I, venendo diritto.L'Arlaudjifton^ di Pio FU, an-
la bolla aiiissa ne'luoghi soliti di Roma, no 1809, afferma, che nella bolla Napo-
de'quali feci menzione nel vol.LlI, p. 280, leone I non era direttamente nominato,
dicendo della Piazza di Campo de fiori, ma vi era compreso siccome uno de' fau-
riferendone pure le conseguenze. Oltre il tori di tutti gli spogli che la s.Sedeavea
cardinalPacca neWe Memorie storiche. Pi- sofferti. All'anno poi8 1 o riferisce,cheNa-
1

stoiesi la riprodusse intieramente in lati- poleone I scomuniche


volle l'elenco delle
no nella Fita di Pio Vlly t. 2, p. 256, lanciate da'Papi,ed 85 ne conteneva quel-
insieme al trasunlo in italiano pure affis- lo che gli presentò Champagny, non com-
so all'esterno e presso le porte delle ba- presa quella di Pio VII, Quunimemoran»
23o SCO SCO
c?^. In questo elencoNapoleonel polè leg- l'ordine pubblico, e dove commisero de-
gere la sentenza pronunziata nel 12 1 1 du litti e scelleratezze d'ogni genere. Ripro-
Innocenzo III contro Ottone IV, il quale vando il Papa tale anarchia eque'lagri-
avea violalo il giuramento dato nel gior- mevolieccessi,che espose nella hoWòQuod
no della sua coronazione, ed invaso il ter- de reìpiiblicae trangiiillitateydeì 2 giu- i

ritorio della Chiesa. Non però si fece os- gno! 832, si trovòdolorosamenle costret-
servare all'imperatore, die anticamente to, anche per ovviare a più funeste e ter-

quando si sottoscriveva un trattato, era ribili conseguenze, ad imbrandire contro

convenuto che quella qualunque delle pò* i sudditi ribelli quella spada che a difesa

lenze contraenti che si rendesse spergiu- della religione e della giustizia gli avea
ra, si procaccerebbe di diritto una scomu- affidata l'Altissimo. Perciò con tal soleu-
nica pontifìcia, e vi si sottometteva antici- neatto, imploratoii divino aiuto, coll'au-
patamente. Un articolo formale del trat- torità dell'onnipotente Iddio, de'ss. Pietro
tato di C(tmbrayso\.tosci\lto3i'io dicem- e Paolo, e colla sua, previo il consiglio di
bre i5o8 fra Giulio li, l'imperatore, i re una congregazione di cardinali, dichiarò
di Francia e di Spagna, il re d'Ungheria, ì ribelli esistenti in Ancona e in altri luo-
ilduca di Savoia, e le case d'Este e di Gon- ghi dello stato della Chiesa, incorsi nella
zaga, prova evidentemente che le censure scomunica maggiore e nelle altre censure
ecclesiastiche e l'interdetto, i monitorii e ecclesiastiche inflitte dai sagri canoni, dal-
la scomunica eranoarmi riconosciute, ac- le costituzioni apostoliche e dai decreti dei
cettate da tutte le potenze laiche d'Eu- concilii generali, ed occorrendo li scomu-
ropa, e che queste sapevano invocare nei nicò di nuovoj non senza fervorosamente
loro temporali bisogni. Inoltre Pio VI I nel supplicare la misericordia del Signore, a
1 82 I con bolla scomunicò settari Car- i convertire i rei di fellonia, acciò potesse
bonari {V')i la quale fu pubblicata dal- nuovamente stringerli al paterno suo se-

l'Artaud, nella Sloriadi Leone XII^ l. 2, no, ed esultare nel trionfo della cattoli-
cap. 2g. Leone Xlla* 3 marzo 1 82 5 pub-
1 ca religione e della giustizia. Negli artico-
blicò la bolla di condanna e di scomuni- li Pio IX e Roma deplorai la fatale ribel-

ca contro i settari Franco-Muratori, di lione che i faziosi settari operarono nel


cui feci cenno a Muratori, vietando ad 1848 in Roma e in tutto lo stato ponti-
ogni fedele di aggregarsi a tale empia so- ficio, tranne Bene vento e Po/zfecorw(F.),
cietà: questa pur si legg'e nel citato stori- per cui il Papa nel i

gennaio 849 ema- 1

co. Gregorio XVI per l'insurrezione che nò la protesta e dichiarazione della sco-
sconvolse gran parte dello slato pontifi- munica, contro gì' invasori del dominio
cio nel i83ij la quale narrai a Roma e della s. Sede; rammentando la scomuni-
altri articoli, come Rieti, Bologna, Fer- ca maggiore e le altre censure che incor-
rara, Forlì, Ravenna, GregorioXVIjCC, rono coloro che attentano alla tempora-
la represse colla forza e colle saggie ed e» le sovranità de'Papi, dicendovi di conse-
nergiche provvidenze, sottoponendo pri- i guenza incorsi tutti quelli che contribui-
inari e più colpevoli ribelli ad un castigo rono all'insurrezione, pregando Dio per
dettato dalla clemenza. Tale moderato la conversione de'traviali,per vederli rien-
contegno rese più audaci e irruenti i fa^ LVI,
trare nell'ovile del Signore. Nel voi.
ziosi delle pestilenziali società segrete,cou- p.79 feci memoria della sentenza di sco-
tro la religione e il principato, per la sov- munica inflitta dal vescovo di Breslavia
versione e sterminio d'ambedue. Macchi- Diepenbrock, poi cardinale e di recente
nando nuove congiure turbolenti nel i , defunto, contro un degenere figlio della
i832 fecero scoppiare altra rivoluzione chiesa cattolica il principe Ermanno di
in Ancona, per portarvi la distruzione del- Hatzfeld, il quale con nuova prevarica-
SCO SCO 23i
zione arJì sposare secondo il rito evan- naca, Chronicon Skonensej ed ebbe per
gelico protestante certa Buch di tal con- filiale la non meno celebre di Sant'An-

fÌ2Ssione, vivendo ancora la sua legittima drea.Fu quivi tenuto un concilio nel 1 324i
cattolica consorte; per cui nel di seguen- composto di prelati o deputati delle diver-
te il zelante vescovo si trovò necessitato se chiese di Scozia ; se ne ignora però il
datrenormitù del delitto e dello scanda- soggetto. Angl. 1. 1 Mansi, Sappi, t. 3, p.
.

lo, a pubblicare contro il colpevole la det- 407. Allora in Iscozia per la guerra co-
ta sentenza, che riportasi nel t. 5, p. 128 gl'inglesi, ad altre turbolenze si aggiun-
degli Annali delle scienze religiose, 2.* sero le censure e interdetto di Papa Gio-
serie. Pertanto lo scomunicò in forza del vanni XXII, violato dai prelati divoti al
proprio ufficio vescovile, e in conformità re Roberto I.

ai sagri canoni, come pubblico e ostinato SCONGIUR AMENTO. F, Magia,


sprezzalore e prevaricatore delle dottrine Demonio, Strega, Superstizione, Divina-
e delle leggi della Chiesa; lo escluse daU zione.
la comunione de'fedeli e pronunziò contro SCONGIURO. F. Esorcismo, Ossesso.
di lui la scomunica della Chiesa con tutte SCONSACRAZIONE. F. Degrada-
le sue conseguenze di legge, in nome del zione, Sacerdozio.
Padre, del Figliuolo e dello Spirito san- SCOPATORI SEGRETI, Scopato-
to. Amen. res secreti. Famigliari domestici e intimi
SCOMUNICATO. F. Scomunica. del Papa, impropriamente così chiamati
SCONE. Luogo rinomatissimo e par- come provai nel descriverli nell'articolo
rocchia della contea di Perth nella Sco- Famiglia pontificia e precipuamente nel
zia, sulla sponda sinistra del Tay, un mi- voi. XXIII, p. 35, 75e 1 19, nel parlare
glio da Perlh. E' celebre per un antico mo- della loro antichità, vestiario paonazzo e
nastero e abbazia de'canonici regolari di cappello ecclesiastico che indossano, uffi-
s. vi fiorì, ed ancora per es-
Agostino, che ci che esercitano, emolumenti e preroga-

sere vicinoad un famoso palazzo un tem- tive che godono in uno alla palatina a-
po residenza de're di Scozia (^.), che vi bitazione, e ne riparlai in tutti i luoghi
tennero de'pailamenti, ed ove incorona- relativi. Nel detto articolo rilevai ancora
\ansi, dopo che il re Kennhet II sbara- qualche variazione nell'antico vestiario,
gliò i pitti presso questo borgo, e fece vi secondo il p. Bonanni, la cui figura aven-
innalzare una sedia di marmo incassata do ripetuta nel 1827 il Capparoni, /Jrtc-
in un'altradi legno,sucui tutti isuoi suc- colta della gerarchia ecclesiastica^ ripe-
cessori riceverono la corona, ed ora tro- tè eziandio il collare bianco obragiuote
\asi a Westrainster. Di questa famosa se- che non usavano più, inoltre vi aggiunse
dia o ^tefrflwerfl, parlai nel voi. XXXV, erroneamente le calze paonazze, mentre
p. 52, essendo riguardata come il palla- le indossano nere. L'esatta figura del loro
dio della monarchia. Questo palazzo fu bel vestiario la riprodusse a p. 148 e ne
teatro di parecchi fatti storici e memora- fece un semplice cenno a p. i52 l'ab. Fa-
bili, ed è circondato con belle piantagio- laschi, La gerarchia ecclesiastica e lafa-
iii,e osservabile più per l'eleganza dell'ar- miglia pontificia j sebbene nel resto l'ope-
chitettura, che per solidità. Vi si ammira ra non sia intieramente veridica. Non si
una bella galleria lunga 1 5S piedi e 1 8 lar- devono confondere cogli Scopatori conni'
ga, ed in una delle camere del letto un ni del Palazzo apostolico^ di cui parlai a
pezzo di scrittura fatta coU'ago, che dice- Famiglia pontificia. Trovai memoriede-
siopera della regina Maria durante la sua gli scopatori di palazzo, come antichi, nel
detenzione nel castellodi Loch Leven. La 1 409 in cui già esistevano, e li leggo ri-

celebre abbazia di Scene ha la sua Cro- cordali nelle notizie per la famiglia di A-
233 SCO SCO
lessaiidro V col nome divSco^^/ore^jpresso le beneilcenze. Nella biografia di Pio VII
il Gattico, Ada caerenionialia, p.263: ne dissi di quelloche solo restò a intimamen-
parlai in diversi arlicoli, come
Maestro a te servirlo nella deportazione : in quella
DI CASA de'ss. Palazzi apostolici. Quan- di Pio Vili narrai come beneficò il suo
to al vestiario si compone d'un vestito di I ."scopatore segreto,e ripelei l'antica e be-
panno bleu, con calzoni simili; bottoni i nigna consuetudine,che il i ."scopatore se-
e le asole sono eguali alle Calze^ cioè di greto delPapa defunto diviene ultimo del
colore rosso. Gli scopatori segreti sino dal successore. Più di tuttiPapi fu eminen- i

1460 nel ruolo de'famigliari di Pio li, li temente benefico degli scopatori segreti,
trovo già esistenti, come riportai in detto come di altri della domestica famiglia pon-
p. 54 e 57 in questo ruolo prima so-
"voi. : tificia, e non solo della propria, ma sibbe-
no nominati Scopalores secréti , poi Sco- ne di tutti i successori, Grego-
il glorioso
patores communes. Leggo nel Lunadoro, rio XVI, il quale compassionando la con-
Relazione della corte dlRoniay^. 1 5,stani- dizione de'famigliari pontifìcii, che dopo
pala nel 1646: «Nel palazzo apostolico vi lamorlede'Ioro venerandi padroni resta-
sono al domestico servizio delPapa gli sco- vano senza impiego e provvista, e diflìci-
patori segreti e pubblici, che vestono di
i lissiniamente trovavano da occuparsi per
paonazzOjCon sottana a mezza gamba (ora aver servito un Papa, col cumulo da lui
l'hanno lunga sino a'piedi),che prima era- appositamente formato a fronte delle cri-
noli cocchieri (era meglio ildire/j^/^f/re- liclie circostanze de' tempi, e la prescri-
nierij poiché appena a que'tempi propria- zione di pontificio chirografo, decretò in
rpente si rendevano quasi comuni le C^^zr- perpetuo pel primo trai Pontefici, cbede-
/'OZ2e,incedendosi prima a Cavallo.tà pa- i gli8 scopatori segreti di tulli i Papi, pri- i

lafrenieri erano veramente quelli che con- mi due ricevessero la pensione mensiledi
ducevano e addestravano cavalli e li go-
i scudi 1 5, gli altri quella di scudi io, be-
vernavano) del Papa mentre era cardina- neficenza che sarebbe stata maggiore se
le". Questi pontifìcii famigliari furono de- le cose pubbliche lo avessero permesso;
nominati scopatori segreti, perchè tra le laonde la sua memoria sarà in perenne be-
loro incombenze vi è quella di spazzare nedizione, non meno dal celo degli scopa-
e scopare le camere domestiche abitale tori segreti che dagli altri beneficali fami-
dal Pontefice; mentre nominati famiglia-
i gli pontificii copapresi nella generosa di-
ri palatini detti Scopatori comuni, han- sposizione. Il Costanzi xì^\ì Osservatore di
no la cura di tenere netto il Palazzo a- Roma 1. 1 , p. altri che notai
I o5, e quegli
postolicOf le sue scale, corti e altri luoghi. nel voi. L,p. 4} dicono scopaloresegreto
1 Palafrenieri (F.) sono utììz'ì palatini di- di Gregorio XI II, il celebre e benemeri-
versi da quelli degli scopatori segreti, ma to Gio. Leonardo Ceruso dello il Lette-
questi e quelli formanodue de'cinque ce- rato, che nel suo pontificalo fondò l'ospi-
ti palatini, che diconsi le cinque famiglie zio poi unito aW Ospizio apostolico {V.\
di palazzo per le propine e Mancie (F.) ove ne feci elogi. Però il p. Mansio che
che fruiscono diversi scopatori segreti
: ne descrisse la Vita, soltanto dice che fu
fanno partedeirantichissima arciconfra- palafreniere del cardinal de Medici, poi
ternità di s. Jnnade^palafr€nieriy(.\i cui granduca di Toscana Ferdinando 1. Ap-
pure ragionai al citato articolo Palafre- prendo dal n." 856o del Diario di Roma
niere. A Conclave ed a Conclavisti pav- del 17 74: "Che Arcangelo Chiodi, uno dei
\àìóe»i\ Scopatori del conclave, óomesùcì scopatori segreti di Sua Santità Clemente
addetti aWa Famiglia de cardinali (F.). XIV, per impulso di divozione verso la
Gli scopatori segreti, siccome intimi fami- B. Vergine, ha eretta una cappellaniadi
gliari de'Papi^ne sperimentarono sempre una messa in ogni festa dell'anno che si^
SCO SCO 233
eli precetto, in perpetuo, nella cappeìlella se alle pareti. La sua festa si celebra nella
detta la Madonna de'Cerchi, posta nel- domenica tra 1' 8." della JVatività, e pel

l'antico Ciico (di cui feci parola nel voi* gran concorso de'fedeli, prima Papi so- i

LVIII, p. 173, 187 e altrove) di Roma". levano mandarvi la guardia svizzera pon-
Siccome gli autori delle Guide di Roma tificia,comea*lempidelBombelli,che pub-
non fanno menzione di tale divota cap- blicò l'opera nel 1792, mentre il Crescim-
pelletta o nobile oratorio con pavimento beni stampò la sua nel 1 7 1 5. Oltre la la-

marmoreo e sagrestia, custodita da un e- pide di marmo che ricorda la pietà del-

remita, per quanto sia a mia cognizione, lo scopatore segreto Chiodi, ed i luoghi
me Desia permesso un brevissimo cenno, di monte óa lui donati, ch'essendo dimi-
che ricavo dal Crescimbeni, Storia delle nuiti nella rendita anche le messe lo fu-
chiese sottoposte all' insigne collegiata di rono, vi sono due altre lapidi. Una dice,
s. Ilaria inCosmedin,t. i ,c. 1 3,edal Boni- che mg. Giuseppe M.* Contessini arcive-
'^

belli, Eaccolta delle immagini della B. scovo d' A lene (poi elemosiniere dìP\o VI)
Vergine, t. 4» P- ^^7' Si chiama questa benedì la cappella a'2 gennaio 1774- L'al-
chiesetta la Madonna de' Cerchia moti- tra dichiara chePio VI a'7dicerabrei78
vo del silo, poiché trovasi nella via omo- fece privilegialo l'unico suo aliare. 1 be-
lìitna che conduce a Porta s. Sebastiano nefattori neli85o la restaurarono. Ami-
nella valle tra Monti di Roma, Aventi-
i camente era l'oratorio patronato de'no-
no e Palatino, ov'era il sontuoso Circo bili Cenci, ora é de' nobili Sampieri, e de-
Massimo destinato ai pubblici spettacoli, gli eredi de'nobili Maccarani, i quali no-
massime ai giuochi circensi, /w<5?i Circen- minano l'eremita, che approva il cardinal
ses. L'immagine della Madonna che ivi vicario.
si venera col Eambino in seno in atto di SCOPELO. Sede vescovile della dio-
benedire colla destra, lenendo nella sini- cesi di Tracia, nella provincia d'Emimon-
stra un fiore, è dipinta sul muro. Essa era te, sotto la metropoli d'Adrianopoli, eret-
sulla paretedella propinqua strada, vicino ta nel IXsecolo. Ebbealcuni vescovi gre-
alla Chiesa di s. Anastasia. \]n ebreo giuo- ci ed altri latini. 11 i."de'vescovi greci fu

candocon altri suoi correligionari a bocce s. Regino zelantissimo difensore della fe-
in quel silo, per le perdite che faceva nel de cattolica, che patì il martirioin tempo
giuoco o per altro diabolico incentivo, sa- di Giuliano Apostala. Suoi successori An
crilegamente scagliò una boccia in fronte rono Rubino, che assistette al 7.° conci-
alias. ImmagÌDe,donde miracolosamente lio diFozio, e gli altri riportati dall' Ortensi
ne Compresi d'orrore alcuni
uscì sangue. chrìstianus l.i,p. 1 185. Nelt. 3, p. 965
cvisliani che videro tanta empietà, si get- sono registrali vescovi latini, Giovanni
i

tarono sull'ebreo per punirlo, ma egli da- di Costanza domenicano del 3076 mor- 1

tosi alla fuga presso delta chiesa di s. A- to nel i32i, cui successe Giovannidello
nastasia, fu terribilmente puiiilodalla di- slesso ordine. Per altra sede vescovile di
vina vendetta, poiché all'ini prov viso aper- Scopelo,vediSciATO, al quale vescovato fu
tasi la terra l'ingoiò e seppellì. All'orrore unita, ed esisteva in Scopelo isola dell'Ar-
del fatto commossero tuUi romani, a
si i cipelago; ma Le Quien vi ripetè ve-
il p. i

reintegrare la vilipesa s. Immagine con scovi che con lui ho riportati di sopra, nel
onorarla,ed alcuni più di vóti eressero l'o- t. 2,p. 1 18. Nell'isola vi é un vescovo gre-
dierna cappelletta o oratorio,ove decenle- co, con chiese, oratorii e conventi.
menle la collocarono, e Dio per glorifica- SCOPIA o SCOPI o USK.UP ( Sco-^
re Maria ss. ne fece del luogo una fecon- pien). Città arcivescovile della Mesia su-
da vena di grazie, come si vede dai nurae- periore, nella diocesi dell'llliriaorìentale»
VQsissimi vQti e dalle tabelle votive appe- ora della Turchia europea, già dalla Ser-t
234 SCO SCO
via principato tributario della Porla ot- sono rcgìslrati i seguenti vescovi e arci-
tomana, compresa nella Romelia, capo- vescovi latini, poiché in Scopia vi è pure
Iiiogodelsangiaccatod'Uskup. K situata un arcivescovo greco scismatico, e vi abi-
airestremitàcQeridionaledellaServia,siil- tano molti turchi, come nell'arcidiocesi.
le fronlieredellaMacedonia, in riva airU- Cenedelto Xlll nel 17 28 nominò vescovo
skup che Patirà versa e che quivi si gelta Michele Summa. Benedetto XIV ripri-
nel Vardar, a 38 leghe da Sofia. La bel- stinò la sede arcivescovile, ma senza suf-
la sua posizione e la magnificenza degli fraganei , come lo è tuttora, quindi nel
edifizi le dare il nome di Fi-
aveano fatto concistoro de*23 settembre 1743 preco-
danzala dellaGrecia. Contiene parecchie nizzò per arcivescovo Gio. Battista Nico-
moschee, chiese greche, belli passeggi, ed lovich Gasasi, di Giacova o Jacova città
un orologio ch'è uno de'più considerabili della Servia. Clemente Xlll nel 1708 fe-
della Turchia, che giorno e notte suona ce arcivescovo Matteo Masserechjdell'ar-
le ore in modo che si ode due leghe al- cidiocesi di Scopia. Pio VII nel 8 1 6 creò 1

l'intorno. Dalle sue rovine si vede che fu arcivescovo Matteo Granisch. Gregorio
già grande, essendo circondata di tombe XVI, dopo sede vacante, nominò arcive-
e avanzi di edifizi greci e turchi. E' fab- scovo a'3o luglio 1 833 l'attuale rag.*' Pie-
bricatasopra terreno ineguale. Nella par- tro Sciali; quindi fece a'24 giugno 1839
te ovesljche il Vardar bagna, sorge sopra vicario generale colle facoltà di vicario a-
una coUina,che signoreggia le case,un vec- postolico d. Gaspare Crasnich, al quale ob
chio castello colle mura cadenti, ed ove bligò l'arcivescovo cedere governo del- il

tullavolta si tiene un presidio. Fu anti- l'arcidiocesi. A'3o settembre 1 845» Gre-


camente metropoli della Dardania, poscia gorio XVI,in vece di detto vicario, elesse
amministratore apostolico l'odierno mg.
"^
capitale e metropoli del regno di Bulga-
ria, all'epoca in cui i bulgari si conver- Urbano Bagdanovich de'minori osservan-
tirono alla fede di Gesù Cristo, e prima ti, che dichiarò vescovo diEuropus in par*

che fosse capitale dello stesso regno Acri- tihns. Secondo le ultime notizie, ecco lo

da o Ocrìda[V.). Scopia fu eretta in sede stalo dell'arcidiocesi.Dopo l'invasione che


\escovile e metropolitana nel secolo V, ed fecero! turchi della Servia, le chiese fu-
ebbe a sufTraganee le sedi di Pesch o Pe- rono convertite moschee, il palazzo ar-
in
chia, Pristina, UlpianooGiuslinianaoPri- civescovile, come ancora quasi tutti be- i

zeren, Dioclezianopoli e altre; quindi nel caddero in potere del go-


ni ecclesiastici,
secolo Xlll fu trasferita aPechia,cheCom- verno turco, e del palazzo ne fece la re-
manville chiama primate di Servia (^^.). sidenza governativa. L'arcivescovo riceve
1 1
.° vescovo di Scopia conosciuto è Pare- annui scudi 200 dalla congregazione di
gorio, che sottoscrisse la lettera del con- propagandayii/e,edaltresomme per prov-
cilio di Sardica alle chiese. Gli successe vedere le parrocchie , ed è decorato del
Orsicino, il qualesottoscrisse la lettera al- pallio dalla s. Sede non ha stabile per-
:

l'imperatore Leone, suU' assassinio di s, manenza, e nel i843 risiedeva in Prifi-


Protero d* Alessandria. Gli altri vescovi rendi. In progresso di tempo si riapriro-
si ponno vedere n^WOriens chr. t. 3, p. no le chiese cattoliche, e prima per man-
1 138, e sono: Giovanni, fr. Federico de canza di esse si celebravano i divini uffi-
Pietersberck francescano nominatodaCle- zi nelle abitazioni de' parrochi nelle pro-
jnenle VI neh 35 1, Ermanno; neli4oo prie cappelle; ma non vi sono pubblici sta-
Bonifacio IX Antonio di Tera-
elesse fr. bilimenti ecclesiastici. Il clero è scarsissi-
iio francescano; Innocenzo nel 1649 ^^' X mo, e si compone di preti nazionali e dei

ce vescovo fr. Giacinto Macripodanusdo- religiosi francescani riformati col loro pre-
ineuicano di Scio. Nelle ISolizie di Roma fetto apostolico, e dimoranti in Giacova.
SCO SCO 235
1 callolici ascendono a circa 8000 nelle teressanli del pontificato, con tale auto-

y parrocchie di Piislenoo
l'risnero o Pri- rità, che die aconsegna l'anello pi-
lui in

indi (forse Prizeren già sede vescovile


fii scatorio, affinchècon esso segnasse a suo
dal IV secolo, o Pristina che lo fu nel beneplacito brevi pontificii. Stando in
i

Xlll), che possiede due vigne, e abhrac- Padova fondò un monastero per le fem-
eiamolte ville; di Simbi che gode un ter- mine penitenti, come l'altro che avea isti-
reno lavorativo, e nella sua giurisdizione tuito in Venezia. A*3 agosto 1559 lo sles-
contiene molti villaggi; di Sogagrii;diGia- so Papa lo trasferì al vescovato di Pia-
cova, più numerosa di cattolici, da cui
la cenza, quindi Pio IV si prevalse di lui in

dipendono molte terre, ed al cui parroco Ruma nel governo della chiesa , e negli
appartengono due prati; di Jagnevo, che affari del concilio di Trento, sui quali vol-
gode una piccola vigna; di Sanagora ossia le sempre sentire il suo savio parere, ed
Montenegro, che ha due terreni lavora* inoltre lo annoverò Ira'cardinali deputati
tivi, ed alcuni prati cui frutti percepiti
i alla riforma del messale e breviario ro-
dal parroco l'obbligano alla soddisfazio- mano, pe'quali motivi dovette sospende-
ne delle messe; la 7.^ parrocchia è quella re il personale governo della sua diletta
di PejaoPeschia,ove un tempo fu trasfe- chiesa e tornare in Roma nel 1 56 1 . Mor-
rita la sede arcivescovile e fu esarcalo di to Pio IV, alla cui elezione erasi trovato
Albania, al dire di Commanville, com- presente, essendosi già recato nella dioce-
prendendo nelle sue dipendenze alcune si, non riuscì ai cardinali Farnese e Fer-
ville. reri, che avviandosi pel conclave passaro-
SCOTTI Gian Bernardino, Cardina- no per Piacenza, d'indurlo a seguirli, per-
le. Nacque in Magliano di Sabina, di fa- chè si proponevanodi promuovere la sua
miglia nobile e assai distinta, che già Ho- esaltazione al pontificato, reslandoimmo-
jiva 4 costume,
secoli addietro, d'illibato bile a vegliare nella cura del proprio greg-
di matura prudenza, eminente dottri-
di ge, non meno colla parola che con l'esem-
na, e di profonda e vasta erudizione. Es- pio. Eletto appena s.PioV, lo richiamò
sendo avvocato concistoriale, ad oggetto in Roma, e tosto lo ascrisse tra i cardina-
di potere con maggior quiete dedicarsi al li supremi inquisitori della fede, e l'inca-
divinservigio,e tutto impiegarsi neglistU' ricò degli affari de'greci e degli orientali,
di sagri, nel 1 525 abbracciò l'istituto dei nella quale occasione rinunziata nel luglio
teatini, e per uno de'primi ne ricevè l'a- 1 568 la chiesa di Piacenza, che non pote-
bito dal confondatore Caraffa poi Paolo va più governare per se stesso, attesa la
IV, Perito com'egli era nelle lingue gre- sua dimora in R-omaeTetà ormai caden-
ca, ebrea e caldaica, fu al nascente ordi- te, s'impiegò in aiuto della s. Sede, alla

ne di gran lustro e decoro. Paolo III l'as- quale colla prudenza, dottrina e valore
segnò per compagno a Lipj)Omano vesco- recò non mediocre vantaggio. Finalmen-
vo di Verona, spedito nel 548 nunzio in 1 te pieno di meriti e di giorni passò all'e-

Germania per rilevantissimi affari. Ritor- terna vita in Roma pressoché nonagena-
nato da quel viaggio, mentre già aggra- rio nel1 568, sinceramente compianto da

vato dagli anni stavasi in Venezia, inteso s.Pio V, e fu sepolto nella basilica Ostien-
agli studi e alla preghiera. Paolo IV lo se con brevissima iscrizione, che riporta
chiamò a Roma e contro sua voglia nel lo Sperandio i\q\\^ Sabina sacra , p. 283,
i555 lo dichiarò arcivescovo di Taran- nella tomba che vivendo erasi apparec-
to, e poco dopo a' 20 dicembre lo creò chiata, e colle parole greche di s. Marco ;

cardinale prete di s. Matteo inMerulana, Non mortiius est, sed dormii.


protettore della chiesa orientale e della SCOTTI Bernardino, Cardinale. No^
nazione greca, e gli alHdò gli affari più io- bile milanese de' conti del suo nome, di
a36 SCO sco
acuto e sublime ingegno, di profondo di- rati, largo e generoso co* poveri, e in sin-
scerniaieulo, aggregato nel collegio degli goiar maniera con que'sacerdoti, che cac-
avvocati di Milano nel 1 680, e provvedu- ciati dalla Sicilia per la difesa della liber-

to delle abbazie di s. Gio. nel Deserto e tà ecclesiastica, eransi come in un sicuro


di Gottardo di Modoezia^ condottosi io
s. asilo rifugiati in P^oma. Estese la sua be-
Roma fu da Innocenzo XI fatto avvocato neficenza verso le chiese, nella restaura-
concistoriale, nel quale impiego si die a zione delle quali impiegò molte migliaia
trattare le cause de'sanli, nelle quali si ac- di scudi, e tra le altre in Pioma a quella
quistò credito di eccellente avvocato. A- di Maria de'MiracAli lasciò tendile con-
s.

lessandro Vili lo diede per uditore al car- siderabili, ed in quellasontuosa di s. Car-


dinal Oltoboni suo pronipote, eammesso lo delia nazione milanese eresse con gran
tra'prelati della curia romana lo fece po- spesa e magnificenza un nobile altare al-
nente poco dopo segretario
di consulla, e lostessosanto.Somme assai maggiori con-
della congregazione delle acque. Innocen- tribuì e somministrò per soccorrere i ve-
zo Xll lo avanzò a votante di segnatura, neziani nella guerra di Corfti,e molle altre
quindi ad istanza dell'arciduca poi Car- per quella degli svizzeri. Finalmente co-
lo VI ebbe luogo tra gli uditori di rota ni 'erasi mostrato amorevole co'poveri in
per la nazione tedesca, ed annoveralo tra vita, lo fu in morte ancora, avendo loro
i consultori dell'immunità e de'riti. Cle- lasciato quanto avea; e dopo aver favo-
mente XI nel 1702 lo assegnò per data- rito col suo suffragio le elezioni d'Inno-
rio al cardinal Barberini legato tì! Intere cenzo XlIlediBenedettoXIII,fudalSi.
a Filippo V redi Spagna condottosi a Na- gnore chiamato in Roma a' 6 novembre 1

poli, e colla slessa carica si accompagnò 1 726, d'anni 7 non compiti, a godere il
i

nel I 7 1 1 col cardinal Imperiali legato a frutto di sue virtuose operazioni. Trovò
laltre in Milano al memorato arciduca perpetuo riposo in detta chiesa di s. Car-
d'Austria divenuto imperatore. Inoltre lo, avanti la porta laterale a sinistra del-
Clemente XI, conservandogli l'uditorato la maggiore, in una tomba della nave de-
di rota, nel i
7 1 1 lo nominò governatore di stra con lapide fregiata del suo stemma,
Roma e vice-camerlengo, ove tostosban- con l'insegne cardinalizie e con semplice
di le concussioni, i furti, i ladronecci, gli epitaffio. La di lui memoria fu pure rin-
omicidii; poscia a'29 maggio 7 1 5 ne 1 ri- novata nella chiesa delle cappuccine di s.

com pensò i ineriti e lo creò cardinale e Urbano, ove le monache per gratitudine
pubblicò 6 dicembre prete di s. Pietro
a' 1 e riconoscenza agl'insigni benefizi ricevuti
Monlorio venendo ascritto pressoché a
, da lui, eressero nel destro lato una lapi-
tutte le congregazioni di Pioma, comprese de che ne contiene l'elogio.
quelle del s. offizio, de'riti , del concilio, SCOTTI GALLERATI Gian Filippo,
di propaga ndayfr]?e. Perseverò per due an- Cardinale. Nacque in Milano a' 25 feb-
ni nel governo dell'alma città nella nuo- braio I 747, dalla nobilissima famiglia dei
va dignità, con reputazione di porporato duchi del suo nome; dopo avere ricevuto
che ad eminente dottrina univa singola- l'educazione religiosa, civile e scienlifica
re integrità di costumi, onde riuscì assai che si conveniva alla illustre sua condi-
gradito ai Papi e in alta stima presso il zione, avendo trasporto di dedicarsi in-
8agro collegio, e parecchi cardinali lo vol- tieramente al servigio di Dio, fino dal-
lero per esecutore testamentario. Scelto la sua adolescenza rinunziò allo splendi-
da Clemente XI a prefetto della segna- dissimo suo patrimonio,e portatosi in Ro-
tura di giustizia, dimise il prò governato- ma ad offrirsi a disposizione della s. Sede,
rato. Nemico dell'avarizia e dell'interes- Pio VI l'ammise in prelatura, l'annoverò
se, si mostrò splendido e liberale co'lette- tra'protoDotari apostolici e ue'poneDli di
SCO SCO 237
consulta; quindi neliyS^ Tinviò inquisì- di Monte Lupone. Invasa Roma dai fran-
lorea Malia, a'24 seltembrei 792 l'elesse cesi imperiali, il cardinale, come Pio VII
arcivescovo di Sida in partibus e nunzio ed i colleghi, fu deportalo; perciò venne
di Firenze, donde ben presto
promosse lo nel 1 8og obbligato di andare aParigi,don-
a nunzio di Venezia, e fu l'ultimo nunzio de nel 1 8 o fu rilegato a Sedan, per non
I

di quella celebre repubblica. Cessando e- avere voluto assistere al 2.'' matrimonio


gli per la sua estinzione e ricomposte al- diNapoleone 1, in seguilo trasferitoaChar-
quanto le cose politiche. Pio VII aglii i leville, ciò che pure rimarcò l'ab. Bello-

agosto 800 lo volle a suo maestro di ca-


1 mo, Continuaz. della storia del Cristia-
mera, ed a'23 febbraio 1 801 ne premiò nesimo^ t. 2,p.57;sofrrendo conseguen- i

le belle doti, e l'onorifica e lodevole car- ti patimenti con pazienza e mirabile for-
riera concrearlo cardinale dell'ordine dei tezza d'animo. Ne'primi del 1 8 1 4 essendo
preti, poi conferendogli per titolo la chie- statopermesso ai cardinali di portarsi da
sa di s. Alessio, donde passò a quello di Pio VII a Fontainebieau, vi si recò an-
s. Prassede, il quale ritenne in commen- cora il nostro porporato, e poscia fu man-
da, allorché divenuto i.^dell'ordine dei dato a Tolone , come riferisce Pistoiesi,
preti cardinali residenti in Roma, otto e Fita di Pio VII^ t. 3, p. 1 75. Terminate
conseguì quello di Lorenzo in Lucina. s. nell'istesso anno le funeste vicende poli-
Sì legge nel n.°i84del Diario dilìoma tiche, tornando in Roma Pio VII, il sa-
1 802, che avendolo il Papa nominato vi- gro collegio ed il cardinale, il Papa lo no-
sitatore apostolico dell'ospedale di s. Ma- minò arciprete della patriarcale basilica
ria della Consolazione, vi si recò formal- Liberiana, indi prefetto dell'economia di
mente a prenderne possesso, visitando la propaganda/zr/e.Riporla il n.° 8 i delD/rt-
chiesa, edopo la lettiua del breve di de- rio di Roma 18 19, che in seguilo di re-
putazione, mentre sedeva in trono in una pentina malattia, passò agli eterni riposi
stanza all'uopo addobbata, passò a visi- a'7 ottobre il cardinale, in un casino di
tare l'ospedale e gl'infermi, a' quali fece campagna de'nobili Gualtieri suoi affini,
distribuire un paolo per ciascuno, e nella presso Orvieto, d'anni 73 non compili.
seguente domenica fece dare un pranzo a Questa improvvisa perdila cagionò gran-
tutti i giovani studenti e inservienti del- de rammarico in tutti coloro che dappres-
lo slesso ospedale. Il Papa successivamen- so aveano ammirato le di lui virtù cri-
te gli conferì posto nelle congregazioni del- sliane, l'innocenza de'costumi e la somma
la visita apostolica, vescovi e regolari, im • religione. Nel n.°83 dello stesso Dianosi
munita, propaganda fide^ ceremoniaie e leggono gli onori funebri resi in Orvieto
indulgenze; non che dichiarò protettore al cardinale. Alla porta di quella città fu
della chiesa e arciconfralernitade'ss. Am- ricevuto il cadavere circondato da nume-
brogio e Carlo di sua nazione, dell'arci rose torcie sostenute dai confrati, e dal
confraternita dell'Assunta in s. Maria dei clero secolare e regolare con candele in
Miracoli, e di quelle de'ss. Angeli custo- mano. Processionalmente venne condot-
di, di Maria della Neve, di Gesù flagel-
s. to alla cattedrale, al cui ingresso si trovò
lato alla Colonna in s. Prassede, come pu- a riceverlo formalmente il vescovo mg.^
re delle confraternite dell'adorazione del Gio.BattistaLambruschini,indilespoglie
ss. Sacramento, e di s. Antonio della Bu- mortali furono situate sul maestoso tu-
ca, in Firenze; di più fu protettore de'mo- mulo pontificalmente vestite, e nel dì se-
nasteri di s. Marta, e del ss. Bambino Ge- guente dopo r ulficio de'defunti e la ce-
sù di Roma, nella cui chiesa consagrò mg.** lebrazione di continue messe, il vescovo
Zen nunzio di Lucerna in arcivescovo di pontificò quella soIennedire^M/ewjaccom-
Calcedonia, e del monastero di s. Chiara pagnata dai cantori della chiesa, coli'as-
238 SCO SCO
sislenza di tulli i capilolari. 11 caJavere lenlrlonale dell'Isola maggiore dell'arci-
temporaneamenle ivi fu deposto, fìncliè pelago Britannico, ed è circondata al nord
Tenne traslocato inRoma, etumulato nel- e all'ovest dell'Oceano Atlantico, all'est
la suddetta chiesa de'ss. Ambrogio e Car- dal mare del Nord o d'A lemagna, e al sud
lo, sotto la cupola avanti l'altare maggio- dall'Inghilterra, che ne viene divisa me-
re,oveil fratello duca Carlo gli eresse una diante lo stretto di Solvi^ay una catena ,

nobile lapide, ornata dello stemma gen- di monti, ed ilfiume Tvreed il gruppo :

tilizio e con iscrizione di elogio, che dice dell'isole di Shetland trovasi in latitudi-
quanto ho di sopra espresso. ne più boreale. La sua maggior lunghez-
SCOWMBERGH Pietro, C^r^/Vi^/c. za dal nord al sud è di 1 1 5 leghe, e la va-
Nato da nobili genitori nella diocesi d'Er- ria larghezza progredisce dalle 12 fino al-
bipoli in Franconia, fu fatto prima cano- le 60. Si valuta poi la sua superficie dai
nico diBamberga,quindi nel i42odaMiU'- geografi inglesi a 2,009 'eghe quadrate;
1

tino V vescovo di A ugusta.Recatosi al con - ma la parte propria all'agricoltura non


cilio generale di Firenze, in esso Eugenio eccede le 5ooo. I 3 arcipelaghi delle Or-
IV a' 1 8 dicembre 439 1
lo creò cardina le cadi, delle Ebridi e delle Shetland fui-
prete de'ss. Gio. e Paolo, donde passò al- no parte integrante del reame scozzese.
l'altro titolo di s. Vitale sotto Nicolò V, La naturale divisione della Scozia i geo-
allorché si portò in Roma nell'anno santo grafi l'eseguiscono in 3 parti. Lai." piti
i45o. Chiaro per dottrina ed eloquenza settentrionale termina con una catena di
che avea acquistata nell'università di Bo- laghi, che dallo stretto di Murray nell'est
logna, e pel pregio d'una straordinaria attraversa tutto il paese sino all'isola di
saviezza, era intervenuto prima al conci- Muli Canale Ca-
nell'ovest, e costituisce il

lio di Basilea , che abbandonò divenuto ledonio. Questa porzione noncontieneche


conciliabolo. Fu accettissimo all'impera- aride montagne, tranne qualche fertile
tore Federico 111, per cui servendosi dei valle lungo la costa settentrionale ed o-
suoi consigli, lo adoperò in parecchie am- rientale. La media o cenlralefinisceal sud
bascerie, nelle quali ridusse a concordia Forth e di Clyd, e col loro
cogli stretti di
il re di Francia, quello d'Inghilterra e il gran canale che li unisce , e pel quale i
duca di Borgogna. Lo stesso operòcol du- due mari del Nord e l' Atlanticosi congiun-
ca di Baviera, ch'era in discordia cogli ot- gono : tal canale fu schiuso alla naviga-
timati de'suoidominii. Dopo aver vissuto zione a'2 ottobre 1 822,dopo 8 anni di 1 la-

sino all'ultima decrepitezza, fu chiamato voro e la spesa d'un milione di lire ster-
all'altro mondo in Dilinga nel 1469, con line.Ancora questa divisione viene dai
fama di dotto, savio e generoso co'pove- monti intersecata, ed ha piccoli tratti col»
ri. Trasferito in Augusta, fu sepolto nella tivabili, adeccezione del ferace latoorien-
chiesa di s. Vittore, in un avello di mar- tale. La 3." parte, ch'è la più meridiona-
mo, che fu poi dai fanatici e crudeli ere- le, poco differisce dal suolo inglese, al qua-
tici manomesso e rovinato, e nel quale le è vicina, e vi si raccoglie segala, avena e
leggevasi un'iscrizione in versi. poco frumento. I terreni piani della Sco-
SCOZI A,iSco^/rt, Caledonia, Scoila nd. zia sono stali anticamente coperti di sel-
Uno de'due regni che comprende l'isola ve di querele e di abeti; il Lochaber, nella
della Gran Bretagna, della quale occupa contea d' Inverness, e la contea di Ross
la parte settentrionale, tra 54** e 39' (Muli sono presentemente le sole parti dove Irò-
di Galway),e 58 Sy' (capo Wrath) di la- vansi avanzi dell'antica selva Caledonia,
titudine nord, e tra 4°
9 (Peterhead), ed Sylva C^/^^o«/Vz,an ti eh issi ma foresta già
8° 27' (capo Ardnamurchan)diIongitu- assai coperta d'alberi altissimi: era se-
dineovest. Comprende tutta la parte set- parala dal monte Grampius, e racchi u-
SCO SCO 9,39
deva molte bestie feroci, e siccome una paese, viene distinto nelle così chiamale
gran parte del paese era coperta di bo- alle terre (ÌVìc^ìiìaììòs), classe /erre(Iow-
schi, gli antichi genericamente la chiama- lands). Nelle alte terre la catena più ri-

vano così. Il pino di Scozia vi è il più co- marchevole è quella de* monti Grampi,
mune, il larice vi riesce vantaggioso, altri che dal distretto di Cowal nella contea di
alberi dacostruzione non mancano. Dap- Argyle verso l'Atlantico si estende fino al
pertutto l'aratro dissodò quanto più po- territoriod'Aberdeeno Aberdon sul ma-
tè; ed in mezzo a quell'aspra contrada re d'Alemagna, donde prolunga una sua
non mancano pianure e valli eslese, fer- diramazione verso la provincia d'Inver-
tili e ben coltivate. I paesi bassi a pie dei ness. Qui Ben-Newis, creduto il
s'alza il

monti Grampi e nella divisione meridio- più grande della gran Brelagna,cui si dan-
nale sono coltivati con molta arte; il suo- no 600 tese d'altezza. Sulla estremità nor-
lo vi è sensibilmente migliorato, e dove dica trovansii grandi monti Ben-Ormoid,
prima non erano che magri pascoli, ora BenClyben e Ben-Giim, dietro i quali
siraccoglie abbondantemente grano, or- si estende la catena de'Paps. Nelle basse
zo, erba medica e navoni. La Scozia, ol- terre v'ha la catena di Pentland, che at-
ire detti prodotti, eziandio produce fie-
i traversa la contea d'Edimburgo, ed ac-
no, piselli, fave, pomi di terra, lino, ca- cerchia quindi l'altra di Peebles. Le ca-
nepa, ed in generale quasi tutte le specie tene di Kinnoul e diDunsinnan sono nel-
di produzioni dell'Inghilterra. L'arte dei la parte orientale della contea di Perth.
giardini vi fece molti progressi, ed abbon- Molte sommità s'incontrano distac-
altre
dantissimi vi si trovano i pomi. Le peco- cate une daliealtre, e che non appar-
le

re ed il bestiame grosso indigeno trova- tengono ad alcun sistema. Verso le fron-


no in questo paese di montagne, del qua- tiere inglesi finalmente sono i monti Ti-
le formano il principal capitale, buoni pa- viot, che invece di catena regolare ponno
scoli; tali animali nella specie sono più piuttosto chiamarsi una riunione d'altu-
piccoli di quelli d'Inghilterra, ma la car- re, le quali si estendono su diverse dire-
ne è reputata migliore. Il colley o vero zioni. Grande è il numero de' laghi che
cane da pastore, è pure particolare alla incontransi nella Scozia. Sonoordinnria-
Scozia; del resto gli animali domestici so- mente lunghi anziché larghi, e si distin-
no que'medesimi dell'Inghilterra. Quan- guono per la loro profondità. Il Lomond
to agli animali selvatici, sono meno nu- nella contea di Dumbarlon è il più bel-
merosi che non sieno stati , e parecchie lo, ed estendendosi pena leghe in lun-
specie già si estinsero; il bisonte, il lupo ghezza su circa 3 in larghezza, presenta
ed il castorenonesistonopiù; vi sono vol- da 3o vaghe isolette, nella maggior parte
pi, scioiattoli, lontre, gatti selvatici, ric- abitate e disposte in gradevole simmetria.
ci, cervi, capriuoli, lepri, conigli e altri Il Ness si ajiprofonda sino ai 35 braccia;
più numerosi animali. Ad eccezione del- ilTay, il Crey, il Leven e l'Awe sono do-
l'usignolo, la Scozia possiede quasi tutti po di questi più rinomati. Il Forili è il
i

gli uccelli canori dell'Inghilterra; anche principale fiume che percorre la Scozia.
gli uccelli domestici sono gli stessi; gli ac- Sorge nella parte settentrionale del mon-
quatici sono proprietà delle isole Orca- te Ben-Lomond, e si scarica nel mare di
di, s. Rilda e altre. Il plarenigau e il gal- Alemagna, dopo un giro sinuoso di 80
lo abbondano nelle montagne, le pernici, leghe, assumendo presso la foce il nome
i beccaccini, i pivieri lo sono ne* terreni di stretto di Forth. Segue poscia il Clyde,
bassi. Le varie diramazioni delle mon- che dalla contea di Lanark va a gettarsi
tagne caratterizzano particolarmente la neir Atlantico, formando un braccio di
ScGzia.Sotto questo aspetto considerato il mare che dicesi lo stretto di Clyde. Le sue
24o SCO SCO
sponde sono amenlssime, e vi $i ammira eie si trovano in
Iscozia. Il mylilus cy-
una cascala alla 84 piedi. llcanalecoslrui- gniiiseVanatinux ne'fiumì del nord dan-
to per unire questi due fiumi, ofTre nel no delle perle, le quali ma piccole si tro-
bel mezzo della Scozia agevole passaggio vano ancora in certe ostriche e mitoli co-
dall'uno all'aìlro mare. Il Tay, lo Spey, muni. II topazio è la più brillante tra le
il Twed sono fiumi minori, ma degni di pietre che abbia sinora offerto la Scozia,
considerazione. Vari golfi tagliano in piìl e giace ne'terreni più elevali, particolar-
luoghi le coste scozzesi, e facilitano cosi mente sulla sommità de'Grampi. Ilzafll-
raai^giormente le interne comunicazioni. ro, gli smeraldi s'incontrano in più luo-
Le baie di Glenluce e di Murray, di Cro- ghi; i dintorni d'Ely nella contea di Fife
niarty e diDornock, sono le più vantag- presentano il rubino e il giacinto aderenti
giose.Le spiagge marittime, laghi ed i i allo scoglio e misti alla sabbia sulla spiag-
fiumi abbondano di pesce. Per gran tem- gia. Non sono rare le amelisti, particolar-
po sono state le pesche delia costa occi- mente nelle montagne di Lochnagaridb,
dentale d'un' importanza generale nella nella contea d'Aberdeen; particelle di be-
Scozia : tra i pesci che si cercano per l'o- ri Ilo sono somministra te da'monli di Marr.
lio, si può citare la mola, la cui pescagio- I granati abbondano ne'paesi di monta-
ne occupa molto gli scozzesi; talvolta ven- gne, e le agate per ogni dove sono rocche
gono gettate delle balene sulle coste delle basaltiche. Assai abbondante è il diaspro,
OrcadijdelieShetlandedelleEbridi; nel- giacché s'incrosta nelle fabbriche di pie-
le sue coste si eseguisce lapescagionedel- tra da opera, ma se ne distinguono spe-
le aringhe, e partono periodicamente le cie colle quali si fanno graziosi ornamen-
sue spedizioni per quella del merluzzo ti e anelli. 11 Cairngorm, picco elevatis-
nelle secche di Terranuova, e per l'al- simo de'Grampi, diede il suo nome al cri-
tra delle balene nelle terre Artiche. Po- stallo di rocca che nasconde, e che trova-
polano i fiumi, trotte, salmoni, anguille, si abbondantemente sul ramo di cui fa

ec. 1 minerali ed i fossili sono di specie parte e che copre la contea d'Aberdeen.
assai svariate in Iscozia; vi esistono l'oro Havvi della calcedonia nella contea di Fi-
e l'argento. Sotto i regni di Giacomo IV fe. Il granito compone la maggior parte

e di Giacomo V si sono utilizzate minie- delle montagne del nord e del sud, e qiiel-
re considerevoli di delti metalli, e gli ar- lo diBen Nevissi paragona al granilo e-
chivi fanno fede della fabbricazione di giziano; a Portsoy, nella contea di Banif,
1,200,000 franchi di monete d' oro del se ne trova una varietà che chiamano ta-
paese nella zecca di Scozia. Si sono scava- vola di Mosè, perchè quando è lustrata
te miniere d'argento ne'monliOchils} pre- presenta caratteri ebraici sopra un fondo
sentemente questo metallo piìi non si e- bianco. La Scozia possiede inoltre molti
strae da miniere speciali; se ne trae un fossili curiosi; si potrebbe dire altresì che
poco dalla miniera di piombo che sommi- vi notano molte traccie di eruzioni vul-
si

nistrano i Leand hills. Il ferro è abbon- caniche, tra le altre le colonne basaltiche
dante; in alcuni siti si è scoperto del ra- di Staffa. Per così dire, innumerevoli vi so-
me, del cobalto, del bismuto, del man- no lesorgenti termali Mollai, Peterhead, :

ganese, mercurio ec. carbon fossile ab- 11 Dunse,Aberbrothickealtri luoghi nehan-


bonda nelle divisioni meridionale e cen- no di notabili; Mollate s. Bernard's-well
trale. Trovansi ovunque in quantità gran- presso Edimburgo posseggono sorgenti
dissima la pietra calcarea, la pietra d'o- solforose. Altre fonti zampillanti da letti
pera, e l'ardesia che rende immensa quan- calcarei divengono petrificanti alcuni si- ;

tità di calce; si scava anche del marmo. li delle contee d'Aberdeen, di Lanark e
Le pietre preziose di quasi tutte le spe- d'Ayr ne offrono esempi.
SCO SCO 24c
Il clima è vario nella sua temperatura, e le stoviglie, la carta, i vetri vanno ognor
e sebbene l'aria sia in più luoghi per tre pili prosperando ; ricercate sono le sca-
parli dell'anno fredda e pungente, pure tole per tabacco. Assai seguita è ne'portì
rimarcasi generalmente la quantità enor- la costruzione delle navi, e quanto è ne-
me della neve che cade, e non l'eccesso cessario agli usi della vita si fa nel paese.
di rigore nella stagione. La sanità perfetta Verso la metà del secolo passato furono le
poi di che godono gli abitanti, prova ab- sue relazioni commerciali estesissime, tra
bastanza purezza dell'atmosfera che vi
la i porti della costa orientale, ed i diversi
si respira. L'industria nazionale cerca in stati che fronteggiano il Baltico; Leilb,
questa contrada di vincere la natura, per- Dundee, Aberbrolhick, Montrose, Aber-
fezionando la coltivazione delle terre, e deen, Peterhead, Banfi ed Invernessw so-
si dispiega con maggior profìtto nelle ma- no ancora gli emporii di questo commer-
nifatture e nel commercio. Imitatori de- cio, che molto è cresciuto specialmente
gl'inglesi, a'quali sono politicamente con- colla Russia. Porta la Scozia ai delti stati
giunti, gli scozzesi si studiano di lodevol- derrate coloniali ed prodotti delle sue
i

mente emularli, dedicandosi a tutti i gene- manifatture, in cambio di materie prime,


ri d'industria. Ha la Scozia ottime fabbri- cui non possedè in bastante abbondanza.
che di tela, e quelle de'panni pure fiori- Gli stessi porti trafficano colla Spagna, il

scono; particolarmente lavorasi nella con- Portogallo, il Mediterraneo e il Canada,


tea di Forfar canape e lino in varie guise, ed il resto dell'America quelli della costa
spedisce all' Indie occidentali bianclierie occidentale. La Scozia ha le sue strade
da letto, e somministra tele alla marine- ferrate. Edimburgo viene unito alle stra-
ria britannica. In essa e in altre contee ge- de ferrate inglesi, per mezzo d'una fer-
neralmente fu introdotto l'uso delle mac- rovia lungo la parie orientale di Scozia.
chine a vapore per le filature, che por- Glasgow nello stesso modo, per mezzo di
tarono ad un alto grado di perfezione la una strada ferrata nella parte occidentale.
fabbricazione degli articoli di cotone, co- Queste due città comunicano fra di loro
me mussoline, veli, linoni e altri articoli per una strada ferrata, e da questa par-
d'un gusto delicato e semplice, che fu imi- tono innumerabili ramificazioni a tutte le

tato da altre nazioni, massime le opere a città e villaggi della Scozia centrale. Da
quadrelli originate forse da quanto poi di- Edimburgo a Glasgow si va ad Aberdeen
rò. Il filo di cotone è d' un uso genera- per istrada ferrata. Da Aberdeen ad In-
le e si esporta all'Indie occidentali : Gla- vernesssi sta presentemente lavorando la
sgow, Paisley e i distretti circostanti so- gran strada ferrata settentrionale. Da A-
no il centro della fabbricazione di tali ar- berdeenaBallatersi sta facendo una strada
licoli.La stampa del calicoté pure un ramo ferrata, la quale terminerà nelle vicinanze
importantissimo d'industria per la Scozia, di Balmoral, palazzo di villeggiatura del-
E'd'uopo mentovare del tutto particolar- la regina in Iscozia. E la Scozia divisa in
mente le fucine di questo paese quella : 33 contee, delle quali ecco i nomi. Di-
di Carron, presso Falkirk, è il massimo visione settentrionale. IsoleOrcadi e Shet-
stabilimento di tal genere in Europa; non land, Cai theness,Sulherland, RosseCro-
solo vi si estrae il ferro dalla miniera, ma marty,Inverness. D/Vi5iO/2ece/*^r^Zeo/7ie«
vi riceve eziandio tutte le possibili for- dia. Nairn, Elgin o Murray, Banff, Aber-
me. Sono l'America e le colonie dell'im- deen, Rincardina, Forfar, Perth, Argyle,
pero britannico i principali mercati do- Bute,Dumbarton,Stirling,Clackmannan,
ve si porta la chincaglieria scozzese; e la Rinross, Fife. Divisione nieridionale.L'm-
Scozia lavora pure in tutte le foggieil le- lithgo w,Edimburgo o Mid LothiaUjHad-
gno. La sua birra confondesi coll'iuglese, dington, Berwick, Roxburgh, Seikiik,
VOL. LXII. i6
24^ SCO SCO
Peebles, Lanark, Renfrew, Ayr, Dum- gli slessi che vi erano tra il barone e suoi
i

frics,RirkcundbiÌ8lit,Wiglon.]\eli85r servi feudatari in altre parti di Europa.


la popolazione della Scozia soaimava a La lingua,costumi ed il vestire delle due
ì

2,870,784,0106 uomini 1 ,363,622,donne classi,montanari e abitatori della pianura


1,507,162. Jl computo del 18 12 ascese differiscono essenzialmente; il gaelico o
a' 2,960,784, ossia maschi i, 363, 62 2, gallese essendo l'idioma volgare de'mou-
femmine 1,597,162. Quando nel i845 lanari. La parte nord estdella Scozia con-
pubblicai r ailicolo Inghilterra, trovai serva il celtico idioma, che chiamasi ga-
che si conlavano inlscozia 2,700,000 a- lish,\a parte dell'est e del sud adottò la lin-

bitanti circa, laonde significante ne fu gua inglese, e nell'estremità nordica non


rÌDcremenlo. La popolazione si divide or- che nell'isole dipendenti si hanno tracce,
dinariamente in due classi, gli hìghlander specialmente nel basso popolo,della lingua
(monlanari),ed ìlowlander {^nhìtaioiì del- germano- scandinava norvegese. Credesi
la pianura); abitano i primi la parte set- che la lingua degli antichi scozzesi sia la

lenlrionale^ gli altri la parte meridionale. stessache ora parlano contadini d'Irlan-i

Il popolo scozzese da altri in quattro beu da (A^.) ed montanari della Scozia, con
i

diverse classi \iene diviso. Anticamente poca varietà inlrodollasi dal tempo. Essa è
vi er(\no\lairds ograndi proprielari,capi riguardata come un dialetto della lingua
òeclan o clans o tiibti,i quali dopo che degli antichi celli, quali, secondo Pellou-
i

la Scozia non esiste più come regno se- lier e Mallet, si sparsero dalla Scizia asia-
parato,raramentesoggiornavano nelle lo- tica per quasi lui la l'Europa. Quelli che
ro terre. Seguono i lacksmen ^va vassalli rimarcano l'esistenza dell'anlico dialetto
ereditari, ed ora grandi fìttaiuoli. Ai me- scozzese Ira'contadini irlandesi e i monta-
desimi iew^owo ò\t\vo\siihlenenly o sub- nari dellaScozia,sono di parere, che sebbe-
affittuari. Pretendono alcuni geografi ,
ne gli scozzesi sono distinti dagl'irlandesi

che ultimi e forse più numerosi sienoi nelle operedi s. Patrizio apostolo d'Irlan-
quelli che chiamano gli 5C^//rtg:5,servi pre- da e in altri antichi monumenti, e benché
diali e attaccati alla gleba, su'quali an- poche cognizioni si hanno sulla loro vera
ticamente i lairds, ed ora i tacksmen gra- origine, pure quello che può dirsi più ve-
vitano il loroorgoglio; ed aggiungono che rosimile si è, che questi popoli usciti da
negli ultimi tempi Buchanan perorò in qualche nazione barbara e guerresca, si
loro favore, perchè essendo la filantropia piantarono nell'Irlanda lunga pezza in-
inglese benemerita degl* infelici Schiavi nanzi all'arrivo di s. Patrizio, ed almeno
(/^.), sia nell'alleviare i mali della schia- la storia dice che vi si stabilirono nel IV

vitù de'negri nell'Indie occidentali, sia per secolo. Quindi molte colonie di questi po-
abolirnedel tutto l'infame tratta e merca* poli passarono poscia in Iscozia laonde ,

lo della carne umana, provvedesse altresì per molti secoli gli abitanti d'Ii landa fu-
alla sorte di questi esseri, che tanto stret- rono detti scozzesi e irlandesi, ed il dia-
tamente le appartengono, nèerano meno letto de'primi restò in parte de'secondi:
di quelli alla fame, al disagio,alIe battitu- poi riporterò altre opinioni sull' idioma
re dannati. Dicono inoltre, che la sorte lo- scozzese e altro relativo al narralo. iNo-
ro però diviene ogni giorno migliore, e l'a- tai già a Inghilterra che l'emigrazione
bolizione avvenuta nel 1 753 delle giuris- dall'Irlanda nella Scozia è contrastala, al-
dizioni ereditarie feudali, fu la sorgente cuni l'arameltono, altri la negano, e che
della prosperosa situazione del regno. Cer- il nome di pitti appartiene non a questa
to poi è che la schiavitù non si è mai verifi- colonia, se realmente venne, ma ad un
cata nella Scozia. I rapporti tra il capo del popolo distinto e molto antico, che nei
clan eia sua tribù sodo stati presso a poco primitivi tempi trovavasi esso pure nella
SCO SCO 243
Scozia. Serva questa avvertenza anco per conservarono l'abito romano,conveniente
lediverseopinionichepoiindicIieròsLill'o- alla natura del paese ed alla guerra; era
rigine degli antichi 6bo//, popoli della Ca- una specie di cotta o gonnellino leggero
ledonia, nome antico e prioailivo di que- di lana che copriva le coscie,un plaid o
sta contrada. Si dicono questi scoti simili mantello con cui si avvolgevano come in
ai bretoni nativi di questa provincia, ed una toga, ed un berretto; la calzatura era
abitavano la parte occidentale della Ca- un piccolo coturno greco tali foggie usa-:

ledonia. Furono barbari, bellicosi, robu- rono eziandio ne' reggimenti delle loro mi-
sti, instancabili, sobri, e di costumi puri e lizie. Sempre armati di pugnale o di pi-

semplici. Gli scoli annegavano gli ubbria- stole, trovavansi in ogni tempo sulle di-
coni ed i ghiottoni; sotterravano vive le fese. Allorché que'loro capi mettevano li

moglie infedeli, sequestravano gl'infermi, in campagna, andavano armati di lunga

mutilavano gì' infetti di malattie conta- spada, d'una daga, d'un moschetto e di
giose per arrestarne la propagazione. Do- due pistole; la cavalleria era il solo nemico
po avere gli scoti soggiogato i pilli che a* che temessero. Appena terminato il com-
bitavano all' est della Caledonia, i sasso- battere, si disperdevano e tornavano a ca-
ni li cacciarono dalla Scozia, come anche sa loro a spartire il bottino. Il capo d'un
i pitti che rientrarono nella Gran Bre- clans porta il pugnale e le pistole da fi-
tagna. Non è più che circa un secolo, che libustiere, ha il berretto da cacico, il man-

le montagne della Scozia trovavansi nello tello allacciato alla greca, i calzari di stof-
stesso sta to che l'Inghilterra avanti la con- fa a quadrelli (la quale, come tutti gli al-
quista Ae Normanni (/^.) : gli abitanti e- tri drappi del paese, rammenta pel dise-
rano chiamate clans, e vas-
divisi in tribù gno la dipintura delle carni in uso tra gli
salli di capi, da'quali attendevano la pro- antichi scandinavi, ed a cui venne forse
tezione che solo le leggi non potevano lo- sostituito), e tiene nelle mani il bastone
ro assicurare; servigi militari pagavano ricurvo di citisoin segnodi comando. Mol-
gli affitti. I villaggi ed i casali grossola- lo si mischiava nella loro religione la su-
namente costrutti di pietra e terra, era- perstizione;credevano negli spiriti e nelle
no riparati nelle valli. Nelle sere d'inver- apparizioni, cercavano le predizioni del-
no adunavasi la gioventù de'due sessi in- l'avvenire esaminando lo stato del cielo,

torno ad un fuoco comune per cantare, stimavano per mez-


di guarire le malattie

novellare o danzare. montanari scozzesiI fo di malefìzi o d'incantesimo, ed im-


aveano un'inclinazione dominante per la maginavano che la Divinila comunicasse
musica; la melanconia ne caratterizzava la sua prescienza a qualche indi viduo.M ol-
il canto sentimentale; se suonavano un i- io mutarono questi costumi de'montana-
strumento, era con celerità per impegna- ri, e stati sono assai migliorati per le ri-

re la danza o con forza per la pugna. O- bellioni delf^i^ e 174^ in po'« L'abito
gni famiglia di certo grado avea uno sto- romano e l'uso delle armi sono stati dal
rico od un bardo ; ci sono trasmessi al- governo vietati, quando per l'ultima in-
quanti frammenti dell'antica loro poesia, surrezione furono obbligali a portarci cal-
ed autori moderni ne hanno formato dei zoni, e vi si adattarono con tale ripugnan-

poemi eroici. Invano cercò l'arte d'imi- za, che in luogo d'indossarli, molti cre-
tare quella specie di bello che derivò dai derono di adempieie il prescritto dalla leg-
loro modi semplici e ingenui, dai loroslan- ge, recandoseli sotto il braccio o sugli o-
ci caratteristici. Tenaci degli antichi usi, meri. In seguito aprironsi a grandi spese
conservano gli scozzesi le sfarzose pompe delle strade, per istabilire facili comuni-
funebri,cui prende parte la popolazione. Si cazioni col paese di pianure. Furono sop-
vantava la loro ospitalità. Soli in Europa presse le corti de' baroni, troncandosi mol-
244 SCO SCO
te prepotenze. I non sono
capì de*clans tono l'episcopato, e non hanno alcuna li-

più tanti piccoli sovranetlij più non cer- turgia scritta; è la religione stabilita, la
cano di conservare il loro influsso se non religione nazionale, quella riconosciuta
per mezzo delle ricchezze loro, e sono po- dalla legge. Con detto atto fu questa se-
co differenti dagli altri proprietari delle dicente chiesa divisa in i5sinodi,78pre-
parti meridionali. I costumi, le usanze e sbiterii,e 899 parrocchie, usurpandosi i

l'abito degli abitanti del paese di pianure, beni, le chiese e gli stabilimenti del clero
somigliano a quelli degl'inglesi. La gente cattolico. Sino al 1690 nondimeno gli e-
di campagna conserva ancora alcune abi- piscopali o altri protestanti^ che aveano
tudini particolari, delle quali ormai si va conservato la gerarchia ecclesiastica, do-
insensibilmente disfacendo. Da molti anni minarono a vicenda co'presbiteriani, ri-
la zuppa e il pane d'avena vengono so- stabiliti o abbattuti con atti del parlamen-
stituiti dal the, dal pane di frumento e to. Vinse finalmente la chiesa presbite-
dalla carne, che sono quasi altrettanto in riana, e l'esistenza fu assicurata dal trat-
uso al nord come al sud del Tweed. 11 tato d'unione : suoi principii sono l'egua-
linguaggio in dette campagne usato è un glianza tra'pastori, ed ogni parrocchia ne
miscuglio d'inglese e di gaelico o gallese, possiede uno o più. I ministri d'un nu-
del quale e del celtico feci j^arola a Lin- mero illimitato di parrocchie contigue
gua; nella civile società si parla solo l'in- formano un presbitero che giudica gli af-

glese,il quale è comune tra gli abitanti fari ecclesiastici del suo distretto. 1 sinodi
delle pianure. poi si compongono di vari presbiterii dei
Innanzi che fosse introdotto nella Sco- quali giudicano le decisioni, e gli atti lo-

zia il cristianesimo, la prima religione fu ro sono soggetti all'assemblea generale,


quella de Druidi (/^.), ed ebbero i loro che tiene in primavera le sue adunanze;
Sacerdoti (Z^".). I Papi inviarono missio- assemblea ch'è la corte suprema ecclesia-
nari a diffondere la fede di Gesù Cristo, stica, né dalle sue decisioni si può appel-

e gli scozzesi presero per loro principale lare. Si compone di 36 1 rappresentanti


protettore l'apostolo s. Andrea. Quindi si de'presbiterii, dell'università e de'borghi
eressero sedi vescovili, abbazie e mona- regi, eletti ogni anno: tale corte fa le leg-
steri. I regni di Giacomo V e di sua figlia gi per la chiesa presbiteriana. Tutte le al-

Maria Stuarda videro incominciare la fa- tre religioni sono dall'altro canto tollera-
tale pretesa riforma religiosa, che fu adot- te in Iscozia ; quindi vi sono episcopali,
tata dal parlamento nel i56o, in seguito anabattisti, quacqueri ed altre sette. 1 cat-
dell'abolizione malaugurata del cattolici- tolici vi hanno 3 vicariati apostolici. La
smo. Poco dopo si fondarono de'presbi- famiglia reale di Scozia essendo passata
lerii, e dal 1 572 al 1 592 si stabilì una spe- alla corona d'Inghilterra, neh 707 ebbe
cie di pseudo-episcopato; ma insorsero i luogo l'unione ad essa col regno di Sco-
federati (Covenanters), la Scozia si levò zia, con condizione d'indipendenza, solo

in armi e oppose all'introduzione del-


si si ammise che nell'Inghilterra fosse il cen-
l' episcopato anglicano, non volendo né tro e la sede della monarchia britannica.
gerarchia, né distinzione di gradì, tutto il Di conseguenza e in forza dell'atto d'u-
clero eguale, pretendendo che la chiesa nione, la Scozia fino da quell'anno é rap-
sia governata dai soli preti. Neh 592 fu presentata nel parlamento da 1 6pari scoz-
istituita per atto del parlamento la reli- zesi nella camera alta, e da 53 rappre-
gione o chiesa de' Presbiteriani o Puri- sentanti scozzesi nella camera de'comuni :

tani (F.), che professa il Calvinismo (F.) gli uni e gli altri rappresentano la nobiltà
rigido, come dissi pure nel voi. XXXI V, scozzese, le contee, la possidenza, il popo-
p. 3I2:sonomoltonumerosi,nonammet- lo. Vi SODO in Iscozia 63 borghi regi, non
SCO SCO 245
compresa Edimburgo (F^,) capi-
la città di ronsi ì giudici di p^ce simili a quelli del-
tale del regno, che mandano un membro l'Inghilterra. L'educazione ècoltivata, co-
al parlamento, e sono divisi in i4distret- me il pubblico insegnamento. Esiste ia
L'erede presuntivo della corona della
ti. ogni parrocchia una scuola pubblica, ed
Gran Bretagna, è grande Stewart della imontagnardi più rozzi non lasciano di
Scozia, titolo che oggi porta il figlio primo- profittarne, ementre nell'estate guidano
genito della regina Vittoria, principe Al- sulle vette de'monti le «rreorsie, si ritirano
berto Edoardo, principe di Galles e conte nell'inverno per dedicarsi alla studiosaap-
di Chester. Questo titolo di grande »5'/e- plicazione. Lo stabilimento di siffatte pri-

-w^r^ significa gran maestro di Scozia: marie scuole deve ad un atto del par-
si

Malcolm III lo conferì al suo generale lamento, sotto il regno di Guglielmo III
Waltero o Gualtiero per ricompensare gli e di Maria. Le scienze sono in gran pregio,
eminenti servigi da lui resi, nel fiu*e rien- e nella maggior parte delle grandi città
trare al dovere gl'insorti scozzesi, abitanti esistono accademie ed altri istituti scien-
l'occidente del regno di Scozia, dal quale tifici. Sono gli scozzesi particolarmente te-
onorevole officio la posterità di Waltero nuti de'loro progressi nelle scienze e nelle
preseil soprannome di Stuarda^ e per- SanC Andrea,
lettere, alle università di
venne al trono nel i Sy i nella persona di diGlasgow, d'Aberdeen o Aberdonj ed
Roberto li, nipote del re Davide II. Do- a quella à' Edimburgo (/^.), eh' è la più
po l'unione conservò la Scozia le sue leg- famosa. Verso il 8 7 Roberto Ovven e
1
1

gi e le sue istituzioni. Il collegio di giu- Buchan istituirono \e Scuole infantdi, dì


stizia, court of session, istituito da Gia- cui tratto a Scuola, avvertendo che altri
como V neh 53 2 secondo il parlamento anticipano di alcuni anni l' istituzione e
francese, amministra la giustizia civile e l'introduzione del metodo, attribuendolo
criminale; non si può appellare dalle sue ad una francese. Vanta la Scozia u na mol-
decisioni se non alla camera de'pari.La titudine di uomini illustri in santità di vi-
."
court ofjusticiaryj è la i corte criminale ta, nelle dignità ecclesiastiche, nelle armi,
del regno; i lord commissari diquesta cor- nelle lettere e nelle arti. Poi diròde'prin-
te fanno due volte l'anno il giro de' di- cipali santi e più benemeriti suoi vescovi e
stretti della Scozia. La corte dello scac- abbati : conta diversi cardinali, come Da-
chiere tiene sopra le rendite della Scozia vide Betonio ( P\) e Carlo Erskine (V.) o-
gli stessi poteri e i privilegi medesimi, che riundo scozzese, fatto da Pio VII nel 80 r, 1

quella d'Inghilterra sulle rendited'lnghil- ed insieme protettore del regno di Scozia


lerra. Neil' alta corte dell' ammiragliato e del Collegio scozzese [T.) di Roma: però
non v'ha che un giudice, il quale conosce gli scozzesi, specialmente avanti la pretesa
di tutte le cause marittime, e le sue de- riforma, contano un numero rispettabile
cisioni vanno esaminate dal collegio di giu- di cardinali,da lo a 20; forse sono com-
stizia parte civile. Il collegio degli avvo- presi tra quelli che riportai a Inghilter-
cati corrisponde a quello d' Inghilterra. E A, seguendo Cardella,che probabilmente
La commissary court composta di 4 giu- avrà confuso gli scozzesi cogl'inglesi. Dei
dici eletti dalla corona, decide le questio- piùrinomati uomini illustri giàpat lai a In-
ni di matrimonio e divorzio, ec. Il custode ghilterra, articolo cui sono strettamente
del grande e piccolo sigillo, il lord regi- uniti gli avvenimenti di Scozia; tuttavol-
ster, il lord avvocato, sono offiziali di sta- la qui appresso ripeterò il nome di alcu-
to; oltre a questi giudici nazionali, ogni no. Nel medio evo nou ebbe la Scozia a
contea ha il suosceriffoo magistrato prin- letterati, che monaci, compresi bene- i

cipale. Sono pure nelle città e ne' borghi dettini e i cistcrciensi, e canonici regolari
de'magistrali inferiori. Nel 1809 istituì- di s. Agoslino, che composero e ci lascia-
246 SCO SCO
rono cronache scrittecon poca critica. Ver- sue romanzesche invenzioni, nelle quaU
so il cadere del secolo XIII comparvero il lettore trova sempre interessamento; e

l'astrologo alchimista Michele Scot, e il questo suosi^ma fu cagione che da molti


Terseggiatore Tommaso Learmoulh; ed s'incominciasse a studiarla storia. Wal-
al principio del secolo XIV il celebre me- ter-Scottfu un savioscrittore,chesi guar-
tafisico Giovanni Duns [V.) o Scolo, de- dò Sem predi offendere la morale e il buon
nominato il dottore Jo///7e. Nello slesso se- costume, ed anche per questo venne pro-
colo vissero il cronista Fordoun ed il poe- clamato ili. ° romanziere; il numero gran-
ta John Barbouz; poemi d'Ossian sono
i dissimo de'suoi romanzi è diffuso in tutto
allribuiti a tempi più remoti, ho Scoto- il mondo, e tradotti in moltissimi idiomi.

rum Clironicon d'Elphinstoue, la buona La Scozia volle onorare magoificamenle


traduzione di Virgilio di Davide Douglas, la memoria del suo ceiebratissimo con-
la Storia di iVcoz/a d'Ettore Boyce, quella cittadino,erigeodosulladi lui tomba nella
di John Bu-
Leslee, le opere di Giorgio popolosa Edimburgo sua patria, un gran-
chanan, la Storia della Gran Bretagna di dioso monumento io islile gotico ardilo,
Roberto Johnston, e le poesie di Dunbar architettura lauto piacevolmente vagheg-
e Bellenden illustrarono nel secolo XVI i giata nelle contrade settentrionali, per la
. loroaulori. Ne'secoli XVIIXVIII bril-
e sua imponente maestà. E' in forma di tem-
larono in Iscozia in gran numero scrittori pietto, sormontalo daallissima cupola, ed
rinomatissimi; citerò Baillie, Blair, Bur- in mezzo sorge la statua di Walter- Scoli di
lici, Campbell, Dickson, Erskine, Forbes, proporzioni colossali e di marmo grigio di
Haiiburton, Macknighl, Rutherford, tra Carrara; è rappresentato l'autore del Z^^-
i teologi e i moralistijDalrymple d'Hailes, verley^ conun libro in mano e quasi im-
Ferguson, Hume,Innes,Macpherson, Ro- merso nella meditazione. Ai 1 5 agosto
bertson, Sraollet, Spottiswood, Watson, i846,alrimbombodelcannone,tra gli ap-
WodroWjtra gli slorici;Bealtie,Campbell, plausi di moltissimi spettatori, fu inaugu-
Oswald, Reid, Smith, tra gli scrittori po- rato il monumento. Come V Inghilterra e
litici; Atkman, Allan, Armstrong, Blair, V Irlanda {F.),a\\ùie il regno di Scozia si
Burns, Drummond, Graham, Home, Ja- pregiò di farsi tributario della s. Sede a-

meson, Logan, Martine, Ogilvy,Ramsay, postolica,comeabbiamodalGretsero, Ce


Runciman, Thomson, Wilkie, tra'poeti munificentia principiwi in Sedeni apo-
e pittori; Arbuthnot, Bell, Black, Cullen, stoUcanij dal Borgia, Memorie t. i,p. 06, 1

Gregory, Hunter, Hutton,Pitcairn, Sim- e Breveistoria del dominio temporale del-


pson, Smelile, W^hyltjtra'fisici; Ferguson, la Sede apostolica p. 229; e negli altri
Gregory, Keil, MacLaurin, Napier, Ro- storici che trattarono questo ampio argo-
bison, Simson, Stewart, tra* matematici mento.
e naturalisti. Nominerò per ultimo Wal- Cenni storici ^ civili ed ecclesiastici sul re-
ter-Scott celebre romanziero, il più gran- gno di Scozia, e delle relazioni di que*
de e il più facondo che Tanti il corrente sto colla s. Sede.
secolo egli segnò una via affatto nuova,
! Le origini degli scozzesi, come quelle di
e chiunque dipoi scrisse romanzi si è sem- tutti i popoli antichi, sono contrastate da
pre mostrato di lui seguace, non eccettua- diverse opinioni : oltre le accennate, ri-
lo lo slesso celebre Manzoni, gloria italia- porterò le altre più comuni ; tutlavolta
na, il quale forse non avrebbe dato all'I- non posso occultare, che la storia antica
talia gl'impareggiabili suoiPromessi spo- e primitiva della Scozia è tutta circondata
ag. si, se non avesse seguito Walter-Scott in da foltissime tenebre. Gli scoli, popoli del-
" questo genere di letteratura. Lo scozzese la Caledonia, della quale occupavano la
scrittore fece servire la storia patria alle parte occidentale, mentre i pitti abitava-
SCO SCO 247
no alPest, si credono derivati dalie colo- d' Irlanda, fu così nomala da Breogano
nie erranlide'cimbriede'uorvej^i. Questi capo di quella colonia. Essi appellano Mi-
penetrali nell'isola d'Albione o Gran Bre- lesio il nipote di Breogano, e gli danno
tagna si dissero Pìtti^ perchè dai bretoni per moglie una certa Scota, la quale die-
si distinguevano col dipingersi il volto. Al- de il nome a tutta la nazione, quando di
cuni storici dicono però, che a tempo di Spagna passò in Irlanda. Ma tutte queste
Giulio Cesare era in uso fra'bretoni di- non sono che congetture, non essendovi
pingersi il corpo; che que'del mezzodì se- cosa più difficile quanto lo scoprire la veri-
guivano costumi de'romani, da'quali e-
i tà nelleorigini nazionali. Ma-Geoghegan
rano stati vinti; ma non fu cos'i de'setlen- riguaiAia la lingua irlandese come lingua
trionali che si mantennero in libertà. Es- madre, ma è assai probabile che l'Irlan-
si continuarono a dipingersi il corpo, don- da avesse per suoi primi abitatori bre- i

de venne il nome di piUi\ nome che tut- toni, la lingua de'quali in origine è quel-
tavia si crede non risalire più in là del III la de'celti o degli antichi galli. Quella poi

secolo, poiché trovasi lai.^ volta nell'o- che v'introdussero gli scoti e che in proces-
ratoreEunienio. l ladeni si vuole che abi- so di tempo vi fu usata, non pare che ab-
tassero la parte meridionale deirodierna bia somiglianza con alcuna lingua cono-
Scozia: i caledoni, nazione selvaggia, oc- sciuta. Alcuni moderni pretesero ch'ella
cupavano le allure e la foresta Caledonia, fosse un ambe-
dialetto biscaglino, e che
the dal Frilh estendevasi verso il selten- due le linguea vesserò un'originecomune,
lrione,e la loro posizione li guarentiva da- cioè dalla celtica. Però l'opinione di Ma-
gli assalti nemici. Secondo Orosio, gli sco- Geoghegan sembra appoggiata a più so-
ti si fermarono dapprima in Irlanda, ed de ragioni,ed è inoltre raffermata dal dot-
altrettanto affermano Claudiauo e gli an- to Buttner, il quale dopo aver impiegato
nali scozzesi. Vi é pure l'opinione ch'essi molti anni in ragguagliar fra loro le lin-

sieno venuti dal settentrione, e si tiene per gue conosciute, dichiara non averne al-
buona congettura il crederli sciti d'origi- cuna, tra cui corra tanta differenza, co-
ne. In fatti il loro nome sembra avere la me tra l'idioma biscaglino e l'irlandese.
stessa etimologia di quello degli sciti, e di Bollando sosliéne che s. Patrizio fu ili.**

essere derivato dalla parola teutonica o ad insegnar l'alfabeto agl'irlandesi, però


sassone, scytaiij cioè lanci are unafreccia, Ma-Geoghegan crede, contro l'opinione
esercizio militare in cui tutte le nazioni del dotto scozzese Innes, doversi ciò in-
settentrionali erano eccellenti. I pitti, al tendere soltanto dell'alfabeto romano; an-
dire di Beda, erano sciti d'origine, ma pa- zi egli sostiene, suU' appoggio di antichi
re essersi ingafinato con attribuire al i. monumenti, che prima dell* arrivo di s.

di questi popoli ciò ch'era del secondo. Patrizio in Irlanda e Bretagna gli scoz-
Comunemente non si dubita che pitti i zesi ne aveano uno assai diverso, che ap-
non sieno stati bretoni, e forse anche pri- i pellavano mìlesianOf da Milesio. dotto Il

mi abitatori del paese, ©almeno vi si era- Wurnet nella sua nuova Storia d'Irlan^
no fermali molto prima degli scoti; questi da, rinforza questo parere con altri ar-
ultimi dall'Irlanda si recarono ad assalire gomenti, disputa che tiene di visi molti let-
i pitti, e furono respinti. MaGeoghegaa terati, sebbene sembri più probabile che
mostra nel t. i della Storia d' Irlanda gli antichi irlandesi avessero un alfabeto
che gli scozzesi erano sciti d'origine, qua- i prima della venuta di s. Patrizio. La sto-
li è voceche si stabilissero prima nella Ga- ria della Scozia de'primi secoli non offre
lizia e in una parte del Portogallo, spe- che di quelle catastrofi che in certi paesi
cialmente ne'dintorni di Braganza,laqua- hanno capovolto ogni cosa o mutati i li-

ie, come pretendono i moderni scrittori miti primieri. Confinata dal mare iu qua-
:ì48 SCO SCO
si tutti i non ebbe questa contrada
punti, per una w«r^gZi^ dt pilli.
fossa, e fu detta

a temere da quelle parti, se non le incur- Quest'opera era s'i che Spar-
bella e solida,
sioni de'danesi; dal lato dell'Inghilterra, *iano la chiamò la gloria del regno di Se-
da che i romani l'abbandonarono, i limiti vero. Inoltre Settimio Severo asciugò pa-
non hanno cambiato. Primo fra'romani ludi, costruì ponti e fece altre opere ma-
ad entrarvi fu Giulio Agricola, il quale gnifiche. Dipoi Grirae o Graham, che go-
navigando sulle coste della Gran Breta- vernò gli scoti finché fu minore il re Eu-
gna, \enne a discoprire essere la mede- genio li, atterrò il 2.° muro d'Antonino
sima un'isola dal continente disgiunta, e nella guerra co'pitti, o secondo altri coi
quindi penetrò circa l'anno 80 di nostra bretoni sudditi de'romani; questi ultimi
era nella Scozia, allora denominata Ca- furono costretti alcun tempo dopo a chia-
ledonia, e ne fece agevolmente il conqui- mare i sassoni in loro soccorso contro i
sto. I romani dopo questa i.^ conquista pitti. Le rovine di tal muro si chiamano
compresero la regione nella provincia di ancora Graham's Dike, la quale voce de-
Valentia o Valenlìna^ cioè la parte me^ riva o da Graham, o dal monte Gram-
ridionale e le pianure fino ai Frilhs di Cly- po oggi Grantzbaine. 1 critici moderni ri-
de e Forlh. Le tribù dopo i Frilhs for- gettano come favolosa quella lista di 39
mavano il governo della Vespasiana^dix- re degli scoli, la quale comincia da Fergo
\iso dai caledoni indipendenti dalla ca- o Fergus 1, che si colloca 33o avanti Ge-
tena di montagne che passa da Dumbar- sù Cristo o nostra era, e si fa contempo-
lon per le contee di Alhol e Badenoch. raneo d'Alessandro il Grandcj e riguar-
I caledoni selvaggi, occupanti le allure e dano per conseguenzaFergo figlio d'Erch,
non furono conquistati. 1 ro-
la foresta, chiamato ordinariamente Fergo 11, come
mani vedendo la diflicollà dell'impresa, il primo re degli scoli nel paese che al pre-

non entrarono mai ne'loro boschi, né sa- sente chiamasi Scozia. Essi pongono il
lirono le loro montagne; li lasciarono go- principio del suo regno non nel 4o3 come
dere tranquillamente le loro barbarie e fecero alcuni scrittori, ma nel5o3, il che
la libertà. L'imperatore Adriano per por- al dire di altri conviene meglio colla cro-
re argine alle loro incursioni fece innal- nologia de'suoi immediati successori. Sic-
zare nel 123 un muro di zolle, per 68 come pilli o bretoni settentrionali si vi-
i

miglia inglesi, esi estendeva daTinmoulh dero minacciali di guerra dagli anglo- sas-
sino al golfo di Solway. L'imperatore An- soni, quali aveano conquistato la parte
i

tonino Pio ingrandì i confini de'romani, meridionale dell'isola, ciò che mostra a ver
e ordinò soltanto per chiudere l'entrala essi invitati gli scoti d'Irlanda a venire in
ai caledoni e vieppiù frenarli, d'innalzare loro soccorso, questi posero almeno la lo-
un secondo muro lungo 36 mi-
di zolle, ro stanza sotto il re Fergo 1 1 e circa il 5o3,
glia d'Inghilterra, che si estese da Aber- nella parte della Scozia chiamata Dalrie-
curning oggi Abercorn, sino alla Clyde da. Usserio pretende che il regno dt'Dal-
presso l'antico Kircli-palrik. 11 muro di redini^ ossia scoli di Dalrieda, fosse com-
Antonino non tempo di con-
servi lungo posto delle Provincie di Canlira, diKnap-
fine alla provincia romana, dairimpera- dale,diLorn,di Argyle,di Braid-Albiu e
lore Settimio Severo estesa nel 2 1 o sino di alcune isole. Gli storici scozzesi anno-
a quello d'Adriano, nel paese che al pre- verano 80 re da Fergus I,sinoa IMalcohn
sente si conosce sotto il nome di ISorthuni- III incerti. Si ponno consultare Vlùnera'

ha land. Lo stesso principe fece fare pa- riunì Septentrionale di Alessandro Gor-
rallela a quella d'Adriano una novella mu- don, il Saggio critico sopra gli antichi U'
raglia, ma quale volleancora
di pietra; la hitanti della Scozia di Tommaso Innes
che fosse fiancheggiata da torri e difesa e Ghamberlaiue. L'Arie di verificare le
SCO SCO 249
date l. 7, ed il Canlù, Cronologia per ser- mani incominciarono ad abbandonare la
vìre alla storia universale^ coosickiantlo Bretagna nel 409 • i bretoni quindi af-
che la serie de're di Scozia da Fergus I francati dal loro dominio si crearono di-
a Malcolm IH non presenta avvenituen- versi piccoli re. Riuscì a Fergus 11 di ri-
ti notevoli, dal io57 e da Malcolm III l'in- stabilire l'antico regno, che fu per lungo
conì inciano, ed io seguirò que'dottissimi spazio guarentito da insulti stranieri, tran-
scrittori. Nullameno, dovendo io questi ne le dispute cogli attacotti, co'quali ven-
cenni nominare alcuno de're predecessori ne divisa la dominazione della contrada.
di Malcolm HI, a miglioreintelligenza ri- A più di 3oo anni si calcola la signoria
porterò la cronologia di Lenglet, pubbli- de'romani nellaScozia,e quasi dappertut-
cata ncWQTavoleUe cronologiche dellaSto- to lasciarono vestigie del loro soggiorno,
ria universale. I primi re di Scozia, co- e che l'aveano percorsa in quasi tutte le

inechè incerti, Lenglet riprodusse solo i direzioni. Gli antiquari, eChalmersprin-


successori di Fergus I, sopra la fede degli cipalmente,descrisserocon molta cura tut-
storici nazionali, ma stabilisce il principio te le reliquie de'iavori de'romani nella Ca-
del regno di Fergus I al 4^2 ne furono : ledonia. Quanto fecero gl'imperatori Teo-
successori nel 44^ Eugenio I, nel 46 1 Do- dosioIeValenliuiano llI,lodissi a Inghil-
naldo I o Dongardo, nel 465 Costantino terra, con altre analoghe nozioni storiche.
1, nel 482 Congaio, nel 5o Conrano,nel i 11 cristianesimo fu introdotto nella Ca-
535 Eugenio 11, nel 568 Congaio II, nel ledonia o Scozia ne' primi suoi secoli. 11

572 Chinaulo o Cumatillo, nel 58o Al- Piazza nel Santuario Romano par. 2.^,
dano, nel 606 Cleneto o Kenneth I, nel p. 73, parlando dell' evangelo mandato
606 inoltre Eugenio III, nel62oFercar* a predicare per tutto il mondo da s. Pie-
do I, nel 632 Donaldo II, nel 647 Fer- tro, mentre dimorava in Ptoma nella ca-
cardo II, nel 668 Malduino, nel 6SS Eu- sa di Pudente, dice che fece altrettanto
genio IV, nel 692 Eugenio V, nel 699 colla Bretagna e colia Scozia. Altri riferi-
Ambercheleto, nel 700 Eugenio VI, nel scono che gli scozzesi riceverono il lume
7i7Mordaco, nel 780 Etsinio, nel 761 della fede nel pontificalo di s. Vittore I
Eugenio VII, nel 764 Fergus II, nel 767 del 194, e sotto il regno di Donaldo, che
Solvazio, nel 787 Acanio Acaio,neir8o9 pregò il Papa a mandare missionari, per
CongalolII,neir8i4Dongaloll,neir820 insegnare l'evangeliche verità. Tertullia-
Alpino, neir823 Kenneth ll,neir854Do- no sembra esseredi tale opiuione,almeno
naldo IV, neir858 Costantino ll,neir874 quanto ad una parte della nazione,e s.Gi-
Eto I, neir893 Donaldo V, nel 904 Co- rolamo pare che sia d'avviso che pitti, i ì

stantino III, nel 943 Malcolm I, nel 958 quali ne abitavano la parte meridionale,
968 Dufo, nel 973 Culleno,
Indulfo, nel credessero in Gesù Cristo verso la fine del
nel978 Kenneth III, nel 994 Costantino secolo IV. Altri con Beda affermano, che
IV, nel 995 Crirao, nel ioo3 Malcolm il Papa s. Celestino I del 423 inviò per
lI,nelio33 Duncano, nelio4o Macbelh i." vescovo degli scozzesi s. Palladio(F.)
o Maccabeo tiranno^ nelio57 Malcolm diacono della chiesa di Roma; e s. Pro-
111. I romani non si sostennero lungamen- spero attesta che fu il i.° loro vescovo, e
te nella Scozia, giacche ricuperata dai na- ne divenne pure l'apostolo. Lodando s.
turali del paese la parte meridionale, ir- ProsperoPapas.CelestinoIperaversban-
ruppero poi dalla vicina isola d'Irlanda ditoil Pe/tì'o'frt/iz^mo dalla Bretagna, Con-

nuove genti verso la metà del HI secolo tra Collat. e. 44j soggiunge »> Ch'egli :

a dispularsi co'pitli la Scozia, e queste co- ordinò eziandio un vescovo per gli scoz-
lonie chiamate degli attacotti stabilirono zesi, e che non pago di conservar la fede
pella contea d'Argyle la loro sede, 1 ro- nell'isola romami, adoperossi nello slesso
25o SCO SCO
teiupo a 1 elider cristiana un'isola barba- di vivere nel 4^0 a Fordun presso Aber-
ra". Usserio crede doversi per quest'iso- deen. Si può vedere il voi. XX X VI, p. 1 06
la barbara intendere l'Irlanda. In fatti e 07, e l'annalista Rinaldi all'anno
1
4^9,
sebbene una parte della Scozia non fosse ìì.^i e seg. Contemporaneamente fu apo-
mai sottomessaai romani, e ne'primi tem- stolo de'pilli meridionali s. Niniano (F.)

pi fosse principalmente abitata dai pitti, figlio d'im principe dei bretoni-cumbri,
non si è potuto mai riguardarla come di- che studiò in Roma e vi fu ordinalo vesco-
sgiunta dalla Bretagna. E' noto altresì ,
vo: tornalo nel suo paese, colle sue predi-
che il lume della fede fu portato ai pitti, cazioni ritrasse dall'idolatria que' che vi
i non erano delle contrade che pos-
cjuali erano immersi. Sino allora bretoni set- i

sedevano i romani nella Bretagna, poco tentrionali non aveano veduto alcun edi-
dopo la morte degli apostoli. Il perchè fizio in pietra, ed egli costruì una chie-
(jue'popoli a cui fu mandato s. Palladio, sa nel paese diGalloway, che fu perciò
parte de'quali per lo meno avea qualche appellata Candida Casale ora delta PVi-
tintura di cristianesimo, erano gli scoz- thtrn (/^.),ove pose la sua sede episcopa-
zesi stabiliti in Irlanda. Il p. Solier, uno le. Recò la luce delia fede ai cumbri, e a
de'continuatori di Bollando, yw/a t. 2, p. tutte le Provincie abitate dai pitti meri-
286, dà per fatto certo, che s. Palladio dionali sino al monte Grampo. Altro a-
era solo diacono allorché fece una mis- postolo de'pilli fu s. Colombo [F.) abba-

sione fragli scozzesi, e ne convertì molti. te in Irlanda, nato nella contea di Tyr-
Aggiunge, che in appresso tornò in Ro- connel, uno de'più celebri patriarchi dei
ma e vi fu consagrato vescovo, indi ri- monaci in Irlanda, fondatore d'un gran
mandato tra gli stessi popoli nel 43 1 . Gli nuuiero di celle monastiche e monasteri
scozzesierano allora un popolo zotico e ragguardevoli, cui die una regola da lui
barbaro nel IV e V secolo, come sappia- composta, tratta specialmente da quella
mo dagli storici che parlano de* costumi degli antichimonaci d'oriente primi : i

degli antichi irlandesi,eda parecchi autori monaci della Bretagna e dell'Irlanda si

ecclesiastici. Vedasi Camdem, s. Girola- attennero presso a poco alla stessa manie-
mo lib. 2 ach. Jovinian, t 2,p.93, il qua- ra di vita degli orientali. Lasciata l'Irlan-
le dice di aver veduto alcuni scozzesi nel- da, passò nella parte settentrionale della
leGallie; es, VvyxàewTÀQyApotheos. v, 284, Bretagna o Scozia, conducendo seco 12
p. 1 1 , ed il commentario di Giselino so- discepoli, secondo Beda, nell'anno SQ>)
7
pra questo santo; tuttavolta alcuni autori sotto il regno di Bridio figlio di Meilo-
vogliono, che in luogo di Scotus, si deb- chon e il più potente rede'pitti. Vi con-
ba leggere Cotta sopra le Alpi, o Gothus. vertì altri pittijcioè quelli del nord e quelli
Certo è pure, che s. Palladio per le sue delle alture ch'erano separati dagli altri
formò in Iscozia una chie-
zelanti prediche dal monte Grampo. Quelli che abbrac-
sa numerosa, dopo aver tenuto dietro a ciarono la fede dieronoas. Colombo l'i-

quegli scozzesi che si posero al settentrione solella di Hy o Jona, la quale dal suo no-
della Bretagna, allorquando i romani co- me fu poi chiamata Y-Colm-Kille. Fab-
minciarono a lasciar que' paesi. Gli sto- bricò ivi un gran monastero, che per più
rici di Scozia e i calendari del medio evo secoli fu il principal seminario de'bretoni
dicono che s. Palladio ebbe a discepoli s. del nord. Questo monastero die origine
Servano e s. Ternano, e ch'egli consagrò a molli altri che s. Colombo fondò in I-

ili.°vescovod'Orkney,eil 2.°de'pitli. Ma scozia,dove si formarono celebri vescovi i

risulta dalla cronologia d'UsseriOjche que- Aidano, Finiano e Colmano, quali con- i

sti due santi non vivessero al tempo del- vertirono alla fede gl'inglesi nortumbri.
l'apostolo degli scozzesi, il quale terminò In processo di tempoi il monastero d'Hy
SCO SCO 25i
segui la regola di s. Benedetto. Sebbene in suo onore. Altro contemporaneo di s.

s. Colombo non fu vescovo, passò in uso Colombo fu s. Kentigerno {f.) vescovo


che tulli gli abitanti dell' isoia^ compreso di Glasgow, il quale ammaestrando i pa-
il vescovo, fossero soggetti all'abbate del gani a torme li battezzava, dopo avere ri-

monastero. da ciò pretesero


1 calvinisti nunziato alle loro superstizioni ; di più
che fosse distrutta ivi la preminenza del- seppe preservare il suo gregge dal tossico
l'episcopato; ma rUsserio osserva che nel del pelagianismo, che avea già messe pro-
caso presente si trattava non dì una su- fonde radici tra gli scozzesi. Mandò parec-
periorità d'ordine, ma solo d'una supe- chi de'suoi discepoli a predicare il van-
riorità di giurisdizione civile, in venera- gelo nel nord della Scozia, nell'isole d'Or-
zione di s. Colombo. Il vescovo dell'isola keney o Orcadi, nella Norvegia e nell'Ir-
d' Hy faceva residenza nel monastero, o landa. Allora era in vigore l'antico gover-
presso di questo vescovi ordinariamente
: i no de'pitli meridionali, il quale era una
venivano da esso, ed anche per que-
tratti specie d'aristocrazia : il paese era diviso
sta ragione conservavano il loro primiero tra parecchi piccoli signori, che aveano il

rispetto verso il loro antico abbate. Ma muovere guerra l'uno all'allio.


diritto di
s. Colombo ricusò per umiltà di ufficiare Nondimeno tutti ubbidivano a un monar-
alla presenza d*un vescovo, per rispello ca supremo, che d'ordinario avea la sua
eziandio alla sua dignità. Lloy nella Sto- residenza nella città d'Alcluid oggi Dun-
ria del governo della Chiesa , prova che briton : i suoi stati comprendevano non
le chiese de* pilli e degli scoli o sassoni solo le regioni de'pitli meridionali o bre-
furono sempre governale da vescovi. L'i- toni di StraithClnyd, ma quella ancora
sola di s. Colombo ha quasi 3 miglia di de'cumbri o cumbriani, la quale si esten-
lunghezza, e poco più d'una in larghezza. deva alsud dal muro de'pitli lino allaRib-
Fra le rovine dell'antico chiostro dell'ab- bie della provincia di Lancaslro. Il pio re
bazia evvi un cimiterio, ad occidente del Bydderch il Generoso, successore di Gur-
quale sono le tombe di 4^ re scozzesi. Al- thmill-Wlelig, parente e protettore di s.

la dritta di queste tombe vi sono quelle Kentigerno, essendo slato balzato dal tro-
di 4 l'e d'Irlanda, ed alla sinistra quelle no dall'empio Morcant, il vescovo fu co-
di 8 re di Norvegia. Le più ragguarde- slrello a riparare presso i bretoni nel pae-
voli famiglie dell'isole occidentali aveano se di Galles, donde passò a fondare il mo-
la loro sepoltura nel rimanenle del cimi- nastero di Llan Elwy,dove il fiume Elwy
terio, come si ricava da Martin, Descri- si getta nel Cluyd; la scuola che vi stabilì

zione dell'isole occidentali. Fu s. Colom- divenne celebre pel gran numero di per-
bo di tanta autorità, che i re medesimi sone che vi fiorirono, commendevoli per
nulla intraprendevano senza il suo con- virtù e sapere. Morto l'usurpatore Mor-
siglio : Aidano e Edano,che successe sul cant, fu rimesso in trono Rydderch, laon-
Irono aRinatel suo parente, volle riceve- de il santo tornò nella diocesi verso il 56o
re dalle sue mani gli ornamenti reali. Mo- ed ebbe poi una conferenza con Colom- s.

rìnel597 e fu venerato tra'principali pro- bo; tanto il dello re,che successori Gual- i

lettori d'Irlanda e di Scozia. Si vuole che lauc e Morcant-Mwynfawnebberoinlie-


con s.Colombo predicasse il vangelo s. Co- ra confidenza nel santo, e contribuirono
stantino (V.) già re bretone, diverso da alla propagazione del vangelo, onde me-
altro s. Costantino martire pure di Sco- ritarono d'esser preservati dal furore dei
zia come monaco del monastero di s. Da-
: sassoni delle 7 monarchie, dell'Eplarchia
vid, fondòun monastero a Covane presso da loro fondala nella Bretagna. Morì s,
la Chiyd, convertì il territorio di Cantire, Kentigerno nel 60 1, e la sua lomba nella
e molle chiese furono edificale nel regno cattedrale di Glasgow fu in gran venera^
252 SCO SCO
zione, sino allo stabilimento del calvini- vicariato di Forth e singolarmente a Fal-
smo nella Scozia. kirk, ove è assai venerato, e di più lo è a
Aidano re degli scozzesi attribuì alle Sterling come i .° patrono, non che a Dun-
preghiere di s. Marnano [P^.) vescovo la barton ove visse in lunga contemplazione.
vittoria che riportò sopraEtelfrido re pa- Egualmente fiori s. Sciumaldo( ^.), altro
gano degli anglonortumbii, e raccoman- scozzese e missionario io Germania verso
dò a Eugenio IV suo figlio e successore il 697. Gli scoti ed i pitti vissero in pace
il caritatevole trattamento de'prigionieri, sino air84o, in cui terminò la concordia,
che il santo ammaestrò nelle verità cri- e si accese tra loro fiera guerra civile. Ve-
stiane, insieme ad Oswaldo e Oswi prin- nuti in battagliaKenneth li re degli scoti
cipi de'nortumbri, quindi terminò di vi- uccise Drusken re de'pitti, colla maggior
vere nel 620. In questo tempo viveva s. parte della sua nobiltà, e fece la conqui-
Bonifazio vescovo di Ross nellaScozia, fon- sta di tutto il paese posto a tramontana
datore di molte chiese, cioè 5o compresi di Grames-Dyke; ebbe la gloria di riuni-
gli oratorii e fra esse quella di Pieslenuet, re sotto il suo scettro i pitti e gli attacotti
la quale all'epoca della distruzione de'mo- e di consolidare su ferme basi il trono di
nasleri nellaScozia era officiata da'canoni- Scozia. Prima occu-
di tale unione i pitti

ci regolari dis. Agostino. Riporta Pcinaldi pavanoil paese cui limitanoalsudilForlh,


all'anno 634)11. 1
1
che la chiesa diScozia
, all'ovest Drumalbin, ed all'est e al nord
sebbene celebrasse laP^5^i^^(^.)in diver- il mare d'Alemagna; sulla costa occiden-
so tempo da quello che si faceva comune- tale vivevano gli scozzesi, tra la Clyde e
mente dalla Chiesa, non però fu separata il lago Torridon e sull'isole vicine. Il re-
dalia comunione della sede apostolica; ed gno portava ancora il nome di Pictland
ancorché fosse grave errore e tante volte o terra dtpìuiy né prese quello di Scozia
condannato, pure appartenendo la diver- che sotto il regno di Malcolm Sin là II.

genza al rito e non al domma di fede, ciò il paese situato tra le muraglie romane,
tollerarono i Papi fino a Onorio I,il qua- possedute da tribù sassoni e di bretoni che
le ammoni gli scozzesi e il re Fercardo aveano adottato le arti de'romani, conser-
li,perchè contro il concilio di Nicea la vò il nom£ di Valentia, Cumbria eStra-
celebravano nella domenica che cadeva lheluyd./^^er/zef/i o Abernelhy, y^^er/itf-
nella XIV luna di marzo e non nella pros- thuniy città baroniale di Scozia nellacon-
sima seguente domenica. Divenuto Papa tea di Perlh sul Tay, una delle prime se-
nel 640 Giovanni IV, con lettera respon- di vescovili, poi trasferita a Sant'Andrea,
siva a' vescovi della Scozia, riportata da si vuole essere stato il soggiorno de're pit-
Labbé, Condì, t. 5, p. 17 17, condannò ti :vi si vede una torre di forma circolare,

quelli che celebravano la pasqua all'uso che dicesi pure d'origine pitta. Kenneth 1

degli ebrei nel giorno stesso del plenilu- dopo avere intieramente distrutta la po-
nio, ed esortò i fedeli a cautelarsi con di- tenza de'pitti, restaurò e magnificamente
ligenza sull'eresia di Pelagio che vi rina- dotò la chiesa di s. Regolo, nella quale si
sceva.Di questa lettera ecomescritta, par- pretendeva avere un braccio di s. Andrea;
- lai nel vol.LV,p. 2i9,edaSEDE vacante, da quest'abbazia derivò la città e sede ve-
e riguardante pure il pelagianismo. Dice scovile di Sant'Andrea, nel quale artico-
Piinaldi, che gli scozzesi in generale non lo parlai delle reliquie del santo apostolo.
segai vano l'uso giudaico nella celebrazio- Dair843 al 1057 la storia di queste con-
ne della Pasqua. Verso quest'epoca visse trade non presenta che invasioni de're di
6. Modano (/^.) abbate di Dryburg o ab- Danimarca (/^.), delle quali ragionai alw-
bazia dell'Isola, ora priorato soggetto a GuiLTERRA, non Sempre respinti con buon
Molesme ; predicò la fede a Sterling, nel successo. II vescovo di Sant'Andrea, s. A-
SCO SCO a53
driano, si trovò sovente esposto ai furori villaggio di Caino, nome del generale da-
delle irruzioni danesi, che saccheggia vano nese che vi restò ucciso. In riconoscenza
le Provincie e trucidavano gliabilanti; tut- poi della 1^ vittoria, edificò nella contea
tavolta egli ne represse le crudeltà e mol- di Buchan, nel luogo ove l'avea ottenuta,
li converti alla fede. Ma nella scorreria un 3.° monastero chiamato Deiro, il qua-
deir874 sotto il regno di Costantino II, le abbracciò indi a poco la regola cistcr-

nell'isola di May uccisero s. Adriano, l'al- ciense di Cistello, e durò in uno slato flo-
tro vescovo Stalbrando e 6600 cristiani : ridissimo sino all'infelice epoca del i55o.
dipoi nell'isola si fabbricò un monastero Neir invasione di Canuto II re di Dani-
in onore del santo, con chiesa ove si de- marca, Malcolm II fu costretto a pagare
posero sue reliquie. Circa l'anno geo
le il tributo per la provincia di Cumberland.

gli scolis'impadronirono del restante del Nelio4o in una scorreria danese fu tru-
paese, che indi innanzi prese stabilmente cidato nella provincia di Mernis s. Mal-
il nome di Scozia; ed vinti confusi coii rubio. Ed eccoci al glorioso Malcom III
vincitori, non furono piti distinti in ap- detto Canmoro, figlio del re Duncano I,
presso. Parecchi storici scozzesi danno il che sali al trono di Scozia a'iS aprile del
titolo di santo a Costantino III re di Sco- io57, il quale giusta gli storici scozzesi,
zia, che abdicò la corona e si ritirò nel e l'opera citata, Arie di verificar le date,
943 fra' religiosi di Sant'Andrea. Nel voi. è rSo.nao re dopo FergusI riguardato sic-
XXXV, p.3o dissi che gli storici di Sco- come il fondatore della monarchia scoz-
zia negano che il re d'Inghilterra invase zese, il ^j.^o dopo Fergus II che ne fu

per la i.^ volta la Scozia, e costrinse Co- il restauratore, il i8.° dopo Kenneth H
stantino III a rendersi suo tributario. Di che intieramente distrusse i pitti stabiliti

più narrai, che Edmondo I conquistato nella parte orientale della Scozia. Appe-
il Cumberland lo cede poi a Malcolm I na ascese al trono per morte del padre, ne
re di Scozia, col patto di pagargli un tri- fu sbalzato dall'usurpatoree tirannoMac-
buto; e che l'altro re d'Inghilterra Edgar belh o Maccabeo, generale d' una parte
potentissimOjSOttomisei redi Galles, d'Ir- delle truppe, che avea privato il padre del-
landa, di Scozia e delle Orcadi. 1 danesi lacorona e della vita. E' necessario sapere
comandati da Ola ed Eneto, vennero sul che Macbet7'/itìf«e{/^.) reale di Glamis era
principio del secolo XI ad assalire il re nato dalla figlia di Malcom II , e perciò cu-
Malcolm II e lo sconfissero a Murlach, gino di Duncano I dolce e debole, men-
ma questi li vinse in altra battaglia e ne tre egliera fermo, severo e barbaro, di
attribuì la vittoria all'intercessione della che fece prova quando con Banco thane
B. Vergine e di s. Molonaco [F.) vescovo reale di Lochabir sottomise Macdualdo
di Scozia : per gratitudine fondò nel i oio lord dell'Isole, che ribellatosi avea fatto
l'abbazia di Murlach sotto il nome del- sollevare i vassalli di Banco. I danesi aven-
l'una e dell'altro, vi eresse una magnifica do assalitodue volle la Scozia, furono di-
cattedrale e vi pose una sede episcopale, sfatti da Macbeth e da Banco, onde le lo-
che venne trasferita ad Aberdeen. I da- ro gesta li rese gl'idoli del popolo. Allora
nesi furono da Malcolm II messi in rotta Macbeth, che per nascita si avvicinava al
in due altre occasioni, e questo princi- trono, concepì l'idea di ascendervi in luo-
pe religioso per eternare la memoria del- go del molle Duncano I. Avendo la de-
la i." di queste due vittorie, fondò un a.** bolezza di credere alle predizioni degl'in-
monastero alla B. Vergine nella città di dovinili consultòcontinuamente, raccon-

Brechin presso cui erasi combattuto, e fe- tando loro suoi sogni, ch'erano la ripe-
i

ce innalzare, nel luogo stesso dove fu data tizione de'pensieri del giorno, onde forni-
la battaglia j un obelisco che si vede nel va agl'impostori il modo di fargli de'pre-
a54 SCO SCO
sagi che piti lusingavano la sua ambizio- m tale asilo, perchè una strega Tavea as-
ne. Un giorno mentre Macbelh e Banco sicuralo che perirebbe quando la foresta
traversavano un boschetto, sì presentaro- di Dirnam Dunsinana, e
fosse portala a
no tre donne, e salutarono successivamen- che ricevuta non avrebbe la morte se non
te Macbelh i'una come ihan di Glamis, per mano d'un uomo che non sarebbe na-
la 2." come ihan di Cawdor, la 3.^ come to di donna. In seguito volle immolare dal
futuro re di Scozia : aggiunsero , che la fondo del suo nascondiglio il potente con-
sua posterità non regnerà, ma cheda quel- te di Fife MacdufFdivolo a Malcolm III.
la di Banco discenderà una lunga schiera Macduff fuggito In Inghilterra, la moglie
di re; quindi sparirono. I due guerrieri e figli furono posti a morie dal tiranno
i

creduli cornei contemporanei, tenneroche e confiscali i Mac-


beni. Intanto l'irritalo
fossero le tre sorelle dee del destino. Non- dud persuase Edoardo III re d'Inghil-
s.

dimeno non sembravano disposti a cre- terra ad aiutare Malcolm III a ricupera-
derle, poiché il ihan di Cawdor godeva re la corona, al quale die un esercito co-
pacificamente di sua dignità. Recalisi da mandato da Sward conte di Northum-
Duncano I, questi annunzia a Macbelh, berland suocero di Malcolm III. Macduff
che lo crea Ihan di Cawdor in luogo del colle suetruppe si unì al conte, quindi
possessore divenuto reo di fellonia. Mac- marciaronosul castello diDunsinana,e per
belh vedendoa vverata la prima partedel- la riportata vittoria sui soldati dell'usur-

la predizione, si lusingò che anco il rima- patore, il re fece ornare glielmi con ra-
nente si dovesse eflfeltuare. Allora risolse moscelli della foresta di Birnam. Questo
d'acquistare colla violenza il trono cui a- incidente colmò di spavenloMacbeth, per-
spirava, e la moglie non meno di lui am- chè una parte della predizione stava per
confermò nel suo colpevole pro-
biziosa lo verificarsi. Tutta volta volle tentare la sor-
ponimento. Ne mise a parte suoi amici i te delle armi, ma i tormenti della sua co-

e Banco, ninno loconlrariò, ed egli con- scienza sconvolgendone le idee si avvilì,


sumò il suo delitto uccidendo nel lo^o prese la fuga e i suoi deposero le armi.
Duncano I nel suo castello d'inverness, Inseguito da Macduff, finì di scoraggiar-
indi per la sua nascita e pel favore popo- lo quando raggiuntolo gli disse: Non sono
lare ascese al trono e fu coronato a Sco- nato da una donna; fui tratto dal ventre
ne. Malcolm 111 e il suo fratello Donaldo di mia madre. Atterrato Macbelh da tali
fuggirono, il i.° nel suo ducato diCum- parole, ricevè il colpo fatale da MacdulT
berland, il 2.° nelle Ebridi. L'usurpatore presso'Meigle e morì. Ne'comballimenli
sì consolidò nel potere, colmando di be- il conte Sward perde suo figlio, ma aven-
nefizi i grandi, e facendo eseguire le leggi. do inteso ch'era slato ferito nel petto, si

Begnòi o anni con moderazione, ma tor- confortò dicendo aver desideralo mai sem-
mentato dai rimorsi del commesso assas- pre e a lui e a se stesso un simil genere
sinio, e dai timori che gli cagionavano i di morte. Ricuperata la Scozia, Malcolm
figli dell'ucciso, die libero corso al suo u- III fu proclamato a Scone (F.). Nel 060 1

more sanguinario sagrificando tutti quelli Malcolm III si unì co'principi Morcar e
che gli davano sospetti Banco fu la i." : Edwin, ribellati contro il duca di Nor-
\ittima, poi tese insidie a Malcolm III e mandia Guglielmo I il Conquistatore A\'

a Donaldo. L'uccisione di Banco avendo venuto re d' Inghilterra ; ma la celerità

concitato contro il tiranno l'odio generale, con cui questi prevenne i suoi disegni e
eglinon mise più limite alle sue crudeltà, quelli de'ribelli, avendoli obbligati a de-
ma dominato dal terrore si fece costruire porre le armi, il re di Scozia a loro esem-
sulla sommità della collina di Dunsinana pio fece la pace con Guglielmo I e gli pre-

un castello fortissimo, e si reputò sicuro stò omaggio per la provincia di Cumber-


SCO SCO s'It;

land. Nel i oy^essendoritiscilomalequan- dai suoi molli laghi. Maloolm ìli sposò
lo lai/ volta a dichiararsi per gl'inglesi nel 1070S. /l:/^7rg/iefr/7fl( A.) regina di Sco-
sollevati, fu costretto di fare verso Gu- pronipote di S.Edoardo IH nipote di
zia,

glielmo I nuovi atti di sommissione e rei- Edmondo II Costa ^/yèrro re d'Inghil-


terargli il suo omaggio. Malcolm IH non- terra, e figlia di Sward conte di Northum-
dimeno fatti nel 1078 alcuni nuovi ten- berland , la quale olfrì al regno lo spet-

tativi per iscuotere il giogo degl'inglesi, tacolo delle più belle e delle più sublimi
il re Guglielmo 1 inviò contro di lui suo virtù. Dell' ascendente che si meritò sul
figlio Roberto, la cui spedizione si limitò suo sposo, se ne giovò per far fiorire la
a fondare la città diNewcastle sul Tyne religione e la giustizia, per procurare la
per infrenare gli scozzesi. Si dice che fu felicità de'popoli,e per inspirargli que'sen-
concluso un trattato di pace, ed una cro- timenti, che lo resero uno de'più virtuosi
ce di pietra sullo Stainmcor nella contea sovrani della Scozia. La regina divenne
di York segnò i limiti tra'due regni. Mal* madredi 6 principi, Eduardo, Edmondo,
colmlllintrodussene'suoidominii il com- Edgar, Etelredo, Alessandro, Davide; e
mercio le arti e T industria , ed ebbe il
,
di due principesse, Matilde maritata a Eu-

vanto di elevare la sua patria al rango del- rico I re ài' Inghilterra per quanto dissi a
le nazioni civilizzate. Dopo a vere regnato tale articolo e venerata per santa, Maria

con isplendore quasi Sy anni, fu ucciso ai sposata al conte di Coulogne. Eduardo pe-
i3 novembre iog3 in una battaglia se- rì col padre, per soverchio valore, onde
guita contro le truppe di Guglielmo II re vendicarla di lui morte nel continuar l'as-
d'Inghilterra presso Alnewiccui assedia- sedio, poiché altri storici dicono che pe-
va nel Northumberland. Altri dicono che risse il re dal colpo di lancia datogli in
fu ucciso a tradimento daRoberto conte dì un occhio da quel soldato che gli porgeva
Mowbrai,mentre ritornava dalla corte del le chiavi della città ch'erasi infinta di vo-
red'Inghillerra dopoaverconclusa la pa- lersi arrendere. Edgar, Alessandro e Da-
ce.llParis narra di questo principe un trat- vide pervennero successivamente alla co-
to usato con un suo cortigiano che voleva rona di Scozia e regnarono con somma
assassinarlOjche dà a divedere la sua gran- riputazione di valore, di saviezza, di pietà :

dezza d'animo. L'uso di crear conti e ba- Davide si segnalò, e fu il più bell'orna-
roni s' introdusse da questo re in Iscozia. mento del trono scozzese. La regina con-
Fra gli ufiQciali che l'accompagnarono nel- siderandosi madre del suo popolo, fece ri-

l'ultima sua spedizione era il conte Wal- splendere r osservanza religiosa, curò la

tero o Gualtiero da lui cieaio Steward o civilizzazione e coltura della nazione, pro-
Stuart^ cioè a dire gran maestro di sua tesse le arti e le scienze. Reso il re zelante
famìglia, carica la cui autorità, giusta il della religione, fece edificare la cattedra-
p. Mabillon, eguagliava quella che avea- le di Durham, aggiunse ai 4 vescovati di
noaltra voltai prefetti del palazzo diFran- Scozia, quelli di Murray e di Calhness,
cia: questa è l'origine, come notai, della ed insieme colla regina fondò a Diuiiferm-
casa Stuart, che regnò nella Scozia e nel- lin il monastero della Trinità. Ottenne

l'Inghilterra, divenendo il titolo della di- da Papa Urbano li che redi Scozia fos- i

gnità nome della stessa famiglia. £' opi-


il sero unti e coronati dal vescovo di San-
nione comune che Waitero discendesse da t'Andrea, il nome di Malcolm III si legge
Ranco thane diLochabir, assassinato con con quello de'santi in alcuni calendari di
3 suoi figli da Macbelh, cioè dal 4-° figlio Scozia. La cassa che nella cappella del-
che scampare dall'eccidio. Locha-
riuscì l'Escuriale di Spagna contiene le reliquie
bir o Lochaber è un piccolo paese di Sco- de'coniugijha questa iscrizione: s. 3Jal-
zia, della contea d'iuveruess, e così detto colnio es. Margherita regina. Fra'mira-
256 SCO SCO
coli operati da questa per virtìi divino, si coraggio le turbolenze suscitate al comin-
narra che nel trasFerir le di lei reliquie ad ciar del suo regno, fabbricò e dotò molle
altro deposito, giunta la cassa d'argento chiese e parecchi monasteri, uno fra gli
al sepolcro del marito,non poterono pro- altri neir isola di Emona, in onore di s.

seguire il cammino quelli che le portava- Colombo, e massime la chiesa di s. An-


no, finché bisognò riunirle a quelle del re. drea provò gli effetti della sua liberalità.
Scrissero la vita della santa Ranuccio Pi- Morto senza figli neli 124, divenne re il

co, Guglielmo Lesley, il vescovo Turgoto fratello Davide I, del quale tulli gli sto-
e altri. Nel 1 093 Donaido VI detto Ba- rici antichi e moderni accordano nel ?'\

nus fratello di Malcolm III s'impadronì fare un pieno elogio, e lo rappresentano


del trono a pregiudizio de'nipoti,solto pre- siccome uomo che riuniva in se tulle le
lesto della loro troppa giovinezza. Ma do- qualità d'un gran principe. Col suo va-
po 6 mesi di regno fu scacciato neliog4 lore nella guerra eguagliò tutti isuoi pre-
daDuncano li naturale di Malcolm Hi/ decessori, e li superò tutti col suo zelo per
e co' soccorsi a lui dati da Guglielmo II la giustizia, carità verso i poveri, saviezza,
re d'Inghilterra: era stalo preso nella bat- prudenza e religione : l'amore alla giu-
taglia perduta dal padre nel 1072 contro stizia lo faceva punire nel modo il piti ri-

Guglielmo I, morte di questi


e fino alla goroso i magistrati che aveano tradito il

era slato prigioniero in Normandia. Egli loro ministero, ed a lui deve un codice si

non portò la corona usurpata che un an- di leggi. Fondò e provvide vescovati di i

no e mezzo, avendola perduta in un colla Ross, Brechin, Dunkelden e Dunblain,


•vila nel 1095 per le pratiche di Donaido come pure i4 abbazie, delle quali 6 ci-
VI che avea soverchiato, il quale rimon- stcrciensi alcune ne ristabilì perchè di-
,

tò sul trono e lo godè sino al 1098. La strutte nelle guerre, e meritò più che ve-
piii parte de'signori, malcontenti del suo runaltro,aldirediTommasoRuddiman,
governo, invitarono Edgar figlio di Mal- col suo fervore pel culto divino e colle sue
colm III a recarsi a detronizzarlo. Edgar virtù, di esser posto nel catalogo de'santi.
avendo ottenuto truppe da Guglielmo li Dopo la morte d'Enrico I re d'Inghiller-
re d'Inghilterra, entrò in Iscozia, e colla ra egli si pose nel numero degli aspiranti
sola sua presenza dileguò il partito del zio al trono,corae erede legittimo dello stipi-
che fu arrestato e posto prigione, ove mo- te della stirpe sassone. Ma rinunziò alle
rì indi a poco. Edgar governò in pace con pretensioni in considerazione di sua nipo-
molta prudenza ed equità pel corso di 9 te l'imperatrice Matilde vedova dell'im-
anni, epeli.^ tra're di Scozia, a seconda peratore Enrico V e figlia del defunto ;

del privilegio concesso da Urbano II, si fe- bensì seguì il suo partito contro Stefano
ce consagrare, la cereraonia essendosi ese- di Blois figlio del conte di Boulogne ri-

guita dal vescovodiSanl' Andrea neh 100; vale della principessa. Egli la fece accla-
fu temuto dai tristi, e rispettato da lutti mare regina d'Inghilterra per tutta laSco-
gliuomini dabbene. Sotto di lui, altri di- zia, e parecchi signori inglesi nemici di
cono nel regno di DuncanoII, un'armata Stefano, essendo venuti a trovarlo, mise
di norvegi saccheggiò le isole Orcadi, il in piedi un considerevole esercito,col qua-
cui \escovo s. Magno (/^.) dopo aver in- le fece una pronta invasione in Ingbiller-
vocato il patri)cinio di s. Servano protet- ra, che gli riuscì felicemente. Davide I im-
tore della diocesi, pati il martirio nell'i- padronitosi di Newcastle e di Carlisle, ob-
sola d'Eglis.Nelr 107 gli successe per man- bligò tutta la nobiltà del nord a dargli o-
canza di prole il fratello Alessandro I il slaggiperl'imperatriceesuofigliotmanon
Severo o il Feroce, celebre per la severità fu che passeggero questo trionfo. Stfefano
con cui puniva i malfattori. Calmò col suo accorso con incredibile velocità, malgra-
SCO SCO 25f
do de'rlgorl della stagione, sorprese tal- fu inquietato da Enrico II re d'Inghilter-
mente il re di Scozia, che l'obbligò di ve- ra che voleva costringerlo a rendergli o-
nire ad un componimento, mercè il quale maggio per tutte le terre che la Scozia pos-
tutte le piazze slate da lui prese furono sedeva in Inghilterra, ma Malcolm IV lo
restituite ad eccezione di Carlisle che gli ricusò costantemente. Non potè però di-
fu lasciata come facente parte del Cum- spensarsi dalseguireEnrico II nella guer-
berland. Davide I avrebbe voluto conser- ra, che portò in Francia nel i iSg; in Peri-
vare ancora il Norlhumberland come an- gueuxEnricoII lo armò cavaliere, eMal-
tica dipendenza del suo regno, e deter- colm IV fece poi lo stesso onore a 3o gio-
minato a ricuperarlo vi fece nel 1 1 38 nuo- vani signori dell'età sua. Questa spedizio-
va invasione che fu fatalissima al paese. ne essendo mal riuscita, il re se la prése
Stefano non la lasciò impunita, ed il conte con Malcolm IV, come se non vi fosse riu-
d'Aumale essendosi posto in marcia per scito per sua colpa, o avesse favorito oc-
suo ordine alla testa degringlesi,diedeagli cultamenteFrancia,giacchè alcuni signo»
scozzesi nella pianura di Golton-Moore la ri scozzesi gli apposero l'incolpazione di
famosa battaglia detta deWElencIard, per non avervi preso parte, nell'interesse del
quaiìto dissi nel voi. XXXV, p. 89, in cui suo regno che dovea rispettare una po-
furono disfatti colla perdita di i 1,000. Il tenza che non l'avea offeso e poteva nuo-
re Davide I non ostante si ritirò in buon cergli. Per conseguenza nel 1 1 60 sei conti

ordine verso Carlisle, ove fu raggiunto 3 di Scozia, con Feretach a capo, si recaro-
giorni dopo da Enrico suo figlio ch'erasi no ad assediarlo in Perth al momento che
salvato dal combattimento in mezzo al- rientrava ne'suoi stati, ma vennero me-
l'armata vittoriosa dopo aver gettati via. no nell'impresa e non riuscì loro d'impri-
lutti suoi distintivi. Davide 1 continuò
i gionarlo. Enrico II si vendicò di lui più
a servire l'imperatrice con maggior zelo efficacemente, facendo in un consesso di
che buon successo, ed Enrico figlio della pari confiscare le terre che possedeva in
principessa recatosi a visitarlo a Carlisle Inghilterra j Malcolm IV prese le armi
nel i49j'o ainiò cavaliere con tutte
I le per riacquistarle, e dopo vivissima guer-
ceremouie. Nel fiore dell'età avendogli la ra concluse un trattato in cui cede il Nor-
morte rapito la sua virtuosa moglie Si- lhumberland, e rivendicò a se il Cum-
billa nipote di Guglielmo I il Conquista' berland in un alla contea di Huntington.
tore^ passò 20 anni nello stato di vedo- Tal cessione servì di pretesto a due nuo-
vanza. Sopportò con mirabile pazienza la ve sommosse nelle contee di Gallowai
perdita del figlio Enrico, nel quale avea e di Murrai Gilerist conte d'Angus suo
:

riposte tutte le sue speranze, e la cui mor- generale in poco tempo le vinse ambe-
te fuamaramente compianta da tutto il due, e la contea di Murrai restò spopo-
regno, lasciando 3 fi gli, Mal col m IV, Gu- lata e saccheggiata. Than-Sumerled, al-
glielmo e Davide conte d'Huntington, ol- tro ribelle, tenne in costernazione il re-
tre due figlie. Il re raccomandò ai prin- gno e commise molte depredazioni. Mal-
cipali signori i suoi nipoti e specialmente colm IV amò singolarmente la pace, e
il I .**,mori a Carlisle della morte de'giu-
e schivò con ogni mira la rovinosa guer-
sti a'29 maggio I 53, e leggesi il suo no-
1 ra. Fondò chiese e monasteri, e segnalossi
me con quello de'sauti in parecchi calen- colla purezza de'costumi, dolcezza, umil-
dari di Scozia. tà e altre virtù, morendo piamente nel
Malcolm IV successe ne imi- all'avo, I i65.Il fratello Guglielmo dettoli Leo-
tò la pietà, ed è riguardato pure come ne, per la grandezza d'animo che mostrò
santo: fu detto il P^ergìne per non essersi nella prospera e avversa fortuna, fu so-
ammogliato. Al principio del suo regno lennemente proclamato successore. Nel
VOL. LXH. 17
;s SCO SCO
IT 73 cìicliiarò la guerra a Enrico TI re vano abbate Rievallense a trattare la pa-
d'Inghilterra per ricuperare il Norlhum- ce fi a il ree Giovanni eletto vescovo di San-
berland, ma nel seguente anno fu fatto t'Andrea, e gl'indussero a concordia con
prigioniero nella l»altaglia d'Alnwich ai questo patto, che tanto Giovanni, quanto
i3 luglio, e trasferito in Normandia fu tigone altro pretendente, rifiutassero il

chiuso nella torre di Falaisc. Enrico II vescovato di Sant'Andrea, in cambio del


attribuì la vitloria a Dio, per l'interces- quale Giovanni avesse quello diDunchel-
sione di s. TommasoCanlorbery già
di cien con tutte l'entrate, cheavea avanti
da lui sagrificalo, ciò che narrai nel voi. la sua elezione, la cancelleria reale e cer-

XXXV, p. 43, mentre a p. 44 "olai i ta parte delle rendite del vescovato di S.


motivi della guerra. Guglielmo doposcì Andrea: ma- Ugone richiesto dal re a la-
mesi fu liberato pel trattato di Valogne, sciareil vescovato, appellò al Papa. Nel

col quale soggettò se stesso e il suo regno I i85 il re d'Inghilterra Enrico li tenne
al re d'Inghilterra. Roberto dal Monte, in Londra un'assemblea, nella quale in-
jéppendix ad chron. Si ge'berlijaW* anno tervennero il re Guglielmo, suo fratello
1176, riporta il tenore del Tom aggio. /i«°.r Davide, co'conti e baroni scozzesi, e tra
Scotiae pacificaliis est cum rege Angliae le altre cose v i fu sta hi li tal a CroczVzZ/i (/".)
hoc modo. Fedi liomogiiim et lìgantiam per la prima e do-
Palestina, nella quale
de omni terra sua, ut proprio domino^ po non mancarono gli scozzesi di pren-
et concessi t ei ut omnes Episcopi terrae dere parte. Si ha dal Rinaldi, all'anno
ìlliuSf qui sunt numero decem^ et alba» 1 188, w°io e 21, che Papa Clemente III

tes, et comites, et harones hoc idem fa- per mettere fine alle discordie e contro-
cerenl. Episcopi vero et ohbates homa- versie che da lungo tempo si dibatteva-
gium nonfecer uni, sed sacramento se con- no nella chiesa di Scozia, scrisse a Gu-
strinxerunt hoc ohservaturos^ etc. Mao- glielmo acciò tornasse nella sua graziaG io-
dò ambasciatori d'ubbidienza al Papa A- vanni, lasciandogli pacificamente godere
lessandro 111, e ne ricevette il distinto do- il vescovato Duncheldense, e tulle l'en-
nativo della Rosa d oro (^.). Nell'arti- trate che avea avanti la sua consagiazio-
colo NoRTHAMPTON, parlando del concilio ne,con questo ch'egli non facesse brighe
del 176, riportai che \i fu separata la
1 pel vescovato di Sant'Andrea. Ugone ch'a-
chiesa di Scozia da quella d'Inghilterra, rasi fatto chiamare vescovo di Sant'An-
dal pontifìcio legato. Narra il.Pvinaldi col drea, degradalo e scomunicato, si recò in
Barooio, all'annoi i82,n.°i,che dopo la Roma, e dando sicurtà di stare al giudi-
morte di Ruggiero arci vescovo di Yorkjil zio della s. Sede, fu dal Papa assolto, ma
re Guglielmo,ch'era stato da lui scomuni- poco sopravvisse,morendo con quasi tutta
cato, mandò un'ambasceria per essere as- la sua famiglia, insieme a Enrico eletto
soltoaPapaLucioIIl, ilquale nel palazzo Dolense con la sua, nella fiera pestilenza
Lateranense, alla presenza de'cardinali, lo che scoppiò in R-oma.Oltrea ciòClemen-
assolvette dalla scomunica, secondo le giu- telllconcesseal re Guglielraoe alla chiesa
ste domande che gli rappresentarono gli di Scozia de'privilegi, tra'quali la chiesa
ambasciatori, e levò l'interdetto dal re- immediatamente sogget-
scozzese fu fatta
gno, scrivendone ilPapaa'vescovijsbba- ta alla romana,con diploma dato in La-
lij al clero e al popolo scozzese. Il che fe- teiano a' 3 marzo i 88,esistenle nel co-
1 1

ce senza pregiudizio della causa del ve- dice di Cencio Camerario nella Bibliote-
scovato di Sant'Andrea, per la quale il re ca Vaticana. Nel 1 1 go Riccardo 1 re d'In-
era .stato scomunicato. Lucio III mandò ghillerra,in procintodi partire perla cro-
in IscoziaRolando suddiacono della chie- ciata di Palestina, volle conciliarsi l'ami-
sa romana eletto Tescovo Dolense, e Sii- cizia di Guglielmo. Per meritarla egli ri-
SCO 5C O 2 ^9
nunzio airomagglo di cui ho parlato, con- raaso di Canlorbery. La sua pietà colti-
fessando di essergli slato estorlo da suo vata da una madre virtuosa, non cede in
padreEnrico II, e ritenne l'omaggio sem- nulla a quella di suo fratello. Egli fece rie-
pre reso da'principi scozzesi per tutte le dificare la città di Perlh, devastata intie-
terre ch'essi aveauo in Inghilterra.LaSco- ramente da un'inondazione. Alessandro
zia con quest'atto di giustizia rientrò nel- II fu incoronato aSconeil5 dicembre,e
la sua libertà primitiva, e nella sua intie- portò sul trono una prudenza superiore
ra indipendenza. Riferisce Rinaldi, all'an- all'età sua di 16 anni. Favorì baroni in- i

no r ic) -2, n.° 2, che il Guglielmo man-


re glesi nelle differenze eh' ebbero col re
dò in Roma un'ambasceria a Papa Ce- Giovanni, e si unì pure al principe Luigi
lestino 1 1
1, pregandolo a concedergli il pri- diFrancia, cui i malcontenti controdi Gio-
vilegio d'immunità per le chiese del suo vanni elessero a re, ciò che lo fece sco-
regno, acciocché non fossero soggette alla municare dal Papa Onorio III e porre
metropoli d'Inghilterra, ed il Papa glielo l'interdetto al regno,anche pe'guasti fitti
accordò come aveano concesso suoi pre- i alle terre inglesi. Sembra che ciò debba
decessori. Giovanni red'Ingbilterra aven- attribuirsi a Innocenzo 111 e al precedente
do fatto intimare a Guglielmo di recarsi regno, poiché altri storici riferiscono che
a rendergli omaggio a Lincoln nei 1200, Onorio III spedì in Iscozia per legato d
questo principe si recò in gran corteggio, cardinal Egidio Torrez (/^.) per ottenere
e adempì a tal dovere a'22 novembre so- dal re sussidii e crocesignati per la cro-
pra un monte vicino alla città, in presen. ciata di Palestina, e fu concesso. Anzi il

za di gran folla di popolo ; ma ebbe la Cohellio,iVo//7/<2 cardinalatus p. 87, af- 1

cautela d'inserire nell'atto di quell'omag- ferma che Onorio \\\ jini'i>ersiun Scotiae
gio un salvo alla dignità regia, per far regnimi sub proteclione Sedis aposLolicae
conoscere ch'egli non dipendeva dall'In- suscipitur. Che la Scozia nel secolo XIII
ghilterra che in quanto ai feudi che ivi si fece tributaria della s. Se^le,lo atferma
possedeva e sui quali teneva pretensione. ancora Rinaldi negli Annali ecclesiasli'
Mentre ringliilterra, per colpa de'suoire, ci. Ma nel 1 2 6,dopo
1 la morte di Giovan-
era in preda ora agli assalti de'neinici e- ni, Alessandro II si dichiarò per Enrico
sterni, ed ora alle perturbazioni e dissen- III suo figlio al reame d'Inghilterra, a cui
sioni interne,laScoziagodeva di sufficien- soccorso condusse in persona delle mili-
te quiete; e il pio reGuglielmo neh 20 i zie quando gli si ribellò la nobiltà, e ne
convocò una dieta onde far dai grandi del sposò Giovanna, dopo la morte
la sorella

regno prestare omaggio a suo figlio Ales- della quale prese in moglieMaria de Con-
sandro li di 3 anni. Papa InnocenzoIII ci, la quale poi sopravvivendo allo sposo,

vi mandò un legato col donativo insigne giusta il costume delle regine di Scozia,
dello Stocco e Berrettone benedetti [f^.). ebbe per sua pensione vedovile la 3.^ par-
11 re accolse con animo commosso questo te delle rendite del regno,che ammonta-
pegno della pontificia benevolenza, e vo- vano a 4ooo marche, secondo Paris. In-
lendo anch'esso testificare le sue buone cognatoEnrico III, fu-
sorte discordie col
disposizioni verso la Chiesa, ordinò, secon rono sedate per mediazione del conte di
do il consiglio de'prelati,che il sabbato Cornovaglia e dell'arcivescovo di York.
dal mezzogiorno in poi fosse feriato e tutti Gregorio IX nel 1287 inviò legato tìi In-
s'astenessero dal lavoro, come le""o
' DO in tere in Iscozia e in Inghilterra il celebre
Hurter, Storia d'Innocenzo III 1. lib. i , cardinal Ottone Candido ^ il quale vi fu
G.Guglielmo morì in Sterling neli2i4, ricevuto con grande onore, e persuase di-
e fu sepolto nell'abbazia cistcrciense d'A r- versi vescovi ealtri prelati a recarsi inRo-
brolh, da lui fondata in onore di s. Tom- ma al coacllio di Lalerano, contro Fede-
26o SCO SCO
rico II persecutore della Chiesa, il quale sembra che pon-
re di quella giornata, e
fece aneslare il cardinale e i prelati in ga in dubbio se Alessandro III fosse pre-
mare, ed alcuni re morirono. A Grego- sente al conflitto. Aquino V morì poco
lio IX neh 241 successe nel pontificato dopo, e il successo! e Magno VII nel 1266
Celestino IV, che essendo monaco cistcr- convenne un trattato,
col re di Scozia a
ciense in Altacomba,TÌ avea scritta la tS/o- col quale gli cedèjtnercè annua contribu-
rin ecclesiastica di Scozia, come preten- zione di denaro, le Ebridi in uno all'iso-
de Tommaso Dempslero. Nel corso dei la di Man che ne faceva parte, e il di-

secoli XII e XIII i sassoni, i goti d'origi- ritto di padronato sul vescovato di quel-

ne si stabilirono sul golfo di Solway, so- l'isola, che per altro dovea continuare a

pra il Tweed, la Glydeed il Forth; e si dipendere come per lo innanzi dall'arci-


videro pure molli anglo-sassoni, anglo- vescovo di Nidrosìa [V.) o Drontheim
normanni e anglo-belgi ad emigrare in I- capitale della Norvegia. L'amicizia tra i

scozia,dove sono stati il ceppo delle più no- due resi consolidò col maritaggio di Mar-
bili famiglie. Alessandro li introdusse nel- gherita figlia d'Alessandro III, con Erico
la sua corte il contrasigillo, il cui diame- principe reale di Norvegia, che divenuto
tro eguagliava quello del sigillo, e mor^i re soccorseli suocero nella guerra co'ba-
nel 1249. Gli successe il figlio Alessandro roni. Alessandro III con tuttala famiglia,
III di 8 anni, ma Cummings,una
i delle in qualità di i.^pari d'Inghilterra, inter-
più possenti famiglie della Scozia, lo ten- venne all'incoronazione di Odoardo I, e
nero come in prigione ne'primi anni del al parlamento del 1282. Morì il re nel

suo regno, insieme alla móglie Marghe- 1286 in Ringhorn per una caduta da
rita d'Inghilterra figlia di Enrico II!, il cavallo, vivamentecorapiantoda'suoi po-
quale mosse verso la Scozia per liberarli, poli, tanto per le sue buone qualità,quan-
e vi riuscì dopo la presa delcastellodi fi- to per la critica situazione in cui lasciò
di mburgo; nondimeno le turbolenze non il regno. Imperocché egli era senza pro-
cessaronOjfinchè il re non fu in grado di le, essendogli morti lutti i suoi figli, solo
prendere le redini del governo. Assalito lasciando la nipote Margherita, nata dalla
il suocero dai baroni d' Inghilterra, nel defunta figlia di simile nome e regina di
J263 avendolo invitato alla sua volta a Norvegia, denominata la VerginediNor'
recarsi in difesa di lui, Alessandro III gli vegia, la quale dovea succedere alia co-
mandò un corpo di truppe,previa dichia- rona dell'avo, e sposare uno de' figli di
razione che tale soccorso non veniva ac- Odoardo I re d'Inghilterra con approva-
cordalo che dall'amicizia, e non in forza zione di Papa Nicolò IV. Ma morta que-
di verun diritto che reclamasse il monar- sta principessa nel 1291 nel suo viaggio
ca inglese. Nell'istesso anno Aquino V re da Norvegia in Iscozia, il regno che dopo
di Norvegia, vantando pretensioni sull'i- la morte di Alessandro III era stato pa-

sole occidentali di Scozia, cioè l'Ebridi, cificamente governato da 5 reggenti, da


le Orcadi e quella di Shetland, per di- lui nominati prima di morire, fu ben to-
ritto immemorabile di conquista, com- sto agitato da gravi turbolenze in propo-
parve con uìia flotta considerabile, s'ini- sito della successione al trono. Parecchi
padroni d'Aire e s'innollrò nell'interno vi prelesero sino al numero di 12, i cui
del paese. Il re gli andò incontro, ed a due principali furono Giovanni Bailleul
Largs fu combattuta una sanguinosa bat- o Baillol, discendente da iMargherita pri-
taglia norvegi totalmente sconfitti, vi
: i mogenita di David (altri dissero David I)
peiderono 16,000 uomini. Buchanan a- conte d'Huntington fratello del re Gu-
scrive ad Alessandro Stuart, bisavolo del glielmo, e Roberto Brus oBruce nato da
i."re di Scozia, di quella famiglia, Tono- Isabella seconda figlia dello slesso Davi-
SCO SCO tk6i
de Giovanni
: la vinse perdecìsione di O- rò Odoardo come proclamò
I, per se la
doardoi, scello dagli stati di Scozia arbi- corona di , Scozia come invase
il regno

tro della controversia, sebbeneNicolò IV crudelmente, facendo trasportare in In-


richiesto dal re inglese di confermare il ghilterra la famosa pietra nera di Scone
decreto fatto dai principi di stare alla sua ove s'intronizzavano re, lo narrai nel i

sentenza, non volle farlo per non pregiu- voi. XXXV, p. 52. Sconfitto Giovanni
dicare le ragioni che la s. Sede avea sulla Baillol davanti la città diDumbar dal con -

Scozia, come si legge in Rinaldi all'anno le di Warenne e perseguitato dal re, fu


1 290, n." 3?, aggiungendo che i re scoz- costretto di presentarsi a lui a* 2 luglio
zesi in tal modo di ventiero feudatari degli 1297 con in mano un bianco bastone, e
inglesi. Non pertanto il re d'Inghilterra lo fece trarre prigioniero nella torre di
dichiaiò re di Scozia Giovanni a' 1
7 o i Londra, dopo avergli fatto stendere un
novembre 1292, gli die con solenne in- alto autentico, col quale Baillol gli rasse-
vestitura lo scettro, e ricevè il suo giura- gnava la sua corona, la sua dignità e i suoi
mento di fedeltà, poiché era stato giudi- beni. Allora fu spezzato il gran sigillo di
cato che il regno di Scozia, derivando dal Scozia, non servendo più a verun uso, ed
Irono d'Inghilterra, da questa corona di- un altro se ne fece colle armi d'Inghil-
penderebbe, come riferiscono Thoyras e terra che venne affidato a Gualtiero d'Asr-
Rymer. Così Odoardo I che vagheggia- mondeshara. Giovanni ottenne poi pel
va il possesso di Scozia, le tolse la sua li- 1 298 da Odoar-
trattalo di pace fatto nel
bertà, le dettò leggi, e gettò i fondamenti do I Francia la libertà di riti-
col re di
di quell'antipatia, ghe tanto tempo tenne rarsi in quel reame, ove passò nella vita
emuli e di visi due regni. In fatti Odoar-
i privata il rimanente de'suoi giorni, non
do I ben presto trattò più da schiavo che compianto dagli scozzesi per la sua debole
da re Giovanni che avea posto in trono, condotta. Il Rinaldi airannoi299,n.°2 i

e nel 1293 lo citò ben 4 volte a rendere dice, che Giovanni fu liberato a preghie-
ragione di alcune sue operazioni. La pri- ra di Papa Bonifacio Vili, e dato in po-
ma cosa che da lui richiese fu l'omaggio, tere del vescovo di Vicenza nunzio apo-
che Giovanni gli rese in francese a Castel stolico (di Francia e Inghilterra per pa-
IVuovosullaTyne. ReGiovannistancodei cificare due re, cioè s. Rinaldo Concor-
i

cattivi trattamenti, si pentì del giuramen- reggi, che celebrai nel voi. LVI, p. 249),
to di fedeltà che gli avea prestato, e do- obbligandosi con rigoroso giuramento,
po essersene fallo sciogliere come tutti i ch'egli non si sarebbe mai senza licenza
suoi sudditi dal Papa Nicolò IV, inco- del Pontefice partito dal luogo assegna-
minciò a scuoterne il giogo. Ottenuta che togli. Pare che si ritirasse in Normandia
ebbe da Roma tale assoluzione, discac- nel paese di Caux, o meglio a Mons nel
ciò dai suoi stati tutti gl'inglesi, senza ec- Vimeu, di cui era signore, e donde l'a-
cettuarne gli ecclesiastici, e dichiarò con vea chiamalo Odoardo I per elevarlo al
lettera a Odoardo f, recata dal guardia- trono : incerta pure l'epoca di sua mor-
no de'francescani di Roxburg, che in vi- te, alcuni l'assegnano ali3i4; si vede il

sta delle reiterate ingiurie da lui ricevu- suo epitaffio nella chiesa di s. Waastde
te, egli ritrattaval'omaggio forzatamen- Bailleul sull'Eaune. Dopo l'espulsione di
te prestato,ne più intendeva di vivere sot- Giovanni, gli scozzesi si sforzarono di li-

to la dipendenza dell'Inghilterra. Giovan- berarsi dall'oppressione degl'inglesi, sot-


ni contava sull'aiuto di Filippo IV re di to la condotta del celebre e valoroso Gu-
Francia con cui erasi confederato per so- glielmo Walleys o Wallace. Le sue eroi-
stenere quest'alzata di visiera, ma fu de- che azioni per liberare la patria dal ser-
luso nella sua espetlazione. Quanto ope- vaggio, con isplendide parole le riportai a
262 SCO SCO
Inghiltebra. Divenutoli leiTOie degl'in- ribellati, egli avea preso su loro giusta ven-
glesi qual duce de'suoi connnzionali, un detta, secondo la regia giurisdizione. Frat-
numeroso esercito spedì Odoaido 1 in 1- tanto pei progressi del prode Wallace, es-
scozia per abbatterlo e ristabilirvi la sua so fu dagli scozzesi proclamato salvatore
autorità, considerandola come signoria e e guardiano del regno durante la catti-

feudo di sua corona; prese alcune terre, vità di re Giovanni; mentre Roberto Cru-
furono imprigionati gli ecclesiastici , ed ce,fìglio di quello che avea contrastalo la

alcuni morirono pe' patiti disagi. Abbia- corona a Giovanni, favoriva segretamen-
moda! Rinaldi all'anno 1 299, n.° 4 eseg. 1 te la sua causa. Dopo aver tagliato a pez-
cbeavendociòsaputoBonifacio Vili, con zi partedell' esercito inglese, e fatta sgom-
lunga lettela se ne gravò con Odoardo brare dai nemici la Scozia, Wallace ardi-
1, e per difendere le ragioni che las. Se- tamente invase le contee settentrionali di
de uvea sulla Scozia, gli dimostrò non es- liighilleria, vi pose tutto a ferro e fuoco,

sere in verun modo tributaria dell'Inghil- e tornò in Iscozia con ricco bottino. Non
terra, e se alcuni principi a'quali era sta- andò guari che Odoardo I con formida-
la commessa la custodia del regtio avea- bile esercito entrò nella Scozia, la quale
no osato alcune cose contrarie al»
di fare non potè opporgli proporzionata resisten-

la libertà della Scozia, siccome provoca- za, essendo discordi gli scozzesi per gelo-
te dalla forza e dal timore, erano del tutto sia della potenza e popolarità di cui go-
nulle. Allreltantoil Papa scrisse all'arci- deva Wallace, una parte de'baroni essen-
vescovo di Cantorbeiy, ordinandogli che do stata guadagnala dagl'inglesi. Deplo-
ammonisse il re,acciò sprigionasse! pre- rando Wallace le intq^tine differenze che
lati e chierici scozzesi, e richiamasse dalla minacciavano la patria,si dimise dalla sua
Scozia i suoi ministri, e se credeva avere autorità, e solo conservò ilcomandod'ua
alcuna ragione in questo regno o in qual- corpo de'suoi partigiani; Giovanni Cura-
che parte di esso, o avesse alcuna lite col mi n fu fatto reggente del regno, come cu-
reame, ovvero co'prelali e chierici, man- gino del re deposto. A'22 luglio 1298, a
dasse i suoi procuratori alla sede aposto- frontede'prodrgidi valore che fece Wal-
lica, la quale avrebbe decisa ogni contro- lace, gli scozzesi furono compiutamente
versia, secondochè la giustizia richiedes- disfatti con istrage numerosa; nondime-
se. Il re rispose all'arcivescovo che gli af- no la conquista del regno non fu compi-
fari di Scozia appartenevano non solo a ta, e le Provincie settentrionali continua-
lui, ma a tutti gl'inglesi, per cui doveasi rono a fare resistenza, e solo nel 3o40- 1

sentire il consiglio de'baroni del regno. Ciò doardo I ottenne l'intiera conquista del-
ebbe luogo nel parlamento di Lincoln, la Scozia. Tradito Wallace dal cav. Mon-

quindi il re scrisse a Bonifacio Vili, in teith, fu dato in potere del re, che ne fe-

modo e dichiarando con esempi storici, ce nel I 3o5 quell'aspra vendetta che rac-
che la Scozia era tributaria dell'Inghil- contai nel citato articolo. La sua morte
terra, il che avea giurato il re Giovanni, esacerbò gli scozzesi, gli accese di rabbia,
come aveano fatto i suoi antecessoriagli e fece concepire il progetto a Roberto Bru-
altri re inglesi, e rotta poi ogni promes- ce di vendicarlo, e di diventare il libera-

sa essendo Giovanni entrato furiosamen- tore dello sventurato paese. Il nome di

te in Inghilterra e comniessi crudeli ec- Wallace è ancora popolare nella Scozia,

cessi, avere quindi riportato sugli scozzesi tenuto per l'eroe dellaliberlà e patria iu-
gloriosa vittoria, ed aggiunto all'Inghil- dipendenza, avendone celebrato le gesta
terra il loro regno da Giovanni a lui co- Enrico il Menestrel con poema riaouia-
me supremo signore ceduto. E siccome po- tissimo, ed altri poeti e storici.
scia alcuni prelati e baroni di Scozia eransi Roberto I Brace o Brus conte di Carrick
SCO S G O 263
figlio fìiRoberloconled'AnantlaleecIiCle- midabile che il re d'Inghilterra avesse mai
velanti competiloiecìei re Giovanni, o se- menato in queste regioni, ma per soggia-
condo altri di lui nipote, dopo l'orribile cere alla più grande sciagura che la mo-
supplizio dell' indomabile Wallace, tro- narchia nglese avesse prò vato dopo la con-
i

vandosi alla corte d'Odoardo I con Gio- quista. In tal guisa è qualificata dagli sto-
vanni Cumaiin,alla testa de'signorl scoz- rici .la sanguinosa battaglia di Bannock-
zesi che il re pretendeva sedurre, volgeva burn, de'24 giugno 1 3 4, in cui Roberto 1

sempre in mente i diritti paterni al tro- I con 3 0,0 00 scozzesi tagliò a pezzi V e-

no, e certo colloquio tenuto con Wallace sercilo inglese di 00,000 uomini e facen-
1

sulla patria indipendenza, mentre Cum- done macello. La nazione per gratitudi-
unn fremeva per la toltagli reggenza. Am- ne io chiamò liberatore e padre della pa-
bedue eranodal separatamen-
re lusingati tria, stabilendo ereditaria la corona nella
te sulla corona diScoziafeudataria;ma ve- sua casa, e in mancanza di maschi la fi-
dendosi gabbali, due rivali i si accordarono glia Maria e gli eredi di questa da lei na-
per sollevare la Scozia, di cui Roberto sa- ti. In mezzo al trambusto dellearmi, egli

rebbe re, e le sue contee e terre passereb- governò con molta dolcezza e equità, ren-
bero aCummin, con dignità di luogote- dendo la Scozia assai florida e potentissi-
nente generale del regno. Cummin tradì ma. Fece un'incursione in Irlanda, e gl'in-
ilconvenuto esvelò il trattato al re, ilqua- glesiche vollero profittare di sua assenza,
)e mentre sta va per punire Roberto e suoi furono valorosamente respinti dagli scoz-
fratelli, questi fu avvertito di quanto gli zesi, guidati dai loro cavalieri e preiati,
sovrastava e foggi in Iscozia. APsuo arri- onde fu chiamata la battaglia bìanca,daU
vo radunò ì suoi amici nella chiesa dei le cotte che portavano molti nel combat-

francescani a DuQìfiies, manifestò ad essi i timento. Volendo il re vendicare le pro-


suoi sentimenti e gli eccitò a rompere loro i prietà della corona e delle comuni, fu or-
ferri, pugnalando Cummin. Si lodò que- dita una trama per consegnare il regno
st'azione, siccome un tratto di patriotti- all'Inghilterra, che Roberto I severamen-
smo, e fu riconosciuto re di Scozia a* 2 te punì nel parlamento nero, nome che
marzo 3o6 I dai grandi della nazione. Da prese dalle conseguenze e pei colpiti di
quel giorno in poi la Scozia fu libera dal morte.Odoardo II volle giovarsi delle tur-
giogo straniero, vennero cacciati gl'ingle- bolenze e penetrò in Iscozia con esercito
si, ma non ottenne di assicurare la libertà immenso; costretto a ritirarsi nel i323,
al suo paese se non dopo lunghe guerre: Roberto I io raggiunse e sconfisse a By-
io splendore de'primi successi venne eclis- land , venendo costretto a convenire ad
sato, ed egli vi si rassegnò; stia moglie fu una tregua di 1 3 anni. A Inghilterra no-
condotta cattiva a Londra, i suoi 3 fra- tai, che per la pace Odoardo II v'interpose

telli vi furono appesi ed egli si nascose , il Papa Giovanni XXII; e perchè la lega-

tra gli scogli dell'isole Ebridi.R-icompar ve zione inviata dal Papa a Roberto! non gli
poi in Iscozia, e chiamò sotto il suo sten- dava il titolo di re,questi non volle ricono-
dardo sudditi, che vi accorsero a torme,
i scerla, e fu scomunicato dai cardinali le-

onde in breve ricuperò tutto il regno.Mor- gati a latere Luca Fieschìe Gaucelìno,po-
to Odoardo I mentre Qiarciava per con- nendoessi eziandio l'interdetto nel regno.
quiderlo, Odoardo II che gli successe fece Disprezzando prelati tale sentenza, il Pa-
i

un tentativo e si ritirò vergognosamente in pa chiamò in Avignone,ove risiedeva, Gu-


Inghilterra; quindi con un bando invitò glielmo vescovo di Sant'Andrea e 3 altri
tutti gli avventurieri d'Europa alla divi- vescovi favoriti del re, per punire i con-
sione di tutto il territorio scozzese. Egli tumaci e per trattare la pace. Citò ancora
vi entrò di fatto duce dell'eseicilo più for- Roberto I a difendere la sua causa avanti
264 SCO SCO
la s. Sede, il quale ubbidì arponliflcio mo« nascere il pensiero di far rivivere le sue
nitoi'io, e mandò in Avignone i suoi anaba- pretensioni alla corona d'occupazione del
sciatori;eglifudatoil tìtolo reale quando regno,quando in vece per qualche fallo fu
spedì altra ambasceria a Giovanni XXII posto in prigione.LordBeaumontpe'suoi
a domandare umilmente perdono delle particolari interessi ne ottenne la libera-
disubbidienze, e la grazia d'essere assolto zione, lo condusse in Inghilterra, e presen-
dalla scomunica, levando l'interdetto dal tatolo al re, questo lo fornì d'una squa-
regno, ed il Papa in lutto l'esaudì, come dra per operare uno sbarco in Iscozia, ove
si ha dal Rinaldi. Queste censure nella nella reggenza era succeduto il debolecon-
trattazione della tregua e della pace era- le dlMarr.Malgrado gli sforzi degli scozze-
no state sospese, ed il titolo regio fu ri- si,Eduardo penetrò nel cuore del paese e
conosciuto senza pregiudizio dalle ragio- r agosto ì 332 vinse una gran batlai^Iia
I I

ni che il re inglese potesse avere sulla Sco- presso la riviera d'Erne. Avendo poi ri-
zia. L'ultimo anno della vita di Roberto portali altri vantaggi considerabili, con
1 fu segnalato non solo dall'essersi paci- sorprendente rapidità, si recò a cingersi
ficato colla s. Sede, ma per essere la sua il diadema a Scone a'27 settembre 332. 1

gloria e felicità giunte al colmo. Impe- Allora il regno cadde in deplorabile posi-

rocché, divenuto re d' Inghilterra Odoar- zione, ed essendosi gli scozzesi per guerre
do III, il re di Scozia Roberto I poco intestine armali gli uni contro gli altri,
dopo fece entrare un esercito nel suo re- se ne giovarono gl'inglesi per devastarlo,
gno e indusse il re a sottoscrivere un onde Odoardo padrone delle princi-
111

trattato, pel quale Odoardo III riconob- pali piazze, ivi regnava sotto il nome di
be l'indipendenza assoluta del regno di 13aillol ch'era un semplice fantasma di so-

Scozia, disconfessò le pretensioni de' suoi vrano. Finalmente pel valore di Roberto
predecessori, e die Giovanna sua sorella Stuart, altro reggente di Scozia per l'esule
in moglie a Davide II figlio di Roberto I; zio Davide II, essendo stati cacciati gl'in-
convenendosi, che se moriva Davide II glesi da PerthjSterling, Edimburgo eal-
senza successione, Roberto Stuart figlio tri luoghi, il red'Inghilterra accordò una

di sua figlia Maria e sorella di Davide II, tregua a Davide II neli 342,che rimon-
monterebbe sul trono. Dolente Roberto tato sul trono baillol fu obbligato discen-
I di non aver potuto recarsi in Palesti- derne, e cede neh 356 i suoi diritti a O-
na a combattere gl'infedeli, lasciò dispo- doardo III, che gli assegnò una pensiono
sto che il suo cuore fosse portato in Ge- di 2000 lire slerline,e morì neh 363. Ri-
rusalemme e posto a lato del s. Sepolcro, chiamato dunque Davide II dalla nazio-
e morì nel 1829, colia gloria d'essere sta- ne, da Francia ritornato in Iscozia, per
to il restauratore della monarchia scoz- rappresaglia tosto entrò nel Northumber-
zese. Subito Davide II fu acclamato re di land alla lesta di 5o,ooo uomini, e portò
Scozia, sotto la tutela e reggenza del con- la desolazione sino sotto le mura di Dar-
te di Morrai, non avendo che 5 anni, il ham, ed assediò Salisbury, mentreOdoar-
perchè fu costretto dal cognato Odqardo do III guerreggiava contro Francia al-
Illa riparare inFrancia,quando nel 33 1 leata di Scozia, e Papa Clemente VI avea
fece una terribile invasione nella Scozia mandato due cardinali legali per pacifi-
e bruciando Aberdeen o Aberdon, come care due re francese e inglese. Però Ma-
i

riportala Inghilterra. Intanload Eduar- ria Filippa regina d'Inghilterra, avendo


do Baillol figlio del re Giovanni, che dopo raccolto un corpo di 2,000 uomini, di cui
1

essere slato prigione degl'inglesi era pas- die il comando a lord Pierci, si arrischiò
sato in Francia ne'suoibeni patrimoniali, di raggiungere il nemico alla croce di Ne^
le nuove turbolenze dellaScozia gli fecero vil's Cross presso quella città: percorse el-
SCO SCO a65
la slessa le file dell' armata, esorlò i sol- Giovanni, pretensioni che furono rifiuta-
dati al dovere, ne volle abbandonare il te da un parlamento radunato a Scone.
campo se nonal momentochesi stava per La prima cura del nuovo re fu di dar se-
venire alle mani. Le sue esortazioni pro- sto agli affari relativi all'Inghilterra, pa-
dussero il loro effetto, poiché gli scozzesi gò il resto del riscatto, osservò la tregua,
furono rotti e posti in fuga con perdita non senza stare in guardia dall'ambizio-
di 5,000 almeno. Questabaltaglia -egui
1 ne di Odoardo III. Di fatto le ostilità scop-
a' 17 ottobre i346j Davide lì ferito gra- piarono subito e più o meno durarono per
vemente fu fatto prigioniero, e per ordine tutto d suo regno, con iscaramuccie di po-
della regina condotto nella torre di Lon- ca importanza, ed escursioni che davano
dra, ove rimase i anni, né era ancor li- i in preda le frontiere de'due regni a con-
bero neh 357, quando vi giunse pure pri- tinue devastazioni; solo fu ri marchevole la
gioniero Giovanni II re di Francia, preso sanguinosa fazione del i 388 a Otlerburii
dal principediGallesalla battaglia di Poi- vinta dagli scozzesi, e ne fu conservata
tierSiOndeTorgogliosoOdoardo III pran- memoria nella celebre ballata detta Cac-
zò pubblicamente nel giorno di Natale in cia del C^^r/wo/o, col qual nome fu chia-
mezzo ai due re cattivi. Vinto Odoardo mata la battaglia. Roberto II si fece ri-

HI dalle lagrime e preghiere della sorel- spettare al di fuori e al di dentro colla sag-
la Giovanna moglie del re di Scozia e , gezza del suo governo, pel suo valore e
considerando che il conquisto di quel re- giustizia. Rinnovò V antica alleanza con
gno non era più vantaggioso, e che Ro- Francia, e nel i38o per l'assunzione al
berto Stuard erede e nipote del re trova- trono di Carlo VI, gl'invio ambasciatori
vasi in istato di resistere, acconsentì nella per congratularsi e rassodare 1' unione.
stesso 1 357 a rendere la libertà al cognato Questa intimità co' francesi l' involse in-
per 00,0001 slerlini a titoiodi riscatto, col sieme suo regno nel gran Scisma (F.)
al
patto di riconoscere supremo feudatario d'occidente. Nel 1378 morto Gregorio XI
il re d'Inghilterra, e di fare ogni sforzo in Roma, oveavea ristabilito la residen-
di trasmettere il regno al nipote di Eduar- za pontificia, che fatalmente in 7 ponti-
do Baillol , e di osservare una tregua di ficati per influenza di Francia era stata

9 anni. I nobili scozzesi restarono sdegna- in Avignone {P'.), fu eletto a successore


li per tanto abuso di forza, non fu rati- Urbano VI,contro il quale insorse l'anti-
ficala che la non fu
tregua, ed il riscatto papa Clemente FJI,che in Avignone sta-
nemmeno interamente pagato. Davide II bilì una cattedra di pestilenza, e fu suc-

visse poi pacificamente, ricompensò la fe- cesso dall'antipapa Benedetto XIII. Di-
deltà de'suoi popoli, col zelo nel ristora- visi principi e popoli nell'unità cattolica,
re le sofferte disgrazie, e morì nel 1371, chi seguì l'ubbidienza romana e chi l'a-
lasciando corona al la nipote Roberto II vignonese scismatica. La Scozia seguendo
Stuart, il quale piti d'ogni altro gliela a- l'esempio di Francia parteggiò per gli an-
vea conservata, preferendolo ad altri pa- tipapi, e li venerò per veri Papi : l'Inghil-
renti collaterali. Roberto llfiglio di Gual- terra e l'Irlanda restarotio fedeli al legit-
tiero Stuart gran siniscalco di Scozia e di timo Papa di Roma. Nel 3go morì com-
i

Maria Roberto I successe allo zio


figlia di pianto Roberto II, lasciando numerosa fi-

nìaterno, e fu il della casa Stuart che


i
.'^
gliuolanza, ed ebbe ancora de' figli na-
riunì poscia in una sola monarchia re- i turali, da cui traggono la loro origine pa-
gni di Scozia e d'Inghilterra. Fu ricono- recchie famiglie di Scozia. Gli successe il

sciutonon senza contrasto di Guglielmo figlioGiovanni Roberto HI, nato da Eli-


conte di Douglas, che richiedeva la coro- sabetta More i."* moglie di Roberto II, che
ipa come disceudcule daUu morella di re per isposarla olleuoe dispensa dalla s. Sq*
iGG SCO sco
de come sua slrella parente, colla condi- restarIo,equesti che aspirava al trono fece
zione di fondare una cappella nella cat- chiudere David nel castello di Falkland,
tediale di Glasgow. Incoionato a Scone, ove poi morì. Il re ne restò inconsolabile,
ilparlamento di Perlli gli cambiò il no- vedendo la perfìdia del fratello reggen-
n)e di Giovanni, in quello di Roberto o te, onde rinunziato il governo si ritirò nel-

amato dalla nazione. La debole sua sa- r isola di Buie per vegliare sui giorni di
lute e il suo spirilo mite, l'obbligò a lasciar Giacomo secondogenito; non credendolo
la cura del governo a Roberto o Alessan- ancora sicurojlo fece imbarcar per laFran-
dro suo fratello duca d'Albania o Alba- eia , ma sospinto da una burrasca sulle
ny ,
piccolo paese della contea di Perth spiaggie d'Inghilterra, vi fu fatto prigione
nel mezzo del regno, e sovente i figli dei benché durasse la tregua, e chiuso nella
re di Scozia portarono il titolo diducadi torre di Londra, col conte delle Orcadi
Albania, già dimora degli antichi selvag- che Io accompagnava. Il re non potè so-
gi della Scozia, avanzi degli antichi sco- pravvivere alla dolorosa nuova, e n'ebbe
ti : qualche geografo die il nome d'Alba- tanto rammarico che indi a poco morì ai
nia atutla la Scozia, altri dicendo che dal- 6 aprile i4o6. Allora fuvvi in Iscozia un
le sue montagne bianchissime derivò il interregno, nel corso del quale 1' ambi-
nome d'Albania, come quello d'Albione zioso duca d'Albany ne assunse il gover-
all'Inghilterra per le sue rupi bianchis- no. Continuando lo scisma a lacerare la
sime. Roberto pi ovato il gusto del coman- Chiesa, la Francia sospese l'ubbidienza al-

do, concepì il disegno d'impadronirsi del- l'antipapa Benedetto XllI, e poigliela re-
la corona. Lo spirilo bellicoso e agitatore stituì; presso a poco la Scozia tenne lo stes-
de* nobili eccilò turbolenze, formandosi so contegno, e quando nel 1 409 si trattò
de'parlili che guerreggiavano sino all'e- di estinguerlo, mandò i suoi ambasciato-
stremo eccidio. Le regie truppe non riu- ri al concilio di Pisa, come fecero Fran-
scivano a ristabilir la pace, poiché i clans furono deposti Gre-
cia e Inghilterra. Ivi
o capi di tribù ne'Ioro lerritorii erano for- gorio XII e Benedetto XIII, indi venne
midabili. 11 potere de'nobili si allargò e eletto Alessandro V, ch'ebbe a successo-
mise radici cosi profonde, che quando i re Giovanni XXIII. Ma Gregorio XII e
successori di R.oberlo IH vollero ripristi- Benedetto XI lì continuando a riguardar-
nare i privilegi della corona, furono per- si quali Papi dalle loro ubbidienze, i fe-
denti nell'impresa. Per fortuna gl'inglesi deli furono divisi fra tre, mentre volevano
non ripresero le armi che neli4oo, ed il venerare un solo. La Scozia continuò nel-
re Enrico IV giunto sulle frontiere, ri- l'ubbidienza dell'antipapa BeuedettoXIII
chiese al ree ai grandi che si radunasse- (altri dicono alla morte d'Alessandro V),
ro in Edimburgo a prestargli omaggio. indi se ne sottrasse neli4i5i dopo il co-
David primogenito del re,respingendo sif- minciamento del concilio di Costanza, ab-
fatte pretensioni, propose per evitar l'ef- bandono che con quello di altri celebrò
fusionedel sangueun combattimento tra s. V'incenzo Ferreri che un tempo avea
un numero de'nobili delle due nazioni, e seguilo il pseudo Papa. La Scozia man-
ch'egli si presenterebbe alla testa degli dò i suoi rappresentanti e prelati a detto
scozzesi: il reggente duca d'Albany sfidò concilio,ove Gregorio Xll rinunziò vir-
Enrico IV aduello, il quale perciò e pel tuosamente, Giovanni XXIII fu deposto,
cattivo tempo e malattie si ritirò, poscia Benedetto XIII scomunicato, e nel 4» 7 i

si fece tregua e si trattò la pace colla me- eletto Martino V, che estinto lo scisma fu
diazione di Francia. Per gli eccessi di Da- riconosciuto dalla Scozia e da tulli per Pa-
vid il re suo padre si trovò costretto d'in- pa e padre comune de'fedeli. Il duca di Al-
caricare il di lui zio duca d'Albany di ar- ba ny con suo figlio Murdac vagheggiando
SCO SCO :t6';

sempre la dignità reale, coiifitìa vano d'ar- Lino con amplissime facoltà di legato, il

rivarvi più agevolmente, menti' era va- quale con zelo rimosse molti inconvenien-
Ciinte di fatto. Intavolaiono alcune nego- ti nella religione e disciplina ecclesiasti-
ziazioni per ottenere la libertà de! re Gia- ca, rivendicò i diritti della Chiesa enor-
como I, ma furono condotte con molla memente violati per le promulgale leggi,
negligenza. Frattanto posero tutto in o- confermando gli scozzesi nell'ubbidienza
pera per affezionarsi nobili, favoreggiau-i alla chiesa romana e ad Eugenio lV,coraa
tio le loro usurpazioni e tollerando lutti rilevarono Ughelli, Italia sacrai. 2, p.
i disordini : l'autorità reale fu ridotta tal- 792, ed il can. Musetti, Delle nunziature
mei»le debole, che monarchi successivi
i apostoliche, p.1 8 Me n t re n u nzi o d m o •
. i l i

adoperarono invauodi tornarla in vigore. rava nella Scozia, il re irritò il ministero


iMorlo nel 1420 il duca d'Albany, solten- inglese con sposare sua figlia Maria al del-

Irò al governo ereggenza il figlio Murdac, fino di Francia poi re Luigi XI; laonde
ma con tanta indulgenza, quanto corag- fu spedita un'armata contro la Scòzia, co-
gio e attività avea dimostrato suo padre. njandata dal conte di JNorlhumberland,
Finalmente nel 1423 gli ambasciatori di che vi operò moltissimi danni, e fu scon-
Carlo VII redi Francia ratificarono lean- fìtta a Popperden da Guglielmo di Dou-
ticlie alleanze colla Scozia, ed ottennero glas conte d'Angus, essendo costretta a ri-
dalla reggenza il soccorso di 5ooo uomi- tirarsi. Adoralo Giacomo dal popolo, che I

ni. Queste truppe comandate dal conte godeva per lui quella sicurezza che non
di Douglas suocero del contestabileStuart, avea gustata da molto lungo tempo, men-
ap[)rodarono alla Piochelle e ridestarono tre fino allora il più potente avea oppres-
le speranze del monarca francese, di cac- so il debole, in vece era odiato dai nobili
ciar gl'inglesi dal suo regno. Il duca di pei diritti rivendicati alla corona e per a-
Gloucester reggente d' Inghilterra nella ver punito molti colpevoli, per cui si co-
minorità d'Enrico VI, pensò di rendere spirò contro i suoi giorni. Ritiratosi in un
la libertà a Giacomo I, colla speranza di convento de'domenicani presso Perlh pei*
slaccargli scozzesi dall'alleanza diFrancia. iscoprire la trama, a'20 febbraio 1437 fu
]*er condizioni il reggente volle tregua ,
trucidato nelle braccia tlella regina dal
4o,ooo marchi d'argento pel riscatto, che suo zio Gualtiero conte d'Athol, scortato
il re non dasse aiuti a'nemici d'Inghilter- da una banda d'assassini, molti de'quali
ra, e richiamasse le truppe inviate ai fran- restarono uccisi nella difesa valorosa che
cesi : tutto sottoscrisse Giacomo], e par- fece l'infelice Giacomo I : la regina fu co-
tì da Londra ne! marzo i424.dopo 18 an- perta di ferite. In seguito tutti gli assas-
ni di cattività. Il re trovò in Iscozia tut- sini perirono di differenti supplizi; quel-
ti gli ordini disposti a riconoscerlo , e lo lo del conte d'Athol fu orribile, come lo
stesso reggente pronto a rimettergli un'au- era stalo il delitto suo. Da questo re in-
torità pesante alla sua debolezza : fu ac- comincia quella serie continua di disastri,
clamato re, ma non riehiamò da Francia che perseguitò la casa degli Stuardi. Gia-
le truppe,nè impedì che altre si assoldas- como l coltivò le lettere, ed esistono alcu-
sero. Durante la sua prigionia essendo- ne sue poesie, nellequali descrive le occu-
si introdotti molti abusi enormi, egli si pazioni e i divertimenti degli scozzesi : fu
applicò interamente a porvi rimedio. Nel versatissimo nella musica, e seppe suonar
1 436 Eugenio IV Papa minacciò gravis- eccellentemente quasi tutti gli stromenti.
sime pene al re, se non ritirava gli edit- Il nunzio Antonio adoperò alacremen- si

ti pubblicali contro l'immunità ecclesia- te per ricomporre la calma nella Scozia


stica. Quindi spedì in Iscozia per nimzio commossa per tanta crudeltà.
A ntonioAltauidiConcordia vescovo d'Ur« A Giacomo 1 successe il figlio Giacomo
i68 SCO sco
lionato da Giovanna di Sommerset nipote si.Giacomelli loro figlio ascese il trono
tl'Odoardo 1 1, e ia sua giovinezza die luo- di 7 anni, ed ebbe un regno in principio
go a molte turbolenze destate da diversi tranquillo ma poi fu agitato da turbo-
,

signori che volevano padroneggiare il go- lenze e sedizioni occasionate dalla sua con-
verno; divenuto maggiore scosse il giogo dotta. Nell'anno santo i^jS^ supplicato
de'suoi ministri, e resse lo stato con molta Sisto IV dagli scozzesi di conceder loro le
saggezza. Evitò la guerra con riughiller- indulgenze del giubileo universale, gli e-

la con tregue, che si rinnovavano nell'av- saudì con obbligarli a certa limosina da e-
vicinarsi il loro termine. L'università di rogarsi nella guerrasagra contro i turchi,
Glasgow fu confermata da Papa Nicolò come apprendo dal Zaccaria, Dell'anno
V, il quale neli45>2 eccitò rea soccor-il santo par. I, lib. 2,cap. 8. Giacomo 1I(
rere quello di Cipro contro turchi. Fer-i sedotto dagli adulatori volle reggere il lut-
mo Giacomo 1 1 in abbassare la potenza dei to a suo capriccio, e si comportò tiraa-
nobili, in detto anno uccise in Sterling il nicamenle, influenzato da ignobili mini-
fjglio del conte di Douglas; tutta la nazio- stri favoriti,che lo governavano con mire

ne fu compresa d'orrore, ed i parenti del di renderlo indipendente dalle leggi, per


sagrificalo presero learmi,-mai nobili fu- poter comandare dispoticatnente in suo
rono spaventati e la tranquillità ne fu con- nome. 1 suoi fratelli Alessandro duca di
seguenza. Profittandone il re, promulgò Albania e Giovanni conte di Marr, furo-
con l'assenso del parlamento leggi van- no primi a biasimarue il governo, en-
i

taggiose alla corona, e dislruggitrici delle trando in congiure; il 2.° più impruden-
prerogative dell'aristocrazia. Non osser- te fu nel 1479 carcerato, e gli fu tolta la
vandosi la tregua coll'Inghilterra, Giaco- vita coir aprirgli le vene, ed Alessandro
mo II marciò contro le frontiere in aiu- venne posto in prigione in Edimburgo per
to del duca di York rivale d'Enrico VI, tema che lo vendicasse. In questo tempo
quando il cardinal Albergati legato d'In- Luigi XI re di Francia, temendo guerra
ghilterra lo minacciò della scomunica, dall' Inghilterra, indusse Giacomo HI a
gli spedì Enea Piccolomini suo segreta- rompere la tregua, onde neh 481 gli scoz-
rioepoiPioIIjil quale colla sua eloquenza zesi nel giugno invasero il nord dell'In-
pacificò che abbandonò l'impresa:
il re, ghilterra, donde trassero del bottino. A-
altri diconoche Enea fu legato di Eugenio lessandro fuggito di prigione,si recòaLon-
IV al re Giacomo li; può darsi che abbia dra da Odoardo IV, fece un trattato di
eseguito le due missioni. Nel 1 460 Mar- alleanza, gli promise l'omaggio e di ab-
gherita regina d'Inghilterra essendosi ri« bandonar l'alleanza francese, e prese il ti-

coverata col figlio in Iscozia, dopo la per- tolo di re di Scozia. duca di Gloucester
Il

dita della battaglia di Norlhampton, in- fratello del re marciò contro il regno, e
dusse il re cedendogli Berwick a fornir- si recò con Alessandro a Edimburgo. Gia-

le soccorsi contro il duca di York. Gia- como III voleva difendersi colla nobiltà
como lì postosi alla testa delle sue trup- che avea disprezzata, ma avendo questa
pe, penetrò nelle provincie settentrionali fatto impiccarci suoi favoriti,egli si die alla
dell'Inghilterra e pose l'assedio al castel- fuga e l'esercito fu sperperato. Abbocca-
lo di Roxborough. Ma mentre si faceva tosi Alessandro co'signori, si convenne sul-
sotto suoi occhi l'esperimento d'una nuo-
i la sua reggenza, riconoscendo per re fra- i I

va bombarda, dallo scoppio ne restò vit- tello; sentendo poi che questi voleva di-
tima a'3 agosto 1460; la regina sua mo- sfarsi di lui,ritirossi in Francia e peri in
glie espugnò il castello, e lo fece demo- un torneo. Nel voi. LIX, p. 129 narrai,
che non divenisse più un ar-
lire, al fine come Papa Innocenzo Vili nel i486 do-
gomento continuo di guerra Ira'duepae- nò al reperl'iiiterauozio pontificio Imo-
SCO SCO 269
lensi la Rofia (V oro^ forse perchè contri- risposte non esser lui altrimenti un im-
buisse alla pacificazionedellecase diLan- postore, gli die in isposa una delle sue pa-
castro e di York, che si disputavano il tro- renti e gli fornì un'armata colla quale de-
no inglese, e per la quale il Papa molto vastò le frontiere inglesi. Ma Giacomo IV
si adoperò, ovvero perchè si unisse cogli essendosi poco dopo pacificato con Enri-
altri principi cristiani per reprimere la cre- co VJI re d'Inghilterra, pregò Perkin a
scente potenza ollomanajcerta mente que* ritirarsi altrove; quindi nel i5o3 sposò la
ste premure le praticò poi col re suo figlio. figlia del re Margherita, per
la quale poi

Inoltre Innocenzo Vili spedì nella Scozia la corona d'Inghilterra passò nella casa de-
e neir Inghilterra per nunzio il celebre gli Stuart.Costantementeligioagrinteres«<
Castellense(F.)^ poi cardinale, per pacifi- si di Francia, vedendo nel 1 5 1 3 il cogna-
care due re.ConlinuandoGiacomo
i III ad to Eurico Vili re d'Inghilterra far pre-
alienarsi la nobiltà, questa nel r 487 si sol- paramenti per assalirla, si dispose a fare
levò e lo costrinse a rifugiarsi nel castello una diversione. Indipendentemente dalla
d'Edimburgo, donde inutilmente invocò gelosia contro gl'inglesi, naturale alla na-
l'aiuto de're di Francia e Inghilterra. Ob- zione scozzese, Giacomo IV imprudente-
bligato di venirea battaglia co'ribellijben- mente si arrese agl'inviti d'Anna di Bre-
che con forze inferiori, perì nel 1 488 nel- tagna moglie di Luigi XII, che ne'tornei
la mischia a Bannokburn. L'indignazio- erasi dichiarato suo cavaliere e campio-
ne che ingenerale inspirò la condotta dei ne, onde gl'intimo di prenderne la difesa

cospiratori, ed il terrore della scomunica secondo la galanteria romanzesca. Inviò


fulminata contro di loro da Innocenzo una squadra per difendere le coste fran-
Vili, gli obbligarono ad usare della vitto- disprezzando la scomunica lancia-
cesi, e

ria con moderazione: essi cercarono di fare ta daGiulio li agli aderenti diLuigiXlI,
obbliare la loro condotta verso il padre, con 5o,ooo uomini invase il Northum-
con la fedeltà e sommissione al figlio Gia- berland senza successo, perdendo il tem-
como I V,natoda Margherita figlia di Cri- po nel castello di Ford, di cui la dama gli

stiano I re di Danimarca e Norvegia, pel avea ispirato la più forte passione. Intan-
quale matrimonio la Scozia erasi affran- to l'esercito inglese comandato dal con-
cata dell'annuo tributo che pagava per l'i- te di Surrey,avanzò alla riva del Till e
si

sole Orcadi e Shetland. Lo collocarono lo tragittò; si venne alle mani presso Flo-
tosto sul trono, e tutto il regno si affret- weden oFloddenfiel nelNorthumberland,
tò di riconoscerlo : questo principe fu uno e vi perde la vita a'g dicembrei5i3 coi
de'più gran re che s'abbia avuto la Sco- fiore della nobiltà scozzese. Malgrado le
zia; egli eguagliò e sorpassò forse tutti i indagini più esalte, non venne fatto di ri-
suoi predecessori col suo valore, grandez- trovarne il corpo, per cui si supposero di-
za d'animo, saggezza, pietà, e per tutte \ersi assurdi. Altri affermano che il suo
le altre sue distinte prerogative. Sotto il cadavere portato in un cataletto di piom-
suo regno gli omicidi ed i faziosi furono bo a Londra, fu per qualche tempo in es-
contenuti dalla severità delle leggi; fece so lasciato, senza che alcuno osasse di ac-
fiorire la religione col suo zelo ed esem- cordargli la sepoltura , e ciò perchè era
pio, e regnare l'abbondanza col commer- morto allacciato dalla sentenza di scomu-
cio. Per le sue dispute coi baroni fu con- nica, a cagione della sua confederazione
solato con lettera di Papa Alessandro VI con Francia e della sua opposizione alla
nel 1 494- Neli4c)5 ospitò ne'suoi stati il s. Sede. Aggiungono, che per l'istanze di

famoso Perkin, che si spacciava per Ric- Enrico \ IH, che sostenne aver egli dato
cardo IV duca di York e figlio del re d'In- segni di pentimento, ottenne l'assoluzione
ghilterra Odoardo I V. Persuaso dalle sue e fu seppellito: cioè gli sarà stata data la
270 SCO SCO
sepoltura ecclesiastica, poicliè sull'asso] ve- chinrò capo supremo della chiesa d'In-
re i morti scomunicali può vedersi quan- ghilterra , e die principio al deplorabile
to ho detto a Scomunica. Si racconta pu- scisma a cui tuttora soggiace l'Inghilter-
re, che pei' la sua pietà eglicingevasi con ra. Giacomo V,araante della giustizia, del-
catena di ferro, a cui ogni anno aggiun- la pace e della religione degli avi suoi, di-
geva un anello. Sotto il suo regno l'anti- fese gli altari controi pretesi riformatori,
ca inimicizia, di venula comeereditaria, tra che penetrali in Iscozia e comunicato il lo-
il re e la nobiltà, parve interamente ces- ro veleno volevano atterrarli. Enrico Vili
sata. Di due anni appena gli successe il gli spedì il libro di Lutero, De septenisa^
Giacomo V,
figlio sotto la reggenza della cramentis, e alcuni suoi per giusti- libri
madre Margherita d'Inghilterra, secondo ficare il suo infelice scisma. Giacomo V
la testamentaria disposizione del padre, si rifiutò di leggerli e li gettò al fuoco di-
disposizione che fu ratificata dagli stati, cendo : Amo meglio di ridurre in cenere
benché non vi fosse esempio in Iscozia di questi libri, di quello che espormi col leg-
una regina leggente; ma dopo alcuni me- ad ardere nelle fiamme eterne. Nel
gerli
si essendosi Margherita sposata con Ar- i533 Clemente VII mandò legali in Iseo-
chibaldo di Douglas conte d'Angus, te- zia per confermare il re e la nazione nel-
mendosi il potere di questa famiglia, gli la religione cattolica , ed acciò non vi si

stati conferirono la reggenza a Giovanni propagasse lo scisma e gli errori d'Eni i-

duca d'Albania e nipote di Giacomo 111, co Vili, ed ottenne l'intento. Inoltre nel
ch'erasi ritiraloin Francia. Tale elezione i534 Clemente VII inviò a Giacomo V
destò gravi turbolenze in Iscozia, finche un legato per collegarsi contro l'Inghil-
il non giunse all'età maggiore-; ma que-
re terra, onde vendicare la religione calto-
sti il 7.° anno, governò da se, e
toccato I lica,e quindi nesarebbesovrano.Neli 534
adempì a tulli doveri d'un principe per-
i o meglio nel 54o il re ripristinò l'ordine
i

fetto. Leone X nel 5 4 spedi legali in 1-


1
1
equestre di s. Andrea o del Cardo [f'-)
scozia, e donativo a Giacomo V dello
il istituito nel 787 o nell'Sog dal re Acani
Stocco e Berrettone benedetti (/''".). Frat- o Acaio, in epoca cui i critici ripugnano,
tanto lo zio Enrico Vili re d'Inghilter- onde altri l'attribuiscono a Giacomo IV
da rea passione per Anna Bo-
ra, colpito o allo stesso Giacomo V. Quelli che ne di-
flir divorzio con Caterina d'A-
lena, volle cono istitutore re Acani, riferiscono che
ragona che gli avea partorito la sola fi- lostabilìconallusioneallaPassionedi Ge-
glia Maria, edomandò loscioglimento del sti Cristo e ai XII Apostoli, in memoria
matrimonio al Papa Clemente VII. Que- della vittoria riportata su Atelstano re dei
sto lagrimevoleavvenimentoe tuttequan- sassoni,prima della quale apparve in cie-
te le sue fatalissime conseguenze distesa- lo una croce di s. Andrea, che contribuì
Diente descrissi a Lngiultebra; qui solo di- ad animare gli scozzesi alla pugna. Si ap-
rò per lumeggiare la storia scozzese, che pellò di s. Andrea non solo in onore del
Clemente VII rispose negativamente e lo patrono principale del regno, degli scoti e
dichiarò incorso nelle censure pel celebra- de'pitti,maancora perchè i 12 cavalieri si

to matrimonio colla Bolena. Enrico VII! adunavano nella chiesa di s. Andrea d'E-
andò in furia, abrogò intieramente dal re- dimburgo a celebrare le loro feste, o quan-
gno r autorità pontificia, si r^eparò dalla do ammettevano nell'ordine qualche ca-
chiesa cattolica, stabih molti errori dei valiere. Si disse poi del Cardo e anco del-
Luterani (F.)da lui prima confutati,e con la Ruta^ dalla collana d'oro che portava-
quellide Calvinisti e aìtie sette formò un no formata con figure di fiori di cardo e
capriccioso mescuglio, mandò in bando intrecciali di foglie di ruta, oltre l'imma-
dai suoi stati la religione caltolica, si di- gine pendente del s. Apostolo. L'ordine
SCO ^5 CO 271
venendo abolito dopo la morte della re- dinal Betonio, personaggiod'ingegno eze-
gina Maria Stuarda, per essersi separata lo religioso. Tutti i suoi ministri lo ser-
anche la Scozia dalla vera chiesa romana virono fedelmente, ma
forse con un zelo
e data in preda alla sedicente riforma, lo troppo spinto, che suscitò il dispetto dei
ristabilì Giacomoll re d'Inghilterra e VII nobili, che cominciavano ad essere infetti
come re di Scozia,a*29 maggio 1687, as- degli errori di Calvino, ed pretesi rifor-
i

segnando ai 12 cavalieri per le feste del- matori non volevano essere repressi. Gia-
l'ordine, in luogo della loro chiesa rovi- como V vedendo il suo regno tranquillo,

nata dagli eretici, la cappella reale nel pa- pensò a prender moglie. Enrico Vili gli
lazzo d' Holywordhuse parimenti in I- propose sua figlia Maria, promettendo di
scozia. Dopo la ritirata di Giacomo li ia farlo eleggere duca di York e dichiarare
Francia, Tordi ne durò finche vissero su- i suo erede presuntivo. 11 re di Scozia, du-
perstiti cavalieri da lui creati. Ne rinnovò bitando della sincerità di queste proferle,
glistatuti la reginaAnna acattolica a'3 di- i e cedendo ai consigli del clero, non che
cembre 708, e lo destinò pe'nobili scoz-
i alla sua tendenza naturale, preferì d'u-
zesi, oltre un principe della famiglia rea- nirsi a una principessa francese. Sposò
le,e due nobili inglesi: il sovrano n'è il ca- Maddalena figlia del re Francesco I, ma
po e propone al l'ordine cavalieri che de-i poco visse; onde si congiunse nel 538 iu i

signa ammettervi. Paolo III, dopo avere matrimonio con Maria di Lorena de'du-
come Clemente VII dichiarato valido il chi di Guisa, vedova di Luigi d'Orleans
matrimonio d'Enrico Vili con Caterina, duca di Longueville, che era stata altresì
e condannato quello contratto colla Bo- domandata da Enrico Vili. N'ebbe due
lena , lo scomunicò e dichinrò deci>duto principi, morti prima di lui, e la celebre
dal regno. Quindi neli'536 inviòa Gia- Maria Stuarda. Intanto Enrico Vili sa-
como V per nunzio apostolico con tutte pendo che il Papa Paolo HI e l'impera-
le facoltà di legato a /«Zer<? Dionisio Lait- tore Carlo V ricercavano I' amicizia del
rerio poi cardinale, già ministro d'Enrico re di Scozia, che sollecitavano a loro u-
Vili presso la s. Sede, con quelle amplis- nirsi contro l'Inghilterra, volle sviare gli
sime facoltà che notai alla biografia, per effetti di tali negoziati, soprattutto in un
prevenire con una salutare riforma del momento in cui paventava turbolenze nel
clero secolare e regolare, gli errori che po- suo regno per la crudele persecuzione mos-
tevano penetrarvi dalla confinante Inghil- sa al caltolicismo fece dunque proporre
:

terra. Inoltre Paolo III, ad istanza di Gia- a Giacomo V suo nipote un abboccamen-
como V, nel 1 538 creò cardinale lo scoz- to a York e vi si trasferì. Giacomo Va-
zese Davide Betonio arcivescovo di s. An- vea promesso di recarvisi, ma ilclero che
drea e legato a /^f/ere della Scozia, ove ten- temeva il risultato della conferenza con
ne un concilio nazionale nel i543, per un principe, che per l'odio cheportava al-
provvedere alla purità della iede cattoli- la s. Sede avea ascritto a delitto al redi
ca tanto minacciata. Il re sino dai prin- Francia di non essersene per anco sepa-
cipio del suo governo, vedendo che la rea- ralo, riuscì a farne protrarre il viaggio,
le podestà non era abbastanza forte, per indi persuase il re a rifiutarvisi. Enrico
contrabbilanciare l'aristocrazia e abbas- Vili concitato da tale affronto, non che
sare la nobiltà, tenne di poter contare sul- dal disprezzo mostrato dal nipote pe'suoi
l'assistenza del clero per l'esecuzione dei libri, gli ruppe guerra neh 542, ad onta
suoi disegni. I principali impieghi furono che quello procurò di calmare la collera
pertanto da lui conferiti agli ecclesiastici dello zio. Fece marciare contro la Scozia
ed a persone tratte dall'ordine de'citta- un esercito comandatodal duca diNorfolk,
dmi, molto deferendo ai consigli del car- e Giacomo V adunate delle truppe si av»
272 SCO SCO
viò per affronta ilo. perchè gringlesi re-
li il figlio Odoardo VI, che professò il pro-
trocederono, anclie per la penuria e rigo- testantismo: il suo zio volendo introdur-
re della stagione, il re diede il segnale per re la così detta riforma religiosa in Iseo-
assalirli, ma i principali baroni ricusarono eia, riprese le trattative pel matrimonio
d'ubbidirlo punto da tale insulto, licen-
: con Maria, ma questa per garanzia di sua
ziò quegli ammutinati e li ricolmòdi rim- persona nel 548 fu mandata in Francia,
1

proveri, rientrando nel regno. Deliberan- ove si prese cura di sua distinta educa-
do poi con altre forze d'attaccare gl'in- zione. In età di circa i4 auni, alla pre-
glesi, tolse il comando a lord Maxwelle senza d'Enrico un discorso lati-
II recitò

per darlo al favorito Sinclair, ed allora no da lei composto, in cui sostenne che
l'indignazione soffocò ogni altro sentimen- sta bene alle donne d'essere colte, e che
to, e l'esercito intiero composto di 10,000 le belle cognizioni sono per esse una gra-
nominisi ammutinò. Un corpo inglese di zia di più. Ella coltivò la poesia francese
5oo uomini che s'accorse del disordine, con lode, e fu celebrata dai contempora-
«e approfittò e assali gli scozzesi; questi nei, non menope'suoi talenti e virtù, che
deposero le armi, e pochi fuggirono. Alla per la sua bellezza: percorleggiare la sua
nuova d'un disastro senza esempio, in cui crudele emula Elisabetta, Buchanan nel-
fu sagrifìcato l'amor di patria, al privato la Storia di Scozia^ venduto alla fazione
odio, Giacomo V colpito da tetra malin- di Murray, vilmente e malvagiamente la

conia, succeduta alla rabbia, si abbando- screditò, sebbene Elisabetta lo avesse da-
iiòalla disperazione. In sì tristi momenti, to a maestro di Giacomo VI figlio di Ma-
essendo infermo, gli fu annunziatoli par- ria. Odoardo VI morì nel 553, e monto 1

domandò: Maschio ofem*


to della regina; sul trono inglese Maria zelante cattolica,
mina?Femmina, fu risposto. Dunque, sog- figlia di Caterinad'Aragona, che ripristi-

giunse, la corona che entrò nella mia fa- nò il cattolicismo e ne reintegrò il culto:
miglia per una donna, ne uscirà del parii Paolo IV assolvè l'Inghilterra da tutte le
Morì dopo 8 giorni a* 1 3 dicembre 542. i censure ecclesiastiche. Disgraziatamente
Questo principe, dotato di molti talenti nel i558 morì la virtuosa e benemerita
e \irtù,fu calunniato dai nobili e dai pro- regina Maria, e le succese la protestante
testanti, per denigramela memoria, ma Elisabetta figlia della Bolena, che aper-
non si è potuto formare contro di lui una tamente si dichiarò per l'eresia e lo sci-
sola accusa grave. Amò e coltivò le let- sma, e fu dichiarata governatrice supre-
tere, e gli furono attribuite diverse bal- ma della chiesa, quindi nuovamente a-
late e altre brevi poesie. brogato e sanguinosamente perseguitato
Maria Stuarda,sventurata figlia diGia- il cattolicismo. Ora la storia diMariaStuar-

como V, di 8 giorni fu l'erede del suo tro- da è collegala con quella di' Inghilterra,
no; la regina vedova di lei madre fu elet- per tutto quanto ivi di essa riportai, on-
ta reggente, con un consiglio nominato de bisogna ^ener presente tale articolo,
dal re defunto : di g mesi fu coronata a descrivendola vittima della rivalità d'E-
Sterling dal cardinal Betonio arcivescovo lisabetta, anco perchè amata in Inghil-
di Sant'Andrea. Enrico Vili erasi sulle terra, potente in Iscozia,temuta in Fran-
prime proposto di fare sposare Maria al cia, ammirata dall'Europa. Maria Stuar-
principeOdoardoVlsuo figlio, per riuni- da nel 1 558 stesso sposò il delfino di Fran-
re due regni, indi invasela Scozia e bru-
i cia, che nel i559 divenne re Francesco

ciò Edimbui'go, ciò che esasperò la na- II e Maria regina. Nell'assunzione al tro-

zione, che ruppe le trattative del proget- no d'Elisabetta, per difetto di nascimen-
talo matrimonio, e fu costretto nel 1 546 to,toccava di preferenza aMaria, ma gl'in-
alla pace, morendo nel 1 547. Gli successe glesi per la coulrarielà agli scozzesi e fraa-

I
SCO SCO 273
cesi, le anleposevo la cugina. Però d'or- te, ed i protestanti essendovi padroni fe-
dine d'Enrico 11 ré di Francia, il suo fi- cero parecchi decreti per sbandir dalla
glio Francesco li e la nuora Maria, e a Scozia la religione cattolica, e stabilirvi
sollecitazione de' Guisa, presero il titolo quella de'presbiteriani, che dadue anni
di le e regina di Scozia, d'Inghilterra e tenevano a soqquadro il regno col fanati-
d'Irlanda, e fecero scolpire le armi d'Iu- smo de'Ioro errori. Maria Stuarda ricusò
ghillerra sui loro sigilli e ne'loro vasella- di ratificare questi decreti, come emanati
mi, con rancore d'Elisabetta, sebbene si da un parlamento non raccolto
illegale e

fosse pacificata con Francia e Scozia. In- di sua autorità. Maria avendo perduto il
oltre nel I 559 la reggente di Scozia Ma- suosposoa'5dicembrei56o, si trovò nel-
ria di Lorena madre della regina, a isti- la necessità di tornare nella Scozia, e eoa

gazione del nunzio pontifìcio Pelleve (f^.) dolore lasciò la Francia dalei amata. Per
poi cardinale, come del Brosseedi alcu- assicurarsi del suo ritorno, ella chiese al-
ni dottori di Sorbona, fece pubblicare un la regina Elisabetta un salvacondotto, e
rigoroso editto contro la religione pro- questa non solo lo negò, ma sempre ma-
testante che in Iscozia avea fatto già gran- ligna colla cugina inviò una squadra per
di progressi. Questa fu l'occasione, come rapirla. Maria evitò il nemico col favore
la reggente avea preveduto, di parecchie d'una burrasca,o meglio d'una densa neb-
ribellioni che l'indussero a far venire di bia, ed approdò 3*2 1 agosto 1 56 1 al por-
Francia truppe in suo aiuto. Elisabetta to di Leith. Conta va allora 19 anni, e pos-
non mancò dal canto suo di spedirne ai sedeva iu grado eminente le grazie leg-
ribelli, fomentati dalle mene del suo mi- giadre e seducenti della corte; quanto più
nistro Cecil. Mentre gì' inglesi tenevano si conosceva, piùammiravansi in lei qua-

assediate inLeith le truppe francesi, mo- lità amabili e solide : il suo arrivo produs-
rì la reggente Maria di Lorena a' io giu- se nella Scozia universale allegrezza, ma
gno i56o in Edimburgo, ed il suo corpo la nemica Elisabetta la circondò di agua-
trasferito in Francia fu sepolto in s. Pie- ti e tradimenti, per cui presto o tardi do-
tro di Reims, encomiala pel suo governo vea cadérne vittima. Le prime procedure
prudente e saggio, essendo stata d'avviso della regina confermarono l'opinione van-
che l'unico mezzo di conservare la reli- taggiosa su di lei concepita; ella donò la
gione cattolica in Iscozia, era quello di la- sua confidenza ai capi de'protestanti che
sciare al popolo un'intera libertà di co- soli erano in islato di sostenere il suo go-
scienza. Col trattato d'Edimburgo del 3o verno, per l'ascendente da essi preso sul
regno, le
luglio cessarono le ostilità nel popolo. Aflidò la sua autorità principal-
cui principali condizioniconvenute con mente a lord James suo fratello natura-
l'Inghilterra furono che francesi sgom-
: i le e priore di Sant'Andrea, che creò du-
brassero dalla Scozia; che il re e la regina ca di Murray, e divenne il suo più morta-
di Scozia rinunziassero al titolo e alle ar- le nemico traditore ed al segretario di,

mi di sovrani d'Inghilterra; che niuno,ec- stato Ledington di provata capacità. Mol-


cettuati i naturali del paese, possedesse to però ci voleva perchè riunisse in suo
cariche in Iscozia; che durante l'assenza favore i cuori di tutti i suoi sudditi. La
della regina 1 1 persone, di cui 5 da nomi- sua religione teneva in diffidenza pro- i

narsi da lei e le altre dagli stati, ammi- testanti entusiasti di fanatismo riforma-
nistrassero regno, di guisa che Maria
il tore, il cui numero era divenuto grande
non potesse far né pace ne guerra senza in Iscozia. I capo e apostolo
predicanti ,

il loro consenso, e finalmente che tosto si de'quali erailfocosoGiovanniRnox pre-


convocasse il parlamento o gli stati. Que- te apostata e discepolo di Calvino.non ces-
st'assemblea ebbe luogo nel mese seguea- savano di diffamarla dalla cattedra come
VOL. LXII. 18
274 SCO SCO
idolatra, secondo i loro riprovevoli erro- tuoso : questo carattere troppo opposto a
ri. Appena le si permise di far celebrare quello della regina, produsse un raffred-
lamessa nella sua cappella, e fu quasi uc- damento tra' due sposi. In capo ad alcuni

ciso il suo cappellano fin sotto i suoi oc- mesi Enrico accortosi del cambiamento
chi l'intoUerantee audace furore de'cal-
: di Maria a suo riguardo, ne divenne ge-

vinisti congiurò contro il trono e la vita loso e furibondo, e lasciò persuadersi che
della sovrana persalvare la pretesa rifor- Rizzo ne fosse la cagione. Con tale preoc-
ma religiosa. Non può ridirsi l'insolenze, cupazione fomentata dagl'invidiosi di quel
che Maria con bontà e pazienza soffrì, dai favorito, egli entrò a'9 marzo 566
1 nel-
rigidi calvinisti; come la gelosìa che divo- l'appartamento della regina accompagna-
ravaElisabetta per le brillanti qualità del- lo da alcuni signori, fece ghermire Rizzo

la sua cugina, ondeal solo sentirla nomi- che cenava con lei in compagnia d'altre
nare tosto gli avvampavano gli occhi, e la persone, e pugnalare con 56 colpi nella
sua voce diveniva rauca e minacciosa. A stanza vicina del castello d'HoIyrood : mi-
fronte di questo, manteneva con essa ap- nistro dì tale barbaro delitto fu lord Ru-
parente affettuosa corrispondenza episto- theven, il quale dopo essersi bagnato del
lare, ma ricusò di riconoscerla sua erede, sangue di quell'infelice, rientrò dalla re-
se non a condizione che sposasse il pro- gina e le dichiarò, che la sua tirannia era
prio favorito conte di Leicester. Pe'suoi intollerabile,eche appunto avea scannato
talenti leggiadri e variali, oltre la cogni* il suo segretario di gabinetto in punizione
zionédi molle lingue, Maria a vea per con- d'aver sostenuto la cattolica religione.Non
fidente e segretario musico piemonte- il si può esprimere quale impressione fece
se Davide Piiccioo Pvizzo; per suo consi- la tragica scena sull'animo della regina,
glio, dopo aver deluso le sollecitazioni di gravida di 7 mesi. Murray cogli altri ca-
Carlo arciduca d'Austria e figlio dì Fer- pi ribelli che aveano tentato impedire il

dinando! che la bramava in moglie, non matrimonio con Darnley, ritornarono a


'che di altri, ella sposò a* 19 luglio i565 Edimbuigo trionfanti, e tennero cot)siglio
il cattolico Enrico Stuart di Darnley di se doveano mettere a morte la regina o
lei cugino, figlio del conte di Lenox e ni- chiuderla in perpetua prigione. Ella era
pote dal canto di sua madre del contedi perduta se non avesse piegato il cuore del-
Angus e di Margherita vedova di Giaco- lo sposo a condurla al castello di Dum-
mo IV. Enrico era il più prossimo parente bar : l'arcivescovo di Sant'Andrea e gran
alla corona d'Inghilterra, onde riunì su parte della nobiltà la seguirono, laonde

di essa idìrilti de'due rami della casa de- con queste forze Maria potè tornare a E-
gli Stuardi, e Maria trovò in lui un difen- dimburgo. Il Papa s. Pio V a' 6 giugno
sore contro fanatici presbiteriani, i qua-
i scrisse di propria mano una lettera alla
li pretendevano dì costringerla a cambia- regina per consolarla, anche per le tribo-

re religione. II maritaggio riuscì di ran- lazìoni che soffriva per parte di Elisabet-
core a Elisabetta, che segretamente a vea ta, rimettendole 20,000 scudi d'oro per
frastornato 1' altro con l'austriaco, onde sovvenire ai suoi bisogni, colla promessa
sfogò il suo dispetto co'parenti della re- di mandarlene di più quando gli sì of-
gina, e suscitò ammutinamenti trai gran- frisse l'occasione, come narra Spendano,
di di Scozia. Enrico Darnley era dì figu- Jnnal. fcr/. anno i566, n.° 26. Jacopo
ra elegante e piacque talmente a Maria, Hesburn conte di Bolhwel successe nel
che l'associò al trono, gli decretò il titolo favore a Rizzo che la regina per inconce-
di re, e volle che il di lui nome fosse u- pibile imprudenza fece seppellire nella
Dito al suo in tutti gli atti; ma egli era tomba de're. Enrico in aperta discordia
debole, incostanle,dissipato,vano, impe- con Murray, si ritirò a Glasgow, ove cad-
SCO SCO 275
<le malato ò'i vainolo; la regina inteso il te di Murray formò allora una cospira-
suo stato volò da lui e Io fece trasportare zione, e prese le armi con molti signori
io lettiga a Edimburgo, perchè ricevesse contro Bothwel e la regina, accusati del-
migliori soccorsi. Ma temendo lauto per la morte del re defunto. Assediati nel ca-
luijchepel bambinoGiacomo VlnatoaE- stellodiBorthwich, l'infameBothwel fug-
dimburgo a'ig giugno, che l'aria malsa- gì nelle Orcadi,indi in Worvegia,ove mo-
na del palazzo non rendesse contagioso rì dopo IO anni. Maria fu arrestata, por-

il suo male, lo fece alloggiare in una casa tata ignominiosamente aEdimburgo,poi


-posta neir estrema parte della città del , Lochevin ed ivi
rilegata nel castello di ,

preposto della collegiata di s. Maria. El- venne obbligata rinunziare il potere al fi-
la gli rese assidue cure, e passò parecchie glio Giacomo Vidi circa 3 1 mesi, ed a di-
notti in un appartamentosottoquellodel- chiarare reggente il crudele Murray : la
lo sposo. Vedendolo poi in istato di con* madre di questi era la custode della re-
valescenza fece ritorno al suo palazzo, per gina, pretendendo d'essere stata legittima
prender parte alle allegrie delle nozze di sposa diGiacomo V prima che sposasse
una dama del suo seguito. Ma nel cuore Maria di Lorena, e sostenendo che la co-
della notte del seguente r o febbraio 1 567, ronaavrebbe dovuto appartenere al figlio
una mina fatta scoppiare sotto Tappar- suo, trattava l'infeliceprincipessacomeu-
la mento del re, lo fece saltare in aria, e fu na bastarda usurpatrice. Per farle un ol-
trovato cadavere a pie d'un albero non traggio il più amarOjàlcuni predicanti ab-
molto distante col suo cameriere, ambe- batterono l'altare, spezzarono le imma-
due coi segnali di strozzamento. Il conte gini e squarciarono i quadri della sua cap-
di Lenox padre del re accusò Bothwel di pella. Elisabetta vedendo la rivale oppres-
tal regicidio, ma fu purgato da questa ac- sa e avvi lita,simulò pubblicamente di com-
cusa dal lord giustiziere di Scozia, la cui piangerla, e segretamente l'invitò a rico-
sentenza il parlamento confermò, ma non verarsi nel suo regno, per averla in suo
restò intieramente giustificato agli occhi potere. Nel 1 568 evase dalla prigione, fe-
del pubblico. Bothwel allora sebbene , ce alcuni tentativi per riprendere po- il

brutto, con piìidi 60 anniedi cattivissime tere , e si recò in Inghilterra , credendo


maniere, osò concepire il disegno dispo- muovere lacompassione della cugina E-
sare l'avvenente regina di 24 anni, etras- lìsabetta. Questa costante nell'odio e che
se a se il partito di quasi tutta la nobil- aveadatonellesmaniequandopartorìGia-
tà, la qu^le19 aprile sollecitò Maria a
a' comò VI, ricusò vederla finche non si fos-
contrarre matrimonio, sagrificandoal
il se purgata dalle accuse contro di lei in-
bene dello stato la sua ripugnanza. Bo- tentale, e ordinò di ritenersi prigioniera
thwel non potendo tuttavia vincere le ir- a Carlisle, in onta alle leggi naturali, di-
resoluzioni della regina, ricorse alla vio- vine e umane, facendosi arbitra tra la rea-
lenza; la fece trascinare via mentre tor- le cattiva e i suoi ribelli. Maria le scrisse

navada Sterlinga vedervi il figlio, la tras- dalla prigione d'essere pronta a provarle
se per forza a Dumbar e di là al castello la propria innocenza in privata conferen-
d'Edimburgo, ove con rito protestante za con lei, ma che la sua dignità non le

l'impalmò a' 5 maggio dello stesso SGy,


1 i permetteva d'assoggettarsi al giudizio di
e fu dichiarato duca d'Orkney; matrimo- alcun tribunale. Ciò però che poneva il
nio fatale, che fu la sorgente di tutte le maggior ostacolo alla sua liberazione, era
sciagure dell' infelice principessa. Tutta il rifiuto perseverante da lei opposto a-
l'Eu ropa fu sdegnala per tale unione so- : gVinviti di consegnare la propria corona
lo Elisabetta e il famoso suo ministro Ce- al figlio, ai quali sempre rispondeva: Io
cil manifestarono una gioia feroce. Il eoa- sono nata regina, e morrò regina, Intau-
276 SCO SCO
to s. Pio V
considerando che Elisabetta sue ragioni per ritirarsi in Francia, sorda
erasi usurpata la qualifica mostruosa di alle preghiere del figlio Giacomo VI, e
capo supremo della chiesa anglicana, la cognato di Maria Enrico
alle reitera te del
dichiarò eretica, scomunicò, privò del re- Illre di Francia, non restandole più che
gno e sciolse i sudditi dal giuramento di ilrigore delle leggi gli avvenimenti la ,

fedeltà. Il conte diLenox chiese a Elisa- secondarono secondo isuoi desiderii. Ri-
betta di vendicar la morte del figlio Darn- dotti i cattolici alla disperazione per gli

ley; e il reggente Murray fece consegna- atroci suoi decreti ,


parecchi stabilirono
re al ministro CeciI, complice di tutte le di trucidare loro ingiusti persecutori, e
i

sue perfidie, una cassetta piena di carte, si accusò Maria Stuarda per complice, on-
col fine di stabilire che Maria avea tenu- de si ordinò contro di lei solenne proces-
to uncommercioillegittimocon Bothwel so. La regina inutilmente protestò la sua
\ivente Darnley, e che la morte di que- intiera innocenza; il figlioGiacomo VI al-

sti era il risultato di tal criminosa rela- levato nell'intolleranza presbiteriana, non
zione. Elisabetta da Carlislefece traspor- vedeva in sua madre , che una papista,
tare a Boston Maria, poi in altri luoghi, un'idolatra! Elisabetta ansiosa di portare
e tìnalmenteaFonlheraingay, trattata nel la morte nell'animo della sua emula, le fe-
modo il più crudo, fra le insidie e le per- ce addobbare la camera e il letto di drap-
secuzioni,venendo custodita dal contedi po nero Finalmente fu decretata la sen-
!

Shrewsbury. Verso questo tempo fu fat- tenza di morte contro Maria Stuarda; ed
to protettore del regno di Scozia il car- i protestanti dappertutto ne riceverono
dinal Nicolò Gaetani (J^.), il quale ge- la notizia al suono delle campane e con
nerosamente soccorse i vescovi cattolici di fuochi di gioia. La gran vittima di Maria
Scozia, d'Inghilterra e d'Irlanda, costret- fu immolata all'ira d'Elisabetta dopo 8 : 1

ti a fuggire la fiera persecuzione d^Eli- anni di prigionia e aver cambiato 7 vol- 1

sabetta e degli altri eretici. I cattolici pu- te il carcere, ella perdette la vita per suo
re de' tre regni trovarono in luiun mu- ordine sopra un palco a* 1 8 febbraio 587, 1

nifico benefattore, asilo e ogni maniera senza alcuna difesa, e senza assistenza re-
d'aiuto. Il Papa Gregorio XllI per man- ligiosa. I dettagli di questa storia dolente
tenere la religione cattolica in Iscozia, e e interessante fanno raccapricciare il più
liberare la regina dall'ingiusta e peno- indifferenteinsensibile. Allorquando il de-
sa prigionia, per maritarla a d. Giovan- creto di morte contro la sventurata regi-
ni d'Austria naturale di Carlo V, e quin- na di Scozia fu segnato da Elisabetta, e
di dichiarare questo principe condottiero comunicato dal suo segretario ai conti di
dell'armata per conquistare l'Inghilterra Kent e di Shrewsbury al castello di Fon-
e liberarla dal tirannico giogo, si collegò theraingay, fu da questi fatto conoscere
con Filippo lì re di Spagna vedovo della ai principali signori del regno, e usata la
suddetta Maria regina cattolica d'Inghil- più gran diligenza per porre in esecuzio-
terra scomunicò Elisabetta, e fece quel-
: ne la sentenza. I due conti fecero noti a
le altre cose che si ponno leggere ne'suoi Maria gli ordini della regina sua cugina,
jénnali scritti dal p. Maffei, lib. 1. Sisto e le intimarono di prepararsi alla morte;
V suo successore l'imitò nell'impegno per ella rispose, esservi da lungo tempo pre-
salvare la disgraziata regina, e confortar- parata, e domandò qual giorno fosse fis-

la ne' suoi patimenti, e continuò le pra- sato: al che fu soggiunto, che quante vol-
tiche con Filippo II. L'implacabile Eli- te vi acconsentisse, avrebbe luogo a' 18
sabetta dopo aver tentato più volte l'as- febbraio (secondo Lingard r8). I due si-
sassinio di Maria Stuarda, sorda alle do- gnori l'esortarono alla pazienza, e le rap-
mande di questa che le cedeva tutte le presentarono, che la più cruda necessità
SCO SCO ^77
e le reiterale istanze del parlamento avea- la religione callolica : io discendente di
no costretto Elisabetta alla dura risolu- Enrico VII, nata regina, e come tale un-
zione, e le augurarono la protezione di- ta econsagrata,ti comando per tutto quel-
vina nel punto estremo perchè potesse ,
lo che hai di più sagro, e tu ne risponde-
surmoDtare ogni timore. In una parola, rai innanzi a Dio, di eseguire esattamen-
con perfidia insultante, fu mascherato con te presso il mio amatissimo figlio la com-
dolci e rispettose parole l'amaro fiele del- missione di cui l' che io lo
incarico, cioè
la condanna capitale. Nella gran sala del supplico di servire sempre fedelmente Id-
castello fu eretto un palco, circondato da dio e la chiesa cattolica, di governare ia
balaustrata e coperto di nero drappo : nel pace il suo popolo e il suo regno, di non
mezzo fu collocatoilceppocon diversi cu- sottomettersi mai, come io ho fatto, ad
scini. Nel giorno destinato alla consuma- alcuna potenza estera benché : io abbia
zione dell'assassinio, radunati tutti i si- avuta la volontà di riunire il suo regno
gnori che doveano assistere alla tragedia, a quest'isola, io lo lascio in possesso della
giunta roi*afataIe, si annunziò alia reale corona; possa egli conservarla per lungo
vittima, che si sperava volesse prontamen- tempo! Non troppo confidare nelle ragio-
te disporsi alla morte. La regina fece ri- ni umane, e pensare che non si conserva
spondere dal cameriere, che ancora avea un impero, che soltanto confidando ia
da dar sesto a qualche affare: scrisse al re Dio lo lo supplico altresì di non dare al-
!

di Francia raccomandandogli i suoi ser- cun motivo di sospetto alla regina d'In-
vitori, e si raccolse nel suo oratorio, indi ghilterra tu Melus mi servirai di testi-
:

prese un poco d'alimento, dicendo, quan- mone,che io muoioda buona efedele scoz-
do il corpo è abbattuto, lo spirito viene zese, da buona e fedele francese, e molto
meno. Di nuovo si raccolse nel suo ora- più da buona e fedele cattolica; tali sono
torio, per comunicarsi con un'Ostia con- stati sempre i miei sentimenti ". Melus

sagrata, che il Papa le avea fatto segre- assicurò la regina di umilmente e fedel-
tamente consegnare, onde se ne valesse ia mente servirla. Maria si voltò in seguito
caso di necessità. Ritornandosi a pratica- ai signori inglesi, pregandoli di accordar-
re l'intimazione, e che l'ora era suonata, le un sacerdote cattolico per assisterla e
Maria si alzò, e disse, ch'era pronta a mo- accompagnarla sul palco di morte : ma
rire, e partì dalla sua stanza. Giunta con ciò le fu negato! Dimandò ancora, che
due damigelle in quella d'udienza, con- si permettesse a* suoi servi di accompa-
fortò i suoi servi afflitti e piangenti, li e- gnarla al supplizio , acciò potessero e ia
sortò a vivere nel timor santo di Dio e Francia e per tutto attestare ch'essa era
neir ubbidienza, diede loro a baciare la morta da buona cattolica a questo si ri- :

mano, abbracciò le sue donne, tutti pre- spose che sua maestà la regina Elisabet-
gando di non affliggersi troppo della sua ta avea dato ordini in contrario, per te-
morte, ma al contrario felicitarla per ri- ma fosse turbata dalla loro presenza nei
cuperare la libertà tanto da lei deside- suoi estremi momenti. Rappresentando
rata; loro raccomandò di supplicare con Maria timore d'essere offesa nel pudo-
il

fervore Dio pel riposo dell'anima sua. In re, domandò e ottenne che la seguissero
un' altra sala le fu mostrata da uno dei due damigellee 5famigliari, prometten-
suddetti conti ia sentenza di morte, ed el- do per loro che riterrebbero le lagrime,
la soggiunse, eh' erale preferibile alla vi- e non apporterebbero alcun ri lardo all'e-

ta, indi rivoltasi a Melus, o Melvil come secuzione della sentenza. Implorò puree
altri lo chiamano, suo i .^intendente di pa- ottenne, che tuttala sua famiglia dome-
lazzo, gli disse.» Mio fedele Melus, tu ap- stica e corteggio, senza molestia sarebbe
padlcui alla religioue riformata, ed io al- cou iscuria sicura coudotla in Iscozia. In-
278 SCO SCO
di fu portata sul palco, ove si assise poi- to ricamato d'oro dalla suai." damigel-
chè si teneva appena in piedi, ed i conli la; indi la regina con voce sonora pronun-
inglesi sedettero anch'essi. La regina era ziò le parole del salmo 71 : In te Domine
vestita d'una ricca veste di velluto nero, speravij pose la testa sul ceppo, dicendo:
con una mano stringeva un piccolo Cro- In manus luas^ Domine ^commendo spi-
cefisso d'avorio, nell'altra avea un libro; ritum meum. Con due colpi la testa fu
le pendeva dal collo una croce d'oro, e troncata dal corpo, ed alzandola il carne-
dal fianco una medaglia di divozione. La fice in alto la mostrò a circa 3oo spetta-
sentenza fu letta ad alta voce; il decano tori, e il decano di Peterborough gridò :

e dottore de' riformati di Peteiborough Iddio salvi la regina d'Inghilterra, e pos-


cominciò a consolarla con esortazioni, e sano i suoi nemici morire nel modo stes-
minacciò che l'inferno era pronto a in- so I 11 solo indegno conte di Rent rispo-
ghiottirla se moriva nella fede cattolica; se: Ameni Gli altri si strussero in lagrime.
indignatadi tanto oltraggiojla regina l'in- Così barbaramente e ingiustamente ter-
terruppe e negò d'ascoltarlo, dicendo di minò suoi giorni da eroina e in età di
i

non aver the fare con lui. Edificante di 45 anni Maria Stuarda regina di Scozia,
eroismo religioso fu il dialogo col feroce regina vedova di Francia, ed erede pre-
conte di Rent, che nel suo fanatismo pro- suntiva del regno d' Inghilterra, princi-
testante ardì chiapiare segni superstizio- pessa la quale per confessione de'suoi stes-
si que'che la regina portava. Il carnefice si nemici era ornata delle più belle doti
si gettò a'piedi di Maria, ed ella disse di di spirito e di corpo, piena delle più se-
perdonarlo di cuore, come a tutti i presen- ducenti grazie e de' più sublimi talenti,
ti, e che sperava nel modo slesso riceve- vittima della sua potente rivale, della sua
re da Dio il perdono di sue colpe. Si pro- gelosia femminile, restando Elisabetta la-
strò quindi in ginocchio, e indirizzò al cie- cerata da funesti e terribili rimorsi. Smol-
lo una fervida e ultima prece, supplican- let protestante, con maggior esattezza e
do l'Eterno di perdono dichiarò che spe-
: imparzialità ne scrisse la storia. Altro pro-
rava fermamente la salvezza dell'anima testante pubblicò: Recherches hisloriques
pei meriti di Gesù Cristo, e pel quale era et criliqiiessur les princìpales preuvcs de
pronta a versare tutto il suo sangue. Pregò Vaccusation inlentée conlre Marie Stuart
in seguito per la salute, prosperità eluu- reine d' Ecosse. \)q2^\ì scrittori che hanno
go regno della regina Elisabetta, per la Maria Stuarda, dalla reginaE-
trattalo di
chiesa cattolica, pel re suo figlio acciò go- Samuele Jebb
lisabetla martirizzata, fece
vernasse saviamente il suo regno e si con- una Raccolta che pubblicò in Londra nel
vertisse alla religione cattolica, perchè e- 1 725. Uno de'più grandi delitti di cui k\
ducato nell'anglicana; in fine doinandò accusata, quello della morte di Euricosuo
3 tutti i santi di pregar Dio , acciò non marito, fu piuttosto uji pretesto per sod-
facesse scoppiar la sua vendetta suU' In- disfare l'odio dell'implacabile Elisabetta,
ghilterra, perchè le perdonasse i suoi fal- giacché Campden illustre storico inglese,
li, e che degnasse ricevere nelle sue mani dice ch'ella venne ingiuslamerite incolpa-
la propria anima, quindi si dispose a su- Buchanan che male inforinalo la con
ta,e
bire la morte. Due delle sue donne le tol- dannò ne'suoi scritti, benché frenetico pre-
sero l'abito, ella le confortò e benecli ia sbiteriano, poi si ritrattò e prima di mo-
unoaglialtriservi ed alzando il Crocefisso rire amarameule se ne pentì. Le accuse
disse: io viprendo in testimoni, che muoio contro l'attempato e contralVatto Rizzo,
da buona cattolica, e comandò loro di pre- non furonoammesse dagli storici impar-
gar Dio per lei. Poscia con animo fermo sebbene protestanti. 11 servo dilioth-
ziali

&i prostrò, venendo bendata eoo fazzolet- wel cundaunato alla forca, dichiarò la re-
SCO SCO 379
giua Malia innocente dalla pailecipazio- la principessa; essendo stalo ucciso nel
ne di tale delitto. Bolhwel stesso confes- iSyo da Hamilton, gli fu sostituito pri-
sò nella sua prigionia i' innocenza della ma il conte di Morton, e poi il contedi
Stuarda, e denunziò come istigatori del- Lenoxavo del re. Giacomo VI nel 1578
l' omicidio il conte di Morton reggente, cominciò a governar da se stesso; educa-
Giacomo Douglas, ed il ftatello naturale to dallo scozzese Buchanan e da dotti stra-
Murray: tuttociò fu confer-
della regina nieri nel gusto delle lettere, fondò l'uni-
nmlo i4 anni dopo l'eccidio di Darnley versità d'Edimburgo, ove insegnò l'eresia
da Morton medesimo, al momento d'es- di cui erano infetti come lui maestri i

ser condotto al patibolo, e l'innocenza cui il re ne a veaaflldato la direzione. Seb-


della regina fu così proclamala, avendo bene deplorasse la misera situazione di
d'altronde la dispettosa regina Elisabet- sua madre, concluse con Elisabetta al*
ta riconosciuta per giusta lasentenza che leanza offensiva e difensivaper la loro ,

la dannò al supplizio! Il corpo di Ma- vicendevole garanzia contro le potenze


ria fu sepolto nella cattedrale di Peter- cattohche; solo domandò e conseguì una
borough nella contea di Northampton, 4 mesi alla decapitazione del-
dilazione di
incontro alla tomba che racchiude Cate- la madre. Dopo di questa, Elisabetta an-
rina d'Aragona moglie d'Enrico Vili, e nunziò sì inumana catastrofe con artifi-
poscia nel 1612 per ordine del re suo fi- ziosa lettera di afflizione, come se fossero
glio fu trasportato in Westminster, ove stati prevenuti suoi ordini. Ne'primi tra-
i

gli fece innalzare un superbo monumento sporti, Giacomo VI protestò di volerne


alla sua memoria; vano e tardo omaggio vendicare la morte, ma presto finse di cre-
d'un figlio colpevole di sì lunga indiffe- dere le proteste d'Elisabetta per non ir-

renza. ÌNel giorno precedente alla suaraor- ritare suo carattere stizzoso. La regina
il

le, Maria scrisseuna lettera al Papa Si- d'Inghilterra nel suo testamento non po-
sto V: questo documento storico, ch'è del- tè fare a meno di riconoscere per legit-
la maggiore importanza, contiene 4 P^i* timo suo erede il figlio della sua eroica
gine autografe scritte sopra un gran fo- nemica, il quale però avea a suo favore
glio di carta comune, ha la sottoscrizio- l'atto dell 485. Morì Elisabetta a'3 apri-
ne lìlarie Royne.Kshie nell'archivio Va-
: Iei6o3, e Giacomo VI col nomedi Gia-
licano, ove la videilcav. Artaud, come di- como I divenne anche re d'Inghilterra,
chiara neUaStoria di Pio Filici, jCap.Q. i passando tranquillamente la corona dal-
Sisto V
riprovando tale manifesto e cru- la famiglia di Tudora quella degli Stuar-
dele assassinio, rinnovò contro Elisabetta di.Non solo non prese il lutto, ma non
il fulmine delle scomuniche, e fece lega ammise alla sua presenza quelli che lo
con Filippo II per farle guerra; sempre portavano, e fu accolto dai nuovi sudditi
fortunata Elisabetta, perlei combattero- con clamorose ed entusiastiche acclama-
no le tempeste del mare che dispersero zioni. Nondimeno la Scozia continuò ad
e annientarono la gran flotta, chiamala essere retta come un regno^arlicolare si-
a ragione V Invincibile pel numero de'va- no ali.° maggio 1707, in cui fu riunita
scellijche tal re avea iuviatocoulro di essa. all'Inghilterra, con l'espressa condizione
Giacomo VI fu riconosciuto re di Scozia d'indipendenza per parte della Scozia, co-
dopo l'abdicazione forzala di sua madre me già dichiarai, cessando di esistere il

Maria Stuarda, ed incoronato a Sterling parlamento scozzese. Col 1 6o3 e l'assun-


nel lughoiSGy dal vescovo delle Orca- zione al trono inglese di Giacomo VI,i
di. Il conte di Murray suo zio naturale fasti eia storia dellaScozia si compenelra-
e persecutore della regina, si fece confer- no e confondono con quella d'Inghilterra,
mare nella reggenza da lui estorta a 4uel- essendo la àede del governo deirimpero
28o SCO SCO
BiitanaicoLo/2c?rtìt(/^.),deirimmensonii- mente notai, è tradizione che fu portata
mero degli abitanti della quale nel 1 85 £ nella Scozia viventi ancora gli apostoli,
riparlai nel voi. LI, p. 196 (l'attuale sua e poiché nella regione solo in parte pe-
superfìcie si dicedi I i4miglia inglesi qua- netrarono i romani , nelle altre otfri la
drate : secondo gli ultimi studi degl' in- Scozia un rifugio ai fedeli delle Ctìf//te e
gegneri inglesi l'antica Babilonia avea della ^re/tì-g^/dr, siccome luoghi in cui non
una superficie di 222, e Ninive di 216 essendovi estesa la persecuzione degl'im-
miglia simili), laonde all'articolo Inghil- peratori romani, vi potevano vivere si-

terra tutto riportai, insieme al fine del- curi dalle spade de'persecutori i seguaci
la storia degli Stuardi, oltre quanto va- della dottrina di Gesù Cristo. Data la pa-
do a narrare sul cattolicismo e protestan- ce alla Chiesa, e introdottovi il monachi-

tismo della Scozia. Si ponno consulla- smo, vi fiori mirabilmente il cristianesi-


re: Guglielmo Robertson rettore dell'u- mo ; gli avanzi e le rovine lagrimevoli dei
niversità d' Edimburgo, Storia di Sco- monumenti religiosi mutilati dalla fre-
zia sotto i regni di Maria Stuarda e di netica rabbia distruggitrice degli eretici,
Giacomo FJJino alV avvenimento di que- quelle de'monasleri, de' conventi e delle
sto principe allacorona d! Inghilterra, sontuose chiese, eminentemente provano
con un compendio della storia di Scozia la pietà degli antichi scozzesi, e con^e vi
ne' tempi chehanno preceduto queste epo • risplendette la purità della fede cattoli-
Amsterdam 1765, Siena 1778. Gio-
c/ie, ca. Vi fiorirono illustri sedi arcivescovili

Tanni Lesleo scozzese e vescovo di Rosse, e vescovili, e circa 4o collegiate; molti


De origine, moribus et rebus gestis ScO' erano gli ospizi, molti gli ospedali, mol-
torumj accessit nova et accurata regiO' te le abbazie, ed monasteri principali i

neni et insularum Scotiae^ cum vera e- celebri, e diversi abbati godevano giuris-
jusdem tabula topographica, descriptiOf dizioni e privilegi insigni; nonché mo-
Romae in Aedibus Populi Romani 578. 1 nasteri di monache, comedi s. Caterina
Fu dedicata a Gregorio XIII, e al cardi- di Siena, di cui tratta il vescovo Lesleo.
nal Nicolò Gaetani protettore del regno Alcuni abbati aveano prerogative vesco-
di Scozia. Vi sono stemmi e
i ritratti, gli vili', poiché il ven. Reda parlando di s.

le genealogie de' re di Scozia, inuno a Aidano, Hist. lib. 4) e. 1 7, osserva che nei
quelli di Maria Stuarda edi Giacomo VI. primi tempi in Iscozia eranvi pochi ve-
Buchanano, Rerum Scotica rum historia, scovati, percui si consagravano gli abba-
tJllrajectii668. Status regni Scotiae et ti dei grandi monasteri, chesi dislingue-
Hiberniaediversoruni autorum, Lugdu- vano colle loro cognizioni esantità di vi-
iii, Elzeviri 627. 11 più recente storico di ta: questi vescovi si facevano aiutare dai
Scozia, e che supera di gran lunga tutti loro monaci negli uffizi dell' episcopale
i suoi predecessori per le diligenti inda- ministero. In Iscozia furono gli anti» vi

gini, l'esattezza ne' fatti e l'imparzialità, chissimi monaci culdei, veri Deipii culto-
è Patrick Fraser Tytler, Storia di Sco- res, come li appella Lesleo ; i benedetti-
zia, Edimburgo i843, in 9 voi. ni in gran numero, i cistcrciensi, cano-i

Altre notizie sul cattolicismo e protestane nici regolari di s. Agostino, i domenica-


tìsmo della Scozia; delle sue antiche ni, i francescani, i cappuccini, e altri or-
sedi arcivescovili e vescovili, abbazie dini religiosi che vi operarono immenso
e ordini religiosi; de' concila che vi sì bene. Di sopra feci memoria di molte i-

celebrarono j de'suoicollegiij dc'3 vi- stituzioni di monasteri e abbazie, come


cariati apostolici pe'cattolicif e del suo di vescovati. L'abbazia di Abernelh o-
religioso stato presente. riginò la 1 ."sede vescovile che fondò in I-
La religione cattolica, come supeiior- sco^ia Tapostulu s. Palladio^e poi la me-
SCO SCO a8i
Iropolitaua di Sant'Andrea, ove dai paesi era primate di tutta la Scozia, e legato
stranieri si veniva in di voto peliegiinag- a latere nato della s. Sede nel regno. Da
gio alla chiesa, che uQlziavano i monaci principio non fuvvi alcun metropolitano
cuidei, de quali parlano ancora TUsserio, in Iscozia : i primi vescovi governavano
Anlìq. e. 1 5, p. 1 35, e Fordun, Scoi. chr. le loro chiese con quella semplicità che
lib. 2 , e. 26. I canonici regolari succe- dislinguesemprei novelli stabilimenti. La
dettero ai cuidei nel monastero di s. An- carità e lo zelo per la salute delle anime
drea, il quale divenne una filiazione del- erano le loro leggi e la loro disciplina, co-
la celebre abbazia di Scone : l'abbate di V[ìi:d\ce'ì\p.Tomass\n\,F'etusetnoi>aEc'
questa casa avea al parlamento la pre- cles. discipl. lib. I, p.i. In fatti il Rinaldi

cedenza sopra tutti gli abbati di Scozia, all'anno 63 r, n.°c), parlando del celebre
come si può vedere in Roberto Reith, /- vescovo di Scozia s. Virone irlandese con-
storia sopra le case religiose di Scozia, fessore di Pipino duca, riferisce che si ha
Altra celebre abbazia fu quella di Holy- dagli atti di sua promozione al vescova-
Rood- House o HolyVood fondata da s. to, essere uso in Iscozia , che il vescovo
Bibiano e dedicata alla s. Croce, la quale ivi eletto si portava in Roma a consagrar-
come r abbazia di Scone seguiva V isti- si mani del Papa, come fece s. Vi-
dalle
tuto de'canonici regolari di s. Agostino. rone che lo fu da Onorio I, il quale l'or-
Questi religiosi, il cui ordine divenne flo- dinò ad onta di sua virtuosa ripugnanza,
ridissimOjfurono sostituiti ai monaci cui- e lo rimandò con molli doni. Tentarono
dei in quasi tutti i monasteri di Scozia. in seguito gli arcivescovidilo/'Aedi Caìi'
L'abbazia di Holy-Vood, in latino Sa' torhery (\'\ assoggettare i vescovi di Sco-
criwi ^05c«/;2, produsse un gran numero zia, ma i vescovi si opposero fortemente
di uomini dotti, tra gli altri Giovanni di e vollero dipendere immediatamente dal-
Sagro Bosco, celebre matematico nel se- la sola s.Sede. IPapi Clemente III e Ce-
colo XIII. I principali monasteri bene- lestino III decisero in loro favore ; final-
dettini di Scozia erano quelli di Dum- menteSistolVneli47 i o meglio nel 1/174
fermlinge di Coldingham. Il i
.° postonel- (altri scrissero nel 1484), considerando la
la contea di Perth era stato cominciato grande distanza de' vescovi scozzesi, che
dal re Malcolm III, ed in esso vi furono doveano terminare loro affari in Roma, i

seppelliti molti re,ecustodivasi l'urna di s. eresse in metropolitane le sedi vescovili


Margherita. Ilmonasterodi Coldingham diSant'Andrea e di G//:Z5g'0w, assegnan-
era nella contea di Berwich, e fu riedi- do loro vescovi suffraganei, e dichiaran-
i

ficato dal re Edgaro, il quale mise de'mo- do l'arcivescovo della i." primate della
raci in vece delle religiose, che l'aveauo Scozia. L'arcivescovo di SanC Andrea eb-
abitato primitivamente. Altri rinomatis- be persuffraganee lesedi vescovili di Dun-
simi monasteri furono quelli di Culros, kelde (chiamata in latino Dankeldinuni,
fabbricatosul golfo che divide la Lolhia- e Castrum Caledonìiun) sulla riva sini-
na dalla contea Candida Casa
di Fife, e di stra del Tay, già capitale della Caledo-
poi vescovato di Galloway diWilhern, nia, presso il castello d'Atholl. Un re dei
per non dire di altri. Lesleo ci diede il pilli viavea fondato un monastero, che
novero delle seguenti sedi arcivescovili e fu convertito in vescovato neh 3o da re i

vescovili di Scozia: quelle che noterò in Davide 1: la pregievole cattedrale eretta


carattere corsivo hanno articoli in questo nell'epoca slessa, fu demolila dai prote-
mio Dizionario j delle altre ne farò cenno, stanti neh 539, non restandovi che il co-
oltre il già detto di sopra. Sant'Andrea, ro, il (jualeservedi parrocchia. Dumblan
alla quale si uni Aberneth, sede arcive- o Duublain (Duniblanuni seu Duinbla*
scovile e melropolilanaj il cui arci vescovo ninni ) suii' Alluu uella coulea di Perlb,
28a SCO SCO
neh 142 David I vi fondò il vescovato: eveschez le sedi noverale da Lesleo , ed
l'anlica cattedrale, cli'é quasi in rovina, inoltre quelle dell'Orcadi e di
Edimbur-
serve ancora di parrocchia. la vicinanza go.Qui noterò, che il calvinismo cambiò
della città neh 715 riportarono una se- ogni cosa nel secolo XVI, ed 4 vescovati
gnalata vittoria le truppe di Giorgio I, vennero soppressi, ma il re Giacomo VI
comandatedal duca d*Argyle,sopia quel- v'introdusse la pretesa riforma anglicana
le del principe Stuardo pretendente, sot- appena salì sul trono, e li ristabilì tutti;
to il comando del conte di Mer. Rossen dipoi vi aggiunse quello d' Edimburgo ne\
(Rossia) o Ross contea, ove fu stabilita i633 Carlo I, sottoponendolo alla me-
la sede vescovile nel secolo VII, con re- tropoli di S.Andrea. Il p. Carlo da s. Pao-
sidenza del vescovo in Chanonri. Orcadi lo, Geographia sacra^ tratta delle notizie
(Orcades)oOiìiney^ gruppo d'isole ha ecclesiastiche della Scozia, e riporta il no-
l'Atlantico e il mare del iNord, che colle vero delle sedi vescovili a p. ^'j^ ed a p. 1

isole] Shetland formano la contea delle


7 1 del Parergon. Si può vedere Giacomo
Orcadi. Nel V secolo vi fu eretta la sede Balfour, e Roberto Reiih autore d'un ca-
vescovile,con residenza del vescovo inRir- talogo di parecchi vescovi di Scozia stam-
keval (Carcovitana) oRirkwal capoluo- pato a Edimburgo neh 755. Osservano
go della contea, in fondo d'una piccola gli storicijche poco propriamentesi sa del-

baia, con bella cattedrale dedicata a s. Ma- la mancan-


primitiva chiesa di Scozia, per
gno, vasto edifizio gotico che dicesi fon- za di monumenti sui quali si possa fida-
dato neh 1 38 daRognwaldo conte di Nor- re, e nulla si può dire di certo che dietro
vegia. Ha una
eccellente porto, difeso da alla memoria di alcune famiglie illustri
fortezza edificata da Cromvrell. Cathness del paese. Si ha il catalogo de'vescovi di
(Catania) o Catnes o Caithness contea, Galloway o Wilhern dopo il 45o e da
con residenza del vescovo inDornoch (Oa- s. Niniano; quello degli arcivescovi di Gla-
zoo^w^f^w), città della contea delSulher- sgow dopo il vescovo s.Kentigernoje quel-
land, la quale sino al 1 807 ebbe comune li di Sant'Andrea dopo r84o. Rispetto ai

la giurisdizione colla contea di Caithness. vescovi delle altresedi non se ne ha il ca-


La sede vescovile la fondò nel secolo XI talogo, che dopo il secolo XII, e fu posto
Malcolml II, in uno al la cattedrale, oggidì alla fine di Spotswood dell'edizione del
chiesa parrocchiale. Neliy^^ la città fu 1666 Burnet lo fece ristampare nell'ap-
:

pi esa dai principe Edoardo Stuard, Le al- pendice alle sue Memorie sulla casa di
tre sedi vescovili sudraganeedi SanC An- Hamilton. Ora tra principali santi che
i

drea furono Murray con residenza a


: fiorirono nella chiesa di Scozia, nomine-
Elgìn^ Brechìn,Mievden o Aòerdon.h' av- rò pure i vescovi e gli abbati, e di tutti se
ci vescovo di Glasgow ebbe per suffraga- ne ponno leggere le biografie a'Ioro ar-
i»ee le sedi vescovili di Candida Casa o ticoli ;s. Gi/Z'er/o vescovo di Cathness ca-

Galloway o TVilhern, Sodor^ e Lismore nonico regolare; s. Glastieno vescovo del-


(Lismoria) una delle isole Ebridi, contea la contea di Fife, da"li scozzesi chiamato
d' Argy le, all'ingresso del golfo di Lionhe. Mac Glastian; s. Malrubio eremita e mar-
Verso la fine del secolo XII o ne* primi tire; s. Margherita regina di Scozia, ma-
del XIII vi fu istituita la sede vescovile dre di s.Metdde regina d'Inghilterra che
per la contea d'Argyle, vedendosi ancora meritò un posto fra i santi che si onora-
le rovine dell'episcopio. Presso la catte- no a'3o aprile, da me non riportata se-
drale sono delle torri rotonde erette sen- guendo il ceìebve ab. Bviilei- s. Natala no ;

za cemento, e in molti luoghi si trovano vescovo d'Aberdeen, riguardato dallaSco-


vestigia di campi trincierati. Comman- zia come un altro suo apostolo, per aver-
ville riporta neW Hisloire des ardita, et la preservala dal veleno del Pelagiani*
SCO SCO 283
smojs. B ib lano o Fiviano monaco di\ Fi- corderò quelli di cui il Buller non fece la

fe e vescovo, che dicesi deirillustre fami- vita, e sono : s.Tar- Romano vescovo; s.

glia Wemse; s. Bonifazio o Kirino, ve- nano oTornano arcivescovo de'pitti, che
scovo di Ross; s. Marnano vescovo; s. Be- si dice essere stalo consagrato da s. Pal-
g:tìt vergine, irlandese di nascita; s. Blaano ladio; Lolano vescovo di Withern o
s.

vescovo de'pilliin Iscozia; s. Colombo ab- Galloway; s. Marnocco vescovo morto a


bate d'Irlanda e apostolo de'pitti, detto Kilmarnoc nel IV o V secolo; s. Mauro
Colomkille dalle molte celle monastiche o Kiimures dell'SSg; s. Germano vesco-
che fondò; s.i?e««occ^ vergine, alla qua- vo, ch'è voce essere stato consagrato ve-
le furono intitolate molte chiese di Sco- scovo delle Isole da s. Patrizio, ed al suo
zia, ed una é presso Glasgow , detta s. nome fu dedicata la cattedrale di Man;
Kennoche;s. Tolnano o Tornano j s. Fri- 8. Macallio vescovo dello stesso luogo,
dolino abbate d' Irlanda o di Scozia; s. dopo il 494) e ^1 quale furono intitolale

Lamalissojs.Monano martire; s. Adria' molte chiese in Iscozia e una nell'isola di


no vescovo di Sant'Andrea e martire; s. Man; e s. Brandano cui è dedicata una
Modano abbate di Dryburg o abbazia chiesa in detta isola e denominata Kirk-
dell'Isola, ora priorato soggetto a Moles- Bradan, ed era vescovo nelle Isole nel IX
me, predicò la fede a Sterliug, nel vici- furono tenuti 5 conci-
secolo. In Iscozia
nalo di Forlh e singolarmente a Falkiik lii. Ili.°nel 63o relativamente al giorno
ov'è assai venerato, e di più a Sterliug in cui doveasi celebrare la Pasqua. Pagi,
comei.° patrono, non che a Dumbarlon Critic. t. 2,p. 8o6.Il 2.''neli20i,e vi fu
ove visse in lunga contemplazione; s. Mo' ordinata l'osservanza delle domeniche e
lonaco vescovo; s. Mando o Mondo ab- delle feste dalle 9 ore della sera del saba-
bate fondatore di molti monasteri, e già to, fino alla levata del sole del lunedì. Reg.
protettore della contea d'Argyle; s. O- t. 28;Labbé t.i i; Arduino t. 6. 11 3.° nel

dualdo abbate dell'abbazia di Melros;s, 1225, e furono fatti 84 statuti sulla di-
Magno vescovo e martire; s. Macario ve» sciplina ealtre materie ecclesiasti che.Man*
scovochededicòlacattedrale d'Aberdeen; si 1.2. Il 4.° nel 1259 sulla disciplina. Lab-
Costantino monaco e martire; bé 5.° nel 3o8. Angl.
s. re, poi t. 2, par. i . 11 1 1. 1

s. Kentlgerno o Mungo o Ben AmatOj ve- Nel 1 1 2 fu celebrato un concilio inEdim-


scovo di Glasgow; s. Mackellogo o Kes- burgo nel convento de' domenicani, alla
logo vescovo delle provincia di Levin e presenza del nunzio pontificio Baiomano,
di Boyn, ed in suo nome esiste una cele- sulle decime e pensioni. Lesleo p. 356.
bre chiesa; perla venerazionegrandeche I depravati costumi, la irreligione, gli

ne aveano gli scozzesi, solevano marcia- abbondanti beni della chiesa scozzese, co-
re al grido delsuo nome alle battaglie, poi me poi successe in quasi tutta l'Europa,
gli sostituirono S.Andrea; il santo perciò eccitarono in appresso l'invidia, il desi-
fu talvolta rappresentato in abito guer» derio di appropriarseli, la cupidigia t: l'a-

resco, con freccia in mano incoccata su varizia de' nobili, che incoraggiali dagli
arco teso. L'apostolo dell'Irlanda s. Pa- esempi funesti de'seguaci degli eresiarchi
trizio fu detto bretone e romano, ma vuoi- Lutero e Calvino nella Germania, e pre-
si nato in Bonaven Taberuiae, che ere- cipuamente quelli più vicini della ribel-
desi il borgo Kill-Patrick in Iscozia, po- lione d'Enrico VIII, concepirono il dise-

Cluyd, 11 ci-
sto nell'imboccatura della gno di allontanarsi con trista separazio»

tato Keith pubblicò ancora i nomi dei ne dalla chiesa cattolica ,per venire in pos-
principali tra i santi di Scozia, dietro un sesso di quelli con manifeste usurpazioni.
antico calendario scozzese. Sono ri prodot- La prematura morte di Giacomo V, av-
ti nel Butler nella vita di s. Palladio j ri- venuta nel 1 54^, la lunga minorità e as-
i84 SCO SCO
senza della virtuosa sua figlia eà eretleMa- va li, con tutta la più crudele intolleranza
lia Stuarda, gli sforzi dell'empio Enrico perchi vi restò fedele e costante; la pretesa
Vlll,qaantofeceil suo ben degno figlioO- religione o chiesa presbiteriana fu dichia-
doardo VI, la perfidia della fiera Elisabet- rata dominante, come meglio dirò io fi-

ta, l'ignoranza del popolojla poca esempla- ne, parlando del suo recente scisma, co-
ri tàdelclero,dieronoagli scozzesi l'ultimo de ora si divide in Chiesa Presbiteriana
impulso per sottrarsi dalla religione ro- Stabilitay ed in Chiesa Presbiteriana Li'
mana, che minacciava rovina e fomentata hera. Apparve in appresso una specie d'e-
dai fanatici riformatori, onde la credenza piscopato, ma nata contesa tra gli episco-
cattolica crollò.La Scozia si separò dal Pa- pali ed presbiteriani o puritani, questi
i

pa,e vi stabilì la pestifera eresia diCalvino. colle armi la vinsero, e la loro setta dipoi
Nel 1.543 propriamente s'incominciò sco- venne meglio assicurata quando con uno
pertamente a mutare e abolire in Iseo- stesso scettro si governò la Scozia e l'In-
zia il callolicismo, col sostituirvi rapida- ghilterra; quindi insorsero altre sette che
mente gli errori della riforma ; i settari dissenzienti tra loro, tutte però furono ac-
successivamente distrussero chiese, altari canitamente unite nel perseguitare i cat-
e monasteri, impossessandosi dei loro be- tolici, massime gli ecclesiastici che furono
ni e rendite. Del clero cattolico parte ade- vittimedella più fiera tirannia. Fra le bar-
rì allo scisma, parte fuggì in volontario e- bare leggi che furono emanate, vi fu quel-
silio, parte fu trucidato: questa sorte in- la che concedeva l'eredità dovuta a un

contrò il zelante cardinal Betonio, arci- figlio cattolico, al più prossimo parente
vescovo di Sant'Andrea e primate del re- protestante, se quello non rinunziava e
gno. Percossi i pastori e dispersa la greg- apostatava dalla legittima fede de' padri
gia, pianse sulle sue rovine la già florida suoi. Sottrattasi la Scozia dall'ubbidienza
chiesa scozzese : non vi rimase un sagro del Papa, l'eresia e lo scisma fu in trion-
tempio, un convento, un monastero, un o- fo; i presbiteriani divennero potentissimi,
spedale, un ospizio, uno stabilimento ec- e le superstiti prelature si fecero nomina
clesiastico. I richiamati da Ginevra pro- reale in loro esclusivo favore. Nel 160
seliti di Calvino predicanti riforma col lo- morì esule in Francia l'ultimo prelato del-
ro apostolo Rnox, eccitarono co'loro ca- la Scozia, l'arcivescovo diGlasgow, ove
lunniosi discorsi popolo, che allettalo
il in Parigi fondò un piccolo collegio per 4
dall'acquisto delle sostanze della Chiesa e alunni scozzesi che studiavano nella pub-
suoi ministri, tutto saccheggiò e distrus- blica uni versila, perchè fossero istmi ti nel-
se. Il Papa Paolo IV afflitto per quanto le scienze ecclesiastiche, quindi avanzati
precipitosamente avveniva in Iscozia, nel molto nello studio della teologia riceve-
iSSg vi spedì Nicolò Pellevé, col carat- vano la sagra ordinazione, recandosi poi
tere e facoltà di nunzio e legato aposto- in patria a tenere costanti nella fede i cat-
lico alla reginaMaria Stuarda ancora di- tolici, prestando loro l'assistenza spiritua-
morante in Francia, dove raccolti pre- i le. In questo collegio si conservavano le
lati del regno in Edimburgo, si adoperò f^ite de' santi scozzesi, mss. opera d'un
con lutto l'impegno per sostenere la de- gesuita nipote del vescovoLesleo.Nel Bull,
pressa cattolica religione, e abbattere l'e- de propaganda fiele, t. i, Appendix p.
resia che avea nelle provincie cagionato I 24 e 340, sono questi due brevi apo-
vi

gravissime rovine, ma inutilmente: po- stolici, riguardanti il collegio. DUectos fi'


scia s. Fio V lo creò cardinale, e protetto- lioSydeT.'j maggioi6i7, di Paolo V : In-
re de'regni di Scozia e d'Irlanda. Nel par- dulget, ut in oratorio privato Scotoruni
lamento del 56o fu intieramente abolito
1 Parisiis aedificatOy ornato et visitato Sa-
il Cdtlolicismo, iu uuo ai vescovi e vesco* crificiuni possil gelebrarij et aliinmi non
SCO SCO 285
sine gravibus privilegiis titillo pavperta- torio della confraternita del ss. Sagramen-
tìs ad ordines promoveri. D' Innocenzo to, la quale l'acquistò dagli scozzesi verso
XII, Diiduììij de'27 aprile 1694: Quae il161 8, per aver custodito la chiesa ab-
seminano Parisien Scolorimi circa or- bandonala e chiusa nel principio dello sci-
dinationem privilegia PaulusP^ concesse- sma; mentre l'edilìzio dell'ospedale lo pre-

rat, quas indulgeniias plenarias aUimnis se in custodia la propinqua iiobil famiglia


Urbano Vili in in gres su , vel egressu del Bufalo, e Paolo uno di essa nel 1 576
de collegio j vel decessii de vita erat lar- Io restituì a due scozzesi cattolici venuti
non sine nova additione, apostoli-
gitiiSf ili Roma, a'quali Gregorio XIII assegnò
ca auctoritate confirma t. Nel Bull. Rem. il mantenimento, divisando la fondazione
t. 6, par. 6, p. 364, si legge il breve Du- d'uncollegioanchepe'jsCozzesi.Chelacon-
dumenianaruntjàe26ollohrei66gy del fraternita in detto anno, ricevuto il sito

Pontefice Cleraenle IX e confermatorio dell'ospedale per fabbricarvi l'oratorio,


di quello di Paolo V. Per richiannare al- si obbligò di mantenere un ospizio o spe-
l' unità della fede i popoli della Scozia, dale per alloggiarvi alcuni giorni 4 po*
sedotti specialtnenle da Enrico Vili re veri pellegrini scozzesi, come leggo in Fa-
d'Inghilterra, e per conservare fermi nel- nucci. Opere pie di Roma p. 90 e 296,
la medesima i superstiti cattolici, tra le il quale aggiunge, che del sodalizio n'era
altie provvide e zelanti disposizioni prese sempre guardiano uno scozzese. Che fon-
con amore materno dalla s. Sede, merita dato il collegio in una casa dirimpetto al-

menzione speciale la fondazione de'eolle- la chiesa di s. Maria di Costantinopoli dei


gi scozzesi. 11 magnanimo Papa Clemente siciliani, neli6o4 fu trasferito nel luogo
\IIl nell'anno santo 1600 eresse in Ro- ove trovasi incontro il Palazzo Barberini
ma il Collegio Scozzese (V.), per vantag- nella strada Felice che conducealle 4 ^o«-
gio della religione cattolica nella Scozia, tancj colla contigua chiesa di s. Andrea
nel quale si dovessero istruire nella pietà degli scozzesi. Che ili. ^cardinale protetto-
e nelle lettere i giovani della medesima, re del collegio, essendolo anche del regno
affinchè ripatriati potessero aiutare i cat- presso la s. Sede come i successori, fu il

tolici e ristabilire il culto divino e la fede cardinal Borghese, che divenuto Paolo V
cattolica. Qui accennerò il più principale gli assegnò 5o scudi mensili, nel [ 6 6
1 af-

che scrissi in tale articolo, e vi aggiunge- fidando cura e direzione del collegio ai
la

rò altre nozioni. Parlai della chiesa di s. gesuiti, che anco di questo ne divennero
Andrea e spedale nazionale, che gli scoz- benemerentissimi sino al 1773, dopo il

zesi prima della fondazione del collegio qual tempo passò sotto il governo del ret-

aveano in Roma, edovesiospitavano,cu- tore sacerdote secolare scozzese. 11 2.° car-

ravano e seppellivano i poveri nazionali dinale protettore fu Barberini poi Urba-


residenti in R^oma,e quelli che vi si reca- no Vili, che vi surrogò il proprio nipote
vano in divoto pellegrinaggio. Dissi con cardinal Francesco, e voleva creare car-
Piazza introdotta la fedeinlscozia nel 2o3, dinale l'eruditissimo alunno Conneo scoz-
il quale nelle Opere pie di Roma e nel- zese, cui la morte impedì tanto onore. Pri-
VEusevologio ci diede Trat. a, cap. 6. : ma gli alunni vestivano sottana paonazza,
Dello spedale degli Scottio Scozzesi sotto fascia rossa, e mantellone nero, ora tutto
le ^fontane: Trat. 4> cap. 17. Del col- di nero. A Svezia, descrivendo la chiesa
legio scozzese vicino olle 4 fontane. No- e l'ospedale nazionale degli svedesi, dirò
tai nel voi. XLV, p. 175, parlando della che fu comune cogli scozzesi, per disposi-
chiesa di Andrea delle Fratte, che l'an-
s. zione di s. Brigida del sangue reale di Sve-
teriore era appunto quella degli scozzesi, zia e di Scozia, che fondò in Roma l'o-

e che l'ospedale erale ìucodUo ov'è l'ora* spedale nel secolo XV. 11 numero degli
286 SCO sco
alunni fu nell'origine del collegio fi ssn lo legio romano de'gesuili, e nelle feste si e-
a 9, oggi sono 20 circa Alessandro VII : sercilanonellefunzioni ecclesiastiche pres-
prescrisse loro il giuramenlo, come quel- so i signori della missione, per apprender-
lo degli alunni del Collegio Urbano (F.) vi le sagre ceremonie. Sono usciti da que-
e di alili soggetti alla Congregazione di sto collegio molti uomini che si distinse-
propaganda fide (V.), la quale fece visi- ro nella pietà e nelle lettere, e die perciò
tare il collegio nel 1708 e nel 1710. In meritarono la dignità episcopale. Que-
seguilo il collegio acquistò una vigna in sto collegio riceve annualmente dalla con-
AJarinOf e gli fu conferita un'abbazia nel gregazione di propaganda scudi 1000 e
regno di Napoli. Ad istanza del re Gia- altri sussidii provenienti dall'eredità del

como 111 cattolico, Clemente XII creò car- cardinal duca di York, lasciati per il bene
di naie Domenico Rlvera (F.),^d insieme spirituale della Scozia. L'aureo Morcelli
protettore del regno di Scozia e del col- chiamò il collegio degli scozzesi: Ephe->
legio scozzese diRoma. Siccome il colle- heum juventuti scotorwn ad sacra insti-

gio dovea somministrare scudi 3o ad ogni tnendae. Nella città d'Anversa,poi trasfe-
alunno pel suo viaggio a Roma, e scudi rito in quella di Douay, pel bene della ve-
92 ad ognuno che ne partiva insignito del ra religione della Scozia un altro collegio
sacerdozio, a tale effetlo gli furono lascia- venne fondato da un vescovo d'Anversa
ti diversi liioghidi wo/z^z dalla regina d'I n- a'tempi di Maiia Stuarda, laquale anche
ghilterra Maria d'Este di Modena madre chiusa nelle carceri non lasciò mai di man-
diGiacomo II l. Il cardinal de 5e/7«5 fran- dargli 600 annui fiorini. Il figlio del se-

cese donò al collegio scudi 4000, perchè gretario di quella regina, morto il padre,
servissero di fondo per mantenere un col- lasciò gran parte de'suoi beni a questo na-
legiale; egual somma ebbe il collegio pro- scente collegio, ed entrò nella compagnia
veniente dal legalo del Monte s. Sisto di di Gesù. Altri benefattori concorsero al
Cadice, pure pel mantenimento d'un a- suo incremento, e giunse ad averci 100
lunno. Oltre a ciò vicari apostolici di Sco-
i doppie di rendita; ma il collegio tenendo
zia hanno il diritto di mandare due alun- somme considerabili nel monte di pietà,

ni al collegio Urbano di propaganda. Nel soffrì gravi perdite nelle guerre. Nel 162 2
1801 nella chiesa del collegio vi fu tra- gli alunni erano 36, indi diminuirono;
sportato l'oratorio notturno, dalla vicina frequentavano le scuole de'gesuili, nella
chiesa de'ss. IdelfonsoeTommasoda Vii- cuicompagnia facilmente entravano, poi-
lanova degli agostiniani scalzi, ov'era sta- ché non facevano voto di ordinarsi preti
to eretto nel 1 79^ dal cardinal Leonardo secolari, o di ritornare alle missioni nella
Antonelli associandolo a quellodelp.Ca- patria Scozia. Il rettore ebbe molte facol-
ravila, di cui fece memoria il Costanzi, tà per r ordinazione degli alunni, e nel
Tj Osservatore di Honia t. i, p. 226, ed 1 768 quella di assolverli dall'irregolarità
io nel voi. XLIX, p. ^1. Nell'invasione proveniente dall'essere nati da genitori e-

imperiale franceseilcollegiofu chiuso, co- retici, o da esserestati tali,e dispensarli da-


me tutti gli altri stabilimenti ecclesiastici; gl'interstizi. Soppressa nel 1 778 la compa-
nel 1820 si riaprì. Sono molti anni che gnia, poi ristabiIita,ilcollegio fu considera-
il protetloredel collegio è il cardinale pre- to proprietà de'gesuiti,il fisco s'impossessò
prò tempore della congregazione di
fetlo de'beni dicendo ch'erano destinati a estin-
propaganda jfide : ad esso è lenuto il ret- guere i debiti di que'religiosi; non fu pos-

tore rendere conto dell'amministrazione sibile ricuperarli, ed il collegio restò chiu-

economica, non meno che della condotta so per sempre. Pegli scozzesi furono due
morale e del progresso negli sludi degli a- altri collegi in Ratisbona ed in Vallado-
lunoi. Questi frequentano lescuole del col- lid, e ne pnrloin quegli articoli per quello :
SCO SCO 287
di Ratìsbona, Clemente XI ringraziò il lacremente se non il completo ristabili-
siìffragaiieo e vescovo dlGei manopoli,per mento della religione cattolica, almeno la
avervi generosamenle conlribuilo. perfetta libertà di coscienza, ma senza pru-
Nel divenire Giacomo VI re di Sco- denza e perdendo la favorevole occasione
zia sovrano d'Ingbiilerra coi nome di re che gli si era presentata pel ristabilimen-
Giacomo I, erasi lusingato Papa Cle- to del suo esercizio: la guerra fu quindi
mente Vili clie ripristinasse il catlolici- rotta tra la corona e l'inasprita cbiesa an-
smo o almeno ne mitigasse la tirannica glicana; l'irritazione aumentò per le trat-

persecuzione, ma tuttelesue sollecitudini tative incominciate per la riconciliazione


restarono deluse. Paolo V proibì a'calto- con Papa Innocenzo XI, che inviò al re

liei di prestare Giuramento (^.)


il pre- per nunzio l'arcivescovo Adda [f^.) poi

scritto da Giacomo Ij morto questi nel- cardinale, affinchè promovesse la cattoli-


l'errore e nello scisma, nel 1 625 e in essi ca religione ne'lre regni, e giunse in Lon-
gli successe l'infelice figlio Carlo I. Di Pa- dra nel 685. Riuscì gratissimo
1 al re, pe-
pa Urbano Vili abbiamo seguenti brevi, i rò in vece di frenare l'ardente zelo di Gia-
riprodotti nel citato Àppendix àóBiill. t. como Il onde ottenere l'intento, vieppiù
I 6 f Ecclesia Romana ^òe'^ febbraio
jp. 1 , lo eccitò ad annullare l'empiodecretod'E-
i625: Chaledonenseni archiepiscopuni lisabetta,in cui si ordinava l'abiura della
ad Angliae, et Scotiae mìssiones guber- religione cattolica a tutti i sudditi, e ri-
nandas constilnit. Però riservò la cogni- stabilì questa nella monarchia, con modi
zione e termine delle cause in seconda i- alquanto violenti. Nato il figlio Giacomo
stanza al nunzio apostolico di Francia. A III, il re lo fece battezzare co' riti della
p. 179, Inter gravissimas, de' 1 8 maggio chiesa romana, e volle a padrino Innocen-
1 63o Angli a e et Scotiae regnoruni spi"
: zo XI, il cheeccilòilfuroredel parlamen-

rituali bona prospicere cupiens, protecto- to, anche per vedere allontanare dal trono
ri (cardinal Francesco Barberini questo : Maria primogenita della .^ moglie e ma- i

hve\e si legge pure nel Bull. Rom. t. 6, ritata a Guglielmo d'Olanda protestante,
2 il quale si mise alla testa de'ribelli. II re
par. I
, p. r
7) amplasfacultatesaltribiiit.
A p. ig5,/^fii//«5//«;,de'i2 febbraio 1 633: col figlio e la regina nel 1688 fuggirono
Reginae franco rum Scotiae calholicos ab in Francia, e con istento il nunzio li se-
haereticis indigne vexatos maximo stu- guì travestito. Nel 1689 la corona tolta
dio commendat. Carlo I nella ribellione a Giacomo II, fu decretata a Maria II sua
insorta contro di lui si rifugiò presso gli figlia, eda Guglielmo 111 suogenero: tulli
scozzesi, i quali loconsegnaronoa'suoi ne- gli sforzi del re e del magnifico ospite e
mici inglesi, che nel i649gli troncarono cugino Luigi XIV riuscirono inutili, e la

il capo: il figlio Carlo II dall'Aia passò in l- causa e condizione de'cattolici peggiorò.


scoziaefu ivi proclamato re diScoziajd'ln- Anche Papa Innocenzo XII soccorse sen-
ghilterra e d'Irlanda. Ma Cromwell,ch'e- za successo re, e nel 1695 creò un vi-
il

rasi impadronito del potere ed avea pro- cario apostolico vescovo inparlibus^acuì
mulgalo la repubblica, trionfò della dife- fu commessa la cura di tutta la Scozia e
sa che del re vollero fai e gli stati scozzesi. delle sue isole. Dalla morte del suddetto
Morto l'usurpatore, nel 1660 fu richia- arcivescovo di Glasgow,© per dir meglio
mato a Londra dall'esilio Carlo li; ter- dalla sua partenza da Scozia, questa già il-
minando di vivere cattolico nel 685, gli 1 lustre cristianità non avea più veduto al-
successe il fratello Giacomo II che segre- cun vescovo. Solo dopo il 1622, in cui fu
tamente avea abiurato gli errori e profes- ìstiluita la congregazione di propaganda
sava con zelo il cattolicismo, e assunto al flde^ da essa vi erano stati segretamente
trono lo fece senza riserva, procura adoa- speditilo sacerdoti scozzesi esiliati, colla
288 SCO SCO
provvisione di scudi 5o percndauno. Di vi (\^ Irlanda. Clemente XI T eresse un nuo-

quanto precedelle e accompagnò la cadu- vo vicarialo apostolico nella Scozia, che


ta di Giacomo II, trallano BonannijiVf^- commise a mg.^' Nicolson così la Scozia :

Tiiismala Pont. yyGjche illustra la


l. 2, p. ebbe due vicari apostolici; ad un vicario
medaglia fatta coniare in onore della B. apostolico furono affidati i cattolici delle
Vergine da InnocenzoXl,percelebrare il montagne e delle isole, all'altro quelli del-
ristabilimento della religione cattolica nel- le pianure. Nel 1735 Clemente XII fece
laGran Bretagna, e il ricevimento in Lon* celebrare sontuosi funerali alla regina, e
dra del nunzio, e in Roma dell'ambascia- seppellire nella basilica Vaticana. 11 prin-
tore d'ubbidienza del re; Eggs, Pontifi' cipe Edoardo 740 concepì speranze
nel i

cium docliim p. g\3; Supplemenlài'Iii' di ricuperare il Irono, e tentò poi uno sbar-
sloiremélaWquede la républiquede Hol- co in Iscozia sulla costa occidentale. Pro-
lande, t. 3, p. 2 1 2j e l'Ottieri, Historia clamò re de'tre regni il padre e se reg-
dell'Europa t. 5, p. 25. Morto Giacomo gente; la sua lentezza in marciare sopra
11 neliyof, gli successe nelle ragioni al Londra rovinò lutto, e dopo alcune vit-
trono il figlio Giacomo III, il quale alla torie fu sconfitto e prodigiosamente potè
morte di Guglielmo III fu contento che salvarsi in Francia ; ritornato in Roma do-
nel 1702 succedesse la propria sorella An- po la morte del padre,acuiClementeXIIl
na, come r altra allevala nell'anglicani- celebrò magnifiche esequie, prese il no-
smo, senza profittare delle favorevoli di- me di Carlo III,e portatosra Firenze morì
sposizioni eh' erano per lui in Iscozia se nel 1788, venendo il corpo trasportato
si fosse presentalo nel regno; quando vol- presso quello de'genitori nella basilica Va-
le tentarlo era troppo tardi, vi fu nondi- ticana, di cui era arciprete il cardinal fra-
meno proclamato re inutilmente, e fu ob- tello. Questi allora prese il nome d'En-
bligato ad accettare l'asilo nobilissimo di rico I Xe si riguardò come il legittimo so-
Pvoma offertogli da Clemente XI, ed iPapi vrano della Gran Bretagna: morì in Pio-
successori gareggiarono con lui in muni- ma decano del sagro collegio nel 1807,
ficenza, e nel procurare la ricupera della ed il suo corpo venne riunito a quelli del-
corona, il che descrissi con qualche det- la reale fimiglia, i cui marmorei depositi
taglio a Inghilterra e in lutti gli articoli maestrevolmente scolpì il celebre Cano-
anche per l'avvenimento al Iro-
relativi, va; quello della regina Sobieski lo scolpì
no nel 7 1 4 della casa cVÀnnover per di-
1 Pietro Bracci, col ritratto in musaico, e-
scendenza femminina d'Elisabetta figlia sistente incontro a quello del suo consorte
diGiacomoI.CIementeXI gli fece sposare e figli. Con lui si estinse intieramente l'au-

M.' Clementina Sobieski nipote di Gio- gusta stirpe degli Stuart. Nel declinardeb
\anni HI re di Polonia^ la quale in Ro- lo slesso secolo la Scozia avea due semi-
ma fu madre di Carlo Edoardoconted' A l- nari cattolici, l'uno a Lismore fondalo dal
bany e principe di Galles, al cui battesi- vescovo Chisholm per la parte superio-
mo intervennero i Ire cardinali protettori re, l'altro a Aquhortins per la parte in-
de'tre regni, fra'quali il cardinal Gualtieri feriore eretto dal vescovo Giorgio Hay sì

ch'era pure incaricato d'affari del re pres- noto per le sue virtù, per la dottrina e
so la s. St(.\ei ed il cardinal Giuseppe Sa- gli eccellenti scritti. Nel 1828 ambedue i

gn'panli; e poscia partorì Enrico duca di seminari furono insieme perchè riuniti,

Vork (P^.) poi celebre cardinale, che Be- il generoso cattolico Giovanni Menzies di

nedetto XIII si recò a battezzare nella rea- Pillfordis aveva lasciato ai vicari aposto-
le cappella. Inoltre i Papi ad istanza di lici i suoi considerabili beni a Blairs pres»
Giacomo III crearono cardinali, egli con- so la città di Aberdeen, ad effetto di fon-
servarono il diritto alle noiuiue de'vesco- darvi uu comuQ semiuui'io. Quindi ebbe
SCO SCO 289
origine il seminario di s. Maria di Blairs, morte de'qualiGregorioXVI
tore, per la
il quale retto in comune dai Ire vicari a- nel i832 nominò vicario apostolico An-
vado a parlare, acquista
postolici di cui drea Carruthers vescovo di Ceramo; del
ogni giorno maggior importanza per l'e- distretto occidentale il vescovo d'Arinde-
satta sua disciplina, e pel metodo e soli* la, al medesimo Leone XII attri-
quale il

di(à degli studi. Se la rivoluzione aveva buì per coadiutore Andrea Scott vescovo
in Francia rovesciate nel suo violento cor- d'Eritiea.Per le incessanti premure di Pio
so non pure le patrie istituzioni di giova- VII e di Leone XII, non che de'cardìnali
nile ammaestramento, ma eziandio quel- Lilla e Cappella ri poi 6? regor/o ^F/, pre-
le che la francese ospitalità aveva eretto fetti di propaganda fide^iix a'23 febbraio
in prò delle straniere nazioni; la ristau- 1829 accettato nel parlamento libili per
razione intendendo a risarcire i guasti di l'emancipazione de* cattolici della Gran
quella, restituì per quanto fu possibile le Bretagna, vinto a'3 marzo e sancito dal
I

antiche case di educazione che il clero cat- reGiorgiol Va' 1 3 aprile, sospirato e mera-
tolico d'Inghilterra, d'Irlanda e di Sco- viglioso avvenimento, che precipuamen-
ria colà possedeva. L'ottimo Luigi XVI li te celebrai a Inghilterra, spiegandone i

pubblicò a*25 gennaio 1816 una legge, grandi vantaggi pe'caltolicij in foi-za del
colla quale ripose queste istituzioni ne- quale i vescovi d'Irlanda, i vicari aposto-
gli antichi promettendo loro
loro diritti, lici di Scozia e d'Inghilterra^ed i coadiu-
compensi de* sofferti danni e protezione tori degli uni e degli altri, vengono libe-
dello sialo. Eccone il titolo: Nouvelle or- ramente eletti senza influenza e approva-
gaiiualion cles établissemens britanni' zione del governo, ed al modo che accen-
aueSj acluellement sous de Senti- le tUre nai nel voLXVI, p.25o ed altrove* Il cav.
naire- College Ir landais jAnglais et Ecos- Artaud, nella Storia di Pio FUI, t. i,

sais.Loi du iSjaiiwieriSi 6. Frattanto i cap.9, pubblicò la lettera di mg.^ Paterson


due vicariati apostolici eretti nella Scozia, vescovo di Cibistra, de* ig giugno 1829,
produssero non pochi e felici risultamenti. di appello alla carità de' fratelli cattolici
Il numero de'catlolici essendosi quindi no- fraricesi,onde ottenere soccorsi pel suo vi-
tabilmente accresciuto, Leone XII col bre- cariato, e donde si apprende lo stato d'al-

ve Quanta laeiuia affecti sinius, de* 1 lora del cattolicismoiniscoziajperciò repu-


febbraio 1827, Bull, de prop. fide t. 5, to opportuno di riportarne qualche bra-
p. 22, divise tutta la Scozia in tre distret- no, onde si comprenda meglio lo stato dei

ti e vicariati apostolici, cioè settentriona- vicariali apostoUci,qualierdnoavantiLeo-


le, orientale e occidentale, onde provve- ne XII e nel declinar del pontificato di
dere opportuna mente ai mirabili progres- Gregorio XVI, e le posteriori notizie che
si che vi avea fatto la religione cattolica, ho raccolto nella lettura di quanto si va
ed assegnandovi de' vescovi in parlibus. pubblicando.«La povera chiesa della qua-
Erano mon-
allora vicari apostolici delle le Iddio mi ha costituito pastore, non si
tagne e dell'isole Ranaldo Mac- Donald ve- presenta senza qualche titolo alla vostra
scovo d'Arindela, delle pianure Alessan- commiserazione, perocché fa essa parte di
dro Paterson vescovo di Cibìstra, avente quella Scozia, che già fu per lungo tempo
per coadiutore Alessandro Cameron ve- la fedele alleata della Francia, e la cui re-

scovo di Massimianopoli. Inoltre Leone cente istoria può ricordarle ancora com-
XII dichiarò vicari apostolici del distret- moventi memorie. Dal momento fatale,
il vescovo diGermanicia
to settentrionale in cui la riforma cominciava ad introdur-
mg.r Giacomo Francesco Kyle, e lo è tut- si tra noi, momento in cui perdemmo l'ul-
tora; dell'orientale il vescovo di Cibislra, timo sostegno della Francia nella perso-
col vescovo di Massimianopoli percuadiu- na della virtuosissima nostra regina Maria
VOL. LXII. '9
2ijo SCO SCO
di Guisa (Stuarda), la fede andò in Tscozia rio il fabbricare nuove cappelle che po-
di giorno in giorno indebolendo, e ben tessero contenerli. Si è presa eziandio la
presto vi sarebbe stata ai tutto estinta, se determinazione di fabbricare una piccola
i re Cristianissimi (di Francia) non aves- chiesa nella nuova città d'Edimburgo, ed
sero in qualche modo perpetuato loro i a quest'effetto il mio venerabile anteces-

missionari, aprendo ad essi in Francia pii sore avea raccolto, per sottoscrizioni vo-
asili, ne'quali liberi d'ogni timore, e qua* lontarie,! 200 lire sterline circa : ma que-
sì fossero nel seno d'una seconda patria, sto denaro era ben lungi dall'essere suf-
avessero potuto formarsi alle cure del lo- ficiente per comprare il terreno sul quale
ro santo ministero. Fu principalmente dai la chiesa e l'annessavi casa della missione
collegi di Francia che uscirono tanti ope- sono ora fabbricate. Bisognò quindi pen-
rai evangelici,! quali per ben 200 anni fa- sare ad assumere in prestito al 5 per 1 00
ticarono col più instancabile zelo, in mez- la somma impiegata nella costruzione dei
zo a sempre rinascenti persecuzioni, a ria- due edificii; questa somma non per anco
nimare e mantenere fra noi la fedede'no- pagata, ascese a 8879 lire sterline, il de-
stri padri. I diversi oltraggi commessi con- naro proveniente dall'affitto delle sedie,
tro i cattolici di queste contrade, presero clie costituisce l'unica reudita nella nostra
di mira particolarmente la mia missione chiesa, se si eccettua il modico ricavo del-
duranti le turbolenze che tennero dietro le questue, che fanno ogni domenica,
si

alla espulsione di Carlo Edoardo {figlio basta appena per pagare l'annuo interes-
di Giacomo III). Nel 1779, tempo in cui se di questo debito. Aggiungete a ciò il
il furorede'nostri nemici alimenta vasi qui dovere di provvedere qui al mantenimen-
con ogni specie di eccessi, la nostra cap- to di 4 missionari, ed il vedermi presen-

pella e la casa vescovile furono abbrucia- temente obbligalo di far riparar la chie-
te ed interamente distrutte dalla popo- sa, il cui tetto,per cattiva costruzione, mi-
lazione d'Edimburgo. Fummo allora co- nacciava rovina; riparazione cui occorre-
stretti a rifuggire in una delle meno fre- rà la somma di 12,000 franchi in circa.
quentate contrade della citta, ove una In una parola, tale è la condizione di questi
stanza al 5.° piano ci servi di chiesa, o me- nostri istituti, che bisogna assolutamente
glio diremo di ritiro sinoalla fine del8 1 3. 1 o pagare al più presto una parte del de-
E in quel ritiro pili d'una volta fu dato ai bitoonde siamo onerati (e come trovarne
nostri poveri cattolici di vedere inginoc- i mezzi tra noi poveri cattolici ?), o per-
chiarsi con essi, appiè del medesimo al- dere con immenso danno la casa eia cliie-
tare, il re di Francia Luigi XVIII ed ì sa. " Aggiunge l'Artaud: ma la voce di
principi dell'augusta famiglia di lui, e co- mg.^ di Cibistra venne ben tosto ascolta-
me se i destini delia Scozia cattolica do- ta inRoma,in cui leporte non sono chiuse
vessero sempre essere dalla Francia do- giammai a chiunque implora elemosine.
minati, noi da quel tempo segniamo un'e- Anche in Parigi si conobbe dipoi in tutta
ra novella della storia religiosa di quel pae- l'estensione la miseria della chiesa d'E-
se. Il soggiorno de'Borboni fra noi, le lo- dimburgo, e non occorre di chieder nep-
ro maniere amabili ed attraenti, e l'esem- pure se que'principi, che colà s'erano tro-
plare condotta de'fedeli sudditi, che li a- vati missionari involontari, obbliassero il

veano seguiti nell'esilio, più che ogni al- tempio nel quale essi pregavano nell'esi-
tra causa, contribuirono a far cadere i pre- lio, e il Dio che gli ha sì eminentemente

giudizi cheregnavano qui da lungo tem- esauditi. V


augusta figlia di Luigi XVI
po contro l'antica fede. Ben tosto il nu- avea contribuito, assai più che qualunque
mero de'caltolici crebbe oltre ogni spe- altra causa, a distruggere pregiudizi che i

ranza, e troTossi assolutamente necessa* da gran tempoduravanonellaScoziacon-


SCO SGO 291
tro l'antica fede, lipetenJo le parole del- tolici nelleRepubbliche (F.) degli Stati
l'ottimo vescovo. Alcuni scozzesi pellegri- Uniti, de'due Canada, dell'Oceania e di
ni giunti in Roma
ringraziarono Pio Vili altre parti. Nasce dallo stato miserabile
de'soccorsi generosamente concessi al ve- de'cattolici, che non si ponno fabbricare
scovo di Cibistra: le raccomandazioni del- molte chiese e cappelle, e la lontananza
la s. Sede produssero loro fruiti, e da i delle esistenti rende ai fedeli molto inco-
quel tempo la condizione de'cattolici mi- modo l'esercizio del culto. I protestanti
gliorò in Iscozia.Nel voi. XXVlI,p. i44> di tutta la Scozia, come rimarcai in tanti
narrando l'abdicazione del re di Francia articoli, sono inimicissimi del nome cat-
Carlo X de'2 agosto 1 83 o, notai che con tolico, e ricorrono sfrontatamente alle piti
tutta la sua famiglia realesi portò in In- nere calunnie per denigrarli. L'odio mag-
ghilterra, poi in Iscozia,e fermandosi in giore de'presbiteriani, puritani e altri fa-
Edimburgo vi soggiornò alcuni mesi, da natici settari, è rivolto contro l'ottimo cle-
dove si ritirò a Gorizia (F.) ove morì. Nel ro cattolico, che non lasciano d'accusare
voi. LìX,p. i58, parlando della divozio- d'avarizia; e se altro male non ponno fare,
ne del Rosario vivente ^ dissi che sotto tale distolgono! fedeli dal somministrare qual-
invocazione fu eretta una cappella in E- che sussidio ai missionari. E benché i fe-
dimburgo, avendovi contribuito Carlo X deli saviamentein altre materie disprezzi-
quando vi dimorò colla famiglia reale, e no gli artificii e le calunnie de'protestanti
sì ascrisse alla congregazione per la du- contro il clero cattolico, quando però si

chessa di Berry. 1 seguenti 3 vicariali a- tratta di dar loro qualche volta


soccorsi,
postolici, in cui si divide la Scozia e le sue per esimersene loro prestano ftde. I mis-
isole, fioriscono pel zelo de'vescovi e dei sionari della Scozia uniti in società met-
missionari, e per la materna sollecitudine tono in comune l'elemosine de' fedeli, e
della s. Sede, i vicari apostolici hanno dal- ciò che loro avanza del necessario mante-
la congregazione di propagauda^r/ela fa- nimento, per formarne un fondo, col frut-
coltà della formola 2.', € molte straordi- tato del quale ponno essere sovvenuti gli
narie ad sexennium. Il clero vive delle ecclesiastici avanzati in età, ed i più bi-
misere oblazioni d'un popolo non ricco : sognosi. In ogni luogo di Scozia si trova-
ottenne però un sussidio di 20,000 fran- no scuole: prima le presiedevano i mis-
chi dal consiglio centrale della Propaga' sionari e ne ritraevano aiuto ai loro bi-
zione della fede di Lione nel 1 84 » • Nella sogni.Oggi è qualche tempo che mae- i

Scozia non è stato pubblicato il concilio giungono dappertutto, ed missio-


stri vi i

di Trento, perchè quando se ne terminò nari che pel loro ministero non vi ponno
la celebrazione, già era sotto l'influenza sempre attendere, ne restano sensibilmen-
del dominante errore di riforma. Appe- te pregiudicati. Devono quindi i missio-
na i poveri montanari ponno raccogliere nari vivere nel bisogno e guardarsi bene
una somma sufìlìcientealle spese della na- dal domandare: nondimeno ritraggono
vigazione, abbandonano patrii lidi e si i qualche utilità dall'affitto delle sedie nel-
portano in America e nell'Oceania tal- : le chiese, e da qualche pia offerta.
volta e spesso tra gli emigrali vi sono mol- F icariato apostolico e distretto orien-
ti cattolici, per la partenza de'quali i cat- tale. La giurisdizione de'luoghi di questo
tolici della Scozia non aumentano trop- vicariato comprende le contee di Edim-
po di numero e in proporzione delle fa- burgOjPerlhjChancman o Clackmannan,
tiche apostoliche de' vescovi e del clero, Stirling, Angus ossia Forfar, Fife, Dum-
rimanendo nella Scozia i più poveri, par- frieSjRirkcudbright e Roxburgh.l catto-
lando in generale. Ed è per questa ragio- lici del vicariato sono circa 20,000, che

ne che cresce sempre ii numero de' cat- vi haDQ0i8 chiese. Uuoghi principali do-
29*2 SCO SCO
ve si trovano io maggior numero i cat- armata, vi sono più di 5ooo cattolici, ed
tolicijSono i seguenti. Edimburgo capita- una chiesa,un ospedale, la scuola, e due
le del regno di Scozia e residenza del vi- ospizi comuni anche ai cattolici. Inque-
cario apostolico, il quale ora e mg.r Gia- sta città risiede un presbiterio, e un sino-
como Giliis vescovo di Limira, fatto da do protestante. Vi si trovano molle sette
Gregorio XVI nel 1 887 coadiutore al ve- di dissidenti, chesembrano illuminarsi dei
scovo di Ceramo, cui successe a tale ar- : loro errori. Il popolo suole fare il confron-
ticolo già diedi un cenno del vicariato, ol- to fra' ministri protestanti ed i cattolici;
tre quanto riguarda la città, ed è abitata disprezza i primi quando fatto il parago-
da più di 1 0,000 cattolici, comprese le di- ne vede il trionfo delia virtù nel sacerdo-
pendenze. I sacerdoti del vicariato sono zio cattolico. I protestanti si portano spes-
circa 2 e vivono delle oblazioni de' fe-
I , so a sentire le lezioni, sui punti di con-
deli, di qualche sussidio della Propaga- troversia nelle chiese delle missioni del vi-
zione dellafede di Lione,edeiraflìlto del- cariato. In Dalbeattie, luogo della contea
le sedie nelle chiese. Il vicario percepisce di Kirkcudbright, si contano più di 1 000
le oblazioni, e riceve annui scudi 200 dal- cattolici, e vi sono state fabbricate le ri-

la congregazione di propaganda j^c?e. Le spettive cappelle. Dundee o Dundea, Die-


rendite che questa missione possedeva in dununtj già 2.' città del regno nella con-
Francia, sembrano ricuperate. La chiesa tea di Forfar, sulla riva della foce del Tay
cattolica eretta dal vescovo di Cibistra è con sicuro porto, è assai ben fabbricata.
di elegante architettura; il suo coadiutore L'antica chiesa, con una torre quadrata
vescovo d'Arindela fondò la bella chiesa e alta, era un bellissimo edifizio: si di-
di s. Maria; il vicario vescovo di Ceramo stingue la chiesa di s. Andrea, che ha un
fabbricò la bella chiesa di s. Pietro. La gran campanile. Possiede diversi stabili-
città di Edimburgo abbonda di fondazio- menti scientifici e benefìci. E' la patria del
ni di carità, che specialmente dopo la e- famoso storico Ettore Boezio. Prima era
mancipazione sono comuni anche ai cat- cinta di mura dalla parte di terra, e di-
tolici. Non mancano stabilimenti di pub- fesa da un castello che distrusse Roberto
blica istruzione, scuole cattoliche e parec- L Sembra che un tempo vi facessero re-
chie associazioni religiose. Vi sono due mo- sidenza i re di Scozia, essendovisi tenuti
iiasleri,equelIo di s.Margherita fu fondato de'parlamenti e de'concilii. I cattolici su-
per cure dell'odierno vicario. Oltre il
le perano il numero di i ooo^ ed è sede d'un
ricordalo seminario di Blairs pe'missiona- presbiterio; vi è l'orfanotrofio, l'ospedale
ri d'ogni vicariato della Scozia, come dissi pe' pazzi, Tinfermeria pe'poveri, stabili-
a Edimburgo, deve esservi stato eretto un menti d'istruzione, tulio comune ai cat-

piccolo seminario per formare sacerdoti tolici. Perth,capoluogo della contea di tal
pel vicariato. Sono in potere de'presbite- nome, ha circa 5oo cattolici e chiesa, eoa
riani 1' antica cattedrale convertita in 4 1 1 stazioni. Vi sono ospedali e case di ca-
cappelle, e le belle chiese di s. Paolo, s. rità, e luoghi di pubblica istruzione, co-
Giovanni, s. Giorgio, s. Andrea, e molte muni a tutta la popolazione. Glianglicani
vaghe cappelle. Hanno pur chiese gli ana- vihanno il seminario, 7 diverse parocchie
battisti, metodisti, gli unitari, quacque-
i i e più templi. Neh 545 vi furono severa-
ri e altre sette. Edimburgo per le sue mol- mente puniti col fuoco cinque individui
teplici stamperie quasi gareggia con l'im- e una donna sospetti d'eresia 1 4 anni do- :

mensa Londra. )n Dumfries, capoluogo po la plebaglia eccitata da un sermone


della conteaomonima, ch'ebbe castello e di Giacomo Rnox, ammutinata distrusse
monastero enei 1 745fu multala dal pre- quanto vi era spettante ai cattolici e le
tendente Stuart quando vi entrò colla sua cuse religiose, tenute per cose idolatre da
SCO 293SCO
quel fanatico agilalore. Peiih, contea del DÌ Murdoch vescovo di Castabala fatto ,

centro della Scozia, ha per capoluogo la da Gregorio XVI neh 833 coadiutore ai
detta città antichissima, situata in uber- vescovo d'Erilrea,cui successe;
il regnante

tosa valle sopra la destra sponda del Tay, Pio IX nominò a'6 luglio 1847 per suo
ben fabbricata, con bellissimi contorni. Vi coadiutore mg.** Alessandro Smith vesco-
si osservano campi e
i le vie militari dei ro- vo di Pario, stato alunno di propaganda
mani, monumenti druidici, antiche torri fìde; a talelirticolo già diediun cenno del
de'pitti e numerose rovine di monasteri. vicariato, oltre quanto riguarda la città,
]| paese è illustrato da Ossian, la cui tom- ed è abitata da più di 52,ooo cattolici.
ba sorge sul monte DunsinanoDosiuan, I sacerdoti sono più di 3o, e vivono colle
e vi si vedono le rovine del famoso castel- pie offerte de'fedeli; se si potessero man-
lo di Macbetli, da Shakespeare immor- tenerne altri, in uno alla fondazione d'al-
talato, in uno ai misfatti di quel tiranno tre chiese, che si occupassero nell'istruire
USUI patere, di cui le cronache scozzesi fan- i rozzi, sarebbero frequenti le con versioni.
no le narrative che riportai, colla trage- II vicario apostolico ed il suo coadiuto-
dia intitolata yi/tìr6Z»e//ijdalla quale fu trat- re hanno ciascuno dalla congregazione di
ta l'opera di recente posta in musica dal propaganda /?fl?e annui scudi 200. Posse-
celebreVerdi.Pe'privilegi concessi a Perth deva il vicariato la somma di 0,000 lire 1

da re Guglielmo nel 1 2 1 o, fu allora con- sterline depositate pressoun signore scoz-


siderata come la capitale della Scozia, e zese creduto ricco. L'annua rendita di que-
prima del regno degli Stuardi era residen- sta somma veniva ripartita fra'missionari
za ordinaria del re e sede del parlamento, più poveri : per fallimento peri la metà
e dal 1201 al i4% ^^ ne furono tenuti di tal capitale. La condizione economica
14. Il conte Mori' e il pretendente Carlo del clero è quale V ho indicata. La mis-
Edoardo nel 174? v> stabilirono il quar- sione di Glasgow è l'unica di questo vi-
tiere generale del loro esercito. Leith, cit- cariato che rimonti ad antichità; le altre

tà con porto non lungi da Edimburgo,ha sono tutte di data posteriore al principio
molti stabilimenti di carità e di pubblica del secolo e precisamente dopo il 1807:
istruzione,con più di 5oacattolici.Creiffs, non era neppure stata fabbricata una del-
borgo vicino a Wigtown, ha piùdi5oo le cappelle e chiese che ora vi si trovano,
cattolici. Blairs, villaggio della contea di e magnifica è quella eretta nel 181 5. Un
Perth, sede d'un presbiterio, con più di solo era il missionario, poi vicario e ve-
200 cattolici, contiene il nominato semi- scovo d'Eritrea, e molto pochi erano i cat-
nario pei missionari di tutta la Scozia, le tolici.La cura di Glasgow abbraccia molle
etti regoleneli 832 furonoapprovale dalla stazioni, quasi tutte prive di chiesa. Pa-
congregazione di propagandacele, e vi re che il vicario propriamente dimori in
furono ammessi più di 3o giovani. Greenock ed il coadiutore in Glasgow.
,

Vicarialo apostolico e distretto acci- Vi é un seminario nell'isola diLismore,


</(";ir^/e. La giurisdizione de'Iuoghi di que- già sede vescovile, che spetta a questo vi-

sto vicariato comprende le contee di La- cariato, al quale stabilimento die vistosi
narkjRenfrew, Dumbarton,"Wigton, In- sussidii la congregazione di propaganda:
verness in parte, Ayr, Argyle e le isole E- numerosi sono gli stabilimenti benetìci e
bridi. La popolazione cattolica del vica- scientifici di Glasgow; tutto écomunean-

riato è di 1 00,000, che vi hanno 28 chie- che ai cattolici , in grazia del felice atto
luoghi principali dove si trovano in
se. I d'emancipazione. Greenock è città e por-
maggior numero cattolici, sonni seguen-
i lo di mare della contea di Renfrew, sul-
ti. G /rt-ygo w,residenza del vicario aposto- la riva meridionale del Clyde, che offre

lico, il quale attualmente è mg.^ Giovan- un ancoraggio sicuro e capace di conte-


^94 sci) SCO
nere più di 5oo navigli. E" grande, con di nuovo in parti remote. La missione si

vasta piazza ornala d'una chiesa di bella estende in più villaggi, ed ovunque si ce-
arcliilelturaj vi si contengono diversi luo- lebra la messa, essendovi molti cattolici.
ghi di riunione per vari culti, molte scuo- Ayr,città e porto di mare, ha una missio-
le pubbliche, ospedale e molle società di ne che contiene pure 4 villaggi, una chie-
beneficenza. Le sue fabbriche impiegano sa, cappelle e da 7000 cattolici. Wigton,
una considerabile quantità di operai la : città e porto di mare,capoluogo della con-
costruzione de* navigli è in grande atti- tea di simile nome, con 3ooo cattolici cir-
vila, e la pesca delle aringhe forma una ca e chiesa. Questa missione, sebbene po-
delle principali sorgenti della sua ricchez- vera, si estende assai, ed in altre45'tazioni
za, come quella banco di
del merluzzo al sogliono celebrarsi i divini uflizi. Airdrie,
Terra-Nuova, e alla Nuova Scozia o Aca- nuova missione che si estende peri 3 mi-
dia, penisola della nuova Bretagna nel- glia, con più di 3 100 cattolici, oltre più
l'America settentrionale, di cui Halifax di 7000 irlandesi occupati nelle miniere
{F.) n'è la capitale e sede arcivescovile. dicarbon fossile e di ferro, che perciò di-
Qui dirò che scoperta l'Acadia da Seba- scendono 5oo piedi sotto terra.Vi fu con-
stianoCaboto nel i497> ebbe tal nome sagrata ampia chiesa : vi è una scuola te-
da Verazzani che vi approdò nel i5i^^ nuta dai fratelli della dottrina cristiana,
ma dipoi le impose il nomedi Nuova-Sco- frequentata da più che 5oo fanciulli. N'era
zia Guglielmo Alessandro diNeustria,a missionario il zelante mg.r Smith, quan-
cui Giacomo I avea ceduto la penisola, do si convertirono 5o protestanti. Dum-
stabilendovi nel 16:22 una colonia di scoz- barton, Castriim 5ri7o««w?, capoluogo di
zesi; altra numerosa colonia vi trasporta- contea, sede di presbiterio, sulla riva del
rono gl'inglesi nel 1 749, e d'allora in poi Leven al confluente del Clyde, è assai ben
vieppiù prosperò. Greenock è patria di fabbricata, con buon porto. La sua antica
Wat, inventore delle macchine a vapore, chiesa parrocchiale sormontata da bella
e di WilliamPenceprofondo matematico. torre,è vasta. Vi è una famosa vetraia che
Prima del 697 non era che un villaggiodi
1 impiega più di 3oo artefici, e altre fab-
pescatori, e deve il suo rapido accresci- briche : vi si tiene un mercato di bestia-

mento ai direttori della compagnia scoz- mi, il più considerabile della Scozia oc-
zese indiana e africana, che avendo stabi- cidentale. L'antico castello, posto vicino
lito delle saline sulla costa, riconobbero alla città in situazione pittoresca sopra una
i vantaggi di sua situazione, ond'è popo- roccia, fu riguardato come unode'più for-
lala da circa 25,ooo abitanti, de' quali ti dell'Europa: vi si ritirarono i bretoni
quasi 9000 sono cattolici, comprendendo e vi si sostennero per 3oo annii nel 756
la missione anche una stazione lungi 1 fu preso per fame, e sotto Maria Stuarda
miglia. Si trova in questa città un pre- per assalto. E' prossima a Glasgow, con
sbiterio e molle sette di acattolici. Cara* piccola chiesa ecirca 1 800 cattolici. Camp-
psey, vicino a Glasgow,comprendepiìi di beltown è città di considerazione, il cui
1 000 cattolici dispersi nel distrelto,ed una missionario nelle feste si porta a celebra-
piccola cappella. Paisley è città che com- re in due lontane stazioni : hnvvi piccola
prende un'abbazia, e conta nella missio- chiesa,e700 cattolici.Banna oBannay,una
ne chea 1 1,000 cattolici. Vi sono stabi- delle Ebridi, con chiesa abbastanza gran-
limenti di carità e di pubblica istruzione; de, ha 1800 cattolici circa. Le isole Bem-
è sede di presbilerio,con 6 chiese anglica* becula e Sout-Vist sono popolate da più
ne e IO per altre sette, sulle quali si ese- di 5 100 cattolici, ed hanno 3 chiese e 5
guirono molte conversioni. Vi è pure una stazioni. L'isola Eigg è piccola, ed ha con
chiesa cattolica, oltre oltre due fabbricate quella di Cannay 600 cattolici poverissi-
SCO SCO 295
mi e senza chiese, poiché non è slato pos- vescovo di Germanicia, nominalo da Leo-
sil)ile di fabbricarne, a motivo dell'odio ne XII a'i3febbiaioi828. Isacerdotidel
frenetico de'presbiteriani contro la reli- vicariato sono 3o, essendo la loro condi-
gione cattolica, per cui uiuno ha voluto zione eguale a quella degli altri due vi-
vendere un piccolo terreno per costruirle. cariati. De'doni e legati lasciati non solo
Le isole Rum e Muck non hanno catto- a questo vicariato, ma a tutte le missio*
hci. Arisaig sul continente, città e porto ni della Scozia, sì formò già una somma
di mare, racchiude quasi i3oo cattolici, che in parte perì per lecalamità de'tem-
con piccola chiesa. Nella stazionerò mi- pi, ed in parte rende a ciascun missiona*
glia distante, una volta il mese suole por- rio 9 lire sterline all'anno. Vi è un'altra
tarsi un missionario per comodo de' fede- somma col pesod'alcunemesse, che ren-
li. JNhìydart ha 1060 cattolici, con picco- de 44 ^'^'6 sterline; ad arbitrio del vica-
la chiesa e tre stazioni. Ihnoydart con gSo rioapostolico si distribuisce il fruttato tra
cattolici privi di chiesa, per l'odio del si- i piupoverimissionari.il vicariohai con-
gnore del luogo, che come altri non vuo- sueti annui scudi 200 dalla congregazio-
le concedere terreno per edificarla. North- ne di propaganda /?<ie. Aberdeen o Aber-
Morar ha nuova chiesa,con 56o cattolici. don, ^Z>er^o/ii^, si chiama generalmente
Glengawien, con 3 stazioni e senza chiese, Old Aberdeen, per distinguerla da New-
annovera più di 65o cattolici. Braes Lo- Aberdeen 3.* città della Scozia e capoluo-
chaur,con chiesa, ha la popolazione cat- go dell'omonima contea, sede d'un pre-
loiicadi 28oindividui.Badenochcon33o
1 sbiterio. New-Aberdeen,con porto di ma-
cattolici taloìenle poveri, che non hanno regrandeesicuro, è sopra un'altura pres-
mezzo da fabbricarsi la chiesa. Fort Wil- so il Dee alla sua imboccatura nel mare

liam e Glencoc, vicine fra loro, sono abi- d'Alemagna. Ampia e importante, i nu-
tale da 35o e più cattolici, con piccola merosi e rilevanti miglioramenti ricevu-
chiesa in B'ort. Morven è una nuova e pic- tirendono New-Aberdeen in certo mo-
cola missione con un 1 00 cattolici, aventi do la I .* città della Scozia. Vi è un bel-
piccola chiesa in una stazione. lissimo ponte di granito, edifizi pel culto,
f^icarialo apostolico e distretto setlen- ospedali e teatro. L'università, chiamata
Irionale.La sua giurisdizione ad oriente, collegio Marischal dal suo fondatore nel
ponente e settentrione è determinata dal nel 1593, ha una biblioteca che contiene
mare una linea tirata dalla città d'Aber-
: circa 10,000 volumi. Stimatissime sono
deen fino all'isola Iky, nella parte che più le sue stoffe, oltre altre manifatture; for-
si approssima al continente, stabilisce i nisce molto granito per lastricare le stra-
confini dalla parte del mezzogiorno. In de di Londra. Assai antica acquistò in ,

questo spazio si racchiudono le contee di poco tempo un nome distinto è patria :

Aberdeen, Banlf, Nairn, Caithness, Su- di Guglielmo Barclay e di Roberto Mo*


iherland, Inverness in parte, Murray o risson. Ciò premesso, anche per distin-
Elgin, Ross e Cromarthy. Appartengono guere Old Aberdeen, di cui feci breve ar-
ancora Orcadi eZet-
al vicariato le isole ticolo ad Aberdon, aggiungerò, com'era-
landesi. Questo vicariato racchiude mol- mi proposto, che Aberdeen già sede ve-
te montagne, ed cattolici sparsi in gran-
i scovile, èsituata all'imboccatura del Don,
di distanze tra lóro sono più di 12,000, divenne tale nuovamente nelsecolo XII
che vi hanno 23 chiese. I luoghi princi- quando vi fu trasferita la sede vescovile
pali dove si trovano in maggior numero di Murtlac, Murlach, o Multlac, MurL-
i cattolici, sono seguenti. Aberdeen re-
i laciwty nella contea diBanff, fondata da
sidenza del vicario apostolico, il quale di Malcolm H nel secolo XI, o forse rista-

presente è mg.*' Giacomo Francesco Kyle bilita, perchè Commauville la dice eretta
296 SCO SCO
nel secolo VII, anzi certamente già lo era morte li fa avvicinare aHa Chiesa. Ballo-
nel il Papa avendo cono-
V, imperoccliè gia, stazione 3o miglia distante da Aher-
sciuto in Roma
Nataluno lo elesse ve-
s. deen, contiene più di 100 cattolici. Vi è
scovo d'Aberdeen; la Scozia quindi lo ri- una cappella in certa terra della f\imiglia
guardò per suo apostolo, e morendo nel Innes. A questa missione legò d. Enrico
452 fu sepolto nella chiesa di Tullicht- Innes la rendila di 44 '"'^ pel sosìenla-
Bolhelim ch'egli avea fondato, oltre quel- mento che vi ha la sua
del missionario,
la di Hill. Dicesi che s. Natalano facesse abitazione, a condizione che quello che
la sua ordinaria residenza in Tullicht, po- dovesse sciegliersi, fosse accetto alla sua
sto oggi nella diocesi d'Aberdeen, poiché cattolica famiglia Innes. Glengain,i 5 mi-
ne'primi secoli tale sede non avea luogo glia lungi da Ballogia verso occidente, ha
fìsso : s. Beano la stabilì a Murlhlac nel lastazionesituatatra sterili e orridi mon-
secolo XI, e Neclano suo 3.° successore ti; in alcune valli si trovano dispersi 4oo
la trasportò ad Aberdeen sotto il re Da- cattoliciche hanno abbietta cappella.
,

vide 1, come si può vedere in Ettore Boe- Braetna, 5 miglia lontano da Aberdeen,
1

zio, De Vii. Episcop. AberdeensiSj ed in é una stazione con due cappelle, con ol-
Spotswood I. 2, p. I o I. E" celebre il Bre- tre 5oo cattolici eziandio dispersi nelle
viario d' Aberdeeriy che rispetto alla di- valli.Questa missione ha 4 h''^ sterline
stribuzione generale degli uffizi, ha mol- annue di rendita, ed a spese della piissi-
ta conformità con quello di Sarum vi : ma duchessa di Leeds si fabbricò l'elegan-
si trovano le feste di molti santi francesi te cappella, T altra essendo misera, e vi
e scozzesi; questo breviario fu stampato concorse il conte di Fifan. Aquhort o A-
in Edimburgo presso Gualtieri Chaprnaa quhortins rammentato giàdi sopra, lun-
nel i5o0. La cattedrale è una porzione gi d'Aberdeen 20 miglia, novera piti di
dell'antica, e vuoisi eretta da David I che 5o cattolici, alla cappella de'quaii nella
morì nel 1 1 53. Vi sono 3 ospedali, un pa- maggior parte contribuì d. Gio. Davide
lazzo pubblico, e l'università chiamata il Gordon, e fu la .'dopo la rovinosa rifor-
i

Collegio del re, fondata nel i5o6, che ha ma a possedere una campana per chia-
le cattedre di greco, latino, lingue orien- marvi fedeli. Huutloo è un villaggio 38
i

tali, medicina, dirittocivilee teologia. La miglia da Aberdeen, con 5oo cattolici ed


sua biblioteca contiene più di 1 3, 000 vo- elegantecappella: la missione ebbe un le^
lumi stampati, e molti curiosi mss. essa : gatodÌ26 lire sterline annue dai pp. Co-
ha ad un esemplare di tutte le o^
diritto sma e Alessandro Hamilton monaci be-
pere consegnate alla camera de'librai. A- nedettini d'Erfurt, quali dopo la sop^
i

berdeen è un borgo reale della baronia pressione del loro monastero, nella vec-^

chedipende immediatamente dalla coro- chiezza tornarono al secolo. Buchie è la


na, ciò che gli dà ii diritto d'eleggere i missione più laboriosa non pel numera
propri magistrati, edi tenervi fieree mer- de'fedeli,che di poco superano 200, ma i

cati. Ne'dintorni sul Don vi è un molino per la distanza, poiché per ogni parte si
per un filatoio, stimato il più considera- estende per 3o miglia; laonde il missio-
bile del regno, hi Aberdeen vi è il semi- nario sì può chiamare un viaggiatore, non
nario,scuole cattoliche pe'duesessi: i suoi potendo in due domeniche consecutive
cattolici sono più di 3ooo. La popolazio- amministrare sagramenli in un mede-
i

ne d'Aberdeen è molto incerta


cattolica : simo luogo. 11 missionario ha l'abitazio-
molti di questa sono irlandesi, vengono ne con piccolo fondo, ed un annuo censo
e partono, non si danno molta cura del- d'8 lire sterline. Il barone di Lovat è be-
le cose religiose, e soli casi di matrimo-
i nemerito di questa missione, per aver do-
uio, battesimo, ed il pericolo prossimo di nalo il fondo che gode. Dipendoao da quQ-!
SCO SCO 297
slamissloneAlbercliiitìer,Necobylh,Stri- la parte più bassa della valle diLivet,ed
chen e altri luoghi con decenti cappelle. ha 5oo fedeli, pe'qnali nel 1 827 fu inco-

PetenheadeFiasersbuig, ed altri luoghi minciato redifìzio della chiesa. Chapel-


come privi dicìiiese, icallolici devono ri- lown è posta nella parte più elevata di det-
cevere sagramenli nelle case privale.
i ta valle, ed ha 200 e più cattolici misti fra

Tutte ledescrille missioni sononella con- pochi protestanti. Vi èia chiesa e la casa
tea d'Aberdeen. Nella contea di BanlFsi pel missionario, fabbricate dallo scozze-
trovano la città di tal nome e la città di se d. Paolo Macpherson benemerito ret-
Portsoy, le quali co*iuoghi adiacenti con- tore del collegio scozzese di Roma, il qua-
tano più di 3oo cattolici. BanfF manca le cornea sua diletta patria lasciò inoltre

di chiesa, onde si amininislrano i sagra- alla missione l'annua rendita di 20 lire

menti in casa privata. Portsoy ha bella sterline, onde compensare alla povertà di
eappella, e T abitazione pel missionario. essa, ed alla sua faticosa posizione, come-
Enzie è una regione che contiene 4 sta- che situata fra monti altissimi, lo conob-
zioni poco distanti tra loro, e sono Bu- bi 1' ottimo ecclesiastico, e lo vidi assai
kie, Preshome, Archincatring e Fochal- stimalo dal mio venerando signore il car-
bers cattolici superano 2400, e sono
: i i dinale Cappellari e Gregorio XVI. To-
assistili dal vicario apostolico, e da 3 mis- mintoul è una stazione che giace nella val-
sionari, e siccome le 4 stazioni sono po- le A veniana, con piùdi 600 cattolici: l'aa-

ste nel centro del vicarialo, il vescovo può tica chiesa, che minacciava rovina, fu ri-

accorrervi in tutte le parti. Bnkie ha co- fabbricala colle limosine raccolte in In-
modo locale per celebrare i divini miste- ghilterra. Al missionario di questa sta-
ri, ma privo affatto d'ornamenti. In Pre- zione lasciò 16 lire sterline annue d. Gio-
shome esìste un'ampia e bella chiesa, co- vanni Fasquharson già rettore o presi-
struita nel declinar del secolo passato. In dente del collegio o seminario di Douay;
Archincatring vi é un' antica, semplice, d. Giacomo Stuart missionario legò al me-
ma comoda cappella. In Fochalbers, pic- desimo IO lire sterline annue : aa)bedue
colo castello, nel 1824 fu fabbricata bel- questi benefici erano oriundi di questa
la chiesa. In queste 4 stazioni si predica valle. Elgin^^F.) è l'unica stazione della

e si celebra in tutte le feste : la missione contea di Murray (F.) già sede vescovi-
di Preshome è la più antica, ed ha sem- le, ma non vi sono che 20 1 cattolici; pic-

pre avuto i sagri ministri, pure è man- cola n*è la cappella. La piccola contea di
cante, come Fochalbers , della casa per Nairn manca èuna scuo-
di cattolici, e vi

essi; la stazione di Bukie fu stabilita nel la: i protestanti hanno IO chiese e molte
vi

1832: prima doveano fedeli far più mi- i scuole, le quali recano grave danno alle
glia nelle feste per adempiere doveri di i missioni calloliche, poiché i maestri ninna
religione; la stazione di Fochalbers ha la industria lascianointentala per sedurre le
rendita di poche lire. 11 castello di Keilh menti della gioventù. La contea d'Inver-
conta 3oo cattolici, eneli83o vi fu fab- ness nella parte che spetta a questo vica-
bricata bella chiesa con limosine raccolte riato ha 3 stazioni; nella città di tal no-
in high il terra, Irlanda e Francia. Il piccolo me si trovano più di 5oo cattolici. Nel
•villaggiodiDufftown conta piùdi 200 cat- 1 836 vi fu fabbricata una piccola chiesa,

tolici sparsi qua e là: per opera del vec- ma riuscì la più bella di tulle quelle del-
chio e benemerito missionario d. Giorgio la Scozia. Eskaladeè una stazione a oc-
Gordon, alunno del collegio di Vallado- cidente d'inverness, nella parte più bas-
lid, fu nel 187.4 fabbricata e adornata una sa della valle Glassiana, con grande e bel-
bella chiesa, con piccola casa pel missio- la chiesa. Il barone di Lovat,che ha gran
nario. La iìlazioac di Xoui ba è M luala nei- possessioni iu questo paese, fabbricò la
2(j8 SCO SCO
casa e provvitle di lutto il neccssaiio il sto e desideralissimo avvenimento, ed al-
iiiissionario : la pietà di questo signore e che
lora le riportate notizie e le seguenti,
della sua religiosa consolle, è beiresem* con amoree paziente fatica ricavai da tan-
pioa tutta la Scozia. I cattolici ripattitifra ti libri e stampe, e con istudio ordinate

finesta e la seguente stazione sono 200. i 8vilu[)pai, riusciranno più interessanti, e


]''asnakyle nella parte superioredeile me- quelle pure che forsea taluno sembrasse-
desime valli, è la 3/ sta/ione della con- ro di poco momento. Vliiiam! Fiat, Fiat!
ica d'inverness, ed ha ampia esen)plice Nel 843 accadde uno scisma nella chie-
1

c.ippella : al missionario conviene abitare sa presbiteriana, le di cui notizie con rag-


viiissima casa 3 miglia lontano dalla cap- guaglio storico dottamente compilò lo
pella, negandogli il permesso di abitare scozzese d. Alessandro Grani, attuale ze-
più vicino il signore di queste terre, che lante rettore del collegio scozzese di Ro-
odia il nome mora-
di cattolico ; ecco la ma, e pubblicarono gli Annali delle scien-
le de'protestanti! Laconica di Ross, ove ze religiose 1. 18, p. 3: Sullo scisma ac-

già fu la sede vescovile, non ha che una caduto nella chiesa presbiteriana di Sco-
stazione nella piccola contrada Bornie ai zia. Farò un breve sunto di questo scisma
lidi del mare occidentale, in faccia all'i- formale che divise il clero e il popolo di
sola Iky contiene sparsi nelle sue vici-
: tal setta, de'quali una parie protestò con-
nanze 3oo e più cattolici. Vi è in uso la tro l'altra. Il preleso riformatore della
lingua celtica, conosciuta da pochi mis- Scozia fu, come più volte ricordai, il fa-
sionari. Questa missione è poverissima, moso Giovanni Rnox prete apostala edi-
come la sua cappella. Le contee di Cro* scepolodi Calvino: questi fu tale chei suoi
niarthye di Sutherland non hanno cat- amici e seguaci, se non vogliono soppri-
tolici. Nella con teadiCailhness, in cui fiori mere la verità, certamente ne devono sen-
un seggio episcopale, vi è la città di Wick tire vergogna. D'indole in sommo gra-
chehapochicaltolici permanenti, ma nei do violenta, la sua rabbia per distrugge-
tempi opportuni alla pesca ve ne concor- re tultociò che la chiesa cattolica teneva
rono molti di vari luoghi, in grazia dei in venerazione o avea per sagro, come le
quali fu edificata una cappella al biso- : cattedrali, le altre chiese, le abbazie, mo-
i

gno il vicario vi spedisce un missionario. nasteri, ec.giustamentegli procacciò il ti-

Per due secoli in questi luoghi si è igno- tolo di Ribaldo della Riforma^ assegna-
ralo il nome cattolico. 1più comodi ir- togli dall'altro famigerato e dotto prote-
landesi che frequentano Wick, chiedeva- stante Johnson. Gravi sospetti indicano
no uno promettendo
stabile missionario, ch'egli convenisse ad un progetto propo-
di contribuire al mantenimento, ed allo- sto dalla regina Elisabetta, per uccidere
ra molti di essi vi fermerebbero il domi- segietamenle Maria Stuarda, poi pubbli-
cilio: probabdmente ciò avrà avuto ef- ca e solenne vittima del protestantismo.
fello. Le isole Orcadi eZetlandi non han- K però provalo che Rnox ebbe parte nel-
no cattolici; della sede vescovile Orcades la tragica uccisione di Rizzio segretario
seu Insiilariwì, ne feci ricordo. Prego fer- di Maria, e di altri assassini! di persone
vorosamente Iddio ounipolente,checome silfatte: tale si fu il falso apostolo della
foce mirabilmente ristabilire la gerarchia Scozia, la cui predicazione per triste fa-
ecclesiastica in Inghilterra, e più di recen- talità fu coronata da un troppo lagrime-
te in Olanda , colle sedi arcivescovili di vole successo; le condizioni de'tempi ne

TVeslminster e Utrecht (/^.) e loro sedi favorironoil risultato. La Scozia avea al-

suftraganee de'vescovi, faccia altrettanto loraun clero non molto istruito, e di una
e presto con T illustre Scozia, già fertile condotta non del tulio irreprensibile; la
di laoli santi. Possa io celebrarne il fuu- nobiltà era ambiziosa, sfrenala edeside-
SCO SCO t299

osn di gettar la manoiopace sopra le pos- Libro di disciplina. Tutti prima d'esser
il popolo eia igno-
iessioni della chiesa; ammessi a qualunque uffizio nella chie-
rante. Il governo della sventu-
vacillante sa, erano obbligali sottoscrivere la con-

rata regina Maria Stuarda non potè op- fessione di fede : esigeva^i lostesso dai pro-
porre una resistenza valida a' combinati fessori prima che occupassero qualunque
/ sforzi di tanti gagliardi nemici, congiura- cattedra nelle universilà,obbligazioneche
ti a distruggere la religione cattolica. In in alcuni casi cadde in disuso. La chiesa
tal modo nel regno venne meno la chie- presbiteriana formata con queste regole,
sa cattolica, e in suo luogo sostituite l'em- fin dalsuo nascere fu riconosciuta per
pie dottrine calvinistiche, che Knox vi Chiesa legale nella Scozia e con brevi ,

trapiantò da Ginevra{F.), una delle tre interruzioni lo fu sino a'nostri giorni. Al-
famose città del triangolo (\q Protestanti l'epoca dell'unione della Scozia con l'In-
per quanto dissi a quell'articolo, le altre ghilterra, unode'paltifu il mantenimen-

essendo Londra e Berlino. Tali pestifere to di questa forma di religione nella Sco-
dottrine formarono le basi d'una nuova zia; la sua confessione di fede fu incorpo-
chiesa, domrai erano un rigido cal-
i cui rata nelle leggi del regno unito; ciascun
vinismo; il governo ne fu presbileriano; sovrano quando ascende al trono giura
non gerarchia, non distinzione di gradi, conservarla e proteggerla integralmente,
tutto il clero eguale, la cui autorità de- e il parlamento deve farne eseguir le leg-

rivava interamente d.d popolo. Per ac- gi e la disciplina. Sotto l'influsso di que-
cozzare tutti questi dilFei'enti materiali, fu sta chiesa si pretese che la nazione scoz-
cotnpilatouncodicedi leggi: ognipanoc- zese sia salita a un alto grado di mora-
chia avea il suo ministro; i ministri d'al- lità, lode che spesso le compartì il parla-
cune parrocchie formavano un consiglio mento della Gran Bretagna, e gli scrittori

denominato Presbiterio, che ad una va si a di altre nazioni, ma dell.» stessa tempra.


determinati intervalli per regolare gli af- Non può negarsi che il sistema delle scuo-
fari sottoposti alla giurisdizione del pre- mezzo generalmen-
le parrocchiali, pel cui

sbiterio, e presiedeva un moderatore e- te educa il popolo scozzese, possa aver


si

lelto dai suffragi del corpo medesimo; i avuto molta efficacia su questo partico-
ministri di parecchi presbiterii formava- lare, per cui l'istruzione è assai più dif-
no un consiglio più elevato, costituito so- fusa nella Scozia, che nell'Inghilterra o
pra ristessa base e chiamato Sinodo, il nell'Irlanda. Il punto di questione donde
quale conveniva insieme con minor fre- originò lo scisma, fu la scella de' ministri
quenza, venendo investito d'un'autorità per le parrocchie, che ha 3 differenti gra-
d'ordine superiore, e avea più estesa giu- di: la presentazione d'un candidato, di-

risdizione; finalmente ministri scelli da


i rilto proprio della corofia, o de' patroni
lutti i presbiterii formavano V Assemblea laici, o della congregazione; il suo esame
generale y supremo tribunale della cosi o inquisizione sulle sue qualità, che in par-
detta Chiesa Presbiteriana diScozia. Es- te apparteneva al presbiterio, e in par-
sa dovea adunarsi ogni anno in Edimbur- ie alla congregazione, ili.° giudicava in-
go, presieduta da un moderatore per man- torno l'istruzione e l'ortodossia di dot-
tenervi l'ordine; ma in essa, come ne'con- Irina, la 2.^ della condottamorale; e la
sigli inferiori, le questioni erano defini- sua ordinazione, in virtù della quale il
te a maggioranza di voti : questa era l'e- candidato vienecostituito ministro d'una
sterna ordinazione della nuova chiesa. I parrocchia, ufficio spettante al presbite-
punti di fede e di disciplina furono sta- rio. 11 punto della controversia sta nel 2.°
biliti e scritti,! primi nell'opera chiama- di tali gradi, pe'quali passa l' allo della
la La Confessione di fede, i secondi nel scelta ; alcuni affermano che dopo la pie-
3oo SCO sco
sentazione del candidato fatta dal patro- ma esercitavano i patroni, il quale tra-
no, congregazione ha illimitato potere
la sferendosi nella massa del popolo, nonsa-
d'opporvisi e di rigettarlo, per qualsivo' rebbestato poi difficile al clero di ripren-
glia motivo; e i seguaci di questa opinio- dersi il diritto almeno nella sostanza, e
ne chiamai»si7V^o«-//z^/v/5/o«/5/z;altri so- in tal modo impossessarsi dell'intero do-
stengono in contrario, che le sole valide minio sulla chiesa. Così una controver-
obbiezioni contro la vita o la fede o Ti- sia apparentemente di non molta impor-

struzione, danno il diritto ad una congre- tanza, conturbò l'intiera nazione scozzese,
gazione di ripudiare la persona presen- e se non vi fosse stata la generale indif-
tata da un legittimo patronojequesti han- ferenza in fatto di religione, si sarebbe ri-

no il nome à'Intrusionìstio Moderati.So- corso alle armi, perchè toccava gl'inte-


no eziandio insorte molte altre questio- ressi de'patroni per lo più d'alto grado e
ni secondarie, le quali più o meno hanno opulenti,che sceglievano a loro talento per
attinenza alla principale controversia. Gii le parrocchie persone che collocavano in
avvenimenli,da cui originò il dibattimen- uno stato ragguardevole nella società, con
to di siffatta questione, e che produssero considerevole influenza sul popolo; men-
lo scisma, sono compendiati ne' fatti ri» tre iiVb«-/rt<rMy/o«i^^/ procura vano di cir-
portati dal eh. rettore Grant, di collisio- coscrivere o eludere quasi del tutto di- i

ne ed ecclesiastiche per
tra le corti civdi ritti de'patroni, e mentre tale punto toc-

le sentenze emanate, per cui la questione cando gl'interessi d'un popolo geloso di
prese 1' aspetto d'un interesse generale : sua libertà temporale e spirituale, gli si

ogni ecclesiastico e ogni laico abbracciò era fatto credere dai Non'Intnisionisù,
chi l'uno e chi l'altro partito. Furono fat- che fosse suo pieno diritto l'accettare o ri-
te inutili istanze alle corti civili e al go- gettare i ministri ecclesiastici, e così di-
verno per ottenere la cassazione de' de- sporrea suo piacere d'un ministero per es-
creti;il governo tenne fermo nel mante- si e loro famiglie fecondo di tante conse-

nere diritti che credeva giustamente ap-


i guenze. Perciò molti del clero aveano pre-
partenere ai patroni, e che reputava una dicato , essere questa una guerra tra la
delle condizioni , in virtù delle quali la Chiesa e Io stato, le corti civili aver sover-
chiesa presbiteriana come dominante fu chiato le spirituali; la Chiesa desiderare
posta sotto il patronato e il sostegno della soltanto di sostenere i propri diritti, e se
podestà ci vi le. I ministri Non-Intrusioni' medesimi trovarsi nella posizione d'Ilde-
sti, vedendo non esservi speranza d'aver brando (s. Gregorio VII, nome raramen-
una chiesa dominante a seconda di loro te mentovato con onore da'protestanti),
idee, dichiararono nell'assemblea genera- quando egli proponevasi di francar la
le del 1843, non poter più a lungo restar Chiesa dalle usurpazioni dellacivilepode*
uniti con una chiesa legale, col sagrifìzio sta, Tuttociò derivò per non essere la scel-

delle proprie opinioni e coscienza. Que- ta de'minislrichiaramente definita ne're-


sta dichiarazione fu il segnale per lo scio- golamenti canonici della chiesa presbite-
glimento della chiesa presbiteriana, e da riana, olire molte altre questioni indecì-
un capo all'altro della Scozia tutta inte- se, ed è un'ulteriore prova che tutti gl'i-

ra massa del popolo fu recisa in due


la stituti religiosi d'origine umana, oltre la
parti, non senza uno sconvolgimento pro- falsità del loro fondamento, sono di na-
porzionalo alla grandezza di questo sci- tura imperfetti , incompiuti, incoerenti.
sma: la parte presavi dal clero accrebbe Quindi il eh. sacerdote scozzese allega op-
il generale bisbiglio, poiché a gran parte portunamente alcuni argomenti addotti
di esso fu rimproverato di voler impa- dalle parti dissenzienti, Non-Intrusionisii
dronirsi dell'influsso sulla chiesa che pri- e Moderati, in sostegno delle lorodiver-
SCO SCO 3oi
se opinioni) di più agj^iunge alcune con- la chiesa presbiteriana, circa n 4oo mi*
siderazioni, che pongono in più evidente nislri parrocchiali rinunziaronoi benefìzi
luce la questione combattuta, onde poter- e gli altri privilegi come membri della
sene formare un giudizio più accurato. chie«a dominante, e fecero lo slesso pres-
E qui ricorda, che ne'piecedenli 20 anni, soché un numero eguale di altri, che era-
sparsasi estesamente tra i presbiteriani la no ad una parte delle
ministri addetti
dolorosa persuasione, che ia pietà erasi parrocchie troppo ampie per un sol mi-
raffreddata nella loro chiesa, e alia rivela- nistro, i quali addetti si appellano qiioad
zione era sottentratn una religione priva sacra, nel linguaggio presbiteriano. Essi
di vita, non gran fatto migliore del mo- formarono una nuova chiesa, che prese
rale sistema dello stoico Epitteto; per ciò il nome di Chiesa Presbiteriana libera,
moki si accesero di zelo per ravvivarla, simile nella dottrina e nell'organizzazio-
e per l'espresso desiderio di richiamar a ne alla prima, denominata Chiesa Pre-
vita l'evangelo in tutta la sua integrità sbiteriana stabilita, e solo diversa nel noQ
e forze, ebbero il nome d'Evangelici. Dal- essere una chiesa dominante, enei non ab-
le prediche de'ministri di questo partito bracciare le medesime opinioni in quan-
e sistema si produsse quello detto di Rav- to alla nomina de'ministri. Per condurre
vivamento. Dallo straordinario calore dei ad effetto i loro disegni, implorarono la
predicanti di qualche verità evangelica, generosità deMaici loro seguaci, raccoglien-
ne risultarono per effettijCommozioni vio- do circa un milione di scudi, e da altri

lente negli uditori, sino a patirne la quasi le promesse di contribuire annue e con-
alienazione de'sensi, somiglianti a quelle siderevoli somme. Con questo denarosi
prodotte dal magnetismo animale, altra proposero di edificar chiese, nelle quali
deplorabile piaga del nostro secolo, colla si terrà più cura del comodo che degli or-

differenza,che l'evangelico /iafwV<3ff/e//fo namenti. Stabilirono altresì di piantare


eccita te convulsioni e l'alienazione men- una università, per insegnarvi e inculcar-
tale, ed il magnetismo provoca il sonno vi le loro particolari dottrine. Ma men»
e quanto dissi a Miracolo. Fu futla in A- tredavano sesto alla loro chiesa senza di-
berdeen inquisizione formale sulla setta pendere dallo stato, proseguirono a pro-
dei Ravvivatori^e %\!Mìà^ fu il discredito testare contro la violazione de'loro dirit-
che ne venne al sistema e suoi seguaci, ti, che gli obbligò a separarsi dalla chie-
siccome uno de'frutti del fanatismo evan- sa dominante,e non lascieranno di ricor-
gelico, fra quali seguaci vi sono
i Noti' i rere al governo ciascun anno, per fare ri-
liiLrusionìsLì. A tante assurdità ed ecces- conoscere i medesimi diritti, aflìn di rien-
si i Moderati ridevano, altri piangevano trare nella chiesa dominante. Nel mede-
nel deplorarne eziandio le conseguenze simo tempo il partito de Moderati, che
fatali che provenivano alla religione e al- restarono uniti alla chiesa dominante, sof-
la virtù, con sermoni e discorsi sulle vir- frì un'importante variazione, dopo chese

tù morali, ma facendo poco conto della ne partirono i loro fratelli. Lo scozzese


perfezione inculcata dall' evangelo. Que- lord Aberdeen miniiitro e segretario di
sta è,generalmente parlando, l'indole re- stato degli affari esteri del gabinetto bri-
ligiosa delle due parti,altra prova che fuo- tannico, seguace de Moderati e presbite-
ri della vera Chiesa, la religione senza l'a- riano, nell'interesse del governo volle ten-
iuto della guida che deve condurla e mo- tare una riconciliazione con esso della
derarla, riceve danno qualunque siaì>i il chiesa separata,scegliendo una via di mez-
lato ove piega : ambedue i sistemi sono zo tra le opinioni de'dissenzienti, e men-
disapprovati dai cattolici, e meno quello tre rigettò r illimitato diritto di rifiuto
dei Moderali, inoltre per lo scisma del- preleso dai NonJntrusionisU, eslese al di
3o2 SCO SCO
là tie'limili voluti da' Moderati \\mede- Tar ed abbracciare la fede cattolica; ma
simo diritto di rifiuto. Egli si fece un par- il numero di questi fu assai piccolo, e la
ticolar caso del ministero determinalo nel - generale prospettiva non era molta riden-
la chiesa scozzese, in opposizione al mi/zi- te nel 1 844)'» cui fu pubblicalo il bel rag-
steriumvagumdeW^aXUe chiese,reputaii- guaglio delloscismaindiscorso.il presbi-
dolo per una ragione a richiedere in uq terianismojdice l'ab. Grant, forse pili che
ministro scozzese un' attitudine alla sua qualsivoglia altra forma di protestanti-
parrocchia, maggiore di quella che veni- smo, ha cancellalo ogni tradizione e me-
va dalla natura deiraltrechiese;eper con- moria del cattolicismo; la sua dottrina,
seguente una congregazione presbiteria- la sua disciplina, le sue abitudini e usi gli

na ha un ampio diritto a rifiutar pre- i sono estremamente opposti; l'educazione


sentati. Su queste basi il lord presentò un che si dà al popolo, è consentanea a que-
progetto di legge al parlamento, e fu ap- ste massime, e la mente d'un presbiteria-
provato dalle due camere; ricevè Tassen- no è imbevuta d'un sistema relisfioso
o che
so della corona, e la nuova legge fu no- non lascia quasi alcun vincolo d'affinità
tificata ai presbiteriani, come rimedio ac- che lo possa rannodare alla vera fede. Non-
concio a sanar le piaghe dello scisma. I dimeno è a sperarsi nella grazia di Dio,
Nonlnlriisionisti coerenti a se medesimi che prepari la Scozia presbiteriana, presto
rigettarono la nuova legge ; i Moderati Ciardi, a partecipare de'beneficii del cat-
l'accettarono, colsagrifizio della loro coe- tolicismo. il passato è un pegno di mag-
renza : quindi tutte le presentazioni fat- gior bene nell'avvenire: all'entrar di que-
te dopo la promulgala legge, sono state sto secolo i cattolici di Scozia non oltre-
conformi a'suoi regolamenti. Il risultato passavano 20,000, e nel 1844 supera-
i

nella sua medesima infanzia, fa dubita- vano 120,000; ma questo numero è pic-
i

re dell'eflìcacia del rimedio. La posizione colo a fronte di quasi 3 milioni, che for-
della conturbata chiesa presbiteriana sa- mano la popolazione intiera dellaScozia, il
rà seaipre falsa da qualunque lato si ri- perchè rimane ancora a raccogliere mol-
volti, e non potrà mai trovare riposo fuo- la messe. Ne'medesimi Annali delle scieii'

ri della "vera Chiesa di Cristo donde si è ze religiose^ serie i\ t. 3, p. 3oo, si dà


dipartita. Si considera tra i protestanti lo conto della Leltera al direttore dell as-
scisma scozzese gran calamità nazionale, semblea generale della Chiesa libera di
mentre non è stato che la separazionedi Scozia del vescovo Gillis ^ Edimburgo
i

un ramo dall' altro, entrambi già recisi 1846. Da'settarì presbiteriani era stato
dal tronco dell' unità, la romana chiesa, di recente mosso un assalto contro la re-
rompendo gli amati rapporti che legano ligione caltolica, raccogliendo fierissi me
un figlio alla madre, col vero gran sci- accuse contro il cullo di lei, e in ispecle

sma nazionale, il quale separò questa par- quello delle s. reliquie. Mg.'' Gillis vesco-
te della chiesa cattolica dal vivifico cen- vo di Limira prese in questa bella let-
tro dell'unità e principal fonte del cristia- tera a combattere sì falle accuse con pe-
nesimo. L'attuale sconvolgimento della rizia e con eloquenza uè pago di vendi- :

chiesa presbiteriana fu in qualche ma- care il culto cattolico, assalì di fronte il

niera utile al cattolicismo , uiediante lo presbiterianismo della Chiesa delta //Af?-


scuotimento dato a' sensi religiosi, collo m diScozia, toccando pure quanto riguar-
scemare rinflussoereditario,cheavea per da il disonesto e incoerente plagio dell'ar-
lungo tempo tenuto il popolo in una spen- chitettura cristiana, in occasione del Zèm-
sierata sicurezza, e che lo avea impedito pio (F.) o chiesa eretta dai presbiteria-
dì meglio esaminare; alcuni già si sono ni in Glassrow in istile antico decorato
o
trovali liberi per cercare e felici nel tro« inglese, in cui spiccano in allo sulla grau
SCO SCO 3o3
porta Icsintuecli Lutero, Rnox, Calvino esisteva per legali e donazioni, l'altra sa-
e Melville, e inlorno inloi no quelle di al- rà coperta per sottoscrizioni : due archi-
tri Leggo nel
protestanti santi in pe/r^. tetti fra i più distinti d'Inghilterra, Pu-
n.° 6 del Giornale di Roma del 85o, che
1 1 gin e Gillesper Graham , fecero gratui-
nella mattina del Natale 1849 si era fi- tamente l'uno il piano e il disegno della
nalmente vista celebrare per lai.^ volta cattedrale, l'altro quelli del seminario. U-
la s. messa nell'isoletta di Buia sulle co- na statistica classificata della chiesa cat-
ste di Scozia, ilchedalla riforma non era tolica nella Gran Bretagna peli85o, la
più avvenuto. Vi si è fabbricata una chie- pubblicò il n.° 78 i\e\VOsseri'atore Ro-
sa graziosa sotto il titolo della ss. Fer- manoiS5o. Rilevasi da essa, che in In-
gine stella del mare. Ad impedire, come ghilterra vi erano 587 chiese e cappelle,
spesso avviene, che la ceremonia non ve- e 21 in edificazione, 19 collegi,! 1 case re-
nisse turbata dagli operai delle fabbriche ligiose, 5o monasteri, 788 preti missiona-
di cotone, o dai pregiudicali presbiteria- ri : in Iscozia vi erano chiese e cappelle
ni, i divini uffici si celebrarono assai di 93 , oltre 20 case e stazioni ove si cele-
buon'ora. Quasi tulli gli ornamenti del- brano i divini misteri, il collegio di s. Ma-
lamodesta cappella li somministrò la fa- ria in Blairs, un monastero, i i o preti mis-
miglia Hamilton, cui hanno i poveri cat- sionari. Nel n.°i 2 i dello stesso Osserva-
tolici grandi obbligazioni. Da Scanni essa lore si apprende che la chiesa cattolica
sola provvede al mantenimento del par- in Iscozia progrediva a passi di gigante,
roco; ma però la chiesa trovasi ancora ad onta che pochissimi dell'aristocrazia
gravata di debiti, per le spese iuconlrate o ministri della chiesa puritana abbiano
nella sua costruzione. Nel n.° 2 i 5 di det- raggiunto la chiesa cattolica. Le suore del-
to Giornale trovo il calcolo, che nel 769 1 la carità, segni viventi dellasantità di no-
in Inghilterra non si contavano più di stra chiesa, si aumentavano nella Scozia,
80,000 cattolici, ed ora ascendono qua- ed inognicitlàe villaggiocentinaiadei più
si a un milione. Nella Scozia il progresso intelligenti operai de' due sessi abbrac-
éancor maggiore : nel dibaltimenlo fatto ciavano il cattolicismo. Nel t. 5, p. 4*^4
nella camera de'comuni nel marzo 1779, della Civiltà Cattolica del 1 85 r si ripor-
i cattolici di Scozia sommavano ai 2 in ta. « Il moto religioso cresce ogni dì. Di
13,000; di presentestando all'ultima sta- Scozia, dove la guerra al cattolicismo fu
tistica pubblicata qualche anno fa, sene sempre ed è accanitissima, gioverà sape-
contanooltrea 200,000. Dal 1780 al 1849 re il progresso che esso vi lece dal 8 o 1 i

le chiese e cappelle fabbricate in Inghil- a questi giorni. Nel 1810 cattolici colà i

terra e in Iscozia ascesero a 333, fra le erano 20,000, or sono 220,000. Gli ec-
quali non poche gareggiano in bellezza clesiastici erano 2 orsono 1 3 Conven- i , i .

e magnificenza co' più splendidi templi ti non ce n' erano, e quasi niuna scuola

dell'anglicanismo sacerdoti nel 1780


: i cattolica: ora sono 3 conventi e70Scuo-
non arrivavano a 3oo, nel 1849 '*^"pe''a- le.Le chiese erano 20, ora 96. In Glasgow
vano 700. Inoltre nel n." 3oo del Gior- vi erano 3ooo cattolici, or sono 80,000.
nale si dice che in Edimburgo, nel quar- Un solo sacerdote è ora surrogato da ^i.
tiere di Greenside, ove i cattolici posseg- Nelle chiesevi era luogo per3oo, ora per

gono già un palazzo vescovile e un con- 27,000. Questi progressi della religione
vento, neli85o andavasi costruendo un in Glasgow debbonsi in gran parte al ve-
seminario e una cattedrale la cui lunghez- scovodott. Murdoch, e al doli. Scoli, che
za sarà di 320 piedi e alta 34o; due e- i fuquasi il risuscitatore della fede in quel-
difizi saranno propinqui, ecosterannocir- le contrade". I progressi in tutto del cat-
ca 4oo,ooolire slerline,dicuila metà già tolicismo in Inghilterra e Scozia si co»
3o4 SCO SCR
nosce ancora ònW/énnitaìrK CalhoUqne tà,come oppnrtenenti alla chiesa stabili-
lìoniain, [)ubbIic<ito in Londra neli85r, ta; quelli dellachiesa anglicana sono con-
riprodollo dal n.° 6 óeW Ostentatore Ro' siderati comedissidcnli, mentre in Inghil-
mano del i85i. Nel n.** 256 poi vi è un terra sono tenuti per tali i ministri pro-
interessante articolo suiriucremenlo del- testanti presbiteriani e simili. In Iscozia
la religione caltulica in iscozia, con eneo» gli anglicani appartengono in generale
mii alle benemerenze de'vicuri apostoli- alla classe ricca e agiata della società, ed
ci; rimarcabile è questo passo: »> Come il è rimarchevole che la maggior parte dei
cattolicismo è presto ad ognuno di op- loro ministri sono entrati ne'ranghi dei
portuni mezzi per fargli operare il bene, Puseisti (f^.)i fra cui si conta persino un
cos'i il misero calvinismo fa tapini gli a* vescovo virtuoso. Nel n.° 9 del Giornale
nimi e spegne i generosi sentimenti. In c?i/»omfldeI i852si parla de' 4,000 cat- 1

quel paese disgraziato le sette sono cre- tolici circa che ora conta Dundee, e del-
sciute a segno, che non rade volte s'in- l'ampia chiesa fabbricata a 3 navate per
contra vedere in una medesima famiglia contenere 3ooo pei'Sone, la quale fu con-
professate 608 religioni opposte Ira lo- sagrata da mg.' Murdoch vescovo di Ca-
ro, e di cui ognuna tende a distrugger slabala residente in Glasgow, e fu la 6.*

l'altra. Si vedrebbe sotto il medesimo tet- di eguali consagrazioni : tra 1 5 giorni do-
to il sociniano , il socialista, il deista , il vea consagrarne altra, e nel prossimo a-
mormone , il presbiteriano della chiesa prile gettare le fondamenta d'altre due.
stabilita, quello della chiesa libera, il me- Nel t.i della Civiltà Cattolica ji.* serie,
todista, quacquero, ec; ne si può du-
il p. 221, si pubblicò il tratto del Diretto-
bilarechea corto andare di tempo quel- rio Cattolico o Registro ecclesiastico di
la società, composta di elementi cosi ete- Londra per l'anno iS53, ove si riporta:
rogenei, addiverrà interamente incredu- » Totale delle chiese ecappelle cattoliche
la ". Più ancora importante è l'articolo in Inghilterra 668, in Iscozia i33. Col-
deW Osservatore n.^aSy, tratto dall' £/^- legi cattolici in Inghilterra io, in Iscozia

niverSy dicendosi che i 3 vescovi cattolici uno. Preti in Inghilterra 876, in Iscozia
eransi radunati in Edimburgo per con- i32. Case religiose d'uomini 17, di don-
ferire sugli affari religiosi, e descrivendo- ne 75, in Inghilterra". Al citato articolo
si la situazione della chiesa cattolica in PuSEiSMO, frazione della chiesa anglicana
Iscozia,si rileva che tra'callolici i 60,000 che tende al ravvicinamento del cattoli-
sono irlandesi emigrali o nati in 1 scozia cismo e io molti vi ha contribuito, dissi
da parenti irlandesi, abitanti le pianure che puritani o presbiteriani ne sono ne-
i

eil mezzodì, trattati dai protestanti come mici come degli episcopali, come quelli
razza decaduta, tormentati e provocati, che condannano la liturgia anglicana; che
che per fìtr loro dispetto scagliano le pia i presbiteriani o puritani furono delti ri-

infami calunnie contro il Papa, eie isti- formati dalla chiesa anglìcana,perchè non
tuzioni più sagre e più rispettabili della vollero uniformarsi alla sua gerarchia e
chiesa cattolica: le prediche de'ministri liturgia.
protestanti sono spesso seminate di ama- SCRINI ARIO, Scriniarius. Gli anti-
re satire e inverecondi sarcasmi contro chi scriniari della s.Sede erano i custodi
il Papismo. 1 membri della chiesa libera dell' Archivio (^'.), conservavano
ove si

sono più numerosi e si considerano più


i i le scritture ecclesiastiche, e siccome esso

perfetti; i ministri della chiesa presbite- era anche chiamato Scriniuni, Scrigno e
riana sono i soli retribuiti dallo stato o Scrinio santo, cos\ tali custodi furono det-
piuttosto dai proprietari territoriali nelle ti Scriniari. Anche tra romani gentili, e
i

campagne, e dalle muuicipulilà nelle cit- particolarmente sotto l'impero^ eravi lo


SCR SCR 3o5
Scrigno ossia ArchmOy in cui si conser- vano di chiedere copie de'docuraenli Va-
vavano i registri e le lettere, provveduto ticani, contavano molto sulla pontificia

di vari oiinistri, ed il custode di esso de- condiscendenza a doverle ottenere; e ve-


nominavasi Scriniarius ah epìstoUi'.^cWa ramente le inchieste loro non furono mai
chiesaromana vi erano 1 2scrimari,i quali, ripulsate, anzi assai graziosamenteaccon-
oltre la detta custodia, scrivevano gli atti sentite ".Eccone una di lui testimonian-
de'inartiri, l'epistole pontificie, e le tra- za. Oggidì la letteratura russa può an-
»j

scrivevano diligentemente ne Regesti (dei ch'essa vantarsi di una collezione di bol-


quali parlai a Registratori) e facevano le e brevi pontificii esistenti negli archi-
pubblicisti-omenti come iiVb/tì/7(/^.), ma vi Vaticani, che ad inchiesta di quel sa-
diversi dai 7 notari regionari, ed esercita- piente autocrata, l' imperatore Nicolò I,

vano altri onorevoli e importanti ufllci. ebbi io compilata col titolo di Codex Di-
Fra le antichissime prerogative degli scii- plomaticus RuthenoMoscovituSj al qual

niari,si deve ricordare il loro intervento al- titolo altro ne fu sostituito nell'edizione
V Elezione del Papa[f^.). Gli scriniaii sog- che ne fu fatta a Pietroburgo ".Della Di'
gettiprimaal Primicerio della s.Sede^P^.)^ plomatica Pontifìcia ne scrisse con giu-
in processo di tempo essendosi aumentati, sta lode anche ilch. JalFe, nella prefazio-

più lardi ebbero per capo il Proloscrinia- ne della laboriosa e utile sua opera pub-
rio[F.)y ove riparlai di loro ingerenze, il blicala inCerlinoneli85i col titolo Re- :

quale dignitario fu chiamato anche Pri' gesta Pontificuni Romanorum ah condi-


miscrinio, ed era una delle 7 cariche mag- ta Ecclesia adannum post Christuni na-
giori palatine del Patriarchio Lateranen- tum 98, rilevando il pubblicato da mg.^
1

se. W Segretario de memoriali (P\) è chia' Marini relativamente ai /le^e^/z ab antico


mato Summus Scriniarius, poiché, come esistenti nell'archivio Vaticano, e de'qua-
dice Galletti, anticamente lo Scriniario li ora non resta memoria autentica che
memoriale eia lo scriniario custode delle ne Regestì posteriori. Il dotto cassinese d.
memorie. L'attuale prefetto dell'archivio hiù^ìTosiìfiìeWaStoria diBonifacio f^I FI
Vaticano, il dottissimo mg/ Marino Ma- p. 1 5, scrive. » I romani Pontefici ci
t. r ,

rini, nella Diplomatica Pontificia (di cui hanno lasciato quegli stupendi monumen-
nel i852 pubblicò una 2.' edizione più ti della loro sapienza e dirittura di volon-
preziosa, perchè corretta e accresciuta di tà ne' Regesti, che Dio volesse, potessero

peregrina erudizione, ed è pure inserita venire in luce in una compiuta collezio-


nel 1. 1 2 delle Dissert. delCAccad. roma- ne ( e illustrerebbero principalmente la
na d'archeologia), egli stesso si appella storia de* secoli di mezzo): i quali lungi
Scriniario e Archi^nsta della Chiesa ro- dall'oftuscare la limpidissima idea del Ro-
manaj e meritamente funge da tanti an- mano non farebbero che ren-
Pontificato,
ni il gelosissimo, importantissimo e deli- derla più luculenta, e reverenda anche a
catissimo ufficio, siccome depositario fe- coloro che la bestemmiano". Immenso
dele del vero e incomparabile tesoro del- è il merito delle bolle e la loro impor-
la Sede apostolica. Dell'importanza som- tanza ,
per le loro grandi relazioni colla
ma di tale emporio, così parla l'erudito religione, colla storia civile e diplomati-
prelato. « Se tutti gli archivi di Europa ca, degne ancora di costituire una classe
sono ricchi di monumenti, pontificii ne i dell' archeologia sagra , non meno inte-
sono ricchissimi, e possono appellarsi Ar- ressante e necessaria della profana. Dis-
chivi Europei, piuttosto Universali, per- siaPENNA che gli scriniari pontificii erano
chè memorie relative ai regni di tutta investiti dalPapa per pennam etcalama'
l'Europa, anzi di tutto il mondo conten- riunì. Il Muratori nella Dissert. 12, Dei
gono. Laonde le corti, allorché avvisa- Notai o Notarij dice che quelli che ora
VOL. LXII.
3o6 SCR SCR
noi appelliamo «otón, ne' vecclii alti pub- in legum doctrina intelligat, et si legilime
blici di Roma
tiovano sovente chia-
si natus fuerit, hominium et fìdelitatem se-
mati Scrìniarìiy come pure apparisce dal cundum consuetudiiiem romanorum Do-
codice mss. di Cencio Camerario. lu uno mno Papae humiliter exhibet. Sed in ejus
d'essi del 59 si legge: Andrea Scrinia-
1 1 juramenlo hoc additur. Causas, quas ju-
rius sanctae romanae Ecclesiae, et sacri dicandas suscepero post plenam cognilio-
Lateranensìs palatii compievi et absol- nem malitiose non prolraham, sedsecun-
vi. In un altro del i2o4'. Ego Johannes dum leges, et bonos mores,sicut melius co*
Leonis sanctae romanae Ecclesiae Scri- gno vero, judicabo. Instrumentum quoque
danài tutoreni
niariuSf hahens potestaleni falsum, sit in Placito ad manus meas for*
et ciiratoremy emancipandi^et decretimi te devenerit, nisi exinde periculum mihi
interponendi^etalimentadecernendi^com- immineat, eancellabo. Tunc Poutifex Co-
pievi et ahsolvi. Confessa però Muratori, dicem legis ejus manibusporrigens dicat:
che gli scriniari fossero diversi òà'notari Accipe potestateni judicandi seciindunt
ordinari , e che portassero questo nome leges et bonos mores. J}eScv\nìai\oeodeaì
per essere slati Archivisti della s. Sede, modo fìt, sicut de Judice. Sed juramen-
henchè facessero ancora de'rogiti. Tale in tum ejus hoc additur : Cliartas publicas
fatti fu il sentimento di DuCange nel G/o5- nisi ex ulriusque non fa-
partis consensu
sarium^ e certo sembra che vi fosse dif- ciam. Et ad manus meas Instru*
si forte
ferenza, perchè in que' medesimi tempi mentum falso devenerit, nisi exinde mibi
s'incontrano alcuni appellati non già Seri' periculum immineat, eancellabo. Tunc
niariif ma bensì Sanctae romanae Ec' Pontifex cum calamario, sic dicens : Ac'
clesiaeWotarii.lEi' chiavo nel codice Teo- cipe polestateni concedendi chartas pu-
dosìano,che gli scriniarii erano i prefetti blicas secundiini leges et bonos mores.
preposti agli archivi de' magistrati, e di SCRITTORI e SCRITTORI A PO-
loro si parla anche nel codice di Giusti- STOLICI, Scriplores, Scriptores apostO'
niano. Con tuttociò ne' secoli posteriori, lici.S'iccome molti autori col uomediiStT//-
perchè anch' essi rogavano dei pubblici tori apostolici hanno genericamente chia-
contratti, pare che non dìiFerenziassero mato gli ofiìciali e altri addetti a diversi
dai notari de'nostri tempi, dappoiché la tribunali e segreterie della s. Sede^ con-
Glossa scrive: Scriniarii appellantur Ta- fondendoli così col collegio degli Scritto-
hellionesy et est vidgare romanorum. Ciò ri apostolici della cancelleria apostolica,

si conferma dal trovarsi ne'medesimi tem- quasiché tutti quelli chescrivevano per gli
pi e luoghi più di uno che s'intitola Ini- : Sede apostolica, si dovessero
affari della

perialis Aulae Scriniarius^ perchè creato denominare con simil titolo; perciò qui
notaio con privilegio imperiale; laddove accennerò alcune delle diverse principali
gli Scriniarii della chiesa romana erano s. Sede cal-
specie di scrittori addetti alla
abilitati all'uffizio del notariato da privi- la persona del Papa, che talvolta furono
legi del Papa. Conclude Muratori, che an- compresi e quasi amalgamati sotto la de-
ticamente e per un tempo ó'm/z/tìErioeiVb- nominazione di scrittori apostolici, per-
taro erano lo stesso, e ciò si deduce dalla chè meglio si conosca quelli che elfetliva-
maniera con cui si creavano in Roma i mente lo furono e lo sono, e perciò do-
Giudici (V.) e gli Scriniarii, con formola ver loro esclusivamente competerne il ti-
conservala dallo stesso Cencio. Qualiter tolo. Ed inoltre, perchè vado trattando

Judex,et Scriniarius a romano Pontifice ne'rispettivi articoli, non solamenlequan-


inslituitur. Quum praesentatur Domno toespressamenteappartieneairargomeu-
Papaeille,quijudexestexaminandus,exa- to die mi propongo discutere, ma ezian-
miuatur prius a caidioalibuS; qualiter se dio di altro che vi abbia uua qualche re-
SCR SCR 307
lazionCjCOsì credo opporlunonnche in que* Fieli, sia per l'incremento che pel decre-
sto fare allrellanto, per vieppiù con chia- mento del loro numero : tuttavolta an-
rezza stabilire chi sonogh scrittori aposto- che qui dirò, che altri Papi ne divisero
lici, e chi taU furono pur chiamati. Scrit- gli affari e incombenze,ora aumentarono,

tori delle Lettere apostoliche (^.), scrit- ora diminuirono il numero, rendendo va-
tori apostolici, sono propriamente deno- cabili venali gli uffici di tali scrittorati.

minati gli scrittori delle ^oZ/e(/^.) dette Dice Marini, Archiatri 1. 1, p. 347, ^^^
di maggior grazia _,
ossia estensori delle fu Alessandro VI che veramente stabilì
grazie pontificie sopra pergamene in ca- il collegio degli scrittori de'brevi,ed il loro
rattere bollalico. Essi formavano un col- numero con bolla del i.° aprile i5o3, fis-

legio composto diioi individui, secondo sandone gl'individui a 81, ed ordinando


la bolla di Eugenio IV, ed erano officiali che ciascuno pagasse alla Camera apo»
Facabi listi (F.) della Curia romana, I stolica per l'acquisto di tale ulìicio 5oo
medesimi sono distinti tanto dagli scrit- ducati d'oro. La dataria mai non ha avu-
tori una volta della Penitenzieria {F.), to particolari scrittori, ma soltanto i Re-
ed ora addetti alla Cancelleria apostolica gistratori [F.) delle suppliche spedite nel
(F.) col titolo di scrittori delle lettere a- suo tribunale, per essere originalmente
posloliche di minor grazia^ quanto dagli trasmesse alla cancelleria apostolica, on-
scrittori de* Brevi pontificii (F.). In gene- de sopra queste spedire le relative bolle.
re però tutti sono chiamati scrittori delle Tali registratori erano anche vacabilisti
lettere apostoliche. La penitenzieria apo- della curia romana, senza però il nome
stolica assai per tempo ebbe i suoi parti- di scrittori apostolici. Nelle notizie sulla
colari scrittori, presieduta dal Penitenzie- famiglia pontificia per Alessandro V dei
re maggiore (F.)^ essendo capo de' suoi 1409, presso il p. QidL\.i\co,Acta caeremo-
uffiziali il prelato Reggente della Peniten- nialia p. 272, si legge: De Registratone
zieria (F.y. avanti Clemente V deli3o5, supplicationum. u Item in Palatio apo-
essendo incerto il numero di tali scrittori, stolico est consuetum, quod assignetur ca-
quel Papa lo ridusse a 12; altri aumenti mera pio Registro supplicationum, in quo
e restrizioni, li accennai ai citati suoi ar- duo; sed nulluseorum
officio solent esse

ticoli. Papa s. Pio V trasferì dalla peni- aliquamprovisionemiecipit in Palatio. Z7e


tenzieria alla cancelleria gli scrittori delle Registro Literarum apostolicarum. Itena
bolle di grazie concesse per penitenzieria, Literarum apostolicarum, est
registratori
colla detta denominazione di scrittori del- etiam camera assignanda in Palatio apo-
le lettere apostoliche di minor grazia. La stolico. De isto officio, quoque modo, et
penitenziera in oggi non ha scrittori cui qualiter regi debeat, ordinabit Dominus
"
possa competere il nome di apostolici; gli noster, prout suae Sanclitati videbitur.
attuali suoi scrittori sono estensori e co- Gli scrittori de'brevi ad principes e delle
pisti de' rescritti, che da questo tribunale lettere latine, che dipendono dai Segre-
si emanano. Gli scrittori di brevi addetti tari de' brevi ad principes e delle Lette-
alla segreteria de'brevi, come pure quelli re la tine j siccome segretari domestici del
addetti alla Dataria apostolica (F.), pon- Pontefice, neppure possono essere chia-
ilo in genere dirsi scrittori delle lettere mati scrittori delle lettere apostoliche, nel

apostoliche, ma non propriamente scrit- senso che dichiarai, poiché il loro uflìzio
tori apostolici. Il collegio speciale di scrit- principalmente riguarda la scrittura del-

tori de'brevi pontifìcii fu istituito da In- la corrispondenza epistolare privata del


nocenzo 98, o secondo altri fis-
III del 1 l^apa,anche come sovrano temporale. I
sato in numero di 100 da Giovanni XXII Segretari apostolici [F.) poi erano pre-
4Ìiili3i6, e di essi trattai aBREviPONH" lati che presiedevauoalia spedizione delle
3o8 SCR SCR
lettere apostoliche in forma di breve, of- non furono scrittori apostolici : gli scrit-

ficio quindi ben diverso da quello di scrit- tori d'archivio appartengono alla curia
tore delle lettere apostoliche; perciò non contenziosa, e non alla curia graziosa pro-
sono, ne ponno dirsi scrittori apostolici. pria de' veri scrittori aposlolici,sebbene es-
Bensì ilBonamici, De claris Pontificia' si sieno officiali vacabilisti. Quel Papa for-
rum epistolarum scriptoribus , chiama mò il collegio degli scrittori d'archi vio con
con tale titolo i segretari de* Papi, poi I o I doveano personalmen-
individui che
Segretari de* brevi a* principi (V-). I potevano siccome
te esercitare l'officio, e
Proionotari apostolici (F.) furono gli an- vacabili venali rassegnarlo, pagando per
tichissimi compilatori e redattori degli at- la componenda 5o ducati d'oro di came-
ti de'martiri, e di quanto altro descrissi a ra. Gli scrittori degli altri tribunali e se-
tale articolo, ma non ponno essere detti s. Sede qui non ricordati,
greterie della
scrittori apostolici. Notari e Scriniari
I molto meno ponno essere compresi nel nu-
{V.) non furono scrittori apostolici, quan- mero in generale degli Scrittori apostolici,
tunque gli scrittori delle lettere apostoli- de'quali vado a parlare. Siccome i vaca-
che di wi^g^g /or g/YZzitìf,ossieno veri scrit- i bilisti sino a Pio VII doveano intervenire
tori apostolici, ebbero il nomedi«o;arz,ed alla Processione del Corpus Domini[V .)^
appartennero alla 3.' classe óe protonota- così vi aveano luogo: Scriptores Archi-
rif come osserva il Riganti, Comnient, al- vii, Scriptores Breviiun, Scriptores et cle-
la regola i.^ della cancelleria § 4, n.° 4^, rici registri supplicationuni , Scriptores
e perciò stimali quali notari potevano fir- registri bullaruni, Scriptores literarwna-
marsi come tali, e col sigillo autenticare postolicarum niinoris graliae, Scriptores
le copie delle scritture. L' Abbreviatore apostolici togatij di tutti se ne ponno leg-
di Curia, di cui riparlai nel voi. LVIJ, p. gere le notizie inCohelliOjil quale al modo
25, presiede alla compilazione delle bolle riportalo registra come gerarchicamen-
spedite per via di curia, ha il sostituto in- te procedevano nella processione. Il Nar-
caricato per le minute delle bolle spedite di, De' parrochi t. 2, p. 204, parlando
per quest'oflScio, ma ambedue non ponno s. Sede, dice
degli antichi scrittori della
dirsi, ne sono scrittori apostolici; poiché, che doveano essere molli ,
perchè se ne
lo ripeto, l'officio di scrittore apostolico si trova spesso menzione; essendo di parere
limila soltanto a chi trascrive il contenu- che fossero una specie di prelati minori
to delle minute sulla pergamena in carat- o Cubiculari (V.), della specie che oggi
tere bollatico delle grazie pontifìcie, che diciamo di Mantellone (V.). Il Muratori
un tempo erano dettale dai prelati Ab- all'annoi iSg chiama questi scrittori col
hrevialori [V.) di maggior presidenza e vocabolo di Scrivari. Nel t. 3 della Bibliot.
quindi dai loro sostituti; di questi prelati Patr. epist. 84, io3, 1 1 1, si mentovano
uè riparlai a Reggente della cancelleria gli scrittori pontificii, alcuni de'quali era-
apostolica (V.)^ il quale prelato è capo no francesi. In tulli i tempi la chiesa ro-
di lutti gli ufficiali di sì cospicuo tribu- mana ammise a' suoi uffici le persone di
nale, dopo ri cardinal Vice- Cancelliere tutto il mondo cattolico.
dis. Romana Chiesa {V.)- All'articolo Gli Scrittori apostolici delle pontificie
Cancelleria apostolica, con Cohellio, bolle sono antichissimi e onorevoli offi-
Bovio e altri suoi descrittori, ragionai dei ciali del tribunale della cancelleria apo-
Scrittori apostolici, dei Scrittori de' Bre- stolica; si compongono come l'antico col-
vi, dei Scrittori d' A rchivio,óe\ Scrittori legio diioi individui, 20 de'quali eser-
e Procuratori di minor grazia. Fu Giu- centi e aventi per capo il rescribendario,
lio II che nel i5o3 istituì una 3.* classe gli altri essendo semplicemente vacabili.
di scrittori denominati d' archivio^ ma II collegio degli scrittori apostolici è il più
SCR SCR 309
antico della cancelleria apostolica, poiché le non è affatto compatibile colPofficio di
non sarebbero valide le bolle pontificie e scrittore delle bolle apostoliche ossìa di
può con fondamento dubitarsi delia loro omanuense. I cardinali potevano avere la
autenticità, quando esse non fossero scrit- proprietà de' vacabili della curia romana,
te con que'caratteri, formoie e stile tut- ma quegli oflìci aventi o una dignità o
to proprio della curia romana, e quando l'esercizio, come per l'esercizio erano ap-
mancassero le firme consuete de* vari uf- punto gli scriltorati apostolici, non pote-
fizìali addetti alla cancelleria apostolica : vano da essi essere ritenuti, anzi colla pro-
altrettanto dicasi de'brevi pontificii, scrit- mozione al cardinalato vacavano, come
ti co'caratteri comuni ; i brevi per altro dichiara il cardinal De Luca, De offìciis
sono ben facili ad essere falsificati. Dalle vacahilibuSy cap. 4ei3. Al più avranno
espressioni tutte diverse e insolite dello potuto cardinali ritenere
i la proprietà del
stile della curia romana, è stato ultima- vacabile di scrittorato intestato sotto al-
mente giudicato falso un breve di estese trui nome. Il cappellano del collegio degli
facoltà apostoliche, che ne' diversi stali scrittori apostolici, che celebrava la mes-
della Germania e quindi in Russia spac- sa quotidiana per gli scrittori, ne era an-
ciava un fìnto prelato, il quale avea as- che il segretario, e come tale avea la cura
sunto il nome di mg/
Lorenzo Altieri; es- de'libri delle scritture relative al collegio
so fu tradotto nelle carceri di Roma, ed medesimo. Gli scrittori non avendo più
è forse già condannato alla meritata pe- la cappella, incominciarono ad eleggere
na. Anche a Rescritto parlai de'suoi fal- a segretario un secolare, il quale ha ri-
sificatori, e di quelli delle bolle e brevi, tenuto anche l'antica denominazione di
e simili contraffazioni, e loro punizioni; cappellano. Noterò che eziandio altri col-
imperocché grande fu in ogni tempo la legi della cancelleria aveano il loro cap-
diligenza usata dai Papi, onde le lettere pellano, per cui chiamansi cappellani i se-
apostoliche di grazie non venissero adul- gretari del collegio degli abbreviatori, del
terate o falsificate, e delle pene gravi ec- collegio de' sollecitatori apostolici, degli
clesiaslichee temporali inflitteseveramen- scrittori di bolle di minor grazia, de' pro-
te ai rei. Alcuni autori qualificarono il Pa- curatori delle bolle,degli scrittori de'bre-
pa per capoei ."scrittore apostolico,come- vi,e di altri collegi vacabilisti. Ne' voi. IV,
chè il primo a segnare i Memoriali (V.) o p. 280, XIX, 128, accennai, e qui me-
p.
suppliche nel concedere le grazie: solo può glio dirò, dell'offerta che il collegio degli
dirsi che il Papa viene considerato qual scrittori apostolici, rappresentati da 2 5 di
primo degli scrittori apostolici, perché ap- loro estratti per bussolo, con alla testa il

punto col segnare le suppliche sommini- rescribendario, che si eleggeva da esso


stra agli scrittori delle bolle la materia di ogni 3 mesi, nella mattina dell'Epifania
scrivere queste bolle, che sulle suppliche offrivano al Papa 100 scudi d'oro den-
vengono spedite, come osserva Ciarapini, tro una pisside d'argento dorala, venen-
De F ice- Cancellar io ^ sez. 8. Erronea- do presentati dal cardinal pro-datario; la
mente si riferisce nella Relazione della quale pisside del valore di 35scudicoiioo
Corte di Homay
Lunadoro, accresciuta
di scudi d'oro veni va a formare 2 00 se. d'ar-
dal dotto Zaccaria, 1. 1, ca^.i^y De' scrit- gento. Nell'atto dell'omaggio il rescriben-
tori apostolici jche fra questi si compresero dario pronunziava un'allocuzione, appro-
anche alcuni cardinali. Molti bensì, che priata alla circostanza, e con allusioni alla
poi furono cardinali,apparlennero al col- festiva solennità; a cui il Papa rispondeva
legio degli scrittori apostolici; ma più non benignamente di accettare con gradimen-
vi appartennero dopo la loro promozione to,ed ammetteva quindi gli scrittori al ba-
all'eminente dignità cardinalizia, la qua- cio del piede. L'uso era antichissimo, poU
VOL. LXH. 20*
3io SCR SCR
che nel vol.VII,p.i82, rimarcai che nel riferire de* Diari di Roma, sotto Bene-
ricevere rodertaUibano VII! del 628 le- 1 dettoXIII,CIementeXIIeBenedettoXIV,
pidamente rispose all'allocuzione del re- l'offerta fu presentata pili volle in coppa

scribendaiio Nos quoque sumus scri-


: d'oro a Benedetto XIII nel 727 in cop-
:
1

ptoreSj et si nos non scriherenius, vos quo- pa d'oro [Diario n.° 1471), e nel 1729
que mìnime scriherelis^ come udì e regi- in calice d'argento (Diario n.^i 788): tut-
strò Ciampini, De Abbreviator. 1. 3, cap. tavolta avendo voluto verificare se real-
1^. Da questa piacevole risposta argui- mente così furono presentati i 100 scudi
rono Bovio ealtri, considerarsi il Papa pri- d'oro, trovai che sempre e soltanto in pis-
mo e capo degli scrittori apostolici, dal se- side d'argento dorato si effettuò e non
gnare le supplìche,onde somministra ma- altrimenti. Nel n.°82 3o del Diario di Ro-
teria di scrivere le bolle. Del modo come //Irti 771, si legge. »» Per la festa dell'E-
il Papa fa la segnatura, moltissimi sono pifania, dopo di avere Clemente XIV ce-
i relativi articoli in cui lo dichiarai, mas- lebrato messa nella sua cappella privata,
sime óe Titoli onorifici^ Rescritto ^Chiro- conforme il costume d'ogni anno, fu in-
grafo, Molo proprio. Ver la suddetta pre- trodotto a' suoi piedi , essendo presente
sentazione de' zoo scudi d'oro in pisside rEm.° Cavalchini suo pro-datario e mg.*"
d'argento dorato, i 25 scrittori nella mat- Ferri sotto-datario, l' Ill.mo collegio dei
tina dell'Epifania dovevant^trovarsi nelle signori Scrittori apostolici, da'quali gli fu
sale della dataria apostolica, vestiti di sot- umiliata la solita ossequiosa offerta di 1 00
tana e cappa nera con berretta, per recar- scudi d'oro, in una coppa d'argento, che
si col cardinal prò datario al palazzo a- degnossi la Santità sua di ricevere con at-
postolico, e quindi dal medesimo essere ti di gradimento^ed in tale occasione il
presentati al Papa. Chi di loro era legit- sig.*" ab. Antonio Cenciarelli, uno di essi
timamente impedito dovea sostituire un scrittori apostolici (era rescribendario),pe-
altro collega, altrimenti incorreva nella rorò con molta eleganza, a nome di tutto
multa d'uno scudo d'oro di camera, come il suddetto collegio, con la seguente allo-
era espresso nella schedula d'intimazione. cuzione. Regum divinum Infanti numera
Nel 1 835 ebbi la pazienza, non solo di leg- ojffcrentiuni j adniirationeni nihil magis,
gere la voluminosajC incomoda pel sesto, ut arbitrar, excitavit, quam conspectus
coì\ezìoneòeDiaridiRonia(jr.)yda\ 1716 rerum omnium Domim\ in rerum omnium
in cui principiarono,sino a detto anno, ol- inopia constituti. Simili prorsus admi-
tre quella delle Notizie di Roma^ ma pu- ratione correptijadTe accessimus, Bea-
re di estrarne le cose più notabili,che scris- tissime Pater, auri munus de more obla-
si in circa 600 pagine di foglio grande, turi.Scimus enim nihil comniodi, nihil af-
fra le quali eziandio quelle riguardanti fluentiae, nihil opum tibi hanc omnium

l'oblazionedegliscrittori apostolici: ne ri- supremam digniiatisSedem attulisse. Quis


caverò un cenno per maggiore erudizio- ignorai te rerum omnium, quarum pia-
ne. Nel n.°848 del Diario del i 728 si leg- ne es Dominus, nullis idi adcommodius,
ge, che conforme all' antico costume, il splendidiusque vivendumj uti vero omni-
cardinal Corradini prò datario nella mat- bus ad consulendum communi bono?Hinc
tina dell'Epifania introdusse a'piedi d'In- quemadmodum cum Deusin mundum de-
nocenzo XI II gli scrittori apostolici, e da scendit pauper, ila cum Tu in supremam
uno di essi (cioè il rescribendario, ovvero hanc Sedem conscendisti, virtù te quident
da altri da lui deputato) fu recitata un'e- ac sapientia insignis, sed mundanarum
leganteorazione latina, presentando al Pa- rerum contemplu insignior, redit ad nos
pa dentro una co[)pa d'argento 00 scudi i fustitia, et abundantia pacis. f'ive igi-
d'oro di stampa in nome del collegio. AI tur dia, Pater optime^ qui nobis profeclo
SCR SOR 3 1

vlvis potius\ quam uhi j et aposloUcam li gli fu umiliala la consueta offerta di 1 00


benedictionem nobis impartire. " Ciò ler- scudi d'oro dentro una coppa d'argento,
minalosijNostro Signore si portò alla cap- che il santo Padre si degnò di ricevere con
pella Paolina per la funzione. Nel n°i^o^ atti di paterno amore; ed in tale occasione
del Diario 1 che essendo Pio
798 si dice, l'ab. Gio. Angelo liberti de'rescribendari
VI indisposto, non potè nella mattina del- (era il rescribendario) di detto collegio,
l'Epifania ricevere dal collegio degli scrit- perorò con molta eloquenza con una dot-
tori apostolici l'offerta de'soliti 100 scudi ta orazione latina, alla quale il Papa be-

d'oro dentro coppa d'argento, ma nelle nignamente rispose con somma dottrina
stesse pontifìcie stanze la ricevè in nome ed eleganza, ed altrettanto Pio VII esegiù
del Papa il cardinal Roverella prodata- dipoi nelle presentazioni che vado a in-
rio, e l'ab. Giuseppe Martinelli, uno dei dicare, alla presenza del cardinal Rove-
rescribendari di detto collegio (cioè il re* rella, ricevendo sempre l'oblazione in cop-
scribendario,perchè uno solo n'ebbe sem- pa d'argento. Il n.°2i i del DiarioiSoì
pre il collegio), in nome di questo ivi pre- narra l'atto praticato dal prò- rescriben-
sente, fece un elegante compIimento(non dario ab. Gioachino Marlinelli, con allo-
avendo potuto recitare il discorso prepa- cuzione che comincia con questa iscrizio-
rato pel Papa,ne improvvisò altro brevis- ne, che ad ogni capoverso dividerò con li-

simo, che riuscì elegante: la pisside fu ri- nea. Postrid. non. Janiiar.Anno 8o3 - - 1

cevuta da mg/ Luigi Martorelli prelato Oblationis lertium-CAureoriim PioVlI


domestico), al quale rispose da parte del P, O. M.'Queni'Joakitn Martinellus-Jo'
Pontefice il cardinale colle più gentili ma- - Conlegi Script.
scphi F. C. R. post. - A
niere e obbliganti espressioni. Ecco gli ul- ProrescribendarioDomìnici Sala- Sacro
timi esempi pubblicati ne'DiariiiiRoma, Acrario Componendarum PraefectiJas-
di questo omaggio nel corrente secolo, noa su liihens oravit' Princìpenipienlissimuni,
avendo avuto più luogo dali8og in poi, Similmente il Martinelli pro-rescribenda-
per le politiche vicende in cui si trovava rio ciò fece nel i8o4con perorazione che
ilPapa poi deportato, e nel suo ritorno si legge nel Diario n.^S. Nel i8o5 non
non venne ristabilita laformalità,benchè, trovaimemoria, perchè Pio VII era in Pa-
come dirò, si prosegua l'offerta. Conside- rigi la coronazione di Napoleone F.
per
rata la solennità con la quale avea luogo Nel i8o6 adempì la presentazione l'ab.
questa riverente dimostrazione, e che un Gio. AtanasioPeccia rescribendario,lacni
Pontefice nel riceverla con benignità, ri- orazione stampò il n.°4 <lel Diario. Nel

spondeva con analoga allocuzione, riten- 1807 venne fatta colle solite sa-
l'offerta

go non riusciranno discare le nozioni che lennità, e mg."^ Giuseppe Antonio Sala
qui riunisco, acciò non si perda la memo- ( ^.), poi amplissimo ed esemplare cardi-

ria del costantemente praticato perseceli nale,assai dotto e vero decoro e ornamen-
da un collegio rispettabile. Il n.*'2 del Dia- to del sagro collegio, come prò- rescriben-
rio 1 80 r riferisce, che dopo aver Pio VII dario del collegio pronunziò questa allo-
celebrato la messa nella sua cappella se- cuzione. Fausta, optatissiniaqne nobis ite.'
greta, conforme il consueto di tutti gli an- rum illuxit dies. Beatissime Pater^ quae
ni, il cardinal Roverella pro-datario in- duplici noSj coque ingenti gaudio perfun-
trodusse avanti la stessa Santità sua il col- dit. In hac siquideni die et Epiplianiae
legio degli scrittori apostolici. Nel a.^toj recolentes solemnia Reguni Regi^ et Do»
del DiarioiSoi è detto, che nella matti- minantiuni Domino vola nostra lae.ti per-
na dell'Epifania il cardinal Roverella pro- solvinuis^ atque una ex more, ìnstitulO'

datario introdusse avanti Pio VII il col- que major uni;, avitae pietatis nostrae in
legio de'signori scrittori aposlolici,da'qua- B. PelriSedtm nova libenter edimus aV'
3i2 SCR SCR
gumenta. Qitod enini ab eh optìmo sane za avanti le ferie natalizie, pel giorno del-
Consilio sancilum est, id Collegìitrn no- l'Epifania; ma in vece della pisside si dà
strum sanate^ acfideliterpraestat;etque' l'equivalente in moneta effettiva, ossia in

madmoduni Magi Nato Infanti, queni lutto 200 scudi romani, che somministra-
Deum simulyhominemqiie ac Eegeni ve- riogli scrittori apostolici. Quanto al voca-
nerati sunl, wystica obtulerunt dona^ ita bolo Rese ribendar io, Du Gange nel Glos-
et nos Tibi Christi in terris Vicario,prin- sarium,\evhoRescribendarii,\o(iit^ì\ì\%ze:
cipi munificentissimo , amantissimoqiie Qui taxanl scribarum mercedes: Suni-
Furenti ^aureiim miinus, reverentiaefide- mistae apostolici , qui disserunt, quid a
litatis, amorisque nostrtpignus offerimus, secretarìis oporteat registrari j ex Seri'
Collegium autem nostrum dum^interprete banio o Segretario.
me, id libentissim efacit.gaudetm irifice a t- Gli scrittori di maggior grazia,chiama-
que exulta t, oblatam sibiesse hanc oppor- ticome dissi Scrittori apostolici, erano in
tunitatem rursus testandi Sanctitali Tuae numero diioi tutti P^acabilisti (Fran-
devotioneniy venerationemque suam, i- che all'epoca della liquidazione de' vaca-
demque Te prò singularì clementia Tua bili : gli offici vacabili di questi scrittorati
munusculuni hoc benigniter, humaniter- sono pure i o i Dal corpo di questi scritto-
.

que excepturum esse confidi t. Haecmea, ri apostolici venivano ogni trimestre scelti

haec Sodalium meorum sunt vota , huc i soggetti per l'esercizio delle cariche del
nostrae spectant preces. Beatissime Pa- collegio, cioè di tassatori, computatore e
ter, Collata in nos beneficia (ac praeser- rescribendario, nella cancelleria aposto-
tim in me, qui tot nominibus Sanctitatìs lica per la spedizione delle bolle pontifì-
Tuae liberalitatem gratissima hic prose- cie. La I ."e la più onorevole carica del ce-
quor recordatione) faciunt, ut nova eliani to degli scrittori apostolici era il rescri-
nobis quodammodo polliceamurjpropte- bendario, la 2.^ il computatore. I tassa-

reaque in genua provoluli obsequentissi- tori detti deputati erano di grado inferio-

mo pctimus animo, ut fura, et privilegia re ai suddetti e ad altri ofliciali del me-


Collega nos tri salva et integra essejubeas, desimo collegio. La elezione era fatta per
nosque omnes, caelerosque sodales, qui ballottazione in quanto al rescribendario
licet absentes corpore, praesentes tamen e ai deputali, per estrazione fra alcuni no-
spiritu sunt, apostolica benedictione cle- minati in quanto al computatore. Liqui-
menter recrees, atqueconfirmes.Diceham. dati nella massima parte i Vacabili all'e-

Pio VII rispose egregiaraente,e poi si con- poca dell'invasione francese dopo il 1809.,
dusse alla cappella pontificia. Finalmente e non essendo stati riattivati dopo il 1 8 1 4»
abbiamo dal n.°4 ^^^ Diario 1 808, la di- si erano ridotti a ben pochi questi scrit-

vota offerta de' 100 scudi d' oro in cop- tori apostolici, che esercitavano in virtù
pa d'argento, rassegnala dal suddetto ab del vacabile da essi acquistato.Fu per que-
Martinelli pro-rescribendario, per Filip- sto motivo che il cardinal prodatariocreò.
po Antognetti Conlegi Script. Apost. Re- dei nuovi scrittori con suo rescritto,! qua-
scribendario, insieme alla pronunziata o- li furono chiamati Scrittori digrnzia.Daì
razione latina. Nel 1809, a motivo delle I 8 4 in poi le cariche di rescribendario,
1

accennate politiche e note vicende, T of- di computatore, e di deputati o tassatori


ferta non ebbe affatto luogo. RitornatoPio sono di nomina del cardinal vicecancel*
VII nelmaggio i8i4 in Roma, d'allora liere, e in di lui assenza o mancanza, del

in poi è il cardinal pro-datario che pre- prelato reggente della cancelleria. Alcuni
senta al Papa l'offerta solita, in nome del degli ofliciali del collegio degli scrittori a-
collegio degli scrittori apostolici, eciò ese- poslolici,fra'quali il rescribendario,ilcom-
guisce ordiaariamente uell'ullima udieo- putalore e i tassatori deputali , in oc-
SCR SCR 3i3
casìone della sede vacante, linnno dal le* a cuore 11 retto andamento e sollecito di-
soiierato una distribuzione a titolo di co- sbrigo delle spedizioni delle bolle aposto-
luccio per la morte del Papa, oltre che liche, nella nostra qualifica di Difensore
rìmiiiigono confermali per il tempo che perpetuo de* vacabili, colla piena annuen-
si comprende in quello de'soliti loro tri- za dell'Em." sig.'' cardinal vice cancellie-
mestri, dopo l'elezione del nuovo Ponte- re, ordiniamo quanto segue, i

Tutti gli
fice. La scelta però delie anzidette cari- scrittori di bolle e di brevi, d' ora in a-
che nella cancelleria, le quali portano un vanti scriveranno col nome proprio. 2.**

qualche lucro, è rimasta sempre a van- Quelli che in viriti di semplice rescritto
taggio esclusivo degli antichi scrittori va- hanno esercitato l'ulfizio di scrittore, sotto
Ciibilisti, i quali aveano quesl'oftìcio a ti- il nome degli antichi intestatari vacabi-
tolo oneroso, cioè mediante il pagamen- listi, il nome proprio, e che sa-
o sotto
to fatto di una somma o per l'acquisto ranno distinti col titolo di Scrittori digra'
dell' officio vacabile di scrittoralo, o per zia y dovranno dentro il termine di due
averne (coll'essere intestatario del vaca- mesi dalla data della presente esibire il
bile) l'esercizio, essendo sempre divisi gli rescritto all'amministratore delle compo-
emolimìenti detti di massa dovuti al pro- nendo (di cui a Dataria), il quale ne ter-
prietario del vacabile per frutto del capi- rà l'elenco e ne rilascierà copia autentica,
tale impiegatovi, da quelli detti di eser- onde presentarla al cappellano degli scrit-
cizio spettanti a chi scriveva le bolle. Ne- tori, cui spetta registrarlo. 3.** Le cariche
gli ultimi anni e sotto il pontificato di Gre- di Rescribendario, Computatore, e Tas-
gorio XVI si era tanto diminuito il nu- satori continueranno ad esercitarsi esclu-
mero degli antichi scrittori vacabilisti, che sivamente dagli antichi scrittori vacabi-
si durava fatica a trovare chi volesse eser- Jisli, quali potranno farsi rappresentare
i

citare la carica di tassatore, come la me- anche dagli scrittori di grazia. 4-° Affin-
no lucrosa; e mancando per altra parte chè poi gli scrittori di grazia possano ren-
quella pratica che non nonsi acquista se dersi sempre piii abili al disimpegno del-
col continuo esercizio, era a temersi non rindicalecariche,dovrannoa turno dietro
lontana un' epoca in cui per mancanza ,
invitodelcappellanodelcollegio(cioè il se-
di cognizione pratica, non si fosse potuto gretario degli scrittori delle bolle di mag-
procedere bene alla spedizione delle bol- gior grazia) intervenire in cancelleria per
le. Questi savi riflessi dierono luogo al- coadiuvarespecialmenle i Tassatori, sen-
l'emanazione del seguente decreto de' o i za però compenso veruno, e mancando
maggio i84i> Bartolomeo
del cardinal per 3 volte consecutive s'intendano de-
Pacca prodatario di Gregorio XV le con caduti dalla facoltà di poter scrivere, 5.**

suaannuenza.^j Sebbene mediante rescrit- Nel diminuire il numero degli antichi scrit-
ti segnati tanto da noi, quanto dai nostri tori vacabilisti, in modo che manchino
predecessori, sieno slati molti abilitali a per cuoprire le riferite cariche, gli scrit-

scrivere le bolle apostoliche a nome de- tori di grazia avranno dirittodi succedervi
gli antichi intestatari vacabilisti, si è però peranzianità, prima nella qualità di Tas^
tenuto sempre il lodevole sistema, che al- salori, poi in quella di Computatore, ed in
le cariche di Rescribendario, Compula- finediR.escribendario, ben inteso peròche
tore, e Tassatori venissero nominati gli fra gli eguali per epoca di ammissione sa-
antichi scrittori apostolici esercenti. A pre- ranno prescelti quelli che avranno dato
venire ora la mancanza, che col tratto del saggio di maggior diligenza e capaci tànel-
tempo durante l'attuale stato delle cose J' esercizio di cui al precedente articolo.
potrebbe darsi degli anzidetti scrittori an- 6." 11 numero di tali Scrittori dì grazia
tichi intestatari vacabilisti , ed essendoci non potrà essere maggiore di 3o,ed iuta-
3i4 SCR SCR
le circostanza stabìliaruoancora,clie il nu- rono pure essi ed anche quelli che Inter-
mero degli Scrittori di minor grazia non venivano alla suddetta chiesa eziandio ne-
sia maggiore di 20, come ancora soli 20 glianni santi, come in quelli celebrati da
e non più sieuo gli Scrittori de^ brevi ". Urba no V 1 e Innocenzo X,ontle Clemen-
1

Perallre notizie sugli Scrittori apostolici^ te IX la confermò colla bolla Nobis prò

olire lutti i miei citati articoli, si ponno parte, de' i4 dicembre 1668, riportata
consultare. Veslri, Practica in Romanae dal Ricci, De* giubilei universali p. 32 3.
j4nlae. Cohellio, Notitia Romanae Aulae Il Piazza tratta di questo sodalizio, nel-

officialibus^ cap. 24*- De Scriptoribus A- V Eusevologio Romano par. 2, p. 84, di-


Minoris
postolicis Breviiinij Archivii^ et chiarando le opere di pietà in cui eserci-
gratiae.PìeUenhev^yNotitiaTribnnaliuni tavasi verso i confratri vivi e defunti, aiu-
Curiae Romanae, cap. o De Cancella- i : tando i primi se bisognosi, e suffragando
ria Apostolica, ^ 1 De reliquis officiali- i secondi dopo averli tumulati; non usan-
bus Cancellariae. Bovio, La pietà trion- do sacco. Dice altresì, che avendo i car-
fante e degli uffizi della Cancellaria A- tari e uìiniatori preteso con varie liti di
postolica p.196 e se^.: Scrittori Aposto- molestare la compagnia, a cui erano uniti,
liei, Scrittori de^ Brevi, Scrittori dall' Ar- per pubblica sentenza de'9 giugnoi6i6
chivio , Scrittori e Procuratori di minor furono separati, ed espulsi dal sodalizio,
grazia. Il Mii\'\i\'\r\e^\\ Archiatri pontifi- che restò composto di soli scrivani e co-
cii, riporta le notizie di moltissimi Medi- pisti. F. Scrittura o arte dello scrivere.

ci de' Papi, da questi nominati scrittori SCRITTORI ECCLESIASTICI,.ym-


apostolici, scrittori de'bre vi, scrittori del- ptoribusecclesiasticis.Ohve Padri e Dot- i

la penitenzieria; ed io nell'articolo Fami- tori della Chiesa (F.) de'sei o sette primi
glia PONTIFICIA, nel parlare più volte de- secoli, vi sono un gran numero di autori,
gli scrittori apostolici, riprodussi i nomi che trattarono delle materie teologiche nei
d'alcuni. Inoltre il Marini t. 2, p. 1 17 af- ne furono in ogni
secoli posteriori, e ve
ferma, che in principio gli scrittori apo- tempo. Sebbene non abbiano avuto tan-
stolici erano chierici, poi anche laici ed ta autorità come Padri, tuttavia prova-
i

eziandio ammogliati, non bigami. A^ Chie- no continuazione della tradizione e la


la

sa DI s. Tommaso in Parione feci parola uniformità della credenza della Chiesa nei
della confraternita degli scrittori e copi- diversi secoli. Il dottore massimo s. Gi-
sti, Universitatem Sodalium Scribentiwn rolamo (^.) fece un catalogo de'padri e
de Urbis,evelta in tale chiesa (per abitare degli scrittori ecclesiastici vissuti sino al
essi per Io più ne'dintorni) da Pio IV nel suo tempo. Fozio {F.) nel IX secolo com-
i56t in onore de'ss. Gio. Evangelista e pose una Biblioteca^ ovvero un catalogo
Nicolò di Mira, il i.^peraverescrittol'E- ed alcuni sunti che avea
di lutti gli autori
vangelo e l* Apocalisse, il 2.° per essere letto, sino al numero
280. Questa o- di
miracolosamente comparso a Costantino pera è tanto più preziosa, perchè sono per-
1 imperatore e con minacce fatto scrivere duti una gran parte degli scritti di cui si
una sentenza di liberazione d'alcuni cor- parla. Ad Erudizione ancora dissi di quel-
tigiani innocenti, per invidia falsamente la immensa di Fozio. Fra moderni, che
i

accusati e condannati. Prima di tale epo- s'affaticarono a farci conoscere gli autori
ca e come università artistica, Nicolò Ve ecclesiastici, quindi a distinguere le ope-
Giulio III aveano loro conceduti privile- re autentiche dalle supposte o dubbie, van-
gi, ed esentati dal tribunale di Campido- no ricordati. Il ven. cardinal Roberto Bel-
glio.E siccome Pio IV avea loro concesso tarmino [F.) gesuita, De Scriptoribus ec-
l'indulgenza plenaria nelle feste de' suoi clesiasticis, Luleliae Parisiorum i644>
pulruai edellasij. Annunziata, questa frui- opera parecchie volle ristampata. Fra le
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doUe sue opere le Conlroversìe parvero scisnria o nell'eresia; questo provenne dal
ai pioteslaiiti Ja più possente macchina leggerli assiduamente, e con meno pre-
che mai si fosse contro di essi rivolta, e giudizi degli altri. La sua opera princi-
credettero perciò di dovere raddoppiare pale è V Istoria letteraria degli autori ec-
le difese e le forze per respingere un sì clesiasticijG'ìnewa 1705, Oxford 1740,
terribile assalto : fino a più di 22 scrit- e 1745» ch'è la migliore edizione. Diede
tori protestanti si coniano, che presero poi due saggi di quest' opera Tabulae :

direttanìente a impugnarle, oltre un mag- scriptorum ecclesiaslicorum : Cartophi-


gior numero di scritti contro alcuni par- lax ecclesiasticus. Remigio Ceillier be-
ticolari trattati. Filippo Lahhé [T^.) ge- nedettino di Bar-leDuc, presidente della
suita, dotato di memoiia prodigiosa e di congregazione di s. Vannes, compose l'y^-
vasta erudizione, che unite a indefessa e pologia della morale de'Padri della Chie-
instancabile applicazione lo fecero autore sa, contro le ingiuste accuse di Giovanni
di molte opere, fra le quali : De Scriplo- di Barbeirac : questa non fu che una pro-
ribus ecclesìasticisj Parisiisi66o. Biblio- va e un saggio in confronto all'altra o-
thecabibliothecanini curis tertiis a uctior : pera poi intrapresa e più considerevole.
accedit Bibliotheca mimmarìa^ Lipsiae Essa è V Istoria generale degli autori sa*
1 6S2.. Nova Biblìolheca manuscn'ptorum gri ed ecclesiastici, che contiene la loro
libroruì?i,Vai'mìs iGSj. Bibliotheca crO' vita, il catalogo, la critica, il giudizio, la
nologica ss. Patrum theologonun scri- cronologia, l'analisi e la numerazione del-
ploruni ecclesiaslicoriiniy Parisiis 1 659. le dilFerenli edizioni delle lore opere; quel-
Abacus chronologiciis scriptorum eccle- loche racchiudono di più interessante sul
siasticoruniy ec. Sdectae e profanis seri' domma,sulla morale e sullo disciplina del-
ptoribus historiae. F. Maria Torrigio, De la Chiesa. 11 Bergier tutta volta dichiara,
Scriptoribus Cardìnalibiis, Piomae 1 64 1 parlando degli Scrittori ecclesiastici e di
Luigi Sebastiano Le Nain di Tillemontdi quelli che meglio li fecero conoscere, che
Parigi sacerdote, autore d' un gran nu- questa parte della critica poi fu molto più
mero d'opere, annoveralo Ira' più dotti, illustrata, specialmente dopo le belle edi-
giudiziosi ed esatti critici e storici che ab- zioni che furono fatte de Padri e degli
bia prodotto la Francia. Luigi ElliesDu Scrittori ecclesiastici. »» Le fatiche im-
Pin di Parigi sacerdote, occupato nella let- mense che si dovettero intraprendere per
tura de'coucilii, de' padri e degli autori arrivare al punto in cui siamo, dimostra-
ecclesiastici, compilò la Nuova Biblioteca no che i teologi cattolici hanno procedu-
universale degli autori ecclesiastici dal to sempre sinceramente, che non fu mai
primo secolo della Chiesa fino al 7 i i i lóro intenzione di fondare la dottrina so-
il cui I ° volume fu pubblicato nel 686; 1 pra o dubbiosi. Que'che scris-
titoli falsi

questa grand'opera non gl'impedì di scri- sero ne'bassi secoli, ponno aver mancalo
verne altre, oltre la Tavola universale de- di diffidenza e sagacità, citando con fran-
gliautoriecclesiastici^slam^aiaueì 1 704; chezza delle opere che passavano per au-
e la Biblioteca degli autori separati dal- tentiche, e contro cui non si formava al-
la chiesa romana ^ del secolo XV 11^ ec. cun sospetto. Prima dell'invenzione della
Fra le opere del celebre BossueL (V.) ve- stampa, avanti che si formassero ricche
scovo di Meaux, vi èia Difesa della tra- e grandi biblioteche, non era facile con-
dizione de' ss. Padri. Guglielmo Cave ca- frontare gli autori, esaminare i rass., di-
nonico di Windsor versalissimo nelle ec- stinguere quello che è o non è del tal se-
clesiastiche antichi tà,maanglicano,ch'eb- colo. Non sideve imputare un delitto a
be più rispetto pe'Padri della Chiesa che que'che ci precedettero, di non aver avu-
uoQ ne hanno coloro i quah vivono nello to gh stessi soccorsi che noi abbiamo. Non
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sipuò negare che protestanti non abbia-
i ne intenzionati cattolici scrittori, perchè
no molto contribuito a perfezionare que- proseguano con sempre maggiore alacri-
sto genere di erudizione, ma i molivi del- tà a difendere con diligenza econiscienza
ie loro fatiche non erano mollo puri per la causa della verità cattolica. " Che pure
inspirarci riconoscenza. Essi cominciaro- io ho questo scopo, lo dichiarai a Sedb
no dal rigettare tuttociò che lor reca va in- APOSTOLICA. Scrillori sagri, o autori in-
comodo, attaccarono personalmente tutti spirati,sono quelli quali scrissero libri
i i

gli autori che loro erano contrari : pes- che chiamiamo la Scrittura sagra (^.).
simo metodo. In fine di causa i loro so- Tali fuiono Mosè (^.), Giosuè, Samue-
spelli, la loro diffidenza, 1^ loro censure le, Davide, Salomone, Profeti (A^.),edei
i

e rimproveri caddero non solo sopra i P^- quali ragionai in tanli luoghi, ed a Santi
<:;?n più antichi, ma sugli Scrittori sagri.Fn di quelli dell'antico Testamento (/^'.),ed
necessario afialicare per conservare tutto, enumero a Scrittura sagra. Sebbene di
perchè volevano distruggere ogni cosa.'* quello vi sieno alcuni libri cui autori
i non
De' più celebri Scrittori ecclesiastici feci sono nominatamente conosciuti con una
ovvero ne trattai in altri che loro
articoli, piena certezza, ciò non forma alcuna dif-
riguardava no, e siccome questi secondi so- ficoltà contro la inspirazione di questi li-
no pressoché innumerabili, per non ripe- bri, almeno per i cattolici. Dice il Ber-
tere le stesse nozioni e opere loro, in pro- gier. « Noi non crediamo la divinità di
gresso della compilazione di questo mio alcun libro in virtù delle regole della cri-

Dizionario novero delle spe-


restrinsi il tica, ma sull'asserzione della Chiesa, cui
ciali biografìe, anche per quanto dovrò da Gesù Cristo e dagli apostoli furono da-
dire ncW Indice generale óeW'oi^eva stessa, ti come parola di Dio i libri che compon-

e sarà lavoro laboriosissimo, ma Dio non gono la Scrittura sagra. I protestanti de-
fa l'opere a metà, laonde pienamente con- vono dire su qual fondamento credono la
fido nel suo possente aiuto, per appagare di vinilà o la inspirazione del libro de'Giu-
il meglio che potrò la pubblica espetta- dici, per esempio, senza sapere di certo
zione, ripetendo la definizione che feci dei da quale autore sia stato scritto questo li-

due generi di Letterali (^.). Trovo qui bro, se questo autore fosse o no inspirato.
opportuno di pubblicare un brano del- La credenza della sinagoga non bastereb-
l'Enciclica neh 853 diretta dal Papa Pio be di fondamento alla nostra, se questo
IX al venerando Episcopato di Francia. punto essenziale non fosse stato conferma-
»> Vogliate nello stesso tempo usare ogni to da Gesù Cristo e dagli apostoli ; ma
benevolenza e favore verso quegli uomini noi siamo certi di questo flitto soltantosul-
che, animati da spirito cattolico, eistrui- ]a testimonianza o sulla tradizione della
ti nelle lettere e nelle scienze, lavorano a Chiesa, poiché questo non è scritto in al-
scrivere e a stampare costì libri e giornali cun luogo. Dire come protestanti, che i

per propugnare e propagare la dottrina siamo persuasi della inspirazione del tale
cattolica, per conservare intatti i veneran- libro per una dilettazione soprannatura-
di diritti della s. Sede e gli alti della me- le, o per una grazia interiore dello Spi-

desima ,
per distruggere le opinioni e le rito santo, questo è cadere nel fanatismo...
asserzioni contrarie alia stessa Sede ed al- Gl'increduli per levare ogni credenza agli
la sua autorità, per dissipare la caligine scrittori sagri, ne calunniarono i costumi
degli errori, e perchè le menti degli uo- e la condotta, li descrissero quali malfat-
mini sieno da soavissima luce illustrati. lorijrispondiamoalle loro invettive in cia-
Toccherà purealla vostra sollecitudine ed scun articolo dove parliamodi questi scrit-
alla vostra carità l'incoraggiare questi be- tori in particolare ".

flNE DEL VOLUME SESSAKTESIMOSECONDO.


BX 841 .M67 1840

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