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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STOlllCO-EGCLESlASTICA
DA S. PIETRO SINO Al NOSTRI GIORKI

SPECIAL lAI ENTE INTORNO


AI PBINCIPALI SANTI, BEATI, MABTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E più" celebri scrittori ecclesiastici, ai varii gradi della gerarchla
DELLA CHIESA CATTOLICA, ALLE CITTA PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CERIMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI, CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC,

COMPILAZIONE

DEL CAV.VLIERE G.lETxVNO MORONI ROMANO


SECONDO AIUTANTE DI CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

VOL. LXM.

IN VENEZIA
DALLA r l P O O R A F I A EMILIANA
MDCCCLI V.
^"^
•^ .^"* ^
DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA

SID SID

OIDONE, SI DONI A SAIDE. Sede tissimo ponte, si vuole eretto da tale emi-
vescovile della Fenicia maiillima nel pa- ro. Quantunque Saide sia decaduta, pre-
triarcato irAiiliocliia in Sirin, Ira Tiro e sentemente fa ancora un commercio as-
Berito, cillìi anlichissima e celebre, sog- sai importante, essendo considerata come

getta alla Turchia e suo pascialatico col il porto di Damasco. La maggior partedel-
nome di Saide o Seide, che occupa il silo lecase hanno giardini, e ne'contorni prin-
della vetusta Sidonia, in una pianura di cipalmente coltivasi il gelso. La città va

ciica una lega d'eslensione.ed oltre la qua- soggetta a frequenti terremoti orribili, ed
le s'iiinal7ano montagne scoscese e incolte; "20 la co-
a pesti spaveutose,e quella del i

Rssisa sul fianco settentrionale d'uo'emi- municò un bastimento a Marsiglia che ne


nenza , stendesi lungo il Mediterraneo. restò desolata : il terremoto che pali nei
Buona vi è l'aria, ed i giardini ed i ver- I "85 fece perire molla gente e fu segui-
rieri che la circondano, le danno da lun- lo da peste che quasi rese deserta la cit-

gi grwdevole aspttlo. Dalla parte di terra tà. Sidone die i famoso Zeno-
natali al
ha mi alto muro; la difende a mezzodì e ne, filosofo epicureo. Fu Sidone per lun-
la domina un'alta torre incapace di re- go tempo la metropoli della Fenicia, lin-
sistenza, la cui co«ti ii7Ìoi)e si :ittril)uisce cile venne n disputarle tal ilignilà Tiro
a s. Luit^i I.\. L'nnlico e ma^nilko porto fatta più potente. Mosi' allerina cliefn fib-
formato da grandi inoli è inleramonledi bricala ila Sidun figlia mag^iore di Ca-

strutto, nttribuendosi a Fakhreddin emir naan padre e capo di tulli fenicit e noto i

de'drusi la delìnitiva sua rovina, per im- da Noè: afferma (»ioselfo nelle Antichità
pedire III gransignore di mandai vi forze gin(l4ìichc, cht: Sidone fu la .' Città ('''.) 1

marittime destinate a soggiogarlo; il por- costriittn nel mondo. Il 'ferzi nella Si-
lo attuale è piccolo e quasi colmo ili are- ria sncra,c\ìe ciò 1 iporta, riferisce di più,
na. Il rovinoso castello circondato d'ac che il suo nome Eustatio lo fa detivare
qua, che comunica colla ciltii per stret- da Sida figliuola di Belo che regnò in Ba-
4 SID SID
bilonin ; olti'i nttribuiscono il suo fiome to il più importante commercio dell'an-
all'abhoiuliinza de'pesci de'suoi li(li,in lin- tico mondo, nel medio evo i crociali la

gua fenicia tltlli Sidon. Dice Giosuè clic fecero in certo modo uscire dalle sue rovi-
la cillìi di Sidone era già ricca e posscule ne,sottoBaldovino I,che se ne impadronì
allorché cnlraroiio nel paese di Canaan nel 1 1 I I ; ed avendola concessa in feudo ai
gì' isiaelili j e la Scrittura le dà sovente fiammingo conte Eustachio Gremer, que-
il nome di grande: osserva s. Girelauio sti grandemente la fortificò nelle sue sode

clie toccò in parte alla tribù d'Aser, e la e spaziose mura, ed suoi due castelli fu- i

chiama termine aquilonare de' cananei. rono affidati alla difesa de'cavalieri teu-

]\elioi5 avanti l'eia nostra di[)endeva tonici e templari. Ma soidani d'Egitto


i

già da Tiro, poiché Salomone pregò Iram e di Damasco la rovinarono verso la me-
re di Tiro d'ordinare a'sidonii di tagliar tà del secoIoXIlI,es. Luigi IXrediFran-
sul Monte Libano le legna di cui abbiso- cia la ristabilì: però dopo la ritirala dei
gnava pel tempio di Gerusalemme che vo- francesi la sua decadenza fu progressiva.
leva edificare. Scossero i sidouii il giogo 11 Terzi, che produsse altre notizie su Si-
di Tiro 7?.o anni prima di detta era, e si done, rileva che vi si adorava Baarim e
dierono a Salmanazar,allorchèquel prin- Astharol, per cui Dio rimproverò agli e-

cipe entrò in Fenicia. Lo stesso GioseKo brei il sacrilegio d'aver ammessa in con-
narra, che circa i Scanni dopo entrato A- federazione questa gente idolatra. Il fa-

prie re d'Egitto in Fenicia con potente e- moso Iram colle forme più esalte e pre-
sercito prese Sidone per forza, il che fece gievoli dell'architellura vi rinnovò tem- i

alvinciloreassoggettarelultele altre città pli d'Ercole e d'Astarte, al quale offrì in-

fenicie. Ciro pure la conquistò, però i si- censo Salomone affascinalo dalle lusinghe
donii ottennero dai persiani il permesso di sue concubine. Vanta la città la Sibil-

d' aver il loro re particolare^ ed ebbero la Sidonia, che promulgava precetti che
parte a tutte le spedizioni de'loro nuovi si avvicinavano alla morale Mosaica; fece

padroni, al dire d'Erodoto. Nelle guerre stordire Eraclito e il popolo di Delfo, ed


di Serse contro i greci, secondo Diodoro immaginossiche fosse venula da Elicona,
Siculo, il re diSidone comandava una flot- e fosse stala educata dalle INIuse figlie di

ta di 80 vele, e molto contribuì alla vit- Giove. Gesù Cristo santificò colla sua pre-
toria sui lacedemoni. La città fu rovinata senzaSidone,quando da Tiro passò inGa-
35 anni a vanti
I l'era nostra, sotto il regno lilea;poscia vi sparse primi semi del van- i

di Dario Ooo re di Persia. Partiti i per- gelo s. Paolo apostolo nel recarsi a lloma,
siani, ritornarono i sidouii assenti e sfug- e vi ordinò ili. "vescovo.

giti alla strage, e la riedificarono. Ales- La sede vescovile fu eretta nel i ."secolo,

sandro il Grrt^r/eseneimpossessòquando ma i vescovi nonconoscono sino al IV


si

occupò la Fenicia dopo la battaglia d'Is- secolo, e nel XII divenne arcivescovile o-
so, e 333 anni avanti detta era: il suo fa- noraria, sotto la metropoli diTiro.Nel 5i i

vorito Efeslioue le die per re Ballonimo o nel 5i 2 vi fu tenuto un conciliabolo di


agricoltore, a premura del parente suo o- 80 vescovi eutichiani, d'ordine dell'impe-
spite che avea ricusato la dignità. Dopo ratore Anastasio I e contro il concilio di
la sua morte Sidone passò prima a're d'E- Calcedonia, che voleva obbligare a sotto-
gitto, poi a que'di Siria, finche cadde in scrivere VEnotìco (F.) del suo predeces-
potere de'romani. Augusto per le sue se- sore Zenone, ma senza riuscita. Dappoi-
dizioni la privò della libertà; questa ri- ché opposero costantemente s. Fla-
vi si

cuperala, Sidone nelle medaglie s'intito- viano patriarca d'Antiochia, e Giovanni


lava divina, sagra, asilo, autonoma e na- vescovo di Paltò, perciò dall'eretico im-
vnithide. Sidone dopo aver con Tiro fai- pcmlore confinali nel castello diPetra nel-
SID SII) 5
l'Arabia, ove ili.°.«piiò santamente, e il tre Sidopr», Sidonit'H ,
divenne un titolo
a, "ottenne la libciià dal succe>soie (iiu- vescovile in parlibus sotto l'arci vesc(jvo
slino I. In Sitlone vi furono vari vescovi di Tiro, ed Urbano \ 111 nel iGjo lo con-
greci, maroniti, latini e melcliiti. S'ignora ferì al celebre mg.r Gio. Battista Scana-
coine«li>si il I ."vescovo ordinato da s. l'ao- rolo di Modena, autore della famigera-
lo, e tra'suoi successoli si conoscono: Zc* ta o[tera sulla VisìLì de cai cerali, e ili

oobiu che Terzi dice prete e niarliri/zato cui neli8 J2 ne pubblicò l'Jì/ogioWwv.
nella persecuzione di Diocleziano e Mas- Raggi. Per morte di mg.r Giacomo Frati-
simiano; Teodoro fu al concilio Niceno, cone che ne avea portato il titolo, nel 84^ 1

e pare Amfionepure cliein esso prese par- 0*27 gennaio Gregorio XVI fece vescovo
°
te ili favore d'Ario ; Paolo si lro»ò al i di Sidone e sulfraganco di Sabina mg.'
concilio generale di Costantinopoli; Da- Nicola Abiale di Sommariva del Bosco
miano sottoscrisse i canoni del concilio di nel Piemonte, e poi fu amministratore a-
Calcedonia nel ^'"ìi; Mega firmò la cele- postolico ilella città e diocesi di Terni nel
bre epistola sinodica della sua ()ro»incia I '^.'{f^: nel 1. 1 G, p. 2G ileir.^///H«i di B.o-
ecclesiastica all'imperatore Leone I, re- ma se ne legge la Necrologia. Il regnan-
lativa all'assassinio di s. Pioterò il'Ales- te Pio IX nel concistoro di Gaeta de'?,o
saiulria; Andrea sottoscrisse la lettera di aprile iSf\x) vi preconizzò mg.r Camillu
Epifane di Tiro, contro Severo d'Antio- Monteforte di Napoli vicario generale di
chia; Paolo Anthaki fu autore d' opere fpiel cardinale arcivescovo, dichiarando-
in favore della religione cristiana; Gere- lo suo ausiliare, e lo è ancora. Sida ap-
mia sottoscrisse nel 1673 le risposte che partiene al vicariato apostolico A\llcj)j)0
il patriarca Neofilo die sopra molle que- Bcrieaù\ rito Ialino, i cattolici del (|uale
stioni riguardanti gli errori de'calvinisti; sono in piccolo numero. Vi sono i cap-
Etitimio occupava la sede prima del i '/^o. puccini e le sorelle della carità.
Forse al presente vi risiederà un vescovo SIDONE. Sede vescovile di Tessaglia
greco scismatico, avendone avuti in pas- solto la metropoli di Larissa, nel patriar-
salo. Hi." vescovo maronita di Sidone fu cato di Costantinopoli, istituita con rito
GiuseppeAlipiodel i62G,divenne patriar- latino in tempo delle crociale nel decli-
ca nel !G44iC mori nel 1647 -Giovanni sot- naredel secolo XII. N.neoccn[Kiva la sede
toscrisse nel iGtG la professione di fede nel pontificato d'Innocenzolll;PaoloGau-
che Stefano patriarca de'maronili fece in 44^^ '*J nominò Eu-
fredi francescano nel 1

senso cattolico contro gli errori de'calvi- genio IV; Giovanni morì neli44'^>*^ ?'•
nisti; Giosclfo Benedetti viveva neliG95i, successe Luigi ; iodi Alessandro .Ange-
e Gabriele prima
740. Attualmente del i lo trasferito a Terracina nel 53 ma i
J.
,

è vescovo cattolico òa' Maronili [F.) mg."" l'Lghelli lo chiama Cipriano de Caris;
Ahilalla IJostani. 111. "vescovo de'laliui è GiovanniBracciano francescano eletto nel
l>t-riiai(l(),che as^istè al concilio d'Antio- 1 53 "). Oriens cìuist. t. 3, [ì. i)83.
chia nel I I 3G, e mori verso il i 1
54 ; gli SlDONIOAPOLLINAUKC.uoSoLuo
successe Amalric-onbbatc premostratense (s.), vescovo di Clermont in AIvergna.^ac
consagralo nel I l 'H 7 e morto nel 1 1 7 G, in- ijiie a Lione circa il 43 i ,da una delle più
di Odone in «letto anno, ec. Orient dir. illustri finìiglie delle Gallie , e i »li lui

t. ?., p. 8 Ii3oo. Final-


I , t. 3, p. H7 e padre ed avo liirono prefetti del pretorio.
mente iMclclnli{^y.) pure avemlo avuto
i Studiò belle lettere sotto esperlissimi pro-
in Sidone loro vescovicallolici,dal 835
i 1 fessori, e divenne uno de'piìi celebri jmhjIì

lo è mg.' Teodosio Konjiingi ilcll'ordine ed oi.itori del suo tempo. Comandò per
di s. Ij.isilio e dilla congregazione tlel s^. (pi. delie tempo nelle annate dell'imperi»,

Salvatore ucl Munte Libano (^ )• Inul e sposò Papiamlla, iig'ia di Avituchcfu


6 SID SID
poscia imperatore, e dalla quale ebbe tre vennero a far sì ch'egli ne fosse cacciato.
ligli,uno mascbio e due femmine. Dopo Tornato però presto alla sua chiesa, morì
la morte di Avito, Sidonio Apollinare fu in mezzo alla sua greggia a'2 agosto 482. i

perseguitato dal successore Maiorano, che Il di lui corpo, seppellito dapprima nel-
però conosciute le sue belle prerogative, l'antica chiesa di Saturnino, fu poi por-
s.

gli restituì beni, e gU diede il titolo di


i tato in quella di s. Genesio. La sua me-
conte. In seguito si ritirò in Alvergna,ove moria è in grande venerazione aClermont,
divideva il suo tempo tra lo studio e gli dove se ne celebra la festa con molta so-
ma allorché An-
esercizi della religione; lennità a'23 di agosto. Abbiamo di s. Si-
temio venneinnalzaloall'impero nel 4^7» donio Apollinare 9 libri dileltere,ed una
lo chiamò a Uoma, e creò principe del se- raccolta di poemi sopra diversi soggetti :

Dato, patrizio e prefetto della città. Sido- i principali di questi poemi sono pane- i

nio Apollinare sempre umile, pio e cari* girici degl'imperatori Avito, Maiorano
tatevole, non fece u.so della sua autorità e Antemio. 11 dullo Savaron fece stam-
che per procurare la gloria di Dio e il mag- pare le opere di lui con buone note a Pa-
gior bene de'popoli. Restato vacante nel rigi;ma l'edizione de! p.Sirmond nel 632 1

471 il vescovato di Alvergna, ora Cler- è assai più perfetta.


mont, fu eletto ad occupar quella sede, SIDONIO(s.)abbate,dettoanchei$'/7e/2^.
mentre era laico, e viveva ancora sua mo- Irlandese di nascita, si recò in Francia coi
glie, per cui procurò di esentarsene; ma poi religiosi che s. Filiberto abbate di Jumiè-
per timore di resistere ai divini voleri ac- ges aveva mandati in Irlanda per riscat-
cettò, edi reciproco consenso si divisedalla tare gli schiavi, ed entrato in questo mo-
moglie, la quale morì due o tre anni do- nastero vi prese l'abito. Quivi portò al più
po. Abbandonata la poesia, che fino allo- alto "rado del fervore l'umiltà e la mor-
la avea formato le sue delizie, si applicò tificazione che vi si praticava, e divenne il

agli sludi convenienti al novellosuostato, modellode'fralelli. La sua famalo fececo-


e fu in breve capace di sciogliere le dif- noscerea s.AudoenoarcivescovodiRouen,
ficoltà che dagli altri vescovi gli veniva- non che alla corte del re Teodorico III.
no proposte. La sua mensa era sempre fru- Il pielato colle liberalità di (juesto prin-
gale ; digiunava assai spesso, e praticava cipe fondò un nuovo monastero nel paese
molle austerità. Fu profuso co'poveri, e di Caux verso il 674, che Sidonio
e volle
durante una carestia provvide coli' aiuto ne fosse il 1.° abbate. Egli aveva una te-
di suo cognato Edicio alla sussistenza di nera amicizia per lui, e lo consultava ne-
piìi di 4000 borgognoni, e d'un gran nu- gli alTari più dillicili: lo pregò puie di te-
mero di altri stranieri, a cui la miseria ave- nerglicompagnia in un viaggio che per
va fatto abbandonare la loro patria. Fa- divozione feceaUoma, IMorìs. Sidonio cir»
ceva sovente la visita della sua diocesi, e ca il 689, e la sua memoria è onorata ai
adempiva con eguale 7elo e prudenza tut- i4 di novembre.
te le funzioni del pastorale ministero. Nel SIDROIVIO (s.), martire. Altro noa
^^5 la città di Clermonl fu assediala da si sa di questo santo, se non che versò il

Alarico rede'visigoti,ed essendoslata pre- suo sangue per Roma, durante


la fede a
sa dopo una forte resistenza, il santo ve- la persecuzione diAureliano, cioè dal 270
scovo osò chiedere a quel principe ariano al 270. La sua festa principale è segnala
parecchiegrazie pei cattolici; ma nulla ot- agli di luglio. Verso la fine del secolo
I I

tenne, anzi fu rinchiuso qual prigioniero Xl,Adela mogliedi Baldovino IV di Lilla


nel castello di Liviana presso Carcassona. portò in patria le reliquie di s. Sidronio,
Non mollo dopoAlarico lo rimise su Ila sua delle quali arricchì il monastero delle reli-
sede; ma due preti faziosi -e corrotti per- giose benedettine da leifondatoa Meesse-
SIE SIE 7
Dtt, lungi due leghe da lpii,ìn cui fini i Repelli nell'utilissimo Dizionario della
suoi giorni. Toscanaj è costà dove i due poggi riu-
SIEDRA. Sede vescovile della Cilicia niti tornano a bifurcare i due rami, uno
Trachea, osecoudoaltri della diocesi d'A- dc'fjunli dirigesi verso la porta Romana,
sia, sotto la metropoli di .Sida, eretta nel mentre l'altro verso libeccio sale al fa-
VI secolo, mentre vi fu pure chi l'attribuì moso duomo,edilàsinoaIla porta s. Mar-
alla Licaonia. Ne furono vescovi: Nestore co, donde esce la strada regia Grossetana.

che fu al concilio di Nicea; Seleuco ni- Trovasi Siena distante 40 miglia da Fi-
pote di Traianogeiierale dell'imperatore renze, 3c) da Arezzo e da Massa-Marit-
Valenle;Caio sottoscrisse il concilio diCal- tima, ecirca 4^ da Grosseto. Questa bella
cedonia; Stratonico fu al 2.°di Costanti- città è fabbricata a forma d'una stella a

nopoli SulloMeniia nel 536;Giorgio firmò G punte, in mezzo a colline di aspetto pit-
i canoni in Trullo. Orieiis clinsL l.i, p. toresco, e sembra che sia tutta nel cratere
joo8. d'un estinto vuli^ano, avendo palilo più
SIENA [Sentn). Città con residenza volte terribili scusse di terremoto. Quanto
arcivescovile del granducato di Toscana, al clima, diceva il p. della Valle: Se toc-
antichissima e celebre, già romana colo- casse a me scegliere nella Toscana dove
nia, più tardi residenza di iluegastaldi eco- meglio vivere, darei la preferenza nell'in-
nomico immediatamente sog-
e [)olitico, verno a Pisa, e nell'estate a Siena. Per
getta a're Longobardi (/'.); divenuta in verità il clima di questa città nella calda
seguito sotto il governo de'Carolingi sede stagione è delizioso, mentre nell'inverno
d'un vasto territorio, (|uindi capitale di vi dominano frerjuenleinente i venti, spe-

repubblica nobile e potente del medioevo cialmente quelli di grecale. Le sue mura
nella stessa l'osca Maglina lenente riunita al urbane girano poco più di 4 miglia to-
dettogranducalo fu fatta capoluogodello scane, e contengono più di 22,000 abi-
Stato Nuovo ^ residenza costante d'un me- tanti: ne' tempi andati Siena avea una
tropolitano, di un'università, e d'un go- popolazione di sopra a 100,000 individui.
vernatore civile, con tribunali di [.^istan- E contornata da due sole comunità, cioè
za, uno de' 5 dipartimenti doganali e delle da rpiella delle Masse del Terzo di Città,
camere di soprintendenza comunitativa
/il e dall'altra parte pure delle Masse del
del granduca to.Siena,iScr/i^e,e aulica men- Tei*zo di s. Martino. La I. 'si accosta alle
te Sena e Saena , è vagamente situata n)ura urbane di Siena, che dalla parte di
sulla cresta elevata di duesproni di poijgi, settentrione girano per ponente fino a o-
unode'(|uali diramasi dai monti della Ca- stro; dalla porta di Camullia sotto la for-

stellina del [)ietroso Chianti, dirigendosi tezza, e di là per la porta di Fonte Bran-
per Vagliagli, sulla strada postale sino a da, porta Lalerina, porta s. Marco e por-

l'^on teliecci, dove acco()piasi all'altro spro- ta Tufi, fino alla porta Romana; mentre
ne che slaccasi dal Monte Maggio. due 1 costà, proseguendo a scirocco verso levan-
sproni I iuniti dal Fonte Becci si avanzano te e greco, sollentra il territorio della co-
verso Siena sino verso le sue porte meri- munità del Terzo di s. .Martino, il quale
dionali. A metà circa della città si toc- passa rasente alle mura di Siena per por-
cavano i teriiiini de'3 Terzi di Siena, cioè ta Pispini e porta Ovile, sino a (|uella di
pi)Co lungi ti. dia Croce al Travaglio presso Camullia. Quattro strade regie fanno ca-
alla gran piazza ilei Campo, celebre [>er po a Siena, oltre la subiiibaoa ili Pescaia;
la svelta altissima torre delta del Man- e due sono puntali, una che »i enlra per
gia, pel palazzo pubblico, e pel giuoco il porta Gimullia venendo da Firenze, l'aU
più popolare e piìi allegro di ipianti con- tr.« che esce da porta Romana per Ilu-

tar ne può tutta Italia, come aticrmu il diculàni e Roma. Chi cunsidcravd la pò*
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sizionedi Siena come quella d'una città scono il l)ello di sua architettura, sia per
centrale della Toscana meridionaledisse l'amenità del passeggio, da verdi alberi
hene,comebendisseilVillanidicliiarando con simmetria spalleggiato. Da un latodi
la vicifia teri'a cospicua di Poggibonsi e essa sorge nell'interno della città la vec-
16 miglia lungi, situata nel bilico della chia fortezza, colla cui spianata si è for-
Toscana. La posizione della città la pri- mato il pubblico giardino denominato la
va non solo di corsi d'acqua che l'attra- Lizza, che le statue, i sedili,! viali e la ver-
versinOjma ancora di buoni pozzi e di fonti dura coucorrono a rendere giocondo, in-
copiose d'acqua potabile. Per riparare a vitando a piacevole trattenimento; men-
tanta necessità, gli antichi sanesi procu- tre dagli adattali bastioni a terrazzo si go-
raronsi varie fonti pubbliche, ricercando de la vista del sottoposto giuoco del pallo-
acque sotterranee da lungi, mediante std- ne, ed in un angolospazia la comoda scuo-
licidii più o meno profondi, e l'antichità la destinata alla cavallerizza. LaPorta Ro-
di questi acquedotti sotterranei probabil- mana, già Porta Nuova, ha il maestoso an-
mente risale all'epoca della colonia mi- tiporto a guisa di torrione, disegnato dai
litare di Siena, siccome lo fa credere la Agostino e A-
fratelli scultori e architetti

magnificenza e spesa grande di que'lavo- gnolo di Siena neli32o,eheli44o fu in-


ri, che aliuìenta non meno di 9 fontane cominciata a dipingere la paiteesterna del
pubbliche, senza comprendervi la Fonte torrione, colla Vergine incoronata di
1».

Hecci eretta nel 1 2 1 8 tlue miglia dalla por- Ansana Porla s. Marco, che e-
di Pietro.
ta Camullia. Tutte le fonti cedono in fama sistendo nel 1299 ebbe un antiporto gran-
alle due maggiori, Fonte Branda e Emonie dioso del celebre Baldassare Peruzzi,eda
Gaia. La ripartizione di Siena in Terz/ os- ultimo fu costruito l'esterno ampio piaz-
sia rioni, rimonta ad epoca molto remo- zale [)el pubblico passeggio, oltre la va-
ta, chiamandosi uno di essi Terzo di Cit- sta strada per a Grosseto. Porta Pispini
ici^ il i^Terzo di s. Martino, il 3. "Terzo o di s. Vieni è famosa, sia perchè delle più
di Camullia. Ne'tempi della repub-
.'.uà antiche, sia perchè uscì da essa l'oste sa-
l)lica i Terzi di Siena si estendevano an- nese per scendere ne'campi di Montapei lo
che a'suburbii, co' vocaboli di Masse del nel giorno della gran battaglia, sia per-
Terzo di Cilici, di s. fllardno e di Ca- chè di qua parte un 4-" strada per Arezzo,
mtdlia. In seguito le /l/fif^ifi costituirono oltre la Lauretana. Neli32G fu innalzato
3 comunità suburbane dipendenti nel ci- il torrione, dove più tardi il Sodoma di-
vile e nel politico dai magistrati residenti pinse il bel Presepio col meraviglioso An-
in Siena. Attualmente le porte aperte del- gelo; il baluardo a sinistra è del Peruz-
la città residuano a y , oltre la Lalerina zi.La Porta Lalerina fu compita nel 1 528,
che apresi momentaneamente la notte : l'idlima del cerchio attuale ad aprirsi e
meritano ricordo la porta
fra le esistenti la I .'a chiudersi a'viventi, poiché nel 1 784
Camullia delta anche Fiorentina e rifatta lasuburbaoa clausura de'canialdulesi di
più grandiosa nel i6o4,con l'epigrafeiCor Galignano fu ridotta a Camposanto pei
niagis libi Sena pandit. Infatti comtuie defunti cattolici sanesi, al solo trasporto
è la lode che si rende da'forestieri all'o- de'(piali è limitata la notturna apertura
spitalità e grazia de'sanesi, alla
venustà e dellaporta.il tabbiicalodiSiena iionman-
donne, talché lo Schroder te-
ilarità delle ca di grandiosi edifizi, di vaghi palazzi ,

desco nel suo libro, Rlonumenlornm I- fra'fjuali quelli de'Tolomei, Chigi, Picco-
taliae, definì le femmine sanesi, delizie i- loinini, Diancine altri, e di belle ca.se fatte
taliane. La Porla Camullia o Cauiollia con pulitezza e buon gusto artistico. La
offre il più splendido ingresso alla città, piaz/.a del Campo, d'ampia area, è la più
sia per gli ornamenti [littorici che accrc- leggiadra e più grande piazza diSicua,siu -
SIE S I I*:
9
colare per la forma di mezza conchiglia della Fontn, ed il bel colonnatodi recente
incavala, per raicliitetluia degli e«li(izi cnslruito con marciapiede, compiono le

che la contornano, e piìi che alt«o per le decorazioni della superba piazza. Dirim-
gioconde e magnifiche feste e giuochi dei petto al palazzo pubblico sopra la Fonte
fantini delle contrade, che massimamente Gaia esisteva laCuria de'iNlercanti, ridotta
si faimo a'2 luglio e a' 16 agosto, ed as- più tardi ad uso di casino de'nobili, ac-
siste alla sorpiendeiile coisa una lòlla di canto al grandioso pahizzo dei marchesi
po|)olazione talvolta superiore a quella Chigi, slato innalzalo al pari del casino
della città, nelle quali corse entusiastiche con disegnoassai diverso da quellodei pa-
fanno comparsa i i 7 rappresentanti delle lazzi de'secoli X\\ e XV, che rendono
contrade di Siena colie [)roprie insegne, alla gran piazza e ingenerale a tutta la
sotto le (piali il popolo accorreva armato cillà un'impronla singolare. La chiesa me-
al suono della campana pubblica della tor- tropolitana o celebre duomo di Siena è
re de IRIangia. In (piest'ira ponente e gran- lai." sua chiesa, la più bella, più ricca e

de recinto sboccano i i strade. Una delle più ornata anche del suo stalo, fdbbri-
suef.ibbriche più grandiose che decorano cala secondo la liturgia antica colla fac-
la piazza del Campo è (piella del pal;i7.zo ciata rivolta a ponente. Si vuole che l'an-

pubblico, già detto della Signoria, come tico duomo di Siena esistesse nel Castel-
sede de'rappiesentanti sovrani della re- vecchio, che la tradizione appella Sena
pubblica sanese, il quale fu costruito nel /^e/».«, enei cui recinto credesi che fosse la
1184 dai Signori iSove, in seguilo com- residenza de'governatori,de'gastaldi o go-
pito e abbellito con una raccolta di squi- vernatori de're longobardi, e de'conti de-
site pitture di celebri autori d'ogni ge- gl'imperatori Carolingi, ed anco degli an-
nere, in particolare della scuola sanese, tichi vescovi sanesì. Nel 1012 già esisteva
a cui si attribuisce sopra tutte le altre to- l'odierno duomo, successivamente dal se-
scane il primato; non che nobilitato di colo XI 11 in poi riedificalo, ingrandito e
monumenti artistici, riuscendo d'or-
altri sontuosamenle decoralo, e lino dalla più
namento alla città. Della gran sala delle remola eia trovasi dedicato alla B. Ver-
assemblee si è formato il vasto ed elegante gine Assunta, poiché tanla fu sempre la
teatro che disegnò il Bibiena. Un tempo pietà e divozione de'sanesi verso la Ma-
\i fu in esso 1' oliìcina della zecca, sulla dre di Dio, che la città venne per eccel-
quale neh 844 ^^ pubblicala la [jregiata lenza denominata: Senai'ctitsciiiliTi f ir'

storia col modesto titolo di Crani sulla ginis j Città dtlla /ergine avvocata di
zecca sanese. Annessa al palazzo neh 32 5 Siena. Da alcuni è creduto il tempio più
i delti fratelli Agostino e Agnolo incomin- ornato ch'esista dopo il duomo di.Milano,
ciarono la ricordata torre Mangia, alta più e chiamato galleria delle belle arti, per
di I
7 1 braccia, dalla cui sommità si gode quelle che vi li-iplendniio ilall'epoca del
tutta l'adiacente campagui sino a Radi- loro rinascimento, lino a quellodei loro
cofani; a pie della medesima nel 35?. fu 1 perfezionamento. L'Addisson, nel l. 4*^^'
costruita la cappella detta ili Piazza, poi de- siìo\ / iaggi, dopo la sontuo-
confessò che
corata con liegio e bassorilievi allegorici. sissima basilica Vaticana, può vedersi con
Verso il I 3 K) si principiò il propinquo pa- piacere il vasto, ricco ed elegante iluomo
lazzo tielle carceri, giacché innanzi ipiel di Siena. La peste del 1 3 jiS fece sospen-
tempo delinquenti si nnchiuilevano nelle
i dere l'ulteriore suo ìiigiaiiilimento, poi-
torri dc'privati. La l'onte (iaia, maestosa ché dovea essere più ampio. La lunghezza
e ricca di pregievoli sculture eseguile nel totale di (pieslo iirnati'>siiiui tempio è di
l4i<) <li' <»iacoMio dell.i (^ucmci.i, che gli ItiMccia iiuienliiK' I i)3, la larghezza della
(iieriluruuu poi rappcllaiionc di Giacomo cruciata iSq, e delle nuvule 4 *• ^^^ *'•*
IO SIE SIE
angolo, die in questa maestosa chiesa sia teste al dire di Fanucci), ma con tale in-
rimiistonuclo,a(3rincipiaredal pavimento esatta cronologia che rimarcai nel voi.
istorialodelBeccafumiedialtri in musaico XXX, p.
277, laondeildotto Novaes ca-
e in parte intagliato, finoal suofastigio, e nonico della medesima non ebbe corag-
dalla ricchissima facciata finodietro ai suo gio di continuare le osservazioni che a-
coiOjOitre l'acquasantiera di lavoro gl'eco, vea cominciato per sua istruzione. E' as-
e precipuamente il pulpito insigne di mar- sai nota la così delta libreria del duomo
mo africano, delicatamente scolpito nei diSiena,ch'è un vero tesoro, dove il Pia»
Lassi rilievi daiVicolò e dal figlio suo Gio- turicchio a fresco rn 10 grandi spartiti
vanni Pisano; talché non è possibile rin- dipinse le gesta principali di Pio II, per
chiudere in breve descrizione la nota so- ordine del nipote Pio III, con disegni di
lamente delle tante sue singolari bellezze RalTaele, e perciò detta la stanza di Raf-
artistiche, che meritarono giustamente faele. Nel centro di questa gran sala am-
d'essere illustrate anche nella classica e mirasi un antico gruppo di m wvao bianco
nobilissima opera dedicata a Leone XII: di greco lavoro, rappresentante le 3 Gra-
Chiese principali d'Europa. Solo aggi un •
zie, ed alle pareti il cenotafio del beneme-
gerò, che la maestosa architettura è di rito governatore Giulio Bianchi, scultura
perfetto gusto de' goti; tanto l'esteriore delcomm.rPietro Tenerani, situato pres-
sua parte quanto l'interna sono rivestile so l'altro cenotafio di Paolo Mascagni co-
di marmi bianchi e neri; la facciata ri- me principe degli anatomici del suo tem-
donda di statue e nobili ornali, con due po, scolpito da Stefano Ricci. Sono altresì
bellissime colonne di porfido ; la volta pregievoli i grandi libri corali ivi esisten-

dell'interno in azzurro con stelle d' oro ti, specialmente per le belle miniature in
Talea rompere una tal quale monotonia essi fr. Benedetto
eseguite dal religioso
che risulta dalle strisele marmoree bian- daMatera. Oltre il gruppo, altri monu-
che e nere, ed a rallegrare la vista. I mu- menti antichi sono il candelabro esisten-
saici del sorprendente pavimento sono te nel duomo, e l'arcadi marmo scolpi-
ben conservati; gareggiano in sublimità ta ad alto rilievo con figure mitologiche,
i lavori di scalpello de'primi maestri col- lavoro del tempo degli Antonini, scava-
le stupende pitture che abbondano vi
,
la vicino air Opera del duomo, nel cui
ammirandosi fra quelli due statue del vestibolo a guisa d'architrave fu murata.
Bernini, ed in queste due quadri del Ma- In im angolo
o esterno del duomo si vedono

ratta; un capolavoro poi essendo la ma- le pareli marmoree condotte secondo ili

gnifica cappella Chigi, di cui parlerò di- disegno del tempio ch'era assai più sin-
cendo Alessandro Vii che l'eresse, ove
di golare e vasto, ma interrolto falal mente
lussureggiano alarmi e le pietre dure
i rimase per le calamità onde fu Siena al-
colle più ammirevoli disposizioni. Tra la metà del secolo XiV afflitta. L'illu-
tanto complesso di meraviglie ricorderò stre capitolo della metropolitana innan-
pure i monumenti de'sanesi Papi Ales- ziil 000 contava 5 dignità, e dal i-'ecci,
I

sandro ili. Pio li. Pio Ili e Alessandro Stona del vescovado, a^^v^wào ch'era-
Yil, rappresentati in istatue col manto vi il prepostOjl'arcidiacono, il priore del-
pontificale e triregno, in alto di benedi- la scuola, vicedomino, e
il primicerio, \\

re; rimarcherò tra quelli sepolcrali dei come nelle chiese più ragguardevoli d'I-
sanesi, quello del cardinal l'etroni vera- talia, prima e dopo il i 000 i canonici si

mente splenilido. Nella navata di mezzo intitolarono cardinali preti e diaconi;che


t)eli4oo vi fu collocata la collezione dei il vescovo Leone del 1 029 fabbricò loro
ritratti de'Papi in busti di creta (secon- la canonica e il clauslro: forse vi avran-
do Novaes, di rilievo di marmo sono le no menata vita comune, secondo la di-
SIE SIE II

5c'n)lina d' allora. Nel i 2 i 5 fa scrilto II ad istanza del medesimo cardinal Zou-
fiituario pe'meclesiuii canonici per ofll- dadari, in perpetuo concesse alle dignità
ciaie la chiesa saiiese, ed è inleressaiile e canonici della metropolitana l'uso del
per lesile eiudizioni ecclesiastiche, li car- collare, fascia e calze di seta paonazza,
dinal Cbaldini stabilì alcune ordinazio- e fiocco pure di seta paonazza al cappel-
ni concernenti un più perfetto regola- lo, tanto nella metropolitana che utipii
mento del capitolo, d'ordine d'Alessan- icbtaue locorurn, ed eziandio l'uso della
dro IV nel 2 jy, che lapprovò col breve
i bugia o palmatoria nelle messe private
Qitae de mandato. Il vescovo INlormile celebrate in Siena e sua diocesi. Il capi-
nel I 395 riformò ampliò le costituzio-
e tolo adunque della metropolitana ricevè
ni de' canonici, e furono confermate da da Pio VII tali privilegi, anche in con-
Pio II nel 1460 colla bolla Pridcrn ad siderazione della divozione dimostrala
ecclcsiam Senensem. Di altre disposizio- al predecessore Pio VI nel soggiorno che
ni e leggi de'vescovi ne parlerò poi nel fece inSiena, e tuttora si compone di G di-

ri[)orlarue la serie. Pio VII col breve In gnità, le prime delle quali sono l'arcidia-
suniino apostolalits,de22 gennaio 802, i cono e il primicerio, di 1 8 canonici com-
Bidl. Roni. coni, t.i i, p. 28 i, ad istanza prese le prebende del teologo e del peni-
dell'arcivescovo Anton Felice Zondadari tenziere, di mansionari, di cappellani, di
concesse alle 6 dignità e 8 canonici a' 1 chierici. Quanto all'episcopio è prima-
della cattedrale l'uso della mitra bianca mente a sapersi che Siena dopo avere ri-

di tela, da assumersi co'paiainenti sagri cevuta la colonia romana, fu per lungo


nelle solenni funzioni, sia nella metropo- tempod'angusta estensione, perchè il cir-
litana che nella diocesi, presente o assen- cuito di sue mura poco spazio abbrac-
te l'arcivescovo e in perpetuo. Col breve ciando non veniva a comprendere quella
Qnanlum dignUalis, dello stesso giorno, parte che a distinzione degli altri 2 Terzi
282, Pio ^ li per le premine
loc. cit. p. o rioni in progresso di tempo aggiunti
del nominato carduiale in per[)etuo ac- formarono la presente città. Risiedeva-
cordò pure l'uso della mitra di tela bian- no i vescovi nel luogo principale, più an-
ca al preposto della collegiata della Vi- tico e più elevato, chiamato Castel vec-
sitazione della C Vergine <li Provenza- chio, nella cui superstite torre nomina-
no, I.4 dignità della niedesim.i(ora
'delle ta di s. Ansano è tradizione che fosse pri-
il capitolo sembra composto del prepo- gione quel promulgatole del vangelo nel-
sto e di canonici), che hanno l'uso della le contrade sanesi, per cui ivi a suo ono-
cappa magna come canonici della n)e- i re fu edificata una chiesa, che rovinala
lropolitana,da assumersi tanto nella col- verso r88i, nello stesso luogo, per con-
legiata che nella diocesi, presente o as- servarne la memoria, altra ne fu labbri-
sente l'arcivescovo, nelle solenni funzio- cala nel 1437. In appresso i vescovi la-
ni co'paramenti sagri (riferisce Pecci che sciarono la dimora diCastelvecchioelras-
nel I
748 il capitolo di Provenzano com- ferirono la loro sede in luogo più nobile
ponevusi delle dignità del preposto, ar- presso il duomo, somministrato da 4 del-
ciprete e primicerio, di i 1 canonici, 20 le principali fìimiglie, cioè de'casali For-
ca[)pellani e di chierici). Di piìi il l\ipa liguerii, Anlolini, lìostoli e Ponzi, per
permise che la figura (.Iella mitra si [)u- cui quando il nuovo vescovo faceva il suo
tesse usare nelle insegne gentilizie di det- ingresso i capi di tali famiglie ne adde-
te dignità e canonici della cattedrale e stravano il cavallo, l'introducevano nel
del prepoNlodella collegiata. Lo stessoPio iliioino e nel palazzo vescovile di loro pa-
VII col breve lioniannntnt Ponti fìciti», ilronnto, ricevendo in dono il cavallo, e
de' 1 2 giugno 1818, litdt. cit. 1. 1
ì, p. 5 2, venendo ammessi in (jucl giorno dal ve-
12 SIE SIE
scovo a mensa per averlo messo nel pos- abitarono i ss. Tommaso d'Aquino e An-
sesso del vescovato. Minacciando il pa- tonino, ed il b. Ambrogio Sansedoni: fu
lazzo rovina e conoscendosi che colla sua occupato da'domenicani sino al 784,10 i

demolizione s' ingrandiva la piazza del che lo doverono cedere colla chiesa a'be-
duomo, e questo si sarebbe maggiormen- nedettini venuti dal monastero suburba-
te isolato, con autorizzazione d'Alessan- no di s. Eugenio. La chiesa di s. Fran-
dro VII nel i658 si atterrò insieme al- cesco è vasta ed elevata come la prece-
l'oratorio di s. Biagio ch'era la cappella dente, la cui origine risale al 1826, ma
arcivescovile, onde il Papa fece incrosta- ridotta nello stato chesi vededopo la me-
re di marmi quella parte esteriore del tà del secolo XV, ed il convento de'fran-
duomo che prima veniva coperta dal pa- cescani fu abitato da Pio II nell'estate
lazzo. Restato l'arcivescovo senza la pro- 1460. Vi restarono i minori conventuali
pria residenza, la pia Opera del duomo, sino 311782, quando colla chiesa fu da-
a seconda dell'assunto obbligo, adattò to a'domenicani gavotti, poi tornati in s.

per tal uso alcune sue case situate avanti Spirito. La confraternita di s. Bernardi-
J'ospeilale di s. Maria della Scala e con- no contigua ali.°de' 3 clauslri del con-
giunte alla canonica. Fero riuscita l'abi- vento, è ricca di pitture a fresco di ec-
tazione alquanto angusta, l'arcivescovo cellenti artisti sanesi, come il Sodoma, il

AscanioPiccolomiiiiandòastare nel pro- Beccafumijil Vanni e il Pacchiarotto. La


prio palazzo, il successore cardinal Celio chiesa de' religiosi servi di Maria fu ri-

Piccolomiui dimorò nel palazzo Pape- fabbricata del tutto da Peruzzi nel 528, 1

schi, poi luogo del collegio Tolomei, e ora mettendo in opera le belle colonne di ci-
resilienza del regio governo, indi volle a- pollino per sorreggere la navata di mez-
Litarlo mg."^ Marsilj, ma il successore A- zo. La bella chiesa di s. Agostino, già de-
lessandroZondadari indusse l'Opera del gli agostiniani, ha una magnifica clau-
duomo a tenergli a pigione la casa diGiu- sura o convento, convertito nel 18 18 per
lio Cesare Piccolomini nella piazza Po- abitazione del collecfio Tolomei, e rico-
stierla, finché fosse reso più cocuodo ilpa- nosce il suo principio nel i258, indi ri-

lazzo destinato per episcopio, il quale fì- dotta col claustio nello stato grandioso
naltnenteieso conveniente, l'arcivescovo posteriore in due epoche, la i
.'
nel 1 4^^>
andò a dimorarvi, ed in parte l'ornò a la 2.* nel
1 773 con disegno di Vanvilelli.

proprie spese, e così fu formato l'episco- Nell'antico convento furono accolti ad o-


pio alluale.La pieve di s. Giovanni o Bat- spizio Gregorio XII e Eugenio IV, nel
tistero è un tempio antico costrutto sot- nuovo vi dimorò Pio VI nel 1799- L^i

to l'altare maggiore della cattedrale, che chiesa di s. Spirito fu eretta nel i345, poi
lia separato ingresso nella parte bassa del- abitata da'silvestrini, indi da'domenica-
la collina, e ridonda di pitture nella vol- ni gavotti, che nel 468 poterono rifare
1

ta e di bassiri lievi inbronzo nella fonte le mura, ed magnifico Pandolfo Petruc-


il

battesimale. Dice Pecci che al suo tem- ci nel i5o4 vi fece innalzare a proprie
po eran vi dentro la città 4pai"''0cchie,ma spesela cupola. Nel i 782, quando i frati

solo (|uella di s. Giovanni aveva il fonte gavotti furono traslati in s. Francesco, la

batlesimale.e molte più ve n'erano quan- chiesa e convento di s. Spirito fu ceduta


do Siena contava più numerosa popola- all'accademia ecclesiastica, poi al parro-
zione. Le altre chiese principali di Sie- co delia chiesa soppressa di s. Maurizio,

na sono s. Domenico incominciata nel


: finché nel 1843 da s. Francesco vi ritor-

1221, che possiede la celebre tavola del narono domenicani i gavotti. Nel chiostro
i.°pillore toscano Guido da Siena, per- vi è il pregiatissimo alfresco esprimente
chè dipinta ucl 1220, nel cui couveulo il Calvario, opera difr. Bartolomeo del-
SI E SI E i3

1.1 f'ortfi. La Martino è una


chiesa di s. slribiiirc le elemosine a'poveri, n fare al-

delle [)iii aiiliclie di Siena dopo la calle- tre opere di carila cristiana. Nel i4b6
dndc,e die il non»c ad uno de'Terzi del- l'oratorio fuampliato in chiesa, nel i
779
la città e delle IMasse, e piiniadel secolo vi furono riuniti vari spedaletti sparsi per
XII era decoiala del titolo e f|ualità di la città la fabbrica è veramente gran-
:

chiesa canlinale, ossia cuia pariocchiale mar-


diosa, con fioiile«[)izio iiic:ro>lalo ih
con ballislerio, e nel i i(j8 fu concessa ai mi bianchi e neri, e comodissimi sono gl'in-
canonici di s. Frediano di Lucca, da'qua- terni locali; l'annua sua rendila auiinun-
li neli43c) per hreve d'iìuf^enio IV l'el)- ta a lire 1 88,206. L'ospedale di s. Nicolò
hero i (Vali Lcccetani di s. Salvatore, poi degli alienali è un'istituzione moderna,
s«[)pressi nel ("(SS. La fjiii ricordata in- cretto dall'antica Conlialei iiita de'disci-

signe collet;iala di s. INLiria di l'rovenza- plinanti, il cui locale già di monache nel

nu, la cui iuituagine è in t^ran venera- I 8 8I ftt ridotto a custodia tle'|)<tzzi : e>so
zione, fu eretta nel i
594 in forraa di ero- è capace per circa 60 dementi, Diaiite-

cegreca,con capitolo e suo preposto. Tra nuti mediante reti ibuzione mensile del-
le c<iiilral(riiile, rpiella di s. Caterina da lecomuni cui appartengono. Ouasi con-
Siena ha l'oratorio pregievole per le nie- temporaneo suise lo stabilimento di men-
nioiìe della »anta, e per la co[>ia e bel- ilieità, quando cioè i sancsi mossi dalla
lezza delle pitture che l'adornano: fu fab- situazione lagrimevole della plebe, affa-
bricala dal comune nel i 4^' 4> dov'era la mata e oppressa dalla carestia e dal tifo,
Jioltega di tintoria del padre di s. Cate- SI tassarono volontariamente per aprire
rina e la casa in cui ella iiac(|ue; il picco- un asilo alla mendicità, ove ricevervi e
lo clauslro credesi del l'eruzzi. nutrirvi i questuanti della città, e acco-
Se Toscana richiama a se l'atten-
la gliervi per pochi giorni i convalescenti
7Ìone degli stranieri per le numerose isli- che usci vano dall'ospedaledella Scala. La
lii/.ioni d o[)ere di bt.nelìceiiya che la ren- icchisione de'poveri si limita al gioì no,
dono superiore a molle altre parti del- tornando tramontar del sole alle loro
al

I l'^iiro[ia civilizzata Siena ne conta tiiule case. La suddetta compagnia de'tliscipli-


da meritare d'esserequeste più conosciu- nanti o della Madonna sotto le Nolte del-
te, perchè danno saggio dello spirito re- lo spedale già esisteva nel 1 5r)5, ed il suo
ligioso e ci viltà de'suoi abitatoli Lna del- scopo fu sempre r|uello di rendere utili

le istiluzioni di carità per le «piali i sane- a'suoi cittadini i soccorsi, de'cpiali è de-
si lurono sein[>re larghi, sia per anziani- positaria per pie disposizioni de benelat-
tà, sia per lustro, contasi rpiella del ce- tori che cumularono in essa un ricco pa-
lebre ospedale di s. l\Luia della Scelti, !\\ trimonio: conferisce annualmente un uu-
(piale articolo pai lai di sua congregazio- nierodidiiti,sommiiiislia alle partorien-
ne, a cui si aliii;liaiuii() molli altri spedali ti un sussidio pel villo ne' pi imi giorni
diTuscanaedi iillii stali liinitrofì, eo'ie- puerperio, e distribuisce liuiusiue a
liei

ligiosi spedalieri, l'uriginc de'(|uali è con- domicilio n molte persone vergognose ;


trastata, alcuni allribuendola al b. No- ma assai uiìi rilevanti sono i sussiihì che
vello e altri piìi comunemente al b. So- la beneinerila compagnia concede a quel-
loie, ma \i iipii^;na il lìrpcHi, che iile- li che SI dedicano a' buoni sludi Siena
risce la più aulici iiMiiinria i iiiiruitareal tuttora fiorisce negli >labilimeiiti di pub-
Jo88, «piando l'ospedale di s. Maria ora blica islrurionc, e incominriinido dalla
padronato del capitolo ilella caltediale, Sapieuia o università di Siena, si vuole
che in Uligine cicd'esscre stalo un ospi- incuuiincial.i prima del '>'i n piemuia 1
1

zio di pellegrini, esteso piii laidialla cura del eourillailinoCiiiglielmiiToloutci pio-


iU'j^riuli'inn, a ricevere ^li e>p<jsli, a di- levsure in quella di lìulu^iia, il quale cou-
'4 SIE SIE
(ìusse in patria la maggior parie di quel- lì neh 4^19 colla bolla Quonìnm per l'i-

la scolaresca, nella circostanza d'esservi te raruins India, conievmb i privilegi con-


statocondannato a morte uno degli sco- cessi, dichiarando che tutti gli assunti ai

lari. Ma
poco durò, sia perchè il comu- gradi accademici nello studio e collegio
ne non attese la promessa di fare avere sanese godessero tutte le prerogali ve,im-
dal Papa agli scolari i privilegi degli stu- munità, esenzioni e favori che si hanno
di generali e conferir loro le lauree, sia da quelli che nella curia romana e nello
per non aver pagati i 6000 fiorini per studio dell'alma città di Roma sono ele-
riscattare i libri lasciati dagli scolari in vati e promossi a'gradi accademici.! 1 col-
pegno a Bologna, e pernon aver assegna- legio de'teologi di Siena assunse per pa-
to a'professori l'annua paga di 3oo fio- trono il massimo dottore s. Girolamo, la

rini, oltre il fornire per 16 mesi gratuita cui elBgieè impressa nel sigillo della facol-
abitazione agli scolari. Veramente fino tà teologica dell'università, oltre quella
dallai.^metà del secolo XIU esisteva in del ss. CrocefissOjColl'epigrafe in giro: U-
Siena uno studio o liceo, ed una bolla di niversitatis Senarum Tkeologicae Facul-
Innocenzo IV del 12 52 lo dimostra,chia- tatis. L'arcivescovo prò tempore di Sie-
mandolo università e accordando alcune na, non solo è gran cancelliere dell'uni-
esenzioni. Lo studio di Siena sembra ria- versilà, ma anche del collegio de'teologi.
pertosi certamente cogli onori e preroga- CarloIVoltre aver concesso al vescovo prò
tive delle università nel tSSy, per con- tempore\a facoltà di creare dottori in ogni
cessione implorata dall'imperatore Carlo facoltà, eziandio in mancanza di esso l'e-

IV, con tutte le cattedre, meno la teo- stese al capitolo de'canonici:il diploma im-
logia che secondo il Repetti fu accordata periale si legge in Pecci. Dopo tali inco-
da Gregorio XII nel i4o8con 3 bolle de'7 raggiamenti l'università si rese una delle
maggio date in Lucca, al dire di Repetti piùfamigerated'Italià,eper la grande af-
(Pecci ne riporta una In aposloUcae Se- fluenza degli scolari il cardinal Piccolo-
dis, non riprodotta da'compilatori delle mini poi Pio III ebbe in mira d'ingran-
costituzioni teologiche dell'uni versila, di- dire il fabbricato, ed ove avea studiato lo
cendo che nella Sapienza si consei'va l'al- zio Pio II, e il suo apologista Agliotti che
tra bolla, colla quale Gregorio XII con- dice a suo tempo contarsi 600 scolari,con
cesse agli scolari sanesi i privilegi che go- molti giureconsulti e medici insigni d'I-
devano quelli di Bologna e di Perugia,ol- talia che lo erano stati. L'ingrandimento
tre quella di Pio II),oltre la conferma del non si succedute guerre ro-
effettuò, e le
diploma imperiale per l'università, de- vinarono l'università. Sebbene il gran-
putando il Papa in cancelliere di essa il duca Francesco I accrescesse il numero e
\escovoCasini e successori. Inoltre Gre- stipendi de'professori; adonta che Ferdi-
gorio XII incorporò allo studio di Siena nando I neli58o estendesse sino a 35 le

l'ospedale di s. Maria della Misericordia, cattedre, e concedesse all'università tan-


che per scarsezza d'entrate non poteva e- ti privilegi da poter quasi gareggiare col-
sercilare l'ospitalità, e converfi il suo lo- le più famose d'Italia comechè Ferdi-
;

cale a uso d'abitazione e convitto per 3o nando II nel I 655 prescrivesse un nuovo
scolari dello studio generale, a condizio- regolameiitoaffinchè gli scolari si aumen-
ne che si chiamasse Casa della Sapien- tassero, e lo zelo e impegno de'professori
za, concedendo 5 anni d' indulgenza a nell'istruirlisi facesse maggiore;finaImeu-
quelli che gli avessero lasciati beni. Col te e benché Cosimo III nel 1672 ordi-
diploma di Carlo IV ebbe pure origine nasse nuovi provvedimenti con accresce-
il celebre collegio de' dottori della città re gli stipendi a' professori, con lultociò
diSiena, ed a questo ed all'uni versila Pio l'università di Siena non potè giungere
SIE SIE I T

al confronto di quella Pisa. Lcopoitio I approbantc III." aique Rm." D. Joxepìio


nel I 784 "^' » imontai e lo slndio, ordinò JMancinioSenaruin arcliiep. adpont.So-
un orto botanico. Nel 18 16 l'iiniveisilà Unni a.^sist. Apostolica et Cnesarea aii'
fu traslocala nel monastero di s. Vigilio, ctorilate Senen. Sliidioruni Università'
già residenza del presidente del diparti- tis necnon praedicti collegii magno enn-
mento deirOrobrone, d'ordine del gran- cellario. In esso si legge uno splendido
ducn Ferdinando III, il quale nel 1817 albo de'personaggi componenti il colle-
approvòi diritti de'collegi de'dotlori, nel- gio, cioè dell'encomialo Papa, di 2 car- i

le facoltà teologica, legale e medico fisi- dinali, e di un gran numero di vescovi,

ca, e permise che vi fossero ammessi per di preiati e di altri primari ecclesiastici.

ncclamazionei personaggi costituiti in di- JNegli Annali delle scienze religiose, 2.'
gnità ecclesiastiche e secolari, ancorché serie, si riferirono le adunanze tenutedal
non avessero ricevuto la laurea dottora- collegio teologico ed i temi in esse trat-

le nell'università di Siena. Inoltre P'erdi- tali ne' pronunziati ragionamenti; e che


nando III accordò a'componenti il colle- il regnante Pio IX nel 84^ si degnò per-
1

gio teologico il privilegio di usare pub- metlere che il suo nome fosse iscritto nel
blicamente nel cappello T'iolacea villa ruolo del collegio niedesinio,il (juale guile
Clinilemnisco ornati. Pio VII die il suo vantarsi d'essere in ogni teu^po^talo o-
nome al collegio teologico, e gli conferì noralo della supren)a prolezione de'som-
grazie e indulgenze. Gregorio XVI per- mi Pontefici. Notai a Pisa che il regnan-
mise che del suo nome ne fosse insignito te Leopoldo II neli85i unì in una sola
il catalogo, e col breve Cuninohis nihil generale e completa università le due u-
potitis, accrebbe il lustro del collegio dei niversità di Pisa e di Siena, a quesl'ul-
teologi nel 84^, non solo compiacendosi
1 tima riservando le due facoltà di teolo-
che il cardinal Latid^ruschini suo segre- gia e giurisjirudenza, le altre attribuen-
tario di stato e de' brevi ne fosse protet- dole a quella di Pisa. L'imperiale e re-
tore, ma ancora per avere dichiaralo gli gio collegio Tolomei, sebbene ffjsse fon-
arcivescovi diSiena delegati a postoli ci nel dalo pe'nobili alunni dal sanese CelsoTo-
concedere la facoltà di leggere e ritene- lomei con testamento del 61S, destinan- 1

re i chiunque del collegio


libri proibiti a do a tale scopo scudi 5o, 000, pure iWpet-
teologico sanese pubblicamente difenda ti dubita che tale istituzione abbia ori-
la dottrina della chiesa cattolica. Il per- giiie da 100 nobili cavalieri sanesi nel
chè i dottori collegiali con zelo a si no- principio di quel secolo, eil i cui alunni
bilescopo più volte all'anno in adunanza con nome nccatlemico esercitavansi nel-
solenne leggono le loro dissertazioni apo- la ca valici izza e nelle scieii7.e,avendopci'
logetiche delle cattoliche verità, con che capo Ferdinando I, al quale per ingegno
vieppiìisirendono benemeriti dellnC^hie- di Scipione Haigat^li fu dato l'emblema
sa e della società. Essendo il collegio sot- del reileir.Alpicol molto: Maj'e'ttnte tan-
to il patrocinio di s. Girolnnio, il depu- tum. Il nobile collegio Tolomei fu aper-
tato in Roma per gli oiìàri di detto ccjI- to a'25 novembie I 676 sotto In direzio-
legio e suo membro
monsignor Miche- ne de'gesuili, nel casamento contiguo al
langelo Luciani nel medesimo ne pro-
, palazzo (il (piale è maeslosninente con-
nunziò l'elogio con Orazione stampati! in dono iu pielre (piailre ed è il più super-
Roma nel i833. Wel i8.|^co' tipi sanesi bo deprivali edilizi) e piazza Tolomei,
del tipografo dell'università fu pubblica- (piindi fu preso in allillo nel 1788 il pa-
to l'opuscolo: Sanclìoncs Srncnsis Theo- Kizzo i'apesehi de' Piccolomini, dove si
io<;ortini Collrgii A. D. i84'>. Pulntni trasferirono gli alunni e vi restarono si-

jussu damo rrformalac annuente aUjuc no al 1820, epoca della loro lra>lazii ne
3

iG SI E SIE
nel gì;» con^entodi s.Ago<!tlno. Neti774 scrive il Pecci che si contavano t r mona-
furono clii.T(n;iti alla direzione del colle- steri econventi di regolari, e g altri nelle

gio gli scolopi etultora vi sono, occupan- vicinanze della città: que'delle religiose
dosi ancora dell'educazione intellettuale erano 20 compreso il suburbano de' ss.

e morale de'nobili couvittori, il numero Abbondio e Abbondanzio superstite de-


«ie'quali peròoggidìrestainfeiiorea quel- gli altri suburbani; 4 erano conservato- i

lo di 5o limitato per la loro accettazio- rii per vergini nobili e di onorata condi-
ne. I giovani Sono istruiti nelle arti ca- zione. Sebbene l'introduzione degli ebrei
valleresche, nella letteratura, nelle lin- con ghetto sia antica, la sinagoga inco-
gue latina, greca, italiana, francese, in- minciò neh 788, ed maschi hanno scuo-
i

glese, tedesca; nelle scienze morali, nelle la. Siena non manca di cassa di rispar-
fìsiche e matematiche. Da ultimo vi fu in- mio,di sala per gli né di scuo-
asili infantili,

trodotta la scuoia botanico-agraria, e un la d'insegnamento reciproco. Nel 18 16


giardino di semplici per l'istruzione dei Ferdinando III nel locale della Sapien-
giovani signori. Presiede ad esso una de- za istituì l'i. r. istituto delle belle arti, ed
putazioneeconomica composta del prov- ivi fu riunita una quantità di pitture ,

veditore della camera comunitaliva del molle delle quali appartenenti a chiese e
compartimento di Siena, del gonfalonie- conventi soppressi, do ve fu trovato quan-
re della città e di altro nobile sanese. Il to i pittori sanesi fecero di meglio. Sono
reale istituto toscano de'sordomuti può quelle pitture disposte per ordine d'età,
dirsi quasi un miracolo della provviden- eia pinacoteca pubblica sanese dà meglio
za pel suo incremento, dopo il suo corain- a conoscere quanto fosse giusta la senten-
ciamento nel 1828 : pe' maschi dirigono za dell'ab. Lanzi allorché, sia per l'ele-
l'istruzione gli scolopi, per le femmine le zione de'colori, sia per l'aria rallegrante
suore della carità. Ne fu fondatore il di- e gaia de' volti, caratterizzò la pittorica
rettore p. Tommaso Pendola delle scuole sanese: lieta scuola fra lieto popolo. Di-
pie. Le scuole primarie di letteratura la- ce Repetti, che se quivi fosse riunita la
sono aper-
tina, italiana e scienze raorali famigerata tavola esistentein s. Domeni-
te nell'Opera del duomo, nel seminario co, e la miniatura fatta sul mss. del 2 1 1

arcivescovile di s. Giorgio, nella collegia- esistente nella pubblica libreria, intitola-


ta di Provenzano, e nel convento de' do- to: Ordo Offlciorum Senensis Ecclesiae,
menicani in s. Spirito. I conscrvalorii di la delta raccolta di pitture per anzianità
femmine sono 3: 1.
"l'imperiale regio Ri- d'autori sarebbe la 1 .Mi tuttaltalia. A con-
tiro del Refugio istituito nel i 598 per no' servazione poi de'monumenli dell'arte in
bili fanciulle; *.° quello di s. M." Madda- Siena,sia pittorica, sia statuaria, sia archi-
lena delle Montalve; 3.°dis. Girolamo tettonica, il granduca che regna nel 1829

detto dell'Abbandonate. Vi sono pure le istituì una deputazione perché vegli alla
scuole normali istituite nel 1788 per le conservazione e alle nuove costruzioni.
fanciulle. I monasteri in Siena ne'secoli Scrive Tiraboschi, che dopo Firenze non
trascorsi erano talmente numerosi e po- vi ebbe città della Toscana, che in nume-

polali, che per moderarne l'eccedenza vi ro e in fama di letterarie adunanze si po-


fu bisogno d'un breve pontificio. Pio II tesse paragonare a Siena. La pili antica
con bolla del r4G3 inibì di fabbricarne di tutte è quella de' Rozzi, cui successe
di nuovi nella città e sobborghi, perchè l'accademia degl'lntronati, la i
."
nata nel
ve n'erano più di quello che fosse conve- principio del secolo XV, la 2.^ circa aS
niente, autorizzando il vescovo a soppri- anni dopo. L' accademia de' Fisiocritici
nu'requelli che avesse credulo,riunendoli appartiene alla fine del secolo XVII: più
ad alili piupurzionataiuculc. Nel 17.48 giovane delle altre è la Tegea, che fu a-
SIE SIE r7
perla dopo la mela del secolo XVIH dal i i.i nalui'alecdi mineralogia specialmcn'
[)iìi gran(leci:onomislade'suoi tempi l'ar- te patria, e vi si trovano riunite molle
cidiacono Snluslio Bandini patrizio sane- preziose riiccolte fitte nel lerritoi io sane-
se. Vi fu l'accailcmia poetica di dame sa- se. Oltre la scieMtiiicacolle7Ìonede'pidj-
nesi nata e proietta dopo la metà del se- ì)\\cai\ .itti dcll'accaflfi/tin de FisiovrUi-
colo Wll dalla gianduLliessa Vittoria e/, onde si resero celebri nella republ»li-
dellaRovere dopo rimasta vedova diFer- ca letteraria, furono pron)essi due premi
dinando II, lecotnponenli della (juale ten- per tlii ris[ionderà meglio a due quesiti
nero le loro adunanze pubbliche assai fra- d'ai gomenlo indusliiale e agrario per u-
fpientate, lincile visse la principessa prò- tililà del paese; indi venne aggiunta al-
teltrice,dopola cui morte si spense la poe- l'accademia una sezione per la scienza a •

L'accademia de'Rozzi fu sop-


tica società. graria. L'accademia Tegea sebbene col
pressa da Cosimo I, avendo ragione di te- suo nome si tentasse abbracciar cielo e
mere che f|uelle assend)lce fossero dan- terra,pure modesti accvulemici siappli-
i

nose alla pubblica tranquillità per la fer- carono con zelo a promuovere la tecnulo-
videzza de'sanesi assai pronti ad accen- già patria, fondando nel iS.j^ due catte- i

<lersi. Alla sventura de'Rozzi fu soggetta die di chiniica e di meccanica applicata,


l'accademia degl'Inlionati, ma tanto l'u- assegnando medaglie a coloro che meglio
nache l'altra i ivissernal principio del se- ne profittassero, e due [)remi a chi cr-a
colo XVII sotto Ferdinando I. Fiattan- soddi>faziùne risolverebbe qualche (juc-
to l'accademia degl'lntronati non polen- sito ili pubblica economia. L'origine del
do piìi li&orgere all'antico splendore, nel la biblioteca pubblica si deve alla gene-

il)") j.
si associò all'accademia de' Filo- ro^^ilà del suddetto celebre arcidiaconi
mati, nata clandestinamente nel i :'>8f), e IJandini nel i 7 jS, in seguito nolabihnen-
rpiestafuseilsuoiiome neir. dira degl'In- te accresciuta di preziosi mss. eruditi sa-
Ironati, alla quale nelH)/!? fu accorda- nesi, olire i molti libri a stampa e mss.
to il teatro aperto nel palazzo pubblico, de' conventi soppressi. Circa a' pubblici
do\e i soci recitarono una loro protluzio- archivi, reputò il dotto Repetli che du-
ne comica. In due accademie tal guisa le poFiienzenon vi sia città inToscana tau-
unite continuarono sino aliG^.j in una lo doviziosa d'archivi pubblici e di anti-
sala annessa alla Sapienza . sala che in chepergameiiequaiitoSiena,ollrele oiul-
cpiesto secolo fu aggiunta alla pubblica bi- te case nobili che posseggono nuaiero^c
blioteca iviconligua. Lacongregade'Roz- mcnd)rane e preziosi mss. Il Monte dei
yisebbeneinnalzas-enelsuolocaleungra- Paschi fu fondato nel 4 per fienaie i <»2
7ÌONO teatro per le rappiesentan/e «.crit- le usure eccessive che riuscivano a dan-
te da'suoi colleghi, <piesli neliHitilo ri- no dell'induslria territoriale e dellequa-
dussero a teatro d'istrioni e di cantanti, si spente manifatture del paese. Piìt an-
abusivamcntc chiamati virtuosi. L'unica ticoèilMontePioistituilonel 1 .j- i,(|uau-
lia le antiche accademie che conserviin do impreslavu moneta coll'usura del 1 e
Siena il titolo corrispondente allo scupo mezzo peri 00: fu chiuso e poi riapeitu
èipiella de'Fisiocrilici,eretta nel 1 Gq 1 nel nel ìtn^nel fabbncatoilella dogana pi e»-
i

."
localc della Sapienza, trasferita nel 1 S 1 i; so il INIonte de'l'nschi che sussidia il 1

nel soppresso monastero di s. M(i*tiola,il «pialora gl'impiestiti eccedono il suota-


cui locale neliS:x.S fu ridotto e ari in;hi- pitale. La banca Naiiesc fu aperta nel 1S j 1,
tr> d'oggetti di storia naturale per cura ed ha tolta la dilficollà alle persone in
del prof Giuseppe
che procurò Loiloli, dustriali di trovare denaro pronto e |H.'r

rendere la fabbrica confacentc alle odu- poco tempo a (li«<ncto frutto, laonde le
nau/c accademiche, ad un oiusco di blo- sue operazioni lavvivarouo l' indulti la
VOI, LIVI.

BrSemorvfc, (W^j
i8 SIE SIE
iraoifalturiern , commerciale e agraria moria disc, e ninno dopo Tasso (la mor-
non solo della citlàj ma di tutto l'anlico te ne impedì l'effettuazione) e Petrarca,
suo slato. Tra le industrie principali del- meritò fra poeti estemporanei la corona
i

la città primeggiano tessuti di seta, di


i d'alloroche ottenne sul CanipidogUo^F .)
lino e di cotone, i cappelli di feltro, ed in il sanese cav. Perfetti (di cui anche nel
singoiar modo gl'intagli in legno. Altro voi. XVI l,p. 17.5). Non basterebbe un li-

traffico è quello delle granaglie, del mar- bro, se dovessi ricordare tutti gl'illustri

mo Broccatello di Siena, della carta, del sanesi che fiorirono in santità di vita, nel-
cuoio, de'pani pepati, ec. 1 sanesi si sono le dignità ecclesiastiche, per valorose im-
sempre distinti nella vivacità dello spiri- prese nelle armi, pei" le arti, per le scien-
to, e nel loro carattere fianco e allegro; ze e altro; laonde ricorderò i più rinoma-
nemici della simulazione, per spirito e per ti, oltre quelli che vado rammenlandoin
educazione hanno pronto nella lingua, e quesloarticolo.De'santi e beati sanesi del-
lo dimostrano nel volto, cièche sentono la città e stato, e di quelli che meritaro-
nel cuore, carattere che grandemente o- no venerazione per santità di vita , nel
nora i sanesi. In Siena al pari di Firen- Diario snncsese ne legge un copiosissimo
ze e di Pistoia si parla con dolce/za e con Cfitalogo, fregiati anche di dignità, e mol-
grazia il più elegante dialetto della lin- tissimi regolari e monache, di quasi tutti
gua italiana. Comunemente si lodano so- gli ordini religiosi, per cui solo qui ripe-
prattutti i sanesi per parlare con tutte le terò l'eloquente s. Caterina da Siena do-
dolcezze d'una delicata pronunzia, e coi menicana, s. Bernardino da Siena fran-
soavi vezzi dell'arte il più elegante e più cescanOj sebbene nato a Massa Maritti-
purgato dialetto di nostra bella lingua, ma; e fra beati il b. /Ambrogio Sanse-
i

che in bocca loro suona armoniosa. I sa- doni domenicano, il b. Bernardo Tolo-
nesi sono pure industriosi e attivi ne'la- me/ fondatore degli 0//i'f /art/, ed il h. Gio-
\ori d'agricoltura, ma hanno la disgra- vanni Colombini fondatore de' Gesuati.
zia d'avere un territorio quantoabbon- Stefano e Giacomo agostiniani di Leccete
dante di miniere, di cave di marmi e di fiu'ono istitutori della congregazione dei
acque termali, altrettanto poco fruttife- canonici regolari del ss. Salvatore detti
ro a motivo delle crete, toUone il piano Scopettini, di cui parlai nel voi. VII, p.
di Arbia, ch'è di terra buona e fertile. Il 268. Furonosommi Pontefici s. Giovan-
carattere de'sanesi non è molto superio- ni I oà\ Populonia, Bonifacio Flsecon-
re a quello delle donne, le quali oltre il do il Gigli, s. Gregorio f^II che altri di-
pregio dell'avvenenza e della leggiadria, cono di Soana, e altri romano, Alessan-
sono al pari degli uomini piene di viva- dro III che Sot\na pretende suo. Pio II3
citàedi brio,deditealla fatica, industrio- Pio III^ Alessandro FU. Figlio d'una
se e di molta perspicacia d'ingegno; tia sanese fu Giulio III. Oriundi di Siena si
le loro attrattive, si distinguono per buo- leputano Sisto IF, Giulio II, Clemente
na non sen-
grazia, per civiltà di tratto, FUI, Paolo r. Urbano FUI. Si con-
za essere troppo curiose: anche le donne //di Mon-
sidera sanese anche HJarccllo
campestri sono belle, ed hanno maniere te Pulciano. I Papi Eugenio IF, Paolo
gentili, che destano amnnrazione e con- IIj, Innocenzo FIII^ Paolo II le Gre-
fusione a quegl'italiani, il cui dialetto è gorio A/A' derivarono da famiglie aggre-
pronunziato imperfettamente. gate alla nobiltà di Siena. Avendo pro-
E innatone'sanesi un ingegno fervido, cedutonella conipilazione delle biografìe
svegliato e di gran fuoco, per cui eccellen- de'Papi principalmente col Novae>, tan-
ti pittori e poeti uscirono tra loro; talché to eruditode'fasti sanesi, in esse si ponno
niiui pittore prima de' sanesi lasciò me- vedere le notizie de'Papi ricordali e le lo-
SIE SIE '0
roconlraslnle patrie. Grande è pure lino- che sotto governo Mediceo ogni
il trac-
veio de'cartVmali sanesi, ed ecco qi)elli che cia di scuola le venne meno. Sono dell.»

polei registrare per tali, per quanto dis- I.' epoca oltre la miniatura del i2i3 e
si alle loro biografie (avendone scritto pu- la pittura dell 220 già rammentate, i mu
re pe' cardinali vescovi e arcivescovi di saici di fr. Mino da Torrita di cui è quel-
Siena), senza ripetere quelli che furono lodeirabsideLateranen>e,i dipinti di mae-
elevati al pontificato, e quelli che nacque- stroDuccio di Boninsegna, di Simone di
ro altrove sebbene di famiglie sanesi. Vo- Martino o di Simone Memmi. Si distin-
lunnio Bnndinelli, Benedetto (WaconocdiV- sero fra quelli della 2.* epoca il Raggi de-
dinaie di s. Leone IV, Alessandro i>/c/i/, nominalo Sodoma, il Beccafumijil Pac-
Anfonioi?/r/j'jCarlo Z?/Wt/, Vincenzo Bi- chiarono, Baldassare Peruzzi architetto,
chi, Pier iM/ Bors,hese, Flavio Chigi, Si- altro essendo f^ancesco di Giorgio. La 3.'
gismondo C/i/^/, Francesco Ccnnini, An- epoca cominciereltbe col Riccio o Barto-
Kanicro De/c/,Sci pione Del-
tonioCrtii'j/, lomeo Neroni e col Salimbeni, seguitereb-
ci, Uberto Delci, Fiancesco Dclci, Giro- be col Casolani e col cav. Francesco Van-
lamo Ghinncci, Fabio Mignanelli, Gui- ni, cui si deve il ritrovato di dipingere in
do Moricolti, Giacopo Filippo Nini, Ro- marmi, lasciando ne'fìgli i seguaci della
lando Paparoni, b. Giacomo Pasquali^ 4.'^epoca e della scuola nella quale figu-
Riccardo Pe/ro«/, Alfonso Pelrucci, Raf- rò il cav.GiuseppeNasini allievo esso pure
faele Pe/r^rc/, Giovanni Piccoloniini,Ct:- del Vanni. Tra gli scienziati fu illustreli-

WoPircolomini, Enea Silvio Piccolomini turgicoA gesti no Patrizi P/rco/oA/im/, Am-


liiislichini, Pier "M.^ Pieri, Flaminio Ta- brogio Calarino arcivescovo di Gonza fu
/a, Manfredo Tenlonnria, Viviano To- celebre teologo, Sisto da Siena ebreo con-
rnasi, Bernardino de /^fcc/i/, A ntonfeli- vertitoe poi domenicano pubblicò la Bih'
ce Zondadari, e altro Antonfelice Zo/z- hia colla critica de'libri dell'anticoTesta'
r/<7<^r7r/. Gregorio XVI nel i834creò car- mento, Folcacchieii fu unode'[)rimi poeti
dinaleepoi fece vicario di Roma l'odier- italiani.Fra sommi canonisti fiorirono
i

no Costantino Patrizi lomano, ma nato Mariano Sozzini oSocino il vecchio, ma-


in Siena, dalla quale deriva la sua nobi- gnificamente lodalo d.i Pio II, Birlulo-
le famiglia; e neli844*^reò cardinale il meo di Mariano Sozzini o Socino che tra
pur vivente Giacomo Piccolo/nini, pro- i professori di diritto civile non fu infe-
lettore della confraternita della ss. Tri- riore ad alcuno del secolo XV, nel qual
nità inSiena. Grandissimo sarebbe il nu- tempo fra gli altri si distinse il sanese giu-
mero de'vescovi, e innumcrabile quello reconsulto Bulgarino. Citerò fra i sommi
di altri prelati; riporterò soltanto que'di naturalisti e dottori, Mattioli, Bii ingucci,
santa vita insigniti della dignità episco- Badassari, l'ab.Soldani, Giulio Mancini,

pale. Salimbene Salimbeni i patriarca GiuseppeLodoli, benché ad alcuno di es-
d'Antiochia, dopo tolta a' saraceni, Da- si non fosse stata loro culla Siena, ma so-
\ide Patrizi vescovo di Soann, fr. Riagio lo patria d'affezione. Rispetto a'piìi gran-
vescovo carmelitatio, ed i beali Cristnfo- di scrittori di cosepatrie vanno rintarca-
roToloraci vescovo di Sebaste, NicolùFor- ti Orlando .Malavolti, Giugurta Tornasi,
tigucrra vescovo d' Aleria domenicano, CelsoCittadini, Uberto Benvoglicnli,Gio.
Antonio Rettini vescovo di Foligno ge- Antonio Pecci, Ettore Homagnoli. Riiti-
stinto. Quanto al numero degli artefici, lio Brandi istituì le monache Filippine
Siena rispetto alla sua popolazione n'eb- (/^.) di Roma, ed ivi eresse la chiesa di
be molti quandoconlò molli cittadini, sce- s. Fdippo.del sodalizio delle Cinque Pia-
mato però il numero di questi, dinnnuì •
ghe, che descrissi a tale articolo, ma nel
rono ancora i cultori delle belle arti, fin- 18 53 fu tutta restaurata ed abbellita
y,

20 SI E SIE
con eleganza, e con tre altari. Dai sud- Fetus, e nel rovescio la Croce colle lette-

detti Socino con infelice fama discese re Jlfa Et CJO cioè Omegaj la 2.' poco
Lelio Socino eresiarca e fondatore del- differenzia dalla precedente;la 3.^nel mez-
la setta degli And- Trinitari o Sodniani zo tS*, e intorno Civitas Virgo SenaFetus
(F.), nella quale si distinse il nipote Fau- nel rovescio laCroce cowAlpha el 0,Prin--

sto Socino. Non debbo tacere, che la vez- cipiuvi et Finis^ ed in altre invece di Ci-
zosissima Rossellana sanese, fatta schia- vilas Firgo,&i legge Civilas Firginis, co-

va da' turchi, il polente imperatore Se- me volevano appunto dire i sanesi, e co-

lim II la esaltòasua sposa favorita: nel me è nella 4-^ non hanno par-
le altre

Dizionario storico delle vite, di tutti i mo- ticolarità rimarchevoli; r8. Mia la mede-

narchi ottomani, lungamente si tratta di sima iscrizione, e nel rovescio uno scudo
questa celebre e avvenente sultana sane- coir arme di alcuno, e di sopra un G. li
se. Ipiù antichi santi patroni della città sigillo del popolo è un leone rampante ,

sono i ss. Ansano, Crescenzio, Vittore e


prima essendolo camminante. In Roma i
Savino, a'quali furonoaggiunti s. Bernar- sanesi hanno chiesa nazionale sotto l'invo-

dino e s. Caterina. La repubblica di Sie- cazione di s. Caterina di Siena in via Giu-


na usava un sigillo rappresentante la B. lia nel rione Regola, con arciconfralerni-
Vergine col s. Bambino in braccio, e al- ta, trattandone con ispeciali particolarità
l'intorno il verso : Salvet Firgo Senam, riguardanti pure la storia patria Camillo

niiam signatantenam,coTnes\ badai Ben- Fanueci sanese, celebre per avere peli
voglienti nelle Annotazioni alla Cronaca nel 1602 pubblicato un trattato sulle O-
di Siena j nel 15 Rer. Italie, di Mura-
1. pere pie di Roma, cioè a p. 344) cap. 1 3:

tori. Questi crede che qualche parola di Della confraternita di s. Caterina della
più esiga il verso, come Quani Jesus o nazione senese. Narra che nel 5 1 9 sotto 1

pure iV'rtA.*?; nel sigillo con diverse mone- Leone X e a'4 luglio la nazione istituì in

te sanesi riprodottodal (j\^\\, òo\ìO Senani Roma il sodalizio con l'invocazione della

leggo Feterem. In esso la B. Vergine tie- s. concittadina benemerita della s. Sede,


ne colla destra un undra-
fiore, e calpesta il cui corpo riposa nella Chiesa dis. Ma-
go;lateralmente al suo Irono sono due an- ria sopra Minerva [F.) e la testa in Sie-
geli genuflessi e sorreggenti candelliericon na nella chiesa de' domenicani e porta-
candeleaccese.Ne'più antichi sigilli di Sie- tavi ancor vivente la madre. La confra-

na si vedeva il prospetto d'un castello o ternita fu in prima fondata nella chiesa

d'una città conquesto verso intorno: Fos parrocchiale di s. Nicolò (di cui ne' voi.

veleris Senae signum noscatìs amenae. XXIV, p. 277 e 278, LXIII, p. r i4)
IMuratori nella Dissert. 27." tratta delle detta già degl'impiccati ed in Furcis
monete antiche di Siena, e del privilegio perchè ivi si sulfragavano e seppelliva-
e gius dibattere moneta concesso alla re- no i tale estremo suppli-
condannati a
pubblica neh j86 dall'imperatore Enri- zio, poichiamata degl'Incoronati, quale
co VI. Ma che prima ancora di quel tem- giuspadronato della nobile famiglia ro-
po godessero! sanesi tale prerogativa, ap- mana omonima, presso la via Giulia e si-

parisce da un islrumento del i 180 dato tuata presso il Tevere.avendo I confrati

alla luce dallo stesso giuratori, in cui Cri- riunito molte limosine, acquistarono un
stiano arcivescovo di Magouza legato im- bel sito nella stessa via Giulia verso Pon-

periale per l'Italia, in nome di Federico I te Sisto, e nell'anno i5i& vi edificarono

promette al popolo che gli avrebbe con- una chiesetta con oratorio e altre stanze
fermato il gius della moneta. Le monete perabitazionede'sacerdoli cappellani. La
vedute da IMuratori sono 8, ed hanno la : fornirono di utensili sagri e di tutto l'oc-

1 un i^in mezzo e nel contorno Sena


'
correute. Fra le pie opere prescritte alla
SIE SIE 2[
confraternita, vi fu la visita a'confrati in- minandosi la funzione colla benedizione
fermi curali dal medico dalla medesima dei ss Sagramento,e messa nella quale
stipendialo, benefizio esteso a lutti i po- il sacerdote consumava l'Ostia sagra ch'e-
veri sanesi dimoranti in Pioma con limo- ra stata esposta. Ho voluto compendiare
6ine settimanali, ed a quelli che non era- il narrato da Fanucci, perchè si conosca
no bisognosi fu stabilito dare un panetto come ebbe principio la solenne e perpe-
di zuccaro.Àiutavanoa far liberarci car- tua orazione delle Q«rtrrtfl/*ore in Roma,
incominciarono a reci-
cerati, nelle feste che scaltre chiese ne dispulano il prima-
tare ruffiziodeirimniacolata Vergine, ac- to, certamente questa non clev' essere se-

compagnavano morii i alla sepoltura, e se conda. La confraternita, sebbene povera,


privi di mezzi vi suppliva il sodalizio, al nondimeno negli anni santi 'jj'ì e 1600
i

quale elfelto fecero una bara che riuscì la accolse tulle le compagnie che ila Siena
più bella di Roma, cotnechè dipinta da si recarono in Roma per 1' acqui>to del
UaldassaredaSiena eccellente pittore, per giubileo, il che praticò ancora ne'succes-
cui fu poi disfi Ita e delle testiere si for- sivi:andò loro incontro processiooalinen-
marono 4 fina<^bi meravigliosi. Spesso i le fuori delle portediRoma, le albergò di
confrali si esercitavano in orazione conti- tutto punto e supplì a tulle le spese ne-
nua al ss. Sagraraento nelle Qitarani'ore cessarie, accompagnandolecon altra pro-
(/ .), anche con tlispendio nell'esposizio- cessione nella partenza. Solendo tali con-
ne che facevano decorosa nella dellachie- fraternilesanesi lasciarea quella di Roma
sa, poiché atlerma Fanucci clie prima che ciascuna il suo stendardo, molti essa ne
l'introducessero i sanesi non esisteva in venne a possedere e più dell'altre, tran-
Roma tale divozione; ma (juesla gloria ne quella della S!>. Trinità de'pellegrini.
viene conlesa da alili sodalizi come ri- Le compagnie erano composte ciascuna
marcai al citalo articolo. Il Fanucci ripor- di Go, 70 e 100 uomini, e si fermarono in
ta il modo come in principio si eseguiva Roma circa e non meno di 6 giorni, laon-
la di vola pratica nell'oratoi io, ove un so- de grandi furono le spese incontrale per
lo lume nascosto scopriva un ss. Croce- ospitarle con letti e altro. Per la chiusu-
fisso, ma siccome non vi si amnieltevano una voltasi trova-
ra delle porle sante,
donne, fu poi trasferita in chiesa e pub- rono insieme 4 compagnie che in com-
blicamente eseguita col vespero solenne, plesso superarono 4oo indiviilui, olirei
sermone e con processione preceduta dal quali furonoalloggiati e governati nel de-
ss. Crocefisso e seijuila dal ss. Saijrarnen- corso degli anni santi moltissimi sanesi
lo, col quale poi si ilava la benedizione, poveri d'ambo i sessi. Per la sua antica
esortandosi i conlìati e il popolo alla di- divozione al ss. Sagramenlo, nel giovedì
vozione verso il ss. Corpo di Cristo. In se- santola confraternita recavasi in proces-
guito tali funzioni sì fecero la donìenica sione a venerarlo chiuso nel sepolcro nel-
juallioacon messa cantata, e il ss. Sagra- lacappella Paolina del Valicano.Nel gior-
mento reslava esposto anche la notte; ma no della festa di s. Caterina, che traspor-
leilonne vi resta vanoa preg. ire sino all'A- tano alla 2.^ domenict
di maggio, cele-
ve Maria. L'esposizione protraeva sino «i brandola con solennità, portano in pro-
all'ora di nona del martedì, sempre con cessione il suo dito, nel quale Gesù Cristo
tenda tirala altra verso tiella chiesa, fa- le pose l'anello nello sposarla, al dire di
cendo per turno le ore di continua ora- Fanucci; ma avendo voluto vedere tale
zione i confrati, il che si regolava colTo- relitpiia , invece ho trovato che consiste
l'ulogio a polvere e cui Iripicesuono del in un pezzodi costa della santa e di par-
campanello, restando in libertà di rima- te del suo ciliziu. In tal giorno lil)ei.iva-
ucicufaie ulti e ore chi lu bramava; icr- uo dal cjiccrcuu conduunalu alla pena
22 SIE SIE
capitale, e dalle mani del cardinal pro- nel 1458 da Pio II ai deputati della na-
lellore facevano distribuir le doti alle zi- zione sanese,in luogo de'quali supplisco-
telle, lasciate nel i Sy i dalla pia generosi- no i confrati in abitodi città o talare (cioè
tà di Ettore Quercia sanese, comesi leg- i laici vestiti di nero con col lare e ferrai uo-
ge nella chiesa di s. Maria sopra Minerva lonedi seta, gli ecclesiastici sottana e fer-
con epitaffio riprodotto da Fan ucci, ed e- raiuolone neri), ne' voi. IV, p. 58, IX, p.
rello dall'erede arciconfraternila della ss. 58. La chiesa di s. Caterina di Siena in

Annunziata colla descrizione di sue dispo- in Roma fu riedificata e ornata di stuc-


sizioni : ma
ad essa avendo mossa lite il chi e dorature nel 760 con architettura
i

sodfiliziodi S.Caterina, ottenne per se l'e- di Paolo Posi sanese di gran talento, se-
redità del conci Itad ino. GregorioXllIcon- polto nella medesima con monumento e
cesse al sodalizio indulgenze e privilegi, busto marmoreo nella 1." cappella a sini-
vestendo sacchi bianchi con cordone ne- stra, erettogli nel 778 da Giuseppe Pa-
1

ro, e l'effigie di s. Caterina da un lato del lazzi suo scolare ed erede. Prima di que-
petto. A'?, luglio 1594 essendosi in Siena sto restauro si vedeva nell'altare maggio-
rinvenuta nel sito detto Provenzano, già re ilquadio della Risurrezione,opera bel-
abi tal u damerei liei, la sta tua dellaB. Ver- lissima di Gii olamoGenga, e neppure più
gine the subito fece molti prodigi, il so- esistono i dipinti a fresco sulle pareti, la-
dalizio nel settembre 5g5si recò a vene-I voro in parte di Timoteo della Vite da

laila in Siena, con piocessione composta Urbino scolaro di Raffaele, amico e com-
di più che cento confrati e molte conso- pagno diGenga, ed in parte di Antivedu-
relle. Fanucci pubblicò la descrizione del to Grammatica che vi è sepolto. Al pre-
viaggio e del suo solenne ingresso in Sie- sente nel catino dell'abside è una pittu-
na. Il medesimo, ed il Piazza nell'-E'^^e- ra a fresco di m.r Pecheux artista fran-
vologfo romano, trat. 8, cap. 6 Di s. Ca- : cese distinto dell ultimo periodo del se-

terina di Sitna dt senesi a strada Giu- colo passato, che vi effigiò il ritorno di
lia, descrivono le altre opere di cristiana Gregorio XI in Roma, al quale ebbe tan-
divozione in cui si esercita la confrater- ta parte la santa titolare, quando recata-
nita. Dipoi fu elevala algrado d'arcicon- si in Avignone ambasciatrice de' fioren-
fiaternita, e siccome avea trascurato di tini per placarlo e proscioglierli dalla sco-
valersi dell'annuo privilegio di liberare munica contro loro fulminata, con poten-
un condannato a morte, concesso da A- te e grave orazione pronunziata in con-
lessandro VII, come riferisce Venuti, Fa- cistoro e colle sue frequen ti esortazioni per
ma moderna, p. 55o, Clemente XIII lo divino comando, fece elFetluar la risolu-
rinnovò col breve Exponi nobis, de' 18 zione concepita dal Papa di restituire a
maggio I 'j6ì ,BiUl. Rom.coni.t.-i,p. 120, Roma la residenza pontificia (la santa fu
dicliiiirando inoltrechel'abilitava in man- accompagnata in Francia dal b. Stefano
canza di reo dannato all'ultimo supplizio, Maconi, e fu interprete tra lei che parla-
di poter liberare un delinquente condan- va toscano e il Papa che si esprimeva in

nato in galera sia in perpetuo, sia a tem- latino, il b. Raimondo da Capua). Le pit-
po determinato. Notai a Co\fraterm- ture della volta sono di Ermenegildo Co-
Tf, che tali concessioni furono poi a tut- stantini, tranne i chiaroscuri eseguili da
te soppresse. Riferisce Fanucci, che nella Gio. Callista Marchetti. Nel quadro del-
solenne processione del Corpus Domini l'altare maggiore vi espresse lo Sposalizio
che fa il Papa in Roma, la nazione sane- spirituale di s. Caterina con Gesù Cristo
se gode il 2." luogo dopoi romani, in por- il valente Gaetano Lapis scolaro di Con-
lare le aste del baldacchino; con qualche ca. Degli ovali di lela che adornano la na-
dilTereuza registrai il privilegio concesso ve della chiesa, e che rappresentano i fa-
SIE SIE 7.3

sfi (Iella santa, que'ne'lali del presbiterio re d'un 'età assai più antica. Non pare che
sono tli Lapis, i due seguenti di Pietro ripeta Siena da' galli senoni discesi con
Angelelti,gli altri li colorì Stefano Faro- Breiino in Italia il suo principio, come an-
cel, degli ultimi due presso la porla quel- tichi autori immaginarono dalla simili-
lo a sinistra è del Conca, l'altro a destra tudine del nome di Sena ora Sinigaglia,
di Moria. Quanto agli altari laterali, nel la quale fu poi colonia cittadina, mentre

I ."a sinistra di chi entra il quadro è del la colonia di Siena in Etruria fu delle mi-
viterbese Corbi eccellente discepolo di litari. E' questione se la deduzione della
Mancini, il quadro dell'altra che segue è colonia e perchè fu detta Sena Juli if deb-
di Conca. Quello incontro fu fatto da La- ba attribuirsi a Giulio Cesare, o al suo ni-
piccola altro scolaro di Mancini, l'altro pote Cesare Ottaviano ossia al suo triuna-
èdi Salvatore Monosilio scolaro del Con- virato, ovvero a Giulio e dopo aver vin-
ca. La chiesa è di bella forma, con decoro- to Pompeo a Farsaglia. Se la colonia sa-
sa facciata; l'altare maggiore è di marmo, nese in Toscana non precede, fu almeno
con colonne e pilastri incrostati di mar- coetanea a quella di Firenze,la quale più i

mo giallo venato; l'ampio sotterraneo è sostengono ch'ebbe la colonia tlal i." di


grande quanto la chiesa e serve di cimile- detto triujnvirato e dopo la vittoria di
ro,essendovi sepolti alcuni personaggi,co- Farsaglia, o meglio di Filippi , la quale
mei cardinali de Vecchi e Cristaldi, l'ulti- fu riportata da'trium viri. Isanesi sempre
mo abitando il proprioadiacente palazzo. d'indole vivace, per esserestato dalla ple-
Alla chiesa è contigua !a casa e il supe- be battuto in Siena, nell'impero di Ve-
riore oratoriopiultostogrande,nel cui al- sj)asiano,ManlioPatruito senatore roma-
tarevi è ilsuddettoquadrodellallisurre- no consenziente il magistrato, i percusso-
zìone. Il sodalizio tuttora dispensa annue ri ardili e motteggiatori, con nuova ingiu-
doti nazionali, ed ha per protettore il car- d'un mor-
ria gli fecero cerchio e a guisa

dinal Costantino Patrizicome d\ famiglia to lo esequiarono con piagnistei, scher-


oriunda sanese. Diversi Papi gli concesse- ni e contumelie. Il senato romano adira-
rograziee piivilegi, ePio VI che da pre- to, punì lei eammonì con decreto la ple-
i

lato n'era stalo governatore o piimicero, be sanesea com[)ortarsi con più modestia
gli accordò quello insigne di dichiarare per l'av venire. La sua colonia fu di qualche
privilegiati l'altaremaggioreequellodel- importanza , con magistratura propria ,

i'oratoriu, colla liberazione d'un' anima come rilevasi da'monumenti, i quali re-
dal purgatorio al i .°, e di una di quelle cano pure il vero nome della città Siena
de'fratelli e soielle deH'urciconfraternit.i e in latino.^<:c/2^.-ebbe ancora i seviri au-
al?..", nella celebrazione della messa. Pio gustali istituiti da Tiberio, a
onore del
Yilpoi privilegiò l'altare del cimitero sot- prcdecessoie A ugusto.CredeFanucci, che
terraneo, ove celebrandosi una messa per Siena siastata convertita alla fede cristia-
alcuno di (pielli ivi defunti, restasse libe- na da s. Crescenzio discepolo di s. Paolo
roilallepenetlel purgatorio. Nella sagre- apostolo, passanilo per la e ttà quando fu
stia vi è unCrocedsso amico, copia di quel- mandato a promulgar l'evangeloin Fran-
lo che impresse le ó'a'//i/;ia/e(/'.) ins. Ca- cia dallo stesso apostolo, edove ebbe la
terina. corona del martirio. Per la breve sua di-
L'origine di Siena per quanto sia stata mora in Siena la fede non si potè propa-
argomento di lunga contesa fra molti gare, anzi alcuni ritornarono all'idolatria.
conviene con Cellario,
scrittori, Repelti Ma verso l'anno 3oo s. Ansanodi Bagno-
che non apparisce qual sia stata innanzi rea, venuto in Siena, colle sue fervorose
Cesare,fiuucsscndovi memorie dc'suoi in- prediche e buone opere lini di converti-
cunabuli^ sebbene sembra doversi ritcnc- re alla dottrina di Gesù Cristo tulli i su-
a4 SIE SIE
iiesi, e per questo il santo fu fatto mar- aibilnoconsagrato nella chiesa di s.Ansa-
tirizzare da Licia proconsole di Diocle- no a Dofana un altare fabbricato da Gau-
ziano e Massimiano imperatori, vicino al spetto gastaldo sanese ,
senza cognizione
fiume Arbia. Di lui già ho parlato col Pec- e consenso del diocesano Stabile vescovo
ci, quale lo celebra propagatore della
il
d'Arezzo, che perciò ricorse alla s. Sede,
caltolica religione nelle contrade sane- e Anfredo al re Astolfo. Papa Stefano II

si, e narra che il suo corpo in tempo del di concerto con questi delegò la causa a
vescovo Gualfredo 2.°, dal luogo chiama- 3 vescovi, la sentenza de'quali fu a favo-
to Dofana, quasi ^aoF<^«fl!, ove si crede re dell'aretino. Nondimeno successiva-
luartirizzatOjdalla chiesa e monastero del mente ebbero luogo diversi placiti, giu-

suo nome venne trasferito solennemente dizi e disposizioni pontificie, come di s.

in Siena, ove avea diffuso la fede, e come Leone IV e Alessandro II, per la causa
in Arbia era veneralo sino dagli antichi predetta, alla quale finalmente fuimpo-
secoli. Quindi ben presto Siena venne a sto un termine definitivo da Pio II. iNel

possedere pievi e parrocchie, eia sede ve- 774per aver Carlo Magno vinto e impri-

scovile avanti le incursioni de' baibari. gionato Desiderio re de'longobardi, ter*


Mancano documenti perdimostrare le vi- minando il loro regno, incominciò la do-

cende sloriche di Siena ne'ten)pi romani minazione de'Carolingi anche nella To-
e nelle prime invasioni barbariche, sino scana, e Carlo Magno dopo essere stato co-
alla dominazione (ìtì longobardi, sotto i ronalo in lloma imperatore nell' 800 ,

quali la città e il suo contado non dipende- venne a Siena. I nobili francesi giunti ai-

vano da'duchi di Toscana, ma era gover- lora nella regione sembra che preferissero
nata e amministrala direttamente dal re, ad ogni altra città Siena. Tale conquista
come rilevasi dalla restaurata chiesa di s. portò una modificazione nella parte go-
AnsanoeseguitanelG78dalgaslaldoWil- vernaliva, dimodoché a pochecittà tosca-

lerat governatore o giudice supremo di ne fu conservato e a pochissime fu dato


Pertarite re de'longobardi in Siena, in cui un governatore col titolo di duca; le al-

e nel territorio i longobardi fondarono Ire lulleerano presieduteod.ii conti odai

molte chiese dopo la loro conversione dal- gastaldi di origine francese. Quando le ci t-
l'arianesimo. Altra prova della domina- là, oltre il conte, aveauo anche il gastal-

?ione longobarda si apprende dalla con- do, quello soleva presiedere al politico ,

troveisia insorta nel 7 ?. a tempo d'Ari-


i questo all'economico; iU." avea le attri -

perto II, sui diritti diocesani, fra il vesco- buzioni consimili a quelle de'duchi, cioè
vo di Siena e quello d' Aiezzo; e nel 71') di mantenere gli abitanti della sua città

Liutprando da Pavia, a cui era ricorso il e contado ubbidienti alle leggi e fedeli al
vescovo di Siena, vi spedì un messo regio re, punire i malfattori, difendere le ve-

per assistere nel giudicarla il suo maggior- dove e i pupilli; era poi cura del gastal-

domo Ambrogio, nellacorle regia presso do come del conte di riscuotere l'entrate

la chiesa di Martino, essendosi pronun-


s. regie, e alla fine d' anno presentarne in

ziata lasenlenzada 4 vescovi di Toscana, persona il prospetto al tesoro reale. Ciò


Nel principio di questo secolo trovansi in premesso, la città di Siena sotto la dina-
Siena due gastaldi, uno disimpegnava la stia di Carlo Magno fu presieduta da con-
1." carica politica, l'altro economico che ti di origine e legge salica, e pare che e-^
amministrava! beni della corona; il r.° era sercitassero giurisdizione sulla città e con-
indipendentedaiduchie fòrseeraun con- lado,oltregliscabinie altri magistrati: fra

te. Le dissensioni fra i due vescovi con- i conti e governatori di Siena, è indubi-
tinuarono, e nel 752 inasprirono per a- tato che nelTSOS lo era Winigi o Vinigi-
vereAuficdu vescovo di Siena di proprio si. In un placito tenuto iu Siena dall'iiu-
SIE SI E l'i

peralore Carlo III il Grosso ncll'SS r, vi scana, passasse per Siena: è pure cretlibi-
assistè il marchese Berengario poi re d'I- leche vi ritornasse nel qGy reduce da Na-
talia, olire un gran iimncrodi vescovi, di venna e recandosi a Volterra. Nelf)73 fìo-
inagnali, di giudici e di conti; il (piale pia- rirono in Siena due magnali, Lamberto
citulu pronunziato a causa delle (piere- iìgliodel maichese Ildebrando, che alìit-
le rimesse in campo per la 7/ volta fi a i lo 4 J» corti colle loro pertinenze per la vi-
vescovi d'Arezzo equelli di Siena. Nel de- stosa somma di lirei 0,000; l'altro vendè
dinar del IX secolo si dispularono la co- alcune terre di Camp;ignatico
un conte a

rona ferrea il marchese Berengario duca Piidolib.II IMalavolti racconta chenei line
di Friuli,e il marcheseOuido duca di Spo- del secolo X Siena ottenne la libei là sot-
leto d'origine fiancese, il quale nell'iSf) i lo governo degli ottimati, per benelizio
il

fu coronalo imperatore da Papa Stefano dell'imperatoreOltone lll,ilquale ripas-


V. Dopo avere competitori rimessa la
i so per Siena nel ()«)8, quando rimise snl-
contesa del regno d'Italia alla ilecisioiie In seile Gregorio V e
ponlificia l'espulso
delle armi, Guido lino daH'SSc) pulèdo- punì l'antipapa Giovanni XV 11. Le pri-
minare non solo in Siena e nella marem- me mosse d'armi fra città e città comiu-
rna grossetana, ma
ancora nel territorio ciarono per avventura in Toscana, quan-
di Chiusi^ cui allora apparteneva la parte do magnali, vescovi ed popoli dell'al-
i i i

sellenlrionale di IMou'e Amiata. La sua ta Italia due partili, uno


erano divisi in

don)inazioiieperò fu interrotta, sia ()era- de'quali voleva re Arduino principe ita-


ver associalo all'impero il liglioLamberto liano, l'altros. Enrico II re ili Germania,
coronalo in Pioma nelI'Sqi da l'apa For- Sebbene riguaido allo stalo di repubbli-
uioso, sia per avei* questi fitto allielfau- ca questa di Siena propriamente non a-
to neir8c)5 con Aniulloiedi (ieiuiania vesse principio che intorno alla metà del
della stirpe de'franchi, il quale vedendo secolo XII, con tutto ciò le memorie re-
la fortuna favorevole alle proprie armi la lalive al suo governo economico e civile
fece da padrone assoluto sulla peui?ula, seud:)rano risalire un buon secolo innan-
u segno tale che i marchesi di Toscana e come rilevasi da diverse carie antiche,
zi,

di altre provincie italiane si recai 0110 a Che poi le città diToscana anche nel se-
riconosceredal sovrano francese loro feu- i colo Xi fossei'o governale da'conti, lo di-

di egoverni. Però dopoché Arnolfo ab- chiara per lutti un diploma d'Enrico Ut
bandouò l'Italia, il popolo sanese al p ari de'7giugno o52,col(piale ilclerodi Voi-
i

il regime
dirpiellodi Chiusi ritornò sotto terra venne esentato dalla giurisdizione
diLamberto, che regnò in pace sino alla de'marchesi e de'cunti, cui lino allora quei
morte avvenuta nell'SqS. Dopo il ()0() in preti erano slati soggetti. Assai maggiori
Siena eChiuìti dominòLodovicol V WIùiii- furono gli onori cheSiena ricevè nel o )<S, 1

f/»//o(igIio d'Arnoldo, ma nell'agostoqoj (piando vacata la s. Sede per morte di


in Siena si trovano i conti salici e di uno- Sleiano Xin Firenze, con ho le sue inijiun-
voilgovernodi Iìerengari(i I, coronalo [)oi zioni di attendere il ritnriio.deir abbate
da Giovanni X in Pioma nel qi 5 o 9 G. i Ildebrando, poi s. Gregorio / //, da lui
Siena e il suo contado nel ()^o con Chiù- spedilo legalo a Enrico IV, per procede-
si ficevano parte del regno di Derengario re all'ekzione del successore, in Roma le

]I e di Adalberto suo ligi in; ma tiavai^lian- (azioni intrusero nel pontificato Bctfiict-
do essi Papa Giovanni XII, nel ()()2 ri- /o Aanlipapa; laondes. PieiDamiani par-
chiamò in Italia Ottone che I cravi disce- tecipò il disordine nd Agnese madre del

so uel i)') I, e lo coronò im[)eralore. Que- l'imperatore, per fare ritornare in Italia
sii è probabile che nell'in verno di tale a n- Ildebr.iudo. \ eiiuto(|uesli iuToscan.i, le-
uo,c ncireslale(jG4)i^Ui'avci'»audo IjTo- ce adunare nel duuiuu di Siena un cuu*
2(3 S I E SIE
cilio, in cui pronunziandosi la deposizio- ze. E siccome il Malavolti nella Slorìn di
ne del pseudo BenedeltoX, a'-28 dicem- Siena lasciò scritto, che Alessandro III
bre fu eletto Papa Nicolo II eh' mn ve- nel i I
79 fu in Siena, vi consagrò la cat-
scovo di Firenze, e partendo perPtoma ivi tedrale, concesse molte indulgenze e vi si

fu intronizzato e coronato, come affei-ma trattenne più mesi,cosìPecci notò che può
Pagi, più critico del Gigli che lo disse e- avere il Papa spedito le indulgenzeda Ro-
ietto e coronato nel concilio di Siena a'3 ma,senza però recarsi inSiena inrpiell'an-
gennaio i oSg. Sul modo come procede no. Da un processo del i2o5 si rileva il
questa elezione, è a vedersi la biografìa regime politico di Siena e suo contado,
di s. Gregorio VII. Nella penuria di no- già esteso dalla parte di Monte Pulciano,
tizie storiche in quest'epoca, almeno re- durante il secolo XII e con rappresentan-
f,'islrerò che nel 1072 nel Castelvecchio za e magistratura propria: avea il podestà,
di s. Quirico i fratelli conti Cernaidino e il console e rettore dell'arte de'mercanti,
Ardingo col consenso del padre, confer- e Montepulciano era governatoda'reltori
mai onoalcapitolodella cattedrale la do- de'conli Alemanni di Siena, cioè da'teinpi
nazione fatta dal tnedesinio genitore con- anteriori dell'imperatore Corrado III, il
tePianieri. Nel I 074'" IMont'A[)erto l'ar- contePaltonieri reggevaSienaeilsuo con-
ciprete Lamberto, a nome del capitolo di tado; sotto lo svevo Federico I non meno

Siena, die in enfiteusi a Bernardo figlio di 4 conti presiederono al governo di Sie-


di Winigi e a Berta di lui madre diversi na e del suo territorio, compresovi il di-
beni e padronali di chiese. Nel secolo se- stretto di IMonte Pcdciano. Altri 4 conli
guente Siena fu onorala dalla presenza succederono al eroverno sanese come mi-
pontifìcia, e primamenle da Eugenio III nistri d'Eiu'ico VI; e che un conte tede-
pisano,il qualeper la ribellionede'roma- sco sulla fine del secolo XM in nome di
ni arnaldisli nel i i/^-Cy partì da Roma, si Filippo ì).° figlio di Federico I, fatto dal
condusse a Siena , indi a Pisa , e poi in fratello Enrico VI marchese oduca di To-
Francia. Il successore Adriano IV munì scana, resse Siena e il suo contado, com-

di rortificazioni/iflr//co/J7'z/(/^.),cheEuge- preso Montepulciano: fìnalmenteche nel


nio Illavea ricevuto per metà econ quelle I rc)8 circa prima, incominciarono a di-
condizioni narrate a tale articolo, da'mo- laniare la Toscana le funeste fazioni dei
naci di s. Salvatore di iVIonl'An>iata. Vuo- Guelfi e Ghibellini (^.). Comechè Siena
le Fanucci che il concittadino Alessandro col suo contado sino alla morte di Man-
III abbia consagrata la cattedrale di Sie- fredi, naturalediFederico II, nel politico
na, su di che il Pecci conviene, riportan- fosse governata in nome de'nominati im-
do la lapide che ne ricorda la memoria, peratori svevi, contultociòfin d'allora ri-
8 novembre i 79, soltanto du-
colla datai 1 spetto al civile ed economico essa era ret-
bitaquanlu all'anno, siccome occupato il ta da'suoi consoli, che a suono di campa-
Papa per la celebrazione del concilio di na facevano adunare il popolo per deli-
La tera noi li; onde pi ut tosto propende pel berare, o nella chiesa di s. Cristoforo, o
1178, quando da Venezia Alessandro III in quella di s. Pellegrino, come centrali
sirestituì in Roma, e benché si dubiti se della città. Ma il iorno della vera li-

passò per Toscana, e conclude meglio pel bertà sanese sembra datare dall'ottobre
I 177 in cui si ha la certezza di sua ve- I S6,per l'indulto già ricordato e ottenu-
I

nuta in Siena. Nondimeno piace a Pecci to da Enrico VII vivente il suo padre, eoa
aggiungere, riportando l'opinione che la la conferma della loro zecca e la libera e-
consagrazione fosse anteriormente ese- lezione de'consoli e del rettore o podestà,
guita da più vescovi, e per corroborare al quale si accordava la facoltà di esten-

l'asserzione uè produsse le testiuioniau- dere la sua giurisdizione sopra lutto il cou-


SIE SIE 27
taclo liscrvantlo solamenfc ai giudici o
, lo. I sanesi poi chiesero di tornare in gra-
messi dell'intpero le cause in ultimo ap- zia dell'imperatore, il quale dicono alcu-
pello. Simili grazie per altro furono pre- ni che si recasse in Siena neh 18 5, e che
cedute da piìi dure condizioni, alle quali li rimettesse col figlio Enrico VI in pace
i sanesi dovettero soggiacere dopo avere con riuri patti, ed allora fu coucessoal co-
sostenuto un assedio, non sa dire Repet- mune l'elezione libera de'suoi consoli,am'
ti se provocatodall'aver eglino quali ghi- messa però l'investilurada darsi dagl'im-
bellini per un momento aderito al parti- peratori. Frattanto nell'incominciareil se-
to guelfo o della chiesa romana, ovvero colo XIII il comune diSiena non solamen-
per altre cagioni ignote. Quando gl'impe- te andava a poco a poco tarpando l'ali ai
latori facevano guerra ai l*api, capi e di- piìi potenti magnati del suo contado, con
fensori della parleguelfaj i vescovi di mol- obbligarli di fornire milizie alla repub-
te città toscane presiedevano alle delibe- blica, di fabbricarsi casa in città, di abi-
razioni del popolo, onde al vescovo di Sie- tarvi per un determinato tempo dell'an-
na Ranieri, come quasi riconosciuto capo no; ma ancora introdusse un uRlziale su-
della repubblica nellospiritualee teuipo- periore alla direzione del governo milita-
lale, si rivolsero diversi nobili del conta- re e de'giudizi criminali col titolo di po-
do, facendo con diverse condizioni sotto- destà, da prima scelto fra i nobili sane-
missione al comune per essere ricevuti in si, poi fra i pili distinti forestieri. Veh 20 [

accomandigia. Alessandro 111 con diversi seguì la logi fra le repubbliche di Sieni
diplomi dimostrò la sua propensione a'sa- e di Firenze, con patto di aiutare questa i

nesj, sia pe'confini territoriali e diocesa- sanesi a conquistare !Monta lei no,ciò ch'eb-
ni, col territorio e diocesi di Firenze, sia be luogo nel maggio: 202, ed allora rreb-
col concedere al clero della città e borghi be il desiderio d' impadronirsi pure di
di Siena e suoi abitanti alcuni privilegi, IMonle Pulciano,ed a tale effetto si allea-
inbenemerenza d'averes«i aderito al Pa- rono con Orvieto. Ma montepulcianesi i

pa medesimo in tempo della di lui perse- prevenendo il colpo che li minacciava, si


cuzione ricevuta d<» Federico l.Tultavol- collegarono co' fiorentini, sotto pretesto
J:« non pare chela collera dimostrata dil- che Monte I^ulciano non era del vescova-
l'imperatore Federico I contro i senesi a •
to, né del contado di Siena. La guerra si

vesse causa dall'avere essi dimostrato ade- ruppe nel 207, per cui l'oste fiorentina
1

sione al loro concittadino Alessandio III, SIcondusse nel territorio sanese, e presso
né che traesse oi'igine d<dle prime guer- MontaltodellaCerardengaaccadde un fat-
re incominciate neh 170 tra i fiorentini to d'armi a danno de'sanesi,ei 3oo ne fu-
ed i sanesi, le quali ebbero fine neh 173 rono condotti prigioni aFirenze, venendo
per mediazione dello stesso Federico I. disfitto il castello di .Montallo daqli sles-
Onesti però mentre ne\i i83 nella pace si Neh 208 questi ritornando
fiorentini.
di Costanza a molte città italiane conces- sulcontado disfecero Rigomagno, presero
se il sistema per reggersi a repubblica, o Rapolano,e condussero seco gran bottino
confermò lorogoverni raunicipali.ad al-
i e molti prigioni, fioche neh 2 io i sane-
tre ne restrinse il dominio;quindi nel i8ì 1 si, mediante la pace fatta co' fiorentini ,

a tutte le città tusciuie, tranne Pisa e Pi- montepulcianesi e montalcinesi, riebbero!


sloia, restrinse le regalie consuete e il ri- luoghi perduti. Poco dopo i sanesi rifor-
spettivo couludo, ed .iSiena nell'anno pre- marono il loro governo, con determina-
cedente avea mandato l'esercilo ad asse- re ciie il podestà si eleggesse fra i nobili
diarla, secondo altri in vendetta per aver forastieri,e(piindi eslesero il contado dal-
seguite le parti della Chie>ia; ma dal va- la parte tiella provincia inloiioie.
lorede'cilladini fu con islrage sbaraglia Neh 208 fu fallo un accordo con Fi-
28 SIE SIE
lippo di Svevia fratello del defunlo Enri- scomunicato Federico Ilei suoi faulori,
co VI e rede'romani, il quale uvea in mi- prevenendoli di non somministrargli al-
ra d'impadronirsi di Toscana per darla cuna specie d'aiuto, negli prestassero ub-
in dote alla figlia e maritarla con Riccar- bidienza. Per questi avvenimenti politici
do fratello d'Innocenzo ÌU, il quale però e guerreschi, i reggitori del comune as-

eragli contrario, preferendogli per l'iin- sicurarono con migliori difese la città, for-

peroOUonel V. Nel 218 Everardod'Ar- i se perchè fino allora il magistrato crasi


iiestein castellano di Federico II in s. Mi- fidato pili che nelle mura e ne'fossi, nella
nialo comandò al podestàdi Siena di te- posizione favorevole del paese e nel corag-
nere i monlepulcianesi per nemici de'sa- giode'suoi abitanti. Nel i 240, secondo Ri-
iiesi, di perseguitarli e di far loro guerra. naldi, isanesi si sottomisero all'imperato-
Infatti la signoria di Siena nel 1229 man- re Federico II, perchè li difendesse con-
dò l'oste sopra Monte Pulciano, e in con- tro i fiorentini; e ad onta della scomuni-
seguenza i fiorentini mossero le loro for- ca rinnovata da Innocenzo 1 Va quel prin-
ze e quelle degli amici contro i sanasi a cipe, i sanesi continuarono a lui fedeltà,

difesa de'monlepulcianesi loro alleati. Il pagandogli puntualmente le 70 marche


Papa Gregorio IX provò gran dolore per d'aigenlo imposte loro nel i 186 dal geni-
le discordie e guerre micidiali de'fioren- toreEnrico VI, mentre inviavano in Lom-
tini e saiiesi, e per metterli d'accordo tra bardia i soldati designati per servizio di
loro ne incaricò fr. Giovanni di santa vi- Federico II e della sua causa. Intanto che
ta con carattere di legato. Dicesi che nel Firenze riformava lo stato per ripararsi
1232 ill^apa scomunicasse fiorentini co-
i dalle forze de'ghibelli ni, la signoria di Sie-
me tenaci nel loro rancore, i quali ina- na compilò il suo pili antico statuto nel
spriti più che inviliti da lalecensura, nel I 249, indi contrasse lega co'pisani per li-

1233 corsero alle armi e investirono con berare le terre pistoiesi dall'oste lucche-
altre genli dalle 3 pai'li il giro triangola- se. Questa misura impolitica mosse i fio-

re delle mura di Siena; le guerre conli- rentini, con prelesto di difendere i loro a-
juiarononel I 2 34ei235, talché il comu- mici, a rivolgere le armi contro i pisani,
uedi Siena dovè chiederequella pace che e compita che fu la guerra l'esercito nel
ottenne a patti onerosi mediante lodo del 1252 prese la via di Monlalcino, ch'era
cardinal Pecoraria , legato pontificio di stretta da'sanesi,e la liberaronocon bat-
Gregorio IX perottenere tale concordia, 253i sanesi si recarono di nuo-
taglia. Nel I

firujato in Poggibonsi a'3o giugno I235 vo a danno di Monlalcino, e il comune di


iieir accampamento fiorentino. Fra le Firenze ordinò sopra Siena la marcia di
principali condizioni, i sanesi obbligarou- sue masnade, dando il guasto ai dintor-

si a pagare 8000 lire per rifare il castel- ni della città ed a varie terre e castella,
lo diMonte Pulciano, e che il castello ili e poi liberarono dall'assedio Montalcino
Chianciano consegnalo da' sanesi al car- e provigiouarono. Né contenti di ciò, nel
dinale, si dasseagli orvietani per restituir- 1 254 i fiorentini dopo aver soggiogato Pi-
lo a'padroni. Mentre il Papa era in aspra stoia e obbligata di reggersi a parte guel-
dillerenza con Federico II, in Siena fu ri- fa, si avviò contro Siena, e assediò il ca-
formato il governo, cambiandosi il titolo stello di Monte Riggioni, finché sindaci i

ali." magistrato de'consoli, cui al pari di de'due popoli firmarono nel 2 55 la pa- t

altre città fu dato il titolo di priori del ce, a condizione che isanesi non piìi mo-

comune di Siena, aggiuntovi un consiglio lestassero Montalcino e Monte Pulciano.


di 24 individui che si dissero conservato- Ma quando Siena stabiliva con Firenze
ri del popolo. Gregorio IMneli236 av- sili itta lega, in questa dominava il par-

visò il podestà e popolo saucse cheavea liLu ghibellino, capi del quale erano gli
S 1 S I E 2f)

liberti; peiò nel i


> ')8 per le scnppiie lo- sfrnf»e fle'fedrschi, e l'inspgnn cliManfi edi

IO trame contro il po[)olo di parie guel- mandarono in Firenze, ove tornò l'oste,

fa, la plebe furiosa corse alle loro case, ne Sentendo i sanesi la lega guelfa toscana
imprigionò molli,alti decapitò, atteri'an- i che fiorentini preparavano contro
i di lo-

do i palazzi e le torri de'congiurali, cac- ro, ottennero altra cavalleriadaManfre-


ciando da Firenze i superstiti L'berti, in- di. Quindi è clie Firenze, dopo aver rice-

clusivamenteaFarinatadegli UI)erti,for- -vuto l'aiuto promesso dai lucchesi, bolo-

se il più gran politico di sua eia. Laon- gnesi, pistoiesi, sanminialesi, pratesi, son-
de tutti questi fuorusciti, con molli nobi- gemignanesi, volterrani e colligiani, do-
li del contado e di città si rifugiaiono in pò radunata tanta numerosa armala, nel
Siena, dove dai magistrali e dai cittadini declinar d'agosto 1260 s'avviò per Siena,
furono (eslevolmeute accolti, perchè al- menando con pompa il carroccio, e in al-
Joia i sanesi erano retti a parteghibellina campana
tro carro la Marlinella : (juasi

o imperiale. La signoria di Firenze di ciò tutto il popolo segm l'oste coH'insegne dei-
si querelò conSiena in contravvenzione ai le compagnie, e non vi fu casa che non vi

patti della lega del 12 55; ma i sanesi mos- si recasse a piedi o a cavallo,aImeno uno
si non meno dal diritto delle genti, che o due per famiglia. Tutte queste genti si
dalla [)rolezione di Manfredi re di Sicilia, adunarono sul contado sanese in sul fìii-
col qualeavcano concluso alleanza , nou meArbia, nel luogo di Mont'Aperlo, coi
dieronoascolloa tali reclami. Per talepro- perugini e orvietani accorsi in aiuto dei
cedere la signoria di Firenze dicliiarò al dimodoché ascesero a più «li
fiorentini,
comune di Siena quella guerra, che riu- 1000, ovvero 3ooo cavalieri e piìi di ,

SCI per le conseguenze la più memorabi- 3o,ooo pedoni. Per que!>l'iniponen(e ap-
le di tulle le altre nella storia delle re- pai ecchio si vuole che i fuorM>,cili giiibelli-

publiche italiane del medio evo. I fuoru- ni rifugiati inSicna ricorressero ali'ingan-

sciti invocarono il soccorso di


fiorentini no pertradireifiorentini concittadini, ve-
Manfredi, che appena promise 100 cava- dendosi con forzesproporzionate, facendo
lieri tedeschi; ma siccome sanesi gli giù- i loro credere di aprirgli la porla s. \ ieni
rarono fedeltà come a protettore, egli con Mentre ciò allenileva-
ossia porta Pispini.

diploma dichiarò di prendere sotto la sua no fiorentini schiera li sui colli di Moni A-
i

tutela la città, il contado, le persone e i peito, invece a'4 settembre videro uscir-
beni de'sanesi, indi inviò il conte Giorda- ^i i tedeschi e gli allri cavalieri e il po-
lio con titolo di suo vicario in Toscana con polo di Siena verso di loro in alleggia meu-
800 cavalieri tedeschi, che arrivarono in to di combattere. Restarono fòrlemenle
Siena nel dicembre i ajc). Nella seguente sbigotliti,dovendososleneieun immineu-
primavera i fiorentini Iccero oste sopra te a^sallodalorononprevedulo,eciònIag-
Sieua con gran corredo di gente, e dopo giornienle (piando viileio i ghibellini ve-

aver preso varie terre e castella del con- nuli nelcamponell'appressaisi lestpiadre
tado in Val d'Elsa, s'accamparono fuori nemiche Inggire dall'allra parie: tali fu-
di porta Camullia. Durante l'assedio sa- i ronogli Abatie più allri, ad onta che i fio-

nesi promisero untili doni e paghe ai le- rentini non lasciassero co'collegali di lar
dcschidi Manfredi, e fallili Iiene mangia- loro fronte e di attendere alla ballaglia.
re e avvinazzare, a' i 8 maggio li spin>e- Ma sicccime la compagnia de ledcsihi ru-

ro a vigorosamente assalire il campo ne- vinosamente percosse la schiera tie cava-


niico, e tale fu il loro impeto che ne uc- licri fiorentini ov' era Bocca degli Abati
cisero I 3oo e il resto fugarono, perdendo traditore, questi colla spada tagliò la ma-
soli ^'^•o individui: allri ilicono che i fio- no n Jacopo ile Pa7zi di Fireii7e, ilqiia-
reutini riavutisi dalla sorpresa, fecero le teneva l'insegna della cavalle» ia del co-
,

3o SIE SIE
miine, e vedendo i cavalieri e il popolo se in signoria una parte dell'ordine popo-
l'insegna ahijaltuta e il tradimento, si mi- lano e di quellodc'gentiluotnini. Una del-
sero incompleta fuga e deplorabile scon- le prime imprese de' sanesi viltoriosi fu
fìtta. E perchè i cavalieri pe'pritni si avvi- contro Monte Pulciano, che re Manfredi
dero dei tradimento, non rimasero di loro con diploma de'20 novembre rilasciò in
sul campo che 36 nomini tra morti e pre- libero dominioal comunediSiena, in pre-
si. La gran mortalità e prigionia fu del po- mio di sua fedeltà; quindi nel 1 261 asse-
polo fiorentino a piedi, de'lucchesi e or- diato dovè capitolare, e permettere a'sa-
Tietani; ne j imasero piii di 25oo rnoiti e nesi l'erezione della fortezza con libera u-
più di 1 5oo prigionieri, de'migliori di Fi- scila dalle mura castellane. Dopo la me-
renze e di Lucca, perdendo il carroccio, moranda giornata diMont'Aperto, i ghi-
la campana I\Tartinelia emollissimi arne- bellini furiosi e sitibondi di vendetta, si

si e bottino. Di questa famosa battaglia gettarono crudehnente sui paesi, abitan-


\i sono molle descrizioni, oltre quella ri- ti e governi di parte guelfa in Toscana,
portata di Ricordano Malespini contem- e ne fecero scempio, senza perdonare al-
poraneo, che diversificano nelle partico- le persone, alle robe, alle possidenze. E'
larità. Era già tornato l'esercito vittorio- fama doversi alla fermezza del potentissi-
so e trionfante in Siena, e con incredibi- mo Farinata la soppressione del progetto
le letizia dalla popolazione accolto e fe- maturato in Empoli,di distruggere da ca-
steggiato, quando in Firenze arrivò la no- po a fondo Firenze, ciltìi più insigne e la
vella della dolorosa sconfitta , accompa- più eminentemente guelfa diToscana. La
gnata da'reduci e miseri fuggitivi, nunzi rabbia delle fazioni giunse atrocemente
della morte e prigionia de'loro compagni, ad abbatterele sepolture, per inveirecon-
per cui non vi fu famiglia che non lestò tro morti guelfi, benché virtuosi citta-
i

desolala e immersa nel pianto. Così una dini. Quasi tutti paesi e città di Tosca-
i

lunga e accanila guerra politica terminò na,dopotalcstrepitosoavvenimento,cain-


con brevceilisastrosa battaglia.lXc fu con- biarono governo e partito, nel lempo che
seguenza, che nello stesso 260 quasi tut- i Siena salita all'apogeo della sua gloria vi-

ta Toscana fu riformala a sialo gliibf^lli- de umiliati i popoli che furono di lei più
110 imperiale, con principii oligarchioi, e costanti rivali, e per eternale la memo-
fucomposto per la città di Siena un nuo- ria del monete colla
suo trionfo coniò le

vo slalulo prima soltanto dessa, Pi>a e


: doppia leggenda: Sena T^elusC ivi lasf ir-
Massa Marittima erano ghibelline. Mol- ginis. Allora le cose pubbliche de'sanesi
le famiglie fiorentine ripararono a Bolo- vennero rette quasi dittatoriamente da
gna, ma la maggior parte Lucca con quei
a un potente loro gentiluomo, Provenzano
degli altri luoghi tlebellati, onde per qual- Salvaiii, il quale avea mollo contribuito
che tempo servì d'asilo e baluardo de'guel- alla vittoria, perchè al dire di Dante : fu
fi Dal 1282. Siena avea posto al-
toscani. presuntuoso a recar Siena tutta alle sue
la lesta del suo governo repubblicano una mani. Quasi tutta Toscana ubbidì al con -

signoria composta di nove governatori te Giordano, poi al conte Guido i\o vel-
uomini scelli Irai grandi popolani, ma nel lo, un dopo r altro vicari generali della
12G0 essendo intorla qualche turbolenza contrada del ghibellinissimo capoparte
fra il magistrato de'Nove e i nobili delle INLnufiedi redi Sicilia [T' .), mi vicario dei
j)rime famiglie aspiranti al regime della quali risiedeva in Siena, che nel gennaio
città, cjuel malumore si convertì m aperta 1261 convenne a un trattalo di pace con
e ostinata ostilità, nella quale al fine [pre- Firenze. Alcuni lodano Provenzano per
valsero i reggitori dello stato; ciò non o- virtù edisinteresse a favore di sua patria,
stante, questi si conleularoDU cbe entras- perchè dopo la giornata di Mont'Aperto,
s 1
1<: S 1 E 3 .

«lienodi tiianneggiaic i sanesi, non Isde- lii [)res';o Ucnevento, suonò l'ultima ora
ynò lecarsi con altri ciltadini ambascia- per Manfredi, ucciso e vinto dal competi-
tore as. Geniignano, e nel r aGicli andare tore Carlo I. La morte di Manfredi, ap-

podestà a IMonlePulcinno. Diverse acco- pena divulgatasi, recò tanta sorpresa che
iiiandigie accordò Siena, fra le quali anche poche furonolecitlà, lequali avessero co-
la rinnovò con condizioni più dure al con- raggio al raccontode'prosperi successi del-
leBoni fazio degli A Idobrandesclii di s. Fio- l'Angioino di restar fedeli al partito ghi-
ra (della qiial famiglia parlai a Sforza), bellino. Di quest'ultime fu Siena,e ad on-
come ad obbligai lo a compiere il palazzo ta del minacciato interdetto j)ontificio ,

che avea comincialo a edificare in Siena. non oslanleche l'emulasua vicina Firen-
Trovo in Rinaldi, che Papa Urbano IV ze avesse riformato il governo a parte guel
considerando Manfiedi usurpatole di Si- fa, e che persino i pisani cercassero di ri-

cilia ch'era della s. Sede, convenne d'in- mettersi alla disciezionetlel Papa.dal qua-
vestirne Carlo d'A rigiò, e preparò la ro- le erano stali scomunicati, pure il gover-
vina della casa imperialedi Svevia, egida no sanese si mantenne ghibellino. Carlo
e rifugio di tutti i ghibellini d'Italia, e se- I, per abbattere il partito imperiale, spe-
guala niente di quelli toscani. Il partito ini di in Toscana per suo vicario Guido di
perialedifeso esostenuto da'ghibellini, an- MonfortconBoo cavalieri francesi; in con-
dò di mano in mano declinnndo, a segno seguenza nel luglio 2(3^ I il conte e poi lo

di trovarsi costretto di cedere a'guelfi la stesso re con vigorosa oste unita a quella
supremazia politica in Toscana, ove il nu- dei fiorentini ricominciarono la guerra
mero de'liberali fino allora soppressi dal- contro i sanesi e tulli i ghibellini in essa
la forza, ogni gioino piìi si faceva forte e in Poggibonsi rifugiati, e ne predarono
ingiossaiido, iMortonell'ollobi e i 264 Ui'- e arsero il territorio. L'unica speraii7a dei
bano IV, Manfredi co'suoi seguaci e ghi- i ghibellini era riposta in Corradino nalfi
bellinine fecero grande allegrezza;! sa- daCorrado IV fìgliodi Federico II. A lui

nesi mossero verso Orvieto, e infestarono perciò ghibellini di Toscana, e quelli del-
i

il Patrimonio di s. Pietro, per cui il sa- l' Italia superiore e inferiore inviarono
gro collegio de'cardinali li ammoni a ri- messi in Germania persollecitarlodi veni-
tirarsi con gravi minacce, che disprezza- rea riprendersi regno delleSiciliejmeii-
il

rono. Divenuto Papa l'altro francese Cle- tre Clemente IV dopo avere ammonito
mente IV, elVettuò l'investitiua e dichia- Ccjrrndino a non collere alle vane lusin-
rò Carlo I d' Angiò re delle due Sicilie, ghe, fece di lutto per distaccare i po|)oli
che divenne capoparte guelfo; lo che ob- italiani dal suo parlilo, econ bolla degli 1 r

bligò Manfredi a richiamare nel minac- maggio 1267 inculcò al potlestà e signoria
ciato regno il maggior numero di sua ca- tli Siena, afiinchè il popolo ubbidisse a'co-
valleria tedesca, e tutti i soldati sparsi per mandi apo.slolici. Invece nel 1

dicembre
Toscana e per le comune
Marche, ed il i rnppresentanti del comune e della parie
di Siena dovè somministrargli un nume- ghibellina toscana elessero capitano ge-
ro di milizie agli I i febbiaio 12 65. Cle- nerale per 5 anni Enrico figlio del redi
mente IV scomunicalo Manfredi, come Castiglia,allora senalorediPioma,coiran-
aveva fallo il preilecessore, promidgò la mio salai iodi 1 0,000 lire,promellendo o i

crociata contro di lui, concedendo iiubd- solili al giorno per 200 spagniioli. Olire
genza a chi recavasi acombalterlo, e4oo a ciò i sanesi con altri ghibellini inviaro-
cavalieri guelfi fuoruscili fiorenti ni con- no a Corradino calato in Italia 100,000
dotti dal conte Guido(>ueria di Duvndo- fiorini d'oro, e nel 1 2(38 Siena gli somcui-
la si unirono al monarca liancese. A '26 nislrò altri denari. Acciesciiilo ili mezzi
febbraio 126G, nella piuuura di Grundel- e di forze, Con adino da Pisa per Poggi-
3

32 SI E SIE
bonsi si recòa Siena, doveiiifeseil r." fat- venzano Salvani fu preso e trucidalo, e
to d'ai mi favorevole a'suoi accaduto nel ilsuocnpo portato in giro sopra una pic-
Val d'Arno siiperioie. Gran runìore fece ca pel campo de'vincitori. Provenzano po-
per Toscana questa piccola l^atlaglia, per co innanzi per ri/|)arniiare la morte ad
cui ne montarono in supeil:)ia gliibelli- i un amico prigione degli angioini, di>5teso
ni; fu allora che sanesi salili in grandi
i un tappeto sulla piazza di Siena si pose
speranze si dierono a mozzar torri e al- ad accattare 0,000 fiorini pel suo riscat-
i i

lenare palazzi ad alcune famiglie poten- to, e vi riuscì con eterna sua lode.
ti sospette. Corradino senza far caso del- Dopo la vittoria riportata a Colle, i fio-

le scomuniche e deposizione dagli assunti rentini aprirono pratiche pacifiche, afììu-


titoli di Cleuienle IV, proseguì da Siena chè i guelfi fuorusciti fossero ammessi an-
il viaggio ner Pioma, e secondo i pontifi- che in Siena, e l'oltennero nel 270. Per 1

cii prognostici Coriadino trovatosi a fron- tale trattato i sanesi pagarono nel 1271
te di Cai lo I, a'24 agosto presso Taglia- al vicario del re in Toscana 6000 oncie
cozzo fu sbaraglialo, indi fallo prigione, e d'oro per ottenere la grazia e protezione
nell'ottobre lasciò in Napoli la lesta sul di Carlo 1, a condizione che a'fuoruscili
palco, terminando con lui la nobilissima ghibellini non si restituissero i beni senza
casa degli Hohenstauf'endiSvevia. Quan- suo ordine. A' 4 giugno 278 per un sin-
1 i

to precedette, accompagnò e seguì il tra- daco sanesi promisero d'ubbidire agli


i

gico fine dell'infelice Corradino, lo ripor- ordini della s. Sede, onde ollemiere ras-
tai a Sicilia. Giunta in Toscana la nuo- soluzione dalle censure lanciale da Cle-
\a della sconfina di Tagliacozzo e la pri- mente IV per l'aiuto dato a Corradino,
gionia di Corradino, non è a dire in qua- e rinnovate da Gregorio X per non aver
le avvilimento cadessero ghibellini, nel i voluto riconoscere Carlo I da lui nomi-
tempo che grandi feste si fecero da'guelfi nato, come da Clemente IV, vicario impe-
ormai dominanti sulla maggior parie di rialeiu Toscana.Ma non passò gran tem-
Toscana. Due sole città capitali di repub- po che guelfi riammessi in Siena, poco
i

bliche, cioè Pisa e Siena, dopo la morte o nulla curando patti della pace fra le i

di Corradino non solo non innalzarono lo due comuni ristabilita, istigali dal conte
stendardo de'gigli francesi, ma il comune Monfort, cacciarono dalla città gli anti-
di Siena dopo avere raccolto un esercito chi ghibellini. Seiiouchè nel giugno 127
di tedeschi e spagnuoli scampali dalla bat- per opera Gregorio X, mentre egli con
di
tagliadi Tagliacozzo, edopoaver afìidato quel seguilo che narrai alla biografìa, pas-
al comandodi Provenzano Salvani quan- sò per Siena e Firenze onde recarsi a Lio-
ti fuoruscili ghibellini potè radunare, nel ne, i ghibellini furono restituiti alla pa-
giugno 269 dichiarò la guerra a'iìoren-
I tria e posti a parte delle antiche magistra-
tmi,porlando rostesoltoColIe inVal d"El- ture. Per altro pochi giorni dopo la par-
sa. A tale avviso si mosse da Firenze il vi- lenza del Papa, lultociò ch'egli pel bene
cario di Carlo I, accompagnato da'solda- della pace fra le fazioni aveafatto.fu guasto
tidisua nazione, da'dorenlini e altri guel- e rovesciato in guisa che i ghibellini do-
fi toscani. Agli 1 giugno ostinata e teni-
i vettero di bel nuovo abbandonar la città,
bile riuscì la battaglia, nella quale restò per la qual cosaGregorio Xfulnaioò nuo-
rotto e sconfitto l'esercito ghibellino con va scomunica al popolo sanese. Intanto
grandissima perdita de'sanesi, a'quali si gli espulsi ghibellini raccoltisi nella ma-
può dire che il combattimento sull'Elsa remma massetana danneggiavano paesi i

riuscì quasi oltrettanto funesto, quanto del dominio di Siena, laonde reggitori i

quello suU'Arbia era slato disastroso ai della repubblica nel i 276 colle arasi li re-
guelfi. Pochi de'vinti si salvarono, e Pro- pressero, e cominciarono a prender parte
SIE SIE 33
nel regime politico di Massa per assoq- in Toscana, splendidamente ricevuto efe-
gellarne il comuue: nel 1277 Siena rin si cggiato in Siena e Firenze. Avendo Ur-
uovo le capilolazioui con Grosseto, e nel bano IV condannali sanesi al pagamento i

I 280 la pacecnnFirenze,a mediazioiiedel d'8000 marche d'argento (40,000 lire),


legato cardinal FrangipaneOi'sini. Quan- lìuniflicio Vili nel 1299 inviò una bolla

tunque la parte guelia e la più popola- al podestà e ai signori Nove per transi-

re avesse preso il sopravvento in Siena, gere col governo. Frattanto sorgeva il se-
la signoria venne portata al numero di colo XIV, che può dirsi il più bel secolo
I 5 governatori, tutti dell'ordine popola- per le repubbliche ecittà toscane, nel qual
no; non per questo gli altri ordini della periodo fiorirono Castruccio, Arnolfo da
città,né glnbellini di corto rientratisi
i Colle,Giotto, Dante, tre Villani, Petrarca,
erano acquetati, e lanlnessi brigaronoche Boccaccio, Giovanni e Andrea Pisani, ed
furono espulsi da Siena diversi magnati e isanesi Simone iMemmi pittori, e Simone
altri capi ghibellini, per aver tentato d'im- Tondi che forse fu ili.°a darci un'idea
padronirsi del governo. Dopo i vesperi di di statistica nella relazione del dominio sa-
Sicilia, avendo gli angioini perduto quel- neseda lui perlustrato, tralasciando mol-
l'isola, 5 governatori per vedere in To-
i I tissimi altri ingegni tuscani celebri. Nel
scana riaiiinoati ghibellini, dalle loro ma-
i I 3o3 il potente magnateMusciattoFraa-
snade fecero assalire e disfare castelli del i zesi accolse nel suocastello di Staggia l'in-
contadoasilode'ghibelliiii. Finita con Te- degno cav. iVogarel mìiiislro di Filip[)0
lezione in re de' romani di Rodolfo I di i V re di Francia {F'-\ accompagnato da
A bsburg la vacanza dell'i mpero,Mcolòl 1 1 unascliieia di soldati, che recatisi mAna-
Papa indusse Carlo I a lasciar il vicariato gai sacrilegamente imprigionarono e vi-

di Toscana, onde quell'imperatore rivesti li|)esero Bonifacio Vili, ludi neli3o5 il

del titolo di suoi vicari quasi tutte le si- francese Clemente V stabilì la residenza
gnorie delle repubbliche di questa parie papale in Francia e Avignone {f.), con
d'Italia, con annuo tributo o regalia alla tanto danno d' Italia lacerata dalle fa-
corte aulica. Si convennea nuove paci coi zioni, le quali furono assai inasprite nel
ghibellini con diverse condizioni, e prin- i3i I dalla venuta dellimperalore Enri-
cipalmente colle case Salvani, Guinigi, co VII nemico acerrimo de' guelfi. Sie-
Consi ghiliellini, Tolomei, Incontri, For- na e Firenze furono in Toscana le due
tiguerri, Piccolumini guelfi, per cura di cittàch'ebbero il coraggio di chiudere le
ISicolò 111; ma
per sua morte nel 1280 i porte in faccia al troppo ghibellino im-
ghibellini dinuovo furono cacciati, ed il peratole, e il magistrato de' Nove tornò
partito preponderante restrinse al nume- a pubblicar il bando d'esclusione de'no-
10 di nove i5 governatori, chiamandoli
i bili dagli ufììzi pubblici. Avendo Enrico
Noi't Difensori, e(ì escludendovi non po- i VII iiiutilmeiile assediato Firenze, mar-
polani; inili neh 288 »i fecero nuovi statu- ciò verso Siena, ilando il guasto a liitle le

ti. Le guerre di Sicilia e il grave danno ville subuibane; ma reduce da'bagni di

palilo dalle truppe sanesi presso la Pia- Macereto morì in Buoiiconvento, e così
ve al Toppo rianimarono i ghibellini, ma liberò da gravi apprensioni Siena e le al-
la loro audacia fu compressa e fiaccata agli tie repubbliche guelfe di Toscana; laon-
1 I giugno 28c)alla I battaglia di Campai- de signori Nove inandaiuuo l'oste a sog-
i

diuu per opera de' fiorentmi e sauesi di giogare i castelli ue'quali cransi chiusi i

parte guelfa, in conseguenza di che Siena malcontenti rivoltosi. Ma Siena, al pari


s'impossessò di diverse castella nella sua della rivale Firenze, avea dentro ilelle po-
maremma. A rendere più >oleniic questo tenti famiglie ghibclliue, per cui a' iti a-
triouto cuncoisc Curio 11 col suo ai rivo gusto 1 3 1 j,giorno destinato alla festa del-
\UÌ. LWl. 3
34 SI E SIE
fa gioslia e poi della corsa nella piazza del ne!! Altro scrittoreanonimo riferisce, che
Campo , riscontrandosi i Salinibeoi coi di G5,ooo bocche che allora faceva Sie-
guelfi Toloni ci, si affrontarono, ferirono e na,ne rimasero 5,ooo. Intanto menlreaf-
I

uccisero,siccliè niellendosi in arme tulio il fliggeva la carestia, ebbe luogo una nuova
popolo fu un parapiglia. Arrestòalquanto riforma provocata dal popolo minuto per
le ostilità l'arrivo del principe diTaranlo, tacilo consenso di Carlo IV, imperatore
fratello di Roberto re di Sicilia (quello giunto in Siena a'24 marzo 355, sicché 1

dell'isola ebbe titolo di re di Trinacria) nel dì seguente con grandissimo tumulto


capoparte guelfo; ma la vittoria riportata furono cacciati dal palazzo pubblico si- i

a'aq ag(istoi3i5 dal famoso Uguccione gnori Nove, in luogo de'quali entrò alla
della Faggiuola (di cui a Lucca e altrove) testa del governo Ernesto arcivescovo di
sotto Monte Catini, rianimò i ghibellini i*raga col titolo di vicario imperiale, as-
toscani, sebbene non traessero gran pro- sistito di 20 persone,! 2 citta-
da una balìa
fitto da sì favore volegiornata,eniiuia città dini popolani e8 gentiluomini. Questo
di lega guelfa, della quale era allora an- cambiamento di governo forse fu il più fa-
che Siena, ne restò alterata: se il vinci- tale alla libertà sanese,per le gravi conse-
tore e gran ghibellino che rinnovò in Val guenze che ne derivarono; ed a'3 mar- i

di Nievole la sconfìtta di Moni' Aperto, zo 20 detti di balìa ordinarono un ma-


i

fosse stalo accorto politico come si mo- gistrato di 2, quattro per Terzo o rione,
i

strò valente neirarini,poleva'di venir l'ar- i quali con piena autorità doveano deci-
l)ilro di Toscana, ed invece fu espulso da dere gli affari di stato con 1' assistenza e
Pisa edaLuccaovedominava,il che riuscì voto di 12 buoni uomini nobili, scelti 4 per
di sommo conforto a'governi guelfi. Pro- Terzo, che costituirono il collegio de' 2 i

sperando in Siena le cose de' guelfi, va- gentiluomini. Poscia a' 1


7 aprile fu orga-
rie ih miglie nobili lornaronoall'ubbidien- nizzalo un consiglio generale di 4oo cit-
za della signoria, sebbene poi rinnovaron- tadini, de'quali 1 5o nobili e 25o popola-
si i tuuìulti, poco prima che i soldati di ni, il quale consiglio dovea cambiarsi o-
lega guelfa ricevessero in Val di Nievole gni 6 mesi. Così sistemato il regime rap-

olirà più solenne disfalla all' Allopascio presentativo della repubblica di Siena ,

daCastruecioAntelminellisignorcdi Luc- vi fece ritorno Carlo lV,che in Roma era


ca {y.), il capitano e politico più rino- «lato coronato, e trovando la città invol-
mato di sua età. Quindi Siena per inler- ta nelle solite discordie fra la nobiltà e il

posizioncdel vescovo, come Firenze a ven- popolo, stabilì suo luogotenente e gover-
do riconosciuto per vicario il duca di Ca- natole supremo di Siena il patriarca d'A-
labria figlio di re Roberto, a sua insinua- quileia suo parente, e riuscì ad ottenere
zione fecero tregua i Salimbeni co'Tolo- che la balìa, il collegio de' 12 e il consi-
mei, poi pacificatisi. Successivamente fu gliode'4oo linunziasseroal loro uffizio.
preso il castello di INlonlemam, espulsi i Non essendo facile a un patiiarca disar-
mendichi du Siena, ricevuta la dedizione malo poter tenere il giogo sui collo a'cit-
di Massa,enel 343 venneaiulataFirenze
i ladini fervidi e usali a sceglieie i magi-
per cacciar il duca d'Alene; prima del strali, dopo la partenza di Carlo \\ in-
qnal tempo e nel 3 39 la peste bubonica
i sorse il popolOjCoslrinse nel maggio il pa-
fece strage, indi fu di piìi desolala Siena triarca a rinunziare al potere, e rimise il

co'suoi borghi dalla pestilenza del 1 348, collegio de'Dodici, a' quali nel luglio fu
e talmente micidiale che ascriva subilo aggiunto per capo il capitano del popolo,
chi n'era colpito, onde il cronista senese d'ordine di Carlo IV che avea ricupera-
e contemporaneo Angelo di Tura affer- to il dominio sanese. Da tale capitano na-
ma che morirono più di 80,000 perso- zionale ed eletto ogni due mesi dal pò-
SIE SIE 35
polo dipendevano i capitani delle compa- insegna de' guelfi, ovvero per ricordare
gnie, ma essendo queste divenute prive il trionfo riportato su Siena. Per mag-
di valore, si presero soldatesche prezzo- giore sciagura in questo frattempo anche
late ed estranee di venturieri, che tanto il popolo sanese si divise indue sette o
danno recarono all'Italia. Siena fu uno fazioni cittadine, cioè de'Caneschi favo-
de'primi comuni a risentirne dolorosi i rita da'Tolomei,e de Grasselli cheavea
eCfetli, allorché la repubblica fu messa a per capi Salirabeni; e la signoria de'Do-
i

discrezione delia numerosa compagnia dici artificiosamente fomentava ledivisio-


dimasnadieri guidata dal fimiiieralo fr. ni tra famiglie, ravvivando le antiche di-

Morreale cav. provenzale, le cui devasta- scordie. Di che accortisi nobili, armata i

zioni, taglieggiamenti, rapine e iniquità mano cacciarono


Dodici nel settembre
i

deplorai in tanti articoli e a Marca. Cosi i368, quindi fu ordinata una signoria di
cominciò a spegnersi nelle città ricche e i3 personaggi, IO de'quali gentiluomini,
commerciali la virtìi militare; cos'i le re- e 3 dell'ordine Monte detto de'Nove.
pubbliche e signorie d'Italia furono mes- Tosto una reazione suscitata dalla plebe
se a disposizione di turbolenti e rapaci sol e assistita da'soldali di Carlo IV tornato
datesche a piedi, ed a cavallo dette bar- in Toscana, formò altra signoria di Dodi-
bute, le quali terribilmente alterarono la ci con aggiungere a'3 del Monte di >'ove,

quiete e la prosperità de'popoli. A fr..Mor- 5 popolani e 4 geuliluomini; repentine e


reale tenne dietro il non meno infestocon- frequenti mutazioni, che vieppiù minava-
te Landò condoltiere di sfrenati venturie- no la libertà sanese. Pochi giorni dopo ri-
ri, che i Dodici di Siena ebbero la debo- comparveCarlolV^coIl'imperatrice inSie-
lezza ne\io5'j di chiamare al loro soldo, na, e costrinsenuova signoria a riscat-
la

insieme con altra simile compagnia d'in- corona impegnata per


tar dai fiorentini la

glesi nel i363, divenendo cos'i tributari bisognodidenaro.NoneracompitoiI 368 i

di prepotenti e insaziabili ladroni: una di che altra sollevazione riformò il magistra-


queste compagnie detta del Cappello, co- to de Dodici portandolo a 5, con un con- i

mandata dal conte d'Urbino, fu cocnbat- siglio di I 5o che costituì poi un 4-°Monte

tuta in Val di Chiana dalle genti sanesi appellato de' Riformatori. Piitornato nel
capitanate dal con te FrancescoOrsini. Pri- 1369 a Siena ancora una volta Carlo IV,
ma di questo tempo e nel i358, Siena e per sue esigenze indiscrete, nella rivo-
sebbene già alleata di Perugia, le ruppe luzione insorta, la furia del popolo sba-
guerra con vantaggio e vittoria de' pe- ragliò la sua cavalleria di 3ooo uomini
rugini, che come indicai nel voi. LII, p. con combattimento di 7 ore, e l'impera-

149, vollero ricordare ne'nobili portoni tore corse pericolo di restarne vittima; as-
del palazzo delcomune, per cui si crede sediato nel palazzo Salimbeni, il cardinal
che due gravi mensoloni sostenenti o-
i legato di Bologna s'interpose per la sua
gnuno un Griflone di marmo insegna di partenza, e le gravi ingiurie patite furono
Perugia, i quali tengono atterrati trafo- rimesse con molti denari, così essendo uso
ro artigli un animale di non marcata spe- quel principe a ristorare le sue vergogne.
cie,che molti dissero lupa e stemma sa- Gli furono dati 5ooo fiorini e poi altri
nese, altri toro; e siccome lo stemma sud- I 5,000; con eflìcacia si adoperarono per
descritto de'sanesi si componeva del leo- la salvezza di Carlo IV anche il vescovo
ne, pare dunque che la simbolicaallusio- Azzolino e Malatesta LJngaro. I tumulti
ne delle sculture voglia esprimere piut- cagionati nel territorio da' fuorusciti fu-
tosto Perugia in atto di fiaccale l'altrui rono tolti con permetterne il ritorno, ed
potenza. Di sotto vi sono pure due leoni entrare nelle magistrature, fuorché nella
eziandio di marmo^ ed ivi collocati come signoria e nel consiglio generale. In que-
3G SI E SIE
sto pacifico intervallo il comune in poco l'espressa condizione che il Visconti non
lempo riciìperò le tene e castella del suo dovesse intromettersi nelle cose politiche
dominio; di tanto in tanto non mancan- di Toscana. Esso però non cessò dagl'in-
do commozioni cittadine, e riforme go- trighi, pose io sua balìa la repubblica di
vernative che preparavano la morte della Pisaj e nel 1396 con Siena strinse altra
repubblica. Queste frequenti innovazioni alleanza. Siffatto procedere rinnovò l'ini-
rendevano più ardite le ricordate e altre micizia co' fiorentini, le prede e le scor-
compagnie di masnadieri, cui spesso u- reiiene'contadi rispetti vi, e fini colla pes-
nivansi i fuorusciti, per cui il comune piti sima deliberazione de'sanesi di sottomet»
volte mediante gravose somme dovè del tere la loro patria al Visconti aglii i di-

loro appoggio farsi scudo pregiudizievole, cembre 399, indi col .°del seguente gen-
I I

eliberare il contadodalsaccheggioedalie naio il conte Guido di Modigliana come


vessazioni. Fra i ripetuti tumulti, uno dei luogotenente del duca di Milano venne
più fatali fu quello dell 384 contro il reg- a governare Siena. Per sua buona ven-
gimento de'Riformntori che furono esi- tura, di Bologna, di Perugia e di altri do-
liati, e con essi un grandissimo numero mi nii che avea recato in suo potere, Gio.
d'artigiani, in tutti circa 4ooo popolani, Galeazzo morì a'3 settembre 1402; ma i
di cuiappena un 0.° ripatriò nella pace;
i sanesi aspettarono il 4o4 prima di licen-
1

ondeMalavolli alla perdita di tanti artefici ziare il luogotenente per tornare a reg-
attribuisce se non la i .', al certo la più es- gersi in libero comune,ed a'G aprile si pa-
senziale decadenza dell' industrie mani- cificarono co'fiorentini,cedendo loro IMon-
fatturiere di Siena. Neh 384 «itornato il tePulciano e ritenendo Lucignano. Per
magistralode'Riformatori, furono ridotti guisa non soloSiena ricuperò la libertà,
tal

aio col nome di Priori, indi nel 1 387 ac- ma in breve riprese le terre e castella ri-
cresciuto d'altro individuo. Per la ribel- bellate tolte da'fiorentini. Intanto infu-

lione di IMonte Pulciano, e la depredazio- riava gran Scisma (f ) d'occidente so-


il

ne del territorio fatta dalle masnade in- stenuto dall'antipapa Benedetto XIll, il
glesid*Augut,altribuendosi alle mene dei quale simulando di estinguerlo,con astu-

fiorentini, Siena fatalmente cercò appog- zia invitò per un abboccamento a Sa\'0'
gio a Gio. Galeazzo Visconti signore di na Papa Gregorio XII, che per tale ef-

ftliltiiio, e ne derivi) fìerissima guerra spe- fetto [)artì da Roma e giunse a Siena a'4
cialmente in Val di Chiana neh 38g,acui settembre 4^7 con 1 2 cardinali e la corte,
1

si aggiunse furiosa peste e lagiimevole ca- ricevuto con molta magnificenza d'onore
restia, che indusse i fiorentini e i saoesi dulia signoria e da tutti gli ordini de'mae-
a dare ascolto alle proposizioni di pace strati, e accompagnato fino al palazzodei

del Papa Bonifacio IX; ma il popolo sa- Squarcialupi in Postierla poi de'Pecci, a

nese accecato per non conoscere le fine e taleelletto addobbato, e destinato per sua
dolose arti del signor di Milano, pel suo abitazione. IS'ella solennità della Natività
odio pe'fiorentini,a'quali avrebbe prefe- della B. Vergine cantò in duomo ponti-
rito il demonio, antepose alla pace la sog- ficalmente la messa. A' 2 7 novembre vi

gezione milanese. Fu allora che Orlando ricevè un ambasciatore del re di Francia


IMalavolti ealtri guelfi, vedendo la patria in compagnia d'un nunzio dell'antipapa,
soggiacere a certa schiavitù, si dierono in i quali in concistoro richiesero il popolo
accomandigia a'fiorenlini. La guerra de- di Siena ad intromettersi per l'unione e
solatrice, la penuria e i contagi voltaro- concordia della Chiesa. Li signori lo ri-

no animi ai ragionamenti paterni di


gli ferirono in un consiglio di86 eletti citta-
Bonifacio IX, calle premure del doge di dini, e perciò il Papa domandando ullref-
Genova,e segui la concordia nel 1 392, cod tanto furoDO scelti a proporne modo G il
SIE SIE 37
cittadini. Dipoi Gregorio XII nel febbraio ne di Firenze si mostrò gratissimo, perlai
i4o8,secouJo Veca, passo in Lucca (F.), conlegno avendo potuto salvare la sua li-

prima dicbiarando le ragioni per cui non bertà, a cui attentava Ladislao nel coa-
si portava più a Savona, bramando un cettodi voler dominare l'Italia tutta. Per
luogo più sicuro. Nel luglio Gregorio XII la rovina cagionata alle campagne dal re
acconipagnntoda Scardinali pai lì da Luc- senza poter espugnare una terra, beffan-
ca per Ancona, ma essendo slato avvisato dolo toscani lo proverbiarono re g«a-
i :

degli agualicbegli tendeva il cardinal Co- sta grano, ed popoli si unirono per cac-
i

scia legato di Bologna, si ritirò a' iq in ciarlo da Toscana.


Siena, ricevuto cortesemente, e prese al- A* 26 giugno 1409 il concilio di Pisa
loggio presso gli agostiniani. A'aS luglio elesse Alessandro V, dopo aver deposto
acconsenl'i di fare da padrino al figlio del l'antipapa e il legittimo Gregorio Xll,
re di Polonia, ed a' 1 5 agosto nella tnag- perciò da s. Antonino e da chiamato
altri
giorsolennilà della città cantò pontilical- conciliabolo. Nel fine di tal mese in detta
niente la messa con incredibile pompa. città fu concluso un trattato col cardinal
In Siena non volle ricevere cardinali Fi- i Coscia legalo, i fiorentini, i sanesi e al-
largo poi Alessandro V, e Panceiini che tre comunità per difendci^si da Ladislao,
in nome de'colleghi ritirati in Pisa pre- il quale poi nel gennaio i4' ' con buoni
tendevano invitarloalcoriciliocbesi pro- palli si pacificò colle repubbliche di Sie-
ponevano celebrare. Gregorio XII invece na e Firenze, quando già il cardinal Co-

privò della legazione il cardinal Coscia,ed scia col nome


Giovanni XXIIl era suc-
di
a'28 settembre formò un processo contro ceduto ad Alessandro V in Bologna. Da
i cardinali ribelli ch'eransi recati a Pisa questa città volendo Giovanni XXIII re-
per celebrare un concilio contro di lui. Di- Roma e difenderla da Ladislao che
carsi in
morando il Papa in Siena a'ig settem- volevaocouparla, accompagnato da Luigi
bre (e non in altre epoche come vuole Gi- II d'Angiò pretendente al regno di Sici-
gli) creò cardinali Cini, Bonito, Barbadi- lia, per Firenze passò in Siena, e giunse in
go suo nipote, Bandinelli lucchese, Re- Roma aglir i o 12 aprile. Ad onta cheGio-
pinglon, Craco"\v, B.ivo, Morosini, e il b. vanni XXI 11 riconoscesse poi Ladislao in
Manzuoli di Pontremoli e vescovo di Fie- re diSicilia, questi nel i4i3si recòinRoma
sole. Dopo essersi trattenuto in Siena circa coll'esercito e l'espugnò agli 8 giugno, co-
3 mesi, nell'ottobre Gregorio Xll si por- stringendo alla fuga Papa e cardinali. 11

tò in Rii/iini [f.) da' suoi amici i Mala- Ferlone, Fiaggi de Potilefìci, dice che il

testa. Intanto l'ambizioso re di Sicilia La- Papa da Viterbo si ritirò a Siena, e dopo
dislao a danno de'fiorenlini tentò di fare 3 mesi fu ammesso in Firenze. Riferisce
un trattato co'sanesi, i quali in tempo da Xovaes cheGio vanni XXI II ritornò in Sie-
essi avvisati delle regie lusinghe, prote- na a'22 giugno, e mentre vi dimora va, tro-
starono non potere senza l'annuenza dei vandosi in bisogno di denaro, die al co-
fiorentini loro amici; mentre i ministri di mune in vicariato Radicofani (f^-) con
Ladislao tentavanodistornarela fermez- annuo censo da pagarsi nella vigilia di s.

za de'sanesij il re con numeroso esercito Pietro, che a suo tempo ancora soddisla-
era entrato nello stato fino a Buonconven- ceva il comune anche per Camposervoli
to, ove ordinò che si corresse Uno alle por- pure della s. Sede, col tributo ridotto a
te di Siena esi facesse per via quanti mag- scudi 29 e bai. 4<J- Poscia il Papa tran-
giori danni e ruberie A fron- si potesse. sitò a Firenze. Leggo poi nel Pecci, che
te de'saccheggi e arsioni, rabbiosamente Giovanni XXIIl con bolla spetlita da Ro-
coiìimessc da' soldati, sanesi non si ri- i ma a' 2 7 marzo 4' (non pare giusta tale
I i

mossero dal loro proposito, oudc il coui u- data, pcrquaulo dissi sull'ingresso del l'a-
38 S I E SIE
inRoma,cogli storici iomani)dirella ad
j){i vanni XXIII venne deposto, e l'antipapa
Antonio Casini vescovo di Siena e suo te Benedetto XIII sconumicalo ,
quindi fu
soliere, gli ordinò di trovar denari pe'bi- eletto Martino che ridonò V la pace alla

sogni della s. Sede, dovendo p;igare le mi- Chiesa e all'afflitta Italia. Di questo me-
lizie per difesa della medesima, dandogli morabile avvenimento riparlerò all'ar-
facoltà d'obbligaree ipotecaregli stati del- che fece il Pa-
ticolo Sinodo. Nel viaggio
la chiesa romana. Aggiunge,che esiste al- pa per recarsi in Roma, partendo da Fi-
tra sua bolla de'i6 aprile 1 4 i 2, diretta al renze a'g settembre 1420, senza entrare
medesimo vescovo, tesoriere e nunzio a- in Siena pel timore dell'epidemia, fu al-
pustolico, colla cpiale concede alla repub- loggiatoaCuna 7 miglia dalla cillà(ov'era
jjlica di Siena la terra e corte di Piadico- statoneh 386 ospitato Urbano VI quan-
fani con titolo di vicarialo enflleulico, ov- do fu a Lucca), da Giacomo Pecci ricco
vero feudo nobile e onorifico, col mero cavaliere sanese che gli prestò 2 5,ooo fio-

e misto impero, col canone e responsioni rini d'oro, colla rocca di Spoleto per si-

di censo in altra stipulazioneda stabilirsi; curezza. Essendosi ordinalo nella sessione


onde il Casini convenne coreggenti della XLl V del concilio di Costanza a' 19 apri-
lepubbli cai M di verse condizioni, fra le cjua- le 1 4 i H, che si dovesse celebrare un altro
li che egli come nunzio a detto nlFare su- concilio generale, si apri in Pavia a' 22
leuoen»ente costituito, con licenza del Pa- maggioo giugno 423; ma 1 assalita da pe-
pa imponeva una colletta a tutti chie- i ricolosissima peste, per consenso di tutti
non esenti di (jualnn(|ue con-
rici esenti e i prelati e de'Iegali pontificii fu risoluto

dizione della città e stato di Siena, e in doversi trasferire a Siena, dov'era abbon-
tutte le terre raccomandate ecensualidi danza di viveri, quiete e sanità. A questo
detto comune, tianne religiosi mendi-
i edetto mandarono i padri un tedesco dot-
canti; che la collctta ascenda a i3oo fio- tore in legge a riferire il loro desiderio,
rini d'oro, la qual somma
debba con si il ({uale con somma allegrezza di tutta la
vertireuel pagamento convenuto e dichia- città fu dal magistrato e senato ricevuto
rato di 6000 fiorini d'oro alla camera a- e approvalo. 11 mandato col decreto passò
postolica, e che detti chierici abbiano la a da Martino V per ottenerne il
Roma
medesima esenzione e franchigia dal co- consenso, che non soloIodiè,ma promise
mune di Siena che già aveauo nel tem- quanto prima di passare in Siena. Pei- am-
po dello studio generale, pel quale psiga- basciatori i sanesi tutto parteciparono ai
vano 5oo annui fiorini d'oro, la qual fran- che in apparenza ollrirono qua-
fiorenti ni,
chigia duri 3 anni. Dopo che Ladislao oc- lunque soccorso, ma mossi da invidia ce-
cupò Roma, si avanzò coll'esercito a Pe- latamente o per procurare di condurre il
rugia come in atto di minacciare a'sanesi concilio nella loro città, fecero sapere ai
e a'fiorentini nuova guerra. Allora que- Papa che in Siena eravi peste e carestia.
ste due repubbliche spedirono ambascia- 1 sanesi avendo
ciò penetrato fecero pub-
lori al re, e nel campo d'Asisi a'22 giù- blica mostra di vettovaglie, e spedirono
gnoi4i4 conclusero unu lega di Gannì a Martino V
ambasciatori, che in nome
a difesa reciproca. Colla successiva morte pubblico olTrirono la città pel concilio e
del re,leduerepubblicherestarono libere si purgarono dallecalunnie fiorentine. Ar-

da nuovi pericoli, e nel 1 4 6 rinnovarono


• rivati in Siena vescovi, abbati e altri pre-
la lega del i4o8. Profittando Siena della lati inmolto numero, a'2 di luglio si ce- 1

pace ingrandì il suo dominio, con nuovi lebrò nel duomo solennemente la messa
feudatari nobili. A troncare lo scisma si dello Spirito santo, e per 3 giorui i padri
celebrò il concilio di Coslanza,in cui Gre- andarono con di vota processione per la
gorio XII virtuosamente rinunziò, Gio- città; però il coucilio sembra che incomiu-
SIE SIE 39
classe assai più tardi, e alcuni dicono a'2 lere del Papa, e rimossero le guardie che
agosto. Tanta fu la moltitudine de'fore- aveano poste alle porte, lasciando libero
stierijche di continuo giungevanoda tutte il passo, e cos^i partirono malcontenti pre- i

le Provincie cristiane, che cittadini tal- i lati e molti vescovi. Tuttavia molti spa*
volta dubitarono che bastasse la gran co- gnuoli e francesi, e alcuni italiani resta-
pia de' viveri raccolti. Gli ambasciatori rono in Siena con disegno di seguitare il

tornati da Roma riferirono che il Papa conciliOj minacciando che vi avrebbero


pureco'cardinali voleva intervenirvi, per portato Benedetto Xlll. Allora Martino
cui giubilanti i sauesi prepararono Tabi- V inviò a' sanesi per ambasciatore Ma-
tazione pel Papa, pe' cardinali e per la latesta signore diPesaroaccompagnato da
coite. La festa dell'Assunta fu celebrata molti soldati, e più volteinconcistorodo-
colla massima pompa, ma pel caldo ec- mandò di levarsi la materia del concilio.
cessivo essendovi afìiuenza di malattie, si La signoria piegava a) volere pontificio,
cominciò a dubitaredella venuta di Mar- ma il senato ripugnava, finché di propria
tino V. Non pertanto ogni giorno arriva- autorità fece levare tutto l'apparato con-
vano arci vescovi, vescovi,aIjba(i,generaIi ciliare, e con dispiacere de'cittadini e fo-

delle religioni, ambasciatori de' principi restieri tutti partirono. Nelle sessioni te-

e altri signori, chierici e laici, e l'arcive- nute si fece un decreto contro le eresie
scovo di Colonia reduce da Roma assicurò conda una te aCostanza, e contro tutti quel-
che il Papa in setie(nbre ci sarebbe ve- li che dassero aiuto ai wiclefisti e agli us-

nuto. In queste liete speranze de'sauesi, siti. Con altro decreto si trattò della riu-
fra'pre>identi della provincia ci presiden- nione de'greci alla chiesa romana, e fu
ti pontifìcii fuseminata dinìdenza,che ca- rimessa a tempo più favorevole, come pu-
gionò dissensione e discordia, poiché Al- re fu rimessa al promulgato concilio di
fonso V
d'Aragona, nemico del Papa,
re Basilea la riforma del clero e della chiesa
per non aver polnlo conseguire l'investi- nel suo capo e nelle sue membra, giusta
tura del regno di Sicilia, con arte voleva il progetto fatto nel concilio di Costanza.
sostenere l'indegno antipapa Beneiletto Labbé, Condì, t. 12. Dopo la pace del
XIII che vivea in Paniscola [f-), non 1428 tra il duca di Milano, veneziani e i

risparn)iando promesse e doni per guada- ifiorentini, di questi ultimi entrò in dub-

gnarsi pi incipali padri. Conosciute (jue-


i bio il governo sanese.sì pel lorocontegno
ste trame da iMartino V, per evitare al- che per gli avvisi del celebre Francesco
tre calamità alla Chiesa, approvate le ce- Sforza; di che fatti accorti fiorentini che i

lebrate sessioni, pruilentementea'2G feb- assediavano Lucca, prima si lagnarono


braio 1 424 sciolse il concilio, dicendo es- che quel signore Guinigi avesse preso a
sere troppo piccolo il numero de'prela- soldoAntonioPetruccisanese, poi doman-
ti per un concilio generale, pubblicando darono aiuto come alleati, alla quale in»

nello slesso tempo altro concilio da te- chiesta risposero i reggitori di Siena, che
nersi a Bdsilea {f'.). Ciò dispiacque a'sa- l'animo loro era rivolto alla difesa delle

procurarono il seguito in diversi


nesi e ne cose proprie senza far ingiuria ad altri. Nel
modi. Nate nuove incidenze, per l'am- 143 divenuto Papa Eugenio IV già
I ve-
biguità del vescovo di Parigi, Martino V scovo di Siena, ivi mandò il cardinal Al-
per troncare lediscordic e semi d'un nuo- i bergali per esortare i magistrati di man-
vo scisma, a' iJt marzo confermò lo scio- tenere il [)opolo in pace e stare amici dei
glimento, e minacciò scomunica al con- loro vicini. Scopertosi poi il Papa parti-
cilio se non si fosse dismesso. A tal mo- giano de'fiorentini, duca
si stleguarono il

nitorio sanesi ubbidienti, convennero coi


i di Milano e sanesi, e la pace si perde
i

principali prelati acciò si tscgui>sc il \o- allatto in Toscana e Loujbardia, e fin") con
4o SIE SIE
rompersi guerra a' fiorentini. A dispetto sto in mezzo ad una folla e oscura selva

di questi ì' imperatore Sigismondo fu a di lecci e sovrastante un lago poi prosciu-

Siena nel luglio i432,per andare in Iloma gato, fu detto di Leccelo della Selva del
a ricevere la corona. Dopo varie vicende Lago, e con due bolle il Papa concesse
guerresche Ira' fiorentini uniti alla lega molli privilegi a tulio l'ordine agostinia-
guelfa, eil duca di Milnno co'suoi alleati, no : questo essendo diviso in diverse con-
sivenne a trattative di pace quando l'im- gregazioni, la più antica fu quella di Lec-
peratore nel geimaio 1433 era tornato a celo quasi 5 miglia da Siena,f(jndala verso
Siena uno de'capiloli lasciò facoltà a'sa-
:
il 1 386 dal p.ToIomeodaVenezia,il tjuale

nesi di potere intervenire come alleati del eletto generale dell'ordine e volendo ri-

duca, a condizione di ricevere e di lesti- stabilirvi la regolare osservanza, scelse a

tuirelecose reciprocamente perdute o ac- tal fine l'antico convento di Leccelo, e vi

(juistate, e clic .-.uiesi, nel caso che per-


i
elesse un vicario generale che lo gover-

tiòglimovessero guerra fiorentini, non i nasse cogli altri, che unitisi a questo for-
dovessero cssereaiutati dal duca. Termi- marono una congregazione, la quale nel
nati i pericoli esterni, ribollirono gl'in- componeva di 12 conven-
secolo passatosi
terni, esiliandosi gran parte de'cittadini quindi questo grandioso di s. Leonar-
ti;

dell'ordine de'Dodici, nel timore che vo- do fu soppresso nel 1810, ed il suo locale
lessero tentare innovazioni. Eugenio IV venne assegnato al seminario vescovile di
dopo aver celebrato il concilio diFuenze, Siena, per uso di villa, e per di lui conto
contro quello di Basilea divenuto conci- vi furono eseguiti vari ristauri. I religiosi

liabolo, e pacificatosi colla repubblica di agostiniani vi fiorirono in gran numero


Siena, recòda Fiienze, donde partì
vi si per dottrina e santità di vita, e vi riceve-

a'7010 marzo 443 accompagnalo da 24


1
rono ancora Papi Gregorio XII zio di
i

cardinali, ricevuto con ogni onorificenza; Eugenio IV, nonché Martino V, e Pio
prendendo alloggio nel convento di s. A- li con 6 cardinali. A ripararlo dalie in-

gostino, vi lestò per ben 6 mesi, visitato cursioni de'fuoruscili, e dalle compagnie
da diversi principi e da molti andjascia- di n)asnade, lo circondarono di mura, di

lori,e fra'primi nominerò l'Orsini gene- torri e l'altre fortificazioni. Nel distretto
rale de'sanesi e signore di Piombi iio,a cui (li Siena e diocesi di Grosseto, fu pur ce-

donò la/iOJrtf/'oro(nel 144"^ dice INovaes), lebre il con vento de' G </g//e//;j/Vt ( ^.). Eu-
il marchese di IMantova, il conte d'Urbi- genio IV parf] da Siena nello stesso me-
no. A'o maggioessendovi mortoli b. car-
I se, ed a' 28 riloinò in Roma. Neli45i
dinal Albergati nel detto convento, il Pa- arrivarono nella città {)er diverso cam-
pa dopo averlo sovente visitalo nella sua n)ino l'imperatore Federico III, ed Eleo-
malattia, con raro esempio assistè a'suoi nora di Portogallo destinala sua sposa ,

funerali colla corte, dicendo farlo pel con- la cpiale a'aS o 24 febbraio accompagna-
cetto che avea della sua santità, e per sua ta da Enea Silvio Piccolomini vescovo di
divozione volle la pietradidue libbre che Siena che ne avea concluso il matrimo-

fu cavata dal suo cada vere, il rpiale fu tra- nio, da molle matrone e da un drappello
sportato alla ceilosa di Firenze secondo di donzelle, fu incontratada Federico III
la disposizione del defunto. Qui Eugenio all'antiporto di Porta Caroullia con no-
IV a'26 giugno fece un trattato di con- jiilee numeroso corteggio, laonde per me-
cordia e di lega con Alfonso V da lui rico- moria ivi in una colonna ne fu posta mar-

Bosciulo re di Sicilia, per cui da Siena gli morea iscrizione. Di là in mezzoalla plau-
spedì labollad'investitura,eil duca diMi- denle popolazione, l'atigusla coppia lece
lano Filippo M." Visconti. A'6 sellerabre solenMÌssin>a entrata nella città, da dove i

andò al convento di s. Leonardo, che po- reggitori seguendo l'esoinpio del pratica -
SIE SIE 4f
to con Sigismondo (forse per evitare la strato le famigliePiccolominieTedeschini,
rinnovazione del serio tranibuslo incon- nella quale era entrata la sorella del Pa-
trato da suo padre Carlo IV), avcnnocon- pa. Le due famiglie già ascritte all'ordi-
finalo in ptecedenza lungi da Siena tutte ne de'genliluomiiii e come tali espulse da
le persone atte a portar l'armi dell'ordine Siena, il padre di Pio 11 erasi stabilito in
de'gentiluouiini e di quello de'Dodici. Il una sua possessionedi Corsignano che da
\escovo Piccoloniini congiinise in matri- Pio chiamata Pieiizn[f^.)e fatta se-
II fu
monio Eleonora con Federico III, il qua- de vescovile. Uno de'maggiori desideri!
le inSiena prestò il giuramento di fedeltà del Papa essendo quello di riabilitare al

al Papa Nicolò V, secondo il costume de- diritto delle magistrature tutto l'ordine
gl'imperatori prima del loro ingresso nello de'gentiluomini,ed il comune riflettendo
slaloecclesiaslico,e ricordatogli dal Pa[ta a che i naturalmente superbi, non a-
nobili,
niezzo de'due cardinali legati elicgli man- vrebbero potuto mantenere le (jualità ci-
dò in Firenze per accompagnarlo in llo- vili in comune cogli altri cittadini a be-
nia. Sebbene i sanesi aveano promesso ai nefìzio dell'universale, abilitò l'ordinedei
fiorentini di non far lega con Alfonso V, gentiluomini al magistrato con alcune re-
scoppiata tra loro la guerra , coniune
il stiizioni, benefizio die loro cessò col la mor-
dovè somministrare i viveri e permettere te ilei Papa. Forse per l'ottenuto da Pio
il passaggio pel territorio all'esercito re- 11, fece dire inesattamenleal Platina nella
gio neli4'J2- Tutta volta Siena neh 453 sua / ila, che sedate le dissensioni in Sie-
si collegò col re, ma nel 1434 ficcetlò la na ricostituì la repubblica in potere dei
pace o tregua di Lodi, ad onta di sue ri- nobili. Avendo Pio II volto tutta l'Italia
mosli'oiize, cessò d'offendere i fiorentini, al lodevole progetto di riparare alla cie-
e intimò al duca di Calabria figlio del re, scenle potenza de'turchi, convocò il con-
che se continuava a slare nel territorio del- gresso di Alanlova (F.) , a' 11 gennaio
la repubblica non dasse molestia a quello 1439 parfi da Roma per presiederlo, ed
de'lìnrentini. Conquesti nel 14^17 si fece in Corsignano celebrò la festa della cat-
lega difensiva conlroJacopoPicciniuo, die tedra di s. Pietro in Antiochia; indi passò
fattosi capo di masnade e vago di prede in Siena a'240 25 ftrbbraio, ricevuto con
mosse guerra a'sanesi; dopo essere riu- somme dimostrazioni di letizia, l'eresse
sciti inutili maneggi e tentativi di ribel-
i IV domenica di
in arcivescovato, e nella
lione procurali contro la patria da An- quaresima con solenne omelia bened'i nel
tonio l'etrucci e da Ghino Bellanli, po- duomo la Rosa d'oio (/'.) e la donò al
tenti sanesi che volevano ridurla al do- senato sanese, e formalmente fu portala
minio d'Alfonso VjPelrucci fu dichiaralo al palazzo pubblico dai cardinali. n Siena I

ribelle e traditore della pallia, confiscati Pio il ricevè gli ambasciatori dell'impe-
i beni e diroccala la sua fortezza di Pe- latore, e di altri 7 mon-irchi e |)rincipi,
rignano: ad altri congiurali fu troncalo ed a'2 3 aprile parli per Firenze. Nel con-
il capo, altri fuiono confinati, altri mu- giesso di Mantova i sanesi e i fiorentini
tilati. In conseguenza di ciò furono rin- pure promisero i loro soccorsi per la sa-
novati i bossoli degli uflizi, riempiendoli gra guerra, e nel ritorno Pio li nel de-
de'nomi di nomini desiderosi della «piie- clinar di gennaio I 4^0 rientrò in Siena,
te cdella conservazione dell.i libertà e del- dove a'?, febbraio beiiedi edi>lribn"i nella
lo slato. Siena nel 1 4^<^ fo rallegrala dal- metropolitana lecanilelealsenaloe clero,
l'elevazione al pontificato del suo concit- e vi si tralleniie lino a' 1 o settembre per
tadino e già vescovo Piccolouiinichepre-.e premiere i l)agiii di ÌNIiceieto e di Peti io-
il nome di Pio il, e per segno d'esultan- Io, dii'cpiali si restituì a Siena. Ivi accol-
za riabilitò ad essere del supremo ma^^i- se gli ainbasciulori che iiuti erano giunti
4^ S I E SIE
intempo mI congresso di Mantova, ed a'5 tificate da Siena. Terminate le turbolen-
marzo fece lai/ promozione de'segiienti ze di fuori, si ridestarono quelle di dea-
caidinali: Angelo Capranica, BernardoE- tro di riforma e io favore de'ribelli e fuo-
ruli, Nicolò Fortiguerri parentedella ma- rusciti della congiura Petrucci,i quali con
dre, Brocardo Veisbriach che riservò in armati eziandio del duca di Calabria en-
petto, Alessandro Oliva, e il nipote Fran- trati in palazzo foimarono una nuova si-

cesco Todeschini i ."arcivescovo della co- gnoria e un consiglio del popolo a scelta
mune patria, poi Pio HI. Inlìotna il Papa de'rivoltosi. Sottoquesto reggimento po-
canonizzò s. Caterina da Siena, indi per litico avvennero in Siena dentro breve
la peste ne parù nel 1462, e fu anche a periodo numerose alterazioni governuti-
Corsignano ed in Siena ; vi ritornò nel ve e cittadine saii"uinose
o rivolte che su-
i4(^4 prendervi i bagni di Petriolo, rebbe noioso ripetere, descritteda Mala-
P*-''"

e trovandosi in Siena a'6 maggio con so- volti, che asserisce aver perciò molti cit-

lennissima pompa donò alla signoria, che tadini cercato tranquillità e sicurezza fuo-
lo collocò nella cattedrale, il braccio de- ri della patria , tiranneggiata principal-
stro di s. Gio. Battista, ricevuto in dono mente dal ritornato Pandolfo Petrucci il

dal fratello di Costantino XII Paleologo yii^^«//«co,comegran politico e uomo di


ul timo ini pera toregreco,al quale il comu- stato, e sostenitore della parte popolare.

ne di Siena die in quest'occasione 10,000 Nel declinar deli 494 passò pel territo-
fiorini d'oro di camera. Inoltre il comu- rio Carlo Vili re di Francia per la con-
ne ospitò nel palazzo de'Diavoli fuori di quista del regno di Napoli, onde si richia-
porta Cainidlia la vedova dell'imperato- marono inuove cotnnjozioni
fuorusciti e
re ucciso da'turchi nella presa di Costan- ebbero luogo, fomentale segretamente da
tinopoli, e vi fu scolpito P<t/^^'»wj Tur- Pandolfoorganoeparteprincipaledelgo-
carum. Dopo la morte di Pio II (nel par- verno, il quale pe 'dispareri col suocero
lare della seiie de' vescovi e arcivescovi Nicolò Borghesi lo fece ammazzare a'
19
di Siena, dicendo delle bolle da lui ema- luglio I 5oo. Tolto questo ardilo emulo
nate in Siena, si può apprendere l'epo- che nealtraversavai disegni, l'astuto Pan-
che in cui vi dimorò), in Roma fu mos- dolfo seppe confermarsi ogni di più nella
sa persecuzione a'suoi famigliari, e gene- sua tirannide. Mentre Cesare Borgia figlio
ralmente al nome sanese : al dire di Gi- d'AlessandroVI,celebreper perfìdia e am-
gli, i sanesi non corrisposero proporziona- bizione, andava usurpandogli stali altrui,
tamente a' benefizi di Pio II, tuttavia so- per impossessarsi del sanese meditò l'uc-
leva ripetere: Senensibiiseliam inviiis be- cisione di Pandolfo, il quale a premunir-
ìufacìendtim. Altre notizie di lui e del si dalle masnade di sì potente nemico che

Papa nipote, eriguardantieziandio la pa- invadeva le Marche, la Boniagna e la To-


tria e la Piccoloinini famiglia , in questo scana, condusse al servizio di Siena il ca-
articolo e nelle loro biogralìe le riportai. pitano Gio. Paolo Baglioni di Perugia,
Stette Siena per qualche anno quieta collegando insieme le due città. Quindi poi
dalle sedizioni interne e dalle guerre e- maneggi politici di Pandolfo, il governo

sterne; ma accaduta inFirenzela congiura sanese fece lega con Borgia, aiutò con de-
de'Pazzi contro la potente {i\a\\2)\al\lt(lici nari i pisani assediati da'llorentini, e for-
(/'.). SislolV(nella cui biografia difesi dal- nì soldati e altri soccorsi agli aretini ri-
la taccia di complicità) per guerreggiare i bellatisi a Firenze,peroni Pandolfo fu tac-
fiorentini fece lega col re di Napoli, e coi ciato dipromotore delle municipali tur-
sanesi e genovesi, il che ridusse i fiorenti- bolenze di Toscana. Avanzandosi Borgia
ni in critica posizione, e ad implorare pie- con inmiensi danni a Siena, e ponendo in
tà dal re, e alla pace e lega del 14^0 ra- pericolo la città e Pandolfo the vi domi-
SIE SIE 43
nava, a sua istanza dovè co'suoi allenta- mono (le'florentini,que»ti inviarono aSie-
nni'sene nel genna io i 5o2 e licenziar Ba- na il famoso Nicolò Macchiavelli segre-
gliuni. Con Borgia si
sicnul;izioiie, di ciò tario del loro gonfaloniere perpetuo Pier
congratulò con Siena uscita di scliiavilù, Soderini, per disdire la tregua tra le due
l'invitò a dichiarar Pandolfo e suoi a- i repubbliche e riavere Monte Pulciano.
derenti peipetui fuoruscili, e le ofi'rì il suo S' interpose Giulio 11, nel dubbio che i
appoggio. Mentre Alessandro VI collesue francesi amici de'fiorentini non penetras-
miliziedi persona tulseagliAppianiPiom- sero in Toscana, e nel i5i 1 fu stabilita
Lino, ivi chiamò Pandolfo perdar Siena la lega fra le due comuni, restituendo i

al figlio e a lui Fionihiiio, ma il sagace sanesi Monte Pulciano, sebbene fossero


Pandolfo con pretesti d'infermila non a- collegati con Ferdinando \ redi Spagna.
vendo ubbidito, Borgia venne alla narra- Si oppose Pandolfo a romper guerra ai
ta determinazione. Il Papa fu a I\Iassa ai fiorentini, inimicati col Papa pelconcilia-
5 marzo e vi si iraUenne per alcuni gior- bolo che permettevano a Pisa (/^), con
ni, trattato a spese de'sanesi. Intanto Sie- che restò in pace Toscana, e la sua morte
na era governata dagli amici di Pandol- accaduta a'2 maggioi 5 2 non alterò il
t 1

fo, che a'^c) marzoi5o3e per la [)rote- governo sanese retto dal magistrato di Ba-
zione (Il Luigi XII re di Francia con pub- lìa, essendostalo rim[)i:izzatoal padieDor-

blico decreto fu richiiimato, e ritornan- ghese Petrucci suo figlio maggiore. Una
do al potere continuò a esercitarlo con delle ultime operazioni politiche di Giu-
senno e rallinala arte, dimostrandosi ge- lio II, come narra Reposali, Della zecca
neroso, benefico cogli amico de'Iet- artisti, di Gubbio t. 2, p. 44» ^^ quella di aver

terati, e serbando al popolo un'ombra del- segretamente comprato dall'imperatore


l'antica sua libertà. iXeiragostocolia mor- Massimiliano I per 80,000 ducati d oro
te d'Alessandro VI la repubblica sanese i diritti sovrani sulla città di Siena, con

respirò, e Pandolfo potè dominarla con la mira di darla al nipote Francesco M.^

pili sicurezza; e si narra che il successore I della Rovere duca d'Urbino; ma il Pa-
Pio III Piccolomini.già pastore di Siena, pa dopo alcuni giorni morì, .-appena sa- i

ebbe soli 26 giorni di pontificato, pel ve- nesi ciòseppero s'inasprirono per avergià
leno posto in una sua piaga per commis- dato all'imperatore grosse somme, e ri-
sione di Pandolfo e a suggestione suo
ilei messo in Firenze i figli dell'esiliato Pie-
consigliere e segretario Antonio di Vena- tro de .Medici, caccianiloneSoderini. Leo-
fro, perchè il Papa guardava con occhio ne X
Medici che nel 5 3 salì al papato, i 1

bieco l'usurpazione del tiranno, le mac- sebbenesi dichiarò proteltoredella repub-


chine e la malizia d'Antonio. Dipoi Pan- blica sanese, pure i suoi reggitori non fu-

dolfodiè nuova forma a'tribnnali econva- rono lasciati tranquilli dalle trame de'fuo-
lidò maggiormente il suo dominio ([uan- riisciti.E perchè Borghese Petrucci, suc-
do nel 1 jo5 a nome della repubblica fece cessore della grandezza e non della pru-
lega con Giulio li, prorogando quella già dente politica del padre, non mostrava
fatta co'fiorentini, i due più potenti e te- gran perizia nell'arte di governare, il Pa-
mibili vicini dellostatosanese.Sotto ildo- pa volle giovarsi del di lui cugino e suo
niinioili Pandolfo la lepubblica acrpiistò antico amico w^.^ Ralfaele Petrucci ca-
in affitto perpetuo i dotninii che l'abba- stellano di Castel Angelo e vescovo di
s.

zia delle Tre /'O/J^rt/ic possedeva nell'Or- Grosseto, per inviarlo nel marzoi 5i 5 a
belellano ; e Pandoliu con questi e altri Siena con buon numero di fanti e cavalli
acquisii favoriva i suoi aderenti [)er te- sotto il comando di Vitelli, lusingati am-
nerli vicppiìi obbligati n manteneilo in bedue da'fuorusciti e da molti sanesi ne-
seggio. INel i5uc) appena caduta l'i^j in mici di Borghese, quali prometlevano a
i
44 s I E SIE
Leone X che il prelato sarebbe slato ben prie armi, contribuendo perchè Baglioni
accolto da tutta la città per capo del go- riprendesse Perugia. Di più il duca d'Ur-

\ernoin luogo del cugino. Uno de'piiini bino mosse armi verso Siena che segui-
le

passi diretti a ottener l'intento fu quello tava a dipendere dai Medici,accompagna-


di far partire da Siena il fido e accolto to da mw.r Lattanzio Petrucci che Leone
consiglierede'Petrucci Antonio da Vena- X avea privato del vescovato di Soana, e
iVo pei' staccarlo daBorghese; il cpialesen- già taglieggiava il contado quando morì

tendo avvicinarsi suo cugino, abbando- Leone X e gli successe Adriano VI, e qua-
nando lutto partì agli 8 marzo per Napoli si contemporaneamente inBibbiano ter-

col fratello minore Fabio. Non era appe- minò di vi vere il cardinal Raffaele Petruc-
na a' 2 marzo entrato in Siena il prelato,
I ci, oltraggiato nel cadavere pel suo altie-
che convocato il consiglio generale, creò ro governo. In tale circostanza il cardinal
una nuova Balìa di 90 individui, 3o per Giulio de Medici cugino di Leone Xe poi
Monte, da durare 3 anni colla medesima Clemente V 1 1 .accordatosi co'fìorentini al-
autorità dellaBalìa passata; quindi fu con- lora a lui ligi, fece avvicinare a Siena mol-
lìnatoedichiaratoribellcBorghesecolfra* te truppe, e la liberò dal grave pericolo di
telloFabio,e rinnovata la lega Ira laChie- esser preda del duca, che poi fu pacifica-
sa e la repubblica sanese , includendovi to. In questo tempo si ridestarono le .san-

Lorenzo de Medici nipote del Papa, che guinose garesul primato d'Italia tra l'im-
questi tosto fece duca d'Urbino, spoglian- peratore e Francia, nelle persone del pos-
done Francesco M.' I. Che se tanta feli- sente Carlo V e nel suo degno competi-
cità fu ingran parte frenata dalla morte toreilre Francesco I, ed a' 18 novembre
di Giuliano fratello di Leone X, essa però i52 3 Clemente VII. Parendo a
fu eletto

non impedì il progetto del Papa di fareu- questi difficile mutar coU'armi lo stato sa-
110 sialo al nipote Lorenzo, che per poco nesCj sul quale avea preso molta autori-
godè. Alle biografie di Leone Xy ede'car- tà Francesco Petrucci nipote del cardinal
dinali Alfonso e Ralfaele Petriicci, narrai Alfonso, egli ricorso all'industria col chia-
che Giulio li creò cardinale Alfonso figlio mare a Roma Francesco, e trattenendolo
di Pandolfoed'Aurelia Borghese, e Leo- con buone parole, gli sostituì a'26 dicem-
ne XRa(lliele,col mezzo del quale avendo bre nel magistrato di Babà quel Fabio an-
tolto il dominio diSiena al fratello del car- dato a Napoli e figlio minore di Paudol-
dinal Alfonso, questi a faccia scoperta per fo, ma senza i di lui talenti e acume, on-
vendetta cospirò alla vita del Papa, e non de presto dovè rifuggire dalla patria per
essendogli riuscito tenlò avvelenarlo pel opera di quelli dell'ordine de' Nove che
chinu'go Ballista già del iiatello Borghe- l'a veano richiamalo. La sua partenza sem-

se eche allora medicava a Leone X una brò a'sanesi un ritorno a libertà, ma cad-
Scoperta la tremenda congiura, il
fìstola. dero in un male peggiore con aderire al-
cardinal Alfonso fu decapitato, e squar- l'accorto Clemente VII, il quale profittò
tati Battista e Nini segretario d' Alfonso, del passaggio per Siena de'francesi per far
oltre la severa punizione d'altri 4 ^''"'di- cambiare il governo, con nuovo e unico
na li consapevoli della congiura, nel la qua- IMonle de'uobili e reggenti e con altra Ba-
le avea preso parte l'irato Francesco M."" lìa nel gennaio i 5^5, che poi fu ristretta

I, anch' e.sso spogliato de' suoi stali. Al- in 16 cittadini per soddisfare il Papa. Per
lo sdegno del Roveresco si congiunsero i la gian battaglia di P(^ri'ja(/^'.) e prigio-
malcontenti Matatesta, Baglioni e fio- i nia di Francesco I, tutti governi d'Ita- i

rentini; lutto restò assopito dalla morte liadivennero servi del vincitore Carlo V
del duca Lorenzo, edal ricuperoclieFran- imperatore e re di Spagna, dal quale bi-
tcsco M.' I lece dc'suoi doiuinii colle pio- sognò che si redimessero u forza di deua-
SIE SIE 45
ro. Ma i popolani prendendo animo con- senza considerare che la loro sorte era col-
tro il governolorodalodaCleniente VIF, legata colla sua, agli assedianti sommini-
fieramente insorsero , trucidarono Ales- strarono vi veri e artiglierie. Dopo i I mesi
sandro Bichi che primeggiavajC riforma- d'assedio, dopo tanti stenti patiti,Firenze

rono la città a regime popolare nemico a' IO agosto i liSo fu costretta a capito-
del Papa e piuttosto aderente all'impera- lazione, perde per sempre la sua libertà,
tore che lasciò fare. Irritato Clemente VII e s'ebbe ai. "duca Alessandro figlio o ni-
mandòle sue milizie unite alle fiorentine pote di Clemente VII, mentre l'imperato-
per sottomettere Siena, e mosse l'ammi- re volle assumere la prolezione di Siena.
raglio Andrea Doria ad assalire con arma- J^eitanlo a'sanesi ordinò Carlo V di ri-

ta navale i porti della Maremma: resero chiamare i fuoruscili, e di ricevere parte


fallaci gli sforzi pontificii qirelli de'sanesi dell'esercito nel loro dominio, che è quan-
infiammati da fervido amor patrio, e dal to dire soggiacquero al governo assoluto,
caidinal arcivescovo Piccolomini a ricor- rimanendo solto l'influenza imperiale del
rere air aiuto della B. ^'ergine antica e rappresentante d. Lopez di Soria, cheen-
particolare protettrice di Siena ; e tulli Irò in Siena con 4oo spagnuoli e i fuoru-
prendendo armi con breve e sangui-
le sciti dell'ordinede'JVove. Pernuovecom-
nosa battaglia fugarono il nemico, che la- mozioni essendo stali espulsi, nel i53r
sciò il bagaglio e le artiglierie, non senza Carlo V
espressamente ne comandò la
prodigio tlivino. Ciò accadde nell' aprile riammissione, con gravi rimproveri al po-
j 527, epassando pocodopo nel territorio polosanese. Nel i 533 recandosi Cleuìente
l'esercito imperiale di Borbone che mar- VII in Marsiglia per sposare Caterina de
ciavaall'assediodi Roma[F .), isanesi lar- Medici sua nipote col figlio di Francesco
gamente lo presentaronodi viveri e di ar- I poi Francesco II, passò pel dominio sa-
mi:Roma fu presa a'5 maggio e orribil- nese,ed a' 5seltembre pervenne aMonle
1

mente saccheggiata, rifugiandosi Papa il Pulciano, ove trovò il duca nipotees'im-

in Castel s. Angelo ove fu assediato. Que- barcòa L'n'orno.^e\ ritorno, a'5 dicem-
stoslraordinarioavveoimentoavviri fuo- i bre fu a Siena ricevuto con gran festa, e
rusciti sanesi, e incoraggi i fiorentini ei nel dì seguente partì per Buonconvento.
nemici de'Medici che tumultuariamente II successore Paolo III nel i 538 ottenne
dierono bando a quella famiglia. Paci-
il d riunire Carlo VeFrancescoI per un ab-
i

ficato Clemente VII con Carlo V, una del- boccamento in Nizza, ed egli per pacifi-
le prime condizioni volute dal Papa fu Fi- carli vi si recò, passando per Siena a'2 a-
renze per la sua famiglia, ed in Bologna prile; desinò alla certosa di Ponlignano,
lo coronò neli53o, a'quali sovrani la re- e si trattenne alquanto alla deliziosa villa
pubblica sanese mandò 3 oratori con mol- delle Volte de'Chigi, come racconta il Gi-
to decoro. Imperocché, a facilitare l'espu- gli. Si può vedere litinerario del viaggio
gna/ione di Firenze, erasi trattatocelebra- di Martinelli, presso il Gallico, De iti/w-

rc la solennissima e duplice coronazione ribns Rom. Ponlif. p. 182, se realmente


in Sienaj ovvero quivi celebrare il con- ilPapa da Monte Pulciano andò a Siena.
gresso e in Roma la ceremonia; trattato Avendo Callo V neh 54' pregato Paolo
che in favore di Bologna ruppe Carlo V III di recarsi a Lucca, agli 8 setlembie vi

per essere sollecttamenle chiamato iuGer- giunse accompagnalo da G cardinali, i .>.(,

n)ania,e il riflesso dell'iracondia dc'roma- prelati, ambasciatori e cavalieri; nel tra-


ni indispettiti dai sofferti immensi mali. versare il territorio sanese, il Papa si Icr-

In favore di Siena propendeva il Papa mò in Cuna di \ al d'Arhia. Ritornando


e i suoi ministri. Le milizie pontificie e Siena alle inlestinediscordie, nel 1
53o a-
imperiali assalirono Firenze, ed i sanesi vea ricorso alle armi per abbassar la ^i au-
46 SIE SIE
(lezza della nimiglia Salvi favorita dal du- dò aiuto Cosimo I duca di Firenze, ii
a
ca d'Amalfi generale di Carlo V, ma vi ri- quale a'4ottobrei 552 vi mandò 5oo fan-
parò duca co'siioi spaglinoli; laonde nel
il ti, ma nella zullà co'sanesi ebbero la peggio
I54' CarloV mandò un legalo a Siena per in un agli spagnuo!i,onde il duca ritirò i

rifòi'mare il governo in favore dell'ordine suoi,e gli spagnuoli per convenzione usci-
de'Nove, ciò che sembrando a'sanesi trop- rono dalla città. Allora l'ambasciatore dì
pa la loro autorità, cercarono di mettere Francia presso Giulio III, per avere isa-
in sospetto il capitano di giustizia che vi nesi invocato l'aiuto francese, si recò in
era per l'imperatore, e così richiamato il Siena,a nomedel reEnrico II si fececoQ-
Soria nel I 543 gli fu sostituito d. Giovan- segnare la fortezza donò alla si-
e poi la
ni de Luna. Carlo dopo aver assegna- V gnoria con arbitrio di abbatterla come su-
to un nuovo capitano, pur di lui si prese bito eseguì; ma l'accadulodecise CarloV
sospetto come favorevole all'ordine de'No- a distruggere la repubblica sanese. Cosi-
ve, e con libellione del i 54') il popolo ri- mo I per gelosia di stato inviò a'confini
formò il reggimento governativo, licen- 3ooo uomini, perchè il redi Francia ol-
ziando la guardia spagnuola, che poi ri- tre il tenervi il capitano Vecchiano eoa
tornò tuttoché la città si reggesse a tumul- 5oo fanti, avea mandato in Siena mg.'^di
tuaria repubblica. Diego de II perchè d. Termes per governatore, lasciando a'sa-
Mendoza ambasciatore in Roma di Carlo nesi liberamente governare pubblici af- i

V, a questi insinuò pel bene e sicurezza di fari; e ben presto Siena fu piena di sol-
Siena di fabbricarvi la fortezza, e che per dati, artiglierie e vettovaglie de'francesi.
assicurare il suo dominio in Italia sareb- Appena Carlo V potè sbrigarsi delleguer-
be stalo utile dichiarare signore di Siena recheavea Germania e nelle Fiandie,
in
Filippo II suo figlio, acciocché impadro- sul fine dell 552 inviò a d. Pietro di To-
nitosi di quello slato tenesse a freno il Pa- ledosMO viceré a Napoli e suocero di Co-
pa e il duca di Firenze; ritenendo che la simo I, l'ordine di apparecchiare un eser-
fortezza in Siena riuscirebbe come
un cep- cito opportuno per assalire lo stalo di Sie-
po sul un freno al-
collo a'due principi, e na. Il redi Francia mandò a Siena persuo
l'indomabilepopolosanese.Neli 548rim- luogotenente il cardinal Ippolito d'Este,
peralorescrissealla repubblica esorlando che offrì ogni aiuto per difesa e conserva-
il popolo alla quiete, e di fare quanto per zione della loro libertà; ed il Papa Giulio
sua commissione gli veniva comandalo da III sentendo che l'esercito imperiale do-
d. Diego, il quale a suo modo organizzò vea passare i confini dello stato pontifi-
la repubblica, restituendo parte del pote- cio, per evitare a Roma un 1° i52'j, po-
re a'Nove, e rifece la Balìa de'Quaranta. se 8000 uomini alla loro difesa, e spedì
Di più, dopo aver introdotto nella città a Siena per pacificare gli animi il cardi-
in più volle parecchie centinaia di spa- nale Mignanelli legato quale a latere, il

gnuoli, per assicurarsi dell'ubbidienza del d'ordinedelPapa vi richiamò l'arcivesco-


popolo lo disarmò, ad eccezione di poche vo Bandini fratello di Mario che era ca-
artiglieriedel palazzo;indi presso l'attuai po della fazione popolare, ed egli seguen-
Lizza co' materiali delle torri dimidiate, do le sue parti die origine a molte sedi-
ad onta delle rimostranze e preghiere dei zioni e forse alla rovina della repubbli-
sanesi,iimalzòla cittadella, onde il popolo ca, secondochè opitia Pecci. Ma dipoi fe-
sbigottito e malcoutento,con solenne pro- ce non pochi sforzi imparziali pel bene
cessione portaronole chiavi della città al- pubblico, e caduta la repubblica ne partì
la B. Vergine, e fu motteggialo da d. Die- per Roma. Cosimo I mostrandosi neu-
go. Ma recatosi questi in K.oma, levossi trale, sebbene propenso per Carlo V on-
il popolo a rumore, e il presidio domau- de trarne vantaggio, si fortificò e si prov-
S I E S E I 47
vide di molto denaro. Fiallanlo il vice- scana suo allealo; ma non riuscendosi ad
rè giunse a Livorno con 2000 fanli spa- espugnare nèMonfalcino,iièSiena,fusta-
guuoli, 4oo lancie e 1000 cavalleggieii hililo aumentar l'esercito , e di aflldare
napoletani, mentre il figlio d. Garzia ar- l'impresa al generalissimo Giangiacomo
rivava con molta cavalleria e 8000 pe- de Medici marchese di Mariguano, uno
doni sotto Cortona; e morto poco dopo de'|)iìi abili capitani italiani, fratello del
il viceré in Firenze, l'imperatore destinò cardinal de IMedici, poi Pio IN', creduto
d. Garzia generalissimo della guerra, as- derivato da un ramo della famiglia de.Me-
sistitodal valenlecapitanoAlessandio Vi- dici uscita di Firenze e stabilitasi in Mi-
telli. Giulio II! per tutti rpiesli vicini mo- lano, e dal duca pieso perciò al suosol-
ti diguerra tra gli spagnuoli e francesi, do. li marchese tenlòdi prendere per sor-
nel gennaio i 553 passò in Viterbo per presa Siena, ma trovò pronti alla difesa
sedare tali discordie, e non riuscendovi enei'gica gli abitanti e il (ìorenlinn l*ie«
tornò a Pioma,ove pensò a soccoi rereCo- Irò Strozzi generale di Francia e nemico
sinio 1 contro i sanesi,a'quali non era af- di Cosimo 1, onde sfogò la sua rabbia su-
fezionato sebbene figlio d' una Saracini gli abitanti delle Masse e sui prigionieri
sanese. La .Merra presa dagl'imperiali
1 crudchnenle. rs'ellacittù e nelconlado au-
fu Asinaiunga, poi Lucign;ino, edallora elicgli ecclesiastici ed i contadini maravi-
Cosimo I con pre>idiarlo si mostrò nemi- gliosamente alFrontavano qualunque pe-
code'fraocesi ede'sanesi; indi pressoMon- ricolo per difenderla patria. Veilendo il
tefellunico, Pienza, Monlicliiello, mentre marchese impossibile la presa diSiena col-
da altre parti 4ooo tedeschi penetrava- le armi e ripetuti assalti, volle alTamar-
i

no nellalMaremma sanese, 5oo spagnuo- la perchè Cosimo 1 ad ogni rnoilo vole-


li occuparono Orbetello,e4oo sbarcava- va impadronirsene col suo stato, a costo
no a Piombino. Per l'inipresa di I\Ion- di disfarla; mentre la guerra desolava tut-
talcino d. Garzia licevè da Cosimo 2000 ta Toscana |)er le imposizioni, ed anche
fantijguastatori e buone artigliere. In Sie- collacarestia,doventlosi soslenlare2 |,ooo
na fu tratnata una congiura per cacciare fanti e 1000 cavalli al servizio del duca,
i francesi, con intesa diCosimo I, ma SCO- Forse non vi fu guerra esercitata con
perla furono decapitati gli autori. Il per- maggior asprezza e ferocia, usandosi atro-
chè i sanesi d'ogni ceto e sesso si arma- cissime crudeltà, mettendo 1' inimico a
ronodadisperati,ctutliall(ji'a uniti proce- fiamma ogni cosa, forzando le tionne e
derono mirabilmente concordi colla spe- ammazzando gl'innocenti. Per la vittoria
ranzadi riacquistare la libertà diesi vole- de'2 agosto i554 in Scannagallo in Val
va loro togliere per sempre. Si distinsero di Chiana, sopra i sanesi e francesi, riu-
Ic donne sotto il coniando di 3 generose sci facile al marchese d'impadronirsi dei-
gentildonne, ehemarciandocon insegnea le più furti posizioni intorno lo mura di

squadroni, porgevano materiali a'difenso- .Siena: dipoi il duca in memoria di s. Ste-


ri,e lavorando alle fortificazioni della cit- limo I, nel cui giorno successe il combat-
ta,sembra vanonuoveamazzoni. ISell'ot- limenlo, istituì l'ordine equestre inono-
tobie i553 Cosimo si olliì a Carlo V 1 re di cpiel Papa. 11 marchese dopo aver
per l'impresa di Siena, con 4000 impe- fatto tiemolire tutti i mulini de'contor-
riali e 3oo cavalleggei i, n condizione che ni e gli acquedotti che c«)nilucevano l'ac-
quanto aviebbe speso fòsse compensalo (pia in Siena, impose pene severissime
con altrettanto lerritoriotoscano.Con pia- a chi le avesse recalo vettovaglie. Allora
cere avendo l'imperatore accettato l'of- incominciò in vSiena una lagiimevole co-
ferla, neh 554 s'incominciò la guerra in sternazione, e la moitalilà per mancan-
nome dell'impcrutore e del duca di To- za di viveri, per cui dal governo si prese
48 SIE SIE
r inumnna risoluzione di mandar fuori fu privato del comando.
Il savio gover-

gl'iuferriii, i vecchi ed i bastardi impu- natore cesareo d. Francesco Toledo ot-


beri de'clue sessi, i quali restarono a di- tenne da' capi del governo sanesedi ri-
screzione d' un inesorabile nemico. Ve- mettersi senza limiti all'autorità di Car-
nuto meno ogni umano soccorso, per dar lo V, che si trovò sovrano di tutto lo sta-
fine a si spaventevole catastrofe, i magi- to sanese e ne investì il figlio Filippo II
strati sanesi risolvelterodi ricorreread un re di Spagna: per morte dell'umano To-
accordo. La prima risposta dell'orgoglio- ledo, gli dotto cardinal Fran-
successe il

so marchese fu di sottomettersi a discre- cesco Mendoza. In questo frattempoPao-


zione; mafrancesi minacciando
intanto i lo IV, ch'era succeduto dopo 22 giorni
dal Piemonte di scendere in Toscana, in di pontificato a Marcello II, si dichiarò
Lucca e persino in Firenze; mentre sa- i nemico di Carlo V e fautore de'francesi
nesi erano risoluti perire sotto le rovine e de'fuorusciti toscani, onde gl'imperiali
della patria con incendio, anziché accetta- dubitarono che il Papa volesse muovere
re la baibara proposizione del marchese, le sue armi contro il governo assoluto di
il duca di Firenze mandò a'sanesi meno Siena, piena di malcontenti e sfornita di
severe parole,onde governo veduti per- il viveri, ond'erano cadute in miseria le più
duti quasi tutti dominii, che lo Strazzi
j agiate famiglie, sebbene divote al duca,
colle diversioni non era giunto ad allon- per cui alla meglio Cosimo I provvide di
tanare il nemico, che questo rimandava grano, e domandò in prestito 100,000
in città gli uomini e donne espulsi, risol- scudi a Filippo li. Montalcino si continuò
vettero di pregare Giulio Ili eil duca di a governare da repubblica, e coniò mo-
Ferrara a promuovere la pace con men netecol nomedi repubblica sanese. Scop-
dure condizioni; sebbene discrepanti fos- piò la desolante guerra della Campagna
sero pareri,
i considerando per egual
altri romana, tra Paolo IV eFdippo II, che
patria Montalcino che si sosleneva,e tras- descrissi a Sicilia, paralizzata dalla tregua
portarvi lasededel governo, [signori del- fatta con Spagna da Francia, la quale era
la Balìa col maresciallo di Monluc dive- alleata del Papa, i cui nipoti CaralFa a-
nuti arbitri del governo, spedirono defi- spiravano pure al dominio di Siena, laon-
nitivamente ambasciatori aCosimo I per de storici avversi a Paolo IV iuveiiono
trattar la resa, e a' 7 aprile i 555 fu fir-
i con calunnie. Finalmente per le pratiche
mata la capitolazione, e che i francesi ne di Cosimo I, s'mdusse Filippo Ila ceder-
uscissero per entrare a'22 la guarnigio- gli per vendita o compenso de'rimborsi

ne imperiale, con dispetto delia popola- chegli dovea,in investitura Siena eil suo
zione per aver inutilmente sostenuto tut- stalo a'3 luglio! 577, mediante trattato
ti i mali d'un assedio di i5 mesi, doven- di alleanza stipulato in Firenze, non che
do tornare sotto gli odiati spagnuoli , e a'suoi successori, eccettuando i beni della
rivedere fabbricata la fortezza. Dopo in- Marsiliana,eil dominio d'Orbctello, Ta-
trodotti 2000duca spedi An-
imperialijil lamone, Port'ErcoIe,s. Stefano, Moni' Ar-
gelo Nicolini per stabilirvi il governo a gentare, rilasciando al duca PorloFerra-
divozione dell'imperatore. Generale fu il io, a condizione ch'egli avesse restituito
disarmo, come l'emigrazione che a furia alla sua corona l'isola d'Elba, Piombino
di bandi fu vietata: si dice chegli abitanti e altri luoghi. Ciò avvenne quandoMon-
da4o,ooo ch'erano prima dell'assediOjSi talcino guarnito da'francesi ripigliò le o-
ridussero a 6000. stililà, quando gli spagnuoli furono pre-
Gl'imperiali proseguirono a conqui- si da rabbia e dispetto pel convenuto, ed
stai e i luoghi tenuti da'francesi, l'orl'Er- i sanesi restaroni) compresi di tristezza e
cole e Moule Argenluro, onde lo Strozzi cosleruazioue. L' ulieuuzione dello slato
SIE SIE 49
di Siena altamente dispiacque aCarlo V, INIassa Marittima, Soana, Pienza, Mon-
sebbene avesse rinunziato intieramente talcino, Arcidosso, Asinalunga, Radico-
al potere, protestando contro si grave er- fani. Casale, Sarteano, Cetona, s. Cascia-
rore, mentre avea voluto del figlio
egli no de'Bagni, Abadia di s. Salvatore, A-
Filippo II farne un gran sovrano d'Ita- sciano, Chianciano, Cinigiano,Giusdino,
lia. Ma il re saggio e oculato a ciò si mos- Cavorrano, Rapolario, Sovicille, Buon-
se, comechè minaccialo vigorosamente convento,Carapagnatico,CastelnuovoBel-
colla guerra della Campagna Romana, lardenga, Castiglione di Val d'Orcia, Roc-
da Paolo IV e da'francesi a lui uniti, on- casprada, Torrita, Trequanda, Colone,
de avere ilre un principe italianoaffezio- INIontereggioni, Monteritondo, Pari, Pe-
nato e da poterne disporre, anche a con- rda, Radicondoli, Capalbio, Manciano,
siglio del duca di Toledo d. Ferdinando con tutte le loro signorie e dipen-
ec. ec.
figlio del defunto e perciò cognato di Co- denze. Dalla relazione di Vincenzo Fede-
simo 1, non che supremo comandante di li, incaricato della repubblica veneta pres«
detta guerra. Volle poi Filippo II rite- so il duca, si apprende che lo stalo di Sie-
nersi i suddetti luoghi, co' suoi presidi! na avea 36 I fra città, castella e terre mu-
spagnuoli, per avere come un freno sul- numerosissimi era-
rate, gli altri luoglii
la Toscana, e perchè gli servissero a me- no aperti. Che Siena per sito fortissimo
glio corrispondere e custodire gli altri suoi era stata ridotta inespugnabile, avendo
stati d'Italia, onde i toscani dominii già lo stato altre 9 impor-
fortezze di molta
sanesi occupali da Fdippo II, pei presi- tanza. Che sempre emuli de'fio-
i sanesi
dii ricordati furono denominali Stati dei rentini, avendoli per compagni nella ser-
Presidii, che più tardi Filippo V die al villi pareva loro d'essere sollevati assai.
suo figlio Carlo Ili col regno di Sicilia, Siena veniva considerata la provincia più
al modo che narrai in quell'articolo, in- riccadi granaglie dello slato di Cosimo I.

sieme al racconto della riunione alla To- I francesi, i tedeschi, gli spaglinoli lenta-
scana operata daNapoleonel; ivi dissi pure mente sgombrarono i terri torli, non sen-
che perciò i re delle due Sicilie s'inlitola- za azioni ostili, ed i sanesi si lusingava-
vonoduca dello stato dt Presidii, ed an- nosempredi ricuperai e la libertà, invian-
cora rilevai perchè tuttora tali re pren- doalaleetFettoanibascialorialrediFran-
dono il titolo di gran principi ereditari eia, tenendo col duca un contegno soste-
di 7'osc(7«<2. Superate molte difficoltà, nulo. A'4 agosto 5">9 pervenne Cosimo I

dopo non pochi sagrifizi del duca Cosi- I a impadronirsi di Montalcino, alla qual

mo I, a' 1 9 luglio I 557 il suddetto Nicco- consegna seguironoquelle di Chiusi, Ra-


lini divenuto prelato e poi cardinale, co- dicofani, Grosseto, IMontepescali e altri
me luogotenente di Cosimo I e suo go- luoghi; ed in tal maniera dopo S annidi
vernatore dello stato e città di Siena ne operazioni bel licose e diplomatiche, in cui
prese formale possesso ,
giurando ubbi- varie potenze furono impegnate, e dopo
dienza e fedeltà al nuovo sovrano i ma- una guerra che desolòe impoverì la mag-
gistrali della spirala repubblica. Il nuo- gior parte d'Italia, lutto lo stato sanese
vo governo operò un generale disarmo, cadde in potere del duca di Firenze, che
lasciò i titoli de'magistrali in Siena, cioè fra tanti interessati più d'ogni altro vi
la Balìa, il capitanodclpopolo e lasigno- guadagnò, meno i Presidii d'Orbetello ri-
ria; i due [)rimi eletti dal duca, egli al- servatisi tla Filippo II. Tanta fortuna di
tri dal consiglio con sovrana a[)provazio- Cosimo I suscitò non poca gelosia e invi-
ue. L'antico e possente stalo di Siena, co- dia in molti principi d'Italia, e persino
me leggo in Gigli, si componeva delle se- negli spagnuoli rimasti ne' Presidii che
guenti città e luoghi. Chiusi, Grosseto, ccicarono allaigarc. L' acquisto del »a-
\0L. LIVI. • ì
5o SI E SI E
sto territorio sanese,che allora si distinse lo stato sanese, e Ferdinando II tentò di
col nome di Stato nuovo, e la sua unio- far risorgere l'agricoltura e il commercio,
ne allo Slato vecchio ossia il fiorentino, e più tardi concesse a Siena per governa-
la propensione di s. Pio V per Cosimo I, tore suo fratello Mattia. Se Siena nel i6o'j
e maneggi diplomatici di questi, mosse
i fu rallegrata per l'elezionediPaolo V Bor-
quel Papa a dichiararlo e coronarlo a'5 ghese {f^.), di famiglia sanese benemerita
marzo 570 Granduca di Toscana, e a
I delia patria, più maggiormente lo fu nel

donargli la Rosa d'oro benedetta, al qua- i655per l'esaltazionedi Alessandro Vii


le articolo ho eziandio parlato de' doni C/t'g?,nalivodiSiena,della eui nobilissima
fatti da Cosimo 1 a s. Pio V, il quale sep- famiglia riparlai a Riccia e Soriano, ed il

pe resistere alle gagliarde opposizioni del- quale si mostrò tanto munifico colla pa-
l'imperatore e del re di Spagna, perchè tria: egli non solo prese tal nome per rin-
Firenze era considerata feudo imperia!e,e novar la memoria del magnanimo Ales-
Siena feudo di Spagna. Alcuni storici nar- sandro Ili, ma nella basilica Laleraneu-
rano, che avendo già Cosimo I nel l 'ìSg se ov'e sepolto, gli eresse un decoroso mo-
contribuito all'esaltazione al papato del numento con lungo elogio.A Rosa d'oro
fratello del marchese di Marignano Pio descrissi quella e il modo col quale il Pa-
IV, quali ambivano di provare In loro
i pa la donò alla patria metropolitana, ed
discendenza da'Medici fiorentini, divisò a questa accrebbe la magnificenza colla
quel Papa di fare con Cosimo 1 quanto e- splendida cappella che vi eresse, la quale
segul il successore s. Pio V. Rassodandosi con Novaes qui descriverò. Sotto il titolo

il trono Mediceo, a poco a poco si smor- diAdvocata Senenuum, vi era nel duomo
zò ne'sanesi l'antico spirito d'indipenden- un'antichissima immagine della D. Ver-
za, che per lunga età gli avea resi ricalci- gine Immacolata, credula di maniera gre-
tranti alla soggezione d'un principe as- ca, alla quale i sanesi sempie ricorrevano
soluto; il rigore delle leggi, un'oculata e tuttora ne invocano il patrocinio ne'pub-
polizia e la severa osservanza della giu- blici bisogni, che avendolo sperimentato
stizia prevenivano le occulte macchina- più volte a Lei donarono se stessi e la cit-
zioni, sicché la tranquillità di questo stalo tà nel 1260, onde al suo possente aiuto
sotto il i.° granduca potè dirsi assicura- attribuirono poi la vittoria di Monl'Aper-
ta. Cosimo I nel ritorno d'un precedente to. In quei tempo la miracolosa immagi-
viaggio da Pioma si recò a Siena, a fine ne si venerava nell'altar maggiore, allora
di stabilirvi col cardinal Niccolini un si- esistente in mezzo al tempio, donde nel
stema relativo specialmente all'ammini- i3i I fu trasferita nel luogo attuale. A-
strazione della giustizia, nella qual circo- lessandro VII volendo riedificare nobil-
stanza, poco curandosi dell'affezione dei mente la sua cappella, fece collocare tem-
sanesi, ordinò all'architetto Lanci il dise- poraneamente l'immagine nell'altare di
gno di quella fortezza, che venne alzala s. Francesco di Sales, anch'esso apparte-
poco lungi dal luogo dove fu la spagnuo- nentealla famiglia Chigi. Nel 1661 con di-
la,per tenere in freno gli abitanti, che più segno del celebre Kenedetlo Giovanneilj
tardi Leopoldo I aprì a pubblico passeg- architetto e matematico sanese, il Papa
gio quasi in appendice a quellodella con- fabbricò la cappella in figura rotonda, or-
tigua Lizza, onde il comune vi collocò l'i- nata d"8 bellissime colonne di verde an-
scrizione che dice essere stala convertila tico, con proporzionata cupola. L'altare
ÌD delizia per la fedeltà de' sanesi la for- fu vagamente incrostalo di lapislazzuli, e
tezza eretta per sicurezza dell'impero. Nel ornato di bronzi con bassorilievi dorati del
1^79 il granduca Francesco I ordinò un famigeialocav. Lorenzo Bernini, del qua-
nuovo compartimento de' tribunali ucl- le sono pure le due statue marmoree di s.
SIE SIE 5i
r,iif)lamo e dis. M/ Maddalena, essendo Ximenes che cooperarono colla loro
vi

quella di s. Bernardino opera d' Antonio dottrina. Leopoldo I nel 765 divise in due 1

Raggi, e l'altra di S.Caterina d'Ercole Fer- Provincie lo stato sanese, cioè in provincia
rata , ambedue degni scolari di Bernini. superiore, ed in provincia inferiore o del-
A'd uè lati della cappella si collocarono due laMaremma;indi neh 7 74 emanò un nuo-
bellissimi quadri di Carlo Maratta valen- vo compartimento de'tribunali di giusti-
tissimo, uno esprimente la Visitazionedel- zia della provincia superiore, con quelle
la B. Vergine (poi sostituito da copia si- altre utilissime provvidenze per questa e
mile in musaico a spese deL principe d. Si- per quella diMaremma riportate da Re-
gismondoChigi, padre del vivente d. Ago- con altre riforme de' vecchi sistemi.
pelli,
stino, il quale non edettuò la conversione Raccontai a Roma, a Franxia, a Pio VI,
in inusaicodeirallro seguente quadro, co- che i rivoluzionari e repubblicani france-
me pensava a tempo di Novaes, a seconda si avendo di prepotenza invaso lo stalo

dell'asserzionedi questi), l'altro la sua Fu- pontificio e Roma, ove proclamata la re-

ga inEgitto. Altri 4 bassorilievi di marmo pubblica, da questa a'20 febbraio 1798


vi furono posti nel 748,scolpili inRomae
i depoi tarono prigione in Toscana il detro-
rappresentanti la deltaVisilazionCjSColpi •
nizzato Pio VI, seguito da que'pochi fa-
ta da Filippodella Valle; il Transito della migliari notati nella biografia. Il Baldas-

stessa B. V., di Gianìbattista Maini; la sua sari, Relazione delie a^'versilà epatinien-
Presentazione al Tempio, di Pietro Brac- ti di Pio FI^ t. 3, p. 2 I, m'istruisce, che
ci; la sua Natività, di Carlo Marcbionni. avanti che il Papa entrasse in Toscana ,

La cappella ha il cancello di bronzo mi- da Siena sino a' confini era slato diffuso
rabile pel lavoro, sul quale ardono piìilu- un ordine da'francesi, di non fare pubbli-
mi.ed accanto vi è lasua particolare sagre- che dimostrazioni d'onore a qualche per-
stia, la quale fu largamente arricchita di sonaggio eziandio di elevatissima condi-
preziosi utensili sagri dalla generosa pietà zione, che passasse per le terre del gran-
del principe d. Agostino seniore nipote ducato;e cheall'arcivescovodi Siena An-
del grandioso Pontefice fondatore. Questi lonfelice Zondadari poi cardinale, dicesi
inoltre avendo soppresso l'ordine de'Cro- diesi commise che tra conventidella cit-
i

ciferi, col breve Regu/iini, de'9 febbraio tà uno ne trovassecapevole per alloggia-
1G60, donò beni del priorato di s. Ma-
i re il Papa, con tutto il suo seguito, ma
ria del Murello presso Siena al capitolo non pare per quanto vado a dire. Mentre
del duomo, con quelle disposizioni che ri- Pio VI a'23 febbraio entrava nel territo-
portai alla sua biografia, ove feci pure rio toscano, quasiché fosse un qualunque
menzione della bellissima facciata eretta viaggiatore o vi arrivasse d' improvviso,
alla chiesa del Rifugio. Seguendo Siena ninno in nome del principe fece allo d'ur-
i destini e le vicende di Toscana, spei\- bana accoglienza, soltanto gli fu fatto sa-
mento anch'essa i vantaggi economici i- pere di scegliere per tlimora Pisa o Sie-
niziati dal granduca Francesco 11 di Lo- na, senza nominar Firenze ! Il dettaglio
rena, poi im[)eratore e capostipite della del viaggio e del sogi;iorno in Siena, che
ri-gucin te dinastia, ani piamente sviluppati accennai ne'citali articoli, esaltamente lo
did suo figlio Leopoldo I, eziandìo per ri- descrissero Novaes e Baldassari. S. Radi-
donare la salubrità alla Maremma sane- cofani fermò il l'apa a dormire nell'o-
si

se e bonificarla; laonde in pochi anni egli steria in cameia mancante di molli vetri,
operò nelloslatosauese ass.ii più che non guardato da due commissari francesi (u-
si era lutto nel lungo periodo del governo no de'i^uali fu tosto dannato a morte in
Mediceo, narrando lultoìi Rcpctti, con e- contumacia per furto); bensì ebbe il con-
logi ancora all'arcidiacuao Baudmi e al p. forto d'essere raggiunto dall'amato nipote
52 SI E SIE
duca ci. Luigi Braschi, che con lui prose- si recò ad ossequiare Pio VI il marchese
guì il viaggio e Io sollevò ne'3 mesi io cui Manfredini , maggiordomo maggiore e
fece residenza in Siena. A'24 pervenne a ministro favorito del granduca, e d'ordi-
s, QuiricOjOve l'arcivescovo Zondadari si ne di questo pio principe, facendogli di-
trovò ad ossequiarlo, ospitandolo nobil' mettere il proponimento di passare in Fi-
mente nel palazzo de'nipoti marchesi Fla- renze, ma rimanere inSiena, s'intende per
\io e Angelo Chigi. L'egregio prelato non viste politiche. L'indole atlabile e buona
lasciò cure e spese per trattare degnamen- de' sanesi già aveva fatto certo il Papa
te il Papa, e anche gl'infimi della fami- che tra loro avrebbe tranquillo e piace-
glia; celebrò la messa a Pio VI, e gli riuscì vole soggi(jrno, laonde volontieri si con-
dissuaderlo dal recarsi a Pisa, e portarsi formòa rimanere in Siena, e donò al mar-
invece a Siena patria di s. Caterina che chese una bella scatola di corniola con al-
avea procurato che un suo predecessoie cuni brillanti, salvata a caso dall'inven-
tornasse in Roma sua propria sede; per tario fatto da Haller a Pio VI, e seguito
cui gli fece preparare l'alloggio nel quar- dal sacco dato dai francesi e repubblica-
tieredetlo di s. Barbara e posto nel vasto ni al Vaticano. Lo ringraziò della car-
convento di s. Agostino, per addobbare rozza con muta offertagli da Ferdinando
il quale superbamente concorsero le pri- III, continuando a servirsi di quella del-
marie famiglie de' cortesissirai sanesi, de- l'arcivescovo, il quale rese al Papa molti
stinando due cavalieri per fare a vicenda indefessi e utili servigi, econ mg.' Ode-
omaggio nell'anticamera pontificia, col- scalchi si prestò in tutti rami dell'apo- i

r assenso del granduca Ferdinando III. stolico ministero. Imperocché Pio VI se-
Sommo fu il fervore degli abitanti di s. guitò a trattare gli affari che dal mondo
Quirico in vedere il capo della Chiesa, re- cattolicoa luisi rivolgevano, ponendo nel-
pressodal memorato rigoroso ordine, poi la data delle lettere pontificie; DalumSe-
sfogato divotamente in venerarne le ca- nis apiid B. Mariani Virgineni in Cae-
mere appena partito, baciandole suppel- liini Assuniplamj e il nunzio Odescalchi
e le mura, che pur toccarono con
lettili supplì le veci del segretario di stato, e pre-
corone e medaglie. Nella mattina de'aS siedette a tutti gli affari ecclesiastici ed al-
Pio VI partì da s. Quirico per Siena, tro- le corrispondenze cogli altri nunzi apo-
vandosi i religiosissimi sanesi al conven- stolici e con diversi sovrani. Si formò una
to, per dimostrare la gran ventura d'aver segreteria ove prestarono l'opera loro an-
fra loro il vicario di Gesù Cristo e implo- che alcuni agostiniani, spedendosi le gra-
rare la sua benedizione, a fronte dellecon- zieegl'indulti per rescritti gratis. Il Man-
trarie ingiunzioni, che l'impeto della pie- fredini dipoi collocò la tabacchiera nel suo
tà fece trasgredire,benchè il Papa col dito palazzo a Rovigo, con analoga iscrizione
alla bocca fece loro cenno di star quieti dell' ex-gesuita Lanzi per memoria, del
per non esporsi co'francesi. Nello smontar quale sapiente religioso sono pure le la-

dalla carrozza trovò mg.rOdescalchi ar- pidi monumentali esistenti in Siena, a ri-

civescovo d'Iconio e nunzio di Firenze, e cordo di Pio VI. Ma il Manfredini per la

mg." Spina che restò sempre col Papa fi- sua pavida politica previde pure che la

no alla morte e fu poi cardinale,oltre molti dimora di Pio VI in Siena sarebbe sta-
nobili sanesi ed h'ati agostiniani. Subi-
i ta motivo digran concorso di nazionali e
to il luogotenente Martini che governava stranieri, per loche die istruzioni al Mar-
Sienasirecòacomplimentareil Papa, an- tiniche a'venuti non permettesse di fer-
co per partedi Ferdinando Ill,epocodo- marsi più di 3 giorni. Il Baldassari espone
po due commissari francesi avendo ter-
i il metodo di vita tenuto dal Papa in Sie-
minato la loro iacumbenza partirono. Poi na, che ascoltava la messa d'un agoslinia-
SIC SIE 53
no da lui scello a confessore, e soleva tal- si tollerassero più nella vicina Toscana ,

volta egli slesso celebrarla e nelle festCjfìn- ma diesi trasportasse Pio VI in Sarde-
che ebbe forza, e quando quesla gli man- gna, esiliando una quantità di preti e fra-

cò per la sua logora salule, si conlenlò di li. Il Papach'erasi disposto morire in Sie-
ricever la comunione, ma non volle ce- na, e i suoi famigliari ne furono afflittis-
lebrar la Messa sedendo per non dar e- simi, pel pensiero didover vivere rilega-
sempio di domande simili. Quindi dava ti patimento del tra-
in quell'isola, e pel

le sue udienze, e nelle ore pomeridiane gitto, che avrebbe accelerala la morte di

con l'arcivescovo e il maeslrodi camera Pio VI. Il granduca però energicamente


mg/ Caracciolo recavasi a frollare e a vi- si negò di consegnare il Papa, e ne prese

Pio VI d'animo
sitar le chiese di Siena. le difese con Manfredini; laonde e per le

grande,quanto allesuesventure persona- rimostranze del cardinal Lorenzana, ot-


li, viveva rassegnato al volere di Dio, e tennero che potesse abitar nella Certosa
mostrava pazienza, costanza ecoraggiomi- di Firenze, luogo campestre e lungi due
rabile, né mai fu udito lamentarsi delle miglia dalla citlà; ma il duca Braschi do-

violenze e ingiustizie onde i suoi nemici vette dividersi dallo zio. A questa alllizio-
l'aveanooppresso. Lo rattristava la perse- nesiaggiunseal Papa quelle per l'abban-
cuzione on ibile che danneggiava laChie- dono del medico Rossi, del chierico Cal-
sa, la dispersione de' cardinali e prelati, vesi e del Brandi, tutti beneficati e scan-

le calamità di Roma, quelle de'suoi sud- dalosamente ingrati. In (pialche occorren-


diti. Diversipersonaggi e cardinali fuggi- za curò il Papa il celebre medico sanese
ti da Roma recaronsi a prestare i loro af- Giuseppe Lodoli. Intanto a'iG maggio in
fettuosi ossequi al Papa, ma doveano sbri- Siena fu gran terremoto dopo mezzodì,
garsi a partirne, con pena di Pio VI che che con fragore sotterraneo durò più di
ne riceveva sollievo. Appena al cardinal 5 minuti secondi, gli edifizi fcu'ono som-
Lorenzana ministro del redi Spagna, fu mamente danneggiati, come il duomo e
permesso restare in Siena, non a'ministri il collegio Toloinei, molte persone rima-
d^'rediPortogalIoeSardegna, sempre per sero ferite e 3 ciperderono la vita. Il con-
timore d'offendere la repubblica france- vento degli agostiniani fu il più conquas-
se che avea le sue mire per occupare an- sato e fu tenuto per prodigio che le 4
,

che Toscana. Dispeiidiandosi Pio VI nel grandi crepature della camera del Papa
raanteniniento e neglistipendidellafami- non a vesserò fa Ito cadere pavimento e sof-
glia, facendogli inSiena da maggiordomo fino. Tutta Siena trepidò per Pio VI con
il duca nipote, a cui sollentrò mg.*" Spi- eilificante interesse, e fu creduto più si-
na, prestò esaurì i i 0,000 scudi datigli dai curo nel palazzo del nobiieGiuseppe Veri-
francesi in partire da Itoma; laonde ver- turiGalleiani;manou cessando frequenti i

sando in necessità, mg.rDespuigpoi car- sciiolimenti di terra, ilPapa nel dì seguen-


dinale si recò a visitare il Papa, esenta te fu portalo alla villa suhurbana del pa-
dirgli nullasegretamente offrì al maestro trizio Sei'gardi, chiamataTone Fiorenti-
di casa Giacinto Brandi 9,000 scudi men- na, dopo aver ascollato messa nella cap-
sili. Wel voi. LVIII,p. 49 narrai il modo pella Venturi e concessole indulgenza ple-
come Pio VI in Siena riconobbe il culto naria nell'anniversariodel terremoto. Ri-
immemorabile del b. Andrea Gallemui correndo in tal giorno la festa di Pente-
sanese. Nella primavera (n gran tiunuho coste, il Piipa volle che l'arcivescovo, eret-
de'[)opoli ponlillcii contro la tiemocrazia, to un altare nel prato della Lizza, celebras-
ed i iepul)!)licani ne incolparono il clero semessa alla inoltiliidiiie,e compartisse la
secolare e regolare, ed il duca iìrasciii, papale benedizione al popolo conipunlo,
laonde risol veruno che questi e ili'apa non ricordevole quante volte il tiemcudo Ila-
54 SIE SIE
gello avea desolata la cillà, per esservi nei lenza nel 8 1 4j Ferdinando III tornò sul
1

monti sanasi molte tracce vulcaniche. Im- Irono, ed emanò utilissime provvidenze.
mediatamenteFerdinandolIIinvilòi mo- Nel 18 i5per l'evasione diNapoleone dal- 1

naci della Certosa di Firenzea sgombrar- l'isola d'Elba ov'era stato confinato, Pio

la pel Papa, ma questi noi permise e si con- VII si ritirò in Genova, passando per Sie-
tentò di passar tra loro ili. "giugno 1798, na a'25 marzo; prese riposo nell'episco-
in mezzo alia tristezza de'sanesi per s'i do- pio del cardinal Zondadari, vi ammise al
lorosa dipartita; e Pio VI con modi ad'et- bacio del piede il clero e la nobiltà, e seb-

tuosi epaterni,e con reiterale benedizio- bene fosse sabbato santo continuò per Fi-
ni, mostrò loro la sua commozione e il gra- renze, arrivandovi nella sera.Neli82 4 di-

to animo. In Siena il Papa con bolle di- venuto granduca Leopoldo II che regna,
spose pel futuro Conclave, {r.), ed Elezio- sopra un piano pii^i generale e piùeflica-
ne del Papa Pio VI
[F.) successore. Ma ce estese e continuò con felice successo il

dopo aver dimorato nella Certosa g mesi bonificamento della Maremma sanese, 0=
e28giorni,da'francesi fu trasferito in Va- pera veramente grandiosa, per non dire
lenza di Francia, ove mori. Quando poi il di tanti altri provvedimenti utili alla cit-

suo cadavere fu portato in Roma, traver- tà di Siena.

sando la pompa funebre Siena, la città gli La sede vescovile di Siena nella sua o-
celebrò quell'esequie che descrissi nel voi. rigine è contrastata, ed il Pecci che ne fe-

LIII,p.i I i.Dopo la partenza di Pio VI ce bell'istoria, per cui lo seguirò e prefe-


dalla Certosa di Firenze, i francesi inva- rirò a Ughelli, osserva che la città di Sie-
sero la granduca si vide ob-
Toscana, e il na ne'primi secoli dovea,come colonia dei
bligato riparare in Germania. Poco ap- romani, esseredi qualche nome tra le al-
presso uno sciame di gentaglie armale di tre di Toscana, onde se si accordano con

furore contro ifrancesi,a'28 giugno 1799 qualche ragione alle altre città inferiori

entrò in Siena co'così detti aretini e com- della medesima provincia vescovi in quei
i

mise molte prepotenze, spogliando e tru- secoli, oppure la cognizionedella vera re-

cidandola israeliti. Intanto la Toscana fu ligione , molto pili dovrantlo accorda^'si

eretta in regno e dato all'infante duca di anco a Siena, e non controvertersi l'anti-
Parma (F.),sotto la reggenza della regi- chità del suo vescovato. In vece ai Repet-
na M.^ Luisa di Borbone. A Pio VII no- ti, non volendo risalire da Lucifero che

tai, che quando nel i8o4 si portò a Pari- J' Ughelli e molli storici sanesi supposero

gi per coronare Napoleone I, fu ospitato fiorito nel 3o6, fra le tante opinioni e-

in s. Quirico nel palazzo Chigi Zondada- niesse da sommi scrittori sull'origine del

ri, e la sera del \ novembre pervenne a vescovato e diocesi di Siena, piuttosto gli

Siena, ricevuto nel duomo dall'arcivesco- sembra la più ragionevole quella che ha
vo cardinal Zondadari, da diversi vesco- dato alla città un vescovo avanti la disce-
vi vicini, dal senatore Sergardi e da vari sa de'Iongobardi in Italia. Avvegnaché se

ciambellani, oltre la nobiltà. Indi si recò dalla famosa questione fra il vescovato di
al palazzo regio, ove in nome della regina Siena e quello di Arezzo, incominciata fi-

d'Etruria l'ospitò conte Selvatico, e nel-


il no dal 712 e che toccai in principio, si
la mattina seguente progredì per Firen- rileva che il i.° suo vescovo restituito a

ze, ben contento delle dimostrazioni di vo- Siena dopo l'ingresso de'Iongobardi iuTo-
te de'sanesi. Nei 1807 Napoleone I cam- scana appella vasi Mauro II,del649jeche
biò i destini di Toscana, privò del regno reggeva questi la chiesa sotto il regno di
d'Etruria la dinastia Borbonica, e lo die Rotari, non ne consegue che innanzi la
alla propria sorella Elisa, nuovamentecon venuta de'Iongobardi in Toscana non po-
titolo granducale. Terminata la sua pò- tessero avere il loro vescovo. Infatti sem-
SI E SI E 55
bra che ciò dichiarasse il prelato aretino di diocesi, e come notai la lite durò seco-
Luperziano nella controversia snddetln, li, dispulandosi Ira loro sulla giurisdizio-
(juanclo nel yiS afieimava che sino dal ne di molle parrocchie e chiese battesi-
tempo antico, e innanzi la venuta de'Ion- mali, col dettaglio riprodotto da Pecci, e
gobaidi, Siena avea avuto vescovo pio- i relativi molteplici giudicati e sentenze,

[)iio. Quindi Repetli ritiene, che ognuno ampio alquanto essendo allora il territo-
si persuaderà, che il vescovo Eusebio del rio di Siena, che Muratori vorrebbe far
465,che si sottoscrisse nel concilio tornano credere angusto, ed i confini del dominio
di Papa s.ìlaìo, Episcopus Stnensis, (os- secolare non erano eguali a quelli delle
se vescovo di Siena in Toscana, piuttosto due diocesi. Nel 730 fu fondata l'abbazia
thediSinigaglia sulle coste dell'Adriatico, di s. Eugeniode'benedettini io Siena, dal
come prelese il p.Orlendi.Senza entrare in gastaldo Gualnefredo pel reLuitprando.
questioni, e tenendo però presente 1' U- ]Vel 743 fu vescovo Grosso, verso qua! il

ghellie altri storici, io riporterò col l*ecci tempo reRachis fondò il monastero di s.
la serie de'vescovi e arcivescovi di Siena,il Sai va loie diMoot' Amia tajnel 752 Aasfre*
quale procede cogli sloiici patrii estrania- do, non conosciuto come altri da Ughel-
nieri, econ documenti che presso di lui li; nel 761 Giordano sottoscrisse il costi-

si ponno riscontrare. Il ."vescovo di Sie* i tuto di l'apas. Paolo I, per le chiese e mo-
Ila dunque è Lucifero del 3o6, che altri nasteri da questi eretti nelle case paterne.
rilardano di qualche anno, benché nella Nel 776 Feredeo,al cui tempo esisteva nel
Biblioteca santa si ponga peri .° un Dru- luogo di Tufa la chiesa di s. Mai tino, ed
none. Novaes riferisce, che il saiiese s. Gio- i canonici non aveano alcun gius sul ve-
vanni I nel 525 fece Lucifero i. "vescovo scovato. Giovanni fiorì nel792dubbio,e
1

di Siena, appoggiandosi a Sigismondo Ti- piuttosto Rodoberlo e poi Aimone; quin-


zio, die lo sostiene nelle sue Istorie ine- di Andrea Il nel 7f)5, ch'ebbe fiere conte-
dite 1. 1
, p. 44^- Pecci registra per 1° ve- se pe' confini della diocesi con Aripei lo
scovo Floriano del 3 3, che intervenne i vescovo d' Arezzo; Lupo nell'Boo, Ama-
al concilio romuno di Papas. Melchiade; deoi deir8o4) poi Ansifredo il che rice-
per 3." Dodone del 44°) '"'' lodiiedub- vuto dal Papa il Corpo di s. Crescenzio lo
biostbbenerifeiitoda Ugliellijper 4-° Eu- collocò nel sotterraneo o confessione del-
sebio del 465già ricordato, inili i seguen- la cattedrale, sopra un altare eretto a di
ti.Magno I del 52o di santissimi costu- luiouore, dipoi rimosso. jNeir827 Pietro
mi, Mauro I del 565 consagrò in Volter- o Perico che fu romano, nel-
al concilio

ra la chiesa de'ss. Giusto eClemenle,Gual- 1833 Anastasio, ueir84i Gherardo II,


tierano o Gunlerano I, Aimone del 5c)j, neir844 Ganzio,incui favore e contro il

Vitaliano I, Roberto del 6 2, l'eriteo del i vescovo d'Arezzo sentenziarono nel sino-
G28 , Anlifredo o Ansifredo dil G42 di do romano Papa s. l.,eone IV e Lodovico
grande autorità e letterato, Gualfredo I 11 imperatore, alla cui ccrona7Ìone avea
dotto ed eloquente, Mauro 11 del 64c) che assistito, secondo Muratori, giacché altri

intervenne a conci La tera no, Andrea


I 1 io di non credono veridica tale sentenza. ÌVel-
1 del G58, Guallierano II del Gyo, Ghe- 1*8 )5 Gherardo III, neir864 Ambrogio,

rardo I del 674^ \'italianoll del 67C)che ueir88 Lupo I o Lupone, nel 900 U-
1 1 1

fu al sinodo romano. Lupo pure delbji), bei tino, nel rjoli Egidio, nel 913 Teodo-
ma rUghelli nicglio lo pone nel 68q. Nel rico, nel 945 Gherardo IV; quindi Vita-
700 Magno il, indi Causi vio, ma vi ripu- liano 1 1
1, poscia Lucido, nel999l Idebran -

gnaMuratoiijnely 5 Adeodato I, col qua- 1 do, nel looi Adeoilato II, nel 1 o 3 Gi-
1

le e Lupei ziaiio d'Arezzo insorsero gravi selbei to, nel io 29 Leone, nel io3G Ailcl-
e contenziose liti a cagione di esleusioue berlo e fu al siuodo rouiauO; ucl i o3 7 Gio-
1

56 SIE SIE
vanni II. Non pare, come scrissero l'U- gnatiiooo sanasi capitanati da Boemon-
gurgieri e il Gigli, che Gherardo prima do normanno, e da due Gricci pure sa-
d'essere vescovo di Firenze e Papa Nico- nesi. 11 valore loro nell'espugnazione di
lò li lo fosse stato di Siena. Circa questo Antiochia fu segnalato, ed ili.°a salir le
tempo l'imperatoreEniico II concesse un I mura epiantarvi lo stendardo della Croc-
privilegio al vescovo di Siena, dal quale ce fu Salimbene, che fu fatto patriarca
si rilevano i diritti e le prerogative godu- delia città. Il vescovo Gualfredo II fu al

te dai vescovi e poi dagli arcivescovi sul- concilio di Pasquale II nel i io6, e al suo

le loro terre , con dominio temporale e tempo seguì la traslazione di s. Ansano, e


spirituale, onde gli abitanti partecipava- lasciò di verse opere. Gli successe neh 128
no di molte franchigie ed esenzioni, non Banieri I, che con successo si adoprò per
però il tributo annuo della festa dell'As- la liberazioned'Uberto arcivescovo di Pi-
sunta, obbligati a prendere il sa le dal prin- sa, fatto prigione con molti pisani nella
cipe. Ed è perciò che diversi arcivescovi guerra de'sanesi. Già il vescovo di Siena
costumarono di porre nell'arma la spada avea qualche giurisdizione sulla città e
e il pastorale. Sotto Giovanni li nella cat- contado, ed al vescovato nel i 1 38 il con-
tedrale fu celebrato il concilio, ed esalta- te Manente donò la 6.^ parte di Radico-
to al pontificato Nicolò II, e ve ne sono fani : il vescovato già avea i suoi protet-
memorie nella metropolitana e nel palaz- tori o vicedomini, e prima di Ranieri I

zo pubblico. Nel 009 PiolTredo, nel o63 1 1 godeva giurisdizione su Poggibonsi. Par-
Giovarmi III, che in onore della B. Ver- lai di sopra della venuta di Papa Eugenio

gine edificò vicino a Fonte Becci un rao- III a Siena: vi entrò a'i4 maggior i46>
nasterodi monachebenedettine. Nel 1072 incontrato dal vescovo e dal clero alia por-
Amadeo II, in tempo del quale Papa A- ta della città, ricevendolo Ranieri 1 nel
lessandro li confermò con un breve i giu- palazzo vescovile, da dove dopo la dimo-
dicati in favore della chiesa aretina e con- ra di più giorni partì per Pisa. Lungo sa-
tro la sanese. Nel 1 072 eziandio s. Ridol- rebbe il ricordare tutte le donazioni che
fo o Randolfo di Colonia, da dove trasfe- andavano ricevendo pastori sanesi, non i

rì a Siena il corpo di s. Severo e lo collo- che gli acquisti che andavano facendo, che
cò nel sotterraneo della cattedrale, la cui si ponno leggere nell'accurato Pecci, con

confessione era celebre per bellezza e so- gran copia di pregievoli documenti. Mol-
pra molte di quelle d''Italia, ma fu tolta te donazioni di terre e giurisdizioni fu-
nel secolo XIII, quando si rese la chiesa rono complessive e comuni al vescovo,
più grande e più ornata. In quest'epoca chiesa e repubblica di Siena. Neh 16G fu
la chiesa di Siena,come immediatamente vescovo Ranieri che confermò a' ca-
II,

soggetta alias. Sede, fu presa in particolar nonici di s. Frediano di Lucca la chiesa


cura da S.Gregorio Vlljilqualeassol ve dal- suburbana di s. Martino, poi degli ago-
la scomunica il virtuoso s. Piidolfo, da lui stiniani di Leccete. Gunterarao del 76, 1 i

contratta per aver avuto relazione conEn- al cui tempo Alessandro 111 spedì varie
ricolV allacciato da quella censura. Quel- bolle a favore di Siena, come quella col-
l'imperatore nel 1 081 spedì un amplissi- la quale vietò che ninno potesse
in essa
mo privilegio per l'abbazia di s. Eugenio, essere scomunicatoe interdetto se non dal
la quale ne vanta molti altri. Nel io85 vescovo, e in sua mancanza dal capitolo,
trovasi vescovo Gualfredo 11 longobardo, oppure dal Papa o dal suo legato a la-
assai dotto e eloquente in prosa e iu ver- lere, e questo per aver la città a lui ade-
si eroici, ne'quali cantò l'impresa di Bu- rito nella patita persecuzione di Federi-
glione in oriente, perla liberazione di Ge- co I: il vescovo Gunteramo,colmo di me-
rusalemme, Della quale furono crocesi- rìti,fual concìlio di Laterauo 1 1 del 1
1 7 9,
SIE SIE 57
e poiconfermò a'camaldolesi delti in Sie- fredo li : consagrò la chiesa di Leccelo,
na della Rosa la chiesa parrocchiale di s. ribenedì e consagrò quella di Marmora-
Cristina, poi di s. Mustiola. Nel i i Hq gli ia interdetta per l'uccisione del pievano
successe Buono, sanlissimo per costumi, falla da un usuraio per avergli negato i
forzaloda Clemente 111 ad accettar il ve- sagramenti.Nel 2 3^ stallili più leggi e co-
1

scovato, ed acui Onorio III o meglio In- stituzioni pel buon governo e regolamen»
nocenzo ili commise scomunicare i pisa- to del suo clero, riproilotte da l'ecci.Egli
ni, se non ritrattavano gli statuti fatti con- fu zelante tanto deli'onor di Dio e della
tro la libertà ecclesiastica. Da una holla giustizia, che non fu mai ritenuto da al»
a lui diretta da Clemente III si conosce cun rispetto umano; per Ini sanesi rice- i

di quanto maggior estensiotìe fosse in cpiel verono religiosi servili inSiena,ed fran-
i i

tempo la diocesi, e quanto poi fu dimi- cescani. Questi ultimi e i domenicani au-
nuita, sebbene il Papa l'avea presa sotto torizzò d'in(|uisire contro l'eresia, tribu-
la protezione ecustodia della s. Sede. Buo- nale che poi resti) a' soli conventuali. Al
no era molto versalo nella lingua Ialina, vescovo Buonfiglio 73 di santa vita, nel 1 :>

facondo e facile nello scrivere. Fece nella fu surrogato Tommaso


Fusconi nobile
cattedrale fabbricar il sepolcro pe'succes- romano, e insigne teologo domenicano,
sori, evi fu seppellito. Nel 2 6 Duonfi- i i dal capitolo e da' canonici, m3 essendo
glio creduto de' nobili Uigugieri, ricevè stalo già eletto per Cet'alìi, è incerto se
un bieve d'Onorio III acciò si adoprasse venisse a Siena. A'el 1 204 Tommaso Bal-
d'estirpare l'eresia degli albigrsi. penetra- zelli nobile domenicano, dotto e zelan-
ta e propagata in «Siena. Cbbidi il vesco- te onde alcuni lo chiamano beato il
, ;

\o,e non solo pubblicò nella diocesi con- quale colle orazioni e coi conforti di li-
tio di essi l'intei detto fubninalodal l*a- dare nel solennemente invocalo patro-
pa, ma die ampia autorità a' domenica- cinio della Beala Vergine, a cui i sane-
ni e francescani di |iroccdere contro i se- si donarono i cuori e le chiavi delle por-
guaci e fautori dell'eresia; laonde ({uan- te delia città, decretando che nelle mone-
do si recò in Siena il cardinal legato U- te alle parole Sena l'etits s\ aggiungesse
golino poi Gregorio IX, trovò quasi estir- Cwilns f''irginìs,coiì[i\\ni\ alla memora-
pata l'empia setta pel zelo del vescovo, per bile vittoria d'Arbia, onile molti popoli
cui si limitò a sciogliere dal giuramento i recaronsi colla corda al collo in Siena a
settari, ingegnando che non è spergiuro co- domandar misericordia per la patria loro,
lui, che rompe il giuramento fatto contro e la repubblica per molto tempo fu arbi-
la legge di Dio. Il caiclinale con un breve tra il) Toscana, potente in Italia. Parec-
ponlilicio esortò la repubblica e il sena- chi e segnalati benelìzi lece questo vesco-
to a mandar soccorsi a'cristiani di Levan- vo alla diocesi, curò l'azienda economica
te oppressi da' maomettani. Ascoltatane della cattedrale istituendo ministri per vi-
da'saiiesi la lettura con tenerezza e accla- gilare ni buon regolnmenlo e la dotò ,

mazione, il senato subito decretò una spe- smembrando dalla mensa vescovile deco-
di/ione di ()()n de'suoi coraggiosi giovani ro>e entrale, per rendere maggiormente
colle bandiere della città, segnali lutti di ornalo il maest<iSo tempio. Gli successe nel
croce. Sotto la condotta di Guido Bandi- I 273 Bernardo probabilmente de'nobili
nelli parente d'Alessandro III, partirono Gallerani,e fratello del b. Andrea fonda-
per (ierusnlcmme. Acri e Dalmata, eie- tore dello spedale e fiali dell.i Misericor-
cero molle prodezze e arcpiisti. Btionlìgliu dia, conlutaiido Pecci la sua làvolosa uc-
confermòal capitolode'canonici della cat- cisione per opera de Gazzani : esso i\cc
tedrale il possesso di varie ragioni e di- riconoscere dui comune reseniioneerim-
ritti donali dj'predcccssori Leone e Guul- muuilà delle terre del vescovato, e d'or-
58 SI E SIE
dine pontificio l'invitò a pacificarsi colle scono il titolo di bealo. Il capitolo elesse
fazioni. Nel 1282 il capitolo elesse il suo T3onusdei Malavollisanese e canonico del-
canonico econcitlatlino Rinaldo de'nobili la cattedrale, ornatodi profonda erudizio-
MaIavoIti,aI quale fino dagli antichi se- ne,confermato da Giovanni XXII e con-
coli spettava l'eiezione e al Papa la con- sagralo in Avignone. Nel 824 conforme 1

ferma che die Martino IV, ed ebbe litigi all'antico costume de'sanesi, rappresen-
col magistrato della repubblica, per lesio- tandosi ne' giorni di carnevale il giuoco

ne d'immunità ecclesiastica, per cui sco- delle pugna, e incalorandosi ostinatamen-


municòil podestà e giudici; poscia si ven-
i te le parti nella zuffa, dalle pugna passan-
ne a concordia, con que' provvedimenti do da questi alle armi, cittadi-
a'sassi,e i

pubblicati da Pecci. Egli fu che nel 3oo i ni s'impegnarono in fiero civile combat-
benedì e pose ne'fondamenti lai.^ pietra timento con istrage: allora il vescovo mos-
per la fabbrica della nuova facciata del soa compassione, per reprimere l'impelo
duomo. Tenneals. fonteuna figliadi Car- dell'accesa gara, si portò con tutto il cle-
lo di Valois fratello del re di Francia, nata ro preceduto dalla croce alla piazza pub-
in Siena. Nel i3o2 scomunicò i ministri blica , ed esortando ciascuno a posar le

dellospedaledis. M.^ della Scala, per non armi e ritirarsi, i combilteoti per la ve-
averlo ubbidilocome di giurisdizione lai- nerazione e stima che ne facevano si quie-
cale,onde nacque fiera lite tra lui e il Co- tarono e cessò spargimento di sangue
Io
ra une che ne assunse le difese avanti il Pa- civile. Fubenemerito per l'inter-
inoltre
pa, per lo che si rese odioso a'cittadini, e posizione e aggiustamento fatto col duca
la sentenza fu contro il Prima di
vescovo. di Calabria, il quale avea promosso mol-
sua morte, i canonici del duomo, cui si te pretensioni contro la repubblica; come
spettava eleggere il successore, temendo per sua opera si stipularono le condizio-
che non ne venisse loro levato il possesso, ni d'una nuova lega con Firenze, Bolo-
poiché già varia vasi su questo punto la gna e Perugia. Neh 336 celebrò il sino-
disciplina dellaChiesa, ricorsero al consi- do, in cui riunì le costituzioni pel clero
gliogeneraleacciònongli fosse usala vio- fatte da'suoi predecessori; sotto di lui per
lenza nell'elezione e conservato loro il pie- la pace e quiete de' sanesi si accrebbe la

no non rimanessero occupati


diritto, e i città di grandezza e splendore, poiché la

beni del vescovato. Laonde nel dì seguen- maggior parte delle terre e castella per-
te alla morte del vescovo elessero nel 807 ( vennero sotto il dominio della repubbli-
Ruggiero domenicano di Casole ottimo e ca, le più magnifiche fabbriche di chiese e
di santi costumi, indi dopo qualche con- palazzi furono ultimate,e lacittà perven-
traddizione venne confermato daCleuien- ne alla più numerosa popolazione, con-
le V, pel quale poi, stabilitosi in Francia, tando 35,127 famiglie. Fu allora che per
sostenne in Pioma l'incarico di vicario pon- l'accresciuta popolazione, i reggenti della
tificio; e quale inquisitore di Siena e sua repubblica pensaronoerigere con maesto-
diocesi come vescovo, sostituì in suo luo- so disegno un nuovo tempio per loro chie-
go il priore de'domenicani di Siena, dap- sa principale, e scavati fondamenti a'2 i

poiché il prelato molto si dovè affaticar febbraioi 339Donusdei insieraeaGalga-


per estirpare l'eresie che allora affligge- no vescovo di Massa fecero la benedizio-
vano la Chiesa di Dio, e particolarmente ne della I
.° pietra, e subito con indicibile
quella de'//72i<re///. In Siena furono sco- conlento della città dierono con sollecitu-
municati i francescani apostati, scismati- dine principio alla vasta fabbrica, sospe-
ci ed eretici inventori di nuova sella. Mo- sa nel I 348 per la calamitosa peste e non

rì in Roma nel i 3 iGefusepollo in s. Ma- compita pel diminuito numero de'cittadi-


ria sopra Minerva, ed alcuni gli allribui- ni, rimanendo la città spogliata d'8o,ooo
SIE SIE 59
abitanti dicePecci ancora, si lasciò l'altra il capitolo per non pregiudicar l'antico di-
pieesisleute chiesa che fino a quel tem- ritto da piii esempi interrotto, elessero ve-
po pure avea fallo bella ino'lra, come più scovo fr. Michele Pelagalli sanese dome-
che sufiicienle a'superstili sanesi, in ap- nicano, ma Urbano VI non l'approvò e
presso accresciuta con nuovi e stupendi invece creò vescovo Carlo Mmulolo napo-
ornamenti. Ebbe principio in questo ve- letano, ma il possesso gli fu impedito dai
scovolo la certosa di M;iggiano, fondala reggenti della re|)ul)blica sdegnali per non
e dolala dal cardinal Pctroni ; ed il suo elisele stato confermato fr. Michele, né so-
parente Bindo prolonotario die principio stituito un sanese, onde Carlo per questo
al monastero di Pontignano |)ure pe'cer- o per altro motivo rinunziò e ad altra di-
tosini, e dopo finito vi fu sepolto : un 3." gnità fu promosso. Urbano VI nel 1 38 T gli

nìonaslero di tali religiosi lo fondò Nico- suii'ogò Francesco Monnilli pur nobile
lò Cinughi discendente della nobile fami- napoletanOjgià vescovo di Cava, pel quale
glia de'Pazzi fiorentina, il vescovo ri f,ib Pecci corresse vari abbagli d'U;:helli e al-
lìrico la chiesa di Egidio padronato di s. tri. Le antiche vertenze sulle lagioni che
famiglia, poi data alle cappuccine; fondò il comune pretendeva sulle terre del ve-^

l'ospedale di s. Marta pe'poveri sacerdoti scovalo furono accomodate, con sentenza


viandanti, per non dire di altro. Se vo- che le dichiarò obbligale a fir guerra e
lessi riportare tutte le pie fondazioni dei cavalcala a disposizione della repubblica,
vescovi e de' religiosi sanesi non la fini- e contribuire alle spese di ponti e strade,
rei mai. e nelle cause di oialefizi tenute a rispon-
JVeli35l occupò la sede Azzolino Ma- dere agli ufliziali e rettori della repubbli-
lavolti già canonico della calledrale, che ca. Altri accordi del i4oostatuironoiIcen-
convenne coll'Operadel duomo sulle of- so da pagarsi per r.\ssunta dagli uomini,
ferte che si facevano ad esso, di ricevere comuni e terre del vescovato. 11 vescovo
per l'Assunta 36 fiorini d'oro, e i i o lib- corresse e ampliò le costituzioni del capi-
bre di cera. Molto si adoprò il zelante pre- tolo e del duomo, enei 1404 fu in via lo dai
lato per riunire gli animi discordi de'no- sanesi a Papa InnocenzoVII, per ledepre-
bili e popolari, che spessospargevano san d.izioin fatte dalle sue milizie nella Ma-
gue. Nel I 370 Gregorio XI elesse vescovo reinma,onde ottenne 5,ooofiorini di com- I

Jacopo di Giglio Malavolti, quando si re- penso. Passando Mormilli alla sede di Ca-
cò in Avignone ambasciatore di Lucca, e va, nel 1407 Gregorio XII, da lui ricevu-
ivi fu consagrato. Mortone! 37 (, il Papa
I to onoratamente in Siena, a questa die per
da Comacchio trasferì a.Siena Guglielmo ve-.covo il nipote Gabriele Contlulmieri
guascone conventuale, fu legalo a diversi veneto, poi Eugenio IV, elezione che d.ii

principi e neh Syy fatto vescovo Laurien- mal animo tollerala, perchè
sanesi fu di
se. Gregorio XI da Narui vi traslocò il sa- bramavano un vescovo cittadino pratico
ncse o meglio eugubino Luca Berlini, pio, de'Ioro costumi. Nondimeno attesa l'au-
dolio e zel.mte; seguì le parli di Ui bano loi ila pontificia, la prudenza e integrità
VI contro l'antipapa Clemente VII, che di Gabriele, sollersero che prendesse pos-
l marzo esercitava già la giu-
insorto neli37(S fu cagione del gran sci- sesso, ed a' I

sma d' occidente, ed a lutto suo potere Questa data del Pecci fa ana-
risdizione.
si alfaticò acciò da tal peste non fosse in- cionismo con altra pur da lui riportata,
fettato il gregge alla di lui cura couìmes- cioèchea'4''etleinb.e 1
i"'/'! vescovo.Mor-
so. Promosse il cullo divino e nella cat- niilli ricevè in Siena Gregorio Xll, laon-
tedrale celebrò il sinodo, col (piale mode- de sembra doversi assegnare il vescovato
rò le vanità e il lusso a cui allora abban-
si di Gabriele dopo e non innanzi tale epo-
donavano gli ecclesiastici. Per sua morte c;i, sebbene fu brevissimo e dopo un anno
.

6o SI E SIE
iinunziò,dice Novaes, vedendo che i sa- colominl sanese,che con grande apparato
iiesi volevano piuttosto un pastore di lo- prese possesso nel 1 4^0, per cui conUghel -
ro nazione. D'altronde convenendo Pecci li e altri lo dissi nella biografìa eletto ia
che poco dopo fu creato cardinale, e ciò tale anno; ma poco dimorò in patria, per-
seguendo iuLucca a'q maggio i4o8,sem- chècrealo cardinale fu impiegatoingrari-
bra che il vescovatodiGabrielesia durato dialIari.DivenutoPapacol nome di Pio I[

meno d'un anno, tanto più che Pecci do- a' 19 agosto 1458, india' 8 settembre die
f

poaver corretloUghelli sul successore An- alla patria e con suo tripudio per pasto-
tonio 1 Casini sanese, riferisce che questi re il canonico della cattedrale e suo pa-
fu eletto da Gregorio XII nel principio rente Antonio II Piccolomini abbate ca-
del i4o8, trasferendolo da Pesaro; laonde maldolesedi s. Vigilio, di eccellenti qua-
errarono Ughelli e Cardella in dire ciba- lità. Volendo Pio li decorare la sua pa-

•vere fatto Alessandro V, ed io per seguir- tria colla dignità arcivescovile, colla bol-
li dissi altrettanto nella sua biogiafia per la Tliriiimphans Paslor aelernus , data
r.verlo poi creato cardinale Martino V e in a' 19 aprile i4^9> elevò la se-
Siena
chiamato il cardinal Sanese, avendo pur de vescovile di Siena a metropolitana e
notalo della cappella eretta nel duomo a ornò l'arcivescovo col pallio, dichiaran-
e. Sebastiano con dote e de'rari libri do- done sulfraganee le sedi vescovili cWChiu-
nati al medesimo. Di sopra narrai come si, Soana, Massa unita a Populonia, e

Giovanni XXIII deputò Antonio I pel vi- GroMe;o(A^,);decretandoinoltreche tan-


carialo di Radicofani e per l'imposizione to dell' arcivescovo di Siena che de' ve-
della colletta, e del concilio celebratoasuo scovi del suo stato, spettasse la nomina
tempo in Siena d'ordine diMartino V, del de' soggetti alla città di Siena per privi
quale fu tesoriere. Da lui nel i4'i7 t«"a«la- legio, da approvarsi dalla santa Sede, per
to a Grosseto, a preghiera di lutti gli or- cui osservò Novaes che a suo tempo il col-
dini della città il Papa destinò successore legio della Balìa di Siena per ciascuna di
£. Bernardino che ricusò accettare, ed al- delle 6 chiese alla vacanza presentava 6
lora venne eletto Carlo II Bartali sanese soggetti al granduca, che ne prendeva 3
perito nel gius canonico, dichiarato anco- per mandarli al Papa acciò ne scegliesse
ra legato della Sede alla repubblica di
s. uno. Eresse pure Pio II le sedi vescovili di
Siena per affari di molta importanza i , PienzaeIlJontalcino(^f^.),e le dichiarò im-
quali maneggiòcon tanta destrezza e pru- mediatamente soggette alla s. Sede; quel-
denza, che gli riuscì di riconciliare i suoi la di Montalcino la formò con uno smern -

concittadini colla chiesa romana. Fu pre- bramento della diocesi di Siena. In pro-
lato di molta autorità, e dalla patria più cesso di tempo Pienza fu unita a Chiusi,
volte spedito ambasciatore al Papa, alla e soltanto Montalcino è restata soggetta
repubblica veneta e ad altri principi. In- immediatamente al Papa. Tuttora sono
trodusse in Siena le religiose del 3.° or- sulfraganeedelia metropolitana di Siena,
dine di s. Francesco, e fu al concilio ge- Chiusi a cui resta unita Pienza, Soana
nerale di Firenze, Eugenio IV nel i444 a cui fu unita Pitigliano, Massa Marìl'
da Piimini vi trasferì Cristoforo das. Mar- lima, Grosseto, e Modigliana decorala del
cello vicentino, che morto in detto anno, seggio episcopale a'y luglio 18^0 dal re-
in sua vece destinò Neri da Monte Carlo gnante Pio IX, colla bolla Ea quo licei

lucchese, che riuscendo poco grato Euge- //;i/7Je//7o,e perciò essendo già da qualche
nio IV lo nominò governatore della Mar- tempo pubblicata la lettera /]/, non potei
ca e poi del Patrimonio di s. Pietro. Per scriverne l'articolo. Inoltre Pio II con l'o-

sua morte Nicolò V a'24 ottobre trasferì pera d'Agapito Rustici avendo riordina-
da Ti leste il celcbeaimo Enea Silvio Pic- lo la chiesa sauese,rapprovò col breve/zi-
SI E SIE 61
ter caetern, ^e'i ì QprWe ^5cj, eRnalraen- i e perciò, cornea vverlii, di tulli 1 rescovi e
te spedilo in Siena. Antonio 11 [tuco go- arcivescovi diSicna 01 natidi tal dignità a-
dè nuova dignità, morendo
la ngli 8 no- vendo fallo le biografie, nella sua parlo
vembre di detto anno, e Pio f 1 a' i r) feb- delle gesta che lo resero degno d'esseie il

braio 1 460 pubblicò successoieFiancesco principal consigliere di Clemente VII, e


li Tedeschini o Todeschini di Sarleann, legato alatcre alla repubblica sanese do-
figlio di sua sorella e da lui educalo, e a- po morte del cardinal RaHiiele Pelruc-
la

dottato col cognome e stemma de'Picco- cv, si adoprò per quielare le discor-
Qìollo
lomini,ed in Siena a'5del seguentemaizo die che tenevano miserabilmente oppres-
Io creò cardinale. Finalmente Pio li col- sa la patria, stanco delle (|u:ili con regres-
la bolla Ut inttr sanctimonialcs,tn\òì\a- so rinunziò a'7 aprile i52f) a Francesco
ta inSiena a'3i agosto 14^9} esentò mo- i 111 Bnndini (il fratello del (pialeBanilino

nasteri dellemonache di Siena dalla sog- coadiutore era premorto allo zio) figlio
gezione de'regoiari, e li sottopose agli ar- di sua sorella, morì in Siena e fu pi.into
civescovi di Sienajcolla bolla Priiltin ad come padiedella patria. Francesco 111 fu
Eccltsiain, pubblicala in Siena de' q a- 1 molto doltoe versato in vari generi tli let-
gosto 460, autorizzò
I i canonici del duo- teratura, ìndi eletto oialore di Siena per
mo a confermare il rettore dell'ospedale seguire Carlo V in tutte le parti di Ger-
di s. INIaria della Scala. Il successore Pao- mania, nel 546 fu al concilio di Trento,
I

lo li neh 4^5 riunì alla mensa arcivesco- ove le suesentcnzenon piacqueroa'padri.


vile l'abbazia della ss. Trinità di Torri. Bilornato in Siena s'interessò assai negli
Si distinse il cardinal Piccolomini per fer- allari della pei iclitante repubblica, come
voroso zelo, e infaticabile nel sedare i tu- già accennai, ma caduta che fu |)er la ca-
multi cittadini che acerbamente opprime- })itolazlonedel 55^, partì da Siena e giu-
1

vano l'infelice città : donò alla metropo- rò di non più tornarvi. Portatosi in Pvo-
litana paramenti e sagri utensili, riempì ma, vi esercitò diverse cariche, e fu fallo
la sua libreria di preziosi libri e l'abbellì fice-cameilengoe governatore della cit-
di magnifiche pitture, fece un maesloso tà. Pio IV gli assegnò il nipote Germani-
altare di marmo lavoralo con intagli, bas- co arcivescovo di Corinto per coadiuto-
sorilievi e statue, dove ancor vivente si re, che premorìa lui, e altrettanto accad-

fece erigere il sepolcro, facendovi incide- de ad Alessandro Piccolomini arcivesco-


re questa iscrizione: Sep. Francisci Pie- vo ili Pati asso stabili lo da Gregorio XII l.
col. Card.s. Eustachii Arckiep. Sen. Nel- Morì Francesco 111 in Roma dopo 5c) an-
l'archivio dell'Opera delduomo vi è il suo ni d'arci vescovatonel 1 588, egli successe
testamento fatto a' 8 settembre 4^)3, ro-1 1 il 3. "coadiutore Ascanio di Enea Piccolo-
gato nella cappella di s. Biagio dell'epi- mini arcivescovo di Tarso, assai acclama-
scopio, per dispensa avutane da Sisto IV. lo ila'sanesi nella solennissima pompa del
Alla sua biografìa dissi per chi (eceam- suo ingresso, per le sue rare doti e eminen-
ministrare la diocesi, non essendo corisa- ti virtù, atrabile e cordiale, zelante del di-
grato vescovo; a'22 settembre 5o3 fusu- 1 vin culto, caritatevoleco'bisognosi, giudi-
blimalo al triregno, assunse il nome di Pio zioso nella politica e buon poeta lirico. Fu
morì dopo 9J"» giorni tli ponlifìc-nto.
III, e amato tla tulli, come pure dai graiiduclii,
Paie che lino dal To avesse rinunziato
1 i deplorandosi la sua perdita : sotto di lui
l'arcivescovato di Siena al suo nipote Gio- Clemente Vili decimò l'arcidiocesi, quan-
vanni IV Piccolomini figlio d'AndrenTe- do istituì la sede vescovile di Colle, laon-
deschini,efu uomo di glande
ingegno e di de fu ridotta nel territorio a circa 3i) mi-
prudente consiglio, intervenne al concilio glia in lunghezza, e 9,0 in larght/za. Cle-
diLalerauoVjcLeoueXlocreò cardinale, mente VII ludi 5t)7 vi trasferì d' A vigno-
e>-2 s I E SIE
ne il cnrcìinal Francesco M.' IV Tiirugi ed assai compianto nel 628. Urbano Vili1

da Monte Pulciano, slato discepolo ili s. nominò Ascanio 11 Piccolomini d'Arago-


Filippo e relloredella congiegnzione del- na, nato in Firenze, che tanto avea putito
l'oratorio in Napoli, pio e zelantissimo pa- pegli ugonoHi,e governò con indicibile ini
store, ma prese qualche impegno colla cit- pegtio e saviezza, non senza gravi distur-
tà: nel iSgg celebrò nn concilio provin- bi cagionati dalla giurisdizione laicale; fu
ciale, di cui tratta il Malavolti nella Slo- compagno s.igace e accorto nella legazi o •

ria dì Siena^efo stampato con molle co- ne del cartlinui Antonio Barberini, e te-
stituzioni edecreti riguardanti ilclero.Per dialo del mondo rinunziò nel 1670 e in
sua rinunzia Paolo V nell'anno seguente bieve morìinRoma. Gli successe nel 1G7 i

a'4 gennaio 1
607 gli sostituì il proprio cu- il sanese cardinal Celio Piccolomini, che

gino carnale Cam ilio figlio diPierM." Bor- non curando la prepotenza de'grandi am-
ghesi, già vescovo di Castro di Napoli e minisliò con imparzialità la giustizia; mai
e di Montalcino ; prese possesso con sin- si assentò dalla città, se non pel conclave
golar pompa, fu zelante del suo gregge, d'InnocenzoXI, alla cui esaltazione mol-
l'amò e si fece temere. Ben vedutoda'prin- to contribm. Morto neliGSifueleltoLeo-
cipi e da'cardinali, pregarono Paolo V ad nardo Marsilj sanese e canonico Valica-
annoverarlo ni sagro collegio, che non pie- no; dal clero fu amalo e temuto, con tut-
gandosi fu detto da alcuni che ne morisse te le furze sostenne l'immunilà ecclesia-
d'amarezza nel 1612. Paolo V lo fece suc- stica, e stabilì con più sinodi varie costi-
cedere con universale applauso dal car- tuzioni pel decoro di sua chiesa, onde in-
dinal MetelloBichi sanese che fondò il se- corse in vari impegni col principe e col
minario pe'chierici, donandogli rendile pubblico. Dotto nel gius civile e canoni-
della propria mensa e prescrivendogli re- co, nella teologia e in altre scienze, ver-
gole, poi riformale dal successore e da al- salo nelle ceremonie ecclesiastiche, dilet-
tri pastori. Ma essendo intiinodi Paolo V tante della musica e sagre funzioni; con*
rinunziòa'i 3gennaioi6i4> e se la morte sagròin Siena piùchiesee altari, e ricol-
noi rapiva forse sareljbesucccdulo a Pao- mo di uìeriti morì nel 1
7 i 3 con di>pia-
lo V. Questi vi promosse da Massa e Po- ceredi tulli. Nel 1714 Alessandro li Zoo-
pulonia Alessandro Pelrucci sanese, con dadaii nobile sanese, e fratello del cardi-
dolore de'suoi antichi diocesani da lui in nale e suo compagno nelle nunziature,
tantimodi magnificamente beneficati; con generalecontenlodella patria edi Co-
promosse nella sua nuova chiesa lo splen- simo HI, perciò il suo ingresso fu splen-
dore ecclesiastico e il profitto delle anime, didissimo; corrispose pienamente all;i e-
edificando tulli colle opere e coll'esempio. spellazione di tutti per saviezza, soavità
Celebrò il sinodo diocesano con utili co- di modi, circospezione negli allari, alieno
stituzioni, curò il buon governo delle mo- dalle biighe, ulFicioso, caritativo, esem-
nache, e fu vago di fabbricare per impie- plare e in gran repulazione;morìa'4gen-
gare poveri e le arti nelle manuali fali-
i naio nel 1744 con grave pena universa-
che; eresse il grandioso palazzo della vii- le, e fu sepolto presso il fratello. Benedet-
ladis. Colomba, poi villeggiatura del no- to XIV a'3 settembre I 746 destinò arci-
Tolomei, rifece di pianta e pi li
bil collegio vescovo Alessandro III Cervini di Mon-
magnifico r<'piscopio, poi demolilo come te Pulciano e nobile di Siena,o ve fece suoi i

rimarcai. Visitò la diocesi facendo gran studi, fu arciprete del duomo e vicario del
bene, manellecompagoie laicali non po- predecessore; dopo essere stato ripugnan-
tè eseguirlo per essere dipendenti dal ca- te accettò, e fu preconizzato a'29 maggio
pitano del popolo e dal consiglio. Amalo 1747, esemplare e premuroso promosse
da s. Carlo Borromeo, morì sautameule e animò il clero agli studi e alle religiose

«
SIE S I F r,^

osservnii7.e, mostrandosi degno di Marcel- Donna delle Grazie chiam ila V Avvocata
lo II suo antenate. Con questi leraiina il di Siena, che serbasi maestosamente col-
cav. Antonio Pecci la Storia del vesco- locata nell'insigne cappella d' Alessan-
vaio della città di Siena, unita alla serie dro VII dentro la metropolitana, Roma
cronologica de' suoi vescoK>ie arcivescovi, 1716. Diario sanese in cui si veggono al-
Lucca I
74<^- L'Ughelli x\e\\' Italia sacra la giornata tutte le cose importanti sì al-
nel t, 3, p. 523, riporta la serie de'pasto- lo spirituale, come al temporale della cit-

ri sanesi sino e inclusive al Zondadari. tà ^ colle cose notabili accadute in Siena


Continuerò quella di Pecci, e la compirò in (juella giornata, col! indice in ultima
colie Notizie di 1772 Tiberio Roma. JVel di tutti i santi sanesi, efamiglie nobili del-
Boigliesesanese, traslato da Soana succes- la città, Siena 1722. L'Accademia sane-
se al Cervini; nel 1
792 Alfonso IMarsilj sa- se, ovvero scrittori diversi di essa tanto
nese; nel i
79^ Antonfelice Zondadari sa- in prosa che in verso raccolti da Giro-
nese, traslato d'Adana e moito cardinale lamo G/'g//. Orlando Mala volti, iS"/or;rt di
a' 1 aprile 182 3. Leone XII nel concisto- Siena, Venezia 5gq. i

ro de' 12 luglio 1824 precouiz7Ò l'odier- SlENE,iy^e/ie.Sede vescovile della bas-


no rispettabile arcivescovo uig.' Giuseppe sa Tebaide nel patriarcato d'Alessandria,
Mancini di Firenze, Iraslatoda Massa IMa- a'confini dell'Etiopia e chiamata pure As-
iitlima,cl)iaro per letteratura, illustre per souan. Ne furono vescovi, Ammonio mar-
esimie virtù, eperaver gloriosamente sof- tirizzato in Antinoed'EgiltOjcBefam gia-
ferto persecuzione come vescovo e confes- cobita che trovossi all'assemblea de'vesco-
sore di Cristo alle Fenestrelle, sotto l'ini • vi tenutasi a Misra per ordine del visir,

pero francese di Napoleone I. U Osserva- per la riforma de' domestici del patriar-
tore Romano de' 1 7 luglio 85o parla del 1 ca Cirillo nel 1088. Oriens christ. t, 2, p.
sinodo provinciale in quel mese celebralo 614.
in Siena dall'arci vescovo mg/Marti ni, che SlFANTO.Sede vescovile suffiaganea
lo presiedè per l'ecclesiastica provincia sa- diRodisiaodalVIsecolo,nell'esarcatod'A-
nese, coll'intervento de'vescovi d'Arezzo sia, denominata ancora Siphanus e Pisci-
(il quale però è sempre immediataniente na, nell'isola di Sifanto dell'Arcipelago,
soggetto alla s. Sede), di Montepulciano, nelle Cicladi meridionali, all'occidente di
di Montalcino, di Massa e Populonia, di Paro. Anticamente l'isola fu ricca e cele-

Soana e Pitigliann, di Grossctn, di Chiu- bre por le sue miniere d'oro e d'argento,
si e Pienza; oltre i deputati de'tapitoli del- ora abitata da'gieci, con ^o chiese circa
le nominate chiese, e de'leologi dell'arci- e 3 conventi d'uomini e 2 di donne n'è :

vescovo. L'artidiocesi di Siena formasi in capoluogo il borgo dello slesso nome, che
12 vicariati foranei, coni io parrocchie, occupa il silo dell'iinlica Apolhiuia. In og-
i<) delle quali sono in Siena. Oltre i no- gi fa parte del nuovo regno di Grecia, eil

minati autori si pouno vedere: Francesco è residenza d'un arci vescovo greco, da cui
MaselùfNolizieiitoriclie della città diSie- dipendono l'isole di Namphio, Policandro.
na. Le arme delle famigLe nobili di Sie- Nio, Serpho, SicinoSjSlampalia ed Amar-
na, Kon\a 1716. Girolamo Gigli, La città gos. Furono antichi suoi vescovi Teodo-
diletta di Maria ovvero notizie is tanche ^ ro che assistette al concilio di Costantino-
appartenenti all' antica denominazione poli sottoMenna, per l'eresie d'Antimo,
che ha Siena di Città della f ergine, pub- di Severo d'Antiochia e d'altri eretici; e
blicate coir occasione del solenne appa- Atanasio che sottoscrisse nel 167 la pro- i

rato fatto in Siena stessa la tlonicnica in fessione di fede della chiesa d'oriente con-
Àlbis del 7 1 I (i per l'uscita in processione tro gli errori de'calvinisti. Oriens chr. f.

della miracolosa immagine di Nostra I


,
p. 9 Ì9- Commanville dice che fu pure
64 SIG SIG
residenza d'un vescovo latino, suffraganeo tezzato con gran pompa ad Orleans da s.

di Paro o Paronaxia o Naxos. Amando vescovo diMaestricht, e la di lui

SI GAN, oSI GAN FU, o SIGHAN- educazione venne affidala alle cure del
FU. Sede arcivescovile de'nestoriani, me- 1). Pipino o Pepino i^y.) di Landen pre-

tropolitana di tuttala CiV2<7, nella provin- fetto del palazzOjil qualeforzato a cedere
gran città sulla sponda del
cia di Xensi, e all'invidia della nobiltà, si ritirò con esso
fiume Guci, con territorio ameno e ferti- negli stati di Cariberto. Dopo 3 anni Da-
lissimo. I nestoriani vi formarono la i 3/ goberlo 1 ricbiaraò Pipino, e dichiarò
provincia ecclesiastica della diocesi di Cal- Sigeberto re d'Auslrasia. Questi aiutato
dea, ed ebbe i seguenti metropolitani. O- sempre dai consigli di Pipino, dimostrò
lophuen è il cheannunziò il vangelo ai
i.° d'avere coirispostoperfettamenteallesol-
cinesi, giusta un famoso monumento tro- lecitudini che il saggio maestro avea usalo
vato in questa città nel iGsSjindi gli suc- per informarlo alla pratica di tutte le cri-
cessero Giovanni nel Ggq che sodr'i aspra stiane virtù. La sua pietà, prudenza e va-
persecuzione con un compagno per parte lore gli meritarono l'amore e il rispetto
degl'infedeli, ma in seguilo potè esercita- de'suoi sudditi, e resero il suo nome for-
re liberamente e con frutto il suo ministe- midabile a'suoi nemici. Quelli di Turin-
ro, sotto l'imperatore Yuen-Chi-Tao; nel gia ardirono pigliare le armi con Irò di lui;

7 1 mandato alla Cina nel j^S dal


3 Riesco ma egli seppe farli tornare a dovere, e fu
cattolicodiSeleucia con due sacerdoti; Da- questa Tunica guerra in cui siasi impe-
vide nominato dal cattolico Timoteo 1 ', gnato.Amante della pace,dedito alla pre-
Ysu sedeva nel78ojHimciu nelyS ,Toin- i ghiera ed alla pratica di pietosi esercizi,
maso neirSBc), N. verso la metà del seco- impiegò buona parte di sue entrate per
lo XllI, Simone BarKalig nominato dal sovvenire gl'indigenti, per edificare e do-
cattolico Denha,e deposto in seguito dal- tare spedali, chiese e monasteri, de'quali
lo stesso cattolico; Jaballahanominato in ultimi ne fondò i 2. Questo virtuoso prin-
sua vece nel 1281 e poi divenne cattoli- cipe morì nella fresca età di 2 5 anni, il

co; Sergio nel 1288: Marco Polo veneto i.°di febbraio 656, lasciando un figliuo-
vide a Sighanfu varie chiese fabbricate da lo di 7annichiamatoi?<2goZ'e/7o(/^^.),che
tale prelato. 11 titolo di metropolitano del- fu poscia re, ed è onorato come santo. Il

la Cina fu in seguito unito a quello del- corpo di s. Sigeberto, eh 'era stalo sotter-
V Indie Orientali (^.). Oriens dir. t. 2, rato nell'abbazia di s. Martino presso a
p.1272. INIetz, trovalo incorrotto nel i oG3 fu col-
SIGA o SIGEA. Sede vescovile della localo a canto l'altare maggiore,e poscia
a.^Cilicianel patriarcatod'Antiochia, sot- riposto in un'urna d'argento: nel i 552 le

to la metropoli d'Anazarbo, ed eretta nel sue reliquie furono trasferite nella chiesa
secolo XII,secondoCommanville: altri la di s. Domenico di Metz, e di poi alla col-
dissero sede vescovile dell'Africa e nella legiata di Nostra Donna
Nancy. Egli è di
IVlauritiana, dipendente dalla metropoli- onoratocon pubblico culto dalla più par-
tana di Giulia Cesarea. Siga, Sigen, è un te de'paesi che furono a lui soggetti, non
parlibus che conferisce
titolo vescovile in che nelle chiese e monasteri di cui era sta-
iIPapa,ePio VII nel 823vi nominòmg.r 1 to il fondatore, e la sua festa è segnata il

Baines dotto benedettino che fu molto i.°di febbraio.


tempoin Roma, e vicario apostolicod'In- SlGlFRIDO(s.), vescovo ed apostolo
ghilterra,del quale parlai nel voi. XXXV, di Svezia. Era prete di York, e si recò
p. 157, ed altrove, nellaSvezia per farvi rifiorire la religione
SlGEBERTO(s.) re d'Auslrasia. Fi- cristiana, essendo que'popoli ricaduti nel-
glio di Dagoberlo I re di Francia, fu bat- l'idolatria. Datosi con zelo maraviglioso
SIG SIG 61;

a combattere il paganesimo, predicò dnp- tilizie. 1." De' sigilli. 3.' De sigilli ponti-
primaaWex.iownellaGozia meridionrjle, ficii.

ove istituì «ina sede ve,scovile,e scorse po- Cj r.° Degli stemmi o arme gentilizie.

scia pelSiul-Goth land, pel West-Golii land Le insegne gentilizie negli scudi ei sioa-
e per molte altre provincie, che ridusse boli in essi di chi li portava, erano presso
tulle a Gesù Cristo. Fedele iinilalore de- gli antichi il contrassegno del valore, co-
gli apostoli. questo santo missionario per me per lo contrario di codardia,ovvero di
la grandecarità e ammirabile disinteresse soldato novello, erano gli scudi senza im-

venne onorato dagli stessi pagani. Mori magini o cifre. Discordano gli eruditi in-
circa il 1002, e fu seppellito nella cattedrale torno all'origine degli stemmi. Secondo
di WexioWjOve la sua tomba divenne fa- alcuni le armi gentilizie hanno cominciato
mosa per molli miracoli. Papa Adriano col mondo, e ne assegnarono a'figli di Noè,
IV Io canonizzò verso il i i 58, e la di lui a Mosè, a Giosuè, allei 2 tribù d'Israele,
festa è segnata 5 di febbraio. Gli sve-
a' 1 agli assiri, ai medi, ai persi. Il Sarnelli,
desi, sino a che furono cattolici, l'onora- Lettere ecclesiastiche t. 4, lelt. ^7, Del-
rono qual loro apostolo. l'origine delle armi gentilizie,\'\(er'\sce che
SIGILLI PONTIFICII. V. Sigillo. lo slesso vocabolo arme dimostra che pro-
SIGILLOeSTEMMA.il sigillo osug vengono dalla guerra, nella quale gli e-
gello, Sigillum, Signuni, Signaculuni^ è avendo le loro insegne distinte con
sercili

quell'istrumentoper lo più di metallo, nel colori e figure,dairinsegne passarono agli


quale è incavala In impronta, che si efli- scudi, e poi gli scudi slessi si attribuirono
gia nella materia colla quale si suggella : alle famiglie e divennero ereditarli. Gii
sigillo dicesi anche l'impronta fatta col si- antichissimi assiri, egli dice, usarono pei
gillo, e figuratamente per approvazione. insegna la colomba, che a Noè portò il

Lo stqmma o arma è lo scudogentilizio, ramo d'olivo. Presso gli ebrei sebbene 2 i

distinzione di dignità odi nobiltà, impre- erano i duci delle famiglie, nelle com-
sa e insegna di famiglia o di popolo, In- parse si usavano solo 4 ^ essillii^F.)^ cioè

signe o Insignia genti lilin : siccome sullo que' de' primogeniti del loro capostipite
scudo, arma difensiva che tenevano nel Giacobbe, vale a dire Giuda, Ruben, E-
braccio manco guerrieri per Io più si
i
,
fraim e Dan. L'insegna diGiuda era verde
soleva dipingere o incidere o scolpire lein- colla figura del leone, quella di lUiben
.segne della famiglia,chesedi legno o cuoio ora rossa coll'cflìgie dell'uomo, quella il'E-
sidenominò larga, panna, clvpeiis, scu- fiaiin era color d'oro col capo del vitel-

tum; cosi scudo significa anche quell'o- lo, quella di Dan era bianco- rossa coll'a-
vato o tondo, o d'altra forma, dove sono quila avenle negli artigli il serpente. Il

espresse colali insegne, che a quella simi- colore si pigliava d.dle Gemme [f .) for-

litudine anche si dicono arme. Col lasso manti il Razionale [T' .), in cui erano de-
del teiupo i sigilli antichi divenlaiono a notate ciascuna delle 2 tribù, ed avendo i

poco a poco dilferenli dagli anelli sigilla- neli.^di delti articoli parlalodiloroqua
toriio segnalorii, e in essi si rappresenta- lilà e colori, <p>i dirò delle figure scolpite
ronoslemmi,arme, insegne, cifre, emble- che servi va no di militari insegne in tempo
mi, o qualche testa o figura ; cos'i trovo ili guerra. Ailunque nelle i 2 pietre prezio-
conveniente premettere alle crudizioni sui se tielle tribìi d'Israele eran vi: in quella di
sigilli, alcune sugli slemmi per evitare ri- Ruben la mandragora da lui trovala,incisn
petizioni con apposito e speciiile articolo, sul rubino rosso. Simeone avta la gemma
l'crlanlo riunirò le analogìe comuni dcl- delta prasina o marcada verde poi 10, col-
l'argonienlo, con dividere questo orlico- rdìigie diSichcm, in memoria del notoav-
luiii;> parli; {.''Degli iicniniio ainit-gcii- vcuiiuenlo Levi sul carbonchitt osmeral-
\oL IV\(.
66 SIG SIG
dOjCom plesso di colori rosso,bianco, nero, testa di cavallo, i sassoni un corsiere bal-
sanguigno, avca espresso V Urini e Tutu- zellante, i fianchi un leone, i goti un'or-
tnlvì peTonlefici che dovevano derivare sa, i capi de'druidi le chiavi. Le lunette
da luijchepoieljberotaleinsegiia. Giuda la infisse sulle Scarpe (u divisa de'nobili ro-
gemma marcada verdedelia speciedi pras- mani antichi, e formanti la lettera C per
sina, o di color cielo piupureo, con iscol- denotare che traevano origine dai cento
pito il leone, in meuioria della qualifica senatori del senato composto da Romo-
datagli da Giacobbe nella benedizione. Is- lo. Alcuni credono che portassero i ro-
sacbar avea il zaffiro ceruleo che declina mani queste lunette per aver sempre pre-
alpurpureOjColsoleela lana incisi, perchè sente r instabilità delle cose umane, di
i suoi figli fuiono periti nell'astronomia. cui è simbolo la luna, come rilevò ilGua-
Zàbulon nella perla o diamante secon- SCO. A Bulla o'ono dissi di quella che por-
do altre versioni bianco, avca scoljiita la tavano per distinzione appesa al collo gli

nave, per abitare i lidi del mare. Dan antichi lomani, insegna de'lrionfanti, iu
nel topazio o turchina del colore del zaf- cui racchiudevano rimedi tenuti eHl-
si

firo, avea il serpente a tenore del para- anche ornamen-


caci contro l'invidia; era
gone che ne fece Giacobbe nella bene- to de'lanciuUi ingenui e la portavano sul
dizione. Gad avea una pietra quasi simi- petto in forma di cuore. Omero non con-
le alla precedente, ma di colore bianco- tiene alcun passo che si riferisca alle in-
nero, con isqnadra di soldati per allu- segne blasoniche; le prime testimonianze
sione a delta benedizione. Nephtali nel concernenti alla storia araldica de'greci
crisolito o ametista, del colore dell'al- tiovansi ne'Ioro tragici Esehilo, Sofucle,
ga marina, avea scolpilo il cervo giusta Euripide. Tra'Iatini Virgilio è pieno di
la benedizione. Aser sulla gemma krio- tratti curiosi sul blasone delle insegne, u-
lich o giacinto del colore della luce del- sale anche nella marina, sia per le inse-
avea inciso l'olivo secondo la be-
l'olio, gne blasonate che gli antichi collocavano
nedizione paterna. Giuseppe aveva il Ni- alla poppa de'Ioro vascelli, sia ancora per
koli nero, con iscolpito l'Egitto; ed nati i anni e figure scolpile con emblemi sui
da luijEfraim aveva per insegna il bue; rosili, come degli etruschi, de'frigi e di
Manasse il corallo. Beniamino sulla geni •
altri. In tempi meno lontani,edopo la di-
ma jaspisavea scolpito il lupo in mentoria visione degli stali, le nazioni e coloro che
della patema benedizione. Conclude Sar- le governavano adottarono alcuni simboli
nelli, che il Godolia nella sua Galena con- o armi distintive, della cui maggior par-
gettura, che V Insegne e le Bandiere (A^.) te trattai ne'singoli articoli, cos'i di quelli
sieno derivate dalle insegne di (juestei 2 di moltissime città e con)Uni,e d'un gran-
tribù. Se ne'li bri di!\] ose non trovasi quan- dissimo numero di famiglie. Se in ogni
to può riguardare gli slemmi dij)inli o in- tempo si usò di mettere di verse figure su-
cisi sugli scudi, d' altra parte olhono a- gli non furono que-
scudi e sugli stcnimi,
naloghiargon)eiilide'ricami e dipinti sul- ste da principio non che emblemi e ge-
se
le insegne. J\el libro de' Numeri cap.i2 roglifici di capriccio, quali non servi- i

è scritto che gl'israeliti accampavano at- rono mai negli antichi tempia distinguere
torno al tabernacolo, ciascuno sotto i suoi le famiglie, né a indicare la nobiltà. Gli
vessilli ed insegne, secondo le famiglie e stemmi per lo contrario sono segni ere-
le case. Tutti i popoli hanno avuto sim- ditari di casato e di Nobiltà (^'.), rego-
Jjoli o figure o insegne nazionali : perdir- larmente composti di certe figure e se-
nedi alcuni, gli ateniesi avevano per sim- gni caratteristici, e conceduti e autoriz-
bolo la civetta, i traci la morie, i celli la zali da'sovrani come distintivi delle per-
spada, i romani l'aquila, i cartaginesi la sone e delle famiglie. Ignorasi propria-
SIG SIG 67
mente ove pi ima nascesse l'arte cliespìegT lieri. Il De lìue, nel Discorso dell'orìgine
e regola i simboli eioici. 1 più distinti e- dell' araldica. Lodi 846, p.trlando del-
1

rutlili,e fra essi ilMuiatorijiiulicanoi fran- l'origine degli araldi o Re l^^-) d'armi, e
cesi come inventori de'principii di que- del blasone, osserva che la scienza aral-
sta scienza, conosciuta sotto il nome di a- dica desume la sua denominazione dagli
raldica o di blasone, delle quali voci e antichi araldi destinali alla ricoguiziune
significati già parlai a DirtOMA, siccome della nobiltà di quelli diesi presentava-
affine e congiunta con l'arte per conosce- no a' tornei, e che q'iindi presa nel suo
re i diplomi, e coll'ai te diplomatica. Di- vero senso, abbraccia non solo la materia
cesi Araldica l'arte e la cognizione del d'onore, ma altresì la conoscenza dell'ar-
blasone, o sia di ciò che spetta alle armi mi in genere, che detta blasone è l'arte
o agli stemmi, ed alle leggi, siccome an- di descrivere le armi co'termini suoi pro-
che a'regolamenli di esse. Blasone viene pri, secondo le leggi e regolamenli di essa :

nominala l'arte araldica, ed il IMoreri li- il che consiste nel campo dell'arme, nelle
conosce l'oiigine del nome blasone nella figure, negli smalti o colori loro,e negli or-
parola tedesca Z'/tìize/j^ che significa suo- namenli esteriori cheaccompagnano l'ar-
nare il corno o la tromba, e di là vuole me. E poiché gli araldi erano quelli in-
che piglialo siasi il vocabolo dato all'arie caricali al presentarsi i cavalieri ne'torncL
di formare gli slemmi delle nobili fami- di esaminare,oltre le prove della loro no-
glie, e di descriverne e spiegarne tulle le bilia, anche le armi, facendone la descri-
parti con proprietà di termini convenien- zione ad alta voce, vennero a ciò fissate
ti. Gli araldi, la cui origine rimonta sino delle regole. L'introduzione però dell'ar-
a'tempi de'7o/7je/ (/^.), avevano per of- migentilizie (nellequali a termini delle di-
ficio di ricevere i Cavalleria quelle gio- sposizioni araldiche non si hanno gene-
stre, suonando il corno o la tromba per ralmente a comprendere Sigilli, se siano i

annunziare il loro arrivo, e dopo avere semplici segni tendenti ad indicare un pos-
riconosciuto se erano Genliluonviii,%\\o sessore,un'arte,unnegozio,e quando siano
iiavano di nuovo le loro trombe, e gri- essi contornati semplicemente da un suc-
dando ad alta voce descrivevano le ar- cinto circolo), che come proprie d'una fa-
mi e l'insegne di coloro che presento vansi miglia, sono da'maggiori tramandate ai

al combattimento. Altri dicono che i ca posteri; ma la si vuol ripetere dal Mura-


"valieri dopo aver olferto le legali prove tori, dal Paradisi e da tanti altri scrittori,
dell'antica loro nobiltà, essi piiresuona- al pari de' Cognomi (de'quali riparlai a
\ano certe cornette per dar segno del lo- Nome, e da loro talvolta derivarono gli

ro arrivo. Se un guerriero era comparso stemmi o da questi quelli), se non dopo il


due volte nelle giostre solenni, che si ce- 1000. Però Foucemagnes provò che l'o-
I
lebravano in Germania ogni 3 anni, la rigine degli stemmi sugli scudi e sulle co-
nobiltà era sufilcientemente riconosciuta, razze risale fino al torneo che Enrico I

e quindi nel linguaggio di quella nazione VVccellalore istituì nel ^3 [ a Gottingcn


ìdasoiiala, cioè annunziata dagli araldi ner mantenere i nobili nell'esercizio del-
a suono di trombe, donde derivò quel no- le armi in tempo di pace, e che Golfredo
me. In Francia si pigliò anticamente il de Preuillì introdusse in Francia verso il
vocabolo blasone per qualunque sorta di o3(3. Varie forine di scudi s'introdusse
I

descrizione, talvolta per elogio, talallra ro nelle armi, checon dilTerenli numi ven-
per biasimo e maldicenza. Ne'lornei si de- uero spiegali, e non meno clic le pezze
scrivevano tutte le armi, le insegne, i di- onorevoli, tenevano luogo,secondo il loro
versi pezzi e segamenti dello scudo, e si grado, negli armeggi. DilTerenli sono al-
lodavano altresì o biasimavano i cava tresì gli elmi che veggonsi cimati sugli scu-
68 SIG SIG
di,a norma de'giadi rispettivi, tanto per ciascuno per divisa una Croce di forma
materia, quanto per la forma e loro po- e colore difTerente,qual distintivo de'C/o-

sizione, incominciando da quello dell'im- cesigiiali{J^.). I gloriosi fatti delle guerre


peratore, duca, principe, marchese, conte, sagre delle crociate diedero poi cagione
barone, cavaliere e semplice nobile. An- ai discendenti de' crocesignali che in esse
che le Coro«e(^.) che sovrastano gli stem- si segnalarono di perpetuarne la memo-
mi vennero parimenti distinte secondo le ria, introducendo le croci per insegne o
dignità e i personaggi che ne sono inve- distintivi di famiglie, 1 crocesignali ap-
stiti. I colori, i metalli, le figure che s'in- plicavano la croce di stolfa, per l'ordinai io
trodussero negli armeggi, sono altrettanti rossa, sul cappuccio o sulla spalla sinistra
oggetti recanti un loro paiticolare signi- osul petto; d'una croce insignivano le ban-
ficato, nel che meritano distinta osserva- diere, gli elmi,e fregiavano i giachi di ma-
zione gli ornamenti esteriori degli stem- gliacon maniche e cappucci; gli scudi non
mi gentilizi, come i tenenti o sostegni, pa- adornavano con blasone, ma col salutife-
diglioni, motti, divise, mantelli, i quali tut- ro segno della croce, né altre armi por-
ti, ove è in vigore la legge araldica, senza tavano per l'ordinario, che lancia e spa-
una speciale concessione sovrana non pos- da. Il Tesauro nel suo Canocchiale e. 5,
sono essere assunti. I sostegni o sopporti p. 35, opina che la semplice divisa de'co-
in Germania non si permettono che a'soli lori neir arme sia nata principalmente
principi ed ai nobili qualificati: in Inghil- nella spedizione di Terra Santa, i cui ca-

terra sono ristretti a que* soli che chia- valieri furono neliogS da Papa Urbano
raansi nobiltà alla. Dice Nicol che sicco- II nella i.'^ Crociata armati ilpetto d'una
me gli araldi d'arme erano tenuti a ca- croce rossa, metaforicamente significante
ratterizzare learmi di coloro che volevano un fermo consigliodi combattere colla cro-
entrare in lizza ne'tornei,ed a comporre ce fino all'ultimo sangue. E ciascun ca-
gli stemmi d'uno o altro principe o no- valiere con private divise espresse i suoi
bile, svilupparono pomposi significati di privati e generosi pensieri, che rimasero
quegli emblemi, perchè tornassero in elo- per insegne nelle flmiiglie. Si aggiunsero
gio delle persone medesime; accennarono dipoi le fazioni lìe'Guel/ìe GhibelLmi[F .),
talvolta alla ventura imprese ardite e pe- principalmente ne'lempi di Federico li,

ricolose, nelle quali si facevano cretlere che da' medesimi colori presero le divise
trovati que'supposti eroi, e quindi dicen- e soprannomi di
i rossi, ma più di Bian-
dosi versati nella scienza blasonica, per- chi e Neri (^'^.). Che dalle divise e dagli
ciò fu anche nominata araldica. La vol- slemmi gentilizi derivassero le livree, lo

gare opinione degli scrittori, attribuendo notai a Famigliabe e Servo: anticamente


all'imperatore Federico I del i iSa l'in- tutt'i loro abiti erano fregiati degli stenuni
troduzione delle armi ereditarie nelle fa- de'Ioro padroni, al presente Oltre il colore
miglie,e la sua propagazione ini talia, vuole particolare degli abili, gli stemmi sono ri-

piuttosto ch'egli allora istituisse le regole petuti nelle trine, sui bottoni, nelle coper-
dell'arte araldica o della scienza blasoni- ture del capo de'lacchè, ec. IVella Descri-
cajfidandonel'esecuzionea personaggi di- zione della Terra Santa , parlandosi del-
stinti siccome giudici in questa ragione; le Croc/Vz^c intraprese nella medesima, si

ma il blasone, secondo altri, non fu ordi- dice essere comune opinione che il bla-
nato a vera scienza che nel secolo di Lui- sone sia slato in quell'epoca inventato,

gi VII il Giovine re di Francia, quando perchè soldati potessero riconoscerei lo-


i

neli i47 andò alla Crociala [V.) perla ro capitani. Comune è il consenso degli
ricupera di Terra Santa. V'intervennero stemmi propriiimcntedel-
scrittori, elicgli

pure altri mouarchi cristiani, assutueudo ti non erano CQuosciuli aulicamente; fu-
SIG SIG 69
rono i loroei e poi le crociate, che diede- 1
37 1 circa fossero il distintivo de'soli no-
ro origine a'inedesirai, o almeno grande- bili d'origine, dopo la quale epoca i cit-

mente propagarono. Una lancia o li-


si tadini e i plebei cominciarono essi pure
na spada tolta al nemico o al rivale in un ad attribuirseli. Il Muratori nella Disser-
combattimento o in un torneo, un castel- taz. 53.' Dell' istiuizione dcca^'alieri, e
lo, una torre, le merlature o le palizzate chiamiamo arme, af-
dell'insegne che noi
di alcuni baloardi forzati o difesi; le par- ferma chesenza dubbio furono in uso pres-
tizioni, le sbarre, i tagli, le striscic, colle so i greci e i romani le insegne, special-
quali potevano esprimersi i colpi co'qua- mente nelle bandiere e negli scudi, e si

li lo scudo di im cavaliere era stato in ereditavano per discendenza però non ;

diversi modi tagliato e intaccalo, e altre senza ragione fu creduto da molli che l'in-
simili cose diedero origine a'diveisi em- segnegentilizie de'uostri tempi siano pro-
blemi e alle divisioni degli scudi, e quelle cedute per imitazione da'tempi più anti-
divisioni più volte ripetute indicarono so- chi, come i cognomi ei5'o/7ra/j/iom/(F.) coi
vente il numero delle pugne nelle quali quali si distingueva una famìglia dall'al-
erasi trovato un cavaliere, e quindi in al- tra, lìiagli usati oggidisolodopoil loooco-

cuni scudi veggonsi straordinariamente minciarono a introdursi in Italia. Lostes-


moltiplicati. Altri nobili pigliarono inse- so sembra doversi ritenere delle armi gen-
gne d'animali che indicavano la loro o- tilizie, imperocché quantunque se ne tro-
ligine, il loro paese natio, oil valore da vino chiari vestigi presso gli antichi la-
essidimostrato nelle caccie. Quindi lioni, i tini e greci, considerandole nondimeno
gli orsi, le tigri, tanto frequenti negli scudi quali sono oggidì, cioè formate con de-
blasonici; quindi cavalli e buoi, indicanti terminati segni e colori, e passanti per e-
l'ubertoso suolo delle patrie de'cavalieri; redità ne'discendenli della stessa casa, e
quindi le aquile, i falchi e altri uccelli ra- ado[)eratine'sigilli, nelle /l/o«e;e(/^.), nel-
paci, e talvolta i colombi, le gru, i corvi le medaglie (f^), nelle bandiere, pittu-
ec. Altri sostengono la manifesta relazio- re e altri luoghi, per dilFerenziar tra lo-
ne degli stemmi co' tornei, ed essa ne fa ro le dopo
famiglie, pare che solamente
conoscere l'origine e l'analogia. I caval- il X, anzi anche dopo l'XI e par-
secolo
ietti, i pali e le gemelle formavano parte ticolarmente dopo la sagra spedizione dei
dello steccato che chiudeva il campo del latini in oriente, a poco a poco s'intro-

torneo: i combattenti che pigliavano ai ducessero. Laqualsentenza tra gl'italiani


vinti la spada o altre armi avevano di- è sostenuta da più che io scrittori nomina-
ritto di fregiarne i loro scudi e di collo- ti da Muralorijche giudicarono essere la

carveli sopra, quali monumenti del loro più vera. Egli sostiene che avanti il seco-
valore. Aggiungono che l'opinione di co- lo XI non si mostrerà autore alcuno con-
loro che (issano l'origine degli stemmi al- temporaneo, né monumento in cui ap-
l'epoca delle crociate, è d'altronde com- parisca che fossero in uso questi segni e
battuta dal sapersi qual fosse lo stemma simboli distintivi delle famiglie né sigillo, :

della famiglia di Regimboldo preposto del- né monete, uè Sepolcri (7^''.), giacché ili-
l'abbazia diiMouri nella Svizzera dal i 027 ce INIuratori non si ha da badare a' ti
,

al I o')5; quale quello di Roberto 1 conte volosi racconti d'alcuni, che senza prove
di Fiandia nel 1071, e quale (juello dei attribuiscono all'antichità icostumi dei
conti di Tolosa, il che prova l'esistenza de- loro tempi, come i gigli di Francia in
gli stemmi avanti la i
.'
crociata del 1 oi)5; trodotti soltanto dopo il secolo \i. Con-
uia tuttavia concede che cpiesta spt-di
si viene Muratori, che anco sotto 1 lontio
zionc fu motivo che grundemenle si mol- bardi, franchi e germani antichi, le km-
liplicasseio. Gli stemmi pan- che lino al «liere reali fossero ornate di (ju;»Uhc it-
yo S I G SIG
gno,pei' distinguersi dalle straniere e per adoperando specialmente la croce di vari
conlrassegnare le differenti schiere della colori e in vario campo;e perchè con quel
milizia. Ebbero anche romani ne'secoli
i segno acquistarono gran fama cavalieri, i

barbarici questo rito, probabilmente pas- perciò i loro discendenti continuarono a


sato sempre in essi fin dagli antichi seco- usarlo, e quel che dinanzi era arbitrario
li; leggendosi che neli i i i andarono in- divenne distintivo di famiglia nelle guerre
contro ad Enrico V, Stmirophori, /iqid- vere e nelle finte. /4rmi e arme furono
lifevi y Leoniferi, Liip'fcri , Draconari : chiamati que'segni in Italia, Armes o Ar-
simili insegne usò l'antica Roma. Ma que- vtaires in Francia, pel costume di dipin-

ste furono insegne di re, popoli e legioni, gerle negli scudi,nolaudoMuratori che nel
e non già di fan»iglie private e eredita- sepolcro di Marino Morosini doge ili Ve-
rie: che se gli adulatori genealogisti han- nezia, nel 1 25 furono appese
1 in s. ìMar-
no inventato molte favole, non occorre a co le sue insegne, il che venne imitato dai
Muratori di fermarsi per confutarle. Egli dogi successivi. Inoltre al sepoIcrode'[)rin-
vuole ignorarsi se gli scudi adoperati pri- costume di mettervi la
cipi e de'nobili fu

ma del secolo XI pollassero determinali loro immagine, con lo scudo conleneule


segni e simboli, indicanti la persona e fa- l'arme di essi; poscia i principi traspor-
miglia che l'usava. Abbone mouaco di s. tarono un tal distintivo non solo alle ban-
Germano di Parigi nel descrivere l'assedio diere e Stendardi (/'.), anco alle uìo- ma
deirSSy, rammenta gli scudi dipinti; non nete battute col nome loro, onde Mina-
erano difUerenlique'de'popoIi della Breta- tori crede così derivato il nome di Scadi
gna minore neli'8i8, allorché il loro re alle monete^ ristretto poi ad una specie
IMurmannosi scoprì libellea Lodovico I sola: così negli stendardi, ne' Z?e/i(7n(^,),
imperatore.]\Iainqu;d tempo preciso si co- e sigilli de're di Francia, solo sollo Luigi
minciassea mettere negli scudi l'arme gen- VII re di Francia si cominciò a vedere i

tilizie, Muratori restare ancora


asserisse gigli, simbolo adotta toda'successori. L'in-
al buio; sembrargli verosimile che da'pub- segna o arme avita de' marchesi Estensi
blici duelli o da' tornei istituiti in Fran- fu l'aquila bianca, e (|uesta sventolava nel-
cia prima del 066, o pure dalle crociale
i le nSq. Né so-
loro bandiere militari nel i

de'Iatini pel conquisto de'luoghi santi, e lamente i portavano tali


cavalieri armati
continuate per circa due secoli, prendesse segni negli scudi, ma talvolta anche nella
origine il dipingere negli «cudi quel distin- sopravveste e nelle gualdrappe de'caval-
tivo delle persone e case; cioè nelle bat- li; l'uso dell'armi gentiliziesi dilatò tanto,
faglieene'pubblici giuochi, aflìnchè si di- che senza scudo furono dipinte, scolpite,
stinguesse l'un cavaliere dall'altro, fu in- ricamate e stampate. Ne' vecchi tempi
trodotto qualche particola re con trassegno era riservato a'soli cavalieri e nobili il di-
uelloscudo. Ma Muratori ancora non cre- ritto degli stemmi, ma in Italia anche gli
de che tali segni di capriccio nel secolo XI artisti e il basso popolo, purché alquan-
passassero alle famiglie, provandolo col di- todenaroso, dice Giuratori, si usurpò quei
chiara lo dal con te d' A ngiòG a ufrido Mar- pregiOj poco facendosi conto nella bella
tello I nel 1
047 circa, a Guglielmo il Ba- regione dell'arte araldica e sue prescri-
stardo duca di Normandia, notificando- zioni, la quale in altre contrade è iu mol-
gli con quali insegne si sarebbe recato al ta stima. Dichiara inoltre Muratori, che
duello con lui, come praticavano i nobili vi sono di quelli che credono invenzione
cherecavaiisi ne'couibotlimenli con qual- assai moderna Vanni parlunti,c\oè espri-
che segno nellearmiperesserericonosciu- menti col simbolo cognome di chi leiisj,
il

ti. Così nella medesima manierasi servi- ma s'ingannano; dappoiché quantunque


rono i crociali nella diversità di bandiere. egli non sia abbastanza persuaso esser più
SIG 71
antiche di (ulte l'aitni corrispondenti al marito,e a sinistra quello del proprio casa*
cogiionie, non però di meno certissimo è lo; talvolta la malignità, l'ambizione o i'a-

che ancor queste sono d'una granile an- didazione fa distruggere gli stemmi e ne
tichità, e ne riporta gli esempi, lo che pu- sostituisce altri. Tale altra per guadagnar-
re io feci pai landò d'un grandissimo nu- si la considerazione d'ini minislio, si erige
mero di celebri e illustri famiglie, descri- per cose lievi lo stemma <lel principe ch'e-
vendone col cognome gli stemmi^ ed in gli serve, onde pervenire allo scopo di al-
moltissimi spiegando l'origine di loro in- zarvi pure quello del mecenate. Il Car-
segne. Prima di Muratori lo Speimnnn tari nel Prodromo gentilizio, \\b. 5, cap.
avea riconosciuto contemporanea a' co- 2, osserva che non le insegne gentilizie
gnomi l'altra non men lodevole e uti'e si ponno né debbono da due diverse fa-
al politico bene, cioè l'introduzione de- miglie usare, riportando in proposito lo
gli stemmi o arme gentilizie, e con l'au- scherzo poetico dell'Ariosto nell'Or/./u-
torilà di Tilelto ne individua le cagioni do, Canio 2(5, stan.98, ed il fatto storico
e il tempo. Tilettusancnruni no- alt fi ,
sulla diNfida seguita tra L'gone Hardingli
hdes sub Caroi.noruin exilii, hoc est an- nobile ing'ese, e Guglielmo .Seintlouve
no ^raliae 9^3, cognomina sibi adicivis- scozzese, 1 quali per somiglianza d'armi
scj nlero'^nue ab illuslrioribtii suis feii- nel I 3 I 2>(i batterono nellaScozia.Laijuer-
a ininisteriis, et vii-
dis, riisticos, et serx'os ra accesa tra il re di Svezia e Cristiano
lisqnae hahcbant. Soggiungendo però, III re di Diniinarcaj fu a cagione delle
che il costume degli stemnìi avea preso 3 corone, che idue regni usavano [)er ar-
piede (jnu ;d tempo <Ii Ca rio.Magno moito me. E per le monete vi furono divieti di
neir8i4- Osservò Cassio, nella fila di usare le insegne apparlenenti ad altri, co-

.¥. Sdi'ia^notì doversi porre in dubbio, che me argomento assai geloso e delicato.
in Rotna cognomi ne'più alti secoli si-
i Gli stemmi s' incominciarono ad ap-
no pa^sjto il mezzo tempo non f)ssei0 usa- pendersi nelle chiesevei so il 34 1 o i35o I

li, almeno in famiglie principesche, con- da un vescovo d'Utrecht, nel cch'brai-e i

solari, e per altre magi>trature distinte. Funerali [f-^.) a suo fratello. Alcuni au-
Scrive Tiraquello, De Nobilitatec. G* In- loii condannano l'uso di far mettere le
signia annoruni nomine nunciipanliir insegne gentilizie sugli ornamenti e sui
quonianì plcrumque in arniis inscu/pi, et vasi sagi i che si regalano alle chiese , e
antiqui^, et no'iiris temporibus solebanf, proibirono ai ministri dell'altare di ri-
in armalifticie aperta dig'ioscerenlur.
Iti ceverli.Ma sebbene un donatore faccii
Per gran tempo durò in Italia il costu- meglio n non mettere il suo stemma sui
me di chiedere a gì 'i m pera tori e gra n pri n doni ch'egli fa alla chiesa, quest'uso non
cipi l'arme loro,ov vero qualche ornamen- è però cattivo in se stesso, né diventa ta-
todi più perla medesima, e nel 3G Brìi- i 3 le se non che in ragione di qualche cir-
zio Visconte militando in Germania sotto costanza particolaie,coine sarebbe la proi-
iduchi d'Austria, chiese ai mede>imi per bizione promulgatane dai vescovi, l'o-
massima grazia ili porre la corona d'oro stentazione e la vanità de'donalori, l'in-

sulla vi[)era di lui stemma, il the fu con- decenza delle r.ip[)reseiitazioni sugli Ntem-
cesso con molla dinicollà lilido fcudiiU. mi, ed il luogj che occupar potessero. K
Antico è l'uso che le da me porli no lo scudo infatti non sarebbe certa men le con venien-
parliloo accollato dell'arme de'Ioru mari- te il vedere sugli arredi sagri, che ilevono
ti, come <|ucsli ili quelle. Anlicamente in essere collocati al tabernacolo e pre^S() le
Francia signori e iedaine dell. corte fi-
i i s. immagini, le ligure d'un inaiale, d'un.i
cevano ricamare loro slemmi si^li abili;
i nottola', d'una divinità pagana, di una
le donne portavano a destra lo stemma del donna nudi, eo. Fuori di tali circoslau-
72 SIG SIG
ze o altre simili, si potino ricevere gli a- ad usare le arme gentilizie fu Clemente
tensili sagri ornaticon islemini gentilizi II sassone de'signori di Meresleve e Hor-
decenti; così dicasi delle leggende o im- nebuichdel io47, indiDamasollbavaro
prese <lelle stesse armi. Tali insegne ricor- del io4'^,e pois. Leone IX de'conli d'E-

dano la generosità de' pii oblatoii,e pon- gesheira nell'Alsazia del 1049, il quale
no servite d'eccitamento ed eniidazione alzò per arme un leone nero in campo se-

religiosa ad altri; servono ancora a segna- minato d'8 gigli. Inoltre Sarnelli dichia-
lare le epoche in cui furono eseguiti i la- ra, che il Platina nelle File de' Papi v\-

vori e i doni. Il Marangoni, Ddle co'ie portando loro stemmi gentilizi, come il
i

gentilesche e profane trasportale ad ino Ciacconio e altri, ebbe l'avvertenza di ri-


e ornamento delle chiese^neì cap.yy trat- produrre quelli certi, lasciando molti scu-
ta :De'titoli, iscrizioni, o memorie usate di senza veruna insegna per semplice or-

da' gentili ne' loro templi e nelle opere nato, e per non esservi impronto sicuro
pubbliche: e se da'cristiaui nelle chiese da collocarvi, massime de'Papi fioriti a-
possano praticarsi senza nota di vanità, vanti il 1000, perché non si usavano le
dice che l'uso di collocare ne'sagri tem- arme delle famiglie. Noterò, che quando
pli o loro frontespizi le memorie de'Ioro poi le famiglie ch'ebbero Papi e cardi-
fondatori con iscrizioni,o pure erettevi so- nali adottarono uno stemma, questo si

pra armi gentilizie delle loro famiglie,


le adattò ad essi, sebbene epochevissuti in

sembra a molti essere ciò cosa indecente, anteriori, che non sussistevano le armi
ed un costume più proprio del gentile gentilizie, il che però fece credere come a
simo, che de'cristiani seguaci dell'tunil- tempo di essi già fossero introdotte. Tor-
tà di Gesù Cristo. Soggiunge, che è certo nando aMarangoni egli dice che l'uso del-
che le armi gentilizie e delle famiglie so- le armi e de'titoli è tanto oltre proceduto,

no succedute in luogo de'titoli o piccole che ripiene sene vedono le pareti interne
iscrizioni de' gentili, dimodoché al solo ed esterne delle chiese; sovrabbondando
vederle ricorda o la persona o almeno la nelle lapidi sepolcrali, ne'cenotafli, sugli
famiglia di chi fabbricò l'edilìzio su cui a Ita ri, sui palio t ti, su Ile pia nete e al tri sagri
l'arma è soprapposta.il citatoCartari lib. indumenti e utensili anche vescovili e[)on-
1, cnp. 3, dice che tutti gli stetimii dei laonde ripoi ta sentimenti di (|ucl-
lifìcii; i

Papi e cardinali avanti Bonifacio Vili, liche ne biasimano l'uso, e di quelli che
riportati dal Ciacconio,dal Ceccarelli,dal lo lodano e. credono conveniente. Per la
l'anvinio e da altri che scrissero le loro parte negativa in .luogo si osserva non
1

vite, sono lutti falsi, supposti o fatti a ca- esservi esempio nella s. Scrittura d'alcun
priccio; ma Marangoni non può concor- fondatore, ristoratore e benefattore delle
rere in questa opinione, poiché per ta- cose al divino culto consagrate, che v'ab-
cere d'alcuni altri suoi predecessori, In- bia eretto il suo titolo o breve iscrizione
nocenzo 111 dell i()8 della nobile fami- col proprio nome, inclusivamente a Sa-
glia Conti di Segni ebbe la propria ar- lomone edificatore del sontuoso tem|)io
ina gentilizia in Aiiagni e nella casa ove di Gerusalemme. Nella legge di grazia e
nacque coli' insegna dell'aquila, già esi- ne'pnmi 3 secoli della Chiesa nascente,
stente prima che nascesse, ed anco si ve- verun documento ricavasi, o sono molto
de in altri monumenti della cattedrale di rari. Ne'secoli seguenti molti spnli di'uo-
cui era stato canonico; laonde essendo sta- straiono tale uso con abborrimeiito, e s.

to Papa circa loo anni prima di Coni- CarloBorromeo nella sua profonda umiltà
facioVlIl, l'asserto del Cartari non sus- avendo veduto collocare in pittura alcu-
siste. Il Saruelli citato, riferùsce con Fui- ne sue armi gentilizie sulla canonica che
berto vescovo Carnolense, cheili ."Pupa a sue spese fabbricava, ordinò che tosto
SIG blG 73
fossero levale, dicentlo clic l'arcivescovo eìs,ctc. Te aiitrmfarienle elcemo<!ynnni,
di Milano e non Carlo Bonomeo fliceva nencialsini^trafiuidfticwtdrxlemluauit
queir edilizio; ed espressamente proibì sii clceniosynnmaiuabscoiidilo,ft Pater
che si mettesse alcuna sua memoria o del- titus, (jui \>idct in absconclUOy reddetlibi.
lo famiglia sui vasi e paramenti sagri ch'e- Lo stesso rigettasi come al)uso, dal car-
gli donava alle chiese, e sopra rpieili clic dinaie Gabriele Paleolli : De Ininiagiu.
si facevano per propiio uso, ed ove le trovò sac. e prof. lib. 2,cap. 48. Tiitlociò non
subito le fece togliere. iSelle costituzioni ostante, moltissimi altri uomini santi ab-
sinodali del concilio diocesano xi, proibì bondarono nell'altro precetto del mede.si-
come cose profane: Sacris indiinicnlis, et mo Cristo, il (piale nello stesso vangelo
locis,insigréia,stenìtnatai'efarniliai nin.a al ca p. 5 ordinò: Sic litceat lux \.'estra co-
liatjne profana non appign/7nliir,nec con- ratn liominibiis, ut i'ideant opera veslra
textanlur,atit sculpantur.Qiiae vero con- bona, et glorifìccnt Patreniveslruni,qui
texla, apposita, pictave, septeni ab itine in coelis estj sicché purificata la sola in-
annis sunt, ea duarani niensiiini spatio tenzione,non si curarono che apparissero
anioi-eantur , iis tanlunniiodo exreptis le opere da essi falle, e operale a sola glo-
(juncinsepnlchrortim operiinentis inscid» ria ili Dio. E ciò particolarmente ebbero
pia sunt, si modo non cniineant. Nero è a cuore moltissimi ss. Pontefici e prelati
ibe nella chiesa di s. Prassede di Roma, della Chiesa, conoscendosi eglino obbli-
di cui il santo fu titolare, e di suo ordine gali per ragione di maggioianza a dare
venne ristorata e dipinta, si vedono mol- in tali opere esempio anche a' futuri fe-

te sue armi dipinte: ma alcuni credono deli^ e perchè ognuno ne prendesse l'e-
the fossero delineate senza sua sapula, e dificazione dovuta nel vedere impiegate
dopo il'avei le egli vedute, per alcune dif- le rendite ecclesiastiche a beneficio delle
ficollàchegli furonoesposte tollerasseche chiese, come vediamo in tanti anlichis-
vi si lasciassero, e che il simile succedesse simi stemmi di Papi , cardinali, vescovi
sopra alcune porte del palazzo Colonna e altri prelati. Ed il simile sembra con-
ov'egli dimorava in Roma. Il p. Giovanni venevole da cpielle persone nobili,
farsi

Taulero domenicano di santa vita, e Ilo- le quali maggior copia di facoltà e di ric-
lito nel secolo XIV, nel sermone della do- chezze hanno conseguito dalla mano di
menica 8." dopo la festa della ss. Trinità, Dio; allìnchè ognuno si edifichi nel ve-
con sommo
zelo inveì contro tale abuso derequanto bene da loros'impiegano pel
dilatato grandemente a' suoi giorni, con culto divino, e prendano da essi la norma
queste paro le. / is apertiiis i'idere,utsuas di seguitarli, per accrescere la gloria al-
plerifpie elceniosynas sibiappropricnt,et l'Altissinio. Laondeper mellerein chiaro
omnibus cupianl esse maniftslas ? Ad- la verità il Marangoni riportò le memo*
spire, ut fenestras, et aitarla, vtsies sa- rie, i titoli, le iscrizioni sopra le opere sa-
cra': ad templorum usuin conferant, iis- greda'loro primi e santi fondalorrcheso-
demque sua apponant msignia : ut sci- no restale, e molle delle quali ancora su<-
licei omnibus ipsorum munificentia inno- sistono nelle basilidie e chiese di Roma,
tcscat: sedìioc ipso utiipterecepei uni mcr- clieini loiilenterò iraecennare, polemlosi
cedrm suam.ìL rigetta come lìivolo ililire leggere in Marangoni. La più anliciulilut-
<li coloro, i quali dichiarano ciò fare, ac- le le mcmoiie è quella del 324 circa di
ciò sia pregato per loro. Ora nominali e i Costiinlinol il Granile, posta «oltu i mu-
altri santi uomini abbondarono nel sen- salci ilelhi tribuna della baM fica Vaticina
limenlo evangelico di Cristo s. Matteo in da lui cilifiiata, con (pie'ilne >ersi che li-

Ciip. G: /itlendilc estram fa-


nej'ustiliam \ pollai nel voi. XII, p. 25u. l'opa s. P.t-
ciatis coram ltomimbus,ul \nlcamini ab inaso 1 del 3<')7 lasciò molli monumtuli
74 SIG SIG
di sua doltniia, anche eoo epigrammi e<ì versi e suo nome, che pure collocò ia
il

epitafìì ili molti sepolcri de'ss. iMaitiri,«il 8. Pancrazio da lui rinnovalo, olire gli e-
altri luoghi sagri da lui ristorati eabbelli- pitadi a Bonifacio V. Nell'oratorio eretto
li,edappertutto vollecheapparisseespres- al Lateranoda Giovanni IV pe'ss. Mar-
saoiente il suo nome, come scrilloie e au- leggono de' versi col suo nome; ed
tiri, si

tore de'cnedesimi : /^o ne enumerò IMa- avendone compiuto il lavoro Teodoro f,


ringoili, ed alcuni li riportai nella descii- questi vi situò la propria immagine. Pa-
zioiie de'liioglii. Sulla porla della chiesa pa s. Sergio I pose unepitadio alsepol-
(li s. Sabina si legge l'iscrizione in mu- crodi s. Leone I,ecol proprio nome. Gio-

saico e in versi di l'ietro cardinale vesco- vanni Vii nella cappella del Presepio e-
vo d'Iiliria che l'eresse, ed anche il no- retta in Vaticano, vi fece porre la sua ef-

me di s. Celestino I,iiel pontificato del qua- figie colla cappella fra le mani e il no-
le ebbe hiogo la fabbrica. Tuttora si usa me. In più luoghi s. Leone 1 1 1 pose il suo
talvolta di collocare le armi del Papa in ritratto e nome, come nel portico di s.

quelle chiese che vengono edificale o re- Paolo e nel Triclinio. Papa s. Pasquale
staurate nel pontificato, senza che vi ab- I fece altrettanto e colla chiesa in mano
bia contribuito. Per quanto s. Sisto III in quelle di s. Prassede, di s. Cecilia e di
fece nella chiesa di s. Maria Maggiore, s. Maria in Domnica. Cos'i |)raticò in s.
vi pose il titolo di cui parlai a Pieve, e Marco, s. Gregorio IV, in s. M.^ in Tras-
l'isci izioned'8 versi esametri. Papa s. Leo- tevere pose un'iscrizione, e chiamò Grt'
ne I collocò nella chiesa dis. Paolo quei goriopoli la città d' Ostia j come Leopoli
versi che ri()rodussi nel voi. XU, p. 20S. disse Civitn vecchia s. Leone 1 V', e Cillà
A Pieve, a Latkr ano e altrove dissi delle Leonina il Rorgo di Roma. Sergio 111 ri-

iscrizioni da s. Ilaro situate ne'suoi ora- fatta la basilica Lateraiiense, vi pose dei

toriidi s. Gio. Evangelista e dis. Giovan- versi col suo nome. 1 fin qui riportati e-

ni Callista. Papa S.Simplicio con suoi ver- sempi di molti antichissimi Papi, la mag-
si ne'porlici Vaticani ricordò che gli avea gior parte santi, che posero le loro ine-
rinnovati. In contrassegno che Papa s. Fe- inorie sopra edilìzi sagri da loro eretti o
lice 111 fu il fondatore della c/i/(??(7 fZe'.v.?. ristorati, come cose lodevoli i successori
Cosma e Damiano, vi pose la propria im- l'imitarono, e vi unirono i loro stemmi
maginecolla chiesa nelle mani e il suo no- earmi gentilizie. Quindi Marangoni pro-
me, con iscrizione in versi. Anche s. Fe- duce diversi esempi di santi vescovi che
liceIV nella chiesa di s. Stefano al Ce- fecero altrettanto del praticato da'Papi,
lio, per averne compiti i ristami, vi la- e negli utensili sagri posero il loro nome
sciò un'iscrizione per memoria. Papa s, e stemma, come de'ss. Cassio vescovo di
Agapito I pose al sepolcro del predeces- Narni, Auxibio vescovo Solense, e Amalo
sore e col proprio nome un epitadlo in abbate Romaricen«e che in vita si edifi-
1 ?, Pelagio
versi.
o II avendo rinnovato la carono il sepolcro, e vi posero l'iscrizio-
patriarcale chiesa dis. Lorenzo, ne' versi ne. Lo stemma antichissimo della chiesa
che vi musaico si legge il di
fece porre in romana sono PadigUonci^ f-^.)co\\eChia-
il

lui non)e. Ad onta nella profonda umil- vi{L^.) incrociale: le /'J//7/s(>(/'.) pontifi-
tà ili s. Gregorio I, pure si fece dipinge- cie o altre al servigio della s.Sede,per l'in-
re al vivo nella tribuna, e i genitori nel- segna delle chiavi furono chiamate Cla-
l'atrio del suo monastero al monte Ce- disegnale. Dc'colori della sle>sa romana
lio, per (|uaiito rilevai in piìi luoghi. O- chiesa e del senato romano parlai a Ro.\i 1

norio I fece ristorare la chiesa di s. A' e O.MBRELLiivo. A PoRTA iiotai l' Origine
g/ze^e nella via Nomenlana, vi poscia pro- di porre gli slemmi sugli edifizi e sulle

pria immagine colla chiesa in mano^cou loro porte. A Portiera dissi di (juelle con
SIG SIG 7)
islemmì cardi utilizi, che si pongono nelle ceiliHe milre, imitati poi Jai prelati noa
tliiese per feslivilìi,cioè nelle chiese di cui insignili del grado episcopale.L'cirmede-
$0110 titolari, diacunijCoininendalnri, prò- gli antipapi e degli Huticardiaalì, il Ciac-
tetlori.Da un documento prodotto da Co- conio le riporlo semplicemente senza l'or-
lucciin Tie/(ì^.i3S,de'7.'ì n)aggioi367, oamento del triregno e chiavi e senza il

si rileva l'introduzione generale dell'uso cappello. Notò Novaesche Clemente IV,


di apporre sopra le poi te de'luoghi dello morto nel 1268, si dice ili. Papa che al>-
statc pontificio e nelle piazze, l'insegne hia &ul suo sepolcro avuto armi proprie,
di s. Chiesa, del Papa, del suo legato, dei altri lo negano osservando che 6 gigli i

rettori e del comune, per ordine de'«ni- sono piuttosto indizio di sua origine Iran-
nistri di Urhano \', acciò si dipingessero cese, giacché l' insegna di sua cnsa Gioss
tali iirme. Di[)oi principiò il costume di era un'aquila nera in caoipo d' oro.co-
ilipingersi sulle tavole e d' inciilersi in me prova il p. Lodovico Jacopo di s. Cle-
|)ielra, e massime quando il Papa si rese mente nella Bibl. Pont. Nel deposito di
benefico o per altra grata cagione, per- Adriano\',morlonel ^Gyjsi vedeinmez- 1

chèpiii durevole ne fosse la menioriu. Di- zo lo scudo gentilizio di sua famiglia Fie-
chiarai a PoDEST.v'che gli antichi, quaiulo schi (/ .),clie meglio «piegai in quest'ar-
eransi portali hene, venivano regalati dal- ticolo, composto di 3 sbarre (queste non
lecomuuilà con doni fregiali collo stein- si devono confonilere colle bande e le fi-
ma del pubblico, e davano ancora loro sce, come avvertì l'Aimanni, Della fa-
licenza d'inquartarlo nelle armi proprie, miglia Capizucchi, parlando delle seni-
Learniì ostemmi de'Papi sonosovrastali plicissime insegne de'goli) celesti in cain-
dal Triregno (/^'.) e dalle Chiavi {^f., del poargenleo, que>toespi iuiendo la puiità,
sind)olicosignificatodelle quali riparlai a le sbarre le crociate, perchè i crocesignati
Sede apostoiica) incrociate: loro Pd- i le poi tavanone'Ioroscudi infoi ma dicro-
renli inquartano nello scudo gentilizio il ce. A questo slemma soviastava un gatto,
padiglio'ie e le chiavi incrociale; è quc- insegna della fazione guelfa parteggiante
sto il segno che dalla loro stirpe uscì un pel Papa, alla quale i Fieschi appartene-
Papa. Nelle false Profezie [f.) allribuile vano, e col motto Sedens ago. Quello
:

a s. IMalachia sui futuri Papi, molle si fé- è un altro argomento per escludere l'o-
cero sulle oro insegne gè olili zie. Do[)0 eh e
1 pinione,cheBonificio Vili Caetani (/'.)
Innocenzo IV nel concilio di Lione I del fosse ili.°a usaregli slemmi gentilizi. Al-
12.45 determinò a'caidinali rin>eguadel l'articolo FIE^CHInel dire ilell'origine ilei-
cappello rosso, e ne riparlai a Por por \, learmi gentilizie, rip(ji lai il pareredi qiiel-

dice Dernini Del Uibnnale della /loia


, li che credono averle stabilite Federico
p. 32, andarono in disuso nelle arme pre- I per meglio conoscere i suoi seguaci, cioè
lalizie le mitre, e in luogo di esse suben- i ghibellini di parte imperiale, avversa ali.»

trarono prima i cappelli e poi i galeri; guelfa, la quale usava l'aquila rossa priii-

cioè i cardinali che prima ancorcliè di 1- cipalmente per insegna, ed ghibellini 1 l'a-

coni soviasiavano i loroslemmi culle mi- qiiila nera: questa disliiizione si ebbe pu-
Ire, comesi vedenelCiaccoiiio,/^/^7ero'i- re nelle sbarre o li>te, insegna reputala
ii/icnni ci Cardinatiuni, dopo ricevuto il dagli araldici per la piii antica, come più
cappello rosso, conquesto ailornaroiiogli semplice d'ogni altra, laonde i ghibellini
slemmi, e poi C(j1 galero stesso ossia col ponevano nelle loro larghe sbanco liste

cappello ponlilìcale, che ha «pie' fi(jCLhi drille o per[)endicolai i, i guclll le pone-


chesi ra[>preseiilano:adesempioile'cardi- vano a traverso, onde quando Fiesvhi i

nali i vescovi cominciarono a sovrappor- divennero tali,e sebbene concesse loro d.i
le cappelli prelatizi sui loio slemmi in ve- Ftdtiico I,le li volsero da dritte ch'erano.
76 S I G SIG
Nondimeno i guelfi usarono per insegna come luogo che a Giovanni XXIIf pre-
anche il leone, codjc vuole Pielrasanla, stava ubbidienza. Tutlavolta Gregorio
Tesserne genidiliae, il quale dichiara che XII fu quello che poi propriamente re-
dai colori sono originali tutti gli stemmi, se canonica la convocazione di quel ce-
che altro in principio non rappresenta- lebre Sinodo (f^'^.). Dissi altrove che Nico-
vano che fascie o sbarre colorite. Il Bal- lò V del 447I alt'G insegne non usò, che
dassini, Memorie di Jesi p. f)2, dice clie le chiavi apostoliche di s. Pietro poste in
i guelfi spiegavano ne'Ioro Gonfaloni {'ar- croce. Pio IIad adottare nella
fu facile
me antica della Croce, come Jesi, Mace- sua famiglia Piccolomini{F .) molte per-
lata, Firenze, ed i lombardi guelfi. Di al- sone,dando loro il cognome e lo stemma
tre analoghe distinzioni tra le due fazioni di sua famiglia. Come inRoma la plebe fu
ragionai in più luoghi. L'insegna del leo- neh 559 per morte di Paolo IF fomen-
ne, come quella dell'aquila (di cui trat- oltraggiamela ve-
tata da'suoi nemici a
tai a Imperatore, Roma, Russia), sono le neranda memoria spezzando suoi stem- i

piìi antiche del mondo e adottate ne' ves- mi e insegne, lo deplorai in quell'articolo.
silli, nell'imprese e negli stemmi. L'aqui- Nel 1590 eletto Urbano VlI,subito ordi-
la alata e coronala divenne insegna im- nò con gloria del suo nome, non solo la
periale e delle città imperiali: in quella continuazione delle fabbriche incomin-
eli due teste si volle rajlpresentare l'im- ciate dal predecessore Sisto V(come della
pero orientale e occidentale, e pare im- cupola di s. Pietro e de'ouovi apparla-
presa adoltata prima da Costantino I il nienti ne'palazzi Vaticano e Quirinale),
Grande imperatore, per dimostrare riu- volendo per equi là e per moderazione che
nito nella sua persona l'impero orienta- di questo e non già le sue fossero le armi
le e occidentale; e più tardi da Carlo Ma- gentilizieche visidovesseroafljggere.Que-
gno, per riferire alla divisione dell' im- sto generoso tratto di Urbano VII lo ri-

pero. L'aquila d'oro con due leste fu in- marcòanchelautoredella Storia de con-
segna dell'imperogrecod'oriente ne'lem- clavi, con questo grave e veridico rifles-
pi inferiori, nel modo che l'aquila nera so: Cosa di raro esempio, e non mai u-
pure a due teste lo divenne dell'impero sala da altri, d'onorare a spese proprie
d'occidente latino. \ÌGiìrafiì[)\,Sigdlo del' le memorie altrui. Fatalmente la storia

la Garfagnann p. i i8, dice che dell'a- registrò più d' un esempio di rimozione
quila di due tesle nel secolo XIV ne fu dell'altrui armi per sostituirvi senza ra-
fatto ornamento dell'arma e per l'inse- gi(jne le proprie^ e quel eh' è peggio di
gna imperiale. Novaes nella Storia di Cle- porre i propri stemmi nelle operealtrui.
mente /'/del 352, dice che vogliono al-
I Angelo Rocca scrisse: Cotnnientarius de
cuni ch'egli fosse ili." Papa a porre nei Nuce, stemma gentilitiuni Innocenlii IX
diplomi lo stemma gentilizio della pro- P. O. HI ,e stampato Io dedicò allo stesso
pria famiglia Beaufort. Avendo Giovan- Papa protettore de' letterali. A Cappel-
ni XXIII, eletto contro Gregorio XII, de- lo CARDINALIZIO riferii che Innocenzo X
nunziato il concilio di Costanza, per estin- nel 1645 proibì ai cardinali di ornare i

guere lo scisma d'occidente,GregorioXII loro stemmi, eziandio de'sigilii, con co-


\i spedì il cardinal Domenici perchè di- rona reale o ducale, di qualunque forma
fendesse la sua logitlimità, e giunto nel- e benché propria della loro famiglia, ma
la città foce alzare sul palazzo che abita- Solamente coll'insegna del cappello cardi-
va l'arme di Gregorio XII, ma nella i." nalizio: questo ha 5ordini di fiocchi, anti-
notte fu gittata a terra: venne questa cau- camente ne avea 4come pure si vede negli
sa messa in giudizio,e ne uscì la sentenza, Palazzo apostolico di s. /Mar-
stipiti del

che non dovcasi alzare ivi il suo stemma, co (/ •), iucoiuiucialo da i'aolo lluel car»
SIG SIG 77
dìnalato, e perciò il suo stemma sovra- nore gli acquistò di quello che lascia vn.
stalo dal cappello cardinalizio lateralmen- Ad un discendente di sua famiglia Chi-
te ha 4 ordini di fiocchi. Osservò Can- gi fu poi conferita la dignità di Mare-
cellieri nel suo Mercato a^. 2 Sg, che alla sciallo del Conclave (/^.), che fregia lo

legge d'Innocenzo X fu poi derogato, ma stemma gentilizio con due chiavi lateral-
devesi avvertire, che se fu permesso d'im- mente pendenti. Gli successe Clemenlel X
porre sullo stemma gentilizio l'arme im- Rospigliosi jCÌìQ tosto tolse il uì.icinatocol
periale, reale o ducale a que'cardioali che denaro perciò accumulalo da Alessandro
appartengono a tali famiglie sovrane e V I,ma con eroica moderazione non volle
I

principesche, però l'insegna del cappello che nell'editto comparisse il suo nome,
cardinalizio viene soprapposla alle mede- ma quellobensi d'Alessandro VII. Lasua
sime corone. Arrogeil narrato a Porto- modestia gli fece proibire espressainen-
callo, che il cardinal Enrico nel 1 578 di- te, che le fabbriche da lui orilinatein Ro-
venuto re e conservando la dignità car- ma, fossero ornate col suo nome o coisdo
dinnlizia, invece della corona continuò ad stenmia, ed a Sepolcro de'romam Pon-
usare la Berretta cardinalizi a j ed a Spa- TEFici riportai la semplice e breve iscri-
gna notaiche il re Ramiro li, già sacerdo- zione da lui fallasi. Narrai a Punti di Ro-
te e monaco, s'intitolò /?<• e f/e/e.La con- ma, descrivendo Ponte s. J n gè lo, che Cìe-
gregazione ceremoriiale nel 1 82 i rinnovò menle IX volendo abbellirlo colle statue
la proihizione,che non si potesseda'cardi- degli Angeli, non vide terminato il bel la-
nali unire all'arme loro gentilizia lo stem- voro, che compì Clemente X; ma questi
ma d'alcun sovrano, benché fossero na- sebbene consigliato da chi ne amava il fa-

zionali. Protettori (^.),* ministri di Re- vore di far incidere ne'piedistalli il pro-
sidenza {f-''.)', e neppure 'in quel tratto di prio stemma, vece ordinò the si scol-
in

luogo che devono parare a proprie spese pisse quello di Clemente IX e con ono-
per la processione del Corpus Domini che revole iscrizione, e poi gli eresse un ma-
celebra il Papa, eperovepassa,nelIaquale gnifico monumento sepolcrale. Gli slem-
ponnoperaltrOjOltrei lorostemmi, mette- mi dunquecle'Rospigliosi sul Pontes.An-
re l'arma del Papa
sono creature e
di cui gelo sono gloria imperitura della virtù
ancorché defunto. Innocenzo Xdisgustalo di Clemente IX, della saviezza e magna-
col nipote Pamphilj che avea rinunziala nimità di Clemente X. Nel 1690 Alessan-

la porpora per continuare la famiglia di dro Vili vietò agli artisti, a'ciltadini, ai
cui era superstite, soltanto per genialità nobili, seppur non fossero ministri di qual-
adottò per nipote mg.r Astalli, e lo creò che corona, di tenere sulle porle delle loro
cardinale, gli suo cognome e slem-
die il botteghe, abitazioni e Palazzi (l'.), le ar-
ma, le rendile e prerogative di nipote Pa- mi o slemmi pontificii, o di qualsivoglia

rente [F.) del Papa. Il successore Ales- sovrano, aninthé sotto l'ombra dil prin-
sandro VII, in vece del suo stemma, fece cipe non avesse da ricovrarsi la malva-
dipingere su tutte le terraglie della mensa gità, ed abusare tìeW'Ininiunifà {f ) II
il teschio della morte, per averla presente Cancellieri nel luogo citalo narra col Va-
anche nutrenilosi. Questo virtuoso Papa, lesio, che a' 1 4 aprile 708 sicelelnarono
i

e lo notai nel voi. Lll, p. 22f), avendo solenni esequie nella chiesa di s. Giovanni

coDìpifo con grossa spesa la Prigione {^f.) de'Fiorentini al cardinal iNerli priore del-
Innocenziana eretta in Iloma dal piede- l'ordine militare e religione di s. Stefano :

cessore Innocenzo X, si guardò bene di che volevano cavalieri della medesima ag-
i

darle il suo nome, lasciandone al mede- giungere all'ai me del cai dinaie gli spic-
simo l'intiero onore nell'iscrizione ezian- chi della loro croce, ma ripugnandovi •

dio e sleuiinu, modestia che ab»ai più o- Luacst li dulie ccremuuio con asserire the lu
78 S I G SIG
vigore della bolla di Gregorio XV, con- ne XII conoscendo l'abuso che si fa nel-
fermata da Urbano Vili, non era lecito l'erigere Iscrizioni (^f,) e slemmi, anche
altra insegna di religione equestre, se non per cose di poco momento, e la sorte cui
quella GerosoHrnilana{^f'.)coi\\c sogget- talvolta sonoesposte,si mostiòdecisamen-
ta immedialatnenlealla s.Scde.esoggiun- te contrario non meno alle prime che alle
gcndoesserestalo negalo nell'esequie fat- seconde. Pio Vili allorché si ritrovò l'ac-
te nella chiesa di s. Luigi de'Francesi al qua Lancisiana, non permise che al fonte
cardinal della Grange padre della regina erettovi si eri^'esse la sola sua arme, sen-
dil'olonia,di porre nella di lui arma la cro- za che in pari tempo si scolpisse quella di
ce dello Spirito santo ili Francia. Sicco- Clemente XI, al cui tempo si rinvenne; e
me celebra vasi l'esequie a spese di d. Car- siccome ne parlai nel XXV,p.i5g,
voi.
lo Albani cavaliere di s.Slef.mo e nipote per l'ommissione del nome di Clemente
di Clemente Xi, questi pei tnise di porre XI antenate del cardinal Albani, sembra
i contrastati S[)icclii nello sleinuìa c.irdi- che di questi sia lo stemma, ciò che qui
iialÌ7Ìo,anzi sopra il calaCtlco, oltre il cap- rettifico. Osservai nel 240, che voi. L, p.
pello, vi fu posto l'abito solenne di priore GregorioXVl nel palazzoQuirinale da lui
di deltoordme.Chedirebbe il lodevoleze- ristiiurato ripose gli stemmi e le iscrizio-
lo di que'saggi ceremonieri,se oia vedes- ni de'suoi pi edecessori, sulle di ver>e parli
sero l'abuso degli artisti, in a[ipenderea- del palazzo ed annessi, atterrati e tolti dal-
gli stemmi, insieme a quelli de'sigilli,non la straniera invasione. 11 regnante Pio IX
meno de'secolari, prelati epersinode'car- nel decretine le prerogati veonorifìche del
dinali ede'vescovijla sublime dignità dei Senato romano [f^.) dispose. " Lo stem-
quali non ha d'uopo di simili fregi, le de- ma del sena lo e popolo roma no godrà del la
corazioni cavalleresche ricevuleanclieda preminenza sopra gli altri, eccetto quel-
principi acattolici, e in un tempo in cui lo de'soviani e de'cardinali". In detto ar-
siffatti onori hanno n)oItissiino deterio- ticolo ed a P«.oMA parlai di diverse dispo-
rato, per essere divenuti eccessivamente sizioni araldiche, riguardanti la nobiltà
comuni in unoa'tiloli equestri? I Fanno ecittadinanza romana; ma dopo la repub-
poi assai peggio qnegl' inesperti artisti blica francese in Roma (nel qual tempo i

che sulla sagra Porpora (/'.) della I\loz- f malici democratici con vandalico furore
zella (r.) de'carduiali, e sulla njozzetta distrussero gli stemmi, a danno eziandio
de' prelati dq)ingono o scol[)iscono le
vi dell'ai le per le loro belie forme) le regole
Croci di decorazioni (queslri, anco di del blasone poco sono stale apprezzate, e
ordini conferiti da principi eterodossi, per sono insorti gravi abusi, o per leggerezza e
quanto liportai ne' voi. W'ill, p. 265 vanità di chi fa slemmi, o pei
eseguire gli

e 266, X\IX, pag. 260. IMo VII colla ca[)ricci degli artisti, la minu-
ignoranti
bolla Posi diulurnas del 1800 : De Ju- ziosa araldica, la varietà, la forma e gli
°
risdictionihut n r 8, ordinò. «Nella cat- ornali delle corone che si usanosenza qua-
tura de'rei non si abbia assolutamente si disti nzione.egua li abusi a vendo gli stem-

per r avvenire alcun riguardo alle pa- mi riguardanti gli ecclesiastici costituiti
tenti e stemmi de' magnati, salva la so- in dignità, o godenti qualche titolo d'o-
la immunità ecclesiastica, de. jure cano- nore precario. Notai a Pal.ati.no, che an-
nico , e quelle competenti ai ministri e- ticamente i prelati palatini creali cardi-
de jure genùiimj
steri e loro famigliari, nali godevano il privilegio di aggiungere
non intendendo però con questo decreto all'arme propria quella del Papa che gli
di annullare l'esecuzione di que'pochi pa- esaltava, anzi secondo i privilegi de'Pa-
tentati, che per diversi ragionevoli titoli pi, sino e inclusive a Pio \l, come si leg-
si è credulo di conservare".!! saggio Leo* go dal breve da me pubblicalo, poteva-
SIG SIG 79
no inrjuni lare lo stemma ponlificlo l'in- Incela cordone con fiocchi verdi al cap-
lima fiiuiglia nobile del l'opa, dal mag- pello). fvi notai il nuuKM'O de'fiocchi di cui
giordomo agli aiutanti di cameia iuclu è concesso ornare lo stemma a'prelati di
sive; ma da Pio VII in [loi tale onoie è fiocchetti, agli altri prelati ed ai prelati
riservalo a'soH Maggiordomo t Maestro di tnantellone. Il Parisi, Iste tizio rie per
di camera (f^-); ed aggiunsi che lulta- la segreteria 3,p. i66, su questo pro-
l.

\oIta Gregorio XVI nel creare cardinali posito cos'i esprimesi." L'ornato da in-
Altieri, Frezza e Mezzofanti, già prelati cidersi nell'arme cardinalizie e prelatizie
palatini, permise loro d'inquai tare il suo è il cappello co'suoi cordoni e fiocchi pen-
stemma. I Regolari (/'.) creali vescovi G |>er parte,
denti a tre ordini, 1,2, 3, cioè
e cardinali inquartano nel loro stemma benché alcuni assegnino a'caidmali cin-
l'arma del [)roprio ordine, e la ritengono que ord'ui, r, 2,3, 4>3i agli aicive>covi
se elevali al pontificato. 1 I tscovi (/'.) quattro, 1,2,3, 4; a' vescovi e prelati sem-
adornano le armi nel modo e con quelle plici tre, I, 2, 3; ed agli altri ecclesiastici,

insegne che dissi a lettera Pastorale e- che hanno privilegio di portare sulle in-
pistola.e Patriarca, avendociascuna lo- i segne il cappc'llo,come v.gr. i protonotari
ro articoli: alcuni tuttora fiegiano i loro apostolici non [)artecipanti, due ordini, i,

stemmi, sovrastati dal cappello prelatizio, 2, ovvero i ,2,1." Il cardinal Giorgio Co-
colla ìiiilra, col pastorale e colla spada, sta portoghese illustrò i suoi bassi natali
e questa in segno del dominio temporale collo splendore di sue virtù, né avendo
già da loro esercitato. Gli /abbati mitrali veruna insegna gentilizia per usare d'ai--
ornano i loro slemmi col cappello prela me, prese una rota come simbolo del mar-
tizio, colla mitra, col pastorale, e colla spa- tirio solFerlo da s. Caterina di cui era di-
da l'ornarono quando avevano giurisdi- votissimo. Nel voi. XX\ III, p. 54, dissi

zioni temporali. Alcuni prelati leligiosi o degli stemmi mortuari dipinti sulla carta
costituiti in cariche, con)e il Maestro del che si attaccano nelle pareli esterne delle
s. Palazzo, il Commissario del s. O/Jì- chiese o\e si sono tumulati i cadaveri dei
zio, il Segretario dell'Indice ec. sovra- cardinali,e taUoltalo ruriiiioanchea(|uel-
stano il loro stenxna col cappello prela- le delle chieseesponenti, ed anchedelle lo-
tizio per l'uso che godono dc-'nDcchi si- 10 pioletloric; ivi purenotaichegli slem-
mili al cappello usuale, e com gli abbati mi mortuari si attaccano ne' muri este-
mitrati : però i semplici inquisitori dome- riori delle chiese ove vennero eziandio se-

nicani del sebbene per privi-


s. ofllzio , polti principi e altri signori, ed i prima-
legio immemorabile portano al collo, ma ri prelati Sopra quanlo si pratica in ili-

coperta, la croce con cordone nero-bianco versi luoghi coi Papi, può vedere a p.
si

e fiocchi neri pielalizi nel capitello, pu- 41; (|iii [)erò avverto che negli stemmi
re non poimo usare il cappello prclali/io ponlilìcii ilella cassa mortuaria del Pa-
sullo stemma gentilizio. INlolli canonici dei pa, in cpielli del catafilco pe'suoi fune-
capitoli godendo l'uso della mitra, la pos- rali, ed incpielli delle carte mortuarie che
sono mettere anche sopra gli stem mi, qua- si alllggono nelle pareli esterne delle pa-
lora la concessione lo esprmia, come usa- triarcali b.isiliche, e della chiesa dei s».

no quelli di liaveìina (/'.) A CappeiI-O \ incenzo e Anast.isio ove tumulano si i

trattai pure di quelli de' \escovi e prelati Precordi, non ci deve and.uerornamen •

de'diversi collegi, colle distinzioni pel co- todellechiavijperchècolla morte del Papa
lore della fittuccia o cordone e de'flocchi cessa la sua giurisdizione e podestà signi-
(ma come con essi a Ueggejìte dellaCan- ficate dalle chiavi Degli stemmi usali noi
CELLER1A, a questi e non a «picllo della Piirifra li e sulla Sepoltura, \\ quegli ai ti-

peniienzicria spella l'oruamcuto della fil- toli uè parlai. In diversi luoghi per nior-
,

So SIG SIG
te del sovrano si rompono gli slemmi. In me gentilizie, nel quale chichessìa puh spe-
Portogallo dopo la morte del monarca cular l'origine, nobiltà, i corpi e loro si-
si commovente ceiemonia, tolta dal-
f;» la gnificati, i colori e loro allusioni, la de-
le solennità funebri del medio evo, e che rivazione de' propri cognomi, i cimieri,
consiste a rompere sulle piazze delle pria- pennacchi j e tutte le altre particolarità
cipali città lo scudo colle anni del so- dell' arme della suafamigliaf^apoWiGGj.
vrano defunto. Gli uflìziali municipali se- Celso Cittadini, Trattalo dell' antichità
guiti dalle corporazioni d'arti e mestieri armi
delle con le note di Gio.
gentilizie,
si recano sulla piazza su cui si trova un Girolamo Carli, Lucca i 741. Ginnani,
baldacchino coperto di panno nero. Vi è L'arte del blasone dichiarata per alfa-
appeso lo scudo reale e uno degli uffizia- beto, colie figure necessarie per la intelli-
li lo colpisce e lo rompe dicendo a varie genza ec, Venezia 17 56. La sciencehé-
riprese: Piangete, o popolo, il nostro re, raldique traile de la noblesse, de l'ori-
ovvero regina, è morto. Ciò fu pratica- gine des armes, de leurs blasons et syni-
to pure nei i853 per morte della regi- boles,des tymhres, couronnes, cimiers, eie.
na Maria II. Tei'minerò con Vico, Scien- A Paris chez S. Cramoisy. Archives no-
za nuova cap. 3, § nq. » I principii del- hiliaires universelles, Bulletin du Colle-
la scienza del blasone, su' quali all'in- ge archeologiq ne et Itera Idique de Tran-
gegno di taluni si è applaudito finora ce, Manuels P.o-
Paris 843. J. F. Pautet,
I

che le imprese nobili sieno uscite dal- ret. Nouveau Manuel compiei du Blasouj
la Germania col costume de' tornei per ou codehéraldique, Parisi 843.
meritare l'amore delle nobili donzelle col § T.." De' sigilli.
valore delle armi; agli uomini di acre giu- Non v'ha dubbio,che negli studi sìdella
dizio facevano rimorso di acconsentirvi, più rimola antichi tà,che delle cosede'tem
tra perchè non sembrano aver polutocon- pi pilli bassi non tengano onorevolissimo
venirea'tempi barbari ne'quali si dicono luogo i sigilli, il cui impronto serve a ren-

nati, quando popoli feroci e crudi non po- dereautenticii documenti, e giovano per
tevano in tendere questo eroismo di roman- illustrare le storie; poiché se ogni qualun-
zieri; eperchè non ne spiegano tutte le que monumento delle medesime è sem-
apparenze, e per ispiegarne alcune biso- pre importante alle lettere e alle arti, i

gna sforzar la ragione; conchiude, le im- sigilli però hanno tal pregio e tali conse-
prese dellearmi essere parlari dipinti dei guenze, che fra ogni altro pezzo d'anti-
tempi eroici ". Fra'molti che ne trattalo- chità meritano ben distinta e particolare
noqui ricorderò. Albini, Principuni diri- estimazione. Essi ci conservano ritratti i

stianoruni slenvnata. Enrico Stefano, de'[)rincipi, ci additano inomi, gli uflìci,


Slreinni gentium, et faniilinnun ronia- le imprese e le azioni de'più illustri per-
norum stemniaia,i55i^Ava\^i Sie, Trat- sonaggi; stabiliscono le genealogie delle
talo de' colori nell'arme, nelle livree, ec. famiglie, e finalmente danno autorità ai
Venezia 608. L'araldo ovvero
1 dell' ar- diplomi ed agli alti pubblici, da'quali na-
me dellefamiglie. Trattalo compendioso scono poi i titoli de'dominii, de'possessi
di Gaspare Bomhuci, in cui si mostra l'o- e delle prerogative più illustri, anche dei
rigine, la composizione e la interpreta- principi e delle repubbliche. Quanto per-
zione di quelle ^o\o^na 65i. Filippo Pi- 1 ciò sieno stati dai più giudiziosi e diligen-
cinelli. Il mondo simbolico sia univer- ti eruditi raccolti e considerati,èsuperfluo
sità d'imprese scelte, spiegate e illustrate il rammentarlo, poiché i libri loro sono
con sentenze ed erndizioni sagre cprofa- conosciuti, ed i loro nomi sono troppo ce-
«<?_,MilanoiG')3 con incisioni. A ndreaCeh lebri per essere ignorali. Fra essi però
ìotiest'fSpccchio simbolico fivvero dell' ar- giovami di qui principalmente lammcu-
SIG SIG 8i
lare gran Mabillon, De. re diplomali-
il (^.)ch 'erano legatein questi anelli non .

ra\\\). 1, e. i4;Gio. Michele Iliiiercio, De lulte le gioie però furono incise, [)ercliè
^/^////^jGotofiedocJi Bessel abbatediOot- ordinariamente s'intaglia vano le imper-
Avai, Chronìcon Golwicense ; Domenico fette, come non tutte servivano per sigil-

M/ iManni, Ossen'aziotii sopra i sigilli t. li. Servivano per Amuleli^ di cui anche a

1 8;Garanipi, Delsi^dlo della Garfugtia- INIalefizio, ed in essi gl'intagli sono a di-


naj Ilopiiigh, Desi^ìlloruni prisco,clfìo- ri Ilo, ne'sigilli a rovescio acciò venissero
i'o/«rej olire Mmuloii tli cui poi piofit- bene sulla cera. Diverse analoghe erudi
lerò, e tulli gli autori, cliplomalici, e i piìi zioni si poono leggere in Buonarroti, Os-
d'ilici esalti e veritieri scrittori di storie servaz.sui medaglioni antirUi. W lacede-
e genealogie. Lo studio de'sigilii e parti- moni si attribuì l'invenzione dell'arte di
colarmenledel medio evo riesce di gran- scolpire sugli anelli alcune figure, e del-
de utilità, non meno alle privale famiglie, l'arte di scolpire parlai a Scultura. Lno
ciie al diritto pubblico de'prinoipi, de'lno- de'Iorore nominato Arias portava sul suo
ghì,alle storie più interessanti ea'fatli più anello la figura d' un'aquila che teneva
illustri, rimasti altrimenti in pregiudizie- tra gli artigli un drago. Clearco capitano
vole dimenticanza. L'uso de'sigilii risale de'greci che guerreggiavano in servizio di
alla più alta anlichilà. Diodoro Siculo ri- Ciro, avea nel suoanelloo sigillo una Dia-
ferisce, che in Egitto tagliavansi le due na danzante colle ninfe. A lira testimonian-
mani a coloro cheaveano contrafialto il za de'sigilii come contrassegno d'aulorilìi
sigillo del sovrano. Dopo la morte di Da- o guarentigia e di sicurezza, come di con-
rio, Alessandro il Grrt/ir/f servivasidell'a- ferma d'alti pul>blici, lo abbiamo in D.i-
nellodiquel principe per sottoscrivere le rio, che per ovviare alle frodi de'sacerdo
lettere ch'egli spediva nell'Asia, e del suo ti di belo, fece sigillare il suo tempio, e
proprio sigillo muniva quelle che mandar dall'uso che ne fecero i romani. Quando
si doveano in Europa. I sigilli degli egizi gliantichiadottavanoun sigillo,il compo-
erano d'ordinario incisi su pietre prezio- nevano da qualche notabile avvenimento
se, colla figura del principe, o alcuni sim- delleloro famiglie. L'avv. Corsi, Delle pe-
boli. Gli antichi ebrei portavano i loro si- tre antiche, cap. i 5 : Dell'uso moderalo
gilli in dito negli anelli, o sul braccio nei degli anellij cap. i6: Dell'uso delle gem-
braccialetti. Aman sigillò gli ordini d'As- ine negli anelli, dice che innocente e for-
suero contro gli ebrei coll'anello del re. se anche necessario primo uso degli fu il

Lo sposo del Cantico desidera che la sua onelli scolpili in incavo, co'qualiroma- i

sposa lo metta come un sigillo sul suo ni amanti eccessivamente degli anelli con
braccio. L'uso de'sigilii è antichissimo, Pietre {f'^-) bue o gemme, segnavano gli
giacché Giuda Hglio di Giacobbe lasciò il atti pubblici, le private scritture, le lette-

suo sigillo in pegno aTliamar, e ì\b)sè di- re, le anfore, e tuttociò che più si stima-
ce che Dio tiene sotto il suo sigillo gli stro- va, talché si credette che il sigillo accre-
menti della sua vendella. Trovasi in Ge- scesse pregio alle cose. Quinto fratello di
remia una prova dell'uso che aveano gli Cicerone, parlando di questo costume di-
ebrei di fare un duplicato dc'conlralli ci- ce: Ben mi ricordo che mia madre sigilla-
vili, di cui uno reslava aperto nelle mani va i che contenevano vino gagliardo
vasi
deiracf|uirenle, e l'altro sigillalo veniva o debole chefo'^se, perchè tutto si ci edes-
depositato in luogo sicuro, ciò che in pu- se ottimo. Orazio scrisse a Mecenate, che
re praticato da'gieci.iVogli articoli Ankl- alla cena avrtbbe bevuto un vino che lui
i.o notai cogli scrillori,chei sigilli degli an- slesso avea sigillalo, e<]uesloera il vile sa-
tichi erano d'ordinario incisi sugli onelli ìiinum. Né col sigillo si segnavano le sole

ch'essi portavano in dito, o sulle Gemme cose che per lungo tcnipo ilovcanL»guir-
VOL. ixvi. G
82 SIG SIG
darsi, ma quelle ancora che all'uso gior- fu solito contrassegnare le sue carteconnn
naliero erano deslinate. Plauto fu dire a sigillosu cui era scolpita l'immagine di
un attore: sigillate la dispensa e riporla- Giugurta prigione; i! sigillo di Pompeo a-
lemi l'anello. La sola consegna dell'anel- vea un lione che teneva fra le zanqie una
lo era il pegno col quale uno si obMiga- spada; GiulioCesare avea nel sigillo una
va verso dell'allrooper nianlenere la pa- Venere, da cui credeva discendere la sua
rola o per eseguire un conUallo. Teren- famiglia; l'imperatore Augusto adoperò
zio dice, che per intervenire ad un pran- da principio per sigillo una sfinge : egli
zo da farsi a spese comuni, furono da cia- avea trovato fra le gemme della madre
scuna persona dati annuii. 11 giurecon- due sigilli,! quali erano tanto simili, che
sulto Ulpiano pensò che la consegna del- l'uno non si distingueva dall'altro, e con
l'anello valesse per caparra nel contratto l'uno di questi Agrippa e Mecenate sigil-

di compra e vendita;tna più comunemen- liivano lettere, edilli e altri orduii che i

te si adoperavano gli anelli per sigillare tempi richiedevano si insuono-


facessero
le Lettere epistolari (^ •), e tale sigilloera me, mentre egli era assente per le guerre
denominato anulus signatorius o sigilla- ci vi li, e perciò coloro che ricevevano quel-
toriits. E poiché sigilli portavano d'or-
i le lettereusavano dire con arguto mot-
dinario l'impronta della persona la quale to,che quella sfinge recava seco enimmi;
avea scritta lalettera,quellochela riceve- per evitar questo biasimo, in luogo della
va prima di aprirla poteva conoscere da sfinge cominciò a far uso d'un anello sul
chi gli fosse trasmessa. Così Ovidio scri- quale era scolpito Alessandro il macedo-
Tendo ad un amico, gli dice, che dall'im- ne; fìnahnente fece inlagliare da Diosco-
maginedella genima impressa conoscerà ride Usuo ritratto, e di c|uello si valse per
che sua era la lettera; e Sahino fa da U- segnare gli atli pubblici. In allio tempo
lisse rispondere a Penelope, che prima di Auguslofece usod'un anello sul qualeera
svolgere la lettera avea conosciuto l'amato scolpito il capricorno. Mecenate poneva
carattere e la gemma fedele. Era sì grande l'impronto d'un ranocchio a quegli ordi-
l'anlorilà de'sigilli, che secondo un detto ni che portavano il pagamento di qualche
di Seneca, si preslava maggior fede agli straordinaria gravezza, e chi ricevea tali

anelli elicagli occhi propri. Per evitar le fogli avea spavento alla vista del solo si-

frodi che si potevano commettere per u- gillo. Per lungo tempo l'uso degli anelli
so de'sigilli altrui, era legge che fahhri- i si tenne moderalo, e si limitò in quanto
catori non potessero tenere l'impronta di il bisogno richiedeva, poiché presso gli an-
quelli che.iveano venduti. Sulle variefor- tichi riputa vasi infamia il portar dagli uo-
mee usi degli anelli usati per sigilli, scris- mini più d'un anello, come dichiarò Grac-
sero il Galeo, Z^é; aìimiloriun origine j Li- co rimproverando Mevio che come donna
ceto, De annnlis antiquisj Kirckmann, s'ingemmava le dita; Crasso famoso per
De anntilisj Longo , De annulis signa- ricchezza, portava due anelli, e molli ro-
toriisj K^ormaun, De annido triplici. Da mani per gravità di costumi si astennero
prima furono in uso gli anelli formati di dal portarne uno. Questo costume di ven-
solo metallo, ma in seguito vi s'incassarono neun Lusso[/.)ì] piùsfrenato, e crebbe
le gemme: erano anelli guarniti di casto- come nel numero, così nella misura. Un
ni fatti sovente della stessa materia, o di Carino portava 6 anelli per ciascun dito,
pietra preziosa incisa. Plinio dice che il che riteneva dormendo o lavandosi lema-
i.°a portare anello con saidonica fosse lìi; laonde molli erano gli artefici che si

Scipione l'Africano, per cui quella gem- occupavano nel lavoro e nella legatura
ma fu carissima a'romani, e dicesi che vi delle gemme, e Mecenate non solo si va-
era rappresentato Siface; il dittatoreSilla leva de'più valenti artefici, ma vi teneva
SIG SIG 83
sempre impiegalo alcuno de'siioi liberti. nnre, scegliere e marcare le vittime de-
Gli artefici erano di 5 specie, fra quali i stinale a' sagrifizi, cioè attaccavano alle
i sigiiarii e sigillnrii tlie operavano
i i corna dì esse una scorza di papiro, impri-
sigilli : qiie' clic incidevano le pietre per niendcj poi il loro sigillo sulla terra sigil-
uso degli anelli si chiamavano ^/m<//fln/, lala diLenuo che vi applicavano comete-
iquali essendo in gran numero furniava* nula per sagra. I testamenti da' romani
no collegio. Si astenevano d'incidere il ru- erano chiusi con più sigilli che si appli-
bino per uso di anelli odi sigilli, peicliè cavano dopo forati gli alti, e fallo passare
credevano cbe liquefacesse la cera. Tale 3 volle per entro il buco il Imo che gl'iu-
e tanto fu presso romani i l'uso degli a- volgeva : cos'i usò il senato dopo Nerone.
nelli, de'sigilli e delle gemme, che Sesto Tale uso passò in Germania e in Gallia,
lUifo fa menzione di due contrade nelle ove si mantenne fino al medio evo. iSclla
erano riuniti tutti gli artefici che la-
(piali parie esterna del leslamento si scriveva-
voravano, legavano e vendevano sigilli. i no i nomi di ciuelli che vi aveano posto
La contrada nella quale era maggior nu- i loro sigilli. Presso gli antichi la ricogni-
mero di artefici si chiamava ficus sigil' zione del sigillo era necessaria; a'iempi di
larins major, e la contrada ove c,li arte- Plauto e Cicerone riconoscevasi il sigillo
lieierano in numero minore si chiamava applicalo sopra il lino prima di romper-
ficus sigillarius minor. Nardini dimo- lo. L'uso di mettere il sigillo sopra i beni
stra, che la contrada maggiore fosse nel de'defunli era praticato da' romani: A-
luogo che ora dicesi leChia vi d'oro; la con- grippina madre di JNeronefece apporre i

trada minore si fissa sidl' attuale piazza propri sigilli sugli effetti di certa dama A-
de'ss. Apostoli, talché le due conlrade e- ceironia per appropriarseli. I greci e i ro-
rano fra loro vicine, e soltanto sepaiate mani nel sigillare le lettere attorniavano
dal foroTraiano. La festa sigillarla, di cui con un filo la tavoletta intonacata di ce-
feci parola altrove, non era unita ad al- ra contenente la lycr/Wwrrt (al quale arti-
cun rito religioso, ma era un'epoca che in colo parlai delledi verse materiesullequa-
ogni anno ricorreva e nella quale i roma- li si scrisse), ed imprimevano i loro sigilli

ni scambievolmente si facevano donativi sulla cera csleriormenlc applicata ad es-


di anelli, ili sigilli, di gioielli, di gemme sofìlojCoH'anello formato ad uso di chiu-
intagliate, e di altre galanterie, chiamate dere le lettere. L'uso del sigillo per le let-

collellivamente sigilla. La festa sigillaria tere non era conosciuto al tem[)0 dell'as-
cadeva nel Mese (/'.)di gennaio, durava sedio di Troia; allora si chiudevano le let-
3 giorni e seguiva quella de'salurnali: si tere con più nodi. Per timore che sigilli i

può vedeie IN atale, Refana, Carnevale. non venis>erocontrairatti,osi rompessero


Dieesi che le feste Sig'llaria fossero state o cancellassero, venivanocoperlicon con-
istiiuile da Ercole, dopo avere in Roma chiglie o sr|uame di pesci, e più tardi con
eretto il ponte SuI)licio,sudi cheè a veder- scatole di latta, d'argento, d'oro e d'altri
si il voi. LIV, p.io5,i2G. Alili neatlri- melnlli, quando cioè col lasso del tetnpo
buiscono l'isliluzionea'pelnsgi, quali im- i i sigilli diventaronoa pocoa poco dilieien
maginarono che r oracolo non chiedesse li dagli anelli, e in essi si rappresentaro-
loro sagrifiti d'uomini vivi, ma statue e no stemmi, ormi gentilizie, insegne o ci-
lumi, e di fatto presentavano n Saturno emblemi, o qual-
fre; talvolta vi s'incisero
candele, e a Plutone fìgiue umane, dal che che testa o qualche altra figura massime
derivarono le Sigillaric,c parimenti i do- sagra. Plinio ilice che n'suoi tempi non «i
ni cbe accompagnavano la cclehrazionedi faceva uso di sigilli in tutto il rimanente
quella lesta. In Egitto furono delti v.S7ij//- della terra abitata fuorché nell'impero ro-
latori que'sacerdoli incaricali di csauii- mano. Scmbiò ad alcuni, che presso gli
84 SIG SIG
antichi romani non vi avessero sigilli di imperatore. Ed Innocenzo III avendo con
autorità o sigilli che propriamente si po- singoiar sagacilà scoperto vizioso il sigil-

tessero dire pubblici; l'uso di segnar le let- lo d'un privilegio, prodotto dall'abbate
tere con un nome sembra essere stato sta- Scozulense, lo dichiarò apocrifo; né man-
bilitoin Roma dal tempo di Tiberio, co- cano altri esempi di simil frode. Tale è
me il dimostra un passo di Svetonio, in quello del privilegiodiRatchis re de'lon-
cui si legge che l'imperatore qiialifìcavasi gobardi, riportato neirtJghelli tra i vesco-
colnomed'Augusto quando scrivea a're, vi diChiusi, dove si dice fabbricato da quel
come ereditario nella sua famiglia:ciò non re il monastero di Monte Amiato, e ripro-
ostante si conservò pure l'uso antichissi- dotto da altri. Molta circospezione consi-

mo dc'sigilli sotto gl'imperatori romani, glia Muratori quanto ai diplomi antichi


e Caligola tolse ai Torquati monile e- il pontificii e imperiali con bolle di piorobo,
reditario, ed abolì il soprannome <\\ gran- rigettando la supposta da R.inaldi in A-
de ai óisceudenVi di Pompeo. Gl'impera- rezzo e attribuita a s. Silvestro I, e c]uel-
tori greci sottoscrivevano soltanto i loro le de'ss. Leone I e Gregorio I nell'archi-
decreti o ì loro Rescritti [F.^j con un in- vio di Castel s. Angelo. De'sigilli di cera
chiostro (di cui a Scrittura) particolare, si servirono quasi sempre Carlo Magno
del quale i sudditi non potevano far uso e i suoi successori, e ben parecchi esisto-
senza incorrere nel delitto di lesa maestà no negli archivi d'Italia; talvolta li usa-
in 2.° grado. Essendo Teodorico re d'I- rono d'oro, e ne parlai in più luoghi an- :

talia allatto analfabeta,apponeva la sua che Carlo Magno e suo figlio Pipino si-
firma conducendo la penna per le arte- gillarono in oro, altrettanto fecero Gui-
fatte aperture d'una laminetla d'oro, le do e Lamberto. Dopo iliooo comincia-
quali del suo nome le prime 5 lettere com- rono ad essere più frequenti gli aurei si-
ponevano. Del segno della Croce o dello gilli degl'imperatori, il che non è manca-

spacco di questa, in luogo di firma, ne ri- to anche negli ultimi secoli, ne' quali la
parlai a Scrittura: non solo i vescovi po- maggior parte è di cera e talvolta d'oro.
sero e tuttora costumano l'ineffabile se- All'articolo Sicilia parlai d'un gran nu-
gno avanti la loro soscrizione, jna ne'pri- mero di diplomi di que're con sigilli d'o-
mi tempi ed anco non lontanissimi da noi ro massicci e di minor valore, co'quali ri-

ciò praticarono eziandio sacerdoti.! i 1 Mu- conobbero le investiture feudali che rice-
ratori nel t. 2 delle Dissertazioni, CI die- vevano dai Papi. Vedasi Bolla d'oro de-
de 35.^ De' sigi Ili de' secoli bar-
la dissert. gl'imperatori, e Bolla d'oro diCarloI V.
hariy sulla quale qui in breve accennerò De'sigilli d'oro e d'argento mg.i" Marini
il più interessante. Incomincia il grande discorre nel suo Nuovo esame de' diplo-
erudito dall'avvertire, che nel visitare gli mi di Lodovico I, Ottone I e Enrico II
antichi archivi, non senza esame si deb- sul dominio temporale de' romani Pon-
bono accogliere i sigilli de' vecchi secoli, tefici, a p. 82 e seg., e da'quali prende-

e con quelle minuzie che vuole l'arte cri- vano nome i diplomi, chiamandosi bolle
tica, poiché talvolta! sigilli di cera da'sin- d'oro e d'argento, pe'sigilli ch'eranvi ap.
ceri diplomi si trovano trasportati negli pesi, come Sigilli furono dette le lettere

adulterini; che ciò sia succeduto piìi vol- de'principi. L'uso dell'aureo sigillo lo di-
te egli l'osservò, come in quello del 3.° ce derivato dagli antichi ree imperatori
diploma Carlo Magno in favore della
di franchi, ma che forse si usò prima nelht
chiesa di Reggio, e riportato da Ughelli, nuova Roma ossia Costantinopoli, anzi-
nel quale sigillo di cera coU'efllgie di Car- ché in Francia ed Alemagna: diplomi i

lo sono le lettere : Xpe protege Carolum muniti di tali sigilli si dissero Oysohid-
rcgc Franconim, menile già era divenuto lae e Argyrohullae, Non però a luili i di-
SIG SIG 85
jìlorni fu ai^pesa la bolla d'oro, raa a quei III del 1 170 usò il sigillo di piombo ne'di-
|>iinci[)alineiite che contenevano cose di plomi. A Primicerio DELLA s.Sede narrai
^ran luuniento, usandosi dd lutti gl'iiu- che usava ne'suoi alti il sigillo ili piom-
pciatoi non quando erano re de'ronia-
i bo, rimarcando Galletti che non solo Pa- i

ni, ma dopo l'elezione loro io imperatori. pi ei [)rincipi sovrani, anche magnali ma i

1/usarono anche altri principi, Leone re e i personaggi privali costituiti in gran-


degliarmeni scrisse 3 lettere a Papa In- diosi posti adoperarono sigilli osieno bol- i

nocenzo III, una ne scrisse Premislao II le di piombo nelle loro carie; anzi aggiun-
re di ISoemia a Papa Onorio III, <S Bela ge che ne'lempi più rimoti gli abbati be-
I Vd'Ungheria a diversiPontefici, mu-
re ncdellini appesero piombi alle loro carte.
gran sigilli d'oro. Federico
nite tutte di Galletti a p. 36 j del Pr/V/i/cero descrive
II re de'romani prima d'essere coronalo «juellogrande quanto una piastra e bea
iinpeialore autenticò con bolla d'oro le conservato in s. Pietro di Perugia, aven-
donazioni temporali falle alla santa Seile. te nel diritto il Redentore con 7 figure
^cl niedioevosi chiamarono bolle d'oro che intervengono olla sua trasiìgurazio-
quelle scatole di tal metallo e contenenti ne, colla leggenda intorno »! Truus/igU'
.simili sigilli; queste scatole furono pure ratio Domini Nri Ihe Xpi, e nel rovescio
d'argento, e con ripetervi sopra l'incisione un abbate sedente colla regola nella ma-
del sigillo, come suole praticarsi in «luci- no destra, e il pastorale nella sinistra, e
le di argento o metallo doralo che pen- inloi 110 -t^ Garinus Abbas Moiitis Tlia-
dono da'solenui atti sovrani, come i con- bor. Inoltre notai aGER0S0Li.\iiTA>0 ordi-
cordali fra sovrani, e'fra questi e il Papa. ne, che il suo gran maestro eziandio usa-
Racconta IMiiratori che le antiche bolle va la bollaosigillo di piombo. Si può ve-
d'oro portando fiera tentazione, [lochene dere Petra nel Conimenlario alle Costi-
sono restate. Fra lecalamilà cui soggiac- tuziouiaposiolicke.'Sliivalon parlando dei
<Iiie il monastero di Farla nel secolo X, sigilli, de Monogra/nrni [l.) ede'copiosi
rileva che tuonaci immersi in ogni vi-
i diplomi di Monte Cassino, dice che ili."
zili, rubali i sigilli d'oro a'diplomi, vene sigillo di cera è dell'Hjj dell'imperatore
poserodi piombo, il che i]i sospettare che Lotario I : intorno al suo volto si legge
ulti i diplomi che hanno sigUli di piombo Xpe A(ln'\'a II. Lolliariiini/liii^.nesciive

un tempo gli avessero aurei. I principi lon- pure altri sigilli di cera de' re d'Italia, e
gobardi e normanni che dominarono in degl'imperatoriOltouel, Ottone II, S.En-
Uenevento, Salerno, Capua e altre città rico II, Lotario II. Siuiilmeute ivi si tro-

ilei regno di Napoli, talora usarono i si- va una bolla di Papa Vittore II delio55
gilli di cera e talvolta di piombo. Così i circa con sigillo plumbeo, leggendosi nel
dogi di Venezia lìn dagli antichi secoli co- con torno: Tu Lù/dUli Suscipf CLi -
'|' .Xai'c
stumarono di confermare le loro carte col l'I'?; enei rovescio in mezzo Aurea Roma,
sigilluih piombu.EmanueleCumnenoini- e nel contorno f'ictoris Pape II. Cousi-
peratoreile'greci privò ildoge veneto Se- gdlu di piombo e di cera sono vari di-
bastiano Zumi dell 17?. ilei privilegio ili plomi de' suddetti principi longob^irdi e
bollare col |)iombo,prerog.jli va a lui con- normanni, di privilegi e donazioni. Vi è
ceduta dagli nitri imperatori. Anzi ad i- un diploma di Ruggero ducadi Puglia
11

initazionede'veneti, quasiché fosse un pri- e Calabria con bulla di piombo, e altro


vilegio di gran rilievo, la repubblica di con sigillo d'uro del 1 1 3o,od altro di piom-
ì.ncca (/'.) implorò ilal Papa .Vle!>sandru bo già divenuto re ili .Sicilia. Inoltre in
11 la (acuità d'usare un pari sigilh), e l'ul- Monte Cassino vi sono iluc don i/ioiii di
tenne nel loiij. Nel voi \L\II,p ali Uarisuiie re di Saidc;^na, munite col.m-
iiolai, che l'arcivcscuvo di Njpoli Sergio ^illu di piuiiibo. L cj»a uuli^iuia clic uci
86 S I G SIG
sigilli degli antichi re e imperatori, qua- ragiona Muratori, ed anche di due spe-
si sempre si vedala loro efllgie, coll'iscri- cie, valea dire con lettere prominenti per

zione esprimente il nome loro: fu questo sottoscrivere, e delle cavale per sigillare
in uso ne' vecchi secoli anche presso le per- incera. Quindi passa a diredelle variespe-
sone nobili, che cogli anelli imprimeva- da'romani, in gemme e
cie di sigilli usali
no la loro immagine o qualche simbolo. lamine o tabelle, alcune con let-
anelli, in
Descritti Muratori due anelli d'oro tro- tere prominenti, altre con incavate, e ne
vati in Bagnorea nel 727, i goti o longo- produce esempi e alcuni curiosi, comechè
bardi, cheforsefuronosigilli, osserva sul- d' un fornaio colla pala per infornare il

la loro effigie, che fu prerogativa de'no- pane, e de'lavoratori de'mattoni e coppi


bili, tanto romani, che goti e longobardi, che imprimevanocol lorosigillo. Ne'seco-
ed anco de'frauchi, non solo l'usaranelli, libarbarici si costumarono sigilli, ne'quali
ma eziandio di scolpir in essi la propria etano scolpite le testedegli uomini illustri,
romani poi di bassa sfera in luo-
effigie;) distinguendosi i sigilli degli ecclesiastici da
go del sigillo imprimevano il loro nome quei de' secolari per la figura ordinaria-
in una tavolettadi legno o metallo, in una mente ovale; ne riporta alcune descrizio-
stampiglia, e due anelli di bronzo co'no- ni. Dacchès'introdusserofra gl'italiani gli

rai Forhinius e /^/tó//.? pubblicò Boldet- stemmi earme gentilizie, al modo che de-
ti. Le tavolette fatte a guisa d'anello fu- scrissi nel §r, Degli stemmi o arme genti-
rono di due sorte, cioè alcune erano ado- lizie,'] prìncipi cominciarono a usarli nei
perate per formar le sottoscrizioni, non loro sigilli invece dell'effigieiper molli se-
sapendo scriveie (come la ricordata del coli i marchesi Estensi tennero per loro ar-
goto Teodorico), ed altre perchè confer- me l'aquila bianca, e questa comparisce
massero la fede delle carte come si fa coi ne' loro sigilli antichi. I conti di Savoia
sigilli. E ciò praticarono talvolta i mede- per gran tempo usarono ne'Ioro sigi Hi la fi-

simi principi, inducendo inchiostro sopra gura d'un soldato armato conca vallocor-
le lettereo scavate o di rilievo nella la- renle. Degli stemmi e sigilli delle case so-
mina. Dell'ira pera toreGiustinol del 5i 8 vrane, e di quelli de'Ioro stati, ai rispet-

cos'i scrisse Procopio: Ligneaetahellaeper- ti vi articoli non manco di trattarne. Dopo


polilae fonnam qualuorlilerarum , quae che le città d'Italia conseguirono la liber-

legi Ialine possenl, incidendani curante tà, presero anch'esse a sigillare i loro alti;
eaque libello imposila, calamum colore alcune di esse costumarono di far veliere
inibulum,qui scribere ìììos est imperalo- l'iinmagine del santo loro patrono, colla
ribus, huic principi Iradebanl in nianuni. giunta d'un verso leonino; altrettanto ili-

Vedendo Muratori monogrammi de- i casi delle repubbliche e delle semplici co-
gl'imperatori e re, continuati da'tempi di munità : di moltissimi sigilli ne feci la de-
Carlo Magno per qualche secolo da'loro scrizione in tali articoli, e noterò che an-
successori (essendo per altro piùanticol'u- ticamente dalle comuni furonoadoltati si-
sodi tali monogrammi), che servivano u- gilli come simbolo delle società libere e
iia volta per sottoscrizione, conlenendo in indipendenti. Piaccontai a Roma, che nel
compendio il nome di que'monarchi; mol- i4io i romani per segno d'essersi assog-
ti ne osservò che sembravano di lor ma- gettali ad Alessandro V gli mandarono le

no, altri delineati con caratteri sì delicati chiavi delle porle, i sigilli e lo stendardo
e lineesì ben tirale, che non li crede for- del popolo. Qualcuno osservò che ordi-
mali con penna, ma colla stampiglia: for- nariamente le cillà libere ebbero per im-
se furono un'imitazione esalta di loro so- presa nel sigillo una città o palazzo con 3
scrizione, per cui praticarono couie i ro- torri; altri che i sigilli de'patriarchi del-
mani le tavolcUc, e di vaiie superstiti ne l'elàdi mezzo erano di figura rotonda, pò-
SIG S G I
87
chi (li forma ovale o .ncuta, dìstingueiKlo- r87 5, di alcuni esarchi di Ravenna, di due
si clii cjiielli de' vescovi e iibbali ol>Itiiiu;lii, primiceri della s. Sede, e di Teodoro no-

ed ovati quelli degli altri ecclesiastici. La taro. liolledi piombo usarono per sigillo
repubblica ili Genova, aiicorcliè nelle sue i giudici eredi Sardegna, teriuinandoMu-
bandiere portasse la croce rossa in campo ratoricoQ encomiare l'opera di Ficoroni,
d'argento, pure nel suo sigillo mostrava di cui parlerò, con una prodigiosa quan-
un gall(j preso pel colio da ima volpe, e tità di antichi e antichissimi sigilli e mo-
un grilfu tenente sotto i piedi essa volpe nete di piombo, ^'el 1. 1 delle Disserl. ilei-

e gallo; e nel contorno si leggeva questo L'accad. roiaana d' archeologia, a p.3G5,
verso: Grijfus ut has angit, sic fiosles Ja- si pubblicò la Disserlaz. sopra
i piombi

nna frangil. Prin)a anche delle città co- due inediti recente-
pontificii in genere, e
stumarono alcuni vescovi di adopei are so- mente scoperti di d. Giuseppe facili. >'el-
miglianti sigilli. Angelo vescovo di Troia la biblioteca Vaticuia vi è una preziosa

delioSy nelle sue bolle usavano sigillo, raccolta di sigilli antichi, ma la più copio-
dove era l'edigie della B. Vergine col Sal- sa in Romamedio evo è quella del
e del
vatore in braccio, e questo verso: P'ergi- principe !\L-»ssimo, grande amatore e cul-
iieis nienibris genui(,qtieni gessiti/i tilnis. to delle cose antiche. I re di Francia del-
Ad A.NELLo de'vescovi dissi che se ne ser- la I
.' dinastia, tranne Childerico 1 e Cini-
virono per sigillo. Molle città e comuni ileiico IlFj servi vansi per sigilli di anelli
assunsero nei loro sigilli il sagro segno diforma rotonda nel castone, detti orbi-
della Croce, per memoria delle Crociale culari,ad imitazione forse d'antico costu-
a cui mandarono in gran copia crocesi- me. Si pretende che Carlo Magno non si
guati contro i nemici del nome cristiano, servisse d'altro sigillo chedel pomodisua
invasori de'Iuoghi santi della culla di no- spada, in cui era illci^a la figura del suo
stra s. religione. Indi Muratoli rende ra- Sotto Filippo II .Augiislodel 180
sigillo. I

gione d'una bella raccolta di sigdli, già fit- sicredechei sigilli tenessero ancora il luo-
ta dal celebre mg. Francesco Bianchini;
""
go di segnatura, e dispensassero dal sot-
poscia tratta di f|uelli d'alcune città,cume toscrivere gli alti. Il Parisi iieir/!.7r/<:io-
di Udine, ili Cividale, d'Antiochia; quindi ni per la >egreteria, tratta dell'uso, abu-
riparla delle bolle di piombo de'l'api, ma so ed alletto de'>igilli; da chi ȓ usano coii
di multe della stessa raccolta, lai. 'essen- l'arme, da chi con cifra; quanti, di qiial
do di Zaccaria I*apa del 74., la "z.^di
s. forma e grandezza ne occorrono per una
s. Paolo I del 7^7, la piìi recente appar- segreteria di cardinale odi signori cui com-
tenente a .Martino V, l'ultima poi congit- pete il titolo di eccellenza, quanti nelle al-
tura che tosse usata dalla curia romana in tre segreterie inferiori, quanti per un illu-
sede vacante. Nel dritto si vede il triregno strìssimo di 3." rango, ed altre analoghe
Bulla curie dai Ptipac, e
col l'iscrizione nozioni. .Vvvcrte che Cicerone scrivendo
nel rovescio due chiavi colla croce, e le pa- aBriitu,gli notiikò che Labeoiie avea sti-

role Dai c;V/V^i</.s//i'tvi/o'/j>-.Rillelte Mu- lli. ilasupposta una di lui Intiera, per nou
ratori, che non solo i Papi usarono i si- avervi veduto Ira le altre cu>e 1 impioii-
gilli o bolle di piombo, ma ancora altri la del proprio sigillo *, e che nelle segre»
vesco»iepiinci[)i, e magnati cospicui per tene non si devono a>loperare sigilli con
nobiltà, laonde sospetta la ficoltà data co- monogrammi, ma soltanto quelli con ar-
me per privilegio alle repubbliche di Ve- me o impresa propria scolpita : il far uso
ne/.ia e di Lucca, le quali perciò potevanu dei sigillo con cifra (se pure non voglia tar-
usarne senza speciale concessione. A Uri si - si qualche caso per tener segreta l.i per-
in
gilli di piombo delta collezione Bianchini sona che scrive) si lascia ai mercanti ed
souu quelli di Docibilc duca di Gaeta dcl- ai privati. L'uso del torchio facilita i'iui-
88 SIG SIG
pronto del sigillo compresso sulla cialda tali. Eglichiamò cera di Spagna, per
la

o bullijio d'osila. Ver uuH Segreteria [F.) distinguerla dalla gommalacca; rovinato
di principe, di cardiaale,ed anche di qual- da un incendio, colia nuova industria ar-
che prelato in carica primaria, e vescovodi ricchì: inseguitosi formarono diverse spe-

vasta giurisdizione, ponnooccorrereG sor- cie di ceralacca eccellente e con varietà di


te di sigilli. Il I .°è il massimo da patenti e colori. Dice il Parisi, che con sigillare le
da rescritti con lettereatlorno, contenen- lettere colla cialda o ostia o colla ceraspa-
te il nomee le piìi cospicue dignità e or- gna, e con imprimervi bene sopra l'arme
dini del personaggio. 11 2.° è il grande pa- o l'impresa scolpita sul sigillo, non solo
rimenti con lettere per inferiori e subor- sirende dillicile la dolosa apertura delle
dinati, the sono trattati col titolo d'/Y/'t- lettere, ma si viene ad autenticare o con-
òtrissimo. il 3.° è il mezzano pur con let- fermare la persona di chi in esse ha ma-
tere per gl'inferiori non subordinali, che nifestato isuoi sentimenti, poiché le firme
lianoo rillustrissimo di 2.° rango. Il 4-° e il carattere si ponno falsificare, massi-
è il niezzanello, con l'iscrizione o senza ad me dopo i progressi della paleografia, di
arbitrio, di cui i signori di eccellenza fan- cui feci parola a Diploma, sulla quale da
no uso cogl'illustrissin)! di ." rango, ed i ultimo il cav. Sdvestre pubblicò Paleo-
un cardinaleanchecon principi, duchi, vi- grafjkieuiiii'erselte, deWa quale opera re-
ceré ec. Il 5.° è il piccolo senza lettere che se ragione i' ab. D. Zauelli, nel t.
g, p.
si usa con eguali e co'maggiori. 11 6.° poi 234 ócW^lbuni di Roma. Aggiunge Pa-
è minimo per le lettere
il al Papa ed ai risi, che quantunque per sigillare le let-

sovrani. Ora non si usano pili tanti sigil- tere ordinariamentela cialda, ossia
si usi

li, essendostati simplicizzati i trattamenti ostia colorata o la ceraspagna, o piu'e in-


epistolari, e si ponno restringere al £.°e ai ternameute l'ostia, ed esternamente a
due ultimi, meno alcune eccezioni. I si- maggior cautela la ceraspagna, nullame-
gilli sono stati incisi sopra qualunque sor- no co'sovrani e co' signori oltramontani
te di materia, sopra i metalli, le pietre suole adoperarsi la ceraspagna, poiché il

preziose, il vetro, l'avorio, e persino sulla fare l'impronta del sigillo colla medesima
lava vulcanica. Variarono egualmente le si reputa maggiore rispetto. I nobili in
materie destinale a ricevere l'impronta ; tempo usano oltre la carta
di Lullo (/^.)
si adoperarono la creta e la malta, cioè u- orlata a bruno, l'ostia o ceraspagna ne-
iia mescolanza di pece, di cera, di gesso e ra, locché a' principi, cavalieri e prelati
di grasso; ma una cera modificata o alte- suol permettersi anche co'cardinali, ma
rala con qualche sostanza per colorirla e non già co'sovrani, né co'principi del lo-
renderla più dura, fu la materia più co- ro sangue. Avverte però Parisi, che nelle
munemente usata. Difatti ire francesi di- lettere di condoglianza per morte d'un
colisi aver tolto da' romani l'uso de'sigilli sovrano si può usare carta orlata di nero,
di cera; ma quella della cera punica oce- massime dai dipendenti, ma non già nel
ra di Spagna o ceralacca, eh' è una me- partecipare a lui ed a qualunque mag-
scolanza di gomma lacca, di pece, di cre- giore la morte de'propri attinenti, quasi
ta edi cinabro, è as^ai receutejquesla com- che si volesse invitare a condolersi : fra
posizione fu inventata soltanto da due se- eguali e con inferiori può da chi è in lut-
coli incirca in Parigi dal mercanteRous- to usarsi la carta colla grossezza tinta a
seau,e si riduce in bacchetti ne per uso di si- bruno. Si costuma ancora sigillar le let-
gillare. Pare che non dall'oiiente,(na piut- tere con bollini impregnati di gomma, di
tosto dall'Italia egli ne abbia appresa la tutti i colori e con varie figure,ed eziandio
preparazioiie, bensì la gomma lacca e non col pro[)rio stenuua che formasi col pul-
lacmalucca si fabbricava tteiritidie uricu- sune del sibilio, uuche eleganti e coloriti.
SIG SIG 89
Il colore de'sigilli e delle impronte variò corpi politici, giudiziari, araminislralivi,
grandemente al pari della loro materia; scientifici, artistici e benefici. Iconlro-si-
ipiii antichi sono di cera bianca, secondo gilli poi furono stabiliti per guarentire me-
alcuni, ma uou pare, poiché si trovarono glio la virtù de'sigilli; i piìi antichi sono
sigilli di cera mista e varieggata.L'iisodel- del secolo XIII. La carica di guarda-si"il-
ja cera gialla o della cera vergine non ri- che impoita la custodia del sigillo del
li,

sale che al secolo XII, ma meglio è veder- regno, fu introdotta in Francia nel fine
si Lumi e Olio. La bellezza e lo splendo- delsecoloXV, e poscia in altre monarchie,
re della cera rossa o colorita col cinabro e perlopiù allidata al cancelliere della co-
porlòinappressoi sovrani a preferirla per rona. Enrico III re di Francia appose e-
l'impronto de'loro sigilli. Gl'imperatori gli stesso il sigillo alle lettere patenti, che
e i patriarchi d'oriente sigillavano col- il cancelliere di /?/r^£jo(/^.) avea ricusa-
la cera verde le lettere che scrivevano ai to di sigillare, ad istanza del re da Gre-
principi e altri illustri personaggijqiiesl'u- gorio XIII crealo cardinale; ed è perciò
so fu inlrodottoin Francia nel secolo XII, ch'egli dicevasi essere cancelliere senza si-
dopo Germania, e contemporaneamente gilli. Anche le casse che si ripongono nei
l'adottarono le città e altre comuni, e le sepolcri co'cadaveri ùq Servi di Dio, dei
corporazioni: si riguardanoperò rarissi- Papi, de'sovrani e di altri personaggi so-
nai i sigilli improntati in cera verde, non no sigillate. De'sigilli che si pongono in
perchè raro ne fosse l'uso, ma perchè la quelladel Papa parlai nel vol.XLI, p.2f)4,
mollezza della materia non permise che ed a Sede vacante: come si praticò col
si conservassero. In Inghilterra la ceia ver- cadavere di Pio VI, per non essersi potu-
decora riservata per le carte pubbliche, to usare i consueti sigilli, lo raccontai nel
piuttoslo pe'documenti più solenni, co- voi. LUI, p. 108. Per quanto dissi parlan-
me la magna caria contenente la costi- do degli iftemwn', nella cassa mortuaria del
luzione. 11 privilegio di sigillare con cera Papa non vi si pongono le chiavi suH'ar-
azzurra, accordalo nel >24 dall'impera- 1 me. A Sedia de'Papi narrai che nelle an-
tore Carlo V, prova che
si è dalo talvolta tiche ceiemonie del loro Possesso si cin-
quel colore alla cera, ma non se ne ha for- gevano con una zona o cingolo da cui pea-
se che un solo esempio. Alcuni signori nei deva una borsa con 2 pietre preziose chia-
1

bassi tempi si appropriarono l'uso della mate sigilli, simbolo de' i 2 apostoli. Nei
cera nera; essa era stala altre volte ado- codici TeoJosianoe Giustinianeo piìivol-
perata da Geremia patriarca di Costan- le si parla dell'apposizione de'sigilli agli
linopoli, e poi dal gran maestro dell'or- elfelti mobiliari de'defunti, de'condanna-
dinc teutonico nella Prussia; in Francia liapenecapitaliede'falliti.QueU'atlocon-
senefecepurequalcheusonelsecoloXIII. servatorio fu Iraìmesso dagli antichi 10-
1 sigilli furono talvolta grandi, tal altra mani alle moderne n^izioni come salul.ire
piccoli;alcuna volta (juadrati,altraobluu- precauzione ne'casi in cui si vuole assicu-
ghi, altre volle ovali o a fiordi giglio, pre- rare qualche possedimento di oggetti mo-
valse la forma rotonda, l'oblunga e anco bili. Ilmarchio intamante è una pena au-
rottagona.Inprogressodilempoisigillisi tica cpiasi equivalente a un sigillo sulla
n)oltiplicaronoslraordinariamei\te,laon- carne. Gli abitanti di Sainos imprimeva-
de non solo i Papi, gl'inìperatori, i re, i no la figura il' una civetta sugli ateniesi
principi sovrani, ma le città ancora e al- fulti prigionieri; romani imprimevano il
i

Ire comuni, feudatari del


i 1 ."e 2.°ordine, marchio K sulla fronte de'calunniatori e
i vescovi, gli abbati, le chiese, 1 monaste- de'prcvaricatori, alllnchè quel segnale fos-
ri, i sodalizi, le curii di giustizia e i tribù- sepiìjappareiite, e[)iù grande ne risnll.i-!-

uali ebbero lutU i luru aiutili, uuu che 1 sci'i^uoujiuid;pcròCuslanliuuuidiuòclie


9° SIG SIG
ai rei dannali al marchio, questo s'impri- che simbolo o epigrafe, ovvero impresso
messe sulla mano o sulla gamba. Ne'bas- a caratteri, Signunt PP., cioè Signuni Pa-
sitempi questa pena era inflitta in Italia pae, col di lui nome, che serviva tanto per
partioolurmcnte a'ladri,e poi fu adottata privato segno, che per autenticare ne'pub-
da'iVancesi e anche
pe' falsari. Di questo blici alfarileloro lettere in forma Brevis,

vasto esvariato argomento de'sigilli, oltre Questo costume si ravvisa da molti anti-
i citati scriltori, si poimo consultare se- i chi monumenti durato fino aEugenio IV
guenti. Cristiano Schlegelli, De celia ve- del 43
1 che introdusse l'anello pescato-
' >

ieri, inonumentis aeri incisis, numinis ac rio,usato poi ne'bievi pontificii, aldiredel
sigìUis iUustratiim, Dresdae. Agostini, Le già citato Lelli, vale a dire s'incominciò
getniìie auliche con figure, Roma i
647. d'allora a porre ue'brevi il sigillo dell'a-

Boot, Flisloria geiìiniarnni et lapidiun, nello pescatorio preesistente e antichissi-


LugduniBatavorum i647Configure.For- mo, e fino allora erasi usato nelle lettere
tunio Liceto, Hieroglyphica, sive antiqua private con qualche diversità. Leggo pu-
scheiiialagentmaruni annulariuin. Pala- re nello Stellisco, sul sigillo piccolo e se-
viiiG63 con figure. W\co\a\, De sigtis vele- gnatorio usato anticamente da'Papi, che
rum, Lugduni Batav. 703. Abramo Gor- i di questo se ne servivano non solamente
leo, DaciyUolìiecae,seuaniiuloruin sigil- nelle loro lettere familiari e private, ma
quorum apudpriscos lamgraecos
la riunì ancora in alcune di quelle che scriveva-
guani roinanos usus, ex ferro, aere, ar- no come Papi, onde fra le lettere di essi
genio et auro. Cuni expUcat. Jac. Grò- dopo il ooomoltese ne trovano collada-
I

1707 con belle incisio-


«ot'//,LugduiiiBat. ta il parvo sigillo, che
o autentica sotto
ni. DomenicoM. "Ma nni. Osservazioni sto- altronon era se non l'anello, e questo co-
ricele sopra i sigilli antichi de' secoli bassi, stume durò sino a Eugenio IVche intro-
Firenze I 739-84con figure. J. M. Heinec- dusse l'anello del pescatore. Le convali-
ci, Feterum gernianoruni el aliaruni na- dazioni delle firme, rescritti, brevi, bolle
tionum sigillis^et corani usa et praestan- e costituzioni pontifìcie, sono autenticate
ila, Francofurti et Lipsiae i 709 con figu- e firmate con sigilli, bolli e piombi apo-
re. Calogerà, 48, Osservazioni sopra un
t. stolici , i quali danno irrefragabile testi-
sigillo della badessa del monastero che monianza delle concessioni apostoliche, e

fu già presso Treviso di s. Girolamo. D. dell'epoca de'suoi tempi in cui fi.uono mes-
A. Bracci, lìlemorie degli antichi incisori se in uso, le quali mai incontrano oppo-
che scolpirono i loro nomi in gemme e sizione veruna della loro validità per o-
cammei lati no ilalianOfFìieaze i 784coa gni luogo, tempo e circostanza, di cui ren-
figure. Cardinali, Osservazioni d'un an- de ragione la medesima apostolica tradi-

Mg.^
tico sigillo capitolare, V^om^n'Ò'ìS. zione. Non pare che le Lettere apostoli-
Marino Marini, Di un anello e di un cani- che [f^.) chiamale Forniate[f''.) prendes-
ìneo,dissertazioneepistolare,V\oma 1 832. sero questo nome dal loro sigillo, come
§ 3." De' sigilli pontificii. chiaramente dimostra il dotto mg."" Ma-
I romaniPontefici ne'diversi tempi han- rini, Diplomatica pontifìcia ossieno os-

no usalediverse specie di sigilli: i."la Bol- servazioni paleografiche ed erudite sulle


la di piombo, 2.° l'Anello Pescatorio, 3.° bolle de' Papi,che meritò una 1.^ edizio-
il privato sigillo collo stemma gentilizio, ne corretta e accresciuta. Le lettere^br-
in cui sopra lo scudo sovrastano le chia- mate così denominaronsi, sia che si scri-

vi incrociate e il triregno. Più anticamen- vessero con certe e stabilite formole, sia
te usarono i Papi un sigillo inciso nel lo- che fosse in esse inserita la formola,ovvero
ro anello o^/ie//o del Papa {f'^.), ^ eh a- simbolo della fede che si professava. Tut-
malo sigualorio^ia cui eiavi espresso quai- tavia nou si nega che anco le lettere ec-
SIG SIG 91
clesiastiche sicnsi delle un lem])o forma- i brevi e ora le sole bolle, ricorda la gran
te, suggelli j sfrdgidf.s in yreco, bolle j e questione diesi fece fra gli eruditi, chi
che tuie (lenoiniiiazioiie sia loro venula sia stato tra i Papi il i.^a u-are il sigillo
Jair inipiessione del sigillo dalla bnlla di piombo, rigettando s. Silvestro I,dice
pendenle. L'apposizione però de'sij^illi fu chepnre fuori di dubbio averlo usalo O-
poslerioie di mollo airesistcìiza delle let- norio I del G2 j, e Deusdeditos. Adeoda-
tere formale; esse rimontano a'tempi a- to I del 61 5, imperocché assicura Ana-
poslolici, ove si Vogliano considerare una stasio Bibliotecario di aver egli avuto in
cosa slessa coWe Lettere comi/iendatizie e mano il sigillo di piombo d'Onorio I; ed
colle Dirnissorie[F.): e certamente delle il Gori nella prefazionealle I-crizioni del
formale si fa menzione fino da s. Sisto I Doni, p. 22, reca un sigillo di piombo di
dell 32. Ma i sigilli nelle bolle de'Papi, i Deusdedit colla leggenda Deusdedit Pa-
quali certamente precedono quelli de've- pa buon Pastore nel ro-
nel diritto, e col
scovi, non risalgono al di là del III o IV vescio in atto di accarezzar collemani due
secolo, anche volendo credere vero quel- pecorelle, aggiuntevi le lettere A e il. Al-
lo dis. Stefano I del 257, sulla sincerità tri vogliono che Adriano «Jel 772 ab- I

però del quale cade non ingiusto sospet- bia ordinato che le bolle pontificie,chepri-
to; e volendosi pur credere sigillo, e non ma si sigillavano con cera,fos>ero per l'av-
piuttosto medaglia, come opina Baronio, venire sigillale col piombo appesovi. Per
coniata a s. Leone I per la hberazionedi raccogliere in breve il moltoegregiamen-
Boma dal flagello di Attila re degli unni; te scritto da mg."^ Marini sui suggelli del-
altri e per moneta l'attribuirono a s. Leo- le pontificie lettere, loro ir.i[)ressioiii, an-
ne III, come vol.XLVl, p. of).
rilevai nel i tichità e uso, autorità competente come-
E sebbene Rlaurini nel nuovo l^ratlato
i chè antico e peritissimo prefetto degli ar-
di diplomatica, facciano rimontar l'uso chivi segreti della s. Sede, quali sono un
i

de'sigilli nelle lettere pontillcie a tempi vero incomparabile e prezioso tesoro di


più lontani degli accennati dal p. ALdjd- autentica erudizione ecclesiaslica riguar-
lon nella sua Diplomatica, in cui scrive dante le relazioni delle nazioni co'Papi,
di non a ver veduto si gii li de' Fa pi, che pre- mi limiteròa'seguenli cenni, con qualche
cedano pontificati diGiovaimi V del 685
i lieve schiarimen.'o per adattarlo a quan-
e di s. Sergio I del G87, tuttavia gli stes- to qui mi sono proposto di svolgere. Le
si Maurini non ne riportano l'usuai II se- Bolle (^.) trassero il nome d.d sigillo o
colo cristiano, al coniinciamentodel qua- bulla di piombo, di cui si munirono: no-
leappartengono le prime lettere formate. me di bolle fu datoa'pontifioii diplomi pel
Come i sovrani temporali hanno i Papi sigillo di cera o di piombo che fu in uso
talvolta muniti ì propri di|)lumi con un d'apporvi : già dissi di quelle di s. Gre-
bollo d'oro,e per ultimo Clcn)enle XI nel- gorio I del 5c)o , di Giovanni V e di s.

l'erezione del patriarcato di Lisbona, per Sergio I. De'sigilli di cera ne'[)onlillt:ii di-
compiacereGiovanni V redi Portogallo, plomi, dicono anche i .Maiit ini che Gio-
come notai a Bolla d'oro DE'PoxTErif.i. vanni XV del C)S ) sigillasse cpialche volta

Ma per l'ordinario i Papi sigillarono sul- con cera e col suo anello. Crede Polido-
la cera, e luio dai tempi di s. Gregorio I ro Virgilio, chei primi Papi sino e inclu-
in piombo, come vuole il Badosse, e poi sive a s. Agatone del G78, sigillassero con
in ceralacca, oltre quella specie di cera ili anelli impressi sulla cera; con essa certa-
cui parlai a Breve apostolico. Il Zacca- mente in tempi non così rimoli le leltere,o
ria ne'commenlì alla Relazione della cor- hvev'isuhannitlopiscatons: la denomina-
te di Roma del Lunadoro, parlando dei r.ioneiliA'/rir viene parimenti dall'antico,
sigilli di piombo con cui sigillavuusi già per titolo e iJuta,pcr coi to scritto, per ma-
92 SIG SI G
lricoIa,per biglietto cVordine,per atto giu^ billon, ne riporta l'uso a s. Gregorio I, e
tliziale, per istrumento e per lettera, come mg.' Marini lo convalida con critica eru-
rilevasi da pii^unoaiinieuti benché d'in- dizione. I papiri diplomatici olfrono l'im-
ferioreetà. Il Mabillon indica l'uso di det- pronta della bolla in piombo di Giovan-
to anello fief[uente, sin dal pontificato di ni V,che Vittorelli ne'supplementi al Ciac-
Celestino 111 del i 191; ma se Clemente conio attribuisce a Giovanni I, e il Bol-
s.

IV del 1265 non fu ili .° a sigillare in ce- lando a Giovanni Vili deir87 2; e di que-
ra coH'anello del pescatore, egli ne rese sto sigillo parlano Mabillon, Maurini e i

certamente l'uso assai frequentejfrequen- l'Eineccio. Negli stessi papiri anche d'altri
tissimo, anzi comune lo fu nel XV secolo, Papi si scorgono sigilli, che una volta
i

e vi si adoperava cera rossa. Ma che che furono uniti alle loro bolle; uno di essi è
ne sia del sigillare in cera, certissimo egli dis. Sergio l,ed ha scolpito il monogram-

è, che da tempi antichissimi sigillavano ma di Cristo e il nome del Papa. Nel Ciac-
i Pa|)i le lettere loro con bolle di piom- conio si osserva altro sigillo di questo Pa-
bo. 11 Ficoroni (nella bell'opera, 7 p/o//i' pa, colla Croce e in greco nella parte op-
hi antichi, e de'sigilli antichi di piombo posta Cepiioiiy cioè clamor Sergii; il che
d'imperatori e del governo imperiale, dei potrebbe dare indizio che i sigilli antichi
sigilli di piombo latini e greci della ge- fossero statiun giorno depositari de'mot-
rarchia ecclesiastica, de'sigilli di piombo ti ed in altro sigillo pur ri-
o sentenze :

de'primi sommi Pontefici, con le piccole ferito da Ciacconio si leggono nomi di i

crete figurate servite di sigilli agli anti- s. Pietro e di s. Sergio l e sembra che ,

chi, e colle figure di tutti i piombi da lui questo sia ili. "sigillo rimastoci, che offra
illustrati), ne riferisce il piincipio ai pon- ilnomedel principe degli apostoli. Ne'pa-
tificali di s. Teodoro I del G42, di s. Vi- piri si vedono delineati anche sigilli dei i

taliano dei 0^7, di Adeodato li del 672 Papi s. Zaccaria, Stefano II o IH, s. Leo-
(seguendo la cronologia di Novaes, sosti- ne IV dell'847, Benedetto IH dell'855,
tuisco lesuedate), vari anni prima di Gio- s. Nicolò I deir858, e di Giovanni Vili.

vanni V, ed a quello di s. Zaccaria del Un sigillo di quest'ultimo presenta la sua


741 Nondimeno
. il Vittorelli illustrò i si- ellìgie, in una bolla trascritta da Ughelli,
gilli di piombo di s. Stefano l del 257, di che fa menzione anche Garampi: Mau- i

e di S.Giovanni Idei 324, e fanno parte rini parlano dell' efiìgie d'Alessandro li
della collezionenumismatica Va ticana(a[- impressa sopra una sua bolla, e dicono che
le depredazioni da essa patite e indicate ciò basterebbe per convincere d' errore
ne' voi. XLI V, p. 80 e 8 1, L, p. 3o3, de- Eckhart per aver stabilito qual regola ge-
vosi deplorare una recente e grave rapi- nerale di non averci Papi mai effigiati se
na d'un secolareche intendeva a illustrar- stessi sulle bolle. Clemente VI deli342 fu

la!): se però ih. "di tali sigilli appartenga il .°ad imprimervi il propriostemma gen-
I

veramente a s. Stefano I, o piuttosto a tilizio. Ne'papiri dicesi bulla plumbea ma-


Stefano 752,0 a Stefano IH del 768,
II del nitnm il VII del
privilegio di Benedetto
è questione fra gli eruditi. 1 Maurini di- 973, accordato al monastero Bisuldense,
cono che celebri autori (anno limonlar ed ecco una serie di pontificii sigilli che
l'uso de' sigilli nelle pontificie lettere al precedono Alessandro II deh 061, prima
IV secolo, e che i sigilli de'Papi sono più del cui pontificato Pietro Boerio vescovo
antichi di quello gli abbia riputati la più d'Orvietoafferma di non aver mai veduto
gran parte de'critici, e non aver essi dif- sigilli de'Papi. Clemente III del i 187 mu-
licoltàdicredereches. GregorioI nemu- nì con sigillo di piombo la bolla concer-
iiisse le sue lettere : anche il d(jnienicano nente la questione fra il clero di s. Trifo-
inglese p.TominasoSlubbs, al diro di Ma- ne di Iluma e le monache di Campo Mar-
SIG SIC f)3

zo sui diritli parrocchiali Ja esse cnnJra- V secolo, prlnclp.'il mente s'erano pubbli-
slaligli : questo .sigillo e quello del [)ie- che come ì'Iùicii lidie, e Katbodo vesco-
cedenle Pasquale deliogq, presenta le
II vo di Treveri sigillò la sua le Itera yòrmrt-
Teste de' ss. Pietro e Paolo (/^.) separate ta, liane epistolani grnecis liicris Itine in-
da una Croce, nel modo che anco al pre- de munire dccrci'intus, et annido Ecclc'
sente si usa. ]Ma il sigillo in piombo del- iiae nostrae bidlare cen.uiiinìts : per tra-

la bolla di Paolo li deli 47 1 diretta all'ab- lasciar altri esempi raccolti da IMabillon
bate di s. Salvatore di Colle e al preposto e da Eineccio, basti ricordare il 2. sino-
di s. Gcminianodi Volterra, mostra i det- do diChalons sur Saone del ^1^9, in cui si
ti principi degli apostoli in intera Ugni a, stabilì col canone4'> che le lettere de've-
assisi su due grandi scanni, avente s. Pao- scovi avessero et Episcopi et civUatis nO'
lunga spada nella destra e posando la
lo mina plunibo impressa, il che forse in le-

d'un libro chiuso; e s. Pietro


sinistra su se anche il i." sinodo di daga del 563,
tenendo lechiavi nella destra, il libronel- nominando scripta signala. A s. Paolo l
la sinistra. Dall'altra pai le del sigi Ilo è non scrivono i jMaui ini doversi l'uso ne'sigilli
meno elegantemente rappresentalo il Pa- delle immagini de'ss. Pietro e Paolo; ma
pa in abiti pontificali con triregno, sedu- quellod'incidervi lesole tesie loro, a mg.r
to su elevato seggio o piuttosto trono, a- Marini sembra incomincìatoavanti il poir'
vendoa'la ti due cardinali, e prostrati a'pi e- tifìcato di Pasquale 11. L'essere poi mes*
di gli oratori de'principi italiani ricevuti sa la protome di s. Paolo alla destra di
da lui in pubblico concistoro, al glande quella di s. Pietro, ciò non avvenne per
oggetto di collegarli contro i turchi nemi- dareali.°la precedenza sul pi incipe de-
ci del nome cristiano (di cui a Pace); u- gli apostoli: locchè spiegai, descrivendo la
nico sigillo così ben lavorato, che mg. rlNIa- lòrma di loro immagini, ne'vol. XLII, p.
rini vide appeso alle bolle pontifìcie, mo- I 87 e seg., LI, p.i I 3, LUI, p. 22 e 2 3.
numento di storia e di belle arti. Anche Tali sigilli si vedono delineati nel Vetto-
in oro, egli aggiunge, comparvero sigilli ri, Il fiorino rfo/Ojp. i5i e seg. Sillalla
de'Papi, come quello della bolla di Cle- disposizione o provenuta dall'idiotaggine
mente VII del 1 53o,in cui si descrivono le degli artisti, o per essere anticamente da-
ceremonie della Coionazione dtlL'inipe- gli orientali, almeno nelle cose sagre, re-
ratoreCaì\o V, della quale riparlai in al- putata più ilegna la parte siui.slia della
tri articoli. I sigilli furono raccomandati destra, ne'monumeiili non ècostantemeu-
alle bolle con un fìlodi seta violacea, come te osservata, anzi ne'più vecchi presenta-
annunzia il notaro Ognissanti nell'auten- no s. Pietro alla desti a di Paolo an-
s. :

tica del documento papiiaceo d'Agapito che sul sigillo del gran concilio di Calali'

li del 94'jj ora peiò lu rossa, ora gialla za si scorge s. Pielroalla diritta dis. Pao-
e rossa, errando i INIaurini nel sospcllaie lo , ed in quello della bolla di ]\iolo ll[
che di sola seta gialla e rossa si servissero sull'erezione del collegio de' militi di s.

i Papi all'uopo. Da questi sigilli si dedu- Paolo, alla destra di questo è s. Pietro. Su
ce l'antico uso d'autenticare le lettere lU i questo punto ancora belle erudizieni riu-
Papi con bolla di piombo. Antichissimo nì mg.r IVIaiini, per dimostrare non lesa
certamente presso i cristiani Cu l'uso de'si- ne'sigilli la maggiore onoranza dovuta a

gilli,edel libro segnato con 7 sigilli ia men- s. Pietro, né tralascia di rimarcare <juel-
zione s. Giovanni nell' A pocalis.se, e di si- la, che nelle epigrafi circolari delle bolle
gilli usati da'cristiani con simboli impri- il nome di s. Pietro è alla destra , come
menti fa ricordo Clemente Alessontli ino dev'essere .secondo il coslumclalino.econ-
morto nel 2 i 7.I vescovi sigillavano le pio- tempoianeamcnlc nel sigillo di piombo è
prie lettere^ ma qoo forse prima del IV o locato a sinistra, secondo l'uso orieulnic,
f)i SIG SIG
Ibrse ppr essersi voltilo così simboleggia- tcnze o molli non è facile fissarne con
,

le rnnilìi tlelliiCliiesaclie emeige da'ti ne certezza l'epoca. WoAverio e altri ne fan-


1 ilifliveisi latino e gieco, ciò basando sul no rimontar l'esistenza a'primisecoli del-
canto ddVEpislola e (ìdV Evangelo (f ) la Chiesa, altri però li credono posteriori
in Ialino e greco nelle messe solenni del al Leone IX e nel secolo
pontificato di s.

Papa, oltre il Gloria in excelsis Deo, su XI, ma questo Papa ancora si ebbe il suo
quello similmente anticamente praticalo molto: MisericordiaDomini piena est ter-
nelle Lezioni [E.), per significar l'unione rat. Vittore llatlornoalsuocircolo o con-
de'due popoli e delle due chiese. Perchè trosigillo pose : Ipse est pax nostra, nel
poi ne'sigilli di piombo sempre scol-
sia di cui centro quadri parlilo stavano A il,

pita la Croce (/'^.), ciò avvenne o perchè Jesus Chrislus. Ma nel di lui sigillo di
i cristianisino dalla primitivaChiesa dap- piombo si vede s. Pietro in protome, a

pertutto introdussero il glorioso vessillo, cui una manodal cieloconsegna unachia-


come islromenlo in cui si operò la nostra ve, e nella di cui orbicolare epigrafe è
avventurosa redenzione, qual tessera e scritto: Tu prò me navctn liqnisli, susci'
trionfante testimonianza della religione pe claveni j aWuàe aWa vera nave, di cui
che professavano; ovveroper denotare il s. Pietrosi serviva a pescare, la quale ab-
martirio de'ss. Pietro e Paolo, a'quali co- bandonò per seguireGesùCrislo; ma que-
me agli altri martiri in alcuni monumen- sto sigilloera forse una medaglia. Il molto
ti fu posta in mano la croce, conveniva di Alessandro II fu: Exallavil me Deus
adunque che anco ne' pontificii sigilli vi in virtule brachii sui. Nel sigillo, se pure
Finalmente dirò con rog.r
fosse scolpita. anch'esso non sia una medaglia, una ma-
Marini, che allorquando non eravi l'uso no dà una chiave a s. Pietro,
dalle nubi
di apporre sigilli alle pontifìcie lettere,
i che vi si scorge in protome, e coll'epigra-
sembra cosluroasseroi Papi di fare appiè fe Qnod nectes neclam,quod sohes ipse
:

di esse un circolo a tratti di penna, con resoU'am. Scrivea s. Gregorio VII Mi' :

e[)igrofe all'inlorno ricavata da'salmi, o serationes tuae Domine super omnia o-


da altro libro sagro, come Ferhuvi Ca- : peraluaj Vittore III usava il molto: Do-
ro faclnm est; Chrislus regnai, Chrislns mine Deus meus in le speravi. Pasquale
imperai. Tiina\\a già esistevano sigilli i li scrivea nel suo circolo; Eerho Domini
pontificii, mentre Severino Papa del 6^0 caelì firmati sunt, e fu il i

a inserirvi i

usava il circolo nelle sue lettere quadri- nomi de'ss. Pietro e Paolo e suo pro-
il

partito da una croce, ma privo di epigra- prio, collocando quello di s. Pietroa ma-
fe e senza il suo nome; cos'i continuaro- no diritta di s. Paolo. Per non dire di al-
no i circoli a starsi nelle lettere aposto- tri, Sisto V v' inserì : De ventre matris
liche,benché fossero munite di sigillo e meae tu es Deus protector meus. Vari di
nome del Papa, sino al se-
sottoscritte col questi molli sono riportali nel Ciacconio,
colo XV 11. Di s. Nicolò si vede un cir- I FitaePonlifìcuniRomanorum. A Boll/i
colo col monogramma del suo nome, ma ed a Canonizzazione parlai del timbro or-
esso è di quellichea perpetua re la memo- bicolare, che in esse si usa oltre il sigillo
ria deir.-iutoie d'un edifizio si collocava- di piombo.
no in qualche sua parte e principalmen- A Bolla ed a tutti noolli relativi ar- i

te nelle apsidi. Adriano II deir867 pare ticoli ho ragionalo di tulio quanto la ri-
aver usato di scrivere ne'ciicoli alcune guarda, inclusi vamente all'abusi vo/ifjnf/o
volte il solo monogramma di Cristo, altre Exequalur {^l'.) , agli antichi Scriniari
lasciarvi la croce colle solile due lettere F.) custodi delle bolle,agli Scrillori apo-
(

gì eche. Quando Papi i si avessero proprie stoli ci [V.) che le f^cv'wono, a Registrato-
tli questi circoli le epigrafi, ossieno seu- vi delle lettere aposloliche{^F.) che le re-
S ÌCr SI r, c,5

gisfrano,(lii;eiul()piiicile'Regcsli,a Piom- t^Iiardi, 7/J5//7. Cnn. J.8, Imlonico cloii-


lio (/ .) e Presidi file del pioinho[I'.) dei f^olìurdico usalo fin <\.\ r|ijnn(loi l'npi se-
|)inii)I)al()ri o sigilhlori delle iiolle, ed il deiono in Avignone {f .), e l'ordigno o
Milizia, Le vile dcpiìi celebri architetti, punzone vìpik- gelosniucnte ciislorlilo dal
p. I 82, 1 ifiiiisce che Giidio li per limu- jìiesidenle del piombo giù prelato e ora
nerare il celebre architetto Bramante gli depositaiio secolare, e alla moi-le del Pa-
conferì l'oflicio del j)ioniho, per cui I3ra- pasubito viene rollo alla presenza de'car*
mante un ordigno d' improntar le
fece dinnli nella i .^cnngregazionegcneraleclie
bolle con nna vite assai ingegnosa. INIen- celebiano in Sfde vacante {f ). Ma di
tre gl'imperatori cominciarono a bollare lutto meglio è vedersi Colla, ed i ricor-
le loro lettere con sigilli o medaglie pre- dati articoli, sia per le particolarità, che
ziose d'oro con cordoncini di seta, giudi- per l'erudizioni. Sul carattere col quale
carono i Papi più decente sigillare le lo- ftu'onoscritli i diplomi pontificii, ne trat-
ro bolle col piomltoecon fiuiicelli di ca- la il lodalo mg.r Marini, nel ricordalo
nnjie,slimando più decoroso allaChiesn la ]\novo esame de' (linlonii i^.'j'j es('g.,di-
poverlà volontaria, coo^e osservò il Do- cendo che si sdissero in carattere corsi-
\io, La pietà trionfante egli uffìzi della \o romano, anche ne'secoli X e XI in cui
Cancelleria apostolica ,y>.'20Q,c\\L'\iì su- generalmente non si sapeva leggere clie
pcrba comparsa di secolare grandezza; da pochi; quindi nel XII si cominciò nel-
proposizione che non regge jiei" avere a- le bolle a inlrodnire il carattere per la
doperatoanchesigillid'oro,econtra(ldet- sua deformità dello gotico, perciò prese-
ta dallo Slellisco.Fero (|uanto al cordo- ro equivoco De Luca e Petra allennan-
ne, notai a Bolla ed altrove, chea quelle tlu che tal manieia di scrivere piincipiò
in forma gralia è inserito un cordone di (piando i Pa[>i dimoravano in Avignone,
seta o rosso o giallo, o misto di tulle e (he l'attuale scrittura comparve in Ila-
due le specie; alle bolle informa digniim, lia quando Adriano VI fece venire da U-

o di giustizia, un cordone di canape, e le Ireclit molli suoi concittadini, a diversi


due estremità di tali cordoni sono in^e de' quali affidò la scrittura delle bolle,
rile nella grossezza del piombo, il quale col caraltereche usavano tra loro; e quel-
in tal guisa annesso al diploma lo renrle la fu la vera 3. 'epoca, cioè il 1 ^rf.i in cui
autentico. Il bollo che apponesi (piando la Dataria vide cand)iare le sue (òrme di
ilPapa non è ancora consagialo, ha da carattere. Avverte mg.r Marini che il ca-
nna parte l'enigie de'ss. Piclroe Paolo, ratiere beneventano, col qiialesono scril-
c inhiancodall'altra ove deve imprimer- te alcune bolle, cominciò nel secolo X o
si il nome del Papa, ed appellasi mezzo XI. non derivò dal longobardo, ma solo si
bollo, come descrive Badosse. In questo usò nel ducalf) beneventano indeltisecoli
caso e siccome l'anno del Pontificalo [f.) ene'XII e Xlll. ])i più rileva, chesiscris-
incomincia dal giorno della Coronazio- sero diplomi con caratteri d'oroed'ar-
i

7j^ drl Papa (/ .), nella Data (/ .) si e- gento,massimedi piedimazioni e privilegi


sprime a die suscrpli ylposlnlaltts ofji- a'monasteri echi» se,comefeccro.\riperlo
cii. Il Lelli riporta gli esenqìi d'Innocen- re de'Iongobardi colla chiesa romana per
zo III ilei Gregorio X del
I I
-
98, di 1 .».
1 le Alpi Cozie, ed Ottone I e altri impera-
di IN'icolò III del 277, che spedu'ono boi- I tori, confermandole suoidominii tempo- i

le innanzi la \oroCon^a{;razione{^/ '.). Per rali di Sovianità. Culla bolla di piombo i

ren(lercdinicilea'f.dsilicatori d'alleiare le Papi talvolta vi aulenticnrono le s. lieli-

bolle (de'quali parlai anche alìEscniTTn), tjuic {/'.); altre volte Io fecero col sigillo

non solo si scrivono in Pergamena {/.) privalo e in ceralacca. Merita particola-


con carattere non gallico, ma secondo Gn- re menzione il piombo di Clemente Velie
96 SIG SIG
stabilì la stia residenza in
Francia e nel la variazione il Papa ne scrisse a vari ve-
contado Fe.naissinoiJ'.) dominio della s. scovi, a'quali furono rimesse diverse bol-
Sede, che trovo nello Stellisco. Rappre- le segnate col legittimo ordinario sigillo,

senta la testa nuda di s. Pietio e le pa- indicando loro di verse specie di falsità, con
role intorno -t^ Sigillum Domini Pape. additale il modo di riconoscerle, espres-
Dall'altra parte vi sono le chiavi incro- so con opportuno formolario. Sotto i di-
ciate, coll'epigrafe nella circonferenza -^ versi scismi delia Chiesa vengono notati i

In Comitatu P^enaissini. IlLelli di sopra nomi de'pseudo pontefici chiamati /i//«i£-

ricordato, Dissert. sopra i piombi ponti- papi(^F.): questi seguirono le vestigiedei


ficii, diceche il sigillo più comune ne're- legittimi Papi, benché intrusi, anche nel-
nioli tempi usato da'Fapi per firmare i le loro spedizioni di diplomi, brevi e altre
loro Brevi e Diplomi [V.), tradotto fino costituzioni, non trovandosi veruna difle-
a'nostri giorni, è il sigillo volante nella bol- renza nelle loro firme e piombi diploma-
la di piombo. Questo era in uso e serviva tici, come si scorge da'pochi piombi e lo-
di firma fin dal tempo de'greci, e anche ro firmesuperstiti. Fra questi si riconosce
alle altre nazioni nelle loro leggi, costitu- ilpiombo di Clemente III antipapa del
zioni e testamenti, al qual costume nel- io84s nel cui contorno si legge: Jesus
l'airollamento de'loro diplomi uniforma- Chri<itus Domimis Nosterj nell'area del
ronsi i Papi, i quali alle volte usarono la medesimo vi è la Croce col nome di Cle-
bolla d'oro, come
gli altri principi e po- mentis Terlii, nel cui esergo è il molto:
tentati, e principalmente nelle conferme Quodoperatuses in nobis Ferbo Domi-
degl'imperatori romani, e in altre straor- hoc Deus. L'allro dell'anti-
ni, cori firma

dinarie costi tuzioni.La bolla d'Eugenio] V papa Pasquale III del 64) omeglio l'an- i r

sull'unione della chiesa greca e latina nel tipapa Pasquale II del 687 intruso contro
concilio fiorentino,ebbe due sigilli pen- l'allro (i\UoPapa Teodoro, ed ambo de-
denti, uno d'oro e l'altro di piombo, nei posti un altro dell'anlipapaClemen te VII
;

quali era impressa l'immagine del Salva- del iSyS; ed altro di Benedetto IX cioè
tore e dell'imperatore d'oriente. 11 diplo- quando divenne intruso nel 1047: peiò lo
ma di Clemente VII per l'imperatore Car- Stellisco alferma che possedeva i piombi
lo V, ha pendente il sigillo d'oro simile a degli antipapi Pasquale III e Clemente
quello di piombo. 11 Lelli rende ragione VII. Il 1° sigillo de' Papi è ['Anello Pe-
de'sigilli di piombo di molti Papi, avver- scatorio [F.) d'oro col nome del Ponte-
tendoche alcuni furonodi forma quadra- fice intorno, ed in cui viene rappresenta-
ta; e parlando del rompimento della ma- to s. Pietro dentro una navicella in atto
trice del conio de'bolli dopo la morte del di tirar le reti da pescare, il quale anco-
Papa, ne rileva l'esempio dal concilio di ra nella suddetta congregazione di Sede
Costanza, che fece spezzarci coniidi Gio- varante si spezza, e l'oroappartienea'due
vanni XXllI(perchèavendo rinunziato il primi lìJaestri delle ceremonie ( /^.),e già
papato perfinire lo scisma poi fuggì, on- si rompeva a tempo di Leone X del 1 5 1 3:
de fu depostoa'29 maggio i4i 5), costu- Cancellieri riportò vari Diari che narra-
me esattamente osservato per evitare le noil successivo rompimenlodell'anellope-
viziaturedelle false bolle, delle quali mol- scatorio, e dell'impressorio di piombo do-
ti falsari per interesse si sono abusali, co- po morte del Papa. Custode dell'anel-
la
me sotto Innocenzo III e il predecessore lo pescatorio è il Maestro di camera del
Celestino Ili, non ostante le diligenze u- /'<7prt!(F.), dopo la morte del quale il pre-
sate nelle spedizioni delle bolle , per cui lato, previo un rogito del notaro, lo con-
furono severamente puniti gli autori del- segna al cardinal camerlengo pel suo rom-
le stesse falsificazioni; e per dimostrarne pimento. Notai in tale articolo, che nella
SIG SIG 97
segrelerìnde'brevi v'\ è copia di tale sigil- Dellocchio di Fano coppiere di Sisto V,
lo per sigillare i brevi, che egnalinenli; il quale gli voleva grandissimo bene, per-
si rompe morie del l'apa; e perche':
nlla dette il fivore del Papa e la propria ri-

GregorioXVInel 84250811101 all'impres- i putazione, per avergli di nascosto tolto il

sione della cera rossa il colore simile in sigillo dell'anello pescatoriOjalfinedi sigil-

vernice da un lato interno della pergame- lare un fcdso breve, in vigore del quale
na, acciò si verifichi il dello nella data: poteva fare un acquisto vantaggioso nA
sotto l'Anello Pescatorio, mentre prima suo paese; ma scopertasi la frode, Sisto V
il sigillo s'impiimeva nella parte esterna, sdegnato lo condannò a morte, e la sen-
ma facilmente si liqiiefaceva erompeva, tenza sarebbe stata eseguita in Tordino-
col nuovo metodo il sigillo restando inte- na senza l'intercessione de'cardiuali Sa-
gro, si rende più difficile la falsificazione velli e Castrucci,i quali ottennerodal Pa-

del breve. Questo anello era prima usa- pa che gli fosse commutala colla galera
to familiarmente dal Papa e Io teneva in in vita, miseramente suoi gior-
ove finì i

dito, e con esso si sigillavano anticamen- ni. Tullociò premesso, e che ad Anello

te pure le bolle. Delladiversità che passa Pescatorio lo descrissi per sigillarci Bre-
fra il Breve e la Bolla, de'suoi Scrittori vi apostolici, ed io questo articolo pure
apostolici, òt\ Segretario dt' Brevi, parlai narrai quanto lo riguarda, dicendo pure
in tali articoli; distinguendosi principal- del bellissimo anello pescatorio dell'an-
mente le bolle pel titolo N.EpiscopusSer- tipapa Clemente VII, da Gregorio XVI
VHS Servorum Dei, con l'anno dell'Incar- donato alla Biblioteca Vaticana; non che
nazione; ne'brevi si usa l'anno della Na- rammentando il notato aSEGRET.\RiODEi
ti vil;i, e il semplice nomedel Pontefice col- BREVI a'pri.ncipi, che le lettere pontificie

l'aggiunta di P^^rt (^.) uniformemente: scritte in pergamena e da lui sottoscritte

se poinon sono diretti a parlicolaii, e ri- eziandiosisigillano coll'auello pescatorio;


guardano affari pidìblici, la formola del qui poche parole aggiungerò con l'ab.
loro principio è : Ad perpetuarli rei o Ad Gaetano Cenni.Oltreil detto con lui a Bre-
futnram rei memoriam. Inoltre dal 1 43 i ve APOSTOLICO, dipendendo la validità dei
in poi si legge nelle bolle e ne'brevi: Pon- brevi dall' anello del pescatore. Antica-
tifìcatu^ nostri anno, ì, 2, ec, quando tan- mente diplomi i pontificii, che dividevaii-
te antiche bolle hanno la formola del can- si come oggi in bolle, brevi e lettere, non
celliere o bibliotecario ; SS. D. N. anno erano propriamente distinti col nome di
i,2,ec., varietà ristabilita da Eugenio IV, chiamale poi dal sigillo di piom-
bolle,cos'i

e che indusse in errore non pochi distinti bo o bolla, e di brevi muniti del sigillo
eruditi. Sino dall'antichità fu tenuto in dell'anello pescatorio. Questo sigillo nei
tanto pregio l'anello pescatorio, che quan- brevi è molto posteriore a quello della bol-
do Nicolò V ottenne la rinunzia dell'an- la, e molti diplomi diesi solevano sigilla-
liponlificato da Felice V di Savoia C'-), re col piombo ammisero l'anello pescato-

nel concedergli alcune insegne pontificie rio. Cenni divisela dissertazione De Ami-
glielonegò,efu una delle prerogative che lo Piscatoris in 3 capi : parla neh. "del
espressamente si riservò. 1 brevi come le titolo o iscrizione de'diplomi, e della loro
bolle sono vere lettere apostoliche, simi- data. Alla formula o titolo, Scn'us Ser-
lissitue nell'autorità, e diverse solo nel si- vorum Dei {/'.), s. Leone IV fu ili. "ad
gillo; ed è perciò che i Papi severamente anleporvi il suo nome col titolo di Papa,
ne punirono falsificatori, e a'divcrsie-
i aggiunta e formola che nel secolo XI di-

sempi riportati altrove, qui altro neng- venne generale in tulle le lettere pouli-
giungerò.Lcggo nelle Notizie storielle del- ficir, e perseverò sino al secolo XV nelle
la villa Massimo, p. 80, che Domenico lettere pi ivate, e poi ne'brevi cocuiuciòlo
voi. IXVI. 7
98 SIG SIG
stile mocÌPino: Eugenius Papa IV. Le al- nello pescatorio. Tutti convengono che
tre formole: Saliilem ti Aposlolicam he- questo era il sigillo segreto de'Papi, ma
nedictioncm {V.), di cui ragionai anche non esservene memoria sicura, per quan-
a Benedizioni de'sommi Pontefici; e /^<i to dissi ad Anello Pescatorio, più anti-
futuraìiìyOperpetuani rei mernoriam, si ca di Clemente IV del 265, ed il volgo 1

credono naie dopo il eoo, però la sola in


i giudicò invece essersene servilo lo stesso
perpetuam sembra di più antica origine. s. Pietro. La verità si è, che i Papi per
Papa s.GiegorioVIIdel 107 Sripigliò col- mantener viva la memoria d'essere suc-
la data de'diplomi l'antico metodo del- cessori d'un povero pescatore, a cui die
V Indizioni [F.) e delle Calende (/"'.), le GesùCristo la suprema potestà nellaChie-
quali non furono più tralasciale da'suc- sa, una volta introdotto non lo lasciaro-
cessori,benchè in luogo dell'indizioni s'in- no più. Nel 108 s. Gregorio VII scriven-
I

trodusse l'anno del pontificato. Questo do a Roberto duca di Puglia, dice infine:
nuovo stile coll'allro òtW Anno ( F.) del- Dubilainiis hic sigillnm plunihtum po-
l'Incarnazione che trovasi dopo il 1000, nere, ne si illud inimici capcrenl, de eo
specialmente la a.^'epoca.ingannaronocol falsilateni aliquamfacerenl. In tempo di
Mabilion molti eruditi, che Cenni corres- Eugenio IV deli 43 l'anello pescatorio
i

se.Egli alFerma, che dopo Pasquale II perseverò ad essere sigillo segreto, come
che enumerò gli anni del pontificalo, so- lo era a tempo Clemente IV, e conti-
di
lo Adriano IV del 1 54 e il successore A -
1 nuò fino a Calisto III, dal quale Papa s'in-
lessatulro HI l'imitarono qualche volta, cominciò veramente ad usare ne' brevi,
Clemente III deli 187 sempre, e questo ma con diversità in que'principii dall'u-
fu seguito costantemente dai successori : so posteriore. Inoltre avverte Cenni, che
conclude Cenni, che l'epoca giusta dell'e- sebbene con Calisto III il Mabilion fìssi

numerazione degli anni devesi prende- l'epoca dell'anello pescatorio de'brevi, e


re al più al più da Adriano IV; che Eu- che sebbene sotto il predecessore Nicolò
genio IV introdusse nelle bolle e rescritti V e sino ali455 continuòadesseresigil-
pontificii l'anno dell' Incarnazione per losegretode'Papi,nondimeno sotto il me-
consiglio del Diondo, uno de Segretari a- desimo pontificato si adoprò anche fuori
posto/;W(l^.), escludendone S.Leone IX delle lettere segrete, e cominciò sotto il

contro l'asserto di Mabilion, errore de- successore Calisto HI ad appendersi (con


rivato per essersi presa la data del Can- cordoncino di filo o seta bianca, uso che
celliere di s. Chiesa (F.), o del BibliO' poi fu trascuralo), come la bulla, a'brevi
tecario o deY Pro fo<:crinario(^F per quei- apostolici, benché di rado. A tanta autori-
.)
la del Papa. Nel 2.°
capo accennò Cenni tà quindi salirono i brevi, e in tanta co-
alcune cose sulla bolla di piombo. Ben- pia si spedivano, che nel 1 497, come dis-
ché si no dal secoloXV lui te le lettere pon- si VI punì colla de-
altrove, Alessandro
tificie, anche le più minute, avessero la gradazione, colla prigionia perpetua in-
bolla o sigillo di piombo, la cui raccolta vece della morte, e con altre pene il se-
seguendofjuella del Baldini che l'incomin- gretario Florido arcivescovo di Cosenza,
cia con Onorio I, convenendo sul preesi- perquelli falsificati. Imperocché giàsico-
stenleDeusdedit,crede non trovarsene ve- slumava di scrivere i brevi 5;^/; Anulo Pi-
stigio prima del secolo VII; ma già di so- JCfl/or/Vspel tanti a materie di fede e del-
pra dimostrai, che ne esistono anteriori la repubblica, cioè ad reges ,
principeSj
esempi, laonde non trovo qui da aggiun- respublicas, civitates, cardinales absen-
gere a Ilio, per non essere erudizioni espli- tes, episcopos, caelerosqiie magnates rO'
citamente necessarie alle nozioni sui sigil- inani Ponti/ìcis nomine, come'iosegoaCo-
li pontificii. Nel3.°capolratlòCennideira- hellìo (le quali materie poi furono per lo ^
SIG Si G gc)
più tialtate (ia\Segretarìo de brevi a'prin- tro seduto,dice Stellisco. Rappresenta poi
cipi, con informa di bieve, aven-
lettera quella gemma, concui il p. Costadoni ter-
do detto Dreve apostolico del suo im-
a mina la dissertazione, un vescovo colla
portante uso). Termina Cenni la sua dis- mitra, e per piviale un pesce colle squam-
sertazione con quella conclusione che ri- me. Innocenzo V 1 fece coniare scudi d'o-
1 1

portai in fine del § i dell'articolo Breve ro nel 1484, coU'impronla della barchetta
APOSTOLICO, ma pererrore tipografico del del pescatore s. Pietro. Siccome la for-
Novaes da cui lo ricavai allora (mentre mo.'a colla quale si terminano brevi si- i

adesso ho studiato sul Cenni slesso), ad gillati coll'anello ^e%c'!ì\o\\otSiib Anna-


Alessandro VI fu rivoltato il numero, e lo Fisca toris,rte\ 2G4, ri-
voi. XXIII, p.
ne fo emenda. Pretese ilLelIi che l'anel- portai quella diDonifacio IXdel 4o3iy«6 1

lo pescatorio non fu una nuova istituzio- Annulo fluctuantis na^'iculae, per indi-
ne, ma piuttosto restituito all' uso della caie il disastroso tempo in cui era spe-
Chiesa d;iEugenio IV (ma già esisteva sot- dito, turbolento per guerre, fazioni e pel
to Clemente IV), essendo stato più volte grande scisma d'occidente che divideva
rinvenuto nell'antiche gemme, inciso nei l'unità della Chiesa. Finalmente il 3." si-
tempi della primitiva Chiesn; e che sotto gillo de'Papi è quello privato collo stem-
ilpontificato di Gregorio XV^ (in quello ma gentilizio sovrastato dalle chiavi in-
d'Urbano Vili si fecero scavi nella Cliìe- crociate e dal triregno, di argento e di ac-
sa di s. Caio) nel cimiterio di Calisto fu ciaio, con manichi d'avorio, di pietre fi-
scoperto il sepolcro di Papa s. Caio del ne, e di altra materia nobile. Desso si cu-
2q6, nella cui destra mano esisteva an- stodiscesempre presso il Papa, e ne tie-
cora l'anello pescatorio, con alcune me- ne copia chi fa da segretario particolare,
daglie d'oro di Domiziano, forse per in- e vi sigilla le carte che spedisce d'ordine
dicar l'epoca del martirio. Riportata qui pontificio. Con questo sigillo il Papa si-
non intendo garantirla chi
la notizia, io : gilla le lettere autografe e quelle che sot-
narra dice un fatto, e non conferma una toscrive, massime quelle scritte dai pre-
sentenza. Aggiunge Lelli, che il sigillo di lati Segretario de' brevi a' principi ( /'. ), d i

cui parla Clemente IV nel suo breve al verso dal Segretario de' brevi\^V\e(\ il Sc'
nipote, sembra un privato sigillo usato gretario delle lettere latine {^'.), talvolta
da'Papi, essendo incerti se somigliasseal- qualche rescritto autografo, alcuni Chi-
l'odierno anello pescatorio. Dissi anch'io rografi {f^.) e Moto propri (T^.j, e qual-
altrove, che dagli antichi cristiani veni- che altro atto segreto, sulla ceralacca ros-
va Gesù Cristo rappresentato sotto la fi- sa. Nelle lettere segrete nelle quali oggi
gura del pesce e di pescatore, intorno a il Papa usa l'arme gentilizia per sigillar-
che il p. ab. Costadoni camaldolese pub- le, leggevasi sino al secolo XV l'iscrizio-
blicò nel t.Opuscoli del p. Ca-
4' degli ne ch'è ora propria delle sole bolle e dei
logeri: Dissertazione sopra il pesce, co- brevi. Dice Cenni che alle altre lettere,

me simbolo di Geiìi Cristo presso gli anti- pontificie priva te e segrete cominciò ad an-
chi cristiani. Nel cap. 7, della figura del nettersi il sigillo dell'arme gentdizia, ma
pesce scolpita dai cristiani nelle gemme l'origine è incerta. Alberto d'Argentina ri-

di aiiello,parlò d'alcune pietre anulari con ferisce nella sua Cronaca all'anno i3-p,
tale simbolo, fra le quali più delle altre di Clemente VI della nobilissima casa di
sembra pregievole quella posseduta da Beaufort tVancese del Limosino Hic Pa- :

Vallarsi e poi da mg"" Giustiniani vescovo pa quani arnia progeniei suae ìuiberent
di Padova, degna certamente d'aver ser- (jHÌnfjuero<:as{iì\U\ diconoG), contranio-
glande dei
vito d'anello edi sigillo al più reniantecessorum ,tolidem rosasponife-
Pontefici che abbia sulla cattedra di 5. Pie- (jfm tu///j.ClcmenteVlebbe qualche pas-
100 S I G SIG
sionepeiloslemmagenlillzio,menlrenon la casa Piccolomini (^.), e non dubitava
solo ne fece vedere nel piombo ornato il d'asserire che fu di Pio III deli 5o3. Uno
suo nome, aia l'impresseancbe nelle Mo- colle palle Medicee in uno scudo sopra or-
nete ponlifìcie [V.) d'argento, e le ripor- nato colle chiavi incrociate e il triregno,

ta Fioravanti, Ciòebbe peraltro pocosuc- del cav. Gaetano Antinori, lo pubblicò


cesso, poiché non si legge che i successo- Manni nelle Osservaz. sopra i sigilli ^che
ri lo imitassero, cioè nel senso di Cenni, lo crede di Pio IV deh Sdq. Questo però

onde chi afferra questo esempio per dire non può aver servito ad uso delle lette-
che Cleov^nte VI fu il i.° a usar l'arme re, come dimostra la grandezza, anzi ri-

genliliziri ((juasi che da lui traesse l'origi- lieoeStellisco che nousiaunsigillo,ma un


ne talsigillo),s'ingauna;oltre diche aven- impronto usato già ad imprimere a ma-
dola egli posta nel piombo, nulla giova al- no quello stemma in capo o nel frontespi-
l'origine del sigillo privato o segreto, suc- zio di qualche bolla o altra sta mpa,com 'al-
ceduto all'anello pescatorio gli successe : tri egli ne a vea veduti di Papi pi il recen-
esso veramente dopo Calisto 111, o alme- ti e d'altri prelati, ed in modo da potersi
no circa que'tempi. Ma lo Stellisco osser- imprimere non nella cera, ma nel futno.

vò, che oltre Clemente VI,anche altri Pa- Altro sigillo,ma incavato e più grande del
pi ornarono i loro piombi, come Clemen- ricordato di Pio IV, dice Stellisco che lo
te Vili che vi espresse 6 delle stelle di sua possedeva il suo zio, perciò non potè ser-
arme, e prima Gregorio XII vi fe-
di lui vire a sigillare lettere private. lu esso com-

ce porre 3 occhi, ed essi non appartenne- parisce l'arme della famiglia Corraro o
ro al suo stemma, come si può riscontra- Correr colle insegne ponlifìcie al di sopra,

re nel Ciacconio anche altri Papi posero


: ed è notabile ch'esse non sono sopra lo
ne'piombi qualche indizio dello stemma scudo dello stemma, ma nello scudo me-
di loro famiglia, che si ponno vedere in desimo in cui è lo stemma ( forse come
Stellisco , in uno ad altre dilferenze dei quelle de'parenti de'Papi che inseriscono,
piombi pontificii. Novaes trattando nel- siccomeuotai,nelle proprie insegne il pa-
le sue Dissertazioni anche de' tre sigilli diglione e le chiavi incrociate, taluni so-
pontifìcii, dichiara che quello esprimente pra lo scudo, altri dentro di questo); per
1' arme e lo stemma della propria fan)i- lo che dubita che abbia servito a Grego-
giia e casato, i Papi lo adoperano nelle lo- rio XII che rinunziò neli4i5il pontifi-
ro lettere private e famigliari, e crede che cato nel concilio di Costanza, né può es-
probabilmente cominciò ad usarsi dopo sere un suo sigillo privato, ma pubblico
Calisto HI, in tempo del quale il sigillo e quale cardinal legato della Marca, co-
dell'anello pescatorio che Papi mette- i stituito con altre onorificenze dal conci-
vano nelle lettere private, cominciò d'al- lio, per cui nongli conveniva usar più il

lora in poi costantemente a porsi ne'soli sigillo di piombo, confermandosi nell'o-

brevi, e però a questo successe il sigillo pinione, poiché non pare che allora Pa- i

privato o segreto. Inoltre Novaes rilevò, pi avessero introdotto ancora fusode'pri-


che Pio VI sigillò il contratto d'acquisto vati sigilli cogli stemmi delle loro famiglie.
della Mesola,pe'molivi che narrai nel voi. A Recanati, ove descrissi il suo sepolcro,
XXI V,p.45,col sigillo come abbate diiSti- rimarcai che fu rinvenuto ilcadavere or-
i/aco,ov'era incisa l'epigrafe: Pius VIOr- nato degli abiti pontificali. Le Congrega-
dinariusSublacensìs.k\t^KtVkào\xxo\\.\e.à^!ì. zioni cardinalizie, di cui ritiene la pre-
Stellisco, che il più vecchio sigillo priva- fettura il Papa, usano il sigillo coll'arme
lo pontifìcio da lui veduto, è quello che pontifìcia gentilizia del medesimo.Ta li so-
si conservava dal conte Daniele Concina no al presente quella dell'universale In-
nel Friuli, già servilo a uno de'Papi del- f^uisizione, della Fisita apostolica, della
SIG SIG 101
Concistorialf; ed anche quelle che non però alla convocazione del concilio d'E-
hanno il prefetto, come la Congregazione paona, nel quale furono fatti savi rego-
degli affari ecclesiastici, e la congrega- lamenti sulla disciplina. Dopo la morte
zionesullostato de'regolari,di cui feci cen- di Amalberga, dalla qualeavevaavulo un
noanche a Religioso. 1 u sede vacantejCon- figlio nomato Sigerico, prese una seconda

tinuando la congregazionedell'inquisizio- moglie. Questa, essendo avversa al gio-

nea procedere, nella targa dello stemma vine principe, lo accusò di aver macchi-
vi è la sola iscrizione Sede vacante, es- nato di torre al padrela vita e la corona,
sendo sovrastato lo stemma, come quan- per cui Sigismondo pronunziò sentenza
do è vivente il Papa, dalle figure de' ss. di morte contro il figlio, che fu tosto e-
Pietro e Paolo. Oltre i riportati autori, seguita. Presto peròconobbech'era stalo
anche seguenti trattarono de'sigilli pon-
i ingannato, quindi straziato dai più fieri

tificii. Giuseppe ]M.^ Pacciaudi, Lettera rimorsi, ritirossi nel monastero dis. IMau-
intorno agli anelli pontificii, presso il t. rizìo a piangere il suo delitto ed espiarlo
I2,p. 22 delle Memorie per servire alla con austera penitenza. Avendogli poi re i

storia letteraria d' Italia. Stellisco Am- (li Francia Clodomiro d' Orleans, Chil-
brecienze, Ve' piombi diplomatici ponti- cleberto I di Parigi e Clolario 1 di Soissons

ficii Sintagonia ovvero saggio d'una


, dis- mossa guerra, Sigismondo fu fallo pri-
sertazione dell'uso di sigillare in piombo gioniero colla moglie e co'figli; e Clodo-
ne'secoli di mezzo. Francesco Cancellie- miro, capo dell'impresa, li mandò a Oi--
ri, Notizie sopra l' origine e l' uso dell'A- leans,ove furono strettamente guardati.
nello Pescatorio e degli altri anelli eccle- Frattanto Godomaro, fratello di Sigi-
siastici, V^.onwn^iZ. DeBullis.etdeBre' smondo, ricuperò la maggior parte della
vioribus litteris apostolici!, dissertatio- Borgogna; e Clodomiro irritato per tale
iiem historico-canonicam SS. D. N. Pio inaspettalo rovescio, fece scannare tutti i

FI Badasse romanus benefi-


Pliilippus suoi prigionieri e gillaili in un pozzo nel
ciatus pat. eccl. s. M. Majoris D. D. D,, nel villaggiodi San Pere- A vy-la-Colom-
Rouiae 793. i ba, a 4 leghe da Orleans, correndo l'an-
SIGIRÓNE, Cardinale Dell'ordine no 524- Molti miracoli resero celebri le

dei pieli, e probab'lraenle del titolo di s. reliquie di S.Sigismondo: Dagoberto II

Sisto, pel poco diesi conosce di lui, il Car- re d'Austrasia arricchì del di lui cranio
della lo pose tra i cardinali di Calisto II una badia da esso fondata in Ahazia; e
dell 12 3. l'imperalore Carlo IV fece trasportare a
SIGISMONDO (s.), re di Borgogna, Praga le altre reliquie del santo re ch'e-
martire. Figlio di Gondebaldo re de'bor- rano rimaste ad Agauno. Celebrasi la sua
gogiioni, sebbene suo padre professasse festail i.°di maggio, nel qual giorno è

l'arianesimo, ehbe la fortuna d'e<!sere i- menzionato nel martirologio romano.


struito nella vera religione da s. Avito SIGIZZONE, Cardinale. Dell'ordine
vescovo di Vienna, e alla purezza della de'preti e del titolo di s. Sisto, fiorì tra i

fede accoppiò la pratica di tutte quelle vir- cardinali diPasqualelIche morì nel I 1 18;
tù che formano il vero discepolo di Ge- contribuì col suo voto alle elezioni di Ge-
sù Cristo. Nel 5i(') fondò il celebre mo- lasio II e Calisto II, ad una bolla del qua-
nastero di s.Maurizioad Agnuno nel\ al- le sotloscrisse nel 1 i 2 1, in favore dil ve-

lese, ove prima viveano in separate cel- scovo delle Tre Taverne,riporlata da C-
lette molti santi romiti. Successo al pa- ghelli. Il Panvinio dice che morì avanti
dre nell'anno seguente sul trono di bor- il I I 3o, perciò none vero diesi nbell.is-

gogna, fu suo pruno pcnsii ro di purgare .se a Innocenzo II per seguire ranti[».ipa
i suoi stali Uidl'ercsia e da'vizi, e bi ado- .\uaclctu II, come alUi pretesero.
,

102 SIG SIG


SIGNORE, Dominits. Titolo di mag- Nostra Signora (V.) per eccellenza si dà
gioranza e di riverenza, che ha signoria, alla Madonna [V.) ossia a Maria T'ergi-
dominio e podestà sopra gU altri, per Pa- ne (/^.). Dicesi Donna (/'.) per signora,
drone [P^.).ì\ vocabolo Signore, in latino per Dama{V.). Si usa del medesimo ter-
Morcelli lo traduce £>o/7»j/i«^,Dem<2rc/m,v, mine Signore anche parlando a'grao-
di
Dynasta , HtriiSj Toparcha. In greco, di, cui si vuole testificare rispetto ed os-
Kyriosjin ebraico, Adoni o Adonai, od sequio; Signore si chiama il principe so-
Etohinif o Jehovah; gl'interpreti greci e vrano, ed anche Nostro Signore, princi-
latini mettono il più delle volle Domimis palmente il Pc7^rt(/^.).Legso nel De Bue,
(/^), il Signore, come termine corrispon- Dell'origine dell'araldica, § IV, Del pre-
dente a tutti que'nomi. 11 Cancellieri nel- dicalo di Signore, che questa paiola, la
la Lettera sopra le parole Dorninus, Do- quale in latino suona Dorninus, procede
mniis e Don yà\cQf^e. la voce latina iS'efj/o- da Donius, casa, e propriamente dicesia
re è pronunciala dalle nazioni in diverse chi ha il comando della casa, e da tutta
maniere, scrivendosi dagl'italiani Signo- la famiglia è ubbidito; per cui è venuto

re, da (vance^'ì Seigneur, e dagli spagnuoii che doniinus e servus sono relativi: si può
iSenor. Negli arlicoliDoN, Messere, Sebo vedere Servo. Colla parola doniinus in-
Sere, li spiegai per sinonimi di Signore. II tendiamo altresì il padrone di alcuna co-
Donj abbreviativo ò\Signore,(vk dato pri- sa, sia in proprietà, sia in usufrutto. Do-
ma a're calle regine dellei^9^<7g'je e di Por- mini chiamavansi pur quelli ai
in latino
togallo, ]^oì a' \esco\\, indi a'nobili, quindi quali ubbidiva una moltitudineionde can-
a tutti ili luogo di Sigtiore,edagli spagnuo- tò Virgilio Romanus veruni do mino s
:

ii fu introdotto nelle quando


due Sicilie gentemque togatani. Notano alcuni auto-
le signoreggiavano, ove ancora è comune. ri come la parola signore nella legge pren-
Il can. Nardi osserva, che Signore è pa- de un significato equivoco, mentre or va-
rola italiana che viene da Senior, e in al- le quel dominio che riguarda la proprie-
cuni casi è sinonimo di Senator. Seniore tà de'beni, ora non is[)iegachecerta emi-
veramente ne' tempi moderni ricevè un nenza di condizione odignità, sebbenechi
significato assai diirerente da quello che l'usa siasi di quelli spogliato. Un tempo
avea pressoi latini, sebbene tuttora dice- a're davasi il predicalo di donini, e alle
si per vecchio, Senior, come Juniore o Iti- regine quello di doninae. Dissi aDoM,ch'è
niore o Giuniore il pivi giovane, e dicesi parola abbreviata di Dorninus, e fu dap-
per lo più parlando di fratelli, ovvero di prima peculiare del %o\o Dio, a\ quale ar-
quello che avendo il medesimo cognome ticolo riportai alcuna nozione sulla paro-
della famiglia fiorì dopo del seniore. Il no- la Donine, e sul Jube Donine henedicere
me di Signore detto assolutamente con- {f^). In seguito il Donmus si die al Pa-
vieneaD/o(F,)pereccellenza,Z?fa^o/jf/- pa e ad altri, aia il Donmus Apo^toUcus
miis viaximus; e più particolarmente a restò esclusivo del Papa. Nella repubbli-
Gesìi Cristo (/^.), che chiamasi pure No- ca romana non si ha contezza del predi-
stro Signore[V.), come Signore de'signo- cato di signore, tutto proprio soltanto di
ri, Eex regimi^ et Doniinus dominan- Dio, per cui rimarcai a Roma che ne ri-
tium. In questo senso il nome di Signore cusarono il titolo gl'imperatori Augusto e
non deve essere dato, come non è mai da- Alessandro Severo. I romani d'allora, par-
to nellas. Scrittura, ad una creatura qua- lando o scrivendo, usavano il nome pro-
lunque. Talvolta si dà questo nome agli prio diquellocon cui comuni vano; inval-
angeli (de' quali a Coro degli angeli), se però sotto l'impero di Caligola, il pre-
sia che rappresentino la persona di Dio, dicato di signore, e qual titolo di digni-
sia che si considerino come suoi inviati. tà e di eccellenza l'adottarono i successo-
SIG SIG io3
ri; anzi (juegli orgogliosi principi accet- landò delle famiglie nobili napoletane, al
tarono viventi dall'aiiulazìone il titolo di capitolo del messere e del ^/g/zo/e, attri-
Divo eòi DivinissimOy di cui parlai a Di- buisce tal predicato alla dignità, e crede
\irf ITA, ricevendo a vanti la i5V^^o//Hrrt l'a- che la voce dominus, stguove,s\a corrot-
poteosi, di che a quell'articolo dissi altre perchè giuntala legge
ta dal latino 5efi/or^-
parole, li p. Pauli nell'erudito Ragiona- longobarda, succedendo nel possesso dei
mento sopra il titolo di Divo datoagli an - Feudi {^r.) il più vecchio, appellavasi se-
tichi imperatori, che puhblicù negli Opu- niore, il qual vocabolo agevolmente de-
scoli il p. Calogeri» 1. 15, dimostrò che il generò in signore, che altro a sua senten-
titolo di D/Vo non da vasi per pubblica au- za non significa tranne padrone del luo-
torità se non a coloro,che essendo già mor- go, e di là poi in vece di dominns e do-
ti,venivano consagrati e posti nell'ordine niinium, cominciossi a dire e scrivere si-

degli Dii; esaminò le ragioni che mosse- gnore e signoria, dominio cioè di uno o
ro i gentili a sidatla deificazione, cercò in più luoghi. llParadisi,neH\^/eA2eor/e//'</o-
qua! luogo del cielo e in qual ordine de- mo nobile, pone fra i predicati compro-
gli Dii ponevano i deificati, l'incomincia- vanti nobiltà per le scritture pubbliche,
mento del costume, le ceremonie e il cul- anche quello Certamente tal
di signore.
to. Osserva l'anuiilista Rinaldi, an. i, n.° predicato deve ad epoca remota, in
risalir

5g, che i galilei a nessun uomo dicevano cui esso attribuiva all'insignitone una pre-
convenirsi amava-
il titolo di signore, e minenza ragguardevole. A prova di ciò
no megliosostenerequalunque tormento, l'Aldimari, nelle sue Memorie storielle su
che dii;hiararealcunOiS'/g''Jore;ed all'anno diverse famiglie nobili napoletane efore-
58, n.° 33, dice che signore è il titolo soli- stiere, foinisce molti esempi dedotti dal
to a darsi nel Saluto (/'.)sino dall'anti- secoloX II I, per dimostrare in quanto pre-
chità, il quale ora in Italia con leggera i* giosalisseil predicato di signore, che non
milazionesi fa alla straniera; ed allo Siai'- davasi in Francia chea'feudatari amplissi-
nuto (/^^.) non si augura più il maggior mi, imperocché il titolo di signore deno-
de'beni, la sanità, ignorandosi l'origine tava superiorità, preminenza e nobiltà. Il

di tale opportuno augurio, ma si tace con predicato di signore, per quanto si rac-
silenzio assai eloquente per chi con pena coglie da non pochi alti notarili di nobi-
medita sul progresso retrogrado disilFatti li personaggi, duròanche nel secolo XV,
incivilimenti! 11 Ruinarl,/i//t sinceri dei qual distintivodiiVoi/V/àf^/'j, come l'at-

primi martiri, l. 2, p. 4^7,diceche ne'pri- testa Crescenzi nel suo Anfiteatro romano
nii tempi della Chiesa a' vescovi furono da- enei Trattato di nobiltà: laonde domi- i

ti i titoli di Signore, dì Santo e di Beatis- natori di Milano, di Verona, di Padova


simo (f^.). Nel V secolo si attribuì la qua- e di altre città se ne intitolarono signo-
lificazione non solamente agli uomini vi- ri. Gl'inglesi distinguonoqiielli della pri-
venti, ma
ancora a'santi defunti, quali i maria nobiltà col predicato di Lord[f'.),
furono più volte onorati col titolo o pre- parola desunta dalla sassone laford, che
dicato di signore; in appresso si accordò equivale a Dominus. Col volgere dell'e-
pure ai Papi, ai principi, ai vescovi, agli tà, introdottesi quindi altre note onorifi-
abbati, ai monaci; ma lutto questo è re- che, il predic.ito di signoria restringeva
lativamente alla parola dorninu^, che so- si a quelle personeche viveano meramen-
lo in tempi posteriori si è tradotta comu- te in costumanza civile, non deilile ad ar-
nemente col vocabolo di signore. Poco do- ti meccaniche e civili, eil in questi termi-
po Papi per umiltà adottarono il tito-
i ni fu riguardato nel secolo passato iuLora-
lo di Scrvus Servorum Dei ove di- bardia, ove ncliytn) fu derrctato cor) e-
C^'.),
co chi altri l'usarono. L'.\niu)iialo, pai- dillo araldico: 'i Alle persone iaipicgile
io4 SIG SIG
ìd abbietti esercizi non potrà darsi nean- rizzatoda Seneca. Obvios, si nomen non
che il semplice predicato di signore, sotto succurrit,Dom\nQSsalulamus.S(i non fos-
pena di 5o scudi , il qual predicalo sarà sedubbia un'iscrizione greca che conser-
permesso unicamente a chi vive civilmen- vava in Verona Malfei nel suo ricco mu-
te, oppure esercita qualche arte o impie- seo, in un testamento di Epitetto si avreb-
go civile". Temo assai che tale disposizio- be un antichissimo esempio del Signore
ne abbia generale osservanza, poiché per Signore due volte dato ad Iperide; ed al-
la degradazione quasi universale in cui so- lora avrebbe torto Augusto, che noi volle
no titoli onorifici profusi con stomache-
i neppure una volta; ma il Dominus non
vole eccesso, il titolo di signore, almeno se l'ebbe a male. Indi fu poi ben accolto
scrivendo, si dà quasi a tutti. Questo ti- da molti vescovi a'quali fu inviato, come
tolo è soltanto handhooeWe Repubbliche da Fiorenzo e da s. A tanasio a Lucifero di
(f-), ove le ambizioni aspirano a ben al- Cagliari; da s. Paolino a s. Agostino, ed
tre cose, come all'arricchire, al potere, al anche a'cardinali. Si replica poi ordina-
dominare, al signoreggiare di fatto. Ar- riamente il signore colle persone prima-
roge forse la sentenza con cui nell'ultima rie, perchè solendo queste essere colloca-
repubblica francese, nel 1 849 il piesiden- te in siti molto alti, se non l'ascoltano al-
te dell'assemblea Dupin, chiuse in certo la prima, possano sentirlo la 2.' volta e

modo la questione in essa insorta sulle pa- la 3.^ ancora aggiungendosi al Signore Si-
ìo\eSignore eCilladino, e(ii questa: Cliia- gnore il Padrone^ e poi il Colendissimo
ìiiiarnoci pure signori e siamo ciltaduii. (^.), quindinuovamente Signore, dopo
Essa ci fa involontariamente tornar col aver cominciato coW Illustrissimo (/ .) ,

pensiero a cei ti repubblicani che dopo il divenuto Irivialissimo a motivo della co-
24 febbraio 184B in Parigi [F.) ebbero munanza abusiva dell' Eccellenza (f^.)-
iioprattulto il gusto di farsi condurre nel- Non solo in Roma, ma in tutto il mondo
le carrozzedi cor te, banchettare al le men- cattolico parlandosi del supremo Gerarca
se di corte, assistere agli spettacoli nella ^/^), come padre comune de'fedelisi dice
loggia della corte, insomma gettarsi co- Nostro Signore: così scriveva Enrico IV
me affamati su tutti i residui del lusso di re di Francia nelle sue autografe lettere,
corte. Essi aveano propriamente l'aria di parlando di Clemente Vili. L'imperato-
dire : Siamo
signori e chiamiamoci cilla,' re della Turchia^/'.) chiamasi Gran Si-

{lini. Nelgennaio 185411 general Santan- gnore. Aggiunge Parisi, che a suo tempo
na presidente della repubblica del Mes- esci in scena la voce Signoria, e si scrivea
sico ha decretato: Che il direttore dei non già Prostra Signoria^ Vna F^. S., ed
dipartimenti e i membri delle assemblee anche Vossignoria se^i\endof,\ Vannozzi,
municipali di Messico e di VeraCruz pren • uèpretendel'articolo di precedere il pos-
derebbero il titolo di Eccellenza; i pre- sessivo Prostra, neppure nel plurale, noo
fetti de' distretti e i capi politici de' ter- dicendosi la Fostra Signorìa, ma o Fo-
:

ritorii quello di Signorej i membri del- sire Signorie, o\e Signorie Vostre. Potrà
l'assemblee de'diparlimenti e de'terrilo- dirsi bene \diStgnoria Vostra anchequau-

rii quello d' Illustrissimo , e quelli del- do si parla di molti, poiché le Signorie Vo'
le città di minore importanza, di ///«• strc non significherebbe la qualità astratta
sire. Il Parisi, Istruzioni per la segrete- inerente all'animo, per lo quale vi deno-
ria t. 3, de' titoli Signore e Signoria, ri- minate Signori, ma i vostri beni ed ave-
ferisce che abbiamo in Marziale una ma- ri; nel qual senso con minore spesa potre-
iiieradi salutarsi costumata dagli antichi. ste essere signori signorie, come ali 'op-
Sollicìtus doiias, Dominunij Hcgemque posto sihanno signorie senza signoria, che
salutasj'ìì qual complimento viene auto« nel latino Dominalio Qou piace a Parisi;
SI G S I Lir loT
forse perchè Signoria, astratto di siano- Sirc[r.'),non solo divenuto proprio dei
le, bignifìca dominio, podestà, giurisdizio- monarchi e tuttora in uso, ma un tem-
ne, <fomjVmf/o, imperiuiii ,(ìoniiniuiii j Si- po fatto comune a'principi minori e ad
gnoria pergo verno, reginien^eó anche pel altri. Al presente parlandosi in pubblico
supremo magislratod'alcLina repul)hlica. alle regine, si dà loro i titoli di Signora
Tultavolla leggo rìt\Dizionario della lin- e di Madama, oltre quello di Maestà
gua italiana, Signoria, si usa parlando {/'.) e altri.

o scrivendo a uomo di grande all'are, per SIGNORI DELLA MISSIONE, r.


titolo di maggioranza. Trovo nel 1. del 1 Congregazione di s. Vincenzo
]Missio.\E,
citalo Calogerà l'erudila Lettera di Tu- dePaoli,eSoBELLE eSuop.E della Carità".
balco Pa nidi io pastore arcade, in dife- SIGO o SUGO. Sede vescovile della
sa dell uso promiscuo del fostra Siguo- Numidia nell'Africa occidentale, tra Ma-
ria, e del J ai. Conclude, che non è con- codia e Cirta, e di questa suQraganea. Ne
tro le leggi d' un decoroso e ossequioso furono vescovi Cresconiodonalista che nel
tialtamento l'uso del f^oi a persone qua- 4i I fu alla conferenza di Cartagine, Vit-
lificate, nèerroregramcnaticale adopi an- tore cattolico esiliato nel 48-4- da Lnne-
dolo di ia, con
concerto col l'astra Signor rico re de' Vanda II, [)erchè negò solloscri-
T ostra Signoria Illustrissima, o con A^o- veregli errori de'donatisti. Morceili,.,^yr.
stra Eccellenza. Quella lettera è di Do- chr. t. I.

menico M.' Manui. De'lelteruti che con- Si GL'ENZA (iS'fgfm/m). Città con resi-
dannarono il termine di Signoria, parlò denza vescovile di Spagna nella Castiglia
pure il citato Canceilieii. Tra (|uelii che nuova e provincia di Guad ilaxara,a q le-
lo difesero vi è ancora la Lettera di A- ghe daBiihuega e SodaMadrid, presso al
lessandro Ciloliniin difesa della lingua limite di Calatayud o Soria, sul pendio di
volgare, e i luoghi del medesimo, con una una collina o monte Arienca, la cui som-
lettera di Girolamo Ruscelli al Muzio, in mità viene occupata da un vecchio ca-
difesa dell' uso delle Signorie, Venezia stello, alla sinistra della sorgente dell'IIe-
1 ,j5 I .All'articolo NosTRoSiG.voBE feci pa- nares, e cinta d' antiche mura e fortifi-
rola sul Noi costumato dal-
e sul Nostro, cata. Le strade basse sono larghe e bel-
le persone costituite in dignità. Domicel- le, ma le alte scoscese e strette, essendo
lo, donzello, Domicellus, non è che il di- le case per lo più di antica costruzione:
minutivo di Dominus,ì>\'^vnjve. DilFerisce le fonti sono alimentate da un acquedot-
dal signore, inquanto che questo è più to costruito a spese d'uno de'suoi vesco-
grande per ricchezze o per età. Questo ti- vi. La cattedrale di buono stile gotico, e
tolo anticamente davasi in Francia a'ilgli che contiene alcuni belli mausolei, è d'ot-
del re, ed a (juelli de'grandi signori. ÌNel tima struttura, sotto l' invociizione di s.

medio evo i haroni roinani si chianìava- Liberata vergine e martire, patrona del-
no/-?o«j/fe///,e ne parlai altrove.i\elt^/o5- la città, il cui corpo quasi intiero si con-
sarium di Du Gange si legge che Pomi- serva tra le s. reliquie colla massima ve-
ce llaefiìvouo chiamate le liglic nuhili dei nerazione. Il capitolo anticamente rego-
magnati baroni e militi, i cui genitori si lare e già più numeroso, secondo l'ulti-

denominavano Dominus e Dominae. Sì ma proposizione concistoriale, si com[io-


ri[)ortano diversi esempi che le (iglie di neva du) dignità, la .\lelletiualiern ilile-
i

re e altri prìncipi sovrani turouo dette Do- canojdi 24 canonici comprese le preben-
inuelLie,e co.m pure furono ap[)ellate le de del teologo e tlel penitenziere, di S ra-
Canouichrs\e secolari, discendendo IJo- zionari, rationarios et tutidem medios, di
ìnivella tla Domina. Finiìlmente il.i Si- c)c<ipptlldm detti del coro, e ili altri [ite-

gnorc derivò uucura il lilulo auvtunu di ti e chierici uddelli al scrviiiio divino. L)u-
,

io6 SIG SIL


j)o il concordato ilei i 85 r Ira la Spagna VaMez inquisitore e presidente di Casti-
(/^.) e la s. Sede, il capitolo è uniforme glia, morto senza aver preso possesso del
a quello d'altre chiese, al modo che ri- vescovato; Pietro di Tapia domenicano,
porterò in tale articolo. Vi è il fonte bat- ec. Nelle Notizie di Roma sono registra-
tesimale e la parrocchia, la cura d' ani- ti: fr. Giuseppe Garcia minore osservan-
me essendoaflidala all'economo. Alquan- Valladolid nel 1726;
te della diocesi di

to distante e in bellissima situazione tro- Francesco Diaz Sunlos Bullon della dio-
»'asi l'episcopio. Vi sonoaltrecliiese, due cesi di Palencia,lraslato da Barcellona nel
delle quali parrocchiali col battisterio 1750; Giuseppe de Cuesta della dio-
la

cinque conventi, ei più belli sono quel- cesi di Santander, trasferito da Ceuta nel
li dei girolainini e de' francescani, dieci 1761; il cardinal Francesco SaverioZ^eZ-
monasteri non che confrater-
di religiose, gaclo (^.), Iraslato da Canarie nel1 76B;

nite, diversi ospedali, il seminario, un o- Giovanni Diaz Guerra della diocesi di Si-
«pizie, un collegio universitario nel con- viglia, trasferito da Maiorica nel 1777;

vento di S.Antonio, altri stabilimenti, l'ar- Pietro Innocenzo Vexarano di Granata,


senale e la caserma; ma l'università e- ti-asferitodaBuenos-Ayres nel 1 8oi;Em"
retta nel i44i cessò col 1807. Possiede manueleFiayle della diocesi di Palencia
fabbriche di cappelli, stoviglie di terra, nel 18 rq. Essendo morto nel i838, dopo
chiodi, ferri da cavallo, di chincaglieria lunga sede vacante il regnante Pio IX nel
{•rossa, le cui officine sono stabilite nel- concistoro de'4 ottobre 1847 preconizzò
l'ospizio. E" patria del teologo fr.Giusep- l'odierno vescovo «ng.r Gioacchino Fer-
pe da Siguenza e di altri illustri. Vi si nandez Cortina di Pendneles diocesi d'O-
trovano varie antichità romane; ed con- i viedo, già canonico d' Ahneria e di To-
torni amenissimie fertili, pe'rig;tgnoli che ledo, governatore di questa arcidiocesi, e
vi affluiscono, danno pure gesso e marmo di Madrid vicario e visitatore. Ogni nuo-
statuario. Siguenza ricorda una fimosa vo vescovo era tassato in fiorini Sooo. La
battaglia fra' pompeiani ed i sertoriani. diocesi è vasta, estendendosi oltre 80 leU'
Invasa da'mori saraceni, a loro la tolse cas e comprendendo molti luoghi.
Alfonso VI re di Castiglia e di Leon nel SILANDA.Sede vescovile della Lidia,
I 106. La sede vescovile fu istituita nel nella diocesi d'Asia, sotto la metropoli di
V o VI secolo sulFraganea della metro- Sardi, eretta nel IV secolo. La città de-

politana di Toledo, e lo fu sino al ricor- v'essere stata di considerazione, avendo-


dato concordato, io virtìi del quale è ne pubblicato il medaglione, col novero
«ufh'aganea di Tarragona: il vescovo fu de' vescovi intervenuti a'concilii, il Buo-

un tempo signore temporale della città. narroti, ne' Medaglioni. Il p. Le Quien


)l r.°suo vescovo fu s. Sacerdote o Sa- neW Oriens chr. t. r
, p. 48 1 ,
registrò i se-

cerdozio, morto nel Syo: fra' suoi suc- guenti vescovi. Marco fu al concilio diNi-
cessori. Protogene intervenne al 3. "con- cea,AlcimedeaquellodiCalcedonia,Aua-
cilio di Toledo, s, Gienderico arcidiaco- tolio sottoscrisse la lettera del concilio di
no Toledo morì nel 708, il cardinal
di Lidia all'imperatoreLeone, Andrea inter-
Pietro Gandisalvodel/e/i^oza (A^.)gran venne al VI concilio generale, Stefano al
cancellieredi Castiglia, fondatore del col- VI l,Eustazioa quello di Fozio, N. al con-
legio di s. Croce di Vagliadolid morì nel cìlio che condannò Barlaam e Acindino

149^; il cardinal Garzia Loaisia (F.) avversari di Paiamo, sotto il patriarca


confessore di Carlo V; Ferdinando Niceo Calisto.
de Guevara poi arcivescovo di Granata, SILBIO. Sede vescovile della Frigia
patriarca delle Indice presidente di Ca- Pàcaziana, nella diocesi d'Asia, sotto la

stiglia, morto nei i652; Feidioaado di metropoli di Laodicea, eretta nel V se»
SIL SIL »07
coIo,fli cui furono vescoviiEulaliochclio- zio, vi sono tabelle colla parola Silenliuni
vossi al concilio di Calcedonio; Giovanni in grandi caratteri. A Convito parlai del
al VII generale; Nicefoio a quello di Fo- silenzio e della lettura nella mensa : il
p.
rio. Oriens dir. t. l, p. 809. Menochio, nelle Stuore cent. 1 o, cap. 1

S\LE^Z\ MWO, Siltntiarius.B\cesa%\ tratta: sr ne'corn'iti sia meglio lo stare in


anticamente colui, al quale appai teneva silenzio o parlare. Conclude, che deve*
impone silenzio. Alcuni cliiamaiono si- si come in tutte le cose recedere dagli e-
lenziaiio il segielario di stato nella corte slreir.i,nè parlar troppo, né tacere alfat-

di Costantinopoli o di altre corti sovra* lo, per essere discreto convitalo. La mi-
uè, o almeno ilsegietariodi gabinetto im- tologia, fece del silenzio una divinità al.

periale greco: forse così denominato per- legorica, rappresentandolo con un gio-
clièdovea osservare rigorosissimo Silen- vane che tiene il dito alla bocca e con ,

zio (^.) e profondissima segretezza. Di- una mano fa cenno di t;icere; il suo at-
ce il Magri che in delta corte questo voca- tributo è un ramo di pesca, albero le cui
boloavea altra significazione,percliè5'/f/j- foglie hanno forma di Lingua (f.) uma-
tiari evano que'soldati, quali custodiva- i na, ch'è uno degli strumenti del parlare.
no la porla del sagro concistoro imperia- I persi adorarono il silenzio come un Dio,

le, dove avevano l'incombenza di far os- gli egizi lo chiamarono Arpocrate,i greci

servare silenzio, e la loro compagnia era Sigalioue, romani Angerona. Gli anti-
i

chiamata ScìioLa silcnùarioruin. Proco- chi discepoli de'lìlosofì greci peno anni
pio riferisce, che quelli i quali militanilo gli udivano tacendo, poi istruiti parlava*
nel palazzo dell'imperatore intendevano no: savio e bello è il conoscere il tempo

alla cura delle cose pertinenti alla (|uiete, di tacere e quello di parlare. La parola
sì cliiamavanosilenziari. Da questa scuo- talvolta ferisce fieramente l'uomo piùche
la l'imperatrice Arianna nel 49' ele\ò il pugnale , rattrista persone e società ,

all'unpero Anastasio I, senza essere anco- produce animosità e risentimenti eter-

ra salito all'ordine senatorio , e ad onta ni. Il silenzio era comandalo nella cele-

ch'essa fosse l'infima milizia palatina, on- brazione de'misteri pagani, ed un aral-
de dicesi che l'imperatrice erasi invaghi- do l'imponeva colle formole Hoc agej :

ta di lui. Pare che anche la s. Sede avesse i faveto linguam. Questa


liiiguis pascilo

silenziari, e fossero dignitari: trovasi nei parola nella lingua degli auguri signifi-
monumenti antichi Schola devotissimo- cava ciò ch'è senza difetto. Gli oratori e
rum silentiariortim,Silenli(7rius sacnPa- lutti quelli che volevano parlare al po-

latii,Primiceriiim silenliariorum. Meglio polo romano, imponevano silenzio avan-


è vedersi Du Cange, Glossarium. Sem- zando la mano. Il silenzio presso gli an-
bra the Ira'iomani fosse ufiìcio apparte- liclii indicava specialmente il lem[)0che
nente agli schiavi anche Carlo Magno ; scorre dopo la mezzanotte, siccome il [)iìi

avea nella corte il silenziaiio. tranquillo. Gli eretici f^aUnliniani [f\)


SILEÌNZIO, iy//e«fmni.Taciturnità,lo osservavano ne'Ioro riti un silenzio per-

star cheto, il non parlare. Questo voca- petuo: imitavano segreti e gli arca-
essi i

bolo nella s. Scrittura esprime anche le ni degli eleusini, usando gran diligenza

idee di liposo, quiete, rovina, morte. Gli in occultare (piel che [>iedicavano: lutti
antichi ebbero l'ufllcio i\\ Silenziario^f '

.)
i Settari^ f^.) ebbero grandemente a cuo-
per imporre silenzio o parlare sotto vo- re il segreto e l'arcano. Questo la Chiesa
ce nel palazzo imperiale, forse .indie nel osservò lincile credè necosaria tale disci-
patriarchio pontificio, ne'monustei 1, nelle plina, perchè i gentili ignora>sero i sa;;i i

scuole, nel refettorio, per cui in (juesli ul- misteri, e poi abbandonò il silenzio dei

timi luoghi, dovendosi osservare il silcu- sasri riti e delle ccclesiasliclie ceiemooic,
io8 SIL SIL
e le rese cognite apertamente a tutti. I do in lui molto spirito e grande amore
santi per mortificazione e per la vita con- per lo studio, lo consigliò a trasferirsi in

templativa furono assai osservanti del si- Parigi. Oltre il soccorso trovalo in quel-
s. Gregorio Na-
lenzio: ricorderò tra'primi la capitale per sussistere,venne fatto mae-
zianzeno, il quale col silenzio di 4o gior- stro nelle scienze e poi reggente nell'u-
ni represse la tentazione della lofiuacilà; niversità. L'alletto patrio l'indusse a ri-
tra 'secondi «.Romualdo istitutore de'ca- tornar nella Spagna, dove ottenne la cat-

rnaldolesi, onde suoi discepoli di qua-


i tedra di filosofia morale, e poi di teolo-
lunque parola oziosa chiedevano la pe- gia nel collegio di s. Bartolomeo di Sa-

nitenza: questo mirabile silenzio del san- lamanca, ove avendo perseverato lunga-
to celebrò nella sua vita s. Pier Damia- mente, conseguila la giubilazione, si ri-
ni. Molli ordini religiosi sono osservan- tirò nel suburbio a menar vita quieta ap-

ti del silenzio, e lo rimarco a' loro arti- plicata allo studio delle divine Scritture.

coli. Frattanto dovendosi nella Spagna pren-


SILENZIO. Ordine di cavalieri. V. dere a risroroso
o esame la dollrina d' E-
Cipro ordine equestre. rasmodi Rotterdam, fu compreso Ira'de-
sileo oSI \AJ^O^S\lvlum,Syllaeum. potati, già divenuto canonico teologodel-
Sede vescovile della 2.' Panfilia, sotto la la cattedrale di Coirà, ov'erasi preparata
metropoli di Pirgi{f^.), eretta nel IV se- la tomba. Sorpreso Carlo Vdi sua pro-
colo, elevata a metropoli nelI'VIII, ed u- bità e dottrina, l'assegnò a precettore di
nita a quella di Piigi. Si conoscono i se- Filippo II suo figlio, a cui piacque nomi-
guenti vescovi di Sileo. Teodolo nel 38 i narlo in suo elemosiniere e confessore; nel
fu al ."concilio generale di Costantino-
[ qual geloso incarico avendo secondato a
poli; Neone assistè a quello generale di mera viglia le mi re del l'imperatore, in pre-
Calcedonia; Plusianoal VI generalejPao- mio di sua fedeltà lo nominò a vescovo
lo sottoscrisse i canoni in Trullo j Costan- di Carlagena, e nel 543 gli commise ri-
i

tino iconoclasta fu trasferito a Costanti- ceverea Badajox d. Maria infanta di Por-


nopoli; Antonio fu depostocome fautore togallo, destinata sposa di Filippo II. Fu
degl'iconoclasti nell'S 1 1 ; Pietro di cui è quindi trasferito all'arcivescovato di To-
menzione nella vita di s. Giovannicio; ledo primate della Spagna. Collocato ia
Giovanni assistè all'VIIl concilio gene- grado sì sublime, raostrossi difensore in-
rale; altro Giovanni a quello del patriar- trepido della cattolica religione contro le

ca Sisinnio 11 nel 997; IMichele trovossi nascenti eresie, le quali si studiò di sof-
al conciliodiCerulario,nel quale sacrile- focare prima che avessero tempo e agio
gamente furono scomunicali legati di s. i di dilatarsi. Informato Paolo IV del suo
Leone IX; N. fu al concilio tenuto sotto merito e zelo,a'2odicembrei 555, quan-
l'imperatore Isacco Angelo; N. occupava tunque assente da Roma, lo volle onora-

la sede nell'impero d' Andronico I. O- re del cardinalato, dichiarandolo prete dei


riens dir. 1. 1, p. lor 7. ss. IVereo ed Achilleo. Non mancò egli coi

SILICEO o PEDERNALES Gian- fatti corrispondere alle obbligazioni del-


martino, Cardinale. ^acc\\ie. inVillagar- la conferitagli dignità, e dopo avere ri-

Badajox, di oscuri parenti,


zia, diocesi di cuperato molte possessioni di sua chiesa

e siccome dolalo di eccellente ingegno, alienate da'predecessori, stabilì con per-


avanzatosi negli studi destinò recarsi in petuo decreto che ninno discendente da
Roma, ma passando per Valenza gli con- mori o ebrei potesse giammai ottenere
venne per necessità dedi^^arsi per mae- nella metropolitana di Toledo canonica-
stro a'tigli d'un gentiluomo. Ivi strinse li, prebende o benefizi, o esercitarvi al-

amicizia con uu religioso, che aiumiran- cuna giurisdizione o qualsivoglia uflizio^


SIL SIL 109
ed infilili ne escluse con pello forle tulli do nel ministero sotto Adriano VI e Cle-

i cattivi uodiini per mettervi invece sog- mente VII. Pvitornato in Portogallo, fa
getti idonei. Edificò una sontuosa cap- dal re Giovanni 111 fatto suo consigliere
pella alla B. Vergine nella detta chiesa, e segretario particolare di corte, carica
e fondò un collegio per 4u fanciulli pel splendida e autorevole per essere ammes-
servigio della medesima, un conservato- so ue'segreli piìi gelosi del regno. Dive-
rio per altrettante nobili vergini e orfa- nuto vescovo di Viseu neh 539 o i54i
ne, per collocarsi in matrimonio a tem[)o a' 12 settembre iSSg Paolo III lo creò

debito con assegno di sulliciente dote, e cardinale e pubblicò a'2 dicembre i 54 i


stabilipure una casa perle femmine mon- prete de'ss. Xll Apostoli, ad istanza del
dane convertite. Pulsarci da' fondamenti cardinale Alessandro Farnese nipote del
il celebre collegio di s. Bartolomeo che Papa. Sdegnato il redellinipiovvisa pro-
minacciava rovina; nella carestia per un mozione fatta senza sua intelligenza, gli
anno alimentò poveri del grande ospe-
i proibì d'accettarla e di recarsi in Roma.
dale di Toledo, e distribuì i ^,000 scudi Il cardinale però segretamente vi si con-
a' bisognosi della città e diocesi : finché dusse con pochi intimi amici, né volle più
durò la guerra da Carlo V mossa a'pro- tornare in Portogallo ad onta delle pres-
testanti, contribu'i 4o,ooo scudi per le santi lettere del re, percui lo spogliò del-
spese di essa, e somministrògran somma le rendite ecclesiastiche e lo snaturalizzò
di denaro a Giulio 111 e ad altri Papi. Fu a'3 gennaio i 54'2,proibendoa'portoglie-
chiamalo dal Signore, come cigiovaspe- si il commercio con lui anche epistolare.
rare, a godere il premio di sue gloriose Per consiglio di s. Ignazio rinunziò il ve-
azioni, in Valladolid o inToledo nel 57 7, 1 scovato, la cui amministrazione assunse
di 80 anni, e 3o mesi di porpora. Lasciò il cardinal Farnese, che gli lasciò goder-
erede di suesoslanze la pia casa delle no- ne le rendite. Paolo III si prevalse del
bili vergini, dove fusepoltocoa breve me- cardinale, e lo spedì legiito a Carlo V per
moria,sebbene altri lo credono tumulato pacificarlo col redi Francia, ma senza ef-

nella metropolitana. fetto per non essere gradito a quel mo-


SILVA o SYLVA "SlicuELE.Cardina. narca genero di Giovanni III. Nel 1^49
le. Venne alla luce in Evora di Porto- fu fatto vescovo di INIassa e Populonia, le-

gallo, dalla nobilissima famiglia de'conli gato a Venezia, nella I\Iarca d'Ancona e
di Portallegre, avendo sortito dalla na- di Bologna, riuscendo dappertutto ama-
tura un eccellente ingegno e grande in- to e stimato. Dopo essere intervenuto a
clinazione agli studi delle belle lettere, a due conclavi, poiché era assente in quello
meglio coltivarli fu dal le d. Emanuele di Giulio 111, assai avanzato in età morì
mandalo all'università di Parigi, poi in in Roma nel i 556, ed ebbe sepoltura nel-
Siena, quindi a Bologna, e per ullimoa la basilica di s. Maria in Trastevere di-

Ruma, do ve contrasse stretta amicizia coi venuta suo titolo, pi-esso a cui fabbricò
più dotti. Trasferitosi a Venezia, percor- un magnifico palazzo ov'era solito abita-

se le piincipali provincie d'Europa, ri- re, per porgergli sovente occasione di vi-

patriando pieno di cognizioni e insigne- sitare la B. Vergine, di cui era teneramen-


mente erudito cos'i nel verso come nella te divoto, ma ivi il suo monumento se-
prosa,massime nella lingua greca. Il re polcrale non esiste più. Fu autore di va-
contento de'suoi progressi e del suo ma- rie opere singolarmente in verso, che re-
turo senno lo ammise in corte, ove accpii- gistrò ilTorrigio, De scriplonbiis carili-
slatosi pratica e sperienza nel maneggio nalilitts. Olii e d'essere eccellente poeta,
degli affari, lo destinò oratore a Leone X fu insigne matematico, e compose un e-
e al concilio di Lateiauo V, couliuuau* pigromina iu lode del suddetto cardinal
5-

Ilo SI L SIL
Farnese, die il senato romano pose in Miclieie, mentre e veramente ciò fece'H
Campidoglio scolpito sul in:u'ino. suo padre re Giovanni VI. Inoltreddelto
SILVA DE iMOTTA Giovanni, Car- re supplicò Leone XII a tra>ferirlo alla
dinnle, iNobile poi loyliese, nacque da il- chiesa patriarcale di Lisbona, ciò che il

Justii genitori, in Casteibranco nel di- Papa etleltuò nel concistoro de' i 3 mar-
stretto diGuiniaraens, a'i4 agosto 685. 1 zo 1 826. 1 vi morì a'3 gf;nnaio 1 84», d'an-
Fatti con successo gli slutli nell'univer- ni 84 non compili, fu esposto in quella
sità diCoimbra, in cui più volte ne die chiesa patriarcale pe' solenni funerali, e
pubblico saggio e ne riportò la laurea di la sua spoglia mortale fu depositata nel-
dottore, fu da Giovanni V nominato ca- lachiesa di s. Vincenzo de Fora. Questo
nonico della palriarc.iledi Lisbona e suo cardinale fu di dubbie opinioni politiche;
consigliere, indi per le di lui istanze Be- di più si fece appartenere alle società se-
nedetto XI 11 a'26 novembre 727 lo creò 1 grete. Mi duole l'animo in pronunziare
cardinale prete, senza titolo per non es- queste gravi e dolorose parole, ma pur
sersi recato in Roma, né a ricevere le in- troppo è a deplorarsi che il settario mor-
segne cardinalizie, uè a'due conclavi. Pei bo pestifero infettò anche alcuni del ve-
suoi talentiil re lo scelse a suoi. "mini- nerandocelo ecclesiastico, cosa notissima.
stro,eminentecarica cbe disimpegnò con SILVANA. Sede vescovile della provin-
tanta pubblica soddisfazione, che fu uni- cia d'isauria, sotto la metropoli di Séleu-
versalmente compiantoc|uandoa'4 otto- cia, nella diocesi d'Antiochia. Il suo ve-
bre 74? '"0>"J> d'anni 63 non compiti, in
i scovoEulalio sottoscrisse canoni i m Trul-
Lisbona, venendo sepolto nella chiesa dei lo. Oricns dir. io34'
t. 2. p.
carmelitani. SILVANO Questo sanlo è patro-
(s.).

SILVA Patrizio, Cardinnle. tacque no della piccola città di Levroux nel Ber-
nobilmente in Leiria di Portogallo ai 1 ry, che l'onora a'22 di settembre. Una
ottobre 1756, dopo filiti gli sludi abbrac- tradizione popolare, non appoggiata ad
ciò la vita religiosa nell'ordine eremita- alcun solido fondamento, crede eh' esso
no di Agostino, e per la sua dottrina
s. sia il pubblicano Zacheo sotto altro nome.
e talento meritò che Pio VII nel conci SILVERIO (s.),Papa LX. Nacque per
storode'2 febbraio 820 lo preconizzasse
I 1 legittimo matrimonio da Papa s. Ormi-
arcivescovo d'P^vora.II reGiovanni VI che sda (prima che fosse inizialo negli ordini
lo amava lo fece segretario di stalo desìi sagri, come attesta Baronio) di Frosino-
affari ecclesiastici e di giustizia, ed ottenne ne, che alcuni dissero di Troia nella Cara-
da Leone XII che nel concistoro de'2 7 set- pania Felice,ma meglio nella Campagna
tembre 1824 lo creasse cardinale dell'or- oCampaniaRomana nel rioneCampoTra-
dine de'preti; ma per non essersi mai re- iano di Ccccano, e perciò come padre il

calo in Pvoma,neppu re a'due concia vi, non campano e frosinate, per quanto rilevai
ricevè il cappello, l'anello e il titolo car- nel voi. XXVI l, p. 276 e 3o2, originari
dinalizio. Il Papa spedi in Portogallo a ambedue di Prosinone, e che Ceccano o-
recargli la notizia di sua promozione e il ve nacquero fu cinta di forti mura castel-
berrettino rosso, la guardia nobile e aiu- lane con porle d'ordine di s. Silverio, la
tante di questo corpo cav. Michele Alva- cui statua e quella del padre si venerano
rez de Castro, che il re decorò dell'ordi- nella chiesa principale diFrosinone,al mo-
ne di Cristo; fu pure incaricato di porta- do notato a p. 3 1 6. Alcuni dicono s. Sil-
re la berretta cardinalizia per l'ablegato verio cardinale dell'ordine de'pre ti, altri e
apostolico che nominai nel voi. V, p. 1 62, più probabilmente diacono o meglio sud-
ove fui indotto in errore con dire che diacono regionario. Essendo morloin Co-
gl'impose la berretta cardinalizia il re d. staiiiinopuli s. Agapito 1 a'22 aprile 536,
SIL SIL III
(lopoarrivala tale notizia inRom3,fuciea- ro alla famosa Antonina deqna amica e
to Fiipas. Silverio agli ti giugno SSj, se- confidente di Teodora e indegna moglie
condo Novaes , naentre vi è chi sostiene di Belisario, permeglio tirare al suo par-
che gli successe 4ogio''n' dopo la morte tito il qualeciecamentede-
quel capitano,
del predecessore, indi consagi-ato agli 8 feriva alla consorte. Incamminatosi per-
giugno 536. Anastasio Bibliotecario scri- tanto Belisario verso Roma, romani gli i

ve che s. Silverio fosse stato eletto per o- aprirono le porte, gli mandarono le chiavi
pera di Teodato re de'goti che signoreg- della cillà e ne cacciarono goti, che re i

giava Roma, e da lui corrotto con dena- Vilige, successore a Teodalo, a\ea racco-
ro; maLiberalo,che in questo tempo scris- mandali a s. Silverio. Il Pa[)a per impe-
se il Breviario della sua storia, non fa dire un massacro e la depredazione del-
menzione alcuna di questa pecuniaria su- le chiese, si accorcìòcon Belisario, che en-
bornazione, né di violenza fatta da Teo- trò in Roma a' I o dicembre jSy, mentre
dato romano. Olire a ciò, come
al clero i goti Uscivano per altra porla. Ma Viti-

riflette il Caronio negli /énnali ecclesia- ge nel marzo538si presentò avanti A'o-

stici, all'anno 536,n.°i23, non avrebbe 5o,ooo goti e l'assediò; però


/;/rt(/'.)con I

s. Silverio accusalo dello stesso delitto di dopo un anno e 9 giorni avendo perduto
simonia Vigilio (/'.), nella sua intrusio- una liemenda battaglia si ritirò. Fu al-
ne al trono pontificio, nel libello delia sen- lora che Belisario esserido stato in forse
tenza, che scrisse della condanna di Vigi- se dovea ubbidire a Teodora, ebbe la de-
lio, s'egli slesso per questo mezzo fosse sa- bolezza di compiacerla, sebbene dichia-
lito al trono medesimo. Trovandosi allo- rasse che a lui non si dovesse imputare
ra Vigilio nunzio di s. Agapito in Co- I la rovina delPapa,eche l'autore neavreb-
stantinopoli, bramoso di salire al ponti- be reso conto a Dio. Pertanto e vedendo
ficalo fino dal 53 in cui viveva s. Roni-
1 che non cedeva alle pretensioni dell'im-
facio II, il quale con decreto l'avea desi- peralrice,iipugnanle prese occasione per
gnato successore e poi rivocalo, promise deporre s. Silverio, accusandolo d'intel-
a Teodora imperatrice eretica eutichiana ligenza segreta co'goti in tempo dell'asse-

e acefala, ch'egli annullerebbe il concilio dio per dar loro Roma, egli sostituì l'acji-

di Calcedonia (/^'.)in cui furono condan- bizioso Vigilio. Il Papa innocente si riti-

nati gli Eiuichiani (f.), e restituirebbe rò nella chiesa di s. Sabina, ma Belisario


alla chiesa di Costantinopoli Antimo, Se- l'obbligò a vestirsi da monaco, poiché fat-

•vero a quello d* Antiochia , Teodosio a tolo trasportare nel suo palazzo della villa
quella d'Alessandria e gli altri, che quali Pinciana, lo privò di tutte le indegne pon-
eutichianiacefuli n'erano stali deposti e tificie, e dopo i rimproveri di cui lo ri-

separati, qualora ella si adoperasse in far- colmò .Antonina, l'esiliò a Patera o Pata-
lo salire al soglio papale. Adescala l'au- ra cillà della Licia. Allora Belisario fece
gusta con tal promessa, die a Vigilio 700 pubblicare, che s. Silverio era deposto e
pezze d'oro, e commise al celebie Belisa- divenuto monaco; nel giorno seguente fe-
rio questo all'are, nel recarsi con l'eserci- ce procedere all' elezione di Vigilio, che
to tl'ordine di Giustiniano I imperatore entrò in possesso del ponlificatoa'22 no-
a liberare Roma e l'Italia dal giogo dei vembre 537 o 538, perchè alcuni croni-
goti. Tornalo N'igilio in Roma colla spe- sti aiilicipnnod'un anno l'ingresso in Ro-

ranza d'essere ci eato Papa, trovo già e- ma di Belisario e l'assedio di Vilige. Il ve-

lelto s. Silverio; ma non perdendosi d'a- scovodi Patarafece onorevole accoglien-


nimo, si portò in l^avennii a consegnare za a s. Silverio, e ne prese la difesa : a t.i-

a Belisario le lettere in suo favore, «Ile fpia- le elfello il vescovo si condusse dall'i mi-

li uggiuusela promessa di 200 libbre d'o- peratore, gli pailò con libertà sacerdola-
112 S I L SIL
le e lo minacciò de'giudizi di Dio,non se dello luogo del monte Piuclo, già abita-
riparava a Innlo scandalo. Gli disse: V'ha loda Belisario, essendo venutoin proprie-
molti re sulla terra, ma non vi è che un tà de'Medici granduchi di Toscana, que-
Papa nella chiesa di tutto il mondo. Que- sti ampliatovi il palazzo per loro detto di

ste parole in bocca d'un vescovo orientale, f^iUaI\Iedici,\n memov'ìa dell'avvenimen-


sono un'ulteriore prova, ch'era ricono- to vi fecero collocare quella lapide mar-
sciuta universalmente la supremazia dei- morea, che pubblicò Piazza neW Emero-
la sede di Roma. Conosciutasi perciò da /og;/'o<f//ioma a'20 giugno.In questo gior-
Giustiniano I l'innocenza di s. Silverio, lo no e nel 1667 essendo slato elevato alla
rimandò a Roma; onde temendo Vigilio cattedra apostolica Clemente IX, per di-
di rimaner privo del tanto vagheggiato vozione verso s. Silverio fece coniare due
pontificato,con Antonina impegnò Beli- medaglie, i cui coni tuttora si conserva-
sario ad arrestarlo prima che giungesse no nella zecca pontificia. La i." esprime
nella città, ed esiliarlo di nuovo nell'iso- l'effigie di Clemente 1 X con camauro, sto-

la Palmaria, nel mare della Liguria, se- la e mozzelta, e l'iscrizione: Cleni. IX P.


condo alcuni, ovvero e più certamente M. creai, xxjun. 667; 1 nel rovescio: Co/z-
nell'isola di Ponza incontro Terracina, slanlia Silverii adiniitan.proposila^e sot-
dove il Papa consumalo dalla fame, dal to Roniae, oltre lo stemma Rospigliosi:
freddo e da'disastri,come riferisce Libe- allude all'elezione avvenuta nel dì della
ralo in Breviar. cap. 22, p. 776 (il qua- beata morte e festa del predecessore s. Sil-

le attribuisce a Vigilio la morte di s. Sil- verio. La 2.' con iscrizione e ritratto co-
verio),otrafittocolferro,come narra Pro- me nella precedente, nel rovescio è pure
copio, in Hist. arcana, p. 4> '' fli^iale di- ripetuta l'epigrafe di con tipo
s. Silverio,
ceche l'uccisoredi s. Silverio fu Eugenio alquanto di verso. Notai a C uies \ di s. Ste-
servo d'Antonina mogliedi Belisario, finì fano DE'MoRr, che il rettore della mede-
di vivere a'20 giugno del 54o, su di che sima d. Silverio Campana vi eresse un al-
sono a vedersi i Boliandisli die lojunii, tare in suo onore, disponendo che vi si

p. i3. Papa s. Silverio in un'ordinazione celebrasse la festa, e vi è l'indulgenza. Va-


nel dicembre avea crealo 19 vescovi, i3 cò la s- Sede 6 giorni, perchè tenuto Vi-
preti,5 diaconi, e visse nel pontificalo 4 gilio dal clero romano per illegittimo, al-
anni ei2 giorni. Fu sepolto ove morì, e lora lo confermò, e poi si mostrò degno
si venerano le sue reliquie in Roma nel- del pontificato.
la basilica di Maria Maggiore,nella chie-
s. SILVES, iS/A'^z. Città vescovile diPor-
sa di s. Alessio, e pare auche a s. Sabina togallo, provincia o reguo dell'Algarvia,
ov'erasi rifugialo. Venneallameute loda- comarca da Faro, ed
a più che io leghe
to per apostolica costanza, per invitta sol- a più di 6 da Lagos, sulla sponda destra
lecitudine, zelo e fervore ne'travagli. Si del Porliraaò, che vi riceve il fìumicello
oppose all'empia Teodora per ripristina- del suo nome e diventa navigabile, ed il
re Antimo nella sede di Costantinopoli, quale quivi si attraversa sopra un ponte
deposto da s. Agapito l , benché avesse di pietra. Ha una bella chiesa parrocchia-
preveduto che gli sarebbe costata la vi- le, convento, scuola latina, spedale e o-
ta, e si ricusò perciò dal recarsi in Co- spizio. Il suo aspetto è regolare, ha voto
stantinopoli a esaminar la causa dell'in- alle cortes, ed occupa il 3.°banco. I mori
truso. Essendo nell'isola di Ponza, scrisse saraceni l'invasero coirAlgarvia,ed il re
a un vescovo suo amico : Vengo alimen- Saucio l neli 188 la ri prese e nel seguen-
tato col pane della tribolazione, e coll'ac- te anno tolse loro qualche altro distretto,
qua delle angustie, ma non perciò ho tra- per cui sin d'allora assunse il titolo di re
lusciuto d'esercitare il mio cilicio. 11 sud- d'Algarvia, e come tale fu riconosciuto.
SIL SIL 1 3
Altri riferisconoche l'Algarvia era una restò la sede vacante sino ali 844'"'^"'
semplice contea, dovesoggiornavanoi lu- Gregorio XVI nel concistoro de'22 gen-
derlani o laiduii, e che re Dionigi 1 l'e- naio preconizzò l'attuale vescovo di I;aro
saltò al grado di regno, su di che meglio nig.r Antonio Bernardo da Fonseca Mo-
è vedere quanto dissi a Por. TOG ALLO. L'Al- niz, daMoucorvo diocesi di Braga, già vi-
garvia anticamente era un paese più este- cario generale di quell'arcivescovo. Tan-
so del presente, con titolo vescovile, ed il to il vescovo di Silves, comequellodi Fa-
vescovo innanzi l'invasione de'mon del- ro, per tali traslazioni s'intitolarono anche
l'Africa faceva residenza in Ossonoba o vescovi Ossobonpnsis, e /flgarbicnsis dal
Ossonaba,ora vill;iggiod'Estoml)ar,e ciò nome del regno.InoltreaFarosi riunì an-
fin dal 3o8, città dell'esarcato ecclesiasti- che la sede vescovile di Lagos o Lacobri'
co di Spagna, considerabile del la Liisitania g^,erella nel VI secolo, e poi una delle 4 re-
secondo Pomponio Mela e Tolomeo; al- sidenze del vescovo d' Algarvia, laonde Fa-
tri dicono corrispondere all'odierna Faro ro diventò importanfee ragguardevole co-
(^.). Fu snlhaganeadi Siviglia, e poi
già me sede dell'unico vescovo del regno; tut-
lo divenne d'Evora dopoché questa nel tavia Lagos è ancora città considerevole.
secolo XVI fu dichiarata arcivescovato: Trovo ancora che il vescovo d'Algarbia
il vescovo d'Algarvia od'Ossonoba ^ in- fece pure residenza in Tavira,città del rea-
cenzo intervenne nel principiodel IV se- me con porlo sulla foce del Sequa, difesa
colo al concilio d'Elvira, e Pietroa quel- dal castelloeda due baloardi, con super-
lo di Toledo del 4o6. Nel r i88 la sede bo e solido ponte; però Castromarino è il

del vescovo di Algarvia o Ossonaba, da luogo più fortificato di tutta la provincia.


questa città fu trasferita a Silves e vi re- SILVESTRINE. Congregazione di mo-
stò sino al 1590, in cui per l'aria malsa- nache benedettine. Dopo che s. Silvestro
na partirono da Silves il vescovo d. Al- Gozzolini abbate nel 23 istituì colla re- I I

fon*;o di Casleibranco ed principali cit- i gola di s. Benedetto l'ordine de'monaci per


tadini, e si stabilirono in Faro, in esecu- lui detti Sili'e^lrini (f.), fabbricò il mo-
zione del disposto da l'aolo Ili fino dal nastero di s. Beneilelto nel suburbio diPe-
1 53r). Di diversi vescovi di Silvesedi Fa- rugia nel 1 2r)(), donde nel 1 2r)'7 i monaci
ro ho parlato in alcuni articoli, come di furono trasferiti in quello edificalo nella
Alvaro Pelagio vescovodiSilvesdel 3 16, 1 cillà; dipoi il ven. Andrea di (iiacomo da
nel vol.XXI,p. 2-23, e per non dire d'al- Fabriano 4-° generale dell'ordine invece
tri Jacopo de Souza vescovo di Silves dal v'istituì le monache silvestrine, ed in es-
re Emanuele fu spedilo ambasciatore a so le religiose per molt; anni vi perseve-
Giulio 11. Quanto a'vescovi di Faro se- i rarono : siccome alcuni fanno istitutore
guenti sono riportati nelle Notizie di Ro- delle monache il b. Bartolo 3." generale
ma. Nel 74o fr. Ignazio da
I s. Teresa, Ira- dell'ordine, ne parlerò nel seguente arti-
slato dall'ai ci vescovato di Goa; nel 1 7^2 colo, dicendo ancoraché pare originasse-
fr. Lorenzodi s. Maria
mino- di C!oirabra ro nel 12 33 per opera dello stesso s. Sil-
re os<ervante riformalo, Irasleiitoda Goa; vestro abbate in Serra s. Quirico. INIa nel-
nel 784 Andrea Teixeiia Pallia di Hi-ja,
I la guerra scoppiata nel pontificato d'Ur-
succeduto percoadiuloria; nel 787 Giu- i bano Vili nello slato ecclesiastico, e te-
sep[>e M.^ de Mcllo ili Lisbona; nel "89 1 mendosi la propotenz-anìilitare, furono le
Francesco Gonies (ìlippino, della diocesi monache traslocate dal subuil^io in allro
di Lisbona; nel H q (ÌMiaccbino da s. An-
1 i monastero dcnlio Perugia, già degli c-
na (^arvallio, della diocesi di Lisbona; nel remiti di s. Agostino e denominati della
18 >4 Bernardo Antonio ile Fiqucrcido, congregazione di Perugia canìbiandosi ,

della diocesi di Coimbra; morto noli 833 il suo nome di s. Maria Novella in qucl-

VOL. LIVI. 8

a bi'inrvaiw , ru^.
I 1
4 S I L SIL
lo di s. Beneclelto. Si formarono per le presente non esistono più le monache sil-

monache particolari costituzioni, secondo vestri ne.

quelle dell'ordine sii vestii no,airosservan- S IL VESTPilNI. Congregazione mona-


za dellequnli obbligavanocon voto pai
si •
slica,chesegnendo la Benedet-
regola di s.

licolaie nella solenne professione. Nel co- to, vanta a fondatore Guzzo-
s. iS'/Vt'e^^ro

lore però delle vesti differirono dai mo- lini o Gozzolini nobile d'Osimo,e da lui ne
non vestendo il nome. Nacque esso nel 1 1
naci, i quali allora di color prese 77 ed eb-
ceruleo scuro, come alciuii scrivono, ma be perpadre Ghisliero,e prima cheinlui
sibbene di color tanè lionato (ed in fat- rispleiidcsse il lume della ragione, e lino
ti il Compagnoni, Memorie d'Osimo, t. dai piìi teneri anni mostrò di possedere

2, p. 233, e t. 5, p. 72, nelle belle no- tutte le virtù, onde i suoi parenti conce-
tizieche riporta di s. Silvestro, dichiara pironosicura speranza dell'ottima sua riu-
che ven. Andrea di Giacomo scrittore
il scita, e dopo primi studi fatti nella pa-
i

della di lui vita, notò che l'abito del san- tria 0>imo, lo mandarono a Padova e a
to e de' suoi primi monaci era ruvido e Bologna acciò vi apprendesse la giurispi u-
aspro, senza dirne il colore; quindi con di- denza. Conoscendo Sii vestio che quest'ap-
verse autorità stabili>ce, che l'antico co- plicazione lo impegnava negli affari del
lore dell'abito de'silveslrini Uì mustellino mondo, ne'quali avea risoluto di non in-
o lionato, come quello da'^'allombrosani, gerirsi, e propendendo per la vita chieri-

ossia color tanè lionato; indi parla delle cale, si die tutto allo studio della teologia
diverse variazioni e cambiamenti del co- e a quello delle divine Scritture, per pu'i
lore di questo abito), le monache adotta- facilnjente conosceiee amare Dio che ciò
rono quello nero, come le altre benedet- gl'ispiiava. Dividea il tempo in modo, che
tine che vestono così. Convennero però impiegandolo alternativamente nello slu-
nella forma dell'abito, poiché lo stabiliro- dioe nell'orazione, non gli restava neppu-

no composto di tonaca, di scapolare, e di re un momento d'ozio, né per qualche le-


cocolla che assumevano nelle sagre fun- cito sollievo. Ritornato dopo il corso de-
zioni e in circostanze solenni. Sopra il ca- glistudi in patria, incontrò la paterna in*
pOjOltreil velo bianco, sovrapposero il ne- degnazione per non aver atteso alla giu-
ro comuneqiiasi a tutte monache. Del-
le risprudenza che reputava necessaria pei
le silvesfiine tratta Conanni nel Ca-
il p. giungere agli onori e luci del mondo, per i

talogo delle vergini a Dio dedicate, a p. cui non volle vederlo né parlargli per o i

92, e ne riporta la figura, la quale fu ri- anni. Sopportò Silvestro con paziente ras-
prodotta dal Capparoni, nella Raccolta segnazione tale trattamento, ed intanto
degli ordini religiosi delle vergini a Dio di venne canonico onora rio del la cattedra-
dedicate, a p. 34, insieme al narrato dal le, e promosso al sacerdozio si applicò più

p. Eonanni. Dice il p. Helyot che le sil- assiduamente all'orazione, alla contem-


vestrine ebbero parecchi monasteri, ed li- plazione delle cose divine, e agli esercizi
tio anche a Serra s. Quirico, che rimonta delle più belle virtù. Acceso di zelo per
al 1233 poco dopo la fondazione dell'or- la salute delle anime, cominciò a predi-
dine, tutti sotto la direzione de'monacisil- care e riuscì mirabilmente nel ministero
vestriiii; niacoll'andardel tempo riuscen- apostolico, perla gran dottrina di cui era
do ad essi d'imbarazzo la lasciarono, rite- adorno, e per la santità della vita con cui
nendola direzionesolodiquellodis.Bene- confermava quanto diceva. Non istette in
detlo di Perugia. Anche in Firenze, non sul forse di portar con la sua voce ammo-
già in Recanati, furono istituite queste nimenti salutari allo stesso pastore d'O-
monache dal ven. Andrea s. Giacomo, e Simo tralignato dalle sollecitudini di ve-
collocate nel monastero di s. Giorgio. Al scovo, benché gliene venisse per tale uso
~
SIL S I L I I

ili libertà evangelica travaglio d'ingiusta gr)la chedovea abbracciare, gli apparve-
persecuzione. Impugnò la spada de! Si- ro tutti i fondatori degli ordini regolari,
gnore contini vizi, che cercava di rimuo- ntostrandogli ognuno la siia.ech'egli scel-
vere dal cuore de'suoi concittadini, qua- i se fpiella di s. lieiiedelto. Altri poi voglio-

li Io ammiravano avvampante di santo no, ch'egli fabbricasse ili.°suo mnn;isle-


zelo. Pensò poi di ritirarsi dalla patria e ro in ÌMonte Fano (di cui nel vol.XL, p.
di voltare alfatlo lespalleal mondo, esol- 278. ed Recatati) nella diocesi d'Or/-
a
lecitò la risolu/.ione per aver veduto il ca- rno (/ .) e due miglia da Fabriano {f),
davere d'un suo parcnte,cli'erasi fatto am- dedicandone la chiesa a s. Beneilelto, e
mirare per bellezza, in breve sfigurato e che neli23t quivi giltasse fondamenti i

contralTalto, coperto di vermini e putre- del suo ordine, confermato poi con bolla
dine. Pertanto nel i 2 i
7 (epoca la piìi ve- de'27 giugno 1247 da Innocenzo IV in
rosimile, altri avendo scritto nel 227) e
r Lione. Quindi il s. abbate fondò altri mo-
avendo ^o anni, parti segretamente da O- nasteri, come di s. Bonfiglio di Cingoli,
simo, accompagnato da certo Andrea, la- di s. Marco di Ripalta, di s. Giovanni di
sciato il quale sì nascose in un deserto vi- Sassoferrato, di s. Benedetto di Fabria-
cino alla terra di cui era signore Corrai no,di s. Bartolomeo di Serra s. Qnirico,di
do, ove vivendo in istraordinaria peniten- s. Pietro di INIonle Ositno, di s. .Marcodi
za e mortificazione, non tollerando Cor- Sambuco, S.Tommaso di Jesi, e di al-
di

rado, chelo riconobbe, che dimorasse in tri fino al numero di tredici. Dopo ave-
luogo tanto orrido e alpestre, lo condus- re il santo procuralo che i suoi discepoli
se in altro meno disagiato e gli sommi- si avanzassero nella perfezione, pieno di
nistròogni giorno l'alimento, li santope- meriti e chiaio per molti miracoli, in età
rò passò ad altro sito più solitario chia- di c)0 anni morì e restò sepolto in Mou-
mato Grotta Fucile, ove poi fondò un mo- teFanoa'26 novembre 2 ()-, per cui l'or- 1

nastero, e qui cominciatasi a spargere la dine fu anche detto di Monte Fano. Usuo
fama di sua santità, molti a lui si porta- nome fu da Clemente Vili messo nel mar-
rono per esserne discepoli e imitarlo nel tirologio romano, e Paolo V Io canoniz-
rigido tenore ili vita, poiché privo di tut- zò perequipollenza colia hoWaSancloruni
to ordinariamente si cibava d'erbe cru- i'irorum, data in Tusculo a'2 3 settembre
de, bevea acqua pura e dormiva sulla nu- iG 1 7, Bull. fìom. t.4>pf»»'-4>P- 2 36. Nel
da terra. Consii;liatoa determinare (|ual- tempo che il dotto Lamberlini ei a pro-
che regola di vivere, fece edificare un mo- motore della fede, dall'ordine fu fitta i-

nastero a cui prescrisse un'estrema pover- stanza per l'estensione dell'uflizio del san-
tà e la regola di s. benedetto, il quale di- to a tutta la Chiesa, ciò che facilmente si
cesi che in un'apparizione gli mostrasse il concede pe'santi canonizzati e fondatori
colore dcll'idiito de'suoi monaci, che han- di ordini approvati; ma si oppose rilevan-
no lasciato dall' epoca dell'unione della do che i silveslriiii allor.i esistevano sol-

congregazione Sdvestrina colla Valloni- tanto nella Marca ov' erano cominciati,
brosana.inche vestirono e rilenneroquel- nell'Umbria e nella Toscina, con 7. "•mo-
lo di turchino blu in vece del primiero, nasteri in cui vìveano circa 3oo tuonaci,
ch'era di color tanè, come neassicurano onde non convenivo estendete n tutta la
alcune pittin-e, un dipinto del Veronese Chiesa l'ulllzio d un santo fondatore, l.i

rappresentante il fondatore, eijuiinto ri- cui religione era ricevuta in poche pro-
marcai nel [)recedente articolo delle Sil- vincie d'Italia. Quando poi Lambertini
vFsTni.NE. Lo scrittore di sua vita nggiun divenne cardinal vescovo d'.-Vnconn, uni-
gp, che il santo pregando il Signore a ma- to con gli arcivescovi d'I'rbino e di Fer-
nifestare 1.1 sua volonlii intorno alla re- mo, e con diversi vescovi della I\larca, co-
ii6 SIL SIL
me dice nella sua opera, De Canon, ss. ossia di s. il go-
Silvestro abbate. Sotto
lib. 4,pa>'- 2, cap. 6, n.°i r,ollentie a'3o verno de'suddetti generali e de'loro suc-
1729 da Benedetto XIII, die alla
luglio cessori, silvestrini si propagarono sino
i

Marca fosse esteso l'nfTizio di s. Silvestro, a contare 56 monasteri di uomini e mol-


che dipoi Clemente XIV concesse per tut- ti di donne, fondando eziandio un mona-
to lo stato pontificio. La T^ita di s. Silve- siero di monaci in Roma e altro in Na-
stro, %cv\\.\a dal ven. Andrea di Giacomo poli. I non meno che priori dei
generali i

o Giacobi monacosilvestrinodi Fabriano, monasteri anticamente erano perpetui ,


ov'è il monastero principale dell'ordine, ma Paolo III nei 543 li fece triennali. Fu 1

e contemporaneo del santo, fu pubblica- l'ordine neli662da Alessandro VII con


ta in Venezia nel 1 5qq. Abbiamo pure di bolla del 29 marzo unito a quello de' P'al-
Franceschiui, Fila di s. Silvestro abba- lontbrosani[F.), formando una sola con-
te fondatore dell'ordine di s. Benedetto gregazione sotto il titolo di Fallonibrosa
di lìlonle Fano, Jesi 1772. NelisGS fu e Silvestrina dell'ordine di s. Benedetto,
nel capitolo generale di Monte Fano e- ordinando che i generali che doveano e-
lelto per successore del santo nel gover- sercitar l'uffizio per 4 anni, fossero alter-
no dell'ordine, il b. Giuseppe di Serra s. nativamente eletti tra silvestrini e val- i i

Quirico (di cui nel voi. XL, p. 274), il lombrosani;che quando un silvestrino fos-
quale fece delle nuove fondazioni, come se generale avesse due vallombrosani per
anche il b. Bartolo da Cingoli, clie quale visitatori generali, e reciprocamente due
3.° generale dell'ordine dopo il preceden- silvestrini quando fosse vallombrosano; e

te lo governò sino al i 298, secondo alcu- che si compilassero delle costituzioni le

ni istituì le monache Silvestrine[F.), e fe- quali fossero egualmente osservate dagli


ce seri vere la vita del fondatore dal ricor- uni e dagli altri; ma l'unione ebbe breve

dato ven. Andrea da Fabriano poi an- durala e gli ordini furono divisi per de-
ch'esso generale dell'ordine. Sull'epoca creto della congregazione de'vescovi e re-
dell'istituzione delle mouache silveslrine, golari neliG67 sotto Clemente IX, come
e se il b. Bartolo o il ven. Andrea ne so- appiendo da mg.*' Compagnoni, Memo-
no ifondatori, debbo qui dichiarare. Il rie di OsiniOj t. 2, p. 232. Dopo questa
b. Bartolo 3.° generale dell'ordine cessò separazione generali silvestrini contuiua-
i

di vivere nel 1 298, e ne fu immediato suc- rono nel 4 anni, quindi nel ca-
governo di

cessore il ricordato ven. Andrea nel gene- pitolo generale del 1681, in cui fu eletto
ralato e nell'istesso anno. Le monache fu- generale il p. d. Giovanni Matteo Felicia-
rono ospitate nel monastero di s. Benedet- ni, fecero alcuni regolamenti che furono

to di Perugia, pare alcjuanto prima del appiovati nel i(uS3 da Innocenzo XI, il
1299. Inloino al b. Bartolo, non si rac- quale con breve del G85 ordinò che mo- i

conta formata un'associazione di sagre rendo il generale ne fosse continuato il go-


vergini ; ma bensì al ven, Andrea si ri- verno da un vicario generale sino al ca-
concorda col fatto cronologica-
ferisce, e pitolo. Avendo i silvestrini fino dal 1G78
mente considerato, perchè le datesi riu- composto delle nuove costituzioni, Ales-
niscono nel suo generalato. Adunque, se sandro VI II le approvò colla bolla Pasto-
al ven.Andrea nonsidebba assolutamen- ris aeterni, (\e 1 5oltobre 1 6c)0,Bull.Roni.
te il gli si può cer-
nome d'istitutore, non t. 9,p. 48, ove sono riportate. A tenore
tamente contrastare quello di propagato- di esse debbono recitare l'uffizio divino
re, aggregando al monastico vessillo del ne'giorni feriali, e nelle feste semplici ag-
Guzzolinoaltre vergini, che sino dal 233 i giungono in coro quello della B. Vergine,
ebbero origine pressoSerras. Quirico sot- e dopo l'ora di I." dicono le litanie de'san-
to la disciplina del fondatore dell'ordine, ti. Finito il vespero fanno la conferenza
SIL SIL 117
spirituale, dopo compieta un'ora tl'ora- ligiosa; il p. d. Giacomo Mercati da Sca-
zioiie, e ogni giorno si adunano in capito- pezzano diocesi di Sinigaglia, risplenden-
lo. Non puiiuo mangiar carne se non in- te di umiltà accoppiata con una profonda

férmi digiunano dall'Esaltazione delia


, dottrina nelle lingue greca ed ebraica; ilp.
Croce sino a Pasqua, fuorché ne'giorni di d. Giulio Rinaldi di Fabriano, denomina-
Natale e di s. Silvestro loro fondatore, la to VA postolo di Gualdo Tndino, difeso
cui festa è a'26 novembre, ed in altre so- nella fiamma del suo zelo dalla purezza
lennità, nelle quali può dispensarli il su- e dal rigore della povertà, ed altri anco*
periore, con questo che non cadano nei ra che meriterebbero di essere ricordati,
tempi d'avvento o quaresima. Della stessa e proposti quali soggetti degni di tutta ve-
dispensa hanno bisogno eziandio per non nerazione, se la brevità non me lo vietas-
digiunare, quando viaggiano, ne' giorni se. Nondimeno è per me una compiacen-
stabiliti dalla regola. Il loro abito consi- za religiosa, un tributo di giustizi.! trarre

ste in una tonaca legata con una fascia, dall'oscurità dell'oblio le beneficenze e le
ed in largo scapolare sciolto con cappuc» opere di sempre commendevole memoria,
ciò, tutto di color ceruleo scuro o turclii- ch'ebbero culla e sviluppo ue'chiostri, e
110 blìj, com'è ancora la cocolla che assu- indi si riversarono sulla società, che am-
mono incoro e nelle processioni della fuc- miratene le grandezze seppe giustamente
ina degli altri benedettini: portano percit- apprezzarle , e tributargliene doverosa-
là anche un lungo mantello della forma mente stima e riconoscenza, come celebrai
di quello degli ecclesiastici, come è il cap- in tanti articoli. La congregazione silve-
pello. Il generale usa come gli nitri abba- strina vanta pur essa un numero di per-
ti la maiitelletta e la inozzelta, colla cro- sonaggi che quali sperimentati nocchieri
ce pettoialejha l'usodegli ornamenti pon- furono promossi alla dignità vescovile, ed
tificali, e può conferire gli ordini minori in oggi n'è fregiatomg.rGiuseppe^L' da-
a'siioi lelii'iosi.
o Gli altri abbati dell'ardi- vi vescovo diTipasa inpartibus e coadiu-
ne ponilo ullìziare pontificalmente ne'lo» toredel vicario apostolico del Ceylan nel-
ro monasteri 3 volte all'anno, ed è pre- l'Indie orientali, dove si recarono e sono
rogativa forse non posseduta da altre con- presentemente, come altri in epocheanoi
gregazioni monastiche, che la primaria lo- rimote, 3 operai evangelici silvestrini. E'
ro chiesa di iMonteFano,oggi dal nome del sempre celebre la rinomanza di mg. 'Gua-
fondatore detta del s. Eremo di s. Sth-e- rino Favorini vescovo di Vocerà (di cui
Siro, abbia la facoltà d'innalzare la sedia parlai in diversi luoghi e nel voi. IX, p.
pontiiìcale, e di tenerla costantemente e- ic)4)Come il I. "vescovo regolare ad usare
relta sotto apposito baldicchino all'uso di ilHocco verde al cappello, e questo del me-
cattedrale. L'ordine de'silvestrini ha pro- desimo colore), maestro della cattedra di
dotto molti soggetti illustri per dotlrma, Poliziano in Firenze, del quale senza ri-
per virtù e per sinlità di vita, in cui si re- cordare altre opere letterarie, abbiamo il
sero celebri s. Buidìglio vescovo di Foli- riputalis'iimo Lesùco qual capolavoro per
gno che rinunziò il vescovato per tornare introdursi allo studio del greooe qual nor-
alla solitudine, il b. Giovanni del Casto- ma per giudicarne del significalo. Diver-
necelebre per miracoli, il b. Ugoilegli .Vi- si silvestrini sostennero nel Piceno la rap-
ti discepolo ilei fondatore, e molti altri tra presentanza di luogotenenti della <;. Sede.
i quali si contano 12 seguaci del «.abba- Gli storici dell'oriline riferiscono, che l'or-
te; e ne'tempi a noi più vicini ilp. d. Mau- dine eijuestredi Cristo [1'.) nel Portogal-
ro di Uccanali, possente contro gli ener- lo fu istituito colla regola della congrega-
gmnenijil p. d. Aiisovino Rosati di Came- zione sii vestrina, portata in quel regno dal
iiuo, esemplare di osservanza e carità rc> p. d, FruucescodiGesù Maria poitoghe-
m8 SIL SIL
se, il quale la trapiantò pure nell' Indie lo di Fabriano. La volgare denominazio-
occideiilali.equal uomo di Dio non isde- ne ^eZ C^rco sembra impropria, sarà me-
guarono altre case monastiche di averlo glio il dire di s. Stefano sopra Cacco, co-

il provvido l'ifornialote. Lo stemma del- me diciamo di s.Maria sopra Minerva la


l'ordine forma in si un campo azzurrOjCon chiesa di tal nome. Dice il Piazza nell'Zi-

3 montagne verdi sormontate da un pa- merologio di Roma, che la chiesa occu*


storale d'oro posto in mezzo a due rami pa l'area del tempio della dea Cerere, dai
di rose adorni di fiori. Il p. Bonanni nel romanierettoin memoria dell'astutoCac-
Catalogo degli ordini religiosi, tratta dei 00, che rubati i bovi a Ercole, per la co-
silvestiinia p. i33 e ne produce la figura, da li trasse nella sua spelonca, ma il loro
e dice che Sisto V nel i 586 rinnovò l'an- muggito lo fece scuoprire e punire. Il Pan-
tica loro osservanza. Trattano dell'ordi- ciioli, ne' Tesori nascosti di Roma, rife-

ne, il p. Aimibali da Latera, Coinpeiidio risce che ivi era una statua di Cacco poi
della storia degli ordini regolari, 1.
1, p. trasportala in Campidoglio, la quale la-
44j FahriuijZ^/Ti'e cronica dcllacongre-
1 sciò il nome alla piazza e contrada. Finse-
gazione de monaci sdveslrini j il p Helj'ot ro gentili che Cacco fosse
i figlio di Vulca-
tradollo dal p. Fontana, i5"tonVz degli or- no.per le fiamme e fumo che usci va no dal le
dinìnionaslici, t. 6, p. 7 y, ove riporta gli i sue grolle presso l'Aventino, che toccai nel
altri autori che ne parlarono. Dice Bail- voi. LVI il, p. 1 78 e altrove, verso la ripa
let che s, Silvestro fabbricò in Roma un del Tevere, da dove rubava i passeggieri
monastero in un sito datogli da'canonici e i naviganti; quindi ucciso da Ercole per
di s. Pietro, cedendogli pure la chiesa di avergli rapito bovi, onde per memoria i

s.Giacomoalla Longaia presso Porla Set- iromani eressero a Cacco altra statua ples-
timiana (ora iStW^ Agostiniane converti- so la porta Trigemina. Il Vasi, nel Te-
te, delle quali e del monastero riparlai al- soro sagro, narra che questa chiesa fu e-
trove), ch'era stata fabbricata da s. Leo- relta sopra un antico tempio comunemen-
ne lY e unita a detto capitolo da Inno- te credulo dell'egizia Iside Serapide, e
cenzo III, di cui è ancora filiale; ma per- fu atterrato dall'imperatore Claudio in
chè i silveslrini nwn aveano sulla ciiiesa castigo a' sacerdoti che fece morire, per
assoluto dominio , nel i 568 accettarono aver in esso ingannata l'oqeslà di Pao-
l'olierta della chiesa parrocchiale di s.Sle- lina matrona romana, ofiesa da un gio-
fano del Cacce om Crti'O nel rione Pigna, vine nobile che i sacerdoti gli fecero cre-
come più ampia e più bella, onde lascia- dere il loro dio Anubi. Dipoi lo riedificò
rono subilo l'allrache il capitolo Valica- Settimio Severo e l'adornò di figniee sim-
nodiè neli62oa'francescaui del 3.° ordi- boli egizi, parlicolarmenle del Cinocefa-
necoU'annuo canone di scudi 60, quali i lo (scimmia con lunga coda, che gli egizi
poi l'abbandonarono per averli Urbano nutrivano ne' loro templi per conoscere
Vili neli63o trasferiti a s. Maria de'Mi- il tempo della congiunzione del sole e della
i ponendo in s.
acoli già de'conventuali, luna, ed era lo slesso che Anubi) volgar-
Giacomo le suddette monache. mente dello Cacco, donde il luogo e poi
Chiesa di s. Stefano del Cacco , con la chiesa presero la denominazione. La
ampio monastero de'silveslrini cotiliguo chiesa fu edificala ne'bassi tempi, e per-
edaloro fabbricalo, e dove olirei monaci ciò si tiene antichissima, essendovi stali
sono di verse segreterie delle congregazio- in venerazione i corpi de'ss. Abdon eSeii-
ni cardinalizie, essemlo vi la residenza del nen che furono traslocali nella vicina C/i/e-
p. ab. procuratore generale dell'ordine, sa di s. Marco (nel quale articolo par-
che ora è il p.d.llarioneSillani,ed il gè- lai dell'antico monastero che fu già in que-
uerale il p. ab.d.Beuedetlo Maggi in quel- sto luogo), e di cui fa memoria ]Marlinel-
SI L S I L I n^
li, Roma sacra 364 e 4o e detto di
p. i , Nell'ultima cappella edificata con buona
s. Stefano in Baganda , mentre Pio IV architettura e dedicata alla Madonna, nei
dalla porla ilelia chiesa di s. Slefuno tol- lati sonodue quadri del cav. Baglioni. Gli
se due leoni eyizi di basalte che avran-
i altari sono f), e alcuni hanno paliotli di
no appartenuto all'antico tempio, e li col- musaico; nelle pareti e sul pavimento vi
locò al principio della cordonala di Cam- sono iscrizioni e qualche bassorilievo se-
pidoglio {f^.). Leggo nel citato Martinel- polcrale, rimarchevoli per la loro anti-
li: S. Stcphanide Cacalo notainr ah au- chità.
thore an. i5S'^ nane dicilur del Cacco. SILVESTRO (s.), vescovo di Chalons
Alile templuni aderant Anubis, et Sphyn- sulla Saona. Successe nel vescovato verso
glint statiiaeinarmoreae;ilern sepulclirum il 490 al b. Giovanni di Chalons, ed inter-
antiquum, in quo expressa i-aria supplì- venne d'Epaona nel 5 17, tro-
al concilio
eia sen'oruni. Dissi col p. Helyotchela vandosi soltoscriito dopo metropolitani i

chiesa di s. Stefano del Cacco fu data ai s. Avito di Vienna es.VivenzioIodi Lione;

silvestriuinel i SGSjtna Venuti, Zioma mo- locchè fa CI edere ch'egli fosse il più anzia-
derna,(ì\cei56i, altri nel 1 56 5. I monaci no Mori in pace, secondo s.
de' vescovi.
la ristorarono nel 1 607, e la divisero nel- Gregorio di Tours, dopo aver governato
linterno in 3 piccole navi con due oriii- la sua chiesa per 4^ anni. P>.iferi>ce il ci-

ni dii4 colonne antiche, probabilmente tato autore, che i malati ricuperarono la

appartenute al descritto tempio pagano: sanità coricandosi sopra un tessuto di cor-


nel 18 52 vi operarono al tri restauri, e qual- de ch'era stato usato da lui. Girboldo ve-
che abbellimento nella tribuna e nella vol- scovodi Chalons scoprii il di lui corpo verso
ta. Clemente XIV nel 1772 con suo breve 1
'8 7 8, con quel lo dis. Agricola nella chiesa
f.icoltizzò i monaci ad erigervi il t'unte bat- di s. Marcello, ed insieme con questo col-
tesimale, a comodo della parrocchia, che locò una parte delle sue reliquie sull'alta-
LeoneXIIsoppresse nel 182 4- In ogni qua- re dis. Pietro, lasciando il rimanente nel
driennio, per la festa di s. Stetano Goz- sepolcro di marmo ch'era stato trovato.
zolini abbate, il senatoromano fa alla chie- La festa di s. Sdveslro di Chalons è no-
sa l'otrerta d'un calice con patena d'argen- tata a' 20 novembre tanto nel marti-
di
to e 4 torcie di cera. In <juesta chiesa era rologio di Adone e di UsuardOjCome nel
riniarcabile il Cristo morto in grembo al- tornano.
la B. Vergine, dipinto da Pierin del Va- SILVESTRO (s.) GozzoLixi. r.Sii-
ga, nella parete sotto la nave a destra di VESTRI.NF.
chi entra ; ma ora non vi è che una me- SIL\ESTRO(s.), ordine equestre. V.
diocre copia affresco nullameno il volto
: Sperone d'oro.
della Madonna è interessante. Le pitture SILVESTRO I(s.),PapaXXXIV.De-
a fresco della tribuna sono di Cristoforo stinato dalla provvidenza a governare la
Consolano, ili cui sono pine il s. Carlo e Chiesa allorché essa cominciava a trion-
la s. Francesca romana ne'Iati dell'altare f ne dc'suoi persecutori, e ne'primi anni
maggiore, non che dicesi il quadro di es- della sua prosperità temporaIe,nacque in
so esprimente il martirio di s. Stefano prò- Roma da Rufino e da s. Giusta nobilis-
tomiirlire,soltola cui invocazioneè la chie- simi. Pretendono alcuni ch'egli sia come
sa, ove si celebra la sua festa. Il s. Nico- s. Siricio della nobile fiimiglia Onofri di

la nell'altare dopo quello ilei Crocefisso, Foligno, dove passò nel 45 1 \';derio della
sotto l'altra navata, è diGiovanniOdazi: il nobile stirpe Ruffia romana, e che perciò
quadro di s. Slefino che prima slava ap- in Foligno continuasse a chiamarsi col co-
presso il muro, fra questa e la cappella gnome dell'antico roma no, finché da Ono-
seguculc,ei'a della scuola diGio.dcNecchi. iVio celebre vescovo della medesima pru-
120 S I L SIL
sapia,datoa Foligno nell'870 da Adriano ^mo^o/Zf'/^.), acciò primeggiasse e risplen-
II, lo cambiarono con quello degli Ono- desse unica mente quella che vi formò del-
fii, come rileva Ughelli, Italia sacra t. la iS'ef/e<7po5to//crt(^.), fondata vi dal prin-
1, p. 738. Essendo morto di buon' ora cipedegli apostoli ei.°Papas. P/efro^/^.),
il padre.l'adeltuosa sua madre prese cura ilcuicorpoequellodis. Paolo (^.) vuoisi
speciale della di lui educazione, e lo mi- da s. Silvestro I divisi nelle loro patriar-

guida di Carizioo Carino prete


se sotto la cali basiliche, quali propugnacoli del cen-
ragguardevole sì ppr santità che pe' talen- tro del cristianesimo. Il complesso dunque
ti, egualmente alle
aflìnchè lo formasse del memorando pontificalo del gran Pon-
scienzeealla pietà. Taluni annoveranoSil- tefice qui tenterò tracciare, almeno nel
vestro fra' canonici regolari, certo è che più importante, rimettendomi nel resto
fu ammesso nel clero della chiesa roma- ai moltissimi articoli incuilocelebrai. Nel
na e fu ordinato prete da Papa s. IMar- medesimo 3i4 s. Silvestro I nominò 4
Cellino, come attesta s. Agostino, De ha- legati, due preti e due diaconi, per rap-

pLìst. cap, 1 6. La sua condotta e il suo sa- piesentarlo al concilio che gli occidentali
pere in que'tempi di persecuzione Io fece tennero ad ^r/e5: credono che vi as-
altri

universalmente stimare. Egli fu testimo- sistesse personalmente. Visicondannò lo


nio del meraviglioso trionfo che ottenne scisma de'Z)o/m//.y^/(^.), come pure l'ere-
la Croce sopra l'idolatria, allorquandoCo- sia de'Q/<fZ/V0fZec//?/<7///(A'^)sulla celebra-
stantiuo i il Grande, vinse in Roma (/^.) zione della Pasqua (^.), e vi si fecero mol-
Massenzio nel 3 1 2; egli entrò nel gaudio ti cauonidi disciplina ecclesiastica. Il con-

che rienìpl l'animo del suo predecessore cilio ancora adunato scrisse al Papa una
s. Melchiade, quando il vittorioso impe- sinodale lettera rispettosa, e gl'indirizzo
ratore ridonò la pace alla Chiesa, accor- le decisioni ch'esso a vea fatto, esprimendo
dò a' cristiani il libero esercizio del loro i padri ildispiaceredi nonesserestati pre-
culto, e pose il Papa io grado di sostene- sieduti da lui : s. Silvestro I le confermò,
re con maestà la sublime sua dignità. Dopo e volle che fossero pubblicate per servire
la morte di s. Meli hiaile, fu creato Papa di regola a tutta la Chiesa.A Lateravo
a'3i gennaio del 3 14, e pare consagrato ea Palazzo Apostolico LATERANE>'sE,nar-
in giorno di festa o di domenica, per cui rai cosa vi fece il Papa, quando per in-
Novaes osservò che da lui cominciò l'uso tiero l'ebbe da Costantino I; le leggi pro-
di farsi la funzione in tal giorno. Le sue mulgate in Sardica[f".) sull'uso dell'a-
grandi e gloriose gesta, mescolate con at- rus[>icine e di consultare gli auguri, onde
ti ritenuti apocrifi da' critici, sono tali e quelli diUotna incominciarono a insolen-
tante che le sparsi per lutto questo mio tire contro cristiani, per cui il Papa giu-
i

Dizionario, nei quale feci l'analisi delle dicò necessario di ritirarsi nel vicino mon-
azioni e iinprese de'Papi, le parziali bio- te Soratte, detto pure di s. Oreste, di che
grafie non essendo che principali cenni i dubitano i critici ad onta delle memorie
generici riguardanti medesimi e indica- i storico ecclesiastiche che sono di s. Silve-
tivi de'luoghi ove meglio ne trattai; laon- stro in quel celebre monte, che descrissi
de anche ad mi riporto quanto a s.
essi nel voi. LVIII, p. i 29, e dal quale vuoisi
Silvestro I, il forma una
cui pontificato che passasse in Sabina {f'-), non ostante

delle epoche più memorabili per la chiesa l'allermato da Degli Elfetti nelle Memo-
ron)ana,segnatamente per losviluppo del- rie di Soratte e Inoghi vicini, e da altri
le mira bili disposizioni della divina provvi- scrittori; dissi pureche pare supposto sug-
denza sull'eterna Hoi/ia, come dichiarai gerimento degli aruspici a Costantino I
in quel grave articolo, nel clamoroso tras- il bagno di sangue per guarire dalla leb-

fciimealo della sede imperiale in Coslaii' bra, e se s. Silvestro 1 loballe£zasse,uvve-


SIL SIL 121
rociò ebbe luogo presso Niconiedia[F.), sotterraneo il generoso e pio Costammo
in quel luogo del palazzo Lateranense poi I ingrandì, ornò e arricchì di rendite. S.

dall'imperatore convertito nel ballisteiio cagione di sua vecchiezza e di sue infer-


o Chiesa di s. Giovanni in Fonte (F.). niità,non avendo potuto il Papa assiste-
Negli articoli Chiesa DI s. Giovanni IN La- re in persona ah, "concilio generale, che
TERANO, Chiesa di s. Pietro ix Vatica- ad istanza di Costantino I nel 32 5 fece
NO, Chiesa di s. Paolo nella via Osvien- celebrare a Nicea {^.), contro gli Aria'
SE (nel quale articolo rimarcai che pare /i/(/^.)che turbavano la pace della Chie-
consagrala da Papa s. Siricio), raccontai sa, vi mandò i suoi legati per rappresen-
qual parte ebbe il Papa nell' edifica-
vi tarlo in quella i." adunanza della chiesa
zinne fattane da Costantino I, avendone universale. La verità trionfò e quegli e-
consagrato ledue prime e nella i. ^postovi retici vi furono condannati, si Jolsero le
l'altare di s. Pietro, ordinando che ninno dissensioni sul tempo pasquale, si formò
vi celebrasse fuoridel Papa. Inoltreotten- il Simbolo della fede o Crer/o
si pre- ( ^.),
nel'eiezionedella Chiesa patriarcale di s. sero altre determinazioni, massime sulla
Lorcnzofuori le mura ^chepiìie consacrò, disciplina ecclesiastica; il tutto dal Papa
determinando eziandio l'imperatore a confermato colla sua autorità. A Roma o
fabbricare ancora \a Chiesa di s Marcelli-
. vol.LV II I, p. 2 29 e seg. ragionai di quanto
no e Pietro, la Agnese fuori
Chiesa di s. riguarda s.Silvestro I e Costantino I, nel
le mura e altre. Per tutte il Papa ebbe dal trasferirsi che fece questi a Costautinopo-
magnanimoimperalorepinguienlratepel li, se il Papa fu il [."a usarela Tiara[P'.),
decorosoculto, e doni preziosi. A'Ioro Ino- perchè fu ili. "ad essere dipinto con essa
ghi parlai di altre chiese edificate da s. in capo; sePioma con altre provincie furo-
Sil vestro 1 da lui conSHgrate,come (piel- no donate \nSovranilà (/'.) dall'impeia-
la di s. Maria Liberatrice (di cui nel voi. tore alla chiesa romana, ed a s. Silvestro
XLVlIIj p. 20), o erette a sua istanza da le successori. Questi contribuì non poco
Costantino I, avendo notato nel voi. XJ, alle munificenze che praticò colla Chie-

p. 2 J2, che consagrò in onore di s. Pie- sa Costantino 1, il quale edificò il cristia-


tro il C^/cereMamertino(delqualeedel- nesimo cogli alti di venerazione e di af-
le sovrastanti chiese e della sottoposta fetto verso il capo supremo della Chiesa,
riparlai nel voi. LXIII, p.iog, e lo farò e vogliono alcuni che da lui incomincias-
ancora a Università' artisticue, dicendo se l'omaggio, poi praticato da altri iiii[)e-

di quella di Giuseppe de'falegnami, a


s. laloi'i eSovrani {f'.),d\ iiMe da Palafr enie-
cui appartiene), e ciò ad istanza di Co- re (/'.) al cavallo cavalcato dal Papa, il

stanlino 1 che lo visitò e ammirò divo- che rilevai ne'vol. X, p. 293, XI, p. 3 1 :

tamente. Fu s. Silvestro I che dedicò il se il Papa istituì l'ordineequestre col pro-


celeberrimo oratorio e santuario di Az«- prio nome e ne fregiò l'imperatore, ne
da Sanctorum, Ola Ululo aWa Scala san- tratto a Si'erone d'oro. Inoltre s. Silve-
ùi. Sì vuole pure che in onore di Sisto li stro I fu zelantissimo della propagazione
consagrasse la Chiesa di s. Sisto, come del cristianesimo e nell'adempimento dei
rilevai pure nel voi. LV, p.ioj. Sembra suoi doveri; si distinse per somma libe-

indubitato che il Pa[)a abitasse un tem- ralilà e mansuetuiline versoi poveri; egli
pò presso il luogo ove tu poi da s. Sim- ebbe la consolazione di vedere i persecu-
niaco fabbricata la Chiesa de'ss. lìJarlino lori della religione cristiana deporre lear-
c Sdvcstro[F.), ove egli eresse un oralo- mi, sottomettersi al soave giogo della fu-
rio che ora ne torma il sotterraneo, ed in de, e cessare lo spargimento del sangue
cui celebrò due concdii, che pure ram- cristiano ne'diversi paesi del mondo, ver-
iuculdiucl voi. LlX,p. 68; e tale urutunu Sdlucuu ugni sorla di crudeltà dalla furia
Ili S I L SIL
<lel paganesimo: vide dunque il trionfo cuni scrissero col p. Giacobbe, Bill. Pont.
della vera religione, sopra la falsa e iui- p.2i3, né donato da s. Stefano II nel
niorale idolatria; ma il suo pontificato che 753 a! rinomato monastero di Nonanlo-
doveva essere tranquillo e felice, fu ama- la (/^.); ma beni»! da s.Paolo I fu tra-
reggiato dagli errori e dallo scisma de'do- sportato nel 762 nella Chiesa di s. Sil-
natisti e degli ariani. Nondimeno non gli vestro in Capite (P^.),i\a lui edificata. In
mancarono grandi consolazioni, una delle Roma sono altre chiese in cui è vene-
vi

quali certamente fu la venuta in Roma rato li non che ora torli, come quello
santo,
di s.Gregorio Illuminatore apostolo de- propinquo alla Chiesa de'ss. Qaattro^che
gli armeni, il quale col re Tiridate 1 1, ed ricordai ulteriormente nel voi. LXIII, p.
il principe di Siunia (^.), si recarono a 5i. Abbiamo di Francesco Combefis, f^i-

prestare ubbidienza alla suprema sede,as tae s. PP.grecae et latinae, Pa-


Stli-estri
soggettandosi alla medesima. Il Papa li risiisi 660. Vacò la s. Sede 17 giorni.

accolse afiett uosa mente,e con fermò S.Gre- SILVESTRO II,PapaCXLVII. Ger-
gorio nella dignità patriarcale, al modo berto nacque da oscura famiglia inBelliac,
»;lie narrai a Patriarcato armeno. Dice- povero e ucnile villaggio in una valle pro-
si nc\ Libro pontificale, a\eiiis. Silvestro fonda in mezzo alle montagne dell'alta
1 ordinato che V Olio pel crisma fosse fat- AuvergneneldipartimentodiCautal pres-
to solamente dal vescovo, che Sa- il s. so di Aurillac città di Francia, perciò di
gri/izios'i celebrasse con panni di lino, che questa è comunemente creduto nativo,
il capo del battezzato fosse unto col cri- la «juale però fu patria del cardinal Noail-
sma dal sacerdote,ciieniun chierico si pro- les, del maresciallo di tal nome, del ce-
nioves'^e agli Ordini maggiori prima d'a- lebre Guglielmo vescovo di Parigi, diGio-
vere ricevuto i minori, die i diaconi u- vanni Cinqu- Arbres, del poeta Maynard,
sassero la Tonicella e il Manipolo, che di Pigiiaiol de la Force autore d'una de-
niun laico potesse accusare gli ecclesiasti- scrizione della Francia, e di altri illustri,
ci nel giudizio secolare, che giorni della i tra'quali considera suo ({uesto famoso Pa-
Scdifiianajiiiiane il sabato e la domeni- [»a,che fu il 1 ."francese che salì sulla cat-
ca, fossero chiamali ferie. Non è certo clic però è propria-
tetlra di s. Pietro. Egli

tlisponesseche gli /t//^ari fossero di pietra^ mente che significa 5e/ /«oijo
di Belliac,
e che istituisse gradi della Ger/zrc/t/a ec-
i perlafreschezzadellesueombre, per l'ab-
clesiastica, come altri decreti che gli si bondanza delle acque, per l'amenità del
attribuiscono o furono falsificati, in sei sito.La casa in cui visse da fanciullo ri-
ordinazioni nel dicembre creò 62 o 63 mane tuttora in piedi, e la venerazione
ovvero 65 vescovi, ^1 preti e 26 diaco- de' popoli la designa col nome di Casa
ni. Governò 2 anni ei imesi, morendo
i del Papa. Il complesso delle sue gesta, l'u-

in Roma a'3 dicembre 335,giorno in cui


1 niversalità delle sue cognizioni in un se-
se ne celebra la fesla,daGregorio IX ordi- colo di generale ignoranza, rese il suo no-
nata, come atrermaNovaes,e poi soppres- me celebre, ma (u segno ad alti encomii
sa, quanto al precetto della messa e del- eda biasimi. Essendo orfano in tenera età,
l'astenersi dalle opere servili; nel maggio venne con particolare cura allevato dai
J798 da Pio VI; per Pa-
cui fu l'unico monaci di s. Gerando o Geraud dell'ab-
pa, tranne s. Pietro, che ebbe la festa di bazia cluniacense di s. Benedetto in Au-
pi ecetto per (juasi 5 secoli e mezzo gre- : i rillac diocesi di s. Flour, ed ove in età

ci l'onorano a'2 gennaio. Fu sepolto nel assai giovanile si fece monaco secondo il

cimiterio di Priscilla nella via Salara, e barone Henrion, e al dire di Novaes lo fu


quindi trasferito non già da Sergio II nella pure del monastero di Fleury nella Bor-
cinesa de'ss. Marlioo e Silvestro, come ab gogna, il quale ancora lu crede di bassa
SIL SIL ia3
nascita, seguendo JuUi benedettini di s.
i XVI, deve dire sotto), nel giugno e come
Mauro, che nel t. G delia Storia leUera- accetto al re gli fu sostituitoCieiberto. Ar-
ria (li Francia luiigametite trattano di nolfo pentitosi di essersi ritirato, e istiga-
Cerljeito.come il maggior letterato del se- to da'suoi partigiani, cominciò a quere-
colo X. Altri peròcoll'autore dtW'IIisloi- larsi, essere stato dimesso a torto, non po-
re (Ics ConiliiveSy Colonia 1624,1. 2, p. tersi lui vivente eleggere altro arcivesco-
3gr), e col l'zovio, the nella fila di SU- vo, e tutto essersi tatto all' insaputa del
i'tslro //diirusainenle ne descrive la ge- Papa Giovanni X\' detto XVI a cui s[iet-
nealogia, lo fanno della nobilissima ro- tava la degradazione de'vescovi se colpe-
mana Di venne pel suo
fuaiiglia CesH^f'.). voli. Di fatti ne fece a lui formale richia-
meraviglioso ingegno e profondo studio mo; e il Papa inviò a Ileims per esami-
istruito nelle lingue latina e greca, insi- nare la questione Leone abbate di s. Bo-
gne filosofo, egregio uialen)alico, e ver- nifacio di Roma per legato a /<;/r/v'. Que-
salis»'imo nella grammatica, nella retto- stiadunato un sinodo nel 994 ^99^ '"
ricci, nella meccauica, nell' astrononiin, HJousson {^' ), Gerberto |)erorò in suo fa-
nella medicina, nella musica, onde fu de- vore con eloquente e ardila orazione. Il

nominato il 3/iisico ed il Filosofo, e in legalo lo sospese dall'esercizio pastorale


altre scienze: poco però versato nella teo- e dalla comunione de'fedeli, (Incliè non
logia, emollo merjo uePe opere de'ss.-Pa- venisse la risposta del re Lgo, al quale
dri e nelle ss. Scritture. Questa spropor- uvea spedito un suo invialo. Allora Ger-
zione fra lesuecognizioni profane e la sua berto abbandonò le sue pretensioni con-
scienza ecclesiastica, presso una credula tro le pontificie disposizioni, ma ritenen-
posterità valse per avventura ad accie- do indebitamente il titolo arcivescovile,
ditare la storiella^ inventata dall' altrui allontanandosi dalla sede si ritirò in Ger-
malignila, che lo spacciò per un mago. mania da Ottono III, cheascrivea ad ono-
L'Andres, Dell'origine, progresso e sla- re di averlo avuto a precettore. Col ft-
to d'ogni letteratura l.r, p. 1
74, lo dice voie di questo princi[ie, il di lui parente
ilr.Tdosofo che si conosca dopo il risor- (iregorio V nell'aprile del ly^H lo dichia-
giu)ento delle lettere, cioè dopo il ferreo lò arcivescovo di /i^i'^/JAir; (/''.), e cardi-
e oscuro secolo X, e degno d'eterna me- nale, al riferire di Cardella. Per morte di
moria nefasti letterari per l'ardente zelo Gregorio V^, dopo o giorni.a'^ 8 febbraio
i

nel rintiacciare le scienze e nel promuo- del 999, per raccomandazione di Ottone
verne in Francia e in Italia la collina. l't-r 1 Ijdal clero romano fu eletto Papa Ger-
1

opera di Ottone II, che avea conosciuto berto, prese il nome di Silvestro 11 (non
in Roma, diventò abbate del monastero per quanto erroneamente scrisse Iluck,
diUobbio nel Milanese verso il ()70, e fu confondendo s. Silvestro I con s. Silve-
maeslrodiOltone 111 imper.itore,[)el cpia- rio) e fu consagralo nella domenica delle
le fece un singolare Orologio (^ ). liiti- palme a'2 astrile. Nel Golilaslot. i, p. aat»,
ratosiin Reinis presso l'arcivescovo Adal- Constitutionuni i/nperialiiim,iì legge ima
berto suo amico, e incaricato della cele- costituzione in cui Ottone IH dicedi aver
bre scuola, ov'ebbe per discepolo Robei lo egli eletto Silvestro 11, ma è (pie>ta sup-
Il re di Francia, ivi accpiislò grande au- posta e piena di tante falsità (juaiile pa-
torità, diresse le azioni dell'arcivescovo role conliene, come dimostra Pagi all'an-
e ne ricevè ricchezze e signorie. Indi nel no 999, § 3, e prima di lui l'aveano di-
solenne concilio del qr) uleposlo l'arcive- mostrato Raronio all'anno 191, K 4"» i

-scovo Arnolfo o Arnoldo figlio naturale e Gretsero /// .-ipologia Daro'iii ca[ì. 2 1

di re Lotario, di che parl.ii nel voi. LVII, p. 217, mi lib. 2, ro'itra lirplicalorrm
p. 7G e 78 (ma iiivkice di da Giovanni cap. i (),c ucW .4ppvndijL' 2 .' ad Comtnent.
I
-ìi S I L SIL
i/e Principimi in Sedein apostoUcarn mu- lezza loro si conservano Ira'monumenli
ni/icenlia, t. G, p. 6G7. Che Ollone III della liturgia. Una tradizione attribuisce
poleiUemeiile contribuisse all'esaltazione a questoPapa l'istituzione della Com-
<li Silvestro II, 1' alFerma ancora il cav. memorazione dc'fecìeli defunti {V-)- Ad
Ferrucci nelle liwesligazioni sopra Bo- onta che Silvestro II salì al ponlincalo in
nifacio FII,^. 25 e 4'J', chiamando Ger- un'epoca da tutti lamentata e temuta per
beilo usurpatore della cattedra (li Rei in se la popolare credenza della fine del mon-

negroinaiite, irnputatore orribile di Bo- do nell'anno 000, e che dovea essere pie-
i

nifazio VII, e che di questo non si è detto ceduta da guerre, da ribellioni e da re-
tanto bene a'nostri giorni, quanto se ne ligiose discordie; nondimeno inviò per tut-
disse male per 7 secoli. Ma Silvestro II ta la cristianità un'enciclica piena di re-
cippeiiadivenne l'a|)a si mostrò giusto e ligioso ardore, per eccitare principi e na-
moderato, ntui usando de'suoi diritti se zioni alla guerra sociale per liberare dal
iionconsaviczza. Riconoscendo suoi pre- i giogo de'maomettani la Terrasanta ed i

«;edenti torti colla s. Sede, con dignitoso ciisliani d'oriente; e fu uno de'primi im-
breve apostolico riparando al suo ante- pulsi alla CrociViffl, e alla possanza tute-
rioie avverso conle£5no, subito confermò lare de' Papi sull'universo. Pel suo zelo
nell'arcivescovato l'aulico suo rivuleAr- procurò la riforma de'monasteridi R.oma
noifu, che un sinodo di Reiins o meglio che ne aveano bisogno, e promosse nella
Gregorio V avendolo ristabilito, egli se- città l(j studio delle lettere, come si legge
condo alcuni gli avea rimandato il pal- nel p. Caraffa, DeGyninasio romano. Sil-
lio. Inviòal corpoepiscopale una bella en- vestro II soleva ricordare le sue 3 promo-
ciclica, contenente molte fervide ammo- zioni alle primarie sedi vescovili di Reims,
nizioni, o sermone De informalione E- Ravenna e Roma, scherzando colle let-
piscoporiini. Essendosi il l^apa ila privalo tere iniziali delle sedi e con questo verso
scaglialo contro ricorsi alla s.Sede,come
i ripoitatodal contemporaneoElg.ddo Fio-
luminoso esempio di que-
Sii vesti o II die riacense, in f^ita Roberti francoruni H
sto diritto medesimo vendicato ed eserci- re^is : Scandii ab R, Gerbertns ad R, post
tato da lui nel suo pontificato. Eletto arci- Pcipa K'iget R. Inoltre Silvestro li di fre-

vescovo di Seiis (/'.) Leoterico suo antico quente ripeteva : Eit enini Pelro ea suin-
tliscepoloji competitori gliene impedirono maficuUas, ad qnam nulla niorlaliuni
il possesso. Recatosi in Roma, il Papa ac- acquiparari valeat felicilas. Il Papa ve-
colse il suo ricorso, lo confermò nella se- gliò con attento occhio sopra la purità del-
de, e lo dichiarò primate di tutta la chie- la dottrina, e quando Wilgardo dottore
sa Gallicana; trovando Leoterico nuovi scolastico in Ravenna, trasportato oltre i
ostacoli, nuovamente si portò all'appello debiti limiti da un troppo acceso studio
di Silvestro II, che lo rimandò con let- dell'antichità, piegava versogli errori del
tere a'vescovi suliraganei acciò lo consa- gentilesimo, gì' intimò di comparire in-
grassero, e fu ubbidito. Così il Papa pra- nanzi a lui. 1 beni di parecchie chiese e
ticò, (piale intrepido difensore di sue pre- monasteri furono aumentati o conforma-
rogative, nell'alfare di Adalberone vesco- ti dal Papa, e la religione cattolica nel
vo di Laon, e nel difendere i diritti di s. suo pontificato si dilFuse. Una parte della
Bernardo vescovo d' Uildesheim, contro Prussia e della Polonia rinunziò all'ido-
gli attentali del suo metropolitano di Ma- latria; e per avere s. Stefano I duca di
gonza. In mezzo alle turbolenze del suo ZJ/i^lieria {f^) ricevuto il battesimo col-
tempo e sotto il peso d'innumerabili oc- la pili gran parte de'suoi sudditi e con-
cupazioni, Silvestro li compose de'can- vertita tutta l'Ungheria al cristianesimo,
lici spirituali, alcuni Ue'quali per la bel- il Papa gli die la corona e le inscjjne di
SIL ni
re, lo dichiarò re JposioUco, e concesse la quale riraT)bricala nel i G4? con<;a!2rò di

n lui e successori il faisi precedere alalia nuovo l'arcivescovo di Soi lento. Il Papa si

Croce astata, ed il privilegio di nomina- recò in Sabina, e visitò la celebre abbazi.i


re i vescovi del suo sialo qual suo vica- di Farfa. A Porte sante notai che si vuole
rio, onde riunire alia podestà regia l'at- avere Silvestro II celebrato il \ ." siubileo
tività d'nn apostolo. Ad istanza del re si- dell'anno santo; ed il Zaccaria, Dell'au'
slemò le cose ecclesiastiche del regno un- no santo, tra le notizie bibliografiche ri-

garico, confermando la sede arcivescovile porta questo libro, De' giubilei di Sih'e-
di Gnf^/jrt, dichiarando metropoli iV/r/^o- stro II e di Urbano l III, e dì quello

72/Vz,ed istituendo le sedi vescovili di Cho- d' Innocenzo .V, Roma i6jo. Sii vesti o II

nad{^\ cui articolo in vecedi lOoSfu stam- conservò tulle le sue antiche reIa7Ìoni di
pato io3o) o Csnad,(\\ Gia^'arino, e pa- amicizia coirimperalore,e gli prestò assi-
re ancora quelle di Cingile Chiese, f^acia stenza ne'tumulli che disturbarono la pa-
e Vespiim, almeno le riconobbe in uno ce dell'impero. Sotto il predecessore Gre-
a Colocza che pi esto divenne arcivesco- gorio \ ,
per le preghiere di questi e di s.

vato. Questo grande avvenimenlo ebbe Romualdo, l'inìperatore Ottone III si a-

luogo nel loco, quando Stefano! inviò stenne dallo sterminare Tivoli ch'eiasi
ai Papa Aslrico Anastasio i. "vescovo di ribellalo; ma essa insorse ancora contro
Colocza percliiedergli la conferma de've- Sil\ estro II, per cui Ottone III comepro-
scovali,e la corona refle onde con tale di- teitore della Chiesa ne assunse la difesa
gnità compiere l'opera de'suoi grandi di- colle armi. Indi avendo Ottone 111 cinto
segni più facilmente, e per offrire a s. Pie- d'assedio Tivoli, il Papa mosso a com-

tro il regno, la sua persona e la nazione passione vi entrò in compagnia di Ber-


ungarica. Silvestro li in lullo esaudì il nardo vescovo di Hildesheim, e colla sua
santo principe e gli mandò quella preziosa as>islenza gli venne fallo d impedire le-
corona che avea preparala pel convertito slienio suo eccidio, di pacificare i tibiir-

» sovrano di Polonia, e la quale ancora ge- lini e di ridurli a pentimento, interpo-


losamente si conserva come un inestima- nendo<; pel perdono con Io sdegnato im-
bile lesoro,a segno che gli ungheresi giam- peratore. Più tardi Ottone 1 1 1 fu costret-

mai fecero conto de' piincipi che li do- to col Papa a fuggire da Roma, e mentre
minarono, prima che fossero con essa in- egli si accingeva a combattere i ribelli ,

coronati. Il Papa con bellissima letleia fu sorpreso da grave infermità, ed il Pa-


ricevè sotto la prolezione della chiesa ro- pa lo assistè alla sua morte, avvenuta ai
mana Stefano reqno im^arico e la
I, il 17 gennaio 1002 in Paterno di Cillà di
nazione, e ne afìidò per la s. Sede il go- Castelloo nella Campagna romana (su di
verno al principe da lui fatto e, ed a'suc- i che può vedersi il voi. XIII, p. ?.3q), e
cessori con patto che fossero sempre ub- forse pel veleno propina'.o da Slefinia ve-
bidienti e sottomessi ai l'api e alla s. Se- dova diCrescenzio da lui decapitalo (e di
de, di perseverale nella feile cattolica, e tutto questo parlai ne'vnl. XIII, p. 'sSq,
di adoprarsi a propagarla. Dura ancora XXI\, p.i33, XLMII,p. 2G?). Ritor-
ne're d'Lngheria il bel titolo di re yìpo- nato Silvestro Roma, mori
II in in età

stoUco,t:V\ì>^o^\\ farsi precedere della Cro- assai avanzata a'i 1 maggio oo3, forse di i

ce, coiue i legati pontifìcii. Pero al redi veleno per opera della suddetta Stelnnia,
Polonia (/ •) INlicislao I, mandò il Papa come riporta rileni iou, dopo governo il

altra ricca corona reale colla sua bene- di 4 anni, un mese e «1 giorni, contando
dizione, e confermò il titolo di re the a- il suo ponlifirato dal giorno di sua con-
vea assunto. Silvestro 11 portatosi in Na- sagrazione, giusta il costume di quel tem-
poli coosagrò la cliiesa dì s. Marcellino, po. 11 Cardella registra nel suo papato il
ì-iG SIL Sì L
solo cardinale Federico sassone, proba- l'affezionarsi al servigio de'principi,e se-
bilmente (la lui creato. Fu sepolto nella guirli sempre tra lo strepito delle corti e
l)asilica Laleratiense, ed al suo sepolcro i peiicoli delle armi con assidua divozio-
il virtuoso Sergio IV Papa del looq pose ne, gli procacciò alquanta censura. Tutto
un lungo e onorevole epilaftio in versi che allora deditoall'imperatore in Italia, sep-
ancor oggi si legge, e riprodotto da No- pe egualmente inFrancia rendersi accetto
vaes. Allorquando Innocenzo X nel 6^8 1 al re, e (|uando abbandonò la parte dei
ricostruì la basilica, fu aperto il suo de- Carlovingi decaduti, noi feceche per rivol-
posilo e fu trovato il cadavere coperto de- gersi all'astro nascente de'Capeti. I prin-
gli abiti pontificali, che esalava un grato cipi dal loro canto gli si mostrarono as-
odore, ma pel contatto dell'aria tutto si sai benevoli, perchè Ottone II il provvide
disciolse in polvere. Silvestro II governò dell'abbazia di Bobbio, Adelaide e Teo-
con santità e prudenza, conie si ha dal fania gli confidarono l'educazione di Ot-
Gretsero, inMyslnSolniuriensi seit exn- tone 1 1 f nel le lettere, ed Ugo Capeto quel-
tììine wysteni Plesseani, t. 7, cap. 43, p. la del figliolloberlo II, e gli ottenne l'ar-
3o5. I Maurini ne dipinsero il carattere civescovato di Reims, come Ottone III
con questi termini. Avea un ingegno fi- gli procacciò quello di Ravenna e per la
no, sottile, astuto; amante della
un Zelo sua influenza il pontificato.Nel rimanente
giustizia e della verità: nemico dell'alte- è fuor di dubbio, che la sua grande pe-
rigia e della doppiezza; la massima ch'e- rizia nelle scienze e la prodigiosa e rapi-
gli avea intorno a'ministri del vangelo e- da fortuna che l'innalzò a tanti onori e
ra che bisogna va esser provveduto di gran- al maggioie de'troni, furono motivi che i

de moderazione, allorché trattavasi del- dierono luogo di accusarlo di sortilegio,


la salute delle anime; protestava di evser sopra la quale cosa fu egli stesso costret-
pronto a dar la vita per difesa dell'uni- to dalla propria riputazione a formare
tà della Chiesa. Fra le utili invenzioni che seriamente la sua apologia. L'accusò di
furono il frutto de'suoi studi prima che magia il pseudo cardinal Cennone scisma-
salisseal pontificato, la principaicè quella tico, il quale pubblicò che Silvestro II a-
dell'orologio a bilanciere, che fu in uso vesse in Siviglia imparata l'aite magica
fino al 1 640, quando al bilanciere suben- e negromanzia, per virtù della «pia-
la

trò il pendido; e l'introduzione delle ci- le aveva un demonio familiare, il quale


frenumeriche, le quali cambiano valore consultò anche dopo Papa per sapere ,

secondo la posizione, quali oggi le usia- la durata di sua vita, e che da esso a-
mo :antichissimamen te conosciute nell'In- vesse in risposta che non morirebbe pri-
dia, di là passarono agli arabiche a noi le ma di messa in Gerusaleru-
celebrar la
trasmisero, portentoso agevolamento dei me;onde il Papa non essendosi di ciòav-
calcoli. Osserva l'Henrion, che la cono- veduto, e recatosi un giorno a dirla nel-
scenza di Gerberlo delle scienze piìi astru- la chiesa di s. Croce in Gerusalemme di
se lo fece accusare di secreto commercio Roma, il demonio che ivi appunto l'at-
cogli spiriti, tanto era crassa l'ignoranza tendeva, gli fu addosso e tosto l'uccise; e
d'allora, che notai in tanti lunghi ; solo così altre simili imposture, le quali pas-
tra il clero, monaci,! canonici regolari
i sarono dagli scritti di Bennone, che pel
si trovavano persone applicate alle lette- suo astio contro s. Gregorio VII sfugò la

re, ciò che rilevai anche a Scuola ed a Se- sua bile anche contro predecessori colle i

minario. Dice Novaes, che gli si rimpro- più ributtanti falsilà,a quelli di Sigeberto
vera soltanto d'aver troppoadulafoi gran- monaco Gemblacense nella Cronica, co-
di, può difendere dalla taccia
né forse si me altro nemico
Gregorio VII, seb-
di s.

d'ambizione. Prima del pontificato quel- bene alquanto ne dubiti lasciando le par ti-
SFL SIL 177
colarilìi caluiinin^arnenle nair;ilei1o rcii- rd contraddittorio solici fugio della disi in-

noiie e da altri malevoli, circa le arti ne- zione tra'canoni e i decreti de'Papi, con-
grcimaiiliclie colle quali fu spaccialo es- tendendo alla s. Sede il diritto d'appel-
sersi Gei beilo procarcialo il pnnlificalOjC lare ad essa nelle cause maggiori, con n-
quelle intorno alla eli lui nioile, confes- cerbe paiole; al che solennemente riparò
sando la scienza ihe i esc cliiaro Silveslio col contenuto del breve diretto ad Arnol-
lI.]Ma il monaco Galdido, nelle sue giunte fo, cos'i giustificando la condolla de'suoi

alla Cronica di Si"cberlo, incannato o dal- predecessori in questo affare, che incau-
la sua ignoranza, ovvei oda malignità, v'in- tamente da pi ivalo avea combattuto. In
tromise tutte le insulse favole intorno al- tal modo egli imitò lodevolmente la con-
la magia di Silvestro II, ed in questa gui- dotta di r igilio e di Pio //dopo l'as-

sa antivenne a Martino Polono ed al Pla- sunzione alla cattedra apostolica, la quale


tina nel tristo aringo di tessere caliumie trasporta per dir cos\ l'uomo che vi si as-
contro i Papi, i quali calunniosi iterici fa- side in una sfera più elevata, dove senza
lalmenle per bonarietà o per tristo fine sentire piìi alcun influsso dai pregiudizi
furono copiati ila non pochi scrittori, im- o errori di prima, egli vede tutte le cose
perocché il male èsempre più facdmente checoncern(mo la religione nel lume del-
creduto del bene. E vaglia il vero, di tut- la k(]e, e non trae d'altronde molivi di i

te queste fole lanciate contro l'ili ustie Sil- qiiegliatti solenni che la riguardano se non

vestro II, non si trova alcun moto in al- dagl' interessi eterni della Chiesa. Ber-
tri scrittori del medesimo secolo XI, co- nardo Pez ne pubblicò la Geometria in
me Ditoiaro,tlgaldo, Glaber, Lamberto Thesauro anecdolorum t. 3, par. 7, p.T,
ed Hermannojed il ricordato epilaflio del e di tulle \eOpere <li Silvestro II f.iiino
degnissimo Sergio IV e di santa vita per menzione Maiuini nel citato f. G della
i

consentimento di tulli gli scrittori, ba- Stor. letteraria di /'m/^r/»?. A 'nostri gior-
sterebbe a smentire siir<itte calunnie, che ni il d.r C. F. Hock_, professore di filo-
anzi come Papa Silvestro 11 fu colmato sofia, politica e diritto canonico, che ap-
di nìerilale lodi, ed esaltati isuoi metili in- partiene alla scuola cattolica di filosofia
signi dagli stessi Dilmaio vescovodiMers- eretta in \ ienna, e già nolo al pubblico
biug, Elgaldo monaco di Fleury e da al- per un'opera filosofica intitolata Carte-
tri, principalmente dal pio ed erudito do- sioed ì suoi avversari, pubblicò la vita
r menicano Àbramo Bzomo, che vulie pur- di Silvestro 11 in tedesco, a Vienna nel
gare la di lui memoria di si nere impu- I 837. Fu tradotta in francese estainpal;»
tazionij pubblicando in Roma nel i G-jc) in Parigi con qne-lo titolo: Ilisloire da
co'tipi Vaticani e intitolata a'iigli di Si- Pape Silvestre II et de sou sircle, en-
gismondo III re di Polonia: Syh'ester II de notes et de documeni
ricliie inedits. In
Caesì'nt Aquitaiiius Pont, fliax. /4(I/itn- Milano poi nel 8.^6 fu volta 1 in italiano

cta est rUu s. ÀdaWerti martiris, ab eo- dal ledesio: Gerberto, ovvero il Papa Sii
(leni S'yli'c^lro erfilnj sliidinej'ii'iflt'nì/jzo- II e il suo
ventro secolo,: opera del d.'' C.
yii nitclori suo sirìduala ti iiolis illustra- F.noch.^vì voi. r I ,|).3 {.h'^W.fnuiilidrllr

ta. Ma questa storia l\\ ri[)utata imi pa- scienze religiose legge una breve analisi
si

negirico di Gerberto e di Silvestro II, per della Rivista di Dublino j e del merito
non aver fatto la ilebita dislin/ione del dell'autore del libro, opera che si qua-
1." dal ?..^; fu giudicala parziale e poco lifica non senza ommisMcni e scorrezio-

critica, rigellando gli ulti che qualilicn- ni, massime intorno allo stalo ili Romn

no Gei bei lo oppositore alle decisioni di durante il pontificalo ili Silvestro II. Al-
Giovanni XV detto X\ I nell'uHare del- le succinte notizie della /i/V/.c/^, segue un»

Inicivescovalo di I\eim%pcr esser ricorso jlppendice o ai ùcoìo del dolio oijj.'Anlo-


128 SIL SIL
nino de Liicn, ora aici vescovo di Tai'so e lo storico,!! quale invece di scusare il mo-
nunzio di iMonaco,clie meglio dichiara al- do improprio tenuto monaco Gerber-
dal
cuni falli particolari, che potrebbero da- to nelle sue vertenze con Papa Giovanni
re appicco ad enori e a calunnie, e pre- XV detto XVI, glielo reca a merito, co-
cipuamente chiarì la favola dell'arte ma- me se egli non avesse fallo altro che di-
gica che si prelese esercitala da Gerber- fendere il suo giusto diritto, e in maniera
lo, e le parlicolarilà avvenute nella de- al tutto legittima. E qui colse il destro di
posizione dall'arcivescovato di Reims, per combattere vittoriosamente certe propo-
giudizio del legato apostolico. Nel i84i sizioni dell'autore o false o troppo avan-
l'alemanno mg.r Giovanni Teodoro Lau- zate intorno all'autorità pontifìcia. Pas-
rent vescovo di Chersona , da Gregorio sando poscia alla 3.^ parte, che viene coa-
XVI fatto vicario apostolico di Lussem- sagrala al pontificato di Gerberto sotto
burgo (di che nel voi. L, p.177) e con- il nome di Silvestro II, si dolse a ragio-
sultore della s. congregazionedell'indice, ne mg.'' Laurent del soverchio laconismo
presentò e lesse all'accademia di religione con cui se ne parla, abbracciandoappena
cattolica di P>.oma de' i 2 agosto, in un ciot- I opagine del suo libro, tutto il rimanen-
to e applaudito ragionamento, variegra vi te di esso essendo dedicato alla storia let-
Biflessioni sidlareceiìleopera tedesca del teraria del secolo X, alla critica delle ope-
dj' C. F.Hock iiililolata Gerberto ov- : re di Gerberto, alla vita anteriore di lui
vero Papa Slli'eslro II e d suo secolo. al pontificalo; quindi àidditò con brevi
Esso fu pubblicalo nel t.i3 di detti An- elocpienlissimi tratti le nobilissime azioni
nalisa p. 348. 11 zelante e sapiente pre- di Sdvestro li a gloria della Chiesa e a
lato, dopo aver commendati nobili sfor- i vantaggio della società, le quali furono
zi di que'valorosi, che sialfaticanoa'gior- o in parte dimenticale, o appena accen-
ni nostri per ristaurare la storia nel senso nate, o malamente inlerpretatedall'isto-
della cattolica verità, onde non piìi leslo- riografo. jXè lasciò punto trascorrere sen-
rie di s. Gregorio VII, d'Innocenzo III za gli opportuni riflessi varie inesatte e-
e di Bonifacio Vili sono deturpate, guaste spressioni qua e là disseminate nel libro,
e sfigurate dalle calunnie, invitato dal- le quali non vanno pienamente d'accordo

l' accademia prese ad analizzare la vita col vero linguaggiodella teologia. Da que-
di Gerberto sotto il triplice aspetto della sto ragguaglio critico e gagliardo del ve-
scienza, dello stato e della Chiesa, sicco- scovodi Chersona, nel quale si espongono
mece la presenta l'altro scrittorealeman- oltre alle principali notizie di Silvestro II,
no. Riguardo alla i
."
parte gli consentì di eziandio le dottrine del suo biografo d.'
buon grado, che Gerberto in se riunisse Hock, di guisa che il di lui hbro viene con-
tutta la ma ponen-
scienza della sua età; siderato sotto un nuovo aspetto, ne viene
do fra le chimere la gratuita asserzione che tale opera debba anzi riguardarsi co-
del d.i" Hock, che Gerberto stimasse ed me un'od'esa che come un elogio del la s. Se-
amasse la filosofìa come un dono divino de, dolendo al prelato di non poterne ren-
eguale alla fede, ne mostrò tutta l'incon- dere favorevole testirnonianza. Dichiarò
gruenza, e fece vedere che di silFatti er- il prelato di avere proceduto con impar-
ronei principii non vi è il minimo sen- zialità per una giusta censura, distinguen-
tore negli scritti di quell'uomo dotto del do altiesì la vita di Gerberto da quella
X secolo, ma che sono essi un parlo mo- di Silvestro li, perocché egli dice, in al-
struoso del razionalismo del secolo XIX. cuni rispetti sono essi due personaggi mo-
Nella 2.^ parte, in cui si tratta della vita ralmente diversi, anzi opposti fra loro ;

politica di Gerberto, l'encomiato prelato talché la critica di Gerberto è l'elogio di


si vide costretto a dissentire più volte dal* Silvestro H, e l'elogio di Silvestro II è
SIL S1 I
29 M
una giusta critica di Gerberlo: tutt<')ciù statua il Du
Pont arcivescovo di
cardinal
il vescovo ofTi'i in tenue trihuto all'uno IJourgesavrebbecelebratouna gran mes-
re e decoro della s. Sede, alla «juale ap- sa, in presenza d'altro cardinale e di 8
partiene il cuore e la vita sua, e ben egli vescovi. Dopo la morte di Silvestro li va-
Jo dimostrò col suo magnifico, veridico e cò la s. Sti\e 33 giorni.
logico ragionamento, pieno di giusta cri- SILVESTRO III, Antipapa. T.Anti-
tica e di saggia erudizione. Ed è per lui rAi'A XX, ed il voi. LX, p. 84.
che rettanjente si può giudicare di Ger- SILVESTRO IV, Antipapa. F. A.v-
berto e di Silvestro II, avendo egregia- TiPAPA XXVI, già monaco e abbate di
mente corrisposto al suo grave proponi- Farfa.
mento, riuscendo benemerito a un tem- SILVESTRO, Cardinale. Monaco e
po della memoria di quel Papa e della abbate di Subiaco, da alcuni viene an-
s. Sede. I concittadini di Silvestro li, suoi noverato tra'cardioali di Eugenio III del
ardenti ammiratori ed abitanti d'Auril- 1 i5o.
lac, nel I 8 9 ne collocarono il ritratto iu
1 SILVIXO D'Aucnv(s.), vescovo regio-
una delle sale del comune, e nel 841 in- i nario. Sorti natali nel territorio di To-
i

titolarono col suo nome la piazza della secondo alcuni autori a Daest presso
losa, o
città ov'era l'abbazia di s. Cerando; quin- Bruges in Fiandra, ovvero a Doesbourg
di nel 844 concepiiono l'idea onde per-
1 nel Crabante. Passati isuoi primi anni alla
petuarne la memoria di erigergli sulla me- corte dei re Childerico II e Teoilorico IN,
desima piazza una statua in bronzo a lo- e mentre sta fa per incontrare matrimo-
ro spese col soccorso delle obblazioni del- nio, si ritirò con meraviglia di tutti, per
l'universo cattolico. Con tale nobile in- dedicarsi al divino servizio. Ricevette gli

tendimento formarono unacoinmissione ordini sagri a R.oma, ov'erasi portato per


composta del vescovo di s. Flour, del pre- divozione, e fu consagra lo vescovo per pre-
fetto di Cantal, del maire d' Aurillac e dicare il vangelo :igi'infedeli. La diocesi
di altri, perchè fosse portalo a compimen- di Terouane, piena a quel tempo di pa-
to. La cominissione sottomise il progetto gani, fu il teatro principale del suo zelo
a Gregorio XVI e ne implorò il patio- apostolico; ecolle solitle sue istruzioni, rat-
cinio,equel l^apa, oltre altri larghi beni- forzate dall'esempio di una santa vita, ri-

gni incoraggiamenti, delsuopeculiosom- dusse un gran numero d' anime a Ge«ii


miniblrò scudi i ooi^Giornalcdi Rotna del Cristo. Compii la mortale carriera iu .Au-
iH"i, p, 963); il conte e generale ÌMa- chynell'Artois, a'i5febbraio7 18. 11 mar-
nliès d' Aurillac contribuì pel monumen- tirologioromano, come quelli di Fiandra
to juo franchi, ed il regnante Pio IX del e d'Usuardo ne f inno menzione a' ideilo I

suo 53o franchi (^Giornale di [ionia del stesso mese, giorno in cui fu seppellito.
i8')o,p. I II): l'interoepiscopato, il clero La maggior piirtetlellesue reli<|uie venne
e altri francesi concorsero a questa na- trasportala nel9')i,a cagione delle scor-
zionale diujostrazionc, ed il celebre scul- rerie de'normanni, all'abbazia di s. Der-
toreDavid d'Angers fu incaricato di for- lino in 8. Aiidoinnro.
mare la statua. Questa compita ed eretta SI.MCOLO,iV^/7i/»o/«?. Regola e com-
con piedistallo a capotici viale del Gra- pendio degli articoli delia Fede {^V !\ che
vicr, a'iG ottobre 8 I j ine fu fattala so- ogni Cr/.t/M«o (/'.) deve sapere ecreil»?-
lenne inaugurazione, il programma del- re, [lerciòdelto volgarmente ilCriv/o(/ .).

la (piale diceva, che il consiglio munici- La voce Simbolo significa ancora la riu-

paleirAinillacavea decretalo 'Tooo fran- nione di piìi cose in comune, ed anche un


chi per la solenne ceremonia, 1200 ilei segno col (juale si accenna una cosa e si
quali a favore depoveri; che innanzi la distingue dalle aiive.DiCi^^iSindiolooòiin-
\UL. i,x\ I.
i3o SIM SIM
holica cristiana {T.),tnonur^eìi\d\Q o fi slenza immediata dello Spirito santo, per
gurata, documentale o scritta del crislia- non potere errare giammai. 1 nominati
nesimOjil segno figuralo d'idee religiose Simboli adunque non sono una diversa
e morali; chiamasi Simbolica il comples- dottrina; lutti contengono la dottrina me-
so de'libri simbolici che contengono le pro- desima, e solamente l'uno serve alla mag-
fessioni e confessioni di fede delia chiesa giore intelligenza dell'altro. Se la Chiesa
cattolica e delle set te protestai) li. Con que- non avesse avuto che tiranni persecutori
sto vocabolo Simbolo convenientetnenle crudeli de'cristiaui, forse non avremmo
si esprime la formola delia cattolica fede, che un solo simbolo, quello cioè degli a-
e perchè in essa tutte le verità della fede posloli; ma poiché ebbe ancora gli £"re-

sommariamente sono rinnite,e perchè per tici e Scismatici (F.) oppugnatori osti-

essa si distinguono i Fedeli àa^Vlnfcde- nati de'dogmi, ella affine di assicurare i

li {f^)- Dice ilCredo con vo-


Riagri che il suoi figli dal non restar presi dagli eri ori
ce greca viene chiamato Symòolum, che subdoli e cavillosi di costoro, ha dovulo
significa segno, poiché è il vero contras- di mano a mano mettere in unostalo pi i

segno per distinguere il cattolico dal falso deciso e più luminoso le dottrine dagli e-
cristiano: fu anco c\ì\^n\nlo Hymiiologia relici e scismatici combattute. Di qui la

Calliolicc , et Hierarchica Eucharisliadu diversità de'simboli più lunghi e più dif-


s.Dionigio. Altri pretendono che siccome fusi , ma sempre eguali nella sostanza e
la parola 6"/mio/o vuole anche dire la quo- nell'autorità. Tanto apprendo daWlsti-
ta parte che ciascuno deve per una cosa tuzioni cattoliche del vescovo Bronzuoli,
fatta in comune, così il sommario della sez. 2: De^diven^i Simboli e specialmente
Dottrina Cristiana (/^.)edi nostra s. Re- di quello degli yjpostoli, che spiega nei
ligione (/^.) è chiamato Sitnbolo pevchè suoi 12 articoli cou dottrina e chiarezza.
ciascuno degli Apostoli (F,) vi ha contri- Dicesi Confessione di Fede (F.), la di-
buito da sua parte, e messo per cosi dire chiarazione pubblica e in iscritto di quel-
del suo e fornito il suo articolo. Quattro lo che credesi, nel quale articolo parlai
sono i simboli de'quali usa la Cìiiesa ro- delle diverse confessioni di fede, pzi;ui-
maua:\.''\'JposlolicOj,'2.''\\Niceno, 3.° il dio erronee come Y Aitgnstana (F.), V In-
Costantinopolitano chediversi chiamano terim [F.), e altre, e meglio a'iuoghi lo-

aggiunta al precedente (per cui forman- ro de Protestanti (F.). In che consiste la

done uno dicono che 3 sono simboli i rico- diversità della Professione di fede (/'.)
nosciuti dalla chiesa cattolica), il 4-" l'at- e di quale specie, sebbene anch'essa è una
tribuito a s. /Atanasio: sono distinti nel dichiarazione pubblica e in iscritto sulla
rome, ma non già nella dottrina, perchè credenza della fede, colle aniiloghe eru-
la lede è sempre la stessa, e dopo tem- il dizioni, lo riportai a quell'articolo.
po degli apostoli non è stata fatta da Dio DelSimbolo Apostolico. Si appella co-
alcuna rivelazione in ordine alla medesi sì non perchè contenga la dottrina de-
ma j
pei che ad essi furono dallo Spirito gli apostoli, da altri ridotta alta maniera

santo insegnate tulle le verità. La Chie- di foimolario, ma perchè veramente fu


sa colle sue definizioni non pronunzia da essi composto, e non già in iscritto,nia
mai un nuovo Dogma (''.), ma dichia- a voce trasmesso, e al cuore e alla me-
ra,espone e spiega quelle verità, che sem- moria raccomandato. La più an-
de'fedeli
pre sono sfate per lei ch-arissime, e per ticae costante tradizione nefa sicuri; e se
conseguenza da lei conosciute e credu- in alcune chiese, d'oriente specia Imeule,
te, eche almeno implicitamente si ten- per le sopra esposte ragioni si trovasse in
nero ancora da tutti fedeli. In questo i qualche parola diverso dal nostro, qua-
ella è infallibile, perchè sicura dell'assi- lora fosse stato da Ila chiesa universale ap-
SIM SIM I 3 I

provato, sarebbe quello pine una regola accordo siano compo-


stali tulli da essi

di fede, ma non potrebbe però dirsi prò sti, come fu solidamente provato anche

priaraente il simbolo Apostolico, L'Apo- dai l)enedeltini di s. Vannes nelle loro


stolico per testimonianza di s. Ambro- Osser\'azioni alla Bihliulcca del Dupin.
gio, ntW'Epist. 8 r , lib. i o, è quello solo, E' una verità di fede per altro che gli
che la chiesa romana ha sempre custo- apostoli nel comporre il simbolo hanno
ditoeserbatointattoed inlero.Cheil sim- parlatocome persone divinamente ispi-
bolo Apostolico fu fatto dagli apostoli , come si dichiara nel Catechismo ro-
rate,
lo dimostra eziandio Natale Alessandro, mano [r.)paH. I, cap. i,§ 2 ea tutta :

Ilist. eccl. saec.i,dissert. 1 2, tuttoché non prova di ciò basti il ricordare, che que-
fosse scritto, come avvertono s. Girola- sto simbolo è sfato sempre riconosciuto
mo Epist. 61 od Panviiach. cap. c) , e come il I .°capo della Tradizione (f.) di-
Rulìino in Praef. exposit. Synih. Aposi., vina, ossia della parola di Dio non scrit-

aflìnchè non giungesse alle mani degl'in- ta. simbolo degli apostoli dice cos'i: Io
11

fedeli, ma detto a voce e in tal guisa pro- credo in Dio, Padre onnipotente. Crea
pagato ne'fedeli per tradizione dagli uni tore del cielo e della terra, ec. cb'è quello
agli altri. Dice Mortene, che questo sim- che quotidiana mente recitiamo nelle no-
bolo si consegnava ne'primi teu^.pi a quei stre Preghiere [^'.y Anche l'annalista Ri-
cristiani chiamati eletti o competenti, o naldi all'anno 44> o.°i5 e seg. all'erma
Catecumeni (/^'.), cioè si spiegava in uno che questo simbolo in Roma si conser-
a'misleri che contiene, i quali diligente- vò sempre senza variazione, e la chiesa
mente si nascondevano agi' infedeli per cattolica l'ebbe sempre in tanta venera-
la disciplina dell'y^rcrt/20, della quale ri- zione, che nei concila universali resiti-
parlai a Setta. Questa consegna o spie vasi per lai.' cosa; ed all'anno 60, 0.
"7,
gazione si faceva loro avanti il ricevimen- narra che recitando il simbolo i cristiani, al-

to del 5^/^e5///Jo(^'.) e comunemente nel- le ultime parole rar/2/5 resurrectionem,so-


la domenica delle Palme, ma nella chie- levano farsi il segno della croce sulla fron-
sa romana ciò avea luogo nella 4-' feria te. Vedasi Mamachi, De'cosUimi dcpri-
della 4 'settimana di Quaresima, insie- initK'i cristiani 1. 1 , p. 1 56 e seg., che ogni
me all'orazione Pater noiter {/'.), nel so- articolo o sentenza del simbolo è stato in-
lennissimo Scrutinio (/^.) detto in ape- segnato dagli apostoli. Riporta il Seve-
ritieneauriumj e nell'africana il sabato rano, Memorie sagre p. 1 r 5 e 3q3, ed
avanti la 4-^ domenica di quaresima. Si io ne parlai a' luoghi loro, che s. Leone
pensa a ragione che gli apostoli compo- 111 per eccitare la divozione de' [)ellegri-

nessero il simbolo dopo l'Ascensione di ni e dar loro comodila di fare la profes-


Gesìi Cristo, quando già ripieni ilei lo Spi- sione di fede sulle tombe dc'ss. Pietro e
rito santo, erano per tlividersi nelle di- Paolo, pose nella chiesa di s. Pietro due
mondoad annunziare V E-
verse parti del tavole d'argento di libbre q \,\u una delle
vangelo (/ .), appunto perchè ciascuno quali era il .simbolo degli apostoli senza
non solamente insegnasse la stessa dot- l'aggiunta F/Z/o/yr/c, in latino, e nell'altra
trina, ma la insegnasse con pari termini, in greco; e nell'ingresso della confessione
e perchè riuscisse piìi facile ai fedeli l'up nella chiesa di s. Paolo collocò uno scu-

prenderla e ritenerla compilata e ristret- do d'ai genio, nel quale era sci ilio lo slesso
ta in brevissimo sommario. Dall'essere simbolo, ma questo non si ammetteda Ki-
piecisamcntei2 gli articoli di questo sim- na'.di. Il S^mcìU, flettere eccl. t. 5, leti. 3 1 ;

bolo, alcuni opinarono die ciascun apo- Perchè si dice nel simbolo: Credo s. Er-
stolo ne componesse uno : ma la opinio- cleiiam Catholica'n, non /';, e se vi è dif-
ne più probabile è che insieme e in un ferenza tra cattolica e universale; lelt. 3 a:
,32 SIM SIIM
Che vogliono dire nelSimbolo degli npo- fanasio, Fpist. ad Jovin., che
Osio vesco-
sloli f]nelle pnrole: Inde i'eniiiruf; esijti- vo di Cordova, presidente del concilio co-
dicare vii'os, ci mortuof! j l. 7, lelt. iy\: me legato (iel Papa, ne ridusse gli arti-
Che vuol Credo Sanctavi Ecrlc-
dire : coli, e ch'egli slesso fu uno de'principali
sìam CatlioÌiccim,Sanctoruìn communio- autori ; lo scrisse Ermogene vescovo di
nevi. Inoltre abbiamo: G. Enrico Tenzel, Cesareadi Cappadocia, comesi legge nel-
Dissert.de Symholo Apostolico, Witte- r epistola di Basilio a Innocenzo III. A.
bcrgae 683. Egidio Stianch, Hist. Syiu-
1 Siviglia dico che il suo vesccvos. Lean-
boli Apostolici, ibid.1668. J. Sei". Neu- dro morto nel 596, l'introdusse nella li-
mann, De condilorihus Syniboli Apost., turgia di Spagna nella messa, donde passò
Lipsiae 1706. Job. Pearson^ Expositio nella chiesa romana e nelle altre d'oc-
SymholiApo'!t.^Fvarìcofurù .Herm. i
7 1 i cidente.
Witsii, Exercit. in Syinholuin Aposto- Del Simbolo Costantinopolitano. Ad
lorum, et Orationcm Dominicani, Her- istanza dell'imperatore Teodosio I il Pa-
bor. 1712. Joh. Rod. Rielsling, De usu pa s. Damaso 38 1 fece celebrare il
I nel
Symbolorum,polissìmum Apostolico,Ni- 2. "concilio ecumenico er.°di Costantino-

caeno, Costaiilinopolitnno, elAthanasia- poli [f^.). Quivi si compilò un altro sim-


Hom*^cm,Lipsiaei 753. Nel 845inGer- i bolo, o a meglio dire si confermò la dot-
mania si pubblicò: Libri Symbolici Ec- trina di quello di iVicea, e si aggiunse spie-
clesiae catholicae conj aneli alque ìiotis, gazione all'articolo riguardante il mistero
prolegomenis,indicibus(jue instntcìi ope- dell'Incarnazione contro gli errori degli
ra et studio Frid. Guil. Streitwolfct Rad. Apollinaristi(^V.), all'articolo dello Spi-
E. Klcner. Vi si contengono 3 simboli i rito santo e per la sua divinità conti gli

ecumenici, i decreti e i canoni del Tri- errori dei Macedoniani, come dimostra
dentino, la confessione di fede di Pio IV, Fleury, Hisl. eccl. Iib. 1 8, n."6, sopra gli
e catechismo romano questa collezio-
il : articoli contrastali da tali eretici, cioè al
ne meritò grandi encomii dagli Annali 3. "articolo: Il quale
fu concepito di Spi-
delle scienze religiose ?. .'serie,!. 4, p-47 ' • rito santo, nac<pie da Maria Fergine.
Neli85o a Parigi fu stampato: Simbo- E vi si fl)rmò l'articolo della Chiesa cor-
lica, o esposizione apologetica del sim- rispondente al 9. "in questi termini : Noi
bolo degli apostoli, per l' ab. Costantino crediamo Una, Santa, Cattolica e Apo-
Clero : nel t. 9, p. 4^^7 <^b ^^^^^ Annali stolica Chiesa. Questo è quel simbolo che
se ne rende ragione. si recita nella Messa {F.), cioè dopo V E-

Del Simbolo Niceno. Fu com posto nel vangelo della Messa {f .), per essa scelto
3^5 nel I. "concilio ecinnenico di Nicea come esprimono più chia-
quello in cui si

{^V.) da lutti i vescovi dell'orbe cattoli- ramente dogmi della fede e si confutano
i

co, coi legali di Papa s. Silvestro I, per l'eresie insorte fino a quel tempo, secon-

conquidere l'eresia degli Ariani ( /^.)cbe do il sentimento del cardinal Bona, Rer,
negavano la divinità del Verbo, nel quale liturgicarum lib. 2, cap. 7. Precedente-

sindjolo è più didusamente spiegato l'ar- mente messa reci lavasi il simbolo
nella
ticolo 2.°di quello Apostolico: Ed in Ge- Niceno. Siccome fu compilatoalloichèera
sù Cristo suo figliuolo unico, Signornò- già manifesta la fede, e godeva pace la
stroj e con la parola Consustanziale al Chiesa, per questo lo cantiamo solenne-
Padre^ data al Figlio di Dio, viene sta- mente e pubblicamente alla messa lad- :

bilita perfettamente 1' unità indivisibile dove il simbolo Apostolico fatto in tem-
della natura di queste Personcdivine, on- po di persecuzione, e quando la fede non
de si Gcnituin,non fa-
recita nel siuìbolo, era ancor pubblicata, segretamente si re-
ctìini^consnbsiantialcììi Patri. Dice s. A- cila^iù \ olle iìgW Uffìzio dii'ìno {F .^^ co-

1
SIM SIM i33
me insegna s, Tommaso 2, 2 Qiinesl.i, le voci Qui a Patre Filioque procediti
art. g, ad b. Questo simbolo in poche co- c)ie significa la processione dello Spirilo
se diflerisce dal Niceno, e vuoisi compo- santo [f^.) dal l'adre e dal Figliuolo, co-
sto da s. Gregorio Nazianzeno, come Mar- me 3.' persona della ss. Trinità, per me-
co d'Efeso attestò nel 1 439 al coocilio ge- glio dichiarare l'S. "articolo del simbolo :

nerale di Firenze, riportando l'autorità Credo nello Spìrito santo. Quest'addi-


di tutti i padri greci. Esso è ben diverso zione, approvata poi dall'uso di tutta la
dal simbolo Gerosolimitano, secoiidocliè chiesa latina e sanzionata da piti ecume-
contro rOudino dimostra il p. Zaccaria nici concilii, pretendono alcuni come più
nella Dissert. de Inventione s. Crucis^nA probabile attribuirla a s. Damaso I nel
t. c) delle Siinbole Goriane, ristampata concilio di Roma Sjo, secondo Ales-
del
in Firenze nel 17 52. F'. Liturgia. Cir- sio Aristeno cartofilace della chiesa diCo-
ca all'introduzione del simbolo nella mes- stantinopoli nel secoloXII, cos'i altri greci
sa per recitarsi dopo 1' ^vangelo, si con- riportati dairAlIacci,eDuraiidolib.2,cap.
troverte se debbasi attribuire a s. Marco 2 4; ma lo dimostra falso il p. de Rubeis
Papa 336, come vuole Rivo, De Ca-
del nella sua Dissertalo. Ad un generale si-

non, ohserv. prop. 23, ovvero a s. Dam- nodo delle*Spagne, tenuto d'ordine di s.
niasol,come vuole Innocenzo \\\,DeJ\ly- Leone I per condannar gli errori de'Pn-
st. Missae lib. 2, e. 49- H citato Sarnelli sàllanisti^V.) nel 447>^ '"J' piesie-
P^''
t. 9, lelt. 60 : Perchè nel simbolo della duto da s. Turribio vescovo d'Asturia,
messa si sieno tralasciate quelle parole appartiene una regola di fede, che ah."
del simbolo Apostolico, Descendìt ad in- concilio di Toledo malamente viene at-
ftros, riporta i testi dei simboli Niceno e tribuita, e in essa dicesi lo Spirilo santo :

Costantinopolitano, che appella dichia- A Patre Filioque procedens, decretan-


razioni del simbolo Apostolico fatte per dosi insieme che niuno si ammettesse al-
abbattere l'eresie, e siccome circa a que- la fede se prima non ne facesse la pro-
sto articolo non
mai dubitalo, né an-
fu fessione recitando il simbolo con tale ag-
co tla verun eretico, non ebbe bisogno di giunta, o meglio: Credo et in Spirituni
confei rnazione o dichiarazione in alcuno Sanetuni Dondnuni et K'ivifìcantein, ex
de'concilii, come gli altri articoli, cosi fu- Patre Fdioque procedcntem. Di qua pro-
rono om messe le parole Descendit ad in- babilmente padri del 6. "concilio di To-
i

feros. Però gli eretici moderni hanno det- ledo de! 589, come riporta Aguirre, De
to, che descendit ad inferos vuol dire es- sacr. Trin. niyst. traet. \,c. 54, disp. 92,
sere seppellito; ma è di fedi; che l'anima sect. 3, t. 2, p. G3qj aggiunsero o me-
di (iesù Cristo discese aW Inferno, cioè glio riconobbero quella voce Filioque al
al Limbo (A'.) de'ss. Padri, come defiui si mboloCostanlinopoli la no,e prescrissero
il concilio di Laterano e. /ìrniiter, per li- che questo nella liturgia si recitasse in-
berare le loro anime ivi detenute,che bea- nanzi l'orazione domenicale o Pater no-
lilìcate per la presenza di Cristo, cos\ il ster, con quella giunta, la quale poi fu da
limbo diventò P<z/'a(//iO,e verificò il det- altri posteriori concilii di Toledo e altri
to al buon ladrone: hodie niecuni tris in delleSpagneritenuta, e propagata ancora
P<7/'rtr//vo. E' proba bile che discendesse nel ad altri paesi, ond'c che trovasi ancora
Pnrgatorio, e che ne liberasse tulle lo a- nella forinola di tin\c stabilita nel con-
nime; noei mai essendo stalo liberalo al- cilio llaelfedense d'Inghilterra, rammcn-
cuno dall'inferno, ove nulla esl rcdeni- liitoda Beda. La .stessa ns;"iuiita
CO Fdio-
^jf/o, onde son favole le liberazioni ili Tra- quo prcredit nel simbolo di Costantino-
iano e di Falconilla dall'inferno. Al sim- poli, fu ammessa nelsecoloVlllnella chie-
bolo Coslanlinopolitano furono >iijj^iimle sa di Francia, seconilo Paroiiio e Natalo
1 34 SI M SIM
Alessandro, e più bene liconosciula nel maliva di quelli che fauno autore della
yGynelconciliodi GenUli{F.);ne\\aGeV' slessa aggiunta il concilio generale di TVi-
mania pare stabilila e ricevuta nel con- cea II {f'^-)i fallo celebrare nel 787 da
cilio à' Aquisgrana {f^-), per la contro- Adriano!, secoodochè rileva ?sovaes e seb-
versiia nata intorno alla processione dello bene la riporti nella Storia d' Adriano
Spirito santo, ossia sul canto del simbolo Jy ed ancora in detto concilio per se-
io
con l'aggiunta Filioque, convocato nel- guirlo; forse si aggiunse (j variò qualche
r8og d'ordine di Carlo Magno, il quale parola, poiché trovasi in diversi modi. jF/>
per impulso de' padri del concilio spedì lioqne; De Patre, Filioque j A Patre, Fi-
a s. Leone Ili due vescovi, affinchè con- lioque pi occdens ; Qui a Paire, Filio-
fermasse l'addizione eia facesse ricevere que procedit : nel simbolo che recitiamo
all.i chiesa romana. 11 Papa approvò il dicesi Qui ex Patre, Filioque procedit.
dogma della processionedelloSpii itosan- Non può dirsi di certo quando la chiesa
lo dal Padre e dal Figliuolo, permise il romana finaln^ente adottò 1' addizione,
canto del simbolo a'germani,come lo era bensì a'tempi di s. Nicolò I deir858 la
slato permesso a'francesi, ma tenace del- giunta trovasi ricevuta dalla medesima,
l'antichità si ricusò d'inserire nel simbo- affermandolo il contemporaneo lialramo
lo l'aggiunto, anzi senza questa fece co- monaco di Corbeia, e rimproverandolo
me dissi scolpire il simbolo di Costantino- a s. Nicolò I loscismaticoFozio patriarca
poli in due tavole d'argento e l'affisse al- di Costantinopolijchenegava la processio-
le porte della basilica Vaticana, al rife- ne dello Spirito santo, e forse appunto per
rire diNovaes, poiché il Magri e altri di- confutare tale errore 1' avrà finalmente
cono nella Confessione della medesima. adottata s. Nicolò I; donde par chiaro l'er-

Osserva Piinaldi all'anno 8o9,n.°53, che rore di quelli che ne attribuiscono l'intio-
s. Leone III in Roma non permise il can- duzione all'antipapa Cristoforo del 90 4,
to delsimbolo colla paiola Filioque, poi- e quelli che col \'ossio ne fanno autore
ché quantunque è di fede che lo Spirito il successore Sergio III del 90 5; ma tut-
santo procede dal Figlio come dal Padre, ta volta il p.deRubeis sostiene, chela vera
pure non era necessaiio esprimerlo nel epoca della giù 11 la F/V/ofjrue ammesso da Ila
simbolo, siccome ci sono molti altri mi- chiesa romana, almeno nella messa, deb-
steri della fede, i quali non si contengono ba riferirsi a'tempi di Benedetto Vili, di
in esso.Aggiunge R.inaldi, con Valfrido cui vado a parlare. Imperocché recan-
Slrabone scrittore di quel tempo, che il dosi in Roma s. Enrico II, nel io i4 coro-
frequente uso di cantare il simbolo ori- nato imperatore da Benedetto Vili, per-
ginò dopo
ge/, e che
la

si
condanna
cantò piuttosto
di Felice d' t-r-
il Costanti-
suaseli
messe dopo
Papachesi cantasse
1' evangelo il
in Roma nelle
simbolo della
1
nopolitano the il iSiceno, perchè ili. "pa- fede Costantinopolitano, il quale non so-
reva più accomodalo alla musica, o più leva cantarsi^ma fin dal IK secolo sola-
veramente come più pieno e più espres- mente si recitava nella messa, come pro-
sivo della divinità dello Spirito santo. Da va il Mabillon, Comnient. in Ord. Rem.
questo fallo dell'introduzione ilella pa- art. 6, n.°3, con buone testimonianze; e
rola Filioque viene più comprovata l'in- il Marlene, De antiq. eccl. ritib, lib. i,

.sussistenza della ricordata anteriore in- cap. 4j ^^^- 5j n-" 1 1> colle parole di s.

troduzione attribuita a s. DainasoI,ed Leone HI nella conferenza avuta co'le-


in falliTeodoreto che riferisce la sino- gali del suddetto concilio d'Aquisgrana,
dica di questoPapa e gli atti del sinodo riferita puredaBaronio all'anno 809, n.°
del Syo, non fa parola dell'addizione al G,edaLabbé,Co/jCi/. t.
7, p. 197. Questo 1

simbolo; come pure resta esclusa l'all'er- sentimento èabbracciato e rinforzato dal
SI M SIM ,3ì
p. Merafi, e dal p. Le Briin che riporta nere l'unione della chiesa greca colla lati-
idocumenli che provano recitarvisi oì;, na.dispensò greci dal recitare nel simbolo
i

IX, come hen avverte Lani-


fin dal secolo la parolaF/Z/o<7f<e, purché nel dogma sen-
bcrtini, Del sagrifìzio della Messa. Nar- tissero co'Iatini.ciò che loro avea già per-
ra il contemporaneo e testimonio oculare messo il predecessore Innocenzo IV. Di
Bernone abbate A.U2,\ense, De guibusdam pni nel concilio generale di Lione II [r.)
rilibus adMissae officiuin pertinent. cap. deli2 74>a cui intervenneGregorioXper
2, nella Blbliot. PP. t, i8, pag. Sy, che la riunione de'greci alla chiesa cattolica,
meravigliandosi l'imperatore che non si i quali convinti nella credenza sulla pro-
cantasse il simbolo dopo l'evangelo nella cessione dello Spirilo sauto, per ciò in-
messa come altrove si costumava, gli fu sieme ai latini cantarono nella messa il
risposto dal clero : Che non si era ciò m;ii simbolo e 3 volte le parole: Qui ex Pa-
romana non
praticato, perchè la chiesa tre Filioque procedit, quol solenne pro-
mai macchiala da veruna eresia,
era slata fessione di fede. Fiuidmente nell'altra u-
macrasi mantenuta sempre costantenella nione della chiesa di Grecia [F.) colla Ia-
fede cattolica secondo la dottrina di s. Pie- lina, eseguita nel 1 439 dal concilio gene-
tro; eche perciò conveniva piuttosto che il rale di Firenze (/^.) celebrato da Euge-
cantassero coloro 1 quali talvolta conta- nio IV, in cui si tornò a questionare sul-
miuaronsi d'eresia. Tuttavia s. Enrico \\ la processione dello S[)irilo santo, ed gre- i

persuase DeneJetlo Vili di far cantare ci rimasti convinti cantarono il simbo-


il simbolo eziandio nella chiesa romana. lo con l'aggiunta FUioqiie^ e confessaro-
Ma Baronie all'anno io il so^^iunse.
il no dogma sottoscri vendo il decreto. Che
i !

A noi sarebbe piuttosto piaciuto, che in tale aggiunta sia stata falla sino dal G.°
ciò si fosseavnto più riguardoalla venera- concilio generale, celebrato nel 680 sotto
bile antichi là di looo anni, e si fosse man- s. Agatone in Costantinopoli, fu sentimen-
tenutocon gelosia ecclesiastica questo no- to di Caleca scrittore del secolo XIV, ed
bile vanto alla chiesa romana, che passa- ilBaronio avverte che nel concilio di Fi-
re alla novità. Passò dunque questo rito renze si riconobbe la frode de'greci, quali i

ilei canto del simbolo nelle messe d;il!a dalla professione di fede del 6. ^concilio
chiesa greca a molle della Ialina, e poi nveano scaltramente lolla la parola Fi-
alla romana, come dimostra Fleury ci- lio(/uej ma il p. de Rubeis corresse Ba-
tato nel t. lò, p. 4o6- Chi poi sia stato ronio, perchè i padri del concilio di Fi-
veramente l'autore di tale rito nell'orien- renze parlarono non del G. "bensì del 7.**

te, non è affatto deciso. Teodoro Letto- concilio generale, e con buone ragioni di-
re, Hisl. eccl. lib. 2, p. jG5, e Nicolò Ca- mostra che a'tempi di s. IMassimo non è
listo, Hisl. eccl. lib. i6, cap. 35, l'attri- verosimile quest'aggiunta, benché confor-
buiscono a Timoteo vescovo di Costanti- me a'seii li menti della chiesa romana. L'er-
nopoli nel 5 IO, per rintuzzar gli errori rore di Baronio fu adottalo dal p. Gar-
di IMacetloiiio. Altri vogliono, che Pietro p.icr,nellenoteal libro Diurno de' Romani
Gnafeo, falso vescovo d'Antiochia, fosse Po'itt/ìcij ma provando egli con plausi-
ili.°a stabilire nel 4? 'la recita del sim- bile congetlura che la 3."' professione di
bolo nella sagra liturgia, ciò che non sem- fede in quel libro inserita, sia del memo-
bra inverosimile a Renaudof, Lilurg. o- rato s. Agatone, ci dà almeno a conosce-
rient. 1.
1, p. 22 i. Il ricordato Bona con- re qual fosse in qiie'tempi la credenza del-
cilia le due sentenze, dicendo che Pietro li chiesa romana stilla processione deilo
introdusse questo rito nella chiesa Antio- Sprilo santo, che in questa professione di-
chena, e Timoteo nella Custanlinopolita- cesi procedente r/c Palre,FiliP(jiie.O'>>ev-

na. Alessandro IV l'apa del 1 2 j^;^»^'' olle- vano sapicntemeule greci Caleca, Ces- i
i36 SIM SIM
sarione cardinale, e Allacci, che la chiesa Muratori, Script, t. 4? p. 584 i Jneiiin,
romana polè esprimere colle parole ag- Insili, theol. t. 3, dissert. 5 ; Le Quien^,
giunte al simbolo una veri là; e cliese non Dissert. 1 in Damascenuni
; Leo- § 26
si trovano materialmente nelle formole ne Allacci, Vindiciae synodi Ephesinae,
scritturali, sotto altri vocaboli ella lav- et s. Cyrillì de Processione ex Pqtre et
visava nelle dottrine precisamente con- Filio,Spiritus sancii, Romaei66i. Lo-
tenute nelle s. Scritture. La chiesa roma- dovico Andruzzi, Consensu luni graeco-
na col credere che il procedere fosse si- rum, tuni latinorum Palruni deProces-
nonimo dell'essere invialo, colla giunta sioneSpirilus sancii ex Filìo contraDosy-
Filioq ne \u%e^uo a'fedeli ciò clie signifi- iheuni palriarchani Flierosolyniilanum,
ca in Dio la missione, della quale parla Piomaei7 iG.Gio. Francesco Madrisio,£>e
il vangelo : Quando verrà il consolatore Symbolo fidei, tra le Opere di s. Paolino
che io vimanderò, spirilo di ver ila che d'Aquileia. Gio. Francesco Bernardo iti."
procede dal Padre, Così la chiesa roma- DeB.uheifi,Fitae GregoriiCypriiC P. Dis-
na interpretò votcaboli non foggiò gli
i , sert. -2. Qiìanloa\v\lo sui s\mbo\o o Credo

articoli; accertò la fede, non cambiò mi- i dirò con l'ab. Diclich, Diz. sacro- litnr-
steri; e procede in ciò con franchezza da gico, che si dice dopo l'evangelo in tutte
maestra, qual ella è realmente, di verità; le domeniche fra l'anno, ancorché in esse
ben sapendo di esprimere con quel vo- 8Ì faccia di qualche festa, nella quale non
cabolo una dottrina tradizionale che tut- si direbbe. Si dice pure nelle 3 n)esse di
te le chiese, almeno implicitamente, am- Natale e indi sino al giorno 8. °di s. Gio-
uiellevano. Iliconobl)e la saviezza in que- vanniEvangelista inclusive. Nell'Epifania
sto della chiesa cattolica l'arcivescovo di (e nella vigilia se cade di domenica) e in
Twer prelato russo, il quale non solo a tutta la sua 8." Nella feria V in Coena
tulta la Chiesa, mapersiuoaciascuno dei Domini, ne'giorni di Pasqua, dell'Ascen-
vescovi concedeva il diritto di far nuovi sione, della i'entecoste, del Corpus Do-
simboli per la propria diocesi, e però giu- mini e per tutte le loro B.'^ Nelle feste dei
stilìcava la chiesa cattolica appellando XII Apostoli e degli Evangelisti, e in tutte
stoltezza l'accusa contro i cattolici avven- le loio B.'^Iu ambe le cattedre di s. Pie-
tata dui greco-iaisso autore delle Parole tro, e nella di lui festa ad l'incula. Nelle
de l' orlhodoxic calholique au calholi- feste della Conversione e Commemora-
cìsme romain, dottamente confutata dal- s. Paolo, nel giorno di s. Gio. ante
zione di
l'altroanonimo ma egregio scrittore col- Portani Latinani, nella festa di s. Bar-
la Parola di un callolico romano in ri- Uiiba apostolo, nelle feste dell invenzio-
sposta alla Parola dell'ortodossia greco- ne e Esaltazione della Croce, nella Tra*
russa, e pubblicata dalla Civiltà catto- sfigurazione del Signore, nelle festività de-
lica,ue\\a 2. 'serie, t. 5, p. 1
67 e seg. Inol- gli Angeli, nel giorno di s. M.^ Madda-
tre l'arcivescovo di Twer recò appunto lena. Nelle feste de' ss. dottori Gregorio
in biasimo de'suoi l'esempio della stessa I, Ambrogio, Agostino Girolamo, ag- e
chiesa greca, la quale contro Macedonio giuntevi quelle de'ss. d'Aqui- Tommaso
non ebbe difllcoltà d'inserire nel simbolo no e Bon.tventura. Similmente si dice il
4interiverselti,e lo fece senza che la chiesa simbolo nelle feste de'ss. dottori Atanasio,
latina vi opponesse la menoma difllcoltà. Basilio, Gregorio Nazianzeno, Gio. Cri-
Su questo punto si ponnoconsultare oltre sostomo, Leone I, Anselmo, Isidoro, Pier
inominati, Petavio, Theotog.l. 2,lib. 7, Grisologo, Bernardo, Ilario (i cassinesi re-
cap. 2; Bellarmiuo, De Chrislo, lib. 2, citano il simbolo nelle feste de'ss. Idelfon-
cap. 2 1 ; Natale Alessandro, Hisl. saec. so, Leandro e Heda, perchè da essi si ve-

4, dissert. 87; Angelo della Noce, presso neruuo come dottori dellaChicsa con rito
SlxM j37
doppio, a'quali le rubriche accordano il diceva nella messa del giovedì sanlo, per-
Credo). Cos'i pure nel giorno 8.°dis.Gio. chè gli apostoli titubavano nella (ètie;
Battista e di s. Loienzo levita martire , questo rito si osservava a tenipo di Du-
nella festa d'Ognissanti e in tutta la lo- rando, poiché come riportai ora si dice,
ro 8. 'Nella dedicazione delle basiliche del e ilDa vanirla assegnò per ragione alla sua
ss. Salvatore, e de'ss. Pietro e Paolo, nel- introduzione, perchè in lai giorno si C(ju-
l'anniversario della cousagrazione della sagra solennemente il Crisnia^r.). Nel
propria chiesa o d'un altare, nelle feste seguente articolo dirò del simbolo di s.
dei santi ai quali è dedicata una chiesa, Atanasio, quando si dice o si ommette.
e dove si ha il corpo o una reliquia in- A Ge.nuflessione dissi chi genuflette al-
signe di quel sanlo di cui si fa la festa. l'Et incarnatus est, e tulli nelle messe
INel giorno della creazione e coronazione della ss. Annunziata e nelle 3 di Natale.
del Papa, e nel l'anniversario di detto gior- Cantandosi il Credo, alle parole Et in-
no. Nel giorno dell'anniversario dell'ele- carnatus est de Spirita sanato ex Ma-
zione e consagrazione del vescovo. Pari- ria P'irginc: Et homofactus est, nella cap-
menti nella festa del patrono principale pella pontifìcia genuflettono i notali nel
d'un luogo o del titolare d'una chiesa (ai t.\ Jll,p. 248, e tutti nelle altre suddette
quali conviene il Credo, non perchè sia- messe, e lo rimarcai ne' voi. Vlll,p. i49j
no di Lodasse, percliè si direbbe allora IX, p.i i3 ei 7. I

anche nella festa di s. Gio. Battista; ma Del Simbolo di s. Atanasio.^ coùch'ia-


perchè divenendo il luogo piìi celebje, e malo perchè si attribuisce al dottore s.

concorrendo il popolo alla ftsta del pro- /Atanasio [F.) patriarca d' Ale>sandria,
tettore principale^ o del litolare d' una delle cui preclare gesta in tanti luoghi par-
chiesa, è di convenienza che ivi il popo- lai. Quando altri ne sia 1' autore, come
lo col clero professi la s. fede), non però più comunemente si opina, è cerli>sÌQiO
di qualche cappella o altare, e nelle fe- che contiene tutta la dottrina che s. A-
ste principali degli ordini, e per tutte le tanasio nel concilic Niceno viltoriosacnen-
loro iif, nelle chiese però dell'ordine sol- te difese contro gli ariani. In esso piìi dif-

tanto. Non si Credo per la Nati-


dice il fusamenle si spiegano i due grandi mi-
vità di s. Gio. Battista, meno quando ca- steri dell'Unità e Trinila di Dio, e del-
de la festa in domenica, ed invece si dice l'Incarnazione. Questo sinìbolo che co-
nell'S.', perchè è santo dell'antico Te- mmcia Quicumgue vult sah'tis esse, lo at-
slamento, come s. Giuseppe, s. Gioacchi- tribuiscono alcuni a s. Atanasio, come il
no, s. Anna; quando però tali santi so- Baronio, Annal. eccl. an. 34o, n.°i 1, il

no litolari d'una chiesa o patroni d'alcun quale dice che lo scrisse in latino men-
luogo, o che il giorno festivo d'essi cada tre si trovavaRonìa nel 340, e lo re-
in
in giorno di domenica, si dice il Credo. citò innanzi al Papa s. Giulio 1 e gli al-
Fmalmente si dice il Credo nelle messe tri che lo assistevano, onde comunicare

votive, che si celebrano solennemente /?ro colla chiesa romana, dopo le calunnie da-
n- gravi, o per una causa pubblica della gli ariani latriate contro di lui, onde nel

Chiesa, ancorché paramenti


si dicano in concilio di Roma il Papa lo assolse che :

paonazzi e in domenica. Leggo nel Ma- questa professione tli fede fu considera-
gri , che il simbolo si canta nella messa la e accettata, e poi riposta cogli atti si-
ad alta voce,perdenotareIa pubblica [)re- nodali nell'auq^lissìmu archivio della s.

dica/ionc della s. prima


fede. Nelle ore di Sede, e tlopo mollo tempo ritrovatasi co-
e ili compieta si dice segretamente [)er- minciò a pubblicar^i, e per memoria di
che nella primitiva Chiesa non si predi- SIgran santo venne posta neirunizio di-
cava palesemente la nostra fede. Non si vino, recitandosi dalla chiesa cattolica ài
M

1 38 SI SIM
cui era sialo sominamenle benemerilo, dimostrato,echianssimeIe ragioni loro."
per cui il simbolo fu slahilito recitarlo Ciò però non ostante vi fu un dottore della
all'ora di i.*e in certi giorni assegnati, Sorbona, il quale colla Dissertation tou-
da chi è tenuto all'ufllzio divino. 11 Ba- chant l'autenr de Synibole Qnicumque,
ronio ciò sostenne con altri fondati nel- Lyon 1 7 3 o, propugna non senza lode, che
r.'iulorità d'alcuni antichi scrittoli, che s. Atanasio ne sia l'autore; ma gli argo-

ponno vedersi nel t. 2, p. 7 19 delle O- menti, che più sembrano a lui favorevoli,
pere di s. Atanasio dell'edizione de'Mau- più sono al suo fine contrari, come av-
riui,e in Nata! Alessandro, Saec.^°,ciì[). vertì il de an-
p. Lazzari nella Disserl.
6, art. 8 e g, de'quali scrittori tuttavia tiquis Formulis Fideij earumqiie uxu
il più antico è del secolo VII, poiché di- cj:(?rc;7(7;/o, Piomae 17 56, e difesa nel col-
cesi che niuno prima del precedente lo legio romano. Dopo l'accennato anoni-
avea attribuito a s. Atanasio. Ma i men- mo, sostenne che s. Atanasio fosse vera-
tovati monaci di s. Mauro, e Natale A- mente l'autore del simbolo Qnicunnjuc,
lessandro ne' citati luoghij il Quesnello, il p. Paolo M.' Cardi servita, nelle Cri-
Dis!,erC.\i^ in Oper. s, Leonisj il Tille- tiche osservazioni sopra la difesa dell' au -
mont, Jnuol. 34 a s. Atanasio; il Mu- tore della 3." parte delle Memorie stori-

ratori, De synih. Quicumtjne, Anecdot. che del monastero de' ss. Pietro e Pro-
t. 2; il Sòni\\m,dissert. 4 De symb. Qui- 1 spero di Reggio, d'Ipomenetico Filopa-
ennuple j il p. Speroni conventuale, nella trido reggiano, Lucca 7^4. Non conven-
1

Disperi, de syinholo vnlgo s. Àlhnnnsiiy gono però questi numerosi scrittori nel
Padova yDojil Papcbrochio,ilLeQuien,
1 vero autore del simbolo.PietroPitteo, De
il Mubillon, Dupin, Bene-
il Ceillier, il ProcessnSpirit. sancii, eoa Gerardo Gio.
detto XIV e molli altri, dimostrano che Vossio, Dissert. 1.^ de Tribus symbol!s,
l'autoie di questo simbolo non fu s. A- l'attribuiscono a un francese. Quesnello
tanasio, dappoiché fra le ragioni che ad- nel citato luogo, a Vigilio di Tapso ve-
ducono, osservano ch'egli non avrebbe scovo nell'Africa. Giuseppe A ntelmi,Z?/.y-
onimesso in esso la parola Consostanzia- sert. pubblicala nel 1693, a Vincenzo Le-
le, ch'eia il fulmine più formidabile con- rinense. Le Quien, Disserti ex Dania-
tro gli ariani, come disse s. Ambrogio, scen.^vò. ricordala, a s. Anastasio I Papa
De Fide lib. 3, cap. i5, e la tessera più del 3g8. Fabrizio, fi/'^/. Graeca\o\.i i,

preziosa pe' cattolici di que' tempi. Non p. 3o I , a'[)adri nel concilio Niceno. ^Mu-
sì conobbe dunque questo simbolo fino ratori loc. ci t. a Venanzio Fortuna lo. Sar-
al secolo VI, e Teoduifo d'Orleans fu il nelli, Leit. eccl. t. io, 9: Se il Sim-
leti.

i.°i;he lo allegò sotto il nome di s. Ata- bolo che diciamo di s. Atanasio sia dello
nasio, ciò che fa credere che in Francia stesso santo, riferisce che alcuni lo ascri-
cominciasse l'errore d'attribuirlo a quel vono a s. Ilario di Poitiers, altri a s. Eu-
santo. Il p. Zaccaria, Storia letteraria d' !• sebio vescovo di Vercelli, ad Anastasio
lalia t. 2, cap. 4» p- ^36 dice: » Famo- Sinaita, ed al detto Leriniense; ma egli
sa è la controversia se il Simbolo Qui' sostiene con diversi argomenti e prove,
cunique, couìunemente dello di s. Àta- che il simbolo uscì dalla penna di s. A-
nasio, sia di questo gran difensore della tanasio. Altri in fine l'attribuiscono ad
ma non sembra ornai ne-
fede cattolica; Atanasio di Spira. Siccome lo stile e le
cessario dimuovere lale questione, per- voci fanno conoscere che il simbolo é di

ciocché quanti v'ha mediocremente al- autore latino e non greco, così trovasi il
zati dal basso voigo,sanno che quel simbo- greco diverso dal latino; ma il beato car-
lo né è, né potè essere di s. Atanasio. In- dinalTommasi fu di parere che nella pri-
numerabili sono gli scrittori, i qu<^li l'haa ma sua orìgine il testo latino derivò dal
Sl.M S 1 I
39
greco, cl>e qualeCommoniloi io della fede cattolica, quanto quelle ammesse dalle di-
jN iceiia fu scritto in yreco e in Ialino a i- verse coni unioni de'prolestanli. Per gran-
slruzione de'catlolici, e promulgato da de che fosse l'avversione de'priini cristiani
s. Atanasio nel concilio d'Alessandria del per tuttociò che rassomigliava al Po/iVei-
3G2, alla presenza de' latini Eusebio di 5//J0 (/'.), e sebbene abbiano avuto cura di

Vercelli, e di due diaconi di Lucifero me- sbandire dalle loroassemblee tuttociò che
tropolita di Sardegna. Però dice Magri, ne richiamava la memoria, siccome non
the s. Eusebio aiutò s. Atanasio a tra- era in loro potere di creare un nuovo lin-
durre il suo simbolo Dell'idioma Ialino. guaggio, così conservarono necessaria-
A bbiamo 6 di verse forni oledi questo sim- mente la parola simbolo [)er espi imere al-

bolo, le quali dilTeriscono tra loro non solo cune delle loro idee religiose e morali. Con
ne'termini, ma spesso anche nell'intiere diverse figure significarono gii affetti loro
frasi; L'Usserio scrisse un'erudita disser- verso Dio , le virtù proprie de' fedeli, e
tazione sul simbolodegli apostoli, esulle vari capi della vera credenza. Ne'primi
altre formole di professione di fede che tempi del loro insegnamento, aventlo ad
furono usale nelle chiese d'oi iente e di espone delle dottrine precise, ed a com-
occidente. Quanto alla recita del simbo- battere errori formali, stabilirono pochi
lo Q(ti('iirìì/jue, v'ipoila l'ab. Diclich, che simboli. Gesù Cristo medesimo principiò
non si dice nelle domeniche fra 1*8.^ di la sua carriera di redenzione con un'a-
Natale, dell'Epifania, dell'Ascensione, e zione simbolica, il Ballesinio (^ .); per-
del Corpus Domini j né nelle domeniche petuò la sua morte con un'azione sim-
di P.isqua e di Pentecoste, perchè i loro bolica, laCena (^ .), ed innalzossi al cielo
uflizinon sono propriamente domenicali; dopo un'ultima azione simbolica, l'im-
e per la stessa ragione non si deve dire posizione delle Dlani (^.). Avea egli u-
nelle domeniche, nelle quali si fa una festa suto d'altri simboli e avea approvato l'ef-

di rito doppio. Si dice poi nella festa della fusione sopra i suoi piedi d'un vaso pie-
ss. Trinità, perchè questo simbolo con- no di profiimij ceremonia comuiovenle
tiene tutta la dottrina deH'AusrustisNima
o da cui trasse origine il precetto di s. Gia-
Triade; non però si deve dire quotidia- como %\.\\\' Estrema unzione (f.) d'i tutti
namente dove si celebra la sua 8." per- i fedeli, dopo che Gesù Cristo ne avea i-

chè sembra assegnato alla domenica sol- stituito il sagramento. A fianco delle sue
tanto; per la qual cosa si dovrà dire nel istituzioni dirette il divino autore della
giorno 8.° soltanto, ma non ne'giorni fra felle cristiana avea collocato incessante-
r8.' Nel di lui fine si dice il Gloria Pa- mente i suoi insegnamenti allegorici, suoi i

tri (^'.), come si fa na' Salmi, e perchè si apologhi e le sue parabole: li prim;> pro-
canta all'uso di salmo, e perchè è dichiara- posizione che fece ai discepoli che dovea-
to in esso il mistero della ss. Trinità, e no propagar la sua gianil'opera, con pa-
perciò è di dovere che lesi renda onore rola simbolica loro ilisse: Io vi farò pesca-
e gloria. lorid'uomini. Usciti dal [>agnne>>imo e dal
Sl.MBOLOcSI.MBOLICA CRISTI A- giuilaismo, camminando sidle tracce di
IS'A. il CI istianesimo ebbe ctl ha i suoi Gesù Cristo e de'suoi apostoli, i cristia-
simboli e la sua simbolica, e nella storia ni ebbero per tempo una simbolica as-
cristiani) questa ha diversi significati, trat- sai ricca. Nelle loro ap(»logie, coniene'lo-
ti non meno dall' antico, che dal nuovo ro templi e altri luoghi ili cult<i, opposero

Testa mento.Chian)asuS'/////'o//Vrt eziandio es<ii simboli a sind)oli, misteri a misteri,


il complesso de'libri simbolici contenenti iniziazioni ad iniziazioni. Distinsero fe- i

le pubbliche Confessioni di fviìr (/'.) o deli in molte classi, de'sacerdoli e ile'Iaici,


/'/o/o5/o«/<///cr/c(/''.) tanto della chiesa gli tini e gli allri con suddivisioni. Cliia-
-

1 4o SIM SIM
niaiono simboli i Sagrnrncntì (f^.), che Benedizione [F .) e la sua Consagrazione
n'ioio occhi eriino altiettaiili segrìi visi- (^.). Va distinta la simbolica monumen-
bili di doni invisibili, della redenzione e tale o figurata dalla simbolica documen-
della grazia. E siccome tutti Riti [f^.) i tale o scritta. Questa consiste in un com-
della Chiesa erano altrettante espressio- plesso di documenti, nella scienza che gli
ui e forme visibili d'idee invisibili, il Cul- dogmatica che con
spiega, scienza stoiica e
to {f^-) intiero non fu altra cosa che nna esamina simboli, quindi gli uni
critica i

grande simbolica. In fatti tutti i riti della ammette, gli altri esclude. IVelpiìiampio
Liturgia [V.) hanno per iscopo di dare significato questa scienza abbraccia tutto
un corpo al pensiero, di smibolizzare la il conseguenza
circolo de'simboli, e per
Dottrina Cristiana {f'.). Partecipare ai si occupa altresì de'riti e delle ceremo-
sagramenli e assistere a certe ceremonie, nie, ne ricerca l'origine, ne spiega il si-
eia un privilegio riservalo a'fedeli bastan- gnificato. Ma il più delle volte intendasi
temente istruiti e sperimentati, secondo per simbolica la scienza che ha solo per
la disciplina AeW Arcano
(^ •), di cui ri- iscopo i Chiamansi così gli
libri simbolici.

parlai a Setta. Que'fedeli, comegl'inizia- attici documenti che contengono in com-


li al politeismo, aveano de'segni speciali, pendio, o che espongono in una maniera
come il segno della Croce [l^.) per rico- estesa ladottrinadellaChiesa Ih. "dique-
noscersi tra loro. Que' segni riceverono sti simboli è quello che porta il nome di

il nome di simboli e di Misteri (/^.), e la Simbolo degli Apostoli [F.),\\ 2.°èil Sim-
loro spiegazione si disse Mistngogia (^.), bolo Niceno (^.), il 3.° il Simbolo di Co-
procedendo il misticismo (di cui a Litur- stantinopoli [r.) il 4-° il Simbolo di s.
,

gia) del pari col simbolismo. La vita e la Atanasio (F.), di cui si contrasta il vero
morte di Cristo, la vita eia moite della autore. A'nostri giorni il celebre alemanno
B. Vergine, il martirio e l'insegnamento di Tubinga, dottore in teologia e profes-
degli apostoli, dierono occasione ad una sore nell'università di Monaco, Gio. A-
serie speciale di rappresentazioni simbo- damo Moehler, ci die nella sua lingua,
liche e mistiche, ricavate dall'antico e dal dalla quale fu tradotta in italiano, fran-
nuovo Testamento. simboli passarono I cese, inglese e altri idiomi: La simboli-
ai monumenti primitivi, de'quali poi par- ca, ossia esposizione delle contrarie dot-
lerò, nella pietra, nella pittura, ne' vetri, trine dogmatiche tra' cattolici e protesta zi-
ne'metalli, ec: gli studi simbolici sono in- ti, dietro le loro pubbliche professioni di
trinsecamente necessari agli artisti. Data fede. Il eh. autore volendo d' un colpo
da Costantino ! la p;tce alla Chiesa, i sim- rovesciare la gran macchinadel protestan-
boli sui sagri edifizi presero un gronde tismo, già impugnalo da tanti campioni
sviluppo^, nelle Chiese {l^-), nelle Cap- del catlolicismo, abbracciò sotto un sol
pelle, ne Santuari (^.), nelle Ca/fitcom- punto di vista il complesso delle nuove
Z>e(/^.), ornati e decorati con semplici bel- dottrine colle sue di verse ramificazioni, le

lezze, come dalle sagre fniniagini {f^.). quali contengonsi nelle puhhWche profes-
CoU'andar de'secoli tutte le istituzioni e sioni difede ammesse dalle diverse comu-
tutti i maestosi riti del culto divino pre- nioni de'protestanti,edaessi chiamate li-

sero un carattere simbolico,conlribuendo bri simbolici; al complesso di tali confes-


il significato delle sagre Ceremonie (Z^'.) sioni difede o libri simbolici,contrappose
a mirabilmente sollevarci dalle cose sen- egli la dottrina cattolica quale venne espo-
sibili alle s[)irituali e celesti. Altari, vasi sta e definita dal Tridentino in contiaddi
sagli, reliquiari, templi, cimiteri, orna- zione al novello insegnamento, e che per
menti poiililicali, lumi, campane, in una unanime consenso de'caltolici contiene la

parola quasi ciascun oggetto ricevè la sua professione di fede contraria agli errori del
i.1 AI S I M 1 5 (

proteslantismo. Di qui il nome di Sim- raro il medesimo Videro dal rav-


Cristo.
/'o//r(7(l;ito(lMlAIo('!)lerairopeiasua,piM- vicinamcnto ed antagonismo delle con-
chè i libri simbolici ossia pir^fessioni ili trarie dottrine sorgere e risaltar più che
fede della chiesa cattolica e delle set te pro- mai come la figura dall'ombia tutta la
testanti servono di base al >iio lavoro. Que- belle?za, la essenziale connessione e coe-
sta segnalalissimn opera, la quale viene renza delle parti singole col gran tutto, le
reputala per la più ampia esposizione del- conseguenze, gli elTetti del cattolico inse-
la jFff/<'(/'.) cai lolica cori Irò gli errori dei gnamento per una parte; la turpitudine,
Pro/ef^^«^»(^.)chesiaap[)arsadopo Dos- l'orrore, gli aberramenli, le conseguenze
suet, neir Inghilterra medesima si pro- funesleacui trasse nell'insegnamento pro-
cacciò SI grande estimazione, che teo- i testante il sistema dello spirito privato per
logi protestanti della nuova scuola de Pn- r Quindi ebbeio origine
altra. molti i

seisti (/'.) d'Oxford, non mancarono ili scritti dell' una e dell'altra comunione,

citarla e encomiarla, comeqneHiche pro- o a difesa o ad impugnazione della sim-


fessanti dottrine semi catlolichc, median- bolica ne ebbe difiìcoltà un gran re di
;

te lo studio della /?p/';,';'of?c(/.) cattolica, scendereanch'esso ad aizzare la lizza, (ino


della simbolica e delle antichità cristia- a propone un premio a chi meglio tra 'suoi
ne, si peisuadono delle verità eterne, e fosse riuscito nella tenzone. Ma indarno,
delle sagre e simboliche costumanze che che l'opera di Moehier osi consideri nel
si professano dalla chiesa romana, e mol- suo piano enei suo sviluppo, o si consi-
tissimi per convinzione tornarono al ma- deri infine ne' suoi risultamenti, è tale
terno grembo della fede apostolica; dopo a non poter giammai essere con esilo fe-
avere essi puseisti già ripristinato molte lice combattuta. A' 17 agosto 887 scese 1

ceremonie e liturgie della chiesa roma- nella nobilissima arena della benemeri-
na, che servirono a ravvicinarli al rat- ta e cospicua accademia di religione cat-
tolicismo, fuori del quale non vi è salute, tolica di Roma, forte e dolio campione
nel senso che dichiarai al citato articolo il sommo teologo gesuita p. Giovannil'er-
SETTA.Faccialddio che quest'opera schia- rone, e vi lesse il suo grave e interessan-
risca le tenebre in cui sono miseramen- tissimo ragionamento che gli piacque di
te avvolti griulelletli di molti pi'olestan- intitolare: Ancilisi e considerazioni del-
ti, segnatamente in America, intorno ni ta Sirnholicn di recente pid>l>U cala al prof.
punti ne'quali le novelle sette discorda- Moelder ntsiioi rapporti col protealaii-
no dalla cliiesa cattolica, unica maestra tisnìO e coli' insegnamento caftotico. Fatti
di verità eterne. Cattolici e protestanti re- pochi cenni sulla $toria,suirorigineesulle
sero un giusto tributo di lode all' enco- vicende della Simbolica, fece una chiara,
mialo professore, ma al tempo stesso ven- ragionata ed clo(piente analisi de'due li-
ne più che mai a rincrudirsi la lotta da bri in cui si divide: e di^coircmlopai tila-
oltre a 3 secoli impegnata tra' fedeli se- mente ogni capo, addilo l'unilà ilei pen-
guaci dell'antico insegnamento cattolico, siero che domina in tutta l'opera, le pro-
e i seguaci delle novità introdotte dai fon- fonde viste originali delle quali ridonda,
datori delle recenti teorie. Fero ri poterò e il contiiuio e luminoso ti ionio che la dot-
la sentenza: Nelle lotte a prò tifila fede, trina cattolica vi riporta sopra i mosliunsi
t; la vittoria della Chiesa. Si cnltolici che sisteuìi de'novatori; correilò a quando a
protestanti videro nella Sifiìhotica del quando di opportune giu^lisNiine osser-
Moehier agitata nel suo fondo lagrahcnn- vazioni il suo lavoro, e venne con tutta
trovcrsia clu> tiene da si gran tempo in grazia reltilìcaiidoque'pothi nei,chclbrse
materia di credenza divisi i popoli dai [io- inav vertentemente caddcio dalla penna
poli, clic pur vanlansi di avere ed ;ulo- del liuomato scnlturt-; uè maucò d'uii*
)4?. SIM SIM
(lilare magistralmente gl'immensi van- là della religione, alcun» di questi simbo-
taggi clic il teologo cattolico può ricavar- li presero dal vecchir Testamento {f^-},

ne, in che egli è valoroso e dolio giudice altri dal nuovo, nei quali esprimesi il

competente; giacché con queslo libro al- confronto tra la figura e il figurato, co-
la mano gli è facile di dimostrare che l'in- me fecero gli artisti rappresentando la vi-
segnamento protestante è essenzialmente ta di lìlose (^.)e quella di Gesii Cristo
empio, stranamente assurdo, e compiu- {^.)j altri simboli presero dagli anima-
tamente incoerente. Meritamente coro- li, altri dagli alberi, altri per significare
nata la bellissima dissertazione dall'ap- la speranza. Il p. Ma m adii [F.)^ De' co-
provazione universale de'ragguardevoli stumi de'primitii'i cristiani t.i, cap.i, § „

e colli uditori, ad appagare il desiderio co- IV, coll'autorità de'ss. Padri e di altri an
mune, nell'istesso anno fu puljhlicata non liclii scrittori, de' posteriori eruditi nella
meno nel t. 5, p. 383 degli Annali delle archeologia sagra, con qiiella degli anti-
scienze religiose^ che. da'tipi Salviucoi di chi monumenti, e precipuamente colla
Roma: Analisi della Simbolica del prof. classica sua opera, Origines et antiquita-
Moehler, intorno all'insegnamento cai tesChrislianae, con incisioni, tratta dot-
tolico e protestante. 1 medesimi Annali tamente come nostri maggiori per tener-
i

nel t.i2, p. i46j annunziano la pubbli- si sempre presenti davanti agli occhi le
cazione, con qualche prudente avverten- verità della cristiana religione, simbolica-
za, della Simbolica del culto fllo^aico, mente delineavano, o scolpivano rozza-
opera di Carlo Cr. Gii gì. Fel. Biihr d.'' mente varie immagini, e per diverse lo-
di teologia, e parroco evangelico prote- ro figure r esprimevano nelle Sepolture
stante ^ lleidelbergai83c). In vece nel t. (/^'.), nelle Catacombe [F.), ne Cimiteri
ic), p. 474> nell'annunziare la Simboli- {F.), e ne'Iuoghi dedicati al divin cullo,
ca popolare, ossia sposizicne comparata laonde con lui procederò a'seguenti cen-
delle contrarietà di fede fra' cattolici e i ni. Alfiiichè s'imprimessero nella memo-
protestanti, secondo le loro confessioni, ria e si tenessero presente nella mente ciò
per G. D iichin a nn ,ì>\r\^onza 1 843, ripor- che o udì vano da'loro maestri in divinità,
tano l'elogio che fa dell'opera il Catto- o leggevano nelle sagre scritture, procu-
lico di Spiraj perchè avendo il professor ravano i priuìitivi cristiani di scriverle e
IMoehler esaurito in certo modoquanlosi di rappresentarle con varie figure o sim-
richiedeva da un teologo per conoscere boli che in delti luoghi scolpivano, deli-
i diversi principii di fede, le opposte cre- neavano e colorivano. Usavano ancora di
denze de'catlolici e de'prolestanti, il d/ far incidere ne'loro Anelli( F .^io\mg\\i\\\-
Buchmann volse l'animo ad arrecare il ti immagini, le quali contemplando si con-

Diedesimo vantaggio a que'che non sono fermavano nella religione,einfiammavan-


teologi. Pertanto egli scrisse una Simbo- si maggiormente all'amore delle divine

lica sul disegno di quella che lo ha pre- cose, servendosi di tali figure e simboli per
ceduto , adattandola però alla capacità significare i Se nel-
misteri di nostra fede.
comune, e riuscì utile a tutti, e special- l'anello scolpivanol'immagine del pesca-
mente agli ecclesiastici, quali si occu- i tore, ricordavano quelli che sono per l'ac-
pano dell' istruzione de' convertendi al qua rigenerati. ^eWe Iscrizioni {^T.) e-
catlolicismo. spriraevano con lettere, figure e simboli i

Quanto ai simboli e antichi segni mo- dognù dell'Unità e Trinità di Dio,e di Cri-
numentali del cristianesimo, de'quali nei sto che siede alla destra del Padre, e del-
suoinumerosi articoli ragionai, vale a di- la Pace[F.) e unionecolla Chiesa, e del-
re de'simboli e figure che usavano i pri- la requie in Dio (\e Defunti [f^.), e òe\ìa
iuilivi cristiani per tener presenti le veri- vita eterna. 1 libri dell'antico e nuovo Te-
SIM SIM 143
slamenlo furono scritti per divina ispira- irala^Sciarono di scolpi re e di dipingere m^i
zione, e nel i

olire i dogmi e i fatti chia- cimiteri e ne'Iuoghi dedicali al divin cul-
ramente descritti, per varie figure eiano lo le immagini d'Adamoe Eva coll'albe-
slate predelle le cose che doveano avve- ro, e cacciati dal paradiso lerieslre e pen-
nire nel nuovo. Ora qiiesle medesime fi- titi del loro fallo, affinchè sovente si ram-
gure colla Scultura (r.) e colla Pillura mentassero che per l'albero della Croce,
(/'.), ne' marmi sepolcrali e nelle pareti in cui Cristo volle morire per s.ilvnr l'uo-
de'sagri edifizi in bassorilievi o in pitture mo, i peccatoli convertendosi e facendo
rappresentavano, afìinchè vedendoli si ri- penitenza delle loro colpe, ponno ricupe
cordassero del loro significato, e confer- rai" la grazia di Dio, e perseverando nel
mandosi nella vera credenza, si animas- benearrivare a quella beatitudine per cui
seio ancora a ben operare : ciò pratica- fummo creati. jVe'cimiteri de'ciistiani Irò
vano ancora sugli L tensili sagri {^f'.^^%n\ vasi simbolic.'imenlerappresentato Abele
f 'etri (f.), e sopra altre cose d'uso sagro ucciso dal fratello Caino, ÌNoè iiell'arca e
o civile. E
primieramente per lammen- la colomba con l'ulivo segno di pace, A-
tar la loro origine, e pensare che nostri i bramo in alto di sacrificare il fi-'Iio Isac-
corpi essendo di terra composti dovran- co, Giuseppe venduto da' propri fratelli,

no in essa di nuovo convertirsi, incideva- Mosè in allo di cavar l'acqua dilla pie-
no nelle Gemme [F.) e nelle Pietre [f.) Ira o di ricevere da Dio la legge. Faraone
fine, e dipingevano nelle mura la crea- sommerso nel marRoS"io, l'Arca del vec-
zione iV Adamo e la formazione da una chio Testamento, il Candelabro, Sanso-
sua costa d'Eva nostri piogenitori: se A- ne, Giobbe, Davide,Elia, Tobia, i 3 giova-
damo eia figura di Cristo, il sonno suo ni Sidrac, Misace Alidenago nella fornace
rappresentava la morte di Cristo medesi- illesi, Daniele, Giona, Ezechiele. Imperoc-

mo, il quale dovea per la morte dormi- ché per lai. 'figura erano cristiani am- i

re, acciocché ancora per lui si figurasse mollili a fuggir l'invidia che fu cagione
la Cliiesn[f'.) vera madre de'vi venti, ^e- ilei fratricidio, e a imitar la pa7Ìenza, la
dendosi inoltre tal figura, sovveniva che f irlezza d'animo e l'innocenza d'Abele,
avendo Dio creato uomo, deve questi
1' il quale essendo stalo figura di Cristo e
procurare di tendere colle buone opere a della Chiesa, polca muoverei riguardan
DiOjlecui opere sono tutte perfette. Ilisve- li a pensarCj per qiial sagrifizioe perqual

glia va nneoia tale imnìagine nelle men- sangue abbiano gli uomini ricuperata l.i
ti de' fedeli la memoria della creazione e libertà e la salve7za, e quali esempi deb-
della sorgente dell'umane disavventure, bano imitare per conservare la fede e l'in-

che fu il peccalo del nostro ."parente A- i nocenza propria di chi vive nel grembo
damo, e della redenzione e salute peria- del caltolicismo. Leimmagini diNoé, del-
ta da Ge»ù Cristo, perciò appelhito il
?..''
l'arca e della colomba col ramo d'ulivo,
Adamo. Unppiesentavano eziandio ino- davano a'nostii maggiori motivo di con-
stri antichi nelle sculture e pitture le fi- siderare, che la Chiesa figiuata nell'ar-
gure d'Adamo e Eva, l'albero della vita ca, sebbene agitata dalle persecuzioni e
e il sei pente che l' ingannò e li mosse a da'lravagli, de'quali erano figurcTacque
trasgredire il ili vino pi ecello e mangiare del diluvio, arriverà finalmente a godere
il pomo fatale; alllnchè potessero aver in- 1.1 celeste |)acc, che non avrà mai fine.

nanzi agli occhi i principii della disgra- Quanto al sagrifizio d'Abramo, fu figu-
zia e della schiavitìi dell'uomo, e ricor- r.i di (jucilo di Cristo sulla croce, che si

darsi poi della clcnìcnza e virtù di Cristo, olTiì all'eterno suo Padre. Né sol.imcnlc
per cui abbiauioavulo la libericela spe- hacco, ma il di lui nipote Giuseppe lì

laoza di giungere al Paradiso ^f). Né glii) di Giacobbe fu figuia di Cristo,<'come


i/i\ Sì Sì SIM
quello fu venduto. Rapprcsenlarono an- Gesù Cristo, acciò si osservasse il con-
cora IMosè vicino al roveto per denota- fronto tra la figura e il figuralo simbo-
le che il Verbo divino comparve a' Pro- licamente. L'arca del Teslamentoegual-
feti (A .)prima che assumesse l'u-
assai mente dipinta nelle cappelle de'cimiteri,
mana natura; e siccome quel gran legi- rappresenta la dottrina di Cristo figurata
slatore si sciolse i calzari per averlo Dio nella manna che in essa si conserva va. Tro-
avvisatoche il luogo ove stava era santo, vasi eziandio nelle Lucerne [f^.), ne'se-
j
cosnn tale atteggiamento fu espresso affin- polcri e nelle gemme inciso o scolpilo o
chè s'intendesse da'iiguardauti con qua! delinealo il candelabro, per denotare con
rispello e venerazione dovessero stare nei esso il Piedentore che collo splendore del-
luoghi dedicati al divin cullo. Esprime- la sua celeste dottrina illuminava i fedeli.

vano gli antichi cristiani Mosèpure in at- Nel rappresentarsi Sansone in allodi le-

to di ricevere le tavole della legge da una var le porte di Gaza, fu significalo Cri-
inanoj che compariva dall'alto, per si- sto che ruppe colla sua morte i claustri
gnificare che come dopo rotte le prime ta- deir7/?/è/7io ( /^.) e aprì a'morlali la stra-
\ole date a daDio, ne furono fatte al-
lui da del paradiso; Giobbe nello sterquili-
tre due, così data la nuova legge, dovesse nio, per animarci a soffrire i travagli con
cessare l'antica: e Dio essendo invisibile pazienza e fortezza d'animo;Elia nel coc-
e naturalmente conosciuto dagli uomini chio di fuoco, per denotare la gloria che
per le opere create dalla sua onnipotenza, riceveremo in cielo dopo le disavventure
questa virtù soleva indicarsi per la mano e gl'incomodi in questa vita sofferti con
dipinta e scolpila inailo. Perla verga con rassegnazione; Davidecollafionda in ma-
cui Mosè percosse la pietra e fece scatu- no in alto di ferire Goliat,e liberare dal-
rire l'acqua in abbondanza, denotavano l'i mminenteser vii ù filistea il popolo israe-

la virtù di Cristo, per cui le genti ch'e- litico, per significare Cristo che vinse l'in-

rano nell'aridità e nelle tenebre dell'igno- ferno e rese la libertà a'morlali; Tobia,
ranza, acquistarono la cognizione del ve- perchè in virtù del pesce ricuperò la vi-
ro Dio o la croce. Coll'albero della vita sta, e vide libera la moglie del suo figlio

e colla verga data da Dio a Mosè legisla- dal demonio, e fu in questa guisa figura
tore e profeta, il quale fu mandato con es- di Cristo, il quale illumina ogni uomo
sa a liberare il suo popolo ti' Israele (^ .), che viene al mondo, e ha raffrenalo l'an-
e per essa prima divise il mare Rovso e tico serpente, cioè il demonio che sedu-
poi fece scaturire l'accpia, acciocché s'in- ceva r universo; i tre giovani nella for-
tendesse la 2.^ venuta di Gesù Cristo. Con nacCjdonde uscirono illesi, pcrsindjoleg-
Faraone sommerso armata, icolla sua giare che senza venni danno avrebbero
nostri maggiori erano ammoniti di non i cristiani superale tutte le calamità che
temere le persecuzioni e le calunnie e le loro avvenivano, e sarebbero slati alzati
insidie ch'erano loro lese dal nemico, e al regno de'cieli; Daniele nel lago senza
di sperare che superati gli sforzi delle po- essere assalito dai leoni, per muovere con
deslù inCernali sarebbero giunti alla pa- l'esempio di lui qua-
i nostri a solfrire
tria de' beati, per essere perpetuamente lunque avversità, poiché Dio sarebbesi
felici. Nel voi. Vili, p. 128 e scg. descri- ricordato di loro egli avrebbe premiati;
vendo la celebre cappella Sistina del Va- Giona nel ventre del pesce in forma di
ticano, ove il Papa celebra o assiste alle dragone, acciò i fedeli pensassero al Yxe-
sagre funzioni, rimarcai che nelle pareti dentore,chedopolasua morte rimase sot-
laterali vi furono dipinte quelle varie sto- terrato 3 giorni e vinse il dragone cioè
rie del vecchio e nuovo Testamento che il demonio, e die la vera libertà all'uo-
spiegai, riguardanti la vita di Mosè e di n)o; e lo slesso Giona sotto l'ombra del-
SIM i4)
l'ellera o della zucca, per simboleggiare l'ai fabef o greco, per espri mere essere Cri-
che dopo travagli i saremmo pervenuti al sto il principio e il fine, l'Alfa e l'Ome-
luogo della pace e del riposo; Ezechiele, ga. Talvolta si servivano della voce gre-
per aver quel profeta chifiramenle par- ca\QY1 per significare il pesce, del quale
lato della resiurezionede'/?/or//(^.),uno simbolo ragionai a Sigillo. Se tali let-
de'primi articoli di nostra credenza. Che tere dividevano, vi formavano l'iniziali

se i nostri maggiori nelle pitture e scul- delle parolegreche: Gesìi Cristo, Figliuo-
ture esprimevano le figure tratte dal vec- lo di Dio, Salvatore, forse per accennare
chio Testamento, mollo più doveano ser- i Figu-
versi sibillini delle Sibille (/^.).
virsi delleimmagini, che rappresentas- rarono Cristo sotto la figura di Orfeo e
sero gii avvenimenti e dogmi desciitti i della sua lira, non perchè credessero alle
nel nuovo. Quindi è che in varie manie- Superstizioni [V.) de'gentili, ma perchè
re dipingevano, o in marmo scolpite rap- fìngendo la favola che Orfeo colla sua li-

presentavano le imniagini del Redento- ra ammansì le fiere, Gesù colla sua dot-
re,anche in /17«.?rt/ro (A'.). Orlo esprime- trina e colla soavità del giogo di sua di-
vano come se stasse '^opra un monte, dal vina legge tolse la fierezza alle più bar-
qual monte scaturissero 4 lìumi del pa- i bare nazioni e le indusse con abbracciare
radiso terrestre, pe'quali sono figurati i il cristianesimo all'unione e alla pace. Ol-
4 Evangeli (/^.); ora con un bastone in tre leimmaginidiCristo oSalvatore[f-\),
mano, per simbolo di sua potenza nel- Vergine dipinta nelleca-
e quella delia B.
r operare miracoli ; ora con in mano la tacombe (come rilevai a PittiTra), si ve-
Croce, trofeo della salvezza del genere u- dono nelle lapidi e nelle pitture de' ci-
mano, e se tempestata di gioie, come an- miteri, ne' vetri e ne!le lucerne degli an-
cora si vede negli antichi musaici, perdi- tichi cristiani, le figure de'ss.P/V^'-o e P^o-
mostrareil prezzo e valore di lei; ora sotto lo (^.), che a' romani e ad altri popoli
la figura del buon Pastore (/^ .), per a ver annunziarono la fede cristiana, quelle di
egli detto di esserlo; ora sotto l'immagi- diversi santi e sante coronate del ì\Iar-
ne d'un agnello (di cui oltre al versetto tirio {y.)- Usavano inoltre i nostri mag-
Agnus Deiy ad Agnus Dei di cera bene- giori simbolicamente scolpire o dipinge-
detti, a Pallio, a Pasoua, parlai in tan- re varie figure d'animali e altre cose, per
ti altri luoghi, come
LXIF, p. 83) nel voi, denotare gli alfelti loro verso Dio, o un
per denotare la mansuetudine e l'inno- qualohemisterodellas. fede. Pel cervo si-

cenza immacolata (li lui. A veano parimen- gnificavano la timidità chedoveano schi-
ti in grandissima vetierazioue il Nome di vare se presi da'nemici del cristianesimo,
Gcsìi (^ •), laonde l'esprimevano in va- ola celerità nel fuggire i pericoli per non
rie fornìe, e sino dalla primitiva Chiesa cadere temerariamente nelle mani de'per-
appena uscita dall'oriente, colle due let- seculori, o il desiderio e la sete che ave-
tere greche \P e corrispondenti alle due vano di pervenire alla patria de'beati e
prime della voce Cristo (A.), vale a di- unirsi eternamente con Dio: come sim-
re a\ C e R, le quali lettere unite assie- boleggiano nei musaici delle tribune la

me, sicché il X colle sue aste decusasse vocazione de'fedeli, colle [)ecorelle espri-
il P,e formasse una figura simile alla croce, menti gli ebrei convertiti, lo accennai nel
con Monogramma (/.) indicavano la vit- voi. XXI, p. 28. Pel Crti'^//o(r.) indi-
toria anche da lui riportata con quel sa- cavano la velocità con cui dovevano cor-
lutifero segno sopra rim[)lacabde nemi- rere ad abbracciar l'evangclo. Pe' LcO'
co dell'umano genere. Egli i pure anti- ni [V .) denotavano la tortezza con cui do-
chissimo l'uso di porre ne'monumenti le vevano sopportare (pialunque patimento
due lettere k il, la prima e l'ultima del- pel Salvatore, o la vigilanza per non ca-
VOL. LXVI.
i46 SIM S I M
deie in peccalo. Per il lepre siiuboleggia- della speranza, della intrepidezza, costan-
vano forse i pericoli ne'quali di conliuiio za e fortezza ; ragionando poi Mamachi
si trovavano per amore di Gesìl,e per non de' simboli che usavano primi fedeli a i

essere superbi e astuti come quell' ani- sperare in Dio, aggiunge che imponeva-
male. Per le colombe indicavano la sem- no a'fìgli i Nomi [V.) di Sperato, e alle
plicità predicata da Cristo (ed dCbistia- figlie di Speranza, per denotare la con-
m dicendo con quali nomi furono appel- fidenza che aveano riposta nella bontà
lali, notai quelli di colombi, agnelli, vi- eclemenza divina, anzi con iscrizioni se-
telli, pure nomi igno-
pulcini, e riportai i polcraliancora esprimevano la loro fer-
miniosi con cui furono chiamati da'Ioio ma speranza in Dio. Finalmente olire de-
nemici); pel pavone e perla pernice, la ri- gli altri simboli, di cui tenni proposilo in
surrezione ; pel gallo la vigilanza, onde molli articoli, trovansi nelle pitture dei
si pose sui Campanili (/'.): pel pesce Cri- nostri maggiori le figure delle bolli, per
sto, e i cristiani rinati nell'acqua batte- significar la concordia, perchè si forala-
simale, ed i gentili ne'sepoicri forse vi ac- no con vari pezzi di legno commessi in-

cennarono pescatori; pel serpente accen-


i sieme, che l'uno accostandosi all'altro vi-

navano la prudenza, second(j l'insegna- cendevolmente vedonosi sostengono; si

mento di Cristo, siale semplici come le [)ure le 4 stagioni dell'anno, quantunque

colombe e prudenti come il seipenle; per furono simbolo de'genlili, ma cristiani i

le formiche provvidenza e l'avversione


la per l'inverno significarono la presente vi-

alla pigrizia. Si vedono ancora degli albe- ta ,


per la primavera il ristabilimento e
ri espressi nelle pitture e sculture cimile risurrezione dt^'coi pi, per l'estate l'amor
riali, i uomini che
quali simboleggiano gli verso Dio, e per l'autunno il martirio. Il

si conoscono dalleopereloro,comelepian Marangoni tratta de'simboli profani nel-

le da' frulli. Pel cipresso indicavano la le cose sagre, di piante e d'animali, usa-
morte cui dobbiamo soggiacere, cos'i il pi ti diversamente da'gentili e da'cristiani,
no (a Sepoltura ne riparlai, anco per ri- nell'opera : Delle cose gentilesche e pro-
guardo a'genlili); [)er la Palma (/^.) la fane trasportale ad uso e ornamento del-
viltotia,cbe riporteremo osservando la di le chiese, principalmente nelcap. ^2 ove

vina legge, esod'rendo con pazienza e for ripete il provato nel cap. 24. Che dai li-

Iczza d'animo i tra vagli;per l'idi vo il fini- bri della s. Scriltiua i gentili rubarono
to delle buone opere, lo splendore delle molte istorie, dottrine e riti, e con favo-
virtù, la pace,ilcandorde'costumi, la mi lose invenzioni IcditToi mai'ono, applican-
sericordia, e ne ragionai a Olio; per la dole alla loro falsa e sognata teologia. Lo
vile l'unione de' fedeli con Cristo, a cui stessoappùnto si devedire intorno a'sim-
siamo congiunti come i tralci alla vite, e boli di piante, uccelli e quadrupedi ap-
il mistero deir£'MCflm//tìi(/'.)soUo le spe- plicali da essi ad onore delle loro imma-
cie sagramentali del J^iiio^f'.). Per le ca- ginariedeilà mitologiche. Laonde con tut-
se che facevano dipingere o scolpire nei ta ragione si dovt'anori[)igliar dalla Chie-
monumenti, esprimevano i sepolcri, o il sa, e appropriarsi a significare le verità
corpo nostro , o la patria celeste; per la cristiane, tulle conformi a'misleri rivela-
nave simboleggiavano laChiesa, fuori del- ti sotto tali si mboli nel vecchioTestamen •

la quale chiunque rimane sarà sommer- lo, ed in gran parte sotto gli stessi sim-
so nel mare burrascoso di questo mon- l)oli espressi nel nuovo. Pei cui nel ve-
do e perirà eternamente: nocchiero di es- dersi talisimboli scolpili, delineali, dipin-
sa e capo dopo Cristo è s. Pietro, e della ti anche in musaico ne'cimiteri,quanlun-

navicella in allodi trarre la rete riparlai que fossero in uso anche de'genlili, non
a Sigilli pontificii; l'ancora è simbolo deve recare a veruno punto meraviglia,
SIM SIM 147
e.tsendo stati usati e da'genlili e dai cri- del suo maestro, e mostrò una santa io-
stiani in divei>e maiiieie, e da'piimia- ilignazione contro quelli che disonorava-
busivamenle rubati dalla s. Scrittura, e no' colla loro condotta la fede che profes
da'secondi ereditali [)er legittima succes- savano. Tuttociò che il vangelo dice di
sione dalla chiesa giudaica. Riportano al- lui, è che il Salvatore lo ammise nel nu-
tre erudizioni, il Sarnelli, Leti. tcclA.Z, mero de'suoi apostoli. Egli ricevette con
leti. 6: Delle Jìgu re simboliche usale nel- essi i doni dello Spirilo santo, e fu sem-
la Chiesa, e se sia lecito esporle sugli ai- pre fedelissimo alla sua vocazione. Si leg-

tati alla pubblica venerazione; e pe'sim- ge in alcuni greci moderni, ciie dopo a-

boli del martirio, Cancellieri, Disserta' ver predicato nella [Mauritania ed m al-

zione sopra due iscrizioni di s. Sinipli- tre contrade dell'Africa, si recò a spar-
eia madre di Orsa e di un altra Orsa. gete la luce del vangelo nella Bretagna,
Nicola Caussino,i9^//jZ'o//ffl acgyplioruni e che ivi fu crocefisso dagl'infedeli; ma
sapientia, Parisiis 1647. Dirò per ulti- questo viaggio non ha per fondamento
mo, che il Magri, Notizia dei vocaboli ec- veruna prova. Se il santo apostolo pre-
clesiastici, al vocabolo Symbolum, dice dicò in Egitto e nella Mauritania, ritor-
che questa voce anlicamenle significava nò in oriente ,
perciocché i martirologi
anche un Iegiio,co!lo strepilo del quale si di s. Girolamo, di Beda, di Adone e di
convocavano i fedeli a'divini uffizi, lenipus Usuardo collocano il di lui martirio in
vesperi. Persia, in una città chiamala Suanir,ch'e-
SIMEONE o SIMONE (O, apostolo, ra probabilmente nel paese dei suai.'i, po-
soprannominalo il Cananeo tW Zelante polo confederato allora coi parti di Per-
per distinguerlo da s. Pietro, e da s. Si- sia. Del resto ciò si può conciliare con un
meone che successe sulla sede di Geru- passo degli atti di s. Andrea, il quale di-
salemme a s. Giacomo il Ulinore suo fra- ce che vi avea a Bosforo Cimmerio una
tello. Dal ."di questi soprannomi, che pe-
I tomba in una grotta, con una iscrizione
rò in sire-caldaico ha la stessa significa- la quale indicava che s. Simeone il Ze-
zione che la parola Zelotes in greco, al lante era stato seppellito in quel luogo. I

cuni scrittori conchiusero che il santo a- martirologi attribuiscono la di lui morte


postolo fosse nato a Cana nella Galilea, al furore de'sacerdoti idolatri; ed è co-
e certamente i greci moderni aggiungo- mune opinione ch'egli sia stato crocefis-

no, eh' egli fo8>e lo sposo delle nozze di so. Vuoisi che la basilica Vaticana a Roma
Cana, il Salvatore cambiò l'acqua
in cui e la cattedrale di Tolosa posseggano la
in vino. Non può almeno dubitarsi che non maggior parte delle reliquie di s. Simeo-
sia slato galileo; e Teodoreto dice ch'e- ne e di s. Giuda, anzi la .' ritiene tli ave- 1

ra della tribù di Zàbulon o di Neflali. Se- re i corpi d'ambo gli ap(jsloli, la festa dei
condo Niceforo Callisto, questo sopran- ([imli si celebra il 28 di ottobre.
nome non fu dato a s. Simeone, che do- SIMEONE (s.), vescovo diGerusalem-
po essere slato chiamato all' apostolato, me. Ebbe a padre Cleofas,<la allri chia-
pel suo zelo e amore al divino maestro. mato Alfco, fratello di s. Giuseppe, e a
Hamniond e Grozio opinano che gli fosse madre INInria sorella della B. Vergine. I

dato il soprannome ò\ Zelante anchepri- più dotti interpreti sono d'opinione, ch'e-
ma che si unisse a Gesù Cristo, perchè gli sia Io stesso che vSimeone fratello di s.

era della setta di quelli che si chiauia va- Giacomo il Minore, di s. Giuda e di Giu-
no Zelanti fra i giudei, dallo zelo con cui seppe, di CUI si parla nell' evangelo. Nac-
facevano professione di seguire la legge que 8 o qanni prima del Salvatore, e non
in tutta la sua purità. S. Simeone dopo può dubitarsi che non lo seguisse contem-
convertilo fu molto zelante per la gloria poraneainenlc a' suoi genitori e fratelli,
.

i48 SIM SI M
come pure che ricevesse lo Spirilo santo di Pèrsia, fiero persecutoie del cristiane-
nel Cenacolo insieme cogli apostoli. Egli sinio, pubblicò un edillo, il quale proi-
ebbe il coraggio di rimproverare ai giu- biva di abbracciare la religione di Gesii
dei la morte di s. Giacomo il Minore, i° Cristo sotto pena della schiavitù, e ordinò
vescovo di Gerusalemme, da essi barba- eziandio che fedeli fossero aggravali d'im-
i

lamente trucidato l'anno 62j e non mollo poste. Simeone con apostolico coraggio
dopo fu scelto a di lui successore. Prima scrisse fianca mente al re su questo pro-
della rovina di Gerusalemme, i cristiani posito, e poi con pari fermezza rispose alle
avvertiti niiracolosameote da Dio, si li- minaccie ch'egli fece sì a lui, che al suo
liraronocol loro vescovonella piccolaciltà popolo. Adirato il met-
re, ordinò che si

di Pella, posta al di là del Giordano; e tessero a morte preti e diaconi, che si


i i

poscia tornarono ad abitare fra gli avan- demolissero le chiese, e che si convertisse
zi della distrulla città, ove ben presto s. ad uso profano lutto ciò che serviva al
Simeone vide moltiplicarsi seguaci di Ge- i cullo del Dio de'cristiani. Fece poi con-
sù Cristo. La sua letizia però venne in- durre dinanzi a se Simeone carico di ca-
torbidata dalle eresie de'Nazareni e de- tene, e volle obbligarlo ad adorare il sole;
gli Ebionili. Tuttavia finché visse il santo ma tiovatolo inflessibile, lo condannò ad
vescovo, non ardirono divulga-
tali eretici essere decapitato. Nello stesso tempo fu-
re pubblicamente i loro errori; ma appena rono tratti dalla prigione cento altri cri-

egli mori una moltitudine di empie dot- stiani, per condurli al supplizio, fra'quali

trine assalirono la purità della fede. Volle erano 5 vescovi, alcuni preti e diaconi, e
la provvidenza che s, Simeone sfuggisse gli altri servivano nella chiesa in qualità

alle ricerche, che Vespasiano e Domiziano di chierici inferiori. Poiché furono lutti

fecero fare di tutti quelli ch'erano della decapitati, a nche Simeone ricevette la co-
stirpe di Davide; ma avendo Traiano or- rona del martirio insieme co' preti Ab-
dinato le stesse indagini, gli eretici ed i daicla e Anania, il giorno i 7 d'aprile 34 1

giudei lodenunziaronoalgovernatoreAt- S. Maruta fece il trasporlo delle sue re-


lieo e qual cristiano e qual discendente di liquie, e le depose nella chiesa della sua
Davide. Egli sofferse per parecchi giorni città vescovile, che prese da ciò il nome
i più crudeli tormenti con una pazienza di Martyropolis. Il martirologio romano

che ricolmò di stupore gli stessi suoi per- fa menzione di s. Simeone e de suoi com-
secutori; e finalmente fu condannato al pagni a'2 1 d'aprile.
supplizio della croce, col quale compì il SIMEONE(s.),martire.KSAPORE(s.).
corso di sua vita. Avvenne il di lui mar- SIMEONE STILITA (s.),cosìsopran-
tirio l'anno 06, avendo l'età di
i 1 20 anni, Dominalo dalla parola greca i^/Z/oj, che si-

de'quali ne avca consumato 44 nell'epi- gnifica colonna, per essere vissuto a Iqua u-
scopato. La sua festa si celebra il 18 di lo tempo sopra delle colonne. Nacque da
febbraio. poveri genitori nel villaggio di Sisan sui
SIMEONE (s.), vescovo di Seleucia e confini della Cilicia e della Siria, e il suo
di Ctesifonfe, martire. Era soprannomi- primo njestierefuquellodi pascer le greg-
nato Barsaboe, cioè figlio del Follone, gie. In età di i 3 anni risolvette di ritirarsi
dall'arte di suo padre, come si costumava nella solitudine, per menare vita peniten-
dagli orientali, e fu discepolo di Papa ve- te. Andò quindi a presentarsi alla porla
scovo di Seleucia e di Ctesifonle, che nel- d'un monastero vicinogovernato dal san-
l'anno 3i4 lo fece suo coadiutore. Suc- to abbate Timoteo, e vi stette più giorni
cesse poi al medesimo, e compreso il tem- senza mangiare, né bere, chiedendo d'es-
po che governò con esso,resse l'episcopato servi ammesso in qualità di famiglio. Ac-
per 26 anni. Nell'anno 34o Sapore li re colto nel numero di quelli ch'erano posti
S I M SIM 14.3

alla prova, cominciò a iujp.iraie il Sal- vere sulla sommità della montagna, che
terio a nienle,e praticare le aiislerilà pre- per il grido di sue virtù rese ben presto
scritte dalle regole;esi procacciòin breve ri noma la, accorrendo vi moltissime perso-
r amore ili lutti fratelli, che ammira-
i ne fino da'più remoti paesi, per ricevere
vano la sua umiltà e carità. Dopo due la benedizione del sant'uomo, che avea

anni passò in altro monastero, ove tene- la virtù di guarire le malattie. Per to-
Tasi una vita ancoia più austera. Quivi gliersi alle distrazioni adpensò di darsi

sotto la condotta dell' abbate Eliodoro una maniera aveva


di vita, di cui non si

fece Simeone rapidissimi progressi, ag- lino allora avuto altro esempio. L'anno
giungendo alle austerità che vi si prati- 4^ 3 egli fecefare una colonna alta 6 brac-
cavano allre volontarie asprezze, fino a cia, sulla quale visse 4 anni. Poi ne fece

ridursi a mangiare una sola volta alla set- innalzare un'altra di 12 braccia, ed una
timana, per cui bisognò che i superiori terza di 24, dimorando i 3 anni orsull'una
rattemperassero il di lui zelo. Egli ob- or sull'altra. Gli ultimi 12 anni di sua
bedì, ma dopo avere ottenuto la libertà •vita li passò sopra una quarta colonna al-
di praticare segrete mortificazioni. Cin- la 4o braccia. La cima di queste colonne,
tosi i fianchi con una corda intrecciata di ch'erano cinte d'una balaustrata, non avea
foglie di palma, e tenendola strettamente che 3 piedi di diametro; il perchè il santo

serrata, gli entrò nella carne e vi produsse né si poteva coricare, né porvisiasedere,e


un ulcere, il cui puzzo tradì il suo segreto. soltanto si piegava sulla balaustrata quan-
Fu tl'uopo che i medici gli facessero dei do aveva bisogno di riposare. Due volte
tagli profondi per strappamela, locchè gli al giorno egli faceva delle esortazioni a

cagionò dolori così acuti, che Io si diede quelli che lo visitavano; ma le donne non
per morto. Tosto che fu guarito, l'abbate potevano entrare nel recinto in cui era
lo licenziò dal monastero per timore che la colonna. Co'suoi discorsi, che Dio av-

tale singolarità nuocesse all' uniformità valorava col dono de'miracoli, convertì
della disciplina monastica. Simeone si ri- un gran numero di gente di diverse na-
trasse allora in un romitaggio a pie del zioni. I principi eie principessed'Arabia
monte Telanisso ,ove per imitare per- venivano a ricevere la sua benedizione.
fettamente il digiuno di Gesìi Cristo, ri- Teodosio il giovine e Leone imperatori
solvette di passare tutta la quaresima sen- romani lo consultavano spesso, e si rac-
za pigliare nessun cibo. Egli comunicò comandavano alle di lui orazioni. Si nar-

questa risoluzione al sacerdote Basso, che ra che Donno patriarca d'Antiochia, es-
dirigeva la sua coscienza, il quale volle sendosi recato a visitarlo, gli ammini>lrò
lasciargli IO pani ed un secchio d'acqua la santa Comunione sopra la colonna, ed
per ristorarsene in caso che la natura ve- è a credersi che altri sacerdoti gli ammi-
nisse a soccombere ; ma tornatovi dopo nist lasserò so venie questo augusto Sagra-
i .\o giorni trovò gli stessi pani e la stes-^a merito. Einalmente l'impareggiabile pe-
acqua, e vide Simeone steso sul suolo, sen- nitente sentì avvicinarsi il su<» fine. Egli
za quasi alcun segnale di vita. Tosto gli si piegò per orare, com'era uso, iuì non
bagnò la bocca con una spugna per dargli si rialzò più, perchè si addormentò nel Si-
la s. Eucaristia, e Simeone ripresa lena gnore; e nessuno si avvide di sua morte,
per questo divino nutrimento si alzò, e che in capo a 3 giorni. Ciò avvenne, se-
mangiò alcune fogliceli lattuga. In cpiesta conilo Cosmas, in un mercoledì 1 di set-
maniera egli passò poi tutte le quaresime, tendere dell'aimo 4^t),c 6r)."di sua vita.
e ne avea già corse 26 quando Teodoreto Il suo corpo fu portato ad Antiochia, e
ne scrisse la relazione. In capo n 3 anni gli abitanti di (picUe contrade con molli
ahbaudonò il romitaggio per andar a vi- vescovi accompagnarono il suo funerale.
,5o SIM SIM
Celebrossi in appresso la sua festa per tutto nel 588. Il suo amore per l'umiltà non
l'oriente con grande solennità, ed è se- restò senza guiderdone, avvegnaché Dio
gnata a'5 di gennaio. gli concesse grazie straordinarie, non che
SIMEONE STILITA (s.), detto il G/o- il dono de'miracoli. Ignorasi l'anno della
vme. Nato in Antiochia nel 5 i 2, entrò in sua morte; ma è onoralo ih.^di luglio.
tenera età nei monastero appellato Thaii- SIMEONE (s.), solitario. Nacque a Si-

mf75/oro5 Montagna am mi rabile,situato racusa in Sicilia, da padre greco di na-


nel deserto della Siria presso Antiochia. zione, e fece i suoi studi a Costantino-
Ebbe per direttore un religioso che chia- poli, ove fu condotto in età di 7 anni. Di-
mavasi Giovanni lo Stilila, perchè dimo- staccatosi dalle cose del mondo, si recò
rava ordinariamente sopra una colonna io Terrasanta, e dopo essere vissuto al-
posta iielrecintodel monastero, edivenne cun tempo sotto la direzione d'un soli-
fedele imitatore delle sue virtù. Stettean- tario che dimorava verso il Giordano, an-
ch'egli successivamente sopra due colonne dò a passare due anni in un monastero
pel tratto di68annijaccoppiando l'eserci- (li Betlemme, in cui ricevette il diacona-

zio d' una continua contemplazione alle to; poscia fermossi fra monaci che abi- i

austerità della più rigida penitenza. Iddio tavano alle falde del monte Sina in A-
manifestò la santità del suo servo con assai rabia, ove edificò fratelli coli' esem-
i

miracoli, massime con guarigioni di molti pio de'suoi continui digiuni e col rigore
ammalati. 1 romani e barbari ricorre- i delle sue macerazioni. Fu deputato dai
vano premurosamente a lui nei loro bi superiori a recarsi da Riccardo II duca

sogni; egli era ovunqueonoralo,ein parti- di Normandia, per ricevere l'elemosine


colar modo dall'imperatore Maurizio. A- che quel principe era solito di fare al mo-
vendo samaritani distrutto le sante im-
i nastero;ma giunto aRouen, udita la morte
magini, Simeone scrisse all' imperatore di esso, prese la via di Verdun per an-
Giustino in favore della venerazione ch'e- dare dall'abbate di Vannes, e dipoi ri-
s.

ra loro dovuta; e questa sua lettera è ci- tirossi nell'abbazia di s. Martino di Tre-
tata Giovanni Damasceno, e dal 2.
da s. veri. R.ipassò in oriente coiraroivescovo
concilio di ìNicea. Caduto ammalato circa s. Poppone, il quale poi l'obbligò a ri-

l'anno 5q2, s. Gregorio patriarca di Co- tornare seco a Tre ve ri, promettendogli
stantinopoli partì senza indugio per as- che lo lascierebbe in libertà di vivere nel
sisterlo; ma non viveva più quando egli modo che avesse desiderato. Quindi Si-
vi giunse.! greci ronoranoai24di maggio, meone si rinchiuse in una torre presso una
e i latini ai 3 di settembre. delle porte della città, dove consagrò il

SIMEONE (s ), soprannominato Sa- resto di sua vita alla penitenza, alla pre-
ìfts. Nacque in Egitto nell'anno 522, e ghiera ed alla contemplazione, e morì il

jecalosi nel 552 in pellegrinaggio a Ge- i.°di giugno o35jO I 1 087 come vuoleNo*
rusalemme, si ritirò in un deserto vicino vaes. Benedetto IX lo canonizzò il gior-
al mar Rosso, ove passò 29 anni nella più no 8 settembre 1042, colla bolla Divinae
austera penitenza. L'umile servo di Dio, Ma/estati':, presso il Bull. Bom. 1.
1, p.
amando le umiliazioni, si gloriava di es- 349, nel Fontaniui p. 4; '^ Tua' ceremo-
sere dispregiato dagli uomini, e passato nia fu fatta solennemente a Treveri il 7 1

in Emesa, procui ò di essere spacciato per novembre dell'anno stesso.


un mentecatto, per cui gli derivò il sopran- SIMEONE STOCK (s.), generale dei
nome di Sahis, che in siriaco significa in- carmelitani. Nacque da onesta famiglia
sensato. Egli aveva allora 60 anni, e ne nel paese di Rent, ed avendo (in dalla
passò 6 o 7 in quella città, ivi trovandosi fanciullezza rivolli a Dio tutti suoi pen- i

quando fu affatto rovi nata da un treni unto sieri e i suoi affetti, in età di r2 anni si
^ I M S 1 M 1 5
lilirò in un decerlo. Scello per suo sog- solleticatolo con perfide lusinghe, lo con-
gioiao il cavo d'uua grossa quercia, loc- dusse seco la sera del mercoledì santo,
che gli fece dare il soprannome di Stock, mentre i cristiani celebravano i mattu-
che in quella lingua sif^nifìca tronco, egli tini, llgiovedìsera in cui cadde la Pasqua
viveva colà iu uua continua orazione, nou degli ebrei, i primari tra essi si raccol-
cibandosi che di erbe, radici e fruiti sel- sero in una camera vicina alla sinasosa.
vaggi. Dopo 20 anni passò in un con vento e dopo aver posto un fazzoletto alla boc-
degli eremili del Monte Carmelo, ch'e- ca del fanciullo, lo martoriarono spieta-
ra stato fond.ito nel Losco di Aylesdorf, tamente, ficeodo soldi lui corpo varie in-
nella contea di Reni, e fattavi la sua pro- cisioni, e forandolo con lesine e puntali,
mandalo a studiare a Oifoid,
fessione, fu finché spirò. Quindi per isfuggire le per-
donde turno al suo convento, ove fece ri •
quisizioni de'magistrali nascosero il cor-
splendere la sua virtù, e nel 121 5 fu e- picciuolo in un fenile, poi in una canti-
letto vicario generale. Nel i 226 si recò a na, finalmente lo gettarono nel fiume. Ma
Roma per gli alfarideirordiuejiilcun tem- sì atroce delitto non rimase occulto: i rei
po dopo andò a visitare suoi fratelli sul i furono convinti e condannati a morte, e
Monte Carmelo, e stelle sei anni in Pa- la loro sinagoga fu distrutta, fabbrican-
lestina. Tornalo iu Inghilterra, nel i 243 dosi una cappella nel luogo ove fu im
divenne il 6.° generale dell'ordne, e fece molata (juesta vittima innocente, che Dio
confermare di nuovo da Innocenzo IV la glorificò con molti miracoli. Le sue reli-
regola de'carmelitani. Egli mostrò gran- quie sono a Trento nella chiesa di s. Pie-
de saviezza e somma santità ne'20 anni tro, e il martirologio romano ne fa men-
che duiò il suo generalato, nel quale l'or- zione il 24 di marzo. Di questo santo ri-

dine mollo si estese. Istituì la confrater- parlai altrove, enei voi. VII, p. 3i2 ra-
nita e divozione celebralissima dello^crt- gionai del suo culto e sulla caiiouizzazio*
polare {^), e fu onorato del dono dei ne de bambini.
miracoli e delle profezie. Compose mol- SIMEONE nVLACCHI (b.), fìgliodi

ti inni, e pulibìicò saggi regolamenti pei Rodolfo conte di s. Arcangelo, città pres-
suoi fratelli. Essendo stato invitato a so l'umini,nacque circa la metà del se-
passare io Francia, s'imbarcò per Bor- colo XIII, ed in età di 27 anni abbrac-
deaux; ma morì in questa città a' 16 lu- ciò Tislituto de'domenicaoì. Vestì l'abito
glio I 265, in età di I 00 anni, e fu sepolto religiosoìn Rimini, in qualilàdi frale lai-
nella cattedrale, venendo tosto onorato co, e benché di famiglia ragguardevole
come santo. Papa Nicolò II permise che I e nipote del vescovo, non volle mai per
si facesse la sua festa a Bordeaux il 6 di 1 la sua umiltà acconsentire di essere col-
maggio, e Paolo V estese questa permis- locato in grado più elevato, preferendo
sione a tulio l'ordine dei carmelitani. di restare sommesso e di esercitale i più
SIMEONE (s), fanciullo immolato a bassi servigi. Egli praticava in altissimo
Trento dagli ebrei. Neil' anno 1472 ra- grado le virtù di astinenza e di mortifi-
dunatisi gli ebrei di Trento nella loro si- cazione, tacendo raccapricciare il raccon-
nagoga, per deliberare sui preparativi del- to delle sue austerità. graode il suo Era sì

la Pasqua, fecero il crudele disegno d'im- zelo per la salute delle anime, che spes-
molare un fanciullo cristiano, per sfoga- so scorreva la città con una croce in ma-
re il loro odio conico Gesù Cristo e con- uo, insegnando il catechismo gì fanciulli,
tro i suoi discepoli. Un loro medico s'in- e riprendendo peccatori con lai forza che
i

caricò di procacciare la vittima, e trovato olU'Oeva quasi sempre più felici succe<- i

d'una casa soletto un t'anciul-


sulla porta si. Il) silfatia guisa passò gli anni della sua
loooinaloSimeonc, in dadi ? anni circa, Vile, che chiuse saulamenlc neli 3 uj. Do-
i5i SIM SIM
pò essersi fatte varie traslazioni delle sue di Dio, e coivtinuò ad annunziare la di-

reliquie, finalmente gli abitanti di s. Ar- vina parola, colla quale produceva frutti
cangelo le trasportarono neliSiy nella abbondevoli di salute; unendo le opere
chiesa collegiata con grande solennità; e della vita attiva agli esercizi della con-
Papa Pio VII permise nel 182 all'ordine
i templativa. Per accrescere la divozione al-
dis. Domenico ed al clero della diocesi la B. Vergine, egli fondò una confrater-
diRimini di celebrarne la fesla,thefu sta- nita di persone,lequali vivendo nel mondo
novembre.
bilita a' 3 di si obbligavano alla recita di alcune ora-
SIMEONE DA LiPNiKA (b.). Nato iu zioni e di certe pratiche di pietà inono-
Polonia nella città di cui porla il nome, redi lei. Filippo IIquandoandòa prende-
faceva i suoi studi a Cracovia, quando i re possesso del trono di Portogallo, com-
francescani dell'osservanza ivi furono sta- mise alle cure del p. Simeone i suoi due
biliti per le Giovanni da Ca-
cure di s. figli d. Carlo ed. Ferdinando. In una ma-
pistrano. La buona fama che quest'or- lattia epidemica, essendosi Simeone de-
dine spargeva lo indusse ad entrarvi, e dicato al servigio degli ammalati, il re
ne divenne uno de'principali ornamenti. temendo che portasse il contagio nel pa-
Egli aveva non comune abilità per la pre- lazzo, gli proibì di visitare gli spedali e
dicazione, che rendeva piti e/licace colla le carceri; ma egli rispose che preferiva
purezza e santità della sua vita. Il desi- il servigio de'poveri a quello della corte,
derio di procurare la salvezza degl'infe- e continuò la sua opera di misericordia.
deli, e di meritare la corona del marti- L'ordine gli fu debitore della fondazio-
rio lo condusse nella Palestina; ma non ne di .un nuovo convento ch'egli stabilì
avendo potuto ottenere ciò che cercava, a Madrid. Conoscendo per una luce so-
tornò a Cracovia, dove essendosi mani- prannaturale essere vicino il suo fine, lo
festata la peste, dedicossi colla più ardente annunziò dicenilo che doveva intrapren-
carità alla cura degli ammalali. Mori in dere un lungo viaggio senza tardare, e
questosanlo esercizio nel 1482 ih 8 di lu- dispostovisi santamente, rese l'anima al
glio, nel qual giorno celebrasi la sua fe- suo Creatore il 28 settembre 62^, in età 1

sta, avendo la s. Sede approvato il di lui di 72 anni. Tutti gliordini religiosi di Ma-
culto. drid concorsero a'suoi funerali, e tosto la

SIMEONE DI RoxAs(b.), dell'ordine pidjblica voce proclamò la di lui santi-


della Trinità pel riscatto degli schiavi. tà. Il processo di sua canonizzazione co-
Nacque a Valladolid neh 552, da Gre- minciò poco dopo la sua morte più di :

gorio Ruiz e Costanza di Roxas. Corri- I00 testimoni furono ascoltati,e deposero
spose perfelUiinente alle cure de'suoi ge- delle vii tu e de'miracoli del servo diDio,
nitori, che lo formarono alla pietàj ed en- quindi PapaClemeuteXIIl a'i 3 maggio
tralo giovinello nell'ordine della Trini- 1766 l'inscrisse nel catalogo dei beali.
la pel riscatto degli schiavi, si diede con SIMEONI. r. Simone (de).
ardore allo studio della teologia, in cui SIMM ACO(s.),PapaLI 11. Nacque inSi.
fece rapidi avanzamenti. Pel suo profon- magia diocesi d'Oristano nella Sardegna,
do sa pere e per la sua incomparabile pie- daFoi lunato, e pe'suoi meriti fu fatto car-
tà fu elevalo alle prime cariche dell'or- dinale diacono das. Felice I II, odalsucces*
dine, e condusse con tanta pruden-
vi si soie S.Gelasio 1 come vuoleCardella,chelo
za e discrezione che si procacciò la stima chiama Celio Simmaco: altri lo dicono ar-
generale. Scello dalla regina Elisabetta cidiacono della chiesa romana sotto il pre-
sposa di Fdippo II re di Spagna per suo decessore s. Anastasio li. A'22 novembie
confessore, non rinunziò egli perciò alle 4()8 fu eletto Papa, ma nello slesso gior-
làliche che avea mlrapreso per la gloria no insorse per opera di alcuni il4''auU-
SIM SIM i53
papa Lorenzo (/^.) a contrastargli il seg- linopoIi,come afferma con molti altri sto-

gio apostolico, e mentre s. Simmaco si con rici il Sandini, /7tóe Poni. 1.


1 , p. i yojnon-
sagrava nella basilica Lateianense, allret- diineno il Sangallo, Gesta de' Poni. t. 4.
tiinto fece l'iolruso nella Liberiana, soste- p.53o, stima che solamente gli abbia mi-
nuto dal senatore Festo coiiolto con de- nacciato la scomunica. L'imperatore per
naro e colla promessa di sottoscrivere \'E- vendicarsene accusò il Papa di manichei-
notico[y.)à\ Zenone, siccome guadagna- smo, benché tutti sapessero aver egli cac-
to eziandio dall' imperatole Anastasio I ciutodiRoraa quelli che professavano (|ue-
gran proteltoredegli eretici euticbianijon- sta eresia, ed avea fatto bruciare i loro li-

de nacquero gravi turbolenze fra il sena- bri: egli coglieva tutte le occasioni di met-
Io e clero romano, e ne seguirono non po- tere intoppi as. Simmaco, pel timore che
chi omicidii. 11 Papa e il falso competito- avea del suo zelo contro gli /^c<^rt//(/^),
re fui ono costretti di recarsi in Ilav'enna de'quali erasi dichiarato patrocinatore. Il

(f^-), dal goto Teodoiico red'ltalia che si- Papa fece la sua apologia, nella quale par-
gnoreggiava Roma, il quale ivi perciò or- lò con tutta (|uella dignità che si convie-
dinò che un concilio giudicasse le loro ra- ne a supremo Gerarca. Scrisse nel mede-
gioni, e s. Simmaco trionfo del pretenden- simo tempo a'vescovi d'oriente per esor-
te,venendo liconosciulo dal re benché a- tarlia solfrire il bando ed ostni
o sorta di
riano, con discapitodella libertà ecclesia- persecuzioni, piuttosto che tradire la ve-
stica, per l'intrusione delia podestà laica rità. Alcuni pretendono mettere in forse

neW Elezione del Papa {P^.).Olleuula da a s. Simmaco la gloria di avere edificato


6. Simmaco la tranquìllitù del suo mini- la Chiesa de' ss. Jlartino e Sih'estro[y.),
stero apostolico, tornato in Roma, tutto sopra l'oratorio di Papa s. Silvestro 1, del
si applicò a renderlo illustre colle sante leg- quale portandoneil uncardinalFe-
titolo
gi die ivi promulgò ne'G coucilii che de- lice fiorilo sotto s. Gelasio I, credono che
scrissi nel voi. L V 111, p. 91 ega. Nel pre- lo fosse della chiesa preesistente, ma io col
cedente a p.- 240 notai, che recatosi in Ro- p. Filippini priore del propinquo conven-
n)a Teodorico, il Papa col cleio lo accol- to e storico della medesima, dirò che s.

se con grande onore. Ordinò s. Simma- Simmaco l'edificò dai fondamenti sulle
co che nelle domeniche e feste de'marti- terme di Traiano e nel sito più alto con-
ri si dicesse nella messa Gloriain excel' il tigua e sopra quella di s. Silvestro I, sot-
sii,- Dea (^.). Proibì a'secolari, ancorché to l'invocazione di s. Martino tli Tours,
costituiti in regia dignità, d'intrudersi nel- ed ora si vede con 24 colonne di marmo
la libera elezionede'romaiii Pontefici, con e a 3 navi. Più le donò un tabernacolo
qucldecretoe particolarità che riportai nel d'argento massiccio di libbre i 2o,e 2 ar- i

voi. XXI, p. 200 e 202. Con \'e/jist. 5 ad chi d'argento pesanti ognuno IO libbre, e
Caesariurn cpisc.^ presso Graziano, cap. vi fece pure la confessione d'argento. Al-
1 jquaest. I ,cap. Posscssioneni 6 i dichia- tri Papi la restaurarono e ampliarono: s.

rò che potevano da'vescovi darsi ai chie- Simmaco fu tanto munifico colle basiliche
rici (luche vivessero per loro sostentamen- e altre chiese di Roma, che per il loro
to le possessioni del le chiese, che dicevau- ornamento impiegò! 4(^0 libbre d'argen-
si Dcnefizi (^.), purché si conferissero ai to, ollrelo speso per le fittine, per le mol-
soli chierici benemeriti, per cui dice Ba- tegemme, [)er l'oro, pe'inariui preziosi,
l'onio ebbero origine i bcnelìzi ecclesiasti- come ttslilìca Anastasio Bibliotecario. An-
ci. Scomunicò l'imperatore Anastasio le che Ciacconio, / itae Pont. 1. p. 34 f^ 1 ,
' >

sciolse i sudditi dal Giurutncnto [f^.) di menzione di tuli magnìfici abbellimenti e


lèileltà, perché favoriva la iiieinoriii dello delle chiese labbriciile dal Piipa, ed oltre
kcisLualicu Acaclo i^iu vescovo di Custuu- ad alcuni musaici co'quali ornò la basih-
1 54 SI M S I !M

« a Ji s. Pietro, abbellì ancora di piltiMC pa, lasciando a solo sue arbitrio rispon-
(juclla di s. Paolo, come si legge iii Mu- dere a'richia mi degli avversari. Reso con-
ratori, Script. Ital.i. 3, p. 124. Dopo due sapevole del fatloTeodorico, e approvan-
.inni di tranquillità risorto lo scisma di dolo pienamente, proferì la celebre sen-
Lorenzo, il PapanelSooradunò un nuovo tenza, che avrebbe a scolpirsi sulla corona
concilio, per trovar la maniera di conser- di tutti i re : Nuli' altro toccargli degli
var la pace alla Chiesa. In questo fu cre- ecclesiastici negozi che la riverenza! Lo-
dulo da'padri buon mezzodì tener con- renzo fu scomunicato, deposto e caccialo.
tento il già esiliato antipapa, perchè non memorabile concilio si
Gli alti di questo
macchinasse nuovi disturbi, di promuo- vedono pressoLabbé, Co«c/7. t. 4,p- 324, 1

verlo al vescovato di Nocera, come fu e* e nell'Arduino, p.969. Ennodio ve- t. 2,


seguito : ma Lorenzo, naturalmente por- scovo di Pavia lo difese con apologia ri-
prima del5o3 tentò u-
lato alle sedizioni, portata da Labbé, dove sostiene col con-
gni mezzo per usurpare il governo del le- cilio la dignità e autorità pontifìcia, la qua-

gitlimos. Simmaco, contro il decreto del lescioccamente impugnata dal Launojo, è


sinodo e contro ii comando di re Teodo- bravamente propugnata da Natale Ales-
rico, al qual fine lo scismatico accusò il sandro, Hist. Eccl. t. 7,dissert. i . Quando
Papa piesso il re medesimo di gravi de- il decreto del concilio fu portalo nelle Gal •

litti, subornando con lusinghe e doni pa- lie, i vescovi ne furono sgomentali, e in-
recchi falsi testimoni, alla testa de'quali caricarono s. Avito vescovo di Vienna di
erano due senatori Festo e Probino, che
i seri vere a Roma in nome di tulli a Fau-
a veano richiamalo in Pioma Lorenzo, on- sto e a Simmaco senatori, lagnandosi che
de nacque nuova discordia tra il clero ro- essendo il Papa slato accusato avanti il

mano, inganno il cardinal


e fu tratto in re, i vescovi in luogo di opporsi a tale in-
Pascasio {T\). Teodorico intrigandosi in giustizia si erano tolti a giudicarlo. Per-
principio nelle cose ilella Chiesa, prepo- tanto dichiarò s. Avito: »>Non si può age-
lenlemente mandò in Roma per visita- volmente comprendere, con«e un superio-
tore Pietro vescovo d'Aitino, il quale u- re, e a più forte ragione il capo della Chie-

nendosi agli scismatici, sturbò lutti gli af- sa, possa essere giudicato da'suoi inferio-
fari ecclesiastici ; ma poi Teodorico di- ri". Lodò tuttavia il concilio di avere re-
chiarò a'seguaci dell'antipapa accusatori so onorata testimonianza all'innocenza di
di s. Simmaco, ed a'vescovi di non voler S.Simmaco, con proscioglierlo daogni im-
entrare nelle cose della Chiesa ;
per lo putazione; e pregò il senato romano di
che volendo il re dar fine a tanti tumul- mantenere l'onore della Chiesa, e di non
ti, col consenso di s. Simmaco convocò iu permettere che le pecoresi rivolganocon-
Pioma il celebre sinodo Palmare, che de- Iro il pastore. Questo grave concitamen-
scrissi nel citato luogo, anzi leggesi nel li- to de'vescovi di Francia, trasecolati dal-
bro Pontificale che il concilio fu convo- la voce sparsa che il concilio avesse giu-
calo dal Papa slesso. Questi non a farsi dicalo un Papa; le loro alle rimostranze
giudicare, ma a solennemente purgarsi, domandando in forza di qual legge il su-
convocò il sinodo di tutti vescovi d'I- i periore venisse giudicato da'suoi iuferio-
talia. Spontaneamente s. Simmaco si as- ri, protestando non appartenere al greg-

soggettò al giudizio di I 2 5 vescovi, i quali ge di domandar conto del suo pastore,


riconosciuta la sua irmocenza, protestaro- ma bensì al giudice supremo Cristo; è un
no solennemente: Che il i'escoi'o della ro- fatto celebre della chiesa Gallicana, del-
mana sede non deve soggiacere all'esa- l'equità, dottrina e saggezza de'suoi ve-
me de' \'escoi>i minori. Non vollero esa- Tale avvenimento mostra aperto
seovi.
minare le accuse proferite contro il Pa- quanto falsamente e calunuiosameule al-
SI M SIM i5'>

cuni anche tnoJeini si ostinino a chia- gna nel i ySS. Vacò la santa Sede sei

mare coDsuetui'.ini e tisi antichissimi del- giorni.


la chiesa Gallicana alcune erronee opi- SI^LMACO, Cardinale. V. Simmaco
nioni e sentenze, nate ne'lempi in cui il 0-), Papa.
potere civile voleva prepotentemente so- SI.M ISO. Sede vescovile dell'EIenopon-
vrastare Francia in vece del
a' vescovi di to nell'esarcato di Ponto, eretta nel V se-

P<»pa,per pui governar quella chiesa in ve- colo e fatta suilraganea d'Amasia, alcuni
cede' vescovi. Inoltre, anelici vescovi della chiamandola Ainiso(^f.)^Ainisio, Amin-
Liguria, dell'Emilia e della Venezia, nel sus, e che fu arcivescovato onorario for-
recarsial sinodo Paln)arc, e passando per se quando con Amasia iu mclro[)oli civi-
Ravenna, rappresentarono fortemenle a le (lell'Elenoponto. La città fu fabbrica-
Teodorico che apparteneva al Papa con- ta da que'di .Mileto, riedificata dal prin-
vocarlo; che questo era un diritto della cipe di Cappadocia. Vi si conservavano
sua sede, derivato da s. Pietro, e confer- de'corpi di uiaitiri della fede, che patiro-
mato dall'autorità de' concilii. Aggiun- no sotto Antonino, ed a'20 marzo se ne
sero essere cosa non mai più inlesa, die celebra la festa. Simisoo Amiso,/^//i/5e//,
un superiore dovesse essere sottomesso è ora un titolo vescovWe in partibus, sot-

al giudizio de'suoi inferiori, protestando to l'arcivescovato simile d'Amasia.


contro una tale violazione delle leggi fon- SI MONCELLI Girolamo, Cardinale.
damentali delia Chiesa, con mirabile co- Nac(pie nobilmente in Orvieto, e lino da
laggio. Ma il re mostrò loro le lettere fanciullo die manifesti indizi d'indole vir-
di s. Simmaco, nelle quali avea accon- tuosa, e di talenti atti a cose non comu-
.«mentito alla convocazione del concilio. La ni. Come pronipote di Giulio III, [)erchè
sua carità non era [)Unto inferiore alla la madre Ciistofora era figlia di Daldo-
sua generosa costanza d'animo: con de- vino fratello del Papa, questi in età an-
naro riscattò gli schiavi che dimorava- cor giovanile a'22 dicembre 553 lo creò
I

no nella Liguria, in Milano ed in altre cardinale diacono de'ss. Cosma e Damia-


Provincie. Avendo il re de' vandali Tra- no; passato all'ordine de'preti ebbe [)ri-

simondo esilialo in Sardegna molti ve- ma il titolo di s. Prassede, indi (piellodi


scovi ortodossi dell'Africa, i quali giun- s. Maria in Trastevere e i." di detto or-
gevano al numero di 2^5, il Papa s'in- diiie.LostessoGiuliollIa'a5giugnoi 554
caricò di provvedere a'Ioro bisogni, man- lo fece vescovo di Orvieto sua patria, di
dando loro ogni anno vesti e denaro. Ab- cui ne resse la chiesa con fama di vigile,
biamo tra le opere d'Ennodio una lettera retto e zelante pastore fino ah 5(3?., nel
che scrisse ad essi per consolarli, e vi unì quale tempo dimessala si restituì in Ro-
per douo le reliquie de'ss. Romano e Na- ma. Morto il vescovo V^anzi neh 570, il

zarìo martiri. In 4 ordinazioni, nel dicem- (juale eragli slato sostituito con regresso,
bre e febbraio, creòi i 7 vescovi, c)2 preti il cardinale ne iii)rese ilgovernocon tito-
eiG diaconi: Cardella registra due car- lo di amministratore, e lo ritenne lino al-
dinali,Marciano, e Bonifaciopoi Papis. la morte. A' io settembre I 5()a convocò il
Bonifacio U. Oovernò s Simmaco 5 an- 1 sinodo diocesano, le disposizioni del qua-
ni, 7 mesi e 27 giorni, e morì a' 1 f) luglio le di leggi diocesane che
sono ih. "corpo
5 14, nel qual giorno se ne ce'ebra la fe- Siasistampato per la chiesa d'Orvieto. Nel
sta Fu sepolto nel portico della basilica febbraio Kìoo divenne % escovo «lei vc<.co-
di s. Pietro. Si hanno di Ini 1 2 lettele; due valo subui bicario d'Albano, donile nel-
altre che gli si attribuiscono, sembrano l'aprileiGoi fu traslalo a quello di Fra-
apocrife. Su (piesto Papa 1' Amori fece scati, da cui passò all'altro di Porlo e <.
lina Dissfrliizionc, che stampò a Rulo lìullina nel giugno Go 3. Alieno come e- 1
I 56 S I M SIM
gli era da qualunque sorte d'ambizione, (]uitale Urbis, alludendo alla sua patria
liiosliò sempre nella sua condotta quel- Orvieto, che dicesi in Ialino Urbs f^elus,
la prudente libertà qualesi conviene a un nella vana speranza d' indicare con tal

pi incipe della romana chiesa; laonde né supposta profezia il porporato. Il cardinal


il timore, ne gli umani riguardi, né la cu- Sinioncelliessendostatosepolto senza al-
pidigia di avanzarsi a maggiori dignità, cuna funebre memoria, è incerto ove ri-
giammai potè rimuoverlo dalla sua co- posano le sue ossa. L'Ughelli nella serie
stanteequilà egiustizia. Nondimeno Can- de' vescovi d'Orvieto lo dichiarò tumula-
cellieri nel Mercato a p. 27 e 285 par- i to in s. Pietro in Montorio, in quella dei
lando de'6o anni del suo cardinalato, ri- vescovi di Porto nella chiesa di s. Maria
ferisce una sua bizzarria, cioè die faceva del Popolo, onde il Ciacconio non potè
filtaccar fuoco di nascosto ai carri di fie- stabilire il luogo del suosepolcro, così Car*
no, per impaurire i villani, e poi ne pa- della: Novaes lo tace allatto. Opino per
gava il danno. De gnstibus non est dispu- la Chiesa di Pietro in Montorio (^.),
s.

tandiiin! Morì in Roma a' 22 febbraio perleseguenti ragioni e monumenti. L'at-


i6o5, d'anni 81, dopo aver indossata la tuale titolare di questa chiesa cardinal
porpora 60 anni, come rioaarcano Car- Antonio Tosti, oltre gli anteriori restau-
della, Novaes e altri. Ma scegli fu creato ri eabbellimenti operativi dalla sua mu-
cardinale neh 553, è chiaro che appena nificenza, nel 85 zelando le riparazioni
1 1

ebbe 52 anni di cardinalato, al quale fu alle rovinecagionate nel 849 dai conflit- i

sollevalo in età di circa 29 anni. Bensì li tra i repubblicani di /io/«<7(/^.) e l'ar-


convengo, che in tale tempo e con raro mata francese per occupar la città, e non
esempio intervenne a' io conclavi perle essendogli riuscito di conoscere: i.° Chi
elezioni di Marcello 11 (che visse 22 gior- rappresentano i due ritratti scolpiti sulla

ni), Paolo IV, Pio IV, s. Pio V, Gregorio balaustra della magnifica cappella di Giu-
Xin, Sisto V,Urbano VlI,GregorioXlV, lio IIJ[r^.), sotto l'invocazione di s. Pao-
Innocenzo IX e Clemente Vili. JN'oterò loapostolo;2.'' Chi rappresenta e racchiu-
che dalla morte di Sisto V all'elezione di de il nobile monuxnenlo a corna episto-
Clemente Vili trascorsero appena 7 me- i lue, senza iscrizione, tranne quella di re-
si e 3 giorni, dentro il cui breve spazio cente epoca fattavi scolpireda mg. 'Nardi
di tempo fuiono creati 4 Papi; anzi es- Valentini, qualificandola cappella di sua
sendo morto Clemente Vili 9 giorni do- famiglia; degnò onorare la mia medio-
si

po il cardinale, questi per poco non sitro- crità a esternarne un parere. Pertanto,
TÒ all' ." conclave. Nel voi. 1 X,
I I p. 292 dopo aveie studiato tutti gli scrittori che
feci un elenco de'cardinali creati in gio- parlano della chiesa di s. Pietro in ìMon-

vanile età, e nel voi. XV, p. 290, un e- che lavorarono nel-


torio, e degli artisti

lenco de'cardinali che vissero assai ein- la della cappella (fra quali il gran .Mi- i

tervenneroa molti conclavi,rilevando che c)ielangelo, Vasari e l'Ammanoali), po-


soltanto il cardinal Orsini, neli 191 di- tei dichiarare con erudite prove quanto

venutoCelestinoIlI,èil 2.° esempio d'un qui laconicamente indicherò in sostegno


cardinale intervenuto a io conclavi. A dell'esternata opinione sul luogo ove ri-
quello per l'elezione di Gregorio XIV, il posano le spoglie mollali del cardinal Si-
conclavista e i partigiani del cardinal Si- moncelli. Che Giulio llledificòla cappel-
nioncelli tentarono di farlo sublimare al la e^piessamente pel sepolcro del suo zio
triregno, con fabbricare e pubblicare le cardinal Antonio Ciocchi del Monte, t del
famose Profezie de' Pontefici (Z^-), attri- suo avo Fabiano Ciocchi del Monte che
buendole falsamente a s.Malachia, con de- die principio alla grandezza di sua casa,
signare il cardinale col mollo : De anti- e pare ancora colla mira che poi potesse
SIM SIM ì'ij

pni- servire pegli altri parenti, come i fal- ne. Poco tempo dopo recandosi s. Pietro
li lo dimoslrarjo. Che due i ritraili della con s. Giovanni nella Samaria, per am-
balaustia ricordano con qualche proba- ministrare a'fedeli confermazione con
la

bililà i genitori del Papa, ad onta della l'impor loro le mani, nel qual aitosi vi-
patita alterazione, per motivi chequi non de scendere dal cielo una luce sui cresi-
occorre ripetere. Cheil nobilemonumen- mati Simone persuaso che per magico
;

to certamente contiene leceneri e rappre- artifizio facessero i ss. Pietro e Giovanni


senta l'avo Fabiano, o forse anche il pa- scendere loSpirito santo, offrì loro dena-
dre Vincenzo. Che nella medesima cappel- ro per ottenere il medesimo potere. Gli
la, oltre il cardinal Antonio, vi furono al- rispose l'apostolo s. Pietro: Possa peiir le-
tres'j deposti i nipoti di Giulio III, i car- co il tuo denaro, giacché tu pretendi di
dinali Corniaj e Nobili (i cui precordi so- comprare con esso il dono di Dio. Formò
no in s. Bernardo); il cardinal Innocenzo indi s. Pietro il canone contro la simonia:
Ciocchi del Monte, spurio e figlio adot- Si qitis Episcopus per pecunias hanc sii
tivo del suddetto Baldovino fratello del dignitateni consequutus^\.elpreshyter,i'rl
Papa , ma
monumento. Di conse-
senza diaconus, deponatur et ipse, etqideuni
guenza sembrami indubitato, che ezian- ordina\'it, et a conimnnione oninino ex-
dio vi ricevè la tomba il cardinal Simon- cidantur, ut Simon magus a me Peter).

celli pronipotedi (iiidiolll, tanto più che Ecco l'origine della parola Simonia [f'.),
negli storici della Cliiesa di s. Maria chi che applicossi al traffico delle cose sante.
Popolo won trovai alcun motto di lui, né Rimarcai a ScoMU?fiCA, che questa fu la
vestigio di sua tumulazione in c^sa, e che I. 'fulminata da s. Pietro, e fu l'esempla-
anco il p. Valle nella Storia del Dunnio re di quella che i Papi di lui successori
d' Orvieto, asserisce che fu sepolto in s. lanciano contro gli eretici e i scismatici.

Pietro in Montorio. Iu3pparcn7asi umiliòSimone, perchète-


SIMONE F. Simeone (s.). (s.). meva, ma il suo cuore non fu tocco. Ben
SIMONE MAGO, eresiarca. Nacque lontano dal seguire consigli di s. Pietro, i

in Gilton borgo di Samaria, discepolo del che lo avea esortato alla penitenza, do-
mago Dositeo e seguace de'principii del- po la sua pai-tenza dedicossi più che mai
la diabolica Magia [P' .)\fìse'^r\a\a da Zo- alla magia. Iiritalosi l'eretico piultnsto
roastro, la quale ivi dichiarai, dicendoclie dalla repulsa.che dalla scomunica, traboc-
s. Epifanio lo chiamò principe e autore cò in eseci alide bestemmie, e pei- sparc;e-

degli ereticij scelleratissimo ingannatore re in più parli nello stesso tempo i suoi
che per le sue cnormissioie malvagità fu errori, con>pose un libro di contraddillo-
detto da s. Ignazio vescovo, primogenito rii. Aderiva in esso a'caldei circa la ma-
di Satanasso. AlTermando Dositeo tl'es- teria ingenita ed eterna; impugnava co-
sere il Messia, anche Simone si circondò me i sadiicei la risurrezione della carne;
di prestigi, e fu considerato come un es- negava il liberoarbiliio; diceva bastar la
sere di una natura superiore da'samari- sola fede per seguir la salute; imitò Zo-
lani che Io nominavano la grande vii tìi roastro nella dislinzi<>ne de'due principii,
di Dio. La f.ima de'miracoli degli aposto- dicendo il principio vizioso essere il Dio
li fece stupire Simone, il quale dclcrnii- adoratodasli ebrei, ed ilbuono il Dio che
nò di farsi battezzare, sperando d'inipn- hi Padre di Gesù Crist<i, e creatore delle
rare da essi de'segreli che superassero di nostre anime. Al i.°alliibuì la generazio-
molto suoi. Di fatti ricevette d battesimo
i ne tlclla carne, chiamandola prima amsa
i\'A diacono s. Filippo che avea convertila di lutti ibestemmia, eli è al parer
mali :

laSamaria,il (juale deluso dalle apparen- ili s. ìienco,piusqatim liacrcsts.Sop,s,n>iì-

ze, tenne per sincera la di lui conversio- i^cva il verclno Testamento dettato ila Dio
-- -

k58 SIM SI.M


cattivo per inganno degli uomini; e con- molte provincie,ingannando molti co'suoi
forme ngli ebrei venerava il giorno del sa- prestigi, il furbo e malvagio Simone andò
l)nlo, in cuiDio compi l'opera del mon- a Roma verso ranno4' di nostra era, ove
dojegliinodio del Dio cattivo ordinò che per consenso de'più illustri e più antichi
in rpiel giorno si digiunasse. Quindi de- autori ecclesiastici, qui vi fu adorato come
rivarono in alcune chiese cattoliche del unDio dallo stesso senato,e furono erette
l'oriente quelle costituzioni, in cui si proi- nell'isola del Tevere, a lui ed alla sua E»
bisce il digiuno del Sabato (f^.). 11 prin- lena, due statue co'nouii di Giove e di Mi-
cipio buono lo chiamò Padre d'un figlio nerva. Molti dotti critici negano questo
fìnto, mandalo in terra per distruggere fatto, e affermano che la statua trovata
l'operedel principiocattivocon patimen- nel silo in cui dicesi ch'eravi quella diSi-
ti ideali e morte fittizia; e perciò diceva raone, non portava il suo nome, ma quel-
che il ss. Sagramento fosse figiu'adel cor \od\SemoSnncus romana. Del- divinità
pò, e non il corpo reale di Cristo. Insinua- la statua eretta in Trastevere da Claudio,
va inoltre una comunicazione d' uomi- che pervenne all'impero m detto anno, al
ni e donne, Ex quorum menstruo et se- medesimo Simone Mago, parlano s. Giu-
mine si componesse l'ostia, per purifica stino, ^^^o/og. 2,s. Ireneo, e con altri più
reconquesti la materia viziosa del Sagra- Tertulliano, e s. Cirillo Gerosolimitano
mento. Affermava infine, potersi rineg-ir nella Catechesi 6 co^i dicendo: Romano-
lafede con atti esterni per fuggire la mor- rum e l<^> itale m
adeo decepit [S\mo-
u<;que
ie, dicendo che gli alti esterni erano ci- iìe),utClaudius ejus staluam erigerei cuoi
vili, o indifferenti, o semplici movimen- hac subscripiione Snioyi Deo Sascto.
ti. Alla quale proposizione il cardinal Pal- Si ponno vedere la Dissert. de statua Si-
lavicino si oppone, colla prova di tanti moni Mago creata, qua occasione agi tur
martiri, che per nonfarealcun atto, ben- de Chresto Si'elonii, di Antonio Van Da-
ché esterno, vollero piuttosto morire. Co- le che sta nelle sue Dissert. de Oraculis,
sì il Dernino,nell'/.y/onV2 di tutte l'eresie. Amstelodami 1700. Giorgio Wona, De
Invidioso Simonede'progressi del cristia- cultu Simonis Magi apud romanos , Je-
nesimOjabbandonòSamaria e visitò le Pro- naei663, WittebergaeiGy t. Ma essen-
vincie in cui non era stato ancora predi- dosi scavala nel 1574 01 583 una lapide
cato il vangelo, col disegno di suscitarvi con questa iscrizione che può anche ve-
de'nemici contro gli apostoli. Egli com- dersi in Grutero a p. q6 Semosi Sj?!- :

prò inTiro la cortigiana Elena o Selc- GO Deo


Fidio, entrò in pensiero a Pie-
ila, con quello stesso denaro con cui vo- tro Ciacconio, che quegli antichi padri si
leva comprare loSpirito santo. Tale fem- fossero ingannati nella somiglianza del
mina divenne complicede'suoi disordini, nome, e non esservi mai stata né statua,
e lo strumento principale ch'egli impie- né iscrizionea fivore di Simon Mago, ma
gò per stabilire la sua setta de Simonia- la creduta dedicata a lui essere la dedi-
«/, eretici del I secolo della Chiesa attac- cala a Simoneantichissimadeitàdella Sa-
Simone e seguaci de'suoi
cati al partito di bina (^.), c\\\ama{o SangOy a Sanciendis
errori, non chead accrescerne il numero: ybcf/enii/Sj cui presiedeva, e Fidius,a/ì-
uno de'suoi empi discepoli fu Menandro, ^e,che assai richiedesi negli stessi patti. In
che di vennecapo della setta eretica de' /l/e- contro tal congettura approvazione pres-
naiidriani{P'.).JLs9,a donna era oraMiner- so il Valesio, il Pelavio, il Piigalzio e al-
va, o la famosa Elena che cagionò la ro- tri molti. A ragione però, dice Novaes nel-
vina di Troia; ora la produceva come l'in- l'erudite note a\h Storia di S.Pietro, \\e-
telligenza prima, la madre di tutte le co- ne rigettata dal Baronio, da Tillemont,
se, lo slesso Spirito santo. Scorse ch'ebbe da datale Alessandro,da'BoIlandisli a'^c)
SIM S ni I 7(,

ciiigno, dai LencùctlinilMassuet e Ceillier, re dell'imperatore Nerone ch'era fanati-


dal p. Orsi, Travasa, Berli e da altri as- co per le superstizioni della magia. Quin-
siti, non polendo sembrai' credibile, ches. di volendo dar Simone una sti.iordina-
Giustino ei uditissimo nella storia de'gcn- ria prova del suo potere, s'impcgnòdi sol-
lili, ben informato di Simon Mago, con levarsi in aria in un carro ili fuoco, o co-
cui ebbe comune la patria, ne punto i- me dissi nella biografia di s. Pietro e aì-

giiarodi Roma, ove ebbestanza e Scuola trove,avend(j [)iomesso Simone all'impe-


(f^.) per lungo tempo, prender potesseab- ratore e al popolo, che saiehbcsi iiuial-

baglio e inserir volesse nella sua apolo- zato nell'aria per mezzode'suoiangeli, os-
gia un avvenimento, se certo stato non sia demonii,pretendendo d'imitar l'ascen-
fosse presso d'ognuno e divulgato. Diceva sione di Cristo; mentre nel Foro romano
il p. Laubrussel gesuita, Traila to dell' a- (altri dissero nel foro del palazzo impe-
liiso della critica, \..i,^.\ 07., a\ dotti in- riale propinquo al romano, ed altri nel
glesi Hammond e Spcncero, convien di teatro, ma Pilisco spiegò che amo il foro
rneltersi seriamente a provare contro tan- imperiale chiamavasi teatro) a vea luogo
ti valenti critici, che s. Giustino non ha sa- il volo alla presenza di Neroneed'immeu-
puto leggere, achei Padri quali gli han- i sa moltitudine concorsa allo spettacolo, i

no prestalo fede, non sono stati che tan- ss. Pietro e Paolo o meglio s. i'ietro sol-

ti ciechi d'altro cieco seguitalori; percioc- tanto (imperocché sebbene vi sia discre-
ché questo è quanto bisogna per vendi- panza fra gli scrittori, dimostrò l'ab.Cuc-
care con buone ragioni s. Giustino dal- cagni nella dotta f'itadis. Pietrol. 3,cap.
rallentato commesso dal Ciacconio e dai r),che s. Paolo non er.» presenteal conflilto,
suoi copiatori. Il quale aigomento vale a ma consapevole di esso oravo perchè il Si-
pioporzione anche pegli altri Padri. Ciò gnore confondesse 1' ipocrita e rendesse
non ostante il marchese Malici nella Let- . vittorioso il suo collega, cos'i armonizzan-
tera al p. Ànsaldi domenicano, slampa- dosi le due sentenze, perchè s. Paolo col-
la in Verona neli749-5o col titolo Ar- le >uepreghiere coadiuvò la vittoria) s'in-
te magica dileguata, dice che la suddet- ginocchiò per fare orazioneacciòiddio ma-
ta iscrizione con grande equivoco fu da nifestasse pubblicanjente gl'inganni del-
s. Giustino riportala aSinion Mago, e del- l'eresiarca e mago. Simone dopo essersi
lo slesso sentimento pare che sia il gesui- elevalo in alto fu abbandonato dai demo-
ta Zaccaria, Storia letteraria d'Jtalia t. iiii, pi eci[)itosameiitc cadde stramazzone
2,p. 7 5. Ria in favore della narrazione in terra e si fracassò lemembra con istu-
di s. Giustino si dichiarano ancora con pore e terrore di tutti, presso il luogo o-
(orti ragioni un p. filippinodi Verona nel ve fu poi eretta la Chiesa de' ss, Cosma
le Osservazioni sopra l'opuscolo che ha e Damiano, e nella propinqua Chiesa di
per titolo: Arte magica ddeguata , Vene- s. Francesca ro'/zrt///? (/'.)si conserva una
ria lySo, e ilp. Mamachi, Origin. et an- pietra su cui è tradizione che s'inginoc-
liquit. Christian, t.2, p. 227, il quale do- chiasse in quella solenne occasione s. Pie-
po Mosemio e Fabricio, fa il novero de- tro e v'imprimesse le sue sante vestigia,
gli autori dell'una e dell'olirà sentenza. che si osservano in due fossette, come ri-

Sdegnali pe'progressi che l'impostore e pa- levarono s. Gregorio diTours, iMiraculor.


triarca degli eresiartlii Simone faceva in Iib. I, O-
cap. 27, e Lancellolli, ///.?ror.
Roma, i ss. Pietro e l'aolo colle loro pre- Narrano alcuni che
li\-etan. Iib. 2, cap. 7.

dicazioni conlutarono quel falso aposto- Simone si ruppe soltanto lo gambe, ma


lo, i suoi errori, le sue millanterie, spac- non potendo sopravvivere al dolore e al-
ciando che com'era lavirtù di Dio signo- la vergogna, si giltò dalla lìneslra della
reggiava gli angeli, onde godeva il favo- casa in cui l'avcaDo trasportalo i suoi di-
i6o SIM SIM
scepoli Marcello e Apuleio, perciò conver- il mondo immediatamente; se creato aves-
titi e poi martiri, e morì disperato ver- se l'uomo, prescritte gli avrebbe leggi da
so l'anno 64 secondo Arnobio. L'evange- cui non avrebbe deviato, e evitata avreb-
lica carità di s. Pietro avea pregato Dio, be la sua caduta; l'universo, quale noi lo

che non facesse morireil mago sui colpo; vediamo,opera è dunqued'un'intelligen-


tua gli dasse un qualche spazio al penti- za secondaria, limitala ne'suoi mezzi e che
mento, di cui non profittò a tremendo e- non ha potuto dare alla sua opera la per-
senipiodegli eretici suoisuccessori. Nel voi. fezione ch'essa non avea. Tocco dallo sla-
LVII, p. 196 raccontai l'opinione d'alcu- to d'avvilimento e d'umiliazione in cui il

ni scrittori, che volendo i seguaci di Si- genere umano languiva inconseguenza di


mone portarlo a Brindisi, passando per sua ignoranza, Dioavea risoluto alla fine

V Arìccia, ivi infelicemente morì e fu se- di renderlo libero illuminandolo, e scelse


polto, e che gli aricini cristiani per ricor- Simone per tale disegno, ovvero per par-
daie memorabile trionfo di s. Pietro a
il lare col suo linguaggio, egli era tuttociò
questi eressero un tempio. Del volo e del- ch'è in Dio.Compiuta egli avea la sua mis-
la caduta di Simon Mago parlano Arno- sione, traendo da un luogo di corruzione
bio, Ad\'. gentil, lib. 2; s. Cirillo Gero- la sua meretrice Elena, cioè l'inlelligen-
.solimitano, Calerli. Sjiss. Epifanio, Am- za l'anima. Rigettando egualmente la
I )rogio, A goslino,e Massimo tori neset9erm. legge di Mosèeqiiella recentissima di Cri-
Sin Natili. Apost. ;covtìQ pures. Filastrio, sto, egli avea conservato qualche precetto
Severo Sulpizio, Teodoreto,ed altri rife- del vangelo, come il battesuno, ma l'ani-

liti djil Colelerio, in Const. Apost, Gae- ministiava coU'acqua e col fuoco; inoltre
tano Golt, Dissert. sul volo e cadala di lutti i suoi principii erano in opposizione
Simone Mago: si legge nel t. 2, p. 187 e con quelli del cristianesimo, di cui erasi

iqi del Giornale ecclesiastico di Roma. dichiarato il più ostinatoavversario, e che


Aless. Simmaco Mazzocchi, De Simonis non cessava mai di combattere. Sostene-
volata, ac mina velevum leslimonia, nel va che tutte le azioni erano indilferenti,
t. 3 Kale.nd., Neapoli \'j55. L'odio che echegli uomini erano salvi perla sua gra-
Nerone portava a'ss. Pietro e Paolo si au- zia e non pe'loro meriti; per essere salvi
mentò per l'avvenimento tragico di Simo- bastare credere in lui e in Elenasua con-
ne, e die motivo cheincrudelisse nella per- cubina, perciò non volea che i suoi disce-
secuzione contro i cristiani da loro con- poli spargessero sangue per stabilirne la
La morte dell'impostore Simone
vertiti. dottrina. Nega va che GesùCrislo fossesta-
non pose termine alla sua setta di ereti- to crocefisso nel vero. Isuoi discepoli com-
ci, la quale sussistè fino al principio del posero diversi scritti, fra i quali uno in-
IV secolo, ed anche fino al X, al dire di titolato la Predicazione di s. Paolo, ed
Mosè Barcefa, ma a quell'epoca non era un Evangelo che chiamarono Libro r/e'4
composta che d'un piccolissimo numero angeli del mondo, perchè di viso in 4 pai'-
di persone. De' diversi ricordati discorsi ti. Si ponno leggere per maggiori notizie

di Simone, da lui intitolati Contraddillo- sopra questo! ."eresiarca e capo degli£'re-


rii, perchè sforzavasi di contraddire alle tici (^•), il p. GaelanoìNL' Travasa, del-
verità del vangelo, non se ne conoscono la patria edella vita di Simon ]Mago,iS"<o-
che pochi frammenti raccolti daGrabe nel- ria critica degli eresiar chi dell secolo del-
lo Spicilegiam ss. Palruni. In sostanza, ol- la Venezia r^a.CheSimoneMa-
C/i.'e.v<7, i

tre il già detto con Bernino, l'erronea dot- go fosse diverso da Simoneeresiarca, pre-
Irina di Simone era un misto confuso d'i- tese di provarloVitringa,OZ'.v('n'rt^ Sacr.
dee platoniche e di stravaganze mostruo- lib. 5,cap. 12, p.159; ma fu confutalo da
se. Egli diceva, che Dio non ha protlotto Moshemio nella DisserlatiodeunoSimo-
SI M S 1 M 1 G i

'ne Mago, llelmsladii i


734. Michele Sili- uierilòchelocoiifermasseClemenleXIV;
cio già avea seri Ilo, /9e Simone /llago har il quale in premio delle sue belle doti e
iclicoruni onininni p^j^/v, Geissae iG()|. della diligenza colla quale avea esercita-
Tuinmasolllig, De haeresiarchis atvi a- to il suo importante udizio, a'i5 marzo
poslolici, Lipsiae 1690. Rinaldi, Annali 1778 locieò cardinale dell'ordine de'pre-
eccl. an. 68,11." 1 6escg.; Foggiiii,^f/io//j. li, e per titolo gli conferì la chiesa di s.

ci. Pttri itinere, Exerc. p.247, disser- 1


2, Bernardo alle Terme. Dopo essere inter-
tazioiietutla impiegala a difendere il con- venuto al conclave per Pio VI, questo Pa-
fililo di s. Pietro e di Simon Mago, e la pa nel concistoro de' 3 marzo 7 75 lo di- 1 1

narrazione di s. Giustino, avendo scritto chiarò vescovo di Pesaro, dignità che poi
s. Girolamo, De viris illusLr.c.i essere , rinunziò nel 7 79, lasciandovi diversi mo-
i

a Romaandato s. Pietro ad cxpiignan- uuoienti di liberale munificenza, ed ebbe


cluni Sitnoiieni AJaguin, ed ove appena a vicario generale il dotto mg."^ Saverio
giunto cessò la stolta potenza deli. "ere- Marini poi vescovo di Rieti, che ne fece
siarca, ed ebbe luogo la strepitosa vittoria Memorie di s. Barbara. Inol-
elogio nelle
del capo delia Chiesa; Calmet, Coinnient. tre Pio VI lo nominò prefetto della con-
in. Bihl. l. 'j ^Dissert. de Simone Mago gregazione dell' immunità ecclesiastica ,

Giannandrea lleiwigio, Disserl.de Simo- appartenendo pure a quelle del concilio,


ne Mago, Wiltebergae i6q3; Agostino de'rili, della concistoriale, dell'esame dei
\'avtii\o,DeSimonefl[iìgo,uc\Trìfol.hisC. vescovi,edella disciplina regolare.Fu pro-
sacr., Rostochii i655. tettore di Benevento, di iMoriovalle, e del

j
S1M0>E, Cardinale. Francese e mo- monastero di Montei.upo-
di s. Chiara
f
naco Cluny, priore del celebre mona-
di ne. Essendosi pel male che lo affliggeva
stero cluniacense della Carità sulla Loì- recalo a Terni, dopo lunga e penosa iii-
ra, melilo che s. Celestino V nel settem- fermilàivi morìa' iGdicembrei 780, nel-
brei2q4 lo creasse cardinale prete di s. l'clà d'anni GG e circa 3 mesi. I funera-
Biilbina. Intervenne al conclave per l'e- lifurono celebrati nella chiesa dis. Fran-
lezione di Bonifacio \ Ili, celebrato in con- cesco di tale città, ed in essa restò sepol-
seguenza della rinunzia di Celestino V,e to, lasciando di se lodevole memoria, per
moiù in Roma nel 1 'iC)6,dopo 24 niesi di probità e valore dimOitrati ne'piìi gelo-
cardinalato. Fu sepolto in mezzo al coro si ministeri.
della chiesa de'ss. Martino e Silvestro ai SIMO.NE Dei
{pz)C\-!A\Lho, Cardinale.
Monti, con un epitafllo in versi barbari. marchesi nacque in Bene-
di tal casato,
SlMOiNE ( DE ) Gennaro Antomo, vento a' 1 3 dicembre 1737, e venne edu-
Cardinale. Naccjue nobilmente dai mar- calosollola dilezione del precedente zio,
chesi di tal nome, antica famiglia di Be- riuscendo pel suo grande ingegno egre-
nevento, in Ginestra fendodi sua casa ma- giamente negli studi ecclesiastici, segnala
terna, a' 7 settembre 1 7 4- Ricevè l'cdu-
1 i mente dotto ne'sagricanoni;pe'quali e per
caziune e l'istruzione quale si conveniva aver dato saggio di sua condotta, Pio VI
alla sua illu>tie condì/ione, e tra gli studi lo credè degno dcirepisco[)ale ilignità.e
si distinse in (|ucIlodella giurisprudenza. con raro esempio, che riuiaicai nel voi.
Recatosi in Roma, sotto Benedetto XIV XV, p. ?.22, sebbene semplice chierico,
si detlicò al servigio della s. Sede, onde nel concistoro de' 1 Gdici-mbre 782lopre-
1

lo fece uditore civile dell'A. C, ed inol- COIII2ZÒ vescovo di Nepi e Stttn, ad on-
tre r ammise il Papa li a 1 prelati della ta eziandio di sua virtuosa ripugnanza,
rev. fabbrica di s. Pietro, ilclla ijuale ba- /danle pastore, liformalc e |)ac.lìcalc le
silica lo fece canonico Clemente \IIi e poi due diocesi colla dolcezza del suo carat-
nel 1707 suo uditore. In nuesla carica tere .cclcbiò il sinodo diocesano, in cui sia-

VuL. 1 XVI.
.G2 SIM SIM
))irimolle cose ouiulucenli alla si via Ji za. VI lo nomi-
In età ancor verde Pio
sciplina dt'l cleio e popolo alTidato alle nò prelato domestico e referendario delle
pateine sue cure. Fedele a'suoiclo veri, per due segnature, e già era per iniziarsi nei
non alterarli, d'ordine del goveino del- pubblici alfiirij quando ne'prirni del 1 yc^S
l'intpeialorede'fianccsi Napoleone! sog- invasa Roma e detronizzalo il Papa dai
giacqiie a 4 an'i' di penoso esilio, soste- repubblicani francesi, collo zio parti per
nuto con eroica costanza. Restituitala pa- Benevento e Napoli. Eletto nel 1800 Pio
ce alla Chiesa,e Fio VII a Pioma sua sede, Vile ricuperato lo stato pontificio, lo fe-

agli 8 marzo (81 6 ne premiò le virlia e ce ponente di consulta e inviò successi va-
le benemerenze, creandolo cardinale del- ni ente per governai ore in di verse ci Uà del
l'ordijiede'preti epubblicandoloa'22 lu- medesimo, e lo eradi Montalto quando
glio, indi gli assegnò per titolo la chiesa occupalo nuovamente lo slato dagl'impe-
di s. Giovanni a l'orla Latina, e lo ani- riali francesi e deportato nel i8oq il Pa-

misea diverse congregazioni cardinalizie. pa, gli riuscì vivere privalissima vita in
Encomialo pastore, continuò a governa- Orvieto.Resliluito nel 8 4 Pio VII aRo -
1 1

re con sollecitudine le due diocesi, riful- ma, vi fece ritorno anche il prelato, e non
gendo tra le sue virtù l'umiltà e la cari- andò guari che fu eletto delegato di va-
tà. A'3 dicembre 18 7 fusorpresoin Su-
I 1 rie [Provincie, nelle quali, couic nelle cit-

tri da un colpo apopletico,ea'2 gennaio tà al cuireggimento avea presieduto, la-


1818 passò agli eterni riposi tra le lagri- sciò documenti della sua abilità, vigilanza

me de'suoi diocesani, nell'età di anni 80 e prudenza. Da quella di Perugia lo stes-


e giorni 20. Nella cattedrale di Suti i gli .so Pio VII Io promosse a chierico di ca-

furono resi gli onori funebri, e poscia tu- mera, e Leone X II lo dichiarò prima pre-
mulato prope sacrarii januani con o- fetto dell'annona, poi presidente dell'ar-

norevole iscrizione. Colla sua testamen- mi, e nel dicembrei828 suo fllaeslro di
taria disposizione chiamò erede de' beni camera {f''-), nel quale onorevole uffizio
paterni il nipote marchese Onofrio, ed il loconferuiò ilsuccessore PioVIII. Alqua-
resto del suo patrimonio, tranne alcuni le essendo assai caro, nel concistoio dei
piccoli legati, dispose a favore de'poveri I 5 marzo 83o 1 lo creò cardinale diacono,
d'ambo le diocesi, come riporta il n °2 con quell'elogio che si apprende nel n,"
del Diario di Roma 1818, con molli elo- 24 del Diario di Roma di tale anno, in
gi. Questi e maggiori si leggono nella se- cui dicliia ròdi aver eccellentemente e fe-
rie de'vescovi di Sulri e iSepi, pubblica- licemente nello spazio di 38 anni percor-
ta da d. l'aohjBondi, nelle y1/fmo/7e .$/£>- sa la carriera di tanti impieghi, per cui
fiche di Sabazia, Trti'ignano e Sulri. gli sembrava aver meritalo il premio del
SIMONE (de) Domenico, Cardinale. cardinalato. Per diaconia gli conferì l'an-
Dal marchese Filippo e dalla marchesa tichissima chiesa di s. Angelo in Pesche-

\incenza Ca pece Secondi lo, a'aq novem- ria, lo annoverò subilo alle congregazio-
bre 1768 sorti natali in Benevento. In
i ni dell'indulgenze e s reliquie, del buon
Napoli nel nobilecollegiodis.CajloaMor- goveino,deil'economica,della speciale per
tella apprese i primi letterari rudimenti, la riedificazione della basilica di s. Paolo,
quindi lo zio paterno cardinal Camillo, e del censo, inviandolo tosto in Ferrara
vedendolo dotato d'ottima indole, lo po- per legalo apostolico. Breve |)erò fu qui-

se in Roma nel cospicuo collegio Nazare- sua dimora, poiché perla mortedel
vi la

no, ove attese alle amene lettere e alla Papa nel diceuibre si recò al conclave mi
da dove passò nella nobile ac-
filosofìa, e cui fu esaltato Gregorio XVI, e poscia re-
cademia ecclesiastica per acquistare le co- stò in Roma protettore della suddetta cit-

gnizioni della civileesagiagiurisprudeu- tà vescovile di Moutalto, e della coufra-


SIM SIM i63
temila Giovenaledi Benevento. Col-
di s. ro, e sostiliù all'assente Paolo Capizuc-
pito ivi alla fine da lunga e penosa ma- chi nella cognizione della causa del divor-
lattia, in cui die prove di edificante pie- zio di Enrico Vili. A compensarne me- i

tà e di cristiana rassegnazione, a' g no- riti Paolo III a'^o maggior 53 j lo creò
vembre iSSy esalò l'auima nel bacio del cardinale prete e pubblicò nel dì seguen-
Signore, contando 69 anni d' età meno te, concedendogli per titolo la chiesa di
20 giorni (e non 69 anni, mesi e gior- i 1 s. Ciriaco, e trasferendolo alla sede di Pe-
ni IO, come vuole il Diario), lasciando rugia. Lo deputò prefetto di segnatura di
la memoria d'animo integro, ingenuo e grazia,insiemea8 cardinali per stendere le

fianco, come leggo nella bella necrolo- materie da trattarsi nel concilio intimato a
gia, presso il n.° 94 del Diario di Ro- Vicenza. Neh 536 gli afHdò l'amministra-
ma di tale anno. ìVei fiuierali celebrati zione della chiesa di Lodi, che dopo 2 me- 1

nella basilica di Lorenzo in Damaso,


s. si, al dir d'alcuni, rinunziò al seguente ni-
\' intervenne giusta il costume il sagro pote Lodovico, e nel I 538 quella diSutri e
collegio e la prelatura, e nella seguen- Nepi: pretendono anche arci vesco-
altri lo

te mattina fu il suo cadavere tumulato vo di Conza. Inoltre pel suo raro talen-
innanzi l'altare masiaiore della sua chiesa to e profondo sapere venne destinato in-
diaconale, com'erasi espresso di volere nel sieme col cardinal Campeggi legato « la-
suo testamento, col quale fi-a le altre cose tere al concilio di Trento, ma allora non
dispose, che venisse stal)ilita una prelatu- ebbe più luogo. Come da prelato, fu uno
ra per dai e un attestato di costante attac- de' cardiiiaU più contrari al divorzio di
camento alla s. Sede, e di sinceio alletto Enrico VII I. Colla sua prudenza e saviez.
a'suoi congiunti. Entro la cassa poi che zaqualeaibitrocomposele differenze na-
racchiudeva la sua spoglia , fu posto un te tra' fiorentini e senesi pel dominio di
Ialino elogio, che indicava la vita e le ca- Monte Pulciano, con soddisfazione delle
riche dal cardinale sostenute, e sul sepol- parti. Finì gloriosamente i suoi giorni iu
cro si legge onorevole epitaffio scolpito iu P(.oma nel I 539, assai reputato, e massi-
marmo. me da' cardinali Sadoleto e Polo che lo
SIMOx\ETTA Jacopo, Cardinale. D\ chiamarono lume del sagro senato, e ri-
nobile e ragguardevole stirpe milanese, mase sepolto senza funebre memoria nel-
fin dall'adolescenza trovava tutto il suo la chiesa della ss. Trinità al Monte Pin-

piacere nella conversazione de'dutli ed e- olo, dove sin dal 024 aveva fondato una
1

ruditi, onde dopo aver con questo eflica- cappella magnifica.


ce mezzo fatto non ordinari progressi nel- SIMONETTA Lodovico, Cardinale.
le scienze, potè scrivere fin da giovane un Patrizio milanese, celebre per la profon-
assai giudizioso e ben inteso trattato so- da scienza in ambe le leggi, non meno che
pra le riserve de'benefizi.slampalo in Ro- per la probità d'integerrimi costumi, nel
ma 588, che poi fu accresciuto da
nel I I 536 per rassegna del precedente suo zio,

Paolo Granuzio. Aiunentalo cos'i il suo Paolo III lo fece vescovo di Pesaro, ma
credito, nel I 5o5Giulio II lo ammise tra non lo fu di Lodi, come molti erronea-
gli avvocati concistoriali e poi lo pioinos- mente alVerinarono. Nel i 546 intervenne
se a uditore di rota, e con (]uesto carat- al concdiodi Trento,cd esercitò con son»-
tere inlervenne al concilio di Laterano V. ma integrità diversi ministeri affidatigli
Leone X lo inviò a Firenze per quietare da'Papi. Pio IV, che di lui avea altocoii-
le sedizioni insorte fra que'cittadini, loc- cetto, lo elesse a suo datario, a'26 febbra-
chè a gran fatica gli venne fatto d'otte- io I 56 1 lo creò cardin.de prete di s. Ci-
nere con molla sua riputazione. Clemen- riaco e legato a Intere a detto concilio ,

te VII iifli "»?. 7 Io fece vescovo di Pesa- <]uale IcrmiiiatOjiusicme col cardinal Mo-
i64 SIM SI M
roni, a nome e per commissione de'pa- ( y.), principato della s. Seòe nel Piemon-
tiri, supplicò Papa e degnarsi confer-
il te. Eletto in seguilo canonico di s. Pie-

marlo colla sua suprema autorità, come tro e votante di segnatura, BenedeltoXil i

eseguì. Indi fu fallo prefotlo della segna •


nel I ^28 loronsagrò arcivescovo di Nico-
tura di giustizia e deputato delle congi e- sia in parlil>ns,e l'annoverò tra'consullo
gazioni del s. oHizio e del concilio. Inter- ri del s. offizio. Deputato nel i 73 i da Cle-
venne al conclave per s. Pio V, e morì in mente XII nunzio a Napoli, senza sua col-

Iioma nel 568, sepolto in s. Maria degli


I pa dovè nel 1736 allontanarsene e riti-

Angeli senza alcuna memoria, a tenore di rarsi a Nola a cagione della solleva/ione

sua testamentaria disposizione.L'Aigela- insorta inRoma controglispagnuoli,eclic


ti nella Biblioteca degli scrittori milanesi, ma poco dopo richiama-
narrai a Sicilia;
la il catalogo di sue opere. IN'arraiio Pie- toadempì perfettamente le parti di fedele
Ira niellai a, Fieury e multi altri, chea tem- edegno ministro pontificio. Nel voi. LIX,
po di questo cardinale vi fu un giovane p. i4i ricordai che in Napoli battezzò la

di bassa nascila simile a lui nelle sembian- I


.''
prole del re Carlo di Borbone, per cui
ze die si die a fare rassassiiio,e per la sua Benedetto XIV donò alla regina la Rosa
audacia e temerità si acquistò rinomanza con raro esempioappositamentebe
r/"o/o

e seguaci. Con questi e per rubare finse nedelta. Quel l'apa neli743 lo ele\ò a
la persona del cardinale, e come lui ve- Governatore di Roma, e avendo anche
stito con titolo di legalo rt /«/^Tf pei cor- in quello grave ullicio dato saggi di pru-

rendo una parie d'Italia, accordò dispen- denza, a' IO aprile 174? lo creò cardina-
se ne'grndi proibiti del matrimonio, am- le prete di s. Susanna, e nel maggio 748 1

mise rinunziedi benefizi, assolvèda censu- vescovo di Vileibo. Preso appena il pos-
re, conc:esse indulgenze e fece (pianto so- sesso die principio alla visita della dioce-
gliono fare tali legati. Venne in tanto cre- si, mostrò sempre proluso co poveri
e si

di lo che molli signori lo tiatlarono a lauto e munifico verso le chiese. Mentre a van-

convito, lo riceverono con magnificenza taggio di essa andava divisando cose mag-
nc'Ioro palazzi,e splendidamente lo rega- giori, rapito dalla morte consumò sudi i

larono, laondecumulò tanto oro e argen- giorni in Viterbo nel 1749 a'20 agosto,
to che potè incedere da principe. Capi- nell'età di 74 anni non compiti, e fu se-
talo nel territorio di Bologna mentre n'e- polto in quella cattedrale con onorevole
ra legato il cardinal Cesi, e scopertasi la iscrizione. Il conte Federico suo fiatello
fi odo, lo lece carcerare, e trovalo reo di eresse in Roma nella chiesa di s. Salva-
gra\issimiilelitli da luisiiiceramentecon- tore in Lauro memoria un no-
alla di lui

fessatijio fece sospendere alla forca. Ad on- bile ed elegante monumento, al destro la-
tache parecchiscrillori ripeterono il nar- to della cappella di s. Emidio, con bella

rato fatto, alcuno dice che non sembra iscrizione. Il dotto p. d. Mauro Sarti in

molto attendibile. un'accademia di belle lettere in Cingoli ai

SIMO^ETTI Ramerò, Crtr^/m^Zf'.No- 1" aprile 1747 recitò un'orazione C(jlle


bile di Osimo e Cingoli ove nacque a' 1 1 lodi del cardinale, stampata in Pesaro dal
dicembre b75,appresa
I la scienza del di- Gavelli, e giudicala dal Lami bella, pu-
ritto civile nell' università di Macerata, lita ed elegante, arricchita di molte eru-
ne ri|)Oitò la laurea e si Irasferì inPioma dite note riguardanti le prerogative del-
per Quivi ottenne da Clemen-
la pratica. la nobilissima famiglia Simonelti di Cin-
te XI l'incarico di uditore nella nunzia- goli.

tura di Parigi e poi di Napoli, doncje e SIMONETTI Giuseppe, Cardinale.


quale internunzio passò a Tonno, e poi De'marchesi del suo nome, nobile roma-
alla carica di governatore di /IJasscrano no, nacque a'aS settembrei 70C) in Ca-
SIM SIM itì5

sk-luuovo, diocesi ullura dell'abbazia /;/</• le e delitto gravissimo, volontà delibera-


Uus di Faifu nella Sabina {f.), ove la la- la di vendere o di comprare le cose spi-
iiiij^lia possedeva signorie, feudi e palaz- rituali o annesse alle spirituali, non po-
zo ili dello luogo, liicevè la sua educa- tendosi alcuna cosa esigere né promette-
zione morale e scienlidca ijuale si coiive- re per l'acijuislo delle cose »|}iriluali. Per
uiva alla sua nascila, e lece progressi nel- trallico, per vendila o compia, inlcndesi
le discipline ecclesiasliclie e nella giuris- ogni convenzione e contratto non gratuito,
prudenza. Sentendosi inclinalo alla vo- come sarebbe quello con cui un beneficia-
cazione clericale, si olfri al servigio della to convenisse con un altroeleggere a una
s. Sede, onile Uenedelto \W lo amujise dignità, allineile quegli lo facesse elegge-
Ira la romana prelalura e lo fece luogote- re ad altra. Per cosa santi o spirituale
nente civile del InbunaledeirA. C. Il suc- inteudesi tultociò ch'è soprannaturale o
cessoreClemenle Xlll nel yoc) i lo dichia- che si riferisce al cullo di Dio o alla sa-

rò volante della congregazione della s. vi- lute dell'anima, come doni i dello Spìrito
sita apostolica, e nel sellenibre lo promos- santo, le preghiere, i sagramenti, che ap-
Sea segi etano di cjuella de'vescovi e rego- partengono al diritto divina; le funzioni
lari, e poi lo nominò arcivescovo di Petra ecclesiastiche, i sermoni, e le dottrine che
iìipai libus, ed a' 6 luglio 76 lassislenle
1 i si fanno nelle chiese,ec. che "pellano al di-

al soglio pontificio. Esercitali con lode i ritto ecclesiastico. Per ie cose annesse allo
commessi incariclii,il l^apa per premiarne spirituale inlendonsi le cose leni[)orali che
i meriti, nel concistoro de* 2G settembre sono taliiieiiie legale collo spiriluale che
I 766 lo creò cardinale dell'ordine de'pre- non siponno vendere le une senza ven-
ti, dipoi gli assegnò per titolo la chiesa di dere come benefìzi. La simonia
le altre, i

s. iMarcello, annoverandolo alle congre- cosi detta da Simone Mu^o (/ .), che tu
gazioni de'vescovi e regol<iri,del concilio, il I .^a coinmeltere questo vìzio che si op-
dell'esame de'vescovi, e dell'indice..Men- [)onealla fede, perchè voleva coiii[)rarda-
tre di lui eransi concepite le piìi belle spe- gliapostoli doni deilo Spirito santo, è uu
i

ranze, pel suo sapere e per le virtù che grandissimo delitto contrario tanto ai ili-
lo fregia v;ino, fu c(dtoda violenta iufìain - rillo naturale che al diritto divino, ali'a«
inazione di petto. Munito di tulti i sagra- mano, airecclesiaslicu e alla religione, un
menti della Chiesa, da con gran divo-
lui delitto mixlifori. E contrario al diruto
zione richiesti e ricevuti, ed avuta la pon- naturale che vieta di vendere le cose che

tificia beneilizione in arlunlo nioiLis da non sono in commercio, e ili cui vendi- i

Clemente Xlll, resi mutili tutti i piìi \a- tori non ne sono [tedroni, quali sono lei

lidi rimedi dell'arte, piaccjue a Diodi chia- cose spirituali, come lo comprova la na-
marloa sea'4genuaio 7G7,neirimmalu- 1 tura loro. E contrai io al diritto di vino,
ra età d' anni 07, mesi 3 e giorni i 2, e di il quale ordina di dare gi'atuilameiile le

cardinalato appena mesi 3 e giorni q, co- cose spirituali : Gratis accepislix, i^raln
me si riporta daln." 7728 del Diario ili date, si legge in s. M.ilteo e. i o. E coiilra-
liui/ia di dello anno, ncWc y^oUzit ili Ilo- 110 al diritto uinaiuj, all'ecclesiastico, ed
ma, e nella Storia di Clciittnle XIII dì i canoni de conciln e le leggi civili lo cou-
Nuvaes, il (|uale aggiunge che fu da tulli daunaao come delitto esecrabile e mag-
compiciiilo. 1 funerali furono celebrati nel- giore di tutti i delitti. È contrario alia re-
la sua chiesa titolare ili s. Marcello, rim- ligione per essere un sacrilegio col quale
pollo al [)ro[)riu palazzo, ora de' principi vengono profanate le cose sagre. 11 vesco-
di l'iombino, eil ivi leslò sepolto. vo bruiiiuoli nelle Isliluzioni catloltclu-,
SI AU)i\ ì\, Simonia. Tialllcodellc co- sez. I della l'ede, dice che il vizio della m-
se saulc o spuiluali, sacrilegio dclcalabi- mouia pel quanto oia dacllautculL uppu-
--

i66 SIM SIM


slo alla virlù della religione, i sagii ca- vanno assai lungi dal vero coloroclicslol-
noni però lo riguardano contro la fede, tamente credono il padronato essere un
e lo pongono coll'eresia, perchè verameu necessario effetto della fondazione, qnan
te nel suo formale si o|)potie alla verità do esso non è che un gratuito heiiefizio
rivelala, e che i doni di Dio non ponno della sedeapostolica. La fondazicjue o do-
stimarsi a prezzo di cosa temporale. Egli tazione enumero doiiochesi fi» allaChie-
defiuisce la simonia, in una volontà deli- sa; il diritto di padronato è un mero pri-
berata di comprare ovendere,cioè di com \ilegio che la Chiesa gratuitamente con-
niutareo in denaro, o iu commodità del- cede, mossa da gratitudine verso il dona-

la vita, oin servi/Jo temporale, o in qual- Se fosse altrioienti s'incorrerebbe si-


tore.
si voglia altra cosa stimata di prezzo tciu- monia; esseudosimouiail baratlareocon-
porale, le cose o le azioni sagre, ordina- trattare non solo cosa spirituale, ma an-
te alla salute dell'anima e al culto di Dio. cora ciò che colla cosa spirituale è connes-
La simonia può avvenire pi ìi frequente so. Qualunque persona, a qualunque clas-
niente nella collazione de'Z>e«c/?Si ecrZe- scappai tenga, èca[)ace di commettere si-

siasUci nouìinando a questo taluno


(/^
.), mrjnia,esi lende effettivamentecolpevo-
oadintuitodiqualchecosa temporale che le di un tale delitto ogni qualvolta pro-
si riceve da lui, e allora si dice simonia mette, dào riceve una cosa temporale per
convenzionale; o per la pron)essa d'una una cosa spirituale, o questa per quella,
pensione che venga fatta dal nominato La materiadella simonia èprossimaolon-
nìedesimo, e chiama all(jra simonia di
si tana. La materia prossima è contratto il

confidenza. La simonia consumata solo nel stesso di vendita o di acquisto d'una co-
cuoreeche dicesi mentale, è sempre pec- sa spirituale per una cosa temporale. La
cato grave, poiché è quella con cui si dà niateiia lontana è il prezzo col quale si

alcun che di spirituale o di annesso allo acquista una cosa spirituale, o la cosa spi-
spirituale, con l'intenzione di ricevere al- rituale che si acquista, o l.i cosa annessa
CUI!che di temporale, o quella con cui si allo spiiituale.il prezzo o donosimonia-
da alcunché di temporale, nell'intenzione co è di 3 sorta : il denaro o l'equi valen-
di «icevere alcunché di spirituale o dian- te; le raccomandazioni, le adulazioni, non
nesso allo Spirituali; ma senza manifestar però se uno domanda per se o per altri
la propria intenzione, senza paltò, come di coprire un beneficio qualora ne sia ca-
per esempio se un vescovo dasse un be- pace e degno; il servizio temporale che si

neficioadun ecclesiastico colla segreta in- presta con intenzione d'otteneie una co-
tenzione che gli servisse dì segretario o sa spirituale. Essendo il delitto di siino-
di cappellano, o che un ecclesiastico ser- nia enormissimo, paragonandosi simo- i

visse di segretario o di cappellano ad un £/r//W(^.) e agli /t^/o/rti/n (/'.),


niaci agli
vescovo cull'intelligenza segreta d'aver da per conseguenza sono soggetti a gra vissi
lui un benefìcio. La simonia reale poi ri- me pene, e varie secondo l'enormità del
guardo a'benefizi ecclesiaslicieadaltreco- delitto medesimo. 11 diritlocanonicopro-
se sagre, va ancora soggetta a molte gra- uuncia 3 sorta pene contro simonia-
di i

vissime pene, secondo le regole stabilite ci : cioè la scomunica maggiore e le altre


dalla legge dellaCliiesa. Il diritto canoni- censure, la nullità degli atti simoniaci, e
et) stabilisce pure i diritti e i doveri del l'obbligo di restituire le cose acquistale a
Padionalo (/'.), ed assegna le cause per mezzo della simonia. Vi sono de'litoli che
cui il patrono può talvolta decadere non scusano o che liberano dal delitto di .si-

solo per sentenza, ma eziandio di per se dal monia, anche quando si dà osi riceve al
suo padronato in quanto manca agli ob- cun che di temporale per una cosa spi-
blighi che assunse nel conseguirlo. Perciò rituale; ciuèlahberlùo il duuopuramcu-
siM s I :\i 167
le gratuito; l'onororio legittimo pel ne- clic por clennro pose in venclita il Salv.i-
ces<ario manteiiirneiilo; il travaglio o il tore ilei mondo, ed un tal delitto viene
lavoro del ministroclieaccompagna lesa- paiagonalo al ver/ne die rode, calla ti-

gre funzioni; la perdita d' un vantaggio guola die consuma, come scrive uu au-
tem[)oiale di cui egli si [iriva facendo u- tore a un simoniaco ".

na funzione spirituale; la costumanza Io- L'eleggere i sacerdoti per prezzo era


devole delle ohMazioni volontarie de'fe- vietato anche Ira i gentili, e lo rifensceDio-
deli;e la necessilèi di far cessare uii'mgiu- nisio d'Alicarnasso. Autore del delitto di
sta vessazioneper ia quale è permesso dar simonia nel vecchio Teslnmento si rac-
denarooaltra cosa temporale per sollrar- coglie essere slato Gezi domestico di Eli-
sene, non però dare una cosa spirituale o seo, il quale avendo guarito dalla lebhra
annessaallospirituale.Quantoalledispen- Naam siro,Gezi tratto da cupidigia senza
se, assoluzioni e permissioni degli atti si- sapula del padrone percepì mercede, per
moniaci, il Papa può permetterli soltau- cui fu punito colla slessa schifosa infer-
to di diritto ecclesiastico, poiché da quc- mila. Nelnuovo Testamento, pel ."fu Si- 1

sto può dispensare essendo superiore alla moniaco Simone lìfago^ che volendo col
legge; ma non atti simoniaci di diritto na- denaro comprare e negoziare la podestà
turale o divino. Quando si è ottenuto un di dare i iloni e grazie die dillo Spirilo
benefìcio per simonia, se questa eoceni- santo si conferivano ni cresimati dagli a-
ta e che sia stala commessa all'insaputa postoli, fu da s. Pietro pel t. "scomunica-
del provveduto, il vescovo può dispensar- lo, e condannalo lui eia simonia con quel-
lo e riabilitarlo a possedere quel benefi- le gl'avi parole e rimprovero, che ripor-
ciò,però dopo la sua dimissione pui'a e lai nella biografia del dello empio ear-
semplice nelle mani del vescovo. !Ma se la dito 1 ."eresiarca e i ."simoniaco. Fudun-
simonia era nota provveduto senza che
al qne il delitto di simonia superiore a tul-
egli vi si sia opposto, oppure se l'ha com- ti i delitti, la i ."e principale eresia che si

messa egli slesso, solo il Papa puòassol- manifestò, e dagli apostoli slessi fu con-
vello e riabilitarlo dopo una dimissione dannala, quindi in odio di Simone fu de-
pura esemplicenellesue mani.Ladispen- nominalo simoiiia,e sinioniart (inM che
sa della simonia volontaria ed occulta de- lo commettono. Ne'canoni apostolici del
Teesseredomandalaalla Penitenzieria a- IH secolo, il 28 dice.>»Se alcuno ha otte-
^)os/o//r(7 (/'.), e quella della simonia no- nulo per denaro il vescovato, oil presbi-
toria iilla Dataria npostolica[f'.). Il Ver- teralo, o il diaconato, quegli che lo avrà
roiglioli, Lezioni di diritto ranoiiieo, lib. ordinato incorra con esso lui la scomuni-
5,\ei. 3, Della simonia, edelnonpoter al- ca piìi rigorosa, quale un tempo s. Pie-
cnna cosa esigere hi' promettere per l'ac- Irò fulminò contro Simon M.jgo". Dipoi
ffiii'!fodiro.<!e.spiriftiali,pev cv'iÌTwcì^igin- s'invigoiì la simonia, quando l'eresia de-
vila di questo delitto,onde non incorre- gli ariani divise in fazioni i vescovi del •

re l'indegmzione di Dio e la riprovnzio- l'oiiente, laonde fu d'uopo si decretasse-


ne della Chiesa, poiché è permesso a lui- 10 contro i simoniaci fi equenti sospensio-
ti accusarlo, lo che non avviene in nitri ni, deposizioni, sconiunicheeconiìsche di
delitti, che ad alcune persone in diversi beni. llconcilioi^encralcdiCalcedoniadel
«lelitli e; violato, energicamente esclama: \'it, col cin /\.v mitl/is.ì (j 3, impose
^

••Odano, treni ino e.si pentiinri i seguaci «li a quelli di 'enti ino in un benelì<io per tic-
Simone INI.igo, se alcuno per <Iisgrazia ca naro, la sless.i pena ch'è fulminala a co
«lesse in simile nefando delitto, median- loro che comprano 1' imposizione delle
te il quale si acipiista l'eterna maledizio- mani, collii quale si conferisce lo Spirit<»
ne, e sono seguaci di («inda il li.uliloic, .>aiilo, coiulantiandoli tulli con aulcuit 1
-

i6S SIM SI M
suprema, gli uni a rinunziare i loin be /'/ (T'',) sali al pontificato con palese si-

iiefìzi, gli altri alla deposizione clell'oidi- monia; altri lo discolpano. Contempora-
ne che hanno ricevuto, come riferisce A- neamente a lui per l'incremento enorme
lessandro II. Questi inoltre aggiunge, per dell'eresia de'simoniaci, altri due Papi c-
questo Io stesso Redentore del genere u- ranoinlrusi purecon simonia eabilavano
mano cacciò tulli i venditori e compra- Roma, cioè mentre Gregorio VI risiedeva
lori dal tempio, dichiarando loio che non a s.M.^ Maggiore. BenedettoIX stava nel
si deve convertire la casa del Padre suo Laterano, e Silvestro Illa s. Pietro, i quali
in casa di Iralfico. » Che però, se alcuno divise tra loro le rendite, menavano /la-
obliando il divino precetto,e l'eterna salu- gUiosain^ et Inrpeni concedendoj'iVrtw, e

te dell'anima sua, indotto da tuia rea cu- ciascuno le giazie o giuste o ingiuste che
vende un beneficio, noi lo degra-
pidigia, fossero, onde non è meraviglia sei simo-
dianiodalpostoche tiene, sicché non pos- niaci e i IVicolaici (/^.) incontinenti, col
sa servire alla chiesa, eh' egli ha voluto loro mal esempio si resero tanto baldan-
render vendibile a prezzo d'oro, e inoltre zosi e temerari , sino ad arn)arsi contro
lofulmlniainod'un anatema formidabile, GregorioVlquando li scomunicò,equindi
volendo ch'egli sia separato dalla Chiesa egli iniliU'x j et tquiles arlonirunt. Ed iu
da lui tanto offesa col suo peccato, se non tal guisa discacciò i malvagi, ricuperò le

arriva a pentirsi del suo fallo,eafar lutto- usurpalecitlà e terredella Chiesa, erido-
ciò ch'è necessario per reprimernelo".Pa- nò la sioiuezza di praticare per lo slato
j)a s. Giovanni II501 dichiarato ne-
del ecclesiastico e per R.oma,le cui simonie,
mico della sifnonia,che in que'tempi am- concubinati e depravalo lusso lagrime-
morbava l'elezione de'vescovi e de'Papi, volmente si descrivono dal contempora-
iiell'insorgere degli À ni ipn p i SMaotùaca- neo s. Pietro Damiano. A terminare lo
mente eletti, ottenne da Atalarico re d'I- scisma nelio46 fu eletto Clemente II, il
talia ,che punisse colla regia autorità e quale nel o^y adunò un concilio segna-
i

colle pene secolari simoniaci, che le pene


i tamente contro sioìoniaci, che in quegli
i

ecclesiastiche non giungessero a correg- infelicissimi tempi agitavano la Chiesa di


gere;e l'istessore volle che inciso in mar- Dio, onde a provvedere a scandiiìosi di- s'i

mo il regio editto contro i simoniaci, si sordini, vi formò il canone: Ul (jiiicunirpic.


ponc-se nel portico di s. Pietro, come ri- a siiììoiiiaco consccralus essel in ipso or-
porta Baronio, an. 533, n.° Sq. Mollo si dinalionis siiae tempore non ignoranssi-
adoprò s, Gregorio per estirpare la si- I moniacuni esse,cui se obtiileritpronwven-
monia, facendo all'uopo celebra re de'con- (liirn, quùdraginla tunc dieruin poeni len-

cilii. Da undecretoche siatlrilHiiscea s. ti ani ageret, et sic in accepli ordini s of-


Adeodato P;tpa del Gì 5, si vuole che
I ficio mi nislrarct. Ad estirpare dal mondo
permise agl'infami e alle donne pubbli- le simonie, l'imperatore Enrico III ritor-

che di poter accusare e fare da testinioni nato in Germania con Clemente II, alla

contro simoniaci. Il concilio di Toledo


i presenza di questi fece celebrare un con-
del 65Gcol canone 3 proibì a' vescovi sot- cilio da tulli i vescovi dell'impero. Il Pa-
to pena d'un anno di scomunica, di dare pa dopo aver un invettiva contro
falla
a' loroparenti o amici le parrocchie o i i simoniaci, fece fue il decreto, che chi
monasteri per trarne la rendita. Nel fa avesse dato o ricevuto prezzo alcuno per
taleedeplorabile secolo X, la simonia do- le cose ecclesiastiche, fosse spoglialo d'o-
minola maggior parte corpo ecclesia-
del gni onore e scomunicato : l'impeialorc
stico, e le leggi per frenarla furono gene- comprovò co' falli l'avversione che si de
ralmente disprezzate. Nel secolo seguente ve non solo alla peste della simonia, u>a
questo vizio divenne gigante, e Gregorio ad ogni sua ombra, e si può vederlo iu
S 1 M S I M iG.)

Ibernino ncMue singoliiii falliche rnccon- dinassero come invalidamente ordinali


tu. In lecnpi sì calamitosi, ne'cjuali ogni il cheavea impugnalol^lemente ll,dispen-
cosa sngra veniva messa sossopra (lairr.Mii- satoriamenle ammettendo 1' esecuzione
pirla (l(;lla simonia, fu nel o ^q innalzato i dell'ordine, ed a quelli che scienlemenle
al ponlificato s. Leone 1\*, e con lui Dio e non simoniacauìentesi «otlopfjseio al ii-
suscitò il gran lldebianrio, poi s. Grego- moniaco, impose la penitenza dì 4o gior-
rio FIf [f^.), die divenne l'anima dell i ni, dividendo simoniaci in ordinati sì-
i

s.Sede e del governo della Chiesa, laon- moniacamente da'simouiaci, ue'simonia-


de s. Leone IX e i suoi 4 successori uid- ci simoniacamenleda'non simouiaci,e nei

la inlrapieseio senza lldehiando, che per non simoniaci non sinioniacamenle ordi-
restaurare la disciplina ecclesiastica fece nali da'siraoniaci, (piali anche si distin- i

guerra implacabile alla simonia, all'incon- Qids imindtis per ignoranliani ^qiian-
sero:
linenza de'chieiici, a tulli i vizi. Intftuò doque vidi conscius pernii ni l se a simo-
Leone IX un concdio in Roma per sop-
.s. nia'O ordinari ^nWincUècMìscwuo riceves-
primere tanti disordini cagionali dalia si
i
-
se ddrerenle pena, conforme fu slabililo
iiionia, la quale per inconcepibile perver- dagli antichi padri co'caduli nell'idola-
sila neppure ormai si teneva più a pecca- che divisero
tria, in varie classi. Da pri-
lo, e parve miracolo die s. Adalberto ve- mas. Leone IX fu di diverga opinione del
scovo di Metz nou fosse imbranato da si- predecessore, ma poi persistè nel di lui
mile pece. E perchè mai si erano veduti sentimento, e questo con tal forza di ra-
tanti simoniaci ecclesiastici, cpiantodal se- gioni si espresse da s. Pietro Damiano a
colo X in poi, s. Leone IX peusò di lutti Enrico arcivescovo di Ravenna nel libio
deporre dal'e dignilà, aia per essere essi Grad'uinio, così iiifilolato perchè i\\ mol-
in gran numero e per la confusione che lo gradito dagli ecclesiaslici,o perchè trat-

ne na.sceva nellechiese,si contentò nel con- tava di quelli gratuitamente ordinati dai
cilio roaiano di rinnovare il decreto di simoniaci, per l'avvenire nullns aniplins
Clemente ll,e^ praecipit omnes clcricos sit reperliis,quì eideni fueril pnlrocinnlits
ah ìiatrclicis vcii'enlcs, in liisqiiulcin qnos errori. Le diverse opinioni sulle riordi-
adepti sitnt ordinibus recipi^ad alliores nazioni si ponno vedere in Beinino, ìli-

aiilent gradiis prohiltiil promo\>tri , e de • sloria dell'eresie, nel pontificalo di s. Leo-


pose alcuni veicov'i^gitos praedicta hae- ne IX, ed i miei articoli Eretici, Ordi-
resis nevo siine nequitiae inncnlavcrat,e nazione, OnDIN\Z10MUE'l'oNTEFlCI, ORDI-
tra questi quello diSnlii. IN'cl concilioche NE, e gli altri relativi, come Sconsagra-
celebrò in Keims, obbligò tutti a giura- zioNE. I riordinanti diftindt^vano la loro
re se erano o no macchiali di simonia, e sentenza, dicendo cliei simoniaci non po-
benché fossero raolti gli ecclesiastici fran- tevano conferire lo Spirito santo ch'essi
cesi inlervenuli,e in età sì corrotta da quel- non aveano, poiché non est tihi pars in
l'eresia, solamente i vescovi di Laugrcs, sermone islo, disse s. Pietro a Simon Ma-
^l'evels, Coiilaiices e Nantes si accusaro- go loro autore, e [)erciò le loro ordina*
no di essere ordinali simouiacnuuMite; e zioni erano nulle e reilerabili. Questa di-
stabin molti cononi contro i iiiculaiti e i veisilà di |)areri durò sino a Innocenzo
simoniaci che confirmò nel concilio di
, IV del I ?. 43, sotto il (pialeda s. Tomma-
IVlrii^on/a. Quindi dalla siuioiiia, ilivcuii- so si dilucidò simile errore, the allora
ta obbndxio'^a col nom<; e ne'falti, deri •
Pietro Lombanlo e altri dottori e sc<jI.i-

vò l'eresia de'ri(;r(hniiiili, che hir<ino al- siici Iiivoi ivano. Opina Uerniiio, ch<* per
cuni troppo zelanti, i (piali non solo con- la riordinnzione intendasi la nbenediziu-
dannavano i vescovi simoniaci, mn vole- ne, conferita agli ordinali illt cilaiueiilo,

vano che iilioidiuali loro di UUOVObi t ioi Dju nou iiullautculc da vescovi >iuiomaci,
lyo SIM SIM
avendo essi ricevulo il oaraltere, qiioacl in Roma il famoso imperatore Enrico IV
siihslanlianì, e solamenle essendo sospesi nem ico del la s. Sede e fautore del lo scisma,

qnondcxerciliuni. Viilore II del i o ^5 e- od salisfacietidum prosimoniacaliaere-


sigette l'osserviinza de'decreli di s. Leone si.Condannata dappertutto la simonia,
IX contro i che
simoniaci e i nicolaiti, da questa si diramò una nuova eresia.
tentarono avvelenarlo. Per sopprimere la Teudetchino di nazione barbaro, e Gio-
simonia in Francia, vi spedi legato il car- vanni veneziano, ambedue cappellani di
dinal Ildebrando, che molto operò col suo GolFredoduca di Lorena, asserirono lecito
ardente zelo contro numerosi simoniaci i il comprar vescovati e abbazie da'princi-
e nicolaiti. Nel sinodoconvocato in Lio-
i pi laici, ed anche da' vescovi per quello
ne, ove a vveime quanto di mirabile nar- riguarda il possessode'campi,la riscossio-
rai ne'vol. XXXII, p.igi.XXXVlII, p. ne delle decime e la percezione de'frutli,
288, che riemp"! d'orrore i simoniaci, 4^ malamente distinguendo il/fi? minislran-
vescovi confessandosi per tali rinunziaro- di in Ecclesia, e Wjas fructus pe.rcipiendi
no. Nel concilio di Tolosa del i o)G fu de- in Ecclesia j poiché donum Dei est res
cretalo col can. 5:" Se un chierico si fa ipsa Ecclesia e oliata, e sono due cose in
monaco iiTun monastero, con intenzione unaeindivisibili,enonsi può venderl'una
di diventarne abbate,resterà monaco, sen- senza l'altrajConforrae dottamente con va-
za poter essere abbate sotto pena di sco- rie ragioni e dottrina prova s. Pietro Da-
munica". Nicolò II nelsinodo romano del miano nella sua lettera di relazione e con-

io5c), vi fece questa leggeconlroi simo- futazione di tal dogma scritta a Alessan-

niaci che difendevano il proibito cominer- dro lì, che perciò con una decretale di-

ciodcllecose sagre. "I simoniaci saranno retta dal Papaa'Iucchesi, proibii non solo
deposti senza misericordia.Quanto a quel- di comprare i vescovati e le abbazie, ma
li che sono stati ordinati gratuitamente niun beneficio ecclesiastico in qualunque
da'simoniaci, noi decidiamo la questione maniera;decieto confermato poi da S.Gre-
agitata da lungolempo,permeltendo loro gorio VII, Urbano II, Pasquale II e Ales-
perindtdgenza di starsene negli ordì ni che sandro VII. V. Rendita ecclesiastic*.
hanno ricevulo, perchè la n)()ltiludine di Mentre la Chiesa trovavasi abbattuta da
quelli che sono stati cos'i ordinati è gran- pubblichesimonieeda esecrande lascivie,
dissima; n)a in avvenire se alcuno si la- per sua ventura fu assunto al pontificalo
scia ordinare da chi egli sa essere sitno- il magnanimos. Gregorio f^//, acerrimo

niaco, l'uno e l'altro sarà deposto ", Si propugnatore della libertà ecclesiastica, e
celebrò ncIroGo Vienna in
il concilio di restauratore insigne della disciplina dei
Fi ancia, e si h'gge nel can. 1: » Se un ve- chierici. Subito scrisse a diversi principi

scovo conferisce per simonia qualche mi- d'Europa acciò punissero simoniaci e i i

nistero ecclesiastico, ovvero la prebenda, nicolaiti, che poco conto facevano delle

vale a dire la pensioneche vi è annessa, censure, e convocato in Roma im concilio


è permesso al chierico d'opporvisi, ed'a- condannò gli imi egli altri. Tutta la stia
ver ricorso ai vescovi vicini, eoccorrendo mirabile vita fu impiegata con invincibi-
anche alla s. Sede". Lo stesso canone lu le costanza per estirpar la simonia, e con-
fatto nel concilio di Roma celebrato nel dannare V Investiture ecclesiastiche [T'.),

lo63 da Alessandro II, contro il quale sostenute fieramente dalla prepotenza di


insorto l'antipapa Onorio II, gran festa E urico IV, che scandalosa mente per prez-
fecero i siiTioniaci e concubinari di Lom- zo in vesti va vescovati, abbazie e altre di-
l)ardia. Alessandro II confermò i decreti gnità ecclesiastiche; onde il Papa lo depo-
di s, Leone IX e di Nicolò II, sospese al- se e scomunicò piti volte. Nel sinodo ro-
cuni vescovi simoniaci, e cilòa comparire mano del 1074 decretò: " Quelli che sa-
S I M S I M 171
ranno enUali negli ordini sagri per simo- Nel concilio generale di Laterano III ce-
nia, saranno in avvenire priva li d'ogni (un- lebrato neh lyryda Alessandro III fu de-
zione. Quelli che avranno dati denari per ci etato: » a proibito, come un orribile a-
ottenere laperderanno". Lo stes-
chiesa, la buso, di non esiger nulla per l'intronizza-
so canonedipoi rinnovò ilconciliodi Lon- zione de'vescovi o degli abbati, per l'istal'

dra del 1126. Senza più, meglio è vedere lazione degli altri ecclesiastici, o per la pre-
la sua dilFusa e impoilaute biogralia , e sa del possesso de'curali, per le sepolture,
Salerno che possiede il tesoro del suo cor- i matrimoni ogli allri sngramenti, in gui-
po, innuiuerabili essendo i simoniaci de- .sa che si neghino a coloro, che non han-
posti da s. Gregorio VII, inclusivamente no che dare; e non occorre allegare il lun-
a' vescovi e abbati potenti; avendo pur l<jt- go costume, il quale altro non fi che ren-
tato coll'antipapa Cernente III, gran fan dere l'abuso più reo ". Lo slesso canone
tore de'simoniaci e de'concubinari, tulli trovasi nel concilio di Tours del 289. Di- i

protetti da Enrico IV. Vittore III Papa chiarò quellogenerale diLaleranolVjCon-


iielioSG condannò l'investiture ecclesia- vocatoda Innocenzo III nel 2 5, col can. i i

stiche, e chieiici simoniaci di Germania.


i Quoniar?i dtSimonia: »> La corruttela del-
] succe-iSuri limilarono, e Urbano II de- la simonia d è talmente sparsa tra l.i mag-

cretò doversi perdonare i simoniaci igno- gior parte delle religiose, che appena ne
ranti, imitando la costituzione di s. Inno- ricevono alcuna nel numero delle suore,
cenzo I che stabilisce,che gli ordinali da- senza trattar di denaro, e si studiano di
gli eretici non sieno tali, mentre quelli non coprire questo disordine col pieteslo del-
ponno dare (juel che non hanno, nia de- la povertà. Noi proibiamo, checiònonsiic-
vono nuovamente ordinarsi, lo che non è ceda piii in avvenire; e di più ordiniamo,
/ iterare sagramento, n)a integralmente e
il che se qualche religiosa cade in avvenire
perfettamente dai lo,dice Vermiglioli, con in questo disordine, tanto quella che avrà
altre spiegazioni. La grave verlenzalra il ricevuta, quanto quella che sarà stata così
sacerdozio e l'impero, conlinuala da En- ricevuta, sia superiora o inferioia, venga
rico V, e di cui parlai anche a Regalia e scacciala dal monastero, senza speranza di
Pare(/^'.), fu terminala da Calisto lì nel ristabilimento, e che sia chiusa in un luo-
1 123 e nel concilio generale di Laterano go dove la regola sia con più rigore osser-
1, ove permise che l'elezioni de'vescovi e vata, per farci peipelua penitenza. Equau-
abbati di Germania senza simonia si po- to a quelle che sono stale cosi ricevute a-
tessero fare innanzi l'imperatore, e rinno- vanti il deci eludi questo concilio, noi ab-
vò le scooiuniche control simoniaci. In- biamo giudicato, che fosse d'uopo provve-
nocenzo II neh I 3c) celebrò il concilio ge- derci in questa maniera, che sieno collo-
nerale di Lateiano II, vi condannò le si- cate in altre case dello stesso ordine quelle
monie e i nicolaiti, non che gli arnaldisti dieci entrarono malamente. Che se fosse
insorti contro i Beni di Chieda (A^.) e le impossdjilecollocarlecomodamente in al-

regalie possedute da'chierici. INel concilio tre case a motivo del troppo numero di
di Tours del 1 i(j3 fu statuito col can. G: esse, allìnchè non si perdano nel secolo,
» l'roibizionedi venderei prioraliole cap- menandoci una vita errante e vagabonda,
pelle de'monaci o de'chierici, di nun do- sieno accettate comedi nuovo per ilispen-
mandar nulla per l'ingresso nella religio- sa nello stesso monastero, cambiando i pri-

ne, di non esiger niente per la sepultura, mi posli, che ci occupavano e dando loro
l'unzione degli inferni i, o il s. crisma, nem- gli ul ti mi. Noi oidi nianio altresì, che la stes-

njcno sotto [)reteslo di consuetudine, poi- sa cota sarà osservata riguardo a'uionaci
ché la lunghezza dell'iibuso lo rende sem- e agli altri religiosi. Ed allineile non si pus •
pre più reo ". /'. Religiusu, IIeligioìa. sanoscusarCjOa titolo di semplicità od 1-
172 SIM SIM
giioraiiza,noi ordiniarao,(:he i vescovi dio- essere o suo amico o familiare o parente,
cesani facciano pubblicare ogni anno que- e per (jiieslo si elice confidenziale; la qua-
sla ordinanza nelle loro diocesi". Dal che le altro non celie la speranza fondata nel-
ne segue e secondo la disciplina d'allora, la fede di quello che ottiene il benelìcio,
essere simonia il ricevere qualche cosa da sperando che d beneficalo gli sarà grato,
quelli ch'entrano religiosi in un motiaste- e che poi gli darà o il beneficio stesso o
ro,quando il monastero ha il uiododi man- parte de' frutti, o pure lo darà ad altro
tenere chi ci entra. Il concilio di Cognac che gli piacerebbe. Il concilio di Trento,
del 1228 dispose:" Non si esigerà nulla [)er sess. 24 de Rfforin. e. 18 decretò:» Gli e-

l'ingresso in religione, né si farà nessun saminatori che devono essere


di quelli

pattoin tal proposito ".Quello diBordeaux provveduti d'un benefizio, devono guar-
0161125^, col can. sGstabilì:» Proibizio- darsi di nulla ricevere per occasione di
ne di niente esigere per l'amuìinistrazio- quesl'esatue,iiè avanti nèdopo;impercioc-

ne de'sagramenli, o collazione de'benefi- che se ciò facciano, saranno colpevoli di


zi; ma dopo fatta la cosa, si potrà esige- simonia, dalla quale non potranno esser
re quel ch'è dovuto secondo il costume", assolti, se non lasciando i benefizi che pos-

All'arlicolo Conclave riportai le leggi fat- seggono, e saranno per quest'azione ina-
le da Gregorio X nel 1274 nel concilio di bili a giammai possederne*'. 11 medesimo
Lione 11, tra le quali anche controia si- concilio condannò il Regresso [F.), o re-
moniaca elezione del Papa. Martino V del vocadella/ì//J««sia (/'.) fatta ad un bene-

1417 pubblicò una costituzione contro i fizio ecclesiastico. Papa s. Pio V del i )G()

simoniaci pubblici ed occulti di «jualuu- pubblicò rigorose pene contro i simoniu-


(jue stato, grado e dignità ancorché epi- ci, i quali se ricadessero più d'una volta
soopalee cardinalizia, e contro i negllgen- in così enorme delitto, volle che si conse-
li nel denunciarli. Con pena in piii luo- gnassero al braccio secolare, per essere pu-
gili deplorai l'elezione seguila nel 1492 di nilicon pene corporali. Colla bolla Jnlol-
Alessandro VI, da'cardinali che ui (larte lerahilis dichiarò s. Pio V, che lasiino-
10 fecero corrotti con 01 o, e parte allettati uia di confidenza è quella che si commel-
con promesse di benefizi e ullui; ma qua- le quando alcuno ha ottenuto un bene-
si lutti trovarono poi ingratitudine, punì- fizio, per rassegnazione, cessione o colla-
zione, esilio e prigionia! Il perchè Giulio zione, colla condizione tacila oespressa di
11 nel concilio di Lalerano V fece pub- restituirloa quellocheloha datooaqual-
blicare la bolla contro la simoniaca eie- che altro, odi dare alni unapartede'lrut-
zione del Papa, e contro i simoniaci elei- ti; come pure quando il collalore confe-

lori, dichiarando nulla la i .\ l'eletto reo nsce un benefizio vacante, colla condizio-
/ìrte/e^is simoniaca, liberando romani dal i ne tacita o espressa, che quegli a cui l'ha
giuramento, e comminando severissime conferito se ne dimetterà in grazia di chi
pene ai piomotori e fautori; ne riportai gli sarà indicato dal collatore, o data u-
il sunto nel voi. XV, p. 2GG, diceiidodel- na porzione de'l'rulli di quel benefizio al-
la bolla confermatoria, e di quella di Pao- le persone che il collatore nominerà, il

lo IV. Neli564 Pio IV condannò colla concilio provinciale di Roueu chiama i

bolla Roinanuin Ponlijìcein /iheuefvà di confidenziari asini che portano basto, e


confidenza, ossia con simonia. Dichiara prescrisse che fossero denunzi.iti ogni do-
Vermiglioli, che la simonia confidenzia- menica alla predica come scomunicali ,

le ossia fiduciaria avviene quando alcu- lutti coloro che liaimo parte in queste con-
no confida che un altro provveduto di fìdenze perniciose al laChiesa, e che si pub-
benefizio gli ceda a lui o ad altro lo stes- blicasse che non solamente sono tutti ob-
so benefizio, e per parte de'suoi fruiti per bliguli a rcsliunrei frulli pcrcelli, ma che
S I M SIM 1-3
anco gli ercfli loro linnno In stesso ohMi- conoscere mediante un miracolo che due i

gazioi)e,srcon(l() la l)olln di s. l'io V.A chi sposi vivevano insieme come fratello e
conferisce sinioniacaraente anclie la sola sorella. Simplicio procurò con tutte le sue
tonsura, ciuflilfa la pena della deposizio- forze di estirpare il restante dell' idola-
ne. VM è pure la pena slraordinaria della tria nella città di Autun, e condusse un
'
sospensione delia collazione degli ordini, gran numero di pagani ad abbandonare
e dell'esercizio de'ponfificali, come la re- il culto di Cibele, ch'era fra essi in sin-
mozionedairainministrazione della chie- golare venerazione, avvalorando Iddio il

sa. Quelloclie ha ricevuto sioioniacamen- di lui zelo co'prodigi. S. Simplicio fiorì

te gli ordini, pel di>i[)osfo della bolla di nel IV secolo; ma ignorasi l'anno della
Sisto V, oltre la scomunica resta sospeso sua morte. La sua festa è segnata oe'piìi
dall'esercizio dell'ordine tutto, tanto quel- antichi martirologi a'a 4 di giugno, che
lo ottennio con simonia, che quello avu- credesi il giorno in cui mori.
to legittimamente, la qual sospensione è SIIMPLÌCIO (s.), martire./'. DEATni-
riservata alia s. Sede. Finalmente, il (K;- CE (S.).

littodi simonia non solo si commette dan- SIMPLICIO (s.), Papa XLIX. Di Ti-
do cosa temporale come prezzo di cosa voli e figlio di Caslino, dopo essere stato
spirituale, ma si commette pure quando l'ornamento del chiericatodi Roma, sotto
si dona per motivo principale a conseguir- iPapi s. Leone I es. llaro, meritò di suc-
la, ancorché si dia coH'uitenzione di gra- cederli, creatoPapaa'20 settembre 467.
tuitacompensazione, essendo riprovata e Dio senza didjbio losuscitò in questo tetii-
condannata ro[)iiiione contraria da Inno- pò procelloso per confortare la sua Chie-
cenzo XI. Su questo gravissimo e vasto sa, la fede della quale trovos«i esposta
argomento si pnnno inoltre vedere: Giha- a fieri assalti. I barbari eransi impadro-
bilini,De Simonia ^\>v\^f\v\\\\ \^'^C).W\' niti di tutte le Provincie dell'impero d'oc-
ravh,Bibl. Canonica, veihoSiir.onin.haiì- cidente, e per la maggior parte bruttate-
nay, Trallalo della simonia , nel quale le o colle superstizioni del [)aganesimo o
dimostra come si ehhe sempre in orrore cogli errori ariani, i quali erano profes-
lasimonia nella chiesa romana, e quanto sati dagli eruli in Italia, dai borgognoni
ingiustamente gli eietici accusino il Papa nelle Gallie, dai goti in più parti come
di favorire questo vizio. Thesaurus novus nella Spagna insieme a'svevi, e nell'Africa
anecdoloruniy t. 5, pe'trattati contro i si- dai vandali ; i fianchi ed i sassoni della
moniaci. Bretagna erano ancor gentili ; quimli si

SIMONIACI, r. Simone Mago e Si- potrà comprendere qual fosse allora lo


monia. slato della cristiana repubblica, e qual do-
SIMONIANI. F. Simone Mago e Si- vesse esserne il capo per sostenerla e ac-
monia. crescerla. I popoli d'Italia ormai stanchi
SIMPLICIO (s.), vescovo d'Autun. U- delle gravose e arbitrarie tasse ond'erano
scitodi nobile e ricca famiglia, sposò una oppressi, e gemendo sotto il giogo tiran-
genlildonna,la quale come lui accoppiava nico de'goveinalorij amarono meglio di
nd illustre nascita specchiata virtù. Vis- rifuggire tia i barbari, che rimanere sot-
sero ambedue in perfetta continenza, ze- to il dominio dt:'romani, i quali tratta-
lantissimi pei diversi esercizi della pietà vanii con inaudita crudeltà. Quindi l'I-
cristiana, e pieni di carità verso i pove- talia divenne presto un vasto deserto; gli
ri. Eletto vescovo di .'\utun, non av(<ndo svevi, alani, eruli, goti che servivano di
sua moglie voluto separai si ila lui, come truppe ausiliarie nell'armata del cadente
praticavasi in simili occasioni, il popolo impero, tlisprezzandola disr,i|)lina detta-
ne rimase scandulezzalo ; ma Idilio llece rono la legge a'Ioro padroni. 11 pHpa cui-
174 SIM SIM
la slessa costanza de'nominati predeces- per amministrare il battesimo e la peni-
sori, resistè alle preghieie (leirimpeialo- tenza, nelle basiliche di s. Pietro, di s. Pao-
re Leone mosso (lall'ambizioso
I,ilquale lo e di s. Lorenzo. Fu testimonio s. Sim-
Acazio vescovoili OjstatititKipoli, lo pregò plicio dello strepitoso avvenimento del-
ad approvare il caii. 28 del concilio di l'estinzione dell'impero d'occidente, per o-
Calcedonia, nel quale si accordava aliase- pera di Odoacreredegli Zirf///(F.), il qua-
deCostantinopolilanail primo luogo dopo le entrato in Ravenna {F.), a'4 settem-
quella di Roma, ciò die avea riprovato bre depose l'ultimo imperatore Romolo
s. Leoneche fece cassare dal concilio
I Momillo A iigustolo, dicendo bastare il so-
quel canone. Cos^ aticuia si oppose alla loZenone imperatore d'oriente a capo del-
restituzione di Pietro Mongo nella sede l'impero romano. Odoacrenell'istesso an-
Alessandrina, e di Pietro Fullonein quel- no occu[)ò Roma da sovrano, e obbligò
la d'Antiochia. Proibii s. Simplicio che am- il senato a impetrargli da Zenone la di-

ministrasse le rendite ecclesiastiche quel gnità di Patrizio di Roma {f^ •)' in tre re-

vescovo che le dissipasse, e che gli eccle- gioni della città volle che liberamente si

siastici riconoscessero i benefizi da'seco- esercitasse l'arianesimo, e vi alzò la sina-


lari. Comandò che le olìerte de'feileli, os- goga pegli ebrei samaritani. A vendo S.Sim-
siano la Rendila ecclcsiaslica e i Beni di plicio richiesto Odoacre di sedar qualun-

Chiesa (^^), fossero divise in 4 pa» ti, pel que briga che fosse per insorgere alla sua
vescovo, pel clero, per la chiesa e la sua morte per l'elezione del successore, il re
fabbrica, per i pellegrinici poveri. Es- ne abusò e arbitrariamente pubblicò quel-
sendo solitoche le Ordinazioni de^ Ponte- la legge di cui parlai nel voi. XXI, p. 20 l

fici (f^-) si facessero nel dicembre, s. Sim- e 202, lesiva alla libera elezione del Pa-
plicio pel I." resegiJi"i nel febbraio, nelle pa, rettificando quanto si pretese attribui-
Quattro lenipora (/'^.)di quaresima, seb- re a s. Simplicio. Frattanto l'eretico Ze-
benealtri sostengono chegià avanti di lui none pubblicò il famoso Enotico (/'.) nel

le ordinazioni talvolta si facevano in altri 482, in cui fece trionfare gli errori euti-

mesi. Il tristo stato della chiesa d'oriente chiani, che riprovato dal Papa, per l'in-

non recòminorsollecituditieas.Simplicio, costanza eempietà diedi videva gli scisma-


ove prima Basilisco e poi Zenone favori- tici, Giovanni diTalaia posto sidia sede di

vano gli eutichiani, onde il tiu'bamento Alessandria si recò in Roma e fu benigna-


e la confusione regnavano dappertutto. mente accollo dal Papa. In detto anno».
Sulle espressioni ilella lettera scritta da s. Simplicio dichiarò primate della Spagna
Simplicio a Leone 1 abusarono novato- i ilvescovo di Siviglia, sempre dimostran-
ri: difeseilPapa anche il venerando p.Cap- do ima prudenza singolare nel governar
pellaii poi Gregorio XVI, nel suo Trionfo la Chiesa in tempi tanto dillìcili. Zelante
della s. Sede, cap.'2.'i,n, 5, sulla scomu- dell'apostolico ministero e del cullo divi-
nica esuo vincolo, e sulla difesa della let- no, in Roma edificò e consagrò quelle 4
tera di s. Leone 1, per l'espressioni che chiese che registrai nel voi. XI, p. 2 52, ed
non può scioglieisi neppure in cielo chi in Tivoli quella di s. Andrea tuttora esi-

in terra è legato da colui, a cui fu com- stente e appartenente a'camalilolesi. In a


messa la cura di lutto l'ovile di Cristo. ordinazioni nel dicembre e nel febbraio
Con coraggioso zelo si oppose s. Simpli- creò 36 vescovi, 58 preti ei i diaconi. Go-
cio agli eretici macedoniani, protetti da vernò 5 anni, 5 mesi e 8 giorni, che Ra-
1

Antcmio imperatored'occi(lente,e li com- ronio aumenta di 2 giorni, Papebrochio


battè fortemente. Notai a Penitenziere in Propylaeo nta/i, 6 mesi meno 4 g''^'"*

MAGGIORE, cheas. Simpliciosi attribuisce ni; il Pagi nella ci ilicaalBaronio,Z>ft*'iVir.

loslabilioicnto de'sacerdoti ebdomadari, Rem. Pont.j e il p. Daude, fiisl. uniw t.


SIN SIN I
7 >

2. par. 1, p. 4^7» g'' danno solamente i j semblea degli eretici si chiama sinagoga.
."
anni e 6 giorni di pontificato. Mori il i 11 p.I\Ienochio,»5'/«ore^ centuria 5,cap. 12:
inuizo 4^3, fu sepolto nella basilica \'a- Delle sinagoghe degli ebrei, e dell'uso e
ticana, sotto il portico; ma riferisce l*iaz- origine loro, spiega significati del voca-i

za witW Emer elogio di Roma a'2 marzo, bolo sinagoga eruditamente, che nella s.
giorno in cui se ne celebra la festa, igno- Scrittura diceaverne tre, [lerchè primie-
rarsi ove si conservino le sue ceneri, men- icimente si piglia per tutta la repubblica
treaggiunge sapersi che il siiocorpo si ve- dfgli ebrei, e siccome i cristiani chiamano
nera in Tivoli sua patria, e le reliquie a Chiesa l'università de'fedelijCosj la molti-
s. Carlo a' Catinari, ed in s. Stefano ro- tuiliue degli ebrei che professano la leg-

tondo; ma nel Diario /?o//irtnoo almanac- ge mosaica si chiama Sinagoga. Nota con
co annuale ecclesiastico leggo che in s Pie- s. Agostino, che gli a[)ostoli ciiiamarono
tro vi è il corpo di s. Simplicio, e se ne la congiega7Ìone degli ebrei anche chiesa,
celebia la festa a'2 marzo. Ci restano di lui ma alla chiesa crislinna non diedero mai
18 lettere. La s. Sede vacò 7 giorni. nome di sinagoga, forse per maggioi di-
il

SINA (s.), martire. F. Miìles (s.). stinzione dell'una dall'altra, tuttoché tan-
SINA. r. Sis.Ai. to sinagoga quanto chiesa significhino
SINAGOGA, Assemblea o
iSy«rtgogrtf. congregazione. Secondariamente hi paro-

luogo dell'assemblea, congregazioneo ra- la sinagoga si piglia indilferentemente per


dunanza, luogo ove gli Ebrei (/'.)si ra- qualunque congregazione, ancorché fosse
dunano a fare orazione, ad esercitarvi gli di persone viziose, peccatrici, infedeli. In

uffizi della loro religione, a predicare e 3.° luogo, la voce sinagoga si piglia [ler

spiegare la legge Rlosaica, oggi comune- il luoso ove s\\ ebrei si iulunanoa farvi

mente chiamata Scuola. Dice il Magri, orazione e altre spirituali (unzioni. Lai.
che Paraxynaf^oga fu detta la congre- di queste era [ler udir la pi edica, il ser-

gazione illegittima, ed è sinonimo di mone o la spiegazione della s. Scrittura


Conciliabolo. 11 gran consiglio o prima- che facevasi dagli set ibi o dottori della leg-
rio tribunale degli ebrei chiamavasi Si- ge nel Sabato {f ) ^ i facevano orazio-
nedrio (/'.), e sovrastava pure alle sina- ne da un passo del libro di Giuditta la
e
goghe. Alcune volte questo vocabolo di sinagoga è chiamata frcc/e-v/V?//! orai'crnnt,
Sinagoga ùev'wiiio d-d.\ greco, significa tut- così in s. Matteo si legge cap. 6, qui a-
ta la repubblica ebrea, come il nome di niant in Synagoga orare. Che forma di
Chiesa denota tutta la radunanza de'cri- orazione si usasse e quali preci dicessero,
sliani cattolici, ed in questo senso, dice il o salmi recilasseto non si ha dalla Scrit-
Magri, s'intendono le parole del libro dei tura. Finita l'orazione si leggeva qualche
Numeri, e. 16: Ducenti quinquaginta i'/- passodella Scrittura, e si faceva il sermo-
n proceres Synngogaej aggiunge che si- ne o dichiarazione, e se vi era qualche fo-

gnifica qualunque compagnia di persone restiere isti Ulto s' invitava ad assistervi.
ancorcliè viziose,come ì\ìì\\' Ecclesiaste e. Nelle sinagoghe si punivano alcuni delitti

3: Synagogac superbo/ uni non crii sani- spettanti alla materia della religionee del-
tas. Altri dicono che il termine di Sina- la legge. Il vocabolo Proseuca deriva dal
goga significa o un'assemblea, o il luogo greco proseuiìie, e significa la pieghiera,
del^as^eud)lea: nel 1 .'caso s'intende ordi- e prendesi [)ureper il luogo delle preghie-
nariamente della chiesa degli ebrei para- re degli ebrei. Le antiche proseuche cor-
gonata o opposta a (|uella dc'cristiani; co- rÌNpundevano presso a poco alle moderne
sì dicesi, che la sinagoga è schiavii, ch'es- sinagoghe; se non che queste sono nelle
sa è iiprovata, che rivale della chiesa cri- città e in luoghi coperti, mentre le pro-
stiana. Neli'//^}0tv///4ie di S. Giovanni, l'us- sL-uche erano fuuii di città e auile rive dei
176 SIN S 1 N
fiumi, scnz'ullro Icllo fuorché l'umbra di coglie do vari luoghi della Scriltura, do-
qiialclie albero, o tulio al piìi in qualche ve si fa menzione di questo luogo di IMa-

f^alleiiu co[)erla. JVclle sinagoghe lepre- sfa ecome anticamente destinalo [ler l'o-
ghiere si fiiiiiio il) comune, n»a nelle prò- razione. Dopo Maccabei si moltiplicaro-
i

seuche ciascuno faceva la ^ua particola- no le sinagoghe io modo, che nella sola
re, nel modo ch'egli credeva più accon- Gerusalemme se uecontarono 480 all'è-
cio. Se ne trova «iieuzione negli Atlioip. |)oca del suo estremo eccidio, cioè parte
16, 12,1 3,della proseuca diFilippi inMa- pe'citladini gerosolimitani epartepe'fu-
cedonia,la qua le era fuori della città. IMai- raslieri ,
per cui nel cap. 6 degli jltii si

iitonide dice che le proseuche dovevano fa menzione delle sinagoghe de' libai li o
essere costruite in maniera, che quelli i libertini, cirenesi, alessandrini, cilicii ec.
quali vi entravano avessero la faccia vol- Questi luoghi di preghiera erano edifici
tala verso il tempio di Gerusalemme, avu- pubblici più alti delle case particolari, e
to riguardo alla situazione del luogo ni cui ordinariamente coperti. La sinagoga dei
trovavasi. L'autore del 3." libro de Mac- secondo multi interpreti quella
liberti era
cabei parla di una proseuca degli ebrei di degli ebrei, che essendo slati condotti co-
Egitto, fabbricala essa pure fuori di cit- me schiavi in Italia da Pompeo e da So-
tà, e s.lipif mio ne rammenta un'altra fab- cio, riacquistala poi la libertà e ritornati
bricala da'samarilaniad imitazione degli a Gerusalemme, ivi eransi slubiliti. Tut-
ebrei. Lo Giuseppe e Filone con-
storico tavolta il benetlettino Liron prelese [no-
fondono quasi sempre le proseuche colle vale in una dissertazione non esservi mai
sinagoghe, mettendo anche le prime nel- stale sinagoghe in Gerusalemme, cioè e-
l'interno delleciltà. princi[). di ebrei che
I difici espressamente fabbricali per farvi
aveano rango nelle asseudjlee del popolo letture, islruziuni e preghiere, confutan-
nel deserto, sono detti principi della sina- do i rabbini che sostengono il contrai io.

goga ne'libn dell'Esodo e dn'Numcri. Si Ripeto però, ch'è indubitalo che gli ebrei
avevano degl'indizi di sinagoga comciuo- a vesserò molte sinagoghe nelle città e luo-
godi preghiera fino a'tempi di Eliseo, co- ghi, alfeiinandolo ancora s.Giacoino negli
me si ha dal libro de'/?e. Il Sigonio, De Atli: Dloyses eniin a teinporibus antiqnis
rcpubiica hfbracoruiii, lib. 2, cap. 8, sli- habet insingulis civilalibns,qui euin pie-
ma che si cominciassero a introdurre al dicenl in sinagogis, ubi per oinne sabba-
tempo della cattività di Babilonia, (|uan- luin legilur. Da ciò rilevasi ancora , che
do gli ebrei si trovavano lontani dal tem- presso i erano almeno tanti
giudei vi e-

pio; ma senza dubbio huono assai piìi au- semplari de'sagri volumi quante erano le

non è probabile che ima na-


liche. Infatti sinagoghe, laonde ad unlade'bruciali nel-
zione numerosissima come quella degli e- la rovin.i del tempio, moltissimi ne rima-
brei, sparsa per tanti castelli e città, per sero ne'Iuoghi ov'erano lesinagoghe, cioè
diversi secoli fosse stata senza qualche luo- per tutto il mondo ov'eransi sparsi gli e-
go destinalo e assegnalo per le funzioni brei. In mezzo della sinagoga eravi una
religiose, il che si accenna nel salmo 25, tribuna o leggio sul quale si leggeva so-
ove dice David In Ecclesiis bencdicain
: lennemente da quello chedovea parlare
te Domine j e nel Gj: In Ecclesiis beiie- al popolo, il libro o volume della legge, il

dicile Dtoj nel cap. ao del librode'G;<f- quale si custodiva in un armadio involto
dici si il popolo si radunò
diteche Ec- m con velo prezioso : le donne erano divise
clesiainDei Maspha, dove pare che fos- dagli uomini. Osserva ramialista Rinal-
se una mollo celebre sinagoga, e avanti di, che ivi i dottori costumavano tli dichi.i-
che fosse lìdìbricato il Tempio (/'.)di Sa- lare la legge e sopra essa ragionarvi, i lò

lomone ìiìCci uòalcinuie ( / ,), il che si ruc- che facevano pure nel Icmpio, ove conio-
SIN SIN 177
IO disputò Gesù Cristo di anni i 2, e poi fermi.Siccome nelle sinagoghe eranvi al-
nel sabato costumò d'intervenire alla si- cuni ministri che aveano tale incomben-
nagoga. In queste pubbliche radunanze os- za, così gli apostoli istituirono i diaconi.
servavano rordinedescrilto da s. Ambro- Tuttora gli ebrei più facoltosi raccolgono
gio, cioè dispulavano sedendo, e più an- i limosine nelle sinagoghe o scuole , e le

ziani perla dignità sedevano nelle catte- mandano alle più bisognose,secondo l'an-
dre, onde disse il Signore: Amantprimas tica usanza de'Ioro padri, oltre i soccorsi
calhedras in Syungogisj gli altri ili gra- che somministrano agli ebrei locali e ai

do inferiore sedevano più i)asso, e gli ul- forestieri. Nell'origine de' ministri della
timi nel pavimento sopra le stuoie, a cui Chiesa ancora, questa imitò la sinagoga,
ancora si dava comodità di dire ciò che poiché la sinagoga era composta del capo
fosse stato loro rivelalo, le quali cose tut- della sinagoga che denominavasi archisi-
teerano da'maggiori giudicate. Questa u- nagogo, di anziani e di altri ministri, on-
sanza molto lodevole s' ingegnò s. l^aolo de con altri nomi furono istituiti. Taluni
d'introdurre nella chiesa, col nome di Si- sostengono, che gli arcisin.igoghi fossero
nassi Paolo predicò in diverse si-
{f^.): s. principi delle provincie ed Esarchi [f^.);
nagoghe.Questoapostoloera stato il prin- ma gli arcisinagoghi delle provincie so-
cipale della sinagoga de'cilicii, e fu uno no ignoti del pari che i patriarchi delle
de'più ardenti a provocare la lapidazione Provincie. Dispersi gli ebrei dopo la ro-

di s. Stefano, principalnjenle operata dai vina di Gerusalemme, in moltis^imi luo-


discepoli delle Scuole o collegi di Geru- ghi ove stabilironsi istituirono sinago-
salemme, alla quale' concorrevano gio- i ghe; in altri già esistevano, come in A-
vani da varie provincie per imparare la lessandria, ove gli ebrei ricusando di a-
divina legge. Ciascuna sinagoga avea il ca- dorare l' iinpeiatore Caligola, si videro
po, che i giudei ellenisti chiamavano jér- innalzare nelle loro sinagoghe le sue sta-
chisinagogo, ed a Predica notai che nel- tue, come trovo in Rinaldi all'anno 4o»
lesinagoghe nel sabato si leggevano e in- n.° 12. Essendosi gli ebrei poi sparsi per
lerpretavanodai Rabbini {^ì^.) alcuni luo- tutto l'impero romano, ovunque ebbero
ghi della Scrittura; e che questo costume sinagoghe, a coprii- le (piali dagl'insuili,
consagrato dall'esempio del di vinMaestro incenili e distruzioni de' cristiani, molle
e dagli apostoli, passò alla chiesa cattoli- leggi fecero gl'imperatori anche cristia-

ca. Questa prese pure altre lodevoli usan- ni, le quali si ponno vedere nel codice Teo-
ze dalla sinagoga, che riportai a'ioro luo- dosiano: De Judaeix et Caelicolif. Da esse
ghi. La primitiva comunità de' beni dei si apprende quanto fossero facili e pronti
primi cristiani eie collette e distribuzione i cristiani in que'tempi a sollevarsi contro
delle limosine.doud'ebbero origine le ren- gli ebrei, ed a correre a bruciare e distrug-
dite ecclesiastiche, gli apostoli, siccome e- gere le loro sinagoghe. In Roma {f'^-)\a.

brei convertiti, l'appi esero dalle siniigo- sinagoga certamente vi fu istituita dopo
ghe: la colletta facevasi ne'gioini delle lo- lo stabilimento degli ebrei, ed i samarita-
roadunanzead imitazione de'giudei, ecia- ni ve la stabilirono nel V secolosollo O-
scuno accumulava nella settimana quan- doacre. Rinaldi all'anno 4» 8,n.° 43 e seg.
to più poteva, per darlo a quelli che a- racconta la meravigliosa conversione dei
veanocura di raccogliere le oblazioni. In giudei dtill'isula ili Minorca,in virtù ilelle

questi luoghi di radiuianze crisliane,come reliquie di s. Stefano protomartire, eia si-

rileva Tertulliano, i/i/^^o/og'.jeran vi ar- nagoga fu incendiala. La sinagoga di Poz-


madi come nelle sinagoghe, per ricevere zuoli, come derivata dall'Alessandrina,
le limosìne de' pailicolari, e distribuirle n'era quasi un'appendice o colonia. Il Zi-
ai poveri, agli oifani,alle vedove, agl'io- iM\\\uì, Degli tiiiLchitdifìzi ili Rtnennafa
VOL. LXVI. i a
178 SIN SIN
p. 2o5, traila delle sinagoghe giudaiche, quando s'infuriava conlrogliebrei,ci som-
stabilile in quella ciltù da tempo anlìchis ministrano in ogni tempo le storie che ,

sinio, narrandocome in tempo diTeodoii lungo sarebbe il riferire, talvolta per l'in-

co re d'llalia,sdegnali cristiani ravennati


i tollera nza de'crisliani,tale altra per la con-
contro gli ebrei,a motivo die più volte get- dotta biasimevole degli ebrei. Degli ebrei
talo a veano nel fiume le Ol>late[F.), oslie e delle loro sinagoghe, massime delle prin-
da consagrarsi e qualche volta anco consa- cipali, ne feci ricordo a'ioro luoghi, ed a
grale, sdegnati corseroa bruciar le sinago- Samaria notai che esiste quella de'sama-
ghe ch'erano molte. Teodorico seguendo ritani; celebri sono quelledi Fitnna^ Lon-
le leggi romane avea vietato di fabbricar dra, Livorno, Amsterdam di cui parlai
agli ebrei nuove sinagoghe, permettendo nel voi. L, p. i64- Nello stalo pontificio
l'esistenti e la loro conservazione come , Eugenio IV neli442 proibì agli ebi-ei di
avea dimostratocon quelle di Genova e di fabbricare nuove sinagoghe; Paolo IV nel
Milano, nonché difendendole dalle usur- I 555 ordinò che non potessero avere piìi

pazioni e dalle violenze, come avea fatto d'una sinagoga ne'paesi ove dimoravano,
punire in Roma quelli che aveano incen- e Sisto V nel 1 586 permise loro scuole e
diato una sinagoga, così da Verona ove sinagoghe, e pacificamente le posseggono :

si trovava ordinò Suo genero Eutarico


al quelle di Roma le descrissi al citato arti-
Cillica, ed a Pietro vescovo di Ravenna, colo Ebrei. R.iferisce il Magri, che al suo
che in pena ravennati contribuissero u-
i tempo nello slato ecclesiastico ogni sina-
na somma per rifabbricare le sinagoghe goga o scuola pagava io scudi d'oro all'an-
non poteva pagare fosse
incendiate, e chi no alla pia casa de Neofiti {L^.) di Roma.
pubblicamente frustato. Narra S.Gregorio Paolo Medici ebreo convertilo, nel suo li-
di Tours, che nel Syg nella città Aver- bro Riti e costumi degli ebrei confuta'
:

nense 5oo e piìi ebrei abbracciarono il cri- ti, nel cap. 8 tratta, Delle sinagoghe, o-
stianesimo, ed il popolo ne abbattè la si- ratorii privati , e delle case degli ebrei.
nagoga. Papa s. Gregorio I del Sgo non Egli dice, che hanno gli ebrei alcuni luo-
approvava che si distruggessero le sinago- ghi determinati per fare orazione, i quali
ghe degli ebrei, contribuì amorevolmen- sono chiamali Sinagoga dalla voce greca
te alla conversione d'alcuni ebrei di Sici- Sinagoghi , che vale congregazione eadu-
lia, scrisse a Gianuario vescovo di Caglia- nanza, ma tali luoghi comunemente si de-
riche nonsidoveano forzare al battesimo, nominanovycwo/e. Sono le sinagoghe cei le

né molestare per tal cagione gli ebrei, e stanze, nelle quali alla parte d'oriente vi
negli stessi termini scrisse al vescovo diPa- è un' arca o un armadio chiamato Echal
lerrao. Un ebreo neofllo entralo con vio- ovvero //ro//, dove gli ebrei tengono con
lenza in una sinagoga, per convertirla in molta venerazione il Pentateuco, cioè i 5
chiesa vi Croce e l'immagine del-
pose la libri di Mosè (che sono la Genesi, V Eso-
la B. Vergine; ma s. Gregorio 1 fece to- do, il Levitico, i Numeri e il Deulerono-
gliere l'una e l'altra, e volle che si lascias- mio: nella Genesi si contiene la storia del-
se libera agli ebrei 'a loro sinagoga. Egli la creazione del mondo, le generazioni da
scrisse lìeW'EpisL g, 6 1 : » Le pietre sparse Adamo in poi,4ino alla morie di Giusep-
della sinagoga e del tempio pagano bea pe; l'f'^o^^o coJnpiende la storia dell'usci-
possono fornire le volte del santuario cat- ta degli ebrei dall'Egitto, fino all'erezio-
tolico, cangiarsi in casa d'orazione e di gra- ne del Tabernacolo alle falde del Sinai; il
zia ad accogliere Colui a cuideveognigi- Levitico traila principalmente di tullociò
nocchio incurvarsi, e cui deve confessare che riguarda le funzioni de Leviti e dei
ogni lingua". Molli esempi di sinagoghe Sacerdotij Numeri comprendono l'enu-
i

aljbtucìate nelle città dal popolo , allor- merazione degli ehi eie leviti dopo la con-
SIN SIN ,-9
sngiazione(lelTal)einacolo,cIa sloiia del- ce non tengono nelle case immagini, ma
la dimora nel deserto e successive guer- tpuidri co Coniaiidanicnli di Dio in ma-
re; il Deittcrononiio contiene la legge, e iusi:ole,con bori er.ibeschi intorno. In cia-
la storia dell'avvenuto nel deserto e la scuna sinagoga vi è il cantore detto c/ia-
morte di iMosc), scritti però con molte su- zan, che ordina e intuona le pregiiiere,
perstizioni in pergamene coperti di seta, uncustodeche tiene le chiavi è chiamato
sovrastali da corona d'argento con cam- sciamar il capo o principe è appellato
,

pa nelli. Oi-ni sabato ne lc"£;ono un trat- chacam o archisinagogo che presiede alle
tato, e terminano al (ine dell'anno tutto assemblee e ai giudizi che vi si pronun-
il Pentateuco. iNel mezzo della sinagoga ziano. De'rabbini, de'cacham, de'dottori
vi è un pulpito di legno ove si appoggia degli ebrei riparlai all'articolo Dotto-
il libro, ed in esso leggono, predicano e re. Dissi a Sa>ti, che la loro invocazio-
pubblicano gli edilli die stabiliscono per ne fu ammessa dalla sinago^a. Sulle si-
l'osservanza d'alcune leggi. JNelle pareli nagoghe si possono consultale: J. Dot-
vi scrivono alcuni versetti cavati dal 3.° torilo, Patris Synagoga jiidaica de jn-
librode'Re,edal i ."de'Paralipomeni, trat- daeorum fìdeij ritibus, caeremoniis tant
tanti della fabbrica del tempio di Salo- publicis et sacris, quani pra'atis in do-
mone. IVon permettono die vi sia alcuna meslica ^'ii'enili rationejUnsWeae 1712.

immagine o pittura, percliè vietalo dalla Giuseppe Recco, Discorso sulla ripro^ui-
legge. Molte lampade si accendono e il- zione della sinagoga, e sulla vocazione
lumiuano tutta la stanza; siedono in mol- delle genti. Se ne legge un cenno nel Gior-
ti banchi, con intorno cassette ove tengo- naie ecclesiastico diRoma 1. 1 i ,p.48.l?ao-
no libii d'orazione: nelle porte sono al- loDrack rabbino convertito, De l'hai mo-
cune cassette per raccogliere l'elemosine niede i Eglise et la Suiagogue, cioè Del-
pe'poveri. Le donne sono in luogo sepa- l' artnoniadellaChiesa e della Sinagoga,
l'ato dagli uomini, o sopra la sinagoga o ossia perpetuità e cattolicità della religio-
da una parle,con alcune grate di legno per ne cristiana j Parigi 18.4.5. In essa ripro-
le quali vedono gli uomini e non sono ve* dusse quanto egli già avea scritto nelle
dute: d'ordinario le mogli siedono rim- Lettres d'unRabbin converti, Vavxi 1 82 5»
petto ai mariti. Si dice, che per l'irrive- 27,6 Roma833, a'suoi antichi correli-
1

renze che ivi si commettono, pel disordi- gionari israeliti; perfezionando il suo la-
ne e pel modo tumultuoso come alcune voro, l'ampliò in ogni sua parte, trattan-
volte procedono, è proverbio fra cristia- i do pure del Talmude e della Cibala, che
ni di chiamar iSV/m^of'rt un'adunanza sen •
racchiudono le giudaiche tradizioni, mi-
za ordine, come afferma Medici. 1 ricchi ste peròa'vaneggiamenti rabbinici. Ne re-
e benestanti poi, hanno nelle proprie ca- se contoilt.i,p.47odegli Annali di scien-
se alcune piccole sinagoghe, delle /«c/i/- ze religiose, 2.* serie. Come il Drach e
hùl, nelle quali orano, ma non tengono il il Lombreso, da ultimo Isacco Jarac gii
libro della legge, e se l'hanno non l'espon- rabbino d'Ivrea, come tra tanti altri fra
gono, né leggono. Nell'ingresso delle case gli ebrei doti issi mi, conobbe far moni a del

n destra tengono oflissa una canna, den- vecchio col nuovo patto, l'armonia della
tro la quale e su pergamena sono scritte Sinagoga coli aChiesa, conobbe e conchiu-
le parole del Deuteronomio: Audi Isvaely se col suo prolunclo sapere, dopo un ac-
sino al verso c), Scrihes ea super posles curato studio di più che 25 anni, che il
lionms lune: intorno vi è %cv\\.\.o,Sciadaiy Cristianesimo è la perfezione ilei Mosoi-
cioè onnipotente. Lo canna è detta Me- smo,ccherisraclitnche si fa cristiano non
ziizàby che viene toccata e baciata nell'cn- muta alti imenti sua credenza, sì la com-
trurce ndl'uscire. («li osservanti ddlu le"- piee perleziuua. Sincera dumpie fu U sua
i8o SIN SIN
conversione, preceduta dn tanto sottile e un arci vescovo, esercitando secondo l'uso
minuto esame deirantico col nuovo Te- della chiesa orientale anche l'ufficiod'ab-
sta mento. bate. Il monastero fu fondato sotto Giu-
SINAI o SINA. Sede vescovile del ce- stiniano I del 527, e d'ogni intorno mu-
lebre Monte Sinai dell'Arabia Petrea nel- nito di bastioni e mura per assicurarsi dai
la Siria, il quale sorge nella penisola che nemici insulti, dimorandovi da 200 mo-
sporge tra igolfi di Akaba e di Suez, al- naci di rito cattolico e scismatico, alme-
l'oriente del monte Oreb, ed o mezzodì no a tempo del Terzi, che asserisce som-
del monte MosèoGebel Musa. Sul Mon- ministrargli copiosi sussidii i principi cri-
te Sinai Dio diede la sua legge q^V Israe- stiani, e 1000 talleri lo czar de'russi. Nella
liti (F.) dopo la loro soi-tita dall'Egitto. magnifica chiesa con 3 navi e due ordini
Si legge nell'Esodo, che in quella circo- di colonne, singolare pel suo stile e orua-
stanza tutto il Sinai fu ricoperto d'una fol- toe pel gran musaico che adorna la volta
tissima nebbia, chesfolgoreggia vano lam- i dell'abside, in questa parte racchiude il

pi e senti vasi il tuono, e rimbombava for- corpo di s. Caterina (/'.) vergine e mar-
temente losquillantesuono della tromba, tire, già collocato sulla cima del monte
per cui il popolo ch'era negli alloggiamen- pel ministero degli angeli. Attesta Baldan-
ti s'intimorì: che avendolo /l7oiè(/'^.) con- sel, che in altri secoli scaturiva dalle sue
dotto fuori degli alloggiamenti incontio ossa un mirabile liquore, ma poi fatto ve-
a Dio si fermò alle falde del monte, sen- nale dagli scismatici cessò. Furono abbati
za osare di avvicinarsi, perchè Diomede- di questo monastero s. Giovanni Clima-
simopronunziò i Comanda menti dei De- co (F.), che pe' monaci del Sinai scrisse
calogo (^.), e tutto il popolo r ascoltò. l'aureo libro intitolato Climaco, e Scala
Alcuni eretici Z755/^/(^.) presero il nome Paradisi: sAnaslaiw poi patriarca d'An-
di Orchiti, per vantarsi d'aver ricevuto la tiochia, ed altro Anastasio dell'imperiale
legge come Mosè in una montagna che famiglia Comnena abbate e arcivescovo
chiamarono Oreb. 11 Terzi nella Siriasa- neli6g4- Questa chiesa celebra il natale
cra chiama sacratissimo questo monte ,
di 38 santi monaci, quali sotto l'impero
i

hingi da Gerusalemme 200 miglia, no- d'Anastasio li del 7 i3 furono ivi decollati
tando che nella s. Scrittura alternamente da'saraceni in odio della cristiana religio-
si IcggeOreb eSinai, perchè radicalmen- ne, enescrisse le vite e il martirio s. Nilo
te è un sol monte, ma con due vertici o abbate. Già nel voi. XLIII, 192, parlai p.

cime disgiunte a metà di sua altezza da de* Martiri di Raita e del Sinai, marti-
una pianura, delle quali quella chiamata rizzati nel 373 e onorati a' i4 gennaio.

s. Caterina, eh' è la maggiore, s'innalza Recenti scrittori affermano che i\ Sinai è


H452 piedi circa sopra Mare Rosso e trae il sede d'un arcivescovato, il cui titolare di-

ilsuonomeda un celebre monastero gre- mora ordinariamente nel Cairo; che tut-
co che vi si trova sul pendio a 54oo pie- tora monastero è cinto di forti mura,
il

di d'altezza, dappoiché molti santi uonii- né la sua porta si apre che per accogliere
ni lo frequentarono e vi menarono vita l'arcivescovo, mentre tutte le altre persone
contemplativa. Le sue sagre memorie de- che vogliono entrare nel monastero ou-
stò la generosità de'principi e d'altri pie- scirne, vengono introdotti in una specie
tosi a fabbricarvi templi, chiostri e ora- di paniere,che le solle va e la cala giù. DA
torii. Piincipalissimo fra tutti è il tempio monastero si ascende alla vetta del monte
del Salvatore o della Trasfigurazione alle per mezzo di scaglioni tagliati nella viva
radici del Sinai, aggiuntovi un gran mo- roccia, o forma ti digrossi massi di pietra.
nastero pe'basiliani, i quali da più secoli Ne'dintorni del monastero di s. Caterina
Io tengono in custodia sotto il governo di vi sono pure altri luoghi resi celebri da
SIN SIN 181
una pia ti'adi/ione,eche souo visitali dai Palestina{F.). UCommanville, Histoire
crisliaui, dagli ebrei, e sino da'oiaomet- de. tous les archeveschez, parla della ce-
taiii : tali sono il luogo in cui d'oi'dine di lebrità del Sinai, lo dice 60 miglia lungi
Mosè fu innalzato il serpente di bronzo, dal Mare Rosso, col famoso monastero il

acciò ricuperassero la sanità quelli ch'e- cui abbate è arcivesiiovo onorario di rito
rano stati morsi da'serpi; il sepolcro di^Mo» greco fin dal secolo XII, e sotto la metro-
sé e di Aronne, la grotta in cui visse s. A- poli di Petra, e che pure i latini vi ebbe-
uastasio, la pietra dalla quale Mosè fece ro un vescovo a tempo delle Crociale. Al-
scaturire l'acqua, e altri. Narra Terzi a p. l'articolo Faran, non solo riparlai con al-

429, che neh 655 in una valle deliziosa tri autori del Sinai, ma notai che la sede
per la varietà delle piante e de'Hori, e tut- vescovile di Farau fu trasferita al Sinai, ed
ta esalante fragrantissimo odore, fu tro- è perciò che trovaiisi de' vescovi sotto il

vato un antro con sepolcro nel mezzo di titolo di Faran o del Monte Sinai. Al pre-
vivo sasso e di remota struttura, con i- sente Sinai o Sina, Sionnen, è un titolo

scrizione paarmorea: Moises servus Do- vescovile in partibus, sotto il simile arci-
mini. Perciò insorse grave contesa tra le vescovodi Petra,che conferisce las. Sede.
nazioni cristiane orientali per la custodia SINAI, Synaus. Sede vescovile della
del sepolcro, ma Gerusalem-
il pascià di Frigia Pacaziana sotto la metropoli diGe-
me con rigoroso divieto impedì l'accesso rapoli, nella diocesi d'Asia, eretta nel V
al luogo. Inoltre il Terzi riporta, che nel- secolo. Ne furono vescovi: Arabie, pel qua-
la sua epoca tra le falde del Sinai eranvi le Numechio di Laodicea nel 4^' sotto-

altri 7 ili. "dove la C.


monasteri diruti : scrisse il concilio di Calcedonia; Fronimo
Vergine apparve a confortare religiosi i intervenne al 5.° generale; Stefano fu al
fiiggiti dall'insolenze degli arabi; il 2. "ove 7.°;Coslantinoair8.''; Sisinno sottoscrisse
il profeta Elia si ritirò dall'ira di Jezabel, il concilio di Fozio, e così pure fece il suc-
e vi ebbe da Dio molte visioni; il 3.° nel cessore Eusebio; Isacco sedeva nel 1 35 f e
fianco australe del monte Oreb, ove s. si recò al concilio del patriarca Calisto nel
IMaria Egiziaca visse due anni penitente; quale fu approvala l'eresia de' palamiti.
il 4-° nella sommità del monte Oreb con Oricns chr. t. ij p. 8i3.
oratorio e 1 altari, uno a destra ove IMosè SIN ASSI, Synaxis. Adunanza, assem-
ricevè da Dio le tavole della legge, altro blea, poiché i greci così chiamarono par-
a sinistra in cui egli attonito si nascose, licolArmente le adunanze cristiane in tem-
non potendo solfrire la gloria splendente po della Persecuzione (^.), nelle Cata-
di Dio; il 5." nelle radici del
monte, cou- combe o Cimiteri (^.), ovvero segreta-
sagratoa'Quaranta martiri di Nicomedia; mente nelle case private, nelle quali si ce-
il G. è l'oratorio nella sommità del Sinai, lebrava il Sen'izio divino {^'.), non che
ove dagli angeli fu trasferito il corpo di consagra vasi I' Eucaristia (f .), o canta-
s.Caterina e vi giacque 3oo anni; il 7.° vansi iSalmi ( /^.), o si faceva la Preghiera
ove s. Onofrio eremita menò vita peni- (/'.) in comune, onde si dissero le sagre
tente. Visitandoi pellegrini i santi luoghi sinassi. Ivi si perseverava sino all'ora di
del Sinai, partecipano molte indulgenze, nona nel salmeggiare e nel cantar le lodi
di cui trattò il p. Qtiaresmio, Elucidatio a Dio. Queste sagre sinassi aveano luogo
Tenne Sanctae. Neì secolo \I fu istitui- principalmente presso ilsepolcro de'mar-
to l'ordine equestre di s. Caterina o del tiri,esi chiamarono 3inc\\it Stazioni {^F.).
Sinai o di Gerusalemme (/'•), a di fesa del •
Il IMagri nella Notizia de'vocaboU eccle-
la chiesa callolica e delcorpo delia san- siastici, dice che questa voce greca signi-
ta, non che por difendeie e alloggiare i (icii <|uello sagre radunanze e pie conferen-
pellegrini the rccavansi a'iuo^hi sauli di ze che iaccvuuQ i ss. Padri : alcune volle
i82 SIN SIN
siguifica l'Eucarislia, perchè i ciisliani nel masle le memorie nella Chiesa, come nel-
tempo della persecuzione si radunavano l'uffizio divino al mattutino. Traiano vie-
Belle case private a celebrare \a3Icssa ( F,) tò queste sinassi, e Settimio Severo pure
e a ricevere la comunione comesi fa og- le proibì. Ed è perciò, che per queste e
gi nella chiesa; denota pure l'orazione e altre proibizioni di pubblici edilli, i pri-
la celebrazione del s. Sagriftzio {F.), vo- mitivi cristiani non lasciavano tuttavia dal
cabolo mollo frequente presso gli antichi riunirsi ove meglio potevano alla messa
scrittori ecclesiastici e de'concilii, perchè e agli altri esercizi spirituali, come tesli-

per l'orazione e messa siadunavano fe- i ficaDionigi d'Alessandria. Clie si facessero


deli. Laonde la stessa messa fu chiamata le sagre sinassi anche nelle Prigioni [F.),
sinassi, perchè i fedeli per assistervi si a- ne fa testimonianza s. Cipriano, e si legge
dunavano in un medesimo luogo; e si- pure negli atti de' Martiri (/^.) special-
nassi fu delta la colletta o adunanza di mente proconsolari, che sono fedelissimi
tulli Sacerdoti (F.J. Le Congregazio-
i
per essere stati scrini da'iiotari, ene ri-
ni dii'ole (F.), come pie riunioni e as- parlai nel voi. LVI,p. 36. Altrettanto fa-
semblee, sono in certo modo figura del- cevano i cristiani di Roma nelle grotte a-
le sinassi dei primi
tempi della Chiesa. renarie o catacombe, benché la. persecu-

Il p. Zaccaria, Ononiasticon Rilualcy de- zione talora fosse si fiera, che quivi anco-
finisce la Synoxis: Collalio apud PP. ra venivano esclusi. I vescovi procurava-
idem significat, quod tnissa, quia haec no con ogni diligenza che vi si convenisse,
nos in Christo adunai, et in iis, qui ea- e con un istromento di legno si serviva-
deni mensa fruuntur,div inani efficil ma- no per convocar la sinassi, del quale se-
rum similitudinem , animuni colligens in condoalcunice ne rimane la memoria nel-
unum, ac Deo conjungens. Il Rinaldi ne- la Settimana santa, ove tornai a ragionar-
gli Annali ecclesiastici ibi'ìì'ìsce le seguen- ne; ma Rinaldi vi ripugna che col suunu
ti erudizieni sulle sagre sinassi. Le adu- de'Iegnisi provocasse il radunamento, do-
nanzeo congregazioni sagre insegnale dal- vendo eseguirsi segretissimamente. Nel
l'apostolo s. Paolo a'corinli, e da lui fatte a monastero di s. Paola si chiamavano le
Troade dall'adunanze de'giudei traspor-
: monache alla sinassi, col cantar pììialto
tò quest'uso nella chiesa. Perciò insegnò dell'ordinario V Allelnja. Dice inoltre Ri-
a'corinliil modo; Cunicon\>enilis,unus- naldi,che nel tempo della persecuzione,
quisqne vcstrum psalmuni hahel, doclri- non polendosi raccogliere il popolo con
nani fiabet, npocaljpsim liabet, linguani pubblico segno, né in luogo determinalo,
liahet. A Troade s. Paolo radunati i fede- veniva ciascuno perordine del vescovo o
\\ a spezzale il pane, egli disputò: s. A- del prete privatamente avvisato da un mi-
goslinoegli altri scrittori dicono che que- nistro della chiesa detto Cursore[F.): al-
sto radiaiamenlo fu la sagrasinassi, e che l'istessa opera ancora attendeva il diaco-
si fece in giorno di domenica, secondo le no, e scrivendo s. Ignazio adHerone dia-
parole di s. Luca : Una auleni sabbati cono d'Antiochia, gli disse: Synaxim ne
cnm con\'enisscmus adfrangendum pa- negligas, onines nominatini inquire. Non
min. Di tal sorte era quella che lo stesso trovando Rinaldi memoria piopriamen-
'

evangelista racconta: Intravil Jisu sccun- te con qual segno si radunassero fedeli i

duni consueludinem suani die sabbati in alle sinassi, forse sarà stato quello spino
Synagogam, et surrexil legcre, et iradi di cui tenni parola a Cursori apostoli-
tns estilUUberlsaiae proplwtae. In que- ci. Donata la pace alla Chiesa, si chiamò il

ste adunanze s. Paolo sermoneggiava, fa- popolocristianoco'tinlinnabuli,e indi de-


ceva la Predica {f'.); e di questo e delle rivarono le Campane (/ .). Col vocabolo
altre consuetudini delle sinassi ne sono ri- Synaxaria furouo delti i libri contenenti
SIN SIN ,63
le vite de'sanli. 1 greci cliinraano Sinas- tropolitani, e collocaronsi sopra di essi
sano, Synaxarion, il libro ecclesiastico ceremonie ecclesiastiche. Le loro
nelle
in cui sono raccolle in compendio le vite prerogative, benché assai ristrette, era-
de'Ioro santi , ed in cui leggasi in poche no ancora nel secolo XVI grandissime:
parole il soggetto di ciascuna festa : Ni- nel sinodo tenuto in Costantinopoli cou-
ceforo Calisto è considerato come uno dei tro il patriarca Lucar, che voleva intro-
principali autori di questa raccolta. In al- durre nella chiesa greca gli errori di Cal-
cuni esemplari greci mss. del nuovo Te- vino, il protosincello figurò come la 2.*
stamento vi sono vari indici o cataloghi dignità della chiesa di Costantinopoli. II
chiamati pure Sinassari/i quali rappre- Magri dice che il protosincello era con-
sentano gli Ei>angeU, che Sì leggono nel- fessore del patriarca eletto dal capito-
le chiese iu ciascun giorno dell'anno, ed lo, edesigna vasi dall'imperatore per suc-
anche i Leggendari. cederlo ; altri lo dissero come vicario
SINCELLO, i.9^/ice//«y. Compagno© del patriarca. I sincelli nella chiesa d'oc-
abitatore,colui il quale dimora nello stes- cidente furono da Ennodio nel V secolo
so appartamento, o nella medesima came- chiamati Cellularijevano preti e diaconi,
ra o Cella [f^.) e perciò detto Syncellita. che notte e giornoabitavanocol vescovo,
IVe'primi secoli i vescovi, secondo la legge come fanno oggidì Cappellani a Segre- i

diPapas.LucioI,per prevenire qualunque tari de'vescovi. Diversi canoni de'conci-


sospetto svantaggioso sulla loro condotta, lii stabilirono che i vescovi non riceves-

tennero seco loro un ecclesiastico che gli sero all'udienza donne senza la presenza
accompagnava dappertutto, ch'era testi- d'alcuni preti e diaconi : allora i vescovi
monio di tutte le loro azioni, che dormi- più che al presente, ogni giorno, ogni
mo-
va nella medesima stanza éeW Eijiscopio mento bisognava che ascoltassero uomini
(Z'.); per questo motivo si chiamò sincel- e donne. II libro pontificale di s. Damaso
lo del vescovo, che convivea cioè col ve- I nella vita del suddetto s. Lucio Idei 255,
scovo. Il patriarca di Costantinopoli ne a- cimostra come due preti e 3 diaconi non
vea molti che succedevansi l'un l'altro, ed potevano mai dipartirsi dai fianchi del ve-
il i.°di tutti chiama vasi Prolosincello [f^ .). scovo, in (|ualunque luogo ch'egli si tro-
La confidenza che il patriarca avea in es« vasse; ed in oriente pure la disciplina di
si, la parte che loro dava nel governo, il dover avere i vescovi i sincelli era rigo-
credito che acquistarono alla corte, rese- rosa. I sincelli erano membri del Presbi-
ro ben tosto la carica di protosincello as- terio {^".), tanto nella chiesa latina che
sai considerevole, diventò anzi un titolo nella greca. Esercitarono anche l'uflìzio
per giugnere al patriarcato, come in Ro- di Apocrisario ( F.), di Arcidiacono ( F.)^
ma fu ragguardevolissima la dignil;i di e si chiamarono anco col nome delle chie-
arcidiacono della chiesa romana (^'.), se, come il sincello della chiesa d'Antio-
poi P/vorc( 7^^^.) de'cardinali diaconi, il qua- chia, il sincello della chiesa Gerosolimi-
le fu paragonatoal greco protosincello.Per tana; diversi concilii prescrissero i sincelli
(juesta ragione talvolta i figli o fratelli a'vescovi, quali testimoni della loro con-
degl'imperatori greci occuparono la cari- dotta privata e pubblica. I sincelli non più
ca di protosincello, particolarmente dopo esistono nella chiesa d'occidente, e nella
il secolo IX; i vescovi medesimi ed i me- chiesa greca il protosincello è il vicario
tropolitani ebbero ad onore di essere di- generale del vescovo, avendo i vescovi o-
stinti con tale titolo. A poco a poco i prò- rienlnli tutfoia loro sincelli, secomlochè i

tosincelli furono considerati: come il pri- alferma iVardi, che nella sua opera Dei
mo personaggio dopo il patriarca, si cre- pa rrochi divevsc nozioni ripoila de' sin-
dettero aiizi superiori a' vescovi e a'me- celli e protosincclli.
i84 SIN SIN
SL\CLETICA(s.),vergiue.Nacquead renli coraunioDi cristiane. Importando di

A lessandria in Egitto di nobili e ricchi gè- più il sapere i diversi tentativi che si fe-

jiilori oriundi dalla ^lacedonia, e spiegò cero per accordare insieme iZ/«^ermH'(/^^'.)
fino da'piìi teneri anni un amore deciso e i Calvinisti {f^.),ì Proteslanli [f^.), os-
per la virtù e per gli esercizi della reli- sìa per unire gli uni e gli altri alla chiesa
gione. Risoluta di vivere in perpetua ver- romana, quan-
de'cui sforzi è piena tutta
ginità, ella rifiutò costantemente tutti i ta questa mia opera. Basti però qui il di-
partiti di matrimonio, che essendoador- re,chei sincretisti di qualunque SeUa[V.)
»ia di rara bellezza e assai doviziosa, lesi sieno stati, dovettero conoscere che fati-
ollersero a gara, e praticò ogni sorta di cavano invano e che loro sforzi doveano i

inortifìcazione per sottomettere la car- necessariamente essere infruttuosi. Gli e-


ne Dopo la morte de'suoi ge-
allo spirito. logi che protestanti sono prodighi a dar
i

nitori, e provveduta una sorella inferma loroa'gioini nostri,nientesignifìcano;il ri-


che le rimaneva, dispensò tutti suoi be- i sultato della tolleranza che si vanta come
iii a'poveri,e si ritiiò in un sepolcro, onde l'eroismo della carità, è che in materia di
applicarsi unicamente alle cose del cielo Eeligione[f^ .)àa'n:nn privato,ciascun dot-
e alle austerità della penitenza. Non tar- tore deve pensare solo alla sua fede e non
dò mollo a trapelare fuori del suo ritiro ingerirsi neir altrui.Questo certamente
il buon odore delle sue virtù, per cui raol non è lo spirito di Gesù Cristo, né quello
te femmine cristiane si recavano a con- del cristianesimo, come prova Bergier nel
sultarla sopra argomenti di pietà. All'età Dizionario enciclopedico, ch.Q fa la storia
di 24 anni da una febbre vio-
fu colta de'sincretisli.

lenta e continua, che la struggeva a po- SINDACO,


SyndicHs. Magistrato di
co a poco; quindi le si formò una poste- comunità, repubblica o principe. Vi
città,

ma al polmone, ed un cancro rodendole sono pure sindaci apostolici de'religiosi


i

Je gengive e la bocca, le tolse infine l'u- mendicanti, sia degli ordini, sia de'con-
so della parola. Rassegnata al volere di venti e monasteri, altri avendo il Depu-
Dio, Sindetica sopportò con eroica pa- tato (^•), che trattano i loro affari e ten-
zienza per tutta la sua vita gli acerbi do- gono in deposito il loro denaro; i sindaci
lori che le cagionarono queste infermità, del clero, delle diocesi, delle università,
giungendo anzi a bramare che crescesse- delle confraternife, di altre corporazioni,
ro le sue solFerenze, e temeva che me- i comelo hanno molli05f)e<^/rt//(/^.),echia-

dici gliele alleggerissero. Tre giorni pri- mali anco Spedalinghi. In qualche modo
ma morte ella predisse il momen-
di sua i sindaci degli ecclesiastici e delle istitu-
lo in cui la sua anima si sarebbe sciol- zioni ponno paragonare agli anti-
pie si

ta dal carcere corporeo. Giunta quest'o- Vi è ancora il sinda-


chi Difensori [f'.).
ra, ella paive circondata da una luce ab- co che rivede conti, minutamente con i

bagliante, e rimise il suo spirito nelle ma- sindacatura accurata, repetundaruni ra-
ni del Creatore, essendo nell' età di 84 f/o,/a^/cmm; sindacare vale eziandio cen-
anni. Sembra che fiorisse nel IV secolo. surare, biasimare, criminari. Il Vermi-
] gieci celebrano la sua festa a'4di gen- glioli tratta del Sindaco,ne\\Q Lezioni del
naio, e il martirologio romano ne fa ri- diritto canonico, lez. 3q. Dice che il sin-

cordanza il giorno dopo, daco agisce e difende gì' interessi, cause


SlNCRETlSTi.Conciliatori,nomeche e liti di una università, di un collegio o
sidièa'fìlosohche si affaticarono per con- capitolo. Il sindacoèil Procuratore (F^.)
ciliare le did'erenli scuole e i diversi siste- costituito ad una legale corporazione o
mi di filosofia, ed ai teologi che si sono congregazione per difenderle in cause al-

applicati ud unire la credenza delle di Ife* le medesime spettanti. Dicesi poi sindaco
SIN SIN i8t;

de'singoli quegli die tratta le cause che hmgi dallo strepito delle cose mondane, e
derivano dalla interpretazione del nome, dal tljro contenzioso. ]N'é può essere d'im-
e di questo intende trattare Veroiiglioli, pedimento, che i monaci possano colla li-

onde da lui ricaverò un sunto. In quali- cenza del superiore essere procuratori,
la di sindaco può costituirsi anche un e- mentre ciò si elfettua quante volle o la ne-
slraneo, né importa che sia del corpo. 11 cessità o la pietà lo esiga, o che attesa la
sindaco si distingue dal procuratore, che miserabilità dell'università o collegio ec.
questo si costituisce dal padrone, il sinda- non possa pagarla mercede al sindaco del-
co dalla università, dal collegio o dallaco- la chiesa ancorché laico per trattare gli af-
munita, ed anche da corpo religioso, trat- farinon solo laici,ma anche spirituali, per-
tando loro aHari,e segnatamente le cau-
i ché veramente non esercita azione alcuna
se e le liti in giudizio; mentre Slndico è spirituale, e così non é di alcun ostacolo
parola greca che vuol dire causa che si se non è chierico, lo che necessita nell'fi-
agita In giudizio, secondo il diritto cano- cononio (A-^.) e nell'amministratore delle
nico nel titolo Syndico. Diversifica il sin- cose ecclesiastiche, non tanto secolari, ma
dac(i dairaltore,dall'amministratore del- anche spirituali, ed appunto per tale unio-
l'università, dall'economo, dal curatore ne non può ammettersi un secolare. V.
di città o comunità, poiché il sindaco ge- Rendita ecclesiastica e Procuratori ge-
licrahnente si costituisce dall'università, nerali degli ORDi>'ip,ELir,iosi. Il sindaco es-
collegio, congregazione, corporazione, e sendo cQstituito da pubblica autorità qual
si estende a tutte lecause,comprese le cri- è l'univeisilà, il collegio, così non è tenu-
minali, tanto presenti che future da trat- to nelle cause dar cauzione di pagare il

tarsi senza alcun decreto. K di necessità giudicato, ma soltanto resta obbligato di


che l'università, corporazione, città, co- stare in giudizio. Essendo il sindaco per-
Diimità religiosa ahhia il sindaco, poiché sona pubblica, che fa le veci dell'univer-
senza questo non può agire, nèaltivamen- sità che si presume sempre sia solvibile,

te, né passivamente, né può stare in giu- meno il caso che probabilmente e con fon-
dizio. Per destinar questo sindaco devo- damento si dubitasse del contrario ,
pel
no tutti componenti l'univei sita, il colle-
i qual effetto il sindaco deve inanima pro-
gio, la comunità, ec. convocarsi per emet- pria non del collegio o università costituen-
tere il voto se sono abili secondo il cobtu- te giurare di calunnia. Il sindaco presso i

Die consueto, e tutti quelli intervenuti e greci era un oratore scelto e deputato per
presenti secóndo le costituzioni de'ri'^pet- difendere e sostenere le prerogative d'una
tivi corpi eleggere il sindaco, purché sie- città, d'una provincia, o d'una nazione in-
no due parti, o la maggior parte favore- tera, ed era commissionato con un altro
vole per l'elezione del sindaco. Può eleg- di diléndere le cause ad esse spettanti. Si
geisi il sindaco dallo stesso corpo se siavi legge in Plutarco, che Aristide dagli ate-
idoneo, o anche un estraneo, ed essendo niesi fu creato sindaco acciò difendesse le
iiloneo deve ()refer irsi l'inlividuo dell'u- cause de'suoi cittadini; ed uiche in Demo-
niversità o corpo, dovendosi creilere in stene si trova sovente fatta menzione del
questo maggior \'e>\{.\ diligenza, allivilà e sindiico, ofììcio che riferiva alla pubblica
premura nel disim[)egno dell'ulìlcio. Ciò utilità e difesa, ed ecco come alcuni tan-
iionostanteGregurio IX consiglia l'elezio- no desumere l'origine del sindaco. I sin-
ne del sindaco in estranea persona, costi- daci del clero e delle iliocesi particolari fu-
tuendogli uii'adeqiiata mercede, essendo rono stabiliti per sollecitare e tratiare gli

espediente, trattandosi di corporazi(»iie re- nlfiriche interessano la diocesi ne'di versi


ligiosa, che i religiosi tutti si ap[>licliino tribunali generalmente parlando,
: sin- i

ul servizio di Dio e della chiesa, e ;>liduo daci diucciJui sono canonici nella diocc-
i86 SIN SIN
si, e partecipano de'dirilti del loro bene- poi nel 1 57 ntW Ingresso solenne di
1 Ro-
fìcio come gli altri canonici. In Roma e ni^{^.),chefecepriraa l'impera tore Car-
ne'bassi tempi, tra i magistrati municipa- lo V, e dipoi Marc' Antonio Colonna vin-
li furono istituiti anche i sindaci, ed era- citore di Lepanto, vestili con veste lunga
no scelti dui popolo. A Roma, a Senato di velluto lionato, a cavallocon gualdrap-
ROMANO, a Carnevale di Roma, nel par- pa di panno nero con liste di velluto li-

lare dell'antiche pompe del magistrato ci- scio, eduestaflieri per uno. Intervenne-
vico, e delle feste de'romani, dissi dell'in- ro pure nel Possesso de' Papi (/^.), e ne
tervento de'loro sindaci. Nel voi. XVII, trovo due nel 1 5go in quello di Gregorio
p. 218, narrai che lo scismatico impera- XIV, vestibus talaribus kolosericis puni-
tore Lodovico V nel 1 328 fu coronato in cei coloris indilli. I magistrati municipa-
Roma da'4 sindaci; e nel voi. Ili, p. 187, li chiamati sindaci furono introdotti an-
che il famoso Cola di R.ienzo tribuno di che in a Itre parti d'Europa,come inFran-
Roma (^.), neh 54? si fece creare cava- eia, Germania, e particolarmentein Ita-
liere dal sindaco del popolo romanOjil qua- lia, e l'ebbero qnasi tutte le città italia-

le per tal funzione lo elesse, indi corona- ne : che Padova ebbe


riferisce l'Orsato,
re con quelle 7 corone misteriose che ivi il sindaco del territorio del suo stato, che
riportai.Abbiamo da Vitale, Storia dei imponeva le contribuzioni e trattava i

senatori di Roma,p. 115, che già avanti suoi affari. In Recanati nel r2oo il sinda-
la coronazione di Lodovico V erasi intro- co godeva il titolo di Dominus. A Sini-
dotto il costume di scegliersi tra i nobili GAGLiA parlo del suo sindaco deli 25o, il

romani 3 sindaci, che furono poi chiiima- quale contrasse alleanza per mezzo de'ri-
tì Conservatori, del qual costume il Cur- spettivi sindaci delle città di Pesaro, di Fa-
zio, lib 7, cap. q, § 223, ne spiega così il no, di Fossombrone, di Cagli, di Jesi, di
motivo. Ciiminos invaluissetcreandi Se- A ncona; laonde a quell'epoca questo ma-
natores alienigenas, ignaros romanaruni gistrato erasi già introdotto quasi dapper-
legiini, et consnetndinuvì,eumquedome- tutto lo stato papale. Di parecchi sindaci
sliciim coninienti sunt romani, quijuri- delle città o terre italiane, ne parlai a'Io-
bus, et libertati reipnblicae prospiceretj ro articoli. Tuttora vi sono sindaci ne'di-
Scnaloremque nimis imperiosuni coerce- versi stali d'Italia, come in quelli del re-

rei. Il senatore Giacomo Savelli fu rimos- gno Sardegna in terraferma, nel regno
di
so da'sindaci e mandato fuori di Campi- delle due Sicilie, ove sono chiamati gli e-
doglio, come partigiano di Lodovico V letti,ed in altri. Leggo in Corsignani, Reg-
scomunicato dal Papa GiovanniXXlljal- gia Alarsicana, che il vocabolo Sindaco
tii dicono che il Savelli era soltanto vi- ha origine greca, e significa difensore del-
cario per Roberto re di Sicilia e senato- la patria, secondo l'Alciato, Rer. Pairiae,

re di Roma. Tali sindaci furono Stelano della qual cosasi deve ricordar colui che
Colonna signore di Pales trina, Poncello in tal carico elettosi trova. Attualmente
e Napoleone d'Orso. I due sindaci del po- per sindaco intendesi quello eh' è scelto
polo romano nelle comparse pubbliche del per prendere cura delle cose d'una comu-
senatore incedevano dopo Maestri di i nità od'un corpo, di cui egli è pur mem-
strada [F.); cavalcavano con fornimenti bro. Il sindaco è incaricato di rispondere
di velluto rosso, con gualdrappa di panno della condotta del corpo di cui è capo, e
rosso, con rnbbone alla senatoria di da- di occuparsi di tutti gl'interessi della co-
masco paonazzo foderato di raso creme- munità, di cui in qualche modo è l'agen-
sino, con sottana di scarlatto: eranose- te e il censore. Anticamente i sindaci a-
guiti da due segretari. 1 due sindaci del veano maggiore autorità, e lo aveanopure
popolo romano iuterveuDero nel 1 53G e legrandi città, quale capo ovvero faceu-
SIN SliN 187
te parte della magislrutura municipale- le comuni, e del numero proporzionato
gl'egli articoli Gontalomere, Podestà' e de'consiglieri per ciascuna, notai che fu
Priore parlo delle magistrature munici- pure stabilito che il sindaco avesse due ag-
pali, loro origine, prerogative e attribu- giunti, ed egli con essi uniti rappreseutas-
zioni che hanno nelle Coiniinilà o Comu- sero gli appodiati; eche i sindaci, come gli
ni (^.) di quelle parziali de' luoghi, in
: alili capi delle magistrature, fossero ogni
moltissimi ne ragiouai. Al presente essen- liiennio eletti nel giorno di s. Lucia dal
dovi nello stato pontifìcio ì\ Gonfalonie- delegato apostolico della provincia, insie-
re, il Priore, il Sindaco, questo si elegge me agli aggiunti.
dairispettivi presidi delle provincie, di che SINDARDO(s.), monaco di Fonlenel-
meglio dico a Priore, ove riportai notizie le. E' uno di quei santi che diede in grau
anche riguardanti le rispettive magistra- numero la celebre abbazia di Fonteneile
ture comunali, ed i sindaci, loro attribu- in Normandia. Fu mandalo da s.V^andre-
zioni, come del rispetto che si deve loro gesilo fondatore della medesima, a Dor-
come capi della pubblica rappresentanza deaux. per domandare al vescovo di quella
de'Iuoghi e del popolo; non che dell'ono- città s. Saturnino ve-
alcune reliquie di
re che ne proviene alla persona e alla fa- scovo diTolosa e martire. Egli ne por-
miglia dell'eletto. Ivi ancora feci la distin- li) anche di s. Amando di Rodez, e al suo
zione tra le Città e le Terre, sul quale vo- ritorno s. Audoeno le collocò nella chiesa
cabolo tenni proposito, insieme al titolo fabbricala in onore di questi santi. Sin-
di ZVbi/7e proprio de'ca pi del le civiche ma- dardo mori nel 662 nelmonastero di s.
gistrature. Pio VII col moto-proprio de'6 Amando di Golii ville, ove dimorava, di-
luglio 1 8 6, sull'organizzazione dell'am-
1 pendente dall'abbazia di Fonteneile. E
ministrazione pubblica, dispose:» Ne'luo- onorato a' 8 di settembre.
1

ghi appodiati \\ sarà un siudaco dipen- SINDOLFO (s.), prete. Nato in Aqui-
dente dal gonfaloniere della comimità tania, lasciò la patria, ove viveva nell'e-
principale, col quale questo terrà corri- sercizio di tutte le virtù, ed acceso dal de-
spondenza per tutti i bisogni, che possono siderio di giungere a maggior perfezio-
occorrere relativamente all'amministra- ne, andò a cercare un ritiro nella diocesi

zione. I consigli comunitalivi appena istal- ili Reims. Ciò fu circa il principio del se-
lati, trasmetteranno al delega'.o una no- colo \U, e credesi comunemenle ch'egli
ta in triplo delle persone designate, per allora fosse prete. Fermata la sua dimo-
iscegliere tra esse il gonfaloniere, gli an- ra nel villaggio di Aussonce, posto a 4
ziani ed i sindaci II delegato sceglierà nel- leghe da Reims verso oriente, visse nella
la terna trasmessa gli anziani ed i sinda- pili austera penitenza, e colla sua umil-
ci, ed invierà la terna pel gonfaloniere al tà accoppiata a una continua orazione
cardinal segretario di stato, a cui ne ap- trionfò delle tenlazioni onde fu provato.
parterrà la scella... Nella fined'ogni bien- Dava salutari istruzioni a (pielli the an-
nio si piocederà parimenti alla nomina davano a visitarlo, e siccome avea un do-
de'imovisindaci... Gli altri non polraniio no particolare per intendere la s. Scrit-
essere riconfermati. "Questa prescrizione tura, ne faceva le più felici applicazioni,
non avrà luogo ne'sindaci, quali potran- i s'i per usosuo che per gli Moi'i prima
altri.

no essere rieletti immcdialanienle allo spi- dflla mela ilei VII secolo, a'ao ottobre,
rare tiel biennio". A Gonfaloniere ripor- giorno in cui è registrato nel mailirolo-
tai la disposizione di Gregorio XVI sulle gio romano. Restò sepolto nel luogo della
inngistrntnrc comunali, e ilei loro abito. sua penitenza; ma nel secolo X I il suo cor-
A Priore, nel riprodurle il nuovo orili- po venne portato all'abbazia di IlaiitviU

uamcnto dello stalo e claMÌiiuiziuuc dcl- licrs, pan inculi diilanlc 4 Icj^he da Ucims.

I
i88 SIN SIN
SINDONE (ss.) DI GESÙ" CRISTO. sporlarlo soventi volte in varie parti del-
Bfliquia insigne che si venera in Torino l'oriente, poi dell' occidente, e non mai
nel niagnifìcosantiiaiio o regia cappella furono perciò alla s. reliquia con perfet-
flella melropolitana, cioè il lenzuolo di ta sicurtà, e per non interrotto lungo cor-
lino nel quale fu involto il Salvatore dei so di anni tributatele adorazioni e il so-
mondo quando fu posto nel s. Sepolcro lennecultoche le era bendovuto, se non
(Z-^.); monumento sagro e celebratissimo, che dopo che venne in possesso della re-
cui rende testimonianza la s. Scrittura, la ligiosa e regia stirpeSabauda.Que'Ienzuo-
storia, la tradizione di più miracoli, l'au- li ne' quali s'involgevano i cadaveri nel
torità de' Papi, quella de'personaggi più tempo in cui venne al mondo il Salvato-
rispettabili. Questo prezioso tesoro della re, chiamavansiiym^Ott/, e qualsiasi altro
cristiana divozione, pervenuto nelle mani pannolino destinato a nettare cadaveri i

de'monarchi di Savoia {^^), con gelosia dalle lordure, o asciugarne il sudore, co-
e venerazione lo custodirono alla tenera me il Volto santo (^.), portava il nome
pietà del cattolicismo. l ss. Giuseppe d' A- di Sudario (^^.). Solevano gli ebrei sep-
riniatea e Nicodenio (/^.), dopo deposto pellire i corpi de'defunti involli in un len-
Gesù Cristo [f^.) dalla Croce (^^.), lo im- zuolo e legarli con fascia, come si appren-
balsamarono ed involsero in uno stretto de dalla narrazione storica di s. Lazzaro
e lungo lenzuolo di lino, chiamato a quei (/ .). Nel libro de' Gm<^;ci prendesi lasiu-
tempi Sindone, e tale avventuroso panno done per la Tunica {^V.) o la sottoveste,
rimase tinto del divino Sangue (^.)del che col mantello formava un abito com-
medesimo Redentore, la di cui sagratissi- pleto. Quanto al giovanetto di cui parla
ma salma tenne durante 3 giorni invilup- il vangelo, raccontando 1'
arresto di Ge-
pata, colla figura del suo ss. Corpo espies- sù, può intendere una specie di veste
si

sa. Come il Corpo d*l Signore fu collo- da camera o altro abito facile da metter-
cato, Io notai nel voi. LXIV, p. i5i. Il si o cavarsi. La reliquia della ss. Sindo-

Corporale (/^.) è cos'i chiamato in me- ne è un vero lenzuolo, e il nome di sindo-


moria del Corpo di Cristo che fu sepol- ne è quello che propriamente le si con-
to in una sindone monda, onde nella viene; ma sul medesimo avendo il sangue
messa si pone sopra di esso il medesimo e il sudore dell'adorabile corpo di Gesù
Corpo del Signore, come osserva il p. San- lasciate alquante tracciechene raffigura-
gdlo. Sia nel nascimento della religione no la forma, venire perciò chiamato Su-
cristiana, ch'ebbe culla in Gerusalemme, dario. Ed in fatti la chiesa nazionale che
ove mori, suo fon-
fu sepolto e risorse il hanno in Roma i savoiardi, e di cui par-
datore e maestro, e durante primi seco- i lai nel voi. LXII, p. 7, è sotto l'invoca-
li perseguitatadagPimperatori roaianijsia zione del ss. Sudario, con sodalizio pe'sa-
dopoché protetta in occidente da Costan- voiardi e piemontesi. La tela di questo len-
tino I in poi da' medesimi, la cristianità zuolo è formata di lino finissimo, ed iu-
in oriente avea tuttavia a soffrire perle gegnosameiìte lavorata, ma non di coto-
continue scorrerie de'persiani, poi de'sa- ne o oppure come credettero al-
di lana,
raceiii, non ebbesi mai notizia se rinve- cuni d'amianto (del quale all'articolo Se-
nuta dove si conservasse la ss. Sin-
fosse e POLTURV, e nel voi. LXIV, p. 121), per-
done, la quale solo cominciò a compari- chè in mezzo ad un grande incendio non
re a'tempi delle prime Croc/<2fó. A così pre- restò consumata (come noi fu 1' asciuga-
ziosa reliquiagiàrivolgevasi allora l'ado- toio di cui si servi Cristo nella Lavan-
razione de'fedeli: bentosto le vicende guer- da de piedi, f^,). Certo è che la conser-
resche costrinsero per vari secoli i posses- vazione della ss. Sindone non può esse-
sori di questo iuesliuiabile tesoro a Ira- re che relfello della speciale prov videa-
SIIV SIN iSr,

za (liDioa suo riguardo. Ha !a formn d'un te degno, e di ragione dovuto, che sia n-

parallelogrammo lungo Spiedi lipi;iiidi, dorata e venerata essa ss. Sindone, nella
2 onde e 6 linee, largo 2 piedi e 9 on- quale, comesi dice,manifestamentesi veg-
de, qual misura trascurando le frazioni gono le reliquie dell'umanità diCristo,che
corrisponde lunghezza a 4 metri e io
in la divinitàsi avea unito, cioè del vero di

centimetri, ed in larghezza ad un meli o e lui Sangue". Spiega infine ilp. Piano l'o-
40 centimetri. E' formato da un sol pez- pinione del dottore s. Tommaso. iS'on tro-

zo di tela, e vedesi orlato con un nastro vandosi documenti anteriori alsecoloXIlI


di color celeste, optale operazione fu ese- che abbiano relazione colla ss. Sindone,
guita mentre regnava Vittorio Amedeo dal I secolo di nostra era fino a tale epo-
li, al fine di preservarlo dalle sfìlaccialu- ca, volendo parlare con severa critica, la
re. In esso, a seconda del luogo da cui si storia di lei si poggia su congetture, per
osserva, più o meno si scorgono leggiere altro plausibili. I\Ioltissime pertanto sono
tinte di color bruno rossastro raflìguranli le opinioni degli storici circa i siti ove si

le parli anteriore e posteriore del corpo conservasse e fosse trasportata la ss. Sin-
di Gesù, lasciatevi dalsudore e dalle pla- done, durante il lungo corso de'prinii X II
gile delle Spine [V.) nel capo, dalle feri- secoli; ma quelle che più probabili sem-
te nel costato della Lancia [F.)^ nelle ma- brano, e che maggiormente ponno andar
ui e ne'piedi iW Chiodi prime di (^^.), le d'accordo colle storie generali della Chie-
queste però non nella palma della mano, sa e de'vari popoli, e colla tradizione sol-
come erroneamente si vedono in genera- tanto, qui brevissimamente vado ad ;ic-
le dipinte nelle immagini di Gesù Cro- cennare, le prove polendosi ampiamente
cefisso (^ .), ma vicine al carpo, ossia alla leggere nel p. Piano. Risorto Gesìi, ere-
giuntura della mano col braccio, e quelle desicheNicotlemo principede'giudei oca-
de'piedi prossime al tarso, vale a due sul po de'seniori o giudici Ae\ Sinedrio [f .\
volgarmente chiamato collo del piede; ed abbia raccolto il s. Lenzuolo e molte al-
in generale dall'orribile e crudele slato in tre preziose reliquie della passione di Ge-
cui era stato posto Gesù durante la Fla- sù medesimo, del quale egli occultamente
fucilazione [V .)a\\a^ Colonna [f\)^\a Pas- seguiva la dottrina. Scoperto e cercato a
sione [F-). Pi etesero alcimi che le traccia morte da'suoi nemici, fu da s. Gamalie-
del divin Sangue sulla Sindone e altri
ss. le (/ .) suo zio tenuto iiascosloin sua vil-

sudarli di Gesù Cristo,


si formino piutto- la, alcune miglia distante da Gerusalem-
sto colla mistura di mìf'ra e aloe, e quan- me, ove seco avea portate le più prezio-
to alla ss. Sindone col balsamo di cui fu se di quellereliquie. Iiiquella villa essen-
unto il sagralissimo Corpo, perchè il Re- do stato, dopo alcuni anni, scoperto e uc-
dentore nel risorgere riassunse tutto il suo ciso, la ss. Sindone probiibilmente lù rac-
àSangue, onde nulla ve ne rimase in ter- colta e nascosta da'ci i>liani. Sia poi che
ra. Di questa questione parlai a Sangue essi seco la trasportassero allorché si riti-

l'HEZiosissiMO e può vedersi anche il [>.


, rarono in Fella (/ .), città del dominio
Piano, Coinuicntnrii f. 9., commentario ", (Iti re Agiippa.edi nuovo la Irasferisse-
che ricoida la bolla di l'io II, nella «pia- 10 a Gei n.salemme (piando vi (ecero ri-
le dichiarò,non essere contrario alla (eile torno l'anno 00 di nostra era, oppure che
1

il credere che in terra ve ne sia rimasta sempre rimasta sia in delta città , e che
«pialche particella. » Che Gesù Cristo in quivi nascosta venisse per salvarla dalle
memoria della sua passione abbia Liscia- rovino e dalle peisicuzioui; o siasi inlinc
lo sulla terra (pialche parte del suo San- che passasse di mano in mano, come iii

gue". Di j»iù riproduce queste parole (Iel- deposito a pi ivate persone, e da esse sem-
la bolla di GiulioII. >• Sembra cerlamen- pre eoo diligenza e sollcciludine occuUa-
igo SIN SIN
mente custodila, vedendo medesimi non i si un secolo. Errarono vari scrittori nel-
essere allora, a motivo delle persecuzioni l'affermare esserne stati possessori gl'im-
ede'continui sconvolgimenti politici, an- peratori greci, e a ver costumato portarla
cor giunto il tempo di poter con libertà qual vessillo alla testa di loro armate; er-
epubblicamenteadorarecos'i preziosa me- rarono pur quelli che pretesero la ss. Sin-
moria dell'umana rigenerazione, atten- done pervenuta alla casa diSavoiàda Car-
dendo momenti più opportuni a render- lotta regina di Cipro, ultima della stirpe
le il dovuto omaggio, nulla si seppe del- de'Lusignani, la quale avrebbe secondo
l'esistenza della ss. Sindone. E nonsolo nei essi sposato il figlio del duca Lodovico,
primi secoli cristiani ebbero gran cura
i avente anche nome Lodovico, perchè un
in nasconderla, che maggior diligenza do- secolo prima che la regina Carlotta vives-
vettero adoprare in occultarla, e nel VI se, la ss. Sindone era già stata portata in
e VII secolo quando califfi invadevano i Francia dal cav. Giotìredo di Charny; e
e devastavano con fanatismo maometta- sono parimenti favole racconti di quei i

no la Siria, e nell' Vili secolo allorché che narrarono essere stata la ss. Sindone
sorse la persecuzione contro le ss. Imma- portata in Europa da una gentildonna e-

gini[f^ .), mossa e sostenuta dagl'impera- giziana, e lasciata a'duchi di Savoia pel
tori greci ne'primi del secolo Ville con- riscatto del suo marito prigioniero di guer-
tinuata sino quasi per un secolo. Goffre- ra. Il cav. Gioffredo,valorosoe nobile guer-
do Buglione nel 1099, entrato co'Cro-
di riero francese, originario della Borgogna,
cesignnti \\lioi\oso ìnGeriisaler/ime (^ •), guerreggiando in oriente contro gl'infe-
fu incontrato da'cristiani di quella città deli, verso il I 33 I acquistò la ss. Sindone,
portanti reliquie e cantando inni e salmi; e la portò in Francia. Raccontasi che il

allora appunto si crede che la ss. Sindo- cav. Gioffredo, dopo il suo ritorno in Eu-
ne, traila di dove tenevasi occulta, a lut- ropa, mentre stava nel 1 348 all'assedio
ti resa palese, per lai.^ volta si esponesse di Calais contro gl'inglesi, fu preso pri-
alla pubblica adorazione. Sebbene Fili- gioniero; siccome esso agl'inglesi duran-
berto Pì^tìOTìe, Sindon Evangelica, ó\ca te l'assedio a vea fatto tutto quel male che
essere rimasta la Sindone in Gerusa-
ss. avea potuto pel bene di sua patria, i ne-
lemme,finchèSaladiuo impadronitosi del- mici rifiutarono perciò il riscatto proposto
la città nel 187, cristiani costretti ad
1 i per liberarlo, e trovandosi egli anche fuo-
abbandonare luoghi santi in mano de-
i ri di speranza d'essere da' suoi liberato,
gl'infedeli, consegnarono la ss. Sindone ebbe ricorso alla B. Vergine, facendo vo-
alla casa de' Lusignani, la quale poscia to che se gli venivano sciolte le catene, a-
regnò in Cipro {f •); con maggior fonda- vrebbe innalzato in suo onore una chie-
mento si può credere che la s. reliquia sa a Lirey suo feudo 7 miglia lungi da
non sia rimasta in Gerusalemme, che sot- Troyes nella Sciampagna. Fatto il volo,
to il regno de'primi successori di Goffrè- gli comparvero due angeli in figura uma-

do,cioèdi Baldo vi noi, Bai do vi no II, Folco na, i quali spezzali i di lui ferri, lo arma-
e Baldovino III, imperocché a'tempi del- rono da capo a piedi, ed aperte le porle
ìaT..^ Crociata, \medeo III conte di Savo- del carcere, salir lo fecero su veloce ca-
ia ricevettela ss. Sindone in dono dal gran vallo, insegnandogli la via per dove si po-
maestro degli Ospedalieri; e mentre face- teasalvare. Diede tosto Gioffredo compi-
va ritorno in Europa, fermatosi in Cipro, mento al suo voto edificando la chiesa in
vi morì neh 148 o 149, ed ivi la lasciò
1 Lirey, ed erigendola altresì in collegiata
in potere de'greci e quindi de'Lusignani, nel 1 353, vi depose la ss. Sindone che cu-
a'quali fu poi consegnato lo scettro di quel stodiva e privatamente venerava nel suo
regno. In Cipro ricuasela ss. Sindouequa- palazzo. Gioffredo diCharuydallesueno^-
SIN Sl\ ir)i

ze con Giovanna di Vergy el)l)e in suc- Ioabbagliòe privò di vista. A questo pro-
cessore Gioffredo ll.eniiico fiutlodi que- digio si convertirono i due ladri, e resti-
sto con Margherita di Poitiers si fu Mar- tuita la reliquia alla contessa guarirono.
j^herita di Charny signora di ÌMonfoif, di Il romore di questo miracolo fece nascere
Savois e di Liiey, e (jiiesta fu la yeiilil- nel duca il desiderio di possedetela ss.Sin-
donna che fece dono del sagro pegno del done, ne pregò la contessa, la quale per
ss. Sudario alla casa di Savoia. Deve per- un nuovo miracolosi determinò a farglie-
tanto sapersi, che il vescovo diTroyes non ne dono. Ecco come procedette il prodi-
vedeva di buon occhio che presso la sua gio. Cessato il pericolo della guerra, la con-
cattedrale enei piccolo paese di Lirey si tessa Margherita preparandosi alla par-
trovasse una collegiata, che per la concor- tenza, nel i 453 mandò avanti i muli ca-
renza straordinaria de' divoti adoratori richi del suo bagaglio; ma quando essi

della Sindone avea acquistata gran fa-


ss. giunsero alla porta Maché, confinante col
ma. Era pure la Sciampagna in quel tem- giardino del ducalecastello di Chambeiy,
po desolata dalle guerre, e tanto per l'u- il mulo che portava la ss. Sindone restò
no quanto per l'altro di questi motivi, immobile, ed inutilmente si battèe slimo-
Giolfredo II s'indusse neh 355 a ritirare lò a camminine. Pensò allora la contessa,
presso di se la ss. Sindone ed a venerar- che fosse volontà di Dio che la ss. Sindo-
la in privalo. Morto il vescovo, cessata la ne restasse in Chambery, come rimarcò
guerra, fu la ss, Smdone restituita alla col- anche l'annalista Rinaldi, e volentieri la
legiata di Lirey, ove si esponeva solenne- regalò al duca Lodovico. Questi lieto del
mente alla pubblica venerazione; [)er tuli prezioso dono che vagheggiava, la fece de-
esposizioni nacquerocontesecol nuovo ve- [jositare nella chiesa de' francescani, ora
scovo, si rinnovaiono pure i disastri del- metropolitana; quindi in onore del s. Len-
la guerra, ed i canonici di Lirey volendo zuolo lece coniar medaglie in oro, aigento
porre in salvo la ss. Sindone, versoli i4i8 e rame, e pose moneta duca-
in corso la

con diversi arredi sagri la consegnarono ne coll'immagine del Sudario: altret- ss.

alconte Umberto de la Roche signore di tanto fecero! successori Carlo 1, Emanue-


^ illar-Seyssel ed Lirey, marito della con-
i le Filiberto, e Carlo Emanuele I. 11 suo

tessa Margherita, llconte Umberto portò figlio b. Amedeo X I tosto che seppe il p;i -

la ss. Sindone in Borgogna, e la conservò dre Lodovico possessore di tanto tesoro,


nel suo forte castello di s. l[)polito, ove. la da Vercelli pellegrinando j)el disastroxo
faceva con ognisolennitàmostrareal pub- Moncenisio si recò a venerarlo in Cham-
blico. Morto Umberto nel i 438, Marghe- bery, e assunto al trono si [)Ose in pensie
rita restituì alla collegiata di Lirey i sa- ro d'ampliar la cappella ilei regio castel-
gri utensili, ma negò di rendere la ss. Sin- lo per la conservazione della ss. Sindone,
done (|ual tesoro di sua famiglia, e la ri- non vedendola abbastanza sicura e con
tenne sin verso il i45i, nel (jual tempo corrispondente decoro nella chiesa dei
per una gueira ferocemente insorta nella francescani, e clie si chiamasse la Sanf<:
Borgogna, fuggì in Savoia presso d <luca Cappella, per concessione di Papa Paol<)
Lodovico. Frattanto due ladri avendo al- II. Questa era stata edificata dal conte Ai-
la contessa Margherita invohitu la ss. Sin- mone, e riedificata sotto l'invocazione di
done, e portatisi in sito appartato per di- s. Stefano da Amedeo Vili. ìVon potè e
videtsela, uno di essi prese le forbici per seguire il b. Aniedco I .\ il suo pioponi-
tagliarla e rimase colle n)ani storpio; l'al- inento, clic fu solo compito da Filiberto
tro cerc.uido di lavarla per toglierle le II. che nel d"i i i giugnoi5oa vi trasferì
mncchiedel divin sangucc venderei! Imo, solennemente la ss. Sindone, ri posta in ma-
vide uscir da esse uu vivo splenilore, che gnilìca cassa d'argento dorato, donoiKI-
192 SIN SIN
lamoglieMargherita crAustila figlia del- sembra monifesto che Dio volle conser-
l'imperatore Massimiliano I.La s. reliquia vareallacasa di Savoia questa s. reliquia.
per maggior sicurezza fu collocata nella B-istabilita la pace,EmanueleFiliberto nel
torre attigua allaSanta Cappella, entro 1 56 ila fece restituire solennemente alla
un forziere a due delle quali si
4 chiavi, s.cappella e vi restò fino al 1578. Con-
ritennero dal sovrano, la 3/ fu consegna- siderando quel duca, che perla vicinanza
ta al capitolo, la 4-^ al presidente della r. de'furiosi eretici non era sicura in Gham-
camera de'Conli. La duchessa Claudia ve- bery, la fece portare presso a Torino nel
dova di Filippo II e madre di Carlo III, suo castello di Lucenlo , avvisandone il
divolissima della ss. Sindone, la portò nei cardinal s. Carlo Borromeo ch'erasi pro-
castello di Billiac nel Bugey ov'erasi riti- posto fare il pellegrinaggio alla s. cappel-

rata, ad istanza poi del figlio e per sod- la. Allora s. Carlo fece a piedi quello pei*
disfarea'voti del popolo diChambery, nel Torino, in quel modo edificante che de-
i5o6 la restituì alla s. cappella. Un nuo- scrive il Menochio, Stnore t. r, cent. 4>
p.
ve strepitoso prodigio aumentò la som- cap. 43: Del Lenzuolo nel rateale fu in-
ma venerazione che tutti professavano al- volto il corpo di Cristo prima di ripor-
la s. reliquia. A'4dicembre 532 1 si accese lo nel sepolcro. Al santo cardinale e nel-
nella s. cappella un grande incendio, che la cattedrale di s. Giovanni gli fu mostra-
fuso il metallo che racchiudeva la ss.Sindo- ta da g vescovi, indi il duca per appa-

ne, questa restò illesa, e solo tocca alquan- gare la divota moltitudine la fece espor-
to e affumicata in 2 punti, 1 come illesi tra re al balcone del castello delle 4 torri, og-
le fiamme restarono anche nelle vesti quel- gi palazzo Madama. Alla morte del du-
li che vi si erano lanciati per sai vare que- ca, questi vietò al successore Carlo Ema-
sto sagro tesoro. Carlol Ile il clero d iCham- nuele I di fargli i consueti dispendiosi fu-
berysupplica rono Clemente VII acciòde- nerali, e col denaro risparmiato e altre
legasse alcuno per la ricognizione della s. somme si cominciasse una magnifica chie-
reliquia, e.con bolla de' i4 aprile 533 1 sa in onore del ss. Sudario. Le continue
•vi destinò il cardinal Gorro vedo piemon- guerre ne impedirono l'elìettuazioneaCar-
tese, il quale con tutte le solenni forma- lo Emanuele I, e solo ne preparò i ma-
lità dichiarò la ss. Sindone essere l'identi- teriali di marmo scoperto presso Mondo-
fica e realmente salvata dall'incendio; ed vi. Carlo Emanuele 11 edificò presso il pa-
anche il Papa e il sagro collegio la rico- lazzo regio e la cattedrale il sontuoso tem-
nobbero per vera. pellegrinaggi alla ss. I pio, e VittorioAmedeo lì vi die compi-
Sindone si moltiplicarono, anche di so- mento, e con gran solennità neli." giu-
vrani, come di Francesco I pel voto fatto gno i6q4 vi fece depositare la ss. Sindo-
se vinceva la battaglia di Marignano con- ne. La cappella fu edificata con bizzarro
tro gli svizzeri, onde daLione vi si recò do- e meraviglioso disegno del celebre Gua-
po la vittoria qual pellegrino. Indi Carlo rino Guarini, sulle mura del real palaz-
III per salvarla dalla profanazione delle zo, per cui la corte vi ha accesso da una
guerre, neh 536 la trasportò in Vercelli galleria adiacente al salone degli svizzeri.
e poi a Nizza di Provenza, e nuovamente Alle estremità delle navate laterali della
in Vercelli. Leggo ne\l' F/istorico discor- cattedrale di Torino, due facciate in mar-
so di Cambiano, Monuin. hisl. palriae mo nero danno ingresso a due spaziose
t. 3, che nel novembre 553 avendo il ma- 1 gradinate, per le quali si sale alla cappel-
resciallo di Brisacco preso e saccheggia- la, il cui pavimento è a livello con quello
toilcaslellodi Vercelli, volendo por mano dell'appartamento reale. Una di tali por-
anche sulla Sindone, fu preso da tanto
ss. te è aperta a tutti, l'altra ^i schiude sol-

timore che niuDo ardì toccarla. Laonde tanto allorché il re di Sardegna vestito
SIN SIN ic,3

alla reale, vi entra per accompagiinrc le morea base un gruppo d' angeli in atto
|MOCCSSioni solile farsi quando solenne- di sostenere unacrocedi cristallocirconda-
mente si mostra la ss. Sindone.La c;ip- lada raggi dorati. Gli ornamenti io mar-
pella o santuario consiste in un'elevatis- mo e bronzo doralo vi sono sfoggiati; so-
sima rotonda divisa in 3 ordini distinti pra ledueporlechedannoacccssoalla sca-
l'uno all'altro sovrapposti, e le cui pareti linata, e su (juella che meltea'reali appar-
sono rivestite di marmo nero. Hi. "ordi- tamenti stanno 3 tribune alquanto spor-
ne è composto di olii e a 3o colonne mar- genti in fuori ; sopra la balaustra della
moree di dilFercnti grandezze, co'capilel- grande base posano ad eguale
dell'altare
li di bronzo dorato. Un grand'arco uni- distanza in vari atteggiamenti o angeli, i

sce la cappella culla cattedrale,che da que- destinati a tener doppieri che si accendono
sta venne separata ultimamente sotto il secondo le occasioni. Finalmente il pavi-
legno di Carlo Felice, da un' invetriata mento di marmo bianco e celeste, è lutto
sostenuta da travicelli dorati. Sopra il cor- con vaghezza seminato di stelle in bron-
nicione del ." ordine ha base il 2.°, che
I zo dorato. Dopoché la metropolitana di
comincia a restringersi ; esso consiste in Torino gode questa preziosissima reliqiiìa
3 grandissimi archi, tra 'quali .sono 6 fìue- non fu rimossa che nel 1706, quando la
slroni; si erge quindi perpendicolarmen- reale famiglia si rifugiò in Genova, ove
te il 3. "ordine, nel quale sono 6 nicchie la portò, siccome il Piemonte venne in-

con ai chi sostenuti ciascuno da 4 colon- vaso da'fiancesi : nel ileclinar del pas^^a-
ne, nel vuoto de'(|uali si aprono altret- to secolo i repubblicani francesi si con-
tanti fineslroni. Sopra di quell'ordine si tentarono di rapire alla magnifica cap-
appoggia la cupola d' una struttura af- pella del ss. Sudario gli ori^ gli argenti
fatto singolare, consistente in G esagoni e le gemme di cui era assai allora ricca.
decrescenti sovrapposti gli uni agli altri Avendo Giulio li nel 1 5o6 con bolla de-
in modo, che gli angoli di uno rimango gli 8 gennaio approvata la confraternita
no collocati sulla metà dc'Iati degli altri. istituita in Chambery della ss. Sindone
Ouoli lati sono alquanto arcati, e dan- e per l'onore speciale col quale venera
no comodamente luogo ad un gran nu- vasi la s. reliquia nel sabato santo enei
mero di finestre che sommano a piìi di seguenti duegiorni, perciò cunccsseindid-
1 oo.rioisceneirinternolacupola una stel- genze, e con bolla del 2 5 aprile stabilita
la posta con tal arte, che sembra sosle- la festa della ss. Sindone a'4 niaggin, in
Mer>ida per se stessa in aria, e lascia tra- quel giorno si continuarono a Aire le sue
vedere al di sopra l'interno d'una guglia pubbliche esposizioni, che prima aveano
illuminata da altre fiueslre, ed all'ester- luogo nel sabato santo. Leone X confer-
no terminata con una croce poi tante gli mò tale festa nel 1 5 1 4 non solo per Cham-
sii umenli della Passione. Nei mezzo 'del- bery, ma per tutta la Savoia, ed il simile
la cajipella, sopra ampia base, è situato fece neli53o Clemente \ Il che conces-
un altare ideato dall'ingegnere Berlola; *9e indulgenze nel venerdì santo. Final-
cs'io ha due facciate, un,» verso la catte- mente Gregorio XIII neh 78 j eslese I.1
drale, l'altra verso il reale palazzo, e vi si festa della sn. Sindone a lutti gli stati della
possono comodamente celebrare nel tem- reale casa di Savoia, di qua e di là dai
po stesso due messe. Nel centro dell' al- molili. Trasportata a Tonno, la .'osten- 1

iare s'innalza un avello di marmo, chiu- sione fu fatta da s. Carlo Borromeo, si

so da 5 inferiate dorale; l'uvello contie- continuò l'annua esposizione a'.f maggio;


ne l'urna entro cui sta l'arca preziosis- nia da due secoli in poi per coniervare
sima che chiude la ss. Sindone; al di so- maggior venerazione alla s. reliquia , o
pra dcH'uvcllo vfdtsi a soig<re su mar pel tiuiorc che il frequente maneggio del
VOL LX\I. i3
'94 SIN SIN
s. Lenniolo lo potesse logorare, o per ri- tulli i lempi accordarono loro indulgenze
spainiio (li spesa nella splend'ula pompa, si plenarie che parziali. Giulio II la con-

resposizione soltanto ha luogo nelle più cesse plenaria a' confessati e comunicati
solenni occHsioni , e di queste le princi- che avessero visitata la Santa Cappella
pali per la magnificenza e pompa con di Chambery il sabato santo e i due se-

cui succedellero, o pe'peisonaggi di mol- guenti giorni. Leone X accordò altrettan*


la fama che vi assisterono, seguirono nel lo, ed a chiunque 1' avesse visitata a' 4
J722 per la peste, indi nel lySS e nel maggio, o si fosse trovato presente alla

lySo; ma sontuosissima fu l'esposizione pubblica esposizione della s. reliquia, o

del I
787 per le nozze di Carlo Emanuele non potendovi intervenire avesse recitato
1775 pel matrimonio di Carlo
III, e nel 5 Palei' e Ave secondo la sua intenzio-
Emanuele IV colla vcn. M." Clotilde di ne, e per la prosperità della real casa di
Francia. Ritornato ne'suoi stali Vittorio Savoia. Clemente VII estese l'indulgen-
Emanuele I i8i4, ordinò l'esposizio-
nel za ai visitatori AqWsl Santa Cappella nel
ne della ss. Sindone in ringraziamento a venerdì santo. GregorioXI II rinnovò l'in-

Dio; e nel seguente i8i5 la espose Pio dulgenza plenaria de'4 maggio a favore
VII con l'assistenza di vari vescovi: vi di chi avesse visitato la chiesa nella qua-
appose suoi sigilli, insieme a quelli del
i le allora si venerava la ss. Sindone, o si

re, come rileva il cardinal Pacca, Bela- fosse trovato all'esposizione. Clemente XI
zione del viaggio di Pio VII a Genova. estese l'indulgenza stessa per 2 j aimi, pei
Privatamente la videro prima l'impera- duegiorniconsecutivi alla festa. Benedet-
toreNapoleone l,epoi nel 822 il re Carlo i to XIII concedè indulgenza plenaria a chi
Felice. Per le nozze del regnante Vitto- avessevisitatola regia cappella del ss. Su-
rio Emanuele II, a'4 maggio 1842 ebbe dario ne' venerdì di marzo, ed in perpe-
luogo la solenne ostensione della ss. Sin- tuo 7 anni d' indulgenza al re e princi-
«lone. Papi in onore della ss. Sindone
I pi reali per ogni visita. Benedetto XIV

accordarono non poche indulgenze e al- dopo avere rinnovato l' indulgenza ple-
tri segnalati favori, dopo averne ac-
di naria non solo nel giorno della festa e due
cresciuto e propagalo il culto. Col per- seguenti giorni, la compartì in perpetuo
metterne la festa dierono pure la facoltà per pubbliche estensioni della s. reli-
le

di celebrare la messa propria e di reci- quia, di 7 anni e altrettante quarantene


tarne l'uffizio, cioè Giulio II colla bolla in lutti venerdì di marzo, ed inoltre con-
i

del 25 aprile, e Sisto Y accordò la fa- cesse a tulli i fedeli, mediante semplice
coltà ni clero e diocesi di Torino di re- visita della regia cappella, l' indulgenza
citare l'uffizio proprio; mentre Clemente plenaria una volta l'anno ad arbitrio, e di
\'III neh 5c)5approvò alcune lezioni dei più agli abitanti di Toi ino e suoi sobbor-
ss. Padri pel 2.°e 3.°nol turno da recitar- ghi *4 altre volte da assegnarsi dal cardi-
si fra VÒ." della ftsta, indi si cambiarono nal delle Lanze,il che non si conosce. Fi-

varie antifone, e per autorità apostolica* nalmente acciò fosse .sen\pre più onorata
si approvarono gl'inni e si ftcerode'cam- la ss. Sindone, Papi concessero, chel'iu-
i

bvamentkaU'anticoulUzio.lnnocenzoXllI dulgenza plenaria de'4 "i^'&o**^ l>"a>fe- ''i

permise al capitolo della cattedrale di To- lisse nel giorno in cui si sarebbe celebra-
rino di recitarlo una volta al mese, e Be- ta la sua festa, allorquando non polevasi
nedetto XIII concesse di recitarlo ne' ve- celebrare nel dello suo giorno proprio per
nerdì non impediti da rito doppio, agii la concorrenza della festa dell' Ascensio-

ecclesiastici degli stali del re di Sardegna, ne. Altredetlagliate notizie si ponno tro-

tnoltre i Papi per vieppiù infiammare i vare ne'seguenti. Cardinal GabiielePa-


fedeli alla divozione della ss. Sindone, iu ìtoilo, Esplicazione della sagra Sindo-
SI \ SIN 197
ileo Lenzuolo ove fu irwolfo il S.gnore, la giustizia al popolo, d* interpretare lei

e delie piaghe in esso impresse col suo leggi civili e di nssarne il senso, mentre
prezioso Sangue, Bologua i538. (iio. nella Sinagoga [F.) si spiegava la legge
Giacomo Chifflel, De Linteis sepulchra- di Dio e las.Scriltina;il definire poi spet-
lihus C/im/? etc, AntuerpiaeiG24; Jero- tava al Sommo Sacerdote (/^'.). Noterò,
tonta di Gesù Cristo, o discorso dei san- che anco altre ebbero il sine-
nazioiìi
ti Sudari di Nostro Signore, Parigi G3 i r drio, come Siracusa, composto di 5oo
Francesco Avondo, Dissertazione per la cittadini per temperare la democrazia ,
ss. Sindone esposta al pubblico cullo ai e ne parlai all'articolo Sicilia. Il voca-
ì5 ottobre \'j'/5 in occasione delle fui- bolo è parola corrotta e formata sul greco
sfissinie nozze di Carlo Emanuele prin- Synerlrion, che significa assemblea. Gli e-
cipe di Piemonte, e HI.' /Adelaide Clotil- brei chiamano Sanhedrin Dcth-din, ca-
de di Francia, Torino 775. I\I. A Vas- i . sa del giudizio, una compagnia di 70 se-
sallij Discorso sopra la sagra Sindone natori, quali aveano alla testa un pre-
i

di Cesie Cristo, Parma 787. i P. Lazza- sidente, non che il luogotenente e il sot-
ro Giuseppe Piano de' minimi, Conien- toluogotenente dello sfesso. Esso radu-
tarii critico archeologici sopra la ss. Si'i- navasi in una sala sfciica, la metà della
donc N. S. Gesii Cristo venerala in
di quale era situata fuori del tempio di Ge-
Torino, ivi 833. Mg.rFilippo Artico ve-
1 rusalemme (al cui articolo parlai del luo-
scovo d' Asli, Due discorsi del quaresi- go e come si dividevano componenti), i

male recitato davanti le LL. i\J M.nelii e r altra metà nel tempio. [ giudici se-
metropolitana chiesa di s. Giovanni in devano nella .'metà, e nella 2. Stavano
i

Torino l'anno 18^0, Torino 1840. Cenni in piedi le parli, non essendo permesso di
sulla ss.Sindone,sulle principali sue pub- sedersi in quel Iuogoreputatosauto.il ca-
bliche astensioni, e su quella che lia luo- po del tribunale o assemblea era chiama-
go addi 4 maggio di qtiest' anno 1842, to iYfZS/o/^rmc/^fjil suo luogotenente. ^A-
Torino con 4o intagli. Belhdin, padre della casa del giudizio, ed
Sl.XE o SliN'ITA.\Sede vescoviiedel- il sottoluogotenente Chachani , saggio ,

l'Armenìa minore sotto la metropoli di del quale riparlai aDorroREed a Si:tago-


Melilene. Commanville riporta Sinitu o GA. Essi decidevano intorno agli adari più
Sinitense, sede vescovile di Nuinidin nel- importanti della nazione con un'autori-
l'Africa occidentale, snlTragnnca dell'ar- tà totalmente su[)eriore a tutti gli altri
civescovo di Cirta Giulia. Sine, Siniten, tribunali,che il re stesso e il sommo s;i-

di presente è un titolo vescovile w/j^r- cerdote vi erano in certi casi sottoposti. Il

tibus che conferisce il }*apa, sotto l'arci- sinedrio fu istituito, secondo diversi «crit-
vescovo pure m^/ir^/7>«y di fiditene. Gì e- torijda .'1/0.^?' (/'.) per cornando di Dio,
gorio XVI nei I 838 nominò vcscuvo di come rimarcai a Concilio. 1 rabbini an-
Sinila e coadiutoi-e del vicaiio apostoli- cora pretendono di rinvenire l'origine d.-l

co di Sut-Cliuen, mg. ""Pietro Antonio Pa- sinedrio neir/ì"90(7o e ne'TVi/mer/, per l'or •

pin alimno del seminario delle missioni dine cheMosè riceveltedal Signoredi ra-
straniere di Parigi. dunare 70 o 7?. degli anziani iV Israelr
S M:d I\ (),S A N F ED U N o S A
I l 11 E- I M (/'.), aHinchr seco soNtenessero il peso ilrl

DIIIA, Synedrio. Gran consiglio o con- popolo, e dicono che egli ha sempre esi-
cilio, o senato degli antichi ehrei, ovvero stito anche dopo la distruzione del tem-
principale tribunale o adunanza di otti- pio fatta da'romani; ma i dotti non soni
mati, seniori e giuristi, com[)oslo di 70 d'accordo nù sull'oiigine, né sulla distru-
individui che avcano l' autorità di trat- rionc ili questo tribunale, laonde può ve-
tare i più grivi alfiui, di ainmiinstrare dersi il p. Calmct i-cl Dizionario della
ì()G SIN SIN
Bibbia, e nella s,uaDissertnzìone^ìì\h iva- sinedrio dalla casa di Davide, vi sostituì
iiieia (li amministrare la giustizia presso certo A nanelo o Anna, e lo fece venire da
gli ebrei, e in particolare sn\ Sanliedrin. Babilonia. Imperocché ili." del sinedrio
Vorst, nella sua Disseriazione sul San- si chiamava principe de'sacerdoti, tenen-
hcdriìi degli ebrei, dice che rabbini ne i dovi per altro il i.° luogo il sommo sa-

tlistinguono di 3 soita : il gran consiglio cerdote, e l'uffiziod'ambedue era come


composto di 7 giudici, qua-
jf'//«//t'//v7/r i i la prefettura di Mosè e Aronne. Ed è per-

li vano glialFari più importanti del-


traila ciò che quando Gesù Cristo fu calunnia-

la nazione; il piccolo consiglio, composto to venne portato prima da Anna e poi


di 23 giudici, venlitrevirale, i quali trat- da Caifa. Inoltre Erode surrogò a molti
tavano gli affari pecuniari, oltre i siaedii del sinedrio gente a lui divota ed inde-
rn»mi'//Y7//. Inoltre Vorst e altri preten- gna, uccidendo o esiliando i deposti. Di-

dono gian Saiihredin non abbia ri-


clic il ce Magri al vocabolo Sanhredini, che
il

cevuto la sua forma se non sotto Macca- i così chiamavano gli ebrei il sagro senato

bei: intorno al Sardiredin trattarono pu- o consesso de'70 savi o consiglieri, quali i

re Wits, Giovanni LeClerc ed altri con definivano o risolvevano le questioni ap-


dissertazioni. Reynier nella sua Econo- partenenti alla legge, a similitudine del
mia pubblica e rurale degli arabi e de- quale nella chiesa cattolica successe il Sa-
gli ebrei, sostiene che la i ." creazione del grò Collegio [V.) de'cardinali. Aggiuu-
gran sinedrio è dovuta a Mosè. Comu- gCj che il Sanhiedim fu il consiglio ra-
nemente si conviene che questo supremo .duuato contro Gesù Cristo ^>^.^ per ri-
consiglio o corte di giustizia avesse un'au- conoscere la di lui causa, e condannarlo
torità assoluta, comechè gli si contrasti di per essere stala l'accusa in materia di re-
presente l'infallibilità in materia di reli- ligione; e che oltre 70 consiglieri in-
i

gione, e la facoltà di giudicare i monar- terveniva il sommo sacerdote acciò mai


chi. Esso avea il diritto di vita e di mor- si venisse alla parità de' voti. V'interven-
te, interpretava le leggi, e a lui spettava il neCaifa, come sommo sacerdote e princi-
giudizio di tutte le cause ecclesiastiche; ri- pedel sinedrio, e facendosi barbaramen-
ceveva le appellazioni de' piccoli sinedri te accusatore e giudice, pronunziò la fa-

sparsi nelle città della G»/f/c<7(/'.) e altro- tale sentenza: Reus eslniortisj e l'iniqua
ve. L'annalislaRinaldi all'anno 3 i,n." 10, turba de'consiglieri del sinedrio già de-
osserva che il sinedrio era compostodiyx gradato, all'empie parole di Caifa fece
anziani e maestri, da ÌMosè d'ordi-
eletti pienamente eco: Egli e degno di morie.
ne di Dio quando volle che per suo aiuto Un solo de'giudici, Giuseppe d' Arima-
si prendesse 70 compagni, a'quali furo- tea (^'^.),non consenti all'ingiusta e cru-
no aggiunti due altri, rappresentando le dele sentenza e lo aderma s. Luca nel
;

persone d'fleldad e Medad, i quali non cap. 23: Hic non consenserat Consilio^
essendosi trovati co'Ioro colleghi nell'as- etactibuseorum. Il rispettabile mg.r Ga-
semblea, perdile erano nel campo fra la spare Grassellininel Discorso accademi-
moltitudine, pure furono come gli altri co sul giudizio avuto di Gesù Cristo in-
riempiti da Dio dello spirito di consiglio nanzi a Cai/asso einnanzi a Pilato, letto
e di profezia, per aiutare Mosè nella di- nel1844 uella nostra Arcadia e pubbli-
rezione del suo popolo, e profetarono in cato nel 1. 18 degli Annali delle scienze
mezzo al campo. Per la loro suprema au- religiose, ecco come ragiona del sinedrio.
toritàappartenendo a loro il giudizio an- --'
Il Sinedrio, quell'antico e venerabile
che del re, perchè Erode fu citato dal si- tribunale della Giudea, ch'era stato al-
nedrio, infiammato d'ira e di l'uria con- meno da'tempi de'Maccabei, se pur non
tro di loro infeilom;levò il principato del vogliasi più anticamente (che non inlcn-
SIN SliN 197
diamo noi qui, come in luogo non oppor- li sempre ragionevolmente glorioso. E
fu
tuno, intranielteici tra le varie opinìurii veramente clie alcun tribunale tra quan-
che variametite proferirouo suH'aiilichi- ti gli uomini necrearono primacheil Van-

là di esso), il consigliere de're, il proiet- gelo non sorgesse a mansuefare gli ani-
tore de'popoli, il vindice dell'innocenza mi, e temperare il rigore della giustizia
ed il giudice de'piìi gravi aweninieuli, colla dolcezza della compassione, alcun
esisteva tuttora sotto il governo de' ro- tribunale neppure tra'greci stessi, oè tra'
mani; nel Vangelo slesso lo troviamo so- romani non ci oilVe tanta gravità di giu-
vente ricordato sotto la voce di concilio, dizio, tanta diligenza di ricerche, tanta
e fu innanzi ad esso che Gesù Ciislo (u sottigliezza di argomenti, tante guaret»-
giudicato. Sebbene digradalo anch'esso tigie all'innocenza,quanto le leggi e le
nella generale opinione, e perchè la ven- costumanze de'giudaici tribunali ne pre-
detta di Erode ne avea fatto o sbandire .scrissero a'ioro magistrati ....Fu duiKjue
o trucidare i più venerabili, ed in vece il sinedrio o gran concilio di Gerusalem-
intromessivi degli abbietti e sconosciubi, me il tribunale supremo della nazione e-
e perchè la corruzione e la licenza delle biea, cui da ogni inferiore tribunale ri-

selle e delle loro false e rivali dottrine vi correvano giudici d'ogni sorta, che solo
i

otteneano ampio seggio, e'perchè i fa- menava sentenza de'più gravi e solenni,
risei, superstiziosa, arrogante e larva la ge- che solo discuteva la legge e la tradizio-
nia lo signoreggiavano tra le allre. Spo- ne, e nepromulgava il vero intendimento
gliato del diritto di giudicare della vita e ad ogni altro magistrato. Sua stanza era
della niorle, esso conserva va ancora quel- il tempio, suo capo il sommo sagrillca-
lo di esaminare e correggere i delitti che tore, suoi giudici i 70 elelli parie Ira'sa-
avessero relazione alla religione, o a quel- cerdoli, parte tra* più gravi o più dotti
le antiche costumanze e discipline, che ile'principi di Giuda, suoi assessori gli scri-
formavano del popolo giudaico una co- bi o dottori della legge, suoi ministri ed
munità singolare tra tulli popoli della i esecutori i leviti. Vulcvaosi uomini tulli
terra, non solo nella Palestina, ma in mez- altem[)ali, maturi disemioedi esperien-
zo ancora alle grandi nazioni dell' Asia za, addultrinati non solo nelle leggi, ma
e dell'Africa, tra le quali erasi mescola- nella più parie delle umane discipline ;

la, ed awa stanza e sinagoga. Ad esso an- si ribulla vano coloro la cui fama non fosse
cora pare potersi altrd>uire il conoscere immaculala, la cui vita non fosse scevra
di tullociò che il trun(|uillo ordine e il go- non che di colpa, ma del sospetto di col-
verno riguarilasse delle città e delle catn- pa; si circondavano della comune vene-
pagne, del commercio, dell'agricoltura, razione, si sceglievano con solennilà, ti
delle scuole, del tempio, delle sinagoghe, annoiavano colla imposizione delle ma-
e i disturbatori punire del carcere, del- ni ne studiavano l'indole, il tempe-
; se
l'ammenila, delle verghe. E se |)er più ramento, le abitudini; volevasi che lino
gravi delitti non era al sinedrio permesso la bellezza e la maestà della persona con-
di giudicare, non fu insolilo che dui me- ciliasse loro venerazione. " Ma pel giu-
desimo si raccogliessero ipieTalti e que- di/io dcU'innocenle Gesù Cristo i savi or-
gli argomenti (Il che si giovasse il presule dinauKMiti altia volta praticali dal siiic-

romano ad urdiiiaine innanzi il suo tri- di io, furono colla più atroce violenza lut-
bunale i giudizi .... Ma sebbene sceuialo ti intieramente calpestali; e con sacrile-
delle sue facoltà, non lasciò il incdesiujo, gio il piti nefando, culla più infame ingiù*
lino che cadile l'ebrea repubblica, di oi - sti/i.i, i depravati membri del sinediio,
dinari- i suoi giudi/i c«jn quelle fi-rine i- per vilissiuiu consentiuionto airingi(i><la
slcssirthc pCi lo pasSitto lece, e d«,lU: quu- rabbiosa csclama^iuiiL di Ciiia, scntcn-
.q8 sin SIN
alarono la gravissima sentenza di mor- pi, a'iuogi e alle circostanze, e se esisten-

te, e si ricoprirono per sempre d' igno- ti in paesi stranieri, a seconda dell'indul-
U)iiiia,pel più iniquo e più irregolare Ira genza de'principi locali. In tutte le città

i giudizi. 11 sinedrio fu anche detto colle- d' Israelesederono sinedri venlitrevirali


giogrande appresso giudei, come i di som- o triumvirali in proporzione della popo-
n)a autorità, e Luca lo chiamò oniiif.
s. lazione; poiché a stabilire il i ."si ricerca-
Concilium ; ed Erode spogliò sommo il vano 120 capide'giudei,al 2. "tanti quan-
sacerdote delle prerogative che vi gode- ti bastassero a prestare le cose ch'erano
va in presiedei lo. li siiiedriosi adunò con- necessarie a far lecitamente dimorare il

tro i ss. Paolo (/.),


PielrOy Giovanili e discepolo del sa|)ienle. Fuori della terra
uon potendo sulTiire cheammaeslrassero d'Israele, ne' luoghi ove i giudici erano
il popolo nella dottrina di Gesù Cristo, soggetti a'gentili,non in tutte le città, ma
ed annunziassero la di lui risurrezione; solo nelle singole provincie giudicavano
vietarono i componenti il sinedrio a'due i sinedri ventilrevirali o Irinnivirali. I

primi d'insegnare tal dottrina; es. Paolo rapporti de'sinedri minori col gran sine-
venne percosso in bocca, il quale li rim- drio maggiore e capo sedente in Gerusa-
proverò come della setta de'farisei e sad lemme e nel tempio, si eseguivano per e-

ducei, tutta volta non fu condannalo. Pel pistole e per Jegazioni. I principi o pri-
sinedrio s. Stefano (/^.) fu protomartire. mati del gran sinedrio, erano i didascali
11 gran sinedrio fu detto pure pontefice rabban o rabbini, de' quali riparlai a
e profeta per la sua polen/a. 1 re giudei Sinagoga. Di essi non furono decorati i
discussero gli affari e le cause avanti di sinedri provinciali, i quali erano sovra-
esso, non solo in civile, ma eziandio in stati da un altro genere di primati o rab»
criminale, e dipenderono da'sinedri. Ne- bini, ai cisinagoghi minori, ed erano co-
gli ultimi tempi delia repubblica giudai- me patriarchi delle provincie. In queste
ca, le sette serpeggiarono nel sinedrio, il sinedrio era uno solo, le sinagoghe e le

tia'sacerdoti e i farisei. II gran sinedrio, proseuche erano varie. In Egitto il nome


come dissi, godeva potere giudiziale am- di senato si confuse col sinedrio provin-
plissimo, con diritto di vita e di morte, ciale egiziano, ed i capi si dissero etnar-
dal quale diritto decadde dopo il ricor- chi, mentre quelli stabiliti in Babilonia
dato falso giudizio proferito contro Gesù nella cattività, si chiamarono eci/ialotar-

Cristo, secondo molti ; altri sostenendo chi. Dopo la vocazione delle genti, in cui
che ne fu sospeso l'esercizio, o almeno i furono ammessi in folla
gentili proseliti

cessò l'autorità sui giudizi criminali. Tut- al bene della grazia, come proseliti giu- i

tavolta non pochi opinano, che il sine- dei, le chiese si fondarono ne'luoghi dei

drio continuasse a giudicare le materie sinedri anche fuori della terra d'Israele;

criminali sino all'eccidio del tempio, e e fu allora che il gius del gran sinedrio
che la sospensione fu volontaria, quando passò da Gerusalemme ad Antiochia, o-
cioè componenti del sinedrio emigra-
i ve s. Pietro avea fondato la cattedra ape-
rono. Il grande e magno sinedrio avea il stoIica,e dellaquale meglio trattai a Siria,
primato sui sinedri a^inori veiitilrevirali Quindi Gerarchia ecclesiastica (/^'.)
la

e Iriumvirali, che si componevano dai in certo modo si modellò sulla giudaica,

singoli che fossero ordinati du'tre con po- ed anche sulle romane magistrature, cos'i
tere anche criminale, eziandio fuori della \eDiocesie /^V5coiv/^/(F.) Questa famo-
i

terra d'Israele. Alcuni però ebbero limi- sa corte di giustizia del sinedrio, non pò -

tata giurisdizione al solo civile, altri al tè sopravvivere al soqquadro di Gerusa-


solo criminale, o alle sole cereinonie le- lemme, e non si trova nelle storie n;o-
gali, o con altre lituitazioui adatte a'tera- derne nulla che vi abbia relazione, ad ec-
SI N SIN 199
cezione tl'un concilio die gli ebrei tenne- ciò fu crudelmente battuto e mandato in
ro nel secolo XV II, elicili Basniige ci con- piigione. Due giorni appresso Eraclio lo

servò alcune parlicolurilù nella sua i5ìro//<i fecedi nuovocompaiire al suotribunale,


degli ebrei lib. 9, cap. 35. Quell'assem- e lasciate le minacce gli promise una ri-

blea ebbe luogo nella pianura di Ageda, munerazione dal pubblico tesoro ed un
3o miglia lungi da Buda, per esamiua- grado onorevole nella milizia, purché of-
le tulio i|uel!o che concerneva il Messia (risse r incenso ai numi. Sinfoiiano di-

(/^.), eper decidere se era o 00 venuto sprezzò tali ollerte, ed Eraclio nuii po-
al niondo. Alcuni rabbini opioarooo per tendo vincere la sua costanza lo condan-
la credenza che fosse venuto, ma la vit- nò ad essere decipitato. Mentre carne- i

toria riuscì per l'opinione contiaria, per fici lo conducevano fuori della città per

cui si concluse the abbisognava allribui- eseguire la sentenza, sua madre che lo
re airiuìpenilenza e a'peccali le vere ca- vide passare, lo esortò ad alta voce a ri-
gioni di ri lardo s'i funesto. Alcuni trova- cordarsi del Dio vivente, e mostrarsi co-
rono i caralteii del Messia in Elia, altri ra^sioso sino alla fine, noa temendo la
in Gesù disio, ma dottori deliberaro- i
morte, la quale lo conduceva alla vita e-
no che d Messia coniparirù da conqui- terna. Sinfoiiano consumò il suo sat'ri-

stalo! e, e che nascerà da una vergine. Nel fìcio circa l'annoi'-S, essendo nel fiore
voi. XXI, p. I I , ricordai il gran sineilrio dell'età.Alcune persone pie sotterraro-
degli ebrei, fallo rinascere m Parigi nel no segretamente il suo corpo presso una

1 BoGdaNapoleone I.SuH'aulicosi ponno fjnte, ed Eufronio prete, poscia vescovo

consuItnierSeideiMi, De Synedriisj Giu- d'AutuM.fece edificare nel V secolo una


seppe Ebreo e Filone, De Judiciis; Sal- chiesa sulla sua tomba, ch'era divenuta
vador, Hisloire dcs instilulions de Mai'- celebre per diversi miracoli. Questo san-
se, e nel trattato de Sjnedriis. CenedcUo to è nominato nei più antichi martiro-

De ecclesiaslicae Ilie-
]]acchini cassinese, logi; celebrasi la sua festa ai 2 a di ago-
rarchiae orininibits dissertatio, Modena sto, e la cattedrale di Reims possiede por-
I
703, contro la (piale scrisse Dupin nel- zione delle sue reliquie.
la sua Biblioteca degli scrillori ecclesia- SINFOROSA (s.), soffri con sette [\-

stici, ma anch'egli aidde in molti errori gli il martirio sotto rimperatore.\driano,


e lo confcssò. verso l'annoi 20. Viveva a Tivoli co'suoi
SLNFORIANO (s.), martire. Nacque figli, impiegando le sue rendite, ch'cra-
ad Aulun nelle Gallie di famiglia nobi- noconsiderabili, a sollevare i poveri, e so-
le e cristiana, fu battezzato da s. Ceni- praltullo i cristiani che sulìrivano per la

gno , venne istruito con diligenza nelle lede. 11 suo sposo Getulio o Zotico, e suo
scienze divine ed umane, e per le sue belle fratello Amanzio avevano già ricevuta la
prerogative si meritò la slima universa- corona del martirio. Sinforosa nuU'altro
le. Un giorno in cui portavasi per le vie più bramando che di riunirsi a loro coi

di Autun, sopra un carro magnificanieu- suoi figli ili cielo, si preparava ;i seguirli

te ornalo, il simulacro di Cibele, ch'era colla pratica delle buone opere. Avendo
ivi onorata di un culto speciale, avendo Adriano ordinalo che si celebrasse la de-
Sinfoiiano ricusato di prender porle n dicazione del in.ignifico [)alazzo cheave.i
questa festa pngaiKi, fu preso dal popolo, latto costruire a Tivoli, s'incominciò dd-
e condotto al tribunale tli Eraclio gover- r olirne sagrillci per indurre gì' idoli a
natore della provincia. Inlciiog.ilo per- rendere oracoli; ma i detnonii risposero :

chè negava di adorare l'immagine della » La vedova Sinforosa e i suoi selle lì-

tundre di gli dei, rispose che essendo ri i- gli ci torinenlano tutto di iuvocando il

stiuuu non adorava che il .wro Dio, per- loro Dio . se voi li recale a sagi ificarc, vi
200 SIN SI N
promettiamo di ascoltare favorevolmente di s. Sinforosa e de'suoi sette figli ai 1 8 di
ivostri voti. "Adriano, superstizioso co- luglio.

m'era, si fece condurre innanzi Siiiforo- SlNGARA.Sede vescovile della Me-


saco'suoi figli, e li esortò pressantemente sopotamia, fra il Tigri e l'Eufrate, pri-
a sagrificare, ma invano. Fattala quindi ma fu suffraganea di Nisibi, poi d'Ami-
condurre nel tempio d'Ercole, le fu pesta da. Fu colonia romana di Settimio Se-
la faccia co'pugni, poi venne appesa pei vero, ed persiani la tolsero a' rom;ini,
i

capelli, e rimanendosi irremovibile fu get- che ricuperatala, nuovamente la perde-


tata nel fiume con una pietra al collo. Suo rono sotto l'imperatore Costanzo. Gli a-
fratello Eugenio, eh' era uno dei primi rabi rhetavi avendo passato l'Eufrate, ed
magistrati di Tivoli, ne trasse il suo cor- essendosi impadroniti d'una parte della
po, e lo sotterrò sulla strada vicino alla Mesopolamia, scelsero Singara per loro
città. Il giorno dopo Adriano ordinò che Eccola ragione per cui Ebdjesu
capitale.
i sette figli di Sinforosa gli fossero con- Dar-Dricha, di cui parlerò, si qualifica
dotti innanzi, edopo avere tentato ogni vescovodi Singaraed'Arabia. Alcuni suoi
mezzo per vincerli, li fece torturare con vescovi furono caldei,al tri giacobiti. Gior-
tanta violenza, che le loro ossa rimase- gio fu il r ."vescovo caldeo e assistè al con-
ro infrante e slogate. Siccome s'incorag- cilio di ^ficea, Giovanni sedeva sotto il
giavano a vicenda in mezzo a'tormenli, cattolicoTimoteo I, Subcalmarano fu or-
r imperatore comandò che fossero tutti dinato da tal cattolico, Giacomo dicesi au-
morti nel luogo.Grescente, il maggiore di tore della vita di s. Giorgio e altri san-
tutti, fu scannato; il 2.° nomato Giulia- ti, Simeone fu ordinato dal cattolico Ma-
no ebbe una pugnalata nel petto; a Ne- ris I nel 988, Mosè fu alla consagrazio-
mesio fu trapassato il cuore con una lan- ne del cattolico Machicha I,Maris assisto
cia; Primitivo fu trafitto nell'ombelico; alla consagrazione di Machicha II, Ebd-

Giustino fu per di dietro traforato da una jesu BarCricha vescovo di Singara e di


spada ; Stateo fu ferito nel fianco; Eu- Arabia fiorì sul finir de! secolo XIII, poi
genio il più giovine fu sbarrato da cima trasferito alla metropoli di Nisibi , ed a
a tondo. All'indomane Adriano fece get- lui fu attribuita una raccolta di canoni
tare corpi di cpiesti martiri in una fos-
i e concilii, e un catalogo d'autori siriaci;
sa profonda scavata vicino al tempio di Giovanni fu al concilio del patriarca Ti-
Ercole; e i sacerdoti pagani appellarono moteo neli3i8. Il I. "vescovo giacobi-
li

il luogo sette Biolanalì, cioè


i i sette giu- ta di Singara fu Giorgio che intervenne

stiziati. Cessata la persecuzione, i cristia- all'ordinazione di Marulha mafriano d'o-


ni diedero alle loro reliquie onorevole se- riente nel 629 circa, indi Elia pio e dot-

poltura sulla viaTiburtina,a mezza stra- to del ']5q, cacciato dalla sede da Ata-
da tra Roma Veggonsi ancora
e Tivoli. nasioSandalense vescovo diMaipheracta;
alcuni rottami di una chiesa che fu fab- Giosuè successe a Elia, Giovanni fu or-
bricata in loro onore nel luogo chiamato dinato dal mafriano Gregorio Bar- Ebreo
iSeWe/^rrt^/.Essendo poi i loro corpi,in uno nel 1272, N. ordinato nel i343- Orìens
a quello della madre, stati portati a Ro- c/^^/5^ t. 2, p.i 333 e 1596. A p. 1007 si

ma nella chiesa di s. Angelo in Pescheria, fa menzione del vescovo Ma res cacciato


quivi furono trovati sotto il pontificato dall'imperatore Giustino I, perchè favo-
di Pio IV con una iscrizione nella quale riva l'eresia de'monofisiti.
si parla di tale traslazione. Altre reliquie SlNGEDONoSEGEDlN,^/«gf/V/««MOi.
si venerano in altre chiese Roma, a Ti- di Sede vescovile di Panuonia, nell'esarcato
voli e altrove, sì della madre che de' fi- dell' llliria occidentale secondo Couìcìian •

gli. Il martirologio romano fa menzione ville, e orientale al dire del p. Le Quieu.


SI N SIN 20
Fu islituila nel IV secolo^ sotto la ine- bino, giace nell' amenissima riviera del
IrojiolitliColocza. Ursazio famoso awer- mare Adriatico, in aperta e deliziosa pia-
saiio di s. Atanasio, eia vescovo ili Sin- nura, in mezzo al corNO della strada Ro-
gedon nel 335. Il inailirulogio romano mana, sulla foce del fiume.Misa(erroiiea-
fa menzione di questa città a' 3 genna- i inenle già dello Sena o Senna dal Gian-
io pc'ssKrmiloeStialonico martiri, get- nini e dal Colucci che poi si disdisse, poi-
tali nel Danubio dopo aver sdllerlo molli ché Sena o Senna è il Cesano lungi 4
il

tormenti, in tempo dell'imperatore Li- miglia circa da Sinigaglia) che per mezzo
cinio, Orlen^ clirist. t. 2, p. 3 1 4. <j1' abi- dicanaleonde vienealli a versala neforiiiu
tanti del paese dicesi die la cliiauiano Zen- il Porlo Canale da pai te di trainonlanii,
deron,Zenderim,Sigedin),Scgedin,cill;i il quale fu stabilito parte dalla natura e
libera e regia d'Ungheria, capoluogo del parte fabbricato dall'arte. Questa fiorente
comitato di Csongrand, sulla S[)oiida de- città iorge maestosa fra quelle d'Ancon;i
stra del Tlieiss al confluente del Maros. all'oriente e di Fano all'uccidente; dalla
Residenza d'un protopapa greco, ben for- i.'è distante circa 20 miglia, dal la 2. 'qua-
tillcala e ben fabbiicala, con (i subbor- siiG, da l'esaro più di 21, e da Roma
gbi, varie chiese cattoliche, pretese rifor- poste 28 secondoCalindrijtyag^/of/t/Po't-
male, e greche scismalichej con diversi ti/icio stalo, e il quale chiama .Sinigagli<i
conventi religiosi, ginnasio cattolico, tea- città dcW Umbria (/^.). A sinistra del ca-
tro, e parecchi ospedali. Ha fabbriche, e nale è la parte meno abbellita, ove abi-
manifallure importanti di tabacco, e co- tano per lo più marinari, ed ha pros-
i

strtiisce gran quantità di battelli. Gli a- simo un comodo cantiere e la porla Lam-
bitanli ordinariamente parlano lutino, e bertiiia rivolta a Fano, cosi detta per es-
veslonocon abiti che hanno relazione alle sere inaugurala a Benedetto XIV, di e-
foggie de'lartari e de'persiani. Quest'an- legante prospetto. Un ponte levatoio che
ticiiissima città devei'odierno suo nome da non molli anni con facile meccanismo
a'iurchi, e sotto il regno di Mattia Cor- apre il passaggio alle barche, serve di co-
vino era una delle più ragguardevoli di municazione colla parte destra, in cui per
Ungheria. La pianura nel G86 a'20 i ot- tutta la lunghezza del canale si vedono
tobre fu can)po d'una battaglia tra gl'im- innalzale modernecase,ed una conlinua-
penali e i ttuchi. zione di grandiose loggie o porlicali bel-
SINI ANDA. Sede vescovile di Pisidia lissimi, i quali servono di passeggio co-
nell'esarcato d'Asia, sotto la metropoli perto, che all'amenità congiunge la co-
d'Antiochia, eretta nel V secolo. Ne fu- modità. Sono nel numero di 82 gli ar-
rono vescovi: Ciro che fu al concilio di chi di tali portici com[)u>li ili arcate e pi-
Calcedonia, Eugenio S(jtloscrisse la Icl- lastri di ordine toscano, che insieme dan-
lera all'imperalore Leone del concilio di no palmi lineari romani 14G0. Lateral-
l'isiilia sulla moi te di s. Protero, Coito- mente al grandio'«o palazzo già INliccia-
ne firmò ì canoni in Trullo, Uasiliu as- relli, ed ora del conte Clemente Lovatli,

sistè al concilio di Fozio. Oiitns clirlsl. che continuò e ne compì le p^irti di cui
t. I
, p. I o76. niancavii ricoprendolo, ma non secondo
SI MCA e. LI A SEN IGA LLI A o SE- l'originale disegno, esistono altri 28 ar-
1\()-G A LLI A [Scno^(ìllicit). Città con re- chi, e piìi altri 4 sulla facciata principale
sidenza vescovile del Piceno, con gover- verso la piazza con 4 colonne doriche, i

no distrettiiide della legazione apostolica quali loiinano p.dmi G3o. I delti portici
ilUrbinoe IVsaio, una delle legazioni del- .sono di eguale dimcu>ioue in lulte le lo-
le ìMartlu", ^ià facente parte della .Mar- ro |)ai ti, e costruiti ili marmo t>ì. meo d'I-
ca A neon itunti,edcllu Sia lo e ducuto dUr- sti ia. Quelli a lìiiiico del canale sono di
1

202 SIN SIN


disegno del bolognese Rossi. Nel 1. 1 del- e delle gesta de signori della Rovere dii'
y Albitta di Roma, a p. 1 62, si riporta un chi d'Urlano. Nella i. 'si rappresenta l'ef-

eiudilQai ticolo sopra Senigaglia, coli a ve- figie del duca con 1* iscrizione : Gnìdus
duta de'desci'illi porlicali o loggie. Tulle Ubaldus II Urbini dux UH. Dall'al-
le vie interne della città, nella parte ag- tra l'epigrafe: Sane. Ro. Eccles. Dux
giunta da BenedettoXl VjSonoaaipie,pia- Ge/z.^'xercj., cioè intorno alla pianta del-
ne, rettilinee, ben compartite e lastrica- la fortezza L*i Sinigaglia in tal guisa da lui
te, con convenienti abitazioni. Dalla prin- riedificata, che da ogni lato possa difen-
cipale, che termina nella porta Braschi dersi dagli assalti de'nemici, enei piano
oPia rivolta ad Ancona, e cos'i delta per- della fortezza vi sono le parole : Reaedi-
chè eretta da Pio VI, si partono le tra- Jìcalor Senogalliae.^tWa 2.' medaglia si-

versali, che si vanno incrociando spesso mile alla piecedente, varia l'iscrizione del
iiell'interno dell'area pressoché quadra- rovescio, poiché si legge : Sane. Ro. Ec-
ta, nel circuito di due miglia precise, di- desi. Genera. Exerci. E nel piano della
ce Marocco, /lio//ft«/e/ifi<^/c'//o sialo Pon- pianta: Cui Nova surgitSenogal. Un'altra
tifìcio t.i3, p. 147; iwa lo storico patrio medaglia coniata per tale occasione nel
il p. Siena filippino, seguito dal Reposa- I 555,probabilmenledopolarinunziadeI-
ti, dichiara che Sinigaglia è cinta di gros- la carica di Generale di s. Chiesa [r^.)dì ni-

se mura tenapienate, e ristretta per re- pote di Paolo IV contedi Montorio, per
gola di fortificazione nel giro di quasi un cui fu fatto Prefetto di Roma (^.), poi-
miglio e mezzo, con sua fossa e conlia- ché nel glrodel rovescio invece della sud-
njine fiancheggiale da 4 baioardi reali, detta leggenda vi sono le parole: Aqui.
ed un fortino che la rendono tutta for- Favo. Ausi. Eur., cioè Jquilo Favonius
tezza in forma pentagona (forma però che y/«^;<'r£'«n/.v,similmenle in giroalla pian-
perdette nell' ampliazione di Benedetto ta della fortezza, nel cui piano si ripete
XIV), già della necessaria artiglieria ben ilmotto: Reacdi/ìcaior Senogalliae.Tale
fornita, colla locca piantata nel recinto motto fu adulazione, solo dovendosi ce-
delle mura in faccia del mitre, abbrac- lebrare per Ristoratore. Guid' Ubaldo II

ciata da 4 gian torrioni in foi'ma circo- non riedificò la fortezza, ma la lasciòquale


laredi buonaslruttura. Siena riferisceche fu edificata da Giovanni della Rovere e
quella fortezza assai ben intesa fu nel 1480 come oggi si vede; egli bensì cinse le mu-
fabbricata da Giovanni della Rovere si- ra dalla parte del porto che n'era priva,
gnore di Sinigaglia, che il suo castellano e fece alcuni rivellini in altre parti del-
era anche governatore dell'armi e capi- la città. I duchi d' Urbino fortificarono
tano del porto, benché prima le due ul- Sinigaglia secondo leteorie de'loro tem-

time cariche fjssero separate dalla castel- pi, come loro piazza di frontiera, e quin-
lania, e disimpegnate da un altro distinto di nella di lei ampliazione vi sono con-
udìziale, ch'era governatore della piazza tinuale le circonvallazioni collo slesso me-
e capitano del porto. Quando però, co- todo. Che prima della rovina del 1264
me apprendo da Reposati, Giiid'Ubaldo Suiii'aa'lia avesse una minore estensione
11 duca d'Urbino verso il 555 intrapre- i e ampiezza di sito, ma altre singolari pre-

se il restauro, abbellimento e fortificazio- rogative, rilevasi dai fondamenti e dalle


ne di Sinigaglia, colla dilezione del pe- rovine dell'antiche sue mura, e si racco-
sarese Gio. Giacomo conte di Monlelab- glie da vari antichi monumenti ch'essa
ljate,prelende che riedificasse pure la for- fusse cinta eguardata da 6 gran porte co-
tezza, e per memoria facesse incideredue me quelle di oggi, provveduta e abbel-
medaglie, che riporta lo stesso Reposati lita di nobili e sontuosi edifizi, di cui più

nel 68, Della zecca dì Gubbio volte e in diversi luoghi si scuoprirono


t. 3, p. 1
SIN S I N io3
le vestigia. Il Siena che pubblicò la sua della Maddalena. Nell'altra piazza che di-
storia nel declinar della i
."
mela del se- cesi si vede di fron-
.Maggiore e dell'Erbe,
colo passato, nana che 3 erano le porte te il palazzo inunici[)ale con antiche e in-
principali, cioè Porta iVuuva verso An- teressanti iscrizioni e di nobile prospetto,
cona, l^orta Vecchia che già condnceva edificalo circa nel 1610, con loggie ma-
al porto e allora serrata, la 3/ Porta Ur- gnifiche, ed archi abbelliti con conci ('|ue-
l)ana verso la montagna e situata nel re- sta voce usala dal Siena non l'ho trovata

cinto del porlo. Eianvi altre 3 porte mi- neppure nel Du Cange, né nel J^ocaho-
nori, vale a dire della Marina per cui si lai io (Ielle urti del clLsei^noyh marmod'or-
andava al molo ilidlu parie d' Ancona, dine dorico, sopra uno de'quali s'innal-
l'orla Salara o Clementina dall'altra par- za vaghissiina torre fregiala parimenti tli
te del molo Fano, e la 3.* che con-
verso marmo. E' disegno del V ignola,erettosol-
duceva alla posta de'cavalli. Attualmen- tanto per metà dopo la sua morle^ ed in-
te le porle sono 6 e si denominano, Cap- completo negli ornali e ne' fregi. Il pa-
puccina, Urbana, Lamberlina, Clemen- lazzo è fornito d'un' ampia e belli>>sima
tina, Braschi, e Colonna perchè fatta co- salacon istucchi ben lavorati, e con di-
struire dal cardinale di tal cognome. La verse pitture dibuona mano, che la ren-
maggior piazza è quella del Duomo o cat- dono nobile e allegra, oltre vari camero-
tedrale di figura quadrilunga, veraujen- ni grandi e decorosi per comodo de'no-
te imponente [)rl complesso degli edifizi bili patrizi che vi si adunano, e quelli per
che contiene, come l'inirresso dell'odier- la segreteria pubblica e per gli uUìziali,

no ginnasio, il suddetto vasto palazzo già come pure prima per il luogotenente e
Ricciarelli, ora Lovalli. Propinquo alla il podestà. Contiene inoltre la chiesa del
caltedrale,erimpet(oalla chiesa di s. Roc- magistrato, in cui il quadro de'ss. Pro-
co, vi è il grandioso palazzo vescovile di tettori e la Beata Vetgine dipinse Dome-
ollimaslrullura;equesto non è l'aulico e- nico Corvi scolaro del Mancini ; eranvi
piscopiochesi edificò dopo ratterramento già le scuole pubbliche, e vi esiste l'ar-
del primitivo verso di 493 dal vescovo Vi- chivio del comune; non vi è più il monte
geiio il seniore poi cardinale, indi accre- di pietà estinto da moltissimi anni, né le
sci uto, ampi iato e orna lo dal vescovoDan- cancellerie, né le prigioni che furono tra-
dini, poscia verso Ialine del secolo decor- sferite nella fortezza. In fronte all'arco di
so rifabbricato nel modo che trovasi e in mezzo del palazzo si vede in una nicchia

altro silo. iVell'opposta fronte della piaz- il semibusto di bronzo rappresentante Ur-
za dislinguesi fra' modei'ui fabbricali il bano Vili, eretto dal comune neh 63 i
sontuoso palazzo della dogana, il quale con iscrizioncdi marmocheriportaSiena,
non solo serve nella famosa lìera, ma ne- in memoria d'essersi devoluta la città al
gli altii tempi dell' anno è stabilito co- diretlodominiodellas.Sede. Oinamento
me luogo di deposito alle merci doganali, singolaie del palazzo, prima che fosse
re' suoi ampi n)agazzini, formando due mutilata dalla plebe, era la statua di Net-
f icciate,cioè dalla parte della piazza e dal tuno di fino marmo, riposta sopra la va-
lato opposto, dove ha un bel portico. .Al- sca della fonie di piazza in uno degli ar-
tri edilizi all'intorDodella piazza del Duo- chi minori del [)orlico , lavoro di eccel-
mo n (|uesto fanno decoro,e rendono grato lente scalpello che espi ime al vivo il nu-
\edula due lunghe e larghe strade ila cui me, come graziosi sono i delfini che so»
è intersecala, ognuna delle (}uali costitui- stengono la vasca. Dietro al palazzo mu-
sce al suo termine iu)a elegante pro>>[»et- nicipale vie l'antico palazzo de'conti Ma-
liva, per due porte cui corrÌNpondono,
le stai- l'eri etti, cioè nella via del Sagro Mon-
la Cappuccina e la Colonna detta puro te. La piazza ^(aggiore è oblunga e ba»
2o4 SIN SIN
slautemente estesa; da un Iato vi è il pa- cenzo Ghintlii nipote di Pietro architet-
lazzo Faguaui di bellissimo disegno che to del precedente, il quale prontamente
restò incompleto, ed altre fabbriche nio- con perizia vi corrispose, costruendolo iu
derne ne aumentano l'abbellimento. La nuova e più ampia area, acciò non pa-
chiesa che trovasi in fondo alla via del- tisse il confronto degli altri bellissimi tea-

le Carceri vecchie, che mette in detta piaz- tri da lui edificali in vari luoghi dell'Um-
za, è della compagnia del ss. Sagrameu- bria e della Marca. Nel seguente anno il

to e Croce , soggetta alla congregazione teatro potè usarsi, e poi vi fece le con-
del 8. offizio e che godeva la nomina di venienti decorazioni, riuscendo il lutto di
alcuni canonici seniori della cuttediale,ed comune soddisfazione.
ora unsolocanonicatoed un mansionara- La chiesa cattedrale o duomo, è otti-

to; è disegno del Vignola, ricca per inta- mo, vasto e moderno edifizio, sotto l'iu-

gli di legno e dorature nell'interno, e nel- vocazione di s. Pietro principe degli a-


r altare maggiore si ammira la deposi- postoli, che fu costruito circa il declinar
zione dalla croce di Gesù, stupendo qua- del secolo passalo dal vescovo cardinale
dro tiel Laroccio. In questa chiesa eravi rionorati dai fondamenti, insieme al ma-
pure la confraternita del suffragio pe'de- gnifico e annesso episcopiodove già era
funti, la quale fu trasferita sotto il car- incominciato un collegio pe' gesuiti che
dinal Testaferrata nella chiesa di s. Roc- non ebbe etFetto per le vicende di quel-
co. La piazza chiamata del Duca, per es- l'ordine benemerito. Fra le leliquie, ora
servi l'antico palazzo de'duchi d'Urbino vanta il braccio di s. Paolino vescovo di
e detto laCorte del Duca, il quale è grande Nola, principale protettore di Sinigaglia
e maestoso; nel mezzo della piazza sorge e titolare dell'aulica e primitiva cattedra-
graziosa e nobile fonte pregievole per la le, recente e insigne donativo del vene-
vasca e mascheroni di fini marmi, ove si rando concittadino , il regnante sommo
posano 4 anitre di metallo che gettano Pontefice Pio IX : nel 1846 la città nel
acqua unitamente co'mascheroni mino- ricevere il magnifico reliquiario fece feste
ri. L'eresse il comune nel 1 5c)6 con spesa solenni. L'antica e precedente cattedrale
considerabile pel comodo del pubblico: era composta d'una spaziosa navata, con
il p. Civalli attesta che con molta spesa due ordini di cappelle ai fianchi, abbel-
per canali di pietra sotterranei, da due lita da vaga facciata con conci di marmo

miglia lungi dalla città vi fu condotta l'ac- d'ordine dorico e corintio, fatta costruire
qua. Accresce l'ornamento della piazza dal vescovo Antaldi. L'odierna cattedra-
il palazzo già de'Iloborei, poi degli Al- le è dignitosa, disposta a 3 navi, e sovra-
bani, in oggi Castelbarco. Vedesi dirim- stata da elegante cupola, ma il suo pro-
petto la suddescritta fortezza non più mu- spetto esterno è ancora rustico. Il bene-
nita (essendo stata anche privala de'due merito vescovo cardinal Testaferrata la
cannoni di feiro d'assedio lasciativi dai rese più maestosa e più ornata, restau-
francesi nel 797, dopo di aver essi por-
i randola a sue spese j e corredandola di
tato via 28 cannoni di bronzo, 8 de'quali i drappi ricchissimi, di nobili paramenti e
guarnivano la fortezza, gli altri 10 la cit- di utensili sagri: fece elevare d' un gra-
tà) , i di cui principali bastioni sono ri- dino il presbiterio, e lastricò pavimen- il

volti al mare, e proseguono la linea trac- to con lastre di marmo. In essa primeg-
ciala dalle mura castellane. L'anteriore giano la cappella dellaB. Vergi nc,e quella
e pur moderno teatro avendolo distrut- del patrono s. Paolino, come situate nel-
to incendio nell'ullima recita in tempo
I lanavecrociera. Lacappelladella D. Ver-
della fiera deli 838, ne fu commessa la gine detta del Duomo e miracolosissima,
riedificazione al vulen te couciltadiuo Via è coperta di fini marmi, ornata e arric-
S I N 2o5
(liiln (li vnri ntgenti l.ivornti con l)iion paonazza, e sopra per l'estate con saia ce*
gusto. Il cardinal Teslaferrata conaiclii- neiina, per l'inverno col pelo dell'aluur
tcttuia di Giu<.c|ipe Ferioni, degno di- ria, e fiocchi di colore cenerino non <li

scepolo di l'ietio Gliinclli d;i Siiiignj^lia seta. 2." Mozzetta di saia violacea ed n-
I ainmentalo, iicclifZ7a di marmi es()lcn- soledi simile colore da portarci quando i

dorè di preziosi metalli, fece coslruii e la canonici vestono mozzetta di seta. 3. "'Moz-

detta cappella in onore della B. Vergine zetta di saia nera con bottoni ed asole di
e del s. ljaod)ino.Leanticlie memorie par- color violaceo da portarsi dai medesimi
lano della s. immagine (in d:d i 53 i, e la quando canonicii si vestono con mezzetta

dicono di| ita in tela con t"orn)e greche, Rocchetto senza maniche. Del
di saia. 4."
ristorata nel 778 da Ercole Ramazza-
i capitolo ecco le notizie che Ifggo nel Sie-
no di Rocca Contrada. Eliltica è la ^gn- na. Questi canonici sono divisi in 3 riassi,
ra della cappella, ed eliltica pure è la ior- cioè 8 compongono un capitolo partico-
nia del s<^)lIìtto e del lanternino: ne lece lare, detto antiquiore o seniore e parrfic-
la 'descrizione d prof. Montanari, Orrve chiale, 7 de'quali elegge il Papa o il ve-
(oniiiieiUano delle co^e oberale in Seni- scovo secondo il turno de' mesi, ed uno
filili a dal cardinal Teslajerrata ec, l'è- la compagnia del ss. Sagramento e Cro-

iiiro I H4i.Celel>ròla munificenza del car- ce. Sono canonici curati, ed eleggono il
dinale anche il n.° 2 i del Diario di Ro- detto vicario; per pii legati conferiscono
r/jrtdel 1840, qualificando la cappella ma- la cappellania per confessare nel duerno
gnifica e sontuosa, il cardinale Testafcr- e celebrare la messa nelle feste all' au-
ruta facendo 01 nare di coronala B. Ver- rora; ed hanno facoltà di nominare per
gine coldivin Figlio, e le formò collo spo- Natale 8 zitelle povere per la dote di scudi
gliarsi delle preziose sue gemme. La co- 2 5. Due altri canonici sono nomine di [)a-
ronazinne l'esegui il cardinal Tommaso dronato con rendite particolari; gli altri
Riario-Sforza legalo d Urbino e Fesaro. o sono nominali dalla magistratura, per
I

Le altre cappelle hanno buone pitture, disposizione del fondatore Liicalelli,di cui
e nella 1
.'
a destra il quadro di s. Andrea parlerò. Ma il padronato de' 10 emoni-
Avellino è del suddetto Corvi, pregievo- cati e di 6 niansionari o cantori Luca*
le èpur quello di s. Francesco. Il capi- telli, quello d'altro canonicato e di alcu-
toloha l'uso della cappa magna e della ni benefizi semplici che si godeva dal co-
mozzetta paonazza di seta e di saia, e si n)une, fu con voto del pubblico consii^lio
compone di 3 dignità, la i
.^ è l'arciprete, «ilici lo neh 85 al Papa Fio IX, il (pia-
I

le altre il preposto e l'arcidiacono; di 7 1 le dimostrando con onorevolissimo breve


canonici comprese le prebende del teolo- ni municipio il suo gradimento, ne cedei le

go e del pcniltnzieiie, di 3 mansionari, 1 l'eNcrcizio ni vescovo ^ro /r////>orf. Olire


e di ;illri pieli e chierici addetti al sex- la calleilrale, due altre chiese ciano p:ir-

\izio divino. La cura delle anime è alti- rocchiali, ma trovo nella Ci\'dià mito-
data a 8 canonici seniori, i quali eleggo- lira dell'aprile 1 857, t. 9, p. 4<^4> che il

no un curato col titolo di virai io perpe- l'apa Pio IX am.Tudo di verace amore la

tuo a[)piovato «lai vescovo, e tlue aippel- SUI! iena iial<de, ha iondato di recente in
laui curali per c(>udiu>arlo nella catte- Sinigngli.i,cdel suo proprio peculio cnn-
drale alle funzioni parrocchiali, ed ove e vcncvoUuente (lutalo 3 nuovepoiioccluc.
l'unico buttislcriu della città. Leone XII Nel n." 02 del Giornale di
I Roma di dello
col breve lionianoruni tndidf;rutia, ilei anno, nel raccontarsi le varie puìiblicho
3o gennaio ^2.\, Bull. lìoni. coni. t. i<J,
1 beneliienze di Pio IX |>el vnnln.;gio in-
p. 21, coi consenso de canonici, concesse lellettnnic, civile e leligifxo della pitn;»,
ui uiaDsiuuaii ; 1
.'^
Coppa Oioj^na di saia SI iiniia come Todicrno vescovo cardui.d
2o6 SIN SIN
Liicciaidi, che quale novello benefizio fu zione delle dame sotto l'invocazione del
largito ad essa dalla pontificia amorevo- Transito di Maria Vergine. Dal tempo
lezza, a'24 aprile fece la solenne pubbli- del regno italico non piLx esiste la chiesa
cazione della bolla di erezione delle 3 par- di s. Maria della Misericordia delta dello
rocchie e die il possesso a' 3 nuovi par- Spedale, per riceversi nell'adiacente edi-
lochi. La funzione si fece nella chiesa di fizio gl'infermi, orfani, esposti e altri mi-
s. Martino colla maggior pompa, perchè serabili, filiale della basilica Lateranen-
a' religiosi serviti che l'hanno in cura fu sedi Roma e i.' chiesa del mondo: l'o-
aflìdata quella di porzione delle anime del- spedale fu traslocato nel con vento de'ini-
la città, ed i quali per grato animo verso nori conventuali, ove oggi trovasi colla
il Fontefice,cbeper ricomprò l'ampio essi chiesa annessa di s. Maria Maddalena. E-
antico convento Ioro,addobbarono splen- sistono ancora la chiesa della comp;ignia
didamente il tempio, ove posero le due del ss. Sagramento
e Croce di cui già ,

analoghe iscrizioni dell'illustre epigrafi- parlai; quella di Giuseppe e Carità o s.

sta bolognese mg.'" Arcangelo Gamberi- confraternita de' nobili, eretta dal pub-
ni, che si leggono nel detto Giornale, una blico nel I 56o e aggregala a quella di s.

delle quali fu incisa sul mai mo a perpe- Girolamo della Carità di Roma, Però mi
tua memoria. Noterò che una di dette par- istruisco nel Bull. Roni. coni. 1. 1 i,p.328,
rocchie fu stabilita nel borgo Pace fuori che Pio VII col breve Nihil sane, de'c)

di Porta Cappuccina , nella chiesa di s. aprile 1802, soppresse il sodalizio, e ne


Maria Pace edificata dal medesimo
della incorporò beni a II orfanotrofio del le don-
i

Pontefice. La 3.' nuova parrocchia venne zelle peiicolanli della città. Debbo inol-
eretta nella chiesa di s. Maria delle Gra- tre notare che la detta chiesa di s. Giu-
xie, appaitenente ai minori osservanti ri- seppe, ri fabbricata da'nobili e lasciata in-
formati. Nella città vi sono conventi coi i completa, fu terminata dalla confraternita
religiosi carmelitani, conventuali, e servi della ss. Assunta e Rosario, e fu accordata
di Maria, e nel suburbio i minori osser- dal Papa Pio IX ai gesuiti pel ginnasio

vanti riformati ed i cappuccini: le mona- di cui vado a parlare, dopo di averla am-
che benedettine hanno il monastero di s. pliata e nobilmente decorala, trasferen-
Cristina nella città. Dal noverodelle chie- do la confraternita nella chiesa di s.Rocco.
se che fa il Siena, si apprende quali sono Non più esiste la chiesa di s. Antonio ab-
quelleincurade'regnlari'.eccolo.Lachie^a bate e Morte, con confrati aggregali a
piìirimarchevoledopolacatledraleèqnel- quelli di s. Giovanni Decollato ili Pioma,
la di s.Martino, edificala nel secolo pas- il quale sodalizio appoggiato nella chie-
sato, con 3 bellissime e grandi navi, con sa di s. Rocco dopo la distruzione della
pitture assai buone e drenano eccellen- chiesa, oggi trovaisi in quella dìs. Maria

te, con maestoso e magnifico con vento an- Maddalena. La chiesa della B. Vergine
nesso ; ivi essendo già stato lo studio, e Assunta e Rosario, con sodalizio aggre-
il vicariato del s. oflizio, non più esisten- gato alla chiesa di s. Maria sopra Miner-
do da molti anni né l'uno uè l'altro. La va di Roma, ora del Ginnasio, per cui il so-

cliiesa de'carmelilani, riedificata in detto dalizio fu trasportalo nella seguente chie-


secolo con buono stile. La chiesn de'con- sa. La chiesa de' ss. Rocco e Sebastiano
\entnali,chegià fu de'filippini, eretta nel edificata dal comune nel i 573, e già dcl-

1695, tra^léiiti nel 1700 in quella della In congregazione aggregala all'arcicon-


confraternita de'ss. Rocco e Sebastiano, fiaternita di s. Rocco di Uoma, trasferi-

finché per la pietà generosa dell'avv. Al- ta prima dalla chiesa dell'ospedale, poi
beri co Arsii li fabbrica ronopiìi ampia chie- a quella della confraternita della discipli-
sa e casa, ed ove fu eretta la conijrcga- na o battuti, indi all'antica de'filippini,
SIN SIN 207
insieme alla confialernita di s. Anfonio: il titolo di s. Maria Maddalena, avendo-
non esistendo più tali Ire sodalizi, di re- nell'i n ter DO diessa(pu re
ne già avuto al Irò
cente vi fu collocata la suddetta della ss. di Maria Maddalena, ora ospedale e già
s.

Assunta e Rosario, che vi ha portato un ricordato); e che il subuibano a richie-


bel quadro di Federico Barocci. La chiesa sta del vescovo di Sinigaglia fu dato al-

delle monache benedettine di s. Cristina, l'ordine nel i4o'5 '"di nel 1 535 vi fu te-
con comodo e bel monastero edificali nel tiuto un capitolo provinciale. Inseguito
1573 dal comune. Il cardinal Teslafer- i conventuali ritornarono in città ^ ove
rata in un edifìzio annesso nel 8 9 apri 1
1
hanno convento e chiesa, cioè la suddetta
pubbliche scuole per le zitelle della cit- dei filippini. I cappuccini furono intro-
tà e ne incaricò dell' istruzione le mo-
, dotti in Sinigaglia neh 5-0 nel conven-
nache con eccellenti risultati. La chiesa to di s. Cristina, donde furono trasferiti
parrocchiale dis. Maria del Fontetiituata in ameno colle e migliore silo nel 653, 1

nel porto, ove ebbero ospizio domeni- i e la loro chiesa è sotto l'invocazione di
cani, e si fondò il sodalizio di s. Andiea s. Antonio. Sinigaglia è ben fornita di sta-
apostolo. La chiesa di s. Maria nel bor- bilimenti scientilici e benefici. Il semina-

go del Portone, colla compagnia del ri- rio dei chierici fiorisce, e vi furono già
scatto degli schiavi, sotto l'invocazione unite le scuole comunali elementari: ivi
della ss. Trinità, nel 1628 come la pre- inoltre s'insegnano la rettoi ica, la filoso-
cedente eretta in parrocchia dal vescovo fia, la matematica, la fìsica, la teologia
cardinal Barberini. Il p. Civalli nella Fi- ed altre ecclesiastiche discipline; ed il ve-
sita triennale della Illarca Anconitana, scovo Isolani l'avea aflìdato al governo e
presso Colucci , Antichità picene t. 25, insegnamento degli scolopi,ed oltre a'se-
a p. 121, nel riportare alcune notizie su minaristi, vi sono pure de'conviltori. Il
Sinignglia, riferisce che poco lungi vi è Siena pai la de'due conservatorii, l'uno
il bellissimo convento de' minori osser- per le povere don7elIe 01 fané e pericolan-
vanti e chiesa e santuario di Maria del- s. ti, l'altro per le convertite, eretto dalla
le Grazie, fondato per voto di Giovanni pietà del cardinale Lodovico Pico quan-
della Rovere nipote di Sisto I V nel 49 1 ' = do lodevolmente governava la città e dio-
ilCalindri aggiunge che è de'riformati, cesi da amorevole pastore, e che ambe-

che è magnifica la fabbrica e vi contri- due erano diretti dai filippini. Però il con-
bui la consorte Giovanna di ÌMoiiliifeltro, servatorio delle convertile ebbe brevissi-
e che ambedue vi sono sepolti, ma ve- ma durata. A benefizio delle orfane e del-
ramente il solo marito, perchè essa mori l'esposte, il mirabile trio del cardinal Te-
in Roma. In questa chiesa Mai ia delle di s. sla(errala chiamò in Sinigaglia le suore
Grazie e>iste un supeibo quadro di l'ie- «Iella carità, dette le bigie, accii) ne pren-
Irò Perugino, ed altro piccolo quadro as- dessero il governo e avessero cura della
sai bello credulo Francesca che
di Dt- Ila istruzione: nel 183" le collocì) nell'or-
rappresenta i due coniugi Giovanni del- fanotrofio, e neh 838 nel conservatorio
la Uoveree Giovanna di Monlefellro fon- dell'esposte annesso all'ospedale; ne re-
datori in allodi venerare la li. Veigine. sti inse sol tanto alle al 11 une il beneficio del-
Incontro a questa chiesa esiste In graziosa i'islrnzinne, ma volle che le sorelle mode-
villetta già Erculani,oru acquistaladalla ratrici dell' 01 fìuiotrofio aprissero scuola
nobile famiglia Mastai, il cui palazzo è pubblica, per le oneste e civili fanciulle

stato magnificamente ristoralo e abbel- della città. Essendo state espulse le reli-
lito. Inoltre il p. Civalli diihiara, che pa- giose ne' deplorabili disorilini del i8ìH,
rimenti fuori delia città in luogo bello vi ratinale vescovo cardinal Liicciaidì vi so-

era il convento de'suoi conventuali sotto stituì le figlie o suore della carità di s.
7o8 S I N SIN
Vincenzo de Paoli, allequaliinoUre com- 8Ìosle?soper mantenervi professori di let-
jiiise l'ainininislrazione e direzione del tere umane, di grammatica italiana e la-
fiiddello ospedale degl'infermi. L'oiTano- tina, di umanità e rettorica, di filosofia
liofìo SceberrasTestaferiata fu fondato razionale e naturale, di matematiche, di
in alcuni locali appai feneiili all'episco- s. Scrittura, di teologia dogmatica e mo-
pio, e aperto a'i6 febbraio i 84o dall' i- rale, di diritto canonico, di storia eccle-
iiesauribile beneficenza del cardinal Te- siastica, di diritto civile e criminale. A
slaferiala, pe'poveri orfani abbandonali, richiesta poi del municipio,chenesostei rà
e con provvido consiglio gli aHidò a'be- il dispendio, vi saranno aggiunte scuole
nemeriti religiosi delle scuole cristiane,sia di nautica, agraria e disegno lineare. A
pel governo, sia per l'istruzione morale corona e perfezione dell'insigne opera, il

«religiosa. Acconcialo un edifìzio, vi as- Papa si degnò commettere la direzione,


segnò rendile pel mantenimento di 5o or- l'amministrazicwie e l'insegnamento, me-
fanelli, e ne celebrarono con giusti elo- no delle 5 ultime scuole, olla beneme-
gi la generosa fondazione e la solennità rita compagnia di Gesù, e ne eflettuò la
commovente dcH'apertura, non meno il concessione con bolla de'3o agosto 18 53,
prof. IMontanari con l'encomiato Coni- Nel fìirlo poi pronunziò tali concetti di
ine.ntario, che il già citalo Diario di Ro commendazione per quest'ordine religio-
ma. Vi erano due monti frumentaii, uno so e veramente venerando, che per esse-
istituito dal vescovo cardinal Barberini, re del capo supremo della Chiesa fa con-
l'altro dalla comunità, ma non più esi- forto e consolazione leggerli nella Civiltà
stono. Fino dal 833 I il cardinal Testafer- ca//o/fr(7,t.4,pio4,2.'serie.Egualmeiite
rata istituì il pio monte di pietà, e lo dotò con isplendide parole pubblicò il magna-

(li scudi 4ooo, pe'poveri particolarmen- nimo provvedimento il n.° 248 del Gior'
te agricoltori, della città, de'borgbi e del naie di Roma, con altre interessanti par-
contado di Sinigaglia. Non contento il Pa- ticolarità, imperocché ivi si dice, che a
pa Pio IX avere giustamente e per pri-
di tuttesue spese fondò il gran ginnasio, scio-
vilegioconcessoaSinigagliadue posti gra- gliendo così il patrio municipio dall' o-
tuiti nelSeminario Pio (f^.), dalla sua nere di sostenere le scuole di pubblico in-
munificenza eretto in Ptoma (traendone segnamento. Che sulla piazza del duomo
e le spese di fondazione e la dote da quel fece innalzare un vasto e ben ideato lo-
denaro, clie la pietà del mondo cattoli- cale per tutte le scuole, pe' maestri, pel
co in lutinosi gicini gli venne offerendo, convitto, ed anche per gli spirituali e-
come si esprime il n.° 3f) del t. 20 del- sercizi dichiunqueciltadino, facendoam-
V Album di Ptoma celebrando l'istituzio- pliare l'attigua chiesa della B. Vergine
ne, ed altrettanto si legge nella bolla Cuin Assunta e Prosarlo (cioè ov' era la ram-
Romani Pontifìces,ò\ fondationedel me- mentata confraternita sotto tale titolo),
desimo), volendo daie un attestalo di af- perchè fosse a totale uso degli scolari e dei
fetto, e recare un solido e perenne van- loro moderatori. Che il Papa accoglien-
taggio alla avventurosa sua patria, badi do le preghiere del gonfaloniere e della
recente fondalo in Sinigaglia un ginna- magistratura della città, univa al nuovo
sio,acfjuistando con pontificia splendidez- ginnasio la biblioteca colla dote annessa
za un decoroso edifizio con la suddetta che il cardinal Nicolò Antonelli avea la-
chiesa di s. Giuseppe e oratorio attigui, sciala al municipio; e nello stesso tempo
perchè all'istruzione della gioventù po- ordinò che dessa due volte la settimana
tessero accoppiarsi gli apostolici ministe- fosse aperta al pubblico, rimanendone la
ri. Comesoblennc le primespese, così dotò proprietà presso medesimo municipio.
il

eziandio del piivalo suo peculio il ginna- E che siccome il grande beneficio non sa-
SIN inc)

rebhe sfato compililo, se il ginnnsio non lenne; finita la quale elettasi dal cancel-
veniva allidiito a inaestii disttnli e per le- liere vescovile la lettera colla quale il Pa-
lij^ioneepertlollnna,ilsapieulissimo l'oii- pa l*io IX istituisce il ginnasio e lo com-
che non poteva meglio sceglie-
tcfice vide mette a'gesuiti, la rassegnò poi al cardi-

re,che aflidandoloai pp. della compai^nia nale, il quale la consegnò al p. reltoretlel


di Gesù, colanlo benenierili dovnnrpie collegio, con discorso pieno di sapienza
della religiosa e lelteiaiia educazione del- ed adetto, llispose il p. rettore analoga-
la gioventù. A questi aflldava inoltre la mente e alle concepite speranze nell' o-
amministrazione de'beni slabili pel man- pera sua e de'propri correligiosi. Questi
tenimento del ginnasio e delia chiesa, ed due discorsi commossero l'animo di tutti,
ilmagisteiodi tnttele scuole, tranne quel- e a più di uno provocarono le lagrime.
le di diritto civile e criminale, di agra- Indi tutti i professori e maestri del gin-
ria, di nautica e disegno. Le prime due nasio fecero la professione di fede, e la giu-
eccettuatedevono aHldarsi a maestri non rarono nelle mani del cardinale. Asceso
appartenenti alla compagnia, de''quali la poi il pulpito un gesuita, con eloquente
nomina dipende dal vescovo e dal retto- discorso esaltò l'opera del Papa concit-
re del ginnasio; e le 3 altre sono pj'ovve- tadino a vantaggio della patria, e riscos-
duteaspese ed a scelta del municipio, con se la geneiale ammirazione. Intuonatosi
pieno assenso dell'ordinario e del retto- il reni crenior Spirilus, terminò la fun-
re. Ver l'apertura del ginnasio partiio- zione colla benedizione del ss. Sagrameli-
nodaRonìa per Sinigaglis 8 gesuiti, quin- i to. \olIe quindi il cardinale condursi prò-
fli \e""0 nel u.^iG ideila Gazzella di Bo- cessionalmente al ginnasio per benedirlo,
lognu del 853. Che a' 3 novembre, sa-
1 i ove già erasi elevato lo stemma del Pa-
gro al Patrocinio della Beata Vergine e al pa fondatore, e neiram[)io atrio scoige-
gesuita s. Stanislao Roslka, ebl)e luogo vasi il suo busto con relativa iscrizione.
la solenne inaugurazione e apertiua dello Il cardinale nell'elegantissimo oratorio
splendido edilìzio del ginnasio, ove puie destinato agli esercizi di pietà della sco-
dovrà esservi un convitto di giovani, e laresca , assunta la stola, e recitando le

l'abitazione per quelli che ivi si volesse- preci della Chiesa, benedì da un capo al-

ro raccogliere per gli esercizi spirituali. l' altro tutta la casa, dopo di che si ri-

Pertanto dopo averne il cardinal vesco- condusse all'episcopio.


vo notificata al popolo l'apei tura, si con- Sinigaglia ebbe la sua zecca, leggendo
dussero nella cattedrale padri della com-
i nel Ileposati t. 2, p. i48 : Delle inonele
pagnia di Gesù e i professori e maestri coniate in Sinigaglia sotto il duca Fran-
«lei ginnasio, essendo il tempio ornato a cesco !\1.^ I, che questi nella città come
festa e pieno di popolo. Indi v'interven- luogo di sua giurisdizione volle fdr bat-
ne il vescovo cardinal Lucciardi, prece- tere moneta per dimostrare ch'era signo-
duto dagli alunni del seminario, dai par* re di Sinigaglia, e cheavea podestà di bat-

rochi e dal capitolo, e seguito dal prela- terne, ed eziandio per onorarla di tale il-

to delegato con parte di sua congregazio- lustre prerogativa.\ cognizione di Re-


ne governativa venuti appositamente da posati però vi è una sola moneta che e-
Pesaro, dalla magistratura della città in spressamente porta suo nome, cioè di il

gran treno, dagl' impiegali governativi ,


rame con pochissima porzione d'argen-
da'consoli delle nazioni estere, dal conìan- to, di peso grani i4, già pubblicata dal
danteeultÌ2Ìali della guarnigioneaustria- Bellini weWa i!* Dissertazione (De mone-
ca. Vi assisterono pine superiori degli i tir Scnogalliae, :iell.i sua opera De ino-
ordini regolali, e molta nobiltà. Asceso il iietiM Iliiliae), ed era |trobal)ilincntc il

cardinale il trono, incominciò la messa so- quattrino. Occupa il primo campo una
VCL. LXVI.
2 10 SIN SIN
rovere, slemma della nobile famiglia del parte entro ad una ghirlanda di festoni
duca, colle lettere -^ F. M. Scnogalu vi è un animale che sembra volpe o lu-

DNS,c\oc Francisciis Mariae Senogal- po (veramente dice Muratori non potei


line Domlmis. L'opposlo campo ci dà a qualificare il quadrupede, e che la mo-
vedere un vescovo vestito cogli abili pon- neta gliela avea somministrata il museo
tificali, col nimbo in capo e la destra al romano del cav. Vettori); e dall'altra
zata in atto di benedire (e nella sinistra la mezza figura d'un vescovo, colle let-
reggendo il pastorale), e all' intorno iV. tere: S. Paulinus Senoga. Le altre due
PauUniis, ch'è come dissi il principal pa- monete segnate nella tavola di Reposati
trono della città: di questa e delle altre co'numeri V
e VI, e già presso di lui e-
seguenti Reposati ne pubblicò il disegno. sistenti, sono simili alla precedente, ma

Egli osserva, cbe se Francesco M.'^ 1 fa- di conio diverso, come rilevasi dal dise-

cesse coniare cpnesta moneta prima che gno. Queste sono di argento con porzio-
divenisse <luca d'Urbino, vale a dire nel ne di lega, e di peso .solamente grani 7.
novembrei5oi in cui divenne signore di Per avere queste 3 monete l' istesso ani-

Sinigaglia per la morte del padre, sino al male, che si vede in ima delleriferite mo-
3 aprile i5o8, non ha alcun fondamento nete di Francesco M.^ I, sembra che ad
d'asserirlo; ma è ciò probabile, poiché se esso possano attribuire, benché lo sles-
si

fosse stata battuta dopo che n'era dive- so tipo usasse Guid' Ubaldo II, poiché q ne
nulo duca, lo avrebbe probabilmente in- sii non si sa che facesse battere moneta

dicalo nell'iscrizione, come titolo più o- che in Pesaro. Parlando Siena della me-
norevole. Due monete simili possedeva il daglia descritta da Muratori, dice che il
Zanetti, le quali per non aver il nome di quadrupede figurava un lioncorno, for-

Francesco M." I non è facile il decidere se primitivo stemma del la città o del piin-
se appartengano ad esso oppure a Gio- cipe che la governava in quel tempo in
vanni della Rovere suo padie, a cui nel cui fu incisa e coniata. INIa il primitivo
i475i fu dallo zioSisto IV conferito il do- stemma della città fu sempre un pino con
minio di Sinigaglia col titolo di vicaria- due leopardi. Lo stemma di Sinigaglia

lo, aggiuntavi la bella terra e distretto il Siena lo descrive forniato da un pino


di Mondavio. Non è facile dmique il de- con pinocchi d' oro e piantato in verilti

terminare a chi appartengono, poiché il campo, nel cui tronco o fusto sono inca-
Carli, Delle zecche ci' Italia, dichiara non tenati due leopardi rampanti e metallati
poter dire quando incominciasse la zec- d'oro, e pardali di nero colle teste rivolle
ca di Sinigaglia. In una di tali ujonetesi aifianchi dello scudo blasonico. Il me-
leggeva all'intorno della rovere: D. Si- desimo storico pollando dell'antico go-
nigalie. Neil' altra ha : Civitas Sinigali. verno di Sinigaglia, dice che il governo
Quest'ultima è riferita dal Bellini nella politico e consiglio della città era coni-
1." Dissertazione, colla sola dilferenza ,
[)Oslo di tulli i nobili, e perciò arislucia-
che nella sommità del margine sopra la lieoda tempo immemorabile, onde lite-

rovere si vede una piccola croce, che in neva il titolo di consiglio de'nobili, l'ag-

questa si trova una rosetta. Tre altre mo- gregazione de'quali spettava al medesi-
nete vide Reposali appartenenti alla zec- mo consiglio, ch'era quello che distin-
ca di Sinigaglia, senza nomeo argomen- gueva la nobiltà dagli altri ordini del po-
to di alcun principe. Una di esse, eh' è polo. Il magistrato consisteva in 3 pub-
la 4\ '" riportata dal Rluralori (cioè la Ijlici rappresentanti che governa vano per
descrizione) nella l'j ." Dissertazione^Dcl- un bimestre, facendosene l'estrazione per
la zecca e del diritto o privilegio di bat- bossolo, il quale si rinnovava ogni bien-
tere moneta), nella quale moneta da una nio, e porlavauo il nome di confoicnie-
SIN SIN 211
ri, tulli essendo nobili. La dopo di
citlà là ecclesiastiche, civili e militai i, e colla
essere riloinala al pieno dominio della dottrina, ne fecero encomio vari scritto-
chiesa romana, eia iella dal cardinal le- li, come il Colucci nelle Anlichilà pice-
dalo a Intere d'Urbino, e per esso da due ne, ed il patrio storico Siena, con ripor-
."
giudici dottori e residenziali; il i col gra- tare di quasi tutti quelli che nominerò i

do di luogolenente che soprintendeva al meriti, i pregi e le loro prerogative; es-


governo politico ed economico,e conosce- sendo lodati cittadini di Sinigaglia per
i

va in grado di appellazione non solo le pronto e sottile ingegno, e per costumi


cause dell'altro 2. "giudice chianìato po- schietti e gentili. In santità di vita fiori-
destà, ma di tutto il vicariato di IMonda- rono : Sergio duca di Sinigaglia, Giulio
vio;al podestà appartenevano poi tut-
si Candiotti arcidiacono di Loreto, Serafì-
te le cause criminali, ed era anco giudi- na Palombi Arsiili. Servia Belardi Bis-
ce di I
." istanza nelle civili. Che il magi- conti fondò nel 16 5il convento del Car-
1

strato vestiva l'abito di lucco nero (ve- mine, e una cappellania nella cattedrale.
ste di cittadino fiorentino, usala poscia Maria Giovanna Cavalli eresse nel 60 T 1

solamente ne' magistrali, in latino (ogn, a'filippini la casa dell'oratorio. Mg, ^Tom-
e lo apprendo nel Dizionario della lin- maso Struzieri, uno de'più ferventi com-
gua italiana), come i signori della repub- pagni del b. Paolo della Croce fondato-
blica di Lucca, l'inverno di velluto, nel- le de'passionisli, vescovo di Tiene inpar-
l'estate di damasco, ed avea la residen- tihiis e vicario apostolico in Corsica, poi
za nel pubblico palazzo. Per indulto di vescovo d'Amelia, indi di Todi. Nelle di-
Benedetto XIV, nelle pubbliche funzio- gnità ecclesiastiche primeggia il regnan-
ni gii fu concesso l'uso della mazza d'ar- te sommo Pontefice Pio IX {^), nato in
gento, ad interposizione di lug.r Nicolò Sinigaglia a' i 3 maggio (e non marzo co-
Antonelli poi cardinale, benemerito della n!e per abbaglio è stampato in tale ar-
patria. Il consiglio de'nobili, aggiunge il ticolo)i 79'2, dall'illustre e nobile fami
Siena, godeva il diritto di eleggerei o ca- glia de'conti IMastai, che nel secolo XVI
nonici e 6 mansionari del duomo per di- espatriando dalla città di Crema si slabi-
sposizione di Lucatelli (delle quali nomi- lì in Sinigaglia, come ricavo dal giorna-
ne fece la rinunzia riportata di sopra), il le L'irnpar'ziale di Faenza de'3i agosto
parroco di s. Maria del Vallone, il cop- 1846, che dice. " D'allora in poi si tro-
pellano delle monache di s. Cristina, ol- vano molti membri della medesima co-
irei maestri, i medici e altri ufiiziali prov- me preposti della municipalità di Sini-
visionali dal comune. Attualmente Sini- Sotto Urbano Vili un Mastai co-
galli«.
gaglia pel cardinal legato d'Urbino e Pe- mandava nella città durante il bombar-
saro è governata da un governatore di- damento eseguito dalla flotta veneziana,
strettuale, al modo detto a Delegazioni nella qual circostanza l'ammiraglio della
APOSTOLICHE ed a Governatore; la comu- medesima perdette la vita, ed il suo va-
nale magistratura si compone del Gon- scello ammiraglio fu disarmato. Verso la

faloniere e di que'magistrati che descris- fine del XVII secolo i Mastai furono e-
siin tale arlicfìlo, ed a Priore per le ul- levati al grado di conti dal principe Far
time modilicazioiii, ove pure ne dichia- nesc duca di Parma e Piacenza, eciòiu
rai il vestiario. La
ha un cardinale città ricompensa de'prestati servigi. I Mastai
per protettore, e Gregorio XVI vi nomi- aggiunsero nome
il Ferretti (nobilissima
nò l'odierno cardinale Mario Maltei. De- fimiglia (V Ancona a cui accresce lustro
gli uomini illustri e degli eccellenti in- il vivente cardinal Gabriele commenda-
gegni che fiorirono in Sinigaglia e ono- tario perpetuo dell'abbazia delle Tre Fon-
rarono Ki pallia colla pietà, cullo digni- tane, dal P.ipa suo parente latto succcn-
2 12 SIN SIN
sivamenle segrelario de'memorlali, lega- di Parma. All'articolo Pesaro celebrai il

to d'Urbino e Pesaro, Kegietario di sta- vescovo Andrea de'coiiti Rlastai- Ferret-


to, neli852 penilenzieie maggiore e nel ti. Nelle prelature sono a nominarsi i se-
1853 vescovo suburbicario di Sabina, do- guenti referendari delle due segnature,
po avere appena eletto Papa concesso a e governatori delle primarie città dello
lui e nobile famiglia Ferretti di potere stato pontificio. Francesco M." Baviera,
inquarlare nello stemma gentilizio il pa- Gio. Giuseppe Baviera seniore, Gio. Giu-
diglione e \echiavì incrociate, insegne del- seppe Baviera giuniore e di molto inge-
la chiesa romana ad usarsi dalle
e solile gno, Giuseppe Ercolani e dotto autore
famiglie da cui uscì un Papa), in segui- d'opere, Gio. Ballista Baldassini, Paolino
to di una stipulazione di matrimonio col- de'conti Mastai-Ferrelti altro zio delPa-
l'ultimo ramo di questa famiglia, e la li- pa che regna, di cui parlai ne'vol. XLl V,
nea primogenita porta d'allora in poi ara- p. 187, LUI, p. iSg, per le cariche che
bo cognomi. Girolamo, il padre del so. n-
i funse, ed in moltissimi altri luoghi per
mo Pontefice, soggiacque come gonfalo- essermi giovalo della sua bella opera de-
niere a molte peripezie nel tempo delle dicata a Pio VI : Notizie storiche dell'ac-
rivoluzioni italiane e nella repubblica (del cademie d' Europa, con una nlnzione
I 7C)8). Un di lui fratello Andrea fu ve- pili diffusa dell'accademia nobile eccle-
scovo di Pesaro, e si rese celebre quale siastica di Roma, ivi i 792. Sono viventi
scrittore, per l'opera : Gli Evangelisti le- e di liete speranze alla patria, i rispet-
niti, tradotti e commentati". Prima del tabili prelati mg.r Gaetano Bedini arci-
cardinal Gio. Maria Maslai-Ferretli, ora vescovo di Tebe e nunzio apostolico al

Papa Pio IX, Sinigaglia avea avuto i se- Brasile, il quale avendo ricevuto ezian-
guenti cardinali. Cinzio Passeri Aldo- dio la missione pontificia di fare una vi-

brandini, figlio di Elisabetta sorella di sita pastorale agli Stali Uniti per esami-
Clemente VII I. Francesco Cherubini, no- nare lo stato della religione in que'pae-
Montalboddo, la cui famiglia sta-
bile di si,perciò è ili. "nunzio della Sede re- s.

bilita in Sinigaglia fu ascritta al consiglio catosi colà; e mg.r Domenico Cousolini


de'nobili (seguendo Cardella, non mi av- prolonotario apostolico e vice presidente
vidi del suoabbaglio, che lo chiama Cha- del consiglio di stato. Furono religiosi il-

tillon Cherubini, laonde in tal modo lo lustri:Bernardino de'conti Antonelli con-


riportai, e qui mi correggo). Nicolò An- ventuale, Bernardo Baldassini procura-
tonelli di famiglia di Pergola e ivi nato. tore generale de'tealini, Gio. Maria Zaz-
Leonardo Anlonelli,c\\emovi decano del zera, e Filippo M." de'conti Cassi, de'ser-
sagro collegio. Di questi due ultimi car- vi di iMaria; Antonio Solazzi procurato-
dinali ne riparlai in tanti luoghi, per la re e visitatore generale de'girolaminidel
loro celebi'itàjC ili. "come autore di ope- b. Pietro da Pisa, vicario generale de'cou-
re dotte. Il cardinal Luigi Ercolani era venli nel regno di Napoli, ed a riguardo
di nobile famiglia di Sinigaglia, ma nac- de'suoi meriti fu insignito da Clemente
que a Foligno, ed il cardinal Gio. Anto- XI dei privilegi degli ex generali; Giu-
nio Benvenuti nacque in Belvedere dio- seppe de'conti Augusti, procuratore ge-
cesi di Sinigaglia. Nella dignità episcopale nerale de'gesuili. Tra'ragguardevoli ec-
furono elevali Bernardino Buratti arci- clesiastici rammenterò Camillo Lucalel*
vescovo di Manfredonia, già vescovo di li dottore di leggi e canonista, vicario di
Voi turara,sede che occupò ilfralelloFran- più vescovi, celebre per generosa pietà,
cesco Maria. Federico fu prevosto e ve- poiché in morte del suo ricco capitale la-
.scovo della patria. Latino Beiiardi fu ve- sciò nel 1628 erede fiduciaria la comu-
scovo m/?ari/^M,ydiCoslanzaesuffraganeo nità di Sinigaglia, coil'ingiuuzione di fon-
SIN SIN 2 I 3

tiare nella caltedraleso canonici, e 1 2 mu- 1)1 uno Ti rabeschi. Furono egregi inge-
sici [)er hi cap[)ella della medesima, e che gneri e archilelti militari: Giulio Burat-
il t;ius dell'eiezione in peipetiio spellasse ti e Giuseppe Capocaccia. Di altri illustri

ai luaj^istialo pubblico. Però Alessandro andrò nominandoli in progresso dell' ar-


\l[ neliGjS ridusse i canonicati aio, i tic(jlù, qui però farò memoria degli ul-
musici a 6, per le diminuite rendite, e di timi fiorili dopo Io storico Siena. Il conte
recente il magistrato linunziò al suo di- Giacomo Beliardi poeta e letterato, co-
ritto, come dissi. Il comune per eterna- me lo fu il conte e cav. Giovanni Mar-
re la memoria di si insigne benefattore, chetti; Paolo Maierini matematico, Vito
gli eresse una lapide sotto le loggie del Procaccini Pucci naturalista, eil il ricor-
palazzo n)agistrale, e nella cattedrale di dato Pietro Ghinelli. Vanta inoltre Si-
Ileggio di Modena ove fu sepolto, come vi- nigaglia un gran numero di cavalieri di
' CJirio del vescovo cardinal d'Esle, un no- molti incigni oidini, ed anche alcuna ca-
bile deposito con onorevole iscrizione. Si valieressa. Il cospicuo ordine gerosolimi-
distinsero tra'consiglieii di stalo, amba- tano vi possedè 3 commende, una nella
sciatori, e residenti di principi e sovrani: città e con chiesa chiamata di s. Giovan-
Nicolò Tigbetti canonico valicano, e con- ni di Sinigagliaj l'altra nel suo territo-
sigliere di stato del re di Francia. Gia- rio denominala Maria di Filetto e u-
s.

como Arsilli consigliere di stato, e resi- nila alia precedente, e ambedue incor-
dente in Venezia per Francesco INI.' II; porale alla commenda di s. Marco di Fa-
lo furono ancora Marc'Antonio Daviera, no che sussiste; la 3.' di s. Anastasio nella
e Sigi.<mondo Stretti Quarlari. Cav. Li- terra di Scapezzano, le quali tulle si cre-
vio Passari ambasciatore di Guitl'Ubal- dono antica fondazione de' cavalieri ge-
do II a Massimiliano II imperatore. Gian rosolimitani di Sinigaglia. Si può vede-
Jacopo Baviera fu deputato da Sisto IV re il breve di s. Leone XII, ExposiUini
a prendere possesso della rocca di Sini- Nobis^ de'4 giugno S2^, Bull. lìOf/i. coni. I

gaglia pel nipote. Conte Uernardino An- t.iG, p. G3 : Confìrmado deliberationis


tonelli esercitò vaiie ambascerie, ^'ell'ar- captile a fratribus niiliùbus hospitalis s.
ujì si resero per valore e perizia milita- Joannis Hierosoliniyiani .luper unione
re commeudevoli: ["""rancesco M.' II della honorum convntnclac Fani et St-nogai-
Rovere duca d'Urbino, celebralissimo ca- liae alteri (juae a s. Petrignano de Sa-
pitano; conti Antonello, Piermnlteo e
i xoferrato inprioralu romano nomen ac-
Filippo Antonelli; Gio. Francesco DaUIas- ccpit.
sini, conte Alessandro Baldassini, Asca- Il governo distrettuale di Sinigaglia
nio Alberlini seniore e Alessandro giu- comprende oltre il governo di Sinigaglia,

niore,I\licIielangeloljeliardi,Eusebio,Ga- pure quello Mundaviu che ha il pro-


di
spare e Gio. Battista Cavalli; Francesco prio governatore, e delle comuni e luo-
M. "Baviera, Franceschi no^Iarcliet li, Pier- ghi che contengono due governi ne trat- i

gentile de Novis, Ventura Aquilini, cav. to a Urbino, descrivendo la lega/ione a-


Ascanio Passari, Gio. Bartolomeo Fagna- poslolica d'Urbino e Pesaro. Intorno al-
iii. Fra'giureconsulli si resero più cele- la citlà vi sono 4 borghi grossi e mollo
bri: Gio. Francescu Albertini,GaspareTe- popolati, cioè il borgo Pace, il borgo Sque-

sini, Prospero Bisconti, Tranquillo Ain- ro, il borgo Portone o s. Sebastiano, e il


brosini, Domenico Benedetti, Gio. Bat- borgo Penna. ^ ivono gli ebrei in sepa-
tista Pas<(uini seniore, e Gio. Battista giu- rato recinto chiamalo ghetto, ed hanno
• iiìore. Si distinsero fra' poeti e niusofi : una sinagoga di moderna struttura e ricca
Fiancesco Arsilli, anche insigne medico; (li ornamenti. Il clima è benignissimo, l'a-

Girolamo GabiicllijGiuscppcTiiaboschi, I ia buona, teui perula e gradevole Aulica-


2 I
4 SIK S I i\

snenle eia alquanto nociva a cagione del Scapezzano e Roncitelli, ma prima mol-
le saliuee paludi che esistevano dalla parte te erano le terre soggette, e fra queslePiipe,
di levante escirocco presso il borgo Penna Tomba e Monte Rado, le quali si gover-
e versoAncona,le quali portavanoalla cit- navano da'genliluomini di Sinigaglia con
tàpregiudizievoli vaporijmaessendo slate titolo di capitani ; ma poi Monte Rado fu
diseccate da Guid'Ubaldo 11 verso il 070, i donata dal comune di Sinigaglia alla du-
Sinigaglia ricuperò la salubre e piacevo- chessa Eleonora Gonzaga vedova di Fran-
lecondizione in cui l'avea costituita la na- cesco M.'^ \, per pubblico consiglio del
tura. Secondo il riparto territoriale pub- 1539, in cui dicesi che prima fosse nel-
blicato nel 1836, la popolazione di Sini- lo slesso modo ceduta dal comune anche
gaglia ascendeva compreso il contado a R.ipe. Possedeva eziandio Sinigaglia al-
1 1,932 abitanti, il distretto 25,986jquel- tre terre e castelli, come Monte s. Vito,
lo di Mondavio 13,178, ma di molto si IMorro e Albarello poi distrutto, le qua-
è la popolazione accresciuta: la sola città li nel 1 2 I 3 furono cedute a Jesi. Soggiac-
co'borgliieil porto ne conta più di 1 2,000. (juero inoltre alla giurisdizione di Sini-
Nana il Siena, che Sinigaglia è assai po- gaglia tutte le terre e castelli del vicariato
polata e abbondante di viveri: si esten- di Mondavio, finche durò nella signoria
de il suo territorio 5 miglia in lunghez- della cillàGiovanni della Rovere infeuda-
za verso Ancona, 3 dalla parte di Fano, to da Sisto IV di Sinigaglia che del vi-
s"i

e 7 verso la montagna, perciò esuberan- carialo, per cui il luogotenente residente


te al mantenimento della popolazione, an- nella città era giudice d'appello del vi-
che per la fertilità del terreno e sua buo- cariato, per legge dello statuto. Un ameno
na coltivazione. Fra saporitissimi erbag- i luogo della città per passeggiare è il molo,
gi e legumi, si ha in molto pregio la len- che s'interna in mare, formalo di traver-
ticchia e sene fa esportazione. 11 pesce ec- tini d'Istria, e presenta il punto di vista
cellente e abbondante, si spaccia nella pe= il pili pilloresco: la via esterna che vi con-
scheria nel Foro annonario e di cui for- duce è fiancheggiala dalle mura castel-
ma il prospetto. I dintorni presentano a- lane, e prima del suo termine era Porla
raenissime campagne solcale da feconda- Marina, donde si procede al delizioso pas-
trici acque, che le scorrono per mille di- seggio, e pochi passi fuori di tal i)orta si

rezioni bei colli sono qua e là seminali


: i trova non il lazzaretto, come lo chiama-
di biancheggianti casini, e non pochi di rono alcuui,cheSinigaglia non l'ebbe mai,
que'Iuoghi fermano lo sguardo del viag- ma un camerotto limitrofo all'uHlcio sa-
giatore e per Tincantevole posizione, e per nitario e che serve in qualche rarissitna
le sloriche rimembranze. Apprendo dal circostanza a tale scopo, quindi a fianco
Siena che nel medesimo territorio vi so- del canale è il detto ulllcio di sanità. La
no sei pievi ripartile per le sue ville, cioè porta Marina fu atterrata nel i836 per
s. Giovanni in ]Monlignano, s. Silvestro erigervi la barriera, che per le beneficen-
nella villa omonima, s. Maria del Filet- Gregorio XVI fu della Barriera Gre-
ze di
to, s. Angelo nella villa di tal nome, s. che poi descriverò co'molivi che
^^oriVz«(7,
Maria del Vallone, e s. Michele del Bru- indussero tale costruzione. Chi si reca al
gnetto, oltre la celebre abbazia commen- molo sul cader della sera, vede di fron-
dataria di Gaudenzo, risarcita da Cle-
s. te l'ampiezza del mare, oltre le monta-
mente XI quaudo n'era abbate il nipote gne Schiavonia, tutto pur godendosi
di
cardinal Annibale Albani^ che v' intro- dalle finestre della città dalla parte o- :

dusse in ogni festa la celebrazione della rienlale promontorio d'An-


si scorge il

messa. Sotto la giurisdizione di Siniga- cona, e dalle altre parti la città. Quivi è
{j;lia a tempo del Siena erano i castelli di il porlo propriamente dove sbocca il pie-
SIi\ SIN ai5
colo fiume Misa, clic nelle catte Jel me- associazione col progetto, intitolato; T'or-
dio evo cliiamasi Nevola, seconclocliè pie- zo Canale di Sinigaglia, sua situazione,
tende affermare il p. Brandimarte, Pli- UiK'ori ideali eseguili, e quali di questi
nio illustralo nella descriziont del rice- sia dapresciegliersi per Usuo stahilinien-
no p. io3j il quale aggiunge che interse- lo, Memoria. Poi nel i
8.^ pe'medesimi
ca la cillà e forma il canale e porlo, che tipi Lazzarini di Sinigaglia : Progetto di
si riempie di legni mercantili in tempo lavori al Porto Canale di Sinigaglia a
delle fiere chesono le più celebri di tutta stabilimento anche ad altri simili porti,
r Italia. Tultavolta è da avvertirsi, che presentato da Secondo Z>o/V//. Questo por-
il Nevola è un fiume disliuto dal Misa, to non è mai stato gran cosa, ed esso col
di cui è confluente. Sebbenesia molto pro- canale e il fiume incanalato sono una stes-
lungalo il molo, la spiaggia sottilenon sa cosa, e gli antichi si servivano del let-
permette chele grandi navi mercantili vi to del fiume a ricovero de'le^ni. Ma le
entrino, a motivo delle scarse acque del arene e le breccie, che il fiume traspor-
canale l'ormalo dal fiume più basso del ta nelle piene, le arene de' fiumi supe-
niare,e tuttavia per lungo tratto ne ri- che il mare vi conduce, e che col
riorij
ceve le sue abbondanti acque, the sup- moto ondulatorio ributta vicino la foce,
pliscono alla scarsezza dell'alveo. E già l'hanno sempre ostruita, e doveano ren-
si è molto tentato per rimediare a tanto dere indeterminalo il luogo di entrata nel
inconveniente, ma nulla si è felicemen- come succede ne'limitrofi fiumi Ce-
letto,

te conseguito. Non è mollo tempo che lo sano ed Esino. Non è vero che a deter-
zelo e le cognizioni nautiche di Secondo minare il luogo permanente di questa fo-
Boidi di Sinigaglia, capitano di marina al ce gli antichi (ecero delle costruzioni mu-
lungo corso e custode del Porlo Canale rate, ed incominciarono moli di que- i

di sua patria, propose un nuovo piano, sto porto, siccome scrisse alcuno. Nel G7 o i

intendendo mediante
di spurgar le rive il vescovo Marazzani curò ad onta delle
le correnti del mare. Egli progettò con opposizioni della nobiltà ili Sinigaglia, che
mezzi speciali di riunire tali correnti, di re- le sponde che allora erano sotto le mu-
stringerle e aumentarne il volume, e ri- ra castellane dividenti il borgo dal por-

slrella la corrente con tale violenza crede to similmente circonvallato, fossero uuar-
che si riproduca reffetto dello spurgo di iiite di muro; onde le barche vi avesse-
quelle materie depositale dalle piene del ro un più como<lo posteggio. La foce pe-
fiume. Questa corrente ntarina spinta al- rò di questo Porlo Canale s'interri va con-
la [)rofondilà determinala, secondo le sue tinuamente, e il comune Gace eseguii e dei
dimostrazioni, toglie tutti i ba!>si fondi e moli in mare, onde ricercare un fondale
ripurga la spiaggia, fissandola a quel de- d'acque più sufìiciente e migliore, senza
tet minato proporzionale alle desiderate osservare che toglie vasi al marcia sua for-
altezze. IMolti applaudirono il Boidi, che za cogli ostacoli murati, e proilusse innal-
confidava poter felicemente riuscire nel zamento pregiudizievule al letto del ma-
suo proposto, e così meglio provvedere le. Dice il Siena, che avendo il porto molto

al comodo di sua amata patria,e immenso palilo, Alessandro Vili del 1689 ne or-
vantaggio del commercio sì interno che dinò il risarcimento e riparo, laonde la

esterno; non n)eno di stabilire un meto- magistratura gli eresse cpiella marmorea
do inverso all'usalo, applicabile a'Porli isciizione ch'egli riporta colle iniziali iV.

Canali di tutte le nazioni. A tale elfello /*. Q. S. ^Sinigaglia per la propria postura
egli stampò di verse descrizioni con tavole, e per antico costume de'ciltadiui, è città
e il risultato delle sue meditazioni. Pri- liitladata al commercio, ed il suo com-
ma e nel 1 8 \i un opuscolo o JJunifcslo di mercio è tale clic ha in se molta di ver-
2.6 SIN SIN
sita dal comune; che non istà iu un traf- no da suo padre un braccio e altre ossa
iico, in una permulazione di merci an- dis. Maria Maddalena, unitamenlea mol-

nuale, tranne quello suo allivo e parti- te reliquie dei suo fratello s. Lazzaro, le

colare di cereali, fruita, formaggio ec. ;


quali poi si collocarono nella chiesa eretta
ina nell'introdurre in 20 giorni dell'an alla santa dichiarata protettrice della cit-

110 tanta ricchezza, quanto basti alle spese tà, la quale fu posta fuori di essa per le

dell'annata. La qual cosa avviene nel tem- fortificazioni di Guid'Ubaldo II, indi per
po dellafiera volgarmente delta della Mad- la narrata ainpliazione della città vi fu
dalena, perchè incomincia a'20 loglio an- di nuovo compresa; ma le reliquie, come
tivigiliadella fesladi talesanta,eperquan- dirò,furono portate nel Bergamasco. Si co-
lo dirò, forse la più rinomala e pili ric- minciò allora a solennizzar eoo gran pom-
ca di liilla l'Italia, poiché ivi e per la fa- pa la festa della santa a'22lugliocon inter-
cilitàche le oOre 1' Adriatico, e la vici- vento di numeroso popolo, anche de'vi-

nanza del porto libero d' Ancona^ con- cini e lontani luoghi, e la fiera avea prin-
vengono mercanti di tutte le nazioni, tal- cipio 3 giorni innanzi la festa, e termi-
ché Sinigaglia in que'giorni polè un tetn- nava altri 3 giorni dopo. Saccheggiala e
pò dirsi l'emporio del commercio euro- quasi disimi taSiuìgaglia dai saraceni con-
peo. Diversi sovrani tengono in Siniga- dotti da'capitani di .Manfredi usurpatore
glia i loro vice-consoli residenziali, e vi del regno di Sicilia [f^.) nel i 264, i suoi
sono quelli d'Austria, Danimarca, Prus- abitanti si rifugiarono ne' vicini castelli,
sia, Svezia, Belgio, Francia, Inghilterra, finché cessato ogni timore cominciò di
]Napoli,Sardegr.a e Toscana. La (ìcra fran- nuovo a ripopolarsi, ed a celebrarsi la so-

ca di Sinigaglia servì a dare alla città un lita fiera, principalmente di poi sotto gli

nomecelebie ne'fasti del commercio: tutti auspicii di Sigismondo Malatesta signore


i popoli vi mandano le loro merci, e nel- i4 ottobre 464 l'tornò
di /i///n/ii (/^'.).A' 1

lo scorso secolo era fioritissima pel con- Sinigaglia sotto l'immediato e soave domi-
corso de'Ievanlini, ed era una scala per nio de'Papi,e nel capitolalo fu guarentita
mantenere ([uel conimercio coU'Europa. alla città la stabile conservazione de'privi-
Presentemente conservando parie di quel legi che nel signoreggiarla le avea con-
commercio, distrailo altrove pe'cambia- cesso il Malatesta, e precipuamente l'an-
nienli politici e commerciali, si mantie- tichissima fiera della IVJaddalena. Quindi
ne la fiera con l'accesso delle merci e ma- per atto solenne nel giorno seguente mg.'
nifaltuiedi lullciEuro[ìa,e più particolar- Giovanni Vaiinucci vescovo di Perugia
mente sono ubbondanlissime quelle che e governatore di Fano e della Romagna,
col poco prezzo allettano gli abitanti degli nome del Papa Paolo li annuì alle ilo-
il)

stati che ne hau no bisogno. Su questa gran mande de'siuigagliesi sulla conservazio-
fiera più particolari notizie ci die il cav. ne della fiera fianca con questo articolo.
IMunti dircllore generale delle fiere, nel- » Ilein se addìmanda secondo le nostre
le Notizie islor ielle sull'origine delle fie- consuetudini in questa nostra cillà,olto
re dello italo eeelcsiaslico, Roma 1828. dì innanzi, etolto dì da poi s. Maria Mad-
Di quella di Sinigaglia tratta a p. 67 nel dalena solemo fare la fiera salva e segu-
niodoseguenle,a cui faròaggiuateeschia- ra in detta cittàj e possa venire d' ogni
rimenli per altre mie studiose ricerche. rason di inercantie,e senza pagnre alcun
La celebralissinia fiera di Sinigaglia egli dalio et gabella, et ogni possa stare sal-
la dichiaia per lai ."d'Italia, e la cui o- vo e seguro per debito, et per ogni ma-
liginerisale al 12 00, in occasione che Ser- lefilio j eccello non fosse ribello della s.

gio conte di Sinigaglia sposò la figlia del romana Chiesa, et de nostra Comuni là.
principe di Marsiglia, la quale ebbe in do- Placet excepia rcbellione,cl ìiomicidntiii
SIN SIN 2.7
(sotlosciisse il prelato). " Alessandro VI la città,ed a'Iuoghi a noi soggetti, nes-
(sebbene già Sinigaglia era infeudala ai sun danno al popolo, e nessun detrimen-
lioveiesclii, i (|iiali pure concessero pri- to al pubblico commercio; e perchè di
vilegi alia (iera, allora era occupata dal questo avvenga la piena libertà, prolun-
famoso Cesare Borgia ex cardinale) o me- ghiamo il tempo della fiera a 5 giorni di
glio Cesare Borgia suo fjglio,con chirogra- più del solito, cioè in (juesto modo, che
fo de' io giugno i5o3 confi^iiiiò lutti i pri- la (leia di Sinigaglia abbia luogo, secon-
vilegi della città, com[)reiisivameule (jnol- do il costume, 8 gioini prima della fe-
lo della liera. Leone X a'3 novendjre 51g i sta di s. Maria Maddalena, e che conti-
stabili la fiera dal giorno di S.Francesco nui fino a 9 giorni dopo. E aflinchè du-
il 4 ottobre a lulto il mese, ed alcuni vo- rante detta fiera si accresca il commer-
gliono che due fiei-e annue si celebrasse- cio tra'noslri sudditi e gli stranieri mer-
ro; ma dichiara Monti che non è vero- canti,che da diverse legioni per tei la e
simile che si potessero eseguire due fie- per mare con varie merci utili al vitto,
re, una tanto d'a[)[)re8so vicina all'altra, e all'uso comune della vita necessarie, vi
bensì può credersi che fosse stata per qual- si recano con gran numero di navi e di
che cagione trasportata quella della Mad- cavalli, e il concorso ogni giorno possa au-
dalena; tanto più che Benedetto XI V (col- mentare, confermiamo tutte le grazie, iin-

la bolla Palernae chariuilis,(ie' 24 n\unilà e privilegi, e concediamo sicuro


'^o'-''
sloi744>^"^^- flJf'S'i- 1. 16, p. 220), nel accesso e libera usci la. "Le successi ve o
2 uer-
confermare e ampliare di privilegi la fìe- re e rivoluzioni incominciate nel decli-
la tla celebrarsi per la festa di s. diaria nar del secolo passalo, e proseguile nei
Maddalena, riporta di essere questa stata primi aimi del corrente, avendo intera-
sanzionata da' suoi antecessori, special- mente sconvolto il commercio, l'epoca pre-
mente da Urbano \ HI, sotto il cui pon- scrittanon erasi più osservata, o veniva
tificalo si efifelluò la devoluzione del du- anticijtata la fiera a richiesta della città
calo d'Urbino, e in conseguenza di Sini- e de'comuìercianli, e così davansi proro-
gaglia che ne faceva parte. ÌL siccome nel ghe al termine della medesima,con grave
tempo della fiera restavano incluse le fe- pregiudizio de' negozianti di ragione, di
ste della domenica, di s. Giacomo apo- quelli cioè che formano la parte più im-
stolo e di s. Anna, nelle quali mercanti i portante e migliore della fiera, e che non
facevano esercitare le opere servili, come ispacciandoal minuto le merci prolunga-
fcelali giorni non fossero festivi, Benedetto vano la loro dimora con grave dispendio.
XIV colla medesima bolla, per togliere Pio VII mal solfrendo tal disordine, coi
questo scandaloso abuso, proibì ogni sor- molo proprio La variazione della darala
ta d'opera servile in detti giorni, colla mi- (Iella rinomala fiera di Sinigaglia , dei
uaccia delle censure ecclesiastiche a'con- 22 luglio i8i8, Bull. Rom. coni. 1. 5^ 1

travventori dell'osservanza dellefesle che p. 74, stabilì che la fiera nel futuro 18 ig
ricorrono in tempo di fiera. iNou volendo e in progresso avesse principio a'20 lu-
poi recare alcun danno alla mercatura, glio, per terminare dopo 20 giorni inclu-
prolungò la fiera ad altri 5 giornij per sive senza proroga di sorte alcima, sotto
compensare i festivi intermedi; e nel 1
743 qualunque titolo pretesto, come tutto-
con quella disposizione che riportai a FiE- ra con precisione si osserva, e perciò ai
HA, Benedetto XIV pubblicò utili dispo- 9 di agosto dovesse infallantemente ter-
sizioni sulle altre fiere che si celebrava- minarsi, e compreso l'imballaggio. Pro-
no nello stato pontifìcio ne'giorni teslivi. pria(nenlela fiera termina alla mezza not-
Di^pose pertanto Benedetto \i\ : »' I*er- te del dì 8 agosto, dopo essere slate chiu-
thè ucSaUU daUUu Icujjjoiulc awcn^aal- se le dogane al tiauiuular del sole^ e lo
2 I « SIN SIN
sparo doi cannone alla mezza nolle an- fizio del bollo, per le manifatture d'oro
nunzia il termine della fiera e della fran- e d'argento; le pene per le contravven-
chigia, come ne
avvisa il suo principio. zioni, ealtri regolamenti. Durante la fiera

In seguilo accordarono due giorni di


si si aprono ledoganedeirAmpliazione,del
proroga, cioè il q e o agosto, per ultimare
i Porto, di Porla Colonna, di Porta Bra-
l'imballaggio, ed altri 3 al solo elFetto di schi, delle Assegne, per le diverse specie
eseguire le spedizioni e rimbarchi, o il de- di dazi e operazioni doganali: nell'ulti-
posito alle dogane. Nel tempo della fie- ma dogana, che si apre dieci giorni pri'
j-n risiede in Sinigaglia il cardinal legato ma, e si chiude dieci giorni dopo la fie-

d'Urbino ePesaro,ed in sua vece il preiato ra, si danno le assegne delle merci sog-
delegato apostolico. Ogni anno si pubbli- gette a questo vincolo. Terminata la fie-
ca la notificazione sulla celebrazione della ra, restano aperte la dogana di Porta Co-
fiera di Sinigaglia, nel nome sovrano, pri- lonna per la spedizione delle merci che
ma dai tesoiieri generali, e ora dal mi- ancora si trovassero nella città, e la do-
nistro delle finanze, e tiene luogo anche gana dell'Ampliazione per la bollazione
ili regolamento, dichiarandosi: che tutti degli equipaggi, e per l'ullimazione de-
<jueili che concorrono alla fiera e gli a- gli atti relativi a'cootrabbandi. Alcuni cal-
bilanli di Sinigaglia godono nel perio- colando commercio che si fa durante
il

do della medesima di tutti qua' vantag- questa fiera, presentano una cifra di io
gi, privilegi e franchigie, che sono stati milioni di scudi; ma nulla si può stabi-
accordati ne'precedenti anni in conformi- lire di positivo, COSI del prodotto delia do-
iG febbraio 1787, in quanto
tà dell'editto gana. Grande e copioso è il concorso di
chenon si oppongano alla nolificazione.Si questa rinomatissima fiera, sia di statisti,
ponno leggere le norme nella Raccolta diedi tutte le nazioni, provenienti da tut-
delle leggi e disposizioni di jjiLbhlica ani • contrade e specialmente dal levante,
te le
rninistrazione,e\\s\ tioveraimo: ledispo- olire il fiore della mercatiu'a italiana; in-
sizionie regolamenti per la fiera, la proi- concepibile è il commercio che d'ogni sor-

bizione della proroga oltre il io agosto, ta di generi esteri e nazionali si fa nel ri-

le norme sulla pesa facoltativa, quelle sui stretto spazio di 1 5 giorni, nel quale i su-
generi di pri .ati va, sulle visite personali; perbi portici sono occupati da'negozianli,
la concessione a' sinigagliesi di acquistar convertiti in fondachi e olllcine. Altret-
senza dazio i generi necessari per l'inte- tanlebotleghedi legnos'innalzanodi fron-
ro anno e non piìi, perciò soggetti a ve- te sul bordo del canale, e dovunque le
rifica eapprovazione del gonfaloniere; le piazze e le vie olFiono un Le mo-
largo.
disposizioni sui contrabbandi; l'istituzio- bili tende sono artificiosamente tirate in
ne d'un tribunale temporaneo pe'giudi- guisa, che temperano raggi del sole, e i

zi relativi alle frodi durante il tempo della si aprono dopo l'occaso, onde sollevarsi
fiera franca, e da chi composto, e che fi- Colla fresca aura marina.Le numerose bot-

nita la fiera le dette cause passano al tri- teghe da cade nella crociera del Taglio, a
bunale ci vile e criminale di Pesaro;, le di- dovizia fornite di rinfreschi, ornate con
scipline doganali pe'magazzinijie denun- eleganza, aflluenti sempre da nuova mol-
zie che devono fare i negozianti diSiui- titudine, presentano il più gradevole spet-
gaglia prima della fiera, il dazio de' ge- tacolo, specialmente (juando alla luce del
neri gieggi e prodotti nostrali, e dispo- giorno su[)[)liscono ilunii nollurni. Ivi co-

sizioni a essi relative; le concessioni a'con- me ne'fondachi si odono parlare diverse


tadini e poveri abitanti di Sinigaglia, e favelle, e si atnmiranoinnumerabili esva-
agli altri della slessa città e suo territorio, riaticoitumi. Questa cillà,ovesi gode pia-
meno i negozianti; (juaulo riguarda l'uf- cevole quiete e lran(juillilà ucl resto del-
SIN SIN 219
l'anno.perlafieiain un istante si converte t re,benchè l'a v v. Castellano dice clie si pre •

in un indescrivibile nnoviuicnto, clie si e- già tli avere l'origine la meno controversa


stentle per liitla ipianta Sinigaglia. La co- ilellc; eillà marchiane; bensì ha la singu-
mune occupa ogni anno ili far eseguire
si larilìi,che sebbene ha piìi volle distrutta,

nel teatro eccellenti produzioni musicali, sempre occupato la medesima superficie,


chìamandoda ogni parte migliori virtuo-
i come provò l'anonimo autore della Lei'
si si di canto che di ballo, oltre gl'infinili lem Parenelica, ossìa d. Gio.BatlislaTon-
oggetti di cuiiosilà clie sono portali nel dini di Brisighella, contro il Colucci,chc
tempo di fiera per divertiregli accorrenti. nella Disseriazione de i'ari popoli die
L'avv.° Castellano, Lo stalo Pontificio, hanno abitato il Piceno, avea detto (ma
descrivendo Sinigaglia e la sua clamoro- poi si corresse) che Sinigaglia è situata
sa fiera, parla ancora dell'altra fiera che sulle foci del Cesano, asserzione falsa che
ha luogo a'22 luglio, di bestiame d'ogni Lcjnfutò il Tondini, rivendicindo a Sini-
specie, e vi si vedono mandrie numerose gaglia il suo bel vanto che si tentò toglier-
di cavailidi Dalmazia, che diconsi schiavi le, llicendo vedere che dessa è fondata so-
oschiavoni,noti perla piccolezza e agilità, pra lestesse sue vetuste rovine, il che chia-
le quali passano poi alla fiera che si tiene laineute confermano monumenti trova-
i

presso Asisi in occasione deli' indulgen- li negli scavi della città e dal medesimo e-

za del perdono o Porzìuncola (^.). In- numerali e descrilli. Inoltre Suii"ai»lia si

oltre aggiunge che al terminar della fie- pregia, che i pili celebri e rinomati scrit-

ra grande dispare in un attimo la mol- tori sì greci che latini, tanto antichi che
titudine, e dà luogo agli abitanti alle or- ii.oderni (che siponno leggere cilati nel

dinarie occupazioni. Che per un tempo patrio istorico Siena, quali mi i dis[)ens(j
Sinigaglia godè i vantaggi permanenti di dal ricordare, perla brevità a cui con pe-
porto fianco, ed ebbe pur stabile il tri- na sono costretto dalla condizione com-
bunale di commercio, ma dipoi tali fran- pendiosa di questo mio Dizionario) ne ,

chigie, e le sessioni del tribunale torna- hanno celebrato l'antichità e le segnalale


rono sull'antico piede, e ristrette ai sum- prerogative che la distinguono nel Pice-
inentovati giorni di luglio e agosto. Pe- no Annonario, eia fanno primeggiare tra
rò non è più vero die finita la fiera cessi le piìi ragguardevoli città della Marca An-

il tribunale commerciale, il quale è per- conitana. Il suo primitivo nome fu Sena,


manente. Vi si tiene poscia a'28 agosto ch'ebbe dai galli senoni che l'edificarono,
allrn ricca fiera di bestian^e e di merci cioè da que'galli venuti ad occupare per
iniligene. Rimarca Callndrij che prima la 2.'^ volta la nobilissinia Italiawx mag-
dcli82Q in Smigaglia fu eretta una fab- gior numero, sotto il comando «.lei famo-
brica di candele di sevo, il qual gì asso era so Crenno loro duce, che calati dall'.Alpi
ridotto a tal perfezione, che nella forma, Cozie si estesero per la via Emilia dal fiu-
aspetto e condjustioue eguagliava quasi me V'iti o Utente, oggi Montone che scor-
le candele lormatecolla cera, aia la fab- re presso Forlì (/ .), dalla parte d' occi-
brica durò poco. Ilecentcmente una so- dente ove confinavano i galli boi, sino a
cietà di azionisti per cura del magistra- Ravenna, che restò in potere de'galii se-
to ha formato uno stabilimento assai co- noni insieme con /ì////m'(/^ .)_.ed inoltran-
modo e ileccnle per bagni marini fissi e dosi per la spiaggia dell'-Adriatico occiipa-
natanti, e bagni di acqua dolce, che già rono il paese sino alla foce del fiume E-
furono assai freipientati. sino, che scorre fra Sinigaglia e Ancona,
Sinigaglia, Scno' Gtdlica oScuogallia, allora termine de'piceni e dell'aulica Ita-
poi comunemente delta Sin libagliti, ha la lia, l'er larghezza poi si dilalaruno dal
sua origine couttu versa al pari delle al mare fino alle città di Jc»i, 0»tracSua-
2'>.o SIN S 1 N
bit, occii{)nte pfuinienti da'senoni ilopo a- na già detto Terra vecchia. I galli seno-
vt;rne caccialo gli iimbii, che ritiratisi ver- ni preferirono la loro Sena alle città tol-
so i^li A pennini nelle loromontane, città te agli umbri per principale loro sede, e-
ga^liartlamenle vi siGià a
fortificarono. ziandio perchè collocata sulle frontiere
iVc//^ e altrove ragionai de seiioni, popo- dellaGalliaCisalpiua. Il Compagnoni nel-

lo [KAeiìteótWa Gallla[P'.)Ce\ùca oLio- la Reggia Picena riferisce che la regione


iiese, e come scesero in Italia, delle loro di Sinigaglia fu anche delta Gallia Pi-
conquiste naì Piceno {^f^.) Annonario ,pev cena, ma pih tardi. Anche Baldassini nel-
loro detto Gallici Senonia/i quali ebbero le Memorie isloriche di Jesi conviene che
per capitale Sena po'iSiuigagliajtWas'ì del- i galli senoni appellarono Gallia Senonia
le loro guerre co'romani, come furono tutto il paese occupato agli umbri nel Pi-
sconfìtti, come romani fecero la colonia
i ceno, e ne fecero capo Sinigaglia. Del vo-
di Rimini per un tempo capo della Gal- cabolo Sena e di Sena Galli, come la no-
jia Senonia o Togata, ciò che altri nega* minarono vari scrittori, perchè fu la ca-
no, cicilai gliarlicoli ove trattai di tali po- da Sena
pitale de'galli, e per distinguerla
poli celebri e valorosi. Seguì il passaggio di Etruria, oggi chiamata iS'/e/?a(/^^.), ne

de'galli senoni in questa contrada l'anno tratta il p. AntonioBrandimarte, Piceno


appunto in cui da'popoli di Toscana o e- Annonario ossia GalliaSenonia illuslra-

truschi fu tenuta l'assemblea al Fano o ta, Romai825. L'avv. Castellano riferi-


tempio di Voltunna presso Viterbo, nel sce, che i galli senoni, quando ebbero in

quale fu risposto agli anìbasciatoride'ca- parte il tratto circoscritto dall'Apennino,


penatiede'l'aliscijChegli etruschi non pò- dall'Adriatico, dall'Esi e dall'Isauro ora
tevanodar soccorsoa f^^eio (T.) da'roina- Foglia, misero a ferro e fuoco le murate
ni assediata, vale a dire l'anno diPionia città uudjro-etrusche che vi trovarono,
356 o 358, ossia SyG o 398 avanti la na- ma stanchi poi della vita vagante che me-
scita di Gesù Cristo. La fondazione poi di navano per le campagne, qui convenne-
Sena, in oggi Sinigaglia, il Siena la sta- ro,edi(ìcaronola città sulle marittime are-
bilisce in tale 38
anno, o secondo altri al i ne, e Sena la chiamarono, costituendola
primadi lalefeliceavvenimento; ma sem- metropoli loro, e ciò dice essere avvenuto
bra a Muratori più probabile 444 3""' presso a Gsecoli innanzi la nostra eraona-

innanzi l'incarnazione dello stesso divin scita di Gesù


Maggiore poi e più
Cristo.
Verbo, seguendo gravi scrittori. La città antica è l'origine che dà a Sinigaglia il d.'^
da'senoni fu appellata Sena, nomechedie- Olivi, imperocché dichiara che galli se- i

rono al fiume sulla cui foce l'edificarono, noni fabbricarono nell'anno i 57 dell'e-
la

il quale in seguilo fu detto Misa, col qua- dificazione di Roma. Dominando seno- i

le si chiatna, e fatta loro capo e metro- ni la regione, Sena divenne assai celebre
poli, non che del tratto di paese da loro e rinomata pel valore de'senoni stessi, che
tlctto Gallia Senonia, ossia dal fiume U- eransi resi più formidabili de'galli cisal-
tenteall'Esi, divenendo la città altresì ba- pini, e il grido del loro nome suonava te-

se delfamoso triangolo, che formarono i muto Per quanto narrai ne'ci-


in Italia.
gran campi della Gallia (/^.) Cisalpina tati articoli, avendo senoni assunto le di-i

fra l'Apeunino e il seno del mare Adria- fese del l'ol t raggia toAr unte oArunce, mar-
tico altra prova che Sena fu fabbricata
: ciarono per punire il lucumone di Chiu-
nel medesimo silo in cui giace Sinigaglia, si capitanati da Brenne, ove rotta guerra

e conforme a' suoi avanzi in vari tempi co'romani arditamente si recarono all'as-
scavali ne'fondamenti delle fabbriche an- sedio di Roma (^.), l'abbatterono e in-
licUe, sìdentrochc fuori delia città, e siu- cendiarono verso l'anno 365 di tal città.

golarmeute nel [nalo di s. M.' JMaddale- Slavano per espugnare il Campidoglio


S I i\ S I N 27. r

(/'.), quando vennero ad acroi di, che per tino (^.), con memorabile ballaglia nel
|j loro soveicliia prepotenza, il «opra we- 41''S di Roma: dice il Siena, che romani i

nuto Camillo ruppe, e poi costrinse galli i ingelositi delle prodezze e fama de'seiio-
a ritirarsi, e anche sconfìsse lolalmenle, ni, a meglio difendersi da gente si artlita

8 miglia lungi da Pioma nella via Cabi- e bellicosa, eransi precedeiiteiiiente con-
na, al dire di Tito Livio, ovvero in Gub- federati co'piceni loroconfinanli al fiume
bio come opina il p. Biandimarle che pro- Esino. Per tale terribile rotta non par-
trae la presa di Iloma al Spo. Altri vo- tirono i galli dalle loro terre, névi ammi-
i^lioiiOjche galli abbandonarono Pioma,
i sero dominio de'romani. Ristorali dal-
il

perchè i confinanti veneti profittando di le peidite della guerra, dopo oanni uni- i

loro assenza, come rimarcai a Rimici, ga- lisi co'Iucani, co'bruzi, co'saonili e cogli
gliardamente infestarono i loro paesi, ed etruschi di nuovo mossero guerra a'roma-
accorsero a difendei li come narra Polibio. ni. Fratlanloassediando galli senoni A- i

Ripalriati i senooi e respinti gli agi^resso- rezzo, questa implorò l'aiuto de'romani
ri, poco dopo furono costretti a sostene- e l'ottenne. Abbiamo da Polibio, che ro- i

re vari fieri combattimenti con altri gal- mani combatterono i galli non lontano
li. Alcuni alTcrmano, che i galli senoni in dalle mura della città, ma essendo supe-
Sinigaglia vi alìorzaiono il loro potere, e lali e ucciso Lucio console, ed i galli a-

resero potenle, doviziosa e gioì io>.'i tale vendo fallo gran preda e prigioni tornan-
loro sede,e signoreggiarono la regione con do lieti e gloriosi alle loro case, surroga-
imprese valorose per3oo anni, al dire dei rono al defunto duce Manio Curio Den-
nominati avv. Castellano e d.r Olivi. Al- talo. Questi inviòsubilo legati a'galli per
tri peròrifleltono, che i galli senom ama- redimere i [Jiigionieri, i quali contro il di-

rono l'agricoltura solo qiiantobasta va per ritto delle "entifurono barbaramente uc-
Sopperire ai primi bisogni, perciò non po- cisi. Esacerbati rooiani da tale scellera-
i

terono rendere doviziosa la loro sede. Es- tezza, scelte nuove lrnppe,si apparecchia-
si signoreggiarono nella contrada appena vano a penetrare nella Gallia Senonia ,

loo anni. Infatti narra il p. Erandimar- quandoper la via d'Arcevia essendosi per

die galli furono assai inquieti e reca-


le, i poco avanzali furono incontrali da'seno-
rono mollemolestiea'romani ne' 97 anni ni. Altaccata la zuffa romani li supera- i

chedimorarono in questi territorii; laon- rono, ne uccisero gran parte, fugarono il


desi oppone all'opinionedi quelli che tri- rimanente nelle loro lerre,e s'impadroni-
plicano il periodo del loro dominio, e si rono della loro regione. Condussero in Se-
avvicina aquellodel Siena che sembraes- na una nuova colonia, e col nome aulico
sere di poco piìi di 06 anni. Che tenta- i la chiamarono, perchè fu abitata da'galli

rono nuovamente la conquista di Roma, prima d'ogniallro;così furonointeramen-


ed a slento e con istrage delle due parti te disti ulti coloro che avcano incendiala

furono respinti poco distante dalla porla Roma. Il Siena dice che romanicaccia- i

Collina nel 399 di Roma. Nuovamente rono i galli al di là del fiume Rubicone
sconfitti nel 4 > 1 da Camillo, fecero quin- verso Ravenna, e che la nobile colonia
di pace e alleanza co'romani, nella (piale da loro dedotta _ser vi di freno a'piceni con
durarono per circa So anni. Quindi si u- finanli al fiume Esino. Osserva l'avv.Ca-
nirono cogli etruschi e co'galli cisalpini, slellano, die romani fecero in Senaaspio
i

e saccheggiarono le campagne romane. macello de'galli, e forse per vendetta l'a-

Dopo altri .\o unni essendosi collegati coi vrebbero inleramenle distrutta, se allet-

snnnili,cogli etruschi e cogli umbri, mos- tati i vincitori dall'incantevole situazione


•seio disastrosa guerra a'ioniani, e furono e coniodità del mare, non avessero sli-
da ts^i iuLici auiculc \ ititi nell'agro di Sen- mato mej^lio di concederla a una colonia
-

0.1.1 SIN S I N
niarittiina,che bastò per 7 secoli a par- perle varie incursioni de'barbari che l'in-
tecipare della romana grande/zaj esente festarono crudelmente e abbatterono, ov-
anche dal contribuire soldati fino alla 2.' vero perchè gli antichi non ebbero modi
guerra co'cartaginesi. In tal modo roma- i di custodirle dalle ingiurie prodotte dai
ni dilatarono i confini dell'antica Italia politici avvenimenti che per lungo tempo
di là dal fiume Esino, ed allora la provin- afflisserolacitla.il Siena fa memoria del-
cia restò compresa nell'Italia, e dalla Gal* le anticheiscrizionisuperstiti, e indica gli
lia Cisalpina separata. Quantunque però autori che lepubblicarono,e quali in mar-
la contrada cadesse in potere de'romani, mo si conservano nella città e nel suo ter-
non però cambiò sì presto il precedente ritorio. Continuando la città sotto il go-
rome di Gallio Senonia,poichèsottoi me- verno e divozione della repubblica roma-
desimi romani perGallia o Campo Gal- na, reggendosi colle sue leggi e godendo
lico venne ancor denominala, ed in pro- quieto e riposato vivere, fu involta nella
gresso di tempoebbeancheil nomed'Um- 2.^ guerra punica che tanto afilisse la re-
bria, come nota il Siena. Invece dichiara pubblica pe'disastri patiti, per la calata in
il p. Brandimarte, che cacciati galli dal- i Italia de' cartaginesi capitanati da Anni-
le loro terre, queste divennero del popo- balechedivenneil terrore de'romani. Nel-
lo romano, amico e confederato co'pice- Tanno 546 venne a raggiungerlo il fra-
ni, e per la loro fedeltà furono avvertiti tello Asdrubale, per cui quantunque Si-
delle istigazioni e trame de'sanniti. I ro- nigaglia come colonia marittima fosse e-
mani, a'quali nome de'galli era divenu-
il sente dal servizio militare, per le strepi-
to odioso, chiamarono col nome di Pice- tose perdite fatteda'romani dovè contri-
no quel tratto posseduto da'gallije cosi buire al loro soccorso, inviando la gioven-
laGallia Senonia mutò nome, ed assunse tù alla guerra. Asdrubale che sospirava
quello di Piceno. Ne riporta le prove, an- di riunirsi al fratello che trovavasi nella
che del 522 di Roma, e dice che a torlo Lucania, lasciata l'impresa di Piacenza,
l'Amiani nelle Memorie isteriche di Fa- volle spingersi coli' esercito sull' Umbria
no, calorosamente volle sostenere, che fu- con l'ardilo disegno di marciare per Ro-
gati i senoiii la sua regione non si chiamò ma, onde sterminarla e dominar l'Italia,
Piceno, ma Umbria, e che Fano non fu e si fermò nel Campo Gallico, cioè nella

mai compreso nell'agro Piceno. Passata provincia dell'Umbria Senonia, come la


Sinigaglia sotto dominio e gover-
il felice chiama Siena, e nelle pianure che ora di
nodella repubblica romana, venneda que- consi Marotla, forse dalla mala rotta del
sta come colonia de'suoi cittadini non so- suo funesto eccidio, oggi stazione postale
lo guernita e cinta di mura, ma adorna- che una marmorea iscrizione ricorda la
ta di fabbriche, di templi, di terme di , gran battaglia, in quel tempo campagne
fontane, d'acquedotti pubblici, di piazze, di Sinigaglia, e da essa 5 miglia lontana.
di foro e di altri importanti edifìci, che Collocò l'esercito sotto Mondolfo in fac-
nelle colonie costumava erigere e slabi- cia al mare, mentre il console INIario Li-
lire. Venne altresì decorata d'amplissimi vio Salinatore si accampò piìi di 5oo passi
privilegi, della facoltà e diritto di ottene- da Sinigaglia, ed il pretore Licinio pres-
re tulli i gradi, onori e dignità nella me- so il fiume Cesano, che si frapponeva Ira
desima repubblica, e di concorrere in Ro- i due eserciti, piantando le trincee e ter-
ma col sulfi agio a'comizi.Di tante illustri rapieni, di cui si vedono ancora le vesti-
antiche memorie pochissime ne restano, gie, fra il maree la collina sotto Scapez-
o perchè sepolte ne'diroccamenti e nelle zano, occupando con 60,000 combatten-
rovincallequalisoggiacqueSinigagliapcr ti tutta la pianura che si dilata dal Cesa-

le molle guerre, per le gravi pestilenze e no a Sini"n2;lia. L'altro console Claudio


SIN SIV -ìi-y

Nerone mentre Venosa era a fronte di


in do vi perde lavila. Oltenula da'romiim
Annibale, per buona ventura di Roma in- si decisiva vittoria, tagliata la testa di A-
tercctlnte le iellere del fiotello che l'invi- sdrubale, la maiid-ìrono a Venosa e get-
tava a seco congiungersi per l'occupnzio- tarono nel campo del fialello Annibale,
ne Roma, inaiciò subito rapidau)enle
di ilquale restatone indicibilmente abbat-
con 6000 fanti e 1000 cavalli per riunir- tute, con sommo dolore abbandonò Ti-
si al collega Salinalore, e in 6 giorni al- talia e accorse a Cartagine minacciata da-

l'insaputa d'Asdrubale giunse in di lui a- gl'iniperluibabili romani. Crede il p. Ci-


iulo iiiSuiigaglia, fermandosi in faccia del- valli che il corpo d'Asdrubale fossetumu-
la città dalla parte d'Ancona ne'pianio- lato nel monte che ne porta il nome. Vuol-
ra delti delle Saline, e segretamente l'av- si che nel tremendo conQillo Cartagine- i

viso del suo arrivo; indi di notte per la via si ebbero 5o, 000 uccisi, 5,4oo prigionie-

Scab.adonna sopra gli attuali cappuccini, ri; romani perderono soltnnlo 8000 uo-
i

enliò nelle trinciere romane e vi fissò i mini, Iiberando4ooo concittadini prigio-


suoi allo"iiiamenti.
OC?
Convenuti i due con- nieri de'vinli. Per >ì memorabile trionfo
soli col [)retore Licinio al pianodi loro o- gli abitanti di Sena con altri coloni ausi-
perazioni, valicarono il Cesano e si schie- liari ne appesero le spoglie e i trofei nel

rarono nelle pianure di iMaiotla in oidi- Campidoglio di Roma; e M. Livio Sali-

ne di battaglia avanti a'cartagiiiesi.Inso- natore si obbligò con voto solenne di ce-


spetlitosi A.sdiiibale dell'aumentate forze lebrare in Roma i giuochi lutali in ono-
nemiche, con esplorazioni conobbe la riu- re della dea della gioventù, a cui innalzò
nione de' due consoli laonde intimorito ,
un tempio, come si ha da Cicerone che
nella notte levò il carapo,e pel fiume Me- chiama la battaglia Scnense o Sciionensc,
tauro si propose piombar su Roma per la come avvenuta non molto distante da Se-
via Flaminia del Furio. Ma le guide pre- nain oggiSinigaglia,ciòcheattestanopu-
se da timor panico, abbandonati carta- i re altri gravissimi scrittori, riportati dal-
ginesi nel buio delia notte, valicarono il l'accurato Siena, fra quali Orosio la pa-i

Mtlauro e si posero in salvo. L'esercito rngonò egualmente strepitose di


a quelle

piivo di condottieri cominciò a sbandar- Trasimeno e di Canne, ma vinleda'car-


si per la campagna, equantuiique Asdru- taginesi. l^rogrciliva Sinigaglia a maule-

Ijale ordinasse che l'insegne camminasse- nersi con reputazione e decoro , e tanta

ro lungo la riva del fiume finché il gior- fedeli;! sei l):i va a Roma, che nelle guerre

no insegnasse sicura via, nondimeno per civili fra .ARario e Siila, inferocite verso il

le tortuose rivolle del fiume errarono in 67 i di Ron)a, non avendo voluto ailen-
niodo che quanto più si avanzavano ver- re a'nemici della repubblica, segui le par-
so monti dilungandosi dal mare, tanto
i tidel suoconsoleG. I^apinoCarbone. Nel-
pili la ripa del liutne innalzavasi, e con- la primavera sulle spomle tlell'Esino sue-
sumaronoil tempoquasi inutilmente. Ver cesse fiero combattimento tra Q. Metello
cui romani ebbero tutto l'agio d'inse-
i seguace di Siila e il pretore Carinna ca-
gmrli e incalzarli sulle sponde del fiume pitano del console, in cui reslò superiore
dalla parte d'oriente sino alla cima d'un INletello perciò inseguito da Carbone; ma
poggio, ove si attaccò sanguinosa zulla, e questi intesa la disfatta del collega C. Ma-
si combattè o>linalamenle sino al me7zo- rio presso Palestrina [I .), si portò in Ri-
di con cgual valore e prodezza. Finalmen- mini, ove assalito da Pompeo, altro capi-
te roniani prevalendo in forze e corag-
i tanodiSilla, perde infelicemente una por-
gio, Asdrubale tratto dalla disperazione 7Ìone dell'armata, e l'altra fu vinta poi da
SI lancii) arditamente nel centro del cnm- ."MetrlloRelrocedendol'umpco battè ean-
po romano, e vaiolosamente couiballeii* imnlò Marzio capitano di Cai bone pi r^-
E

524 s I N SI iV

so Sinignglia,onde la devastò e. sacclirg- la toga, veste propria de'romani e da loro


£»iò. Riavuti gli abitanti da si deplorabi- concessa agli abitatori come associali alla
le disastro, rinvigoritigli animi sursero a romana cilladinanza; e ciò perchè la con-
novella difesa della repubblica, le quasi trada fu compresa nella vi regione com-
distrutte mura restaurarono, ed a poco a posta dall'Umbria e dall'Agro Gallico.
poco ritornarono la città nel suo florido vero che Gallia Togata fu pur chiamata
stato. Narrai a Rimini e a Roma, che Giu- quella Gallia che i romani tolsero in ap-
lio Cesare as[)irando al governo assoluto, presso a'galli boi, ma la Gallia Seiionia fu
verso il 704 audacemente passò il Rubi- lai.^ad averlo, perchè prima dell'aUrn ri-
cone, termine allora della Gallia Cisalpi- cevè i cittadini e i costumi de'romani con
na e perciò di sua giurisdizione, incomin- l'uso della toga. 11 di lei nome fu comu-
ciando dall'occupareR-imini, Pesaro, Fa- nicato in appresso a quelle terre, che i ro-
no, Ancona e Sinigaglia; e se questa nei mani tolsero a'galli boi, e che confinava-
suoi Commenlarl non vedesi descritta tra nocon quelle de'senoni. Anche Siena rac-
le città invasedaliesuecoorti, sembra più conta che Piceno erasi disteso dall'E-
il

probabile per ommissione de'copisti, che sino fino al Rubicone


di là da Rimini, e
per fiera difesa degli abitanti con tenere l'Umbria trapassata di quadagli Apenni-
lontano l'eroe, secondo quelli che sosten- ni sino alla spiaggia dell'Adriatico, e dal
gono che Cesare non penetrò o non po- fiume Esino sino a Ravenna; nondimeno
tè superare le sue mura. Mal si appon- la memoria de'gallisenoni non mai alTit-
gono però gli sciittòri moderni creden- to si estinse, poiché il nome di Gallia Se-
do che Sinigaglia, che può essere assa- nonia conservò Sena sua ca[)itale, che
lo

lita da tutti i lati, abbia tenuto lonta- non pili soltanto Sena, ma Seno Gallia
no dalle sue mura un genio militare o Senogallia chiamossi, quasi Seiionunt
qual fu Cesare, perchè nei suoi Coni- Galliate COSI venne denominala sotto A u-
menlari egli non la nomina, sebbene al- gusto nel 724 nella memorala divisione
tri vogliano che in vece di Fano si debba d'Italia e ne'seguenti tempi, finché vol-
leggereSinigaglia. Pare che Cesare abbia garmente si disse Sinigaglia. Le variazio-
nominate quelle che gli costarono
sole ni succedute al riparto d'Angusto le ri-

qualche fcUica,o che perla loro posizio- portai a Piceno; tultavolta qui solo dirò,
ne merita vano di esserlo. Spento ([uel gran che avendo l'imperatore Adriano cambia-
dominatore, il nipote Cesare Ottaviano ta la forma del governo in tutta l'Italia,
ne raccolse il retaggio, e unito a M. An- dividendola in 4 parti e aflldaiulociascu-
tonio nel 7 r I vinti a Filippi BrutoeCas- na alcomando de'consolari, allora o poco
sio uccisori di Giulio, Ottaviano ritorna- dopo la Gallia Togata perde allatto tal
to in Italia divise fra i suoi veterani 18 del- nome e ripigliòquello di Piceuo,fcome ri-
le migliori città, fra le quali Sinigaglia, levasi dalla legge diretta nel 3 i 3 di no-
che secondo le leggi agrarie de'triumvi- stra era al correttore del Piceno che ri-

ri,il territorio fu ripartito trai soldati, e siedeva in Alba qual sua metropoli, cioè
la città di venne colonia militare per quella dell'Annonario montano, che descrive il

che vi fu dedotta. Ottaviano di venuto im- p. Brandimarle e pone presso il colle di


peratore e Augusto cambiò lo stato poli- Civita Alba, propinqua ad Arcevia, la qua-
tico dell'impero romano e fece un nuovo le da essa e da Pitulo trasse la sua ori-
riparto geografico iìaW Italia (r.), divi- gine. Non debbo tacere, che leopinioni del
dendola Secondo tale dispo-
in XI regioni. p. Brandimarle su Civita Alba, su Alba
sizione, sostiene Brandimarle, chela
il p. e su altri luoghi, non sono abbracciateda
Gallia perde il nome di Piceno e assunse tutti critici, imperocché l'origine pure
i

quello di Gallia Togata, cos"i detta dal- d'Arcevia è dubbia, ed alcuni la credono
SIN SIN 227
una coloiiin siiiigaglicse. Quanto alla me- re/icriprodussela^e/^fri.fjuindiap. 277
tropoli del Piceno Annonario marillinio, v'mser"i i 3 sue Lettere fa'niliari al sig.
il p. FjraiKlinjni le sollanlo dice: sarà sia- d. Giambattista Tondini di Drisighella,
la Pesaro, Fano o altra cillà. Siniga- in risposta alla di lui Parenelica. 1 n que •

glia appartenne a questo l'iceno, il cpiale ste lettere il Colucci mostrò l'ingiuria a
comprendeva quel tratto di paese die (u lui Tondini colla Lettera Pare-
fatta dal
già primaabitalo dagli umbri, poi da'gal- netica, e lo scusa mostrando che questo
li senoni , che sotto i rotnani si appellò è proprio del suo costume. Quindi ragio-
Campo Gallico o Umbria Senonia, che nò sul nomeP^re/ze/Zc^, sulla sua patria,
(lall'Esino al Rubicone si estendeva. Per sulla dedica della Lettera a' gonfalonieri
liistinguere poi ledue parti oprovincie del di Sinigaglia. Vendica la dedica fatta al
Piceno, fu chiamata Piceno Suhurbicario nobile senato e al popolo diSinigaglia,del •

la parte e provincia più prossima esubur- la Dis seriazione de' vari popoli che hanno
baiia a Uoma; e Piceno /fnnonario l'al- abitato il P/ce/Jo. Confessa l'errore ripre-
tra, e cos'i detto forse perchè dovea con- so dall'avversario, già da lui richiamalo
tribuire vettovaglie all'annona di Roma, nel l. 6 delle Antichità picene a p. 3g, pri-
e dalla copia e abbondanza d'ogni sorte ma che uscisse la Lettera Parenetica. Di-
di cose, sia d'arnienli, sia di vettovaglie. scorre sopra i primi abitatori pretesi ilal

a vantaggio pure d'altre legioni d'Italia : Tondinijsull'etimologiadi Cesena, Cesa-


ili." era soggetto al vicario di Roma, il ìio,i\lisa, Catria, Pedaso ed £'/e.Rimai •

2.° al correttore, a'giuridici e altri simili ca due anacronismi del censore, dice dei
incaricati. Come nel V secolo Ravenna molivi del tenore usalo nelle lettere, e sul

f/'.Jdivenne metropoli del Piceno Anno- manifesto prodotto a nome del Lfiz/tii i-

nario, lo spiega Giuseppe Culucci, /^/j//- ni, che egualmente confutò. Nel 1. 1 3 del-
rhifd picene, l. i: Delle i-arie metropoli le Antichità picene, il Colucci pubblicò
(leiPiceno, dissert. 6, p. 206. Nella pre- la sua Dissertazione di Sena o sia Seno-
cedente, De'vari nomi dati al Piceno, vi GalUa oggi SinigagUa^ nella quale svi-
soni) analoghe notizie a questo articolo. hq)[)ò i seguenti argomenti. Il primitivo
Nella stessa dissert. G, p. ir)() tratta : Sini- e veronome della città fu Sena: si spie-
gn glia fu metropoli dtlV Agro Gallico ga come si dicesse Scno-Gallia. Discie-
quando Ascolterà delPtceno. Il Col ucci panza degli autori nello stabilimento del-
nel medesimo t.i pubblicò la sua 4-'' Dis- l'epoca della colonia. A ninno de' citati
sertazione, de' vari popoli chi' fiatino abi- scrittori si può dar fede per assegnar l'e-
tato il Piceno. Nell'articolo G.° tenne pro- poca. L'epoca della deduzione si deve ri-
posito, De' Galli Senoni. i. Anclie i galli petere dalla vittoria di Manio Curio Den-
senoni occuparono parte della provincia : tato, l'er questa deduzione acquistò Sena
loro emigrazione; si distinguono dagli al- la forma di città. A ntiche iscrizioni appar-
tri galli. Epoca deir.urivodi que>li gal-
2. tenenti a Sena-Gallia. Indi pubblicò: Si-
li nelle tene contigue al Piceno. 3. Loro nign glia colonia de romani , lettera apo-
fuga dalla provincia. Perciò e per quanto loaelica di Sintonia accademico disimi-
indicai in principio, nel 1790 in Siniga- to (ossia mg.'' Filippo Montani)} ed inol-
gliacu'tipìdiDumcnicoLazzarini fustiim- tre la dissert. i, Concernente l'antichità
pato : Lettera Parcnetica tl'un cittadino di Seniguglia, dell' ab. .-Judrea L<izzari
sinignglicse al sig. ah. Gmstppe (.oluc- iC Ut binojt:Ì3nì\si*iit.'.r, Sopra vari pun-
ci (Idilli Penna s. Giovanni , autore di ti critici attinenti all'aulica storia di Si-
una dissertazione /{.* intitolata: De'vari n'gnglia dell' ab. Andrea Lazzari urbi-
popoli che hanno abitalo il Piceno. Il Co- nate, lo rri debbo contentare dia vtreqiii
lucci nel t.
7, p. 243 delle Antichità pi- ricorddtti principalmente pe'critici le nc-
\OL. LXVI. 1 5
1-xG SIN SIN
cennale tli<:seita7Ìoni rignardanli la sto- di Vllalinno che per l'imperatore trova'
ria primilìva di Sinigaglia, giacché ilraio vasi colla flotta a Salona in Dalmazia, ve-
inetodo conciso e la condizione d'un ar- leggiarono per soccorrerla con 5o navi
liccio di Dizionario , e non istoria, non lunghe,approdando in Sinigaglia, e invi-

ini permettono discussioni su di esse; tan- tando a ripopolarla gli antichi e dispersi
lopiù che mi sembrano sufficienti gli scrit- suoi abitatori, i quali di mano in mano
tori co' quali finora procedei e seguirò, riedificarono la città sulle antiche rovine
aggiungendovionco l'autorità di alili, ed di Sena. Continuando la guerra gotica,
infine ripoiterò il titolo di diverse opere riuscì al valoroso Narsete, altro capitano
che si ponno pel di pii^i consultare. di Giuslin-ano l,di estinguerne il dominio
Questa città seguii destini dell'impero nel 553 colla morte e disfatta di Teia ul-
romano, e ricevè il salutifero lume della timo re de'goti; quindi fu preposto al go-
fede ne'primi tempi del cristianesimo, il vernod'ltalia, fìssola sua residenza in Ro-

quale per quanto vi fiorì meritò l'erezio- ma, edestinò i presidi alle provincie. L'im-

ne della cattedra vescovile, con incremen- peratore Giustino II sostituì a Narsete il

to di lustro per Sinigaglia per le sue be- patrizio Longino, il quale venuto in Ita-

nefiche conseguenze, di che parlerò poi un nuovo modo di governarla,


lia stabilì

nel riprodurre la serie de' suoi vescovi; prese il nome


di Esarca e die quello di

non che da tempo immemorabile vanta Esarcato alle regioni da lui comandale,
il bel nome di Pia. Registra la storia, che fissando la sua sede in I\a\.'enna nel 566
la città fu onorata dalla presenza dell'im- o 568 o pritna, che dichiarò metropoli
peratore Valentiniano I del 364- Poco dell'esarcato. Quindi abolì presidi, cor- i

dopo la fatale divisione dell'impero ro- rettori e consolari che go verna vano le pio -

mano, in impero d'oriente con residenza vincie d'Italia, costituendo in ogni città
imperiale a Costantinopoli, e di occidente un governatore con titolo di duca e vari
con residenza inRavenna, barbari popoli i giudici. Indi la provincia della Flaminia,
•vieppiù inferocirono alla sua distruzione, oggi parte di Romagna, venne denomi-
e qual rovinoso torrente nel 409 inondò nata esarcalo, ed una parte del Piceno da
co'God (F.) Alarico loro re per
l'Italia Rimini fino ad Ancona la PentapoU [F.)
marciare a danno di Roma, scorrendo e marittima, o provincia composta di 5 cit-

devastando lecittà delTEmilia, della Fla- tà compresaviSinigaglia.il p. lirandimar-


minia e del Piceno; incendiò ecrudelmen- fe osserva, che Ravenna capi-
costituita
le distrusse colle altre città in riva all'A- tale dell'esarcato, nuovamente mutò no-
driatico anche Sinigaglia il dì 8 agosto, me il Piceno Annonario, la parte marit-

e per essersi gagliardamente opposta fu tima fu chiamata Penlapoli, la montana


piesa d'ussallo, saccheggiala e arsa. Gli provincia de'Castelli, e fu diviso in due
abitanti si sparsero ne'vicini campi e nelle Provincie, corrispondenti lai," alla Gal-
selve, e la più parte riparò ncli' interne lia marittima, la 2. 'alia Galiia montana.
colline ,
per fuggire dalla desolazione e Nel 567i)enetralasida Longino la minac-
dall'esteiminio. Estinto l'impero d'occi- ciata venula ée Loiìgobardi [f.) chiama-
dente dagli eruli,igoli ne raccolsero poi tivi dallo sdegnalo Narsete, volendo prov-
le reliquie, finché Giustiniano I impera- vedere le ciltà dell'impelo di opportuni
tore d'oriente,a liberar l'Italia dal giogo presidii e principalmente le piìi esposte, a

goto e riconquistarla all'impero, inviò il Diogene e Aristeo già capilani greci di Be-
celebre Belisario. Portandosi nel 55 To-
1 lisario commise la restaurazione e foiti-
fila rede'goti all'assedio d'Ancona, Va- ficazione di Sinigaglia, la quale a cagione
leriano presidente imperiale in Ravenna de' saccheggi e devastazioni de' goti gia-
uniti i suoi legni con quelli di Giovanni ceva debole e suianlellala. Elfctluata tiai
SIN SIN -x-y.-j

longobardi l'invasione d'Italia, furononb- se al suo potere Bologna, ciò che gli age-
baltiile diverse provincia e rovinale mol- volò di soggiogare la piovincia della l'en-
te città, ma per allora Sinigagiia non sog- lapoli. Quindi audace e vittorioso, lascia-
giaccpie al loro doniinio. Nella peste clic ta la Flaminia o Esarcato di Ra-
addietro
alìlisse Roma nel [lontificalo di s. Grego- venna, da Rimini sino a Osinio furiosa-
rio I del 5if)0, anclie Sinigaglia ne fu fla- mente scorrendo, cadde la città di Sini-
gellata, e cessò la strage per le orazioni del gaglia colle altre della Penfapoli per la / i

vescovo Sigismondo. Mantenendosi Sini- volta sotto il dominio longobaidico. Ne'


gaglia fedele agl'imperatori greci, pe'qiia» 780 recatosi Luitprando in Provenza per
li veniva liberamente governala dagli e- difenderla da'saraceni, l'esarca Eutìcli'O
sarclii di Ravenna
mezzo de'suoi du- e a ricuperò Sinignglia e altre città penlapo-
cbi,rimperatoreGinstinianolI non poten- litane (tranne Ancona, Umana e Osimo),
do olteneie da Papa s, Sergio 1 l'appro- il patrmionio delle quali, al diredi Sigo-
vazionedelconciliochiamalo Trullo^ spe- nio riporlatodal Siena, nel74'2 fu da Luit-
dì le sue guardie accioccbè imprigiona- prando donato aPapa s. Zaccaria, a cui
tolo lo conducessero a Costantinopoli. Lo perciò ricorsero premurosamente popo- i

clic penetratosi da'roraani, ne fecero tosto li del la Peni a poli e dell'Esarcato di Pia ven-
consapevoli i ravennati e i popoli della na nel 743, allineile inducesse Luitpran-
Penlapoli, i quali sorpresi e commossi da do che ne rivoleva il possesso, a desisfeie
tanta empietà, togliendosi dall'ubbidien- dal molestarli colle lriip[)e, poiché vinta
za che prestavano agli esarcbi, coraggio- Cesena, minacciava Ravenna e leciUà del-
si si portarono in Roma armali nel 698 la Penlapoli. Il Papa tutto propenso per
alla difesa del vicario di Gesù Cristo. At- que'popoli li prese sotto la sua protezio-
territi gl'imperiali si gettarono a'piedi di ne e difesa della s. Sede, e gli esaudì re-

s. Sergio I per la propria salvezza, ed e- candosi dal re in Pavia, dal quale otten-
gli s'interpose co'suoi difensori, chealfol- ne il richiamo deH'esei'cilo che stava per
lali intorno al Lalerano erano impazienti piombaresui nominati lunghi. Proceden-
vederlo salvo, e potè ottenere the to- do vSinigaglia sotto il governo degli esar-
Idi sto partissero; quindi i ravennati e pen- chi vide in pericolo la sua quiete, quamlo
(apolitani, compresi i sinigngliesi, tornaro- asceso al trono longobardo il re llachis,
no alle patrie loro. Avendo rini([uo im- questi ambizioso di estenderei confini del
peratore Leone III l'/.?^»nfo dichiarata suo regno, mosse cruda guerra alla Pen-
guerra crudele alle s. Immagini {f ), e lapoli, e nel 'j \c\ occupò Rimini, Pesaro
^ cospirandoalla vita di Papa S.Gregorio li, e Fano; indi passò all'impresa diPerugiii.
i ravennati e i pentapolilani lutti d'accor- Subito s. Zaccaria si portò al campo del
do duro giogo degli e-
nel 72Gscossero il re, e colla sua energica peiorazione non
.sarchi, ed al Papa giurarono omaggio e solo l'indusse a levare l'assedio, ed a re-
fedeltà. Altrettanto facendo romani, coi i stituire all'esarca l'occupalo, (na dalle hm
ducato di Roma spontaneamente si sot- esortazioni riconoscendo Itachis la vanità
tomisero alla sovranità de'Papi, la quale delle grandezze umane, rinunziò la coro-
perciò ebbe principio lon s. Gregorio II. na ni fialello A'>lolfo e si fece monaco. A •

Dissi già a Uavknma, che i greci veden- stolfo però fu peggioi e ile'predeccssori p r
dosi odiali e deboli, si collegarono co'Ion- genio feroce, per axidilà di concpiiste, e
goliardi, le armi dc'(|uali vessarono i po- [)er le gravi molestie che recò olla roma-

poli dell'Esarcato e ilella Penlapoli, per na chiesa, non valutando i preiedeiili ac-
cuis. (ircgorioll ne prese la difesa. Pro- cordi co'Pa[)i, ne !a protezione che di s.

fittando Liiitprando re de lf)ngobai «li del- Pictiogodevano diverse città e sta li, coinè
la turbolenza dc'ten)pi, nel 7'>7sotlonii- rimarca l'AniianijCol quale notai a Pesa-
28 SIN SIN
Ro comò il Papa già esercitava la sovra- di donazione di Pipino sopra l'altare di

TiiCà sull'Esarcato e laPenfapoli,asscgnan- s. Pietro, come alto possessorio su h\\\ do-


do alle cillìi i giudici. Astolfo occupò Ba minii di s. Pietro esuccessori. Inutilmen-

\enna, pose in fuga Eulichio, e nel ']^^1 te gli ambasciatori dell' imperatore Co-
colle armi s'impadronì ancora delle città stantino IV strepitarono con Pipino, per
dell'Esarcato e della Pentapoli, inclusiva- essere reintegrato l'imperodel toltoa'lon-

mente a Si nigaglia, soggiogando pari aleu- gobardi: il pio principe restòcostatite nel
ti tutto il Piceno. Mosso il Papa Stefano suo operato a favore della Chiesa. Sebbe-
li dalle angustie che pativano tante pro- ne colla pontificia cooperazione nel ySS
vincie pel barbaro e violento dominio di fosse fatto re de'longobardi Desiderio,que-

Astolfo, e temendole minacce d'uisigno- sti travagliò molto e afflisse nel pontifica-

rirsi anche di Roma, nel y^S partì per to di s. Paolo 1 le città della s, StAe, fra
Francia per implorare il potente soccorso le quali Sinigaglia distintamente col suo

di re Pipino. Probabilmente il Papa pas- territorio fu posta a ferro e a fuoco, e de-

sò per Sinigaglia, perchè in Fano vi fu predata con l'uccisione di molti cittadini


certamente, onoralo dai popoli e dai ve- dal barbaro principe nel 764, come leg-

scovi del Piceno e della Pentapoli. Narra gesi nel còdice Carolino, in cui dal Papa
Siena, che Pipino superò e vinse Astol- si raccontano al re Pipino le crudeli o-

fo, e lo costrinsea restituire alla chiesa ro- stilità di Desiderio in Sinigaglia, c/V//rtf^;

mana l'Esarciito e la Pentapoli, in uno a nostra iSe/20g(7/ik'/?s/. Più fieramente De-


Sinigaglia, Fano e Pesaro nel ySS. Altri siderio nel 772 replicò gl'insulti e le ro-
storiciegualmente alTermano presso No- vine non solo al territorio di Sinigaglia,

vaes, nella Storia di Stefano II, che Pi- ma con eguali barbarie e crudeltà diede
pino diede alla chiesa romana le ricupe- il la desolazione a Urbino,
guasto e portò
rate terre, colle quali ampliò il principa- Monte Feltro e Gubbio, ch'erano altre
to temporale del Papa, e mandò lechia- città passate in dominio della Chiesa, es-

vi in Roma sul sepolcro di s. Pietro in si- sendo alloi governatore diSinigaglia con
a

giiuni veri et perpetui clominiì. Tra le re- titolo di duca Arioldo longobardo, la cui

noverate dall' Anastasio, si


stituite città moglie eia figlia del principe di Durazzo,
legge ancora Sinigaglia, Senogalllas, ri- confermato già dal Papa per la s. Sede nei
portando gli atti della donazione e resti- governo e poi nella 2.' invasione di re
5

tuzione il Borgia nelle Memorie di Be- Desiderio vi perde la vita. L'eccidio di Si-
uevento, t. i,p. i8. Altrettanto ripete il nigaglia l'Amiani lo anticipa al 759, di-
Compagnoni, col giuramento che in pre- cendo chead onta degli ambasciatori spe-
cedenza avea fiitto Pipino al l'apa. Ego dili poi da Pipino a Desiderio, questi col
sì vie DeusLongohardiaecompoleni vieto- pretesto di non sapersi bene i confini dei

riae feceril, polliceor me prò remissione patrimoni dellaChiesa, ritenne Sinigaglia


peccatorum meorum impetranda, Exar- e gli altri luoghi occupati, lusingando s.

catitm, et Pentapolim veipublicaeroma- Paolo 1, che in un parlamento da tenersi

voe adempia b. Petro, et successoribus in Roma, coll'intervenlode'depu la ti delle

ejiis Iraditurum perpetuo possidenda. E citlàdeirEsarcaloedella Pentapoli,si sa-


per non riportare altre testimonianze, il rebbero appianate le controversie. Adon-
E.eposati racconta che Fuirado d'ordine ta di tali racconti, le crudeli ostilità di De-
del re Pipino, co'deputati del re Astolfo siderio, l'eccidiodi Sinigaglia, furono più
andarono in tutte le città dell'Esarcato devastazioni di campi che uccisioni, oltre
e della Pentapoli compresa Sinigaglia, e una gran depredazione. Racconta inoltre
ricevendone le chiavi e gli ostaggi passò Amiauijche l'imperatore greco tenendo
in Roma, ove pose le chiavi col diploma sempre le sue mire suH' Italia, nel 764
SIN SIN 221J
inviò in uja^gìo nii'utniutu n.tvale tiell'A- sì di soldati e munizioni perciiè fossero
iJriaticu, cbe iitliiitui ì i po[j(jli luatiKiuii pronte aresisterealle aggressioni di qurl-
dell'Esarcalu edcllii Penla[Kili,clie ricur- la Utizione. Questa (.hllJdenza dispiacque
seroal Papa per sollecilar l'aiulodi Fran- a Desiderio, e la prese per prelesto di rom-
cia; e siccome s. Paolo I credè oppoi limo peie la pace col Papa per occuj)are con
di auiicai->i Desiderio in lauta angustia, tormidabile esercito nel 7-2 molle tei re
luccouiandòa Pipino impeguasse[)ercl)è ecospicue citlàdell'Esarcato e della Peu-
i loll^obal'di a rinforzare con linppeucoii lapoli,comu)ettendo saccheggi edevasta*
piesidii le città mariltiaie dell'Adriatico. zioni,ficendo eziandio il comjuislo di Sì-
Desiderio prcjniise di difenderle, a coudi- nignglia, Fano, Jesi, Ancona e Recanati,
zione die l'ipmo gli rendesse gli ostaggi, coiueallerma r.Amiani, ed eccitando lon- i

e dispose le milizie alla ddesa di Fano, gobardi di Toscana e Spoleto a prender


Sinigugliu edelle altre città, ilappoiclic la l'ai mi controia Chiesa. Adriano I si vide
guena contro greci riguardava la causa
i costretto spedire in Pavia a domandale
comune della Chiesa e de'loiig<jbaidi. Lu la [)ace e la cessazione deirarmì a Desi-
greca lìolla st- mpre piìi tenemlo in coster- derio, chegonfio di avere ridotto sue tri-

nazione le Provincie deH'Fsarcuto edella butarie le citlàdell'Esarcato, tranne Ra-


i'entapoli,il l'apasi recòa consolarle colla venna, e quelle della Penlapoli, del Pi-
sua presenza, incontrato e fesleggiatudai ceno e dell'Umbria, già l'assediodi Roma
popoli, quindi in Ravenna per abboccarsi designava, quando giunto a Terni fu av-
con Desiderio e trattare gl'interessi del- visato, che Carlo Magnoco'fi anchi a istan-
la guerra per la loro salvezza. In quel con- za de'romani e del l'apa era disceso in l-
gresso fu risoluto, che alla difesa d Italia talia per difenderli, e assediava la sua ca-
do vesserò concorrere le duoee di Cene ven- pitale Pavia. Pertanto si trovò costretto
to, di Spoleto e di Toscana come causa di ritirarsi in Lombjidia, dopo avere ro-
comune e per togliere il Sos[)t-tto cbedesse vinato gli stati della Chiesa con tributi e
non fossero in segreta relazione co'greci, saccheggi. Carlo .Magno dopo aver occu-
e col iàvore dì Pipino lo si ottenne per pato a'iongobardi molli stali, si recò nel
difendere princii>alaieute la spiaggia del- 7730 774 in Roma u ossequiare Adria-
l'Adriatico, ciocché molto contribuì a fare no I, CUI coulermò le donazioni e restitu-
ritornale in oriente l'armata navate del- zioni di Pipino e allre ne aggiunse. Vio-
l'impero, che per più anni non ritentò lo poi Desiderio e imprigionatolo die ler-
l'impresa d'Italia. ConlinuandoDetidei io luiue al regno de' longobardi, restituen-
a tenere occupate le città della Peiilapu- do all'Italia la sospirata pace, ed al Papa
li e Sinigaglia, ne fu poi costretto a re- tulio il tolto. L' Esarcato prese allora il

stituirle da l'ipino nel rGi) [)er le r(;[>li- nome di provìncia Romana, Romania e
• ale istanze di t'apa Steratiolll, ilqua- poi Ilonijgiiii (/.), ma la Pentapoli ma-
le vivamente raccoaiandòa Cai lo .Magno 1 ittìina, quanto laL'entapoli terreslre,pio-
succeduto al padre l'ipino, le città della seguìronoa ritenere il loro nome: dice Sie-
Peiitapoii, dell lìsarcatu e deg'i altri stati na che .'Vdriano 1 e Carlo Magno vollero
della Chiesa. I greci non cessanihi di re- decorare con tal nome l'tsarcalo per e-«-
cltiniare al P<ipa le proviucie gi.i dol un- seisi distinto nella fedeltà edivozioiie del
pero, ea^[lirllndoul dominio di Uoina stes- romano impc.o e degli esarclii. Dopo V-

sa, ed a <piesta agognando lo lìlesso De* rioldo duca di Sinigaglia, nel 773 per la

siderio.consinmiazione teso insidie al Pa* X.' invasione di De>iderio gli successe nel
pa Adii-ino I, il qiule per assicurar me- govciiM il duca Sergio suo Tiglio, il ip.iaie

glio la pace d llalia oidinò a tulle le cit- rssciido guai ilo dab'iiicuiabilc lebbia a
ta cutdinanli co'loiigubardi diprcuiimit- ittUi LCkSluUc V.I1 i. .Miche. e aicangclo, clic
23o SIN SIN
apparendogli in sogno gli ordinò die si il ingrandimento a quanto già si-
dire i

portasse a visitar ia chiesa del suo nume nigagliesi vi aveano costrutto. Resto sor-
nelle lagune venete iiell'isoletla di Dron •
preso come il Siena ignprò si grande ec-
dolo, disprezzando le grandezze umane cidio, o almeno dagli altri fu esagerato.
ubbidì, dispensò buona pniiedi suesostan- Certameulenedeveaversollertoaltionel-
ze a' poveri, e rassegnando il governo di r896 per r imperatore Arnolfo, quando
Sinigaglia nelle mani di Papa S.Leone III, bruciò e manomise anche la Pentapoli, co-
rieirSùo si Brondulo a menarvi
ritirò a me trovoinCompagnoni.Neir895 la con-
\ita solitariaesanta. Margherita sua con> tessa Ingenrada figlia d'Apaldo conte del
sorte e figlia del duca d'Albania, mossa sagro palazzo d'Italia, donò a Pietro dia-
da virtuoso esempio, non avendo prole,
s'i conodi Havenna parecchi beni, fra i(|ua-
abbandonaloogni bene terieno,si die tut- 11 le case che dicevansi di Sinigaglia e po-

ta all' acquisto del cielo, recandosi nella ste dentro P\.aveuna e colla sua corte, sul-
stessa isoletta separata dal marito, a vi- lequalicome proprie avea finoa quel tem-
\ervi nell'esercizio delle virtù. Per me- po goduto giurisdizione e dominio Sini-
moria fu rappresentatolo unquadroepo- gaglia. Dopo cheOltonel liberò Papa Gio-
sto presso la sagrestia.delia chiesa di Bron- vanni XII dalle vessazioni e usurpazioni
dolo, lo sbarco di Sergio e della moglie. di Berengario li, a' i3 febbraio 962 fu
In Carlo Magno e nel detto anno 800, s. coronato in Roma imperatore, e nel diplo-
Leone 111 rinnovò l'impero d'occidente: ma che rilasciò alla chiesa romana rico-
il suo figlio Lodovico 1 il PlOy con diplo- nobbe e confermò la sua sovranità, in uno
ma deirS 7 confermò a s. Pasquale le
1 1 sulla Pentapoli e inclusi vamenle a Siniga-
citlàeluoghicompresi nelledouazioni del glia dov'egli passando fu ricevuto eoa
,

padre e avo, nominandovi pure la cillà pompa solenne,é dimoratovi al(|uanto ri-
di Sinigaglia. Neir84o penetrato il navilt; cevè dai cittadini le maggiori dimostra-
de'saraceni dell'Africa nel porto d'Anco- zioni d'ossequio. L'imperatore Enrico III
na, comandato da Sabba, la città pali cru- confermò il diploma d'Ottone 1 m quello
dele saccheggio, e pare che Sinigaglia non che spedì a Enrico arcivescovo di Raven-
partecipassedi tal disaslro,sedevecreder- na, nel riconoscere quanto possedeva la
si al Siena; però i'Amiani, oltreché ritar- sua chiesa anchein Sinigaglia nella Massa
da l'aggressione all'84B, dichiara che sa- i Merolanadenominata Senogallietise, che
raceni saccheggiarono prima d'Ancona, poi col casale Mauro passò in potere del
Rimiai, Pesaro, Fano e Sinigaglia. L'O- monastero di Classe. Narra Siena, che es-
livi poi con minore probabilità di molto sendosi fino al 1076 chiamata sempre la
anticipa il disastro all'S 1 2, raccontando Pentapoli con questo nome, le fu com-
che per mare fu sorpresa, posta a sacco e mutato inquello di iUar ca ^f"^.) Aiwoiii'
distrutta onde sinigagliesi ripararono
, i tana, i cui termini si restrinsero dall'oc-
nelle ville del territorio, e per piìi sicuiez- cidente sino al Foglia fiume di Pesaro, ove
za nel vicino itionte e vi fondarono Mon- la Romagna o Flaminia si estese, sebbe-
te Alboddo, cos'i detto perchè ivi erano ne molto tempo prima col nome di Mar-
i campi d'un Bodiù romano su di che : ca si qualificasse l'altra parte del Piceno
meglio è vedere Jesi, ove descrivendo il Suburbicario,lMarca di Camerino e Mar-
distretto di Jesi e perciò i luoghi spettan- ca Fermana (cosìdetta da'norraanni fino
ti alla diocesi di Sinigaglia, parlai ancora dai 1 008, o anche prima) appellandosi, le

di Montalboddo e di sua origine. Anche quali poi in detto anno e insieme colla
l'avv. Castellano conviene sulla scorreria Pentapolipreseroil nome di Marca An-
saracena che riui^cì disti uttiva,e sull'edi- conitana. Avverte pure Siena, che le prò-
(icazioue di Montalboddo, o meslio sarà vincie denomiuate iUarche non derivano
li 1 N SIN a3i
tla'Ioiigobardi, sibbene da Carlo Magno, assediò Fano; ma que'cilladini vedendo
chea vendoli vinli «iivise l'Italia in Duca- il io via>t.intepericolo,invocarono e otten-

ti, iM.uvIit: e Coiilce, e clic i. ui.uoliese nero l'aiuto de' veneziani, onde il dogePie-
di Cacneriiio fu Vineciso legato deilusles- tio Polano colla flotta induS'*e i collegati

so Carlo e generale dell'esercito coiilro i a paci'ìcarsi co'fanesi. Dopo il 1 1 5 > Sini-

greci e i beiievenl.ini. Però il [>. Brandi- gaglia col restodella .Mann soggiacqueal-
luarle lasciò scritto, die Marca Anco- la l'imperatore Federico I e l'ebbe lia le sue
nitana cuMiinciò nel come dimostra
I iq^$, mura; quindi a vendo cs>o ni:\i i(>J!{ creato
Peruzzi, Diss. AnconU., p. 2G ), e con»- niardiese della .Marca d'.Vncona lo svevo
prese Jesi, Sinigaglia, Fano, ec. Corrado Luzelinbai l, cbe per ^cempiaggi
Fino air loG aveauo sinigagliesi per-i ne fu detto Moscanccrvello, i popoli no
severdlo nella fedele ubbidienza ai sovra- patirono le conseguenze. Sebbene tra Si-
ni Pontefici, nia pretendendo l'imperato- nigaglia e Jesi quasisempre eravi stata
re Enrico IV di signoreggiar l'Italia, ed buona amicizia earinonia,nondimenoiii-
essendo sempre in fiera guerra co'l'api [)er sorte tra loro discord e pe'conlini, con vi-
V Inveslilure ecclesiintiilw [r \S'n\\'j^n'^\\\x cendevole soddisfazione si composero nel
con vennero fra loro di scuo-
e le al tre ci Ita I
197, ponendoci termini Ira due ter-
i i

tere ogni governo, e ili liberamente reg- ritori! e roi'andosenesolenne i>trumeiilo.

gei"si colle proprie leggi, sotto il governa- IVel seguente anno la Marca fu in giavis-

mento di magistrati e Consoli da loro e- sima agitazione per le poderose armi te-
ietti. Circa questi tempi lia molto del ere- descliecbe vi poi lo Marcualdo, cbeespul-
tlibde die cominciiissei o in .Sinigaglia dai sù dal regno di Sicilia (/^) quii pertur-
nubili e piii putenti a fabbricarsi ilelle tor- batore nella minorità di Federico II, visi

ri sull'esempio delle altre città d' Italia, ritirò come mai cliese di prepotenza eletto
ullìnedi potersi con più sicurezza difeiule- contro diritti dell.i Cbiesa dal defunto
i

le e sostenere dalle ostinate e crudeli fa- imperatore Enrico VI padre di detto pu-
zioni ile Curi fi ti GhibtUiiii (^'.), cbe già |)illo. Marcualdo, come deplorai in tanti

incouiinciavjno a lacerare l'Italia. Di sif- luogbi e nella biografia d'Innocenzo III,


fatte torri 7 ne rimasei o in piedi nella cit- coinmise nella Marca ogni eccesso di mal-
tà, fìndiè neli4>G furono abbattute da vagità, per cui costi in>ediverse città e luo-
Sigismondo .Malutesta, per impiegarne i gbi ad unirsi in lega per reciproca difesa,
materiali alla sua f jrlificazioiie. L'iinpe- cbe nomina Siena perdiè vi si uiù Sini-
r.itore Corrado HI perle sue violente pre- gaglia, col coii-.enso dei ispettivi consoli

ad onta delie rimostranze di Pa-


tensioni, e rettori. Verso (piesl'epoca fiorì (piel Ser-
pa limocenzo il, nel i3(j destinò mar- 1 gio conte di .Sinigaglia, di cui parlai pei*
ciiesi della Marca Anconitana Federico e aver dato origine alta fiera le reliquie du
Ouarniero, i(piali avendo già in possesso lui ricevute e delle (|uali loriierò a ragio-

alcuni beni nel contado di Sinigaglia, //t nare. Frattanto contrastandosi 1 impero
fundo (le Monte Cmcis, mussi da impul-o Filippo di Svevia e Ottone I V, le città e
di pietà ne fecero dono al munasteiodi luogbi della Marca neseguiruno divisi le

s. Maria in Porlo di Ravenna, poi passati parti, per cui nel 1 aoo insorti notabili in-
u quello ilella Carità ili Venezia nel 1 j() j, contri Ira' sinigagliesi, fauesi e pesaresi ;

e liii.diiU'iit(-aC(pnstati nel 1 (173 dal conte tra' cameriiasi, m itelicani e gli uomini
Corrado .M<iiazzaiii, fialillo del vescovo, di s. An.itoglia, ti a'iciMi ini, anconitani
onde prisc il nome di Maiazziina il lo- osimani; innocenzo Ili temendone lecoii-
ro complesso. Nel i4o Sinigaglia man-
I seguenzf, e pe'fumcnti praticali dai lUi-
tenendosi in forzo, in libertà e vigore, con- ligno Marcualdo, per siuoriaie a tempo
federata co'pcsaicsi e lav^niiali, con c>àì quelle lumultuubc scintille cbe polcrju.)
-

i32 SIN Sì:;


prodin regrave incendio, spedi nella Mar- mero e misto impero. L'ingrato Ottone
ca per legalo apostolico il parente cardinal IV dopo essere slato protetto e coronato
Ottaviano Conti, per pacificarne popoli i da Innocenzo III, usinpò diversi domini»
e sopire le turbolenze, il che non si ellettuò della Chiesa, fra'tjuali Sinigaglia, Pesaro
se non dopo la morte diMarcualdOjla qua- Fano e altre città, di cui a' 20 gennaio
le avvenuta nel 1202, indi nel seguente I 2 [ o investi il suo parente Azzo VI mar-
annoseguì in Poi verigi la famosa pace tra chese d'Este, dispoticamente dichiaran-
i nominati e altri popoli, che celebrano dolo marchese della Marca Anconitana.
tutti gli storici della Marca, riportandone Mail marchese, alOllne di goderne legitti-

l'islromeiilo; sebbene come nota il p.Bran- mamente il possesso, riconobbe ilPapa per
dimarte nel Plinio illustralo, noverando supremo signore, anzi Baldassini e altri

i popoli che guerreggiavano tra loro , e dicono che l'investitura d'Innocenzo 111

perciò quelli controSiuigaglia e suoi con- i è anteriore all'atto imperiale. Grata Si-
federali, alcuni riportano l'alto al 1202, nigaglia a Jesi per avere ricevuto in di-
altrial 1 2o3. Già però, come si ha da Cai- verse guerre validi e pronti soccorsi, nel
dassini, Innocenzo III avea ricuperato i 12 I3 gli donòi già ricordati Monte s. V'i-
douiinii occupali da Enrico Yl e tutta la to, IMorroe Albarello, restando però nello
Marca, ad eccezione d'Ascoli e Camerino spirituale nella diocesi di Sinigaglia , e
clie si mantennero nell' ubbidienza del- INIonte s. Vito vi restò ancora dopo che
I impero;SinigagIia,Fano e Pesaro anco- non Gregorio XI nel 878 lo 1 concesse ad
ra rientrarono nella soggezione pontificia Ancona, come scrisse il Siena, ma bensì
con Jesi. Intanto abbianjodal iSiena che correggendo loBaldassinijglielodonòGiu-
la città di Sinigaglia erasi posta intorno lio 11 nel i5i2. Per diverse circostanze

a questi tempi sotto il governo de'Conti pregiudizievoli strettamente si collegaro-


(/ .), che istituiti da Carlo Magno a reg- no i rirainesi co' fanesi per combattere
gere le città italiane, estendevano la giu- chiunque a riserva della s. Sede, dell'im-
risilizionesinoa'confini del lerritoriodel- pero, de'sinigagliesi, de' veneti e di Fos-
la città da loro governata, la quale deno- sombrone allora soggetta a Fano. Indi si

minossi Coniitatus e Co/^/rtf/o. Quindi es- confederarono i jesini, fanesi, osimanì e


sendo conte di Sinigaglia Gollebaldo, nel sinigagliesi, contro Ancona e per vari in-
1200 avea fatto pace col comune d'Osi contri tra l(?ro avvenuti. Avendo poi i ri-

n<o, e gli condonò l'offesa ricevuta nella minesi guerra co'pesaresi, Sinigaglia ch'e-
distruzione de'castelli di Rupoli e Allia- ra collegata con Fano e Pcimini, accettò
no, posti nel contado di Sinigaglia : l'i- insieme con queste la lega che loro of-
stromento lo riporta il Siena iìqW Appetì- frirono Recanati, Osimo, Umana e altri
ilice u.° I. Veramente i comuni d'Italia amici con diversi putii e condizioni, donde
nel medio evo, gelosissimi della loro liber- può congetturarsi qual forza e potenza a-
tà, non si ponevano sotto il governo d'un vesserò allora tali città. Aldobrandino di
conte o altro tirannello, ma piegavano il Este, che nell'investitura pontifìcia della
collo costretti dal prepotente duiltodel Marca era succeduto al padre Azzo IV,
più forte. Aumentandosi tuttavia la pos- nel I 2 14 si vide costretto d'armarsi, im-
sanzadellecitlàitaliane,in vecede'consoli perocché Gualtiero conte di Celano con
e de'conli cominciarono a eleggere per
si poderose forze, assislitoe incitato dai fciu-
pioprio regolamento e governo Podestà i torid'Ottone IV nemico del Papa, erasi
(/^^^),chediconsi istituiti neh 162 da Fe- gagliardamente opposto al possesso della
derico I in persona di nobilissimi cava- medesima: dopo vari sanguinosi combat-
lieri, a'quali erano subordinati vari giu- timenti Gualtiero vi limase ucciso, e così
dici ecollaterali,poichèavtano il gius del riuscì al marchese di soltometlere uUa sua
SIN SliV li'j

ulil)i(1i<;ti7,a tulle le ciltà e Cui loro lieo contado Ji Sinigaglia e ili Cagli, e la con-
noscere la siipiema sovranità della s. Se- trada di Massa, co'castelli di Monlesecco
de. Vedendosi i conti di Celano inipotenli edi Nidiastore, in data dagli allogniamen-
diabbatteieAldobiandirìOjgli tolseroeni- ti dell'assedio di Vitcìho 0011-243. A p.
piamentela vita col veleno, sollentrando lyi vi è un altro diploma di l^eicivalle
nel domìnio della Alarca il fi'atello Azzo vicaiio di Manfredi, di conferma pel cu-
VII, o IX secondo altri, per conferma e stello diFarneto del contado di Smiga-
investilura di Papa Onoriolllde'28 niag glia.Divenendu Fedei icu 11 sempre più
«101217. niarchegiani però erano poco
I peggiore, fu nuova luenle scomunicato Coi
coutenti del governo degli Estensi, sem- suoi fautori , e ileposto dall'impero uel
brando loro di non essere soggetti alla 1243 da InnocenzolV nelconciliodiLio-
Cliiesa,beucliè in suo nome ne a vesserò il ne I. Nella Marca conte Uoberto da Ca-il

dominiojCome rilevanoCompagnonie A -
stiglione vicario imperiale, nel 1^47 usc\
iniani; onde popoli viveano in continua
i in campocontro igueld capitanali da.Mar-
discordie.gli eiigubinico'perugini,gliau- Cellino Pelo anconitano e vescovo d'A-
conitani co' recanatesi, i jesiui co'^iniga- rezzo, essendo con)poslo il suo esercito di
g!ie«i,e così tante altre tei re del'a Marca tedeschi, saraceni, maceratesi, sinigaglie-
parteggianli oper laChiesappciciògnelfì, ti, je>iui, osimani, matelicani e altri gbi-
o per Ottone) \^ come ghibellini. Onorio bellini, oo'quali sotto Osimo ruppe le uii-

III scrisse a'niagistrati e giudici di tutta papali con nutabileslrage, imprigio-


lizie

ja [irò vincia, che fussero ubbidienti al mar- nandoii vescovo e prendendo il carroccio
chese, e minacciò le scomuniche e altre d'Ancona; come meglio può vedersi in
pene n'ghibcllini. Altro ingrato edemi- Compagnoni, p. 07, ed mColuccijZ/e/Vz,
r

nentementc ribelle alla s. Sede fu l'impe- p. 85, insieuie all'.illra sconfitta ch'ebbe-
rntore Federico II, violandone diritti e i ro i guelfi presso Civilanova, ibjuale Co-
le giurisdizioni, per cui Gregorio IX lo lucci limita il numero de'morli e prij^io-
scomunicb nel i-zic); ma egli iniperver- ni a 2000, e dice che il crudelissimo Pe-

sando nellesue notissimeiniquità, inondò derico II fece pubblicamente impiccare


le terre dellaChiesa di armale,e spedì nella il vescovo Marcellino. Il Siena nel laccoii-
Marca con forte esercito neh aSc) Eiizio tare quesli sconvolgimenti fa ascendere la
suo naturale e re di Sardegna, il quale mortede'guelfi a4ooo, la maggior parte
concedendogiurisdizioni e pierogaliveal- anconitani, camerinesi, recanatesi e mou-
che lo rii:onoscevano, molte della
le città lecchiesi fautori dellaChiesa. Fi a laute a-
provinciaa lui si dierono con Oiimo, Jesi gitazionidi tempi sì calamitosi e lagrime-
e Sinigaglia, la quale già avendo parteg- voli, diverse terre e luoghi considei^bili
giato per Federico II era slata co'faoesi della iMarca, vinti dal timore, ricorsero ai-
scomunicata, al dire d'Amianì. Questi af- la protezione di Jesi, la quale più d'ogni
Itrma, che nel 1240 ancora sinigagliesi i altra godeva il f.ivore ili Fctlcrico II |>er

Co'je>ini inclinavanoal partito ghibellino, esseivi nato, con [)alli di rcci[)roca difesa,
per fiaccare il quale e opporsi agl'impe- JMa neli24<) avendo il legalo cardinale
riali Gregorio IX avea inviato nella Mar- Capocci ricuperala la Marca colle milizie
ca per legato il cardinal Fieschi poi In- dellaChiesa, i iletti luoghi si rilir.uono ili

iiocenzo IV. Trovo


opera intitolata
nell' Jesi e ritornarono in loro libertà. Nel lu-
lìoi'.onitìcUaSeilf apostolica xnpid il(fu- glioi 2 ìoilsindaco di Sinigaglia in nome
calo (il l\ìi lìKit Pia(('HZ(i,\ìiìv.G.^,p i(">8, del comune >trinsc lega co'sindaci di Pe-
li diploma d'un privilegio di P'edcrico II, saio, Fano, Fossombronc,Jesi, Cigli e An-
col (piale concesse a Corradnccio Slcr- cona, per serbarsi così unite piii costanti
Iclo, fiulio di Currado di (jultcbaldu, il nell'ubbidiciua e fede alla chicca romaaa,
234 SIN SIN
avellilo già abbantlonalo le parti di Fede- di Manfredi bastardo dell'imperatore cfie
rico II, che nell'istesso anno morì. Il man- erasi usurpalo il regno di Sicilia feudo del-
dato di procura della ciltìi di Sitiigaglia las. Sede, per cui Innocenzo IVdivisòdi
per coiicliideie la delta lega e alleanza si recarsi nel regno con un esercito, ma poco
può vedeieap. 143 dcWe Ragioni su Par' dopo morì in i^fapoli nel tlicembrei 20 {;

ma e Piactnza, ove sono anche seguen- i e che Manfredi per fare un polente diver-
ti documenti. Istroniento di sindacato o sivo al Papa, avea prima co' suoi napo-
iMuiidalo di procura a Cristoforo notaro letani e saraceni sollevalo i ghibellini di
per ricevere nel 12 54 da' jesiui le robe Toscana, respinti dalle milizie della Chie-
spettanti al comiuie e a'parlicolari di Si- sa, cui erano collegate Ancona, Tolenti-
nigaglia tolte nella presa di Monte Albod- no, Manierata, Sinigaglia, Fano, Pesaro,
do. istruniento di sindacato o plenipoten- Jesi e quasi tolta l'Umbria, e furono que-
za della comunità di Sinigaglia in perso- che accompagnarono il Pa-
ste le milizie
na di Pietro Manlini e di Boiifiglio IBa- pa in Napoli a impossessarsi del reame.
stucci, a contrarre società e unione colla Neh 257 i ghibellini della Marca si am-
coQfiunitàepopolodi Jesi neh 256. Islro- mutinarono di nuovo e presero le armi,
mcnto di diverse concessioni fatte nel minacciando rovine e desolazioni. Mau-
1258 tra il comune di Jesi e (|uello di Si- Iredi tosto spedì neh 2 58 per rinforzo dei
nigaglia, colla riforma d'alcuni patti già sollevali le sue truppe sotto il comando
convenuti. 11 Siena pure parla della re- di Percivalle d'Oria, qual vicario genera-
stituzione di tuttociò che i siuigagliesi a- le della Marca d'Ancona, del ducuto di
veano contribuito a'jesini allorché occu- Spoleto e di R.omagna. \\\a prima stre-
parono Monta lboddo;e del la nuova e stret- comparsa di Percivalle, Fermo e
pitosa
ta anioneche nel 12 56 Sinigaglia contras- Camerino cederono al suo potere; Jesi
se con Jesi allora molto possente, che tut- spontaneamente si dièiu venerazione del
to un corpo ne formarono, cosicché cia- padre naturale di Manfredi, che perciò la
scuna fosse a'ciltadini dell'una e l'altra co- ricolmò di privilegi e le donò alcuui luo-
mune, come conìuni fossero le pubbliche ghi considerabili; Fano resistè per qual-
rendile e le spese, documento che ripro- che tem[)o e poi si sottomise, decorata
dusse ììtW yà'ppendice i\.°:2,. Baldassini al- quindi di varie grazie, riferisce Siena. La
l'anno 1254 riporta, che essendo cessate solaSini^anlia tuttavia forte e costante a-
le sanguinose guerre fra la sua patria Je- gli assalti e alle replicale violenze di Man-
si e Sinigaglia, a cui aveanodiito i jesini fredi, mantenne fedele al Papa, laonde
si

imiti co'slalFolani il guasto, si fece la pace osserva Amiani che dopo l'agosto I258
e la quietanza delle cose contribuite per Annibaldo Conti nipote d'Alessandro IV
l'occupazioneili Montalbodtlo.Diceanco- e rettore della Marca, con Andrea Spi-
riijcbe nel i 255 l' ano essendo stretta d'as- gliali suo vicario generale e cappellano del
sedio da'ravennati, pesaresi e siuigaglie- Papa (non conosciuto da Leopardi nella
si, senza dubbio sarebbe caduta in loro Serles ReclonuìiAnconitaiiaeMarchiae),
potere, se i ji;sini non gli avessero obbliga- si ritii ò in Sinig iglia, unica che co'fanesi
li ad allontanarsi, restituendo a Fano la rimaneva per la Chiesa. Convien dire che
suatjuielee libertà. Celebrò altresì la se- a ipiell'opoca Fano ancora non si fosse sot-
guita leale e strettissima unione tra Si- tomessa. Ed infatti, Percivalle si fermò
nigiiglia e Jesi nelsuddelto 256. Amiaiii 1 in Jesicon animo di sottomettere Siniga-
discorre delle fazioni che continuarono glia e Fano, e pose alla i.* l'assedio a'5
anche dopo la morte di Federico lì, ghi- i febbraio 2 59, fermando gli alloggiamen-
1

seguendo le parti prima del suo fi-


bellini ti ne'borghi di Fano, la (juale fu costretta
glio Corrado IV, e morto questi nel 1 2 54> a rendersi con vautaggiose coudiiioui, e
SIN a3 7

poi alla piìma occasionef.ivorevoleiilor- rimpiilsoditornarealla loro derelitta pa-


ijò ali'ubljidieiiza poiitilicia, la quale Si- tria, e abitandovi ridussero in quella tor-
iiigaglia pieslò iiiaUcraliile ad Ale-i-iuii- ma più convenevole che negli scarsi mezzi
tiro IV, e al successole Urbano iVjil (jua- poterono, riparandone le gravi perdite.
Je intimò coiilio Manfredi la crociala nel Sulle diroccate mura edificarono intanto
1264. Appena ciò seppe Manfiedl spetli una nuova piccola città, coiupreiulemlo-

couli'O i crocesignali della Marca un eser- vi dentro l'antica chiesa cattedrale dì s.


cito di saraceni condotti di fresco dall'A- l'aulmo e l'episcopio, che sorgevano ov'è
fi'ica,i quali furiosamente scorrendo dap- il monastero di s. Cristina, restando di-

pertutto, giunti die furono all'infelice Si- visa la novella città per la strada grande
rigaglia Cui favore de'gliibellini fuoi lisci- ili Porta Nova, col mezzo d'una fossa pro-
ti, bai biuanieiile la saccheggiarono e la fonda, dal rimanente della città vecclii.i

distrussero, diroccandola con inesprimi- che giaceva sepolta nelle rovine lungo ,

bile crudellìi, e atterrandone le mura, le quella parte ove poi si fabbricarono le


fabbriclie e ogni altro nobile ediiizio a- chiese del ss. Rosario e dell'.Vssunla, fino

•«anzo della romana grandezza , che in al M.^ iMaddalena denomina-


prato di s.

qualche parte risparmiati dai furore dei to Terra vecchia. In progresso dì tempo
goti erano riinasli illesi. Però queTana- la nuova città andò aumentandosi d'abi-

lici maomettani non toccarono la chiesa tatori, nelle sostanze ,


negli edilìzi e nel

matrice o cattedrale di s. Paolino, né le commercio; da[)poicliè sì vuole da alcuni,


altre chiese, e neppure l'episcopio e le 7 che per la comodità ilella posizione e pei
licorilate superstiti torri, Non pertanto fu vantaggi ollerlì,vi si portassero a stabilir-
SIgrande e lagrimevole la desolazione por simercanti, gente d' industria, mannari
tata da quegli empi a Sinigaglia, ch'essa e pescatori, (juali contribuirono al suo
ì

restò nuda, vuotae priva non solo de'be- incremento. Nel 1276 sulla sua spiaggia
ni sagri e profani, ma eziandio d'abitauti, Sinigaglia vide perire 6 galere venete del-
in guisa che Dante memorabili
ne' suoi che naviganJoalla rovina del por-
la flotta

vei si del canto x\ dt\ Paradiso ^y ti. j 3, un


i to d'Ancona, da gagliardi venti fu spar-
immortalò la ileplorabile catastrofe. Le pagliata e rovinata. Perseverando Siniga-
desolanti conseguenze già tracciai di so- glia nella fedeltà al Papa, nel 12803 tra-

pra, edovrò riparlarne. 1 cittadini anda- dimento da Guido


fu presa e soggiogata
rono qua e là dispersi, raraminghi e sven- di Monte Feltre 3.° conte d'Urbino, acer-

turati. Resto mera viglialo, comedi tanto rimo capoparte ghibellino, per cui coni-
eccidio nella dettagliata e bella storia d'A- niossoa furore contro cittadini fieramen- i

inìaiii neppure una parola sìa detta: è vero ne fece morire 5oo. Lo confessa anche
te 1

ch'egli fa una lunga storia di Fano e non Reposatì,eperilimiiiuirrobbrubi 10 con-


diSinigaglia, tuttavìa di altri avvenimen- tro il conte, dice che forse fu a ciò indot-
ti che riguardano la seconda e altre città to dallo sdegno per la resistenza che gli

e luoghi della contrada, ne tenne talvolta fecero gli 1289 Sinigaglia era
abilanti.Nel
ragionamento. Frattanto Clemente IV confederala con Bologna, dunque già a-
rinnovandole scomuniche coiitroManh e- vea riacquistai.» la su.» importanza.
dì, investì del da lui usurpato regno ili Si- In quest'epoca vari tirannetli s'in-iigno-
cilia Carlo I d'Angiò, il (piale marciando rirono della patria e di altri luoghi. A
nel reame, cumballèe vìnse M<uifredi, die questa 2.' categoria soggiacque nel 1 3oG
vi restò mìserunientc uccìdo, nel mudo che Sinigaglia, menlre stabilitasi da Clemen-
riportai a Sicilia. Fu allora die i siqier- te \ la residcn/a poutilìcia in Francia e
stili siuigaglioiscauqiali da tante sciagu- poi in Avignone, 1 signorotti si fecero piii

re e sotti ulti dal furore saraceno, ebbero audaci e prepotenti, e di torta uocupaio-
236 SIN SIN
no i dominii della Chiesa, t^andolfo Ma- ditaMonleMarcìanOjCassiaaoeallri luo-
Jateslade'signoii di Riiniiii (f.) si acqui- ghi, olire di versi privilegi. Dice Baldassini

stò la signoria di Fano, di Pesaro, di Si- che Jesi per cacciarci Malatestacontribm
uigaglia col titolo di podestà o pretore; 5o,ooo libbre .d'oro(ravennate scriveSie-

nel mentre che Malalesta suo padre e Ma- na), e che con gran gente d'arme si porlo
laleslino dall' Occ/i/o suo fratello, essendo a Sinigaglia, obbligando il sindaco a ce-
tulli intesi ad accomodar le dilferenze fra dere tulle le ragioni e giurisdizioni della

que'di Cervia e di Cesena, insorse tra fa- i città, ch'erasi usurpale a pregiudizio della
iiesi si grave discordia, che sollevandosi Chiesa e a disonore di Giraldo : aggiunge
i ghibellini colle armi agli 8 luglio caccia- che nel medesimo anno si ribellò la mag-
rono PandoUb dalla loro città e podeste- gior parte delle città dellaMarca di fazione

ria, facendo prigionieri co de'suoi solda- I ghibellina, fra le quali Sinigaglia, Ancona,

ti. Iiitiratosi Pandolfo con ;joo cavalli e


Ascoli, regi>lrale ancora da Compagnoni
3oò fanti circa in Pesaro, ove pure ghi- i nella Reggia P/(e/i^i,edaColucci in Tre-

belliniammutinatisi il 6 agosto, pesa- i ui. ClemenleV fece loro minacciare le sco-

resi loprivarono dell'udicio e cacciarono muniche, le confische, la privazione dei


dalla patria. Rifugiatosi per ultimo Pan- privilegi neliSoS.In questo entrarono nei
dolfo in Sinigaglia, che governava e reg- distretto di Jesi gli anconitani esinigaglie-

gevaqual pretore, v'incontrò la stessa dis- sicon poderoso esercito, e dopo commesse
grazia. Laonde allestito Pandolfo un e- molle enormezze dierono il guasto al ca-
sercilo poderoso, con l'aiuto del nipote stello di Mazzagrugno, alla rocca di s.Lo-

Fenantino, e di Tanodi Balignano da Je- renzoealla villa delle Puipe. Compagnoni


si e signore di Monte Marciano, di altri riprodusse la bolla diClementeVdeli 3og,
potenti cittadini di Jesi, e di Vannolo si- d'interdetto econdannadi pene tempcna-
gnor di Monda v io e ci Ita di no di Sinigaglia li e pecuniarie contro le città ghibelline

e altri nemici della Chiesa, ossali, vinse rivoltale, compresa Sinigaglia. Pdlornata

e colle armi occupò Pesaro, Fano, Sini- all'ubbidienza pontifìcia, narra l'Amiani
gaglia e Fossombrone, contro delle quali nelle Memorie di Fano che
y alla lega par-

acerbamente sdegnato, commise inaudite ticolare de'Iànesi, co'siuigagliesi e jesiiii,

crudeltà, distrusse e bruciò palazzi, case dopo un general parlamento tenutosi iu

e torri, spiantò vigne, alberi e biade, e al- Macerata per opera del legato della Mar-
tro che trovò ue'terrilorii.Gli omicidii,gli ca cardinal Bertrando Poggelto neli32(),
adulterii, le deflorazioni, i ladronecci, i quasi tulle le altrecitlà della [Marca e del-
accompagna-
sacrilegi e altre scelleratezze l'Umbria unirono per far fronte all'e-
si

rono la barbariedi PandoUo. Giunlea co- sercito dello scismatico Lodovico V il Bu-

gnizione di Clemente V tante enormità, varo,flero nemico di Giovanni XXII e ca-

a riparare le sciagure in cui gemevano i poparte ghibellino, ma egli invece si di-

tiranneggiali, nel i 807 destinò rettore ge- resse in Toscana. Circa il fine del i34S
nerale della IMarca il nipote Bertrando de Malatesta Guaslafainiglia eGaleottosuo
Gol, e per vicario e maresciallo nel lem- fratello, figli di Pandolfo Malatesta, im-

jiorale Giraldo de Tastis. Questi appena padronitisi d'Ancona, con grande ardire
gimilonellaMarca,condusse l'esercito con- invasero quasi tutta la Marca, parte per
tro le dette città, pugnò e combattè con dedizione e parte per forza , ed in quel
lai bravura, che le ricuperò alla s. Sede, tempo si crede che acquistassero Siniga-
confiscando a (àvoredella camera aposto- glia, seppur non fu loro conceduta da Lo-
lica i feudi de' fautori di Pandolfo, pre- dovico V nel 1342, il quale realmente Io
miando i validi e copiosi soccorsi prestati fece e secondo lo siile degli antichi impe-

da'jcsiui, col concedei loro a lilolo di veu- ratori che dispeusuvauo i feudi come fos-
SI iV SIN 7 3-7

<rro loro, e ad onta che Clemente VI nel - re, ove al presente giace la fortezza, di cui

l'anno slesso avea nominali i fiatelli (ia- ancora resta qualche vestigio, chiudendo-
leolloe IVlalalesla vicari di Riinini, Pesa- vi ima di quelle torri rimaste in piedi nel-
ro e Fano : peiò con altri storici dissi a la rovina cagionala da'capiiani di Man-
lliMiNi.clie i fratelli vojloroiiconosceredal fredi : la munì con presidio di soldatesca,
Papa tali vicariali. L'Arniani poi dicliia- e verso Porta Vecchia innalzò nn'allia
ia,chet»el 34B dopo aver Galeotto e Ma-
r piccola rocca, intorno alla quale nel i/jBo
latosta alloggiato in Fano Luigi re d'Un- I Giovanni della Rovere eresse un torrione
{pileria, e dopo aver commesso governo il poi demolito, per più validamente forti-
di Fano, Riinini e Pesaro a Paiidolfo tì- ficare e abbelliie la cillà. Correndo il 3 76 r

glio di Gitasltifamiglia, si portarono con 01 357 Mondolfomandòa Sinigaglia l'an-


numeroso esci cito nella Marca, occnpa ro- tico tributo del pallio rosSo o vermiglio ai
llo senza conlrastoSinigaglia, indi Anco- 4 maggio, per la solenne festa di s. Pao-
na e quasi tutta la provincia, al modo che linopatrono della cillà, omaggio che si
liodellocol Siena. Queste usurpazioni in- continuò a praticare, leggendosi il docu-
citarono acremente l'animo d Innocenzo mento nel n.°4 àeW'y^ppenclicc di Siena.
VI, ordinando nel iS'TS in Avignone al ]\eli37i Sinigaglia intervenne al parla-
celeherrimo card inai A Iboinoz di condur- mento provinciale, convenendo sulla ri-
si con ben fornito e numeroso esercito, per duzione della curia generale della Marca
ricuperare i luoghi nello stato pontifìcio in Macerala, liferendolo colla istanza che
invasi da'liranni potenti, e reprimere la sottoscrisse il Compagnoni. Neli3''5 le-
ti acotanza di Giovanni Visconti arcivesco- gislrò Raldassini nelle /Memorie di Jesi^
vo di Milano, che co'ghibellini agognava sull'autorità di Amiani, che Jesi, Terni,
all'ifuperod'ltalia. Mentre il cardinale fa- Narni, Asisi,Spoleto, Gubbio e Sinigaglia
ceva i preparativi lalMarca fu infestala d il- si dierono agli Orsini, essendo la provin-
le masnade avventuiieie di tedeschi e cia divisa in ostinate fazioni, e tutte le cit-

francesi, capitanate da'famosi conte Lau- tà involle in aspre guerre, contendendo le

do e fr. Moireale avidi di rapine e di san- guelfe con troie ghibelline. Riscontrato pe-
gue. Occuparono molli luoghi, e vi com- rò l'Amiani, trovo che unicamente Meni-
misero spogli e nefandezze. Troncato il ca- le Fiascone passò al dominio degli Orsi-

po a fr. Morreale tlal famigerato Cola di ni, e quanto alle nf)minate città, soltanto
Rienzo tribuno di Roma (F^-), neli3'5 dice, che dato il bando a'minislri e offi-
giunse nella Maica il cardinal Albornoz ciali del Papa, aprirono leporte a'ioroan-
legato, e nellaprimavera mosse guerra a lichi tiranni; ed in (pianto poi a Siniga-
( jaleoUo Malalesla, lo sconCsse a Paterno glia, nell'indice l'attribuisce a'Malittcsta
o pressoRecanali e fece prigione, forzan- iruaslafttmig^lia. sebbene nel contesto lo-
dolo insieme al fratello Malalesla, a resti- da Galeotto ALalatesta, che co'fmesi, (piai
tuire Ancona, O-iiino, Sinignglia egli al- vicario e capitano genera le del Io sta lo ec-
tri luoghi sinoal ÌNlelauro. Rt-stituita a Ga- clesiastico, non risparmiò spese e fìiliche
leotto la libertà, col fratello furono dal Pa- per estinguere la si-dizione e ricondurre
pa costituiti vicari della Chiesa di Fano, le ronluinaci città all'ubbidienza di (ire-
l'\)Ssom brone, Pesa roeRi mi ni co'Inro con- gorio\l. Questi nel 1 3^7 restituì a Roma
tadi per I ri anni, e con 6000 scudi o fio- la tanto desiderala dimora ponlilìcia, ma
rini d'oro d'annuo liibulo. Ritornata Si- nel t 3'-8 col succedergli llibaiio VI incor-
governo della Chie-
iiigaglia sotto l'antico se fanlipapa Clemente V II, il ipiale sta-

sa, il cardinal Albornoz n fine di tenerla bilendosi in A viguone dio prinoipionl gran
ben custodita egunrdala, nel 3 )') slesso 1 Scisma (/'.) d'occidente, che involse lo

vi fcceedilìcar la rocca dalla pailcdel ma- "italo pontificio, l'Italia e altre regioni di
238 SIN SIN
Europa in gravi tu rl)olenze,e nel 379Ga- i Sinigaglia (né si deve confondere con Ga-
leotloMalalestaehbeSinigagliaemori nel leotto /\^ofe//o, figlio del celebre Galeotto
i383. L'Amiani nel narrare le desolanti eperciò fratello del rinomato Carlo ami-
conseguenze dello scisma e le guerre della co di Gregorio XI h, ambizioso ancor egli
IMarca, notò che nel 1392 tra Sinigaglia d'impadronirsi delle città della Marca, ai

e IMacerala vivea a discrezione la compa- 7 ottobre sorprese Ancona e ne restò re-


gnia di s. Giorgio composta di 800 ca- spinto dal valore degli anconitani. A re-
valli ealtiettanti fanti, e comandata dal primere l'orgogliode'Malatesti, in fav ;re
figlio di Boldrino da Panicale, adirato e dellaChiesa fu quindi formata una lega
pieno di vendetta per l'uccisione del pa- tra Ancona, Fermo e Camerino, per ap-
dre; imponeva contribuzioni alle città e poggiare Lodovico Migliorati signore di
luoghi, uccideva quanti marchegiani tro- Fermo e pel concilio di Costanza capitano
vava, esclamando i soldati ; r^ada perra- generale e rettore della Marca; laonde co-
mma del Boldrino. Scrive Siena, che fi- de'collegati di mare e di terra,
gli aiuti

nalmente per le luttuose vicende di quei neli4i6 Ancona spedi alcune galere per
tempi, nel pontificato di Gregorio XII a- Sorprendere e soggiogare Sinigaglia pos-
micis!<imo de'Malatesta,o forse anche pri- seduta dai Malatesti, che dopo lunga re-

ma, di nuovo al dominio e potere di essi sistenza e combattimento fu costretta ce-

fu obbligata e costretta Sinigaglia, giac- derealla forza de^confederati. IntantoGa-


ché notai a Piimini che Bonifacio iX nel leoltoMalatesta signore diPesaro, insieme
iSgi confermò ne' vicariati , compieso al suo congiunto Carlo signore di Rimi-
quello di Sinigaglia, Carlo e fratelli Ma- ni, chiamati in soccorso da'perugini con-
lalesta figli di Galeotto. Neli4o8 il suo tro Biaccio che combatteva Perugia, ai
signore Malatesta de' IMalatesti figlio di 12 luglio i4i6 combattimen-
in ostinato

GuastafamigUa[*\\ cui pure trattai a Ri- to restarono prigioni di Braccio, il quale


mini, comedi tutta l'illustrestirpe, doven- coir esercito vittorioso occupò Mono ,

dosi tenere presente quell' articolo per Massaccio, Maiolati, Montalboddoe Sca-
quanto spetta alle persone de'Malatesti e pezzano appartenenti a Carlo. E poiché
loro notizie, imperocché a motivo della da Antonio arcivescovo di Ragusa nunzio
Tiumerosa discendenza e della somiglian- e commissario generale della s. Sede nella
za de'nomi, la genealogia resta alquanto Marca, erasi preso al soldo Braccio,Iesue
intricata e talvolta confusa), o megliosuo forze divenute formidabili, die motivo a
nipote e perciò figlio di Paudolfo e pro- un trattato di pace fra i collegati e i Ma-
nipote di Galeotto, a<;pirando al contjui- latesti,con quel gran compromesso ripor-
sto di buona parte della Marca, già avea tato da Compagnoni, anche perchè Anco-
ottenuto possesso d'O/nno e Jesi, e col-
il na sgombrasse la città e rocca di Siuig »-
le sue considerabili forze ne ottenne il pos- glia, fu conclusa la liberazione di Carlo e

sesso. IN'el I
409 il concilio o conciliabolo di Galeotto, che Scapezzano e Massaccio
«li Pisa de[)ose Gregorio Xlljel'anlipapa si rilasciassero da Braccio,eSinigaglia si re-
Benedetto XI li successore di Clemente stituisse a'Malatesta di Pesaro, come se-

VII, ind elesse A lessa ndroV,che nel i4'0


i guì 8 febbraio 4 7> anno avventuro-
a' 1 1 '

morendogli fusostiluitoGiovanniXXlH. so per l'elezione di Martino V che estinse


Lacerata vieppiù l'unità dellaChiesa da 3 lo scisma epacificò l'Italia. Riportai a Ri-

obesi trattavano da Papi, nel i4'4f^ P''^' mini con quegli storici, che Carlo nel 1428
uuilgato il Sinodo (/^'.) di Costanza per ottenne da Martino Velie i naturali del
Iroiuaie lo scisma. Nello stessoanno Ga- suo fratelloPandolfo potessero sucoedere
leotto Malatesta ultimo signore di Pesaro a'vicariali, e che il Papa eccettuò Siniga-
e figlio del suddetto Malatesta signore di glia e altre città e terre. L'Amiani in del-
SIN SIN 2^9
(o anno fa ricordo della legillimazinne ol- .saresi; e che il Vilelleschi ricuperala Si-
teniitn da Carlo [>e'ni[)Oli,e la riimovnzio- nigaglia si re( ò a risiedere in Pesaro, men-
ne dell' investiture, niedianle però la le- tre Galeotto o Galeazzo aiutato segreta-
stitiizione di Sinigaglia, Corinaldo, Ca- mente da Sigismondo suo cugino occupo
slelfidardo, Pergola, IMoiileiiipone, Mon- per sorpresa il vicarialo di Fano già in-
tefano, IMoole Filotlrano, 0>in)o, Borgo corporalo alia Marca, per cui il Vilelleschi

s. Sepolcro, Cervia e il vicariato di Mon- giustamente concepì sospetti sulla con-


davio. Invece naira Siena, che nel i
43 i dotta di Sigismondo; tutta volta 1' inter-
Galeol toc Galeazzo e Carlo (il quale è di- posizione del pio e virtuoso Galeotto Ro-
verso dal già ricoidafo, perchè era morto beilosliinato dal Papa. sembracliecon lui
nel 1 4^9» non deve inten-
e per Galeotto ricouciliaNSe i (rateili. JNel dicembre i433
dersi suo nipote Galeotto Roberto
il i.° Fiancesco Sforza {I ,) capitano valorosis-
che gli successe: meglio è vedci e l'artico- simo del duca di !\]ilano nemico d'Euge-
lo Pesaro), dopo la morie del loro padre nio IV, con 2000 cavalli e molti fanti en-
Malatesla furono da'pesaresi cacciati, e trò ostilmente nella I\Iarca,e dal Metau-
privati del vicariato da Astorgio Agiiensi ro scorrendo il lido del mare passòiu Si-
poi cardinale, governatole della Marca nigaglia, lasciando così libero il campo
e commissario delle milizie d'Eugenio IV, ai Malatesla di Pesato suoi amici di ri-

a riserva di Sinigaglia e di Fossoinbrone, cuperarla, e rimetterla sotto la loro sog-


che restarono a'iMalatesta e lo conferma gezione. Per lecalunnie sparsedallo Sfor-
Compagnoni. Ma nel 432
i successo all'A- za contro Eugenio 1\', cheil conciliabolo
gnensi il famoso Giovanni Vilelleschi poi di Basilea (/'.) pretendeva deporre, e per
cardinale, nel marzo riacquistò alla Chie- la naliiia fiera del \ itelleschi, la Marca
sa vSinigaglia co'suoi castelli e alcun'altri si ribellò e si die allo .Sfòrza. Questi scon-
del pesarese, coH'aiulo di Sancio Cai ilio volgimenti age\olòa Carlo Malatesla non
spagnnoio capitano di 3oo cavalli, e ciò solo ili riprendere Sinigaglia co'suoi ca-
perchè, come notai aRiMixi, i Malate.>ta stelli, ma similmente d'occuparnealtri o i

aderivanoa'ColunnaavversialPapaenon nel vicarialo di Mondavio. Per ricupera-


pagavano censi. Avanzandosi il Vilelle-
i re la Marca lauto tra vagliata dai gueireg-
schi all'assedio diFossoinhione già de'iMa- gianli, Eugenio IV si confederi) con Al-
latestidi Pesaro, in aiuto di i|ue!>li soprng- (òn>o V re d'Aragona e di Sicilia (
/ .)nel
giunse il valoroso Francesco Piccinino, 1443, il qnale perciò scrisse quella lette-

ed ancora il Cardio per ordine del car- ra circolare contro lo Sforza, che Siena
dinal fratello ch'era in discordia col Pa- pubblicò nel n.°5 i\elì'.^i)pen(iire. Qiiaii-
pa, lutti ribelli alla Chiesa, e costrinsero tuiiquepeiò lo Sforza con titolo di mar-
\ ilellesthi a ritirarsi. Fermandosi incau- chese goilesse il dominio di qiia«i tutta la
tamente Cardio nel vicinocastello di Sor- Marca peri o anni, nondimeno Sinigaglia
bolongo,vi restò fugato con molta prodez- restò imnuine dal suo governo; nd onta
za da Sigismondo IMalate^ta, ch'era suc- di che asserì il Calcagni nelle Memorie
ceduto al fratello Galeotto iloberlo nella (li lìecauatij ciie Francesco Sforza 1' a-
signoria ili Riiniiii e di Fuiio, che allora vesse occupala; e pare cerio che la domi-
era capitano generale di s. Chiesa. Anche nassero i Malatesla di Pesaro, essendo a
Amiani parla dell'irritazione d'Eugenio Carlo nel 438siicce(luto il fratello ocomc
1

IV contro Mal.itesli di Pe.saio.lòi se per-


i altri dicono il tiglio Galeazzo, co'cjunli lo
chè contro palli combinali da INIailino
i Sforza avea buona corrispoudenza. Sini-
V, ritenevano Sinigaglia il vicariato di , ^ai;lia restò nella signoria e governo dei
F'ano e altre terre della Marca, o per la ÌNIalalesln di Pesaro sino ali44^> *"*^"i
sollevazione contro di loro de'faiicsi e pe- Galeazzo vendè Fossombronc a Fcdenco
54o S I N S I N
roiìte (I! Monte F'eltre peri 3, ooo fiorini caro ne'fondamenti medaglie colla di lei
d'oro, e Pesaro allo Sforza pel fialello A.- e(lìgie;ma prevalse il nome di S.Giovanni
lessaiidio e per 7,0,000 fiorini, malcon- che prese dalla contigua chiesa omoniiua,
tento del ctigino Sigismondo che avea at- commenda de'cavalieri gerosolimitani, in-
tentato a'sLioi dominii, riservandosi Sini- di compresa nel fortino. Wel i4 j6 f^ece mu-
gaglia e il vicariato di Mondavio. Dive- rare il torrione di s. Bartolomeo verso l'e-
nuto quasi stolido, l'irritato Sigismondo piscopio,così detto perchè innanzi sorgeva
olire l'avere provocata la lega del Papa la chiesa di s. Bartolomeo, ove in seguilo
per togliere la Marca a Sforza, nel i44^ si formòli gheltodegli ebrei. Si fondò an-
occupò colla forza Sinigaglia e il vicaria- cora il torrione del Ponte che prese l'ap-
to di Mondavio, e ne fu investito da Eu- pellazione per aver incontro il ponte del
genio IV con titolo di governatore e di Porto,ov'è al presente la chiesa de'ss.R.oc-
v'icaiio per la Chiesa, di cui era capitano co e Sebastiano, e terminòi muri fra i tor-
generale, e confermato nel i447 ^^'^ INico- rionimedesimi. Volendo Sigismondo pro-
lò V.Non avendo Sinigaglia altro propu- seguire gii altri lavori stabilili,e ripugnan-
gnacolo che la rocca innalzata dal car- dovi il vescovo Colombella per alcune pic-
dinal Albornoz e "quella piccola a Porta cole case appaitenenli alla mensa, di pre-
Vecchia, oltre le summentovate torri an- potenza le fece demolire per fabbricar la

tiche, Sigismondo nel i^^ò volle restau- muraglia e cortina della città fra i loriio-
rarla e fortificarla con vari torrioni, e re- ni Penna, s. Francesco e s. Paolino. Cre-

stringerla a guisa di foltezza con recinto scendo lo sdegno contro il vescovo, Sigi-
di mura, mediante buoni architetti mili- smondo tira unica meri te fece abbattere in-
tari. Pertanto smantellò interamente le teramente l'antico episcopio e la vetusta
rnjirasul fiume dietro l'osteria della posta, cattedrale di s. Paolino, col pretesto che
la chiesa di Maria del Portone e nel let-
s. sovrastavano e impedivano gravemente
to della Penna, e neh 453 die principio allanuova fortificazione. Tulio rapida-
a un torrione verso levante presso la roc- mente fu eseguito, ed marmi, le colon- i

ca ove oggièiibaloardodella Penna, nel ne, ed altre cose ragguardevoli e preziose


cui sitofu già la chiesa dis. Francesco dei della cattedrale si mandarono nella chie-
frali minori. Nello stesso tempo ordinò a sa di s. Francesco. Uguagliò Sigismondo
que'di Mondolfo l'erezione d'altro torrio- al suolo le 7 torri superstiti dagli sterminii
ne incontro Penna, e nel i4'54 ^^^'^
alla patiti dalla città, 3 delle quali erano vici-

fabbricare la porta di s. Martino o Porla ne all'episcopio e in 7. si enlrava pel ponte


Nova in capo alla via Capocaccia per cui levatoio, le altre 4 eiano entro la nuova
andavasi alla chiesa di s. M." Maddalena, città. Tolte queste fortificazioni e quel le di
e con sua iscrizione che ricorda il restau- Fano, Sigismondo operò anche per mu-
ro della città. Furono ancora cavati i fon- nirsi dall'inimicizia del polente Fellresco
damenti del torrione di s.PaolinOjCOsl det- conte Federico, per essersi sempre mostra-
to comechè situato presso l'antico vesco- lo avido de'suoi stali e avere invaso più
vato, nella quale occasione si trovò un'ur- volte le castella delMonte Feltro; non me-
na piena d'antiche monete valutate 3oo no per quella d'Alfonso V re d'Aragona
ducali d'oro. Indi nel i455 si costruì il che lo "escluse dalla pace e legaco'principi
muro dellamarina, poi racchiuso dentro italiani, narrale da Amiani. L'odio di Al-

il fortino propinquo alla fortezza, co'ma- fonso V derivava per avergli Sigismon-
teriali delle antiche mura. Si edificò pure do negato la restituzione di circa 3o,ooo
il torrione Isolto, con tal nome ad onore ducati, altri dicono 40|000 alfonsini, al-
della 4-' e ddetta moglie la celebre Isotta tri 40,000 scudi d'oro, e altri 60,000
già sua concubina, e perciò vi fece collo- scudi, a luidali neh 44? oi449 l"''"'-'*^
SIN SIN 7\i
Sigismondo erosi impecjnnfo rnn fole <;li- sicurez7a di pace cedere al Papa in depo-
peiulio di servirlo qiial ca|)il;uio genera- sito Sinigaglia col conlado,il vicarialodi
le, e invece eia passalo all'alilo servizio JMondavio e Monte Marciano. Tutto vie-
niililaie de' fiorentini e a suo danno, a- ne narrato da Siena, Amiani eP«.eposali,
vendo promesso per guarentigia a voce l'ultimo de'quali enumera i castelli resti*
il vicarialo di ÌNIondavio, Sinigaglia e il tuili al conle Federico.
coiitadodi Fano, su'cjuali dominii movea Inutilmeiite>trepitando Sigismondo, t
il re le sue pretensioni. A peggiorare la commissari pontificii e del tluca di Mila-
condizione diSigisinondo,nel 1 455 diven- no a' rg di settembre o meglio ottobre
ne Papa Calisto III, che voleva S[)0gliar- a titolo di pegno e in nome della Chiesa
lo de'suoi stati come spurio, e se nel <j,\u- presero possesso di delti luoghi, e conse-
gnoi4J'ti morte la gli tolse il liormidabile gnarono la Pergola e quelli che gli spet-
nemico Alfonso V , a questi successe il fi- tavano Quanto aSinigngha,
al Feltresco.

glio naturaleFerdinaiido I,non meno av- l^io II la fece occupare il i. "novembre da


verso; e se a'6 agosto mori Calisto III, fu Ollaviaiio Pontano gran giureconsulto e
eletto Pio li egualmente a lui conlraiio. commissario a[)oslolico. Sigismondo per
Questi come il predecessore tulio intento sua rovina, a vendicarsi del Papa e rom-
e guerreggiare i turchi, avea nell'animo pendo ogni accordo, si gettò dalia parte
Federico conle di Monte Fel-
di servirsi di ilegli Angioini che disputavano il regno a
tre e d'Urbino, anche per deprimere si- i Ferdinando I, e perciò in guerra con Pio
gnorotti che tiranneggiavano lo stato del- li che sosteneva il re, e la fece anche nel-
la Chiesa; e per attuare il gran progetto lo stalo della Chiesa col Piccinino che a-
della crociata control turchi, Pio li in- vea guadagnalo; per cui dal Papa fu sco-
vilo i principi al congresso di Mantova io unicat o, come ri belle di s. Chiesa e man-
{^) iieli45f). L'altiero Sigismtjndo inu- calor di fede, e in lutto lo stalo lo fece di-
tilmente si umiliò al Papa, e fortilicati i pingere come infame
traditore; non che
suoi dominii dipoi si recò a iManlova; e citato a pagare censi non soddisfalli, pre-
i

inentiesi celebrava il congresso ij conte palando inoltre il Papa un esercito per


Federico con Giacomo Piccino, da Fos- spogliarlo de' feudi. L'imprudente Sigi-
sombrone a'y agosto uscirono in campo smondoesallato da qualche successo mi-
e coiKiuislarono 5r castella, 87 dellequa- litare, neli4Ci con vari pretesti armala

li posero a saccomanno e bruciarono: per mano invase Monte Marciano e il vicìì-


la moderazione del i^iccinino, o perchè riato di Mondavio. Tenlò di ricuperare
guadagnato dall'oro di Sigismondo, que- Sinigaglia, ma non essendogli riuscito ro-
sti non [)erdè la maggior parte di sue for- vinò lutili niolini con gravissimo danno
tezze, e fu allora che si portò stretto dal- degli abitanti.Si gettò nellaMarca e ruppe
la necessità a Mantova per trattar la pace e battè sotlo Monilavìo con gran spargi-
col Papa. Avendo nel congresso re Fede- mento di sangue Bartolomeo Vilelleschi
rico I reclamalo la somma data dal pa- vescovo di Cornelo e commissario apo-
dre a Sigismondo e le guarenligie da lui stolico, e LndovicoM,ilve7zi bolognesege-
promesse, tu nel selleud)re incaricato il ncrale pontificio. Essendosi da Sigismon-
linea di Milano Francesco Sfor7a di pro- do al Melauro riunite le genti collegale
nunziale lu sentenza o laudo. Questo fu per sostenere gli Angioini nel regnoiliNa-
terribile per Sigismondo, poiché gli fu or- poli, recandosi a Monl'Olmosaccheggia-
dinalo di resliluire al contedi Monte Fel- rono le terre dellaChiesa. Francesco Slor-
tre e d'Urbino tutte le terre occupale e fa duca di Milano, per impedire a Sigi-
la l'ergola; di pagare in rate a Ferdinan- smondo il passaggio neir.Xbruzzo, lo con-
do I la somma ricevuta dal padre, e per sigliò a impossessarsi di Sinigaglia, e et

VOL. IXVI. iti


a42 S I N SIN
convenne. Dopo av(\ conquistalo diversi ed infeudò di Monte Marciano con titolo

luoghi della IMarca,si accampòinnanzi Si -


di signoria e vicariato della Chiesa, l'al-
iiigaglia, facendo segi elanienle sapere a- tro nipote Giacomo Piccolomini. Spoglia
gli abitanti ch'eia venuloiii loro soccorso to Sigismondo de'suoi stati, a istanza dei
e per liberarli. Frattanto formò l'assedio veneti e de'francesi, il Papa gli accordò
della città, per cui i sinigagliesi, parte spa- a vita Rimini in vicariato: se il figlio Ro
ventati, parte gisadagnali implorarono , berto avesse ubbidito Paolo 11, invece di
breve tregua ,
promettendo rendersi se Rimioi, avrebbe avuto Sinigaglia, Mon-
non fossero soccorsi dalle milizie della davio eia mano della nipote. A[)peiia il

Chiesa. Sigismondo vi consenti colle pa- detto Papa a'3o agosto 1464 successe a
role, e co'falli cominciò ad abbattere le Pio li, i cittadini di Sinigaglia conce[)i-
mura colle artiglierie, laonde certo Dota rono il disegno di sottrarsi dall.:. sogge-
capitano diioo fanti ch'eravi di guarni- zione delPiccolomini, e l'effettuarono con
gione, essendo stato corrotto, persuase i istialagemma, dandosi spontaneamente
compagni a non opporre un'inutile resi- a' 4 ottobre a Paolo II e alla Chiesa, pre-
I

slenza, airerniandofldsamente di non po- via una capitolazione per la conservazio-


tere ricevere aiuti, e si resero a patti, en- ne de'privilegi che loro avea concessi Si -

trando Sigismondo nella rocca nella notte gismondo Malatesta ,


e particolarmente

de' 12 agosto 1462, per tradimento del ca- della rinomata fiera. 11 Papa vi accudì be-
stellano, dice l'Amiani.Tuttoglorioso Si- nignamente, e li fece approvare a'4 no-
gismondo piantò i suoi stendardi sopra i vembre 464 dal suddetto Giacomo Van
i
-

toirionì, risarcì le mura e fece altre for- nucci vescovodi Perugia, che inviò al go-
tificazioni. Ansioso di rivedere le sue for- verno della città di Sinigaglia, di Fano
tezze, andò a IMondolfo, ma sorpreso ai e della Romagna. Il Siena riproduce pri- i

26 agosto tra Costanzo dal


Sinigaglia e s. vilegi confei niati neW A ppeiidice n. 6, che
conte Federico, che Pio li avea richia- principalmente furono seguenti. La i libe-

mato appositamente dal regno di Napo- ra elezione degli anziani, sindaco, cancel-
li, come racconta pure Reposati, Io sba- liere e altri ufìiziali, non che il podestà
ragliò e gli fece 5oo prigioni, e con pena
1 ogni semestre. Che le cause civili, crimi-
si rifugiò in Fano. Allora il conte quale nali e spirituali, si possano decidere dal
generale della Chiesa colle milizie ponti- podestà e altri Che restino confer-
uffiziali.

ficie incominciò le sue conquiste, che gli mati gli statuti e Che si reinte-
i privilegi.

fruttarono da Pio li in pretnio, al dire gri la città degli antichi confini. Che fos-
d'Amiani, Fano e Monda vio, unito a Na- sero nulle le possessioni alienate. Che le
poleone Orsini Siena e Amiani enume-
: rendite e i dazi della città e contado, e
rano molti luoghi occupati a Sigismon-
i del mare fossero del comune. Che sia li-

do, oltre il vicariato di IMondavio, che ri- bera l'esportazione del grano, biade e al-
dussero all'ubbidienza del Papa. Raggiun- tri raccolti senza dazio. Che non sia temi -

se e rafforzò l'esercito neh 463 il cardi- ta la città a pagar il castellano della roc-
nal Forliguerri legato, e con assedio fu ca. Che si accordi la piivativa del sale al
preso Fano a'25 settembre; indi Siniga- comune. Godendo pace e quiete Siniga-
glia agli 8 ottobre si rese a patti al conte glia sotto il paterno governo della Chiesa,
Federico, con gran piacere di Pio 11 per nel 1472 fu turbata dalle insorte tumul-
l'importanza che le dava. Il Papa invest\ tuose cittadine fazioni, per cui espulsi i

di Sinigaglia e del vicariato di Mondavio capi autori del disordine e ricoveratisi in


il suo nipote Antonio Piccoloinini[f\) du- IMontelMarciauOjistigaronoGiacomoPic-
ca d'Amalfi e i suoi discendenti con l'an- colomini a prenderle armi contro loro i

nuo censo di 1 00 fioiini d'oro di camera; nemici. Stimando Giacomo propÌ7Ìa oc-
SIN SIN 24'i

casione per occupare Sioigaglia e licnpe- dò In tumultuante plebe di Fano che te-

lai la alla sua famiglia, a'28 luglio spinse meva eguale infeudazione, la quale Si

i fuorusciti nella città, i quali saccheggia- nigaglia avea fatto inutilmente di lutto
rono di verse case morte a va-
e dieronola come narra Amiani,
per impedire, bra-
ri ci ttadi ni. Comparve alloraGiacomo con mando rimanere immediatamente sog
100 soldati vagabondi e avventurieri di getta alla Chiesa. Ma il duca d' Li bino con
Lombardia, e con [uelesto di sedar il tu- le sue armi subito accompagnò Giovanni
multo, lento di sorprendere la rocca con in Sinigaglia, facendo prestarglid giura-
astuzie e corruzioni, ma il castellino a- mento di fedeltà da'pubblici magistrati,

nimosamente rigettò ogni offerta. Intan- e il simile fece nello slesso ottobre conMon-
to seppe Giacomo, che da Fano e d il car- davio, Mondolfo ealtre terre del vicaria-
dinal Roverella legato della lMarca,dacui lo. Nota il Siena che Giovanni della Ro-
veniva governata Sinigaglia, si spedi vano vere assunse il titolo di signore di Siniga-

•valide truppe, per lo che teniendonea ra- glia, e così i discendenti per la sovranità
gione, dopo aver pacificati i cittadini su- assoluta e libera che ne goderono, ed an
bito partì: nel seguente giorno, seri ve l'A- chese ne chiamarono conti, come si ha da

mi ani, per le sopraggi un te coni pagnie spe- un documento del 488,poichèallora col 1

dite celeremente da Fano e per le milizie vicariato di Mondavio, la signoria della


papali venute nello slesso punto dallaMar- città a cui fu esso incorporalo compren
ca. Da Fano neh ."agosto si recò il cardi- deva fra terre e castelli 25 luoghi mura-
nale in Sinigaglia, ed encomiò la condot- ti. Di pili dice che il possesso formale di
ta de'fanesi clie a proprie spese erano ac- Sinigaglia d'ordine del cardinal Giuliano
corsi a liberar la città. Appena Sisto IV soprintendente generale dillo stalo della
ciò seppe, onninamente voleva spogliar Chiesa, per Giovanni lo prese Alessandro
Giacomo del feudo e farlo decapitare,se il Numai vescovo di Forlì, che vi giunse ai

caiduiiilAmmannati tulio devoto de'Pic- 28 ottobre; quindi seguilo il matrimonio


colomini, non me mitigava lo sdegno, ol- deIRoveresco con Giovanna (igliadel du-
tre le interposizioni del redi Napoli, del ca d'Urbino, a' 18 dicembre gli sposi fece
duca di Milano, di Federico Monte Fel-
di ro il solennissimo ingresso in Sinigaglia

tree del signore di Forlì. Sisto IV si mo- tra le acclamazioni e i festeggiamenti dei
strò gratoco'fanesi, e di viso che per l'av- cittadini. Giovanni per dimostrazione di
venire sarebbe slato governatore di Sini- afietloedi gradimento, si die a fortificare
gaglia un vescovo, o almeno un prelato. eabbellir la città con fabbriche ragguar-
Tultavolta nel 1 474 '' P«ip<i a' 1 2 ottobre devoli, con nuove chiese, e dando prin-
infeudò Sinigaglia a Giovanni della Ho- cipionel 1 480 nll'erezionedella sussisten-
veit\f .)suoiì\po[e,PrfftiiO(li Ronia^r.) te fortezza dalla parte di mare, fiancheg-
e duca di Sora (/'.) e Arce, col titolo di giandola con 4 torri rotonde e compren-
vicario temporale della romana chiesa, per dendovi la rocca del caidinal Albornoz,
se e discendenti legittimi, coll'annuo cen- nitro torrione rotondo elevando a Porla
sodi 1 00 scudi d'oro di camera. Dice l\e- Vecchia con racchiudervi la piccola rocca
posati, che il Papa volendo sposare al ni- dello ste'>so cardinale, il tpiale però fu poi

pote la figlia di Federico dal Papa fitto demolito. Avendo qne'di Montalboddoe-
duca d'Urbino, determinò concedergli in sleso i limili su quelli di Sinigaglia nel si-
vicariato Sinigaglia e il distretto di INIon- to chiamatole Ville di Sinigaglia, Giovan-
davio,althe in principio si opposero car- i ni legalineiilc ne foce reintegrar la città

dinali , contribuendo olla persuasione il Per aver Innocenzo Vili dichiaralo (jÌo

cardinal Giuliano della Rovere fratello di vanni capitano generale di s. Chiesa, hi


Giovanni e poi Giulio II. Inoltre questi se- costretto portarsi a diverse imprese, la
5

244 SIN SIN


sciando al governo di Sinignglia e del vi- che mosse Alessandio VI a desistere dal-
cariato di IVIondavio, Angelo Orlandi da l'impegno. Con gran dolorede'sinigaglie-
CorinaldocelebiegiiireconsuUocol titolo si, morì assai compianto Giovanni nel no-
di !Liogotenentegenerale,da cui per ordine vembre 5o 1 in Sinigaglia, encomiato per
1

del principe formarono ottime leggi a


si eroiche virtù, e con pompa fu deposto col-
vantaggio cotnune de'sudditi. Decorsi 1 la tonaca di s. Giacomo della Maica do-
anni di matrimonio senza che Giovanna natagli da Sisto IV, in s. Maria delle Gra-
partorisse un maschio, ma sole 4 femmi- zie, con isplendido epitaffio scolpito in pie-
ne, cioè Maria maritata a Venanzio Va- tra di paragone e riportato dal Siena. Nel-
rani signore di Camerino, una monaca e la signoria di Sinigaglia successe agli 8 no-
due n:orte, coniugi fecero voto a Dio,
i vembre il figlio Francesco M.'^I d' i lanni,
alla B. Vergine e a s. Francesco di fab- in tempi infelicissimi per l'ambizione e
bricare un sontuoso tempio nel lerritoi io crudeltà del famigeratoCiesare5o/g7V7(A^.)
di Sinigaglia con magnifico convento [)ei figlio d'Alessandro VI, capitano geneiale
minori osservanti, a fine di conseguire la di s. Chiesa e duca Valentino. Aspirando
sospirata prole maschileefuronoesauditi. Cesare al dominio d' Italia e principal-
A'25 marzo 1490 la principessa die alla mentede'vicariati della Sede di R.onia- s.

luce in Sinigaglia con gran giubilo de'po- gna, Umbria e Marca, e di quanto altro
poli il famoso Francesco Maria I, nomi im- avesse potuto ottenere dal grande amore
posti ad onore del santo e della Madre di del padre, le corti de' medesimi vicari e
Dio. Nel seguente anno fu perciò dato degli altri principi italiani fino dal 1497
principio al tempio di s. Maria delle Gra- aveano cominciato a porsi in guardia pei
zie e al maestoso convento de'minori os- diversi spogli seguiti ne' baroni romani.
servanti,a'quali furono poi nel iSgo sosti- In Camerino erasi tenuto un parlamento
tuiti i riformati. Ne fu architetto il celebie co'depulati de'signori d'Urbino, di Sini-
Baccio d' Urbino, e l'eresse in mezzo ad gaglia, di Pfisaro, della Romagna, pel re-
una selva spaziosa della comunità di Si- ciproco aiuto ecomunedifesa. Dopo aver
nigaglia e un miglio circa da essa, ove sor- Cesare fatto uccidere il proprio fratello
geva la piccola cappella di s. Maria del duca Gandia, divenuto più possente an-
di

Pinocco, così detta pe'diversi alberi di pi - che pel ducato di Valentinois conseguilo
no che circondavano e ove erasi fatto
la da Luigi XII re di Francia, sollecitò di
il voto da'coniugi. Per le tante dimostra- ellettuar le convenzioni stipulate dal Pa-
zioni benefiche e Giovanni
amorevoli di pa con quel Ferdinando V re di Spa-
re e
per Sinigaglia, che lo corrispondeva con gna, nelle quali si promettevano a Cesa-

affetto e fedeltà, allorché egli presso An- re le Provincie dell'Umbria, Marca e Ro-
cona fece arrestare il commissario e am- magna, col dichiarar quegli stati nuova
basciatore turchi, che per parte di Bnja- duceaeda possedersi da lui in nome della
zet II loro imperatore recavano ad Ales- Chiesa, sul prelesto che alcuni vicariali e
sandro VI un regalo prezioso e soliti i città fossero già devoluti alias. Sede, altri

4o,ooo ducali d'oro annui per la custo- indebitamente posseduti da'Ioro signori.
dia del fratello Zizimo (di che tratto a s. Nel I
499 leplicati monitorii eransi dalla
Lancia), ed essendosi preso quanto por- camera apostolica spiccali al duca d'£/r-
tavano per reintegrarsi di quello che a- Z>//io, a'signori di Sinigaglia, Pesaro, Ca-
vanzava dalia camera apostolica, avendo merino, Rindiii^Iinola ( J^.) perchè d met- i

saputo i sinigagliesi che il Papa altamen- tessero i loro slati che possedevano in vi-
te offeso spediva contro Giovanni le sue cariato per la Cliiesa; quindi furono pro-
milizie, presero prontamente le armi e si mulgate le scomuniche a'disubbidienti e
offrirono a difenderlo illimitatamente, ciò afiìsse alle cattedrali delle citlà^ venendo
SIN SIN 2.p
tlicljiardto ciascun principe privo del fen- gettò al Iiorgia, non avendo forze baste-
do e suirogato Cesare, il quale sncces->i- voli [)er diti^udersi. All'articolo Orsixi e
vamenle le conquistò nella più paile con altrove notai, che saputasi in Roma la

l).'irbarie, incendi, saccheggi ealtre ini([ui- presa di Sinigaglia, il cardinal Gio. Cai-
lù,coine descrissi ne'Ioio articoli. Alla sua tisla Orsini ignaro della successiva trage-
volta il ncmbostorininalorescoppiòaiico- dia, si recò dal Papa a congratularsi, e inve-
ra sulla signoria di Sinigaglia, tenuta pel ce fu imprigionato e niorì di veleno, come
figlio dalla vedova contessa. L'esercito del aderente del duca d' Urbino. L' Amiani
Uorgia era accampalo sotto le mura di narra pure l'ammutinamento di diversi
Fiìiio, già pervenuto in suo potere, coni- capi dell'eseicilo del Borgia in apprensio-
jiosto di circa i 5, eoo tra cavalli e fanti ne du'loro feudi e vita (del congies-o per-
fiancesijSpagnuoli estatisti, avendoa prin- ciò tenuto alla Magione, parlai nel voi.
cipali cotnaodanti Paulo, Francesco, Giu- L 1
, p. j 4 I
), e l'aspra vendetta che ne fece
lio e Carlo Orsini, Vitellozzo Vitelli si- quel feroce con simulazione, dopo essere
gnore di Città di Castello, Gio. Paolo Ca- eiilraloconl'esercitoa'So o 3i dicembre
glioni da Perugia, Onorio Savelli, Fer- in Sinigaglia da nemico, poiché la mise
dinando Farnese, Oliverotto Uirreducci tutta a sacco e sottopose il popolo a gran

signore di Fermo, Pandolfo Petrucci ti- strage, di che riparlerò col Siena. Ivi però
rannodiSiena e molti altri signori, tutti a- il Borgia non più dissimulando l'odio suo

gli stipendi del Borgia. AirÌQiprovvi>o nel con diversi condottieri delle milizie, che
1 J02 una parte dell'esercito piegò verso l'aveano disfatto a Fossombrooe, nel ri-

Sinigaglia per togliere la città dalle mani cuperare il ducato d'Ui bino per Guid'U-
di Giovanna, la quale lasciata la fortezza baldo I, per meglio tradirli poc'anzi pa-
alla custodia d'Andrea Doria e caricate cificalo con loro, riavuto il ducato avea
due buche di sue robe preziose, fuggì tra- loroaccorilato grazie, dati 4ooo ducati e
vestita da uomo per \ enezia o Firenze, fatte dimostrazioni d'amicizia; poi li fece
o meglio alla volta di Soia ducato del fi- arrestare e assassinare,riiicuoiato da'lìo-
glio; il quale essendo sotto la protezione rentini che per mezzo del fjtnoso segre-
del re di Francia e presso lo zio Guid'U- tario INIacchiavelli lo couforlarunoa spe-
baldol, allorché Borgia nel gnigno ne a- rar bene ad onta delle mene combinale
vea occupato il ducato d'Urbino, con esso alla Magione. Imperocché abbiamo dal
sotto le spoglie di contadino s'involarono Siena, che mentre \ itellozzo, Oliverotto,
a Mantova, indi a Venezia, da dove Fran- Paolo Orsi ni ducadiGravina,e Francesco
cesco IVI.* I fu trasportato in Asti dallo zio Orsini si licenziavano dal duca Borgia per
cardifial Giuliano. Tra le dilferenti opi- recarsi agli alloggiamenti ch'erano al di là
nioni degli storici, sembra più veri>imilc dal fiume, furono obbligali a >egMÌrloden-
(juella iìcìTm'ì, Memorie slon'clie (li Som troSinigaglia perallari im[)orlanti.(»iunti
j). 72, il quale ci assicura, che Giovanna
I non senza sospetto du-
all'abitazione del
di 3Ionte Feltro, donna d'animo virile, ca, questi una camera segreta
li portò in
sconosciutasi recò a Sora,ecol senno eva- e pei un momento disse la>ciarli per cam-
lore la conservò con tutto lo slato al lìglio, biarsi ili vesti; ajìpena uscito gente armata
che poi salì ad alta fortuna. L'.Vmiani dice s'im[)adionì di loro, mentre Borgia scor-
clieFrancescoM.'I si separò ilal diicad'Lr- rendo armato la città tagliò a pezzi vari
bino a s. mandalo a Sa-
Agata, donde fu fanti di Oliverotto, e nel dì seguente ri-
vona dal cardinale, e che la presa d'Ur- tenendo gli Orsini in carcere, feceempia-
bino seguì a',>, ginguodopo quella ili Si-
I mcn te strangolare Vi tei lozzoeOliverot lo,
iiigaglia; ma >econdoil Suiia >eiul)ra più che lìiioiio sepolti nella chiesa ilello spe-
lardi. Sinigaj^lia senza resistenza si u>so^- dale di s.M.' della >hsciicurdia. ludi per
N

246 S 1 SliN
compimento di sua barbara fierezza pose M.^ljcosìi feudidi altri principi, caccian-
a sacco tutta la città, e con tali prigioni done leguarnigioni. Rimarca Amiani,che
andò il duca a Città di Castello, facendo a'3o agosto i magistrati di Fano scrissero
morire in Città della Pieve due Orsini, i al Borgia che i sinigagliesi, gli urbinati,
pure strozzati, avendo il Petrucci scam- i fossombronati e i pesaresi minacciavano
patala morte colla fuga. Continuò Borgia d'invadere la loro città e saccheggiarla;
nelj5o3 le sue conquiste nell'Umbria e e che le rocche di Sinigaglia, di Pesaro, di
nelcontado di Siena, passando a B.oma a Mondolfo e di IMondavio ancorché fortis-
dannodegli Orsini. 11 eh. avv.de Minicis, sime erano già in potere del presidente
uè Cenni dì Fermo, con precisione narra ducale. Reposati poi scrive, che veiso il

quanto la
colla tragica fine di Oliverotto, fincd'agosto fu ricuperata Sinigaglia, per-
precede e accompagnò; ed importa il sa- chè unitisi sudditi di Francesco M.' 1 e
i

pere, che avendo Oliverolto desiderio di dclzioGuid'Ubaldo l,ne cacciarono tutti


estinguere la progenie della Rovere di i ministri del Borgia; a cui non rimasero
Siuigaglia, cogli altri capitani unito pro- che le rocche di Sinigaglia e di Mondol-
pose al Borgia la guerra di Toscana, che fo , air acquisto delle quali chiamati da
non avrebbe acconsentito per la buona o quelli della terra e confoi tati dal cardinal
almeno apparente corrispondenza co'fio- Giu!iano,presero valorosamente la 2.^ per
rentiui, o l'assalto di Smigaglia, e questo forza, comechè gagliardamente difesa dui
il duca preferì. Perciò andati alla città to- castellano e da'soldati; poi a'24 settembre
sto si arrese, ma il castellano volle con- si rese pure la rocca di Sinigaglia, secon-
segnar la rocca al Borgia stesso, il quale do il Compendio cronologico della Per-
ne profittò per ordire ed effettuare il suo gola. Indi per difesa comune i signori di
tranello, avendo prima fatto alloggiare i Sinigaglia, Pesaro, Rimini e altre città di-
looo fanti e i5oca valli d'Oli verotto ch'e- stinte si collegarono, dichiarandocapo il

rano sulla piazza diSinigaglia. Si può vede- duca d'Urbino, contro Borgia e suoi fau- i

reancbeilPieposatied ilBaldassini. Essen- tori. A'22 settembre fuelelto Pio IH, che
do ritornato in Roma Borgia, la città di per di fendere Borgia dall'i m peto degliOr-
Sinigaglia gli spedì ambasciatori Antonio sini, dovè collocarlo in Castel s. Angelo.
Passari e Bernardino Quartari nobili, eoa Morì dopo 2G giorni, e il 1

novembre gli
Antonio Caputi napoletano agente gene- successe il cardinal Giuliano della Rovere,
rale diGiovanna della Rovere, quali con- i
che prese il nome di Giulio II. Avverso
tro ogni espeltazione furono accolli con al Borgia, lo fece rinchiudere nella rocca
gradimento e affetto, riportando da lui va- d'Ostia, donde fuggito presso il cognato re
rie grazie e privilegi con diploma che tro- di Navarra, morì combattendo misera-
vasi weW Appendiceli^ 'j del Siena, in cui mente, abbandonato il suo corpo sopra
s'intitola: Cesare Borgia di Francia, per un mucchio di cadaveri, onde si verificò
la grazia diDio duca di Romagna e fa •
il motto che sovente ripeteva: O Cesare,

d Adria e Vcnafro, si-


leniinois, principe o nulla, poiché finalmente restò nulla!
gnore di Sinigaglia e Piombino , gonfa- Giulio 11 confermò al nipote Francesco
loniere e capitano generale di s. Chieda. M.^ I l'adozione cheGuid'Ubaldo I altro
Dato R.oma nel palazzo apostolico a' io
in suo zio a vea di lui fatto pel ducato d'f./"-
luglio 5o3, anno 3.°del ducalodi Roma-
I
bino (f.), e l'ereditò aglii iaprilei5o8,
gna. Ma in un pimlo svanì la sua potenza ritenendo la signoria diSinig;igIia che pos-
e tirannia, colla morte di Alessandro VI sedeva tanic/uanicapui Doniinii separati,
seguita a' 8 agosto; laonde Guid'Cbaldo
i
cui era unito il vicariato diMondavio, ed
I ricuperò i suoi stati, la signoria di Si- oltre ancora il ducato di Sora e Arce nel
nigaglia ritornò al dominio di Fraticesco legno di Napoli, a cui Giulio II aggiunse
SIN SIN i^-j

la signoria di Pesaro {^), in coiiipenso governatore ecclesiastico dello stato il con-


fle'ciedili che avea colla camera apo<ito- te Roberto Boschetti modenese, lasciatovi

lica; di conseguenza si formò un polente per viceduca nel j 8daldefunto,e con r 1 •

cofHpIeSìO di stati, che seguirono i destini fermato dal cardinal de Medici, poi Cle
del ducato d' Urbino (^'.). Nel maggio mente VII, legato di Romagna, ch'ebbe
1 5( I Giulio II onorò di sua presenza Si> in perpetuo governo di Fano. Gli am-
il

nigaglia, e lo dissi a Rimim; e Francesco bascia tori furono accolti dal Papa con som-
M.^ 1 continuò a intitolarsi particolaresi- ma benignità, e pregato della conferma
gnore di Sinigaglia, che ritnanendo sepa- de'privilegi largamente vi annuìcon bol-
rata da Urbino, le bolle d'iuvestitiua e- la de'2 novembre esprimendosi ia i 5 1
9,
guahnente furono separate, come rilevasi lode della città. Elsipro cunclaruni civi-
dal cardinal de Luca nel. \\b.i, De'fcufli. taluni temporali dominio ronianae Ec-
Nel (lonlilicatodi Leone Xraori in Iloma clesiae subjectanini tranquillo, et prò <!pe-
la madre del duca, e fu sepolta nella cap- ro slatti , ac felici regimine cogitare nos
pella Maria del Popolo.
de'Rovere in s. deceat: ad
nostrani tameri civitatem Se-
Per que'motivi che narrai a Pesaro e in nogallienseni, illiusqiieciviitni,et incola-
altri luoghi, Leone X spogliò Francesco rum qiiieteni tanto accuratius acieni no-
M.M de'suoi slati nel 5i6, inclusi vamen- i strae consideratìonis exlendere nos con-
te a Sini:;a"lia e al vicariato di Monda- veniat, quanto illainleralia<! cii'iiatesno-
vio; loscomunicòedichiarò ribelle anche stras, tum vetustate, tum incolarum no-
per aver ucciso il cardinal Alidosio in Ra- hiliuni numero, fructuumqne copia ad-
venna (/^.), edi tutte le signorie investii il modum inugnis existit, ac cives, et inco-
proprio nipoleLorenzodeMedici e suoi di- ine praedicti nos, et apostolicani Sedeni
scendenti legittimi. Suiigaglia spedì quin- sumniae devotionis affeclu inconcussa fi-
di aLorenzo per ambasciatori a rassegnar- de,acpronìpta voluntate revererinon ccs-
gli ubbidienza e rispetto nobili Paolo , i sant,ec. Nell'ottobrei 32 o Leone X prov-

Arsili! seniore e Gabriele Gabrielli. Alcu- vide Sinigaglia e suoi castelli d'un nuovoi

ni fautori del duca ordirono un'orribile signore che la reggesse, e ne investi Gio.
congiura contro la vita di Leone A (/^.), Maria\ a ranide'slgnoi idi Camerino e dal
nella quale presero parte i Petrucci di Sie- Papa dichiaratone duca, in titolodi vica-
na (/'.), e alcuni cardinali perciò severa- riato, ma egli prese quello di conte, e be-
mente puniti. Il dominio del nuovo duca nignamente a richiesta di Sinigaglia ne
non fune intiero, né tranquillo, e l'Amia- confermò privilegi. Della sua signoria
i

ni lo racconta, perchè Francesco M.'^ I da e di altro toccai a Pes\ro, e l'.Vmiani ne


Mantova,ov'trasi ritirato, prò voca va suoi i tiene proposito con tutte le particolari-
aderenti e milizie all'uccupazione di vari tà. Seguita la morte di Leone X a'2 di*

P luoghi, e poi nel i 5 i


7 egli slesso con po- cembrei 32 il con-
i, litornò Sinigaglia e
deroso esercito vi si recò, occupò e pose tado sotto il dominio
Francesco M.' I, di

contribuzioni a molti luoghi della Marca che valorosamente ricuperò con tutto lo
e ileirUmbria, come riportai adessi e a A-
stalo, nel di cui possesso lo contercuò
Pesaro. Morto Lorenzo senza successione driano VIneli523. In questo 400 fanti
{1*2 o 28 apiile 1), ed essendo perciò
I
.")
1 e altrettanti ca valli spagnuoli agli stipendi
ricaduta vSinigaglia collo slato d'Urbino di Francesco II duca di Milano per ricu-
alla Ciiiesa, la città spedi tostu a Leone perare il tlucalo, non potendo proseguir
X per ambasciatori i nubili Gabiiele Ga- le uìarcie pel Riminese danneggiato dal-
biielli, Pompeo de'Pazzi, e Gio. France- le acque, furono fonati ad aquarlierarsi
sco Daviera pei gli atti diossecjuio, fedel- Ira Fano, Pesaro e Sinigaglia, ove giun-
tà e sudditanza, rimuneudo lialtanlo per sero a'i.f ottobre e vi si feroiaronu pu\
248 SIN SIN
d'un mese, restando a carico de! comune scelti 4 o 6 primari della città acciò de-
i loro foraggi. Compianto e siiigolaimen- corosamente si recassero in Urbino alle
te da' veneti, morìnel 1538 FrancescoMa- cereiiionie del battesimo solenne,ed il ma-
ria I,eSinigagliacol ducato pervenne nel- gistrato vi fece intervenire Vittorio Vici,
le mani del figlio Guid' Ubaldo II, che for- ]\Iarcantonio Baviera, Beliardo Beliardi,
tificò e migliorò la città nel modo detto ScipioneMarchetti,ClaudioFagnaui,Gio.
in principio. In occasione del matrimonio Maria Paladini. Restato Francesco Maria
del figlio Francesco Maria II cond. Lucre- li senza prole, nel 1624 cede suoi stati i

zia d'Este, la repubblica di Venezia spedì a Urbano Vili che col i. "gennaio 1625
al padre per ambasciatore Lazzaro Mo- cominciò a governarli per il cardinal Ber-
cenigo, che fece al doge una di quelle re- linghiero Gessi, che in nome del Papa e
lazioni minute e circostanziate che soleva- della s. Sede prese possesso di Sinigaglia
no fare i suoi ambasciatori, de'principi e e di tutti luoghi del ducato; morendo
i

degli stati a cui erano in viali, le quali sono il duca i63r, lodato e pianto anche
nel
monumenti in)portanti,e talee questa re- dai siniga^liesi alfezionatissimi a'Rovere-
lazione sulla persona, famiglia e signoria quali li amaronoenefecerogran sti-
scili, i

di Guid' Ubaldo II, che Siena ci diede nel ma, a segno che scrivendo a'gentiluomini,
11/8 àiiW appendice. Questa relazione è quantunque sudditi, solevano trattarli col
molto onorevole pe'Uovereschi e perSi- titolo di Nobile, e nella residenza che fa-
iiigaglia, poiché riferisce che di niuua cit- cevano nella città li ricolmarono di di-
tà il duca ricavava maggior utilità quanto stinzioni. Il Papa nella definitiva e com-
da essa per le tratte de'grani, di cui ab- pleta devoluzione dello stato alla s. Sede,
bondava lo stalo ducale, e perchè ivi con- ne fece prender possesso dal nipote d.Tad-
correvano le biade ancora di quello del- deo Barberini generale di s. Chiesa, e poi
laChiesa in gran copia. NotòSiena, che nel- con piena facoltà vi destinò legato il car-
la signoria di Guid'Ubaldo II visse in Si- dinal Antonio Barberini di lui fratello, co-
nigaglia un gigante di straordinaria gran- stituendovi la legazione nella forma di
dezza nella statura e nellemembra; avea quelle di Bologna e Ferrara. Per questo
32 denti, 16 de'quali più grossi, era tal- avvenimento dalla città di Sinigaglia fu-
mente robusto che alzava da terra unca- rono immediatamente spediti a Urbano
rico di 600 libbre e lo poneva sulle spalle Villi nobili Paolo Arsilli, Marco Mar-
senza incomodo. Nel i 574 successe al pa- chetti degli Angelini, Francesco di Gio,
dre Francesco Mariallanche nella signo- IMaria di Francesco Mastai, e Giulio de
ria di Sinigaglia,di cui ridusse a perfezione No vis da Ponte, affine di prestargli la do-
le già descritte fortificazioni, e neliSgG vuta ubbidienza e soggezione al supremo
l'arricchì d'acque sorgive e salubri, per dominio pontificio: il Papa li accolse eoa
vie sotterranee procedenti dal monte di singoiar benignità. Sinigaglia sempre di-
s. Gaudenzio per quasi 2 miglia, penu- mostrandosi fedelissima verso la Chiesa,
riandone la città per aver le guerre ro- ne die anche prova quando Urbano Vili
vinali gli antichi acquedotti. Sotto di lui si trovòimpegnato nella guerra col duca

passò per Sinigaglia Clemente Vili nel di Parma e Piacenza, co' veneti e altri
i5c)8 per recarsi a prendere possesso di principi confederati, poiché mentre pa- i

Ferrara, e dal duca vi fu ricevuto con so- palini combattevano al Ponte di Lago-
lennee splendida magnificenza, anche per scuro sul Po nel 1643 control veneti, scor-
lutto lo slato. Allorché nel i6o5 nacque rendo l'Adriatico g galee con 2 galeazze
al duca il figlio Federico, per mostrare sottoilcomandodiLorenzoMarcelIo prov-
la stima chefaceva di Sinigaglia scrisse al veditore dell'ai mata veneta, a(ìine di po-
suo luogoleneote chedal consiglio fossero ter meglio di ver lire le forze delPapa,schie-
SIN S I ìN a4()

ralcsi (|(icstc a'4 setteiiìbre in (ìiccia a Si- pitolo della caltetlrale grato a Benedelto
iiif^ii-^Iiii, ballenchjla incessanlemL'iitu col XIV [)er tanti benefizi, e per aver prov-
tauiioiic, ina ris[)Oiiclendosi dalla citta va- veduto alla «>anli(icazione delle feste die
lorusanieiile con pari cannonate, riuscì a s'incontrano nel teni[!o di fiera, decretò
Gio. Antonio Santi sinifjaglicse, valente di cantare in perpetuo una messa nella
capo dc'boiubardieri, con un colpo ben calledrale, e ne pose la()ide in saijrestia,
iinrato all'albero d'uno de'grossi navigli, rij)ortata dal Siena. Leg'^o nel IJiariodel
d'uccidere Tommaso Conlariui clieu'era \'iai;gin fallo a l' ieiuia da PioT'Ii\c\ i
782
governatore, per cui la flotta si discostò di mg.' Dini,che Papaa'3 marzo par- il

dalia piazza eabbandonò l'inlrapiesoini- tendoda Loreto, per Ancona giunse a ore
jìcgno. Urbano Vili, amorevole con Si- 23 in Sinigaglia, discese alla chiesa di s.

jiigaglia, fra le altre sue munificenze ri- ]Martino ricevuto ilal vescovo cardinale
fetorò il porto, rovinalo e malconcio dal- Honorali, da n)g.* Livizzani presidente
l'impeto e violenza del mare, onde la cit- d'Urbino poi caidinale, dall'arcivescovo
là per niemoria fuori della porta Urbana di tal città, dai vescovi di Jesi, Pesaro e
collocò quella marmorea iscrizione che Fano, da mg.'" Cacheranogovernaloredi
pubblicò Siena, e colla quale die termine Jesi, dal magistrato di Smignglia, da mol-
iilla .storia di Sinigaglia. Questa si coni- la nobiltà eda'religiosi serviti. Soddislat-
jjenelrò con quella dello stalo pontificio, ti gli alti di religione nella chiesa, passò
di cui seguigli avvenimenti politici, che ad alloggiare nel prossimo convento,enel-
vado registrando nelle biografie de'Pa[)i la seguente mattina continuò il suo viag-

e nel complesso all'articolo Piuma. Tul- gio per Fano e Pesaro. Beduce da Vieo-
lavolla per altre notizie sulle cose [irin- na, a'4 giugno da Piimini paiti alla volta
cipali avvenute nella contrada si ponno di Fano e Sinigaglia, ovegiunse a ore 2 (

leggere Amiani e Daldassini, le storie dei salutato dall'artiglieria della fortezza,


quali si protraggono al i ySie al 76j.De-
1 Smontò al suddetto convento, e venne al-

nedettu XIV iu in più modi benemerito la porta incontrato ilal cardinal Ilonora-
di Sinigaglia, e abjuanto l'aliargò, con a- ti, dall'arcivescovo d Urbino e da molti
prìre la strada maggiore in quella parte altri vescovi con vicini,dal magistrato, dal-
dovegiaceva il palazzo vescovile, median- la nobiltà e dai frati; indi ammise all'u-
te la (jualeda Poi la Nova per lungo trai- dienza il cardinale, il presidente d'Uibi-
I
to si va all'ultima porta che si api 1 al fine no venuto poi, e gli altri. Nel di ap|>iesso
delle mura che guardano verso Fano col Pio V l,dopoascollata l.i messa «iella chie-
inezzod'un bel ponte sul canale, restando sa di s. Martino, ammise in sagrestia al
tosi anche il porlo compreso nella città bacio del piede le dame, il magistrato, la

ove si alzarono nuovi Quindi ser-


ctlilìzi. nobiltà. Indi servito di carrozza a 6 ca-
landosi e toglienilosi Porta Vecchia col valli dal cardinale, iu sua compagnia ese-
lorrione unito, e gettate a terra le case guito d'altre carrozze colla pontificia cor-
ch'eiauo fra le mina delia città e (.lei ca- te, il Papa si portò a vedere la fabbrica
naie, dal lavatoio sino alla porticella che della nuova cattedrale e del nuovo episco-
coiiduceva alla posta de'cuvalli, [)er lutto pio che stavano erigendosi, e allre chie-
qiK'l lungo spazio si eressero presso le det- se, la nuova casa delle orlane e lavori che i

le nuua circa (>4 portici con pit-dÌ!>lalli e vi si fanno con gran vigilanza del carili-
pilastri di marmo il'lstria. E siccome t'e- naie; non che le fabbriche pubbliche di
pisiropio cull'apertura di «Iella strada ven- telerie e altri generi sotto la diligente ili*

ncdemolilo, ne fu edificalo l'odierno per lezione del marchese Grossi. Visitata di-
comoda abitazione dc'vesitjvi,uuu allora, poi la cattedrale vecchia, e ammesso al

lua vciaula liuc dcilu slessu »ccuiu. U cu- Lucio del ptcdc il capilulu e clero, passò
4

"250 SIN si N
lilla fortezza ricevuto con tulle le dimo- se a'21. Nel 1804 col chirografo, Conti-
strazioui di rispetto dal conte Antonelli nuando, de' 1BidL Roru. coni,
1 maggio,
castellano , e dopo avervi futto qualche t.i2, p.261, Pio VII considerando che
trattenimento ritornò al convento di s. BenedeltoXIVcolchirografo de'5 marzo
Martino. Nelle due sere nelle quali il Pa- 1746, diretto a njg.*^ Giuseppe Ercolani,
pa dimorò in Sinigaglia, ftu-ono date dal colla nuova ampliazione di Sinigaglia e-
[lopolodiniostrazionidi giubiloe fu copio- seguila co'denari dell'erario pontificio, e-
samente tutta illuminata. A'5ammiseFio resse i portici lungo il fiume o canale per
VI al bacio del piede il magistrato, e tut- uso pubblico, perchè servissero durante
ta l'uflìzialità e truppa, poscia partì per il tempodifìera,e co' medesimisi formas-
Ancona. Nel Diario di Roma di quell'an- sero botteghe per mercanti sì esteri che
no, e nella Storia di Pio FI eh Novaes, nazionali, e che in tutto il restante dell'an-
vi sono altre notizie sul soggiorno di Pio no servissero d'ornamento e decoro della
VI in Sinigaglia. Ambedue parlano delle città ad ui^od'ogni ceto di oersone; lidi-
sue manifatture, dell'arco trionflile eretto chiaro edifizi destinali ad uso pidablico, e
dai sinigagliesi, eNovaes riporta l'ele-
il perciò in perpetuo esenti da qualunque a-
gante iscrizione composta da Morcelli ia lienazioue. Non andò guari che gl'impe-
questa occasione.Nel ySSla vicinanzadel-
i riali francesi invasero di nuovo lo slato
la pestilenza che desolava la Dalmazia, ca- ecclesiastico, e nel 1808 Sinigaglia, che
gionando gravi timori allo stato pontid- fu dichiarata vice-piefettura del diparti-
ciojPioVI per cautela non permise la tan- uienlodelMetauro. Nel seguente annoan-
to rinomata fiera di Sinigaglia. Rivolu- che Pio VII venne detronizzalo e porta-
zionata la Francia verso la fine del pas- to prigioniero in Savona, finché nel 8 i 1

sato secolo e proclamala la repubblica, le gli furono resliluili suoi dominii e potè
i

sue armate invasero anche lo stato papa- gloriosamente tornare alla sua sede, ed ai
le, ed sediziosi di Pesaro favoriti dal ge-
i
1 4 maggioaccoltocon feste rallegrò di sua
neral Dan)broAVski proclamarono la de- pontificia presenzaSinigaglia,di cui riordi-
mocrazia e vollero essere incorporati alla nato il governo l'attribuì alla delegazio-
repubblica Cisalpina. Fecero altrettanto ne d'Ancona, e nel 18 17 passò nuovamen-
que'di Sinigaglia, laonde senza ostacolo te a far parte del governo d'Urbino e Pe-
a'23 dicembre 1797 vi entrò un distac- saro. Minacciando la Pestilenza {F.) del
camento francese della guarnigioned' An- cholera di flagellare anche lo stato della
cona, ed anch'essa fu tolta a Pio VI. Que- Chiesa, Gregorio XVI nel 1 836 non potè
sto nel seguente febbraio fu trasportato permettere la consueta fìeiadiSinigaglia,
prigione in Francia e vi morì. Elettosuc- dalla quale la città ritrae immensi van-
cessore nel 1800
Venezia Pio VII, gli
in taggi specialmente a coloro che vivono
,

furono restituite molte delle sue Provincie d'uiduslria e di braccia. Il popolo ne fu


con Sinigaglia. Nel Diario di Roma del costernato e vivamente afflitto, vedendo
iboone'n.i 53 e 54, e ne'Po.y^e.y5/di Can- inevitabili le calamità che gliene deriva-
si descrive il viaggio di Pio VII da
cellieri vano. Ne fu commosso l'angelodella chie-
Venezia a Roma, e reduce da Fano a'20 sa di Sinigaglia, il cardinal Testafcrrata,
giugno a ore 20 partì per Sinigaglia j si e si recò in Roma a rappresentare al Papa
accenna che fu incontrato da un'immen- là desolazione di gran parte dell'amatosuo
sa folla di popolo tripudiante, e compli- gregge. Nell'impotenza economica in cui
mentato dal vescovo cardinal Honorati, trovavasi Gregorio XVI, per le notissime
dal magistratoe nobiltà: dopo avervi per- contingenze politiche del suo pontificato,
nottato proseguì il viaggio per Ancona fra fecequantopotè,enellaristiettezzadelsuo
lelagrime egli evviva del popolo,e vi giun- privato peculio, che fu sempre delle chie-
SIN SIN -iji

seede'poveii, die al cardiuale scudi 4ooo ulteriore e bel saggio. Ad onta che il elio-

come nulai al su(jiirlicolo,ac;ciò come me- lera già serpeggiasse tremendo in varie

glie credesse gì' impiegasse al sollievo di parli, il l'apa cuulìdando n»;l patrocinio
quelli die più bisognosi restavano privi della D. Vergine,accordò la fiera del i8?7
delle speranze di loro faliclie. L'operoso clie riuscì perfettamente e senza alteia-
e sagace cardinaf; ne fece il migliore uso zione della pubblica sanila in Sinigaglia.
a sollievo della popolazione, a ornamento IVel declinar del i ^\o Gtegoiio X\ 1 ral-

della città, a gloria del Pontefice che nel- legrò Sinigaglia colla pubblicazione della
l'eccellenza del suo cuore penuriava di esaltazione alla sublime «.Ugnila del car-
corrispondenti mezzi per dimostrarlo con dinalato,delnobilissiiiioconciltadinomg/
maggiore generosità. Apprendo pertanto Gio. Maria dt'conti MastaiFerretti ar-
dalbfl Cotiii/ieiilarioi\c\i:h. ed eloquente civescovo vescovo d'Imola, noucliela ri-

prof IMuntanari, die il cardinal Testafer- spettabilissima genitrice e l'illustre puren-


rata dispose che si dovesse, porre mano a tela. Pieni di esultanza il municipio, i pa-
qualdie pubblico lavoro, il quale dasse a Irizi e i cittadini, e pieni altresì di rico-
un tempo occupazione e pane agli operai noscenza verso il Papa, il gonfaloniere no-
ed a'bisognosi. Presi debili concerti col
i bile Livio Monti, unitamente agli anziani
magistialOjSi stabili di atterrare porla.Ma- e consiglieri, credettero o[)portuno di no-
lina, la qualeerasi diroccala, ed ivi sosti- minareun'appositadeputazionenelleper-
luirle una barriera di cui mancava, con sonetli mg.^ Giovanni Coi boli, mg.' Pie-
cancelli di ferro, che riuscisse di abbellì- Irò Brocard, cav. Filippo Girardi e conte
mento alla città, e restasse memoria du- Gaetano Mastai fratello ilei nuovo porpo-
revoledellabeneficcn/.adiGregorioXVI. rato, per presentare a Gregorio X\ un 1

Condisugnodell'ardiitettoGiuseppeFer- omaggio della comune riconoscenza per


ioni, all'estremità del baluardo o fortino circostanza sì fausta alla loro città. Ani-

di Guid' Ubaldo 11, fu costruita la barrie- messa la deputazione alla pontificia udien-
ra, negli attici della quale dalla parte e- za, esternarono i grati sensi di lutti gli
sterna la virtuosa gratitudine del popolo ordini di Sinigaglia, implorando la conti-
e la nobiltà d'animo de'rispettabili ma- nuazionedì sua demenza e la |)alerna be-
gistrali posero l'epigrafe: Barriera Gre- nedizione per tutta la città e contado. Il

goriana. Negli aitici poi che guardano la Papa accolse la deputazione colla massi-
cillà furonoscol[)iteilue iscrizioni, lequali ma benignità, e si espiessecon amorevoli
dichiarano come nd I <S3ri mancata la lìe- parole sì verso la città, che verso il no-
raacagioncdell'infuriarlerribiledelmor- vellocardinale.come e megliosi legge nel
bo asiatico, i necessitosi ebbero da quel- n.''3 del Z^.Vir/o r//A'o//J^ del 184 i. Il Sup-
l'opera pane, e come a segno di perenne plemenlo poi del n.° 54 del i84(> riporta
riconoscenza al Pontefice si volle iledica- l'indescrivibile gioia di tulli i sinigagliesi,

ta la barriera. La fabbrica è d'ordine do- per l'elevazione al ponlifitMlo dell'enco-


rico antico, desunto dal tempio di Teseo mialo loro esimio concittadino a' 6 giù- 1

col capitello dd lempio ili Thoiicion. Altri gnoecol nome di Pio I.\: faustissimo a v-
lavori[»ubbIici ancora furono fatti, come la venimenlo che festeggiarono ne'piìi so-
restaurazione «Ielle mura urbane, le stia- lenni modi, ed il capitolo che vanta es-
dede'borghiconde'ripari lìnoallora man- sergli appartenuti T personaggi ddl'illu-
canti per la [)ubblica sicurezza, ed unn di sire famiglia Mastai, si dislinse col ren-
ragion municipale. Saputnsidal Papa l'ut- dimento di grazie a Dio celebrato nella
lima erogazione del denaro, appianili al c.itlediale col più grande apparato, e con
vescovo e ul magistrato, alla loro s.iggez- l'intervento in f )rma pubblica «li tutto il

Ka e al disceruimculo di cut uveunu dato ma^islraloedi tulli gli ordini ildla cilla,
^

1 )'X SIN SIN


in (ino ai consoli delle varie nazioni re- cristiana,dappoiché s.Paternluno in quel-
sidctili in Siiiignglia. l'epoca vescovo di Fano, a ripararsi dalle
La fede cristi;ina per la vicinanza di continue e atroci persecuzioni contro del-
Sinigaglia a Roma può ben credersi, an- la Chiesa, si ritirò con alcuni suoi monaci

che per essere città considerabile, che vi in un eremo con chiesa, posti ii» luogo
penetrasse per le cure apostoliche di s. Pie- solitario presso la stessa città di Fanoluu-
tro e colla spedizione a promulgarla di go le rive del IMetauro; quindi soprag-
qualche suo discepolo e altri operai e- giunta una terribile carestia per V Ita-
vangelici, che con fervido zelo ve la pro- lia, pativa co'suoi la fame, quando com-
movqssero e stabilissero. S'ignora però il parso iìn angelo a un nobile e ricco di
preciso tempo del felice avvenimento, a Sinigaglia gì' ingiunse di somministrare
motivo che i crudeli persecutori Nerone il cibo a que'servi di Dio dimoranti nel
e Diocleziano principalmente inveirono deserto, che sarebbero altrimenti periti
«'yinndio alla distruzione e bruciamento d'inedia. L'ubbich e con abbondanti com-
d egli atti de'tnarti ri, cancellandone le pre- mestibili caricati vari giumenti li lasciò
ziosememorie. Nondimeno alcuni con U- camminare a' voleri della provvidenza ,

ghelli furono di pareieches. Sabiniano ignorando il sito ove si trovassero, sol-


o Saviiiiano, uno de''72 discepoli di Ge- tanto segui ti da un garzone. Cam minando
sti Cristo secondo la tradizione, fosse in- tutta la notte, all'albeggiare perveimero
viato a Sinigaglia Q piantarvi pel i.°la fede prodigiosamente alla chiesa, mentre il s.
e la cattedra vescovile, traendone argo- vescovo e i religiosi aveano terminato la
mento che la cattedrale è sotto l'in voca- recita del mattutino, e lestarono mara-
zione di s. Pietro. Ma ciò non sussiste per- vigliali dell'inaspettato e miracolososoc-
chè s. Saviniano fu ili. "vescovo di Sens corso, rendendone grazie a Dio e alla pietà
in Fi ancia,come avvertono gli annotatori del benefattore, il quale essendo inf<jrmo
d'Ughelli in Staogallicnses Episcopif i ricuperò la sanità. Da questo fatto vuoisi
Sammarfani nella Galli a Christiana, e lo argomentare che in Sinigaglia almeno in

flesso Siena nella serie de'vescovi di sua quel tempo vi fosse osservata la dottrina
patria, corretta dagli abbagli d' Ughelli di Gesti Cristo. Altri vogliono che passan-
non senza
e d'altri, la qual serie io seguirò, do per di verse città s.P<^io/mo(/'.) celebre
tener presente il sempre rispettabile U- vescovo di Nola, nato nel 353, si fermasse
ghelli, giovandomi di lui edi altri. Inoltre in Sinigaglia, vi spargesse il salutifero lu-
Ughelli registrò 2. "vescovo di Sinigaglia n)e della relisione cristiana e vi fondas-
o
il b. Giusto e lo dice propagatore della se la chiesa vescovile, sostenendosi questa
fede, ma egualmente vi rifiutano i me- pia credenza dal culto antichissicno e im-
desimi annotatori. Inoltre avvertirò con memorabilechegli professa lacittà, equa-
Jx^\iQ\\^\ , Dizionario storico della Toscana le speciale avvocato e primario patrono,
che il vescovo Eusebio che nel 4^5 fu al come pure dall'invocazione dell'antica
concilio romano di Papa s. Ilaro, ove si cattedrale, della quale si fa menzione in
firmò Episcopns Scaeifiis^hx vescovo di documeutodel 256.Finalmentealtricre-
i

Siena e non di Sinigaglia, poiché Siena dono che s. Paolino non solo sia stato fon-
essendo stata chiamata Sena, talvolta da datore del la cattedra episcopale, ma anche
alcuno fu confusa con Sinigaglia che pur il ."vescovo di Sinigaglia, e che pe'suc-
1

Sena fu detta. Riferisce lo storico patrio cessivi sconvolgimenti politici e vicende


Siena, che altri vogliono con probabili deplorabili si smarrirono le notizie ile'suo-
congetture, che almeno circa l'anno 3oo cessori, come quelle di tanti altri vesco-
già Sinigaglia fosse decorata del seggio vi d'Italia. III. "vescovo certo che si co-
vescovile e perciò vi fiorisse la religione nosca è Veuauaio, che Jicesi mandato da
SIA S 1 2?!
Pnpa s. Simmaco a Sinigaglia circn l'nn- custodia a'henpdeltini neri, rlie per più
no 5oo, il quciIe iiilervennc ai sinodi ro- secoli possederono, finche dislru Ilo il mo-
mani convocali da quel l^apa nel 5o2 e nastero dalle guerre 1' abbazia passò in
nel 5o3; e siccome lUghelli lo disse )nc- commenda ad abbati secolari per ponti-
sente a quello del 4^95 '' ^'J*^ aiuiolalo- fìcie disposizioni; ma Onorio 1 1 1 colla bol-
re osservò che non vi è sotlosci iUo, sib- la /« eruinenti, riportata da Ughelli e da
bene a'due nominali. Il 2. "vescovo di Si- Siena, nel 1 223 la concesse a l'ennone ve-
nigaglia di sicure notizie fu il b. Bonifa- scovo di Sinigaglia curii omnibus ejiis bo-
cio cubiculario di Papa Giovanni Ili, il iiis et pertinenliis, et Curie quae vocntur
quale lo elesse nel 56^ per le istanze dei Turtuiaria cuni Molendinis, et suis per-
cittadini che vivamente bramavano es- tinentiis. Dipoi Sisto IV nel 1 4^3 un"i l'ab-

sere provveduti d'ottimo pastoie, e tale bazia a quella di s.INI.'diSiliia nel territorio
egli fu, meritando il martirio dagli ariani di Sassoferralo ch'era de' medesimi be-
per la difesa de'dogtni cattolici. Gli suc- nedettini, ed il celebre tempio di s. Gau-
cesse Sigismondo del Sgo a tempo di1 denzio forse per poca cura de'Iontani ab-
Papa s. Gregorio I, soggetto di gì an bon- bati di Silria restò abbattuto, e cos'i l'ur-
tà, che governò la chiesa con somma vi- na col s. cor[)o rimase fra le macerie. Però
gilanza, eia sua santità fu sìaccella a Dio, nel I 520 il capitano Bergamini nobile di
onde ottenne colle sue feivorose preci a Monlalboddo per zelo religioso cavòdalle
Sinigaglia la liberazione della peste che rovine il corpo di s. Gaudenzio furtiva-
tanto afilisse pure Italia e Roma. In tempo mente e lo trasferì nella sua patria, e fu
di questo vescovo fu trasportato da Ili- posto nella chiesa di s. Francesco de'coii-
mini in Sinigaglia il corpo di s. Gauden- venlnali, ma l'arca fu ricuperata e por-
zio vescovo di Vimini e mailire, e dove tala nel la detta cat tedia le. DopoSigismon-
restò porzione del capo nella chiesa ab- do 1 si trova il vescovo ÌNlauro che fu al
baziale del suo nome. Sigismondo 1 vir- concilio celebrato in Roma nel 649 da
tuosissimo ne onorò la veneranda spoglia, Papa s. Martino I; indi Anastasio fu i>t

racchiudendola in arca di marmo, la qua- Roma al costituto tenuto da s. Paolo I per


le pili tardi fu collocata nella calteilrale la fondazione che nel ^6 lavca fallo nella
di s. Paolino presso la cappella tlelia ss. sua casa, della chiesa e monastero di s.
Concezione, con iscrizione del nìedesinio Silvestro in Capite. La sede vescovile di
vescovodi Sinigaglia, ein virlùdella quale Sinif^aglia era immedialamcnie soggetta
per volere divino molli infermi ricupera- alla s. Sede; leggo però nelle 3Jeniorie di
rono la salute. DnppoichèglorificandoDio 7^rt«odeirAmiani,cheCarlo Magno (forse
il s. martire con vari meravigliosi pro- roltenne da Papa Adriano 1) assoggettò
digi, la regina de'Iongobardi Teodolin- alla chiesa di Ravenna quelle di Siniga-
da per impulso di smgolar divozione, e glia, Fano, Pesaro, Gubbio, Cagli, Fos-
per placare lo sdegno divino nella pesle, sombrone, Monte Felire, Umana e altre,
non solo si recò in Sinigaglia a venerai ne con bolla del 7S7 o diploma (he ripor-
il corpo, ma nel territorio di Sinigaglia p ta. Ma questa soggezione di Sinigaglia a
nella villa di s. Gaudenzio lungi circa un Ravenna, come ilelle altre sedi, non si de-
miglio e 172 dalla cillà, su colliiiella pres- ve intendere (piali snifraganee; ma in con-
so Monlalboddo edilìcò un nobile (empio formila (ie'>agri cantini, ancorché le sedi
a 3 navi, come si conobbe dalle sue ve- vescovili fossero soggette «Ila s. Sede, e-
sligie, e con pompa solenne dal vescovo leggevano un metropolilano viciniore per
vi fece traslocare il corpo di .s. Gauden- consultai lo nelle ninlerie dubbie. Il ve-
zio ed a suo onore fu (-nnsagralo. Indi In scovoPaol ino assistè al si II odo roma no con-
regina vi fondò un'abbazia e ne afìidò la vocalo ncirbiti da Lugenio 11. Samuele
2^4 SIN SIN
fu a quello nell'S^S adunato da s. Leone Ridolfo vescovo di Gubbio, altro mona-
IV. Al ticario intervenne al concilio roma- co di quell'insigne monastero chedescrissi
no di s. Nicolò I neirSGi contro Giovanni a Pergola, vo'le che correggessero e cen-
arcivescovo di Ravenna che maltrattava surassero i di lui scritti e poi stampati.
i suflraganei,e per le loro indennità. Pie- Visodono fu al concilio di R.oma del 009 i

tro 1 si recò neir868 a! concilio romano di Nicolò 11 e lo soltosciisse. Guglielmo


d'Adriano li; indi neir872 fu spedito in nel pontificato d'Alessandro II appropria-
Francia da Papa Giovanni Vili per le- tosi alcune ragioni e diritti del vescovo di
gato al reCaiIoll il Calvo, cof\ Pietro ve- Fossombrone, a istanza di detto cardina-
scovo di Fossombrone, acciò calasse col- le il Papa gli ordinò che tutto liberamente
J'esercilo in Italia per difendere la Chie- restituisse, e con bolla del 1062. Ottone
sa gravemente travagliata da' saraceni ; Il fiorì neli i 5; Trasimondo I monaco
i

dipoi fu al concilio di E.aveiM)a deir877, d'Avellana neh i/\.5 hi eletto vescovo, e


presieduto dallostessoPapa. Severo fu ve- con altri 22 intervenne nel i 146 alla so-
scovo neir882, e ottenne da Papa Mar- lenne consagrazione della cattedrale di Fo-
tino li l'assoluzionea Sinigaglia dalla sco- ligno, ed al sinodo che indi vi fu celebra-
munica, in cui era incorsa per aver se- lo dal cardinal legato Giulio vescovo di
guito le parti de'conti Tusculani, prepo- Paleslrina, e morì santamente. Giacomo
lenti in Roma contro i Papi: si ha dalla li fu nel r 1
79 al concilio generale di La-
Cronica lìiss. di Sinigaglia di Gio. Fran- lerano 111 d'Alessandro III. Il Rossi nel-
cesco Ferrari, che mentre la città si tro- la Storia di Ravenna riporta un diplo-
vavaallacciatada tal gravecensura epena ma Lucio 111 diretto al vescovo di Si-
di
ecclesiastica, si videro sovente intorno ad nigagli;i,perchè difonda le ragioni che l'ar-
essa alcuni segni terribili e si udirono in li civescovo di Ravenna avea nel vescova-
spaventevoli, che sbigottirono molto i cit- to di Sinigaglia, che da molti gli erano
tadini.Il vescovoOrorioo OirannodaPa- perturbale. Enrico nel i 197 intervenne
pa Stefano VI fu invialo legatoinFi ancia alla consagrazione della chiesa di s. Cro-
rieir885 per le controversie insorte per ce dell'Avellana con 2 altri vescovi, e da i

l'elezione del vescovo di Langres. Bene- Innocen7o III fu eletto arbitro e commis-
vento o Benvenuto elicgli successe,in pre- sario ad a"s,iustar le differenze tra l'ar-
senza di Carlo III il Grosso imperatore civescovo di Ravenna e gli osiraani. Tra-
sottoscrisse la donazione fatta da Teodo- simondo II monaco d'Avellana fu eleva-
sio vescovo di Fermo nell' 887 al mo- to a questa sede neli2o3 circa. Benno o
nastero di s. Croce nel territorio di s. La- Bennone fu dichiarato '.^scovo da Ono-
pidio. Giacomo I deir8g7,aldiredel cita- rio III nel I 223. il quale a'29 maggio gli

to Ferrari e di mg.rfr. Pietro Ridolfi nella spedì la celebre bolla In eminenti , con am-
sua Cronaca msi. di Sinigaglia^ si vuole plissiini e perpetui privilegi per lui esuc-
chestendessero(lìciodeir>E',9<7//as?o«er;?('Z- cessori. In questa bolla il Papa, acconsen-
la s. Croce.nel pontificalo diGiovanni IX tendo alle domande del vescovo, accolse
deir8c)8. Aitone the ommesso da Lf-
I, sotto la protezione di s. Pietro e sua la
ghelli fu riportato da Lncenzi nel t. io, chiesa di Sinigaglia, alla quale confermò
p. 338 governò nel 9qG
deir/^rt//V7M<;T«, i privilegi e beni che godeva e consistenti:
e fu chiamato a dare suo giudizio in uà il nella città le chiese di s. Gio. Battista dei
congresso tenuto da Ottone III impera- cav. gerosolimitani, di s. Pietro parroc-
tore e re d'Italia. Teodosio monaco del- chia e prepositura,di s. Mattino, di s. Sal-
l'Avellana fu assunto nel io 58, e di tal vatore poi spedale di s. M.'' della Mise-
virtù e dottrina, che il celebre cardinal ricordia,dis. Giorgio, di s. Maria de'Scot li

s. Pier Daiuiiini già suo compagno, con dc'canialdolesi diUaveuua siuo dal "65, i 1
SIN SIN 9,~"r

(li s. Lorenzo, di s. Croce e diversa dal- Clemente colle cappelle posle ne'pieva-
l'altuale, di s. Bailolorueo, di s. Fnler- iiiiti, co'beni e uomini delle medesime, con
niano, dis. Biif^ida, di s. Severo con tulle piena giurisdizione che la chiesa di Sini-
Je loro pertinenze. La 3.^ [ìarle d'ogni len- gaglia avea sino allora; le chiese di s. Ma-
dita e dazio ancora del dislrello, placito ria di Rodio o Montalboddo, s. Giacomo
e del rnercalo, della riva e del porlo, e di coiros[)edale, s. Maria del Filetto coll'o-
alile gabelle della cilKi, siliquaticOj pe- spedale di Massaj s. Giovanni di Monle
daggio, inensiiralic(),e d'altre porle e por- NovOj s. Giovanni di Scapezzano. Oltre
ttcelle della medesima, tianne quelle di a ciò Onorio Ili nella b(jlla ordinò al ve-
porta s. Aiigelo,cotnecliè interamente del scovo: '» Tutto quello che di comun con-
vescovo erano l'entrale. Nella diocesi il senso col tuocapitol<),odeIla maggior par-
monastero dis. Gaudenzio con tutti i suoi te di esso consiglio pili sano sarà stato ri-

beni e pertinenze, la chiesa di s. \ ilocoi- soluloestabililocanonicamenle da le nel-

{ospedale di 9. Spinto, quella dis. Stefano la tua diocesi, sia e resti valido e fermo.
colla corte, prati, paludi e tulle le saline Proibiamo che nessuno ammetta
di più
del mare fino alle mura di Sinigaglia;con senza tua saputa e consenso gli scomuni-
tutte le possessioni poste nel monte dis. catio interdetti da te, ivll'ollicio o comu-
Stelano, pianure e la corte inlorno alla nione ecclesiastica, o che nessuno presu-
città e di ragione del vescovato; la corte ma di fare contro la sentenza da te cano-
detta le 3 basiliche, col castello Orgiolo, nicamente promulgata, se a caso non so-
con tulli gli uomini e pertinenze; il castel- vrasti il pericolo di morte, o mentre non
lo di s. Pietro del Vaccarile (appodiato possino avere te presente, faccia di mestie-
di INIonlalIjoddoconlea e villeggiatura del re che da imi altro sia assoluto chi è le-

vescovo); quello di Ramosceto, e il ca- gato secondo la forma della Chiesa, pro-
stellare de'figli di Leone o Castel Leone, messa la soddisfazione. Seguendo ancora
il castellale di Scorzalepre,ilcaslelloMon- l'aulorilà de'sagri canoni stabiliamo, che
tale; i castellari di Castiglione, Fossaceca, nessun arcivescovo o vescovo ^enza l'as-

Monte Forlino, e tutto quello che il ve- senso del vescovo di Sinigag'ia presuma
scovato ha nel castello Ca- dell' isola di di celebrare congregazione u sinoilo nella
inarcello e sua corte; castelli di Farne- i diocesi di Sinigaglia, e neppure di trat-
lo e Pilicchio; la corte dell'isola d'Uguc- tare o maneggiare cause e negozi eccle
cione, quelle ilei Pavone, di Rocca Con- siastici della medesima diocesi, se non gli
trada o Arcevia, della Torre rotta; ca- i .sarà imposto dal Pontefice romano o suo
stellari e corti di Campo Longo, Qiinza- legato. Decretiamo dunquechea nessuno
no, isola di Caselvace, IMonle s. Vito, s. alfatlo sia lecito di perturbare temeraria-
Martino del figlio d' Aldone, Sassellare, lucnlela pre fi la chiesa, ec. Nel 2 32 suc- >• i

Albano, cogli uomini e pertinenze degli cesse aRennoneGi.icomol II di singoiar dot-

slessi luoghi ; i castelli e corti di Monte ti ina e molto caro aG regorio IX che allora
Novo, Pendigarda, Morrò oMorucio, Cer- dimorava inPerugia,edacuJfu spedito in

reto, Fogliano e loro uomini e pertincn- Roma per dissipare la cattiva semenza di

ic il monastero di s. Gencsio, le pievi


; parecchi errori che contro la lede catto-
dì Massa, s. Michele del Colle Urbano, s. lica a\ea sparso .Annibale .Annibaldc<clii,
Apostolo, Scoizalepie, s. Gervasioili Rul- col quale il vescovo seppe così elllcacemen-

garia, Pavone, Cave, s. Ippolito, Mono, te adoperarsi, che lo ridusse al seno della
s. Pietro di Colonia, Piano, Colle, Monle (.chiesa, come lece similmente cogli altri del

Porzio, Orgiolo, s. Gregorio, Alb.ino, s. suo malvagio parlilo, rimettendoli tulli


Martino de'lìgli il'Aldone, s. Arcangelo, aHiibbidienza pontificia; per la qiial cosa
s.Paliiguano della Fratta, Caserliiin, s. mollo crebbe nella grazia e stima dtll'.ipn,
,

256 S I N Si N
dal quale riportò molti segnalatissimi pri- galliensis extremis Gregnrìi X tempori-
viliii^i,e fra questi la coiìfenna della bol- hus dcfniìctiis est, post ciijns cxcessnni
la d'Onorio III. Inoltre Gregorio IX pel capitali pars Alhertinum qnenidamah-
gran concetto che di lui avea l'inviò nun- bateni Gaudentii Senogalliensis dice-
s.

zio apostolico in Livonia, e nel suo tem- cesis elegit, alia vero pars, et sanior Fe-
po Sinigaglia pat'i la narrata catastrofe, dericum praepositani postulavil, qui a
per opera de'ca[)itani e saraceni di Man- IMartino IV confirrnatns fuit. Federico
fredi nemico della s. Sede. Gli successe nel I dunque di Sinigfiglia e preposto della
layifr. Filippo agostiniano, che restau- cattedrale, epi<!copus et comes fu eletto
rò la cattedralesotto il titolo tlis. Paolino, aglii I novembre 1284 e mori nel 1288.
che se non rovinata allatto, molto avea Sigismondo II monaco e abbate di s. Ma-

patito nella devastazionesaracena. Ciò as- ria di Sitria fu eletto dal capitolo e ca-
serisco con Siena, col quale pure descri- nonici della cattedrale, seu posiulaliis
vendo l'eccidio rimarcai il contrario. Sia e fu confermato da Nicolò IV ili. "maggio
comunque, leggo nel Marchesi, La gal- 1288. Questo vescovo vendè alla comu-
lerìa dell' onore, tra le notizie che con- nità di llocca Contrada castelli di Mon-
i

tiene di Sinigaglia (ma fallaci son quelle tale e Piticchio nel 1289, ch'erano della
che la signoreggiarono gli Sforza di Pe- mensa vescovile. Todiiio di nobile e chia-
saro), che assalila e arsa da'saraceni, con- ro sangue di ftlonte Lupone, verso il 1 29 r
venne a'miseri abitanti di starsene vaga- fu eletto dal capitolo e canonici della cat-
bondi; il vescovo e clero, che non l'avea- tedrale in luogo di Lamberto rettore di
no mai lasciata, ricliiamarono il popolo s. Paolina giurisdizione di Rimini, ch'e-
qua e là disperso, onde affaticandosi tutti rasi ricusato efficacemente dalla dignità;
nel risaicirla venne lidotta al primiero e quantunque alcuni de' canonici voles-
suo stato. L'avv. Castellano soiisiuncrc : sero A Iberico da Medicina canonico di Ra-
i vescovi però e il loro capitolo serbaro- venna, nondimeno Tedino fu conferma-
no vivo il nome della prisca lorsede, man- lo da Nicolò IV a' 29 setten)bre. Il ve-
tenendovi r ufficiatura, sinché nel 1282 scovo cede agli agostiniani di Corinaldo
Gregorio IX (sembrami a nacionismo, poi- che abitavano fuori della terra, la chie-
ché la correria saracena avvenne nel I
264) sa di s. medesima con lut-
Nicolò entro la

ne fece di Sinigaglia a'medesimi la con- ti parrocchiani. Francesco I già mona-


i

cessione. Certo è che tuttora il vescovo di co dell'Avellana, abbate di s. Lorenzo in


Dio
Sinigaglia s'intitola: per la grazia di Campo, e vescovo di Fano, nel 1295 Do-
e della Sede Apostolica vescovo di Se-
s. nifacio Vili lo trasferì a Sinigaglia, ben-
nigallia e conte ec, sottoscrivendosi: N. ché il predecessore s. Celestino V vi aves-
vescovo e conte. Trovo nel!' Ughelli che se destinato fr. Francesco de'minori nel

il vescovo fr. Filippo: ftafj uè restituitele- I 294, che Ronifacio Vili provvide della
rum silique deinde, et clero sedem con- chiesa di Spoleto. Giovanni l che gli suc-
slruendam curavit, expurgntoque nobili cesse morì neli3o8. Grazia abbate cas-
templo,illudDeiparaef'^irginiacs. Pa ali- sinese di s. Vittore di Clusi diocesi di Ca-
no Nolae episcopo consecravit anno 1271 merino fu eletto dalla parte più sana dei
die 4 mensis niaiij hortatusque cives est, canonici della cattedrale, contro fr. Ugo-
ut eunidemd. Paulinum tutelarem vene- lino de'minori, che dall'altra parte del
rarentur, enmque reforinando clero sa- capitolo veniva richiesto e portato: Cle-
luherrimas Icges tnlisset, praeftussetque mente Vnel 3o8coniérmòil I i.°,indi morì
magna cuni prudenliae laude, plenus nte- neh 3 18. Francesco II Silvestri di Cin-
rilisfato conce.ssit. Dopo fr.Fdippo si re- goli nobilissimo e canonico di Sinigaglia,
gistra per vescovo 1 episcopus Seno- apud casiruììi de Serra coufiluni Seno-
SIN SIN 2 -'57

galliensis dioecesì<t, cuni civitaa Sennoal- vtione della chiesa greca alla Ialina, e di
lien forvi <,iippo!!Ìln intei (lieto ^ fu clello falli poi quel princi[)e abiurò lo scisma :

(liti confermato da Giovanni


«colleglli, e consagrò la chiesa de' francescani di Roc-
XXII colla bolla In superna dignitalis, ca Contrada in onore della B. Vergine.
cle'2 aprile 3 iS, presso rUghelli, il qua-
I r Nel I 37G il celebre fr. Pietro Amely o A-

le liporta pure l'altra bolla Ad hoc Deus, melio agostiniano francese Sagrista (^ .)
data dallo stesso Papa, ./^re/i/o«/, 2 hai. Taranto nel 882:
di più Papi, trasferito a 1

(iiig. cantra occiipatores,ac detenlores ho- era confessore di Gregorio XI, che accom-
nortini ecclesiae Scnogalliensis, a istan- pagnò da Avignone in Roma e De scris-
za del vescovo slesso, che nel 1 32 1 trasferì se il diario del viaggio ; e poi vide eoa
a Riinini e poi a Firenze. Nel medesimo Urbano VI l' immagine di s. Pietro nel
anno Giovanni XXII die a Sinigaglia per i388, che esortava questo Papa a tor-
vescovo fr. Ugolino I domenicano da Ili- nare in Roma. Neil 382 Giovanni I\' Fai-
mini, enei 1 323 lo traslocò a Forlimpo- lani nobile riminese, caro e in grande e-
poli, ed invece trasferì a Sinigaglia Fe- stimazione a'signori Malatesta: Hic iniit

derico Il di Recanati, di (jucsla e poi di potestatein Marcelli Aesinae dioecesis,


s.

JMacerata già i.° vescovo, commettendo- clini Scnogalliensis. Compulilcleruni ad


gli il Papa i processi apostolici, insieme al solutioneni annui census, quani per niul-
•vescovo di Cesena, per la canonizzazione tos annos oniiserat.
di S.Nicola da Tolentino. Passato alla chie- Lorenzo I Rivi nobile fiorentino cano-
.sa di Uimini, gli successe nel i 328 fr. Gio- nico e dottore in leggi, già vescovo d'An
vanni li de' minori anconitano e inqui- cuna e rimosso nel \ oda Gregorio XII, i i

sitore contro gli eretici della iNlarca, e fu e da Giovanni XXIII contro di c|uelIo e-
presente neliSSy 01 34 1 alla fondazione lelto, nel 1 4 2 fu fallo vescovo di Siniga-
1

della chiesa degli agostiniani di sua pa- glia, ma non potè


prenderne possesso per-
tria : Reipidìlicae. Scnognllicnsi lertiani chè Gregorio XII vi avea nominalo Gio-
parlem rcdditunni ejusdcm civitatis resi- vanni Roelli riminese, o Vittore secon-
gna^'if, e morì neli34o- figulino II Fé- do Ughelli,finchè Martino Va'2 novem- 1

dcricuccì di Rocca Contrada e canonico bre del 4 7 riconobbe per vero Loren-
1 '

della cattedrale neIi35o, che domeni- i zo I, e poi neh 4 '9 lo traslocò a Ischia.
cani pretendono loro; fu di gran pietà e Gli surrogò fr. Simone \ igilanli nobile
zelo contro gli eretici. Neh 3^7 Ir. Gio- anconitano, già priore generale degli a-

vanni 111 de Pananiies o Pananiens sa- gosliniani e dotto lelleratOj che Grego-
voiardo de'minori nel S^y: Hicpotesta- i rio XII avea dato per successore a Lo-
vcnandi in territorio Se-
tenifrcit pupillo renzo nella sede d'Ancona, la quale lo
I

ìiogalliensij ea tanien l'gf, lUoccìsaruni riconoblie anche per sosleneilo Ladislao


fcraniin capita ad episcopatuni Seno- re di Sicilia, onde il nobile Pietro di Live-
gallicn dffcrcnttir j cui etiani soh'chalur rolloFerrelti anconitano.eletto vescovodi
portoriajunde colligi potesl,ScnogaUie.n- Ancona controdi lui da Giovanni XXI li,

seni cpiscopuni in spiritiuilibus, quani in soltanto da Martino V n'ebbe il pacifico


teinjìoralihus principatum gcssissc Seno- possesso, mediante le narr.ite traslazioni.
/jrt//;r7r.l"'r.Cristoforol agostinranolocreò Nel 1428 IV. Fiancesco III Mellini nubile
Urbano V neli3Gc) e poco visse; perciò romanOjpriina canonico della basilica La-
gli so^ituì nel I 370 fr. Ridoll) nobile da teranense, poi agostiniano e abb.ite o so-
Castello o Città di Castello agostiniano e printendente dell'abbazia di Grotlaferra-
maestro in teologia, già suo li'j:.ilo apo- la, come t|uello che virtuoso e saggio Mar-
stolico nel I 3()('> in Costantinopoli Tll'ini- lino V avea preposto alla riforma di più
peralore Giovanni I l'aleologo prrlariu- inouaslcri. Esscudo inlervenulu nel i43 t

VOL. I.XM. •7
a

258 SIN SIN


ad un numeroso concistoro inlimalo da Icdralc di s. Paolino e l'episcopio col pi e-

Eugenio IV, per la grande calca minac- lesto che impedivano la nuova fortifica-

ciando rovinar la sala, nel fuggire il ve- zione della città da lui intrapresa, e nar-
scovo vi restò miseratnente allogato e fu rata, insieme alle rimostranze del vesco-

sepolto in s. Maria del Popolo nella cappel- vo, laonde scrisse \]^\t\\\: Jntonius egi e-
la di s. Nicola di Tolentino spettante alia gie ty ranno resislk. Sed ille rum rebus
sua casa, con onorevoleepitalHo riportalo secundispotenliaqiie elatus utriunquede-
da Ughelli. Nel i^32 liartolomeo I da inolilus fuissel, perfecissclrnte, ex lu'mis
MontecchiOjScriltore apostolico e datario Francisconani ecclesiam/ain prideni
illis

di Eugenio IV, Picenalis castello dice U- a Carolo Malatesta Arintini inclioatani.


gliellij e il Ridolfi ex onesta Vignatorinn Anlonius ex dolore, ciun suo clero Epi-
familia, Ughelli lo vuole morto nel 438, 1
scopatum reliquit, execratusque lUnla-
ma l'Herrera protrae il suo fine al 44?) 1
tesLaiyrannìdein,concessilAnconaiii,uhi
laonde narrerò un'importante cosa acca- poslea in monastero augustiniano sui in-
duta nel suo vescovato. Il tempio antico slitui vitani Jìnivil 1466, ibideinque se-

di s. Maria Maddalena ch'era nella città pulchruni accepit.J)a\ vescovo Colonibel-


e poi fuori per le fortificazioni di Guid'U- la fu concesso il feudo e contea di Por-
baldo II, come notai conteneva le reliquie cozzone, spettante alla mensa vescovile, in
della santa e del suo fratello s. Lazzaro, enfiteusi nel i449 ^^ 3.'^ generazione,
quindi perle triste vicende de'tempi resta- Gio va lini Ra inaldo figlio del lo strenuo ca-
ta la chiesa in derelitto stato, tali preziose pitano delle genti d' armi. Mostarda della
reliquie destramente furono involate da Strada. Nel 1467 fr. Cristoforo II de'coii-
fr. Bellino Crolli da Rumano, castello ti poi marchesi dis. Giorgio Ijlandiala to-
del teiritorio di Bergamo, agostiniano e rinese o di Vercellij de'seivi di Maria e
cappellano del famoso Bartolomeo Col- molto caro pe'suoi pregi a Paolo II che

leoni da Bergamo, in occasione che questi 10 elesse. Da lui furono introdotti neh 468
scelto da Filippo Milano a M/ duca di in Sinigaglia i suoi religiosi, a'quali con-
capitano generale e spedito nella Marca cesse l'antica chiesa di s. Martino, allora

nel 1443 ui444) pc*' pacificare il suo ge- situata ov' è oggi baluardo omonimo,il

nero Sforza con Francesco Piccinino; fer- edificandogli ancora il convento poi de-
mandosi Bartolomeo colle sue truppe in molito da Guid'Ubaldo II per meglio for-
Sinigaglia tra 'due eserciti, il frale si prese tificar la città, per cui fu il nuovo con-

le reliquie, e poi le portò in R.umano ove vento fabbricato neh 562 poco distante.
si venerano. La chiesa di s. Maria IMad- 11 vescovo rinnovò il ('ettoenfiteusi a Mar-

dalena da Giovanni della


fu poi ricdillcata co figlio di Rainaldo signor della Strada
Piovere,eda Innocenzo VIII nel i49icon- nel i47 'j ^ mentre governava la chiesa,
cessa a' conventuali per le preghiere del fu da Sisto IV decoralo del titolo di ve-
vescovo Vigerlo il seniore. Nicolò V nel scovo di Sinigaglia il nipote cardinal Pie-
1447 f^'-*^ vescovo fr, Antonio ì Colom- tro Riario, benché vi continuasse Cristo-
bella nobile di liecanati, agostiniano e vi- foro II, il quale con molta lode passò al-

ce procuratore generale del l'ordine al cou- l'altra vita e fu tumulalo nella chiesa di
cilio di Basilea, maestro in teologia nella s. Martino. Sisto IV neh 476 gli sostituì

Sorbona e nell'università di Lovanio. A fr. Marco I P'igerio seniore da Savona dei


suo tempo, riferisce Baldassini, si trattò conventuali, e perciò conciltadii.-) e già
nel 1 4^0 di unire il vescovato di Sinigaglia correligioso del Papa, nonché suo proni-
a quello di Jesi, ma
giustamente ne an- pote di molla dottrina, ed anche fatto go-
dò fallito il diseguo. Però Sigismondo Ma- vernatore della città e di tutto lo stalo da
la testa fece adequare al suolo l'antica cat- Giovanni della Rovere nipote dello sl«s-
SIN S I N 25fj
soSisto IV. Aumenti) lerendileilclla men- sa, nior'i in Roma neli56o e fu sepolto
sa, introdusse neli49iisuoi conventuuli in s. Pietro INIontorio. Gli successe il ni-
nella chiesa di s. M.'' Maddaleiui, nel i
\()3 pote coadiutore sin dal 1 jjo con indulto
edificò il nuovo palazzo vescovile unitoal- pontificio, Urbano Vigerio dulia Rovere
la chiesa di s. Pietro allora semplice par- nobile di Savona, e si recò al concilio di
rocchia, e per fabbricarlo con l)enepla- Trento. Sotlodi lui PiolV nel 1 jG3elevò
ciloapostolico vendè al la CODI uni tàdi Mon- a metropolitana la sede d'Urbino, e tra
te Novo per 600 ducali d'oro le posses- le sulfragnnee che gli attribuì, vi compre-
sioni situate nella contrada Pioli o Pia- se quella di Sinigaglia e lo è tuttora. Die-
gioli nel territorio della contea deJ \'ac- de in enfiteusi la contea di Porcozzone nel
carile appartenente alla mensa vescovi- I 56q a Marcantonio Vigerio suo cugino,
le. Eletto sudìaganeo di Bologna del car- e pare che la sua famiglia si f >Nse stabilita
dinal Rovere, divenuto questi Giulio II, inquesta città e nell'armo precedenteag-
lo nominò castellano di Castel s. Angelo gregata al consiglio de'nobili, ma non più
e lo creò cardinale, laonde e di lui e dei esiste. Urbano con fjma di bontà singo-
vescovi cardinali ne tratto alle loro bio- lare morì nel Syo, e s. Pio V subito gli
1

grafie. A suo tempo si stipularono alcu- die in successore con t itolo <1i amministra-
ne transazioni fra la comune di Jesi ed il tore peipctuo il cardinal Girolamo Ru-
vescovo di Sinigaglia, stampate nel 149?, sticucci di Fano, la cui nipote avea spo
decorose pel vescovato e approvate da A- sato Girolamo Bonelli nipote del Papa,
lessandro VI. Neli5i3 rinunziò a favo- e prese per lui possesso Antonio Ugolino
re del nipote Marco II Vigerio della Pai- da s. Severino,, e di poi vi si recò a' 2 3
vere giuninre da Savona, con annuenza novembre 572, ricevutone! ruodo ricor-
r

di Leone X, di perspicace talento, as»ai da teda A mia ni. Siccome caro nnchc a Gre-
prudente e savio. Fu al concilio di La- gorio XIII che se ne servì in gravi alfan,
terano V, e da Paolo III nel 538 eletto
1 a cagione de'quali non potendo in per-
vice-legato di Bologna, nel i543 gover- sona governar la chiesa, si adoperò pres-
natore della Marca, poi di Parma e Pia- so il Papa ovvero come dice 1' Amiaiii
,

cenza, nunzio in Portog-ìllo. Mentre reg- ad istanza de'sinigagliesi,che ricercavano


geva (juesta chiesa vedendo canonici qua- i almeno im vescovo sulfraqaneo residen-
si dispersi perla distruzione della loro an- ziale, onde nel 574 fu deputato per tale
i

tica e nobile cattedrale, operata da INIa- Francesco I\I.'^ Enrici de Barchi diocesi
latcsta, eresse in nuova cattedrale la chiesa di Fauo,fatlo vescovo di Nazianzom /^^ira-
che come principale parrocchia aveva il i«.t, finché il cardinale promosso nel 577 i

titolo di prepositura di s. Pietro, restata a vicario di Roma, rassegnò la chie^a ili

in piedi anche nella rovina saracena. Quin- Sinigaglia, e Gregorio Xlil la conferì al-
di vi pose canonici colle 3 dignità an-
i l'Euricia' I 4dicenibre,che morì nel 5r)o 1

cora esistenti, con varie rendite che loro e rusepoltonelIacalfedrale.GregorioXIV


assegnò. E poiché la chiesa non era mol- nel; Tf) ivi trasferì da Venos.i Ir. Pietro
to grande, ncli54o la rieddìcò da' fon- III Ridollìda Tossiguano, onore e decoro
damenti, aprendovi una spaziosa navata de'conventuali per la sua integrità, scien
con (Ine ordini di cappelle a'fianchi. Fon- za e scelta erudizione, e profonda cogni-
dò ancuia un buon palazzo a Monlalbod- ?ione ilelle migliori lingue, già considlo-
do pei- comodo de'vescovi, intervenne nel re del s. ollizio. Inoltre d Papa lo destinò
I ,'ji4Gal conciliodi Trento, e vidissequau- con altri alia nuova correzione degli er-
to riporta Ughelli; privò nel 1 55a i Mo- rori introdotti nella Bibbia, pubblicò la
starda del feudo di Porcozzone per giu- storia del suo ordine e altre opere, lasciò
ste cause, acci'cbbe l'entrate di sua cliic' le Cronache mss. di Siu'i^^^lid, ne con

I
5

a6o S I N SIN
sagrò la neliSg^ in onore di
cattedrale Lorenzo TI de' conti Campeggi di Bolo-
s. Pietro apostolOjC neh 60 vi fu sepolto i gna, già nunzio di Savoia e governatore
presso l'altare maggiore col suo ritrailo dello sta lo d'UrbinOjche esercitò consom-
e lapide elegante. Fra que'che l'encomia- ma prudenza e soddisfazione de' popoli,
rono vi fu il p. Civalli che n'era stato di- come di Francesco M.^ Il che l'avea ri-
scepolo, esprimendosi che quanto eravi nunzia tOjOnde continuò sino alla sua mor-
di bello e di buono nella chiesa e nell'e- te; inviato nunzio in Ispagna, morì a Ma-

piscopio, l'avfcB fatto questo prelato. Ed drid nel i63g. Vacò lasedefìnoa' 18 mag-
in fatti leggo in Ughelli, che ne riporta gio i644> •" cui successe il cardinal Ce-
l'epitaffio e la lode in suo onore di Corne- sare Facchinelli congiunto d'Innocenzo
Ho Amulteo, che ornò mirabiln)ente la IX,chiaroperdottrinaecandoredi costu-
tribuna della cattedrale, restauiò l'epi- mi : nuova tribuna della cat-
edificò la
scopio, celebrò il sinodo con utilissimi de- tedrale, permezzo della quale l'ingrandì
creti, e che slabiPi Ferdinandus F. cavit e dilatò maggiormente, e lasciandovi di-
ut singnlis ferìis secitndis mifisa prò de- verse memorie di sua pietà e beneficenza,
funclo episcopo, et singidis sabbalis mis- nel I 655 fu traslato a SpoIeto.Alessandro

sa una in honorem Conceptionis D. M. VIla'2 agosto nominò il cardinale Fran-


V ad aniviae suae salnlem celebrelur.
. cesco IV Cherubini (ma riportato a Cha-
Antaldo Antaldi nobile d' Urbino nello tillonCuerubini, pel confessato equivoco),
slesso anno fu eletto da Clemente Vili, di nobile faniiglia di INIontalboddo, slabi-

e come adorno di santissimi costumi go- li la e ascritta a ila nobiltà diSinigaglia, ap-

vernò con parlicolar zelo e vigilanza. Or- pena governò 8 mesiei8 giorni, ne'quali
nò e abbellì la facciata della cattedrale, die saggio d'ottimo reggimento delle ani-
con conci di marmo d'ordine dorico e co- me alla sua cura commesse; morì in Mon-
rintio, ponendovi iu fronte analoga iscri- lalboddo a'20 aprile i656, e fu sepolto
zione. Fieno di meriti morì neh 62 5 in nella chiesa priorale e parrocchiale di s.

Rocca Contrada, e fu sepolto nella chiesa Croce, e non inSinigaglia come vuoleCiac-
di s. IMedardo presso l'altare maggiore conio, Pltae Pontificum et Cardinaliuni ;

con iscrizione incisa in pietra di parago- di 7 anni e 9 di card inala lo, e non i icome
I

ne. Ughelli aggiunge, che fondò le due scrisse il Crescimbeni neW Islorla della

prebende nella cattedrale per la sua fa- chiesa di s. Gio. avanti porta Latina,
miglia, e donò arredi d'argento e pa-
le suo titolo cardinalizio. Tutti sbagliamo 1

ramenlisagri. Urbano Vili perdimostra- Bensì Crescimbeni nel resto compilò e-


re la sua particolare propensione a Si- salta e bella biografia, celebrando il car-
nigaglia, che avea ricuperato al diretto dinale pel suo talentoeper la sua singola-
dominio della s. Sede, nel gennaio 62 1 rissima integrità, per pietà e frequenti li-

vi prepose per vescovo il proprio e degno raosine, massime nel dotar le povere zitel-
fratello cardinal fr. Antonio II Barberini le. Nel 1657 a'28 maggio Alessandro VII

cappuccino, che governò con somm" ca- elesse il cardinal Nicolò de' conti Guidi
rità ezelo. Eresse il ricordato n.oiile fru- di Bagno, ma vedendosi molto avanzato
men'ario di grano, iier distribuirsi a imual- in età, col beneplacito apostolico abdicò,
mente a'po veri contadini e artigiani. Ac- e gli successe a'28 settembre Ciaufi.o dei
crebbe le rendite del seminario, celebrò conti Alarazzani di Piacenza, che avea so-
il sinodo che meritò la stampa: Synodus stenuto con rara prudenza vari governi
Senogalliensis ab anno G27, Romae. Ri-
1 dellecitlàpontificie;lodato vescovo, morì
chiamato in Roma dal Papa per impie- nel 1 682 e fu sepolto nella cattedrale prts-
garlo in piìi gravi negozi, rinimziò nel so la cappella della ss. Concezione da lui

1 628. Da Cesena Urbano Vili vi trasferì edificala e decorata con belli stucchi, con
SIN SIN 2G1
epilafllo e il suo rilrallo. Nel raedesimo zardo de' conti Isolani di Bologna, dopo
a ano occupò ((uestacatledraRauucciu dei aver con {)Iauso governato diverse città
contiBaschi d'Orvieto, il cjuale dopo aver- della Chiesa; introdusse inSinigagliai re-
la lodevolmente retta, morì in Montal- ligiosi delle scuole pie per la direzione e
Ijoddo nch684 a'2 j settembre, e fu tu- governo del seminario, promosse calda-
mulato in s. Croce. Dopo sede vacante il mente la pia opera della dottrina cristia-
1 /aprile I G8G Muzio de'conli Dandini di na, ne fondò la confraternita aggregala a
Cesena, che ingrandì, lese più comotloe quella di Roma nell'oratorio de'filippini,
più decoroso l'episcopio, e cessò di vivere e die alla luce un breve catechismo per
neh 7 12 nella contea di l^orcozzone feudo uso de'parrochi. Mollo aiutò il conserva-
della mensa, e fu deposto nella cappella torio delle orfane, e morì nel 74 «nel mo- 1

di s. Gaudenzio da lui eretta nella cat- nastero de'canonici regolari di Fano, o-


tedrale. Cletuente XI nel 1714 "uniinò v'erasi fermalo per recarsi a Bologna onde
il cai'dinal Gio. Ddiìhhùco Paracciaui^che curare il suo grave male, e ivi restò sepol-
governò con universal soddisfazione per to. iNel medesimo anno, o 742 come
nel i

le sue mirabili e soavi maniere, precipua- leggo nelle Notizie di Roma, Benedetto
mente per la sua profusissima carità, che XIV elesse Nicola de'maichesi Manciii-
rifulse nella carestia. Allorché non lungi forle d'Ancona, e lo dichiarò assistente al
dal porlo i tiuchi di Dolciguo fecero schia- Soglio pontilicio. Governò con molta lode,
vi molli pescatori e marinari sinigagliesi, carità, munilìcenza e generale soddisfa-
con molta sua gloria li riscattò col denaro. zione, per le sue dolci maniere e singola!*

Fatto vicario di lionia nel 7 i 7, rinun- i prudenza; laonde C'-.t pena di tutti fu tra-
ziò il vescovato con infinito dispiacere di sferito ad Ancona a' 17 gennaio! 746, e
tutti. Con questi lìtìi' /lalia sacra d' U- nello stesso giorno Benedetto XIV pre-
ghelli, t. 2, p. 865, si termina la serie dei couizzòlppolito deli ossi nobile di Parma e
vescovi. Clemente XI poco dopo gli so- patrizio veneto de'marchesi di s. Secondo,
stituì il cardinal Lodovico P/oile'pnucipi per aver dato gran saggio di sua uttiina
di Mirandola, encomialo [)er soniuio zelo cundolta nel vescovato Camerino. Il p.
di

e vigilanza, studiiuulosenipre il modo per Siena ne celebrò il profondo sa-


il zelo,

giovareal benedelleanime,di cui aveaat- pere, la pietà singolare e altre virtù, con
lentissi ma cura. Promosse l'insegnamento lui terminando la serie de'vescovi di Si-

della dottrina cristiana, eresse due con- nignglia,che compirò colle xYo//3/e^//\fio-
servalorii, uno pei" le donzelle orfane pe- nia. Pio \ I neh 777 a'28 luglio fece ve-
ricolanti, l'altro per lecouverlite, che man- scovo il cardinal Bernardino Honorali di
teneva generosamente del proprio; cagio- Jesi, lodalo pastore, per pietà, carità e os-
nevole di salute , con universale dolore servanza della disciplina ecclesiastica; sot-
rinunziò nel 724. In c|uesto fu elelloBar-
i to di lui e [)er sucì inagmdca generosità
tolomeo 11 Castelli nubile di Terni, che furonoeiliiìcati gliodierniedilìzidella cat-
riuscì molto attentoalgovernodisua chie- tedrale e dell'episcopio. Morì a' 1 2 agusto
sa, accurato ne' vantaggi della mensa, e 1807,6 nelle esequie celebrale in dello
illibato nei costumi. Da Benedetto Xlll tempio dal can. arciprete, il cau. Telo-
uttenne la cappa magna pe'caiKjiiici della nine pronunziò l'elogio funebre. 11 iiia-
cattedrale, celebrò il sinodoe tu stampato; gislratonellapiopriaclnesa nelgìorno 3. 1

Synodus liioecesana Seuogallit'nstSy Se- di sua morte dal can. preposto fece cele-

iiogalliaei728. Allora il Pa[)a lo iece pre- brare solenne tùnerale, e lodare con ora-
lato domestico e assistente al sogliu pou- zione necrulogica dal can. Belzo[)pi [»ro-

tilicio, niurciulo nel 1733 in Terni ove Icssoicd'eloijuenza ilei coniune,e In slam-
erusi recalo cuuvulcaceulc Nel 1 704 l^'^i^* pala. Pio \ 11 aghi igcuuaiui8o8 lece *«-
oGz SIN SIN
scovo 11 cardinal Giulio GahricìU q\o con- vescovi e regolari, lo preconizzò vescovo
sagrò colle sue inani, ma egli non si recò che con gran sa-
della sua illustre patria,
n)tii a Sinigaglia, e nell'anno seguente es viezza governa paternamente, e poi a' 5 1

sentlo Segretario disiato soggiacque a de- marzo 852 lo creò cardinale, il che ri-
1

portazione, donde ritornò nel 1 8 4 in Pio-


1
levai nel voi. LV,p.3oo (ove per equivoco
U)a,e rinunziò la sede. Pio VII agli 8 mar- lo dissi segretario del concilio), avendo
zoi 8 iGcreòcardinalee vescovo Annibale in piìj luoghi parlalo di sua decorosa e
della Genga, poi Leone XII {P'.): senza La diocesi
lodevole carriera ecclesiastica.
portarvisi governò saviamente, e per la si 5o miglia,contenendo molli
estende per
tua debole salute rinunziò. Pio VIIa'6 luoghi, come Monte Marciano e Monte s.
aprilei 8i8dicliiarò vescovadi Sinigaglia Vito, nella delegazione d'Ancona; Ripe,
il cardinal Fabrizio Sceberras-7d5^//èr- Tomba, Monte Piado, Porcozzone, Mon-
rata di Malta, il cui nome è un elogio, dolfo, Stacciola, Castel Vecchio, Monte
meritando un busto marmoreo nell'aula Porzio, Roncitelli e Scapezzano, nella le-
del palazzo municipalf, con isplendida i- gazione d'Urbi no e Pesaro; Montalboddo,
scrizione che ricojda benefizi da lui pro- i Vaccai ile, Arcevia, Montale, Castiglione,
digati alla citlìi e diocesi, come padre della Pi ticchio,Coi inaldo, Cas tei Leone, IMorro,
patria e benefattore della città. Per quanto Ijelvedcre,Serrade'Conti,Barbara,]Monle
dissi di sopra e celebrerò nella biografia, Novo, nel distretto di Jesi e delegazione
il suo nome sarà in eterna benedizione. d'Ancona. Ogni nuovo vescovo è tassato
La sua morte fu un gc nei ale pianto, il in fiorini 44^> ^ '<^ rendite della mensa
capitolo, il ut igistiato fecero a gara negli ascendono a circa 6000 scudi, detratti
onori funebri e in altie dimostrazioni di gli oneri, e tanto registrò pure lleposati.
diioloj'in cui prese parte ogni ordine di Oltre i citati autori, si ponno consultare :

persone. GregorioX VI a'2 2 gennaio 8441 il p.LodovicoSiena filippino, iSVo/7V7<^/(?Z/dt


preconizzò vescovo il cardinal Anton Ma- città di Sinigaglia consagrala alla San-
ria Cagiano de Azevedo delia diocesi d'A- tità di N. S. Benedetto XI V P. O. HI, Si-
quino, ed agli 1 I febbraio io consagrò nella nigaglia I
746, nella stamperia di Stefano
basilica Vaticana. Ne celebrarono la de- Galvani. Dichiara questoslorico, che nella
sti nazione in loro pastore, il con teOabriele compilazione si servi delle notizie raccolte
Mastai Ferretti gonfaloniere ((rateilo del dal concittadino cav. Giuseppe Tirabo-
Papa che regna) e gli 8 nobili anziani con schi, erudito amatore delle patrie memo-
l'elegante e nitido libro o raccolta di dotte rie. Staluloruni et Rtfornialionuin ma-
componimenti poetici
epigrafi e bellissimi gnijìcae cìvilalis SenogalUae. Gabriele
ìulìlo\alo:J W Eni
FrincipeJ nlonfllaria ° Naudeo, Exercilatioqnod Senae nonien,
Cagiano de Azevedo nella sua venuta al- non Cacsenae, sed SenogalUae conveniat,
l' episeopa lo di Sinigollia. Ivi dalla ti- Var\s\\s\C)i\'2..^'ii\loma, Sinigaglia colonia
pografia Lazzarinii 844- -fu zelante pa- de' romani, lettera apologetica.DaWespon-
store, e rinunziò poi la sede. II Papa Pio dedelSenanel ottobre 75 i.V.Cimarel-
i 1

IX a'3 luglio 1848 dichiarò amministra- li. Di Smigaglia, sito, edificazione e pro-

tore apostolico fr. Giusto Recanati carne- gressi , nella sua Umbria Senonia. Re-
rinese cappuccino, vescovo di Tripoli in golamenti relativi alla giurisdizione del
parlihus.aU) riporta il n." 7 del Giornale 1 Consolato eli Sin igagUo , A scolii 8 2 5. I\ io-
Romano , che poi creò cardinale, come ci. Osservazioni sulle gessaie nel Siiiiga-
già notai nel voi. 208. Quindi nelLX, p. gliese, Roma 1828. D.' Dario Olivi, /Vo-
concistoro de'5 settembre 85 mg.»" Do- 1 1 ùzie storiche di SinigalUa: furono pub-
menico Lucciardi nobile di Sarzana, pa- blicale da F. Papalini nella Strenna Pi-
triarca di Costantinopoli e segretario dei cena pel 1 84G,p. 1 o3; e dall'av v. Castella-
SIN S I N 2G3
no nel n." 1 3 tlelI'/Tco del /ìJìsa dei
847, 1 in Romane! pontificalo di s.Innocenzo I;
Giornale eclcticoPiieuoches\ pubblicava indi Teodosio, Agapito II che andò a Co-
in Sinigaglia dalla tipografia Angeletli- stantiuopoli a chiedere l'imperiai prote-
Pattonico, e naie clie ne riassumerà la zione contro Agapito vescovo de'mace-
compilazione e pubblicazione. doiiiani ch'erano iu Sinnada; Severo I

SI NISATTl. Eretici pocodiflerenti da- sottoscrisse a'decreli del i.°attoMel conci-


gli agapeli ramo di gnoslici e setta compo- lio d'Efeso nel 43 1; M'irinianofua c|uello

sta principalmente dalle Agapete (^•), i di Costantinopoli sotto t la viano e contro


quali abusando del principio che tutto era Euliche; Teogene si trovò al concilio di

lecito alle coscienze pure, non aveano dif- Costantinopoli sotto Menna e in cui fu
ficoltà di vivere insieme, sebbene di ses- condannato Antimo; Severo Ilintervenne
so diverso e non essendo legati iu matri- al Vconcilio genera le; Pau>iacod' A panica

luonio. fu poi ordimto patriarca di Costanlmopoji


SINISCALCO, r. Scalco. e greci l'onorano per santo a' 3 maggio;
i I

SINISTRI. Eretici così chiamati per- Cosimo fu al VI concilio generale, Giovan-


r chè aveano la loro Mano (^.) sinistra iu ni I si recò al VII,quinili Michele; Pietro
orrore, dimodoché non voleano con essa fu al concilio di Fozio; Giovanni II, Pan-
ricever nulla si dissero anche Nc^aziani
: laleone, Liceta che trovossi all'assemble «

Sabboziani. del 1802 pel cullo delle ss. immagini; N.


te SINITA. F. SixE.
SINNA, SINNAR o SINUARA.Sede
sedeva a tempo di Giovanni Cautacuzeno
imperatore deli 347, Giorgio deli45o.
vescovile delia provincia proconsolare di Questa città ebbe altresì questi vescovi
Africa occidentale, sotto la metropoli di giacobili: Giocouio neIgGc) regnando Ni-
Cartagiue. Ebbe per vescovi Stefano che ceforo Foca che lo fece condurre a Co-
I
'^
nel 4' I fn «Ila conferenza di Cartagine; stati ti no poli per dispula re co 'dot tori greci

Paolo esiliato nel 4^4 ^^ Unneiico re sopì a alcuni articoli di fede; Elia chiama-
de'vandali cogli altri vescovi cattolici che to anch'esso a Costantinopoli nel i 02q, fu
disapprova vano l'erronee proposizioni dei lapidato djl popolo perchè non volleabiu-
donatisti; Vittore che sottoscrisse il con- rar gli errori de'giacobi ti;. \bdon ordinato
cilio di Costantinopoli del 553. ìMorcelli, nel I O75oirca, poi patriarca di Costaiiti-

Africa chr. 1. 1. uo[)oli; Bar-Turca di Zaid in Armenia


SINNADA. Sede arcivescovile della i.' trasferito da ^Ld)uga a Sinnada e poi a
Frigia Salutare nell'esarcato d'Asia, eret- Chabora. Oricii^ dir. t. 1, p. 828, t. 2,
ta in metropoli nel IV secolo, ed esarcalo p. i465. S\ì\naihì, Synnndcn,a\ presente
di Frigia nel XIII. Le furono sufTraganee è un titolo arcivescovile in partibns che
le sedi vescovili di Eucarpia, Dorila, IVIe- conferisceil Papa, ed ha comesuirraganei
tlaeo,I[)SooIpsopoli,PromesooPrimneso, i titoli vescovili e pure in parlibu^ Si A-
Mero o Milo, Lisia, Augustopoli, Briso, niorio, Dorila, Eucarpia, Ipsoo Ipsopoli,
Otroo Itro, Nacolia, Amadassa, Aurocla, Filomelia, Amadassa, A ugustopoli, secon-
Prepenisso, Cinaborio, Stettorio, Acroco, do i registri concistoriali.
pinta o Phtia, Sebindo,Ger.ipoli,Demo- SINNICClIIO.Vocederivatadalgreco
lica,Gordorina, Dapnudio, Caborco, Co- i9(Vj/Vos,corrispondenteal Ialino cohabìta-
ni o Deinelriopoli, Scordapia, Nicopoli, tor,conluhcrnaUf,(\n^'^\ luogo sotto il qua-
Cornilo, Alope, Cademna. I suoi vesco- le ricoverino i soldati della milizia eccle-
vi furono: Attico, s. Agapito 1 notato nel siastica e sia il loro alloggiamento. Dappoi-
martirologio romano a' ?.4 marzo, Pro- ché Smnicchio vuolsignilìcarequel Padi
copio intervenne al concilio di Nicca nel {^ione o Ombrello {f'.) o Gonfalone che
3•.^ 5, Ciriaco amico di s. Cirolumosi recò si porta nelle Processioni (/".)da'capiloli
.

264 SIN Sl N
o cleri piti insigni, a somiglianza de' ta- glio permanente ed unico del vescovo e-
bernacoli o tende o trabacche che già si ra Capitolo o Presbiterio {V-), ossia i
il

usavano perabitazioui e alloggiamenti dei Preti e ^/V? co/»* (/^.) cattedrali. Il vescovo
soldati ue'carapi, come spiega Tonigio, nulla anticamente faceva d'importante
Hìslorìa della chiesa di s. Giacomo in senza sentire il parere de'suoi Canonici
Borgo p.tSg. (/^.), il radunare i quali è ciò che spesso
SINNIPSA. Sede vescovile dell'Africa incontrasi ne'primi secoli, cioè cortc/o^;re-
occidentale, nella IMauritiana Cesariana, sbyterio, diressimo oggidì fatto capitolo
di cui fu vescovo Villatico che si trovò co/ fe^coi'o. A Ila fine delVI secolo, quando
nel4i I alla conferenza di Cartagine. Mor- divennero meno frequenti i concilii pro-

celli, africa chr. 1. 1 cominciarono Sinodi diocesani,


vinciali, i

SINODALE o SINODICA LETTE- ìquali nacquero dalla volontà óe'f'^escovi


RA. /^. Sinodo. (F.), die radunavano il loro clero per
SINODATICO. r. Sinodo. pubblicarvi le leggi stabilite nel concilio
SINODO, Synodus. Quesia voce greca provinciale, per ammonir gli ecclesiastici

significa Concilio, radunanza o congre- de'loro do veri e dell'osservanza del le men-


gazione, col quale antico vocabolo i ss. tovate leggi, pc" iscrutinare come erano
Padri chiamarono i concilii e le sagre a- osservate le leggi de'roncilii anteriori, e
dunanzede'prelati per definire e stabilire per esaminarvi i preti sulla scienza, sul
i Dogmi della Fede, e le leggi sulla Di- costume, e sulle cose del loro uffizio, per
sciplina ecclesiastica (^.), non che per istruirli come loro padre e maestro: ecco

condannare V Eresia e lo Scisma (^.)) e l'origine de'sinodi diocesani. Le lettere

per altre materie. Sempre concilii o si- i Sinodali o Sinodiche si spedivano da've-
nodi furono e sono uno de'mezzi più ef- scovi in concilio adunati, e percliè i con-
ficaci per sostenere nella Chiesa l'unità e cilii sono slati alcune volte denotali col-
la fede, l'organismo e la vita dellaChiesa. l'appellazionedi Tractatus, come i\i fallo

Il falso sinodo o assemblea illecita, irre- da'Papi s. Leone da Vigi-


I e s. Jlaro, e
golare > tumultuosa j quella degli eretici lio vescovo Tapsense, quindi pure tali E-
e scismatici chiama Conciliabolo (^ •)•
si pistole sono state (jualche volta designate
Dichiara il Nardi, De parrochi, che la col lerminedi Lettere Tractatoricie;e In-
parolai^/HOf^o nell'antichità non significò vitatorie si dissero quelle lettere sinodali
mai sinodo diocesano, ma significava co/z- che Papa spediva a'vescovi immedia-
il

cilio generale o provinciale, e non indi- tamente a lui soggetti, per in vi tarli aRoma
cava che radunanza di vescovi; poiché i per l'anniversario di sua elezione, nella
sinodi diocesani cominciarono tardi, e non quale occasione si soleva celebrare un si-

se ne trova traccia che alla fine del VI nodo. Pretende Bernardino Ferrarlo, De
secolo. I sinodi o concilii provinciali si te- aut.Eccles.Epist. gen. lib. 2, cap. 2, che
nevano due volte 1' anno, e ciò era più le lettere sinodali o sinodiche o tracia-
che sufficiente per risparmiare la celebra- toriae abbiano più specialmente signifi-

zione de'sinodi diocesani; giacché ne'pro- cato quelle lettere, con cui i vescovi ac-
vinciali facevansi tutte le leggi occorrenti, cusavansi presso il concilio di non aver
si terminavano le cause, si giudicavano potuto intervenirvi, come quelle altre an-
i rei, si ricevevano le appellazioni de'gra- cora colle quali il concilio denunziava
,

vati dal proprio vescovo, si rifortnavano scomunicate alcune persone. Checché ne


gli abusi, ec. Osserva ancora il Nardi, che sia, era uso comune, terminate le sessioni

lo stesso concilio di Trento {f^ .) chiama di (poesie ecclesiastiche assemblee, che dai
sempresestes';oi9<r7/?c<tt Synodns. Ne'pri- vescovi intervenuti vi s'indirizzassero a
nii tempi delia Chiesa il sinodo o consi- uomo di tulli sillullc lettere secondo le
I

SIN SIN 2GT


circostanze, o ai l'ii[»i, oai patriarchi, o clcll'iinpeiafoie Anieriano. Pure, quando
ad alili vescovi, o ad allre chiese, o ve- potessi non incontrar la taccia di temerà-
lamenle a^l'iinpcrafori, o ai re, oailaltii lionelcoTiliaddiread iioinudi liintaslima
principi. Dice il Rinaldi all'anno [42, n.° nel mondo erudito, direi che Aurehano
8, chesiappellaronolettere sinodali quel- verauienle salì all'impero nel 270 e fu
le che sinodi scrivevano a diversi, e se
i aiMoredeWa o.Ttrseciizione delia C/a'f-
i

erano scritte a tutti cristiani o dal con-


i sa (/^ '), laonde tanta puliblicità mi pare
cilio odal l*apa, ovvero da altri per altre alipianlopericolosu a (picirc[)oca. Inoltre
occasioni dicevansi Encicliclie[r'.). Wso- asserisce il prelato, che s. Giegorio I del
no altresì lettere sinodiche scritte da un 5go forsefu il i .°ad inviareall'miperatore
solo vescovo, le quali peròerano il risulla- la sinodica, lasciandoci un inonumentodi
mento di qualchesinodo diocesano da lui innillà colla lettera scritta all'imperatore
celebiato: tale si è quella di Rnlerio \e- IMauiizio queste lettere di pai tecipazione
:

scovo Verona nel secolo X, Concil. t.9,


di a'sovrani non andarono più in disuso, e
p. 1268, dove molte istruzioni e regole di esse sino a'nostri giorni persevera la co-
si contengono spettanti a'coslumi e alla slumanza, ma spontanea e (jual mero ai-
disciplina. Sotto lo slesso nome di sinodi- to di oniciositìi. E il padre comnnede't'e-
che sono riconosciute quelle lell^Me a'pa- deli che si fa conoscere a'capi delle nazioni
tiiarchi e metropolitani inviate da'nuovi sue figlie, facendolo poi coWtiLeUticapO'
Papi, nelle quali esponevano la loro Pro- sloUclif[F.)d\\'G^\i,co^a\.o cattolico; qua-
fcssione di ftiìe {/'.) : con simili leltere siallreltanlo praticanoi nuovi vescovicol-
proteslavano a' l'a[)i la loro i patriarchi le loro diosesi, colle leltere /'(/.«/o/v/// (/'.).

ed i metropolitani. ÌMg,^ Marino I\Iarini II y^accaria utW OuoniasUcou riilitalc de-


nella Disscrt. di cui si legge un sunto nel finisce la lettera sinodale: Sinodale ila
ii."Go delDiario di Roniai'^^'j Dellt : appellabant lilteras, quassumuius Pon-
vicendevolmenle dai ro-
leltere scrittesi titex,aut eliam metropolilanus ad ec-
viani Pontefici e dai principi cattolici^ clesiam quampiam dabut, orilmato ejus
ncllt loro rispettiic promozioni al prin- episcopo. Dicebantur aiitem Synodalt,
cipalo e alponti/ìcato, nf^i^nsce che \ì?a[ìì partim quia miltebantur ex synodo vel
davano parte agl'imperatori della (ìropria romano Pontifici, vel metropolitica seu
elezione, accompagnandolacollasinodica. provinciali; pailim quia legcbanlur in sy-
Dalla risposta dipendeva l'amuiissioneai- nodo, cui praepositus eral novusepiscu-
la cattolica comunione, il ricevereel'e- pus. JN'otanduu) aulem, ijusmodi lilteris,
sporre pubblicamente le i,ue Immagini, cuni mitlerenlur e synodo summi Pon-
faredi lui menzione ne'sagri Dittici enti lificis,Pontificemsolumsnbscripsissc;cuaj
divini ullìzi , collocare le sue lettere sul vero e synodoalicujus melropolitani.nou
sagro altare, riporle nella confessione di solum metropolitanuu), sed omnes eliam
s. Pietro o sopra il suo corpo, o sotto i episcopos,(jui inlerluerant,subsciipliones
libri degli evangeli. Colle sinodiche poi suas addidisse. Le formolesi ponno veile-

chei Papi trasmettevano ilal sinodo a'pa- re nel WhioDiurno (f.). La sinodica poi
Iriarchieagli altri prelati nell'annuuziar ecco come la spiega Zaccaria: Synodtca
la propria loro elezione, rentlevano le- epistola eiat.tpiat-piscupuseleclionissiiae,
sliinonianza allaCihiesa di loro ortodossia, et ordinationis notiliaui, prolessionem fi-

raccomandavansi alle altrui orazioni, e- dei inserta, ad principalioressede» dirige-


soi lavano tulli all'adempiineiilu de'pru- bai. Id vero polissiuium oblinuilin suiu-
pri doveri. Di (pieslesinoiliche dice n)g.'' uio Ponlilice, ci paliiaichis; nani et ille

Rial ini e>sere I incomincia me 11 lo così a n- s\ nodicassna> uni \ersis pali i.iiilii><,el pri-
ticojchcuuudubilijpolctiuiidiatcu'lcuj^ii Uialibua da balco. yclciirt^uliJ,ui ail Gu*
266 SIN SIN
lasius in epistola ad Enpliemium palliar- suoi sinodi ecumenici. La chiesa cattolica
duini Constanfiiiopolitanum; ci di cae- romana è quella che tutte abbraccia le
teiis patiicMclMSj ac praeserlim lotnano parti del mondo e i riti ciistiani, e nel-
PoDlincijUtEuticIiiusConslantinupolita- la quale i greci, maroniti, cinesi , giap-
ims Synodica ad Vigiliuns Papam. Si
in jwnesi, egiziani e e//opt acquistano quel-
chiama Sinodalico il dirilto che curati i la energia che nello scisma perdono gli

e gli abbati pagano a' vescovi ue'^inodi, slessi europei. Tanto e meglio si traila
a' quali sono obbligati d'intervenire. Il nella Civiltà cattolica t. 5, serie 1.^: Pa-
<;oncilio di Braga del 072 ne parla come rola d' un cattolico romano in risposta

d'un uso ch'egli autorizza, e clic non era alla Parola dell'ortodossia greco russa.
nuovo. Il siaodatico è lo slesso che il cat- Presso i pagani il vocabolo AVjor/o servi-
Icdralico, diritto o censo che ptigasi al ve- va a indicare alcune società dedicate ad
scovo, prò lionore cathalrac, dicendosi Apollo e ad altri numi, pel loro cullo, ed
sinodalico perchè pagasi ordinariamente in parte somiglianti alle nostre congrega-
iie'sinodi da coioroche vi assistono, quau- zioni pie o Sodalizi (P^.). I sinodi de'pa-
lunque paga anche altrove, a seconda
si ganì aveano i pantomimi, i quali porta-
tlella consuetudine, più o meno conside- vano in giro i simulacri de'Ioro falsi Dei,
rabile secondo l'uso de'Iuoghi. Il Magri per rappresentare innanzi loroqualchesa-
dice che Sy no da ti e uni signilica il sussi- gra azione de'medesimi, principalmente
dio che Somministrano i vescovi ai loro cogestì senza parlare. Aveano il sacerdote
luelropolitani per le spese da farsi nel si- per ricevere i doni sagri, e per fare una
nodo |)rovinciale, come anche il sussidio un si-
specie d'iniziazioni. In Atene eravi
che somministra il clero al suo vescovo nodo consagrato a Giove ospitale. Il si-
pel sinodo diocesano. Il diiitto di sino- nodo d'Apollo si componeva di persone
dalico o calledralico essendo stalo conte- da teatro chiamate sceniche, poeti, can-

i>lato a molli vescovi negli ultimi secoli, tori, suonatori d'istrumenti, pantomimi.
ne venne trascurato il pagamento, anche Di questi sinodi parlarono il Grulero e
per e>sersi tralasciala la frequente cele- il p. Corsini. Ma dal profairo cullo tor-
brazione de'sinodi. Del sinodo o sedicente nando ai sinodi della Chiesa di DiOj ri-

óVi/j/oA^or/o per ma nenie della chiesa gre- corderò che all'articolo CoNciLio,ollre di
co-scismatica di Coslantinopoli,e di quello avere riportata la spiegazione dell' eti-

della chiesa greca o ellenica nel nuovo re- mologia di questa adunanza, generale o
gno di Grecia, ne parlai a Grecia, mentre parziale de'prelali della Chiesa, per con»-
a Russia trattai del cosi detto ó^^/ito Si- sultare e deliberale sugli allari della me-
nodo della chiesa scismatica greco-russa. desima, parlai delle sue 4 specie, gene-
La chiesa romana non è separata dall'o- rali o ecumenici, nazionali, provinciali,
riente, sono gli scismatici d' oriente che diocesani: questi ultimi furono più comu-
si separarono dalla chiesa romana; la qua- nemente nel progresso de'secoli chiamati
le, madre univcrsale,sleiKlele braccia a'4 Sinodi, presieduti da'rispelti vi vescovi, e

punii cardinali del glolioindilTerenlemen- riportai la definizione che lece Benedetto


te, ed abbraccia greci e cofùj armeni e XIV SI del concilio, che del sinodo dio-
abissini, 'giorgiani e ruteni , slavi e al- cesano. Indi tenni proposilo: ."Dell'ori- i

banesi , senza inquietare chi Iia riti di- gine, necessità, autorità de'concilii,e col-
versi, purché a lei si congiunga in unità lezione di essi, avvertendo che di tutti i

di fede, di carila, di ubbidienza; ed ap- concilii generali, nazionali e provinciali ne


punto per questo da tutte le nazioni an- trattai a'ioro parziali articoli, ed a quelli
che orientali ella invitai vescovi, purché eziaiulio relativi pe'canoni che di essi vi

uou sicuo scisiualici, quando raccoglie i liproduco, fuceudoue la compendiosa de*


SIN SI N 2G7
scrizlone,couje feci de'coiiciliaboli. Quali- dicaziuneili tempo, secondo roccoirenza
lo poi a'concilii diocesani, egiialnjeiite ai ile^li alFari. In st gitilo vennero convocati
Joio speciali articoli ne pai lai d'un gran- due voUl- all'anno^ poi una volta a se-
dissimo numero. 2.° Del rispetto dovuto coiida dell'ordinato nel concilio di Lale-
a' concili!, loro autorità, convocazione e raiio IV e da quello di Trento. Tutti co-
conferma. 3. "Persone clielianiio luogo e l.jroi(|ualisonoiiicaricali dclgovernodel-
voto ne'concilii. 4- Ccieinonie, forma e le cliiese parioccliiuli o altre secolari, aii-

modo della celebrazione de'concilii, e ce- che annesse o dipendenti dalle abbazie e
l'emonie ed ordine de'concilii generali. 5.° ordini esenti; tulli regolari esenti o non i

Numerode'concilii generali, ed altrenoti- esenti, che non sono soggetti a' capitoli
ziesu di essi. G. "De'concilii particolari ona- generali, oche posscdono benefizi in curii
zionali. 7." De'concilii piovinciali. 8.°Dei d'anime, sono in dovere d'assisleie al si-

Aduncpie in rjueslo ai ti-


conciliidiocesani. nodo e ponno esservi costretti sotto pena
coloaggiungeròaltre analoghe erudizio- di scomunica u d'altre pene in arbitrio
ni,iipoleròdiveisicaiioui de'concihistessi del vescovo. Anticamente dovevano io-
che li riguardano, e diiò del recento rav- tervenirvi tulli preti e diaconi anche non
i

•vivalo zelo della celebrazione de'concilii benefiziati, ed i sacerdoti colle vesti e vasi
provinciali e de' sinodi diocesani. Altre sagri, per provarvi la messa e altre cose
volle, in tutte le proviacie della Chiesa, di ministero sagro. Oltre gii utensili sa*
ed a certi delermiiiati tempi, i vescovi u- gri,doveanoi preti portar seco carta ([)er-
savano riunirsi sotto la presidenza del Io- gameiia)ecalamaiu, per iscrivervi le leggi
ro metro[)olitano per costituirsi in sino- che nel sinodo il vescovo avrebbe impo-
do o concilio provinciale. Queste assein- ste, e da mangiare per 3 gioì ni. Oggidì

blee, cotanto utili per la gloria della Chie- devono intervenirvi tutti canonici, man- i

sa e pel mantenimento della disciplina zionari e benefiziati, o cappellani calte-


ecclesiastica, e che concorrevano si pò- diali edi collegiate, i vicari foranei,! par-

tenlemente ad alimentare non solo tra i rochi e quanti sono gli altri benefiziali,

primi pastori, ma pure tra'ledeli, lo spi- e hanno volo se piace al vescovo, se-
vi

nio di unione e di carità cristiana, non greto opubblicocome vuole il medesimo


erano più di un uso generale. L' Ante- pastore. Lo scismatico sinoilo d'Utrecht
rica però, e la provincia ecclesiastica di fece i preti giudici del >inodo, e lo stesso
Balliinora , e ne riparlai a l\F.rui!DLicv praticò il conciliabolo di Pistoia. In quei
celebrò diversi utilissimi sinodi, facendo sinodiscìsmatìcisi ha l'inipudenzadichia-
prosperare rincremento del caltolicismo mar padri i congregali in sinodo, ove il

in quella immensa regione. solo vescovo è padre. ìNun si può usare


11 lei niiiieiS'//zo(^/o [)rendesi talvolta pei questa espressione che per un coiiciiio di

concili! generali, nazionali o provinciali ,


vescovi (! rjuali sono padri), senza andar
come li chiamò l'antichità, ma pici di so- incontro alla taccia di scisma o di crassa
venie e [iropriamente per la convocazione ignoranza. Il solo vescovo è padre e le-
che f.i un vescovo del clero, parrochi e gislatore in sinodo, egli è suìo pastore e
altri benefiziati della sua diocesi, per larvi dottore. In sinodo i benefiziati devono pa-
qualche correzione of|ua Ielle regolameli- gare al vescovo il catteilraticoo smoda lieo,
lo relativo al buon ordine e alla purezza cioè al vescovo o al di lui deputato, tri-
dc'costumi, essendo stali prec![)uamente buio e segno di soggezione, nella somma
istituiti per l'istruzione del clero, e per proporzionata a'Ioro redditi oagli usi, a
l'esame de'pi et! cheliicevail vescovo, ^'ei tenore del prescritto dal gius Ciuiunico. I

primi secoli della Chiesa isinodi diocesa- sìnodiautii liieianoKitlispecialmeiiteper


uisi Icucvuuu lrc(|uculcmculc e senza iu- csamiuarvi tutti i indi, cuu csauiC reale
2G8 SIN SIN
degli ariedi sagri, paramenti e libri pei* parrochi incedono dopo i vicari foranei e

uso del loro iniiiislero, e personale sulla j)rima degli altri benefiziati, e tra'parro-
messa, sagramenli ce: trovali ignoranti thi, i pievani precedono i parrochi di cit-

si sospendevano e levavansi dalle pievi o tà, perchè hanno de'parrochi filiali sotto
parrocchie. Le leggi d<i pronuilgarsi nei di loro, ed anche per l'antichità dell'isti-

sinodo, il vescovo è obbligalo nioslrarle tuzione, quella dei pievani risalendoal IV


prima al capitolo per averne consiglio. 11 secolo, (|uella de'parrochi cominciò dopo
capitolo cattedrale non è obbligato gene- il 1000. Il vescovo SaineìW, Leti, eccles.
ralmente parlando d'intervenire al sino- t. 2, lett. 20 : Della podestà del vescovo
do: vi è però il caso in cui si ponnocostrin- intorno al sinodo diocesano ^ confuta la
gerei canonici a intervenirvi, non già tut- proposizione tratta dal Pontificale Roma-
ti, ma almeno per de[)ulati, e questo caso zio sul concilio provinciale, ed applicata
è frequente, quando cioè debbono vi si al sinodo diocesano, che le costituzioni
trattare materie che appartengono alla ri- sinodali diocesane devono essere confer-
forma del costume di tutti, all'uniziata- mate, ^/p/ace/, dal clero interveniente al

ra o agl'interessi capitolari: vi si devono sinodo, poiché quello è un puro placet


però invitare. Il vescovo può non inter- ceremoniale, non assenso legislativo, per-
venire al sinodo e farlo presiedere e fir- chè Sebbene alcuni ola maggior parte con-
marne gli alti a nome suo da chi vuole: traddicano, ciò non ostante il vescovo, an-
alsinodo diocesano di Salisburgo del 1420 corché tutto il sinodo dissentisse, fa e pub-
presiedettero per l'arcivescovo il preposto lica le leggi, purché sia preceduto il solo
e l'arcidiacono cattedrali, il capitolo in consiglio del capiloloj quale è tenuto il

sede vacante, o essendo impossibilitalo il vescovo richiedere e non seguitare. E in-

\escovo a stare in diocesi, può tenere il dubitato che il vescovo debba congregare
sinodo,ed essendo in esilio l'arci vescovo di il sinodo nella sua diocesi, senza licenza
Cantorbery, quel capitolo nel secolo XII consenso o consiglio di chicchessia, secon-
tenne un sinodo; ed il concilio di Rouen do la disposizione del concilio diTrento, il
«lei 1 58 dichiarò che in sede vacante il
1 quale inoltre rinnovò il canone, che il ve-

capitolo presiede al sinodo: nel 1027 es- scovo negligente a con voca re il sinodo sog-
sendo lontano il vescovo d'Elne, il capi- giace alla pena della sospensione. E certis-
tolo celebrò il si nodo. In sede vacante dun- simo che il vescovo nel sinodo diocesano,
que il capitolo può tenere il sinodo e pre- [)uò (àrstatuli e costituzioni per Tecclesia-

siederlo, essendo egli il depositario del- slica disci[)lina ad esterminio degli abusi
l'autorità egmrisdizioiie vescovile, per cui e per altri elìetli come a lui parerà meglio
elegge il f icario capitolare [F^.). Quanto espediente. E' vero però ch'egli è tenuto
all'ordine di precedenza e vestiario nel a chiedere il consiglio del suo capitolo iu* ^È
sinodo diocesano , i canonici vi hanno i torno a tali statuti e costituzioni, non per- ^1
primi posti a fianco del vescovo, e indos- che sia tenuto a seguitare dello consiglio,
sano in sinodo paramenti sagri quando
i ma perché il capitolo o suoi deputali pon-
i

gli ha il vescovoancora, la qual distinzione no allegar tali cause, che il vescovo si può
si fa ai vicari foranei che indossano il pi- muovere a pigliar forse miglior partilo per
viale: gli allri tutti debbono rimanere in la spedizione di ciò che deve fare. Laonde è

cotta. Dopo i canonici cattedrali lianno comune presso tutti i canonisti, che in far
posto nel sinoilu diocesano gli abl)ati dei le leggi sinodali deve il vescovo cercare
iegolari,ed canonici di collegiale:
i i man- non dconsenso, ma ilconsigliodel capito-
sionari seguono i loro corpi canonicali, se- questo ancora non é tenuto a seguita-
lo, e

tlcndo sotto i medesimi, pricna de'vicari recome da due letleredella congregazione


foranei, dc'^^urrochi u ullii bcuciìziali. 1 del cuucilio deh 592 e 1 5y y che riprodus-
SIN SIN yfH^

seSarnelli.E la l'agione principale (-, per- se e l)ene os<;ervnte. I pocìii sinodi anti-

che il vescovo solo,escliiso il cnpitolo, ha chi che restano, sono di dneo tie farria-

la giurisdizione dei mero impero e la pò- te; più si è venuto in secoli vicini a'no-
deslù di convocare il sinodo e di fire in stri, e più si sono f.illi lunghi. Se si te-

esso statuii: le quali cose non sonodi quel- nessero ogni anno, come canoni i voglio-
la giurisdizione che ha il magistrato, co- no, sarebbero brevissimi. In vece moltis-
m'è la cognizione delle cnuse, ma di me- simi vescovi non lo celebrarono mai, e
ro impero che non ammette partecipa- pochi sono quelli che più d'una volta lo

zione altrui, allriiuenti si dividerebbe il adunarono. Ogni anno poi vescovi do- i

diritto monarchico die ènei vescovo, se vrebbero tenere il sinodo, sia stalo o no
il diritto di far le leggi si dividesse col ca- celebrato il Quando
concilio provinciale.
piloIo,comesaiebbeseavesse bisognodel i sinodi erano raii, mododi [iromu'gar il

suo consenso. E quindi nasce quell'altra le leggi, non essendovi allora il comodo
dottrina, che il vescovo può dispensare della stampa non ancoia inventata, era
sopra lo statuto o la coslituzionesinodiile, diverso. Talora pubblicavansi nellecat-
senzaconsensodelcapitoloesenzacagione: ledrali , collegiate, parrocchie ed orato-
perche avendo egli solo tatto lo statuto o rii, o sia in tutti i luoghi consagrati a Dio.
costituzione, egli solo la tlispcnsa; essendo Talvolta, specialmente se erano riguar-
gli altri nel sinodo solamente consultori, danti gli ecclesiastici, si promulgavano le

Onde egregiamente il cardinal Dellarmi- leggi sinodali per mezzo de'vicari foranei,
no, DeCoiic. e. 4> asserisce che i sinoili tale altre col radunare il clero. Oniciali
diocesani appena si ponno chiamar con- del sinodo sono il promotore, il segreta-

cilii, non essendo in essi veruno che ab- rio, i lettori e coadiutori segretari, gli e-
bia giurisdizione, tranne il solo vescovo, saminatori, i giudici, i notari, i sostituti
Si eccettuano però que'soli casi espressi ec. 1 sinodi si sogliono celebrare nelle Chi-
nai diritto canonico, che si riducono o in- ledrali (f-); anticamente si celebrarono
torno a quelle cose, delle quali la legge in Sagreuia (/ .) , o nel Sacmn'o (/'.)

canonica espressamente dispone; ovvero della chiesa o della basilica. I sinotli si

a quelle che concernono il comune iute- celebrano pure dagli ordinari delle ab-
resse ilei vescovo e del capitolo, oppure bazie nullius flioecesis,ed egualmente si
circaall'alienazioni. Concludeil dottoSar- pubblicano colla stampa, come notai in
nelli, che solo il vescovo sottoscrive il si- diversi luoghi in cui lùrono tenuti. Sisto
nododiocesano, ch'egli solo ha fatto, e non V colla bolla Deus mi lem, conìenuhì nei-
vi si deve sottosciiveie nessun altro. I de- l'altra Tniniensn aeltrni Dei, tie'a?. gen-
creti de'sinodi si sottomettono all'appio- naioi SU';, Bull. liom. t.4,par. 4,p- 3o'2 e
vazione della s. Sede, ed il Papa li dà ad 3f)(S, obbligò vescovi e altri ordinari di
i

esaminare alla Congregazione del con- sottoporre alla censura della s. Sede i de-
c///o {/'.); ipiesla riportata si suole stani- creti ile'loro concilii provinciali e de'Ioro
pare. Dice il Nardi, che
gli antichi sono sinodi diocesani. Fa quoniani eodem con-
assai brevi, eche sinodi non sono fatti i cilio Tridentino decrttnni est, Synodus
per pubblicare ad ponipam un'opera di quoque anno, dioecf-
proi'ineiales, lertio
dogmatica, morale, canonica e liturgica; sanas singulis annis relrhrai i dcherejd i/i
allora il appena sa cosa ha det-
legislatore executionis usum ab iis^quoruni inleirst,
to,ed sudditi
1 non sannocosa debbano os- ìndurieadenirongregatiopro'i.'idtbit.Vrn-
sei'vare. I libii ecclesiastici sono numero- vincialiuni vero, uhn'is terra rum ilLie re-
si ; il sinodo non deve contenere che le lehrentnr, decreta ad se rnilli praeeipiet,
poche leggi necessarie alla rif >rnia tiegli eaque singula expendet et recognosrcl.
abusi iuliodolti uella diocesi: poche co- I\ilriarcluiruuipiaclciva,prinialutn,ar-
,

270 S I N SIN
rlìirpìsropnriin/ et cpiscoporum (qulhus chiuderanno le porle. Tulli portinai sla- i

BP). Aposlolorutn Liriìina certo constifu raimo a (juella, per dove vescovi dub- i

fo terDpore visitare nlia nostra sanctione bono entrare, quali entreranno tulli in-
i

a lidia t ci quae Con-


Y\%<,i\m eS:\.)poslnlala sieme, e sederanno secondo il rango della
i^regatio (pio executioneet inleipretatio- loro ordinazione. Dopo i vescovi si chia-
ne Concilii Tridentini) ipaa per se pò- meranno i preti, che per qualche tiiolo
(crii, ex nonna eX'
carilalis, el jusliliae dovranno entrare, poi diaconi eletti allo i

pi dia (^ majora ad
nos rrfernt cui fra' stesso modo. I vescovi slaran sedendo in
trihn.s uostiis episcopis quantiun ciini Do- circoloji sacerdoti sederanno dietro di essi,
mino licei, gvalificnrì cnpinnis. Il Papa e i diaconi staranno in piedi davanti a've-
non solo approva sinodi dell'occiciente,
i scovi. Indi entreranno Iaici,che dal con- i

ma anche di tutte le [)arti del mondo: nel cilio saranno giudicati degni. Si faranno
Bull. Pont, de propaganda fide, ve ne entrare anche i nolari per leggere e scri-
sono diversi esempi, anche de'vicari apo- vere ciò che sarà necessario; si custodi-
stolici,e nel 1.
1 , p. 198, il breve y^/705/o- ranno le porte. Dopo che i vescovi saranno
ofjìcinm, de'a-ì dicembre 1672 di
latiis stati lungamente in silenzio sedendo,e col-

Clemente X,del sinodo di Tonckino ce- la mente a Dio rivolta, l'arcidiacono di-

lebrato dal vicario a[)oslolico Pietro ve- rà : Pregate, e subito si prostreranno tutti
scovo di Berito. Altro e recente esempio a terra, pregheranno lunga pezza in si-
di sinodo celebrato dai vicari apostolici, lenzio con lagrime e gemili; uno de'più
è quello di Pondichery noSX Indie orien- anziani vescovi si leverà per fare ad alta
tali {y.), massime sulla foimazione del- voce una preghiera, e gli altri staranno
V Indigeno clero [F.), celebralo nel f^en- prostesi; e finita che avrà l'orazione^ e
naio I 844) approvalo per Gregorio XVI che tulli avranno risposto y/«;f/;, l'arci-
dalla congregazione di propaganda //V/e, diacono dirà : Levatevi. Tutti si leveran-
e pubblicato in Roma Sy-
colle stampe: no, e i vescovi e i preti sederanno con
node de Pondicherj'. 11 Papa condanna e timor di Dio e con modestia ; tutti sta-
riprova i conciliaboli ed i sinodi erronei. ranno in silenzio. Un diacono vestito il'al-
Pio VI colla celebi'e bolla Àtictorcrn fi- ba o camice, recherà in me/zo dell' as-
dei, de'28 agosto 17945 condannò il fa- semblea il libro de' Canoni (/ .), e leg-
moso sinodo diocesano di Pistoia (/^'.) gerà quelli che parlano della tenuta dei
empio, eretico e scismatico: la bolla tra- concilii. Poscia il vescovo metropolitano
dotta in italiano la pubblicò il Supple- prenderà la parola, ed esorterà quelli che
mento al Giornale ecclesiastico di Ro- hanno qualche aliare da proporre, o qual-
ma rlel[79ì, p. 2G7. Gregorio XVI col che querela da produrre. Non si passerà
breve Melrhitarnm CathoUcornm Syno- ad altro alfaie, se ili.°non sia sbrigalo.
diis,(\e iG settembre 1 835, condannò Se alcun di fuori, prete, chierico o laico,
il sinodo Antiocheno celebrato da Aga- vorrà presentarsi al concilio, lo dichia-
bioMatar patriarca d'Antiochia, (piindi rerà all'arcidiacono della metropolitana,
stampato nel 1810 in arabo inconsulta che denunzierà la cosa al concilio. Allora
aposiolica romana Sede. Ecco dunque si permetterà alla parte di entrare e ili

le discipline emanale dai concilii per la propone il suo aliare. Nessun vescovo u-
celebrazione de'niedcsimi concilii sino- scirà dalla sessione, se lutto non sarà ter-
di.Incominciando dalla Curma di tenerli, minato, per poter sottoscrivere alle de-
secondo l'antica tradizione decretò quel- cisioni. Imperocché si deve credere, che
lo nazionale di Toledo del 633.» Aliai." Dio è presente al concilio, quando gli ni -

ora del giorno, prima che levi il sole, si fari ecclesiastici si terminano senza tumul-
farà uscire tiilta lu genie di chiesa, e si to, con applicazione e con tranquillità".
SIN SIN 2-1
Neir ald'o concilio di Toledo del Gy j re negli articoli che riguardano la fede,
fu statuito. >y La modestia e la gravità de- re<;tirpazione dell'eresie, la riforma della
vono essere osservate ne' concihi; è proi- Chiesa, e l'integrità de'coslumi ; la loro
bito di farci strepito, di ridervi, di tener- autorità è santa e inviolabile, e chiunque
vi discorsi inutili, di diNputarvi oslinala- resiste loro con ostinazione, e ricusa di sol-
nrienle e di venire alie ingiurie ". JNel Ce- tomellersi a'Ioro decreti, dev' essere eoa
remoniale Efjiscoporuni lilj. i , cap. 3 i , si ragione riputalo nemico ilelh fede ". Per-
tratta, De ritibits ti cerenioniis ob<:ervarf chè volgarmente il V concilio generale e
dis in Synodo provinciali, vel diocce^a- Il di Co^frt/J^mo^o//, che descrissi in quel-
wrt. Sull'autorità de'concilii generali, pei l'articolo, a Tre Cafitoli e ne'lanti re-
quali era stala disposta la celebrazione o- lativi, chiama Quinto Sinodo^ si può
si

gni I o anni, dovendone destinare il luogo vedere De Marca, in Di^aerl. de /'i-


in
il Papa col parere del concilio, nel i4 i ^ gil'O decreto prò confìrmal. J Synodij e
decretò quello di Costanza. » Il concilio Noris, Z^e Synodo f. Perchè il VI con-
di Costanza Icgitlitnainente radunato in cilio generale e III di Costantinopoli fu
nome dello Spirito santo, facendo un con- dello Trullo e fi Sinodo, si può vederlo
cilio generale die rappresenta la Chiesa in tali articoli. Perchè il concilio dei Gc^'X
cattolica militante, ha ricevuto immedia- di Costantinopoli (ove per errore tipogra-
tamente da Gesìi Cristo una podestà, alla fico il q fu posto prima del 6), fu deno-
quale ogni persona di qualunque stiito e minalo Quiniseslo, lo notai in tale arti-
dignità, anche Papale (a molivodellosci- colo, enei voi. XV, p. ilio. Perchè il con-
sma di due Papi e d'un antipapa contem- cilio di Pisa del 1409 alcuni lo dicono
poranei: su questo punto però meglio è legittimo, altri illegittimo, lo rimarcai a
leggere gli arlicoliCoNcino, Primato, Sede queirailicolo, a Scisma, a Gregorio Xlf.
APOSTOiiCA, e quelli analoghi in essi ci- Il pestifero scisma sostenuto dall' anti-
tati) è obbligata d'ubbidire in ciò che ap- papa Benedetto XflI, successore dell'al-
partiene alla felle, alla estirpazione dello tro pseudo Clemente f II, h\ tale perla
Scisma [f\),^\\i\v\^ovma della Chiesa nel Chiesa, che come notai a Sigilli pontifi-
suo capo e nelle sue membra (A^. Basi- cii, IX dato brevi con questa
Bonifacio i

lea) ".Già dissi a SoNBAXITv' DELLA S. Se- formola:/?o/7i(7e apud s. Pelrnmsub /In-
DE, parlandoli! quella che esercitò il con- nulo Fluctuanlis Navìcidae. Sebbene in
cilioo assemblea di Coslanz.i durante , molli luoghi, a Sovranità dei l a s. Sede,
la sua convocazione, ciie molli lo chia- a Pisa, a Costanza, parlai dell'assemblea
marono con tal vocabolo di assemblea convocata a Costjin/a neli4i4 *^'^ Gio-
o di convento, e con altre relative noli- vanni .\.\ I f I ,poìchì; lìaWa [)iìi parte degli
zie;che Gregorio XII convenne alla /•/• scrittori critici [)ro[)riamenle non si tie-
niinzia dd ponlifìcalo, con patto accet- ne per Smodo o concilio lino alla convo-
talo di caiioiiicamcnte egli stesso di nuo- cazione di Gregorio .\fl e all'elezione di
vo convocarlo, autorizzandolo a trattar ciarlino f^, aggiungerò ipii alcune altre
gli alfan della Chiesa ; laonde ritenersi nozioni importanti, mentre di rece nte il

da'critici, che il concilio di Costanza non dotto p. il. Luigi Tosti cassinese, nel 1 853
può propriamente per tide, pri-
Icneisi pubblicò in iSapoli la ragionala : Slorid
ma della convocazione di
Grigorio XII del concdiO di Costanza, \\A\a quale ren-
e dell'elezione di Martino V. Su di esso de erudita ragione la Civiltà cattolica,
però, come gravissimo argomento, va- '?..' serie, 355. Neli4or) aduna-
t. 5, p.
do a riparlarne qui appresso. Dichiarò tosi il concilio di Pisa, furono deposti il
il concilio di Scns dell'anno )9.8. >» I i legittimo Gregorio XII, ed il falso Bene-
cuncilii generali hanno facoltà di decide- detlo .XI II, ed in vece eletto Alessandro
272 SIN SIN
/''j cui poistircesse Giovanni XXTTI, e di tanto ninna delle due promesse osservò;
liiltociòsciisse il p. Tosti. » Lo scisma in- ciò vuol dire al più ch'egli peccò e da Dio
cominciatodalla trista elezione diClemen- ne sarebbe giudicato; ma non perrpiesto
te VII ebbe un fine colle pisane senten- ne segue ch'egli poteva essere sottoposto
ze; la discordia che seguitò per l'ostinn- al giudizio de'propri sudditi, quali erano
zioiiedi CenedcttoXilledi Gregorio XII certamente padri convenuti a
i Pisa, Il p.
fu un secondo scisma, e scisma colpevo- Tosti nella sua bella Storia di Bonifacio
le. Non pili potevano liberamente fede- i VIII^ ricorda il celebre fìitto del conci-
li darsi all'uno od all'altro de'pi-efenden- lioromano sotto Papa s. Simmaco (^^),
ti e giustificare la propiia elezione con la nel quale dichiararono i vescovi non po-
inccitezza del diritto. Questo era slato fer- ter giudicare la prima sede! Il concilio di
malo e chiarito in Alessandro V, legitti- Costanza depose I' antipapa Benedetto
mamente creato Pontefice dal voto del- XIII, e Giovanni XXIII eletto Papa in
l'universa chiesa". La Ch'iltà calloUca, forza del concilio di Pisa, per esser fug-
su questo punto più giuridico che stori- gito dopo la simulata rinunzia, ed inol-
co, giustamente è di diversa opinione del tre fece rompere suoi Sigilli [f\). Adun-
i

p. Tosti, ma più come discussione acca- que il concilio di Costanza^ continuazio-


deniica che non di censura, ed in prima ne di quello di Pisa, non fece altro che
otlimamente dichiara: Che il concilio di disfare l'opera delle sue mani. Per un con-
Pisa fece più male che bene, accrescendo cilio era Papa Giovanni per mi XXI li,
loscisma,invecedi estinguerlo, collacrea- concilio cessò di esserlo. Se il concilio non
zione d'un 3." Papa. Quel concilio non avea diritto a deporlo, neppure avea di-
può chiamarsi chiesa universale,mancan- ritto a crearlo e viceversa. Onde i padri
te della vii tu della convocazione che vie- di Costanza non deposero che un Pa-
ne dal caposupremo della Chiesa, ch'era pa ipotetico. La Cii'iltà cattolica, proce-
allora Gregorio XII. Mancò eziandio d'u- dendo egregiamente disamina di nella
nità materiale di ricognizione, poiché di- s^ grave e delicato punto, soggiunge:
versi vescovi, principi, cleri e popoli con- Il Papa categorico, diiem così, ti Papa

tinuarono a riconoscere Gregorio XlIjCd che non era sfato creato da un concilio,
anche Benedetto XIII. Non può dirsi u- ma canonicamente dal conclave de'car-
ni versale, poiché cardinali non hanno
i dinali neli4o6 in successore del legitti-
facoltà di convocare il concilio vivente il mo /(i/zore/izo f^II, quale fu certamen-
Papa vero. La chiesa universale non può te GicgorioXII, non venne deposto, ma
essere legittimamente rappresentata sen- da Rimiiii (^ .) spontaneamente fece la
za il suo capo; senza Papa non può darsi virtuosa ed eroica Rinunzia del pontifi-
concilio ecumenico. E posto per impossi- cato[f^.) e si ritirò a Recanali (/'.), ove
bile che vero concilio rappresentante la morì. E prima di rinunziarvi, come ri-

chiesa universale fosse il Pisano, avea es- levai di sopra, memore di sua piena au-
so ildiritto di giudicareedeporre un Pon- torità, costrinse il concilio di Costanza a
tefice? Non potendo fu* da giudice se non riconoscersi suddito suo,acceltando la sua
chi è veramente superiore, ciò importe- legale convocazione, e ricevendo debita-
rebbe che il concilio fosse superioreal Pa- mente da lui l'autoiizzazione di trattar
pa;errorefunestissimo e lanlogiustamcn- gli affari della chiesa universale. Così Dio
te e dollamenle confutato dallo stesso p. non volle permettere che anco in tempo
Tosti in più luoghi di sua opera. Se Gre- di scisma e di dubbio intorno al legitti-
gorio XII avea giurato di non crear nuo- mo successore di s. Pietro, il concilio si

vi cardinali, e di rinunziare il papato se attentasse di porre le mani addosso al-

la pace della Chiesa lo richiedesse, e in- l'unto suo, eletto per canonica elezione
SIN SIN 0-3
e vero capo della cliiesa imi versale anclie lira lodale magnifiche parole, colle qua-
rappresentata in un concilio. A fronte di li il p. Tosti riprova la memoi'ala divi-
tanti avversari, il solo Gregorio XII, con sione dc'sulhagi per nazioni, [)cr volere
eterna gloria del suo nome, in quella sca- dell' imperatore Sigismondo presente al

brosa congiuntura seppe mantenere la di- concilio. Quanto all'accenna la celebre de-
gnitti di Pontefice. Tra i diletti del con- finizione intorno al sottostare del Papa
cilio di Costanza, il p. Tosti riuiaicn, che al concilio, p. Tosti diotostiò, come gli
il

fu troppo facile atl accogliere nel suo se- slessi padri di Costanza non intesero par-
no una turba immensa di dottori univer- lare se non del caso in che essi si trova •

sitari! che colla loquacità della disputavi vano, cioè del caso di scisma e di dubbio
recarono un'anlilezza d'opinai'e sbriglia- Papa, non già di Papa cerio e general-
to; esso allontanandosi dall'uso di lutti i mente riconosciuto. In secondo luoiio non
precedenti concilii rimutò la forma del crederono proporla come definizione di
suffragio, e volle si votasse non per capi, fede, non avendoci apposta la solita for-
ma per nazioni; dopo la fuga di Giovan- mola control riluttanti: Annlheniasit.\n
ni XXIII nella S."* e !).' sessione, pretese terzo luogo dimostrò chequella definizio-
di definire tumultuariamente la superio- ne se si prendesse in modo assoluto con-
rità del concilio sopra il Papa, per farsi terrebbe un assurdo. Imperocché sebbene
strada alla deposizionediGiovanniXXlII possa dirsi che il Papa sovrasta al conci-

ch'esso avea sino allora riconosciuto per lio siccome capo al corpo, l'opposta pro-
vero Papa; nella sentenza, invece di reca- posizione è contraddittoria e ripugnante
re per ragione la dubbiezza del diritto per allo slesso senso comune, non avendo il
ciascuno de'pretendenti,e il non potersi concilio personalità concrela se non in
altrimenti por termine all' indomabile virtù del Papa che lo raccoglie e rende
scisma, produsse i delitti di cui era incol- legittimo. Il p. Tosti merilaraentesfolgo-
pato Giovanni XXIII. L'infallibilità dei ra intorno a tale importanteargomento,-
concilii viene dall'assistenza divina: Pia- le invereconde e semiereticali dicerie del
ciiil Spiritili sancii et nobis. Ecco la for- Gersone (/ •)• Martino V eletto nel con-

mola immutabile di tulle ledefinizionisi- cìlio di Costanza, ne proclamò la conti-

nodali nellaChiesa di Dio. Quest'assisten- nuazione a Pavia (f^.), che assalita dalla
za non è slata promessa a'baccellieri e dot- peste lo trasferì a Siena {l^.); questo so-
tori delle università, ma a''successori de- speso, fu pubblicatoquellodi Ba'silt'a, che
gli apostoli, cioè a'vescovi. A'vescovi dun- divenutoconciliabolo, Eugenio V gli op
1

(pie adunati nel nome di Cristo, cioè per pose e celebrò il concilio ecumenico di
l'autorità del suo vicario, e come già dis- Ferrara e Firenze {/-'.) ove trasportò il

si, spetta unicamente Questa il definire. legittimo concilio universale. !Vicolò V eb


è la parte necessaria ed assoluta che ri- be la gloria di estinguere lo scisma di Ba-
guarda il diritto. Ma inoltre vi è una par- silea, sostenuto dall'antipapa Felice V di
te conlingenteerelativa cheriguarda l'o- Savoia {/ .)
pera umana. Da (pieslo lato si an)melto- I principali canoni sui concilii nazionali
no sapienti quanlinique non vescovi,
i
,
o piovinciali e sui sinodi diocesani sono
acciocché aiutino la discussione previa al iseguenti, e vi aggiungerò alcuna pontifì-
definire, co'Ioro studi e cognizioni. Ecco cia disposizione e altre nozioni. Il conci-
il perchèe il come la Chiesa volle nel con- lio diLaodicea del Sio >> Ordina a've-
sorzio della fatica ne'concilii gli ordini in- scovi, che salvo il caso d' infermità non
feriori a'vescovi neH'ccclt'siaslica gerar- lascino di andare al sinodo per loformnre
c!iia,e dislese la mano all'onorevole con- ed essere informali di ciò ch'è necessario
cento delle universilà, La Civilut catto al bene e correzione dcllaChiesa.'LN'cl con-
VOI. LXVI.
974 ^^^ ^'N
tilio d'Antiochi;! del 34 1 fu convrnulo il Pagi, in Brev. Eom. Pont. t.i,p. i38j

j-E' sfato giudicalo opporliino pei biso- n.^iy. Il concilio provinciale Oscense del

gni della Chiesa e la decisione delle dif- 598 » Ordina che ciascun vescovo an-
fèrenze, che i vescovi d'ogni provincia si \M\?L\ll^ev^\eonllles ahhates monasterioruni
ragunino in concilio due volte all'anno, i'd pre.sbyteros d rfiaconox suae dioecesi<;
essendo avvertiti dal Mctiopolilano [V.). (cioè della campagn;i) ad locuni, ubi c-
".
II I ."concilio si terrà la 4-' settimana dopo piscopuselcgeritcongregnre pratcipial
Pasqua: il
2. "nel mese di ottobre. A quegli Queste e quelle del concilio di Toledo del
concilii interverranno i preti, i diaconi, e 698 sono le prime leggi che cagionaro-
tutti quelli che credono avere ricevuto no l'origine de'sinodi diocesani. Nella let-
qualche torto, e si farà loro giustizia: ma tera i o5 di S.Bonifacio arcivescovo di Ma-
rion è permesso di tenerconcilii in parlico- gonza nel 74 ^j'^' fhce che il vescovo ri-
lare senza metropolitani. Se un vescovo
i
tornato dal sinodo provinciale, tenga ru-
è accusato, e che i voli de'comprovinciali dunanza, Conventus (poiché come notai
sieno divisi, in guisa che una paife di loro il nome di sinodo non erasi ancora acco-

lo giudichinoinnocente e gli altri reo, il iniinnto nlle radunanze diocesane, e con-


metropolifanonechiameràalquantidella tinuava ad esser proprio de'concilii) con
provincia vicina per togliere la difiìcollà, i preti, abbati, ec, in limando loro di os-

e confermerà il giudizio co'suoi compro- servare i precetti del sinodo, ossia con-
vincìali; ma se un vescovo è condannato cilio provinciale. 11 concilio di Clovesho-
a pieni voti da tutti i vescovi della prò- via in Iiighillena del 747 parimenti pre-
vincia, non potrà più essere giudicalo da scrive che i vescovi, i (piali dal sinodo (cioè
altri, e il giudizio sussisterà ". 11 concilio concilio provinciale) ritornano alla pro-

di Carlaginedel 898. "Il concilio riconci- pria parrocchia (cioè diocesi), radunino i

lierài vescovi discordi; giudicherà l'accu- preti, abbati e preposili per inlimar loro
sa inlenlala da un vescovo contro d' un l'osservanza del concilio, e se qualche co-
laico. Se ipronunziano in assen-
giudici sa essi vescovi non possono rimediare, la

7.a della parte, la sentenza sarà nulla, e ne riferiscano al concilio provinciale per es-
renderannocontoalconcilio.Lacondanna serecorrelta.il gius canonico disi. i8,cap.
ingiusta pronunziala da un vescovo sarà Decernimux^ conferma lutto ciò,voleiulo
riveduta in un concilio ". Papa s. Cele- che dopo il concilio provinciale, il vesco-
slino 1 del 4^-^ f" zelantissimo dell'os- vo raduni tutti gli abbati, preti, diaconi,
servanza de'decreti sinodali e de'suoi pre- chierici, seu eliain onineni conventuni ci-

decessori, che giammai li rivocò o sotto- K'ilatis ipsius, e la plebe (sul qual voca-
pose a nuovo esame, come attesta s. Pro- bolo può vedersi Pieve) a lui soggetta,
spero, contr. Collat. cap. 4'- " concilio per inlimar loro decreti del concilio pro-
i

di Calcedonia dcl4'>i- " In ogni provin- vinciate. Il concilio di Meaux dell'845.

eia i vescovi si raduneranno due volte l'an- « 1 principi permetteranno dicelebiare

no nel luogo eletto dal metropolitano, e due volte l'anno concilii provinciali, che
i

i non c'interverranno, essendo


vescovi che non devono esser interrotti da nessun tor-
nella loro città e senza impedimento ne- bido d'affari temporali ". 11 concilio di
cessano, saranno ammoniti fralernamcn- Savonnieresdell'859. w vescovi chehan- I

le".Papas. Ormisda del 5i4, con lettera noassislitoalconcilio.hanno in pari tempo


decretalea tutti vescovi delle Spagne/m-
i contratto un' unione di suthagi comuni
giunse loro che si celebrassero ogni anno agli uni e agli altri, durante la loro vita
svolle, o una almeno,i sinodi provincia- e dopo la loro morie, ed ordina che ce-
li, essendo questo un mezzo eflicacissimo lebreranno la messa gli uni per gli altri,

nel mercoledì di ciascuna settimana ". Pa-


per conservai" la disciplina, e lo asserisce
SIN SIN . 27 >

pn Adriano TT nelI'SGS scomunicò il car- ed anche oggidì vi del)bono essere. Il ca-


tlinal Anastasio per aver tlepiedalo il pa- nonico deputalo d' una sede vacante ha
triarchio, rubale le sinodali sciif ture, che voto decisivo nel concilio. Le cause cri-
si conserva va no dagl Scrin iari[ i V . ),e com- minali de'canonici non si sbrigavano dal
confermando la sen-
oiesso altri delitti, vescovo come quelle degli altri preti, ma
tenza nel concilio romano. II concilio di dal concilio provinciale;oioè quando còn- i

LateranolV nel ?. 5. » Si terra imo ognii i cilii provincia-li si celebravano due volte

anno concllii provinciali, e per facilitarla


i airanno,ondenoneiavi pericolodi danno
rif()rnia degli abusi si stabiliranno in ogni per la lunga dilazione. I canonici nell'an-
diocesi delle persone capaci che pei- tutto tichità furono una specie di giudici in si-
l'anno se ne informino esattamente, e ne nodo, e molte volte lo sottoscrissero; ne
f.icciano il loro rapporto al concilio se- sonoesempii còncilii di Piacenza del f)o3,
guente invigileranno altresì all'osservan-
: di Modena del 908. Gli statuti neli446
za de'decre'i de'concilii, quali saranno i fatti dal vescovo di Liegi per la sua dio-
pubblicati ne'sinodi de' vescovi ". Il con- cesi, diconsi emanati de con<;ilio et con-
cilio di Vagliadolid nel r 32 i .»> La Chie- sensu cn pi III li. Papa Urbano V nel 1 366
sa ha ordinato, che i metropolitani non scrisse a tutti gli arcivescovi, ordinando
lascino di tener ogni anno de'concilii pro- loro di celebrar còncilii in ciascuna pro-
vinciali ; e perchè alcimi hanno trascu- vincia, ne' quali slabilis.sero salutari co-
rato di flirlo per molti anni, dal che de- stituzioni, per e<!tirpare i vizi e piantare
rivarono molti danni alla Chiesa, noi am- determinassero che chierici che
le virtù, e i

moniamo tutti gli altri vescovi, di osser- avessero più benefizi, ne godessero uno
vare su questo punto il decreto del con- soltanto. Il concilio di Parigi del 1408.
ciliogeneralediLaterano IV, eordiniamo J5Ogni concilio provinciale durerà al meno
che se non tengono loro còncilii alme- i un mese. I comparenti quantunque in mi
no ad ogni due anni, sieno sospesi dal- nor numero, che non dovrebbero essere,
l'ingresso della chiesa finche 1' abbiano potranno tuttavia tenere il concilio, e or-
adempito.! vescovi terrannoanch'essi sot- dinarvi ciò che converrà, non ostante l'as-
to la stessa pena i loro sinodi diocesani senza degli altri ". Il concilio di Coslau-
ogni anno". Il concilio provinciale di Nar- za deli4f7' " La tenuta de'concilii èia
bona del 1 35 1 "Rammenta a'pieti le cen- miglior strada per estinguere e preveni-
sure a chi disubbidisce venire al sinodo, re gli scismi e l'eresie, per correggei-e gli
e minaccia anche la deposizione ". Qui eccessi, riformar gli abusi esei-bare la Chie-
noterò che nel concilio di Germania del sa in florido stato. con
11 concilio ordina
^43, sotto s. Bonifacio, fu posta la gros- un editto perpetuo, che si terrà im con-
sa penale per que'iempi di Go soldi per cilio generale diro imo anni, ne'Iuoghi

chi disubbidiva alla chiamala al sinodo, che il Papa indicherà al termine d'ogni
che veniva fatta dall'arcidiacono, come concilio, di consenso e con approvazione
confermasi dal concilio di Metz del 753. dello stesso concilio ". Il concilio di Ba-
Raterio vescovo di Verona nel 967 in- silea del 1433. »» Si ladunerà il concilio
timò a tutli gli ecclesiastici della sua dio- provinciale due volte ogni anno, o alme-
cesi il sinodo; e nel ()fi8 tutti v'inlcrven- no una. 11 vescovo diocesano vi presiede-
nero, ad eccezione d'alcuni canonici che rà in persona, purché non abbia qualche
non vollero venirvi. In vece tiovo nel con* impedimento legittimo. Il concilio durerà
odio di Como del 10 io sottoscritti i ca- duco tre giorni, secondo i bisogni «Iella
nonici della cattedrale e col titolo di car- Chiesa. Questi còncilii cominceranno con
dinali. Id<'putali de'canonici delle catte- im discorso, nel quale si esorteranno gli
drali Irovavansi anticamente ai còncilii. assistenti a menar ima vita regolata e con-
,

'X'^Q SIN SIN


fornìe alla santilà del sacerdozio; a met- nodi diocesani o ne' provinciali; e riflet»
tere in vigore la disciplina, e a istruire i tendo nello stesso tempo, che quesli con-
popoli in tutte ledomeniche, e nelle altre cilii per diversi impedimenti sempre si dif-

solennità si farà lettura degli statuti si- feriscono^ non celebrandosi i primi, co-
nodali, prescrivendo la maniera d'ammi- m'era ordinato, ogni anno, né i secondi
nistrare con pietà i sagramenti. Si pren- ogni triennio, comandò colla bolla Quam-
derà esalta informazione delia vita e dei l'Wjde'aG agosto 174'}^"^^- MagnA.i^,
costumi de'sacerdoti e de'chierici, se so- p. 4'j che i vescovi co'rispettivi capitoli
no usurai, simoniaci, concubi nari, se ad al- eleggessero questi giudici, quando ne'del-

tri eccessi soggetti, e si correggeranno con ti sinodi non potessero destinarsi. Quindi
carità: il tutto, dicbnoi Padri del concilio, colla bolla Ad militantis, de' 3o marzo
secondo l'uso antico stabilito dalla Chie- I 74'2> Bull. 72, per soddisfare alle
cit. p.

sa col can. 5 deli. "concilio Niceno, ecol querele de' vescovi, prescrisse quando e
2.° dell. "concilio Costantinopolitano, il in quali casi debbansi da'medesimi giu-
che è stato continuato sino all' Vili con- dici concedere o negare le appellazioni di

cilio generale nell' 889 ". Il concilio di dette cause. La Congregazione del con-
Trento.» Iconcilii provinciali devono te- cilio, che riconosce i decreti de'siiiodi o

nersi ogni 3 anni. 1 metropolitani o il ve- concilii provinciali e diocesani, qualora


scovo piìi anziano in loro vece devono con- contro questi ultimi si presenti leclamo

vocarlo. Tutti i vescovi e tutti gli altri, alla s. Sede, ha dal Papa la facoltà d'au-
che per diritto o per consetudine devono torizzare i vescovi, i vicari apostolici e

assistervi, sono tenuti d'intervenirvi. Idio- gli abbati nullius, di eleggere gli esami-
cesani devono tenersi ogni anno". Il con- natori e giudici prò -sinodali per tempo
cilio di Trento fu un sole, che cambiò la maggiore d'un anno. Il Nardi parlando
faccia alle cose, e fece sparire la simonia, nel cap. 2 Sui parroclii in sinodo dio-
i :

il concubinato, la pluralità e altri abusi cesano, dice che il sinodo diocesano è un


sui benefizi ecclesiastici : fece rifiorire o atto d'ubbidienza degli ecclesiastici d'una
ripristinò i seminari, tutti gli ordini ec- diocesi, quali sono chiamati contempo-
i

clesiastici, il buon costume, la disciplina. raneamente dal loro vescovo per udirvi i

Perchè il frutto che se ne aspettava ve- suoi ordini. Essendo il vescovo stato sem-
nisse, iPapi mandarono de' vescovi visi- pre, com'è, l'unico legislatore, e rappre-
tatori da una diocesi all'altra, perchè vi sentando laChiesa, le di lui leggi non abbi-
fossero messi in pratica i decreti conciliari sognano della sanzione del sinodo in cui
del Sagrosanto concilio di Trento. Per le promulga, e quelli che vi raduna per

comodo de' litiganti aveano i Papi per- avere de' lumi e de' pareri, questi sono
messo, che si giudicassero le cause ec- sempre consultivi e giammai definitivi.

clesiastiche fuori della curia romana, e La promulgazione cos'i fatta delle leggi

però spesse volte si commettevano a per- è più solenne nel sinodo, e piacciano o
sone, le quali mancavano di perizia e di non piacciano, obbligano i congregati e
buona fede. Nascevano questi abusi dal gli assenti. 11 vescovo senza essere obbli-
gran numero de'protonotari,a'quali ben- gato, può mettere qualche cosa a'voti nel
ché non forniti di requisiti opportuni sinodo; ma due cose capitali, dice Naidi,
commettevansi delle cause come costituiti bisogna osservare. La i."", che se nello scru-
in dignità ecclesiastica. Volendo Benedet- tinio, che il vescovo può far eseguire o
to XIV ovviare a questo male, che altri con voti segreti, o con voti pubblici col
suoi predecessori e il concilio di Trento verbo placet (nel gius odierno una cosa
aveano procurato togliere, colTaver pre- sola alibisogna della sanzione de'coogre-
scritto che fossero eletti i giudici ne' si- gali in sinodo, che abbiano diritto a dar
SIN SIN 277
il volo; ed è reiezione degli esamiiialori la virtìi, la leligione, la pietà e altri spi-

Si nudali, dc'fjuali il vescovo deve servirsi rituali e morali vantaggi delle popolazio-
ncHa collazioue Se non
di certi benefizi. ni cattoliche; per avvertirle delle inces-
li (a approvare dal sinodo, conviene che santi niacchinazioni e degli artifizi con-
si rivolga all'approvazione del Papa edei cordi delle propagande europee filosofi-
suoi canonici. In questo caso è in liber- che e protestanti, delle sette politiche e
tà il vescovo di far Usare dai votanti in demagogiche contro l'altare e il tronocon
sinodo il suffragio pubblico o il segreto. orribili cospirazioni e congiure, sempre

Questo voto poi si deve dare da tutti i vinte e non mai dome come l'Anleodella
benefizia ti, cioè canonici, mansionari, par- favola, ripigliando nelle loro cadute lena
rochi ed altri aventi benefizio ), la cosa e vigore, e con titanica perseveranza fa-
proposta dal vescovo fosse rigettata, pure cendo guerra tenebrosa e perpetua; in fi-
egli può benissimo dire: Si non placet k^o- ne, per porre un argine alle stampe lu-
bis, placet nobiSyC noa ostante intimarla ride, scostumate e irreligiose ; come di-
e fiirla osservare. Se congregati vedono i chiarasi ancora nella veneranda Lettera
una cosa nociva e anticanonica, potran- Pastorale del cardinal arcivescovo edei
no ricorrere al concilio provinciale se vi vescovi dell'ecclesiastica provincia di Ra-
è, o al metropolitano io 2." istanza, o in venna a'Ioro diocesani, emanata nell'ot-
ultimo alla s. Sedej ma sempre in dav- tobre 1849, ^ ^' *^"' ^'^^' parola all'ar-
/^^à'0,non in 505^;c/i5n'o. Potrà allora l'au- ticoloRavenna, dicendo del concilio pro-
torità superiore dire ciò che disse Adria- vinciale. Degli altri concilii provinciali ce-
no II parlando d'un sinodo
circa \'S'j2, lebrati in questi ultimi tempi, negli ar-
diocesano, di cui dichiara nullo quello che ticoli in cui mi fu dato ricordarli, lo fe-
\i si è fatto: perperani gesluni est. La 2.'^ ci con molto piacere, come a Salisbur-
cosa importantissima da riflettersi si è, go, R.EIMS, Parigi, Rennes, Soissoxs,
che voti si danno da'canonici, mansio-
i Si'OLETi, ec, e di quello di Palermo es-
nari, parrochi ed altri benefiziati. Sul si- sendo già pubblicato l'articolo, ne pro-
nodo diocesano, e su molti sinodi dioce- fittai a Sicilia per un cenno, e altrettan-

massime de'primi secoli dopo la loro


sani, to farò in quelli in cui mi sarà dato e-
introduzione, importanti notizie contie- seguirlo. Così questa salutare pratica co-
ne la dotta opera del ^'ardi. Questi par- tanto usata e frequente negli anteriori se-

la ancora d'un altro piccolo sinodo, ed coli, non è stata dimenticata nel nostro,
era quello del vescovo co' vicari foranei che pure è stato sì stranamente fecondo
soltanto: in esso il vescovo interrogava di turbolenti vicende, che lian trambu-
i vicari sui preti e cose <lel loro vicaria- stato e sconvolto ogni online politico in-
to.Questo piccolo sinodo, secondo il con- sieme ed ecclesiastico. Lra ben dnn(|uc
cilio di Colonia delij3G, era di soli ab- conveniente, che come a ristabihre l'or-
bati e vicari foranei. dine politico sogliono convenire i princi-
L'episcopato cattolico, assecondando pi degli stati, altresì a reintegrar l'eccle-
i desiderii e gli avvisi del Papa Pio IXj siastico si adunassero i principi della ge-
in ({uesti ultimi anni ha ripreso la cele- rarchia della Chiesa. Ciò per appunto con
brazione de' concilii provinciali, per ac- immensi) lodeellettnarono vescovidi Na- i

correre ai bisogni vari e molteplici del poli, di Roujagna, di Toscana, di Lom-

cattolicismo, per conservare integro ein- bardia, di l'\ancia, d'Austria, del liel-

\iuIato il deposito della {\:{.\c, per l'mse- gio, d'Ungheria, d'Irlanda e d'altri pae-

gnamenlu della santa dullrina, per l'ac- si remoti, ein lìaltimura. Laon^le il l\q)a
crescimento idl'onore del divin culto, per deputò una congregazione speciale perla
islabilirc e coulermarc la morigeratezza, rcvisioucdidclti coucilii pro>iuciali, pie-
.

ijS SIN SIN


sa dalla slessa s. congregazione del cou- periodo.» Abbiamo posta la i ." pietra del-

cilio,e composta del cardiual prefetto e l'edificio, e per mezzo di nuovi sforzi da
di 7 altri cardinali, del prelato segreta- noi messi in esecuzione continueremo e
rio, e di 8 consultori aggiunti prelati e termineremo un'opera cotanto importan-
religiosi. Lo spirito di saggezza che pre- te. Sul fondamento di questi salutari de-

siedette mai sempre le cristiane adunanze, creti che l'attuale concilio ha sanziona-

fu invocatocolla preghiera dell'/^rZiii/KU*, to, altri nuovi decreti s'innalzeranno san-


che rinviene sulla 1/ facciata delle più
si zionati da'concilii futuri, fino a che tut-

rimote collezioni de' concilii. A'aS gen- ti gli affari ecclesiastici nelle loro diverse

naio 1 848 l'arcivescovo di Tuam (/'.) nel- parli sieno restaurati, e tutti i bisogni del-

l'Irlanda celebrò il sinodo co* vescovi della la nostra Chiesa sieno soddisfatti. E poi
sua provincia. L'OsiCAvaiore/towirt/zo nei non basta far delle leggi. Bisogna vigila-
n. 1 9 e 20 del 1 849 riportò l'allocuzione re alla loro esecuzione. Avrera bisogno

dell'arcivescovo di Parigi mg/ Sibour per perciò, venerabili Padri e colleghi caris-
l'apertura del concilio e quella per la chiu- simi, di perseveranza e di forza. Gli abusi

sura, le quali incominciano culle formo- sono come serpi che sfuggono nella ma-
le : T'entrabill Padri e colleglli amatis- no che li preme per soffocarli, come delle
simi, Signori eCooperatoi'i canssuni: T'e- erbe cattive che non avete strappate che
ner abili Padri, e voi luUi amatissimi Coo- nuovamente rinascono. Qui, venerabili
peratori. Piimarchevole in quella della i Padri e fratelli, apparisce principalmen-
è questo brano. »> Voi ristabilirete inse- te l'utilità delle nostre sante assemblee.
guitola periodicità di queste sante assem- Esse danno ad ognuno di noi nuova forza
blee, di cui l'inteiruzione sì prolunj^ata sia per condannare, sia per correggere gli

è stala la causa di tanti mali. I concilii abusi. Non saranno le nostre leggi da farsi

sono la forza e l'uni là vi ventedella Chiesa. eseguire, ma sibbene quelle del concilio.
Richiamano con autorità le antiche leggi, Appoggiata su questa base dell'ecclesia-

danno a quelle nuove che i vescovi cre- stica provincia, la nostra autorità sarà in-

dono necessarie di portare, più di forza e sieme più feconda, più forte, più tempe-
di vigore.Deposli a'piedi del sovranoPon- rata. Altro non miraste. Padri venerabili,

tefice i loro decreti, già obbligatorii per colleghi, ed amatissimi cooperatoli, nel

se stessi, in quanto che non sono contra- lavoro del concilio, che a rendere a Dio
ri né alle leggi generali della Chiesa, né solenni ringraziamenti del felice esito che
alle costituzioni della s. Sede, acquista- ha egli dato a questa i.^ episcopale riu-
no colla sua conferma e la sua benedi- nione. Io lo debbo ringraziare in parti-
zione un carattere più venerabile ancora. colare della felicità che mi hanno procu-
Lo ristabilimento de' sinodi è come una rato questi giorni seco voi passati in una
conseguenza de'concilii provinciali. Rap- stretta e dolce comunanza di pensieri, di

presentano l'unità diocesana. L'autorità orazioni e di sentimenti. R.icevete voi pu-


de' vescovi si appoggia sull'unione de'cuo- re i nostri ringraziamenti, venerabili pre-
ri, su di una santa unità di pensieri, di lati, che degnati vi siete venire in nostro
sentimenti che gli assicurano l'amore, il soccorso co'vostri consigli, ricevetene voi
rispetto. E" nel seno del sinodo che ogni ancora che colla vostra presenza avete og-
vescovo della provincia, conformemente gi influito all'eclatanza di tal solennità,
alle prescrizioni del s. concilio di Trento, apportandoci il concoiso delle vostre o-
promulgherà d' ordinario le risoluzioni razioni, de' vostri voli. E voi in partico-

decise nel concilio provinciale ". Dell'al- lare (mg. rFornari nunzio di Parigi, oru
locuzione per la chiusura del concilio, mi cardinale), o angusto rappresentante del
sembra opportuno riportare il seguente supremo Pontefice, del nostro amatissi-
SIN SIN 279
ino e comtin p.iJre, licevele l'espressio- vo avesse cooperato all'adempimento di
ne della nostra più viva iiconosccii7..i ". questo dovere, pel vescovo come per il
iSell'opuscolo, ^a venerazione alla s. Ca- clero e pe' fedeliegualmente importan-
sa di Loreto promossa con un compen- te-; richiamò mente che per l'addie-
alla
dio slot irò, Loreto i 853 (al cui autore tro in ciascun anno erano stabiliti due si-
rendo piiljblici ringraziamenti per le con- nodi, e che se il concilio di Trento cre-
tinue cita/iuni onorevoli die liu fatto del dette di non esigere che una sola riunio-
mio articolo Loreto), si parla del conci- ne annuale, ciò fu nell' intento eh' essa
lio de'vescovi delle provincie della ^Lir- fosse tenuta più religiosamente; e deplo-
caedi Urbino tenuto in Loreto, nella cui lò le dure necessità che persi lungo tem-

basilica della s. Casa di Na7areth con pon- po con tanto danno della civile e religio-
tificale se ne celebrò l'apertura e riceve- sa società interruppero tutte queste adu-
rono la comunione prelati che v'inter- i nanze sinodali e provinciali. Egli invitò
vennero, a'24 febbraio i85o, donde pas- in seguito tutto il suo clero a mettere in
sarono processionalmente alla nobile cap comune con berta e ponderazione eguali
li

pella del collegio Illirico de'gesiiiti, ono- i lumi e l'esperienza di tutti, onde dare
rato altresWlalla loro ospitalità, aflìne di agli statuti proposti forma definitiva
la

tenere in essa le sinodali sessioni, sotto la e quella impronta compi-


di sapienza, di
presidenza del cardinal De Angelis arci- tezza e di generalità che sola può ren-
vescovo di /'ermo. Terminò concilio nel- il derlipermanenti". Nellostessoi8 JI mg.'
la detta basilica a' 2 marzo con solenne
i Nicola Agostino de la Croix arcivescovo

ringraziamento a Dio, e con somma edi- d'.\uch, tenne il sinodo di sua provincia
iìcazione ddl clero, municipio e popolo lo- ecclesiastica, che fu stampato nobilmen
retano, e di quanti altri vi accorsero, am- te : Concilium provlnciae Auscilanae in
mirati tulli delle virtù edella zelante sol- civilate metropolitana, celebratuni anno
li'ciludinede' venerandi loro pastorijrjue- i85i. Auscisi852. Leggo nella Civiltà
6li furono 8, oltre procuratori de'vesco-
I i cattolica t. 10, p-442, che mentre tut-
vi iX Ascoli e Fossombrone, mancati per ta l'Inghilterra tumultuava per l'elezio-

infermità: tra di essi vi furono 4cardina- ni, i suoi vescovi cattolici si assembrava-
Ji, cioè Soglia vescovo d'OwV/;o(' Cingoli no in concilio nella silenziosa valle di s.

De Angelis suddetto; Corsi vescovodi^/e- IMaiiaa Oscott vicino a Birmingham, che


si; Cadolini vescovo d'Ancona: nonché nel I 8 jo il Papa avea elevata a sede ve-
4 arcivescovi compreso quei di Fermo, gli scovile. I\I ira bile contrasto del governo po-
.•litri essendo i mg.iSalvinidi Canierinoj litico e religioso! E più mirabile diircreu-
Ijrignnti Colonna arcivescovo vescovo di za ancor tra la chiesa cattolica e l'angli-
T^ortlo e Recanali j ed Angeloni iV l rbi- cana ! I vescovi anglicani clie si godono
ìio. Gli altri I I vescovi furono quelli di le pinguissime rendite delle antiche ab-
Fano; Fabriano e fllatelicaj Pesaro:Ca- bazie,e siedono in parlamento, non hanno
gli eVei-^n\a;Macer ala eTolentino; Mon- la libertà di congregaisi,dideliberaresulla
tallo j s. Sei'erinoj Sinigagliaj lìipalran- purezza ilei dogma, sui pericoli della fe-
sane; MonleFeltrej l rbania e s. Angelo in de, sugl'interessi del popolo atliilato alle
/ ado. Neil' eloquente allocuzione pro- loro CUI e. Ciechi ministri della regina capo
nunziata dal cardinal Gousset nel settem- della loro chiesa, e del parlamento, hanno
bre 18 5 1, come a rei vescovo ili /Jrù/i», nel si- ormai abbandonalo interamente a' laici
nodo da lui convocato, <lichiarò.<> Che nel fa suviaiiità spirituale, di cui finora con-
ruinireper lai.' volta l'adunan/asinovlalc servavano un'ombra oti un vestigio. Per
egli adempiva ad una sagra fibbligazio- l'opposto il clero cattolico, povero, per-
ue; ria^raziò il suo clero pei che di nuo- seguitato dal miuiiteru colla legge sui li-
^lj,j SIN SIN
Ioli, tlalla mayistialoia colla parzialità la. Si gran bene derivato dal
celebra il

tli lord Campbell, dalla


moltitudine con iicordatosinodo,esi dice che ad esso ten-

grossolani insulti, fa mostra d'una libertà nero dietro nel <ì^3 i i sinodi diocesani di

e d'un' indipendenza, che sole bastereb- tutte le vaiie diocesi , ed a'quali seguiran-
bero a provare che la sua autorità e la no nel corrente i854 le visite pastorali,

frua missione non sono cosa lunana, ma di- e quindi altri sinodi: locchè quanto deb-
vina. lunedila luglio 18^2, aprivasi il
11 ba giovare a mantenere la disciplina nel
concilio con una seduta preparatoria, e clero, ad accrescere il decoro delle chiese,

nel di seguente ebbe luogo la congre- i


.''
la predicazione della divina parola, l'ani-
gazione. II mercoledì prima della congre- ministrazionede'sagramenti;a dir breve,
gazione i vescovij i deputati del clero e a far fiori re e crescere il cattolicisrao, è fa-

i teologi del concilio si recarono proces- cile il giudicarlo. Ella è cosa di molta e-

sionalmente alla cappella del collegio, o- di(lcazione,eche conferisce immensamen-


\e il metropolitano cardinal Wiseman te al bene della religione^ il vedere il cle-

arci vescovo di Weslminstercantò la mes- ro zelante del culto divino, e intento uni-
sa e tenne un pubblico discorso. La do- camente al suo divino ministero. E cer-

menica dopo la messa celebrata da mg.^ tamente la grazia di Dio opera a quando
iJlIathorne vescovo di Dirmingham.i! ce- a quando delle meraviglie, e suscita atti

lebre oratoi e ab. INIanning predicò quella eroici in questa nazione, con mirabili con-

parola di Cristo Miscreor super lurbas,


:
versioni alca ttolicismo, non meno di dotti
esaltando la misericordia del Signore, che eragguardevoli personaggi, che de'mini-
venne opportunamente a soccorso della stri stessi anglicani. Nel 1. 1,
2.^* serie della

&ua chiesa d'Inghilterra da 3 secoli pe- Civiltà cattolica, de' 5 febbraio 1 853, a
licolante, col restituirle ne'suoi vescovi p. 35i2jSÌ parladel sinodod'Amiens.MDue
j'anlito lustro e il vigore della discipli- giorni pritna che i vescovi,! dignitari ed

na. La 2.^ sessione cominciava il martedì i teologi della provincia ecclesiastica di

seguente. Il discorso fu pronunziato dal Reims procedessero in A miens alla solen-


ó.^ New man, altra gloria di quella chie- ne apertura del concilio, uscì dal palaz-
sa, e s'aggirò sopra la conversione del- zo delle Tuillerie (residenza di Napoleo-
l' Inghilteira, Dopo d'aver mostrato le ne 111) un decreto imperatorio, il quale
inaspettate vie per cui la divina provvi- concede facoltà a' prelati francesi d' as-
denza in pochi lustri operò un cambia- sembrarsi a fare concilii metropolitici e
mentocos'imeravigliosoepreparòil trion- sinodi diocesani ogni volta loro paia u-
fo della sua Chiesa, toccò gli ostacoli che lile o necessario per regolare gli affari che
si attraversano al compimento dell'ope- spettano nell'ordine spirituale all'eserci-
la divina, e quindi la probabilità che più zio del culto e alla disciplina interna del

lunghe guerre, più aspri combattimenti clero. E tal permissione, dice il decreto,
debbano affinare la carità e la fede dei concedesi per tutto quest'anno edopo vi-
cattolici, prima che questi sieno merite- sto il 4-''aif'colo della legge organica. For-
voli di vedere i loro fratelli tornare al- se l'imperatore ha ben meritato d' una
l'antico ovile, fuori del quale non vi è la supposta generosità; ma chi s'intende al-

salute eterna. Nel n.°2o del Giornale di cun poco del mandato che Dio diede ai

Roma del i854 ^' ^ •J" interessante arti- vescovi di pascere la greggia loro affida-
colo sul florido e progressivo stato della la, chi si torna alla memoria le prote-
chiesa cattolica ini ngliilterra,ede'bene- ste fatte dalla s. Sede contro i così delti

fici influssi che spande, ed impedisce che articoli oiganici, stupirà di vedere il po-
questa nazione venga lasciata in quelle te- tei laicale ingerirsi in somiglianti alfari

nebre, da cui il crislianesiuio l'ebbe tol- che non sono di sua pertinenza. I prelati
S l ìN sin 281
francesi fecevogli anni scorsi, come or fan- interessanti cheli riguaidano. Neindiclie-
no, le aditiiiiiizcloro, stnza puiilo cui arsi lò olcuni a pioposilo «lei iin qui detto,
di simili licenze spuntaueamcnte olferle Come si avessero a celebrare i concilii,
dal f^overno, delle (juali essi non ahbiso- 1' insegnò Gesù Cristo col suo esempio,
gnaiio e che perciò non iitiplorarono ". cioè (piando licenziali tutti gli altri, fuor-
INeln."! iqdelG/or//rt/t'r//7ior/irtdel H 53 1 che i dopo ch'ebbe f.ilto ora-
discepoli,
si legge, che ne'gioi ni li, (> e ^ maggioi i r zi<jne, propose una questione di giandis-
i(i solennementeceh-bratoin Poggio Mir- sima importanza; domandò qual opinio*
^cfo (/'.) in i5V2Z>/«rt (A'.) il 1 ."sinodo dio- ne portavano gli uomini di lui, e poiché
cesano della novella Mandelcse diocesi i- furono riferiti gli stolli loro detti, richie<ie
sliliiita da Gregorio X\l.!\Ig.rNicolaGri- il pareiede'discepoli. E Pietro ilprimodi
spigHi zelantissimo vescovo, prelato ve- lutti, non per età ma per dignità, pioiiun-
iieiamlo per a[)osloliche viitìi csapere, a- zio sentenza tale, che definì la questio-
ninialodall'eccitatoriedel Papa regnante ne, ed insegnò quel che da tutti si deve
Pio IX, seppe radunare a sinod.ile co- credere, facendo un canone di fede, fal-
nìi^io tutti suoi pairoclii,e(juelli che di
i mente che non vi occorresse consiglio de-
diritto hanno luogo in fpieste adunanze, gli altri apostoli : Tue^ Chrislns fdius Dei
Premessi onde di-
gli spirituali esercizi, rà'/. E cosi bastò al Signore, che Pietro
«porre meglio il suo clero a ricevere lumi i avesse stabilito ciò che si dovesse tenere,
dello vSpiritosaiito, si venne con tutta pa- anzi lodando la sentenza di lui alla pie-
te e armonia alla formazione di quelle altri, dichiarò non doversi ri-
senza degli
^anzìoni the beu si attemperano a'biso- putarecomecosa proferitaconsentimento
gni attuali della diocesi, e se ne fece let- umano, ma come verità ispiratagli dalcie-
tura con tutta la furmalilà prescritta dai lo. Oltre a ciò, perchè
il Signore sapeva

sagli canoni nella chiesa callediale ma- eh 'eian per nascere di quando in quando
gnilicamente ornata. ìNon èadire<piale nella sua chiesa somiglianti conlroversie
SI fosse il sacerdotale contegno e divuzio» intorno alle cose della fede, [)rovvide che
ne di tale ecclesiastica asseiidjlea, per cui si sapesse da chi risolver si dovessero, e
eccitato popolo af(ollavasi divotamente
il diede con s. Pietro un capo visibile, a cui
al tempio, seguendo reseni[)io della ma- lutti fossero soggetti e ubbidienti. A Ge-
gistralura, che prese parte a (|uel santo r.vsAi.EMME nel riportarne i concilii, dissi
consesNO,nelconseivaie l'ordine pubblico, che il i ."fu celebrato nell'anno 33, e fu il

nel contribuire alla comune festa e leti- modello di quelli tenuti poi nel ciistia-
zia sincere dimostrazioni di cristiana e- nesimo, di cui fu culla Gerusalemme; s.
sullanza. A compimento poide'sagri con- Pietro che l'adunò esercitò cos'i ili. "atto
tessi sinodali, nc'(|uali .°
previe le consuete di sua giurisdi/ione pontifici. 1, fu il 1 a
A<;«(//(A'.)diacclamaziunealsommol'on- parlare ed a risolvere. Ne'concilii genera-
lelice, il vescovo chiuse
il sinodo munito li il Simbolo (f .).
prirnierametitcsi recitò
di speciali facoltà con impartire l'apusto- I vennero dopo le Tradizioni,
concili!
he.» benedizione, che renderà felice que- cioè le cose che si ordinanarono ne'cou-
st.i parie ilei i^iegj^e di Cristo, nell'us-ser- cilii non lurotio di nuovo inventate, m.i

vaii/a delle divine ed eiclesiaotu he leg- avemlole iPiuli ricevuludii'maggioii>eii-


i

gi. Uuind» 81 pubblicò colle stampe; l'i i- za scrittura, vollero che lusserò scritte ac-
ìua ilioeceiana Synotlus in calhulrolt ciucche più accuratamente si cufloJisse-
/•,'<-<7r.v/</f /U<i«»ir/c/iw, ec, llomaei SIIS. ro. Anche dagli a|>o%loli ne'primi leuipi
.Negli Aiiitiili cecie siiislici del Uiualili,ol- furono ammessi 1 preti ne'roiicilii .\il i>n-
lieche si lipoilano la m.if;j;u)i p.irle dei t.i delle persecuzioni della Chiesa, nel 1 1 »

couciiiijUcll'iuJiccsuuui accolli vanpuuli si celebrai uuu diversi cuucilii, con pi ii Ire-


,

iSi S 1 N SIN
(Utenza si adunarono dopo, singolarmen- i decreti del concilio generale, senza
con- i I

te nell'oriente. Nel concilio convocato in sentimento del Papa. La Sede apostolica


Roma nel 824 da s. Silvestro I, secondo può fare che un sinodo diventi ecume-
gli alti non solo v'intervenne l'impera- nico, benché prima tale non fosse. Non
tore Costantino I e s. Elena sua madre, si fece mai
ecumenico che non
concilio
Dia ne sottoscrissero ambedue decreti do- i vi si mandassero almeno 3 legati presi dal

po Papa, vescovi, preti, diaconi. E'


il i i i clero romano. Non si celebravano sinodi
vietalo il convocare alcun concilio gene- senza il consenso del Papa. Richiestol'im-
rale senza rautorità del Papa, perciò con peralore Valentiniano I del 364 d^' ^^'
quella di s. Silvestro I si celebrò quello scovi di fare un concilio, rispose che co-
di Nicea, cbe fu \\ x." Ecumenico [f^.]: in me laico non dovea ingerirsi in somiglian-
questo il Papa soleva mandare 3 Lega- ti materie. L'imperatore era solito man-
ti (/^ .), de' quali uno almeno era vesco- dare un legato perchè le cose
al concilio,

vo. 11 dello concilio decretò che i sinodi passasseroconquiete,senza che punto s'in-
si dovessero celebrare due volte l'anno. gerisse nelle questioni e controversie in-
Sempre è sialo solito che i concilii si con- torno a'dogmi; imperocché,dice Teodo-
fermassero dal lomano Pontefice, e giun- sio II imperatore del ^3i, non è lecito
ti in Roma nel 325 i decreti del sagro- che chi non è scritto nel catalogo de'san-
santo concilio Niceno, colla lettera sino- tissimi vescovi, s'intromella ne'negozi e
dale che il concilio scrisse al Papa s. Sil- nelle consulte ecclesiastiche, non doven-
vestro I, richiedendolo che in piacer gli do il legalo che solo impedire itumul-
fosse di confermare al solito le cose de- tipromossi dagli eresiarchi e da'settari.
lerminatevisijS.Silvestro 1 radunò un con- Gl'imperatori ed re non denunziavanoi

cilio di vescovi d'Italia, nel quale con- i concilii, senza l'autorità del Papa: prin-
i

fermò quanto si era determinato nePNi- cipi scrivendo a' vescovi che si radunas-

ceno. Et dixeriinl omnes : Placet. Il giu- sero, non comandavano, ma esortavano.


dicare i giudizi de'concilii si appartiene Con autorità del Papa celebrarono sinodi
al Papa : tanta autorità hanno i concilii, Carlo Magno e Lodovico I imperatori.
quanta ne ricevono dalla Sede apostoli- Questi non intervenivano a' concilii che
ca; e la prima cosa che si faceva ne'con- quando si trattava della lede, per essere
cilii, era il recitarsi i decreti de'romani essa a tutti comune; anzi era vietato ai
Pontefici. Appartiene al Papa l'assegna- principi l'intervenire a'sinodi, fuorché ai
re chi deve soprastare al concilio gene- generali. Nella sottoscrizione de' vescovi
rale, poiché non solevano recarvisi i Pa- agli atti de'sinodi, non si avea riguardo
pi, essendo la loro presenza necessaria in alla dignità e prerogative delle sedi, ma
Roma, come scrisse s. Leone I a Teodo- all'anzianità de' vescovi e tempo di loro
sio I \. Bens\ essi prescrivevano leggi e or- consagrazione, salva però la dignità pa-
dini a'sinodi generali. Quandoeradenun- triarcale. Gli abbati intervenivano a'cou-
ziato un concilio generale in oriente o le- ma non davano il voto, né sottoscri-
cilii,

vante,ilPapa radunava un sinodo di vesco- vevano, ma' solo consigliavano. Ne'con-


vi occidentali inRoma,oscriveva a'metro- cilii i vescovi tenevano il bacolo Pasto-
politani, elle ne facessero nelle provincie, rale[F.). Papa Urbano II nel concilio di
e così mandava i legati alalerea nome Bari del 097 sah vestilo di pianeta e col
i

di tutto l'Occidente (f^.) ancora. I legali pallio nel trdounaleo Irono avanti il corpo
della Sede parlavano ne'concilii in la-
s. di s. Nicolò, sedendo gli altri colle cappe.
tino, avvegnaché fossero greci legali : i Trattandosi della condanna di vescovi
pontificii inoltre erano i prinìi a parla- intervenivano ai concilii i soli prelati, e-

re ed a confermare i decreti. Nulli sono scludeudosi anche l'imperatore. Per chia-


SIN S 1 N 283
mare al sinodo! vescovi delle sedi patriar- sinodi i piìi importanti alTari della loro
cali si solevnno uiandure 3 vescovi; tua diocesi e del gregge a loro commesso, qua-
uel 553 Papa al Quin-
a ciiiariiare Vigilio li (Iclinizioni iiiliaprenilere, quali trala-
to Sinodo, dagli avversari ne furono man- sciare, come correggere gli uhusi, e co-
dati 20, cioè 3 patriarchi e tutti gli al- me mantenere 1' ecclesiaslica disciplina,
tri metropolitani. La storia ragionala dei rson ebbe tempo quel dotto Papa di e-
concilii generali, e celebrali colle richie- samiiiare maturnmeiite i materiali della
ste solennità, ci porge contro gli eretici sua insigne opera, e di disporli piii esat-

una delle più luminose e con vincenti pro- tamente. Quindi un pocodidilFusionescor-
ve deirinfalldjilità della Chiesa, e della gesi in essa, e (pialche cosa, che non è
perpetuità inallerahile della nostra fede. allatto a luogo; ed è questo, dicono i cri-
Niiuia meraviglia pertanto, se gli etero- liei, l'unico diI'eUo di qtiell' opera utilis-
dossi abbiuno mosso ogni pietra, sia per sima, difello non già dell' autore, m,t del
rinvenire qualche da loro sognata man- non avere essa ricevuta da lui 1' ultima
canza in que' concilii, che furono vera- mano. L'eruditissimo ab. Assemanni pro-
mente ecumenici, sia per far passare co- fessore neir aichigiiinasio romano della
me tali que' che dillatti mancarono, e lingua sirocaldaica e deirislituzioni ec-
che non iurono se non che conciliaboli, clesiastiche, ed autore di quell'allre ope-
o semplici concilii nazionali. Essi si fan» re che citai nella sua biografìa, si propose
no piincipahnente forti sopra il famoso con detta dissertazione di correggere tale
concilio di P.iniiiii [y.), che da loro vie- dilfetto con darne una breve Su)os>i. .V
ne arditamente spacciato come ecume-
e questa promise di far succedere un'allr.-i
nico e come ariano. Abbiamo Ira' tanti dissertazione de'conci li i provinciali, in cui
trattatisti sopra i sinodi e concilii : Fran- tratiare di molte cose appositamente om-
cesco Torrensi, De siiiìvni Ponti ficis su- messe nella precedente.
per concilia auclorilatc, Floreuti;ie 5 i
")
( S\}iOi^EoS\}iOVOL\,Sy,iopoli.Sede
Gavanto, Praxis exaclissiina dioecesa- vescovile dell' Elenoponlo nell' esarcato
nae Synodi Cf/r^/v2«<7ac, VeneUisi634- di Ponto, sotto la metropoli d'Amasia, e-
Lupi, Synodoruni generalium, ac pro- retfa nel V secolo secondo Commanville,
vincialiuni, decreta et canones, Venetiis ma lo fu nel I come dirò col p. Le Qiiien.
\'ji.\. Lanfiedini, Raccolta di orazioni La città fu anticamente celebre per ric-
sinodali e lettere pastorali ,5cs\ 1 ^.jo.Sal- chezze, numero d'abita 11 ti, bellezza de'.suoi
monio , De studio concilioruni, eorum- magnillci edifìzi pubblici e privali, e per
(f-ue colleclionibusy Venetiis t 765. Con- la sua possanza per mare e per terra. L'
clliuni Ronianuni in s. Basilica Latera- posti! sulla spiaggia seltenlrioniiledcl .Mar
nensi celehratum, anno universalis Jw ISero, tia Costautinopoli e Trebisuuda, e
hilaei77-7 a ss. P. et D. N. Dtnedicto
I luo leghe da ognuna distante. La città
/'^p<iA7//,Uoiyaei72 5.BenedettoXIV, è costrutta sull'istmo d'una [)enisola,che
De Synodo dioecesana, Romae 1
'ì5.De s'avanza nel mare a forma di promonto-
Synodo Dioecesana, dissertatio Jos. A- rio, con meravigliose pesche ili pilami-
loysi Assrnianni, Uomaei ""f). Fra leo- de. Sorge quasi rimpetlo n Sebastopoli,
pcie dcH'imniorlule lji.nctlL'llo XIV alla in giacitura mollo strategica, essendo un
ecclesiastica disciplina e alla scienza dei tempo difesa da .foo cannoni. L la pun-
sagri canoni tulle convenevolissime, me- ta pili settentrionale di detta immensa
rita forse il maggior pregio (piellu già ri- costa; il porto si estende nll'esl ili-lla cit-
De Synodo diocer^ana , nella
cordili.!, tà, ma non essendo chiuso da moli si con-
quale s'insegna l.ugameiilc ./vescovi, co- Mileia piuttosto Una laila, difesa da bat-
m«dtbbausi con tenere ucll'esammui e nei terie e dal forte, co»li uziuue quadrata e
2B4 SIN SIN
massiccia che rimonta all'epoca dell'im- yog di Roma vi mandò una colonia ro-
nero gi-eco,ericostruitocla'geaovesi. All'o- mana, per cui a suo onoie si chiamò Co
vest ilella penisola vi è il porto Bianco o Ionia Julia Felix Sinope. Dopo che ven •

i\k-Liman. L'importanza di Sinope con- ne soggiogata come le altre città d'Asia


siste in un arsenale di marittioìa costru- da'romani, fu governala come le altre co-
zione, e si dice il solo clieesistein Tur- Ionie, avendo duumviri, decurioni e altri

chia dopo quello di Costantinopoli. Vi si magistrati. In tempodegl'iraperatori ro-


costruiscono fregate e vascelli di linea, e mani fiorì per opulenza e per isplendore,
le querele tagliate da' monti circostanti a motivo del commercio che le procura-
forniscono legname consistente : le navi Tano la vantaggiosa situazionee la como-
latte a Sinope hanno molta riputazione dità de'suoi porti, ond'era una delle più
per la solidi tue dura ta,e passa no per le mi- considerabili e più floride città dell'Asia,
gliori della flotta ottomana. Lacittàèco- adorando visi Mercurio come diodei com-
fctrulla co'materiali dell'antica città greca mercio. Fra i suoi antichi illustri ricor-
colonia de'milesi, che sorgeva sull'altura derò Timoteo Patrime rinomato filosofo,

della penisola di PvozTepè,mentrela città Difilo poeta comico, Batone che scrisse la
turca è edificata suH'istmo.Le case e le for- storia de'persiani, ed il famoso filosofo cini-

ti (Icazioni presentano una quantità d'au- co Diogene, che vivea in una botte, ma fu
tii;he rovine, qua e là ammucchiate: vi si sepolto a Corinto in un cippo sul quale era
vedono iscrizioni greche o paflagoniche, scolpito un cane. Sotto primi imperatori
i

basti e statue mutilate, avanzi d'acque- fu compresa nella Paflagonia, e fece parte
dotti e cloache, cisterne vaste e profonde, del governo di Bitinia; ma distaccata in se-

e persino torri antiche. L'origine di Si- guito la Paflagonia dalla Bitinia, formò
uope si perde ne'tempi eroici, ed Antoli- quella una provincia particolare verso l'e-

co era venerato da'sinopii qual suo fon- poca dell'imperatore Costantino I. Sinope
datore; altri sostengono che gli abitanti fu poi unita ad altre città del Ponto per for-
ritengono per fondatore certo Stenide ,
mar la provincia dell'ElenopontOjin onore
uno di quelli che navigaronoconGiasone, di Elena madredi detto imperatore. Aven-
che venerarono come un numeeconside- do l'imperatore Eraclio diviso l'oriente
laronoqualeoracolo. Siccomei railesi ve- in diversi dipartimenti, Sinope fu attri-

duta l'opportunità del luogoerimhecilli- buita a quello d'Armenia. In tempo d'A-


tà degli abitanti,g!i espulsero e v'introdus- lessio Comneno, il generale maomettano
sero gente nuova, eben fortificarono la cit- Caratice sorprese la città per impadronir-
ta, altri storici perciò pretendono che alcu- si de'tesori che gl'imperatori greci via-

ni milesi delle fattorie sulla costa nesieno Teano collocati in deposito, ma il sultano
i veri fondatori. Godeva Sinope di tutti gli ordinò di non toccarli. Quando cro- i

i vantaggi della libertà allorché fu con- ciati s'impadronirono di Costantinopoli,

quistata da Fariiace redi Ponto, e diven- Sinope restò in potere de'Comneni, e fu


ne allora città regia e come capitale del una delle città dell'impero di Trebison-
regno di Ponto, dove i re facevano sog- da. Diventò in seguito un principato in-
giorno, ed in cui nacque è fu allevato Mi'' dipendente, di cui Maometto II fece la
Iridate Eupatore, che sommamente con conquista nel i46i a danno d' Ismaele
magiiificeuza l'ingrandì e vi fu sepolto. principe di Sinope, passando la città nel
Luculio la prese settautaun anni avanti dominio ottomano, come nota Rinaldi a
la nostra era, e le restituì la libertà. Si- tale anno. Ismaele essendo ricchissimo per

uope provò le piti grandi sciagure sotto le di rame che esistono nel terri-
miniere
Farnace Ke di Ponto, che vinto da Giu- torio, provocò l'avidità di Maometto II
lio Cesare, questi ristabilì Sinope, nel a impossessarsi di Sinope; ma esseodo il
SI i\ SIN 2S';

suo esercito restalo respinto, vi si rc( ò in p. 7. \ pubblicò la li.tduzione di quanto


pei sona a darne l'assalto. Ismaele! (Iiii)i- di essa ne scrisse Pio II prima del [inpa-
tando (l( gli aiuti die avca domandati al- lo, nella sua Storia ilcltÀsia muiorej Ira-
la Germania, con grandi promesse, pre- duzionc che riprodusse Y /-llbuiìi di l'io-

ferì di arrendersi al formidabile nemi- nia, nel l. 2 i, a p. 38, e col disegno del
co. I chiamano i5i'/]a&, e appar*
turchi la prospetto di Sinope. La Civiltà cattoli-
Augoia e al san-
tiene al |)ascialatico d' ca, serie 2.\ t. 5, p. 12 t, riportò la de-
giacatodi Castamuui neh' Anatolia: il suo scrizione dell' accennalo ullimo eccidio.
porto, i cantieri di costruzione e il suo Conseguenza del quale fu l'entinta nel
commercio le danno ancora (jualche im- mar JNero delle polenti flotte di Francia
portanza. Sinope nell' attuale clamorosa e Inghilterra, in aiuto della Porta otto-
guerra fra Turchia e Russia, è divenu- mana, per guarentirne l'impero. Si leg-
ta tnemorabile per la battaglia navale av- ge negli /liti d'i s. Andrea apostolo, che
venuta nelsuoportoa'3onoverabrei 8 53. predicò a Sinope il vangelo, e vi ordi-
11viceammiraglio russo ISakhimoff al- nò Sinope anche a'tempi del
de'preti. In
la testa di G vascelli di linea della 5.^ di- cristianesimo ebbero natali diversi uo- i

visione della flotta, forzò l'ingresso della mini distinti, fra quali Arpiila autore dii

rada di Sinope, e in un'ora del più acca- una versione gì eca tiell'aiitico Testamen-
nilo coDibulliinenlo tlistiusse una divi- to, di cui palla s. Girolamo. 11 (."vesco-
sione navale della ilolta turca, composta vo Sinope fu Filologo ordinato da s.
di

di 7 fregate,7. corvelle, un bastimento a Andrea.ed roenologi greci nefanno men-


i

vapore e 3 tra>porli. La fregala la meno zione a'4 novembre. Furono suoi succes-
danneggiala, iiussi nel conduilii a Seba- sori: Foca martirizzalo sotto Traiano, il

stopolidoverono abbandonarla al mare. cui corpo In tiaspoitaloa \ ienna diFian-


Osman pascià, unode'3 vice-ammiragli cia, .secoiulo il martirologio romano a' 1
4
della Porta ottomana, col suo seguilo tu luglio; N. padre dell'empio Marcione,cbe
trasportalo sul vascello animiragli(j russo. espulse dalla sua chiesa; Proeresio sotto-
.Si calcola il danno de'tuiclii per la di- scrisse la lettera degli ariani riuniti a b"i-
strutta flotta presso Sinope acirca 8 o o i ]ippf)[>oli; Antioco trovossi al concilio di

milioni di fiorini: le fregate avcano 33G Calcedonia; Eliano sottoscrisse la lettera

cannoni, ed erano le migliori della Tur- del concilio di sua provincia all'imperato-
chia, onde grande fu il giubilo de'ru'jsi re Leone; Pitagora (juella del concilio di

La perdita de'luithi
pcrsilliitta vittoria. Costantinopoli al patriarca Giovanni in-
si la ascendere a 4ooo, da alcuni però fu torno l'eresia di Severo d'Antiochia; Ser-
calcolala a G o 7 mila uomini, ed a 20 mi- gio fu al VI concilio generale; Gregorio
lioni di valore, secondo altri, si fece giun- al VII, Teodoro o Teodosio aH'NlII, e
gere il danno in complesso. Anche la cit- forse è lo slesso che solloscrisse il conci-
tà e il pollo soffrirono per le bombe e ar- lio di Fozio dopo la morte di s. Ignazio.
mela di Sinope fu pre-
tiglierie russe; la S\no\u\ Syiioptn, è un titolo vescovile //i
da delle fiamme, colla distruzione di tutto partibus, Sotto l'aicivescovatosimile d'.V-
ilquortiere turco. Sembra che provocas- mnsia, che conferisce il Papa, e Gregorio
se la distruzione di tal flolla, l'es^ieie la XVI neir i.stituire il vicariato apostoli-
medesima deslinata a portare munÌ7Ìoiii co di Lassa, a' 2" n)ar70iS jG, lo alili-
a'circassi, e ail isligare i sudditi russi alla bui al vescovo vicario apostolico, il cui
rivolta, massime sulle coste dell' Al)asio. nome e cognome tacciono le IVotizie di
quanti
'l'ulti fogli narrano lo strepito-
i Roma.
so avvcnimrnlo, con notizie sloiiche su SIMOSASTA oSlNUSIASTA. No-
Sinopc. li Gioinalc Romano dclibj4 a mcchcdavasi agli eretici i quali nuu aiu-
286 S I i\ S I N
inetlevano che una sola natura in Gesù minerali. Sinuessacon vocabolo greco fu
Cristo. T\ Nestoriani. della Sinnpp come edificata dagli Aminei
SINTZENDORF Filippo Giuseppe di Tessaglia, che resero funosa colla pi.in-
Lodovico, Cardinale. Nobile niemanno, tagione delle viti nel sottoposto Campo
nacque in Parigi mentre il padre eiavi /vr/rT/zOjOndeOrazio ne celebrò gli stpiisiti

ambasciatore, ecome d'acuto e amenoin- vini.Era deserta la città quandoi romani


gegno nel 714 fu mandato in Pioma di
I nel luogo dello Seno Vtsóno per la cit-
1 5 anni,doveprima nel semiiiarioroma- tà di Fescin posta maggiormente entro
no, e poi sotto il celebre Vincenzo Gra- terra, dedussero una colonia, e così surse
vina potè erudirsi in qualunque genere la celebre ci Ita di Sinuessa, rinomata per
di letteratura. Pvipalrialo fu eletto cano' le sue delizie e salubri acque minerali ma-
lìico di Colonia, d'Olaiiilzedi Salisbur- jittime e terrestri, fino alle quali i car-
go,ed abbate di Pestchw;.r. Nel i 72 j l'irn- taginesi di Annibale spinsero di Casilino
peratore Carlo VI lo nominò al vescova- le loro scorrerie e rovinarono. Quivi mo-
to di Giavaiino, al quale l'isliluì Benedet- rirono l'imperatore Claudio che vi pren-
to XIII, che poi ad istanza del re di Po- deva le ac(pie minerali, avvelenato dalla
lonia Augusto
a'26 novembre 727 lo
li I sua nipote e consorte Agrippina, la qua-
creò cardinale prete di s. Maria sopra Mi- lecosì volle assicurare l'impero al propiio
nerva, e lo ascrisse alle congregazionidei figlio Nerone, adottivo di Claudio, ma na-
}ili, concilio, propaganda ealtie.Clemen- to dal SUOI ."matrimonio; ciò riporta Nii-
le XII, alla cui elezione contribuì col suo gnes nel la Storia del regno di Napoli, poi -
"voto, nel I 782 lo trasferì alla cliiesa d'U- che comunemente si crede Claudio morto
ralislavia,dove ad onta delle guerre die in Roma: Sesto Turpilio comico insigne, e
assoggettarono quella vasta diocesi al do- Terenzio suo familiare, non che l'infjine
minio del principe di Brandeburgo, seppe Tigellino ministro delle crudeltà di Ne-
mantenere nel suo lustro e splendore la rone, e fra le turpitudini. Ne'teinpi lon-
cattolica religione.Intervennepuieal con- gobardi vi stanziò lungamente per rista-
clave per Benedetto XIV,e cessò di vivere bilirsi in sanità Aloara principessa capua
nel 747 in eia di 49 anni non con>pili,
I na. Sotto gì' imperatori romani era Si-
jimanendo sepolto in detta cattedrale. nuessa rimasta pressoché deserta, peicui
SINUESSA, Sinuessa, Stnope. Città il filosofo Plotino, che sovente vi conve-
cinlica d'Italia^ già con sede vescovile nel niva con altri sapienti nel prossimo pode-
nuovo Lazio, a'conflni della Campania, re di Castricio sulla sponda destra del Li-
di là dal Liri, in riva al mare Tirreno, fra ri, l'indicò come atta a divenire stanza di
ilVolturno e il Liri, a pie del monte Mas- filosofi, ed a porre in esecuzione l'utopia
sico. Le sue acque minerali e calde,percui di Platone. Sotto il pontificato di s. Caio
s'ebbe l'epiteto di Tcpcns, aveano fama del 283 visi litirarono molti cristiani gui-
d'eccellenti con troia pazzia e contro la ste- dati da s. Cromrtzfo, che fu a'medesimi
rilità.Secondo Strabone era dalla sinuosi- bell'esempio nel martirio. Un eretico do-
tà della costa che quivi forma un piccolo natista inventò la favola, che in Sinuessa
golfo, che questa città prese- il nome. Re- nascostamente adunarono 3oo ve-
vi si

stano ancora alcune vestigia, come anco scovi in concilio, mentre infuriava la per-
delle antiche terme fabbricate nel luogo, .secuzionedi Diocleziano, eche in esso nel
presso il borgo o castello di Mondrago- 3o3 Papa s. Marcellino [f .) si pentì del
ne, edificato sulle sue rovine nella Terra suo peccato, altra calunnia di altro ere-
di Lavoro nel regno di Napoli, a pii^i di ticooimpostore;giainmai essendosi con-
6 leghe da Gaeta ed una da Carinola, con vocato concilioinSinuessa. Bensì vi hi fon-
cave di mai mo, miniere di zolfoeacijue dala la sede vescovile, e l'Ughelli, /fr/Z/ì»
SIO S I O 0.8"

sacra t.io, p.iG5, in Siniiessanus Epi- cantonedel Vallcse e di decina, a 20 le-


scopalus, ics^hiva per vescovi s. Casto, e ghe da Ginevra ei 8 da Berna, sulla Sion-
poi s. Secondino, quali sofTiiiono
i il luar- ne o Sitten, presso la sponda destra del
tiiio per la leile cristiana. II martiioiogio llodano, vicino alle Alpi Feniiine. Giace
romano ne fa menzione neh.°luglio. Ca- in una pianura irrigala da dello fiume,
sti acla qiiaedani Cajelanani servareEc- al pie di due monti a pane di zuccaro, sui
desiarli docetBaronins in notis ad dietimi quali s'innalzano 3 castelli destinati a sua
MartjTologii locuni Secundini vero ge-
: difesa, e quello chiamalo monte Valerio,
sta omnia,etlenipus, (juqfloniifjgenusque sul quale sorge pure una chicsa,è d'aspet-
nceis ob scriplorum penuriain ignora- to assai ameno. Questi 3 castelli che ap-
(nr. II p. Tuzi nelle HJenwriedi Sora par- partengono al vescovo., fanno allusione
la di s. Casto di Calvi, e di s. Cassio di alla vera Sionne o celebre montagna di
Sinuessa convertiti das. Pietro, il quale li Sion di Gerusalemme, per cui il vesco-
fece vescovi delle loro patrie, allessi scris- vo fece collocare sul frontone della por-
se lettere, e li visitò iu per.>ona ;
patiro- la principale del palazzo civico, in appo
no poi glorioso martirio, Sora (^^.) li
e sita lapide inciso, questo versetto di Da-
prese per prolettori e difensori. Ecco dun- vid, checonquislòeabitòil monte diSion:
que con s. Cassio un altro vescovo di Si- Diliget Doniiniis portas Sion, come a di-
nuessa non conosciuto da Ughelli, e suo vina difesa delle sue poi te, il che rimar-
illustre cittadino. Sinuessa fu distrutta cò l'autore óeW /^•toria e descrizione del-
da' saraceni in principio del secolo X; e la Terra santa, descrivendo il monte di
Mondragone, forse da
dipoi fu edificalo Sion ove David compose i suoi sublimi
un nornianno denominato Dragone. Di- Sai/ni (^'.)j ed ove h\ sepolto. La città è
venne distinto feudo e ducato, con rocca bene edificata, vi si notano la strada pi ìd-
sulla parte elevata, e torre vicino al lido cipale larghissima e fiancheggiala da case
e che indica i bagni. Perchè la nobile e assai belle, l'ostello o palazzo delli mede-
amena villa di Mondragone di Frascati sima, e la cattedrale di antica struttura
fu così chiamata, lo notai a queirarticoio. gotica, dedicata alla B. Vergine Assunta,
SlOiV. f^. Gerusalemme. ed ove sono in grande venerazione i ss.
SlOìN.Sede vescovile della i .^provincia Martiri della legione
o Tebea di cui era ca-

d'Asia, nell'esarcato del suo nome, sotto pò s. Maurizio {^'•) Il capitolo si com-
la metropoli d'Efeso, eretta nel V secolo. pone di 4 dignità, la I ."dellequali è il de-
Ne furono vescovi; JVeslorio che assistè e cano, di altro decano, del custode e del
sottoscrisse il concilio d'Efeso; Giovanni cantore,d '8 canonici coro prese le preben-
fu a quello di Z'/7<//0jFilip[)0 venne rap- de del teologo e del penitenziere, dii 2 al-

presentato VII concilio generale dal >a-


al tri canonici detti titolari, i quali al man-
cerdoteTeognino. Orienschr. t.i,p.^2 i. care de'precedenti li succeilono, d'8 ])e-

Sion, Sionneii,è un titolo vescovile /«^ar- neficiati rectorc^, e di altri preti e chie-
tibiis sotto l'arcivescovato simile d'Efeso, rici addetti al divino servigio. Nella cat-
che conferisce Papa .Vacato per morte
il tedrale vi è l'unico batti'iterio della cillà,
di Edmondo Burke, Gregorio XVI nel essendo aflidala la cura d'animcad unca-
concistoro de'23 giugno 1 834 '^ attribuì nonico. Prossimo alla cattedrale è il pa-
a mg. * Guglielmo Gunlhcr di Contluen- lazzo vescovile, non sono molti anni fab-
zia diocesi di Treveri, già zelante curalo bricato da'fondanìenti , ed è decoroso e
di varie pairocchie, deputandolo sulfra- am()io. Nella città non vi sono altre chie-
ganeo del vescovo e diocesi di Tieveri. se pariocciiialì, bensì due conventi di re-
SION {Sedunen). Città con resilienza ligiosi, due mona<iteri di monache, 7C0n-

vescovile nella Svizzera , capoluogo del Irattinile, l'ospedale ed il seminano. E-


e

7.88 SIO SIO


ravi il bellissiaiocollegiode'gesuili.Vi so- dall' episcopale dominazione. TI vescovo
no alcuni avanzi delle antichità romane, Guglielmo fu nelr4i7 assediato nel ca-
e nella cattedrale un'isciizioned' Augusto, stello di Sion, ed in fine gli fu lasciata li-

Gli abitanti e particolarmente le donne bera Sion fu ridotto in cenere


l'uscita, e
sono afflitti dal gozzo e dal cretinismo* unitamente a Montorges. Essendo resta-
INoudimeno il Dizionario della lingua i- to a'vescovi di Sion il Basso- Vallese, nel
taliana, che dice darsi il nome di creti- 1 47 5fu conquistato dall' A Ito- Vallese. Nei
no ad alcune persone mutole, insensate primi del secoloXVI figuròil vescovo car-
e con gran gozzo, osserva che sono assai dinal Sckeiner nativo d'Amen odi Muli-
frequenti in alcuni paesi di montagna, bach, e condusse i vallesani in Italia nel-
che nel Vallese si stima fortunata quella le guerre pel ducato di Milano, e come
casa che ha un cretino. A mezza lega da i predecessori battè moneta. Nel
740 e i

Sion incontrasi un romitorio, scavato nel- 1778 Sion fu devastata dalla Sionne, nel
lo scoscendimento d'una rupe tagliala a 1788 patì un grande incendio, enei 798 i

picco sopra un torrente che scorre a 5o l'invase l'esercito francese, e divenne col
lese di profondità peipendicolare, e dicesi Vallese uno de' 8 cantoni della repubbli-
i

abitato da 3 solitari. Fu questa città chia- ca Elvetica. Nel 1 802 se ne separò e for-
mata Sednniitn e Oclodicrurn, e fu la ca- mò una repubblica particolare, sotto la
pitale de'popoli Seduniijche furonocon- protezione di Francia. Napoleone I nel
quislati e dominati da'romani, i quali la 1810 lo congiunse all'impero francese, e
fortificarono contro barbari. Nel medio i ne formò il dipartimento del Sempione,
evo la governavano sovranamente pro- i capoluogo del medesimo; final-
e la città
pri vescovi, in uno alla Valesia o Valle- mente neli8i5 Sion col Vallese ritornò
se, per cui il vescovo se ne intitola conte, ad essere cantone della confederazione
ma soggiace al proprio cantone ealla con- Svizzera, con go verno aristo-democra lieo.
federazione Si>izzera(P.). Fu Carlo Ma- La sede vescovile vi fu trasferita verso
gno che neir8o2 donò ai vescovi Sion e il5H da Ocloduruni, ossia la città sviz-
I

il Corrado 11 nel
Vallese, e l'imperatore zeradi Martignyo Martinach nel Basso-
lo35con neaumeniòil do-
altri privilegi Vallese, ch'era stata eretta circa il 5jo
minio e il potere. Pietro conte di Sm'oia o nel secolo precedente, e divenne sutfra-
{F.) del 1263 conquistòSion e il Vallese. ganea dell'arcivescovo di Tarantasia, se-
Notaineivol. XXXII, p. 2y5, che il Papa condo Commanville. La città diMartigny,
Gregorio X
nel 276, dopo essere stalo a
1 chiamata pure Forum CLaudìi o P'icus
Losanna, a'27 ottobre onorò di sua pre- Ve.ragrorum di Cesa re, è capoluogo di de-
senza anche Sion, e per Vercelli passò in cina a circa 6 leghe da Sion, sulla riva de-
Milano. 11 conte Amedeo VI deli 343 as- stra della Dranse, verso il suo confluente
sediò e prese la città, invadendo pure il col Rodano, presso paludi considerabili.
paese, soggiacendo al saccheggio gli abi- Contiene molti belli edifizi, e fra gli altri
tanti. L'altro conte di Savoia Amedeo la chiesa di s. Maria, ne'cui muri si osser-
V II del 1 383 egualmente pose l'assedio a vano un gran numero di romane iscrizio-
Sion e se ne impadronì insieme al Valle- ni. Vi è un priorato cui religiosi servo-
i

se, Piicuperata come nelle volte preceden- no all'ospizio delGran s. Bernardo, Si cre-
ti dai vescovi, nel cominciare del secolo de che visvernasseGalba,quandoera luo-
XV si sollevò il popolo e ne scosse il gio- gotenenteimperiale.Martigny già sede del
go, e malgrado che Berna e A-
i soccorsi vescovato di Ocloduruni e trasferito a
medeo Vili duca Savoia prestarono al di Sion,provò gravi perdite nel iSpSpel stra-
vescovo, dopo una guerra di 6 anni, dal ripamento del Rodano, e nel 8 1 8 per l'i - 1

1414^1 14'2 0> l'Alto- Vallese si sottrasse nondazione deliaDranse. Leggo nelloScoJ-
SÌO S 1 () 28«)

ti, Hehetìa larra, die il vescovato nnti- giustizia. Divenne princi[)e dell'impero,
ciimente si cliiaraò Pctliodnnfn'ic, e che ma con ristretta giurisdizione; nondime-
il I .°a regi^cilo (u s. Teodoiociieintcìvcii- no nel secolo XVII godeva 20,000 fio-

ne nel 52^) al congresso di Go vescovi la- rini di rendita. In passalo il capitolo della
cliinatiadAgaunoucIVallesedaSigisinoii- cattedrale eleggeva il vescovo; dipoi sino-
do re di liOigoj^iia, pei- fondare o tueglio per iscrulinio nella persona di \ ca-
n)iii()

rii'ablji'icare e dotare il tnonastero di s. nonici che j)resentava al senato del pae-


Maurizio marlirc e comandante della le- se, il cjuale nesceglievano uno, edopo l'ap-
gione Tebana, enell'islroinento di nuova provazione del Papa gli stati gli prestava-
erezione si sottoscrisse dopo s. Massimo no o"iuramento di fedeltà. Piìi lardi ces-
vescovodidiiievra, poiché qiiaiitoalla [)ri- sala la dignità principesca, la s. Sede no-
niitiva istituzione si attribuisce all'impe- mina il vescovo, con deci eto della congre-
ratrice s. Elena. iVe furono successori: s. gazione concistoriale. Scolti enumerò j?,

I-'lorentino o Fiorente, che altri come il vescovi, che furono prefetti econli di Sion
precedente anticipano di molto; indi Co- e del Vallese. NelI'SoG mori s. Teodulo,
.stauzd, poi llufo che nel j j.o iiiterveiuie ctl altri furono Guarino che cessò
santi
al concilio d'Orleans. Lo Scotti pare che di vivere nel 90 e s. Elia. Il vescovo E-
1 ,

tali veNCOvi li consideri della precedente berardo figlio del le Rodolfo II di Bor-
.sede, poiché riferisce che ili, "vescovo di gogna, fu eletto nel 958, ed esercitò pie-
Sion fu Eliodoro che si recò al concilio namente la sovranità. Il vescovo s. Gue-
di ÌNIaron nel 5^3, e gli successero Lau- rino monaco di Chiaravalle e amico di s.
demondojS. Anialo{^F.) abbate di s. Mau- Beinaido ne occupava la sede nel 140. 1

rizio d'Af];auno veiMiO GGQjche alcuni er- il Nicolò Sckeiner essendo neli49^> vicario
roneamente dissero vescovo diSens: quan- d'Alessandro VI nellospirituale e tempo-
do fu elevato all'episcopato vivea ritirato rale, rinunziò il vescovato al nipote Mat-
in una celletta scavala nella roccia, pres- teo Sckeiner, ma il Caidella ritarila la di-

so della ([iiale venne eretto l'oratorio di gnità ah Uoo. Giulio 11 creò Matteo car-
rs'oslra vSignora della Roccia. Indi Ulari- dinale e poi legato d'Italia e di Germania,
co, e successivamente due vescovi Alubor- rendendosi famoso per le due mosse degli
ghi, s. Alteo già abbate di s. Mauriziod'A- svizzeri in acquisto di Parma e Piacenza,
gaimo, in tempodeUpiale recandosi Cir- ed ebbe da Carlo V il titolo di principe

io M.iguo a Roma da s. Leone lll,o me- dell'impero per se e successori. Interven-


glio da Adriano I, visitando la chiesa di ne al concilio di Lalerano V, e fece sot-

s. Maiu'izio, udìdormenilo l'armonie de- trane dal Papa Sion d.illa giurisdizione
gli angeli intorno alle tombe de'ss. mar- inetiopoliticadiTarantasia, e dichiararne
tiri Ttbei, e poi volle s. Alleo a compagno la sede immediatamente sog.^etla alla s.

del viaggio, vescovo clic nel '•iy» terminò Sede, come lo è tuttora. .\ Canpelliere
di vivere. Carlo Magno uell'Hu.». donò al ricordai(|uello sing(jlare che gli fu liona-
vescovo s. Teodulo di Grandemont nella to, con orologio. Zelante della religione
Borgogna la città di Sion e il Vallese di fu il vescovo Adriano Reidimallen, poi-
cui era capitale, onde era signore di Sion ché temendo che l'eres a di fresco nata
e conte ilei Valle«.e. Il vescovo [)rese il ti- nella Svizzera passasse d.i'bernesi a*»al-
tolo di conte e di prefetto, ma dopo che Icsani, procurò come antidoto e ottenne
i governurouo a repubblica, al
popoli si in Friburgo nel 533 la scambievole con-
1

vescovo restò poco piìi del titolo, l'onore federazione de'7 cantoni cattolici co' ve-
di convocare le iliete, ras>istervi e il farsi scovi Sedunensi e Vallesani a tlilesa ilella

prei'cdere dalla spada, ma abbassata, non ver.» Ielle romana, feoiilcderazioiie che ve-
potendola maneggiare colla mano della niva confermula ogni 1 o anni in Soluure
VOI. 1.XVI. i«1
ago SIO SIO
o ili Sion. Dice lo Scolli, che In principa- /\nzi venuto il vescovo in gran rottura coi

le cagione di tanlo male era la poveilà disseni, anche per gl'interessi de'suoi pa-
de'beuefizi, la mancanza de'saceidoli, la renti, que'magistrati lo fecero uscire dal

penuria di religiosi, per coltivar la vigna paese, e ridottosi in B.oma vi fu sostentato


del Signore, onde per riparare a tanto ma- rie'4anni d'esilio dalla pontificia genero-
le furono mandati nel Vallesei gesuiti con sità.Alla finedeli63o parlendodaRoma
titolo di missione in due luoghi, ove fe- ilnunzio e storico Scotti per Li nunziatu-
cero gran bene anche nelle scuole pub- ra della Svizzera, e avendo il vescovo per-
bliche; ma certi capi sospettosi che assai siiaso Urbano VI II, che tornando alla sua
lì temevano, uniti al vescovo gli espulse- chiesa l'avrebbero amorevolmente accol-
ro: laonde fu supplito con s'acerdoli invia- to i vallesani, giunto al monte s. Gottardo
ti da Lucerna, giovandodipoi pure il con- lro\ò il contrario, facendogli sapeie essi
ventode'cappucciui della provincia di Sa- che s'eragli cara la vita non si accostasse.
voia, incominciato in Sion sotto Urbano Tutlavolla riuscì al nunzio e al p. Andrea
Vili per le pubbliche limosine de'caulo- da Surse cappuccino di merito e di valo-
ni cattolici. Nel i5^ i il vescovo Guissar- re, che mediante il breve pontificio dis- i

doZanelIidiGranges infelicemente fu bal- seni si quietassero, ricevendo il vescovo


zalo giti dalla torre da un soldato valle- con ogni onore, reintengrandolo come pri-

sano. Quanto alla perdita della giutisdi- ma nella sede e nella giurisdizione civile.
zione temporale de'vescovi di Sion, ecco Però nel 1634 tornando i valle-iani sulle

come avvenne. Neli6i3 trovandosi va- pretensioni d'annullar la giurisdizione del


cante la sede episcopale, due decanii uno vescovo, l'indussero col capitolo a cedere
vallesano e l'altro francese (per la divisio- le sue ragioni sul temporale dominio. Nel
ne delle lingue francese e tedesca), il cu- jG38 mori il vescovo,e confjrmel'antico
stode e il cantore, in nome del rimanente stile una quantità di deputati laici in no-
del capitolo, rinunziarono liberamente la nte de'7 disseni e del popolo, fra'4 nomi-
Cai olina, fondamento della donazione fat- nati dal capitolo, elessero il nobile Larto-
ta della Vallesia a'vescovi da Carlo Ma- lomeo Soprasasso. Allora il nunzio co-
gno, poi confermata nel i 52 i da Carlo V strinse esvo e il capitolo a produrre la ces-
al cardinal Sckeiner, e dichiararono es- sione fatta dal predecessore,e dichiarò che
sere i 7 disseni veri e supremi padroni di l'elezione non si confermava, se non rivo-
Vallesia, per aver acquistato collearmi il cavasi l'alto; il che saputosi da'vallesani,
dominio eia libertà della repubblica de- gli prestarono il giuramento di fedeltà ,

roocratica.Quando poi ebbe la sede diSion come conte e prefetto di Vallesia; ma poi
Ildebrando Jodoco, insieme col capitolo nuovamente la giuiisdi/ione temporale si

protestò al nunziodi que'lempi gli aggra- l'idusseapoco, einsegurto terminò. Circa


di di sua chiesa, e soprattutto la rinunzia agli altri vescovi, fino a Francesco Giu-
del governo temporale fitta da 4 soli in seppe Aiifderflue,già parroco diSion, con-
pregiudizio di tutto il corpo del capitolo, sagrato nel 1702, vedasi la Storia eccle-
e quel ch'era di più del prelato. Nel 1622 siasLìcadi Germania t. 2, p. ^\Q>. heNo-
passò in Vallesia mg-.rScappi nunzio come tizie di Roma registrano i seguenti. Nel
ministroapostolicoper ridurre le cose al- 1 734 Gio. Giuseppe Blaller di Vesp dio-
mollo sia tfaccendò nel 2.°
l'antico slato, e cesi di Sion;752 Giovanni IlhotendiRa-
1

viaggio portando seco l'ambasciatore di 1 761 Francesco Ambuell


Ionia in diocesi;
Francia ]Miron,di molta autorità pressoi di Sion; 1780 Melchiorre Zerufìnen di
vallesani, e per due volle ancora v'inter- Leuca in diocesi; 1790 Giuseppe Blaller
vennero gli ambasciatori de'canloni cat- diVespindiocesi;i8o7GiuseppedePreux,
tolici, ma non si potè nulla coocludeie. 18 17 Agostino Zerufi-
di Siro in diocesi;
SIO SIO •.>()!

nen tli Letica in diocesi; neIi83o Fabia- re, ove trovasi il celeberrimo monastero
no Rolen di Raionia in diocesi. Per sua e ospizio, sulle rive d'nn piccolo lago, le
morte, Gregorio W'I a'^ì» gennaio 84 i i cui acque scorrono sul versaloio meridio-
preconizzò in concistoro 1' attuale mg.r nale: è questa senza dul»bi(j la più alta a-
l'ietroGiuseppe di A nchel diocesi di Sion, bilazionedel monte antico. Quest'ospizio
già alunno del collegio gernianico-unga- e monastero è cinto da un gran numero
rico ili Roma, rettoree professore di teo- di picchi, fra i f|uali tiovansi molle con-
logia e s. Scrittura nel seminario di Sion, sideievoli ghiacciaie. Dal piede di questi
canonico e segretario del capitolo. Si leg- picchi e dalle ghiacciaie sorte la Dr.msa,
ge nel n.°2 5 del Giornale Romano del
i che va a gettarsi nel R.odano. Il Grande
1 85 1 : »» Che il vescovo di Sion di ritorno s. Bernardo è composto di strati alter-
dalla visita pastorale nell' Alto Vallese, nali di gneis, di schisto micaceo, di pie-
j)art'i a' Giovanni di
1 settembre per s. tra calcarea primitiva e di quarzo: of-
Aulph nel Chiablese,ove deveaver luogo fre pure delle piante rarissime. Sembra
la traslazione delle reliquie di s. Gueri- che al tempo di Giulio Cesare .sia slata
no antico abbate di s. Giovanni d' Aulph da lui aperta sopra questo monte una stra-
e poi vescovo di Sion. ^Monsignore, qual da praticabile. Sulla sommità in poca di-
successore del- santo, duvea uHiziare nel- stanza dal monastero era vi im lempo.nel
la solennità, assistito dall'arcivescovo di quale si vedeva la statua d'un numea cui

Charabery.da'vescovi diMoriana e diBet- i romani diedero il nome di Giove Pen-


lemme ". Ogni nuovo vescovo è tassato ninni e che i naturali delle valli vicine
in fiorini 3oo, ascendendole rendite del- chiamavano prima Pennini, nome deri-
la mensa ad Lismillc fere scula'a galli- vante dal celtico penn, altezza, e che fece
cae monetae, nulla pensione grm'ata. La dare il nome di Pennino a questa parte
diocesisi estende a 3G le"he in lun^hez- della catena delle Alpi. Iromanichiama-
za, e per tutto il Vallese, comprendendo rono altresì il s. Bernardo Mons Joi'if,i\a.
102 parrocchie, infestatedai calvinisti di cui derivò il nome di MonlJoux ch'esso
Berna. Nella diocesi v i sono due tanto
i ce- conservò sino al secolo X, epoca in cyi pre-
lebri monasteri, quello del (iran s. Ber- monastero di s. Ber-
se quello dell'ospizio o
nardosopra MonteGiove, nel quale si usa nardo : chiamano ancora
gì' italiani lo
ospitalità a chi va o viene da Italia; e di I\Ionle Giove, e gli abitanti Monte De\'i.
s. Maurizio d'A"auneo Aeauno, come il Furono religiosi ospitali che compirono
i

precedente de'canonici regolari Ago- di s. la distruzione dell'antico tempio di Gio-


stino della congregazione Lateranense, di ve se ne vedono gli avanzi all'ovest «lei
:

cui parlai nel voi. VII, p. 257. Ne darò monastero, sopra un rialto che conservò il
un cenno d'ambedue. nomedi piano di Gio^'e. Si trovarono sul
Mona siero e ospizio del Gran s. Ber- s. Bernardo molle antichità e più di 5oo
nardo. monastero di s. Rernardo tro-
Il medaglie io bronzo, argento e oro di lutti
vasi sul famoso Mont Joux o Grande s. gl'imperatori romani. Dopo Augusto le
Bernardo, Suntmo Pennino, montagna legioni romane passarono questo monlc
delle Alpi Pennine, sul confine ilei Rasso per portarsi nell'Elvezia e nelle Gallie.
Vallese e della provincia d' Aosta. Una Un'armata di lombardi lo passò nel 547i
strada scoscesa ,e assai perigliosa in [)rima' ed allrearmate lo transitarono altresì sot-
vera a cagione delle valanghe, attraversa to Quando Pio /'/{/'.) nel
Carlo Magno.
Bernardo, e conduce da Martigny ad
il s. "qq traversò l'orribile
declinar d'aprile»
Aosta. Presso a poco il punto più alto di Monte Ginevra, all'aspcttodi quelle moo •

questo passaggio ha secondo Picleti ?.\G tjgne dirupate, e coperte di per[teluj ne-
lese, e secoudo Saussure 1 "2 T^sopra il tua- ve, volgendosi a quelli che stavano al-
292 S I o SIO
tomo alla sua portantina, sostenuta da prestare lo slesso umano servizio che quel-
20 uomini delle ferriere del Moncenis o li del Gran s. Bernardo, olire la superba

MonteCeuisiOjCon animo pacato disse lo- strada che vi fece costruire. Questo ospi-
ro. » Mi dispiace di lasciare a 20 leghe di zio fu onorato dalla presenza di Pio FU
distanza il Monte s. Bernardo. Voi sape- (F.)nel 1812, quando prigione fu da Sa-
te che quello è il luogo dove nel secolo vona portato a Fonlaiuebleau. Il mona-
X raonsieur de Menthon gentiluomo sa- stero e ospizio dunque di Monte Giove o
voiardo, fondò un ospizio, nel quale ca- i Gran s.Bernardo ebl»e origine e nome
nonici di s. Agostino ricevono g/V2^/^ tulli dal b. Bernardo di Me.iilhon[J^.), d'una
i passeggeri per 3 giorni. Questi religiosi delle migliori famiglie di Savoia, canoni-
ne'tempi nebbiosi e tempestosi vanno in co e arciiliaconod'Aosla,checommosso al-
traccia de'viandanti di cui sentono le gri- numerose vittime che peri-
la vista delle

da ed i lamenti, e trovati li trasportano vano nel passaggio della montagna, gello


all'ospizio, oppi essi dalla paura e dal fred- nel 962 le fondamenta di quest'opera su-
do. Alcuni cani, ammaestrati in quella be- blune, che dopo un corso di tanti anni,
nefica solitudine, scorrendo qua e là, ria- non ancora degenerata, proverebbe essa
nimano abbaiando le speranze de'disgra- sola, che appartiene esclusivamente alla
ziati, sepolti sotto la neve in que'Iuoghi religione il fòrmaredegli stabilimenti tan-

alpestri, e loro di guida all'ospi-


servono to solidi pel benedell'umanità, e ne'qua-
zio, quando sono grado di cammina-
in li trovansi,comein cpiesto, il vero eroismo
re.Quesli venerabili padri fannoconlinua- della cristiana pei fezione. b. Bernardo Il

mente verso l'umanilà tultociò che fa il si applicò per 4^ anni a predicare nella
padre piìi alfettuoso pe' suoi figli, ed og- diocesi di Sion e altre convicine, e fondò
^i avrebbero fallo ciò che devono fare i non solo il monastero e l'ospizio che die
figli pel loro padre. Io avrei loro pagato nomeal monte, ma anche l'altro nel Mon-
quel tributo, che meritano le loro vir- te detto pure per lui Piccolo s. Btrnardo

tù; io avrei accarezzato i loro cani; ed a- nelleAlpiGraiedegli stali sardi, sul confine
vrei finalmente chiesto, che mi si facesse di Savoia e di Aosta : anche questo istilui-

continuare il mio doloroso viaggio fino a to sul modellodell'allro ospizio. Ilb. Ber-
Briancon ". Dal 1798 al 1801 più di nardo ordinò a'suoi religiosi, successi poi
] 5o,ooo francesi attraversarono il Gran dai canonici regolari di s. Agostino, di ri-

s.Bernardo. Nel 799 le armate austria-


i cevervi i viaggiatori, che senza il loro pie-
che e francesi si batterono per tutto un toso soccorso sarebbero sovente espusti
giorno presso il monastero, restando gli Morì questo eroe d'85 anni
a perire. nel
ultimi padroni del campo'di battaglia. iNel ioo8a'28 maggio in Novara, ove si ve-
1800 l'armata francese di riserva, forte nera il suo corpo, tranne il capo portalo
di 3o,ooo soldati, e comandala da Napo- a Monlejoia nella diocesi d'Aosta, nel mo-
leone Bonaparte, forzò il passaggio di que- nastero del suo nome. La sua festa cele-
sta montagna, con cavalleria e grossa ar- brasi a' 1 5 giugno. Egli però non era né
mezzo a roccie che non avea-
tiglieria, in cistercieuse, né canonico regolare, come
nogiammai veduto un cannone, il corpo prelesero alcuni autori, il che può veder-
del general Desaix, ucciso a Marengo, ri- si na' Bollandisiia p. 1 07 i . I religiosi del-
posa nella chiesa dell'ospizio, ove se gli l'ospizio del Gran
Bernardo, oltre che
s.

eresse un monumento nel 8o5. Napoleo- 1 sono obbligali ad alloggiare e alimentare


ne I stimando religiosi del monastero lo
i gratuitamente le persone che passano per
beneficò, quindi ristabilì e aumentò l'o- la montagna, prodigando loro soccoisi di
spizio fondato sul Monte Cenisio da Lo- ogni genere, spingono anche il loro cari-
dovico l il PiOf e vi pose de'religiosi onde tatevole zelo a maggiori tratti d'umaui-
SIO SIO 293
t.i. Durante od 8 mesi più disastrosi del-
i
7 zeia,cantone del Vailese, capoluogo di
l'iinno, (jiiando le burrasche dette tor- decina a G leghe da Sion, ed a 5 da Gi- i

mente maggiorcnente ÌQi[)erversano,eclie nevra, sulla riva sinistra del Rodano, che
gli enormi massi di neve coprono e sfigu- vi si passa sopra un bel ponte di pietra
rano le strade, allora questi benemeriti d'una sola arcala , nel cui ujezzo è una
solitari, accompagnati da grossi cani, e- cappella. La siluazioiie è assai pittoresca,
(lucati a seguire le orme de' viaggiatori le loccie che formano la basede Denti del
smarriti, ed a portar loro pur anco de'soc- Mezzodì e di Morcles, rinchiudono stret-
corsi, percorrono tutti i sentieri,ecol mez- tamente la valle, e la minacciano di con-
zo di queste bestie fedeli e sicure scorte, tinuo de'Iorofrantumi. Ila una bellissima
giungono a ricondurli sul diritto cammi- strada, ma il restante trovasi in decadi-
no [ino all'ospizio, dove ritnangono sino mento; la biblioteca contiene mss. cinio-
a die sieno peifellamente ristorali, ed in sissimi. Circa 2 leghedallacillu vie la bel-
istato di continuare il loro viaggio. Spes- la cascata di Pissevanche, formala dalla
anco questi utilissimi animali traggo-
so Salanca. Si crede che s. Maurizio sia VA-
no molti disgraziati sepolti sotto una va- ^autuun degli autichi. Visi trovano mol-
langa, e rendono loro in tal modo la vi- le romane iscrizioni, ed alcuni autori at-
ta. Durante i mesi piìi freddi il termo- ti ibuiscunoa Giulio Cesare il castello e il
metiosla ne'dinlorni del monastero a 20 ponte, mentre altri vogliono che sieno di
e 22 gradi al di sotto del zero. iNell'esla- Giusto de Sellineu vescovo di Sion nel
te gela quasi ogni mattina, e non si gode 4^2. Vi si trovano pure alcune antiche
I

d'un cielo veiamente sereno che sole io colonne assai peròdanaeggiate. Deve que-
o I 2 volte all'anno. Malgrado tutte le cu- sta citlà della V allesia inferiore il suo no-
re che i religiosi virtuosi impiegano onde me a tinaie all'abbazia eretta in onore di s.
salvare i viaggiatori, ogni anno se ne ri- IMaurizio comandante della legione Te-
trovano morti dui freddo e sepolti nelle bana, che dicesi distrutta in (jucsto luogo
nevi, dove sono trasportali dalle valanghe nel 28G o nel 3o3,
onore del quale etl in
o da quelle teriibdi meteore. 1 loro cor- fu eretto l'ordine equestre di
s. Maurizio,

pi vengono posti in una cappella all'est che venendo poi unito a quello di s. Laz-
dell'ospizio. Siccome il rigore del clima zaro, si denomina de'ss. Maurizio e Laz-
non permette a'cada veri di corrompersi, zaro {y.). Lo Scotti K\e.\[' Ildvctia sacra
i lineamenti del viso si conservano (|uin- chiama di venerabile antiohilà il mona-
ili p^- 2 o 3 anni, dopo i quali i corpi si stero Agaunense nella Vallesia, esecondo
iliseccano,divenendo mummie. Il piccolo alcuni fu fondatodas. Elena madre di Co»
lago, che ha un 4° di lega di giro, è ge- stanlino I, altri lo rilardano al 4oo. co-
lato Cf mesi dell'anno, e non nudrisce al- me notai nel citalo articolo de' C\2/<o'i/t*t
cun pesce. Non si ponno coltivar iiell'or- rtgolari di s. Maurizio. Cresciuto in gran
todel monastero senoncliède'ca voli, qual- fama pe'tontinui miracoli che Dio opera-
che insalata e delle radici. Non 0!>tanle le va in quel luogo per glorificare s. Mau-
dillicollà ed pericoli che presenta il Gran
i rizio e gli altri martiri di sua legione, il

s. Uernaido, si pretende eh' esso sia at- b. Sigismondo re di Horgogna nel Ji 5o


ti a versalo da " aSooopersonc ogni anno, nel J G, ovvero nel J2 3 o jiiG, che abiu-
I

trovaiulosi qualche volta molle ccnlinaia rala l'ai iana eresia a vea abbraccia lo 1 1 cat-
riunite nel solo ospizio. tohcismo, vi adunò Go vescovi e altret-
Monasttro e abbazia nulliiis dioccesis lauti conti per consultare in qual guisa
(li s. Maurizio d' rigatine. Monasteiii s. |)iìi magnifica ^i dotasse il luogo cunsa-
jMiiitnlii .-tiranni Scdumu ilivvct'sis. E- grato col sangue di tanti invitti coulcsso-
sikle ucllu citta di s. Muui iziu uelia Sviz- n della fede, pei essersi ricusali di ubbi-
594 ^JO SIC
dire all'imperatole Massimiano, tlie a vcii con plauso e concorso de'vallesani. Que-
loro ordinato di sagrificare agl'idoli, on- sta chiesa è di solida struttura, ampia e
de tulli furono tagliali a pezzi. I ss. ve- sotto l'invocazione de'ss. Maurizio e com-
scovi Massimo di Ginevra , Teodoro di pagni martiri. Il capitolo e monasterodei
Sion, e Villorio di Grenoble, con altri e •
canonici regolar idi s. agostino della con-
soiiarono il pio re ad assegnarvi rendile gregazione Laleranense,s\ compone di 2^
pel manlenimenlo di 900 monaci divisi di tali canonici, quali eleggono tra di lo-
i

in
9 parti o turbe, che con ordine e co- ro l'abbateche poi viene confermato dal-
slumi angelici si alternassero a vicenda la s, Sedt, a cui è immediatamente sog-
no t le e giorno nel sai ineggio,dovendosi re- getto il monastero; quindi ilPapacon pro =

golare coll'esempio d'IImneiDondo nuo- posizione concistoriale stampata, lo pre-


vo abbate, ma il governo doversi dare di conizza come 1 vescovi in concistoro. Di
ciascuna delle 9 parli o centinaia a un de- detti canonici, i 4dimorano nel monasle=
cano. Cosi stabilito, re Sigismondo fece ro, eio amministrano le parrocchie del-
ampia donazione di moltissimi luoghi, e l'abbazia, ricevendone l'istituzione cano-
volle che la sottoscrivessero vescovi e i i nica dal vescovo diSion,comprensivamen-
conti. Continuò il monastero a procedere te a quella di s. Maurizio e tutte di loro
secondo tale stabilimeulo, ed a richiesta padronato. L'abbate è ambe primicerio
del re di Francia Lodovico I il Papa Eu- del capitolo e superiore del monastero.
genio II deir824 ne confermò gli antichi La sua mensa abbazia le era ricca, essen-
privilegijdecorando l'abbate dell'uso del- do perciò tassala ne'libri della camera a-
la mitra. Olire ilconcilio d'.'/grnt^o (/'.) postolica in fiorini 276; a motivo delle
celebratovi da re Sigismondo, altro ve ne guerre e di tanle vicende politiche si può
fu tenuto neir888, ove fu eletto e coro- computamela rendita in4oo luigi d'oro
nato Rodolfo I redi Borgogna Transju- diFrancia, dice l'ulliina proposizione con-
rana, che altri ritardano al 988. Per la cistoriale. L'abbate presta il giinamento
dÌ8Solutez7a de'iuonaci nel depravalo se- di fedeltà alla s. Sade, nelle mani di quel
colo IX il Papa fu coslrello rimuoverli prelato che deputa il nunzio di Svizzera,
dal nionastero, e sostituirvi 3o canonici dopo la compilazione del processo come
regolari, a'quali furono confermati altri praticasi co'vescovi. GregorioXVIconfer-
pri vilegijche poi nel i o49confermò S.Leo- mò l'elezione dell'atlualeabbale mg. "^
Ste-
ne IX, e per quietarvi gl'insorti tumulti fano Bagiioud della diocesi e canonico cu-
alloggiò 3 giorni nel monastero, e vi ce- ralo degnissimo, dichiarandolo succ.esso-
lebrò la festa de'ss. martiri TebeijColl'as- ledei defunto abbate p.Francesco de Ri-
àistenza dell'imperatore Enrico HI. In se- vaz, nel concistoro de' 19 dicembre 834, 1

guito fiorendo il monastero lo ricolmaro- e dipoi lo decorò della dignità vescovile


no di grazie Papi Innocenzo II, Alessan-
i e col titolo inpartihus di Betlemme, sot-
dro IH, Celestino HI ed altri principi. , to ilsimilearcivescovato diCesareadiCap-
Quando penetrò in Berna la pestifera e- |)adocia, con breve de'3 luglio 1840. Pio
resia di Calvino, i bernesi occuparono il VI nel 1781 in quest'abbazia vi fece sta-
monastero e lo saccheggiarono a segno, bilire una missione, la quale fu adJdala al
che 3o canonici si ridusse a i4- Non si
di provinciale della provincia elvetica dei
vedono più le vestigia dell'antico mona- cappuccini. L'ospedale è sotto la giurisdi-
stero fabbricalo da reSigisiuondo, per l'in- zione dell'abbazia, destinato a ricevere i

cendio accaduto nel 56o, laonde fu i ri- poveri e pellegrini, e pare che il governo
fabbricato il monastero e la chiesa abba- sia stato alUdato alle suore della carila. I

7.iale,e questa consagrata nel 1 62 7 da mg."^ popoli del Vallese sono commendabili per
Scappi nunzio apostolico della Svizzera, la semplicilà de' costumi, per ospitalità
SIP SIR Ì95
e sincerila, massiine quelli delle mon- costruendo bene della navigazione e
pel

tagne. vantaggio del commercio. I reali coniugi


SI PONTO. /'. Manfhedom A e Viesti. furono accolli sul liJo da una gran mas-
SIR A (^Syrt/i). Città con residenza ve- sa di popolo, e il demarca o podestà Jaglzi
scovile, Ciipoluogo clell'isoladelsuo nome espresse i voti de'suddili con bel discorso,
dell'ArcipelagOjUelle Cioladi settentriona- tutto divoto al suo trono. Altro ne pro-
li nel mare Egeo, a 27 leghe da Alene, nunziò V^uro, presideiiledel consiglio mu-
nella paile orientale dellisola, nel nuo- nicipale e vice-presidente della camera di
vo regno di Grecia. S' innalza in forma cummcrcio, dicendo La ; i
.'
dopo la capi-
d'aniìlcatro sopra nna montagna che si tale del vostro regno, la cillà d'Eriiiopo-

distende sino all'ingresso del porto; le vie li ha il bene d'accogliervi, ed aspetta il

ne sono alrjnanto ripide, ma assai larghe; progresso e sviluppo di questa città com-
vi è molla pulitezza, con caseegregiamen- merciale. Viva il ree la regina! L'augu-
lefabbiicate. Bnonoè il porlo, il commer- sta coppia fra le benedizioni di tutti sipor-
cio attivissimo, l'agiatezza è generale ne- lòallacallediale. Dipoi asceseall'alla cit-
gli abitanti. Quanto all'isola cui si dà 36 tàdi Sira,eilopoaver assistiloal Te Dciini
miglia di circuito, la superficie n'è mon- nella cattedrale di s. Giorgio, visitò il ve-
tuosa, ma il suolo assai produttivo e as- lici aiulo vescovo di Sila mi».»" Ulancis. l*a-
sai coltivato, e nule il clima, gliaibcri non le che Ermopoli sia in certo modo quasi
perdonilo mai la luro verzura. Le prin- congiuntaalla città di Sira, e forse ne oc-
cipali produzioni consistono in grano, vi- cupi il piano. Sira, .Syr^ o ^^j^ro^, e da O-
no, olio , cotone e varie specie di frutti. aiero chiamata Siria,\\dt. la cattedralesa-
La baia sulla costa orientale presjenla un gra a s. (Giorgio martire con ballislerio,
ancoraggio che ha 12 ini 4
.issai sicuro, servila da preti e chierici, non avendo il

passa di tondo. Nella guerra ultima della capitolo;e4de'prinìinella suapairocchia


greca indipendenra conservò laneutrali- vi esercitano la cura delle anime. L'epi-
là e divenne il rilugio delle popolazioni scopio le è prossimo, e nel i8-2f) lo rifab-
fuggili vedcllatirecia, che mollo vi accreb- bricò il vescovo , e la congregazione di
bero il commercio, e mentre prima ilella propaganda fide, cui è soggetta la sede
guerra contava più di 5ooo abitanti, di- vescovile, vi concorse con 1000 scudi. Vi
poi durante il conflilto ne annoverò più sono nella cillà altre 7 chiese, e quella di
the 4o>ooo, ed al presente sono più di s. Sebastiano nel i 829 fu eretta in parroc-
20,000. L^er questa neutralilà sirioli di- i chia; si contano [)ure 3 confralernile; il

vennero invisi agli altri greci, e grati alla seminarioèdiiettoda'gesuiliji quali som-
Porta ottomana, die per ricompensarli ministrano operai apostolici per tutta la

li preservò dal furore de'turchi, e confer- Grecia; essi vi hanno un ospizio, ed altro
mò la nomina d'un capo greco, che gli ède'cappuccini.enel vol.X.\'lll,p. 1 1 r ne
abitanti eransi scelto. Nondimeno fu [)oi parlai. Vi hanno casa leoi soline e le ter-

compresa nel legnodi G/ft/Vz ( A'.),eces- ziarie tiomenicane. l'i ima del seminario
sòdi far parte del saiigiacalod'Andro. La eiavi la scuola de'chiei ici, al cui maestro
città è propinqua a quella di Eriuopoli, la detta congregazione dava annui scudi
poiché leggo le seguenti noli/ie, scritte da 3o. Vi è una scuola elementare pe'llgli

Sira a'() luglio 1 S "»


1 , e pubblir ile nel n.° de' cattulici ,
perchè sieiio distraiti ilalla

I ji) del Ciurmile di lloniii. Il re di Ore- scuoi. de'gieci scismatici eretta in


I Ermo-
eia Olloiie colla regina moglie a\e.ino o- poli, e duella da uii protestante ministro
liurulou'20 maggio del precedente anno col metodo delle scuole Lancaslriane.Dap-
Ermopoli e Sii a, collocandu il re la i
."
pie- poiché, avanti la guerra deiriiidipendeii
tra foudamenlale del uio!uchc si andava £a,la popula^iunc dcilisula eia tulla cai
296 S I R SIR
folica ,
perciò portava il nome d' Isola sin, e rimovesse il suo vicario generale p.
del Papa, ed il vescovo avea influenza sul Urbano cappuccino. E siccome il vesco-
temporale. Ora però vi hanno pieso stan- vo R.ussin non si volle ditnettere dal ve-
za più di scisoialici. La diocesi si
I 5,000 scovato. Pio VII commise a mg.''Cardelli
estende per tutta l'isola, comprendendo lacompilazione del processo sulle accuse
I 70 fra chiese e cappelle, ma moltissime formale contro detto vescovojdeputando-
bisognose di grandi ristauri e perciò non lo col breve In Petri aposlolorum, non
servibili: però molte di quelle abbando- de'3 aprile 1822 come leggo a p. 4o4 di
nate da'greci, furono rifabbricate alla la -
detto Bollano, ma bens'i de'3 dicembre,
tina da mg.» Blancis. Oltre ricordati re- i come trovo nel Bull. PiOin. coni, t.i 5, p.
ligiosi, vi sono più di 3o preti. Secondo 587: Deputalio tribunalis inquisì lori alis
l'ultima proposizione concistoriale, il ve- Clini facultaLìbiis cognoscendi criniiiia,
scovo è tassato ne'Iibri della camera apo- quae ohjiciunlur episcopi Sy retisi, insie-
3oo, ededotti pesi frut-
stolica in fiorini i i me allo stesso breve. Pio Vili per morte
ti della mensa vescovile arrivano a 600 del vescovo Russi n, nel concistoro de' 1 5
scudi; altri 200 il vescovo ne riceve an- marzo i83o da Canata in parli-
traslatò
nualmente dalla congregazione di propa- bus a questa sede di Sira il piemontese
giinday^We, chegli comparte per la s. Se- mg.r fr. Luigi Blancis da Ciriè de'mino-
de le facoltà della formola 'ì.^ha sede ve- ri riformali. A ((uesto degno prelato, tan-

scovile, dice Commauville,fu eretta nel se- to benemerito del vescovato di Sira, Gie-
colo XllI suffraganea dell'arcivescovo di gurioXVIcol breve Pastoralis qfjìcii ,i\é\
Naxos, e lo è tuttora; ma la chiama Scy- 1
9 agosto 834, Bull. Pont, de prop. fide
1

ros, nome che veramente appartiene al- t. 5, p.i i4, conferì l'autorità di delega-
l'altra isola e sede di SkyrooSciro (^.). to apostolico di tutto il nuovo regno di
Piimonta dunque il suo principio all'epo- Grecia; ed a'2 5 dello slesso mese scrisse
ca delle crociate. Nelle Notizie di Roma il breve IVobilissiniiiniGraeciae regnutu,
trovo i seguenti vescovi, non trattandone loco citato, p.i 16, aire Ottone, parteci-
il p. Le Quien. Nel 78 r 1 fr. Antonio Ma- pandogli la nomina del suo delegalo apo-
turi francescano della stretta osservanza, stolico e raccomandandoglielo. Già notai
nel 1733 Naxos,e^\\ successe
traslato a nel voi. XXXI I, p. i
54, non solo tale de-
Emanuele Caranza di Naxos; 735Dario i legazione, ma che GregoiioXVI nel J 843
de Longhis di Scio; 1749 nuovamente vi deputò coadiutore a mg.r Blancis nel ve-
ritornò da Naxos e colla ritenzione del ti- scovato, mg.r Giuseppe M.^ Alberti vesco-
tolo arcivescovile mg.'' Maturi; 1752 fr. vo d'Euinenia in pt^rlibus avendo già ,

Giacinto Giustiniani domenicano di Scio; detto mg.'" Blancis amministratore apo-


I 786 fr. Gio. Fonton conventuale di Pe- stolico dell' arcivescovato diNaxos nel
ra di Costantinopoli; 1800 Gio. Battista 184 '.Apprendo dal n.° 296 del Giorna-
Piussindi Tine. Pio VII col hie\ e. Niliil le di Roma del 29 dicembre i85i, che
sane molesliiis, de' io aprile 1821, e col mg.r Blancis vescovo di Sira morì di 8i
breve Nihil sane molestius, de' 8 giugno 1 anni (a'3o ottobre), dopo aver passalo 5o
1822, Bull. Poni, de prop. fide t. 4. p. anni nelle missioni di Levante, e 26 nel-
383 e 393, fece amministratore aposto- lasede di Sira, dove fondò il seminario;
lico di Sira mg.r Luigi Cardclli arcive- che sotto la sua amministrazione si fon-
scovo di Smirne, non essendo riuscito a daronocappelle cattoliche in Alene, al Pi-
comporvi mali pe'qu;di nel 18 9 ne a-
i
1 reo, a lVauplia,a Patrasso: s'intende come
•veadichiaratolamministratore me.'" Dra- delegato apostolico di Grecia. A questo di-
copoli vescovo di Scio, e ad onta che il sliuto udizio il Papa Pio IX fece succede-
Papa richiamasse a Roma il vescovo Rus- re mg."^ Alberti a'3o ottobre 1 85 1 ,uel qua-
S 1 II SI R 297
le era pure snccetlulo allii sede di Sira. ri; itidi forlificata e ingrandila dai re Ra-
Rl'isliuisce il n.°i 2 1 del Giornale di Ito- gralidi, con >unlii()NÌ nl)bellin)enli,e vi li-

i/ia del 1 H Atene a'3 maggio fu


">3, clie in sictleltero nel ningniflco p tliizzo, del pari

collocala per parte di mg.' Alberti lai.'' che 1 armeni. Si cuntavano in


palliarci»!

nielra nella chiesa cattolica, che dev'esse- una chiese, onde le sue rovi-
essa mille e
,

re tiedicuta a s. Dionigi 1 "vescovo d'Ale- uesono veramente oggetto d'ammirazio-


ne (della quale ri[)arlai a Gkecia); e che ne a'viaggialoi i [)e' inu-*aici e pitture di
la ceremonia (u solenne, e vi assisterono cui scorgonsi lulloia le tracce. La città

i ministri del governo greco, il cor[)o di- era cinta di doppio ordine di mura, lut-
plomalico, i consoli cattolici, alcuni dele- le munite da foltissime torri. Ne dà un'e-
gati della corte, e molti greci cattolici e sattadescrizione l'inglese viaggiatore Ker
ragguardevoli. Porter's. Tanta era la popolazione di A-
SIRACE. Sede arcivescovile m/j(7/'/t- ni , che nel secolo XI in un iiias[)etlato
l)Usi]t\Patriarcato /4rfiieno[r.),i:\iecon- assalto de' nemici, furono messi in arme
ferisce la s. Sede, i di cui anticlii popoli subito 4o,ooo pedoni, e 20,000 di ca-
abitavano verso il nord del monte Cau- valleria, tratti da'soli abitanti della città,
caso, andando dalla parte tiella IMeotide, Sulla cupola della chiesa cattediale sor-
e ne parla Baudtand, No^'Uin Lexicon geva una croce d'argento, tli cui d Cro-
geogrnpliiciiin. Sirace come diocesi è una cefìsso era di naturale grandezza. A molle
grande provincia arcivcscoviledell'Aruje- vicende soggiacque fpiesla classica città,

nia,nel distretto di Ararat, del quale par- e passò coll'andar de'secoli sotto vari do-
lai a l*ATRiAncATo armeno per la sua ce- minatori, greci, tiuxhi e giorgiani. Mn
lebrilà. Sebbene! geografi per Ararat de- neli3iqfu interamente distrutta da un
scrivono la famigerata montagna fra il orribile terremoto. Quando i turchi e i

mar Nero e il Caspio, altri per Ararat in- persiani si fanno la guerra, e altrettanto
tendono la stessa Armenia. Di tale prò- dicasi de'turchi e russi, i dintorni d'Ani
vincia la città cattedrale era Ani oAiiiis, sono ordinariamente il teatro delle loro
famosa residenzade're Bagralidi, principi ostilità, essendo questa città posta fra Zi-

armeni il cui regno incominciò nell'SSg rivan e Ei-zerum, che sono due princi-
le

e vi regnarono fino al 079. Nel i citato ar- pali città fortificate, ove gli eserciti si pon-
licolo narrai, che nel secolo V la prima- gono in cammino. Non solo la provincia
ria sede patriarcale armena di Eziiiiiìzl'ì di Sirace conteneva l.i celebre Ani, marni-
iu Irasi'crila a jTu/V/, allora cajjilale del re- curala sedearcivescoviledi Sirace, laqua*
gno d'Armenia, nelqgS in Ani divenula le era una delle 5 piincipali dell'.Arme"
residenza regia,enel oG4inTauplur;per 1 nia.All'arci vescovo apparteneva lagiuris-
cui Ani fu un tempo illustre sede patriar- dizione e la prerogativa tli consagrare i

cale degli-armcni, e vi si celebrarono 4 metr(jpolili, e il beneilire il s. crisma, i'er


concilii nazionali. geografi chiamano A-
I consagrare un arcivescovoeranoneces>a-
ni o Ànus, /4nikfJgne, Anisi^ A/>niciini, e ri 3 metropoliti. Le vesti dell'arcivescovo
ladescrivono come città della Turchia a- di Sirace sono simili a quelle del metro-
siatica, pascialatico aio leghe da Rars e polita: soltanto il pastorale è alquanto più
20 da Erivan, al confluente del Rars e allo e finisce in un giro più largo. Ila Tu-
dell' Arpa-Sou. Celebrano la città ])er le so del pallio piegiito 4 volle alle spalle, e
rovine che ne nllestano lo splendore an- tiene alla destra appeso alla cintura con
lieo, come Armenia ed
già capitale dell' un conlone d'oro lo scuilo arcivescovile,
assai popolalissima. Nellasua origine non mìtilo goiichrr oenrhti inni (di cui nel voi.
era che un piccolo castello, noi <|ualc i re LI, p.33 ), ed è un «piadrntd mi cui è ri-
1

d'Armenia dc[>uncvauo tulli i luru tcbu- cumulu una ctucc. La ^)ru\iucku ecclesia*
298 S I Pv SIR
slica di Sirace essendo presenletnenle di- l'estremità meridionaledell'isoiae presso
strutta, e sotto il dominio degli scismatici, un faro. La più antica por-
cui fu stabilito
il titolo arcivescovile è uno ili quelli in zionedunqueabitata diSiiacusa è l'altua-
pnrtibus. Il Papa Pio IX a' 3 settembre i le che greci chiamarono Oi ligia, Orty-
i

847 dichiarò arcivescovo di Sirace l'at-


j già, oppure dal dialetto dorico Isola, la
tuale mg/ Eiloardo liurmuz armeno di quale per via d'una diga e d'un ponte che
Costantinopoli e coadiutore di mg.rPa- fece poi distruggere l'imperatore Carlo V,
pasian arcivescovo di Taron pe' pontifi- era attaccala colla terraferma, dove la co-
cali e sagre ordinazioni in Roma di rito lonia di Corinto costruì le fabbriche che
armeno, massime degli alunni armeni del dirò e divise in 4 quartieri, 11 p. Lupi nel-
Collegio L roano, al (|uale poi successe. le sue Dissertazioni, ecco come desa-ive
Di due rispettabili personaggi, giù
questi la situazione di Siracusa, e le più notabi-
procuratori generali in R.oma della be- li sue fabbriche di difesa. Siracusa odier-
nemerita congregazione benedettina dei na è situata nell'isola Orligia e ne occu-
Mechitarisli (^r.), in più luoghi feci ono- pn due terzi o poco meno, il resto è oc-
revole menzione.Iliporla il n.°7gdelZ^iVz- cupalo dalle fortificazioni verso la terra-
rio diRoniadeì 1847, che nella chiesa dei ferma ùv'è la strada coperta, poi un gran
ss, Gio e Paolo dePassionisli, a' 19 set- fosso di mare
indi un' opera coronata,
,

tembre il cardinal Fransoni prefetto del- quindi mare, poscia un'opera a corno,
il

la congregazionedi propaganday^^/e, con- nuovamente altro mare, e finalmente il


sagrò uìg/ Hurmuz in arcivescovo di Si- rivellino e il mare, la cortina e due ba-
race. stioni della Piazza; dichiarandola inespu-
SIP^ACUSA(vy^rrtcf/5(7/«).Città con re- gnabile se vi sia presidio e munizioni con-
sidenza arcivescovile di Sicilia nella pro- venienti, comechèin mezzo a due porli.
vincia di Nolo, capoluogo di distretto e di Le vie della città sono regolari, raa aa-
cantone, sulla costa orientale dell'isola, a guslp, e le case assai bene fabbricate. La
i3 leghe da Catania, e 3 da Messina. E' I cattedrale dedicata alla Natività della B.
pur Selle d'un tribunale ci vi le e d'una gran Vergine, ed ovesi venerano molte insigni
corlecriminale,piazza di guerra di i .'clas- reliquie, insieme a quelle de'santi patro-
se. Di tulle le parli delle quali compone- ni, è un tempio chefu nell'epoca greca sa-
vasi quest'antichissima, possente ed opu- gro a Minerva, e d'ordine dorico, avan-
lente città (anzi fu la più grande città che zo della magnificenza di Siracusa, ogget-
ebbe la Grecia ne'suoi dominii, poiché il to delle considerazioni de'dotli viaggiato-
]). Gaetani pretende che girasse 180 sta- ri, e dal secoloXIIconvertito al verocul-
ili, estensione probabile, avendone asse- to. Avendo solTertodalle ingiurie del tem-
f;nati i 78 Tucidide, e non 3oocome fissò po,bisognòdi molli rislauri,pe'qualieper
il Mirabella nel libro Delle antiche Sira- la sua interessante conservazione Calisto
case, ossia miglia 37 ip, sbaglio notato HI con bolla del 4^8, e Leone 1 X con bol-
dal Conanni nella sua antica Siracusa la ilei 1 5 I
7 concessero indulgenze a quel-
illustrata), non le rimane più che l'isola li che per tale elfetto avessero contribui-
Orligia, antica sua porzione, rinchiusa tra to elemosine. Il capitolo si compone di 4
i due porli, non avente che 400 tese di dignità, la (."delle quali è l'arcidiacono,
lunghezza colla larghezzadi3oo, esepara- del decano, del ciantro o cantore, e del
ta dal continente mediante uno stretto ca- tesoriere; di i o canonici comprese le pre-
nale, al di là del quale sono erette varie bende del teologo e del penitenziere , di

opere di fortificazionej è poi difesa inol- alcuni beneficiati o mansionari, denomi-


ile da una mura bastionata non meno nati canonici secondari, e di alili preti e
the dai castello di Mauiace, che soryc al- cilici ici addetti al serviijio di vino. Quattro
SIR SIR 299
di lali beneficiali, delli cappellani sagia- bali, vescovi, cardinali, uno de'quali se-

mentali, amovibili a disposizione dell'ar- C(jiido il Pino fu Papa Stefano III dello
civescovo, esercitano nella stessa metro- IV non che nelle Ncieuze, nelle
; aiini, nel-

politana, mnnita del batlisleiio, la cura le arti. Piincipale Ornamento di Siiacu-


delleanimedellapaiToccliia. Ilpalazzoar- sa cristiana è la gloriosa sua conciltadi-
ci vescovile, buono e bello edifi/io, ò ade- nae patrona s. Lucia[f^.) vergine e inar-
renle alla metropolitana. Vi sono nella tire, tanto celebre non meno ne'Iasli sici-

città altrecitiesepai'roccliiali,ullimamen- liani,che in quelli della Cliiesa. Il medesi-


te provvedute del s. fonte, olire altre 8 mo Pirro nella .S/c/7i'ae sacrae fa uiieru-
cbiese, essendo la piti antica la suburba- dito e copioso elenco dei^li diustri siracu-
na di s. Giovanni. iNumerose sono le case sani, e dice che Papa Coiione di Tracia [k\.

religiose, peicliè i regolari hanno i i con- educato nel monastero di s. Lucia di Si-

venli e monasteri, e le religiose 7 mona- cilia, ed altri pretesero che fosse educalo
steri. IMùllepuresonoleconfraternite, due in Cilicia. Dolce n'è il clima nell'inverno,
conservatorii eunode'quali pei- l'orfjne e nell'estate insalubre a motivo delle vi-
donzelle, l'ospedale, il monte di pietà, il cine paludi; il territorio poi riesce ferti-
seminai io, ed altri stabilimenti benefici e lissimo. In riva all'Anapo cresce la pian-
scientifici. Tali sono diversi ospizi eislitu- la del pupiro che chiamano /^a^/j^e^/rt, e
ti di beneficenza, il lazzaretto, il collegio, gli antichi non ebbero cognizione di (|ue-

il jnuseo, la biblioteca pubblica, oltredelle sta piatita in Sicilia, ma solo del Sai i, che
grandi caserme. De'due porli il più pie- ne ha l'eguali proprietà : fu dal 1 53o in
culo,c|uellodel nord, chiatnavasi antica* poi che questa pianta di Sicilia cominciò
mente Trogilo, quello del sud chiamato a descriversi in varie opere. Deveavver-
porto grande è uno de'più vasti della Si- tirsi che questa pianta cresce dapperlut-
cilia,Ia luiighezzaessendone di 2 5o lese I lo in Sicilia, a riserva de' luoghi alti e
e la larghezza tliiojo, e accoglie il Duf- fredili : del papiro riparlai a Sciuttura,
fj|aroo/^«r//n<.?, le ac<|ue delle paluili pe- dicendo dell'arte dello scrivere. Il fiume
stilenziali di l'aiitano ovvero Tiraca o , Anapo èdegno di consiilerazione uell an-
Syraca, e di Pantanelli, ovvero Lisima- lica storia, perchè alle sue sponde furono
lia o Lysiiiiclidj formale dicesi dal buf- date molte battaglie, e I' intera arma-
falaro; e finalmente quelle della celebre ta cartaginese vi perì di peste cagionata
e mitologica fonte Aretusa, che zampilla dalle non ancora seccale paludi ricorda-
presso il mare, nella parteoccidentale del- te sui margini di quel fiume, e lungo le

1.1 città, e l'acqua della quale cessò d'es- coste del mare. L'Anapoè il solo fiume
sere dolce e divenne salsa neh looowe- in tutta la Sicilia in un certo moJo na-
ro nel 1 i Gc), in seguito un terremoto,
ail vigabile da piccole barche; ma si e [icr-
Questo porto, oggi in parte arenalo, non doto (juesto vantaggio a causa ilegiini-
può [)iìi ricevere che piccolo navile, né le chi e del fango da'quali all'estremo è in*
esportazioni consistono che in vino, olio, goinbrato. Questo fiume scaturendocirca
frulli, canapa, salnitro, grano, eccellente 1 4 niiglia ila Siracusa, si perdesotto terra
miele ed altro. La celeberrima Siracusa è e ricomparisce 4 o 5 migliadal porto, ed
patria d'Epicarrao, d'Archimede che ce- ivi si unisce al rinomalo ruscello Ciana,
librai anco aSicii.iA, di T'eocrito, di Fi- che la favola ricorda col nome della nin-
listo e di Mosco : Simonide vi morì /\6S fa che si ojipose a Plutone, quando ra-

aiini innanzi la nostra era, e l'aininir.iglio pila Proserpina la porlòa Siracusa, il ipia-
liuyter a'?.() aprile 1 G-jG. V i fioriiono un le nume ivi col suo tridente aperta la ter-

gran numero ili pei sonaggi,chiari per san- 1 a si sprofomlò nel Inrlaro; la ninfa si ilol-

titàdi vita,nellcdignilàecclcsiaòlÌLht-,ab- i>e lauto di <pieda viulenza,chc Ihjuetitl.i


3oo SIR SIR
ìli lagrime tlivenlò una sorgente di chia- loro impero. Benché Maicello all'acquisto
lissiiiia acqua. Siracusa fu l'ondala ySS o che ne fece non potè impedire a'suoi sol-
^36 anni avanti la nostra era, dopo la ve- dati irritati da lunga resistenza il saccheg-
nuta di Teocle in Sicilia, da una colonia gio delle case e l'uccisione del non cono-
greca dicorinlii condotta da Archia, che sciuto Archimede, pur nondimeno fu ri-
sbarcò nel promontorio Zedrio. Si legge sparmiata la città e con essa templi an- i

in Tucidide sull'origine di Suacusa, clie cora. A'tempi di Cicerone grande era lo


aìiliquissimi fevunlur parlem quanidaiii splendore e l'opulenza che restava alla do-
regionis, tenuisse Cyclopts, et Laeslrigo- minatrice di Sicilia, malgrado che ne'tra-
nts ... Posi hoc Sicaiii [jritnidemonilran- scorsi secoli avesse perduto dell'antica pro-
tur incoiuisse. Costoro ne furono discac- sperità. Però una gran parte della città e-
ciati in seguito da'siculi lV Italia (f^.). Si ra in quel tempo deserta, ed torbidi po- i

vuole che le superstiti cavernoseabitazio- steriori egli assalti de'barbari lasciarono


ui della Valle d'Ipsica appartenessero ai deplorabili vestigie. Nel 553 i greci di Co*
sicani molto tempo prima che prendes- slautinopoli acquistarono al loro impero
sero Suacusa. Succeduti detti coriiitii ai i colla Sicilia anche Siracusa, togliendola
siculi, stabilirono in Siracusa il reggi- a'goti in unoalle proviocie di qua dal Fa-
mento democratico, per cui si governò es- ro di Messina, richiamandovi l'estinto u-
sa per un tempo a comune, ed ebbe quin- so del dialetto greco. Egualmente a Si-
di dei re, tra gli altri Gelone e Cerone o cilia narrai che nel 555 vi morì Papa Vi-

Jerone. Siccome per unità d' argomen- donde fu


gilio, trasferito in Roma. A Pa-
to e per evitare repliche, credei oppor- lermo parlai del Patrimonio della chic'
tuno di riportare all' articolo Sicilia i sa romana (/^.) in Siracusa, e che ve Io
principali tratti dell'importante storia di possedeva avanti al 5^o, con altri pingui
Siracusa, icuifamos^i destini e Tastisi col- patrimoni di Sicilia, esercitandovi Papi i

legano con quelli dell'illustre isola, della le Regalie (A^.), a mezzo de'Ioro ministri
quale per tanti secoli fu splendida capi- e rettori, e poi ne divennero di tutta l'iso-

tale, perciò in questo articolo me ne di- la sovrani e la concessero in investitura


spenso. Dionigi il Vecchio e Timoleone feudalejCiò che raccontai dettagliatamen-
nonliorironoche circa mezzQ secolo dopo te a Sicilia, quando già Saraceni l'a- i

il famigerato assedio degli ateniesi descrit- veaoo in molta parte invasa, e ripetuta-
to da Tucidide, e ch'ebbe luogo 4 4 ' ^^^' mente Siracusa con immensidanni. Que-
ni prima dell'era corrente. Sostenne con- sti barbari più volte presero, devastaro-
tinue e atroci guerre conlio a'carlagine- no e rovinarono Siracusa massime il 21
si potenti, e descritte daDioduro Siculo; maggio 8 7 8, finché Normanni [T^.) nei
i

fu decorata del fastoso titolo di reame, e secolo XI li cacciarpnoda tutta l'isola, es-
lungo tempo si mantenne nelle auge di sendosi impadroniti valorosamente di Si-
sue fortune. Siracusa simile al resto delle racusa nel 1084, e per investiture della
città fondate dalle colonie greche io Si- s.Sede ne divennero sovrani. Avendo i

Masrna Grecia, fu ri<jiiarda-


cilia e nella l'imperatore Enrico VI sposato Costan-
ta come una parte della Grec/^ ('A stes- za loro superstite, ne diventò re. Egli die
'.J
sa. A qualeelevalezza fossero giunte le ar- licenza Si' genovesi di stabilirsi in questa
ti ne'floiidi giorni diSiracusa, lo dimostra- città, concedendo loro de'gran privilegi;
no le molte medaglie, che giornalmente quando giunta all'improvviso un'armata
si rinvengono, e gli avanziancora esisten- di^^/iV7/i/,i quali non solo cacciarono i ge-
ti di sua magnincenza. Cadde 2 2 anni a- i novesi, ma vescovo pure^gli ecclesiasti-
il

\anti la stessa era in potere de' romani, ci e una gran moltitudine d'abitanti, e
che lu coasei'varuuo sino alla caduta del s* impadroniiouo della città uioltu bcuc
SIR SIR 3r.i

silnnln per esercitnrvi il mestiere de'cor- cirlincono d. Ignazio Ref»qio, dappoicliè


iari. Gcioi'a (/^.) armò tosto una licita nel capitolo lìoi irono illustri, dotti i* vir-

per vendicar l'ingiuria e il ilnnno;eil con- tiiosi canonici. L'augusta prosapia de' Bor-
ie tli.Mal(a,esp('iiinenlatocnpilanodi ma- boni, (iivenuta sovrana dell'isola, praticò
re, s'unì co'iuui legni a'genovesi, e a'6 come gli altri regnanti nel conferire ai

agosto 1207 giunsero innanzi Siracusa, princi[)i reali il titolo di conte di Siracu-
sconllssero interamente l'armata di Pisa sa, e di presente lo porla il principe Leo-
(K), e dopo 7 giorni d'assedio, riacqui- poldo fralellodel monarca che regna. Si-

starono la città, dove posero grosso pre- racusa dovea ancora essere bersaglio di

avvenimenti succes-
sidio; e tulli r|uesti altre calamità. Nel 1 837 la Pc.?^/f«3(7(/ •)

sere senza die Federico il in età minoren- del cliolera penetrò e fece strage anche in

ne e suoi consiglieri vi potessero come-


i Sicilia. InSiracnsa all'erronee voci di sp;ir-

chè si fosse aver mano. Siracusa colla Si- so veleno, mentre infuriava il morbo, il

cilia passata nel dominio degli Angioinf, popolaccio come in altri luoghi pei cinqui-
in breve si die a quello degli AragoneNÌ, levossi a' 18 luglio e trucidò G inilivului,

poi re di Spagna. Neli5oo la città sog- fra'quali l'ispeltoredi polizia, l'mtenden-


giacquealla peste, e vi perirono 0,000 a- r le della provincia, e il presidente del la gran
bitanti, 80 sacerdoti e i 00 chierici; e 4 «n- corte criminalech'erasi rifugialo nella vi-
ni dopo talfunestoaccidente,il viceré Rai- ciiia Floi idia.N i furono ne'seguenli gior-
uiondodiCardona,pel re Ferdinando V, ni arresti e altri eccidi, e in tutto si con-
venne in Siracusa eoo tutta la sua cor- tarono4o uccisi in Siracusa,! 3 in Flori-
te,a stabilirvi il centro del governodi tut- dia, e 8 nel confinante villaggio di Cani-
la l'isola. Donde rilevasi, che tuttavia la cattini. Mario Adornocausidicoe piomo-
cillà era florida, e lòrse abitata da'super- loie principaledel trambusto, a'2 i luglio
Stili ?.o,ooo abitanti, i quali per altri di- pubblicò un manilesto diretto da'siracu-
Saslri diminuirono, anche per la seguila sani a tulli i siciliani, col quale annunziò
trasmigrazione in l^alermo nel 1600, di che il cholera avca trovatola sua tomba
molle nobili e tlovÌ7Ìose famiglie. Altro nella patria d'Archimede; imperciocché
giaveilisastrofu il terremoto del S.^'che 1 asserì d'essersi scoperto rheproveniva da

liempì di spavento la Sicilia da' j agosto niliato d'arsenico sparso per l'aria, ed i

a'3o novembre, massime nella provincia propagatori del medesimo essere rimasti
e città di Siracusa, la rpiale ebbe alter- vittima della pubblica inilignazione. Dopo
rata la torre campanaria della cattedra- sparsa tale ridicola inìposlura prese il co-
le , r episcopio giMUilemenle solFiì , con mando d alcune squadriglie armate, che
molli edilìzi. Ad onta di ciò, delle gurne si erano Ibi mate col pretesto ili mante-
crudeli anteriormente sofferte, edellede- nere la |)ubblica Irancpiillilà, e con es«e
vaslazioiii di tulli i generi palile, Siracu- fomentò l'anarchia sino a' 7 agosto. Un
sa biillava ancora d'un certo splendore, mezzo battaglione cb'eravi di picsidio,»!
allorchèiieiraiino itKpfu viltinind'iin al- chiuse nel debole castello esistente in un
Irò orribile teircmolo,chediNlrus>e gran angolo della liltà, e liiniIf'S<ii alla cu»to-
parte de' suoi monumenti antichi e mo- dia di 3oo galeotti che si tentava di hbe-
derni, eil il INIongilore continuatore del- rare. ìVe imitarono la sollevazione 7 pae-
Ìh Sictlieisarrai\i l'uro, riferisceche nel- si vicini, com'era accaduto in qnc'dipen-
la città vi moriiono 3H,.>37 person**, on- drnlida l'alermo, ne'quali agli eccidi In-

de la spopolò. Ora annovera circa 1 (i.ooo niulluari ernnsi unite al S(jlitu le veiulet-

abitanti. Neli73'> fu assediata dai belli- le particolari , i l'urli, i saccheggi. i>cllo


geranti che si dispulavanoildnminiodel- stossoi8 luglio e col medesimo preleslo
l'i&olo, trattando la resa «.Iella piazza l'ar- insorse il popolaccio di Catania, the le-
3o2 S I R SIR
presso fu poi inaspiilo dal manifestosira- piìipossentedellecillà greche, Syracusas
Cusano, inviando i faziosi emissari a Mes- maxiinain esse grnecoruni urhiiim. Tra
sina, e dopo piepotenze protnulgai-ono le più grandi e rinomate città greche del-

l'indipendenza di Sicilia, col pielesto d'es- l'antichità, a riserva d'Alene, non ve n'è
sere la vitade'siciiiani in pericolo, pel ve- altra, che con Siracusa meritar possa e-
leno sparso per raria,poicliè il cholera non guagliarsi. Offre non piccola idea della po-
era asiatico, ma borbonico. Alcune ter- tenza di questa repubblica rosservare,che
re seguirono l'esempio de'ribelli di Cata- la medesima fu nello stato d' acquistare
nia, ma Messina non si lasciò adescare dal- il donìinio sulla metà di tutta l'isola di
le loro mene, bensì alcune sue dipenden- Sicilia; di mettere ostacolo a'progress; dei
ze. Il vedendo che tumulti popolari
re i cartaginesi in questo paese; di bravare gli
di Sicilia eiano piìi politici che cholerici, attacchi degli ateniesi in un tempo, in cui
dispose che sid^ito fossero energicamente questa nazione era temuta da tntla la Gre-
repressi, e con poderosi rinforzi S[1(edì nel- cia , distruggendole due grandi flotte, e

l'isola il mnresciallo di campo Del Car- altrettante potenti armate; e ch'essa potè
retto ministro della polizia coU'^Z/er ego resistere al potere di R.oma sotto il vin-
per ristabilirla calma nelle provincie di citore di Annibale, Marcello; e non sareb-
Siracusa, di Catania e di Messina. Seve- be stata Siracusa ad ubbidienza foizala
ramente furono puniti i rei, e in modo quando interne dissensioni, ch'erano sta-
speciale pafi Siracusa, togliendosi da essa te le cause di tutta la guerra co' roma-
l'intendenza e i tribunali provinciali, che ni, non avessero dato a quel comandante

furono trasferiti nell'emula Noto, la qua- l'occasione di mettersi d'accordo con al-
le fu poi dichiarata capoluogo della pro- cuni distinti cittadini
, che l'aiutarono a

vincia del suo nome, perdendo Siracusa prender possesso d'una porzione di essa.
quest'antico suo pregio. Di quanto riguar- Non deve dunque recar meraviglia, che
tia l'insurrezione del I 84^ e funeste con- Siracusa sede delle arti e scienze, sin sfa-
seguenze, eziandio ne tratto a Sicilta. O- ta a motivo di tale sua possanza, dell'e-
ra nuH'altro qui dirò della storia civile di steso suo commercio sopra lutto il Medi-
Siracusa,città un tempo forse la più splen- terraneo, della sua unione colle più po-
dida e famosa d'Europa, sia per la ma- tenti repubbliche della Grecia, della lun-
gnificenza di sue dovizie, sia per la mili- ga pace da lei qualche volta goduta, e in-
tare possanza, sia per la diffusione de'scien- fine del governo di tanti buoni e illumi-
tifici lumi, perchè, il ripeterò,la sua im- nali principi, come Gelone e Jerone, gran-
portante storia compeoetra con quella
si de, opulenta, assai famosa, ed immensa-
dell'intera Sicilia; laonde non farò che in- mente popolata.
dicarne la materiale grandezza, e poi le Siracusa si chiamò da'laliniiS/>flfc«.?rt^,
notizie dell' illustre sua chiesa. Pe' suoi nel numero del più, perchè dire si poteva
preclari pregi, illustre pe'suoi re, per le un aggregato di vasti quartieri murati, a
sue sontuosità, eper le forze militari, me- ciascuno de' quali applicavasi il nome di
ritò Siracusa d'essere sollevata sopra tut- ed erano 5: Epipoli, Neapoli, Ti-
città,
te le città della Sicilia da Valerio Massi- ca, Acradinaeò Orligiaj onde Pinda»
mo, lib. 2, cap. 8, CaputSiciliae Siracit- no nell'ode Pitia, \e chiamo grandi città
*tìr.yj celebrata invitta da Floro, lib.2,cap. Siracuse, e Brydone con vocabolo gì eco
6, Grande, illucìeet ante lempiis invicluin chiauìò Siracusa, con significato di Cui-
caput Syracusas; riguardala da Solino (jne Città. Ciascuna di quelle città fu in
cap. 9 come capitale dell'isola , Princi- progresso separata dalle altre per via di
pciìi Urbern hahelSyracusasje finalmen- muraglie, costruite in diversi tempi. Nel-
le lodala da Cicerone in Fenein^ per la la costruzione delle sue mura lavorarono
SIR S I n 3o3
Go,ooo nrtefici, e si descrisse scconilo al- pietre, del quale il citato Cicerone esaltò
tri mi perimetro d'oltre a 8 leghe. Soli- la sicurezza nella 5.* Verrina. Fra Epi-
dissime torri sovrastavano di tratto in poli e Acradina , occupava Neapoli 1' in-

trailo agli elevati merli. La sua figura era termedia superfìcie meridionale e Tica la

triangolare, colla ba>e lungo la costa vd settentrionale. Si disse Neapoli l'ampliato


il vertice ai nordovest, nella parte medi- lecintodi mura da quella parteove s'in-
terranea. Epipoli è cos'i della con vocabolo cluse l'anlico quartiere Temenite, con vo-
greco, e vuol dire Inolili tle\-atl, perchè cabolo greco che significa IVuova Cillù,
da quella sommità dominava non solo la durante cioè guerra attic-i, nell'anno
la

vista di tulle leSiracuse e loro adiacen- in cui fu toltoad Alcibiade il comando,


ze, ma alla destra e alla sinistra si esten- ed ivi sorgevano templi d'Apollo Teme-
i

deva sino a'capi Pachino e Peloi o. Epi- nite o Massimo, e quelli di Cerere, e Li-
popoli fu interessante per le sue fòilifì- bera ossia Proserpina. Assai più estesa la

cazioni e pe' caslelli d'Eurialo, Labilalo regione di Tica,ebbe ilsu(j nome dal tem-
edExapilo. I grandi e strepitosi falli d'tir- pio della Foiiniui. La gran porla di fica
mi ivi accaduti nelle guerre co'carlngi- denominata Hexapylum^ fu quella per la
nesi, renderanno quel posto sempre me- quale Teodosio e Sosioda Lenlino, lp[)0-
more alle future generazioni. In quell'er- craleedEpicidedaMegara s'introdussero,
te roccie furono umiliati la grandezza e nllravei sando Tica nell'Aci adina,e di co-
roigoglio della possente Atene, ed ivi le là pur Marcello ascese in vetta ad Epi-
sue perdile prepararono in seguilo la tota- poli. Nell'angolo orientale, sul limited'A-
le sua rovina. Ad Epipoli protrasseDio- crailina, surgeva la torre Gale.igra ricor-
nigila muraglia Urbana per 3o stadi, non tlata da Livio, che guidava al \ico Tio-
peram[iliare il Uiogoabilabile,nia pernl- gilo, eil il porlo Trogilo, entro il piccolo
lonlanare vieppiìi il luogo dell'espugna- seno chiuso al nord della penisola di Ta-
sione: ed ecco il perchè alcuni sturici non pso. La più bella e munita parte di Sira<-
indicano parlitamentequesto 5.°quartie- cusa,cioè il quartiere d'Acradina, sporge-
re, e chiamarono Siracusa con vocabolo va da questo punto nel mai e che la ba-
grecoesprimente ()iti7(lro C/V/à. Sino al- gnava da ogni canto. Al suo muro non po-
loraEpipoIi era aiicoru aperta eseiiza mu- tevasi fare oltraggio che per mezzo delle
ra, e Dionisio vi sup[)lì in 20 giorni, ti- flotte, uè eravi porta alcuna per entrarvi,

rando la u>uraglia lungo la spiaggia del ma con veniva passare necess;iriameiile per
mare in modo, die la fortezza Labdalo co- la porla di Tica. La porta dal lato setten-
strutta dagli nteniesi sulla sommità di Ti- trionale d'Acradma diceasi Pentiìpyìon,
ca venne dalla medesima coperta. In tale e per essa si entra va nel! isola Orligia,ch'e-
fortezza, in que'lempi importantissima e stendevasisuM'estremità meridionale, e tla
the fece lunga resistenza a Marcello si , principiocomunicava colla terraferma per
conservavano le ricchezze della repubbli- mez7o d'un ponte; ma fu quindi riilotta
ca, e poteva contenere ()00o combatten- a penisola con opera manitatta e l'isNno
ti. Nella sommità trovavasi la mtmitissi- poi lagliato per caso di guerra, ed in fine
ma rocca d'Eurialo, e nel lato nord ovest stabilmente ricostruita. Ouivier<;evasi U
il castello Labdalo, die lo spartano Gilip- reggia sontuosa di Cerone e deglialtri ti-

po potè occupare im[)iigioiianilo il pn-si- ranni siracusani, la cpiale era al pati ili

dio ateniese, mentre non polevu accoiger- furonoe-


iiie>ptigii:d)ile fortezza difesa. V^i

sene l'esercito d'.\ tene nell'opposta parte riandio grandiosi magazzini annonari ili
attendato. Foco inferiormente era il cele- pubblico diritto, per aver negli assedi ab-
bre carcere pubblicu delle Latomie o La- bnndanti villovaglie.InOrligia fiori l'ain-
pidicioc, perdièavea servilo u lavorare le pliss.mo ginnasio , duudc uscirono tanti
-

3o4 S I R SIR
sapienti. Il linotnato fonie d'Arelusa che to Summa che gli a-
Riipes, oggi Criniti,
i poeti liivolegcjiarono aver comunicazio- teniesi superarono nello scioglier l'assedio
ne subaccpiea col fiume A Ifeo d'Arcadia per rendersi a Catania,eparechesia quel-
dopo la sognata amorosa njelnmoifosi , la collina stessa (li cui Teocrito parla sot-

lion era che un'ampia piscina d'acqua dol- to il nome di Tliynibris. Il tratto meri-
ce, ove guizzava un'm)mensa moltitudi- dionale poi fra le mura di Neapoli e la
ne di pesci, segregati mediante una sco- sinistra sponda dell' Anapo chiamossi il

onde tnarine, e
gliera di pietre dalle salse PratoSiracusano, ed sgorgavano verso
ivi

salsa divenne poi anch'essa quando in un Epipoli la fonte Temenile, oggi fonte di
terremoto vi si mescolarono le acque del Canali, e versoNeapoli ilsaluberrimofon-
mare. Presso la medesima era un famoso teMilicchio.oggi la Pismotta. Icampi al-
tempio di Diana, riguardata come la pa- la destra dell'Anapo erano innaffiati dalla
trona di tulta Ortigia, celebrandosi la fe- fon te Archi media, pi esentemente detlaCe-
sta della quale ed essendogli abitanti per falino, e dal fonte Ciana, oggi la Pistna,
l'abuso del vino dormienti, Marcello con- che prende corso congiun-
di fiume, e si

quistò una parte di Siracusa. I due porli ge poi Anapo. Quivi fu un tempio de-
all'

che sono adesso erano anche anticamen- dicato alla ninfa Ciana. Da questo con-
te. Al porto maggiore, cliiamato ancora fluente sino alla foce incontransi al sini-
Seno Siracusano e la cui pii^i estesa parte stro lato la palude .Sy^zcrt, onde si crede
era di 5/4 di miglia, entravasi per l'aper- che Siracusa traesse nome, e lungo l'e-
il

tura formata dall'estrema punta dell'Or- miciclo boreale del porto maggiore la pa-
promontorio IMemmirio, le cui
tigia e dal lude Lysimelia, le quali stagnando ren-
furtidcazioni impedivano ai bastimenti deano il clima insalubre anco a que'lem-
nemici l'entrala nel porto. La grandezza pi. Popolosi vichi ricoprivano la contrada
del porlo maggiore si può comprendere lungo la sinistra riva dell'Anapo dopo il

da una battaglia che vi si diede tra le flot- confluente della Ciana, ed erano il castel-
te siracusane e cartaginesi, in cui 15o ba- lo 0/;^iVZ«/«'« Olimpo, con un tempio fi-
stimenti entrarono in azione. Le mura raosodi Giove, le cuiimmense ricchezze
dell'opposto lato d'Ortigia e della conti- lo resero assai interessante, onde circon-
gua Acradina formavano il porto mino- darlo di mura e fortificarlo , ed ancoin
re, nella cui interioie parte era propria- sono in piedi alcime colonne. 11 rapace e
mente l'arsenale, dove veniva costruito il insaziabileVerre fece trasportare e invo-
navile, capace di 60 triremi, e se ne tro- lò la celebratissima statua che vi si ve-
vano ancora in fondo al mare l'enormi nerava, la quale era giudicata come una
pietre quadrale, esi rintraccia pure il pro- delle 3 che nel maggior pregio e onore
fondo canaled'ingresso. Vi erano per or- furono in tulio il mondo tenute; statua
namento statue di marmo, che Marcello che dal vincitore Marcello religiosamen-
risparmiò, e Verre portò via quando fu te era slata lispettata. Eravi pure lungo
pretore ed espilatore di Sicilia. Questo della riva il castello Dascone, ora la Ma-
porlo al presente non può contenere che rina di Milocco,con celebre tempio di Er-
piccoli bastimenli: grande fu fatto gua-
il cole, al (piale fu surrogata la chiesa di s.

stare dall'imperatore Carlo V, per timo- M."" Maddalena, presso a cui scaturisce
re de corsati, per cui divenne inutile per la vecchia fonte iMageajed il caslelloPlem-
que'legniacui molto fondo abbisogna. Al mìriosnl promontorio oggidìMassa d'O-
di là ilei vico Trogilo incontra vasi nel su- livero, con un isololtodislaccatosidla boc-
burbio sellenlrionale di Siracusa il vico ca del porto che dicesi l'isola di Castel
Leone,epiìt verso l'ovest, paralleloall'Eti- luccio. L'isola Ortigia fu la 1.' ad essere
rialo, trova vasi lo scosceso sasso chiama- abitata dai siculi, cui i greci coloni con-
SIR. SIR 3oj
doUl (l'Aichia discacciarono, ed imprese- peib la struttura è più ordinata di qiuh
ro a fabbricare Siracusa, per mezzo del- la di Napoli. Esse sono eguali ad un'al-
l'islmo eslendendosi poi sulle lerre sici- tra catacomba, che sta sotto il convento
liane, e COSI sorsero le allie parli, e creb- de'francescani, meno notabile. L'entrata
bero sino a contenere da 1,200,000, a alla gran catacomba è chiusa, perchè ser-
2,000,000 d'abiLauli,chegli antichi sto- vi talvolta di dimora a'banditi , e della
rici danno a questa cillù ne'lempi del suo quale mi riservo ritornare in argomento,
splendore. Tanto esorbitante numero di comechè servita per uso de' cristiani. 11

abitanti non è esagerazione, poiché im- quaiticie pili moderno e più magnifico,
paro da'più critici che ve se ne contava- e perciò nominato Neapoli, offre avanzi
no quanti ora abitano la Sicilia inteia, di monumenti importanli,qnali sono l'an-
ed i più discreti calcolarono un milione fiteatro che si considera però edificato dai
e mezzo. L'Acridina, una volta quartiere romani, la grande latomia detta impio-
il piìi florido di Siracusa, non olire più in priamenle del Paradiso, ed ambe chia-
oggi clje cumuli immensi di maceriefrani- mata V Oiecchia di Z^/o/i/g/, clieser\i di
luisti a piantagioni d' olivi e alberi frut- carcere, e denominata eoo questo secon-
tiferi , le più vaste catacombe di cui ri- do vocabolo perchè la sua interna strut-
parlerò, delle latomie o cave di pietra im- tura somiglia ad un oreci.hio e perchè l'e-
mense, rovine di bagni ciie poi tono il no- co troppo fòrte vi si fa sentire; donde s'in-
me d'Agatocle, ed un allio bagno aulico ventò la favola che Dionigi il feccfiio la
ottimamente conservato e scoperto nel fece costruire secondo le regole dell'acu-
1 H o.Le latomiedi Acredinasono famo-
I stica, in modo che ciascuna parola ivi pro-
se perchè per lo spazio d'8 mesi furono nunziata da'prigionieri si potesse sentire
le prigioni orribili d'alcune migliaia d'a- in una posizione, in cui egliavea fallo ap-
teniesi, ove soHiirono indescrivibili pene, positamente edificare piccola camera , e
laonde molti si reseroschiavi per uscirne. sapere cose che non avrebbe potuto in al-
Queste cave di pietra consistono in gran- tro motlo conoscere. Ila la forma d'un 5*,

di grotte intagliate peipendicolarinente quasi jo palmi lunga e 3o alla. Altri cre-


nella nuda roccia senza ordine e simme- dono che ledifìzio fosse piuttosto eretto
tria: fanno orrore tali oscuri baratri. Que- per l'eco e l'armonia del propinquo tea-
sta latomia si accosta immediatamente al tro. In Neapoli mirabile è il teatro, una
convento de'cappuccini, e forma la base delle opere piìi grandi e più meraviglio-
del loro giardino, che resero fertile quan- .se deirarchitettura, e (piasi intieramente
luii(|ue il terreno non sia che di roccia. intagliato nella viva roccia; rimarchevole
Quanto alle catacombe di Siracusa sono è pure la strada de'sepolcri dorici, ec. In
7 edi differenti specie, e d'una così gran- mezzo a queste rovine scorgcsi la tomba
de estensione, che ninno ha potuto (issar- d' Archimede scoperta da Cicerone di :

Deil limite, per non essere sicuro di cam- quel più grande meccanico e più ardilo
minarvi; parte per la dillicollìi del ritor- inventore di <piesla scienza che l'istoria
no, parte ancora pe'di versi piani T uno conosca, nel 1828 l'ab. Scinà die alla luce
sopra l'altro, perlocchè il terreno n'è de- un eccellente discorso, che può ben servi-
bole e logoro. La più regolare è (piella det- re per una storia delle molteplici inven-
ta la Grolla di s. Giovanni, per la chiesa zioni d'Archimede, e dell'attenzione da
che vi è sopra coslriiita: essa èd'ima smi- luidala alle s.ienze sì geometriche che
surata grandezza. Si crede che sia quan- meccaniche. Ogni giorno quasi si scuo-
to quella dì Napoli, e dicesi scavala nei prono antichità; neh Sic vi si trovò u-
piìi rimoli lempidiSiraru«a,qnan(Iogiun- nn bellissima Venere Callipigi.i, oi:.^i de-
se al pi il allo grado d'opulenza e potere; pusilata nel musco della città. Sembra che
VÙL. LXVI.
3o6 S I R SIR
il teneno presenten)enfe occupato «lalle diosi edilìzi dell'antica Siracusa, la quale
pallidi pestilenzinlidi Pantano e di Pan- stimavasi la metropoli della Sicilia; e che
lancili fosse in altri tempi coperto di giar- poscia entrati colà i cristiani, seppero a-
dini e casedi villeggiatura, la cui magni- dattarela latomia ad uso di cimiterio, am-
ficenza fece stupire i cartaginesi. Ma del- pliando aprendo lucernari per in-
le vie, i

le anlicliitìi di Siracusa meglio è leggere tromettervi la luce, e scavando nelle pa-


il alaggio in Sicilia, di Miiiiler con note reli degli ambulacri e de'cubiculi le tom-

delcav. Peranni. Sulle catacoml)e, le ZV^o- be. Onde escludere maggiormente l'opi-
tizie del giorno di Roma del 1 847 uel n.° nione di coloro che le stimano necropoli
ig riportano il sunto che riprodurrò, del- greche, le pose in confrontode' veri sepol-
la dissertazione letta nell'accademia d' ar- cri greci, che in gran numero si ritrovano
cheologia dal eh. mg.* Domenico Bartoli ni: fuori delle porte di Acredina, fra i quali
Le Catacombe di Siracusa confrontale Cicerone riconobbe tomba d'Archime-
la

nelle loro forme archilelioniche, e ne'nio- de, e che di presente si chiamano sepol-
minienti che le adornano, co' sotterranei cri dorici dal loro stile architettonico; que-
cimiteri dèlia Chiesa roma na.W disseren- sti non sono altro che celle sopra terra, a
te nel suo viaggio in Sicilia si recò espres- un dispresso conformi a'colombari roma-
samente in Siracusa per osservare fra gli ni, dove si rinviene la doppia maniera di
altri monumenti le catacombe, per insti- seppellire tanto perle ossa aduste, quan-
tuire il confronto fra queste e quelle di to per l'intera umazione de' cadaveri : e
Roma (delle quali riparlai a Sepoltura), fece risultare da tale confronto, che fra lo-
ebbe lo scopo di escludere l'opinione di ro non era il più piccolo punto di ravvici-
quegli archeologi di Sicilia ed'oltremon- namento. Passò quindi a svolgere la 2.'^

te, che stimano le catacombe di Siracusa osservazione, facendo vedere come nelle
essere state nella loro origine tombe dei catacombe di Siracusa si rinvengono le

greci, quindi de'romani, e finalmente dei varie forme di sepolcri, di loculi, cioè di
cristiani in età piìi tarda. Tale scopo egli casse, di acropoli, di poliandri, come nel-
stimò raggiungere con fare 3 osservazio- le catacombe romane, rilevando qualche
ni: lai.'' sulla forma architettonica delle variazione importante ne'particolari. Fi-
catacombe siracusane, la 2." sulla forma nalmente nella 3.'^ osservazione prese ad
de'sepo!cri,la 3.^ sulle pitture e altri sim- esame le pitture del cimiterio siracusano,
boli cristiani che le adornano. Nella [/ os- e fra queste per tener dietro al confron-
servazione fece conoscere, che tanta era to accennò le due precipue della B. Ver-
la somiglianza delle catacon)be siracusa- gine seduta colle mani distese a preghiera
ne co' cimiteri romani nella formazione (ne riportai esempi nel voi. XYXIV, p.
degli ambulacri, de' cubiculi, de' sacelli, io),eche tiene sulle ginocchia sedutol'ln-
de'Iucernari, che dal confronto delle ri- fantedivinOjCoua'lali A fi e il monogram-
spettive piante si sarebbe stimalo lavoro ma -<^ Pro Christiis, similissimaa quella
diretto da un solo, salvo che le prime so- ch'è nel cimiterio di s. Agnese nelln via
no scavale nella pietra calcare, e le secon- Nomentana di R.oma;e l'altra eiìigie del-
de nella lufa granidare. Disse inoltre per la donna orante in piedi colle mani diste-
escludere la diflicoltà di crederle lavoro se, e ai due laticolombe; così ancora
le
de'cristiani (attesa l'angustia delle perse- il coll'agnella sugli omeri
Pastor bonus
cuzioni fìerissime, le quali avrebbero im- cui riconduce all'ovile. Enumerò quindi
pedito un lavoro sì grandioso) che in o- alcuni simboli, come l'ancora, i delfìni,
rigine queste non erano altro che latomie, il monogramma di Cristo e parecchi altri
donde fu da' greci tolta quella enorme del tutto simili a quelli che si osservano
qn.Tntità di pietre, che servirono pe'gran- ne' cimiteri romani. Fece inoltre il con-
SI R S I R 307
froiìto delle catacombe siracusane con Jidìi Ceniurionis a Martiano quani in-

quelle di s. Gennaro di Napoli, e le rico- credd)ili laetitia acceptus estliospitio, et


nobbe !)iniilis!>ime alle prime, non che al- tres illos dies commoratus in spelunca
leromane, e però ancor queste cristiane. (sub d. Joannis Baptislae antitjuissimo
Pose fine alla dissertazione coli' osserva- tempio extra urbis moenia), verbafecit
re il mirabile spirilo di unità, che in ogni ad populuinjam Martiani episcopi ope-
iiazionee in ogni luogo dirigeva i primi- ra Christiana dogmata edoctum. PostnC'
tivi fedeli nelle loro costumanze religiose. furia judaeorum conspiratione,f/uì Chri-
Questa Dissertazione meritò d'essere in- iti libertateni, et relìgionis propugnatio-
teramente pubblicata nel giornale /7- nemfere non polerantj et e turri niirae'
ììiiiiale dijRouia,ed anche a parie in det- magnitudinis in mare praecipitaverunt,
to anno. ignemque super caput praesulis mitten-
La fede cristiana fu predicala in Sira- lei, cremare illum moliebantur. In eo a-

cusa nel nascimento della Chiesa verso gonc chrisiianum religionem, quani sua
Tanno 44 di noslia era, per opeia di s. praedicatione fundaverat, murtyrii glo-
Tielro che vi fondò la sede vescovile, on- ria illustravit 1 8 hai. julii. 11 corpo di s.

de a suo onore nel declinar del secolo se- Marziano dopo l'eccidio de' saraceni fu
guente e al tempo della siracusana e ve- trasportato in Gaeta, ed un braccio che
iieratissima s. Lucia fu edilìcata Tonti- veneravasi in Siracusa, nel i i83 lo portò
cu cattedrale, a cui poi fu sostituita l'in- seco a Messina il vescovo Riccardo (pian-
vocazione della B. VergineMaria. Pertan- do vi fu traslato. La chiesa di Siracusa
to s. Pietro in dello anno ordinò r.° ve- fu quindi innafllala dal fecondo sangue
scovo di Siracusa, con l'incarico di pra- de'marliri, e le cui primizie risalgono al-
inulgarvi l'evaiigelo, s. Marziano d'An- la persecuzione di Nerone. Il 2.° vescovo
tiochia i.^sede del |)rincipe degli apostoli, di Siracusa fu s.desto I verso l'anno 74,
che inoltre inviò a jTaoroimas, Pancrazio. e solh'i il martirio nel 90 sotto Domizia-
11 martirologio romanocelebras. Marzia- no con s. Pellegrino, ambedue discepoli
no a' i4 giugno post evangelii praedi- di s. .Marziano. 11 fratello Cresto II ne oc-
catioiuiìi a jndueis occiuis est. i'er aver cupò la sede, ovvero fu com detto per es-

dunque s. Pietro invialo da .\ntìochia s. sere sialo discepolo di s. !\Lirziano, o per-


Marziano a Siracusa, questa fu appellala chè primitivi
i cristiani si appellavano fra-

da Leone X,col diploma L niversis Chri- telli. Altri vescovi di saula vita fiirono
slifìdelibuSj de'j maggio i^iy, pressali EulalioI, Espio, Etimoteo, Venazio,Pre-
Pirro: Ecclesiani siracusatiain priiiiam so, Eustonio, ed Euxo del 1
q J.
che con-
divi Pctri Jìliam, et secundaiu pat an- sagrò la chiesa di Siracusa in onore ilella
tiochenam Clirisio dicatani. Veiciodi ce- R'jtivilù della B. Vergine, poi riedificata
lebralo s. Marziano nel suo inno: spten- in forma più va>ta ed elegante verso il

dulissiiniis die , et Aposloloruni Cori- 53(i dal celebre capitano Belisario. Nel
pliaeiis Petrus ex oriente solis fusti tiae 20 j patirono il martirio i.-s. Benigno eJ
C/tristi teMarininiim primaiii stellain Eugaiio.DopoEuxo furono vescovi Teo-
occidenti tamquant fidgenteni radium fanato, Neslorio qui ecclesiam s. Àga-
tnisit, (/ni ìioininuin inentes divina cagni- thae aeilifìcarefccit.Teoc\ì\S'\o, Abraha-
liane dlustrares. Disse di lui il p. Ciae- nio ed tutichio I,in tempo o dopo del
talli gesuita: Vriniwn in occidenteni e- quale vescovo e nel 270 fu martin/zato
piscopuni ab. Petto ex Jntioehia sede s. Bassiano. In tale anno occiquiva la se-
transimsswn fuisse s. Martianuni. Ag- de Artemio, poi s. Eulichio 11 marlirii-
j^iunge il Pirro: D. Paulus apost. cum zato nel 3o3,ese ne celebra la festa n'a-r
Sjrracusis triduo niansisscl human itale uuvcuibie. lu dello auuo, ullrt*. Luci»»,
3o8 SIR SIR
riceverono la palma del martirio i ss.Fan- stante IT, quando ritiratosi in Sicilia la

zio eDeodala coniugi; nel 3o4 i ss. Ruf- sraidollò colle sue rapine e odiose vessa-
fino e Marzia; nel 3oc) i fiatelli ss. Cali- zioni, e restò ucciso nel bagno in Siracu-
slOjEvodioeclEnnogene. Inoltre nel Sog sa a' i 5 luglio 668. Nel vescovato di Teo-
si trova vescovo di Siracusa Cresto III, dosio I i saraceni invasero Siracusa, on-
che nel3i4 f" ^1 concilio d'Arles, quan- de il popolo si rifugiò ne' luoghi forti e
do già Costantino I avea donato la pace pe'monti. Rodotà, Dell'origine del ri-
Il

alla Chiesa, e accordato a'cristiani il li- to greco in Italia, parlando dell' intro-

bero culto di loro religione da esso pure duzione in Sicilia del medesimo, dice che
professala. Il vescovo Germano I del 346 i vescovi Gregorioe Teodosio I valendosi

fabbricò le chiese de'ss. Pietro e Paolo, dell'occasione della frequenza de' greci
e di Foca; Eulalio lì del 4^ "5, insigne
s. dominatori nell'isola, senza mancare di
per prudenza, dottrina e santità di vita, rispetto alla chiesa romana, e forse per
espilò s. Fulgenzio vescovo diRuspa,che servire alla propria ambizione, e conci-
altri fanno fiorire più tardi, introdusse liarsi l'alfetto e benevolenza de'greci, in-
i monaci in Siracusa, ed intervenne a'si- trodussero nelle funzioni dell'altare il ri-

uodi romani de'Papi s. Ilaro,s. Felice III Io greco. Gregorio che avea appreso le
e s. Simmaco. Il vescovo Stefano roma- lettere greche in Costantinopoli, compo-
no in tempo di Belisario fu in Siracusa, se Troparia, quae in Nalivitate Christi
ebbe poi a successori Agatone I, Giulia- recitanlur. Teodosio I fu autore di altri
no, Eutichio III, Gennaro, Sioesio sotto tropari, quae canuntur in vesperis jeju-
del quale fiori il b. Gordiano benedetti- niorum. I tropari composti da loro sono
no; indi Germano li, Pietro, Calcedonio, inni e cantici propri della chiesa orien-
Agatone Massimiano del
II del 553, s. tale, i formano una parte della gre-
quali
590 benedeltinoe discepolo di s. Grego- ca ulliciatura che da essi fu introdotta
,

rio Papa che lo nominò, e morì nel 5c)6:


I nella chiesa di Siracusa. Divenne vesco-
il Papa consagrò successore s. Giovanni vo nel 676Teodosio 1 intervenuto al con- 1

benedettino e arcidiacono di Catania, ciliogenerale di Costantinopoli nel 678,


decorandolo del pallio, e poi ne lodò le e fu illustre per santità. Gli successero
virtù e la carità pe' poveri : all'articolo Giovanni II del 700, Mauri/io, Teodo-
Sicilia notai perchè il Papa gli die il pal- Marziano M, qui non Ronine con-
sio 111,
lio, ove pure parlai sul diritto metropo- secralus, seri a Irihus episcopis SirocU'
litico disputato in Sicilia tra Siracusa e sisj Teodosio IV in tempo del quale fio-
altre chiese; s. Giovanni morì nell'an- rì il b. Giuseppe V Innografo basiliano.

no 60Q, e la chiesa di Siracusa ne cele- Nel 787StefanoIIdaGalatonesifece rap-


bra la festa a' 2 3 ottobre. Alla sua epo- presentare al concilio Niceno II,ecol ti-
ca vivea Fausto abbate del monastero
s. tolo di arcivescovo di Siracusa perchè ,

di s. Lucia presso Siracusa. Nei 6 oGer- 1 già godeva questa chiesa gli onori di se-
mano III fabbricò la chiesa di s. Calisto, de arcivescovile, attribuitile nelle turbo-
il successore N. edificò quella di s. Elia e lenze degl'iconoclasti da Leone III 1' /-
vi costituì il clero; nel 640 il siracusano saurico, o poco dopo. Imperocché rinun-
s. Zosimo benedettino di detto monaste- ziato la chiesa di Siracusa al rito latino,
ro, facendone menzione il martirologio professava questa chiesa primaria della
a'3o maizo; nel 656 s. Elia benedettino Sicilia il rito greco, come molte altre, fio
di s. Lucia, morto a'26 agosto 660; nel da quando due suddetti vescovi si as-
i

662 Teodoro; nel 663 Giorgio o Grego- soggettarnoad esso, componendo greche
rio che si trovò alla venuta in Siracusa salmodie per compiacere le orecchie dei
dell' indegno e crudele imperatore Co- greci che iu gran numero vi soggiorna-
SIR SIR 3o9
vano, e clie si cnntavn altcrnalivamenle sopra gli altri della Slcili'a, con ti il 2.°

diil clero nelle publjliclieecclesiasliclie a- tolo d'onore senza suffra^anei. Però il Ba


dunanze.riesc il liln greco maggior au- ronio inclina a credere, che i vescovi del
iiienlo nelle chiese di Sicilia, allurcliè il la Sicilia non sieno slati soggetti a' pa
patriarca di Costantinopoli nel secolo Iriarchi diCoslanlinopoli pi ima deir854
Vili con temerario ardire usurpatele, si in cui fu deposto Gregorio Asbesta, pri
accese d'ira control'api, e procurò d'ir- i vaio da s. Ignazio della dignità vescovile
ritare i siciliani contro la s. Sede. Molli ]Ma che negli anni precedenti air8 >4 'I

vescovi piegarono il collo agi' istituii o- prelato di Siracusa ricevesse l'imposizio


lienlali, ein greco composero omelie,in- ne delle mani dal patriarca di Costanti
lii, orazioni liturgiche, trattati ascetici e nopoli, e che fosfe stalo da quello dichìa
dogmatici, ed altre opere sagre. Il fìiro, i rato arcivescovo, si fa palese dalla lettera
tribunali, le chiese, le cattedrcj i pulpiti scrittada Papa s. Nicolò I all'imperatore
risuonavano al pari d'ogni altra città, la Michele III VUbriaco ne\\"6C)o^\u cui ri-
lingua, il costume e il rito orientale. Lo chiede che l'arcivescovo di Siracusa ven-
Scubar e Maurolico s'immaginarono che ga a Roma per ricevere rordinazione,ap-
l'arcivescovo Stefano 11 abolisse in Sira- parlenendo per tradizione e istituzione
cusa le greche costumanze e vi restituis- degli apostoli i vescovi di Sicilia alla me-
se il rito Ialino; ma il Pirri rigetta la loro tropoli romana. Da im'altra lettera di s.

opinione come priva di sodo fondamen- Nicolò I si temerario ardire e


riprende il

to, e sostiene essere continuato nella chie- l'audace animosità di Gregorio arcive-
sa siracusana il rito greco in tulio il de- scovo di Siracusa, il quale ribellatosi al
corso del secolo Vlll.Alberlo Piccolo stu- suo patriarca s. Ignazio, avea consagiato
diasi di sconvolgere la greca solloscrizio- l'empio suo competitore B'ozio; ed in al-

ne di detto concilio, Archiepiscopi Sy- tra lettera a Michele III, onora col titolo
rflcu5fln/,rigetlandoqueslo titolo nel ve- d'arcivescovo Teodoro II successore del
scovo di pseudo patriar-
Siracusa sino al depostoGregorio. Volendo S.Nicolò I ab-
ca di Costantinopoli Fozio, da cui crede battere con im sol colpo la fazione de'scel-
esserne stato fregiato il prelato la prima lerati, la cospirazione de'scismatici, e la

volta. 11 Pirro ne prende la difesa, ed av- sinagoga de'malignanti; come altresì di*

valora la prerogativa d'arcivescovo con chiarare conventicole di eretici le adu-


molle ragioni. SedendoSlefano li, nuova- nanze contro s. Ignazio, celebrate e rego-
mente saraceni aggredirono la Sicilia, e
i lale dalla violenza, dalla tirannia, dal ca-
nianomiseroSiracusa neir82 2eneirH2 7. priccio, dalla passione, risolvette assume-
Neir84^ circa gli successe il siculo Gre- re egli slesso la discussionedella causa Ira
gorio detto Ashesla, che ribellatosi al pa- Fozio e il s. patriarca. Ordmò loro che
triarca s. Ignazio avea consagralo l'in- si presentassero in Roma per esporre le
truso esci.su)alicoFozio,efu de[)ostonel- proprie ragioni e udire la sentenza, ren-
1*854 ^-^ Ignazio patiiarca di Costanti- dendosi altrimenti sospetti di voler piut-
nopoli, per la giurisdizione che esercita- tosto contendere, che di amare la verità.

va sui vescovi di Sicilia, dopo che i pa- Che se non potessero nìuoversi dalla cit-
triarchi di CostantMiopnIi ne aveano ra- tà, trattenuti da qualche impedimento,
pitole chiese al Papa nell'VlII secolo per venissero i loro piii inipegnati difensori,
l'editto dell'imperatore Leone III, ed e- per parte di Fozio quanti mai pendeva-
seguito dall'iconoclastn patriarca Anasta- no da'suoi cenni, e per parte di s. Igna-
sio, pel quale furono elevati alla dignità zio £(1i arcivescovi che nou)inò, fra'quoli
arcivescovile i due prelati di Siracusa e Teoiloro siracusano Osserva pei ciò il Ro-
di Tuo^inina, ili.°cun supremo podcitlà dotà, che couvicne duu(|ue dire, che a<
VOL. LXVI. ao'

3io SIR SI R
vanii il pontificato di s. INicuIù I avcssie lultavolla aveano orrore d' imporre le
il prelato siracusano dipendenza dal Iro- mani su di lui come famoso per reità;Gre-
no di Costantinopoli, e che del titolo di gorio però fu, come dissi, colui che in 3
arcivescovo non fosse debitore a Fozio il ovvero in 6 giorni gli conferì sagri ordi- i

legillinio patriarca, allrimenti non avreb- ni inclusivamente al vescovato nell'SSS,


be mancalo il Papa di contrastargli tale ciò che produsse quelle turbolenze e se-
onore, come di rimproverare e ripren- dizioni che deplora il contemporaneo Ni-
dere in questa parte pure Gregorio As- cela nella vita di s. Ignazio. Non contento
besla. Questi trovatosi in Costantinopoli di sì nìostruosa ordinazione, Gregorio al-
ne' primi bollori dello scisma di Fozio, zò più altiero la fronte, e vomitò pesti»
essendo d'ingegno vivo, e d'uno spirito fero veleno contro l'innocenle s. Ignazio,
inco!>tante e sedizioso, come libertino si alla cui santità rendeva leslimoniauza
rese scliiavo di molle passioni, urtò negli tulio il mondo. Quindi per segnalar la
scogli d'una vita scandalosa e s'immerse sua audacia colla maledica lingua adul-
in ogni sorla di dissolutezze. La comune terò con mentili colori la verità, ornando
opinione che si avea nella città del reo con vive miniature oltraggianti s. Igna-
cosluute di lui, spinse s. Ignazio a esclu- zio,gli atti delfamoso conciliabolo che lo
derlo dalle funzioni di sua consagrazio- avea sacrilegamente deposto e da Fozio
ne, per averlo convinto di molti enormi falli trascrivere con eleganza. Fa orrore

delilli. 11 vescovo di Siracusa fieramente il leggerne la descrizione che ne H» Ro-

irritalo contro del santo, si gettò senza dotà; ma Gregorio così divenne il più e-
rilegno al parlilo di Fozio, e pose lutto secrabile tra'seguaci diFozio,a vendo colle
in opeia per difendere l'ambizione del- sue infami satire e stomachevoli rappre-
l'uno e per deprimere l'innocenza dell'ai sentazioni indignato 1' universo. A que-
tro. Portò tant'oltre la sua ira, che non malvagio arcivescovo soprattulto, co
sto
fu possibile di njettere freno alla sua sfac- me toccai nel descrivere brevemente i
ciataggine. Non vi furono tra'favoriti di concilii e conciliaboli di Costanlinopoli,
lui nessuno, il quale avesse potuto rimuo- si deve attribuire in molta parte quella
verlo colle preghiere dal cieco impegno, luttuosa tragedia che riempì la Chiesa di

né arrestare gli ellelti dell'odio concepi- un funestissimo scisma, di cui ne risente


to contro s. Ignazio, il quale ebbe molto tuttora le funeste e perniciose conseguen-
a soffrire dall'autorità dell'indegno im- ze, siccome ancora il più furioso nemico
peratore cognominalo V Ubriaco, e dalla dell'autorità pontificia. Fozio mostrando-
malizia de'suoi nemici. Benché si facesse si grato all'alTetto di Gregorio lo stabilì
vedere sempre piìt grande in mezzo alle metropolitano della Sicilia nell'858, se-
contraddizioni, si credè obbligalo a de- condo alcuni, e contraddetti da'già citati,

porre dal grado del vescovato Gregorio con attribuire alla sede di Siracusa per
Asbesta nel detto 854- Questa sentenza, sutfraganei alcuni vescovi di quell'isola;
da Papa Ueuedetto HI immediato pre- e poi abbattuta Siracusa da'saraceni nel-
decessore di s. Nicolò 1, fu riconosciuta rSyS, Fozio trasferì Gregorio Asbesta al-
uniforme a'sagri canoni, e con plauso dei la sede di Nicea, in cui finì miseramente i

prelati più ragguardevoli per pietà e dot- suoi giorni. La sua pertinacia nell'erro-
Irina fu coulermata neir855. Gregoiio re avea obbligalo nell'869 il concilio ge-
non rallentò il suo impegno nel mostrar- nerale di Coslanlinupoli a deporlo e acon-
si meno interessato per l'iniquo Fozio, ed daunarne l'infausta memoria co'più forti
acceso di furore e abile a qualunque im- rimproveri. E fu allora che s. Ignazio gli

presa, usò tutte le arti per vendicarsi. Gli sostituì Teodoro II, e neir876 gli succes-
ultri numerosi vescovi fautori di Fozio àeSofronio, ch'ebbe a soffrile infinite ca'
SIR SIR 3 1 i

lamilà (ìd'baiacciii/ifjiiali dopo lungo a%- Costnnllnopoli (iiìNietne alle chiese di Si.

bedio occupala iiileraineiite Siracusa nei- cilia, Puglia e Calabria, poiché devisi ag-
rSyH la dcvaslaionocori quelle desolanti giuiigeiea lli'g'J,io le ineliopoli di Olrnii-
j)ai ticolarilàchc indicai e naira Teodoro lo iiell'anlica, e s. Sa'erina nella nuova
monaco, tesliuioniooculare, in una lette- Calabria). Avulxi a dlofceti Romana^
ra sciilla a Lioneaicidiacono,e riprodotta jainijuelhrono CoiistaninìojwlUano sub-
<lal Pirri. In questa niinutamentedescri- jcclì metropoUlani, et qui siib^rnit eia C'

ve l'universale slragc e il barharo ecci- piscopi, hi sunt: i. Tli('<i<!alonicrnsis,i.


dio, da Dio mandato in pena del suo sci- Syracitsnnits^'i.Coryuih'iis,^. fUwgieit'
smalico e sedizioso pastore Gregorio, co- sis, 5. NicopoUtaniis,^. Aiìitniensix, y.
me osserva Niceta; come nemici del nome Palrensis. Finalmente stabilisce per me-
cristiano, i saraceni mandarono in rovi- tropoli della Sicilia la scile di Siracusa
na le cliiese, la vecchia e nuova caltedia- con podestà sopra seguenti 3 veicovi. i i

le, oppiessero principalmente i ministri Tauromina, Messina, (iiigonli, Cronio,


del santuario, molli de' quali ne furono Lilibeo, Trapani, Palermo, Termine, Tin-
vittime, massime i monaci benedellini ,
darò, Cefalù, Alesa, Malta e Lipari. In-
come i Andrea, Giovanni, Piolo, Pie-
ss. nalzando Leone VI al grado di arcive-
tro, Antonio e Simeone. Disposti gli ani- scovo e di metiopolita il prelato di Sira-
mi de' vescovi siciliani nella seiie di tanti cosa, si può credere che abbia avuto ri-

sconvolgimenli alla fede de'grcci, nel seco- guardo agli antichi stioi singolarissimi
lo IX vi si abbandonarono senza ritegno, pregi, eie tanlesuenobili prerogative che
particolarmente Gregorio Asbesta di Si- la fcceioconsideraredamoltiscriltorime-
racusa, Zaccaria Cofo di Tiiornìina,Gie- Iropoli civile eziandio didla Sicilia. Sem
gorio di JMessiua ed Eutioiio di Catania, bra più probabilechea ciò movesse l'im-
i quali si mostrarono ap[)arecchiati, odi pcratore l'alta riputazione a cui giunse
propria volontà, o per secondare il genio Siracusa nell'opinione de' greci in quei
e [ìartecipaie dc'favori ilella corte orien- tempi, poiché l'indogno suo arcivescovo
tale, ad essere i fedeli ministri di Fo7.io, Gregorio Asbesta con alacre impegno si

gl'istrumenli delle violenze e i cainefici segnalò nella divozione per Fozio, e pel

«Icirinnocenza sebbene poi condanna-
; i tra'vescovi di Sicilia si ribellòanimo-
»ono Fozio, Gregorio di Messina onde fu simente alla s. Sede, consigliando quel-
unorato col titolo di vescovo di essa e ,
l'empio a rapire a s. Ignazio la sua cal-
Llutimìo di Catania nonìinalo melro[)o- tcdra e lo cacciasse, e poi consagrando-
liluuo o arcivescovo. Quindi fermi e co- lo; laonde l'imperatore volle traifonde-
stanti i vescovi siciliani nell'ubbidienza i«.- la rimunerazionee la mercede alla se-

ai trono ecclesiastico di Coslantino[)oli de di Gregorio, con un perpetuo monu-


fu cosa facile airimperatorc Leone W il mento de' suoi reati, e dichiararla nie-

Filosofo soggettarli nell'biSy all'arcive- tropoli della Sicilia, come csprimesi il Ro-
scovo di lìis^inziu ossia Costantinopoli, e dola. Vi ha chi crede, che anlcrioi'e a Si-
sedicente patriarca. Le tracce ch'egli len- racusa godesse Catania la prerogativa di
ne nella nuova disposizione delle chiese melro[)oli della Sicilia, e con gimis;lizio-
della Sicilia è la seguente. Data primie- ne sulle chiose sulhaganee; machcLeo-
lamenlc contezza delle metropoli, tra le ne NI per inlìammare vescovi siciliani i

quali leggcsi Catania di solo onore, Ca- a seguir l'escuipio di Gregorio nella sua
laiicnsisqui stibsiljUttllus est (hronui.ìa ribellione olla s. Sede, preferì Siracusa
ili ci [)re>enta fuori d'ordine (piellc che a Catania, onde adescare gli altri vesco-
furono ia[»ile al Papa sì nell'oriente che vi al giogo Foziano bandir dalle loro ,

ucH'occidcntc, cil allribuilc al tiouu ili chic'.c la pura fede, e sostituii m l'empie'
i

3 2 i SIR S 1 R
là scismatica. Ria per quanta fosse am- patriarchi di Costantinopoli per mosti are
pia la giurisdizione del metropolita di Si- al mondo la continuazione del loro pos-
jacusasuiiSsuoisulfraganeije per quau- sesso, ad onta che le stesse sedi per ope-
lo graudb4'autorità di questi sopra il lo- ra de'normanni dominatori di quelle re-
ro gregge, non poterono l'uno né gli al- gioni, erano già da molto tempo ritorna-
tri per uiolti secoli ridurre con piena li- le alla legittima ubbidienza del Papa, av-

bertà in esercizio la loro giurisdizione pa- valorando l'albagia e pretensioni greche


storale; essendo trattenuti da'saraceni,i le storie e cataloghi parziali di scrittori
quali dall' 820 vieppiù inondarono l' i- tutti intenti all' aumento della giurisdi-
sola, ma non però vi si eslinse del tutto zione del patriarca di Costantinopoli, con
nelle chiese il cristianesimo. I vescovi e- grave detrimento della verità e dell'auto-
suli dalle loro sedi poca o nessuna cura rità pontificia, alla quale maDifestamen-
potevano prenderede'cristiani a loiosog" te si mosliarono avversi.
getti. Questi oppressi dal fanatismo mao- Il conte di Sicilia Ruggero dopo aver
mettano , non godevano la libertà di e- fugato dall'isola i saraceni, trovata Sira-
leggere i loro pastori. I Papi costretti a cusa priva del pastore, commosso alle pre-
riguardare le chiese di Sicilia come meni- ghiere del popolo, avendo in vista i me-
bla del patriarcato di Costantinopoli, e riti distinti della città, e il dovizioso pa-
con furioso ardore difese da quella cor- trimonio che vi godeva la sua chiesa, come
te, non osavano impacciarsi nel regola- rilevasi dalleletteredis. GregorioI a Teo-
mento Quindi è che nel tempo
di esse. dosio monaco e a Lione arcidiacono, lib.
de'doniinanti saraceni, non vi erano né i^Ejjisl. 42 e 43, ed alla tenuità delle ren-
città, né luoghi che non fossero ripieni dite a cui era lidotta, con proventi spiri-
di terrore e di tumulto, e non si udisse- tuali ne supplì la mancanza, determinò
ro dappertutto gemiti e clamori de'po- i i r estensione della diocesi , assegnandole
poli, che piangevano l'espulsione e la fu- quella che possedeva sino ai primi anni
ga de'loro pastori, e la vedovanza delle del corrente secolo, e con diploma stabi-
loro chiese. Quanto al vescovo di Rlalta lendone i confini; di più nel ristabilirvi la
sufiraganeo di Siracusa, ciò derivò dalla sede vescovile , vi destinò per vescovo il

dipendenza di quell'isola ch'ebbe sempre benedettino Ruggero normanno decano


alla Sicilia, di cui fu considerata mem- della chiesa o monastero di Traina Troj-
bro, sebbene da molli attribuita più al- na. Questo stabilimento del conte Rug-
l'Africa che all'Europa, ed anche fu ri- gero fu riputato così ragionevoleda Papa
tolta a'saraccni.cui lungo tempo era sta- Urbano li, che lo confermò in tutte le sue
ta soggetta, dai normanni circa il 1090 parti con bolla del ogS riportata dal Pir-
i

per opera di Ruggero conte di Sicilia, al- ri, dichiarando che dovesse osservarsi in
tri ciò 122 al di lui figlio
riferendo al i tutte le sue parti a vantaggio di lutti i ve-
Piuggero Roberto Guiscardo.
e nipote di scovi di Siracusa.Consagrò vescovo Rug-
Durò la dipendenza di Malta a Siracusa gero, e secondo lo Schobar lo decorò del
finché Papi rientrali al possesso de'loro
i pallio, ma con errore di data. Il diploma
antichi diritti, e data nuova forma alle delle disposizioni del conte Piuggero fu ra-
chiese, sottoposeroMalta alla sede di Pa- tificato dal suo nipote Tancredi neh io4,
lermo che fu sublimata al grado arcive- il quale con pi»i ampio diploma ne con-
scovile nel oG5. Chese in allre poslerioi
I fermò la concessione, e fece dono alla chie-
uotiziee disposizioni imperiali,dellechie- sa di altri proventi; e dipoi il re Ruggero
se registrate e soggette a Costantinopoli i con diploma del 1
1 44 decretò che quel-
si leggono le Provincie di Napoli ossia Pa- lo dell'avo venisse approvato ed esegui-
glia t Calabria, e di Sicilia, fu orgoglio dei lo. U vescovo Ruggero da'fondamculi rie-
SIR SIR 3i3
clific?) diverse chiese, e pare anche la cai* troversia perchè altri canonici preferiva-
tethalc sulle sue rovine cngionate tla'sa- no un altro Pietro, l'arcivescovo di Mon-
laceni, unilatuenle ad altri diroccamen- reale la sedò, e Clemente V ratilicò l'ele-
ti. Neil I I 2 Guijiielmo decano della chie- vazione del Moncada.Nel i 337 Ogerio de
sa siracusana nedivcnnepaslore, e si por- \ irzolo siracusano eletto dal capitolo; nel
tò alconcilio di Laferano celebrato da Ha- 1 342 Giacomo illustre romano nomina
S(|ualell;nelf r i 7 Uberto, nel i 1 2,4 Ugo to da Clemente VI, diesi trovò alla pe
che intervenne in Palermo alla corona- sle che nel 343 afflisse la città; nel 303
i i

zione di Ruggero J, e neh i3o pel gran fr.Enricoaragonese domenicano, al qua


terremoto de'y giugno rovinòla cattedra- le Papa Urbano V confermò gli anlich
morte del sacerdote, diacono e
le, colla privilegi di Siracusa e il diploma d'Ales

suddiacono che celebravano; ma questo Sandro III : ampliò l'episcopio, e ricupe


disastro da alcuni si anticipa e da altri si rò le possessioni usurpate alla sua chiesa
protrae. A Baldovino fu eletto per succes- Nel I 38o Francesco Dentice nobile napo
sore Guarino, poiRiccardo, al quale nel letano, di molta dottrina; nel 1 38 i Gio
IiGq Papa Alessandro IH spedì un di- vanni III nobile d'Alile, donde fu trasla
ploma pubblicato dal Pii-ri, cot) cui pose to, profondo giureconsulto, ornalod'ogni
sotto la protezione della s. Sede la sua chie- virtù, pio, caritatevole, abbellì la catte
sa, gli conferì il pallio, ne approvò pri- i drale con pitture; nel i386 Lodovico; nel
vilegi, e V.Ì espresse i paesi che ne forma- 1 388 fr. Tommaso de Herbes nobile di
vano la diocesi, fra i quali Lenlini, s. Ni- Catania, referendaiio benedettino di tal
colò di tre fonti, Calataufar, Alineo, Viz- chiesa, eletto dal capitolo che non volle
zi ni, lì uccheri,Caltagirone,Duscema, Bat- riconoscere Tr. Giacomo de China de'mi-
te, Butera, Basiliata, Mazzarino, Ragusa, iiori, destinato da Martino e INIaria sovra-
Palazzolo, Modica, Scicli, Spaccaforno ,
ni di Sicilia e seguaci dello scisma, i qua-
Noto. Nel I 1 89 essendo vescovo Lorenzo, li accordarono a Siracusa la dignità sena-
il Papa Clemente III vietò a lui e succes- toria, ed altre prerogative come Palermo
sori l'uso del pallio, ordinò che prestasse e Messina : fr. Tommaso celebrò d sino-
il giiu'amenlo di sulIVaganeo all'arcive- do in cui furono stabilite le doli per le 4
scovo di Monreale, al quale dipoi dovè il dignità della cattedrale da lui istituite, e
capilolodiSiracusa presentare l'eletto ve- poi riconobbe ranti[)apa Benedetto XIII;
scovo, come attesta anche Lelli,nel^/V^?^ mentrestava in Terranova fu fatto schia-
della chiesa di il/onreale.^eì i 207 fu ve- vo da'saraceni nel 3r)2 e condotto in A- 1

6covoGualterio,eposcia si registrano Re- frica, indi redento nel i 3f)3, ingrandì poi
tiofredo tedesco, Gollìedo, Andrea, Ada, l'episcopio e fu benefico colla catleilrale.
Bartolomeo, Corrado tedesco, nel 1129 Nel 14 qMartinoVcon%agrò vescovollug-
I

Gregorio 11 che ornò l'episcopio e l'au- gero II Bellomo nobile e canonico sira-
nienlòcon nuovo edilizio, nel 2 'jH Uinal- 1 cusano, sotto del quale prelese Nolo nel
clo, nel 2 55 Matteo già arcidiacono, nel
I 1433 dismembrarsi da Siracusa, ma
di

Ini)C) rr.Simonedonienicano, sotto il (pia- fu respinta la domanda prima dal Papa


le; gli Angioini assediarono Su-ncusa lun- Eugenio! Vedal re Alfonso I, poi da Pa-
gamente, contro l'^ederico II d'Aragona. pa Nicolo V nel f 'To e ad onta delle in- I

Bonifacio Vili nel 1 2()G Ibce vescovo Ir. cessanti istanze de'nolini: Ruggero II tu
Domenico di Saragozza domenicano, al benemeritodell'episcopio e mollopiùdcl-
quale successero neh .lo 5 Filippo S.uico l'ornamento della catledrale. Per sua mor-
spagnuolopostulatod.dcapitolo-.nel ( 3 1 S te i canonici, celebrata la messa dello Spi-
Pietro «le Moncadi» di regia slirpe rata- rilo santo, per iserutinio elessero il deca-
luna,alla cui elezione esscudo insorta con- uoBartolomeode Grandis,ma uou fu am-
-

3 4 1 SIR SIR
messo (la Eugenio lV,che nel 44^ nomi- i l'isola di Malta concessa da Carlo V al-
nò Ci-. Giovanni IV Alamanc di Maiorica l'ordine. Neil 541 Girolamo Bologna no-
tloinenicaiiOjConfessoie ecappellano niag- bile palermitano, che restò afflitto dal ri-
t^iore d'Alfonso 1, già vescovo d' Uigel, cordato tremendo terremoto, per cui il
dotto e prudente, poscia trasferito alia pa- clero e il vescovo furono costretti recarsi
tria. Neil 44? l^aolo Sanlafede aragone- sulle navi a celebrare i divini uffizi, pel
se uditore di iota, che ottenne da Nicolò quale castigo si fecero molte orazioni e
Velie la 4-" de'pii legati si erogasse per la processioni, onde implorare da Dio mise-
cattedrale, e da Calisto 111 l'approvazio- licoidia; il vescovo si recò nella diocesi a
ne della fatta cessione degli spogli de'chie- dispensare soccorsi, eresse il monte di pie-
rici di sua diocesi, con diploma riporta- tà in s. Rocco, e l'aggregò a quello di R.o -

to da Pirri: a motivo della peste, col se- ma, intervenne al concilio di Trento, e
nato eresse un sagi'o edilìzio a s. Sebastia- nel r 553 celebrò il sinodo diocesano. Nel
no, dispensò copiose liinosinea'poverijOr- 1 562Giovanni Orosco spagnuolo,che nel
nò la cattedrale e l'episcopio. Nel 460 i 1 50^ convocò il sinodo, introdusse nella

Antonio Giacomo Fenerlo {^f^.)d\ Ueca- diocesi l'ullìzio romano prescritto da s. Pio
nali, poi cardinale e vescovo di Cuenca: V, nel 1570 apri solennemente il semi-
ab!)eili la porta della cittedrale evi pose nario, che fu uno de'primi dopo le pre-
il suo stemma. Neh 4^3 Andrea II To- scrizioni delconciliodi Trento, ed aumen-
hnne'i sanese nobilissimo, nipote di V\o tò il clero della cattedrale. Neh 574 Gil-
II e cugino di Pio III; nel 1470 Dalma- l)erto Isfar nobile palermitano, che per
zioSandionisio catalanoarcidiacono diSi- la peste spiegò il più edificante zelo, fu
I acnsa, eh' ebbe in principio turbolento benefico colla cattedrale, e rifece la torre
vescovato per gli oltraggi e piigionia che cam[)anaria; per le sue tante virtù fu ap-
sodrì pel governatore della città, che sot- pellato il 2.° Marziano, e lasciò il suo no-
topose all'interdetto, e per la narrata de- me in benedizione. Neh 57G Giovanni O-
plorabile peste del i 5oo, che fece cessare rosco spaglinolo, benemerito dell'edifizio
l'implorato |)atrocitiio della 13. Vergine della cattedrale, nel i
5q4 tenie il sinodo,
ilc'iMiracolidiCordariaje quella della Pie- ridusse in miglior forma la cattedrale, rin-
tii del vico s. Giacomo, alle quali riunite novò il sepolcro de' vescovi, collocò con
fu eretto un tempio Dalmazio fu lodalo
: più decoro l'immagine della B. Vergine,
per gran zelo, pietà e virtìi, e singoiar mu- sliibilì il contrastato luogo delle 4 digni-
nilicenza co'poveri, colla cattedrale, col tà nel capitolo; per accuse intentate con-
l'episcopio, legando a quello di Trimille Clemente
tro di lui per sordida avarizia,
li sua celebre biblioteca; da Cu-lo V nel Vili deputò per un vicario a- la diocesi
I 5 o ottenne un diploma
1 di conferma ai postolico.Nel i6o4CfiuseppeSdladini no-
privilegi di sua chiesa. Gli successe nel bile palermitano, vigilante pastore e de-
1 5i 2 Guglielmo Raimondi nobile di Va- gno d'eterna memoria. Nel 161 3 Giovan-
lenza; nel 5 yPielroUrriesnobiledi Va-
I I ni Torres spagnuolo rinnovò e am:)liò ,

Ien7,a coiisagiatoda Leone X, intervenne l'episcopio, fece una statua d'argento di


al e jucilio di Lalerano V; nel 5 8 Lo 1 1 s. Lucia di circaioy libbre, celebrò il si-

dovico HPlatamone nobile siracusano, il nodo e pubblicò un nuovo ulliiio de'sau-


quale edificò il sagrario della cattedrale, ti siracusani e delle reliquie insigni di sua
soggiacque ad accuse e a dispute col go- chiesa; ricusata la sede di Monreale, pas-
vernatore per le sue pretensioni, e si tro- sòacpielladi Catania. Nel iG 1
9 Paolo Fa-
vò alla venuta in Siracusa del s»ran mae- raoni nubile di Messina, e radunò il si-
o
slragerosolimitano di Rodi, ospitato nel nodo neliG2 5. NehG3i Fabrizio Anti-
convento de'francescani, donde passò al- nori nobile uapoletanOjtraslatod'Aceren-
^ I il SIR Zt'i

za e Mntera, celebrò nel 1033 il sinodo, di Siracusa. Varata quest'ultima sede nel
e* sotto di lui Caltagirone prclc-se eriger- i8?.3, Leone Xlla'20 dicembre 18?. ^ pre-
si in sede vescovile, ma le istanze furono conizzò vescovodi Siracus.i liiuseppe Ma-
ripiilsalc da Fdippo IV. Con questo Roc- ria Aujorelli della diocesi ili (jii genti, tra-

co l*irri termina la serie de'vescovi di Si- da LIenopoli in partilnts. Vacala di


slalo

racusa, nella sua Siciliae sacrae t. i. Ri- nuovo la sede,Gregorio X\ colla bolla fri 1

porterò i registrati dalle iTo//zf'cr// Fìonia. suprema, i]e i 7 febbraio 184 4,elevò Sira-
IVeli754 Ir. Tommaso INIaria Marini di cusa a sede metropolitana, assegnandole
Valenza domenicano, ctlilnò il sinodo; persullraganeelesedi vescovili diCaltagi-
1732 Matteo Trigona di l*ia7za; i'j\^ rone,Pjazza,e JNoto la quale egli stesso nel
Francesco MariaTesla diNicosiajiySSd. medesimo giorno colla bolla Gravissi-

GiuseppeReque;-ens cassi nesetlil'alermo; viuni sane munuiii/à\tn eretta in vesco-


1773 Gio. Battista Alagona di Siracusa; vato. QuindiGiegorio X\ I nel concistoro
I 802 Gaetano R(jnaniio di Siracusa, già de'2 I aprile 1 8.| > dicliiai ò ."arcivescovo
i

decano del capitolo; 807 Filippo Trigo- 1 di Siracusa mg.'^Micbele Manzo di Napoli,
na «le'inarchesi di Conio eForesla,di Piaz- che il regnante Pio IX a' 27 setlembru
za. Nel pontificato di Pio \ li si fece istan- i8~2 trasferì all'arcivescovato di Cliieii;
za olla s. Sede [)er la dismendjiayiniìc dei indi nel coiicisloro ile' 27 giugno (8"J
vescovati di Siracusa, Catania e Mos'-inn, preconizzò ai ci ve<:covo l'odierno mg.' A 11

per l'erezione delle sedi vescovili ili C;d- gelo Kobino di Salemi diqcesi di Mazza-
lagirone, Piazza e Nicosia : il vescovo, il ra, già Ciinonicodi quella collegiata, esa-
capitolo, il senato e il sindaco di Suacu>a nnnatore pi o-sinodale e vicario foraneo.
furono solleciti di reclamare col mezzo Ogni nuovo arcivescovo è tassato ne libri
de'Ioro prociualori a nig r iM(jiiitile giù della camera apostolica in (ioriiii (ìoo, a-
arcivescovo di PidermOjdalPapa ne! 1810 scendendo la mensa a 4000 ducati napo-
incaricato di esaminare i titoli delle di- letani. L' arcidiocesi ad plurima niillin-
smembrazioni accennale, e quantoa Sira- ria ex/endilur, ac variai civitales et op-
cusa per mantenere l'integrila di sua dio- piti a conipleciilur.
cesi contro le linnovale islanzedi Callagi- SIRE, Z^om/««f. Signore, mapiìi pio-
rone. Il prelato delegato morì nel 1 8 i 3, ed priamentein oggi è titolo di Maestà (/ .)
inSiracusa nel 181 4 per le stampe del Pide- proprio ile'^f(A^.),altribulo della sovra-
jfj fu pubblicala la Difesa della cattcflrole Quanto alla derivazionedel Sire, si-
nità.
(li Siracusa contro la \'ann pretesa di C<ìl- nonimo di Signore (/'.), alcuni lo fumo
tagiroiie.¥i\\[oì:,t liePioN II emanò la boi- veniie dalla voce ebraica .vrzr, che signi-
ìùlìomanusPoiìlifeu\a 12 stllembietii i G, fica una parola distinta; altri lo fanno de-
Bull. Rom. 111: Disiuem-
coni. \..\\, p. vivale dal greco Kurios, che vale signo-
Lratioi 5 lerrarum annnis cxlcnsaSyra' re; altri dal \ai\no senior e lieru^; gli a-
ciisaiia dioecesi,ediii illarunt praecipiiae lemaiuii il loro her, ihe ha corrisponden-
civitale niinctipata Calatnjtroneiisi nnius za airnngaiico ur: i francesi hanno anco
episcopatus tjtis iioininis ci celio in insi- voluto dedurle talvolta da un antico vo-
guis collegiata ecclesìa s. JtiUani diciae cabolo gallese 5f/r, i he significa il sole. II

vivitatis. Così il Papa eresse Calliigiionc Du Gange nel Glossario, forse più ragi-i-
in 8 8 la [iiowiile
sede vescovil»*, e nel 1 1 iicvolnienle ili qualunque altro, lo li dc-
del proprio vescovo, sebbene viMssed *«.•- livare ila iSVr (/".), che nella bissa lati-

scovo ili Siracusa Trigona. Dipoi Pio VII nilà scriveva,*! per significare Domtnns
colla bolla In supremo, de' 7 scllcmbic [T.) o Signore, del che gl'italiani forma-
1821, Bull. cit. I. l'i», p. 44'» eresse in lono la loro voce di /l/('vwTr(/ .), e for-
collegiata la tliiesa della Vergine As- 15. se i francesi quella di Mes^ire, gl'ingle-
"iunta della città di Agosta,nellu diocesi si Ser e Messcr. Il Cancellieri nella /.et-
28^98 ^^^^ SIR
tera sopra il Dominns, Domnus e Doti, come spesso han fallo e fanno i suoi suc-
osserva che nella lingua francese varie so- cessori; e pare che sia divenuto comune
no le voci sinonime e consimili al signifi- ad altri re. Però
Francia è più
al re di
ca lo ci i Doni iiiiis^ cìoèSire, Messire, Sieiir, particolare". Ne'secoli Vili e IX tuttavia
Alonsicur, Seigneur, Monsei'gneurj la / i in Francia chiamavansi Siri baroni di i

è stala perciò talvolta attribuita allo sfes- signorie, come il sire di Montraorency, il
so Dio, quindi ogni possessore di qualun- sire di Beauvieu, il sire di Coucy, il sire
que dominio si cliiamò i^/re, conie inse- di Joinville, e così altri distinti signori
o
gnaCarpenlier f\Q\Glossario'\nSirialicus. grandi feudatari e possessori di dominio,
Ma circa questa denominazione, che al- che pigliavano il nome di sire e lo pone-
cuni reputarono semplice abbreviatura o vano avanti il nome proprio della loro
contrazione della voce ly/g/zore, merita es- famiglia. ^eW /érte di verificare te date,
sere riferito quanto ne dice il Leti nel Ce- vi sono le serie de'siri poi duchi d'Albrel;
riinoniale slorico politico, l. 6 , p. 4'^^-- de' siri di Bourbon o baroni poi duchi j

j' Anliquissimo è il titolo diiy/re, che sem- de'siri o baroni di Beaujolais poi duchi;
l)ra aniittaloa'soli re di F'rancia, comein- de'siri diCoucy,e(li Coucy Vervins,e Cou-
.'
lalli dev'essere, perchè fu trovato la i cy Poilcourt; de'siri di Joinville poi prin-
•voltadal Pontefice Adriano I, e del quale cipi; e de'siri di Salins. Ne'bassi tempi in
ne investì Pipino figliuolo diCarlo Magno, Italia chiamaronsi Siri i signori di Casti-
nel crearlo re d'Italia, essendo questa una glione, di Valghera,di della Valle, ed al-
antica parola italiana, che significa in lin- Negli antichi romanzi
tri. di cavalleria so-
gua comune Padre, volendo con questo no ancora nominati Siri i paladini, come
significare Adriano I, che Pipino colla co- Tristano, Lancillotto, ec. I più antichi
rona dovea assumere la qualità di patire scrittori italiani dicevano anche in singo-
de'popoli;e successe a questo Pipino Lo- lare Siri, invece di Sire. Dimostra Selde-
dovico Pio, che insieme re di Francia e no. De tit. honor., p. i,c. 5, che fino dai
d'Italia, assunse anche questo titolo diiSV- tempi d'Edoardo Secchio re d'Inghil-
il

re, che continuò successivamente ne'soli terra nel 900, si dava il sire a' cavalie-
re di Francia, sino al 43 nel quale es- 1 i , ri. Anche ilMenestrier diceche un lein-

sendo stato coronato in Parigi colla co- po in Francia costuinavasi distinguere


rona di re di Francia Enrico VI re d'In- que' cavalieri co'predicati di sire, messi-
ghilterra, restò nel medesimo tempo in- re, nioiiseigneur, tanto nelle comunanze
vestito con questo nome di Strej essendo reciproche, quanto negli atti, e corrispon-
poi ripassalo inInghilterra,conlinuòa far- devano a'titoli di sere e messere. Poste-
si qualificarecon questo titolo di Sire. On- riormente furono appellati Sires teso- i

de da quel tempo in poi restò annesso al Francia, come provasi da una car-
rieri di

re d'Inghilterra, non solo il titolo di re di ta del 1 46 1 presso il citato Carpenlier. Fi-


Francia, ma anche quello di Sire, che nalmente trovo in Cancellieri, che fu an-
quantunque dovuto a lutti re, in riguar- i cora questo termine adoperato in segno
do della significazione, pure in due seco- d'onore e di riverenza verso sacerdoti, i

li i Francia prima, e d' Inghil-


soli re di e versoi genitori da'Ioro figli; benché tal-

terra poi, l'han goduto da lungo tempo, volta, e massime in Picardia, siasi usato
non obslanle che essendo stato dato a Fi- per contumelia, chiamandosi Sires homs,
lippo re di Spagna, quando fu re d'In-
1 1 o Beau tV/>cilmarito,ladi cui moglie non
ghilterra, benché perdesse poi questa co- gli fosse fedele, come rileva Carpenlier.
rona, non lasciarono molli tornato in Spa- Dopo il secolo XVI non si die più gene-
gna di trattarlo con questo nome di Sire, ralmente questo titolo se uou che u're.

flNE DEL VOLUME SESSAINTESIMOSESTO.


BX 841 .n67 1840
sncR
Moroni Gaetano,
,

1802-1883.
Dizionario di erudizione
storico-ecc les ast ica
i

» AFK-9455 (awsk)

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